Teddy e i nuovi Malandrini

di severus93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ritatto-bacchetta-padrino ***
Capitolo 2: *** LETTERA CHE NON ARRIVA ***



Capitolo 1
*** ritatto-bacchetta-padrino ***


Gioia e dolore questi erano i due sentimenti che ogni persona stava provando a Hogwarts in quel momento. Gioia per la fine della guerra,per la sconfitta del male e ovviamente per la morte definitiva di Lord Voldemort. Ma tanto grande era la felicità di quel momento tanto era il dolore per le sofferenze patite negli ultimi due anni e per la scomparsa sei propri cari. Harry, Ron e Hermione stavano uscendo dall’ufficio del preside e si guardavano intorno. I segni dell’ultima  battaglia ancora freschi sui loro corpi e ogni particolare del castello ricordava loro la battaglia terminata solo da qualche ora. Infatti il castello era completamente distrutto, c’erano detriti in ogni parte e grosse ali di Hogwarts erano completamente crollate. Nessuno dei tre aveva voglia di parlare e camminavano in silenzio verso la Sala Grande. Una volta entrati  Ron corse subito verso l’intera famiglia che stava piangendo per la morte di Fred e grosse lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi e fu subito accolto da un abbraccio che univa tutti i Weasley.
Hermione  mentre si stava avvicinando anche lei alla famiglia  si bloccò un attimo rendendosi conto che Harry era bloccato sulla porta e guardava tutta la sala.
“Harry cosa ti…..” ma Hermione fu bloccata dalla repentina risposta di Harry  “Vai pure avanti Hermione. Vi raggiungo tra un attimo, prima devo fare una cosa”.
Hermione che aveva intuito l’intenzione del’amico si avvicino ai Weasley e si strinse a Ron piangendo anche lei per la morte di Fred.
Harry intanto stava prendendo un lungo respiro per farsi forza e poi iniziò a camminare la sala e fermandosi davanti a ogni famiglia che incontrava, gli sembrava giusto e doveroso ringraziare ogni mago che aveva combattuto quella battaglia.
Ringraziò e fece le condoglianze a molte persone , alcune mai viste prima di quel triste momento altre invece con cui aveva avuto a che fare nei suoi anni di studi alla scuola di magia.
Dopo avere fatto il giro di ogni singola persona  Harry si decise ad avvicinarsi anche lui alla famiglia weasley. Quando arrivò li trovò ancora tutti uniti in un abbraccio ma l’unico che aveva ancora lacrime da versare era George che non riusciva proprio ad accettare la scomparsa del suo gemello.
Quando Harry si avvicinò al cerchio tutti i Weasley lo guardarono e lui si sentì sprofondare. Lo sapeva benissimo Fred era morto per quella guerra era morto per proteggere lui e il mondo magico.
“Mi dispiace. Se solo fossi riuscito a compiere ciò che Silente mi aveva affidato forse Fred sarebbe ancora vivo”. Tutti i weasley lo guardavano increduli. Sia Ginny che Arthur stavano cercando le parole giuste da dire a harry quando “ Dimmi quando hai affrontato Tu-sai-chi ti ha colpito con forza alla testa? No perché la frase che hai appena detto è la cosa più stupida che abbia mai sentito.” A parlare era stato George che ancora con gli occhi pieni di lacrime aveva alzato lo sguardo dal frateloo per guardare Harry. “Ma George….”  “ascoltami harry questa guerra prima o poi ci sarebbe stata e nessuno poteva evitarla”.
“George ha ragione caro non puoi incolparti per la morte di queste persone”disse la signora Weasley. 
“Se pensi che la colpa sia tua allora è colpa anche mia e di Ron infondo eravamo con te in questa missione” le parole di Hermione erano assolutamente ragionevoli anche Harry lo capiva ma non riusciva a non soffrire per la morte di quelle persone e anche di Fred disteso li davanti a lui.
“Harry tu hai salvato tutti noi! Adesso possiamo vivere in pace ed è  per questo che Fred è morto” . “E’ incredibile” pensò Harry “anche nel suo dolore George riesce a ragionare decisamente più lucidamente di me”
Harry si sentì stringere la mano e guardando a destra vide Ginny che lo guardava con gli occhi ancora lucidi ma pieni di amore e di speranza per un futuro che dovevano scrivere tutti insieme.
“Guardate il viso di Fred. Sta sorridendo. Anche da morto non smette mai di sorridere anche noi dobbiamo tornare a sorridere per onorare la sua memoria e per continuare a far vivere anche il suo ricordo” Harry riuscì a dire quella frase grazie al coraggio e all’amore che sentiva attraverso quella stretta con la mano di Ginny.
Tutta la famiglia Weasley stava pensando alla frase appena detta e tutti uno alla volta stamparono sul proprio volto un sorriso. Anche George smise di piangere e riuscì a fare un mezzo sorriso.  “In fondo Harry ha ragione tu non ci vorresti mai vedere tristi vero Fred?” e questa frase di George portò una ventata di speranza in tutti loro.
Harry sapeva benissimo che per chiudere quella storia aveva ancora un paio di cose da fare, ma voleva rimanere lì quelle persone che gli avevano voluto bene sin dal loro incontro voleva rimanere con quelle uniche persone che lui si sentiva di chiamare famiglia.
Dopo quelli che a lui parvero pochi minuti, anche se in realtà era passata un ora abbondante prese coraggio e si congedò dai Weasley dirigendosi verso un tavolo che era occupato dai Professori che dopo la gioia iniziale adesso stavano prendendo un attimo per decidere il futuro della scuola. 
“Professoressa Mcgranitt scusi se la disturbo ma ci sarebbe una cosa di cuoi vorrei parlare con voi professori” Harry era esausto ma sapeva benissimo che per mettere la parola FINE a quella storia doveva fare quelle tre cose prima di andare a riposarsi.
“Dicci pure Harry ti ascoltiamo” disse una McGranitt esausta ma felice.
“Ecco non saprei come dirlo, ma voglio che nell’ufficio del preside venga aggiunto il dipinto del professor Piton”.
“Cosa hai detto Potter? Sei impazzito?” l’urlo della McGranitt fece girare molte persone, ma non era l’unico anche gli altri professori erano allibiti dalle parole di Harry
“Harry il professor Piton è l’uomo che ha ucciso Silente dovresti saperlo” il professor Lumacorno era praticamente allibito
“Harry sicuramente ci hai salvato tutti ma sarebbe pazzo fare quello che dice”  Hagrid aveva l’aria sconvolta da quell’idea.
“Sentite so benissimo L’immagine che voi avete del professor Piton, era la stessa che avevo io fino a meno di un giorno fa, ma vi posso assicurare che è completamente sbagliata” e dicendo ciò passò la restante ora a raccontare agli insegnanti come Piton avesse sempre amato sua madre e che aveva chiesto aiuto a Silente per proteggerla. Raccontò anche del fatto che fu Silente a chiedergli di ucciderlo e di come in punto di morte abbia comunque fatto il possibile per permettere la caduta di Voldemort.
Se prima lo sguardo degli insegnanti era incredulo per la richiesta di Harry ora lo era per la storia raccontata da Harry.  “Quindi Silente quando diceva di fidarsi di Piton aveva le sue buone ragione”disse la Sprite con le lacrime agli occhi.
“Severus ci ha sempre protetto ….. ha protetto Hogwarts e gli studenti ……mi sembra incredibile”  Vitious era allibito.
“Harry sei sicuro di quello che ci hai appena detto?” chiese la McGranitt completamente  incredula.
“Si Minerva ne sono sicuro e se vi serve una prova nel pensatoio nell’ufficio del preside ci sono ancora dentro i Ricordi che il professor Piton ha voluto che guardassi.”
“ Come nuova Preside di Hogwarts io … “ ma la McGranitt si bloccò guardando un attimo i propri colleghi un po’ imbarazzata per essersi definita la preside.
