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di PanCake__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Due ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 I miei piedi, da quasi cinque ore, stavano sbattendo sul pavimento della mia povera e squallida classe. Il mio cuore non voleva decidersi a calmarsi, nonostante cercassi di regolarizzare i battiti facendo dei respiri lunghi e profondi.
La professoressa, quel giorno, richiamò quasi una ventina di volte, me e la mia migliore amica, nonché vicina di banco, Amanda.
Continuavamo a parlare e ad immaginare ad occhi aperti per un solo semplice motivo.
Milano – 20 maggio 2013 – concerto One Direction.
Era da più di un anno che aspettavamo quel giorno, e da più di un anno che non pensavamo ad altro se non a quei cinque giovani ragazzi anglo – irlandesi che avevano rubato il cuore a miliardi di fan, compreso il nostro.
Avevamo vent’anni, e sembrava stupido, per delle ragazze della nostra età, parlare in quel modo, ma quando qualcosa ti rapisce il cuore, niente riesce più a fartelo tornare indietro.
Non dico che eravamo innamorate, ma provavamo per loro un qualcosa che si avvicinava all’amore.
Come tutte comunque, credo, facevamo pensieri malsani su di loro, ma fantasticavamo anche su come poteva essere la vita insieme ad una superstar.
Come sarebbe stato essere classificata la ragazza di uno degli One Direction.
Come sarebbe stato camminare con Liam mano per mano in mezzo alle vie di Londra.
Come sarebbe stato scherzare, ridere per poi darsi dei leggeri baci a stampo con Harry nelle città in cui loro dovevano fare il concerto.
Come sarebbe stato passeggiare con Zayn.
Come sarebbe stato farsi e lasciarsi amare da Niall.
Erano dei bellissimi sogni, come anche delle speranze, che MAI nessuno ci avrebbe impedito di vivere.
E a noi andava bene cosi.
Sapevamo al mille per mille di non poterli mai avere, di non poter mai girare con loro come se fossimo sempre stati amici, ma sperare non costava nulla, e io ed Amanda eravamo felici in qualsiasi modo.
« Cazzo, mancano cinque minuti» la mia amica mi punzecchiò una gamba, da sotto il banco, per non farsi notare dalla professoressa di italiano, che dopo averci tirato delle occhiatacce perfide, riprese a spiegare Pascoli e la sua meravigliosa poesia “X agosto”.
« Credo di non potercela fare» sussurrai io, lasciando cadere la testa sul banco, facendo anche un rumore abbastanza assordante.
« Ti rendi conto che saremo nella loro stessa città? Respireremo la stessa loro aria»
Certo, per avere i nostri vent’anni, facevamo un po’ paura. Se qualcuno ci avesse sentito, ci avrebbe preso per pazze. Ma che importava?
« Stiamo calme. E la loro aria la stiamo già respirando»
Il mio cuore continuava a battere veramente troppo forte, e avevo paura che Deborah, l’altra mia vicina di banco, potesse sentire cosa stava succedendo dentro di me.
Mi abbandonai, ripensando ancora una volta a come avremmo potuto incontrarli, e a come potevamo farci notare.
Avevo sempre immaginato di farli innamorare di me con un solo semplice sguardo, ma la cosa era al quanto IMPOSSIBILE.
Comunque, in mezzo a milioni di persone, risultava abbastanza difficile spiccare, soprattutto se non sei quella bellezza da togliere il fiato.
« Serena, ti muovi? È suonata!» mi strattonò Amanda
Mi alzai velocemente, riponendo tutti i libri nella borsa, e incominciando a correre, tirando anche delle spallate a destra e sinistra, per paura di perdere il treno, e arrivammo in stazione in circa dieci minuti.
« Amy, non ce la faremo mai. Mancano due minuti e il treno parte. E noi dobbiamo ancora fare il biglietto» ero più agitata di una donna che stava per partorire.
