Baby you light up my world like nobody else

di Chiccablu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tic, tac ***
Capitolo 2: *** Decisioni e sorprese ***
Capitolo 3: *** Siamo davvero pronti? ***
Capitolo 4: *** Santana o Santmama? ***
Capitolo 5: *** One, two , three, four,can I have a little more? ***
Capitolo 6: *** Pance e matrimoni parte 1 ***
Capitolo 7: *** Pance e matrimoni parte 2 ***
Capitolo 8: *** Chicchi di riso e fiori d'arancio ***
Capitolo 9: *** Courage ***
Capitolo 10: *** Gelato e vernici ***
Capitolo 11: *** Ding! ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Tic, tac ***


 
                                     Capitolo 1
 
Tic,tac. Tic, tac.
Kurt si stava innervosendo oltre ogni limite. Per quale diavolo di motivo ci stava mettendo così tanto?
-Kurt va tutto bene, non agitarti!- gli sussurrava Blaine, seduto accanto a lui mentre gli prese la mano.
-Avevano detto solo un paio d'ore e avrebbero finito e io...io.. mi sto innervosendo ecco, ho paura che ci siano dei problemi...- ammise timidamente.
-Tesoro tranquillo Rachel avrebbe mandato Finn se ci fossero stati dei problemi!-
-Si...ma ...ma... Ok basta vado a prendermi una tisana perché non reggo più la pressione!- detto questo Kurt si alzò e si diresse verso la caffetteria al piano di sotto.
Si sentiva Rachel urlare dalla stanza accanto nonostante ci fossero solide pareti a separare Blaine dalla sala parto.
Quando Finn aveva chiamato Kurt e Blaine per dire che Rachel stava per partorire Kurt si era agitato come se dovesse essere lui stesso a dover partorire.
Blaine vide suo marito tornare con un bicchiere grande quanto un intero Sturbucks pieno di tisana ai frutti di bosco.
-Allora novità?- chiese, con la tensione che arrivava fino ai capelli perfettamente acconciati.
-Non ancora Kurt rilassati!- disse Blaine sorridendo.-
Passarono una,due, tre ore prima che si sentisse l'urlo di un bambino nella sala accanto; Finn uscì con un sorriso da orecchio a orecchio.
-E' femmina!- disse con orgoglio anche se tutti sapevamo che sperava in un maschio. -Come la chiamerete allora?- chiese Blaine sinceramente curioso.
-Rachel vorrebbe darle nomi di Broadway come Maria, Anita o Glenda.. Glinda come accidenti è insomma - e a questa frase Kurt sbarrò gli occhi per l'ignoranza e l'insensibilità del fratello -ma io avevo optato per qualcos'altro e alla fine abbiamo deciso per Andrea Elizabeth Carol Hudson!- disse Finn tutto allegro quando finalmente l'ostetrica portò fuori la bambina e la depose fra le braccia di suo padre.
Gli occhi di Finn si illuminarono come non lo facevano da anni, da quando lui e Rachel si sposarono ( poco dopo Kurt e Blaine). Kurt si avvicinò per vedere quella piccola bambina con due occhioni color nocciola contornati da lunghe folte ciglia nere e, in quel preciso momento, capì subito che aveva la stoffa della star.
Quando Rachel si svegliò, trovò tutta la famiglia davanti: Kurt, Blaine, Carol e Burt ed erano finalmente arrivati anche io suoi due papà. E poi c'era Finn, lì con in braccio la loro bambina; lei gli fece un cenno e lui la depose fra le sue braccia. Non aveva mai visto nulla di più bello in vita sua.
Finn restò tutta la notte con lei e la bambina mentre gli altri tornarono a casa nella tiepida New York primaverile.
Una volta tornati nel loro caldo e accogliente appartamento, Blaine e Kurt si buttarono sul letto distrutti.
Avevano passato ben sette ore e mezzo in un ospedale con la consapevolezza che il giorno dopo avrebbero dovuto lavorare. Dopo essersi lavati,impigiamati e coccolati, Blaine se ne uscì con – Kurt io voglio un bambino...-










Ok siccome io sono negata con queste cose devo scrivere qui! E' la mia primissima volta quindi vi chiedo di essere pazienti se fa davvero così schifo come sembra a me... 
Mentre scrivevo sembrava più lungo ma ho già qualcosa sul prossimo capitolo.
Chiedo ancora scusa ma vi ringrazio per averlo letto!
 
 

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Capitolo 2
*** Decisioni e sorprese ***


 
Le parole di Blaine lasciarono Kurt spiazzato; non perché non volesse avere un bambino, anzi, ma non ne avevano mai parlato prima.
-E come intendi farlo?- chiese Kurt ma si rese conto subito che il suo commento aveva un qualcosa di acido – Voglio dire vuoi adottare, madre surrogata e cose così- disse cercando di rimediare con il tono più dolce che riuscì a fare con solamente quattro ore di sonno alle spalle.
-Non lo so ma ieri, stavo facendo una passeggiata prima di andare a lavoro e ho visto questo bellissimo bambino con gli occhi azzurri che ti giuro, se non ti conoscessi come le mie tasche, avrei detto che era tuo figlio!- disse Blaine.
-Potremmo rivolgerci ad un'agenzia di surrogate e vedere cose ci dicono...- disse Kurt ancora un po' shockato.
-Lo vuoi davvero?- chiese Blaine quasi sorpreso -Si insomma avevamo detto che avremmo parlato dei bambini solo quando saremmo stati anche economicamente in grado di sostenerlo, cosa che adesso siamo in grado di fare. Io ti amo e sai bene che sono pronto a mettermi in gioco totalmente per questa causa ma dobbiamo esserne sicuri. Ne riparliamo domani amore. Buonanotte- Disse Kurt prima di sprofondare in un sonno che sapeva sarebbe finito troppo presto.
 
 
La mattina successiva Kurt iniziò a provare un odio profondo nei confronti della sua sveglia ma odiava anche fare tardi a lavoro. Blaine dormiva così bene che decise di chiamare il suo ufficio dandogli il giorno libero dall'arredare case di ricchi newyorkesi senza scrupolo.
Scrisse un bigliettino a Blaine con la sua calligrafia perfetta ed elegante:
 
Blaine,
dormivi così bene che ho pensato di lasciarti a casa, oggi non vai a lavoro.
Tuo,
Kurt.
 Prese una mela per pranzo uscì di casa. Fermò un taxi al volo e si diresse in ufficio.
Non fece in tempo a sedersi sulla sedia che la sua segretaria Margot annunciò subito i il primo cliente; era una donna dall'aria familiare a vederla da lontano ma solo quando si avvicinò alla porta riconobbe lo sguardo malizioso di Quinn Febray.
-Chi non muore si rivede Febray!-disse affetuosamente Kurt andandole in contro per abbracciarla. - Hummel fossi in te non farei battute o potresti perdere un'importante cliente!- disse sorridente l'amica.
Dopo averla fatta accomodare le chiese – Allora Quinn cosa posso fare per te?-
- Voglio che tu organizzi il mio matrimonio.- disse la ragazza, lasciando l'amico a bocca aperta.
-Io non sapevo nemmeno che tu stessi per sposarti! Da quando ti sei trasferita a Washington non racconti più nulla eh!- disse Kurt senza lasciar trapelare l'effettiva delusione che l'amica non glielo avesse detto prima.
-Lo so che ci sono organizzatori apposta per i matrimoni ma io voglio solo te, voglio il migliore e chi meglio di colui che sa che ne ho passate di tutti i colori?- disse la ragazza con un tono d'affetto infinito.
- Che data avevi in mente?- chiese Kurt iniziando a prendere appunti.
-Mi sarebbe piaciuto il 27 giugno….- iniziò lei – lo so che è fra solo quattro mesi ma ho pensato che tu ne sei capace-
- Anche se è poco tempo lo farò, accetto- disse Kurt già con mille idee in testa prendendo un nuovo album con la lista delle cose da fare e un sacco di post-it colorati da riempire.
-Ora però devi raccontarmi tutto di lui!- disse Kurt con la curiosità che faceva drizzare le sue orecchie come due radar.
Quinn iniziò a dire di quanto lo amava e di come si fossero incontrati alla biblioteca di Yale quando frequentavano entrambi l’ultimo anno e stanno insieme da allora; ora lei è un’attrice di un piccolo teatro (cosa che mi aveva già detto Rachel) e che lui è un ottimo avvocato.
I due si salutarono dandosi appuntamento al lunedì successivo.
Dopo Quinn ci furono almeno altri due clienti e poi poté finalmente tornare a casa.
Blaine era lì che lo aspettava; tutto intorno a lui c’erano rose e candele e una cenetta deliziosa ( e vegetariana!).
Suo marito lo fece accomodare sulla costosa sedia di ciliegio e servì lui la cena; parlarono per un tempo che sembrò brevissimo prima di arrivare alla specialità di Blaine: la cheescake alla frutta.
Dopo averla servita nei piatti l’uomo disse – Ho contattato l’agenzia migliore della città per madri surrogate.- dice Blaine tutto d’un fiato così che Kurt non avrebbe potuto interromperlo.
A quelle parole il marito si lasciò sfuggire di mano la forchetta.
-Credevo che ne avremmo discusso insieme!- disse Kurt cercando di non far trapelare la sua rabbia.
-Lo so ma alla fine avremmo solo rimandato più e più volte così almeno ci siamo tolti il peso!- tentò di giustificarsi Blaine. –Non ti arrabbiare con me!- e fece la sua irresistibile faccia da cucciolo e si diedero un bacio rappacificatore  che continuò fino alla camera da letto senza indugi.
La mattina seguente era sabato così i due non dovevano lavorare.
Come sempre Kurt si svegliò di buon ora preparando la colazione portandola a letto;
-Svegliati dormiglione..- sussurrò maliziosamente all’orecchio del marito.
-Mmm buongiorno…- disse Blaine afferrando un biscotto dal vassoio.
-Stamani hanno chiamato dall’agenzia e dicono che hanno già un paio di uteri, volevo dire un paio di donne, che potrebbero fare al caso nostro.- disse Kurt subendo le risate del marito ancora un po’ assonnato.
-Tutto ciò che dobbiamo fare è guardare i video che ci hanno mandato-  a volte Kurt era quasi geloso del fatto che una donna potesse portare in grembo un bambino, una vita che cresce ma purtroppo non poteva farci niente.
-Kurt una sola domanda- iniziò Blaine –Noi siamo due uomini quindi automaticamente solo uno di noi due può essere il padre del bambino- e un’aria triste gli si dipinse sul volto: sapeva che Kurt non avrebbe rinunciato a questa battaglia.
-Vedremo in seguito, in tanto scegliamo colei che dovrà sopportare tutto il dolore!- disse scherzoso il marito, tentando di sdrammatizzare.
Verso le undici Kurt uscì a fare una passeggiata, dando così a Blaine l’occasione di farsi una doccia e mettere un po’ in ordine.
Mentre il vento di quella giornata fredda si infrangeva sul suo viso, arrivò una chiamata.
-Kurt Hummel Anderson desidera?- disse disinvoltamente all’auricolare.
-Sono Rachel. Ascolta…vorrei chiederti una cosa… Stasera io e Finn volevamo stare un po’ soli così ci chiedevamo se, ecco si, se tu e Blaine potreste tenere Andrea per stasera…- sul volto dell’uomo di dipinse un sorriso compiaciuto.
-C-Certo! Si sicuramente..- disse tutto contento.
-Kurt come al solito mi salvi la vita! Te la portiamo alle cinque!- e attaccò,lasciando l’amico sorpreso e felicissimo.





scusate ancora per la mia incompetenza! vorrei ringraziare Lyubit e Echisichiamaciuffa per aver letto e commentato il primo caapitolo :ragazze spero di non deludervi. Ogni critica è accolta a braccia aperte e che dire....niente, spero solo che vi piaccia

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Capitolo 3
*** Siamo davvero pronti? ***


 
-Blaine io passo a prendere il cinese che stasera Rachel e Finn ci affidano Andrea! Ti amo- e riattaccò brevemente, senza fare troppe storie.
Passò a prendere dei pannolini e del latte nel caso Rachel si dimenticasse qualcosa. Anche per questo Kurt e Blaine si compensavano: Kurt era quello estremamente organizzato, preveniente, attento e controllato; Blaine era l’esatto opposto: scatenato, matto e molto in stile Carrie Bradshaw!
Tornato a casa Kurt si sentì subito chiamare dal marito, proveniente dalla camera da letto così posò le cose e lo raggiunse subito.
-Allora, ho fatto un top ten ma credo che potremmo scartare subito Greta e AnneMarie…- iniziò a parlare a raffica –Aspetta frena,frena,frena di cosa stai parlando? Credevo che dovessimo scegliere insieme!- sbottò leggermente Kurt.
-Si ma so bene i gusti di mio marito quindi ho pensato di scegliere solo quelle che amano i musical,abbiano un titolo di studio decente, certificati medici e la disposizione ad essere estremamente sotto il nostro controllo!- chiarì Blaine.
-Va be’ dai fammi spazio voglio vedere un po’ queste amabili e disponibili donne!- disse Kurt accoccolandosi al marito.
Scherzarono, risero e si scambiarono teneri baci, non tenendo affatto conto del tempo che passava e in un lampo era già il momento di prepararsi per tenere Andrea.
Kurt non fece in tempo a guardare l’orologio che Rachel era arrivata e suonava il campanello.
-Arrivo, arrivo!- urlò l’uomo affinché l’amica lo sentisse.
-Ehi!- disse lei mentre entrava in casa –OK sentite ho portato l’ovetto e il box e per darle da mangiare dovete tenerla in braccio- si vedeva nel suo sguardo l’ansia di una neo-mamma dato che aveva appena qualche giorno.
-Si addormenta se le si cantano solo queste canzoni- e porse una lista a Kurt:
-Defying gravity
-Funny girl
-Teenage dream
-Papa can You ear me?
-True colors
-Imagine
-Ha gusti particolari la ragazza!- disse scherzosamente Blaine.
-F-f-forse non è una buona idea è ancora così piccola…Finn cosa stiamo facendo?- chiese Rachel da mamma chioccia –Tranquilla starà bene….- tentò Finn –Non è vero piccolina? Glielo dici tu alla mamma che starai bene con lo zio Kurt e lo zio Blaine eh?- disse alla bambina con un tono troppo dolce.
-V-va bene… questi sono tutti i numeri : il mio, quello di Finn, quello del Pronto Soccorso, del pediatra e nel caso lui non fosse nel suo studio, questo è quello di casa!- a sentire tutti questi numeri Kurt pensò che Rachel forse era leggermente paranoica.
-Veniamo a riprenderla domani mattina!- e detto questo Rachel venne trascinata via da suo marito.
                 
 
                                          ***
Un’ora dopo la situazione era diventata ingestibile: Andrea non voleva mangiare niente e Blaine provava a cantarle teenage dream ma lei non ne voleva sentire di fare un riposino; allora pensarono che andava cambiata e avevano ragione ma rimasero schockati quando aprirono quel pannolino e per poco Blaine non svenne. Dopo essere stata pulita,cambiata e ricoperta di borotalco per bambini da 100$ a barattolo si calmò un pochino; Kurt decise allora di prenderla in collo e iniziò a canticchiarle Defying gravity ripensando a quando lui e Rachel si sfidarono sulle note di quella canzone e, quasi come per magia, si addormentò.
Dopo averla adagiata nel box i due si buttarono stravolti sul letto;
-Kurt e se anche nostro figlio non volesse stare mai in collo a me?- chiese Blaine con le lacrime agli occhi –Ma no! Era solo perché andava cambiata…- rispose ferreo Kurt – E poi sarà diverso perché nostro figlio sarà, metaforicamente parlando, metà te e metà me e non potrà non amarti!-
-Hai visto quanta cacca? E se anche il nostro ne producesse così tanta?- chiese con un tono giocoso ma che celava sincera preoccupazione – Beh se ne fa così tanta dovremmo adoperarci con quanti e maschere antigas! Ahahahah- e così la cosa sfociò in una risata che li cullò fino a sprofondare nel sonno. La mattina Kurt si svegliò molto presto perché oggi aveva un evento importante da controllare dato che a lui piaceva molto presenziare agli eventi da lui organizzati.
Quando entrò nella sala da pranzo Andrea stava ancora dormendo così, dopo essersi guardato attorno cauto, Kurt la prese in braccio.
Fissava quell’angioletto come se non avesse mai visto niente di più bello, come se il pannolino della sera prima fosse stato stracolmo di fiori e diamanti, come se all’improvviso tutto girava intorno a lei.
Fu in quel momento, quell’istante in cui lei aprì gli occhi e li posò su quegli azzurri dello zio che Kurt si convinse che un bambino, che fosse biologicamente suo o di Blaine aveva poca importanza, era la cosa che più desiderava.
Dato che si era svegliata Kurt decise d portarla a dare il buongiorno a Blaine e così, piano piano, si sedette sul letto e mise quell’esserino fra lui e il marito e lei, quasi rassicurata dalla presenza di entrambi gli zii, accennò un sorriso.
-Blaine, Blaine ha sorriso! Andrea ha sorriso!- bisbigliò all’orecchio dell’uomo che si svegliò di colpo per ammirare quell’evento spettacolare.
Stettero tutta la mattina a gongolare con quella bambina e a fare tutti i versi che non avrebbero mai pensato di fare in vita loro.
-Tesoro io devo andare a questa presentazione anche se odio dover lasciare voi due! Rachel mi ha mandato un sms e ha detto che passa per le 11.30- disse Kurt dando un bacio al marito e uno alla nipotina prima di precipitarsi verso la porta.
In quel preciso istante Blaine temeva che una volta andato via Kurt la bambina si sarebbe rimessa a piangere ma, invece, se ne stava lì tutta tranquilla a farsi cullare dallo zio.
“You with the sad eyes
Don't be discouraged
Oh I realize
It's hard to take courage
In a world full of people
You can lose sight of it all
And the darkness inside you
Can make you feel so small
 
