Under this sky di becky (/viewuser.php?uid=17448)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1:Come Back…something will change ***
Capitolo 2: *** 2: Meet the destiny ***
Capitolo 3: *** 3: together again ***
Capitolo 4: *** 4: Promises ***
Capitolo 5: *** 5: Alone in the rain ***
Capitolo 6: *** 6: The tower and the Moon ***
Capitolo 7: *** 7: Exotic Night ***
Capitolo 8: *** 8:Good Morning and Bad day ***
Capitolo 9: *** 9: 4 is better than 3 ***
Capitolo 10: *** 10: Moon and Flowers ***
Capitolo 11: *** 11: Old Friends ***
Capitolo 12: *** 12: Letter... ***
Capitolo 13: *** 13: and they go away ***
Capitolo 14: *** 14: Close the door, please ***
Capitolo 1 *** 1:Come Back…something will change ***
(tiene presente solo in parte gli avvenimenti del settimo
libro)
CAPITOLO 1: Come Back…something
will change
Quell’anno, ad Hogwarts, era
iniziato apparentemente come tutti gli altri.
Ormai Harry Potter e compagni
avevano terminato gli studi, e il ruolo dei più vecchi ed esperti nell’antica scuola di magia era passato
ai loro migliori amici: Ginny, Colin, Nigel, Luna…
In apparenza quello era un anno come
tutti gli altri, con i ragazzi che si affrettavano a partire col treno, i
pesanti bauli sulla banchina, il banchetto inaugurale…
In apparenza quello era un anno
normalissimo per tutti. Si, apparentemente era così…ma le apparenze spesso
ingannano…
In verità qualcosa di strano
quell’anno c’era. Sotto sotto, non tutti lo notavano, c’era qualcosa di diverso.
Innanzitutto c’era la pace: la guerra era finita. Ed era una gran bella novità!
In secondo luogo non c’erano più guai a scuola…erano scomparsi assieme a quel
porta sciagure di Potter.
E poi…poi c’era un nuovo
studente…
Il banchetto di inizio anno era
bello come sempre. Migliaia di candele sospese in aria illuminavano la sala
grande, e centinai di studenti affamati si rimpinzavano di
prelibatezze.
Al tavolo di corvonero, alcune
ragazzine del quinto anno chiacchieravano tra loro
eccitate.
Una di loro, lunghi capelli castani
stretti in una coda di cavallo, sussurrò febbrile alle amiche – Ma lo avete
sentito? È arrivato un nuovo studente…proprio oggi!-. Un’altra ragazza, bionda,
si sporse oltre la spalla dell’amica cercando una faccia nuova al loro tavolo –
Davvero? E dov’è? Dov’è? E chi è? Cosa fa? Quanti anni ha?-. La mora le fece
cenno di tacere e con aria da cospiratrice si sporse verso le altre compagne –
Mi hanno detto che deve frequentare il settimo anno! È inglese, ma finora ha
vissuto all’estero…è appena tornato qui con la sua famiglia e ha deciso di
frequentare l’ultimo anno scolastico proprio ad Hogwarts!-. La biondina emise un
gridolino e con gli occhi sgranati esclamò – Sul serio? Forte…allora magari
parla anche un’altra lingua! E dove è stato smistato?-. La ragazza più ben
informata della scuola alzò gli occhi al cielo – Dio Emily come sei curiosa! E
comunque è andato a tassorosso! Sei contenta?-. Nella discussione intervenne una
spilungona con i capelli corti e corvini – Si, l’ho sentito dire anche io … - e
indicando con la mano di fronte a se bisbigliò - …e se vi interessa è proprio
quello lì, Jack Raynolds!-.
Jack Raynolds era il nuovo studente
di cui tutti parlavano. In una manciata di giorni era diventato una piccola
star, era sulla bocca di tutti e ogni studente avrebbe voluto conoscerlo, per
tante ragioni.
Ovviamente perché era di moda,
faceva tendenza. Nessuno sapeva nulla di lui, aveva il fascino del mistero e
dello sconosciuto. E il fatto che fosse anche piuttosto bello aiutava… Teneva i
capelli castani, quasi neri, non
molto lunghi, con le punte che gli sfioravano leggermente le spalle. Qualche
ciuffo ostinatamente fuori posto gli scendeva spesso sulle guance lisce o gli
copriva gli occhi scurissimi. Aveva poi sempre un sorriso dolce e gentile, che
nasceva lentamente sul suo viso per scoppiare poi in tutta la sua genuinità.
Le ragazze facevano la fila per
presentarsi e magari per scroccargli un appuntamento, mentre i ragazzi lo
volevano come amico e tentavano di coinvolgerlo nei loro passatempi. Ma a
Jack tutto questo non interessava molto. Non che fosse asociale o solitario,
tutt’altro! Lo si vedeva spesso scherzare e ridere nei corridoi con i suoi
compagni di stanza, o giocare a scacchi e a gobbiglie con altri ragazzi… eppure
rimaneva comunque riservato e discreto.
Il suo fascino di bello e tenebroso
aumentò col tempo, soprattutto nel vederlo gironzolare spesso per il parco del
castello tutto solo con i suoi pensieri. Oppure non era affatto raro trovarlo in
biblioteca a leggersi qualche libro, seduto in un angolo o appoggiato ad una
parete.
Quante ragazze facevano la fila per
vederlo così, ma lui le degnava appena di uno sguardo. Certo, le ragazze gli
piacevano, e anche parecchio…forse troppo! Il problema era proprio quello… il
suo cuore ancora doleva per una ragazza. Aveva appena chiuso una storia seria,
di quelle che ti porti dietro per molto tempo, anche se non lo vorresti, e non
gli andava di dover mettersi alla ricerca di un’altra ragazza. “è presto per
questo” si ripeteva. E poi quelle lì…gli davano l’impressione di essere tutte
oche e galline…meglio evitare altre delusioni.
Col passare dei giorni e delle
settimane il giovane Jack Raynolds si era facilmente conquistato il soprannome
di “poeta maledetto”. Un soprannome coniatogli proprio dai suoi amici, che
sottolineavano sempre la sua somiglianza con quel genere di uomini. Forse un po’
per lo stile retrò e sofisticato, un po’ per la parlata educata e un po’ per le
sue lunghe passeggiate in riva al lago con un libro in mano, Jack sembrava
davvero un poeta di altri tempi.
Quella era una tranquilla domenica
di Ottobre. Il sole spuntava tenue dalle nuvole e l’autunno stava già cedendo il
posto al freddo e grigio inverno Scozzese. Sulla riva del lago nero sedeva
un giovane studente con corti capelli castani e il viso semi coperto da una
sciarpa gialla e rossa. Anche quel giorno Jack aveva preferito rifugiarsi lì, in
solitudine a leggere un libro, piuttosto che sentirsi al centro dell’attenzione
collettiva al castello.
Ma purtroppo, i suoi propositi di
pace e tranquillità svanirono quando un gruppetto di ragazzine petulanti gli si
fecero incontro.
Una di loro, con lunghi capelli
castani, si sedette al suo fianco senza chiedere il permesso e sfoderando due
grossi occhioni dolci gli tese una mano – Ciao…io sono Julia! E tu dovresti
essere Jack Raynolds, vero?-. Il ragazzo alzò desolato gli occhi dal libro e le
strinse la mano con un mezzo sorriso imbarazzato – Supposizione esatta … sono
proprio io Jack Raynolds!-. Le ragazze attorno a lui sospirarono e si sciolsero.
Julia, che evidentemente doveva aver un certo ascendente sulle compagne iniziò a
blaterare qualcosa che Jack si preoccupò di non sentire. Sospirò rammaricato e
finse di ascoltare mentre la sua mente vagava già lontana. Il suo sguardo si
perse nel vuoto, in direzione del castello. Stava pensando di alzarsi e
andarsene quando qualcosa richiamò la sua attenzione. Dalla scalinata del
castello stava scendendo qualcuno.
Una figuretta minuta e delicata
correva sbarazzina verso il lago. Era una ragazza non molto alta con un
corpicino piccolo e grazioso. I biondi e fluenti capelli erano lasciati
completamente in balia delle raffiche di vento, ma lei non sembrava curarsene.
Correva nella loro direzione, ma sembrava quasi non averli visti. Aveva un passo
elegante e vivace, come il viso: delicato e con una perenne aria sognante.
Jack la guardò a lungo, seguendo ogni suo movimento, finché la biondina non
giunse in prossimità del lago Nero. Si era fermata a qualche metro da loro, ma
non li aveva degnati nemmeno di uno sguardo.
Si era chinata sulla riva e aveva
immerso qualcosa nell’acqua, e ora stava come aspettando
qualcosa.
Jack rimase colpito da quel modo di
fare assente e distaccato, ma al tempo stesso anche aggraziato e fanciullesco.
Il moro non si accorse nemmeno che Julia aveva smesso di colpo di parlottare e
aveva assunto un aria critica e superba. No, lui era troppo intento a osservare
la bionda figura poco distante da lui. Era incantato da quegli occhi chiari e
sognanti, e da quell’atteggiamento di distaccata superiorità che rasentava lo
svampito.
Dopo qualche secondo la fanciulla
bionda immerse una mano dell’acqua gelida, e Jack si stupì di non sentirle fare
la minima protesta. Avrebbe scommesso tutto quello che aveva che un’altra
ragazza avrebbe gridato e si sarebbe lamentata, ma lei non aveva detto nulla.
Con una naturalezza incredibile estrasse una piccola sfera di vetro dall’acqua e
come se nulla fosse ritornò sui suoi passi. Forse era uno strano
esperimento… La ragazza non si voltò indietro, se non per un brevissimo
istante in cui i suoi occhi di cristallo incrociarono quelli scuri e profondi di
Jack.
Mentre la biondina ritornava al
castello saltellando soddisfatta Jack tornò alla realtà e sentì Julia sussurrare con voce
schizzinosa - … è proprio stordita! Se non fosse per Potter e gli altri nessuno
saprebbe nemmeno che esiste!-. Jack la fulminò con lo sguardo e chiese con voce
sicura e ferma – Voi sapete chi è quella ragazza?-. Julia alzò le spalle e con
aria superba disse – Si, si chiama Luna Lovegood, settimo anno di Corvonero! Ma
non è indispensabile che tu sappia il suo nome…-. Jack scattò in piedi ed
esclamò – Se permetti, scelgo IO cosa è indispensabile che sappia oppure no!-.
Julia e le altre ragazze rimasero per un attimo senza fiato, poi una di loro
sibilò sconvolta – Scusa, ma sai…lei è un po’…come dire? Strana! -. Jack si
sentì avvampare. Quanto detestava i pregiudizio sulla gente! Non sopportava che
qualcuno potesse additare un'altra persona in quel modo… quante volte lui stesso
era stato ritenuto “diverso” solo perché straniero?
Il ragazzo chiuse con un colpo secco
il libro e guardò le ragazzine petulanti con sguardo gelido. Inspirò
profondamente e infine disse – è stato QUASI un piacere discorrere con voi,
signorine…ma temo che ciò non accadrà più!- e con queste parole girò sui tacchi
e tornò al castello.
()
OVVIAMENTELA MAGGIOR PARTE DEI PERSONAGGI SONO DI JK
ROWLING…
Eccomi tornata a
scrivere, dopo tanto tempo! E questa volta con qualcosa di totalmente
differente…il grande mondo di Hogwarts e dintorni. Spero che vi attragga almeno
un po’ e spero che continuiate a leggerla…io farò del mio meglio per non
deludervi!
Mi lasciate qualche
commento, per favore? Grazie mille!
(becky)
(Questa storia è
dedicata al “mio” vero Jack…che mi fa arrabbiare ma poi perdonare come sempre…e
al mio grande correttore…Grazie cucciolo!)
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Capitolo 2 *** 2: Meet the destiny ***
CAPITOLO 2: Meet the
destiny
Nei giorni seguenti Jack passò il
tempo a cercare per i corridoi della scuola la ragazza bionda che aveva visto al
lago. Come sempre succede, vide tutti gli studenti, tranne lei.
La intravide solo una sera a cena.
Lui era appena entrato nella sala grande per cenare, mentre lei si stava alzando
dal tavolo di corvonero. La seguì con lo sguardo, passo dopo passo. La vide
alzarsi con eleganza, avvicinarsi a una ragazza di Grifondoro molto carina con i
capelli rossi e uscire con lei dalla sala. Ma spesso nella vita si trovano
le cose più stupefacenti quando non le si cercano, e Jack lo avrebbe capito
presto…
Quel pomeriggio di metà ottobre
pioveva e faceva un freddo cane. La maggior parte degli studenti di Hogwarts se
ne stava rintanato nelle loro sale comuni, vicino a qualche bel camino
scoppiettante.
Alcuni invece preferivano la calma e
la serenità della biblioteca. Beh, in verità erano ben pochi quelli che
studiavano veramente, ma l’ambiente era piacevolmente silenzioso e
innaturalmente calmo.
Tra quest’ultimi c’era un bel
ragazzo moro che si aggirava svagato e leggermente annoiato tra gli alti
scaffali della biblioteca.
Stava cercando un libro sugli
incantesimi del diciottesimo secolo, ma non aveva la minima idea di dove andare
a recuperarlo. Per sviare le occhiate furtive e i commenti impertinenti delle
sue compagne si era alzato e se l’era svignata in silenzio.
Con passo sicuro voltò per
l’ennesimo corridoio e finalmente trovò quello che stava cercando. No, non il
libro. Che vada al diavolo quel libro! Aveva trovato proprio lei, la bella
ragazza bionda e un po’ svanita del lago.
La ragazza stava in piedi a pochi
metri da lui ed era intenta a cercare anche lei un volume tra le migliaia
presenti lì dentro. Senza pensarci due volte Jack le si avvicinò
intraprendente e spregiudicato come sempre. L’ombra di un sorrisetto malizioso
comparve sul suo volto abbronzato quando le si mise alle spalle senza far notare
la sua presenza.
Con voce insolitamente roca e
profonda chiese all’orecchio della ragazza –Cerchi qualcosa?-. Luna sobbalzò e
si voltò di scatto, trovandosi a pochi centimetri dal viso di Jack. Lo guardò
con gli occhi più sgranati del solito e trattenne il fiato. Al moro veniva da
ridere, ma si trattenne a stento.
La ragazza si riprese dallo spavento
dopo qualche secondo e con voce non del tutto ferma disse – Oh! Beh, ecco…si,
stavo cercando un libro sui Nargilli!-. Jack sorrise affascinante e senza
distogliere lo sguardo dagli occhi chiari di Luna mormorò – Nargilli, eh?
Interessante…-. La ragazza lo scrutava cercando di capire le sue intenzioni, ma
Jack risultava del tutto imprevedibile. Con un movimento fluido ed elegante il
ragazzo alzò un braccio e sempre guardando Luna afferrò un libro alle sue
spalle. Nel farlo la sua mano sfiorò intenzionalmente i capelli chiari di lei
che sussultò impercettibilmente. Jack prese il libro e glielo porse – Ecco,
penso sia questo quello che stavi cercando…-. La ragazza lo prese in mano e lo
guardò stupita – Ma…è davvero quello che cercavo! Incredibile!-. Il moro
ridacchiò e le porse la mano – Io sono Jack Raynolds…- ma si corresse
immediatamente - …solo Jack -. Luna sorrise gentile e si presentò a sua volta –
Io mi chiamo Luna…piacere di conoscerti!-.
I due ragazzi rimasero qualche
secondo a sorridersi poi Luna sgranò gli occhi ed esclamò concitata – devo
andare! Sono in ritardo, accidenti!- e con ciò scappò via, lasciando il moro a
bocca aperta e senza capire nulla.