Vitious che si era accorto del motivo dell’imbarazzo disse” Tranquilla Minerva tu eri la Vice-preside quindi è ovvio che tutti noi ti appoggiamo come Preside di Hogwarts vero ?” tutti gli altri insegnanti annuirono e anche un Lumacorno disse “assolutamente si”.
La McGranitt ringraziando i colleghi riprese a parlare ”Come stavo dicendo Harry come preside farò in modo che il ritratto del Professor Piton sia messo dove deve stare” .
“Grazie mille professori” disse Harry chinando il capo.
“Non essere stupido Harry. Siamo noi che dobbiamo ringraziare te per quello che hai fatto l’altra notte sconfiggendo Tu-sai-chi”e Hagrid accompagnò questa frase con una pacca sulle spalle di Harry che si sentì cedere le ginocchia.
“E così la prima cosa è fatta” pensò Harry. Piano piano al tavolo degli insegnanti che avevano bloccato Harry li con loro per parlare di cosa avesse fatto nell’ultimo anno si aggiunsero anche i membri dell’Ordine e l’intera famiglia Weasley con Hermione.
“Scusate ma ci sarebbero altre cose che dovrei fare. Ron e Hermione erano con me in tutto quest’anno vi racconteranno loro cosa abbiamo dovuto fare scusatemi non so quando tempo ci vorrà soprattutto per l’ultima cosa che ho in mente di fare” e dicendo questo si alzò di corsa sotto lo sguardo stupito dei presenti e si incamminò verso l’uscita del castello quando un grido lo bloccò “HARRY JAMES POTTER DOVE HAI INTENZIONE D’ ANDARE?”  a urlare era stata Ginny e tutti guardavano stupiti tra loro due.
“Ginny devo fare due cose poi tornerò da te ma lasciami andare?” disse Harry tenendo la voce molto bassa. A Ginny invece non importava minimamente di essere sentita dagli altri “ no Harry questa volta non ti faccio andare. E’ sempre così con te quando finalmente ci ritroviamo devi sempre andare a fare altro e puntualmente è sempre qualcosa di pericoloso”.
“Ginny ti posso assicurare che non è niente di pericoloso devo risolvere due questioni da niente” disse Harry
“Allora se sono da niente permettimi di venire con te almeno questa volta” sebbene la voce di Ginny era sempre decisa e ferma Harry notà che la richiesta della ragazza era una cera e propria supplica. Lei non voleva dividersi nuovamente da Harry esattamente come lui non voleva dividersi mai più da lei. Però quelle cose Harry sentiva che doveva farle lui e solo lui.
Certo era sempre stato così fin dal primo anno a Hogwarts lui credeva di dover  fare sempre e solo lui,ma alla fine aveva sempre avuto i suoi amici accanto. In effetti Ginny era la donna con cui voleva passare il resto della sua vita quindi avrebbe potuto portarla con se soprattutto perché l’ultima cosa che doveva fare in un certo senso avrebbe coinvolto anche Ginny.
“Ehi non puoi lasciarci qui a raccontare una storia mentre tu vai in giro a fare chissà cosa” la voce di Ron bloccò i suoi pensieri
“E’ vero Harry veniamo anche noi”disse Hermione convinta.
Alla fine vedendo e ripensando al passato con i suoi amici e con GInny prese la sua decisione “ok va bene, ma Ron Hermione una cosa la dovrò fare solo con Ginny.”
Ginny era radiosa all’idea di partecipare ad una della avventure di cui avrebbe tanto voluto far parte mentre Ron non era del tutto contento”Ehi amico io e Hermione abbiamo fatto praticamente ogni cosa con te perché non possiamo venire questa volta?”
“Ron ti devi fidare di me più tardi vi racconterò tutto voi non guardatemi con quelle facce non andrò a fare niente di pericoloso. Arthur Molly non preoccupatevi vi prometto che io e Ginny saremo di ritorno prima che Ron e Hermione abbiano finito di raccontare ciò che è successo” .
“Ma Harry caro sei stanco riposati e lasci che ti aiutiamo”disse con gentilezza la signora Weasley ma il signor Weasley la bloccò dicendo “Molly non sono più bambini restiamo qua e aspettiamo che abbiano fatto quello che devono” e poi rivolgendosi ai quattro ragazzi “ Bè meglio che cominciate ad andare anche perché quando avrete fatto ciò che dovete con Ron e Hermione voglio proprio sentire cosa avete combinato in questo anno”.
Ringraziato il signor Weasley i quattro ragazzi si avviarono verso il parco di Hogwarts e Ron chiese “ Harry cosa dobbiamo fare?Dove hai intenzione di andare ora?”
“OH Ron non hai capito cosa vuole fare Harry? per fortuna c’eri anche tu nello studio del preside qualche ora fa” rispose Hermione esattamente come faceva hai tempi della scuola quando  gli facevano una domanda che per lei era banale. “scusa se non sono un so tutto io come te” la risposta di Ron portò Harry indietro nel tempo quando praticamente ogni discussione tra i due era di quel genere.
“Scusate se vi interrompo ma potete spiegare anche a me?” il carattere determinato di Ginny sorprendeva sempre Harry.
“TI spiegherò tutto quando saremo arrivati”rispose Harry dolcemente “Prima dobbiamo arrivare al lago”
Sebbene si sentisse felice Harry non potè fare a meno di sentirsi molto simile a Voldemort in quel momento visto che anche l’oscuro signore solo qualche mese prima aveva percorso lo stesso sentiero solo che Harry stava riportando ciò che era stato rubato.
Harry ormai in prossimità del lago cominciò a raccontare a Ginny cosa fossero i doni della morta e la loro storia. Ginny ovviamente visto che era nata in una famiglia di maghi conosceva già la storia dei tre fratelli ma rimase stupita dal fatto che i doni esistessero davvero. Arrivati vicino al lago Harry si diresse subito verso la tomba bianca situata accanto alla riva del lago. Quello era il posto dove voleva andare.
Davanti alla tomba che conteneva il corpo del vecchio Preside che tanto caro era stato a Harry lui ebbe un attimo di esitazione e anche i suoi compagni non si sarebbero mai azzardati a fare quello che lui voleva compiere.
“harry sei sicuro di riuscirci?” chiese hermione decisamente preoccupata. “non c’è un altro modo?” Ron che aveva capito ciò che voleva fare l’amico era preoccupato esattamente come le due ragazze.
“No. Dobbiamo aprirla”e con quelle parole Harry alzò la becchetta di fenice e spezzò il marmo che copriva il corpo di Silente
Silente era esattamente lo stesso  sempre con i suoi occhiali a mezzaluna in equilibrio sul naso e la mano nera che aveva caratterizzato il suo ultimo anno di vita.
Vedendo il corpo dell’ex preside gli occhi di Harry si riempirono di lacrime lui non lo aveva mai detto ma silente per Harry era stato come un padre … ok forse come un nonno per l’età comunque aveva influenzato la vita di harry fino a permettergli la vittoria contro Voldemort.
Harry guardò i suoi amici e notò che anche loro avevano gli occhi bagnati dalle lacrime; tutti tranne Ginny, era difficile vedere Ginny piangere la tempre della ragazza era veramente dura e poi molte delle sue lacrime le aveva già versate per il fratello perso in battaglia, ma Harry lo sapeva era questione di qualche giorno prima che la ragazza ripensando a tutto ciò che era accaduto si lasciasse andare alle sue emozioni e lui questa volta le sarebbe stato vicino. Da adesso lui voleva esserci per lei perché l’amava.
Tornando a guardare Silente finalmente riuscì a sorridere e dalla tasca estrasse la bacchetta di sambuco che rimise tra le mani del suo precedente possessore.
Dopo un ultimo sguardo al preside Harry puntò di nuovo la bacchetta di fenice e Sussurrò “reparo” e la lapide tornò subito come nuova con la certezza che nessuno più avrebbe disturbato il sonno del tanto amato preside.
 
