Life is the only thing I have

di Nuvole di fango
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sono diversa ***
Capitolo 2: *** Sorpresa. ***
Capitolo 3: *** I sogni sono fatti per chi se li può permettere ***
Capitolo 4: *** Illusa... ***
Capitolo 5: *** Never say never ***
Capitolo 6: *** Tradimento ***
Capitolo 7: *** Coma ***
Capitolo 8: *** Love ***
Capitolo 9: *** uN PICCOLO GESTO PUò CAMBIARE LA GIORNATA. ***
Capitolo 10: *** Cosa non detta. ***
Capitolo 11: *** DICHIARAZIONE ***
Capitolo 12: *** Addio ***
Capitolo 13: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Sono diversa ***


Come posso pensare che il mondo sia perfetto?
Come posso pensare di essere bella se non porto una 38?
Come posso pensare di essere normale so sono autolesionista?
Come posso pensare che il ragazzo più carino della scuola mi possa considerare se sono una delusione, un disastro?
Non posso, la verità é che sono sola, che porto una 48, che peso quasi 75 kg e che Justin non mi darà mai nemmeno uno sguardo. Ed é proprio questo che odio, lui é così...così dolce e così simpatico, carino, sensibile. Ma gli vanno tutte dietro, lui non poserà mai l'occhio su di me, tutte le ragazze quando sono sola vengono e mi prendono in giro, mi punzecchiano, mi piacchiano. Mi vergogno a cambiarmi davantii a loro, perché sono la "cicciona della classe", o almeno così vengo chiamata. Preferirei che non ci fossero, che ci fossero solo i maschi insieme a me nella classe. Almeno loro mi ignorano, non mi danno fastidio. Non sanno cosa si prova, a 17 anni non aver mai avuto un ragazzo, " devi trovare ancora la persona giusta" mi dicono, bugie, l'amore ormai si basa solo sull'aspetto fisico, se una persona é brutta e simpatica, viene messa sotto quella bella e vanitosa. "Jenny si risolverà tutto" mi dico prima di fare un altro taglio, so che non é vero, so che non si risolverà mai niente, lo so.
Non sanno cosa si prova a vedere gambe belle, nude in estate, e poi guardarsi allo specchio e vedere pantaloni larghi e lunghi. Non sanno cosa si prova a vedere persone al mare, poi guardarsi in costume e farsi altri tagli. Nessuno lo sa, tranne me.
Oggi sono andata al parco, mi sono seduta sulla panchina all'ombra , "se incontro loro sono nei guai, se mi metto qui, magari non mi noteranno" ho pensato. Pensavo male, perché mi hanno visto, e si é scatenato l'inferno, schiaffi, pugni, tirate di capelli, erano in tte, non so come si chiamavano ma sono certa che una é in sezione C: Erica mi sembra.  
-Perché lo fate!?- ho urlato. Non hanno risposto, dopo cinque mesi di scuola non sapevo nemmeno come si chiamavano, se non di cognome. Sono tornata a casa, gonfia di lividi e con le pagine del libro tutte strappate, ma la mia famiglia stava risparmiando per portarci in vacanza, quindi non ne volevo ricomprare un altro. Ho fatto finta di niente e sono andata in camera, poi in bagno a lavarmi i capelli. Sono tornata in camera e mi sono sentita una stupida, perché ero andata nel parco meno frequentato? Perché non nel parco centrale?" É più vicino a casa" é stata la mia risposta, ma sapevo benissimo che era perché mi vergognavo ad uscire. Mi illudevo da sola, andavo in bagno e tiravo fuori la lama. É normale che i miei non se ne siano mai accorti, mi tagliavo nelle cosce e portavo sempre calzoni lunghi. Volevo uccidermi. Ora sono qui, a raccontare ad un diario i miei problemi, la mia vita, forse perché é l'unico che capisce insieme alla lametta che uso per tagliarmi, forse é l'unico che sta zitto e non dice: "ti capisco".
Vorrei essere mia sorella, magra, bella, simpatica. Quanti ragazzi che ha avuto lei... in confronto a me é una dea, la figlia più brava, quella che a scuola prende voti sempre sopra all'otto, quella che arriva sempre prima alle gare di ballo, la figlia perfetta. Io non esisto, non sono niente, ho pensato per molto tempo di essere stata adottata, ma guardando le foto di mia madre da piccola mi sono accorta che eravamo uguali. Eppure le altre ragazze arrivate quest'anno non sono state prese in giro, semplice, non sono grasse, non sono le "Ciccione della classe" ci sono solo io, solo io sono presa di mira. Sono stanca, voglio uccidermi. Addio mamma, addio papà, addio sorellona. 
 
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Capitolo 2
*** Sorpresa. ***


Il giorno dopo...
 
La madre di Jenny piangeva, non avrebbe mai pensato una cosa simile, mai si era accorta dei tagli, mai. E venirlo a sapere perché la sorella per andarla a chiamare l'aveva trovata con una vena tagliata non era il massimo. In quell'ospedale c'erano da quattro ore. Erano le tre del mattino quando il dottore era uscito dalla sala operatoria, Jenny era fuori pericolo, per un soffio non aveva rischiato la morte. Ma aveva detto anche che la ragazza non voleva vedere nessuno, solo la sorella. Hanna era entrata, si era seduta sul letto e le stava per dire tante cose ma Jenny...:
-Zitta, non parlare. Scusa e basta, dovevo dirti questo. Ora esci, dì a mamma e papà che sto bene e che fra due giorni sarò a casa, devono farmi le trasfusioni. Scusate, ma volevo soltanto morire.- 
- Non uscirò di qui-
- Allora uccidimi, uccidimi tu. La mia vita non ha senso, guadami. Sono una palla di lardo senza amici e isolata dal mondo, non sono la figlia più brava, non sono normale, perché mi taglio, non sono niente. Ho solo il desiderio di morire, solo questo.-
Hanna era uscita, arrabbiata, triste, delusa. Disse tutto ai genitori che andarono ad informare la scuola. 
Jenny ripeteva al dottore di farsi prendere il diario. La madre, che era ancora lì, lo aveva consegnato, senza leggerne una pagina. Jenny aveva cominciato a scrivere: " Ci ho provato, ma mi hanno beccata, il dottore ha detto che sono viva per un soffio, beh magari soffi non esistessero! Dio non fa sbagli? Allora perché con me si? Perché mi fa vivere? Pensa davvero che riuscirò a sopportare tutto? Beh si sbaglia.
Io mi odio, odio il mio corpo. E poi ci manca solo quello stronzo di medico che mi fa:"ma perché ti tagli?" Ma secondo loro... perché? Perché é l'unica cosa che mi fa stare bene! Ora vado, tra un po' ti risceivo, devo fare le trasfusioni. "
 
Qualche ora dopo...
 
