Amarti senza freno.

di Youareinfinity
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ragazza cambiata. ***
Capitolo 2: *** La nuova Cheryl. ***
Capitolo 3: *** Dominatrice di cuori. ***
Capitolo 4: *** Il passato indimenticabile. ***
Capitolo 5: *** Royal Academy of Music. ***
Capitolo 6: *** La partenza. ***
Capitolo 7: *** L'arrivo. ***
Capitolo 8: *** Il primo giorno. ***
Capitolo 9: *** Debole per un momento. ***
Capitolo 10: *** L'indifferenza è la miglior vendetta. ***
Capitolo 11: *** Automasochismo. ***
Capitolo 12: *** Ancora scusa. ***
Capitolo 13: *** Il segreto rivelato. ***
Capitolo 14: *** Il perdono. ***
Capitolo 15: *** Amare senza più riserva alcuna. ***
Capitolo 16: *** Pomeriggio con il migliore amico. ***
Capitolo 17: *** Harry. ***
Capitolo 18: *** Violenza. ***
Capitolo 19: *** Zayn. ***
Capitolo 20: *** La finale. (parte I) ***
Capitolo 21: *** La finale (parte II) ***
Capitolo 22: *** Cheryl & Zayn, un amore che non ebbe mai freno. ***
Capitolo 23: *** Dopo nove e bellissimi mesi... ***



Capitolo 1
*** Ragazza cambiata. ***


Erano le 20:50 del mese di Giugno e ancora una volta, Cheryl Nicholson la diciottenne di Bradford, decise di non cenare.
Stava seduta con le spalle al muro nel letto della sua stanza. Leggeva uno dei suoi libri dell'orrore che ogni sera leggeva per sembrare l'atmosfera più eccitante, fino a tardi.
Ma il suono della porta che si aprì, fece sussultare la mora.

« Cheryl se ti deciderai di cenare, ho messo il tuo piatto conservato nel frigo. »
Disse la madre, non facendo mai caso al cartellino “Off limits” dietro la porta della sua stanza.

« Non leggi il cartellino proprio mai, eh? Comunque non ho fame, grazie. »
Disse la mora acida, per essere stata interrotta a calarsi nel personaggio dell'uomo maniaco della vittima indifesa.
« Questi ultimi mesi sei dimagrita tanto. Perchè salti i pasti? »
Chiese la madre, decisa di avere una spiegazione notando le sue perdite di peso.
« Non ho fame, e preferisco leggere. Puoi chiudere la porta? »
La madre la guardò stranita. Ma come le aveva detto Cheryl, chiuse la porta.
Cheryl riportò lo sguardo verso le righe di quel libro, leggendolo intensamente
.


Tratto dal suo libro:
« Chi c'è?
Chiese con affanno la fragile Robin sentendo dei passi dietro la strada stretta fattosi buoio per le ore 19:00. La fanciulla, continuava a camminare piùveloce tenendo stretto al suo petto la sua borsa, nel caso qualcuno voleva derubarla. Ma l'uomo mise la mano sulla bocca della fanciulla facendola gridare appena. Si guardò in giro, ma nessuna anima viva. Con un sorriso malefico la drogò facendola calmare in un sonno profondo. Distesa per terra,l'uomo prese un cortello, lo conficcò violentemente al centro del petto e tagliando una ferita profonda prese l'organo insanguinato nelle sue mani ancora in movimento. Lo faceva sentire terribilmente potente da meravigliarsi nuovamente del cuore,trovandolo estremamente affascinante. Non riuscì a trattenersi, e con piccoli morsi lo gustò, fino a mangiarlo violentemente.


Le affascinavano i personaggi dei suoi libri. Era curiosa che fine potevano capitare le vittime dei suoi racconti che collezionava nei suoi scaffali.
La fine spregevole che le colpiva maggiormente era quando gli assassini grandi e oscuri come i loro cuori insensibili e maniaci dei fragili cuori strappavano senza pietà i cuori delle fanciulle piccole e innocenti.
Immergersi in quei racconti dell'orrore era come vendicarsi o voler essere capita da come ci si sentiva.
Nel tipo:
«Hai visto? Sai come mi sono sentita io.»
Questa era solo vendetta fatta attraverso pura fantasia.
Perchè?
Perchè lei due anni fa lo era, piccola e innocente fino a quando un ragazzo dalla pelle ambrata la fece innamorare di lui sperdutamente, arrivato al punto di aver in mano il suo cuore e il piacere di amare e gettarlo via come se nulla gli importasse.

Un'altra vendetta usava contro se stessa. Usare i ragazzi, farli perdere nei suoi occhi profondamente blu notte felino e continuare a illuderli, al costo di averli ai piedi sempre.
Questo la faceva sentire potente.
Una ragazza cambiata per amore, non aveva mai dato buoni frutti.
Il suo cambiamento accadde circa due anni fa, in una sera a ballare per il ballo scolastico.

* « Tra pochi minuti è mezzanotte e staremo ancora insieme per festeggiare il nostro anniversario. Mentre noi ci ritroviamo quì a ballare, come se il destino l'avesse programmato. »
Disse Cheryl, che sorridente avvolgeva le braccia il collo del moro in un ballo lento e coinvolgente.
Lui si limitò a sorridere. Un sorriso forzato, le sembrò.
Quei ultimi giorni non era lo stesso, non le dava attenzioni come aveva sempre dato alla quasi diciassettenne.
«Che cosa c'è che non va?»
Chiese lei, guardando dritto gli occhi suoi. Il ragazzo dopo quella domanda si irrigidì e cominciò a sentirsi confuso da molti pensieri.
«De-devo parlarti.»
Era abbastanza impacciato, deglutiva, quasi sudava.
Le parole che gli avrebbe detto da un po' di tempo, sapeva che udite Cheryl l'avrebbe odiato per il resto della sua vita. Provò a rielaborare parole nella sua mente, per sputarle più delicato possibile, senza giri di parole, magari così sembravano meno dolorose.
«Io credo di non amarti come una volta.»
La ragazza indietreggiò, mentre la musica continuava a scorrere come il lento delle altre coppie intorno a loro.
«Ma siamo così felici insieme, così perfetti!»
Il moro abbassò lo guardò, i suoi occhi erano troppo agghiaccianti da reggere.
«Non sono abbastanza per te, mh?»
Chiese con un amaro in bocca,mentre il suo respiro si faceva soffocante aumentando il battito cardiaco. Intantouna lacrima scappò dai suoi occhi.
Il ragazzo notò le lacrime, scossò la testa. Si avvicinò al viso fine e al cuore fragile della mora, con quegli occhi che poi tanto profondi non lo erano più.
«Non sei nulla per me. Io non so amare.»
Quelle parole le risuonarono nelle sue orecchie. E quel tono tremendamente forte e severo non li avrebbe dimenticati mai neanche se desiderasse di distruggerli.*    








SPERO CHE VI SIA PIACIUTO! :) è LA MIA PRIMA FF, LASCIATE RECENSIONI SE LOAPPREZZATE!
GRAZIE A CHI HA LETTO IL MIO PRIMO CAPITOLO.. A PRESTO ANIME *_*
XXX
SPEROSSS 

 

scolastico.

* « Tra qualche ora sarà mezzanotte per il nostro anniversario. Ma noi lo stiamo già festeggiando. »
Disse Cheryl, che sorridente avvolgeva le braccia il collo del moro in un ballo lento e coinvolgente.
Lui si limitò a sorridere. Un sorriso forzato, le sembrò.
Quei ultimi giorni non era lo stesso, non le dava attenzioni come aveva sempre dato alla quasi diciassettenne.
«Che cosa c'è che non va?»
Chiese lei, guardando dritto gli occhi suoi. Il ragazzo dopo quella domanda si irrigidì e cominciò a sentirsi confuso da molti pensieri.
«De-devo parlarti.»
Era abbastanza impacciato, deglutiva, quasi sudava.
Le parole che gli avrebbe detto da un po' di tempo, sapeva che udite Cheryl l'avrebbe odiato per il resto della sua vita. Provò a rielaborare parole nella sua mente, per sputarle più delicato possibile, senza giri di parole, magari così sembravano meno dolorose.
«Io credo di non amarti come una volta.»
La ragazza indietreggiò, mentre la musica continuava a scorrere come il lento delle altre coppie intorno a loro.
«Ma siamo così felici insieme, così perfetti!»
Il moro abbassò lo guardò, i suoi occhi erano troppo agghiaccianti da reggere.
«Non sono abbastanza per te, mh?»
Chiese con un amaro in bocca,mentre il suo respiro si faceva soffocante aumentando il battito cardiaco. Intantouna lacrima scappò dai suoi occhi.
Il ragazzo notò le lacrime, scossò la testa. Si avvicinò al viso fine e al cuore fragile della mora, con quegli occhi che poi tanto profondi non lo erano più.
«Non sei nulla per me. Io non so amare.»
Quelle parole le risuonarono nelle sue orecchie. E quel tono tremendamente forte e severo non li avrebbe dimenticati mai neanche se desiderasse di distruggerli.*
 

    



 

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Capitolo 2
*** La nuova Cheryl. ***


Nonostante ciò imparò a rialzarsi diventando una ragazza forte.
La sua mente era libera dal passato che la opprimeva. Era libera di fare quello che le passava dalla mente.
Come la mettiamo con la piccola e innocente ragazza? Morta.
Era rinata, la nuova Cheryl viveva.


Suonò il cellulare e svegliatosi di colpo notò di aver dormito con la guancia poggiata al libro aperto.
« Chi sei? »
Chiese la mora con gli occhi ancora chiusi dal sonno.
« Oh,ma stavi ancora dormendo alle 10:00 di mattina?»
Chiese la sua migliore amica, Alba.
Cheryl aprendosi gli occhi lentamente, non rispose. Detestava essere svegliata in estate, soprattutto avendo superato pochi giorni prima l'esame di maturità. La sua bocca d'oro preferì non aprirla perchè non poteva tenerlo più a freno dopo avergliene dette tante.

« Ci sei? E' sabato bella addormentata! »
La mora si alzò di scatto, la lampada della ragione gli si illuminò la mente ricordandosi di aver preso l'impegno di vedersi con la sua comitiva.
« Dannazione, la sveglia non è squillata stamattina! »

« La sveglia, sì. Tra mezz'ora ti veniamo a prendere.»
Ma Cheryl saltava come una lepre infilandosi l'altra gamba del suo jeans stretto andando a finire che inciampò e cadde sul pavimento.
« Cheryl? » Nessuna risposta. « Va bè, a dopo.»
La mora gemette per le ginocchia, acchiappò il cellulare a gattoni e se lo pose all'orecchio. Evidente che Alba aveva riattaccato, corse a prepararsi mettendosi in fine leggermente matita nera sui suoi occhi a mandorla blu notte e uscì.
« Sbaglio ho visto tua sorella uscire? »
Chiese la madre, a Terry la sorella maggiore.
« No, hai visto benissimo mà. »
Disse Terry, prima di aver riso notando la faccia perplessa della giovane madre.

La signora Nicholson fece spallucce e riprese a sorseggiare la tazza di caffè con l'unica figlia normale che le rimaneva.

Cheryl e le quattro amiche con lei scesero dalla macchina posteggiata e si avviarono in spiaggia a pochi passi da loro, trovando l'altra metà della comitiva giocare a pallone. Finchè uno di loro si accorse delle nuove arrivate.
« Guarda guarda chi c'è. »
Disse il suo migliore amico, Harry.
La mora riusciva a vedere da lontano i ricci castano chiaro che incorniciavano il bellissimo volto e le sue fossette che spuntavano sorridendo per lei.
Lasciò le infradito sulla sabbia e corse da lui come se andasse a correre in una maratona, arrivando ad abbracciarlo calorosamente.
« Ciao Harreh.»
« Ciao piccola ritardataria.»
Le ragazze salutarono il resto del gruppo: Liam, Niall, Louis.
« Volete fare una partita?»
Chiese Niall col sorriso, tenendo la palla in mano.
« Per vedervi sconfitti, dici? Non me lo scapperei mai questo memorabile momento.»
Disse Kate con un occhiolino, mentre Niall gli lasciò un occhiata di sfida.
Cheryl formò la squadrà con le ragazze, e Harry lo formò con i ragazzi quando una linea immagivaria sulla sabbia divideva il 'campo'.
«Heeei. Vorreste corromperci con i vostri addominali?»
Scherzò la mora, facendo ridere la sua squadra rumorosamente.
« Tu non incantarti più di così, bambola.»
Disse Louis tirando con una schiacciata la palla alle avversarie.
Le due squadre arrivarono al pareggio. E nessuno voleva tirarsi indietro, nonostante il sole picchiava forte la loro pelle abbronzata.
«Forza, l'ultimo punto e vinciamo ragazzi.»
Invogliò Liam alla sua squadra, posizionandosi con gli occhi verso le avversarie.
Cheryl saltò e formulo una schiacciata perfetta. I raggi del sole accecarono Liam e la palla colpì il suo naso, lasciando un gemito.
«Oh,oh. Preso in pieno da far vincere la nostra squadra!»
Esclamò Kate, abbracciando la sua squadra. Cheryl mettendosi una mano in bocca si avvicinò a Liam dispiaciuta.
« Mi dispiace, Liam! Non era mia intezione colpirti.»

Disse sincera, accarezzando il braccio di Liam.
«Non fa niente. Non fa niente.»
Disse mentre si toccava il naso dolente.
Una risata fece catturare l'attenzione di Cheryl.

« Dillo la verità. Volevi colpirlo pur di ottenere vittoria.»
Disse Harry, per il piacere di provocare la migliore amica.
Cheryl inarcò un sopracciglio posandosi le mani suoi fianchi. Liam la osservava, era tremendamente sexy.
«Davvero mi trovi così spregevole da far del male al mio piccolo Liam?»
Chiese lei, fingendo con stupore.
Era anche buffa e simpatica per le sue movenze snob.
« No, ma dai? Hai sentito, piccolo Liam?»
Disse Harry, influenzato dell'ironia della migliore amica e facendolo voltare, si avvicinò alla mora con sguardo minaccioso. Non prometteva niente di buono. Ma Cheryl si limitò a sorridere spavalda.




 

 


 

 

RIECCOMI CON IL SECONDO CAPITOLO, ANIME.
Cose farà Liam, adesso? Incrociamo le dita nulla di sgradevole! >.<
Lasciate recensioni, mi rendete felice. <3 



 

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Capitolo 3
*** Dominatrice di cuori. ***


All'improvviso le sue braccia forti e muscolosi presero la mora mettendola su nella sua spalla sinistra.
«Lasciami! Che fai?»
Disse la mora,mentre si muoveva i piedi in aria e dava pugni nella sua schena.
Riusciva a vedere da lassù i piedi dell'amico camminare.
«C'è caldo, ci rinfrescheremo un po'. »
Disse buttando in mare Cheryl e lui tuffandosi di seguito.
La mora risalì sulla superficie dell'acqua passandosi le mani sugli occhi salati e sorrise vedendo già tutta la comitiva al completo intorno a lei.
« Hai il trucco scolato.»
Disse Liam, posando le mani sul suo viso per toglierle il trucco nero sotto i suoi occhi con i due pollici. Poi la guardò meglio: i suoi occhi erano blu cristallino con sfumature bianche. Il mare si poteva guardare anche da lì.
«Che gentiluomo sei, Liam. Non ti merito, lo sai?»
Disse Cheryl, avvicinandosi al petto nudo dell'amico.

Era così, lei non faceva che confondergli la ragione.

Sorrise impacciato lui,con il cuore che batteva all'impazzata.
Era il suo punto debole lei, e la ragazza dagli occhi irresistibili non perdeva quasi mai l'occasione di fargli perdere la testa.
Sperava che lo avrebbe baciato,tutti quei anni non aspettava altro.
Ma lei era così irraggiungibile.

Gli sfiorò le labbra carnose. Era paralizzato.
Gli mandò il suo sospiro sotto la mascella. Si morse il suo labbro inferiore.
Gli baciò il lobo del suo orecchio. Si chiuse gli occhi.

Liam si stava avvicinando come d'istito a lei. Ma lei rise, vedendolo in 10 cm di distanza vicino alle sue labbra. Lui si fermò, e arrossì. Si era sentito ancora uno stupido, ma continuava a risuonargli quella risata come una sirena incantatrice.
Lei solo una diciottenne e lui un ventunenne. Cheryl ingannava e lui si faceva ingannare, a causa del suo cuore pieno d'amore e fragilità.
Lasciando Liam come un pesce lesso, nuotò verso le amiche che cominciò a schizzarle l'acqua divertita.
La spensieratezza di quella comitiva continuava senza tregua anche quando il sole si sostituì al buio e alle stelle. Stavano seduti in una larga tovaglia vicino al mare che rifletteva la luce della luna e delle abitazioni lì d'intorni. Con un falò acceso, stavano vicini l'un con l'altro in un brindisi all'unisono che poi bevvero tutto ad un fiato metà bottiglia d'alcohol. Parlavano, si abbracciavano, ridevano, scherzavano. Fino a non accorgersi di aver bevuto alcohol abbastanza per ubriacarsi. Adesso lì regnavano battute volgari, dialoghi insensati e scambi involontari di sguardi portando solo fragorose risate.
« Alba è proprio sbronza!»
Disse Cheryl facendo catturare l'attenzione su di Alba, con una bottiglia in mano.
« Io? Ma ti sei vista, invece?»
Disse la migliore amica inarcando il sopracciglio, andando a finire a ridere nuovamente con Cheryl.

I ragazzi erano ubriachi, ma quel poco di consapevolezza e lucidità c'era ancora. E Louis ne approfittò proporrendo un gioco.
« Ogniuno di noi dobbiamo domandare quello che vogliamo sapere dell'altro, ma che le risposte siano oneste e sincere!»
Puntualizzò.

«Comincio io: come è andata a finire con Dana?sei riuscito a portartela a letto?»
Chiese Liam, a Harry.
«Come no. Ci sa proprio fare, quella. »
Rispose sorridendo appena, formandolo in un sorriso beffardo. I ragazzi risero.

«Sei il solito porco, sei incredibile.»
Disse Cheryl , con una smorfia nelle labbra.
« Dipende dal tipo di ragazza che frequento, Cher.»
Disse Harry, a suo favore. Ma i ragazzi risero divertiti, lo sfotterono. Perchè sapevano che chiunque sia stata, ci avrebbe provato ugualmente.

« Chissà se Harry, ha sofferto per una ragazza.»

Disse Kate, sdraiata con lo sguardo rivolto alle stelle.

«Harry innamorato? Ma non scherzare, dai!»

Disse Niall.

« Mi farebbe impressione, sinceramente. Non ha mai sofferto per una ragazza in vita sua. In futuro potrà accadere però, chissà...»

Disse Louis.

Harry non preferiva parola, il suo sguardo era concentrato a leggere le labbra dei suoi amici parlare se si fosse mai innamorato. E ogni tanto sorrideva divertito, e anche abbassando lo sguardo qualche volta.

Nessuno lo sapeva, tranne Cheryl, che l'anno prima di una ragazza se ne innamorò e ne soffrì per un po' di mesi. Era di Alba che se ne innamorò per la prima volta.


Un tuffo nel passato.
« Non hai capito! La penso continuamente, è diventata la ragione per sorridere ancora.»
Disse il riccio, alzando il volume della voce. Aveva bisogno di tirarle fuori quelle parole.

Cheryl rimase a guardarlo, che poi non le sembrò più lui.

« E'-è la cosa più bella che abbia mai sentito da te. Se lei ti sentisse, Harry! »
Disse la mora compiaciuta.

Seduti nel suo letto, lei gli prese le mani, come avrebbe fatto una migliore amica, dopo quel genere di notizia. Le sue mani li sentiva sudaticce. Era quel genere di emozione che provava Harry una volta pronunciato il nome di Alba.

Sentiva il respiro fresco di qualcuno addosso al suo viso. Di scatto il suo sguardo basso si alzò incrociando i grandi occhi della migliore amica che lo scrutava cercando di capire il suo stato d'animo. Harry sussultò rumorosamente e Cheryl lo imitò.

« Dannazione. Se risparmieresti di fissarmi in quel modo ogni volta che non me l'aspetto, riusciresti a evitarmi piccoli infarti! »

Disse Harry ridendo,mentre spinse la faccia di Cheryl con una mano. La mora indietreggiò a gattoni.

« Scusa. Il fatto è che ti ho visto pensieroso e cercavo di leggere la tua mente con la forza del pensiero.»
« Sei inquietante quando lo fai.»

« Ma sono bella quando lo faccio.»
Una risposta senza senso.

Quante bottiglie d'alcohol aveva bevuto Cheryl?





Sempre più curiose eh??:)
Grazie davvero chi mi segue. Fatemi sapere che ne pensate xP 



 

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Capitolo 4
*** Il passato indimenticabile. ***


«Non costringermi di buttarti a mare.»

« E' una minaccia?»

« Una specie, sì.»

Cheryl gli mollò un pugnò leggero sul braccio. Era un modo affettivo tra migliori amici.

« Non mi fai proprio niente! »

Disse il riccio, mettendosi faccia a faccia con la mora, sfidandola con i suoi occhi verdi.

Un ghigno si formò sulle labbra della mora e subito lo spinse dal petto.

Le piaceva così tanto provocarlo!

Harry immediatamente cominciò a farle il solletico sui fianchi e sul collo, sapeva che era troppo sensibile in quei punti. La conosceva fin troppo bene anche sui particolari.

«No,va bè! Mi farai morire dal ridere così!»

Disse la mora ridendo a crepapelle cercando di respingerlo senza successo. Harry rideva con lei, non resistiva nessuno alla sua risata contaggiosa.

Poi la lasciò andare, la mora ringraziò mentalmente chi era riuscito a separarli.

« Cheryl hai mai pianto per un ragazzo in particolare? »

Chiese Liam.

« Uhm.. Non lo so, forse?»
Rispose, sdraiandosi spavalda.

«Immagino di no.»

Disse Liam, con un pizzico di amarezza. Conosceva troppo bene l'ingannatrice.

Chery sorrise soddisfatta. Le piaceva l'idea di farsi nominare come una ragazza spensierata non avendo mai subito quel genere di drammi. Anche perchè la sua comitiva la formò subito dopo lasciatosi con il ragazzo che la cambiò definitivamente e preferì tenersi il passato alle spalle non parlandone con nessuno di loro.

Tranne con Harry, che c'era sempre stato a asciugarle le lacrime.

Si conoscevano fin da piccoli, come non potersi fidare da un ragazzo speciale come lui?

La serata finì e ritornando a casa, coi passi leggeri oltrepassò la porta di casa con sguardo attento a dove mettesse i piedi. Riusciva in qualche modo a scamparsela bene dai suoi genitori. Era una specie di arte, la sua. Subito si infilò nella stanza della sorella.

« Mi gira la testa.»

Si lamentò toccandosi la fronte.

« Lo sai che primo o poi mamma e papà si accorgeranno dei tuoi fusi orari.»

Disse Terry.

Cheryl amava il suo angelo custode. Copriva, nonostante a volte fosse sbagliato, quella ribelle di sua sorella minore fin da piccolina. Provava sempre a darle consigli in modo premuroso ma lei non li ascoltava quasi mai. Ha voluto sempre osare, scoprire la vita andandola incontro. Anche se a volte la vita le girava le spalle.

« E se invece ti dicessi che non succederà, mi crederesti?»

Disse con un sorriso.

Si alzò dal letto di Terry, mandandole un bacio sul naso affettuosamente e se ne andò traballante nella sua stanza a dormire.

 

Dream:

«Finiscila, mi stai mettendo in imbarazzo davanti ai nostri amici.»

Disse la piccola Cheryl, girandosi il volto pur di evitarlo.

Il ragazzo dalla pelle ambrata le girò dolcemente il viso verso di lui.

«Figurati, non ci guardano nemmeno.»

Il moro riuscì a baciarla a timbro.

« La sera penso sempre a quanto tu sia fantastica.»

La accarezzò, mentre le sue guance morbide si facevano calde e rosse.

«A quanto sei bellissima.»

Continuò penetrando i suoi occhi profondi sugli occhi blu notte.

«A quanto sono fortunato, io. E' possibile trovare la persona giusta a diciottanni?»

Chiese lui mordendosi un labbro. L'aveva detto davvero.

«Ti amo.»

Si limitò a dire la sedicenne sentendosi il cuore scoppiare e il desiderio di ricevere il suo calore.

Poggiandosi le mani possenti sotto la mascella della ragazza, si avvicinò al suo volto baciandola intensamente. E quando la stringeva a sé, si sentiva come drogata. Si chiudeva gli occhi, come se avesse trovato il suo rifugio, il suo paradiso nelle sue braccia.

 

Il sogno diventava sempre più sfocato. Svanito. Un tocco la fece sussultare silenziosamente.

«Dormigliona, usciamo. Su!»

Disse Terry toccandole il braccio.

 

« Che faccia, Cheryl. Stai per caso male? Se vuoi restiamo a casa.»

« No, ormai mi hai fatto vestire e usciamo. Sento solo che oggi non sarà giornata.»

Disse Cheryl. Non riuscì a nascondere ciò che tenne dentro quella mattina.

Rabbia e rancore.

Il passato non dovrebbe bussare nei sogni. Dovrebbe stare al suo posto.

« Dove andiamo? »

« Non posso dirtelo. »

« Vuoi uccidermi e lasciare il mio cadavere nel bosco qua vicino.» 

Disse rispondendo al posto suo con sarcasmo, sbuffando seccata.

Dopo qualche minuto la macchina si posteggiò.

« Siamo arrivati, muso lungo.»

Cheryl chiudendo lo sportello della macchina, si aprì la bocca dallo stupore.

Erano in un Karaoke Club.

« Questo spiega tutto. Tu mi ami!»

La sorella rise addolcendosi del caloroso abbraccio della sorella minore.
Cantare era la sua passione.

Quando entrarono non avevano avuto tanto desiderio di essere nate sorde.

Lì, in quel piccolo palcoscenico cantava una ragazza che era buona solo a gridare parole lette in quell'enorme schermo metallico. Giustificando le persone che lasciavano quel locale.

Le sorelle, dopo aver sorseggiato un drink, ebbero in possesso i microfoni.

Alcune persone erano incerti di restare o meno.

Ma quelle persone decisero di restare e sedersi, perchè le loro voci avevano talento da vendere. Aumentavano persone, mentre commentavano positivamente tra di loro con i loro drink nelle mani. La canzone che cantarono fu Listen di Beyoncè.

Quella canzone la duettavano fin da piccole. Le loro voci facevano tremare il cuore di quella gente.



 

Ecco che Cheryl ha sognato quel misterioso ragazzo, dopo ben due anni! Emozionate? :')

Bene, il quinto capitolo succederà qualcosa di sconvolgente per Cheryl, se fossi in voi non lo perderei.

Ps. CAGATEMI. *______*


 



 

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Capitolo 5
*** Royal Academy of Music. ***


Dopo gli umili ringraziamenti al pubblico che applaudiva, le sorelle Nicholson scesero dal quel piccolo palcoscenico e andarono a sedersi in uno dei tavoli.
Ma una ragazza trentenne, alta e ben vestita si alzò e camminò verso di loro.

Qualcuno stava per cambiare la vita di Cheryl, senza accorgersi.

« Scusate se disturbo. Io sono Kate Andrews e sono la rappresentante della scuola Royal Academy of Music. Volevo proporvi di partecipare, avete talento, e io ho trovato delle persone degne di questa scuola. Durerà un mese mentre dormirete in una delle stanze che vi assegneranno. Alla fine del mese promuoveranno solo 7 finalisti per gli studi finali e chi sarà il migliore i giudici consegneranno l'assegno di 150.000 dollari per continuare gli studi.»

Cheryl sgranò gli occhi. Che ci faceva una persona del genere in un Karaoke?
Solo al pensiero di partecipare in una delle scuole più popolari di Londra gli veniva un'adrenalina pazzesca. Avrebbe osato di tutto per viverlo.

«Sono senza parole, grazie. Ma io lavoro, mia sorella Cheryl potrebbe partecipare.»

La mora gli venne un colpo, quasi andava di traverso il drink.

«E' consentito di uscire la sera con la gente che non siano della scuola o che lo siano. Quindi con i familiari, amici. Non c'è da preoccuparsi in questo.»
Disse la signorina, schiacciandole l'occhio.

«OK, accetto.»
Con un sorriso, la signorina compilò il foglio d'iscrizione.

« Sugli eventuali ripensamenti contattatemi presto. Buona giornata ragazze!»

Disse dandole un biglietto e filandosene via soddisfatta di aver fatto il suo dovere.

« Non ci posso credere. Io-io sto sognando!»
Disse la mora, sbattendo il bicchiere di vetro sul tavolo.

Per una volta la vita sembrava andarle incontro.

Le ragazze rientrarono a casa e Terry prese l'iniziativa di parlare ai loro genitori sull'accaduto. Ma il padre non sembrava così entusiasto, mentre la madre lo era.

«Sono contento, ma incontrerai ragazzi lì dentro?»
La mora a che sorrideva, si girò verso il padre inarcando il sopracciglio.

Non era buon segno. No.

«Papà. Non è una scuola che insegna femminismo. I maschi ci saranno tanto quanto le femmine. »
Il padre inarcò un sopacciglio. Ecco a chi assomigliava la figlia.

Subito si intromise la madre, per spezzare il ghiaccio.

« Siamo orgogliosi di te, tesoro! Dai il meglio di te stessa e fagli capire a quei professori di che pasta sei fatta! »

Cheryl dette il cinque alla madre, con un sorriso divertito. E il padre sbuffò, ma quando gli fece il faccino dolce lui subito l'abbracciò. Era geloso della sua bambina, non voleva ricordarsi che era cresciuta.

Dopo un bagno tiepido, digitò il numero di Alba unendo il numero di Harry.

I due risposero all'unisono: «Pronto?»

« Miei bellissimi migliori amici. Vi devo dire la notizia del giorno.»

I due la incitarono di continuare, erano curiosi.

« Mi sono iscritta nella scuola Royal Academy of Music. Ci starò un mese. Quindi un mese senza ritornare a casa. Alla fine chi vincerà, otterrà l'assegno di ben 150.000 dollari per continuare gli studi.»

Harry era senza parole.

« Cazzo dici?! Cheryl ma è meraviglioso! »

Disse aumentando la voce, Alba.

« Non so che dire. Sono davvero felice per te, Cher! Ti va di vederci alle 16:00 tutti insieme? Tanto per spiegarci meglio di questa notizia bomba.»
« Certo» «Per me va benissimo. A dopo allora!»

I tre riattaccarono.
 