“Harry quella era la bacchetta di sambuco?” la voce di Ginny interruppe quel silenzio in cui erano caduti i quattro ragazzi.
“Si …. Il suo padrone in questo momento sarei io, ma se dovessi tenerla la striscia di sangue della bacchetta non si fermerebbe più. E’ giusto che la bacchetta rimanga nascosta al mondo”.
“Harry senti lo so che adesso noi dovremmo tornare al castello, ma perché non vuoi che veniamo con te?” domandò Hermione mentre tornavano verso il castello tutti insieme e Harry rispose repentino “ Questa è una cosa che devo fare assolutamente io. E’ difficile da spiegare Hermione ma stai tranquilla non è niente di stupido alla Potter Weasley” sentendo questa frase Ron si mise a ridere.
“Amico ok ti lasceremo fare ciò che senti, ma vedi di non fare niente di male a mia sorella chiaro?” “R       ONALD WEASLEY TI HO Già RIPETUTO MILLE VOLTE CHE NON SONO Più UNA BAM….” “Tranquillo Ron non potrei mai fare del male a Ginny io la amo”e detto questo le due coppie si separarono Ron e Hermione andarono verso il castello mentre Harry e Ginny puntavano al cancello per uscire dai territori di Hogwarts.
In quella passeggiata solo con Ginny Harry si sentiva entusiasta e quando prese per mano ginny sui volti di entrambi era stampato un sorriso gigante.
“Ginny tu non sai ancora smaterializzarti vero?” chiese Harry tutto un tratto.
“No quest’anno con i Mangiamorte a scuola non ci sono state impartite queste lezioni per loro era più importante saper lanciare la Maledizione Cruciatos”
“ok vorrà dire che ti porterò io” la voce di Harry sembrava tranquilla ma in realtà non aveva mai eseguito la Materializzazione congiunta con una persona che non era in grado di smaterializzarsi. Sia con Silente qualche anno prima  sia con Hermione e Ron si tenevano solo per materializzarsi nello stesso punto senza il rischio di perdersi
“Harry tutto bene?” la voce di Ginny lo risvegliò dai suoi pensieri “Si tranquilla è solo che stavo pensando che è la prima volta che devo eseguire la smaterializzazione congiunta con una persona che non ha ancora imparato, ma stai tranquilla andrà tutto bene” la voce di harry cercava in tutti i modi di rassicurare la sua amata, ma lei sembrava tranquillissima e infatti disse “non  sono preoccupata, ci sei tu con me e questo mi rende tranquilla” a queste parole Harry si fermò e le diede un bacio ricco dei suoi sentimenti per lei.
Ormai erano arrivati al cancello e Harry porse la mano a Ginny “tienila forte mi raccomando”
“Harry è sicuro il posto dove stiamo andando?”
“Non ti metterei mai in pericolo” e detto questo si smaterializzarono insieme.
Harry stava guardando Ginny che boccheggiava “tutto bene Ginny?”
“Si ma penso di preferire i manici di scopa per spostarmi”rispose la ragazza.
Sentendo quelle parole Harry rise come un matto come non gli capitava da parecchio tempo. “che c’è? Cosa ho detto di così divertente?”Ginny sembrava offesa
“Niente, niente è solo che quando mi sono smaterializzato la prima volta con Silente gli ho risposto esattamente come te hai risposto a me adesso.”
Erano arrivati in una strada di campagna deserta in lontananza si scorgeva la sagoma di quella che doveva essere una villetta di campagna. Alle spalle dei due magni le luci della città oscuravano il cielo stellato da quanto erano intense e ogni tanto si vedevano dei fuochi d’artificio colorare il cielo. Anche da quella distanza sia Harry che Ginny erano sicuri che quelli non erano spettacoli pirotecnici ma luci create da delle bacchette. Infatti quelle luci prendevano forme strane e si muovevano anche cosa che un fuoco d’artificio normale non avrebbe mai fatto.
Harry pensò che in tutto il paese, se non in tutto il mondo magico, ci dovevano essere scene come quelle tutti stavano festeggiando la sconfitta di Lord Voldemort.
“Andiamo Ginny è la che dobbiamo andare”Harry indicava la villetta di campagna che si scorgeva in lontananza.
“chi ci abita la?” chiese Ginny molto incuriosita.  “Lo scoprirai presto comunque ti avverto prima non farti tradire dalle apparenze”
“Cosa vuol dire non farti tradire dalle apparenze?” Ginny era alquanto perplessa da qull’affermazione “lo scoprirai presto” rispose Harry.
Arrivati ormai a pochi metri dall’abitazione si trovarono di fronte una villettina non enorme ma comunque molto carina e ben tenuta. Il giardino era ordinato e non c’era nessuna cosa fuori posto completamente opposto al giardino della Tana dove potevi sempre trovare oggetti sparsi ovunque.
Harry si avvicinò alla porta e bussò. Dopo qualche istante una donna aprì la porta e Ginny rimase pietrificata a vedere quel volto. Cercò di prendere la bacchetta ma Harry gli prese la mano e disse “ Guarda bene Ginny lei non è Bellatrix.
Ginny lei è Andromeda la sorella di Bellatrix e come avrai ormai capito è la mamma di Tonks”.  Ginny era allibita nel vedere la somiglianza che la donna aveva con la sorella anche se guardandola bene notò uno sguardo dolce e pieno di amore che Bellatrix non avrebbe mai potuto avere.
“Possiamo entrare Andromeda? Ti devo parlare” la voce di Harry era ferma e decisa e Ginny si stupì nel capire quanto era cresciuto quel ragazzo che aveva sempre amato.
“Entrate ma fate piano il piccolo Teddy sta dormendo” la voce di Andromeda era piena di ansia e continuava a guardare per tutto il giardino in attesa di qualcosa che in fondo al suo cuore sapeva che non avrebbe più visto.
La donna li fece accomodare nella sala dove meno di un anno prima aveva avuto ospite un Harry svenuto appena sfuggito a uno dei molti attacchi di Voldemort.
“Dove sono Ninfadora e Remus” la voce della donna cominciava ad essere spezzata dalla paura.
“Sono morti durante la battaglia” rispose Ginny prima di Harry perché aveva capito che lui stava cercando parole che non riusciva a trovare per dire quel semplice ma doloroso concetto.
La donna davanti a loro si lasciò travolgere da un dolore mai provato prima neanche quando qualche mese prima aveva scoperto della morte del marito. Chiese ai due ragazzi di raccontarle tutta la storia e loro la accontentarono. Ci volle un ‘ora abbondante prima che Harry e Ginny avessero finito il racconto e Andromeda non aveva mai interrotto i due giovani restando chiusa in se stessa e nel suo pianto.
Aveva voluto che le raccontassero la storia ma lei in realtà non ascoltava i due giovani ma ascoltava solo il dolere che provava dentro.
Alla fine della storia disse solo “Chi è stato? Chi ha ucciso mia figlia e Remus?”
“Remus è stato ucciso da Dolohov” rispose Harry ricordando ciò che gli avevano riferito al castello “mentre Tonks non so chi sia stato?”
“E’ stata Bellatrix” l’affermazione di ginny colpì gli altri due.
“Ginny come lo sai ne sei sicura?” harry era incredulo. “si sono sicura eravamo nello stesso corridoio e Tonks si è lanciata a proteggere un bambino del 2 anno che si era intrufolato nella battaglia” gli occhio di Ginny erano umidi mentre ricordava questo avvenimento e Harry le strinse la mano per farle sentire la sua presenza.
“Mia sorella è sempre stata pazza e pericolosa sin da quando eravamo piccole”la voce di Andromeda era lontana come se provenisse da un’altra dimensione.  “Meno male che tua madre si è sbarazzata di lei anche se ovviamente avrei voluto vendicare io mia figlia”.
“Andromeda cosa hai intenzione di fare adesso? Non ti devi lasciare andare Teddy ha bisogno di te e tu lo sai?”questa domanda di Harry fece tornare Andromeda in se e con una forza che né Harry né Ginny si sarebbero mai aspettate la donna riuscì a fare un debole sorriso dicendo “Crescerò mio nipote secondo l’ideale per cui sono morti i suoi genitori. Teddy dovrà sapere che i suoi genitori sono degli eroi che hanno salvato il mondo magico.”
“E io ti darò una mano Andromeda. Forse Remus non te lo ha detto ma io sono”
“si lo so tu sei il padrino di mio nipote. Ninfadora me lo aveva detto quando si è trasferita qui con il piccolo.”
Ginny che aveva finalmente capito il motivo per cui Harry aveve acconsentito di portare lei con lui e non i suoi amici disse “ anche io vi aiuterò a crescere Teddy. Gli faremo sentire tutto l’amore che gli avrebbero dato Tonks e Lupin.”
Passò un’altra ora in cui i tre parlarono del futuro del bambino.
Tornati a Hogwarts tutti insieme con il Nottetempo, visto che non potevano smaterializzarsi con un bambino nato da pochi mesi, Harry portò il piccolo dove erano sdraiati i corpi senza vita dei suoi genitori e gli disse “ Teddy loro due rimarranno sempre vivi nel tuo cuore. Loro ti amavano e sono morti per proteggere tutto il mondo magico, ma soprattutto volevano proteggere te esattamente come hanno fatto i miei genitori molti anni fa”
“Harry vieni al tavolo con noi? Kingsley vorrebbe parlare un attimo con te sul tuo futuro come Auror” Ginny si era sistemata accanto a harry e aveva preso in braccio il piccolo Teddy e lo faceva giocare.

