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Introduzione: Questa è la mia prima raccolta di drabble (nonché il mio primo esperimento femslash nel fandom di Harry
Potter). L’idea mi è venuta proprio ieri notte (l’insonnia gioca brutti
scherzi!) e grazie all’aiuto di un paziente amico, che mi ha suggerito le
coppie e i prompt, entro le tre del mattino era tutto
pronto. Per ora le drabble sono sei, ma non escludo
che potrei trattare altri pairing e arrivare a dieci!
Detto questo, vi lascio alla lettura!
Pairing: Luna LovegoodGinny Weasley
Tipo di storia:drabble (101 parole)
Rating: verde
Prompt:
appuntamento
Ginny non sapeva davvero cosa indossare. Cardian blu su gonna rossa o abito di lana bianca , regalo
di Hermione per Natale? Forse era meglio un semplice
jeans e un maglione, in fondo avrebbero camminato fra la neve di Hogsmeade e indossato mantello e sciarpa. Di certo poi Luna
non era una che dava importanza agli accessori alla moda. Più di tutto, però, Ginny non sapeva cosa pensare. Ti va di berci qualcosa dai Tre Manici? Aveva chiesto, arrossendo,
Luna. E non aveva nominato né Nargilli, né creature
fantastiche di alcun tipo. Che quello fosse proprio un appuntamento? Arrossì anche lei.
La stanza delle Necessità si
stringeva attorno agli occhi di Hermione come un
immenso e irreale caleidoscopio di colori, suoni e odori. Sentì la testa
leggera e la gettò all’indietro, ridendo rumorosamente ad una battuta di Harry.
Il loro sesto anno stava finendo e nemmeno l’ombra del Signore Oscuro poteva
offuscare i loro volti giovani e non più così innocenti. Anche i Serpeverde erano stati invitati e DapnheGreengrass sembrava guardarla con interesse, dal
bancone delle bevande. Era sicura che quella non fosse semplice burrobirra, solo la birrababbana le provocava leggerezza,
disinibitine, sfrontatezza. Si alzò di scatto, intraprendente, e camminò
sinuosamente verso la bionda. Si, era decisamente birra.
-Angelina, che ti prende?- sbottò rabbioso Baston.
Gli allenamenti continuavano da
due ore buone e tutta la squadra di Grifondoro era
decisamente spossata, ma Baston insisteva sulla
necessità di battere Tassorosso al primo turno per
passare in semifinale. Angelina, troppo
occupata a fissare i capelli di Katie che svolazzavano nel vento, aveva
lasciato cadere la pluffa. Fred e George
ridacchiarono, osservando quella scenetta.
-Va tutto bene, è colpa della luce- mentì, schermandosi gli occhi.
Più tardi, negli spogliatoi,
Katie le rivolse un sorriso divertito.
-Colpa della luce, eh? Non sapevo
di usare uno shampoo così efficace- ridacchiò, mentre Angelina le lanciava
dietro le protezioni per i polsi.
Cho se ne stava in silenzio al bordo della pista
da ballo. Cedric, il suo bel cavaliere, non aveva
fatto altro che esibirla come un trofeo per tutta la sera, volteggiando un paio
di volte per la sala, per poi sgattaiolare via divertirsi con gli amici.
Sbuffò scocciata, chinandosi a
sistemarsi le scarpe alte.
-Ti annoi?-
Cho alzò la testa di colpo, trovandosi davanti Fleur nel suo magnifico abito azzurro. Elegante, aggraziata, delicata, francese.
-I-io… si- ammise alla fine.
-Allora vieni, andiamocene al bar-
Fleur la condusse fuori, verso le carrozze. Il suo
cuore scalpitò piacevolmente al suo accento adorabile.
GinnyWeasley non aveva
paura dei ragni. Odiava camminare da
sola di fronte alla Stamberga Strillante e guardare quegli stupidi film horror babbani, ma di certo non aveva la stessa, irrazionale ed
imbarazzante fobia di suo fratello. Aveva anche una cotta segreta per Hermione e accadeva spesso che, essendo i tomi della
biblioteca impolverati e ammuffiti, dovesse accorrere in suo aiuto contro
qualche ragnetto indifeso impigliato fra quelle
pergamene, perché Ron era troppo terrorizzato per aiutare la sua ragazza. Il
bacio sulla guancia col quale Hermione la ringraziava
e il volto violaceo e agghiacciato di Ron valevano di sicuro la vita di qualche
insetto.
-Alloradomani torni a casa?- chiese Lavanda a Calì, parlando a bassa voce nel buio del dormitorio del
settimo anno. Calì annuì, mettendosi a sedere.
-Torniamo
tutti a casa, ora abbiamo i nostri M.A.G.O.-
Calì le si avvicinò,
passandole una mano sul viso bagnato.
-Perché
piangi?-
-Perché non
avremo più… tutto questo- indicò le compagne addormentate e il camino spento.
Dalla finestra aperta spirava il vento di una nuova estate. Calì
le allungò una fotografia che teneva
sempre sotto il cuscino: loro due al lago Nero, a baciarsi sotto una vecchia
quercia.