Il campanello suonò alla porta Nicholson alle ore 16:00. Il padre si avvicinò cercando di capire chi fosse dietro l'occhiello.

« Chi è?»
« Sono Harry, Mr. Nicholson.»
« Ah, sei tu. »

Il padre aprì la porta.

« Entra pure, figliolo.»

Harry con educazione gli sorrise e si accomodò nel soggiorno a sedersi.

Cheryl non sentendo entrare nessuno dalla porta, scese le scale del primo piano dove stava collocata la sua stanza. Cantava abbassa voce qualcosa che nemmeno lei sapeva decifrare, con una canottiera corta fino all'ombelico e mutandine.
Passando dal soggiorno non si accorse di Harry seduto nel divano.
Ci era passato davanti, ma il problema era che del divano non ci fece nemmeno caso.

Lei, la solita ragazza con la testa sulle nuvole ma con un corpo mozza fiato.

« Cheryl, perchè non sei pronta?»
La mora fermò i passi, con la mascella contratta si girò lentamente verso quella voce troppo familiare.

« Sei già qui! Bene. Emh, vado a vestirmi e torno.»
Harry si scappò un sorriso divertito. Era troppo dolce quando era impacciata.

« Ti aspetto, eh.»

La mora saliva le scale, fin quando sentì le parole di Harry.
Si girò il viso verso di lui, dove scoppiarono a ridere all'unisono.

Dopo qualche decina di minuti, il riccio si sentì due mani coprire i suoi occhi.
«Chi sono?»
« Devo proprio?»
« Sì.»
La mora si tratteneva dal ridere.
«La stessa ragazza che si era presentata mezza nuda davanti a un ospite.»
La mora gli mollò uno schiaffò sul collo. Mentre lui rideva.
«Lo sai che non ti avevo visto! Non fare lo stronzo.»
La mora si allontanò dal divano di cui sedeva il migliore amico.
Ma lui si alzò e corse verso di lei, facendola sussultare dai fianchi. Poi l'abbracciò.

I genitori salutarono Cheryl e Harry e dopodiché raggiunsero la macchina.



 

Inseguire i propri sogni è la cosa più bella che si possa fare. E quella notizia bomba cambierà la vita di Cheryl, lo scoprirete nei prossimi capitoli. La storia si fa sempre più curiosa, me ne rendo conto, care anime. ;P

Pubblico il sesto capitolo stasera.

Grazie veramente per i vostri commenti positivi, siete la ragione per continuare a scrivere su EFP. Un bacio xxx
 

 

                                      

Cheryl Nicholson 

     

Cheryl Nicholson 

 


 

 

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Capitolo 6
*** La partenza. ***


La macchina di Harry correva direzionando verso la casa di Alba, finchè Cheryl mise play alla radio uscendo fuori I Love It delle Icona Pop.
Lo sguardo che mandò al riccio non era normale, e lui si limitò a lasciarle un sorriso sghembo.
Che avevano da guardarsi in quel modo? Eppure sembravano quasi inquietanti chiunque li avrebbe notati.
La ragazza dagli occhi blu notte cominciò a cantare con la musica a tutto volume quando il ragazzo dagli occhi verde-acqua scoppiò a ridere prima di unirsi a lei.

Erano pazzi.

La mora ballava e il riccio batteva il palmo della mano sul volante a ritmo d'house music.

Una signora sulla cinquantina al volante, guardò male Harry. Lui si limitò a guardarla e a passarsi la lingua sulle labbra in modo provocante, e premere l'acceleratore sorpassandola illecitamente. Quella signora gliene stava dicendo di tanti colori.

Non risparmiava mai la sua ironia perversa e spesso divertente per chi sapeva divertirsi in quei tipi di scherzi. Ad esempio Cheryl.

 

Dopo qualche minuto ci fu silenzio.

«Devo dire che stanotte ho fatto un sogno stranissimo.»
Lei lo guardò.
«Alba voleva baciarmi ma io la rifiutavo. Poi il sogno proseguì: mi svegliavo notando lei abbracciata a me che dormiva sul mio letto.»

La macchina di Harry si fermò sotto casa di Alba.

«Bel sogno.»
Disse la mora, sarcasticamente.
«Uno più sensato potevi sognartelo.»

«Ma poi perchè lo sognata?»
«Forse perchè la rifiuteresti per un bacio e non per portartela a letto.»
Disse sfacciata, la mora.

I due migliori amici sussultarono quando lo sportello della macchina si aprì e come un fulmine Albà entrò a sedersi dietro i sedili.

«Ciao, ragazzi!»
Salutò la ragazza bionda, con un sorriso sincero e solare.

I due, nonostante tramassero qualcosa nei loro sguardi, la salutarono come nulla fosse. Lei con un sorriso dal tipo «non sai che cosa Harry ha sognato su di te!» e lui dal tipo «Cazzo, se lo sapresti...»

I tre migliori amici, dopo aver mangiato qualcosa al Mc Donald's andarono a passeggiare in una piazza lì d'intorni. Nessuno per il momento proferiva parola e Harry non riusciva a togliersi il sogno dalla testa.

«L'estate dovrebbe durare di più, per i miei gusti. Porta spensieratezza alla gente e il sole non svanisce mai.»
Disse la bionda, osservando la gente che camminava tranquilla.

Harry tossicchiò.

« Tu il sole l'avresti comunque dentro.»
Disse il riccio, causando una risata nascosta da Cheryl.
« In che senso?»
« Cioè anche se ci fosse pioggia, il sole lo terresti dentro di te.»
Disse Harry notevolmente impacciato.
« Ah.. wow! Carino da parte tua, grazie.»
Disse Alba, mostrandosi gentile non facendolo imbarazzare ancor di più.

Cheryl rideva ancora sotto i baffi. Forse più di prima, era più forte di lei.

Perchè era stato dolce non essendo proprio il suo stile di trattare le ragazze?

Harry sentiva risatine già dall'inizio accanto a lui.
«Adesso, smettila.»
Disse abbassando la voce più che poteva.
Non ce la faccio. Dovevi vederti.»
Disse mordendosi un labbro per trattenersi di scoppiare a ridere rumorosamente.
«Finiscila. Seriamente, ti faccio fare la stessa brutta fine dei personaggi dei tuoi libri horror.»
« Harreh, sei un peperone.»
Continuò lei, punzecchiando la sua guancia rossa con un dito.

Cheryl adorava provocarlo tanto quanto una sorella adora far uscire il fumo dalle orecchie al fratello maggiore.

Suonò il cellulare di Alba.
Ok.. sì, arrivo. A dopo.»
«Aspetta non dirci niente, devi andare a casa per badare tuo nipote. Ho indovinato?»
Chiese Cheryl.
«Sì, lo sapete come sta mia sorella e io devo proprio andarci.»
«Tranquilla, ti capiamo.»
Disse Harry, annuendo comprensivo.
Alba se ne andò quando suo cognato la venne a prendere. I due migliori amici rimasero di nuovo da soli.

« Ti piace ancora.»
ffermò lei.
«No.»
«Sì.»

Il riccio sbuffò rumorosamente.

«Perchè devi essere così rompiscatole? Che t'ho fatto?»
«Non cambiare discorso. Lo sai che sono nata per rompertele. Comunque, non mentirmi, ti conosco troppo bene.»

Harry abbassò lo sguardo.

«Pensavo di essermela dimenticata un anno fa!»
Disse maledicendosi mentalmente.
La mora prese a braccetto il riccio, mentre camminavano.
«Se proveresti a parlarle, fosse tutto diverso e più facile.»
Lui annuì anche se pensava di non averne ancora il coraggio.

In realtà,non era bravo a parlare delle sue emozioni. Non lo aveva mai fatto.

Seduti in una panchina dove si poteva guardare il mare da lontano, osservavano i bambini giocare in mano un aquilone.
« Quando ti trasferirai in quella scuola?»
«Precisamente, domani.»
Harry portò lo sguardo perplesso su di lei.
«E quando avevi intenzione di dirmelo?»
«Stando con te me ne ero totalmente scordato.»
«Quindi quando stai con me ti scordi anche il giorno in cui sei nata?»
La mora voltandosi lo fulminò con gli occhi color ghiaccio per i raggi solari che li attraversavano.
«Non costringermi di buttarti a mare.»

Quella frase l'aveva già sentita. Sì, la stessa frase che lui gli disse quella serata al mare, ubriachi.
Harry le sorrise.

«Ora mi abbracci?»
Domandò seria, la migliore amica.

L'abbracciò immediatamente. Avevano bisogno di trasmettersi un po' del loro affetto prima che arrivasse il grande giorno che li separasse.

«Sono felice che farai nuove esperienze. Te lo meriti. Ma mi mancherai.»
«Anche a me! Ti voglio bene.»
Cheryl baciò la guancia liscia di Harry prima di lasciarla a casa.

Non poteva ancora credere di frequentare quella grande e famosa scuola. Era stato sempre un sogno nel cassetto fin da quando era una ragazzina.

Arrivò il grande giorno.
«Sicuro che non ti dimentichi niente, tesoro?»
«Sì, mà. Tranquilla, non dimenticherei niente qui.»

Disse con una mascella contratta, a causa delle valige che teneva pesanti nelle mani con l'aiuto del padre. Dopo aver messo tutte le valige sul cofano del taxi la sorella gli venne addosso abbracciandola stretta.

«Mi mancherai piccola stronza.»
Disse come un sussurro, affettuosamente.

Cheryl si limitò a chiudere i suoi occhi, sentendo tutto il profumo della sorella catturando questo piccolo momento nella sua mente.
Nel caso si sentisse sola lì, l'avrebbe fatta stare meglio rivivendola con quel ricordo.

«Anche tu mi mancherai.»
Poi disse la mora.

Dopo aver abbracciato la sua famiglia, entrò in taxi.
«Salve, dove la porto signorina?»
La domanda del taxista fece sospirare la mora.
«Al Royal Academy of Music, signore.»
Disse con un sorriso spontaneamente dolce nelle labbra.

 

 

 

 

 

 

Questo capitolo è stato un mix tra comicità e tristezza. Però credo sia piaciuta, dai :)
Non è stato lunghissimo, ma giusto per finirlo con i fiocchi e iniziarne un'altra.
Come andrà la prima giornata in quella scuola di musica??
Cheryl, come si sentirà?
Lo vedrete nel prossimo capitoloo! :*


 

                                                                                       Harry Styles, il suo migliore amico.  



 

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Capitolo 7
*** L'arrivo. ***


Guardava fuori il finestrino mentre ascoltava con le cuffie alle orecchie “Rihanna- Man Down” e il taxi sembrava viaggiasse per ore e ore. L'ansia la stava divorando. Si mordeva il labbro inferiore, aveva timore di arrivare troppo tardi visto il cielo fattosi buio.
l taxi poi si fermò.

« Siamo arrivati.»

La ragazza occhi blu notte con l'aiuto del gentile taxista, portò le valigie verso la porta della scuola. Ringraziandolo e pagandolo se ne andò.
La mora ammirò l'immensa bellezza esteriore della grande scuola.
Mise la mano nella maniglia per poter aprire, ma la porta non si apriva.

«Perchè non si apre...», brontolò.

Provò un'altra volta, ma la porta era chiusa.
Si avvicinò cogli occhi nel vetro opaco della porta per vedere se ci fosse qualcuno. Ma notò solo luci accese.

«C'è qualcuno, qui?»

Disse e bussò alla porta.
Poi ci riprovò bussando più forte, sperando qualcuno ci fosse stato ad aprirla.
Ritentò per la terza volta.
Stava con le valigie e era stanchissima, era buio e lontano da casa.
Il pensiero di ritentare per l'ennesima volta fu cacciato quando un ragazzo alto e palestrato, aprì la porta.

«Siamo al completo.»
Disse il ragazzo chiudendo la porta, arrogante.

«Ma che..? Hei!»
Urlò la mora, con gli occhi infiammati di rabbia.

Il ragazzo si fermò e tornando indietro, aprì.

«Vuoi continuare così ancora per molto?»
Chiese appoggiato alla porta, con un sorriso beffardo.

«Ascoltami bene. Non so quanto tempo sono stata in taxi per arrivare in questa benedetta scuola. Sono stanca e preferirei entrare e andare a cercare la mia stanza per poter dormire. Levati dai piedi!»
Disse con fretta e furia attraversando la soglia della porta.

Il ragazzo fermò i suoi passi, piombandosi davanti.

«Nessuno entra con questo caratteraccio.»

Cheryl gli lanciò uno sguardo agghiacciante che lui si meravigliò a guardarli.
Quasi lo intimoriva.

«Però, tu potresti essere l'eccezione.»,ripensò.
«Io comunque sono...», stava tendendo la mano per presentarsi.
« Sì,sì. Io sono, tu sei, egli è eccetera, eccetera... »

E se ne andò, lasciandolo perplesso.
Cheryl scossò la testa con un sospiro.
Voleva il numero della sua stanza, lo voleva subito.
Vide un signore con i baffi seduto impegnato a leggere un giornale quotidiano, e si avvicinò per chiedere. Quello doveva essere un sorvegliante della scuola.

«Buonasera, signore. Sono nuova, e vorrei il numero della mia stanza.»
Disse educatamente, la mora.
«Per questo deve chiedere al ragazzo laggiù.»

Disse l'uomo, indicando il ragazzo di 5 minuti fa.
Cheryl nascondendo la faccia omicida verso quel ragazzo, camminò verso di lui con un sorriso apparentemente dolce. Sapeva che sarebbe stato difficile ottenerlo.

Ma con le braccia sul petto, lui la guardava. Come se la stesse aspettando.

«Ti mancavo già, novellina?»
Vorrei il numero della mia stanza,per favore.»
«Non sei stata carina con me, poco fa.»

Cheryl nonostante non fosse il suo forte fingere quando si trattava di coprire la sua sfacciataggine, trattenne l'orgoglio e tirò fuori un mezzo sorriso con uno sguardo apparentemente amichevole.

«Non fissarmi in quel modo. Non mi incanti.»
Cheryl sorrideva contraendo la mascella dal nervoso.
«OK. Senti, tu non stai simpatico a me,e io non sto simpatica a te. Quindi mi dai il numero della mia stanza, e me ne vado.»
Cheryl era furba, quanto saggia.
Lui la sorrise, e tirando il foglio col numero dietro la tasca del suo jeans, la mora lo acchiappò. Nel caso lui cambiava idea.
«Pronto il ragazzo.»
Disse con un sorriso sghembo prima di voltagli le spalle.
Cercò la sua stanza per i lunghi corridoi. Notò l'immensa grandezza della scuola.

Poi trovando il numero 217, entrò.

Vide una ragazza sul letto. Parlava al cellulare mentre metteva lo smalto sulle unghia.
Cheryl posò le valigie accanto al proprio letto.

«Piacere sono Cheryl.»
«Sono Hanna.»

Disse con un sorriso la ragazza.
veva proprio un bel sorriso e dei bellissimi capelli ricci.

La mora uscì dalla stanza e digitò il numero del migliore amico. Ma lì non prendeva, c'era poca linea. Così provò a salire le scale, andando a finire più su.
Vedeva che la linea stava migliorando, affinché aprì l'ultima porta con una maniglia più grande e diversa. Si ritrovò sopra il tetto, assomigliava a un grande terrazzo.
Si poteva vedere le luci delle abitazioni, le luci delle piccole macchine muoversi. Si poteva ammirare il panorama di Bradford da lì sopra.
«wow.», sussurò con un sorriso grande e solare, mentre i suoi occhi blu notte brillavano come il cielo stellato di Bradford.

Finalmente riuscì a digitare il numero.

«Cheryl!»
«Ciao, Harry.»
«Com'è la scuola?»
«Ah! Non oso descriverla. E' dannatamente perfetta.»
«Hai fatto già conoscenza con qualcuno?»
«Mi ci è voluto tempo prima che un ragazzo mi aprisse. Mi ha fatto stancare ancora di più, li trovo tutti io.»

Harry rise.

«Ma la mia compagna di stanza mi è sembrata simpatica.»
« Bene, bene. I ragazzi mi dicevano che gli mancavi già, ma loro non immaginano quanto manchi a me.»
«Anche loro mi mancano, e tu mi manchi più di tutti. Ma ci rivedremo presto!»

Dopo qualche altro minuto a parlare, i due riattaccarono. Chery non ebbe tempo per chiamare altri. L'avrebbe fatto domani. Adesso pensava solo a riposarsi, perchè domani sarebbe stato l'inizio della sua svolta.

Ci fu mattino, e la mora aprì gli occhi ricordandosi che quel letto non era più lo stesso.

«Dormito bene?»

La mora alzò gli occhi verso la riccia, mentre spruzzava profumo sulla pelle.

«Credo, credo di sì.»
Hanna sorrise amichevole.
Andò a prepararsi e alle 9:00 uscì dalla stanza con la riccia.Dovevano riunirsi tutti gli studenti in un aula di presentazione. 

                                                                                                          

                                                                                                        Hanna, la compagna di stanza.

 
 




 

Hanna, la compagna di stanza.


 

Hanna, la compagna di stanza.


 

 



 

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Capitolo 8
*** Il primo giorno. ***


C'era un gran numero di ragazzi seduti che aspettavano e un po' alzati che chiacchieravano. Hanna cercava cogli occhi due posti per sedere.
E nel frattempo Cheryl si guardò intorno.
Frequentavano persone ripetenti anche,e spesso creavano i propri gruppi.

I metallari, i punk, emo, i più popolari della scuola. E per completare quei gruppi di ragazze che attiravano i ragazzi con le loro scollature e i loro comportamenti provocatori.

Dopo quella piccola osservazione, Cheryl si mise comoda a sedersi con la riccia.
Essendosi tutti seduti a loro posto, entrarono su quel palco 5 professori. Mostrarono la loro potenzialità agli studenti con in mano un piano forte, una batteria, con una chitarra acustica e un microfono che usava il quinto professore al centro del palco.

Tutti ammirarono la loro estrema bravura. Erano dei veri professionisti.

Quando concluse la musica, applaudirono e qualche spavaldo fischiò anche.
«Questi fantastici musicisti saranno uno dei tanti insegnati dove verrà naturale impegnarvi. Ci terrà solo un esame per scegliere i 7 finalisti del concorso finale, e chi vincerà sarà premiato con l'assegno di 150.000 dollari dandovi la possibilità di continuare gli studi. Avrete ben due mesi per battere il vostro chiodo. Divertitevi, scoprite voi stessi e date il meglio di voi! Buon inizio ragazzi miei.»
Concluse il titolare della scuola, con un gran sorriso. Era un uomo nero, alto e affascinante.
Gli studenti si alzarono e uscirono fuori l'aula di presentazione.

Il primo giorno era iniziato.

In una delle aule di canto, gli alunni attendevano di vedere entrare il professore, quando invece videro entrare una ragazza mora, longilinea e con gli occhi di colore blu notte.
Aveva l'aria di un tipo misterioso, riservato e con movenze raffinati.
I ragazzi cominciarono a bisbigliare tra di loro sulla nuova arrivata con stupore.

Era dannatamente bellissima.

Le ragazze, invece, continuavano a guardarla anche appena seduta in uno dei banchi liberi. E c'è n'erano parecchi, visto che la maggior parte erano seduti sopra i banchi o appoggiati al muro dell'aula a scherzare, a parlare quando il professore ritardava il primo giorno.
Cheryl sentendo la sensazione di essere osservata, girò lo sguardo verso le cosiddette compagne di classe.
Sollevò un angolo delle labbra in sorriso beffardo non appena vide il loro volto girarsi da un'altra parte.
Volevano individuare una imperfezione per criticare la nuova arrivata.
Ma non ne trovarono, neanche se avessero avuto tempo di cercarlo fino all'alba.

Entrò il professore. Le capitò giusto il professore che si esibì pochi minuti fa.
Gli alunni si misero a sedere educatamente.

«Buongiorno, ragazzi.»
Disse chiudendo la porta.

«Vedo che di ripetenti c'è ne sono qui e anche di alunni nuovi. Perfetto.», li osservò.
«Per chi non mi conosce, io sono il Mr. Bird. Il vostro professore di canto.»
Continuò raggiungendo il bordo della cattedra, dove ci appoggiò il fondo schiena. Casualmente incontrò gli occhi attenti di Cheryl. Il professore le sorrise.
Capì che era nuova.

«Che ne dite di riscaldarci un po' a cantare?»
Chiese il professore, strofinandosi le mani con aria simpatica e attiva.
«Non vorrei dirlo, ma siamo venuti per questo, Mr. Bird!»
Una ragazza infondo all'aula parlò, facendo ridere alcuni ragazzi.
«Mi mancava la tua voce, signorina Malik.»

Cheryl girò le spalle a guardare la ragazza che dalla voce le sembrò familiare.
Chiuse le palpebre due volte nel caso si fosse sbagliata.
Ma la stessa immagine rimaneva lì, ed era proprio lei. La sorella del ragazzo dalla pelle ambrata.

«Cominciamo da questi testi che vi sto dando.»
Disse il professore tralasciando i fogli a ogni banco.

Passò per ultimo nel banco di Cheryl.
Stava con lo sguardo rivolto alla finestra aperta che aveva accanto, non si accorse della presenza che aveva accanto.

«Pensierosi stamattina?»

Cheryl si voltò.

«Mi scusi, stavo...»
« Sei nuova. Come ti chiami?», la interruppe con un sorriso gentile, notando l'imbarazzo della ragazza.
«Cheryl Nicholson, Mr. Bird.»

Aveva avuto gli occhi addosso da tutti i 26 alunni per qualche minuto, dopo che il professore le diede parola.
Essere fissata era una delle cose che le infastidiva parecchio.
La lezione era terminata e gli alunni erano usciti dalla classe.
Appena uscita anche lei, una voce la chiamò dietro le spalle.
«Cheryl anche tu quì! Da quanto tempo!»
La mora si girò, e vide la ragazza andandola incontro e abbracciarla.

Era Walyha Malik.

«C-ciao! Da quanto tempo.»
«Come stai? Le belle ragazze crescono, eh!»
Disse guardandola da capo a piedi, ammirandola.
«Sono cresciuta,sì.», le sorrise.

Hanna vide da lontano Cheryl con una ragazza dalla pelle ambrata.

«Hei, Cheryl!»
Disse la riccia, salutandola con una mano e un sorriso.

«C'è la mia amica che mi chiama, vuoi venire o...?», chiese a Walyha.
«Eh? No,no! Vado, che le mie amiche mi aspettano fuori nel cortile. Ci si sente!», e riabbracciò la mora.
Era l'ultimo dei suoi pensieri risentirla.

Hanna vide salutare l'amica e camminare verso di lei.

Cheryl salutò la riccia, ringraziandola mentalmente per esserci stata nel momento opportuno.
Non ebbe una bella impressione rivederla, forse perché vedere i suoi occhi era come vedere gli stessi del fratello.

Hanna presentò le 2 amiche che aveva accanto, a Cheryl.
«Jessica e Jade saranno le nostre guide nel caso ci perdiamo in questo labirinto nominato scuola.»
Disse la riccia, facendo una piccola smorfia nel viso.
Cheryl rise annuendola. Hanna era simpatica tanto quanto buffa.
S
apeva che sarebbero state amiche da subito.

Cheryl, Hanna, e le due amiche di Hanna si sedettero in uno dei tavoli del cortile a mangiare il proprio pranzo.
«Come ti è andato il primo giorno?»
Chiese gentile, Jade.
«Abbastanza bene,grazie.», si limitò a dire addentando il cibo dal piatto.
Fu di poche parole quel giorno la ragazza dagli occhi blu notte.

L'incontro con la sorella Malik l'aveva cambiato l'umore?

Ma il suo umore cambiò facilmente quando vide dei gruppi di ragazzi che si riunivano con i propri strumenti musicali. Si formavano come passatempo di ogni giorno.
Pochi giorni dopo si riunì anche lei in quei gruppi, insieme con la comitiva che formò in quella scuola.
I
n pochi giorni strinse amicizie con tante persone con la solidarietà che trasmetteva, coi suoi sorrisi contagiosi e grazie alla sua forte e vivace personalità.
L'adoravano in tanti. La detestavano in pochi.
Nessuno può piacere a tutti.
Aver trovato persone con i suoi stessi sogni, si rivelò l'esperienza più bella della sua vita.
Sapeva che quell'estate non l'avrebbe mai dimenticata.
Ma non sapeva che quell'estate l'avrebbe cambiato la vita.

 

 

 

 

 

Finalmente l'ho pubblicato. Ecco, ci siamo.
Vi piace?! Non vi piace?! Beh, io non vedo l'ora di pubblicare il capitolo nove.
Non vi dico chi incontrerà nelvprossimo capitolo, ma credo che d'intuitive ci siete abbastanza. ;)
Lasciatemi qualche recensione :c OK? C:
Xxx

 


 




 

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Capitolo 9
*** Debole per un momento. ***


Suonò la sveglia delle 8:00.

La mora stiracchiandosi per bene nel suo materasso, si alzò direzionandosi da quel profumo di caffè, che le faceva tanto ricordare come sua abitudine casa sua.
Raggiunse la piccola cucina dove si trovava Hanna a sorseggiare il suo caffè.
«Buongiorno!»
«Buongiorno anche a te.»
Disse lei, mentre colava il caffè sulla sua tazza.
Prima si assaporarselo, sentì per l'ultima volta l'odore del caffè amaro, e se lo bevve in un sorso con un sorriso sereno.
«Sei di buon umore o sbaglio?»

Cheryl si leccò le labbra.
«Oggi mi aspetta il mio primo assolo. Sono eccitatissima.»

In effetti il giorno prima rimase dentro a esercitarsi sulla canzone che assegnò il Mr. Bird.

«E invece a me aspetta il duetto con il mio rompipalle personale: Jason.», roteò gli occhi.
«Il tuo rompipalle dici? E' un bel ragazzo, e poi secondo me gli piaci.»
«C-cosa? Ma che pensieri ti vengono in mente!»
La more facendosi una risata, uscì dalla cucina e si mise a preparare i vestiti da mettersi.

Tutti gli alunni si alzarono in ordine accanto all'altro.
«Adesso metto la base. Ah Cheryl, non dimenticare il tuo assolo.»
Cheryl sorrise annuendo.

Gli alunni iniziarono la canzone in coro, finchè arrivò l'assolo.
Riempendo l'aria col diaframma dentro i polmoni, tirò fuori la sua voce.

Cheryl cantava con un sorriso spontaneo.
Si era alzata ottimista e sentiva che nulla sarebbe andato storto quella giornata.
I suoi compagni di classe erano rimasti a guardarla come pietrificati.
L'avevano molte volte ascoltata, ma quella mattina era diversa.
Quando finì l'assolo proseguirono tutti insieme concludendo la canzone all'unisono.
I ragazzi applaudirono.
«Ma dove ti è uscito tutta quella potenza? Ci stupisci sempre di più, piccola.»
La mora li sorrise umilmente e i suoi occhi sembravano cambiare di un altra tonalità. Erano limpidi.

Le ragazze avevano due fuochi al posto degli occhi.
Waliyha vide una di loro spettegolare.
Era stanca stare a sentire le loro baggianate che proseguì a catena fra di loro ragazze.
«Lo so che siete invidiose e vi fa male. Ma almeno soffrire in silenzio chiudendo quelle boccacce!»
Le ragazze sussultarono non accorgendosi che Waliyha era dietro a sentire tutto.
«Qualche problema, ragazze?»
Il professore camminò verso di loro.
C
heryl osservava ferma Waliyha parlare, le ragazze giustificarsi e il Mr. Bird cercare di mettere la pace.
Era scioccata. Non si aspettava questo da lei.

La campanella suonò e gli alunni uscirono dalle loro aule.
«Waliyha, aspetta!»
Si girò.
«Grazie, sei stata una vera amica.»
Waliyha fece un sorriso dolce e l'abbracciò affettuosamente.
Lei stavolta ricambiò, stringendola a sé.
«Non sai quanto mi sei mancata.»
Disse Waliyha.
«Anche tu mi sei mancata.»

Le due more in quel momento recuperarono la loro amicizia. E passando mezza giornata a scherzare a parlare e a mangiare insieme, a Waliyha gli inviarono un messaggio che lei lesse subito.

«Devo andare in biblioteca. Ci vediamo domani!»,si salutarono.

Era sola e come ogni ora delle 18:00 del pomeriggio direzionava verso la macchina del caffè della sua scuola.
Aspettando il caffè calava completamente sul bicchiere, distrattamente si girò il viso verso le persone che la circondavano.

Vide Waliyha da lontano.
Ma non era in biblioteca?
E vide un ragazzo avvicinarsi a lei in modo protettivo e premuroso.

Gli si gelò il sangue.

«Caffè pronto all'uso. Caffè pronto all'uso.»
Ripeteva la voce robotica della macchina.
La mora indietreggiò.
Il ragazzo che si era avvicinato con aria premurosa a Waliya era il fratello.
Sentiva come se primo o poi il suo cuore scoppiava via dalla gabbia toracica.
Magari si leggeva troppi libri, ma quella sensazione l'aveva già letta finchè lo provò anche lei.
La ragazza dagli occhi blu notte camminò a passi veloci sperando che lui, non l'avrebbe notata.
Scappava con il cuore in gola. Pensava che il destino l'aveva portata fin qui solo per farla soffrire di nuovo. La vita continuava a voltagli le spalle, a tradirla.

Entrò nel bagno pubblico della scuola e si chiuse a chiave.
Con la fretta prese il cellulare e il primo numero che le venne in mente lo digitò con mani sudate.

«Ciao, scusa non posso dev...»
«Harry, dammi un attimo.»
Harry si corrugò la fronte con un espressione interrogativa. Sentiva il fiato pesante e la
voce tremare. Pensava fosse stato sua impressione.

«Oi, che succede?»
La mora si chiuse gli occhi appoggiatosi la schiena nel muro e prima di spiegare cercò di aver autocontrollo.
«Io, io non pensavo di rivederlo qui. Non sopporterò un'altra volta la sua faccia da schiaffi. Mi perseguita, vuole farmi del male. Voglio andarmene a casa.», disse scoppiando a piangere.
Harry cambiò espressione. Il cuore l'era diventato minuscolo sentirla piangere un'altra volta. E lui non era accanto a lei.

«Calmati, cazzo!»
La mora sussultò.

Voleva solo insegnarle a scegliere di essere forte.

«Dicevi di essertelo dimenticato?»,chiese cercando di capire.
«Non chiedermelo, perchè me lo sto chiedendo anche io, Harry! Mi sono sentita una totale imbecille. Il mio unico istinto era di scappare prima che lui si accorgesse di me. Ma che mi prende?»,gridò la mora.

