Under this sky

di becky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1:Come Back…something will change ***
Capitolo 2: *** 2: Meet the destiny ***
Capitolo 3: *** 3: together again ***
Capitolo 4: *** 4: Promises ***
Capitolo 5: *** 5: Alone in the rain ***
Capitolo 6: *** 6: The tower and the Moon ***
Capitolo 7: *** 7: Exotic Night ***
Capitolo 8: *** 8:Good Morning and Bad day ***
Capitolo 9: *** 9: 4 is better than 3 ***
Capitolo 10: *** 10: Moon and Flowers ***
Capitolo 11: *** 11: Old Friends ***
Capitolo 12: *** 12: Letter... ***
Capitolo 13: *** 13: and they go away ***
Capitolo 14: *** 14: Close the door, please ***



Capitolo 1
*** 1:Come Back…something will change ***


(tiene presente solo in parte gli avvenimenti del settimo libro)

 

CAPITOLO 1: Come Back…something will change

 

Quell’anno, ad Hogwarts, era iniziato apparentemente come tutti gli altri.

Ormai Harry Potter e compagni avevano terminato gli studi, e il ruolo dei più vecchi ed esperti  nell’antica scuola di magia era passato ai loro migliori amici: Ginny, Colin, Nigel, Luna…

In apparenza quello era un anno come tutti gli altri, con i ragazzi che si affrettavano a partire col treno, i pesanti bauli sulla banchina, il banchetto inaugurale…

In apparenza quello era un anno normalissimo per tutti. Si, apparentemente era così…ma le apparenze spesso ingannano…

In verità qualcosa di strano quell’anno c’era. Sotto sotto, non tutti lo notavano, c’era qualcosa di diverso. Innanzitutto c’era la pace: la guerra era finita. Ed era una gran bella novità! In secondo luogo non c’erano più guai a scuola…erano scomparsi assieme a quel porta sciagure di Potter.

E poi…poi c’era un nuovo studente…

Il banchetto di inizio anno era bello come sempre. Migliaia di candele sospese in aria illuminavano la sala grande, e centinai di studenti affamati si rimpinzavano di prelibatezze.

Al tavolo di corvonero, alcune ragazzine del quinto anno chiacchieravano tra loro eccitate.

Una di loro, lunghi capelli castani stretti in una coda di cavallo, sussurrò febbrile alle amiche – Ma lo avete sentito? È arrivato un nuovo studente…proprio oggi!-. Un’altra ragazza, bionda, si sporse oltre la spalla dell’amica cercando una faccia nuova al loro tavolo – Davvero? E dov’è? Dov’è? E chi è? Cosa fa? Quanti anni ha?-. La mora le fece cenno di tacere e con aria da cospiratrice si sporse verso le altre compagne – Mi hanno detto che deve frequentare il settimo anno! È inglese, ma finora ha vissuto all’estero…è appena tornato qui con la sua famiglia e ha deciso di frequentare l’ultimo anno scolastico proprio ad Hogwarts!-. La biondina emise un gridolino e con gli occhi sgranati esclamò – Sul serio? Forte…allora magari parla anche un’altra lingua! E dove è stato smistato?-. La ragazza più ben informata della scuola alzò gli occhi al cielo – Dio Emily come sei curiosa! E comunque è andato a tassorosso! Sei contenta?-. Nella discussione intervenne una spilungona con i capelli corti e corvini – Si, l’ho sentito dire anche io … - e indicando con la mano di fronte a se bisbigliò - …e se vi interessa è proprio quello lì, Jack Raynolds!-.

Jack Raynolds era il nuovo studente di cui tutti parlavano. In una manciata di giorni era diventato una piccola star, era sulla bocca di tutti e ogni studente avrebbe voluto conoscerlo, per tante ragioni.

Ovviamente perché era di moda, faceva tendenza. Nessuno sapeva nulla di lui, aveva il fascino del mistero e dello sconosciuto. E il fatto che fosse anche piuttosto bello aiutava… Teneva i capelli castani, quasi neri,  non molto lunghi, con le punte che gli sfioravano leggermente le spalle. Qualche ciuffo ostinatamente fuori posto gli scendeva spesso sulle guance lisce o gli copriva gli occhi scurissimi. Aveva poi sempre un sorriso dolce e gentile, che nasceva lentamente sul suo viso per scoppiare poi in tutta la sua genuinità.

Le ragazze facevano la fila per presentarsi e magari per scroccargli un appuntamento, mentre i ragazzi lo volevano come amico e tentavano di coinvolgerlo nei loro passatempi.
Ma a Jack tutto questo non interessava molto. Non che fosse asociale o solitario, tutt’altro! Lo si vedeva spesso scherzare e ridere nei corridoi con i suoi compagni di stanza, o giocare a scacchi e a gobbiglie con altri ragazzi… eppure rimaneva comunque riservato e discreto.

Il suo fascino di bello e tenebroso aumentò col tempo, soprattutto nel vederlo gironzolare spesso per il parco del castello tutto solo con i suoi pensieri. Oppure non era affatto raro trovarlo in biblioteca a leggersi qualche libro, seduto in un angolo o appoggiato ad una parete.

Quante ragazze facevano la fila per vederlo così, ma lui le degnava appena di uno sguardo. Certo, le ragazze gli piacevano, e anche parecchio…forse troppo! Il problema era proprio quello… il suo cuore ancora doleva per una ragazza. Aveva appena chiuso una storia seria, di quelle che ti porti dietro per molto tempo, anche se non lo vorresti, e non gli andava di dover mettersi alla ricerca di un’altra ragazza. “è presto per questo” si ripeteva. E poi quelle lì…gli davano l’impressione di essere tutte oche e galline…meglio evitare altre delusioni.

Col passare dei giorni e delle settimane il giovane Jack Raynolds si era facilmente conquistato il soprannome di “poeta maledetto”. Un soprannome coniatogli proprio dai suoi amici, che sottolineavano sempre la sua somiglianza con quel genere di uomini. Forse un po’ per lo stile retrò e sofisticato, un po’ per la parlata educata e un po’ per le sue lunghe passeggiate in riva al lago con un libro in mano, Jack sembrava davvero un poeta di altri tempi.

Quella era una tranquilla domenica di Ottobre. Il sole spuntava tenue dalle nuvole e l’autunno stava già cedendo il posto al freddo e grigio inverno Scozzese.
Sulla riva del lago nero sedeva un giovane studente con corti capelli castani e il viso semi coperto da una sciarpa gialla e rossa. Anche quel giorno Jack aveva preferito rifugiarsi lì, in solitudine a leggere un libro, piuttosto che sentirsi al centro dell’attenzione collettiva al castello.

Ma purtroppo, i suoi propositi di pace e tranquillità svanirono quando un gruppetto di ragazzine petulanti gli si fecero incontro.

Una di loro, con lunghi capelli castani, si sedette al suo fianco senza chiedere il permesso e sfoderando due grossi occhioni dolci gli tese una mano – Ciao…io sono Julia! E tu dovresti essere Jack Raynolds, vero?-. Il ragazzo alzò desolato gli occhi dal libro e le strinse la mano con un mezzo sorriso imbarazzato – Supposizione esatta … sono proprio io Jack Raynolds!-. Le ragazze attorno a lui sospirarono e si sciolsero. Julia, che evidentemente doveva aver un certo ascendente sulle compagne iniziò a blaterare qualcosa che Jack si preoccupò di non sentire. Sospirò rammaricato e finse di ascoltare mentre la sua mente vagava già lontana. Il suo sguardo si perse nel vuoto, in direzione del castello. Stava pensando di alzarsi e andarsene quando qualcosa richiamò la sua attenzione. Dalla scalinata del castello stava scendendo qualcuno.

Una figuretta minuta e delicata correva sbarazzina verso il lago. Era una ragazza non molto alta con un corpicino piccolo e grazioso. I biondi e fluenti capelli erano lasciati completamente in balia delle raffiche di vento, ma lei non sembrava curarsene. Correva nella loro direzione, ma sembrava quasi non averli visti. Aveva un passo elegante e vivace, come il viso: delicato e con una perenne aria sognante.
Jack la guardò a lungo, seguendo ogni suo movimento, finché la biondina non giunse in prossimità del lago Nero. Si era fermata a qualche metro da loro, ma non li aveva degnati nemmeno di uno sguardo.

Si era chinata sulla riva e aveva immerso qualcosa nell’acqua, e ora stava come aspettando qualcosa.

Jack rimase colpito da quel modo di fare assente e distaccato, ma al tempo stesso anche aggraziato e fanciullesco. Il moro non si accorse nemmeno che Julia aveva smesso di colpo di parlottare e aveva assunto un aria critica e superba. No, lui era troppo intento a osservare la bionda figura poco distante da lui. Era incantato da quegli occhi chiari e sognanti, e da quell’atteggiamento di distaccata superiorità che rasentava lo svampito.

Dopo qualche secondo la fanciulla bionda immerse una mano dell’acqua gelida, e Jack si stupì di non sentirle fare la minima protesta. Avrebbe scommesso tutto quello che aveva che un’altra ragazza avrebbe gridato e si sarebbe lamentata, ma lei non aveva detto nulla. Con una naturalezza incredibile estrasse una piccola sfera di vetro dall’acqua e come se nulla fosse ritornò sui suoi passi. Forse era uno strano esperimento…
La ragazza non si voltò indietro, se non per un brevissimo istante in cui i suoi occhi di cristallo incrociarono quelli scuri e profondi di Jack.

Mentre la biondina ritornava al castello saltellando soddisfatta Jack tornò alla realtà  e sentì Julia sussurrare con voce schizzinosa - … è proprio stordita! Se non fosse per Potter e gli altri nessuno saprebbe nemmeno che esiste!-. Jack la fulminò con lo sguardo e chiese con voce sicura e ferma – Voi sapete chi è quella ragazza?-. Julia alzò le spalle e con aria superba disse – Si, si chiama Luna Lovegood, settimo anno di Corvonero! Ma non è indispensabile che tu sappia il suo nome…-. Jack scattò in piedi ed esclamò – Se permetti, scelgo IO cosa è indispensabile che sappia oppure no!-. Julia e le altre ragazze rimasero per un attimo senza fiato, poi una di loro sibilò sconvolta – Scusa, ma sai…lei è un po’…come dire? Strana! -.
Jack si sentì avvampare. Quanto detestava i pregiudizio sulla gente! Non sopportava che qualcuno potesse additare un'altra persona in quel modo… quante volte lui stesso era stato ritenuto “diverso” solo perché straniero?

Il ragazzo chiuse con un colpo secco il libro e guardò le ragazzine petulanti con sguardo gelido. Inspirò profondamente e infine disse – è stato QUASI un piacere discorrere con voi, signorine…ma temo che ciò non accadrà più!- e con queste parole girò sui tacchi e tornò al castello. 

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OVVIAMENTELA MAGGIOR PARTE DEI PERSONAGGI SONO DI JK ROWLING…

Eccomi tornata a scrivere, dopo tanto tempo! E questa volta con qualcosa di totalmente differente…il grande mondo di Hogwarts e dintorni. Spero che vi attragga almeno un po’ e spero che continuiate a leggerla…io farò del mio meglio per non deludervi!

Mi lasciate qualche commento, per favore? Grazie mille!

(becky)

(Questa storia è dedicata al “mio” vero Jack…che mi fa arrabbiare ma poi perdonare come sempre…e al mio grande correttore…Grazie cucciolo!)

 

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Capitolo 2
*** 2: Meet the destiny ***


CAPITOLO 2: Meet the destiny

Nei giorni seguenti Jack passò il tempo a cercare per i corridoi della scuola la ragazza bionda che aveva visto al lago. Come sempre succede, vide tutti gli studenti, tranne lei.

La intravide solo una sera a cena. Lui era appena entrato nella sala grande per cenare, mentre lei si stava alzando dal tavolo di corvonero. La seguì con lo sguardo, passo dopo passo. La vide alzarsi con eleganza, avvicinarsi a una ragazza di Grifondoro molto carina con i capelli rossi e uscire con lei dalla sala.
Ma spesso nella vita si trovano le cose più stupefacenti quando non le si cercano, e Jack lo avrebbe capito presto…

Quel pomeriggio di metà ottobre pioveva e faceva un freddo cane. La maggior parte degli studenti di Hogwarts se ne stava rintanato nelle loro sale comuni, vicino a qualche bel camino scoppiettante.

Alcuni invece preferivano la calma e la serenità della biblioteca. Beh, in verità erano ben pochi quelli che studiavano veramente, ma l’ambiente era piacevolmente silenzioso e innaturalmente calmo.

Tra quest’ultimi c’era un bel ragazzo moro che si aggirava svagato e leggermente annoiato tra gli alti scaffali della biblioteca.

Stava cercando un libro sugli incantesimi del diciottesimo secolo, ma non aveva la minima idea di dove andare a recuperarlo. Per sviare le occhiate furtive e i commenti impertinenti delle sue compagne si era alzato e se l’era svignata in silenzio.

Con passo sicuro voltò per l’ennesimo corridoio e finalmente trovò quello che stava cercando. No, non il libro. Che vada al diavolo quel libro! Aveva trovato proprio lei, la bella ragazza bionda e un po’ svanita del lago.

La ragazza stava in piedi a pochi metri da lui ed era intenta a cercare anche lei un volume tra le migliaia presenti lì dentro.
Senza pensarci due volte Jack le si avvicinò intraprendente e spregiudicato come sempre. L’ombra di un sorrisetto malizioso comparve sul suo volto abbronzato quando le si mise alle spalle senza far notare la sua presenza.

Con voce insolitamente roca e profonda chiese all’orecchio della ragazza –Cerchi qualcosa?-. Luna sobbalzò e si voltò di scatto, trovandosi a pochi centimetri dal viso di Jack. Lo guardò con gli occhi più sgranati del solito e trattenne il fiato. Al moro veniva da ridere, ma si trattenne a stento.

La ragazza si riprese dallo spavento dopo qualche secondo e con voce non del tutto ferma disse – Oh! Beh, ecco…si, stavo cercando un libro sui Nargilli!-. Jack sorrise affascinante e senza distogliere lo sguardo dagli occhi chiari di Luna mormorò – Nargilli, eh? Interessante…-. La ragazza lo scrutava cercando di capire le sue intenzioni, ma Jack risultava del tutto imprevedibile. Con un movimento fluido ed elegante il ragazzo alzò un braccio e sempre guardando Luna afferrò un libro alle sue spalle. Nel farlo la sua mano sfiorò intenzionalmente i capelli chiari di lei che sussultò impercettibilmente.
Jack prese il libro e glielo porse – Ecco, penso sia questo quello che stavi cercando…-. La ragazza lo prese in mano e lo guardò stupita – Ma…è davvero quello che cercavo! Incredibile!-. Il moro ridacchiò e le porse la mano – Io sono Jack Raynolds…- ma si corresse immediatamente - …solo Jack -. Luna sorrise gentile e si presentò a sua volta – Io mi chiamo Luna…piacere di conoscerti!-.

I due ragazzi rimasero qualche secondo a sorridersi poi Luna sgranò gli occhi ed esclamò concitata – devo andare! Sono in ritardo, accidenti!- e con ciò scappò via, lasciando il moro a bocca aperta e senza capire nulla.

