Come diventare (tromb)amico di Lily Evans, parte I

di _Breath
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Sii un James Potter diverso. Rettificando: non essere James Potter! ***
Capitolo 3: *** Perché James Potter odia vedere le persone piangere. Mocciosus escluso, ovvio. ***
Capitolo 4: *** Giuro solennemente di (non) avere buone intenzioni. ***
Capitolo 5: *** Tra moglie e marito meglio non mettere il dito. Ma tra la cameriera del proprio migliore amico, qualcosa ci si può anche infilare! ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I
  
«Lily, vuoi uscire con me?»
«No Potter. Non l’ho voluto l’anno scorso, quello prima quello prima ancora. Non lo vorrò neanche quest’anno.»
James gonfiò le guance, si aggiustò gli occhiali sul naso e sorrise. «Oh, andiamo Lily, la vita è ancora lunga, l’anno scolastico lo è, non essere prevenuta!»
«Non sono prevenuta, Potter, ma solo certa delle mie decisioni.» Lily si aggiustò una ciocca rossa dietro l’orecchio, si fermò a guardare il ragazzo avanti a lei e strinse il libropiù forte al petto. Lo strinse a se spastica, come se fosse un’arma, il suo segreto più celato. «E non chiamarmi Lily, Potter.»
James sorrise sbarazzino, si posò con la spalla contro un gargoyle e si passò una mano tra i folti capelli. «Ma Lily, tesoro, questo è il tuo nome.»
«Lo so quale è il mio nome, Potter.»
Il ragazzo sorrise. «Sempre detto che tu sei una tipa intelligente, Lily cara.»
La rossa strinse con forza le labbra sottili e pallide facendole diventare sempre più bianche; al suo fianco Remus le strinse con delicatezza un gomito quasi cercasse di darle un po’ della sua innata pazienza.
Sirius rise simile al latrato di un cane quale, ovviamente e segretamente, lui era.
«Non chiamarmi cara, Potter. Non chiamarmi Lily! Non chiamarmi Evans!»
Lui parve sempre più confuso, la copia fatta su immagine e somiglianza del buon vecchio Peter di fronte ogni materia scolastica. «Non capisco, amore mio, come mai dovrei chiamarti?»
«Non chiamarmi, Potter! Ignorami! Sparisci! Evapora!»
Il rampollo purosangue sorrise in direzione della sua amata, storse la bocca in un ghigno adorabile e si passò nuovamente la mano tra i capelli. Infine si rivolse al suo migliore amico.
«Vedi come è adorabilmente simpatica la mia Lily, Felpato? E’ anche ironica, non come le vecchie sgualdrinelle che ti porti ogni sera in dormitorio per soddisfare i tuoi piacere umani.. o canini.»
Sirius schioccò la lingua al palato. «Non che tu le disgusti, Ramoso: sembri molto attratto dai loro sederi quando le vedi uscire nude dal mio letto la mattina al nostro risveglio.»
Il ragazzo si passò una mano davanti al volto come se volesse scacciare una mosca dal suo viso. «Dettagli, amico, semplici e superflui dettagli.»
«Sì, certo..» fu la risposta di un  Black ghignante mentre si guardava soddisfatto le mani perfettamente curate.
James rivolse nuovamente la sua totale attenzione alla rossa che, inferocita e confusa, guardava il suo amico lupacchiotto come se fosse l’unico sano di mente lì dentro. E in effetti un po’ lo era, certo.
Peter era un disastroso pallone umano che mangiava e adorava i suoi compagni come se non sapesse fare altro nella vita, Potter era quello che era ed era anche fastidiosamente tastata la sua insistenza, arroganza e superbia mentre Black- quel Black- era la copia spiaccicata di James, nei modi di fare e parlare. Alcune volte venivano scambiati per gemelli e, se questa ipotesi era stato ampiamente smentita per dispiacere dei due ragazzi, lo si doveva solamente ai loro aspetti totalmente diverti.
Sirius infatti, se non fosse stato per i suoi tratti più belli e carismatici, quasi androgini per la loro splendida bellezza, aveva le stesse manie di protagonismo del sopracitato Potter.
Unico punto a favore del purosangue era che non camminava con un boccino che gli sventolava nelle tasche e che non si passava continuamente la mano tra i capelli; per il resto, però, erano uguali.
Sirius si sventolò una mano davanti il viso e ghignò in un modo identico a quello di James da lasciare interdetta Lily. «Dunque, Evans» le disse con voce calma e pacata «quando ti deciderai ad accettare l’invito di James? Sono passati sette anni, carissima, hai avuto abbastanza tempo per fare la preziosa.. non credi?»
Il ghigno sul suo volto divenne sempre più grande e divertito, come quello di Potter. «Esatto, Lily amorino. Sirius ha ragione!»
«Come sempre, fratello.» convenne quello con prepotenza.
«Certo Felpato. Dicevo? Ah, si certo, Lily..»
La ragazza, esasperata, strinse con forza gli occhi. «Non chiamarmi Lily, Potter. La bacchetta mi prude e ti consiglio vivamente di non sfidarmi, davvero.»
Black assottigliò lo sguardo dondolandosi su un piede, elegante anche in quel semplice gesto. «Scommetto che anche quella di James prude, Evans, e tutto solo a causa tua. Povero fratello in astinenza, farai morire ogni suo singolo spermatozoo ancor prima di farlo sviluppare davvero.» Il sottile ed esplicito doppio senso di Sirius arrivò nitido e chiaro alle orecchie di Lily che arrossì vistosamente puntando i piedi per terra.
James rise divertito passando un braccio sulle spalle di Sirius e abbracciandolo giocosamente. «Non correre, Felpato. Prima gli appuntamenti, poi il bacio, poi la dichiarazione d’amore e infine il sesso. Giusto, Lily amata?»
La ragazza non rispose lanciando uno sguardo di scuse a Remus. Il biondino, ammaccato ancora dalla precedente luna piena, sorrise come a voler dire “sentiti libera, Lily. Uccidili e, se dovesse necessitarti qualche aiuto anche solo per seppellire i loro corpi, sai dove trovarmi.”
«Che prova d’amore vuoi più dalla vita, Evans, se non questa? James rinuncia anche al sesso per te, se non è amore questo!»
«Vedi Felpato? Diccelo un po’ tu che a me non mi ascolta!»
«Sicuro che non sia un po’ tarda di suo, amico? Più chiaro di così si muore!»
«Lily è intelligentissima» ribatté sicuro il moro quattrocchi. «Giusto Lily cara? Sei la migliore del nostro corso.»
Sirius storse la bocca. «Non che ti voglia offendere, Ramoso, ma sicuro di non aver puntato troppo in alto? Forse è solo troppo frigida e superbiosa per te.»
La rossa aprì la bocca in un muto urlo di orrore, offesa, ma James la difese prontamente.
«Io voglio solo il meglio per i miei figli, Felpato, e lei è il meglio. Giusto, Lily cara? Parla, amore mio, luce dei miei occhi, e facciamo valere le nostra ragioni, il nostro amore!»
Per la prima volta da quando era iniziata quella stramba- quanto purtroppo oramai normale conversazione per quel mal assortito gruppetto- Remus aprì bocca; Peter rimase muto ad osservare la scena, rapito.
«Ragazzi, smettetela, state esagerando» sibilò maternamente Lunastorta.
James alzò lo sguardo sul suo amico maturo e alzò scosso un sopracciglio. «In cosa,Remrem?»
Il biondino si passò una mano sul volto, sconcertato.
«Jam ha ragione, Lunastorta» si intromise Sirius con fierezza «noi non stiamo facendo nulla, almeno questa volta. Stiamo solo parlando, scherzando, giusto amico?»
Potter si voltò a guardarlo con lentezza. «Io non sto scherzando, in realtà.» disse come se fosse la cosa più naturale del mondo, poi tornò a guardare il suo desiderio amoroso più ambito, sorridente. «Allora Evans,a che ora ci vediamo? Nove e mezza per te va bene, vero? Per me è perfetto!»
La ragazza assottigliò lo sguardo ignorando il “io ci ho provato, scusa Lily” di un debole e deluso Remus. Alzò una mano davanti al suo viso come se stesse alzando una spada invisibile e stesse per iniziare un terribile duello; James la fissò ammaliato.
«Dunque, Lily amorino, sto aspettando una tua rispos..»
«Taci, Potter.» voce possente, dura, fredda, quasi mascolina.
Sirius arretrò spaventato. «Ma sei una donna, per Merlino?» domandò debolmente anche se nessuno gli rispose; la rossa lo ignorò.
«Puoi scordarti il tuo appuntamento, Potter, i tuoi stupidi sogni erotici e i tuoi desideri di avere una grandissima famiglia. E per quanto riguarda gli spermatozoo del tuo amichetto, Black, puoi anche prenderli e metterli in una provetta, farteli inseminare o trovare una povera deficiente suicida  disposta ad avere una famiglia con Potter. Per quanto mi riguarda ne sono disgustata.»
James sbarrò gli occhi colpito nel profondo, offeso. «Ma Lily..»
«Ti ho detto di non chiamarmi, Potter! Quale parola di questa frase ancora non si è decisa ad arrivare al tuo bacato cervello? Posso ripetertela, se vuoi.»
Il moro si passò una mano tra i capelli, sempre più a disagio. «Ma tu mi ami, amor.. cioè Lil.. insomma Evan.. hai capito!»
La ragazza sorrise arrogantemente e un bambino di passaggio ebbe paura di aver visto male il colore della cravatta di quella tizia; in quel momento sembrava molto più una Serpeverde lei che Malfoy in persona.
«Certo, Potter, assolutamente. Hai ragione, decisamente.» la sua voce era così sarcastica da ferire nel profondo il ragazzo che, chinando il capo e masticando una bestemmia, evitò di colpirla con forza solo perché era la ragazza dei suoi sogni. Se fosse stata una ragazza qualunque probabilmente l’avrebbe uccisa.
Nessuno poteva insultare James Potter tanto ferocemente senza ritrovarsi una grave fattura o qualche osso rotto, neppure suo padre, neanche sua madre.. ma a Lily Evans quello, invece, a quanto pare, era ancora permesso.
L’orgoglio dei Potter venne nuovamente frantumato.
«Ci vediamo Remus» Lily respirò profondamente, strinse con ancora più forza il libro al petto e sorrise. «Black, Minus» salutò diligentemente con un cenno del capo e poi, alzando lo sguardo su James, si fermò per qualche istante a pensare se lo avesse veramente offeso.
Fu quasi tentata di prendergli la mano, scusarsi e sorridere anche a lui, ma poi avrebbe riniziato con la tortuta e quella era stata decisamente una giornata troppo lunga. Sospirò, si riavviò i lunghi capelli rossi e si voltò incamminandosi fieramente lungo i corridoi di Hogwarts.
 
 
 
 
James strinse con più forza il manico della sua scopa, si lasciò andare contro il suo letto a baldacchino e si passò una mano tra i capelli. Sospirò pesantemente.
«Oh, andiamo Ramoso, non sarai mica veramente offeso dalle parole della Evans?» la frase di Sirius lo fece sorridere tristemente ma non rispose.
Remus accanto a James si ritrovò a scuotere il capo affranto. «Te lo sei meritato, James» gli disse con gentilezza.
Il moro lo guardò con attenzione. «Che ho fatto, Rem? Le ho solo chiesto di uscire!»
Sirius si mise nuovamente in mezzo nella discussione. «Secondo me quella ragazza era nel suo periodo no del mese.. anche se è sempre facilmente irritabile, in verità!»
Lunastorta lanciò uno sguardo compassionevole a Peter che mangiava divertito e  in silenzio in un angolo della stanza, poi sospirò. «Lily è una ragazza fantastica, James, non vedo perché tu ti ostini a prenderla in giro.»
«Ma io non la prendo in giro!» scattò quello ferocemente «Voglio davvero uscire con lei!»
«Bhè, potresti provare a dirglielo..»
«Ma lei non mi ascolta! Mi manda a quel paese e mi offende! Vedi, alla fine quello che fa la parte dello stupido sono sempre io!»
Sirius ghignò divertito. «Devo dire che la interpreti particolarmente bene, Ramoso.»
Potter gli lanciò uno sguardo risentito per poi dedicarsi nuovamente a Remus che, affranto, sotterrò la testa tra le mani.  Peter continuava a mangiare indisturbato nel suo angolo di mondo.
«Ignora Sirius, James, e ascolta me..»
«Lunastorta! Cosa dici? IO sono un playboy, è normale che deve ascoltare me!»
«Sì, certo Sirius, hai ragione..»
«Che fai? Prendi per culo come la Evans ora?» Felpato incrociò le braccia con orgoglio. «Guarda che sono io quello che porta carne fresca in dormitorio una volta a sera, eh? I vostri letti sono sempre freddi, i miei non conoscono temperatura al di sotto dei quaranta gradi.»
Remus assottigliò lo sguardo e si guardò con strafottenza le mani.« Mmh, hai ragione Sir, come sempre. Che ne dici di lasciarmi parlare ora e di andare a cercare la tua preda per stanotte nella sala comune, neh?»
«Mi stai cacciando per caso?»
Il biondo ghignò in un modo che aveva imparato da James stesso. «Forse, »gli disse «ed ora taci che James sta soffrendo.»
Sirius scese dal letto gattonando a fatica. «Sono io il suo migliore amico! Lascialo consolare a me!»
«Certo Sirius..comunque mi pare di sentir chiamare il tuo nome. Credo che le tue prede ti stiano cercando. Non farle aspettare, da bravo.»
James si lasciò scappare un sorriso divertito ma non disse nulla e, con la testa sorretta da una mano sul cuscino, sbuffò. Infine decise di riportare l’attenzione su di se siaperché gli piaceva essere il centro del mondo, sia perché voleva che i suoi due amici non si prendessero a calci.
«Comunque io ancora non ho capito cosa ho fatto di male con Lily» si lamentò esasperato. «le ho solo ricordato che la desidero e voglio stare con le, no?»
Remus si voltò velocemente verso di lui e Sirius fece lo stesso.
Peter mangiava indisturbato nel suo angolo di mondo, solitario.
«Non è sbagliato quello che fai, Jam, ma come lo fai»gli tentò di dire come stava facendo da oramai sette anni a quella parte.
Sirius, annoiato da quel discorso sentito e risentito, fece roteare gli occhi raggiungendo, con la coda tra le gambe, Peter nel suo angolo di mondo. Insieme si isolarono, mangiando silenziosi.
Potter intanto alzò velocemente il capo allarmato. «E cosa dovrei fare? Andare da lei con una rosa, un anello di fidanzamento, una scatola di preservativi e una culla per il nascituro?»
Lunastorta aggrottò la fronte confuso. «Le sogni di notte le cose che dici, Ramoso?»
«Onestamente no, sogno altro..»
«Oh, al diavolo! Non me lo dire! Lily ha ragione, sei disgustoso!»
James si aggiustò gli occhiali sul naso e sorrise. «Intendevo la finale del campionato di Quidditch, lupo perverso! Poi sono io il malato, eh?»
«Veramente lo sarei io stando agli ultimi sondaggi..» fu la risposta sospirata e malinconica di un Sirius nascosto dal letto di Minus, Minus stesso e l’ombra della stanza.
Remus lo ignorò e anche Potter fece lo stesso; Black fece spallucce rubando, offeso da quella noncuranza, un po’ di cioccolato di Peter e inghiottendolo velocemente.
«Rem, posso farti una domanda?»
«Se per domanda intendi l’ultima volta che ho fatto sesso, Jam, sai già la risposta.»
Il ragazzo rise. «Oh, no, non quello» ghignò. «Perché tu puoi chiamare Lily Lily e io no?» chiese infine.
Lunastorta respirò piano, le labbra sottili in una linea di perfetto stupore e meraviglia, mentre gli occhi gli si facevano carichi di gioia. Non si aspettava una domanda tantointelligente da James, pensò.
Si portò una mano alla gola emozionata e secca per poi raschiarsela con rapidità.
«Perché io sono suo amico, Ramoso.»
James annuì contento. «Quindi se io fossi suo amico potrei chiamarla Lily?»
Remus sorrise «Credo proprio di sì.»
«E potrei anche baciarla, concepire con le un bambino, sposarla, concepire un altro bambino, portarla alla partita più importante di Quidditch e concepire con le un altro bambino negli spogliatoi della squadra vincente?»
Lupin si portò una mano al voltò sbattendola furiosamente contro gli occhi; probabilmente aveva sopravalutato James. «No, non potresti.» rispose infine anche se non lo riteneva necessario.
Potter si allarmò esageratamente. «E perché no?»
«Perché a Lily non piace essere messa alle strette, è una ragazza intelligente che vuole respirare.»
«E noi lo facciamo all’aperto, quale è il problema? L’erba è fresca, comoda e leggera e si respira perfettamente anche mentre si fa sesso. Giusto Sir?»
«Giustissimo.»
Remus li guardò sconvolto chiedendosi mentalmente fin dove scherzassero e ragionassero realmente, poi sospirò. «James, Lily non vuole un fidanzato.»
«Come no?»
«Non lo vuole, Jam, specialmente se quello sei tu!»
«Sempre detto io che quella è frigida..» fu il commento, nuovamente ignorato, di Sirius dalla sua ombra personale.
«Ma io sono James Potter, Rem! James Potter, capisci? Non so i Babbani quale assurdo personaggio venerano come un Dio, ma io sono James Potter! Insomma, sono un Dio!»
Remus sorrise divertito. «Appunto, proprio perché sei James Potter lei non ti vuole.»
Ramoso non parve afferrare. «In che senso? Non capisco, scusa. E’ come chiedere a Peter se non vuole mangiare: è matematico che lui risponda di sì, è contro la sua natura negarsi del cibo così come lo è, per ogni donna, negarsi me!»
«In assenza del sottoscritto dio del sesso Sirius Black, ovvio, giusto James?»
«Sta zitto Felpato! Stiamo parlando di cose serie io e Rem.»
«Cosa c’è di più serio della mia dote innata di playboy?»
«Lily è più importante di tutto!» fu la risposta fulminea di James che si mise a sedere guardando seriamente Lupin negli occhi. «Lei è più importante anche della mia scopa, del Quidditch e dell’aria. Lily è tutto.»
Un silenzio imbarazzante cadde nella stanza e tutti guardarono sconvolti il ragazzo che, con ancora la bocca aperta, prese a fissare le pieghe esistenti- forse fin troppo- del suo piumone con i boccini. Remus sorrise.
«Forse dovresti diglielo, Jam» gli disse con dolcezza.
Potter però si passò una mano tra i capelli, non arrogantemente ma imbarazzato e a disagio. «Lei non mi ascolta, Rem. Lei mi manda a quel paese, mi offende e mi spedisce in punizione. Odio il fatto che sia un Caposcuola.»
«Anche tu sei un Caposcuola, James!»
«Lo so, ma io non potrei mai punirla  come fa invece lei  con me. E’ impossibile poter comportarsi male con lei, non ce la faccio.»
Remus provò una fitta di gioia immensa nel vedere il suo caro amico così preso da Lily, la sua amica donna per eccellenza, e si accorse che Potter era veramente innamorato dalla rossa come aveva sempre detto.  Scosse la testa e ghignò dolcemente. «E se provasti a diventarle semplicemente amico? Se invece di dirle tutte queste cose gliele dimostrassi?»
James si passò una mano tra i capelli e si inumidì le labbra. «Ho paura di ritrovarmi con qualche mano in meno» ammise. «Sono solo due e non credo di poter vivere senza una di loro.»
«Certo» Sirius si intromise ancora, dal suo angolo paradisiaco. «Altrimenti come fa ad accarezzarsi i capelli e giocare con il boccino contemporaneamente?»
Purtroppo venne ignorato nuovamente.
«Vedrai che Lily non ti mozzerà nessuna mano, James.» fu il commento simpatico di Remus che il ragazzo apprezzò con un sorriso.
Il rampollo purosangue guardò con insistenza le pareti della sua stanza, la mano sul ginocchio e la testa contro il muro, incurante dei capelli che lo infastidivano prepotentemente. Remus trovò importante il fatto che evitasse di scansarseli con un gesto arrogante, oramai abituale e fastidioso.
«Cosa dovrei fare per diventare suo amico, Rem?»
Lupin lo guardò attentamente e sorrise. «Devi essere te stesso, Ramoso, e dimostrare come sei anche a lei.»
James corrugò la fronte sconcertato. «E sei davvero sicuro che io non solo non sarò mutilato ma che potrò fare ritorno in patria? Lily ha più volte dimostrato che non sopporta il mio modo di fare» rispose abbattuto.
Lupin rise divertito, si alzò in piedi e sgranchì le gambe. «Bene James, sei veramente certo di voler conquistare Lily?»
«Assolutamente sì, che domande sono queste?»
Remus scosse la testa. «Non ti tirerai indietro, non piangerai, non urlerai, non chiederai di tornare indietro?»
«Lunastorta, sei sicuro che deve conquistare la Evans? Da come ne parli sembra che deve far santificare mia cugina Bella.»
«Zitto tu Felpato! Allora James, ne sei sicuro?»
James deglutì. «C-Certo.»
«Bene.» il biondo sbatté le mani tra di loro e si voltò verso destra, il volto scavato da mille cicatrici. «Allora prendi un foglio di pergamena, una piuma d’oca e inizia a scrivere.»
«Rem, io non scrivo! Sono gli altri che scrivono per me!»
Peter sorrise ingoiando un po’ di cioccorane, ruttò e inclinò la testa. Remus scosse la testa. «Fai quello che ti dico, James, altrimenti non sposerai mai Lily e non diventerai mai suo amico.»
Prima ancora che il ragazzo poté finire la frase Potter si alzò in piedi, corse per la stanza euforico e cercò invano un pezzo di pergamena sulla quale appuntare la dettatura del suo secchione amico.
Alla fine ghignò vincente lasciandosi cadere sul pavimento accanto alla scrivania( sedersi sulla sedia era per i comuni umani, non abbastanza per James Potter).
«Ci sono amico» disse «comincia pure: sono tutt’orecchi!»
Remus sorrise e annuì. «Bene Ramoso, iniziamo dal titolo.»
«Perfetto.»
«Come diventare amico di Lily Evans.»
«Sì, già, hai ragione. Ma non credi che sarebbe meglio come titolo un.. che so.. : “Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I”
Lupin iniziò a perdere la pazienza. «Jaaames» lo ammonì nervoso «scrivi!»
«Ma quindi va bene il mio titolo? E’ molto più artistico, non credi?»
«Jaaames!»
«E poi Sirius aveva ragione: i miei spermatozoo stanno morendo prematuramente nelle mie mutande, devo salvarli!»
«JAMES!»
«Ma Remus» si lamentò «che amicizia è senza sesso? Che amicizia è senza amore?»
Il biondino si alzò, si pulì li pantaloni con una mano e scosse la testa con tristezza. «Basta, io me ne vado, ci ho provato!»
Quando fu vicino la porta il cercatore però lo bloccò. «Ferma Rem! Ferma,ferma,ferma! Okay, facciamo come dici, tutto quello che dici tu, ma non te ne andare.» Si sedé nuovamente a terra, mordicchiò la piuma d’oca sgraffignata a Sirius e iniziò a picchiettare il piede a terra.
«Come diventare amico di  Lily Evans» ripeté  mentre scriveva con una lentezza e  concentrazione tale da rendere il momento melodrammatico e comico insieme, come se stesse firmando la Dichiarazione di Indipendenza. «Però il parte I ce lo lascio, Rem, e su questo niente ripercussioni.»
Arresosi all’evidenza Lupin sorrise accostandosi al suo fianco.
 «Andata.»