Era una ragazza che facilmente perdeva le staffe. Soprattutto quando cominciava a odiare se stessa.

«Non serve scappare, non devi assolutamente uscire da questa scuola. Non perdere l'occasione di inseguire i tuoi sogni per un ragazzo. Nel caso ti da a parlare chiamami, e gli farò quello che dovevo fargli due anni fa.»

I due migliori amici riattacarono.
Cheryl fece un sospiro cercando di tenere in mano la situazione. Uscì più forte di prima.
Non si tirò indietro. Se il destino volesse sfidarla, allora che si facesse avanti.
Perchè era
 una guerriera adesso, niente poteva distruggerla.

 

Cheryl sceglie di essere forte. L'indifferenza era la sua arma letale.

Che succederà? Lui la noterà? :)

Cccciao! xxx


 



 

Zayn, il ragazzo che non sapeva amare. 

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Capitolo 10
*** L'indifferenza è la miglior vendetta. ***


Uscì dal bagno e camminò verso la stanza 217. Nessuna traccia del ragazzo, sembrava scomparso. Anzi, sembrava fin troppo tranquilla la situazione. Ma la scuola era molto grande e piena di corridoi. Poteva essere ovunque.

Cheryl dopo un bagno rilassante, uscì con la comitiva che formò in quella scuola con Hanna, a mangiare in pizzeria.

Le due ragazze si incontrarono con gli amici e scesero tutti insieme le lunghe scale della scuola e si infilarono ognuno nella propria macchina mentre la mora entrò in macchina di Hanna.

Collocati in pizzeria, si misero seduti a chiacchierare finché i camerieri posarono le pizze sui loro piatti. Si raccontavano storie da chinar dal ridere, mangiavano, bevevano.

E se qualche pezzo di pizza le andavano di traverso, era normale. E se sputavano l'acqua senza avere il tempo di inghiottirlo, era normale. Ridevano.

 

«Ahhh! Sono pieno.», disse Eric toccandosi la pancia.

«Ancora?E' da mezz'ora che abbiamo finito di mangiare!»,disse Jessica.

«Che ne dite di andare in discoteca? E' da quando che sono in questa scuola che non ballo.»,disse Cheryl.

L'amico Jerry la guadò sgranando gli occhi. Cheryl lo imitò.

«Jerry che c'è?», disse ridendo.

«Voglio andarci anch'io. Neanche io ci vado da quando sono iscritto in questa scuola. Su andiamoci!», disse con un sorriso prendendo per mano la sua fidanzata.

La comitiva direzionando verso le macchine posteggiate, ci entrarono e partirono verso la discoteca. Cheryl non vedeva l'ora.

Al diavolo se aveva visto lui quel pomeriggio. Al diavolo Zayn.

Che si facesse avanti la spensieratezza e il divertimento.

C'era tanta gente e tanto alcohol. E dopo 5 minuti che entrarono in discoteca, le venne una voglia infrenabile di bere. Ma doveva trattenersi ancora per molto. I suoi amici non erano come la sua vecchia comitiva, che come lei, senza regole si divertivano a bere tutti

insieme in una serata in discoteca.

Era in mezzo alla folla che ballava senza frenarsi. Si muoveva troppo bene per una ragazza che voleva fare la cantante. E troppo sexy e bella per stare in quel luogo di caos.

Ballando qualcuno gli diede una gomitata dietro la spalla.

Cheryl si giro e così anche egli.

«Scusa.»,le disse.

Ma lei non lo sentì, la musica gli tappava le orecchie.

Vide solo il suo braccio pieno di tatuaggi.

Ma quei tatuaggi erano così familiari tanto quanto belli.

Si voltò un' altra volta verso il ragazzo.

Zayn rimase lì fermo a guardarla voltarsi e incrociare i suoi occhi scuri a mandorla.

Mentre lei invece, guardò i suoi occhi, le sue labbra disegnate, i suoi capelli neri.

Guardò tutto per qualche secondo, mentre la sua mente le ripeteva che era lui davvero. Avrebbe desiderato tanto che il suo cuore rimaneva calmo.

Ma come sempre lui non dava mai ascolto.

Frustrante. Vero Cheryl?

In seguito, Cheryl andò via. In seguito, Zayn continuò a ballare.

La musica era forte, c'era buio e solo i fili di luce che cambiavano costantemente illuminavano per poco quel posto.

Era la ragazza che lasciò due anni fa?

Non sapeva spiegarselo.

Non sapeva spiegarsi nemmeno perché gli lanciò quello sguardo agghiacciante. Le aveva detto scusa e se non aveva capito non era colpa sua.

La mora via dai suoi amici, spostava la folla con fatica finché raggiunse il bancone.

«Vado a prendermi da bere»

Gridò Zayn all'amico. Ma egli fece segno che non riusciva a sentirlo.

Così si allontanò dalla folla da solo, capendo che in quel caos nessuno poteva preferire parola a causa della musica assordante.

Non gli piaceva ballare molto. Preferiva sedersi nel bancone e bere qualche drink.

Si sedette sopra la sedia circolare e bevve il suo drink non curandosi chi aveva accanto.

«Un altro, per favore»,disse una ragazza alla sua destra.

Il ragazzo dalla pelle ambrata poteva notare i 4 bicchierini di vetro già bevute tralasciati nel bancone di quella sconosciuta. I suoi occhi scuri, videro una mano acchiappare un altro bicchiere ordinato. E fissò le labbra della ragazza che posavano sul bordo del bicchiere,mandando l'alcohol giù in un sorso.

Capì che dopo tanto tempo lei era qui, accanto a lui e lei non se ne accorgeva.

Beveva con un espressione senza emozione. Il suo sguardo che fissava chissà dove, non trasmetteva niente.

 

Tuffo nel passato.

«Cheryl! Ti ho lasciata un attimo da sola con le tue amiche e ti vengo a trovare ubriaca un'altra volta?»

Chiese il moro in una discoteca, vedendo che lei non aveva mantenuto la sua promessa.

«Scusa, avevo promesso. Hai ragione.»

Disse la mora con un sorriso spavaldo quando alzò le mani colpevole.

Zayn scossò la testa e si avvicinò a lei.

La ragazza doveva abituarsi a mantenere promesse più grandi di lei.

«Vieni dai, ti porto lontano da qui.»

I due fidanzati uscirono da quel caos. Teneva le sue mani mentre lui le stringeva premuroso andando a finire in macchina.

 

 

Osservava i piccoli movimenti della ragazza occhi blu notte. Poteva capire che era ubriaca. Sentì l'istinto di proteggerla dal alcohol. E si stupì di se stesso.

Come poteva ancora riavere la voglia di fermarla?

Era come andare indietro nel tempo,ricordandosi quante volte ha cercato di aiutarla da quel vizio che fece entrò a far parte nella sua vita dopo che il fratello maggiore si uccise per forti problemi di depressione.

Aaron Nicholson.

Due anni fa era riuscita a liberarsene della voglia di bere pur di dimenticare la tragedia.

Zayn si era preso cura di lei sempre e l'abbracciava se qualche lacrima si ricordava della completa assenza del fratello. Finchè il ragazzo che la salvò da se stessa l'abbandonò.

Non era riuscita a essere abbastanza forte che riprese il vizio.

 

«Perchè bevi?»

Cheryl si voltò.

«Cosa?»,lo fulminò cogli occhi.

«Ho detto perchè stai bevendo. Sei già ubriaca, che senso ha bere ancora?»

Voleva farla ragionare, e farle capire che bere non era stata una scelta migliore.

Cheryl ebbe un rimorso di coscienza. Abbassò lo sguardo dal drink che teneva in mano.

Era ubriaca, se lo rendeva conto. Inconsapevolmente si mise un piccolo broncio nelle labbra.

Zayn vide quella ragazza fragile davanti che aspettava solo che qualcuno l'avrebbe compresa.

Con cautela avvicinò la mano grande e provò a toglierle il drink dalle mani, pensando che l'aveva convinta.

Le persone che decidono di andare dovrebbero restare lontano e non tornare.

Creano solo problemi.

«Bello approfittare quando sono sbronza. Mh?»

Zayn ritirò la mano.

«Stammi lontano e non ti succederà niente, Zayn!»

Minacciò la mora ormai alzatosi dalla sedia, ricordando le parole confortanti di Harry:

«Nel caso ti da a parlare, chiamami. E gli farò quello che dovevo fargli due anni fa.»

Guardava sorpreso la sua reazione. Non sembrava neanche lei.

La voce,il corpo, il viso di una ragazza cresciuta, gli occhi pieni di rabbia e rancore.

Guardava da seduto mentre lei lo guardava con superiorità dall'alto.

Coperta dalla sua indifferenza gli voltò le spalle. Lui potè vedere lei alzare i tacchi e andarsene mentre stava fermo lì guardarla sparire tra la folla.

Si lasciò le mani sprofondare sui capelli neri corvino, e finire di bere il drink dal nervoso.

Cheryl avrebbe avuto la voglia di rompere tutto. Avrebbe urlato.

Ma non fece nulla del genere. Con violenza prese l'amico Jake e se lo baciò.

«Wow. Cheryl ma che ti è preso?»

La mora lo prese per mano.

«Zitto e andiamo.»

A passi veloci, si trascinava la sua vittima in bagno. Ormai era intrappolato dal pericoloso corpo della predatrice.

 

Arrivò il momento che il sole dava luce alle strade buie di Bradford.

Quella sveglia suonava ripetutamente e Cheryl non lo detestò così tanto da quella mattina. Immediatamente allungò il braccio e gli diete un colpo secco che fece cessare la sveglia.

Poi mise il cuscino sopra la sua testa.

«Lo sai che primo o poi devi alzarti.», le disse una voce.

Cheryl le rispose brontolando qualcosa di incomprensibile.

Hanna le tolse il cuscino.

«Uff. No!», si lamentò la mora.

Si sentiva senza forze, avrebbe voluto tanto rimanere nel letto a dormire.

Ma sapeva ogni giorno che passava quelle lezioni erano oro per migliorarsi sempre di più.

Si alzò il busto dal materasso.

Da quando la stanza girava come una giostra fuori controllo?

Immediatamente si chiuse gli occhi dal forte giramento di testa e si mise le mani fra i capelli restando a denti stretti.

«Cheryl, stai bene?», chiese Hanna.

La mora si alzò veloce e corse verso il bagno,mentre una mano pressava la sua bocca.

Il suo stomaco non aveva saputo mai reggere troppo alcohol.

Dopo che si sentì meglio, si lavò i denti e si sciacquò la faccia. Vedendosi il riflesso nel suo specchio, notò il trucco colato abbinato ai capelli in disordine che caratterizzavano la notte precedente. Sistematosi, Cheryl e Hanna uscirono dalla stanza. Finchè vide l'amico di quella notte andargli incontro. Vide un particolare che si torturava le mani dall'agitazione. Hanna si allontanò per qualche metro di distanza, capendo che doveva parlarle.

«Ciao bellissima.»

Cheryl annuì ricambiando il saluto.

«Da dove comincio? Allora..», tossicchiò.

«I-io volevo darti questi. Sono stato bene ieri notte.»

Cheryl prese la scatola di cioccolatini che il suo amico Jake le regalò.

Si chiedeva se faceva sul serio.

«Oh, grazie. Ma.. questa dolcezza incompresa dove ti è venuta?»

La solita sfacciata.

Jake prese la sua mano e l'espressione di Cheryl si faceva sempre più confusa.

«Non credevo. Non pensavo che te l'avrei mai detto. Mi sono innamorato di te.»

Disse Jake, aspettando la risposta della ragazza. Si era alzato agitato quella mattina solo per dirgli che lei era riuscito a farlo innamorare per la prima volta.

La mora si morse il labbro. Lo trovava stupido e innamorato di una persona sbagliata.

Se ne rendeva conto, per questo gli faceva quasi pena.

«Cavolo, Jake. Dici veramente?»,sospirò.

«Mi dispiace. Io ieri sera ero ubriaca, non capivo quello che stavo facendo. Era stato solo sbaglio. Capisci? Non saremmo nulla,io e te.»

Pensava che se era diretta, gli avrebbe fatto meno male.

Una scena simile a questa si era già ripetuto.

Sì, precisamente al ballo scolastico di due anni fa.

Jake gli lascò la mano e deglutì.

Con una fitta al cuore, se ne andò dalla persona che tutti i ragazzi dovrebbero stare lontano.

Hanna si avvicinò a Cheryl, che notò la sua faccia perplessa.

«Allora? Che ti ha detto?»

«Niente di importante. Mi ama.», cominciò a camminare.

Hanna seguiva i suoi passi con un espressione sconvolta.

«Che dolce. Ma così all'improvviso? Che hai fatto ieri sera da fargli da cupido?»

Cheryl ebbe un espressione dispiaciuta, voltandosi verso Hanna.

«Ieri ero ubriaca. Non so come, ma mi ricordo solo che io ho fatto sesso con lui. Adesso che ricordo bene, ero stata io a volerlo.», sollevò l'angolo delle labbra in un sorriso sghembo.

«Ma,ma che scherzi? Lui era vergine!»

Cheryl si tolse quel sorriso stampato sulle labbra e sgranò gli occhi.

La lezione iniziò.

«Pss. Waliyha.»,chiamò Cheryl.

«Era oggi l'interrogazione del duetto insieme?»,domandò.

Waliyha annuì sorridendo.

Era interrogata tutta la classe quando il professore assegnò il compito che ognuno doveva formare un proprio duetto fra compagni.

Quando arrivò il loro momento, si alzarono dal proprio posto.

I compagni li guardavano incuriositi, e il professore attendeva il loro duetto.

Iniziarono a cantare. E l'interrogazione non poteva andare meglio di così. Il professore fece sedere al loro posto le sue allieve facendone alzare altri due.

Cheryl e Waliya si guardarono compiaciute del loro lavoro.

Quando uscirono dall'aula, Waliyha raggiunse Cheryl.

«Cheryl, ti va se oggi pomeriggio vieni nella mia stanza a esercitarsi un altro po'?»

«Non ho impegni. Accetto.»,rispose con un sorriso.

«Perfetto. Alle 17:00 va bene?»

La mora annuì.

Le lancette degli orologi fecero le 17:00 del pomeriggio.

Bussarono alla stanza 123.

Waliyha aprì e fece accomodare l'amica dagli occhi blu notte.

Dopo averle offerto il caffè, cominciarono a provare il testo che dovevano imparare per la prossima settimana. Capitava che Cheryl stonava fingendo e Waliyha rideva.

Capitava che non prendevano sul serio la canzone da cantare, e andare a finire a mangiare una confezione di caramelle.

«Ho qui in borsa una scatola di cioccolatini. »

Cheryl lo tirò fuori, facendo leccare le labbra di Waliyha.

«Hanno un aspetto davvero invitante!.»

Cheryl rise divertita.

Mentre mangiavano una dopo l'altro cioccolato, sentirono la porta spalancarsi.

«Già impegnata? Peccato, volevo farti uscire. Ma vabbè.»

Disse il fratello.

Cheryl lo guardò, ma subito riprese a mangiare cioccolatini come nulla fosse.

«Come vedi,sì, sono già impegnata. Grazie per il pensiero, Zay.»

Il fratello maggiore le sorrise, e dando un ultima occhiata a Cheryl chiuse sbattendo la porta.

L'indifferenza si faceva sentire, Zayn?

Erano le 19:00 ormai, e Waliyha accompagnò la mora alla soglia della porta.

«Mi sono divertita tanto, Cheryl. Grazie per questa bella giornata. Ci vediamo domani!»

«Grazie di che? Su, fatti abbracciare.»

Le due amiche si abbracciarono e Cheryl si allontanò verso i lunghi corridoi.

La mora camminando, si voltò.

Vide Zayn direzionare verso di lei.

Camminava come se non lo aveva visto, ma intanto l'ansia cresceva.

Camminava sentendo evidenti i rumori dei passi dietro le sue spalle facendo aumentare l'affanno.

Si sentiva seguita, perseguitata.

Che voleva da Cheryl, adesso?

Aveva l'impressione che l'avrebbe fermata per un braccio o qualcosa del genere.

Non voleva che lo facesse, odiava quella sensazione di sentirsi in trappola dalla sua alta e grande presenza.

Ma il destino, per quella volta, ebbe pietà.

Da lontano vide qualcuno che le risparmiò tutto questo. Risparmiando di conseguenza il cuore in gola.

 

 

 

 

 

Ok, adesso comincio con capitoli più lunghetti :)

Come lo trovate questo capito? :D

Recensite, male non fa. <3 xxx


 



 

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Capitolo 11
*** Automasochismo. ***


Harry era lì, a guardarla venirgli incontro con quel sorriso e quei ricci che potevano essere paragonati ad un angelo.

«Harry!»

Si abbracciarono.

«Dimmi, piccola mia.»,la strinse.

«Harry, finalmente sei qui.»

«Sì, e penso che ti soffocherò fra le mie braccia!», le baciò i capelli.

Cheryl rise.

Preferiva essere soffocata dalla sua protezione che essere pedinata dal ragazzo dalla pelle ambrata.

«M-mi stai soffocando. Il petto non me lo sento più.»,disse ironica con una voce da far sembrare di aver consumato l'ultimo fiato da vivere.

Harry la lasciò immediatamente fra le sue braccia.

Due migliori amici così dove se ne trovavano a Bradford?

«Andiamo. Ti faccio conoscere ogni angolo della scuola!»,gli prese il braccio.

Quando Harry si face guidare, lei si guardò in giro veloce.

Zayn non c'era più. Il fiato insospeso che ebbe in quei pochi minuti non l'ebbe più.

«E' davvero bella questa scuola.»,disse Harry.

La mora annuì con un sorriso felice.

«E Zayn l'hai più visto in giro?», le domandò.

«No,no.», mentì spegnendo il sorriso.

«Uhm...In effetti non vedo dove sia. E' da minuti che giriamo e lui sembra non esserci.»

Cheryl notò con la punta dell'occhio Harry guardarsi attorno con aria minacciosa.

«Già.»,rise nervosa.

Sperava non lo vedesse, si fossero sicuramente litigati. Quando si innervosiva agiva di impulso. Ma sapeva, invece, che Zayn pur di difendersi riusciva a picchiare fino a sangue.

Forse esagerava, ma lo reputava pericoloso.

«Non pensarci, Harry. Aandiamo fuori nel cortile, è grande e pieno di alberi!»,lo prese per la mano e giunsero nel cortile. Voleva che non ci pensasse, almeno voleva che con lui dimenticasse il moro.

«Mi dicono che sei la numero uno in classe. Non corrompi il professore, spero.», le lasciò un occhiata sarcastica.

«Sì, lo pago. In cambio mi fa uscire anche con suo figlio.», sorrise sarcastica.

Il migliore amico rise divertito e senza che se lo aspettasse, l'abbracciò.

Gli mancavano così tanto le lunghe chiacchierate con il migliore amico.

 

 

Zayn stava a passeggiare nel cortile con i suoi amici più popolari della scuola.

«Pss. Jake, che hai?», domandò Zayn nel modo che si facesse sentire solo da Jake.

«Una ragazza gli ha rubato il cuoricino?», risero gli amici riuscendo a sentire comunque.

Jake li fulminò cogli occhi. E Zayn li lasciò blaterare, a volte li reputava dei veri citrulli che non ne valeva la pena darli corda.

«Allora, Jake? Che ti è successo? Puoi sfogarti con me, sono il tuo migliore amico o no?»

Jake gli fece cenno di allontanarsi di qualche cm dagli altri, per parlargli.

«Ieri sera in discoteca sono stato invitato da Eric con la sua comitiva. La ragazza che mi è sempre piaciuta da quando frequentava questa scuola, era con loro. Ma ieri mi ha stregato, amico. », disse notando poi lo sguardo del moro sempre più curioso.

«Ballavamo, ma per qualche minuto era sparita finchè l'ho vista arrivare e baciarmi. Andammo in un posto isolato e beh, ti lascio immaginare...»

Zayn sgranò gli occhi, scoppiando immediatamente in una risata.

«Finalmente hai avuto la tua prima “scopata” e sembra che ti è morto il gatto? Non ti capisco. Dov'è il problema?», chiese il moro.

Jake guardò dritto Zayn.

«Non pensavo che con una “scopata” ci s'innamorava!»

Il moro rimase scioccato. Lo lasciò senza parole.

«Era ubriaca,ho cercato di fermarla...»

Flashback:

Cheryl portò in uno dei bagni liberi l'amico. Chiudendo la porta, lo baciò senza interruzione alcuna.

Senza alcun amore e delicatezza.

Jake si sentì confuso, in un attimo si ritrovò incollato alla mora così velocemente.

Cheryl cominciò a sbottonare il suo jeans mentre il cuore di Jake batteva sempre più forte,non per quello che stava succedendo, ma per ogni bacio dato sulla sua pelle con amore.

«Stai esagerando, fermati.», disse fermando la sua mano che aveva appena abbassato la cerniera.

La ragazza occhi blu notte lo guardò interrogativa. Nessuno aveva mai saputo fermarla.

Cominciò a ridere sguaiatamente davanti a quegli occhi buoni e innocenti.

«Jake. Tu mi vuoi più di qualunque altra.», disse la mora come se sapesse leggere la mente e il cuore del ragazzo che ormai, stava in agitazione.

«Ma tu sei ubriaca... e io non p-posso.», sussurò lasciandosi dominare dai baci morbidi sul suo collo.

Avrebbe voluto aprire la porta e andare. Ma lei ebbe ciò che voleva. Pur di dimenticare Zayn, i suoi occhi profondi, le sue mani per qualche minuto indefinito.

 

«Ti ha proprio incastrato. Ma toglimi una curiosità: chi è questa misteriosa ragazza?», domandò mentre continuavano a camminare.

Jake prima di sentire la domanda dell'amico, vide a pochi Km da loro Cheryl abbracciata a un ragazzo alto e riccioluto.

Grattandosi la nuca dal nevoso, la indicò a Zayn.

«Cheryl Nicholson?»,domandò incredulo, il moro.

Jake annuì sospirando.

«Non può essere vero.»

Continuava a guardarla sorpreso.

Non sapeva che poteva arrivare fino a quel punto.

Da quel momento si era promesso una cosa: non glielo avrebbe fatta passare liscia quella giornata dopo aver fatto soffrire il suo migliore amico.

 

Cheryl dopo qualche secondo abbracciata al migliore amico, lo vide guardare l'orologio che aveva al polso.

«Oh-oh... è tardi, devo andare. Tra pochi minuti esco con Alba e gli altri.»

La more annuì comprensiva. Fu accompagnato in macchina da lei.

«So già quanto mi mancherai quando te ne andrai, è fastidioso. Porca tro...»

Harry la rimproverò con uno sguardo. Non voleva che lei dicesse parole volgari.

Diceva sempre che non le si addicevano a una ragazza come lei.

Ecco cosa aveva di speciale Harry: era come un fratello. Uno di quelli che vogliono vedere la sorella minore crescere in meglio.

Aaron Nicholson era come lui, anche se nessuno poteva sostituirlo.

Era un fratello che in molti la invidiavano di avere ma che purtroppo era volato via. Tranne nel profondo abisso dei suoi ricordi.

«Oops. Scusami.», disse sospirando nervosa.

«Non fa niente. »

Disse sorridendola e baciarla in guancia.

«Ti raccomando con Alba, rubacuore!»,gridò Cheryl vedendo la macchina del riccio andare lungo la strada di Bradford.

Con un sorriso sereno nelle labbra rientrò a scuola.

Tutto era quasi deserto ormai, e le lancette dell'orologio segnavano l'ora di cenare.

Cheryl girò l'angolo del corridoio ma Zayn le passò affianco sembrando come perfetti sconosciuti.

Ma la rabbia lo investì, ripensando quanto Jake ha potuto soffrire. Ripensando tutta la storia che gli raccontò da cima in fondo.

«Hei, tu!»

Alle sue spalle si sentì chiamare questa volta, e si voltò ritrovando i loro corpi a pochi cm di distanza.

«Come hai potuto usare Jake solo per i tuoi scopi insensati? Sei stata una stupida. Ora è innamorato di te e soffre solo per colpa tua.»

Cheryl corrugò la fronte.

«Ero ubriaca, non ragionavo. Ma ora che ricordo avevamo già chiarito io e lui. Che vuoi, adesso?»,gli chiese nervosa.

«Facile chiedere scusa quando il gioco è finito. Immagino che ti sei fatto anche Harry.», si pentì subito dopo di averglielo detto.

E l'aria si faceva più pesante.

«Senti, stronzo. Calma quella tua linguaccia, con me.», disse avvicinandosi più al suo viso con aria minacciosa.

Lui indietreggiò un po'.

«E poi mi fai ridere! Parli di scuse tu, che non hai mai provato a fare un esame della tua sporca coscienza.», gli disse come sputare mentre le sue mani cominciavano a gesticolare pesantemente su di lui.

«Non giudicarmi. Non sei nessuno.», disse severo.

Cheryl inarcò un sopracciglio.

«E' vero, questa volta concordo. Ma io per te, in realtà, non lo sono mai stata fin dall'inizio.»

Le sue parole risuonarono come lama affilata. I suoi occhi blu notte stavano cominciando a dargli fastidio, li sentiva pungere.

«Ero piccola. Te ne eri approfittato. Avevo perso un fratello. Mi avevi abbandonato.»

Il moro aprì bocca per prendere fiato a parlare, ma la richiuse.

«Che c'è, Zayn? Sei agitato! Ho detto qualcosa di sbagliato?»continuò.

Improvvisamente non riusciva a guardarla negli occhi, si girava da un'altra parte e si muoveva costantemente davanti a lei nascondendo il suo sguardo colpevole con una smorfia nelle labbra.

Si leccò le labbra iniziando a parlare. «Mi dispiace.»,si morse il labbro.

Cheryl scosse il capo.

«Non me ne faccio niente del tuo perdono. Sei morto per me da un bel pezzo.»

La vide girare le spalle andandosene via.

Cheryl accurandosi che dietro di lei, se ne fosse già andato, corse per aprire la sua stanza chiudendo forte la porta dietro di sè. Così pianse soffocando le sue grida di rabbia sulle lenzuola del suo letto,per evitare che qualcuno la sentisse.

Perchè una cosa non gli avrebbe mai detto: che dopotutto lui era riuscito a sopravvivere nel suo cuore. Non le importava nemmeno se si facesse del male. Era doloroso tanto quanto un indipendenza.

Nell'amore una persona può arrivare all'automasochismo?

 

Zayn andò nella sua stanza 119 dove lo condivideva col migliore amico.

Jake vedeva, quella stessa sera,che Zayn che non proferiva parola e spesso la sua una mente era sovrapensiero, ma conoscendolo preferì non chiedere che cosa aveva.

Arrivò l'ora di andare a dormire.

«Buonanotte.»,disse Jake.

«'notte.»,disse freddo.

Passarono lunghi minuti, e si poteva sentire il silenzio di chi dormiva beatamente.

Ma lui fissava il soffitto. Non riusciva a prendere sonno. Vederla di nuovo, era stato una sorpresa. Poi un'immagine apparse nella sua mente: lei che abbracciava Harry.

Aveva sempre pensato che c'era stato del tenero tra loro due. Ma forse era solo sua impressione.

Un altra immagine gli apparse davanti: ricordava le sue parole che trasmettevano rancore e i suoi occhi che gli ripetevano «ti odio.».

Quella era stata uno dei ricordi che non voleva ricordare quella sera. Si mise il braccio tatuato sopra i suoi occhi sperando qualche miracolo riuscisse a fargli prendere sonno.

Quando piccoli frammenti di ricordi svanirono e i suoi occhi chiusi videro solo buio, solo lunghi minuti fu scosso.

«Zayn, Svegliati! Zayn...Zayn.»

Il moro sussultò svegliatosi col fiatone.

«Ch-che succede?», domandò col fiato sospeso.

«Stavi facendo un incubo. Gridavi nel sonno!»

Zayn confuso, guardò Jake preoccupato.

Erano circa le 6:00 di mattina, due ore prima che suonasse la sveglia del moro.

Cominciò a sedersi nel bordo del suo letto toccandosi il viso sudato.

«Ma che ti succede?», domandò Jake sedendosi accanto.

Zayn rimanendo con lo sguardo rivolto nel basso, lentamente iniziò a piangere.

Jake sgranò gli occhi.

«Faccio solo del male.»sussurò, coprendosi gli occhi con due mani.

Jake gli passò la mano sulla spalla dell'amico.

«Stai calmo, ora ti prendo un bicchiere d'acqua fresca e mi spieghi tutto. Ok?»

Zayn annuì debolmente continuando a passarsi le mani negli occhi bagnati.

Quando tornò a prendere un bicchiere d'acqua, vide Zayn con le lacrime già asciutte ma con le labbra gonfie e rosse da quel pianto liberatorio.

Lo bevve tutto ad un sorso e pose il bicchiere sul comodino.

«Ho fatto soffrire una ragazza che non meritava. Quando dovevo starle vicino, l'ho abbandonata. Ma lei non sa perchè io...»

«Ma di chi parli?»,lo interruppe.

Zayn lo fissò. Non poteva digli che era la stessa ragazza che s'innamorò l'altro giorno.

«Non la conosci,è inutile dirti chi è.»

«Ok. Non me ne avevi mai parlato. Adesso però devi stare tranquillo. Falle capire che ti dispiace e vedrai che ti perdonerà.»,disse Jake.

Ma il moro scosse il capo. «Non mi perdonerà mai. Non mi perdonerei neanch'io.»

Dopo minuti...

Il suo migliore amico riuscì a farlo stare bene, o era quello che voleva fargli intendere.

La colpa non poteva andarsene facilmente.

Suonò la sveglia del moro e si alzò. Si fece una doccia per svegliarsi dalla nottata più strana della sua vita e uscì con Jake.

 

Cheryl, dopo quel dialogo con il moro, si svegliò più attiva e sorridente di prima. Quelle parole che gli disse le fece sentire meglio. Perchè si sentiva soddisfatta, e libera da quelle parole che gliele avrebbe voluto dire molto tempo fa.

«Dai Hanna. Si fa tardi se non ti muovi il culo!»

«Da quando in qua ti svegli prima? Hei, aspettami...!»

Cheryl con una piccola risatina uscì dalla soglia mentre la riccia infilandosi l'altra scarpa, uscì di fretta dietro a Cheryl.

Le ragazze si salutarono e andarono nelle proprie aule.

Dopo alcune ore...

Finirono le lezioni e la mora raggiunse il suo gruppo nel cortile della scuola.

Mangiaro tutti insieme nel solito tavolo che sedevano a mangiare accompagnati coi loro umorismi e discorsi spensierati.