Di certo Jack non si sarebbe aspettato di rivederla ancora quel giorno. E invece…

Il ragazzo camminava con le mani in tasca nei meandri del grande castello. Era da poco passata la mezzanotte e la scuola appariva deserta e buia.
Jack soffriva da parecchio tempo di insonnia, e ormai anche i suoi compagni di stanza ci erano abituati. Nelle notti come quelle, in cui la pioggia aveva lasciato il posto al vento freddo e crudele, Jack non riusciva proprio a prendere sonno. Non c’era nulla da fare, se non alzarsi e sgranchirsi le gambe. Non era la prima volta che gironzolava per la scuola di notte. Però gli piaceva quel silenzio innaturale e l’atmosfera così differente dalle ore diurne. Fino ad allora non aveva mai incontrato nessuno, nemmeno i prefetti.

Come accadeva spesso si ritrovò a passeggiare per il corridoio del terzo piano, quello che si affacciava sul parco del castello. Era uno dei suoi luoghi preferiti,e quella notte era davvero stupendo. Le grandi vetrate si specchiavano nel lago sottostante e la luna quasi piena illuminava a tratti il corridoio.

Improvvisamente notò che c’era anche qualcun altro in quel posto. Intravide un paio di scarpe da ginnastica spuntare da un davanzale e il cuore gli finì in gola. Trattenendo il respiro si incamminò cauto verso quella persona e la riconobbe solo quando le fu di fronte.

Come non poter riconoscere quei capelli dello stesso colore della luna e quella pelle così chiara?

La ragazza che ormai da diverso tempo lo incuriosiva e attraeva era comodamente seduta sul davanzale di una grande finestra e guardava il cielo stellato.

Senza nemmeno voltarsi per guardarlo sussurrò – Ciao…-. Jack sussultò sorpreso ma immediatamente sorrise e bisbigliò a sua volta – Ciao…non riesci a dormire?-. La ragazza voltò il viso e i loro occhi, così differenti, si incontrarono nuovamente. – Volevo vedere se c’erano della fate notturne nel giardino…- sussurrò lei sedendosi in modo più composto e facendogli spazio accanto a lei. Il moro accettò subito il tacito invito e le si sedette accanto, così vicino da sfiorarle la spalle.

- E cosa sono le fate notturne?- le chiese seriamente incuriosito. Quella ragazza era sorprendente. Era l’unica che non lo fissasse in modo strano o che gli facesse domande stupide.

Luna sorrise e lo guardò divertita – Sono creature simili alle lucciole… compaiono solo alcune notti nei boschi e si dice che portino fortuna…-. Mentre lei parlava Jack seguiva come rapito il movimento delle sue labbra rosee senza curarsi del fatto che la ragazza registrava dove finisse il suo sguardo.

Con un movimento involontario lui le si avvicinò delicatamente fino ad avere il suo bel viso a pochi centimetri dal proprio. – Davvero portano fortuna?- le sussurrò con voce bassa e profonda. La biondina sentì il calore del suo fiato sul viso e arrossì leggermente, ma non si ritrasse. Annuì leggermente e sussurrò socchiudendo gli occhi – Io ne sono convinta, altrimenti non saresti qui…-. Jack sorrise sornione e impulsivamente scattò in avanti. Appoggiò le sue labbra su quelle morbide della ragazza che rimase immobile dello stupore. Dopo una manciata di secondi il ragazzo si ritrasse e la guardò speranzoso. Luna aveva gli occhi chiusi. Li riaprì lentamente e incontrò le iridi scure di Jack. Un sospiro dopo anche lei sorrideva e lo invitava silenziosamente e continuare.

Jack si sporse ancora una volta verso di lei e le passò delicatamente una mano tra i capelli biondi, mentre l’altra le accarezzava una guancia ora più colorita che mai. Le si accostò con delicatezza e appoggiò per la seconda volta le sue labbra su quelle di lei. Questa volta però fece una leggera pressione e dopo un attimo di esitazione la sentì socchiudersi per lui.

Fu un bacio lungo e passionale, ma in ogni momento delicato e dolce. Non c’era un vero motivo a quel bacio, nato dal nulla e probabilmente destinato a finire nel nulla. Ma era bellissimo. Un bacio vero e tenue, mai irruente o violento. Rispecchiava l’indole dei due ragazzi, pacata e a cuor leggero.

Col passare dei minuti divenne sempre più profondo e intimo, tanto da lasciarli più volte senza fiato.

Le loro mani vagavano libere tra di loro, cercandosi e stringendosi.

Jack stava per parlare, dire qualunque cosa per farle capire quanto stesse bene in quel momento quando fu qualcun altro ad interrompere la magia di quel momento.

Una voce aspra e severa risuonò vicino a loro.

- Signor Raynolds, signorina Lovegood…nel mio ufficio. Subito -. Cazzo. La professoressa Mc Grannit.

 

Uffa…nessuno ha ancora commentato! Va beh…vorrà dire che aspetterò…ma mi farebbe molto piacere se lasciaste qualche commentino, se vi piace questa storia!

Grazie comunque…un bacio…

(becky)

 

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Capitolo 3
*** 3: together again ***


CAPITOLO 3: together again

 

La voce secca e dura della donna si alzò come un tuono tra le pareti dell’ufficio – Siete due irresponsabili! Appartarvi a quest’ora di notte fuori dai vostri dormitori! Ma come vi è venuto in mente? Posso capire lei, signor Raynolds, essendo appena arrivato può non aver inteso alla perfezione le regole della scuola…le do il beneficio del dubbio… ma lei…- e il suo sguardo si fermò sulla biondina accanto – …lei, signorina Lovegood…è del tutto senza scusanti!-. I due ragazzi abbassarono mitemente lo sguardo a terra e le uniche parole che pronunciarono furono quelle di scusa – Ci perdoni, professoressa-. La donna li guardò sprezzante e infine il suo volto si raddolcì leggermente – Facciamo così…non dirò nulla al preside, ne ai vostri capo-casa ma… non posso evitare di mettervi in punizione. Da domani tutte le sere per una settimana qui nel mio ufficio, intesi?-. I due studenti annuirono e si alzarono per tornare ognuno al proprio dormitorio. Ma prima di uscire, mentre Jack apriva la porta e faceva uscire per prima Luna, i loro occhi si scontrarono per un secondo. Un secondo che però parve un’eternità, tanto era intenso quello sguardo. Uno sguardo che lasciava intendere molto, come una promessa per il futuro…

Il giorno seguente i due ragazzi non si incontrarono mai. Come era capitato per i giorni precedenti non si videro ne nelle ore dei pasti ne nei corridoi del castello. Era come se frequentassero due scuole diverse. Però Jack non aveva dimenticato nulla della notte precedente, nemmeno un attimo di quello stupendo e passionale bacio che si erano scambiati. Lo aveva rivissuto per tutta la notte, solo nel suo letto, e poi appena si era svegliato gli era tornato alla mente tutto quanto con tanta forza che gli sembrava di impazzire. Nel pomeriggio aveva provato a sfogarsi facendo una camminata in riva al lago, ma tutto ciò non gli era servito assolutamente a nulla. Appena vedeva passare una ragazza bionda il suo cuore impazziva e anche i suoi ormoni…

Fu con animo rassegnato e in subbuglio che si presentò subito dopo cena nell’ufficio della professoressa Mc Grannit. Appena entrato la prima cosa che vide fu una fluente chioma bionda legata in due codini. Sgranò gli occhi e gli si azzerò la saliva. Si era dimenticato che la punizione era assieme a lei. Come avrebbe fatto a non saltarle addosso prima della fine della serata?

Con passo incerto si diresse verso di lei, che al contrario sembrava tranquillissima e del tutto a suo agio. Le sussurrò un sottile – Ciao…- che lei ricambiò con uno splendido sorriso. Proprio in quel momento sopraggiunse la professoressa Mc Grannit col solito cipiglio severo che li fece distanziare.   –Su, mettetevi subito al lavoro! Non abbiamo tempo da perdere e… SILENZIO !- ordinò brusca e decisa. I due ragazzi annuirono e si misero al lavoro. Per ben due ore non si rivolsero più la parola, mentre pulivano banchi, lavagne e armadi. Mentre lo sguardo di Luna era come sempre assente e distaccato, quello di Jack si era fatto vispo e malizioso. Seguiva ogni suo passo, ogni movenza, come stregato dal sinuoso ondeggiare della gonna. Non riusciva a staccare gli occhi dai suoi capelli chiari e da quelle mani sottili che si muovevamo con tanta calma e delicatezza. Si, fece davvero una gran fatica a trattenersi.

Allo scadere della punizione si rivolsero un breve saluto e se ne andarono. Ma mentre tornava nel suo dormitorio Jack si ripromise una cosa: avrebbe agito….avrebbe fatto qualunque cosa per averla.

E l’occasione propizia si presentò proprio il giorno seguente.

Alla stessa ora il moro si presentò nell’ufficio della Mc Granitt. La porta si spalancò ma la vecchia professoressa lo bloccò prima che potesse entrare – No, signor Raynold…oggi dovrete andare col signor Gazza!-. Lo scorbutico tuttofare gli lanciò uno sguardo assassino e lo condusse assieme alla ragazzina in una sala del castello dove non era mai stata. L’uomo bisbigliò – Questa era una vecchia biblioteca secondaria, ora inutilizzabile… dovrete sistemare i libri e relegare quelli danneggiati. Tutto chiaro?-. Al cenno di assenso dei giovani studenti Gazza ghignò e se ne andò lasciandoli soli al loro destino. Prima di sparire dalla porta urlò – Torno tra un’ora… vedete di non fare danni!-.

Luna e Jack si misero subito al lavoro. La ragazza si occupò dei libri sul tavolo mentre Jack di quelli sugli scaffali. Ma la stanza era davvero troppo piccola per riuscire a stare lontani tra di loro. Jack continuava a sbirciare con la coda dell’occhio la figura minuta e aggraziata di Luna. Così decise che era giunto il momento di agire e darsi da fare. Strinse con forza il libro che aveva in mano per darsi energia e silenziosamente si avvicinò al tavolo. Giunse alle spalle della ragazza e premette il proprio corpo contro quello della fanciulla. Con una mano appoggiò distrattamente il libro sul tavolo, mentre con l’altra afferrò gentilmente la spalla di lei. La sentì sussultare ma non si mosse. Con estrema lentezza le spostò i capelli dietro le spalle e con la punta del naso si strofinò leggermente contro il collo candido e morbido della ragazza. Assaporava completamente il suo profumo di vaniglia che lo faceva impazzire. Poi sostituì il naso con la bocca e poi con la lingua, baciandole appassionatamente tutto il collo. La sentì sospirare tra le sue braccia e gemere leggermente. Jack teneva una mano intrecciata a quella affusolata di Luna sul suo ventre liscio, mentre l’altra risaliva con gentilezza e passione il suo corpo. Scivolava sotto la camicetta, le sfiorava il seno coperto solo da un sottile reggiseno. Ogni volta che i suoi polpastrelli incontravano la pelle calda e morbida della biondina, il suo respiro si dimezzava. I battiti del cuore erano sempre più furiosi e il cervello di entrambi aveva deciso di scioperare. Con uno scatto repentino ma non per questo brusco Jack la fece voltare verso di se e velocemente appoggiò le proprie labbra su quelle rosee della ragazza. Si baciarono con ardore e con irruenza, intrecciando le loro lingue, facendole danzare insieme. Jack appoggiò le mani sui fianchi di Luna e con delicatezza inaspettata la fece indietreggiare, fino ad arrivare alla parete della stanza. La ragazza rimase con le spalle al muro e si strinse maggiormente al corpo caldo del moro. Continuarono a baciarsi per un tempo illimitato. Solo quando sentirono l’ossigeno venir meno si staccarono. Fu lei questa volta a prendere l’iniziativa. Spostò le labbra dalla bocca del compagno fino alla guancia, e poi giù sul mento e infine verso l’orecchio. Gli mordicchiò il lobo e lo leccò con malizia e irriverenza. Jack rimase senza fiato a quel contatto così impudico e terribilmente eccitate. Si sporse ancora di più verso di lei tanto da far aderire completamente il loro corpi. Era accaldato ed eccitato, e desiderava che quel momento non finisse mai. Con una mano le afferrò il volto e la baciò di nuovo, sentendola quasi vibrare ad ogni suo tocco. Con le bocche e con le mani si assaggiavano, si toccavano, si amavano. Era come una droga dalla quale non sapevano come liberarsi. Erano stregati dal sapore dell’altro…

Improvvisamente però si udì una porta in lontananza sbattere e alcuni passi frettolosi avvicinarsi. I due giovani si fissarono per un secondo spaventati, poi si staccarono contro voglia l’uno dall’altra e con una rapidità eccezionale si ricomposero. Dopo cinque secondi netti erano di nuovo in perfetto ordine, e quando quel guasta feste di Gazza spalancò la porta li trovò intenti a sistemare gli ultimi libri. – Bene…fuori di qui adesso!- gridò scontroso e li fece uscire in fretta e furia.

I due non si dissero una parola mentre percorrevano i corridoi insieme al custode davanti a loro, ma i loro sguardi infuocati dicevano già tutto.

Arrivati davanti alla scalinata centrale Gazza salì le scale qualche metro davanti a loro. Fu lì che Jack si mosse rapido e silenzioso. Afferrò una mano di Luna e si sporse verso di lei, che era al suo fianco. Le sussurrò dolcemente all’orecchio – Buonanotte piccola…a domani…- e le scoccò un bacio sulla guancia. Lei arrossì leggermente e appena Gazza si voltò verso di loro si liberò dalla sua mano. Fortunatamente il custode non si era accorto di nulla. I due si divisero davanti alla sala grande, lei prese il corridoio a destra, lui quello a sinistra. Nessuno poté quindi vedere un eccitatissimo Jack salire le scale a saltelli con un enorme sorriso sul viso…

 

Grazie mille a chi ha letto e spero continuerà a farlo…

Water Lily sei davvero gentilissima…spero di non deluderti!!!

Un bacio…

(becky)

 

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Capitolo 4
*** 4: Promises ***


CAPITOLO 4: Promises

 

Il giorno successivo Jack si svegliò con uno strano presentimento addosso. Era come se si fosse dimenticato qualcosa di importante da fare, ma non riusciva a capire che cosa…

Lo comprese solo quando giunse in sala grande per la colazione. Mentre stava per entrare lo fermò uno dei suoi migliori amici, una delle rare persone con cui aveva legato maggiormente appena arrivato, cioè Nigel Canon. Il ragazzo lo fermò e gli disse entusiasta – Ehi Jack! Allora hai deciso di venire con noi a Hogsmede domani pomeriggio?-. Ah…ecco cosa si era dimenticato. La gita a Hogsmede. Beh, a dire il vero non ne era molto convinto, ma gli aveva praticamente (e involontariamente) promesso di andarci. Vedendolo un po’ incerto il giovane Canon gli disse – Dai…se vuoi puoi chiedere a qualcuno di venire, non c’è problema!-. A quelle parole si accese una luce nel cervello di Jack: poteva invitare qualcuno? Perfetto…come aveva fatto a non pensarci prima? Poteva chiederlo a Luna…avrebbero potuto trascorrere qualche ora assieme, flirtare, appartarsi da qualche parte e … Si riscosse malvolentieri dalle sue fantasie e annuì. – Certo che ci verrò…a domani allora!- e così dicendo entrò in sala grande euforico. Avrebbe chiesto a Luna di accompagnarlo e sarebbe stata l’occasione giusta per fare quello che volevano senza essere continuamente disturbati.