“Si andiamo Ginny ora possiamo dire che la guerra è finalmente finita e piano piano con il tempo tutto tornerà in ordine” e dicendo questo diede un bacio sulle labbra di Ginny e sebbene il piccolo teddy non capiva cosa stesse succedendo il colore dei suoi capelli cambiò da turchese a Rosso, un rosso che ogni persona al mondo, sia babbano che mago, avrebbe abbianato al sentimento dell’amore.

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Capitolo 2
*** LETTERA CHE NON ARRIVA ***


LETTERA CHE NON ARRIVA

 

Undici anni erano passati dalla fine della Guerra magica, undici anni da quando un giovane diciassettenne di nome Harry Potter aveva sconfitto Lord Voldemort il più potente mago Oscuro di tutta la storia della magia.

Dopo la battaglia il nuovo ministro della magia, Kingsley Shacklebolt, aveva concentrato tutti gli sforzi del ministero per catturare e imprigionare ad Azkaban,la prigione dei maghi, i restanti Mangiamorte cioè i seguaci di Voldemort.

Sebbene quasi tutti i Mangiamorte erano stati catturati e si trovavano ad Azkaban o erano agli arresti domiciliari sempre controllati dal Ministero alcuni di loro dopo la morte del loro padrone erano riusciti a fuggire e non avevano più dato segno della loro presenza.
Non solo il mondo magico era cambiato ma anche alcuni dettagli nella vita di Harry,Ron, Hermione e Ginny avevano avuto dei piacevoli cambiamenti. Harry si ricordava ancora come si era presentato a Hogwarts  verso Natale dell’ultimo anno d’istruzione di Ginny con il piccolo Teddy in braccio e in una Sala Grande, lo stesso luogo dove aveva ucciso Voldemort, aveva chiesto a Ginny di sposarlo. Ginny aveva accettato immediatamente e nell’estate di quello stesso anno avevano celebrato le nozze a Hogwarts.