«A qualcuno di noi squilla il cellulare.», si affrettò a dire l'amico Patrik.

Il cellulare che squillava era di Cheryl. Così, senza permesso, si alzò allontanandosi un pò e accettando la chiamata.

«Pronto, Liam.», rispose.

«Ciao, Cheryl. Che mi racconti di bello?»

«Quà va tutto a gonfie vele. Mancano 20 giorni all'audizione.»

«Sei già sicura che ti prenderanno?»

«Spero. Tu che mi racconti?», gli disse sedendosi in uno dei scalini dietro il cortile.

«Beh... Se proprio devo dirtela tutta, mi sono fidanzato.»

«Che cosa romantica.», si trattenne. «Ah, mi stanno chiamando. Devo chiudere, ci sentiamo!», e scoppiò in una fragorosa risata.

Tutto questo le divertiva molto. Capiva che la telefonata era per informargli del suo stato sentimentale. Diciamo che era un modo per vendicarsi dopo tutti quei anni di illusioni che tra di loro poteva esistere più di un' amicizia.

Alzatosi,cominciò a camminare. Sorrideva ancora divertita per quella faccia tosta del suo amico.

Il ragazzo dalla pelle ambrata,statosi con il suo gruppo, si allontanò con una sigaretta fra le dita nel suo angolo in cortile da solo. Si appoggiò il fondoschiena nel muretto e iniziò a fumare facendo sì che la nicotina riempisse i suoi polmoni. Stava spesso in quell'angolo isolato da tutti, per riflettere o per starsene da solo. Aveva sempre imparato a pensare fin da piccolo che la miglior compagnia era rimanere con se stessi.

Nella sua vita aveva ricevuto sempre delusioni e pugnalate alle spalle. I suoi genitori ripetevano sempre che era solo invidia mentre lui dava la colpa a se stesso ripetendo che lui era sbagliato, e non gli altri. Ma lui era sempre stato buono con tutti, finchè capendo un pò le persone, si costruì una nuova immagine da tipo duro. Ecco perchè oltre a essere il più popolare, era molto temuto e molto rispettato.

Ma chi gli dimostrava il bene sincero, lui dava anima e cuore.

Mentre fumava, in mano teneva il testo della sua canzone, nel caso l'avrebbero preso per l'audizione del fine mese, lui aveva già un'idea.

 

Cheryl camminando tranquillamente per raggiungere i suoi amici, a pochi passi da lei udì una voce calda e coinvolgente, cantare. Non seppe riconoscerlo, ma seppe solo innamorarsi di quella voce. Si girava cercando di trovare da chi derivava quel suono che avrebbe ascoltato per minuti. Ma non c'era proprio nessuno. Non curandosene più, continuò a camminare. Ma senza accorgersene si stava avvicinando da quel canto di un ragazzo anonimo. Girando l'angolo vide solo natura e alberi sparsi, finchè il suo sguardo lo riportò sopra a Zayn.

Il ragazzo dalla pelle ambrata sentì dei passi fermarsi affianco a lui. Eppure si era sempre assicurato che da lì non si faceva vivo nessuno.

Distogliendo lo sguardo dal foglio, smise di cantare e alzò lo sguardo verso quella mora.

Vide un viso che non avrebbe trovato fra molte ragazze: lineamenti fini, bocca carnose, e sguardo innocente dove li si poteva osservare tutta la fragilità di quei occhi che il giorno prima sapevano solo d'odio per lui. A Cheryl venne un colpo al cuore. Non voleva rivedere la sua unica ragione di debolezza. Socchiuse le labbra dallo stupore e cercò di indietreggiare di qualche passo. Ma non guardando dove mise i piedi, inciampò col sedere per terra. Zayn immediatamente corse verso la ragazza per soccoglierla.

Col suo aiuto, si alzò da terra incrociando gli occhi profondi del moro.

Poi vide il suo sorriso.

«Cadi ancora spesso?»

 

Flashback:

«Come sto con ques...?», e cadde di sasso.

«Stai benissimo con questo vestito. Ma con quei tacchi ti consiglio di toglierteli così eviti di cadere un'altra volta.», l'aiutò ad alzarla.

Non usava mai tacchi a spillo, e Cheryl non era abituata.

«Sì,come se fosse la prima volta che inciampo. Devo smettere di essere così imbranata!», rise mentre Zayn scrutava il suo corpo in un vestito aderente.

 

Cheryl senza accorgersene unì piccoli ricordi in una sola domanda. Si morse la guancia interna sperando che il calore delle sue guancie non si fossero fatte vive.

«Che ci fai quì? Togliti dai piedi!»,disse acida mentre con le mani toglieva la polvere della terra sul jeans.

«Non sono stato mica io a venire da te.», disse con ovvietà.

La mora lo guardò.

«Non pensavo minimamente che eri tu a...vabbè, lascia perdere.», Cheryl stava girando le spalle.

«Ti piace la mia canzone?»

Cheryl si voltò.

«Devo ancora completarla però...», continuò.

Voleva davvero sapere cosa ne pensava della sua canzone.

«Oh... Emh, sì. Mi è sembrato davvero grazioso. Lo canteresti al compleanno di mio cugino? Sarebbe perfetto da sentire ai suoi compagni d'asilo.», finì di parlare con un sorriso sarcastico e poi roteando gli occhi.

La cosa che infastidiva di più al ragazzo era quel genere di sarcasmo. Ma lei era fatta così, non le importava se lo avrebbe dato fastidio.

Zayn si avvicinò bruscamente ai suoi occhi, mentre il suo profumo la avvolse da farle mandare in un piccolo stato di trance.

«Non offendere la mia canzone,non ne hai il diritto. E per favore, no-non provocarmi. Te lo sconsiglio.», disse abbassando la voce, mentre i suoi occhi diventarono improvvisamente cupi e cattivi.

Cercava di non farsi dominare da quei iridi profondi, quindi si limitò a sorridegli.

«Ti sei offeso? Quanto mi dispiace... Pensavo che lo prendevi come un complimento!», la mora si leccò le labbra quasi secche per quell'emozione che detestava tanto e se ne andò non sentendo che Zayn proferiva altre parole al riguardo.

Lui scosse la testa. Sapeva che era sempre stata una ragazza difficile da controllare.

 

 

 

 

 

 

 

 

Heei! Scusate se sono mancata. Sono stata impegnata tutti i giorni!

Avete già sentito la nuova canzone Best Song Ever?! Cazzo.. è stupenda!! *______* non vedo l'ora di vedere il video ufficiale.. saranno davvero degli idioti!! HAHAHAHA

Lasciatemi qualche recensione, ci teeengo :C baci anime<3 




 

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Capitolo 12
*** Ancora scusa. ***


Cheryl decise di uscire da sola.

Anche lei amava starsene un pò con se stessa. Le continue compagnie di ogni giorno non le davano quasi tregua. Era piacevole essere riempiti di attenzione, ma la maggior parte della gente in quella scuola, le stavano sempre accanto.

Passeggiando lungo le piazze, camminava con un volto rilassato e sereno con le cuffie dell'Ipod alle orecchie. Osservava il cielo quasi tramontare finchè vide a pochi km da lei una chiesa. Era vuota, ma pur sempre aperta.

Non andava in chiesa da quando ci fu il funerale del fratello. Nonostante facesse peccati non graditi a Dio, si mise alla penultima panchina di legno e pose le ginocchie a terra. Dando un ultimo sguardo al crocifisso chiuse gli occhi, e abbassò il capo. Pregò, sapeva che Lui l'ascoltava sempre, a volte Lo sentiva camminare quando Lo invocava con tutto il cuore. Chiedendo perdono dei suoi peccati, gli chiese di salutare suo fratello. Sapeva che stava in paradiso, pensava che mediante Dio, lei poteva comunicare con il fratello Aaron. Era il suo angelo. Gli confessava quanto le mancava, quanto le mancava la sua voce, vederlo al mattino con una tazza di caffè, le mancavano i suoi baci e i suoi forti abbracci, il suo esuberante sorriso. Ripensò tutti i momenti passati con lui. Da quando lui non c'era, lei era rimasta l'unica figlia fuori dal normale in casa Nicholson. Perchè erano uguali, lui e lei, e insieme si completavano mentre ne combinavano di mille colori. Lei aveva gli stessi occhi del fratello. I suoi occhi ammiccanti come Cheryl, riusciva ad avere ai piedi molte ragazze. Anche con la sua stessa semplicità di un sorriso. Lui non se ne approfittò mai di questo, gli piaceva essere amato e voluto bene e anche dai suoi amici.

La ragazza dagli occhi blu notte, si asciugò le lacrime una volta salutato il suo angelo, e uscì dalla chiesa. Arrivando all'entrata della Royal Academy Of Music, aprì la porta n° 217 trovando Hanna vestita sportiva con una coda alta mentre su un tappeto si esercitava facendo flessioni.

«Ah, eccoti. Dov'eri?», chiese curiosa.

«In giro.», rispose con una bottiglietta fresca d'acqua in mano appena presa dal frigo.

Poi si stese nel letto, guardando la riccia.

«Non hai bisogno di tutti questi esercizi fisici. Stai già benissimo così.», disse Cheryl.

«Grazie. Ma dovrò rendermi conto che non arriverò mai alla tua pancia piatta e alle tue coscie perfette. Mi sveli il trucco?»

«Non impazzisco per i dolci, come regola generale. E poi, credo che sia il mio corpo a non voler sentir parlare di prendere qualche altro chilo.», disse guardando il soffitto.

«Beata te!», disse in fine Hanna.

La mora uscì dalla stanza. Non sapeva stare ferma, lei.

Raggiunse alla macchinetta del caffè, come sua abitudine del giorno. Stavolte preferì cambiare con un bel cappuccino. Bevendo la sua bibita, passeggiava in quell'immensa scuola mentre qualche sorriso e cenni di saluto andava regalando alle persone che la salutavano. Uscì in cortile, trovando fresco e umidità. Si stava bene verso quell'ora lì, il caldo d'estate dava tregua alla gente di Bradford. Buttando la sua bibita in un cestino della spazzatura, vide Jake da lontano con i suoi amici. E come non mancare il migliore amico, Zayn Javaad Malik.

La strada che stava percorrendo, era la stessa di quei ragazzi che non fecero a meno di notarla.

«Ciao, Jake.», salutò con una mano.

Jake le fece un gran sorriso.

«Chi si vede! Ciao,Cheryl.»

Non si aspettava che Jake, poi, l'avrebbe dato cenno di avvicinarsi. Cheryl tentennò per qualche secondo, per avvicinarsi come se vi fossero stati problemi con nessuno di loro.

Jake iniziò a presentarle i suoi amici finchè pronunciò il nome di Zayn.

«E lui è Zayn.»

Il ragazzo dagli occhi profondi le fece un sorriso. Quando invece Cheryl, gli sorrise ipocritamente.

«Come ve la cavate quì?», domandò socievole la mora, ai ragazzi che non fermavano un secondo a guardare i suoi occhi.

«Io benino. Devo rimediare a un bel 5 in condotta.», disse uno di loro facendo ridere il resto del gruppo.

«Non posso crederci, mi sento ai superiori!», rise.

Zayn non parlava, preferiva starsene con lo sguardo posato da un'altra parte, mentre continuavano a passeggiare.

Ma fu mentre che quando ogniuno disse la sua che non si trattenne.

«E tu, come te la cavi?», domandò Zayn, con un sorriso sincero.

Cheryl deglutì. Sentire la sua voce parlarle all'improvviso, le metteva agitazione.

«Me la cavo piuttosto bene, i miei voti vanno migliorando. E il professore è davvero eccezionale.», lo guardò negli occhi, aspettando una sua reazione.

Così annuì comprensivo, regalandole uno dei migliori sorrisi.

BUM- BUM, BUM-BUM. BEM.

Niente panico, non era stata una bomba a esplodere.

Era solo stato il cuore di Cheryl.

Non sapeva spiegarsi se era tutta una finzione. Faceva fatica a credere il suo aducato comportamento nei suoi riguardi senza che ci fossero stati insulti e sguardi sgarbati o cose simili.

Quando camminavano a passi tranquilli tutti insieme, erano le chiacchiere di Jake e dei ragazzi che la mora non dette ascolto per alcuni minuti.

Zayn faceva lo stesso, perchè la fissava. Fissarla sembrava l'unica cosa che faceva con piacere negli ultimi giorni. Fissava il suo profilo: il naso all'insù, la bocca che di tanto in tanto leccava per sua abitudine, e le piaghe dei suoi occhi cristallini formarsi in uno dei tanti sorrisi dolci e spontanei.

Distrattamente Chery pose lo sguardo a Zayn.

Era stato così forte il sussulto al cuore che il moro abbassò lo sguardo, facendo finta di niente.

Zayn aveva mai smesso di amarla?

Si accese una sigaretta, e Cheryl lo notò.

«...entro un attimo e vengo, vi raccomando non mangiatela.», disse geloso Jake schiacciando un occhio ai suoi amici.

Adesso si ritrovò accanto a Zayn coi stessi passi, coi stessi cuori che battevano.

Che atmosfera imbarazzante per i due giovani. Sembravano ritrovarsi dopo tanto tempo come se il destino giocasse a farli incotrare per chissà quale scopo.

L'odore di fumo della sigaretta le dava un fastidio enorme, non fece a meno ti tossire. Zayn allontanò la sigaretta con la mano ma poi lo buttò per terra.

Lei cercò di non notarlo.

«Non c'è più. Stai meglio,vero?».

Cheryl sorrise incerta. «Non c'è n'era bisogno...».

«Me l'ero scordato che ti ha sempre dato fastidio la sigaretta.»,disse parlandole premuroso.

Scosse la testa leggermente «No, non fa niente.», disse abbassando incosapevolmente il tono della voce, imbarazzata.

Dopo questo, i ragazzi si sedettero ad un tavolo, mentre Cheryl ascoltava presa dal discorso degli amici, lui ricominciò a osservarla.

Era una ragazza rara, l'aveva sempre saputo.

Ma si sa, a volte i ragazzi sbagliano abbandonando le brave ragazze per cercare quelle sbagliate.

«Smetti di fissarmi?», chiese Cheryl.

Gli occhi di Zayn sgranarono.

Beccato.

«Io? Ma io non...», stava mentendo in una delle sue pessime scuse.

«Ma se mancava poco che mi scattavi una foto per appenderlo al muro della tua stanza.», disse sfacciata.

Zayn aprì bocca ma poi scosse il capo capendo di non poter farla franca. Così si lasciò scoppiare in una risata.

La risata più bella del mondo.

Cheryl di conseguenza, rise con lui, anche se non voleva renderlo visibile. Cercava sempre di fare la dura, ma sentire ridere Zayn era stata un pezzo del suo passato che voleva rivivere nuovamente.

«L'importante che in questo, ho acquistato la tua attenzione.», disse con un espressione soddisfatta.

Cheryl lo guardò insospettita.

Voleva solo essere perdonato.

«Da quando ci tieni?», chiese riguardo il piacere di ricevere la sua attenzione.

«Ci tengo a dirti scusa, per l'ultima volta.», disse Zayn, cambiando espressione in un modo serio e diretto.

I ragazzi stavano per i fatti propri con le loro chiacchiere, non davano conto a la mora e il moro.

Cheryl con uno sguardo deluso, guardò il cielo lasciando indifferente le sue scuse.

Il cuore ripeteva «ti perdono.» ma la sua ragione gridava «Falso e bastardo.»

Zayn non ottenne nessuna risposta, vide solo che il volto di Cheyl girò da un' altra parte. Senza dandogli parola, cenno, gesto oppure speranza.

Jake tornò proprio quando la mora si alzò dalla sedia.

«Rieccomi... Cheryl dove vai?»

«Devo sbrigare cose, ci si sente.»

La mora salutò Jake e i ragazzi con un sorriso, eccetto Zayn.

Giunse la sera e dopo quella giornata diversa dalle altre, la voglia di dormire si fece sentire subito e nonostante con Hanna fossero grandi amiche, lei preferiva tenerselo ancora per sè il passato con Zayn.

Si fidava difficilmente delle persone. Nessuno gli aveva insegnato di fidarsi completamente con un'amico perchè la vita le aveva insegnato il contrario.

 

Giorno seguente ore 20:56....

 

«Ciao, Alba. Stasera andiamo in discoteca?»,chiese la mora al cellulare con la migliore amica.

«Certo! Posso portare amici miei?», le chiese.

«Sì, dai. Conoscere nuove persone non fa male a nessuno,» sorrise. «ah, portati anche Niall, Loui, Harry e Liam!», si affrettò a dire.

Concludendo la chiamata, Cheryl si vestì.

Poi uscendo alla soglia dell'uscita della scuola, intravedendosi piccole scale, lei li scese una per una mentre una macchina posteggiata aspettava solo lei.

La sua comitiva non vedeva l'ora di riabbracciarla.

Ma accanto a lei, vide l'ombra di un tipo.

A scendere per i lunghi scalini con lei, c'era il ragazzo con il ciuffo nero come la pece che indossava una camicia scollata dal colletto dove lì si poteva evidenziare i pettorali.

Parlava col cellulare all'orecchio per darsi appuntamento con gli amici, ma appena si voltò incrociò lo sguardo della mora che non appena lui si accorse di lei, Cheryl si voltò nuovamente indifferente, continuando a guardare le scale attraversarli con quei tacchi, col pensiero di camminare senza inciampare.

Lei era la tipica ragazza con le scarpe da tennis. Non era abituata a certi stili.

«Eh? Mmh. Ok.... ci vediamo lì, c-ciao.», terminò la chiamata, non staccandosi gli occhi da lei.

I pantaloncini corti di Cheryl gli si poteva ammirare le gambe lunghe e sfilate.

Poi attraversandola con lo sguardo, vide anche tutte le sue curve, le sue forme, la sua prosperità. Che una volta tutte quelle cose, erano solo sue e di nessun altro ragazzo.

Un pensiero malizioso attraversò la mente di Zayn, e fu così che dovette deglutire.

Cheryl entrò in macchina di Harry dove lì vide tutte le facce della sua comitiva più pazza di Bradford.

«Hola! Come state, ragazzi?»,chiese euforica di rivederli con un sorriso pienamente allargato.

«Wow! Aspetta, ma sei proprio uno schianto.», disse Louis, prima di schioccarle un bacio in guancia affettuosamente.

 

La macchina camminava dritto in una sola direzione, e Liam invece guardava dritto solo lei. Gli era mancatato così tanto la sua presenza e i suoi strani effetti che gli dava.

Un bel pò di ragazze lo volevano, ma il suo cuore e il suo istinto avrebbe scelto soltanto lei.

Cheryl si girò verso di lui, notando gli occhi puntati addosso.

Liam le sorrise, e lei ricambiò.

«Non vedo l'ora di arrivare. Di belle ragazze c'è ne saranno migliaia lì.»,disse Niall.

«I tuoi amici che avevi detto di portare, dove ci aspettano?», domandò Cheryl.

«Loro ci aspettano già in discoteca. Sono simpatici, ve l'assicuro.»,disse Alba.

«Meglio così.», disse Harry facendo girare Alba che stava nel sedile superiori mentre lui stava al volante.

«Sì, volevo accertarmi anche io che lo fossero stati per voi. Conosco il vostro particolare carattere.», disse Alba facendo ridere Cheryl.

«Ma noi non siamo pericolosi!», disse Louis ammiccando un sorriso.

«...solo che a volte alcune persone sanno farci stare diversamente calmi.», disse teatrale Liam, facendo ridere Niall a crepapelle.

 

Dopo pochi minuti...

 

 

La comitiva, scese dalla macchina.

 

 

 

 

 

 

Ciaaaao! Lo so, vi ho fatto aspettare ancora. Non potete capire che giorni ho dovuto passare. Poi,non ne parliamo delle cirostanze e cambiamenti d'umore. Ma vabbè! Arrivamo al punto che non ci pensiamo più.

Allora... vi piace? Fatemi sapere con recensioni. Baci bellezze! xxxx 



 

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Capitolo 13
*** Il segreto rivelato. ***


In lontananza si poteva già sentire tutta la confusione, la musica. La discoteca era più affollato del solito nel weekend.

 

«Stasera sei davvero bella.», disse il riccio, posando il braccio sulle spalle di Alba.

La bionda mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Grazie, anche tu!», e abbassò lo sguardo con un sorriso.

Harry da quel momento capì che per una volta lei lo ricambiava, si sentiva così felice per così poco.

Le luci della discoteca, come sempre, confondevano con la musica assordante. Ma quel ritmo d'house era tanto invitante che la comitiva stava iniziando a camminare verso la pista da ballo, finchè Alba li trattenne e li direzionò verso quei amici che doveva presentare.

«Spero siano carini.», disse Cheryl facendo ridere Harry.

Andavano verso dei ragazzi seduti al bancone che davano le spalle mentre bevevano drink e di tanto in tanto davano qualche occhiata alle ragazze che passavano accanto.

Alba dette una pacca sulla spalla a un ragazzo moro di lì facendolo voltare.

«Ragazzi, vi presento Jake.», disse la bionda alla sua comitiva.

Harry, Liam, Niall e Louis dissero il loro nome educatamente davanti a Jake e ad altri ragazzi che erano con lui. Ma Harry e Louis non riuscirono a trattenere quel sorriso strafottente davanti ai nuovi arrivati. Erano i soliti.

Jake sorrise insieme a Cheryl, accorgendosi di quella strana coincidenza.

«Ma... Jake?», rise.

«Non ci credo.», rise con lei.

Alba e gli altri li guardarono perplessi.

«Ah. Vi conoscete voi due?», disse Alba.

I due annuirono con un sorriso divertito.

Mentre stavano andando a ballare, l'amico di Jake lo fermò dalla spalla.

«Aspettate, ma Zayn dov'è?»

Il migliore amico si girò più volte, ma non sembrava esserci.

«Alba, tu e i tuoi amici andate in pista. Noi dobbiamo aspettare il nostro amico e vi raggiungiamo.», le disse l'amico Fin.

Zayn, datosi l'ultima occhiata al ciuffo nero come la pece, uscì dal bagno tirandosi su le maniche e sbottonandosi un bottone aprendo un pò di sopra la camicia, sapendo di dover incotrare persone nuove.

«Ecco dov'è il ritardatario.», dissero puntandogli il dito al petto. «Andiamo, che Alba deve farti presentare i suoi amici.»

«Sono già arrivati?», chiese con finto stupore prima che si avviassero in pista.

 

Lì vide Cheryl ballare con il suo amico Liam e la gelosia attaccò il cuore di Zayn come spine. Ma la sua espressione rimase stupefatta quando Alba aveva presentato Cheryl davanti ai propri occhi.

Cheryl corrugò la fronte con uno sguardo interrogativo.

Perchè doveva proprio incontrarlo ovunque andava?

Non poteva vivere quell'estate senza pensieri, col passato alle spalle senza che si sarebbe fatto vivo?

Harry guardò male Zayn, sapeva che non poteva contenere quella rabbia dentro per molto verso quel ragazzo dai capelli neri come la pece.

«Piacere.»

La mora stese la mano al ragazzo.

Non amava scappare. Lo aveva affrontato negli ultimi giorni, non vedeva il motivo di non affrontarlo anche questa volta.

«Il piacere è tutto mio.», disse anche lui, stringendole la mano lasciando che in un angolo delle labbra si formasse un sorriso beffardo.

Cheryl, forte e senza regole, non le importò se ci fossero state conseguenze. E Zayn, amava anche lui le sfide, questo li accomunava tra i due giovani. L'adrenalina di un'azione folle o insensata faceva parte del loro carattere, portandoli ad amarsi o ad odiarsi.

Harry cominciò a guardare sconvolto la sua migliore amica. Invece di stare indifferente gli aveva stretto la mano. La considerava matta o ubriaca prima del dovuto.

Ma poi riflettè e capì: era tutto un suo gioco.

La miglior rivincita di chi ti ha preso in giro tanto tempo è fargli capire che si sbagliava. Che non te ne è importato nonostante ti ha strappato via il sorriso. E fargli capire di stare totalmente bene anche senza d'esso.

 

«Zayn lui è Harry.», lo presentò per ultimo.

Zayn gli sorrise appena ed Harry neanche un pò.

Poi iniziarono tutti a ballare.

Jake e Liam strinsero subito amicizia, ma purtroppo il loro sangue bolliva di gelosia ogni volta che uno di loro due avrebbe sfiorato la ragazza occhi blu notte.

Cheryl si divertiva non pensando minimamente di catturare l'attenzione sua ma di annullarlo definitivamente nella mente.

L'indifferenza era il suo pezzo forte, invece, Zayn non lo sapeva usare minimamente.

Il moro la guardava ballare spensierata con il suo migliore amico, fino a quando Alba gli si piombò davanti. Ormai ballava con lei, e qualche volta parlavano all'orecchio pur di ascoltarsi dalla troppa confusione.

Alba si mostrava dolce e sicura di sè, Zayn sorridente e socievole allo stesso tempo.

Non poteva fare a meno di sorriderla parlare, la bellezza e la sua simpatia stava cominciando a piacergli. E lei non poteva fare a meno di addolcirsi a ogni sorriso che lui gli regalava da mancare il fiato, attirandola sempre di più incosapevolmente.

Invece, Cheyl, adorava ballare con il suo migliore amico, erano buffi e lui l'aiutava a sorridere di più rendendola senza pensieri. In quel momento voleva proteggerla, adesso voleva che esisteva solo lui e lei, la loro grande amicizia e il bene che provava per lei.

Che ragazzo d'oro, lui.

 

Ma poi, il loro bacino inziarono a muoversi sempre più pericolosamente tra di loro. Harry dava l'apparenza che non ci fosse stata malizia proprio come Cheryl. Ma stavolta, quella sera non fu così. Forse la lontananza, la mancanza, gli aveva confuso la mente. Ma lei era come una sorella, non poteva.

In quegli istanti, quando sfiorava il corpo della migliore amica, poteva aver avuto istinti di esagerare insieme a dei sorrisi sghembi, fino a quando si rese conto dei suoi pensieri perversi che li cacciò riprendendo il pensiero rivolto solo ad Alba.

Cheryl si scatenava, la musica sembrava prendere possesso su di lei mentre scuoteva i lunghi capelli castani e con le mani verso l'alto soffito metallico, ma stava cominciando ad avere davvero tanto caldo in quel luogo affollato. Distrattamente girò lo sguardo verso un punto indefinito. E riuscì a vedere Zayn e Alba insieme.

Ridevano di gusto, lei lo notò. Cercò di mostrarsi indifferente, ancora una volta, a sè stessa, a ciò che provava. Ma qualcosa non andò come si aspettava.

La migliore amica innaspettatamente prese il volto del moro e se lo baciò.

La bionda non sapeva mica del passato di Zayn e di Cheryl.

Cheryl iniziò a rallentare suoi movimenti seguiti dalla musica, tutto tranne quel soffocamento al petto che causava il suo benedetto organo. Non si perse niente: loro due ridere e poi di colpo quel bacio.

Vedeva bene le loro labbra toccarsi costantemente.

Avrebbe desiderato che tutto quello che stava vedendo, non gli avrebbe importato nulla.

I suoi occhi limpidi erano immobili mentre chiedevano pietà a quelle labbra che non si fossero più toccati. Perchè la cosa che avrebbe voluto non vedere più di tutte non era vedere più lui, ma lui con un'altra ragazza. Soprattutto con la sua migliore amica.

«Cheryl, che ti prende?», chiese Harry gridando più forte che poteva pur di farsi sentire dalla sua migliore amica. Cheryl strizzò gli occhi passandosi una mano nella fronte sudata. Il migliore amico non vide niente che potè rassicurarlo, mise le mani sulle sue spalle e chinandosi ai suoi occhi, per la sua bassa statura, cercò di ottenere risposta. Ma niente, i suoi occhi sembravano confusi, e persi.

«Non credo di sentirmi bene.»

Il migliore amico non capì. Si avvicinò ancor di più al suo volto, premuroso.

Cheryl avvicinò le labbra al suo orecchio. Non riusciva a gridare le parole che gli stava dicendo per la musica assordante.

Anche se avrebbe voluto tanto urlare.

«Non, non mi sento bene... La musica mi sta facendo scoppiare la testa.», gli disse con una scusa. «Mi allontanto un attimo.», continuò.

Cercando di non mostrarsi fragile, costrinse al migliore amico di starsene lì a ballare.

Non seppe come fece a convincerlo, ma si allontanò.

Pensava che col tempo tutto cambiava.

Ma le persone non cambiano, semplicemente si adattano.

E lei non poteva cambiare i suoi sentimenti per lui, quando la parola "passato" non è mai del tutto passato come si spera.

Zayn si staccò dalle labbra di Alba molto prima. Quando riconobbe quel tono preoccupato pronunciare il nome della ragazza occhi blu notte. Aveva visto tutta la scena: Lui che scosse premuroso lei, e lei allontanarsi in mezzo alla folla da sola.

 

 

Cheryl spostava le persone che si scatenavano, faticosamente, sentendo anche qualche sguarbo da parte di alcuni.

«Hai visto qualcosa?», chiese Alba, vedendo lo sguardo di Zayn guardare senza fermarsi l'orizzonte della discoteca.

«Aspetta, vado e torno. Stai quì.», disse il ragazzo dalla pelle ambrata, nascondendo la sua preoccupazione nei suoi occhi per non catturare la curiosità della bionda.

Zayn iniziò a scostare le persone, anche lui con fatica, mentre si guardava spesso intorno

e non sembrava esserci da nessuna parte. Questo aumentò la sua preoccupazione.

Dove si era cacciata, adesso?

Corse verso il bancone informandosi al barrista sel'avesse vista descrivendola prima in ogni particolare.

«Uhm... sì. Non vorrei sbagliarmi, credo di averla vista una ragazza simile pochi minuti fa che ordinava una bottiglia di birra. »

Zayn annuì nervoso.

«Ok, bene. Per caso, ha visto dov'è andata?», domandò Zayn.

«Se ne era andata fuori la discoteca.», disse puntando verso l'uscita, il barrista.

Il ragazzo dagli occhi profondi, così, direzionò verso l'uscita.

Uscito fuori, si guardò a destra e a sinistra più volte. Ma niente, non c'era.

Era pericoloso all'una di notte quella zona, non poteva essersi persa. Non se lo sarebbe perdonato mai se le fosse successo qualcosa.

Si pose la mano ai capelli per l' agitazione, finchè da lontano la vide.

Stava seduta per terra, con la schiena appoggiata al muro col ginocchio all'altezza del petto mentre teneva in mano la bottiglia d'alcohol.