« Stai calma dannazione. Vado a prendermi le sigarette. TU STA QUI E PRENDI I BIGLIETTI!»
Anche Amanda ci stava mettendo del suo per far aumentare la mia ansia, ma NON solo.
Tre ragazze dietro di noi, non facevano altro che urlare e mettermi fretta.
Si era capito benissimo che stavano andando da LORO, dai miei ANGELI, e visto che non potevo sterminarle, mi girai, e cercai di parlare con loro.
« Credo che siamo qui per lo stesso motivo» avevo la voce che tremava.
DANNAZIONE.
« Anche tu per i ragazzi?»
Mi piaceva tantissimo quando le Directioner, classificavano i One Direction, “ragazzi” era come se fossimo veramente una famiglia unita.
« Si, io e la mia migliore amica» indicai Amanda
« Hai i biglietti per il concerto?» mi chiese la più alta delle tre.
Se ci facevo bene caso, tutte avevano all’incirca la mia età, se non più grandi. Che soddisfazione.
« Ehm, no!» abbassai lo sguardo
Mi rendeva triste quel piccolo, ma enorme particolare.
« Pensi di incontrarli anche se non hai il biglietto?»
Okay, questa voleva un pugno diritto in faccia, come la bambina che stava al mio fianco, che senza averla interpellata, urlò al fatto che lei al concerto ci sarebbe andata e che io ero solo stata presa dalla sfortuna per non aver preso i biglietti.
Mi fece pure la pernacchia.
Bambina odiosa.
« Non lo so, si spera. Noi ci proviamo. Lo sappiamo che non ci vedranno e noteranno mai, e che noi non li vedremo, ma almeno ci proviamo» risposi io alla domanda della mia nuova conoscente
« Noi ieri siamo andate a Verona. È stato bellissimo. Hanno pure letto la mia domanda su twitter!» era emozionata, e si vedeva che era felice.
Si capiva che era l’unica cosa bella che le fosse capitata.
Invece a me venne una stretta al cuore. Potente. POTENTISSIMA.
« Bhe, ci vediamo, magari là a Milano. È stato un piacere conoscervi»
Le liquidai immediatamente.
Se avessero continuato a parlare mi sarei messa a piangere nel giro di pochi secondi, davanti a tutti.
 
«Guarda quanta gente» urlai io, appena scendemmo dalla metropolitana.
Ci trovammo direttamente davanti al Mediolanum di Assago.
Ero rimasta stupita da quante persone avevano circondato il forum. Era una sensazione bellissima, un po’ meno per me per il fatto che io sarei rimasta fuori, ma vedere i sorrisi stampati sui visi delle ragazze mi riempiva di gioia. Ero felice per loro perché avrebbero realizzato uno dei loro tanti sogni.
« È spettacolare» sussurrò Amanda, con lo sguardo fisso al di là della rete
Avanzammo, con le gambe che tremavamo, con l’adrenalina allo stato puro in corpo, e con una speranza incredibile nei nostri occhi.
Scendemmo alcuni gradini.
Ed eccoci li, immerse nella folla.
Mi sentivo anche io una persona famosa.
Molte ragazze chiedevano a me e ad Amanda di fare alcune foto, perché ci definivano “grandi” e volevano far vedere ai loro amici che i One Direction non erano ascoltati ed amati da solo un gruppo di ragazzine dai sette ai sedici anni.
Sorridevo, come sempre, cercavo di mascherare la mia angoscia in quelle foto. Volevo trasmettere serenità a tutte.
Ma di colpo, TUTTE sparirono.
Corsero dietro un pullman arancione, urlando ogni singolo nome dei componenti della Band e i miei respiri accelerarono.
Che ci fossero loro dentro a quel pullman? Quello non lo sapevo. Non si vedeva nulla per colpa dei vetri oscurati, e la gente ci sballottava da tutte le parti come se niente fosse.
Ci mettemmo a correre anche noi, ma un signore ci fece calmare.
