Ilydien di R Neville (/viewuser.php?uid=38034)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: New York 22/01/08 : l'inizio ***
Capitolo 2: *** Romania:10/10/09: ombra nel futuro. ***
Capitolo 1 *** Prologo: New York 22/01/08 : l'inizio ***
Prologo
Era mattina e come ogni
mattina Jarz si
svegliò con un sapore frizzante sotto la lingua, un sapore
che
scivolava fin nella gola e poi nello stomaco: il sapore della magia,
un sapore dolce,frizzante,vivace, simile a quello della coca cola,
solo che la mattina lasciava una lingua color violaceo. Jarz
aprì
gli occhi lentamente per via del sole:era il secondo motivo per cui
odiava alzarsi oltre che al sapore della magia.
Quella mattina, il 21 dicembre 2011 si
alzò svogliato, senza badare a quello che faceva, si muoveva
lentamente. Aveva diciassette anni, era alto un metro e
settantacinque, capelli scuri e occhi viola. Esatto, occhi viola,
ovvero il marchio di chi aveva la capacità di usare la
magia,
un marchio che generava un senso di paura e allarme in quel periodo
di rivolte e confusione.
Il nuovo millennio si era mostrato
lentamente come un periodo negativo per la popolazione
mondiale:politici egoisti, malcontenti popolari, guerre per il
petrolio e profezie dai sintomi apocalittici, e proprio queste
provocavano la paura della gente su le persone con gli occhi viola,
che cercavano di scappare, proteggersi o che cercavano di
sopravvivere. Ormai quel periodo era diventato una corsa al
paranormale, una caccia ai maghi, la gente si allontanava e cercava
la causa di quel terrore.
In verità il
tutto era
cominciato a causa di un errore nato da un newyorkese e da un po' di
sfortuna.
New York, 2008 22 Gennaio;
Il rumore fortissimo delle ruote sulle
rotaie della metro riempiva la stazione metropolitana e le orecchie
della gente, provocando un senso di fastidio; solamente una persona,
Jack Johnson, sembrava immune a quel rumore odioso...in effetti era
così. Ma una sola voce, in mezzo a quel frastuono, lo
distolse
dalla lettura del giornale.
“J.J.!!! Ehi Jack!”
La voce di una donna riuscì a
penetrare le sue orecchie e a fargli alzare la testa. Una donna
giovane, di circa ventisette anni, con capelli biondi ,raccolti in
una treccia cascante sulla spalla sinistra, e occhi viola puntati
all'uomo. La ragazza si avvicinava a scatti tra folla finché
arrivò all'uomo;
“Roberta...'giorno”, distolse lo
sguardo da lei per tornare a leggere il giornale,
“Buongiorno- disse lei con un gran
sorriso- ehi guardami per un attimo! Anche se sei un meteopate...e
oggi piove...uffa...letto dell'incidente??”
“Incidente??? Io direi colpo di
“fortuna””
“Già, una diga sul punto
critico di cedere che resiste miracolosamente alla pressione
esercitata da un lago...un improbabilissima fortuna direi”
L'uomo gettò un
occhiata fredda
alla donna, si girò, mentre la metropolitana
arrivò, e
cominciò a camminare controcorrente verso una panchina,
facendo cenno alla donna di seguirlo.
I due si sedettero sulle panche di
plastica rigida, fissando il pavimento umidiccio della metropolitana.
“Io stavo
parlando dell'uragano
svanito misteriosamente” disse l'uomo;
“Ah...merito di Matwew”
“Il solito idiota...poteva deviarlo
verso una montagna...non farlo svanire qualche miglio da quella
cittadina della florida...vabbè pazienza; comunque...che
volevi?”
“E' arrivata una lettera da tu sai
dove”
“Che vogliono stavolta...altre
norme?Scoperte?”
“Si qualcuna...forse... nella lettera
è citata solo una riunione”
“Dannazione, guarda se mi tocca
trasferirmi in Europa per colpa delle loro riunioni”
“Se vuoi possiamo violare la
chiamata...ma sai che gli altri la prenderanno male”
“Già, come se li ho mandati a
quel paese”
“Guarda che l'hai fatto”
“Di già??”
“Si”
“Quante volte?” chiese lui;
“Direi due o tre volte”
“Peccato, l'avrei rifatto...quando si
parte??”
“Oggi pomeriggio, ho prenotato 2
biglietti per Parigi; quindi va a casa a fare i bagagli, meno male
che non hai niente da fare tu la mattina”
“Già, mi alzo ogni mattina
alle 6 di mattina perchè sono scemo”
“...continui a considerare il tuo
negozio di antiquariato come un lavoro??”
“Si, vabbè lascerò un
messaggio a Amy così gli dico che gli affido il negozio. Ci
vediamo dopo”
“Ok- disse lei con aria felice- alle
...”
“alle 5 e mezzo...lo so” lo
interruppe lui, dirigendosi verso una scalinata con le mani nella
tasche dell'impermeabile, lasciando la donna vicino la panchina.