Di certo Jack non si sarebbe
aspettato di rivederla ancora quel giorno. E invece…
Il ragazzo camminava con le mani in
tasca nei meandri del grande castello. Era da poco passata la mezzanotte e la
scuola appariva deserta e buia. Jack soffriva da parecchio tempo di
insonnia, e ormai anche i suoi compagni di stanza ci erano abituati. Nelle notti
come quelle, in cui la pioggia aveva lasciato il posto al vento freddo e
crudele, Jack non riusciva proprio a prendere sonno. Non c’era nulla da fare, se
non alzarsi e sgranchirsi le gambe. Non era la prima volta che gironzolava per
la scuola di notte. Però gli piaceva quel silenzio innaturale e l’atmosfera così
differente dalle ore diurne. Fino ad allora non aveva mai incontrato nessuno,
nemmeno i prefetti.
Come accadeva spesso si ritrovò a
passeggiare per il corridoio del terzo piano, quello che si affacciava sul parco
del castello. Era uno dei suoi luoghi preferiti,e quella notte era davvero
stupendo. Le grandi vetrate si specchiavano nel lago sottostante e la luna quasi
piena illuminava a tratti il corridoio.
Improvvisamente notò che c’era anche
qualcun altro in quel posto. Intravide un paio di scarpe da ginnastica spuntare
da un davanzale e il cuore gli finì in gola. Trattenendo il respiro si incamminò
cauto verso quella persona e la riconobbe solo quando le fu di
fronte.
Come non poter riconoscere quei
capelli dello stesso colore della luna e quella pelle così
chiara?
La ragazza che ormai da diverso
tempo lo incuriosiva e attraeva era comodamente seduta sul davanzale di una
grande finestra e guardava il cielo stellato.
Senza nemmeno voltarsi per guardarlo
sussurrò – Ciao…-. Jack sussultò sorpreso ma immediatamente sorrise e bisbigliò
a sua volta – Ciao…non riesci a dormire?-. La ragazza voltò il viso e i loro
occhi, così differenti, si incontrarono nuovamente. – Volevo vedere se c’erano
della fate notturne nel giardino…- sussurrò lei sedendosi in modo più composto e
facendogli spazio accanto a lei. Il moro accettò subito il tacito invito e le si
sedette accanto, così vicino da sfiorarle la spalle.
- E cosa sono le fate notturne?- le
chiese seriamente incuriosito. Quella ragazza era sorprendente. Era l’unica che
non lo fissasse in modo strano o che gli facesse domande stupide.
Luna sorrise e lo guardò divertita –
Sono creature simili alle lucciole… compaiono solo alcune notti nei boschi e si
dice che portino fortuna…-. Mentre lei parlava Jack seguiva come rapito il
movimento delle sue labbra rosee senza curarsi del fatto che la ragazza
registrava dove finisse il suo sguardo.
Con un movimento involontario lui le
si avvicinò delicatamente fino ad avere il suo bel viso a pochi centimetri dal
proprio. – Davvero portano fortuna?- le sussurrò con voce bassa e profonda. La
biondina sentì il calore del suo fiato sul viso e arrossì leggermente, ma non si
ritrasse. Annuì leggermente e sussurrò socchiudendo gli occhi – Io ne sono
convinta, altrimenti non saresti qui…-. Jack sorrise sornione e impulsivamente
scattò in avanti. Appoggiò le sue labbra su quelle morbide della ragazza che
rimase immobile dello stupore. Dopo una manciata di secondi il ragazzo si
ritrasse e la guardò speranzoso. Luna aveva gli occhi chiusi. Li riaprì
lentamente e incontrò le iridi scure di Jack. Un sospiro dopo anche lei
sorrideva e lo invitava silenziosamente e continuare.
Jack si sporse ancora una volta
verso di lei e le passò delicatamente una mano tra i capelli biondi, mentre
l’altra le accarezzava una guancia ora più colorita che mai. Le si accostò con
delicatezza e appoggiò per la seconda volta le sue labbra su quelle di lei.
Questa volta però fece una leggera pressione e dopo un attimo di esitazione la
sentì socchiudersi per lui.
Fu un bacio lungo e passionale, ma
in ogni momento delicato e dolce. Non c’era un vero motivo a quel bacio, nato
dal nulla e probabilmente destinato a finire nel nulla. Ma era bellissimo. Un
bacio vero e tenue, mai irruente o violento. Rispecchiava l’indole dei due
ragazzi, pacata e a cuor leggero.
Col passare dei minuti divenne
sempre più profondo e intimo, tanto da lasciarli più volte senza
fiato.
Le loro mani vagavano libere tra di
loro, cercandosi e stringendosi.
Jack stava per parlare, dire
qualunque cosa per farle capire quanto stesse bene in quel momento quando fu
qualcun altro ad interrompere la magia di quel momento.
Una voce aspra e severa risuonò
vicino a loro.
- Signor Raynolds, signorina
Lovegood…nel mio ufficio. Subito -. Cazzo. La professoressa Mc Grannit.
Uffa…nessuno ha ancora commentato! Va
beh…vorrà dire che aspetterò…ma mi farebbe molto piacere se lasciaste qualche
commentino, se vi piace questa storia!
Grazie comunque…un
bacio…
(becky)
|
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Capitolo 3 *** 3: together again ***
CAPITOLO 3: together
again
La voce secca e dura della donna si
alzò come un tuono tra le pareti dell’ufficio – Siete due irresponsabili!
Appartarvi a quest’ora di notte fuori dai vostri dormitori! Ma come vi è venuto
in mente? Posso capire lei, signor Raynolds, essendo appena arrivato può non
aver inteso alla perfezione le regole della scuola…le do il beneficio del
dubbio… ma lei…- e il suo sguardo si fermò sulla biondina accanto – …lei,
signorina Lovegood…è del tutto senza scusanti!-. I due ragazzi abbassarono
mitemente lo sguardo a terra e le uniche parole che pronunciarono furono quelle
di scusa – Ci perdoni, professoressa-. La donna li guardò sprezzante e infine il
suo volto si raddolcì leggermente – Facciamo così…non dirò nulla al preside, ne
ai vostri capo-casa ma… non posso evitare di mettervi in punizione. Da domani
tutte le sere per una settimana qui nel mio ufficio, intesi?-. I due studenti
annuirono e si alzarono per tornare ognuno al proprio dormitorio. Ma prima di
uscire, mentre Jack apriva la porta e faceva uscire per prima Luna, i loro occhi
si scontrarono per un secondo. Un secondo che però parve un’eternità, tanto era
intenso quello sguardo. Uno sguardo che lasciava intendere molto, come una
promessa per il futuro…
Il giorno seguente i due ragazzi non
si incontrarono mai. Come era capitato per i giorni precedenti non si videro ne
nelle ore dei pasti ne nei corridoi del castello. Era come se frequentassero due
scuole diverse. Però Jack non aveva dimenticato nulla della notte precedente,
nemmeno un attimo di quello stupendo e passionale bacio che si erano scambiati.
Lo aveva rivissuto per tutta la notte, solo nel suo letto, e poi appena si era
svegliato gli era tornato alla mente tutto quanto con tanta forza che gli
sembrava di impazzire. Nel pomeriggio aveva provato a sfogarsi facendo una
camminata in riva al lago, ma tutto ciò non gli era servito assolutamente a
nulla. Appena vedeva passare una ragazza bionda il suo cuore impazziva e anche i
suoi ormoni…
Fu con animo rassegnato e in
subbuglio che si presentò subito dopo cena nell’ufficio della professoressa Mc
Grannit. Appena entrato la prima cosa che vide fu una fluente chioma bionda
legata in due codini. Sgranò gli occhi e gli si azzerò la saliva. Si era
dimenticato che la punizione era assieme a lei. Come avrebbe fatto a non
saltarle addosso prima della fine della serata?
Con passo incerto si diresse verso
di lei, che al contrario sembrava tranquillissima e del tutto a suo agio. Le
sussurrò un sottile – Ciao…- che lei ricambiò con uno splendido sorriso. Proprio
in quel momento sopraggiunse la professoressa Mc Grannit col solito cipiglio
severo che li fece distanziare.
–Su, mettetevi subito al lavoro! Non abbiamo tempo da perdere e… SILENZIO
!- ordinò brusca e decisa. I due ragazzi annuirono e si misero al lavoro. Per
ben due ore non si rivolsero più la parola, mentre pulivano banchi, lavagne e
armadi. Mentre lo sguardo di Luna era come sempre assente e distaccato, quello
di Jack si era fatto vispo e malizioso. Seguiva ogni suo passo, ogni movenza,
come stregato dal sinuoso ondeggiare della gonna. Non riusciva a staccare gli
occhi dai suoi capelli chiari e da quelle mani sottili che si muovevamo con
tanta calma e delicatezza. Si, fece davvero una gran fatica a
trattenersi.
Allo scadere della punizione si
rivolsero un breve saluto e se ne andarono. Ma mentre tornava nel suo dormitorio
Jack si ripromise una cosa: avrebbe agito….avrebbe fatto qualunque cosa per
averla.
E l’occasione propizia si presentò
proprio il giorno seguente.
Alla stessa ora il moro si presentò
nell’ufficio della Mc Granitt. La porta si spalancò ma la vecchia professoressa
lo bloccò prima che potesse entrare – No, signor Raynold…oggi dovrete andare col
signor Gazza!-. Lo scorbutico tuttofare gli lanciò uno sguardo assassino e lo
condusse assieme alla ragazzina in una sala del castello dove non era mai stata.
L’uomo bisbigliò – Questa era una vecchia biblioteca secondaria, ora
inutilizzabile… dovrete sistemare i libri e relegare quelli danneggiati. Tutto
chiaro?-. Al cenno di assenso dei giovani studenti Gazza ghignò e se ne andò
lasciandoli soli al loro destino. Prima di sparire dalla porta urlò – Torno tra
un’ora… vedete di non fare danni!-.
Luna e Jack si misero subito al
lavoro. La ragazza si occupò dei libri sul tavolo mentre Jack di quelli sugli
scaffali. Ma la stanza era davvero troppo piccola per riuscire a stare lontani
tra di loro. Jack continuava a sbirciare con la coda dell’occhio la figura
minuta e aggraziata di Luna. Così decise che era giunto il momento di agire e
darsi da fare. Strinse con forza il libro che aveva in mano per darsi energia e
silenziosamente si avvicinò al tavolo. Giunse alle spalle della ragazza e
premette il proprio corpo contro quello della fanciulla. Con una mano appoggiò
distrattamente il libro sul tavolo, mentre con l’altra afferrò gentilmente la
spalla di lei. La sentì sussultare ma non si mosse. Con estrema lentezza le
spostò i capelli dietro le spalle e con la punta del naso si strofinò
leggermente contro il collo candido e morbido della ragazza. Assaporava
completamente il suo profumo di vaniglia che lo faceva impazzire. Poi sostituì
il naso con la bocca e poi con la lingua, baciandole appassionatamente tutto il
collo. La sentì sospirare tra le sue braccia e gemere leggermente. Jack teneva
una mano intrecciata a quella affusolata di Luna sul suo ventre liscio, mentre
l’altra risaliva con gentilezza e passione il suo corpo. Scivolava sotto la
camicetta, le sfiorava il seno coperto solo da un sottile reggiseno. Ogni volta
che i suoi polpastrelli incontravano la pelle calda e morbida della biondina, il
suo respiro si dimezzava. I battiti del cuore erano sempre più furiosi e il
cervello di entrambi aveva deciso di scioperare. Con uno scatto repentino ma non
per questo brusco Jack la fece voltare verso di se e velocemente appoggiò le
proprie labbra su quelle rosee della ragazza. Si baciarono con ardore e con
irruenza, intrecciando le loro lingue, facendole danzare insieme. Jack appoggiò
le mani sui fianchi di Luna e con delicatezza inaspettata la fece
indietreggiare, fino ad arrivare alla parete della stanza. La ragazza rimase con
le spalle al muro e si strinse maggiormente al corpo caldo del moro.
Continuarono a baciarsi per un tempo illimitato. Solo quando sentirono
l’ossigeno venir meno si staccarono. Fu lei questa volta a prendere
l’iniziativa. Spostò le labbra dalla bocca del compagno fino alla guancia, e poi
giù sul mento e infine verso l’orecchio. Gli mordicchiò il lobo e lo leccò con
malizia e irriverenza. Jack rimase senza fiato a quel contatto così impudico e
terribilmente eccitate. Si sporse ancora di più verso di lei tanto da far
aderire completamente il loro corpi. Era accaldato ed eccitato, e desiderava che
quel momento non finisse mai. Con una mano le afferrò il volto e la baciò di
nuovo, sentendola quasi vibrare ad ogni suo tocco. Con le bocche e con le mani
si assaggiavano, si toccavano, si amavano. Era come una droga dalla quale non
sapevano come liberarsi. Erano stregati dal sapore
dell’altro…
Improvvisamente però si udì una
porta in lontananza sbattere e alcuni passi frettolosi avvicinarsi. I due
giovani si fissarono per un secondo spaventati, poi si staccarono contro voglia
l’uno dall’altra e con una rapidità eccezionale si ricomposero. Dopo cinque
secondi netti erano di nuovo in perfetto ordine, e quando quel guasta feste di
Gazza spalancò la porta li trovò intenti a sistemare gli ultimi libri. –
Bene…fuori di qui adesso!- gridò scontroso e li fece uscire in fretta e furia.
I due non si dissero una parola
mentre percorrevano i corridoi insieme al custode davanti a loro, ma i loro
sguardi infuocati dicevano già tutto.
Arrivati davanti alla scalinata centrale Gazza salì le
scale qualche metro davanti a loro. Fu lì che Jack si mosse rapido e silenzioso.
Afferrò una mano di Luna e si sporse verso di lei, che era al suo fianco. Le
sussurrò dolcemente all’orecchio – Buonanotte piccola…a domani…- e le scoccò un
bacio sulla guancia. Lei arrossì leggermente e appena Gazza si voltò verso di
loro si liberò dalla sua mano. Fortunatamente il custode non si era accorto di
nulla. I due si divisero davanti alla sala grande, lei prese il corridoio a
destra, lui quello a sinistra. Nessuno poté quindi vedere un eccitatissimo Jack
salire le scale a saltelli con un enorme sorriso sul viso…
Grazie mille a chi ha letto e spero
continuerà a farlo…
Water Lily sei davvero
gentilissima…spero di non deluderti!!!
Un bacio…
(becky)
|
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Capitolo 4 *** 4: Promises ***
CAPITOLO 4:
Promises
Il giorno successivo Jack si svegliò
con uno strano presentimento addosso. Era come se si fosse dimenticato qualcosa
di importante da fare, ma non riusciva a capire che cosa…
Lo comprese solo quando giunse in
sala grande per la colazione. Mentre stava per entrare lo fermò uno dei suoi
migliori amici, una delle rare persone con cui aveva legato maggiormente appena
arrivato, cioè Nigel Canon. Il ragazzo lo fermò e gli disse entusiasta – Ehi
Jack! Allora hai deciso di venire con noi a Hogsmede domani pomeriggio?-.
Ah…ecco cosa si era dimenticato. La gita a Hogsmede. Beh, a dire il vero non ne
era molto convinto, ma gli aveva praticamente (e involontariamente) promesso di
andarci. Vedendolo un po’ incerto il giovane Canon gli disse – Dai…se vuoi puoi
chiedere a qualcuno di venire, non c’è problema!-. A quelle parole si accese una
luce nel cervello di Jack: poteva invitare qualcuno? Perfetto…come aveva fatto a
non pensarci prima? Poteva chiederlo a Luna…avrebbero potuto trascorrere qualche
ora assieme, flirtare, appartarsi da qualche parte e … Si riscosse malvolentieri
dalle sue fantasie e annuì. – Certo che ci verrò…a domani allora!- e così
dicendo entrò in sala grande euforico. Avrebbe chiesto a Luna di accompagnarlo e
sarebbe stata l’occasione giusta per fare quello che volevano senza essere
continuamente disturbati.
