Gioco di sguardi

di White Dreamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cieli blu ***
Capitolo 2: *** Nero petrolio ***



Capitolo 1
*** Cieli blu ***


“Che stai aspettando?”.
La lama era poggiata sotto il pomo d’Adamo. “Se ne sei così convinto fallo”.

Sguardo di sfida.
Cieli blu in un mare in tempesta.

 
Un basso ringhio arrivò alle sue orecchie. Una lieve pressione e sangue vermiglio zampillò fuori come petali di rosa.
Sentì le gocce calde scorrere lungo il collo e abbandonarsi al suolo.
I pozzi scuri erano a pochi centimetri da lui. Li scrutò alla ricerca dell’amico che quel ragazzo aveva esiliato nelle profondità del suo essere.
Il metallo affilato lambiva ancora la carne tenera.
Stava giocando con il fuoco, lo sapeva, ma in quel momento non gliene poteva fregare di meno.
Tutte le sue convinzioni erano andate a farsi benedire.
Rimanevano solo loro, i loro sguardi e quella katana.
 
Quegli occhi trasudavano così tanta rabbia che chiunque avrebbe provato terrore al solo pensiero di cercare qualcos’altro.
Ma lui non era chiunque. Era l’idiota numero uno che da anni rincorreva l’idiota numero due.
 
E gli mancò un battito.
Tristezza – una tristezza infinita. Ecco cosa vide. Circondata da un velo di disperazione - che ti risucchiava.


Non si accorse di stare piangendo finché non fu obbligato a sbattere le palpebre. Il mondo si fece sfuocato.
No, no dannazione. Deglutì a vuoto.
Perché per una volta le cose non potevano andare come voleva e basta? Perché era sempre un passo indietro a Sasuke? Perché non riusciva mai a lasciarlo andare?

E perché lo stava baciando di grazia?
 
Sasuke - quel pazzoide del suo migliore amico - si era attaccato alle sue labbra.
E non certo lambendole appena. Nossignore. Gli stava letteralmente divorando la bocca.
 
 
Aggrottò la fronte, idrofobo. Come osava sconvolgerlo in quel modo?
Era lì, con una lama di un metro e mezzo, puntata alla gola e la lingua del proprietario della suddetta nella sua cavità orale.
Il cuore pompò sangue molto più in fretta di quanto si aspettasse e la sua mano andò inconsciamente ad attaccarsi alla chioma nera.
 
Quella era la prima volta che si sentiva infuriato con l’Uchiha, con un rombo, proveniente dal suo lato meno razionale, che scuoteva il suo essere.
A se stesso poteva anche dirlo, in fondo lo aveva sempre saputo.
Quel deficiente era il centro del suo mondo - non poteva vivere senza.
Anche se era un vittimista fuggitivo in grado di creare cataclismi dal nulla.
 
Si staccarono per respirare e facendo il sostenuto indicò l’arma “Ti spiace?”.
Lo zotico rispose “Se dici te l’avevo detto ti trancio la giugulare”.
Sospirò. Rispose remissivo “Al momento sono affetto da mutismo”.
Lentamente dislocò l’arma in una zona sicura. “Sebbene il tuo livello intellettivo non raggiunga lo stadio di paramecio, la tua parlantina logorroica è una sventura inevitabile e aggiungerei, noiosa quanto una relazione epistolare”.

Avanti, rispondi a tono. “E tu sei un antipatico borioso che non è capace di dombulare in linea retta”.
Il genio cattedratico rispose “Deambulare Dobe. Deambulare”.
 

 
 






Angolo autrice
Come passare dall’Angst al comico (?) in meno di 500 parole. Un record agghiacciante. Abbiate pietà va’ là =)
Se mi gira scriverò la flash dal punto di vista di Sasuke. Non so vedrò - da quante recensioni riceverò *lettori cominciano a tirare pomodori alla scrittrice*
Doh! Pietà gentile pubblico! Pietà x )
 


Spoiler per chi non legge il manga in contemporanea col Giappone.

La scelta di Kishimoto di far arrivare Sasuke nel pieno della battaglia, con brillantina a portata di mano e pieno di buoni propositi, mi ha un po’ deluso.
Era da secoli che attendevo trepidante lo scontro epico tra i nostri due beniamini (dieci capitoli come minimo), e invece mi vedo l’Uchiha che fa l’eroe in calzamaglia, Naruto che accetta la cosa quasi serenamente e Sakura che sfarfallando le ciglia, affianca i due.

