Le tue migliori amiche potrebbero essere le tue peggiori nemiche.

di Proxycides
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La caccia ad A. ***
Capitolo 3: *** Doppia faccia. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era passato ormai un anno dalla morte di Alison Di Laurentis, la vispa quindicenne dai lunghi boccoli dorati, dagli occhi azzurri e dal sorriso furbetto perennemente stampato sul volto.
Era vista come una sottospecie di dama, al liceo di Rosewood: girava circondata dalle sue quattro migliori amiche - Hanna Marin, Spencer Hastings, Aria Montgomery ed Emily Fields - che ricoprivano la figura di 'ancelle' ed era costantemente seguita da un vasto numero di ragazzi, ben visti come schiavetti della situazione, i quali ad un solo suo schiocco di dita correvano come cani ai piedi della propria padrona.
Come dimenticare, poi, i ragazzi e le ragazze meno fortunati che non potevano avere alcun privilegio dalla reginetta in questione, se non prese in giro e scherzi continui? Loro erano visti come i parassiti del piccolo regno che lei stessa aveva creato, dai quali tenersi a debita distanza e i cui deridere ogni qualvolta se ne presentava l'occasione; Mona Vanderwaal e Lucas Gottesman appartenevano sicuramente a questa categoria.
Le cose, tuttavia, erano radicalmente cambiate dalla scomparsa della piccola dama: tutti, o quasi, si comportavano come se ormai non ci fosse più niente di cui avere paua, Lucas continuava ad essere il solito nerd sfigato, ma ora non aveva il costante timore di essere torturato psicologicamente dalla bionda furba come una volpe, e poi c'era Mona che probabilmente era quella più cambiata di tutti.
Difatti, la moretta alta appena un metro e sessanta, non si nascondeva più sotto le treccine da bambina e gli occhiali da secchiona, sotto i vestiti e le scarpe fuori moda, o semplicemente sotto il suo essere così timida.
Adesso uno strato di superficialità e di vanità la avvolgevano, parlava con le persone guardandole dritto negli occhi, ed era sicuramente più sfacciata dei tempi in cui Alison era ancora in vita, la quale, a proposito, sarebbe stata sicuramente fiera di lei.
In più, aveva una nuova amica, cambiata quasi quanto lei: Hanna.
Le due, infatti, passavano le giornate nei negozi più prestigiosi della città, comportandosi da mini-dive e commettendo, di tanto in tanto, anche qualche piccolo furto.
Per quanto riguarda, invece, le quattro ragazze in generale, ci fu un periodo, appena dopo la morte di Alison, in cui ognuna di loro prese una strada diversa dall'altra.
Ritornarono insieme poco dopo, in ogni caso, riunite da un messaggio anonimo, il primo di una lunga serie: 'Non cercate di nascondervi da me, stronzette, io sono ovunque. -A'.

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Capitolo 2
*** La caccia ad A. ***


CAPITOLO UNO


Quel martedì mattina le nuvole costituivano quasi interamente il cielo della piccola cittadina di Rosewood, producendo di tanto in tanto lievi pioggerelle che duravano si e no un quarto d'ora.
L'affascinante Emily se ne stava con il capo poggiato a una delle finestre della sua camera, con un'espressione leggermente pensierosa, giocherellando con i suoi lunghi capelli scuri e massaggiandosi la spalla destra che, probabilmente per una caduta passata, quando c'era brutto tempo le faceva non poco male, il che era una pecca in quanto, spesso e volentieri, le impediva di praticare la sua più grande passione: il nuoto.
Continuava a tenere lo sguardo perso nel nulla, la giovane dagli occhi a mandorla, persa in chissà quale dei suoi pensieri.
Forse pensava all'anno scorso, alle giornate trascorse a pettinare i lunghi capelli biondi di Alison, ai minuti persi a fissare il profondo blu dei suoi occhi, ai secondi impiegati a studiare le sue minute e candide labbra.
Emily era, probabilmente, quella che più sentiva la sua mancanza, nel quartetto.
Ogni singola cosa le ricordava la sua presenza e sentiva il suo profumo ovunque: nel parchetto fuori casa, nel suo negozio preferito, persino in casa sua.
E' inutile dire che, il più delle volte, non riusciva a trattenere la sua emotività e scoppiava a piangere, e questo era, evidentemente, uno di quei momenti: le lacrime prendevano a scendere silenziosamente lungo le guance rosee, provocandole leggeri singhiozzii.
Non potè fare a meno di toccarsi il braccialetto, regalo di Alison, che nonostante la sua scomparsa, continuava a tenere, come per portare in ogni singolo posto il suo ricordo.
<< Mi manchi così tanto. >> Sussurrò, con evidente tristezza nel suo tono, per poi chiudere le palpebre e far uscire le ultime lacrime colme di dolore.

