Love Liar

di Finitem_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** From the moment i meet you, everything changed ***
Capitolo 2: *** It's Everything About You ***
Capitolo 3: *** A new star is born ***
Capitolo 4: *** One Thing ***
Capitolo 5: *** Hide and Seek ***
Capitolo 6: *** Burn it away ***
Capitolo 7: *** Special ***
Capitolo 8: *** Happy Family ***
Capitolo 9: *** Screwed Up ***
Capitolo 10: *** My beautiful distraction ***
Capitolo 11: *** Nothing ***
Capitolo 12: *** Redemption ***
Capitolo 13: *** Suicide ***
Capitolo 14: *** Happiness Role ***
Capitolo 15: *** Already Torn ***
Capitolo 16: *** Set me Free ***
Capitolo 17: *** Say that you want me ***
Capitolo 18: *** Shining Star ***
Capitolo 19: *** Meant to be ***
Capitolo 20: *** Love Liar ***



Capitolo 1
*** From the moment i meet you, everything changed ***


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intro La professoressa fissava esasperata la classe 4° C, le sue trenta responsabilità, stressanti e con problemi alla pelle per mancanza di sonno e per il troppo sostegno energetico del cioccolato, in dubbio se comprare le azioni di una crema antibrufoli, preoccupati che la Pace nel mondo fosse nelle mani scivolose di Bush e Bill Loden, in ansia per cose come " 5 meno meno" e "6 più più", e tutto quello che lei riusciva a pensare era "Devo interrogare. Devo interrogare qualcuno"
"Natalie Jhonson! Vieni interrogata"
L'interpellata alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo (sicuramente non quello di testo) accorgendosi per la prima volta della presenza della docente, che sospirò esasperata.
Conosceva la ragazza da quello che i suoi colleghi le avevano riferito: Era una principessa del dramma. Sapeva cantare, ballare e recitare, e durante gli spettacoli scolastici era capace di far piangere genitori ormai cresciuti e insegnanti senza cuore.
Poteva diventare Ofelia con la luna storta, Bett Davis con la bronchite, Lady Macbeth in preda ai sensi di colpa... Lei non recitava.
Si abbandonava: i suoi occhi riempiono di pietà e sofferenza, lampeggiano, sciolgono il cemento e fanno impazzire la audience.
Era la ragazza più talentuosa della Dalton Accademy, specializzata in corsi di canto, ballo, sportivi e teatrali, e a quanto pare stava per concederle un'altra delle sue grandi interpretazioni.
- Miss Davis... sull'autobus non mi sono sentita molto bene...- disse con una vocina sottile sottile.
- Mantieni la calma e fai quello che puoi, cara-
-Ma prof, io non mi sento bene. Dev'essere lo stress!-
- Il mondo non finirà se prendi un sei al posto di un dieci-
La ragazza esalò un gemito, posandosi la mano sul petto e roteando drammaticamente gli occhi nocciola.
-Lato sbagliato tesoro!- strillò Mr Ratcliffe dal fondo dell'aula - Non puoi ottenere tutto quello che vuoi dalla vita recitando!-
La ragazza lo fissò con uno sguardo di sfida, prima di crollare indietro su una sedia, afferrandosi la gola e roteando gli occhi, fingendo un attacco di cuore.
La professoressa rimase impassibile.
- Mr Ratcliffe, ti assegnerò un più in biologia, per la tua prontezza di spirito e acutezza nell'osservazione. Miss Jhonson, in presidenza. Il tuo compagno ha ragione: non puoi ottenere tutto dalla vita sfruttando il tuo talento nella recitazione-




Natalie aprì la porta del suo appartamento, per sbattersela rumorosamente alle spalle, prima di lasciarsi andare ad una sequela di imprecazioni degne di uno scaricatore di porto.
Aveva battuto ogni record scolastico mai stabilito prima: aveva preso due note, quattro segni di biasimo ed era stata in presidenza tre volte. E tutto in un giorno solo!
In più era arrivata in ritardo alle prove, si era dimenticata di tingersi i capelli biondo platino ( quel semestre avrebbero interpretato Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare, e lei avrebbe interpretato Anna Page, la figlia della ricca Signora Page, corteggiata a fini fraudolenti da un mascalzone squattrinato) e di imparare il copione del terzo atto, così aveva dovuto fermarsi un ora in più rispetto agli altri.
In più, come se non bastasse, l'affitto scadeva a giorni, e lei non aveva una lira in tasca e nessuna voglia di tornare a vivere nel comprensorio della Dalton.
Mollando borsa e cappotto nell'atrio aveva controllato se ci fossero messaggi in segreteria telefonica, mentre andava a prendere la tinta nel bagno.

"Ehi Nat, sono Amelia! Volevo chiederti se eri interessata a un lavoretto che ti ho trovato, carino carino e soprattutto molto, molto, mooolto proficuo. Sono in ufficio fino alle sei e mezza, se sei interessata chiamami alle sette per i dettagli. Baci!"

La ragazza sorrise all'apparecchio telefonico: Amelia era la sua ex insegnante di recitazione, che si era ritirata a causa di una maternità prima di trovare lavoro come capocasting per i London Brodway Studios.
Siccome Nat era ancora minorenne e andava ancora a scuola (una scuola vecchia, inflessibile  e tarpa-ali, come la definiva lei)  non poteva sfruttare questo grande aggancio che la sua insegnante le offriva, ma una volta diplomata, le porte del mondo dello spettacolo si sarebbero spalancate per lei.
Per ora si accontentava di impersonare ruoli come l'amica perfetta della figlia che preoccupava i genitori frequentando cattive compagnie e che dovevano essere rassicurati, la secchiona che dava ripetizioni all'asino della classe, la finta commessa-volontaria per svariate associazioni, mentre i commessi-volontari veri se la spassavano altrove, la finta fidanzata...
Nat guardò l'ora. Erano le 5.30, aveva un ora per tingersi, studiare il copione e fare i compiti, prima di chiamare Amelia e cercare un lavoretto per pagarsi vitto e alloggio.
C'è la poteva fare.





Alle sei e mezza aveva i capelli biondo platino raccolti in una coda alta, e girava per casa recitando battute alla rinfusa ("E' in tavola signori. Mio padre desidera la vostra riverita compagnia."... "La cena vi aspetta messere."... "Se non entrate voi non posso entrare nemmeno io. Vi aspettano per sedersi a tavola...") i compiti di matematica aperti sul tavolo, completamente ignorati e il cordless in mano, pronta per telefonare.
Aveva finito di recitare il 5 atto e aveva composto il numero.

-Pronto Amelia? Sono Nat-
-Natalie! Allora, se mi chiami deduco che sei interessata al lavoretto che ti ho proposto...-
-In che cosa consiste?-
-Niente, il solito. Devi fingerti la ragazza di un tipo, niente di nuovo...-
- E che ci guadagno? Con quello che mi pagano gli studenti squattrinati non camperei neanche per due minuti. Tanta fatica per nulla.-
-Stavolta non è uno studente squattrinato. E' un ragazzo, ma è un riccone... Senti, so che sei a corto di soldi, e che non vuoi tornare a vivere a scuola, quindi ti ho già fissato un colloquio. Hai carta e penna?-
-Come ti sei permessa!-
- E' per il tuo bene, fidati... Tu domani fai un salto nella City, sulla A501, sopra gli uffici della Halifax, dì che ti mando io per quel colloquio. Se ti interessa accetta, sennò non se ne fa nulla. Devi essere l' alle 4.00, mi raccomando. Fammi sapere. Ciao!-
La donna aveva riattaccato, lasciando Natalie furente e indispettita, speranzosa che ne valesse la pena, e che fosse, come aveva detto Amelia, una cosa proficua.





Alle 4.00 la ragazza fissava il lungo, interminabile corridoio bianco che stava attraversando in compagnia di una segretaria alta e asciutta, vestita verde acido e che emanava corrisivo da tutti i pori.
Aveva ancora addosso la divisa, dal momento che non aveva fatto in tempo a passare a casa a cambiarsi, non era minimamente truccata e i capelli le sparavano in tutte le direzioni.
Sembrava uno spaventapasseri.
Chi avrebbe voluto uno spaventapasseri come fidanzata, anche se finta?
La simpaticissima segretaria l'aveva spinta dentro un ampio ufficio annunciandola come "l'appuntamento delle 4.00" e sbattendosi la porta alle spalle.
Che psicopatica.
Alla scrivania stava seduto un uomo più largo che alto, con una pelata luccicante e un paio di discutibili baffi che tremavano al di sotto degli occhi porcini.
-Tu saresti?- si era premurato di chiedere.
- Natalie Jhonson. Mi manda Amelia Parr, per quel lavoro come, ehm, "finta fidanzata"-
-Sei già a conoscenza dei dettagli del tuo incarico?-
- In realtà non è il mio incarico, o meglio, non ancora. Non ho ancora firmato nulla, ergo, non ho ancora nessun incarico-
L'uomo, stupito dalla risposta l'aveva squadrata da capo a piedi.
- Quanti anni hai?-
- 17 signore-
- E vai ancora a scuola?- aveva chiesto con un luccichio malsano negli occhi.
- Si signore, frequento la Dalton, scuola di belle arti. Non so se ha presente-
- E quindi studi recitazione-
- Si signore-
- E' il tuo colore naturale quello?- aveva chiesto lui accennando ai capelli.
- No signore. Me li sono tinta per il ruolo che devo interpretare-
- E sarebbe?-
- Anna Page nelle Allegre comari di Windsor-
L'uomo era rimasto in silenzio un attimo, prima di iniziare a tartassarla di domande: dove viveva, dove vivevano i suoi genitori, come mai non viveva negli alloggi scolastici, le sue amiche, se usciva la sera, se era single, i suoi hobby...
- Potresti recitarmi qualcosa?- aveva chiesto alla fine, sorridendo impercettibilmente.
Natalie aveva iniziato a declamare, abbandonandosi alle emozioni:

"« Oh, qual nobile mente è qui sconvolta!
Occhio di cortigiano,
lingua di dotto, spada di soldato;
la speranza e la rosa del giardino
del nostro regno, specchio della moda,
modello d'eleganza,
ammirazione del genere umano,
tutto, e per tutto, in lui così svanito!...
Ed io, la più infelice e derelitta
delle donne, ch'ho assaporato il miele
degli armoniosi voti del suo cuore,
debbo mirare adesso, desolata,
questo sublime, nobile intelletto
risuonare d'un suono fesso, stridulo,
come una bella campana stonata;
l'ineguagliata sua forma, e l'aspetto
fiorente di bellezza giovanile
guaste da questa specie di delirio!...
Me misera, che ho visto quel che ho visto,
e vedo quel che seguito a vedere! »"

Alla fine del monologo, gli applausi dell'uomo l'avevano riportata con i piedi per terra.
- Ma che cos'era? -
- Il monologo di Ofelia, atto III scena I-
- Di che opera?-
- L'Amleto-
Il tizio aveva sorriso.
- Mi hai convinta, sei assunta-
- Scusi, ma non posso accettare il lavoro perchè non so ancora di cosa si tratta-
- Tutto quello che devi fare è fingerti la fidanzata di un ragazzo, anche se a dire il vero è piuttosto famoso. Ti creerà problemi?-
- Quanto verrei pagata e quali sarebbero le mie mansioni?-
- Vedo che ci sai fare. Allora, tu dovrai stare con lui in pubblico e scambiare con lui delle effusioni. Se verrai sottoposta a interviste, servizi fotografici o altro ti verranno pagati come extra. Lui non è autorizzato ad andare oltre quelo che stiamo pattuendo adesso, pena un severo risarcimento. Anche se non penso sia interessato-
La ragazza si era sentita un po' offesa.
- Come mai? -
- E' gay, anche se non dichiarato -
- Oh. -
- Già. Verrai pagata 12500 sterline-
Nat si era sentita mancare. Erano un sacco di soldi. Una montagna di soldi.
- All'anno?- aveva chiesto con voce flebile.
- Al mese, ragazza mia, al mese...Nelle festività verrai pagata 12600 sterline, e le nostre finanze copriranno le spese inerenti alla tua immagine: trucco, hairstylist, vestiti, manicure e pedicure... Due uniche condizioni: sei legata al segreto professionale, ovvero non puoi rivelare a nessuno la nostra messa in scena. Seconda cosa non ti è permesso frequentare nessun'altro mentre sei assunta da noi. Tutto chiaro?-
- Si signore-
- Firma qui- l'uomo, o meglio, il suo nuovo capo, le aveva teso il contratto, che la ragazza si era affrettata a firmare, per paura di perdere l'occasione.
C'erano state ancora un po' di domande, prima che il telefono sulla scrivania squillasse, distogliendoli dalla conversazione.
- Si?- aveva risposto l'uomo.
- Ok, lascialo passare- aveva riattaccato, rivolgendosi a Nat.
- Vediamo come ti trovi con il tuo nuovo fidanzato...-
Non le importava. Con 12500 sterline al mese poteva fare di tutto!
Avrebbe potuto pagare l'affitto, comprare mobili decenti, trucchi, smalti, lenti a contatto colorate per le recite, tinte di colori assurdi...
Poteva essere anche il ragazzo più brutto del pianeta, a lei non importava.
Per 12500 sterline al mese, questo ed altro.
La porta si era aperta, e un ragazzo ben noto a Natalie, come a tutta la popolazione adolescenziale femminile mondiale, era entrato nell'ufficio: il cappuccio del giaccone firmato alzato sopra la testa per coprire i ricci, visibili mentre scendevano sulla fronte e sugli occhi verdi coperti dai Rayban scuri, la sciarpa tirata fin sopra il mento e la testa incassata tra le spalle.
- Volevi vedermi Sid? -
- Si Harry... Volevo presentarti la tua nuova "finta" ragazza... Natalie, questo è Harry, Harry questa è Natalie. L'ho appena assunta. Da oggi lavorerà con noi-
Natalie Jhonson, studentessa di belle arti di umili origini campagnole, approdata nella giungla della City grazie a una borsa di studio, confusionaria, ritardataria e spendacciona, si era appena fidanzata con Harry Styles, 1/5 della band più famosa del mondo: gli One Direction.








Angolo Autrice ^.^
Hey, Vas Happenin?
Eccomi di nuovo a scartavetrarvi le palle con una nuova FF, come vi avevo promesso.
Allora? Che ve ne pare?
Vorrei un pareruccio, essendo questa la prima FF che scrivo in terza persona... è un esperimento, e sta a voi dirmi se è  riuscito o meno.
In base a ciò deciderò se continuare a stressarvi o no...
Saluto tutte le recensitrici accanite di Moments e I shouldn't have tweet you che mi vogliono morta perchè inizio mille e mille storie al posto di aggiornare quelle vecchie.
Sono fatta così... che ci posso fare? ^.^
Un bacio e recensite numerose!
Cami






 

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Capitolo 2
*** It's Everything About You ***


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er43t45yy5 Natalie non ci poteva ancora credere: era seduta alla scrivania di un ufficio lussuosisimo, con un caffe' fumante sotto il naso (prontamente consegnato da Miss acidità) e con Harry Styles, il suo nuovo finto fidanzato seduto di fronte.
-Bhe... Umh... Piacere- aveva intavolato la conversazione, porgendole la mano.
- Harry Styles-
- Natalie Johnson-
- Sei una Directioners?-
La ragazza aveva annuito, mentre il suo interlocutore si era velocemente coperto le orecchie con le mani.
- Perchè non stai urlando?-
- Non ho più voce...- aveva sussurrato flebile lei, muta dallo shock.
C'era stato un attimo di silenzio.
- Quindi.... La Larry... E' reale?-
- Hai promesso che non l'avresti detto a nessuno!- era scattato Harry, irritato.
- Scusa. Scusa. Giusto. Sono solo curiosa, tutto qua. Mi dispiace. Non lo dirò a nessuno-
- Quindi... La Flack, la Swift e le altre ehm, signore, erano anche loro coperture?-
- Si. Diciamo che però loro non sapevano di esserlo, e quando volevano troppo... Le scaricavo-
- Okay. Devo attenermi a un copione o sono libera di improvvisare?-
Il ragazzo ci aveva pensato un attimo.
- Penso che tu sia libera di improvvisare ma dentro certi schemi stabiliti. Non lo so... è la prima volta che faccio qualcosa di simile-
Avevano sorseggiato il caffè in silenzio, e così facendo Natalie aveva avuto modo di riacquistare il suo solito cipiglio da attrice in carriera.
- Io ho già avuto qualche esperienza come finta fidanzata, certo, non a questi livelli, ma lo scopo era lo stesso. Quindi ho una proposta da farti-
- Sentiamo-
- Perchè non cominciamo a conoscerci meglio, magari facendo le cosa che ci piacciono in modo anche da farci vedere in giro e iniziare a fare pettegolezzo?-
Lui l'aveva guardata stupito.
- E' una grande idea. Sei intelligente-
- Grazie ehm, anche tu, credo...-
- Cosa ti piace fare? Potremmo iniziare con cose semplici, tipo il cinema. Non ti piace andare al cinema?-
- No, preferisco il teatro. Ci lavoro dentro, quindi andare al cinema è come favorire la concorrenza. E' come se tu andassi al concerto dei The Wanted.-
- Okay, okay, ti sei spiegata. Niente cinema allora. Bowling?-
- Sarebbe perfetto. Ci vediamo lì verso le 6.45 e poi andiamo a mangiare una pizza?-
- Ottimo. A quando il coprifuoco?-
- Vivo da sola, non ho un coprifuoco, e la scuola fa' schifo, quindi... quando vuoi-
Si erano scambiati un sorriso complice da sopra le tazze fumanti.
- Sai Natalie, lavorare con te già mi piace...-













Harry continuava a fissare l'orologio, Erano le 7, dove cavolo si era cacciata quella maledetta ragazzina?!
Poi qualcuno gli aveva toccato la spalla.
Natalie era piegata in due, e aveva un fiatone da far invidia agli atleti che correvano la maratona di New York.
- S-Scusa, ho pe-perso l'autobus-
- Se volevi un passaggio bastava dirlo!-
- Magari avevi altri programmi, non volevo scocciarti... Comunque, sono appropriatamente vestita?-
Aveva fatto un passo indietro per farsi ammirare: indossava leggins strettissimi neri, abbinati a scarpe col tacco di vernice lucida e a una maglietta bianca piena di pieghe che le scendeva fin sotto il sedere, e che spuntava da sotto la giacca rosso ciliegia, che coronava il tutto.
- Allora, come sto?- si era pavoneggiata lei, sistemandosi la fascia rossa tra i capelli biondi.
- Benissimo. Perchè me lo chiedi?-
- Non voglio sembrare una donna scarlatta come la Flack, voglio dare un immagine positiva di me stessa-
- Non ti seguo-
- Vedi, Harry... Posso chiamarti Harry?-
- Ma certo-
- Il fatto è che- aveva iniziato lei, prendendolo sottobraccio per accompagnarlo verso la pista - Con la Flack si capiva che lei era interessata solo al sesso lontano due kilometri, e lo si intuiva da come si vestiva, mentre io voglio che la nostra storia duri, in modo da dissipare tutte le voci sulla Larry-
- Te l'ho già detto che sei intelligente?-
- Si, e ora vedrai come sono brava a giocare a bowling-
- Nessuno è più bravo di me-
- Vedremo Styles, vedremo-




La serata era stata divertente: se all'inizio Natalie era un po' in soggezione dal fatto di essere in compagnia di uno dei suoi cinque idoli, già a metà della prima partita di bowling lo trattava come uno dei suoi compagni di teatro, ridendo, scherzando e facendogli i dispetti mentre l'altro cercava di lanciare la palla.
Avevano parlato delle loro vite, e Natalie si era ritrovata a parlare a raffica del teatro, della sua scuola, con i malefici insegnanti e Mr Ratcliffe, il suo insopportabile compagno di classe, e aveva ascoltato lui parlare di se' della sua carriera, la band e dei suoi migliori amici.
A quel punto erano già davanti a un bel trancio di pizza in un ristorantino al centro.
- Quindi, ricapitolando tu e Louis state insieme...-
- Non urlare-
- Non sto urlando, ho una voce rumorosa... Eleanor è all'oscuro di tutto ma vuole lasciare Louis perchè sospetta qualcosa, Liam è ancora a pezzi per Danielle, Zayn vuole portare Perrie all'altare e Niall è felicemente single, ma è proprietà privata di Josh, che nessuno si fila. Giusto?-
- Si. Vuoi prendere appunti?-
- Hahahaha, come sei simpatico-
- Quindi tu sei una Directioners... Chi è il tuo preferito?-
Natalie era avvampata furiosamente.
- Secondo me sei la tipica ragazza da Zayn... Sbaglio?- aveva continuato lui.
- Si-
- Eddai, dimmi chi era e giuro che metterò una buona parolina per te...-
- No-
- Ti offro shopping in centro se me lo dici-
- Non mi interessa-
- Ti tormenterò finchè non me lo dirai-
- Ok! Ok! Fino a due ore fa' eri tu! -
- E poi cos'è successo?-
- Ti ho incontrato di persona e ho scoperto quanto sei rompipalle-
Erano scoppiati a ridere. Poi un lampo attraverso la vetrata del risotorante aveva abbagliato Nat.
- Un temporale?- aveva chiesto ingenuamente - Siamo a ottobre!-
- Sono i paparazzi...- aveva spiegato Harry, prima di imprecare a bassa voce.
- Che la finzione cominci- gli aveva risposto con lo stesso tono la ragazza, prendendogli la mano.
Avevano mangiato per un po' in silenzio, scambiandosi occhiatine dolci al di sopra del piatto, prima che lei chiedesse:
- Se mi chiedono come ci siamo conosciuti cosa devo rispondere?-
- Bho, non lo so... Pensiamo a una storia-
- Va bene se tipo tu hai accompagnato una tua amica a vedere una cosa a teatro e ci siamo incontrati lì?-
- Si, penso che possa andare. Cosa stavamo guardando?-
- Romeo e Giulietta è troppo scontato. L'Amleto?-
- Sei tu l'esperta di opere-
- Vada per l'Amleto, allora-
- Quando? Non voglio sembrare una facile-
- Agli inizi di febbraio? Ma poi c'erano rappresentazioni dell'Amleto a inizio febbraio?-
- Lo mettono in scena almeno una volta a settimana, quindi siamo coperti-
- Hai un soprannome particolare?-
- Bah, i miei e gli amici mi chiamano Nat... Tu?-
- Harry, o Hazza-
- Niente di troppo smielato insomma-
Il ragazzo aveva guardato l'orologio.
- E' tardissimo, e domani hai scuola! Ti riaccompagno a casa-
Aveva voluto pagare il conto e aveva aspettato ansioso che lei si infilasse il cappotto prima di affrontare i flash dei fotografi.
- Solo una, solo una- lo pregavano da ogni parte, come una litania in chiesa.
- Mi dispiace, dobbiamo andare. E' tardi, e lei domani deve andare a scuola-
Erano saltati su un taxi, che era stato inseguito per 10 minuti buoni dai paparazzi più determinati e avevano compiuto un giro assurdo tra strade e vie abbandonate per seminarli tutti, prima di fermarsi sotto il condominio dove dimorava la ragazza.
Lui le aveva dato il suo numero di telefono, promettendole che l'avrebbe strangolata a mani nude se l'avesse dato a qualcuno, e dopo un attimo di imbarazzo iniziale si era congedato con un abbraccio- bacio-sulle-guance-appena-accennato.
Natalie si era fiondata sotto la doccia, prima di buttarsi a letto senza neanche indossare il pigiama, esausta ma felice.
Le sembrava tutto un meraviglioso sogno, mentre veniva cullata tra le braccia di Morfeo...





Il telefono aveva preso a martellarle i timpani verso le 7.45.
Nat aveva sollevato a fatica la cornetta, mugugnando "Pronto" con la voce ancora impastata.
- Tesoro, sei sul Global Inquirer! Esigo immediatamente una spiegazione!-
- Ma cosa dici, mamma?- aveva chiesto lei, confusa, aprendo il portatile e recandosi sulla homepage del giornale preferito di sua madre.
- Chi è quel ragazzo? E' famoso? Perchè non mi hai detto niente? Perchè non me l'hai presentato? E' il tuo ragazzo?-
Dallo schermo del Pc, Natalie Johnson rideva, mentre Harry Styles cercava di toglierle la palla da bowling dalle mani. La testata del giornale gossip recitava, a caratteri cubitali: " La nuova fiamma Di Harry"
Ascoltando le lamentele della madre, isolata nella sua casupola immersa nella campagna dello Yorkshire, Nat sorrise.
L'operazione "Finta-Fidanzata" era ufficialmente cominciata.









Angolo Autrice ^.^
Buonasera * Sfrega le mani in una pessima imitazione di  Bruno Vespa*
In questo capitoluccio si spiega un po' meglio la situation... Quindi, che ne dite? Vi piace? Ma certo che si * #l'importanteècrederci*
Volevo passare ai miei Massive Thank You, importati direttamente dalla mia altra FF, Moments, che purtroppo è finita lasciandomi un vuoto immenso.
So, a massive thank you to:
Chiara, che è stata la primissimissima a recensire, ed essendo anche la regina della Larry checchè ne dica lei, merita una menzione speciale... quindi eccola qui :)
Elly, che è del Team Natalie e non del Team Louis ( fatemi sapere gli schieramenti mi raccomando!), Corinna, che è una Natalie nella realtà e speriamo le capiti anche a lei di incontrare il suo idolo, Bianca, che è contro la Haylor, mentre Ery che è a favore ( o almeno, deduco che lo sia dalla sua bellissima icon) Erica che prova a indovinare gli sviluppi successivi (spero che questo capitolo ti abbia chiarito le idee e che ti spiani la strada da futura chiromante XD) e che ha cambiato nome e credo c'entri qualcosa una conversazione che abbiamo avuto awwww che tenera! Adele, nostra reporter da una zona di guerra piuttosto disagiata: il suo bagno, Viola che non è una Larry shipper ma le faremo cambiare idea (muhahahahahahaha) Ylenia che finalmente so' che si chiama Ylenia e continuerò a usare il suo nome di battesiamo all'infinito (Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia XD) Federica che sta passando al lato oscuro delle Larry...*sussurro persuasivo con voce sinistra e mistica*  Vieni con noi... Abbiamo molto da offrirti *porge un biscotto al cioccolato* Insieme a Marty che è una mia alleata, una Shipper ad Hoc ( o d'hoc, del latino me ne sciacquo le palle) yo Styles che a differenza di tutte le altre recensitrici (che ormai sono vecchie come il cucco <3) è nuova in questa storia!!! Benvenuta nella mia cucina, ehm, volevo dire, nel mio angolo autrice.... Si sta un po' stretti...
Per ultima ma non meno importante volevo ringraziare Nialls_smile e volevo chiedere il suo nome di battesimo, così farò come Ylenia e lo userò all'infinito (Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia Ylenia XD)
Volevo fare un discorso serio: molti lettori non recensiscono e la cosa mi rende un po' triste, perchè non voglio che finisca come l'altra mia FF, dove nell'ultimo capitolo ho avuto un boom di recensioni.
Sono molto felice per tutte le persone nuove che ho incontrato in quel frangente, ma mi sarebbe piaciuto conoscerle prima e meglio.
Quindi non siate timidi e recensite numerosi ;)
Un bacio.
Cami

 

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Capitolo 3
*** A new star is born ***


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gyhjgjhjk - Natalie, lo sai che sei sul giornale? Con Harry Styles? Degli One Direction?-
- Oddio Nat non l'avevi detto che eri fidanzata! Con uno famoso poi!!-
- Ed ecco perchè la signorina Johnson ha sempre la testa tra le nuvole e i compiti non fatti... Credo che se questa situazione andrà avanti per molto convocherò direttamente il signor Styles in presidenza-
- E dopo la Flack e la Swift un'altra candidata degna di questo nome, la Johnson!-
- Complimenti Natalie, sono felice per te!-
- Ma è vero che stai con Harry Styles?-
- Dove l'hai conosciuto?-
- Ma è vero che stai con Harry Styles?-
- Hai conosciuto gli altri membri della band? Mi potresti far fare un autografo?-
- Ma è vero che stai con Harry Styles?-
- Gli inviterai allo spettacolo di fine anno?-
- Ma è vero che stai con Harry Styles?-
- E' un fidanzamento ufficiale?-
- Ma è vero che stai con Harry Styles?-
Nat sbattè il libro di testo sul banco, irritata. Era solo la seconda ora e già era decisamente stufa di sentire pettegolezzi, commenti maligni, domande personali e richieste a destra e a manca.
- SI, STO CON HARRY STYLES, NO, NON GLIEL'HO ANCORA DATA, NON HO ANCORA CONOSCIUTO IL RESTO DELLA BAND E NO, NON MI COMPORTERO' COME UNA FAN IN PREDA A CRISI ORMONALI. Ora possiamo tornare alle equazioni di secondo grado? Dio, non posso credere di averlo chiesto davvero...-
Se le lezioni l'avevano esasperata, la pausa pranzo aveva rischiato di ucciderla: attorno al tavolo dove pranzava abitualmente con il resto della compagnia teatrale c'era così tanta gente che erano dovuti intervenire gli insegnanti e a Nat non era restato altro che mangiare da sola, seduta sulle gradinate della palestra.
"Passerà" si era detta "E' il primo giorno, e il tutto viene pompato dalla bolla mediatica. Passerà presto"
Il suo telefono aveva squillato di nuovo: era tutta la mattina che le arrivavano messaggi da persone che non si facevano vive da una vita che le chiedevano di lei e la sua nuova fiamma.
Stavolta però era proprio l'oggetto di scandalo in questione a contattarla:
 
" Qual'è la prossima mossa? Aspettiamo che le acque si calmino o battiamo finchè il ferro è caldo?"

"L'ultima frase era un po' ambigua" rispose lei, sogghignando sotto i baffi.

"Scusa. Comunque, che facciamo?"

"Niente di impegnativo, dal momento che tutta la mia energia vitale è stata risucchiata dalla sfrenata curiosità delle Directioners"

"Ti stanno dando il tormento?"

"Se per tormento inteni dire sommergendo di domande idiote allora sì"

"Mi dispiace :( "

"Fa' niente... Piuttosto, non mi dovevi mica un giro in centro con tanto di shopping?"

"Giusto... A che ora ti passo a prendere? Ho un impegno alle 8.00"

"Alle sei finisco le prove a teatro"

"Perfetto, ti passo a prendere. Buon appetito"

"Anche a te :)"


Nat sorrise. La prospettiva dello shopping illuminava la sua giornata ( o almeno quello che ne restava) buia come il più profondo fondale degli abissi.
Ce la poteva fare.










Harry entrò nel teatro, stufo di aspettare in macchina.
Natalie era in ritardo di almeno 20 minuti!
La individuò subito tra il resto della compagnia di attori: indossava ancora la divisa scolastica, con la cravatta slacciata e le calze allentate, i capelli in disordine e l'aria persa mentre declamava:  "E allora signor Mingherlino?"

Mingherlino, di nome e di fatto, entrò in scena, chiedendo confuso: "Allora signorina?"

Natalie: Quali sono le vostre volontà?

Mingherlino: Le mie volontà! Questa mi piace! Le mie volontà! Grazie a Dio non ho fatto ancora testamento. Grazie a Dio non sono mica tanto malato.

Natalie agitò le mani, in segno di impazienza : Intendevo chiederv isignor Mingherlino, cosa volete da me?

Mingherlino, dissimulando l'imbarazzo e a occhi bassi: In verità per parte mia non voglio niente o quasi niente. E' vostro padre e mio zio che hanno preso le mosse... Se vatanto meglio; se no buona fortuna a chi riesce. Del resto loro due vi diranno meglio di me come stanno le cose...

Natalie aprì la bocca per recitare la sua battuta, ma scorse il ragazzo in piedi nel bel mezzo dell'auditorium deserto.
- Oddio Harry!- guardò l'orologio - E' tardissimo scusami!!-
Salutò con un cenno il co-interprete e corse fuori, afferrando il borsone e il braccio del compagno.
Continuò a scusarsi fino a quando lui non la minacciò di non mantenere la promessa e di non comprarle niente.
Rassicurata, la ragazza cominciò ad agitarsi nuovamente due secondi dopo, accortasi in che stato erano i suoi capelli.
- Sembro il Re Leone! Io così conciata in giro con te non ci vengo!-
- Dai- la incoraggiò il ragazzo, parcheggiando la macchina in pieno centro - Che inizi lo show-
- In questo caso sarebbe più appropriato "The show must go on"- brontolò lei slacciandosi la cintura e preparandosi a recitare la sua parte.
Camminarono per un po'l'uno accanto all'altra, prima che lei gli prendesse la mano infilata nella tasca del giaccone e iniziasse a fermarsi a ogni vetrina.
I primi 15 minuti tutto filò a gonfie vele, prima che un gruppetto di fan li scovasse e implorasse per delle foto.
Natalie si allontanò discretamente, rassegnata ad aspettare, curiosando tra le vetrine per ingannare il tempo.
Ogni tanto si voltava, solo per vedere altre fan che chiedevano altre foto.
Quando finalmente il gruppetto si fu placato, i due ripresero a passeggiare come niente fosse.
-Mi spiace se ti ho fatto aspettare...-
- Non importa. Meglio annoiarsi un po' nell'attesa che si stufino che essere ricoperta di insulti su Twitter-
- Giusto. Allora, hai deciso cosa vuoi comprare?-
Nat scosse la testa.
- Ancora non ho visto nulla di accattivante, ma se trovo qualcosa non disperare, sarai il primo a saperlo...-
- Ed esattamete, cosa stai cercando?-
- Qualcosa di carino per il mio appartamento, che messo com'è messo adesso sembra una topaia abbandonata-
- Posso farti una domanda?-
- Certo-
- Come mai vivi sola?-
Ci fu un attimo di silenzio.
- Se sono stato troppo indiscreto puoi anche non rispondermi-
- No, è ok... Diciamo che la mia famiglia non sguazza nell'oro, e i miei non si sono mai potuti permettersi di assecondare la mia "grande" carriera. Poi però ho vinto una borsa di studio per la Dalton, l'accademia di Belle arti che frequento adesso, che comprendeva vitto e alloggio, così mi sono trasferita qui, e i miei, non potendomi seguire, sono rimasti a Mansergh-
- E come mai non vivi nel comprensorio scolastico?-
- Andiamo, ci sei mai entrato?-
Il ragazzo scosse la testa.
- Le tubature perdono, i riscaldamenti non vanno, le finestre hanno gli spifferi, siamo 5 studentesse per stanza e in più dobbiamo sottostare alle loro stupide regole!-
- Quindi te ne sei andata-
- Ovvio-
Lui stava per farle un altra domanda quando un'altro stuolo di fan urlanti  l'aveva accerchiato, distogliendolo dalla concentrazione.
Le fan non si erano limitate a foto e autografi, e stavolta Natalie non aveva potuto svicolare indisturbata: era stata sottoposta ad un vero e proprio interrogatorio.
- Quanti anni hai?-
- Diciassette-
- Dove vi siete conosciuti?-
- A teatro, siamo capitati vicini per caso, chissà, forse il destino...-
Harry si era mentalmente complimentato con l'attrice provetta, che aveva preso un sorriso svenevole e uno sguardo vacuo e innamorato.
- Poteva capitare anche a me- aveva commentato sgarbatamente una ragazza tarchiata alla sua destra.
- Si!- le aveva dato ragione Natalie - Poteva capitare a chiunque... A te, come a me, o a qualunque altra ragazza-
- Ma adesso state insieme?-
Il ragazzo non sapeva cosa rispondere, così si era limitato a fissare la partner che si era chinata sulla ragazzina sussurrando a bassa voce:
- Mi sembri una ragazza sveglia, quindi a te posso dirlo... Stiamo insieme da una settimana, ma è un segreto- si era posata un dito sulle labbra prima di rialzarsi e annunciare con un tono squillante:
- Ok, mi levo dai piedi mentre fate un po' di foto... Harry, ti tengo d'occhio!-
Ed era fuggita in un negozio di articoli per la casa.
Mezz'ora dopo il ragazzo l'aveva raggiunta, togliendo dallo scaffale il telefono a forma di converse sul quale la ragazza stava decisamente sbavando, e pagandolo alla cassa, prima di agguantarla per un braccio e fuggire con lei tra le strade di Londra.
Un'altro branco di Directioners li aveva sgamati mentre attendevano il taxi che avrebbe riportato Natalie a casa.
Avevano scattato foto e schiamazzato rumorosamente fin quando, sopraggiunto il taxi, si erano zittite per vedere come i due "fidanzati" si sarebbero salutati.
- Ciao Superstar- Natalie li aveva scompigliato i capelli prima di lasciargli un bacio veloce a fior di labbra, sctenando l'isteria delle presenti.
- A Domani Nat- lui le aveva tenuto aperta la portiera mentre lei saliva sul taxi salutando la piccola folla che si era formata sul marciapiede, prima che l'autista sgommasse via, lasciadosi alle spalle flash e strilli.
Poco dopo le era arrivato un sms.

"Come mai hai detto a quella ragazza di mantenere il segreto? E' una cosa che devono sapere tutti!"

"E quale miglior modo per diffonderla se non proibirla?"

"Sei un genio"

Due ore dopo, mentre Nat era a letto, il cellulare aveva vibrato ancora.

"Twitter ha dato il suo responso: le Directioners ci danno la loro benedizione. E' nata la Narry"







Angolo Autrice ^.^
Lo so, sono in uno stramegasuper ritardo, ma la scuola mi sta uccidendo...
Io mi chiedo, abbiamo ancora 5 mesi, 5 lunghissimi, interminabili, infimi mesi e loro si ostinano a iniziare le interrogazioni adesso.
Bah, valli a capire i professori...
Anyway, per farmi perdonare, come al solito ho fatto uno schifo di banner: in teoria sarebbero Louis, Natalie e Harry che sorridono ai fotografi, sono di spalle e i due ragazzi, coperti dalla schiena di Nat si tengono per mano... Awwww che paciucci (non vuol dire niente, l'ho inventato adesso :) )
Passando ai miei mirabolanti massive thank you, vorrei ringraziare:
Jenny, nuova recensitrice che è salita sul nostro "treno", benvenuta e complimenti, sei stata la prima a recensire lo scorso capitolo, Larry is my drug (anche la mia, la spaccio insieme a Zayn) che è anche lei una novellina insieme a CamiCamilla che ha il mio stesso nome!!! HAHAHAHAHAHA le coincidenze della vita :) Benvenute nei miei deliri e buona permanenza, e poi vorrei ringraziare una non novellina, la mia amica PAOLA che finalmente so che si chiama Paola ( e adesso dirò sempre
Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola It's gotta be Paolaaaaaaaa!!!! I want I want be loved by Paola!! And live while we're Paolaaaaaaaa! What's makes you Paola!!! Ok, la smetto lol) e dopo aver preso fiato vorrei ringraziare anche yo Styles, che fa concorrenza a Benedetta Parodi, che sono così felice di avere nella mia cucina, Ery, che insieme a me sta elaborando un piano malefico per combinare insieme Taylor ed Ed ( che ho iniziato ad ascolticchiare un po' grazie a lei, ma quanto non è bella Mean? Brividi) Adele che purtroppo ha terminato la sua FF, ma per fortuna ne ha iniziato un altra perchè io non so vivere senza di lei ( #muchlove) Martina che adesso verrà stalkerata da me perchè ho il suo numero MUHAHAHAHAHA (no, se ti rompo fammelo sapere mi raccomando!) Ilaria, eletta in questa sede capo del #TeamNatalie, mentre Chiara è capo della fazione opponente, il #TeamLouis e che non faccio in tempo a battere le palpebre che ha già postato un nuovo capolavoro, Erica che sta per iniziare una nuova FF sugli Oned, quindi accorrete in massa da lei, Ylenia, che nello scorso angolo avrò chiamato tipo 1207367634746 volte, ma adesso ho scoperto che Paola è Paola e l'ho chiamata 1183784 volte anche lei, quindi non ho fatto torti a nessuno :) Lilly e Elly, tutte e due del #TeamNatalie, una ci ha appena raggiunto l'altra è con me fin dall'inizio e la sua FF sta prendendo pieghe inaspettate con Sherlock e Watson... Capretta <3!
Federica che vede gif con Zayn fatto e pensa a me perchè sa che anch'io sono una tossica, ma per arrivare a quei livelli c'è ne vuole eh!!!
Corinna, che tra poco diventerà una stella di Brodway e dirà Sayonara a tutti noi, si sposera un figone pazzesco e metterà al mondo tanti pei pimpi pelli che rimeranno dalla mattina alla sera, gaia26597che ringrazio per la recensione e mi dispiace deluderla, ma in questa FF non saranno solo amici... saranno molto molto molto di più :) Cosa che farà andare in ghingheri Deborah, che shippa. Come si suol dire shippi tu, shippo anch'io :)
Bianca che sta per tornare col botto tra noi con uno nuovo capolavoro che spero che non cancellerà a metà (c'è l'ho ancora a morte con te <3) e vuzzy99 che è l'erede ninja di Erica perchè anche lei recensisce di nascosto dalla mamma :)
Per la gioia di Bianca e tutte le shipper stasera pubblicherò la mia nuova FF, Drunk (si, ispirata da Drunk di Ed *.*)

La vita di Louis è uno schifo: suo padre ha tradito sua madre con l'insegnante di francese di sua sorella causando il divorzio, ha dovuto cambiare casa, scuola, città, nessuno lo vuole come amico, i soldi sono pochi, la casa è piccola, i sua madre è appena uscita per la prima volta dopo mesi e le sue sorelle non sono in casa.
E' solo.
Decide allora di fare una scenata al padre, reo di tutto quello che sta passando, e per darsi coraggio si beve qualche birra di troppo, prima di salire in macchina diretto verso la sua vecchia casa.
Harry Styles si sta invece apprestando a tornare a casa dopo una giornata di scuola, lo stomaco gorgogliante e l'acquolina in bocca.
Cala il buio e basta un attimo: uno schianto, una vita segnata dal senso di colpa, l'altra appesa a un filo.
Niente sarà più come prima...

Che ve ne pare? Vi aspetto numerose <3 <3 <3 <3
Cami

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Capitolo 4
*** One Thing ***


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reththrthrth Sinceramente a Natalie non pareva che Twitter e le twitteriane fossero favorevoli alla "Narry".
Proprio no.
Alcune ragazze prendevano le sue difese, altre (tra le quali alcune sue compagne di scuola) la attaccavano in continuazione, pubblicando commenti cattivi e spargendo voci malevole:

"Natalie è solo una sporca arrampicatrice sociale, e vuole solo il denaro di Harry, dal momento che è così povera da non potersi comprare i vestiti!"

"Puzza di capra, perchè ne tiene sei nel suo appartamento"

"E' una stracciona"

Nat cercava di rispondere a tono, ma non era facile. E poi, aveva altro a cui pensare, come lo spettacolo teatrale, la scuola, il lavoro, e... il suo primo incontro con i restanti 4 membri degli One Direction.
- Per me il parere dei ragazzi è molto molto importante. Sono sicura che gli piacerai- sostenava Harry.
E così Nat era stata invitata a cenare con loro nel ristorante italiano più lussuoso di Londra.
Al suddetto invito era susseguita una meticolosa preparazione: farsi i boccoli con spuma e arricciacapelli, scegliere un vestitino carino-ma-non-troppo e delle scarpe eleganti-ma-non-da-zoccola e il makeup da ragazza-che-ci-tiene-ma-non-vuole-essere-volgare.
Alla fine aveva optato per leggins bianchi e un vestitino bianco che le ricordava Campanellino in Peter Pan, dotato però di una cintura marrone in pelle e di alcuni strass.
Sempre tenendo il look Trilli aveva scelto delle ballerine di camoscio che, appunto, davano al tutto un tocco fatesco.
Un po' di ombretto bianco, matita e lucidalabbra, senza esagerare.
La sua nuova parola d'ordine era SOBRIETA'.
Non voleva diventare la zoccola di turno segnata a dito e disprezzata da tutti.
Davanti allo specchio era rimasta alquanto soddisfatta di come appariva, soddisfazione che era sparita non appena aveva messo piede nel ristorante e si era trovata fard-a-frad con Eleanor e Perrie.
Erano meravigliose: dieci volte più eleganti di lei, con molto più stile e una tonnellata di sicurezza, nonchalant e charm che a lei mancava.
Se non fosse li per "lavorare" avrebbe girato i tacchi e sarebbe corsa via, soprattutto dopo l'occhiata assassina ricevuta dalla futura signora Tomlinson.
Invece le aveva sorriso a fatica, prima di sedersi a tavola al fianco di Harry, ricevendo un altra occhiatacci capace di uccidere, ma stavolta da Mr Tomlinson in persona.
"Cominciamo bene" pensò la ragazza disperata.
Servirono la prima portata, presentata come un antipasto: insalata di polpo.
Subito il commensale seduto di fronte a lei, non è difficile indovinre chi, si avventò sul cibo. Sembrava avere un pozzo senza fondo, un buco nero e un aspirapolvere al posto dello stomaco.
-Non li mangi quelli?- chiese Niall occhieggiando voglioso il suo piatto, vuoto solo per metà.
-No. Li vuoi finire tu? Non vado matta per il polpo-
- Non capisci niente-
- No, è che so come vengono cucinati, e allora preferisco non eccedere-
- Come vengono cucinati?-
Aveva risvegliato il suo interesse.
- Si, te lo racconterei anche, ma siamo a tavola, non mi sembra il caso-
-Non m'impressiono facilmente-
-Sicuro di volerlo sapere?-
-Assolutamente-
- Bhe, li pescano con le reti e poi per ucciderli li prendono per i tantacoli e li sbattono la testa sui sassi finchè non escono le cervella. Allora è pronto da cucinare-
Niall l'aveva sfidata con lo sguardo, prima di cacciarsi in bocca l'ultima forchettata dell'antipasto e commentare:
- Immagino che tu lo trovi rivoltante-
-Alquanto-
- Pensi la che sia la cosa più rivoltante in assoluto?-
- Si, immagino di si-
- Sai come si friggono le frittelle italiane che avremo come dolce?-
- Nel grasso di maiale-
-Bleah! Non dirai sul serio!-
- Si invece. E sono deliziose-
Erano scoppiati a ridere, continuando la conversazione "Cibo e modi di cucinare rivoltanti" fino a che non era arrivata la prima portata vera, e allora il biondino era stato troppo occupato a nutrisi in modo famelico e a chiedere il bis ai camerieri per le chiacchere.
Nat era felice: almeno uno su quattro (più le due fidanzate) non la considerava una minaccia da stroncare alla prima occasione.
- Allora, Natalie, raccontaci qualcosa di te-
Come la soddisfazione, la felicità era finite di colpo.
- Bhe, ad essere sinceri non c'è molto da dire...-
- Quanti anni hai?-
- Diciassette-
Eleanor l'aveva squadrata con aria di sufficienza, per poi domandarle subito dopo:
- E cos'è che fai nella vita, Natalie?-
- Studio recitazione, alla Dalton-
- Harry ci ha detto che vivi da sola-
- Bhe si, la mia famiglia è rimasta al mio paese d'origine e io ho vissuto per un po' negli alloggi scolastici. Ora vivo da sola-
Altre facce (sempre le stesse) stupite. La conversazione si faceva difficile per la ragazza che aveva iniziato a gesticolare nervosamente.
A un certo punto, Perrie aveva sussultato, prima di ordinare con tono da gendarme tedesco:
- Ferma! Fammi vedere le mani!-
Nat era sbiancata, ricordandosi l'unica cosa che si era dimenticata di sistemare prima di uscire: le unghie!
Per rilassarsi dopo la notizia che avrebbe conosciuto tutti i suoi idoli, si era fatta una delle sue solite manicure assurde, e si era scordata di levare lo smalto.
E adesso aveva le unghie zebrate.
Accidenti.
Deglutendo aveva posato le mani sul tavolo, con i palmi ben aperti che mettevano in evidenza la sua opera d'arte.
- Non stanno bene con niente, e mi sono dimenticata di toglierle- aveva provato a giustificarsi, mortificata - Sono un po' volgari...-
- Sono favolose!- aveva strillato Perrie afferrandogli le mani e ripetendo - Favolose. Voglio il nome e il numero dela tua estetista-
- Le ho fatte da sola, purtroppo-
L'altra l'aveva fissata con tanto d'occhi.
- Promettimi che le farai anche a me! Sono bellissime. Le voglio anch'io-
Natalie aveva sbirciato le unghie dell'altra ragazza, e poi tutt'e due si erano lanciate in un interminabile discussione sulla french brillantinata o il crash fluorescente.
A un certo punto Perrie era così infervorata che aveva spinto via il braccio che Zayn le aveva messo sulle spalle, sporgendosi sul tavolo e picchiandoci sopra un pugno, facendo tintinnare sinistramente posate e bicchieri.
- Io vado fuori a fumare, perchè questa sta diventando violenta- aveva annunciato il ragazzo, prima di lasciare il tavolo, immusonito.
A conversazion esaurita, metà tavolata risultava assente: Harry era al telefono con sua madre, Niall era corso in bagno, Eleanor si stava sicuramente rifacendo il trucco, Perrie e Zayn si erano imboscati da qualche parte (dopotutto lei si doveva far perdonare) e Louis era uscito a prendereuna boccata d'aria.
Mentre si sedeva vicino a Liam, Natalie aveva fatto il bilancio della serata.
Sicuramente Perrie e Niall avrebbero teoricamente votato a suo favore, e un giudizio neutro le era stato dato da Zayn e Liam.
L'unico problema era Louis, che la odiava a morte.
- Lo bevi quello?- aveva chiesto, indicando il bicchiere di champagne di Liam, ancora mezzo pieno.
- No, fai pure-
La ragazza s'e l'era scolato tutto di un sorso.
- Vuoi ordinarne un altro?-
- No. Oddio, di solito non bevo, ma stasera voglio dimenticare. E poi, sono sottopressione-
- Secondo me non dovresti dimenticare. E' andata bene!-
Lei aveva sorriso, grata che lui avesse capito subito di cosa stava parlando.
- A me non sembra-
- Allora, devi sapere che teoricamente parlando le due uniche galline nel pollaio, Eleanor e Perrie, sono in lotta tra loro. E con quell'interminabile conferenza sulle manicure avvenuta poco da' direi che Perrie, e quindi automaticamente Zayn, sono dalla tua parte. Parlando di Niall, hai fatto finire a lui almeno una delle portate che ci hanno servito?-
- Si-
- Allora anche con lui sei a posto, Harry è il tuo ragazzo, quindi è ovvio che stia dalla tua-
- Mancate tu e Louis- l'aveva interrotto lei - Qual'è il suo giudizio, Signor Payne?-
- Bhe, drink a parte mi sembri una a posto. Nel senso, ti sei presentata a tutti, Eleanor compresa, e ciò richiede una buona dose di coraggio-
Avevano riso tutti e due.
- E poi insomma, sei vestita normalmente, hai l'età giusta, non hai cercato di "rubare" Harry o di mettere discordia tra di noi, e non è mica da dare per scontato...-
- Mi sembra di stare a X Factor, ai provini quando devi ottenere i 3 sì, solo che io devo ottenerne 5...-
- ... E hai del senso dell'umorismo. Quindi, miss Natalie, per me è un sì-
La ragazza si era prodigata in un'imitazione dell'esultanza di Niall ai provini di  X Factor, quando Katy Perry gli aveva dato il suo "sì".
Liam aveva applaudito a questa esibizione improvvisata, facendo sorridere la ragazza, finchè quella non si era ricordata un'altra cosa, più importante.
- Ma per Louis è ancora un no-
- Cerca di capirlo, è preoccupato per il suo Harry. Insomma, loro due hanno un rapporto speciale, che le sue relazioni precedenti e Eleanor hanno rischiato di mandare in frantumi. E' in crisi con la sua ragazza e il suo migliora amico si fidanza. Non ha niente di personale contro di te. Dagli tempo-
- Bhe, io ci tengo a queste cose... Forse è meglio se vado a parlargli-
La ragazza si era alzata e aveva fatto "pat-pat" sulla testa al suo interlocutore, prima di avviarsi verso la terrazza alla  ricerca di Louis.
- Grazie mille per i consigli, Dottor Freud-










Lo aveva trovato appoggiato alla ringhiera del balcone. che guardava i tetti di Londra risplendere nel buio della notte.
- Posso parlarti un attimo?-
Aveva annuito senza nemmeno voltarsi.
- Volevo presentarmi, presentarmi per davvero-
- Ma io lo so chi sei, Natalie. Sei l'attrice che Sid ha ingaggiato per coprire la relazione tra me e Harry, la vostra storia è tutta una finzione. E a me va più che bene così-
- E allora qual'è il problema, se sei a conoscenza della copertura e sai che non devi essere geloso?-
- Io non ho un problema-
- Si invece. Si vede lontano un miglio che mi odi, e che vorresti uccidermi appena mi avvicino a Harry-
Louis era rimasto in silenzio.  Natalie stava per girare i tacchi e tornare dentro al ristorante, caldo e accogliente quando l'altro aveva ritrovato la favella:
- So che t'innamorerai di lui, e cercherai di portarmelo via, come fanno tutte. Ci sono state altre, prima di te, che anche se non sono state ingaggiate appositamente, sono state promosse a "fidanzate di Harry Styles" solo per una questione di marketing, e anche se erano solo affari loro hanno provato ad allontanarci.
Tutte s'innamorano di lui, e tutte lo vogliono per se'. Per questo non mi piaci, Natalie, perchè non sarai diversa dalle altre. Perchè dovresti esserlo? Non è niente di personale-
Il ragazzo si era allontanato, diretto di nuovo all'interno, am lei non aveva demorso.
Gli era corsa dietro.
- Io sono diversa!-
Aveva continuato a camminare, lei lo aveva raggiunto e afferrato per un braccio.
- Keep the change you filthy animal*-
Louis si era girato di scatto.
-Cosa?-
- Keep the change you filthy animal-
 -Tu.. Tu c'eri?-
- Si. E da lì ho capito che lui era tuo. Lo è e lo sarà sempre, e io non sono niente e nessuno per mettermi in mezzo. E poi perchè dovrei? Sono nel Team Larry, beliver convinta, shipper accanita. Io non amo Harry Styles o Louis Tomlinson. Io amo Larry Stylinson. E si, lo so cosa succede quando Harry si fidanza, ho visto le fazioni delle fan su Twitter, e mi sono schierata anch'io nel Team Louis. Ho notato i provvedimenti stupidi dei manager. Ma non è mica tutta colpa di Harry, no? Anche tu ed Eleanor avete le vostre colpe.-
Louis aveva provato a interromperla, ma lei aveva continuato:
- Probabilmente non hai pensato che è lei quella che si mette in mezzo. Io non ho intenzione di farlo. Pensa quello che vuoi, io mi sono spiegata-
Aveva attraversato la terrazza, ancora incredula di ciò che aveva detto e con quale faccia tosta.
Poi lui l'aveva chiamata, raggiungendola di corsa.
- Hai ragione. Sei diversa-
Le aveva teso la mano, sorridendole e parlando a nome di tutta la band (meno Eleanor), l'aveva accolta:
- Benvenuta nella famiglia, Natalie-






* = cit Harry, Sfida delle monete di cioccolato, X Factor.