Ron e Hermione invece  avevano aspettato un po’ per sposarsi anche se come i loro amici andarono a vivere insieme praticamente subito ma si sposarono  solo quattro anni dopo.

Entrambe le coppie andarono a vivere a Godric's Hollow trovarono tre villette, simili e molto vicine alla vecchia casa distrutta dei genitori di Harry. In una delle due ville adiacenti a quella di Harry vivevano Ron e Hermione, quella dei Potter era al centro e guardava esattamente sulla vecchia casa di Harry, mentre nella villa accanto abitavano Teddy Lupin, figlioccio dei Potter, e sua nonna Andromeda che stava crescendo il piccolo con l’aiuto sia dei coniugi Potter sia dei coniugi Weasley

Ora undici anni dopo la guerra le loro famiglie si erano già allargate, infatti i Weasley avevano due bambini, Rose di tre  anni e il piccolo Hugo di appena un anno, mentre i Potter oltre al loro figlioccio di undici anni avevano tre splendidi bambini, James Sirius di quattro anni, Albus  Severus di tre e Lily Luna di un anno come il cuginetto Hugo.

Tutti e quattro avevano un lavoro stabile che portava a casa lo stipendio per la famiglia, Ginny che dopo la prima gravidanza aveva lasciato il suo ruolo di Cacciatrice aveva un posto sicuro come cronista sportiva per la Gazzetta del Profeta, Hermione era un membro importante del Ministero e lavorava nel dipartimento per l’Applicazione della Legge magica, Ron aiutava suo fratello George al negozio di scherzi mentre Harry era riuscito ad entrare nel Dipartimento degli Auror  sotto il controllo di Paul Cortez,anziano mago promosso dopo la battaglia di Hogwarts.

Era  il venti  Aprile e Harry Potter si trovava fuori dalla porta dell’ufficio del Ministro, infatti solo il giorno prima mentre era  seduto alla sua scrivania, nell’ufficio degli Auror, un promemoria si era posato sulla relazione su cui stava lavorando e sopra c’era scritto


                         Harry doma alle 14.30 ti aspetto nel mio ufficio c’è una questione che vorrei discutere con te.

                                                                                                                  K.Shacklebolt


 
Harry non capiva il motivo della sua convocazione da parte del Ministro in fondo non gli sembrava di aver fatto niente di male. E poi quel giorno aveva altro da fare, oggi era il compleanno di Teddy e lui non voleva perderlo per nessuna cosa al mondo.
Teddy era il figlio di uno dei più cari amici di suo padre, Remus Lupin, che aveva perso la vita nella battaglia di Hogwarts insieme a sua moglie Ninfadora Tonks, quindi il piccolo non aveva mai conosciuto i suoi genitori, ma Harry gli raccontava di loro tutte le volte che voleva. Quindi non poteva minimamente perdersi la festa di compleanno del suo figlioccio anche perché oggi avrebbe compiuto undici anni che è un’età importantissima per un mago. Infatti a undici anni si riceve la lettera di Hogwarts che ti permette l’ammissione alla scuola e il piccolo Teddy, Harry lo sapeva bene, non vedeva l’ora di andare in quell’edificio così magico e anche così triste per la sua storia.

Harry guardò l’orologio, mancavano solo pochi minuti all’incontro con il Ministro e proprio non riusciva a immaginarsi cosa voleva Kingsley da lui.
All’improvviso la porta si aprì e ne uscì Percy Weasley, che era diventato segretario personale del Ministro, che disse “ Prego signor Potter si può accomodare” Harry stava scoppiando a ridere, i modi pomposi e ufficiali di Percy gli facevano sempre quest’effetto sin dal suo primissimo anno a Hogwarts.
“Percy sono io Harry, sono il marito di tua sorella hai presente? Il papà dei tuoi nipoti che fanno Potter di cognome? Ci siamo visti domenica a casa dei tuoi genitori si può sapere perché fai finta di non sapere chi sono?” chiese Harry con una risata molto simile a quelle che faceva Sirius molti anni prima. “Harry al lavoro non posso comportarmi in modo differente solo perché sei uno di famiglia, quindi prego signor Potter entri pure il Ministro l’attende.”
“Ok come vuoi Percy, ma dopo quando verrai alla festa di Teddy niente torta per te” e dicendo questo Harry entrò nell’ufficio del ministro con un sorriso divertito stampato in faccia.

Harry era stato molte volte in quell’ufficio a parlare con Kingsley, era una stanza molto grande. Al centro della stanza c’era una grossa scrivania nera quasi sempre piena di scartoffie che il ministro doveva controllare. Dietro la scrivania era seduto Il Primo ministro che guardava Harry con un grande sorriso  seduto su una lussuosa poltrona di pelle di drago.

Scrivania e Sedia erano le uniche due cose che stonavano con la stanza e soprattutto con il Primo Ministro infatti Harry conosceva molto bene Kingsley era una persona semplice a cui non importava niente dello sfarzo, ma la sua posizione per molti che lavoravano al ministero richiedeva almeno un po’ di decoro. La stanza invece rispecchiava molto bene la personalità del primo Ministro mostrando anche che la passione per il suo vecchio lavoro non era scomparsa.

Qua e la sulle pareti spuntavano manifesti dei nuovi ricercati e c’erano anche quelli di quei pochi Mangiamorte che si erano dati alla macchia.  Dietro alla scrivania c’era un camino molto antico, che Harry sapeva benissimo serviva quando Il Ministro della magia doveva andare a trovare quello Babbano per problemi che potevano coinvolgere anche il mondo non magico, e sopra il camino c’era un ritratto che in quel momento era vuoto, ma Harry sapeva che il proprietario del quadro probabilmente era a fare visita o al suo quadro gemello nel mondo Babbano o a quello nell’ufficio di Hogwarts. Infatti il proprietario  del dipinto era un vecchio mago di nome Everard che durante la sua epoca aveva ricoperto sia il ruolo di preside che di Primo ministro e faceva da tramite tra le due istituzioni.

“Siediti pure Harry accomodati e scusa se ti ho fatto venire qui nel tuo giorno libero” la voce del ministro era sempre profonda e metteva sicurezza in chi l’ascoltava, probabilmente era anche per quello che la comunità magica continuava a chiedere Kingsley come ministro.
“Tranquillo Kingsley nessun problema. Comunque se non ti dispiace vorrei finire in fretta questa riunione, sai oggi è il compleanno di Teddy e gli ho promesso di passare il pomeriggio con lui, e prima che me dimentichi Ginny mi ha detto di invitarti questa sera a cena da noi ci saranno un po’ di componenti dell’Ordine per festeggiare il suo compleanno”.