Salve a tutti. E' da tante che non scrivo su loro, eppure li amo,li ho sempre amati e li amerò sempre. 
James è l'amore della mia vita, avevo tredici anni quando lo incontrai sul mio cammino e dopo cinque anni resta il mio personaggio preferito, anche se non sappiamo molto di lui.
Ho sempre immaginato i malandrini come un gruppo a parte, una famiglia autonoma formata da una mamma (Remus) due figli esasperanti (James e Sirius) e un cane nullafacente (Peter.) 
Lily, invece, nella mia mente, è una newentry.
Tornando a noi la storia : Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I  sarà una commedia divertente e romantica, leggera, che cercherà di raccontare il radicale cambiamento di James nel settimo anno. 
Ci saranno tutti: personaggi nuovi e inventati, quelli vecchi e conosciuti. Molti dettagli saranno spiegati nel corso della storia, logicamente, e spero che riuscirò anche se in parte a farvi sorridere, a conquistarmi un piccolo momento della vostra giornata.
Spero nelle vostre recensioni, naturalmente, e per favore non lasciatemi ad aspettarle invano: ci tengo a loro!
I personaggi purtroppo non sono miei, lo vorrei con tutto il cuore, e J.K.Rowling non vuole essere offesa con questa storia. Lei è una regina, io non sono niente.
Il prossimo capitolo è scritto nella mia mente e se volete lo pubblicherò presto.
Un bacione a tutti, con amore immenso.
Manu.

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Capitolo 2
*** Sii un James Potter diverso. Rettificando: non essere James Potter! ***


Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I
«Dunque, ripetiamo James.»
Il ragazzo roteò gli occhi annoiato passandosi una mano tra i capelli già perfettamente disordinati. Remus gli diede uno scappellotto per ammonirlo di quel gesto e lo guardò truce.
«James!Maledizione, per Merlino, non ho passato una notte insonne per vederti ignorare i miei insegnamenti!»
Sirius comparve alle sua spalle, una ciambella nella mano destra e con Peter alle calcagna che sembrava più ammaliato dal cibo che il suo amico stringeva tra le mani che dal vero Black. «No, Lunastorta, tu hai fatto la nottata perché sei così frustrato da non riuscire a prendere sonno.»
Il ragazzo arrossì vistosamente senza voltarsi. «Zitto tu, sacco di pulci!»
«Ehi! Io sono pulito! Attento a come parli, sai?»
«Se per pulito intendi cambiarsi le mutande una volta la settimana allora sì, Sirius, sei il ragazzo più pulito che conosca. Dopo Peter, ovvio.»
Minus abbassò gli occhi sulle sue scarpe consumate, si morse l’interno guancia e sorrise a mo’ di scuse.
Sirius alzò il mento fiero ed orgoglioso. «La tua è tutta invidia, Remrem, perché io sono popolare e tu no.»
Il biondino alzò nuovamente gli occhi al cielo, fin dove le sue occhiaie e la stanchezza lo permettessero. «Oh, andiamo, stai scherzando vero?»
«Sembra che io stia scherzando, Ramoso?»
«Assolutamente no, Felpato, e questo mi preoccupa.»
«Anche tu geloso, vecchio mio?» proruppe il rampollo purosangue addentando la ciambella sotto gli occhi estasiati di Minus. James sorrise.
«Ma se io sono più popolare di te.»
«Sì, ti piacerebbe..»
«Nel tuo mondo.»
«E in quello di molte altre pollastre!»
Remus alzò nuovamente lo sguardo al cielo e si passò una mano dietro il collo, spaesato.
Aveva passato una notte intera sveglio a stipulare con James quindici essenziali regole per diventare amico di Lily Evans e aveva creduto- innocentemente, infantilmente- di aver concluso qualcosa dopo quelle terribili ore di insonnia.
Eppure dopo sette anni doveva aver imparato a conoscere James Potter, maledizione!
James non solo era arrogante, borioso, fastidioso, petulante, ambizioso ed egocentrico ma era anche l’essere più facilmente distraibile che conoscesse. E la compagnia di Sirius Black era la goccia che faceva traboccare la sua capacità di attenzione, ovvio.
Alcune volte si chiedeva perché fosse diventato amico di quei due.
«Ma se io so volare su una scopa come non sa fare nessuno in questa scuola!» si complimentò James con orgoglio, un gesto soddisfatto della mano.
Sirius ghignò malandrino. «E la modestia dove la metti?»
Remus per la prima volta si ritrovò ad essere d’accordo con Sirius ed annuì, attento.
«Io sono modesto» si difese Potter in imbarazzo. «E proprio per questo sono consapevole di essere il secondo essere vivente più bello del castello.»
«Oh, grazie Ramoso! Meno male che hai riconosciuto la superiorità del qui presente Sirius Bla-» non finì mai la frase perché James lo fece tacere con un gesto della mano.
«Dopo la strabiliante Lily Evans, ovvio.»
Il viso di Black divenne di vari colori prima di tossire istericamente per evitare di affogarsi con un po’ di zucchero della sua ciambella, poi lasciò il suo dolce nelle mani di Peter che lo ringraziò animatamente.
Quel dolce, ovviamente, fece una bruttissima fine.
«Io sono più bello della Evans, James!»
«Non è vero! Anche Remus lo ha detto! Era la regola numero dodici, vero Rem? “Falle complimenti perché lei è la dea dell’universo, madre dei tuoi futuri bambini, nonna dei tuoi nipoti.”»
Remus arrossì vistosamente. «Ma cosa dici? Questa regola non esiste. Io non l’ho mai approvata!»
«Tu menti, Lunastorta. Lo hai detto, hai approvato e poi mi hai obbligato ad andare avanti.»
«Ero sarcastico, per Merlino! Sai cosa sia il sarcasmo, vero James?»
L’interpellato si posò gli occhiali meglio sul naso e sorrise. «Non quando si parla della mia Lily. » disse in tono solenne e fiero.
Lupin giocò distrattamente con la sua tracolla, se la posò tra i piedi e sospirò affranto.
Non aveva la voglia, la forza e neppure lo stato d’animo per combattere contro la vitalità di quel vulcano; James poteva essere considerato un ragazzino fermo mentalmente agli undici anni ed evoluto fisicamente ai diciassette. Sirius, come lui, non dimostrava più dei dodici anni.
«Dunque James, prima di andare a fare colazione- e sbrigati, che ho fame e necessito di caffeina..-»
«La caffeina ti fa diventare nervoso, Remrem.»
«Zitto tu, che se la prendo è per sopportare voi due e i vostri strani e contorti pensieri infantili!»
«Come siamo offensivi, Lunastorta!»
«Pretendi delle scuse, Sirius?» fu il ringhio che arrivò in risposta.
Black sorrise sornione. «Non proprio. Mi accontento della tua conferma circa il fatto che io sono più bello della Evans.»
«Oh, andiamo Felpato, la mia Lily è stupenda!»
«E con questo cosa vorresti dire? Ramoso, io sono sexy!»
Remus si intromise con gentilezza nel battibecco dei due gemelli mancati. «Ragazzi finitela. E tu, James, dimmi queste maledette regole così possiamo andare a mangiare.»
Venne prontamente ignorato.
«Non saresti mai sexy come la mia Lily indossando un vestito da sposa, bianco, elegante e con uno spacco lungo tutta la coscia!»
«Scommettiamo?» Sirius assottigliò offeso lo sguardo, i capelli a coprirgli gran parte del viso.
Remus sospirò affranto, ancora, nervoso.
«James, per favore, dimmi le regole.»
Ignorato, ancora.
Peter gli posò una mano sulla spalla- la bocca ancora sporca dello zucchero della ciambella- e sorrise. «Ti capisco Remus, è brutto essere ignorati, ma presto o tardi ci farai l’abitudine.»
Il biondino annuì emotivamente distrutto, gli occhi sempre più furenti.
«Vuoi forse indossare un vestito da sposa, Felpato?»
«Certamente! Sarò sexy anche con quello addosso, Ramoso.»
Lupin, a quel punto, non resistette oltre. Sbatté i pugni sulle ginocchia, divenne rosso come un peperone e iniziò a urlare urtando i piedi per terra.
Il suo urlo raggiunse tutta la Sala Grande.
«Dimmi queste fottute regole, James! Ho fame! Devo mangiare! Parla!»
Potter si voltò lentamente a guardarlo, sconvolto. «Ehilà Rem, non ti avevo sentito. Mi ero completamente scordato di te.» Sorriso da prendere a schiaffi, occhiali tondi e di vetro visti come probabile arma di omicidio. «Dunque, Lunastorta, dicevi?»
Remus assottigliò lo sguardo prossimo ad una crisi di nervi, poi ringhiò. «Le regole, James. Dimmele. Ora.»
Prima ancora che Sirius strinse la mano a James per stipulare la loro scommessa, prima ancora che Peter sorridesse adorante quando si avviarono nuovamente verso il tavolo della colazione, prima ancora che Lupin sorridesse contento per le regole che- anche se leggermente modificate- James ricordava alla perfezione, Potter sorrise in modo perfetto ed enigmatico.
Poi iniziò a ripetere ad alta voce, come se fosse una poesia babbana imparata a memoria.
Remus, per la prima volta, si accorse che forse non era veramente stupido come voleva sembrare.
 
 

Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I.

1.Non passarti costantemente le mani tra i capelli.
2. Non vantarti.
3. Non giocare con il boccino (in sua presenza)
4. Non insultare  Mocciosus Piton in sua presenza.
5. Non duellare per i corridoi con i Serveperde (in sua presenza).
6. Non parlare senza pensare almeno venticinque minuti.  Anche trenta, se necessari.
7. Non essere egocentrico.
8.Non fare il bullo.
9. Non saltare le lezioni se non necessario (eccetto dopo la luna piena, ci tengo al mio aspetto e le occhiaie non mi si addicono, per Merlino!)
10. Non chiederle di venire ad Hogsmeade con te ogni dieci secondi.
11. Non chiederle di venire ad Hogsmeade con te fin quando non te lo dice Remus John Lupin. Lui approverà quando sarai pronto.
*12. Falle complimenti perché lei è la dea dell’universo, madre dei tuoi futuri bambini, nonna dei tuoi nipoti.
13.Sii te stesso.
14. Non tenere conto della numero tredici. Non essere James Potter.
15. Non crederti un Dio: non lo sei. (Invece lo sono, io sono James Potter!)
*12. Sii un James Potter più normale. Sii un James Potter diverso. Non parlarle della lista e non essere cretino.
Rettificando: non essere James Potter!
 
 
 