« Ci sono solo gli attrezzi dentro quel pullman»
Ecco cosa ci disse, cosi abbandonammo la nostra corsa, che con quel caldo era una mazzata nelle palle, e rimanemmo lì a guardare quelle ragazzine BELLISSIME, con le lacrime agli occhi, che cantavano ogni loro singola canzone.
Il pullman non si decideva a fermarsi, fece anche inversione e intraprese una strada diversa, e forse era anche per quel motivo che ero veramente molto più tranquilla.
Ma qualcosa catturò la mia attenzione. Non sapevo esattamente cos’è era. L’unica cosa che riuscii a vedere era qualcosa di giallo, o tendente a quel colore.
« Bho, io ho visto una testa strana» disse Amanda, con la testa rivolta verso la mia macchina fotografica.
« Devo essere sincera? Io ho visto qualcosa di biondo»
Ma l’unica cosa che fummo, fù fare spallucce ed allontanarci da quella zona per avvicinarci ai cancelli, dove si sperava che loro si affacciassero. Ma era una cosa altamente impensabile.
Stava di fatto che dentro quel mezzo loro non c’erano, e il signore ce ne aveva dato la dimostrazione. Al diavolo le teste strane, se quel pullman conteneva gli strumenti musicali, allora loro dovevano essere stati su un altro pullman. Ma quale? Che stress.
Passarono ore interminabili.
Il sole stava calando.
Le donne che avevamo conosciuto quel giorno se ne stavano per andare, lasciandoci da sole, facendoci capire che forse anche per noi era giunta l’ora di tornarsene a casa.
Sarei stata stupida a dire che in stazione a Milano non mi sia messa a piangere, sarei stupida a dire di non aver pensato una sola volta che loro potevano notarmi, anche da lontano. Sarei stupida a dire di non aver pensato ad un loro buttafuori che mi venisse a chiamare dicendomi che uno di loro mi voleva vedere.
Sognavo ad occhi aperti, e fino ad allora amavo farlo, ma quel giorno tutti i miei sogni erano caduti in mille pezzi.
Piangevo, a dirotto.
Dissi anche che li odiavo dal profondo del mio cuore, cosa che poi mi ero rimangiata nel giro di pochi secondi.
Mi facevano stare male. Facevano star male me, la mia testa, il mio stomaco e il mio cuore. Troppo fragile per sopportare tutto questo.
« Sere, ti prometto, giuro su me stessa, che nel 2014 ci saremo. Prenderemo quei dannati biglietti, e saremo in prima fila a vederli. Non mi interessa niente. Te lo prometto davvero. Ci siamo fatte il mazzo per venire qui, abbiamo perso quattro treni perché continuavamo a dire “Adesso arrivano, me lo sento” quando poi non sono MAI arrivati. Quattro fottuti treni, prima di prendere questo. Arriveremo a casa alle undici di sera, renditi conto. Davvero, te lo meriti e me lo merito. GIURO, TE LO PROMETTO»
Ecco perché era la mia migliore amica. Perché sapeva rasserenarmi in ogni momento. Sapeva come tirarmi su il morale in queste brutte situazioni.
La amavo, non c’era nient’altro da dire.

Cheeeeeeo:)
questa è la mia seconda FF! Che ho scritto da un pò di tempo! È diversa dall'altra! E anche il personaggio cambia, perchè la faccio su Niall :')
Spero che vi piaccia, e spero che mi lasciate qualche recensione, proprio per sapere se vi piace, se devo smettere, o continuare! un bacione,Sam:)


@Sam94tha

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Capitolo 2
*** Due ***


 Potevo dire di amare, nel verso senso della parola, WhatsApp. Era l’unico strumento di comunicazione che avevo sul telefono, che ogni due secondi non si bloccava o mi mandava in tilt il cellulare.
Potevo inviare foto, video e messaggi a tutto spiano senza spendere un soldo, ed era anche per quello che tartassavo Amanda di materiale sui One Direction, come lei d’altronde faceva con me.