Dopo le lezioni del mattino Jack si decise a cercare Luna per invitarla ad uscire con lui. La cercò nei posti più ovvi, come i bagni femminili, la biblioteca, la sala comune ma non riuscì a trovarla. Uscendo da un’aula percorse il corridoio che si affacciava sul cortile posteriore del castello. Notò subito una lunga e fluente chioma bionda che passeggiava nel giardino, e sporgendosi confermò i suoi sospetti. Luna stava infatti esattamente qualche metro sotto di lui, nel giardino. Senza perdere neanche un secondo si precipitò giù per le scale, percorse tre o quattro corridoi di corsa urtando qualche decina di studenti e poi altre scale. Si precipitò giù per la scalinata principale saltando metà dei gradini e infine volò come una scheggia in direzione della ragazza. Ormai senza fiato la raggiunse pochi metri dopo a dove l’aveva vista. Era completamente da sola, passeggiava su un praticello che costeggiava l’alta parete esterna del castello. – Ehi…Luna!- la chiamò avendola raggiunta. La ragazza alzò lo sguardo stupita e lo guardò incredula. Esausto per la corsa Jack le si avvicinò maggiormente col fiato spezzato per la fatica. Luna lo guardava con tanto d’occhi, talmente era bello. Aveva i capelli castani leggermente bagnati dal sudore e un po’ arruffati, il viso arrossato e con qualche gocciolina di sudore che gli scendeva dalle tempie. Teneva la camicia con i primi bottoni aperti, tanto da poter scorgere sotto di essa una collanina nera. I due ragazzi rimasero l’uno di fronte all’altra a guardarsi negli occhi per diversi secondi, finché lui non sussurrò dolcemente – Ciao…-. Lei rispose con un debole sorriso e un -…ciao…-. Col sorriso sulle labbra Jack la prese per una mano, si spostò e si appoggiò con le spalle al muro in pietra del castello. Vi appoggiò completamente la schiena e divaricò leggermente le gambe. Fece avvicinare Luna a se e lei si posizionò tra le sue gambe. Lui le posò le mani sui fianchi, mentre lei gli mise le braccia attorno al collo. Si sorrisero a vicenda, senza una parola. Poi lui si chinò sul suo visino pallido ed emozionato, e la baciò con delicatezza e premura. La sentì vibrare e poi sciogliersi in quel dolce abbraccio e in quel bacio da favola ( ^_^). Dopo che si furono staccati lei ritrovò la voce per chiedergli – Ma…cosa ci fai qui?-. Jack ridacchiò e sussurrò – Ti ho vista da una finestra…e non ho potuto resistere!-. Un altro bacio, più breve e meno profondo. Jack si illuminò ed esclamò – In verità vorrei chiederti una cosa…non vorrei essere troppo precipitoso però…-. Si sentiva vagamente imbarazzato, ma sapeva anche che lei avrebbe capito e avrebbe accettato. Così prese coraggio e continuò -… che ne diresti di venire domani ad Hogsmede con me?-. La ragazza sorrise e arrossì un pochino. Jack sapeva già che lei avrebbe detto di si…. Luna sussurrò – Oh Jack…mi dispiace, ma non posso-. A quelle parole il ragazzo sgranò gli occhi e balbettò –C…cosa? Non puoi? E perché?-. Luna rise e scosse la testa – beh…non è che non posso! Però non mi va, tutto qui…non mi piace molto andare ad Hogsmede. Preferisco restare qui al castello….ci sei mai rimasto mentre tutti vanno via?-. Jack ci rifletté su e infine scosse la testa. Luna gli accarezzò una guancia con tenerezza e disse – è bellissimo il castello quando non c’è nessuno! C’è una tale pace e serenità…un silenzio così profondo…è stupendo!-. Jack la guardò attentamente in volto. Lei si che era bella! Con quell’aria svanita e sognante, quegli occhioni chiari che sembravano timidi e innocenti…davvero una piccola fata da baciare. E così fece. Cogliendola alla sprovvista la baciò con passione e intensità, a cui lei rispose prima con sconcerto, poi con altrettanto sentimento.

Dopo averle dato un leggero bacio sulla fronte Jack disse – Sai? Penso che rimarrò anche io qui domani…ho proprio voglia di vedere com’è il castello quando è quasi vuoto!-. Lei sorrise gioiosa e lo abbracciò con dolcezza. Continuarono a baciarsi così per lungo tempo, finché lei non alzò lo sguardo al cielo. Mormorò – Ora però devo andare…le mie amiche si staranno chiedendo dove sono andata a finire!-. Lui annuì e dopo un ultimo bacio a stampo le afferrò la mano e la condusse verso l’entrata del castello. Prima di entrare i due ragazzi si staccarono, lasciando tra di loro circa un metro di distanza. Non sapevano nemmeno loro bene il perché, ma qualcosa gli diceva che era meglio così per il momento.

Entrarono nel grande atrio del castello in silenzio. Mentre entrambi salivano la scalinata un ragazzino non molto alto, con i capelli color nocciola e gli occhi verdi correva giù verso di loro. Con un sorriso enorme alzò la mano in segno di saluto e passando accanto a Luna disse – Ciao Luna!-. La ragazza sorrise a sua volta e rispose al saluto con – Oh…ciao Colin!-. La ragazza proseguì con naturalezza verso i piani superiori, invece Jack venne fermato dall’altro ragazzo. – Ehi Jack…ti dovrei parlare un attimo…-. Il moro annuì e rivolse un ultimo sguardo di scusa a Luna, che se ne andò in silenzio.

Quando rimasero soli Colin esordì dicendo – senti…allora domani mattina ci troviamo qui verso le nove e mezza, ok? Così andiamo assieme…-. Jack alzò una mano per fermarlo e scuotendo la testa disse –No, Colin…mi spiace, ma ho cambiato idea…domani preferisco stare qui. Scusami, ma sarà per un’altra volta…-. Colin sembrò veramente dispiaciuto alle sue parole, e Jack si sentì in colpa. In fondo Colin era il suo migliore amico da quando era arrivato ad Hogwarts, il primo a cercare la sua amicizia sebbene non fossero della stessa casa. – Ah…va bene, se ne sei convinto…- mormorò il Grifondoro, ma poi tornò a sorridere – Ma il mese prossimo non hai scuse, ok?-. Jack annuì allegro e assieme all’amico si diresse verso la biblioteca.  

 

 

Beh…che dire? Grazie infinite a chi legge e commenta! Ringrazio quindi Water Lily, luna e Miky…

Il prossimo capitolo sarà un po’ più lungo e mooolto interessante! ^_^

Un bacio…

(becky)

 

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Capitolo 5
*** 5: Alone in the rain ***


CAPITOLO 5: Alone in the rain

 

La serata passò piuttosto velocemente per Jack, ma la notte fu ben peggiore. Non riuscì ad addormentarsi prima delle tre e il suo sonno, per qualche strana ragione, fu piuttosto agitato. Si sentiva emozionato pensando al giorno successivo, quando avrebbe potuto trascorrere l’intera giornata con la ragazza che più desiderava al momento. Si era ripromesso che Luna sarebbe stata sua. Era un giuramento personale: lei lo attirava, e lui l’avrebbe conquistata, a qualunque costo.

Ma Jack non sapeva ancora quale prezzo avrebbe dovuto pagare in realtà…

Dato che durante la nottata aveva dormito poco Jack si alzò piuttosto tardi, maledicendosi per aver dormito così tanto. Erano le nove passate e il castello si stava già svuotando. Fece colazione praticamente da solo al suo tavolo,e quando uscì dalla sala grande scoprì che non c’era quasi più nessuno in giro. Erano rimasti al castello solamente i ragazzini dei primi due anni (che però si erano rinchiusi nei dormitori) e pochi studenti degli anni successivi. Tra questi c’era proprio Jack.

Dopo colazione si incamminò verso il giardino posteriore, dove era matematicamente certo di trovare Luna. Aveva capito che alla ragazza piaceva di più stare all’aperto, respirare aria fresca e non avere costrizioni attorno. E infatti la intravide quasi subito.

Era seduta su una panchina di pietra sotto a un grande albero quasi completamente spoglio. Era intenta a leggere una rivista intitolata “Il cavillo” e ogni tanto sfogliava le pagine interessata dalla lettura. Era davvero carina in quel momento, con i capelli biondi e lunghissimi che le cadevano scomposti sulle spalle e la pelle chiarissima che brillava al sole autunnale. Jack non riuscì a trattenere un sorriso di apprezzamento e con passo leggero e furtivo la raggiunse.

In un secondo le si sedette accanto e le domandò – Cosa leggi?-. La ragazza alzò si scatto gli occhi e sussultò, non immaginandosi una sorpresa del genere. Arrossì all’istante e iniziò a balbettare qualcosa come – Io…ehm…st…stavo leggendo il giornale…-. Lui le sorrise divertito dalla sua confusione e accarezzandole una guancia le avvicinò il viso al proprio. Si abbassò maggiormente su di lei e sussurrò sulle labbra rosate della ragazza – Buongiorno, Luna…-. Annullò il divario tra di loro in un secondo e la  baciò con trasporto e tenerezza.

Quando si staccarono lui le avvolse un braccio attorno alle spalle fragili e abbassò lo sguardo sulla rivista che Luna teneva ancora in mano – Che giornale è questo? Non l’ho mai visto…-. Luna si illuminò e disse allegramente – è il giornale di mio padre! Io lo leggo sempre! È molto più interessante rispetto ai comuni quotidiani!-. Continuò a parlare a lungo del giornale, e poi di tutto quello che le veniva in mente, stretta in quel dolce abbraccio. Un abbraccio tenero e caldo, ma non possessivo o pressante. Un semplicissimo abbraccio che le scioglieva il cuore e la faceva sentire felice e a suo agio.

Quando si fermò arrossì nuovamente e disse – Oh, scusa….forse ho parlato troppo!-. Jack scosse la testa e le sussurrò – Mi piace sentirti parlare…e mi piace quello che dici!-. La strinse di più a se e alzò lo sguardo verso il cielo nuvoloso e grigio. –Allora…- le disse sorridendo - … cosa vuoi fare, mia ormai esperta guida di Hogwarts?-. La biondina alzò le spalle e mormorò – Non lo so! Tutto ciò che vuoi! Che ne dici di una passeggiata attorno al Lago?-. Immediatamente Jack scattò in piedi e le tese una mano – Ok! In marcia!-. Lei gli afferrò la mano ridacchiando e insieme, vicini e sorridenti, si incamminarono verso la riva del lago. Passeggiarono a lungo sulla riva del lago, e non tornarono nemmeno indietro per l’ora di pranzo. Stavano davvero troppo bene così…solo loro due, nella natura a parlare del più e del meno. Si tenevano la mano senza imbarazzo, qualche volta si abbracciavano, altre si scambiavano un breve bacio…ma soprattutto imparavano a conoscersi.

Luna gli raccontò tutto quello che le era successo negli ultimi due anni, cosa che non aveva mai fatto con nessuno. Non le piaceva parlare della guerra, di quando aveva dovuto combattere, di quello che aveva fatto e aveva visto…eppure con Jack si trovava bene. Non aveva paura di parlare troppo, o di impressionarlo con storie che altri giudicavano assurde. Qualcosa le diceva che lui non avrebbe mai riso di lei…. Ecco come stavano le cose: lui non rideva di lei, ma CON lei. E questo cambiava tutto!

Lo stesso valeva per Jack, naturalmente. Con lei scherzava, rideva, si appassionava…col passare delle ore sentiva crescere qualcosa tra di loro, una strana affinità che non sapeva come spiegarsi.

Aveva ormai terminato il secondo giro del lago quando qualche piccola goccia di pioggia iniziò a colpirli. Alzarono nello stesso istante gli occhi al cielo e iniziarono a correre verso il castello.

Fortunatamente arrivarono pochi secondi prima che si abbattesse sul castello un vero e proprio diluvio. Nell’atrio del castello rimasero in contemplazione del cielo scuro e tempestoso per qualche istante. Infine Luna sussurrò a bassa voce – Quanta pioggia! Speriamo non si allaghi nulla..-. Jack alzò le spalle e borbottò – ma no…se le finestre sono tutte chiuse non dovrebbe…-. Le parole gli morirono in gola. Le finestre! Si era dimenticato di aver lasciato la finestra della sua stanza aperta prima di scendere a far colazione! Che sciocco! Se non la chiudeva al più presto si sarebbe allagata tutta la stanza! Così il moro sbarrò gli occhi e si voltò verso Luna – Accidenti! La finestra di camera mia è aperta! Devo correre a chiuderla!-. Luna si mostrò subito preoccupata e gli disse velocemente – Allora vai! Sembra che debba piovere ancora a lungo…-. Jack annuì e poi chiese innocentemente, senza rifletterci troppo – Dai, vieni anche tu! Faremo in un attimo!-. La ragazza rimase a bocca aperta, ma lo seguì mentre correva al piano superiore.

Si fermarono di fronte a un grande quadro con la cornice dorata e con raffigurata una cornucopia ricca di delizie. Jack le prese la mano senza riflettere e pronunciò la parola d’ordine. Immediatamente il quadro si dissolse e apparve invece una sala dietro al buco. Vi entrarono e Luna poté vedere per la prima volta la sala comune dei Tassorosso. Era una grande stanza piuttosto spartana ma molto accogliente. Non ebbe tempo di osservarla con cura, poiché Jack la trascinò per un breve corridoio sulla destra. Spalancò una porta in legno rosso ed entrarono in una stanzetta più piccola. Era molto semplice, con quattro letti a baldacchino con tendaggi dorati. Jack corse rapidamente verso una grande finestra posta di fronte a loro e la chiuse con un colpo secco. Poi si guardò attorno avvilito. Erano arrivati troppo tardi e attorno a loro c’era già qualche pozzanghera d’acqua. – uffa…adesso dovrò asciugare tutto!- si lamentò Jack tirando fuori la bacchetta. _ Ti aiuto io, se vuoi!- si propose entusiasta la biondina avvicinandosi. Il moro la guardò sorridendo per ringraziarla, ma scosse la testa. – No, non fare nulla…è colpa mia, ci penso io…ci metto un attimo!- le disse e iniziò a pronunciare qualche breve incantesimo. Luna intanto si guardò attorno curiosa. Non era mai stata nella stanza di un ragazzo, e tutto le sembrava nuovo e interessante. Si sedette sul letto che doveva appartenere a Jack e cercò di memorizzare ogni minimo dettaglio.

Non si accorse nemmeno che Jack aveva finito e la stava osservando con sguardo malizioso.

Il moro si avvicinò a lei e le si inginocchiò di fronte, in modo da portare i visi alla stessa altezza. La guardò con sguardo accattivante e passionale, non più dolce e ingenuo. Lei rimase leggermente intimidita da ciò, ma non si scostò e nemmeno parlò. Fu Jack ad avvicinarsi al suo viso e a sussurrarle – Luna…posso baciarti?-. La ragazza sgranò gli occhi, e ci impiegò qualche secondo a capire cosa implicasse la domanda. Erano soli, in una stanza da letto, nessuno li poteva interrompere…non era un semplice bacio quello che intendeva Jack, ma forse qualcosa di più.

Luna trattenne il fiato e si perse negli occhi scuri e profondi del ragazzo. Annuì solo con un breve cenno del capo.

Lui sorrise e la baciò sulle labbra con passione e ardore. Le loro lingue si intrecciarono, giocarono tra di loro a lungo. Ogni tanto Jack le mordeva un labbro, per poi succhiarlo con maggiore delicatezza.

Con un movimento silenzioso e fluido si alzò e la fece distendere completamente sul letto. Le si sdraiò accanto e riprese a baciarla. Lentamente anche le mani si unirono al gioco iniziato dalle loro bocche. Iniziarono ad accarezzarsi ovunque riuscissero ad arrivare, con movimenti caldi e lenti.