"-Signorina Jenny Tree?- 
-Si, sono io , dica-
-Ha visite-
-Non voglio vedere nessuno della mia famiglia-
-Dice di essere un suo amico-
-Avrà sbagliato persona, io non ho amici, lo faccia entrare comunque-
Un ragazzo, il viso coperto da un mazzo di fiori, capelli castani, lisci. Camminava lentamente, sempre con il viso coperto da quei fiori. Pensavo fosse mio padre, no, no, non ci credevo, era....era Justin! Mi aveva portato dei fiori? Sicuramente stavo sognando. 
Lui si era scoperto il volto e aveva cominciatoa parlare:
-Ciao, so che non mi conosci, io sono Justin, vado in sezione A della tua scuola-
-Dimmi che non sto sognando-
-No, penso. Magari sto sognando io!-
-Io sono Jenny, piacere. Ti sbagli, ti conosco bene, ma perché sei qui?-
-Niente, volevo solamente vedere come stavi, questi sono per te-
-Grazie!-
-Allora io vado, ci si vede a scuola, ciao guerriera!-
Non ci credo, mi aveva appena chiamata... GUERRIERA?! O mio Dio. Ero felice per una volta, la prima volta dopo 3 anni di superiori, il mio sogno finalmente realizzato. Avevo parlato con Justin Bieber, il ragazzo più dolce e carino della scuola. Mi sentivo quasi...quasi bella, sentivo che finalmente mi avevano mandato un po' di fortuna, allora ho deciso:
DA QUEL GIORNO AVREI PROVATO A DIMAGRIRE, VOLEVO PESARE SESSANTA CHILI, COME UNA NORMALE ALTA 1, 65 CM.
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Capitolo 3
*** I sogni sono fatti per chi se li può permettere ***


" Ma come potevo illudermi? Come potevo pensare che gliene fregasse qualcosa di me? Per lui non sono niente, non è cambiato niente, perché era venuto in ospedale, se fuori da scuola non mi salutava manco. Mia mamma non mi lascia un attimo, mi accompagna a scuola, perché aveva paura che mi tagliassi in autobus, finché non mi addormento sta dietro la porta e se sente un rumore entra, quando vado in bagno origliava. É un inferno, sembro una bambina, seguita in tutto. Provo a non tagliarmi, provo a stare lontano dalle lame, ma non ci riesco, mamma mi controlla le cosce, la pancia, le gambe, devoo trovare una zona per tagliarmi, altrimenti non so che farò"
-Jenny a tavola!-
-Arrivo mamma!-
-Spinaci e carne impannata, contenta?-
-Grazie mamma, ma non serve che mi tratti come una bambina.-
-Smettila Jenny, sai benissimo che mi preoccupo per te-
-Sii? Bene perché fino ad adesso non lo hai mai fatto, mai. Se fosse stata Hanna a tagliarsi te ne saresti accorta subito, per forza, lei é la figlia brava, quella con la strada liscia, quella che all'ultimo anno delle superiori ha la media del nove.-
-Va in camera tua, stasera non mangi-
 "Odio mia madre quando fa così, cioè sono contenta che non mi abbia fatto mangiare, ma mi ha parlato in un modo... sembra stupida, nemmeno mi ha chiesto il perché, e dice pure che si preoccupa, io non lo so che testa che ha la gente. Ora vado a dormire."
 
Il giorno dopo...
 
"Oggi mi sembrava di morire, dovevo tagliarmi, da qualche parte dovevo farlo
Allora ho preso le forbici della prof mentre era fuori e sono andata in bagno. Sono entrata e mi sono fatta una coda. Ho preso le forbici e mi sono tagliata dietro al collo, in su, dove fa male, dove i capelli coprono la ferita. Avevo un motivo. Oggi era il giorno di educazione fisica, il giorno più brutto della settimana. Mi sono cambiata prima delle altre, così avrei evitato le prese in giro, mi sbagliavo. C'erano le solite stronze che mi spiavano, e mi hanno beccata con i tagli.
-Ehi Cicciona, cos'hai fatto ti ha graffiato il gatto?- 
Non ho risposto, avrei potuto ficcarmi nei guai.
-A quanto pare il gatto ti ha graffiato pure la lingua-
Ho provato ad andarmene ma lei mi ha afferrato il polso, non so come si chiami, ma è in terza D. Fece avanzare le seguaci, tra cui Erica e altre due ragazze. Ora erano in quattro, non più in tre. Erica mi si sferrò davanti, mi afferrò la pancia e me la strizzò fino a farmi venire il livido, l'altra seguace mi tirò i capelli e il "capo" mi scagliò dei pugni nella schiena e mi ha sussurrato:
-Hai visto cosa succede a non portare rispetto e a non rispondere?-.
Ha ordinato alle ragazze di lasciarmi andare e sono corse verso il campo. Io ho detto alla prof che mi sentivo male e non potevo fare ginnastica. Lei mi ha controllato il libretto delle giustificazioni, avevo falsificato la firma di mia madre, ma non si era accorta di nulla. Arrivata a casa, ho mangiato e sono andata a ritirare la posta. C'era un biglietto per me, l'ho aperto e
l'ho letto: "Ci ediamo alle 16:00 al parco, non quello centrale, voglio stare con te solo. Baci 
JUSTIN"
Ero incredula, ma felicissima, mi sono truccata, vestita bene, pettinata con capelli sciolti, piastrati e sono andata al parco.
-Beh? Che ti aspettavi?
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Capitolo 4
*** Illusa... ***


