~Benvenuti al Maid Café~

di R o r i p o p p u
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01 - Le nuove maid (parte 1) ***
Capitolo 2: *** #02 - Le nuove maid (parte 2) ***



Capitolo 1
*** #01 - Le nuove maid (parte 1) ***


Le nuove maid(parte 1)
~
Benvenuti al Maid Café~

    #01 - Le nuove maid (parte 1)


Tsubaki aprì la 
porta del locale ed entrò, accendendo le luci. Anche se era domenica, era dovuta andare al bar perché il giorno sarebbero arrivate le nuove maid, che si sarebbero occupate assieme a lei e Crystal del negozio. Non si cambiò, e rimase seduta nella sedia di uno dei tavoli, aspettando l'arrivo della rossa. Iniziò ad accarezzare una ciocca di capelli bianchi, fissando un punto impreciso davanti a sè, ripensando alle discussioni quaotidiane col padre. Anche se l'unico che parlava durante i litigi era lui, lei stava zitta, sicura di peggiorare la situazione anche con una sola sillaba. E per sua fortuna il padre tornava raramente a casa dal lavoro, ed era ovvio che lo facesse solo per non incontrare la figlia. Non gli aveva mai detto del fatto che da ormai un anno lavorasse in un Maid Café, ma forse era meglio così. A dire il vero, neanche lei ricordava il vero motivo per il quale lavorasse lì, sapeva solo che non le piaceva molto, ma ormai aveva preso un impegno, quindi doveva rispettarlo. Il cigolio della porta la risvegliò dai propri pensieri, e poco dopo una testolina rossa fece capolino nella stanza. Crystal le sorrise e si avvicinò, poggiando la borsetta sul tavolino bianco.
- Sei in anticipo, Tsubaki- notò, fissando l'albina con le sue iridi verdi. Tsubaki posò lo sguardo all'orologio che aveva sul polso, non si era proprio accorta d'essere arrivata prima. Evidentemente il desiderio di non vedere più il padre era più forte di quanto pensasse.
- A dire il vero, non me n'ero accorta. Comunque, tra un paio d'ore dovrebbero arrivare le nuove ragazze- disse, indicando la sedia vicino alla sua, invitandola a sedersi. La rossa annuì, sedendosi anche lei.
- Già, però ci sono anche due maschi- rispose, prendendo le fotocopie dei curriculum dalla borsetta. Tolse due fogli e li porse all'amica. Lei lesse qualche riga, per poi poggiarli sul tavolino.
- Lynwood Kirkland e Lunick Lux, eh? Sembrano due ragazzi interessanti, non pensi Crystal?- chiese, fissandola con le sue iridi violacee.
- Sì, anche perché è strano che dei ragazzi vogliano lavorare in un Maid Café- rispose pensierosa, ricambiando lo sguardo.
Non parlarono più, aspettando l'arrivo delle nuove arrivate.





Ayame si guardò intorno, indecisa sul da farsi. La domenica non c'era mai niente con cui tenersi occupati, e prima del suo colloquio di lavoro aveva a disposizione ancora parecchie ore. Continuò a camminar
e  per la città, finché non vide una testa bianca di sua conoscenza. Gli si avvicinò furtiva, ghignando, e gli pizzicò i fianchi, facendolo sobbalzare. Subito i suoi occhi azzurri incontrarono quelli glaciali di Suzuno.
- Esistono altri modi per attirare l'attenzione di qualcuno, come salutare- le disse, ormai stanco di ritrovarsela sempre intorn
o. La bionda sorrise.
- Ma è così divertente farti spaventare! Non ho potuto resistere.- rispose, ricevendosi un'occhiataccia dal ragazzo.
- Perché non vai ad infastidire qualcun'altro, magari assieme a Nagumo- propose Fuusuke ironico, sperando che si allontanasse. Non che la odiasse, sia chiaro. Era semplicemente stanco di essere inseguito da quel demone travestito da angelo. 
Perché sì, se c'era una cosa che non si potesse dire sul suo conto era che fosse brutta. I lunghi capelli biondi le ricadevano fino alla vita, mossi, gli occhi erano azzurri contornati da lunghe ciglia chiare e l
a pelle diafana in contrasto con le guance rosee. Sembrava una bambola di porcellana, e lui doveva stare attento, non sia mai che si sarebbe innamorato di quella ragazzina.