Poi Jack prese a baciarle il collo niveo. Da prima, semplici baci a fior di labbra, e dopo aver intuito dai gemiti soffusi della ragazza il piacere che provocavano, approfondì il contatto. Le lecco e mordicchiò la pelle, trovandola estremamente dolce e soffice.

I loro respiri si fecero più pesanti e affannati, mentre si stringevano l’uno all’altra. Tutto il loro corpo era a stretto contatto con quello del compagno, e ogni carezza, ogni bacio era una sensazione unica.

Senza riuscire a fermarsi Jack fece scivolare la mano sotto la maglietta della biondina, e con un unico movimento arrivò ad accarezzarle il seno piccolo e sodo. I baci si fecero istintivamente più roventi, i cuori cominciarono a battere decisamente più veloci, e il cervello andava a spasso…

La mano di Jack scese dal seno della ragazza fino a raggiungere il ventre piatto. Lo accarezzo gentilmente e giocherellò per un po’ con l’ombelico di Luna. Poi scese ancora verso il basso e le dita si intrufolarono nei jeans stretti, fino a sfiorare il bordo delle mutandine. La sentì sussultare e la baciò con più passione. Tirò fuori le dita da sotto i pantaloni e le portò alla cerniera, intenzionato ad abbassarla. Ma lei lo fermò. Interruppe affannata e contro voglia il bacio e con la mano libera afferrò quella molto più grande ed esperta di Jack. Lui la guardò attentamente negli occhi e le sussurrò intimorito –Scusami, non volevo…-. Lei si alzò sui gomiti e scosse la testa –No, è colpa mia. Scusami ma…non so se sono pronta…non lo so davvero!-. Lui le sorrise con una dolcezza infinita e le accarezzò col dorso della mano una guancia arrossata. – Va bene lo stesso…non voglio sforzarti a far nulla se non vuoi!-. Lei arrossì maggiormente ma con voce ferma disse – Ma io…penso di volerlo…cioè, non ne sono sicura… ho bisogno di tempo per capirlo!-. Lui le baciò la fronte e le mormorò – Tutto il tempo che vuoi, piccola…-.

 

Ciao! Scusate per il piccolo ritardo, ma anche io sono stata piuttosto impegnata in questi ultimi giorni! Grazie a chi ha la pazienza di aspettare e di leggere!

I vostri commenti mi fanno sempre molto piacere, davvero! E se sbaglio qualcosa fatemelo pure notare, ok?

Un bacio…

(becky)

 

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Capitolo 6
*** 6: The tower and the Moon ***


CAPITOLO 6: The Tower and The Moon

 

Luna se ne andò poco dopo, dicendo di non volersi far vedere lì quando sarebbero tornati i compagni di camera di Jack.

Il moro rimase per il resto del pomeriggio immobile, disteso sulla schiena sul morbido letto a guardare il soffitto. Aveva incrociato le mani sulla nuca e anche le gambe erano leggermente accavallate all’altezza delle caviglie. Il suo respiro era denso e profondo,mentre nella sua mente si ricorrevano immagini confuse e affannate.
Se ne stava lì, immobile, a pensare e a ricordare. Ricordare qualcosa di importante, di bellissimo e al tempo stesso dolorosissimo della sua breve vita: le ragazze. Nei suoi pensieri si sovrapponevano le figure di due ragazze, tanto diverse quanto fondamentali per lui. Una faceva parte del suo passato, qualcuno che anche volendolo non avrebbe saputo dimenticare. Era una ragazza eccentrica e fascinosa, oscura, gotica, maliziosa e presuntuosa.
L’altra invece era una dolce ragazzina con lunghi capelli biondi, occhi cristallini e il volto sognante.
Jack si strofinò una mano sul viso rassegnato e si domandò perché quei pensieri facevano capolino proprio in quel momento.

Stanco e vagamente innervosito si addormentò nella stessa posizione senza neanche accorgersene. Lo svegliarono le voci dei compagni qualche ora dopo. Lentamente allora si alzò, si cambiò e scese per la cena domandandosi seriamente cosa avrebbe dovuto fare con Luna a quel punto…

Il giorno successivo trascorse esattamente come tutti gli altri, almeno in apparenza. In verità dentro a due studenti c’era un uragano che non accennava a volersi quietare.

Ovviamente, queste due persone erano Luna e Jack. Non si erano più visti dal pomeriggio precedente ma non riuscivano a smettere di pensare l’uno all’altra senza sussultare o arrossire. Si sentivano entrambi attratti dall’altra persona, indubbiamente. Eppure qualcosa li frenava: Luna si sentiva ancora insicura sul cosa fare, cosa dire, come comportarsi con il bel moro. Ques’ultimo invece temeva di averla spinta troppo, e non voleva indurla a fare nulla di cui avrebbe potuto pentirsi. Ma la biondina aveva già preso una decisione… l’unica problema che rimaneva era come comunicarla a Jack. E ancora una volta il destino (cioè la sottoscritta autrice….ndBecky) si prodigò benevolo per aiutarli.

Quella notte era un’altra di quelle in qui non sarebbe riuscito a dormire, lo sapeva. Quando era particolarmente nervoso, stressato, preoccupato, non riusciva a prendere sonno. Ci era fin troppo abituato per stupirsi o tentare l’impossibile. Così si alzò svogliatamente dal letto, indossò un paio di semplici pantaloni grigi e una maglia nera, ed uscì per la solita passeggiatina notturna.

Mentre camminava silenzioso nei corridoi deserti gli ritornò in mente l’ultima volta che aveva fatto una sortita notturna come quella…aveva incontrato per caso Luna davanti ad una finestra e l’aveva baciata…Sul suo bel viso scuro comparve l’ombra di un sorriso sincero e con le mani in tasca aumentò istintivamente il passo.

Le sue gambe si muovevano da sole e per uno scherzo del destino lo condussero verso la torre di astronomia del castello. Immerso nei suoi pensieri salì rapido le scale di pietra e raggiunse la pesante porta di legno. La spalancò con un colpo secco e uscì all’aria aperta.

L’aria fredda fu come una scossa, ma sorrise ugualmente, respirando a pieni polmoni. Si affacciò al parapetto e guardò le montagne in lontananza…alcune tra le cime più alte erano già innevate.

Passarono alcuni minuti, poi improvvisamente la porta si spalancò nuovamente e sulla soglia apparve Luna. Jack si voltò di scatto e rimase interdetto, senza osare dire una parola.

 Mai si sarebbe aspettato di vederci proprio Luna su quella stessa torre. Rimase per un secondo incantato ad ammirarla, mentre lei ricambiava lo sguardo .Era davvero una visione bellissima: indossava solamente la gonna corta della divisa e un maglioncino color panna. La luce notturna la faceva apparire ancora più pallida, mentre la sua esile figura si stagliava nitida nel cielo stellato. I folti capelli biondi e mossi si muovevano sospinti da un leggero venticello freddo.

I due ragazza si guardarono negli occhi in silenzio. Poi Jack esclamò – Piccola…perché sei qui? Va tutto bene?-. La ragazza abbassò istintivamente lo sguardo a terra e prese ad arrotolarsi un dito attorno ad una ciocca di capelli – Io…ti ho visto mentre venivi qua…- mormorò con un filo di voce. Lasciò la frase a metà, indecisa se proseguire o meno.

Come poteva dirglielo? Era la prima volta che lei si trovava così a suo agio con qualcuno… si, di amici ne aveva tanti, e molti la sapevano comprendere in modo eccellente, come Harry e Ginny ma… ma con Jack era diverso. Non era solo comprensione o affetto, era qualcosa di più intenso. Lei non aveva mai avuto un ragazzo, e non ci aveva mai pensato seriamente a stare con qualcuno…baciare qualcuno…fare l’amore con qualcuno…

Improvvisamente però tutto questo era cambiato. Ora pensava a Jack continuamente, e provava una fortissima passione nei suoi confronti, un desiderio che non aveva mai provato prima di allora…

Il moro la vide così pensierosa e qualcosa scattò dentro di lui. In pochi passi la raggiunse e la strinse stretta a se. Le circondò la vita e le spalle con le braccia forti e immerse il viso tra i suoi capelli dorati. Cos’era quel calore improvviso che sentiva dentro di se? E quel senso di protezione e di tenerezza?

La ragazza appoggiò la guancia sulla spalla del moro e si lasciò stringere da lui. Si abbandonò completamente al compagno, sicura ed emozionata. Respirava il suo profumo esotico e ancora misterioso, accarezzava la sua schiena forte e poteva udire i battiti forsennati del suo cuore. Anche Jack era invaso dal dolce profumo di vaniglia che lei emanava e il respiro profondo della ragazza gli solleticava languidamente il collo scoperto. Luna chiuse gli occhi coccolata dall’abbraccio di Jack. Si rese conto di non essere stata mai tanto bene come in quel momento e così prese coraggio. Riaprì gli occhi con nuovo slancio e sollevò il viso. Gli occhi scuri del ragazzo si incrociarono a pochi centimetri di distanza con quelli chiari di Luna e rimasero incatenati tra di loro. Luna si sporse leggermente verso di lui e lo baciò, prima con grazia e delicatezza, poi con passione. Jack sgranò gli occhi per tutta quella intraprendenza inaspettata, ma in seguito anche lui ricambiò il bacio con altrettanto interesse.

Quando si staccarono Luna gli circondò il collo con le braccia e abbassò lo sguardo. Socchiuse le labbra tremante e sospirò. Jack la guardò incuriosito ma non osò proferire parola. Fu lei infatti la prima a mormorare pianissimo – Jack…io…-. La sua voce era appena un sussurro appena udibile, ma Jack non perse nemmeno una sillaba. La strinse maggiormente a se, stupendosi di come suonasse bene il suo nome pronunciato dalla biondina. Continuò sempre con gli occhi bassi – Io…sto davvero bene con te…e…- seguì un altro sospiro incerto e infine -…voglio…voglio farlo con te la prima volta…-. Il cuore del ragazzo perse un battito, forse anche due. Spalancò gli occhi e la saliva gli si azzerò. Quelle parole…lo avevano colpito in modo impressionante. Era la prima volta che qualcuno si affidava così tanto a lui, che gli donava un tale prezioso dono. Si sentì al settimo cielo, la gioia si impadronì di lui e un sorriso spontaneo e realmente felice apparve sul suo volto. Con una mano le sollevò il viso con delicatezza, in modo da poter incontrare ancora una volta gli occhi azzurri della ragazza. Le sussurrò a fior di labbra – Non hai idea di quanto sia felice in questo momento, Luna…grazie …-. E dopo ciò la baciò con ardore e amore.

La biondina strinse maggiormente le braccia attorno al collo di Jack come per sorreggersi, avendo le gambe che tremavano, e lui iniziò ad accarezzarle la schiena e i fianchi con dolcezza.

Dopo un lunghissimo bacio che si sarebbero ricordati per il resto della loro vita Jack le mormorò all’orecchio malizioso –Quando…- ma Luna non lo lasciò finire e disse – Subito - (O_O). Una sola parola che fece già eccitare Jack. Si guardarono per un istante maliziosamente. Uno sguardo ricco di aspettative e doppi sensi. Luna sorrise e gli afferrò una mano – Vieni con me…- e lo trascinò giù per le scale della torre. Percorsero velocemente alcuni corridoi dove Jack non era ancora mai stati per giungere in un largo corridoio ricoperto di arazzi medioevali. Si guardò attorno incuriosito, ma la ragazza non gli diede il tempo di fare domande. Sfilò la mano da quella grande di Jack e iniziò a camminare in silenzio davanti ad una parete. Le passò di fronte tre volte. Il moro stava per chiederle se era impazzita ma improvvisamente sul muro apparve una grande porta in legno. Si avvicinò per controllare e Luna, con un sorriso soddisfatto, gli disse anticipandolo – Questa stanza la usavamo qualche anno fa per allenarci… rispecchia i desideri delle persone!-. Jack era sconvolto ma non disse nulla. Si strinsero nuovamente la mano e insieme spalancarono la porta ed entrarono nella stanza dei loro desideri. 

 

Eh eh eh…ma quanto sono fantastiche le mie lettrici? Grazie mille per i commenti…

E grazie anche al tuo aiuto, mio carissimo correttore!

PS: forse dovrò aumentare un po’ il rating da adesso in poi…kiss

(becky)

 

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Capitolo 7
*** 7: Exotic Night ***


ATTENIONE !!!QUESTO CAPITOLO è DI RATING ROSSO. ESSENDOCI SCENE DI SESSO ESPLICITO SCONSGLIO CHI NON APPROVA DI CONTINUARELA LETTURA.

Non ritengo sia il caso di aumentare il rating a tutta la storia, ma se qualcuno preferisce che lo faccia e lo ritiene opportuno, ditemelo e io provvederò a farlo senza problemi, ok? Grazie…

 

CAPITOLO 7: Exotic Night

La stanza che gli apparve davanti era incredibile, e lo lasciò senza fiato. Era uno dei luoghi più belli che avesse mai visto, sembrava di essere all’interno di una fiaba tratta da “Le mille e una notte”.

La grande camera in cui si trovava aveva un’atmosfera soffusa e calda, e allo stesso tempo esotica e velata. Era arredata completamente in stile indiano: di fronte a lui, Jack notò i tanti tappeti orientali finemente intrecciati che ricoprivano completamente il pavimento, gli arazzi dorati alle pareti e l’incenso che profumava in qualche angolo. Nella prima parte della stanza non c’era nulla se non qualche grande cuscino colorato sparso a terra e un paio di morbidi divanetti rossi accanto alla parete. Poco dopo però, su un piccolo soppalco in legno, si vedeva uno splendido e maestoso letto a baldacchino ricoperto da leggerissimi veli di color arancione e giallo, che cadevano semitrasparenti dal soffitto. Il letto era ricoperto da una fantastica coperta di seta rossa con decorazioni arabesche ed era ricco di cuscini e guanciali. In pratica era veramente fantastica, intima e perfetta.

Jack capì subito che quella era la stanza dei sogni di Luna, e rimase sbalordito nel capire quanto fossero diventati intimi in quel momento…così tanto da mostrargli uno dei suoi desideri più grandi!

Le strinse con maggior forza la candida mano mentre osservava sbalordito ogni singola cosa accanto a lui. Quella stanza emanava sensualità…non sapeva come spiegarlo ma era così…era impregnata di sessualità e passione.

Il ragazzo fece qualche passo verso il centro della stanza e si voltò verso Luna. Lei avevo lo sguardo basso e il viso rosso dall’emozione. Vedendola così Jack non riuscì a trattenere una mezza risata e le si avvicinò ridacchiando. La prese tra le braccia, la strinse e le baciò la fronte. Quando lei alzò lo sguardo, il moro si perse nei suoi occhi chiari ma annebbiati dal desiderio. Istintivamente si tuffò sulle sue labbra rosee e la coinvolse in un bacio passionale e intenso. Le invase la bocca, gustandola e assaporandola in ogni parte di quell’antro caldo e umido. Le loro lingue si inseguirono a lungo, sfiorandosi, toccandosi, accarezzandosi…

Jack iniziò a baciarle tutto il profilo, dal mento al collo. Lo baciò a lungo, incantato da quel candore lunare e da quel profumo dolce e vivace. Le mani della ragazza si fecero più intraprendenti e presero ad accarezzarlo sulla schiena, sulle spalle e sui pettorali.
Il loro corpi caldi e vogliosi si sfioravano in continuazione, e quando Luna per caso strisciò la propria gamba sul linguine già sottoposto a molto stress di Jack, al ragazzo sembrò di impazzire. La guardò per un secondo negli occhi accecati di desiderio e con una certa irruenza la sollevò da terra. La prese tra le braccia senza smettere di baciarla e senza apparente sforzo attraversò la camera fino al soppalco. Salì i pochi gradini e raggiunse il magnifico letto dove avrebbero passato la notte. L’adagiò con gentilezza ma con una certa fretta sul morbido materasso ricoperto da rossa seta e la osservò meglio. Era eccitante e sensuale come non avrebbe mai immaginato. Il viso più accaldato del solito, le labbra rosse dai baci e i biondi capelli sparsi attorno al volto. Quest’ultimi facevano contrasto col rosso delle lenzuola, facendola sembrare una Dea.