-Beh che ti aspettavi? Che davvero ci fosse Justin?
Povera illusa, sai mi fai pena. Per questo oggi non ti picchierò ti offenderò e basta, guarda, sono sola.
-Bene così non devi nasconderti dietro le tue seguaci, sei tu che fai pena, non sai difenderti a parole, sai solo picchiare chi é più debole, fai schifo.-
-Ahahaha parla la star, guarda tu sei proprio una top model di forma perfetta, che taglianporti, la 90? Sta zitta balena-
-Basta faccia da gatto, addio.- e mi sono girata per andramene.
-Ciao cosce lardose-
Me ne sono andata, era il "capo", sapevo che c'erano le sue seguaci, avrebbero potuto picchiarmi se avessi risposto. Me ne sono andata a casa e ho detto a mia madre che non avevo fame, alle sette ero sotto le coperte, mi sono scese le lacrime, pensavo, pensavo a come sarebbe stata la mia vita se fossi stata magra e bella come Hanna, come fosse stata se Justin mi avesse considerato di più, come sarebbe stata se Justin mi avesse incontrata veramente. Mi sono scese le lacrime perché sapevo che la mia vita non sarebbe mai cambiata, che mi tagliavo e che c'era gente che per queto mi considerava anormale, piangevo perché i miei genitori non si accorgevano di me, piamgevo perché avrei voluto non essere sola, mai. Ma ero sola, sempre. Pensavo: "mamma avrei voluto renderti orgogliosa di me, avrei voluto essere brava a scuola, avrei voluto essere bella, così mai ti avrei creato problemi. Avrei voluto morire quella notte, così sarei felice ora. "
 
Il giorno dopo...
"Oggi il quartetto Stronze mi ha trovato da dire perché avevo gli occhi rossi dalle lacrime e un occhio nero. Il capo ha fatto le sue solite battutine:
-Eh ma come sei rossa balena, cos' hai fatto, ti sei fatta per smettere di sfruttare il tuo gatto per graffiarti?-
Mi dispiace, ma non ci ho più visto e le ho tirato uno schiaffo graffiandole la guancia sinistra. Poi sono corsa verso la classe senza farmi prendere, ma sono inciampata in una lattina e il capo mi é saltata addosso. Mi stava per tirare un pugno quando...
-Lasciala stare!-
Il capo ha alzato lo sguardo
-Non ti azzardare a toccarla-
La ragazza che mi stava per aggredire é scappata. Pensavo che fosse un prof e invece...
-G..grazie-
-Prego Jenny-
Anche io ho alzato lo sguardo, sapeva il mio nome, era...era Justin. Mi ha aiutato ad alzarmi, mi ha guardato e mi ha detto:
-Stai bene guerriera?-
-Si guerriero!-
-Senti... ti è colato il Mascara...- mi ha messo un dito sulla pelle, poi ha preso una salvietta e me l'ha strofinata sotto l'occhio.
-Grazie Justin-
-Chiamami Jus, e comunque questo é il mio numero, se hai bisogno...beh, io ci sono-
-Jus...dici davvero?-
-Vorrei conoscerti meglio, ma ora devo andare, ciao guerriera. -
Io strafelice mi sono incamminata verso casa, era il giorno più bello della mia vita, forse la fortuna mi aveva baciatoper una volta, mi aveva dato il suo numero!! Io ho mandato un messaggio per fare vedere qual era il mio e sono andata a mangiare. Ma la cosa più bella di oggi é che non mi sono tagliata. Il telefono alle nove ha vibrato, era Justin. 
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Capitolo 5
*** Never say never ***


-Ciao Guerriera come va?-
-Ciao Jus, bene e tu?-
-Ti ha fatto male?-
-Un po' ma ormai ci sono abituata, mi prendono a botte in quattro a volte- 
-Perché non lo hai mai detto?-
-Se lo avessi fatto, mi avrebbero riso in faccia, io non sono nessuno, loro sono dee in confronto a me, palla di lardo.-
-Jenny, tu vai bene come sei e ricorda: chiama quando hai bisogno.-
-Grazie Jus, ci sentiamo-
Che bello, finalmente, per la prima volta ero stata apprezzata da quAlcuno che non fosse la mia famiglia, per la prima volta mi ero sentita protetta da un amico, per la prima volta avevo pianto per felicità. E non era poco, visto che per tre anni ero stata odiata, da tutto, da tutti. Ma perché i giudizi delle persone si basano solo dall' aspetto estetico? Perché le magre e antipatiche sono più volute? Abbiamo una sensibilità pure noi grasse, abbiamo un cuore come loro, abbiamo una faccia come loro, abbiamo sensualità a nostro modo.
Ma i ragazzi non lo capivano, solo Jus lo capiva, lui sapeva che soffrivo, lui mi ha difesa. Justin é un amico fantastico.
 
Tre giorni dopo...
"Io e Justin ormai ci conosciamo e oggi mi ha invitato al parco centrale per farmi conoscere delle amiche e degli amici. Da tre giorni,ho smesso di tagliarmi, sono fiera di me. Forse sono uscita da quel periodo oscuro, forse grazie a lui sono rinata. Lui é simpatico, dolce, carino, sensibile...lui è...è perfetto, é perfetto nei suoi difetti, nei suoi pregi, Justin é tutto perfetto. Insomma oggi non vedevo l'ora di partire, quindi mi sono preparata un'ora prima.
Ho messo un paio di jeans stretti con i brillantini e una canottiera bianca con la bandiera dell'Inghilterra, ero dimagrita 3 chili, pesavo 72 kg ora. Mi sono messa il mascara e l'ombretto, volevo essere presentabile. Alle quattro meno dieci sono uscita e mi sono incamminata verso il parco, Jus era lì e mi era venuto in contro:
-Ehi Jenny, sei bellissima vestita così-
-Davvero lo pensi?-
-Certo guerriera-
-Grazie mille Jus, sei l'unica persona che in tre anni me l'abbia detto- 
-Senti, se non me ne vuoi parlare, é uguale, ma perché sei andata all'ospedale? -
-É una storia lunga, allora, da dove cominciare? Si diciamo che é iniziato tutto in prima superiore, ero grassa come adesso e mi hanno cominciato a prendere di mira 4 stronze perché ti guardavo, perché ero grassa, più debole, e come loro guardavo il ragazzo più carino della scuola, avrei sempre desiderato un abbraccio da te, lo sapevano anche loro e mi picchiavano.
Allora ho cominciato a tagliarmi, l'unico modo per trovare benessere e poi perché avrei voluto morire, bastava tagliarsi una vena e basta. Almeno così pensavo, all'ospedale ci sono andata per questo. -
-Ora ci sono io. Oh! Ecco i miei amici! Jenny questi sono Erik e Robert, questa la ragazza di Erik, Susan e lei é Emily, la ragazza di Robert.-
-Piacere!-
Mi hanno sorriso e abbiamo cominciato a parlare delle nostre vite, della nostra famiglia, poi io e le ragazze abbiamo parlato sole su una panchina. Stavano progettando una gita al mare, un pic-nic, ed Emily mi ha detto:
-Tu ci sei vero venerdì? -
-Si ma... non mi sembra il caso di infiltrarmi, io sono solo un'amica da poco di Jus, non voglio essere un peso-
-Ma scherzi? Sei simpatica, perché dovresti essere un peso? Va bene, allora ci sei-
-Ma...-
- Decido io Jenny!- e ha riso, che bella che era quando rideva! Alle sei sono andata da Justin e l'ho salutato, mi sono incamminata verso casa, ero ormai a cinquanta metri dal parco quando ho visto Jus corrermi dietro in fretta e furia. 
-Jenny fermati!-
-Cosa c'é? -
-Hai dimenticato il cellulare.-
-grazie Jus! -
-Ciao Guerriera! -
-Ciaoo!!-
-Ah, Jenny...-
Mi ha stretto i polsinemi ha guardato in faccia, si é avvicinato piano piano e...mi ha abbracciato. 
-Non era quello che volevi?-
-Jus...grazie, ti voglio bene! Vado devo scappare.-
Arrivata a casa, appena entrata... vetri spaccati in terra, piatti rotti, tutto in disordine.,, pensavo fosse un ladro e invece...,
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Capitolo 6
*** Tradimento ***