Hanna e Mona, intanto, passavano la mattinata tra scarpe, vestiti e accessori vari, nel centro commerciale della città, afferrando qualunque cosa capitasse loro davanti agli occhi, visto che, ormai era risaputo, loro non avrebbero cacciato un soldo.
Per tutta l'estate le due "socie" avevano riempito il proprio armadio di abiti rubati, senza essere state scoperte neanche una volta, e ormai erano diventate così abili che svolgevano questa "attività" abitualmente.
Hanna afferrò un paio di occhiali da sole, un borsellino di pelle e un rossetto rosso senza troppo indugio e, dopo essersi guardata attentamente intorno, infilò il tutto all'interno della grossa borsa Prada poggiata sulla spalla destra, probabilmente rubata anch'essa.
<< E' così che si fa. >> Ridacchiò sotto i baffi, riferendosi al furto appena commesso e guardando Mona, che la guardava con sempre più ammirazione.
<< Aiutami ad essere trasgressiva come te, Marin! >> Scherzò la mora, prendendo a camminare verso l'uscita del centro al fianco dell'amica, entrambe piene di sicurezza.
L'unica cosa che fece distogliere loro lo sguardo dal punto che entrambe, fino a poco fa, guardavano fisso, fu lo squillo di un cellulare, più precisamente quello di Hanna, che aveva per l'appunto ricevuto un messaggio. Fissò per un po' il telefonino, titubante, come se sapesse già cosa aspettarsi.
<< Non lo leggi? >> Chiese Mona con tutta l'innocenza di questo mondo. Hanna la guardò per pochi secondi, per poi sbloccare lo schermo del cellulare e leggere il messaggio appena ricevuto: 'Cosa direbbe tua madre se scoprisse che sua figlia è una ladra? -A'.
Continuò a fissare il telefonino con uno sguardo pieno di paura.
<< Va tutto bene? >> Le chiese l'amica, leggermente preoccupata, notando l'improvviso cambiamento della sua espressione.
<< S-sì, è tutto apposto. >> Simulò un sorriso palesamente falso, generando le solite fossette che le si creavano ai lati della bocca ogni volta che sorrideva.
Ripose il cellulare nella borsa, come se nulla fosse successo, e riprese a camminare insieme a Mona, non andando a riposare la merce rubata, forse come segno di sfida verso quella persona che si divertiva così tanto a torturare lei e le sue amiche.