“Ok verrò molto volentieri questa sera. Allora visto che il piccolo Lupin ti aspetta andrò subito al dunque.”disse Kingsley con fare molto sbrigativo “Allora per farla breve ti dico che Cortez ha deciso di andare in pensione e sia io che lui abbiamo pensato di affidare il dipartimento degli Auror a te che ne dici?”.
Harry era incredulo gli sembrava impossibile che Kingsley gli stesse chiedendo di diventare il capo del dipartimento. “Scusa cosa hai detto?”chiese harry.
Kingsley rise e disse “ hai capito bene Harry tu a capo degli Auror. E poi diciamocela tutta Harry tutto il mondo ti vorrebbe in quella posizione , tu sei il mago che ha sconfitto Voldemort  e negli ultimi anni praticamente hai riempito le celle di Azkaban”.

“Lo sai che ho sempre avuto amici e compagni pronti a darmi una mano, tu stesso mi hai aiutato molto, comunque veramente non so cosa rispondere” Harry era ancora sorpreso.  “semplice rispondi semplicemente si e dal mese prossimo il dipartimento sarà tutto tuo” il sorriso di Kingsley era incoraggiante e riflettendo un attimo sulla proposta Harry disse “ok ci sto. Accetto il lavoro”
“Perfetto Harry da domani ti metterai d’accordo con Cortez per come dirigere il dipartimento hai la mia piena fiducia.”
“Ginny sarà felicissima grazie mille Kingsley. Se questo è tutto e tu sei d’accordo adesso vorrei andare da Teddy gli ho regalato una scopa e gli ho promesso che avremo fatto un giro insieme, anche se ovviamente Andromeda mi ha detto che sono incosciente.” Disse Harry sorridendo. “allora ci vediamo questa sera Harry a che ora?” “alle sette e mezza a casa nostra a dopo Kingsley”  e Harry corse ricolmo di gioia non vedeva l’ora di essere a casa a festeggiare il suo figlioccio e ovviamente non vedeva l’ora di dare la bella notizia a Ginny.
 
                                                                                                                                               …
 
Teddy Lupin era un bambino come qualunque altro ragazzino di undici anni, era abbastanza alto per la sua età ed era decisamente snello, ma la cosa più bizzarra di quel bambino erano i suoi capelli,che in quel momento erano di un verde acqua. Infatti lui era un metamorformagus e quindi poteva trasformare ogni parte del suo corpo a piacimento anche se non riusciva ancora a trasformarsi bene.

In quel momento del primo pomeriggio era disteso sul letto di casa sua e non vedeva l’ora che il  suo padrino tornasse. La mattina appena sveglio aveva trovato ai piedi del suo letto una meravigliosa scopa nuova di zecca, regalo di Harry, e non vedeva l’ora di provarla. Infatti Harry gli aveva promesso che appena fosse tornato dal ministero lo avrebbe portato con lui a fare un giro.

Ted era salito un attimo in camera sua per riposare un attimo, visto che ogni anno aveva l’abitudine di svegliarsi prima dell’alba il giorno del suo compleanno.
L’unico altro regalo che aveva ricevuto era un libro illustrato delle fiabe di Beda il Bardo, che lui amava molto, da parte di sua nonna, ma non si faceva nessun problema anche perché sapeva che per la sera Ginny e Andromeda stavano preparando una cena per festeggiare i suoi undici anni.
Teddy continuava a muoversi nel letto perché sebbene fosse molto stanco non riusciva a contenere l’emozione, infatti non vedeva l’ora dell’arrivo della lettera della scuola, perché quando un mago o una strega compiono gli undici anni il giorno del loro compleanno ricevevano la lettera che li ammetteva alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Dopo un po’ decise di alzarsi e camminare avanti e indietro nella camera per scaricare un po’ la tensione  e alla fine si fermò davanti alla finestra che dava sul cortile di casa sua e guardò fuori.
Il cortile era curato alla perfezione, come il resto della casa, se c’era una cosa che sua nonna non sopportava era il disordine.
All’improvviso dal nulla nel cortile apparve una persona che guardò subito verso la sua finestra e lo salutava. Vedendo la figura di suo padrino appena arrivato Ted dimenticò anche la sua agitazione e prese la scopa che  gli era stata regalata e si precipitò immediatamente fuori dalla sua camera per andare in giardino.

“Teddy Remus Lupin si può sapere dove stai andando così di fretta e per giunta con quella scopa?” Andromeda era in salotto  a sistemare la libreria che occupava una parete della sala e guardava il nipote con aria divertita. “nonna è arrivato Harry e  mi porta a fare un giro con la nuova scopa”
“E dove sarebbe Harry io non lo vedo, non azzardarti di fare un giro su quella trappola volante da solo sono stata chiara?” la voce di Andromeda non permetteva nessuna replica. “ non preoccuparti Andromeda andrò io con il ragazzo” Harry  stava osservando la scena dalla finestra della sala aperta  ed era decisamente divertito.
“Visto nonna te l’avevo detto che era in giardino” disse Teddy tra le risate. “Oh va bene. Harry a volte sei peggio dei bambini.” Anche Andromeda si era messa a ridere insieme a loro tre, doveva molto a Harry e Ginny erano stati una vera famiglia per il suo adorato nipotino.” Comunque”disse tornando seria “ questa sera vorrei che mio nipote festeggiasse il suo compleanno con tutte le ossa al loro posto e intatte, quindi vedi di non farlo cadere ok Harry?” “Tranquilla Andromeda non ci succederà niente” o almeno lo sperava perché in effetti lui e il suo figlioccio si divertivano a cacciarsi nei guai, come quella volta che andarono a  trovare Hagrid nel parco di Hogwarts e insieme avevano cavalcato un ippogrifo, probabilmente se Andromeda l’avesse scoperto si sarebbe trasformata in una specie di Bellatrix e lui si sarebbe fatto molto male.
“Su Teddy andiamo” “arrivo Harry”. Harry e il piccolo Ted volarono per un’ora buona fino a raggiungere una radura dove avrebbero potuto riposarsi un attimo.

“ehi Teddy ho notato che durante il volo eri un po’ distratto. Non ti piace la scopa?” Ted si affrettò subito a rispondere al padrino “ no, no Harry mi piace moltissimo è un regalo fantastico” “ allora cosa ti turba?” Harry sembrava preoccupato in fondo Lui era come un figlio e lo sapeva bene.
“ Sono nervoso perché oggi dovrebbe arrivare la lettera di Hogwarts”
“Teddy non dovresti essere nervoso per questo, anzi visto che praticamente ne parli dal tuo ottavo compleanno mi aspettato ti trovarti felice per questo?” Harry era alquanto perplesso sentiva che il figlioccio gli stava nascondendo il vero motivo del suo nervosismo e della sua paura, ma non lo avrebbe costretto a parlare avrebbe aspetto che fosse lui a dirglielo.
“Harry e se a Hogwarts deludo qualcuno per la casa dove finirò? E se una volta là scopro di non essere all’altezza dei miei genitori?”
Harry si aspettava quelle domande e prendendo sotto braccio Ted gli disse
” ascoltami bene Teddy, io ti ho visto crescere e sono sicuro che sei all’altezza sia di Remus che di Ninfadora, loro sarebbero sicuramente fieri di te lo so per certo. E un’altra cosa di cui sono sicuro non gli importerebbe niente della casa dove sarai smistato, tra parentesi anche a noi non importa la casa dove finirai, quindi non preoccuparti di queste cose Teddy tu sei un Lupin e discendi da un  malandrino quindi puoi star certo che ti troverai bene a Hogwarts.”
Teddy sorrise alla parole di incoraggiamento del suo padrino che aveva ragione, lui era il figlio di Remus Lupin e Ninfadora Tonks due degli eroi del mondo magico e non temeva niente.