La ragazza gli strinse con grazia le braccia attorno al collo e lo attirò a se, in un bacio caldo e intenso in cui Jack mise tutto se stesso. Le si distese accanto e l’accarezzò ovunque, con delicatezza e desiderio. Mentre scendeva con la bocca a baciarle nuovamente la gola, Jack le sollevò un po’ il maglioncino, come per invitarla a toglierselo. Luna alzò immediatamente le braccia sopra alla testa e il moro glielo sfilò senza aspettare un secondo di più. Riprese a baciarle la pelle diafana, scendendo lentamente verso il petto, fino a sfiorare con le labbra il suo piccolo seno ancora coperto dal reggiseno bianco di pizzo. Luna, presa anche lei da una voglia mai provata prima, gli tolse la maglietta nera che indossava e gli accarezzò con le mani tremanti il petto abbronzato, e quando gli sfiorò con i polpastrelli i capezzoli lo sentì sospirare intensamente.

Le candele attorno al letto iniziavano a diminuire la loro luce e gli incensi a terminare quando anche i pantaloni del ragazzo e la corta gonna della biondina raggiunsero gli altri indumenti al fondo del letto.

Ormai quasi nudi, i loro corpi vibranti d’amore erano liberi di toccarsi, di scoprirsi e di gustarsi completamente. Ogni carezza provocava in entrambi un brivido lungo la colonna vertebrale e i baci scambiati erano vivi ed espressivi come non mai.

Deboli gemiti e inaspettati sospiri nascevano dai due giovani amanti, che incontrollati continuavano a cercarsi nella penombra.

Jack era al limite della pressione. Non era mai stato così eccitato, non aveva mai avuto così tanta voglia di possedere una ragazza, di amarla, come in quel momento.

Tra di loro si era creata un’affinità magica che stava esplodendo con tutta la sua forza.

Luna si inarcò verso il moretto e lui colse l’occasione per passarle una mano dietro alla schiena e slacciarle il candido reggiseno. Quando le baciò il seno destro la sentì vibrare di emozione sotto di se. Con lentezza eccezionale la sua mano scese più in basso, sul ventre e infine sull’orlo delle mutandine verdi. Col respiro affannato e il cuore impazzito Jack abbassò lo sguardo osservando la propria mano che delicatamente faceva scendere l’elastico e le faceva scorrere su tutta la lunghezza delle gambe nivee. Rimasta completamente nuda ed esposta al suo sguardo Luna si sentì in imbarazzo, ma lo sguardo dolce e comprensivo di Jack le infuse nuovo coraggio.

Con un sorrisino malizioso portò le manine ai fianchi del moro e gli abbassò a sua volta i boxer scuri.

Entrambi nudi rimasero per qualche secondo a contemplarsi a vicenda, sorridendo e amandosi con lo sguardo che scivolava sui loro corpi. Ma lo sguardo non bastò a lungo. Dopo pochi secondi tornarono a sfiorarsi con la mani. I muscoli si tendevano al contatto reciproco e il sangue pulsava sempre più velocemente nelle loro vene, infiammate dai loro baci.

Jack era evidentemente giunto al limite, e Luna si stupì di sentirlo così teso e gonfio sotto di se. Il solo contatto con lui le procurava brividi di piacere intensi, che si acuirono quando il ragazzo le si strinse maggiormente contro. Jack sentiva che era arrivato il momento opportuno, e si posizionò meglio tra le gambe snelle della biondina. La sentì tremare leggermente e le accarezzò con amorevolezza  una guancia arrossata. La guardò negli occhi più scuri del solito a causa della passione che li torturava e le sorrise con una dolcezza infinita. Il suo era un sorriso luminoso e sincero, che colpì in profondità la ragazza. Rispose al sorriso con un leggero bacio a fior di labbra e si aprì per accoglierlo.

In quel momento Jack si lasciò completamente andare e la fece sua, con amore, sentimento e passione, come non era mai accaduto. Prima la possedette piano, lentamente, per evitare di farle male. Sentì infrangersi la sua sottile barriera ed emettere un flebile gemito di disappunto. Si fermò per qualche istante, per riprendere poi con maggiore vigore sentendola rilassata sotto di se. Col passare dei minuti ogni remora da parte della ragazza era scomparsa, e i due giovani si univano perfettamente tra loro, sentendosi l’uno parte dell’altro. Le loro anime vibravano all’unisono non solo per il potere dell’imminente orgasmo, ma anche per la consapevolezza che tra loro stava nascendo qualcosa di più profondo. Il piacere li invase entrambi nello stesso momento, quando con un urlo soffocato si liberarono l’uno tra le braccia dell’altra.

Sfinito Jack si accasciò accanto al corpo caldo e sudato di Luna, che teneva ancora gli occhi chiusi. Con uno sforzo piuttosto grande il moro si sollevò su un gomito e avvicinò il viso a quello della bionda. La osservò tornare a respirare regolarmente e infine si chinò su di lei sfiorandole appena le labbra con le proprie. Lei aprì gli occhi con lentezza e li incontrò con quelli scuri di Jack. Non servivano parole in quel momento, uno sguardo come quello era più che sufficiente.

Il ragazzo si ridistese al suo fianco e in meno di un minuto si addormentò esausto. Anche Luna non tardò ad addormentarsi accanto a lui, lasciando che una gamba andasse ad intrecciarsi sensualmente con quella del bel moro addormentato. 

 

Spero solo di non aver esagerato…a volte mi rendo conto di avere la tendenza a strafare in queste cose. Perdonatemi se magari ci ho preso troppo la mano…non era mia intenzione rendere la storia oscena, davvero!!!

Grazie a tutti…

(becky)

 

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Capitolo 8
*** 8:Good Morning and Bad day ***


CAPITOLO 8: Good Morning and Bad Day

 

“Uhm….chissà che ore sono adesso….mi servirebbe una sveglia” pensò ancora assonnato un bel ragazzo moro assicurandosi di tenere gli occhi ben chiusi. “Si…una sveglia…” pensò ironicamente.
DRIIIIIIIINNNNNNNNNN.

Jack spalancò gli occhi scuri di scatto e si guardò attorno col cuore che batteva impazzito.

Ci mise una manciata di secondi per rendersi conto che:

Uno, non era nella sua stanza.

Due, era completamente nudo.

Tre, una ragazza bionda gli dormiva al fianco.

Si voltò a destra e a sinistra cercando la veglia, mentre la biondina apriva lentamente gli occhioni azzurri ancora assonnata. – C…come faccio a farla smettere?- brontolò terrorizzato Jack continuando a guardarsi attorno. Luna si mise a sedere sbadigliando e mormorò con la voce impastata dal sonno – Pensalo e si spegnerà!-. Il ragazzo sgranò gli occhi ma l’ascoltò Pensò subito di far smettere la sveglia, e improvvisamente il rumore nauseabondo si spense. Entrambi tirarono un sospiro di sollievo.

I due ragazzi si guardarono reciprocamente negli occhi per alcuni secondi, e rendendosi conto di essere nudi distolsero lo sguardo ed arrossirono. – Ehm….Buongiorno, Luna…-  sussurrò Jack passatogli l’imbarazzo. Si avvicinò a lei e le sfiorò leggermente la guancia con un bacio. Lei si voltò verso di lui sorridendo e lo baciò invece con passione ed entusiasmo. Senza rendersene conto si ritrovarono distesi l’uno accanto all’altro a guardarsi in volto ridacchiando. Con una mano Jack le accarezzava il fianco mentre lei il petto abbronzato. Non si dissero molto ma rimasero per molto tempo così, semplicemente a contemplarsi a vicenda.

Dopo infiniti minuti Jack prese un profondo respiro e mormorò – Forse…forse dovremmo andare…-. La ragazza annuì e lentamente i due si alzarono. Si vestirono senza fretta, scambiandosi fugaci sguardi e sorrisi. Una volta giunti di fronte alla porta si fermarono imbarazzati sul cosa dire o cosa fare. In che situazione erano andati a cacciarsi? Non potevano essere semplicemente amici, dopo tutto quello che era successo. Non lo avrebbero nemmeno voluto. Però….una storia seria era troppo impegnativa per entrambi. Significava buttarsi in qualcosa di terribilmente profondo, e non sapevano ancora se erano pronti oppure no. Non sapevano nemmeno se era il caso di dirlo agli altri o mantenere il silenzio per un po’. Fu Jack il primo a parlar, con voce bassa e profonda –Luna…io…sono stato bene sta notte…accidenti, sono stato benissimo! Però…forse è meglio che questa cosa rimanga solo tra di noi per il momento…che ne dici?-. Un sorriso sincero apparve sul volto candido della biondina – Si, lo penso anche io…solo per un po’…-. I due ragazzi si guardarono allegri e si baciarono con trasporto, prima di spalancare la pesante porta in legno e tornare ognuno al proprio dormitorio.

Durante i giorni successivi i due si videro più spesso del solito. Cercavano di andare ai pasti all’incirca negli stessi orari, in modo da osservarsi e salutarsi da lontano. Poi, ogni notte, si incontravano sulla torre di astronomia e passavano ore e ore assieme. Non solo a fare l’amore, ma anche a parlare, scherzare e ridere.

Lentamente tra Jack e Luna si stava istaurando una fiducia reciproca e un affetto incondizionato che scaldava i loro cuori.

Ma quello che gli faceva più piacere era potersi vedere anche in pubblico. No, non avevano ancora deciso di rendere pubblica la loro relazione. Però potevano tranquillamente parlarsi come amici. Per qualche ragione che Jack non conosceva ancora (e che non gli interessava minimamente) quasi tutte le volte che usciva con Colin c’era anche Luna. Aveva scoperto con piacere che Colin e Luna si conoscevano da moltissimo tempo, e andavano d’accordo. Non avrebbe potuto desiderare di più…la sua futura ragazza che legava col suo migliore amico. Sembrava tutto perfetto…

Peccato che Jack non fosse un ragazzo attento ai dettagli. Non si era accorto degli sguardi dolci che il giovane Colin lanciava spesso ad una incurante Luna, ai suoi sorrisi quando la vedeva apparire, le parole di stima e apprezzamento sul conto della giovane corvonero, di tutto in pratica.

Infatti rimase stupefatto quando, un pomeriggio di pieno inverno, il Grifondoro gli chiese di accompagnarlo a fare una passeggiata.

Passeggiavano tra i viali del parco, vicino alle serre. Colin si chinava spesso per fotografare un fiore o qualcosa di particolarmente bello,mentre chiacchieravano del più e del meno.

- …secondo me le vacanze dovrebbero servire per…- diceva Jack proseguendo per il viale alberato, quando Colin lo interruppe all’improvviso rosso in volto – Jack…posso chiederti una cosa?-. Il moro guardò il ragazzino dai capelli color sabbia incuriosito e rispose – Certo, dimmi tutto…-. Aumentando il passo involontariamente, probabilmente per la tensione, Colin palò a voce bassa balbettando di tanto in tanto –Io…beh, ecco…è un po’ imbarazzante, però volevo parlarne con te…perché sei uno dei miei migliori amici…una persone di cui mi fido! Ehm…beh, il fatto è questo…mi piace una ragazza…anzi, no…mi sono innamorato di una ragazza!-. Jack sgranò gli occhi per poi subito sorridere al ragazzo – Davvero? Ma è fantastico!-. Il biondino sorrise e mormorò –Si, lo è, però… ho bisogno di un consiglio…secondo te dovrei dirglielo?O dovrei aspettare invece?-. Jack si sentì onorato della fiducia accordata da un amico che conosceva da così poco tempo. Gli batté una mano sulla spalla ed entusiasta gli disse –Certo che devi dirglielo, se lo pensi davvero! Ma scusa…posso sapere chi è questa ragazza?-. Colin abbassò lo sguardo e sorridendo dolcemente al solo pensiero disse – è…è Luna!-.

“Doh!” pensò immediatamente Jack. Merda, questo si che era un bel problema. Che destino infimo e bastardo! (eh, eh !!! Lo so…ndBecky)

 

Salve a tutti! Grazie mille per i commenti…come sono contenta! Ah…scusate se in questi ultime settimane ho aggiornato molto a rilento, ma ero super impegnata! Da adesso cerco di essere un po’ più veloce!

X Water-Lily: se devo essere sincera per il personaggio di Jack mi sono ispirata a un mio amico…ma ho lavorato molto (MOOOOLTO) di fantasia! Temo anche io che non esista uno come Jack nella realtà!!!

Un bacio…

(becky)

 

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Capitolo 9
*** 9: 4 is better than 3 ***


CAPITOLO 9: 4 is better than 3

 

La biondina era distesa prona sul grande letto a baldacchino, con la testa appoggiata alle candide braccia e il corpo semicoperto solo da un lenzuolo azzurro. Accanto a lei Jack era sollevato su un gomito e la guardava dormire. Con una mano le accarezzava i capelli chiari e finiva sempre con lo sfIorare la curva che la schiena formava nella parte bassa. Sentiva ogni vertebra sotto le sue dita, e il respiro regolare e profondo della bella addormentata.

Una luce soffusa, proveniente da un camino fatto apparire poco lontano, donava alla stanza delle necessità (questa volta arredata in stile barocco) uno strano velo di calore e armonia.

La fronte del moro era però corrucciata e l’espressione lasciava intendere che i suoi pensieri erano tutt’altro che positivi e allegri.

Non era riuscito a resistere alla tentazione di fare ancora una volta sua la ragazza, ma ora iniziava a farsi troppe domande. Doveva parlarle dei sentimenti che nutriva Colin per lei? Oppure faceva meglio a tenerselo per se, come gli aveva chiesto l’amico?

Sapeva che presto o tardi Colin le avrebbe detto tutto, e temeva quel giorno. Luna gli avrebbe parlato della loro relazione? E se si, come avrebbe reagito il ragazzo?

Troppe domande senza risposta si affacciavano nella mente stanca del ragazzo, che però non riusciva a prendere sonno. Forse, parlandone con Luna avrebbe chiarito tutto, avrebbero potuto trovare una soluzione assieme…ma non era sicuro che i sentimenti della biondina nei suoi confronti fossero tanto forti da poter discutere di cose simili in completa normalità.

Jack sbuffò teatralmente e si lasciò cadere sulla schiena. Aveva bisogno di rilassarsi…

Aveva iniziato quella storia con Luna proprio per non dover avere alcun problema, per poter vivere tranquillamente la vita…e invece si ritrovava ad avere un sacco di questioni scottanti tra le mani, e non sapeva come risolverle. Non voleva avere una relazione seria proprio per quello: per non doversi giustificare, niente vincoli e legami. E tuttavia era incappato in una situazione più grande di lui. Tutto quello che desiderava ora era poter passare del tempo con una ragazza senza preoccuparsi delle conseguenze, desiderava solo godersi la vita. E basta.

