Cigarette

di Just a Shapeshifter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Prologue. ***
Capitolo 2: *** Let's talk about us. ***
Capitolo 3: *** The night is young, so... dance and have some fun. ***
Capitolo 4: *** Friends or enemies? ***
Capitolo 5: *** Weird tastes. ***
Capitolo 6: *** A not so random meetings. ***
Capitolo 7: *** Strawberry, lemon or chocolate? ***
Capitolo 8: *** There isn't two without three(some) ***
Capitolo 9: *** We talk about love or about only sex? ***
Capitolo 10: *** Friends with benefits? ***
Capitolo 11: *** Treachery. ***
Capitolo 12: *** A evil plan. ***
Capitolo 13: *** She can't belive. ***
Capitolo 14: *** Sweet hearts and silent kisses. ***
Capitolo 15: *** C'mon, man... ***
Capitolo 16: *** An (un)usual evening. ***



Capitolo 1
*** -Prologue. ***


Si stropicciò gli occhi, sfregandosi le palpebre con le nocche, mentre un sonoro sbadiglio si faceva spazio fra le sue labbra, diffondendosi nella stanza.
Si guardò intorno, le tapparelle erano abbassate, ma i raggi solari entravano comunque, bucherellando la parete di spruzzi di sole, tuffandosi nelle iridi acqua marina del ragazzo. Sbuffò quest'ultimo portando una mano davanti a se, mettendola tra il proprio viso e quella splendida fonte di luce.

Odiava il sole, Duncan... Lo odiava per il semplice fatto che le ricordava lei, e quella sua risata solare.

Si alzò dal letto, infastidito da quegli spiragli di luce che oramai inondavano la stanza, e si diresse in bagno. Mani ai lati del lavandino, scapole contratte, quasi si sfioravano tanto il moro sforzava la presa delle dita ai lati del lavello. Alzò lo sguardo, incontrando le sue iridi di quel colore che tanto affascinava ogni donna ma, in una cosa erano diverse... La sclera, la classica parte bianca dell'occhio... Era ripiena di rosso, moltitudini di capillari arrossati, per il troppo o il poco sonno.
Sbuffò distogliendo lo sguardo, irritato alla sola visione dei propri occhi e dal loro aspetto.
Trovò il proprio cellulare, per caso più che per il fatto che lo stesse cercando. Era quasi in fin di vita, dopo giorni di agonia senza il caricabatterie, ma riuscì a dire al moro l'ora, prima di perire tra le sue mani. Le quindici e trenta.
Duncan sbuffò di nuovo, irritato. Aveva dormito ore, cercando di scappare da quello schifo di mondo, eppure ogni volta, puntualmente, si svegliava, ritornando a quella merda che la gente definiva vita.
Aprì l'acqua della doccia, sfilandosi velocemente i boxer, unico indumento che il ragazzo indossasse per dormire e si accese una sigaretta, mentre aspettava che l'acqua divenisse tiepida...
Non che temesse il gelo dell'acqua, al contrario, gli piaceva. Ma aveva voglia di gustarsi una sigaretta trovata in un pacchetto che usciva da uno delle paia di jeans che erano buttati nella vasca.
Inspirò il fumo, lasciando arrivare la nicotina ai polmoni, per poi espellerla in rapidi e perfetti cerchi, gettando infine il mozzicone fuori dalla finestra, entrando in doccia.

Anzi, odiava anche l'acqua ghiacciata, a volte. Fredda, fredda come la sua pelle...

Cercò di rilassarsi sotto il getto ma, ogni volta, puntuali, tornavano in mente le docce focose fatte con lei; tutte quelle battutine, seguite da ghigni, baci, carezze... e infine sempre nel migliore dei modi...
Entrambi umidi e nudi, a fare l'amore sotto le coperte.
Ma lei... loro non c'erano più. La prima l'aveva tradita, con un'altra ragazza, la seconda aveva seguito la stessa sorte della prima.
Niente più sentimenti per Duncan. Ora solamente passione fra le lenzuola, era puro e semplice sfogo carnale, per soddisfare gli istinti. Aveva già sofferto due volte. La colpa era sua, certo. Ma in fondo ci teneva, a quelle due ragazze completamente opposte.
La prima solare ed estroversa, così come le giornate di sole.
La seconda tenebrosa ed introversa, all'apparenza, così come la notte...


Angolo di M:

Sono tornata ^°^
E stranamente ho ispirazione per una long :D Anzi, per la prima mia long v.v
-Di solito le fa P, e per The Destiny of Wolves collaboriamo...- Beh, questo è solo un piccolo prologo, ed è abbastanza corto... Prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi :D
Aloha belli!

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Capitolo 2
*** Let's talk about us. ***


Il trillo del campanello fece tremare, scattare i timpani del moro.
Sbuffò Duncan, andando ad aprire e tornandosene subito dopo in cucina, alla ricerca di cibo. Non gli serviva nemmeno alzare lo sguardo per capire chi fosse.

Lui era li. Sempre.