“Grazie Harry” “Di niente Teddy lo sai che ti voglio bene” e dicendo ciò si strinsero in un abbraccio che faceva capire tutto il legame tra i due.
Molte volte in quegli abbracci Ted ci sentiva Tutto l’affetto dei suoi genitori “ Harry mi racconteresti ancora la storia di Mamma e Papà?” “Certo Ted”
Ted passò due ore abbondanti ad ascoltare la storia che ormai sapeva a memoria, ma che non si ascoltava mai di ascoltare.
“Grazie Harry”. “Di niente Teddy comunque ora ci tocca tornare a casa e sappi che le sentiremo su parecchio sia da Ginny che da tua nonna” la voce di Harry era terrorizzata al solo pensiero. “perché? In fondo in cinque minuti siamo a casa” “ si è vero ma la tua festa inizia tra dieci minuti e sia io che te ci dobbiamo ancora lavare e preparare.” Ora anche Ted  era terrorizzato, una doppia ramanzina Ginny Andromeda non l’avrebbe augurata a nessuno. “Dobbiamo proprio tornare a casa? Non è che possiamo sparire per circa …. diciamo dieci anni?” Harry si mise a ridere
“ No Ted mi sa che sarebbe più sicuro sparire per tutta la vita” e ridendo insieme tornarono a casa per la festa di compleanno.
 
Appena entrati in casa in effetti furono accolti dalle urla delle due donne, ma fortunatamente l’arrivo dei primi ospiti fu l’occasione per i due ragazzi di svignarsela e prepararsi per la cena.
Quando scesero in salotto ormai la casa era piena di ospiti che parlavano felicemente tra loro ridendo e scherzando.
Alla vista di Teddy tutti si voltarono e levarono i loro bicchieri urlando “ BUON COMPLEANNO TEDDY”.
La maggior parte degli invitati era formata da adulti tutti amici di Harry e tutti conoscevano i suoi genitori.
Appena furono tutti presenti Ginny invitò tutti a sedersi e cominciarono la cena. Teddy a cui non piaceva ascoltare i discorsi dei grandi si andò a sedere accanto a Victorie Weasley, figlia di Bill e fleur, che aveva due anni meno di lui.

Victorie era L’unica Weasley senza i capelli rossi infatti guardandola sembrava di osservare la madre in miniatura con i suoi capelli biondi lunghi e la sua bellezza mozzafiato nonostante la giovane età. I due bambini passarono tutta la cena parlando di Hogwarts e delle possibili avventure che avrebbero affrontato, anche se la ragazza avrebbe dovuto aspettare ancora due anni prima di poterci andare.
All’improvviso Harry si alzò dalla sedia  e nella sala da pranzo dei Potter calò subito il silenzio “ prima di tutto, grazie a tutti voi per essere venuti a festeggiare il compleanno di Teddy, quindi per favore facciamo tutti gli auguri al piccolo Lupin” e tutti alzarono i calici e fecero i loro auguri.
“Poi altre due notizie veramente piacevoli. La prima riguarda la promozione che oggi mi è stata data da Kingsley come capo del dipartimento degli Auror” alla notizia Ginny abbracciò subito il marito e lo baciò con tanto amore mentre le persone presenti si congratulavano. “ La seconda notizia invece riguarda Neville” “ gli è successo qualcosa?” chiede Hermione piena di ansia. “ sta bene vero?” anche chiese Molly anche lei molto agitata “Non preoccupatevi sta benissimo è solo che ieri mi ha mandato un gufo con scritto che la Professoressa Sprite ha deciso di andare in pensione e che l’anno prossimo sarà ufficialmente il professore di Erbologia di Hogwarts.” Queste parole furono accolte da un silenzio assoluto rotto dalla risata di Ron che diceva “ Neville professore? È meraviglioso sono contento per lui brindiamo al Professor Neville Paciock ahahah” e tutti brindarono al nuovo professore.
La cena riprese con tutti gli invitati che commentavano le nuove notizie e alcuni invece passavano il tempo a chiedere a Teddy se era agitato per Hogwarts.

Con il passare dei minuti Teddy si sentiva sempre più agitato il giorno presto sarebbe finito e la lettera della scuola non era ancora arrivata. Possibile che lui non fosse un mago? No impossibile infondo riusciva a trasformarsi quella era sicuramente magia, ma allora perché non era ancora arrivata quella lettera?
Mentre stava pensando  a questo e Ginny stava portando un tavola un’enorme a forma del castello di Hogwarts fuori dalla porta si udì un forte crac  e qualcuno bussare alla porta. Tutti si guardarono incuriositi, tutte le persone che dovevano essere presente alla festa c’erano e né Harry né Ginny stavano aspettando qualcuno.
Harry prese la bacchetta e disse “Chi è?” “Son Neville”la voce dell’amico sollevò l’aria tesa che si era formata nella stanza “Kreacher vai ad aprire la porta”
Kreacher era l’elfo domestico del padrino di Sirius che dopo la battaglia di Hogwarts aveva servito la famiglia Potter senza mai lamentarsi.
“Subito Padron Harry” e andò trotterellando ad aprire la porta. Neville ormai non era più un pasticcione, dopo l’ultimo anno a Hogwarts come studente era diventato un mago abile e molto stimato. Stava mettendo a punto, studiando le piante che lui stesso curava, una medicina contro i danni cerebrali che avrebbe potuto far tornare in salute i suoi genitori.

“Neville cosa ci fai qui? È successo qualcosa ad Hogwarts” chiese Kingsley “No tranquillo ministro tutto bene in realtà sono qui su ordine di Vitious , sapete non essendoci la preside per l’impegno del Tremaghi in Francia è il vice-preside che da gli ordini.” Neville sembrava molto orgoglioso del compito affidatogli “ Harry, Andromeda Ministro se non vi dispiace vorrei parlarvi un momento in privato. Giuro che te li riposto subito Teddy e comunque buon compleanno.” “Grazie Neville” rispose Teddy combattendo il desiderio di chiedere a Neville del perché la sua lettera non era ancora arrivata.
Harry era sorpreso dalla richiesta di Neville e anche gli altri invitati avevano uno sguardo curioso.
“Ok veniamo.” Tutti e tre si alzarono e Harry fu sorpreso nel vedere che Andromeda sembrava spaventata non ne capiva il motivo.
“Harry la torta”
“ La mangiamo dopo Ginny in fondo Neville ha detto che è una cosa veloce così si ferma anche lui a mangiarla. Scusate tutti vi chiedo un attimo di pazienza.”

