Come il cielo di settembre.

di CathCarey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Ultimo capitolo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La magia del primo amore consiste nel non sapere che esso può sempre finire.



 

Non so quand’è iniziato, mi ci sono trovata dentro. Un po’ come quando ti trovi lividi sulle gambe senza saperne l’esistenza. E iniziano a fare male dal momento in cui li vedi.
Era il tredici settembre duemiladodici, e mi svegliai con la mia solita voglia di vivere con il mio solito entusiasmo, perchè sono convinta che la vita sia un miracolo e svegliarsi la mattina è un dono.
Sapevo che quel giorno qualcosa sarebbe cambiato, sapevo che qualcosa doveva succedere e così fu.
Accesi il computer , e controllai il mio profilo facebook , dovevo mandare alcune richieste di amicizia e così feci, ma solo dopo mi accorsi che mandai la richiesta ad una persona sbagliata.
Si quello fu il mio sbaglio più grande, ma che rifarei altre cento mila volte se potessi tornare indietro.
Quando realizzai di aver mandato la richiesta alla persona sbagliata l'annullai subito, e così ritornai a fare quello che stavo facendo.
Quando dopo poco mi accorsi che avevo una richiesta di amicizia, e controllai subito chi fosse, era la stessa persona, la persona a cui sbagliai a mandare la richiesta.
Accettai solamente per pura curiosità. Si sa la curiosità è donna.
Appena accettai , mi accorsi che visitò il mio profilo, che mise " Mi piace" a tutte le mie foto, allora mi venne curiosità di vedere chi fosse. Si chiamava Mario.
Mi colpìì subito questo lo ricordo bene, visitai l'intero profilo , guardai  tutte le sue foto, e mi accorsi che il mio cuore batteva forte.
Mi piaceva, era un bellissimo ragazzo, era affascinante, aveva grandi occhi verdi, e un viso molto dolce, almeno così sembrava.
Il pomeriggio tardi, mi scrisse su facebook, fece lui il primo passo, ci presentammo, e ci piacemmo entrambi a vicenda.
E mi accorsi che avevamo degli amici in comune , compresa mia cugina, infatti si conoscevano fin da piccoli.
Eravamo belli, e entrambi eravamo Single.
Ci scambiammo i numeri, e la sera lui mi chiamò, appena vidi il suo numero sul display del mio telefono il mio cuore cominciò a battere forte, schizzava fuori dal petto.
Appena sentìì la sua voce mi rifugiai nel mio soggiorno sul comodo divano blu e cominciammo a parlare, la sua voce era dolce, affascinante, misteriosa, anche un po' tenebrosa , e mi piaceva il suo accento, lo trovavo così seducente.
Parlammo tanto quella sera, e c'eravamo dati appuntamento il giorno dopo in centro alle nove.
Mi ricordo che la mattina appena svegliata mi svegliai con un sorriso luminoso, io ero già cotta, ero già persa, era bellissimo, e soprattutto era la prima volta che un ragazzo mostrasse il suo interesse per me.
Avevo baciato tanti ragazzi prima di lui, ma nessuno prima di lui mi chiese di uscire quindi effettivamente quello fu il mio primo appuntamento con un ragazzo.
Mi chiusi in bagno e ricordo che ci misi tanto a scegliere cosa mettermi e alla fine scelsi una maglietta verde, quella maglietta verde.
Ogni tanto mi capita di guardarla, e sento una fitta allo stomaco, è la nostalgia.
Mi truccai con amore, e uscìì con il cuore tremante e con un peso allo stomaco.
Raggiunsi il centro, mancavano pochi minuti alle nove, mi piaceva il centro, il centro di mattina è così caotico, luminoso , e pieno di gente , e in mezzo a tutta quella gente non mi sentivo più così sola perchè sapevo che c'era qualcuno che mi stava aspettando.
Ci incontrammo sotto una cupola di un centro commerciale, appena lo vidi il mio cuore aveva incominciato a fare BOOM BOOM.
Lo salutai con dei baci sulla guancia e gli domandai " come stai? "
e lui mi rispose sorridendo , quel sorriso incantevole, e quello che mi aveva fregato e che mi frega ancora. Ero rinata quella mattina tutto era bello e nuovo intorno a me.
Ci incamminammo per le vie del centro, durante i primi cinque minuti non mi fu subito simpatico ci volle un po' di tempo per farlo sciogliere era un ragazzo timido lui.
Ricordo tutto di quel giorno , mi portò in un parco, quel parco tutt'oggi per me è la cosa più bella al mondo.
Camminavamo dentro l'erba, c'era poca gente, il sole illuminava i nostri volti , io gli chiedevo se non avesse caldo con quel grosso maglione nero , e lui mi rispose che aveva freddo, ma io avevo caldo, avevo il sole dentro me.
Ci sedemmo sulla panchina, la nostra panchina.
La panchina del nostro primo bacio.
Imparammo a conoscerci quella mattina, e mi ricordo che parlammo molto.
Dentro me ero un vortice di emozioni, e insicurezze non mi aveva ancora baciata e io mi chiedevo il perchè.
Forse non gli piacevo abbastanza, forse questo incontrò lo deluse.
L'unica cosa che sapevo era che a me piaceva da morire, che mi batteva forte il cuore, e che se non l'avessi baciato in quel momento me ne sarei pentita per tutta la vita.
A volte tutto quello che serve sonoventi secondi di spudorato coraggio. E lo feci lo baciai, fu un bacio bello, anzi bellissimo, gli accarezzai la barba e continuavo a baciarlo, come se per me le sue labbra fossero ossigeno, quando lo baciai realizzai di essere felice, e forse era questa la felicità, un'attimo.
Si, sembrava l'inizio di una strana felicità, in quel viso trovai il senso di tutto quello che cercavo e non trovavo, era lui, e il mio fu amore a prima vista.
Ci fermammo e ci guardammo per alcuni interminabili secondi, sembrava sorpreso, rimanemmo in silenzio, capìì subito che qualcosa lo turbava, forse l'avevo baciato male, forse non gli era piaciuto, cosa c'era di sbagliato in me?
Gli era piaciuto, ma ne rimase sorpreso, non si aspettava che io facessi la prima mossa, di solito una donna non lo fa.
Ma il desiderio di baciarlo mi era sfuggito di mano.
Ma non me lo fece pesare, ma io ci rimasi male e forse non avrei mai dovuto farlo, e me ne pentìì e mi rabbuiai un poco in me stessa.
Lui sorrise nel vedermi così insicura e mi baciò di sua spontanea volontà, il secondo bacio, fu il più bello, più intimo del primo.
Allora realizzai che forse non avevo sbagliato, che gli piacevo, mi stava baciando e non c'era cosa più bella di questa.
Così passò la mattinata, tra coccole, baci , e carezza, mi ricordo che mi aveva anche toccato leggermente il seno, e sentì qualcosa dentro di me esplodere, desideravo che mi toccasse sempre di più.
Ma lui era un bravo ragazzo, e non si sarebbe mai sognato di andare oltre.
Non al primo appuntamento, e infondo a me stava bene così, ma la parte più sporca di me desiderava ardentemente che mi toccasse ancora.
Mezzogiorno arrivò presto, e io dovevo tornare a casa , percorremmo quella lunga strada in discesa mano nella mano, era la prima volta che un ragazzo mi teneva per mano, non c'era cosa più bella di questa, quel gesto era più intimo di tutti quei baci che ci fummo scambiati.
Sembravamo una coppia di molti anni, in mezzo alla gente mano nella mano.  Mi sembrava che certe piazze e certe strade le avevamo  viste solo noi, non le ho mai  più ritrovate.
Mi accompagnò fino alla fermata del bus, ma io insistevo che potevo andare a piedi, ma lui si preoccupava per me e insisteva che prendessi l'autobus. Era tenero, con la sua preoccupazione, sembrava volesse proteggermi.
Ma alla fine dopo tanta insistenza lo feci contento e presi l'autobus.
Ci salutammo baciandoci, e appena fui salita nell'autobus chiamai mia madre, felicissima per quella bellissima mattinata.
Appena scesi camminai cinque minuti a piedi, e sorridevo, il cielo era blu, e il mondo faceva le capriole.
Appena tornai a casa mia sorella mi chiese come fu andata, e io gli risposi " Non poteva andare meglio" ma non entrai nei dettagli.
Appena tornata lo chiamai e gli chiesi se volesse assaggiare un po' di parmigiana di melanzane che preparò mia madre, e ridendo lui mi rispose che amava la parmigiana di melanzane.
Dopo poco accesi il pc e la prima cosa che feci fu pubblicare sul suo profilo facebook un tenero cuoricino.
Un cuore. Troppo poco per tutte le emozioni di quel giorno.
Dopo poco mi scrisse e parlammo ancora ancora ancora.
E mi disse " Ci vediamo Sabato? " e io sorrisi felicissima perchè se voleva vedermi, vuol dire che gli piacevo, e voleva dire che non l'avevo deluso.
Niente poteva andare meglio di così. Ero felice. Tanto felice.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Era il 15 settembre quando mi disse " Ci vediamo Sabato"




Mi svegliai raggiante, piena di vita, come se la vita avesse in serbo per me un sacco di sorprese, come se la vita si fosse ricordata di me così all'improvviso, e non c'era sensazione più bella di questa.
Inizialmente pensavo che dio si fosse dimenticato di me, e fu bello svegliarsi e pensare " Dio esisto anche io e sono felice!"
Feci tutto quello che dovevo fare, il pomeriggio dovevo vedermi con Mario, contavo le ore, i minuti, i secondi, e il tempo non passava mai.
La voglia di vederlo era intensa, la voglia di abbracciarlo era grandissima, non vedevo l'ora di stare tra le sue braccia, e di baciare quelle labbra che la notte precedente mi erano mancate da morire.
Mi ricordo una cosa di quel sabato, ricordo che ero ancora più ansiosa del giorno prima.
Eppure l'avevo già visto.
Ma non si comanda all'emozioni, e il cuore non lo puoi comandare.
Indossai una camicia nera, e un pantalone Beige, e mi truccai e finalmente uscì  insieme alla mia insicurezza, l'insicurezza me la portavo addosso come un profumo.
Ci incontrammo vicino la mia scuola.
Faceva caldissimo e camminavo sotto il sole, all'improvviso lo vidi da lontano, l'avevo riconosciuto dalla sua camminata.
Ormai ricordavo il suo viso a memoria.
Aveva degli occhiali da sole, e lo rendevano tremendamente sexy.
Erano appena le due del pomeriggio, aveva indosso dei pantaloncini e una maglietta verde. e mi ricordo che si lamentava sempre che i pantaloni gli scendevano giù.
Ci baciammo, un piccolo bacio a stampo, ma per me fu l'immenso.
Incominciammo a parlare molto e camminavamo senza una meta precisa, senza una direzione, andavamo dove ci portavano i piedi, anzi il cuore.
Mi guardavo e le strade avevano un qualcosa di diverso, erano bellissime, eppure erano le solite strade che facevo sempre, ma lui rendeva tutto speciale.
E ora che lui non c'è più queste strade parlano di lui, di noi, perfino loro hanno nostalgia di noi due che ci teniamo per mano.
Parlammo di cose serie, anzi serissime, parlammo di un nostro possibile futuro insieme, parlavamo di me, di lui, di noi, era bellissimo fare progetti, e in quel momento pensavo che tutto sarebbe durato per tutta la vita che niente e nessuno mi avrebbe portato via da lui.
Quando all'improvviso ricevette una chiamata in arrivo sul telefono era  il suo migliore amico Vincenzo.
Vincenzo usciva con una delle mie migliori amiche Maddalena, a Maddy raccontavo tutto, gli raccontavo di lui, e lei mi parlava di Vincenzo, come era possibile? erano coincidenze il fatto che entrambi si conoscevano e che volessero uscire con noi due che ci conoscevamo?
Sapevamo solamente che entrambi eravamo felici ed eravamo innamorate alla follia.
Finita la telefonata, gli chiesi chi fosse.
Incominciammo a parlare di Vincenzo e Maddalena.
Anche loro due in quel preciso istante erano insieme come lo eravamo io e Mario.
Mi portò su in castello ,  lo odiavo il castello, ma lui è riuscito a farmi amare quel posto, lo odiavo, perchè era pieno di gradini, e scalinate, discese e salite, e io ero tremendamente pigra, e lui tremendamente energico.
I primi cinque minuti fui già stanca e lo pregavo di fermarci se no sarei morta di crepacuore all'istante, e lui rideva, e io ridevo, vederlo ridere per me era l'immenso.
Mi giurò che prima o poi saremmo andati a correre la mattina insieme.
E io gli ridevo in faccia perchè non mi sarei mai fatta vedere da lui in tuta , e poi correvo malissimo.
Ci baciavamo, felici, e gli mordevo le labbra.
Ci sedemmo nel bar del castello e mi offrì da bere , io presi una bottiglia d'acqua per non fargli spendere tanti soldi e lui prese una granita al limone, lui adora il limone.
Poi mi offrì una sigaretta, una malboro, è grazie a lui che ho preso il vizio di fumare.
Prima di lui fumavo ogni tanto, ma quando stavo con lui fumare era diventato un vizio, lui mi aveva insegnato ad aspirare la sigaretta.
Respiravo la sigaretta, respiravo lui.
Ce ne andammo dal castello, e camminammo ancora per molto, percorrevamo strade che io non conoscevo , strade che non avevo mai visto, e c'eravamo persi, ma la situazione era divertente, lui che cercava di trovare la strada giusta, e io che lo prendevo ingiro, e lui che prendeva ingiro me chiamandomi " GPS" si ma ero un GPS malfunzionante.
Tra quelle strade sconosciute parlavamo di Sesso, lui mi raccontava, ma io non avevo niente da raccontargli, io non l'avevo mai fatto con nessuno e glielo confessai.
In quel momento mi domandai se avessi fatto bene a digli questa cosa, dato che lui preferiva le ragazze che avevano già gatto l'amore.
Non è che non apprezzasse la mia verginità, ma forse sarebbe stato meglio se io non lo fossi stata.
Parlammo di cose sconcissime, di posizioni, prestazioni, ma non mi sentivo in imbarazzo, anzi il mio desiderio più grande era fare l'amore con lui un giorno, non appena mi fossi sentita pronta.
E glielo confessai, e lui mi disse che avrebbe aspettato, che non c'era problema mi aspettava, si aspettava me.
Trovammo la strada di casa , per noi fu un sollievo, il ritorno a casa fu magico.
La gente che conoscevo mi guardava insieme a questo ragazzo favoloso.
Mi portò fuori casa mia, e lui salutò mio mamma che ci guardava fuori la finestra, appena mia madre se ne andò, ci lasciammo andare in baci appassionati e seducenti e troppo intimi per poterli spiegare.
Eravamo spinti selvaggi.
Quando mi disse che doveva andarsene che era tardi.
Allora gli sorrisi dolcemente e lo baciai a stampo l'ultima volta.
Ma lui mi prese e mi sbattè al muro con una tale foga e mi baciò con una passione che faceva paura.
Appena ci staccammo sentivo il mio corpo inondato da sensazioni sconosciute e intense.
Una parte di me voleva fare l'amore con lui.
Gli sorrisi, e se ne andò.
E il mio cuore si perse con lui.
Ma la sorpresa più bella fu tornare a casa e accendere il pc e trovarsi un messaggio in posta, di lui, mi scrisse.
E dopo un po' mi dedicò una canzone.
Io gli chiesi " E' per me? " e lui disse " Forse" ma io sapevo infondo dentro me che la canzone era per me. Dopo poco mi chiese se ci potessimo vedere anche il giorno dopo, con il suo migliore amico Vincenzo, e con la mia migliore amica Maddalena. Accettai senza esitazioni, pensai che fosse bellissima un'uscita a quattro. E così chiamai Maddalena e lei sapeva già tutto, eravamo felicissime, questi ragazzi ci avevano sconvolte la vita, e avevano reso tutto meraviglioso.
Andai a dormire con la sua buonanotte.
E con un sorriso sulle labbra, se tutto questo era un sogno non avrei mai voluto svegliarmi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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esiste un luogo dove io e te vivremo sempre. non cambierà mai la geografia di certi sguardi