 
«Buongiorno Lily.»
«Sparisci Potter!»
Il ragazzo si voltò verso Remus che lo guardò con sguardo speranzoso e vivace, incoraggiante. «Gli uccellini cantano, non trovi Lily?»
«Il tuo fastidioso vociare mi impedisce di sentirli, Potter.» fu la laconica risposta, annoiata, mentre si versava un po’ di succo di zucca in un bicchiere. «Oh, ciao Remus!» concluse infine la Evans, un sorriso gentile suo volto, come se James fosse scomparso dalla stanza. Lupin alzò la mano in segno di saluto, si sedette al suo fianco e iniziò a mangiare.
James sorrise ancora ignorando il suo poco entusiasta commento e restando in piedi, esattamente di fronte a lei. «Sono così armoniosi!» disse invece con fare sicuro.
La rossa sbuffò senza alzare il volto dal suo piatto. «Almeno loro lo sono! Si vede che non sono costretti a sopportare la tua asfissiante presenza!»
James sbuffò. «Grazie Lily, anche io sono contento di essere qui con te.»
«E’ un complimento Potter?» tono di voce acido, ancora di più di qualche istante prima.
«Se vuoi qualche complimento guardati allo specchio, fiorellino.» ammiccò il cercatore dimenticandosi di mantenersi composto e gentile come invece si era raccomandato Remus qualche istante prima.
Lunastorta si passò una mano sul volto con fare sconsolato: James era un caso perso!
«E’ un offesa questa, Potter?» per un solo istante Lily divenne una cinesina- un adorabile cinesina, pensò James- per quanto assottigliò lo sguardo; un essere normale ne avrebbe avuto paura, ma Potter no.
«No, Lillina,non lo farei mai.»
«Oh, allora bene, Potterino.»
Il ragazzo si animò estasiato non cogliendo il sarcasmo nella voce di lei, poi si sedette con forza al suo fianco. «Adoro quando mi dai soprannomi affettuosi, Lillina. Siamo così dolci noi due, non trovi Lunastorta?»
Remus si sentì stranamente coinvolto in quell’assurdo gioco ridicolo e infantile.
«James,» cercò di ammonirlo maternamente «ti prego, smettila.»
Lily divenne bordeaux di rabbia. «Credo sia ora di evaporare, Potter.»
«Ma io non me ne voglio andare, Lily. Sto così bene qui!»
La ragazza si mosse disturbata sulla panchina come se fosse seduta su una sedia fatta di spilli. «Non costringermi ad andarmene, Potter.»
«Ma tu non te ne devi andare, Lily: stiamo tanto comodi qui sopra, noi due, insieme.»
«Jaames!»
«Zitto Remus, sto parlando con Lillina!»
«James, per Merlino, ricordati la numero dodici!»
Potter si aggiustò gli occhiali sul naso, curioso. «Numero dodici, Rem? Di già? Così presto?»
La ragazza alzò scettica un sopracciglio eppure non parlò; adorava quando il quattrocchi non le rivolgeva-anche se per solo cinque secondi- la sua totale attenzione. Distrattamente si ficcò un pasticcino in bocca senza staccare lo sguardo dai due Malandrini- ancora doveva capire come Remus potesse essere amico di quei così lì- che cercavano di comunicare con le sole espressioni facciali.
Sorrise pensando che Potter non era in grado di parlare con la bocca e di certo, da come stava ben vedendo, non riusciva ad esprimersi nemmeno stando in silenzio.
«Sì, James, la numero dodici. Ricorda la numero dodici.» continuò Remus con voce penetrante marcando molto sulle ultime parole delle sue frasi, come se stesse parlando con un bambino.
Perché James Potter quello era, un bambino, in effetti.
Ramoso alzò fieramente il mento, strinse le labbra e poi sorrise volgendosi nuovamente verso di lei.
«Lily cara..» iniziò con voce suadente.
La Evans alzò sconvolta un sopracciglio: cosa diamine stava facendo?
«Sei bellissima, Lillina, sei la dea dell’universo, la stella più luminosa dell’intera costellazione. Sposami, rendimi tuo servo e sii la madre dei miei figli. La nonna dei miei nipoti. La bisnonna dei miei pronipoti. La trisnonna dei miei pro pronipoti. La..» James si bloccò per un solo istante scorgendo, con la punta dell’occhio, Remus impallidire, passarsi una mano dietro il collo e sbattere la testa contro il tavolo.
Si accigliò, sconvolto, chiedendosi perché stesse reagendo così; era stato lui a dirgli di procedere con la regola numero dodici!
Il rumore delle dita femminili di Lily che tamburellavano sopra la superficie del tavolo lo riportarono alla realtà, ancora; si voltò sorridente.
La Evans era rossa in volto- più rossa dei suoi capelli- gli occhi erano ridotti a fessure e la divisa sembrava troppo stretta nel petto per poter supportare ancora quel gonfio torace che ora si ritrovava ad avere per via dell’aria che stava trattenendo, furiosa.
James, per un solo istante, ne ebbe paura.
Eppure quell’istante di razionalità scomparve subito perché torno all’istante lo stupido Potter di sempre, con il sorriso borioso sulle labbra, le mani tra i capelli (addio regola numero uno) per poi sporgersi verso la ragazza.
«Allora, Lillina, cosa pensi in proposito?»
La rossa strinse forte il tavolo tra le dita in una pressione ferrea e decisa. «Penso che sia ora che tu ti decida a morire, Potter.»
«Ma Lily, e il nostro matrimonio? E i nostri nipoti, figli, pronipoti e pro pronipoti e..»
«Riproduciti da solo, Potter.» secca, decisa, dura.
«Ma io e te siamo una cosa sola, Lillina!»
Il petto di lei si gonfiò ancora; Remus pensò che a momenti la camicetta  sarebbe esplosa, per la gioia di James ovvio.
«Ti ho detto di non chiamarmi Lillina, Potter.»
Stava per saltare un bottone, Remus lo vedeva, se lo sentiva. In circostanze normali avrebbe cercato di aiutare James, ma oramai ci aveva perso le speranze: aveva passato una notte intera a stipolare quel manuale per un convivenza civile con la Evans e lui lo aveva facilmente ignorato.
Bene, lui adesso avrebbe ignorato lui.
«Ma..»
Lei lo bloccò sul nascere con un movimento fluido della mano. «Arrivederci, Potter. Vorrei dirti addio, ma purtroppo so già che tornerai a ronzarmi intorno. A quanto ho capito, dopo sette anni in tua sgradevole compagnia, l’inglese non lo capisci ancora bene. E nemmeno i rifiuti,ovvio.»
James gonfiò le guance offeso eppure non le rispose. Per la seconda volta in nemmeno ventiquattro ore la vide voltargli le spalle, camminare velocemente e più lontano da lui, con un libro stretto ferramente al petto.
In circostanza normali avrebbe desiderato essere quel libro, ma adesso desiderò solamente riconquistare nuovamente la sua dignità.
Strinse forte la bacchetta in una mano e si rivolse a Remus al suo fianco.
«Mi avevi detto che le regole avrebbero funzionato, Lunastorta!»
Lupin si sentì punto nel vivo, furioso. «Io? Ora sarebbe colpa mia?»
«Quelle regole» James gonfiò ancora le guance, il fumo che gli usciva dalle orecchie. «Quelle stupide cose sono state inutili. Lily mi odia, mi ha insultato ancora, e io mi sono umiliato ancora per colpa tua!»
«Se Lily ti odia è forse perché non sei neppure in grado di eseguire alla lettera quello che dico, Jam! Chiederle di sposarti? Merlino, cosa diamine ti passa per la mente? Aria?»
Potter lisciò la punta della bacchetta con le dita, sconsolato. «Era la numero dodici, ricordi Remus?
 “Falle complimenti perché lei è la dea dell’universo, madre dei tuoi futuri bambini, nonna dei tuoi nipoti.”Mi hai detto tu di utilizzare quella regola, maledizione!»
Il biondino assottigliò lo sguardo in una copia esatta di Lily solo qualche istante prima, poi ringhiò nervoso: «Quella regola non esiste, James! Te la sei inventata tu di sana pianta! Per tutti i lupi mannari, solo tu puoi essere tanto stupido da fregarti con le tue stesse mani!»
James divenne rosso come se fosse stato un bambino beccato con le mani nella marmellata dalla madre, poi bisbiglio: «Io non sono stupido! Io sono James Potter!»
«Appunto. Questo dovrebbe farti capire molte cose.»
Ramoso chinò la testa come se si fosse offeso, si guardò la punta delle scarpe e poi ringhiò; quel suo ringhio aveva ben poco di amichevole e Remus lo sapeva bene.
«Bene, Lunastorta, visto che credi che io sia un deficiente guarda cosa so fare. Guarda cosa sa fare James Potter, per Merlino.» Velocemente si alzò- seppur Lupin cercasse di trattenerlo tirandolo per la manica della divisa- e ispezionò totalmente la sala grande alla ricerca del suo obbiettivo preferito.
Quando lo trovò ghignò in un modo così cattivo e malefico da perdere i tratti gentili e cortesi di qualche minuto prima, quando la Evans ancora gli sedeva accanto.
«James, per la miseria, cosa diamine stai cercando di fare..»
«Zitto Lunastorta! Guarda cosa so fare? Sono o non sono James Potter, il malandrino più intelligente che conosci?»
«Cos-?»
«Impedimenta!» La testa scura e lucida- sporca a detta di molti- di Severus Piton si ritrovò a combaciare con la superficie del tavolo dei Serpeverde, con la divisa che gli scivolava  a baciare le ossute gambe pallide.
Diversamente da due anni prima, però, nessuno rise e un tetro silenzio scese a lambire la stanza.
«Bene Mocciosus, dillo tu stesso a Remus che io sono James Potter. James Potter. Io non mi faccio offendere da nessuno, Evans e Malandrini compresi.»
 
 
 
 
«Sei un vero stupido, James!»
«Zitto Lunastorta. E’ già abbastanza deprimente dover passare le prossime due ore in punizione dalla McGranitt senza la compagnia di nessuno, la tua paternale risparmiamela.»
Remus sorrise. «Te lo sei meritato. Ti sei comportato esattamente come facevi a quindici anni. Mettere a testa in giù Piton nel ben mezzo della Sala Grande, ma dico, cosa hai per la testa? Boccini?»
James sorrise e si passò una mano per la testa,ma non rispose.
Nonostante fossero passate oramai tre ore dall’episodio di quella mattina, la delusione per il rifiuto della Evans gli bruciava ancora tantissimo; si era proposto di cambiare per lei, mettere da parte i suoi difetti ed essere un uomo migliore, eppure lei non lo aveva apprezzato.
L’avrebbe volentieri mandata a quel paese, ma purtroppo era troppo innamorato della sua personalità, del suo aspetto dolce e tenero per poterlo davvero fare.
Si aggiustò gli occhiali sul naso e si sedette sul primo posto libero dell’aula di Pozioni.
«Sono stanco Felpato!» disse poi in un lamento poco udibile mentre il suo migliore amico gli si sedeva accanto a Remus e Peter trovavano posto poco distante da loro.
Sirius si passò una mano dietro il collo e ghignò in direzione di una ragazza particolarmente carina. «Posso immaginarlo fratello, hai passato tutta la notte a stipularequelle stupide regole per conquistare quella stupida ragazza che stupidamente si ostina a rifiutare uno stupido come te. Siete stupidi entrambi e perfettiinsieme!»
James sorrise e guardò un punto avanti a se, imperturbabile, e quel punto aveva un nome e un cognome, capelli rossi e lisci, occhi verdi e penetranti.
Sirius scosse la testa e tornò a posare la testa sul banco, gli occhi chiusi e il respiro regolare.
«Credo proprio che tu abbia ragione, Sir. Forse non sono adatto alla Evans, forse devo veramente lasciarla stare..»
«Infatti fratello, lei è troppo poco per te. E’ così frigida e insicura, non sa neanche lei quello che vuole. E lasciatelo dire, amico, ma secondo me è anche lesbica!»
«Oh andiamo, ora non dire cavolate!»
«Ma scherzi Ramoso? L’hai mai vista in compagnia di un ragazzo?.. Apparte Mocciosus, ovvio. Credimi,amico, quella è asessuata; lei e quei suoi assurdi libri sono anche peggio di Remus!»
«Sirius ti sento!» fu una laconica risposta, offesa.
Black la ignorò con un gesto della mano. «Oh, zitto Lunastorta, sto cercando di consolare James!»
«Offendendo me?»
«Offendendo la Evans, veramente. Ti senti preso in causa?»
«Hai fatto il mio nome, per Merlino!»
Sirius gli voltò le spalle e si passò una mano sopra il viso perfettamente liscio e seducente, poi sorrise.
Remus si ritrovò a pensare che forse Peter aveva ragione: ci stava realmente facendo il callo ad essere ignorato da quei due e, nonostante la cosa lo infastidisse, era consapevole che non avrebbe potuto fare nulla per cambiare quella situazione. Sirius e James vivevano in mondo loro, diverso da quello degli altri; se uno viveva per il sesso e le donne,  l’altro esisteva per i boccini e la Evans. Non c'era spazio per altri concetti nella loro menti.
«Dicevo Jam? Ah, sì, la Evans.» Sirius si portò una mano a coppa per non farsi sentire da orecchie indiscrete, anche se tutti udirono il suo fastidioso latrare. «Lascia stare quella vecchia frigida,James, e divertiti con me, fratello! Il mondo è pieno di donne!»
«Le altre non sono Lily..»
«E meno male! Vuoi far morire tutti quanti vergini? Vuoi fare impazzire tutti gli uomini? Quella donna è anormale, credimi!»
«Ma a me piace..»
«Ma  Ramoso!» lo rimproverò «cosa stai dicendo? Mi stai preoccupando!»
James alzò un sopracciglio confuso, nessuna traccia di divertimento sul viso. «Cosa ho fatto adesso?»
«Cosa hai fatto, dici? Cosa hai fatto? Sembri Mocciosus dopo uno dei nostri scherzi, dopo che la Evans lo ha mandato a quel paese al nostro quinto anno! Sembri Peter dopo che ha finito la scorta di cibo, Remus quando si avvicina la luna piena..»
«Insomma Sirius! La vuoi finire?»
«Zitto tu!» Black alzò una mano per ammonire Lupin dietro di se, poi continuò. «La devi smettere di deprimerti per la Evans, James! Hai diciassette anni, sei giovane e ancora frizzante. Ci sono tante ragazze con le quali potersi divertire! Fai conoscere al mondo la grandezza di Ramoso jr!»
«O mio dio, Sirius. Dimmi che non stai dicendo cosa penso io!»
«Sì, RemRem, visto che tu non accetti i miei consigli e le mie perle di saggezza le insegno a James. Lui sì che le metterà in pratica. Giusto Ramoso?»
Imbarazzato Potter si passò una mano tra i capelli scompigliati. «Non credo di poterlo fare, Sir..»
Felpato aggrottò le sopracciglia. «Sei forse poco dotato, amico? Non ti preoccupare se è quello il problema, ho sentito dire da mia cugina Andromeda che esistono alcune pillole babbane che fanno al caso tuo. Si chiamano Tiagra, se non sbaglio.»
«Viagra, Sirius. Dio, non posso credere che tu lo stia dicendo veramente.»
«Zitto Remus! Sto parlando con James.»
«Tu non stai parlando, stai dicendo baggianate.»
«Lascia decidere a Jam cosa vuole fare, giusto Ramoso? Allora, sei o non sei d’accordo con me?»
Potter continuò a guardare avanti a se, la schiena di Lily ricoperta dai suoi capelli rossi e fluidi.
Ricordò gli insulti che lei gli aveva rivolto, lo sguardo truce con il quale lo aveva scrutato, l’odio con il quale aveva dichiarato di convivere quando lui era presente e tutte le cattiverie e le offese implicite che si nascondevano dietro ogni sua parola tagliente.
Strinse forte i pugni fino a farsi male provando il forte impulso di cambiare vita, di fare quanto gli consigliava Sirius- viagra escluso, ovvio, lui non ne aveva bisogno: era James Potter!- ma quando vide il volto della sua amata Lily aprirsi in un sorriso caldo e rigenerante, il suo cuore perso un battito e capì che lui non voleva lasciarla stare, perdere la speranza di poter stare con lei un giorno.
Odiò Lumacorno ancora di più di quanto aveva sempre fatto perché non solo lo riprendeva costantemente per la sua mancanza di attenzione, ma anche perché era il diretto interessato di quel sorriso. Strinse ancora più forte i  pugni, si morse le labbra e sangue e scosse la testa.
«Io la amo, Felpato» disse e Sirius sentendolo così serio, sicuro e vero  rabbrividì impercettibilmente perché colse la realtà e  la sincerità di quelle sue parole.
«Ma Jam, lei.. è solo una scommessa, no? Giusto?» la sua voce tentennò e si abbassò di qualche ottava; Sirius stesso si chiese da dove provenisse tutto quello sbigottimento e quell’incertezza, quasi avesse paura di poter perdere il suo migliore amico in quel caso.
James però sorrise, si voltò verso di lui e, per un solo istante, ritrovò tutta la gaiezza e spensieratezza di sempre.
«Ti sembra forse che io stia scherzando, Felpato?»





Salve a tutti, questo capitolo è forse molto più brutto di quello precedente ma credo che servi molto al fine della storia. Qui incontriamo un James non molto diverso da quello del prologo e la cosa è voluta.
Insomma, credo che sarebbe stato poco credibile un cambiamento tanto repentino da parte di Potter grazie a sole 15 regole! Diversamente ho voluto fargli ricevere una spinta emotiva maggiore, fargli capire che se non si mette di impegno nelle cose che fa (anche “solo” il conquistare la Evans) non riuscirà mai realmente in quello in cui crede. Ho sempre creduto che James sia un bambino poco cresciuto ma anche tanto determinato, fiero e orgoglioso; nella scena di Piton si capisce anche che sia permaloso.
In questo primo capitolo- perché l’altro era un prologo-  James capisce nuovamente di amare Lily e, quello che era iniziato quasi come un gioco, assume sfumature diverse.
Dal prossimo, sempre mantenendo sfumature spero comiche, si inizieranno a vedere i primi cambiamenti anche nel modo di porsi del quattrocchi.
Sono molto contenta delle recensioni che ho ricevuto nel prologo e spero di non avervi deluso con questo capitolo, davvero, perché mi diverto tantissimo a scrivere di loro. So bene di non dare molta importanza al personaggio di Peter Minus e, anche se lui era un malandrino, ho sempre avuto l’impressione che sia stato quasi l’emarginato del loro gruppo, la ruota di scorta, quello meno importante. Magari a farmi parlare così è solo l’odio che nutro nei suoi confronti.
Credo di aggiornare una volta a settimana ( Lunedì o Martedì, non più tardi) e di essere abbastanza regolare; quindi vi do appuntamento( spero ci sarete xD) alla settimana prossima con il prossimo capitolo.
Non vi anticipo nulla, ma ho in mente un dialogo Sirius Lily abbastanza esilarante! 
Per chi volesse aggiungermi ho un profilo su facebook (Manu Breath)dove condivido spoiler e alcuni pezzi del capitolo al momento della stesura. Mi farebbe tanto piacere trovare la vostra amicizia!
 
 
Con tanto affetto, Manu


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Capitolo 3
*** Perché James Potter odia vedere le persone piangere. Mocciosus escluso, ovvio. ***


Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I

“Evans! Ehi Evans!”
Sirius Black non aveva corso mai dietro a nessuno- solitamente erano le ragazze a correre dietro lui, non il contrario- eppure per la prima volta nella sua vita si ritrovò a fare anche quella nuova esperienza.
Non era sportivo come James e non aveva neppure la caratteristica di essere atletico, dunque una volta che ebbe raggiunto Lily si posò una mano sul fianco e sospirò pesantemente.
“O mio Dio, Evans! Potevi anche fermarti prima, per Merlino. Mi hai fatto correre per delle ore.”
“Taglia Black, dimmi cosa vuoi.” Lily si mosse da un piede all’altro, nervosa. “Non ho tempo da perdere.”
“Sei una Caposcuola, Evans, tu devi essere disponibile.” fu la divertita risposta mentre si lasciava cadere ai piedi di una finestra, le gambe al petto, cercando di regolare il respiro. Sirius Black non solo non era atletico, ma era anche pigro.
“Anche il tuo amichetto Potter-per quanto inspiegabile- lo è, Black. Credo che sia più che disposto ad aiutarti e chiarirti ogni dubbio quindi, se non ti dispiace, io adesso avrei una lezione..”
Sirius alzò una mano avanti il viso, poi le sorrise in modo enigmatico; se solo non fosse stata la preda prediletta di James, avrebbe cercato già più volte di corteggiarla. Doveva ammettere, infatti, che con i capelli rossi al vento e gli occhi verdi illuminati Lily Evans era proprio una bella ragazza.
Acida, lunatica, fredda, ma bella.
“Sono un Grifondoro come te, Evans, e so per certo che ora non abbiamo lezione.”
“Allora devo andare in biblioteca! Quindi, con permesso, io andrei..”
“Ti metto forse in imbarazzo?” la domanda arrivò a bruciapelo e Lily si irrigidì, contrasse i muscoli della faccia e sbatté i piedi a terra.
Sembrava tanto la caricatura umana dell’espresso per Hogwarts al momento della partenza.
“C-Cosa?” chiese con la voce rotta dal nervosismo. “Dio, non posso credere che tu sia tanto arrogante da credere che io ti muoia dietro.”
“Non sto dicendo questo..”
“Ah, no Black? Mi hai chiesto se mi metti in imbarazzo, per Merlino!”
Sirius piegò un ginocchio verso il petto. “Intendevo dire se ti senti in soggezione davanti a me.. potrei capirlo.”
Lily divenne furente, strinse più forte i denti e si passò una mano sul viso bianco ma perfetto. Per un momento le sue stupende lentiggini furono coperte dalla sua bianchissima mano.
“Non sei diventato ancora così importante da essere motivo di disagio, Black. Mi sei indifferente, totalmente indifferente.”
Felpato sorrise congiungendo le mani. “Benissimo, quindi non dovrebbe esserti un problema fermarti a parlare qualche minuto con me.”
La Evans arricciò la fronte, si inumidì pensierosa le labbra e poi sbottò: “Ma non ci penso nemmeno!”
“Oh, andiamo Evans. Una piccola chiacchierata tra amici.”
“Noi non siamo amici, Black.”
“Compagni di scuola?”
“Cosa significa? Questo implicherebbe anche il fatto che io debba parlare con Mulciber?”
Sirius sorrise sornione. “Mi stai simpatica, sai Evans? Già solo il fatto che tu odi Mulciber e gli altri Sepreverde ti fa conquistare molti punti a tuo vantaggio.”
“Per cosa Black? Ora tu e il tuo amichetto Potter state anche stipulando la classica delle ragazze più mentalmente simili a voi? Spero vivamente di essere all’ultimo posto, in quel caso.”
Il rampollo Purosangue sorrise, allungò la gambe avanti a se e puntellò la mano al suo fianco incitando la ragazza a sedersi vicino a lui. Lily, però, arricciò il naso e scosse la testa poi, dopo essersi guardata intorno, consapevole che non si sarebbe liberata di Black se non lo avesse assecondato, si sedette anche lei continuando a mantenere, però, le maggiori distanze.
Il sorriso di Sirius si allargò. “Bene, Lily..”
“Evans, prego.”
“Credevo che fossimo diventati amici noi due, oramai. Gli amici si chiamano per nome, Lily.”
La rossa strinse con forza il pugno, livida di rabbia. “Ho detto Evans, Black.”
Con un ghigno lui alzò teatralmente le mani davanti al viso. “Okay, come vuoi tu.. Evans.”
Lily si rilassò e annuì per fargli intendere che lo stava ascoltando; le gambe della ragazza si chiusero come uno scudo sul suo petto e vi poggiò il mento sopra.
“Ti ascolto, Black” la voce della ragazza giunse, dopo qualche momento, fredda e incolore.
Sirius non seppe dire se era scocciata veramente o anche abbastanza curiosa. Sorridendo il ragazzo ebbe però la certezza che la Evans avesse sicuramente un indole curiosa e abbastanza indagatrice volendo, da giusta prefetto perfetto, avere sempre tutto sotto controllo. 
“Sbaglio o sei ancora abbastanza tesa?” la canzonò, non riuscendo a resistere alla tentazione di deriderla ancora. 
“Black, non istigarmi.. basta già il tuo amichetto per quello.”
“E' già la seconda volta che nomini James in nemmeno dieci minuti, lo sai Evans?” 
Lei alzò scettica un sopracciglio. “E con questo? So che forse può risultarti difficile, Black, ma cerca di esprimerti meglio.. quanto meno in modo decente, per favore.”
Il ragazzo arricciò le labbra divertito. “Sei acida, Evans. Sicura di non essere una Serpeverde?”
“No, in quel caso ti avrei già schiantato contro il muro da almeno mezz'ora.”
Sirius si ritrovò a pensare che che quella ragazza da James tanto amata forse , ma solo forse, poteva anche essere considerata alla loro portata. Ghignò.
“Bene, Evans, ti ricordo che la mia stima nei tuoi confronti sta lentamente salendo.”
Lily sorrise lusingata. “Spero non sia un complimento, Black, perché potrei offendermi.”
“Oh, tranquilla, a complimentarsi continuamente di quanto tu sia bella, cara e benedetta ci pensa già James, purtroppo.”
La rossa si allarmò e saltò sul posto, come scottata. “Cosa centra adesso Potter, Black?”
“E' il mio migliore amico, siamo come fratelli, anzi noi siamo fratelli, Evans, è logico che io adesso ti parli di lui!”
Lily annuì annoiata allungando le gambe avanti a se, poi fece una pressione con le braccia cercando di alzarsi. “Oh, se è solo questo che devi dirmi, allora Black, io leverei le tende. Sono oramai stanca di sentirmi dire quanto cattiva, acida e stupida io sia perché rifiuto costantemente quell'uomo in miniatura che voi tutti vi ostinate a definire fantastico.”
“Noi tutti... chi?”
“Tu, Remus, le mie coinquiline di dormitorio e tutti gli altri Grifondoro. Solo perché è il nostro cercatore ed è bravo credete che non assecondare ogni suo capriccio possa influenzare l'andamento dei Grifondoro sul capo da Quidditch?”
Sirius corrugò la fronte, scosse la testa e si lasciò scappare un nuovo sorriso. “James è un mio amico, Evans. Io non ti parlo di lui solo perché è il nostro capitano e il miglior cercatore che la nostra squadra abbia avuto da molti anni a questa parte, ma perché è veramente il ragazzo straordinario che tutti quanti noi ti descriviamo.”
“E io dovrei crederti, Black? Sei letteralmente il cagnolino di Potter e probabilmente gli vuoi davvero bene come un fratello, dunque ascoltare le tue opinioni, perdonami, non lo ritengo adatto.”
“Sei solo prevenuta, Evans!” le urlò dietro, mentre velocemente vedeva le spalle della ragazza allontanarsi mantenendo un andatura femminile ed elegante.
Lily, però, non si voltò e, seppur ascoltandolo, evitò di farsi impressionare da quelle parole vuote e insipide .
Conosceva anche lei James Potter, sapeva come era fatto ed aveva più volte potuto constatare che era realmente arrogante e prepotente come le era apparso per oltre sette anni di scuola. Era una ragazza abbastanza intelligente, forse anche la più intelligente del suo anno, quindi non riusciva minimamente a farsi convincere da quei pareri avventati che la gente le riferiva sul grande Potter.
Si chiese silenziosamente dove finissero tutti i pregi da sempre decantati del famosissimo e abilissimo purosangue quattrocchi in sua presenza poi, sorridendo mesta, varcò l'ingresso del ritratto della signora grassa.



James Potter amava volare sulla sua scopa, adorava la sensazione di pura gioia che lo invadeva quando l'aria fresca gli graffiava il viso e si beava costantemente degli applausi estasiati dei suoi compagni di casata ogni qual volta che riusciva ad afferrare il boccino - ovvero sempre, perché lui era James Potter, ragazzi!
Eppure, per la prima volta nella sua vita, quel pomeriggio di metà Ottobre non sembrava proprio essere come tutti gli altri. Per prima cosa non era ancora finito in punizione, e James Potter non era mai stato impunito per un solo giorno fin da quando era entrato in quella scuola, e poi non riusciva a provare alcuna sensazione rigeneratrice stando a cavallo della sua Nimbus 1976. 
Pensava, pensava e ripensava incessantemente ai capelli rossi della Evans, ai suoi occhi verdi e belli ma pieni di disprezzo, al mondo con il quale si allontanava sempre da lui,troppo rapidamente per i suoi gusti. Lo stomaco gli si chiuse in una morsa di fredda tristezza. 
Erano passati oramai sette anni dalla prima volta che aveva incontrato per la prima volta quella bambina adorabile sull'espresso per Hogwarts e ricordava come se fossero passate solamente poche ore la sensazione che lo aveva stravolto quando aveva incrociato per davvero quei suoi occhi verdi ed espressivi, dolci.
Nonostante allora avesse avuto solamente undici anni, aveva capito immediatamente che quella bambina non era come tutte le altre che aveva incontrato fino a quel giorno, così presuntuose e infantili destinate a diventare le oche che infatti ora erano. 
Con un eccellente piroetta che avrebbe fatto impazzire la professoressa McGranitt per quanto era perfetta, James finì in bellezza in il suo stupendo volo. 
Soddisfatto ma non sorridente scese dalla scopa e se la mise sotto il braccio passandosi, più per abitudine che per altro, una mano tra i capelli ritti e neri. Solo allora si rese conto di non essere il solo sul campo da Quidditch e la riconobbe subito.Come avrebbe potuto non farlo, dopotutto? 
Conosceva perfettamente Alice Prewett, fidanzata del vecchio Grifondoro Frank Paciock diplomato lo scorso anno, e compagna di dormitorio della sua Lily e dunque, vederla così disperata ai piedi del campo da Quidditch, gli fece salire un groppo alla gola. James non sopportava vedere la gente che piangeva, che fossero donne, uomini o bambini. Era sempre stato un amante del divertimento e prediligeva senza ombra di dubbio un sorriso alle lacrime, perciò si caricò la scopa meglio in spalla e si avvicinò alla ragazza disperata. Quando fu in prossimità di raggiungerla si accorse, però, che lei non era sola. Lily era con lei, come sempre quando qualcuno stava male, dopotutto. Rallentò il passo come se si fosse pietrificato, spaventato. 
Immediatamente pensò a Remus e cercò di prevedere cosa lui gli avrebbe detto in queste circostanze, cosa gli avrebbe consigliato di fare. Con gli occhi della mente rilesse la lista che avevano scritto insieme la notte prima ma non trovò risposte. 
Ed ora che minchia faccio? pensò preso dal panico. 
“Oh, Alice, non fare così.”sentì sussurrare Lily in direzione dell'amica che continuava però a disperarsi senza curarsi del consiglio della rossa. Sembrava quasi che Lily non ci fosse, pensò James con un sorriso, visto che la Prewett la ignorava bellamente. 
“Frank se ne andato.. come farò ora io senza di lui?” fu la lacrimevole risposta, molto simile ad un lamento. 
James corrugò la fronte sorpreso; cosa diamine era successo a Frank Paciock? Alice sembrava veramente disperata, troppo forse per prendere in considerazione le normalissime crisi premestruali, dunque Potter si domandò il motivo di tutto il suo dolore. Sapeva che Frank aveva intrapreso la carriera di Auror, ma non voleva minimamente provare a immaginare un ipotesi tanto orribile quanto, però, vera purtroppo nell'epoca nella quale era costretti a vivere. 
Che fosse morto in un duello con i Mangiamorte?
James rabbrividì, terrorizzato. 
Prima che potesse sentire anche solo un altro po' della loro conversazione, il ragazzo si avvicinò ai gradoni e si lasciò cadere mollemente al fianco di Alice che alzò il viso rosso e bagnato di lacrime per guardarlo in volto. Lily, riconoscendolo, fece una smorfia disgustata.
“Sparisci, Potter, “ gli disse sprezzante “che ora non è proprio aria.”
Il quattrocchi però la ignorò bellamente. “Non sono qui per te, Lil- cioè Evans.”
“Oh, davvero? Quale novità, Potter. Ora però sparisci che non è veramente il posto giusto e il momento giusto. Alice sta male, non vedi?”
“Sono miope, Evans, non cieco.”
La rossa fece spallucce per poi tornare a consolare la sua amica che, il volto sotterrato nelle ginocchia, ripeteva come in trans il nome del suo compagno ormai defunto. 
“Frank.. oh Frank! Come farò io senza di te, Frank?”
“Non fare così, Alice. Vi rivedrete un giorno.. ci rivedremo tutti quanti molto presto. Devi solo aspettare un poco e lui tornerà da te. Tu tornerai da lui.”
James alzò scettico un sopracciglio pensando che la sua Lily aveva uno strambo modo di consolare le amiche, assicurandole che presto o tardi anche loro sarebbero morte.
Di certo la sua Evans non aveva la dote dell'essere molto ottimista, pensò. 
“Tu non puoi capire, Lily. Frank era tutto per me, lui è la mia vita! Come posso stare lontana da lui? Anche solo stargli distante qualche ora per me è sofferenza!”
La rossa abbassò la testa per non incontrare ancora lo sguardo della sua amica e James ebbe per un solo istante l'impressione che si fosse offesa, ma non se ne curò. Ora la sua priorità era Alice, il suo dolore e la morte prematura di Frank. 
“Mi dispiace tanto, Alice.” le disse con voce da uomo vissuto, primadonna esperta.
La mora tirò su con il naso e sorrise. “Grazie Jam.”
“So quanto tu eri legata a Frank; quando era ancora tra noi mi parlava sempre di quanto ti amasse e tu fossi importante per lui. Sirius ed io eravamo soliti prenderlo in giro bonariamente, ma non abbiamo mai dubitato del suo amore.”
La Prewett sorrise ancora tra le lacrime. “Lo so.”
“Posso immaginare quanto tu stia soffrendo.”
“Grazie James, sono contenta di sapere che almeno tu mi capisci. Lily dice che sono esagerata!”
La rossa al suo fianco sospirò pesantemente sentendosi presa in causa. “Ma Alice” si ribellò energicamente “ti stai comportando come se Frank fosse morto! Ha solo finito l'anno scolastico, per Merlino! Lo rivedrai. L'anno prossimo lo rivedrai!”
James corrugò la fronte sconcertato. “Fammi capire, Prewett, vuoi forse dirmi che Frank non è realmente morto?”
“Oh, per Merlino, certo che no! Non mi dire queste cose, James!Mi sento male solo a pensarlo!”
Lily si passò sconsolata una mano sul viso borbottando una frase che nessuno sentì pienamente, ma che somigliava molto ad un “che donna esagerata!”
“E io che pensavo avesse fallito in qualche missione da Auror contro dei Mangiamorte!”
Alice si tese come una corda di violino sotto le sue parole. “Tu credi che sia possibile?” chiese, tremando e bianca in volto.
La Evans sbarrò gli occhi sconvolta; cosa diamine stava facendo Potter, si chiese?
Il quattrocchi però non sembrò cogliere l'allarme negli occhi della sua dolce Lillina;storse la bocca, sorrise e si passò una mano tra i capelli. “Bhè, Prewett, mio padre è un Auror e ha rischiato molte volte la vita recentemente. Mia mamma è sempre spaventata dall'ipotesi che non possa più tornare a casa da un giorno all'altro.”
Il volto di Alice divenne sempre più bianco. Lily impallidì con lei.
“Quindi il mio Frank è in pericolo! Il mio Frank!” questa volta Alice era in preda alle lacrime, veramente, quelle disperate e anche giustificate, e per un solo istante James credette di aver solamente rovinato la situazione.
Quando alzò lo sguardo e incontrò l'ira negli occhi della Evans- che si ritrovò a stringere a se il corpo tremolante e lagnoso della sua amica- seppe con certezza che avrebbe fatto meglio a stare zitto. Poi, noncurante e leggermente imbarazzato, si aggiustò gli occhiali sul naso, cacciò un boccino vecchio e consumato da una tasca e iniziò a guardarsi le ginocchia sbucciate e nodose. 