Dopo le lezioni del mattino Jack si
decise a cercare Luna per invitarla ad uscire con lui. La cercò nei posti più
ovvi, come i bagni femminili, la biblioteca, la sala comune ma non riuscì a
trovarla. Uscendo da un’aula percorse il corridoio che si affacciava sul cortile
posteriore del castello. Notò subito una lunga e fluente chioma bionda che
passeggiava nel giardino, e sporgendosi confermò i suoi sospetti. Luna stava
infatti esattamente qualche metro sotto di lui, nel giardino. Senza perdere
neanche un secondo si precipitò giù per le scale, percorse tre o quattro
corridoi di corsa urtando qualche decina di studenti e poi altre scale. Si
precipitò giù per la scalinata principale saltando metà dei gradini e infine
volò come una scheggia in direzione della ragazza. Ormai senza fiato la
raggiunse pochi metri dopo a dove l’aveva vista. Era completamente da sola,
passeggiava su un praticello che costeggiava l’alta parete esterna del castello.
– Ehi…Luna!- la chiamò avendola raggiunta. La ragazza alzò lo sguardo stupita e
lo guardò incredula. Esausto per la corsa Jack le si avvicinò maggiormente col
fiato spezzato per la fatica. Luna lo guardava con tanto d’occhi, talmente era
bello. Aveva i capelli castani leggermente bagnati dal sudore e un po’
arruffati, il viso arrossato e con qualche gocciolina di sudore che gli scendeva
dalle tempie. Teneva la camicia con i primi bottoni aperti, tanto da poter
scorgere sotto di essa una collanina nera. I due ragazzi rimasero l’uno di
fronte all’altra a guardarsi negli occhi per diversi secondi, finché lui non
sussurrò dolcemente – Ciao…-. Lei rispose con un debole sorriso e un -…ciao…-.
Col sorriso sulle labbra Jack la prese per una mano, si spostò e si appoggiò con
le spalle al muro in pietra del castello. Vi appoggiò completamente la schiena e
divaricò leggermente le gambe. Fece avvicinare Luna a se e lei si posizionò tra
le sue gambe. Lui le posò le mani sui fianchi, mentre lei gli mise le braccia
attorno al collo. Si sorrisero a vicenda, senza una parola. Poi lui si chinò sul
suo visino pallido ed emozionato, e la baciò con delicatezza e premura. La sentì
vibrare e poi sciogliersi in quel dolce abbraccio e in quel bacio da favola (
^_^). Dopo che si furono staccati lei ritrovò la voce per chiedergli – Ma…cosa
ci fai qui?-. Jack ridacchiò e sussurrò – Ti ho vista da una finestra…e non ho
potuto resistere!-. Un altro bacio, più breve e meno profondo. Jack si illuminò
ed esclamò – In verità vorrei chiederti una cosa…non vorrei essere troppo
precipitoso però…-. Si sentiva vagamente imbarazzato, ma sapeva anche che lei
avrebbe capito e avrebbe accettato. Così prese coraggio e continuò -… che ne
diresti di venire domani ad Hogsmede con me?-. La ragazza sorrise e arrossì un
pochino. Jack sapeva già che lei avrebbe detto di si…. Luna sussurrò – Oh
Jack…mi dispiace, ma non posso-. A quelle parole il ragazzo sgranò gli occhi e
balbettò –C…cosa? Non puoi? E perché?-. Luna rise e scosse la testa – beh…non è
che non posso! Però non mi va, tutto qui…non mi piace molto andare ad Hogsmede.
Preferisco restare qui al castello….ci sei mai rimasto mentre tutti vanno via?-.
Jack ci rifletté su e infine scosse la testa. Luna gli accarezzò una guancia con
tenerezza e disse – è bellissimo il castello quando non c’è nessuno! C’è una
tale pace e serenità…un silenzio così profondo…è stupendo!-. Jack la guardò
attentamente in volto. Lei si che era bella! Con quell’aria svanita e sognante,
quegli occhioni chiari che sembravano timidi e innocenti…davvero una piccola
fata da baciare. E così fece. Cogliendola alla sprovvista la baciò con passione
e intensità, a cui lei rispose prima con sconcerto, poi con altrettanto
sentimento.
Dopo averle dato un leggero bacio
sulla fronte Jack disse – Sai? Penso che rimarrò anche io qui domani…ho proprio
voglia di vedere com’è il castello quando è quasi vuoto!-. Lei sorrise gioiosa e
lo abbracciò con dolcezza. Continuarono a baciarsi così per lungo tempo, finché
lei non alzò lo sguardo al cielo. Mormorò – Ora però devo andare…le mie amiche
si staranno chiedendo dove sono andata a finire!-. Lui annuì e dopo un ultimo
bacio a stampo le afferrò la mano e la condusse verso l’entrata del castello.
Prima di entrare i due ragazzi si staccarono, lasciando tra di loro circa un
metro di distanza. Non sapevano nemmeno loro bene il perché, ma qualcosa gli
diceva che era meglio così per il momento.
Entrarono nel grande atrio del
castello in silenzio. Mentre entrambi salivano la scalinata un ragazzino non
molto alto, con i capelli color nocciola e gli occhi verdi correva giù verso di
loro. Con un sorriso enorme alzò la mano in segno di saluto e passando accanto a
Luna disse – Ciao Luna!-. La ragazza sorrise a sua volta e rispose al saluto con
– Oh…ciao Colin!-. La ragazza proseguì con naturalezza verso i piani superiori,
invece Jack venne fermato dall’altro ragazzo. – Ehi Jack…ti dovrei parlare un
attimo…-. Il moro annuì e rivolse un ultimo sguardo di scusa a Luna, che se ne
andò in silenzio.
Quando rimasero soli Colin esordì
dicendo – senti…allora domani mattina ci troviamo qui verso le nove e mezza, ok?
Così andiamo assieme…-. Jack alzò una mano per fermarlo e scuotendo la testa
disse –No, Colin…mi spiace, ma ho cambiato idea…domani preferisco stare qui.
Scusami, ma sarà per un’altra volta…-. Colin sembrò veramente dispiaciuto alle
sue parole, e Jack si sentì in colpa. In fondo Colin era il suo migliore amico
da quando era arrivato ad Hogwarts, il primo a cercare la sua amicizia sebbene
non fossero della stessa casa. – Ah…va bene, se ne sei convinto…- mormorò il
Grifondoro, ma poi tornò a sorridere – Ma il mese prossimo non hai scuse, ok?-.
Jack annuì allegro e assieme all’amico si diresse verso la biblioteca.
Beh…che dire? Grazie infinite a chi
legge e commenta! Ringrazio quindi Water Lily, luna e
Miky…
Il prossimo capitolo sarà un po’ più
lungo e mooolto interessante! ^_^
Un bacio…
(becky)
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Capitolo 5 *** 5: Alone in the rain ***
CAPITOLO 5: Alone in the
rain
La serata passò piuttosto
velocemente per Jack, ma la notte fu ben peggiore. Non riuscì ad addormentarsi
prima delle tre e il suo sonno, per qualche strana ragione, fu piuttosto
agitato. Si sentiva emozionato pensando al giorno successivo, quando avrebbe
potuto trascorrere l’intera giornata con la ragazza che più desiderava al
momento. Si era ripromesso che Luna sarebbe stata sua. Era un giuramento
personale: lei lo attirava, e lui l’avrebbe conquistata, a qualunque
costo.
Ma Jack non sapeva ancora quale
prezzo avrebbe dovuto pagare in realtà…
Dato che durante la nottata aveva
dormito poco Jack si alzò piuttosto tardi, maledicendosi per aver dormito così
tanto. Erano le nove passate e il castello si stava già svuotando. Fece
colazione praticamente da solo al suo tavolo,e quando uscì dalla sala grande
scoprì che non c’era quasi più nessuno in giro. Erano rimasti al castello
solamente i ragazzini dei primi due anni (che però si erano rinchiusi nei
dormitori) e pochi studenti degli anni successivi. Tra questi c’era proprio
Jack.
Dopo colazione si incamminò verso il
giardino posteriore, dove era matematicamente certo di trovare Luna. Aveva
capito che alla ragazza piaceva di più stare all’aperto, respirare aria fresca e
non avere costrizioni attorno. E infatti la intravide quasi subito.
Era seduta su una panchina di pietra
sotto a un grande albero quasi completamente spoglio. Era intenta a leggere una
rivista intitolata “Il cavillo” e ogni tanto sfogliava le pagine interessata
dalla lettura. Era davvero carina in quel momento, con i capelli biondi e
lunghissimi che le cadevano scomposti sulle spalle e la pelle chiarissima che
brillava al sole autunnale. Jack non riuscì a trattenere un sorriso di
apprezzamento e con passo leggero e furtivo la raggiunse.
In un secondo le si sedette accanto
e le domandò – Cosa leggi?-. La ragazza alzò si scatto gli occhi e sussultò, non
immaginandosi una sorpresa del genere. Arrossì all’istante e iniziò a balbettare
qualcosa come – Io…ehm…st…stavo leggendo il giornale…-. Lui le sorrise divertito
dalla sua confusione e accarezzandole una guancia le avvicinò il viso al
proprio. Si abbassò maggiormente su di lei e sussurrò sulle labbra rosate della
ragazza – Buongiorno, Luna…-. Annullò il divario tra di loro in un secondo e
la baciò con trasporto e tenerezza.
Quando si staccarono lui le avvolse
un braccio attorno alle spalle fragili e abbassò lo sguardo sulla rivista che
Luna teneva ancora in mano – Che giornale è questo? Non l’ho mai visto…-. Luna
si illuminò e disse allegramente – è il giornale di mio padre! Io lo leggo
sempre! È molto più interessante rispetto ai comuni quotidiani!-. Continuò a
parlare a lungo del giornale, e poi di tutto quello che le veniva in mente,
stretta in quel dolce abbraccio. Un abbraccio tenero e caldo, ma non possessivo
o pressante. Un semplicissimo abbraccio che le scioglieva il cuore e la faceva
sentire felice e a suo agio.
Quando si fermò arrossì nuovamente e
disse – Oh, scusa….forse ho parlato troppo!-. Jack scosse la testa e le sussurrò
– Mi piace sentirti parlare…e mi piace quello che dici!-. La strinse di più a se
e alzò lo sguardo verso il cielo nuvoloso e grigio. –Allora…- le disse
sorridendo - … cosa vuoi fare, mia ormai esperta guida di Hogwarts?-. La
biondina alzò le spalle e mormorò – Non lo so! Tutto ciò che vuoi! Che ne dici
di una passeggiata attorno al Lago?-. Immediatamente Jack scattò in piedi e le
tese una mano – Ok! In marcia!-. Lei gli afferrò la mano ridacchiando e insieme,
vicini e sorridenti, si incamminarono verso la riva del lago. Passeggiarono a
lungo sulla riva del lago, e non tornarono nemmeno indietro per l’ora di pranzo.
Stavano davvero troppo bene così…solo loro due, nella natura a parlare del più e
del meno. Si tenevano la mano senza imbarazzo, qualche volta si abbracciavano,
altre si scambiavano un breve bacio…ma soprattutto imparavano a
conoscersi.
Luna gli raccontò tutto quello che
le era successo negli ultimi due anni, cosa che non aveva mai fatto con nessuno.
Non le piaceva parlare della guerra, di quando aveva dovuto combattere, di
quello che aveva fatto e aveva visto…eppure con Jack si trovava bene. Non aveva
paura di parlare troppo, o di impressionarlo con storie che altri giudicavano
assurde. Qualcosa le diceva che lui non avrebbe mai riso di lei…. Ecco come
stavano le cose: lui non rideva di lei, ma CON lei. E questo cambiava
tutto!
Lo stesso valeva per Jack,
naturalmente. Con lei scherzava, rideva, si appassionava…col passare delle ore
sentiva crescere qualcosa tra di loro, una strana affinità che non sapeva come
spiegarsi.
Aveva ormai terminato il secondo
giro del lago quando qualche piccola goccia di pioggia iniziò a colpirli.
Alzarono nello stesso istante gli occhi al cielo e iniziarono a correre verso il
castello.
Fortunatamente arrivarono pochi
secondi prima che si abbattesse sul castello un vero e proprio diluvio.
Nell’atrio del castello rimasero in contemplazione del cielo scuro e tempestoso
per qualche istante. Infine Luna sussurrò a bassa voce – Quanta pioggia!
Speriamo non si allaghi nulla..-. Jack alzò le spalle e borbottò – ma no…se le
finestre sono tutte chiuse non dovrebbe…-. Le parole gli morirono in gola. Le
finestre! Si era dimenticato di aver lasciato la finestra della sua stanza
aperta prima di scendere a far colazione! Che sciocco! Se non la chiudeva al più
presto si sarebbe allagata tutta la stanza! Così il moro sbarrò gli occhi e si
voltò verso Luna – Accidenti! La finestra di camera mia è aperta! Devo correre a
chiuderla!-. Luna si mostrò subito preoccupata e gli disse velocemente – Allora
vai! Sembra che debba piovere ancora a lungo…-. Jack annuì e poi chiese
innocentemente, senza rifletterci troppo – Dai, vieni anche tu! Faremo in un
attimo!-. La ragazza rimase a bocca aperta, ma lo seguì mentre correva al piano
superiore.
Si fermarono di fronte a un grande
quadro con la cornice dorata e con raffigurata una cornucopia ricca di delizie.
Jack le prese la mano senza riflettere e pronunciò la parola d’ordine.
Immediatamente il quadro si dissolse e apparve invece una sala dietro al buco.
Vi entrarono e Luna poté vedere per la prima volta la sala comune dei
Tassorosso. Era una grande stanza piuttosto spartana ma molto accogliente. Non
ebbe tempo di osservarla con cura, poiché Jack la trascinò per un breve
corridoio sulla destra. Spalancò una porta in legno rosso ed entrarono in una
stanzetta più piccola. Era molto semplice, con quattro letti a baldacchino con
tendaggi dorati. Jack corse rapidamente verso una grande finestra posta di
fronte a loro e la chiuse con un colpo secco. Poi si guardò attorno avvilito.
Erano arrivati troppo tardi e attorno a loro c’era già qualche pozzanghera
d’acqua. – uffa…adesso dovrò asciugare tutto!- si lamentò Jack tirando fuori la
bacchetta. _ Ti aiuto io, se vuoi!- si propose entusiasta la biondina
avvicinandosi. Il moro la guardò sorridendo per ringraziarla, ma scosse la
testa. – No, non fare nulla…è colpa mia, ci penso io…ci metto un attimo!- le
disse e iniziò a pronunciare qualche breve incantesimo. Luna intanto si guardò
attorno curiosa. Non era mai stata nella stanza di un ragazzo, e tutto le
sembrava nuovo e interessante. Si sedette sul letto che doveva appartenere a
Jack e cercò di memorizzare ogni minimo dettaglio.
Non si accorse nemmeno che Jack
aveva finito e la stava osservando con sguardo malizioso.
Il moro si avvicinò a lei e le si
inginocchiò di fronte, in modo da portare i visi alla stessa altezza. La guardò
con sguardo accattivante e passionale, non più dolce e ingenuo. Lei rimase
leggermente intimidita da ciò, ma non si scostò e nemmeno parlò. Fu Jack ad
avvicinarsi al suo viso e a sussurrarle – Luna…posso baciarti?-. La ragazza
sgranò gli occhi, e ci impiegò qualche secondo a capire cosa implicasse la
domanda. Erano soli, in una stanza da letto, nessuno li poteva interrompere…non
era un semplice bacio quello che intendeva Jack, ma forse qualcosa di
più.
Luna trattenne il fiato e si perse
negli occhi scuri e profondi del ragazzo. Annuì solo con un breve cenno del
capo.
Lui sorrise e la baciò sulle labbra
con passione e ardore. Le loro lingue si intrecciarono, giocarono tra di loro a
lungo. Ogni tanto Jack le mordeva un labbro, per poi succhiarlo con maggiore
delicatezza.
Con un movimento silenzioso e fluido
si alzò e la fece distendere completamente sul letto. Le si sdraiò accanto e
riprese a baciarla. Lentamente anche le mani si unirono al gioco iniziato dalle
loro bocche. Iniziarono ad accarezzarsi ovunque riuscissero ad arrivare, con
movimenti caldi e lenti.