- Mi sembri preoccupato Jack…- sussurrò timorosa Luna, mentre si rivestivano. Il moro la guardò di lato, ma non disse nulla. Si limitò ad una scrollata di spalle e tornò a concentrarsi sui bottini della camicia. La ragazza continuò – C’è qualcosa che ti infastidisce? Qualcosa che ti preoccupa? Puoi parlarmene, lo sai!-. Jack si voltò verso di lei, dalla parte opposta del grande letto, e sbottò – No, questa volta non posso parlartene, fattene una ragione!-. Il suo tono era secco e stanco, ma non fece desistere la biondina – Ma Jack…perché non ti fidi? Puoi dirmelo…forse potrò aiutarti!-. Il ragazzo afferrò la felpa grigia e si avvicinò alla porta molto scazzato – Mi vuoi lasciare un attimo stare, Luna? Sono stanco, e di cattivissimo umore…se ti dico che non posso parlartene, ci sarà una ragione, non credi?Ho bisogno di un po’ di tempo!- e con questo scatto di rabbia se ne andò sbattendosi la porta alle spalle. La ragazza rimase impietrita ai piedi del letto, osservando stralunata la porta chiusa. – Ma cosa diavolo gli è preso?- si chiese soprappensiero.

Tutto quello di cui aveva bisogno Jack in quel momento era un po’ di tranquillità e un modo per distendersi. Si sentiva a pezzi, dopo una nottata passata a pensare. Fortunatamente era sabato, e ciò voleva dire niente lezioni!

Senza pensarci troppo corse nel suo dormitorio, afferrò un asciugamano ed entrò in bagno per farsi una doccia calda e tonificante. Doveva assolutamente rilassarsi dopo la mezza litigata con Luna.

In effetti la doccia fu un vero toccasana. Miracolosamente si sentì rinnovato e pieno di vigore. Quando spense il getto caldo della doccia era tornato come nuovo, in perfetta forma. Non doveva preoccuparsi di nulla, lui. Avrebbe fatto tutto il destino e lo scorrere del tempo. Era inutile pensarci troppo sopra, sarebbe stato solo dannoso.

Con un sorrisetto prese l’asciugamano bianco e uscì dal box doccia. Appena mise piede nell’atrio dei bagni, ancora completamente nudo e bagnato, sentì uno strano rumore, come se qualcuno trattenesse il respiro. Jack alzò gli occhi e incrociò quelli altrettanto scuri di una ragazza. Seguì un attimo di silenzio piuttosto teso, e infine Jack comprese di trovarsi di fronte ad una sconosciuta completamente, totalmente, assolutamente nudo.

Sgranò gli occhi dalla sorpresa e si coprì come meglio poteva con l’asciugamano che teneva ancora in mano. Era piccolo e gli arrivava ben sopra al ginocchio, ma almeno fungeva allo scopo.

- Ehm…- mormorò rosso e imbarazzato come non mai. La ragazza invece sembrava perfettamente a suo agio e lo guardava tra il divertito e il malizioso. Jack era sicuro di non averla mai vista prima. Era piuttosto bassa, con profondi occhi castani e i  capelli corti, sbarazzini, castani con riflessi ramati.

Istintivamente gli sembrava più giovane di lui, ma non ne era sicuro. Anche lei indossava solo un accappatoio di spugna bianco leggermente aperto sul davanti. – Ch..che cosa ci fai tu qui?- le chiese sconvolto, cercando di coprirsi con il corto asciugamano in vita. Lei sorrise e disse – Beh…ero venuta a farmi la doccia, ma non sapevo che era occupata!- e intanto continuava a scrutare attentamente il moro in ogni minimo dettaglio, soffermandosi spesso sul panno legato ai fianchi che però lasciava intravedere le forme sottostanti. Anche Jack la guardava con curiosità, e solo dopo diversi secondi si ricordò della situazione in cui erano –Ah! In verità…- disse con voce improvvisamente arrochita – questo è il bagno maschile. Quello di voi ragazze è a destra…-. La ragazza si guardò attorno e spalancò la bocca per la sorpresa – Davvero? Ma non è possibile che mi sia sbagliata!-. Poi  una scintilla di comprensione folgorò entrambi e contemporaneamente esclamarono – Qualcuno deve aver scambiato i cartelli per scherzo!-. Dopo averlo detto si guardarono con circospezione e poi sorrisero. La ragazzina disse – Beh, mi spiace di averti disturbato, non era mia intenzione. Io comunque mi chiamo Alicia, piacere di conoscerti!- e gli porse una mano. Il moro l’afferrò subito ed esclamò contagiato dall’entusiasmo di Alicia – Io sono Jack!-.  Però nel momento in cui le strinse la mano l’asciugamano cadde a terra, facendolo rimanere nuovamente nudo di fronte a lei. – Opsss…-.



Per chi voleva altri disguidi e casini, eccovi servite! In fondo quattro è meglio di tre, no?

Spero che vi sia piaciuto ...

Grazie mille a chi legge, commenta e inserisce questa storia tra i preferiti!!!

Un bacio ...

(becky)

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Capitolo 10
*** 10: Moon and Flowers ***


CAPITOLO 10: Moon and Flowers

 

Jack rientrò al castello con le mani nelle tasche del pesante mantello scuro. Era uscito ore prima per distendere i nervi troppo tesi e senza accorgersene aveva camminato a lungo sulla riva del lago, sprofondando nei suoi pensieri. Solo il freddo venticello serale lo aveva ridestato dal torpore in cui era caduto e si era deciso a ritornare al castello.

Appena entrato nella grande sala fu accolto da un dolce tepore e dal profumo delle pietanze appena cucinate. Inspirò quell’aroma intenso e prelibato sorridendo. Alzò lo sguardo sulle scalinate di fronte a lui e notò subito una ragazzina bionda scendere le scale velocemente e dirigersi verso di lui.

Luna lo raggiunse ed esclamò – Jack! Ti stavo cercando…non ti ho visto per tutto il pomeriggio! Ero preoccupata, pensavo fossi arrabbiato con me…-. Il suo viso in effetti tradiva ansia e timore, gli occhi chiari erano colmi di paura e nervosismo. Jack si sciolse davanti a quello sguardo così tenero, e con dolcezza mormorò – Ma no, Luna…non ero affatto arrabbiato con te. Come puoi pensarlo? È solo che…-. Le parole gli morirono in gola. Cosa doveva dirgle? Che stava male dopo aver saputo cosa provava Colin per lei? No, era improponibile. Mentirle allora?

Luna lo guardò curiosa – Allora? Cosa c’è che non va? Ti vedo così distante…c’è qualcosa che non so e che invece dovrei sapere?-. Il ragazzo scosse la testa ma non gli riuscì di raccontarle una bugia.
Stava per inventarsi una scusa qualunque per andarsene quando qualcuno poco distante gridò – JACK!-. Il moro si girò di scatto e prima che potesse rendersene conto una ragazzina dai corti capelli rosso mogano lo travolse, letteralmente. La ragazzina gli corse incontro e quasi lo scaraventò a terra sotto lo sguardo incredulo di Luna.

Ancora sconvolto Jack esclamò – Ma chi…?-. – Jack! Ti ricordi di me? Sono Alicia! Quella della doccia!- disse divertita la ragazzina. Jack la guardò con tanto d’occhi. Si, era sicuramente lei la ragazza che aveva incontrato in bagno. La osservò meglio…si, era proprio Alicia. E…beh, non ci aveva fatto molto caso prima ma era davvero carina! Era piccola e minuta, ma conteneva un’immensa vitalità ed energia in quel corpicino tanto grazioso!

- Oh, ciao Alicia! Come stai? Hai trovato il bagno giusto?- le chiese educatamente, sorridendo malizioso. La rossa annuì entusiasta e rispose – Si, scusa ancora per prima!- e poi i suo occhioni scuri si posarono su Luna, che la guardava leggermente a disagio. Jack se ne accorse e disse immediatamente – Ah…Alicia, lei è Luna…una mia amica! Luna, lei è Alicia, l’ho conosciuta oggi stesso!-. Le due si scambiarono un breve e freddo saluto, per poi guardare altrove. Jack si sentiva strano tra loro due…non sapeva la causa di quell’improvviso gelo, e ritornò all’idea di andarsene alla svelta. Ma Alicia lo precedette e guardandolo con occhi da cucciolo gli chiese –Jack, mi potresti accompagnare alle serre, per favore? Nessuno dei miei compagni ci vuole venire…per piacere…mi potresti aiutare tu?-. Il moro rimase a bocca aperta. Guardò la biondina spaesato ma lei non disse nulla. Sembrava assente e soprappensiero. Perciò con un sospiro annuì – Va bene, nessun problema, vengo io! Dai, andiamo!-. Alicia gli saltò addosso dall’emozione e lo trascinò via. Prima di uscire di nuovo al freddo Jack scambiò con Luna uno sguardo come a volersi scusare, ma quello che vide non gli piacque per nulla. Gli occhi cristallini di Luna sembravano tristi e malinconici, e questo lo fece star malissimo.

Giunti alla prima delle tante serre Jack si fermò sulla soglia e lasciò entrare per prima Alicia. La ragazza accese con un incantesimo le luci e lo invitò ad entrare. Il moro fece qualche passo avanti e si chiuse la porta alle spalle.

La ragazza saltellò fino a raggiungere un angolo dove erano impilate diverse cassette con piantine in tanti piccoli vasi. – Jack….vieni! Dobbiamo metterle tutte assieme e portarle al castello, ok?-. Il moro le sorrise e annuì, rimboccandosi le maniche del mantello. Ormai il buio era calato sui prati e il cielo si era tinto di una profonda tonalità blu. Solo le candele all’interno della serra e le stelle facevano luce.

Erano passati quasi dieci minuti da quando si erano messi al lavoro e finalmente avevano quasi finito. Jack raccolse da terra l’ultima cassa e la impilò con cura sulle altre, quando sentì avvicinarsi Alicia. La guardò con la coda dell’occhio, e la vide con una strana espressione determinata sul viso grazioso.

- Jack!- proruppe la ragazza. Il moro si voltò verso di lei corrucciando la fronte e se la ritrovò a dieci centimetri dal viso. La fissò allibito e la sentì dire – Jack…io…tu mi…-. Lui la guardò interrogativo ma  lei non andò avanti. Non a voce almeno.

Senza preavviso la ragazzina colmò la distanza tra di loro e lo baciò. Jack sentì solo le labbra morbide della ragazza premere sulle sue e sgranò gli occhi. Doveva allontanarla…doveva farla smettere!

Ma allora perché non riusciva a muovere nemmeno un muscolo contro di lei?

La sentì addosso, si stringeva a lui con passione, come se avesse bisogno di lui. Per un attimo Jack si lasciò contagiare da quel calore e dal suo profumo, avvolto come da un’atmosfera magica. Avrebbe voluto ribellarsi, dirle che non poteva farlo, che stava già con un’altra. Lo voleva veramente, ma qualcosa glielo impedì. La sua forza di volontà veniva meno. In un attimo di debolezza socchiuse i profondi occhi castani e si lasciò cullare dal calore che Alicia emanava. Quando la lingua impudica e maliziosa della ragazza si fece strada nella sua bocca, Jack sapeva di dover resistere e dire basta. Ancora una volta non ci riuscì. Quasi involontariamente ricambiò quel dannato bacio, intrecciando la propria lingua con quella della ragazza. Divenne immediatamente un bacio sfrenato e passionale, come un’esigenza naturale. Era il bacio più meraviglioso di tutta la sua vita…forte e appassionato, come piaceva a lui. Lo coinvolse da subito, trascinandolo in un vortice di lussuria e lascivia. Era un qualcosa di completamente differente da quello che di solito provava con Luna…

“Luna!” pensò in un attimo di lucidità il ragazzo. Appena quel nome riecheggiò nella sua mente annebbiata dalla passione, subito si rese conto dell’imperdonabile errore che stava commettendo. Con irruenza si staccò da Alicia. Lei lo guardò sorpresa e delusa, mentre Jack scuoteva la testa confuso. Lei si avvicinò nuovamente a lui, sussurrando – Perché? Cosa c’è che non va?-.
Il moro alzò lo sguardo su di lei e incontrò quegli incredibili occhi neri. Come poteva dirle che aveva già un’altra ragazza? Sarebbe stato orribile…Così Jack si limitò a dire – Alicia…mi spiace, ma non posso! Non farmi domande…tu mi piaci, e molto anche ma…non penso di essere pronto per questo! Scusami!- e così dicendo, da codardo, prese il proprio mantello e scappò via, lasciandola da sola nella serra.

Non era un codardo, ma restare un altro secondo con lei sarebbe stato troppo pericoloso…era una calamita quella ragazza. Era pura carnalità, e non sapeva quanto sarebbe riuscito a resistere.

Dannazione…ora non c’era solo il problema di Colin e Luna, ma anche l’istinto primordiale di possedere quella maledetta rossa. Peggio di così non poteva andare…ma forse non c’è mai limite al peggio.

 

Eccoci qua, quasi in dirittura d’arrivo…ancora qualche capitolo e poi il gran finale!

In questo capitolo Jack, mi spiace, si dimostra una persona poco seria (si, perché qualche difetto lo ha anche lui!!!)…vedremo se riuscirà a farsi perdonare!!!

Grazie mille a tutte…

(becky)

 

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Capitolo 11
*** 11: Old Friends ***


CAPITOLO 11: Old Friends

 

Le vacanze di Natale erano iniziate da poco. La prima neve ricopriva candida le strade e i tetti di Londra, rendendo tutto uniforme e indecifrabile.

Il freddo era diventato estremamente pungente, ed erano pochi i coraggiosi che in giornate come quelle osavano uscire di casa.