"Sentivo urlare, ho pensato, e ora che faccio? Corsi per casa, c'era mia mamma in bagno che urlava.
-Mamma, cosa c'è? - le ho detto accucciata con lei davanti al lavandino.
-Aiuto abbiamo un drogato in casa, e io che pensavo fosse una brava persona, che mi amasse, che lo rendevo felice, invece sono un fallimento!- mi ha detto piangendo e abbracciandosi a me.
-Mamma, tranquilla ci deve essere una spiegazione! -
-Hai ragione, probabilmente non é sua, o forse la è ma l'ha trovata per sbaglio, sisi, deve essere così! -
L'ho aiutata ad alzarsi, e con lei ho messo tutto a posto prima che arrivasse papà. Quando é arrivata mia sorella le ho raccontato tutto e ha proprosto di stare ad origliare sulle scale. É entrato papà e si é messo seduto sul divano, ha acceso la tv e si è messo a guardarla. La mamma l'ha spenta e si é seduta con lui:
-Walter, ti devo parlare-
-Ah, si dimmi, ma veloce che ho da vedere la partita-
-Oggi é venuto un certo All e mi ha detto di consegnarti un libro.-
-Ah si, bene bene, dopo lo porto sopra e lo leggo mentre sono in bagno come sempre.-
-Già peccato che quel libro mi é caduto a terra e c'era della cocaina, ne sai niente?-
-Liberty posso spiegarti...-
-Va al diavolo drogato di merda!-
Mio padre si è alzato, ha sputato addosso a mia madre e le ha detto:
- Forse non hai capito che mi trombo un'altra donna, una che mi da soddisfazione, una che é meglio di una brontolona come te-
-Mi fai schifo-
-Sta zitta donna-
-Non ci sto zitta, vattene.-
-E secondo te
io me ne vado? Ahahah ma tu sei matta, togliti che guardo la partita-
-O te ne vai o chiamo i carabinieri-
-D'accordo, hai vinto Liberty, me ne vado, ma non venirmi a cercare, adesso cosa diventerai, una prostituta?-
-Mi sa che mi hai scambiato per la tua nuova ragazza, che magari ha 16 anni, ma fammi il piacere, levati di qui-
Mio padre l'ha presa per il collo e l'ha sbattuta al muro, si sentivano le sue urla, le ha detto:
-Ringraziami che non ti uccido solo perché i tuoi figli sono i miei figli, altrimenti l'avrei fatto. Prova un'altra volta a mancarle di rispetto e ti uccido hai capito?
Rispondi!-
Mamma si é arrabbiata e gli ha sputato, allora lui le ha mollato due ceffoni e un calcio nel polso, poi ha fatto le valigie e se ne é andato. Io sono corsa da mia madre e l'ho abbracciata, era strana, teneva gli occhi sbarrati, poi ha iniziato a respirare male ed é svenuta. Ho chiamato l'ambulanza che é corsa in ospedale. Io e mia sorella, preoccupatissime, abbracciate, piangevamo, ho detto ad Hanna:
-É colpa mia, se non le avessi detto di parlarci con papà non sarebbe successo, se fossi intervenuta mamma non sarebbe qua, ma non ce la facevo, ero immobile.-
Mi sentivo un mostro, come può una figlia lasciare che la madre venga picchiata? Come può un padre essere così stronzo? Non può, non poteva, doveva pagarla. Ho detto ad Hanna:
-io vado a prendere il cellulare a casa, prendo un taxi, tu sta qui, saluta la mamma e dille che arrivo.-
Allora ho cercato mio padre dappertutto, alla fine era casa mia che si sbatteva sul divano la sua ragzza, avrà avuto si e no 25 anni. 
-Jenny, aspetta!-
-Cosa vuoi dirmi? NO non ,a stavo scopando ci stavo facendo la puntura? Vaffanculo papà, detto dal cuore e ricordati di questo momento perchésarà l'ultima volta che ti chiamerò così-
-Vattene!-
-No vattene tu, andate a farlo in macchina piuttosto, vai in un motel, vai a casa sua, ma non qui, vattene-
Mio padre se n'era andato, il cellulare vibrò, era mia sorella:
-Jenny Jenny vieni subito! La mamma...lei...
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Capitolo 7
*** Coma ***