Gli venne un colpo al cuore. Aveva sbagliato due anni fa, e stava continuando a

sbagliare. Avrebbe voluto raccoglierla da terra e non farle più altro male.

Camminò e si mise a terra, accanto a lei con tutte e due le ginocchia all'altezza del suo petto con tanto silenzio. Poteva notare sotto i suoi occhi il trucco colato a righe.

La mora sentì una presenza accanto al suo fianco che sussultò arrivando a guardare appena solo le mani grandi di un ragazzo, dal forte timore.

Poi facendosi coraggio, alzò gli occhi fino a guardare il suo bellissimo volto caratterizzata da un filo di barba.

«Perfetto. Ora mi perseguiti ovunque vado. Mi costringerai di ucciderti qualche maledetto giorno.», disse la mora, a denti stretti, per la paura che ebbe pochi istanti prima che fosse stato chissà che persona perversa. Ma era semplicemente lui.

«Scusa, non volevo spaventarti.», disse il moro dispiaciuto, con quegli occhi che sapevano trasmettere soltanto dolcezza.

Cheryl sospirò verso il cielo nero e fitto,lasciando che la sua presenza cominciasse a trasmetterle quel tipo di sensazione da saper prenderla completamente.

«Come stai?»

«Come sto? Te lo assumo brevemente: palle piene, cuore rotto e pazienza esaurita.», disse asciugando velocemente il suo trucco colato in un occhio per poi penetrare con uno sguardo i suoi occhi.

Zayn abbassò lo sguardo, poi guardò da un' altra parte.

«Si sta meglio quì fuori. Lì c'è troppa confusione.», disse Zayn,non affrontando un'altra volta l'argomento.

Cheryl si limitò a guardarlo amareggiata per qualche secondo e sorseggiare la birra.

Poi ridacchiò. «Hai proprio un cuore di pietra.», sospirò. «Mi chiedo chi te l'abbia insegnato.» continuò, voltandosi verso quegli occhi così vicini.

Zayn si morse il labbro, scossando il capo. Poi prese la mano di Cheryl e lo mise al petto.

«Secondo te le pietre vanno così veloci?», disse cercando di non sembrarlo un sussuro.

La ragazza occhi blu notte pressò le labbra inghiottendo via le lacrime e ritirò la mano.

Poteva dire che il suo cuore batteva all'impazzata ed era stato meraviglioso, ma non voleva crederci per paura di ricascarci ancora.

Immediatamente si alzò.

«Non so se stai scappando da qualcosa che vuoi o da qualcosa che hai paura di volere.», disse Zayn, dal basso.

Cheryl bevendo con un solo sorso la bottiglia a occhi chiusi, cercò di bere via anche le sue parole che stava appena sentendo.

Zayn si alzò da terra e la fermò di bere altro alcohol. Cheryl lo fulminò un'altra volta con lo guardo.

«...ti odio! Hai capito?», gridò la mora. «Ti odio più di me stessa, più di tutti.», continuò a dire mentre gesticolava pesantemente.

Voleva in qualche modo ferirlo, voleva in qualche modo colpirlo. Come lui aveva fatto con lei.

«Allora non ti sono indifferente, mi odi solamente!», gridò arrabbiato anche lui.

In qualche modo avevano una voglia irrefrenabile di litigare.

«Sì, esatto. Ti odio e non ti amo. Amo la birra io. Guardala.», gli mostrò la birra davanti, sfacciata. «E' più bella di te. Lei non mi lascia mai sola.», disse infine, con un amaro in bocca.

Finalmente potè vedere il cuore formarsi in mille pezzettini. Ce l'aveva fatta. Gli si leggeva negli occhi.

Per qualche secondo non proferirono parola, eppure qualcosa li tratteneva di restare.

«L'opposto dell'amore non è odio. E' l'indifferenza.», Cheryl mise lo sguardo su di lui. «..e se tu mi odi, significa che ti importa ancora.», disse Zayn vedendola appoggiarsi al muro con le mani conserte.

«Perchè mi hai lasciata?», gli chiese, lasciandolo con stupore.

«A quell'età non ero stabile nemmeno con me stesso. Dicevo di amarti, finchè mi ero chiesto se quello che provavo io era vero amore. In verità, non me ne aveva parlato nessuno cos'era quel sentimento.», si prese una pausa. «Quando si avvicinava il giorno del nostro anniversario, avevo ogni notte la testa piena di domande. A volte non dormivo, addirittura. Avevo paura di non essere stato abbastanza per te, non mi sentivo all'altezza di stare con te. Pensavo anche che se ti avrei lasciata, tu potevi vivere felice con un altro. Perchè sentivo di non meritarti in qualche modo.», disse infine, deglutendo pesantemente, per poi passandosi una mano nelle labbra agitato.

Ecco il segreto rivelato, ecco la verità.

Cheryl si grattò la nuca confusa. Non sapeva che dire. Quelle parole le avevano totalmente spiazzata. Zayn pensò in quel momento che se ne andava, un'altra volta senza dire niente. Finchè la guardò dritta agli occhi lucidi.

«Sottovalutavi te stesso. Sottovalutavi noi. Non hai mai riflettuto quanto ti ho potuto amare.», lo vide agitarsi un'altra volta. «...e a quanto mi bastavi soltanto tu, Zayn. Non volevo avere nessun'altro che te.», disse con un filo di voce, mentre le sue labbra tremavano e i suoi occhi si riempivano di lacrime.

Zayn rimase immobile a quelle parole.

«Grazie per avermi fatto male un'altra volta,non lo dimenticherò.», disse infine lei.

Il ragazzo dalla pelle ambrata poteva riconoscere fra mille una ragazza come lei: hanno il mare negli occhi e il cuore in alta marea.




 

 

 

 



Adoro questo capitolo. Finalmente tutto ciò che dovevate sapere,è stato rivelato. EHEHEEH. Non era un ragazzo cattivo Zayn, solo un ragazzino che aveva paura di affrontare l'amore e solo un ragazzino che non si sentiva all'altezza di stare con la persona che teneva più di tutte. Che ne dite? Fatemi sapere :)                                                                                              
                                                         Jake, il migliore amico di Zayn.                      Alba, la migliore amica di Cheryl. 



 

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Capitolo 14
*** Il perdono. ***


Era tutto da sopportare. Le ferite, le delusioni, il passato, la rabbia. Non ce la faceva più. Non voleva vederlo mai più. Qualcosa nella sua vita doveva farlo di buono per se stessa.

 

Così la lasciò andare via un'altra volta. Vedere la sua immagine allontanarsi e lei, fingere che lui non esistesse più.

Zayn mise le mani agli occhi.

Davvero l'avrebbe persa? Se l'avrebbe permesso, sapeva che fosse stato per sempre stavolta.

Non poteva mollare proprio adesso, che l'amava più di prima. Che si era reso conto di aver lasciato una perla di ragazza. Pensava che sarebbe stato giusto per lei quella scelta, ma invece non fu buono, perchè lei aveva bisogno di lui sempre, lo stesso come lui di lei. E quando era riuscita a rialzarsi con le sue stesse forze, lui tornava prosciugando tutte le sue piccole forze che riacquistò piano piano in quei lunghi anni in sua mancanza.

Poteva essere stato una cosa crudele. Ma lui voleva lei. Non riusciva a immaginarsi una vita senza di lei al suo fianco. Era stato un ragazzo immaturo, ma dopo due anni era cresciuto e fu consapevole dei suoi errori per non commetterli un'altra volta.

Togliendosi le mani negli occhi, la vide ancora più lontano da lui. Strinse i pugni, e corse da lei.

Due braccia avvolsero dietro il corpo fragile della ragazza occhi blu notte.

«Ho sbagliato, sono sicuro che non mi perdonerai. Perchè non bastano le scuse per dirti che vorrei tornare indietro e riaverti ancora fra le mie braccia. Ma io ci sto provando, ci sto provando con tutto il cuore che tu ritorni da me perchè sei la persona che ne vale tanto la pena lottare di riavere.», disse tutto ad un fiato, lui, mentre la sua voce tremava e il suo fiato stava affannato.

Cheryl si sentì scoppiare il cuore in gola, come se ci avesse messo una massa di fuochi d'artificio lì dentro.

Strinse, le braccia che la teneva stretta sotto il petto, con le mani. Poi quando si girò e i loro occhi si incrociarono, vide lui piangere. Di seguito pianse anche lei.

Come poteva restare forte? O quando ci accorgiamo di vedere la persona che amiamo piangere per i suoi errori?

Lei lo prese e se l'abbracciò, mentre Zayn se la stringeva al suo petto mandando giù le sue lacrime salate.

Adesso intorno a loro non esisteva nessuno, eccetto due giovani ragazzi e il loro amore che non ebbe mai freno.

Pian piano si avvicinarono e chiudendo contemporaneamente i loro occhi, le loro labbra si toccarono facendo nascere la voglia sempre di più di gustarsi mentre le loro lingue cominciarono a toccarsi senza tregua.

Come se in quelle labbra sentissero tutto il sapore della loro vita.

Cheryl afferrò i capelli del ragazzo per poi accarezzarli dolcemente, e Zayn non voleva proprio decidere di staccarsi da quelle labbra sapendo che non lo avrebbero saziato mai.

«Quindi sono perdonato?», poi le disse.

Cheryl sorrise. «Sì. Ti ho perdonato.», disse prima che lui la baciasse un'altra volta in un sorriso felice. Davvero felice.

 

Giorno successivo...

 

 

La sveglia dei due giovani ragazzi suonarono contemporaneamente nelle loro stanze separate.

 

Il vento fresco soffiava i capelli della ragazza occhi blu notte, per la finestra sempre aperta che affiancava nel letto dove dormiva. Si alzò dal letto,

dopo essersi stiracchiata con un dolce sorriso nelle labbra, andò in bagno a sciacquare i suoi occhi assonnati. Asciugandosi con un'asciugamano,

guardò il suo riflesso nello specchio. Rimase lì a guardarsi: Tracce di trucco nero nei suoi occhi, le fecero ripensare i lunghi pianti fatti per dolore e per

felicità. Le labbra carnose, le fecero ripensare quei infiniti baci dati con passione. Si morse il labbro inferiore: poteva ricordare il suo dolce gusto per

l'eternità.

La sera precedente era stata rivivere una nuova vita. Si sentiva rinata da quando si alzò da quel letto, nessuno avrebbe tolto la gioia che teneva dentro.

Chi l'avrebbe detto? La stessa persona che gli rubò la parte migliore di Cheryl, gliel'avrebbe restituita. Perchè adesso lui era con lei.

 

Il ragazzo dagli occhi scuri e profondi, li aprì di scatto una volta sentito il suono squillante della sveglia. Allungò il braccio tatuato e la disattivò. Rimase

per qualche secondo a fissare il soffito mai fatto prima, e poi coprì gli occhi con un braccio,mentre lasciava che il sorriso spuntasse nelle sue labbra

disegnate. Ispirando l'aria e sospirandola con le farfalle allo stomaco, si alzò col pensiero rivolto alla sera precedente e si incamminò grattandosi la


nuca in bagno. Si tolse i boxer rimanendo completamente nudo, e si infilò in doccia fredda. Gli occhi erano affuscati dall'acqua e la mente dai ricordi

lasciandolo senza fiato, sperando che non fosse stato solo un bellissimo sogno.

 

Cheryl e Zayn uscirono dalle loro stanze con la speranza di incontrarsi prima che suonasse la campanella. La scuola era grande e molto spaziosa, la

confusione degli studenti c'era e i due non sapevano in che stanza dormivano pur di andarsi incontro o magari se qualcuno dei due si sarebbe trovato

dietro la porta dell'altro per sorpresa.

 

«Cheryl, Cheryl.», la chiamò l'amica Jade. Ma lei era col volto girato da un'altra parte.

Jade si girò verso Hanna guardandosi stranite all'unisono.

«Hei Cheryl. E' da tre ore che ti chiamiamo.». Si sentì dire dalle amiche, poco prima che continuasse a guardare in giro.

«Uhm..? Sì, ditemi. Scusate.», disse con un sorriso la mora.

Hanna e Jade si riguardarono perplesse.

Jade rise. «Ci sei o ci fai?», Hanna sorrise divertita. «Ma che volete?», chiese seccata Cheryl.

«Ricordi Christofer, il ragazzo di cui parlavo? Ecco, io prima...», dopo che riuscì a catturare l'attenzione della mora su di lei, Jade potè raccontare ciò

che le successe. Anche se con la testa, Cheryl, non stava proprio.

 

 

Zayn passava tra i corridoi con Jake. Mentre stava con lo sguardo basso verso il cellulare che aveva in mano. Il suo nome e cognome non spuntavano

tra i numeri della sua rubrica. Sperava con un miracolo l'avesse, perchè non le aveva chiesto neanche il numero.

«..e quando Fin aveva risposto al professore, Drake aveva...», il suo migliore amico stava continuando a parlargli, finchè lo vide fare una smorfia nelle

labbra.

«Zayn? Che succede, qualche messaggio inconveniente così presto?»,gli chiese.

«Che? No,no...», disse mentre premeva tasti quà e là nel suo cellulare. Jake lo potè sentire sbuffare nervosamente.

«Ma almeno hai sentito?», chiese seccato.

Il moro portò lo sguardo su di lui. «Sì, circa il 9% della tua storia avventurosa credo di averla ascoltata sicuramente.», disse sorridendo mezzo lato,

sarcartico.

«Ok. Non mi convinci stamattina. Che è successo?», gli chiese.

Lo sguardo di Zayn improvvisamente puntò verso una ragazza che assomigliava a Cheryl.

«Oh, con te parlo.», continuò Jake.

Ma Zayn appena vide la ragazza voltarsi, capì che si sbagliò perchè non era lei.

«Che vuoi?», gli chiese il moro, voltandosi da Jake seccato, facendo rimanere interrogativo l'espressione del migliore amico.

 

L'ansia dei due giovani cresceva. Erano con le testa fra le nuvole, perchè avevano solo il pensiero di ritrovarsi pur di iniziare la giornata con il calore di

un loro abbraccio.

 

«Io entro tesoro, ci vediamo», disse la riccia, entrando in classe. Cheryl non entrò, decise di cercarlo ancora un pò.

Tanto 10 minuti di ritardo non l'avrebbero messa K.O, era abituata a infrangere le regole.

Zayn sentì la campanella suonare, ma non gliene importò. Sentiva che da qualche parte lei lo stava cercando tanto quanto lui. Non c'era nessuno altra

persona nei corridoi, finche la mora vide un ragazzo camminare da lontano che mirava in una direzione opposta dalla sua.

«Zayn. Cazzo, ti ho trovato.», disse ridendo la mora, correndolo incontro.

Ok, poteva essere rinata e cambiata da quella sera. Ma "la ragazza dalla bocca d'oro" non cambiava mai.

Il moro si girò la faccia, sorridendola con le braccia aperte per poi stringerla forte sentendone tutto il profumo del suo collo, che poi sfiorò a fior di

labbra. Cheryl lo guardò negli occhi ritrovandoseli poi chiusi per un bacio che quelle labbra sembravano nate apposta solo per lui. Il ragazzo dalla pelle

ambrata, poi, vide quella perfezione arrossire davanti ai suoi occhi.

Zayn deglutì leggermente con un sorriso dolce. Gli mancava vederla arrossire per lui.

Gli accarezzò la guancia «Come stai?», le chiese. Cheryl si morse un labbro «Molto bene.», gli rispose con quegli occhi che sembravano contenere

piccoli e lucenti diamanti.

 

I due fidanzati stavano isolati in un posto sicuro, lontano dai vigilanti della scuola che stavano seduti coi soliti giornali quotidiani a leggere. Cheryl e

Zayn parlavano della loro vita in quegli ultimi due anni. Raccontarono i loro cambiamenti, i loro segreti mai rivelati, i loro guai.

Cheryl ascoltandolo, si stupì nuovamente della bellezza che faceva palpitare il suo cuore. Si stupì del suo fisico cresciuto. Si stupì di se stessa, di quanto

lo avesse aspettato nel suo profondo dopo tutto, anche quando si riempì di convinzioni, di nuovi progetti ma andati a quel paese dando il permesso al

ragazzo ambrata di rientrare a far parte della sua vita. Si stupiva come potessero le ferite che stavano dentro di lei, cicatrizzarseli inconsapevolmente,

sentendo la sua voce parlare, vedendo la sua bocca baciare e le sue braccia strette a lui affogare i brutti ricordi.

Mentre Cheryl si stava avvicinando al suo viso, lui tolse la distanza delle loro labbra baciandola con amore. Ma una voce fece sussultare il ragazzo.

«Io ti svelo i sentimenti per lei, e tu la baci?»

Zayn sentì la colpa su di lui, vedendo l'espressione delusa del suo migliore amico.

Cheryl sospirò. E Zayn si allontanò un pò per avvicinarsi a Jake.

«Jake, devo spiegarti cosa è successo stamattina.Dopo che avevamo troncato anni fa, ci siamo messi insieme perchè...», Jake lo interruppe «Mi hai

anche nascosto questo. Sei uno stronzo egoista. Ma come ho fatto a fidarmi di te in tutti questi anni?.», chiese Jake mentre i suoi occhi si facevano

sempre più malinconici.

Zayn si grattò il sopracciglio nervosamente. «Calma,ok? Hai ragione! Ma Cheryl mi ama. Cosa posso fare io? Non puoi combattere su un sentimento

che non ti ricambierà.»

Cheryl osservava preoccupata i due litigare, parlare, sputare parole amare mentre i loro volti rabbiosi erano sempre più vicini.

Dopo 4 minuti..

Il pugno di Jake colpì la mascella del ragazzo dalla pelle ambrata. I due non più migliori amici, lottarono a vicenda per la persona che amavano.

Come può l'amore lottare contro tutti, pur di proteggerlo?

Cheryl mise una mano sulla bocca e immediatamente cercò di avvicinarsi a loro implorando di smettere. «Oh mio Dio. Fermatevi subito,n-non

litigatevi. Smettetela vi prego!», esclamò senza nessun risultato. Così potè limitarsi ad allontanarsi, perchè già li ritrovò per terra ad afferrarsi altri

sanguinanti pugni.

Le grida di aiuto, rimbombarono come eco in tutte le classi vicine.

I professori uscirono dalle loro aule con gli alunni di seguito. Anche il ragazzo che diede il numero della stanza a Cheryl, sentendo le sue parole di

aiuto, corse da lei.

Poterono vedere la ragazza dagli occhi blu notte piangere e Jake sopra a Zayn picchiare mentre i loro volti marcivano nelle loro mani pesanti e

pericolosi.

I professori, fecero allontanare i due ragazzi, mentre li sgridarono del loro comportamento inapropriato.

Hanna corse da Cheryl. «Perchè piangi?», le chiese preoccupata. Cheryl scosse la testa abbracciando Hanna ancora cogli occhi lucidi.

Zayn e Jake andarono a finire in presidenza.

Stavano seduti accanto, con lo sguardo rivolto al preside severo mentre Jake teneva pressato il ghiaccio nell'occhio gonfio.

«Si può sapere che vi è preso? Questa non è una scuola qualunque, quà si ci comporta con educazione. Non ho mai visto due ragazzi litigare in tutti i

miei 13 anni dentro la Royal Academy Of Music. »

Zayn si mordeva il labbro con una smorfia nel viso, mentre Jake guardava fisso il preside cogli occhi infuocati dalla rabbia.

Il preside fece cenno di parlare, perchè nessuno dei due voleva proferire parola.

Jake tossicchiò, iniziando a parlare. «Ci siamo presi a botte per dei motivi validi, preside Fox. Non sono un ragazzo del genere, che prendo a pugni

chiunque. », disse a suo favore.

«Allora come potrei punirvi? In questi casi devo buttarvi fuori la scuola.», disse il preside con severità.

Zayn spalancò gli occhi. «Cosa? Aspetti, mi sta dicendo che... No. Io resto, al costo che chiedete rinforzi. », disse alzandosi.

Jake lo guardò scioccato.

«Signorino Zayn Javaad Malik, si sieda immediatamente. Non si scherza, si fa sul serio quì. Ma se lei deve continuare a comportarsi in questo modo,

dovrò prendere seri provvedimenti.», disse il preside.

«Ci scusi.», disse Jake, facendo catturare l'attenzione di Zayn e del preside Fox. «Non commetteremo nessun tipo di errore. Non ci sarà la prossima

volta, perchè con lui ho tolto qualunque tipo di contatto da adesso.», disse riferendosi al ragazzo dalla pelle ambrata.

Zayn, ancora alzato dal posto, lo guardò dispiaciuto. Non voleva perdere il suo migliore amico, lui era l'unico amico vero che aveva.

E sembrava di avere una specie di maledizione di allontanare le persone che voleva bene da morire.

Il preside ci pensò e poi parlò. «Va bene. Scuse accettate, ma le vostre lezioni saranno sospese per una settimana da ora.»

Zayn sospirò sollevato, ringraziando il preside con Jake. Poi uscirono dalla stanza.

«Non volevo perdere la tua fiducia. Ma lei è tutta la mia vita, non ho mai smesso di amarla dal primo giorno che l'ho incontrata. Mi dispiace, non

volevo che arrivassimo a questo punto! », disse il moro, porgendo una mano sulla spalla di Jake.

Jake non rispose, gli girò le spalle e se ne andò. Era terribilmente deluso. Stava col cuore a pezzi, e infine aveva perso anche Zayn. Ma non voleva

accettare il suo perdono, non l'avrebbe fatto mai.

 

 

 

 

 

 

 

Che bello, finalmente Cheryl e Zayn si SONO BACIATI! AHAUAHAU :'D Un applauso a Zayn, C'MON.

A proposito di Zayn, l'avete visto quel cartellone e quel video su youtube che davano Zayn per terrorista?! Che grandi figli di... non fanno altro che

giudicare le persone che non CONOSCONO MINIMAMENTE. Se tutti i ragazzi fossero come lui.

Ma vabè, ringrazio a chi mi sta seguendo, anche a chi non mi recensisce ma scopre capitolo per capitolo la mia storia. L'importante è che piace.

Baci, e abbracci. <3 



 

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Capitolo 15
*** Amare senza più riserva alcuna. ***


Cheryl, sola nei corridoi a camminare con le braccia conserte, stava sotto pensiero per Zayn. Finchè vide la sua immagine venirle incontro. Cheryl sospirò e lo abbracciò.

«Come è andata?», chiese la mora, premurosa.

«Abbastanza bene. Mancava poco e ci escludevano dalla scuola.», disse lui, con lo sguardo puntato da un'altra parte.

«Ma..», Cheryl gli girò il volto su di lei con le mani. «..sei pieno di ferite. », disse continuando a guardarlo.

Il ragazzo la guardò, per poi annuire.

«Vieni con me.», disse la mora,prendendogli la mano. «Dove?»,chiese lui, mentre guardava la mano contro la sua con un sorriso.

Cheryl camminando a pochi passi dalla stanza 217, aprì la porta con la chiave ed entrarono. Zayn osservò tutto in una breve occhiata, mentre invece lei, apriva sportelli dentro la piccola cucina seguita dai suoi passi.

Il ragazzo dalla pelle ambrata la vide prendere un pò d'ovatta con un disinfettante e

capendo il suo gesto si appoggiò il fondoschiena sul bordo della tavola.

 

«Che bel guaio, mh?», disse la mora, medicando alcune ferite sul viso del ragazzo.

Zayn emise un gemito.

«Oh, scusa. Dovrà farti malissimo.», gli disse.

Calò il silenzio. Cheryl stava vicina al suo volto con un espressione decisa e concentrata a curare con delicatezza le sue ferite sperando di non fargli male più del dovuto.

La sua espressione attenta, lo addolcì.

Ogni volta che la mora si avvicinava al suo viso, lui poteva avvertire quelle farfalle allo stomaco da fargli voglia di fermarla e baciarla, ma si limitava soltando a guardarla prendersi cura di lui.

 

Cheryl sentì il suo sguardo puntato su di lei, non riuscì a non notarlo, anche se lei non batteva ciglio eccetto sulla parte che stava medicando. Doveva stare attenta a disinfettarli, così almeno si sarebbero cicatrizzati velocemente e non gli avrebbero fatto infezione. Quindi cercò di non distrarsi.

«Sei bellissima.»

«Zayn, non mi distrarre.»

«Perchè?», chiese, accarezzando il suo braccio.

«Perchè sto cercando di curare le ferite senza farti male.», disse con ovvietà, nascondendo il sorriso dentro, come nessuno l'avrebbe fatta sentire bene con un semplice complimento.

Zayn fece spallucce. «Ai tuoi ordini, signorina.».

 

Alcuni secondi dopo...

 

Cheryl rise.

«Che ridi?», chiese Zayn.

«Rido perchè non finisci di fissarmi. Sei terribilmente adorabile quando lo fai.», disse la mora, sorridendo, non cessando di passare l'ovatta sulle sue ferite.

«Io sono adorabile, ok. Ma tu sei incredibilmente perfetta. Sei una dea? », chiese Zayn, col piacere di provocarla teneramente.

Cheryl roteò gli occhi, sorridendo imbarazzata «Smettila, o ti faccio male.», gli disse guardando dritto agli occhi suoi.

Poi riprese a quello che stava facendo.

«E se ti dicessi quanto tu...»

Cheryl, non amava sentirsi in imbarazzo, nemmeno se fosse stato il ragazzo dalla pelle ambrata. Anche se li facevano stare bene quei complimenti, lei non riusciva a dire un «grazie» sincero. Forse perchè era orgogliosa, forse perchè non era abituatia a quel genere di complimenti. Ma una cosa c'era: non voleva aprire il suo cuore così facilmente a lui anche se che era riuscito a perdonarlo.

Zayn enaudì un gemito, prendendola di scatto nel polso della stessa mano che aveva pressato l'ovatta sulla ferita deliberatamente.

«Mi curi e poi mi fai male?», chiese il moro, stringendo il suo polso.

«Ti avevo avvisato. Do sempre la mia parola in quei casi, lo sai.», disse Cheryl con un punto di orgoglio e un sorriso beffardo nelle labbra.

Zayn la guardò sopreso. Non pensava che gli davano fastidio i complimenti. Potè notare che era davvero cambiata. Capiva che il suo cuore doveva ancora fare lunghi progressi per rimettersi in senso, non era pronta a sciogliersi dal ghiaccio che si era creata da quando lui la ferì.

«Mi lasci il polso?», chiese Cheryl, alzando le sopracciglie con un espressione d'attesa.

«No, non ti lascio. Sei destinata a restare così finchè non deciderò io di lasciarti libera.»

Cheryl ebbe un dejavù su quelle parole, in una delle righe dei suoi libri horror.

Cheryl fece un ghigno. «Ok, per me non ci sono problemi. Spero solo che tu non ti stanchi.»gli lasciò un occhiata di sfida.

«Oh no, Tranquilla. Non mi stancherei mai di tenerti imprigionata dalle mie stesse mani.», disse, riuscendo a prendere a sua insaputa l'altro polso e a stringerlo.

Cheryl nascose un piccolo gemito. Ma a lei piacevano da morire le sfide.

La ragazza dagli occhi blu notte, si avvicinò alle sue labbra lentamente.

Pensò che se lei provava a sedurlo, lui gli lasciava i polsi.

Il ragazzo dagli occhi profondi, si allontanò appena, con un sorriso sghembo.

Avrebbe voluto baciarla fino all'ultimo fiato, ma pur di vincere la sfida non si lasciò convincere.

Cheryl inarcò un sopracciglio. «Ok, signor Malik. Non ti bacerò per almeno una settimana!»

Poteva reggere la prima sfida, ma la seconda non ce l'avrebbe fatta proprio.

Zayn stanco di giocare, permise al corpo della ragazza toccare il suo tirandola per i due polsi che teneva stretto. Adesso rimanevano solo i due sguardi vicini, fissarsi mentre Cheryl fece il possibile che il suo cuore non andasse a torturare la sua ragione di lasciarsi andare per una buona volta. Ma lei non voleva. Doveva restare abbastanza forte per non amarlo più di così.

Zayn posò le sue labbra sulle sue, cominciando a darle piccoli e semplici baci. Poi inziarono a baciarsi senza sosta, senza tregua. Quei baci non sembravano premettere qualcosa di controllabile, e lei ebbe timore di non riuscire ad avere lei in mano la situazione, in mano lei il suo cuore, in mano lei la trappola. Lui sapeva coinvolgerla completamente.

Come faceva ad avere questo potere su di lei?

Il problema era che lei non voleva essere il potere di nessuno. Aveva paura di riviverlo.

Zayn lasciò i polsi, e mise le mani suoi suoi fianchi mentre li accarezzava.

Poi si alzò dal bordo del tavolo, e Cheryl potè notare l'alta statura del ragazzo dove poteva vederlo dal basso. Questo la rendeva ancora più impotente.

Zayn sentiva che c'era qualcosa che non andava, lei era fragile e distaccata, nonostante non si fermasse di baciarlo.

«Hei...», sussurò lui, prendendola da sotto la mascella.

Cheryl si aprì gli occhi e lo guardò timorosa.

«Non voglio andare oltre, e non lo farei mai se tu non mi dai il permesso di farlo.»

Cheryl sentì la sua mano accarezzarle la guancia con dolcezza.

Era proprio quello che lo fotteva, la sua dolcezza. I suoi modi gentili, e i suoi cambiamenti d'umore che riuscivano a confonderla.

Cheryl annuì.

«Mi ami, ancora?»,chiese Zayn, guardandola dritta agli occhi.

Cheryl abbassò gli occhi poi li rialzò. «Ti amo. », gli disse con tono basso.

«Vuoi baciarmi?», gli chiese ancora, come se la stesse rendendo libera delle sue scelte. Di restare con lui o no. Aveva in qualche modo paura che lei non fosse stata così convinta di perdonarlo veramente.

«Io voglio baciarti adesso, domani, dopodomani e ancora....», stava continuando a dire cogli occhi lucidi, la ragazza occhi blu notte. Finchè Zayn, da subito, la prese e se la continuò a baciare con foga.

Adesso non aveva più paura. Non era una ragazza che riusciva a pensare alle conseguenze, se lui in futuro l'avrebbe fatta soffrire un milione di volte, se il loro amore non sarebbe andato così lontano insieme. Se.. se....

No, lei non pensava ai "se" o ai "ma". Lei reagiva e basta.

Cheryl cinse il suo collo con le braccia,mentre i loro corpi stavano sempre più stretti. Zayn con le mani sui fianchi della mora, sperò che non si accorgesse dopo che li posò sotto i suoi glutei spingendola più a sè, deglutendo silenziosamente.