Angolo Autrice ^.^
*tuoni fulmini e saette*
Sono vivaaaaaaaaaaaa!
No, seriamente, sono tornata <3 Scusate per la mia assenza, ma cavoli la scuola mi uccide.
Oggi abbiamo commemorato il giorno della memoria cantando al parco della Rimembranza. Di mattina. Alle 9. Ci saranno stati tipo -3 gradi, stavo sbarbellando dal freddo, la prof mi ha messo in 2° fila, proprio dietro alla puttroccola, e credevo di avere brina nei leggins.
E tutto verrà trasmesso su teleunica sta sera alle 7.30. Ma bene!!
A voi comunque non interessa un cavolfiore :) Passiamo quindi ai Massive Thank You:
A MASSIVE THANK YOU TO Viviana, che è in Larry-astinenza, ma vedi, abbiamo un mini assaggio qui della gelosia di Loueh, vedrai che i prossimi capitoli saranno soddisfacienti, Erica che è stata la prima a capire che Harry non diventerà etero per Natalie, ma qualcun'altro farà breccia nel cuore della bella attrice, PAOLA che più Paola non si può <3 (
Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola Paola 
Paola XD) la mia mogliettina Elly, che divide con me i nostri 5 mariti + l'amante (sennò povero Josh lol) Camilla, che grazie, ho capito che è bello :) Lola (sono passata al nome di battesimo senza permesso XD che trasgry) sono felice di salvarti dalla scuola, vorrei che qualcuno salvasse anche me *si dispera* Jenny che ha la domandite ( e io amo essere riempita di domande) Lilly che, come Ery,  mi ha fatto apprezzare un po' Taylor, ma che successivamente ha perso punti perchè ha detto che Harry bacia come una lumaca, Deborah che ha una icon :Q_____ ho preso una sincope quando l'ho vista,
Marty a cui la FF piace "un bordello" HAHAHAHAHAHAHAHAHAHA DATEMI ARIA, Ilaria che ha delle regressioni compulsive (come la sottoscritta, tipo "Oh, biscotti!! *.*") Corinna, la nostra Natalie nella realtà, che adesso mi rima in tutte le recensioni *.* Adele che spero abbia risolto i problemi di cuore ( un consiglio, buttati, che è morbido! cit Bambino scemo a Natale lol) Viola che sembrava una desparecidos, ma invece è tornata #yayyyy, _Strange_girl_Malik (della quale non so il nome O.o ) che me habla en espanol, y es una querida <3 non ho la più pallida idea di cosa sto dicendo e infine ma non meno importante la ancora anonima iwillbeyours, della quale non so il nome, nonostante mi segua da tempo immemore (della serie "viva le figure di merda")
Prima di emigrare per la troppo vergogna a causa del servizio in Tv che andrà in onda tra poco, vorrei chiedervi che ne pensate del presunto tradimento di Zayn alle spese di Perrie.
Ci credete?
Non ci credete?
Non ve ne frega una mazza?
Vedete unicorni viola che vomitano arcobaleni?
Fatemelo sapere (o contattate un dottore, nell'ultimo caso) in una recensione!
#muchlove
Cami

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Capitolo 5
*** Hide and Seek ***


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safdsafsadf Natalie fissava con sguardo vuoto l'insegnante di economia che blaterava da due ore sull'importanza di qualcosa che, paradossalmente, a lei non importava.
Pensava alle ultime due settimane trascorse, le migliori della sua vita: praticamente tutti i pomeriggi usciva con Harry e i ragazzi, che ne combinavano sempre una nuova, e facevano sospirare lei e Perrie, la sua collega babysitter. Altro che Paul, avrebbe voluto dire alle altre directioners, le povere criste che li sorvegliano siamo noi!!!
Era diventata abbastanza amica di Miss Malik, ma Miss Tomlinson non la poteva proprio sopportare, e da un lato capiva come mai Louis volesse piantarla e fare coming out: stare nella stessa stanza con lei per più di 10 minuti era nocivo, se non addirittura mortale.
Con i ragazzi invece andava piuttosto d'accordo. Louis, superato il primo screzio, si era rivelato proprio il buffone sfacciato che aveva conquistato il cuore delle ragazze inglesi ai tempi di X Factor.
Harry sosteneva anche che era un gran romanticone, lontano dagli sguardi della folla, ma non entrava mai nei particolari e Nat aveva paura a insistere e a domandare di più, perchè non voleva perdere la sua confidenza.
Niall invece sembrava tanto candido e innocente, ma mentre i giornalisti si concentravano sulla Elunor, Zerrie e da poco Natalie-Harry, l'irlandese agiva indisturbato, facendo strage di cuori. Era ovviamente un buon compagno di forchetta e di boccale (soprattutto di boccale) e aveva una risata così contagiosa che più di una volta l'aveva ridotta in lacrime, ed aveva seriamente rischiato di farsela sotto dal ridere.
Zayn sembrava il più tranquillo, finchè non partiva per la tangente con qualche piano malefico da mettere in atto. Allora erano tutti spacciati.
Anche Liam all'apparenza sembrava serio, poi i riflettori si spegnevano e lui si lasciava contagiare dagli altri 4 buffoni, nonostante le sue deboli resistenze.
Aveva un cuore grande come una casa: se vedeva passare per strada un cane o un gatto si fermava ad accarezzarlo e a scambiare due chiacchere con il/la proprietario/a, sbirciava nelle carrozzine e nei passeggini per sorridere ai bambini, e non importava quanto fosse impegnato, non disdegnava mai una foto o un autografo.
- Miss Johnson! Miss Johnson!- il viso da carlino dell'insegnante a due centimetri dal suo la riportò bruscamente al presente.
Era nei guai, guai grossi.
- E' la quarta volta che non ti trovo attenta. Hai una vaga idea di quello che sto dicendo?-
Silenzio.
La professoressa aveva sbirciato il suo banco, ingombro di penne, mozziconi di gomma, trucioli di matita, e  cartacce, dove il suo diario troneggiava sovrano sopra tutto quel caos.
- Ovviamente al posto che ascoltare la lezione stai pasticciando il diario. Posso aiutarti io, magari con una bella nota?-
E senza aspettare risposta l'aveva arpionato, prima di tornarsene soddisfatta alla cattedra.
Aveva aperto l'agenda in modo così brusco da far scricchiolare la copertina, e dalle pagine piene di scritte colorate era uscito un plico di foto.
Le avevano scattate lei e i ragazzi un giorno, mentre si facevano volutamente paparazzare ai giardini pubblici.
In realtà era un'idea di Niall, che quando non aveva il cervello impostato sull' opzione "Rimorchia" o "Nutriti voracemente" aveva delle buone idee, e che oltre a Liam era l'unico che l'ascoltava (o fingeva di farlo) mentre si lamentava delle sue subdole compagne che erano invidiose e la ricoprivano di insulti su Twitter e sussurravano al suo passaggio nei corridoi.
"Così rimarranno proprio secche dall'invidia e la smetteranno di romperti le palle"
In quel momento non sembrava una grande idea.
- E queste?- aveva commentato beffardamente l'Arpia.
Natalie aveva scrollato le spalle.
- Foto mie e del mio ragazzo- una luce malsana si era accesa negli occhi del docente che ovviamente sapeva tutto. Da giorni non si parlava d'altro in sala insegnanti: Natalie Johnson era fidanzata con Harry Styles!
Aveva iniziato a ficcanasare tra le fotografie con il suo naso oblungo e unto.
C'era Nat seduta a un tavolo di legno da pic-nic che sorrideva all'obbiettivo mentre sullo sfondo Niall, approfittando della sua distrazione le rubava il sandwich, Louis che correva con lei in spalla, lei e Harry che si baciavano, Liam che la spingeva sull'altalena...
Quest'ultima le piaceva particolarmente: la sua figura sospesa a mezz'aria, le gambe proiettate nel vuoto, la testa reclinata all'indietro verso il cielo e gli occhi nascosti dal groviglio di capelli, che lasciavano vedere solo un megasorrisone.
Da dietro Liam ancora piegato per lo sforzo di spingerla così in alto, rideva insieme a lei.
La professoressa, una volta soddisfatto la sua curiosità morbosa, aveva stappato lentamente la sua bic rossa, godendosi ogni istante di quel suo atto di crudeltà.
Peccato che la campanella dell'ultima ora le avesse rovinato la festa e Natalie, agguantati zaino, diario e cappotto, se la fosse data a gambe.
Aveva acceso il telefono mentre scendeva le scale, infilava il cappotto e contemporaneamente cercava di riporre il diario e caricarsi in spalla il tutto.
Una volta terminata l'impresa, aveva notato un sms sullo schermo del cellulare. Diceva:

"Sono con Louis, ma c'è un imprevisto. Ho mandato i ragazzi a prenderti, ti spiegheranno tutto loro. Ti prego, coprimi, non devono sapere!

                                                                                                                                                                                                              Harry"

Ne era arrivato un altro di Niall:

 "E muoviti! Prima che le fan ci uccidano o rovinino la carrozzeria!"


Nat era corsa fuori, sparata come un razzo, aveva riconosciuto la Porsche bianca dell'irlandese e si era affrettata a salire sul sedile anteriore, prima che qualcuno alla guida sgommasse via, lasciando una scia di asfalto incandescente e fumante.
- Ma cosa diavolo è successo?!- aveva chiesto la ragazza, sbattendo con fragore la portiera e liberandosi del peso gravoso della cartella.
- Ohi! Fai piano o il conto del carrozziere lo mando a Harry, e poi vediamo se è contento!- aveva brontolato Niall da davanti.
- Ti rapiamo- aveva contemporaneamente ghignato Liam, al volante, stroncando così le lamentele dell'amico.
Probabilmente era un suo sosia appena uscito dal carcere, visto che guidava come se fosse appena entrato nella saga di "Fast and Furios" e avesse tutti gli sbirri del regno alla calcagna.
- E dove siamo diretti di preciso?-
- Studios di Londra-
- Che?!-
-Hai capito. Vogliono intervistarti-
Nat aveva boccheggiato. Non era pronta! Aveva un nido di corvo come capelli, e indossava la divisa scolastica! Macchiata d'inchiostro!
- No nonono. Io non la faccio. Non in queste condizioni-
- La nostra truccatrice e costumista ti sta aspettando, e così anche Harry, credo-
La ragazza aveva sentito lo stomaco contrarsi, e non solo per l'inversione, brusca a dir poco, di Liam che aveva sbagliato traversa, ma anche perchè aveva capito il senso del messaggio di Harry.
Lui era con Louis, da qualche parte ad amoreggiare follemente, per una volta liberi. Non sarebbe venuto, e lei doveva coprirlo, sia con i ragazzi sia con i giornalisti.
Merda.
- Non credo che Harry verrà-
- Come?-
- Liam, andresti più piano? Sto per tirar su' il pranzo-
- Scusa, ma siamo terribilmente in ritardo-
Altra contorsione.
- Cos'è sta cosa che Harry non verrà?- aveva chiesto Niall, girandosi verso la sua interlocutrice, trovandosi faccia a faccia con un cadavere in preda alla nausea.
- Liam, Liam accosta!-
- Non posso!-
- Ma questa vomita!-
C'era stato uno stridore di freni, una portiera che si apriva e finalmente lo stomaco della malcapitata aveva potuto rivoltarsi come si deve, espellendo ogni cosa al suo interno.
Una volta terminato lo sfogo, Liam l'aveva riaccompagnata in macchina, sedendosi dietro con lei e lasciando il comando a Niall, che era ripartito maledicendo non si sa chi e non si sa cosa in un incomprensibile irlandese stretto.
Le aveva teso una Brooklyn alla menta.
Lei l'aveva presa, commentando debolmente:
- Ma dove cavolo l'hai trovata la patente? In un sacchetto di patatine?-
Lui aveva riso, alleggerendo l'atmosfera.
Una volta calmata Nat aveva chiesto, tremante:
- Allora... Cosa devo dire in questa intervista?-
- Faccio prima a dirti quello che non devi dire- avevano detto in coro i due cantanti, prima di lanciarsi in una serie di censure e avvertimenti che erano durati fino a destinazione raggiunta e mentre la povera truccatrice-costumista cercava di renderla presentabile.
Con la testa che stava per scoppiare, Natalie aveva accolto con sollievo gli strilli di Niall causati da un vigile che aveva domandato di chi era la Porsche in doppia fila, ed era riamsta sola con Liam.
- Come sto?-
La costumista aveva fatto decisamente un buon lavoro: ora i capelli le scendevano lisci attorno al viso, il make up copriva le sue occhiaie e il suo pallore, il trucco faceva risaltare i suoi occhi e i vestiti la facevano sembrare non troppo vanitosa ma curata.
Insomma, era carina.
- Benissimo-
- Sicuro che non sembro una che ha appena tirato su l'anima a causa di un pazzo furioso che ha trovato la patente in un pacchetto di Fonzies in offerta?-
- Sì, sicuro-
Lui notò il suo nervosismo e il fatto che non era assolutamente pronta ad affrontare quello che l'aspettava.
- Stai tranquilla, andrai benissimo. Harry sarà qui a momenti, devi solo rilassarti. Ok?-
Natalie aveva un groppo alla gola.
- Harry non verrà- aveva annunciato, la voce spezzata dall'ansia e la paura che iniziava ad avere la meglio sui suoi nervi.
- Perchè?-
- Ha da fare-
- Ma dov'è ora? Dovrebbe star qui a sostenerti...- aveva borbottato tra se' e se', mandando in panico la ragazza.
- Non lo so! Non lo so dov'è e non so cosa dire quando me lo chiederanno i giornlisti e ho paura di fare qualcosa di stupido o dire qualcosa che possa metterlo nei guai con i manager o che tutti mi odino e...-
Liam le aveva preso la mano, e l'aveva stretta forte.
- Respira. Andrà tutto benissimo,  farai una strage di cuori e sarai divertentissima e tutti ti ameranno-
- E se mi chiedono di Harry?-
- Inventa. Di' che è andato a trovare sua sorella, sua cugina, sua nonna, non lo so una cosa così!-
- Sicuro?-
- Si. Adesso calmati, o rovinerai tutto il lavoro di quella povera donna-
Natalie aveva anniuto e aveva cercato di concentrarsi respirando profondamente senza lasciare andare la mano di Liam, e ripetendo dentro di se' come un mantra the show must go on the show must go on the show must go on...







Motel Venus, stanza 113

Harry  si sentiva una merda.
 Insomma, sapeva bene cosa si provava la prima volta che si veniva intervistati in diretta mondiale sul canale nazionale, e avrebbe davvero voluto sostenere Natalie in quel momento, conscio che prima o poi sarebbe arrivato, ma perchè dovevano fissare l'intervista proprio quando lui e Louis trovavano un attimo per stare insieme?
Certo, era stata una follia: Louis gli aveva citofonato alle 5.45 e l'aveva letteralmente rapito, caricandolo in macchina così com'era, in pigiama, e aveva guidato 3 ore prima di raggiungere una località balneare ignota e affittare una stanza in uno squallido motel abbandonato da Dio.
Avevano fatto una lunga camminata sulla spiaggia deserta, mano nella mano, sotto gli occhi dei granchi e dei gabbiani, per una volta liberi dal peso dei giudizi della gente; si erano concessi anche un bagno, nonostante non avessero i costumi e dovendo quindi rimanere in boxer.
La colazione gli era stata recapitata in camera da una cameriera che non li aveva riconosciuti, dal momento che si erano camuffati ben bene appena aveva bussato.
Odiavano nascondersi.
Dover mentire, fare tutto di nascosto, come se fosse qualcosa di sporco e illegale.
A Louis non dispiaceva più di tanto, lo definiva "eccitante", il rischio di essere scoperti era il pepe della loro relazione.
Quella volta però Harry non si era lamentato, e dopo un appassionante incontro di lotta libera per l'ultimo pezzo di croissant al cioccolato, le cose avevano iniziato a farsi bollenti, e al giovane Styles non era rimasto che fingere di lamentarsi con un "Sei un maiale!  Cosa pensi che sia, una zoccola? Basta portarmi in uno schifo di motel e prenotare la colazione a letto per avere ciò che vuoi?" prima di venire zittito dall'altro e iniziare a godersi quei momenti e a farne tesoro, dal momento che ultimamente erano sempre più rari.
Stavano proprio per diventare seri quando il telefono aveva iniziato a squillare furiosamente.
Louis si era scollato un attimo dalle sue labbra:
- Ignoralo- aveva suggerito riprendendo fiato prima di riavventarsi su di lui.
Alla quinta telefonata Harry si era rassegnato a rispondere, trovando all'altro capo della linea Sid, il referente dei suoi manager.
Erano stati molto chiari a riguardo della Larry: lui e Louis non dovevano frequentarsi nell'orario di lavoro, e il contratto diceva chiaramente che,  Boobear cercava di sfilargli il cellulare di mano, mentre gli mordeva il collo, e loro stavano infrangendo bellamente le regole.
- Si?-
- Harry! Ti ho chiamato almeno sei volte! Ma dov'eri?-
- Sotto la doccia... Senti, vado un po' di fretta. Mi cercavi?-
- Si, sarò breve: ci sarebbe un'importante intervista per Miss Natalie oggi, alle 17.35, e volevo sapere se lei era disponibile-
Harry aveva cercato di concentrarsi, nonostante la avances di Louis si facessero sempre più insistenti ogni minuto che passava.
- F-Finisce la scuola alle 17.15, credo di sì...-
- Dovresti pensarci tu però. E' un problema?-
Aveva sentito una mano che s'infilava nei suoi boxer. Merda.
- No, n-no, cosa dovrei fare?-
- Innanzitutto andarla a prendere, istruirla su quello che deve/non deve dire, controllare che la costumista faccia un lavoro decente e che lei non faccia nessuna cavolata, insomma cose così...-
- Ok, ci penso io. Ciao-
Aveva riattaccato, prima di voltarsi furente verso il suo "aguzzino" e iniziare a pestarlo piano.
- Sei un cretino! Ci hai quasi fatto scoprire!-
Mentre Louis se la rideva sul letto lui iniziava a radunare i vestiti.
- Dove vai?-
- Dobbiamo tornare a casa: vogliono intervistare Nat oggi alle cinque e mezza-
- Harry... Anche se partissimo adesso sarebbe impossibile arrivare in tempo-
Il ragazzo aveva guardato l'orario. Erano le 15.00. Non sarebbero mai arrivati in tempo.
E così, mentre lui dava di matto contro il mondo e l'universo intero, Louis aveva preso in mano la situazione, schiavizzando Liam e Niall a fare da istruttori-taxisti.
E a Harry non era rimasto altro da fare che inviare un sms implorante e criptico.
In quel momento, era seduto sul divano, teso come una corda di violino tra le braccia del suo amante, gli occhi fissi sul televisore dove una ragazza biondo platino si stava accomodando su una poltroncina di velluto bianco.


"Allora cara Natalie" aveva iniziato la conduttrice, sorridendo rassicurante " In questi giorni sei più famosa tu del tuo fidanzato!"
La ragazza si era schernita con modestia, facendo un gesto con la mano.
"Per chi non lo sapesse, questa donzella è fidanzata con....?"
- Harry Styles- aveva fatto un sorriso dolcissimo in camera, incassando timidamente la testa tra le spalle e arrossendo un po'. Nello studio si scatenò un coro di "Aaaw"
"Allora, dimmi Natalie, com'è la tua vita in questi giorni?"
- Bhe, come sempre... Sono sempre la stessa ragazza che tutte le mattine si alza e va a scuola. Non ho ricevuto trattamenti di favore fin'ora, solo un mare di domande-
"Neanche da parte dei professori?"
- Assolutamente no. Oggi, per esempio, mi ero distratta un attimo e la profesoressa di economia voleva darmi una nota-
"Te l'ha data?"
- No, Niall e Liam mi hanno salvato-
Avevano ridacchiato tutti.
"Quindi tu studi ancora. Cosa, se posso chiedere?"
- Belle arti alla Dalton. Ho vinto una borsa di studio e fino a quando non ho compiuto i 16 anni vivevo lì al campus, poi mi sono trasferita in un appartamento per conto mio-
"Ah, ecco! Girano su di te i pettegolezzi più assurdi... Come affronti i commentini acidi, le malelingue...?"
- Non mi fanno piacere, ma credo che sia normale. Insomma, anche io prima di diventare famosa criticavo le fidanzate dei ragazzi...-
"Sei una Directioners?"
-Sì-
"E chi è il tuo preferito? Si può dire o poi il fidanzato diventa geloso?"
- No, no... E' sempre stato lui l'unico nel mio cuore-
"Da quanto tempo sei innamorata di lui?"
- Parlando da Directioners da quando si è presentato come "Il mio nome è Harry Styles ho 16 anni e lavoro in una panetteria", parlando da Natalie Johnson quando a teatro mi ha rovesciato l'aranciata sulla giacca mentre inciampava nelle mie scarpe-
Lo studio era in visibilio, e Nat sentendo i fischi di approvazione provenienti dal pubblico aveva ridacchiato nervosamente.
"Harry! Hai sentito?" aveva urlato la conduttrice, credendolo dietro le quinte.
- Non è qui in studio- aveva annunciato la ragazza, venendo interrotta da un coro di "Nooo"
- E' corso fuori con Niall, ha parcheggiato la macchina in seconda fila- aveva scosso la testa, facendo ondeggiare i capelli in modo teatrale, borbottando a un livello perfettamente udibile - Uomini!-
La conduttrice aveva salutato calorosamente la sua ospite prima di annunciare il notiziario delle 18.00 e mandare la pubblicità.


Harry aveva tirato un sospiro di sollievo. Era corso nel bagno, sciacquandosi il viso e cercando di calmarsi: Nat ci sapeva proprio fare, era andata benissimo e in più aveva coperto la sua "fuga" anche davanti ai manager.
- Penso che dovresti complimentarti con lei- aveva urlato il sequestratore dalla camera da letto.
Harry aveva preso il telefono e composto il numero di Nat.
- Sei andata benissimo! Sei stata divina. Giuro, ti devo la vita! Hai sentito quanto ti applaudivano?-
E mentre lei gli raccontava la sua caotica giornata  e lui non la finiva più di complimentarsi, Louis sedeva sul divano, il portatile aperto sulle ginocchia e gli occhi fissi sugli orribili tweet, fatti di insulti e malelingue sulla nuova ragazza di Harry Styles, che gli intasavano la timeline.
Era troppo presto per cantar vittoria.

















Angolo Autrice ^.^
Pensavate di esservi liberati di me, vero?
Vi sbagliavate!!!!
Ho avuto due settimane orrende a scuola, poi ho preso un raffreddore micidiale ma sono andata lo stesso per non fare assenze, una mia amica di Intercultura riparte domani per tornare per sempre nel suo paese (sigh)  e quindi... Ero proprio a terra :)
Ma ora sono quiiiiiiii #yay
Vorrei ringraziare, nei miei Massive Thank you:
Gaia, che sarà soddisfatta dal tasso omosessuale di questo capitolo, iwillbeyours, la 3 dico 3 Ilaria che mi segue (insieme a Ilaria e Ilaria) O.o i casi della vita :) Deborah che vomita arcobaleni su pimpi cattivi e pimpeminkia (affogacele dentro, ti prego) Ery che deve stare strong finchè io non trovo quella puttroccola che non rispetta la precedenza e le faccio uno scalpo come multa, Iris la mia sicula truzza per eccelenza Ziaaaaaaaaaaaaaaaaah che incontrerò a Roma, appena ci andrò, Paola che canta la canzone della pasta e di Maria che non è una brava cuoca, Camilla che è a favore della Zerrie, Lily che cambia nome senza dirmelo, e io sono tipo "ma chi è questa o.O", Lola che mi ha dato il permesso di usare il nome di battesimo, perchè io può e che spero le sia piaciuta la Larry in questo capitolo, la mia mogliettina Elly che... ha finito la sua FF!!!! Naaaaaaaaaaaaaa non voglio!!!! :'(  e adesso come farò? Viviana che ha sostiene la Natiam ( chi è con lei?) ed è tanto puccia, Adele che deve comprare un paio di occhiali perchè non ci vede niente (cioè, a dire che la sottoscritta è bella equivale la perdita di almeno due o tre diottrie lol) Jenny ovvero Miss Domandite da cui prendere esempio perchè fa sempre tante belle domande a cui so rispondere, strano ma vero, Chiara che è sommersa dallo studio come moi, ma comunque sale su EFP perchè è tragry, lei può! Marty che vorrebbe prendere a sprangate Erica che ha recensito per prima e che mi fa crepare dalle risate con Peralda l'Ornitoralda. Dovrebbero farci un cartone.
Prima diandarmene volevo dirvi che sto facendo un esperimento. Sociologico.
Moooooolto importante.
Ricordate cosa faceva Niall/Abigail in I Shouldn't Have Tweet You? Ecco, tenetelo a mente.
Ricordate che noi Directioners vere, zoccolo duro del fandom, siamo una famiglia, Larry non Larry, Zerrie e non Zerrie, Flora e non Flora?
Ok. Ho visto che alcune di noi magari avrebbero voglia di condividere esperienze diverse legate anche non direttamente ai ragazzi o a qualsiasi altra cosa,  e ho creato una pagina apposta su Fb.
E' ancora vuota, e spero che voi in ascolto la riempite con le vostre storie, le vostre opinioni, problemi e bla bla bla.
Possiamo avere molto in comune, possiamo confrontarci, crescere, offrire/ricevere conforto o semplicemente farci compagnia, per non essere meno sole.
Il link è questo: diario di una directioner
Occazzo, devo andare! Il libro di storia mi sta fissando, e mi mette inquietudine...
Auguratemi buona fortuna per l'interrogazione!!!
Peace&Love
Cami


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Capitolo 6
*** Burn it away ***


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ewferg - In onda tra 60 secondi!- aveva urlato l'assistente cameraman.
Natalie aveva sbattuto i pedi nervosa. Si era abituata al fard che gli era entrato perfino nel naso, al reggiseno che le sparava le tette al mento, mozzandole a metà il busto ogni volta che respirava, agli stivali neri che le limavano i polpacci e alle forcine infilzate nel cranio, ma ogni volta che stava per iniziare una trasmissione provava quell'ondata di nervosismo misto ad ansia di prestazione che le faceva tremare le ginocchia, sudare le mani e battere forte il cuore.
Certo, il fatto che Harry fosse sparito da qualche parte negli studios e non rispondesse alle sue chiamate disperate ed insistenti, non aiutava granchè.
Come se l'avesse appellato col pensiero, il ragazzo era apparso magicamente al suo fianco, la camicia sbottonata, un bottone mancante, svariati succhiotti e i capelli fuori posto.
- Dio, Harry sei un disastro! Io Louis l'ammazzo!-
- Pft, tanto daranno la colpa a te...-
Natalie aveva sospirato, rinunciando a "sistemare" il fidanzato e preparandosi mentalemte a entrare in scena.
Quel mattino erano ospiti al famoso talk show "Good Morning London" ed entrambi stavano morendo di sonno, perchè dal momento che si chiamava "Buongiorno Londra" lo trasmettevano presto, molto presto, ed entrambi erano andati a letto molto tardi: Harry era stato con Louis, mentre Natalie aveva cercato di mettersi in pari con i compiti, che si ammucchiavano sulla sua nuova scrivania di mogano con una velocità a dir poco allarmante.
La trasmissione era iniziata con le solite domande di rito a Harry: "Come stanno i ragazzi?" "Che progetti avete per il futuro?" "Ho sentito il vostro nuovo singolo, è meraviglioso! E' stato ispirato da qualcosa in particolare?" e così via.
Dopo erano sopraggiunte le domande personali.
- Dove vi siete conosciuti?- aveva chiesto la conduttrice con una luce maliziosa negli occhi.
- A teatro- aveva risposto Natalie, che s'annoiava a star zitta e immobile come una madonnina infilzata, anticipando il fidanzato.
- Che teatro cara?-
- Soho. Stavamo vedendo l'Amleto-
- Eravate seduti vicini?-
- Si- aveva risposto Harry, zittendo la compagna - Quando ha iniziato a fissarmi e ho capito che mi aveva riconosciuto ho pensato "Oddio, adesso inizierà a far rumore, ci sbatteranno fuori dal teatro e non potrò vedere lo spettacolo. Ed è il mio giorno libero" ma invece si è limitata a chiedermi l'autografo e una foto prima che iniziasse il primo atto, poi si è seduta ed è stata zitta e quieta fino all'intervallo... Io sono andato a prendere da bere e quando sono tornato sono inciampato nelle sua scarpe, e le ho rovesciato tutto addosso. Mi sentivo mortificato da morire, perchè si vedeva tantissimo che si era emozionata nel vedermi ma mi aveva lasciato in pace perchè le spiaceva disturbarmi... E io per ripagarla le distruggevo il giaccone? Le ho chiesto il numero e mi sono offerto di pagare il conto della tintoria, e il giorno dopo quando le ho ridato il giaccone pulito lei mi ha offerto il caffè, dal momento che quello che avevo preso al cinema era accidentalmente andato perduto. E da lì, una cosa tira l'altra...-
Tutte le donne in sala avevano gli occhi lucidi, commosse dalla storia, che sembrava una versione moderna di Cenerentola al contrario.
Peccato che fosse tutto una bugia.
La giornalista aveva fatto qualche altra domanda prima di aprire il quotidiano e leggere ad alta voce delle notizie che poi avrebbero commentato insieme.
La luce malsanamente maliziosa si era riaccesa nei suoi occhi una volta raggiunta la pagina della cronaca, e lei con voce leziosa aveva letto la notizia clamorosa di una dodicenne che aveva dato alla luce una bambina, nata dalla relazione con un ragazzino della sua scuola di un anno più piccolo di lei.
Seguivano tutte le statistiche riguardanti i metodi contraccettivi usati dagli adolescenti e le opinioni di gente importante riguardo al caso.
Natalie iniziava a sentire caldo.
- E voi ragazzi? Insomma, siete giovani... Nessuno può giudicare meglio di voi...-
- Ehm- aveva provato a dire Natalie, in pieno attacco di panico e la lingua attaccata al palato.
Harry aveva riso, in evidente imbarazzo - Noi  non vogliamo rischiare. Insomma, amo i bambini, e sarebbe fantastico averne miei un giorno, ma adesso non è proprio il momento adatto. Se per errore dovesse succedere sarebbe un casino, un vero casino, quindi siamo ben forniti-
- Usi la pillola?- si era intromessa di nuovo la tizia, in modo parecchio maleducato, famelica di gossip.
-S-si.. - aveva boccheggiato Natalie, presa alla sprovvista.
- Il nostro bagno sembra una farmacia- si era intromesso Harry- E' praticamente impossibile che Nat riesca concepire alcunchè con tutto quello che usiamo-
- E cosa usate?- aveva continuato la vacca con tono di sfida.
- La pillola e il preservativo, ovvio- aveva risposto lui, con lo stesso tono.
- Non vi sembra di correre troppo? State insieme solo da due mesi...-
Harry era palesemente irritato  - E' una decisione che abbiamo preso insieme, mi creda. Non forzerei mai Natalie a fare qualcosa che non vuole fare-
- Ma ha solo 17 anni! Non sa ancora cosa vuole fare!-
- A me è sembrata chiarissima e parecchio decisa- aveva commentato lui tagliente.
Una manna dal cielo aveva fatto esaurire il tempo dell'intervista, e dopo aver sbrigativamente salutato il pubblico in sala i due fidanzatini si erano dileguati.
Harry era furibondo, ma anche parecchio soddisfatto da come era uscito dalla disputa con la "vecchia strega".
Natalie invece non aveva proferito parola, e una volta raggiunta la macchina del compagno si era seduta sul sedile posteriore, sbattendo la portiera e scoppiando in un pianto disperato, nascosto con le mani davanti al viso.
- Nat?- l'aveva chiamata lui, riluttante.
- Natalie?- lei non aveva risposto.
Il ragazzo si era seduto di fianco a lei.
- Cosa c'è?- aveva chiesto, impaurito ed imbarazzato.
-  L'intervista. Non sono mai stata cosi umiliata in vita mia...-  respirava forte, cercando di reprimere i singhiozzi - Mi ha praticamente dato della troia, come se mezzo twitter e le mie compagne di scuola non bastassero!-
Fu tutto ciò che Harry riucì a cavarle fuori: dopo quelle parole fu sopraffatta dal pianto e dopo essersi asciugata rabbiosamente le lacrime gli aveva ordinato, con tono duro:
- Portami a scuola. Ho un test tra un'ora-
Lui si sentiva colpevole. Era colpa sua, avrebbe dovuto temporeggiare e parlare di qualcos'altro, al posto che esporre così la sua ragazza.
Era rimasto in silenzio fino al parcheggio della scuola, poi aveva rotto l'altmosfera cupa e tesa.
- Senti, mi dispiace... la strega... mi ha preso alla sprovvista. Non dovevo dire quelle cose. Scusa.Non ci ho pensato-
- Fa niente- aveva risposto meccanicamente Natalie.
- Ti va' di venire a pattinare con me e i ragazzi oggi? Facciamo due foto con i paparazzi e poi abbiamo la pista tutta per noi-
- Va bene- aveva acconsentito con tono incolore.
- Ti passo a prendere alle quattro e mezza-
- D'accordo- la ragazza aveva sbattuto la portiera e s'è n'era andata, lasciando Harry solo e profondamente a disagio con se' stesso.





Il malessere alle quattro e mezza, mentre Nat risaliva in macchina, era ancora lì, più forte che mai, così come l'espressione tetra di Natalie, che alla domanda "Com'è andata a scuola?" aveva risposto un laconico "Bene" al posto che partire per la tangente come faceva sempre.
Arrivati alla pista di pattinaggio avevano trovato la restante parte della band che si faceva volontariamente immortalare dai paparazzi.
Si erano uniti a loro e dopo un quarto d'ora lo staff addetto alla pista li aveva liberati, facendo smammare tutti i guardoni.
Erano liberi!
Subito Louis e Harry avevano iniziato spingere e  a far rimbalzare Niall tra di loro come se fosse un flipper, mentre Zayn muoveva qualche passo cauto e titubante sul ghiaccio traditore e Liam lo canzonava bonariamente, sfrecciandoli vicino, disinvolto.
Nat aveva fatto un paio di giri sulla pista, anche lei incerta, prima che il professor Payne, vedendo quanto lei e Zayn fossero in difficoltà, istituisse un corso rapido sui pattini per gravi casi di mongolaggine, a cui lei  era stata preventivamente iscritta senza consenso.
L'intervista mattutina aveva smesso di preoccuparla nell'esatto momento in cui il nobile didietro di Mr Malik era atterrato con poca grazia sul ghiaccio, scatenando tutte le risate dei presenti.
- Liam, ti odio!-
Natalie aveva provato ad aiutare l'amico a rimettersi in piedi, finendo a terra a sua volta, scoppiando a ridere quando, trasportato dall'allegria generale, anche Liam, il "maestrino" li aveva raggiunti, i un groviglio di braccia e gambe.
- Stanno facendo un orgia!- aveva urlato Louis  dall'altra parte della pista, mentre afferrava Harry per un braccio e lo faceva girare quanto una trottola.
Il tempo era passato in fretta, e i guai di Nat erano stati presto dimenticati e relegati in un angolo stretto e buio della sua mente.
Il primo ad andarsene fu Niall, che annunciò che aveva fame (tanto per cambiare) e che sarebbe andato un salto al bar per fare uno spuntino.
Dal momento che lo "spuntino"secondo gli standard dell'irlandese prevedeva almeno 5 portate, i ragazzi si rassegnarono a non vederlo tornare prima dell'alba.
Venti minuti dopo anche Zayn decise di appendere la carriera da pattinatore al chiodo, dal momento che le Little Mix avevano appena finito il loro lavoro in studio, e che a dirla tutta sembrava un elefante che camminava bendato in una cristalleria.
Poco dopo anche Harry e Louis, con la scusa del bagno erano spariti, lasciando Natalie e Liam alle loro lezioni di pattinaggio, illuminate dalla luce dei lampioni nella sera che si riflettevano sul ghiaccio bianco e freddo.
Lui si era tolto i suoi guanti e glieli aveva ceduti per coprire e scaldare le sue mani, rosse e screpolate dal freddo. Le aveva tenute strette tra le sue come il giorno della sua prima intervista, pattinando avanti e indietro per la pista mentre chiacchieravano del più e del meno, come al ritmo di uno strano valzer muto, che solo loro sentivano.
Lui la faceva ridere raccontandole anneddoti buffi sui ragazzi, il tour, se stesso, e Nat invece parlava del suo paese e di quanto il figlio del lattaio fosse un folle, a fare il bagno nel fiume a gennaio inoltrato e a vestirsi con 4 maglioni in inverno.
Dopo aver sentito l'esilarante storia su un Liam liceale che, dopo un abile giro di parole aveva fatto in modo a far domandare alla sua odiata professoressa di chimica "Ti ritiri?" e aver sfacciatamente risposto "Trullallà" solo per una stupida scommessa, Nat era scoppiata a ridere, gettando la testa all'indietro, lo sguardo verso le stelle.
Aveva perso l'equilibrio ed era caduta, e subito il suo istruttore si era apprestato a tenderle le mani per aiutarla a rimettersi dritta e a non scivolare.
Natalie si era alzata lentamente, ritrovandosi una volta in posizione eretta vicinissima al viso di Liam, tanto che la condensa dei loro fiati si fondeva una sola.
Riusciva a vedere riflessa nei suoi occhi scuri la luce dei lampioni che danzava attorno alla pupilla e se stessa, e sentiva il calore delle sue dita nude sulla sua mano gelida attraverso la stoffa dei guanti.
Erano troppo vicini...
Nat aveva chiuso gli occhi, mentre lui si era avvicinato ancora di più, sorridendo...
La risata di Harry era risuonata nell'aria, rimbalzando nella pista vuota, facendoli separare in fretta, come se si fosero scottati.
Natalie aveva rischiato di cadere di nuovo, e si era appoggiata a Liam, prima di scivolare con passo incerto e instabile verso l'uscita della pista borbottando "Devo andare" e accampando una marea di scuse, una mano appoggiata sul cuore che batteva forte contro le costole come un uccello contro il vetro di una finestra d'estate, le mani coperte dalla lana ruvida e spessa dei suoi guanti e due occhi luminosi che le bruciavano in mezzo al cuore.








Angolo Autrice ^.^
ASDFGHJKL
RAGAZZEEEEEEEEEEEEEEEEEEE HARRY MI HA RISPOSTO SU ASK!!!! E ANCHE PERRIEEEEEEEE
E TRA 10 GG VADO A LONDRA A VEDERE I RAGAZZI IN CONCERTOOOOOOOO
Ok, non vi frega, fine dello sclero.
Si, lo so che in realtà vi frega, ma non voglio far star male nessuno, quindi mi ricucio la bocca :)
Che ve ne pare di questo zuccheroso capitolo? Volevate il bacio, eh? *risata satanica* NON LO AVRETE MAI!!!
Ovviamente scherzo, prima o poi accadrà, quindi rassegnatevi sostenitrici della Natalie/Harry :D
Passando ai Massive thank you:
Grazie a Erica, che purtroppo non ha Fb e non può partecipare all'esperimento (che tra l'altro è un fiasco totale, siamo solo in 7 -.-) Ilaria che è invece coinvolta nell'esperimento ed è stata la prima a mettere mi piace, seguita da Chiara Stylinson che ha un nick da sbavo anch su Fb *.* Ery, che è impegnata con le sue "ricerche" scolastiche e che capisce sempre il perchè dei miei titoli, Viviana che sta facendo l'immenso e disumano sbaglio di iscriversi a Scienze Umane, e glielo dice una di quarta che sta scuola fa schifo!!! Quindi scappa, finchè sei in tempo, Iris&Ivano, l'immenso vulcano, che spero sia esploso-sparito-emigrato altrove, Camilla che crede che Harry e Louis non siano gay (hahahahahahahahahahahahaha) Effy Stonen che è Adele che cambia nick e non me lo dice come Lilly (GRRRRRRRRRRRRR) l'altra Ilaria che è sempre di corsa ma speriamo riesca a fare un salto al nuovo capitolo, Marty che ha l'influenza e che auguro una prontissima guarigione <3 Cookie che per questo capitolo verrà delusa, in quanto non c'è Larry :( ma aspetta il prossimo che ne vale la pena, Lola che troverà la sua tesi avvalorata in questo capitolo (come va col quasi-ragazzo?)   Deborahhh (sistahhh, forevahhh, twittahhhh, nevahhhhhhhhh ok, la smetto trolol) che come me è inguaiata con la storia e professori che non hanno un cazzo da fare tutto il giorno tranne tormentarci, Paola, che " da quando la pasta scotta /non la mangio piu'/ahi maria chi mi manchi sei tu/la mattina mi alzo tardi/ e dormo finche mi va /e il caffe me lo porta a letto/poi dormi anche tu/ahi maria chi mi manca sei tu" hahahahaha, Elly, la mia mogliettina adorata che sarà contenta perchè qui Harry e Louis fanno i porcellini in separata sede, e infine la mia Corinna:
Se l'aereo cadrà morirò di paura
Ma mi si prospetta una grande avventura
Sfigata come sono accadrà di sicuro
Speriamo che accada al ritorno maturo
Se dovessi mancare
le mie FF sono nel computer e le dovrà pubblicare
happenin, che fortunata com'è
troverà un salvagente e si salverà testè,
Quindi vi bacio a una a una
Vi voglio bene da qui alla luna!!
Finitem___


 

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Capitolo 7
*** Special ***


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ATTENZIONE: Questo capitolo contiene una scena Larry a Ratings Rosso. Tutte le Shipper che intendono leggerla sono pregate, giunte nella lettura all'asterisco rosso  ( *), di sottolineare il testo (scritto in bianco) per visualizzare e rendere leggibili i caratteri.
Chi fosse infastidito da tale scena può tranquillamente scorrere la pagina fino all'angolo Autrice, la morale della favola è: scopano.

Buona Lettura! XD
















"Cara Natalie, smettila di provarci con tutti i ragazzi che vedi. Lo sappiamo che lo fai solo per i soldi che ti servono per non tornare in quel buco di città da dove vieni "

"Non sai nemmeno recitare bene la parte della fidanzata innamorata: datti all'ippica!"

"L'unico motivo per cui Harry la caga è perchè gliel'ha data subito... Che squallore"

" Dicono che da quando ci sia lei i ragazzi litighino in continuazione"

"Quella vuole solo spiumare Harry per mettere le mani su un po' di soldi, certa gente è proprio morta di fame!"


Natalie aveva sospirato, appannando con il suo fiato l'antiquato e ingombrante schermo del computer preistorico della biblioteca comunale.
Si trovava lì per mettersi in pari con l'enorme mole di materie che aveva trascurato, non per cazzeggiare su twitter, ma non aveva proprio saputo resistere e così dopo un'oretta scarsa di studio si era concessa una pausa.
Pessima idea.
Dopo aver visto tutti i tweet maligni sul suo conto non era propro dell'umore giusto per studiare la rivoluzione francese, ma aveva un importante compito in classe il giorno dopo e non poteva di certo rimandare ancora.
Si era imposta di spegnere il Pc e di ricominciare con quella barba assoluta di rivoluzione che faceva schifo a tutti, professore compreso.
Due ore dopo era decisamente a un punto morto: fatti, date, riforme e scontri s'ingarbugliavano nella sua testa, facendola impazzire.
Almeno un progresso c'era stato, più volte era stata richiamata dalla bibliotecaria per aver strillato "S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioc!!!" l'unica citazione di Maria Antonietta che il suo cervello aveva memorizzato, nonostante le quattro ore passate col naso incollato al libro di testo.
L'allegra scampanellata che le faceva da suoneria aveva frantumato il religioso silenzio che aleggiava nella biblioteca.
- Pronto?- aveva risposto Natalie bisbigliando piano, sotto lo sguardo truce degli altri studenti.
- Sono io- la voce di Harry dall'altro capo della cornetta era allegra - Disturbo?-
- No, no... Dimmi pure- aveva acconsentito la ragazza, iniziando a radunare i suoi averi che da soli occupavano un tavolo intero.
Si era arresa, avrebbe studiato di sicuro meglio a casa.
- Non è che stasera vuoi andare a cena da qualche  parte? Sai, è un po' che non usciamo in pubblico...-
- Harry- l'aveva bloccato subito lei - Stasera non posso, ho un appuntamento galante con Robespierre. Mi spiace-
- Oh, avanti! Non potrà mai essere divertente come me!-
- Lo sai che stiamo parlando di un notaio rivoluzionario francese del 1700?-
- Mi hai preso per scemo?-
La ragazza aveva sospirato, rabbrividendo per il freddo londinese che le penetrava nelle ossa.
- Stasera proprio no Harry. Mi dispiace-
- E se ti fermassi da me a dormire e studiassi a casa mia stasera?-
- Quale parte di stasera no ti sfugge?-
- Per favore. Mi servi-
-Perchè?-
- Perchè devi distrarre l'attenzione dei media con la tua presenza... Louis dovrebbe raggiungerci dopo, ma con i paparazzi sempre sotto casa...-
- Ok, ok verrò. Ma sul divano ci dormi tu-
-Ho due camere da letto-
- E tu e Louis non dovrete prodigarvi in rumori/atti osceni in mia presenza-
- Questo è già più difficile da promettere... Allora, ti mando un taxi alle 8.00?-
Nat aveva sospirato, sconfitta.
- D'accordo, mi procurerò i tappi per le orecchie...  A stasera-










Allo scampanellare insistente del campanello, Harry si era precipitato nell'atrio, aprendo la porta a una Natalie piuttosto trafelata.
- Mi stavano spolpando viva giù di sotto! Perchè cavolo ci hai messo così tanto?-
- Scusa, scusa, stavo apparecchiando la tavola- aveva ricevuto uno sguardo stupito.
- Non vorrai mica iniziare a studiare a stomaco vuoto?-
E così si erano seduti a tavola, rimpinzandosi di raviolini al vapore che Harry aveva ordinato dalla rosticceria più famosa di Londra.
Una volta lavati i piatti e bevuto il caffè Nat si era seduta sul divano e aveva aperto il libro di testo, più determinata che mai, e Harry si era accomodato vicino a lei con il portatile aperto sulle ginocchia.
- Ti spiace se intanto che aspettiamo Louis mi guardo un film? Metto gli auricolari, così non ti distrai-
Un grugnito aveva risposto alla sua domanda, e così Harry si era sentito autorizzato a godersi la vista di un cresciuto (per modo di dire) Daniel Radcliffe con tanto di barba da vero uomo nel suo ultimo film La Signora in Nero.
Natalie, dopo circa dieci minuti aveva alzato lo sguardo dal libro, e aveva iniziato a seguire il film, rapita dalla suspance e dall'alone vittoriano che scaturiva dalla pellicola.
Già prima della metà del film aveva buttato via il libro, abbrancato Harry e sfilatogli le cuffie in modo da sentire anche a lei ciò che accadeva.
Si era resa conto del suo errore troppo tardi, a film finito, ma era così comoda con i piedi freddi incuneati sotto le cosce di Harry, che era caldissimo, la copertona di pile del Manchester United buttata sopra le ginocchia e un cuscino dietro la schiena...
In più Harry sembrava in vena di confidenze: avevano iniziato a parlare della scuola, dei ragazzi, e pian piano erano arrivati all'argomento Louis.
- Secondo te, insomma... Lui è davvero innamorato di Eleanor? A volte mi sento così... geloso... -
- L'unica ragione per cui sta con lei è perchè Sid vi ucciderebbe al posto che lasciarvi vivere insieme e in pace. Tutto questo per una questione di soldi. Andiamo, stare con quella lì per più di 10 minuti è come beccarsi in un colpo solo tutte le radiazioni della bomba atomica!-
- Invece è carina... Una volta era pure simpatica-
- E poi?-
- E poi Loueh era ubriaco, è venuto da me, ero ubriaco anche io, ci siamo baciati, lei ci ha visto e ha iniziato a dubitare di tutta la faccenda...-
- Solo per un bacio?-
Harry era arrossito - Diciamo che una volta ci ha anche trovato a letto insieme... Stavamo solo dormendo! In quel momento intendo. Però questo, più il bacio, più la Larry e le fan le ha messo la pulce nell'orecchio. Da allora è diventata una palla al piede, non ci lascia mai in pace-
- Potresti proporre a Louis di lasciarla, tanto tu sei ufficialmente occupato, e quindi salvo dai rumors della Larry. E' a questo che servo, o no?-
Un'ombra di tristezza era passata negli occhi del ragazzo - Pensi che non gliel'abbia mai chiesto? Diventa nervoso appena inizi l'argomento e sinceramente non ho voglia di litigare e ho tanta paura di perderlo-
Natalie si era disposta più comodamente, facendogli il piedino in modo scherzoso, cercando di tirargli su il morale - Sono sicura che ti ama più di lei, e non tronca la relazione solo perchè lei gliela da', altro che io e te!-
Harry aveva fissato il pavimento, prima di annunciare lugubre - Ho paura che sia un po' il contrario-
- Come dici scusa?-
Lui non l'aveva sentita e aveva iniziato a parlare, inesorabile come un fiume in piena, sputando tutto quello che pensava, finalmente libero di sfogarsi con qualcuno.
- Loro non fanno sesso! E' questo il grande piano di Eleanor: crede che se non cede alle sue avances lo invoglierà ancor di più a stare con lei, e quando lei perderà la verginità con lui, sarà fottuto, perennemente legato a quella stronza! Sono io quello che meteforicamente "gliel'ha data" quello che "sta con lui solo per il sesso mentre ama un'altra" sono io "la puttana" io, io, IO!-
Aveva ripreso fiato, inspirando violentemente per calmarsi.
- A volte penso che per lui sia tutto un gioco... Una volta ero sicuro del suo amore, passavamo le ore a guardare sitcom idiote, a giocare a bowling, a raccontare cavolate al telefono... Cose così. Adesso con la scusa che non possiamo stare troppo tempo insieme ogni volta è la scusa buona per scopare-
La ragazza non sapeva cosa dire.
- Gli hai parlato?-
Lui aveva sbuffato.
- Lo sai come fa', un nanosecondo prima è il fidanzato romantico che ognuno desidera: ti rapisce alle 5 del mattino per una fuga d'amore, prenota un'intero cinema solo per voi due, compra il tuo DVD preferito e si presenta a casa tua con una bottiglia di vino, ti tiene caldi i piedi a letto e ti cede le coperte se fa freddo, e un attimo dopo... BOOM, ricomincia a fare il coglione.
Lo amo anche quando fa' il buffone, ma... a volte... ho l'impressione che sia tutto un gioco, che non gli importi davvero, che la pressione delle fan e dei management sia troppo da sopportare per lui, che non sia innamorato di me quanto io lo sono di lui... e poi lui spunta fuori con i biglietti per le terme o per chissà cosa e io mi sento in colpa solo per averlo pensato.-
Nat aveva sospirato - Gli ho parlato, la prima sera al ristorante. Mi è sembrato innamoratissimo, geloso come un cane, pronto ad ammazzare se finivamo troppo vicini-
- E con Eleanor? Come la metti?-
Alle strette la ragazza aveva ammesso - Bhe, in effetti è strano che sia così legato a lei...-
- Già, per lui è tutto facile, non si espone mai e lascia tutto il lavoro sporco a me, dice che non è omosessuale e  poi  fa' il gay con culo degli altri...-
Realizzando cosa aveva detto, il ragazzo si era interrotto, arrossendo furiosamente facendo pari con il colore che aveva preso Natalie a quell'inaspettata confessione.
- Ok, certe cose direi che puoi anche tenertele per te...-
- Scusa, scusa, mi ero lasciato trasportare dall'argomento... ma tu non dovevi studiare storia?-
La ragazza si era riscossa dal tepore sonnacchioso in cui era scivolata, gettando via la coperta, strillando isterica, aprendo il libro e rimettendosi a studiare.
Lui si era connesso a Twitter, con immensa gioia delle sue fan, curiosando nei profili qua e la', prima di venire richiamato ancora una volta dalla ragazza.
- Harry?-
- Si?-
- Dovresti davvero parlargli. Sono sicura che per lui non è solo sesso-
Lui le aveva sorriso, prima di ritornare con l'attenzione fissa allo schermo.
Mezz'ora dopo aveva alzato lo sguardo, per controllare come procedeva il suo studio, e aveva sorriso di nuovo: la testa abbandonata tra le braccia, i capelli sparsi sul libro che le fungeva da cuscino, il respiro pesante.
Si era addormentata.
Harry si sedette al tavolo, di fronte a lei, sfilandole il libro da sotto il mento e gettandole il plaid sulle spalle.
Annoiato, aveva iniziato a sfogliare il libro di testo, ringraziando il cielo di avere già finito la scuola.
Louis era in ritardo di mezz'ora.
Quando si degnò di varcare la soglia dell'appartamento, il più piccolo non si degnò neanche di alzare lo sguardo, fingendo che la rivoluzione americana e il tea Boston party fossero estremamente interessanti.
- Sei in ritardo- annunciò, tenendogli il muso.
- C'era traffico-
- Scommetto che se avessi avuto appuntamento con Eleanor saresti stato puntualissimo, traffico o no- sbuffò l'altro, acido.
*--Ehi, vieni qui..- Louis appoggiò la testa sulla sua spalla e lo abbracciò dal dietro. Afferrò le sue mani che lo stringevano forte e lo facevano rimanere incollato alla sedia. –No Lou, ho bisogno di..- di parlarti. Non riuscì a dire quell’ultimo pezzo di frase che il ragazzo aveva fatto ruotare la sedia girevole, ed ora eravano l’uno con il viso a pochi centimetri dall’altro. Il moretto sfoggiò uno dei suo splendidi sorrisi –mi sei mancato- sussurrò per poi avvicinarsi sempre più eliminando la ben poca distanza che era rimasta e scoccando al ricciolo un lungo e dolce bacio sulle labbra.
Louis infilò le mani sotto la sua maglia passandole pian piano sopra gli addominali, poi con un gesto, in un solo istante, afferrò il bordo della t-shirt e iniziò a sfilargilela lanciandola poi in un secondo momento a terra.
Il tempo si bloccò per qualche istante. Si fissarono per qualche secondo, lo sguardo di Harry era fisso nelle sue iridi celesti, quegli occhi che adorava e lo facevano impazzire ogni volta.
S' alzò di scatto e si avventò sul ragazzo più vecchio, senza pensare a Nat che stava riposando tranquilla e ignara proprio a qualche metro di distanza. Iniziarono a baciarci con foga, più che un semplice bacio era un bisogno, un bisogno che Harry, ancora confuso dalla conversazione con la ragazza, che ancora gli rimbombava nella testa, allo stesso ritmo del sangue che pulsava rumorosamente nelle vene, avrebbe dovuto sopprimere per lo meno quella sera, con scarsi risultati evidentemente.
Senza mai smettere quel contatto che si era formato barcollarono verso la camera da letto arrivando, ancora l’uno attaccato all’altro ai piedi del letto. Si staccò dalle sue labbra e con un gesto deciso sfilò  la maglietta a Louis che in risposta sorrise.
No, non doveva... indietreggiò di qualche passo dal ragazzo che iniziò a fissarloi perplesso
 – Che hai sta sera Hazza?- si avvicinò lentamente a lui, allungando le braccia e prendendogli per le mani
 –Lou.. io..-
Il moro si avvicinò e iniziò a lasciargli una leggera scia di baci lungo il collo inframmezzati dalle parole.
 –Rilassati... tesoro... ci sono qua io..-.
Chiuse gli occhi, Harry, provando a mettere a tacere il senso di inadeguatezza che gli gravava sullo stomaco, e si lasciò andare a quel piccolo piacere. Ad un tratto la stretta delle mani di Louis si fece più forte e trascinò inerme verso il letto.
Si sentiva vulnerabile, e insicuro...
E se fosse per lui fosse solo sesso? Se fossi solo un giocattolo da usare quando ha noia?
Il maggiore si mise a cavalcioni sopra di lui, ignaro dei suoi tormenti e continuò la scia che aveva iniziato pochi minuti prima ma passando dal collo fino al capezzolo sinistro mordendolo e indurendolo, poi passò a quello destro.
Abbassò le braccia e passò le mani tra i suoi capelli dirigendo il suo capo sempre più in basso,mentre lui continuava con i suoi piccoli baci inumidendoglitutto il petto.
No... Aspetta...
Alzò lo sguardo  verso quello dell'amante, incrociando i suoi occhi smeraldini,  mentre con la mano iniziò a passare lentamente dall’interno coscia fino ad arrivare alla suo membro caldo e eccitato. Iniziò a massaggiarlo da sopra  il tessuto dei boxer.
Harry lo voleva, eppure non era sicuro.
Come si può essere spaventati da una cosa così paradisiaca?
Gli scoccò un bacio appena sotto l’ombelico per poi abbassare anche i boxer che raggiunsero il resto degli indumenti vicino alle sue caviglie. Lui dimenò leggermente i piedi cercando di non dar fastidio a Louis e fece cadere a terra i vestiti che ormai non servivano più a molto.
Ne sei proprio sicuro?
Vuoi bassarti ancora al livello di una prostituta?
Il moro sorrise e si abbassò con il viso verso la sua lunghezza.
 –Louis...- gemette lui chiudendo gli occhi e abbandonando la testa all’indietro sul cuscino. Il ragazzo aveva iniziato a lasciare baci su tutto il suo membro poi senza preavviso e senza nemmeno un avvertimento lo racchiuse completamente nella sua bocca.
Spalancò gli occhi dalla sorpresa e dal piacere.
Louis iniziò a muovere il capo avanti e indietro  seguendo un ritmo lento, era una tortura.
 Gli afferrò il capo e iniziai a muoverlo più veloce, sempre più veloce. I gemiti poco casti che iniziarono a uscire dalle loro non erano per niente indiscreti.
Natalie...
Oh, ma al diavolo!!!
Louis continuava a muovere il capo, ed Harry continuava a fargli aumentare la velocità finche finalmente venne rilasciando il frutto della sua eccitazione all’interno della bocca del maggiore che dopo qualche secondo ritornò con il viso a pochi centimetri dal suo concludendo il tutto con un bacio. Un bacio, dolce che sapeva di lui, di loro, di libertà...
-Ti va di...-
No, Harry no non devi, non è la sera giusta...
Ma se te la chiesto vuol dire che puoi rifiutare.
E se rifiutassi? Si arrabbierebbe? Tornerebbe da Eleanor?
E' il momento adatto. Quando ci potrà ricapitare una serata così?
 –Si...- disse annuendo.
Si alzò leggermente aiutandosi con i gomiti, afferrando i jeans di Louis, slacciagli il bottone e abbassandogli la zip. Gli sfilò con foga i pantaloni e i boxer lasciando libera la sua erezione pulsante.
Si voltò, mettendo dolorosamente da parte dubbi e domande, almeno per quella sera, appoggiando la pancia sopra alle lenzuola fresche sentendo Louis distendendosi sopra di lui.
Avvicinò la sua mano alle sue labbra, e Harry lasciò che gli infilasse due dita in bocca,  inumidendole.
Portò la mano verso la sua apertura e dopo avermi lasciato un bacio in fondo alla spina dorsale infilò un primo dito.
Gemiti.
Louis muoveva sinuosamente il dito dentro di lui, piano, non aveva la minima intenzione di fargli del male, lo sapeva.
Un brivido gli percorse il corpo, il secondo dito aveva raggiunto il primo all’interno. Mosse le due dita più veloce per  abituarlo a quello che sarebbe successo di li a poco.
Ad un tratto il maggiore estrasse le dita, si allungò verso il comodino e aprì il cassetto, sapeva dove andare a cercare ciò che gli serviva, tirò fuori un preservativo, lo aprì e se lo infilò.
Si rimise a cavalcioni sopra di lui.
-Sei pronto splendore?- gli sussurrò vicinissimo all’orecchio passando le mani tra i ricci.
 –Fammi tuo- rispose lui.