<< Vi dico che non la smetterà! >> Si lamentò Hanna, battendo i piedi per terra e camminando senza sosta per la sua stanza.
<< Dobbiamo ignorarla, prima o poi si stancherà e ci lascerà in pace! >> Disse Spencer, l'intelligente del gruppo, che con i suoi capelli color cioccolato e il suo volto da brava bambina sembrava incapace di far del male anche solo a una mosca, quello che gli altri però non sapevano è che, probabilmente, era la più forte tra le quattro.
<< Questo non puoi saperlo! >> Ruggì in risposta Hanna che, evidentemente, aveva raccontato alle amiche la sua esperienza con 'A' al centro commerciale, evitando, ovviamente, di raccontare la parte in cui rubava un rossetto, un borsellino e un paio di occhiali da sole, e restando molto vaga sul contenuto del messaggio.
<< Cosa diceva di preciso il messaggio? >> Chiese Aria, che fino ad allora era rimasta in silenzio, innarcando appena un sopraciglio e sorridendo appena, come se lei sapesse già tutto, il che era impossibile visto che Hanna non ne aveva fatto parola con nessuno.
<< N-non è importante saperlo. Quello che importa è che dobbiamo distruggere 'A' una volta per tutte. E' odiosa, e non la sopporto, E DEVE FARSI GLI AFFARI SUOI! >> Sbottò ad urlare la bionda, che quando voleva distogliere l'attenzione da una cosa tendeva a straparlare e a balbettare ininterrottamente.
<< Perchè balbetti, Hanna, vuoi nasconderci qualcosa, forse? >> Domandò nuovamente la piccola Aria, con un tono calmo e un'espressione tranquilla.
<< Ti sei svegliata dalla parte sbagliata del letto stamattina, per caso? Non sono io il nemico, quindi invece di fare l'interrogatorio a me, dovresti cercare di scoprire chi è 'A' come stiamo facendo tutte noi! >> Hanna non smetteva di urlare, guardando malissimo la ragazza dai capelli scuri seduta sul suo letto, a pochi metri di distanza da lei.
<< Adesso basta! >> Disse all'improvviso Emily, quel giorno piuttosto silenziosa, attirando gli occhi delle tre tutti su di lei. << E' questo quello che vuole fare 'A': metterci l'una contro l'altra, e non mi pare il caso dargliela vinta litigando. >> Concluse, per poi ritornare a fissare il cielo sempre più nuvoloso, rimanendo nelle sue. Evidentemente non s'era ancora ripresa del tutto dal momento di tristezza dovuto alla mancanza di Alison, il che era facilmente percepibile.
<< Stai bene, Em? >> Le chiese infatti Spencer, notando un filo di tristezza nel suo tono. La mora annuì debolmente, senza degnarla di uno sguardo. Rimasero tutte e quattro in silenzio per alcuni istanti, fino a quando non si sentirono quattro cellulari squillare contemporaneamente: A era di nuovo all'attacco.
<< 'Come va la caccia ad A, stronzette?' >> Lesse Spencer silenziosamente, lanciando sguardi preoccupati alle altre tre, tra le quali Aria sembrava essere la meno sorpresa.


** SPAZIO AUTRICE **

Questa è la prima ff in assoluto che scrivo e ho scelto come 'tema' la serie tv 'Pretty Little Liars' perchè è, per l'appunto, una delle mie preferite. Questa ff è più o meno ambientata nello stesso periodo/luogo della serie tv, ma ha parecchi particolari che la differenziano da essa, il che potete capirlo osservando i comportamenti sospetti di Aria e il carattere un po' freddo di Emily, che ho deciso di dipingere come la debole del gruppo.
Non so cosa altro dire, quindi, niente..spero vi piaccia c:


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Capitolo 3
*** Doppia faccia. ***


CAPITOLO DUE

Uno dei posti migliori in cui passare una domenica pomeriggio così calda e asfissiante come quella che c'era quel giorno a Rosewood, era sicuramente uno dei pochi parchi presenti nella piccola cittadina.
Hanna, Spencer, Aria ed Emily erano, per l'appunto, sedute su una delle varie panchine fresche di vernice verdastra, in un parchetto a caso.
Hanna aveva le gambe incrociate - ricoperte da un pantalone piuttosto stretto, celeste, abbinato ad una camicetta a quadretti del medesimo colore che invece le ricopriva il petto - a mo' di indiano, e giocherellava con dei fiorellini raccolti precedentemente da un cespuglio.
Spencer era immersa nella lettura di uno dei tanti libri che possedeva, in questo caso 'Il gabbiano Jonathan Livingston' probabilmente uno dei suoi preferiti, il quale  aveva una copertina biancastra, esattamente come l'abito che indossava.
La minuta Aria, invece, avvolta in una gonna nera con diversi strati di velo e in un top giallo, trascorreva il tempo mandando messaggi con il suo blackbarry rosa, dondolando di tanto in tanto le magre gambe.
Emily, che indossava una semplice tuta grigia, a differenza delle altre, fissava un punto dinnanzi a sè e aveva l'espressione di chi non fosse presente nel regno dei comuni mortali. 
<< Oggi mi vedo con Toby. >> Ruppe il silenzio Spencer, chiudendo il suo libro e poggiandolo sulle sue gambe. << Avevamo intenzione di andare al cinema, proseguire la serata con una cena galante e concludere in bellezza con una romantica passeggiata al chiaro di luna! >> La mora sognava ad occhi aperti, gesticolando nel raccontare alle sue amiche il programma della serata che doveva passare con il suo ragazzo.
<< Potrei vomitare. >> Sussurrò Aria, alzando gli occhioni verdi al cielo e citando uno dei personaggi che più amava del mondo di Harry Potter - di cui probabilmente aveva visto solo i film, visto che l'intelligente del gruppo era Spencer e , in ogni caso, ad Aria non piaceva leggere -: Severus Piton.
<< Scusami? >> Chiese Spencer, come se non avesse sentito bene, guardando la ragazza accanto a lei con un sopraciglio leggermente innarcato. 
Anche gli sguardi di Hanna ed Emily - che sembrava essere finalmente ritornata tra di loro - erano puntati su di lei.
<< Ehm..volevo dire: sarà una bellissima serata, immagino! >> Aria si corresse immediatamente, come se si fosse accorta solo ora di aver pronunciato le precedenti parole con un tono troppo alto. 
<< Sicuramente! >> Disse poco dopo Spencer piena di sè, con un sorriso a trentadue denti.
<< Caleb è fuori città, è andato a trovare sua madre. >> Affermò invece Hanna, sbuffando appena. << Mi toccherà passare la serata a guardare film strappalacrime e a mangiare cibo cinese..>> Proseguì, portandosi una ciocca bionda dietro l'orecchio destro. << Aria, Em, mi fate compagnia? >> Sfarfallò poi le ciglia in direzione delle due more.
<< Scusa, ma io ho già un impegno. >> Si affrettò a rispondere Aria, senza portare neanche per un attimo lo sguardo sul volto di Hanna. 
<< Ti vedi con Ezra? >> Le chiese Spencer, girandosi verso di lei.
<< Ehm..sì, sì certo. >> Rispose Aria con un tono piuttosto distratto, annuendo e sorridendo debolmente. Stava dicendo la verità?
Intanto Hanna fece spallucce roteando gli occhi azzurri su di Emily, questa volta. << A quanto pare siamo rimaste io e te. >> Sorrise in sua direzione, ma non ottenne nulla di ricambio, solo un lungo silenzio. << Emily? >> Chiese come per attirare la sua attenzione. 
<< C-cosa? >> Emily sembrava quasi scesa dalle nuvole.
<< Mi stai ascoltando? >> Chiese Hanna, lievemente infastidita. << Stasera vieni da me? >>
<< Oh, sì, certo. >> Disse lei, sorridendo appena.
 