-Jenny, Jenny vieni subito, la mamma é...lei é.... in coma, poi ti spiego devi venire subito. 
-Arrivo!- ho preso il taxi e ho chiamato Justin:
-Ciao Jus, ascolta hai impegni stasera?-
-No, dimmi guerriera!-
-Ti va di venire con me in ospedale?-
-Ti sei tagliata?-
-No, mio padre ha... ti spiego in ospedale se vieni ok?
-si vengo in motorino.-
Justin era lì, ad aspettarmi, mi ha abbracciata e mi ha sussurrato:
-Andiamo dentro, mi spiegherai tutto lì- 
Ho spiegato la storia a Justin lungo i corridoi, poi ho visto mia sorella e le sono corsa incontro:
-Allora?-
-Quando papà l'ha sbattuta contro il muro... beh... trauma cranico e ora é in coma. La opereranno subito.-
Io mi sono messa a piangere, non ero pronta, no, non potevo perdere mia madre adesso, non ora. Ho abbracciato Justin, lui mi ha dato un piccolo bacio sulla fronte poi ha preso il telefono e ha chiamato sua madre per dirle che dormiva in ospedale, solo per quella notte, era il premio per l'otto di storia. 
Ho guardato Justin e gli ho detto:
-ma perché lo hai fatto?-
-Perché io ti voglio bene Jenny.-
- Anch'io Jus-
Ci siamo messi seduti sulle sedie dell'ospedale, erano verdignole, in quell'ospedale c'erano 4 stanze letto per le urgenze, no ce ne siamo fatti dare una, c'erano tre letti appiccicati, fissati a terra, non so, magari avevano paura che li rubavano... io mi sono messa in mezzo perche Hanna non voleva stare vicino a Jus. Hanna si é addormentata subito, io e Jus no invece, il letto era scomodo, ma bisognavaabituarsi. Io e lui abbiamo iniziato a parlare sottovoce:
-Come va cone le lame Guerriera? -
-Va che cerco di starci lontana e tu che hai fatto? Hai finito la lacca-
-No scema.... ho finito il gel!-
-Ahah ok!! -
-Sai che sei bellissima con i capelli mossi?-
-Non fare il ruffiano-
-No dico sul serio, cambiando discorso, ci sei vero venerdì? O non vieni?-
-Penso di si, mo vediamo.
-Vabbe, buonanotte Guerriera, fai la nanna che doamni c'é scuola, ti accompagno io-
-Grazie!-
Provavo a dormire, non ci riuscivo ma ora dovevo farlo. 
Ora dormo. "
 
Il giorno dopo.....
 
" Oggi Jus mi ha accompagnato a scuola, ho preso i libri, la cartella e siamo andati a scuola. C'erano le ragazze della mia classe che mi guardavano stupite, quelle che mi picchiavano erano furiose nel vedermi con Justin, poi gli ho detto:
-Io vado Jus, ci vediamo fine scuola, se riesci a riportarmi a casa mi fareti un favore!
-Ma certo Guerriera - e mi ha abbracciata, ormai pesavo 68 kg, per me era un traguardo, ero più magra, potevo mettermi jeans stretti, non strettissimi ma normali, senza larghe zampe di elefante. Ero felice, finalmente avevo ritrovato la felicità. Sono entrata in classe, sembravano tutte stupite, non so se per il mio aspetto o se per Justin, ma non sono cambiata dentro, sono sempre la timida ragazza grassa, quella che però ha visto in faccia la felicità. C'era una chiamata per me, era mia sorella, piangeva:
- Jenny, la mamma é in coma, c'é rischio che non si risvegli più. -
Ho subito riattaccato, sono andata in bagno ho preso la lametta e...tagli su tagli nelle braccia, finché non arrivò....
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Capitolo 8
*** Love ***


Mi sono tagliata finché Justin non mi ha scoperto:
- Justin, scusa, perdonami.-
-Perché lo hai fatto?-
-C'é rischio che non si risvegli più, c'è rischio che non vedrò mai più mia madre, scusa non sono riuscita a
 trattenermi.-
-Guerriera, smettila ora.-.
Mi ha preso la lametta e me l'ha lanciata a terra, poi si é avvicinato a me e mi ha spostato i capelli, ha preso l mia mano destra, l ha stretta e mi ha accompagnata in classe, e fu lì che mi sono accorta che io amo Justin Drew Bieber, che quando lo vedo ho lo zoo nello stomaco e che se ci sto vicina il mio cuore scoppia. Mi sono resa conto che la sua dolcezza mi ha fatto innamorare, e ora? Come avrei fatto? 
Dopo le lezioni Justin é venuto con me a casa e ha detto:
-Senti, domani é venerdì e tu verrai al pic-nic perché devi sfogarti un po'. Tua sorella non c'é? -
-É in ospedale ora, mangia lì. -
-Allora vieni da me che son da solo, mia mamma non c'é e non son buono a far da mangiare, possiamo andare a mangiare insieme. - 
-Vieni, entra e mangia qui, poi semmai usciamo. -
Ho preparato a Justin pasta piccante e lui l'ha divorata, soltanto che poi ha mangiato 2 pagnotte, perce gli bruciava la lingua. Siamo usciti, io ho optato per una passeggiata al mare, lui per il bagno e la cena al mare, così abbiamo deciso di fare entrambi, avrei voluto andare in ospedale, ma non potevo entrare fino alle 21:00 perché sono minorenne. Mi ero messa il costume, lui lo era andato a prendere, io ho preparato una borsa con qualcosa da mangiare e sono salita sul motorino. Justin andava veloce, e consumando le ruote siamo arriavti a destinazione. Abbiamo appoggiato la roba e siamo andati a camminare lungo quella spiaggia.
-Jenny io ho caldo, facciamo il bagno?-
-E dai togliti la maglia, mettii in costume così non hai più caldo.-
-Facciamo il bagno-
-Dopo-
-No, ora-
Justin mi ha sfilato la maglietta, mi ha oreso in braccio ed è corso in acqua, facendomi tuffare. Incredibile, non facevo un tuffo da... da quando avevo 6 anni e me li faceva fare il papà. Ho cominciato a ridere come una scema, e Justin mi ha detto:
-Sei felice?
-Mai stata così felice in vita mia!
-Vorrei essere io la tua felicità, vederti sempre sorridere, almeno quando ci sono io. Vorrei non vederti più tagli su qualunque parte del corpo, vorrei non vederti piangere.
-Jus... tu sei la mia felicità, io quandoci sei mi sento libera, mi sento sicura, sei tutto per me.
Justin si é avvicinato, mi ha stretto a sé, sorrideva, lentamente si é avvicinato alle mie labbra, per poi baciarmi e continuare a farlo per due o tre minuti. Io non avevo mai baciato nessuno, era il mio primo bacio, non sapevo come si facesse, mi sono lasciata andare, lo amavo, ero innamorata di Justin, non potevo stare senza dilui, ormai era la mia metà. 
-Jenny, ti amo-
L'ho accarezzato e poi, sulle punte dei piedi, mi sono attaccata al suo collo e l'ho abbracciato, mentre lui mi stampava piccoli baci sul collo. Ora ero veramente felice, ero orgogliosa di me, di lui, di noi. Avevo finalmente trovato una persona che mi apprezzata per ciò che sono. Dopo aver cenato siamo andati in ospedale e...
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Capitolo 9
*** uN PICCOLO GESTO PUò CAMBIARE LA GIORNATA. ***


Non ci potevo credere, c'era lui, mio padre. Stava guardando mamma dalla finestrella tonda della porta della sua stanza. Mia madre era pelata, pe fare l'intervento l'avevano dovuta rasare.