- Envy, hai da fare stasera?- chiese Solana al fratello, in quel momento occupato a cucinare il pranzo. Dopo aver girato la pasta, si girò verso la ragazza.
- Sì, Solana. Forse sono riuscito a trovare lavoro.- rispose, sorridendo radioso. Lei fissò gli occhi ametista del fratello, e, anche se ormai lo conosceva bene, riuscivano sempre ad incantarla. Ricambiò il sorriso.
- Davvero? E che tipo di lavoro è?- chiese, curiosa di sapere di più. Envy si portò una mano ad accarezzare i lunghi capelli verdi.
- Devo fare un colloquio per lavorare in un Maid Café!- esclamò, entusiasta. La ragazza lo fissò, sconvolta.
- Ma è un lavoro principalmente per donne!- sottolineò, al che il ragazzo sbuffò, annoiato.
- Ma se mi hanno detto di fare un colloquio significa che accettano anche ragazzi, e poi così potrò finalmente aiutare papà, non possono di certo bastare i soldi che prendi, lavorando come baby-sitter.- obbiettò, categorico. Aveva finalmente la possibilità di aiutare economicamente la sua famiglia, non avrebbe rinunciato tanto facilmente.
Si rigirò, continuando a preparare il pranzo.





Lynwood girò a lungo per la bibblioteca, cercando qualche libro interessante da leggere. Andò nella sezione dei libri per l'università, e prese un libro di astrologia. Si sedette in uno dei tanti tavoli dell'immensa sala, e iniziò a sfogliare le pagine. Se c'era una cosa che amava, era lo studio delle scienze, qualsiasi essa poteva essere, dalla chimica all'anatomia. Fissò le pagine scritte in giapponese, e improvvisamente sentì una grande nostalgia della sua madrepatria: l'Inghilterra. Gli mancava tanto la sua lingua, le sue tradizioni, la capitale Londra, dove aveva vissuto per tutta l'infanzia. Amava l'inghilterra, con tutto il cuore. Ma era scappato assieme al fratello minore, per non dover sopportare più i genitori. Rimpensare ai propri genitori lo irritò. Guardò l'orologio, e notò che era ormai ora di pranzo. Si alzò e ripose il libro nello scaffale, ed uscì dalla sala, avviandosi verso casa. Non voleva far preoccupare il fratello.






Yuuka passeggiava tranquillamente per la città, aspettando l'ora del colloquio al Maid Café. Sarebbe stato un modo per distrarsi e avere anche qualche soldo in più, che non facevano mai male. Una folata di vento mosse leggermente  i lunghi capelli rossi, che si posarono sugli occhi verdi. Con un gesto secco della mano gli rimise a posto, e continuò a camminare. Ad un certo punto, si ritrovò vicino alla casa di una sua compagna di classe, Kinuko. Da quel che sapeva, era una ragazza dolce, gentile e disponibile con tutti. Ci aveva parlato qualche giorno prima, e a quanto pare anche lei sarebbe dovuta andare allo stesso colloquio di lavoro. Decise, quindi, di andarla a trovare e di chiederle se andavano assieme. Si avvicinò alla porta e suonò il campanello, passarono diversi minuti, quindi pensò che fosse uscita, ma dei rumori provenienti dall'interno le fecero cambiare idea. La porta si aprì, rivelando il dolce viso  da bambina di Kinuko. La pelle nivea era priva di imperfezioni, le labbra, incuvate in un sorriso dolce, era rosee così come le guance. Gli occhi azzurri erano grandi e bambinesci, e i capelli rosa confetto incorniciavano quel viso perfetto.
- Ciao Yuuka-chan! Che ci fai qui?- chiese dolcemente, continuando a sorriderle. La rossa ricambiò.
- Sono venuta a chiederti se andavano assieme, al colloquio per il Maid Café.- rispose,  prendendo una ciocca di capelli tra le dita, aspettando una risposta.
- Certo! Aspetta solo un po', così mi cambio.- disse, rientrando in casa. Yuuka non dovette attendere tanto, difatti cinque minuti dopo la rosa era già pronta, col suo inseparabile sorriso sulle labbra, che le camminava affianco. Era proprio una ragazza adorabile, Kinuko, pensò felice la rossa.
Peccato che nulla è mai come sembra.