Louis si sdraiò sopra, senza gravare troppo con il suo peso.
Fu solo un attimo e Harry sentii il membro del moretto penetrarlo lentamente, facendogli del male, cercando di trattenere i gemiti.
Inarcò appena la schiena per agevolare i movimenti di Louis.
Iniziarono a muoversi all’unisono, i  gemiti sempre più rumorosi si univano, il  petto sudato di uno contro la schiena dell'altro.
Era doloroso, per entrambi, Harry lo sapeva, lo sapeva bene.
-Lou.. Louis- gemettè
I movimenti diventavano sempre più intensi, più forti e infine Louis venne. Si accasciò sopra di lui, baciandogli una spalla, senza fiato.
-Sei speciale Hazza lo sai questo vero?-
Si, ma quanto speciale?
Speciale a tal punto da rinunciare a tutto, fama, soldi e carriera?
Speciale tanto da essere un buon motivo per sopportare critiche, pettegolezzi, umiliazioni e delusioni?
Harry non lo sa
eva, e mentre cercava di nascondere le lacrime nel cuscino si convinse che non l'avrebbe mai saputo.










Angolo Autrice ^.^
Saaaaaaalve gente!!!!
Sono tornata da Londra sana e salva :)
Posso riassumere concisamente la vicenda con una frase: Harry mi ha salutato e Louis e Liam mi hanno guardata negli occhi!!! ASDFGHJKL
Comunque.....
Primo capitolo Larry Larry. Vi è piaciuto? Scrivo da schifo? Vi sembrava di guardare un porno da due soldi (non che io sia esperta in materia)?
Fatemelo sapere XD
Vorrei ringraziare la nostra nuova compagna di recensioni, LUcy__, sperando che questa scena le piaccia, Ellie che rimarrà (spero) contenta dalle porcate dei nostri due fidanzatini, Deborah che è stata dolcissimissimissima, mi ha fatto gli auguri di S Valentino!!!! (l'unica persona sulla faccia della terra che me li ha fatti, tra l'altro -.-") Lily, che si dispererà perchè questo capitolo stronca ogni possibile relazione tra Harry e Nat , Vivian, my friend that ship Larry and Liatalie as well, Cookie che mi deve dire come sono andata con questo mio exploit pervy (come sono andataaaaaaa?) Paolina che sarà contenta di riavermi con se' (?) che sentiva moooooooolto la mia mancanza, come tutti voi del resto XD e in particolare Silvia che senza di me è tristaH (tu l'acca non la metti mai! Devi mettere la lacca c:) quella della Lola, che avrà sentito questa battuta un migliaio di volte, che rosica per me, e mi spiace se non vai ai concerti... se avessi avuto un biglietto in più GIURO che l'avrei dato a voi, ma sapete com'è...
Comunque, prima che qualcuno mi scanni per l'invidia, tipo Gaia, Ilaria  e Proudtobeawriter, volevo complimentarmi con Viola che ha scritto un capitolo dolce dolce *.* ( a differenza di me dove conigliano come conigli) Marty che si sta fidanzando, me lo dicono gli astri che lui è interessato, ma MI RACCOMANDO, fatti desiderare, Ilaria, che riceverà il corpo di Harry Styles, mutilato e compresso in una bustina di plastica 20x20 secondo le norme antiterroriste per il bagaglio a mano dell'UE, Erica, che sentivo vicino a me nel concerto, a piangere per Little Things, e ultima ma non meno importante Ery, che ho scoperto frequentare il mio stesso indirizzo scolastico (Pedagogy. Yo entiendo XD)
Dopo tutta la spatafiata di ringraziamenti volevo segnalarvi un altra larry promettente: quella di larryss, passate da questo splendore, non ve ne pentirete...
Comunque il concerto a cui ho assistito io verrà messo a breve su MTV  e reso DVD come l' Up All Night Tour, quindi potrete partecipare anche voi c:
Se vedete una cretina in 6° fila che si dimenta su e giù come un'indemoniata schizzofrenica sventolando un tricolore, siate fieri della vostra Finitem__
Cami

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Capitolo 8
*** Happy Family ***


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dwefefrergrgerger - Nat, ripetimi ancora com'è successo e perchè lo stiamo facendo- sbuffò Harry, gli occhi piantati sulla stradina di campagna che stava percorrendo al limite di velocità con la sua costosissima macchina.
La ragazza sospirò, massaggiandosi le meningi.
Era tutta colpa di quel lurido impiccione guastafeste di conduttore di Mattino sul 4, che durante un'intervista alle tre coppie più cool del momento, lei e Harry, Zayn e Perrie e Louis ed Eleanor, aveva introdotto l'argomento vacanze natalizie.
Ovviamente loro due, essendo una coppia finta  avrebbero passato le vacanze ognuno per conto proprio, mentre la Zerrie insieme alle loro famiglie, così come la Eleunor, come miss acidità non aveva mancato di sottolineare.
- Non sarebbe ora di presentare Harry alla tua famiglia?- aveva insinuato velenosa la serpe, suscitando un'ondata di scandalo in studio.
- Vuoi dire che la tua famiglia non ha ancora incontrato Harry?-
- Non glieli hai presentati?-
- Ma che diavolo di relazione hanno?-
- Bhe, non devi prenderla troppo sul serio- aveva insinuato ancora la arpia, fissandola in modo maligno.
- No! Veramente...- aveva provato a difendersi lei, mentre gli ospiti in studio iniziavano a sussurrare malevoli, scuotendo la testa con disappunto.
Natalie aveva lanciato un occhiatina a Harry, che fissava le sue scarpe con ostentazione maniacale.
- Veramente... Veramente avevamo... intenzione di andare da loro... prima di Natale. Per il compleanno della prozia  Eva, in modo da presentarlo a tutta la famiglia riunita...-
Accidenti alla sua boccaccia e alle sue pessime idee.
Ed ecco perchè stavano sfrecciando a tutta velocità verso Mansergh, la musica a palla nella radio e le pecore che punteggiavano di bianco i prati verdi e nebbiosi.
- Posso chiederti cos'hai?- si era azzardata a domandare la ragazza, allungandosi in avanti per abbassare il volume della musica.
- Non ho niente-
- Ma se sono due settimane che sei incazzato nero col mondo!-
- ... -
- E' successo qualcosa?-
- ... -
- Se non ne vuoi parlare ok, ma sappi che...-
- Io e Louis. Quando ti sei fermata da me a dormire-
- Cosa?-
- L'abbiamo fatto. Ho provato a parlargli ma...-
Nell'abitacolo era calato un silenzio gelido.
- Non ne voglio parlare, ok?!- si era scaldato il ragazzo, riaccendendo la radio con un pugno, le nocche bianche strette sul volante e il viso contratto in una smorfia arrabbiata e ferita.
Natalie gli aveva appoggiato la mano sul ginocchio.
- Mi dispiace... -
- Non è colpa tua...-
- Non volevo trascinarti in questo casino coi miei... Lo so benissimo che probabilmente avevi altri programmi, ma non sapevo cosa dire.... Davvero. Scusami-
Harry aveva sospirato.
- Dovrei ringraziarti invece. Mi hai salvato il culo, e non era nemmeno compito tuo. Avrebbe dovuto pensarci Louis, e per quanto riguarda i tuoi genitori...Non saranno così pessimi. Vero?-
La ragazza, sollevata, si era lanciata in una dettagliata panoramica famigliare, mentre fuori dalla macchina, sopra di loro, i nuvoloni carichi di pioggia si rincorrevano tra loro, cupi, presagendo un tempo da lupi.



Non avevano ancora parcheggiato nello spiazzo di ghiaia davanti alla villetta grigiastra fuori paese che una numerosissima congregazione di benvenuto era venuto incontro a loro, che non erano ancora scesi dalla macchina.
- Casa dolce casa- aveva commentato lugubre Natalie, prima di slacciarsi la cintura e scendere, venendo subito sommersa da baci e abbracci.
Harry una volta sceso dall'auto, in palese imbarazzo, aveva teso la mano alla donna che supponeva fosse la signora Johnson, ricevendo come risposta un abbraccio spezzaossa che gli aveva incrinato come minimo 3 o 4 costole, e un timpano sfondato dal "Harry caaaaaaaaaaaaaaaro! E' un piacere conoscerti!!!" e una volta mollata la presa la donna gli aveva stampato due sonori baci su ciascuna guancia.
Lo stesso trattamento gli era stato propinato da tutta la parte femminile della congregazione, mentre i maschi, uomini veri, si erano limitati a spezzargli le falangi con strette troppo poderose o mandarlo quasi a gambe all'aria con pacche sulle spalle esagerate.
Una volta finito quel doloroso benvenuto, tutta la compagnia si era recata in casa.
- Metto su il thè- aveva annunciato allegramente Susan, la madre di Natalie - Tesoro, vai a salutare la zia, e porta anche Harry, non vede l'ora di conoscerlo!-
La ragazza aveva afferrtato il braccio del compagno, trascinandolo via dalla stanza affollata.
- Ospitali- aveva commentato lui, sorridendo.
- Mi dispiace. Qui non è come a Londra, sono tutti così... Preparati a essere baciato molte volte-
- Anche dalla zia?- aveva chiesto, indicando con un cenno la porta che si apprestavano ad aprire.
Natalie era scoppiata in una sonora risata, prima di spalancare la porta e scivolare all'interno della stanza.
Una vecchietta asciutta e rinsecchita sedeva su una vecchia poltrona, con un plaid sulle ginocchia e un lavoro a maglia tra le mani, che continuava imperterrita a sferruzzare con gli occhi famelici fissi sulla televisione.
- Zia, sono Natalie-
La signora aveva spento la TV, brontolando un qualcosa che suonava come un "Fatti vedere".
La ragazza aveva fatto il giro della poltrona, facendo cenno a Harry di seguirla.
- E questo chi è?- aveva chiesto lei con voce graffiante.
- Bhe, lui è...-
- Il morosino?- una luce perversa si era accesa nei suoi occhi.
- Bhe.. sì-
- Fatti avanti, ragazzo-
L'interpellato si era avvicinato alla zia, che gli ricordava tantissimo Izma delle follie dell'imperatore, solo che più versione vecchina.
- Ha i capelli troppo lunghi- con sorprendente agilità la donna ( o meglio, il reperto archeologico) si era alzata in piedi, appoggiandosi su un bastone da passeggio e girando attorno a Harry come un felino davanti alla sua povera preda.
- Dovrebbe tagliare quei ricci da donna-
La vecchia aveva iniziato a palpargli le braccia.
-Zia!-
- E' troppo magro. Magro e debole. Se fosse un cane lo dovrei affogare-
- Non è un cane zia, è una persona. A differenza di te-
La donna aveva fatto finta di non sentire, sorridendo però sotto i baffi.
- ... Come un topo. Così si faceva ai miei tempi, ma si sa', non ci sono più gli uomini di una volta! Non ha neanche la barba. Quanti anni hai, ragazzo?-
- Diciotto-
- Ne dimostri 13-
- Zia!!-
- Bhe, signora, mi mantengo bene!-
La donna aveva socchiuso gli occhi da falco.
- Ah, c'è l'hai la lingua allora! E' troppo delicato Natalie, non resisterà molto se dovrà ereditare la fattoria e...-
- Zia!!!! Non dovrà ereditare un bel niente. Non passarà il resto della sua vita a mungere mucche o a contare le uova delle galline, ne lui, ne io!-
- Hai un lavoro, ragazzo?- aveva continuato la donna, sorda alle proteste della nipote, prima di colpirlo piano col bastone dietro al ginocchio, facendogli quasi cedere la gamba.
- Ha le gambe troppo sottili! Non potrà mai guidare un trattore!-
- In effetti sì, sono un cantante- aveva continuato lui, irritato e spavaldo allo stesso tempo.
Natalie si era coperta gli occhi con una mano, rossa fino alla punta dei capelli.
- Un cantante? Un cantante?!- la donna aveva riso in modo cattivo.
- Natalie, lo sai cos'è successo a Sally Cooper dopo che si è messa con quel cantante? Lo sai?-
- Si, si zia lo so...-
- E' diventata una donnaccia! E adesso lui è parte integrante del divano e lei deve tirar su tre figli!-
- Zia, è storia vecchia,  Sally è morta cinque anni fa'...-
- Ma ciò non toglie...-
- Il the!!!- gli aveva richiamati sua madre dalla cucina, interrompendo l'interrogatorio.
Natalie, piena di sollievo,  aveva afferrato il braccio di Harry, trascinandolo via e urlando alla donna, che si stava affrettando a rimettersi seduta:
- Ti farò portare la tua tazza da Isabel!-
- Non ti azzardare a mandarmi quel mostriciattolo odioso, hai capito?!-
Come tuta risposta la ragazza aveva sbattuto la porta, quasi scontrandosi con una ragazzina con un vassoio appostata fuori dalla porta, che alla vista della faccia costernata dei due, aveva commentato, sogghignando superiore:
- E così, Harry, hai conosciuto la Prozia Eva...-










Angolo di Finitem ^.^

Ciao bella gente!!! (cit Gabibbo)
Sono mostruosamente in ritardo con la pubblicazione, sto capitolo è una schifezza, lo spaccato familiare fa cadere le palle ai cammelli, non c'è la Larry, non c'è la Liatalie, non c'è nemmeno Louis the swagmastah of Doncastah.
Che volete che vi dica?
Mi demotivate a scrivere, dal momento che le recensioni diminuiscono come i capelli scuri sulla testa di mia nonna...
Cosa c'è, non mi volete più bene? :'(
Anyway, prima dei miei strapallosi ringraziamenti che hanno rotto le strapalle, volevo chiedere se qualcuno ha/ha intenzione di fare Kik o Ask, così ci teniamo in contatto più stretto :) lo so che volete perchè mi amate #limportanteècrederci
Ho già il Kik nick (hahahaha fa pure la rimaaaaaa) di Row_, che è il mio eroe perchè si è smazzato tutti, dico tutti i capitoli di questa FF in una volta sola, e merita una medaglia al valore, e di Paola dalla quale mi trasferirò presto, tempo di costringere il cane in valigia e saltare su un treno <3
Li ringrazio tutti e due, e apro la mia spatafiata di Thank you con Cookie, esperta di pornomarketing, che ha gentilmente valutato il mio pezzo d'esordio, Lola, che se le va bene chiamerò Lolita così non mi viene la tentazione di fare battute sul suo nome (sorry comunque per l'altra volta) che approva il mio #Larrypervytime, Marty e i suoi piani diabolici per mettersi insieme al suo amore e che spero funzionino perchè è meravigliosa e se lo merita, Camilla la mia omonima che mi fa sentire in colpa T.T ma io di biglietto ne avevo uno solo amore, altrimenti lo dividevo in parti uguali e lo davo a voi, no? Deborah che è sempre di fretta come il Bianconiglio di Alice ma riesce sempre a passare, Viviana e il suo tenerissimo fratellino *-* fingi che sia un peluches e vedrai che va meglio, Ilaria che aspetta con ansia la versione splatter di Harry Styles in una busta 20x20 (come ho fatto a farcelo stare non lo so, munisciti però di: colla di Giovanni Mucciaccia, pazienza e le istruzioni di montaggio dell' Ikea) Ilaria, che mi dispiace di aver imbarazzato con la scena rossa, ma le ho messe in bianco apposta così le puoi saltare, se era una cosa insopportabile nelle altre fai così, Ellie che perdona il mio tradimento con Alberto (è stato solo un attimo di debolezza tesoro, perdonami, tu sei l'unica nel mio cuore *porge rose rosse ammiccando secsi*) e mi riammette nel talamo nuziale, Erica che anche lei se è in imbarazzo può saltare certe parti, anche Lilly,  nessuno vi giudica, sapeste quanto sono rossa io mentre le scrivo! Latitudine e Longitudine sono approssimativamente  penultimo-ultimo (sconfinavo dal vicino quando saltavo) sedile della sesta fila centrale a sinistra :) fammi sapere se mi trovi lol Iris alias Dora l'esploratrice che mi fa piegare in due dalle risate... Sappi che i capitoli di sesho violento non sono finiti OuO non vedo l'ora di sapere cosa ne penserai dei prossimi ^.^ Brendo portafolio e ti spingo giù da scolio XD
E l'ultima arrivata, ma non meno importante è LUcy_ a cui do il benvenuto in questa gabbia di matte (senza offesa ragazze eh :* #peaceandlove) e spero che continui a seguirmi, nonostente questo blando e scialbo capitolo. Per le posizioni, segnati la domanda, che ne riparleremo :)
Ah, ultima cosa... Se mia mamma chiede, i personaggi di questo capitolo sono PURAMENTE inventati lol
Kisses
Cami


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Capitolo 9
*** Screwed Up ***


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feefergerg Natalie aveva sospirato, lasciandosi cadere pesantemente sul letto.
Nella camera a finaco poteva sentire Harry che faceva una Twitcam, rispondendo alle domande delle fan e riciclando battutine buffe.
Proprio questo era il punto: lui detestava fare Twitcam da solo, senza i ragazzi, e se di sua spontanea volontà aveva deciso di presenziarne una come solista, voleva dire che si stava proprio annoiando.
Tutta la sera avevano giocato a carte con i parenti più anziani, sopportato gli strilli dei cuginetti che si arrampicavano su e giù dal divano, lanciandosi sulle loro ginocchia, tollerato a stento i pizzicotti sulle guance delle prozie zitelle (che sembrava avessero sviluppato una perversa predilizione per quelle di Harry) e le frecciatine di Zia Eva, che aveva dato il meglio di se'. Avrebbe potuto vincere senza sforzo il Nobel per la meschinità.
Rassegnandosi al fatto di provenire da una famiglia di persone barbose, aveva acceso al Pc e si era connessa a Facebook, dove aveva recentemente aperto un account.
Finalmente, dopo aver spento la luce lasciando la stanza illuminata solo dalla luce bianca del portatile che la colpiva dritta dritta in faccia, come una lampada, aveva sentito la  tensione lasciare le spalle, curve sotto il peso di una bugia che stava diventando difficile da proteggere.
Online, aveva iniziato a curiosare la sua home, trovando Louis e Liam intenti a fare la stessa identica cosa.

" Quell'imbarazzante momento in cui sei online insieme a @Louis Tomlinson e @Liam Payne o.O"

aveva commentato, per poi ricevere in chat i commenti del primo "hahahahaha XD" e informarlo della Twitcam del partner prima che questo scomparisse esaltato alla supervelocità della luce, senza nemmeno ringraziarla, e un "Ciiiiiiiiiiao :D Che fai?" del secondo.
"Inganno il tempo mentre aspetto che Harry faccia la Twitcam"
"Perchè non la fai con lui scusa?"
"Diciamo che le fan non apprezzano molto, e poi non ne ho voglia. Sono depressa"
"Perchè?"
"Perchè Zia Eva è stata cattivissima con Harry e ho paura che se la sia presa :( Non ho una famiglia precisamente civile e posata, io "
"Cosa gli ha fatto, Toc Toc sul culetto?" aveva commentato un terzo.
"Più o meno Zayn. Gli ha dato un colpo col bastone da passeggio sul ginocchio"
"Aaaaaah il ginocchio no!!" aveva commentato Niall, che si era unito alla conversazione, ed era un esperto di ginocchia e guai.
"Era una conversazione privata" si era lamentato Liam.
"Eeeee tanto cosa avrete da dirvi voi due?" aveva insinuato Zayn, che Nat si immaginava ghignare malizioso davanti al Pc.
"Nat, perchè non sei in Twitcam?" aveva chiesto Niall.
"Le fan, non sono esattamente incoraggianti, ecco"
"Ci siamo passati tutti. Vedrai si abitueranno" l'aveva rassicurata Liam.
"Non sei la messa peggio, io sono il terrorista pakistano, ricordi?  -.-"
" E io l'angioletto della band"
"Ma Niall, è una cosa buona"
"NO.Mi rovina la reputazione con le donne :/"
Nat aveva riso, sentendosi più leggera, e l'argomento si conversazione si tramutò da "terribili fan"  a "i miei genitori davanti alle/ai mie/miei compagne/i".
Trenta minuti dopo Niall si disconnesse per andare a nutrire il suo famelico corpo, e dopo altri 10 minuti Natalie e Liam avevano salutato il terrorista pakistano:
"Non far esplodere troppe bombe"
" E nascondi bene il molotov sotto la giacca!"
"E stavolta mirala meglio la regina Elisabetta!"
"E tienici da parte un po' d'erba!"
"Non prendere freddo mentre spacci <3"
"Hahahahahahaha, ma quanto siete simpatici -.-" "
Poco dopo Liam era tornato sull'argomento.
"Dovresti davvero andare di la' è fare la tua comparsa in Twitcam"
"Dici?"
"Si. Se fai vedere che hai paura, ti chiacchiereranno di più, se invece te ne freghi, si stuferanno presto"
"Lo diceva anche Harry mesi fa"
"Harry dice un sacco di cagate"
"E tu no?"
"Solo da ubriaco. E poi, io non sono Harry, o no? :P"
"Mh, mi hai quasi convinto."
"Avanti e a testa alta, allora!!"
"No, non c'è la faccio :("
"Adesso io chiudo Facebook, mi connetto allo streaming e voglio vederti lì, che tu sia in pigiama o meno, entro 3 minuti"
"Prometti che non mi succederà niente"
"E cosa può succedere?!"
"Liam!!"
"Ok, ok. Lo prometto <3"





Harry aveva visto Natalie far capolino dalla porta, affacciandosi dalla soglia del corridoio e chiedendo il permesso di entrare nella sua vecchia camera (per l'occasione sprovvista di poster) tutta timida e nervosa.
"Posso unirmi a te?" aveva chiesto, torcendosi nervosamente le mani in grembo.
"Certo"
Il ragazzo le aveva fatto spazio sul letto.
"Ciaaaaaao" aveva ridacchiato nervosamente lei, agitando la mano davanti alla telecamera "Questo è per Liam Payne che ci sta guardando!" aveva inviato un bacio allo schermo, e subito i commenti erano impazziti.
"Questa ragazza dice che ti tradisco con Liam!"
"Che schifo! Stanno insinuando un Threesome"
"Cioè?"
"Una relazione a tre"
"Ugh che schifo!!"
Stufa dei commenti pieni di pungente sarcasmo e dell'opinione ormai comune che lei fosse una zoccola infedele al ragazzo più meraviglioso della terra, Natalie aveva preso il viso del suo fidanzato tra le mani, sbilanciandosi verso di lui e baciandolo appassionatamente in diretta mondiale.
Dissipato ogni dubbio e malelingua, le domande si erano concentrate sulla famiglia Johnson e sull'ospitalità che stava dando a Harry.
"Sua madre è taaaaaaaanto premurosa. Mi avrà servito almeno 4 volte il secondo, continua a dire che sono magro e devo mangiare... Sarò ingrassato almeno di tre chili solo durante questa cena!"
"E non hai ancora visto la colazione..."
"Suo padre invece è più sto-in-silenzio-e-ti-osservo-perchè-stai-con-la-mia-bambina-ma-mi-stai-simpatico-anche-se-non-mi-posso-sbilanciare, almeno, da quello che ho percepito. I cuginetti sono, ehm..."
"Rumorosi? Irritanti? Da sopprimere?"
"Io avrei detto vivaci, ma vabbè... Le sue zie mi trattano come un peluches e si divertono a farmi ciompi ciompi sulle guance, ma sono delle vecchierelle tenerissime, tanto tanto carine"
"E la Prozia Eva?" aveva chiesto maliziosamente Nat, guardando Harry avvampare.
"E'... Una donna molto anziana e... molto, intelligente e severa. Come una vecchia maestra alle elementari"
Poi aveva sviato l'argomento, facendo uno shotout dietro l'altro e dopo un'avvincente discussione con la sua partner riguardo a Twitter e ai nickname, l'aveva afferrata per la vita, mettendosi in una posizione moooolto ambigua, per poi strillare ai 345523122 visitatori "Abbiamo cose da fare stanotte! Buona Nanna!" e aveva interrotto bruscamente la discussione, iniziando a solleticare Natalie, bloccata inerme sotto di lui.
Dopo un aspra battaglia fatta a graffi, cuscinate e tirate di capelli i due si erano sdraiati a peso morto sul copriletto, sfiniti e ansanti.
" E così è questo che volevi fare?"
"Cosa pensavi? Che sporcacciona!"
"Come se tu non facessi certe cose!!"
"Io? Ma se sono vergine!!!"
"Seeeeee e Louis è lo spirito Santo"
"Amen"
Erano scoppiati a ridere, prima che Harry si mettesse di scatto a sedere, sventagliandole davanti a naso in modo trionfale il suo iPhone, sul quale troneggiava un sms di Louis:

"Dicono che il vero amore non abbia bisogno di parole ma vive di sguardi, e tu amore mi fai venire i brividi solamente fissando una telecamera xx"

"Allora non è solo sesso!"
"Mai dubitato!" aveva risposto il ragazzo, sorridendo e arrossendo contemporaneamente mentre Natalie gli mostrava il suo cellulare, che aveva ricevuto un messaggio sempre dallo stesso destinatario, che recitava:

"Staccati-da-lui. Adesso!!!"

Harry aveva gongolato, felice, mentre la ragazza, memore della conversazione avuta in macchina, aveva preferito cambiare argomento.
La situazione Larry le sembrava già fragile, instabile e delicata di suo, ci mancava solo che lei iniziasse a dare pareri e a giudicare per incrinare definitivamente il tutto.
- Allora? A telecamere spente e in tuuuutta onestà, come ti sembra la mia famiglia?-
Il ragazzo, con gli occhi ancora fissi nel vuoto e un sorriso ebete che gli aleggiava sul viso, non aveva risposto.
- Resteresti qui per sempre o non vedi l'ora di andartene?-
- Parli con me?-
- Si, Romeo, si! Come ti sembra in tutta onestà la mia famiglia!!-
- Vera. Insomma, non fingono di essere chi non sono, non si sforzano di fare la Famiglia del Mulino Bianco. Sono onesti, e cordiali, Eva esclusa. Mi piacciono, ad essere sincero-
- Non sei annoiato?-
- No, in realtà sono incuriosito. La campagna mi è sempre piaciuta. Potrò fare un sacco di foto da mettere su Istagram!!!-
- Allora perchè hai fatto la twitcam? Tu ODI farle da solo...-
- Volevo distrarmi... Per quella storia di Louis, del fatto che non abbiamo parlato e-
- Tu mi hai detto che non avevate parlato!!-
- Diciamo che io volevo parlare, ma il mio corpo era di un altro parere...-
- Oh-
- Già-
- E perchè eri arrabbiato?-
- Mi sentivo usato... Però se è geloso è una buona cosa, no? Vuol dire che per lui è importante. Che è una relazione seria, sana. Tu che ne pensi?-
- Sicuro di volerlo sapere?-
- Assolutamente-
- Bhe... Sembri un po'... bipolare. Perchè sei insicuro dell'amore di Louis. Un attimo prima sei tutto cuore, sole, fiori e amore e dopo diventi pessimista, teschi, borchie e incazzature-
- E...?-
- E non dovrebbe essere così. Dovresti fidarti di lui. Perchè non ti fidi?-
- Per Eleanor, penso-
- Prova a metterlo davanti a una scelta. Insomma, parlatene e venitene a capo-
- Secondo te lui sarebbe disposto a lasciare tutto per me?-
-E tu? Saresti pronto a lasciare tutto per lui?-
- ...-
- Se ti ama arriverebbe comunque a un compromesso, non bisogna essere drastici e dire "o tutto o niente". La vita è fatta di sfumature-
- Si, 50 sfumature di grigio!-
Natalie aveva ricevuto una cuscinata in faccia, con il quale i due avevano chiuso la conversazione seria e ripreso la lotta finche' Mamma Johnson non era salita a fare le sue rimostranze e li aveva spedito tutt'e due a letto.
Sotto le lenzuola, Harry pensava a Louis, a loro e alla band, ammettendo con se stesso di aver sempre condannato l'amante, senza mai chiedersi quanto era pronto a rischiare lui stesso.
Nat invece veniva risvegliata dal dormiveglia in cui era scivolata dalla luce bianca dello schermo del telefono, che illuminava la figura di Isabel, che dormiva nel letto a fianco al suo, ignorando il suo solare sorriso, rivolto a qualcuno che non poteva vederlo realmente ma che era la causa di tutto:


"Hai visto? Io mantengo sempre le promesse! Buonanotte
                                                                                   Liam"















Harry sospirò pesantemente mentre si sedeva alla tavola imbandita del rustico agriturismo.
Ancora poche ore e sarebbe tornato a Louis, a casa, lontano da Natalie e dalla sua famiglia.
Non che li odiasse, erano delle persone meravigliose, ma aveva puntati gli occhi di tutto il paese e questo lo metteva sotto pressione.
Il fatto che Eva e Isabel fossero lievemente psicopatiche e inquietanti rovinava tutto, e il ragazzo non era realmente riuscito a godersi i giorni in piena campagna: la prima era meschina, subdola, rozza, inquietante, sfiorando spesso, se non superando abbondantemente  la scortesia e la perfidia più pura.
La seconda invece era appiccicosa, servile, alla costante ricerca di attenzioni esclusive, capricciosa, invadente e lagnosa.
In quel momento, ad esempio, stava prendendo posto di fianco a lui con un sorriso untuoso sul visetto scuro.
Harry sospirò di nuovo.
Finita quella maledetta cena di compleanno, avrebbe potuto darsela a gambe, e passare il resto delle vacanze diviso tra Louis e sua madre.
Doveva solo sopravvivere fino a quel momento.
- Levati, microbo!-
- No, non voglio!-
- Io si, e Harry pure. Quindi. Levati-
- No! Cecilia mi prenderà in giro. Non voglio. Mi mettono sempre vicino a lei perchè sono la più piccola-
- Ti arrangi, MIO ragazzo, MIO posto e fanculo Cecilia-
- Ma...-
- Sparisci!!!-
La ragazzina era andata via immusonita, mentre Natalie prendeva il suo posto.
- Chi è Cecilia?-
- La mia amata cugina-
- Dal tono non si direbbe-
-Ero sarcastica... Ha la mia età, ed è una vacca. Lo è sempre stata, fin dall'asilo-
- E...?-
- Sarà invidiosa da morire quando ti vedrà!- aveva gongolato malignamente lei - Continuava a dire che mi ero inventata tutto-
Il ghigno di Nat si era allargato ulteriormente quando una ragazza con i capelli ramati e un paio di jeans a sigaretta così stretti da impedirle di camminare come si deve aveva preso posto davanti a loro.
- Cugina-
- Cugina-
La nuova arrivata aveva iniziato a fissare il ragazzo, schiarendosi rumorosamente la gola in attesa delle presentazioni, che vennero totalmente ignorate dall'altra ragazza che aveva iniziato a sfogliare il menù.
- Harry Styles, piacere-
- Cecilia-
La conversazione era morta in un silenzio imbarazzante.
- Tu cosa prendi?-
Il ragazzo si era grattato la testa, dubbioso - Bho, non lo so. Che mi consigli?-
- Il coniglio. E' buonissimo-
- Lo da' nostro nonno al ristorante- si era intromessa Cecilia, di fianco alla quale si era accomodata Isabel, palesemente scontenta delle sistemazioni.
Il pranzo era iniziato direttamente dal primo, una zuppa particolare fatta con il pesce locale.
Mai assaggiato niente di così buono.
- Ti ricordi in prima elementare quando te la sei rovesciata tutta addosso?- aveva chiesto Cecilia, rivolta alla cugina, che si era limitata a ringhiare da sopra a i piatti fumanti, prima che Eva, dall'altro tavolo le richiamasse bonariamente "Ragazze! Niente omicidi oggi, chiaro? Guastano l'umore della festa!"
Poi l'argomento si era spostato su Harry, che improvvisando su due piedi, aveva dato uno spaccato delle loro vite insieme e dei loro progetti futuri, aveva risposto egregiamente alle domande spinose e aveva rassicurato tutti con i suoi modi gentili ed educati.
Erano a metà del secondo quando il telefono di Harry aveva iniziato a squillare.
Lui, sorridendo imbarazzato aveva rifiutato la chiamata, proveniente da Zayn.
Messaggiando sotto il tavolo aveva scritto all'amico:

"Cena di famiglia, non posso rispondere. Ti richiamo appena posso"

Il telefono aveva vibrato di nuovo.

"Rispondimi. SUBITO. E' urgente!"

Harry, preoccupato che potesse essere successo qualcosa a Louis o a uno dei suoi amici, si era scusato ed era andato in bagno.
Una volta chiusa la porta del cubicolo alle sue spalle, aveva risposto all'ennesima chiamata che gli intasava il display.
- Cosa c'è?-
- IO TI AMMAZZO!!! SEI UN'IDIOTA, UNO SCONSIDERATO SENZA CERVELLO, UNO STUPIDO!!-
Chi urlava, dall'altro capo della linea, non era Zayn, ma Perrie.
In sottofondo alle sue strida, si sentiva la voce del proprietario del telefono che cercava di riprendersi ciò che era suo.
- Perrie, ridammelo, adesso!-
- NEANCHE MORTA, IO LO AMMAZZO QUEL COGLIONE! COME HA POTUTO ESSERE COSI' IDIOTA!! HA LA TESTA IMBOTTITA DI SEGATURA MARCIA!!-
- Amore, ridammi quel telefono, adesso!!!-
- NO!! PRIMA LO AMMAZZO-
Rumori di lotta e imprecazioni in turco.
- Qualcuno vuol dirmi cos'è successo?!- aveva sbottato Harry esasperato.
Prima c'era stato un ruggito di animale infuriato, poi la Edwards aveva iniziato a urlare:
- QUELLA POVERA RAGAZZA DEVE GIA'SOPPORTARE TUTTI GLI HATER E LE DIRECTIONERS TESTA DI CAZZO SENZA CHE TU LA SPACCI PER UNA TROIA E TE LA FAI IN TWITCAM, ECCO COSA SUCCEDE, CERVELLO DI GALLINA!-
- Ma...-
- SEI STATO SU TWITTER?! HAI LETTO LE PORCATE CHE LE SCRIVONO?!-
- No...-
- BE' IO SI, ED E' TUTTA COLPA TUA!!! PRIMA A QUEL DIAVOLO DI TALK SHOW, POI ADESSO! MA NON CAPISCI CHE OGNI COSA CHE FAI DANNEGGIA LA SUA IMMAGINE?!-
- Ma... Io...-
- SE ZAYN AVESSE FATTO QUELLO CHE HAI FATTO TU A QUEST'ORA SI RITROVEREBBE SINGLE E SENZA TESTICOLI!-
Un gemito preoccupato aveva segnalato che il menomato era ancora lì, a sentire la sua dolce metà strillare.
- ADESSO TU PORTI IL TUO REGAL CULO QUI, PARLI COI MANAGER E RISOLVI QUESTO CASINO PRIMA CHE NATALIE VEDA O SAPPIA ALCUNCHE', MI SONO SPIEGATA?-
- Si...-
- ALLORA MUOVITI-
La scimmia urlatrice aveva riattaccato, e il ragazzo, con la testa che gli pulsava dal dolore per gli ultrasuoni sopportati, si era lasciato cadere, seduto sulla tavoletta del wc.
Era proprio nella merda.





Natalie aveva visto il ragazzo tornare al tavolo sorridente, e annunciare ad alta voce:
- Mio padre è tornato dal suo viaggio di affari e resterà in città per pochi giorni. Se parto adesso magari riusciamo a passare almeno un'ora assieme. Vi spiace se vado?-
La tavolata si era espressa favorevole, dal momento che Harry sapeva giocare bene la sua carta "I-miei-sono-separati-sigh" abbinata a i suoi occhi da cucciolo sofferente.
Aveva baciato tutte le donne (Eva compresa, anche se per un momento Natalie pensò che la vecchia gli avrebbe staccato un orecchio a morsi) stretto la mano a tutti gli uomini, preso in braccio ogni cuginetto, e infine baciato la sua ragazza sulle labbra, prima di sussurrarle a voce perfettamente udibile:
- Sei fortunata che i tuoi stiano ancora insieme-
Prima di dileguarsi salutando tutti con la mano.
Nat lo aveva rincorso nel parcheggio, senza fiato.
- Harry!! Harry! Tutto bene?-
- Si, perchè?-
- E' stata una cosa così improvvisa...-
- Tranquilla. Tutto bene-
Si erano sorrisi.
- Bhe, allora... Buon Natale, se non ci sentiamo fino a dopo le vacanze-
- Buon Natale. Ti manderò degli sms- il ragazzo era salito in macchina.
- Riposati- aveva messo in moto il motore.
- E goditi la pace di campagna-
Ora parlava attraverso il finestrino abbassato, l'aria gelida che entrava l'abitacolo appannava il vetro.
- Ringrazia i tuoi per l'ospitalità, sono stati gentilissimi...-
- Figurati, ci ha fatto piacere-
- Nat?-
- Si?-
- Sii te stessa-
- Che?!-
- Non puoi sempre essere un'attrice. Almeno qui a casa, sii te stessa, e goditi la vera vita di Natalie Johnson, finchè puoi-
La ragazza aveva annuito, confusa, mentre Harry aveva alzato il finestrino, lasciandola sola con questa frase quasi criptica e crudele, sgommando verso Londra e verso i suoi guai.









Angolo Finitem_ *-*
Hola y buenas dias :)
*palle di fieno che rotolano nel deserto*
Ho cercato di rimediare per la schifezza di capitolo dell'altra volta , ma ho fallito miseramente *Sob sob*
Però vi prometto che dal prossimo capitolo in poi ci saranno un sacco di colpi di scena che vi lasceranno senza fiato, quindi...
Pazientate un po' :)
Mi lamentavo che erano calate le recensioni, e invece contattando un po' delle mie ex recensitrici sono tornate nella norma, se non aumentate!!
Per questo vorrei ringraziare:
Eva10 che questa settimana parte per vedere i ragazzi, auguriamole un buon viaggio, porta tutto il nostro amore!!!
_Fearless_ che è la mia recensitrice più vecchia, paragonabile forse solo a Erica che inizierà un altra FF a breve, dopo avermi gettato in depressione con la fine di Falling in love with you :')
Celeste9 e le sue bellissime recensioni che mi fanno quasi sentire fiera di me (ho detto quasi!)
Accogliamo come nuove recensitrici ilovepints e _lils_ sperando che continuino a seguirci e a shippare con noi, e Lu che nonostante la schifezza prodotta da me medesima la scorsa settimana non ci ha abbandonato!
Passando a noi, solite care e vecchie recensitrici, ringrazio il pade di Paola che diventerà il mio personale hairstylist e coronerà il sogno di lisciarmi i cavatappi che ho in testa, Ellie che mi manda in depressione più di prima se non aggiorna, ma cara mogliettina mia supereremo anche questa, Lily e il suo nuovo bellissimo nick e la sua pucciosissima icon (pensavi che non me ne fossi accorta eh!)  Deborah e le sue disavventure con amiche e Pc che le impediscono di aggiornare, uff :( Oh ma è proprio un mortorio ultimamente su EFP! Meno male che almeno Viola aggiorna, e quando lo fa spacca i culi!!!! E poi, insomma, legge manga che le consiglio, come si può non amarla?
Anche le due Ilarie sono tutte da spupazzarsi, anche se una è sempre in ritardo (ma ti lovviamo lo stesso) e l'altra sta montando Harry Styles con le istruzioni dell'Ikea (speriamo non ti manchino pezzi, altrimenti devo andare fino a Lugano in Svizzera per procurarteli :D Massimo aggiungi viti alla cazzo, vien bene comunque lol)
Vivian, di cui ho perso lo spettacolo (Perdooooooooooooonamiiiii) ma voglio comunque tutti i dettagli, Camilla la mia omonima che non è più arrabbiata con me :D, Iris che mi sotterra con una panda....
A proposito di PANDA, l'altra sera ero a una festa con i miei amici, ed ero così ingranata che mentre giocavamo a "foglietti" (tutti sapete come si gioca, no?) la mia conclusione è stata: "I Panda non sono macchine, sono animali!"
Il lato animalista che esce quando meno te lo aspetti, e poi lei ha uan cattiva influenza su di me XD
Ultimo, ma non meno importante è Row, e la sua bellissima Larry che ogni volta che aggiorna devo asciugare la tastiera con il phon (chi vuole intendere intenda, gli altri in camper XD) che ragazze, dovete leggere altrimenti tanto vale cancellarsi da EFP :)
E dopo questa pausa mediashopping e tutte le cazzate dette vado a leggermi un manga, perchè si, bitches, faccio pure quello ùù
Bacissimissimi
Cami

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Capitolo 10
*** My beautiful distraction ***


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rgretyrthtuyhrtyre - Quella vacca!-
- Ma hai visto come si veste?-
- E come sia atteggia poi!! Ma chi si crede di essere?-
- Arriva sempre in ritardo, non fa mai i compiti, non porta i libri...-
- Come se fosse superiore a noi-
- Più bella-
- Più ricca-
- Più intelligente-
- Questa poi!!!-
Il gruppo di ragazze ridoline si era allontanato starnazzando e dandosi il gomito mentre Natalie sbatteva l'armadietto così forte da far cadere della calcestruzzo dal muro.
Inspira.
Espira.
Va tutto bene.
Sono solo invidiose, e cercano modi per attaccarmi anche se non ho fatto niente.
Sono invidiose?
Cazzi loro.
Non è un mio problema.
A testa alta, ma con lo stomaco stretto in una morsa la ragazza di era diretta in classe, per evitare di arrivare in ritardo ancora una volta.
La scuola era iniziata da almeno due settimane, e le cose erano degenerate in fretta.
Prima delle vacanze Nat sapeva di essere odiata, ma non fino a questo punto.
I manager le avevano fatto chiudere gli account su Facebook e Twitter, visto che qualche emerita testa di rapa aveva hackerato la sua password, si era introdotto sul profilo e scritto post "rivoltanti" almeno, stando a ciò che diceva Harry, che era andato su tutte le furie e aveva presenziato a svariati talk show dove si era lamentato ad alta voce riguardo al comportamento "Immaturo e ridicolo di alcune Directioners".
Così, oltre alle precedenti accuse di tradimento, zoccolaggine, di seminare zizzania tra i ragazzi e di scialacquare il patrimonio del suo fidanzato, ora Natalie era incolpata anche di vittimismo e di essere una frigna.
Prima di cancellare gli account aveva provato a limitare il danno bloccando i commenti dei fan, ma quelle vipere inviavano messaggi privati alla sua casella mail, e quando la ragazza aveva provato a rispondere a tono, era stata segnalata.
Oltre al danno, pure la beffa.
Sospirando, si era seduta al suo banco. Erano solo le otto meno dieci, la classe era deserta e lei aveva ancora almeno mezz'ora per contemplare in silenzio e solitudine l'abisso scuro della sua infelicità.
Poi però questo allettante programma era stato rovinato dalle ochette del primo banco, che avevano infranto il silenzio dell'aula facendo rimbombare le loro odiose voci sulle pareti.
La ragazza si era prontamente infilata gli auricolari dell'Ipod. Non avrebbe potuto reggere ad un'altra carrellata di insulti.
Per quella mattina ne aveva abbastanza.


"You, with your switching sides and your walk-by lies and your humiliation
You, have pointed out my flaws again as if I don't already see them
I'll walk with my head down trying to block you out 'cause I'll never impress you
I just wanna feel okay again

I'll bet you got pushed around, somebody made you cold
But the cycle ends right now 'cause you can't lead me down that road
And you don't know what you don't know

Someday I'll be living in a big old city
And all you're ever gonna be is mean
Someday I'll be big enough so you can't hit me
And all you're ever gonna be is mean

Why you gotta be so mean?"






Con la testa appoggiata al legno freddo del banco, Natalie aveva convenuto con se stessa che, per quanto potesse aver disprezzato Taylor quando stava con Harry, era una bravissima cantante, e una donna forte, dal momento che aveva sempre sopportato insulti e angherie senza smuovere un dito o lamentarsi.
Quella canzone ne era la prova, e ora alla luce delle recenti esperienze, la giovane attrice si pentiva di aver giudicato la Swift senza averle dato neanche uno straccio di possibilità.
Lei, in quel momento, ne desiderava ardentemente una.
- E' il karma...- aveva mormorato più rivolta a se stessa che alle compagne, che la fissavano stranite.
- E' il karma che mi sta' punendo...-




La prof di matematica era entrata a passo di marcia in classe.
Dopo aver compiuto le sue orride ma quotidiane mansioni come compilare il registro e fare l'appello, quell'abominio di umanità aveva deciso di controllare i compiti.
Natalie dentro di se' aveva imprecato, i compiti di geometria!!!!! Come diavolo aveva fatto a dimenticarsene?!
Aveva aperto il quaderno, sfogliando frenetica le pagine, afferando la matita e cercando disperatamente di copiare dal suo vicino di banco.
Non c'è n'era stato bisogno.
I compiti erano già stati svolti ordinatamente e a penna sulla pagine, i dati separati dallo svolgimento, il risultato evidenziato, il disegno a lato preciso e senza cancellature.
In basso a matita c'era una scritta:

" Meno lavoro e più compiti Johnson!
                                                         Niam "

La ragazza aveva sorriso, commossa dal gesto.
Con i ragazzi si trovava bene, e ormai li considerava amici, e loro l'avevano accettata nella grande famiglia degli One  Direction.
Venivano a prenderla a scuola,  la accompagnavano a fare shopping e a fare merenda insieme, a mangiare al ristorante...
Solo perchè era la ragazza di Harry.
Harry non aveva mai tempo per lei, e allora per non farla sentire sola ( e memori delle precedenti storie del riccio, per controllarla), gli altri membri della band le facevano compagnia.
Soprattutto Niall e Liam, dal momento che sia Louis sia Zayn erano spesso "impegnati" con i loro partner, nel caso di Tomlinson, proprio con Mr Styles.
La viziavano, la coccolavano, stravedevano per lei, la fidanzatina di Harry.
Solo che era tutta una farsa.
Come avrebbero reagito sapendo che era una sporca bugiarda, subdola e ingannatrice?
Non le avrebbero più rivolto la parola, l'avrebbero ignorata.
Odiata, forse.
Lei, al loro posto, l'avrebbe fatto.
Si sarebbe sentita ingannata e tradita.
Sotto sotto si meritava di essere scoperta e di essere odiata, loro erano stati così buoni con lei!
Ma dopo sarebbe tutto finito, tutti l'avrebbero odiata.
Sarebbe stata sola.
Quei pensieri spaventosi le erano rimbombati nel cervello per tutta la mattina, causandole un mal di testa lancinante e una malinconia cronica.
Dopo un'aspirina, la prima s'e n'era andata, mentre la seconda, con l'avvicinarsi all'ora di pranzo, s'acuiva sempre di più: erano infatti 3 settimane che si ritrovava a mangiare da sola.
All'inizio aveva cercato di ignorare i commenti acidi, gli spintoni nella fila, gli insulti.
Ma loro non avevano smesso, non si erano stufati, passavano apposta davanti al suo tavolo, sussurrando cose maligne, urlando insulti o rovesciandole addosso gli avanzi del loro pranzo.
Le sue amiche pian piano si erano allontanate da lei, avevano iniziato ad evitarla, ignorarla, insultarla, come tutti gli altri.
Non si poteva sedere neanche con la compagnia teatrale, dal momento che la loro insegnante "non voleva rappresaglie in mensa".
Così si sedeva da sola, sul tetto della scuola, in compagnia di un panino rinsecchito fatto con i fondi di ciò che trovava nel suo frigo, e pensava a come non pensare.
Non sempre ci riusciva.


Dopo aver nutrito il suo famelico stomaco e aver assistito alle ultime, sonnacchiose e interminabili ore di lezione, finalmente Natalie era stata liberata dallo squillare allegro della campanella.
Si era alzata senza fretta, riordinando il suo banco e infilandosi la felpa con calma.
Tanto non c'era nessuno ad aspettarla, e dal momento che doveva evitare la folla di studenti ammassati nei corridoi, uscire per ultima era l'unica cosa sensata da fare.
Il suo telefono, appena acceso, si era messo a vibrare:

"Macchina rotta, ma vengo a prenderti lo stesso. Vieni al campo da basket del campus, non posso entrare nell'istituto
                                                                                                                                                                       Liam"


La ragazza si era gettata lo zaino in spalle e si era diretta verso l'uscita ovest, la meno frequentata a causa del suo sbocco all'interno del campus.
Raggiunti i campi da basket aveva subito notato Liam, solo, in tuta da ginnastica e Nike sfondate che sfidava se stesso ai tiri liberi a canestro.
Legata all'altro canestro c'era Brit, che seguiva le azioni del padroncino con sguardo assente, beandosi del primo sole primaverile e della pavimentazione calda del campo.
- Ciao bellissima!- Nat si era inginocchiata di fianco a lei e si era lasciata leccare tutta, finendo ben presto sdraiata a terra, atterrata dal peso dell'animale, coperta di bava mentre rideva a crepapelle.
- Ti diverti?- aveva chiesto l'altleta, afferrando la soffice belva per il collare e aiutando la ragazza a rimettersi in piedi.
- Adesso sì- gli aveva sfilato la palla da sotto il braccio e poi era schizzata via ridendo, iniziando una partita uno contro uno, puntaggiata dai latrati del cane che faceva il tifo.
Una volta stancati si erano semplicemente limitati a fare una sfida a tiri liberi, in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.
- Stavo pensando... Voi mi volete bene solo perchè sono fidanzata con Harry?-
Qualsiasi altro ragazzo si sarebbe messo a ridere, o avrebbe sviato l'argomento, infastidito. Lui no.
- In che senso scusa?-
- Se io non fossi fidanzata con Harry, tu mi tratteresti allo stesso modo?-
Lui le aveva riservato una occhiata seria.
- Stai pensando di mollarlo?-
- No! No!!! Assolutamente no. Ma pensavo, se dovete stare con me solo perchè sono la sua fidanzata, non siete obbligati. Insomma, immagino che voi altri abbiate di meglio da fare...-
- Non è per quello, noi non ci sentiamo obbligati. Ci sei simpatica, sei divertente e ci fai stare bene. Per questo stiamo con te-
- Sicuro che non lo fai per controllarmi? Perchè pensi, come tutto il resto del globo, che io sia una poco di buono?-
- Non mi permetterei mai. Non importa ciò che dicono gli altri, io mi fido di te, e so che non sei così cattiva come ti si dipinge-
C'era stato un attimo di silenzio dove Liam aveva mancato il canestro ed era andato a recuperare la palla, mentre il cervello di Nat lavorava a più non posso.
- Quindi, se io non fossi la fidanzata di Harry, tu mi vorresti bene lo stesso?-
- Si, certo- aveva risposto lui senza esitazione.
- E saresti amico anche di Perrie ed Eleanor?-
- Ehm...- si era passato una mano su quella che i ragazzi chiamavano amorevolmente "la pelata" che stava pian piano ricrescendo.
- Non farmi dire cose di cui mi potrei pentire-
- Ma dai, siamo solo io e te, in confidenza... A meno che Brit non vada in giro spettegolare con Boris e Hatchi...-
- Sarei amico di Perrie, insomma, è una brava ragazza, mi sembra alquanto simpatica e tante belle cose-
- Ed Eleanor?-
- Non m'ispira particolarmente. Una volta era più carina con tutti, adesso invece se ti avvicini a Louis più dei parametri consentiti ti guarda come se non vedesse l'ora di sgozzarti lentamente e dolorosamente-
Si erano messi a ridere, e poi Natalie, contagiata dall'euforia e travolta dal sollievo che le parole dell'amico le avevano dato, si era esibita in una rappresentazione teatrale dove Eleanor impersonava la regina di cuori, e strillava a squarciagola "tagliatele la testa!" mentre Liam s'accasciava al suolo, o si tirava la maglietta fin sopra i capelli per poi imitare uno zombie decapitato e inseguirla grugnendo per tutto il campo.
Le loro risate erano state spente dalla squadra delle cheerleader, che in lontananza, stava uscendo dall'istituto e si stava dirigendo verso il campo.
- Andiamo via- aveva supplicato Natalie tremante, il gelo sceso su di lei fino nelle ossa, nonostante i timidi raggi del sole.
Il ragazzo non s'è l'era fatto ripetere: si era messo la felpa e aveva afferrato il guinzaglio del cane, prima di trascinare la ragazza nella direzione opposta, lasciandole solo il tempo di rimettersi lo zaino in spalla.
- Va tutto bene?- aveva chiesto lui, una volta lasciato il campus, con Brit che trotterellava allegramente al suo fianco.
- Si, tutto bene-
Mentiva e lo sapevano entrambi.
- So quant'è difficile la fama, gli hater e tutti i casino che comportano. Sappi che la mia porta è sempre aperta per te.-
- Grazie-
- E non perchè sei la fidanzata di Harry-
- Grazie- lei gli aveva sorriso a malapena, perchè lui non capiva, non avrebbe mai potuto capire cosa voleva dire camminare in bilico su un abisso, rischiando a ogni passo di cadere, senza nessuno che si sarebbe degnato a prenderti al volo, sola, in mezzo all'oscurità.
Dando le spalle ai suoi problemi che erano impiegati nella memorabile impresa di costruire una piramide umana, Natalie sapeva che non si poteva scappare per sempre, che prima o poi gli ostacoli vanno affrontati e che quel momento sarebbe arrivato presto se le cose non fossero migliorate in fretta.
Si ritrovò a pensare chi e quanto avrebbe perso, e se Liam avrebbe fatto parte di quel conto, troppo salato da poter pagare da sola, Harry o non Harry.
Intanto il ragazzo, accarezzava il cane, e le sorrideva, ignaro del fatto che aveva aperto la sua porta al lupo cattivo e che questo sarebbe potuta diventare la rovina per entrambi.
