Anche Diagon Alley era più deserta del solito. Solo i pub erano affollati di maghi e streghe col desiderio di scaldarsi con una burro birra calda. In uno di questi pub, in stile orientale, sedevano tre ragazzi con forte accento straniero. Uno di loro, con i capelli castani leggermente lunghi, teneva la testa adagiata sulle braccia appoggiate al tavolo, e aveva un’aria davvero molto afflitta. Spesso lo si sentiva sospirare e affondare maggiormente il volto tra le braccia. –Oh, andiamo Jack…non è nulla di così irreparabile…su col morale!- esclamò allegra una giovane ragazza seduta di fronte a lui. Aveva i capelli castani chiari, sbarazzini le sfioravano le spalle, e piccoli occhi blu scuro incorniciati da un fine paio di occhiali con montatura nera. Il moro alzò lo sguardo verso di lei sbuffando – Linn… non ho voglia di scherzare! Tra meno di un mese tornerò a scuola e non ho la minima idea di cosa debba fare, come comportarmi con Luna, con Alicia e con Colin!-. La ragazza sorrise divertita – E noi siamo qui per questo no? Gli amici servono a questo…-. – A questo, e a prendersi l’eredità quando uno schiatta…- aggiunse a mezza voce un ragazzo alla sua sinistra. Aveva la carnagione piuttosto abbronzata, i capelli scuri tagliati cortissimi e profondi occhi color cioccolato con qualche rara venatura verde. – Blake!- esclamarono in coro gli altri due, guardandolo stupefatti. –Sempre di conforto, eh?- aggiunse sconsolato Jack, con lo sguardo da cucciolo ferito. Il moro alzò le spalle bevendo un sorso di birra e disse – è il mio lavoro, amico…(nonché un piacere)-. – Ok, adesso basta! – proclamò Linn – Jack ha un problema, ed è bello grosso anche. Perciò vediamo di dargli una mano, intesi?-. Il suo tono divenne più calmo e si rivolse direttamente al ragazzo di fronte – Jack, non abbiamo fatto un viaggio di centinaia di chilometri solo per vederti così afflitto! Devi riprenderti! Dai…pensaci un attimo. Tu tieni a Luna?-. Jack sgranò gli occhi scuri e annuì immediatamente – Ma certo che ci tengo a lei! Eccome! Solo che…anche Alicia mi piace!-. Blake sorrise malizioso – E a quanto ho capito anche tu le piaci parecchio…-. Lo sguardo di Linn lo zittì, e proseguì come se niente fosse – Bene, però scusa…per Luna, oltre ad attrazione fisica provi qualcosa in più…qualcosa di profondo? È tutto qui…con una può essere solo carnalità, con l’altra…non lo so, devi decidere tu!-. Jack ci pensò un po’ su, e cominciò a riflettere ad alta voce – Beh, si…avete ragione… Alicia mi piace moltissimo, è vero…ma tra di noi non c’è lo stesso feeling che ho con Luna. Con Luna…è un legame completamente diverso! Mi trovo così bene con lei…prima che Colin mi dicesse cosa provava per lei, era tutto perfetto! Dannazione…Luna è la mia ragazza ideale. È fatta per me…sembra che il destino ci abbia messo l’uno sulla strada dell’altra!-. Dopo queste parole tanto sincere i tre amici rimasero per un secondo in silenzio. Blake esclamò – Beh, allora non ti fare troppe seghe mentali! Provi qualcosa per Luna, Luna ricambia…mettetevi insieme, no? Molla una volta per tutte Alicia!-. Jack sorrise a malincuore – Blake…non è così semplice! Quello che hai detto è tutto vero…ma non so decidermi! Come posso rinunciare all’amicizia di Colin? Se rivelo a tutti la mia relazione con Luna, lui …lui mi odierà a morte! Non so se posso fargli questo! È stato il primo amico che ho avuto ad Hogwarts!-. Linn lo guardò comprensiva –Si, è naturale…- ma fu bloccata da Blake –E che problema c’è, scusa? Fai come ho fatto io l’estate scorsa con Joy…fregatene dell’amico e fatti la ragazza ( lol ). Sbam! Uno schiaffone sulla nuca lo colpì in pieno. Smettila di dare consigli fuorvianti a Jack!- esclamò Linn truce. – Ma ho solo espresso la mia personalissima opinione!- si giustificò il ragazzo. Jack li fermò con un gesto della mano – Ok, basta…possiamo tornare a concentrarci sul protagonista di questa storia? Cioè sul sottoscritto? Grazie…!-. L’attenzione generale tornò nuovamente su Jack. Linn gli sorrise dolcemente e provò a dirgli – Jack…ascoltami. Qualunque cosa tu decida di fare, qualsiasi cosa sottolineo…devi portarla fino in fondo. Non puoi prendere mezze scelte, non in questo momento! La cosa peggiore al mondo è trovarsi di fronte e dalle scelte…perché esse comportano sempre delle rinunce. Senza perdere qualcosa che scelta sarebbe?Bisognerebbe sempre evitare di imbattersi in decisioni del genere…però…quando ti ci trovi davanti non puoi tirarti indietro. Ormai ci sei, non fare il codardo e non fuggire. Prendi la tua decisione e portala fino in fondo!-. Jack rimase in silenzio soprappensiero. – Mi capisci, Jack? Non puoi scegliere qualcosa e poi tornare indietro! Una sola cosa, non entrambe, ricordalo!-. Il moro annuì pensieroso. Inutile dire quando ci stesse male in quel momento, ma la ragazza aveva ragione. Doveva prendere in mano il suo destino, la sua vita. Inutile fuggire proprio ora. Qualunque cosa avesse scelto avrebbe arrecato sofferenza a qualcuno, lo sapeva. Ma rimanere nel mezzo avrebbe fatto male a molte più persone. – Linn ha ragione…qualunque cosa farai sarà negativa da un certo punto di vista, accettalo. Ma pensa anche al fatto che prima o poi tornerà tutto normale, in un modo o nell’altro-. Con quelle parole in mente Jack scolò l’ultimo sorso di birra e si alzò con rinnovato vigore. Avrebbe fatto quello che doveva, senza ripensamenti. Era o non era un grande poeta lui? Era giunto il momento di dimostrarlo!

E così i tre ragazzi si alzarono e si diressero verso l’uscita, pronti a festeggiare da lì a poco l’inizio di un nuovo e straordinario anno.

 

Salve a tutti ! Spero proprio di non annoiarvi...

Vorrei ringraziare chi continua a leggere e chi mi ha commentanto! Ah...Water Lily...purtroppo non assomiglio per nulla ad Alicia...sono decisamente meno "espansiva", ecco! Per me è sempre molto difficile ritrovarmi nei personaggi che descrivo, perchè poi prendono vita propria!

Grazie ancora...un bacio...

(becky)

 

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Capitolo 12
*** 12: Letter... ***


Swuallaits! Tremate, sono tornata! E avvicinandomi alla conclusione cercherò di dare il meglio di me!

Mi scuso intanto per la lunghissima assenza, ma l’ispirazione viene quando viene (altrimenti che ispirazione sarebbe?)…

Grazie a tutti e Buona lettura !

 

CAPITOLO 12: LETTER...

Il portone d’ingresso di Hogwarts si spalancò facendo entrare assieme agli studenti di ritorno dalle vacanze natalizie anche l’aria gelida di metà gennaio.

Un giovane ragazzo dai capelli e occhi scuri si guardò attorno attraversando il salone cercando almeno un viso familiare. Improvvisamente notò a qualche metro da lui una luminosa chioma bionda salire la scalinata principale trascinandosi dietro un pesante baule.

Jack sorrise tra se e se, e le corse incontro, sorprendendola alle spalle. – Bisogno di una mano, signorina?- chiese gentile, facendola sobbalzare dallo spavento. Luna si voltò si scatto e arrossì incrociando gli occhi scuri del ragazzo che la osservavano maliziosi. Dio…non se la ricordava affatto così bello! Possibile che un solo mese di distanza avesse amplificato così tanto le sue sensazioni?

I due rimasero a guardasi negli occhi per una manciata di secondi, finché Luna non abbassò lo sguardo arrossendo – Beh…si, grazie!-. Lui sorrise e afferrò un manico del baule, portandolo fino in cima alle scale. Le fece cenno di seguirlo e l’accompagnò fino al corridoio dove si trovava l’entrata della torre di Corvonero. Per tutto il tragitto stettero in silenzio, vagamente imbarazzati.

Solo quando giunsero dinnanzi alla porta lui lasciò il baule e sorridendole dolcemente le disse – Luna… è da troppo tempo che non ci vediamo…vorrei parlarti. È importante…potremmo trovarci questa sera per chiacchierare?-. Lei sgranò gli occhi e rimase per qualche secondo interdetta. Alla fine annuì ridacchiando – Ma certo!- gli disse allegra – Anche io ho voglia di passare un po’ di tempo da sola con te! Ho un sacco di cose da raccontarti, sai?-. Il moro abbassò il capo e mormorò tra se e se – Si, anche io…-. Per fortuna lei non lo sentì e continuò a parlare vivace – Sapessi quante cose mi sono capitate nelle vacanze! E poi voglio sapere anche cosa è successo a te!-. Jack sospirò e annuì – Allora sta notte alla torre di divinazione…quell’aula di notte è sempre vuota, lo so per esperienza…ci vediamo…-. Prima che potesse aggiungere altro lei si sporse verso di lui e lo baciò, sorprendendolo. Rimase per qualche attimo immobile, come paralizzato. Qualche secondo dopo ricambiava il bacio con ardore e passione. Si staccò da lei con un sorriso e baciandole la fronte sussurrò –A dopo Luna…- e se ne andò più pensieroso che mai. Si domandava se avesse preso la decisione corretta…stava per fare la cosa giusta? Scosse la testa e cercò di scacciare dalla mente i pensieri negativi.

Come aveva previsto Jack, l’aula di Divinazione era deserta. Anche di notte faceva una strana impressione, ma meno spiacevole di come appariva durante le lezioni del giorno. Sembrava decisamente meno claustrofobia, ma più calda e accogliente. Quando Luna entrò dalla scala a chiocciola vide immediatamente il ragazzo seduto su una grande poltrona, nella penombra della stanza. Aveva la testa appoggiata allo schienale, gli occhi socchiusi e l’espressione pensierosa. Luna si schiarì la gola per non spaventarlo con la sua presenza. Lui si voltò di scatto verso l’entrata e la vide, bella e silenziosa, ferma a qualche metro da lui. Le sorrise istintivamente e con un dito le fece segno di avvicinarsi. Come una ninfa la ragazza si accostò a lui e si chinò. Lui le sfiorò con una mano la guancia e le labbra con le proprie – Ciao…-. Luna arrossì di colpo, ma la semi oscurità la coprì come un velo. Si sedette sulle ginocchia del moro e aspettò che lui iniziasse a parlare. Dopo qualche secondo lui prese fiato e voltandosi verso di lei mormorò –Dovrei parlarti di una cosa seria. Ma…ma non ci riesco. Sono un idiota, lo so benissimo, ma tutte le volte che sto per parlati…mi blocco. Perciò… ti ho scritto questa…- e le porse una busta chiusa. Lei la prese in mano stupita e chiese – Che cos’è?-. Jack alzò le spalle – Una lettera…era da tanto che ci pensavo. Leggila, per favore!-. Luna aggrottò le sopracciglia chiare e l’aprì con timore. Qualcosa le diceva che non c’era nulla di buono dentro. Spiegò il foglio bianco e le apparve in nero la sottile grafia del ragazzo…

 

Luna…perdonami se non ho il coraggio di parlarti a voce. Sono un codardo? Può darsi. Mi domando da dove dovrei iniziare. Forse da noi due. Si, noi due…perché ormai è difficile non pensare a noi come ad una coppia. La verità è che non avrei voluto avvicinarmi così tanto a te. Avrei preferito una storia leggera, senza alcun tipo di pressione. E invece sono finito per rimanerne legato. Mi sono ritrovato in un pasticcio più grande di me, che non immagini neppure. E come potresti? Attorno a noi ci sono troppi segreti, troppe cose non dette per poter essere veramente sinceri. Per quanto vorrei poterti dire tutto, non posso. Lo vorrei, credimi, ma non ho il diritto di rivelarti le parole che ho promesso di tenere per me. Ho dovuto prendere una decisione importante poco tempo fa’. Non volevo assolutamente farlo, odio scegliere, ma l’ho fatto lo stesso. E ho scelto di stare con te, fregandomene di tutto il resto.

Scusa se negli ultimi tempi sono stato distante, però è successo davvero di tutto. Ma ora ci sono, ok? Grazie…di esserci anche tu…

 

Quando ebbe finito di leggerla Luna alzò stupefatta gli occhi sul ragazzo. Lui la guardò con un mezzo sorriso. –Troppo sdolcinata?- le chiese abbracciandola. Lei sorrise divertita – Si, forse un po’…-. Lui gettò la testa all’indietro – Ahh…lo sapevo! Beh, la prossima voglia farò di meglio, promesso!-. Lei lo baciò sulla guancia – Va bene…aspetterò allora…-. Si fissarono negli occhi e infine Jack disse – Sono scusato per la mia freddezza nelle ultime settimane?-. Lei annuì convinta – Puoi dirlo forte. Nessuno mi aveva mai scritto una lettera prima d’ora…sei stato molto dolce…è proprio una cosa da te questa!-. Lui ridacchiò – Davvero? Bene…un altro buon motivo per rifarlo-. Improvvisamente la biondina lo guardò con serietà – Sei solo mio, vero Jack?-. Lui restò in silenzio per qualche istante – Si, solo tuo-. Era una promessa per lui. E avrebbe fatto di tutto per mantenerla, costi quel che costi.

Il bacio che ne seguì fu lento e passionale allo stesso tempo. Si spogliarono con lentezza, accarezzandosi e baciando la pelle morbida e nuda. Rotolarono giù dalla poltrona, sul morbido tappeto e lì continuarono per tutta la notte la loro “danza”.
Si unirono con amore, con desiderio e ardore. Perché finalmente si erano ritrovati, per davvero questa volta. Perché sapevano che questa volta c’erano veramente solo loro due…lui era suo, lei anche.

Quando spuntò l’alba fu Jack il primo a svegliarsi. Luna dormiva ancora stretta nel suo abbraccio protettivo, un sorrisino a solcarle il volto chiaro. Lui le accarezzò i capelli, cercando di non svegliarla. Era davvero troppo carina in quel momento. Gli venne voglia di baciarla, però avrebbe rischiato di destarla. Così, senza un vero perché, decise di staccarsi la collanina nera che portava sempre al collo e legarla a quello sottile della ragazza. Forse perché voleva che quando lei si fosse svegliata, avrebbe pensato a lui…a quella notte assieme.

E invece quel semplice gesto, solo un ragazzo che regala la propria collana alla sua ragazza, si rivelò essere il suo più grande errore…

 

(becky)

 

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Capitolo 13
*** 13: and they go away ***


CAPITOLO  13  : And they go away

 

La neve, bianca e soffice, aveva ripreso a cadere da qualche ora, e già aveva ricoperto gran parte del paesaggio attorno al castello.

Nessuno tra gli studenti e i professori osava uscire dalla calde mura del castello. Preferivano godersi lo spettacolo atmosferico osservandolo (asciutti) attraverso le grandi finestre.

Luna era rimasta incanta ad ammirare le montagne imbiancarsi velocemente e il cielo tingersi di grigio, immobile di fronte ad una grande vetrata vicino alla biblioteca. Si lasciò sfuggire un sospiro e si lasciò trasportare dai suoi pensieri. Improvvisamente due grandi e calde mani le strinsero i fianchi, facendola sobbalzare. Si voltò di scatto verso il ragazzo che l’aveva sorpresa alle spalle ed esclamò stupefatta – Colin!-. Il biondino le sorrise divertito dallo stupore della ragazza e disse – Ciao! Ti disturbo? Cosa stavi facendo?-. Lei arrossì e scosse la testa, notando che però lui non aveva ancora lasciato la presa sui suoi fianchi. Così fece un passo indietro, staccandosi le mani di dosso, e sussurrò impacciata – Io…niente! Guardavo solo fuori…-. Colin si incupii – Davvero? Beh…mi sembravi assorta, pensierosa…stavi pensando a qualcosa in particolare?-. Tutte quelle domande le stavano facendo girare la testa. Si appoggiò alla parete di pietra e balbettò – N…no. Niente di particolare…lo sai come sono fatta…sono sempre tra le nuvole!- e finse una risatina. Colin non ne sembrò affatto convinto, ma preferì non indagare per non infastidirla. – Ok, ok…- mormorò grattandosi il capo con un sorrisetto sornione. Poi, di colpo, se ne uscì fuori con una domanda spiazzante – Sei stata alle serre oggi?-. – Cosa?- chiese lei confusa, sgranando gli occhi. Colin scosse le spalle e puntò lo sguardo poco sopra la spalla destra della ragazza. La indicò con un dito – Hai un po’ di terra sui capelli…tutto qui!-. Lei arrossì nuovamente, ma non fece in tempo a muoversi che già Colin si era avvicinato sussurrando – Aspetta, faccio io…-. Con la mano delicata le scostò i capelli biondi togliendole la terra rimasta impigliata. Lei abbassò lo sguardo profondamente in imbarazzo, aspettando che lui si allontanasse. Però lui rimase immobile, a pochi centimetri da lei. Luna alzò gli occhi e lo vide corrucciato e sorpreso allo stesso tempo. Stava fissando intensamente il suo collo niveo, e la prese un improvviso panico. “La collana di Jack…” pensò in una frazione di secondo, proprio mentre lui, impallidito, le sfiorava con la punta delle dita il nastro nero. Luna trattenne il fiato e sussurrò – Colin…ascoltami…-. Il ragazzo la trafisse con lo sguardo di ghiaccio e sibilò – Ora capisco tutto. Era così evidente che devo essere stato davvero stupido a non accorgermene!-. Velocemente scattò indietro e alzò il mento verso l’alto, evidentemente ferito – Beh, cosa posso dire? Congratulazioni!-. Luna iniziò a tremare – Colin, mi dispiace! Avremmo preferito dirtelo in un altro modo…spiegarti come sono andate effettivamente le cose…-. Lui la interruppe violentemente – Come sono andate le cose? Mi sembra ovvio! Voi due siete finiti a letto assieme, e avete pensato che fosse sciocco e superfluo dirlo al vostro migliore amico! Complimenti! Gran begli amici che siete!-. Si allontanò precipitosamente da lei, furioso. La biondina provò a fermarlo, ma fu tutto inutile. Se ne era andato.