"Beh, non mi saluti neanche, Dunc?" Ghignò il ragazzo, seguendolo in cucina e sedendosi sul tavolo.
"Ah, ora dovrei anche salutarti, caro il mio stronzo?" Ricambiò il ghigno, il punk, addentando una fetta di salame tagliata poco prima.
"E non hai una casa tutta tua tu, invece che venire a rompermi i coglioni ogni giorno?"
"Primo, non vengo da te da una settimana. Secondo, non è colpa ma se hai una casa stupenda e..." L'amico del punk sorrise maliziosamente.
"Oggi è sabato." Sussurrò al suo orecchio, facendo immobilizzare il moro e approfittandone per rubare dalle sue labbra il pezzo di salame, o meglio, ciò che ne rimaneva della fetta, con un rapido bacio.
Sussultò il Marcio, riprendendosi e lasciando lì salame e coltello, iniziando a riordinare casa, per poi bloccarsi nuovamente.
Aveva del salame tra le labbra, pochi istanti prima. E né i denti, né lo stomaco avevano ricevuto quel pezzo di cibo. Serrò la mascella girandosi verso il ragazzo, con le braccia incrociate sul petto, che ghignava.
"Scott, fottuto stronzo! Smettila di rubarmi il cibo di bocca, cazzo!" Si diede una manata in faccia quando lo vide scrollare le spalle, prendendosi un'altra fetta di affettato.

Era a conoscenza da anni della bisessualità della Iena e, francamente non gliene era mai importato. Insomma, era il suo migliore amico, ogni volta che veniva in casa sua veniva sempre con delle ragazze tutte tette e culo, mai un ragazzo. Al moro andava bene così; dava una stanza per una notte a pel di carota e si rimediava un paio di ragazze da scopare... un bell'affare, no?

"Beh, ti eri bloccato, ed io avevo fame" Si giustificò il rosso, alzando le spalle nel vederlo sfiorarsi le labbra con le dita.
"E smettila di fare sceneggiate! Non ti ho nemmeno sfiorato..." Sogghignò. "Forse." .

Doveva ammetterlo Scott, era andato d'accordo col moro fin dal primo giorno e, si, aveva avuto anche una breve infatuazione per lui... Ma non c'era mai stato nulla tra di loro.
Adoravano entrambi il genere femminile, tralasciando quei brevi periodi in cui la Iena si interessava alle persone del proprio sesso... Settimana da checca, come le chiamava Duncan. Ma erano buoni amici e, l'appartamento del punk aiutava sempre i due a portarsi a letto qualche ragazza, di solito...

Duncan alzò il dito medio, mentre raccattava vestiti e confezioni di pizza sparsi per la casa. Durante l'intera settimana potevano benissimo rimanere avanzi di pizza e mutande sopra il divano, sotto il letto o persino sulle lampade o ventilatori ma... il sabato il suo appartamento doveva risplendere.
"Invece di fare il coglione, immaginandomi semi nudo, alza il culo dalla sedia e metti in ordine la cucina. Non puoi entrare nella settimana da checca ora." Sibilò il ragazzo dagli occhi blu, continuando a sistemare il soggiorno e i divanetti di pelle.
La Iena se la prese comoda, limitandosi a buttare via un paio di cartoni di pizza per poi afferrare il moro da dietro, prenderlo per le spalle e girarlo, sbattendolo al muro.
"Senti caro il mio idiota. Sono appena le sei, usciremo minimo alle dieci. Quindi. per favore. rilassati." Sbuffò. "Sembri una fottuta donna col ciclo che ha il pallino per l'ordine maniacale..." Rabbrividì, deglutendo. "Quelle sono le peggiori."
Mollò il moro tornando a sistemare quei pochi piatti di ceramica e i bicchieri nel lavello, mente si domandava perché lo stesse facendo... di certo non per l'appartamento.
Beh, si, la casa di Duncan era moderna, fottutamente moderna e bella, accattivante, senza il tocco femminile... La classica casa da single, affascinante e allo stesso tempo misteriosa.
Divani di pelle in sala, due camere da letto con matrimoniali, mini-bar in ambedue le stanze... certo, era stupenda, quando ogni singolo mobile non era sommerso da vestiti o altro. Ancora si chiedeva come uno come lui avesse potuto permettersi tutto quello ma... ah, giusto.
Tutte le interviste che aveva concesso in passato per il triangolo amoroso con l'ispanica e la gotica avevano fruttato un bel po' di soldi, a Duncan. Quel ragazzo adorava farsi desiderare... dalle ragazze e anche dai media, o da ogni singolo giornalista...
Ma non era questo il punto. Scott lo aiutava a pulire, ogni sabato pomeriggio, per il semplice fatto che Duncan era stato uno dei pochi, se non l'unico, ad aiutarlo quando era conciato male.

"Mi piacciono i tuoi modi di pensare, le tue strategie." Aveva mormorato il moro, appena l'aveva visto.
"Sono Duncan ma..." Si girò nuovamente verso di lui, ghignante. "Credo tu mi conosca già, e non solo per la mia comparsa nella vostra insulsa quarta stagione. Sarò breve. Come ho già detto mi piacciono i tuoi modi di fare Scott, e m'interesserebbe la tua amicizia: ci stai?"
La iena aveva esitato, sgranando per quel che poteva gli occhi color nebbia ma, alla fine, era stata la lucina verde a lampeggiare...