-Scusi infermiera, sono Jenny Hughs, potrei entrare da mia madre?-

-Ma certo, non deve toccare nulla però, solo le sue mani. Non siamo sicuri, ma pensiamo che le voci possa sentrile senza reagire.-

-Ottimo! Allora entro! Le posso chiedere un favore?-

-Certo signorina, mi dica-

-Vede quell'uomo là, al vetro della stanza di mamma? Lui non deve entrare per nessuna ragione là dentro. Mamma non vorrebbe, se occorre faccio fare la richiesta scritta da mia sorella.-

-Si, dovrebbe farlo. Prego la lascio con sua madre.-

Com'era bella la mamma, non mi ero mai accorta che fosse così bella, se avesse mostrato i suoi occhi azzurri, in quel viso si sarebbe riflessa dolcezza, sincerità e simpatia, ma non poteva mostrarli. Mi veniva da piangere, pensavo a troppe cose: pensavo che forse ieri sarebbe stata l'ultima volta che quegli occhi blu risplendevano, l'ultima volta che li avrei visti avrebbero pianto, le ultime mie parole? Ci sarà una spiegazione.

Bello eh? Bello aver detto ad una madre: "non ti sei mai preoccupata per me" quando era l'unica che non mentiva e che ti amava in quel momento. Bello aver trovato un biglietto aereo per New York, per andare a studiare in una delle scuole più famose del continente, e sapere che la propria sorella partirà tra quattro giorni e non te l'ha detto. Sarei rimasta da sola, senza una madre, senza un padre, senza una sorella, ma con il mio ragazzo, solo che lui aveva sua madre. La verità è che sarei stata sola, un'altra volta. E se avessi rincominciato a tagliarmi? Non potevo, lo avevo promesso a Jus, la parola va mantenuta. IN quel momento era arivato Justin, era vestito in tuta da moto, giubotto nero in pelle e jeans neri con scarpe da ginnastica, nere pure quelle. Di corsa ha spalancato la porta e mi ha detto:

- Cucciola sei qui? Finalmente ti ho trovata! Te e tua sorella dormite da noi stasera, lo sapevi?-

-Come? Perchè?-

-La polizia deve trovare prove in casa vostra, tua sorella è andata in caserma e ha detto che è stato tuo padre a picchiarla, ma lui nega tutto-

-Quindi è per questo che devono cercare le prove. Capisco.-

-Non mi sembri felice-

-Si che la sono-

-Allora fammi un sorriso-

Io sono andata da Justin e l ho abbracciato, sono stata stretta a lui per un po' e lui mi guardava, con gli occhi dolci mi perforava quel falso sorriso che avevo stampato in faccia, ho visto che se ne era accorto che avevo una maschera, non era un vero sorriso. Allora mi ha preso in braccio e mi ha portato fuori dall'ospedale, mia ha fatto scendere, davanti a me c'era il suo nuovo scooter, mi aveva detto che sarebbe arrivato.
- Ecco la sua carrozza signorina!
- Ma grazie!
-Ma prego amore mio.
mi baciò, lentamente, appassionatamente, sentivo il mio cuore battere forte e mi sentivo una dea, una brutta, grassa e timida come me a stare con uno magro, bello ed estroverso. Justin era sinonimo di perfezione.

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PS. SCUSATE L'ATTESA E SCUSATE SE è UN PO' CORTO.

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Capitolo 10
*** Cosa non detta. ***


Il giorno dopo...

"Justin mi è venuto a svegliare con un sorriso stampato in faccia, si vedeva che aspettava qualcosa di importante o che aveva da dirmi qualcosa di importante.

-Buongiorno principessa!-

-g..giorno- ho detto assonnata

-Non ti ricordi cosa c'è oggi?-

-Non mi ricordo nemmeno che giorno è-

-E' venerdì-

-Ah si il picnic- ho detto sorridendo

-Dai svegliati!-

-Tua madre dov'è?

-In cucina-

- La vado a ringraziare intanto.-

Mi sono vestita con un vestitino nero, ormai peso 63kg, una normale per la mia età, certo ho le mie curve, ho le mie smagliature, ma sto bene, mi sento leggera, non potrei stare meglio. E' proprio vero, i sogni sono fatti per chi se li può permettere, si vede che io posso, io posso perchè ho creduto in un sogno fino alla fine, cosa che in pochi fanno. Sono dimagrita 10 chili nel corso di un mese, non mi sono più tagliata per 15 giorni, un altro mese di scuola era passato, mi sentivo sempre più vicina a qualcosa, ma non sapevo cosa.

Justin si è fermato a guardarmi, era sorpreso, si vedeva!

Sono andata in cucina, c'era sua madre, e le ho detto:

- Signora, grazie per averci ospitato qui da voi.-

-Prego- ha risposto scocciata. Sembrava che io le stessi antipatica, anzi, era evidente.

-Posso fare qualcosa per lei signora?-

-Puoi fare che mio figlio non parta per Holliwood? Non credo, quindi sposta le chiappe fuori di qui, non so come sei, non voglio guardarti, non voglio guardare colei che partirà con mio figlio.-

-Ma come parte? Lui non mi ha mai detto che partiva! Scusi signora lo chiamo un attimo eh-

Ho chiamato Justin e lui tutto contento è venuto in cucina:

-Ciao mà! Allora hai visto Jenny?-

-Sto lavando i piatti Justin-

-Smetti un attimo e guardala-

-Vuoi mangiare nei piatti sporchi?-

-Ho capito.-

Poi si è rivolto a me:

-Ehi principessa!-

- Perchè non mi hai mai detto che partivi? Lo sono venuta a sapere da tua madre che per giunta non mi ha ancora degnata di uno sguardo e le sto antipatica perchè parto con te, cose che non faccio e non sò-

-IO volevo chiedertelo al picnic!-

-Justin lo sai che non posso partire.-

-Lo so, ma si tratta di partire tra 4 mesi, magari tua madre si sarà già risvegliata!-

- Non lo so Jus, vedremo.-

Lui mi ha abbracciata e mi ha sussurrato: "scusami"

- Mamma, lei è Jenny, la mia fidanzata, la ragazza che ora tu guarderai-

La madre di Justin si è girata, sorrideva, aveva capito che non sarei partita con lui, mi ha guardata e mi ha detto:

-Bè in effetti sei un bella ragazza, non mi sorprende che Justin si sia innamorato di te.-

L'ho ricambiata con un sorriso poi sono uscita con Justin, Robert ci apettava al parco centrale con la macchina.