But I see your true colors
Shining through
I see your true colors
And that's why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors
True colors are beautiful,
Like a rainbow”
Non era mai stato più felice di poter cantare quella canzone in vita sua. Dopo averle preparato un paio di biberon arrivò Rachel che sembrava non vedesse sua figlia da mesi.
-Tesoroo! Vieni dalla mamma! Mi sei mancata tanto amore mio!- disse mentre Blaine le porgeva la bambina –Come è stata? Ha pianto tanto? E il pannolino come era?- iniziò il Rachel con il suo quarto grado.
-Tranquilla è andato tutto benissimo! Ha mangiato, le abbiamo cambiato il pannolino e Kurt l’ha fatta addormentare cantando Defying Gravity e non ha pianto mai durante la notte!- la rassicurò lui.
                                               ****
Kurt aveva fatto come sempre un ottimo lavoro. Doveva organizzare una mostra per questa pittrice esordiente che faceva davvero dei bei quadri.
Aveva organizzato il tutto in una terrazza nei pressi di Central Park West  così la luce illuminava tutti quei colori magnifici mentre il buffet si teneva fuori sotto delle tende di pizzo.
Mentre ammirava orgoglioso il suo lavoro Kurt sente il suo telefono vibrare. –Kurt Hummel Anderson chi parla?- disse applicando l’auricolare –Sono Rachel. Volevo solo ringraziarti per quello che hai fatto… Io e Finn avevamo davvero bisogno di un po’ di tempo per noi dopo la nascita di Andy…. Sei davvero uno zio e un amico fantastico!- disse lei mentre sembrava stesse per piangere dalla commozione – Sarai un papà fantastico!- disse allegra.
-Cosa!? Blaine ha già spifferato tutto? E che cavolo speravo di dirtelo io…- disse Kurt tristemente –Ah e ti devo mandare una cosa! Ci sentiamo più tardi tesoro! Ti voglio bene…- e riattaccò.
Sfilò di tasca il suo IPhone e inviò una foto a Rachel :
“Tua figlia è così tenera che non mi sono trattenuto dal farle una foto mentre dormiva…. So che ti farà piacere! Un bacio”
E così torno a farsi elogiare da tutti i presenti dallo splendido lavoro fatto.
Tornò a casa piuttosto tardi ma Blaine lo aveva aspettato,come faceva sempre.
-Sai oggi ne ho scartate altre otto così siamo arrivati alla finale… Per me vanno bene tutte e due ma voglio che la scelta finale la faccia tu… Buonanotte tesoro.- e andò a letto.
Kurt invece non riuscì a chiudere occhio. Si alzò la mattina stanco morto e barcollò fino alla cucina per farsi un caffè enorme e extra forte.
Come poteva Blaine fargli una cosa del genere!? Chiaro che Kurt si fidava di Blaine e dei suoi gusti ma credeva che avrebbero preso insieme una decisione e invece aveva la netta impressione che suo marito stesse lasciando questa decisione unicamente sulle sue spalle.
Si lavò e vestì velocemente dato che aveva l’appuntamento con Quinn e non voleva fare tardi.
Arrivò nel suo ufficio appena in tempo; - Signor Hummel posso?- chiese Margot –Il signor Blaine mi ha detto che ha dimenticato il pranzo e non ha fatto nemmeno colazione così mi sono permessa di prenderle un frappuccino e un muffin a Sturbucks e volevo anche annunciarle che la signorina Febray è arrivata, posso farla accomodare?-
-Sisi ti prego e Margot? Grazie, sei davvero un’ottima segretaria/assistente, non so come fare a volte senza di te- disse Kurt sincero.
Quando Quinn entrò Kurt non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bella quel giorno: i capelli lisci in una treccia che partiva almeno una spanna sopra la nuca, camicetta e una gonna a balze nera con le parigine grigie.
-Buongiorno Kurt! Allora hai già qualche idea?- chiese, arrivando subito al punto come era suo solito.
-Io lo avevo visualizzato così : un viale pieno di peschi e albicocchi, un tappeto di fiori al centro di due file panchine bianche decorate con fiori, alla fine della navata un arco di legno arricchito con foglie verdi e peonie bianche e rosa che riprendono il tuo bouquet e i centro tavola, il ricevimento all’aperto e faremo montare una tenda di pizzo con sotto i tavoli e la pista per ballare così che tu non ti sporchi d’erba l’abito… che ne pensi?- chiese infine speranzoso – Beh… lo adoro! Kurt è semplicemente perfetto! Solo tu avresti potuto ideare qualcosa del genere!- disse lei con la luce negli occhi.
-Hai già scelto chi saranno le tue damigelle?- chiese lui per avere un’idea generale di come sarà l’evento. –Si avevo pensato a Rachel,Santana,Brittany e la sorella di Matt sarà la bambina con i fiori nonché paggetta…- iniziò lei.
-Allora per i bouquet possono rimanere in tema rose e peonie bianche e rosa se a te piace! Magari anche vestiti rosa e …- non fece in tempo a finire perché Quinn lo interruppe dicendo – Kurt io volevo invitare Beth… chiaramente con Shelby… Magari anche a Rachel farà piacere farle vedere Andr..- e fu interrotta a sua volta da Kurt –Quinn aspetta… ne sei sicura? Voglio dire so che Beth è stata una parte importante della tua vita ma come intendi presentarti a lei? “ciao Beth sono la tua madre biologica che ha tentato più volte di riaverti dopo aver partorito a sedici anni”? Non mi sembra esattamente l’ideale….Poi il matrimonio è tuo, decidi tu!- disse Kurt secco.
-Direi che ho abbastanza materiale per iniziare a prenotare e farmi fare dei centrotavola di prova…. Ti chiamo io quando ho delle novità,ok?- disse lui –C-certo.. va bene. Allora aspetto che tu mi chiami intanto cerco qualche vestito… Ciao Kurt- salutò lei dopo avergli dato un bacio sulla guancia.
Dato che ora non aveva appuntamenti Kurt tirò fuori i due fascicoli sulle due scelte di Blaine. A lui sembrava che nessuna di loro due fosse adatta…
“ Come sono arrivato a questo punto!?” si chiese Kurt mentre si stava addormentando sulla scrivania del suo splendido ufficio che trasuda opulenza da ogni centimetro.
“Voglio dire questa è la decisione più importante della mia vita e non mi sento ancora pronto a prenderla!”; erano due foto, due foto soltanto a metterlo in crisi. Blaine la sua scelta l'aveva fatta e adesso a lui toccava la finale. Stava per crollare quando Rachel bussò alla sua porta con due enormi bicchieri di caffè provenienti direttamente da Sturbucks dicendo -Kurt noi dobbiamo parlare!- e nel suo volto si dipinse un'espressione mista tra l'emozione più totale e la gioia di una bambina che ha appena preso di nascosto una fetta di torta.
- Allora tutto è iniziato quando aspettavo Andrea. Avevo una cena con degli amici della NYADA e così ho deciso di portare anche Finn. Al che l’ho presentato a Jefferson, quello che fa il regista,no?- Kurt annuì incuriosito – Ecco! Beh indovina? Ha appena offerto a Finn di fare la voce narrante per il suo nuovo film! Non è fantastico?! Voglio dire, si, Finn ama doppiare i cartoni animati ma cavolo questo si che un lavoro!- ala quel punto i due si misero a piangere di gioia.
-Quinn vuole invitare Beth al matrimonio….- disse improvvisamente Kurt –Io le ho detto che secondo me non è una buona idea ma lei non ha voluto ascoltarmi ma ha detto che ci avrebbe pensato su…-
-Oh beh se ci sarà Beth ci dovrà essere anche Shelby… a me farebbe piacere vederla anche perché non l’ho detto a nessuno ma Andy secondo me le somiglia molto- disse la ragazza sorridente – Va beh adesso devo andare tesoro ci sentiamo stasera… Ah quasi dimenticavo! Grazie per la foto è stupenda!- disse e corse via ancora saltellante per la gioia.
Non appena l’amica se ne andò, Kurt sprofondò nella disperazione per quella scelta quando sentì in lontananza Margot dire “ Nono signorina adesso non può entrare non ha preso un appunta…” quando alla sua porta si presentò Santana Lopez in tutto il suo splendore.
-Se cerchi Quinn è già andata via.- disse Kurt stravolto.
-Buongiorno anche a lei Signor Hummel Anderson è un piacere vederla- iniziò lei sarcastica –Mi scusi… Vorremmo avere una conversazione privata!- si rivolse a Margot –Margot ti prego scusala ma potresti lasciarci per favore?- chiese lui, più educatamente –Certo Signor Hummel- disse la segretaria che si girò lanciando un’occhiataccia a Santana la quale si sedette molto poco elegantemente sulla sedia di fronte a Kurt.
-Allora come mai qui?- chiese Kurt.
-Avevo bisogno di un amico…- confessò lei –Da quando ho rotto anche con Isabella ho bisogno non solo di un tetto perché i motel mi fanno schifo ma soprattutto ho bisogno di sentirmi… non so…viva .. in qualche modo.- fu così che a Kurt venne l’illuminazione.
-Santana come tu saprai io e Blaine vogliamo avere il bambino e, beh ecco,le spese sarebbero tutte a carico nostro e tu chiaramente puoi stare in casa nostra quanto vuoi e non ti mancherà niente e…- iniziò a balbettare cosa che gli capitava solo quando era troppo nervoso.
-Kurt mi spieghi cosa stai dicendo?- e mentre Santana parlava un’espressione interrogativa le si formò sul viso.
-Ecco… Santana vorresti farci l’onore di essere la nostra mamma surrogata?- chiese lui tutto d’un fiato.
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Ecco il terzo capitolo! Se siete sorpresi della richiesta di kurt BENE era quello che volevo! Se è troppo prevedibile aspettiamo il continuo e di sorprese ne avrete! Spero comunque che vi sia piaciuto!
Un bacio e al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 4
*** Santana o Santmama? ***


-Blaine sono a casa- disse Kurt prima di buttarsi sul divano, stravolto.
-Kurt e che modi! Non si salutano più gli ospiti? – disse Santana seccata.
-E tu cosa ci fai qui?- chiese Kurt ricomponendosi immediatamente –Ho pensato che dovessi esserci anche quando l’avresti detto a Blaine!-  ribatté lei.
Quando Blaine arrivò con un vassoio contente del the Kurt lo illuminò sulla situazione : Santana era sola non sapeva dove andare e voleva sentirsi viva; essendo una loro cara amica ha acconsentito subito dicendo che avrebbe anche accettato di andare a vivere con loro e mangiare quello che loro dicevano e che probabilmente avrebbe potuto vivere la gioia della gravidanza senza doversi occupare dopo del bambino.
-Pensaci bene Blaine, nessuno dei due ci rimette. Io ho il mio pancione felice e dopo averlo scodellato, il bambino è tutto vostro- concluse lei.
-E se incontri una donna talmente fantastica da non poterne fare a meno mentre sei incinta- chiese Blaine –Cosa le diresti?-
-Le direi semplicemente che sto tenendo nella pancia il bambino dei miei due migliori amici gay e che una volta nato il bambino e dopo che il mio corpo sarà tornato alla sua gloria originale sarò tutta sua!- disse lei, come se stesse cercando di vendere una lavatrice o una casa.
-Santana sarebbe fantastico davvero ma…preferisco dormirci su- disse Blaine infine.
Dopo aver pregato Santana di cenare assieme al cinese, si prepararono e uscirono. Blaine riservava a Kurt delle occhiatacce che erano a metà tra la delusione e la rabbia.
Durante il viaggio in taxi nessuno dei due proferì parola, solo a casa Blaine ruppe il silenzio.
-Avresti dovuto dirmelo prima Kurt- iniziò lui mentre si sfilava la camicia –Con Santana ho fatto la figura del fesso quando non avevo idea di che cosa stesse parlando!-
-Lo so ma quest’idea mi è venuta solo quando è venuta nel mio studio questa mattina. Voglio dire Blaine di queste donne non sappiamo nulla se non quello che dicono quei fogli! Magari in passato erano anche eroinomani o alcolizzate! Santana invece la conosciamo da tutta la vita e sappiamo esattamente come è o non è! E poi guardala, verrà un bambino bellissimo!- disse Kurt sempre più sorridente.
- Ti amo Kurt- Concluse Blaine e poi, si concessero per una volta una sera d’amore, solo loro due.
 
                                              ***
Era passata una settimana da quando avevano deciso che Santana  sarebbe diventata la loro mamma surrogata e adesso stavamo arrivando al dunque.
-Secondo te di chi sarà? Voglio dire abbiamo seguito il metodo dei Signori Berry quindi..- iniziò Blaine – Blaine devi smetterla di farti tutte queste paranoie! Quando farà la sua prima esibizione a Brodway come attore o attrice protagonista noi saremo semplicemente i suoi papà! Non il suo papà e il marito!- disse Kurt sbuffando.
Si potevano sentire da fuori tutte le offese che Santana rivolse al ginecologo che stava dando il via ai lavori.
“Speriamo che l’educazione la prenda da noi…” pensò Kurt sospirando.
Poi la porta si aprì –Fatto! Ora dovete solo tenerla tranquilla e vedrete che andrà tutto bene- disse il medico, con un sorriso forzato mentre Santana usciva tutta impettita dalla stanza.
-Allora come è andata?- chiese Blaine ansioso – V-voglio dire ti senti già molto incinta oppure…oppuree..-
-Si ho già una voglia…. quella di tirarti un pugno in faccia! Ma secondo te! Come faccio a sentirmi già incinta quando è entrato solamente 15 minuti fa!?- iniziò Santana con una sequela di frasi del genere che sembravano non finire più; ma Blaine e Kurt non ci stavano facendo affatto caso. Loro pensavano al momento in cui quel bambino sarebbe stato fra le loro braccia, quando l’avrebbero portato a scuola, a quando si sarebbero presentati a scuola nel giorno in cui i bambini dicono agli altri che lavoro fa il suo papà.
-Sapete vero che non mi dovrà chiamare mamma o mammina o cose da cocchino del genere! Il figlio è vostro e voi sarete la mamma e il papà- e questa frase interruppe i loro pensieri nel momento in cui mentre diceva mamma indicò Kurt.
-Ma cosa ne sai tu di famiglia che da quando tua nonna non ti parla più dopo hai fatto outing!- disse Kurt rabbioso ma si rese conto subito di aver toccato esageratamente un tasto dolente –S-S-Santana mi dispiace non volevo..- iniziò lui.
-Fermi il taxi- disse secca e concisa all’autista.
-Ma non posso fermarmi qui!-
-Ho detto fermi questo fottuto taxi!- quasi urlava –Mi faccio un giro, tornerò a casa presto- e detto questo, sbatté la portiera e se ne andò.
                                  *****
Alle undici Rachel aveva chiamato dicendo che Santana era a pezzi e per qualche giorno sarebbe rimasta da lei.
Nei giorni successivi Kurt provò a chiamarla centinaia di volte ma ciascuna di queste rispondeva sempre la solita tiritera:
“Sono Santana Lopez. Se non avete un motivo valido per infastidirmi con una telefonata riattaccate.”
Kurt decise allora di scriverle una lettera.
Santana,
so che non avevo il diritto di dirti quelle cose orribili.
Non sono nessuno per poter giudicare e non penso assolutamente le parole che sono uscite dalla mia bocca.
Tu sei una donna forte ed è anche per questo che vogliamo te, vogliamo che anche il nostro bambino sia forte come te.
Perdonami ancora,

Kurt”

“Rachel ho bisogno di te. Domani mattina al nostro solito posto verso le 9.00??” e invia.
                                         ****
Rachel era in leggero ritardo ma quando Kurt la vide, lei riservò all’amico un’occhiataccia.
-Lo so che ho sbagliato ma non faceva altro che lamentarsi e lamentarsi di nuovo e poi ha detto che io sono la MAMMA!-  disse Kurt non appena l’amica prese posto di fronte a lui.
-Kurt ammettiamolo tu sarai un “mammo”!- disse l’amica sedendosi sul palco.
-Lo so ma l’ha detto con un tono così dispregiativo!- si giustificò lui singhiozzando.
Da quando Rachel aveva coronato il suo sogno di lavorare a Broadway riuscivano sempre ad entrare nel loro posto speciale, il primo posto dove cantarono a New York.
Alla fine lei disse –Lei ti ha già perdonato- e ognuno dei due tornò per la sua strada.
Quella sera, dopo due settimane dal litigio, Kurt e Blaine stavano guardando “Le pagine della nostra vita” quando qualcuno suonò con fretta il campanello.
-Vado io- disse Kurt sbadigliando e Blaine gli diede un bacio per ringraziarlo.
Quando aprì la porta Kurt vide la cosa nella quale ormai non sperava più.
-Congratulazioni Barbapapà, i lavori sono in corso perché io sono incinta.- disse Santana con il suo schieramento di valige al seguito.