Yukira qualche minuto davanti al foglio, non sapendo cosa fare. Allora guardò l'orologio appeso alla parete opposta, segnava le cinque in punto. Rimaneva solo un'ora al colloquio. Aveva deciso di lavorare per aiutare la propria famiglia. Era stato difficile trovare lavoro.Forse l'avrebbero accettata al Maid Café del quartiere, anche se come lavoro non la entusiasmava tanto. Rimase altri dieci minuti ferma davanti al foglio, e alla fine decise di prepararsi. Uscì dalla camera per andare al bagno per farsi una doccia, e nel corridoio incontrò il fratello Shirou, che le sorrise dolcemente.
- Devi uscire tra un po', giusto?- le chiese, lei annuì.
- Ho un colloquio di lavoro- rispose, e l'altro la fissò curioso.
- Davvero? E che lavoro è?- chiese, fissandola negli occhi azzurri. Lei diventò rossa, pensando che sarebbe stato meglio che non lo sapesse.
- Te lo dirò se vengo assunta- disse, fiondandosi nel bagno. Il fratello fissò la porta del bagno stupito.
Certe volte era proprio strana, sua sorella.





- Non vedo l'ora di inziare a lavorare! Tu, Alex?- chiese Arianne all'amica, che si trattenne dallo sospirare, rassegnata. Quindi mostrò un sorriso dolce, ed annuì con la testolina.
- Sì, anche io Arianne- rispose, e l'altra ricominciò a parlare. Alex iniziò a chiedersi come era finita in quella situazione. Era uscita per fare un giro, prima di avviarsi al bar dove avrebbe lavorato, e d'un tratto si era ritrovato quello scricciolo -considerata l'altezza e il corpo minuto- davanti, nonchè sua compagna di classe. Non le stava antipatica, anzi, era una persona simpaticissima e molto socievole, poi era davvero una ragazza adorabile d'aspetto: la pelle scura in netto contasto con gli occhi blu da bambina, i capelli arancioni, sempre raccolti in una coda, eccezzion fatta per la frangetta, le davano un'aria davvero buffa.
Era solo troppo chiaccherona, per i suoi gusti, che al contrario era una ragazza timida e taciturna, che stava sempre per le sue, con un carattere davvero molto dolce e sempre pronto ad aiutare qualcuno. In più, l'aspetto era completamente diverso da quello di Arianne: lei era una ragazza alta e slanciata, la pelle era più chiara di quella dell'amica e i capelli erano biondo platino, in contrasto con gli occhi color cioccolato. Insomma, erano l'una l'opposto dell'altra. E vederle assieme era proprio un divertimento. Ma con l'aspetto così grazioso, avrebbero avuto molta popolarità nel Maid Café.





Haruka si guardava le mani, annoiata. Era arrivata al locale con largo anticipo, e infatti non aveva trovato nessuno se non le due responsabili, Tsubaki Hana e Crystal Whinter. Dopo essere rimasta una buona mezzora a rimirare il negozio -perché era decisamente carino- incantata, aveva posato lo sguardo sulle due ragazze, studiandole. Erano entrambe carine, ma doveva essere logico, d'altronde non si può lavorare al Maid Café se non si ha un buon aspetto, i clienti guardano solo quello, non andavano di certo lì per i dolci. Anche lei era molto soddisfatta del proprio aspetto: i capelli castani ricadevano morbidi per tutta la schiena, gli occhi azzurri e la pelle nivea le davano l'aria di una bambola. E doveva per forza riuscire ad avere il posto, altrimenti non sarebbe riuscita a vivere da sola. Quando era scappata di casa, non immaginava che trovare alloggio e soldi sarebbe stato così difficile. Persa nelle proprie riflessioni, non si rese conto che delle persone erano entrate dalla porta. La ragazza albina si alzò, e guardò tutti con gli occhi ametista.
- Bene, adesso che ci siete tutti, possiamo iniziare il colloquio- disse.
Tutti guardarono lei e Crystal - che stava sorridendo incoraggiante- e sperarono di avere il posto di lavoro.