Mi svegliai con il suo buongiorno sul cellulare, ormai quel buongiorno diventò una parte essenziale della mia giornata.
Erano solo tre giorni che lo conoscevo, ma per quel che mi riguardava sembrava conoscerlo da tutta una vita.
Risposi al suo buongiorno e mi confermò l'appuntamento al lago con Vincenzo e Maddalena, dopo poco  la mia amica mi chiamò, di quella telefonata ricordo la sua voce squillante e indecisa, non sapeva cosa mettersi e io le dicevo di stare tranquilla perchè qualunque cosa avrebbe indossato sarebbe stata bellissima.
Si fece subito pomeriggio , quella domenica faceva caldissimo, ricordo che dovevo aspettarlo alla solita fermata del bus, ma quando arrivai lui non c'era lo aspettai circa  mezz'ora ma niente, neanche una telefonata, era in un forte ritardo.
Mi chiamò Maddalena, e mi disse che lei mi aspettava alla stazione e anche lei stava aspettando Vincenzo.
Raggiunsi la stazione a piedi, e vidi Maddalena stavamo solo aspettando Vincenzo e Mario , Vincenzo arrivò poco dopo.
Ero arrabbiata, la puntualità per me era tutto , tutti in stazione tranne lui.
Alla fine scoprì che Lui era in stazione già da un bel pezzo e stava timbrando i biglietti, e lì per lì mi arrabbiai anche di più, poteva benissimo avvisarmi che era lì piuttosto che farmi attendere mezz'ora da sola davanti a quella dannata fermata dell'autobus.
Ci passai sopra, appena mi avvicinai mi baciò a stampo! come potevo essere arrabbiata con lui se mi baciava così dolcemente?
Tra una battuta di Vincenzo e altre cose raggiungemmo tutti e quattro la linea del treno per Desenzano del Garda.
Aspettammo per quindici minuti il treno, Io e Mario ci tenevamo per Mano, ma davanti a Maddalena e Vincenzo non mi baciava forse aveva vergogna.
Vincenzo mi faceva morire dal ridere, lui era il classico tipo divertente, che ogni tre per due fa sempre battute, era impossibile non ridere in sua compagnia.
Arrivò il treno, Mario mi prese per mano e poi tutti quanti prendemmo i posti per sederci.
Ero vicino a Mario, io lo guardavo, ancora con quella barbetta e con quel viso dolce, da cucciolo, morivo ogni volta che lo guardavo, mi faceva venire voglia di baciarlo. Eravamo mano nella mano, le nostre mani strette.
Poi guardavo Vincenzo e Maddalena, si vedeva che c'era un rapporto affiatato, erano teneri.
Poi guardai Mario e gli chiesi con voce da bambina " Me lo dai un bacio? " Lui sorrise e mi baciò nel modo più dolce che potessi desiderare.
Vincenzo rise leggermente e disse con un tono che mi fece veramente ridere " Che carini" non saprei come spiegarlo ma ero felice, felice come non lo ero mai stata.
Il treno partì e io guardavo fuori dal finestrino, guardavo il cielo, il sole, le nuvole.
Ci mettemmo dieci minuti ad arrivare a Desenzano, appena fummo arrivati scendemmo.
I muri di quella stazione erano di un giallo spento, e appena uscimmo dalla stazione vidi questo panorama spettacolare, pieno di verde, soleggiato.
Sentivo già l'odore del lago si respirava un aria diversa buonissima.
Camminammo tutti mano nella mano e visitammo Desenzano, era da tanto tempo che non venivo, e visitare quelle strade, quei vicoli così stretti e così romantici per me fu la cosa più romantica del mondo.
In quei vicoli antichi, e quelle mura ricche di storia ci osservavano mentre facevamo le cose più tenere.
Sembrava essere in un sogno.
Entrammo dentro un negozio di caramelle e io continuavo a lementarmi per il caldo.
Vincenzo andava matto per le caramelle , infatti aveva speso quasi venti euro di caramelle, quella busta era grandissima.
Uscimmo dal negozio, e avevo voglia di fumare una sigaretta, Mario mi sgridava ogni volta, non voleva che io fumassi, eppure era stato lui ad insegnarmi, ma in quel momento ne sentivo l'esigenza non ne potevo fare a meno.
Prendemmo posto sulle panchine tutti e quattro, davanti a noi c'era il Lago, quel lago di fronte a noi rendeva l'aria romanticissima, era lo spettacolo più bello che avessi mai visto in vita mia sembrava un film.
Guardavo il Lago e ci baciavamo , e come al mio solito gli morsicavo le labbra.
Lui minacciava di buttarmi giù nel lago, mi ricordo che mi prese in braccio e voleva veramente buttarmi dentro.
Sapevo che non l'avrebbe mai fatto ridevo spensierata, mi faceva ridere.
Vincenzo mi offrì una sigaretta  e mi ricordo che lui mi guardò male, abbassai lo sguardo come quando una bambina viene sgridata.
Ma poi lo rialzai e gli sorrisi e fumai lo stesso.
Quella panchina, adoravo quella panchina, ero convinta lo sono tutt'ora che Desanzano sia il posto più romantico al mondo.
Quella panchina mi aveva  vista crescere in un attimo, credo in quel momento io sia cresciuta. Non sapevo come spiegarlo, ma mi sentivo diversa.
Quando lui mi baciava io crescevo sempre di più.
Ci alzammo, e camminammo ancora sul lungo Lago, poi poco dopo entrammo dentro in quella strada di sassi e mise le sue mani su i miei fianchi quel contatto mi fece rabbrividire.
Uscimmo da quella strada, Maddalena voleva a tutti i costi che io e lei facessimo una foto, forse era per immortalare il ricordo, infatti quella foto è una parte essenziale dei miei ricordi.
Camminammo ancora per molto quando all'improvviso entrammo in un piccolo vicolo stretto, appena entrammo fummo accolti da un buonissimo odore di pizza, Vincenzo non esitò ad entrare e noi lo seguimmo.
Io e Maddalena ci sedemmo un attimo e approfittammo del fatto che eravamo sole per parlare di loro, come eravamo felici, come eravamo entusiaste.
Vincenzo e Mario presero due tranci di pizza, e io ricordo che non la volevo e lui mi costringeva a mangiarla.
Uscimmo fuori e mangiammo quella pizza, mangiammo pizza e baci.
Quella giornata al lago continuo a classificarla la più bella.
Ogni volta che penserò al lago penserò a lui.
Noi vivremo per sempre in quel posto, il lago, la panchina, le strade, non si dimenticheranno mai dei nostri sguardi. Si esiste un luogo dove io e lui vivremo sempre, è quel luogo è proprio Desenzano.
Poco dopo tutti e quattro decidemmo di andare a Casa di Mario  a vedere un film, e così facemmo.
Lui era un po' in deciso se portarmi a casa sua, aveva paura che ci fossero i genitori, ma per fortuna i suoi non c'erano, anche io ero un po' scettica sul fatto di andare a casa sua ma Maddalena e Vincenzo mi convinsero.
Timbrammo i biglietti e aspettammo il treno.
Non avrei mai immaginato che in futuro il treno e la stazione sarebbero diventati i miei peggior nemici.
Andammo a casa sua appena entrati Mario ci offrì da bere, e ci sedemmo sul divano, il suo divano era blu.
Quel divano..
In quel divano ci siamo mischiati, ci siamo lasciati andare alle più intime effusioni, alle più intime carezze.
Scegliemmo il film " Takanta"  tutti noi non capimmo quasi niente di quel film , il divano e la luce spenta sono delle grandi tentazioni.
Io e Mario continuavamo a baciarci profondamente e anche Maddalena e Vincenzo sembrava che si fossero dimenticati del mondo intero.
Ci baciavamo, ci toccavamo timidamente, e mi sarei spinta anche oltre se non fosse stato per la mamma che all'improvviso entrò.
Accesse all'improvviso la luce e tutti e quattro ci alzammo con delle facce sconvolte, come se stessimo facendo qualcosa di illegale.
Feci conoscenza con la madre, e il padre, ero gelosa della mamma, stava praticamente appicicata al figlio ventiquattro ore su ventiquattro.
Restammo lì fino alle otto di sera, purtroppo nessuno di noi si lasciò andare come avevamo fatto prima.
Mario dopo un po' mi accompagnò a casa, una cosa è certa non mi sarei mai dimenticata di quella giornata, non l'avrei mai dimenticata.
La più bella della mia vita.
Mi baciò e se ne andò.
Ma tra non molto i problemi sarebbero iniziati.
Continuavo a canticchiare una canzone , quella canzone rispecchiava esattamente il mio umore e rispecchiava esattamente la giornata che avevo passato oggi, quella canzone sarebbe diventata una delle colonne sonore del nostro amore.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Però sai come far morire a chi ti ha dato tanto amore, e tante notti per sognare.





Ne avrei volute passare altre cento di giornate come quella al lago, ma dentro di me sapevo che delle emozioni così intense si vivono solamente una volta nella vita.
La mattina mi svegliai sempre con il suo buongiorno sul cellullare, però avvertivo una strana sensazione, ma non ci badai più di tanto.
Oggi programmammo ancora di vederci con Vincenzo e Maddalena, anche se Maddalena aveva dei seri problemi ad uscire con Vincenzo, i suoi genitori non volevano che lei si frequentasse con lui.
Non riuscivo a capirli bene infondo perchè pensavo che in primis doveva piacere a lei e loro non centravano niente.
Come lo stesso con Mario, ai miei genitori non piaceva, perchè non lavorava e dicevano che era un ragazo troppo spinto e maleducato, ma loro non lo conoscevano come lo conoscevo io, per me lui era il ragazzo più dolce del mondo, e non mi importava assolutamente cosa pensassero loro, anche se questo comportava litigarci ogni santo giorno.
Il pomeriggio mi venne a prendere, e per le cinque ci vedemmo con Vincenzo e Maddalena.
Anche se le prime due orette le passammo da soli, andammo in centro, e poi mi portò in un altro parchetto , ci sedemmo sulla panchina.
Ma ricordo che quel pomeriggio non fu dei più belli.
Lui si lasciò andare, incominciò a parlare del suo passato, della sua ex fidanzata, e a volte c'era un silenzio che mi distruggeva, che mi imbarazzava un silenzio che faceva male più di tutto.
Mi disse che l'amava ancora, che pensava ancora a lei, ma che comunque cercava di andare avanti.
Aveva bisogno di me, io non potevo lasciarlo solo.
Ma non era solo questo il principale problema, il problema principale ero io.
Io troppo timida, io troppo silenziosa, io troppo remissiva, io troppo buona, io troppo poco divetente ,  io troppo appicicosa.
Si lamentava che non mi lasciassi desiderare, io pretendevo gli abbracci, io pretendevo le coccole, io pretendevo lui, e non gli lasciavo quella sensazione che poteva benissimo farlo da solo senza chiedere nulla.
Ci spostammo dal parco, a un vicolo un po' abbandonato, deserto e isolato, ci sedemmo vicino agli scalini di una chiesa sperduta.
Ci guardammo, ma restammo in silenzio, avrei dato oro per spezzare quel silenzio.
Gli chiedevo cosa dovessi fare per compiacerlo, gli chiedevo cosa ci fosse di sbagliato in me, gli dicevo che io non sarei mai potuta cambiare perchè io ero sempre stata così, e lo sarei rimasta per sempre.
Non avemmo più modo di riprendere questo discorso, andammo a prendere Vincenzo e Maddalena alla fermata dell'autosbus, sperando che almeno loro forse sarebbero riusciti a rallegrare la situazione.
Andammo al centro commerciale, non so perchè ma si respirava un aria pesantissima, anche tra Vincenzo e Maddalena.
Uscimmo e andammo nella sala fumatori.
Mi accorsi che Vincenzo e Maddalena stavano discutendo, non capivo perchè, ma Vincenzo era irritato.
Mi affacciai alla ringhiera, e Mario mi raggiunse capendo che qualcosa non andava.
Ero ferità, ferità perchè sapevo che aveva ragione fino ai capelli, che ero io quella sbagliata, e che se non fossi cambiata l'avrei perso, ma io non l'avevo mai avuto per davvero, e l'avevo già perso prima di perderlo davvero, e solo adesso effettivamente me ne rendo conto.
Riprese a fare il discorso di prima , non faceva altro che facermi sentire sbagliata, inadeguata, e poi c'era un'altra cosa.
Voleva fare l'amore.
Io gli avevo sempre spiegato come stavano le cose, ero vergine, il mio corpo non era pronto, avevo bisogno di tempo, era troppo presto adesso.
Quasi gli piangevo addosso, ricordo che avevo le lacrime agli occhi e lui lo notò, non voleva che io facessi così, gli si stringeva il cuore non voleva ferirmi.
Mi prese per mano, ma io ero triste e così andammo tutti e quattro in sala giochi.
Mario e Vincenzo perdettero tempo a giocare dentro quelle macchine telecomondate e Io e Maddalena approfittammo di questi pochi minuti per parlare, ci nascondemmo dentro una macchina al buio e così sputai tutto quello che c'eravamo detti e tutto quello che provavo.
Maddalena mi fece coraggio, e mi diceva che anche se non facevamo l'amore potevamo benissimo fare i preliminari almeno così lo tenevo buono, ma io non ero come lei ero diversa.
Passò un po' di tempo Vincenzo e Mario finirono e dopo poco successe una cosa che mi fece ritornare il buon umore.
Mario mi prese per mano, mi portò dietro l'angolo dove c'era il cinema e soprattutto dove non c'era nessuno, mi prese il viso tra le mani e mi baciò appassionatamente, un bacio meraviglioso, molto passionale, e mi chiese con voce da cucciolo " Facciamo pace?" Io sorrisi come potevo tenergli il muso se poi mi baciava così? In un attimo ero di nuovo al centro del suo mondo.
Uscimmo da quell'angolo e raggiungemmo Maddalena e Vincenzo, anche loro sembrava avessero fatto pace.
Andammo in centro  e camminammo, lui mi stringeva la mano facendomi anche un po' male e io per scherzo urlavo leggermente, anche in un modo più sensuale, mi avvicinai a lui e all'orecchio gli feci un piccolo gemito.
Lui mi guardò come per dire " Siamo in un luogo pubblico" e io risi.
Durante il tragitto ci fermammo Vincezo e Mario guardarono due ragazze bionde, con abiti succinti, insomma due gatte morte.
Continuavano a fissarle, Maddalena si arrabbiò.
E io in quel momento dovevo cacciare fuori le palle, quella era la mia occasione questo pretendeva lui, Mario voleva che io cacciassi il mio carattere perchè diceva sempre che ero troppo buona.
Ma non lo feci e sciupai quell'occasione, lo guardai negli occhi e abbassai lo sguardo silenziosamente.
Era deluso, non lo sapevo, non lo faceva capire.
Ma dentro di me io lo ero, non avevo ne la forza , ne il coraggio di arrabbiarmi con lui, perchè avevo paura di litigare, e se l'avessi perso?
Durante il tragitto ci fermammo in panetteria, Vincenzo prese il suo solito trancio di pizza  e io mi sedetti fuori su quella piccola panchina di legno.
Mario mi prese il viso tra le mani e mi continuava dire " Mocciosetta" e ogni volta che lo diceva alternava un bacio.
Io e sorridevo perchè non ero una mocciosetta.
E mi baciava, dio dimenticai tutto quello che fu successo poco prima.
Poco dopo andammo su in castello , era bellissimo era già un po' buio erano le sei di sera.
Tra salite e discese varie tra baci e abbracci andammo in un posto molto isolato del castello.
Ci sedemmo e Vincenzo prese il mio cellulare , selezionò le canzoni, e mise per puro caso, una canzone che si chiamava L'ultimo Bacio.
Poi dopo poco mise la canzone che stavo canticchiando il giorno prima, era una delle canzoni della colonna sonora del nostro amore.
Ci mettemmo a cantarla tutti quanti, poi Mario mi prese e mi buttò fra le sue braccia, e mi abbracciò, fu la sensazione più bella della mia vita, e uno dei momenti più speciali che condividevo con lui, mi abbracciava stretta al suo petto, io chiudevo gli occhi per assaporare quel momento, quella canzone, il tramonto, io , lui, noi.
La canzone terminò e mi baciò a lungo, e sorrisi, pensavo che tutto quello di prima fu solamente un momento, ed ero tranquilla.
Dopo poco mi portò a casa di fretta, perchè era tardissimo, ricordavo solo che correvamo.
Correvamo ascoltando le canzoni dal mio cellulare.
Attraversammo di fretta furia il parco che portava a casa mia, ricordo che c'era un punto in cui dovevamo saltare, ma io avevo paura, perchè era alto per me, ma invece era bassissimo.
Saltai e io caddi con le gambe a terra e lui mi prese dicendo ridendo che non avevo nemmeno un po' di forza nelle gambe.
Infatti il mio corpo non ha forza.
Mi portò a casa, e di corsa mi baciò con il fiatone, e sorrisi, nonostante tutto ero felice.
Credevo fermente che settembre era il mese più bello dell'anno.
Tornai a casa, le occhiate dei miei genitori mi facevano stare male, ma io andavo avanti, perchè lui era lui e nessuno poteva portarmelo via.
Ma invece qualcuno me lo stava portando via.
Ma di questo ne parlerò prossimamente.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 

E mi ritrovo fuori a quel portone, quando mi stringevi senza far rumore.
Il mio cuore frena, la mia voce trema.
Ti ricordi amore, Buona Luna.