Una cosa che James Potter venerava era l'amicizia, oltre la Evans e il Quidditch. 
Una cosa che Sirius Black venerava era l'amicizia, oltre il sesso e una qualsiasi superficie nella quale riflettersi narcisista.
Una cosa che Remus Lupin venerava era l'amicizia, oltre il cioccolato e il silenzio che seguiva una notte di luna piena. 
Una cosa che Peter Minus venerava erano i suoi amici- che lui considerava più come dei veri dei che normali ragazzi diciassettenni- e il cibo.
I Malandrini dunque- così si facevano chiamare quel gruppo di quattro ragazzi scalmanati e ribelli- avevano in comune, oltre che la casata e l'anno di nascita, anche l'intensità dell'amicizia che li legava.
James avrebbe fatto qualsiasi cosa per i suoi amici- era diventato un animagus per uno di loro, aveva infranto la legge e sarebbe anche potuto finire nella prigione dei maghi per quello (non che lui avesse paura, d'altronde era James Potter!)- e sarebbe stato disposto a qualsiasi cosa per loro.. tranne a rinunciare e cederli la Evans. L'amicizia per James Potter era qualcosa di assolutamente puro e candido e niente, neppure l'amore, poteva sperare di prendere il suo posto.
Quindi era da considerare puramente normale la visione di James Potter che correva disperato per le mura del castello ala ricerca dei suoi amici.
Aveva trovato Peter, nascosto in un angolo a mangiare e poltrire, e poi aveva beccato Sirius, in un altro angolo a pomiciare e solo Merlino sapeva cosa altro fare con una ragazza del quarto anno; ora gli restava solamente Remus e James sapeva già dove poteva essere. 
E infatti lo trovò lì, disperato e bianco come un lenzuolo, in un remoto angolo della biblioteca che cercava di studiare in tutta tranquillità un po' della materia che meno gli voleva entrare nella testa: Pozioni!
Remus John Lupin poteva benissimo essere considerato uno studente modello- sebbene non eccellesse ma raggiungesse dei più che soddisfacenti risultati- tranne che per quella materia la quale poteva essere considerata la sua croce più grande.. forse anche più grande della luna piena. 
“Remuuuus! Remus! Rem-”l'urlo disperato e strozzato di James venne interrotto da un occhiata del diretto interessato il quale alzò lentamente la testa dal tomo che aveva davanti e lo fissò in cagnesco.
“James, per tutti i maghi mai esistiti, ti prego, fai silenzio! Siamo in biblioteca!”
Il moro sorrise e si lasciò cadere accanto a lui fingendo di poter restare in silenzio. Invano.
“Ma Remus, io ti stavo cercando.”
“Oh, ci ero arrivato anche io, sai?”
“Grande amico!”
“Ti prego Sirius, ora non ti ci mettere anche tu. Sto cercando di studiare, per Merlino!”
“Ancora ci speri, Lunastorta? Fossi in te avrei già gettato la spugna. Sei negato a pozioni così come Piton è negato per l'igiene fisica.”
Peter si lasciò scappare un sorrisino e annuì vivacemente. “Sirius ha ragione” disse solo, per poi tornare a girare la faccia da Remus a James per poi tornare a Sirius come se stesse studiando una partita di qualche gioco babbano con le racchette. 
James ignorò il commento ironico del suo migliore amico, si puntellò sui gomiti e poi sorrise. “Te la ricordi Alice Prewett, RemRem?”
Il biondo sollevò scettico un sopracciglio. “Certo che me la ricordo! Perché questa domanda?”
Il quattrocchi si passò una mano tra i capelli- più per un gesto che oramai era diventato abituale che per vera e propria vanità- poi sorrise. “Oggi l'ho vista piangere.”
“Merlino, James, e me lo dici così? Con questa faccia da schiaffi? E perché l'avresti fatta piangere, di grazia?”
Potter sbatté gli occhi vagamente offeso. “Io non ho fatto piangere proprio nessuno. Mai nessuno, in verità.” 
“Farai piangere me dalla disperazione se non te ne andrai e mi lascerai studiare in santa pace.”
“Divertente Lunastorta.”
“Meno male che non stavo nemmeno scherzando, Felpato.”
“Quindi eri serio?”
“Ti sembro divertito?”
“Affatto.”
Remus si dipinse un espressione sarcastica sul viso. “Oh, bene! Cinquanta punti a Grifondoro per il tuo splendido acume, allora.” 
“Ah, se fosse veramente così facile poterli guadagnare questi punti..”
“Tanto ne perderesti il doppio ancor prima che potessero essere registrati.”
Sirius storse la bocca infastidito. “La fiducia che riponi in me è commovente, RemRem.”
“Se solo tu mi lasciasti finire di studiare magari diventerei meno acido.”
“Ehi, non sono stato io il brillante malandrino che ha avuto l'idea di venirti a cercare. Merlino, io sono brillante, ma questa volta non centro, davvero!”
James si sentì preso in causa. “In effetti è colpa mia, Lunastorta. Ti dicevo, ricordi Alice..?”
“Si, James, me la ricordo e mi hai anche detto di averla fatta piangere- oh, come la capisco povera ragazza!- quindi, per favore, ti scongiuro, ora puoi andare al dunque così posso tornare a studiare?”
“Ma quindi fai sul serio?”
“Mai stato più serio in vita mia, Ramoso.”
“Oh, complimenti. Dunque.. ah sì.. dicevo che Alice oggi era tanto triste, poverina, e ho provata a consolarla..”
“E l'hai fatta piangere, di grazia? Amico, sapevo che avevi poco tatto, ma addirittura questo è esagerato!”
James fece spallucce, sorrise e ignorò il commento di Sirius, suo fedelissimo compagno quanto anche petulante e ironicamente fastidioso. Come lui, ovvio. 
“Cosa è successo ad Alice?” la voce di Remus era molto più profonda, seria e matura di quella di Black; James apprezzò l'interesse che dimostrò di avere.
“Lei.. ecco.. io stavo volando, no? Ed ero molto pensieroso, in effetti..”
“James, taglia.”
“.. E allora ho visto una ragazza piangere e inizialmente non avevo neppure capito chi lei fosse, ma voi sapete che non sopporto vedere la gente piangere.”
“Tranne Mocciosus.”
“Mocciosus non è una persona, Felpato!”
“Giusto Ramoso. Scusa, ma ogni tanto tendo a dimenticarlo.”
Remus picchiettò divertito le mani sul tavolo- non lo avrebbe mai detto, ma reputava esilaranti i battibecchi di quei due gemelli mancati- aspettando che James si decidesse a parlare. 
“Di nulla Felpato, giusto perché sei tu ti perdono.”
“Mi commuovo!”
“Hai visto che animo caritatevole ho? Mi chiedo perché la Evans ancora non l'abbia capito.”
Peter sorrise sotto i baffi. “Oh, sembrava strano che ancora non l'avevi menzionata, James!”
Il quattrocchi sorrise. “Giusto Pete! Non so se ve l'ho detto, ma anche lei stava vicino alla Prewett”
“Oh, ecco perché le ti sei avvicinato allora.”
“Sta zitto Sirius!”
“Grazie Lunastorta!”
“Zitto anche tu, James, e raccontami ciò che hai visto.”
“Curioso, amico a quattro zampe?”
“Non chiamarmi così, James: sono nervoso.”
“Scusami, Remrem. Comunque la Evans mi ha insultato.. credeva fossi andato per offendere e infastidire la Prewett.”
Remus corrugò la fronte pensieroso. “E tu non lo hai veramente fatto, giusto?”
James fece spallucce, come se la cosa non lo interessasse minimamente. “Certo che no, ma che domande mi fai?”
Lupin non sembrò particolarmente rincuorato, ma fece spallucce e sorrise invitandolo, con il gesto di una mano, ad andare avanti. Potter non si fece pregare; tutti nella scuola- anche la Evans che vantava il suo profondo odio verso il quattrocchi (forse anche più intenso dello stesso Piton)- erano a conoscenza dell'intraprendenza di James.
“Dunque Alice era in lacrime per Frank.. ti ricordi anche di Frank, vero Rem?”
“Ho una buona memoria, Jam, o per lo meno abbastanza discreta quindi ti prego, davvero, vai avanti e per una buna volta non ti fermare.”
“Giusto, mica sei Sirius tu..”
“Ehy! Anche io ho una discre.. okay, sì, hai ragione.”
“Grazie Felpato. Comunque la Prewett stava piangendo per il suo ragazzo e inizialmente io credevo gli fosse successo qualcosa di veramente grave - sapete, piangeva come se fosse morto!-”
“Oh mio Dio, James, non lo dire neanche per scherzo!”
“Ecco! Mi ha risposto allo stesso modo anche la Prewett quando glielo ho detto..”
Remus si passò una mano sopra il volto magro e insonnolito, privo di entusiasmo. “Non ci posso credere. Tu le hai detto questo mentre lei si stava disperando?”
“Bhé, sì, credevo di poterla consolare...”
“Oh Merlino Ramoso, ma sei un disastro!”
“Grazie Felpato. E' sempre stata una mia ambizione essere criticato anche da te; ora posso morire felice.”
“Quanto amore Ramoso! Ora mi commuovo.”
“Non ti emozionare, Sirius. E tu, James, finisci di raccontare.”
“Oh.. ehm.. sì RemRem, scusa. Dicevo? Ah, certo, che dopo essere stato insultato dalla Evans perché, dice lei ma a mio modesto parere sbaglia, sono privo di tatto..”
“E le vuoi dare torto?”
“Grazie Pete, sei davvero molto rincuorante. Comunque, dopo aver anche visto piangere la Preweet...”
“Per colpa tua..”
“Ma Remus, non è colpa mia! Non sono io che ho quasi fatto morire Frank Paciock!”
“Frank non è morto, James.”
“Dettagli” Potter si passò una mano davanti il viso, come se la cosa fosse di poca importanza, poi continuò allargandosi in un nuovo, grande sorriso. “E dopo aver consolato Alice..”
“E lo chiami anche consolare qualcuno quello?”
“Ma Felpato, tu da che parte stai? Si può sapere sì o no?”
“Da quella del giusto, ovvio amico.”
“Bene.” James ghignò in modo subdolo e malandrino “allora scordati di venire a passare l'estate da me, mio amico a quattro zampe.”
Black ricambiò il sorriso alzando le mani in segno di resa, infine lo invitò ad andare avanti. James non se lo fece ripetere due volte. 
“Comunque, miei amici Malandrini, vi volevo rendere partecipi della mia ultima pensata.”
“Tu pensi?” 
“Attento a come parli, Lunastorta.”
La biblioteca era sempre stato un luogo di totale silenzio, eppure la voce di Potter ruppe quel tetro e catacombale stato d'animo movimentandolo immensamente. Remus oramai aveva abbandonato i suoi buoni propositi di studio e aveva chiuso il libro poggiandovi sopra la testa, Peter si dondolava pericolosamente su una sedia che non sarebbe stata resistente abbastanza neppure per la metà del suo peso e Sirius si guardava intorno alla ricerca di qualche bella ragazza, ma l'unica cosa che vide furono vecchie bavose dodicenni con occhiali più grandi del loro viso e tristi capelli crespi. Come potevano esseri viventi ignorare tanto palesemente il bene primario dei loro splendidi capelli, si chiese al massimo della vanità giornaliera?
James lo riprese invitandolo a prestargli la sua totale attenzione, cosa che Sirius non fece fatica a concedergli; meglio guardare il suo amico, pensò, che quel triste spettacolo.
“Vorrei aiutare la Prewett” disse ad un certo punto Potter, la voce seria e nessun cipiglio divertito o sarcastico sul viso.
Remus corrugò la fronte e si sporse verso di lui.
“Non vorrai mica fare colpo sulla Evans in questo modo, vero?”
“Certo che no!” per la prima volta James parve totalmente sincero e privo di doppi fini; ascoltandolo Lupin si commosse e si ricordò, ancora una volta, perché sopportasse tutti i suoi scleri, i suoi giochetti infantili, le sue battute ridicole. Se c'era una ragione per la quale valesse la pena accettare tutti i numerosi difetti di James era senza ombra di dubbio quella sua totale disponibilità, la sua gentilezza priva di scopi puramente cattivi e la sua lealtà vero chiunque- Mocciosus escluso, ovvio.- 

Si sarebbe ricordato in eterno, per esempio, quello che lui e gli altri Malandrini avevano fatto per lui al loro secondo anno;James allora, nonostante fosse stato solo un dodicenne inesperto, si era dimostrato una persona molto più matura di tante altre adulte e si era saputo conquistare la sua totale fiducia e devozione.
“Voglio aiutare Alice a rincontrare Frank” disse infatti il ragazzo con un sorriso malandrino sul volto.
Peter, il più stupito tra i quattro, corrugò la fronte e si inumidì le labbra sottili. “E come?” domandò avvolto dalla confusione.
Potter arricciò il naso, si lasciò cadere su una sedia e guardò il suo migliore amico. “Felpato, potresti darmi un secondo la mappa del Malandrino? Dovrei controllare una cosa...”




Salve a tutti, eccomi con il terzo capitolo. 
Cosa ne pensate? :) Innanzitutto vorrei ringraziare tutti voi che mi avete letto, che mi avete recensito e sostenuto. Sono contenta che questa storia vi piaccia.
Vi avevo garantito un James un po' meno bambinone, e ho cercato di mantenere la parola data. Lo so che a primo impatto voi penserete:” ma cosa diamine sta dicendo questa tizia?”, ma non è propriamente così. 
Insomma, James purtroppo è James e James è anche così, no? La sua gentilezza e lealtà, quella che i suoi amici decantano sempre anche nei film e libri di Harry Potter, sta nel suo gesto finale, quello che lo rende sempre disponibile per i suoi amici.
Al secondo anno, ricorda Remus, ha deciso di diventare animagus per lui e ora qui, al settimo anno, nonostante per lui non sia una novità, ha deciso di infrangere le regole per portare il sorriso sul volto di Alice.
La sua bontà d'animo sta in questo e in molto altro. 
Nel prossimo capitolo ci saranno svolte anche per Lily che si ritroverà ad essere... commossa (?) da questo gesto di Potter; non cadrà a suoi piedi, non scoprirà di amarlo e non smetterà di odiarlo, solamente capirà che lui non è solo un concentrato di difetti come in realtà crede. Nel suo dialogo con Sirius lei dice che tutti quanti (Remus compreso) le parlano bene di James invogliandola ad uscire con lui nonostante lei si ostini a rifiutare. Ecco, nel prossimo capitolo la Evans si inizierà a fare un idea del perché tutti credono che James sia una persona fantastica nonostante ai suoi occhi lui appaia un bambino privo di cervello e cuore. D'altronde non è detto che il “mettere la testa a posto della Row” significhi che lui debba per forza diventare apatico e senza l'ironia che lo ha sempre caratterizzato, no?

Mi scuso per aver cambiato le impostazioni dei dialoghi, ma questo capitolo è stato scritto con "l'ipad" e lì le vecchie virgolette non c'erano; d'ora in avanti, comunque, continuerò con questo. :) 
Ricordo che
per chi volesse aggiungermi ho un profilo su facebook (Manu Breath)dove condivido spoiler e alcuni pezzi del capitolo al momento della stesura. Mi farebbe tanto piacere trovare la vostra amicizia!
Alla prossima, spero ci sarete sempre martedì o lunedì prossimo. 
Io vi aspetto, eh?
Con tanto affetto, Manu. 

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Capitolo 4
*** Giuro solennemente di (non) avere buone intenzioni. ***


Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I

“Fatto il misfatto.”
Remus storse la bocca, si aggiustò il colletto del mantello e accavallò le gambe. 
“Cos'è quella faccia, RemRem?”
Lupin fece una smorfia ancora più infastidita. “Non rompere, Sirius! E' sempre colpa vostra se alla fine io finisco nei guai.”
“Ma Remus, non finiremo nei guai!”
“Zitto anche tu, James! Lo dici sempre almeno dieci minuti prima di essere beccati.”
“Oh, come sei pessimista Lunastorta.”
Remus aggrottò la fronte. “Io a quest'ora dovrei studiare! Sapete cosa sono i M.A.G.O, vero?”
“Sì, RemRem, li abbiamo anche noi quest'anno per tua informazione..”
“E sapete in che mese siamo oggi, vero?”
“O Merlino Remus, mi sembri la Evans!”
“Non insultare mia moglie, Felpato!”
“Non è tua moglie, James..”
“Ancora per poco.”
Lupin raschiò la gola annoiato e si posò con le spalle contro lo strettissimo muro del corridoio in cui si erano fermati. James ignorò la smorfia sarcastica di Sirius, sfilò nuovamente la mappa dalla tasca dei suoi pantaloni e sorrise.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.”
Peter saltellò eccitato intorno a Potter, si mise sulla punta dei piedi e cercò di vedere oltre la sua spalla. “Allora James, novità?”
“Nessuna, Pete.” il malandrino occhialuto ghignò con fare circospetto, alzò la bacchetta e accennò un lumos a fior di labbra per illuminare la strada che avrebbero dovuto percorrere. “Siamo soli da questa parte.”
“Sicuro che non c'è nessuno?”
“Assolutamente. La Mappa non mente mai.”*
Remus mise le mani nella tasca del mantello nero, abbassò la testa quasi non volesse essere riconosciuto e si incamminò di fianco ai suoi amici. Nonostante fosse nervoso e nevrotico- la luna piena si avvicinava, maledizione, e lui si sentiva probabilmente come una donna prima delle tragiche mestruazioni- doveva ammettere che quella era la prima volta che James proponeva di infrangere le regole per una buona causa. 
Aiutare Alice Prewett a rivedere il suo fidanzato, dopotutto, era molto più costruttivo di allagare i bagni del secondo piano o cercare di aiutare Sirius ad entrare furtivamente nel dormitorio delle studentesse Tassorosso.
Rincuorato, anche se in parte, si fece contagiare da un sorriso. 
“Hai mandato un gufo a Frank per avvertirlo di farsi trovare davanti  Madame Rosberta, James?”
“Sì, ci ha pensato Sirius.”
“Oh, allora credo che devo iniziare a preoccuparmi..”
Felpato fece spallucce pensieroso. “Hai finalmente trovato di nuovo la parola, RemRem? Ti preferivo muto come un pesce.”
Peter rise e Remus bofonchiò un “Sta zitto, cagnaccio” poco convinto.
Anche James si lasciò scappare un sorriso sempre tenendo, però, il naso incollato alla pergamena.
Alla fine del corridoio, Potter si animò. 
“Eccoci arrivati, ciurma.”
Sirius si fermò al suo fianco, in una posa solenne e scultoria. “Devo dire che agire a fin di bene mi fa uno strano effetto.”
“Oh, hai ragione Felpato.. Lunastorta deve essere molto fiero di noi.”
“Lo sei, RemRem?”
“Ma certo che lo è, Sirius! Noi siamo i suoi protetti..”
“Hai ragione Ramoso, lui è la nostra mammina.”
“Siamo proprio fortunati.”
“Oh, esatto. Con una mamma del genere è normale che noi siamo usciti fuori così belli!”
“Esatto, Felpato.”
“Anche se io, mi dispiace dirlo Ramoso, ma sono molto più bello di te.”
“Ora non ti allargare, Sirius!”
“La verità fa male, Potter.”
James corrugò la fronte, sconvolto e infastidito insieme. “Lo sai che mi hai ricordato incredibilmente la Evans, vero?”
“Sono molto più bello della Evans io, amico!”
Remus fece roteare gli occhi, sorrise e voltò la testa verso destra per evitare di essere visto ridere da quei due scalmanati; non voleva neppure immaginare quello che avrebbero detto se lo avessero visto divertito da un loro tanto stupido battibecco. Ci avrebbe perso la reputazione, maledizione!
Peter non sembrava farsi tutti quei problemi.
“Allora Remus, cosa si fa?”
Lupin si voltò a guardare nervosamente il suo amico occhialuto. “Sei tu l'ideatore di questo piano, James. Perché mi interpelli?”
“Perché sei la la mia mammina, RemRem, e ti voglio tanto bene..”
Questa volta Remus non riuscì a nascondere un sorriso divertito. “La tua dolcezza è commovente, James.”
“Sono un uomo dalle mille risorse, lo so.”
“Uomo? Non ti allargare adesso!” stette al gioco.
Sirius ghignò, si guardò le mani e sfilò la mappa dalle mani del suo migliore amico.
“Ma come, tu mi hai partorito e neppure sai se sono maschio o femmina, mammina?”
“Questa era patetica, James.”
Potter fece spallucce, guardò Black che si incamminava silenziosamente verso destra e ghignò amaramente. “Può darsi amico, ma ehi ti ho fatto ridere prima della luna piena e solo Merlino sa quanto tu sia intrattabile in questo periodo! Posso essere beatificato per questo, lo sai vero? 
Remus fece spallucce e sorrise; immancabilmente pensò che James era assurdamente infantile e fastidioso, ma quella volta aveva ragione. Se c'era una cosa che Potter era in grado di fare era indubbiamente l'amico. 