Da quando eravamo andate al “concerto”, non riuscivo più a smettere di pensare a loro. Era diventato un casino unico, e non riuscivo più ad uscirne.
Anche se era passata una settimana, io non riuscivo a disintossicarmi di quel momento.
Anche se triste, era stato veramente bello ed emozionante.
Mi sentivo strana, come se qualcosa non stesse tornando. Come se avessi un peso enorme sullo stomaco che mi impediva di pensare.
Ma a cosa?
Una vibrazione mi fece voltare la testa, visto che ero coricata sul letto, e presi il cellulare sul comodino.
Messaggio di Amanda.
“Tata con questo io impazzisco”c’era scritto, con in allegato un video di Harry Styles nei suoi momenti più sexy.
Lo guardai, un pò estasiata, forse colpa anche della canzone abbastanza sessosa.
“Sti cazzi. Guardati questo” fu la mia risposta dopo aver cercato un video su Zayn dove c’erano raffigurati i pezzi del TMH tour, che avevano svolto i ragazzi, in cui lui faceva le note più alte.
Era un cantante eccezionale, e ogni volta che lo ascoltavo mi venivano i brividi.
“Sono morta! Il mio Zayn non lo batte nessuno. E di questo ne vogliamo parlare?” Sul mio telefono apparve un video, che come prima immagine aveva un culo veramente troppo perfetto.
Louis era “madre natura” in versione maschile.
Era un uomo, perché ormai si classificava così, veramente troppo buono, simpatico e bello. Da qualche mese a questa parte aveva smesso di sorridere, o almeno da come lo vedevamo noi, ma sapevamo lo stesso che la solarità per lui avrebbe sempre circolato nelle sue vene.
Era l’eterno Peter – Pan mica per niente.
Mi guardai l’ennesimo video ad occhi sgranati con il cuore che batteva a mille.
Avevo tanto sognato che quei ragazzi potevano diventare miei, e invece neanche avevo incrociato un loro capello.
OTTIMO.
“Okay Serena, ho trovato una cosa strana. Appena finisci di guardare questo video che hanno girato a Verona, SCRIVIMI subito”
Mi spaventai alla vista di un messaggio del genere, ma come sempre aprii il video in cerca di capire che cosa aveva cosi tanto “turbato” la mia migliore amica.
La ripresa durava all’incirca cinque minuti, e per metà video non si vedeva altro che delle ragazzine urlanti che correvano. Non riuscivo a capire dove stessero andando, so solo che sembravano Forest Gump appena si era tolto i ganci dalle gambe.
Erano dei fulmini e urlavano a più non posso.
Mi ritrovai a sbuffare di tanto in tanto, finchè il fiato divenne di netto, CORTO.
Un pullman arancione con delle striature gialle stava attraversando la strada, per poi andare dietro all’Arena.
Quel pullman.
IL PULLMAN.
Da quel video, avendolo fatto fermare e ripartire mille volte, avevo notato che i ragazzi si vedevano. Stavano salutando dall’interno, e sorridevano.
Non seppi bene cosa feci in quel momento, ma mi ritrovai a digitare il numero di Amanda sul telefono, pronta per chiamarla.
“Cristo Amanda”mi veniva da piangere
“Serena ascolta. Il pullman era il loro. Ho visto che ce ne erano due. Uno di sicuro avrà portato i ragazzi, l’altro gli attrezzi come ci aveva detto quel signore. Solo che trovo strana una cosa. Il secondo pullman che è arrivato, è andato diritto verso il Mediolanum, il primo invece è venuto verso di noi in un certo senso. Serena io quel posto lo conosco, e per entrarci devi passare per forza dove stava andando il primo pullman”era agitata lei, e tremavano le mani a me.
Possibile che delle vent’enni erano ridotte cosi?
“Ti ricordi cosa ti avevo detto?”chiesi io con il fiatone nonostante non avevo corso
“Ehm, no. Ma cosa centra adesso?”