Circa mezz'oretta dopo l'uomo stava
camminando per una piccola strada di New York, mentre che qualche
nuvola macchiava il cielo e qualche vecchio omone grasso gridava
qualcosa alla gente che passava: a quanto pare era nel quartiere
italiano.
Camminava a testa alta, con la schiena
dritta e respirando lentamente finchè un rumore dietro di
lui
non lo bloccò sul posto lasciandogli sul viso un espressione
preoccupata.
Dalla finestra dell'ultimo piano di una
palazzina dietro di lui era uscita una vampata di fuoco che aveva
attirato l'attenzione di tutti.
Gli inquilini più veloci
uscirono in fretta mentre altri aiutavano quelli più in
difficoltà ad uscire.
In pochissimo tempo i pompieri erano
arrivati, ma in ancor meno tempo Jack era entrato nel palazzo in
fiamme e salvate una decina di persone.
Quando portò sull'asfalto della
strada il decimo tizio svenuto a causa del fuoco, la classica urla di
una donna, imprecante che qualcuno salvasse il figlio che si trovava
all'ultimo piano, irruppe nell'aria.
Teoricamente nessuno poteva aiutare
quella donna, ma Jack fuggì dentro un vicolo buio e
lì
mostrò la sua vera natura:non andò a cambiare il
suo
costume da supereroe dentro una cabina telefonica: fece ben altro.
In un punto dove nessuno poteva
vederlo, puntò le mani verso terra e subito un pilastro di
terra e asfalto si alzò verso l'alto portandolo all'altezza
dell'ultimo piano. Allo stesso modo, puntando semplicemente le mani
verso i mattoni, sgretolò muro che si dispose in modo tale
che
formassero un ponticello tra lui e l'appartamento.
Entrò ispezionando la stanza:era
una cucina. In sottofondo poteva sentire il pianto del neonato. Corse
verso la camera da letto del bambino, lo preso e lo nascose
nell'impermeabile per poi tornare in cucina: solo a quel punto si
accorse di un fischio assordante.
Si guardò attorno e capì:la
bombola del gas sarebbe esplosa tra pochi istanti. Con un gesto di
mano creò una cupola di terra proveniente dal pilastro e
subito dopo una fortissima esplosione lo catapultò in strada
davanti a tutti.
Non fece in tempo ad alzarsi e ad
accertarsi che il bambino fosse vivo che il palazzo crollò
sulle teste di tutte le persone per strada; a quel punto doveva
ricorrere ai suoi poteri. Delle mani titaniche di terra coprirono la
gente e schiantarono a terra i detriti del palazzo, spegnendo il
fuoco nello stesso momento.
Quando le mani tornarono nella
profondità della terra, Jack Jonhson si accorse finalmente
che
tutti lo guardavano incredulo,soprattutto un cameraman che aveva
ripreso tutta la scena dall'inizio.
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Capitolo 2 *** Romania:10/10/09: ombra nel futuro. ***
Mi dispiace ma
bisognerà
aspettare il prossimo capitolo per sapere della riunione xD.
A est di Oradea ,Romania,
10 ottobre
2009.
Il vento soffiava sul confine tra
Romania e Ungheria, accarezzando le monti e le vallate e ispirando
nella gente ribelle una voglia irrefrenabile di cancellare la loro
paura. Era all'incirca mezzanotte quando la gente arrivò ai
piedi dello sperone di roccia dove era costruito il castello degli
orrori.
Erano ricurvi su se stessi, con i denti
digrignati come quelli di un lupo minacciato dal cacciatore e con le
mani ghiacciate dall'aria che stringevano avidamente le loro
spingarde,i loro fucili a pallini o a sale. Uomini,donne,vecchi, e
persino ragazzini di dieci anni erano lì a fissare con occhi
minacciosi , pieni di rabbia e paura, il luogo della caccia: il lupo
quella notte doveva morire.
Era già un mese, che
quell'essere demoniaco era stato avvistato dentro il castello insieme
a due ombre nere che lo sorvegliavano. La gente più
superstiziosa diceva che erano le anime maledette di due sposi e del
loro fedele cane, mentre i più coraggiosi affermavano che
era
solo un lupo troppo cresciuto che a sua volta creava un'ombra
esageratamente grande dietro di lui...ma nessuno si avvicinava alla
sua soluzione.
La folla iniziò
la caccia. Un
paio di centinaia più in là, una figura osservava
da
una finestra del castello la minaccia avvicinarsi.
“Quanti
sono?” chiese una voce
robusta nascosta nell'ombra dietro l'individuo;
“Direi cinquanta”rispose l'uomo,
girandosi, mostrando i suoi capelli neri corvino alla luna;
“Potrebbero essere un
problema...meglio bloccarli da subito” disse una voce
più
morbida posta vicino la prima;
“Va bene” disse l'uomo alla
finestra, lasciando che una persona coperta completamente da un
mantello scuro lasciasse la stanza.