Poi Jack prese a baciarle il collo
niveo. Da prima, semplici baci a fior di labbra, e dopo aver intuito dai gemiti
soffusi della ragazza il piacere che provocavano, approfondì il contatto. Le
lecco e mordicchiò la pelle, trovandola estremamente dolce e
soffice.
I loro respiri si fecero più pesanti
e affannati, mentre si stringevano l’uno all’altra. Tutto il loro corpo era a
stretto contatto con quello del compagno, e ogni carezza, ogni bacio era una
sensazione unica.
Senza riuscire a fermarsi Jack fece
scivolare la mano sotto la maglietta della biondina, e con un unico movimento
arrivò ad accarezzarle il seno piccolo e sodo. I baci si fecero istintivamente
più roventi, i cuori cominciarono a battere decisamente più veloci, e il
cervello andava a spasso…
La mano di Jack scese dal seno della ragazza fino a
raggiungere il ventre piatto. Lo accarezzo gentilmente e giocherellò per un po’
con l’ombelico di Luna. Poi scese ancora verso il basso e le dita si
intrufolarono nei jeans stretti, fino a sfiorare il bordo delle mutandine. La
sentì sussultare e la baciò con più passione. Tirò fuori le dita da sotto i
pantaloni e le portò alla cerniera, intenzionato ad abbassarla. Ma lei lo fermò.
Interruppe affannata e contro voglia il bacio e con la mano libera afferrò
quella molto più grande ed esperta di Jack. Lui la guardò attentamente negli
occhi e le sussurrò intimorito –Scusami, non volevo…-. Lei si alzò sui gomiti e
scosse la testa –No, è colpa mia. Scusami ma…non so se sono pronta…non lo so
davvero!-. Lui le sorrise con una dolcezza infinita e le accarezzò col dorso
della mano una guancia arrossata. – Va bene lo stesso…non voglio sforzarti a far
nulla se non vuoi!-. Lei arrossì maggiormente ma con voce ferma disse – Ma
io…penso di volerlo…cioè, non ne sono sicura… ho bisogno di tempo per capirlo!-.
Lui le baciò la fronte e le mormorò – Tutto il tempo che vuoi, piccola…-.
Ciao! Scusate per il piccolo
ritardo, ma anche io sono stata piuttosto impegnata in questi ultimi giorni!
Grazie a chi ha la pazienza di aspettare e di leggere!
I vostri commenti mi fanno sempre
molto piacere, davvero! E se sbaglio qualcosa fatemelo pure notare,
ok?
Un bacio…
(becky)
|
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Capitolo 6 *** 6: The tower and the Moon ***
CAPITOLO 6: The Tower and
The Moon
Luna se ne andò poco dopo, dicendo
di non volersi far vedere lì quando sarebbero tornati i compagni di camera di
Jack.
Il moro rimase per il resto del
pomeriggio immobile, disteso sulla schiena sul morbido letto a guardare il
soffitto. Aveva incrociato le mani sulla nuca e anche le gambe erano leggermente
accavallate all’altezza delle caviglie. Il suo respiro era denso e
profondo,mentre nella sua mente si ricorrevano immagini confuse e affannate.
Se ne stava lì, immobile, a pensare e a ricordare. Ricordare qualcosa di
importante, di bellissimo e al tempo stesso dolorosissimo della sua breve vita:
le ragazze. Nei suoi pensieri si sovrapponevano le figure di due ragazze, tanto
diverse quanto fondamentali per lui. Una faceva parte del suo passato, qualcuno
che anche volendolo non avrebbe saputo dimenticare. Era una ragazza eccentrica e
fascinosa, oscura, gotica, maliziosa e presuntuosa. L’altra invece era una
dolce ragazzina con lunghi capelli biondi, occhi cristallini e il volto
sognante. Jack si strofinò una mano sul viso rassegnato e si domandò perché
quei pensieri facevano capolino proprio in quel momento.
Stanco e vagamente innervosito si
addormentò nella stessa posizione senza neanche accorgersene. Lo svegliarono le
voci dei compagni qualche ora dopo. Lentamente allora si alzò, si cambiò e scese
per la cena domandandosi seriamente cosa avrebbe dovuto fare con Luna a quel
punto…
Il giorno successivo trascorse
esattamente come tutti gli altri, almeno in apparenza. In verità dentro a due
studenti c’era un uragano che non accennava a volersi
quietare.
Ovviamente, queste due persone erano
Luna e Jack. Non si erano più visti dal pomeriggio precedente ma non riuscivano
a smettere di pensare l’uno all’altra senza sussultare o arrossire. Si sentivano
entrambi attratti dall’altra persona, indubbiamente. Eppure qualcosa li frenava:
Luna si sentiva ancora insicura sul cosa fare, cosa dire, come comportarsi con
il bel moro. Ques’ultimo invece temeva di averla spinta troppo, e non voleva
indurla a fare nulla di cui avrebbe potuto pentirsi. Ma la biondina aveva già
preso una decisione… l’unica problema che rimaneva era come comunicarla a Jack.
E ancora una volta il destino (cioè la
sottoscritta autrice….ndBecky) si prodigò benevolo per
aiutarli.
Quella notte era un’altra di quelle
in qui non sarebbe riuscito a dormire, lo sapeva. Quando era particolarmente
nervoso, stressato, preoccupato, non riusciva a prendere sonno. Ci era fin
troppo abituato per stupirsi o tentare l’impossibile. Così si alzò
svogliatamente dal letto, indossò un paio di semplici pantaloni grigi e una
maglia nera, ed uscì per la solita passeggiatina notturna.
Mentre camminava silenzioso nei
corridoi deserti gli ritornò in mente l’ultima volta che aveva fatto una sortita
notturna come quella…aveva incontrato per caso Luna davanti ad una finestra e
l’aveva baciata…Sul suo bel viso scuro comparve l’ombra di un sorriso sincero e
con le mani in tasca aumentò istintivamente il passo.
Le sue gambe si muovevano da sole e
per uno scherzo del destino lo
condussero verso la torre di astronomia del castello. Immerso nei suoi pensieri
salì rapido le scale di pietra e raggiunse la pesante porta di legno. La
spalancò con un colpo secco e uscì all’aria aperta.
L’aria fredda fu come una scossa, ma
sorrise ugualmente, respirando a pieni polmoni. Si affacciò al parapetto e
guardò le montagne in lontananza…alcune tra le cime più alte erano già innevate.
Passarono alcuni minuti, poi
improvvisamente la porta si spalancò nuovamente e sulla soglia apparve Luna.
Jack si voltò di scatto e rimase interdetto, senza osare dire una
parola.
Mai si sarebbe
aspettato di vederci proprio Luna su quella stessa torre. Rimase per un secondo
incantato ad ammirarla, mentre lei ricambiava lo sguardo .Era davvero una
visione bellissima: indossava solamente la gonna corta della divisa e un
maglioncino color panna. La luce notturna la faceva apparire ancora più pallida,
mentre la sua esile figura si stagliava nitida nel cielo stellato. I folti
capelli biondi e mossi si muovevano sospinti da un leggero venticello freddo.
I due ragazza si guardarono negli
occhi in silenzio. Poi Jack esclamò – Piccola…perché sei qui? Va tutto bene?-.
La ragazza abbassò istintivamente lo sguardo a terra e prese ad arrotolarsi un
dito attorno ad una ciocca di capelli – Io…ti ho visto mentre venivi qua…-
mormorò con un filo di voce. Lasciò la frase a metà, indecisa se proseguire o
meno.
Come poteva dirglielo? Era la prima
volta che lei si trovava così a suo agio con qualcuno… si, di amici ne aveva
tanti, e molti la sapevano comprendere in modo eccellente, come Harry e Ginny
ma… ma con Jack era diverso. Non era solo comprensione o affetto, era qualcosa
di più intenso. Lei non aveva mai avuto un ragazzo, e non ci aveva mai pensato
seriamente a stare con qualcuno…baciare qualcuno…fare l’amore con
qualcuno…
Improvvisamente però tutto questo
era cambiato. Ora pensava a Jack continuamente, e provava una fortissima
passione nei suoi confronti, un desiderio che non aveva mai provato prima di
allora…
Il moro la vide così pensierosa e
qualcosa scattò dentro di lui. In pochi passi la raggiunse e la strinse stretta
a se. Le circondò la vita e le spalle con le braccia forti e immerse il viso tra
i suoi capelli dorati. Cos’era quel calore improvviso che sentiva dentro di se?
E quel senso di protezione e di tenerezza?
La ragazza appoggiò la guancia sulla
spalla del moro e si lasciò stringere da lui. Si abbandonò completamente al
compagno, sicura ed emozionata. Respirava il suo profumo esotico e ancora
misterioso, accarezzava la sua schiena forte e poteva udire i battiti forsennati
del suo cuore. Anche Jack era invaso dal dolce profumo di vaniglia che lei
emanava e il respiro profondo della ragazza gli solleticava languidamente il
collo scoperto. Luna chiuse gli occhi coccolata dall’abbraccio di Jack. Si rese
conto di non essere stata mai tanto bene come in quel momento e così prese
coraggio. Riaprì gli occhi con nuovo slancio e sollevò il viso. Gli occhi scuri
del ragazzo si incrociarono a pochi centimetri di distanza con quelli chiari di
Luna e rimasero incatenati tra di loro. Luna si sporse leggermente verso di lui
e lo baciò, prima con grazia e delicatezza, poi con passione. Jack sgranò gli
occhi per tutta quella intraprendenza inaspettata, ma in seguito anche lui
ricambiò il bacio con altrettanto interesse.
Quando si staccarono Luna gli
circondò il collo con le braccia e abbassò lo sguardo. Socchiuse le labbra
tremante e sospirò. Jack la guardò incuriosito ma non osò proferire parola. Fu
lei infatti la prima a mormorare pianissimo – Jack…io…-. La sua voce era appena
un sussurro appena udibile, ma Jack non perse nemmeno una sillaba. La strinse
maggiormente a se, stupendosi di come suonasse bene il suo nome pronunciato
dalla biondina. Continuò sempre con gli occhi bassi – Io…sto davvero bene con
te…e…- seguì un altro sospiro incerto e infine -…voglio…voglio farlo con te la
prima volta…-. Il cuore del ragazzo perse un battito, forse anche due. Spalancò
gli occhi e la saliva gli si azzerò. Quelle parole…lo avevano colpito in modo
impressionante. Era la prima volta che qualcuno si affidava così tanto a lui,
che gli donava un tale prezioso dono. Si sentì al settimo cielo, la gioia si
impadronì di lui e un sorriso spontaneo e realmente felice apparve sul suo
volto. Con una mano le sollevò il viso con delicatezza, in modo da poter
incontrare ancora una volta gli occhi azzurri della ragazza. Le sussurrò a fior
di labbra – Non hai idea di quanto sia felice in questo momento, Luna…grazie …-.
E dopo ciò la baciò con ardore e amore.
La biondina strinse maggiormente le
braccia attorno al collo di Jack come per sorreggersi, avendo le gambe che
tremavano, e lui iniziò ad accarezzarle la schiena e i fianchi con dolcezza.
Dopo un lunghissimo bacio che si
sarebbero ricordati per il resto della loro vita Jack le mormorò all’orecchio
malizioso –Quando…- ma Luna non lo lasciò finire e disse – Subito - (O_O). Una sola parola che fece già
eccitare Jack. Si guardarono per un istante maliziosamente. Uno sguardo ricco di
aspettative e doppi sensi. Luna sorrise e gli afferrò una mano – Vieni con me…-
e lo trascinò giù per le scale della torre. Percorsero velocemente alcuni
corridoi dove Jack non era ancora mai stati per giungere in un largo corridoio
ricoperto di arazzi medioevali. Si guardò attorno incuriosito, ma la ragazza non
gli diede il tempo di fare domande. Sfilò la mano da quella grande di Jack e
iniziò a camminare in silenzio davanti ad una parete. Le passò di fronte tre
volte. Il moro stava per chiederle se era impazzita ma improvvisamente sul muro
apparve una grande porta in legno. Si avvicinò per controllare e Luna, con un
sorriso soddisfatto, gli disse anticipandolo – Questa stanza la usavamo qualche
anno fa per allenarci… rispecchia i desideri delle persone!-. Jack era sconvolto
ma non disse nulla. Si strinsero nuovamente la mano e insieme spalancarono la
porta ed entrarono nella stanza dei loro desideri.
Eh eh eh…ma quanto sono fantastiche le
mie lettrici? Grazie mille per i commenti…
E grazie anche al tuo aiuto, mio
carissimo correttore!
PS: forse dovrò aumentare un po’ il
rating da adesso in poi…kiss
(becky)
|
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Capitolo 7 *** 7: Exotic Night ***
ATTENIONE !!!QUESTO CAPITOLO è DI RATING ROSSO.
ESSENDOCI SCENE DI SESSO ESPLICITO SCONSGLIO CHI NON APPROVA DI CONTINUARELA LETTURA.
Non ritengo sia il caso di aumentare
il rating a tutta la storia, ma se qualcuno preferisce che lo faccia e lo
ritiene opportuno, ditemelo e io provvederò a farlo senza problemi, ok?
Grazie…
CAPITOLO 7: Exotic Night
La stanza che gli apparve davanti
era incredibile, e lo lasciò senza fiato. Era uno dei luoghi più belli che
avesse mai visto, sembrava di essere all’interno di una fiaba tratta da “Le
mille e una notte”.
La grande camera in cui si trovava
aveva un’atmosfera soffusa e calda, e allo stesso tempo esotica e velata. Era
arredata completamente in stile indiano: di fronte a lui, Jack notò i tanti
tappeti orientali finemente intrecciati che ricoprivano completamente il
pavimento, gli arazzi dorati alle pareti e l’incenso che profumava in qualche
angolo. Nella prima parte della stanza non c’era nulla se non qualche grande
cuscino colorato sparso a terra e un paio di morbidi divanetti rossi accanto
alla parete. Poco dopo però, su un piccolo soppalco in legno, si vedeva uno
splendido e maestoso letto a baldacchino ricoperto da leggerissimi veli di color
arancione e giallo, che cadevano semitrasparenti dal soffitto. Il letto era
ricoperto da una fantastica coperta di seta rossa con decorazioni arabesche ed
era ricco di cuscini e guanciali. In pratica era veramente fantastica, intima e
perfetta.
Jack capì subito che quella era la
stanza dei sogni di Luna, e rimase sbalordito nel capire quanto fossero
diventati intimi in quel momento…così tanto da mostrargli uno dei suoi desideri
più grandi!
Le strinse con maggior forza la
candida mano mentre osservava sbalordito ogni singola cosa accanto a lui. Quella
stanza emanava sensualità…non sapeva come spiegarlo ma era così…era impregnata
di sessualità e passione.
Il ragazzo fece qualche passo verso
il centro della stanza e si voltò verso Luna. Lei avevo lo sguardo basso e il
viso rosso dall’emozione. Vedendola così Jack non riuscì a trattenere una mezza
risata e le si avvicinò ridacchiando. La prese tra le braccia, la strinse e le
baciò la fronte. Quando lei alzò lo sguardo, il moro si perse nei suoi occhi
chiari ma annebbiati dal desiderio. Istintivamente si tuffò sulle sue labbra
rosee e la coinvolse in un bacio passionale e intenso. Le invase la bocca,
gustandola e assaporandola in ogni parte di quell’antro caldo e umido. Le loro
lingue si inseguirono a lungo, sfiorandosi, toccandosi,
accarezzandosi…
Jack iniziò a baciarle tutto il
profilo, dal mento al collo. Lo baciò a lungo, incantato da quel candore lunare
e da quel profumo dolce e vivace. Le mani della ragazza si fecero più
intraprendenti e presero ad accarezzarlo sulla schiena, sulle spalle e sui
pettorali. Il loro corpi caldi e vogliosi si sfioravano in continuazione, e
quando Luna per caso strisciò la propria gamba sul linguine già sottoposto a
molto stress di Jack, al ragazzo sembrò di impazzire. La guardò per un secondo
negli occhi accecati di desiderio e con una certa irruenza la sollevò da terra.