Buona sera! scusate se c'ho messo tanto ad aggiornare ma ho avuto una settimana terribile! un bacione

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Capitolo 5
*** One, two , three, four,can I have a little more? ***


Il primo mese Santana era ingestibile.
Aveva la nausea tutto il giorno e più volte sia Blaine che Kurt l’avevano beccata a tentare di accendersi una sigaretta.
-Santana! Non vorrai che il mio bambino nasca con sei piedi!- iniziò Kurt allarmato vedendo la donna affacciata alla finestra mentre si nascondeva per accendersi una sigaretta.
-Oh mio Dio Kurt è un sigaretta non sto mica comprando un biglietto per quel cavolo di posto dove è esploso il reattore nucleare!- disse lei, facendo un tiro.
-Da oggi basta sigarette! – disse Kurt ritirandole indignato il pacchetto.
Kurt e Blaine erano molto rigidi su ciò che doveva entrare nella bocca di Santana e ciò che non doveva farlo. Loro già seguivano una dieta ferrea, ma Santana veniva controllata come un brillante in una gioielleria; tanto per essere sicuri i due avevano fatto una lista :
 
 
PUOI MANGIARE:
-         FRUTTA
-         VERDURA (PATATE UNA VOLTA AL MESE)
-         CARNE BIANCA UNA VOLTA LA SETTIMANA
-         LATTE DI SOIA
-         PANE INTEGRALE CON SEMI DI PAPAVERO
 
Nessuna persona sana di mente avrebbe mai potuto pensare di poter imporre dei limiti a Santana, Nessuno.
Loro non capivano che un secondo prima puoi essere normale e quello dopo avere una voglia matta di gelato al cioccolato! Fortunatamente lei aveva due fidate e improbabili alleate : Rachel e Quinn.
Quinn perché è l’amica di sempre che non rinuncia mai ad una gelatata e Rachel, beh nonostante sia salutista come Kurt sa bene cosa siano le voglie in gravidanza!
Una mattina Santana si stava godendo il suo Twix quotidiano quando balzella in cucina Blaine tutto allegro.
-Che c’è ti hanno preso per qualche replica scadente in teatrucolo nei pressi di Broadway?- chiese lei, con il suo solito fare.
-Veramente oggi tu hai la prima visita dato che hai passato il primo mese!- disse lui e, mentre si dipingeva sul viso di lei il terrore, anche Kurt balzellò nella stanza come un puffo.
-Allora la nostra Dea della Gravidanza è pronta per la sua visita?- chiese tutto allegro Kurt –Non dire MAI più una cosa del genere!- disse lei prima di andare a cambiarsi.
Di fronte allo studio c’era Rachel che li aspettava con Andrea; quando dalla carrozzina vide affacciarsi Kurt e Blaine fece un grande sorriso sdentato.
Si sedettero in sala d’attesa mentre Kurt rimase in piedi a giocare con la bambina.
Dopo qualche minuto uscì l’infermiera –Santana Lopez?- e Blaine fece un cenno con la mano e i quattro si avviarono.
-Dovete proprio venire tutti quanti mentre mi infilano quel coso avete capito dove?- disse lei fermando tutti.
-Noi siamo i papà e lei è la zia, quindi sì!- disse Kurt.
-Allora Santana adesso sentiremo il battito cuore del bambino e per farlo dovrò infilare questo nel…- iniziò il dottore.
-Ma le sembro una dodicenne al primo esame ginecologico? Ho 28 anni,non mi parli come se fossi una protagonista della serie teen mum perché se lo fa di nuovo mi creda quel coso servirà più a lei che a me!- replicò lei.
-Santana!- disse Kurt diventando rosso fino alla punta delle orecchie.
-Shhh tranquillo…- gli sussurrò Blaine all’orecchio.
I due si presero per mano e Rachel era appoggiata alla spalla di Kurt.
-Tranquilli ragazzi. Ecco vedete questa è la linea del battito cardiaco.- li rassicurò il dottore – Ec.. aspettate un secondo. Non sono sicuro. Aspettate qui torno subito.- e uscì a chiamare un altro medico.
-E io dovrei stare qui a gambe all’aria con questo coso fra le gambe?!- disse Santana guardandoli.
Poco dopo entrò una dottoressa – Salve io sono la Dottoressa Susan Jonson. Allora vediamo un po’ che succede qui.- disse.
Kurt aveva le lacrime agli occhi e aveva paura che ci fosse qualcosa che non andava.
-Allora si avvertono due battiti…-
-Santana te l’avevo detto che non dovevi fumare!- disse Kurt scoppiando a piangere.
-Nono non è il bambino che ha due cuori ma semplicemente sono due bambini- disse la dottoressa ridendo – Comunque ha ragione non devi più fumare!- disse guardando Santana.
-Quindi avremo due bambini?- chiese Blaine incredulo.
-Si proprio così!- rispose lei
-E sarebbe…sarebbe possibile che uno sia suo e l’altro mio?- chiese allora lui.
-Beh sono casi molto rari ma si, c’è anche questa possibilità- disse lei rivolgendo loro un grande sorriso.
Kurt e Blaine si abbracciarono un po’ per paura un po’ per la gioia di avere comunque l’idea che entrambi hanno vinto questa corsa.
-Quindi io non sto portando dentro uno, ma ben sì due bambini che sventolano le bandiere arcobaleno!? Sarebbe stato meglio essere la protagonista di “Rosemary’s baby”- disse Santana interrompendo quel magico silenzio.
-Santana smettila! Non è detto che se Kurt e Blaine sono gay anche i bambini dovranno essere gay!- disse Rachel prendendo le difese dei due. Nel viaggio di ritorno nessuno dei tre proferì parola. Anche a casa si sentiva solamente il rumore dell’acqua che bolle e lo zapping televisivo di Santana.
-Ok nessuno di voi due vuole parlare della cosa? Voglio dire finché era un solo bambino eravate talmente calmi che sembrava la normalità per voi…- disse Santana non sopportando più quel silenzio.
-Non è questo Santana….- iniziò a ribattere Blaine.
-E allora cosa? Il fatto che abbia urlato al ginecologo? Ormai mi conoscete!-
-Non possiamo avere paura anche noi!? Sai capisco che per te il problema si limita a doverli tenere qualche mese ma per noi sarà esteso a tutta la loro vita! Quindi scusaci, scusaci se abbiamo paura di non essere all’altezza, scusaci se sappiamo che non ci sarai sempre tu a difenderli!- e detto questo Kurt se ne andò in camera.
                                            ****
Si doveva essere appisolato perché due forti braccia lo circondarono e lui sobbalzò.
-Sai che Santana non voleva essere cattiva- disse Blaine piano, sussurrando dietro le spalle del marito.
-Lo so… ma Blaine come faremo… voglio dire due bambini sono anche un peso economico maggiore di uno mediamente viziato da due padri gay.-
-In realtà devo dirti una cosa…- iniziò Blaine mettendosi a sedere con le gambe incrociate –Te l’avrei detto stasera a cena davanti a una bella bottiglia di vino ma poi è andata come è andata e non volevo che fosse Santana a dirtelo…-
-Blaine di cosa stai parlando, che succede?- chiese Kurt sedendosi di fronte a lui.
-Ti ricordi quando andai con Rachel a quei provini per Funny girl qualche mese fa, quando era incinta di tipo quattro mesi?- Kurt annuì
-Beh Rachel mi costrinse a fare un’audizione per lo spettacolo che produceva l’amico del regista e beh si da il caso che sia West Side Story ed ecco….- Blaine iniziò a balbettare come faceva quando era ESTREMAMENTE nervoso –Blaine mi vuoi spiegare che succede?- disse Kurt prendendo le mani del marito – Mi hanno preso.- disse Blaine, lasciandolo di stucco – Mi hanno chiamato questa mattina. L’attore che avevano preso prima di me si è rotto una gamba o qualcosa del genere e quindi hanno chiamato me! Kurt ti rendi conto!? Il sogno della mia vita si è avverato! Voglio dire, fare l’arredatore mi piace per carità, ma…. West Side Story! E’ tipo WOW!-  e alla fine di quel discorso balbettato a metà, Kurt lo abbracciò talmente forte che quasi gli mancò il respiro.
-Blaine è fantastico davvero! Io sarò ad ogni benedetta replica e ci porterò anche Santana se sarà ancora incinta perché voglio che i nostri bambini si adeguino a sentire il loro papà cantare per loro!-
Ad un certo punto Santana bussò alla porta.
-Posso?- chiese timorosa
-Certo vieni pure- rispose Blaine guardando Kurt con un sguardo che implorava perdono.
-Mi chiedevo se stanotte posso stare qui con voi….- iniziò lei prima Kurt iniziasse a ridere –Perché mai vorresti dormire qui? Ahahahah- disse lui prima di rendersi conto che lei era seria –Scusami…-
-Sai Kurt anche io ho paura. Ho paura che questi due bambini possano avere qualche problema. Ho paura che se qualcosa va storto sarà solo colpa mia. Ho paura del parto, delle doglie e del fatto che potrei non esserne capace…- i due l’abbracciarono prima che potesse continuare, mettendosi a piangere e si addormentarono abbracciati con Santana al centro.
                                     ****
Quella notte Kurt fece un sogno che ormai sperava di aver dimenticato.


“Ragazzi è il nostro ultimo anno alla NYADA e poi saremo libero di cantare ovunque e non dovremmo più subire le angherie di quella strega di Cassandra July!” disse Rachel salendo in macchina, dopo che lei,Kurt,Blaine e Amy, un’amica dell’università uscivano dal cinema e salivano in macchina
Kurt, Kurt senti è la nostra canzone” disse Blaine “Alza il volume” e i due si misero a cantare insieme a Rachel “Come what may….”
Era un momento perfetto: Kurt e Blaine erano di nuovo tornati insieme, Rachel e Finn si stavano concedendo un’altra possibilità e avevano trovato un’altra persona alla NYADA che non fosse una stronzetta qualunque ma una persona vera e tutti erano felici.
“Kurt attento!” urlò la voce squillante di Amy. Fu un secondo. La loro felicità fu spazzata via in un secondo. L’ultima cosa che Kurt sentì fu Rachel che urlava dietro di lui.
Bip. Bip. Bip
“Oh mio Dio Kurt! Infermiera! Presto si è svegliato!” gridò Blaine fuori dalla porta e in quel momento Kurt notò che il ragazzo stava utilizzando una stampella.
“C-cosa è suc-cesso?” chiese lui con le poche forze che aveva in corpo.
“ Eravamo in macchina…. Il semaforo era verde ma un pazzo alla guida di un camion non ha rispettato il suo che era rosso e…e… ci è venuto addosso” disse Rachel scoppiando a piangere e Kurt notò i cerotti sulla sua fronte e il braccio appeso al collo “Carol e Burt sono a casa ma sono stati qui con te tutta la notte” disse Blaine.
“D-d-ov’è Amy?” chiese lui guardandosi intorno.
“Mi dispiace Kurt” iniziò Finn, seduto su una sedia dove Kurt non aveva notato la sua presenza “ I medici hanno fatto il possibile per salvarla…”
“E’ tutta colpa mia! Ero io alla guida! Ero io che avrei dovuto notare quel pazzo!” iniziò ad urlare Kurt.
“No,no Kurt non è affatto colpa tua! Quell’uomo non avrebbe dovuto guidare da ubriaco, specialmente con un camion!” provò a tranquillizzarlo Blaine quando arrivò l’infermiera con il dottore.
“Ciao Kurt io sono il Dottor Austin”
“Salve”
“Allora come ti senti?”
“Mi fa male la gamba destra”
“E’ normale. Purtroppo abbiamo dovuto sottoporti ad un lungo intervento per poter evitare di dover sostituire pezzi con protesi”
“Cosa vorrebbe dire!?”
“Kurt ti hanno salvato la vita! Punto uno :avresti potuto morire dissanguato! Se Finn nell’esercito non avesse saputo fare un intervento di primo soccorso probabilmente ora non saresti nemmeno qui” disse Rachel.
“Quali sono i danni?” chiese Kurt con una voce piatta
“Beh hai una brutta frattura multipla e scomposta della tibia che già di per se è un problema ma… hai avuto anche una brutta frattura del femore…”
“Arrivi al punto dottore”
“Temo che le sarà impossibile tornare a ballare” e detto questo se ne andò, come un codardo pensò Kurt.
E di colpo Kurt si svegliò, sudato e spaventato e, quasi istintivamente, si portò la mano alla cicatrice che attraversava la sua coscia.







*
*
*
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Adesso vi svelato l’arcano mistero per il quale Kurt non fa teatro!  Come sempre spero vi piaccia. Un bacione! 

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Capitolo 6
*** Pance e matrimoni parte 1 ***


-Qualcuno ha visto il mio spazzolino?- urlò Santana entrando in cucina.
-Te l’ho comprato nuovo perché va cambiato ogni tre mesi- disse Kurt leggendo il giornale senza prestarle nemmeno troppa attenzione.
-Beh io volevo il mio Porcellana!- sbraitò lei.
Da quando Santana aveva scoperto che i bambini erano due ogni domenica andava a messa.
-Non capisco perché non vogliate battezzarli una volta nati- disse un giorno.
-Semplicemente perché noi non crediamo Santana e se i due vorranno un giorno scegliere una fede la sceglieranno a momento debito- le rispose Blaine.
-Blaine hai per caso lavato la mia maglia blu!?- sbraitò dalla sua stanza.
-Beh… era sporca…- tentò di giustificarsi lui.
Lei uscì con indosso solo la biancheria il che, risaltava ancora di più la pancia che stava crescendo, cosa che i due papà misuravano e fotografavano ogni settimana.
-Io a pranzo sono con le ragazze- disse lei uscendo, come ogni domenica
                                                 ****
-Ragazze sapete che la scorsa settimana Kurt e Blaine hanno chiesto lo scontrino del ristorante?- disse Rachel e all’udire quelle parole Santana alzò gli occhi dal suo crispy mc’bacon.
-Forse la prossima volta non dovremmo portare Santana da Mc’ Donald!- disse Quinn sorseggiando un bibitone di coca cola – Sai quante schifezze ci sono qui dentro!-
-Però mi sembra che tu le gradisca!- disse Santana indicando il vassoio pieno di Quinn.
-Lasciamo stare, con lo stress per il matrimonio questo mese… no niente- disse la ragazza fermandosi di colpo.
-Quinn non sarai incinta pure tu vero!?- disse Rachel iniziando a saltellare.
-No anzi al contrario… Qualche mese fa il ciclo mi era saltato e quindi ho pensato sarà solo un ritardo e invece era esattamente l’opposto!- disse Quinn sospirando.
-Quindi, fammi capire, sei incinta o no?- disse Santana confusa e con la bocca piena di patatine.
-Beh lo ero… ma si sa che rimanere incinte durante l’organizzazione di un matrimonio è rischioso… Tanto non sono una di quelle persone che hanno poche possibilità di avere bambini no? Quindi non vedo dove sia il problema- disse lei infine e le due le rivolsero uno sguardo pieno di compassione, sentendosi quasi in colpa per essere state così fortunate. E poi Santana si mise a piangere.
-Santana oh mio Dio! Non ti sei messa a piangere quando sono rimasta incinta a sedici anni e lo fai adesso!? Lo so che è triste ma sei esagerata!- le disse Quinn sottovoce.
-Non sono io! Sono questi stupidi ormoni!- e tutte e tre scoppiarono a ridere.
Nel pomeriggio si dedicarono ad un po’ di sano e genuino shopping fra amiche.
-Kurt ha detto che ha già trovato gli abiti perfetti per voi due!- disse lei mentre in un camerino provava il candidato numero 15 per la cena della prova generale.
-Per cosa scusa?-
-Come per cosa!? Siete le mie damigelle è chiaro che dovete avere dei vestiti fantastici! Oh Dio suonava così gay ahhahahah!- disse Quinn uscendo dal camerino.
                                              ****
-Barbapapà sono a casa!- disse Santana prima di gettarsi stravolta sul divano.
-Cosa hai fatto ai capelli!?- disse Kurt vedendola dalla porta a vetri della cucina.
-Tranquilli me li sono solamente tagliati! So anche io che ci sono delle tinte pericolose!- disse lei con un tono pieno di stanchezza.
-Ha chiamato tua madre mentre eri via…- disse Blaine –Ha detto che tua nonna ha..ha avuto un attacco di cuore e adesso è in ospedale…- non fece in tempo a finire che Santana già si era rimessa il cappotto ed era uscita di corsa.
-A volte mi chiedo come fa Santana ad amare ancora, nonostante tutto, quella donna…- disse Blaine andando ad abbracciare Kurt.
-Suppongo per il fatto che sia sua nonna e che l’abbia praticamente cresciuta lei- disse lui.
-Senti visto che siamo da soli…- iniziò Blaine, cominciando a sbottonare la camicia del marito –Pensavo che magari poteva essere una scusa per utilizzare la vasca da bagno e quel costoso bagnoschiuma che non abbiamo ancora avuto l’occasione di provare e…- non fece in tempo a finire che le labbra di Kurt erano già sulle sue.
Sembrava passata una vita dall’ultima volta che Kurt e Blaine si erano concessi tale lusso. Verso le 22.00, Santana mandò un messaggio dicendo che sarebbe rimasta all’ospedale con sua nonna così loro due avevano la casa tutta per loro.
Si concedettero le fragole col cioccolato (cosa che non facevano più da anni) di fronte al film “Moulin Rouge” quando qualcuno suonò alla porta.
-Margot cosa ci fai qui? Cosa è successo?- disse Kurt quando aprendo vide la sua segretaria con le calze strappate sotto la gonna e dei lividi sulle braccia e uno zigomo rigonfio.
La donna scoppiò in lacrime fra le braccia del suo capo. I due la fecero entrare dentro per calmarla e farsi spiegare l’accaduto.
-Uhm ho del the oppure dello scotch-disse Blaine indicando le due diverse bevande.
-Vada per lo scotch..- disse lei con un filo di voce.
-Margot allora cosa è successo?- chiese Kurt preoccupato, coprendola con un pile.
-Stavo..stavo completando le richieste per gli ordini dei centrotavola per il matrimonio Fabray e..e.. non mi ero accorta che erano già le nove passate così sono corsa a casa e..- bevve un sorso,quasi tentasse di ricordare con quello -… e mio marito, John, era fuori di sé per l’orario e diceva che io tenevo di più al mio lavoro che alla famiglia e così mi ha tirato un primo schiaffo…- bevve un altro sorso – e poi un secondo e mi ha presa a calci…così gli ho tirato un vaso e lui mi ha…mi ha..- disse, senza il coraggio di dire “violentata”, con la voce ridotta ad un sussurro.
-Margot dove sono i tuoi bambini?- chiese Kurt ancora più preoccupato di prima.
-Sono da mia madre, devo andarli a prendere domani mattina…-
-Non se ne parla, tu non ti muovi! Adesso tu rimani qui e i bambini li andiamo a prendere noi e voi tre rimarrete qui!- disse Blaine e Kurt fece segno di consenso.
Dopo aver preparato il divano a Margot i due finalmente andarono a letto dopo una giornata lunghissima nei momenti noiosi alla quale erano riusciti a rubare un po’ di magia.