E così l'amicizia dei due si era consolidata, fino a farli diventare migliori amici. C'erano sempre, l'uno per l'altro...
Mentre Duncan era tornato in bagno, per ridefinire i lineamenti del viso levandosi di dosso la barba, lasciando solo quel pizzetto che lo caratterizzava e a cambiarsi i piercing, sostituendo quelle caratteristiche palline color metallo con un paio bianche per il sopracciglio e per il naso, Scott stava sistemando la stanza degli ospiti, oramai la sua ogni sabato sera. Addirittura aveva portato alcuni dei suoi vestiti, scarpe e alcuni oggetti personali, senza chiedere il permesso all'amico, ma sapeva che a Duncan sarebbe andato bene così. Oramai erano come fratelli.
Aprì la porta del bagno, fregandosene in che condizioni o stato potesse essere il moro, che per fortuna stava solo disinfettando uno degli innumerevoli orecchini che aveva appena staccato dal lobo, ed aprì l'acqua della doccia.
"Bussare semi checca? Non si usa più?"
"Non da quando stai in bagno più tempo di una donna."
Si limitò a rispondere Scott, poggiando un paio di boxer neri con le cuciture bianche sulla lavatrice.
"Farti la doccia a casa tua? O ti hanno nuovamente tagliato l'acqua calda?" Ghignò il ragazzo pieno di piercing, disinfettando l'ultimo, per poi infilarlo nel sopracciglio.
"Magari non aveva senso farsene una alle sette del mattino e una prima di uscire, che ne dici genio?" Scott si tolse la maglia, rivelando tutte le cicatrici che gli aveva lasciato quel reality, un ricordo, come se fossero un souvenir. Eppure, nonostante quelle imperfezioni sulla pelle, che lottavano contro le lentiggini per il dominio sul corpo del rosso, la Iena attirava le ragazze, le seduceva e completava sempre nel migliore dei modi, sotto le coperte, tra gemiti ed ansimi.
Il Marcio non gli diede risposta, finendo di sistemarsi ed uscendosene dal bagno, mormorando un "Muoviti, che siamo in ritardo."
Quando Scott uscì dal bagno, con indosso solo i boxer, notò finalmente la casa splendente, come ogni sabato sera. Sorrise maliziosamente, leccandosi le labbra, da li a poco avrebbe potuto sfogarsi, facendo urlare dal piacere la ragazza che si sarebbe portato a casa. Trovò Duncan sul divanetto, con una bottiglia di birra ghiacciata in mano.
Stava guardando distrattamente il proprio cellulare, ovviamente ultimo modello dell'iPhone... Senza di quello Duncan non sarebbe stato... Duncan. Indossava un paio di jeans, quei classici jeans tendenti al blu/blu scuro ed una camicia nera, leggermente sbottonata sul davanti, che lasciava intravedere i pettorali del ragazzo.
"Non sei ancora pronto? Mezza checca, muovi il culo o ti lascio qui come si fa con i cani."
Scott sbuffò, procedendo verso la camera. "Gentile come un cazzo in un culo."
"Beh... dovresti esserne abituato, oramai."
Duncan non fece in tempo a ghignare che si ritrovò per terra, sul tappeto con il rosso sopra di sé, che lo teneva per il collo della camicia.
"Io NON mi faccio inculare, idiota" Sibilò, mollandolo e tornandosene in camera propria, in cerca di vestiti. "Inculo" Mormorò abbastanza forte da farsi sentire dal moro, ghignando, mentre prendeva una canotta nera, un paio di jeans della stessa tonalità ed una camicia tendente all'arancione/rosso.


Angolo di M:

Hola popolo di EFP! ^°^"
E così il nostro Scott è un tenero bisessuale dalle idee confuse e...
Scott: COSA?! COSA MI HAI FATTO DIVENTARE!
*sospiro, schiacciando un pulsante rosso sul muro, e un colpo di pistola parte, sparando un sonnifero dritto dritto sul collo della iena* Come vi dicevo, Scott ha fatto la sua comparsa, e i due amici-fratelli si preparano per uscire a fare conquista ^^
Come si evolverà questa situazione?
Perché il punk dovrebbe innamorarsi di un uomo?
Scoprirete questo e molto altro solo restando qui, sintonizzati su A tutto, reality.... *Un sasso rompe la mia finestra, atterrando sul letto* Cosa?! Sono stata denunciata per plagio di conduttore?! *sbuffo, afferrando il cellulare* Mi servirà l'aiuto di Courtney e... Oh! giusto!
Alla prossima gente *^*
-M

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Capitolo 3
*** The night is young, so... dance and have some fun. ***


I corpi si agitavano, danzando, muovendosi, strusciando l'uno sull'altro, senza pensare troppo alle conseguenze.
Era presto, per essere sabato sera: appena le dieci e mezza, eppure i locali erano pieni di quelle quattordicenni con tonnellate di trucco o di balene con leggings o vestitini troppo stretti per loro... i due erano rimasti al bancone, prendendo cocktail su cocktail, mentre scrutavano la sala in cerca di qualche bella preda.
Finalmente, dopo un'ora di musica a palla, drink di ogni genere e vari brividi per quelle ragazze in sovrappeso che si ostinavano a mettere vestiti di quattro taglie in meno, iniziarono ad arrivare le vere ragazze, pronte per essere abbordate.
Il moro si sistemò la camicia nera come i suoi capelli, aggiustandosi il colletto e lasciando su uno dei tavolini il proprio bicchiere. Fissò la Iena, concentrato a scrutare, valutare ogni genere di curva femminile, mentre ghignava.
"Mezza checca? Ci ritroviamo qui tra mezz'ora okay?" Ghignò Duncan, lasciando il rosso con ancora il drink in mano, senza aspettare risposta e gettandosi nella mischia. Era circondato da curve, profumi, visi truccati. Ragazze.
Un mare di ragazze. Sorrise maliziosamente, adocchiando una biondina che si agitava in mezzo alla pista, senza troppe cerimonie e senza il minimo senso del pudore. Le si avvicinò, sempre di più, arrivando a far strusciare i corpi infine.