Perchè pensava che avrebbe capito che avrebbe voluto andare oltre i loro limiti. Non voleva essere preso come un ragazzo che piaceva fare le cose affrettate,anche con un semplice contatto.

L'amava così tanto che non voleva più deluderla nei minimi particolari, ma usare solo delicatezza.

Ma quello che non si sarebbe aspettato, che quel tipo di ragazza in lei, non esisteva più.

La mora quel contatto sorrise, cominciando a baciarlo sul collo per poi salire a baciare sulla mascella, e ritornado alle labbra.

In qualche modo gli fece capire che lei non aveva paura di niente, e che il pensiero era condividerlo con il suo.

I respiri si univano con fatica, e Zayn come d'istinto, prese la ragazza dalle coscie e se la mise a cavaccioni sul suo fianco, in preda di voler avere contatto in più in quel corpo che gli mancava da tanto tempo.

Zayn camminò, coricando la ragazza occhi blu notte sul letto, per poi stendersi su di lei.

Mentre i loro occhi si guardarono, il moro tolse la maglietta di Cheryl che di seguito tolse anche la sua. Zayn baciò il petto della ragazza, mentre il lei cresceva pelle d'oca e sensazioni più forti.

«Mi sei mancata.», sussurrò Zayn, una volta tolti ogni loro indumento.

Da lì potè scivolare dentro di lei.

I due innamorati, dopo lunghi minuti a far l'amore, poterono sentirsi realizzati da una felicità difficile da contenere.

Era ufficiale, la loro storia continuava imparando già ad amarsi senza più riserva alcuna.

 

Cheryl stava con la testa appoggiata al petto del suo ragazzo, mentre lui giocava con i capelli morbidi della sua ragazza.

Si sentivano completi, davvero bene, davvero amati l'un con l'altro.

Non chiedevano di più.

Parlavano di tutto.

Avevano sempre cose da dirsi, questo si poteva chiamare compatibilità.

Perchè, chi parlerebbe di tutto e di più, se la persona che sta ascoltando è troppo diversa da te e da quello che pensi?

Ogni tanto mentre Zayn continuava a parlare, Cheryl gli accarezzava la guancia caratterizzata da un filo di barba, mentre Zayn la teneva stretta a se nel letto ancora per molto.

 

 

 

 

 

 

Hanno fatto... hanno fatto...................aaaaaaaaaaaaww! Che dolci! *___*

Non sono romantici? <3 Sono perfetti.

Non vedo l'ora di pubblicare l'altro capitolo.

Sò che mi visitate, ma cavolo, davvero non merito qualche recensione?

A presto, xxx 



 

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Capitolo 16
*** Pomeriggio con il migliore amico. ***


 


 

Passarono 5 giorni, e gli studenti della Royal Academy Of Music conoscevano una nuova coppia. Zayn Javaad Malik e Cheryl Nicholson.

Quanti li invidiavano.

 

Harry sbattè lo sportello della macchina nera e abbracciò la migliore amica Cheryl.

La sentì ridere un pò dalla felicità.

Lui le baciò i capelli sentendone anche il profumo. Il profumo era sempre stato di rose, o era quello che aveva provato ad indovinare in tutti quegli 11 anni di amicizia.

Ma una certezza c'era: Cheryl non avrebbe saputo mai dei pianti che subiva dove la sua assenza si faceva pesante nei suoi momenti bugli e difficili a causa dei continui litigi con il padre e contro la propria coscienza.

Poi era sempre stato un ragazzo che non voleva essere un disturbo per nessuno, ma in quei momenti immaginava in silenzio le parole che gli avrebbe detto di conforto. Perchè lei era la sola persona che lo capiva.

 

I due migliori amici passeggiavano nel tramonto lungo la spiaggia mentre Cheryl ascoltava lui parlare.

Cheryl spalancando gli occhi «Cosa, hai baciato Alba? Oddio!», disse la mora non accorgendosi di aver aumentato il tono della voce che attirò lo sguardo dei passanti.

«Si, Cheryl.», annuì. «Però avrei sperato che la cosa fosse rimasta tra noi, sai, ci stanno guardando tutti.», rise con la migliore amica.

«..e poi c'è qualcun'altro che sembra vivere una storia simile alla mia. »

Cheryl lo guardò negli occhi. «Liam si è fidanzato! Ma non so se è cosa seria, anche se lui è un ragazzo che ha sempre dato corda a quel genere di relazioni.», le disse.

«Ah, sì. Lo so! Me l'ha detto al cellulare due settimane fa, mi pare.», disse scuotendo il capo.

«Te l'ha già detto? Davvero?»,chiese stranito il riccio.

Cheryl sospirò. «Voleva vendicarsi. Nel tipo "io adesso sono fidanzato e tu non puoi avermi" come se me ne fosse sempre importato.», disse Cheryl ridendo con un ghigno fra i denti.

«Povero, dai. E' colpa tua se lo illudi tutte le volte!»

«Mi divertivo un pò. Che c'era di sbagliato? Non gliel'ho detto mica io di innamorarsi di me.», si spostò i capelli dietro, con una mano.

Harry la guardò intensamente. «Quando cambierai piccola Cheryl?»

«Non credo che qualcuno possa cambiarmi. », lo guardò sicura.

«Eppure due anni fa qualcuno l'ha fatto.», disse il riccio, riferendosi a Zayn.

Cheryl abbassò lo sguardo a quel pensiero, socchiudendo le labbra. Poi deglutì.

«Però anche i tuoi occhi sono cambiati. », continuò a dire, Harry.

 

Cheryl sentendo la frase, si girò lo sguardo da un 'altra parte.

Non voleva guardarlo negli occhi perchè sapeva era arrivato il momento di dirgli la situazione tra lei e Zayn.

Poteva vivere una relazione con lui senza che ci fossero state conseguenze?

 

«Cheryl?», la chiamò. «Non c'è niente di nuovo che devi raccontarmi?», le chiese.

Cheryl si voltò. «Emh.. vedi io..»

Sapeva che dopo confessatogli tutto, non l'avrebbe accettato.

«..sì, c'è una cosa che devo dirti.», disse seria.

Harry, prima, le fece cenno di sedersi accanto a lui sulla spiaggia.

Poi la guardò in attesa che lei avrebbe parlato. Anche lui aveva cambiato espressione, perchè gli occhi della migliore amica promettevano qualcosa che lui non si sarebbe aspettato.

«Sono fidanzata.», iniziò a toccarsi le mani.

«Non solo Liam ma anche tu?», il riccio rise divertito. «Quindi, chi è?», poi le domandò.

«Chi è? Come chi è? Un ragazzo, ovvio...», disse impacciata, provando in tutti i modi possibili che non gli avrebbe detto il nome del ragazzo che odiava.

 

Harry inarcò il sopracciglio.

«Ed è...?», la incitò cogli occhi fin troppo vicini per i suoi gusti.

«Harry, non ti piacerà questa storia.», lo avvertì Cheryl facendo una breve pausa.

«E' Zayn.», gli disse.

A Harry gli si spensero gli occhi.

«Ma che sei impazzita, forse?», domandò con tono.

«Ci amiamo, capisci? E' una storia lunga da raccontare, Harry. », disse Cheryl.

«Che cosa devo capire, Cheryl? Quella che deve capire sei proprio tu! Apriti gli occhi, da quando ha finito di fare il donnaiolo con le altre, ti sta facendo ricadere nella sua trappola perchè sa che come te non c'è nessuna. Proprio nessuna, cazzo.», disse Harry aumentando la voce sulle sue ultime parole.

 

Cheryl spalancò gli occhi blu notte, si aspettava questo atteggiamento, ma non esattamente quelle parole.

 

«Ha pianto implorandomi perdono. Nessun ragazzo l'aveva mai fatto per riavermi. Ma io devo ancora vedere se lui è cambiat...»

«Che devi vedere, tu? Vedere se è cambiato? », disse cogli occhi in fiamme.

Poi sospirò, capì di esagerare il tono alto della voce e cercò di aver autocontrollo.

Le accarezzò la guancia. «Infondo sei rimasta la ragazza di un tempo... Ingenua, e non credo che questa parte di te se ne andrà facilmente. Nè con la forza, nè con la volontà tua. », le disse, mentre il vento soffiava nei capelli della ragazza dal volto fragile.

Cheryl pose la mano sulla mano che l'accarezzava delicato. «E nè con la forza, nè con la volontà mia potrà togliere l'amore che sento per lui.»,disse sincera, assomigliando a un sussurro, la ragazza occhi blu notte.

Harry fece appena una smorfia nelle labbra, deluso e si alzò.

«Harry, per favore. Non..», ma il ragazzo dai capelli ricci gli voltò le spalle.

Era troppo amareggiato e deluso. Deluso di non essersi prima consigliata da lui invece di agire e nasconderglielo.

Ma lei era fatta così, accettava consigli da tutti, anche quelli della sorella maggiore ma lei doveva pensare sempre a modo suo.

 

«Ma dove stai andando?»,gridò da lontano da lui, la mora.

Il ragazzo dagli occhi verdi, camminava lentamente. Era così scosso da quella situazione. Lui temeva il ragazzo dalla pelle ambrata, perchè aveva il potere di cambiarla e adesso, la paura cresceva. Perchè lui era convinto che lei continuando ad andarci dietro, il moro la cambiava ancora e ancora fino a renderla irriconoscibile arrivando al punto di perdere la migliore amica.

Zayn per Harry era un pericolo che lei non doveva rivivere più.

 

«Cavolo, Harry non lasciarmi sola!», gridò ancora, Cheryl alzandosi e andadogli da dietro le spalle.

Cheryl gli prese il braccio e lo fece voltare. Vide Cheryl cogli occhi lucidi.

«Pensavi veramente che ti avrei lasciata quì con questi maschi in giro?», le domandò.

Cheryl non seppe cosa rispondere. Un minuto prima aveva pensato davvero che l'avrebbe lasciata sola lì. Conosceva il suo lato vendicativo, ma non sapeva che lui non poteva tenerle rancore perchè non avrebbe smesso mai di proteggerla.

Harry la prese e la baciò in fronte, prima che Cheryl l'avrebbe abbracciato forte cogli occhi chiusi.

«Non voglio farti arrabbiare. Mi dispiace così tanto che mi sento morire.», disse la mora, stringendolo più a sè.

«Lo so, lo so piccola. Ma dimmi un'ultima cosa..», si prese una pausa. «Cosa vedi in lui di tanto speciale?.», le chiese.

Cheryl lo guardò. «Vedo me felice, per davvero.»

Harry si limitò ad annuire comprendendo, o almeno cercando di comprenderla.

 

I due migliori amici si sedettero in un tavolo al bar vicino, mangiando gelato.

«Questo gelato è il più buono che io abbia mai mangiato!», disse Harry, passandosi un tovagliolo nell'angolo labbra coperto di fragola, dopo averlo divorato in un sol boccone.

«Mmh...», mugulò Cheryl assaporando ancora in mano la punta del cono che poi mangiò pian piano.

 

L'aria adesso era più tranquilla e meno soffocante da quel discorso che presero ore fa.

Lui stava lì a raccontagli di Alba, degli episodi avvenuti divertenti sulla comitiva, e tante altre cose che lei non sapeva stando lontano da casa sua.

Cheryl rideva con lui, finchè lei lo guardò dritto ai suoi occhi.

«Come va con tuo padre?», gli chiese, la mora.

«La solita cosa di ogni giorno. Le cose non cambiano ormai, se è il caso peggiorano.», disse Harry.

Cheryl si pose una mano al cuore.«Quando ti sentirai giù, lo sai che puoi sempre telefonarmi. Vero?», gli disse, per ricordarglielo ancora, posando poi la mano sopra a quello di Harry.

«Certo...lo so, tranquilla.», le strinse la mano e fece un sorriso.

Voleva che quella giornata si fosse fermato soltanto vedere la propria migliore amica parlarle.

Ma all'improvviso squillò il cellulare di Cheryl, facendo togliere la mano che teneva stretta il migliore amico.

«Pronto? Sono fuori... sì, penso che tra poco rientrerò a scuola. Uhm.. no no. Certo...»

Harry la guardava fisso. Le sue labbra erano decisamente allargate da un piccolo sorriso, e i suoi occhi quasì brillavano dalla gioia. Soltanto sentire la voce di una persona riusciva a farle sentire le farfalle allo stomaco: Zayn.

E il migliore amico l'aveva già capito che al cellulare era lui.

L'avrebbe strappato il cellulare e dirgliene di starle lontano.

Ma era soltanto un pensiero che gli attraversò la mente, mentre si spostò al indietro i ricci con una mano.

Cheryl riattaccò. «Iniziamo a raggiungere la macchina?», domandò la mora.

«Si sente talmente perso senza di te, che non sa sopravvivere.», disse Harry, inarcando il sopracciglio.

Cheryl roteò gli occhi. «Che simpatico che sei. »

 

Raggiunto la macchina, Harry lasciò la migliore amica a scuola e se ne andò a casa, prima di aver ricevuto un suo lungo abbraccio.

 

La mora stava con gli occhi rivolti allo schermo del cellulare, camminando lungo il corridoio della Royal Academy Of Music. Ma una figura gli si piombò davanti facendola sussultare e fermare i passi.

Alzatosi lo sguardo verso Zayn, un sorriso spontaneo e sincero spuntarono nelle labbra dei due ragazzi.

Un bacio, immischiato tra sorrisi e morsi, mentre lui la prendeva per sotto la mascella.

Non chiedeva altro.

«Dove ti eri cacciata? Mi sei mancata.», disse Zayn.

«Ero con Harry.», gli rispose Cheryl, perdendosi in quei iridi profondi.

«Lo sa che sei mia?», le sussurò all'orecchio, lasciandole baci umidi sul suo collo in modo perpetuo.

La ragazza occhi blu notte, si lasciò travolgere da quei baci che ormai erano droga per lei. E quelle parole che le sussurò, non fecero altro che farla sorridere pià di prima con il batti cuore.

Era sua, davvero.  

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Capitolo 17
*** Harry. ***



 

 

 

Harry posteggiò la macchina davanti casa sua, scese e aprì il cancello automatico metalico. La sua casa era formata dal pianterreno, primo piano e secondo piano.

  

Era grande, accogliente. Chiunque entrava lì, voleva rimanere se era possibile anche fino a tarda notte. Il padre se lo potè permettere con i soldi che guadagnava, e la famiglia Styles tlaslocando, abitarono lì da quando Harry aveva 3 anni.

 

Aprendo la porta di casa con una chiave, due cani grandi e neri di razza alano corsero scendendo le scale arrivando a salire le zampe nelle cosce del padrone, mentre scodinzolavano felici.

«Pod, Ruji. Vi sono mancato, sì?», disse amorevolmente ai propri cani, non cessando di accarezzarli.

Harry poi entrò in cucina, sentendone tutto l'odore della cena ancora in forno.

«Ciao Harold, dove sei stato?», chiese la madre ai fornelli, pronunciando il nome di battesimo di suo figlio.

La signora Styles sentì due mani toccargli i fianchi.

«Con Cheryl, mà.», le diede un bacio in guancia. «Che stai cucinando, le tue specialità culinarie?», domandò il riccio, tenendo abbracciato ancora la giovane madre.

La signora Styles rise breve. «Beh... se è così che li chiami, sì. Sto cucinando una delle mie tante specialità.», rise ancora con tenerezza, mentre preparava a pezzetti i pomodori freschi.

Il padre sentì la voce del figlio, e scese dalle scale del primo piano.

Ma il riccio poteva già sentire i suoi passi pesanti, scenderle tutte e venirgli incontro.

«Pensavo che stasera tardavi saltando la cena anche oggi. Non eri con Louis?», disse rinfacciando un'altra volta a Harry, la solita storia.

Dejavù, del padre.

 

«Niente da fare, non torna.», disse il padre, dando un'ultima occhiata all'orologio delle 6:00 di mattina, appesa all'ingresso della porta.

La giovane madre stava agitata e preoccupata per il figlio. L'unico figlio.

Oramai la preoccupazione non era più a che ora tornava, ma i conti con il padre che avrebbe fatto l'ennesima volta Harry.

«Sarà con Niall, e magari starà anche dormendo a casa sua.», provò a mettere acqua su fuoco, lei.

«Ti sembra che non ho visto con chi era uscito, stasera?», chiese fulminandola con lo sguardo. «Era con Louis e gli altri amici, niente a che vedere con Niall o con Liam.»

La madre sospirò debole.

«E secondo te che cosa avranno da fare tutto il tempo, Annie?»,chiese ancora, alla giovane madre, mettendola in difficoltà un'altra volta con la realtà. «A drogarsi!», gridò il padre, facendo sussultare la moglie.

Annie, senza fare vedere al marito gli occhi lucidi, direzionò verso il bagno a piangere per le condizioni del figlio.

 

Harry con una smorfia nelle labbra, evitò le parole del padre. La giovane madre stava con lo sguardo basso fingendo di non avere udito nulla, nel frattempo che posava i piatti con mani tremanti in tavola. Dopo tutti quei tentativi di far smettere, a Harry, di usare stupefacenti si malediceva tutti i giorni per non esserci stata in tempo della cattiva strada che stava percorrendo. Dava la colpa soltanto a se stessa.

 

I genitori si sedettero a tavola con la cena abbondante in casa Styles.

Il padre Albert, mangiava tranquillo. Anche se, tanto tranquillo non lo era in realtà. Vedere Harry gli dava una brutta sensazione. Lo voleva bene, ma gli era caduto dal cuore.

Harry, quelle rare volte che mangiava a casa, non riusciva mai a mandare giù la cena. Il padre gli dava una sensazione di ansia e di colpe. Lo sapeva benissimo in che guaio si era cacciato, ma lui lo reputava una seconda coscienza che lo accusava ogni sera. Perche era la sera che il padre si ritirava dal lavoro.

Harry masticava la cena con una piccola smorfia nelle labbra. Poi toccò il piatto mandandolo in avanti la tavola e si alzò, con lo sguardo puntato dalla madre.

«Dove vai?», domandò Annie, cogli occhi fragili.

Harry si girò. «Vado nella mia stanza.»

Salì le scale, mentre una mano posò sui suoi ricci mandati di lato dal nervoso, e aperto la sua stanza si sedette nel suo letto e appogiandosi la schiena al muro, prese la foto di suo nonno dal comodino e se lo strinse al petto.

Le lacrime gli scesero dagli occhi. Pregò che dalla foto fosse uscito fuori quell'angelo di suo nonno per dargli aiuto, e a salvarlo da quel vizio. Pensava se ci fosse stato ancora, poteva cambiare la sua vita da cocainomane una volta e per tutte.
Ma smettendo di piangere, posò la foto del nonno. Doveva restare forte.

Prima di dormire, stette coricato con il cellulare in mano. Fissava lo schermo. Avrebbe voluto tanto chiamare Cheryl, ma sapeva che era impegnata a stare con il ragazzo dalla pelle ambrata.

 

Al sorgere del sole, il ragazzo dai capelli ricci, dormiva beatamente col cellulare sotto il cuscino. Finchè vibrò e di scatto aprì i suoi occhi verdi. Prese il cellulare, e lesse il messaggio.

Hey, sono libera oggi. Quindi... ti andrebbe di vederci?

Harry sorrise. Quel messaggio a mandarlo era stata Alba.

Era un bel modo per iniziare la giornata con la persona che amava.

Non sapeva la bionda dei suoi forti sentimenti per lei, ma si stavano frequentando seriamente.

Andò in cucina a fare colazione. I suoi genitori lavoravano di mattina presto, e la sua unica compagnia al sorgere del sole, erano le luci che riflettevano sui vetri delle finestre, e i due cani più fedeli che poteva desiderare.

Avendo mangiato frittelle, accettò l'uscita di Alba e andò a fare una doccia.

Alba non sapeva niente del suo vizio, eccetto Louis il suo compagno di vizio, ed eccetto la sua migliore amica Cheryl l'unica di cui si fidava più di se stesso.

Harry e Alba si videro da lontano con i passi venirsi incontro.

Si salutarono con un immenso sorriso e un bacio che Harry le diede sulla guancia.

 

Non si sarebbe aspettato questo da lui, si aspettava un vero e proprio bacio sulle labbra come successe giorni fa. Ma lui cercò di fare le cose con calma nel possibile dei modi, e si stava reputanto davvero un ragazzo diverso da tutti quelli che lei frequentò.

Così Harry vide Alba sorridere porgendo una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Segno di stupore e batti cuore.

«Come stai?», le chiese.

«Bene, grazie.», disse la bionda lasciandogli uno dei migliori sorrisi. «Tu?»

«Piuttosto bene. Mi sono svegliato col tuo messaggio. E ho capito che la giornata non poteva cominciare meglio di così.», disse con tono dolce ma che risuonò seducente alle orecchie di Alba, che non smetteva di fissar le sue labbra.

 

Seduti in un tavolo del bar, fecero colazione con un cornetto, nonostante già l'avessero fatto a casa e iniziarono a parlare del più e del meno, parlare degli interessi comuni e di cose che non avevano mai parlato insieme. Sentirono una vera e propria scintilla che Alba non provò mai in quegli anni d'amicizia con Harry.

 

«Sto parlando con il rubacuore di Bradford, e nemmeno mi sembra più lui, adesso.», disse Alba con un sorriso divertito, riferendosi alle numerose ragazze che lui riusciva a sedurre.

Non aveva mica conosciuto solo quel lato di Harry.

Lui aveva ben altre risorse e qualità che lei non aveva mai saputo conoscere.

Si stupì in quell'istante, come Alba lo conoscesse ben poco mentre lui sapeva ben altro di lei.

Harry tossicchiò. «Mai mettere etichette sulle persone. Ogniuno è diverso da come appaiono.», disse Harry schiacciandole l'occhio.

 

Poco tempo dopo, i due ragazzi entrarono in un parco grande e pieno di bambini che giocavano con le altalene e aquiloni.

Era tutto semplice e sereno in quei prati verdi.

 

«Come amo questi generi di posti...», disse Alba, ammirando con lo sguardo.

Poi si girò verso Harry, che sorrideva per lei. «Sai troppe cose su di me...mi sveli il segreto?», gli domandò dolce, Alba.

Harry fece spallucce.

 

Gli avrebbe detto che fin dal primo giorno si sarebbe promesso di impegnarsi a conoscere tutto di lei: ciò che gli piaceva e ciò che non. Gli avrebbe detto che aveva imparato ad amare tutto quello che riguardava lei e le sue passioni. E che mediante i suoi sentimenti, lo invogliavano a scoprirla sempre di più.

 

«Non è tanto difficile da capire che ti piace la natura e i bambini.», disse Harry, facendo apparire la cosa il più naturale possibile.

Alba pose una ciocca di capelli dietro l'orecchio, con un sorriso mozzafiato. Questo abitudine che aveva la bionda, era uno dei tanti piccoli gesti che gli facevano impazzire.

Mentre ogni sorriso che formava nelle labbra di Harry, era uno spettacolo per Alba che avrebbe guardato per minuti.

 

Seduti in una panchina, ridevano, giocavano, e a volte facevano anche gli idioti insieme.

Ma quando in un momento non ebbero nulla da dirsi, l'aria si fece improvvisamente imbarazzante. Il volto di Harry si avvicinò a quello di Alba baciandola di sfuggita.

Alba sorrise, mentre l'espressione di Harry non era mai stato tanto serio.

La prese da sotto la mandibola e ricominciò a baciarla ma sempre più con passione. Aveva fortemente bisogno di quei baci che solo quelli suoi sapevano farlo sentire davvero bene.

«Harry...», disse appena Alba.

Il ragazzo dagli occhi verdi la guardò.

«Un'attimo, mi farai morire così.», disse poi, facendo ridere rumorosamente il riccio.

«Scusa... Scusa se stavi smettendo di respirare.», disse Harry con un sorriso spavaldo.

Alba scosse la testa, poi guardò la mano del riccio. Le stava invitando di prendergli la mano, e lei lo strinse.

I due fidanzati passeggiavano lanciandosi qualche volta degli sguardi.

«Adesso che stai con la sottoscritta, sarai pronto a toglierti il vizio di portarti a letto ragazze, Styles?», chiese Alba, inarcando un sopracciglio.

Harry rise divertito. «Puoi starne tranquilla.»

«Non ne sono tanto sicura, ma spero che lo sarò al più presto.»

«Questo vizio, penso che se ne sia già andato da quando le ho baciata. Signorina Williams.», disse Harry, facendo spuntare le fossette nelle sue guancie con un sorriso.

Alba gli diede un bacio in guancia. «Sono onorata, davvero. Spero almeno che non abbia altri vizi, da togliere. Signor Styles.», disse con sarcasmo, la bionda.

Harry sorrise forzato.

Aveva dimenticato i suoi problemi, ma lei era riuscita a farli ritornare nella sua mente.

In quell'attimo il tempo sembrava fosse fermato in un ricordo che gli apparve.

~ «Prova questa canna, Harry», gli disse l'amico Josh porgendogli quell'oggetto fra le dita.

Il ragazzo dagli occhi verdi si fece un tiro, e come le altre sere quando gliel'offrivano, si sentì la ragione pian piano affuscata da quell'effetto. Cominciava a non stare fermo neanche un attimo. Così ballava anche se erano isolati e lì non c'era ombra nemmeno di discoteca, in quella spiaggia buia cogli amici.

«Harry è davvero fatto.», scherzò l'amico Paul.

Harry continuava a ridere, tutto ormai sembrava farlo ridere.

«Non sono fatto. Louis lo è!», disse il riccio. «Guardate che sta facendo.», puntò il dito verso Louis che sembrava giocare con quelle ragazze che gli ronzavano attorno. Più che giocare, sembrava volesse strapparle i costumi.

«Ma è messo peggio, lui. Si è fatto di cocaina.», dissero con ovvietà gli amici ridendo rumorosamente. Erano fatti di stupefacenti anche loro.

«Sei uno sfigato.», sentì Harry, le stessa frase ripetuta da alcuni.

Il ragazzo si corrugò la fronte. Effetto dalla canna, perdeva le staffe più facilmente.

«Cazzo dite?», chiese arrabbiato.

Gli amici risero. «Sei uno sfigato! Tutti la proviamo tranne te. Rifiuti sempre come un bambino di 10 anni. Ci vergognamo di te, Styles!»

«Non voglio essere un drogato come voi. », disse con tono, il riccio.

Louis baciando una delle ragazze che gli stavano vicino, si accorse il volume della voce di Harry. Notò che lì , non stava andando la situazione tanto tranquilla.

Si avvicinò a loro.

«..quindi non rompetemi le palle!», finì di dire, Harry.

«Oh, che succede?», chiese Louis, facendo voltare l'amico verso di lui.

Josh si intromise facendosi avanti. «Succede che quà abbiamo una femmina. Te la faccio conoscere. Ecco...», disse arrogante, facendo il gesto con le mani puntati verso Harry.

Harry stava per attaccarlo a pugni, finche Louis lo fermò per la spalla.

«Harry? Ma che... Ma andiamo, con un pò di cocaina non si muore. », disse Louis, avvicinando al volto indeciso del riccio la droga in polvere che teneva in mano con cura.

 

Harry lanciò un'espressione schifata, estento ad avvicinarsi per annusare la polvere bianca, pressando con il dito il lato destro del suo naso.

Ma quello che non si aspetto il ragazzo dagli occhi verdi, era che Louis gli avvicinò la droga ancor di più da riuscire ad annusarla quasi tutta in una sola volta, al suo amico dai capelli ricci.

Gli amici ebbero un espressione palesemente soddisfatta, con un ghigno nelle labbra.

Harry non si sentì bene. Ma l'adrenalina cominciava a penetrarlo nel corpo sentendosi la persona più forte di tutti riuscendo a uccidere la parte insicura di lui. Quella volta si poteva sentire potente e senza regole.

Il buio di quella tarda notte in spiaggia, fu l'inizio del buio nella sua vita insieme alla droga e le brutte compagnie che frequentò. Era un ragazzo di 18 anni che voleva vivere emozioni più forti. ~

 

Ma diventò un vizio non riuscendo con mille tentativi a togliere nonostante arrivasse ad avere 20 anni.

 

Harry sussultò al tocco al braccio.
«Hey, tutto okay?», chiese Alba dopo aver notato per qualche secondo Harry fermo con lo sguardo altrove.

Il riccio deglutì nervoso, e si spostò i capelli all'indietro.

«Sì, certo.», mentì. Poi le diede un leggero bacio a timbro.

Dopo la mattina passata con Alba, Harry rientrò a casa.

Salì immediatamente nella stanza, si spogliò e si lasciò in pantaloncini per il caldo che faceva nei giorni di Agosto. 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti, un capitolo solo ed esclusivamente per il migliore amico di Cheryl, Harry Styles. Un pò di lui lo dovevate sapere, no?

E non ve l'aspettavate, immagino.

Povero Harry, chissà se riuscirà a togliersi il vizio!

GRAZIE di cuore a chi mi segue, mi rendete felice per così poco!

Ci vediamo nel prossimo capitolo, baci e abbracci........... :) :) 

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Capitolo 18
*** Violenza. ***



 

Chreyl dopo aver passato un'altra giornata con Zayn, rientrò in stanza buttando le chiavi sul comò e si coricò nel letto.

Starsene sola qualche volta nel proprio letto della Royal Academy of Music, dava bisogno alla ragazza occhi blu notte un pò di tregua alle sue palpitazioni cardiaci che gli causava il solo vedere gli occhi di quel ragazzo dalla pelle ambrata.

Sospirò con un sorriso quasi d'ebete, poi pose appena una mano sugli occhi. Pensando a quanto Zayn la facesse sentire al settimo cielo, pensando a quelle parole dolci che si sussuravano, ai baci dati e....

Cheryl ritornò sulla terra una volta sentito bussare alla porta. Così strizzando le palpebre si alzò e andò ad aprire.

Rimase stupita a quell'immagine che ebbe davanti.

«Ma che ci fai tu quì?», chiese aggressiva, la mora.

«Ho saputo che ti eri scritta in questa scuola, e così ho deciso di vederti. Sei contenta?»,disse spavaldo il ragazzo con il sorriso sfacciato.

Cheyl si mise una smorfia nel suo volto.

«Sparisci, Alex. Anzi, se muori faresti un piacere a tutti.».

Cheryl chiuse immediatamente la porta in faccia a quel ragazzo.

Ma lui iniziò a bussare violento, finchè Cheryl stanca lo aprì.

Lui facendo un passo avanti la spinse verso dentro la stanza e si chiuse la porta alle spalle.

«Ma che sei pazzo?», gridò Cheryl, arrabbiata.

 

Faceva cadere ai suoi piedi ragazzi, a suo piacimento. Ricordate?

Bene, ma a lei capitò mesi fa un ragazzo pericoloso.