Ecco parte del nuovo capitolo....non riesco a fare a meno delle cose tristi scusate :(

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Capitolo 7
*** Pance e matrimoni parte 2 ***


-Kurt Hummel Anderson- disse rispondendo all’auricolare mentre guidava la sua nuova e splendida auto.
-Salve fantastico organizzatore del mio matrimonio- disse Quinn- Volevo solo dirti che sto andando a ritirare l’abito e  ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vederlo e..-
-Sono lì fra due minuti- e riagganciò.
Quando Kurt entrò all’atellier la vide lì, su un piedistallo con un vestito a suo dire troppo semplice per Quinn, ma la ragazza lo faceva sembrare un capolavoro della moda.
-Kurt non osare piangere- disse lei controllandosi le scarpe. Quell’uomo è sempre stato prevedibile.
-Non sto piangendo. Sto espellendo acqua dagli occhi- disse lui e i due si misero a ridere.
-Non ci credo che fra tre giorni ti sposi-
-Non ci credo che fra tre giorni mi sposo- disse lei, solo senza lo stesso entusiasmo dell’amico –Kurt e se stessi facendo uno sbaglio? E se lui mi dovesse lasciare lì da sola?          Oddio non posso pensarci…-
-Allora non farlo- disse l’amico, avvicinandosi cautamente –Non pensarci-
                                      ****
Blaine bussò alla porta per una seconda volta. Nessuno apriva. Stava per andarsene quando una vecchina, piccola come un ramoscello, si affacciò.
-Salve… Io sono Blaine Anderson Hummel. Lei è la madre di Margot?- e la donna annui.
-Sua figlia mi ha chiesto di venire a prendere i bambini perché era occupata-
I figli di Margot conoscevano Kurt e Blaine; a volte venivano invitati a pranzo da loro e si divertivano sempre a vedere i cartoni sul loro maxi schermo.
I due sbucarono dietro la nonna e sorridenti corsero in contro all’uomo.
-Blaine! Sei venuto per portarci dalla mamma?- chiese la piccola Sophie così vicino all’orecchio dell’uomo che un brivido percorse la sua schiena.
-Si sono dovuto venire io! Perché tu e Peter non andate a prendere le vostre cose mentre io parlo con la nonna?- e i due bambini andarono subito a prendere le loro cose.
-Dov’è mia figlia?- chiese la donna preoccupata.
-Sua figlia è dovuta rimanere a casa nostra per lavorare con mio marito…-
-Non mi racconti stronzate la prego Signor Hummel!-
-Va bene è solo a casa nostra ma non vuole che le dica perché! Sarà sua figlia a dirglielo!- si difese Blaine e stava per continuare quando i bambini spuntarono fuori con due zainetti.
-Ciao nana!- disse Peter tirandosi dietro la sorellina.
-Chiamatemi quando arrivate!-
                                          ****
-Ragazzi!- Margot era sdraiata sul divanoletto e le si illuminò il viso quando vide i suoi bambini.
-Mamma cosa ti sei fatta?- chiese Sophie.
-Tesoro la mamma è… è caduta dalle scale!-
-E perché non siamo a casa!?- chiese Peter, sospettoso. Non era una novità che il marito di Margot diventasse violento e urlasse contro la donna, e questo a Peter non sfuggiva mai nonostante avesse solo otto anni.
-Allora chi vuole una bella fetta di torta alle fragole dello zio Kurt?- chiese Blaine, cercando di allentare la pressione; capì di esserci riuscito quando la donna gli mimò un “grazie” con le labbra.
Quando quella sera Kurt tornò a casa i bambini stavano già dormendo.
-Domani mattina dobbiamo andare a ritirare li smoking dalla lavanderia, così, se bisogna fare qualche modifica a macchina per tutta la torta di fragole che ti sei mangiato, ho tempo!- disse a Blaine.
-Grazie per essere così.- disse Blaine –Per essere sempre così organizzato, per essere così gentile con me, per aiutarmi a non cadere mai- e i due si baciarono come facevano raramente ormai.
La mattina Santana rientrò dall’ospedale verso le sette e trenta, svegliando Kurt.
-Kurt mi vuoi spiegare cosa ci fa tutta questa gente sul NOSTRO divano letto?!- sussurrando ed evidenziando il “nostro” sfiorandosi la pancia.
-Lei è la mia segretaria, è stata violentata dal marito e quelli sono i suoi figli!- disse lui –Ah oggi devi ritirare anche tu il vestito per il matrimonio- sorprendendosi da solo di come fosse passato da un argomento cos’ drammatico a uno così leggero.
-Ehi ma hai mangiato un melone intero?- chiese Sophie, improvvisamente accanto ai due.
-Aahahaha no in realtà aspetto due bambini!- disse Santana, stranamente gentile.
Giocò con i bambini tutto il giorno e decise di portare Sophie a comprare dei vestiti.
-Grazie Santana ma adesso non possiamo permetterci troppe spese extra…- disse Margot un po’ imbarazzata.
-E chi ha detto di usare i vostri soldi!? Io ho la carta di credito di Kurt!- e portò fuori la bambina.
Mentre la teneva per mano nelle strade della grande New York, Santana realizzò che un giorno anche lei avrebbe voluto una bambina da portare nelle grandi boutique e un marito che l’amava come Kurt ama Blaine.
Portò Sophie da D&G, Armani junior, Blumarine e tutti i maggiori negozi per bambini. La portò da Sturbucks e parlarono di un sacco di cose, di come la seta fosse più morbida del cotone, di come il blu stesse bene ad entrambe e di come fosse bello il film “Rapunzel”.
-Sai, secondo me sarai una mamma bravissima!- disse Sophie all’improvviso e Santana stava per risponderle quando vide l’ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere.
-Brittany cosa ci fai a New York?- chiese allibita.
-Scordarella ti sei dimenticata che oggi c’è la cena prima dell’unione unicornica di Quinn! E io come te sono una delle damigelle- e poi le cascò l’occhio sulla pancia di Santana –Hai mangiato un melone intero?-
-E’ la stessa cosa che le ho detto io!- disse la bambina, raccogliendo una busta che era caduta alla nuova amica.
-Si si giusto… ora dobbiamo andare o Kurt si arrabbierà! Forza Sophie andiamo a cercare un taxi!- e tirò via la bambina.
                                               ***
Kurt uscì per sistemare le ultime cose così quella sera sarebbero potuti andare tranquillamente alla cena della prova generale, portando con sé sia Margot che Peter.
-Perché quella ragazza ti ha fatta scappare via?- chiese la bambina.
-E’ una lunga storia cucciola…. Forse un giorno te la racconterò- e andò a prepararsi per la serata.
Molti non erano potuti venire alla cena ma avevano dato la conferma per la cerimonia quindi Kurt non si preoccupò più di tanto.
Finalmente riuscì anche a conoscere Matt.
-Così questo è il fantomatico Kurt! Io ho sentito tanto parlare di te!- disse Matt, mentre le ragazze si spintonavano per toccare la pancia di Santana.
-Allora come è venuto questo matrimonio?-
-Io spero che vi piacerà! Ho voluto mantenere la sorpresa anche per Quinn…- disse Kurt, facendo un cenno verso la ragazza intenta a parlare con le sue amiche.
-A volte mi chiedo come mai abbia scelto me… voglio dire, di certo non sono il più bello qui dentro. Pensa che quel giorno avevo un appuntamento con un’altra ragazza alla biblioteca e poi ho incontrato lei e.. e… tutto il mio mondo è cambiato. Io non sono chissà cosa, lei è la vera stella e so che un giorno splenderà più di ogni altra stella nel cielo. Ma se ogni giorno ho la forza di alzarmi è perché c’è il suo bagliore di fronte a me…-
-Anche io mi sento così quando mi sveglio e Blaine è davanti a me che dorme beato. Sembra che il loro bagliore a volte sia troppo per noi ma essi insistono che se fosse necessario sarebbero disposti a spegnerlo del tutto pur di stare con noi….- rispose Kurt, guardando Blaine ballare con la piccola Sophie.
-Allora com’è che aspetti un bambino?- chiese all’improvviso Brittany alle spalle di Santana – Mi sono documentata. Wikipedia dice che non sei rimasta coinvolta in una rissa tra meloni quindi…-
-Lo faccio per Kurt e Blaine. Loro non possono così lo faccio io per loro. E comunque non credo che siano fatti tuoi visto che mi ricordo chiaramente che non volevi più avere a che fare con me e che non volevamo vederci mai più- replicò lei secca.
-E’ vero ma ero solo curiosa!- disse Brittany, tirando fuori quello sguardo da bambina innocente che nessuna donna al mondo sarebbe riuscita a cancellare dalla mente di Santana.
La cena si svolse tra risate e lacrime da parte dei genitori fino al momento del brindisi.
-Vorrei dedicare questo brindisi alla mia stupenda fidanzata. Ho cercato a lungo la principessa da salvare ma la verità è che sei tu che hai salvato me. Tu non avevi bisogno di essere salvata, oh no. Tu mi hai salvato. Tu sei una ragazza fantastica e io mi sveglio al mattino pensando a come sia stato fortunato quel giorno ad incontrarti e vado a letto con la convinzione che tu volevi solo essere trovata. Ed io l’ho fatto. E da domani sarai la Signora Sketch e io cercherò ogni giorno di renderti felice, di renderti fiera di portare quel nome. Ti amo Quinn- e la ragazza fece un sorriso pieno di luce, piangendo di gioia.
Le ragazze invece dedicarono ai futuri sposi una delle loro canzoni preferite.

“The book of love is long and boring
No one can lift the damn thing
It's full of charts and facts and figures
and instructions for dancing”
 

Tutti iniziarono a ballare, lasciando il centro della pista per Quinn e Matt.

“But I
I love it when you read to me
And you
You can read me anything
The book of love has music in it
In fact that's where music comes from
Some of it is just transcendental
Some of it is just really dumb
But I
I love it when you sing to me
And you …You can sing me anything “


Quella sera passò così, tra un lento e un altro; tutti erano felici, nulla sarebbe potuto andare storto.
Quando tornarono tutti quanti a casa, Blaine dovette portare Peter in braccio fino al lettone dove dormiva con la sua famiglia e Margot portava Sophie. Santana si diresse in camera sua, stanca morta e si addormentò subito.
I due maritini invece si misero a tirare fuori le foto del loro matrimonio in bianco e nero scelto da Kurt e della luna di miele a Parigi scelta da Blaine, addormentandosi col sorriso sulle labbra.
                                     ****
-Kurt sbrigati devi andare a  tagliare la torta!- urlò Rachel e tutti ridevano.
-Andiamo Kurt non mi hai dato buca all’altare, me la dai ora!?- disse Blaine scherzando quando vide il neomarito saltare fuori da una colonna.
-Il mio sedere mi perdonerà per questo!- dice mentre prende le mani di Blaine tra le sue e fanno una prima incisione, poi una seconda e senza nemmeno accorgersene, Kurt ha una fetta di torta spalmata in faccia e Blaine che se la ride di fronte a lui.
-Ah si eh!- dice e ne prende un pezzo e inizia a rincorrerlo per tutta la stanza ridendo.
- Falli vedere chi comanda Kurt!- urlò Cooper, intervenendo bloccando il suo fratellino così che il marito potesse spalmargli in faccia una bella rivincita al gusto di cioccolato bianco.
-Ti amo- disse Kurt, dandogli un bacio per togliere tutta quella cioccolata.
-Ti amo anche io Kurt- disse Blaine, rispondendo al bacio.
Quel giorno realizzarono il loro sogno; salirono sul palco, presero i microfoni e cantarono “Come what may” come avevano sempre desiderato, guardando la loro famiglia ballare spensierata, quando Coop salì sul palco dando il via ai brindisi imbarazzanti.
-Quando Blaine era piccolo, io ero l’unico uomo che poteva vederlo nudo e adesso, Kurt voglio passarti questo onore! Sapete quando per la prima volta incontrai Kurt facevo per lo più pubblicità e ora anche grazie a lui e a Rachel sono qualcuno! Voi ragazzi siete fantastici e sono felice che vi siate trovati perché vi bilanciate alla perfezione… Beh che altro dire… auguri e figlie femmine visto che di maschi già ce ne sono abbastanza!-
-Quando la mia Elizabeth morì credevo che Kurt non avrebbe mai voluto sposarsi con nessuno e invece eccolo qui! Sapete ragazzi il matrimonio è rose e amore per il primo mese, due al massimo. Io lo vedo ancora oggi con Carol. Ma matrimonio è anche sinonimo di compromessi, sacrifici e pazienza ma sono sicuro che voi ne sarete capaci, che muoverete i primi passi insieme. Ai miei ragazzi!- disse Burt commosso.
-Kurt e Blaine sono i miei migliori amici! Noi siamo cresciuti insieme. All’inizio Kurt mi odiava. Fra noi era una continua lotta per gli assoli al Glee Club e Will Shuester ne è testimone- e ammiccò all’uomo affiancato da Emma e sua figlia Luise – Poi non so cosa è scattato ma io e te siamo diventati inseparabili. Blaine invece è sempre stato fantastico con tutti, non esiste qualcuno che pensi di poter non volergli bene. Ragazzi io vi auguro tutto il bene del mondo!-
Poi fu il turno del testimone di Blaine, Sebastian.
-Kurt lo sa, non mi è mai stato troppo simpatico all’inizio. Io ci provavo con Blaine e lui era sempre in mezzo. Ma ora che ho trovato anche io qualcuno da farmi la notte- disse indicando Dimitri, il suo ragazzo, mentre il resto della sala ammutoliva a quelle parole –Siamo diventati amici e vorrei tanto un giorno poter essere come loro… solo senza la castità- e si sentì un urlo  provenire dal fondo della sala e poi l’applauso generale prima che tutti tornassero a ballare.
Blaine non si rese nemmeno conto di aver sognato il suo matrimonio.
                                             *****
-Come sarebbe Santana!?- disse Brittany, tirando un piatto della sua collezione a terra.
-Brittany tu sei tornata a letto con Sam! Come potrei non arrabbiarmi!?-
-Tu eri con quella francesina! Non è giusto che tu puoi usufruire della nostre relazione aperta e io no!-
-Io non stavo facendo proprio nulla! Quella mi ha soffiato il posto di lavoro e si stava “scusando”! Mio Dio sei proprio idiota quando fai così!-
-Bene allora me ne vado da Sam, almeno lui è mio amico. Fammi un favore: non parliamoci mai più anche se dovessimo mancarci l’un l’altra, va bene?-
-Sono d’accordo!- e dette queste parole Santana se ne andò, sbattendo la porta, scoppiando in lacrime mentre correva giù per le scale di quel piccolo appartamento di L.A cercando il primo taxi disposto a portarla all’aeroporto.
Fu così che Santana si risvegliò in lacrime, proprio come si era lasciata nel ricordo appena sognato.




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Ciao!! spero che il nuovo capitolo vi piaccia! mi farebbe davvero davvero piacere se vi fermaste due minuti a fare un commento, buono o cattivo che sia! per chi la volesse ascoltare, la canzone è "The book of love" di Peter Gabriel

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Capitolo 8
*** Chicchi di riso e fiori d'arancio ***


Scrivo qui perché giù in fondo ho paura  che non lo leggiate! 
 
Intanto mi scuso per il ritardo ma tra compiti e altro non sono riuscita a finire prima. Un ringraziamento speciale alla mia super fantasticissima beta lyubit. Mentre scrivevo questo capitolo ho avuto un enorme tristezza time, crogiolandomi mentre guardavo “Glee 3D concert movie” e mi sono messa a piangere perché verosimilmente io non li vedrò mai. Comunque a parte questo spero abbiate passato buone vacanze e MI RACCOMANDO RECENSITE!!