NdA:
allora, non so se vi ricordate questa storia, sono Fede, e questo è l'account che condivido con Lola.
io sono Kurumi e lei è Roripoppu ~
questo primo capitolo era per introdurre gli OC che ci avete mandato.
la storia prima l'avevo pubblicato con il mio account Baka_, ma adesso che abbiamo questo condiviso, l'ho ripubblicata qui.
beh, spero di aver reso al meglio i vostri OC, e scusate se sono apparsi tutti poco, nel terzo capitolo vedrò di farli comparire meglio, promesso.
lascio intanto il secondo capitolo nelle mani della mia Lola ~
spero vi sia piaciuto,
K u r u m i

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Capitolo 2
*** #02 - Le nuove maid (parte 2) ***


Maid Cafè cap2
~
Benvenuti al Maid Café~

#02 - Le nuove maid (parte 2)

“Allora, per cominciare al meglio,bisogna prima di tutto conoscere il campo di battaglia dove ognuno di voi sarà occupato” disse Crystal senza cancellare quel piccolo, ma sereno, sorriso che tentava di infondere più sicurezza possibile ai nuovi arrivati “ Quindi io e Tsubaki vi faremo da guide”
Lynwood si guardò intorno con una leggera punta di disgusto nel profondo dei suoi occhi verdi foresta. Tutto quel rosa mischiato con il candido bianco delle pareti lo fece rabbrividire oltre che nauseare, come se si trovasse all’interno di un grande ospedale. Si chiese come Tsubaki e Crystal, le loro ‘esaminatrici’, riuscissero a rimanere così impassibili davanti a quel quotidiano spruzzo di femminilità.
Una voce, fin troppo familiare per le orecchie del biondo, lo richiamò alla realtà “Hey, CriCri, potresti venire un secondo” Distolse lo sguardo dall’ennesimo fiocco rosa che adornava la porta, dalla quale erano entrati, per dirigerlo su un’altra figura femminile situata dalla parte opposta della stanza.
Per poco il cuore di Lynwood non perse un suo prezioso battito.
Una ragazza dai capelli rosso brillante e lungi, con piccole trecce legate con dei codini e dagli occhi verdi, poco più chiari di quelli di Lynwood, se ne stava a braccia conserte e guardava la mora con severità. Crystal annui e la seguì in un’altra stanza, molto probabilmente la cucina dato la continua fuoriuscita di vapore che man mano faceva aderire sempre di più i vestiti del giovane.
Però, lui, non riusciva a staccare le sue iridi smeraldine da quella porta, come se la sua amata potesse tornare lì apposta per lui. Inutile dire che per lui era come un sogno, tanto atteso quanto bramato. Forse però era stato un gesto troppo avventato presentarsi a quel colloquio solo per stare vicino a una certa Midori Seto, una tipa tutta strana secondo i suoi amici.
“Carina, eh?” Lynwood si girò con un’espressione in volto che era un misto tra lo stupore e l’imbarazzo, tanto che le sue pallide guancie si tinsero di un colorito rossiccio. Accanto a lui Envy, da quello che Lyn aveva capito il vero nome non era gradito al legittimo proprietario, mostrava la sua dentatura assolutamente perfetta in posa per un ghigno divertito.
“Chi?” chiese Lyn cercando in tutti i modi di sembrare più disinvolto possibile, inutile dire che la cosa fosse improbabile. Il verde lo squadrò per bene con i suoi occhi ametista per poi pronunciare, con un tono divertito “ La tua Lady” e si andò ad accomodare su una seggiola di color bianco panna e guardare incuriosito le varie ragazze che facevano capolinea dalla strada e che, alla vista di Envy, si mettevano a parlottare interessate.