Frank Paciock era un ragazzo troppo alto per la sua età, troppo massiccio e troppo apparentemente vecchio. Aveva delle orecchie leggermente a sventola e una mandibola quadrata e marcata molto evidente per poter sperare di passare inosservata. Indubbiamente non poteva essere considerato un bel ragazzo, ma aveva dei lineamenti simpatici che erano diventati il suo punto forte.
La sua stazza era troppo grossa per poter entrare senza problemi sotto al mantello dell'invisibilità e le caviglie di James erano visibili anche al più miope degli esseri umani. Fortunatamente nessuno prestò loro abbastanza attenzione. 
“Ahia Potter! Mi hai pestato il piede.”
“Cazzo Ramoso, Frank ha ragione. Guarda a terra mentre cammini!”
“Felpato, il mantello è il mio!”
“E i piedi sono i miei.”
“ Zitto Sirius!”
“Oh andiamo RemRem, smettila di fare il santarellino. Anche tu non sei tanto leggero, lo sai?”
“La tua finezza è commovente, Sirius, davvero..”
“Grazie Lunastor-AHIA! Merlino Peter, stai attento!”
“Scusa Sirius..”
“Smettila di mortificare Peter, Sirius!”
“Smettila di farmi la paternale, Remus.”
“Se ti comporti come un bambino, dovrò pur comportarmi come un padre.”
“Ramoso, di a RemRem di finirla.”
“Non ti sai difendere da solo, Black?”
“Taci Paciock o giuro su quanto ho più caro che ti spedisco nelle grinfie di Gazza.”
“Non sono più un alunno della scuola; Gazza non mi fa più alcuna.”
“E cosa vuoi che gli importi a quel lurido vecchietto? Resti pur sempre materiale torturabile, giusto Ramoso?”
James non gli rispose, abbassò la testa sulla Mappa del Malandrino che teneva sotto il naso e corrugò la fronte. Era raro, molto raro in verità, vedere James Potter così concentrato su qualcosa che non fosse il Quidditch,se stesso di fronte uno specchio o se stesso di fronte uno specchio mentre giocava a Quidditch. 
Remus si avvicinò lentamente al suo amico e fece uscire, involontariamente, un piede da sotto il mantello.
“Cosa succede, James?”
Potter fece spallucce, quasi fosse annoiato. “E' solo che.. lei non c'era qualche istante prima. Ne sono sicuro: ho controllato tutto il tempo.”
Sirius si rivolse completamente a loro lasciando in sospeso il suo battibecco con Frank. “Chi? Chi? Chi?” si animò all'improvviso.
“La McGranitt?” suggerì Peter, la vocina sottile e delicata che a stento si sentiva.
“Auch! Questo è un colpo basso, Pete. Io speravo davvero fosse una bella ragazza.” si lamentò Black, con fare da primadonna.
Remus fece roteare gli occhi annoiato, posò una mano sulla spalla di James e si sporse meglio a controllare sulla mappa che il ragazzo pareva intenzionato a non voler mollare. Improvvisamente capì come mai James si fosse così agitato in poco tempo.
“Jam, è solo Lily!” lo riproverò con un sorriso divertito.
“La Evans?”
“Cosa vorresti dire con solo Lily, Remus?”
Lupin arrossì vistosamente e si nascose dietro il colletto del mantello. “Io.. non prenderla a male, James! Anche io voglio bene a Lily, ma mi hai fatto prendere un colpo..”
Ci ha fatto prendere un colpo.” si intromise Frank.
“Pensavo fosse la McGranitt.” si lamentò debolmente Peter, ancora.
Sirius sbuffò ignorando la delusione che la voce di Minus non cercò neppure di celare; alcune volte non riusciva a capire se Peter avesse il terrore o nutrisse una profonda ammirazione nei confronti della loro Minnie.
“Meglio la Evans che quella vecchiaccia della McGranitt. Almeno lei è fresca, giusto Jam-?”
Potter gli lanciò uno sguardo inferocito da dietro le lenti spesse e tonde e Black non terminò la frase, alzò le mani in segno di resa, e borbottò un “è tutta tua, tranquillo” particolarmente convinto e privo di entusiasmo.
Potter si morse le labbra infastidito eppure non commentò, poi si passò una mano tra i capelli.
“Sta venendo da questa parte..” si lagnò come un bambino in procinto di scoppiare a piangere.
“Non ricordavo James avesse paura della Evans” commentò debolmente Paciock “Quante cose sono cambiate in un solo anno!”
“Io non ho paura della Evans” guance gonfie e viso rosso;James si sentiva incredibilmente in imbarazzo.
“Ah no?”
“Certo che no! E' solo che.. il mantello è troppo piccolo per tutti e cinque. Ci vedrà assolutamente.”
Black sorrise. “E allora? Esci da qui, James, vai dalla tua bella e distraila con un cocente bacio appasiona-”
Remus lo bloccò con un gesto fermo della mano. “Ignoralo James, per favore..”
“EHY!”
“Mi era mancata Hogwarts, sapete ragazzi?”
“Oddio James, la Evans è vicinissima. Che facciamo?”
“Zitto Pete, non mettermi ansia.”
“Che facciamo? Sirius, che facciamo?”
“Peter, taci! Rompi le scatole a Paciock!”
“Ehi, io sono un ospite in questa scuola. Ospitalità zero voi quattro, eh?”
“Giusto, scusa Frank. Pete, rompile a Remus.”
“Onorevole da parte tua Sirius, grazie davvero.”
Black gli fece un occhiolino divertito. “Di niente, RemRem; non venirmi a dire che non ti penso o che non ti faccio mai regali.”
Remus cosse la testa fingendosi scocciato mentre in realtà era profondamente divertito, si sentiva a suo agio e spensierato quando era con i suoi amici.
Avrebbe per sempre conservato nella sua memoria e nel suo cuore quello che loro avevano fatto per lui, quello che ancora continuavano a fare.
“La Evans! La Evans!” si lamentò ancora Peter, una mano posata sul braccio di James per vedere meglio sulla mappa.
Potter gli diede uno spintone. “Non ti appoggiare, Pete! Mi metti ansia.”
“Scusa James” Minus abbassò la testa sentendosi fastidiosamente in colpa per aver anche solo provato dare noia a quello che lui vedeva come un mito.
James gli sorrise presto, di un sorriso caldo che sapeva di scuse.
“Allora Ramoso, vai o non vai dalla tua bella?”
Il quattrocchi si passò una mano stancamente sul volto, come una vittima che ingiustamente si avvia lungo il suo patibolo. Il boia lo attendeva, con i capelli rossi e incredibili occhi verdi.
“La Evans mi ammazzerà..”
“Lo so, amico, ma in periodo di guerra ci sono sempre delle vittime.”
“Smettila Felpato! Vai tu, visto che sei tanto ottimista.”
“Ma io ho molto da offrire, Ramoso; la mia morte comporterebbe troppi tragici cambiamenti che il mondo non riuscirebbe ad accettare.”
“Il mondo o il tuo carattere narcisista, Sirius?”
Black gettò uno sguardo annoiato e infastidito a Remus, poi storse la bocca. “Vai tu, Lunastorta, che sei tanto amico di quella pazza omicida.”
“Attento a come parli di mia moglie!”
“Ma zitto tu, Ramoso, che hai anche paura della tua fantomatica mogliettina.”
Frank rise, Peter guardò i suoi pupilli cercando di appuntarsi mentalmente alcune battute divertenti da poter usare con Megan, la Tassorosso che gli piaceva.
Megan Holsen era la Lily Evans secondo gli occhi di Peter, solo più brutta,bassa e tarchiata; a renderla ancora più oscena agli occhi maschili- eccetto quelli miopi per quanto riguarda l'estetica di Codaliscia, diceva Sirius- erano i denti larghi, i capelli crespi e appunto l'altezzoso portamento alla Evans.
Peccato che lei non fosse la Evans.
“Ben detto Felpato! Vai tu, RemRem, che mia moglie ti adora.”
Lupin alzò scettico un sopracciglio, scosse la testa bionda e sospirò amaramente. “Ah, davvero? E non sei geloso, James?”
Potter sorrise. “Oh, no amico, mi fido di te.. quindi non deludermi.” poi gli diede una spinta così veloce e repentina da farlo scivolare a bocconi sul pavimento.
Il tonfo rumore del suo corpo che si accasciava a quattro zampe- come l'animale che in realtà era- fece voltare la Evans sorpresa, la quale strinse a se spastica- in mancanza dei libri lei abbracciava qualsiasi altro strumento a sua disposizione- la sua bacchetta, preoccupata forse da attacchi nemici.
Appena vide Remus, la ragazza infatti parve più rilassata e si avvicinò per aiutarlo.
“Remus! Stai bene? Mi hai fatto spaventare.”
Il biondino si alzò con il suo aiuto, si spolverò i pantaloni e rispose a bassa voce.” Scusami, Lily, ma sono caduto.”
La rossa sorrise dolcemente in un modo che James non aveva mai conosciuto, purtroppo. “Non ti preoccupare, credevo fosse Potter per questo ero allarmata.”
Lupin sorrise e, da in una parte indistinta della stanza, qualcuno sbuffò infastidito; Sirius rise simile ad un latrato e ricevette una bella gomitata nello stomaco da questo qualcuno.
“A proposito, dove sono i tuoi amichetti Rem?”
Lunastorta si guardò intorno confusamente. “Non lo so, sono appena tornato dalla biblioteca.”
Lily annuì come se lo riuscisse a capire. “Oh, bhè,io invece ci stavo andando..”
“Senza libri?” il ragazzo alzò un sopracciglio divertito.
“Potrei farti la stessa domanda, Remus.”
“Ah, certo.. ma sai.. io ho solo fatto dei approfondimenti usando dei libri della biblioteca.. sì, ecco.”
La rossa valutò attentamente se credergli o meno, poi sospirò. “Potter ti sta contagiando, Remus, fossi in te mi preoccuperei.”
“Perché?”
James, sempre da qualche parte nella stanza, cercò di captare meglio quello che i due si dicevano.
“Sei pessimo a mentire, Remus.. esattamente come lui.”
Lupin sorrise lusingato. “Non è un bene, Lily? Mentire è brutto.. specialmente agli amici.”
“Certo” la ragazza sorrise spostandosi una ciocca di capelli davanti al viso “ma è anche brutto cercare di farlo, essere beccati e continuare impietriti a mentirli. Però forse ha ragione, sai? L'onestà è una qualità che dovrebbe essere molto apprezzata di questi tempi.. Tutti sono disposti a tradire chiunque, anche gli amici.”
Stettero un poco in silenzio, poi la Evans arrossì vistosamente come se si fosse accorta solo in quel momento di essere nel pieno di una dichiarazione d'amore. “Con questo non sto cercando di fare un complimento a Potter, sia chiaro.E' arrogante, borioso, fastidioso e menefreghista. Oggi ha fatto anche piangere Alice, poverina.”
Frank, da sotto il mantello dell'invisibilità, guadò truce il cercatore e gli tirò un violento pugno sulla spalla. “Cosa hai fatto alla mia Alice, Potter?” gli domandò minaccioso. James, però, lo ignorò facendogli segno di tacere pur di continuare a bearsi della voce di Lily che pronunciava il suo nome.. anche se non in termine puramente lusinghieri.
Remus, intanto, fece spallucce e sorrise. “Tipico di James..” disse e vide la rossa aggrottare la fronte confusa, come se non riuscisse a cogliere una sola parola di quello che lui stava dicendo. 
“Intendi dire che Potter”odio profondo nella voce mentre pronunciava il suo nome “ha l'abitudine di far piangere le persone? Credevo fosse una mia priorità quella di essere portata all'esasperazione da lui!”
“Oh, no.. intendevo dire” Lunastorta si grattò a disagio il collo, pensieroso “che James tende sempre a non fare le migliori azioni, nonostante le sue intenzioni siano più che buone. Vedi, probabilmente lui in realtà non voleva far piangere Alice, ma consolarla.”
Lily scosse i lunghi capelli rossi. “Mettendole in testa l'idea che Frank possa essere morto in duello? Anche un bambino avrebbe capito che doveva tacere!”
Potter, da sotto il mantello dell'invisibilità, chinò la testa per nascondere il rossore che gli invadeva leggermente le guance.
Remus starnazzò per un po' alla ricerca di qualcosa di dire, qualcosa che fosse sensato e di senso compiuto, infine ghignò. “James è un bambinone, Lily, è un immaturo irresponsabile, ma è buono. E' forse la persona più buona che ci sia in questo mondo. Tu non sai quello che ha fatto per me, per Sirius, per Peter e per molti altri! Ecco perché tutti lo adorano, non solo perché è popolare e divertente.”
“Ah, davvero? Dimmi, Remus, cosa ha fatto di tanto magnifico il grande Potter?”
Il biondino sorrise dolcemente, un sorriso che era privo di malizia o cattiveria, un sorriso dolce e tenero che sapeva di affetto. “Lo scoprirai anche tu, Lily, devi solo dargli tempo e la possibilità. Lui fa grandi cose in mezzo a tanti disastri, bisogna solo saper guardare oltre le apparenze e i pregiudizi. “
Lily sorrise in modo gentile ma anche sarcastico, poi scosse ancora la testa come se si rifiutasse categoricamente di credergli. “Sai, è strano ma è la stessa cosa che mi ha detto Black stamattina.. solo in modo molto più.. Black,ecco.”
Remus rise in un modo che voleva essere sguaiato, ma che non perse minimamente la sua eleganza e la sua tranquillità caratteristica. “Oh, posso ben capire. Sirius è.. bhé tutto un altro discorso.”
Nonostante non fosse propriamente convinta, Lily annuì in modo vago e incerto stando ben attenta a non ferire i sentimenti di quel ragazzo che aveva imparato a considerare un buon amico.
Non sapeva cosa Remus nascondesse, ma era sicura che lui avesse qualche segreto che lo tormentava psicologicamente; lo vedeva nei suoi sorrisi tirati, nella sua pelle bianca e sempre stanca, come se fosse succube di qualche strana malattia incurabile. Nonostante tutto, Lily non riusciva a comprenderne la reale motivazione. Era sicura che Potter e gli altri fossero a conoscenza di questo suo profondo segreto e che lo aiutassero in tutto ciò che faceva, senza mai aggravarne l'esistenza; era per questo che Remus parlava tanto bene dei suoi amici fidati, di Potter e Black in special modo. C'era qualcosa che si celava dietro la loro amicizia, una colla che legava quei quattro caratteri così diversi in modo indistruttibile e quasi da considerarsi illegale. Da come ne parlava Remus, anche lei un giorno avrebbe scoperto quel lato positivo dei loro caratteri, quell'aspetto docile e maturo che anche James Potter, a quanto pare, aveva; sperò solamente di non pentirsene e, principalmente, di non ritrovarsi immischiata in situazioni più grandi di lei.
D'altronde era di Potter che si parlava, poteva benissimo aspettarsi di tutto!



“Potter! Jaames!” chiunque nel dormitorio di Grifondoro e dintorni sentì la voce poco candida e gentile di Alice rimbombare nei corridoi. James era seduto sulla sua poltrona preferita vicino al camino, Sirius seduto al suo fianco e Peter ai suoi piedi intento ad adorarlo. Teneva la testa posata sullo schienale, gli occhi chiusi e un sorriso divertito sulle labbra. Remus lo guardò di sbieco e lo rimproverò per qualcosa che aveva sicuramente detto, ma anche lui rise maliziosamente.
Nel sentire la voce squillante della Prewett, Potter si voltò a guardarla.
“Alice!” la salutò elegantemente Remus con un cenno del capo accompagnato da un saluto della mano.
Sirius bofonchiò qualcosa mentre Peter rimase in silenzio a guardarsi le scarpe quasi si sentisse imbarazzato nel suo stesso corpo.
“Ciao Remus! Sirius, Peter” Alice si rassettò gli allora lunghi capelli neri che avevano la sola intenzione di nascondere le orecchie da elfo che stonavano con il suo dolce viso, poi tornò a guardare il cercatore dei Grifondoro. “Ti devo ringraziare, James. Non so come ringraziarti, davvero!”
James alzò una mano davanti al viso, sorrise ancora- sembrava quasi che non sapesse fare altro quel ragazzo - e scosse la testa. 
La ragazza però continuò, impietrita. “Sei stato gentilissimo, James. Non so come tu abbia fatto ma..” abbassò teatralmente la voce, quasi qualcuno stesse origliando quella loro segreta conversazione e lei desiderasse farla rimanere segreta “ Ti sarò debitrice a vita.”
“Oh, ora non esagerare Prewett!”
“Non sto esagerando, Sirius! James è stato veramente gentile. Tutti voi lo siete stati, in verità. Grazie anche a te, Remus. E a te, Peter.” gli occhi di Alice erano rossi e pieni di lacrime, ma lacrime diverse da quelle della mattina stessa. La ragazza si portò una manica della felpa sul viso, aspirò forte con il naso e si strofinò gli occhi con veemenza. 
Remus fu l'unico a sorriderle dolcemente; Sirius rimase infatti con gli occhi chiusi, seppur un ghigno compiaciuto gli si disegnò sul volto mentre James la guardò attentamente senza la minima traccia di emozione sul volto. Peter, come sempre, restò in silenzio nel suo piccolo angolo di mondo.
La sala Comune dei Grifondoro era sempre un luogo abbastanza confusionario e vivace, specialmente da quando James Potter e la sua comitiva erano diventati studenti, dunque nessuno prestò loro molto attenzione. Nessuno, dunque, si accorse e avvisò gli altri dell'arrivo della Evans. Eccetto Peter, ovvio, che come sempre parlò troppo tardi.
“La Evans! Sta arrivando la Evans, James!”
Potter si voltò istintivamente verso la direzione indicata dal suo amico ma, una volta che ebbe effettuato la difficile manovra per un ragazzo tanto esplosivo e originale come lui quanto anche pigro, si ritrovò Lily perfettamente davanti.
Come sempre era bella, i capelli rossi che ricadevano armoniosi intorno al suo viso e gli occhi che lanciavano scintille luminose e colorate, mentre teneva le mani posate sui fianchi nella sua abituale posizione di guerra. Quella ragazza, pensò Sirius, aveva uni spirito battagliero ben più grande della norma.
“Alice!” urlò la rossa, con voce stridula ma felice. “Ti ho sentita urlare. Cosa ti hanno fatto?”
La Prewett si voltò a guadare la sua amica, gli occhi lucidi di lacrime. “Oh, Lily” urlò correndole incontro e abbracciandola di slancio, poi le scoppiò a piangere rumorosamente al petto tenendo gli occhi saldamente chiusi. “James è stato.. oh, Lily!” continuò, la voce sempre più rotta dall'emozione che le impediva di parlare.
La Evans la strinse fra le braccia chiudendo le mani sulle sue esili spalle, poi lanciò uno sguardo di fuoco al cercatore che distolse gli occhi imbarazzato iniziando, successivamente, a fischiettare simulando innocenza.
“Cosa hai fatto adesso Potter?”
“Niente.. io.. io non ho fatto nulla.”
La Evans roteò lo sguardo arrabbiata. “Oh certo. Perché allora sta piangendo ancora? Non ti è bastato farla disperare questa mattina, Potter? Ti risulta così difficile stare qualche istante della tua esistenza fermo, senza cercare di rovinare la quiete degli altri?”
Sirius aprì distrattamente gli occhi fermandosi a guadare la rossa con disprezzo. “Calma Evans, mangia meno limoni a colazione e vedrai che soffrirai anche meno l'acidità di stomaco.”
“Al diavolo, Black! Sono sicura che c'è anche il tuo zampino. Far piangere Alice, ma dico cosa diamine vi ha fatto? Sapete solo infastidire le persone, Serpeverde o meno che siano.”
“Oh bhé, i Serpeverde non fanno testo, Evans.”
“Taci Black, fai più bella figura a restare in silenzio. L'aria che entra nella tua bocca rischia solo di soffocare il tuo unico neurone.”
Sirius fischio. “Accidenti Evans, quanto siamo feroci.”
“Ti sottrarrei punti se solo sapessi servisse a qualcosa, Black. E tu, Potter, smettila di guardarmi con quella faccia da cane bastonato: Alice sta piangendo per colpa tua!”
In quel momento la Prewett alzò lo sguardo dal seno della sua migliore amica, puntò i suoi occhi neri in quelli verdi della Evans e sorrise. Poi si pulì gli occhi con la manica della sua grande felpa, una felpa che Lily non ricordava mai di averle visto addosso; era mascolina, infatti, e sembrava appartenere ad un uomo di cinque taglie maggiori a lei. 
“No Lily!” cercò di dire la ragazza simile ad un elfo “hai capito male. James mi ha aiutato! James.. lui mi ha portato Frank!Ho potuto rivedere il mio Frank, Lily! Come bello, il mio Frank. Il mio Frank! E' vivo, Lily! Come è bello!”
La Evans non poté negarsi un pensiero fugace circa la sanità mentale della sua amica- non poteva sapere che allora lei era ancora sana rispetto a come sarebbe stata nel futuro, purtroppo, quel futuro che avrebbe cambiato tutto il destino che stavano infantilmente costruendo nello loro menti.- 
Lily si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, arrossì imbarazzata e sospirò. “Cos- Cosa hai fatto Potter?”
James per la prima volta nella sua vita sentì un tono di voce diverso della Evans, un differente modo di rivolgersi a lui stesso, non cattivo e infastidito quanto più.. curioso e interessato. Nonostante lo avesse chiamato ancora per cognome seppe che quello era già un profondo traguardo.
Il ragazzo la guardò attentamente facendo sì che i loro occhi di colore e intensità completamente differenti si mischiassero in una tonalità totalmente sconosciuta,poi fece spallucce e le sorrise debolmente. 
Lily lo guardò attentamente aspettando che lui iniziasse a raccontarle quella sua gesta- forse l'unica azione positiva che aveva fatto da quando era nato-, ma diversamente James si alzò dalla sua comoda postazione sulla poltrona e le voltò le spalle. Non lo fece con arroganza, con cattiveria o superbia, lo fece perché un colore rossastro gli invase le guance e lui voleva evitare che la Evans potesse cogliere quel suo lieve imbarazzo. Amava la sensazione degli occhi di Lily sul suo corpo, ma lo turbavano profondamente in un modo da ritenersi quasi illegale. 
Si avvicinò a Alice, le scompigliò i capelli e le lasciò un bacio sulla fronte; quel suo gesto del tutto naturale e spontaneo la fece sorridere e anche Lily si ritrovò nuovamente confusa e sorpresa, come se avesse davanti la fantomatica piovra gigante che aveva sempre menzionato per rifiutare i suoi numerosi tentativi di appuntamento.
Era la prima volta che James Potter non si vantava di qualche sua azione, brillante o stupida che fosse; era sempre stato così borioso da poter essere paragonato a quei bambini neonati che imparano a fare i bisognini nel vasino e iniziano ad urlarlo a tutto il vicinato, euforici. Ecco, James Potter era un bambino isterico che impara a fare la pupù nel vasino. Ma quella volta, pensò Lily, era stato diverso, oserebbe dire anche più maturo, perché aveva saputo distinguere la vanità e il gioco dalla realtà e da una buona azione. Anche Potter aveva un cuore, si disse per la prima volta, perché era riuscito a farne buon uso diversamente da come aveva sempre creduto.
Forse Remus aveva ragione quando le diceva che James era l'essere più immaturo della terra, ma anche il ragazzo dal cuore più grande che il pianete avesse mai ospitato. Certo, fargli questo grande complimento anche se solo mentalmente la fece ridere, ma doveva ammettere che James Potter era stato un amico leale e un buon ascoltatore. 
Non sapeva come avesse fatto, ma era riuscito ad aiutare la sua amica Alice e questo stava a significare che era stato disposto a infrangere le regole per una motivazione ben più costruttiva del fare uno scherzo a Severus.
Lily si accorse di aver sbarrato la bocca in un muto urlo di sorpresa, cercò di riprendersi al più presto continuando ad accarezzare le spalle di una Alice ancora emozionata e si voltò a guardare Remus.
Remus Lupin la guardava e rideva. 
“Tranquilla Lily, non ha fatto niente di male. Avrà anche infranto una quindicina di regole portando Frank ad Hogwarts nonostante non sia più uno studente, ma aveva buone intenzioni ed è stato molto cauto. Non c'è bisogno che tu lo punisca.”
La Evans annuì, gli sorrise e si aggiustò i lunghi capelli rossi dietro l'orecchio evitando di rispondergli che non aveva minimamente preso in considerazione l'ipotesi di denunciare Potter alla McGranitt e metterlo in punizione quella volta.
Forse, se solo fosse stata un po' meno orgogliosa e testarda, lo avrebbe dovuto anche ringraziare.