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Quella mattina Kurt si svegliò più ansioso del solito. Era il fatidico giorno X, il giorno in cui il duro lavoro di quei mesi si sarebbe realizzato, il giorno in cui Quinn si sarebbe sposata e lui sarebbe stato lì, in prima fila a guardarla, tranquillizzarla e lanciarle sguardi malinconici ricordando i vecchi tempi di Lima. 
Nonostante la cerimonia cominciasse alle 11:00 Kurt puntò la sveglia alle 6:30, provocando una serie di grugniti contrariati dal marito. Si vestì subito con il completo designato per la cerimonia e lo coprì con un cappotto scuro di Chanel, provocando una serie di apprezzamenti da suo marito ormai sveglio.
Prese la sua borsa di pelle scamosciata dove teneva la cartellina con tutti gli ordini del giorno e si diresse alla villa. Nonostante fossero ancora le otto erano già tutti a lavoro; i fiori erano in fase di posizionamento, gli operai stavano montando il gazebo nel giardino dove si sarebbe svolto la cerimonia e il catering stava arrivando.
La sposa sarebbe stata lì nel giro di un’ora e lo sposo poco più tardi, nonostante sapesse esattamente che sarebbero stati puntuali Kurt aveva paura che rimanessero bloccati nel traffico di New York e che facessero un incidente o, peggio ancora, che non suonasse la sveglia.
Non appena intercettò la figura di Margot un sorriso spuntò sul suo volto e, un po' più rilassato, le disse 
-Finalmente sei arrivata! Allora bisogna che tu dica a questi gentili signori che il tendone va montato tre metri più giù perché altrimenti bisogna spostare tutte le luci e le spine potrebbero non arrivare alla presa. Poi la torta dovrebbe essere qui in meno di un'ora e il resto é tutto sistemato.- 
la donna sorrise al ragazzo e, vedendo passare uno di quei gentili signori, gli corse dietro urlando frasi sconnesse riguardo al gazebo e alle luci.
Kurt sentiva l’ansia salire nelle ore prima degli eventi e in quei momenti voleva solo Blaine, l’unica persona che riusciva a tranquillizzarlo. Ma Blaine sarebbe arrivato più tardi con le ragazze e Kurt si mise l’anima in pace aspettando con ansia l'arrivo di suo marito che, neanche a farlo a posta, si presentò dopo un quarto d'ora accompagnato dalla sposa e dalle damigelle. Kurt si tranquillizzò un po'. Molto poco.
Le ragazze dovevano ancora prepararsi, la torta non era ancora arrivata e dovevano ancora finire di decorare il gazebo. La sua mente si stava annebbiando così come la sua vista a forza di mandare sms al pasticciere e al capo dei gentili signori, ripose il telefono in tasca e prese il walkie talkie quando due forti braccia lo strinsero da dietro provocandogli una serie di brividi.
-Stai facendo un lavoro fantastico, rilassati- gli sussurrò Blaine all’orecchio.
Lo fece accomodare su uno dei divanetti e finalmente il soprano sembrò rilassarsi, quella situazione di pace durò pochi secondi in quanto decise che starsene lì seduto a non fare nulla non era assolutamente produttivo, così si alzò per andare a controllare che la disposizione dei tavoli fosse corretta quando si sentì chiamare da una finestra. Alzò lo sguardo e vide Brittany che si sbracciava e gli faceva segno di salire al piano superiore.
Pensando di dover tranquillizzare la sposa si stava preparando un discorso d'incoraggiamento pieno di riferimenti al suo matrimonio con Blaine e a come lei e il suo futuro marito sarebbero stati felici, ma, una volta finite le scale, trovò uno scenario diverso. Tre ragazze per tirare su una maledetta lampo. Brittany, Rachel e Quinn stavano impiegando tutte le loro forze per chiudere il vestito di Santana, che stava trattenendo il fiato a più non posso.
-Santana cosa diamine è successo!?- chiese Kurt, tornando al tono isterico che grazie a Blaine aveva appena abbandonato.
-Non è colpa mia se il vestito non si chiude Hummel!- disse lei nervosa.
–Se tu e l’altro genio non facevate tutte quelle torte adesso si starebbe tutti più calmi- disse Rachel lanciandogli uno sguardo d’accusa.
-Sono grassa!- disse Santana iniziando a piangere –E’ tutta colpa tua Porcellana! Se non fosse per i tuoi bambini, io sarei la più sexy di tutte!- piagnucolò ripulendosi dal mascara che le era colato.
-Ok adesso provo io!- disse Kurt, facendo allontanare le ragazze.
Santana trattenne il respiro più che poté fin quando sentì lo zip della cerniera finalmente chiusa.
-Kurt sei un santo- disse Quinn abbracciandolo disperatamente.
-Lo so, lo so. TU- disse indicando Santana –Tieni lo scialle tutta la sera siamo chiari?- disse con un finto tono autoritario quando il suo walkie talkie lo avvertì che lo sposo era arrivato e stavano iniziando ad arrivare anche alcuni invitati.
- Ragazze finite di prepararvi che fra 15 minuti si comincia- e l’ansia passò dal volto di Kurt a quello di Quinn.
Giù di sotto era tutto pronto. Mentre lui era alle prese con il problema Santana, Margot aveva fato un lavoro eccellente coordinando tutti.
-La torta è arrivata, fiori e panchine sono sistemati, lo sposo è pronto e il sacerdote anche quindi diamo altri 20 minuti alla sposa e poi possiamo iniziare- disse la donna fiera.
Kurt le fece un gesto di intesa e le batté il cinque, stava per congratularsi ma una voce lo interruppe 
-Kurt Hummel!- 
Kurt la riconobbe subito; quella voce per lui era inconfondibile, la voce potente della ragazza che era stata la sua unica amica per molto tempo.
Si girò e corse in contro alla ragazza come se non la vedesse da una vita. E in effetti era così, da quando Mercedes aveva scelto di rimanere a L.A si vedevano di rado ma non perdevano l’occasione di scambiarsi lunghe e intense email. 
I due si abbracciarono così forte che si poteva pensare si sgretolassero da un momento all’altro. Misero in quell’abbraccio tutte le emozioni che non potevano essere trasmesse con delle parole scritte su un monitor quel senso di distanza che li separava da tempo ormai.
-Kurt è tutto così bello! Sei stato bravissimo come al solito- disse l’amica abbracciandolo forte mentre ammirava l’ottimo lavoro fatto.
Poco dopo arrivarono Puck, Tina, Finn e Mike, anche loro si complimentarono con Kurt per il lavoro fantastico. 
Fu proprio mentre Mike abbracciava il soprano che fece il suo trionfale ingresso Sue Sylvester con la sua “tuta da cerimonia”.
-Porcellana questa cerimonia fa più schifo del previsto. Ma nonostante ciò, ottimo lavoro- e Kurt credé che fosse un’illusione, che quella donna che più volte aveva cercato di rovinare la sua vita non poteva aver detto quelle parole, non poteva avergli fatto un complimento così l’uomo si guardò attorno per accettarsi che ci fossero dei testimoni a quell’evento più unico che raro.
Salutò calorosamente Sue e i parenti della sposa e delle sposo, diede il benvenuto a tutti gli ospiti e li fece accomodare in previsione della cerimonia.
Lo sposo era già pronto così come i suoi testimoni visibilmente agitati, Margot percorse la navata e corse a chiamare Kurt dandogli l'okay per far partire la cerimonia e fu in quel momento che Quinn afferrò il walkie talkie che Margot aveva lasciato nella sua stanza e, con voce soave urlò un -NON POSSO FARLO!-
-Quinn stiamo davvero parlando da un walkie talkie- disse lui, un po’ infastidito dal ritardo dell’amica.
-Kurt sono nervosa…. E se le cose non andassero?- rispose lei.
-Quinn ne abbiamo già parlato! Ora voi ragazze scendete e tutto andrà bene!- e chiuse la comunicazione ignorando gli altri urletti che provenivano dall'apparecchio.
Una manciata di minuti dopo era già lì, in fondo a tutte le panche ad osservare le ragazze passare con i loro bellissimi vestiti quando qualcosa o meglio qualcuno catturò la sua attenzione. Era una ragazza dai lunghi capelli biondi mossi, con un top bianco e una gonna ampia a fiori rosa e panna, che sorrideva guardando quelle ragazze, come se le conoscesse da sempre. Kurt realizzò chi fosse solo quando vide la donna di fianco a lei: Shelby Corcoran.
Kurt stava per iniziare a controllare la lista degli invitati quando iniziò la marcia nuziale e si girò per cercare lo sguardo di Quinn accompagnata all'altare dalla madre, l’unica persona della sua famiglia che le era stata sempre vicino anche dopo la nascita di Beth.
Quinn era bellissima, il vestito le stava d’incanto e i capelli biondi le incorniciavano alla perfezione il suo volto sorridente che, in quel momento, avrebbe potuto illuminare tutto il mondo.
Arrivata al gazebo Quinn fece segno a Kurt di raggiungerlo e gli cedette il bouquet di peonie, il ragazzo fece un sorriso da orecchio a orecchio. E così si ritrovò a fare pure il damigello d’onore!
La cerimonia fu molto divertente, leggera. Quando arrivò il momento delle promesse si scoprì che i due avevano scelto di scrivere le promesse di proprio pugno e Kurt era certo che fosse stata un’idea di Quinn.
“ Quando ci siamo scontrati, ho pensato che fossi un idiota per avermi pestato i piedi. Ma quando ho alzato lo sguardo ho capito che eri un tipo speciale. Non saremo la coppia perfetta, ma siamo perfetti l’uno per l’altro. Ti amo” 
Quinn è sempre stata una ragazza romantica, anche quando rimase incinta non perse le sue convinzioni di come l’amore fosse una cosa magica.
La promessa di Matt fu più classica, ma riuscì comunque a farla piangere. 
-Bene, sono queste le uniche lacrime che voglio veder scorrere dal tuo viso- disse lui teneramente mentre le dava l’anello.
I due si scambiarono le fedi e poi si baciarono con tanto di pianto isterico di Rachel, che abbracciò subito l’amica.
Gli invitati iniziarono a preparare il riso quando i due sposi aprirono due ombrelli e percorsero la navata di corsa, sotto una pioggia di chicchi di riso e risate.
Il ricevimento stava andando a gonfie vele, Kurt aveva fatto un lavoro meraviglioso, tutti si stavano divertendo e Quinn era felicissima.
Aveva fatto centro un’altra volta.
La villa che avevano affittato era su due piani: al piano di sotto c’era un’enorme cucina dove il catering aveva ampio spazio di movimento mentre sopra c’erano ben nove camere da letto dove ognuno poteva cambiarsi tranquillamente. Ma il pezzo migliore era il giardino. Un prato più verde dei colori dei pittori, tavoli con tovaglie color lillà e un roseto enorme. 
Mentre controllava tutte le aree del tendone di tulle per assicurarsi che non crollasse nulla, vide Shelby parlare con Rachel.
-Così ho saputo della tua audizione- disse lei un po’ imbarazzata.
-Si beh adesso ho una bambina di cui prendermi cura quindi...- disse Rachel.
A Shelby si illuminò il viso –Davvero? Una bambina?- sembrava quasi incredula.
Rachel andò a prendere Andrea nella carrozzina di fianco a Finn, che la teneva con sé fino al momento in cui la musica non si sarebbe alzata di troppo.
-Oh Rachel…. È-è bellissima- disse con le lacrime agli occhi.
- Sai secondo me somiglia anche a te…- e le due iniziarono una conversazione intensa delle differenze tra la piccola e Rachel alla stessa età, nel frattempo gli altri avevano avviato le danze costringendo le due donne a spostarsi all'interno.
I neosposini erano al centro della pista e ballavano sulle note di “Unchained melody” cantata da Mercedes e Puck mentre gli altri li guardavano incantati, Quinn era bellissima, Il vestito era essenziale, come lei: senza spalline, bianco, contornato da un semplice velo della stessa lunghezza dell’abito.
I primi ad unirsi a loro furono Rachel (che aveva lasciato Beth su di sopra con la tata e Shelby che guardava sua nipote abituandosi all'idea) e Finn insieme poi alle altre coppie che cominciarono a ballare quella che sembrava essere la danza d'accoppiamento dei bambini.
-Mi concede questo ballo?- chiese Blaine, sempre impeccabile –E non accetto scuse- prese suo marito portandolo al centro della pista e ballarono finché non arrivò il momento del taglio della torta. Quinn teneva il coltello come se da un momento all’altro potesse rivoltarsi contro di lei quando Matt le prese delicatamente le mani e poggiò la lama sul bellissimo trionfo al cioccolato bianco con i bordi ricoperti di fragole testato su Blaine (al quale non era affatto dispiaciuto fare da cavia) e approvato da Kurt. La ragazza stava per portarsi la sua fetta alla bocca quando la schiacciò contro il naso di Matt che prese la sua fetta e la fece mangiare a una Quinn allegrissima. 
Finita la torta tutti continuarono le danze quando la ragazza che si rivelò essere Beth si avvicinò a Quinn insieme a Shelby, con aria intimorita e curiosa.
-Quinn?- chiese Shelby – Lei è Beth-
La ragazza si girò quasi di scatto e le si inondarono gli occhi di lacrime e, quasi di impulso, abbracciò la ragazza.
-Scusami io-io non so cosa mi sia preso- si scusò Quinn, terrorizzata al pensiero di aver spaventato la ragazza.
-Tranquilla..- disse lei sfoggiando un sorriso identico al suo e le due andarono a parlare di tutto quello che era successo.
Si raccontarono di come per Quinn fosse stato difficile vedere la sua bambina affidata ad altri, di come fosse stata dura scoprire per Beth che la sua vera madre non poteva prendersi cura di lei e di come lei e Puck tentarono di riaverla con loro. Le due alla fine si scambiarono un abbraccio di quelli forti, con la promessa di tenersi in contatto nonostante non sarebbe stato facile, un po’ per l’ancora presente imbarazzo, un po’ per le diverse strade che le vite delle due avevano preso.
Tutti i ragazzi cantarono qualcosa. Kurt e Blaine cantarono “She will be loved” mentre Tina e Mercedes e Santana cantarono insieme “Thinking of you” e un’altra serie di canzoni sdolcinate tipiche delle Nuove Direzioni.
Il pomeriggio passò veloce e tutti si trovarono seduti sopra a delle lenzuola fatte portare giù appositamente da Kurt per godersi un bellissimo tramonto in campagna. 
-Margot avete controllato i fuochi d’artificio se sono tutti e sicuri?- chiese Kurt a quel benedetto walkie talkie.
-Lo sai vero che tu sarai un padre tremendamente apprensivo e fin troppo organizzativo?- chiese Santana retorica.
-Se è per questo Blaine dice già che sono un marito maniaco dell’organizzazione quindi!- e i due continuarono a scambiarsi battute finché non fece buio e fu il momento dei discorsi.
Iniziò il testimone dello sposo, dicendo di come Quinn gli era piaciuta fin dall’inizio e di come pensava fosse un idiota a non averla acchiappata prima lui e cose di questo genere.
Poi salì sul palco la madre di Quinn iniziando a parlare dei momenti imbarazzanti di quando era solo una bambina e di come poi era fiera di lei sia come capo cheerleader che come studentessa di Yale, terminando infine con uno strappalacrime "ti voglio bene" sussurrato al microfono.
Poi ci furono Rachel, Brittany e il resto dei ragazzi del Glee.
-Perché tu Santana non vai?- le chiese Kurt mentre controllava attentamente che il palco non crollasse sotto il peso di tutti i suoi amici.
-Quinn sa che le voglio bene, non ho bisogno di ripeterlo di fronte a un mucchio di idioti che non mi conoscono. Non ne trovo il motivo- disse lei, indicando le persone sotto il palco.
Quando anche l’ultimo calice fu alzato per festeggiare gli sposi, Kurt fece partire i fuochi d’artificio. Tutti si girarono meravigliati a guardare quelle esplosioni di colore in quel bellissimo cielo stellato. Persino Kurt, che per tutta la sera era stato dietro a catering e organizzazione, si concesse un attimo di tregua dirigendosi accanto a Blaine per ammirare quei fuochi mentre proprio dietro di loro Santana sveniva.


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Capitolo 9
*** Courage ***


Come al solito un enorme ringraziamento alla mia suape beta lyubit!