La sera arrivò in un batter d'occhio e in men che non si dica Spencer era già vestita e truccata, in attesa che la sua serata iniziasse. Indossava un vestito rosso che le arrivava a metà coscia, delle scarpe con il tacco nere e una collanina d'oro; per non parlare degli innumerevoli bracciali costosi che portava ad entrambi i polsi. Toby Cavanaugh non era quel che si poteva definire il ragazzo dei sogni: si guadagnava da vivere facendo lavoretti e commissioni a diverse persone, alcuni dei quali anche alla famiglia di Spencer, non aveva molti amici ed era malvisto dalla maggior parte degli abitandi di Rosewood. Quando voleva, però, si comportava da vero gentiluomo. Arrivò fuori casa sua alle otto in punto, Spencer prese la borsetta rossa e si avviò verso il furgoncino del suo ragazzo.
La loro serata stava per avere inizio e a lei non interessava in che condizioni si sarebbe svolta: era con Toby, il ragazzo che amava, e questa era l'unica cosa che importava. 
 
I due non fecero altro che baciarsi e scambiarsi effusioni per tutta la durata del film, di cui, molto probabilmente, non conoscevano neanche il titolo. 
<< Ti è piaciuto? >> Le chiese Toby, una volta usciti dalla sala, riferendosi probabilmente al film.
<< Che cosa? Baciarti? Oh, sì, molto. >> Scherzò Spencer, per poi portare le braccia intorno al collo del suo ragazzo e stampargli un bacio sulle labbra.
 