Harry li portò nella stanza accanto a quella dei bambini che lui usava come suo ufficio per il lavoro a casa.
Approfittando del momento di confusione e curiosità dei presenti Teddy prese per mano Victorie e la trascinò su per le scale fino alla porta dell’ufficio di Harry e insieme si misero ad ascoltare.
Appena fuori dalla porta le voci all’interno erano ben udibili.
 “come mai tutta questa segretezza Neville?” chiese Kingsley, “Vedi ministro è che è successa una cosa strana?” rispose il professore di Hogwarts.
“Spiegaci Neville sono veramente curioso” la voce di Harry era calma , ma faceva intuire che voleva sapere la verità il prima possibile.
“Harry, Andromeda oggi abbiamo spedito la lettere di Hogwarts a Teddy, ma a quanto pare non è mai arrivata”
Teddy si lasciò sfuggire un gemito, ma fortunatamente la porta chiusa non aveva fatto sentire nulla agli uomini all’interno della stanza.
“Come sarebbe a dire che non è mai arrivata? Sicuro di averla mandato all’indirizzo esatto?” la voce del primo ministro era incredula.
“Kingsley sai benissimo che non sbagliamo mai a inviare le lettere.” “Andromeda per caso mentre io non c’ero è arrivata la lettera di Hogwarts?” la voce di Harry era rimasta calma, ma nel suo tono c’era qualcosa di strano.
“Io non so niente” rispose Andromeda in tono brusco “ e se volete scusarmi vorrei andare a continuare la festa di compleanno di mio nipote se non vi dispiace”.

“ Andromeda non sarò un abile legilimens come lo era Silente, ma un po’ ci so fare ed è chiaro che ci stai nascondendo qualcosa” disse Harry sempre rimanendo calmo.
“Ok volete la verità?” sbottò Andromeda “ La verità è che non voglio perdere mio nipote. Ogni volta che lo vedo mi sembra di vedere Remus e Tonks, e loro due non erano di certo degli angioletti a scuola. Quante volte hanno rischiato l’osso del collo in quella scuola, non voglio che mio nipote si faccia male, è l’unica persona che mi sia rimasta.” Le parole di Andromeda erano soffocate dai singhiozzi del pianto
“Andromeda posso capire quello che provi, ma Hogwarts è una tappa fondamentale per ogni mago. I Pericoli sono tanti è vero, ma non possiamo tenere Teddy chiuso in questa casa per sempre, lui diventerà un grande mago come i suoi genitori.” Disse Harry. “ è vero Andromeda, Harry ha ragione e scommetto che tu ricordi benissimo i tuoi anni a Hogwarts. Dora mi aveva detto che è stato la che hai incontrato Ted, quindi sono pronto a scommettere che quel posto è speciale anche per te.” La voce di Kingsley sapeva essere veramente convincente pensò teddy da dietro la porta.
“E poi devi tenere in considerazione che noi insegnanti siamo pronti a tutto per il bene degli studenti, ti devi fidare di noi Andromeda.”
“Lo so Neville, è solo che quello è il posto dove sono morti Dora e Remus” “Teddy vuole andare in quella scuola da sempre e tu lo sai molto bene Andromeda. Lui è fiero dei suoi genitori e per lui sarà una bella sensazione vivere in quella scuola.” La voce di Harry era rassicurante quanto quella del primo Ministro.

“Come faccio a dire a Teddy che la lettera la avevo presa io per non dargliela per questa mia paura?mi odierà” “Non essere sciocca” disse Kingsley “Lui è tuo nipote e ti vuole bene” “E poi” aggiunse Neville “ non sei obbligata a dirgli che la avevi te, puoi semplicemente dirgli che te la ho consegnata io adesso”
Harry disse” Oppure possiamo semplicemente fare entrare Teddy e Victorie che ci stanno ascoltando da quando siamo qui?” e la porta si aprì spalancata da Harry.

 “Che ne dite di entrare?” disse Harry con un grande sorriso i due bambini entrarono.
Teddy era entrato parecchie volte in quella stanza era piena di attrezzi che Harry usava come Auror. Alle spalle della scrivania c’erano due quadri che lui aveva sempre visto vuoti, anche se Harry gli aveva detto che erano di grande valore personale. Una parete era occupata completamente da una libreria, mentre sull’altra era posizionata una teca che conteneva i frammenti di una coppa,i resti di un medaglione, ciò che restava di un diadema,un anello a cui mancava la pietra e un diario completamente distrutto. Teddy sapeva solo che quelle strane cose avevano aiutato Harry contro Voldemort, anche se non conosceva la vera storia perché il padrino non voleva raccontargliela.
Accanto alla scrivania c’era un tavolino con sopra molti oggetti d’argento molto misteriosi e un bacile che conteneva una strana sostanza argentea. Questi oggetti erano stati donati a Harry dal dipinto di Silente.

L’unica persona seduta nella stanza era sua nonna, i tre uomini invece erano in piedi e guardavano la situazione.
“Hai sentito tutto Teddy” chiese la nonna con gli occhi ancora lucidi.
“Si e comunque non ti odio, come potrei odiarti, tu mi hai cresciuto e mi vuoi bene, però nonna ti prego lasciami andare a Hogwarts è la che mamma e papà sono diventati quelli che sono e io voglio diventare come loro.” Anche i suoi occhi cominciavano a riempirsi di lacrime e vedendo ciò andromeda si alzò subito dalla poltrona e abbracciò il nipote.

“Certo che andrai a Hogwarts e diventerai forte e bravo come i tuoi genitori,. Sarebbe orgogliosi di te come lo sono io” e dicendo quello lo baciò sulla fronte e lo strinse ancora più forte.
Sciolto l’abbraccio Andromeda tirò fuori dal vestito una lettera con l’indirizzo scritto in verde e lo stemma di Hogwarts come sigillo.
“Devi promettermi però che non ti caccerai nei guai come facevano i tuoi genitori e anche come ha fatto il tuo padrino ok?”
“Te lo prometto nonna”. ”Bene direi che possiamo tornare giù a festeggiare, non vedo l’ora di mangiare la torta che ha preparato Ginny” e dicendo ciò tutti scesero  e continuarono i festeggiamenti. Quando tutti se ne andarono Teddy corse in camera sua con la lettera di Hogwarts, adesso avrebbe iniziato la sua avventura come mago nella scuola che aveva fatto crescere i suoi genitori.

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