"
A Camilla fedele compagna di pianoforte e klainer che sclera insieme a me per quei due nani sexy e pazzi."
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Erano lì, un accanto all’altro, senza essersi ancora cambiati, nessuno parlava, non era il caso. 
Kurt, Blaine e Rachel si trovavano in ospedale, Quinn aveva insistito per raggiungerli ma i ragazzi l'avevano convinta ad andare a prepararsi o avrebbe perso l'aereo.
Kurt si contorceva le mani fino a farle quasi sanguinare, Blaine fissava un punto indefinito del muro e Rachel cercava di far calmare Andrea cantandole dal telefono una semplice ninna nanna, imprecando nei momenti in cui la bambina urlava talmente tanto che, in una situazione diversa,Kurt avrebbe preso il telefono e le avrebbe cantato la canzoncina lui stesso. Ma non quella volta. Ogni volta che un medico attraversava quella maledetta saletta d’attesa, tutti quanti scattavano, specialmente Blaine, ma quando si rendeva conto che non cercavano loro si rimetteva a fissare quel maledetto punto.
Passarono i minuti, le ore e non si riusciva a sapere nulla, La sala d’attesa si svuotava, c'erano coppie che uscivano tranquillizzate, neopapà che cullavano i loro bambini appena nati e puliti, ma del Dottor Collins nemmeno l’ombra.
-Ora basta! Adesso mi alzò e vado lì dentro- sbottò Blaine all’improvviso, carico di rabbia, quando Kurt lo sentì lo afferrò per un braccio e lo fece risiedere in modo molto poco delicato.
-Tu non vai da nessuna parte Blaine! Ora ti siedi e continui a fissare quello stramaledetto punto- disse, accentuando il suo tono acido nell’ultima frase.
-Kurt calmati- tentò di tranquillizzarlo Rachel, con un tono pieno di sonno.
Poco dopo la mora se ne andò e la stanza si riempì di silenzio.
-Credi che sia qualcosa di grave? Se fosse successo qualcosa ai nostri bambini io-io…- iniziò Blaine scoppiando a piangere.
-Blaine guardami- disse il soprano prendendo il viso del marito fra le mani, facendo sì che gli occhi dell’altro fossero dritti nei suoi –Ti ricordi cosa mi dicesti? Che nella vita ci vuole CORAGGIO- disse marcando la parola finale –Noi ci faremo coraggio l’un l’altro qualunque cosa succeda!- i due si abbracciarono stretti, come se quelle parole potessero volare via e perdere ogni significato, quando finalmente arrivò il medico di Santana.
-Dottor Collins la prego mi dica che va tutto bene!- disse Kurt scattando in piedi, beccandosi un’occhiataccia da Blaine.
-E’ stato solo stress e un calo di pressione. Niente di preoccupante ma volevamo fare ulteriori accertamenti, trattandosi di una gravidanza multipla ci sono più possibilità di complicazioni. Comunque la signorina Lopez sta bene, la terremo qui per la notte e domani mattina potrete tornare a casa- e a queste parole i due tirarono un enorme sospiro di sollievo e corsero alla camera di Santana.
-Ehi…- sussurrò lei, visibilmente stremata –Mi dispiace ragazzi, io non ho nemmeno fatto in tempo a dire nulla che…-
-Shh tranquilla- disse Blaine sedendosi accanto a lei e prendendole la mano.
-Sai mi hanno detto il sesso… Ho dovuto fare un’ecografia e me l’hanno detto… Volete saperlo?- disse lei debolmente.
-No!- disse Blaine -Si!- fu la risposta di Kurt , i due si guardarono e scoppiarono in una risata che contagiò anche Santana.
-Se me lo fai scoprire ti faccio scegliere i nomi- cercò di contrattare Kurt.
Blaine era seriamente deciso a scoprire il sesso una volta nati i piccoli ma,quando Kurt sfoggiò gli occhioni blu come il cielo, cedette.
Santana prese una delle mani di Kurt e una di quelle di Blaine e le poggiò sui lati opposti della pancia.
-Chiudete gli occhi- intimò loro- Kurt cosa senti?-
-Calma….- disse lui, insolitamente tranquillo vista la situazione.
-Sai secondo me lei somiglia a te… tranquilla- disse lei, quasi senza rendersene conto.
-Oh..m-mio Dio… Vuoi dire che avremo due femmine?- disse Kurt incredulo con la mente già proiettata su di lui seduto sul divano mentre Blaine ripassava insieme alle bambine interi saggi di danza.
-No…- disse Santana, con un sorrisetto sghembo sul viso.
-Io sento un gran calciare- disse Blaine all’improvviso come se si fosse perso metà conversazione.
-Perché di qua abbiamo il futuro quarterback – disse lei ridendo.
-No mia figlia non farà football! Potrebbe rompersi!- ribatté Kurt accarezzando la pancia evidente dell'amica.
-Certo Hummel che sei idiota- disse Santana mentre Blaine aveva già capito tutto –Anche se diventassi la persona più dolce del mondo mi faresti perdere la pazienza! Sono un maschio e una femmina!- e fu così che i due scoppiarono a piangere come mai in vita loro.
Era perfetto: Kurt si sarebbe dedicato allo shopping e alla decorazione dei bigliettini di Natale mentre Blaine avrebbe accompagnato il suo piccolo campione a fare qualche lancio al parco.
Stettero tutta la notte in ospedale, si dicevano che lo facevano per Santana, per non lasciarla sola, ma la verità era che non avevano cuore di lasciare quella camera.
La mattina arrivò velocemente, Kurt chiese di poter rifare l’ecografia per la scoperta del sesso e quando videro quei due girini, si emozionarono come non mai.
Anche se avevano visto crescere la pancia di Santana settimana dopo settimana, almeno uno di loro era sempre a ciascuna visita, ma ora che sapevano il sesso tutto sembrava più reale, i loro bambini, Blaine adorava dirlo, stavano per arrivare e le preoccupazioni cominciavano a farsi sentire.
Tornati a casa fecero sdraiare subito Santana, che scelse come postazione il comodissimo divano, affermando che mentre Kurt lavorava e Blaine era alle ultime prove, avrebbe potuto guardare la tv e si fece portare anche un’enorme fetta di crostata dicendo che ormai poteva stare in pigiama tutto il giorno.
Kurt e Blaine la servivano e riverivano in tutto. Colazione a letto la mattina, massaggio ai piedi al pomeriggio e cose così. Ma il problema veniva la notte: Santana non riusciva a dormire se non stava in mezzo a quei due. Per due mesi niente coccole, niente baci, niente di niente se non dormire in quel letto ormai più casto di una suora.
Quella sera c’era la prima di Blaine e Kurt non vedeva l’ora di andare a vedere suo marito realizzare il suo sogno. 
-Forza prendi la borsa che usciamo- disse verso le due del pomeriggio a Santana.
-Per andare dove prego?- rispose la mora obbligata a distogliere lo sguardo dalla sua tazza di cereali.
-Devo comprarti un vestito per stasera, non voglio che Blaine faccia brutta figura- Kurt sembrava quasi arrabbiato mentre lo diceva.
Controvoglia Santana obbedì e fu trascinata da Kurt in decine di negozi e, solo dopo aver trovato il vestito, ne visitarono altri venti per gli accessori, quella sera dovevano essere impeccabili, lo dovevano a Blaine. 
Lo spettacolo iniziava alle 19.00 così Kurt prenotò l’estetista per lui e Santana alle 17,00, per godersi un po’ di relax.
-Ciao Claire- disse tutto allegro alla ragazza della reception, mentre Santana si guardava in torno stranita –Ho prenotato il solito per due-
-Certo signor Hummel. Deduco che lei sia la signorina Lopez- disse la biondina.
-Si si sono io, possiamo andare o la signorina Claire mi vuole fare il quarto grado? Si sono lesbica, si sono incinta per i miei due amici gay e si ho lasciato il college per venire a New York, la cosa le crea problemi?- disse Santana con la sua solita delicatezza, probabilmente dovuta ai troppi ormoni.
- I-io volevo solo farle le mie congr-congratulazioni…- balbettò la povera ragazza. 
Kurt ringraziò e non appena si allontanarono dal bancone fece una parte a Santana.
-Ma sei impazzita!? Cosa ti è preso si può sapere?- disse Kurt, con il tono di un urlo e il volume di un sussurro.
- Oh andiamo Kurt ormai sai come sono fatta, non puoi prendertela davvero…-
Kurt stava per ribattere quando la sua estetista disse loro che era pronta; dieci minuti dopo Kurt aveva dimenticato tutto : maschera facciale all’avocado lui e alla pesca lei, manicure e pedicure potevano fargli dimenticare pure che era finito il mondo.
-Santana, anche se ho gli occhi chiusi e le cuffie riesco a sentire che ti mangi i cetrioli per gli occhi- disse Kurt con tutta la calma possibile.
-Ay Dios mio- disse la ragazza e i due scoppiarono a ridere, senza curarsi del fatto che tutti li fissavano.
Continuarono così un' altra ora, ridendo e scherzando in quei comodi accappatoi rosa, con persone che li coccolavano e idratavano.
***
-Santana sbrigati!- le urlò Kurt dal salotto.
-Hummel non devi stressarmi! Non trovo un orecchino, mi è caduto sotto il letto!-
E a quelle parole Kurt scattò in piedi come se avesse delle molle sotto quel sedere perfetto; le parole del medico rimbombavano nella sua testa “Non deve affaticarsi, deve stare tranquilla”
Corse fino alla stanza della ragazza, come se fosse questione di vita o di morte.
-Ora tu ti siedi e io ripesco l’orecchino ok?- disse Kurt prendendola per le spalle e facendola sedere sul letto, attento a non pestare il vestito.
-Kurt sei davvero convinto che se non mi piego non mi affatico e… Oddio Kurt che dolore- la ragazza non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo le corse in contro pronto a chiamare un’ambulanza, quando lei scoppiò a ridere.
-Kurt dovevi vederti! Eri viola!- Santana si stava spanciando dalle risate quando si avvicinò Kurt con un sorrisetto malizioso dipinto in faccia.
-Ah si eh?- disse avvicinandosi ancora di più, vicinissimo al naso della ragazza…. E via alla battaglia di solletico!
Dopo aver riso talmente tanto da perdere la voce, i due rimasero sul letto, a fissare il soffitto, quando Santana fece una domanda inaspettata:
-Non ti manca?-
-Chi Blaine? Lo vedrò stasera e l’ho visto stamattina, anche se a pranzo non mi ha mandato nessun sms…- disse Kurt iniziando ad agitarsi.
-No idiota non sto parlando di Blaine… Del teatro, di Broadway, dei tuoi sogni…- specificò la latina , senza distogliere lo sguardo dalle travi di legno del soffitto.
-Ogni giorno- rispose lui –Mi manca come mi mancherebbe non respirare per tutta la vita, come se non bevessi acqua da un anno….- Santana poteva chiaramente sentire la sua voce incrinarsi e i lucciconi agli occhi stavano arrivando, quando Kurt tirò su col naso dicendo –Ma forse è proprio questa la vita: ti fa toccare i sogni con la punta delle dita e poi ti tira in basso più che può… ora basta parlare e andiamo che siamo già in ritardo- disse lui, deviando totalmente l’argomento per il resto della serata.
***
Blaine era stato bravissimo, tutti in sala pendevano dalle sue labbra.
Durante lo spettacolo Santana non faceva che sussurrare all’ormai pancione “Quello è il vostro papà! Sentite come è bravo?” e in quei momenti Kurt non poteva non sorridere; aveva un lavoro che lo appagava, suo marito aveva realizzato il suo sogno e stava per avere una famiglia tutta sua. Forse era quello il sogno che lui era destinato a realizzare, il sogno che il destino aveva scelto per lui.
Dopo lo spettacolo voleva andare da Blaine e baciarlo con tutte le forze che aveva in corpo di fronte a tutti ma non voleva lasciare Santana da sola in sala, così fece andare la ragazza a casa, mentre lui rimase lì su quel posto in prima fila ad aspettare l’uomo della sua vita.
-Kurt che ci fai qui?- chiese Blaine, dopo essere uscito dal camerino, sinceramente sorpreso di vederlo ancora lì.
-Volevo aspettarti…- mormorò Kurt in uno sbadiglio.
-Se avessi saputo che saresti rimasto avrei fatto più in fretta.- disse Blaine accarezzando la guancia del marito.
***
Quando rientrarono Santana era in pigiama sul divano, addormentata abbracciata al barattolo del gelato al caramello, così Blaine la prese in braccio e la portò in camera sua e insieme a Kurt le rimboccarono le coperte.
-Un giorno questa potrebbe essere la camera dei nostri figli….- pensò ad alta voce Kurt.
-A meno che non cambiamo casa!- Gli occhi di Blaine si illuminarono come se si fosse improvvisamente accesa una lampadina in quella testa da nanerottolo.
-Allora andiamo a goderci il nostro bellissimo letto finché è qui…- disse Kurt con tono malizioso.
E Blaine lo sollevò nello stesso modo con cui aveva sollevato Santana e si diressero in camera da letto e… puntini,puntini,puntini.



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Capitolo 10
*** Gelato e vernici ***


Nono davvero è bello vedere che c'è chi legge e non commenta mai -__-
Anyway spero che il capitolo vi piaccia e come al solito un grazie ginormico alla mia fantastica beta lyubit!
P.S penultimo capitolo prima dell'epilogo 
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Erano passati due mesi da quella notte e ormai a Santana non era concesso di fare praticamente nulla. Lo spettacolo di Blaine aveva riscosso molto successo tant'è che avevano deciso di farlo diventare un tour, così quando Kurt lavorava, lei stava a casa da sola tutto il giorno. Era ormai agosto, faceva molto caldo, e Santana stava iniziando una relazione con i condizionatori di casa Anderson- Hummel.
-Santana! Sono a casa… non mi hai mandato il messaggio delle 10.30 per dirmi come stai- esclamò Kurt mentre chiudeva la porta di casa.
-Perché dovrei sprecare energie per dirti che sto bene?- rispose lei alzando gli occhi da Vogue.
-Per farmi stare più tranquillo!- borbottò come se fosse la cosa più ovvia del mondo mentre tirava fuori dalla busta della spesa il pranzo.
-Comunque da oggi non sarà più necessario quell’sms …- iniziò lui sedendosi accanto a lei portandole un'insalata, sentendola sospirare un “finalmente” -..Perché ho deciso di rimanere a casa con te- 
-Cosa!?- chiese lei sorpresa –Perché?-
-Perché non voglio lasciarti da sola in un momento così delicato, potresti partorire da un momento all’altro!- 
-Ma mancano ancora tre mesi Kurt! E per quando dovrò realmente partorire Blaine sarà già tornato!- 
I due continuarono a mangiare in silenzio finchè la ragazza non prese e se ne andò in camera sua sbattendo la porta.
Non durò molto la sua isola solitaria che il ragazzo bussò alla sua stanza.
-Posso?- chiese lui mentre stava entrando.
-Tanto sei già dentro- disse lei sorridendo.
-Scusami avrei dovuto chiedertelo prima- Kurt si sedette sul letto al suo fianco – ma credevo ti sentissi sola…-
-E’ vero, mi manca Brittany… sai dopo il matrimonio abbiamo iniziato a scambiarci sms, come al liceo- disse accennando un sorriso al ricordo-e mi manca, mi manca sentire il profumo del suo shampoo per bambini quando mi sveglio, mi manca sentirla cantare, mi manca persino Lord Tubbington- e iniziò a piangere, ma non erano lacrime tristi, erano lacrime di gioia, quelle che scendono quando ripensi ai bei vecchi tempi.
-Ehi shh.. tranquilla ci sono io qui con te.. sai adesso che facciamo? Prendiamo quel bel barattolo di gelato alla crema che ti piace tanto e la nutella e mangiamo senza che io e te ci preoccupiamo di ingrassare!- disse Kurt entusiasta.
-Guarda che io lo faccio da oltre sei mesi!- disse Santana riprendendo il suo solito carattere.
-Oh ma io infatti parlavo con il mio bel culetto!-
****
Quel mese passò velocemente, la mattina Kurt e Santana andavano a correre, Blaine chiamava ogni giorno e facevano una mezz’ora di coccole al telefono, ogni sabato sera Rachel andava a trovarli con Andrea e Finn per guardare un film. Certo, non era facile; Kurt doveva tenere il maglione ad agosto perché Santana teneva il condizionatore a mille anche mentre dormiva, doveva mangiare il gelato al caramello perché lei non si sentisse grassa e scoppiasse a piangere, lei doveva fare la doccia tre volte la settimana e utilizzare la vasca il resto dei giorni, non poteva bere nulla se non spremuta fatta ESCLUSIVAMENTE da Kurt o acqua naturale.
Un giorno decisero di andare a vedere di alcune culle per iniziare a sistemare il minimo indispensabile per la nascita imminente dei bambini.
-Aspetta, aspetta, i miei caviglioni da ippopotama mi fanno male, fermiamoci qui a bere un bicchier d’acqua.- disse Santana, che da un paio d’ore girava con un enorme ventaglio di pizzo bianco, molto latino.
Kurt da bravo gentiluomo le scostò la sedia e la fece sedere vicino al tavolo, prima che si stravaccasse come faceva a casa, e ordinò due spremute.
-Ti manca tanto eh?- disse Santana prima di bere un lungo sorso da un’allegra cannuccia colorata.
-Si mi manca, ma so che quando tornerà la nostra vita sarà perfetta… Comunque a me piaceva la culla di legno bianco sopraelevata- disse mentre tirava fuori dal suo telefono un album pieno di foto fatte nelle visite precedenti.
-Oh mio Dio Hummel! Stai scherzando?!- urló la mora scoppiando a ridere.
-Perché? E’ raffinata!- rispose Kurt mettendo il broncio.
-E’ pacchiana! E poi due di quelle occuperebbero tutta la stanza e… Oh mio Dio sono un genio!- Santana si illuminò improvvisamente.
-Si in effetti non è adatta…- rispose il castano distratto dal suo succo – Sai gli occhi di Blaine….- stava per continuare un discorso infinito sulla perfezione di quegli occhi ma Santana lo interruppe.
-No idiota non parlo della culla ma della stanza! Nella stanza accanto c’è l’ufficio di Blaine giusto?- Kurt annuì, facendosi improvvisamente curioso – Se buttassimo giù il muro e costruissimo un’unica stanza per i bambini, tutto questo prima che il tuo amato Barbapapà ritorni?- e mentre lo diceva si emozionava come la prima volta che era andata Disneyland per la prima volta con Brittany.
-Non ce la faremo mai!- Kurt, scettico come sempre, smontò il piano della povera ragazza.
-Invece si! Ti ricordi l’architetto che fece la stanza per Andrea in solo un mese e mezzo? Possiamo rivolgerci a lui- la ragazza provò a convincerlo ma il futuro papà Hummel scosse la testa alzandosi per andare alla cassa a pagare.
Dopo aver pagato continuarono a girare per negozi e parlare di come avrebbero progettato il tutto poi, all’improvviso, Kurt si fermò di fronte ad una vetrina e disse a Santana – Guardala è perfetta.-
Era una culla bianca, con due cuscini cuoriforme sul davanti e un baldacchino elevato e cuscinetti color avana.
-Dobbiamo assolutamente entrare- cominciò a tirare Santana per un braccio, affinché la ragazza si convincesse ad entrare.
Quel negozio era come il paradiso immobiliare per bambini e Kurt si domandò come aveva fatto a non notarlo prima.
Una gentile signorina si avvicinò subito a loro chiedendo se poteva essergli utile, prima che Santana rifiutasse come aveva fatto nei precedenti negozi, Kurt accettò subito con gioia.
-Ci piaceva quella culla esposta in vetrina, quella col baldacchino e i due cuori per intendersi- mentre parlava si aprì in un sorriso da orecchio a orecchio.
-Oh certo venga di qua ho sia quel modello sia modelli molto simili. E’ un maschio o una femmina?- chiese lei molto sorridente.
-Entrambi! Già abbiamo avuto fortuna- squittì Kurt avvicinandosi a Santana.
-Oh beh congratulazioni! Sua moglie è radiosa!- 
I due si guardarono un attimo, come se stessero per dire qualcosa ma Kurt si limitò ad annuire –Si lo è- e lo era davvero.
Quel giorno era davvero bellissima: indossava un vestito ampio color crema lungo fino alle ginocchia con una cinturina sottile sopra il pancione, una cardigan fino dello stesso colore, i capelli sciolti tenuti fermi da un cerchietto grazioso e zeppe e borsa coordinati (Kurt si chiedeva di continuo come faceva a bilanciare il peso della pancia su quelle scarpe)
Rimasero in quel negozio a lungo e, alla fine, comprarono addirittura le culle e due piccoli e graziosi fasciatoi.
Mentre erano in macchina Santana, che stava gustando una coppetta di gelato ovviamente al caramello, ordinò a Kurt di fermarsi, lo fece parcheggiare di fronte ad una casa di quelle che vedi nei film, in legno bianco, con un bel giardino e le imposte color nocciola.
-Perché ci siamo fermati?- chiese Kurt mentre scendeva dalla macchina.
-Perché oggi Hummel guarderai la tua possibile futura casa- Santana sorrise con il solito sorrisetto di chi tramava qualcosa.
Era una di quelle case aperta ai possibili compratori e, anche se era bellissima, non vi erano molte persone a vederla.
Il pavimento era tutto parquet e le pareti variavano a seconda delle stanze, ad esempio il bagno aveva delle pareti color salvia, mentre la cucina era di un color panna candido. Ma la stanza che stese Kurt era un’altra : una camera con il soffitto in diagonale alla sinistra della porta e due finestre dall’altro lato.
-Sa è molto adatta per un bambino questa camera - disse all’improvviso una signora dietro di loro –Salve sono la signora Bert, la proprietaria nonché venditrice-
-Casa sua sarebbe davvero perfetta. Quanto vorrebbe?- domandò Santana.
-Scusami cara, posso parlarti un secondo?- chiese Kurt mentre la portava in un angolo –Mi spieghi cosa ti prende? Non possiamo permettercela io e Blaine una casa così!- 
-Si che potete! Kurt non mi hai detto che vuoi la famiglia perfetta? La famiglia perfetta ha anche la casa perfetta e indovina un po’? QUESTA è la casa perfetta. E poi il problema non sono i soldi, io posso prestarvi qualcosa e- - non poté finire perché fu bloccata da Kurt.
-No non se ne parla! Non voglio che tu sprechi così i tuoi soldi!-
-Non è uno spreco! Allora te la metto così : voglio che i miei figli crescano in questa casa, o altrimenti… me li porto via! Cosa hai da dire adesso? E poi andiamo è la casa dei vostri sogni, ha addirittura il portico e non è lontana dal tuo ufficio ne’ dal teatro della compagnia di cui adesso fa parte Blaine.-
C’era da dirlo: Santana sarebbe stata capace di far andare un santo in uno strip club solo con l'ausilio delle parole.
Fu tutto molto veloce; l’acquisto della casa, il piccolo mutuo per coprire il resto delle spese dato che si era rivelato che Santana avesse molti più soldi di quanto pensasse e insieme al fondo di Kurt sotto la parola “sogni da realizzare” riuscivano a coprire tutte le spese, senza contare anche che la ragazza aveva contrattato per avere un prezzo più basso.
Fatto sta che in meno di un mese la casa era di Kurt e l’unica cosa da finire era spostare i mobili e preparare la camera per i bambini.
Santana si rifiutò di non partecipare così aiutava Kurt con la scelta dei mobili e anche se non erano mai d’accordo finivano sempre con lei che beveva the freddo e lui che le faceva le trecce che, assieme alla salopette, la facevano sembrare un’attivista femminista degli anni ’60.
Pitturavano pareti, disegnavano rondini e preparavano scorte infinite di pannolini e borotalco, portategli da Finn durante le sue pause dal lavoro, mentre Rachel prendeva il sole in giardino con Santana durante le giornate più calde.
La sera del ritorno di Blaine , Kurt andò a prenderlo all’aereoporto assieme a Santana, in modo che non tornasse al loro vecchio appartamento e lo trovasse totalmente vuoto.
Ormai Santana era già quasi all’ottavo mese e quasi non si sedeva in macchina senza l’assistenza del futuro papà.
Dopo che i due sposini si corsero in contro, come nei film sdolcinati, Blaine ammirò il pancione di Santana, incredulo che potesse essere cresciuto così tanto, e appena arrivati all’auto, Kurt bendò gli occhi di Blaine con una delle rare cravatte presenti nell’armadio del marito.
-Ma dove stiamo andando? Non dirmi che mi porti alla fabbrica dei cioccolatini perché sarebbe un regalo fantastico!- disse Blaine, illuminatosi all’idea del cioccolato.
-Ma che caz- No non stiamo per portarti alla fabbrica dei cioccolatini! Meglio- disse Kurt scoppiando a ridere, sorbendosi Blaine che per tutto il viaggio che parlava di fabbriche di dolciumi e altre cose fino a quando la macchina non si fermò e Santana corse ad aprire la porta mentre Kurt lo guidava fino all’ingresso, attraverso il vialetto di violette che lui e la ragazza avevano piantato.
Non appena attraversò la soglia di casa, Kurt gli sfilò la cravatta sussurrando al suo orecchio un dolce “voilà”
Blaine rimase non a bocca aperta qualcosa di più. Gli fecero fare tutto il tour della casa senza perdere una spiegazione di come Kurt preferisse un colore e Santana un altro.
Di fronte alla camera dei bambini c’era un enorme fiocco bianco e Blaine si girò a guardare le due persone più importanti della sua vita che gli fecero un cenno, girò la manopola della porta e si ritrovò in paradiso: candide pareti color panna, le due culle l’una accanto all’altra e le finestre coperte da morbide tendine bianche e, nella parete della zona sonno, erano dipinte rondini e fiori d’albicocco, con di fronte un mini attaccapanni e gli armadi di legno bianco.
-E’ perfetta- disse semplicemente.
****
Era la prima notte che passavano entrambi in quel letto, anche se a loro sembrava di essere lì da una vita.
-Sai non mi sarei mai aspettato una sorpresa del genere- disse Blaine, girandosi verso il marito.
-Devi ringraziare Santana… è stata sua l’idea- ammise Kurt.
-Ma per i soldi, come avete fatto? Voglio dire n- - iniziò Blaine prima che Kurt lo zittisse con un dito.
-Ti amo e l’amore fa grandi cose- rispose semplicemente e si addormentarono nella beatitudine di casa loro.