 Era martedì  oggi non l'avrei visto , doveva andare in città a spedire qualche curriculum per lavorare ingiro.
Mi mancava immensamente, le ore senza di lui, scivolavano lente , e io mi sentivo vecchia.
La giornata incominciò malissimo, mi arrabbiai tantissimo perchè ricevetti una chiamata, la mia bisnonna stava poco bene e in ospedale tutto facevano ma tranne che curarla bene, ero maledettamente arrabbiata, sfogai la mia rabbia in uno stato di Fb.
Nemmeno il tempo di pubblicarlo, e cinque minuti dopo sul display apparse un messaggio.
Era lui. Mi batteva il cuore.
In quel messaggio si preoccupava per me mi scrisse " Tesoro cosa è successo? " e io gli risposi che gliel'avrei spiegato non appena ci saremmo visti.
La giornata passò.
Una notizia mi fece sorridere , stasera sarebbe venuto a trovarmi. Non vedevo L'ora di vederlo, cenai, mi lavai i denti, asciugai le pentole e i piatti della cena e mi preparai leggermente, lui suonò il citofono di casa mia e io gli risposi " Chi è ? " e uscì immediatamente.  Aprìì il cancello automatico, e me lo ritrovai davanti, appena lo vidi sorrisi lo abbracciai e lo baciai a stampo.
Lui rise leggermente e mi appoggiai al muretto sotto alla mia finestra " Come stai ? " gli chiesi , notando che quella notte c'era davvero una luna luminosissima, ma il cielo era davvero buio pesto.
Mi chiese cosa fosse successo, gli spiegai che era per mia nonna.
Voleva consolarmi, e ci riuscì benissimo, quella sera fu più tenero del solito, mi baciava dolcemente, appassionatamente, e continuava a scherzare sul fatto che io fossi cornuta.
Ma io sapevo che era uno scherzo.
Continuava a fare il geloso perchè diceva che avevo un numero di un mio amico salvato con un cuoricino.
A me piaceva quando si comportava così, era geloso, geloso, non c'era cosa più bella.
Io risi e gli dissi in tono molto divertito " Perchè sei geloso? tanto non stiamo insieme no? cosa sono io per te? "
Lui rise e si avvicinò " sei una merda"
Io gli diedi un piccolo schiaffetto e un morso sul collo " e tu sei uno stronzo" adoravo il suo collo, aveva un piccolo tatuaggio sul collo che mi faceva impazzire.
Ero fissata con i morsi continuavo a morderlo e a schiaffeggiarlo e lui mi sgridava dicendo che non gli piacevano gli schiaffi sulla guancia, ma io lo facevo per il gusto di istigarlo, per il gusto di farmi bloccare le mani e poi farmi baciare.
Continuava a insistere chiamandomi cornuta, oppure mi chiamava " GPS" come quel sabato quando ci fummo persi, a ripensarci ridevo.
Non me la prendevo quando diceva che fossi cornuta perchè sapevo fino al midollo che non era vero, anche io lo prendevo ingiro dicendo che avevo un sacco di uomini.
Poi ci baciammo molto appassionatamente, ero incollata al muro eravamo strettissimi i nostri corpi si sfioravano e io mi sentivo eccitatissima, lui riusciva a farmi bagnare tutta anche con un semplicissimo bacio.
Quando finimmo di baciarci lui mi disse " sei la mia ragazza" non riuscivo a crederci del tutto, non riuscivo a credere di sentirmelo dire davvero,
" sei la ma ragazza"
e dopo questa affermazione avrei voluto donargli tutta me stessa anima e corpo.
Ci lasciammo andare e anche molto direi ,  Io mi strusciavo completamente su di lui avvicinadogli anche la parte più intima del mio corpo al suo.
Lo facevo mentre continuavo a baciarlo profondamente.
Ma poi decidemmo di fermarci, ma io volevo andare oltre dio solo sapeva quanto volessi farlo.
E poco dopo ci salutammo e ci baciammo e lui tornò a casa sua mi sarebbe mancato molto quella notte, e intanto ero sempre più convinta che con lui ci avrei fatto l'amore.
Prima di entrare diedi una piccola occhiata alla luna e sorrisi pensando a lui.
Andai a dormire come al solito felice, pensando che domani sarebbe stato un altro giorno insieme con lui.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 

" Sere di settembre brividi di nostalgia, sento ancora le tue mani su di me, forse io mi innamorai di me, ma non sapevo come dirtelo"



Capitolo a leggero tasso erotico.



Era mercoledì 19 settembre, come il giorno prima non potemmo vederci, lui andò dagli amici, ma comunque mi disse che sarebbe passato la sera come l'altro giorno.
Odiavo quando non lo vedevo, ormai era diventato parte essenziale dei miei giorni, ormai vederlo era abitudine, ma una bellissima abitudine, non mi sarei mai potuta stancare di lui.
Non riuscivo a proiettarmi in un futuro senza di lui, volevo addirittura sposarlo, farci dei bambini! sciocco no? lo conoscevo appena da sei giorni eppure sembrava che lo conoscessi da tutta una vita, e più passavano i giorni e più mi attaccavo a lui.
Il giorno dopo sarebbe stato un giorno importante, sarebbe stato il compleanno di mia cugina , era da un mese che non la sentivo, avevamo litigato di brutto ad agosto quando eravamo in vacanza insieme, e quindi  non sapeva praticamente nulla di quello che stavo vivendo insieme a Mario, e mi dispiaceva perchè lei era sempre stata la mia miglior confidente.
Quel pomeriggio alzai la cornetta del telefono e la chiamai.
Non sapevo nemmeno che tipo di discorso avrei potuto affrontare, non sapevo davvero da dove cominciare, ma volevo che tornasse a far parte della mia vita, quindi cacciai via l'orgoglio e feci il primo passo per fare pace.
Rispose lei, per pura fortuna.
Le chiesi come stava, che mi mancava, e che il giorno dopo sarei andata a casa sua a trovarla per il suo compleanno insieme a mia sorella.
Le dissi che si era perso tanto della mia vita, e lei rispose che l'aveva notato perchè il mio profilo di facebook era diventato smielato.
Era felice di sentirmi, questo l'avvertivo, ma Adriana era sempre stata una persona molto orgogliosa e non avrebbe mai avuto il coraggio di fare il primo passo.
Parlammo per ore, e tornò a far parte della mia vita, gli raccontai di Mario, e lei mi disse che lo conosceva, che erano amici di infanzia, mi disse che era felice per me , che me lo meritavo, e mi augurava il meglio e finalmenti feci un bel sorriso, mi era mancata veramente molto.
Mi ricordo che quella sera faceva un po' freddo, e c'era molta aria fredda, Mario prima di venire mi mandò un messaggio sul cellulare dicendo " Mettiti qualcosa di pesante fa freddo"
e sorrisi al suo messaggio , che tenero si preoccupava per me pensai.
Suonò al citofono e uscìì di corsa, vidi di fronte al portone la sua bici, poi mi ritrovai lui davanti con le cuffiette dentro le orecchie, gliele tolsi  e poi lo baciai dolcemente a stampo.
La prima cosa che gli dissi fu che faceva freddo e lui mi disse con un tono un po' imbronciato " io te l'avevo detto di mettere qualcosa di più pesante addosso " lo abbracciai e gli dissi che  mi era mancato e gli raccontai della mia telefonata con mia cugina.
Dopo poco mi disse " Tua cugina tempo fa aveva una cotta per me" pensavo mi stesse prendendo ingiro, Adriana non mi aveva mai accennato il fatto che avesse questa cotta per Mario, e io gli dissi che si stava sbagliando che Adriana non aveva mai avuto una cotta per lui.
Dopo poco incominciammo a scherzare esattamente come la sera prima, io gli davo i miei soliti schiaffi, i miei soliti morsi, e lui me le tirava dietro chiamandomi " Immondizia " e io glielo ripetevo , poi mi diceva " Merda" e io glielo ripetevo, ma poco gli dissi " si sei un immondizia, ma sei la mia immondizia " e dopo poco ritornavo a stuzzicarlo.
Poco dopo mi spinse al muretto sotto la mia finestra con una tale passione da mettermi paura, ci slinguammo come non c'eravamo mai baciati.
Lui indossava anche una tuta grigia, era terribilmente sexy con quella tuta.
Quella sera ci lasciammo andare molto di più della sera prima, ero sempre io a provocarlo, volevo stuzzicarlo.
Gli strusciavo addosso, e gli strusciavo le parti intime sulle sue, e lui mi diceva che dovevo smetterla che aveva anche la tuta, e che se avessi continuato si sarebbe visto.
E io ridevo , come mi piaceva vederlo in difficoltà in quel senso, ma io non volevo smetterla io volevo provocarlo ancora, ancora e ancora.
Continuavo a strusciarmi molto pesantamente, eravamo stretti stretti al muro e la strada era deserta, lui mi guardava malissimo ma a me non importava continuavo a farlo, e volevo fare di più, la mia mano andò a finire su i suoi pantaloni, e lo accarezzavo, non avevo mai toccato nessuno come avevo toccato lui.
Lui si stava eccitando parecchio, quando all'improvviso mi prese in braccio e io strinsi le mie gambe intorno al suo bacino e continuavamo a baciarci appassionatamente, e ringraziavo dio per fortuna non c'era gente, eravamo io, lui, e la nostra eccitazione.
Quando all'improvviso la passione salì alle stelle e mi mise giù, e la sua mano sfiorò la parte più intima di me, me la accarezzava e la massaggiava, e ci infilò dentro anche un dito, gemevo dal piacere, ed ero bagnatissima, e ne volevo sempre di più, volevo che non si fermasse, volevo di più, sempre di più, volevo che in quel momento osasse ancora di più.
Avevo provato non poco tempo prima questo piacere, ma era diverso farlo con la persona che mi piaceva.
In quel momento la mia mente riusciva solo a fare pensieri perversi su di lui, ma dopo poco capimmo che avremmo dovuto fermarci perchè se no ci saremmo ritrovati nudi in mezzo alla strada.
Continuavamo a baciarci, ricordo che era quasi mezzanotte e si sentivano solo i rumori dei nostri sospiri desiderosi.
A malincuore ci staccammo e ci baciammo, ero felice perchè lo vedevo più sciolto più rilassato nei miei confronti e forse era solo apparenza , non avvertivo nessuna brutta sensazione all'orizzonte, lo vedevo tranquillo, lo vedevo sereno eppure quella sera, segnò drasticamente la nostra storia.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Mi chiesi dove, in quale marcio istante avevamo cominciato a perderci.




2O Settembre, questa data la vorrei eliminare dal calendario.
Mi svegliai, e volevo subito sentirlo , gli mandai il messaggio del  buongiorno sul cellulare, di solito mi rispondeva per le dieci, massimo per le undici quindi non mi preoccupavo se non mi rispondeva subito.
Lavai la mia stanza, aiutai mia mamma nelle faccende domestiche, e solo in quel momento realizzavo quanto fosse bella la mia vita.
Si l'amavo con passione la mia vita.
La vita mi sorrideva, e io incominciavo ad amarmi,  capivo che l'amore che mi stava dando mi stava salvando, lui era la mia roccia, la mia ancora di salvezza, incominciavo a volermi bene e tutto questo era solamente grazie a lui.
Le ore passavano ma niente il suo solito messaggio non arrivava.
Ma non mi preoccupavo sapevo che prima o poi mi avrebbe risposto, non avevo brutte sensazioni, pensavo solamente alle cose belle, pensavo solamente alla mia vita che in così poco tempo cambiò radicalmente.
Mezzogiorno e ancora niente lui non mi scriveva.
Provai a scrivergli su Facebook, ma nemmeno lì rispondeva, ma non pensavo a male, magari aveva qualcosa da fare, magari era impegnato, perchè dovevo pensare a male?
mangiai, era ora di pranzo, parlavo spensierata, e felice, lasciai il cellullare nella mia cameretta con il profilo ad alto volume così l'avrei sentito.
Quando all'improvviso sentìì un messaggio arrivare, avevo un udito fantastico pensai! lo sentivo anche a chilometri di distanza!
Mi alzai tutta eccitata e presi il telefono e andai subito in cucina.
Erano luna e un quarto, non sarei mai più riuscita a dimenticarlo.
Aprìì il messaggio e lessi quelle parole a me sconosciute, quelle parole che mi ferivano, non riuscivo a credere che stesse capitando a me una cosa del genere.
In quel messaggio c'era scritto che le cose tra noi non potevano funzionare, che lui era ancora scottato dalla sua precedente relazione, che non era colpa mia, che io non centravo niente, ero una ragazza dolcissima che meritava di più che uno come lui, e la cosa che mi fece ancora più male è che mi chiese di rimanere amici.
Avevo le lacrime agli occhi, e sapevo soltanto di voler piangere.
Buttai il telefono sul tavolo e andai di corsa in bagno senza guardare in faccia nessuno e chiusi la porta.
Mi accasciai a terra e piansi, mi chiedevo cosa ci fosse di sbagliato in me, mi chiedevo perchè lui si buttasse via, per una ragazza che ormai non lo voleva più, lui mi raccontò della sua ex , e mi raccontò anche delle cose squallide che faceva, ma allora perchè si buttava via per una così che non l'amava come lo amavo io?
Che cosa aveva lei in più di me? perchè non se la sentiva di costruire un rapporto con me? cosa avevo fatto di sbagliato?
Piangevo tanto, mia sorella e mia madre dopo poco mi raggiunsero in bagno, avevano letto il messaggio sul cellulare.
Mi riportarono il cellulare e continuavo a leggere quel messaggio, quelle frasi senza senso.
" Sei dolcissima"
Bene, pensai a cosa mi serviva essere dolce se poi lo dovevo prendere sempre in quel posto?
" Possiamo rimanere amici"  come poteva chiedermi di rimanere amici dopo tutto quello che avevamo condiviso? restare amici non si poteva per chi si era amato come noi, e poi si sapeva fin dal principio  che quando un ragazzo ti chiedeva  di rimanere amici significava  che dovevi farti da parte.
Come aveva potuto cancellare così in fretta tutta la nostra settimana?
Come aveva potuto lasciarmi con un semplice messaggio? almeno poteva essere più uomo a dirmelo in faccia!
Mia madre diceva che non ne valeva la pena, che non era giusto per me, che ce ne sarebbero stati tanti altri, e anche mia sorella disse lo stesso, a loro non era mai piaciuto, si dicevano che avrei potuti averne tanti altri, e non riuscivano proprio a capire che era questo che mi svuotava, che io non volevo amare altri ragazzi, io volevo amare lui.
Non riuscivo ancora a capacitarmene! come era possibile? tutti i miei sogni , i mei progetti svanirono in quel maledetto istante.
Chiamai Maddalena , tra le lacrime e le dissi che mi aveva lasciata, che era tutto finito, mentre parlavo con lei era a telefono con Vincenzo , anche Vincenzo non riusciva a capacitarsi del gesto del suo amico, gli avrebbe chiesto spiegazioni questo era sicuro.
Stavo male, stavo soffrendo, e nessuno fino infondo poteva capirmi nessuno.
Nessuno capiva il mio dolore, tutti si soffermavano solo a dire, che non mi meritava e che non era giusto per me, ma cosa ne sapevano loro? cosa?
Non avevo la forza di andare da mia cugina, non avevo la forza di truccarmi, non avevo la forza di spiegare perchè, perchè non lo sapevo nemmeno io.
Andai da mia cugina perchè mia sorella mi costrinse, anche se non ero dell'umore giusto per festeggiare il suo compleanno, a malincuore per forza dovevo spiegargli cosa fosse accaduto, e lei mi consolava, mi dava una speranza magari si sarebbe pentito e forse sarebbe tornato da me, ma io non ascoltavo io ero triste e infelice e volevo solo lui.
La mia domanda era sempre la stessa! perchè  a me? cos'aveva lei in più di me? perchè si buttava via così? non lo sapevo.
Volevo solo scomparire, forse addirittura morire, e volevo addirittura convincermi che forse era meglio così.
Volevo cancellarlo, volevo odiarlo ma non potevo.
Non ascoltavo niente, volevo solo piangere, tornai a casa di umore nero, cupo, mangiai poco.
Mia cugina scrisse a Mario su Fb gli chiese come mai si comportò così, e gli disse le stesse cose che disse a me per messaggio, che era scottato dalla sua precedente storia e della sua ex, che per il momento non se la sentiva, è che era arrabbiato con se stesso perchè a farne le spese ero stata io.
Lo scrisse anche su facebook " Purtroppo gli stronzi arrivano sempre per le persone sbagliate"
Era riferito a me, era dispiaciuto per come mi aveva lasciato.
Ma questo non cambiava la situazione, io l'avevo perso, e non l'avevo mai avuto.
Dovevo imparare a convivere senza di lui, e non sapevo che infondo non era affatto finita.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Non voglio mai più abituarmi a nessuno, a nessun buongiorno, a nessun odore, a nessuna voce,
a nessun modo di entrarmi dentro, a nessun difetto, a nessuna felicità.