Tra i due, Lyn e Envy, non sembrava esserci nessun genere di simpatia o di approccio. D'altronde erano tanto diversi che davano l’impressione di venire da mondi completamente opposti. Lyn era, o almeno dava l’impressione, di essere un tipo posato e raffinato, proprio come un buon inglese. Mente Envy di raffinato non aveva proprio nulla. Dava la forte impressione di essere il classico ragazzo super ricercato e sempre sotto i riflettori, come i modelli.
“Forse mi sto solamente sbagliando” disse pensierosa Kinuko spostando, successivamente, i suoi occhi azzurri cristallo nella direzione della sua nuova ‘amica’. Definirla una vera e propria amica era decisamente troppo, non voleva certo mostrare a Yuuka il suo carattere violento e sadico.
Yuuka, al contrario suo, sembrava una ragazza che piace avere la situazione sotto controllo, come in un puzzle. Ogni singolo pezzo della giornata, ogni istante, deve essere preciso. In parole povere cerca, senza molto successo, di essere abbastanza autoritaria nascondendo il suo lato più dolce.
“Yuuka” la chiamò ad un certo punto cogliendola di sorpresa, proprio mentre si stava infilando la cuffietta bianca da cameriera. Si trovavano all’interno di uno spogliatoio grande e, come del resto tutto il locale, circondato da pareti bianche con lunghi nastroni rosa. Le ragazze, accompagnate da Tsubaki, erano entrate al suo interno mentre i ragazzi se ne stavano seduti fuori. Kinuko, dopo essersi vestita con quella divisa nera e bianca, si era accomodata a terra e, ogni tanto, si girava a vedere i due ragazzi con una certa curiosità. Yuuka non era ancora pronta e la pazienza della maggiore si stava leggermente dissolvendo come il ghiaccio al sole.
“Scusa Kinuko ma non si vuole mettere bene questa maledetta cuffia” era più che evidente che quella buffa battaglia l’avrebbe vinta la cuffia. D'altronde i lunghi capelli di un color rossiccio vi si erano letteralmente intrappolati all’interno dal tessuto.
“Aspetta, ti aiuto io.” Disse la rosa con il solito tono gentile e decisamente infantile che usava con la gente che incontrava. Mostrò alla sua compagna un sorriso dolce e fanciullesco e si avvicinò alla sua nuca cercando di districare l’enorme groviglio che l’atra aveva in testa. Strano che non avesse tirato le ciocche, il suo autocontrollo era decisamente eccezionale.
“Grazie mille!” disse finalmente Yuuka sorridendo all’altra. La rossa si passò le lunghe dita bianche tra le leggere onde che formavano la sua bella, e invidiabile, capigliatura. Era felice che nessuna ciocca si fosse staccata dalla sua nuca.
Ad un tratto la tasca dei suoi pantaloncini, riposti correttamente su uno gabellino, cominciò a vibrare. Il tessuto nero si illuminò come accecato dalla luce a intermittenza dello schermo del suo cellulare. Lesse sul display il nome della persona che la stava cercando, suo nuovo amico. Era Kirino Ranmaru, suo vicino di banco.
Stava per aprire la chiamata quando furono tutti richiamati all’ordine e si trovò costretta a spegnere.