I tessuti sfregavano, l'uno con l'altro. La ragazza aveva la schiena seminuda praticamente attaccata al petto del punk, le mani verso l'alto, i corpi si sfioravano, toccavano, staccavano ripetutamente, in una danza infinita... le luci cambiavano continuamente colore, movimento ed intensità, sembravano danzare insieme alla coppia, che si muoveva al ritmo delle varie canzoni assordanti...

Duncan si divertiva, come ogni fine settimana. Ballava con un paio di ragazze, se ne sceglieva una e alla fine riusciva sempre a portarsela a letto, una botta e via, poi ognuno per la sua strada. Ora era il turno di una castana. Si chiamava Christine, o Crystal... forse Chantal... poco importava, l'indomani sarebbe stata una sconosciuta, una delle tante. Indossava un vestitino attillato nero, che metteva in risalto la sua pelle chiara, che a sua volta faceva contrasto con i capelli castani, color ebano, e gli occhi marroni, nocciola. Non pensava nemmeno più alle varie somiglianze che le ragazze potevano avere con le sue due storie serie. Non aveva nemmeno più senso pensare al passato...
Cacciò indietro quell'iniziale pensiero di quanto fosse simile a Courtney, per lo stesso colore di capelli, o di come potesse somigliare a Gwen, per la pelle diafana... scosse la testa, prendendola per mano e portandola al bancone, ordinando due mojito, giusto per bere qualcosa.
Ghignò, nel vedere la castana fissarlo e sorridere maliziosamente. La tirò a sé con l'intento di baciarla, per poi portarsela a casa, poco dopo. Ma si fermò, afferrando il proprio drink e trascinando la ragazza sui divanetti. Scott poteva aspettare un'altra decina di minuti...

Il piercing sbuffò. Perché le ragazze ci mettevano ogni fottutissima volta una ventina di minuti per sistemarsi il trucco e i capelli? Si sistemò nuovamente la camicia, per poi passarsi una mano fra i capelli, mettendoseli a posto, mentre lo sguardo vagava per la sala. Era mezzanotte, doveva essere ancora pieno di gente... e che diamine! Era sabato sera! Dov'erano le ragazze magre ed invitanti? Dov'erano le belle donne tutte curve? Quel fottuto locale sembrava un mortorio. Si passò nuovamente una mano sulla faccia, quando si bloccò. Due ragazzi, l'uno attaccato all'altro.

Un paio di jeans neri

B-beh, un sacco di ragazzi portano jeans neri.

La camicia a maniche corte arancione e rossa, in stile scozzese, col cappuccio grigio, sotto di essa una canotta nera

E' solo una coincidenza, quella camicia l'aveva vista indosso ad un sacco di gente.

Capelli rossi ed un mare di lentiggini sulla spalla semi scoperta.

Duncan sospirò. Okay, forse, ma solo forse quel presunto sosia del suo migliore amico poteva essere... Scott...
Era sul divanetto dove l'aveva lasciato, al suo fianco un ragazzo della loro età, forse un po' più piccolo. Capelli neri, corvini. Le mani sulla canotta del rosso, quest'ultimo con busto semi flesso e girato verso di lui, che dava le spalle al punk. Le labbra attaccate le une alle altre. Dai movimenti dei visi e delle teste, le lingue stavano lottando per il dominio e, la Iena stava vincendo. Il punk lo staccò bruscamente da quel ragazzo, notando di sfuggita i suoi occhi. Verde. Verde smeraldo... dove aveva già visto quelle iridi? Al momento non gliene fregava un cazzo.
Riposò lo sguardo sul proprio migliore amico, riportandolo alla realtà, e guadagnandosi solo un'occhiataccia.
"Si può sapere che cazzo vuoi?!"
"Non puoi entrare nella settimana da checca ora porca puttana! Fallo domani, fallo quando cazzo ti pare ma n.o.n ora Scott."
Il rosso digrignò i denti, spingendo via da sé l'amico.
"E' la mia vita mamma, so fare me mie scelte sai?"
Sbuffò irritato, tornando a posare lo sguardo sui divanetti, non trovandolo... "Fantastico" Socchiuse per un millesimo di secondo gli occhi, aprendoli e spingendo via da sé il ragazzo dalle irid color ghiaccio, dirigendosi verso l'uscita.
"Grazie tante idiota!"

In quel momento non gli interessò più della ragazza che era in bagno ad incipriarsi il naso.
Non gli interesso più di cercarsi una ragazza con cui passare ore di pura lussuria.
Al momento non gli interessavano la musica, le luci stratosferiche o le poche ragazze che ancora erano in quel locale morto.

Uscì dalla discoteca alla ricerca di quel ragazzo di poco fa, ma venne bloccato nuovamente dal Marcio. "Si può sapere che cazzo vuoi ancora?!" Sbraitò, facendo girare le due figure un poco più avanti. La Iena ghignò nel vedere il ragazzo di prima, il quale sembrava ancora un piccolo adolescente.
Era al fianco di un'altra persona, molto simile a lui. Stesso colore degli occhi e dei capelli, in più una leggera barba gli contornava il viso, rendendolo più maturo di quel che già fosse. Il Marcio sgranò gli occhi, ecco dove aveva visto quelle iridi. Lui...loro... non potevano...
"Trent?!?" Sussultò Duncan insieme al chitarrista e, mentre i due si guardavano, il lentigginoso ne approfittò per sbattere al muro il presunto amico-parente di Elvis, riprendendo da dov'era rimasto...