Erano passati 10 giorni.
I ragazzi erano appena rientrati dall'Australia, dove avevano presenziato ad X Factor per una puntata speciale che aveva avuto un altissimo picco di ascolti: i ragazzi erano stati più liberi e indipendenti per qualche giorno, i manager erano rimasti soddisfatti, tutto sembrava andare a gonfie vele.
Finchè un maledetto giornale aveva pubblicato una foto di Harry e Louis, appoggiato allo specchio del camerino, che si baciavano appassionatamente, le mani intrecciate, premuti l'uno contro l'altro come se si volessero fondere.
La foto era stata scattata da un ragazzo australiano che faceva parte dello staff che assisteva i cameraman del programma locale, ed egli sosteneva che i due cantanti si erano spinti decisamente più in la' del bacio.
Louis sosteneva accanitamente che era tutta una farsa, una foto ritoccata, Harry taceva, senza osare accennare una conferma o una smentita, troppo impaurito e dilaniato dai dubbi per prendere una decisione definitiva, i manager avevano smentito tutto, furibondi, prima di sanzionare gravemente il "paparazzo" e ritenere il caso chiuso, nonostante lo scandalo fosse ancora bollente, pronto a scoppiare al minimo accenno.
Quando Natalie era andata a prendere Harry all'aereoporto (davanti a tutte le telecamere locali) ed era corsa tra le sue braccia, lo aveva trovato emotivamente sfinito e sull'orlo di una crisi isterica.
Dopo averla abbracciata  con distacco, si era allontanato lungo l'aereoporto, limitandosi a girarsi un paio di volte a chiamarla.
- E' a pezzi per la storia della Larry- l'aveva informata Zayn, trascinandosi appresso il suo trolley - Non biasimarlo, è dura anche per lui-
Una volta da soli, in macchina, fermi nel parcheggio sotto casa di Nat, il ragazzo aveva annunciato con aria lugubre:
- Io e Loueh abbiamo litigato. Di nuovo-
- Cos'è successo questa volta?-
- Niente che tu non sappia già-
- So solo che vi hanno pizzicato in camerino, tutto qui-
- Non è per quello. Prima di ripartire, io ho provato a... A stare con lui-
- E...?-
- Si è scostato. Ha chiesto se ero impazzito, se volevo essere beccato di nuovo, se volevo che ci sbattessero fuori dalla band-
- Harry... Sarà stato nervoso. Adesso che siete a casa siete al sicuro, potete stare insieme! -
- No-  aveva esclamato lui veemente - Non possiamo-
Aveva riacceso il motore, facendole intendere che la conversazione era finita e che la stava congedando.
Il ragazzo, distrutto, era tornato a casa, gettandosi sotto una rilassante doccia calda, sperando che le preoccupazioni e i problemi, evaporassero per la calura.
Il trillo del campanello aveva infranto la sua oasi di pace, e così, rassegnato, il ragazzo si era affrettato a coprirsi come poteva ed ad aprire la porta, gocciolando nell'ingresso.
- Louis!!- aveva esclamato Harry, trovandosi il partner sulla soglia di casa.
- E io che volevo parlarti!- aveva commentato lui scherzoso, fissando malizioso il corpo dell'altro.
- Cosa c'è? E' successo qualcosa?-
- Si. Natalie ha chiamato, e mi ha fatto un predicozzo di un ora su noi due e  su come dovevamo restare uniti, parlare, combattere questa "società di merda" parole sue, e bla bla bla... E quindi, adesso sono qui-
- Ma sei impazzito?!- il più giovane aveva tirato l'altro per il gomito e lo aveva spinto dentro l'appartamento.
- Potrebbero scoprirti!-
- No, sono sceso dal taxi senza farmi vedere a due isolati da qui!-
- Il taxista potrebbe parlare!!-
- Gli ho fatto intendere che andavo a fare le corna a Eleanor, cosa tecnicamente vera-
- E come farai ad andartene!!!-
- Chiamerò una limousine-
- Ci beccheranno di sicuro!-
- Natalie sarà qui a momenti, ci coprirà lei con la limousine e coi paparazzi-
- Ma...-
Harry aveva provato a protestare, ma delle labbra estremamente decise e calde lo avevano zittito, succhiando via tutta l'aria che aveva nei polmoni e tutta la voglia che aveva di protestare.
In fondo, ormai lui è qui, no? A cosa serve discutere?
- Me ne devo andare?- gli occhi celesti guizzavano divertiti, consci della risposta ancora prima che questa venisse formulata.
- No... Resta... Stasera-






Mordicchiando un cornetto alla crema, Natalie aveva spinto la porta della panetteria, premurandosi di non schiacciare il sacchetto pieno di leccornie che avrebbe voluto far trovare sul tavolo della cucina ai due piccioncini.
Si sentiva in colpa, Harry si era fidato di lei e le aveva confidato i suoi problemi e lei era andata a spifferare tutto a Louis.
Certo, stava solo cercando di riparare le cose tra loro, ed era per questo che aveva strigliato Tomlinson a dovere, ma aveva funzionato, no?
Lei aveva distratto i paparazzi mentre Romeo si arrampicava sul balcone della sua Giulietta.
E adesso gli portava pure i cornetti.
Gli aveva lasciati sul tavolo già apparecchiato con tazze e piattini colmi di biscotti, burro, nutella e marmellata, in microonde c'era una brocca colma di latte già caldo, e sul fornello c'era la moka del caffè, pronta all'uso.
Sulla zuccheriera troneggiava un biglietto:

"Spero di aver aiutato a risolvere i vostri problemi e di non averli incasinati di più, ma a sentire come russate in coro, direi che mi dovete ringraziare. Godetevi la colazione, porcellini!
                                                                                                                                                                                   Nat"

Si era chiusa la porta dell'appartamento alle spalle, per poi sbattere contro Liam, che veniva dalla direzione opposta.
- Oddio, scusa-
- Buongiorno, Harry è ancora a letto?-
- Sì... Hai bisogno di lui? Sai, ieri era proprio stanco-
- No, gli avevo solo portato i cornetti per fare colazione insieme-
- Mi sa che ti ho battuto sul tempo, glieli ho lasciati sul comodino-
- Be, vuol dire che c'è li mangeremo io e te, ti va?-
- Non avrei saputo trovare soluzione migliore-
E così i due si erano trovati a passeggiare per le vie della soleggiata Londra, sbocconcellando pasta sfoglia e sbrodolandosi di crema pasticcera, beandosi di quella pace mattutina, dal momento che la City era deserta.
Tranne per quel gruppo di ragazzine davanti allo Starbucks, impegnate a sorseggiare i loro frappè.
Avevano fermato Liam per un autografo, poi avevano notato la sua figura nascosta nella sua ombra, che cercava di rendersi invisibile.
Avevano sogghignato, dandosi il gomito.
E poi gli avevano seguiti lungo le vie del centro, e per tutto il Tamigi, dapprima parlando ad alta voce, e poi urlando insulti.
Insulti a lei.
"Sei così brutta che quando sei nata tua mamma ha inviato i biglietti di scuse a tutti!!"
Risate.
" Sei così sfigata, ma così sfigata, che se fai una gara di sfigati, arrivi secondo perchè sei sfigata! "
Aveva sentito il sangue che le affluiva alle guance, umiliata dalla presenza di Liam al suo fianco.
" Sei così brutta che quando carichi le tue foto sul computer, lui le riconosce come virus!! "
"Hai talmente tanti brufoli che ci posso giocare a prato fiorito!!!! "
- Ma cagati in mano e poi prenditi a sberle- aveva ringhiato la ragazza, la voce che le tremava e la vista annebbiata.
Ma loro non avevano smesso.
"Sei così brutta che quando sei nata lo schiaffo l'ostetrica non l'ha dato a te, ma a tua mamma!"
"Hahahahaha, questa era troppo bella, batti il cinque!"
"Sei così bassa e grassa che da sdraiata sei più alta!"
Lui le aveva stretto la mano, per darle conforto, umiliandola ancora di più con la sua compassione.
"Mettiti un sacchetto in testa che fai un piacere al mondo intero! "
"Sei come una doccia, se la fanno tutti!"
- Prova a trattenere il respiro cinque minuti così tutti si accorgeranno che l'aria che respiriamo è migliorata- aveva bisbigliato Liam a bassissima voce, prima che qualcuno lanciasse il bicchiere ormai vuoto contro di loro, urlando "Ha preso in bocca più palle lei di Pacman!!".
- Smettetela!- aveva ringhiato Liam, seriamente arrabbiato, prima di trascinare via la ragazza verso la fila per il London Eye, riempita di turisti che attendevano il loro turno per salire sull'attrazione.
"Natalie Johnson è come una porta prima o poi ci passano tutti" strillavano le ragazze, piegate dalle risate, battendosi il cinque.
- Se l'odio fosse una pallina di cacca, tu saresti una valanga di merda- aveva risposto a tono Liam, scaldandosi.
Nessuno prima d'ora l'aveva visto arrabbiato, dal momento che lui era quello calmo, pacifico e tollerante.
Il branco sembrava ferito dalle sue parole, ma per non perdere la dignità era andato avanti a insultare.
"Ma no, lei è superiore... Usa la legge di Rocky: una botta e via !!! "
Liam si era avvicinato al bigliettaio, porgendogli un mucchio di banconote.
- Facci salire. Subito- aveva sibilato.
Quello aveva annuito, e in men che non si dica si erano ritrovati nella bolla panoramica, soli, sospesi nel vuoto.
- Natalie... - aveva iniziato lui, interrompendosi davanti ai suoi singhiozzi, finalmente liberati.
Sembrava che qualcuno le stesse strappando il cuore, teneva le mani chiuse a pugno sopra gli occhi, come se non volesse vedere, le tremavano i gomiti e le ginocchia, e il pianto rischiava di soffocarla.
Lui l'aveva abbracciata, sussurrandole nell'orecchio mentre lei si attaccava alla sua maglietta:
- Non devi ascoltarle, sono solo invidiose-
- Hanno ra-ragione!-
- No, tu sei una bellissima persona, stai sopportando tutto questo per amore e...-
- N-no! Io s-s-sono così! Fa-falsa, meschina, su-subdola, tra-tra-traditrice...-
- No, questo è quello che credono gli altri, io conosco Natalie Johnson, e non le permetterò di credere a queste stronzate-
Lei aveva alzato lo sguardo verso di lui, il mascara aveva macchiato la sua maglia, che ora presentava macchie scure e tracce di brillantini.
- Tu non m-m-mi conosci. I-io sono co-così, i-io...-
Liam ne aveva sopportate troppe quel giorno, tutti quegli insulti, quell'odio... Natalie era una brava persona, e nessuno si meritava un'umiliazione e una sofferenza tale. Non voleva più sentire che meritava certe cose, o di sentirla piangere, gli faceva male alle orecchie, come quando il gesso stride sulla lavagna.
Un'attimo prima stava fissando quelle labbra perfette piegarsi in una truce e crudele autoaccusa, e all'improvviso aveva fatto passare la mano dietro la nuca e al'aveva attirata a se', impedendole di parlare.
Era come assaggiare un nettare squisito, l'ambrosia degli dei, così squisita, ma proibita ai comuni mortali, dolce, potente, morbida, calda e inebriante.
Una parte del suo cervello urlava che, cazzo, quella era la ragazza di Harry, che va bene che si sentiva solo dopo la rottura con Danielle, ma lei non era Danielle.
Non m'importa se non è Danielle, rispondeva la voce, incitandolo ad andare avanti, prima che Natalie si alzasse in punta di piedi e appoggiasse le sue mani umide di lacrime sulle spalle, per reggersi meglio, annullando ogni traccia di razionalità nel suo cervello.
Sentiva la sua lingua muoversi chiedendo l’accesso per aver di più di un semplice bacetto, e ovviamente ebbe subito approvazione da parte di Natalie, che si era stretta ancora di più a lui, senza malizia, dolcemente, come se ne andasse la sua vita. Le loro lingue si incontrarono, iniziando una danza disperata, più complici che mai.
Il suo profumo di shampoo e crema idratante al cocco gli inebriava le narici, rendendogli quasi doloroso respirare.
Lei gli aveva poggiato dolcemente le mani fredde sulle guance, gli occhi serrati per non vedere tutto l'odio che c'era nel mondo, ancora lacrimanti, come una pioggerellina in estate, mentre si teneva ancora in equilibrio sulle punte, come le ballerine di crinolina nei carillon.
In quel momento esistevano solo loro due, nient’altro,  nessun’altro, lei, la ballerina, la bellissima maschera finalmente incrinata, la sua bellissima distrazione, lui la spalla su cui piangere, il bastone su cui appoggiarsi, la sua ancora in mezzo alla tempesta.











Angolo Finitem *-*
Ciao, porcelline :3
Com'è andata la Pasqua?
Io sono in ritardo supermegaipergalattico ad aggiornare, ma capitemi, il letto aveva bisogno di me.
Non potevo lasciarlo solo :P
E a quanto pare le mie recensitrici (e recensitori per non fare un torto a Row, tutto solo e beato tra le donne) non hanno lasciato sola me!
19 recensioni, D I C I A N N O V E, spaccate botilia e familia inzieme gente *-*
Ho ritrovato un sacco di persone, come Noraaaaa (ma quante "a" ci vanno? XD) _Lils_ , _Just a Directioner, _alldayallnight_ e Nali che ha un nick impronunciabile ma visto che la conosco la chiamerò solo Nali.
Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali Nali XD
Neanche Lu mi ha abbandonato, nonostante la merdina di capitolo della volta scorsa, e mi ha anche insegnato una parola nuova lol che brava bimba che sono #sisputtanadasola
E Celeste è una Filogiapponese come me che legge i manga! *-* Io AMO i manga.
Poi c'è Laura che ha avuto una giornata tutta storta, ed Ellie che era così storta che alla fine le si è rotto il malleolo, ma adesso può aggiornare perchè non ha niente da fare e io sono in paradiso perchè aggiorna.
Non ha senso ma va beh.
Paola che è a tavola, buon appetito e sta attenta alla pasta col ragù di Maria eh!
Lily che spero, essendo lei una Liatalie Shipper, a cui piaccia il capitolo, insomma...
Mica son li a pettinare le bambole, qua si spremono limoni che è un piacere!!
CamiCamilla a cui piace Perrie che spacca i culi (beh, in effetti ci voleva) e Harry che viene giustificato da un Ilaria e montato come una cucina dell'Ikea da un altra XD
Poi chiamiamo Louis e facciamo un bel Threesome di shesho violento come direbbe Iris, che è bloccata in mezzo alle montagne come Heidi!!!!! E Niall fa Peter (ora che ci penso ci assomiglia un botto) e Harry fa il nonno e Zayn la pecora piena di tritolo che esplode a fine recita.
BOOM.
A proposito di recite la mia cara Vivian ha esordito con il suo debutto!!! Complimeti e se hai una registrazione mandamela :D
E a proposito di debutti Erica ha pubblicato la sua prima FF solo sugli Oned!!! Accorrete a leggerla è troppo asdfghjkl.
Deh, lo Zio Simon *w*
E a proposito dello zio Simon (non c'entra una cippa ma era per dire tre volte a proposito in un angolo finitem) Deborahhhhh ha aggiornato!! E c'è Nialler che è tenerello ^.^
Vi lancio una sfida: riusciamo ad arrivare a 20 recensioni? Sarebbe il mio record personale ùù
Ps: se passate da tommoshorts sta traducendo una FF inglese, una Larry stra asdfghjkl che è una F I G A T A
Mi dileguo!
* BOOOOOOOOM è scoppiata la pecora*


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Capitolo 11
*** Nothing ***


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A chi è diverso.
Ad Amanda, Tyler, Ryan, Jamie, Megan ed Angie, Jessica, Sara, Phoebe, Rachel, Kenneth, Hope e Grace.
A tutti coloro che hanno sperimentato l'infinita crudeltà della gente.
E a chi soffre ancora.
#keepfighting #staystrong











Sedeva sul letto, le mani incrociate dietro la nuca, lo sguardo fisso sul ventilatore che pendeva dal soffitto, girando su se stesso in un movimento inutile e senza fine, proprio come la sua vita.
Era un modello vecchio, e produceva un cigolio acuto ogni rotazione che compieva.
Il rumore si perdeva tra quello creato dal rimbombo dei cupi pensieri di Natalie, che giravano e giravano come le ventole del maledetto apparecchio nella sua testa, cupi, pesanti, minacciosi e pungenti come calabroni.
Era tutto uno schifo.
Aveva baciato Liam, dimostrando anche a lui che era vero ciò che gli altri dicevano: era solo una poco di buono, una bugiarda, un'arrampicatrice sociale, un avanzo di fogna.
Appena resasi conto di ciò che aveva fatto (ovvero quando la capsula del London Eye si era riappoggiata a terra) era scappata via, da lui, dalle ragazze ridoline, da Londra, dal mondo intero.
Aveva rimesso insieme i pezzi del suo orgoglio, e due giorni dopo, mentre era al bar con Harry e il resto della band, aveva preso Liam da parte, per chiarire la questione.
- Mi dispiace per l'altro giorno- aveva esordito lei - Non avrei dovuto metterti in una situazione così... Umiliante. Mi scuso se ti ho arrecato disagio o imbarazzo-
Lui aveva aperto la bocca per parlare, mentre lei aveva proseguito imperterrita quelle parole distanti e formali, che avevano il sapore di un copione male interpretato.
- Mi scuso anche per il bacio. Mi rendo conto che le circostanze, sia legate all'accaduto, sia legate alla tua rottura con Danielle, ti abbiano spinto ad agire in questo modo, e non ti biasimo-
Liam l'aveva guardata, ferito.
Lui, dopotutto, quel bacio l'aveva voluto, l'aveva assaporato, respirato, vissuto.
La parte razionale del suo cervello lo canzonava, sussurrandogli maligno che lei stava con Harry, che gli era venuto in mente di baciarla, che doveva aspettarselo, che era uno stupido.
- Non ti preoccupare, non succederà più- aveva tagliato corto, la faccia in fiamme e il cuore che batteva forte contro le costole.
Lei gli aveva sorriso, mortalmente pallida, prima di aggiungere un "grazie" sincero, e di chiudere la questione.
Aveva iniziato ad isolarsi.
Prima comunque passava gran parte del suo tempo con i ragazzi, li accompagnava alle prove, andava al parco, a far merenda, cenavano in pizzeria, guardavano un film, andavano al bowling...
Dopo l'episodio del London Eye non si era più presentata ai loro incontri, e quando Harry l'aveva chiamata due settimane dopo, per una apparizione pubblica, era diventata un'altra persona: chiusa, fredda, infelice.
Adesso Natalie capiva Eleanor, di come si fosse innamorata follemente di Louis, di come avesse sacrificato tutto, amici, lavoro, famiglia, hobby, per lui, e come, scoperta la verità, si rifiutasse di perdere l'unica cosa che le restava, a costo di essere odiata, ripetutamente ferita, disprezzata, sempre posta in secondo piano, trascurata, sminuita, abbandonata.
A differenza di lei,  però Eleanor credeva davvero nell'amore che la legava al suo principe.
Lei no.
Lei aveva rovinato tutto per una bugia.
Meritava di stare sola.
Liam era ovviamente in imbarazzo a stare vicino a lei come un amico, e quindi aveva cominciato a non andare a prenderla più tanto spesso a scuola, per poi smettere definitivamente, Zayn e Perrie fondamentalmente avevano altro da fare, e Louis e Harry idem.
Perchè poi avrebbero dovuto preoccuparsi?
Lei era un'attrice, fingere di essere ciò che non era era il suo lavoro, veniva anche pagata profumatamente per questo.
Perchè diventare personali?
Se Natalie credeva che lei e Harry fossero diventati più che colleghi, si illudeva di grosso.
Rimaneva solo Niall, che non si spiegava il cambiamento della ragazza.
Lei, prima così aperta e solare, piena di idee creative, battute esilaranti, e pronta alle risate, era diventata un lupo solitario, irritabile, isterica e sempre prossima alle lacrime.
- Voglio stare da sola!- gli aveva urlato, quando lui, stufo di essere evitato/ignorato, l'aveva tampinata con la macchina per tre isolati, procedendo a passo d'uomo e bloccando tutto il traffico, riducendolo a una marmaglia di fischi, imprecazioni e clacson.
Lo voleva davvero: qualcuno aveva postato sulla newsletter della scuola una foto di una vecchia recita scolastica nella quale lei recitava nel ruolo di un'odalisca di Cleopatra, vestita solo con uno striminzito costume della danza del ventre così consumato da essere quasi liso, e un'altra, quasi peggiore, di lei nel cortile della sua fattoria, circondata da una cucciolata di teneri e rosei maialini che sgambettavano nel prato.
Se prima era solo la puttana, la zoccola, la grande prostituta, la troia per eccellenza, ora avevano coniato un nuovo soprannome per lei: "La Scrofa".
Tutti le parlavano alle spalle, sussurrando al suo passaggio, ridendo, squadrandola con disprezzo dall'alto in basso, talvolta perfino i professori.
Sentiva ogni volta un nodo allo stomaco, come i vuoti d'aria in aereo, come se stesse cadendo in un tunnel profondo e scuro, e non potesse fare niente per impedirlo, come se fosse imprigionata nel corpo di un orrendo mostro, anomalo, disgustoso, diverso, e non potesse far niente per uscirne...
Sul web era anche peggio, non era al riparo neanche tra le mura di casa propria, quell'odiosa sensazione la seguiva ovunque andasse.

"Se ne avessi il potere, non mi limiterei a mandarti all'ospedale, ma dritta all'obitorio"

"Sei solo una ragazzina sciocca e insignificante, e se morissi non mancheresti a nessuno, Harry si troverebbe subitissimo un'altra ragazza migliore di te"

" Natalie Johnson Hater Club <--- io ci farei un salto XD"

 E lei era stata così stupida da cascarci, così masochista e sadicamente autolesionista da aprire davvero quella pagina, piena di odio sconfinato e immotivato per lei.
E ogni volta che leggeva quei commenti cattivi, quegli insulti e quelle maligne dicerie si sentiva morire dentro.
In un ultimo rimasuglio di orgoglio aveva cercato informazioni sulle amministratrici della pagina, per segnalarle e farle multare dai responsabili del Social Network.
Non avrebbe mai voluto trovarle: Cecilia Johnson e Tiffany Collins, amministravano quella pagina, l'Hater Club ufficiale di Natalie Johnson.
Era sua cugina, e la sua migliore amica.
Come poteva il tuo stesso sangue, la tua stessa carne tradirti così?
Come poteva la persona che consideravi una sorella pugnalarti alle spalle con così tanta cattiveria?
Nat non lo sapeva, non respirava, non capiva.
Non provava niente, si sentiva svuotata, spossata, come se la sua anima non appartenesse più al suo corpo, come se fosse morta.
Era rimasta a fissare lo schermo per un tempo che le parve un eternità, poi si era alzata e si era trascinata a letto insieme all'unico conforto che poteva ricevere: l'Ipod.
Una volta infilate le cuffie si era decisa a restare lì per sempre, nascondendosi dal mondo raggomitolandosi sotto le coperte, ascoltando la colonna sonora della sua vita fino a consumare la batteria, augurando alla sua vita di spegnersi insieme ad essa.
Poi, il dolore l'aveva colpita all'improvviso, insieme alle parole di una canzone:

Am I better off dead
Am I better off a quitter
They say I'm better off now
Than I ever was with her
As they take me to my local down the street
I'm smiling but I'm dying trying not to drag my feet

They say a few drinks will help you to forget her
But after one too many I know that I'm never
Only they can see where this is gonna end
But they all think I'm crazy but to me it's perfect sense

And my mates are all there trying to calm me down
'Cause I'm shouting your name all over town
I'm swearing if i go there now
I can change your mind turn it all around

And I know that I'm drunk but I'll say the words
And she'll listen this time even though they're slurred
Dialed her number and confess to her
I'm still in love but all I heard was nothing

So I stumble there, along the railings and the fences
I know if I'm face to face that she'll come to her senses
Every drunk step I take leads me to her door
If she sees how much I'm hurting
She'll take me back for sure

And my mates are all there trying to calm me down
'Cause I'm shouting your name all over town
I'm swearing if I go there now
I can change your mind turn it all around

And I know that I'm drunk but I'll say the words
And she'll listen this time even though they're slurred
Dialed her number and confess to her
I'm still in love but all I heard was nothing

She said nothing
Oh I wanted words but all I heard was nothing
Oh I got nothing
Nothing
I got nothing
Nothing
Oh I wanted words but all I heard was nothing

Oh sometimes love is intoxicating
Oh you're coming down your hands are shaking
When you realize there's no one waiting

Am I better off dead
Am I better off a quitter
They say I'm better off now
Than I ever was with her

And my mates are all there trying to calm me down
'Cause I'm shouting your name all over town
I'm swearing if I go there now
I can change your mind turn it all around

And I know that I'm drunk but I'll say the words
And she'll listen this time even though they're slurred
Dialed her number and confess to her
I'm still in love but all I heard was nothing

She said nothing
Oh I wanted words but all I heard was nothing
Oh I got nothing
Nothing
I got nothing
Nothing
Oh I wanted words but all I heard was nothing
Oh I got nothing
I got nothing
I got nothing


Faceva così male, e lei si sentiva così stupida...
Era solo una canzone d'amore, non c'entrava niente con quello che provava in quel momento.
Perchè la colpiva così tanto?
Perchè voleva disperatamente che il tempo si fermasse e tornasse indietro nei giorni grigi e bui, fino a quel pomeriggio dorato di pace sul campo da basket o sulla panoramica bagnata di dolore del London Eye?
Voleva essere stretta, coccolata,  amata, voleva che quell'odio finisse, che le bugie venissero tutte a galla, voleva essere di nuovo se stessa, di nuovo libera...
E mentre la playlist andava avanti, la ragazza si era ritrovata a scoppiare in singhiozzi, ficcandosi un pugno in bocca per non farsi sentire dai vicini, attraverso quelle pareti di cartavelina, a coprirsi gli occhi con le mani, come per proteggersi da tutta quella oscurità che la stava divorando, rendendo la sua vita un vero inferno...
Non si era accorta di essersi assopita finchè qualcuno non l'aveva scossa dolcemente.
Per un glorioso attimo, immersa nel dormiveglia, aveva creduto fosse Liam e aveva sentito il suo cuore gonfiarsi di sangue caldo e riprendere a battere, riportandola alla vita.
Lui avrebbe saputo cosa fare: le sarebbe rimasto vicino, vegliando su di lei, proteggendola da tutto ciò che le arrecava dolore.
Sarebbe stata la principessa della sua fiaba, governando insieme al principe azzurro il loro castello di cristallo, lontano da tutto e da tutti...
Ma poi aveva messo faticosamente a fuoco il viso preoccupato di Harry, accigliato attraverso il  velo di lacrime.
- Va tutto bene?- aveva mormorato lui piano.
Si era presa la testa tra le mani massaggiandosi la fronte, le sue parole le rimbombavano in testa causandole fitte acute e la vista offuscata che le faceva bruciare gli occhi.
- Come sei entrato?-
- Ho le chiavi... Tutto bene? La scuola mi ha chiamato dicendo che sono tre settimane che non ti presenti, mi hanno chiesto cosa avevi-
- Non ho niente-
Si era alzata in piedi, barcollando e cadendo tra le braccia dell'altro.
- Questo non mi sembra niente-
- Ti dico che sto bene, invece-
- Dovresti vedere un dottore-
- Fatti gli affari tuoi-
- Perchè sei così cattiva con me?- aveva sbottato Harry, irritato - Perchè sei così cattiva con tutti?-
La ragazza si era scostata repentinamente da lui, attraversando la stanza e voltandosi di scatto, tentando di contenere la frana di emozioni che la stava investendo.
- Cattiva io? Cattiva IO? -
- Sto solo cercando di aiutarti...-
- Bhe hai già fatto abbastanza!!! Prima vai a sputtanarmi in un cazzo talk show, facendomi passare come una pervertita depravata, poi in Twitcam ancora, e quando ovviamente mi danno della troia tu vai a lamentarti con mezzo mondo anche se il solo da biasimare sei tu!!-
- Ma... Io credevo... sai, il lavoro...-
- Il lavoro?! Il lavoro?!!- aveva esclamato ferita, furibonda ed incredula Natalie, con voce spezzata - Se credi che tutto questo sia un lavoro, allora smettila di fare l'amico con me e trovati qualcun'altro che ascolti i tuoi maledetti problemi!!!-
- Ma non intendevo questo... Io e te siamo amici, ma ultimamente sei così...-
- Non. Dire. Diversa. Non. Ti . Azzardare. E non mentirmi. Non sono stupida- non aveva potuto impedire alle lacrime di rigarle il volto - Mi chiami solo quando vuoi che faccia il terzo incomodo tra te e Louis in pubblico, quando ci vediamo parli solo e unicamente di te e delle tue cose, e quando siamo da soli è sempre un "Boo ha detto, Boo ha fatto"...-
- Io chiedo solo cons-
- Io non sono la tua cazzo di psicologa!!!!!- aveva urlato lei, mentre lui si alzava con le mani alzate in segno di resa, balbettando:
- M-ma gli amici sono così!-
- NO!! Non sono così! Sei così preso da te stesso che non ti accorgi mai degli altri!-
- E' solo che in questo periodo sto attraversando un momento difficile, la vita non è che mi sorrida parecchio...-
- Sei GAY, non stai morendo, non hai un tumore, sei solo GAY!-
- Solo? Solo?!-
Aveva colpito un nervo scoperto: non avevano mai affrontato apertamente l'argomento "omossessualità" ma entrambi sapevano che era un campo minato e bastava un niente per far esplodere Harry.
- Cosa ne puoi sapere tu? Sei solo una ragazzina, una bambina che non si rende conto della fortuna che ha ad essere libera- aveva replicato freddamente lui.
Avrebbe voluto urlare, piangere, ridere ossessivamente per la sua stupidità, picchiarlo fino a farlo sanguinare, tutto nello stesso momento.
Si era limitata a sbattergli violentemente nello stomaco il portatile, ancora aperto sulla home Natalie Johnson Hater Club, prima di allontanarsi da lui rapidamente, non sopportando più il suo sguardo, per avvicinarsi alla finestra e iniziare a parlare.
La verità, nient'altro che la verità.
- "Sei grassa"," Sei brutta","Sei una stupida", "Sei inutile", "Sei strana", "Sei solo una vacca", "Non piaci a nessuno"... Te l'hanno mai detto? Ti hanno mai insultato così? Tu hai delle fan, che ti amano e ti difendono, io non piaccio a nessuno-
Il ragazzo era appoggiato alla parete, l'odio di perfetti sconosciuti davanti agli occhi, le minacce, le foto, tutto.
Per la prima volta contemplava quel baratro, valutando con orrore quanto fosse profondo.
 -Ho provato a parlartene, quando hanno iniziato a parlare male di me, ma mi sono sentita come un mostro. Come se io fossi l'unica, come se fosse colpa mia quello che mi succedeva…- aveva ripreso lei, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano - Mi sentivo così sola, e tutto quello che volevo sapere e se t'importava o meno. Mi ero dimenticata che io e te siamo una finzione, e quando me ne sono resa conto, era tardi-
Harry l'aveva guardata, chiedendosi perchè diavolo non avesse aperto gli occhi prima, lasciandosi sfuggire un dolore così grande e intenso da risultare difficile da ignorare per chiunque...
- Mi dispiace. Davvero. Io ti voglio bene, e avrei davvero voluto aiutarti-
- E' troppo tardi- le erano scappati dei singhiozzi, nonostante le labbra sigillate.
Si era voltata lentamente, fissandolo dritto negli occhi, lasciando cadere la maschera, mostrando il suo dolore.
- Non sapevo perchè tutti mi odiassero, ma magari adesso lo so... Perchè mi odio anch'io-
Dirlo ad alta voce era come liberarsi da un potente veleno che infettava le vene.
- Mi odio perchè sono finta. Sono falsa. Ho venduto la mia anima al diavolo; Sono schiava di una bugia: non posso frequentare chi voglio davvero, essere sincera, avere degli amici, costruirmi un futuro, innamorarmi- aveva ridacchiato, quasi annullata dal sollievo che provava ad ammettere come si sentiva - Ad essere sinceri sono schiava quanto te-
Harry l'aveva guardata: gli occhi rossi e gonfi, la ricrescita scura che spiccava tra il biondo stinto dei capelli, spettinati e trascurati, il colorito pallido, la piega triste delle labbra, per sempre gelate in quella posizione addolorata come per un subdolo maleficio...
Dov'era la ragazza solare ed allegra che aveva conosciuto, quella che, se fosse stato etero, "avrebbe senza dubbio portato all'altare"?
Come potevano le persone essere così crudeli le une con le altre, senza un motivo apparente, tanto ad arrivare a succhiare via la felicità dalla vita, rendendo misera la più felice delle esistenze?
Harry non lo sapeva.
Natalie si era seduta lentamente sul bordo del letto ancora sfatto, le auricolari aggrovigliate tra le lenzuola, il cuscino ancora caldo di lacrime.
- In questo momento non vedo la ragione di continuare...a provare a sistemare le cose... a parlare... a respirare... non c'è la faccio più-
 Si era accasciata sul letto, piangendo tutto il suo dolore, mentre Harry, dopo un attimo di esitazione si seduto di fianco a lei, accarezzandole i capelli, cercando in qualche modo di scavalcare la barriera che lei stessa si era costruita, diventando una creatura segnata, separandosi dal resto del mondo.
In quel mare di dolore, era certo di una cosa sola, così devastante e nauseante che gli veniva voglia di unirsi al suo pianto da quanto schifo aveva di se stesso.
Era tutta colpa sua.
Lui era il diavolo, lui possedeva il potere di proteggere o distruggere l'inferno.
E con esso la sua anima.





















Angolo Finitem *-*

Lo so, lo so, dovevo recensire ieri.
Che dire?
Pesce d'aprile in ritardo XD
Siete mitiche, vi amo. Mi avete regalato 20, venti, VENTI, V E N T I recensioni.
Vi sposerei tutte quante, se fosse legale :)
Prima di passare ai miei patetici ringraziamenti volevo proporre un minuto di silenzio per i ricci di Harry Edward Styles, passati a miglior vita.
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* Singhiozza* quel traditore del suo sangue se li è tagliati! E adesso come farò?
Alla mattina mi consolavo, pensando che anche lui doveva fare un corpo a corpo armato di spazzola contro la sua cespeda proprio come me :'(
Non nominando assolutamente quei luridi, cretini, deficienti, omofobi, stronzi ancora caldi, facce da culo dei The Wanted, passiamo ai ringraziamenti *prova a calmarsi*
Vorrei ringraziare Iris che è stata la 200 sima recensitrice, che mi stava facendo ammattire perchè non recensiva, la mia NALI NALI NALI NALI NALI NALI NALI NALI NALI NALI NALI NALI  e alla sua compagna di banco, Lau (LAU LAU LAU LAU LAU LAU LAU XD) le metto insieme perchè sono telepatiche, aggiornano insieme, recensiscono insieme, mandano messaggi insieme...
Potreste fare nuoto sincronizzato XD
Okay, era pessima.
Passiamo oltre che è meglio: ringrazio Lu, la mia nuova idola che ha segnalato Tom dei TW su twitter, ma NON PARLIAMO DEI TW *perde il controllo e scaglia oggetti non identificati sul muro*
Ilaria 1 con la quale mi scuso se gli insulti l'hanno fatta stare male nello scorso capitolo, ma ti chiedo di abituarti cherìe, dal momento che come avrai visto in questo capitolo per Nat è solo l'inizio, e Ilaria 2 la strega occulta necrofila XD XD XD #muchlove Fai un incantesimo che non mi interroghi in italiano e musica domani, per favore XD
Silvia, a cui concedo volentieri di reciclare gli insulti qui sopra (se vuoi attaccaci pure quelli sui TW e se ne vuoi altri chiedimeli pure nella recensione, dopo quello che hanno detto a Boo mi sento molto ispirata) perchè ovviamente tutto quello che è successo coi TW sta a dimostrare la pochezza dei soggetti in questione, come direbbe Celeste, che è la Socrate del fandom per la sua infinita saggezza *s'inchina*
Basta, ho detto che non voglio parlare di quegli omofobi del cavolo, perchè tirate fuori l'argomento?! #incolpareglialtrifunzionasempre
Erica ed Eva che si scusano per le parolacce, mentre io impreco come un camionista calabro incazzato dopo che si chiude le dita nella portiera del tir in una giornata no.
Vivian che spero risolva la sua situazione sentimentale presto (non tormentarti, passa all'azione!) Deborah che spero che faccia leggere la FF alle sue compari che, leggendo le loro gesta nelle FF mi sembra di conoscerle anche a me, Row che ha constatato la mia dipartita su Kik (lascia perdere, il telefono ha fatto un volo che manco l'Apollo 13 -.- meno male che era in garanzia lol)
Paola ed Ellie (la mia mogliettinaaaaaaaaaa) che sono fissate con le uova... pasquali, ma che pervy che siete! Pensate sempre male! lol
le uova le uova le uova le uova!!!!
Lily che è entrata in versione fangirl dopo il bacio (hahahahahahaha aspetta ancora qualche capitolo poi vedi che ti combino hahahahahahaha)
Just a Directioner che vorrei se posso, conoscere il nome di battesimo perchè io do' confidenza a tutti (taaaaaaaanta confidenza. Troppa lol Sono una rompipalle) Lils e _alldayallnight_ che si spupazzerebbero volentieri Liam, e le mie nuovissime recensitrici Valentina e JustDear!!!! Benvenute nel lato oscuro del fandom *risata inquietante* dolcetto?
Spero che loro, e tutte voi, continuiate a seguirmi, che la storia sta per entrare nel vivo della trama, e le sorprese, belle o brutte (come i TW XD) sono dietro l'angolo...
Siete fantastiche, vi amo *-*
Continuate a recensire!
#muchlove
Cami

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Capitolo 12
*** Redemption ***


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* Scena Rating Rosso all'asterisco :)




Le coperte vennero via di scatto, lasciandola nuda ed esposta al crudele freddo polare che aleggiava per l'appartamento.
- Alzati-
- No-
- Natalie, alzati. Adesso!-
Nat era stufa marcia di quella situazione: quando aveva detto a Harry che avrebbe tanto voluto il suo aiuto quando stava male,  non intendeva di certo dire che i membri della band a turno, ogni giorno, dovevano svegliarla la mattina in tempo per la scuola, farle la spesa, controllare che si nutrisse, si lavasse e si vestisse...
Non era una bambina di 2 anni, e avere così tanta gente attorno solo perchè il suo ragazzo si sentiva in colpa per averla lasciata sola non migliorava la cosa.
A volte, ci si può sentire soli anche nel bel mezzo di una strada affollata.
Quel giorno era il turno di Zayn.
- Dai... Alzati- aveva ripetuto ancora una volta, sbuffando e cercando di tirarla giù dal letto a forza.
Che cosa diavolo ci vedeva Perrie in lui? Era un cavernicolo!!!
- No-
- Cosa vuoi fare? Stare tutto il giorno a letto?-
- Si. Il letto è morbido e caldo. E' mio amico-
- Se non ti alzi immediatamente al posto che riempirti la tazza di latte caldo e servirti la colazione, la riempirò di acqua gelata e ti farò fare direttamente la doccia!!!-
- Lasciami dormire-
- NO. Alzati-
- Va bene- aveva mugugnato la ragazza, arrendendosi alla testardaggine di lui, troppo stanca anche solo per provare a combattere.
Si era alzata e seduta pesantemente a tavola, ingollando svogliatamente ciò che il suo grand gourmet aveva preprato per lei quella mattina (cornflakes e latte tiepido) mentre lo osservava svuotare il sacchetto della spesa e mettere a posto gli acquisti nella dispensa.
- Ti ho fatto la spesa-
- Mh-
- Spero non manchi niente-
- Grazie-
- Sbrigati o farai tardi a scuola-
- Non ci voglio andare a scuola-
- Ma non puoi mica star qui a deprimerti tutto il giorno, no?-
- Mh-
Una volta mandato giù l'ultimo cereale Zayn l'aveva trascinata in bagno, comandandole di vestirsi.
Sapeva che era inutile provare a controbattere, così si era vestita e una volta uscita dal bagno si era accoccolata sul sofa'.
- Posso stare a casa oggi?-
- Hai già fatto un sacco di assenze, e i tuoi voti fanno schifo-
- Ma questa settimana non sono mancata neanche una volta, e ho preso sei in biologia. Per favore. Oggi non c'è la faccio proprio...-
- E cosa avresti intenzione di fare, sentiamo?-
- Attaccare... Stando a casa-
- E cosa faresti a casa? Di solito quando si attacca si invitano gli amici, ci si sparano due birrette, magari si esce a fare un giretto, ci si imbosca nei centri commerciali...-
Aveva fatto una faccia mortificata quando Nat si aveva velocemente distolto lo sguardo, piantandolo per terra.
Non si ricordava?
Lei non aveva amici.
Non poteva uscire.
Non si poteva imboscare da nessuna parte.
Non poteva fare niente.
Lei è triste, è ferita, sta morendo, è sola, è isolata, è un casino, è giudicata, è ignorata, è stressata, è confusa,è incasinata,è depressa,  è incompresa, è stanca ma continua a vivere, è ferita ma non lo mostra,sta urlando ma è silenziosa,sta soffrendo ma continua a sorridere.
L'improvvisa percezione di un altro corpo sul divano le aveva fatto alzare lo sguardo dalla moquette: Zayn si era tolto la giacca e le scarpe, aveva appoggiato i piedi sul tavolino da caffè, incrociando le braccia dietro la nuca, impossessandosi del telecomando e annunciando allegro:
- Allora? Che film guardiamo?-
Aveva cercato di non mettersi a piangere dalla gioia, dalla commozione di quel gesto, ma non c'era riuscita e si era limitata a fingere di guardare tra i DVD mentre cercava di asciugarsi la faccia senza farsi vedere.
Forse le cose si sarebbero aggiustate.









Toc Toc Toc.
Natalie aveva aperto gli occhi, contemplando l'ennesima domenica che avrebbe passato da sola, chiusa in casa a compiangere se stessa.
La sveglia segnava le 10.30, era troppo presto per alzarsi a pranzare, ma troppo tardi per rimanere a letto sognando la colazione.
Che orario di merda.
Alzarsi o non alzarsi? Quello era il vero dilemma, mica Amleto e le sue pippe mentali...
Aveva abbastanza fame per fare un'abbondante colazione, ma non così tanta per pranzare.
Alzarsi per cosa, poi, lei non lo sapeva: avrebbe potuto fissare il vuoto, accendere la Tv e fissarla pensando al vuoto, guardare fuori dalla finestra contemplando il vuoto...
Toc Toc Toc.
Il bussare insistente alla porta l'aveva riportata bruscamente alla realtà.
Si era finalmente levata dal letto, azione che aveva messo fine al suo dilemma, e aveva guardato timorosa dallo spioncino, tentando inutilmente di sistemarsi i capelli.
Cosa ti pettini a fare, aveva commentato una vocetta acida dal fondo della sua mente, anche se fosse un modello di Abercrombie non ti guarderebbe mai, e se anche lo facesse, tu sei comunque al guinzaglio cara mia...
La voce si era improvvisamente zittita quando i suoi occhi avevano messo a fuoco Perrie, splendendo splendente come al solito, sul suo pianerottolo.
- Buongiorno- l'aveva salutata radiosa quando le aveva aperto la porta.
-B-buongiorno...-
- Oddio, stavi ancora dormendo?-
- Ehm, io... si, ma fa nulla...-
Si era spostata per lasciarla entrare, vergognandosi del suo ingresso microscopico e disordinato che dava accesso a stanze altrettanto strette e fuori posto, come la loro proprietaria, scarmagliata, scialba e trasandata.
- Cosa... Cosa ti porta qui?- aveva domandato lei, cercando di soffocare uno sbadiglio e di non essere scortese allo stesso tempo.
- Ma come? Ti sei già dimenticata!!! Mi devi una manicure zebrata!!-
Sembravano secoli e secoli fa, un altra vita magari, dove lei si presentava timida ma felice al resto della band, sotto lo sguardo cattivo di Eleanor e quello geloso di Louis, divideva il cibo con Niall, insieme a qualche orrorifica nozione culinaria rivoltante e rubava il drink a Liam...
- Già, si... Mi ero dimenticata...-
- Se vuoi ripasso un altro giorno!-
- No, no, figurati!! Lasciami cinque minuti... mi cambio e arrivo!-
Si era chiusa in bagno, con la tachicardia dall'ansia.
Era un disastro!
I suoi capelli facevano schifo, così come la faccia, il pigiama, la casa, le unghie, il Paese, l'universo, tutto.
In più sentiva nella testa la vocetta cattiva che rideva di lei.
Cosa poteva fare? Si era legata i capelli in un coda, si era sciacquata la faccia e vestita con la sua scialba tuta da casa, prima di uscire ad affrontare i suoi complessi di inferiorità verso la bella Edwards.
Non l'aveva trovata in salotto dove l'aveva lasciata, ma in cucina, intenta a preparare la colazione.
Appena aveva varcato la soglia della stanza le aveva teso una tazza di latte caldo con il cioccolato, riservandosene una anche per se', poi si erano sedute a tavola iniziando a chiacchierare del più e del meno.
Natalie si sentiva strana, come se tutto intorno a lei fosse un realistico e strambo sogno: la luce che filtrava attraverso le tende alzate, rendendo visibili i turbini di polvere illuminati dai raggi di sole, Perrie delle Little Mix seduta sul suo sofà, con il suo plaid sulle ginocchia e la sua tazza arancione, souvenir storico di una gita in Cornovaglia, tra le mani.
- Come va?- aveva chiesto cautamente l'ospite dopo un po'.
- Come mi vedi-
- Allora non va poi così male-
- Cosa intendi dire? Non vedi che sono un mostro ambulante?!-
- Secondo me basterebbero due ritocchini e torneresti la Nat che io ho conosciuto-
- Ad esempio?-
- La tinta, tanto per cominciare. Ormai hai la ricrescita a metà orecchio...-
Aveva sorriso furbescamente, estraendo dalla sua borsa una scatola della Loreal che sembrava essere proprio della tinta.
- Ecco il patto: la tinta per la manicure!-
Nat aveva sorriso, piuttosto lusingata ed equamente a disagio per l'accordo, ma aveva accettato.
Venti minuti dopo si sentiva più leggera: era seduta sul bordo della sua vasca da bagno, a testa in giù mentre Perrie faceva quello che doveva fare, sparando nel contempo una marea infinita di cazzate come solo tra amiche si può fare, rischiando di farla collassare per le troppe risa.
- Ehi, non è che poi vengo fuori rosa chewing gum?-
- Hahahahaha qualcosa contro i miei capelli?-
- Danneggiano la vista. Ci vuole un permesso speciale per vederli-
- E se li guardi troppo muori-
- Come il basilisco di Harry Potter!-
Nat rideva così forte che si era sbilanciata all'indietro, quasi finendo a faccia in giù nella vasca, cosa che aveva suscitato ancor di più l'ilarità delle due ragazze.
- Tranquilla- l'aveva rassicurata dopo averla ripescata, evitandole parecchie lesioni interne per la caduta -Mia mamma è una parrucchiera, ci so fare-
Si era proprio dimostrata all'altezza della situazione: dopo la tinta le aveva fatto i boccoli, soffici e color miele che le scendevano fino a sotto le spalle, incorniciandole il viso, poi l'aveva convinta a cambiarsi e a vestirsi "decentemente" a truccarsi e quando finalmente lei aveva preso il mano il kit per la manicure, s'e n'era uscita con una pericolosa proposta:
- E se facessimo una Twitcam?-



* Harry non si capacitava di come fosse potuto succedere: un attimo prima stavano lottando per il telecomando, esasperati per la pubblicità troppo lunga che aveva interrotto il film sul più bello, e un attimo dopo Louis era sopra di lui, cercando di sfilargli la maglietta strattonandola veentemente rischiando di strangolarlo e strapparla allo stesso tempo.
E tutto perchè Mr Tomlinson non era abbastanza paziente per aspettare la fine dello spot e voleva subito cambiare canale...
 Ma in quel momento non ci pensava, l'unica cosa che riusciva a fare era baciare il petto muscoloso dell’altro, che dopo molti tentativi gli sfilò la maglietta in un unico movimento e  gli accarezzò il petto.
-Sei….- gemette a contatto della mano del moro che gli sfilò i pantaloni e gli accarezzò l’evidente erezione  -così schifosamente eccitante - e l’altro non riuscì a fare a meno di ridere dopo quell’affermazione.
Fanculo il film. Fanculo lo spot dei Kellogs. Fanculo tutto.
Louis si era sdraiato sopra di lui, continuando a succhiargli il collo e le clavicole, mordendolo fino a farlo sanguinare mentre giocherellava incurante con l'elastico dei suoi boxer e lo schiacciava contro il materasso, tanto che Harry poteva sentire le molle di ferro infilzarsi tra le sue vertebre...
Poi con un brusco movimento da prestigiatore aveva fatto sparire i boxer e l'aveva preparato con due dita, lentamente, mentre si beava dei suoi gemiti.
 Si staccò da lui, con un sogghigno così malizioso da risultare crudele, afferrandolo per i polsi e voltandolo sulla schiena.
Harry non lo voleva....
Avrebbe voluto contestare, dolersi del fatto che lui voleva guardare il film, che magari sua madre sarebbe rientrata prima e li avrebbe colti in fragrante, che non ne aveva voglia, non era dell'umore...
Ma sarebbe stato un cumulo di bugie.
E poi, ormai il moro l'aveva in pugno: con le labbra lungo le sue spalle, gli lasciò una lunga serie di baci nel mezzo delle scapole lisce e perfette....
Doveva decidersi, non avrebbe resistito per molto....
-S-sta fermo- aveva mugugnato l'altro, avvertendo il corpo dell'amante dimenarsi contro il suo.
Ma stavolta Harry è deciso.
-N-n-o... F-fermati- comandò, ansimante, facendo quasi cadere le palle a Louis Tomlinson, eccitato contro un buco.
-Come sarebbe a dire No?- domandò l'altro, stupito, staccandosi da lui.
Guardandolo negli occhi vide la scintilla del desiderio e senza attendere risposta continuò l'assanto al petto dell'altro, come una dolce tortura.
- V-v-voglio stare s-s-s-sopra per una volta-
Loueh non si fermò, così Harry si allontanò dal corpo caldo e solido dell'altro, facendo appello a tutta la sua forza di volontà.
- Voglio stare sopra-
Il più vecchio l'aveva fissato accigliato, cercando di capire se scherzava o meno.
-Era meglio quando mugolavi con le mie dita in culo!- aveva sbottato, una volta compresa la serietà delle sue azioni.
Nonostante questo si sdraia di schiena, mentre il più piccolo lo guarda, disorientato.
La verità è che non sa come fare, ha paura di fargli male perchè sa com'è bello, ma anche quanto è doloroso.
Esitò.
Louis si spazientì, bramoso di piacere.
- Allora?-
- Non so come fare....- 
-Oddio, non c'è la faccio più, non resisto, ho mal di testa, ti prego: taci e fatti scopare, cazzo!-
Si avventò su di lui e ripristinando le posizioni tradizionali, cominciando ad entrare in lui piano, piano, poi più forte. E Harry, con gli occhi spalancati e le labbra che vengono morse a sangue, nemmeno ha la forza di muoversi.
Perchè è dannatamente felice.
-Fermo, fermo- lo prega piano Louis, abbassandosi su di lui anche con il busto. Appoggia il suo petto contro quello di Harry Styles con il suo cuore che batte all'impazzata e i respiri corti e veloci. Lo sente mugugnare una lamentela per il dolore misto al piacere, ma lo sta guardando negli occhi.
 Sospirano perfino insieme, petto contro petto, quando Louis arriva in fondo. Poi Louis sorride, gli morde un capezzolo e lo bacia sulle labbra. "Non mi perdonerai mai, vero?" chiede, titubante. "Certo che no" risponde al volo il più piccolo, ma sta sorridendo, beato.













Natalie non ci credeva: già era difficile ottenere l'effetto zebra normalmente, poi le tremavano le mani dall'ansia, la luce era fioca e ottemprata dalle tende, e come se non bastasse erano in diretta webcam con più di 134684 visitatori.
Le sudavano le mani, pizzicavano gli occhi, sentiva le vampate e le tremava la voce, le rare volte che parlava, perchè sentiva un groppo alla gola che le impediva di interloquire normalmente.
Al contrario Perrie sembrava completamente a suo agio: cianciava allegramente gesticolando con la mano già smaltata verso la telecamera, raccontando piccole disavventure delle Little Mix sul palco o in tour, o i suoi recenti acquisti...
Poi però si era sentita in dovere di coinvolgerla.
Pessima idea, veramente pessima.
- Allora Nat? Tu che racconti di bello? Qualche scoop a teatro?-
- Bhe, non proprio...-
- Dai, non è mai successo niente di divertente alle prove?-
 Natalie si era imposta di dimenticare la telecamera, aveva respirato a fondo prima di iniziare a raccontare:
- Due anni fa, alla prima di Romeo e Giulietta eravamo tutti nervosissimi, e dopo le prove generali siamo andati in un ristorantino italiano di fronte al teatro che ospitava l'evento per festeggiare e pranzare prima del grande momento.
Romeo ha avuto un attacco di fame nervosa e ha fatto 4 volte il bis di pasta ai fagioli. Una volta sul palco, davanti a tutti i genitori, i fagioli hanno iniziato a fermentare, e...-
- No!- l'aveva interrotta Perrie, ululando dalle risate.
- Si! Poveraccio, era anche un momento di silenzio perchè Mercuzio non si ricordava la battuta-

"Raccontacene ancora! Raccontacene ancora!"