La prese tra le braccia senza smettere di baciarla e senza apparente sforzo
attraversò la camera fino al soppalco. Salì i pochi gradini e raggiunse il
magnifico letto dove avrebbero passato la notte. L’adagiò con gentilezza ma con
una certa fretta sul morbido materasso ricoperto da rossa seta e la osservò
meglio. Era eccitante e sensuale come non avrebbe mai immaginato. Il viso più
accaldato del solito, le labbra rosse dai baci e i biondi capelli sparsi attorno
al volto. Quest’ultimi facevano contrasto col rosso delle lenzuola, facendola
sembrare una Dea.
La ragazza gli strinse con grazia le
braccia attorno al collo e lo attirò a se, in un bacio caldo e intenso in cui
Jack mise tutto se stesso. Le si distese accanto e l’accarezzò ovunque, con
delicatezza e desiderio. Mentre scendeva con la bocca a baciarle nuovamente la
gola, Jack le sollevò un po’ il maglioncino, come per invitarla a toglierselo.
Luna alzò immediatamente le braccia sopra alla testa e il moro glielo sfilò
senza aspettare un secondo di più. Riprese a baciarle la pelle diafana,
scendendo lentamente verso il petto, fino a sfiorare con le labbra il suo
piccolo seno ancora coperto dal reggiseno bianco di pizzo. Luna, presa anche lei
da una voglia mai provata prima, gli tolse la maglietta nera che indossava e gli
accarezzò con le mani tremanti il petto abbronzato, e quando gli sfiorò con i
polpastrelli i capezzoli lo sentì sospirare intensamente.
Le candele attorno al letto
iniziavano a diminuire la loro luce e gli incensi a terminare quando anche i
pantaloni del ragazzo e la corta gonna della biondina raggiunsero gli altri
indumenti al fondo del letto.
Ormai quasi nudi, i loro corpi
vibranti d’amore erano liberi di toccarsi, di scoprirsi e di gustarsi
completamente. Ogni carezza provocava in entrambi un brivido lungo la colonna
vertebrale e i baci scambiati erano vivi ed espressivi come non
mai.
Deboli gemiti e inaspettati sospiri
nascevano dai due giovani amanti, che incontrollati continuavano a cercarsi
nella penombra.
Jack era al limite della pressione.
Non era mai stato così eccitato, non aveva mai avuto così tanta voglia di
possedere una ragazza, di amarla, come in quel momento.
Tra di loro si era creata
un’affinità magica che stava esplodendo con tutta la sua forza.
Luna si inarcò verso il moretto e
lui colse l’occasione per passarle una mano dietro alla schiena e slacciarle il
candido reggiseno. Quando le baciò il seno destro la sentì vibrare di emozione
sotto di se. Con lentezza eccezionale la sua mano scese più in basso, sul ventre
e infine sull’orlo delle mutandine verdi. Col respiro affannato e il cuore
impazzito Jack abbassò lo sguardo osservando la propria mano che delicatamente
faceva scendere l’elastico e le faceva scorrere su tutta la lunghezza delle
gambe nivee. Rimasta completamente nuda ed esposta al suo sguardo Luna si sentì
in imbarazzo, ma lo sguardo dolce e comprensivo di Jack le infuse nuovo
coraggio.
Con un sorrisino malizioso portò le
manine ai fianchi del moro e gli abbassò a sua volta i boxer scuri.
Entrambi nudi rimasero per qualche
secondo a contemplarsi a vicenda, sorridendo e amandosi con lo sguardo che
scivolava sui loro corpi. Ma lo sguardo non bastò a lungo. Dopo pochi secondi
tornarono a sfiorarsi con la mani. I muscoli si tendevano al contatto reciproco
e il sangue pulsava sempre più velocemente nelle loro vene, infiammate dai loro
baci.
Jack era evidentemente giunto al
limite, e Luna si stupì di sentirlo così teso e gonfio sotto di se. Il solo
contatto con lui le procurava brividi di piacere intensi, che si acuirono quando
il ragazzo le si strinse maggiormente contro. Jack sentiva che era arrivato il
momento opportuno, e si posizionò meglio tra le gambe snelle della biondina. La
sentì tremare leggermente e le accarezzò con amorevolezza una guancia arrossata. La guardò negli
occhi più scuri del solito a causa della passione che li torturava e le sorrise
con una dolcezza infinita. Il suo era un sorriso luminoso e sincero, che colpì
in profondità la ragazza. Rispose al sorriso con un leggero bacio a fior di
labbra e si aprì per accoglierlo.
In quel momento Jack si lasciò
completamente andare e la fece sua, con amore, sentimento e passione, come non
era mai accaduto. Prima la possedette piano, lentamente, per evitare di farle
male. Sentì infrangersi la sua sottile barriera ed emettere un flebile gemito di
disappunto. Si fermò per qualche istante, per riprendere poi con maggiore vigore
sentendola rilassata sotto di se. Col passare dei minuti ogni remora da parte
della ragazza era scomparsa, e i due giovani si univano perfettamente tra loro,
sentendosi l’uno parte dell’altro. Le loro anime vibravano all’unisono non solo
per il potere dell’imminente orgasmo, ma anche per la consapevolezza che tra
loro stava nascendo qualcosa di più profondo. Il piacere li invase entrambi
nello stesso momento, quando con un urlo soffocato si liberarono l’uno tra le
braccia dell’altra.
Sfinito Jack si accasciò accanto al
corpo caldo e sudato di Luna, che teneva ancora gli occhi chiusi. Con uno sforzo
piuttosto grande il moro si sollevò su un gomito e avvicinò il viso a quello
della bionda. La osservò tornare a respirare regolarmente e infine si chinò su
di lei sfiorandole appena le labbra con le proprie. Lei aprì gli occhi con
lentezza e li incontrò con quelli scuri di Jack. Non servivano parole in quel
momento, uno sguardo come quello era più che sufficiente.
Il ragazzo si ridistese al suo
fianco e in meno di un minuto si addormentò esausto. Anche Luna non tardò ad
addormentarsi accanto a lui, lasciando che una gamba andasse ad intrecciarsi
sensualmente con quella del bel moro addormentato.
Spero solo di non aver esagerato…a volte
mi rendo conto di avere la tendenza a strafare in queste cose. Perdonatemi se
magari ci ho preso troppo la mano…non era mia intenzione rendere la storia
oscena, davvero!!!
Grazie a tutti…
(becky)
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Capitolo 8 *** 8:Good Morning and Bad day ***
CAPITOLO 8: Good Morning
and Bad Day
“Uhm….chissà che ore sono adesso….mi
servirebbe una sveglia” pensò ancora assonnato un bel ragazzo moro assicurandosi
di tenere gli occhi ben chiusi. “Si…una sveglia…” pensò ironicamente.
DRIIIIIIIINNNNNNNNNN.
Jack spalancò gli occhi scuri di
scatto e si guardò attorno col cuore che batteva
impazzito.
Ci mise una manciata di secondi per
rendersi conto che:
Uno, non era nella sua
stanza.
Due, era completamente
nudo.
Tre, una ragazza bionda gli dormiva
al fianco.
Si voltò a destra e a sinistra
cercando la veglia, mentre la biondina apriva lentamente gli occhioni azzurri
ancora assonnata. – C…come faccio a farla smettere?- brontolò terrorizzato Jack
continuando a guardarsi attorno. Luna si mise a sedere sbadigliando e mormorò
con la voce impastata dal sonno – Pensalo e si spegnerà!-. Il ragazzo sgranò gli
occhi ma l’ascoltò Pensò subito di far smettere la sveglia, e improvvisamente il
rumore nauseabondo si spense. Entrambi tirarono un sospiro di sollievo.
I due ragazzi si guardarono
reciprocamente negli occhi per alcuni secondi, e rendendosi conto di essere nudi
distolsero lo sguardo ed arrossirono. – Ehm….Buongiorno, Luna…- sussurrò Jack passatogli l’imbarazzo.
Si avvicinò a lei e le sfiorò leggermente la guancia con un bacio. Lei si voltò
verso di lui sorridendo e lo baciò invece con passione ed entusiasmo. Senza
rendersene conto si ritrovarono distesi l’uno accanto all’altro a guardarsi in
volto ridacchiando. Con una mano Jack le accarezzava il fianco mentre lei il
petto abbronzato. Non si dissero molto ma rimasero per molto tempo così,
semplicemente a contemplarsi a vicenda.
Dopo infiniti minuti Jack prese un
profondo respiro e mormorò – Forse…forse dovremmo andare…-. La ragazza annuì e
lentamente i due si alzarono. Si vestirono senza fretta, scambiandosi fugaci
sguardi e sorrisi. Una volta giunti di fronte alla porta si fermarono
imbarazzati sul cosa dire o cosa fare. In che situazione erano andati a
cacciarsi? Non potevano essere semplicemente amici, dopo tutto quello che era
successo. Non lo avrebbero nemmeno voluto. Però….una storia seria era troppo
impegnativa per entrambi. Significava buttarsi in qualcosa di terribilmente
profondo, e non sapevano ancora se erano pronti oppure no. Non sapevano nemmeno
se era il caso di dirlo agli altri o mantenere il silenzio per un po’. Fu Jack
il primo a parlar, con voce bassa e profonda –Luna…io…sono stato bene sta
notte…accidenti, sono stato benissimo! Però…forse è meglio che questa cosa
rimanga solo tra di noi per il momento…che ne dici?-. Un sorriso sincero apparve
sul volto candido della biondina – Si, lo penso anche io…solo per un po’…-. I
due ragazzi si guardarono allegri e si baciarono con trasporto, prima di
spalancare la pesante porta in legno e tornare ognuno al proprio dormitorio.
Durante i giorni successivi i due si
videro più spesso del solito. Cercavano di andare ai pasti all’incirca negli
stessi orari, in modo da osservarsi e salutarsi da lontano. Poi, ogni notte, si
incontravano sulla torre di astronomia e passavano ore e ore assieme. Non solo a
fare l’amore, ma anche a parlare, scherzare e ridere.
Lentamente tra Jack e Luna si stava
istaurando una fiducia reciproca e un affetto incondizionato che scaldava i loro
cuori.
Ma quello che gli faceva più piacere
era potersi vedere anche in pubblico. No, non avevano ancora deciso di rendere
pubblica la loro relazione. Però potevano tranquillamente parlarsi come amici.
Per qualche ragione che Jack non conosceva ancora (e che non gli interessava
minimamente) quasi tutte le volte che usciva con Colin c’era anche Luna. Aveva
scoperto con piacere che Colin e Luna si conoscevano da moltissimo tempo, e
andavano d’accordo. Non avrebbe potuto desiderare di più…la sua futura ragazza
che legava col suo migliore amico. Sembrava tutto
perfetto…
Peccato che Jack non fosse un
ragazzo attento ai dettagli. Non si era accorto degli sguardi dolci che il
giovane Colin lanciava spesso ad una incurante Luna, ai suoi sorrisi quando la
vedeva apparire, le parole di stima e apprezzamento sul conto della giovane
corvonero, di tutto in pratica.
Infatti rimase stupefatto quando, un
pomeriggio di pieno inverno, il Grifondoro gli chiese di accompagnarlo a fare
una passeggiata.
Passeggiavano tra i viali del parco,
vicino alle serre. Colin si chinava spesso per fotografare un fiore o qualcosa
di particolarmente bello,mentre chiacchieravano del più e del
meno.
- …secondo me le vacanze dovrebbero
servire per…- diceva Jack proseguendo per il viale alberato, quando Colin lo
interruppe all’improvviso rosso in volto – Jack…posso chiederti una cosa?-. Il
moro guardò il ragazzino dai capelli color sabbia incuriosito e rispose – Certo,
dimmi tutto…-. Aumentando il passo involontariamente, probabilmente per la
tensione, Colin palò a voce bassa balbettando di tanto in tanto –Io…beh, ecco…è
un po’ imbarazzante, però volevo parlarne con te…perché sei uno dei miei
migliori amici…una persone di cui mi fido! Ehm…beh, il fatto è questo…mi piace
una ragazza…anzi, no…mi sono innamorato di una ragazza!-. Jack sgranò gli occhi
per poi subito sorridere al ragazzo – Davvero? Ma è fantastico!-. Il biondino
sorrise e mormorò –Si, lo è, però… ho bisogno di un consiglio…secondo te dovrei
dirglielo?O dovrei aspettare invece?-. Jack si sentì onorato della fiducia
accordata da un amico che conosceva da così poco tempo. Gli batté una mano sulla
spalla ed entusiasta gli disse –Certo che devi dirglielo, se lo pensi davvero!
Ma scusa…posso sapere chi è questa ragazza?-. Colin abbassò lo sguardo e
sorridendo dolcemente al solo pensiero disse – è…è Luna!-.
“Doh!” pensò immediatamente Jack.
Merda, questo si che era un bel problema. Che destino infimo e bastardo! (eh, eh !!! Lo
so…ndBecky)
Salve a tutti! Grazie mille per i commenti…come
sono contenta! Ah…scusate se in questi ultime settimane ho aggiornato molto a
rilento, ma ero super impegnata! Da adesso cerco di essere un po’ più
veloce!
X
Water-Lily: se devo essere
sincera per il personaggio di Jack mi sono ispirata a un mio amico…ma ho
lavorato molto (MOOOOLTO) di fantasia! Temo anche io che non esista uno come
Jack nella realtà!!!
Un bacio…
(becky)
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Capitolo 9 *** 9: 4 is better than 3 ***
CAPITOLO 9: 4 is better than
3
La biondina era
distesa prona sul grande letto a baldacchino, con la testa appoggiata alle
candide braccia e il corpo semicoperto solo da un lenzuolo azzurro. Accanto a
lei Jack era sollevato su un gomito e la guardava dormire. Con una mano le
accarezzava i capelli chiari e finiva sempre con lo sfIorare la curva che la
schiena formava nella parte bassa. Sentiva ogni vertebra sotto le sue dita, e il
respiro regolare e profondo della bella addormentata.
Una luce soffusa,
proveniente da un camino fatto apparire poco lontano, donava alla stanza delle
necessità (questa volta arredata in stile barocco) uno strano velo di calore e
armonia.
La fronte del moro era
però corrucciata e l’espressione lasciava intendere che i suoi pensieri erano
tutt’altro che positivi e allegri.
Non era riuscito a
resistere alla tentazione di fare ancora una volta sua la ragazza, ma ora
iniziava a farsi troppe domande. Doveva parlarle dei sentimenti che nutriva
Colin per lei? Oppure faceva meglio a tenerselo per se, come gli aveva chiesto
l’amico?
Sapeva che presto o
tardi Colin le avrebbe detto tutto, e temeva quel giorno. Luna gli avrebbe
parlato della loro relazione? E se si, come avrebbe reagito il
ragazzo?
Troppe domande senza
risposta si affacciavano nella mente stanca del ragazzo, che però non riusciva a
prendere sonno. Forse, parlandone con Luna avrebbe chiarito tutto, avrebbero
potuto trovare una soluzione assieme…ma non era sicuro che i sentimenti della
biondina nei suoi confronti fossero tanto forti da poter discutere di cose
simili in completa normalità.
Jack sbuffò
teatralmente e si lasciò cadere sulla schiena. Aveva bisogno di
rilassarsi…
Aveva iniziato quella
storia con Luna proprio per non dover avere alcun problema, per poter vivere
tranquillamente la vita…e invece si ritrovava ad avere un sacco di questioni
scottanti tra le mani, e non sapeva come risolverle. Non voleva avere una
relazione seria proprio per quello: per non doversi giustificare, niente vincoli
e legami. E tuttavia era incappato in una situazione più grande di lui. Tutto
quello che desiderava ora era poter passare del tempo con una ragazza senza
preoccuparsi delle conseguenze, desiderava solo godersi la vita. E
basta.