 
 
 
 
 
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Capitolo 2
*** Nero petrolio ***




“Che stai aspettando?”.
La lama era poggiata sotto il pomo d’Adamo. “Se ne sei così convinto fallo”.
 

Sguardo d’odio.
Nero petrolio in un mare in tempesta.

 
Come osava? Ne aveva di fegato. Era lì pronto a staccargli la testa e lui si azzardava a sfidarlo.
Premette sulla laringe, aprendo una ferita - un segno di avvertimento.
 
Avrebbe potuto farla finita lì, sulle sponde di quel fiume, ma non ci riusciva, non con quell’azzurro che lo trapassavano da parte a parte.
Lo aveva sempre fatto. Studiarlo - alla ricerca di quella bontà d’animo che non possedeva.
Non da quando Itachi aveva ucciso la loro famiglia, e lui aveva ucciso Itachi, facendolo sprofondare nell’abisso più nero.
 
Pensare al fratello lo fece irrigidire.
No. Aveva già versato fiumi di lacrime. Si era lasciato andare alla disperazione tempo prima, era ora di vendicarsi. Di punire Konoha per i suoi errori.
E il cuore del villaggio era sotto di lui, martoriato dal combattimento, ma vivo. Strinse la presa sull’impugnatura, digrignando i denti.  Ignorò l’istinto di chiudere gli occhi.
 
A cosa sarebbe servito affondare la katana in quella carne?
Quel pensiero fluttuò nella sua coscienza senza una meta precisa.
Il blu era puntato su di lui e i respiri erano battiti di farfalla, silenziosi e regolari.
 
 
Anche se erano passati anni rimaneva un testardo cronico.
In parte però era cambiato, lo percepiva. La guerra l’aveva fatto con tutti.
I suoi pensieri furono confermati dalle calde lacrime che sgorgarono all’improvviso numerose.
 
Trattenne il fiato. Era da un’infinità di tempo che non era scosso da qualcosa e faticava a capacitarsi della scena che gli si presentava davanti.
Quattro anni prima sarebbe morto piuttosto che mostrargli così i suoi sentimenti.
 
E scoprì di non sopportarlo. Davvero. Che gli urlasse contro piuttosto, che lo maledisse per essersene andato, per avere rincorso un fantasma ed essersene pentito, per avergli fatto sputare sangue.

Qualsiasi cosa, ma non quello.
 
 

Non preoccupandosi della lama affilata che li divideva, si avventò con foga su quelle labbra.
Leccò, esplorò, morse quella pelle che sapeva di sale. Non interessato alle conseguenze, per una vota avrebbe seguito l’istinto.
E se quello gli diceva di divorare la bocca dell’Uzumaki lo avrebbe fatto.
Tanto meglio se il soggetto dell’esperimento sembrava gradire.
Lo sentì sospirare nella sua bocca e stringergli collerico i capelli, tirando alcune ciocche. Quasi ghignò a quel comportamento.
 
Quando lo lasciò andare il ninja indispettito gli fece notare la presenza dell’arma. Sbuffò, come se non se ne fosse accorto. Era lungimirante ora.
Il ricordo del biondo che sorridente gli prevedeva il futuro lo fece imbestialire.
 
“Se dici te l’avevo detto ti trancio la giugulare”. Meglio buttarsi sul terrorismo psicologico - anche se con un soggetto che soffriva di disartria* non c’era n’era bisogno. Bastava la sua esistenza a metterlo in imbarazzo.
 
 


Gli accennò un sorriso – la tempesta era passata.
 
Senza interrompere il contatto visivo si assaporò le labbra. Erano salate, ma con un retrogusto dolce.
Sapevano vagamente di felicità.
           
 
 
 

*Disartria: Disturbo del linguaggio. Difficoltà nell’articolare le parole.
 
 
 
 


Angolo Autrice

Eccola, come promesso ^^ Flash dal punto di vista di Sask’è.
Molto più angst dell’altra, ma d’altronde l’Uchiha ha un carattere diverso.
Penso sia chiaro, ma quando Sasuke parla della premonizione di Naruto, intende il loro precedente incontro. Quando il biondo afferma che alla fine si sarebbero salvati entrambi.
 
 
Grazie a tutti coloro che hanno recensito o che semplicemente hanno letto la flash. Mi fate felice ^^

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