"HAHAHAHAHA DECEDO, ROTOLO ASDGFLLDFGG"

"DATEMI ARIA"

"LMFAO"

- E poi, una volta...- aveva ripreso Natalie, più gasata di prima - una volta dovevo provare con una mia amica, e ci eravamo date appuntamento, ma lei era in ritardo di mezz'ora, così l'ho chiamata al cellulare. Qualcuno mi ha risposto domandando "Natalie?" e io scazzatissima ho risposto "No, pedobear" non l'avessi mai fatto... E' calato un gelo mortale, e poi dall'altra parte della linea sento "Sono suo padre. Helen è in ritardo perchè ci si è rotta la macchina"che figura...-
I commenti impazzivano, gente che soffocava dalle risate, moriva, scoppiava, si spezzava...
Anche Nat, stranamente, si era ritrovata a sorridere, mentre la loro timeline veniva intasata da Mixers e Directioners  che raccontavano le proprie idilliache figure di cacca, imprevisti a scuola, strafalcioni al telefono, cacciarsi nei guai con gli amici, genitori...
Non è detta l'ultima parola, pensava Natalie, tra se' e se', applicando un velo di smalto protettivo alle unghie della Edwards, magari risorgerò dalle ceneri come una fenice.
Magari la smetteranno di tormentarmi per strada, magari potrò sedermi di nuovo in mensa a scuola, magari Cecilia eliminerà quel gruppo su Facebook, magari la smetterò di vergognarmi di me stessa...
Per un attimo si permise di fantasticare su come sarebbe stato riprendere ad andare a scuola senza essere costantemente ferita, insultata, criticata dai suoi compagni di istituto, camminare per la strada, libera da ogni fardello, partecipare di nuovo alle prove di teatro senza distrazioni, solo lei e le parole di Shakesperare, prendere per mano la persona che amava davvero...
Immancabilmente i suoi pensieri percorrevano un sentiero già battuto molte volte in precedenza, che ogni volta portava a Liam, ogni volta con meno stupore, ogni volta diventava meno assurdo, meno innocente e candido, meno irreale, mentre l'imbarazzo si macchiava con la colpa, lasciandole l'amaro in bocca e un vortice di domande, sempre le solite, in testa.
Se non avessi mai accettato questo stupido lavoro!
Bhe, ma allora non l'avrei mai conosciuto, ma almeno non avrei sofferto così!
E se lasciassi Harry?
Il contratto me lo impedisce, e verrei perseguitata da tutte le Directioners del paese.
Però sarei libera di frequentare Liam, ammesso che lui voglia stare con la ex stronza che ha mollato il suo migliore amico...
Ma se Harry e Louis facessero coming out...
Una miriade di sogni dolcissimi, fatti di campi da basket, cani da portare a passeggio, altalene, brioches e baci con i tetti di Londra come sfondo, le riempirono gli occhi, annebbiandole la vista e i sensi.
Era come fissare la più meravigliosa, struggente e passionale storia d'amore da dietro un robusto vetro, separata per sempre dal tuo corpo e dal tuo amore.
Se chiudeva gli occhi le vedeva ancora le sue labbra, ne sentiva il calore sulle sue, così ustionanti da infiammargli il sangue...
- Natalie?-
- Uh?-
La voce di Perrie l'aveva dolorosamente e bruscamente riportata alla realtà.
- I leggins li preferisci liquid o classici?-
La rosa aveva dato un significativo colpo di sopracciglia allo schermo, che stava a significare " Rispondi alla domanda!"
- Scelta difficile... Dipende con che cosa gli abbini e per quale occasione, ma in genere preferisco i classici-
- Bhe, potresti abbinare i classici con una magliettona lunga, mentre i liquid con un bel giubbotto di jeans...-
Nat aveva sospirato, cercando di seguire con entusiasmo la conversazione, accantonando per un momento i sogni,  tornando nell'infelice realtà e maledicendo quell'amore bugiardo che la incatenava a Harry, mentre il suo cuore apparteneva a Liam...





La stanza era in penombra, e la luce bianca e soffusa entrava dalle tapparelle abbassate, creando un gioco di ombre sulle pareti, improvvisamente decorate da righe orizzontali di chiaro scuro che riprendevano lo stile alla "Louis Tomlinson" che Harry tanto amava.
Erano sdraiati nel letto, ancora caldi e ansimanti, ognuno sospeso nel proprio personale paradiso, galleggiando in un abisso di sconfinata felicità e appagazione, i respiri sempre più calmi e profondi e gli occhi socchiusi nella penombra.
Non si era mai sentito così felice.
- Sono così felice-
- Anche io- Louis gli aveva preso la mano, cercandola tra le lenzuola e  portandosela alle labbra, baciandogliela delicatamente - Sono felice che tu sia felice-
- E tu? Sei felice Loulou?- aveva domandato il più piccolo, teneramente premuroso.
- Si... mi mancano questi momenti tra noi-
Harry aveva sorriso amaramente.
- Ci sto male anche io... A volte ho paura che inizieranno a scomparire sempre più, che non avremo tempo, che non vorrai più...-
- Vieni qua, stupido- l'aveva apostrofato Louis, permettendogli di rannicchiarsi con la testa sulla sua spalla.
- Non succederà mai, lo sai-
- Si, ma sento lo stesso un'ansia e una paura tale... E poi sono stufo: stufo delle fan che rovinano la nostra immagine, stufo che i management ci controllino in ogni momento della giornata, che abbiano istruito Paul affinchè sul palco ci tenga più lontano possibile, così come nelle interviste, talk show, servizi fotografici, in radio... manca solo che ci seguano in bagno!-
L'altro aveva riso, scostandogli dalla fronte una ciocca riccia che nella foga del suo discorso gli era ricaduta sulla fronte.
- Ne ho piene le palle anche io, e mi manchi moltissimo... Come se respirassi con un polmone solo... Come se mi mancasse metà cuore-
- E' biologicamente e scientificamente impossibile-
- Fanculo alla biologia e alla scienza. Per come sono fatto io, è possibilissimo che mi manchi metà arteria, il mal d'amore è nel mio DNA-
-No scientist or biology/It's obvious, when he's holding me/It's only natural/That I'm so affected, ooh/It's in his DNA, D-D-DNA/It's in his DNA- aveva canticchiato Harry nel suo orecchio, solleticandogli il collo con il suo fiato, la voce sforzata in falsetto nell'imitazione di Perrie.
Avevano riso in coro, così sinceramente che a Harry erano comparse le fossette, a cui Louis non poteva resistere.
Poggiando la sua fronte contro quella del riccio e fissando i suoi occhi luminosi mentre gli carezzava una guancia, si era avvicinato,  assetato delle sue labbra calde e morbide che lo tenevano sveglio la notte dall'ardente desiderio, e lo mettevano duramente alla prova durante le occasioni pubbliche, quando un muro di divieti li separava, chiamando peccato il loro amore...
Driiiiin
Driiin driiiin
Con uno scatto Louis si era separato da Harry, che incrociando le braccia come un bambino dell'asilo gli aveva messo scherzosamente il broncio, mentre l'altro gli mandava baci con la punta delle dita.
- Pronto?-
Il viso del più vecchio si era improvvisamente scurito, e lo stomaco dell'altro si era annodato ansioso: lo sapeva anche senza domandarlo, era Eleanor.
- No, non disturbi... No, non sono al lavoro, sono a casa. Stavo facendo un bel sogno. Mh. Mh. Ok. D'accordo. Ti amo. Ciao-
Aveva riattaccato, ma l'atmosfera di un attimo prima era completamente mutata.
Ora c'era gelo nell'aria.
- Che cosa voleva?-
- Niente- il ragazzo si era lasciato cadere a peso morto sul letto, schiumando di rabbia - Controllarmi immagino-
-...-
- E' una piantagrane: mi spia, ficca il naso dappertutto, mi controlla... A volte mi viene voglia di troncare la relazione, è come un cappio, non c'è la faccio più!-
- Perchè non lo fai sul serio?- aveva proposto Harry, prendendo la palla al balzo.
- Non cominciare... Lo sai perchè-
- No, non lo so!- l'urlo frustrato era risuonato per le pareti bianche della camera -Non lo so, va bene? Dici sempre "Non adesso" "Non ne voglio parlare" "Non cominciare, perchè devi sempre rovinare tutto?" e non me lo spieghi mai. Mai-
- Perchè se lasciassi Eleanor le fan tornerebbero all'attacco con la Larry! Perchè i giornalisti mi urlerebbero dietro che sono gay, frocio, faccio schifo, sono un avanzo di società... Perchè sono stufo dell'odio su Facebook e Twitter! Perchè i manager ci sbatterebbero fuori dalla band! Perchè...-
- Non possono fare a meno di noi- aveva puntualizzato Harry furente, interrompendolo.
- Assumerebbero qualche attrice per coprirmi e non rovinare la nostra immagine, e sinceramente abbiamo già rovinato la vita di Natalie, ed è già grave abbastanza, non voglio che qualche altra povera ragazza ci vada di mezzo!-
Harry aveva dato un pugno alla testiera del letto, gridando per sovrastare le urla dell'altro.
- Perchè pensi sempre a tutti e non a me?! Perchè rendi la mia vita un inferno?!_
Nella stanza era calato il silenzio.
I due ragazzi si fissavano da un capo all'altro della stanza come se fossero due pugili sul ring.
Solo che le parole fanno più male delle botte.
Da un lato c'era Louis, sorpreso, allibito e in qualche modo ferito da ciò che l'amante aveva detto, dalla parte opposta seduto sul letto stava Harry, la testa bassa per il dolore e l'umiliazione che gli rendeva gli occhi umidi.
Il più grande aveva provato a dire qualcosa, ma era stato interrotto dallo squillo del telefono.
- Che c'è?- aveva strillato nella cornetta, usando quel tono come valvola di sfogo per scaricare la rabbia.
- Ciao mamma... Scusa. Si, tutto bene. Ma certo che ci vengo dalla nonna a cena. Se parto adesso dovrei esser lì in orario. Okay. Si, vado piano. Ciao mamma, ciao-
Mentre riattaccava Louis si sentì improvvisamente stanco e provato.
Alzò lo sguardo su Harry, fermo come una statua egizia, chiuso nel suo inferno personale.
- Va'-
- Ne parliamo domani ok?- aveva proposto conciliante mentre raccoglieva i vestiti gettati alla rinfusa per la stanza, saltellando su un piede solo mentre si infilava i pantaloni.
- Okay?-
Harry aveva annuito.
Louis si era fermato davanti a lui prima di varcare l'uscio.
Gli aveva baciato la fronte, mormorando a bassa voce "Ti amo" mentre gli risistemava la solita ciocca riccia che gli cadeva sul viso e gli aveva accarezzato la guancia fissandolo dritto negli occhi, sorridendo confortante.
Poi s'e n'era andato, amareggiato, le parole di Harry che gli rimbombavano dolorose nel petto e la morte oscura nel suo cuore spezzato.















-"Perchè non esci più così spesso con Harry?" Nat, questa mi sa che è per te-
Dopo le iniziali reticenze, Natalie aveva iniziato a divertirsi, nonostante la paura di haters in agguato dall'altra parte dello schermo.
Certo, commenti come "le due zoccole", "ma cosa fanno? sesso tramite web?", "mi fa schifo solo guardarvi in faccia" eccetera eccetera erano comparsi spesso sulla timeline, ma Perrie aveva avuto la sensibilità di fingere che andasse tutto bene, e lei l'aveva assecondata.
Gli argomenti da futili e banali stavano iniziando ad essere seri, creando un inaspettato clima di intimità e confidenza che metteva a proprio agio tutti: erano reduci da un lunghissimo tweet molto commuovente su come la musica delle Little Mix avesse aiutato una povera ragazza vittima di un costante e crudo bullismo a scuola a tirare avanti senza impazzire.
- Ti capisco- si era intromessa Nat - Quando mi sono trasferita qui non ero esattamente la benvenuta nel dormitorio: ero nuova, venivo dalla campagna, non avevo vestiti alla moda e in più ero esentata dal pagare la retta.
La mia famiglia era lontana, mi mancava casa mia e non avevo amici. E' stato lì che ho scoperto gli One Direction, e loro mi hanno aiutato a non dare di matto e a superare quel momento difficile-
Dopo quella toccante confessione, accolta con commozione e solidarietà, Nat non se la sentiva di mentire, così si era limitata a fissare la webcam e a rispondere sinceramente alla domanda:
- Non me la sento di uscire, con o senza Harry... Sto ricevendo troppo odio. Odio su Twitter, Facebook, per le strade, nei negozi, a scuola nella mensa, nelle aule, in bagno, perfino sotto casa.
Sono una persona anche io, sapete! Anche se faccio l'indifferente, certe cose mi toccano, mi feriscono. Non vi piaccio? Ignoratemi, toglietemi il saluto, shippate un altra coppia, odiatemi in silenzio, ma piantatela di tormentarmi. Ho una vita anch'io, e così come vi state comportando adesso, me la state rovinando.
Non vi chiedo di amarmi, idolatrarmi o cose varie, vi chiedo solo di non tormentarmi. Lo avete fatto per 16 anni, potete continuare benissimo per i prossimi 70-
La timeline aveva iniziato a riempirsi di commenti, scampanellando allegra ad ogni nuovo post.

"Chi ti odia non sa cosa si perde"

"Non buttarti giù splendore, è tutta invidia"

"Sei meravigliosa, non dar loro retta"

"Tirerò sotto col motorino tutti coloro che oseranno dire cose brutte su di te"

Si sentiva sorridere di cuore come non le succedeva da tempo, mentre il cuore le batteva leggero come una piuma e il sole che brillava su Londra era più brillante.
- Come hai fatto tu, a sopportare tutto?- aveva chiesto incuriosita, voltandosi verso Perrie.
- Amo Zayn, e l'odio che ho ricevuto è il prezzo da pagare per la nostra felicità. Tutto qui. Anche l'amore ha un prezzo da pagare-
- Ma come hai fatto? Voglio dire, non hai mai perso la pazienza con i fan o ...-
La Edwards stava per partire in quarta con un discorso, ma l'occhio le era caduto sull'orologio.
- Aaaaaaaaaaaaah! E' tardissimissimissimo!!! Quello m'uccide!!!- era saltata in piedi, gesticolando verso la telecamera.
- Ciao dolcezze, dobbiamo lasciarci, ma prima ammirate le mie bellissime unghie!- le aveva sventolate davanti all'obbiettivo, vanitosa, prima di baciarlo e urlare:
- Nat, saluta!-
- Ciao ragazze!!!-
E spegnere tutto.
Aveva preso la borsa mentre Natalie s'infilava il giubbino.
- Dove vai?-
La ragazza aveva sorriso luminosa, sentendosi così felice come se  fosse miracolata.
- Alle prove d'emergenza di teatro. Ho saltato almeno un mese di incontri, e il saggio si avvicina, non mi va' di rimandare ancora-
- Vuoi uno strappo?-
- No grazie... Prenderò la metro, e ascolterò un po' di musica-
Perrie le aveva sorriso, precedendola sul pianerottolo e tenendole aperta la porta dell'ascensore.
- L'avevo detto che un po' di tinta avrebbe risolto tutto- aveva commentato, prima di darle un veloce abbraccio e correre nel parcheggio, sotto i raggi dorati, diretta alla sua macchina mentre Nat s'infilava le cuffie dell'Ipod riempiendosi la mente della sua voce...



"Mama told me not to waste my life
She said spread your wings my little butterfly

Don't let what they say keep you up at night
And if they give you shhhh...
Then they can walk on by"











Angolo Autrice *-*
Lo avete visto?
Il banner dico. L'ho fatto io. E' meraviglioso, lo so.
Sono un genio, lo so.
#l'importanteècrederci
Avete visto? Ho cambiato icon :3 e ho anche aggiornato in anticipo!
E questo perchè ho delle supermegarecensitrici che mi hanno portato al favoloso numero di 22 recensioni a capitolo!!!!
Se vi amo.
Amo Lily perchè è iperattiva: cambia ogni giorno e resta sempre la stessa, amo Iris perchè è capace di farti ridere anche se hai un momento no, amo Eva perchè è sempre disponibilissima e sempre tanto affettuosa, amo Erica perchè è sempre lì che ascolta le mie lagnanze e le mie lamentele su quanto stronze siano le persone, amo Barbara che ti mette sempre a tuo agio con la sua simpatia e solarità, amo Ellie e l'ho sposata perchè è riflessiva, intuitiva e acuta, cogliendo sempre gli aspetti e le sfumature che sfuggono ai più, amo l'esuberanza di Nali che è come un vulcano incontenibile, che ti travolge e ti trascina con se, amo l'umorismo contagioso di Paola e il suo essere premurosa e discreta, amo il modo in cui Celeste pondera sempre le parole per essere sempre equilibrata e saggia, anche se lei nega di esserlo, amo Ilaria, la mia strega occulta, forte, fiera e felice di essere se stessa, amo Lu e la sua mancanza di pregiudizi, e il suo sarcasmo che mi fa scompisciare, amo la sensibilità e la dolcezza di Silvia, e soprattutto la sua curiosità che la spinge a fare domande e a conoscere meglio gli altri,  amo Deborah e la sua FF a cinque mani, incasinata da morire ma che ti lascia il sorriso sulle labbra per ore, amo Lau che è un terremoto vivente, ti scuote dalla testa ai piedi e col suo chiacchiericcio (notato anche dai professori tra l'altro) ti fa venir voglia di spettegolare per ore, amo Row perchè è un ragazzo d'oro, che è profondo e non si vergogna di dimostrarlo, a differenza di molti altri esponenti del sesso maschile, profondi quanto la ciotola del cane ( hahahahaha), amo _alldayallnight_ per le sue mitiche faccine, amo Dear che è entrata nei nostri ritrovi da poco, senza far rumore, e adesso è già una di noi, amo Valentina e zaynholdme perchè mantengono le promesse, requisito raro in ua persona al giorno d'oggi, amo lovesick che è tornata tra noi dopo una lunga assenza, amo Lils e Camilla che mi hanno portato al fantaviglioso (come disse Ilaria una volta, in un capitolo di Moments dove Zayn tagliava l'erba shirtless #memories :') ) numero di 222.
Questo angolo autrice non è divertente come gli altri, è smieloso e fa venire il latte alle ginocchia, ma mi sembrava giusto e importante farvi sapere quanto vi apprezzo.
#Love
Cami


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Capitolo 13
*** Suicide ***


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gerhyrtygvhrthg
"She captures her reflection then she throws the mirror to the floor
Her image is distorted screaming "Is it worth it anymore?" Nooo

Are you scared of the things that they might put you through?
Does it make you wanna hide the inner you?

You're not the only one so let them criticize (Ah ah)
You're untouchable when you realize, oh oh oh

Change, change your life, take it all
We gonna stick together know we get through it all
Change, change your life, take it all (yeah, take it all)
You're gonna use it to become what you've always known
(Become what you've always known)


His body start to flicker like nobody wants to know his name
Just another subtle feelings but nobody there to feel the pain, no no no

They can whip you, bring you down, down to the sides
But they will never get to the heart you hold inside,
Hmmmmmm


You're not the only one so let them criticize (Ah ah)
You're untouchable when you realize, oh oh oh

Change, change your life, take it all (take it all)
We gonna stick together know we get through it all
(I know we get through it all)
Change, change your life, take it all (yeah, take it all)
You're gonna use it to become what you've always known
(Become what you've always known)

Change, change your life, take it all
(Change your life and take it all)
Change, change your life, take it all
(Change your life and take it all)

You got the right to show the world
Something never seen
We wanna hear you scream it out
You're not alone

Oh oh oh, yeah

Change, change your life, take it all
We gonna stick together know we get through it all
Change, change your life, take it all
(Change you life and take it all)
You're gonna use it to become what you've always known
(Become what you've always known)"








La canzone era finita, ma Natalie aveva premuto il pulsante del replay, per la milionesima volta.
Le dava una carica assurda quella canzone, sembrava fosse stata scritta apposta per lei, per sostenerla attraverso i momenti bui che stava passando.
Mentre le prime note coprivano il rumore sferragliante della metro, quasi non vedeva e non sentiva le tre ragazzine sedute alle sue spalle, che sussurravano maligne additandola e dandosi il gomito.
C'era un posto libero di fianco a loro, ma lei non si era seduta.
Preferiva stare in piedi per le 12 fermate che le occorrevano per raggiungere il campus, schiacciata tra la gente e con le gambe doloranti, piuttosto che respirare la loro stessa aria.
Che stupide oche.
Credevano che lei non notasse il loro comportamento da stronzette, mentre in verità vedeva ogni cosa riflessa nel vetro del finestrino...
Non reagiva solo perchè non le importava, perchè era superiore. O almeno, credeva e sperava di esserlo...
Le porte si erano aperte, e un altro gruppetto di ragazzine ridoline era salito, sgranando gli occhi alla vista della sua persona, piantata al centro del corridoio e attaccata al palo di sostegno come se fosse stato la sua ancora di salvezza.
Si era concentrata sulla musica, solo quella avrebbe avuto il potere di liberarla da quella prigione fatta di insulti, scherni e sbarre dorate.
Era l'unica cosa che riusciva a parlarle, a colpirla piano senza fare male, l'unica che le era rimasta accanto nonostante tutto.
La musica la teneva in vita.
Peccato che il brano fosse finito con un infausto tempismo, proprio mentre la ragazzina tracagnotta e tarchiata sussurrava all'amichetta bionda-con-la-ricrescita:
- Adesso si mette a fare la lap dance-
Un coro di risate.
- E poi va da quel signore...- la ragazzina bionda aveva indicato con un cenno della testa un rispettabilissimo signore sull'ottantina, seduto a qualche sedile di distanza dal loro, che le osservava insieme alla nipotina piccola e bionda accoccolata sulle sue ginocchia, per far posto a una giovane donna in stato interessante.
- E gli fa un servizietto!!- la frase era stata detta in un crescendo odioso, perfettamentamente udibile da tutti i passeggeri da lì a tre scompartimenti, nonno e nipotina compresi.
Le ragazze ridevano, crudeli, continuando con il loro racconto sconcio, mentre l'anziano signore la fissava, imbarazzato e umiliato.
Un'altra volta le porte si erano aperte, e come in "Sliding Doors" Nat aveva contemplato le sue scelte: rimanere sul convoglio, facendosi umiliare e umiliando a sua volta il povero vecchierello per altre 5 fermate, oppure scendere e farsele a piedi.
Fu un attimo.
Il fischio che indicava la chiusura delle porte, lo spostamento d'aria vicino al suo corpo e finalmente, l'aria fredda di Londra sul suo viso.
Una volta scesa, Nat si mise a correre, desiderosa di arrivare al teatro della scuola il prima possibile, di dare un taglio a quell'odiosa storia, di riprendersi in mano la sua vita.




Spinse le porte dell'auditorium, conscia di essere in palese ritardo.

"Ebbi un padre signorina Anna. E mio zio può raccontarvi su di lui un sacco di storielle divertenti. Via zioper piacere raccontate alla signorina quello scherzo del babbo quando rubò le due oche dal pollaio..."

" Signorina Anna,mio nipote è innamorato di voi."

Natalie si fermò di botto, stupita.
Conosceva bene quella scena. Il suo personaggio era uno delle tre voci principali di quel passaggio della trama insieme a Sommario e a Mingherlino...
Allora perchè i suoi compagni stavano povando senza di lei?

"E' così: quanto io amo donna nella contea di Gloucester"

"Vi farà una vita da signora"

Possibile che fosse così in ritardo?
Certo, avendo dovuto rinunciare alla metro ci aveva messo di più, inoltre per evitare nuovi impicci dal momento che era domenica, le strade erano affollate e lei non voleva rappresaglie pubbliche verso la sua persona, aveva preso viuzze secondarie meno frequentate, operazione che le aveva rubato minuti preziosi, facendola rinunciare alla puntualità.


"Sicuro venga chi voglia che non sia di grado superiore a scudiere."

"Vi farà un assegno di cento cinquanta sterline."

La prossima battuta era la sua.
Si preparò alla sua spettacolare entrata in scena, stupendo i suoi compagni che di sicuro non l'aspettavano più a quell'ora.
Prese fiato e....

"Ottimo signor Sommario lasciate che parli un po' lui con la sua bocca"

Quella era la sua battuta.
Ma non era stata lei a dirla.
Quella non era la sua voce, e la luce del faro che illuminava Anna Page non lasciava dubbi: la figura che si muoveva con sicurezza sul palco, padroneggiando sicura la scena non era la sua.
Anne Miller scuoteva i naturali boccoli biondi, allegra e giuliva, facendo la gattamorta con il povero Mingherlino che era intimorito dalla faccia tosta della giovane donna.


"Grazie! Grazie delle buone parole! Vuol parlarti nipote. Vi lascio..."

 
Natalie vide Miss Fox seduta al centro della fila centrale dell'anfiteatro.
Si avvicinò a lei discretamente e senza far rumore, mentre sul palco continuavano a declamare:
 
"E allora signor Mingherlino?"

" Allora signorina?"

Appoggiò una mano sulla spalla dell'insegnante, che trasalì dallo spavento.
- Miss Johnson, cosa ci fa qui?!-
Alla ragazza la domanda parve un po' stupida.
- Ci sono le prove domenicali, no?-
La docente annuì in imbarazzo, sorridendole, facendo sorgere un terribile dubbio a Nat che non esitò a formulare la domanda successiva e più spinosa.
- Perchè Anne Miller sta recitando nel mio ruolo? Credevo che fosse stata scritturata per interpretare l'oste del pub...-
- Ragazza mia... Noi... Dato le circostanze abbiamo dovuto arrangiarci...-
- Che circostanze? Di che cosa parla?-
- Bhe, hai saltato tutte le prove delle ultime due settimane e io pensavo che, con così tante assenze...-
- Non penserà mica che avrei mollato?! Lo sa che io non vi avrei abbandonato per nulla al mondo!-
- Si, lo so ma...-
- Non mi dica che è una questione di monte ore: l'anno scorso Carly è stata assente un mese per la sua appendicite, eppure non ha ricevuto nessuna sanzione!-
- Cara, non è solo questo- Miss Fox si massaggiò le meningi, stressata - Bisogna anche contare le ore di assenza scolastiche, il rendimento, il comportamento...-
- Mi sta sbattendo fuori?-
Improvvisamente sentiva un nodo alla gola che le impediva di deglutire a dovere, facendole girare la testa.
- Non è stata una mia decisione, ahimè. E' stata una delibera del consiglio...-
- Prometto che da adesso in poi farò i compiti e studierò di più!-
- Non posso, io..-
- Non farò mai più un assenza e recupererò tutte le insufficienze-
- Non è una decisione mia, tesoro-
- La prego, non mi faccia questo!- aveva urlato, il tono stridulo e le lacrime che le riempivano gli occhi.
L'insegnante aveva scosso tristemente la testa, mentre lei stava lì, in piedi al centro del corridoio, gli occhi di tutti i teatranti piantati addosso e le vampate di calore che la facevano tremare.
- Mi dispiace Natalie- aveva ripreso grave la docente - Non mi hai lasciato altra scelta-
Non aveva detto niente.

"Quali sono le vostre volontà?"

Aveva ripreso Anne dal palco, per smorzare la tensione e non risultare un'inguaribile pettegola acida che origliava a tutto quello che gli altri dicevano.

Natalie voleva morire.
Si era girata ed era sparita da dov'era venuta.








In fondo cosa contava?
Lei era solo un'altro numero, una delle tante, un niente qualunque.
Non importava a nessuno.
Cadeva?
Andava lentamente alla deriva?
Sprofondava?
Affogava?
Si uccideva?
In fondo chi se ne sarebbe curato?
Nessuno.
Nessuno l'avrebbe cullata.
Nessuno l'avrebbe stretta.
Nessuno l'avrebbe scaldata.
Nessuno avrebbe rimesso insieme i pezzi, nessuno l'avrebbe cercata nell'oscurità in cui si stava perdendo.
L'avrebbero semplicemente lasciata andare, guardata spezzarsi, spegnersi lentamente come una stella caduta dal cielo.
Desiderava scomparire, solo per vedere se qualcuno se ne sarebbe accorto.
Ma dopotutto, alcune persone non sono fatte per essere salvate.









Liam aveva aperto la porta dell'appartamento.
Stando a ciò che diceva Perrie, Nat era uscita.
Dopo due settimane in cui avevano praticamente dovuto trascinarla fuori da quel buco di appartamento, finalmente si era decisa a mettere il naso fuori di sua spontanea volontà, per il suo amato teatro.
Di solito la domenica la lasciavano dormire fino a tardi e passavano a prendere un thè nel pomeriggio, per non lasciarla sola tutta la giornata e per assicurarsi che facesse i compiti per l'indomani.
Lo stomaco di Niall dietro di lui brontolava.
La porta si era aperta.
I loro occhi avevano fatto fatica ad abituarsi al buio della stanza, forse perchè la ragazza prima di uscire aveva tirato le tende.
O forse no.
Ciò che faceva ombra non erano gli scuri alle finestre, era una figura.
Aveva sentito il biondo irrigidirsi vicino a lui, e poi anche lui l'aveva messa a fuoco.
Natalie era in piedi sul cornicione della sua finestra, spalancata sulla strada trafficata che scorreva viva sei piani sotto, i clacson che suonavano, l'odore dei pneumatici incandescenti sull'asfalto mescolato alla puzza di bruciato e smog, il vociare delle persone.
Il vento le entrava sotto la camicetta azzurra, gonfiandola ed agitandola con orgoglio come se fosse una bandiera,  scuotendole i capelli biondi che le danzavano selvaggi attorno al viso, nascondendo la sua espressione ferita coprendo, insieme al ritmico sbattere dei lembi dei jeans sul vetro, il suo pianto.
La pianta dei piedi sporgeva nel vuoto, così spaventoso ed allettante nello stesso tempo, e solo il tallone restava saldo sull'appoggio di cemento.
Aveva le unghie smaltate di rosso, come i fari della fila di taxi gialli sotto di lei.
Le mani, sbiancate dal freddo e tremanti dalla paura, erano ancorate al telaio interno della finestra.
Il vetro le restituiva la sua stessa immagine, ma al contrario, come in "Alice nello specchio", come se una Natalie volante stesse per saltare dentro l'appartamento, un amaro rovescio della medaglia.
Sicuramente la Natalie dello specchio non sarebbe morta.
Magari avrebbe preso il posto della vecchia, e sarebbe stata una persona più forte, più degna.
Le sue mani si erano spostate all'esterno della finestra, tenendosi mollemente alle imposte cigolanti.
Il tempo si era congelato.
Nuvolette di condensa uscivano dalla sua bocca, mescolandosi al gas di tubi di scappamento delle vetture nella strada.

Era pronta a saltare.

Agli occhi di Liam sembrava un uccello pronto a spiccare il volo, un angelo che si apprestava a tornare in paradiso lasciando per sempre quella terra sporca e desolata...
- Natalie!- aveva urlato Niall, risvegliando l'amico che si era gettato a capofitto attraverso il salotto disordinato, inciampando nei mobili e nel tappeto.

Natalie non diede segno di aver sentito alcunchè.
Era tutto così ovattato, confuso e doloroso...
Tra poco sarà finita, disse a se stessa quasi con gioia.
Lasciò andare la presa dalla finestra.
Respirò.
Portò le mani lungo i fianchi.
Piegò le ginocchia.
Sorrise.
Era pronta a congedarsi da questo mondo ignobile.

Liam l'afferrò per la vita, mentre Niall urlava, pochi passi dietro da lui.
- Lasciami andare! Lasciami andare!!- strillò lei opponendosi, divincolandosi, puntando i piedi, quando lui cercò di trasportarla di peso dentro l'appartamento, i turbini freddi che rendevano confusamente agitata e angosciosa l'azione, gonfiando le tende e spargendo per l'appartamento i fogli sparsi sul tavolino da caffè del salotto.
Se l'avesse mollata sarebbe volata di sotto, così lui strinse la presa, stringendola a se' e invocando l'aiuto dell'amico.
Uno strattone più forte e Nat cadde a capofitto sulla sua moquette.
- Chiudi la finestra!- urlava Liam, ma non c'è n'era bisogno, dal momento che l'irlandese aveva già provveduto, ansimante e sudato per lo sforzo e per la paura.
La ragazza si era alzata repentinamente, nonostante la violenta caduta testimoniata da un forte tonfo.
Si era lanciata contro la finesta, tentando di riaprirla, scuotendo veementemente la maniglia nella smania di essere finalmente libera.
Il ragazzo la raggiunse da dietro, stringendola forte ed allontanandola dalla finestra, ingaggiando una terribile lotta intervallata dalle urla inarticolate di lei.
Un attimo dopo aveva il viso nascosto nella sua felpa, come quel giorno sul London Eye, ed era scoppiata in singhiozzi.
Lui le aveva accarezzato i capelli, freddi e scompigliati.
- Ci sono io adesso.. Va tutto bene-
Dall'altra parte della stanza Niall assisteva alla scena sgomentato.
Non andava tutto bene.
Nessuno aveva capito quanto era vicina all'arrendersi.
Nessuno aveva capito quanto si sentiva sola.
Possibile che fossero così ciechi?
Non è colpa tua, si era detto il biondo, cercando di autoconvincersi, non potevi saperlo, come avresti potuto? Tu non c'entri nulla.
Si sedette sul letto sfatto, con un peso sul cuore e la faccia curiosamente bagnata.

Se lui non aveva colpa, allora perchè stava piangendo?
















Angolo Finitem:
Okay.
Su questo capitolo... non so cosa dire.
Potrei dirvi che certe mattine mi alzo e sono felicissima: vado a scuola quasi di buon umore, rido e scherzo con le mie amiche, non mi importa se il prof di quella o questa materia mi mette ansia sputacchiandomi sul banco, faccio la scema (cosa che mi viene molto bene tra l'altro), due chiacchiere con le compagne o mi perdo nella contemplazione del vuoto, pensando a nuove eventuali Fanfiction che potrei pubblicare.
Insomma, sono felice.
E poi con un niente vado giù, perchè davvero sono un'ipersensibile del cazzo: un'occhiata ai miei nuovi leggins con la Union Jack Flag stampata sopra, che mi piacciono tanto ma probabilmente mi fanno le gambe come due tronky, una risatina, darsi il gomito con l'amica mentre si cammina per i corridoi, sapere che e persone una volta a te vicine mettono in giro malelingue su di te, continuando a fare le lecchine e le false con gli altri...
Quello che mi manda più in crisi e che non faccio mica apposta: fossi la hippie o la dark della scuola lo accetterei anche, facessi la stronza con tutte potrei anche capirle le malelingue, ma io non ho fatto niente.
Insomma, sono un po' sulle montagne russe, ed è difficile capirmi.
A volte non mi capisco neanche io.
Penso che da questo periodo giù sia nato questo capitolo autodistruttivo-introspettivo, e data la tematica importante e delicata, almeno per questo capitolo vorrei delle recensioni che trattano di ciò che ho scritto.
Perchè a volte leggo delle recensioni e mi chiedo "Ma avrà almeno letto il capitolo?" "Che cosa le avrà suscitato?" "Cosa ne pensa a riguardo?" e resto col dubbio.
Quindi, anche se andate Off Topic con le vostre riflessioni, per questa volta ci sta.
 Vorrei ringraziare di cuore davvero tutte voi che mi avete portato a 251 recensioni, come Viola che arriva sempre in ritardo, ma trova sempre il modo di farsi perdonare, Ilaria 1 che nel capitolo scorso era sparita e io stavo già chiamando "Chi l'ha visto", Ilaria 2 la-strega-occulta che della strega malvagia non ha NIENTE  tranne i poteri ( ma lei è buonisshima e li usha bene <3... fantaviglioso!!!!) Laura che nooo, non ha la parlantina, è solo che la sua lingua è sprovvista di freno a mano, Lily che se sapesse che l'altro giorno in giro per Milano c'erano le Little Mix e Conor Maynard e che una mia amica, lì per caso, ha avuto l'autografo più dedica di Perrie morirebbe, Erica, che ho introdotto nel magico mondo fanwriter maschile e che parla come Liam, Valentina, che è del #TeamHarry ( un sacco di voi lo sono tra l'altro, ma è ovvio perchè Louis è un perfetto coglione <3) e che si "catapulta", ma solo leggermente, Paola e Nigel, il mio nuovo figlio adottivo che shippa Larry ed è un procione ( il T9 sul telefono mi cambia le parole: ogni volta che scrivo tipo "Ho tirato un porcone" mi cambia l'ultima parola e diventa "Ho tirato un procione" solo per colpa di Nigel... Sapessi le figure!!!) Lu che è come me della cara vecchia e porca scuola giapponese che vuole un Louis uke. E lo avrà, deve solo aspettare...
Zaynsholde con la quale mi scuso ma non so il nome, che non è una mixer ( come me) ma le canzoni ci stavano a pennello, non potevo non metterle, la mia Silvia che è circondata come me da ciechi, idioti ma soprattutto stronzi, e alla quale dico #staystrong, ci siamo dentro insieme, Dear (mi scuso anche con te ma il nome di battesimo è sconosciuto) che si stupisce dei miei angoletti pieni di polvere e ringraziamenti... Guarda che lo faccio sempre, e sempre lo farò (tipo anche adesso che non sono esattamente dell'umore migliore, ma pazienza) Ylenia che non si deve preoccupare se salta le parti Larry rosse, le metto bianche apposta, Deborah che definisce la mia ff la sua preferita, cosa che mi rende incommensurabilmente orgogliosa, come anche Lils che mi dice che la faccio ridere e sognare *-* Barbara che è un amore di persona, che è tanto carina e dolce ma che purtroppo abita lontanissimissimo da me, Celeste che mi fa innamorare delle sue recensioni perchè capisce sempre ciò che voglio comunicare, legge fra le righe, oltre ad avere una mente brillante e un cuore enorme che le permettono di fare certe riflessioni che sono sempre fonte di ispirazione.
E poi è anche trasgre perchè per scommessa sta scrivendo una FF pervy... Come si fa a non amarla?
Iris che ha scritto una OS Larry maravillosa, quindi passate tutti da lei e dal suo tablet bigotto, che fa tanto l'innocente e il casto, ma la sera, quando vai a letto, organizza festini Arcore con l'Ipod, le fotocamere e i telecomandi.
E la televisione guarda e gode.
Eva che è del #PezzTeam, che devo ammettere che non mi fa impazzire la Edwards, ma in questa FF spacca, Nora ed Ellie, le infortunate, entrambe al piede tra l'altro, tantissimi auguri di buona guarigione e un mazzo di rose per la mia mogliettina Ellie <3 #AlwatsblameAlberto
Rahma_1D_Pervy con la quale mi scuso ancora, giuro, perdonami è che mi fregano sempre sempre SEMPRE, Nali, il mio sorriso, che insieme a Lau ne combina di cotte e di crude stando Up all Night e Live While We're Young, e infine, ultimo per galanteria (perchè prima vanno le signore, ovvio) Row_ che rimarrà forse deluso da questo capitolo, dal momento che niente si aggiusta e tutto precipita.
Ma a volte, dicono che per risalire bisogna toccare il fondo.
Spero valga anche per me.
Cami




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Capitolo 14
*** Happiness Role ***


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ollohjgh

* Liatalie allert: La morale è ancora quella, fai merenda con girella! XD




Rumori di stoviglie tintinnanti e vociare di persone, coperte dal volume della musica, messa al massimo volume, provieniente dalla sala di fianco.
Liam sospira e chiude la porta, lasciandosi alle spalle le luci psichedeliche che illuminano la pista affollata e confusionaria e il ritmico vibrare dei bassi sotto i suoi piedi, come in mezzo a un terremoto.
Sospirando si siede al bancone del bar, non curandosi del fatto che sia ridicolo ordinare un misero bicchiere di acqua frizzante quando è circondato da fiumi di superalcolici che hanno piegato la metà degli invitati, lasciandoli sdraiati ed inermi sui divanetti di pelle scura sparsi per il locale.
Non è proprio di umore per la festa.
Alla fine con Natalie, è venuto fuori tutto: della continua e sistematica umiliazione delle fan, di come non c'è la faceva più con la scuola,  di quanto era stato carino Zayn a fermarsi a casa sua a farle compagnia, di quanto era stata bene con Perrie, di come si era sentita stupida, umiliata e sola quando aveva capito che era stato il suo ragazzo a chiederle di andare a trovarla perchè gli faceva pena, della crudeltà delle ragazzine sulla metro, l'imbarazzo del vecchio, il dolore quando l'avevano cacciata dallo spettacolo, privandola dell'unica cosa per cui tirava avanti...
Liam scosse la testa, turbato.
Se chiudeva gli occhi quasi la vedeva in piedi su quel cazzo di cornicione, pronta a spiccare il volo, andandosene per sempre, morendo...
Morendo in un disperato tentativo di cambiare le cose.
- Cambieranno- gli aveva detto il ragazzo, stringendola più forte per paura di vederla scomparire davanti ai suoi occhi - Le cose cambieranno, te lo prometto...-
La ragazza aveva continuato a singhiozzare, disperata quasi quanto quel folle e spaventoso tentativo di fuggire da tutto quel male, arresa al suo dolore, stanca di lottare.
Lui l'aveva stretta ancora più forte.
-Dopotutto il suicidio- pronunciare quella parola gli faceva sanguinare il cuore, bloccandogli il respiro in gola - Non è la soluzione giusta. E' la soluzione permanente a dei problemi temporanei-
Nella stanza era calato il silenzio.
I singhiozzi erano stati sostituiti da sussurri concitati.
- Arrivi a un momento, dove non ti puoi fermare. Non vuoi che migliori. Solo... Non ti importa più-
La ragazza tremava da capo a piedi, e nella stanza rieccheggiavano il rumore delle sue rotule, che sbattevano le une contro le altre.
- Io sono arrivata-
Si era completamente lasciata andare addosso a Liam, che non era stato più capace di sorreggerla e a fatica si era seduto insieme a lei sul letto, continuando a cullarla tra le sue braccia, cercando di darle conforto:
- Lo so che sei spaventata... Ma va tutto bene, sei qui adesso, e nessuno ti farà più del male. Non aver paura...-
E poi, un sospiro, come se l'avessero improvvisamente immersa nell'acqua gelata.
- Non avevo paura del suicidio. Avevo paura di cosa sarebbe successo se avessi fallito...-
I singhiozzi avevano coperto le parole, inghiottendo il discorso di Nat.
Ma stavolta non era la ragazza. Piangeva lacrime fini come pioggia primaverile, in silenzio, respirando piano, del tutto indifferente.
Era stato Niall.
Dopo essere esploso aveva attraversato la stanza, gettando le braccia al collo dell'amica, mormorando come una litania "Oh Nat..."
Lei aveva ripreso a piangere più forte.
Liam non aveva retto: si era alzato ed era andato in cucina a mettere il thè sul bollitore, sciacquandosi la faccia per ricacciare indietro le lacrime.
Se fosse rimasto, non avrebbe resistito per molto.
Portò il bicchiere alle labbra, tornando al presente.
Non era proprio in vena di festeggiare alcunchè.
Non sapeva nemmeno cosa o chi si festeggiasse, era lì solo per far presenza e rilassarsi insieme ai ragazzi, che l'avevano immancabilmente lasciato solo: Zayn era sparito sulla pista da ballo, tanto per cambiare, Niall dopo una quantità incalcolabile di birre si era accasciato su un divanetto e non si era più mosso, salvo sporgersi dal bordo per vomitare l'anima, Louis stava cercando di far licenziare il DJ per trasformarsi in DJ Tommo, ed Harry era a casa con Natalie.
Dall'episodio del tetto avevano intensificato i turni, evitando di lasciarla sola anche per andare a fare la spesa o il tempo di fare una doccia.
La vecchia Natalie si sarebbe infuriata e li avrebbe cacciati via a calci in culo, quella nuova era rimasta totalmente indifferente.
- Hey-
Il biondino era apparso dall'oscurità del corridoio, come Orfeo tornò dall'aldilà, e si sedette di fianco a lui chiedendo al barman dell'acqua o un caffè forte.
- Siamo tornati in noi vedo-
- Oh stai zitto, quello che hai visto non era niente in confronto a quello che faccio di solito...-
- Mezz'ora fa non eri dello stesso parere- sogghignò malefico Liam, prima di lanciarsi in una fedele imitazione dell'amico - Liam, Liam aiutami muoio!!! Muoio!!! Non voglio morire! Non voglio morireeeeee-
Il ragazzo concluse l'interpretazione fingendo di vomitare sul bancone, mentre l'altro ridacchiava piano, imbarazzato.
- Fai pena come attore-
- Gnegnegne-
- Vai a farti dare ripetizioni da Natalie-
Tra i due era calato un silenzio triste.
Niall aveva dato all'amico una pacca sulla spalla per consolarlo.
Lui sapeva. E Liam lo sapeva, anche senza bisogno di parlare, perchè a volte le parole sono superflue.
Soprattutto tra amici.
Quel silenzioso momento confidenziale tra amici era stato interrotto da Zayn, sudato come non mai, il ciuffo spostato dalla parte sbagliata e uno sguardo estremamente preoccupato.
- Ragazzi... Dovete venire subito-






Li aveva condotti in un privè oltre la sala da ballo, dall'interno del quale provenivano terribili urla.
Zayn aveva bussato.
- Chi è?- aveva chiesto una voce nervosa da dietro la porta.
- Sono io-
Josh aveva spalancato l'uscio, pallido e disorientato.
- Meno male che siete arrivati- aveva sospirato sollevato, tirandoli per un braccio dentro la stanza e richiudendosi la porta alle spalle.
Le urla erano di Harry, che inveiva contro Louis, in piedi al centro della stanza.
- Io non c'è la faccio più!!- stava gridando, i pugni tremanti tenuti rigidi lungo i fianchi - Non voglio più vivere così!-
- Harry- lo chiamava piano l'altro, cercando di farlo ragionare - Sei ubriaco. Smettila di dire così-
- Non sono ubriaco!-
- Si che lo sei-
- PIANTALA DI CAMBIARE ARGOMENTO LOUIS!- aveva ruggito il riccio, spintonando violentemente il suo migliore amico.
- Cosa vuoi che faccia, eh?- aveva replicato quello, quasi schernendolo, spingendolo a sua volta, mandandolo a sbattere contro il divanetto addossato contro la parete - NON TI SOPPORTO PIU' NON TI VA MAI BENE NIENTE! DIMMI COSA CAZZO VUOI E LO FARO', CRISTO SANTO!-
- VOGLIO FINIRLA CON QUESTA STUPIDA FARSA! NON C'E' LA FACCIO PIU': ONE DIRECTION DI QUA, ONE DIRECTION DI LA', E LE FAN, I GIORNALISTI, I MANAGER... MI STANNO ROVINANDO LA VITA!-
Nella stanza era calato il silenzio.
- Non c'è la faccio più...- aveva farfugliato Harry, fissando gli occhi azzurri di Louis, cercando di alzarsi in piedi.
L'altro si era avvicinato, poggiando le mani sulle spalle dell'altro e facendo pressione su di esse, costringendolo a star seduto.
- Non sei lucido- gli aveva sussurrato dolcemente - Ne parliamo domattina, d'accordo?-
Harry l'aveva guardato dritto negli occhi, sibilando altrettanto piano "Vattene".
Il ragazzo più vecchio aveva tolto di dosso le mani dall'altro come se si fosse scottato, prima di abbassare lo sguardo e attraversare la stanza a larghe falcate e andarsene sbattendo la porta.
- Ero uscito a fumare una sigaretta e a sgranchirmi le gambe insieme a Josh e ho visto la sua macchina parcheggiata fuori ad un pub a due isolati da qui.
Sono entrato ed era lì, ubriaco fradicio. Ci saranno stati almeno 20 boccali da un litro sul tavolo, e la cameriera ha detto che se li era scolati tutti lui, di portarlo via, prima che si soffocasse col suo stesso vomito.
Ha detto che voleva vedere Louis e così l'ho portato qui... -
- Hanno iniziato a urlare davanti a tutti- Josh aveva interrotto Zayn - All'inizio era imbarazzante da morire, poi è peggiorato e faceva quasi paura. Louis mi ha aiutato a trascinarlo qua, per evitare scandali. E poi hanno iniziato a litigare-
Nessuno aveva mai visto i ragazzi litigare, mai.
Se Niall e Zayn si beccavano di continuo in modo più o meno scherzoso, Louis e Harry sembravano una coppietta in luna di miele, sempre d'accordo su tutto, sempre uniti, a ridere e scherzare...
Non era mai successa una cosa simile.
Tutti gli sguardi si erano spostati su Harry, che fissava la porta da cui era sparito Louis instupidito.
Un dubbio assillante aveva colpito Liam.
- Dov'è Natalie?-
L'immagine della ragazza in equilibrio precario sul cornicione della finestra era ancora dolorosamente fresca nella mente di tutti i presenti.
Niall era sbiancato, mentre Zayn si era chinato davanti a Harry e aveva iniziato a scuoterlo per le spalle.
- Ci sei stato da Natalie? Harry, ci sei stato?-
Più Harry non rispondeva più Zayn lo scuoteva forte, alzando la voce.
Una furia cieca montava dentro Liam.
- NON TOCCARMI- aveva strillato Harry all'improvviso, divincolandosi dalla stretta dell'amico.
- CI SEI STATO DA NATALIE SI O NO?!-
Aveva nascosto il viso, coprendoselo con le mani, prima di rispondere un laconico e soffocato "No"
E poi aveva iniziato a piangere.
Era dalla finale di X Factor che i ragazzi non lo vedevano crollare così.
Aveva tentato di controllarsi, premendosi le mani sulla bocca, come per soffocarsi, per tener dentro tutto il suo dolore, ma non c'era riuscito.
S'è n'era andato, era uscito da quella fottuta porta come se non gli importasse, come se tra loro non ci fosse stato nulla.
I suoi tormenti interiori ad X Factor, i dubbi, la devastante scoperta che erano diversi, erano unici, innamorati.
Anche se erano due ragazzi.
Ma a Louis non importava, non era mai importato.
Gliel'aveva detto lui stesso, e poi gli aveva rubato un bacio, sotto il palco, prima di andare in onda.
Non era stato un granchè, solo uno sfioramento di labbra, ma gli dava i brividi al solo pensiero.
Sentiva ancora lo stomaco attorcigliato e il viso in fiamme se ci pensava, allo stupore sulla sua faccia e al sorrisetto malizioso di lui che si allontanava nel buio.
E si era sentito così stupido quella sera, mentre cercava tutti i pretesti per restare solo con Louis perchè ne voleva ancora.
E spesso si era sentito piccolo, insicuro, sbagliato, mai all'altezza della situazione...
Era successo tutto così in fretta: si erano trasferiti insieme, ed era così bello potersi tenere la mano e baciarsi davanti a un film, loro due da soli, parlare di ciò che volevano, scherzare, essere seri, senza che nessuno s'intromettesse, senza doversi nascondere...
Essere semplicemente loro stessi, Harry e Louis, insieme.
Coricarsi l'uno accanto all'altro, star svegli tutta la notte, destarsi la mattina ancora tutti aggrovigliati, fusi in un unico corpo...
Aveva avuto tante incertezze, ma sull'amore di Louis non aveva mai dubitato.
Neanche un singolo minuto, neanche nel più buio dei momenti, neanche quando era comparsa Eleanor, o quando Taylor era piombata sulle loro vite.
Mai.
Gli aveva dato tutto se stesso, anche se aveva avuto paura, anche se era incerto sull'avvenire, anche se forse aveva sempre saputo che non c'era futuro per loro.
E lui semplicemente, s'è n'era andato.
Non poteva - non riusciva- a sopportarlo.
Harry si era raggomitolato sul divanetto, augurandosi di morire perchè, cazzo, la morte era sicuramente migliore di tutto quel dolore.
I suoi singhiozzi rimbombavano nella stanza.
Zayn si era seduto di fianco a lui, massaggiandogli la schiena, Niall aveva mormorato confortante "Gli passerà, vedrai".
- No - aveva detto lui, la voce rotta dai singhiozzi e soffocata dalle dita, ancora premute violentemente sulla faccia - Non gli passerà. Non potrò mai essere quello che voi volete, mai-
Josh aveva cacciato un risolino - Ma cosa dici! A noi vai già bene così come sei!-
-N-no...-
- Si invece- Niall era stato fermo e severo - Non devi cambiare, non dovresti MAI cambiare, per niente e nessuno. Noi ti amiamo così come sei-
- Niall e Josh hanno ragione- Zayn continuava a massaggiargli la schiena.
Se fosse stato Louis avrebbe saputo quanto gli piaceva che gli si toccassero i capelli, ma Zayn non era Louis, come avrebbe potuto sapere?
- L'importante è che tu sia felice-
- Sto aspettando... aspettando il mio turno, di essere felice-
Aveva alzato lentamente lo sguardo su Liam, fermo in mezzo alla stanza, combattuto se andare o restare.
- Va' da lei- aveva mormorato il riccio, roco.
- Va' da lei, io non la merito-
I singhiozzi l'avevano sopraffatto di nuovo, e mentre l'amico correva fuori dalla stanza, per le vie fredde di Londra, lui ricadeva sul divanetto a faccia in giù, come morto.
E non si era più rialzato.







Non gli apriva.
Natalie non apriva la porta, nonostante Liam, sudato ed ansante per la corsa su per le scale, fosse appeso al campanello da almeno dieci minuti.
Cazzo.
Cazzo cazzo cazzo.
Finalmente dopo essersi figurato una serie di raccapriccianti scenari dovuti probabilmente all'insana passione di suo padre per i polizieschi, aveva sentito una serie di tonfi e rumori provenire all'interno dell'appartamento.
E poi lei aveva aperto la porta.
Indossava un paio di scialbi pantaloncini corti, appartenenti a un ex divisa di pallavolo, come testimoniavano gli sponsor stampati appena sopra l'orlo, il felpone della Dalton mezzo scolorito e sformato e i calzini bianchi ai piedi.
Nient'altro, nonostante fuori facesse tutto fuorchè caldo.
- Nat?-
- Liiiiiiam! Ciao!!- aveva ridacchiato lei, strillando euforica facendo ondeggiare la treccia malfatta con cui si era raccolta i capelli su e giù - Qual buon vento ti porta?-
Lui aveva sorriso di riflesso all'allegria della ragazza, che aveva declamato l'ultima frase in tono pomposamente recitativo e teatrale, prima di scoppiare a ridere scioccamente.
Come mi è mancata la sua risata, si era ritrovato a pensare Liam in un moto di malinconia, mentre entrava nell'appartamento, seguendo la bionda che canticchiava un motivetto senza senso.
- Come mai così allegra?- si era azzardato a chiedere lui, timoroso.
Lei aveva accennato due passi di danza saltando sul tavolo come una forsennata e urlando :
- Perchè questo è un paaaaaaaarty!!!-
Aveva lanciato una scarpa da tennis recuperata chissàdove sullo stereo che si era acceso trasmettendo la musica della radio locale.
Si era scatenata: saltava su e giù, agitando le braccia, e piroettando indemoniata strillando le parole ad alta voce, azzeccandone una  su due.
Il felpone che ballonzolava su e giù, l'orlo dei calzini che cedeva alla gravità e la treccia che, non resistendo ai colpi, si disfaceva lentamente.
Era adorabile, sembrava un folletto.
Dopo tanti mesi di buio e solitudine, di lacrime e tristezza, il sole era finalmente tornato nella sua vita.
Anche lui si sentiva felice.
Immensamente felice.
- Balla con me!! - aveva strillato lei saltando giù dal tavolo e inciampando sul tappeto, ancorandosi al ragazzo per non cadere.
- Liam, balla con me!!-
Lui, contagiato dalla sua risata cristallina, non si era lasciato pregare, le aveva fatto fare qualche piroetta, stregato dal modo in cui i suoi capelli le coprivano il viso e le rimbalzavano sulla schiena ad ogni giro.
E poi, la felicità si era infranta, come un castello di carte spazzato via dalla potenza del vento.
Le prime note di Kiss you erano risuonate nella stanza.
- Liam!! Liamliamliamliam!!!-
- Cosa c'è?-
- Siete voi!!-
La ragazza danzava su e giù per la stanza, battendo le mani eccitata.
- Siete alla radio!-
- Lo so, lo so. Succede abbastanza spesso-
Aveva smesso di colpo di agitarsi.
- Ma... Tu sei qui-
- Si, e anche da un po'-
- Come fai a essere sia qui sia lì?-
- Sono Harry Potter-
Aveva riso così tanto che era inciampata di nuovo sul tappeto, e il ragazzo aveva dovuto tirarla su di peso per rimetterla in piedi, mentre sghignazzava a più non posso.
Allora l'aveva sentito.
L'odore dell'alcool.
- Natalie... sei... ubriaca?-
Quella aveva riso più forte, accasciandosi sul divanetto tenendosi la pancia.
Liam era corso in cucina.
Il tavolo era ingombro di lattine di Guinness, alcune erano cadute sul pavimento, rendendolo sudicio e appiccicoso.
Si era fatto strada fino al lavello e le aveva riempito un bicchier d'acqua.
Aveva capito cosa stavano festeggiando.
Era una cosa programmata, quelle lattine di birra dovevano essere lì nascoste nell'appartamento da molto tempo, e loro stupidi sciocchi non le avevano mai trovate.
Sul tavolo, posate in mezzo all'alluminio bagnato che imbrattava il legno, c'erano delle compresse.
La scatola giaceva sul pavimento, dimenticata, all'ombra di una sedia, la stessa su cui si era seduta Perrie quella famosa domenica.
"Tavor" recitava la scritta in verde.
Liam sapeva cos'era.
Gliele aveva date Louis, erano le pastiglie di sua mamma, che faceva fatica a dormire.
Avrebbero dovuto farla riposare la notte, mezza compressa un'ora prima di andare a letto valeva un'intera nottata tranquilla.
Sul tavolo c'erano almeno 30 compresse.
Natalie stava festeggiando la sua prima sera in libertà, senza controlli, senza nessuno tra i piedi, la fine dei suoi domiciliari.
E come ospite speciale aveva invitato la morte, un'altra volta.
Quasi la vedeva Liam, aspettare Harry invano, decidere che quello era il momento, che doveva sfruttare l'occasione, che era ora di andare...
La vedeva piegarsi sotto il lavello, spostare i detersivi e recuperare i pacchi di Guinness, prepararli meticolosamente sul tavolo, gettare la plastica della confezione nella differenziata, poi andare in bagno e prendere il sonnifero dal cassetto dei medicinali, aprire la scatola e spargere le pastiglie sul tavolo, pronte all'uso, prima di iniziare a bere, a forzare il l'alcool giù per la gola, lei, che non beveva mai, che le faceva schifo, che ordinava Coca cola nei pub e ne andava fiera...
Non era riuscito a sopportare la vista del Tavor sul tavolo.
L'aveva preso e gettato nello scarico del lavandino, perduto per sempre, scacciando la morte dall'appartamento, ancora una volta.