21 settembre.

Il  giorno dopo svegliarmi fu tragico, alzarmi dal letto prendere il telefono e non trovare il suo buongiorno sul telefono, fu la sensazione più brutta in vita mia, realizzare che non fosse più accanto  a me.
Decisi di non pensarci, mi sentivo svuotata mi sentivo rubata, un pezzo del mio cuore ce l'aveva lui.
Dovevo dimenticarlo questo era chiaro, non sapevo da dove cominciare, mi sentivo un vetro rotto in mille pezzi.
Realizzai che non volevo più nessuno nella mia vita, era meglio star da soli, così nessuno avrebbe più potuto ferire i miei sentimenti.
Non volevo più abituarmi a niente e a nessuno.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 

Sembrava l'inizio di una qualche felicità.




Mercoledì 26 settembre.

Era passata quasi una settimana dalla mia rottura con Mario, incominciavo a sentirmi meglio, a sentire meno la sua mancanza, era chiaro come il sole che non mi fossi già dimenticata di lui, ma mi ero abituata all'idea che non ci fosse nella mia vita.
Sorridevo, ridevo, scherzavo, giocavo, uscivo, come facevo prima senza di lui, il mondo girava lo stesso, anche se non c'era lui a riempirmi le giornate.
Non speravo in un suo ritorno non speravo in un suo cambio d'idea perchè non volevo che tornasse solo per farmi contenta, io volevo il suo amore, non la sua pietà.
Era sera, non potrò mai scordarmelo, guardavo in camera da letto con mia mamma l'onore e il rispetto, la presenza di Gabriel Garko alla tv mi rallegrava.
Lasciai il cellulare nell' altra stanza, tanto non mi avrebbe chiamato nessuno.
Anche per Maddalena non era un periodo buono, la sua storia con Vincenzo era tormentata per colpa dei suoi genitori, stavano facendo di tutto per farli lasciare, io e Maddalena passavamo interi pomeriggi a piangere per quello che avevamo perduto.
Ma Maddalena non si arrendeva avrebbe fatto qualunque cosa ma non si sarebbe mai allontanata da Vincenzo, non almeno per un motivo così stupido.
Sua madre mi chiamava anche alle ore più improbabili della mattina, per dirmi che dovevo convincere sua figlia  a lasciare Vincenzo, ma io non l'assecondavo perchè dovevo impedire l'amore di due ragazzi? perchè i suoi e i miei genitori non apprezzavano i ragazzi con cui noi due uscivavamo ? non li avrei mai capiti.
Durante la pubblicità dell'onore e il rispetto andai in camera mia e controllai il cellullare, un messaggio sul mio display, lo aprìì era di Mario , il mio cuore cominciò a battere fortissimo.
Cosa voleva da me? perchè mi scriveva? nel suo messaggio c'era scritto che aveva un bisogno urgente di parlami , e dal suo tono riuscivo a capire solamente che aveva bisogno di me.
In cuor mio sapevo perfettamente cosa voleva e avevo ragione.
Gli scrissi su facebook, e gli chiedevo cosa voleva da me, insisteva che voleva vedermi, insisteva che voleva venire sotto casa mia, era tardissimo i miei non mi avrebbero mai fatta uscire a quell'ora di notte, pure se era sotto casa.
Insisteva, era insistente, ma non mi convinse, così gli dissi che se aveva urgenza di sentirmi poteva chiamarmi, e così fece.
Appena sentì la sua voce mi venne da piangere infatti alcune lacrime scesero.
La prima cosa che mi chiese fu " Come stai? "
E io gli risposi che stavo benissimo, che tutto andava come doveva andare.
Notò la mia voce e mi chiese se avessi il raffreddore, ma io il raffreddore non ce l'avevo, ma glielo dissi come scusa.
Non sapeva come affrontare il discorso, e io lo incitavo a parlare, lui non era mai stato bravo con le parole, era in difficoltà, mi chiese scusa anche per il modo in cui mi aveva lasciato, ma io delle sue scuse non me ne facevo niente, sapevo solo che quella sera sarebbe tornato da me.
E così fu.
Mi chiese di riprovarci, mi chiese di ricominciare, di darci un'altra possibilità, che voleva dare una seconda possibilità al nostro rapporto, non voleva pensare al passato, io a lui piacevo e voleva tentare un'altra volta.
Quando mi chiese cosa ne pensassi rimasi in silenzio, era la cosa che avevo desiderato di più al mondo, ma era normale che avessi dei dubbi, fui molto dura e coincisa gli dissi che se doveva tornare per poi rilasciarmi era meglio non incominciare, gli dissi decisa che doveva essere sicuro dei propri sentimenti perchè io non volevo soffrire, non più.
Volevo che se tornasse, dovevo essere l'unica a cui pensava, l'unica a cui dedicava tutto se stesso, perchè se ci fosse stata la presenza della sua ex non avrei potuto accettarlo, io non potevo accettare di dividerlo a metà con un'altra.
Questa volta appariva sicuro, determinato, era talmente sicuro di se che mi convinse.
E accettai, si poteva ritornare a far parte della mia vita.
Ero felice, tremendamente felice, avrei potuto averlo di nuovo accanto e non mi importavano tutte le lacrime che avevo buttato per lui, non  avevo paura di soffrire , dovevo correre il rischio di soffrire solo così sarei stata realmente felice, dovevo buttarmi , dovevo rischiare di farmi male.
Era tornato, non potevo crederci, sembrava di sognare, l'avrei toccato, l'avrei baciato, ci avrei parlato, sarebbe tornato a far parte della mia vita, ed era tutto quello che desideravo, parlammo tanto quella sera, quasi tre ore al telefono e parlammo di cose serie, di noi, delle sere che passammo sotto casa mia, parlammo addirittura di fare l'amore, e io sapevo che sarebbe capitato.
Ci dammo appuntamento il giorno dopo, volevamo incominciare tutto da capo, infatti voleva portarmi nel nostro parco, quello del primo appuntamento.
Non chiedevo altro.
C'era un solo e unico problema.
Come avrei detto a mia madre che ero ritornata insieme a lui? ma era l'ultimo dei miei pensieri, cioè volevo solamente godermi quel momento, niente  e nessuno mi avrebbe impedito di stare con lui.
Era tornato, era tornato, riuscivo solamente pensare a questo, mi sembrava rinascere.
Avevo paura in cuor mio, sarei riuscita a fidarmi come prima?  era una tortura staccare quel telefono ma dovevevamo era tardissimo, e così ci dammo la buonanotte.
Mi ricordo che scrissi all'intero facebook " Ti prego ora che sei tornato, non andartene più via"
E ricordo che mia cugina mi scrisse in chat, le spiegai tutto, ed era più felice di me.
Andai a dormire, sollevata, felice, spensierata, esattamente come quando c'era lui.
Non avrei mai più permesso a nessuno di portarmelo via ne ero sicura.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 

E se fosse una canzone fatta solo per ricordare i momenti in cui sei stato mio..




Stavo sognando? forse non lo sapevo nemmeno io, l'unica cosa che sapevo è che quella mattina aprìì gli occhi e lui c'era.
Era come svegliarsi da un brutto sogno e realizzare che niente era successo, tutto come l'avevo lasciato.
Mi svegliai e sapevo che dovevo affrontare mia madre, con tono un po' imbronciato mi chiese con chi ero a telefono la sera prima, e io gli confessai che era Mario, gli spiegai che era ritornato che questa volta aveva intenzione serie, mia madre era arrabbiata e lo sapevo e quando una cosa non gli andava bene me lo faceva pesare, invece mio padre fu comprensivo, non era proprio felicissimo ma comunque una seconda possibilità non si negava a nessuno.
Non mi importava cosa pensasse mia madre sinceramente era l'ultimo dei miei pensieri, pensavo solamente a Mario e che dopo una settimana finalmente l'avrei rivisto.
Finalmente il pomeriggio non tardò ad arrivare e mi truccai per andare da lui, erano le tre del pomeriggio, e come al mio solito ero in ritardo, era uno dei miei difetti più grandi arrivare tardi agli appuntamenti.
Lo vidi appoggiato al muro vicino alla fermata dell'autobus, era lì con i suoi soliti occhiali da sole, e con il cellulare in mano.
Appena mi avvicinai alzai un sopracciglio, ma non mi sognai di baciarlo, ne di abbracciarlo, volevo vedere lui come si comportava.
Ci salutammo normalmente , ma dentro di me rivederlo fu la terza guerra mondiale.
Ci prendemmo per mano come se niente fosse mai accaduto, la sua mano, quanto mi era mancata la sua mano stretta alla mia.
Parlammo i primi due minuti normalmente, e poco dopo lui mi disse che avvertiva una certa freddezza nei miei confronti, e io gli dissi " Certo, ieri sera mi hai interrotto mentre guardavo quel bonazzo di Gabriel Garko, è normale che io sia arrabbiata con te"
Lo dicevo ridendo.
Lui rise leggermente e disse " Perchè vorresti dire che Gabriel Garko è più bello di me? "
" Mi sembra ovvio" risi leggermente, ma subito dopo averlo detto mi fermai e lo abbracciai stretta stretta e chiusi gli occhi e dissi con tono abbastanza smielato " Scherzo, tu sei meglio di Gabriel Garko, e mi sei mancato." ci baciammo a stampo e continuavamo a camminare mano nella mano, mi sentivo padrona del mondo insieme  a lui, sembrava che il tempo non fosse mai trascorso.
Mi ricordo che quel pomeriggio c'erano le nuvole e il cielo era abbastanza grigio e quindi ci sbrigammo ad andare al parco.
Ritornare nel parco del nostro primo appuntamento fu per me una delle gioie più immense, camminavamo su quella strada di sassi, e ci guardavamo intorno il parco era deserto.
Ci nascondemmo dentro una specie di grotta, eravamo lontani dal mondo, quel posto era solo nostro.
Parlammo, scherzammo, e ci baciavamo come non ci baciavamo da una settimana, e lo stuzzicavo, ci prendavamo a morsi, a schiaffi, ci picchiavamo e ci coccolavamo.
Gli tolsi gli occhiali da sole e per sbaglio li feci cadere per terra, era fissato con quel paio di occhiali, e lui mi minacciava ridendo che mi uccideva se glieli avessi rotti.
Mi sedetti sopra le sue ginocchia, ero avvinghiata a lui, e continuavo a baciarlo con una tale passione, il mio seno era sul suo petto.
Tra baci , morsi, e toccatine varie, prese il suo cellulare e mise un po' di musica, potevamo fare tutto quello che volevamo non c'era nessuno.
E questo lo ricordo come uno dei momenti migliori passati insieme a lui.
In quel momento scoprìì la colonna sonora del nostro amore, la canzone si chiamava " Arrivi tu" di Gianluca Capozzi.
C'era una frase di quella canzone che mi colpì " Se poi arrivi tu, a me sembra pura follia, anche un solo giorno senza te senza di te, sei tu quel brivido che nasce dentro di me, sei tu quel vuoto che c'era e adesso non c'è più, giù nelle vene così , come nessuno mai..lo sento scorrere in me l'amore che dai"
Si quella era la nostra canzone.
Passammo ore a sentire le canzoni, quando alla fine smettemmo e ci rialzammo in piedi, avevo voglia di lui, il mio corpo aveva voglia di lui, e incominciai a provocarlo, dandogli alcuni schiaffetti , e lui mi ricordo per proteggermi che mi spingeva sul muretto e all'improvviso lo fece con una tale passione, che pensai che avesse capito quello che volevo fare.
Ci baciammo profondamente e le mie mani gli accarezzavano il petto, e gli accarezzavo i pettorali, e glieli palpavo, e lui mi chiedeva che sfizio c'era a palpargli i pettorali e io gli rispondevo che mi piacevano, e lui diceva che erano meglio le mie, e dopo poco mi disse " Guarda su" e io con ingenuità guardai su, e lui mi palpò il seno e strinse leggermente.
Lo riavvicinai ancora a me e lo baciai e continuavo a strusciarmi come facevo quelle sere sotto casa mia.
Volevo che mi facesse provare piacere come le altre volte, solo che lui per dispetto non lo faceva , allora io lo provocavo sempre di più, e vidi che si stava eccitando.
Quando all'improvviso mi slacciai la cintura del mio Jeans, e lui ci infilò la mano dentro, e mi ricordo che tremai dall'eccitazione e sospirai fu una sensazione bellissima,  quando subito dopo qualche istanti dovemmo smettere perchè arrivò un signore, ma per fortuna dopo qualche breve secondo se ne andò,  odiai quel signore tremendamente.
Allora io lo guardai, ma lui niente, e allora io mi riallacciai la cintura. E dopo poco mi chiese di fare l'amore, io non gli risposi.
Subito dopo qualche istante, la sua mano andò sempre più giù e me la accarezzò, e la accarezzava e  in quel momento si mi venne voglia di fare l'amore con lui, l'avrei fatto anche lì se avessi potuto, in quel momento volevo solo farci l'amore e non mi sfiorava l'idea che fossimo in un luogo pubblico, ma ero eccitata, sentivo dentro di me, un brivido , una scossa, che non avevo mai provato, e lui lo notò, avevo gli occhi appanati dal desiderio e dovevo respirare forte per mantenere la calma, e lui mi diceva con tono calmo " Calma, rimani lucida" ma io lo desideravo come potevo rimanere lucida in quel momento?
In quel momento mi bagnai talmente tanto che lui me lo fece notare, ero leggermente in imbarazzo perchè mi bagnavo anche se non facevamo un granchè.
Dopo cinque minuti dopo ci calmammo e io tornai in me e lui me lo richiese, mi propose nuovamente di fare l'amore con lui, ma in quel momento la paura mi dominò, non ero sicura se volevo farci l'amore, era la mia prima volta avevo paura.
Lui mi disse che il giorno dopo aveva casa libera, che era un momento perfetto, non so come mi convinse ma lo fece, dissi di si, ma non ero convinta, un sacco di dubbi mi tormentavano , potevo fidarmi di lui? dissi di si per pura disperazione, erano solo due settimane che lo conoscevo come potevo donare il mio corpo, la mia verginità dopo poco tempo?
Potevo? Una parte di me voleva, l'altra parte di me no.
Gli sussurrai all'orecchio " Voglio fare l'amore con te" e allora organizzammo, eppure ero dell'idea che le cose non dovevano venire organizzate ma dovevano accadere da se, soprattutto se si trattava di fare l'amore.
Volevo e non volevo, non sapevo nemmeno io cosa volessi di preciso.
Avevo paura.
Uscimmo dalla grotta e ci fermammo vicino al laghetto dove c'erano i pesci, Mario lanciava i sassolini nell'acqua.
" Se io faccio l'amore con te come faccio a sapere che tu resterai? e se dopo aver fatto l'amore tu mi abbandoni, perchè realizzi che tra di noi non può ancora funzionare? "
E io da lì dovevo capire che era totalmente sbagliato.
" Devi correre il rischio, la prima volta è la prima volta, se al massimo ti penti ti penti, ti farai il tuo piantino a casa, ma poi realizzerai che la prima volta non è così importante"
In quel momento non ragionavo, non capivo , eppure dissi di si.
Organizzammo , domani mattina alle nove a casa sua.
Ero ansiosa, terribilmente ansiosa, io domani l'avrei fatto per la prima volta, per tanto tempo avevo immaginato la mia prima volta, e lui doveva essere il primo, doveva essere il mio primo uomo, io lo amavo, e volevo donargli tutta me stessa, ma l'unica cosa che mi metteva angoscia era il tempo, erano solo due settimane.
Andammo via dal parco, e percorremmo quella strada in discesa e continuavamo a parlare del giorno dopo, lui non vedeva l'ora di fare l'amore con me, così mi diceva, diceva che era curioso, diceva che non aveva mai fatto l'amore con una vergine.
Anche io da un lato ero curiosa, e dicevo che sarebbe andato tutto bene, era per rassicurare me stessa, lui disse poco per rassicurarmi.
Mi accompagnò alla fermata dell'autobus e mentre aspettavamo l'autobus ci baciavamo dolcemente, come amavo baciarlo, e le sue mani mi palpavano il sedere, diceva che amava il mio sedere, diceva che era piccolo, e io cercavo di fare lo stesso con lui, ma ero troppo bassa e lui era alto e non ci arrivavo.
Dopo poco discutemmo che il giorno dopo avrebbe dovuto usare il preservativo perchè se no senza non l'avrei fatto, e lui diceva che odiava il preservativo e che dovevo stare tranquilla perchè lui sapeva come fare, e potevamo farlo tranquillamente, ma io dicevo o con o niente e alla fine lui si convinse.
Arrivò l'autobus, e ci baciammo dolcemente e ci demmo appuntamento domani a casa sua.
Arrivai a casa, e intanto pensavo se stavo facendo la cosa giusta, se dovevo fare l'amore con lui, ero un po' insicura.
Raccontai a mia sorella come andò, ma non gli dissi che domani l'avrei fatto, non mi sarei mai sognata di dirlo.
La sera arrivò presto, io mi depilai con cura, e poi andai a dormire appena misi la testa sul cuscino riflettei per un po' mi domandavo se facevo bene o meno.
Ma poi sicura di me chiusi gli occhi e decisi.
Si domani avrei fatto l'amore con lui.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 