- Mi sembri
preoccupato Jack…- sussurrò timorosa Luna, mentre si rivestivano. Il moro la
guardò di lato, ma non disse nulla. Si limitò ad una scrollata di spalle e tornò
a concentrarsi sui bottini della camicia. La ragazza continuò – C’è qualcosa che
ti infastidisce? Qualcosa che ti preoccupa? Puoi parlarmene, lo sai!-. Jack si
voltò verso di lei, dalla parte opposta del grande letto, e sbottò – No, questa
volta non posso parlartene, fattene una ragione!-. Il suo tono era secco e
stanco, ma non fece desistere la biondina – Ma Jack…perché non ti fidi? Puoi
dirmelo…forse potrò aiutarti!-. Il ragazzo afferrò la felpa grigia e si avvicinò
alla porta molto scazzato – Mi vuoi lasciare un attimo stare, Luna? Sono stanco,
e di cattivissimo umore…se ti dico che non posso parlartene, ci sarà una
ragione, non credi?Ho bisogno di un po’ di tempo!- e con questo scatto di rabbia
se ne andò sbattendosi la porta alle spalle. La ragazza rimase impietrita ai
piedi del letto, osservando stralunata la porta chiusa. – Ma cosa diavolo gli è
preso?- si chiese soprappensiero.
Tutto quello di cui
aveva bisogno Jack in quel momento era un po’ di tranquillità e un modo per
distendersi. Si sentiva a pezzi, dopo una nottata passata a pensare.
Fortunatamente era sabato, e ciò voleva dire niente lezioni!
Senza pensarci troppo
corse nel suo dormitorio, afferrò un asciugamano ed entrò in bagno per farsi una
doccia calda e tonificante. Doveva assolutamente rilassarsi dopo la mezza
litigata con Luna.
In effetti la doccia
fu un vero toccasana. Miracolosamente si sentì rinnovato e pieno di vigore.
Quando spense il getto caldo della doccia era tornato come nuovo, in perfetta
forma. Non doveva preoccuparsi di nulla, lui. Avrebbe fatto tutto il destino e
lo scorrere del tempo. Era inutile pensarci troppo sopra, sarebbe stato solo
dannoso.
Con un sorrisetto
prese l’asciugamano bianco e uscì dal box doccia. Appena mise piede nell’atrio
dei bagni, ancora completamente nudo e bagnato, sentì uno strano rumore, come se
qualcuno trattenesse il respiro. Jack alzò gli occhi e incrociò quelli
altrettanto scuri di una ragazza. Seguì un attimo di silenzio piuttosto teso, e
infine Jack comprese di trovarsi di fronte ad una sconosciuta completamente,
totalmente, assolutamente nudo.
Sgranò gli occhi dalla
sorpresa e si coprì come meglio poteva con l’asciugamano che teneva ancora in
mano. Era piccolo e gli arrivava ben sopra al ginocchio, ma almeno fungeva allo
scopo.
- Ehm…- mormorò rosso
e imbarazzato come non mai. La ragazza invece sembrava perfettamente a suo agio
e lo guardava tra il divertito e il malizioso. Jack era sicuro di non averla mai
vista prima. Era piuttosto bassa, con profondi occhi castani e i capelli corti, sbarazzini, castani con
riflessi ramati.
Istintivamente gli
sembrava più giovane di lui, ma non ne era sicuro. Anche lei indossava solo un
accappatoio di spugna bianco leggermente aperto sul davanti. – Ch..che cosa ci
fai tu qui?- le chiese sconvolto, cercando di coprirsi con il corto asciugamano
in vita. Lei sorrise e disse – Beh…ero venuta a farmi la doccia, ma non sapevo
che era occupata!- e intanto continuava a scrutare attentamente il moro in ogni
minimo dettaglio, soffermandosi spesso sul panno legato ai fianchi che però
lasciava intravedere le forme sottostanti. Anche Jack la guardava con curiosità,
e solo dopo diversi secondi si ricordò della situazione in cui erano –Ah! In
verità…- disse con voce improvvisamente arrochita – questo è il bagno maschile.
Quello di voi ragazze è a destra…-. La ragazza si guardò attorno e spalancò la
bocca per la sorpresa – Davvero? Ma non è possibile che mi sia sbagliata!-.
Poi una scintilla di comprensione
folgorò entrambi e contemporaneamente esclamarono – Qualcuno deve aver scambiato
i cartelli per scherzo!-. Dopo averlo detto si guardarono con circospezione e
poi sorrisero. La ragazzina disse – Beh, mi spiace di averti disturbato, non era
mia intenzione. Io comunque mi chiamo Alicia, piacere di conoscerti!- e gli
porse una mano. Il moro l’afferrò subito ed esclamò contagiato dall’entusiasmo
di Alicia – Io sono Jack!-. Però
nel momento in cui le strinse la mano l’asciugamano cadde a terra, facendolo
rimanere nuovamente nudo di fronte a lei. – Opsss…-.
Per chi voleva altri
disguidi e casini, eccovi servite! In fondo quattro è meglio di tre,
no?
Spero che vi sia
piaciuto ...
Grazie mille a chi
legge, commenta e inserisce questa storia tra i
preferiti!!!
Un bacio
...
(becky)
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Capitolo 10 *** 10: Moon and Flowers ***
CAPITOLO 10: Moon and
Flowers
Jack rientrò al castello con le mani
nelle tasche del pesante mantello scuro. Era uscito ore prima per distendere i
nervi troppo tesi e senza accorgersene aveva camminato a lungo sulla riva del
lago, sprofondando nei suoi pensieri. Solo il freddo venticello serale lo aveva
ridestato dal torpore in cui era caduto e si era deciso a ritornare al
castello.
Appena entrato nella grande sala fu
accolto da un dolce tepore e dal profumo delle pietanze appena cucinate. Inspirò
quell’aroma intenso e prelibato sorridendo. Alzò lo sguardo sulle scalinate di
fronte a lui e notò subito una ragazzina bionda scendere le scale velocemente e
dirigersi verso di lui.
Luna lo raggiunse ed esclamò – Jack!
Ti stavo cercando…non ti ho visto per tutto il pomeriggio! Ero preoccupata,
pensavo fossi arrabbiato con me…-. Il suo viso in effetti tradiva ansia e
timore, gli occhi chiari erano colmi di paura e nervosismo. Jack si sciolse
davanti a quello sguardo così tenero, e con dolcezza mormorò – Ma no, Luna…non
ero affatto arrabbiato con te. Come puoi pensarlo? È solo che…-. Le parole gli
morirono in gola. Cosa doveva dirgle? Che stava male dopo aver saputo cosa
provava Colin per lei? No, era improponibile. Mentirle
allora?
Luna lo guardò curiosa – Allora?
Cosa c’è che non va? Ti vedo così distante…c’è qualcosa che non so e che invece
dovrei sapere?-. Il ragazzo scosse la testa ma non gli riuscì di raccontarle una
bugia. Stava per inventarsi una scusa qualunque per andarsene quando
qualcuno poco distante gridò – JACK!-. Il moro si girò di scatto e prima che
potesse rendersene conto una ragazzina dai corti capelli rosso mogano lo
travolse, letteralmente. La ragazzina gli corse incontro e quasi lo scaraventò a
terra sotto lo sguardo incredulo di Luna.
Ancora sconvolto Jack esclamò – Ma
chi…?-. – Jack! Ti ricordi di me? Sono Alicia! Quella della doccia!- disse
divertita la ragazzina. Jack la guardò con tanto d’occhi. Si, era sicuramente
lei la ragazza che aveva incontrato in bagno. La osservò meglio…si, era proprio
Alicia. E…beh, non ci aveva fatto molto caso prima ma era davvero carina! Era
piccola e minuta, ma conteneva un’immensa vitalità ed energia in quel corpicino
tanto grazioso!
- Oh, ciao Alicia! Come stai? Hai
trovato il bagno giusto?- le chiese educatamente, sorridendo malizioso. La rossa
annuì entusiasta e rispose – Si, scusa ancora per prima!- e poi i suo occhioni
scuri si posarono su Luna, che la guardava leggermente a disagio. Jack se ne
accorse e disse immediatamente – Ah…Alicia, lei è Luna…una mia amica! Luna, lei
è Alicia, l’ho conosciuta oggi stesso!-. Le due si scambiarono un breve e freddo
saluto, per poi guardare altrove. Jack si sentiva strano tra loro due…non sapeva
la causa di quell’improvviso gelo, e ritornò all’idea di andarsene alla svelta.
Ma Alicia lo precedette e guardandolo con occhi da cucciolo gli chiese –Jack, mi
potresti accompagnare alle serre, per favore? Nessuno dei miei compagni ci vuole
venire…per piacere…mi potresti aiutare tu?-. Il moro rimase a bocca aperta.
Guardò la biondina spaesato ma lei non disse nulla. Sembrava assente e
soprappensiero. Perciò con un sospiro annuì – Va bene, nessun problema, vengo
io! Dai, andiamo!-. Alicia gli saltò addosso dall’emozione e lo trascinò via.
Prima di uscire di nuovo al freddo Jack scambiò con Luna uno sguardo come a
volersi scusare, ma quello che vide non gli piacque per nulla. Gli occhi
cristallini di Luna sembravano tristi e malinconici, e questo lo fece star
malissimo.
Giunti alla prima delle tante serre
Jack si fermò sulla soglia e lasciò entrare per prima Alicia. La ragazza accese
con un incantesimo le luci e lo invitò ad entrare. Il moro fece qualche passo
avanti e si chiuse la porta alle spalle.
La ragazza saltellò fino a
raggiungere un angolo dove erano impilate diverse cassette con piantine in tanti
piccoli vasi. – Jack….vieni! Dobbiamo metterle tutte assieme e portarle al
castello, ok?-. Il moro le sorrise e annuì, rimboccandosi le maniche del
mantello. Ormai il buio era calato sui prati e il cielo si era tinto di una
profonda tonalità blu. Solo le candele all’interno della serra e le stelle
facevano luce.
Erano passati quasi dieci minuti da
quando si erano messi al lavoro e finalmente avevano quasi finito. Jack raccolse
da terra l’ultima cassa e la impilò con cura sulle altre, quando sentì
avvicinarsi Alicia. La guardò con la coda dell’occhio, e la vide con una strana
espressione determinata sul viso grazioso.
- Jack!- proruppe la ragazza. Il
moro si voltò verso di lei corrucciando la fronte e se la ritrovò a dieci
centimetri dal viso. La fissò allibito e la sentì dire – Jack…io…tu mi…-. Lui la
guardò interrogativo ma lei non
andò avanti. Non a voce almeno.
Senza preavviso la ragazzina colmò
la distanza tra di loro e lo baciò. Jack sentì solo le labbra morbide della
ragazza premere sulle sue e sgranò gli occhi. Doveva allontanarla…doveva farla
smettere!
Ma allora perché non riusciva a
muovere nemmeno un muscolo contro di lei?
La sentì addosso, si stringeva a lui
con passione, come se avesse bisogno di lui. Per un attimo Jack si lasciò
contagiare da quel calore e dal suo profumo, avvolto come da un’atmosfera
magica. Avrebbe voluto ribellarsi, dirle che non poteva farlo, che stava già con
un’altra. Lo voleva veramente, ma qualcosa glielo impedì. La sua forza di
volontà veniva meno. In un attimo di debolezza socchiuse i profondi occhi
castani e si lasciò cullare dal calore che Alicia emanava. Quando la lingua
impudica e maliziosa della ragazza si fece strada nella sua bocca, Jack sapeva
di dover resistere e dire basta. Ancora una volta non ci riuscì. Quasi
involontariamente ricambiò quel dannato bacio, intrecciando la propria lingua
con quella della ragazza. Divenne immediatamente un bacio sfrenato e passionale,
come un’esigenza naturale. Era il bacio più meraviglioso di tutta la sua
vita…forte e appassionato, come piaceva a lui. Lo coinvolse da subito,
trascinandolo in un vortice di lussuria e lascivia. Era un qualcosa di
completamente differente da quello che di solito provava con
Luna…
“Luna!” pensò in un attimo di
lucidità il ragazzo. Appena quel nome riecheggiò nella sua mente annebbiata
dalla passione, subito si rese conto dell’imperdonabile errore che stava
commettendo. Con irruenza si staccò da Alicia. Lei lo guardò sorpresa e delusa,
mentre Jack scuoteva la testa confuso. Lei si avvicinò nuovamente a lui,
sussurrando – Perché? Cosa c’è che non va?-. Il moro alzò lo sguardo su di
lei e incontrò quegli incredibili occhi neri. Come poteva dirle che aveva già
un’altra ragazza? Sarebbe stato orribile…Così Jack si limitò a dire – Alicia…mi
spiace, ma non posso! Non farmi domande…tu mi piaci, e molto anche ma…non penso
di essere pronto per questo! Scusami!- e così dicendo, da codardo, prese il
proprio mantello e scappò via, lasciandola da sola nella serra.
Non era un codardo, ma restare un
altro secondo con lei sarebbe stato troppo pericoloso…era una calamita quella
ragazza. Era pura carnalità, e non sapeva quanto sarebbe riuscito a
resistere.
Dannazione…ora non c’era solo il problema di Colin e Luna,
ma anche l’istinto primordiale di possedere quella maledetta rossa. Peggio di
così non poteva andare…ma forse non c’è mai limite al peggio.
Eccoci qua, quasi in
dirittura d’arrivo…ancora qualche capitolo e poi il gran
finale!
In questo capitolo Jack,
mi spiace, si dimostra una persona poco seria (si, perché qualche difetto lo ha
anche lui!!!)…vedremo se riuscirà a farsi perdonare!!!
Grazie mille a
tutte…
(becky)
|
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Capitolo 11 *** 11: Old Friends ***
CAPITOLO 11: Old
Friends
Le vacanze di Natale
erano iniziate da poco. La prima neve ricopriva candida le strade e i tetti di
Londra, rendendo tutto uniforme e indecifrabile.
Il freddo era
diventato estremamente pungente, ed erano pochi i coraggiosi che in giornate
come quelle osavano uscire di casa.
Anche Diagon Alley era
più deserta del solito. Solo i pub erano affollati di maghi e streghe col
desiderio di scaldarsi con una burro birra calda. In uno di questi pub, in stile
orientale, sedevano tre ragazzi con forte accento straniero. Uno di loro, con i
capelli castani leggermente lunghi, teneva la testa adagiata sulle braccia
appoggiate al tavolo, e aveva un’aria davvero molto afflitta. Spesso lo si
sentiva sospirare e affondare maggiormente il volto tra le braccia. –Oh, andiamo
Jack…non è nulla di così irreparabile…su col morale!- esclamò allegra una
giovane ragazza seduta di fronte a lui. Aveva i capelli castani chiari,
sbarazzini le sfioravano le spalle, e piccoli occhi blu scuro incorniciati da un
fine paio di occhiali con montatura nera. Il moro alzò lo sguardo verso di lei
sbuffando – Linn… non ho voglia di scherzare! Tra meno di un mese tornerò a
scuola e non ho la minima idea di cosa debba fare, come comportarmi con Luna,
con Alicia e con Colin!-. La ragazza sorrise divertita – E noi siamo qui per
questo no? Gli amici servono a questo…-. – A questo, e a prendersi l’eredità
quando uno schiatta…- aggiunse a mezza voce un ragazzo alla sua sinistra. Aveva
la carnagione piuttosto abbronzata, i capelli scuri tagliati cortissimi e
profondi occhi color cioccolato con qualche rara venatura verde. – Blake!-
esclamarono in coro gli altri due, guardandolo stupefatti. –Sempre di conforto,
eh?- aggiunse sconsolato Jack, con lo sguardo da cucciolo ferito. Il moro alzò
le spalle bevendo un sorso di birra e disse – è il mio lavoro, amico…(nonché un
piacere)-. – Ok, adesso basta! – proclamò Linn – Jack ha un problema, ed è bello
grosso anche. Perciò vediamo di dargli una mano, intesi?-. Il suo tono divenne
più calmo e si rivolse direttamente al ragazzo di fronte – Jack, non abbiamo
fatto un viaggio di centinaia di chilometri solo per vederti così afflitto! Devi
riprenderti! Dai…pensaci un attimo. Tu tieni a Luna?-. Jack sgranò gli occhi
scuri e annuì immediatamente – Ma certo che ci tengo a lei! Eccome! Solo
che…anche Alicia mi piace!-. Blake sorrise malizioso – E a quanto ho capito
anche tu le piaci parecchio…-. Lo sguardo di Linn lo zittì, e proseguì come se
niente fosse – Bene, però scusa…per Luna, oltre ad attrazione fisica provi
qualcosa in più…qualcosa di profondo? È tutto qui…con una può essere solo
carnalità, con l’altra…non lo so, devi decidere tu!-. Jack ci pensò un po’ su, e
cominciò a riflettere ad alta voce – Beh, si…avete ragione… Alicia mi piace
moltissimo, è vero…ma tra di noi non c’è lo stesso feeling che ho con Luna. Con
Luna…è un legame completamente diverso! Mi trovo così bene con lei…prima che
Colin mi dicesse cosa provava per lei, era tutto perfetto! Dannazione…Luna è la
mia ragazza ideale. È fatta per me…sembra che il destino ci abbia messo l’uno
sulla strada dell’altra!-. Dopo queste parole tanto sincere i tre amici rimasero
per un secondo in silenzio. Blake esclamò – Beh, allora non ti fare troppe seghe
mentali! Provi qualcosa per Luna, Luna ricambia…mettetevi insieme, no? Molla una
volta per tutte Alicia!-. Jack sorrise a malincuore – Blake…non è così semplice!