- Ti ho portato dell'acqua-
La ragazza gli aveva sorriso, riconoscente, prendendo il bicchiere.
- Ci hai messo le mie pastiglie?-
Sembrava innocente.
Mentiva.
- No. No-
- Ma è ora, devo prendere le mie pastiglie-
- No. Non devi- aveva replicato Liam veemente.
- Ma io voglio andare dormire!-
- Ma come?- aveva replicato il ragazzo - Non volevi ballare?- aveva chiesto cercando di cambiare argomento, di distrarla, facendola alzare e iniziando a ballare sulle note di un vecchio lento che stavano trasmettendo nelle vecchie Hit del '60.
- Va bene, adesso balliamo- aveva detto la ragazza dolcemente - Le prenderò dopo-
Lui le aveva sorriso forzatamente, prendendole la mano e cingendole la vita, iniziando a muoversi a ritmo di musica,pregando con tutto se stesso Dio, chiedendogli di mandare un diversivo, un qualcosa per far si che quel "dopo" non arrivasse mai.



  Le mani di Liam scorrevano sul suo corpo con dolcezza, lo desideravano in ogni suo più piccolo centimetro. Sesso, solo disperato sesso senza senso.
Non era quello che voleva.
O forse si.
Spinse la testa all’indietro dal dolore quando un morso le incise la pelle, marchiandola.
Ma cosa diavolo stava facendo?
Non capiva più niente, sentiva tutto ovattato, confuso e distante.
L'unica cosa di cui era cosciente era dei capelli di Nat che gli solleticavano il viso, e dei suoi denti che gli perforavano la pelle.
- Nat... Nat... Che cosa stai... Che cosa stai facendo? Cosa... Vuoi fare?- aveva ansimato contro il suo collo, cercando di scrollarsela di dosso in modo non troppo convinto.
- Voglio te – gli sussurrò all’orecchio facendolo rabbrividire.
Harry, pensò il ragazzo disperato.
Harry...
Non soffriva già abbastanza dopo la litigata con Louis?
Doveva deluderlo anche lui, facendosi la sua ragazza?
No.
Non l'avrebbe fatto.
Non avrebbe tradito la fiducia del suo migliore amico.
Tentò debolmente di liberarsi, di staccargli il braccio, sempre più agitato, mentre la bocca di lei scendeva sull’attaccatura del collo e lo mordeva appena, una mano aggrappata tra i suoi capelli, l’altra che scendeva a sciogliergli il nodo della cintura, e senza che lui avesse trovato la forza di liberarsi, senza che neppure ci avesse provato, il corpo in fiamme, la cintura era scivolata a terra.
Aveva sentito le sue braccia infilarsi sotto la felpa cercando il tepore del corpo di lei.
No. No. Nonononononono.
Lentamente, mentre lui le sfiorava i seni con dita che parevano bruciarle sulla pelle, Nat era scesa con lo sguardo lungo il suo corpo nudo, perfetto, aveva seguito i muscoli del suo petto, formati da un duro allenamento, e quelli rifiniti del ventre piatto, e più giù.
- Sei bellissimo- aveva sussurrato sull'orlo del pianto, quasi commossa, prima  di baciarlo dolcemente sulle labbra.
No.
Fermati, ti prego.
Aspetta...
Liam aveva cercato di staccarsi da lei, perchè non voleva fare del male a Harry, non voleva ferirlo ancor di più di quanto non fosse già, non voleva rovinare il loro rapporto.
Ma non si voleva neppure staccare da Natalie.
Voleva stare con lei, tenerla per mano mentre passeggiavano, baciarla senza paura o fraintendimenti. portarla al cinema, al mare, in capo al mondo, ovunque volesse...
 - Non posso più aspettare – gli aveva sussurrato all’orecchio prima di baciargli ancora le labbra, e il mento, la sua lingua che gli lasciava una scia di saliva sul collo  - E’ troppo che ti aspetto –
E' ubriaca, è ubriaca, non sa quello che dice...
 - Ascolta – le disse ansante, tentando di ritrovare un po’ di lucidità e staccarsi da lei, ma era così agitato che si mosse male, di scatto, e il peso del corpo di Natalie gli fece perdere l’equilibrio.
Cadde sul letto trascinando anche lei.
Per una volta non voleva essere Daddy Directioner.
Non voleva essere responsabile.
Non voleva mettere gli altri al primo posto.
Voleva essere felice.

"- Sto aspettando... aspettando il mio turno, di essere felice-" aveva detto Harry, piangendo lacrime amare, ma nella sua testa di Liam le sue parole acquistavano un'improvvisa forma permissiva e benevola.
Natalie allargò le cosce per avvinghiarsi attorno alla sua vita.
Il cavallo dei boxer gli era dolorosamente stretto, la lucidità se ne stava andando.
- Non così – riuscì a sussurrare con una voce roca che neppure riconosceva.
Non di schiena, come animali.
La sentì scostarsi appena, l’aveva ascoltato una volta tanto, e davvero si era sollevata per aiutarla a girarsi supino.
Era ancora più pericoloso così, vederla oltre che sentirla, vedere il suo sguardo appannato dal desiderio, il suo volto che aveva amato così a lungo che non sapeva neppure come si facesse a non amarlo più.
Era così... irresistibile.
-Liam…- la ragazza mormorò lentamente il suo nome, come se fosse l’unica certezza che avrebbe potuto salvarla dall’inferno in cui stava precipitando – di nuovo –.
Sospirò di piacere quando sentì le labbra della ragazza posarsi sopra le sue; quelle di Nat sapevano di rabbia, di dolore, di morte e di sconfitta.
Un sapore così dolce...
Si era arreso, si era arreso alla notte, alla follia, all'amore.
Era il gesto più disperato, il più appassionato, quello che rendeva ufficiale la loro condanna agli inferi. Sapeva di peccato e di desiderio, di odio e di amore, di carezze mancate e di sogni irrealizzabili.
Aveva il loro odore, sapeva di loro.
Stavano dando vita a un veleno che avrebbe infettato il mondo, distruggendo ogni certezza e ogni cosa che conoscevano.




Angolo Autrice *-*
Non fucilatemi, lo so, lo so, sono in ritardissimo...
Ma ho avuto la bronchite (se vi starete chiedendo se sia possibile prendere una bronchite a inizio maggio la risposta è si, qualcuno è così sfigato che può, e io può :P) e in più ieri sera ero nelle condizioni di Niall so....
Vabbuò, volevo ringraziarvi TUTTE/I per le belle parole, veramente.... avete fatto la differenza :')
Le frasi più belle pensano siano state quella di Row_ ( "Finché parlano alle nostre spalle significa che noi stiamo davanti a loro " #brividi) quella di Eva ( "Per quanto sia alto il trono, sei sempre seduto sul tuo culo") e ( "Tutti siamo sull'orlo di un precipizio") Nali.
Per questo vi insigno di un Award speciale, come Vivian ha sempre desiderato, memore del Festival della Demenza che si teneva in ogni angolo autrice di I Shouldn't Have Tweet You :)
E non parliamo delle risposte di Iris e Ilaria ( sia la number 1 sia la number 2) che hanno la mia stessa visione del mondo e della "società giovanile" in particolare, o Paola, che sostenendo di credere di essere bipolare mi ha fatto sentire meglio, perchè anche io passo dal riso alle lacrime in mezzo secondo, con le persone giuste, Carolina ( posso chiamarti Caro?) che mi ha dato un consiglio bellissimo, perchè dopotutto è vero, il sorriso è l'accessorio più bello che una donna può indossare ( e noi può) Silvia, che se mia moglie Ellie ( che finalmente sta guarendo!)  è d'accordo la adottiamo come se fosse nostra figlia perchè è un tesoro, Nora che anche lei sta guarendo pian pianino, abbandonando la #zombiemode, Erica, che è nella stessa situazione di molte di noi ( aò stiamo tutte nella stessa barca a fare party hard, come ha suggerito Barbara :)!) Lu che mi ha spiegato cos'è l'angst, ed è molto angst e ho scoperto che il primo capitolo della mia FF Larry, "Drunk" è un po' angst :) o meglio :( perchè Harry ha un incontro ravvicinato del terzo tipo con una macchina ...
Deborah e Lau che amplificando la depressione del capitolo con musica depri (un nuovo genere di musica, depri-mente) in sottofondo, Cami, Viola e Lily che mi ha fatto molto piacere ascoltare e consigliare e spero di essere statat utile, Ylenia che mi minaccia di morte memore del "fianle tragico" mi Moments, la mia prima FF, e mi consiglia gentilmente di farla finire bene stavolta, Celeste che mi ha fatto un analisi del capitolo coi fiocchi * manda baci a random* e che ha visto nel gesto di Liam un eco di Batman ( non ci avevo manco pensato! #shameonme!)  perchè si, Valentina, l'ha S A L V A T A e in questo capitolo lo fa di nuovo.
Zaynholdme ( delle quale non so ancora il nome) che apprezza le mie descrizioni chilometriche XD e _alldayallnight_ che non manca di recensire ogni capitolo :) Mille cuori per voi, e un bentornata a Marty, sperando che non scompaia più!
#Lotsoflove


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Capitolo 15
*** Already Torn ***


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ollog Natalie si era svegliata presto.
Troppo presto.
Era rimasta a letto, sdraiata con gli occhi chiusi, assaporando l'odore di Liam che impregnava le lenzuola, le federe dei cuscini, il suo corpo ancora caldo grazie al tepore che lui gli aveva trasmesso.
Per una volta si sentiva in pace con se stessa, rilassata, soddisfatta e piena come non lo era mai stata.
E non era colpa dell'effetto dell'alcool, che già gli procurava un tremendo mal di testa.
Era per colpa di quei ricordi sfocati come un sogno stupendo, dai colori brillanti e vividi, dalle sensazioni così tremendamente reali...
La mano di lui incastrata sotto la sua nuca mentre la baciava mille e mille volte, senza stancarsi mai, le sue braccia, macchiate solo da quell'unico tatuaggio, i suoi respiri caldi sulla sua pelle che le avevano fatto vedere la pelle d'oca...
S'e l'era forse sognato?
"Natalie" ripeteva ossessivamente, respirandola "Nata...Natalie..Nat" e poi era arrivato al capolinea.
Natalie in quel momento era così appagata e troppo confusa per anche solo preoccuparsi minimamente di una gravidanza indesiderata.
Stiracchiando le membra indolenzate aveva stabilito tra se' e se' che non era un sogno, e si era girata verso il punto dove Liam si era coricato, accarezzandole i capelli.
Le sue mani vagarono a tentoni sulle lenzuola.
Erano fredde.
Natalie si era puntellata con difficoltà sui gomiti, confusa dai residui della sbronza suicida della sera prima.
Il letto era vuoto, Liam non c'era.
Non era lì.
Per afferrare quel concetto fondamentale la ragazza ci aveva messo un po'.
Era stata in silenzio per qualche istante, mentre nel suo petto sbocciava debolmente la speranza che il ragazzo potesse essere sotto la doccia, o in cucina a fare colazione.
Il gelo aveva soffocato quel flebile lume che le riscaldava il cuore.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
La ragazza aveva fatto leva sul materasso, cercando di mettersi in piedi, la stanza che girava, spariva, si mescolava davanti ai suoi occhi.
Aveva sentito un fruscio, e si era voltata, trovando un biglietto spiegazzato sul cuscino.
Era un foglio di quaderno di scuola, a quadretti, strappato in fretta, scritto precipitosamente in preda ai rimorsi.
 


Natalie,
Me ne vado perchè devo farlo, credimi, non c'è alternativa.
Quello che abbiamo fatto è sbagliato, ingiusto, orribile.
Nei confronti miei, tuoi e soprattutto di Harry che soffre già abbastanza da solo senza che la sua ragazza gli metta le corna con quello che dovrebbe essere il suo migliore amico.
Non possiamo stare insieme.
Mi rendo conto che le circostanze ti abbiano spinto ad agire in questo modo, e non ti biasimo.
Ma lo farò se ferirai in qualsiasi modo Harry.
Non se lo merita.
Non cercarmi.
Liam




Faceva maledettamente male.
Come se avesse un ferro rovente che le bruciava le carni, come se le stesse gelando il cuore, rendendolo così freddo da ustionarla dentro.
Aveva usato le stesse parole che aveva usato lei dopo l'episodio del London Eye: "Mi rendo conto che le circostanze ti abbiano spinto ad agire in questo modo, e non ti biasimo"
La crudele ironia del destino che si rivoltava contro di lei.
Si sentiva così... sporca.
Come se avesse fatto tutto da sola.
Come se avesse commesso un peccato terribile.
Aveva fissato la frase, scritta con la calligrafia confusa del ragazzo, sottolineata due volte con enfasi.
Faceva ancota più male.
Annebbiata dal dolore, così forte e intenso che quasi non si sentiva più, la ragazza s'alzo, diretta in cucina.
Che senso aveva, vivere con quel dolore, con quella vergogna?
Ieri sera Liam l'aveva distolta dal suo intento originale, ma era sempre in tempo a raggiungere il suo obbiettivo.
Barcollando, si era trascinata in cucina: le lattine erano sparite, lasciando solo appiccicosi aloni sul pavimento, e la scatola dei sonniferi era vuota.
Maledetto Liam.
La ragazza aveva colpito il tavolo con un pugno e rovesciato la sedia con un calcio, provando a sfogare la rabbia e la frustrazione e sommando al dolore fisico e psicologico quello della mano e del piede.
Era corsa a controllare il lavello, cercando rimasugli di quel veleno che avrebbe dovuto condurla alla beatitudine eterna.
Niente.
Non poteva neanche tagliarsi le vene dei polsi: coltelli, lattine e altri oggetti contundenti erano misteriosamente spariti.
Col fiatone per il gran rovistare, si era seduta in cucina.
Non c'è la faceva più.
Doveva cambiare, doveva cambiare qualcosa.
O sarebbe impazzita.
Ottenebrata dal dolore, si era rialzata, morta dentro, dirigendosi verso la cabina doccia e iniziando a lavarsi come un automa.
Doveva cambiare, doveva cambiare qualcosa.
Doveva.
O sarebbe impazzita.
Ma magari era già troppo tardi.
















Louis Tomlinson non era bravo in cucina.
Con cinque donne in casa, non ne aveva mai avuto la necessità.
In quel momento, mentre guardava dolcemente Harry che dormiva, il viso addolorato e stanco perfino tra le braccia di Morfeo, gli si profilavano due opzioni: rimboccarsi le mani e mettere sui fornelli la moka del caffè, rischiando di far esplodere la cucina, oppure rimettersi il cappotto e correre fino allo Starbucks dall'altra parte della strada.
Considerando i fattori freddo, pigrizia e probabile attacco delle fan, il ragazzo chiuse piano la porta e si diresse in cucina, rassegnato a far saltare la palazzina per viziare il suo fidanzato.
Inutile dire che non arrivò mai ai fornelli.
Lo scampanellare furioso e insistente del campanello lo indispose a tal punto che, dimentico di Harry, spalancò la porta dell'appartamento urlando.
- Che c'è?-
- L-l-lasciami p-p-parlare con Harry-
Natalie stava in piedi davanti a lui, scossa dai tremiti e sul punto di scoppiare in lacrime, i capelli fradici appiccicati al viso, i vestiti stropicciati, le scarpe slacciate e con il cappotto estivo abbottonato alla rovescia.
- Hey- l'aveva lasciata passare, e lei come una furia aveva percorso il corridoio a grandi falcate, diretta alla camera da letto.
- Nat-
Louis l'aveva rincorsa, afferrandola per un braccio e trascinandola in salotto illuminato dalla luce del giorno.
- L-l-lascia-ami andare! D-devo parlare c-con Harry!- aveva urlato lei, intestardendosi e puntando i piedi, il respiro affannoso e la disperazione che trapelava dalle sue parole.
-Sta dormando, ha avuto una nottataccia e...-
- N-non mi importa d-d-devo parlare con lui-
La ragazza era entrata in panico, respirando così velocemente da rischiare l'iperventilazione.
Il ragazzo l'aveva guidata verso il divano, costringendola a star seduta e mormorando sottovoce:
- Shh. Shh. Tranquilla, qualsiasi cosa sia puoi dirla a me e...-
- N-n-non posso!!!I-i-io devo parlargli... N-non posso aspettare-
Louis aveva provato a ribattere, ma quella continuava a dimenarsi, agitata, come se avesse una crisi isterica.
- Nat! calmati adesso!-
- Io.. Devo... Non posso aspettare!-
- Natalie!- il ragazzo l'aveva violentemente scossa per le spalle - Calmati! Puoi parlare con me....-
Lei aveva smesso di strepitare, lasciandosi andare a un panico più profondo, silenzioso e spaventoso, sbiancando di colpo e respirando a fatica come se avesse l'asma, emettendo un sibilo stridulo ogni volta che inspirava o espirava.
- Io non c'è la faccio più-
Louis aveva allentato la presa sulle sue spalle, massaggiandole piano le braccia.
- Lo so... E' dura, vero?-
- Non lo voglio più fare-
Per un attimo il mondo aveva smesso di girare, e nella stanza era calato un gelo polare che aveva mozzato il fiato dei presenti.
La tensione era così pesante che sembrava gravare sulle spalle di Natalie.
Non riusciva a guardare l'altro negli occhi.
Come poteva?
Glielo aveva promesso, aveva promesso che si sarebbe eletta paladino del loro amore, che avrebbe finto, che sarebbe rimasta sempre dalla loro parte, in modo da lasciarli insieme.
Lo stava tradendo.
- Non puoi-
La voce del ragazzzo era ferma e dura, sentirla le feriva le orecchie.
- Non puoi! Hai promesso!-
Silenzio.
- Guardami in faccia quando ti parlo!- era esploso Louis.
A fatica aveva fissato le sue iridi azzurre, che sembravano essere fatte di ghiaccio.
- Ormai sei in ballo, devi ballare. Vuoi davvero buttare tutto al vento? Credi che se lasci Harry ti lasceranno davvero in pace? Credi che si dimenticheranno il passato? Che ti riammetteranno a teatro, che a scuola la smetteranno di tormentarti? Non è la soluzione giusta. Devi andare fino in fondo...-
- Ti prego. Non voglio più farlo... Quanto ancora devo perdere?-
- Non puoi mollare. Hai firmato il contratto, non puoi disdirlo, non importa quanto i media ti tormentino e... -
- Non è per i media! Non è per i fan! Io...-
La ragazza aveva iniziato a singhiozzare.
- Sono stanca! Sono così stanca! Ci ho provato... Provato, provato e provato. Ancora ancora e ancora. Sono stufa di piangere, sono stanca di provare, di sorridere anche se dentro muoio di dolore-
Il ragazzo l'attirò a se' piano, sospirando sollevato ma sentendosi uno schifoso egoista di merda.
Era solo una stupida crisi di nervi.
- Va bene Nat, è giusto che tu ti senta così... Ma mollare non è la soluzione, e lo sai anche tu-
Sentiva le mani della ragazza chiuse a pugno sulla sua T shirt.
- Ho fatto una cazzata...-
la sua voce flebile era soffocata contro il suo petto, quasi inudibile.
- Come?- 
- Ho fatto una cazzata-
- Cosa hai fatto?- sentì un brivido freddo scendergli lento lungo la schiena.
- Hai parlato con dei giornalisti?-
- No... Io.... Ho tradito il contratto-
La sua maglia stava diventando umida delle sue lacrime. 
Aveva alzato gli occhi, incatenandoli con i suoi, mostrandogli l'abisso di dolore che la stava divorando viva, la ragione per cui aveva provato a smetterla, smetterla definitivamente, chiudere con la sua vita, sparire per sempre.
- E' venuto ieri sera e... Abbiamo fatto l'amore. Però adesso lui penserà che sono una zoccola come tutti dicono perchè ho tradito Harry e non mi vorrà più vedere!-
Louis era confuso, l'unica cosa che aveva capito del discorso della ragazza era che c'era in ballo un ragazzo, ma era risaputo che il contratto prevedeva una clausola che vietava altre relazioni al di fuori di quella finta intrapresa con Harry.
 Sid glielo aveva accennato...
- Io non lo voglio perdere... Voglio solo stare con lui! All'inizio ho provato a controllarmi, a cercare di non innamorarmi...
Perchè proprio lui?-
- Al cuore non si comanda- aveva sospirato comprensivo Louis.
- Mi sono arresa. Mi faceva stare bene, e con lui mi dimenticavo dei miei problemi.
Ridevo. Quando se ne andava mi sentivo così vulnerabile...
Sapevo che non potevamo stare insieme, ma speravo che qualcosa cambiasse.
E poi ci siamo baciati-
- Vi siete baciati?-
- Sul London Eye. E' stato un incidente...-
- "Mi chino sulla tua bocca per baciare la terra".-
- Di chi è?- chiese lei tirando su col naso.
- Neruda-
- Ecco, è così che mi sentivo...Se chiudo gli occhi posso ancora sentirlo sulle mie labbra.
Ma non potevo tradirvi, così... Gli ho detto che era stato un'errore che era colpa sua e delle circostanze...-
- Oh, Nat...- il "non dovevi" di circostanza era rimasto sospeso nell'aria, inghiottito dall'egoismo del ragazzo, che si sentiva un lurido verme.
- Ci siamo allontanati. L'ho allontanato. E' colpa mia... perchè sapevo che non avremmo mai avuto futuro. Eppure nonostante lo sapesse anche lui, mi è stato vicino quando ne avevo bisogno, ha vegliato su di me come un angelo custode, mi ha salvato la vita...
Mi innamoravo ogni giorno un po' di più, man mano che il tempo passava.
Era come una droga, non potevo farne a meno, vivevo dei suoi sorrisi, respiravo solo perchè lo faceva anche lui, avevo orecchie che sentivano solo la sua voce e occhi che vedevano solo per lui-
- Deve essere proprio un ragazzo fortunato-
Il sorriso nostalgico sulle labbra della ragazza aveva preso una piega amara.
- Doveva- lo aveva corretto a mezza voce.
- Perchè? Cos'è successo?-
- E' venuto a casa mia ieri sera. Ero ubriaca. Volevo suicidarmi-
Louis aveva boccheggiato, incredulo.
- Volevo mischiare la birra che avevo comprato per Niall con il Tavor che mi hai dato tu-
Il ragazzo sentì qualcosa di indescrivibilmente gelido e pesante scivolargli nello stomaco.
Paura.
Orrore.
Senso di colpa.
Perchè sarebbe stata colpa sua se Natalie fosse morta.
- Mi ha fatto ballare- aveva continuato imperterrita lei, il tono perso nei ricordi, il battito accelerato.
Attraverso il muro di dolore Louis aveva visto due occhi dolci, sognanti, perdutamente innamorati.
La capiva.
Era innamorato anche lui.
Solo che a volte se lo dimenticava.
- E poi... L'abbiamo fatto-
Il rimorso si era dipinto sul suo viso stravolto.
- Non avremmo dovuto, non avevamo il diritto di... di amarci. Non con io e Harry impegnati in una "relazione".
Adesso penserà quello che pensano tutti gli altri-
- Tutti hanno il diritto di amare- aveva mormorato Louis più a se stesso che alla ragazza.
- Mi sono svegliata stamattina, e lui non c'era- singhiozzi da spezzare il cuore, che sapevano di lacrime salate, versate in solitudine in piena notte.
Dolore come un pugnale che trafigge la carne.
- S'e n'è andato?-
- Si-
Lei lo aveva guardato in faccia, gli occhi pieni di lacrime, le labbra serrate insieme con così tanta forza da diventare bianche, il respiro corto e affannato, il corpo che tremava, cercando di tenere a bada la sofferenza, di sopravvivere al tormento, di combattere quel vuoto che minacciava di ingoiarla ancora, dopo essersi nutrita di lei pezzo per pezzo, e stavolta definitivamente.
- Io lo amo!-
Era quasi insopportabile da sentire, da vedere, da concepire come qualcuno potesse rendere immensamente felice o immensamente triste una persona, come potesse farle toccare il cielo con un dito o renderla così miserabile da spingerla sull'orlo dell'abisso.
L'aveva abbracciata forte forte.
- Sono sicuro che anche lui ti ama-
- No-
- Si invece!-
- E anche se fosse? Non possiamo stare insieme-
- Si invece!! Potresti dirgli che con Harry va male, tanto non credo che a lui importi e...-
- No! Tu non capisci! Lui non accetterebbe mai!- Nat si era divincolata dalla sua presa ferrea.
- Oh! Ma che santerellino! E chi è questo fortunato baldo giovane conquistato il suo cuore con una così rigida virù?- aveva cercato di sdrammatizzare Louis.
La ragazza si era immobilizzata.
Il moro poteva sentire il suo respiro freddo e lento come un'agonia.
- Liam- aveva sussurrato lei.
Louis aveva sentito il cuore stringersi in una morsa, sgretolarsi sotto il pianto amaro della ragazza, cadere in un profondo cratere fino al centro della terra.
Perchè doveva essere tutto così complicato?
Comicamente gli era venuta in mente una citazione di qualche autore dimenticato, residuo di qualche compito in classe ai tempi del liceo, testimone che il destino si faceva beffe di loro, come se vivessero in una commedia:
"Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali. "





Liam era al volante, le mani fredde e intirizzite stringevano la pelle scura, rimpiangendo il calore soave della pelle di lei, il modo in cui aveva sospirato quando lui aveva lasciato il letto matrimoniale, come aveva arricciato il naso quando lui le aveva lasciato un bacio sulla fronte, accarezzandole i capelli spettinati prima di costringersi a voltarsi, a scappare, a sparire.
Ci stava mettendo tutta la forza di cui era capace, combattendo una sanguinosa battaglia contro se' stesso per non fermare la macchina, fare un inversione a U come nei polizieschi tanto amati da suo padre e tornare a Londra a tutta velocità.
Se avesse avuto una delle sigarette di Zayn si sarebbe messo a fumare, anzi, avrebbe fatto fuori tutta la sua scorta più tutte le birre che Niall nascondeva nel suo appartamento.
Aveva premuto l'acceleratore fino a farsi formicolare il piede.
No, non poteva tornare a Londra.
Non doveva.
Non avrebbero avuto bisogno di lui.
Come a contraddirlo, l'immagine di Natalie in bilico sul bordo del cornicione gli era balenata davanti, facendolo trasalire rischiando di tamponare la macchina davanti a lui.
Liam strinse i denti.
Non avrebbero avuto bisogno di lui, e per quanto riguardava la ragazza, le sarebbe passato.
A entrambi.
Adesso che conoscevano i loro sentimenti reciproci sarebbe stato difficile, ma lui c'è l'avrebbe messa tutta, per amore di Harry.
Non sarebbe diventato un traditore.
La notte precedente aveva commesso un errore, che non si sarebbe ripetuto.
Mai più.
Il ragazzo sospirò, riportando la sua attenzione sulla strada.
Dopotutto alcune persone sono state create per innamorarsi l'una dell'altra.
Ma non per stare insieme.







Angolo Finitem *-*
Oggi c'ho il porco girato. A 360 °. Su orbite ovoidali.
Ma porco Starbucks!
Il problema è sempre lei, che fa la falsa ipocrita, finta come la Elunor !
Prima mi sputtana con le mie compagne, calunniandomi, tirandomi in ballo in un discorso in cui io non c'entravo niente, niente.
Poi alle feste di amici comuni fa tutta la amica, si offre perfino di accompagnarmi in bagno mentre sono ubriaca!
E tu pensi che magari vole provare ad appianare le cose.
Ma poi mi sputtana di nuovo.
E quando il mio angelo custode alto 1 e 40, mezza siciliana e con le palle da far invidia a un uomo, glielo fa gentilmente notare, lei mi dice che sono io il problema, che lei ci prova, che io non voglio andare avanti...
IO VOGLIO STARE QUI. E' un bel posticino, mi piace.
E poi va dalle mie compagne a far l'amica.
Perchè nessuno la caga.
E indovinate cosa fa dopo?
Le sputtana! Avete indovinato!
Lo faceva anche prima, lo fa adesso e continua a farlo!
Falsa come la Haylor!!
"Ma che vacca quella di fisica, è stata proprio ingiusta, hai fatto bene a protestare"
Due secondi dopo "Ma che comportamento infantile, ma poteva farsi interrogare senza fare tante scene, ma ragazze, scherziamo? Abbiamo 18 anni!"...
Mi fai salire il crimine.
* Tira un sospiro e si calma*
Meno male che ci siete voi <3 Grazie a Dio :)
E grazie a voi per le recensioni!
Grazie a Lily che si appresta a preparare la tesina e che quindi è molto occupata ( un in bocca al lupo da parte mia) Nali che deve scrivere una recensione luuuuuuuuuuunga come i rotoloni regina che non finiscono mai, Noraaaaa che condivide le mie paure idiote ( come le definiscono gli altri pft) facendomi sentire meno sola sulla terra, Iris alla quale non ho più chiesto come va l'allergia che ha colpito inesorabilmente anche me e pure Erica ( mi hai cybercontagiata hahahahaha) e che mi fa lacrimare gli occhi come la fontana di Trevi, quasi quanto Ilaria, ma lei piange per i sentimenti che le suscito, io per il polline nell'aria lol
Laura che è una vera bad girl trasgre che dopo aver sperimentato la pasta cruda andrà a Masterchef ( vuoi che muoro? XD) Ylenia che merita una medaglia al valore, dal momento che ha superato le sue paure e ha letto la scena rossa... restandone delusa XD
Viola che si improvvisa ortolana insieme a me, e presto apriremo un attività, Barbara che viene distratta dalla sottoscritta mentre deve studiare storia (trolol) Deborah che spaca botilia e amaza familia, mentre io brendo coltelo talio piselo, brendo portafolio e ti spingo giù da scolio ( potrei andare avanti all'infinito) Silvia, che è un dono del Signore, anche se quelli intorno a lei non se ne rendono conto ( #staystrong #ForeverTeamSilvia) Lu che è un attivista per la campagna "Rimettiamo l'inchiostro alle rating rosso" e che purtroppo per questa FF non verrà accontentata :(
Caro che è un teshoro e mi chiede come va, e bhe... credo di essermi soffermata abbastanza nella prima parte della recensione, che se ricomincio finisco per parcheggiarle le mani in faccia.
Okay, magari chiamo il mio bodyguard di 1 e 40, che è espertissima di risse in the street #ifyouknowwhatimean
Come Paola, mi sento Antonella the Best del Mondo di Patty lol
Sono come Liam, troppo buona ( ma nessuno, cara la mia Ellie, mi offre di fare bum bum come ricompensa sigh)
Ilaria 2 ( dovrei trovare un soprannome per distinguervi, i numeri mi stanno antipatici :P) che mi dice che Liammuccio è la miglior cura per Natalie aaaaaaw che frase tenerella <3
Ma, come dice Camilla, non c'è 2 senza 3...
Natalie ci riproverà un altra volta col suicidio?
O verrà dimenticata da tutto il pubblico concentrato sulla litigata dei Larry? (Shame on you, Celeste, Shame on you c:)
I due migliori amici faranno pace, come desidera zaynholdme, o continueranno a farsi guerra?
_alldayallnight_ recensirà puntuale stabilendo un nuovo record?
E riacquisirò i 5 recensori persi lungo la via?
Lo scopriremo nella prossima puntata :)
#muchlove
Cami

Ps: Sto aggiornando Drunk, se vi interessa :)
Ps del ps: Ho aperto una pagina facebook dove raccolgo le migliori frasi delle fanfiction.
Se avete suggerimenti, domande, consigli, mi trovate qui http://www.facebook.com/pages/Ιiƒє-ιкє-α-ƒαηƒιcтιση-/467312186681587




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Capitolo 16
*** Set me Free ***


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ollogs Natalie riposava sul letto, sfinita dopo il lungo pianto, le coperte rimboccate strette attorno al corpo magro e ancora imbaccuccata nei vestiti spaiati.
Louis socchiuse la porta della camera degli ospiti.
Era un deficiente.
Un ignobile deficiente bastardo, egoista, borioso, superficiale, falso, avaro, meschino crudele, un coglione senza palle, un patetico pagliaccio incapace e ingrato.
Se non avesse avuto un immenso rispetto per sua madre si sarebbe dato anche del "figlio di buona donna".
Come aveva potuto essere così idiota?
Solo in quel momento, davanti al dolore di Natalie, capiva quanto Harry avesse sofferto la segretezza della loro relazione.
Lo aveva costantemente negato, il loro amore, come se si vergognasse, come se fosse qualcosa di sporco, come se fosse peccato.
In privato però diventava malizioso, provocante, lussurioso.
Ovvio che Harry fosse confuso dal suo comportamento contrastante.
Ovvio che ora stesse al gioco, ora, scosso dai dubbi, rifuitasse l'avances dell'altro, lo implorava di lasciare Eleanor, di fare coming out, faceva il geloso per poi chiudersi in un silenzio ostinato...
Ovvio che la sera prima, ubriaco, lo aveva accusato di vergognarsi di lui.
Ovvio che fosse ferito.
Che si sentisse usato.
Insomma, da quando la Larry bromance era diventato da oggetto di curiosità benevola, a motivo di ingiurioso scandalo, Louis aveva smesso di fare l'amante tenero e premuroso.
A volte si dimenticava.
Si dimenticava di essere perdutamente innamorato dello sguardo magnetico di Harry, del modo in cui soppesava le parole per non parlare a vanvera o essere di troppo, del gesto con cui si spettinava ancor di più i suoi adorabili ricci, della sua fissa per i gatti, del fatto che era un "mammone" (parole sue) o che adorava fare stripping in tutti i luoghi e in tutti i momenti, opportuni o meno.
Si dimenticava che aveva solo diciotto anni.
S'e n'era dimenticato anche quando era stato la sua prima volta, a sedici anni.
Ripensandoci in quel momento si sentiva un orribile schifoso pedofilo.
Lui, a sedici anni, manco aveva capito di essere gay, sbirciava ancora sotto le gonne e nelle scollature delle ragazze, lanciando occhiatine languide ai ragazzoni dei pub più vecchi di lui, come sfidandoli ad avvicinarsi.
Era ancora confuso.
Anche Harry era stato confuso?
Lo aveva forzato troppo? Gli aveva fatto pressioni eccessive?
Bhe, Louis riconosceva che negli ultimi tempi tutto ciò che facevano riconduceva sempre alla camera da letto. Sempre.
Quand'era l'ultima volta che avevano visto dall'inizio alla fine un film? O che avevano trascorso la notte a parlare di tutto e niente?
Una volta stavano su skype per delle ore, fino a notte inoltrata, chattando di continuo, inviandosi messaggi smielosi pieni di cuori e di "Ti amo, mi manchi"
Dov'era finito quell'amore, così prezioso, casto e puro?
S'illudeva che fosse maturato, che si fosse trasformato una relazione importante fatta da un partner stabile, un punto di riferimento fisso nella caotica società che inviava messaggi contrastanti e contradditori .
Aveva sentito una fitta al petto.
Non era stato un punto di riferimento per Harry.
Una relazione stabile significa coricarti accanto a qualcuno, svegliarsi il mattino e trovarlo ancora lì, essere presenti l'uno nella vita dell'altro nonostante le distanze o le avversità, ascoltarsi reciprocamente, confidarsi e condividere ogni cosa...
Quante volte Harry si era risvegliato solo la mattina, in uno squallido motel dopo una notte passata insieme, con un patetico biglietto di scuse sul cuscino?
Tante.
Quante volte Louis la sera accendeva il telefono, trovando tutti gli sms e le chiamate del fidanzato?
Troppe.
E tutte le volte che, mentre il riccio cercava di intavolare una conversazione lui era già proiettato verso i preliminari che ne sarebbero conseguiti, o qualsiasi altra cosa gli occupava la mente, non ascoltava?
Era stato un bastardo.
Quand'era stata l'ultima volta che Harry si era confidato con lui?
Era successo così tanto tempo fa che neppure se lo ricordava.
Aveva aperto la porta della camera dove dormiva il ragazzo, ancora sotto l'effetto micidiale dell'alcool ingerito la sera prima, e si era seduto sul letto.
Come aveva potuto ferirlo così?
Come non aveva fatto ad accorgersi che il loro rapporto era ricaduto in una tortuosa routine, scandita dai ritmi della band, il sesso e le litigate furibonde?
In quel momento Louis Tomlinson aprì gli occhi, constatando orripilato che aveva distrutto il loro rapporto, frantumando in pezzi il cuore del suo fidanzato, cuore di cui lui era depositario e proprietario.
La loro relazione non aveva più niente di casto e di puro, tutto quello su cui si reggeva era l'amore infinito e illimitato di Harry e le sue maledette voglie sessuali che rendevano ogni occasione buona per calarsi i pantaloni.
Si faceva schifo.
Come poteva sopportare perfino di guardarsi allo specchio?
Si sdraiò sul letto, vicino al corpo caldo e febbricitante di Harry, che riposava supino respirando piano.
Gli baciò la mascella, scostandogli i capelli dall'orecchio, facendogli strizzare gli occhi e mugugnare indispettito, ancora immerso nel dormiveglia.
- Scusa piccolo- gli aveva sussurrato piano - Scusami se ti ho ferito-
Questa volta era sincero.
Era rimasto così, con la  bocca premuta sui suoi capelli e il mento appoggiato sulla sua spalla, sentendosi indegno di quello che aveva, un mostro senza cuore che aveva tradito deluso e ripetutamente ferito il suo unico e vero amore.
Incapace di sopportare quel pensiero per un attimo di più, si alzò, e fece per andarsene.
Harry non si era mosso e non aveva dato segno di aver sentito le parole dell'altro, ma Louis, girandosi mentre se ne andava credette per un attimo di aver visto una lacrima scivolare sul cuscino bianco.








Notiziario.
Cambio canale.
Telefilm d'amore, 12343 puntata.
Cambio canale.
Papa legge il Vangelo.
Cambio canale.
Cartoni animati.
Liam sospirò, passandosi stancamente una mano sulla faccia, gettando il telecomando sul tappeto, facendo trasalire il cane, che si rifugiò in cucina con la coda tra le gambe e un'occhiataccia di rimprovero.
Se pensava che a Birmingham la vita sarebbe stata più facile si sbagliava di grosso: aveva dovuto affrontare la curiosità delle sue sorelle, la sua invadente madre e la perplessità educata di suo padre.
E poi, il problema era che fondamentalmente non aveva un'emerita mazza da fare dalla mattina alla sera, tranne lambiccarsi il cervello, sognare Natalie ad occhi aperti e implorare mentalmente Harry per avere il suo perdono.
E se provasse a suicidarsi di nuovo?
E se la mia lontananza le facesse perdere la testa?
Sono stato troppo duro con lei...
La lettera che aveva scritto lo teneva sveglio la notte, tormentandolo con atroci rimorsi: infondo era stato lui per primo a baciarla, approfittando di un suo "stato confusionale", lei aveva messo le cose ben in chiaro il giorno dopo, ma era stato lui a ronzarle intorno come una mosca, incapace di reprimere i sentimenti per lei.
E poi, dopotutto, non l'aveva mica costretto a fare l'amore, lei non lo aveva mica stuprato, lui era perfettamente ed entusiasticamente consenziente, quindi la sua parte di colpe l'aveva pure lui...
Non aveva detto a Harry che l'aveva baciata, per dirne una.
Avrebbe dovuto?
Insomma, era sicuro che non sarebbe mai più ricapitato, quindi, perchè farlo allarmare inutilmente?
Però poi era ricapitato, e adesso lui si sentiva falso e doppiogiochista.
Cosa avrebbe dovuto fare? Dirlo a Harry? Chiamarlo e dirgli "Scusa amico, mi sono fatto la tua ragazza mentre eri ubriaco e avevi un esaurimento nervoso"?
Non chiamarlo sarebbe stato da stupidi, e da ipocriti.
Ma chiamarlo avrebbe sicuramente comportato una tremenda litigata, magari la rottura della band.
Non farlo però sarebbe stato rischioso, Nat aveva seriamente bisogno di qualcuno che la controllasse.
Avrebbe anche dovuto spiegare come mai era sparito da un giorno all'altro, mancando a svariati appuntamenti di lavoro.
Liam sospirò, prendendo il cordless e componendo esitante il numero di telefono della persona di cui più si fidava al mondo.
Rispose quasi subito.
- Pronto?-
- Niall?-
- Liam!! Ma dove diavolo eri finito?! Ti avrò cercato per mezza Londra-
- Non sono a Londra infatti...-
- Dove sei?-
- A casa-
- ...-
Il ragazzo sospirò, pizzicandosi il naso tra pollice e indice.
Niall voleva una spiegazione, e dopotutto quello che aveva fatto per lui, se la meritava senza ombra di dubbio.
- Ieri sera... Natalie ha provato a suicidarsi di nuovo, mischiando le tue fottute birre con il cazzo di sonnifero della mamma di Loueh-
Dire parolacce non era nel suo stile, ma lo faceva stare decisamente meglio.
- Oddio! Ma adesso sta bene, vero?-
- Si. Quando l'ho lasciata stava bene-
- E perchè sei sparito?-
- Ho... Passato la notte con lei-
- In che senso?- aveva chiesto l'irlandese candidamente.
- In quel senso, Niall-
Dall'altro capo del telefono si era sentito un verso strozzato, parecchi colpi di tosse e poi un inquietante silenzio.
- Io... non so cosa mi è preso! Era così felice quando mi ha aperto la porta, e poi mi ha fatto ballare con lei, e poi ho capito che era ubriaca... Sono entrato in cucina e c'erano tutte le birre per terra, vuote, le pastiglie sul tavolo...-
A raccontarlo faceva ancora più paura.
Solo in quel momento Liam si rese conto quanto era stato vicino a perderla, proprio lui, che non l'aveva mai avuta veramente.
- Poi, non lo so... Eravamo troppo vicini, e ho pensato "Anche se la bacio non se lo ricorderà mai..." e un attimo dopo cercava di togliermi i vestiti e diceva che mi voleva, che mi aveva aspettato tanto...-
Silenzio.
- Che cosa ho fatto Niall? Che cosa ho fatto?-
- Devi parlare con Harry-
- Non posso, io...-
- Devi. Parlare. Con. Harry-
La voce del biondo era seria e categorica.
- Non c'è la faccio... Mi odierà a morte-
- Hai sbagliato. Assumiti la responsabilità delle tue azioni, cazzo!-
- Non sono in grado, in questo momento. Penso a lei continuamente, anche se so che è sbagliato, sento la sua risata negli angoli delle strade e il suo profumo nella metro affollata, in ogni donna, perfino in mia madre, la riconosco!-
- Okay amico, okay. Ho capito. Non è proprio il caso che ti presenti adesso-
- Come posso fare? Come posso fare?- Liam si era passato la mano tra i capelli, che lentamente stavano crescendo, disperato.
- Non lo so- aveva replicato freddamente l'amico.
Si era aspettato un po' di conforto, dal suo migliore amico.
Sentire il suo tono deluso lo faceva stare ancora peggio.
- Non sei di grande aiuto- aveva commentato acido, sentendo i muscoli tendersi dalla frustrazione.
- Bhe, scusami se non ho mai scopato con la ragazza del mio migliore amico mentre lui combatteva un attacco depressivo!-
Liam si fece sfuggire un gemito.
- Lo so... Lo so, mi dispiace così tanto...-
Sentiva un groppo in gola che gli faceva pizzicare gli occhi e gli strozzava la voce.
- E' solo che... non sai quanto la amo...-
- Non è con me che devi scusarti- aveva sospirato Niall, più comprensivo - E comunque mi dispiace di aver reagito male, è solo che so quanto la ami, ma non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da te-
- Che cosa devo fare?- Liam cercava disperatamente di non mettersi a piangere e fare la figura dell'amante pappamolle emo e depresso.
Aveva già ceduto quando aveva rotto con Danielle, non l'avrebbe rifatto di nuovo.
O forse sì: sentiva la faccia bollente, le gambe tremanti e il respiro affannoso.
Sperava solo che Niall non capisse che stava versando tutte le sue lacrime, in un misto di pentimento e mal d'amore.
- Ascolta... Dirò che sei malato. Spiegherò a Harry che sei stato da Natalie e gli racconterò quello che ha cercato di fare. Tu resta a casa e rimettiti in sesto, okay? Racconterò che hai l'influenza, un raffreddore, qualcosa del genere. Tu ti fai passare questa brutta cosa, raccogli il tuo coraggio e parli con Harry, okay?-
- Okay-
- Hai fatto una cazzata e adesso devi accettarne le conseguenze-
- E' giusto-
Sembrava la mamma che parlava con il caparbio figliolo di 5 anni, cercando di spiegare perchè 2+2 fa 4 e non sei.
- Non deprimerti troppo-
- Cercherò. Niall?-
Aveva chiamato con vocina piccola piccola, pigolando come il pulcino che chiama mamma chioccia.
- Si?-
- Sono una persona orribile, non è vero?-
- No! No! Non pensarlo nemmeno per un minuto, okay? E' solo che... l'amore fa fare delle pazzie. Non è colpa tua-
-...-
- Non c'è bisogno di buttarsi giù e deprimersi. Smettila di piangere! Sii uomo, raccogli le palle e va da Harry...-
Cazzo, lo aveva sgamato.
- Magari ti spaccherà la faccia, lo so che per te è una cosa nuova, ma c'è sempre una prima volta, no?-
- E poi comunque me lo meriterei-
- In tutta onestà, si, se ti spaccasse la faccia ti starebbe solo bene-
- Grazie dell'onestà. Grazie per esserci. Grazie per non avermi riattaccato, per non avermi sgridato e per avermi cercato quando sono sparito-
- Non mi diventare sentimentale-
- Non posso farne a meno-
- Niall?-
- Cosa c'è ancora?- aveva sospirato quello, irritato dal suo tono da pecorella smarrita.
- Prenditi cura di lei-
Il biondo, dall'altro capo del telefono aveva sorriso, toccandosi le labbra.
- Lo farò, lo prometto-















Louis aveva infilato le chiavi dell'appartamento nella toppa, cercando di ignorare il dolore lancinante alla testa, che pulsava come se avesse vita propria.
Aveva bisogno di pensare, di stare solo, e così aveva camminato dall'appartamento di Harry fino a quello suo e di Eleanor, felice che anche la ragazza avesse una vita piena di servizi fotografici sfilate e altri innumerevoli impegni che la tenevano costantemente lontana da lui, il cappuccio del giaccone tirato sopra i capelli e gli occhiali da sole nonostante il cielo nuvoloso e pumbleo.
L'appartamento era immerso nel silenzio.
Il ragazzo si sfilo la giacca, la mente piena di domande e di dubbi che vagava in cerca di una risposta che solo lui avrebbe dovuto trovare.
Non voleva far soffrire Harry, non di nuovo.
Non voleva far soffrire Natalie.
Non voleva soffrire Liam.
Non voleva far soffrire Eleanor, anche se per lei, ormai era troppo tardi.
Eppure ogni cosa che faceva calpestava, insultava e feriva i loro sentimenti.

E lui non riusciva a smettere.
 Sentì dei rumori felpati provenire dalla camera da letto.
Si tolse le scarpe e gli occhiali, attraversando il corridoio in punta di piedi, silenzioso come un gatto, i piedi leggeri che producevano solo un inudibile fruscio sulla moquette.
Sul letto matrimoniale troneggiava una valigia enorme, riempita per metà.
Attorno ad essa si affaccendava Eleanor, volteggiando tra gli armadi e la cassettiera, prendendo i suoi vestiti e deponendoli dolcemente nel fondo del trolley.
Louis restò un attimo a fissarla, appoggiando la testa sullo stipite della porta.
- Che cosa stai facendo?-
Non si era neanche voltata.
- Me ne vado-
- Dove?-
- Via. Vado in Canada a lavorare per Armani-
Silenzio.
Vuoto totale.
Non provava assolutamente niente.
- Quando avevi intenzione di dirmelo?-
- Non ne avevo intenzione- aveva replicato lei, aprendo violentemente lo sportello dell'armadio a muro, facendo cigolare i cardini.
- Saresti sparita così, nel nulla, senza dirmi niente?-
- Non credevo ti sarebbe importato-
Forse El aveva ragione, forse non gli sarebbe davvero importato.
Erano rimasti un attimo in silenzio, prima che il ragazzo mormorasse pentito:
- Mi dispiace di averti ferito, di averti messo in secondo piano, di averti ignorato. Di sicuro ti meriti  qualcosa di meglio, e io non te lo so dare-
La ragazza si era voltata a fissarlo.
- Perchè mi dici tutte queste cose adesso?-
Louis aveva scrollato le spalle.
- Perchè voglio che tu varchi quella porta pensando di lasciare un amico confuso e non un lurido bastardo egocentrico e senza sentimenti-
La ragazza era tornata alle sue faccende.
- Vuoi una mano?-
Aveva annuito, arrossendo piacevolmente stupita dalla proposta.
Erano rimasti per tutto il tempo in silenzio, congedandosi mentalmente l'uno dall'altro, in pace.
Poi Louis l'aveva accompagnata all'ascensore, trascinando il trolley, chiedendole se voleva un passaggio fino all'areoporto, mentre le porte scorrevoli si già aprivano con un sibilo.
- Mia madre mi sta aspettando in taxi, ma grazie di esserti offerto-
Si erano fissati un attimo.
- Un giorno, presto, molto presto, capirai perchè non ho potuto amarti come meritavi, El-
Il ragazzo annullò la distanza tra loro abbracciando Eleanor e mormorandole, prima di baciarle una tempia:
- I miei migliori auguri per un futuro luminoso e pieno di gioia, El-
La ragazza era scivolata nella cabina, asciugandosi le lacrime che le facevano sbavare il trucco.
Lui capì che non erano lacrime di tristezza, dolore o felicità.
Erano lacrime di commozione e di rassegnazione alle sorti del destino.
Erano lacrime di speranza per l'avvenire.
Strane e bellissime creature, le donne.
Le labbra della ragazza si mossero piano, articolando un "Anche a te" che venne inghiottito dal fruscio del metallo che si scontrava insieme, portando Eleanor Calder fuori dalla sua vista e dalla sua vita, per sempre.
Era stato perdonato.
Il sollievo lo investì come uno Tsunami che distrugge tutto, con la potenza dell'acqua e la forza dei venti, e fu un sentimento così intenso e violento che quando lo realizzò a fondo dovette sostenersi al muro per barcollare attraverso il corridoio e accasciarsi sul divano.
La Elunor era finita.
Lei era andata.
Le catene erano state recise, ora poteva spiccare il volo, credere di nuovo, sperare anche lui in tempi migliori.
Con il cuore scaldato dalla convinzione che l'amore avrebbe vinto di nuovo, Louis Tomlinson si alzò dal divano, rinascendo in un nuovo corpo.
Era un uomo libero.







Angolo Autrice *-*

Odiatemi.
Me lo merito: le ultime recensioni che ho lasciato sono proprio delle merdine, non sono andata ne a Milano, ne a Verona,  è una settimana che non aggiorno e in più non ho risposto a nessuna delle vostre recensioni.
SHAME ON ME.
Tutto quello che posso dire è che la scuola mi sta uccidendo.
E avrò pure un debito, probabilmente, e questo scombussola tutti i piani che avevo fatto per la mia estate. Ma che bello.
Quindi, non pensiate che vi voglia meno bene, è solo che sono dis-trut-ta.
Spero quindi che non vi offenderete se vi ringrazio/rispondo alle vostre recensioni qui sotto, e che il capitolo plachi la vostra famelica ira :)
Partendo da Lily, grazie veramente delle belle parole, davvero! E' bello che noi poche persone sprovviste di doppiafaccia facciamo comunella e ci alleiamo contro il mondo combattendo l'estinzione, che è ormai alle porte :) I cartelli hanno funzionato, e come hai letto, le cose stanno cambiando...
Ma in meglio o in peggio?
Eva che mi fa l'analisi della situazione, arrivando a una domanda cruciale, che scommetto 20 euro che tutte  (soprattutto Deborah con in suo porco cactus :P) si staranno facendo: "Ma perchè i Larry non lo dicono a Nat e Liam?"
Ehehehe care mie ( e caro mio per Domenico XD) se ve lo dico che gusto c'è?
Segnatevi la domanda e attendete i prossimi capitoli!
Vivian che è la prima directioner a cui sento dire che "Louis mi sta sulle ovaie" hahahahaha, bhe, in questa FF se lo merita, ed Harry fa il bambino perchè poveraccio, sta male, è ferito a morte, e alla fine come hai fatto notare tu, Nat è il pilastro che sopporta tutto, ma siccome inizia a scricchiolare bisogna trovare una soluzione :)
E quale sarà, si chiede mezza ( okay, un quarto, no anzi, 4 gatti) EFP più Ilaria 1 che non si rassegna agli amori impossibili e che ci fa gentilmente notare che nonostante gli schieramenti, le storie d'amore che finirebbero male sono comunque due?
E riuscirò a scrivere un capitolo senza far piangere Ilaria 2, porco scoiattolo? ( E comunque tu la tua soluzione la sai, neh... Scarpe da calcio coi tacchetti ben affilati/mattoni legati direttamente sotto le suole così gli distruggi direttamente il *tossisce* XD)
E tanto per restare in tema di *tossisce*, Lau mi fa le recensioni lunghe quanto il *tossisce* di Harry *-* Awwwww la amo.
Lei, non il *tossisce* di Harry, anche se quello è il Re dei *tossisce* :P
Grazie a Caro, che mi sostiene perchè anche a lei e a Camilla stanno sul *tossisce* le doppiefacce. Dovremmo fondare un associazione e sterminarle tutte, BM comprese XD
Iris che è UN GENIO e la amo perchè a) scrive DA DIO, e b) tanto per restare in tema di *tossisce* e SHABAMM è l'UNICA che si è chiesta se da questo rapporto Nat rimarrà incinta.
Dio, vi immaginate? #whatiftime
Celeste, tu che sei saggia ( e sbandieri così la mia ignoranza su Liam&lasuapatente) dicci che ne pensi, e illuminaci con le tue sagge parole XD Sei il mio oracolo di Delfi.
E a proposito di Delfi ( non centra un cavolo... Ciao ortolana! HAHAHAHA Viola :D ) salutiamo Erica che sta in viaggio per Londra! Divertiti e acchiappa qualche bicchiere di Starbucks per noi, che con il potere di Starby tutte le coppie s'accoppieranno e ritorneranno happy shalala ( come si augurano i 4 gatti e Nali <3)
La mia moglie Ellie che è l'unica che ha apprezzato Mr Payne per aver lasciato il biglietto, perchè lui è molto corretto, anche se ha fatto SHABAMM con Natalie e pensa di essere un pezzo di merda e una testa di *tossisce*.
Invece il biglietto non è piaciuto a Paola, che ha lasciato una recensione seria seria, piatta, piatta, senza i procioni volanti, senza Neil...
Devo averti prorpio sconvolta...
Perdonami, mio amor :(
Silvia che s'è dovuta sorbire la gita, e che voglio tuuuuutti i dettagli, perchè anche a me la mia classe fa un po' schifio ( non tutte, ma alcuni elementi, c'è, dai, porco Starby!) e sono miracolosamente riuscita a scampare alla gita #fuckyeah
Valentina che si scusa per il ritardo, ma è in buona compagnia con Domenico ( HAHAHAHA la tua soluzione è troppo facile, dai mi smonti tutta la FF se mi dici così :D) _alldayallnight_, Nora ( aaaaaah XD) che è in un centro di riabilitazione per colpa mia trolol Sorrami daii, Ylenia che vuole un Liam più trasgre tipo punk con la cresta rossa e 2000 tatuaggi che si fa di crack negli angoli delle strade XD, e ultima ma non meno importante Lu che chiede a Leeyum che *tossisce* fa.
Va che se gli dici così piange eh, va in un angolino a disegnare cerchietti perterra in modalità depressione XD
Spero che tu guarisca presto dal tuo momento di angst causato dalla tosse (?)  :)
Se mi volete ancora bene nonostante le mie gravissime mancanze ( PERDONATEMI NON LO FACCIO PIU') potete trovarmi su
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Ora vado a farmi un latte con il miele, che con tutto questo tossire...
:P
Mille cuori per voi <3





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Capitolo 17
*** Say that you want me ***


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ollogg Erano stati due giorni strani per Harry.
Si era svegliato con un mal di testa lancinante a causa di tutti gli alcolici che si era scolato, e aveva sentito delle voci in corridoio.
Poteva essere Niall come poteva essere un allucinazione uditiva, che poco dopo, accompagnato da una voce femminile, aveva lasciato l'appartamento.
Harry si era alzato, sentendo l'impellente bisogno di vomitare.
Era tutto molto strano: il cuscino vicino al suo era caldo e il copriletto era stropicciato, lo stesso si poteva dire del letto della camera degli ospiti, e dalla cucina provenire un forte odore di caffè.