Angolo di M:
Buonsalve a tutti ^°^"
Ed eccomi con questo capitoletto corto, strano, e poco chiaro, credo...
E qui entrano in campo le scelte di Scott, la semi disapprovazione di Duncan e il nostro chitarrista preferito, insieme ad un quarto personaggio misterioso :3
Non ho nulla da dire se non... datemi un vostro parere! *^*
A presto popolo di EFP!
-M

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Capitolo 4
*** Friends or enemies? ***


Il due mori sgranarono gli occhi, scrutandosi l'uno con l'altro.

Trent era davanti a lui...
La foresta che celava negli occhi sembrava confondersi con l'acqua che Duncan aveva all'interno della propria iride.
Aveva la bocca spalancata, Elvis, così come la propria, molto probabilmente...
Dei rumori attirarono l'attenzione dei due, però.

“E che cazzo Scott! Sembri un cane in calore!” Duncan si diede una manata sulla fronte per poi farla scendere lungo il viso, sorpassando infine il mento, mentre Trent inarcava un sopracciglio, in un misto tra l'imbarazzato e l'indeciso.
La Iena aveva praticamente bloccato contro la parete dell'edificio il ragazzino senza dargli vie di fuga, ma a quest'ultimo sembrava non importargliene, ricambiando bacio su bacio, le mani attorno al collo del rosso, quasi come se lo trattenessero, tirandolo a sé a sua volta.
Il punk senza preoccuparsene troppo, afferrò il cappuccio grigio della camicia del ragazzo scomparso di lentiggini, staccandolo con non calanche ed alzando le spalle in risposta all'ennesima occhiataccia del migliore amico, che sembrava ringhiare.
“Io. Ti. Ammazzo.” Sibilò Scott, avventandosi sul verde e sbattendolo al muro.
“Porca puttana, lo vuoi capire o no che non puoi farmi la checca ora?!”
“É la mia vita, cazzo, la m.i.a fottutissima vita!”
Faccia di metallo sbuffò, liberandosi dalla presa.
“Beh, é una vita di merda.”
“Fottiti stupido idiota, fottiti.”
Scott non aggiunse altro, spingendolo via da sé e allontanandosi nella fredda aria della notte.
“Duncan, io...” Trent iniziò a dire qualcosa, qualcosa che gli morì in gola, appena il moro superò lui e il ragazzino, sparendo anch'esso nella notte.

Driiiiiin!
Nessuna risposta.
Driiiiiiiiin!
Duncan sbuffò, irritato. Se ne era rimasto a poltrire per due settimane, vivendosene in casa, ed uscendo solo il sabato, da solo, per andare a rimorchiare qualche stupida ragazza che sarebbe andata a letto con lui senza troppi problemi.
Odiava il fatto di aver perso la Iena, aver perso i suoi ghigni e le sue battute, così simili alle proprie... Ma odiava anche il fatto dei suoi comportamenti. Okay, okay, forse non li odiava, ma li trovava irritanti, senza senso.
Insomma: la discoteca era piena di ragazze, belle e brutte, ma era piena, fino a una certa ora... non piena come al solito ma... qualcuna riuscivi ad abbordarla. E cosa faceva pel di carota?! Andava a trovarsi l'unico maschio nei paraggi e iniziava a farselo.
Sapeva benissimo che il sabato, solo ed esclusivamente il sabato doveva fare il Vero uomo .
L'ennesimo trillo di campanello lo riportò alla realtà, ed il ragazzo si decise ad aprire.
“Ehi”
“...”
“Tutto bene, Duncan?”

Il punk teneva aperta la porta con una mano, il suo corpo esattamente sull'uscio. Immobile.

“Cosa ci fai qui?” Sgranò gli occhi, subito dopo. “E... Come diamine hai fatto a sapere dove abito?!”
L'altro ragazzo sorrise, grattandosi la testa. “Non é difficile capirlo, basta chiedere in giro... Non passi proprio inosservato... Mormorò cercando di entrare, ma venne bloccato da Duncan, che indossava solo dei boxer. Lo guardò con gli occhi assottigliati, cercando di decifrare il motivo della visita di Elvis, non riuscendoci e concludendo il tutto con un: “Che vuoi?”
Trent scrollò le spalle, entrò dentro l'abitazione del ragazzo e si guardò rapidamente intorno, rimanendo sconvolto dal disordine che aleggiava in quell'appartamento, anche se era più che convinto che sotto quegli strati di sporcizia e indumenti ci fosse un arredamento niente male, una casa sublime.
“Beh? Si puó sapere che vuoi?”
“Si tratta di quello che é successo un paio di settimane fa... sai... la discoteca, Scott, Henri...
Non riuscì a finire la frase però, perché il punk alzò la mano, in segno di farlo tacere.
“Non me ne frega niente della checca isterica e, se lui ti ha mandato qui per dirmi queste cazzate...” Ghignò, portandosi le braccia incrociate al petto ed alzando un sopracciglio, senza togliersi dal viso quel sorrisino strafottente. “Vuol dire che é a tutti gli effetti una checca senza palle”
“É il tuo migliore amico.”
“Ha fatto una cazzata.”
“So che ti manca.”
“...”
“E dai, vi siete sempre aiutati in questi ultimi anni, da quando vi siete conosciuti...”
“Tu non mi odiavi per il fatto di averti fottuto la ragazza?”
“E non cambiare discorso.”
Sospirò, il chitarrista, fissando il moro davanti a sé.
“Non é stata tutta colpa di Scott, quella sera...”
“Continua” Si limitò ad esclamare il punk appoggiandosi con la schiena alla parete, sorridendo tra se e se per l'intonaco fresco che gli raffreddava la calda schiena.
“Henri, lui... lui l'ha fatto ubriacare e,” Trent non riuscì a finire la frase che si ritrovò bloccato al muro e sgranò gli occhi, deglutendo.
“Henri?” Duncan sgranò gli occhi, non capendoci più nulla. “Chi Diavolo è Henri?!
“Ti ricordi quel ragazzo che era con Scott, quella sera? Quello con gli occhi verdi ed i capelli neri...”
“É tuo cugino?”
Trent sorrise a quella affermazione... tutti scambiavano Henri per un suo parente. Scosse la testa.
“Tuo fratello?” Scosse di nuovo la testa, il Saggio. “Per la miseria Trent, mi vuoi dire chi diamine é quel fottuto ragazzo che Scott si stava slinguando?!”
“Semplicemente, Duncan, é un mio amico. E...voleva conoscere Scott...”
Trent sorrise, liberandosi nuovamente dalla presa del punk, e dirigendosi giù per le scale. “Ti aspetta al bar qua sotto”