Capì che era stato un grosso sbaglio incontrarlo quel giorno al mare, perchè adesso lui era spudoratamente ossessionato da lei. Eppure non fece granchè a ridurlo in quel modo.

Non lo vide per due mesi, perchè quando cambiò casa lui oltre a perdere i suoi contatti non seppe in che via oramai abitasse.

Per lei fu un sollievo, fino a quando lui si fece vivo all'improvviso.

 

«Sono pazzo di te. Hai capito? », chiese Alex cogli occhi lucidi. «Voglio che tu sia mia, non voglio perderti mai, mai, mai...», ripetè quelle parole avvicinandosi alle labbra della mora.

Cheryl lo spinse dal petto, poi gli dette uno schiaffo.

«Esci fuori da questa porta. Subito!», esclamò puntanto il dito verso la porta.

Il ragazzo sconvolto mentre si toccò la mano sulla guancia dolorante, iniziò a mettersi un espressione che fece quasi paura alla ragazza occhi blu notte.

 

La prese per la faccia mentre le parlò all'orecchio. «Tu mi vuoi,non puoi negare.», sussurò.

La mora cercò di respingerlo con denti stretti.

«Non fare la ragazza cattiva, perchè il cattivo tra noi due potrei essere io.», gli disse ancora.

Cheryl si allontanò. «Come sei riuscito a trovarmi? Credevo che ci eravamo capiti l'ultimo giorno che ci siamo visti. Devi starmi lontano!», disse Cheryl fulminandolo con lo sguardo.

Il ragazzo si avvicinò a lei. «Ma perchè? Perchè non mi vuoi, Cheryl?», chiese.

Cheryl sospirò.

«Mi dispiace, non saremo mai niente io e te. Capito? Niente. Adesso vattene, devo riposarmi.», disse la mora.

Alex non curandosi di come si poteva sentire, si attaccò a lei cominciando a baciarle il collo, mentre gli occhi di Cheryl si facevano fragili e sgranati.

«Non toccarmi! Giuro che non uscirai vivo da quì!», disse cercando ancora di respingere il suo corpo attaccato al suo.

Alex fece un ghigno. Mentre Cheryl innervosendosi dette una ginocchiata sul membro del ragazzo che subito dopo si mise quasi in ginocchio dal forte dolore.

«Puttana.», disse col fiato corto, con la mascella contratta e occhi chiusi per il dolore.

 

Cheryl si allontanò ridendo soddisfatta.

 

Mise una mano sul manico della porta per aprire finchè si sentì rabbrividire appena sentendo due braccia avvolgerle lo stomaco con possessività.

La trascinò con violenza a sè, e poi la mise con la schiena intrappolata al muro.

La baciò con violenza e con velocità anche. Sembrava esperto a mal trattare le ragazze, visto che arrivò al punto di stringerle le braccia con le mani rendendola intrappolata.

Lei provava con tutte le sue forza di girarsi la faccia pur di non toccar più quelle labbra, ma lui ci riusciva sempre.

Stavano così già da minuti.

Voleva gridare, ma non riuscì quando le lacrime presero il sopravvento. Si sentiva soffocare da quel corpo aderente al suo e quei baci così violenti che non facevano prendere fiato da vivere.

«Ti prego...», disse piangendo, quando le sue mani iniziarono a toccarla.

Il ragazzo si fermò, guardandola dritto agli occhi.

«S-scusa. Non volevo farti piangere, voglio farti soltanto sentire il mio amore che provo per te. Capisci?.»

Cheryl sentì quelle parole dal ragazzo che provava disprezzo mentre i suoi occhi la guardarono ossessionati e vogliosi.

Cheryl smise di piangere. «Alex ascoltami.» gli disse. «Non fare quello che stai per fare. Se ci tieni davvero a me, non farmi del male. Non puoi farlo p-perch..»

«No, no. Shhh.», le mise l'indice sulle sue labbra facendola tacere con un sussulto.

«Io non voglio farti del male. Voglio soltanto dimostrarti quanto tu sei importante per me. Ma nello stesso tempo...fartela pagare. Sai quanti notti non ho potuto dormire a sol pensiero che ti avevo persa? Cheryl perchè mi hai abbandonato?», chiese cogli occhi che piangevano nervosi, e cogli occhi di chi sa essere un pazzo maniaco da far tremare le gambe.

 

Cheryl lo incontrò quella giornata al mare, tra amicizie in comuni. All'inizio lei mandava soltanto sguardi, e parole dopo aver bevuto qualche drink in più. Iniziò a vederlo più volte ovunque andava. Finchè ci furono serate che uscendo con amici c'i fu anche lui. Poteva aver fatto intendere male al ragazzo illudendolo un pò. Ma non oltrepassando mai i limiti a baciarlo o cose simili.

Anche perchè lei non l'avrebbe fatto mai con un ragazzo appena conosciuto.

Ebbe un motivo per allontanarsi da lui anche grazie a Harry.

 

Lui iniziò a baciarla e poi stenderla sul letto.

Cominciò a mettersi a cavaccioni sopra il bacino della ragazza e a sbottonarsi il jeans per poi riprendere a baciarla con ossessione.

Provò anche a strapparle la maglietta di cotone e ci riuscì facendo intravedere metà seno di Cheryl.

Usava reggiseno poche volte soprattutto quando faceva tanto caldo e si sudava parecchio, e quel giorno si maledisse di non averselo messo perchè sapeva che in qualche modo lui non sarebbe riuscito a strapparglielo via dal suo petto.

Forse.

 

Cheryl dette un pugno sul naso ad Alex, riuscendo a muoversi un pò.

«Aiuto» gridò. «Aiutatemi!», gridò ancora.

 

 

 

Una ragazza passando di lì, sentì delle urla provenire dalla stanza 217.

Si corrugò la fronte, indecisa di aprire. Ma poi continuò a camminare pensando che lì dentro stessero scherzando per conto loro.

«Hei, ma che fai? Non apri?», chiese l'amica di quella ragazza.

La ragazza fece spallucce, mentre l'amica aprì.

Appena videro il ragazzo sopra alla ragazza chiusero subito la porta.

Una di loro rise. «Bene. Te l'avevo detto che non dovevi aprire.»

E se ne andarono.

Cheryl era seminuda, mentre il ragazzo pericoloso stava col petto nudo.

Mise le mani per sbottonarle il jeans e ci riuscì.

Nel momento in cui stava abbassando l'indumento di sotto della ragazza, lei iniziò a muoversi senza sosta. A dargli schiaffi e a spingerlo.

La forza cresceva in lei, una forza innata per un ragazzo abbastanza forte per ridurla in quello stato.

Lui emise dei gemiti che all'iniziò spostò il capo pur di non ricevere altri schiaffi dalla ragazza occhi blu notte.

«Statti ferma, cazzo! », gridò il ragazzo, tirandole uno schiaffo.

La ragazza dagli occhi fragili capì che non aveva più scampo e quel ragazzo stava riuscendo a entrare il suo membro dentro di lei.

 

 

Zayn aveva in mano l'anello che Cheryl lasciò tavolo in un bar dove starono a sedere quella giornata prima di entrare a scuola.

Così decise di andarla a trovare.

Aprì la porta.

La sua espressione non si poteva nè spiegare, nè provare a descriverla.

Zayn prese il ragazzo che stava violentando la sua unica ragione di vita, e iniziò a prenderlo a botte fino a buttarlo sul pavimento.

Cheryl si mise una mano sul petto, continuando a piangere ancora nel letto.

«Figlio di puttana! Che stavi facendo, eh? », disse sopra di lui, continuando a riempirlo di pugni in faccia mentre Alex non riusciva nemmeno a reagire.

Era un vigliacco, quel ragazzo. Riuscire a mal trattare tutti, tranne a prendersela con quelli più grandi di lui.

 

Zayn era entrato lì a salvarla come un angelo.

Vedere quella brutto scena, gli si congelò il cuore rendendolo così furioso da poterlo anche uccidere.

Infatti, ci stava riuscendo. Alex era svenuto, mentre Zayn continuava a darglieli senza fermarsi come un selvaggio.

 

Due mani toccarono la spalla di Zayn.

«Zayn...», disse debole, alzandosi verso il ragazzo dalla pelle ambrata.

«E' svenuto, puoi fermarti adesso...», disse ancora.

«Zayn basta, lo ammazzi così!», gridò Cheryl, tirandolo per la maglietta.

 

Il ragazzo dalla pelle ambrata, riuscì a fermarsi con il fiatone. Si alzò e si avvicinò a Cheryl piano.

Zayn scosse la testa premendo le labbra e abbracciò forte la ragazza occhi blu notte.

La sentì singhiozzare dal pianto, mentre lui continuava a dirle che era tutto finito e che c'era lui con lei.

Alex si aprì gli occhi, e riuscì ad alzarsi.

Cheryl alle spalle di Zayn lo vide avvicinarsi.

«E' quà.», disse fragile.

Lui capì che era dietro, e si voltò immediatamente.

Alex rise con un ghigno, avendo male alle labbra spaccate, alle sue lividure e alle sue grandi ferite alla pelle sanguinati.

«Non è finita quà. », disse lui, aprendo la porta con lo sguardo rivolto a Cheryl.

«Se non vuoi che ti finisca davvero male, non avvicinarti più a lei.», disse Zayn a faccia a faccia con lui.

Non sapeva come si trattenesse non volendo che uscisse da quella stanza vivo.

 

Togliendo quel sorriso sul viso, Alex deglutì e uscì.

Le persone lo guardavano perplessi per le condizioni di quel ragazzo che camminava lungo i corridoi che uscendò dalla scuola, se ne andò via con motore.

 

Cheryl stava nuda con le ginocchia all'altezza del petto seduta sulla vasca mentre Zayn con cura la lavava premuroso.

Uscendo dalla vasca, l'avvolse con una tovaglia e l'aiutò ad asciugarla, anche se gli occhi della ragazza occhi blu notte stavano ancora rossi e lucidi.

Cheryl lo abbracciò, nonostante fosse nuda. Aveva bisogno che qualcuno la facesse sentire al sicuro, aveva bisogno semplicemente di lui.

«Va tutto bene. Fai finta che è stato un brutto incubo e che ti sei svegliata vedendo me. Soltanto me.», disse Zayn abbracciandola ancora a sè. «Sono con te, adesso. Nulla può farti più del male.», continuò, accorgendosi che la sua ragazza non piangeva più.

Cheryl alzò lo sguardo. «Grazie per esserci stato. », disse.

Zayn la baciò, facendole sentire tutto il suo amore. Nonostante lo facesse sentire con un solo sguardo che le porgeva.

 

Vestendosi, i due fidanzati mangiarono nella sua stanza. Poi stettero fuori al cortile.

«Hai sonno, mh?», chiese premurono alla mora.

Cheryl sorrise. «Sì. Ho tanto sonno...»

Zayn prendendola per mano, direzionarono verso la sua stanza, ma lei lo fermò.

«Non voglio dormire in quel letto, mi farebbe ricordare tutto.», disse riferendosi a ciò che stava facedo quel ragazzo nel letto di Cheryl. «Posso dormire con te?», gli chiese poi.

Zayn sorrise annuendo. «Certo, puoi stare con me a dormire quando vuoi.», disse accarezzando la sua guancia.

Jake non divideva più la stanza con Zayn, quindi Zayn stava solo e poteva sempre averla accanto la notte.

Questo lo rendeva felice.

Soprattutto lo rendeva felice il fatto di avere la responsabilità di prendersi cura di lei, di accudirla, e di amarla più di se stesso.

Sentiva che la sua vita aveva un senso di vita. Uno scopo ben preciso per servire a qualcosa, rendendosi conto che senza di lei non sarebbe riuscito ad andare avanti.

 

E Cheryl aveva più paura del bene un tempo che del male. Il male la investiva di rabbia e la rendeva forte. Il bene la investiva di certezze e la rendeva fragile.

Da quando però, lui ritornò a lei tutto cambiò.

Non voleva più strappare i cuori senza pietà e far del male.

Lui la rese una persona migliore, e lei non avrebbe smesso di amarlo.

 

Aprendo la porta 119, i due fidanzati si stesero nel letto. Parlavano del più e del meno mentre qualche sorriso si formava a specchio vedendo l'un con l'altra sorridere.

La mano di Cheryl sfiorò il petto del ragazzo che baciava.

Il corpo di Cheryl si piombò sopra a quello del ragazzo che amava.

«Ti amo.», disse il ragazzo dalla pelle ambrata.

 

E la notte di quella giornata particolare, concluse mentre facerono l'amore.

 

 

 

 

 

 

 

Che capitolo strano, vero?

Purtroppo esistono persone come Alex. E Cheryl fu salvata. Grazie a Zayn! :3

Ci vedremo nel prossimo capitolo, non smetterò mai di stupirvi.

Baaaci e tanti abbracci *___________* :D :D :D 

 

Alex.

 


 

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Capitolo 19
*** Zayn. ***



 

La mora provava la canzone che avrebbe portato in quel palco alla fine di Agosto. Tutti gli studenti dovevano averla pronta una, nel caso venivano nella minnoranza presi per la finale.

Il moro, invece, stava in quell'isolato appogiato al suo solito angolo a fumare mentre di tanto in tanto sentiva voci di ragazzi provenire da lì dietro, ma che non si avvicinavano mai. Zayn si separò da Chreyl dopo averla vista al proprio fianco svegliarsi con lei. Lei gli aveva detto che doveva provare la sua canzone con la band formata da due batteristi, un chitarrista e un pianista. Era tranquillo di quei quattro ragazzi che conosceva bene.

 

Erano diventati dei bravi ragazzi solo quando Zayn li raccomandò di comportarsi bene con la sua ragazza.

Non li raccomandò, come vi aspettavate, in una delle maniere più amichevoli. Bensì minacciandoli che se ci avrebbero provato se la vedevano con lui e i suoi amici di spalla.

Cheryl non sapeva niente dei discorsi che ebbe la sua band, era allo scuro di tutto. Preferiva nascondere quelle parti "oscure" e violenti a Cheryl.

Non voleva che lo giudicasse o qualcosa del genere.

 

Quel ragazzo aveva adesso il ruolo proteggerla, punto.

Non gli importava se esagerava a volte, lui la voleva con sè senza che nessuno l'avrebbe sfiorata. Senza che nessun ALTRO ragazzo l'avrebbe toccata nemmeno con una carezza.

 

Zayn curvò l'angolo e camminò lungo il cortile con delle cuffie alle orecchie ascoltando Ne-Yo. I giorni d'Agosto stavano per terminare e il freddo di quella giornata rendeva contenti agli studenti della Royal Academy of Music per quel clima sempre stato caldo e soffocante.

Il ragazzo dalla pelle ambrata usava un berretto nero dove copriva il suo ciuffo nero come la pece abbinato alla giacca che indossava.

Era dannatamente attraente a tutte le ragazze, che salutava sempre con quel sorriso riuscendo a farle mancare l'aria e quel profumo da uomo che avrebbe causato solo guai. La maggior parte di quelle ragazze conoscevano Zayn come le loro tasche per chi non seppe trattenere la voglia di andarci a letto.

 

E Cheryl non sapeva nulla di tutto questo. Sennò quante conseguenze....

 

Ma nonostante questo, i saluti, gli abbracci amichevoli non cessavano mai tra Zayn e le maggior parte delle ragazze di quella scuola.

 

Gli amici andarono incontro al moro e come sempre si salutarono rumorosamente con strette di mano e qualche battuta tra loro maschi.

Amava ricevere attenzione dai suoi amici più stretti, sapeva di essere importante e voluto davvero bene. E Zayn, era sempre stato un ragazzo di poche parole, ma nel dire un "ti voglio bene" non l'aveva bloccato mai nessuno. Perchè essendo un tipo molto diretto con le persone, gli riusciva del tutto normale.

 

La ragazza occhi blu notte finì di provare dopo almeno 13 volte, dando il colpo finale concludendo la canzone alla perfezione. Pienamente soddisfatta, fece un sorriso tra sè e sè e si girò verso la sua band.

«Siamo migliorati. Che ne pensate?», chiese mordendosi il labbro per la felicità.

I quattro ragazzi si avvicinarono a lei. «Penso che possiamo anche vincere. Muoio dalla voglia di sapere se saremo ammessi per la finale. », Disse Harold il chitarrista.

«Non posso negare, se vinceremo giuro che morirei dall'emozione.», ammise Cheryl.

Albert, il batterista mise una mano sulla spalla della mora. «Vincendo tutti quei dollari, ti credo.»

Cheryl sorrise spavalda. Aver pensato di avere in mano quei soldi avrebbe fatto una strage.

 

La band uscì dalla stanza di musica.

 

Cheryl si avviò verso la sua amica Hanna dandole un bacio in guancia.

«Sei apposto col programma?»

«Non proprio, devo aggiustare alcune parole dal mio testo.», confessò Hanna. «Ah, io e Justin abbiamo pensato di frequentarci, alla fine...»

Cheryl rise breve. «L'avevo detto che tra voi due c'era una certa intesa, eh! », disse dando una piccola gomitata all'amica.

Hanna annuì con un sorriso, poi scosse la testa. «Eh già. L'avevi detto.»

Cheryl riusciva sempre a capire i ragazzi. Mentre lei faceva sempre fatica a capirli.

Poi notò Cheryl leggere lo schermo del cellulare, che lesse:

*Hei dove sei? Io sono fuori negli scalini tutto solo... se vuoi, raggiungimi.*

 

Era Zayn. E la mora dovette salutare Hanna per raggiungerlo.

 

Uscendo dalla porta di ingresso del cortile, non vide nessuno nelle scale. Fece un passo avanti per cercarlo cogli occhi, ma due mani spuntarono dietro sui suoi fianchi tenendola stretta con possessività.

«Oh...», disse sussultando. «Eccoti.», disse Cheryl prima di ridere dai baci al collo che iniziò a darle il ragazzo dalla pelle ambrata facendole venire il solletico.

Poi si girò verso di lui, incontrando i suoi grandi occhi scuri e profondi da morire.

Si diedero un bacio di sfuggita fino a quando Zayn ricominciò a baciarla molto intensamente.

 

«Ti sei divertita con la tua band?», chiese Zayn.

Cheryl non sapeva se era una domanda sarcastica di improvvisa gelosia, o una domanda assolutamente innocente.

«Siamo andati alla grande, oggi. Penso di essere preparata, e adesso l'ansia cresce.»

Zayn annuì con un sorriso.

«Tutto ok?», chiese stranita, Cheryl.

«Certo, perchè me lo chiedi?»

«Non lo so, mia curiosità...», disse Cheryl.

Zayn inarcando un sopraciglio sorrise di mezzo lato.

 

Dopo pochi minuti Cheryl propose di uscire: «Stasera voglio uscire, a te va?»

«Sì, dove vuoi andare?»

La mora ci pensò un secondo. «Mi hanno detto che lì vicino fanno un ristorante italiano.»

«Va bene, ci sto.», le sorrise dolce.

Cheryl ricambiò il suo dolce sorriso e lo accarezzò dandogli poi un bacio a timbro.

 

Quando fu sera gli occhi del ragazzo dalla pelle ambrata sgranarono. Non avevano visto tanto splendore, quel vestito la rendeva ancora più magnifica.

Cheryl, la ragazza sicura e provocante, camminò verso il ragazzo dalla pelle ambrata.

«Ciao, ha percaso visto la mia ragazza?»,chiese ammicando.

Cheryl rise. «Sì, credo sia passata di là.», scherzò.

Zayn con un sorriso sghembo l'avvicino più a sè prendendola leggermente per la mano, e se la baciò.

 

I due innamorati, dopo alcuni chilometri scesero dalla macchina, e si sedettero in uno dei tanti tavoli.

«Buonasera, cosa ordinate?», domandò il cameriere con giacca e cravatta e una penna per elencare ordinazioni dei due clienti.

«Pasta alla carbonara, grazie.», disse Cheryl.

Il cameriere scrisse l'ordinazione, poi pose lo sguardo fisso al ragazzo che stava seduto accanto alla ragazza occhi blu notte.

Cheryl corrugò la fronte.

«Zayn...», lo chiamò abbassavoce.

Il moro doveva ancora decidere, mentre i suoi occhi scorrevano nei pasti scritti nel libretto che teneva in mano. Poi alzò lo sguardo verso Cheryl accorgendosi anche dell'espressione del cameriere che aspettava senza pazienza.

«Scusa, prendo la pasta alla bolognese.», chiuse il libretto. «Grazie.», gli disse infine al cameriere, con un sorriso falso mettendosi subito un espressione seria.

Non sopportava i tipi impazienti e senza rispetto come quel tipo.

 

Ma nemmeno lui scherzava, perdeva le staffe facilmente.

 

Il cameriere dette una lanciata di sguardo a Zayn che ricambiava, e poi se ne andò.

 

Cheryl vedendo tutta la scena, mise una mano sulla bocca e rise breve.

«Che succede?», chiese il moro.

Cheryl scosse la testa. «Niente...», disse poi, continuando a guardarlo cogli occhi innamorati persi solo per lui.

 

Aspettando i piatti, Cheryl e Zayn fecero un brindisi con i calici riempiti di vino rosso.

«Alla ragazza che amo.», disse toccanto il calice contro quello della ragazza occhi blu notte.

«A noi.», disse Cheryl con un sorriso.

 

Bevevano il loro vino, quando Cheryl pose il calice sulla tavola abbassando lo sguardo distratto dall'altra parte, Zayn vide a pochi metri dal loro tavolo una coppia di fidanzati.

I suoi occhi interrogativi, poi, individuarono quella ragazza familiare.

 

Ammise tra sè e sè, che vide benissimo chi fosse.

 

«Ecco i vostri piatti. Buon appetito!», disse cortese il cameriere servendo i due piatti di pasta.

«Mmmh... che odore.», disse Cheryl chiudendosi per una frazione di secondi gli occhi mentre il profumo della pasta entrava nelle sue narici.

Zayn si leccò le labbra vedendo quel ben di Dio davanti.

Così iniziarono a mangiare.

 

Dopo minuti a parlare e a finire il piatto di pasta...

 

«Era davvero tutto buono. », ammise Zayn, bevendo dal calice.

«Adesso bisogna aspettare il dessert. », disse Cheryl asciugandosi i lati delle labbra con un tovaglino bianco.

«Non vedo l'ora.», disse il moro. «Vado in bagno, e torno. », disse, poi, alzandosi dal tavolo schioccandole un bacio sulle labbra.

 

Camminando verso un tizio che lavorava al ristorante, chiese dove fosse il bagno.

«E' infondo a sinistra.», disse gentile il ragazzo.

Ma una ragazza chiese la stessa cosa, dopo di lui.

«Infondo a sinistra, signorina.», ripetè.

Una ragazza annuendo entrò al bagno.

Il ragazzo dalla pelle ambrata si lavò le mani, si guardò allo specchio se avesse qualcosa fuori posto e uscì dal bagno.

Una ragazza uscendo dal bagno delle donne proprio accanto a quello degli uomini, gli dette una leggera spallata.

«Mi scusi!», disse la ragazza indaffarata.

«Non fa niente.», disse Zayn.

La ragazza rimase di stucco a chi ebbe davanti.

«Z-Zayn. Che ci fai quì? Non ti vedo da almeno... tre mesi.», disse la ragazza, sopresa.

Zayn fece un sorriso a mala pena per l'imbarazzo.

 

Non doveva proprio incontrarla.

 

«Io sono venuto a mangiare con la mia ragazza.», le disse.

«Davvero? Io con il mio. Che coincidenza...», disse lei, scrutando il corpo del ragazzo dalla pelle ambrata.

«Ok. Quindi.... è stato un piacere rivederti, Amanda. Ci sentiamo.», Zayn stava per salutarla, finchè lei lo fermò dal braccio.

«Perchè eri scappato quella notte? Pensavo che la tua fosse stata una relazione seria con me.», disse Amanda mettendosi seria.

Zayn premette le labbra nascondendo un sorriso spavaldo. Voleva non averla incontrata, non piaceva vedere le ragazze che prendeva in giro dopo una notte di sesso, con le loro solite e tipiche domande per ricevere sue spiegazioni.

 

«Amanda, Amanda...», ripetè spavaldo il suo nome avvicinandosi a lei mentre il suo cuore batteva ancora per lui.

«E' storia passata, okay?» fece una pausa penetrandola cogli occhi da perfetto cattivo ragazzo. La ragazza deglutiva, mentre i suoi occhi avrebbero voluto piangere.

«Salutami il fidanzato. Ciao.», e se ne andò un'altra volta, lasciandola senza parole da dire.

 

Zayn venendo incontro al suo tavolo, notò bene Cheryl che aspettava con i dessert già sui piatti.

«Scusami per averti fatto aspettare, non sapevo dove fosse il bagno.», mentì.

Cheryl annuì. «Non fa niente.», disse semplicemente con un sorriso.

 

 

 

Amanda osservava Zayn con la nuova ragazza.

«Dove guardi, amore?», chiese il suo fidanzato.

«Niente tesoro. », mentì lei, facendogli un sorriso per poi ricominciare a guardarli.

Lo fissava, ma soprattutto fissava pieno di invidia la ragazza che poteva aver rubato il suo cuore sul serio.

Perchè i suoi occhi e il suo sorriso non erano stati tanto sinceri.

Vide anche che era bellissima quella ragazza che stava accanto a lui. E L'invidia cresceva ancora di più.

Avrebbe pensato all'inizio che fosse stata un'altra ragazza anche lei da scaricare primo o poi come gomma da masticare che poi finendone il sapore, buttarla via come oggetto inutile.

Ma il suo sguardo non fu più addosso a quel tavolo, voleva solamente stare con il ragazzo che non l'avrebbe presa mai in giro: il suo ragazzo Chris.

 

Cheryl e Zayn finirono di mangiare. Zayn pagando il conto, direzionò verso l'uscita del ristorante con il braccio che cinceva sopra le spalle della sua ragazza.

«E' stato bello mangiare quì, dovremmo andarci spesso.», disse Zayn.

Cheryl rise. «Ti piace mangiare, eh!. »

Zayn si corrugò la fronte, girando gli occhi verso i suoi. «Sì.», affermò. «Per questo devi stare attenta: potrei mangiare te quando voglio.», disse spavaldo.

«Quando vuoi, hai detto?», chiese Cheryl inarcando il sopraciglio. «Bene, anche stasera niente di niente.», continuò.

Era seria, sapeva che lui sarebbe impazzito per questo. Amava provocarlo, e anche farlo arrabbiare quelle poche volte.

Zayn sentendo quel tono di voce, si mise a ridere.

Adorava quando faceva la difficile. Amava il suo essere testarda e ribelle.

Gli faceva perdere la testa.

 

 

 

 

 

 

Nuovo capitoloooooooooo.

Scuuuusa, ho fatto aspettare tanto, lo so.
Amanda è....... sì, una delle sue vittime passate. Che ne pensate? Beh, Zayn era questo.

E Cheryl, come avete notato, non era tanto diversa da questo ragazzo dalla pelle ambrata.

EHEHEHEH.

Hey girls, fatevi gli occhi con questa foto. *Q* xxxx

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Capitolo 20
*** La finale. (parte I) ***


Passarono giorni e finalmente arrivò il giorno dell'esibizione.

Zayn e Cheryl furono ammessi come gli altri cinque finalisti.

L'emozione era grande, ma la felicità superava le stelle.

 

L'aula magna era caraterizzata da più di 50 persone seduti attendendo che qualcuno avrebbe dato inizio nel palcoscenico.

I sette finalisti stavano dietro le quinte, avevano un propria compagnia il quale li fascesse tranquillizzare mentre Cheryl aveva Zayn.

«Sarai bravissima, vedrai. Ma ferma di camminare avanti e indietro, mi renderai più ansioso.», disse Zayn. «Avanti... abbracciami.»

Cheryl con un sospiro a occhi chiusi si lasciò affondare tra le braccia aperte del suo ragazzo.

«Mi mangeri un bel panino. Sì... starei meglio con un bel panino in mano. », disse con una voce da sembrarlo straziato, ancora a occhi chiusi con il viso nel suo petto.

Zayn si fece scoppiare un sorriso, poi gli baciò la fronte.

«Potrebbe essere una buona idea. Ma non risolverebbe niente... », disse lui, sicuro di quello che stava dicendo.

Cheryl si alzò la testa guardandolo negli occhi.

«...Un emozione simile a questo prepalcoscenico l'ho provato la prima volta che dovevo cantare in una recita scolastica, e avendo mangiato un panino prima non mi aveva di certo aiutato. Mi veniva soltanto di rigettare tutto. E credimi, non è stato tanto emozionante.»

Cheryl si stupì e subito si mise a ridere, che di conseguenza rise tanto anche Zayn.

«Ok, ok. Ho cambiato idea adesso. Non voglio mangiare nessun panino!», disse ridendo ancora.

Zayn si limitò ancora a ridere divertito.
Dopo minuti...

I sette finalisti gli vennero quasi un colpo quando una voce roca di un uomo in possesso un microfono in mano parlò al pubblico, pronunciando un solo nome e cognome di uno di loro.

«Signori e Signori, facciamo entrare Carlotte Hospel!»

 

«Fuori una.», sussurò Zayn nervoso.

La ragazza dietro le quinte, si preparò un sorriso prima di uscire e salire nel palco.

Quando finì di cantare, gli applausi l'accompagnarono fino al luogo dove sarebbe uscita dal palco.

 

La band di Cheryl dopo 15 minuti di ritardo la raggiunsero e non appena li vide entrare si mise una mano sul petto per il sollievo e corse dandoli incontro.

Uno della band si stava giustificando. «Scusa se abbiamo ritardato ma prima è...»

«Cazzo mi avevate fatto prendere un colpo. Ma vabbè l'importante che adesso ci siete, giusto?», cominciò a parlare Cheryl gesticolando. «Comunque. Come vi sentite? Io sto tremando. Che nervoso. Voi non siete nervosi?», chiese continuando a muovere le mani parlando poi passandosi una mano sui capelli che li spostò all' indietro.

 

I quattro ragazzi si guardarono negli occhi all'unisono perplessi.

Lei era decisamente la più emotiva di tutti loro quattro messi insieme.

Albert si avvicinò più alla mora, sfiorandole una ciocca di capelli. «Oh, bellezza mantieni la calma. Spaccheremo in quel palco, te lo protetto.», disse incoraggiandola.

Gli altri la incoraggiarono anche e lei sorrise ringraziandoli, erano dei gentili ragazzi.

 

Zayn mirò i passi verso di loro.

I quattro ragazzi con la punta dell'occhio lo notarono subito. Non sapevano che c'era anche il ragazzo dalla pelle ambrata in questa sfida. E la competizione aumentava di più tra di essi.