La prima volta può deludere, se sei andata in crisi, c'è un perchè tu eri bambina e ora non lo sei più
 



Mi svegliai, ero nervosa, agitata, ma non lo feci vedere, i miei genitori quella mattina non c'erano, io e mia sorelle eravamo a casa da sole, così presi i miei vestiti, un paio di leggins e una maglietta comoda.
Andai in bagno, mi lavai i capelli e mi depilai, e mentre lo facevo pensavo se stessi facendo la cosa giusta, se ero realmente sicura di quello che stavo per fare, cercavo di eliminare quei pensieri, forse stavo facendo lo sbaglio giusto, ma in cuor mio sapevo che non ero pronta, e di motivi per non sentirmi pronta erano tanti, il primo che mi martellava era il tempo, insomma erano passate appena due settimane, poi il mio corpo, il mio corpo era pronto per affrontare un passo così importante? e soprattutto lui era la persona giusta?
Mi asciugai i capelli bagnati, indossai i vestiti, e mi truccai, andai in cucina e salutai mia sorella, prima di uscire di casa guardai casa mia e pensai " forse dopo quando metterò piede in questa cosa non sarò più vergine."
Camminai il più lenta possibile, la mia mente non riusciva a fare altro che pensare, avevo paura, mi tremavano le gambe e le mani, eppure nonostante la paura, le gambe mi portavano da lui.
Arrivai vicino alla fermata dell'autobus, lui arrivò cinque minuti in ritardo, appena lo vidi lui si avvicinò e mi baciò a stampo , la sua bocca odorava di dentifricio alla menta.
Mi prese per mano e mi portò a casa sua ,  e mentre camminavamo mi disse che mi vedeva nervosa e agitata, e io gli risposi che era normale che fossi un po' intimorita.
Prese le chiavi e aprì la porta , fui la prima ad entrare a casa sua, il suo letto era ancora disfatto, lui dormiva su un divano letto, le lenzuola sapevano ancora di lui.
Osservavo tutto di quel letto, adesso in quel letto ci avrei fatto l'amore, la mia prima volta.
Sentivo che c'era la musica , era musica reggaeton, quella musica mi metteva l'ansia, poi lui notando la mia agitazione mi chiese se volessi bere, e gli dissi di si, mi portò un bicchiere e d'acqua e poi lo posai sul piccolo tavolo.
Subito dopo si mise davanti a me e incominciammo a baciarci, avevo il cuore che batteva a mille, ero agitata, e nervosa, i nostri baci erano talmente appassionati che andammo a sbattere contro la porta del piccolo ingresso, facevamo tutto questo a ritmo di musica.
Mi incominciò a spogliare, era la prima volta che un ragazzo mi spogliava, lui si tolse la maglietta, perchè io non ero in grado di fare niente, ero paralizzata, ero un tronco, ero di marmo, ero gelida.
Mi spinse sul letto e mi tolse i pantaloni, e mentre mi baciava si mise sopra di me, ci baciavamo e io mi rendevo conto perfettamente di quello che stavo facendo.
Spense tutte le luci,e ci infilammo tutti e due sotto le coperte, io gli accarezzavo il petto dolcemente, ma non riuscivo a rilassarmi, quando all'improvviso sentìì al pc la nostra canzone " Arrivi tu" e in un certo senso mi tranquillizzò in quel momento.
Mi tolse le mutandine, e lui si tolse i Boxer, fui in quel momento che realizzai che avevo troppo paura, e mi stavo chiedendo se dovessi farlo o meno, la mia testa diceva che dovevo fermarmi, mi diceva che se l'avessi fatto mi sarei pentita prima o poi.
Ci sdraiammo e ci baciammo, lui era ancora sopra di me, sentivo il contatto della sua pelle nuda con la mia, il contatto della sua parte intima con la mia, ero terrorizzata. Dopo poco lui mi chiese se avessi paura, io gli risposi affermativamente e lui mi disse di stare tranquilla, personalmente quella fu la cosa più dolce che mi disse, perchè per tranquillizzarmi non fece nulla, non fece nulla per mettermi a mio agio, ne un sorriso, ne una carezza, voleva arrivare subito al dunque, non mi sentivo usata, ma la mia prima volta non la volevo così, io avevo sempre desiderato una prima volta da film e forse ero una stupida a volerlo.
Aprìì le gambe , e in quel momento mi fece un ditalino, ricordo solamente che non sentivo piacere come le altre volte un po' di meno, forse era l'agitazione.
Ci baciammo ancora  e ancora ma dopo poco lui disse una cosa che mi buttò totalmente a terra " Non trovo il buco."
Mi caddero le braccia, nel vero senso della parola risi leggermente e dissi " Come non trovi il buco? " per lui era una situazione abbastanza imbarazzante , in quel momento risi di gusto e so che non avrei mai dovuto farlo perchè lo mortificai, ma non ridevo per lui ridevo perchè in quel momento mi venne in mente mia cugina che aveva avuto lo stesso problema con il suo ragazzo.
Mi sdraiai e riprendemmo a baciarci anche se nell'aria si avvertiva un certo imbarazzo.
Diceva che la mia parte intima fosse strana, diventai tutta rossa e mi chiedevo cosa avesse di strano.
Passarono altri dieci minuti passati a baciarci, ma ancora dovevamo arrivare al dunque e dubitavo seriamente che ci saremmo arrivati, perchè io in quel momento realizzai di non voler andare avanti.
Ma poco dopo lui entrò leggermente dentro di me ma non  andò infondo, entrò proprio pochissimo , quindi per fortuna non mi sverginò, lo feci uscire subito perchè sentì un po' male.
All'improvviso mi fermai e respirai , lui voleva riprovare di nuovo ad entrare ma io non glielo permisi.
Così dopo poco molto dispiaciuta gli dissi " Scusami ma non ce la faccio" lui si fermò subito e si mise seduto nel letto, io sospirai , mi coprì il viso e dissi " Perdonami, ma non sono pronta"
Lui non rispondeva, era freddo, gelido, di ghiaccio, si vedeva da lontano un miglio che era deluso.
Ma io non volevo farlo, non mi piaceva come si era creata la situazione, non mi piaceva il modo in cui mi aveva trattata, non mi piaceva per niente, io volevo solo un po' di romanticismo e un po' di dolcezza in più.. era chiedere troppo non arrivare subito al punto?
Non la volevo così la mia prima volta, non con una persona che conoscevo appena da due settimane, non con uno che non trovava il buco, non con uno che non fece niente per farmi rilassare e farmi stare tranquilla!
Ero arrabbiata con me stessa, certo, ma ero arrabbiata anche con lui ! Come pretendeva che andassi a letto con lui dopo due settimane? come poteva trattarmi così? è vero la colpa non era solo sua, la colpa la dividevo a metà.
Mi passò la mutanda e mi vestì, quel silenzio mi stava lentamente distruggendo.
Andai in bagno e mi guardai allo specchio, vedevo un mostro,  e mi veniva da piangere, la situazione era bruttissima, io mi sentivo un fallimento totale, se non fossi stata vergine la cosa sarebbe stata diversa.
Tornai giù, e lo vidi, era nervoso lo avvertivo e non aveva il coraggio di guardarmi in faccia.
Gli chiesi se fosse arrabbiato con me, fece di no con la testa, avrei preferito che mi urlasse contro, ma no che rimanesse in silenzio, perchè quel silenzio faceva troppo male.
Uscimmo di casa, da un lato ero in pace con me stessa, non l'avevo fatto, mi si era tolto un peso.
Gli chiesi se potesse darmi una sigaretta avevo bisogno di calmarmi perchè tremavo tutta.
Vedevo nel suo sguardo la delusione, andammo al centro commerciale e finalmente ne parlammo.
La cosa che non mi aspettavo e che mi fece ancora più male, lui mi addossò praticamente tutta la colpa.
Era tutta colpa mia, così diceva.
Diceva che non era eccitato, che io avrei dovuto stimolarlo di più, che ero ferma e non si era eccitato abbastanza, voleva che lo eccitassi come avevo fatto ieri al parco, oppure quando era sotto casa mia, ma era la mia prima volta, il mio primo rapporto, come pretendeva che sapessi cosa fare? come pretendeva che non avessi paura? cosa pretendeva che mi comportassi da porno star alla mia prima volta?
Mi arrabbiai, ma non dissi niente, volevo urlare, ma restai solamente in silenzio, perchè in quel momento mi fece sentire sbagliata.
Non faceva altro che ripertermi che avrei dovuto impegnarmi di più.
Ma sapevo che il mio non era un problema di verginità, e pensavo pure di sapere come comportarvi in quei casi, io pensavo di sapere come si facesse, ma un conto era parlarne con le mie amiche, e un conto era farlo, indipidentemente dal fatto che l'esperienza ci fosse o no.
Mi sentivo persa..
Tutt'oggi mi domando se la colpa sia stata mia.
E' così ? ho qualche colpa? se non quella di essere vergine?
Dopo poco andammo via dal centro commerciale e mi acompagnò alla fermata dell'autobus, il bus arrivò subito, e lo baciai a stampo, e lo abbracciai e se avessi saputo che quello fu l'ultimo abbraccio l'avrei stretto più forte.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***



Chiudi alcune porte. non per orgoglio ma perchè non sono più adatte alla tua vita.


 

Nel pomeriggio decisi di andare a trovare mia cugina, durante il tragitto a piedi pensai a tutto quello che mi era successo stamattina.

Era colpa mia? aveva ragione? avrei dovuto stimolarlo di più? non lo sapevo ma una cosa era certa ero contenta di non aver fatto l'amore con lui.
Un sacco di dubbi mi tormentavano, forse non ci sarei mai dovuta ricascare , non avrei dovuto dargli una seconda possibilità, forse perchè semplicemente non eravamo fatti per stare insieme, e poi in casa si era creata un atmosfera davvero pesante, mia madre mi mandava all'esasperazione, non faceva altro che parlare male di lui, e mi dava fastidio.
Arrivai da mia cugina e finalmente mi sfogai con qualcuno, parlammo molto e gli raccontai tutto, mia cugina non poteva crederci, ed era normale che non me la fossi sentita , la situazione faceva schifo.
La chiaccherata con mia cugina mi fece riflettere e non poco, dopo un po' me ne andai immersa nei miei pensieri.
Il giorno dopo andai da Maddalena, si era lasciata con Vincenzo dovevo tirarle su il morale, ma come facevo se anche dentro di me ero a pezzi.
Maddalena dicevo che dovevo lasciarlo, che era la cosa migliore, che non saremmo mai potuti andare avanti , semplicemente perchè eravamo troppo diversi, e troppe cose ci dividevano e solo ora me ne rendevo conto.
Pensava ancora alla ex , ogni volta che guardavo il suo profilo, nel suo profilo vedevo lei.
Ogni volta c'era sempre un tag, o una canzone, o uno stato, e poi vedevo che lei era ancora troppo presenti, si commentavano, si scrivevano, come potevo accettare la sua ex nella sua vita?
Non era possibile, io non l'accettavo, o lei , o me, o niente.


30 settembre.

Un'altra litigata con mia madre.
E lui non c'era.
Non era nemmeno venuto a trovarmi, non mi aveva nemmeno scritto un cazzo di buongiorno.
Era andato dagli amici, durante il pomeriggio, ne una chiamata, ne un messaggio, niente, niente di tutto questo.
Entrai su fb la sera tardi e finalmente si degnò di scrivermi, e si lamentò del fatto che io non mi fossi fatta sentire durante il giorno.
Ero arrabbiata, amareggiata, e ferita, continuava a parlarmi di fare sesso , continuava a insistere che dovevamo riprovarci, e insisteva nel fatto che avessimo sbagliato posizione, certo perchè una che è vergine alla sua prima volta fa tutto il KAMASUTRA ( Ovviamente è sarcastico)
Comunque sia, nel suo profilo vedevo le solite cose nauseanti dedicate alla ex, e fu lì che realizzai che lui non poteva più far parte della mia vita a malincuore, perchè lo amavo con tutta me stessa, ma alla fine anche i sentimenti più sinceri si stancano di andare incontro a chi non li apprezza.
E alla fine in chat lo ammise amava ancora lei, aveva bisogno di me per dimenticarsi di lei, ero una specie di chiodo e schiaccia chiodo, dio santo come potevo accettare di essere al secondo posto, io non potevo competere, non avevo la forza per competere, e mi ero stancata, mi ero stancata di lui, che mi diceva che dovevamo fare l'amore, mi ero stancata della sua ex, e mi ero stancata di mia madre.
Presi la decisione più sofferta della mia vita, e dio quanto mi sono odiata, e quato mi odio per aver lasciato tutto così senza lottare.
Infatti mi odio perchè per noi due non ho lottato, e infondo se avessi avuto più coraggio forse ora saremmo ancora insieme, anche se penso che non saremmo mai durati a lungo, semplicemente perchè io ero troppo, e lui mi dava troppo poco, perchè nel suo cuore non c'ero io, ma c'era lei, e io ero stanca di trattenerlo, ognuno doveva prendere la propria strada, anche se mi faceva male, perchè io lo amavo.
E oggi me ne pento di questa scelta , perchè so che se tornasse io non esiterei a riprendermelo , so che questa volta combatterei, e so che questa volta me lo terrei stretta, se tornasse voglio solamente che lui veda in me ciò che io in vedo in lui, ma quello che gli posso dare non lo potrà mai più conoscere.





- Lo so che non è giusto per questo mi serve il tuo aiuto.
- vedo lei da per tutto! Poi questa a chi la volevi dedicare a lei? C'è Sempre lei , e io non posso combattere così. Tu usi me per dimenticarti di lei !
- So che detto così sembra brutto ma comunque volevo costruire un rapporto con te.
Non è che mi dimenticavo di lei, e mi dimenticavo anche di te.



Sono stata troppo codarda ? o semplicemente sono stata realista? avrei dovuto tenermelo stretto? non lo so in quel momento volevo solo vedere quello che i miei occhi volevano vedere, ma so per certo che me ne pento da morire oggi, perchè se potessi tornare indietro non l'avrei mai lasciato andare. La verità è una sola che se tornasse io un'altra possibilità al nostro rapporto gliela darei.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Lo cercherai ancora, inutile negarlo. E in mezzo alla gente avrai l'ansia di incontrarlo, come la prima volta che l'hai visto. E l'ultima volta che l'hai perso.