Quello che hai detto è tutto vero…ma non so decidermi! Come posso rinunciare
all’amicizia di Colin? Se rivelo a tutti la mia relazione con Luna, lui …lui mi
odierà a morte! Non so se posso fargli questo! È stato il primo amico che ho
avuto ad Hogwarts!-. Linn lo guardò comprensiva –Si, è naturale…- ma fu bloccata
da Blake –E che problema c’è, scusa? Fai come ho fatto io l’estate scorsa con
Joy…fregatene dell’amico e fatti la ragazza ( lol ). Sbam! Uno schiaffone sulla
nuca lo colpì in pieno. Smettila di dare consigli fuorvianti a Jack!- esclamò
Linn truce. – Ma ho solo espresso la mia personalissima opinione!- si giustificò
il ragazzo. Jack li fermò con un gesto della mano – Ok, basta…possiamo tornare a
concentrarci sul protagonista di questa storia? Cioè sul sottoscritto?
Grazie…!-. L’attenzione generale tornò nuovamente su Jack. Linn gli sorrise
dolcemente e provò a dirgli – Jack…ascoltami. Qualunque cosa tu decida di fare,
qualsiasi cosa sottolineo…devi portarla fino in fondo. Non puoi prendere mezze
scelte, non in questo momento! La cosa peggiore al mondo è trovarsi di fronte e
dalle scelte…perché esse comportano sempre delle rinunce. Senza perdere qualcosa
che scelta sarebbe?Bisognerebbe sempre evitare di imbattersi in decisioni del
genere…però…quando ti ci trovi davanti non puoi tirarti indietro. Ormai ci sei,
non fare il codardo e non fuggire. Prendi la tua decisione e portala fino in
fondo!-. Jack rimase in silenzio soprappensiero. – Mi capisci, Jack? Non puoi
scegliere qualcosa e poi tornare indietro! Una sola cosa, non entrambe,
ricordalo!-. Il moro annuì pensieroso. Inutile dire quando ci stesse male in
quel momento, ma la ragazza aveva ragione. Doveva prendere in mano il suo
destino, la sua vita. Inutile fuggire proprio ora. Qualunque cosa avesse scelto
avrebbe arrecato sofferenza a qualcuno, lo sapeva. Ma rimanere nel mezzo avrebbe
fatto male a molte più persone. – Linn ha ragione…qualunque cosa farai sarà
negativa da un certo punto di vista, accettalo. Ma pensa anche al fatto che
prima o poi tornerà tutto normale, in un modo o nell’altro-. Con quelle parole
in mente Jack scolò l’ultimo sorso di birra e si alzò con rinnovato vigore.
Avrebbe fatto quello che doveva, senza ripensamenti. Era o non era un grande
poeta lui? Era giunto il momento di dimostrarlo!
E così i tre ragazzi si
alzarono e si diressero verso l’uscita, pronti a festeggiare da lì a poco
l’inizio di un nuovo e straordinario anno.
Salve a tutti ! Spero proprio di
non annoiarvi...
Vorrei ringraziare chi continua a
leggere e chi mi ha commentanto! Ah...Water Lily...purtroppo non assomiglio per
nulla ad Alicia...sono decisamente meno "espansiva", ecco! Per me è sempre molto
difficile ritrovarmi nei personaggi che descrivo, perchè poi prendono vita
propria!
Grazie ancora...un
bacio...
(becky)
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Capitolo 12 *** 12: Letter... ***
Swuallaits! Tremate, sono tornata! E avvicinandomi alla conclusione
cercherò di dare il meglio di me!
Mi scuso intanto per la lunghissima
assenza, ma l’ispirazione viene quando viene (altrimenti che ispirazione
sarebbe?)…
Grazie a tutti e Buona lettura !
CAPITOLO 12:
LETTER...
Il portone d’ingresso di Hogwarts si
spalancò facendo entrare assieme agli studenti di ritorno dalle vacanze
natalizie anche l’aria gelida di metà gennaio.
Un giovane ragazzo dai capelli e
occhi scuri si guardò attorno attraversando il salone cercando almeno un viso
familiare. Improvvisamente notò a qualche metro da lui una luminosa chioma
bionda salire la scalinata principale trascinandosi dietro un pesante
baule.
Jack sorrise tra se e se, e le corse
incontro, sorprendendola alle spalle. – Bisogno di una mano, signorina?- chiese
gentile, facendola sobbalzare dallo spavento. Luna si voltò si scatto e arrossì
incrociando gli occhi scuri del ragazzo che la osservavano maliziosi. Dio…non se
la ricordava affatto così bello! Possibile che un solo mese di distanza avesse
amplificato così tanto le sue sensazioni?
I due rimasero a guardasi negli
occhi per una manciata di secondi, finché Luna non abbassò lo sguardo arrossendo
– Beh…si, grazie!-. Lui sorrise e afferrò un manico del baule, portandolo fino
in cima alle scale. Le fece cenno di seguirlo e l’accompagnò fino al corridoio
dove si trovava l’entrata della torre di Corvonero. Per tutto il tragitto
stettero in silenzio, vagamente imbarazzati.
Solo quando giunsero dinnanzi alla
porta lui lasciò il baule e sorridendole dolcemente le disse – Luna… è da troppo
tempo che non ci vediamo…vorrei parlarti. È importante…potremmo trovarci questa
sera per chiacchierare?-. Lei sgranò gli occhi e rimase per qualche secondo
interdetta. Alla fine annuì ridacchiando – Ma certo!- gli disse allegra – Anche
io ho voglia di passare un po’ di tempo da sola con te! Ho un sacco di cose da
raccontarti, sai?-. Il moro abbassò il capo e mormorò tra se e se – Si, anche
io…-. Per fortuna lei non lo sentì e continuò a parlare vivace – Sapessi quante
cose mi sono capitate nelle vacanze! E poi voglio sapere anche cosa è successo a
te!-. Jack sospirò e annuì – Allora sta notte alla torre di
divinazione…quell’aula di notte è sempre vuota, lo so per esperienza…ci
vediamo…-. Prima che potesse aggiungere altro lei si sporse verso di lui e lo
baciò, sorprendendolo. Rimase per qualche attimo immobile, come paralizzato.
Qualche secondo dopo ricambiava il bacio con ardore e passione. Si staccò da lei
con un sorriso e baciandole la fronte sussurrò –A dopo Luna…- e se ne andò più
pensieroso che mai. Si domandava se avesse preso la decisione corretta…stava per
fare la cosa giusta? Scosse la testa e cercò di scacciare dalla mente i pensieri
negativi.
Come aveva previsto Jack, l’aula di Divinazione era
deserta. Anche di notte faceva una strana impressione, ma meno spiacevole di
come appariva durante le lezioni del giorno. Sembrava decisamente meno
claustrofobia, ma più calda e accogliente. Quando Luna entrò dalla scala a
chiocciola vide immediatamente il ragazzo seduto su una grande poltrona, nella
penombra della stanza. Aveva la testa appoggiata allo schienale, gli occhi
socchiusi e l’espressione pensierosa. Luna si schiarì la gola per non
spaventarlo con la sua presenza. Lui si voltò di scatto verso l’entrata e la
vide, bella e silenziosa, ferma a qualche metro da lui. Le sorrise
istintivamente e con un dito le fece segno di avvicinarsi. Come una ninfa la
ragazza si accostò a lui e si chinò. Lui le sfiorò con una mano la guancia e le
labbra con le proprie – Ciao…-. Luna arrossì di colpo, ma la semi oscurità la
coprì come un velo. Si sedette sulle ginocchia del moro e aspettò che lui
iniziasse a parlare. Dopo qualche secondo lui prese fiato e voltandosi verso di
lei mormorò –Dovrei parlarti di una cosa seria. Ma…ma non ci riesco. Sono un
idiota, lo so benissimo, ma tutte le volte che sto per parlati…mi blocco.
Perciò… ti ho scritto questa…- e le porse una busta chiusa. Lei la prese in mano
stupita e chiese – Che cos’è?-. Jack alzò le spalle – Una lettera…era da tanto
che ci pensavo. Leggila, per favore!-. Luna aggrottò le sopracciglia chiare e
l’aprì con timore. Qualcosa le diceva che non c’era nulla di buono dentro.
Spiegò il foglio bianco e le apparve in nero la sottile grafia del
ragazzo…
Luna…perdonami se non ho il coraggio
di parlarti a voce. Sono un codardo? Può darsi. Mi domando da dove dovrei
iniziare. Forse da noi due. Si, noi due…perché ormai è difficile non pensare a
noi come ad una coppia. La verità è che non avrei voluto avvicinarmi così tanto
a te. Avrei preferito una storia leggera, senza alcun tipo di pressione. E
invece sono finito per rimanerne legato. Mi sono ritrovato in un pasticcio più
grande di me, che non immagini neppure. E come potresti? Attorno a noi ci sono
troppi segreti, troppe cose non dette per poter essere veramente sinceri. Per
quanto vorrei poterti dire tutto, non posso. Lo vorrei, credimi, ma non ho il
diritto di rivelarti le parole che ho promesso di tenere per me. Ho dovuto
prendere una decisione importante poco tempo fa’. Non volevo assolutamente
farlo, odio scegliere, ma l’ho fatto lo stesso. E ho scelto di stare con te,
fregandomene di tutto il resto.
Scusa se negli
ultimi tempi sono stato distante, però è successo davvero di tutto. Ma ora ci
sono, ok? Grazie…di esserci anche tu…
Quando ebbe finito di leggerla Luna
alzò stupefatta gli occhi sul ragazzo. Lui la guardò con un mezzo sorriso.
–Troppo sdolcinata?- le chiese abbracciandola. Lei sorrise divertita – Si, forse
un po’…-. Lui gettò la testa all’indietro – Ahh…lo sapevo! Beh, la prossima
voglia farò di meglio, promesso!-. Lei lo baciò sulla guancia – Va
bene…aspetterò allora…-. Si fissarono negli occhi e infine Jack disse – Sono
scusato per la mia freddezza nelle ultime settimane?-. Lei annuì convinta – Puoi
dirlo forte. Nessuno mi aveva mai scritto una lettera prima d’ora…sei stato
molto dolce…è proprio una cosa da te questa!-. Lui ridacchiò – Davvero? Bene…un
altro buon motivo per rifarlo-. Improvvisamente la biondina lo guardò con
serietà – Sei solo mio, vero Jack?-. Lui restò in silenzio per qualche istante –
Si, solo tuo-. Era una promessa per lui. E avrebbe fatto di tutto per
mantenerla, costi quel che costi.
Il bacio che ne seguì fu lento e
passionale allo stesso tempo. Si spogliarono con lentezza, accarezzandosi e
baciando la pelle morbida e nuda. Rotolarono giù dalla poltrona, sul morbido
tappeto e lì continuarono per tutta la notte la loro “danza”. Si unirono con
amore, con desiderio e ardore. Perché finalmente si erano ritrovati, per davvero
questa volta. Perché sapevano che questa volta c’erano veramente solo loro
due…lui era suo, lei anche.
Quando spuntò l’alba fu Jack il
primo a svegliarsi. Luna dormiva ancora stretta nel suo abbraccio protettivo, un
sorrisino a solcarle il volto chiaro. Lui le accarezzò i capelli, cercando di
non svegliarla. Era davvero troppo carina in quel momento. Gli venne voglia di
baciarla, però avrebbe rischiato di destarla. Così, senza un vero perché, decise
di staccarsi la collanina nera che portava sempre al collo e legarla a quello
sottile della ragazza. Forse perché voleva che quando lei si fosse svegliata,
avrebbe pensato a lui…a quella notte assieme.
E invece quel semplice gesto, solo un ragazzo che regala la
propria collana alla sua ragazza, si rivelò essere il suo più grande
errore…
(becky)
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Capitolo 13 *** 13: and they go away ***
CAPITOLO 13
: And they go
away
La neve, bianca e soffice, aveva
ripreso a cadere da qualche ora, e già aveva ricoperto gran parte del paesaggio
attorno al castello.
Nessuno tra gli studenti e i
professori osava uscire dalla calde mura del castello. Preferivano godersi lo
spettacolo atmosferico osservandolo (asciutti) attraverso le grandi finestre.
Luna era rimasta incanta ad ammirare
le montagne imbiancarsi velocemente e il cielo tingersi di grigio, immobile di
fronte ad una grande vetrata vicino alla biblioteca. Si lasciò sfuggire un
sospiro e si lasciò trasportare dai suoi pensieri. Improvvisamente due grandi e
calde mani le strinsero i fianchi, facendola sobbalzare. Si voltò di scatto
verso il ragazzo che l’aveva sorpresa alle spalle ed esclamò stupefatta –
Colin!-. Il biondino le sorrise divertito dallo stupore della ragazza e disse –
Ciao! Ti disturbo? Cosa stavi facendo?-. Lei arrossì e scosse la testa, notando
che però lui non aveva ancora lasciato la presa sui suoi fianchi. Così fece un
passo indietro, staccandosi le mani di dosso, e sussurrò impacciata – Io…niente!
Guardavo solo fuori…-. Colin si incupii – Davvero? Beh…mi sembravi assorta,
pensierosa…stavi pensando a qualcosa in particolare?-. Tutte quelle domande le
stavano facendo girare la testa. Si appoggiò alla parete di pietra e balbettò –
N…no. Niente di particolare…lo sai come sono fatta…sono sempre tra le nuvole!- e
finse una risatina. Colin non ne sembrò affatto convinto, ma preferì non
indagare per non infastidirla. – Ok, ok…- mormorò grattandosi il capo con un
sorrisetto sornione. Poi, di colpo, se ne uscì fuori con una domanda spiazzante
– Sei stata alle serre oggi?-. – Cosa?- chiese lei confusa, sgranando gli occhi.
Colin scosse le spalle e puntò lo sguardo poco sopra la spalla destra della
ragazza. La indicò con un dito – Hai un po’ di terra sui capelli…tutto qui!-.
Lei arrossì nuovamente, ma non fece in tempo a muoversi che già Colin si era
avvicinato sussurrando – Aspetta, faccio io…-. Con la mano delicata le scostò i
capelli biondi togliendole la terra rimasta impigliata. Lei abbassò lo sguardo
profondamente in imbarazzo, aspettando che lui si allontanasse. Però lui rimase
immobile, a pochi centimetri da lei. Luna alzò gli occhi e lo vide corrucciato e
sorpreso allo stesso tempo. Stava fissando intensamente il suo collo niveo, e la
prese un improvviso panico. “La collana di Jack…” pensò in una frazione di
secondo, proprio mentre lui, impallidito, le sfiorava con la punta delle dita il
nastro nero. Luna trattenne il fiato e sussurrò – Colin…ascoltami…-. Il ragazzo
la trafisse con lo sguardo di ghiaccio e sibilò – Ora capisco tutto. Era così
evidente che devo essere stato davvero stupido a non accorgermene!-. Velocemente
scattò indietro e alzò il mento verso l’alto, evidentemente ferito – Beh, cosa
posso dire? Congratulazioni!-. Luna iniziò a tremare – Colin, mi dispiace!