"Io e Nat abbiamo fatto colazione da te. C'è ancora un po' di caffè nella moka. Arrangiati"


Recitava il biglietto sul tavolo della cucina firmato da Niall.
Dopo aver decifrato la criptica scrittura dell'amico, Harry si era servito, centrando a malapena la tazza da tanto gli girava la testa.
Dopo un pisolino supplementare, quattro tazze di caffè e una doccia si sentiva meglio, tanto che si era riappisolato di nuovo sul divano, la televisione accesa e il plaid sulle ginocchia.
Un vecchietto, insomma.
Un vecchietto che alle 4.45 del mattino era stato svegliato dal trillo del telefono.
All'inizio lo aveva spento con una manata, ma dopo 10 minuti che incessava incessantemente si era deciso a controllare chi fosse, impiegando almeno 20 minuti a sbloccare lo schermo touch con il simbolo prestabilito.
E non era colpa dell'alcool stavolta.
Quando finalmente ci era riuscito aveva trovato 5 chiamate di Louis e almeno 12 suoi sms, tutti uguali.

" Hey. Ti va un po' di jogging nel parco stamattina?"

"E mi devi svegliare adesso per dirmelo?!" aveva digitato il riccio, passandosi stancamente una mano sulla faccia.

"Bhe, io intendo se volevi andare adesso ;)"

"Ma non sono manco le 5!"

"Poco male, assisteremo al sorgere del sole. Fatti trovare lì o ti vengo a prendere, pigrone!"

E così Harry si era alzato dal divano, e non più protetto dal calore del plaid, si era infilato una tuta e aveva costretto la criniera in una fascia, prima di cercare le chiavi, disseminando insulti e imprecazioni per tutto l'appartamento prima di richiudersi la porta alle spalle e salire in macchina, guidando per le vie di Londra avvolte dal manto scuro della notte.











Louis era palesemente in ritardo.
Erano venti minuti che Harry faceva riscaldamento ( o meglio, tentava di non congelare) attorno alle panchine a cui erano soliti riunirsi, ma del fidanzato neanche l' ombra.
Impaziente e tremante per il freddo mattutino, il ragazzo si era deciso a inoltrarsi nel percorso maratoneti che spariva in lontanaza, mandando mentalmente a quel paese l'altro.
Tutto era strano.
Gli aveva dato buca?
Era ancora arrabbiato con lui per ciò che era successo la sera prima?
Harry si chiedeva cosa fosse successo, dal momento che non aveva ricordi chiari e nitidi della serata, ma una successione discontinua e sfocata di frammenti scollegati.
Cercò di rimettere insieme i pezzi: innanzitutto avrebbe dovuto passare a trovare Natalie, ma a giudicare dalla reazione di Liam, indelebilmente impressa nel suo cervello, aveva mancato a quel dovere.
Niall aveva scritto che Nat era con lui, quindi significava che stava bene, o almeno, che era ancora viva.
Si sentì un po' egoista, ancora una volta si stava facendo prendere da i suoi problemi personali, ignorando completamente quelli della ragazza.
La sera prima si era ubriacato, mentre si spremeva le meningi per venire a capo dell'incresciosa situazione in cui si era cacciato.
Ne' lui ne' Natalie avrebbero potuto reggere ancora a lungo quell'amore bugiardo, quella ragnatela di bugie e falsità che aveva finito per trasformarli da carnefici a vittime, e le opzioni per ribaltare la situazione a loro favore erano poche e spinose.
Dopo 4 bicchieri di vodka Harry aveva intuito che lasciare Nat non sarebbe stata la soluzione: le fan non avrebbero dimenticato il loro "amore" tanto in fretta, e a quella ragazza urgeva un po' di pace e serenità.
Dopo una serie di shot variopinti pensò di lasciare la band.
Al diavolo le directioners, al diavolo la fama, i soldi, la musica, tutto.
Però poi il peso  della delusione degli altri e la colpa di "star mordendo la mano che l'aveva sfamato e sputando nel piatto da dove si era nutrito" lo avevano fatto rinsavire.
Troncare il contratto con la Modest sembrava l'opzione migliore, ma richiedeva soldi, avvocati e tanto tanto coraggio.
Aspettare la fine del contratto non aveva senso, dal momento che il rinnovo da poco firmato sarebbe scaduto nel 2015.
Quella firma era stato il più grande errore della loro vita.
L'ultima ipotesi, tanto sospirata, voluta e ragionata, era il coming out.
Quando, dopo una bottiglia di whisky scozzese aveva capito che non c'era altro rimedio aveva capito che doveva parlare con Louis, era miracolosamente apparso Zayn.
E poi...
Harry non si ricordava, nonostante gli sforzi.
Che cosa gli aveva urlato?
Che cosa aveva rinfacciato, cosa si era lasciato scappare?
Gli aveva detto la verità?
Non lo sapeva, perchè non ne aveva mai avuto il coraggio: aveva sempre avuto la convinzione che uscire allo scoperto fosse la cosa giusta fa fare, ma l'aveva seppellita dentro di se', sotto un mare di dubbi, paure e occasioni perse.
Ma d'altronde i leggins, i bambini e gli ubriachi dicono sempre la verità.
Però d'altro canto i managements non erano ancora venuti a prenderlo per le orecchie, quindi andava tutto bene, lui era etero, fidanzato felicemente con Natalie che non aveva tentato di uccidersi mentre lui andava in giro a fare l'emo depresso con la ciuca, Louis stava con El e tutti erano felici.
Tranne loro.
Forse un consiglio disinteressato dall'esterno era d'obbligo.
La signora Tomlinson sapeva dell'omosessualità del figlio, amava il suo "genero" e spronava il figlio a fare ciò che gli diceva il cuore.
Harry non lo aveva ancora detto a sua madre, per paura di deluderla: era da quando aveva iniziato a frequentare le prime fidanzatine che sua madre "non vedeva l'ora di avere nipotini suoi".
Va be che c'era anche sua sorella però... Non voleva deluderla.
A sua madre sarebbe andato bene Louis?
L'avrebbe sostenuto, come aveva sempre fatto, o l'avrebbe giudicato?
Il rumore di due gambe slanciate che si capultavano a rotta di collo verso di lui e una sonora sberla sulle natiche avevano distolto il ragazzo da quei dolorosi pensieri.
- Ahio!-
-E Tomlinson raggiunge Styles, e... sorpasso! La folla è in delirio!!-  Louis aveva esultato come se avesse vinto i mondiali, prima di iniziare a saltellare euforico attorno a Harry, come un bambino pieno di zuccheri.
- Allora? Corri così piano perchè sei ancora secco o stai diventando un pappamolle rammollito?- aveva ghignato maligno, accordando il passo al suo.
Non sembrava arrabbiato per la sera precedente.
Evidentemente sono io che mi faccio un sacco di fisse mentali, pensò Harry, probabilmente ieri sera non è successo niente, e io sono stato qui a tirarmi paranoie infinite per nulla.
- Oh, taci...Ho la testa che mi scoppia!- aveva sbuffato il riccio - E' già tanto se riesco a mettere un piede davanti all'altro senza pestare il naso sul pavimento...-
- Bhe, dai, un po' di aria pulita e del buon sano movimento dovrebbero solo farti bene- aveva commentato l'altro, prima che entrambi accelerassero il ritmo e si chiudessero ognuno nel proprio silenzio.
Un osservatore esterno avrebbe potuto pensare che il tacere dei due ragazzi fosse dovuto alla fatica, testimoniata dalle nuvolette di condensa nell'aria mattutina londinese, ma in realtà si erano zittiti per lasciare spazio ai loro pensieri.
Harry cercava disperatamente di ricordare cosa fosse successo la sera prima, e si chiedeva se il fidanzato pensasse mai a cambiare le cose, a uscire da quell'amore bugiardo che aveva condannato le loro vite all'inferno.
Non sapeva in realtà che Louis ci aveva già pensato.
Anzi, aveva fatto praticamente solo quello tutta la notte.
Dopo che El se n'era andata si era recato all'appartamento di Zayn e Perrie, sconvolto dal fatto che in un momento di tale shock e sorpresa si fosse ricordato che l'amico rivoleva indietro il CD dei Muse che gli aveva prestato (o meglio, che aveva abbandonato nella sua macchina dopo l'ultima fujitina con l'amata)
Ovviamente aveva trovato solo la donna delle pulizie che lo aveva fatto comunque salire in casa.
Aveva consegnato a lei il CD, guardandola sparire nel salotto per rimetterlo subito a posto, e in quel momento, mentre si girava per andar via, aveva visto un pacchetto bianco spuntare dall'amatissimo giaccone di pelle di Zayn, buttato svogliatamente sull'attaccapanni.
L'aveva "preso in prestito" e aveva fumato tutta la notte.
Non era solito farlo, ma gli serviva qualcosa che lo aiutasse a rimettere insieme i pezzi del casino che ormai era la sua vita, qualcosa che lo aiutasse a capire cosa fare.
E poi la roba che fumava Zayn non era mica forte, lo faceva solo per tirarsela e fare il figo: un pacchetto di Winston bianche non arrivava a comparare manco una Malboro, come gusto e potenza dell'effetto.
E Louis aveva trovato nella nicotina un buon alleato.
Aveva capito che prima di essere una questione di management, di fama, soldi, amore verso Harry o paura del giudizio della gente, era una questione più intima, legata a se stesso.
Non aveva ancora accettato di essere "diverso".
Gli era sempre piaciuto essere parte di un gruppo, trovarsi al centro di persone come lui, che condividevano passioni, interessi, ideali, amicizie e soprattutto voglia di divertirsi.
Era il tipico ragazzo che piaceva a tutti, era amico di tutti e la popolarità pian piano era diventato il suo pane.
Non voleva essere diverso, ma forse, già allora aveva il sospetto di essere unico, di essere una creatura segnata, irripetibile, senza uguali.
Non aveva voluto accettarlo: si era trovato le prime fidanzatine, ma nonostante ciò ancora sentiva una forte attrazione per il sesso opposto.
Credeva che fosse dovuta alla mancanza di una figura paterna in casa, che la dominante componente di sesso femminile in casa lo spingesse a stringere legami molto forti e profondi con il suo stesso sesso.
Era pieno di migliori amici.
E loro venivano prima delle fidanzatine.
Poi a X Factor aveva conosciuto Harry e aveva lasciato Hannah, voltando pagina e lasciandosi alle spalle delle ferite così profonde che avevano finito di compromettere la relazione stessa.
Anche Harry per un po' era stato il suo "migliore amico".
Tutto era cambiato dopo quel bacio, Louis aveva visto come non fosse l'unico ad essere diverso, a essere strano, sbagliato, la mela marcia, il giocattolo rotto.
Aveva visto come l'amico non fingesse neanche: era quello che era, e non poteva cambiare.
Era sereno e felice, e aveva tutta la sua invidia.
Dietro le quinte, dopo quel bacio a stampo rubato, Louis aveva pensato "Se Harry è sbagliato, voglio esserlo anche io"
Aveva trovato un po' di pace, aveva tirato un sospiro di sollievo.
Per un po' aveva potuto essere se stesso.
Ma poi il contratto con la Modest aveva spazzato via tutto, sogni, speranze, aspettative per il futuro...
Faceva ancora più male, più male di negare una parte di se', più male di nascondersi dietro relazioni finte create a tavolino: quello che erano non andava bene, era sbagliato, sporco, vergognoso.
Ma cosa avrebbero dovuto fare? Cambiare? Smettere di vedersi?
No.
I can't change.
Era uno dei tatuaggi di Harry, un altro vizio di Zayn che aveva contagiato il resto della band, un'aperta provocazione a Sid e ai suoi scagnozzi.
Erano arrivati a un punto di non ritorno, e Louis stava così male che non aveva potuto far altro che confidare la sua omosessualità alla madre, che si era rivelata la loro fata madrina, offrendo cioccolata calda, abbracci, consigli e conforto quando più ne avevano bisogno.
Suo padre no.
Non aveva avuto cuore di dirglielo, e dopo la separazione con sua madre i rapporti erano praticamente inesistenti e piuttosto tesi.
O almeno, questo era quello che Louis aveva sempre pensato.
La verità?
Non aveva il coraggio di ammetterlo, che era diverso, strano, che la chiesa condannava il loro amore, era peccato, uno scherzo della natura, un avanzo di società...
Tutto riconduceva a lui, tutta la merda che era successa era solo colpa sua, della sua insicurezza mascherata dal suo atteggiamento spavaldo, dai suoi complessi di inferiorità, dal fatto che non riusciva ad accettare se stesso.
E a quel punto...
Quale soluzione migliore per riuscire ad amare Harry e se stesso, quale maggior prova del loro amore, quale miglior liberazione se non il coming out?
Spesso si era chiesto se per Harry ne valesse la pena.
Non che non lo amasse, ma...
Era davvero pronto ad un passo così grande?
Louis s'è l'era chiesto seriamente, tra una tirata e l'altra.
E la risposta era stata sì, Harry Edward Styles era la persona giusta, per lui valeva la pena fare outing.
Era stato melenso e tremendamente zuccheroso e vomitevole, ma proiettandosi di 10, 20, 30 anni nel futuro,  si era visto sempre e comunque al fianco di Harry, con o senza fan, famosi o non famosi, ricchi o poveri, pieni di acciacchi per la vecchiaia, i capelli bianchi e il bastone per sorreggere le lunghe passeggiate.
E sarebbe stato felice, di questo ne era sicuro.
Sarebbero scappati a Las Vegas, si sarebbero sposati, e magari trasferiti del tutto: dopotutto in America avrebbero avuto più possibilità per una vita normale, sposarsi, convivere insieme, avere un figlio, forse...
Ma era impossibile.
La Modest non l'avrebbe mai permesso.
Certo, l'opzione più facile sarebbe stato dire ai ragazzi e Natalie la verità, in modo che la biondina e Liam potessero coronare il loro sogno d'amore, ma...
Avrebbero risolto ben poco: le fan avrebbero continuato a odiare Nat e lei e Liam avrebbero dovuto nascondersi, proprio come lui e Harry in quel momento.
E loro non volevano condannare nessuno, neanche il peggiore dei loro nemici, neanche il più crudele degli haters, a sopportare un tale calvario.
Forse assoldando un avvocato e procedendo per vie legali...
No, fare causa al dominio dei management avrebbe portato via troppo tempo e troppi soldi.
Certo, meglio poveri in canna sotto un ponte ma insieme, che ricchi famosi ma separati.
Ma la giustizia richiedeva tempo e la loro pazienza era agli sgoccioli.
E dopo aver acceso l'ultima, gloriosa sigaretta, a Louis era venuta un'idea.
Era spaventosa, rischiosa e potenzialmente assassina per il loro futuro, ma avrebbe funzionato.
Doveva funzionare.
Avrebbe chiamato un amico di suo padre, avvocato, lo avrebbe assunto e poi avrebbe fatto coming out, lui e Harry.
Improvviso, sconvolgente, efficace ma soprattutto irreversibile.
Nessuna dichiarazione dei management avrebbe potuto ritrattare ciò che avevano da dire, nessun rumor stavolta, nessuna fuga di informazioni, solo l'ammissione pubblica di un amore che aveva perso troppo e sanguinato troppo a lungo, e ora reclamava giustizia.
Le telecamere in diretta avrebbero immortalato per sempre il momento, nessuno avrebbe più chiesto spiegazioni, e la Modest non avrebbe potuto fermarli, dal momento che sarebbe stato tutto inaspettato.
Mentre Louis lasciava il sentiero asfaltato per dirigersi verso una collinetta coperta da quattro alberi spelacchiati che davano la vaga idea di bosco, facendo segno a Harry di seguirlo, la situazione ideale per attuare il suo piano gli balenò cristallina nella mente.

Erano corsi tra gli alberi spogli, scivolando sul terreno reso sdrucciolevole dalla rugiada che impregnava la terra, amplificando l'odore dell'erba baciata dall'aurora il mattino.
La meta del corridore più anziano era una trascurata panchina in ferro battuto, scolorita dal vento e dalle intemperie, abbandonata e dimenticata sulla cima della collina, che offriva la vista della distesa d'erba del parco e in lontananza gli edifici della grande metropoli.
Il sole sorgeva dai meandri delle terra, squarciando le nuvole e incendiando l'orizzonte, riflettendo i suoi raggi lucenti sui grattacieli e gli alti palazzi, tramutati come per incanto in preziosi diamanti.
Louis si era lasciato cadete sulla panchina, sfinito.
Harry ci era saltato sopra, alzando le mani al cielo come Goku di Dragonball, lasciando che il venticello che scuoteva le foglie gli entrasse nella maglietta, agitandone i lembi, per alleviare un po' la calura.
Si era strizzato i ricci sudati, legandosi la fascia al polso, poi si era disteso sulla panca, appoggiando la testa sulle gambe dell'altro ragazzo.
Erano rimasti un po' in silenzio, poi Louis aveva sospirato piano:
- Sono stanco...-
- E di cosa? Non sono neanche due ore che corriamo!-
- Non per la corsa. Per questa farsa. Per il lavoro. L'amore bugiardo. La carriera. Io non ne posso più, Harry. Voglio finirla qui-
- Cosa?- il ragazzo si era rimesso lentamente seduto, pallido in volto.
- Hai capito- aveva fatto una lunga pausa, fissando l'abbagliante riflesso della luce del sole sui vetri delle case.
- Certo che mi hai scelto proprio bene- aveva continuato, sogghignando crudele - Un codardo, bugiardo figlio di papà che rovinerebbe un meraviglioso amore per paura del giudizio degli altri-
Harry non capiva, ma lo aveva lasciato parlare.
- Meno male che sono bello- stava ridendo da solo l'altro, in preda a una crisi di riso senza allegria.
- Andava tutto così bene, eravamo così felici.... E poi...-
Era calato il silenzio, scandito solo dal cinguettare degli uccelli e dal battito frenetico del cuore di Harry.
- A volte leggo alcuni Tweet,  quelli con l' hastag #memories, e mi prudono le mani dalla voglia di retwittare. E quando guardo le nostre vecchie Twitcam, i Videodiary... Eravamo così felici, Harry! Ero così felice. E adesso...
Sono felice finchè non mi accorgo di quanto fa male.
E ti giuro che ho cercato di nasconderti tutto, perchè io sono quello che ride sempre, che scherza su tutto, che non è mai serio, ma a volte, quando ti dicevo "Sto bene" avrei tanto voluto che mi abbracciassi, e mi rispondessi "Lo so che non è vero, ma è tutto okay"
Ho cercato di dimenticare quanto facesse male, e di andare avanti, per te.
Ho provato.
Ho aspettato.
E poi ieri sera ti sei presentato davanti a me, ubriaco,  e ti sei messo ad urlare, ad accusarmi-
Man mano che Louis parlava il riccio perdeva colore e tremava sempre più forte, in preda alle vampate di calore e crampi allo stomaco.
- Hai detto che mi vergognavo di te, che ero un lurido doppiogiochista, un avaro, opportunista, sporco parassita..
E sembrava che non capissi che tutto quello che hai passato tu l'ho passato anche io, che anche io ho dei sentimenti, anche se non li esterno spesso, che anche io tengo a te.
E io....
Sono tanto stanco di ferirci a vicenda-
Sentivano in lontatanza i clacson della città e i rumori della città che si risvegliava.
- Sei ancora arrabbiato con me?- aveva chiesto Harry, non riuscendo a dissimulare il tremito della voce.
- No-
- Sei sicuro?-
- Non sono mai stato arrabbiato con te-
- E allora che cos'hai?-
- Sto male-
Il ragazzo più vecchio si era passato stancamente una mano sul viso, scompigliandosi il ciuffo che faceva capolino da sotto il berretto sportivo, prima di saltare in piedi e iniziare a camminare davanti alla panchina, misurando il suolo a grandi falcate, camminando furente avanti e indietro, come un animale in gabbia.
- Firmare quel cazzo di contratto... E' stato il nostro più grande errore.
Avremmo dovuto combattere di più, impedire che monopolizzassero la nostra vita, che ci trasformassero in automi, in bamboline create solo per vendere la musica che loro volevano...
Avremmo dovuto rimanere noi stessi, nella fama o nell'anonimato,avremmo dovuto impedire alle fan di rubare la nostra privacy, influenzare le nostre scelte, e avremmo dovuto combattere per la nostra diversità, in modo che venisse accettata, in modo da essere liberi...
Abbiamo sbagliato.
Ma dagli errori si può trovare la soluzione dai propri guai: non si impara niente se si fa tutto giusto-
Si era improvvisamente fermato davanti alla panchina, inginocchiandosi velocemente davanti a Harry e prendendogli la mano.
- Harry Edward Styles... Io ti amo, e voglio rimediare ai miei sbagli, voglio passare tutta la vita con te: comprare un appartamento tutto nostro, sposarci, se mi vuoi pigliare, passare le vacanze insieme, strapparti il primo capello bianco...
Lo voglio fare con tutto me stesso, e voglio farlo alla luce del sole-
Harry non ci credeva, si sentiva mancre il fiato, e quasi non riusciva a guardare il viso di Louis illuminato dal sole color arancio alle sue spalle, con una luce così intensa e viva da farlo lacrimare.
- Vorresti fare coming out con me, ed annunciare il nostro fidanzamento pubblicamente?-
Oh, non era il sole, ne il vento, ne l'alcool che gli inumidiva gli occhi...
Era come si sentiva dentro.
Amato.
Libero.
Infinito.
Louis non capì subito il perchè delle sue lacrime che si trasformarono presto in singhiozzi, e si preoccupò per lui, perchè si era messo per la prima volta a nudo, e lui reagiva così...
- Ohi! Ti ho detto che non c'è l'ho con te! Non è colpa tua!-
I singhiozzi erano solo aumentati, mentre il ragazzo cercava di soffocarli premendosi le mani sul viso.
- Harry... Harry smettila... - l'altro gli sveva sistemato la solita ciocca riccia ribelle.
- Se piangi perchè hai cambiato idea per me va bene, è solo che-
Harry lo aveva colpito sul braccio con un pugno leggero che pareva una carezza, e aveva continuato a colpirlo piano, a ritmo con il suo pianto.
- Non. Piango. Per. Quello. Idiota. Piango. Perchè. Sono. Felice!!!-
Ci aveva messo un po' per calmarsi, e quando ci era riuscito, aveva trovato Louis in ginocchio, una vista mozzafiato e un tripudio di colori come sfondo, e l'aria mattutina che gli raffreddava le guance in fiamme.
- Harry Edward Styles- aveva ripetuto solenne Louis Tomlinson, inginocchiato sulla terra nuda che gli macchiava i pantaloni della tuta -Vorresti fare coming out con me e annunciare pubblicamente il nostro fidanzamento?-
E lui, chiaro e forte disse: - Sì -

 




Angolo Autrice *-*

Mi. Sto. Sciogliendo.
Sono troppo sdolcinata in questo capitolo, vero? :3
I miei Larry feelings sono ESPLOSI hahahahahahaha :)
A parte questo, bela gente, meno 5 alla fine della scuola #laterrapromessasiavvicina.
La prof di matemetica oggi ha voluto giocare con noi a Grande Fratello,  facendoci scrivere in un bigliettino anonimo chi vorremmo 'eliminare' e chi vorremmo 'salvare' nella classe.
Tutte si sono "scagliate" ( metto le virgolette perchè rispetto i pareri di tutti) contro una mia amica, e io ero imbarazzatissima perchè non sapevo che fare.
Non reagiva e io di conseguenza non sapevo come comportarmi: se avesse pianto l'avrei consolata, se faceva dell'ironia l'avrei fatta ridere, ma lei stava lì come una stoccafissa e io non sapevo più che pesci pigliare...
Non è che potevo saltar su a fare la paladina degli afflitti, che non fa nemmeno parte del mio carattere.
Quindi, bho.
Ho passato dei brutti 5 minuti.
Iniziando a parlare della vostra meravigliosa meravigliosità, vorrei scusarmi con Lily che voleva denunciare la mia scomparsa a chi l'ha visto perchè ho cambiato nome di Twitter....
Adesso sono @___ech0, per chi volesse saperlo *grilli in lontananza*
Continuando la lista, mi devo PROFONDAMENTE scusare anche con Row_ perchè passo sempre in ritardo da lui, e non se lo merita.
Quindi sorrami, plis :(
Anche Lau, scusa, abbi pazienza se non capisco le cose, sono una ritardata del cavolo che si sveglia solo se gli strilli "LARRY!" o "ONE DIRECTION!" in un orecchio :)
Quindi... lo siento (HAHAHAHAHA)
Okay, scuse finite.
Apriamo il pacchetto dei grazie XD
Il primo va a Vale, che mi fa prendere dei pali assurdi perchè ha cambiato nick, e io ho passato mezz'ora a grattarmi il mento e a chiedermi, "ma chi è questo?" davanti a un suo messaggio, un altro va a Vashappenin__ che finalmente si è messa in pari, e quindi adesso anche se le racconto la rava e la fava posso farlo liberamente senza aver paura di farmi sfuggire le cose XD
Un immenso GRAZIE va a Iris, senza di lei e la sua FF questo dolcioso e diabetico capitolo non ci sarebbe, quindi grazie per riaccendere la larry beliver che c'è in me, Ilaria e i nostri meeting su What's app che ci distraggono da Cavour, Mazzini, Garibaldi...
Un "grazie amùùù!!111!! hìhìhìhìhì" traboccante di bimbominkiosità a Giuseppina Caccavalle e a Viola, la sua mente creatrice, a Vivian, che si preoccupa della mia salute *inizia a tossire cough cough cough :3*
Caro, Celeste, e gli altri 4 gatti che mi seguono, che FINALMENTE hanno risposta alla loro domanda come promesso, e spero le soddisfi per bene ( si? no? Maybe?)
Deborah, che per il coming out dovrà aspettare ancora un po', ma vedrai che c'è la faranno, Erica che deve disattivare il T9 al telefono quando recensisce, perchè io sono una directioner da molto, ma Louisiana e Lima non so chi siano XD
Ellie che ha interrotto la maratona di A kind of brother solo per leggere le mie schifezzine, e ch mi ha spinto a leggere questa BELLISSIMA FF, che io amo, e che sabato notte ho letto tutta d'un fiato, addormentandomi sulla tastiera al 26 capitolo. D'oh. Porco Starbucks.
Ylenia, che si dispera perchè mancano pochi capitoli ( ma state tranquiiiiille c'ho ancora Drunk in corso, anche se ha pochissime recensioni D:)
Camilla, che mi da notizie fresce fresce da Verona, anche se non c'è stata :( e Nora che è una stella di Brodway, la Natalie della vita reale :)
Silvia, con cui condivido le mie quotidiane figure di cacca, e ci ridiamo insieme su, perchè ridere fa bene al cuore, Paolina Paoletta che mette il sale sulla cotoletta ( questo è quello che il mio prof di storia declama mentre mi interroga. E poi dimmi uno come fa a stare serio. Ovviamente lui dice 'Camilla', non Paola. Perche io mi chiamo Camilla. Yeeeee) Barbara che mi commuove con le sue recensioni tenerissime :')
Te lo ha mai detto nessuno che sei tenerella? <3
Nali, con la quale discuto e mi confronto riguardo alla Larry, perchè i dubbi sono tanti, così come gli indizi e i segnali, e noi non sappiamo più a chi credere, mente o cuore? #lostinconfusionlikeanillusion
E ultima ma non meno importante, a Lu, che è un po' simile a me e mi fa sentire meno sola.
Love you all.
Kisses
Finny ( come direbbe tommoshorts)


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Capitolo 18
*** Shining Star ***


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ollgx
* La morale è ancora quella, fai merenda con girella XD





"Aiuto!!! Aiuto!!! Sono rimasto chiuso dentro!!! Sono bloccato!!! Ehi!!! C'è nessuno???!"


Il ragazzo aveva voltato le spalle alla porta, ghignando di gusto e tornando lentamente sui suoi passi.
- Zayn! Zayn! ZAYN!!!- lo aveva rincorso l'amico - Dove vai?-
- Me la filo- aveva risposto lui, voltandosi appena per guardare l'amico nella penobra dell'atrio.
- Ma... Ma...- Niall aveva rincorso il moro.
- Cosa ti sei fumato? Coglione, torna indietro!! Dobbiamo aprire la porta-
-  Non ci ha visto nessuno, nessuno scoprirà nulla!-
- Non è la soluzione giusta!!! -
- Nialler, non fare il paranoico-
L'irlandese si era attaccato al braccio tatuato dell'amico, puntando i piedi, scivolando sulla moquette e appendendosi al retro del suo giubbotto di pelle come un koala.
- Zayn!! Dobbiamo farlo uscire! Così non risolveremo nulla!!-
Niente.
Ma perchè tutti sono così schizzati in questo periodo?
L'aveva strattonato per qualche metro ancora, inciampando nei sedili di velluto rosso del teatro, imprecando contro la calca pressata nei corridoi che gli impediva di fermare le falcate feline dell'altro, le spalle scosse da una risata silenziosa.
- Piantala di fare il figo terrorista!-
Il ragazzo si era liberato, scrollandosi il biondo di dosso e girandosi a fronteggiarlo.
- Nessuno ci ha visto, daranno la colpa alla serratura difettosa, e Natalie starà meglio-
- Ma quel poveretto...-
- Quel poveretto,  come dici tu, potrebbe essere uno di quelli che ha postato cose orribili su di lei, uno di quelli che l'ha insultata, ferita o umiliata-
- Non fare di tutta l'erba un fascio!- l'aveva ripreso severamente Niall - Solo perchè frequenta la sua scuola non vuol dire che lui c'entri qualcosa!-
- E' eugualmente coinvolto- aveva asserito l'altro ragazzo, perdendo l'aria scherzosa di prima - Quando i bulli colpiscono le vittime e gli altri restano in silenzio come un branco di pecore fifone, allora sono colpevoli allo stesso modo dei carnefici-
Aveva voltato i tacchi, ed era tornato velocemente al proprio posto, seduto affianco a Perrie.
Niall per un po' era rimasto spiazzato: non era mai stato vittima di bullismo, ma dopo ciò che gli aveva detto l'amico capiva che magari era stato anche lui carnefice.
Magari avrebbe potuto fare qualcosa quando i giocatori di rugby del 4° anno prendevano per le orecchie i primini più petulanti e li usavano come scopino del cesso, o come schiavetti portapranzo-raccattapalle- consegnacompiti.
Ciò non toglieva che quello che avevano fatto era totalmente inguisto, inappropriato, sbagliato, sleale, subdolo e ingannevole.
Era martedì 28 aprile, il giorno della rappresentazione dello spettacolo di Natalie.
O meglio, l'ex spettacolo nel quale Natalie avrebbe dovuto recitare come protagonista.
E al quale aveva voluto partecipare come spettatrice a tutti i costi.
Valla a capire, quella maledetta sadica masochista vittimista, aveva commentato Niall tra se' e se' mentre afferrava il giubbotto e si affrettava a seguirla fuori dall'appartamento, vuole proprio star male a tutti costi, si tira la zappa sui piedi da sola.
Lui, Perrie e Zayn avevano deciso di accompagnarla, per darle un po' di sano sostegno morale, ma quando l'ennesimo gruppo di ragazzine si era messo a sussurrare occhieggiando la figuretta triste di Nat, affiancata a destra dalla Edwards e a sinistra dal bel irlandese, Zayn non ci aveva visto più.
- Vado in bagno- aveva annunciato, furente di rabbia, mentre lanciava un occhiata capace di far saltare in aria l'intero gruppo di stronzette ridoline e si allontanava camminando rapido.
Vedendo la sua espressione l'amico non aveva potuta far nient'altro che seguirlo (anche perchè i due esponenti del gentil sesso si erano lanciate in una estenuante conferenza su "Come erano vestite le donne presenti in sala", o meglio, la signora Malik cianciava a briglia sciolta mentre l'altra si limitava ad annuire o ad arricciare le labbra)
Quando aveva lo aveva raggiunto, Zayn si apprestava ad entrare nei bagni comunitari a pubblico e attori, seguito a ruota da un ragazzetto pelle e ossa che sembrava appena uscito da World of Warcraft per come era vestito: più che un uomo del medioevo sembrava un cosplay mal nutrito.
Entrando nel bagno Niall non aveva colto che lo svolazzare del mantello prima che la porta del cubicolo si chiudesse, e l'amico piegato in due sul lavandino, intento a sciacquarsi il viso, cercando di calmarsi.
Era rimasto in silenzio, appoggiato alle piastrelle fredde e bianche mentre Zayn si asciugava la faccia sulle maniche della felpa ( non avebbe MAI utilizzato il giubbotto) imprecando perchè si era schizzato perfino gli occhi.
Poi il piccolo medioevale era uscito dalla toilette, sbattendo contro il biondo e rischiando di finire col sedere per terra.
Aveva spalancato la porta ed era scappato fuori, seguito dai due ragazzi, preoccupati che si potesse essere fatto male ( o che si fosse strappato il costume, dal momento che Zayn sotto sotto era un nerd patito di giochi di ruolo pieni di maghi, druidi eccetera eccetera eccetera) e si era infilato in uno stanzino buio e polveroso in un corridoio laterale, che probabilmente veniva impiegato come camerino degli attori maschi, o camerino degli attori nerd, oppure era una stanza dove s'imparavano le arti magiche medioevali, prima di prendere il diploma in "Nerdologia" e passare la festa post laurea a Narnia, dopo essersi infilati in qualche armadietto in disuso, pieno di ruggine e topi.
Non era niente di  pianificato, era stato un colpo di genio improvviso.
O  una cazzata megagalattica, dipende dai punti di vista.
Un paio di occhi onice, che avevano fatto innamorare miglioni di teenager nell'intero globo, si erano illuminati, comunicando silenziosamente con quelli azzurri.
"Eureka" dicevano "Eureka"
Peccato che Niall non conoscesse il greco, e di conseguenza non avesse potuto fermare lo scatto felpato da agente segreto di Zayn, che aveva chiuso piano la porta, senza emettere uno scricchiolio, aveva girato la chiave nella toppa, e l'aveva estratta dalla serratura, tutto in un battito di ciglia e silenzioso come un respiro.
E poi s'e n'era andato.
Cosa sperava di ottenere?
Il biondo non lo sapeva, ma sapeva che in condizioni normali Zayn non si sarebbe comportato così: gli piaceva fare il bullo, vestirsi figo, tirarsela un po' quando gli andava, ma infondo lo faceva senza alcuna malizia o cattiveria.
Magari si stava inconsciamente vendicando di qualche scherzo subito alle superiori, ma dal momento che non era il dottor Freud, non poteva esserne certo.
Niall si era riscosso, avviandosi lemme lemme verso il suo posto a sedere, pregando Dio che la conferenza modaiola fosse finita.
- Ohi Nialler ti davamo per disperso- aveva commentato Perrie, spostando le gambe di lato per far passare il ragazzo, che aveva aperto la bocca per ribattere, ma era stato preceduto dall'amico:
- Non farci caso, ci mette sempre un sacco di tempo in bagno- aveva sogghignato Zayn - Gli si incastra la zip nei boxer-
Ma la ragazza non stava ascoltando, era troppo presa a commentare con l'amica un minivestito leopardato indossato da un arzilla ottantenne.
L'irlandese aveva stretto la mano a pugno, affondando le nocche nel cavallo dei pantaloni dell'amico, che si era accasciato a terra, sibilando e gemendo come un serpente.
Erano così distratti che non si erano accorto del fermento che serpeggiava in sala e fra gli attori, agitando minaccioso il sipario cupo rosso sangue, che sembrava gonfiarsi e sgonfiarsi a ritmo dei mormorii arrabbiati del pubblico, stufi di attendere l'inizio della rappresentazione, palesemente in ritardo.
Dietro le quinte l'isteria raggiungeva livelli mai visti prima, persone in lacrime, gente che si strappava i capelli, svenimenti...
Niente di insolito per una prima, ma a differenza delle altre volte l'insegnante- regista non consolava nessuno, non infondeva coraggio, non ritoccava all'ultimo i costumi strigliando ininterrottamente i poveri teatranti caricandoli a dovere per la performance.
Miss Fox aveva scorso l'elenco, come al solito, in maniera minuziosa e precisa, controllando che tutti fossero pronti e vestiti a dovere.
Ma non era riuscita a trovare una delle comparse maschili principali.
E in quel momento la sua domanda era una sola...
Dove diavolo si era cacciato l'oste?!






-Mi scusi... Permesso....-
La prima era iniziata, e l'attenzione del pubblico era concentrata sul terzo atto della rappresentazione che si svolgeva sul palcoscenico, disturbata dalla figura di una donna che pestando i piedi e inciampando nelle gambe, si avventurava a tentoni nel buio dell'auditorium, cercando disperatamente di raggiungere le file centrali.
Era certa di trovarla lì, sapeva che non sarebbe mai mancata.
Sorrise quando vide lo sguardo pieno di passione e lacrime della ragazza, che sedeva sul bordo del sedile, completamente rapita da quel mondo fantastico che conosceva così bene, e del quale faceva parte, un tempo.
Natalie si sentiva male, a vedere lo spettacolo da esterna: recitava sottovoce tutte le battute, una mano stretta al cuore, come per impedire che il dolore glielo strappasse via, gli occhi fissi sulla scena, così lucidi che le luci del proscenio si riflettevano in essi, così pieni di attenzioni che lei non sbatteva nemmeno le palpebre.
Pallida come una morta, stava in allerta nel buio, immobile tranne che per le labbra che recitavano con voce insolitamente accesa e viva le battute, mormorate così piano da essere inudibili.
Era come essere separati dalla persona che più si ama da uno spesso vetro: per quanto urlava o ci picchiava sopra, lui non sentiva, non vedeva, e andava avanti con la sua vita.
Era invisibile in mezzo alla folla.
La donna era inciampata in un paio di converse.
- Mr Malik, si sposti- aveva bisbigliato secca l'insegnante, con il piglio autoritario che di solito riservava ai suoi allievi più indisciplinati - Mi faccia parlare con la signorina Jhonson-
La signora Fox mentalmente si maledisse: il fatto che sua figlia dodicenne sentisse 24 ore su 24 non-stop Tell me a Lie e avesse creato a computer un disco con tutti gli assoli di Zayn che si ripetevano inesorabilmente per almeno 3 ore, e lo sentisse mediamente ogni pomeriggio, non la autorizzava a trattare il cantante come se fosse un suo alunno.
Questi però non aveva fiatato, limitandosi a ritrarre le gambe, in modo che la donna si accovacciasse tra i sedili permettendo agli spettatori di vedere il palcoscenico.
- Nat- aveva mormorato, scuotendo dolcemente la ragazza - Abbiamo bisogno di te...-
Sperava che la ragazza non si mettesse a fare scenate tragiche in mezzo a tutto il teatro, che non gli rinfacciasse che era stata proprio lei a sbatterla fuori, che era da ipocriti, che non voleva...
Invece era stata zitta, fissandola priva di espressione.
- Che ne dici? Torni a bordo?- aveva insistito l'insegnante titubante, conscia del fatto che l'atto stava volgendo a termine, e che mancava un attore per mandare in scena quello successivo e implorare Nat di tornare era il meglio che poteva fare per salvarsi le palle.
Aveva annuito lentamente, sgranando gli occhi incredula, levandosi in piedi come il sole che sorge e seguendo l'insegnante nel labirinto di piedi, file, cappotti e gambe che conduceva dietro le quinte, quasi non avvertendo la consistenza del suo corpo, come se stesse galleggiando a mezz'aria, nel limbo.
In quel momento, un pensiero la colpì: quel quadrimestre aveva lottato per ottenere la parte più importante che uno studente potesse avere nell'opera, si era tinta i capelli, aveva sostenuto migliaia di provini, prove fuori orario, lavoro extra scolastico ed imprevisti vari.
Si era battuta perchè voleva essere niente di meno che la protagonista, e non si sarebbe accontentata di altro.
Aveva ottenuto la parte, e poi aveva perso tutto.
Due ore prima avrebbe venduto l'anima pur di salire su quel palco, per essere qualcun altro per solo un istante, uscendo dai suoi dolorosi panni, staccandosi un attimo da se stessa per avere un po di pace, una tregua dalla sofferenza che stava provando.
Il Signore l'aveva accontentata.
E ora si sentiva felice, anche se non era la protagonista.
Forse essere felice non significava che tutto era perfetto, ma voleva dire che eri deciso a guardare al di la delle imperfezioni.
Non si sentiva così da molto tempo, quasi non sapeva più cosa significava la parola "Felicità", ma avvertire di nuovo quella buffa sensazione allo stomaco e quella piacevole stretta al cuore che ti faceva venir voglia di ballare, cantare e ridere a crepapelle, era come riabbracciare un vecchio amico.
E' difficile apprezzare la felicità quando non si è mai sperimentato la tristezza, ed è quasi più difficile essere felici dopo essere stati nel buio a lungo.
Si sa, la luce ferisce gli occhi a lungo chiusi, ma quando questi mettono a fuoco il mondo, si nasce di nuovo.
E Nat sarebbe rinata nel corpo di un oste ubriacone.





Appena la ragazza e l'insegnante erano sparite nel buio, Zayn aveva colpito rapidamente la nuca del biondo, strillando, dimentico di essere in teatro, nel bel mezzo di una rappresentazione teatrale:
- Te l'avevo detto che avrebbe funzionato!-
Le persone dietro di loro avevano iniziato a rumoreggiare infastidite, e Perrie aveva zittito il fidanzato colpendolo allo stomaco e sibilando un - Taci!- che aveva fatto ammutolire i due ragazzi, immobilizzandoli come statue di sale.
A Niall però bruciava di essere stato tenuto all'oscuro del piano dell'amico e soprattutto di essere stato colpito, così gli aveva ricambiato il favore allungandogli una potente gomitata nel fianco.
Quello, dopo essersi massaggiato la parte lesa, gli aveva preso la mano nel buio, torgendogli le dita dino quasi a spezzargliele.
- Ahi- aveva sussurrato piano l'irlandese, mollando all'avversario un calcio sullo stinco, approfittando del suo dolore per liberarsi la mano e dare uno schiaffetto a lato della testa di Zayn, che furibondo lo aveva colpito allo stomaco come la sua ragazza aveva fatto poco prima con lui, solo con molta più potenza.
L'altro si era piegato in due, boccheggiando per il colpo ricevuto, e da quella posizione aveva affondato (di nuovo) le nocche lì dove non batte il sole.
La battaglia stava per degenerare, ma un gridolino eccitato di Perrie e un fragoroso applauso aveva annunciato loro che il terzo atto era iniziato.
La ragazza indicava entusiasticamente un personaggio amorfo, con un enorme cappello che gli copriva il volto, in enormi abiti maschili, che si appoggiava svogliatamente al bancone dell'osteria fatto di legno compensato, servendo i clienti con aria svogliata e mano maleferma.
L'auditorium si era zittito: Natalie Jhonson era tornata sul palcoscenico.
Perchè le stelle sono sempre destinate a splendere.







L'oste burbero era un ruolo decisamente secondario.
Ma Nat era troppo brava per passare inosservata, e si era troppo immedesimata nel ruolo per limitarsi a servire pigramente gli avventori della sua locanda.
Si accostava ai tavolini nella calcata parodia di un ubriaco, barcollando e sbattendo qua e la sugli attrezzi di scena, rovesciando bicchieri, urtando le persone per poi abbracciarle successivamente, versando il vino nei boccali ma sbagliare mira e innaffiando il bancone.
Il protagonista maschile, un capellone hippie alto due metri con la zazzera bionda che ondeggiava qua e la ad ogni battuta esclamò passando la sua coppa:

"Mio oste della Giarrettiera!"

Natalie si voltò, biascicando con voce impastata così camuffata da risultare quasi come un timbro maschile:

 "Che dice il mio briccone sopraffino? Parla dottamente e saggiamente"

"In verità oste mio devo allontanare alcuni dei miei seguaci"

"E licenziali pure Ercole possente! Discacciali. Che se ne vadano; a galoppo a galoppo"

La ragazza imitò un cavallo, finendo per incespicare sulle sedie.

"Qui spendo dieci sterline a settimana..."

Riprese il capellone, Falstaff in arte.

"Ma sei un imperatore! Sei un Cesar e un Kaiser e un Visir
Prenderò Bardolfo al mio servizio. Spillerà il vino metterà la cannella. Ti va bene grande Ettore?"


"Benissimo oste caro"

"Inteso. Dammelo pure"

Poi si rivolse a Bardolfo, passandogli un braccio attorno alle spalle e appendendosi a peso morto sulla spalla di questo, come solo un ubriaco sa fare.

"T'insegnerò a metter la calce nel vino e a servire la birra con molta schiuma. Sono un uomo di parola. Vieni con me"

Aveva ammiccato lascivamente verso il pubblico adulto, che aveva riso per quel doppiosenso, e per l'imbarazzo di Bardolfo, che evidentemente non aveva capito, o non voleva capire il doppiosenso nascosto nel testo Shakespaeriano.


"Vai Bardolfo! E un buon mestiere quello di tavernaio. Da un mantello vecchio si può ricavare una giacchetta nuova; e da un servitore usato un taverniere fresco. Vai vai Bardolfo. Addio!"

E con questa frase congedò i due "uomini" che abbracciati si diressero dietro le quinte, tra le risate del pubblico, divertito dalla mano dell'oste che era scivolata nemmeno troppo discretamente sul didietro del ragazzo.

 Niall, Zayn e Perrie non sarebbero potuto essere orgogliosi: appena Nat era sparita dalla scena una voce infantile, probabilmente appartenente a un bambino seduto qualche fila più avanti, aveva esclamato, contrita:
- Mamma, ma dove va il cameriere? Perchè non torna?-
Fortunatamente per il bambino (e per la madre) Nat era tornata  nella scena terza, tramutatasi da ubriacona a pentola di fagioli brontolona.
Mentre i personaggi di Caio, Giovannino, Sommario e Mingherlino si litigavano le donne e l'onore in primo piano, l'oste gli scimmiottava alle loro spalle, non visto, fingeva di prenderli a sberle, commentava sarcasticamente ogni loro parola, intervenendo con cruda ironia e nero pessimismo nei loro discorsi.
Il pubblico rideva, rideva sempre più, e più si divertiva, più Nat enfatizzava i gesti, esagerava nella mimica, si sbracciava, strillava le frasi, facendo ridere perfino gli attori sul palco, incapaci di restar seri.
Era davvero brava.
Niall si mise il cuore in pace: come amico non aveva potuto fare a meno di colpevolizzarsi per non aver mai capito il periodo difficile che Nat stava passando, ma in quel momento capì che lei l'aveva sempre nascosto bene, fingendo che fosse tutto a posto, e fingere era la cosa che le veniva meglio.
Non era colpa loro, non era colpa di nessuno, solo della stupidità delle persone, immensa e sconfinata quanto l'universo e le sue galassie.






L'opera era andata avanti senza nuove apparizioni dell'oste, molte volte invocato dal pubblico nei momenti di silenzio, e finalmente era giunta al termine.
Gli attori si erano riuniti tutti sul palcoscenico, tenendosi per mano, e Miss Fox, l'insegnante, era salita sul palco a presentarli uno a uno.
Quando aveva chiamato l'oste,  Nat si era fatta avanti, beandosi delle luce dell'occhio di bue che la colpiva in pieno.
- Miss Natalie Jhonson!- la ragazza si era levata il cappello, inchinandosi all'applauso del pubblico.
Non vedeva le ragazze della sua scuola sedute al loro posto, con le espressioni inacidite dall'invidia e le braccia incrociate strette sul petto, non vedeva i loro faccini da smorfiose, non sentiva i loro commenti crudeli, no.
Si godeva la sua standing ovation, iniziata proprio da tre sedili nel settore centrale del teatro, ai quali aveva inviato mille e mille baci, mentre cercava di non commuoversi o almeno, di asciugarsi le lacrime e passare inosservata, nonostante fosse illuminata da un riflettore solo per lei.
Tra un atto e l'altro avevano trovato Sylvester Bosworth chiuso in uno stanzino polveroso nei pressi dei bagni.
Era così traumatizzato che non aveva voluto riprendersi il ruolo, cedendolo a Natalie, alla quale aveva raccontato di aver sbattuto contro un ragazzone pieno di tatuaggi e inciampato nei piedi di uno biondo, e per la vergogna di essersi nascosto nello stanzino, timoroso che volessero dargli una lezione, e di esserci rimasto chiuso dentro probabilmente a causa della serratura arrugginita, vecchia e difettosa.
Nat aveva sorriso in direzione dei suoi amici, pronti a diventare bulli loro stessi solo per vederla felice: Perrie si stava asciugando la faccia nel suo foulard griffato, mentre i ragazzi facevano gara a chi applaudiva ed esultava più forte.
Per la prima volta dopo molto tempo, la ragazza sorrise, luminosa.
Le stelle sono sempre destinate a splendere, e anche nelle tenebre più oscure la loro luce risplenderà brillante nonostante le ombre inquiete del buio.