Ero felice, mi ricordo che i primi giorni furono difficili, ma poi realizzai che averlo lasciato fu la scelta migliore della mia vita, la mia vita andava tranquillamente avanti senza di lui, durante i primi tempi non avevo nessun rimpianto.
La mia vita procedeva tranquillamente, non ci pensavo più, non mi mancava più.
Era più di un mesetto che non avevo sue notizie , non lo vedevo nemmeno in giro per puro caso.
Ma qualcosa stava per accadere a mia insaputa.
Era il 7 novembre io e mia sorella e mia cugina decidemmo di uscire per andare al centro commerciale, mi ricordo che fuori era molto buio e c'era brutto tempo, camminavamo e io guardavo le vetrine dei negozi, quando mia sorella ci disse " Ehi ma quello non è Mario?. "
E lo vidi da lontano  che rideva e scherzava con un suo amico, mi venne la nausea, mi sentivo malissimo, il mio stomaco si contorse, e il mio cuore andò in tumulto, gli passai davanti e lui non mi notò, ma io e il suo amico ci guardammo intensamente.
Appena gli fui passata davanti mi strinsi lo stomaco come per strapparmelo via perchè mi faceva troppo male.
Ci sedemmo vicino ai tavolini del Mc e continuavo a parlare di lui, anzi insistevo che dovevo seguirlo, che dovevo vederlo, dovevo parlarci.
Li vidi ancora lui, e il suo amico, e il mio stomaco andava a puttane, mia cugina mi mandò a prendere l'acqua al mc, e per il momento non lo incrociai, ma quando stavo ritornando per dare l'acqua a mia cugina lo vidi e il mio sguardo si incrociò al suo e ci sorridemmo teneramente, come se tra noi non fosse successo nulla, non c'era amarezza nel suo sguardo, non c'era ne rabbia ne delusione.
Poi lui andò fuori a fumarsi una sigaretta e io dissi a mia cugina " Seguiamolo " e non mi importava se il mio poteva sembrare stalking.
Lo vidi fuori ma ci guardammo, e ci scambiammo qualche parola con il suo amico , ma io e lui non avemmo nessun contatto diretto.
Ci sedemmo nuovamente ai tavolini dei Mc e continuavamo a fissarci, ma poi distoglievo subito lo sguardo per paura che lui pensasse che io provassi qualcosa per lui.
Ma dovevo farmi notare , dovevo parlarci ad ogni costo così mi alzai e andai di nuovo al Mc, per un'altra bottiglia d'acqua, appena passai feci finta di nulla, e notai che il suo amico , si chiamava Diego, mi guardava, anche con Diego avrei passato un periodo magico della mia vita, ma questa è un'altra storia.
La tentazione di avvicinarmi e dirmi perchè mi guardava era forte ma alla fine mi feci i fatti miei.
Perchè non si avvicinava? possibile che non voleva un chiarimento da parte mia? si era già dimenticato di me? evidentemente si.
Lui se ne andò, ma io speravo con tutta me stessa di tornare a casa e di trovare un suo messaggio, ma la delusione nel non trovarlo fu grande.
Come era possibile? mi mancava, mi mancava terribilmente, realizzai che feci un errore grandissimo a lasciarlo, non avrei mai dovuto lasciarlo andare via, ed era bastato vederlo quasi due mesi dopo per capirlo.
Lo volevo, volevo lui solamente lui, ero solamente una gran cogliona questo ero.
Decisi di scrivergli io tanto non avevo nulla da perdere.
- Ciao, mi ha fatto molto piacere rivederti oggi.
- Anche a me ha fatto piacere, sinceramente sei stata quella che credevo di vedere.
Non capìì il senso della sua risposta ma mi fece piacere che rispose così.
Mi chiese come stavo, ma niente non si riferiva a noi, non parlava della nostra storia.
Mi disse che stava facendo le guide per la patente che stava cercando di andare avanti, ma di noi non parlò.
E poi mi salutò. come se volesse liquidarmi, come se parlare in chat come se niente fosse accaduto fosse un'atteggiamento molto infantile e ipocrita.
Ma fu in quel momento che capìì che l'avevo perso, e che non sarebbe mai tornato da me, e che ogni volta l'avrei cercato tra la folla del centro.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Mai se n'è andato per non tornare mai, e ha messo anche me fra  i suoi trofei.






18 Novembre.
 

Passarono dieci giorni da quel giorno che lo vidi quella volta al centro commerciale, e ormai la sua mancanza era una cosa naturale, lo pensavo continuamente, quando uscivo lo cercavo tra gli sguardi della gente, pregavo sempre di vederlo, lo scambiavo anche tra la folla.
Avevo smesso di sperare in un suo messaggio, anche se avrei voluto parlarci, volevo spiegargli come stavano le cose, che lasciarlo fu l'errore più grande della mia vita.
La sera del 18 novembre io , mia sorella, e mia cugina decidemmo di andare a ballare, sinceramente ne avevo voglia perchè dovevo svagarmi, dovevo dimenticarmi di lui almeno per una sera.
Andammo a ballare ci divertimmo molto e ci fermammo a dormire da mia cugina, erano quasi le due , quando all'improvviso aprimmo la chat di fb e trovammo Mario online, mia cugina gli scrisse per scherzare un po' e alla fine gli mandò la richiesta per fare la webcam.
Appena lo vidi con lo sguardo un po' assonnato mi si sciolse il cuore, non sapevo resistere aveva una faccia da cucciolo, mi veniva voglia di coccolarlo, io ero in pigiama ma mi piacevo avevo una strana luce in viso, ero illuminata, lui mi rendeva bellissima.
Non sentivamo quando ci parlava, e tra una cosa e l'altra finimmo per parlare di noi due, e lui mi chiese se potevo chiamarlo, non esitai nemmeno un minuto.
Appena sentì la sua voce per me fu un tuffo al cuore, ritornai con la mente a quelle serate passate a telefono per ore.
Lui mi chiese spiegazioni per il mio comportamento, io gli chiesi scusa per il mio comportamento infantile, e chiarimmo tutto quello che c'era da chiarire, parlammo della mia quasi prima volta a casa sua e lui non fece altro che addossarmi nuovamente la colpa, lui non era capace di dividerla a metà no, la responsabilità era solo mia.
Non mi amava, perchè non si distrugge la persona che si ama.
E non mi importava se si comportava da stronzo perchè io lo volevo come una sanguisuga.
Gli dissi " Mi manchi." e lui non rispose , fu rimasto in silenzio, e quel silenzio mi fece male, perchè significava che ormai per noi due era troppo tardi che non c'era più niente da salvare.
Mi disse che ormai lui stava bene, voleva solamente divertirsi e non aveva la testa per incominciare una storia.
E io gli dissi che l'avrei aspettato, che quando sarebbe voluto tornare da me io ci sarei sempre stata, e lui disse che lo sapeva, e che non rimpiangeva niente della nostra storia,
Ma solo adesso capivo che l'avevo perso per sempre, che non sarebbe mai più tornato, è che la colpa forse era solo mia, io l'avevo lasciato, ero io la colpevole.
Rimanemmo a telefono fino alle sei di mattina, ore , e ore passate a un telefono.
Come era possibile che era tutto finito?
Come era possibile che tutti i momenti passati insieme li buttò completamente nel cesso?
Non riuscivo a concepirlo.
Andai a dormire con un senso di colpa, e con una tale rabbia e con un vuoto che mai nessuno avrebbe mai potuto colmare se non lui.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Si dividono le strade , tanti auguri e buona vita, non odiarmi quando poi mi penserai.





26 Novembre

Passarono 8 giorni dall'ultima volta che lo vidi in web, mi mancava, ma ormai la sua mancanza per me diventò abitudine, la vita andava avanti anche senza di lui.
Mi ricordo che era sera, controllai come sempre il suo profilo su facebook, e mi concentrai su un suo stato.
Era tutto incazzato aveva preso una multa, allora io per prenderlo un po' ingiro mi ricordo che gli commentai.
" Mi stai facendo deprimere con i tuoi stati, su con la vita :) . "
Anche Diego il suo amico commentò, io piacevo molto a Diego, e infine si mise a commentare anche mia cugina, e poi si aggiunse anche Mario, tutti quanti a scriverci, a ridere, a prenderci ingiro, era bello così. almeno non avrei perso i contatti con lui.
Quando all'improvviso Mario, mi scrisse in chat, e mi raccontò che c'era qualcosa di più della multa che aveva preso quel giorno.
Mario si sfogò con me, mi raccontò della sua scopamica e mi raccontò tutto quello che era successo con quella lì, mi dava fastidio che mi raccontasse delle sue esperienze di vita, mi dava fastidio sapere che se ne fosse andato a letto con un'altra, non pretendevo che rimanesse casto solo perchè io provavo ancora qualcosa per lui, ma mi davva fastidio, ero gelosa, immaginare che si baciavano, che si toccavano, un'altra che non ero io, era orribile.
Parlammo molto in Chat , finimmo a parlare nuovamente di noi due, e finimmo ancora di parlare di quella mattina a casa sua dove avevamo tentato di fare l'amore, e gli dissi che mi dispiaceva molto che fosse andata a finire così, perchè avrei voluto che fosse lui il primo uomo della mia vita.
Mi sconvolse una sua frase.
" Se vuoi posso ancora esserlo"
Il cuore era felicissimo, ma la testa diceva " Dio, perchè mi devo infilare ancora in questa situazione complicata"
Lui mi richiese di uscire, e per me fu come vedere una luce, il paradiso, ma c'era sempre un lato negativo, c'era sempre qualcosa che non andava.
Lui mi chiese che se dovevamo uscire ancora, dovevamo prenderla senza impegno, non dovevamo prenderla seriamente, nel senso che se lui avesse avuto la possibilità di andare a letto con un'altra non si sarebbe fatto alcun scrupolo aldilà del fatto che ci fossi io, ero solo un ripiego, per lui ero un giocattolo, dovevo mettermi in testa che la nostra era una cosa senza impegno, senza importanza, e a me stava bene così pur di vederlo, pur di non perderlo, stavo mettendo sotto i piedi la mia dignità.
Ci dammo appuntamento il giorno dopo alle cinque, vicino la mia scuola, esattamente come quel sabato15 settembre .


27 Novembre

Prima di andare da Mario, andai da mia cugina gli spiegai la situazione e le chiesi di coprirmi con i miei genitori in caso avessero chiamato.
Mi ricordo che quel giorno faceva freddissimo, non vedevo l'ora di vederlo.
Si fecero le cinque, camminavo da sola al buio, e mentre lo facevo pensavo a tutti quei momenti passati insieme, e mi chiedevo se stavo facendo bene a dargli quest'altra possibilità, non avevo niente da perdere ero sicura che se l'avessi perso di nuovo l'avrei retto, ma valeva la pena rischiare.
Ero davanti la mia scuola, ma di lui nemmeno l'ombra, di solito lui era sempre puntuale.
Gli mandai un messaggio, gli feci uno squillo ma niente.
Passarono venti minuti, niente, passò mezz'ora niente, eppure sapevo che dovevo andarmene ma una parte di me mi impediva di farlo.
Passò esattamente un ora , e la passai sotto al freddo , e al vento e finalmente arrivò.
Appena arrivò lo guardai male e gli dissi acida " Grazie per avermi avvisato che avresti fatto tardi" lui si giustificò che lo avevano trattenuto di più alla scuola guida.
Incominciammo a camminare, era buio e parlammo, e poi incominciammo un po' a scherzare e mi toccò i capelli, quel gesto mi riscaldò il cuore.
Percorrevamo quelle vie al buio e dopo un po' ci mettemmo sotto i portici, era bellissimo quel posto , al buio, il vento, gli sguardi, era un momento adatto per baciarci, ma niente, lui non mi baciava, cercavo anche di creare l'atmosfera , ma niente lui era freddo, lo sentivo distante, non era come prima.
Camminammo ancora e ci sedemmo sul muretto, anche quello sarebbe stato un momento perfetto, ma ancora niente, era come se non gli sfiorasse proprio l'idea di baciarmi.
E io sottovove dicevo " Cristo santo baciami" ma lui non sentiva, e non lo faceva.
Tornammo a casa, lui mi riaccompagnò a metà strada non volevo correre il rischio di farmi vedere con lui, avevo sperato fino all'ultimo che mi baciasse, ma niente mi salutò con un bacio sulla guancia, con un bacio da amica, e ci rimasi malissimo, mi si spezzò il cuore.
Forse ci avevo sperato troppo, ci avevo messo troppo cuore come sempre.
E dovevo prendere in considerazione l'idea di lasciarlo per sempre, che la nostra storia non avrebbe mai potuto funzionare.
Ero troppo per lui, troppo romantica, troppo dolce, troppo sognatrice, troppo ingenua, troppo bambina, troppo silenziosa, ero troppo, ma non ero mai abbastanza.
Appena entrai a casa, mi maledissi, perchè anche se avevo detto fino all'ultimo che sarei sopravvissuta faceva troppo male.
Aspettai tutta la sera con il cellulare in mano, un suo messaggio, una sua chiamata, Aspettavo che mi scrivesse in chat, nonostante lui fosse online, ma niente, era come se quella giornata tra noi non fosse mai avvenuta.
Allora giurai a me stessa che anche se faceva male avrei chiuso per sempre con lui.
Ma la cosa che faceva male era che per un brevissimo istante avevo creduto di essere felice, ma era solo una grande illusione.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Che  fin dall'inizio sentivo che ti avrei perso e che tu non avresti mai visto in me quello che io vedevo in te.
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4 Dicembre.

Passarono esattamente quattro giorni, e di lui nemmeno una notizia, nemmeno un messaggio, nemmeno una chiamata.
Era evidente che non gli importasse molto dei miei sentimenti, non gliene fregava.
Quel quattro dicembre per me fu un pugno al cuore.
Mi eliminò tra gli amici di Facebook!
La mia prima reazione fu quella di rimanere pietrificata, e impossibile, feci una risata isterica preoccupante, come era possibile che mi eliminò tra gli amici?
Davvero non contavo più niente per lui a tal punto da eliminarmi da uno stupido social network come era possibile? Non me lo sapevo spiegare.
Se voleva chiudere con me, andava benissimo, ma non così, non poteva lasciarmi di nuovo così, e questo fu peggio della prima volta, almeno la prima volta si era degnato di mandarmi un messaggio.
Ero arrabbiata, volevo solo prenderlo a pugni! come era possibile che mi odiasse a tal punto da eliminarmi! volevo una motivazione, mi serviva , volevo una una spiegazione, perchè non riuscivo a darmi pace, era un bambino pensai, i bambini si comportano così!
I bambini scappavano davanti ai problemi e lui era talmente vigliacco da non riuscirmi a dirmi veramente come stavano le cose? aveva paura di ferirmi? così fece molto peggio e provai verso di lui solo una forte rabbia, solo un forte schifo e tanta amarezza.
Pubblicai uno stato su facebook apposta per lui, e casualmente il suo amico Diego mi scrisse, parlammo molto, ma l'unico mio pensiero era solamente il perchè l'avesse fatto.
Perchè?
Ma non mi importava giurai a me stessa che avrei chiuso con questa storia, perchè uno che non riusciva nemmeno a parlarmi in faccia non era degno di stare nella mia vita.
Decisi di chiudere e così fece , mi sarei lasciata tutto questo alle spalle.