* La Mappa non sbaglia mai è un chiaro rifermento alla frase detta da Sirius nel terzo film della saga (non ricordo bene se questa frase c'è anche nei libri, mi spiace.)

Salve a tutti gente! So che può sembrare un capitolo privo di senso, ma non è così. Piano piano, cercando di non risultare patetica nel modificarlo troppo e tutto insieme, sto delineando altri aspetti del carattere di James. 
Qui viene descritta la sua bontà, la sua gentilezza e il suo grande cuore.
Come anche Sirius ha fatto, pure Remus ha dato la sua personale interpretazione di James alla Evans; non solo Lupin lo vede come un figlio da dover accudire e tenere sotto occhio, ma anche come un grandissimo ragazzo che darebbe la sua vita per quella dei suoi amici. Purtroppo, però, i suoi amici- specialmente un inutile topastro-non faranno lo stesso per lui nel suo immediato futuro.
In questo capitolo, specialmente nella fine, Lily comprende forse davvero quanto vasto possa essere il cuore di James.. anche se solo in minima parte. Non si innamorerà, non cambierà opinione di Potter da un momento all'altro, solamente inizierà ad aprire gli occhi e forse ad intravedere un po' di quella che tutti le descrivono ma che lei si ostina a non vedere.
Non ho descritto l'incontro di Frank e Alice perché questa storia riguarda i Malandrini, non i due coniugi Paciock e anche perché la storia avrebbe preso una piega che non voglio affatto darle? L'incontro di Alice e Frank, d'altronde, può essere considerato abbastanza monotono e prevedibile: Alice piange, Frank la bacia, si dichiarano amore eterno e lei piange, lo abbraccia, bacia e ripiange.
Patetico, appunto.
Non voglio dare l'immagine di una Alice debole -anche perché sono convinta che per resistere tanto assiduamente al Cruciatus di Bellatrix lei debba essere la donna più coraggiosa dell'intero pianeta- ma diversamente la voglio descrivere come una ragazza emotiva e profondamente innamorata, forse leggermente meno determinata di Lily ma ugualmente forte e di polso.
La Evans è più testarda ed orgogliosa della Prewett, senza ombra di dubbio.
Nel prossimo capitolo James tornerà quello di sempre e ritorneranno ad essere fondamentali anche le famose regole stipulate con Remus, che verranno ignorate ma che risalteranno le qualità di Potter in ben altro modo.
Lily cambierà definitivamente opinione del cercatore, in un modo o nell'altro, anche se non nel prossimo capitolo.
Vi ringrazio per le bellissime parole, per fermarvi a leggere e per inserire la storia nella vostra lista delle preferite/ricordate/seguite.
Vi ringrazio profondamente e vi sono debitrice perché riuscite a strapparmi un sorriso soddisfatto e orgoglioso.
L'appuntamento con il prossimo capitolo è, come sempre, per Lunedì/Martedì prossimo.
Risponderò a tutte le vostre stupende recensioni, sia vecchie che nuove se ci saranno.
Con tanto affetto, devozione (e caldo), Manu ;)

 

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Capitolo 5
*** Tra moglie e marito meglio non mettere il dito. Ma tra la cameriera del proprio migliore amico, qualcosa ci si può anche infilare! ***


Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I

 

 

"Ragazzi, ho una domanda da farvi."
"Spara Felpato, sono tutte orecchie." James Potter fu l'unico ad alzare gli occhi dalla sua colazione, sollevare un sopracciglio e dimostrarsi quanto meno interessato a quello che voleva dire il loro amico. Tutta la tavolata dei Grifondoro ignorò il rampollo dei Black, sia perché aveva troppa fame per dedicarsi a qualcosa che non fosse cibo, sia perché era risaputo che la bocca di Sirius potesse partorire solo geniali cavolate.
Geniali, sì, ma pur sempre inutili stupidaggini. 
"Ma secondo voi... la nostra Minnie è lesbica?"
Remus alzò lo sguardo dal suo succo di zucca, rivolse un occhiata di sufficienza al suo amico, poi tornò a bere. Alcune volte, se lo diceva anche da solo, si chiedeva perché mai frequentasse gente di quel calibro.
Era intelligente, poteva benissimo aspirare a meglio.
Potter si finse pensieroso. "Oh, Felpato, ma cosa vai dicendo? E' risaputo che lei e Silente hanno una relazione basata sul sesso bollente, consumato selvaggiamente sulla scrivania del preside!"
Il suo tono di voce fu così coinvolgente e sicuro da suscitare l'interesse di Peter. E si sa, quando Peter alza lo sguardo dal cibo, significa che si sta parlando di qualcosa di veramente interessante. O che i viveri sono ormai finiti.
"Davvero James? E tu come lo sai?" 
"Oh andiamo Pete, lo sa tutto il castello ormai. Il mondo acclama la loro unione! E un giorno, credi a me che sono James Potter, loro due si sposeranno."
"Ma sono vecchi!"
"Moriranno un attimo dopo essersi dichiarati amore eterno, ma lo faranno. E io e la Evans, quello stesso giorno, battezzeremo il nostro Willy."
"Willy?"
"Nostro figlio, Felpato. Che domande fai?"
Sirius storse la bocca, sbatté i pugni sul tavolo e si alzò rapidamente. "Mi rifiuto di battezzare un poppante che si chiama Willy!"
"Lui non sarà un poppante, Sir. Sarà mio figlio! Insomma, il figlio di James Potter sarà ricordato in eterno: lui sarà un eroe in tutto il mondo magico, esattamente come suo padre."
Remus sollevò nuovamente lo sguardo dal suo piatto, stanco di udire la voce di uno dei suoi migliori amici dire baggianate. Non che James facesse altro dalla mattina alla sera- anche la notte, qualche volta, quando si impegnava, riusciva a stupirlo- ma quella volta stava esagerando. Aveva ancora la sua ultima perla di saggezza riguardante la clandestina relazione dei loro insegnanti che rimbombava nella sua testa, come lo sfarfallio di un boccino. E i suoi, di boccini intendo, stavano vorticosamente girando; non era indubbiamente una buona giornata per infastidirlo. 
"Oh, bene, sentiamo James... per cosa dovresti essere ricordato tu, dal mondo magico, tra una ventina di anni? Quale assurdo premio immaginario ti sei consegnato nella tua contorta, piccola e limitata mente di cervide?"
James sorrise, gli occhiali storti e in bilico sul suo naso lievemente troppo lungo. "Per la mia innaturale bellezza, Remrem. E per il mio carisma, ovviamente. E anche per la mia simpatia, generosità, per il mio altruismo e per la mia insuperabile voglia di fare. E sì, anche per le mie smisurate doti... non solo da mago, per intenderci."
Sirius cercò di trattenere una risata lievemente troppo forte, ma le sue mani chiuse a coppa davanti alla bocca riuscirono solamente ad amplificare il suono; Peter arrossì, imbarazzato anche lui dall'audacia del suo amico-idolo. 
Remus, invece, storse la bocca in un tic lievemente nervoso, che sarebbe sicuramente sfociato in qualcosa più preoccupante nel corso dei prossimi anni. Come, per esempio, lo stringere convulsamente una corda intorno al collo dei suoi migliori amici... 
Alcune volte quel pensiero gli dava forza, si ritrovò a pensare maleficamente.
"Sei modesto, amico."
"Solo terribilmente realista, Felpato. Alcune volte mi chiedo ancora perché la Evans mi odi tanto. Guardatemi, sono perfetto! Sono un asso nel Quidditch, forse il migliore della scuola...che dico, io sono il migliore della scuola!"
"Del mondo, James. Tu sei il migliore del mondo!"
"Giusto Pete! Io sono il migliore del mondo. E poi? Oh, sì, sono anche bello. Sono miope, vero, ma i miei occhiali hanno un fascino innegabile."
Remus non riuscì, almeno questa volta, a trattenere un sorriso. "Sono comunissimi occhiali tondi, James."
"Non sono comunissimi occhiali tondi, RerRem, ma sono gli occhiali tondi di James Potter. Quale altra garanzia pretendi per capire che questa montatura è terribilmente fashion?"
Sirius annuì convinto, posando una zampa sulla spalla del suo gemello mancato e scuotendo la testa elegante. Il suo sguardo sembrava dire "hai ragione amico, non c'è più religione in questo mondo."
Potter apprezzò il conforto del suo migliore amico e gli sorrise con quel suo sguardo da bambino dolce ma ingannatore, perché James non era più un bambino innocente. Perché lui probabilmente non lo era mai stato, neppure in fasce.
"E infine, come se le mie già decantate qualità non fossero già abbastanza per condurre ogni singola donna all'altare, io sono anche terribilmente dotato. Giusto Rem? Ho o non ho un intelligenza sovrannaturale? Ammettilo, io sono un genio!"
Remus non nascose un sorriso sulle sue labbra sottili e magre. "Un asso a combinare danni, questo sì. Credo che la tua mente sia la più geniale sotto quel punto di vista."
"Ecco, hai detto bene RemRem: la mia è un arte. E probabilmente, non per vantarmi, anche perché io odio farlo, sarei anche un perfetto Auror. E un marito ideale. E un padre esemplare. E un amante strabiliante."
"Qualcos'altro Potter?"
"Assolutamente sì. Sono anche un amico fantast-"ma la voce gli morì in gola, perché il suo cervello- seppur lento, seppur offuscato dalle manie di protagonismo, seppur contorto e inutilizzato-riuscì ugualmente a registrare quella voce.
Chi altri al mondo riusciva ad essere stupendo anche mentre pronunciava il suo nome con totale disprezzo?
Lily Evans,la madre dei suoi futuri figli, la donna che avrebbe stretto-presto o tardi, ma lei lo avrebbe fatto- la sua mano nella propria, era quella persona.
Un brivido di puro terrore misto all'eccitazione percorse la spina dorsale del ragazzo.
Si lanciò uno sguardo intenditore con la sua coscienza, alias Remus Lupin, poi deglutì rumorosamente. Era una visione esilarante vedere James Potter imbarazzato e in difficoltà, pensò la Evans silenziosamente.
Ma purtroppo, come ogni bellissimo momento, anche quello era destinato a terminare; dovettero passare solo alcuni istanti di pura goduria prima che Potter ritrovasse l'uso della parola, si animasse e iniziasse a rovinarle l'esistenza.
Sembrava non sapere fare di meglio.
"Buongiorno mio dolce fiorellino, non ti avevo visto arrivare. Strano che il tuo grazioso odore non abbia invaso le mie narici, nate solamente per deliziarsi della tua gratificante fragranza."
Lily ruotò gli occhi, si sedette il più lontano possibile dal ragazzo e iniziò a sorseggiare un po' di Succo di Zucca. Rimpianse amaramente di avergli rivolto la parola. 
"Sta zitto Potter. Non sono qui per udire i tuoi sonetti mal riusciti, anche perché sono oltremodo orribili."
James corrugò la fronte, un espressione indecifrabile sul volto; non era offeso, non era confuso, ma solamente curioso."Ah, no?"
"Assolutamente no, Potter. E prima che tu me lo chieda, non verrò ad Hogsmeade con te il prossimo mese!" lo anticipò con freddezza, perché dopo ormai sette anni riusciva tranquillamente a prevedere tutte le sue mosse.
Sirius Black trattenne uno sbadiglio, si legò distrattamente la cravatta intorto al collo e, senza distogliere lo sguardo dalla sua camicia lasciata volutamente sbottonata, ruttò un "e allora cosa vuoi, Evans? Se intendi infastidirci con la tua stupida presenza ti conviene metterti in fila, perché RemRem si è già prenotato per i prossimi cinquant'anni. E tu, a differenza sua, sei veramente inutile." 
Lily alzò lo sguardo sul suo, incrociando quei terribili occhi color ghiaccio privi di luce propria. Probabilmente il Titanic, urtando contro l'iceberg, aveva trovato una fonte di calore maggiore rispetto a quella che sapevano dare le iridi di Sirius in quel momento. Lesse odio, lesse disprezzo e rancore; aveva visto le stesse emozioni riflesse solo negli occhi di sua sorella Petunia dopo averle dato del mostro.
Si infuriò, forse sia con lui che con lei, sua sorella, perché allora era stata troppo piccola per reagire adeguatamente a quel suo insulto. Ora aveva diciassette anni, era grande e sapeva difendersi... Sia con che senza bacchetta.
"Mi spiace ricordati che il mondo non gira intorno a voi, Black, per quanto tu possa essere convinto del contrario. Purtroppo ho avuto lo spiacere di finire nella vostra stessa casa, dunque sono costretta ad essere seduta al vostro tavolo. Se ti fa dormire più tranquillamente, però, sono lieta di informarti che mi farei staccare violentemente un braccio senza anestesia pur di non vedere mai più la vostra faccia."
Lily finse di ignorare il calcio che le tirò Alice seduta di fianco a lei, anche perché era troppo concentrata a maledire Potter in tutte le lingue che conosceva per dedicarsi ad altro. Seppur in quel momento James non avesse fatto nulla, lei era indubbiamente arrabbiata con lui, perché era lui la rovina della sua vita.
Era lui, infatti, che si circondava di amici tanto stupidi quanto imbarazzanti come Sirius-sono figo solo io-Black.
Era lui che la faceva innervosire solo con la consapevolezza che stavano respirando la stessa aria.
Era lui che le aveva fatto rovinare l'amicizia più importante della sua vita, quella con Severus, perché nonostante fossero passati ormai due anni, ogni giorno il suo odio aumentava nei confronti di Potter e della sua stupida bravata che le aveva cambiato per sempre l'esistenza.
Lily credeva che ogni disgrazia che accadesse al mondo fosse colpa di James, anche quelle di cui lui ignorava l'esistenza; era fermamente convinta che il suo scopo nella vita fosse quello di sconvolgere l'equilibrio terrestre. Probabilmente una sua alleanza con Voldemort sarebbe stata micidiale per la sanità mentale di chiunque essere vivente, Silente compreso.
La ragazza si spostò una ciocca di capelli rossi dal viso, flesse le gambe sotto il tavolo e infine decise di alzarsi, nonostante fosse arrivata solamente da qualche minuto, perché la vicinanza di quei trogloditi le mandava il cervello in tilt. E lei aveva sempre creduto di essere una ragazza razionale, una di quelle che non risponde alle provocazioni di esseri mentalmente inferiori; quel giorno a causa di Black aveva avuto la certezza di essere impulsiva esattamente come Potter e la cosa la spaventava. La disgustava anche. 
Con un rapido movimento scavalcò la panca sulla quale era seduta, poi si aggiustò la gonna e salutò rapidamente Alice, Eveline e infine Remus. Si dispiacque nel pensare che offendendo Black aveva insultato anche Remus, ma purtroppo li odiava e non era riuscita a contenersi. Sperò che il suo amico la riuscisse a comprendere poi, senza aspettare altro, spaventata da una plausibile reazione di Potter- si ricordava ancora alla perfezione quando l'anno prima, dopo una sua fuga molto simile a questa, lui l'aveva seguita per tutto il castello ininterrottamente-se la diede a gambe levate. Letteralmente. 
Scappò talmente velocemente dalla sala da non udire gli insulti che James rivolse a Sirius per averla in qualche modo offesa. O forse, semplicemente, finse di non udirli perché in quel caso, per la seconda volta in pochi giorni, avrebbe avuto la conferma che Potter, infondo, aveva un cuore, dei sentimenti e dell'umiltà che, da bravo animagus, riusciva perfettamente a camuffare. O forse era semplicemente lei la cieca che si limitava a non volere vedere quello che in realtà lui era sempre stato,seppur infantilmente.