Si ritrovarono poco dopo all'interno di un ristorantino non proprio all'altezza della famiglia Hastings, ma comunque carino ed accogliente.
C'erano molti tavoli liberi, per cui Spencer e Toby non ci misero molto a sceglierne uno.
<< Questo! >> Indicò un tavolo vicino alla finestra, la mora, sorridente.
<< Aggiudicato! >> Disse di rimando Toby, con un tono allegro e scherzoso.
Erano così i due, quando stavano insieme: felici, contenti e, soprattutto, loro stessi.
Dopo alcuni istanti arrivò al loro tavolo una cameriera dai capelli rossi, con una spruzzatina di lentiggini sul volto e dall'aria simpatica. Indossava la tipica divisa da cameriera, esattamente uguale a quella dei suoi colleghi: una camicia bianca, un jeans, un paio di scarpe da ginnastica, la cravatta rossa legata al collo e il blocchetto delle ordinazioni tenuto nella mano destra. 
<< Buonasera, cosa vi porto? >> Chiese con una vocina tanto squillante da disturbare l'udito della coppia.
<< Per me del pollo e del vino..>> Sorrise Spencer, alzando di poco lo sguardo dal menù che aveva tra le mani.
<< Per me lo stesso. >> Disse poi Toby, prendendo la stessa ordinazione della sua ragazza, andando infine ad afferrargli la mano con sguardo innamorato.
Le loro ordinazioni arrivarono poco dopo, quindi non ci volle molto prima di proferire un dolce << Buon appetito >> e cominciare a gustare la propria cena, o almeno per quel che riguardava Toby. Spencer, invece, divenne improvvisamente agitata, quando vide arrivare il suo piatto: sopra il suo pollo, infatti, era poggiato un bigliettino con su scritto 'Attenta a non strozzarti con il pollo, stronzetta -A'. 
Aprì la bocca con fare sconvolto, portandosi immediatamente la mano sopra. 
<< Tutto bene? >> Chiese Toby leggermente preoccupato che, nel frattempo, aveva preso a mangiare grandi bocconi del suo pollo. 
Lei annuì, titubante, generando un sorriso palesamente falso.
Il bello è che non ebbe neanche il tempo di riflettere sul da farsi che sentì la persona con la quale stava parlando fino a pochi secondi fa tossire.
Toby si portò subito le mani alla gola, sgranando gli occhi e tossendo con un'intensità sempre maggiore.
<< Oh mio dio, oh mio dio...MI SERVE AIUTO! >> Prese ad urlare Spencer, che s'era alzata ed era andata accanto al suo ragazzo, dandogli forti colpi sulla schiena. << MI SERVE AIUTO! >> Ripetè, sempre più allarmata. 
In men che non si dica arrivarono due camerieri, pronti a soccorrere Toby. Uno di loro lo prese per le spalle e l'altro gli dava forti colpi alla schiena. Alla fine riuscì a cacciare quello che, a momenti, l'avrebbe fatto strozzare: un pezzetto di legno. 
<< Cosa diamine ci faceva del legno dentro un pollo? >> Sbottò Spencer, che probabilmente sapeva già chi fosse il colpevole. << Poteva soffocare..Poteva morire! >> Era piuttosto arrabbiata e non sapeva con chi prendersela: se con i camerieri che non avevano fatto abbastanza attenzione alle portate, o se con 'A' che le aveva rovinato la serata destinata ad essere la più bella della sua vita. 
<< Calma, calma signorina..>> Disse uno dei due camerieri, con un tono calmo, come per non farla inferocire ancora di più.
Questo ovviamente non cambiò lo stato d'animo di Spencer, anzi, la fece irritare ancora di più. << Come faccio a stare calma se il mio ragazzo si stava strozzando con un pezzo di LEGNO trovato in un POLLO?! >> Sbuffò rumorosamente, mandando letteralmente a quel paese le buone maniere.
<< Ehi, Spence, va tutto bene..>> Sussurò Toby, portando una mano sulla spalla della ragazza, sorridendole appena.
<< No, no Toby, non va bene, non va per niente bene! >> Sbottò di nuovo, in direzione dei camerieri.
Ed è lì che si capì che, anche con tutte le scuse del mondo, Spencer non avrebbe mai perdonato i due camerieri - che c'entravano ben poco - e nè tantomeno avrebbe smesso di lamentarsi. 
 