“ Amanda, ti avevo detto che avevo visto qualcosa di biondo”quasi urlai
“ E io una testa strana!!!”
“Esatto!”
“Quindi questo vuol dire che…” lasciò la frase a metà
“Corri immediatamente qui. Veloce”
 
Erano passati all’incirca venti minuti prima che la mia migliore amica arrivasse a casa mia.
Avevo acceso il computer alla velocità della luce, e avevamo fatto alcune ricerche su quei due pullman, e come avevamo pensato, non ci sbagliavamo.
Ma eravamo molto perplesse.
Di sicuro quelle teste erano le loro, ma non ne sapevamo con certezza, visto che avevamo visto poco o niente. Ma il cervello, dopo pochi istanti mi si illuminò.
« Amanda, vammi a prendere la macchina fotografica. Subito!» dissi io con tono determinato e conciso
« Dove sta?»
Vedere la mai amica che stava sudando freddo, e che stava correndo per la casa mi faceva ridere. Almeno mi stavo tranquillizzando.
« In mansarda, sul comodino, in alto a destra» dissi con le mani tremanti davanti al computer portatile
Amanda corse da me, con il fiato corto, e mi porse ciò che avevo chiesto.
Attaccai tutti i cavetti, aprii tutte le cartelle possibili immaginabili, e solo quel giorno l’aggeggio elettronico mi stava dando dei problemi. Era lento come non mai.
Ce l’aveva con me, me lo sentivo.
Aprii il primo file, che contenevano esclusivamente delle foto.
Feci lo stesso con il secondo, nel quale c’erano dei video fatti da Amanda, la quale aveva ripreso delle ragazze che stavano facendo un Flash Mob.
Per poi aprire la cartella contenenti i video fatti da me.
« Apro questo» avvisai la mia amica, che comodamente si prese una sedia e si sedette al mio fianco, curiosa di sapere cosa avevo intenzione di fare
Urla. Ragazzine che correvano, piangevano, alcune che cadevano, una aveva perso addirittura il cellulare, e poi, l’inimmaginabile.
Forse era un segno.
Il video ritraeva tutto il percorso del pullman arancione, per poi riprendere la cosa bionda che io avevo visto quel giorno al concerto.
Non mi ricordavo nemmeno di aver fatto quel filmato, per quello credevo che fosse tutto segno del destino.
« Amanda, cazzo! È Niall» urlai io, facendo balzare in aria la bionda
Sentivo il suo cuore battere a mille, che mischiato con i miei battiti non facevano una bella musica. Sembravano dei tamburi messi insieme, che facevano una melodia sfalcata e inascoltabile.
« Te l’ho detto che avevo visto una testa strana» sbraitò Amanda
« Non urlare che i miei dormono. Rimandiamo indietro il video e guardiamo bene tutto» sembravo una poliziotta in CSI Miami. Era bella quella situazione. Stavo indagando come una pazza, e mi stavo divertendo.
Feci ripartire il video, dal punto in cui il pullman arrivò davanti all’obbiettivo, e ogni volta che facevo quel procedimento, rimanevo sempre più sbalordita.
Era lui, ne ero sicura.
Appoggiato con la spalla al sedile davanti al suo, canottiera bianca e di conseguenza aveva la schiena attaccata al vetro oscurato, che però con il riflesso del sole riuscivo a vedere bene tutto, e il viso girato verso di … ME.. o NOI.. oppure verso tutte le ragazze impazzite.
Infatti mi sembrava strano che guardasse proprio me, anche se la direzione era quella.
« Dio, Sere. Li abbiamo visti» sussurrò la mia migliore amica, con una mano davanti alla bocca e una che reggeva la fronte
« E la tua testa strana? Strano che qui non si vede niente» ero veramente perplessa, anche se nel mio corpo circolava l’euforia allo stato puro.
Tremavo da quanto ero felice. Avevo anche i brividi.