Varie goccioline scendevano giù da quei bicchieri di vetro. Parevano sciare, raggiungendo infine quel tavolo in legno con varie incisioni e macchie sparse per la superficie.
L'odore di birra penetrava nelle narici dei due, invitandoli a gustare, dissetarsi con il nettare degli dei. Ma non avevano tempo, ora si stavano guardando, trasmettendosi emozioni e pensieri contrastanti ripetutamente.
“Allora amici?” Il moro non rispose. Chiuse gli occhi, prendendo un paio di boccate d'aria, per poi sorseggiare la birra dal proprio boccale, riaprendo gli occhi acquamarina e fissando quelli grigio nebbia del rosso.
Aprì la bocca, come per parlare, ma la richiuse subito sorridendo maliziosamente, poggiando il boccale sulla superficie del tavolo. Lo squadrò a lungo, soppesando ogni suo cambiamento di espressione del volto, ogni suo respiro, per poi sorridere. “Amici” Sentenziò infine.
Il rosso ricambiò quel sorriso bastardo, annuendo soddisfatto e prendendo infine la propria birra, ingurgitandola.

Salirono all'appartamento di Duncan, la Iena se ne andò in camera sua, barcollante. Dire che avevano bevuto tanto era dir poco... Inciampò nel tappeto e con quel minimo di riflessi che ancora aveva riuscì ad aggrapparsi ad una delle colonne portanti dell'appartamento, risparmiando così alla sua faccia una rovinosa caduta. Il punk scoppiò in una fragorosa risata, mentre lo raggiungeva. Di una cosa, non aveva tenuto conto Duncan... Scott si stava rimettendo in equilibrio.

Fu un attimo, come un battito di ciglia. I piedi scontrarono l'uno contro l'altro, entrambi sgranarono gli occhi. Il piercing afferrò per la canotta la Iena, nel disperato tentativo di reggersi in piedi, Scott perse la precaria presa della colonna...

Si ritrovarono per terra, l'uno sopra l'altro... Duncan sotto, supino, il rosso sopra di lui, i petti attaccati.

“S-Scott ma che.” Sgranò gli occhi. Delle labbra: le sue dannate labbra erano poggiate sulle proprie... Duncan non riusciva a farsene un'idea, una ragione.
Il dio Dioniso fu magnanimo e lo aiutò. L'alcol entrò velocemente in circolo annebbiandogli la mente, facendogli chiudere gli occhi e ricambiare quel bacio.

Scott ghignò, dentro se. Da sempre un lato di lui aveva voluto poggiare le labbra su quelle del migliore amico, e fargli provare intensi brividi di piacere ma, per sfortuna della Iena, il Marcio era completamente etero... poco male, ora erano entrambi ubriachi, il moro probabilmente non se ne sarebbe nemmeno ricordato, il giorno seguente.

Duncan cercò di muovere le mani, portandole alle spalle del rosso, per toglierselo di dosso, ma Scott fu più veloce, gli prese i polsi e glieli bloccò sopra la testa.

Ghignò, dopo averlo immobilizzato, ed iniziò ad accarezzargli le labbra con la punta della lingua, aumentando mano a mano la pressione con quest'ultima, cercando di trovare uno spazietto per entrare.

Deglutì mentalmente, appena avvertì il rosso esplorare la propria bocca. La mascella prova a scattare per mordere quell'intruso e ricacciarlo al suo posto, ma la mente annebbiata gli fa finalmente ricambiare il bacio. Era Duncan, non un pivello qualunque. Bacio etero o meno, lui non si sarebbe sottratto e avrebbe dominato quel contatto di lingue.

Stava... ricambiando? Era stato più semplice del previsto... Le lingue giocavano, si inseguivano, sfidavano. Allentò la presa ai polsi del moro Scott, tanto oramai stava ricambiando da un pezzo... Brutta idea...

La lucidità gli tornò di colpo, come una secchiata d'acqua gelida lo colpì in pieno viso, facendolo svegliare. Scostò bruscamente Scott da sé, pulendosi rudemente le labbra col dorso della mano, mentre lo fissava male.