Ho salutato Robert ed Erik e sono corsa ad abbracciare Susan ed Emily. Era una bellissima giornata, siamo subito partiti per il mare, dopo passeggiate, partite a pallavolo, pranzo, si è messo a piovere, siamo entrati dentro il bar, anche se non si poteva, perchè era inagibile, dovevano ricostruirlo. Ma quella bella giornata..."

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Capitolo 11
*** DICHIARAZIONE ***


Ma quella bellissima giornata si era trasformata in una spiacevole sorpresa, Erik con il suo Iphone 5 ha guardato il meteo, era prevista una tempesta molto forte e tutti insieme ci siamo resi conto che quel bar non era il luogo migliore per stare passare la notte tempestosa, ma non bisognava lasciare le proprie case, la macchina era troppo lontana, abbiamo messo gli asciugmani ad asciugare ed io e Robert siamo andati ad esplorare il ristorante al piano di sopra, Justin ed Erik il bar al piano di sotto e Susan ed Emily a fare da mangiare. Sopra c'era una stanza,era vuota. Ma noi avevamo portato i sacchi a pelo, perchè dovevamo dormire al mare, quindi li abbiamo stesi in quella stanza, era polverosa, ma c'era uno straccio dentro l'armadio.

Quindi l'ho bagnato nel bagno e ho lavato il pavimento. Ora era perfetta, Robert era sceso a mia insaputa e aveva dato il cambio a Justin, e io continuavo a lavare il pavimento. Le braccia di Jus mi hanno abbracciato da dietro da dietro, io mi sono girata per dargli un pugno, pensavo che era Robert ma c'era lui davanti a me. Ha cominciato a baciarmi e voleva sfilarmi la maglietta, l' ho fermato:

-Jus, non qui-

-Perchè?-

-Vorrei che la prima volta fosse perfetta, in camera da letto o in un altro posto, da soli, non con il rischio che entri Susan e dica:" Oddio stanno avendo un rapporto sessuale eterosessuale con tanto di profilattico" -

-Daccordo amore mio, hai ragione.-

Jus sembrava offeso, pensava che lo stessi rifiutando, ma non era così, non mi sentivo pronta, la mia prima volta non sarebbe stata quella sera.

Si sentiva fuori piovere a dirotto, ho chiamato mia sorella per dirle che dormivo nel bar e che pure Justin dormiva lì e di dirlo a sua madre. Ho guardato la spiaggia, il mare era mosso, il cielo era nero, le rondinelle piano piano si posavano sulla bandiera rossa che i bagnini avevano messo prima di andarsene. Susan stava baciando Robert sul divanetto che c'era ed Emily... lei guardava Justin, sono sicura che c'era qualcosa che Justin non mi aveva detto su Emily, quindi l'ho preso da parte e gli ho detto:

-Jus, cosa succede con Emily?-

-Niente perchè?-

-C'è qualcosa che non so?-

-No-

-Io te lo dico, se vengo a scoprire qualcosa ti lascio-

-Non c'è niente tra me ed Emily-

Stavo tornando in cucina e Jus mi ha detto:

-Aspetta Jenny! VA bene, siamo stati insieme, ma non significa nulla te lo giuro, è successo 8 mesi fa!-

-Jus a me non da noia il fatto che ci sei stato, mi da noia che non vuoi dirmi le cose importanti. Non dire a nessuno che stiamo insieme, voglio capire una cosa da Emily, ti chiedo solo per due giorni di stare zitto.-

-Va bene cucciola-

Sono tornata in cucina prima io, Emily mi ha chiesto:

-Dov'è Jus?

-Justin? Non so forse è in bagno!-

-Quindi non era con te!-

-No!-

-Ok- e sorrideva, non so perché ma avevo la presunzione che Emily era innamorata di Justin e continuava ad esserlo.

Quando Justin è tornato Emily lo ha preso da parte, e gli ha detto:

- Puoi venire di sopra un attimo?-

Io allora sono corsa di sopra e senza fare rumore mi sono infilata nell'armadio, in modo che dai buchi del legno avessi visto cosa succedeva tra loro due. Justin le ha detto:

- Cosa c'è Emily?-

- Io ti devo confessare una cosa.-

-Dimmi-

Emily si era avvicinata a lui gli ha preso la mano, ero gelosa a mostro, avrei voluto uscire e spaccarle la faccia ma mi sono trattanuta.

-IO ti amo ancora Justin, non posso vivere senza di te, possibile che di me non te ne frega niente? Non ricordi quella sera sotto la doccia, quando piangevo e sei venuto a consolarmi dicendomi che saresti stato con me per sempre?-

-Si me lo ricordo, ma niente è per sempre.-

Emily ha cercato di baciarlo ma lui si è spostato e le ha detto:

-Non ti amo, va giù o racconterò tutto a Erik-

Emily se n'era andata, aveva fatto finta di andare in bagno e Jus si era sdraiato sul sacco a pelo. Io sono uscita dall'armdio, mi sono sdraiata accanto a lui, l'ho baciato e gli ho detto:

- Andiamo a cena, e diciamo al mondo che stiamo insieme.

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Capitolo 12
*** Addio ***


Lunedì...

" Mi sono svegliata alle 5 del mattino, per beccare mia sorella partire, visto che non me lo aveva detto. Stava scrivendo un biglietto e lo aveva attaccato sul frigo con un magnete, poi ha preso le valige. Stava per aprire la porta...

-Bè dove vai?-

-Jenny, non ce la faccio più a stare qui, perdonami.-

-Mi abbandoni pure tu, ho capito.-

Hanna aveva varcato la porta, lo sentivo, quella sarebbe stata una brutta giornata.