Addetta alla sala centrale. Non male come primo incarico del nuovo lavoro da Maid.
Almeno questo era il pensiero di Arianne Sunshine nel sapere che il suo compito si sarebbe svolto nella sale principale, vicino alla vetrinetta dei dolci. Ogni volta che il suo sguardo blu fotonico si posava sulla soffice glassa di una torta o uno dei pasticcini il suo stomaco reclamava a gran voce un qualcosa che potesse riempirlo.
“Guarda che si consumano se continui a guardarli con quella faccia” disse con una voce tagliente e fredda una ragazza dai capelli castano chiaro e dagli occhi azzurri. Se non ricordava male portava il nome di Haruka Harada. Se ne era rimasta zitta e tranquilla tutto il tempo mentre distribuivano le postazioni e Arianne non era ancora riuscita a sentire la sua voce, il suo timbro. Acuto e freddo. La guardava dall’alto al basso con uno sguardo penetrante, la stava studiando. Le grandi e profonde iridi si soffermarono su quelle dell’altra per un istante finche la piccola decise che era ora di tirare fuori la voce.
“Mi piacerebbe mangiarne un pezzettino, anche piccolissimo” dal tono di pronuncia della ragazza dai capelli arancio quella frase suonava come una lagna .Le guancie rosee si erano gonfiate e lo sguardo era capriccioso come quello di un bambino. Sembrava veramente una persona piccola nell’età. Hakura si lasciò scappare un leggero sorriso materno ma poi si girò dall’altra parte, verso al porta d’ingresso, ad accogliere i clienti appena entrati nel grande locale.
Si muoveva con naturalezza, come se quel lavoro fosse fatto apposta per lei. Viso tranquillo e rilassato, sorriso stampato in volto e gentilezza nei piccoli gesti. Arianne sembrava rapita da tutta quella sicurezza che prima era coperta da una maschera fredda come il marmo
“Questo è essere Maid” una voce flebile e bassa di donna, come se non volesse far sentire il proprio parere alla gente, la fece rinsavire dalla vista di quella perfetta trasformazione.
“Come?”
“ Essere Maid, come hanno detto prima Crystal e Tsubaki, significa anche dare tutto se stessi al proprio padrone. Lei lo sta facendo al meglio. Ha trasformato il suo carattere da freddo e calcolatore in servizievole e da perfetta Maid. Cambiare così è difficile e…” la ragazza si bloccò a metà frase e nascose i suoi piccoli occhietti color cioccolato sotto la frangia dei suoi bei capelli biondo platinato. Sembrava una piccola bambolina, tanto fragile quanto bella.
Stava tremando, Arianne ne era sicura.
“Hey, tutto bene?” chiese cercando di tranquillizzarla, inutilmente. Poi, come per magia, il suo viso si illuminò in contemporanea con il suono del campanellino posto sulla soglia della porta.
“Io ci provo” disse convinta dirigendosi con un sguardo misto di forza e paura verso la nuova clientela.
“ A proposito” disse girandosi nella direzione della ragazza“ mi chiamo Alex Blaze”
“Arianne Sunshine” e le sorrise felice di aver trovato un’amica da ‘accudire’ e da voler bene.