L'IMMAGINE DELLA CAMERETTA E' PRESA DAL FILM "IL PADRE DELLA SPOSA 2"
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Capitolo 11
*** Ding! ***


Yeee ultimo capitolo prima dell'epilogo! Ringrazio tutti quelli che hanno seguito, recensito e preferito, la mia fantastica beta, la mia amica milla_ finalmente su efp e mi maledico perché il 09/05 ovvero il giorno in cui uscirà l'ultimo episodio io sarò in gita scolastica senza internet! Grazie ancora a tutti!
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-Ha chiamato Blaine e stasera hanno il tutto esaurito quindi io,te e i bambini stiamo a casa con una bella pizza davanti alla tv, che ne dici?- disse Kurt mentre chiudeva la porta di casa, nel mentre fu attaccato da una massa pelosa.
-SANTANA CHE DIAVOLO E’ QUESTO!?!?- urlò iniziando a correre con dietro quel povero piccolo cagnolino che giocava.
-Non è adorabile?- domandò la ragazza sdraiata sul divano, facendolo salire accanto a lei – L’ho preso per voi! I bambini chiedono sempre un cane, voi sarete avvantaggiati! Diglielo anche tu che sei bellissimo Sasha– mormorò con un tono eccessivamente mieloso.
Ci volle poco per convincere Kurt a tenerlo, anche se non voleva che salisse in braccio a Santana, ormai al nono mese.
-A proposito cosa hai comprato?- chiese lei, ricordandosi della busta solo dopo aver fatto andare il cane sul terrazzino.
-E’ diciamo una sorpresa per le mie donne…- e tirò fuori dalla busta una mini uniforme da cheerio.
-Oh mio Dio Kurt è assurda!- urlò felicemente sconcertata.
-Ho pensato che deve conoscere le sue radici- spiegò lui prima di essere stritolato in un abbraccio.
Poi Santana si illuminò –Aspettami qui!- corse in camera sua al piano di sopra e quando scese Kurt si spanciò dalle risate.
Di fronte a lui c’era la solita ragazza di diciassette anni, con la coda di cavallo e i pon pon, solamente che l’uniforme le si fermava al seno, lasciando scoperto il pancione.
-Oh Santo Cielo dimmi che è uno scherzo!- urlò Kurt in preda ad un’acuta crisi di ridarella di quelle pesanti.
Le fece un intero servizio fotografico, con tanto di cambio d’abito e vento fra i capelli.
Anche se non vedeva l’ora che i suoi bambini nascessero, Kurt avrebbe voluto congelare quel momento e vivere così per sempre, senza preoccupazioni.
Passarono il resto della mattinata scherzando, coccolandosi e tirando una pallina a Sasha per mandarlo nell’altra stanza, senza battibecchi o altro.
Ora che Kurt ci pensava bene era ormai parecchio tempo che Santana non lo offendeva più, che non gli dava dell’ effeminato eccessivamente e iniziava addirittura a fargli dei complimenti, sentendosi ormai parte della famiglia. 
Dopo pranzo si dedicarono ad un po’ di aerobica con sottofondo musicale e tutine molto poco maschili, poco dopo i due finirono stravaccati sul divano, consumando intere bottiglie d’acqua, tenendo il condizionatore alle stelle.
-Come fai?- chiese all’improvviso Kurt.
-Lo so la perfezione richiede molto impegno ma sono sicura che la piccola folletta sarà perfetta quanto me…. Ah poi basta razionare il tutto! Io sono perfetta perché un alone di odio per le persone in generale mi precede il cammino, facendomi sembrare un angelo sceso dal Paradiso, pieno d’amore e gioia alias la perfezione- disse lei, accompagnandosi con gesti teatrali e drammatici.
-…In realtà volevo solo chiederti come fai ad avere ancora tutte queste energie nonostante tu sia alla fine di una gravidanza gemellare…- spiego Kurt in un misto tra l’interdetto e il divertito.
-Oh… Beh suppongo perché ormai mi sto affezionando a voi e perché so che questi bambini sono in buone mani- diceva mentre si accarezzava il pancione – Sai anche se mi comporto così voglio davvero una famiglia. Voglio anche io una moglie che mi abbracci quando torno a casa, con due bambini al seguito che mi chiamano mamma e un cane che devo rimproverare perché lascia zampate sulla mia auto e forse ho un po’ proiettato i miei sogni su di voi- disse mentre si faceva seria- ma credimi io non farò mai nulla per fare del male a questa famiglia, te lo prometto- e lo abbracciò forte.
-Santana un giorno sono più che sicuro che troverai la tua strada e io sarò lì per te a fare il tifo, guardandoti fare quei passi che tu oggi stai aiutando me a fare, senza mai lasciarti la mano- disse lui ricambiando l’abbraccio 
-Sai adesso che facciamo io e te?- disse tirando su col naso – Adesso andiamo a comprare qualche altro centinaio di vestiti per i bambini prima che i negozi chiudano eh, che ne dici?- disse lui prendendola per la mano e facendola alzare e consigliandole di indossare il vestito blu mentre anche lui andava a cambiarsi.
Mentre si stava legando scrupolosamente le scarpe si sentì chiamare a gran voce dal piano di sopra.
-Cosa succede?- chiese Kurt affacciandosi alla porta aperta della ragazza, trovandola accucciata in un angolo.

- Vorrei tanto sbagliarmi ma credo di essere entrata in travaglio- disse la latina con aria sofferente.
-N-no vedrai si saranno solo mossi un po’ troppo velocemente e non te l’aspettavi- cercò di tranquillizzarla lui un po’ titubante – Ora sdraiati e vedrai che ti passa- fece per girarsi quando lei lo afferrò molto poco delicatamente per il braccio e lo tirò giù, accanto a sé.
-Dici!? No perché hanno deciso di iniziare a ballare la samba da mezz’ora qui dentro e credo proprio che quelle sul pavimento siano le mie acque Hummel, quindi che ne pensi, sono o no in travaglio!?- disse lei, stringendo la presa sull’ultima frase.
Ma non fece in tempo a finire che Kurt l’aveva già tirata su e la stava portando alla porta mentre la contrazione finiva.
La caricò sul sedile posteriore della macchina, tirando fuori una specie di poster porgendolo alla ragazza.
-Ok… sono le…18.48… dimmi quale è il percorso per le 18.45!- disse agitato mettendo in moto.
-Il…5- rispose lei in preda al nervosismo.
Kurt scattò sul sedile, partendo veloce come una Ferrari, iniziando a balbettare cose senza senso.
Blaine ormai si stava preparano per lo spettacolo ma decise comunque di provare a chiamarlo, non si sa mai, pensò componendo il numero.
“Ciao, sono Blaine. Se volete lasciarmi un messaggio fatelo dopo il segnale acustico!” fu tutto quello che sentì dopo gli squilli.
-No,no non posso farcela da solo!- balbettò lui scorrendo i nomi sulla rubrica mentre Santana gli urlava di guardare la strada tirando leggermente su la testa.
Chiamò Rachel, era la cosa più logica.
-Kurt cosa succede!?- chiese allarmata la donna sentendo la voce dell'amico.
-Santana. Sta . partorendo!- urlò istericamente quelle parole al che la ragazza sdraiata sul sedile posteriore si fece passare l’amica in vivavoce.
-Devi respirare piano e ritmicamente….- diceva Rachel dal telefono.
-Grazie così va molto meglio!- rispose Kurt sorpreso.
-Guarda che parlava con me idiota- Santana accennò una risata e scosse la testa.
-Ah…- 
-Io e Finn partiamo subito così saremo all’ospedale fra una ventina di minuti- 
-Ogni quanto sono le contrazioni?- chiese Kurt allarmato, non sapendo dove mettere le mani.
-Ogni sette minuti circa ma devi sbrigarti!- rispose lei, con un tono quasi dovesse essere lei a calmarlo.
Arrivarono all’ospedale e Kurt non faceva che urlare e girare in tondo da cinque minuti.
Quando ,finalmente, nel reparto maternità prese la prima infermiera che trovò e la strinse per il braccio.
-La mia… Santana sta… partorendo- disse andando in iperventilazione.
Lei fu fatta accomodare su una sedia a rotelle e le spiegarono che l’avrebbero collegata ad un monitor stavano per portarla via quando si girò e prese Kurt per la mano, portandolo con lei.
***
Kurt passò il quarto d’ora peggiore della sua vita.
Santana era ormai praticamente pronta e le contrazioni erano sempre più ravvicinate e gli sembrava di essere nel set dell’esorcista.
Quando finalmente arrivarono gli altri, Rachel gli diede il cambio mandandolo fuori con Finn.
-Chi chiami?- chiese il moro.
-Blaine… se non riesco a parlargli quantomeno gli lascio un messaggio così sa dove siamo- Kurt respirava a fatica tant'era l'agitazione.
“Ciao, sono Blaine. Se volete lasciarmi un messaggio fatelo dopo il segnale acustico!” il solo suono della sua voce calmava Kurt notevolmente.
“Ciao Blaine, sono io. Indovina? a Santana si sono rotte le acque e in realtà siamo qui già da un’ora… non allarmarti va tutto bene. Ti amo”
Riagganciò in tempo per dare il cambio a Rachel, così portò un po’ di ghiaccio a Santana.
-Senti Kurt- disse lei afferrandolo per la maglia –O li fanno nascere loro questi bambini o li faccio nascere da sola!- sospiró disperatamente e con fare teatrale.
-Signor Hummel?- disse il Dottor Collins, apparso improvvisamente alle sue spalle –Posso parlarle un attimo?- facendogli segno di raggiungerlo fuori.
-Signor Hummel, Santana è dilatata di 10 cm ma dall’ecografia risulta che uno dei bambini ha il cordone ombelicale attorno al collo, quindi dovremo intervenire con un taglio cesareo anche perché il battito si sta affievolendo- disse il medico.
A Kurt sembrò rivivere il momento in cui si risvegliò dopo l’incidente, ma anche se aveva paura non avrebbe mai messo la vita dei suoi bambini a rischio.
-Va bene, fate quello che dovete- disse semplicemente –Solo voglio dirglielo io… a Santana intendo- 
Quando rientrò Santana appariva quasi debole, come se in quei tre minuti avesse corso una maratona.
-Che ti ha detto il Dottor Collins?- chiese lei spaventata.
-Che uno dei miei figli ha visto bene di usare il cordone ombelicale come collana e devono intervenire con un taglio cesareo o..o..- e si mise a piangere.
-Tranquillo Kurt andrà tutto bene, io sono disposta a farlo- lo rassicurò stringendogli la mano.
Entrò l’anestesista così Kurt ne approfittò per aggiornare una sconvolta Rachel e un Finn intento a consolarla; decise anche di richiamare Blaine ma di nuovo sentì solamente “Ciao, sono Blaine. Se volete lasciarmi un messaggio fatelo dopo il segnale acustico!” così gli spiegò che stavano per portare Santana in sala operatoria e che lui avrebbe dovuto aspettare fuori.
Quando Santana uscì dalla stanza sembrava ancora più intorpidita di prima ma prese comunque la mano di Kurt che l’accompagnò per un tratto quando dall’ascensore uscì niente meno che Brittany Susan Pierce chiedendo di Santana.
-San!- urlò correndole incontro.
-Cosa ci fai qui? Come facevi a sapere dove eravamo?- chiese Santana mentre l’altra le lasciava teneri bacetti vicino alla bocca.
-Ho provato a chiamarti un sacco di volte per dirti che ero in città ma non rispondevi così ho messaggiato a Rachel e mi ha detto che eri qui! Va tutto bene?- chiese la bionda preoccupata.
-Si, si io sto bene ma adesso devo andare- disse mentre l’infermiera riprese il tragitto per la sala operatoria.
-State tranquilli, ve la riporto sana e salva- il Dottor Collins tentò di rassicurarli strizzando loro l’occhio.
Dopo che Santana entrò in sala operatoria tutti entrarono in uno stato d'ansia:
Kurt faceva avanti e indietro per quel corridoio ad una velocità inumana, Brittany schioccava con la lingua in un modo fastidiosissimo mentre Finn e Rachel chiamavano Carol e Burt, quando un ding dell’ascensore fermò tutti.
-Blaine!- urlò Kurt correndogli in contro –Cosa ci fai qui!? Dovresti essere in scena per il secondo atto!- disse riempiendolo di baci.
-Nella pausa ho sentito tutti i messaggi e ho fatto entrare in scena il sostituto! Non mi sarei mai perso questo momento per nulla al mondo- disse baciandolo sulle labbra.
Tic,tac. Tic,tac.
Fu così che Kurt si sorprese a fissare di nuovo le lancette dell’orologio, stingendo forte la mano di Blaine che gli sussurra di stare calmo.
Un'ora e venti minuti dopo l'infermiera uscì dalla sala operatoria con due fagottini in mano.
-Qualcuno vuole conoscere i propri genitori qui!- disse porgendo la piccola a Kurt e il piccolo a Blaine, entrambi senza parole
-Non sono i bambini più belli del mondo?- disse Kurt ammirandoli.
-Si sono bellissimi… adesso devo portarli nella sala delle incubatrici ma potrete vederli tra poco- spiegò l'infermiera riprendendoli e mettendoli in quei piccoli lettini con le ruote.
-Come sta Santana?- chiese Blaine preoccupato, seguito subito da Kurt con lo sguardo.
-Bene è stata molto brava. Adesso stanno finendo di ricucire la ferita ma va tutto bene- disse la donna prima di andarsene.
***
-Non sono bellissimi?- chiedeva di continuo Kurt, guardandoli attraverso il vetro.
-Dobbiamo scegliere i nomi!- Blaine se ne ricordò illuminandosi.
-Un patto è un patto, li devi scegliere tu- disse Kurt un po’ controvoglia.
-Sai ci pensavo anche questa mattina, lui mi piacerebbe chiamarlo Alexander…-
-Per la mia passione sfrenata per Alexander McQueen?- chiese Kurt illuminandosi a sua volta. 
-Per la tua passione per Alexander McQueen- disse Blaine stringendogli la mano –Mentre lei pensavo potessimo chiamarla Elizabeth Amelia Santana.. chiaramente Elizabeth per gli amici!- disse mettendosi a ridere mentre Kurt gli si lanciò addosso, stringendolo forte.
-Mi piacciono molto questi nomi-
-Anche a me- rispose Blaine, tornando ad ammirare i loro bambini.
****
Santana nonostante non fosse entusiasta della ferita, non aveva rimpianti per aver fatto il cesareo.
I due bambini erano bellissimi e non si faceva fatica a capire chi fosse di chi : Alexander aveva dei capelli scuri come la notte e Elizabeth gli occhi più azzurri del cielo, proprio come li avevano sognati.
In quei giorni vennero un sacco di amici a trovarli, quella stanza si era riempita di fiori e quando entrò Quinn con una bella panciotta in vista disse solo “Non chiedete” 
Carole e Burt rimasero in città a godersi i nipotini finché non furono pronti per tornare a casa, lasciandoli un po’ nelle mani dei genitori.
Vennero anche Mercedes da LA e il Professor Shuester a trovarli, affrontando un lungo viaggio, ma tutti dissero che ne valse la pena.
***
-Grazie ragazzi me ne andrò presto!- disse Santana portando una delle carrozzine attraverso la porta.
-Tranquilla puoi stare quanto vuoi… solo una domanda. Perché non vuoi allattarli?- chiese Blaine mentre teneva la porta aperta.
-Perché non voglio che si affezionino troppo, un giorno io me ne andrò e loro devono essere in grado di stare soli con voi!- rispose come se fosse ovvio.
I due presero i bambini e gli fecero fare il giro turistico della casa mentre Sasha li seguiva scodinzolando, senza mostrarsi affatto geloso.
Una sera, qualche giorno dopo essere tornati a casa, Santana si affacciò alla cameretta dei piccoli e ciò che vide avrebbe fatto scendere una lacrima anche alla persona più cinica. C’erano Kurt e Blaine che si erano addormentati leggendo una storia a Lizzie mentre Sasha era accucciato ai loro piedi.
Tutto quello che lei racchiuse in quel sorriso era un sogno : anche lei un giorno avrebbe avuto una famiglia come quella.