Fogli di carta sparsi per l'appartamento, il pc aperto sul comodino, la penna lanciata con rabbia sul pavimento, causando una macchia sulla moquette.
Harry Styles non riusciva proprio a combinare niente: il giorno del coming out si avvicinava e lui non aveva ancora scritto un discorso decente.
Aveva gli incubi di notte, a tratti diventava tachicardico, non mangiava, e tutto quello che Louis riusciva a fare per aiutarlo era stare seduto sul letto, con le gambe a penzoloni, a guardarlo mentre impazziva.
- Mi aiuti o no?!- aveva chiesto il riccio per l'ennesima volta.
- Tesoro, non serve un discorso da diplomatico: ti ho detto che ci penso io-
In realtà Louis aveva già provveduto a scrivere un discorso e impararlo a memoria: non voleva che le Directioners incolpassero Harry dei suoi sbagli, e così aveva deciso di mettersi a nudo, prendendosi tutta la colpa e sperando nella clemenza delle loro fan.
- Aiutami!- aveva strillato il più piccolo, isterico.
- Stai calmo-
- Non dirmi di stare calmo o ti meno-
L'altro aveva sogghignato.
- Fatti avanti-
La lotta, a base di morsi, spinte, cuscinate e solletico era iniziata, ma entrambi sapevano come sarebbe andata a finire.
Stavolta fu Harry a prendere l'iniziativa.
Louis non voleva forzarlo, dal momento che durante la famosa sbornia veritiera il fidanzato lo aveva accusato di usarlo come bambola gonfiabile, e che faceva maledettamente male sapere di valere quanto una zoccola qualunque.
*Il riccio afferrò Louis con uno scatto, le sue mani cingevano i suoi polsi tenendoli fermi.
-Che vuoi fare Haz?-
Non si poteva tirare indietro, era stufo di scappare dalle sue paure.
Avevano preso una decisione, e adesso doveva agire coerentemente con le sue scelte.
- Haz?-
Louis era preoccupato dalla sua espressione seria e concentrata, timoroso di averlo turbato ancora una volta.
 Il più piccolo non rispose, semplicemente si limitò a spingere il maggiore finché le sue spalle non sbatterono contro la parete della stanza.
Il più grande boccheggiò per il colpo ricevuto, l'aria che era uscita dai polmoni tutta d'un colpo.
In quel momento il verde smeraldo delle iridi di Harry si incrociò nel celeste delle iridi di Louis, il fiato corto, la schiena aderente alla fredda parete.
Lo vuole davvero?
Sono davvero pronto?
Ci fu un attimo di esitazione da parte di entrambi poi, il riccio, smosse la situazione infilando la lingua in bocca al moro senza nemmeno aspettare il suo consenso.
Finalmente aveva avuto il fegato di farlo, si, di farlo senza chiedersi se fosse giusto, senza chiedersi se Louis avesse voglia in quel momento, l’aveva fatto perché in quel momento LUI voleva, e voleva avere il controllo della situazione.
Almeno per una volta, sussurrava malevola la vocetta cattiva e sarcastica nel suo cervello.
Le loro lingue si fondevano l’una con l’altra mentre in riccio iniziava a passare una mano sopra l’inizio di erezione nella tuta di Louis che non riuscì a fare a meno di sorridere tirando gli angoli delle labbra.
Era da tanto che non lo scopriva così... voglioso.
Ormai il loro rapporto era scandito dagli istinti di Tomlinson e dalla patetica e robotica routine che era diventata la loro vita.
Forse aveva preso la scelta giusta, forse si poteva aggiustare tutto, nonostente i numerosi errori.
Si staccarono per poter riprendere fiato e i loro sguardi si incrociarono ancora una volta, sempre più complici.
- Andiamo? -
Harry annuì, afferrando una mano al maggiore e insieme raggiunsero il letto.
Il più piccolo afferrò il lembo della maglia del maggiore sfilandogliela.
Si soffermò a contemplare gli addominali del più grande, erano così perfetti.
Quello si passò lascivamente la lingua sul labbro superiore, esplicito invito ( o incoraggiamento ?) ad andare avanti.
Il riccio accarezzò leggermente la guancia di Louis, poi passò verso il collo, poi sul petto fino a raggiungere l’elastico dei pantaloni che fece scivolare lentamente verso terra.
Louis si posizionò sul letto ammiccando al più piccolo che sembrava quasi imbambolato dalla sua visione.
-Allora piccolo, che fai? Mi sembri ancora troppo vestito-
A quelle parole il riccio si risveglio di colpo, stava perdendo il controllo? No, doveva riprendersi.
Non si poteva permettere di fallire anche questa volta.
Voleva Louis e lo voleva per tutta la vita, nonostante tutto quello che avevano passato e che stavano per passare.
Tolse di colpo sia la maglia bianca sia i jeans che indossava lanciandoli da qualche parte nella stanza da letto per poi raggiungere velocemente Louis.
Gli si mise a cavalcioni iniziando a lasciare una scia di baci lungo il petto salendo fino al collo.
- Cosa fai?- chiese il maggiore stupito dal "cambiamento" delle posizioni.
- E' il mio turno, l'hai detto tu-
Louis non disse niente, sorrise e basta.
- Non ho mai detto niente di simile- disse, fingendosi serio e scuotendo la testa con disappunto.
- Ma io voglio stare sopra- aveva piagnucolato Harry con piglio infantile, mettendo il broncio e facendo il labbruccio tremulo.
L'altro rise.
- Sei proprio impossibile-
Harry lo interpreto come un segno positivo, era felice se anche il maggiore lo era, e in quel momento lo sembrava davvero.
Il riccio si avvicinò al viso del più grande e lo baciò, lo baciò con foga, aveva voglia di lui.
Appena si staccarono, Harry lasciò altri piccoli baci sulle labbra sottili di Louis.
Sorrisero entrambi.
Poi Harry prese un respiro profondo e lentamente si diresse con il capo verso il basso stuzzicando di tanto in tanto il petto di Louis con dei piccoli morsi.
Arrivò finalmente all’elastico dei boxer che levò con un colpo secco facendoli arrivare fino alle caviglie del maggiore che se ne liberò lasciandoli cadere sul pavimento freddo della stanza.
Coraggio...
Coraggio...
 Harry sorrise alla visione dell’erezione di Louis.
Gli sembrava tutto così perfetto e non sapeva nemmeno il perché.
Si avvicinò al membro del maggiore e ci lasciò qualche piccolo bacio sino ad arrivare all’estremità.
Prese in bocca il membro pulsante del più grande all’improvviso, senza averlo preparato ne nient’altro.
A quel contatto Louis si fece sfuggire un gemito abbastanza rumoroso.
Harry si sentiva abbastanza soddisfatto ma non del tutto. Iniziò a muovere la testa avanti e indietro succhiando leggermente l’erezione.
Il movimento venne accelerato dalle mani di Louis che si aggrapparono ai ricci di Harry iniziando a muovere il suo capo a ritmo sempre più veloce.
Louis venne praticamente subito, era talmente eccitato da tutta quella situazione e Harry gli sembrava ancora più perfetto del solito.
Il riccio accolse il seme dell’eccitazione del più grande in bocca e lo inghiotti, poi si diresse nuovamente verso il volto di Louis per poi lasciarci un lungo bacio pieno di passione che sapeva di loro, mentre l'altro gli accarezzava piano i capelli, respirando il loro odore di shampoo e sfilandogli piano i boxer con l'altra mano.
- Sei sicuro?- chiese Harry, incapace di trattenere le sue paure.
- Come?-
- Sei sicuro di... volerlo fare?-
- Perchè non dovrei?-
- Perchè la prima volta fa male-
- Non è la prima volta, anche se vorrei che lo fosse-
 Harry si era sentito rincuorato da quelle parole, e aveva sorriso grato al fidanzato, lasciandogli un bacio sulla spalla.
Infilò il primo dito dentro l’apertura di Louis per prepararlo, fece dei movimenti circolari cercando di fare provare il meno dolore possibile al maggiore.
Fece lo stesso con due e successivamente con tre dita.
Poi si sporse verso il cassetto del comodino e lo aprì tirandone fuori un preservativo.
Lo aprì con una lentezza che sembrava quasi far penare Louis, ma in fondo era divertente, per lo meno per il riccio.
Ora che i ruoli erano invertiti, iniziava a capire come Louis si dovesse essere sentito, nelle mille e una notte che avevano preceduto quel momento.
E lui, che aveva sempre confuso sensualità con crudeltà..
Infilò il preservativo sul suo membro pulsante sotto lo sguardò vigile, attento di Louis che non si perdeva nemmeno una singola azione del più piccolo.
Il maggiore fece per girarsi a pancia in giù ma il riccio lo bloccò tenendo fisso lo sguardo nei suoi occhi incuriositi.
-Voglio vederti, voglio vedere i tuoi occhi, le tue labbra mentre..- e lasciò la frase incompleta.
Louis sorrise.
Harry fece appoggiare le gambe del maggiore sulle sue spalle e si preparò.
-Sei pronto?-
-Haz, sono nato pronto-
E a quelle parole Harry non riuscì a comprendere più nulla, a connettere, entrò di colpo in Louis, forse con un po’ troppa forza.
Louis si lasciò sfuggire un gemito rumoroso misto tra piacere e dolore.
Era passato tanto tempo.
Troppo.
Harry continuava a spingere, spinger sempre più forte dentro il ragazzo osservando ogni sua minima espressione del viso.
Non voleva fargli male ma era imevitabile, la foga della situazione era troppa e anche se cercava di limitarsi non riusciva a tenerlo al sicuro da ogni dolore.
Lo voleva in quel momento come non aveva mai voluto nessun’altro in vita sua.
I loro sguardi si cercavano e si trovarono.
Il verde aveva incontrato il blu.
La terra aveva incontrato il cielo, come l'orizzonte che vede incontrare l'erba della prateria e l'azzurro della volta del cielo.
E tutto era perfetto.
E finalmente il riccio arrivò al limite e venne gemendo.
Uscì lentamente dal moro e si accasciò sul petto del maggiore ansimando.
Alzò leggermente il capo incrociando lo sguardo e il viso di Louis.
Gli lasciò un piccolo bacio a fior di labbra per poi sfregargli leggermente la punta del naso contro il suo.
- Ti amo-
Era un gesto molto dolce che il più piccolo amava.
- Anche io ti amo. Tanto-
 E in quel momento Harry, protetto dalle braccia di Louis, capì  che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, lo amava e aveva davvero bisogno di lui.
Non gli importava lo scotto da pagare
, lo avrebbe seguito in capo al mondo, e l'inferno sarebbe diventato il paradiso.





Angolo Finny *-*
Pensavate di esservi liberate di me, vero? :P
E invece sono ancora qua.
Eh già XD
Ho aggiornato-recensito tardi per tre fondamentali motivi:
a) ho tirato su i calzoni e mi sono fatta il mazzo per non avere giù latino, and I succeded #fuckyeah;
b) Ho rotto un braccio cadendo dalla bici -.-"
c) Sono appena tornata dall'esame orale FIRTS.
Quindi non uccidetemi plis :)
Sono un po' scontenta, anzi molto seccata, dal momento che ho perso sei recensioni dall'ultimo capitolo e che Drunk non va bene come mi aspettavo...
Per questo ringrazio molto più calorosamente del solito le lettrici che hanno recensito il capitolo 17, come Erica, che è stata avviata da me oggi alle principali e basilari conoscenze da Larry shipper ( che cos'è un coming out, perchè la Modest è brutta e cattiva etc etc etc...) e Ylenia che ha trovato il coraggio di leggere akob, e quindi tecnicamente è una shipper pure lei ( sono come un testimone di Geova, rompo il cazzo finchè non vi convertite XD), e Lu, che mi mette in testa mille fantastiche bellissime idee che mi farebbero collassare dalla dolcissima dolciosità, e che poi, quasi per paradosso è allergica al fluff, Caro che mi allunga le bustarelle per far fare il coming out ai ragazzi in santa pace ( la risposta dipende dalla somma XD) e che Barbara deve ringraziare, perchè mi ha convinta e voi avrete il vostro coming out... forse XD
 Ilaria numer 1, stalkerata fino alla morte dalla sottoscritta, che la spia all day all night * ti vedo OuO* Ilaria number 2 ( vi giuro che l'ultimo capitolo vi trovo un soprannome carino per distinguervi, adesso sono carente di fantasia) che se si azzarda a non recensire un altro capitolo la strozzo.
No, dai, ti lovvo lo stesso :*
Vivian che tende ( o PRETENDE lol) un dolcioso finale e-vissero-tutti-felici-e-contenti, e cercherò di accontentarla, Lau che quest'estate si farà matematica, e la capisco perchè io son 3 anni che in estate ci do dentro, Nora ( aaaaaaa) che invece si da alla vita da star, e vogliamo tutte il suo follow su twitter prima che diventi famosa e inizi a snobbarci, Camilla e alla sua onnipresente mamma che saluto, unite quasi quanto Viola e Giuseppina Caccavalle che hanno aperto una azienda agricola ( ortolanaaaaaaaaaaaaaaa <3) Vashappenin__ che, come tutti, ha paura di qualche mio probabile colpo di testa e mi prega di far fare ai ragazzi il coming out ( ps: siccome sei "nuova" non so ancora il tuo nome e un po' mi dispiace :( Quindi.... Come ti chiami? :D) mia moglie Ellie che mi ha fatto affogare nei Kleenex perchè siamo unite in questo matrimonio da taaaaaaanto tempo, nella buona e nella cattiva sorte, insomma, forevah, Row ( che anche a lui un bel soprannome non to toglie nessuno, ma ce devo pensa') che sta tutto un feeling e Celeste che sta così <3. <3
Mancano all'appello tantissime persone, ma come si suol dire "pochi ma buoni" :)
Spero che a tutti quindi piaccia questo Natalie-centric, anche se so che la maggior parte di voi mi odia perchè volevate il coming out, ma io sono una sassy e non mi frega quel che voi volete, quindi ve tocca aspettare e se v'inchinate alla mia sassosità e recensite numerose/i pubblicherò il prossimo capitolo appena posso <3
Love and have a wild summer !

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Capitolo 19
*** Meant to be ***


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ollog La folla rumoreggiava come un mare in burrasca, ribollendo come un calderone stregato, agitandosi e creando scompiglio.
Era un enorme distesa di persone, e il rumore di corpi premuti l'uno contro l'altro metteva i brividi, nonostante oramai si fosse abituato alla calca e alla folla nei concerti.
Sotto il palco, impegnatissimi a riprendere Zayn, in pieno assolo, c'erano i cameramen di MTV, che trasmettevano in diretta televisiva lo show seguito da tutto il paese e buona parte del globo.
Sembravano tante formiche laboriose, che facevano su e giù lungo il palco, scavalcando i cavi e inciampando l'uno sull'altro, trattenendosi a malapena dall'imprecare contro i fan che lanciavano oggetti sul palco, finendo puntualmente per colpire loro.
E mentre They don't know about us volgeva al termine, Harry Styles si era trovato a sudare, col fiato corto e le ginocchia tremanti.
Era ora.
La scaletta dello spettacolo all' O2 Arena era chiara e precisa: tra una canzone e l'altra i ragazzi avrebbero dovuto presentare ed intrattenere il pubblico, a turno, in modo da lasciare il tempo ai tecnici di modificare le luci e le imperfezioni del suono e ai musicisti di riposarsi.
E adesso toccava a Louis, ed Harry era inondato dai dubbi.
Cosa avrebbero detto i ragazzi? Si sarebbero arrabbiati con loro, che gli avevano nascosto una cosa così grande e importante, proprio loro che si dicevano sinceri e onesti?
E sua madre?
Cosa avrebbe detto sua madre?
O sua sorella, o suo padre?
Sarebbero stati delusi?
Si sarebbero vergognati di lui?
Ricordava che alle superiori aveva un compagno che si era dichiarato gay, e la famiglia lo aveva scacciato: suo padre aveva fatto il diavolo a quattro per settimane, dicendo che non poteva essere suo figlio, che gli faceva schifo dove si sedeva...
Alla fine lo avevano buttato fuori di casa, rinnegandolo per sempre.
E lui era terrorizzato all'idea di perdere le persone alle quali più teneva.
E le fan? Come l'avrebbero presa?
Alcune di loro erano disgustate dal "Larry Fandom", e se avessero smesso di amarli? E se tutte le fan avessero lasciato il fandom?
Il management li avrebbe sbattuti fuori dalla band...
Fanculo ai manager, aveva pensato Harry, stizzoso, in un momento di ribellione.
Era tutta colpa loro: erano solo due ragazzi innamorati, non facevano del male a nessuno! Eppure loro li avevano lo stesso messi in una situazione più grande di loro, dove si erano trovati ad affrontare cose di cui dei ragazzi di 16 e 19 anni non avrebbero mai dovuto preoccuparsi...
La situazione era degenerata, e adesso loro erano sull'orlo del baratro, al punto di rottura.
O la va o la spacca...
Due occhi azzurro cielo avevano attirato la sua attenzione.
Si conoscevano così bene che a loro, la comunicazione non verbale bastava e avanzava.
Se non era amore quello...
Louis aveva alzato un sopracciglio.
 "Sei pronto?"
Il riccio aveva sospirato, sentendo la lingua incollarsi al palato, e il sudore colargli lungo la schiena.
Aveva fatto un cenno col capo, la spada di Damocle che pendeva sulle loro teste.
"Sì"
Gli applausi si stavano lentamente spegnendo, e nell'immaginario di Harry la folla illuminata a giorno dai riflettori aspettava inquieta prima di attaccarli come un branco di animali feroci.
Si era attaccato all'asta del microfono, le nocche sbiancate dalla forza della stretta, come quando Zayn stringeva il gelato mentre erano sospesi sulla pedana, in aria sopra la folla.
Le ginocchia gli tremavano forte, così forte che gli sbattevano insieme, producendo un sonoro "tuc" smorzato dal velluto dei pantaloni.
Cristo Santo.
Stava per avere un attacco d'asma.
- Wow, siete rumorose stasera!- aveva iniziato il suo discorso Louis, calmando con il timbro tranquillo della sua voce il respiro del fidanzato.
Le ragazze avevano urlato più forte.
- Siete meravigliose, senza il vostro sostegno e il vostro aiuto non saremmo mai arrivati dove siamo ora, quindi grazie, grazie di cuore-
Le fan battevano le fani e strillavano come indemoniate.
Il membro più vecchio degli One Direction aveva aspettato che le acque si calmassero, prima di continuare, solenne e composto:
-  Siete una parte molto importante della nostra vita, vi dobbiamo molto, e così, io stasera vorrei chiedervi di dare la vostra benedizione a me e alla persona che amo e con la quale desidero trascorrere il resto della mia vita-
La voce spezzata e commossa di Louis aveva fatto scattare una molla nel fidanzato.
Sapeva quello che doveva fare.
I suoi passi verso l'amato erano risuonati come fragorosi tuoni nella cappa di silenzio tombale che aveva avvolto l'arena.
Gli aveva preso la mano, infondendo coraggio ad entrambi.
- Io e Harry ci siamo conosciuti per caso- aveva iniziato il castano, cercando di sovrastare le rumorose reazioni della platea.
- Gli ho chiesto di fare una foto con me perchè sapevo che sarebbe diventato famoso, un giorno. Non avrei mai immaginato di accompagnarlo in questa avventura-
I due ragazzi si sorrisero: quella foto, per tutta la durata della convivenza, aveva troneggiato sulla mensola del loro salotto, conservata in una cornice pomposa che sottolineava l'importanza e la solennità del momento, l'inizio di una nuova vita insieme, mentre vivevano della musica, loro primo amore.
- Molti di voi lo sapranno già- aveva continuato Louis, la sua voce che rimbombava nel silenzio stupito e incuriosito del pubblico, facendo vibrare gli amplificatori e fischiare i microfoni.
- Ciò che non sapete è che poco dopo la fine di X Factor abbiamo stretto un contratto, che ci avrebbe portato alla rovina: la Modest! non vedeva di buon occhio la nostra relazione, e aveva paura che il fatto che i 2/5 della band fossero omosessuali rovinasse l'immagine di noi che aveva faticosamente costruito macchiandola irreparabilmente-
La folla rumoreggiò cupa e il ragazzo rise amaramente.
- Dopotutto, che ne sanno due gay dell'amore? Non lo conoscono, non sanno cosa sia, figurarsi se sono in grado di cantarlo.... Così ci hanno imposto la segretezza, e in misura sempre maggiore.
Dovevamo evitare di scambiarci effusioni in pubblico, non rivolgerci troppo la parola, sedersi il più lontano possibile l'uno dall'altro, non scherzare tra noi...
Però alcune di voi non si sono lasciate ingannare, e hanno fiutato subito l'odore della menzogna,  fregando l'intero management che vi credeva un branco di oche senza cervello.
Eravamo così orgogliosi di voi, che ci amavate e ci sostenevate con tanta gioia...
Però questo vostro "entusiasmo" alla lunga si è ritorto senza di noi, iniziarono a sanzionarci, dovemmo trasferirci dall'appartamento che condividevamo, smentire la Larry e trovarci una compagna-
- Conobbi Eleanor, e iniziammo a frequentarci, ma credetemi, non è passato un giorno senza che io odiassi me stesso per tutte le bugie che stavo raccontando-
Molti nella folla sussultarono.
Molti ricordarono.
Compreso Harry.

02 ottobre 2011 "Sempre nel mio cuore, @Harry_Styles, sinceramente tuo.
                                                                                                            Louis"

Lo stesso giorno era stata resa pubblica la Elounor.
-Non ho mai ne confermato ne smentito il mio amore per Harry, perchè era ipocrita, perchè era da bastardi, perchè dopotutto speravo che un giorno come questo arrivasse, che la verità venisse a galla...
Però la Modest! capì che i loro provvedimenti non avevano avuto successo, che la loro credibilità si stava lentamente sgretolando e la Elounor essendo dubitata da tutti stava andando lentamente alla deriva.
Allora forzarono anche Harry a trovarsi una compagna, designando Taylor Swift, un'altra stella da annoverare alla Modest! Corporation, come prescelta ideale.
Tutte sapete com'è finita: tutto quello che è successo è successo perchè Harry non sa mentire e Taylor è una ragazza piuttosto perspicace.
Fu allora che il management decise di assumere un'attrice professionista che avrebbe recitato la parte della fidanzata di Harry, che avrebbe smentito la nostra relazione, salvandola, che sotto lauto compenso avrebbe dissipato ogni diceria, ogni benchè minimo dubbio riguardo la nostra sessualità:
La Modest! Corporation assunse una studentessa al penultimo anno alla Dalton, Accademia di Belle Arti londinese... Natalie Jhonson-
Un boato, come lo scoppio di una bomba, come uno sparo nella notte, aveva seguito le parole di Louis.
Liam Payne aveva mollato il microfono, sotto schock.
Tutti erano trasaliti, tranne lui, che era rimasto immobile, la mano svuotata, morta, che prima teneva il gelato, ora gli correva alla bocca, coprendo un'espressione di meraviglia mista a terrore, la capsula ammaccata, vicino alle sue scarpe.
Amore cieco, che nel cuore insinua il dubbio e non l'azione! Che fomenta la vigliaccheria, che vive di sguardi mancati e baci rubati, come un parassita, che si nutre di sentimento illecitamente sottratto, di passione e di ingiustizia, a spese altrui!
Amore segreto, che continua la sua esistenza rifuggendo dalla luce del sole come il peggiore dei mali, che sopravvive di stenti nel buio, nei sospiri dolci della notte scura, che s'illude, infrangendosi nei crudeli scogli di una realtà impossibile e malata!
Amore infetto, che corrode il cuore e uccide l'anima, ammorbato dal nettare più amaro e dolce, antidoto e allo stesso tempo veleno, carcerato e carceriere, libertà e catene...
Amore bugiardo, che si nutriva di materia, che nasceva da un disperato bisogno di soldi, patto del diavolo su un pezzo di carta, che imprigionava il cuore della ragazza in una prigione dalle sbarre dorate, legandolo indissolubilmente a un altro, mentre da lontano un'altro sanguinava, ignorando di avere la chiave che avrebbe condotto tutti alla libertà.
Quante volte nella sua testa Liam l'aveva biasimata?
Quante volte l'aveva incolpata del casino in cui si era cacciato, quante volte l'aveva respinta, ferita?
Ora tutto aveva un senso: l'assenza di Harry nella loro relazione, la rassegnata compostezza di Natalie, quel discorso strano fatto un pomeriggio primaverile su un campo da basket, quel bacio che lui credeva rubato, ma che invece era più che lecito, il dolore di lei, costretta al silenzio da una stupida firma su un pezzo di carta, il suo tentativo di evasione, e ancora quella notte in cui lui l'aveva riportata alla vita, credendo di tradire un amico mentre in realtà tradiva solo se stesso.
Mentre Louis si schiariva la voce, pronto a riprendere il suo discorso, Liam si sentiva come svuotato, una volta realizzato che adesso, in quel preciso momento, lui poteva amarla.
Harry o non Harry, fan o non fan, lui poteva farlo, non era grottesco, non era sbagliato.
Come aveva anche solo potuto pensare che una cosa pura e meravigliosa come l'amore potesse essere sbagliato?
Era il mondo, era la società ad essere sbagliata, costringendo due ragazzi a vivere nell'ombra, tra sensi di colpa, vergogna, con la convinzione di essere sbagliati, anormali, indegni...
Non era colpa di nessuno: il destino era stato contro di loro.
Ma i venti stavano cambiando.
Il senso di colpa che da giorni lo opprimeva si era volatilizzato, trasformandosi in meraviglia, in speranza verso il futuro:

Avrebbe potuto amarla, se avesse voluto.

- Vorrei chiedere scusa- la voce di Louis lasciava trasparire tutta la sua vergogna, tutto il suo senso di colpa.
- A voi, innanzitutto: per avervi mentito, per avervi ingannato facendovi credere a cose che in realtà non c'erano, per non essermi fidato di voi imbrogliandovi per paura di non essere amato per quello che ero, dubitando della vostra dedizione-
In prima fila si potevano chiaramente vedere delle ragazze che si asciugavano il viso negli striscioni, commosse.
- Non voglio continuare a mentirvi, a vivere con la convinzione di essere un codardo, e mi dispiace solamente di non averlo fatto prima.
Perdonatemi-
Il ragazzo aveva guardato il fidanzato, sorridendogli scioccamente, tentando di reprimere il pianto.
- E perdonami anche tu Harry, per essere stato un perfetto idiota, un vigliacco, un codardo, che ti ha fatto stare male e che senza di te non avrebbe mai accettato quello che è, ingannandosi e illudendosi all'infinito.
Perdonami per non averti amato come e quanto meriti, perdonami se a volte ho un carattere di merda e alla fine finisco sempre per ferirti o fare casini. L'ho sempre detto che la tua perfezione e il tuo amore sono sprecati con me.
Spero tu mi amerai lo stesso, anche se ci ho messo così tanto tempo per battermi per noi-
Il ragazzo scuoteva la testa incredulo alle dure parole dell'altro, non riuscendo ad esprimere la bufera di sentimenti che l'aveva investito.
- Mi vorrei anche scusare con Eleanor: mi dispiace, mi dispiace davvero tanto di averti ingannato, di essere stato così distante e scostante con te, che non lo meritavi, che sei sempre stata così buona con tutti. Mi dispiace tanto, ma la verità è che ho sempre amato Harry, e niente e nessuno, neanche una meravigliosa persona come te, potrà mai farmi cambiare idea. Ti auguro ogni bene, che il futuro ti riservi solo successo e felicità, e spero che un giorno troverai qualcuno degno di te, che ti meriti veramente e che quel giorno riuscirai a perdonarmi-
- E anche a Taylor e a Natalie vanno delle scuse: a Taylor perchè l'abbiamo usata per i nostri scopi, perchè non ci siamo fidati abbastanza per dirle la verità, l'abbiamo ingannata, giocando coi suoi sentimenti e abbandonandola quando ha iniziato a fare domande scomode, e a Nat...
Perdonaci. Ti abbiamo rovesciato addosso tutti i nostri problemi, le nostre ansie, i nostri malumori, ti abbiamo esposto incuranti delle conseguenze, non calcolando i tuoi sentimenti e ciò che ti sarebbe successo.
Perdonaci, anzi, perdonami.
Harry ha sempre voluto uscire allo scoperto, io no, e quindi l'unico da biasimare, quello che ti ha cacciato in questa situazione, sono io.
Non avresti mai dovuto lasciare che la lealtà nei nostri confronti ti spingesse oltre il limite di sopportazione massimo, nel baratro della depressione.
Mi dispiace-
Louis, sempre stringendo la mano di Harry, si era voltato verso i ragazzi, immobili come statue di sale.
- Mi dispiace Zayn.
Mi dispiace Niall.
Mi dispiace Liam....
Mi dispiace di non essere stato un amico sincero, di non essermi fidato, di essere uno schifoso codardo ipocrita gay, di avervi fatto preoccupare litigando con Harry o facendo il diavolo a quattro.
E Liam, mi dispiace di averti fatto soffrire, di averti tenuto lontano da Natalie, rovinando un amore non ancora sbocciato, negandoti la tua occasione solo per puro egoismo del mio cuore.
Spero solo di non aver irreparabilmente compromesso tutto, e che tu possa curare le sue ferite, e lei le tue-
Il ragazzo aveva fatto una pausa, il respiro tremante e gli occhi lucidi per l'emozione, mentre la folla batteva le mani, solidale.
-Mi dispiace di non averlo detto prima: Sono gay.
Amo Harold Edward Styles.
Spero che possiate accettarlo, e mi perdoniate tutti-
Tacque.
Il pubblico era impazzito, urlavano, piangevano, ballavano saltando in piedi sui sedili, si abbracciavano...
Chiamavano le amiche al telefono, eccitate, incredule, al settimo cielo.
Lo pubblicavano su Twitter.
Qualcuno lasciò l'Arena in fretta e furia, disgustato.
Qualcuno venne trascinato via dai genitori.
Prima qualcuno, e poi tutti, all'unisono, un unico ritmo, un unico cuore, iniziò ad applaudire.
E con il battimani in sottofondo, un primo, piccolo, timido accenno di coro, come quelli da stadio, risuonò nell'arena.
Cantavano "They Don't Know About Us".
Si espanse a macchia d'olio, fino a sotto il palco, fino a che anche Niall e Zayn iniziarono a cantare a squarciagola, senza microfono, unendosi alle fan dimostrando insieme a loro tutto il sostegno e il loro amore.
Ma Harry e Louis non sentirono tutto questo.
Non sentirono le shipper esultare.
Non sentirono i cori, i genitori infuriati, il tonfo e lo sbattere dei piedi di tutta la platea, il coro, così sublime e appassionato da scaldare il cuore, i loro amici che cantavano alle loro spalle...
Non videro gli striscioni, le esultanze, i festeggiamenti e l'isteria nell'aria, non videro Liam James Payne strapparsi gli auricolari e correre via, la suola bianca delle scarpe che sbatteva cruda sul palco, spezzando il ritmo creato dalla folla, sparendo dalla loro vista, senza dire una parola, senza voltarsi indietro.
Semplicemente, si sorrisero.
Harry si avvicinò al viso del ragazzo, soffiandogli sul viso "Mio eroe"
Louis Tomlinson, anni 21, illuminato da potenti riflettori, sotto lo sguardo di un intera platea affollata, e in diretta televisiva mondiale, si alzò in punta di piedi per baciare a fior di labbra il suo fidanzato Harry Styles, anni diciannove.
Nessuno ci trovò niente di strano, e se ci furono eccezioni, nessuno, tanto meno loro, lo notò.
Erano solo loro due, insieme, per sempre, al di sopra del rumore.


 
 





Angolo Finny *-*
Ho aggiornato oggi, e so che sono molto in ritardo.
Ma sono depressa.
E' tutta l'anno che programmo l'estate e che non vedo l'ora di partire per Londra, e proprio adesso quando sembrava che tutto fosse a posto e la vacanza che ricorderò per tutta la vita aspettasse solo che m'imbarcassi, va tutto a puttane.
Mi ha dato buca la mia amica che giurava e spergiurava che sarebbe venuta con me.
Mi hanno dato buca altri 6 miei amici.
E quella che credevo fosse una mia cara amica mi ha appena confessato che andrà in vacanza con la mia ex migliore amica, quando a me aveva detto che non sarebbe potuta venire a Londra perchè era troppo presa da recuperi estivi e campi vari.
E io, ovviamente, sto uno schifo.
E' mai possibile che tutti vadano in vacanza con amici e morosi in posti bellissimi mentre io vado da un cazzo di nessuna parte? E non riesco neanche a trovare un lavoro da aupair?
L'estate dei miei 18 anni farà cagare, così come la mia festa di compleanno, che sarà penosa.
Mi passa perfino la voglia di festeggiare, giuro.
Mi viene voglia di spaccare tutto.
Un'altra ragione per cui ho aggiornato così tardi è che lavoro, quindi non ho tutto sto tempo a disposizione, Ellie mi ha chiesto di ritardare perchè è in montagna e Paola era sparita, ma eccola qua.
E poi siete diminuiti tantissimo.
Ma l'aria di coming out che circola in sti giorni (vedi la presunta fine della Elounor, anche se dubito che una storia possa finire prima ancora di iniziare/ Don't Let me go e il fatto che la Modest! abbia cancellato il video ufficiale & il commento Youtube dove Sam McCarthy alla supplica 'Ti prego Louis non lasciarlo andare' risponde 'No, non lo farà' e aggiunge pure lo smile/ alla fine di all over again Louis dice "tomorrow" ghignando come un sadico/ Il solito 'I'm in love with you, and all Lou little things' di Harry che fissa Tomlinson ed è proprio antisgamo) mi ha incoraggiato a postare il capitolo coming out...
Cosa ne pensate?
Ho cercato di non affogare nei feelings mentre lo scrivevo, ma ho fallito. Scrivo dall'aldilà.
LOL.
Non sono proprio in vena di ringraziamenti e battute (anche perchè bella gente cara, è l'ultimo capitolo d'oh) ma vorrei comunque ringraziare i quattro gatti che hanno recensito con due parole, come Iris, che nonostante la sua imperdonabile assenza mi ha strappato un sorriso con la sua recensione, Caro, che spero abbia messo Don't Let me Go in sottofondo per questo capitolo, perchè come direbbero a Roma "E' la morte sua", Ilaria che appene i manifesti "Wanted dead or alive" in giro con la faccia di Liam versione cowboy sulle giostrine per bambini ( HAHAHAHAHA mi scompiscio da sola), Lety che purtroppo conosco solo alla fine, ma spero che leggerà qualcosa di mio anche in seguito perchè mi affeziono subito e quando 'mi lasciate' per me è una tragedia, mi rifugio sul divano col barattolino sammontata e non mi muovo per due giorni, Erica che non vuole che io vi faccia ciao ciao con la manina, ma non disperate, c'è Drunk! E ci sto mettendo un sacco di impegno, nonostante le poche recensioni, quindi se volete passare accomodatevi, Celeste che stavolta mi perdona di sicuro perchè non ho mancato il coming out ( sembra tanto 'non ho mancato la tazza del wc' lol), anzi in questo capitolo c'è solo quello XD e Lu che finalmente è stata accontentata, perchè Finny mantiene sempre le sue promesse, e Tomlinson ha un culo scolpito da Michelangelo, che non può essere impiegato in modi diversi rispetto a quelli da me precedentementi illustrati trolol e mi dispiace per il tablet bigotto, nella mia prossima ff non lo farò più, lo giuro! * si autoflagella*
Camilla, che ama Zayn e Niall versione Stanlio e Ollio, Vale che mi cita nelle sue recensioni e mi fa sentire una figa, Viola che soffre d'insonnia ( la prossima volta ti chiamo e facciamo party hard insieme XD) tommoshorts, la badgirl che passa a random dicendo cose a random e concludendo con 'lalalala', Eva che ha fatto un sunto filosofico della mia storia e mi ha fatto quasi commuovere con la sua profonda profondità, Nora che mi odierà perchè non ho pubblicato presto, ma dovete capirmi! Io. Non. Voglio. Che. Finisca.
E rimando il più possibile.
Quindi tesoro, perdonami, ma non ti voglio abbandonare :(
Vivian, Laura, Deborah, e Domenico che sono impegnati negli esami di terza media, tranne il nostro unico pulzello maturando (?) * viene inseguita con torce e forconi* ma passano lo stesso ( awww siete la dolcezza!)
Davvero, vi amo.
Spero vivamente che abbiate un'estate migliore della mia, che questo capitolo vi piaccia e che il finale che ho in mente vi emozioni per concludere in bellezza la fanfiction.
Ma abbiamo un sacco di tempo per deprimerci nel prossimo e ultimo capitolo.
Fino ad allora in alto i cuori e fuoco alle tastiere.
#much love
Finny


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Capitolo 20
*** Love Liar ***


20) Love Liar

E' da mezz'ora che sono qui, a fissare il cursore che lampeggia sulla pagina bianca di Open Office.
Non voglio che finisca...
E proprio adesso la radio doveva trasmettere Turning Tables di Adele -.-
Tempismo ottimo, non c'è che dire....
Questo capitolo è stato il più difficile da scrivere, perchè è qui che il cerchio si chiude, dove tutti i pezzi combaciano e l'amore e la libertà trionfano, il passato non conta più, il presente non da' più il tormento, e si spalancano numerose possibilità per il futuro.
E' la sintesi di tutto, e come quasi a volere una continuità con le vecchie FF ho chiamato la fidanzata di Niall Mary, come in I Shouldn't Have Tweet You, anche se è impossibile cronologicamente e concettualmente far combaciare le due storie.
Posso solo quindi dire " E vissero tutti felici e contenti" prima di ringraziarvi dal più profondo angolo del mio cuoricino.
418 recensioni.
Preferita da 31.
Ricordata da 5.
Seguita da 36.
E non è questo che mi fa felice, la cosa che più mi mi ha fatto contenta è che  Love Liar non ho collezionato numeri ( che come saprete a me non piacciono proprio) ma ho incontrato persone.
Ho conosciuto Deborah che con le sue migliori amiche sta scrivendo un'incasinata e bellissima FF a quattro mani, Celeste che io ce la vedo davvero bene come filosofa e come critica letteraria, perchè è tanto tanto tanto saggia e razionale, ma al contrario di molti ha anche un enorme cuore, Letizia che si è smazzata i capitoli tutti in una volta, come una vera atleta, e si è rimessa in pari con gli altri unendosi a noi per il grand finale, Elisa, la mia mogliettina cara, che c'è sempre stata sin dal principio dai primi capitoli di Moments fino ad adesso, e mi ricordo quando mi raccontava cosa facevano lei e Alberto durante le vacanze di Natale e i suoi colloqui al classico,  Domenico, come si suol dire "beato tra le donne" che è un artista incompreso ( visto che gli calano sempre le recensioni, come anche a me del resto C':) e che verrà scoperto postumo come Beethoven e staranno tutti a straparsi i capelli e a mangiarsi le mani per la rabbia di essersi lasciati scappare un talento così grande, Annalisa, che anche lei è con me da molto e che ha passato un brutto periodo, ma  è forte come un leone e bella come il sole quindi so che c'è la farà e tornerà ad essere la Nali pazza e spensierata di prima, Ilaria, anche lei mi segue da tempo immemore, dalla mia prima Fanfiction, la "fantavigliosa" Moments e che è la prova vivente che anche se abbiamo pareri diversi, possiamo lo stesso non solo trattarci civilmente, ma essere amiche, Erica che è con me dall'inizio della mia carriera e che non so come ma di me non si è ancora stufata e la ringrazio per tutto il sostegno e tutto l'affetto dimostrato, Viola, della quale ho visto tramontare la stupenda "Love Sucks" e avviarsi verso nuovi e luminosi orizzonti, anche se i classici non tramontano mai, e Luna e Harry avranno sempre un posto speciale nel mio cuore, Paola&Nigel e i procioni volanti che ci svolazzano affianco dalla sua prima recensione ricordandoci sempre come ci siamo incontrate anche se adesso chiacchieriamo su kik, che è più comodo di EFP senza il quale non ci saremmo mai incontrate, Silvia, che ha una bassa opinione di se', anche se non dovrebbe perchè è una persona meravigliosa e molto divertente, con la quale puoi parlare di tutto, sia condividere figuracce coi vicini/compagni, sia trattare argomenti più seri e delicati, Ylenia che non fa tanto rumore, ma quando manca si sente benissimo perchè l'angolo delle recensioni non è così speciale come prima, Lucy, la regina dell'angst e del Larry fandom ( io sono l'imperatrice ù.ù) che è sempre stata paziente con una tontolina come me, rispondendo alle mie domande rendendomi così più informata di cose meravigliose della quale non sapevo l'esistenza ( non pensate male) Nora, la nostra Natalie nella vita reale, anche se per ora si è cimentata nell'ambito del ballo, come Danielle, quindi potremmo chiamarla una aspirante Natalie che è piena di talento e a cui auguro ogni bene per la sua carriera, Iris, la mia pazzerella, la mia complice shipper della quale potrei dire moltissime cose, ma mi hanno detto che un gesto vale più di mille parole, e siccome siamo lontane non la posso abbracciare ma spero che un "ti voglio tanto bene" sincero dica tutto quello che ho taciuto, Carolina, che anche se è lontana e se non ci conosciamo da molto mi ha sempre incoraggiato, consolato e fatto ridere quando ne avevo più bisogno, grazie al suo essere "tenerella" e il suo cuore grande come il mare  Viviana, che io ho convertito in una shipper e che spero che grazie a questo suo cambiamento non mi abbandonerà perchè è una ragazza meravigliosa che ha sempre sopportato i miei momenti bui e i miei malumori, Laura, che come tante qui ha passato la terribile prova di terza media, e mi complimento con lei, augurandole un'estate piena di luce e un futuro pieno di soddisfazioni e belle cose, Camilla e il nostro mancato concerto a Verona, con la promessa che ci rifaremo un altr'anno, Eva anche se è solo un'abbreviazione del cognome e in verità si chiama Martina ed è una categoria rara di donna, è una modella ma non uno di quelli stecchi snob con la puzza sotto il naso che trattano tutti dall'alto al basso, lei prima di tutto è una ragazza normale ed è bellissimo così, Valentina e il suo passaporto perso a Malta e poi ritrovato da un benefattore americano mi pare di ricordare, e l'episodio mi fa ancora ridere fino alle lacrime, e poi persone che hanno camminato con me, con noi, solo per un breve periodo più o meno lungo di questa storia, perdendosi lungo la via, ma io spero che i miei ringraziamenti e il mio affetto arrivino anche a loro, dovunque siano la' fuori e nel mondo sconfinato, per questo ringrazio Barbara e Ilaria 2 ( non ho rispettato la mia promessa, non ti ho trovato un soprannome) Lily, Maple, Martina, Kristy01, Raky_1D_pervy, ___Lils___, zaynholdme, juliethatesromeo, SpreadTheWay, Larry is my drug, Lola, Gaia, maybepunky, Corinna, Chiara, My heart is broken, i wish i was a british, Bianca, Stylinlove, Federica e _alldayallnight_, sperando un giorno che le nostre strade s'incontrino di nuovo, facendoci incrociare un'altra volta.
Fino ad allora un immenso grazie per aver letto la mia storia, sopportato i miei scleri e i miei malumori, ascoltato i miei sfoghi e i miei problemi, sostenuto quattro ragazzi normali, ostacolati da una serie di sfortunati eventi, sconfiggndo il destino con il coraggio e con l'amore che ci insegna che non c'è niente di male ad essere diversi e che ognuno è unico a modo suo, e abbiamo il diritto e il dovere di urlarlo al mondo per poter finalmente essere noi stessi alla luce del sole.
Grazie per aver camminato con me.
Sempre vostra.
Camilla.















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Lui correva per la città, illuminata dalle luci rosse e gialle della notte, dei fari delle macchie e dei lampioni, delle luci delle case offuscate dalle tende tirate per proteggersi dal mondo esterno, delle insegne dei locali che attiravano i clienti come mosce sul miele.
Gli facevano male le costole.
Aveva rischiato di frantumarsele nella folle corsa nei cunicoli bianchi e blu della metro, che lo aveva portato a rimanere quasi schiacchiato nelle porte scorrevoli del convoglio che si stavano chiudendo, precludendogli scelte importanti, come in Slidings Door.
Non gli era importato, si era buttato comunque, ed era riuscito a salire.
E adesso, risalito in superficie correva nella notte gialla e rossa, l'aria fredda che gli sfervava il volto, come accarezzandolo, i lembi della giacca che sbattevano al vento sui suoi fianchi, frustandolo.
Gli faceva male la milza, come quando nell'ora di educazione fisica ti sforzavi troppo nella corsa, e attorno al 5° giro attorno all'istituto iniziavi a sentire quel fastidiosissimo e sempre più intenso doloretto al fianco, che ti costringeva a fermarti, abbassandoti la media dei voti.
Ma stavolta a lui non importava.
In ballo c'era molto di più che uno stupido voto.
E così lui continuava a correre, nei dedali affollati delle strade, sui marciapiedi, urtando le persone e guardando a malapena la strada quando attraversava.




Lei era in casa sua.
Il telecomando in mano.
Gli occhi sgranati.
Lo schermo era l'unica fonte che illuminava la camera con la sua luce blaustra.
In primo piano sullo schermo Harry e Louis si baciavano come se non ci fosse un domani.
Era libera.
Venne pervasa da una sensazione di sollievo, come se si fosse immersa di colpo in un bagno caldo, come quando fuori fa freddo e tu bevi d'un fiato la cioccolata bollente che ti scalda lo stomaco.
Finalmente era libera.
E Louis aveva detto che Liam l'amava.
Liam l'amava.
Le immagini le turbinarono in testa.
L'odore di gomma bruciata dal sole della palla da basket, una Brooklyn alla menta tra i denti, un bacio che sapeva di pioggia, le sue braccia forti attorno alla sua vita, il suo odore sulle lenzuola...
Si amavano.
E il futuro brillava di luce nuova.
Natalie si alzò dal divano, correndo fuori dall'appartamento.
Nessuno li avrebbe più ostacolati.
Doveva assolutamente vederlo.




Aveva rischiato di essere investito mentre attraversava senza guardare.
Ma che importava?
Non poteva permettersi di aspettare il verde.
Doveva vederla subito, parlarle, dirle che sarebbe stata per sempre sua...
Mancavano solo sei rampe di scale.
Aveva allungato la mano verso la porta del condominio che rifletteva la sua figura scarmagliata e affannata.
L'impeto era stato troppo potente, e la porta si era aperta da sola, facendo inciampare il ragazzo in un altro corpo, trascinandoli tutti e due a terra, in un unico groviglio.
- Oddio... Scusami- aveva ansimato lui, rialzandosi e tendendole una mano per aiutarla a fare lo stesso.
L'aveva riconosciuta dall'odore.
Lei aveva messo la mano piccola nella sua, lasciandosi issare in piedi da lui.
La luna entrava dalla vetrata del palazzo, illuminandole il viso di un bianco spettrale, mentre la notte inghiottiva nel buio tutto il resto.
- Liam... - aveva iniziato lei, concitata, gli occhi grandi e profondi come pozze scure, come nell'abisso nel quale si sarebbe persa, se non fosse stato per lui.
L'aveva cullata.
L'aveva stretta.
L'aveva scaldata.
Aveva rimesso insieme i pezzi, l'aveva abbracciata forte, impedendole di inoltrarsi nel buio dove poi si sarebbe persa.
Era diventato il suo cielo, vivo come un respiro, lucente come il suo sguardo, infinito come il suo amore.
- Shhh- lui le aveva poggito un dito sulle labbra, prima di sistemarle una ciocca dietro l'orecchio.
- Non dirmi niente -
Aveva sempre pensato fosse una frase melensa e insulsa, da film sdolcinato e strappalacrime per adolescenti in preda agli ormoni, ma invece sentiva che in quel momento stavano bene così, solo loro due, insieme, liberi da ogni fardello, da ogni gravosa bugia che gli aveva impedito di prendersi per mano e vivere leggeri, fluttuando nel cielo come palloncini d'elio.
 - Non c'è n'è bisogno-
Ne avrebbero riparlato, se ne avessero sentito il bisogno.
Avevano tutto il tempo del mondo.
Lei gli si avvicinò, alzandosi in punta di piedi, come quella volta sul London Eye, una vita fa, ma stavolta tenne gli occhi aperti, fissi nei suoi, mentre lui si chinava un po' su di lei, posando le sue labbra screpolate dal freddo vento della sera, sulle sue, calde, morbide, accoglienti, sue.
Finalmente.
Esistevano solo loro, solo loro contavano, tutto il resto non esisteva, come una bellissima fiaba che sarebbe sfumata, infrangendosi con la luce del sole, quando l'incanto sarebbe finito, e tutto sarebbe tornato alla realtà.
Ma dopotutto per loro l'incanto meraviglioso sarebbe continuato, fino al tramonto, con  le prime luci dell'alba, dopo i dodici rintocchi di mezzanotte, avrebbero continuato a danzare a palazzo per dieci, cento, mille e una notte, fino a quando avrebbero voluto.
Anche per sempre, perchè stavolta erano loro a decidere.
E sarebbero stati  per sempre felici e contenti.













EPILOGO







Perrie si alzò in ginocchio sul sedile di velluto rosso, sventolando la mano verso il fondo della sala, cercando di farsi vedere da Niall.
- Niall! Niall! Siamo qui!!!-
Il biondo sorrise, notando finalmente i richiami dei suoi amici, e avanzò tra i corridoi stretti e scuri, anticipando la sua compagna, della quale orgogliosamente stringeva la mano guantata da manopole di lana fatte in casa.
La compagnia salutò allegramente i nuovi arrivati.
- Fai ciao a Mary, Lux! Falle "tao tao" con la manina!- esclamò Louis Tomlinson con una vocetta nasale sciocca e infantile, che fece ridere di gusto il suo fidanzato, seduto accanto a lui e con la piccola bambina bionda seduta in grembo, che giocherellava con il suo inseparabile berretto color mandarancio.
Harry glielo sfilò dalle mani, prima di prendere delicatamente il pugnetto in mano e mimare un "ciao ciao" alla ragazza, che stava già ricoprendo la bimba di smancerie.
- Non riuscivamo più a trovare parcheggio- si stava intanto giustificando Niall, mentre Perrie scuoteva la testa, alzando gli occhi al cielo constatando che il suo amico era proprio incorreggibile e Mary fingeva di strillare di dolore perchè la piccola le tirava piano i capelli.
- Vuoi andare a vedere Giulietta nel suo camerino? - aveva chiesto Zayn a sua sorella più piccola, che continuava a cambiare posizione nel suo sedile, impaziente.
- La accompagno io- si offrì gentilmente Harry, a cui nella lunga attesa si era addormentata una gamba, e che era stufo quasi quanto la piccola Malik di stare seduto.
- Portati anche la piccola peste- aveva suggerito l'irlandese, passandogli la bambina come se fosse un pacco ad orologeria pronto ad esplodere- Prima che la mia fidanzata resti calva-
Il riccio s'è l'era issata su un fianco, prendendo la mano della sorella di Zayn, che era già scattata in piedi come una molla, invitandolo a muoversi più rapidamente, nonostante le file di sedili del teatro fossero molto strette ed affollate.
Era una struttura molto diversa dall'auditorium scolastico a cui Harry era abituato: sul pavimento la moquette rosso scuro era pulita e profumata, di un bel nero acceso, spessa quanto bastava per ovattare al massimo i suoni e rendere l'acustica perfetta, i sedili erano imbottiti, morbidi e lussuosamente drappeggiati da del raffinato broccato rosso scuro, e gli intarsi delle gallerie superiori sembravano fatti d'oro, pieni di ghirigori e ninnoli tipici di qualche corrente artistica antica di cui il ragazzo non ricordava il nome, studiato tempo prima a scuola, ma che di sicuro amava l'eccesso.
Si era presentato a un Paul (gli assomigliava di tutto e per tutto tranne per il fatto che era nero, pieno di tatuaggi e con una massa muscolare da far invidia a l'armadio di Narnia) che stava a presidiare l'ingresso dietro le quinte, e lui dopo essersi assicurato la veridicità della sua identità l'aveva lasciato passare, scortandolo addirittura fino ai camerini.
Certo che ne aveva fatta di strada, pensò Harry sorridendo davanti al suo camerino con una stella giallo fluorescente a cinque punte stampata al centro del legno bianco, e che recitava a grandi lettere il suo nome.
Il tipo della sicurezza aveva bussato.
- Degli ospiti per lei, signorina-
- Avanti- aveva risposto lei - E' aperto-
Harry era entrato nella stanza, illuminata solo dalla luce bianca dei faretti rotondi posti sopra lo specchio, dove era seduta la ragazza, intenta negli ultimi preparativi.
Le bambine avevano trattenuto il fiato, meravigliate.
- Bea- aveva sussurrato Lux, sporgendosi dalle braccia del ragazzo, tesa verso l'oggetto della sua ammirazione - Bea-
I bambini sono la bocca della verità.
Natalie era prorpio bella.
Indossava un vestito blu acquamarina, a balze di diverso tessuto che la avvolgevano dal busto in giù, creando i contrasti col drappeggio indaco scuro che s'intonava col corsetto rigido e semplice, a forma di cuore e che le lasciava la schiena scoperta.
La pelle nuda si vedeva appena sotto i boccoli mogano, finalmente ritornati al loro colore originale, trattenuti da una coroncina di fiori bianchi che le lasciavano il viso scoperto.
Ne aveva fatta di strada...
Si era diplomata, lasciandosi alle spalle l'odio delle compagne, l'ingiustizia dei professori, il giudizio della società e la pesante condanna della Modest! Corporation.
Adesso faceva parte di un entourage famoso, che curava gli spettacoli nei più celebri teatri di Londra e di tutte le più importanti città inglesi.
Talvolta erano richiesti perfino a Broadway.
Il suo amore con Liam era subito decollato, librandosi alto nel cielo, infinito, intoccabile...
Lo testimoniava il mazzo di rose rosse sul tavolo, che inondava la stanza di un profumo inebriante.
- Te le ha mandate Liam?- aveva chiesto il ragazzo, sogghignando malizioso nel vedere l'attrice avvampare sotto il cerone.
- Si-
- Posso leggere il biglietto?- aveva chiesto di nuovo lui, appaggiando delicatamente la bambina a terra, che si era messa a scorrazzare per il camerino, toccando e prendendo in mano tutto, curiosa.
- Non fare il cretino- lo aveva rimbrottato lei, scattando nervosa - Piuttosto aiutami a sistemarmi i capelli-
Harry le sostenne i boccoli lasciandole la nuca scoperta, mentre lei aggiungeva forcine all'acconciatura, tenendole aprte con i denti e imprecando a mezzavoce quando non andavano nel verso da lei desiderato.
- Sei bellissima- aveva detto la piccola Malik, guardandola con ammirazione.
- Grazie- la ragazza aveva sorriso debolmente.
Era tesissima per quella prima, che la vedeva per la prima volta come esordiente protagonista, in casa propria, in una rappresentazione shakespeariana che aveva fatto sold out in pochi giorni.
Se ci pensava le veniva la tachicardia.
- Salutate la star, bimbe, c'è n'è andiamo-
Harry sapeva quanto Nat fosse nervosa, e che non voleva essere disturbata prima degli spettacoli: doveva entrare nel personaggio, e con gente in giro per il camerino non riusciva a concentrarsi abbastanza.
Per questo Liam aspettava paziente seduto in platea, standole vicino a distanza, e rassicurandola col linguaggio dei fiori e dolci e commuoventi biglietti.
La ragazza agitò la mano, mentre il gruppetto lasciava il camerino.
Il suo sguardo cadde sulle rose rosso sangue appoggiate sul tavolino.
"Rosa rossa: amore vero, passione..."
Si sedette alla toeletta, respirando profondamente e dimenticando il mondo che la circondava, uscendo dalle sue spoglie quotidiane ed entrando in quelle nuove, immergendosi totalmente nell'abisso di emozione che le caratterizzava...
Riaprì gli occhi.
Si va in scena.









-Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo?
Ah, rinnega tuo padre!…
Ricusa il tuo casato!…
O, se proprio non vuoi, giurami amore,
ed io non sarò più una Capuleti!-

Il riflettore illuminava solo il balcone, solo Giulietta, che sfogava il suo amore chiedendo consigli alla luna.
Liam era immobile nel suo sedile, ma la mente viaggiava a mille.
Natalie mentre piangeva la disperazione di Giulietta fissava lui, proprio lui, con uno sguardo tanto intenso e carico di significati da fa sciogliere l'anima.
Lui era il suo Romeo, che aveva dovuto rinnegare l'amicizia con Harry per poter amare la sua Giulietta, che grazie al suo amore aveva smesso di fingere e aveva iniziato a vivere davvero.
Le sorrise, mentre Romeo sul palco si chiedeva cosa fare.

- Il tuo nome soltanto m’è nemico;
ma tu saresti tu, sempre Romeo
per me, quand’anche non fosti un Montecchi.
Che è infatti Montecchi?…
Non è una mano, né un piede, né un braccio,
né una faccia, né nessun’altra parte
che possa dirsi appartenere a un uomo.
Ah, perché tu non porti un altro nome!
Ma poi, che cos’è un nome?…
Forse che quella che chiamiamo rosa
cesserebbe d’avere il suo profumo
se la chiamassimo con altro nome?
Così s’anche Romeo
non si dovesse più chiamar Romeo,
chi può dire che non conserverebbe
la cara perfezione ch’è la sua?
Rinuncia dunque, Romeo, al tuo nome,
che non è parte della tua persona,
e in cambio prenditi tutta la mia -

Shakesperare, secoli e secoli prima di loro, lo aveva già capito: che cos'è un nome?
Quanto conta un subdolo accordo davanti all'immensità dell'amore?
Può una bugia distruggere tutto, come se improvvisamente quella forza infinita si riducesse a un flebile vento, a un castello di carte spazzato via al primo soffio?
Loro erano stati più forti.
Loro potevano dire che a volte dalle bugie e dalla corruzione della società può nascere qualcosa di bellissimo e puro.
Come le rose, nonostante le spine, come i fiori che crescono sull'asfalto
Potevano resistere, e vivere lo stesso in una fiaba incantata.
Dopotutto tutte le più belle storie iniziano come amore bugiardo.
Come quello di una matrigna cattiva, che ti tormenta e non ti fa andare al ballo, non amandoti solo perchè non sei carne della sua carne, o che è invidiosa della tua bellezza, e ti tende una mela avvelenata per sentirsi finalmente superiore.
O come quello di un amico, che ti inganna per la sua avarizia, approfittando della tua innocenza per truffarti e per portarti sulla strada sbagliata nel Paese dei Balocchi, o che ti sfrutta per i suoi interessi, per raggiungere i suoi scopi, rubando la tua bellissima voce con un incantesimo e usandola per allontanarti dal tuo primo e vero amore.
Come quello di un padre, che non sa più come sfamarti, e preferisce ubbidire alla moglie e guardarti morire nel buio di un bosco piuttosto che tener duro e cercare di resistere.
Se si soccombe alla bugia si muore lentamente, come il fuoco nel camino in una sera d'inverno, ma se si crede nell'amore e nella sua forza, la passione arderà il ceppo fino al mattino.
E mentre Giulietta si trafiggeva col pugnale avvelenato mettendo fine alla sua vita e allo spettacolo, Liam sentì quel fuoco, lo stesso che bruciava dentro Harry e Louis,  mano nella mano nel buio della sala, lo stesso di Perrie e Zayn, lei commossa che appoggiava la testa sulla spalla di lui, inondandogli la giacca di mascara, ardere nel profondo della sua anima, nonostante l'odio, nonostante i pregiudizi, nonostante i management.
Applaudendo per primo spezzò il silenzio incantato della sala, risvegliandola dal bellissimo sogno che aveva visto rappresentato, e mentre Nat s'inchinava umilmente agli applausi, lui era conscio che la loro di favola non sarebbe svanita con un applauso o con il canto del gallo all'alba.
E sorrise al suo amore bugiardo.




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