L'uomo si
posizionò davanti alla
finestra a schiena dritta,ammirando la luna e lasciandosi illuminare
dalla luce pallida. L'uomo mostrò i suoi lineamenti decisi e
marcati,la pelle bianca povera di rughe,capelli lunghi e neri e vesti
di colori scuri, tra il nero e il viola. Continuava a fissare la
folla, mentre accarezzava i suoi anelli di ferro finchè la
voce maschile non lo staccò dal panorama;
“Credo che
dobbiamo andare”;
“Sì...ha ragione...sarà
meglio raggiungere Shion e andare all'uscita
alternativa...così
potremmo raggiungere l'autostrada,prendere l'automobile che abbiamo
posizionato lì e raggiungere tranquillamente la capitale
ungherese.
“Va bene, andiamo”.
L'uomo si voltò e uscì
dalla stanza assieme ad un ombra più alta di lui. Si
trovarono
in un corridoio ampio che li condusse ad una scalinata dove li
aspettava Shion.
“Che hai
combinato??” chiese l'uomo
vestito di viola;
“Oh niente di che mio caro
Vladimir...quegli sciocchi mortali hanno paura del
buio...così,
quando entreranno nel castello penseranno di essere in un infinito
vicolo buio”disse la figura di altezza media;
“Perfetto...non voglio avere grane
stasera” disse Vladimir;
I tre a quel punto si
diressero alla
sala principale, dove c'era l'entrata al castello; passarono da un
passaggio superiore al primo piano, da dove poterono vedere la folla
terrorizzata dall'illusione che li circondava,ma essa si
rivelò
inefficace quando un piccolo bambino con una torcia elettrica
illuminò la sala sciogliendo l'incantesimo. Subito la gente
alzò gli occhi e vide i 3 uomini: un istante dopo una
pioggia
di pallottole si scagliò verso i 3 individui che corsero
dentro uno stretto corridoio verso la loro via di fuga.
Cominciò
una corsa contro la morte; la gente sbucava da ogni angolo
nell'intesa di uccidere uno di quei 3 e a quel punto non rimase che
una cosa:Vladimir si bloccò, disse ai due compagni di
andare,
lui sarebbe rimasto lì a prendere tempo e in caso positivo
li
avrebbe raggiunti; i due se ne andarono tranquillamente senza battere
ciglio, mentre Vladimir mostrò la sua vera natura.
L'anello sul suo mignolo destro si
illuminò mostrando un incisione raffigurante un lupo.
Il corpo dell'uomo si gonfiò in
modo anormale,i vestiti si strapparono e peli folti e neri crebbero
da tutte le parti. Solamente i gioielli e i pantaloni rimasero
intatti:le mani divennero forti e robuste, le unghie più
lunghe e affilate, i denti mutarono in zanne lunghe e affilate mentre
il viso si allungò prendendo le sembianze di quello di un
lupo
e gli occhi divennero da viola a gialli. Nel corridoio, la figura di
un normalissimo uomo divenne quella di un uomo-lupo, un cosiddetto
lupo mannaro assetato di lotta. La bestia si lanciò in una
corsa sui muri per poi lanciarsi all'improvviso delle morbide gole di
qualche sfortunato umano mentre altri si accalcavano sull'aggressore
per ucciderlo.
La lotta cominciò ben presto e
si sposto sul salone principale. Donne e uomini sparavano alla
rinfusa tentando di uccidere il lupo, ma i semplici proiettili non
potevano niente. Ne aveva eliminati all'incirca 20 tra donne,vecchi e
uomini, risparmiando i bambini che non osava toccare, quando decise
di scappare dal portone principale. Corse lungo la via di terra per
poi cambiare la sua forma: i peli scomparvero di un botto,il corpo
divenne di dimensioni normali ma molto più magro della forma
umana, la pelle bianchissima,gli occhi rossi e i capelli grigi.
Dietro le spalle spuntarono due ali grigie simili a quelle di un
pipistrello e con esse Vladimir spiccò il volo. Ma una donna
vecchiotta e grassa, con denti ingialliti e capelli sbiaditi,
sparò
un colpo che perforò all'istante l'ala di Vladimir e lo fece
precipitare violentemente sulla terra, provocandogli una gamba rotta
e un braccio completamente frantumato. La gente arrivò
immediatamente intorno al corpo e un bambino con un accetta
bloccò
definitivamente l'esistenza di Vladimir piantando nel collo una lama
di ferro.
Un miglio più in là
circa, le due figure, compagni di Vladimir, si immergevano nel buio
del bosco ascoltando gli ultimi lamenti dell'amico.
Parigi, 25 Gennaio 2008
Un centinaio di metri sotto le fogne
francesi, Jack si lamentava per i suoi dolori alla spalla. A quanto
pare Roberta l'aveva salvato miracolosamente dalla curiosità
della gente di quella sera, ma aveva esagerato ad usare la
telecinesi, avrebbe potuto usare più delicatezza. La mattina
scorsa era arrivato a Parigi addormentato, ancora scosso. Il fatto
grave di quella serata non era che c'era stato un morto, ma che una
minuscola percentuale di mondo era venuta a conoscenza del suo
segreto.
Ore era nella sede della Rosa, la
società degli Alchimisti, mentre riceveva cure. Quando si
svegliò erano le 4 del pomeriggio:l'ora della riunione.
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