Un sorrisino poi gli spuntò sulle labbra. Un sorrisino malizioso e bastardo, un sorrisino che metteva i brividi. “Baci come una ragazza” Questo disse Duncan ad uno Scott semidisteso sul pavimento, che lo fissava con un sorriso ebete in faccia, ricambiato infine dal moro.


Angolo di M:

*L'autrice si inginocchia, poggiando il naso praticamente sul pavimento, chiedendo silenziosamente perdono* Mi scuso u.u Per il ritardo, intendo, non per il bacio, sia mai >:D
E così... abbiamo un capitolo abbastanza incasinato e, dulcis in fundo, un bel bacio tra la Iena e il Punk :D
*sente dei rumori provenire fuori dalla propria camera... sente una motosega... l'autrice sbianca*
Ehm... i-io... D: IO ME LA FILO!
Alla prossima, spero ^^" *la porta cigola, sembra spezzarsi sotto la potente motosega* Aaaaaaaah D:
*M sparisce*

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Capitolo 5
*** Weird tastes. ***


Inspirò il ragazzo, accendendosi una sigaretta. La fiamma dell'accendino guizzò per un breve istante, illuminando il volto del moro, facendolo poi riassorbire dall'oscurità della notte.
Girò la testa buttando fuori il fumo, per poi riassaporare la nicotina, auto lesionandosi i polmoni e fissando la ragazza. Che cos'era una performance sessuale senza una stecca di paradiso per essere...perfetta? Sorrise maliziosamente alla vista della schiena completamente nuda, il lenzuolo copriva a malapena la natiche, mentre la parte davanti, per sua sfortuna, era coperta fino ai seni dal lenzuolo bianco.
Sbuffò, non capendo cos'aveva sbagliato. I-insomma, si... c'era stato del buon sesso, ma... non come al solito, non si era sentito appagato, soddisfatto come succedeva normalmente... questo non riusciva proprio a spiegarselo.
Scosse la testa, alzandosi dal letto e superando la ragazza al suo fianco, dirigendosi verso un lato della stanza preciso.
Gettò fuori dalla finestra il mozzicone di sigaretta, sedendosi successivamente sul davanzale, osservandosi intorno dopo aver dato un veloce sguardo al proiettore dell'orologio che segnava sul soffitto le due e tre quarti di notte. Il residuo di mozzicone era l'unica cosa che brillava, la sul prato... emanò anch'esso l'ultimo respiro, spegnendosi un istante dopo.
Sospirò Duncan, guardando nel buio della notte, cullandosi in quella quiete, socchiudendo gli occhi e godendosi il lieve venticello notturno, che gli accarezzava il viso, quando venne interrotto da una voce assonnata, ma pur sempre irritante.
“Duncan... torna a letto.” Sussurrò la ragazza, stropicciandosi gli occhi col dorso della mano ed aprendoli, notandolo seduto sul davanzale.
“E chiudi, si gela.”
Duncan digrignò i denti: tralasciando che anche essendo notte era pur sempre estate, ergo si moriva di caldo, e tralasciando il fatto che Duncan adorava il fresco della notte, il punk chiuse una delle due ante tornandosene a letto, trovandosi poco dopo quella biondina attaccata al proprio corpo che lo avvolgeva con i suoi tentacoli e poggiava la testa sul petto, sorridendo, contenta e riaddormentandosi poco dopo...
Il moro restò a fissare il soffitto, chiedendosi perché tutto ad un tratto il sesso fosse così banale.

Duncan sbuffò dandosi una manata in faccia per l'ennesima volta. Il destino sembrava avercela con lui, in quegli ultimi tempi. Ricapitolando:
Era stato chiamato in causa per un furto d'auto, capendo dopo due fottuti mesi che lui era capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato e che non c'entrava nulla.
Ogni sabato notte si divertiva con una ragazza diversa ed ogni domenica mattina si ritrovava inevitabilmente quel senso di vuoto al centro del petto, come se... come se... “Come se le ragazze non ti interessassero più?” sussurrava ogni volta la vocina, ricambiata da un “Sta zitta.” del moro. Ma, in fondo aveva ragione... da settimane non provava più quei brividi, e non riusciva a capire il perché.
In più, spesso, troppo spesso gli capitava di vedere Trent in giro... non vedeva ogni singolo concorrente da mesi, se non anni, fatta eccezione di Scott mentre ora... vedeva il chitarrista ovunque. Oramai pensava di avere delle allucinazioni, era impossibile che lo vedesse ovunque.
Si stiracchiò, rizzando le orecchie nel sentire quella voce: Scott.