L’estate era alle porte, e io mi ero dovuta mettere una coperta addosso per il freddo che quella situazione mi aveva creato. ASSURDO.
« Dammi il tuo cellulare. Avevi mica ripreso anche tu?» da grande potevo fare il detective. Dovevo prendere in considerazione assolutamente questa ipotesi.
La bionda rovistò nella sua borsetta per poi estrarre il telefonino.
Presi il mio cavetto, in quanto avevamo il cellulare uguale, e attaccai tutto al computer.
E ancora una volta non mi sbagliavo. Ero un fottuto genio.
« Credo che tu abbia visto Harry» dissi con tranquillità, mentre la mia amica stava ritornando in camera mia, visto che era appena andata in bagno.
« Io ho visto chi?» scandì bene ogni singola parola, e si era portata pure un dito al petto
« Il tuo amore. Harry Edward Styles»
« Non ci credo. Levati. Fammi vedere» ci mancava poco che mi buttasse giù dalla sedia.
MALEDETTA.
« O porca miseria. Te l’ho detto che l’avevo visto. Te l’ho detto. Fammi rivedere quello di Niall»
Eseguì ogni suo “ordine”, e la lasciai fare.
Continuava a far ripartire i filmati, andava avanti e indietro con il mouse, cliccava tasti a destra e a sinistra. Non stavo capendo nulla, mi stava mandando in crisi tutto quel suo movimento.
« Serena. Sono sicura. Niall ti ha visto»
Ci mancava poco che mi venisse un mancamento.
« C-c-cosa?»
« Guarda qui – indicò lo schermo con un dito – Questo video l’ho fatto io. Quindi tu non ti sei accorta di nulla, e il video tuo è fatto da un’altra angolazione. Comunque, guarda bene gli occhi suoi. Si intravedono un poco. Lui guarda la folla, e poi – stoppa l’immagine – guarda te. C’è lui che guarda dalla tua parte. Tu sei chinata verso la macchina fotografica e quindi tu no lo hai visto, ma lui, e stai attenta Sere, ti sta guardando.»
Ora ero io quella sconvolta.
« Non è possibile»
« Ha pure un cellulare in mano»
«Non dovresti dirmi queste cose. Lo sai che poi mi faccio mille castelli in testa» giuro che avevo i lacrimoni agli occhi in quel momento
« Serena lo sai che non sono una tipa che dice queste cose. Ma cavolo, questo è vero. Guardalo, guarda i suoi occhi. Guarda dove sei tu. Sta guardando te. Non dico che ora si ricordi di te, ma almeno ti ha vista, dannazione»
Ero sul punto di cedere. Ero sul punto di credere alle sue parole.
« Amanda, prendimi per pazza, ma io ho un’idea» mi alzai dalla sedia, e la guardai diritta negli occhi.
Lei era spaventata, e agitata.
Non pensavo di fare quest’effetto alle persone.
« Andiamo in Spagna. Al prossimo concerto. C’è dopo domani. Non voglio entrare, facciamo esattamente come a Milano. Andiamo e basta. Prenotiamo l’aereo e tutto»
« Serena, è troppo tardi. E con l’albergo?»
« Tuo cugino lavora in Spagna giusto?»
La mia amica annuì con la testa.
« Bene, chiamalo e digli che per due giorni staremo da lui»
 

 Cheeeeeeeeo:)
Scusate l’immenso ritardo, ma non ho avuto tempo in questi giorni! Ho trovato lavoro, da circa tre settimane e quindi sono abbastanza occupata. Comunque eccomi qui, e spero che vi piaccia anche questo capitolo.
Grazie alle due meravigliose persone che hanno recensito. È un po’ poco ma siamo solo all’inizio!
Speriamo che vada tutto bene come in “Mistakes” ( Prima FF).
Ricordo che questo è veramente successo a me e ad Amanda. Però dal capitolo 3, è pura immaginazione!
Un bacione,
Grazie a tutte.
 
Twitter: @Sam94tha

 

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