Luna rimase paralizzata in mezzo al corridoio, pallida e tremante, lo sguardo perso nel vuoto. Le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi limpidi, mentre si chiedeva come avessero potuto arrivare a quel punto.

 

- Jack! Sono così felice che tu abbia voluto vedermi!- esclamò radiosa Alicia gettandogli le braccia al collo. Lui le aveva mandato un biglietto poco prima, chiedendole di trovarsi nella sala comune dei Tassorosso mentre tutti gli altri erano a cena. Infatti erano rimasti soli con un paio di altri ragazzi troppo presi con lo studio per accorgersi di loro.

Il moro sorrise imbarazzato e cercò di scollarsela di dosso, impresa piuttosto ardua dato il soggetto in questione. Alla fine risolse si sedersi su un divanetto, trascinandosela dietro. Lei si sedette al suo fianco, con sguardo malizioso e lascivo. Jack sospirò e la guardò a sua volta negli occhi scuri. Ebbe un sussulto…era davvero carina! Così piccola, fine, apparentemente ingenua e invece così seducente… Si impose di non pensarci e con aria decisa le disse – Alicia…dobbiamo assolutamente parlare!-. La ragazzina alzò gli occhi al cielo – Oddio…che tono serio! Non sarà mica per quello che è successo prima delle vacanze, vero?-. Jack la guardò storto – Per te era solo una scherzo, quello?-. Alicia scosse la testa – Assolutamente no! Però…mi sembri così turbato! Dai…era solo un bacio!-. Gli si strusciò contro provocante – Se vuoi ti posso dare dei seri motivi per preoccuparti, caro…- e incominciò a mordicchiargli languidamente un orecchio. Jack sospirò socchiudendo gli occhi. Era decisamente molto più difficile di quanto si aspettasse. La lasciò fare per qualche secondo (in fondo anche lui è fatto di carne come tutti….) e infine l’allontanò da se con delicatezza. La guardò negli occhi castani e le sussurrò dolcemente, con voce calda da far venire i brividi lungo la schiena – Basta, Alicia. Per favore. Non mi tentare ancora, e ascoltami-. Lei deglutì a stento e annuì, rapita da quel fare magnetico ed educato. Lui le sorrise e le accarezzò i capelli rossi – Tu sei una ragazza … eccezionale, ecco! Sei affascinante, seducente, sensuale…accidenti quanto sei sensuale! Ma per quanto io sia attratto da te…e lo sono parecchio, credimi…non posso farlo-. Alicia sgranò gli occhi – Non puoi? Perché? Se io ti piaccio…-. Lui scosse la testa – Non è questo il punto, Alicia! Tu mi piaci molto, ma c’è un'altra ragazza che mi piace ancora di più. Con lei sto bene, sono felice. L’ho inseguita per troppo tempo, per lasciarla andare così! Quindi scusami… però non possiamo più comportarci in questo modo. Pensi di riuscire a dimenticare tutto quanto?-. La ragazzina aprì la bocca ma non le uscì alcun suono. Rimase qualche secondo in silenzio. Infine balzò in piedi nera di rabbia e gridò – Tu…tu sei un grossissimo pezzo di merda! Nessuno mi aveva mai mollato prima d’ora! MAI ! Ma ti assicuro che te la farò pagare…e cara anche! Va’ al diavolo, Jack!-. Scappò via veloce come un fulmine, impettita e arrabbiata. Se ne era andata.   

Jack sospirò e appoggiò la testa allo schiena del divano, scivolando più in basso che poteva, sperando di venir inglobato dal tessuto imbottito. Guardò il soffitto e si ripeté che quella era la scelta più giusta. Non c’era atro che potesse fare. Ora finalmente tutto sarebbe andato a posto, come aveva sempre desiderato. Sarebbe tornato tutto alla normalità. Forse.

 

- Colin ha saputo di noi due…- mormorò la biondina socchiudendo gli occhi. Jack trasalii, ma finse indifferenza. Si trovavano nella stanza delle necessità, lui seduto su un comodo divano barocco ricoperto da velluto bianco, lei distesa con la testa appoggiata sulle sue gambe. Jack fissava già da parecchio le fiamme nel camino di fronte a loro, accarezzandole i morbidi capelli biondi. – Come ha reagito?- le chiese immaginando già la risposta. – Male-. – Lo immaginavo-.

Luna si mise a sedere di scatto e lo guardò negli occhi scuri e profondi – Abbiamo tradito la sua fiducia! Siamo stati … non so nemmeno io come definirci!-. Lui l’abbracciò baciandole la guancia rosea – No, piccola…non siamo stati entrambi disonesti. Solo io. Avrei dovuto dirglielo io, ma non l’ho fatto. Me ne assumo tutta la responsabilità!-. Luna lo fissò stupefatta per alcuni secondi. – E adesso come facciamo?- gli chiese con un filo di voce. Jack si corrucciò – In che senso, scusa?-. Luna abbassò lo sguardo improvvisamente imbarazzata – Io…non capisco. La sua reazione è stata così esagerata! Ha urlato e si è infuriato come non mai. Non riesco a capire il perché! Era così…strano!-. Improvvisamente Jack si rese conto che Colin non aveva rivelato i suoi sentimenti a Luna. Non le aveva nemmeno accennato il fatto che l’amasse. Sospirò e scosse la testa. Era stanco dei segreti e delle bugie, Luna doveva sapere tutta la verità. Tuttavia non poteva essere lui a dirle cosa sentiva l’amico. Era una cosa che doveva fare Colin in persona. Perciò prese il volto della ragazza tra le mani e le sussurrò dolcemente ma senza ammettere repliche – Luna….tu e Colin dovete parlare. È molto importante che discutiate di quello che lui prova in questo momento…credimi, è meglio così-. Gli occhi chiari si allargarono stupefatti, ma la voce non tremò – Lo vado a cercare subito!-.

 

 

Ecco qua! Spero che vi sia piaciuto…il pezzettino finale l’ho aggiunto all’ultimo momento, pensando che forse stava meglio in questo capitolo che nel prossimo. E come aveva predetto Water Lily la collana si è rivelata molto più importante di quanto sembrasse all’inizio. Penso che il prossimo sia il capitolo conclusivo…anche se non ho ancora deciso il finale vero e proprio.

Grazie a tutte…davvero! Un bacio…

(becky)

 

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Capitolo 14
*** 14: Close the door, please ***


Chiedo umilmente perdono per la lunghissima assenza, ma purtroppo ( o per fortuna?) l’esame si avvicina e sono stata impegnata all’inverosimile. Scusateeeeeee

Buona lettura!

 

CAPITOLO 14 : CLOSE THE DOOR, PLEASE

 

Luna corse…corse a perdifiato per i corridoi della scuola, nelle aule, tra gli studenti. Sembrava essere sparito nel nulla. Dove poteva essersi cacciato? Infine lo trovò, in una vecchia stanza illuminata da un enorme candelabro appeso al soffitto. Doveva essere la stanza dei trofei.

Colin era seduto su un divanetto e stava leggendo un libro. Aveva lo sguardo assorto, una mano tra i capelli biondi e la cravatta slacciata che gli penzolava al collo.

Luna scostò una grande tenda rossa che separava la stanzetta dal corridoio e tossì per fargli notare la sua presenza. Il biondo alzò gli occhi di scatto e la guardò stupito. Cosa era venuta a fare lì? Lasciò cadere il libro sul divanetto e si alzò in piedi, raggiungendo il centro della stanza. Il silenzio teso e fastidioso che si era creato fu rotto dalla voce del ragazzo – Perché sei qui?-. Luna emise un sospiro tremolante e con passo incerto lo raggiunse. A fatica alzò lo sguardo cristallino su di lui e gli sussurrò – Colin….credo che noi due dovremmo parlare…-.

 

Jack si diede mentalmente del cretino mentre seguiva la ragazza correre ovunque in cerca di Colin. Insomma, non c’era nessun bisogno di tenerla d’occhio. Non era il caso di seguirla. E allora perché la spiava e la seguiva? Scosse la testa sbuffando. Si, era un cretino. Però il suo cervello malato aveva pensato che Luna avrebbe avuto bisogno di conforto e di qualcuno con cui sfogarsi dopo aver discusso con Colin. Sentiva che non sarebbe stato facile come incontro. Lui le avrebbe detto cosa provava, e lei di essere innamorata di Jack. Doveva dire al suo migliore amico di lasciarla perdere, che amava un altro, che STAVA con un altro. Una persona sensibile come Luna avrebbe sicuramente sofferto. Ecco il perché la stava “spiando”.

La vide entrare in una sala dove non era mai stato prima e si avvicinò anche lui con passo furtivo. Si appoggiò alla parete di fredda pietra scura e con l’indice scostò di pochi centimetri la pesante tenda rossa che lo separava dall’altro locale. Vide immediatamente Colin al centro della sala, lo sguardo duro e glaciale, e Luna che gli si avvicinava impacciata, imbarazzata forse, e gli sussurrava qualcosa. Colin alzò gli occhi al cielo e mormorò qualcosa che non riuscì a sentire. Riusciva a vedere perfettamente cosa stava accadendo, ma le voci non gli giungevano se non sotto forma di sibili e mormorii. Non era però difficile immaginare cosa si stessero dicendo i due ragazzi. Lo si deduceva anche dall’espressione contratta e pensierosa di Colin, dalle parole che gli uscivano forzate, il rossore sul suo viso, lo sguardo un po’ lucido. Era il momento della sua dichiarazione, della verità. Jack vide Luna, che gli dava le spalle, avere un piccolo brivido e portarsi una mano alla bocca. Un singhiozzo. Poi le sue parole confuse e forse anche incredule. Jack provò un moto d’affetto e di pena allo stesso tempo quando vide l’espressione di Colin mutare completamente. Sembrava dapprima incerta, poi spaventata e infine scioccata. Jack la interpretò come una rabbia imminente. Colin inspirò profondamente e annuì. Lui e Luna parlarono ancora per qualche minuto, poi Colin l’abbracciò rapido e bianco come un lenzuolo corse via, dalla porta sul lato opposto a dove si trovava Jack.

Il viso del povero biondino diceva tutto: aveva gli occhi lucidi, la mascella contratta e una tristezza immensa. Jack avrebbe voluto andare da lui e consolarlo, ma ora Luna veniva prima di tutto e tutti.  Se ne era reso conto solo in quel momento che lei avrebbe sempre avuto la priorità sul resto.

 

Il moro sospirò. E sorrise. Finalmente Luna sapeva tutto, e conscia di quello che provava Colin aveva comunque scelto di stare con Jack. Perché lo amava. E anche lui, proprio in quella stupida stanzetta, si era reso conto della stessa cosa. Era semplicemente felice. Come poter non esserlo? La ragazza che amava era stata disposta a dire al suo migliore amico che non lo amava….tutto questo per lui. Si…Luna era davvero speciale. Era la ragazza perfetta per lui.
Il ragazzo scostò la tenda che lo copriva e si diresse a passo rapido verso la ragazza, sola in mezzo alla stanza, ancora singhiozzante. Lei sentì i suoi passi e si voltò rapida nella sua direzione. Quando lo vide ebbe un tuffo al cuore. Le mani le tremarono e provò l’istinto di correre ad abbracciarlo.

Lui le sorrise sereno e allargò le braccia, invitandola a stringerlo. Lei fece qualche passo tremolante verso di lui e gli si poggiò al petto. Lasciò cadere la testolina bionda sulla sua spalla e singhiozzò più forte. Lui le accarezzò i capelli e le sussurrò – Tranquilla…è tutto a posto…-. Lei alzò il viso e scosse la testa, facendo un passo indietro. – No, Jack…non è tutto a posto…oh…è così difficile!-. Lui annuì – Lo so, credimi…lo so!-. Alcune grosse lacrime scesero dagli occhi azzurri di Luna, che si coprì la bocca con una mano. Scosse il viso più forte e infine mormorò – Jack…come posso? Come posso fare una cosa del genere?-. Lui rimase in silenzio e pensò che fosse meglio farla sfogare. Dopo sarebbe stata sicuramente meglio. – Avanti…- la incoraggiò teneramente - …dimmi tutto!-. Lei sospirò e lo guardò supplichevole – Stavo per venirti a cercare. Sai…ho appena parlato con Colin…ha detto che…che è innamorato di me! Ohh…avrei quasi preferito non saperlo mai!-. Jack le continuò a sorridere – Piccola… è normale! Ma non devi preoccuparti…vedrai che gli passerà!-. Lei arrossì di colpo, e alzando il tono di voce esclamò – Smettila di essere così gentile! Non gli passerà! Non voglio che passi! Jack…ti voglio così bene…sapessi quanto mi dispiace…ma io…ma io lo amo! Me ne sono resa conto solo quando mi ha detto cosa provava! Io ora voglio lui! Ti prego… scusami…- e con queste parole corse via in lacrime.

 

 

- Io ora voglio lui! Ti prego… scusami…-.

 

 

Jack sgranò gli occhi e rimase immobile per qualche istante. No, correggo: lo rimase per molto, molto tempo, incerto se avesse capito male oppure se fosse solo un incubo.

Le sue parole gli risuonarono aspre in mente “ Ma io lo amo!”. Jack sentì la disperazione, la delusione e la frustrazione prendere il sopravvento. Non ci poteva credere che potesse finire tutto così. Alzò lo sguardo al soffitto, vi punto l’indice contro ed esclamò – Ammettilo! Tu ce l’hai con me! Non è vero??? Confessa! Tu mi odi, mi detesti!!!!-.

“ Si, lo ammetto…forse un po’…ma vedila in questo modo, mio caro: per una porta che si chiude si apre un portone, no? Hai idea di quante ragazze ci siano a questo mondo? Devi solo uscire e cercare quella giusta! Avanti, pelandrone, il mondo ti aspetta! Buona fortuna!”.

- Seee…- bofonchiò il ragazzo mettendosi le mani in tasca e camminando verso la sua stanza – “Buona fortuna”… come se tu non c’entrassi niente! Sei il mio “fato”, razza di miserabile! Guai a te se mi tiri ancora scherzi simili, sai?-. E uscì chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

NDA: Ammetto che potrebbe essere un po’ deludente come finale. Ma a me gli Happy Ending iniziano ad annoiarei. Comunque se vi ha fatto schifo non preoccupatevi (non ancora…) perché ne avevo in mente un altro (o forse due?). Dovendo scegliere avevo pensato a questo, ma alla fine ho deciso di scrivere e pubblicare anche l’altro. Quindi tra poco potrete trovare anche uno o due finali alternativi!

Grazie a chi è riuscito ad arrivare fin qui…vi adoro! Thanks… e un bacio…

(becky)

 

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