Il moro fece un cenno freddo di saluto ai ragazzi con il capo stando adesso di fianco a Cheryl, con le mani infilate nelle tasche del jeans.

Poi abbracciò la sua ragazza, proprio davanti a loro con spavaldagine non facendo notare nulla a Cheryl come se fosse stato una cosa spontanea.

I quattro ragazzi lo videro baciar sulle labbra alla ragazza in modo dolce infraentendo con possessività. Il ragazzo dalla pelle ambrata poteva già intuire i loro sguardi sgarbati su di lui, che non appena lui si voltò, li guardò cogli occhi profondi e affilati come lame facendoli dopo pochi secondi voltare.

 

Eppure questi ragazzi li reputavano dei veri duri da starci lontano.

Ma era da Zayn e i suoi amici che non c'era da sottovalutare.
 

«Cassie Picsel.», disse l'uomo successivamente.

La ragazza tremando dall'emozione, affrontò il pubblico impegnandosi a cantare e a dare il meglio pur di vincere. Dopo minuti uscì dal palcoscenico.

 

«Chiameranno me, me lo sento.», disse il moro abbassavoce con lo sguardo verso il basso. Poi si morse le labbra.

Pensava che lei non l'avrebbe sentito.
Vide la ragazza accarezzargli la mano e prenderlo delicatamente le dita incrociandole alle sue.

Lui si girò, sopreso. Cheryl gli fece un sorriso dolce. Quel tipo di sorriso che Zayn avrebbe voluto prenderla e baciarla senza sosta.

Ma lui si limitò a sorriderla e a sentirsi bene con il suo affetto.

 

 

Ecco che l'uomo chiamò un'altra volta. «Nev Edwards.»

Il ragazzo era l'unico che non mostrava agitazione che Chery e Zayn avevano notato da quando aspettavano dietro le quinte, esclusi gli altri finalisti ansiosi prima che salivano nel palco. Proprio per questo, con un sorriso sicuro come se avesse la vittoria in mano entrò nel palco scenico.

 

«Mai visto un tipo così.», disse Zayn con una piccola smorfia nelle labbra seguendo con lo sguardo Nev.

«Oh! Sai quante ne ho potuto vedere io di gente convinta.», parlò la mora, ridacchiando divertita.

_

 

 

La famiglia di Cheryl erano seduti aspettando pazientemente che l'avrebbero chiamata il prima possibile pur di vederla cantare rendendosi orgogliosi di lei. Mentre, la comitiva si lamentava nella propria mente quando l'uomo dalla pelle nera impadronendosi del microfono ancora non pronunciava il nome della ragazza occhi blu notte.

«Ma quando durerà quest'esibizione? Non lo sopporto più.», disse improvvisamente Niall, con le mani conserte e cogli occhi che fissavano acidi Nev Edwards cantare.

«Giuro che salgo in quel palco e lo riempo di botte.», sbottò Louis.

«Louis! Non pensi di esagerare?», lo riprese Alba, quando le risate dei ragazzi risuonarono alle orecchie delle persone vicine.

«Non sono esagerato. Ho un buon motivo: è il tipico figlio di papà convinto di avere la vittoria in pugno. Mi da sui nervi.», disse serio Louis, facendo scuotere la testa della bionda non sapendo che altro dire.

Passarono 4 minuti e dopo applausi, poche persone si alzarono per applaudirlo più forte. Avevano la stessa espressione spavalda e sicura del ragazzo nonchè potevano essere gente qualunque eccetto i gentitori.

«Forza, che chiama la nostra piccola.», disse Harry alla comitiva con lo sguardo attento al palcoscenico.

Alba lo guardò.

Il sorriso gli si allargava in un attimo al solo parlare di Cheryl negli ultimi giorni.

L'espressione eccitata era simile a quando un fratello assisteva la recitazione scolastica della sorella minore.

Ma era soltanto contento di vederla cantare e realizzare il suo sogno nella Royal Academy of Music, ma che purtroppo, doveva attendere un'altro un pò.

 

«Ora chiamo il penultimo finalista Zayn Javaad Malik!», si sentì da dietro le quinte.

 

Cheryl si mise le mani sulle labbra, con un sorriso positivamente sorpreso con lo sguardo verso il ragazzo dalla pelle ambrata.

Zayn ispirò aria prima di parlare. «Lo sapevo.»

 

 

 

 

 

 

 

Adesso è il turno di Zayn, con questo vuole dire che Cheryl rimane l'ultima finalista per concludere quella meravigliosa scuola che le cambiò la vita.

Ma, come impressione avrà Harry non appena lo vede sopra in quel palco?

E Cheryl nel prossimo capitolo, riuscirà a vincere? Oppure non si ricorderà più le parole della canzone?
 

Beh, ringrazio comunque chi mi visita al di fuori della EFP seguendomi ancora.

Non importa granchè se non vengo recensita in questi ultimi capitoli, so quante persone seguono ancora e mi basta, grazie mille, davvero.
Ciao anime <3

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Capitolo 21
*** La finale (parte II) ***



Zayn ispirò aria prima di parlare. «Lo sapevo.», poi guardò dritto la ragazza.

«Falli sognare. Pensa che tutto questo servi solo a renderti orgoglioso di te. », disse Cheryl con le mani sul suo viso e gli occhi vicini ai suoi.

Il ragazzo si stava letteralmente perdendo nei suoi occhi.

Zayn la baciò. «Ti amo.», le disse, contraendo la mascella ricoperta da un filo di barba.

 

Entrando in quel palco, il ragazzo dalla pelle ambrata sentì dagli amici fischiare per incoraggiamento e da molte ragazze parlare di lui ammiccando sorrisi.

Zayn poggiando la mano sul microfono che stava sopra l'asta, sollevò un angolo delle sue labbra in un sorriso spontaneamente dolce. Sentendo la base iniziare e lo sguardo mirare verso il pubblico, iniziò a cantare.

 

[1D - Over Again.]

«Said i’d never leave her cause her hands fit like my tshirt,
Tongue tied over three words, cursed.
Running over thoughts that make my feet hurt,
Bodies intertwined with her lips
Now she’s feeling so low since she went solo
Hole in the middle of my heart like a polo
And it’s no joke to me
So we can we do it all over again

If you’re pretending from the start like this,
With a tight grip, then my kiss
Can mend your broken heart
I might miss everything you said to me

And I can lend you broken parts
That might fit like this
And I will give you all my heart
So we can start it all over again
Can we take the same road two days in the same clothes
And I know just what she’ll say if I make all this pain go
Can we stop this for a minute
You know, I can tell that your heart isn’t in it or with it

Tell me with your mind, body and spirit
I can make your tears fall down like the showers that are British
Whether we’re together or apart
We can both remove the masks and admit we regret it from the start


If you’re pretending from the start like this,
With a tight grip, then my kiss
Can mend your broken heart
I might miss everything you said to me

And I can lend you broken parts
That might fit like this
And I will give you all my heart
So we can start it all over again


You’ll never know how to make it on your own
And you’ll never show weakness for letting go

I guess you’re still hurt if this is over
But do you really want to be alone?»

Questa canzone lo tenne ben nascosto dal mondo fino a quando decise di portarlo molto prima che incontrasse Cheryl nella Royal Academy of Music. Se non l'avrebbe incontrata, se non era lì ad ascoltarla molto probabilmente alla fine della canzone si sarebbe emozionato. Perchè lei non l'avrebbe mai saputo che in quelle parole che scrisse un anno fa in un foglio a piangere la sua scelta di lasciarla andare era stata lo sbaglio più grande della sua vita.

Quelle notti a scrivere parola per parola ciò che gli avrebbe voluto dire, ma con l'orgoglio che non sarebbe venuto a riprenderla con la convinzione di essere stato rifiutato, pensando che avrebbe scelto di voler essere lasciata sola. E lontana da lui, per sempre.

Ma ormai poteva solo gioire, perchè era lì al suo fianco. Dandogli una possibilità di rimediare tutto il male che aveva causato.

 

La maggior parte della canzone fino alla fine, cantò cogli occhi chiusi e un espressione malinconica mentre i dejavù di quei giorni in assenza di lei si facevano pesanti anche quando il sonno non voleva far parte delle sue notti in bianco.

La sorella più grande si emozionò insieme alla madre, che insieme sedute con gli altri componenti della famiglia, si stringevano la mano e tutti orgogliosi di lui per la grande emozione che gli avevano regalato.

Fischia, e tanti tanti applausi risuonò alle orecchie di Zayn, che li ringraziò mentre dentro di sé avrebbe voluto far intendere a Cheryl che il significato delle parole era rivolto a lei.

 

Harry a vederlo gli fece la stessa brutta impressione quando vide in discoteca stringere la mano di Cheryl in maniera sfacciato.

Mentre tutti lo applaudirono poco dopo aver finito la canzone lui si limitò a masticare gomma alla menta in modo nervoso applaudendo forzato pur di non far notare ciò che aveva contro quel ragazzo.

Mentre, sentendo complimenti da parte della comitiva e di Alba per l'esibizione continuò a guardare Zayn riducendo i suoi occhi verdi-grigi in due fessure dove rispecchiò tutto il suo disprezzo.

 

 

Uscì dal palco, andando a raggiungere la ragazza che sapeva di averlo visto subito dopo l'esibizione.

 

Zayn immediatamente l'abbracciò avvolgendo le sue braccia nella sua schiena mentre lei gli cinceva il collo.

La strinse ancor di più.

 

«Non avrei mai scelto di rimanere sola senza di te.», ammise con un sussurro.

Zayn aprì gli occhi, dopo averli tenuti chiusi tenendola stretta.

Poi la guardò negli occhi e la baciò teneramente riducendolo con passione.

 

Era felice che lei l'avesse capito, perchè se non era così, lui non l'avrebbe detto. Avrebbe fatto scorrere questo segreto dentro di lui senza che lei andasse a capire che fin dall'inizio lui non smise di amarla senza freno.

 

«Cheryl Nicholson. », disse improvvisamente l'uomo dalla pelle nera facendo sorridere le persone che le volevano bene in quel pubblico.

 

Adesso era arrivato il suo turno. La sua voce.

 

Cheryl deglutì. «Prendo fiato. E poi vado.», disse nel modo ironico facendo intendere che non sarebbe voluta entrare nel palco, facendo ridere Zayn.

Cominciava il suo sarcasmo, nonostante fosse davvero agitata. Ma non avrebbe mollato.

«Ma dov'è la ragazza coraggiosa che ho sempre conosciuto, eh?», disse mettendole le mani sopra le spalle.

«Sì, hai ragione. E' che sono un fascio di nervi, ma so che non appena canterò riuscirò a calmarmi. Non se dimenticherò le parole.», disse l'ultima frase accigliando.

 

Harry non voleva più aspettare, era il suo turno, ma lei stava tardando a salire dopo che l'uomo si mise da parte con tutto il microfono.

 

«Non ti dimenticherai le parole, ma quello che stai dimenticando è il talento che hai.», disse il moro, lasciandola cogli occhi sopresi. «Ti stanno aspettando, forza», l'abbracciò «vai.»

 

Quell'abbraccio era magico, l'aveva già intuito. Era così pieno d'amore che riusciva a confondere l'agitazione in uno stato di trance.

 

Harry e la comitiva finalmente la videro spuntare. Hanna sospirò, sapeva che non avrebbe mollato. E Terry, la sorella, gridò il suo nome incoraggiandola facendo voltare le persone intorno a lei.

Si vedeva che era la sorella, si assomigliavano. Ma se ci sarebbe stato Aaron avrebbe puntato in alto il cartellone sfacciatamente come avrebbe fatto un fan col proprio cantante preferito. Ma infatti, lei, era l'unica persona che avrebbe stimato ancora prima che il cielo se lo portasse con sè.

 

Cheryl entrò premendo le labbra dall'agitazione, fino a quando sentì il pubblico si lasciò una breve risata silenziosa con lo sguardo verso il basso microfono che teneva nelle mani.

Non appena ci fu silenzio, la base cominciò e riempendo i polmoni d'aria iniziò a cantare.


[Demi Lovato-Nightingale]


«I cant sleep tonight, wide awake and so confused
Eveything is in line, but I am bruised
I need a voice to echo, I need a light to take me home

I kinda need a hero, is it you?
I never see the forrest for the trees, I could really use your melody
Baby im a little blind, I think it's time for you to find me

Can you be my Nightingale, sing to me I know you're there
You could my sanity, but ring me please send me to sleep
Say you'll be my Nightingale?

Somebody speak to me, cause im feeling like hell
Need you to answer, i'm overwhelmed
I need a voice to echo, I need a light to take me home
I need to start to follow, I dont know
I never see the forrest for the trees, I could really use your melody
Baby im a little blind, I think it's time for you to find me

Can you be my Nightingale? Sing to me I know you're there
You could my sanity, but ring me please send me to sleep
Say you'll be my Nightingale


I dont know what i'd do without you
Your words are like a list of kung.fu
As long as you're with me here tonight, im good


Can you be my Nightingale, feel so close I know you're there
Ohhhh Nightingale, sing to me, I know you're there
Cause baby you're my sanity, you bring me please, send me to sleep
Say you'll be my Nightingale?»


 

L'aula magna si riempì di una voce che penetrò nel cuore di tutti le persone presenti. Non poteva negare della pelle d'oca evidente sugli studenti della Royal Academy of Music.

Zayn era lì che finì di sentirla decisamente con stupore.
La sua canzone era profonda quanto l'abisso di un infinito oceano.

Lui era stato il suo eroe riuscendo a farle trovare pace, ed era di questo che parlava la canzone che Cheryl scrisse.

Lui l'aveva raccolta con amore quando la sua vita stava affogando nella depressione e nell'acool dopo la morte del fratello.

Lui l'aveva resa più forte anche quando se ne andò, tenendo nonostante tutto nascosto il suo nome nel cuore capendo che l'uomo che avrebbe amato senza freni era assolutamente Zayn.

 

Le persone si alzarono applaudendola.

«Deve vincere lei.», disse il migliore amico.

«E' stata incredibile», disse Liam.

 

Cheryl alzò gli occhi al cielo, immaginando di incontrare gli occhi e il sorriso orgoglioso del fratello.

Ma con questa canzone rispecchiava la sua vita quando la luce del fratello si spense e si spense anche lei. Quando fu la più emotiva di tutta la famiglia, mentre loro lottavano di restare forte ma lei cadde in depressione.

 

Cheryl ebbe un tuffo nel passato mentre vide il pubblico applaudire, sembrava che quel secondo si fosse fermato. Nella mente gli passò il ricordo quando volle per la prima volta suicidarsi con la convinzione di raggiungere Aaron. E grazie al ragazzo dalla pelle ambrata, lei capì che nella sua vita un senso ancora l'aveva. Accendendole le speranze che lei sarebbe rimasta forte.

 

Quell'attimo Cheryl sentì pungere gli occhi blu notte, abbasando lo sguardo, lei se ne andò dopo aver ringraziato tutti.

Raggiunse Zayn che la vide piangere.

Sapeva benissimo a chi si riferiva quel piccolo sfogo che ebbe fra le sue braccia.

«Va tutto ok, sei stata incredbile. », le disse sentendo la mora accarezzare la schiena e baciare le labbra rosse.

Cheryl si asciugò gli occhi con il dorso della mano, come avrebbe fatto una bambina dopo aversi sbucciato le ginocchia e riprendere a correre avendo imparato a non cadere più.

«Grazie d'esistere Zayn.», gli disse.

 

 

 

{consiglio: sentire la canzone con la traduzione in italiano di Nighngale e Over Again, se davvero ci tenete}

Penso che questo capitolo sia davvero emozionante. Cioè, come si fa a restare senza emozione alcuna davanti a quello che a Cheryl successe?

Non è finito ancora la storia di “Amarsi senza freni.”, ma tra pochi capitoli sarà completa. Spero che sarete ancora lì a leggerlo finire.

Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto con un un piccolo sorriso nelle labbra. <3

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Capitolo 22
*** Cheryl & Zayn, un amore che non ebbe mai freno. ***


Tutti i 7 finalisti andarono ad accomodarsi in prima fila, con gli stessi sogni in comune, pensando chi fosse stato il meritato vincitore.

I professori che rappresentarono i giudici, dopo aver fatto attendere con ansia tutti i presenti, l'uomo dalla pelle nera si avvicinò a loro seduti in un lungo tavolo. Uno di loro stese la mano con in mano una busta dove l'uomo lo prese con cura.

Quella busta conteneva il nome del vincitore.
Salì nel palco e con un sorriso aprì la busta. «Signore e Signori, il vincitore della scuola Royal Academy of Music che otterrà l'assegno di 150.000 dollari...»

 

«Qualunque cosa accada, sono soddisfatta del mio lavoro. Mi sono impegnata tanto in questa scuola. Non lo dimenticherò mai.», sentì il ragazzo dalla pelle ambrata, Cheryl con le mani conserte fissare determinata l'uomo.

Sorrise.

 

«è...»

 

Cheryl ispirò trattenendo il respiro.

 

«Cassie Picsel!», disse applaudendo in seguito con il pubblico.

 

Buttò aria come buttasse fuori l'ansia, ma poi sorrise.

La ragazza con una mano sulle labbra sorride e pianse dall'emozione mentre gli altri 5 finalisti l'abbracciarono.

Zayn e Cheryl l'andarono incontro alzandosi anche loro, e la congratularono felici per lei.

Nessuno ebbe rimpianti.

 

Cassie salì sopra il palco.

«Congratulazioni.», le disse l'uomo. «Ecco il tuo assegno, buona fortuna.», le diede l'assegno.

 

 

Era tutto finito: le giornate a lavorare sul loro talento per un mese intero, alzarsi presto la mattina, il caffè pomeridiano della macchinetta del caffè della scuola, l'esibizione e l'ansia.

Eccetto la gente in quell'aula magna impegnate a parlare tra di loro e abbracciare chi non vedeva da quando si iscrissero nella scuola di musica.

Si sentiva tanta confusione e Cheryl non sentì più le sue dita delle mani attaccate a quelle del moro da quando si allontanò avviandosi verso la sua famiglia e i parenti.

Lei, invece, vedeva solo gente parlare e tante facce sconosciute rendendola indifficoltà individuare la sua famiglia.

Dopo 3 minuti si senti chiamare e lei in un attimo si girò il viso.

L'abbracciò subito.

Abbracciò subito la madre.

Poi abbracciò suo padre, e infine la sorella.

«Come stai? Sei stata davvero brava, sono fiera di te!», esclamò la madre.

Il padre aggiunse come correggere. «Siamo fieri di te, Cheryl. Tutti noi lo siamo. », gli pose una mano sulla spalla affettuosamente.

Cheryl come avesse delle piccole stelle che brillavano i suoi occhi blu notte, guardò i genitori con un sorriso grande.

Non aveva parole da dire a ciò che l'avevano appena detto. Ed era così emozionata riguardo a tutto ciò che passò in lontananza dalla famiglia e a quanto la fece crescere che preferì non dire nulla o sennò sarebbe messa a piangere dalla gioia.

 

«Voi la vedete?», disse Harry camminando in quella grande aula con la comitiva che cercava cogli occhi la loro amica.

Rise breve.«Misà che l'abbiamo persa.», disse sarcastico Niall.

«No, guardate è la!», disse Liam puntando l'indice su quella ragazza mora cogli occhi che gli sorridevano in lontananza tra tante persone.

 

Louis arrivò prima di tutti e l'abbracciò da toglierle fiato.

Lei sorrise e lo strinse a sè.

«Mi sei mancata bambolina..», le disse.

«Anche tu Lou!», disse Cheryl.

Infondo era un ragazzo dolce e discreto, nonostante avuto sempre l'aria da malandrino che spesso faceva coppia con il ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi verdi-grigi.

Alba le ripetè quanto fu stata brava raccontando l'emozione che le trasmesse, Liam con il cuore che gli batteva le disse quanto gli mancò.

Niall si limitò a farla ridere in uno delle sue battute per poi baciarla in guancia affettuosamente.

E poi arrivò Harry, il migliore amico.

Il suo viso fu illuminato da un sorriso caratterizzata da due fossette.

Cheryl si mise una mano al capo e scuotendo la testa rise.

Rise perchè, adesso le poteva dire che ritornandosi a casa, lui non la lasciava andare più da nessuna parte.

Modo di dire questo è normale.

 

Cheryl l'abbracciò subito.

Per quattro secondi rimasero così senza proferire parola.

Che successe?

Forse imbarazzo?

Ma no, erano solo felici di rivedersi. Perchè la felicità non ha rumori, nè parole.

Harry la guardò negli occhi.

Cheryl fece lo stesso, pensò che avrebbe parlato.

Ma nulla, la guardò solo negli occhi.

Cheryl comunque, aspettò. Quegli occhi sapevano di qualcosa di innaspettato.

 

«Mi stai pestando il piede.»

Cheryl subito abbassò lo sguardò e potè notare che le scarpe erano nuove e bianche. L'avrebbe ammazzata se non ci fossero stati piu di 50 testimoni.

 

«Oops!», e rise rumorosamente. «Non me ne sono accorta!», continuò a ridacchiare divertita per la tipica faccia da ragazzo incavolato che solo lui sapeva imitare meglio di qualunque altro.

Harry di seguito non riuscì a trattenere il ridere. La sua risata lo contaggiava sempre anche quando in quei piccoli casi avrebbe mantenuto l'espressione seria almeno per un minuto. «Piccola stronza. Ti sono mancato?», chiese poi.

Cheryl inarcò il sopracciglio mettendo le mani sui fianchi.

Rieccoci la ragazza con le movenze da perfetta snob.

«Non parliamone, per favore. Sono stata così felice quando ero fuggita da te pur di levarti dai piedi, e ora mi tocca sopportarti.», disse parlando seccata e sbuffando come in una scena drammatica e treatrale.

Harry finse lo stupore. «Ah, e quindi sei partita via da me solo per questo motivo, mh?», Cheryl annuì con un'espressione dispiaciuta.

Harry sospirò e sorrise.

«Dimmi!», esclamò la mora, volendo sapere perchè adesso sorrideva divertito.

«Non sai proprio fare l'attrice.», le disse.

«E perchè? Sentiamo.», gli disse.

Lui si avvicinò ai suoi occhi. «Perchè le telefonate a tarda notte una certa persona ammetteva quanto gli mancavo.», disse vedendo Cheryl cambiar faccia.

Non riuscì a negare. Così rise di gusto. «Okay! Forse un pochino, dai.»

Harry l'abbracciò un'altra volta.

Alba chiamò Harry raggiungendoli. I due migliori amici si allontanarono e si voltarono.

Cheryl si ricordò la notizia che loro due stavano insieme.

«Hei quasi dimenticavo...quindi voi due siete fidanzati, eh?», disse Cheryl facendo arrossire Alba, che teneva la mano del riccio.

«Sono davvero contenta per voi.», disse con un sorriso, la mora.

Harry guardò Alba. «Sì, finalmente è mia.», e la baciò a timbro.

Cheryl sapeva che sarebbe durata la storia tra il suo migliore amico e la sua migliore amica. Glielo si leggeva nei loro occhi. Ed Harry ormai era cambiato, lei gli cambiò la vita. Gli stupefacenti non poterono più far parte dei suoi giorni. Ma Louis continuò ad usarli sperando che primo o poi se lo avrebbe tolto il vizio.

-

Passarono mesi e mesi.

E la ragazza dagli occhi blu notte non realizzò il sogno da cantante. Lavorava in una palestra che condivideva con il cugino, facendo l'istruttrice.

Ma le andava bene così, lo scelse lei di fare questa scelta nella sua vita.

Perchè il suo sogno l'avrebbe realizzato se partiva via dall'Inghilterra, quando ci furono possibilità di carriera. Ma lei dovette rifiutare, non avrebbe lasciato le persone care. E non avrebbe resistito a lungo senza il ragazzo che continuava ad amare e a trascorrere i suoi giorni.

 

L'anno successivo, in un sabato del mese di Febbraio...

«Dove mi stai portanto, Zayn?», chiese impaziente la mora.

«Shhh. Stiamo arrivando, altri 5 passi e ci siamo quasi.», disse il moro, camminando con Cheryl sopra le spalle.

Non poteva camminare se non poteva guardare. I suoi occhi erano coperti da una fascia che non le permetteva di guardare niente finchè sarebbe stato lui a toglierle la fascia.

Così accettò anche di salire sulle sue spalle fino a dove lui l'avrebbe portata.

Arrivarono in un immenso prato verde. Proprio accanto a dove la portò, c'era un lago limpido che rifletteva le foglie di un albero.

Delicatamente Zayn la fece scendere e gli tolse la fascia mostrandosi davanti a lui due grandi occhi chiari come cristalli con sfumature bianche intorno alla pupilla. I raggi solari le facevano socchiudere quasi gli occhi.

Cheryl si guardò intornò con stupore. «Q-questo posto è meraviglioso! Grazie.», disse baciandolo a timbro.

Starono seduti sopra a una tovaglia larga nell'erba mangiando fragole e ciliegie, fino a quando Cheryl prese la panna a spry e se lo spruzzarono in bocca divertendosi ad assaporarla un pò mentre qualche volte si facevano dispetti sporcandosi a vicenda, eccetto i loro vestiti.

Con la panna il ragazzo dalla pelle ambrata se lo pruzzò nella lingua, si avvicinò nelle labbra socchiuse di Cheryl piuttosto con un sorriso sghembo ma divertito e la baciò intensamente.

Quando Zayn decise di prendere lo champagne, ruppe il tappo della bottiglia con un cortello.

Perchè?

Beh, si era dimenticato il cavatappi a casa. Cheryl per questo non si fece perdere l'occasione di prenderlo in giro.

Zayn aprendo la bottiglia senza accorgersi di aver esagerato, un pò di champagne schizzò nella sua camicia

«La sfotuna l'ho a portata di mano.», si lamentò.

Poi prese un fazzoletto e lo strofinò nella sua camicia bianca bagnata lasciando intravedere i lineamenti pettorali.

«Non dire così.», sentì dire dalla sua fidanzata che iniziò ad avvicinarsi a lui aiutando ad asciugarsi più in fretta.

Zayn sorrise in un angolo delle labbra. Lei lo potè vedere subito così vicina al suo petto col cuore che le batteva.

La ragazza abbassò lo sguardo posando via il fazzoletto che lo piegò accuratamente.

Zayn e Cheryl presero i calici nelle mani e lo riempirono per metà di champagne.

«Un brindisi al nostro anniversario.», disse il ragazzo dalla pelle ambrata.

«A noi, e a questa romantica giornata.», disse la ragazza occhi blu notte.

Se lo bevvero in un sorso, lasciandolo ancora un pò nel bicchiere e si guardarono negli occhi.

Subito le labbra di Cheryl premette le labbra di Zayn. Sembrava un uragano di emozioni quel contatto mentre il desiderio di non fermarsi e di continuare ad assaporare le loro labbra fece calare via lo champagne dai loro calici sull'erba.

«Non mi lascerai più sola, vero?.», chiese Cheryl cogli occhi fragili. «Dimmi che dopo quest'anniversario tu continuerai ad esserci per me. Dimmi che non riesci a fare a meno di me.», continuò a parlagli, guardandolo dritto negli occhi, avendo tenuto queste parole torturandole l'anima la notte prima che si facesse giorno e uscisse per festeggiare il loro anniversario.

Quella notte quando lo passò in bianco per i brutti ricordi che le ronzarono in la mente mentre i suoi occhi le bruciavano. Pensando all'anniversario dei tre anni fa che ebbe quando lui la lasciò, rendendola ribelle e senza regole per la paura che si sarebbe ripetuto per chissà quale maledetto motivo il giorno dopo per la seconda volta.

Ricordando quella prima volta che si guardò allo specchio a fissare il suo riflesso guardando non più lei, ma un'altra persona perchè lui la cambiò. Provando ad adattarsi che una parte di lei se ne era andata.

Ma adesso, lì con lui, avrebbe voluto che questo sogno a occhi aperti non si sarebbe mandato a puttane con un pizzicotto doloroso da farle venire le lacrime agli occhi.

«Non conoscerai la solitudine perchè io sarò sempre al tuo fianco.», le disse spostandole una ciocca di capelli. «L'aria è il mio vivere. E tu sei come lei, non faccio a meno di te... perchè morirei.», disse con un'espressione così seria che le fece venire i brividi.

Cheryl immediatamente lo prese ricominciando a baciarlo senza sosta.

Zayn gli sfilò la maglietta e lei si stese sopra di lui. Continuando a baciarla gli tolse il reggiseno e si lasciarono trasportare dal fuoco ardente dei loro igniudi corpi.

Il loro amarsi incondizionalmente decisero di chiamarlo senza freni.

 

Dopo una settimana...

 

«Allora? Negativo o positivo?», chiese Harry, alzandosi di botto dal suo letto non appena vide Cheryl uscire dal bagno con in mano il test di gravidanza.

Cheryl con gli occhi che non davano niente a che pensare, si sedette nel letto. Harry fece lo stesso e la guardò attentamente aspettando una risposta.

«Harry aspetto un bambino.», disse alzando lo sguardo su di Harry deglutendo, mentre non finiva di toccare il suo test di gravidanza nelle dita. Era un pò spaventata, ma era pronta a quello che sarebbe andata incontro. Le sue mestruazioni ritardavano e lei lo aveva già intuito. Sarebbe andata contro al mondo per quella creatura che aspettava solo di crescere.

Gli occhi verdi-gridi sgranarono.«Ben fatto Zayn, ben fatto!», si limitò a rimproverare, il migliore amico fulminando Zayn che lasciò cadere dalle mani la tazza della cioccolata calda sul pavimento.

 



 

 

 

 

Dio mio, sono contenta di averla finito coi fiocchi, ma dall'altro verso sono triste perchè non potrò più continuare a sognare e a scrivere capitoli e capitoli di questa storia. Ma tra una settimana mi inizia la scuola, se non lo finivo adesso, la scuola e lo studio poteva andare a farsi fottere pensando ogni giorno di scriverne il continuo. HAHAHA!

Ok, comunGue....Vi lascio così, spero che vi ho fatto sognare.

Ringrazio chi mi ha seguita, ciao a tutti! >.< :'''')) <3

 

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Capitolo 23
*** Dopo nove e bellissimi mesi... ***


La piccola
Bahira Malik.
Il suo nome vuol dire "Abbagliante come un diamante" in Pakistan.
E lei lo era, soprattutto per Zayn e Cheryl unendoli ancor di più. La loro storia continuò rendendo questa piccola creatura una vera e unita famiglia.


THE END.


SMACK. ;*
 

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