10 Dicembre.

Andai al centro commerciale con mia cugina, da sola con lei, non mi importava di Mario, ma ovunque andassi, cercavo lui.
Ci sedemmo su un tavolino e mia cugina aveva voglia di fare qualche scherzo telefonico, allora controllò la rubrica del suo cellulare e casualmente scelse proprio Mario per lo scherzo.
Lo chiamò è per scherzare gli disse che si chiamava Alessia, e voleva vederlo, allora casualmente per puro caso del destino , lui si trovava in centro con i suoi amici, molto bene! Io e mia cugina alzammo i tacchi e andammo in centro di fretta e furia, mi ricordo che faceva freddissimo ed era molto buio, rangiungemmo una parte del centro, e lo vedemmo per non farci vedere andammo dentro in un'altro centro commerciale, facevamo finta di vedere le vetrine con i gioielli, quando cinque minuti dopo, entrò dentro lui con i suoi amici, alzai lo sguardo e lo vidi e io feci finta di non guardarlo. Vincenzo mi venne vicino e mi cinse le spalle e mi salutò, e io con finta aria sorpresa lo salutai, e poi dopo poco venne anche Mario e io lo guardai malissimo.
Salimmo le scale e loro insistevano sul fatto che fosse mia cugina Alessia, ma noi dicevamo che non sapevamo nulla, e che ci trovavamo lì per caso, lo spergiurai fino all'ultimo momento che non era lei e che io non centravo niente.
Ci sedemmo ai tavolini del bar, ma lui non mi degnava di striscio, e io continuavo a farmi male a guardarlo, ero rossa, e mi tremavano le mani e Vincenzo lo notò, ma io dissi che stavo bene.
Vincenzo e Mario andarono fuori a fumarsi una sigaretta, io ero indecisa se uscire e parlare con Mario, ma alla fine mia cugina mi disse che dovevo prendere questa situazione di petto e alla fine lo feci.
Uscì fuori e faceva freddissimo dalla fretta non presi nemmeno il cappotto infatti mi congelai.
Appena uscì fuori gli andai vicino e gli dissi se potevamo parlare, Vincenzo se ne andò e ci lasciò fuori, avvertivo in lui una certa freddezza.
" Non so nemmeno come affrontare questo discorso con te, insomma.. perchè mi hai elimato dagli amici di Fb? "
Lui mi guardò come per dire, che mi importava davvero tanto di lui, se mi concentravo sul fatto che mi avesse elimata.
E la sua motivazione fu talmente stupida che mi venne da urlare ma non lo feci ma ero arrabbiata.
Mi eliminò dagli amici, solamente perchè pubblicavo cose depresse, e siccome non ce la faceva a vederle perchè sapeva che tutte quelle cose che pubblicavo erano per lui si sentiva talmente in colpa.
Io gli dissi che lui non era il centro del mio mondo, che il mondo non girava attorno a lui e che io pubblicavo quelle cose solo perchè mi piacevano.
Ma lui non ci credeva, e rimaneva dell'idea che prima fossi stata io a fargli quello scherzo telefonico, ma io giurai che non era così che non era vero.
Parlammo, gli dissi che era uno stronzo , che non aveva le palle per dirmi relmente le cose come stavano, che poteva degnarsi almeno di un messaggio dopo la ultima nostra uscita, era vero il fatto che lui avesse sottolineato che la nostra uscita era senza impegno, però una spiegazione la meritavo.
E  lì capìì che ormai non avrei avuto mai più un'altra chance con lui, che veramente l'avevo perso e che non c'era verso per farlo tornare indietro, perchè si poteva tornare indietro ma se non tornava evidentemente era perchè non voleva.
Quando all'improvviso Vincenzo e mia cugina uscirono, e Vincenzo rideva perchè mia cugina le confessò che era stata lei a fare quello scherzo telefonico, e io abbassai lo sguardo per la vergogna, come se la vergogna fosse tanta da sopportare, perchè avevo scelto il modo più squallido per avere spiegazioni.
Ci incamminammo verso casa e Mario e  mia cugina mi accompagnarono fino a casa, durante il tragitto avemmo modo di chiarirci e di parlare, ma ormai capìì perfettamente che tra noi due era finita, e lo capìì dal fatto che mi richiese nuovamente di diventare amici come la prima volta che mi lasciò.
Nonostante tutto, non ce l'avevo con lui, nonostante tutto io l'amavo indipendentemente da qualunque cosa che facesse e mi dicesse era sempre lui.
Mario chiese ad Adriana di uscire tutti e quattro insieme, come quattro amici, Adriana accettò senza esitazione, ma a me pareva tutto quanto talmente assurdo, come era possibile che dopo tutto quello che c'era stato tra di noi aveva il coraggio di chiedermi se potessi essere sua amica, ma accettai, era l'unico modo per avermi vicino.
Chiunque ci avrebbe sentito in quella discussione avrebbe detto " Lei gran cretina, ma lui che gran coglione!"
Mi disse che mi augurava il meglio, che meritavo un ragazzo diverso, mi augurava di essere felice, i suoi discorsi erano senza senso e ipocriti.
Mi accompagnò fino a casa e ci lasciammo , ma la mia mano era ancora nella sua.
E per me fu difficile lasciarlo andare.
Mario accompagnò Adriana sotto casa , ma quando tornai a casa mia realizzai che io avevo dato l'anima per lui, avevo dato anima e corpo alla nostra storia, e che lui non avrebbe mai visto in me ciò che io vedevo in lui, eppure sapevo che un giorno l'avrei perso, lo avevo saputo fin dal primo momento, si, mi ero rassegnata al fatto che ormai dovevo perderlo.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Io davvero non so se ti ho già perso , o non ti ho avuto  mai,  io ti amo e non mi arrendo, pure se mi stai lasciando mi innamorerò sempre di te.




Uscimmo come dei tre semplici amici, io , mia cugina, e Mario, che cosa stupida no?
Ogni volta che lo guardavo e realizzare che niente sarebbe stato come prima era tremendo, ogni volta che lo guardavo e ogni volta che lo salutavo con un semplice bacio sulla guancia, mi sentivo morire, ma era sempre meglio che non averlo al mio fianco.
Uscivavamo per delle ore intere, ci sedavamo ai tavolini del bar, e parlavamo , discutevamo di argomenti seri.
Ascoltavamo le canzoni, le stesse canzoni che ascoltavamo quando ero insieme a lui, possibile che non gli tornavo mai in mente?
Mia cugina parlava molto con Mario, era nata molta confidenza, e a volte capitava che parlavano anche di me, Mario diceva che con me era stato bene, ma che comunque non sarebbe mai tornato con me, perchè non ero io quella che volevo, eh già, lui si consumava per una ragazza che non meritava un briciolo del suo amore. E poi mi fece una confessione, si era rimesso con la sua ex, avevano deciso di riprovarci, stavano insieme, e io avevo perso questa grande battaglia, aveva vinto lei, ormai era suo, e da me non sarebbe mai più tornato, e sapere questo era uno strazio.
Uscimmo anche durante le feste natalizie, camminare per quel centro innevato insieme a lui mi faceva venire tanta nostalgia, quando c'eravamo messi insieme  credevo che il natale l'avremmo passato insieme, ma niente dei miei progetti era andato a buon termine.
A volte ero gelosa del rapporto che si era creato tra mia cugina e Mario, c'erano momenti in cui uscivano anche da soli, mi dava fastidio, e non capivo nemmeno il perchè.
A natale, io e la mia famiglia andammo tutti quanti a casa di mia zia, ero tranquilla nel senso che non mi sarei mai aspettata che Mario e Adriana avessero un legame così forte tanto che Mario avrebbe festeggiato con noi il natale a casa sua.
Entrai a casa di mia zia posai il mio giubbotto e andai in cucina, ma non notai lui, non mi ero nemmeno accorta che ci fosse lui.
Pensavo ad altro.
Quando all'improvviso alzai lo sguardo e lo vidi, con quella maglietta bianca che sorrideva, rimasi immobile a fissarlo come se per me fosse un trauma rivedermelo anche lì a casa di mia zia, il mio stomaco andò a puttane e il cuore tremava, tanto che me ne andai nell'altra stanza, presi un respiro profondo analizzai la situazione e ritornai nella cucina.
Dio, ma com'era possibile? c'era sempre lui , ovunque andassi.
Mi sedetti sul divano e dopo poco arrivarono tutte le mie cugine si arrivarono dalla toscana tutte le mie cugine , e accanto a me si sedette Mario, averlo vicino a me suscitava in me una sensazione di agitazione, sentivo il suo sguardo su di me, il suo respiro, mancava poco e avrei anche sentito il suo cuore battere.
Quando all'improvviso Mario mi provocò lanciandomi una cuscinata, io lo guardai malissimo e feci lo stesso, e dopo poco incomiciò una battaglia a cuscinate a schiaffi e morsi, si vedeva che tra noi due c'era qualcosa o perlomeno che ci fosse stato qualcosa tra di noi, lo prendevo a cuscinate, morsi, schiaffi, un po' per vendicarmi, un po' per sentirlo mio come qualche mese fa.
Avevo tutti i capelli scompigliati, le guance rosse e all'improvviso gli diedi un grande morso sul braccio, tanto da rimanergli il segno, ce l'ha tutt'ora.
Così ogni volta che guardava il segno si sarebbe ricordato di me, e del male che mi aveva fatto, lui mi guardò malissimo e per vendicarsi mi fece il solletico,e io ridevo a crepapelle e urlavo.
E gli dicevo " E ora cosa dirà Giusy quando vedrà il morso sul tuo braccio?" ovviamente nel mio tono c'era molto sarcasmo e molta ironia.
Poi smettemmo di farci la guerra e mi sedetti per terra per riprendere fiato, ma puntualmente Mario era per terra insieme a me.
Le mie cugine fecero un sacco di domande sul nostro conto, come se avessero visto che c'era qualcosa che ci legava.
Incominciarono a fare domande stile iene, volevano sapere se c'era ancora qualcosa, se avevamo fatto l'amore, se io provassi ancora qualcosa per lui.
Io spergiurai che non c'era più niente che mi legava a lui, che ormai lui faceva parte  del passato, e ormai non gli volevo più bene come un tempo.
Ma loro insistevano che io provassi ancora qualcosa, che si vedeva dal mio sguardo dai miei gesti, e che non riuscivo a nasconderlo, non ero brava a nascondere i miei sentimenti.
E Mario rispose che anche lui la pensava così, pensava che io provassi ancora dei sentimenti per lui, e io tornai a ribadirgli che non era il centro del mio mondo che ero andata avanti e che se lui continuava a ripetere queste cose, forse era lui che provava qualcosa per me.
Poi una mia cugina gli chiese se gli batteva forte il cuore quando mi vedeva, e lui ripose, a volte si, a volte no.
Ci rimasi un po' male, perchè a me batteva sempre il cuore, sempre anche in quel momento, e poi disse che io non sarei mai potuta essere la sua ragazza, perchè non ero che gli faceva battere il cuore, ma quell'altra, beh se voleva uccidermi in quel momento ci riuscì perfettamente, come poteva essere così insensibile?
Ma tanto cosa importava? era inutile campare di speranze e buoni propositi.
Tanto lui si era dimenticato di me, lui era felice senza di me, tanto ormai stava con quella Giusy, l'unica che era sotto terra ero io.
Aveva sempre detto che non rimpiangeva niente della nostra storia, si poteva anche essere vero, però ogni volta che apriva quella bocca mi faceva morire.
Però una cosa è certa lo amavo, e mi sarei sempre innamorata di lui.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Come ci siamo arrivati a volerci così tanto male non so. Come ci siamo permessi di dirci che ognuno fa quello che può.





6 Gennaio
    
    Udite udite ! Mario si era lasciato con quella Giusy, ma questa non era la cosa più sconvolgente, la cosa più strana e insolita è che si fidanzò con un'altra ragazza.
Questa ragazza si chiamava Sara, e la morte a confronto è decisamente più bella di lei!
Ma come era possibile? mi aveva tormentato con la sua ex, ci eravamo lasciati per la sua ex, e venivo a scoprire che si era fidanzato con un'altra! Non me ne capacitavo, ero arrabbiata, ero così facile da dimenticare?
Mi disse che tra loro due era stato subito amore a prima vista, un colpo del fulmine, alla faccia del colpo di fulmine pensai, lei era un cesso tremendo, cioè anche la sua ex Giusy era un cesso, ma la nuova fidanzata non si poteva proprio vedere.
Uscimmo e ci parlò di lei, e io cercavo di non prestarci attenzione, ma era impossibile.
Andammo come sempre al centro commerciale, e per puro caso incontrammo anche Vincenzo.
Ma anche io avevo una novità.
Ero uscita con Antonio, Antonio era un amico di Vincenzo, e anche un amico di Mario, dopo mesi che non uscivo con nessuno ero alle prese con nuovo uscente, ma purtroppo tutto finì prima che incominciasse, Antonio mi piaceva molto, credevo che con lui sarei riuscita a dimenticarmi di Mario, ma purtroppo lui per giorni non si fece ne vedere ne e sentire e compresi che era stata solo un uscita con un bacio di poco conto.
Io, mia cugina, Mario, e Vincenzo andammo tutti e quattro al bar e ci sedemmo,e tra un discorso e l'altro Vincenzo affermò che tra uscenti non si poteva rimanere amici, e invece io affermavo il contrario che invece si poteva, anche se infondo dentro me la pensavo come Vincenzo.
Allora gli chiesi il motivo " Perchè secondo te non si può? "
E Vincenzo rispose che con me non si poteva rimanere amici, e tutt'oggi mi chiedo come mai la pensasse così, cosa c'era di sbagliato in me? perchè con me non si poteva? e mai riuscirò a darmi una risposta a questo dubbio.
E poi Mario mi ferì disse una cosa che mi fece malissimo.
" Io sono uscito con poche ragazze, ma uscire con te era proprio una noia." come minimo avrei dovuto alzare i tacchi e andarmene, invece no, rimasi la in silenzio, ferita, e con l'amaro in bocca, volevo urlare, sprofondare, e volevo piangere, perchè mi ferì, e tutti quanti se ne accorsero perchè quando lo disse cambiai immediatamente espressione.
Stava sputando veleno su di me.
E ci rimasi male, il mio cuore era spezzato, come era possibile che avesse questa opinione di me?
Per me lui era l'immenso.
Poi ci alzammo e andammo via, ma in mente avevo solo quelle parole che mi facevano male.
Adriana mi disse che forse non lo fece apposta, che non lo pensava veramente, ma lo pensava, eccome se lo pensava, mi giocavo la testa.
Mi trattava come se non esistevo più, eh già, ormai il centro del suo mondo era Sara e non avrei mai potuto competere con lei.
Passò un po' di tempo e conobbi la sua nuova fidanzata Sara, dio santo la odiavo immensamente, così brutta, e falsa. a Sara dava fastidio che il suo ragazzo uscisse con me e Adriana, ma intanto davanti a noi faceva la bella faccia, uscivavamo spesso con lei, e vedere Mario baciarsi con un'altra era per me uno strazio, vedere che facevano le stesse tenerezze che facevamo quando stavavamo insieme, era una tortura.
Quanto eravamo falsi, c'era talmente tanta falsità nei nostri gesti, e la prima falsa ero io , che abbracciavo e baciavo Sara e la trattavo come amica, si ero squallida.


21 Febbraio.

Ahahahahahahah!
Organizzammo una cena insieme a Mario e Sara, e la famiglia di Mario, non l'avessimo mai fatto...
Io e mia cugina andammo a Casa di Mario, dio che nostalgia, rientrare in quella casa e vedere quel divano blu, quel divano dove stavo per fare l'amore , quel divano dove c'eravamo scambiati i più intimi sguardi, le più intime carezze.
Quella casa, quell'odore, il suo profumo.
Era tutta una falsità, finti sorrisi, falsi sguardi, e novità novità ero uscita con un'altro ragazzo, ma a me non piaceva, ero ancora troppo presa da Mario per uscire con qualcuno, e odiavo me stessa perchè gli davo ancora il diritto di influenzare la mia vita.
Mi odiai perchè senza di lui non riuscivo più ad uscire con nessuno, quante volte avevo detto di no agli altri pensando a lui.
Non avevo più un briciolo di dignità, non avevo amor proprio niente, perchè io volevo solo lui.
La serata procedeva bene, avevo lasciato il mio uscente con un banalissimo " Non funziona"
Uscimmo fuori e fumammo una sigaretta tutti e quattro fuori a quel portone, quel portone dove c'eravamo abbracciati, dove c'eravamo baciati, quanti ricordi..
Quando all'improvviso nel parlare io dissi una battuta , non l'avessi mai detta..
Era del tutto fuori luogo, e sono consapevole del fatto che forse non avrei dovuta dirla.
Restava il fatto che per quella battuta successe il finimondo e litigammo io e Mario, amaramente e molto aspramente, lui mi rinfacciò delle cose bruttissime, e mi disse che Sara era la SUA ragazza, la SUA ragazza.
Il mio cuore andò in frantumi, mancava poco e sarei scoppiata a piangere.
Volevo giustificarmi, volevo fare qualcosa ma non aveva senso.
Uscimmo fuori, e parlammo nuovamente da soli, vedevo la rabbia, e il disprezzo nel suo sguardo, e dio preferivo morire, perchè non sopportavo che mi guardasse così, avrei voluto solamente morire.
La sua ragazza per fare pace ci fece abbracciare, e io mi attaccai al suo petto, come una bambina che aveva bisogno di essere protetta, mi vennero le lacrime agli occhi, rimanemmo ancora da soli , ma c'era troppa freddezza nell'aria.
Non ce la facevo quel silenzio mi faceva morire, gli chiesi se poteva abbracciarmi, e lui mi disse " Perchè dovrei? "
E in quel momento avrei voluto uccidermi, come potevo essere così stupida? in quel momento volevo solamente andarmene via.
E non mi abbracciò e per me fu peggio di quando mi lasciò.
Mi odiava, mi odiava, ero consapevole del fatto che mi odiava.
E non lo sopportavo il suo odio, potevo sopportare tutto ma non il suo rancore, e la serata terminò, parlavamo le sue parole così affilate, le mie così vaghe..  Pensavo : "ti sto dicendo mille frasi adesso , ma vorrei dirtene solo una e non riesco.
Volevo dirgli che lo amavo e che mi dispiaceva da morire, avrei voluto solamente sentirlo mio come un tempo.