“Allora, come ti sono sembrate le nuove Maid?” chiese Crystal mentre cercava all’interno della sua borsetta a tracolla i biglietti per l’autobus. Oramai il sole pomeridiano stava facendo capolinea all’orizzonte e il bel cielo si stava colorando di arancione. Era quasi l’ora di cena e, sia Crystal che Tsubaki, desideravano ardentemente di andarsene a mangiare un qualcosa.
“Mi sembrano tipi strani” iniziò la maggiore sedendosi a terra, a gambe incrociate “ I ragazzi sono completamente opposti. Il primo, Lynwood, è un tipo piuttosto meticoloso e incline all’ordine. L’altro, Envy, pensa sempre a come farsi notare. Credo proprio che lo metterei alla cassa così almeno fa qualcosa per il locale, attirando qualche cliente donna. Mentre l’altro in cucina sarebbe perfetto, almeno controlla che tutti svolgano il proprio lavoro. Tu invece che hai notato?” Crystal si accomodò al suo fianco e le sorrise. Tipico di Tsubaki. Essere così attenta ai dettagli e ricercare tutto quello che le potrebbe sfruttare è nel suo DNA.
“Io ho guardato principalmente quelle impiegate nella mia area” fece una leggere pausa come riordinare le idee “ Allora Yuuka e Kinuko già si conoscono quindi possono darsi una mano a vicenda. Però Kinuko al contrario dell’amica si sente più a suo agio, sarà il carattere.” la maggiore sembrò pensarci su poi annuì rivolta all’amica.
“Di Arianne, di Alex, di Haruka, di Ayame e di Yurika che mi dici?” chiese Crystal dopo un attimo di pausa nel contemplare il cielo.
“Sono tutte persone completamente diverse dal genere Maid. I loro caratteri, i loro gusti e i loro modi di fare non sono quelli di una vera Maid però ho notato che cambiano. Cioè diventano perfette quando un cliente fa la sua comparsa nel locale. Per esempio Alex i sembra una persona debole di carattere. Mentre Haruka e Arianne sembrano molto a loro agio. Una perfetta nei casi e nei momenti mentre l’altra ha un qualcosa di infantile nei tratti del viso che la rende adorabile per i bambini.”
“Davvero?”
“ Sono tutte perfette. Nessuna mi sembrava fuori posto. Ayame mi sembra una persona un po’ troppo sicura di se, deve stare molto attenta a ciò che fa. Invece Yurika sembra difficile da soddisfare. Insomma quello che fa non l’accontenta di certo” Crystal sorrise solare al sentire quella risposta dalle labbra dell’amica che di solito era pronta a criticare le scene che le si parano davanti. Però finalmente una buona notizia. Dopo la richiesta di nuove somme in denaro da parte dell’ospedale per le cure di suo fratello Crystal sembrava più cupa. Tsubaki sembrava aver già notato da un po’ di tempo questo cambiamento di carattere ma non osava fare domande, l’amica era un tipo troppo testardo perché ammettesse alcunché.
“Quindi siamo assunte?” la quiete e il pesante silenzio che si era formato tra le due Maid venne bruscamente interrotto dalla voce leggermente incuriosita di una ragazza. Ayame Takako era apparsa dietro le loro spalle e con lei Yurika Fubuki. Forse erano sovrapensiero o forse le due si erano mosse con un passo delicato ma ne Crystal ne Tsubaki avevano sentito i loro passi farsi sempre più vicini fino a raggiungerle sul bordo del marciapiede.
“C-come?” il fiato si era fatto corto per lo spavento improvviso.
“Allora siamo assunte si o no?” chiese stavolta Yurika con più tranquillità con un la stessa punta di curiosità. Tsubaki squadrò con i suoi occhi solamente Ayame riflettendo se lasciare uscire dalla sua bocca qualche informazione. Non le piaceva, di questo CriCri ne era assolutamente sicura.
“Vedremo, cara. Domani lo saprai come tutte le altre”




“Non ti piace vero?” chiese Yurika quando finalmente le due se ne erano andate.
“Cosa te lo fa credere?” disse continuando a seguire con lo sguardo l’autobus. Ayame aveva una continua voglia di controllare le persone e Tsubaki sembrava essere la sua nuova rivale. In amore e in guerra tutto è concesso.
“Forse perché stavate per distruggervi con lo sguardo” era evidente. Yurika era un’ottima osservatrice ma non ci voleva certo un genio nel capire che ci sarebbe stata una specie di guerra tra le due.
“Forse” disse pensierosa “ Andiamo?” la maggiore annuì e si incamminarono.
Domani sarebbe stato un giorno perfetto, poco ma sicuro.






ndA
questo capitolo è stato gentilmente offerto(?) da Lola, alias R o r i p o p p u
Iniziare a parlare come un presentatore di prodotti industriali non era proprio nei miei piani però…
Allora in questo capitolo ho cercato di presentare un po’ più nel dettaglio il carattere dei personaggi ed è stato divertente immaginarmi lì, come loro. Poi però mi si è formata l’immagine di me con la divisa da Maid e per poco non morivo dal ridere. Io e le gonne siamo nemiche per la pelle, anzi per la vita
Chissà voi ma io non mi immagino così, manco a pagarmi.
Mi sono scervellata nello scrivere questo capitolo. Credetemi che non sapevo come iniziare. Mi sono bloccata all’inizio e ho cominciato a scrivere dopo.
Io ho provato, mi sono divertita e spero che vi sia piaciuta almeno un po’, ci tengo.
Ora vado
Tra due capitoli  R o r i p o p p u


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