Avremmo preferito dirtelo in un altro modo…spiegarti come sono andate
effettivamente le cose…-. Lui la interruppe violentemente – Come sono andate le
cose? Mi sembra ovvio! Voi due siete finiti a letto assieme, e avete pensato che
fosse sciocco e superfluo dirlo al vostro migliore amico! Complimenti! Gran
begli amici che siete!-. Si allontanò precipitosamente da lei, furioso. La
biondina provò a fermarlo, ma fu tutto inutile. Se ne era andato.
Luna rimase paralizzata in mezzo al corridoio, pallida e
tremante, lo sguardo perso nel vuoto. Le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi
occhi limpidi, mentre si chiedeva come avessero potuto arrivare a quel punto.
- Jack! Sono così felice che tu
abbia voluto vedermi!- esclamò radiosa Alicia gettandogli le braccia al collo.
Lui le aveva mandato un biglietto poco prima, chiedendole di trovarsi nella sala
comune dei Tassorosso mentre tutti gli altri erano a cena. Infatti erano rimasti
soli con un paio di altri ragazzi troppo presi con lo studio per accorgersi di
loro.
Il moro sorrise imbarazzato e cercò
di scollarsela di dosso, impresa piuttosto ardua dato il soggetto in questione.
Alla fine risolse si sedersi su un divanetto, trascinandosela dietro. Lei si
sedette al suo fianco, con sguardo malizioso e lascivo. Jack sospirò e la guardò
a sua volta negli occhi scuri. Ebbe un sussulto…era davvero carina! Così
piccola, fine, apparentemente ingenua e invece così seducente… Si impose di non
pensarci e con aria decisa le disse – Alicia…dobbiamo assolutamente parlare!-.
La ragazzina alzò gli occhi al cielo – Oddio…che tono serio! Non sarà mica per
quello che è successo prima delle vacanze, vero?-. Jack la guardò storto – Per
te era solo una scherzo, quello?-. Alicia scosse la testa – Assolutamente no!
Però…mi sembri così turbato! Dai…era solo un bacio!-. Gli si strusciò contro
provocante – Se vuoi ti posso dare dei seri motivi per preoccuparti, caro…- e
incominciò a mordicchiargli languidamente un orecchio. Jack sospirò socchiudendo
gli occhi. Era decisamente molto più difficile di quanto si aspettasse. La
lasciò fare per qualche secondo (in fondo anche lui è fatto di carne come
tutti….) e infine l’allontanò da se con delicatezza. La guardò negli occhi
castani e le sussurrò dolcemente, con voce calda da far venire i brividi lungo
la schiena – Basta, Alicia. Per favore. Non mi tentare ancora, e ascoltami-. Lei
deglutì a stento e annuì, rapita da quel fare magnetico ed educato. Lui le
sorrise e le accarezzò i capelli rossi – Tu sei una ragazza … eccezionale, ecco!
Sei affascinante, seducente, sensuale…accidenti quanto sei sensuale! Ma per
quanto io sia attratto da te…e lo sono parecchio, credimi…non posso farlo-.
Alicia sgranò gli occhi – Non puoi? Perché? Se io ti piaccio…-. Lui scosse la
testa – Non è questo il punto, Alicia! Tu mi piaci molto, ma c’è un'altra
ragazza che mi piace ancora di più. Con lei sto bene, sono felice. L’ho
inseguita per troppo tempo, per lasciarla andare così! Quindi scusami… però non
possiamo più comportarci in questo modo. Pensi di riuscire a dimenticare tutto
quanto?-. La ragazzina aprì la bocca ma non le uscì alcun suono. Rimase qualche
secondo in silenzio. Infine balzò in piedi nera di rabbia e gridò – Tu…tu sei un
grossissimo pezzo di merda! Nessuno mi aveva mai mollato prima d’ora! MAI ! Ma
ti assicuro che te la farò pagare…e cara anche! Va’ al diavolo, Jack!-. Scappò
via veloce come un fulmine, impettita e arrabbiata. Se ne era andata.
Jack sospirò e appoggiò la testa
allo schiena del divano, scivolando più in basso che poteva, sperando di venir
inglobato dal tessuto imbottito. Guardò il soffitto e si ripeté che quella era
la scelta più giusta. Non c’era atro che potesse fare. Ora finalmente tutto
sarebbe andato a posto, come aveva sempre desiderato. Sarebbe tornato tutto alla
normalità. Forse.
- Colin ha saputo di noi due…-
mormorò la biondina socchiudendo gli occhi. Jack trasalii, ma finse
indifferenza. Si trovavano nella stanza delle necessità, lui seduto su un comodo
divano barocco ricoperto da velluto bianco, lei distesa con la testa appoggiata
sulle sue gambe. Jack fissava già da parecchio le fiamme nel camino di fronte a
loro, accarezzandole i morbidi capelli biondi. – Come ha reagito?- le chiese
immaginando già la risposta. – Male-. – Lo immaginavo-.
Luna si mise a sedere di scatto e lo guardò negli occhi
scuri e profondi – Abbiamo tradito la sua fiducia! Siamo stati … non so nemmeno
io come definirci!-. Lui l’abbracciò baciandole la guancia rosea – No,
piccola…non siamo stati entrambi disonesti. Solo io. Avrei dovuto dirglielo io,
ma non l’ho fatto. Me ne assumo tutta la responsabilità!-. Luna lo fissò
stupefatta per alcuni secondi. – E adesso come facciamo?- gli chiese con un filo
di voce. Jack si corrucciò – In che senso, scusa?-. Luna abbassò lo sguardo
improvvisamente imbarazzata – Io…non capisco. La sua reazione è stata così
esagerata! Ha urlato e si è infuriato come non mai. Non riesco a capire il
perché! Era così…strano!-. Improvvisamente Jack si rese conto che Colin non
aveva rivelato i suoi sentimenti a Luna. Non le aveva nemmeno accennato il fatto
che l’amasse. Sospirò e scosse la testa. Era stanco dei segreti e delle bugie,
Luna doveva sapere tutta la verità. Tuttavia non poteva essere lui a dirle cosa
sentiva l’amico. Era una cosa che doveva fare Colin in persona. Perciò prese il
volto della ragazza tra le mani e le sussurrò dolcemente ma senza ammettere
repliche – Luna….tu e Colin dovete parlare. È molto importante che discutiate di
quello che lui prova in questo momento…credimi, è meglio così-. Gli occhi chiari
si allargarono stupefatti, ma la voce non tremò – Lo vado a cercare subito!-.
Ecco qua! Spero che vi sia piaciuto…il
pezzettino finale l’ho aggiunto all’ultimo momento, pensando che forse stava
meglio in questo capitolo che nel prossimo. E come aveva predetto Water Lily la
collana si è rivelata molto più importante di quanto sembrasse all’inizio. Penso
che il prossimo sia il capitolo conclusivo…anche se non ho ancora deciso il
finale vero e proprio.
Grazie a tutte…davvero! Un
bacio…
(becky)
|
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Capitolo 14 *** 14: Close the door, please ***
Chiedo umilmente perdono per la
lunghissima assenza, ma purtroppo ( o per fortuna?) l’esame si avvicina e sono
stata impegnata all’inverosimile. Scusateeeeeee
Buona lettura!
CAPITOLO 14 : CLOSE THE
DOOR, PLEASE
Luna corse…corse a perdifiato per i
corridoi della scuola, nelle aule, tra gli studenti. Sembrava essere sparito nel
nulla. Dove poteva essersi cacciato? Infine lo trovò, in una vecchia stanza
illuminata da un enorme candelabro appeso al soffitto. Doveva essere la stanza
dei trofei.
Colin era seduto su un divanetto e
stava leggendo un libro. Aveva lo sguardo assorto, una mano tra i capelli biondi
e la cravatta slacciata che gli penzolava al collo.
Luna scostò una grande tenda rossa che separava la stanzetta
dal corridoio e tossì per fargli notare la sua presenza. Il biondo alzò gli
occhi di scatto e la guardò stupito. Cosa era venuta a fare lì? Lasciò cadere il
libro sul divanetto e si alzò in piedi, raggiungendo il centro della stanza. Il
silenzio teso e fastidioso che si era creato fu rotto dalla voce del ragazzo –
Perché sei qui?-. Luna emise un sospiro tremolante e con passo incerto lo
raggiunse. A fatica alzò lo sguardo cristallino su di lui e gli sussurrò –
Colin….credo che noi due dovremmo parlare…-.
Jack si diede mentalmente del
cretino mentre seguiva la ragazza correre ovunque in cerca di Colin. Insomma,
non c’era nessun bisogno di tenerla d’occhio. Non era il caso di seguirla. E
allora perché la spiava e la seguiva? Scosse la testa sbuffando. Si, era un
cretino. Però il suo cervello malato aveva pensato che Luna avrebbe avuto
bisogno di conforto e di qualcuno con cui sfogarsi dopo aver discusso con Colin.
Sentiva che non sarebbe stato facile come incontro. Lui le avrebbe detto cosa
provava, e lei di essere innamorata di Jack. Doveva dire al suo migliore amico
di lasciarla perdere, che amava un altro, che STAVA con un altro. Una persona
sensibile come Luna avrebbe sicuramente sofferto. Ecco il perché la stava
“spiando”.
La vide entrare in una sala dove non
era mai stato prima e si avvicinò anche lui con passo furtivo. Si appoggiò alla
parete di fredda pietra scura e con l’indice scostò di pochi centimetri la
pesante tenda rossa che lo separava dall’altro locale. Vide immediatamente Colin
al centro della sala, lo sguardo duro e glaciale, e Luna che gli si avvicinava
impacciata, imbarazzata forse, e gli sussurrava qualcosa. Colin alzò gli occhi
al cielo e mormorò qualcosa che non riuscì a sentire. Riusciva a vedere
perfettamente cosa stava accadendo, ma le voci non gli giungevano se non sotto
forma di sibili e mormorii. Non era però difficile immaginare cosa si stessero
dicendo i due ragazzi. Lo si deduceva anche dall’espressione contratta e
pensierosa di Colin, dalle parole che gli uscivano forzate, il rossore sul suo
viso, lo sguardo un po’ lucido. Era il momento della sua dichiarazione, della
verità. Jack vide Luna, che gli dava le spalle, avere un piccolo brivido e
portarsi una mano alla bocca. Un singhiozzo. Poi le sue parole confuse e forse
anche incredule. Jack provò un moto d’affetto e di pena allo stesso tempo quando
vide l’espressione di Colin mutare completamente. Sembrava dapprima incerta, poi
spaventata e infine scioccata. Jack la interpretò come una rabbia imminente.
Colin inspirò profondamente e annuì. Lui e Luna parlarono ancora per qualche
minuto, poi Colin l’abbracciò rapido e bianco come un lenzuolo corse via, dalla
porta sul lato opposto a dove si trovava Jack.
Il viso del povero biondino diceva
tutto: aveva gli occhi lucidi, la mascella contratta e una tristezza immensa.
Jack avrebbe voluto andare da lui e consolarlo, ma ora Luna veniva prima di
tutto e tutti. Se ne era reso conto
solo in quel momento che lei avrebbe sempre avuto la priorità sul resto.
Il moro sospirò. E
sorrise. Finalmente Luna sapeva tutto, e conscia di quello che provava Colin
aveva comunque scelto di stare con Jack. Perché lo amava. E anche lui, proprio
in quella stupida stanzetta, si era reso conto della stessa cosa. Era
semplicemente felice. Come poter non esserlo? La ragazza che amava era stata
disposta a dire al suo migliore amico che non lo amava….tutto questo per lui.
Si…Luna era davvero speciale. Era la ragazza perfetta per lui. Il ragazzo
scostò la tenda che lo copriva e si diresse a passo rapido verso la ragazza,
sola in mezzo alla stanza, ancora singhiozzante. Lei sentì i suoi passi e si
voltò rapida nella sua direzione. Quando lo vide ebbe un tuffo al cuore. Le mani
le tremarono e provò l’istinto di correre ad abbracciarlo.
Lui le sorrise sereno e
allargò le braccia, invitandola a stringerlo. Lei fece qualche passo tremolante
verso di lui e gli si poggiò al petto. Lasciò cadere la testolina bionda sulla
sua spalla e singhiozzò più forte. Lui le accarezzò i capelli e le sussurrò –
Tranquilla…è tutto a posto…-. Lei alzò il viso e scosse la testa, facendo un
passo indietro. – No, Jack…non è tutto a posto…oh…è così difficile!-. Lui annuì
– Lo so, credimi…lo so!-. Alcune grosse lacrime scesero dagli occhi azzurri di
Luna, che si coprì la bocca con una mano. Scosse il viso più forte e infine
mormorò – Jack…come posso? Come posso fare una cosa del genere?-. Lui rimase in
silenzio e pensò che fosse meglio farla sfogare. Dopo sarebbe stata sicuramente
meglio. – Avanti…- la incoraggiò teneramente - …dimmi tutto!-. Lei sospirò e lo
guardò supplichevole – Stavo per venirti a cercare. Sai…ho appena parlato con
Colin…ha detto che…che è innamorato di me! Ohh…avrei quasi preferito non saperlo
mai!-. Jack le continuò a sorridere – Piccola… è normale! Ma non devi
preoccuparti…vedrai che gli passerà!-. Lei arrossì di colpo, e alzando il tono
di voce esclamò – Smettila di essere così gentile! Non gli passerà! Non voglio
che passi! Jack…ti voglio così bene…sapessi quanto mi dispiace…ma io…ma io lo
amo! Me ne sono resa conto solo quando mi ha detto cosa provava! Io ora voglio
lui! Ti prego… scusami…- e con queste parole corse via in
lacrime.
- Io ora voglio lui! Ti
prego… scusami…-.
Jack sgranò gli occhi
e rimase immobile per qualche istante. No, correggo: lo rimase per molto, molto
tempo, incerto se avesse capito male oppure se fosse solo un incubo.
Le sue parole gli
risuonarono aspre in mente “ Ma io lo amo!”. Jack sentì la disperazione, la
delusione e la frustrazione prendere il sopravvento. Non ci poteva credere che
potesse finire tutto così. Alzò lo sguardo al soffitto, vi punto l’indice contro
ed esclamò – Ammettilo! Tu ce l’hai con me! Non è vero??? Confessa! Tu mi odi,
mi detesti!!!!-.
“ Si, lo ammetto…forse
un po’…ma vedila in questo modo, mio caro: per una porta che si chiude si apre
un portone, no? Hai idea di quante ragazze ci siano a questo mondo? Devi solo
uscire e cercare quella giusta! Avanti, pelandrone, il mondo ti aspetta! Buona
fortuna!”.
- Seee…- bofonchiò il
ragazzo mettendosi le mani in tasca e camminando verso la sua stanza – “Buona
fortuna”… come se tu non c’entrassi niente! Sei il mio “fato”, razza di
miserabile! Guai a te se mi tiri ancora scherzi simili, sai?-. E uscì
chiudendosi la porta alle spalle.
NDA:
Ammetto che potrebbe essere un po’ deludente come finale. Ma a me gli Happy
Ending iniziano ad annoiarei. Comunque se vi ha fatto schifo non preoccupatevi
(non ancora…) perché ne avevo in mente un altro (o forse due?). Dovendo
scegliere avevo pensato a questo, ma alla fine ho deciso di scrivere e
pubblicare anche l’altro. Quindi tra poco potrete trovare anche uno o due finali
alternativi!
Grazie a
chi è riuscito ad arrivare fin qui…vi adoro! Thanks… e un
bacio…
(becky)
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