Angolo autrice : Ringrazio tutti quanti per seguire la mia storia, mi scuso per non aver specificato di cosa si trattasse esattamente la mia battuta ma è davvero troppo intimo e personale e non me la sento di scrivere.
Spero con tutta me stessa che andrete avanti a leggere i capitoli, vi ringrazio siete fondamentalissimi.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***



Restare amici non si può per chi si è amato come noi, magari poi non si sa mai, ma adesso è troppo presto.




2 Marzo.

Mi odiava, disse a mia cugina che non voleva vedermi più, non voleva che andassi a casa sua, mi odiava completamente e non voleva niente che avesse a che fare con me.
Odiavo il fatto che mi odiasse, odiavo il fatto che non mi ricordava come la ragazza che aveva conosciuto a settembre.
Andammo di nuovo alla freccia, Sara la fidanzata di Mario, voleva vederci sia a me che Adriana, e nonostante io non avessi voglia di vedere la sua faccia andai lo stesso.
Io a stento riuscivo a trattenere le lacrime, mi sentivo vuota, infelice e triste, il suo odio mi distruggeva, preferivo la sua indifferenza ma non il suo odio.
Ci incontrammo subito, appena ci vedemmo nell'aria si scorgeva una freddezza insolita, non avemmo occasione di parlare di quello che era successo, ma io avrei voluto con tutta me stessa che lo facessimo, avrei voluto chiarire, ma era chiaro che se non parlavamo da parte sua non c'era molta voglia di chiarire.
Andammo via, ma niente, lui non mi guardava, non mi degnava della minima attenzione, come poteva avercela con me per una stupidaggine del genere?

Domenca 10 Marzo

Andammo nuovamente al centro commerciale senza la fidanzata, eravamo solo io , Mario, e Adriana, ci sedemmo e finalmente chiarimmo tutto quello che c'era da chiarire, Mario sbollì la rabbia, e avevo avuto modo di parlarci anche da sola, e finalmente facemmo pace, era come se mi fossi tolta un peso dallo stomaco.
Incominciarono ancora i sorrisi, gli sguardi, ancora ad essere complici come un tempo, era come se niente fosse accaduto.
E per quanto mi autoconvincessi di non provare niente per lui dentro di me sapevo che non era vero.
Io non avrei mai potuto essergli amica come lo ero Adriana, perchè ogni volta che i nostri sguardi si sarebbero incrociati ci sarebbe tornato in mente tutto quello che avevamo.
Rimanere amici? Probabilmente se fossi stata più forte avrei avuto la forza di accettarlo, se fosse stato per me saremmo potuto essere tutto quello che voleva, ma la verità era che non potevamo rimanere amici, perchè io lo amavo con tutta me stessa e lui no.
Perché se la persona che vuole bene cerca una carezza come consolazione, per l’altra la carezza sarà solo un’illusione di essere amato.
uando ci si bacerà sulla guancia per salutarsi, la guancia di uno andrà in fiamme. Sognerà per dieci notti quel momento.
Io non avevo la forza, io non ero forte, ma dovevo farmelo andare bene.
Per me Mario rappresentava il fallimento più grande, la delusione più grande, non ero  riuscita a tenermelo stretto e la colpa era solo mia.
Lei era riuscita in quello che io avevo fallito, lei non se lo sarebbe lasciato scappare anzi, per tenerselo ancora più stretto si sarebbe fatta mettere incinta.
Non era ancora successo, ma in un futuro chissà, tutto poteva accadere, già aveva rischiato di rimanere incinta, questo era un modo per tenerselo.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Perché ne sono certa, potrò stare male altre mille e mille volte ancora, ma non sarà più quel male lì. Mai più.






Marzo e aprile passarono tranquillamente, passarono davvero dei mesi stupendi tutto procedeva alla normalità, e anche se io e Mario non eravamo fidanzati, o uscenti, comunque ero riuscita a riscattarmi, nel senso che io sapevo che mi voleva bene, sapevo che rappresentavo un capitolo della sua vita.
Anche se ormai avevamo preso strade diverse, eravamo sempre stati vicini, ci volevamo bene, anche se il mio era semplicemente più di un bene, ringrazio il cielo tutti i giorni per essere entrato nella mia vita.
Avrò pur sofferto tanto per causa sua, ma so per certo che non potrò mai più star male per una persona come lo sono stata con lui.


 

Metà aprile- Giugno-     


Mario scomparse, totalmente dalle nostre vite, ne più una chiamata ne più un messaggio, niente di niente, era scomparso anche con mia cugina, da un giorno all'altro non si fece più vedere.
Io  e Adriana ci domandiamo tutt'ora che cosa sia potuto accadere, ma non ce lo sappiamo spiegare, non avevamo fatto niente, c'eravamo interrogate per ore, magari avevamo fatto qualcosa di sbagliato, o avevamo detto qualcosa di sbagliato, ma niente, l'ultima volta che ci fummo visti tutto andò a meraviglia.
Oggi non capiamo il motivo del perchè sia scomparso, e sinceramente non uscire con lui non ci aveva indotto al suicidio, era chiaro come il sole che la vita andava avanti senza di lui, era ora di non domandarci più il perchè se ne fosse andato, tanto saperlo non ci avrebbe cambiato l'esistenza. Sapevamo soltanto che un tempo lo conoscevo, ma ora non so più chi sia, non so più chi sia la persona di cui mi ero e sono innamorata. Ma lo ringraziavo per tutto quello che mi aveva dato, e per tutto quello che mi aveva tolto, non portavo rancore, non ero arrabbiata, ero riuscita ad acettare la sua assenza come la cosa più noermale del mondo, mi mancava ed ero certa che mi sarebbe mancato per sempre, ed ero certa che ogni volta che avrei pensato all'amore avrei pensato a lui, perchè nonostante tutto , mai nessuno mi aveva mai fatto bene e così male come me ne aveva fatto lui, mai nessuno mi era entrato nel cuore come mi ci era entrato lui, perchè lui era stato il primo amore e forse l'unico che abbia mai amato veramente.
Si, gli auguravo il massimo dalla vita, gli augaro di essere felice perchè nonostante tutto se lo meritava, gli auguravo qualcuno che gli dicesse sempre che lo amava,
gli auguravo qualcuno migliore di quella Sara, qualcuno che lo guardava come lo guardavo io, qualcuno che lo abbracciasse forte, gli auguravo questo perchè un po' meno non sarebbe stato abbastanza.
Mario era stata la parte migliore della mia vita, ma dovevo accettare il fatto che lui ormai non c'era più.




Grazie per avermi fatto male non lo dimenticherò.



 

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Capitolo 21
*** Ultimo capitolo. ***


Potranno passare anni e anni ma rivederti ,mi farà sempre lo stesso effetto di quel 14 settembre.


Giugno.

Uscì con un'altro ragazzo, all'inizio sembrava andasse tutto bene, ma era bastato un gesto, un semplice gesto per far crollare a pezzi tutti i miei buoni propositi.
Lo mandai via dicendo, che pensavo ancora al mio ex, che non ero pronta per iniziare una nuova storia se non ero decisa a lasciarmi il passato alle spalle e io non ero pronta perchè ero ancora troppo innamorata di lui.
Appena lo mollai, camminai per il centro da sola, piangendo, perchè mi vergognavo di me stessa, io non riuscivo ad andre avanti, invece lui si era dimenticato perfwttamente di me.
Passeggiavo negli stessi posti, andai dietro il cinema quando avevamo litigato la prima volta, ero vicino al portone di casa sua, e lo guardavo, e intanto i ricordi in me riemergevano .
Erano ferite ancora fresche.
Ma la cosa che mi feriva di più è che avrei detto no a chiunque ragazzo si fosse avvicinato a me solo perchè io ero innamorata di lui.


Luglio.

Ero a casa di mia cugina, quando all'improvviso sul mio cellulare arrivò una chiamata anonima , era un signore che mi stava proponendo di fare un colloquio di lavoro, io ero entusiasta di fare questo colloquio, e scoprì che dietro questo colloquio c'era Mario, perchè fu lui a raccomandarmi, dato che anche lui lavorava lì.
Dio santissimo, Mario aveva incomiciato a lavorare questa si era una novità bella grossa!
Dovevo fare questo colloquio per questa multinazionale tedesca, onestamente era un'occasione da non perdere, e poi se c'era Mario con me accettavo senza farmelo ripetere più di due volte.
Chiamai Mario, per maggiori dettagli e sentire la sua voce, dopo tanti mesi che non lo vedevo per me fu strano.
Mario mi disse che al colloquio di domani ci sarebbe stato anche lui, e finalmente io dopo mesi l'avrei rivisto, e non avrei immaginato rivederlo più bello di prima.

Il giorno dopo mi preparai , mi feci bellissima, si per il colloquio.
Si gli auguravo di vedermi così bella, e non sarebbe stato per lui.
Così avrebbe capito cosa si era perso.
Mi presentai al colloquio, mi accompagnarono mia cugina e mia sorella, e arrivai dentro questo studio, presi l'ascensore e bussai alla porta, prima di entrare respirai profondmente, alla porta mi accolse il capo dell'azienda, e mi fece accomodare, tutti erano estremamente eleganti e gentili, era una multinazionale abbastanza importante.
Il capo mi fece accomodare ma Mario non c'era, stava facendo un'altro colloquio, e mentre lui mi spiegava io non riuscivo a fare altro che pensare a lui, quindi per la maggior parte del tempo non capìì molto bene di cosa dovevo occuparmi ero tra le nuvole.
Quando all'improvviso sentì bussare alla porta ed era lui.
Quando entrò il mio stomaco andò nuovamente a puttane, le mani incominciarono a sudare, e il cuore batteva.
Sorrisi, un sorriso smagliante, e ci salutammo, e lui si sedette, ogni tanto gli lanciavo qualche sguardo, ma la sua presenza mi agitava sempre di più.
Lui mi vide che ero agitata, che ero in crisi, non riuscivo più a connettere e lui mi disse di stare tranquilla e di respirare.
Sembrava di essere caputalti nel futuro, almeno di quindici anni, sembrava di essere in quei film dove non ci si vedeva da tanti anni e casualmente ci si ritrovava per puro caso a lavorare insieme.
Ma era bellissimo, indossava una cravatta grigia, e lo vedevo così serio, per avere solo vent'anni.
Dio, in cuor mio sapevo che non avrei mai accettato quella proposta di lavoro, perchè sapevo che mi sarei fatta solo più male accettandola, perchè rivederlo tutti i santi giorni non avrebbe fatto che aumentare in me la mia speranza di tornarci insieme e io non volevo illudermi non volevo stare male, non ancora non per lui.
Lo amavo, ma a volte anche i sentimenti più sinceri si stancano di andare incontro a chi non li apprezza, e forse mi sarei pentita di questa scelta, ma per il momento sapevo che questa scelta era la più giusta per me, dovevo avere più dignità, più rispetto per me stessa, e sapevo che certo che anche se non avessi accettato quel lavoro lui sarebbe stato sempre con me, perchè l'amavo e non si poteva cancellare una vita così, io non ero come lui.
Ma dovevo capire ormai che per noi due non c'era più niente da fare, che me lo sarei portate sempre addosso.
Una cosa l'avevo capita, non sarebbe mai passato mai, che avrei potuto avere mille cotte, ma lui sarebbe stata sempre quella cotta bruciata che non sarebbe passata mai, che ogni volta che l'avrei visto per me sarebbe stato come raggiungere il cielo con un dito, che era inutile prendere ingiro me stessa mi sarei sempre innamorata di lui sempre.
Ogni volta che lo vedevo le mie convinzioni affondavano.
Uscì , il mio colloquio terminò, prima di andare salutai Mario, e mentre camminavo riflettevo.
Sapevo in cuor mio che Mario non l'avrei rivisto più per un sacco di tempo, che ormai solo il destino avrebbe potuto farci incontrare di nuovo.
Un giorno so che ci saremmo incontrati di nuovo.
Tanto sapevo che ero abbastanza forte da sopravvivere senza di lui, si ma in che modo avrei vissuto senza di lui?
Mettiamo il caso che io sopravviva, ok?
Mettiamo il caso che ricominci anche ad uscire di casa, a frequentare i miei amici che ormai sono anche i suoi ,  Mettiamo il caso che gli chieda dov'è   è che  loro non sappiano rispondere. Mettiamo che lo  incontri una sera mano nella mano con una che è tutto il contrario di me, mettiamo il caso che stiano  ridendo, mettiamo il caso che lui  non mi veda nemmeno. Mettiamo il caso che anche in questo caso sopravviva. Che ricominci a darmi da fare, a distrarmi, a fare le cose per bene, a concentrarmi nel lavoro, ad uscire con altre persone, a fare battute, a truccarmi, a vestirmi con cura,  a volermi bene, a non trascurarmi. Mettiamo il caso che passino gli anni, che io abbia qualcuno nella mia vita, mettiamo il caso che ci troviamo una mattina nello stesso bar, alla stessa ora, nello stesso punto del bar, e che non possiamo fingere di non vederci.
E allora ci salutiamo. E il mondo fa le capriole ancora.
Ancora.
Ancora.
Mi chiede  come sto, mi dice che mi trovi in splendida forma, gli  dico che sto meglio, che sto meglio, e lo  osservo mentre beve  il suo  caffè come se l’imbarazzo fosse troppo da sopportare .
lo osservo e noto che è  felice e presa da un attimo di follia glielo dico. “Sembri felice” e  lui annuisce, e non aggiunge altro. Siamo ancora a quel punto lì, dopo tutto questo tempo, il punto in cui non può raccontarmi niente perché lo sa che ne morirei. Lui  felice e io che mi sforzo di non piangere. Siamo sempre stati una bella coppia. Beve il suo  caffè amaro e mi dice che deve scappare, che gli  ha fatto tanto piacere. Io resto a fissarei l vuoto mentre se ne va.  Mettiamo il caso che finisca, amore mio, mettiamo il caso che io sopravviva. Poi ci incontriamo in un bar dopo anni e  io lo amo ancora  e tutti gli sforzi e i passi avanti e le convinzioni se ne vanno a puttane. Mettiamo il caso che finisca.
Io sopravviverei, ma forse non hai nemmeno idea della vita di merda che, nel caso, mi toccherebbe vivere.
Eppure mi va bene così, sopravviverò certo, ma io so per certo che non ne morirò.
Perchè una parte di me ci spera sempre, una parte di me sa per certo che tornerà.
E io resto immobile ad aspettarlo.
La verità era solo questa:
Non ho mai smesso di aspettarlo,
Ma non stavo   più con il naso appiccicato alla finestra per vederlo spuntare all’improvviso, non vivevo  più con il telefono continuamente in mano, non parlavo più di lui con chiunque incontrassi ,  non passavo più le notti in bianco pregando che lui non si innamorasse di un'altra.
La vita andava  avanti, ma io io lo aspettavo  ancora.
Lo aspetterò  con dignità, con la calma di chi sa che, anche se non tornerà  lo aspetterà fino alla fine.
Piuttosto di stare da sola una vita intera io lo aspetterò,
Il mio cuore  sai, me l’ha giurato. Sa che un giorno tornerai.
Ed è proprio vero sapete? quando dicono che Il primo amore non si scorda mai, e io ne sono la prova vivente.



Angolo autrice :

Ecco qua, questa è la mia storia fino ad oggi, volevo ricordarvi nuovamente che questa è la mia storia, tutti i fatti che sono accaduti sono successi realmente.
E so che può sembrare un finale un po' vuoto o sciatto, ma è l'unico finale che merita  di avere anche perchè è il più vero, perchè nonostante tutto il male non c'è mai stato un giorno in cui io non abbia pensato a lui, e non c'è mai stato giorno in cui io non l'abbia aspettato, se questo non è amore allora cos'è ?
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito la storia, e mi auguro che questo capitolo abbia almeno un po' di recensioni, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, e mi scuso per gli errori grammaticali e ortografici.
Grazie a tutti voi, siete fantastici, un bacio enorme e soprattutto alla prossima storia.

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