Intanto Hanna ed Emily erano letteralmente sprofondate nel divano di casa Marin, circondate da cibo cinese e da fazzoletti per trattenere i lacrimoni, causati da uno dei tanti film romantici che possedeva la bionda.
<< N-non può morire! Loro..loro si amano! >> Prese a parlare Hanna, probabilmente con la televisione. Si riferiva al film strappa lacrime, il che era evidente.
Anche Emily, che solitamente evitava di piangere in pubblico, singhiozzava e lacrimava ininterrottamente. << E' una storia così triste..>> Proferì a bassa voce, portandosi un fazzoletto agli occhi e asciugandosi le lacrime che pian piano colavano sulle sue guance. 
<< Non dovrebbero fare film del genere. >> Disse poi Hanna, che si alzò dal divano e andò a spegnere la tv, visto che il film ormai era terminato. Si asciugò poi le ultime lacrime e saltò nuovamente sul divano, mettendosi con le gambe incrociate e girandosi verso Emily, prendendo a mangiare la sua porzione di cibo cinese. 
<< Buon appetito! >> disse la mora, sorridendole.
Hanna era, evidentemente, ancora troppo scossa dal film per rispondere, si limitò quindi ad annuire lentamente. 
Le due dovettero interrompere la loro cena, tuttavia, visto che, tutto d'un tratto, le luci si spensero e si sentì un rumore assordante provenire dalla camera di Hanna.
<< C-Che cosa succede? >> Balbettò Hanna, che si alzò immediatamente dal divano e raggiunse Emily, anche lei impiedi.
<< Non ne ho idea! >> Rispose Emily con fare sconvolto, guardandosi intorno e puntando gli occhi a mandorla un po' ovunque. << Dovremmo andare a controllare di sopra, forse è semplicemente saltata la corrente. >> Propose la ragazza, gesticolando appena.
<< Che cosa?! No, non se ne parla! La corrente quando va via non fa mica rumori simili! >> Iniziò ad urlare Hanna, che s'era fatta prendere dal panico. << Io di sopra non ci vado, e se c'è un ladro? IO NON VOGLIO MORIRE! >> Continuò, portandosi le mani al volto.
<< Shh, sta zitta e andiamo a vedere! >> La zittì Emily, prendendola per un braccio e dirigendosi pian piano verso le scale, per quanto riuscisse a vedere a causa di tutto quel buio.
<< Io continuo a pensare che sia una cattiva idea..>> Sussurrò la bionda, sempre più terrorizzata: non per niente Hanna era la fifona del gruppo.
Alla fine, tuttavia, Emily avrebbe dovuto ascoltare la bionda, visto che all'improvviso scese correndo dalle scale una figura nera, tutta incappucciata, che gettò entrambe le ragazze all'indietro con uno spintone, facendole cadere per terra. Le due si resero conto di quello che era successo pochi istanti dopo, quando la luce ritornò e quando ricevettero entrambe lo stesso identico messaggio: 'Chiudete la porta a chiave, la prossima volta, non si sa mai chi potrebbe entrare -A'. Emily si stava massaggiando la testa ed Hanna la gamba, ma entrambe fecero la stessa faccia sconvolta, con tanto di bocca spalancata.
<< Non ci posso credere..>> Sussurrò Emily, scuotendo il capo.
<< Io si. >> Disse invece Hanna. << E' capace di tutto, ed è per questo che dobbiamo fermarla! >> Urlò, evidentemente irritata, gettando il cellulare dall'altra parte della stanza e prendendosi la testa tra le mani, sbuffando rumorosamente. 
<< Si, ma non possiamo..lei è ovunque, ricordi? >> Chiese Emily, riferendosi al primo messaggio che le quattro ragazze ricevettero da quell'anonima - o anonimo - che si divertiva tanto a rendere le loro vite impossibili. 
 
Toby, nel frattempo, aveva trascinato Spencer via dal ristorante e aveva cercato di riassicurarla, dicendole che stava bene e che non c'era motivo di infuriarsi così tanto. Spencer, tuttavia, era testarda e, quindi, passò il resto della serata con il broncio. 'A' c'era riuscita ancora una volta, a rendere la sua vita un inferno.
La situazione peggiorò quando ricevette un messaggio da Hanna, che diceva 'Abbiamo un problema, A sa come entrare nelle nostre case' e ovviamente si fiondò a casa dell'amica, facendosi accompagnare da Toby e scusandosi millemila volte per la serata rovinata e per il modo brusco in cui aveva dovuto lasciarla.
Aria ricevette lo stesso messaggio ma, a differenza di Spencer, non si preoccupò minimamente, anzi, sorrise pure con fare trionfante, voltandosi verso la stessa figura incappucciata che era entrata in casa di Hanna: A. 

** SPAZIO AUTRICE **


Ed eccomi qui con il secondo capitolo di questa storia. Qui è già tutto più chiaro e si capisce meglio l'indole delle quattro protagoniste: l'ostinità di Spencer, la paura di Hanna, il coraggio, invece, di Emily e la doppia faccia di Aria. Ancora una volta non ho tanto da dire e mi scuso per la scarsa fantasia che uso per trovare i nomi dei capitoli, ma non è proprio il mio forte lol
Ad ogni modo, spero vi piaccia c:

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