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


Si lo so sono passati due mesi dall'ultimo aggiornamento ma la scuola mi ha massacrata! Spero che vi piaccia.

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-Alex fermati un secondo!- disse Santana mentre sistemava il papillon al bambino. Quel nanerottolo non stava mai fermo, nemmeno mentre dormiva, il che rendeva sempre difficile sistemargli l’apparecchio acustico la mattina.

Quando avevano scoperto la sordità del bimbo Santana pianse un mese dicendo che era colpa sua mentre Blaine si chiuse tutta una giornata in camera sua e non volle vedere nessuno e quando uscì si mise in moto contattando tutti i migliori pediatri d’America ma tutti diedero la stessa cosa: non c’era nulla da fare se non mettere un apparecchio acustico.
Quella sera ci sarebbe stato un concerto degli ex alunni della NYADA e sia Blaine che Rachel furono chiamati ad esibirsi così Kurt ne approfittò per comprare l’ennesimo vestito alla piccola Lizzie alla quale non sembrava vero poter andare a fare spese con il suo papà; Kurt ci provava, ma non poteva fare a meno di non viziare quella bambina, era la sua piccola bambola.
Lo spettacolo si teneva in un albergo di lusso, con grandi lampadari di cristallo che pendevano elegantemente dal soffitto, rilasciando candida luce bianca sulle pareti color crema e la moquette color bordeaux.
Due gentili signori porsero sia a Kurt che a Santana il programma della serata e indicarono loro il tavolo cui erano stati assegnati, rivolgendo un sorriso smagliante ai bambini.
Al tavolo con loro c’erano anche Finn con la piccola Andrea, i signori Berry, persino Cooper aveva ricevuto l’invito.
Mentre gli artisti si preparavano fu servita una cena accompagnata da risate e riesumazione dei vecchi tempi.
Lo spettacolo stava per iniziare quando dalla porta entrò Sebastian guardandosi intorno cercando il tavolo assegnato al resto del gruppo.
-Scusate il ritardo ma sono rimasto bloccato in aula- disse sedendosi di fianco a Alex che batté un sonoro cinque allo zio acquisito.
-Perché il fringuello è qui?- domandò Santana, come faceva ad ogni compleanno, giorno del Ringraziamento, Natale e festività varie ogni volta che vedeva il ragazzo.
-Sha-queer-ah forse serviva qualcuno che ti impedisse di ubriacarti e di sventolarla ai quattro venti- disse lui col solito tono acido che usava con Santana.
-Ok bambini, discorsi da adulti!- disse Kurt lanciando occhiatacce agli estremi del tavolo.
I bambini conoscevano quel comando e saltava sempre fuori quando quei due erano nelle vicinanze e istintivamente si portarono le mani alle orecchie le bimbe per non sentire e il piccolo per togliere l’apparecchio.
-Tu non hai bisogno di sventolarlo, tanto so che ogni uomo gay in questa stanza è stato sotto le tue lenzuola cotone egiziano- disse lei sistemandosi noncurante il vestito.
-E’ qui che ti sbagli Lima Heights!- la interruppe lui.
-Ah si? E sentiamo dove è che mi sbaglio?- chiese lei curiosa.
-Che io non sono il tipo da cotone egiziano, preferisco la seta- disse lui, lanciando quasi una sfida.
-Scusateci un secondo, Sebastian puoi seguirmi un attimo- disse lei alzandosi.
-Prometti di non mangiarmi sono stato un bambino buono- disse lui con finto terrore facendole alzare gli occhi al cielo.
Mentre la seguiva non poté non notare quanto le stesse bene quel vestito, nero con la schiena scoperta che evidenziava ancora di più il fisico bellissimo della ragazza.
La ragazza arrivò alla porta che conduceva alle scale che collegavano i piani e ci si infilò dentro con l’uomo.
-Che c’è Santana? Non dirmi che vuoi farlo adesso e qui!- disse lui guardandola incredulo.
E’ risaputo che il sesso non fa litigare le persone e loro due adottarono questa tattica alcuni anni prima, per il bene dei bambini ma finirono per prenderci un po’ la mano.
Era successo circa due anni prima, alla festa di compleanno dei gemelli; una di quelle giornate piene di bambini che corrono e tu sei circondato da persone delle quali non hai mai sentito parlare che cercano di attaccare bottone e vieni ripreso se rispondi loro in modo “poco educato e rude” come lo definiva Kurt.
Sebastian arrivò in ritardo, prendendosi così l’ennesimo commento acido di Santana.
Non era una bella giornata per entrambi: Sebastian covava ancora una minuscola cotta per Blaine che sembrava prendere il sopravvento quando Kurt non era nei paraggi mentre l’ispanica vedeva soltanto la vita che avrebbe potuto avere e di come l’avrebbe emozionata poter sentire quel primo “mamma” che i suoi piccoli non avrebbero detto per ancora un bel po’ e sicuramente non a lei.
Era in cucina, cercava una birra per passare il resto del pomeriggio senza troppi problemi quando una voce dietro di lei si fece sentire.
-Una anche per me JLo- disse Sebastian appoggiato allo stipite della porta.
-Oh scusami non so se hai notato che non sono la tua cameriera portoricana Rosalita, quindi piuttosto tu aiuta me a cercare una birra- disse lei con il suo solito tono acido di quando parlava con l’avvocato.
Stettero in cucina per almeno dieci minuti prima di trovare un’unica lattina di birra.
-Cazzo!- disse Santana, imprecando perché si era versata tutta la schiuma sulla sua maglia –Non startene lì impalato prendimi un tovagliolo, qualcosa!- 
Sbuffando e alzando gli occhi al cielo le prese un tovagliolo inumidendolo con un po’ d’acqua e glielo porse.
-Perché non si pulisce cavolo!?- disse lei strofinando sempre più forte sulla macchia.
- Dio! Lascia fare a me- disse Sebastian e prese poco elegantemente il tovagliolino dalle mani e iniziando a pulire delicatamente la maglia.
-Toglitela così non riesco- disse lui prendendo altra carta da cucina sempre inumidita e, nonostante lo scetticismo, la ragazza acconsentì.
-E comunque Rosalita era domenicana ed era una maga nel levare le macchie di alcol dai vestiti- disse lui, strappando un sorriso alla ragazza.
-Ecco- disse- Come nuova- e quando si girò si ritrovò di fronte la ragazza, senza maglietta, quella ragazza che aveva tanto odiato e che adesso sembrava la cosa più bella che avesse mai visto e non resistette a baciarla.
Fu un bacio tutt’altro che casto, anzi, fu impetuoso e coinvolgente e tutti sanno cosa succede dopo un bacio del genere… beh diciamo solo che quei due tendono a mangiare il meno possibile su quel tavolo dopo quella giornata. Dopo essersi resi presentabili Kurt li chiamò per la torta e riuscirono addirittura a fare una foto insieme in qualità di madrina e padrino. 
Così da quel giorno facevano sesso per dimenticare che si odiavano reciprocamente, iniziando anche a prenderci gusto.
Se uno aveva bisogno l’altro saltava su un taxi appena poteva, senza pensarci troppo. Era una specie di routine ormai, ma entrambi erano liberissimi di frequentare altre persone quando volevano. Era solo sesso, niente di più, niente sentimenti.
Anzi forse un sentimento c’era. Si divertivano a farlo nei posti inaspettati, come il bancone del giudice dopo una vittoria legale dell’avvocato Smythe oppure in una delle camere vuote della casa di riposo dell’abuela di Santana, ma la cosa dal punto di vista sentimentale finiva lì.
-Anche se l’idea mi sembra allettante, no, non voglio fare sesso, almeno non adesso- disse lei accennando un sorriso che svanì subito, cedendo il posto alla precedente serietà.
-Si può sapere che diavolo succede allora?- chiese lui avvicinandosi alla ragazza.
-Sebastian io...io.. sono incinta- disse con le lacrime agli occhi, senza dubbio non di gioia.
Ma prima che il castano potesse ribattere una voce all’altoparlante annunciò che lo spettacolo era iniziato così i due si affrettarono a tornare ai loro posti, senza rivolgersi parola.

Rachel fu una dei primi ad esibirsi e cantò una canzone da Funny Girl e solo in quel momento Kurt scorse tra i tavoli la figura di Shelby Corcoran guardare ammaliata la figlia mentre Andrea ripeteva a memoria ogni parola della canzone mentre stava comodamente seduta sulle ginocchia di Finn.
Ogni volta che la sentivano cantare quella canzone ricordavano come al suo primo provino per Fanny Brice le dissero che avevano scelto un’altra ragazza e di come successivamente le avevano detto che era nata per quel ruolo da lei tanto agognato.
Quando fu il turno di Blaine, fra gli artisti finali i gemelli drizzarono sulle sedie iniziando a vantarsi del loro papà e già sulle prime note di Imagine di John Lennon, Kurt aveva le lacrime agli occhi, pensando che non poteva amare quell’uomo più di così.
Dopo l’ultima esibizione ci fu un discorso di Carmen Tibideaux dove presentò tutti gli artisti esibiti quando all’improvviso disse –Inrealtà c’è un’altra persona che vorrei ringraziare stasera- disse con un sorriso- Kurt Hummel è stato uno studente ambizioso per anni e anche se un incidente gli ha portato via l’abilità nella danza, la sua voce è rimasta la stessa. Quindi Signor Hummel le chiedo di deliziarci con un’esibizione lampo per concludere questa magnifica serata-
Kurt rabbrividì completamente ed era anche fermamente deciso a rimanere seduto quando una vocina accanto a lui disse- Papà vai, io credo in te- accompagnata dall’annuire della sorella.
Lentamente si alzò e si diresse a passo incerto sul palco e quando sentì gli applausi di tutta la sala si ricordò quanto amasse la vita su quel palco e quanto gli era mancato poter cantare per qualcuno che non fosse la sua famiglia.
-Quando cantai questa canzone la prima volta- disse al microfono- mio marito si innamorò di me. Spero piaccia anche a voi-
Fece un cenno all’orchestra e subito si sentì come travolto dalle note di Blackbird , mettendoci l’anima oltre che la voce.
Quella canzone sembrò finire in un battito di ciglia, ma quando Kurt alzò gli occhi vide una sala piena di persone che lo applaudivano commosse.
La serata finì così, con la consegna di premi e grandi mazzi di fiori e sorrisi sulle bocche di tutti, tranne che su quelle di Santana e Sebastian.
-Santana vuoi che ti riaccompagniamo noi a casa?- chiese Blaine mentre entrava in taxi
-No la riaccompagno io- disse subito Sebastian, senza nemmeno chiedere prima alla ragazza.
Il taxi successivo lo presero Finn e Rachel insieme ai signori Berry e Cooper, che alloggiavano allo stesso albergo.
Così rimasero solo loro due, avvolti nei loro cappotti, ad aspettare il prossimo taxi.
-Santana davvero hai intenzione di non parlare con la tua lingua biforcuta per il resto della serata? Perché mi sembra proprio che bisogna parlare della cosa che mi hai detto prima che ne pensi?- chiese lui ironicamente.
-Senti Sebastian onestamente non so che cosa dire- disse lei mentre cercava un taxi.
-Beh mi sembra una cosa di cui ci sia bisogno di parlare- disse lui alzando lievemente la voce.
-Vuoi sapere una cosa? Dopo la nascita dei gemelli mi dissero che a causa di alcuni problemi per me sarebbe stato difficile rimanere incinta un’altra volta e onestamente non so che fare- disse lei iniziando a piangere, trovando subito rifugio tra le braccia del ragazzo.
-Shh va tutto bene Santana- disse lui- Andrà tutto bene- e le diede un lieve bacio sulle labbra, quando arrivò il loro taxi Sebastian decise di portarla direttamente a casa sua.
-Tieni, dormi con questa- disse porgendole una maglietta a mezze maniche con dei fumetti stampati sopra.
-Non ti facevo un fan di Iron-Man- disse lei mentre prendeva un bicchiere dalla credenza.
-Non sai un sacco di cose su di me bellezza- disse lui, quasi amaramente.
-Senti per la storia del bambino abbiamo tempo, ma sappi fin da subito che non sei obbligato a fare nulla e..- iniziò lei ma fu zittita subito da Sebastian che la prese sottobraccio e la portò in camera.
Si sistemarono a letto, quel letto dove l’avevano fatto tante volte, senza preoccuparsi troppo dei rischi.
Ebbe solo il tempo chiedergli –Promettimi che ci penserai- 

-Prometto- rispose lui con un sussurro.


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La nostra storia è finita il che mi mette un po' tristezza ma ho già programmato il continuo (muahaahah genio del male circondato da una zanzara malvagia quanto me!) e FORSE una sebtana con sfondo particolare ma è ancora da vedere...
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno letto,seguito,preferito e recensito la storia,la mia amica milla_ che legge i capitoli in anteprima e viene a conoscenza di spoiler segretissimi e credo di non poter fare senza di lei e le nostre lezioni di piano sclerotiche che mi ispirano profondamente e come sempre la mia beta lyubit che rende leggibili i miei lavori!
Che dire... grazie mille a tutti e speriamo a presto!

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