 

 

 

 

Lily strinse più forte a se il libro di Trasfigurazione, come se fosse uno dei migliori incantesimi di protezione che ci fossero al mondo, mentre nella mente ripeteva instancabilmente un vecchio incantesimo che le era stato insegnato quella mattina a lezione.
Sorrise, si arrestò nel mezzo delle scale che l'avrebbero condotta nella Sala Comune, poi riprese a camminare serenamente. 
Quando però, purtroppo, si accorse che non poteva più tornare indietro perché ormai era arrivata a destinazione, lo vide.
Era lì, avvolto nella sua divisa rosso-oro consumata, il sorriso sghembo tra le labbra e un aria canzonatoria.
Lily lo odiava.
Lily odiava Sirius Black.
Lo guardò per quelli che parvero lunghissimi istanti, studiandosi reciprocamente, poi la ragazza decise di regalargli la sua più semplice indifferenza e lo sorpassò con fare altezzoso.
Black sorrise ancora, sicuro di se stesso.
"Se continui a camminare con quel nasino per aria, Evans, rischierai di andare a sbattere contro qualche albero a lungo andare.."
Lily si bloccò, non si voltò, non gli rispose. Avrebbe voluto dirgli che qualsiasi albero sarebbe stato migliore di lui perché, nonostante lui si ritenesse un gran fusto, di certo non sapeva dargli la stessa ombra e tranquillità del suo bellissimo salice nel giardino di Trasfigurazione.
Black sapeva solo romperla, la tranquillità!
Avrebbe quasi voluto mandarlo a quel paese, perché Lily era seriamente convinta che lui e Potter solo lì potessero andare, ma la sua buona educazione la trattenne sul più bello. E poi rispondergli avrebbe significato dargli soddisfazione, e lei odiava mostrarsi debole, come una marionetta che si chinava perfettamente quando e come lui voleva. 
Si voltò, lo sguardo freddo e distaccato. "Cosa vuoi Black? Il mio tempo è prezioso, troppo per essere sprecato con uno come te."
Il ragazzo sorrise in modo enigmatico, come se non si fosse offeso, perché probabilmente non lo aveva davvero fatto. "Sei una delle ragazze più modeste di questo mondo, Evans." le disse sarcastico.
Lily sollevò un sopracciglio. "Strano! Mi chiedo allora perché ci ostiniamo ad essere così maledettamente diversi, Black, visto che a tuo parere siamo così maledettamente simili. Oh, dimenticavo, è del tuo parere che si parla e quello non conta mai!"
Sirius alzò le mani davanti il volto come per scusarsi, poi fece qualche passo indietro come scottato. Lily esultò interiormente. 
"James dovrebbe vederti adesso, Evans: sei così acida che lo faresti scappare e probabilmente riusciresti a far scappare anche me, se solo non fossi così indifferente a quello che dici."
"Siamo d'accordo su un'altra cosa allora, Black. Potrei rivalutarti se solo tu fossi un tantino meno... Black, appunto."
La Evans si strinse ancora il libro al petto a mo' di arma, perché la faceva sentire protetta il sapere che quel grandissimo tomo sarebbe potuto essere usato come strumento di tortura su quel cavernicolo che era Sirius Black. E anche perché era bello essere circondati almeno da una cosa intelligente in quel momento.
Fece per andarsene, stanca di quegli occhi grigi e impertinenti che la guardavano, studiavano, analizzavano e offendevano ancora. Era stanca di quella voce e di sprecare il suo tempo! Ora che Voldemort era salito al potere non sapeva neppure se l'indomani si sarebbe ancora alzata, dunque non voleva sprecare un minuto del suo preziosissimo tempo a parlare con quell'uomo Sapiens Sapiens molto poco Sapiens. 
Purtroppo, però, lo yeti ebbe cuore di fermarla ancora, perché darle aria sembrava una cosa troppo sensata e intelligente per essere anche solo pensata da uno del suo calibro intellettivo.
Lily non voleva credere che come Potter lui vivesse solo per rovinarle la vita, perché nel suo singolo caso era più propensa a credere nella sua totale stupidità. E delle volte riusciva anche a farle quasi pena. 
"Evans, aspetta, dove credi di andare?" le disse infatti Black, un sorrisino da persona poco sana dipinto sul volto.
La ragazza si fermò, alzando gli occhi al cielo, pregando Merlino di farla tornare ad essere serena un giorno. E quel giorno sarebbe venuto solo quando avrebbe smesso di frequentare quel gruppo di scalmanati. 
"Cosa vuoi, Black? Sono stanca della tua presenza, della tua voce e del tuo respiro. Parla, se sei in grado di farlo, o taci per sempre. Ti prego, taci."
Sirius sorrise ancora, divertito. "Se continui ad essere così acida non mi convincerai mai a chiederti scusa, sai Evans?"
Lily sollevò un rosso sopracciglio, ma lui non potette vederlo. Cosa?, pensò.
Le sue mani tremarono sotto quella frase uscita dalle sottili labbra del ragazzo come se fossero stato un normale respiro, e dovette cercare appiglio in quel semplice libro per non far eruttare definitivamente tutta la sua pazzia. 
Perché stava diventando pazza, ne era sicura ormai. 
"Io non le voglio le tue scuse, Black, quindi non ti sforzare. Non vorrei essere la causa di un tuo ulteriore declino mentale!"
Sirius le si avvicinò, lentamente, posandole la mano sulla spalla come si fa con un vecchio paziente pazzo. Alla fine era lei che veniva compatita, non viceversa! Assurdo!
"Non credere che io mi scusi con te perché voglio, Evans, ma perché debbo. James è così arrabbiato con me dopo quello che ti ho detto da non rivolgermi più la parola. E James è mio fratello, Lily, lui è la mia famiglia."
Era la prima volta che Black dimostrava un po' di intelligenza, perché era il primo discorso che sembrava avere un netto logico. Nessuno, a memoria d'uomo, aveva mai sentito la sua voce incrinarsi dall'emozione quando parlava di qualcuno che non fosse lui.
Lily si ritrovò a pensare che doveva volere davvero molto bene a Potter!
"Non pensare che il mio odio nei tuoi confronti sia scomparso, Evans. Resti comunque una saccente rompiscatole e spero che il mio migliore amico smetta di sbavarti dietro, perché tu non lo meriti, ma purtroppo lui non sembra intenzionato a lasciarti stare."
Sirius mosse qualche altro passo, la sorpassò, raggiunse il ritratto della Signora Grassa con poche ampie falcate, come se volesse uscire e lasciarla sola. Finalmente, avrebbe pensato Lily in una situazione diversa, ma in quel momento era pietrificata dalla visione di quel Black umano. E innamorato, perché Black era seriamente innamorato del suo migliore amico, come se fossero fratelli. Anzi, Lily dubitava che Petunia l'avesse mai venerata così tanto!
"E sappi solo una cosa, Evans..."
"Cosa?" domandò lei, un filo di voce impercettibile e rauco. Sembrava quasi che avesse paura; la presa sul libro di trasfigurazione andò scemando. 
"Quando capirai anche tu di amare James, perché un giorno lo farai, ne sono sicuro, capirai di non essere mai stata felice prima d'ora. James ti farà capire il vero significato di vita e rimpiangerai tutti gli insulti che gli stai gratuitamente regalando. E solo quel giorno, sappilo, io ti rivaluterò... perché in quel caso farai felice la mia famiglia e io gioisco sempre davanti le gioie di chi amo!"

 

 

 

 

"Ramoso, potresti smetterla di tenermi il muso? Dovresti consolarmi, fratello, non odiarmi anche tu. RemRem basta per un esercito di persone, senza contare che anche tutta la mia famiglia gioirebbe davanti il mio corpo appeso ad un ceppo."
James alzò lo sguardo dal suo libro di incantesimi- e già solo il fatto che Potter studiasse bastava a far venire i capelli bianchi a Lupin- per poi riportare la sua attenzione tra le gialle pagine macchiate di inchiostro e appunti vari.
Sirius sospirò.
"Andiamo Jam! Non guardarmi come un cervo bastonato. Sono io, no? Il tuo grande amico! Non mi hai trattato con tutta questa sufficienza nemmeno quando mi hai beccato a letto con la tua ragazza, tre anni fa."
Remus riemerse da quel momento di tranquillità e gioia che si stava godendo interamente, perché adorava quei rari momenti in cui i Malandrini non urlavano o scalciavano come scalmanati. Questi episodi erano così rari da essere unici... Perché quella era una delle poche volte che James e Sirius litigavano.
Gli dispiaceva saperli in contrasto, ma era anche così piacevole stare ad ascoltare- per una sola volta nella vita- il russare indistinto di Peter dall'altra parte della stanza. Si era quasi dimenticato, pensò, che sapore avesse il silenzio!
James continuò a guardare il suo ex migliore amico con astio ed odio, poi abbassò nuovamente gli occhi sulle sue ginocchia nodose, stando attento a non degnare Black di un ulteriore attenzione. Era seriamente furioso e James Potter non era mai, mai arrabbiato con Sirius.
"James? Andiamo James! Non puoi avercela veramente con me per aver detto alla Evans quello che tutti noi pensiamo."
"Io non lo penso, Sirius! E nemmeno Peter! E neppure James..."
Sirius fulminò Lunastorta con lo sguardo, così gelido da sembrare impenetrabile, per poi schioccare la lingua sul palato. Con sufficienza. 
"E va bene, lo penso solo io che la Evans è una maledetta rompicoglioni. Ma che ci vuoi fare se la sua sola presenza mi fa girare le scatole? Non mi puoi odiare per questo, Ramoso!"
James si aggiustò gli occhiali sul naso, serio, arrabbiato. "Lo sto facendo, Black."
Era la prima volta che James chiamava il suo migliore amico per cognome, perché anche quando si erano conosciuti si era rivolto a lui con ridicoli soprannomi. Per James, Sirius era sempre stato "un fratello", mai "uno sconosciuto".
Sirius si sentì raggelare il sangue nelle vene sentendo il suo amico rivolgersi a lui con tanta freddezza.
"Questo è un colpo basso. Jam. Pensavo che la nostra amicizia fosse tutto per te, mentre tu mi stai sostituendo con una stupida ragazza. Una stupida ragazza che ti porterà via da me, che rovinerà la nostra amicizia. Una stupida ragazza che per giunta ti tratta male, facendoti soffrire, perché non ti vuole."
Potter alzò fieramente il mento, come se solo quel gesto bastasse a dargli forza e sicurezza, ma in realtà stava tentennando perché sentiva una mancanza quasi fisica con Sirius. Odiava fingere di odiarlo, odiava tutto quello. Ed odiava il fatto che avesse ragione, su tutto quanto.
"Stai dicendo cazzate, Felpato. Tante, troppe cazzate."
Sirius alzò scettico un sopracciglio, la traccia di un sorriso sul volto, perché era troppo bello sentir nuovamente uscire il suo nome dalle labbra del suo migliore amico. "Tu dici?"
"Certo. Cosa ti fa pensare che Lily possa rovinare la nostra amicizia? Tu sarai sempre mio fratello. Vivrai con noi, ovviamente. Accanto alla nostra stanza, di fianco la culla di nostro figlio. Lo battezzerai, nostro figlio, e sarai il mio testimone di nozze. Pagherai le nostre fedi, pulirai il sedere di Willy quando la notte io e Lily saremo troppo impegnati a cercare di concepire un altro bambino. Sarai parte della nostra famiglia, sempre."
Remus alzò un sopracciglio, le labbra incurvate in un tenero sorriso commosso. Vide Sirius incurvare le labbra verso l'alto seppur cercasse di nascondere il suo sorriso gentile dietro una smorfia di finto disgusto. 
"Spiegami, Ramoso, perché dovrei pulire le feci del vostro bambino? Sono il tuo migliore amico, non la sua balia."
"E cosa speravi di fare, Felpato? Dormire con me e Lily, nel nostro letto, e cronometrarci durante le notti più focose? Sono una stallone, ti annoieresti nello stare solo a guardare."
Un lampo attraversò gli occhi costantemente maliziosi del rampollo Purosangue. "Bhè, in quel caso potrei anche partecipare alla vostra rimpatriata sotto le lenzuola. Sai bene che sono sempre disponibile per del buon san sesso, anche se con quell'acida della Evans."
James perse istantaneamente il sorriso e Remus non seppe dire se a causa delle parole di Sirius o del messaggio provocatorio, seppur amichevole, che esse celavano. Lupin ebbe l'istinto di alzarsi, posizionarsi fra di loro per evitare che scoppiasse un'altra rissa e cercare di calmare le acque con il suo animo pacifista, ma qualcosa dentro di lui gli suggerì che doveva mettersi da parte e lasciare, come sempre, che la situazione tra i due Malandrini si risolvesse da sola.
E poi, pensò con un sorriso, James era troppo magrolino per fare veramente del male a Sirius!
Potter socchiuse le palpebre, sospirò pesantemente e si passò le dita lughe e affusolate sulle tempie; sembrava stanco, eppure tratteneva a stento una risata.
"Non ti ho ancora perdonato, Felpato, e sei ancora in debito con me di qualche calcio nel posteriore. Sei sicuro di non volerne qualcuno anche nei gioielli di famiglia?"
Sirius rise, con la sua risata da criminale pazzoide, poi circondò le spalle del suo migliore amico con un braccio che era il doppio di quello di Potter. Che era il doppio di tutto Potter, in effetti.
"Scherzavo, amico, scherzavo. Tra moglie e marito, lo sai, è meglio non mettere il dito. Ma  la cameriera del proprio migliore amico...bhé... penso che tra di lei qualcosa ci si può anche infilare… non sei geloso anche di lei, giusto?"

 

 

 

Lily lesse per l'ultima volta la prima riga di quel capitolo di Erbologia, strinse forte a se le pagine del libro e poi, ormai distrutta emotivamente, lo chiuse con un movimento fluido e repentineo. 
Era inutile, dannazione! Non riusciva proprio a studiare! 
Era come se il suo cervello si opponesse allo studio e tutto ciò che era salutare per la sua stessa mente; pensava instancabilmente alle parole di Black, a quelle delle sue compagne e a quelle di Potter stesso.
Potter, possibile che lo odiasse tanto?
Possibile che lui la odiasse tanto?
La tormentava da anni, le distruggeva la vita con un solo sguardo, e la perseguitava. Alcune volte Lily credeva che lui vivesse solo per farla stare male. 
Poi, però, giungeva Black con il suo sguardo offeso, con le sue scuse false e finte come il suo stesso sorriso, con le sue parole acide ma sincere.
"Non credere che io mi scusi con te perché voglio, Evans, ma perché debbo. James è così arrabbiato con me dopo quello che ti ho detto da non rivolgermi più la parola. E James è mio fratello, Lily, lui è la mia famiglia." Le aveva detto quel primitivo, con le braccia conserte e lo sguardo freddo e glaciale come il suo cognome suggeriva. 
Lily in quel momento si era sentita svuotata, come se qualcuno le guardasse dentro con tutta la cattiveria che potesse avere. E si era sentita in colpa, nonostante non avesse fatto nulla.
Aveva ripensato a tutto quello che gli altri le avevano detto, a tutti i suoi comportamenti nei confronti di Potter.
Potter. Possibile che lei lo odiasse a tal punto da non riuscire a pensare a lui usando il suo nome? 
Per Lily James era Potter, non era una persona, non era un Grifondoro e neppur un compagno di scuola, ma era solamente.. Potter. Come se essere 'Potter' equivalesse a essere una specie animale particolarmente infetta e fastidiosa; che poi, onestamente, lui cosa le aveva fatto di male?
Le aveva distrutto l'adolescenza, ecco cosa aveva fatto.
Aveva tormentato lei, Severus, rotto e ostacolato la loro amicizia, offeso chiunque si avvicinasse a lei. 
Ma aveva anche compattuto per il suo onore, per proteggerla dagli insulti dei Serpeverde, era finito in presidenza per lei, in punizione per lei, in infermeria ed aveva rischiato la sospensione. Ricordava ancora perfettamente quando Potter aveva letteralmente massacrato a suon di Stupeficium uno studente Serpeverde per averla definita "una deliziosa puttana Mezzosangue."
Qualche ragazzina del primo, in quell'ocasione, aveva sospirato ammirata e Lily si era sentita imbarazzata quando la sua compagna di dormitorio le aveva chiesto se lei e James stessero insieme. 
"Il tuo ragazzo," le aveva sussurato a notte fonda "è stato veramente gentile nel difenderti. Spero davvero che tu lo abbia ringraziato a dovere, visto che la McGranitt ha desiderio di sospenderlo... che dico, espellere!"
Lily era sussultata a quelle parole, sie perché non voleva che fosse- anche solo per sbaglio- accostata al cognome di Potter, sia perché non voleva che Potter perdesse la sua opportunità di frequentare Hogwarts a causa sua. Eppure il mattino seguente lui era ancora lì, sorridente, gentile e sornione; l'aveva salutata con un sorriso strafottente, un inchino e un "Buongiorno principessa del castello!" che le aveva fatto desiderare la sua prematura morte. Tutti, in quel momento, risero di lei.
Eppure, in quello stesso momento, non riusciva a non pensare alle parole di Black e a rivalutare, seppur con superficialità, la figura da sempre disgustata di Pott.... cioè, James!
James- dovette fare uno sforzo immondo per rivolgersi a lui con il suo nome di battesimo- era forse stato suo amico anche quando lei non era conscia di esserlo. Era stata la sua ancora, la sua barriera e la madre che gli stata portata via quando aveva dovuto lasciare il mondo Babbano.
Le aveva voluto bene quando lei lo aveva odiato.
Forse era vero quello che si diceva in giro: James non era cattivo!
Era presuntuoso, egocentrico, menefreghista, perverso, ficcanaso, presuntuoso, maldestro, arrogante e fastidioso, ma non cattivo.
Se fosse stato cattivo non avrebbe aiutato Alice.
Se fosse stato cattivo non avrebbe salvato la vita di Severus l'anno prima. 
Se fosse stato cattivo la McGranitt non lo avrebbe guardato sempre con fare materno, arrabbiato ma amirevole.
Se fosse stato cattivo Remus non le avrebbe ricordato più volte quanto lui valesse.
Se fosse stato cattivo Silente lo avrebbe allontanato dal castello e Sirius Black lo avrebbe odiato, non venerato.
Infine, se fosse stato cattivo, avrebbe avuto un luccichio diverso negli occhi e, cosa ancora più importante, lei sarebbe riuscita a dormire quella sera senza avere così tanti ripensamenti, dubbi e incertezze.
Sarebbe stato tutto più semplice se James Potter fosse stato cattivo.
Il problema?
Lui non lo era, ecco la spiegazione.

 

 







Chi non muore si rivede, direte voi! E avete ragione.

Mi scuso, mi scuso, mi scuso.

Non ho veramente scusanti. Un anno! Quasi un anno dal mio ultimo aggiornamento. Mi chiedo se ancora vi ricordiate di me, di loro, di questa storia. Spero di sì, perché altrimenti mi sentirei ancora più in colpa di come mi senta già ora.

James, Sirius, Lily, Remus, Alice, Frank, Hogwarts e Peter. Fanno ancora parte di questa storia, seppur un po' a rilento.

In questo capitolo Lily ha finalmente cambiato opinione di James. Lo so, lo avevo detto che sarebbe stato necessario più tempo, ma mentre scivevo mi sono detta.. perché no?
Vi ho fatto penare tanto, troppo, tanto valeva almeno accelerare le cose!;) 
E' presente un dialogo Sirius- Lily, come era successo anche qualche capitolo fa, che smuove, ancora una volta, l'animo della Evans. 
Lily è molto vicina alla rivalutazione totale di James, ragazzi ;) 
E' stato abbastanza difficile scrivere un litigio dei due gemelli mancati, perché a mio parere quei due sono inseparabili. Nessuno può dividerli, nemmeno la Evans, ed è proprio per questo che la lite dura pochissimo... neppure un capitolo!
Spero di essere stata il più realista possibile, perché non era minimamente mia intenzione deludere voi lettori. Scrivo per diletto, perché mi diverte scrivere di loro, e spero di far sorridere ancora voi;)


Mi scuso ancora per l'enorme ritardo, perché veramente sono stata pessima. Giuro che sarò più puntuale le prossime volte, mi metterò di impegno e mai sfocerò ancora di una data tanto lontana. Sono un mostro e voi siete delle stelle!
Vi mando tanti baci, tanti abbracci e tanti sorrisi.
James e Sirius e Lily e tutti i Malandrini vi sorridono con me; consideratevi fortunati:) 
Manu!

 

 

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