Mamma era peggiorata, la andavo a trovare tutti i giorni, Justin era impegnato a starmi dietro, la nostra storia continuava, ma volevo andarmene. Mi chiedevo: "Cosa avrò fatto di male per meritare questo? Cos'ha il mondo contro di me? Sono una persona così orribile? Ieri avevo litigato con Jus perchè non volevo partitre con lui, non mi sentivo di lasciare mia madre, lei era la mia vita. Erano passate due ore dalla partenza di mia sorella e ho ricevuto una chiamata dall'ospedale:

-Signorina Tree?-

-Chiamatemi signorina Hughs per favore, comunque mi dica.-

-Chiamiamo dall'ospedale St. Daniel, sua madre si è svegliata, ma è in pessime condizioni, ora c'è la polizia, ma tra poco potrà parlare con lei.-

-O grazie a Dio, grazie a tutti, faccia i miei saluti e le mie grazie al dottore e a tutti i medici e infermieri che hanno contribuito. Arrivo subito!-

Ho chiamato Jus, lui si è precipitato da me, mi ha stampato un bacio sulle labbra e mi ha fatto salire in scooter. Tremava. Gli ho detto:

- Cos'hai?-

-Se non le piaccio?-

-Le piacerai-

-Ma se non le piaccio?-

-Jus, è impossibile-

Siamo arivati all'ospedale, mi sono precipitata nella stanza di mamma piangendo.

-Mamma, sei...bellissima.-

-Non come te, ma guardati, stai benissimo, i capelli neri belli lisci, i tuoi occhi azzurri, sei dimagrita più o meno 15 chili, sei bellissima, ma la sei sempre stata.-

-Mamma, lui è Justin, il mio fidanzato.-

-E' un bel ragazzo, mi piace.-

Justin ha sorriso, l'ha guardate e le ha sussurrato:

- I suoii occhi sono bellissimi, sono profondi, sono... uguali a quelli di Jenny, bellissimi. Volevo solo dirle di non preoccuparsi, la tratterò bene.-

-Non mi preoccupo, sei un bravo ragazzo, conosco tua madre. Potresti lasciarmi un minuto da sola con mia figlia?-

-Certo signora.-

Justin era uscito, mia madre mi ha preso la mano e mi ha detto:

-Jenny, amore mio, ci sono due cose nella vita a cui devi pensare, la prima: non pensare nè al passato nè al futuro, non perderti il presente, è il tempo più bello. La seconda: non darti nessuna colpa, non è colpa tua che è finita così.-

-Così come?-

Mi ha guardata, ha sorriso, quel tììì tììì tììì era sempre più lento, finchè... tììììììììììììììììììììììììììì

non potevo crederci, sono caduta sulle ginocchia a piangere, urlavo, il suo cuore si era fermato. Il mondo mi è caduto addosso, avevo perso lei... lei...ho preso la sua limetta e ho provato a tagliartmi, non riuscivo a smettere, le mie gambe erano piene di sangue, Justin era entrato, mi aveva buttato via la limetta, aveva chiamato l'infermiera e mi aveva portato fuori mentre urlavo a squarciagola."

Una settimana dopo....

"-Justin, non ho più niente, la vita è l'unica cosa che mi rimane, sei tu l'unica cosa che mi rimane, tu sei la mia vita.

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Capitolo 13
*** Fine ***


"-Justin, io non ho più niente, la vita è l'unica cosa che mi rimane, tu sei l'unica cosa che mi rimane, tu sei la mia vita Jus.-

Justin era arrossito, voleva rispondermi ma l'ho fermato, con la mia mano gli ho tappato la bocca e gli ho detto:

-E' per questo che partirò con te-

Justin mi ha guardata stupito, mi ha stampato un bacio sulla guancia e mia ha preso in braccio facendomi girare, eh già, mamma mi ha detto di non pensare nè a passato nè a futuro e di godersi il presente, ed è vero, ha ragione, in fondo è il tempo più bello. In quel momento mi sono accorta che anche se mio padre era in prigione, mia sorella a New York e mia mamma in quel cimitero, mi volevano bene, ma c'era una persona, quella persona che mi amava, ed era diverso, era più bello. Justin mi amava anche quano ero una bomba, una palla di lardo, ma ora posso dire:

Non posso essere perfetta perchè non porto una 38, ma posso essere amata perchè porto una 44.

Non posso dire di essere normale perchè ero autolesionista, ma posso dire di aver combattuto mostrando le mie cicatrici.

Ma posso dire di avere una vita bellissima, insieme a lui, lui che amo sopra ogni cosa."

Passarono i mesi, Justin ed io eravamo partiti per Hollywood portando pure sua madre.

Lei manteneva pure me, intanto si era fidanzata con un barista della città e vivevamo tutti e quattro insieme come una vera famiglia. Ogni mese chiamavo Hanna, lei non mi ha mai risposto, non sapeva nemmeno della morte della mamma, ma le volevo bene comunque e pregavo per lei. Io e Jus abbiamo finito gli studi due anni dopo e lui mi ha chiesto di sposarlo.

Ora siamo in tre. No, non è morto nessuno, io e Jus siamo in un'altra casa a Hollywood. Ci siamo sposati a 20 anni e ora ne abbiamo 25, posso solo dirvi che siamo io, lui e una piccola peste venuta fuori dal mio grembo tre anni fa, mora, occhi blu, profondi come quelli di mia madre, ha sempre il sorriso sulle labbra, si chiama Liberty.

ORA POSSO DIRE DI ESSERE FINALMENTE FELICE.

ANGOLO AUTRICE.

Ciao ragazze/i, volevo dirvi alcune cose:

- COMBATTETE, NON ARRENDETEVI MAI, L'AUTOLESIONISMO SI PUO' SCONFIGGERE!

- IL BULLISMO E' SOLO UN MODO PER FARVI STARE MALE, DIFENDETEVI, PARLATENE A CASA!

MA SOPRATTUTTO.. LA VITA E' UNA SOLA, GODITELA. NON GUARDARE AL PASSATO, NON GUARDARE AL FUTURO, FAI QUALCHE CAZZATA (scusate il termine) RICORDA CHE QUESTA E' LA TUA VITA, NON QUELLA DEGLI ALTRI, NESSUNO PUO' DIRTI QUEL CHE DEVI FARE, SOLO TU PUOI CONTROLLARTI. GRAZIE DI AVER LETTO QUESTA FAN FICTION, E SE VOLETE, VI INVITO A LEGGERE LA PROSSIMA, CHE SI CHIAMERA' "NON SONO UN MOSTRO".

Passando alla storia...

So che non è un gran che, è la prima, avrei voluto concluderla meglio ma niente idee.

Grazie a tutti. Baci.

fat_body_beauty.

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