Si era pulito la bocca, nuovamente, dopo essersi ripreso dalla sbornia: si era ritrovato a letto... si alzò, sbadigliando sonoramente e pulendosi di nuovo le labbra, rimembrando il bacio di quella notte. Sgranò gli occhi, scattò in piedi per accertarsi che tutto fosse al suo posto. Era... era vestito, gli mancavano solo le scarpe. La fronte si aggrottò così come le sopracciglia, mentre Duncan apriva la porta della propria camera, bloccandosi di colpo, per non inciampare e schiacciare qualcosa, o meglio qualcuno.
“Che cazzo ci fai qui?” Sibilò al migliore amico, che era rannicchiato in posizione fetale dietro la porta della camera da letto del moro e che dormiva beatamente. Duncan non ci pensò due volte, sorrise bastardamente, lo scavalcò ed andò in bagno, prese una bacinella riempendola d'acqua esclusivamente ghiacciata e tornò dal rosso, che nel frattempo si era steso supino, una mano era in aria, in stile cane, e si muoveva a scatti, di tanto in tanto.
“No... n-no Zanna. Va-vattene via... VIA!” L'espressione della Iena era terrorizzata, colpa dell'incubo, pensò Duncan.
“Oh, non preoccuparti, ci pensa il tuo amicone a riportarti alla realtà.” E detto questo gli scaraventò addosso la bacinella, bagnandolo da capo a piedi e facendolo svegliare di soprassalto, naturalmente.
Scosse la testa Scott poco dopo nell'udire la risata del punk, il quale per non cadere con una mano si teneva al muro, l'altra gli circondava lo stomaco, mentre rideva di gusto.
“Si, ah-ah-ah, mooolto divertente.” Il rosso era praticamente fradicio e lo fulminò con lo sguardo, mentre si alzava in piedi ed un ghigno prendeva posto alla smorfia terrorizzata e sorpresa di poco prima.
“Scherzi?! É stato esilarante Scott! E poi sei tu che ti metti a dormire come i cani davanti alla porte del proprio padrone.” Duncan rideva, continuava a ridere, asciugandosi una lacrima al bordo di un occhio, fissandolo.
“Sono proprio questi gli attimi in cui rimpiango McLean con il suo stupido show da quattro soldi... avrebbero dovuto filmare la tua faccia!”
Poco dopo si ritrovò bloccato al muro, dal rosso. “Davvero lo trovi divertente?” Duncan annuì convinto, agitando il capo in su e in giù. “Beh...” La Iena ghignò. “Lo é stato quasi quanto il bacio di questa notte.” Sussurrò a pochi centimetri dalle labbra del Marcio, per poi staccarsi di colpo e gocciolando per tutta casa, diretto in bagno.
Gli servivano dei vestiti nuovi e sicuramente una doccia calda. Lasciò Duncan con gli occhi spalancati. Aveva vinto, aveva vinto di nuovo una battaglia verbale: ghignò per l'ennesima volta, chiudendo la porta del bagno ed aprendo l'acqua della doccia, mentre gettava in vasca i vestiti fradici.

Ritornò alla realtà, Duncan, appena avvertì la serratura scattare, la porta cigolare ed aprirsi, infine.
Sgranò gli occhi, Duncan, appena vide la solita massa di capelli rossi e lentiggini sparse in tutto il corpo entrare in casa, tenendo per mano una ragazza.
Perse un battito, Duncan, appena realizzò chi fosse quella ragazza.
Deglutì, Duncan, mentre il cuore accelerava i battiti.
“Scott? Posso parlarti?” Non attese nemmeno risposta, trascinando il rosso in cucina, avvertendo solo un “Ti do cinque minuti, poi chiamo i miei avvocati e ti faccio causa per sequestro di persona.”
Duncan sbuffò, bloccando al muro Scott, e dandogli uno pugno in pieno viso.
“E questo?!” La Iena ringhiò. “Questo é per il bacio di un po' di tempo fa.” Il rosso non potette nemmeno replicare che un altra carezza ad alta velocità lo colpì. “LA VUOI SMETTERE?!” Si staccò velocemente di dosso il Marcio, fissandolo male.
“Che c'è?!”
“C'è che quella é la mia ex!”
“E allora? Come hai detto tu é la tua ex, non hai più nulla a che fare con lei”
Detto questo Scott fece per andarsene, ma il braccio restava nella stessa identica posizione di prima anche se la Iena camminava e tirava, sentiva dei polpastrelli brandirgli il polso, stringendolo. Si girò, guardando ancora Duncan. “E ora che c'è?”
“Come hai fatto a portarla qui?”
“Mmmh, nulla di che, il mio fascino l'ha conquistata.”
Duncan aprì la bocca per parlare, ma restò con l'aria nei polmoni e un l'indice alzato per aria, Scott era sparito nella propria camera insieme alla castana, e aveva chiuso la porta. Si affrettò ad andare li, appoggiando un orecchio alla superficie in legno... Courtney non era una facile, non lo era per niente. Come diamine ci era riuscito e portarsela a casa?

“Resterà fra me e te, vero?” Scott si appoggiò alla porta con la schiena, poggiando un piede sulla superficie montata su due cardini, che serviva ad ingresso. Fissò la ragazza con gli occhi assottigliati, quasi per cercare conferma. Era sempre stato un tipo sospettoso, Scott, sin da quando era nato.
“Cosa?” Sorrise maliziosamente lei. “Il fatto che mi hai baciato e io non ti ho fatto causa, o appunto la causa che stiamo mettendo in piedi contro Chris?”
“Tsk, che domande, il fatto che ti ho bacia-volevo dire, come va la causa?”
Scott alzò le spalle, fissando la ragazza.
“Beh, i miei avvocati alla fine hanno estorto agli assistenti del megalomane tutte le informazioni necessarie..." Courtney prese un foglio da una valigetta, quel foglio era impeccabile, senza una piega. “Tu avevi si firmato per le torture che Chris vi affibbiava sull'isola, ma Zanna e i danni che ti ha arrecato sono avvenuti dopo la tua eliminazione, quindi non eri più sotto clausola di McLean, inoltre... Courtney venne improvvisamente e bruscamente bloccata da Scott, il quale successivamente poggiò l'orecchio alla porta, ghignò e diede un calcio ad essa, tornandosene infine a sedersi sul letto, al fianco di Courtney. “Continua.” Sentenziò, ghignando nell'udire Duncan imprecare, magari si stava massaggiando la testa o l'orecchio, dall'altra parte della porta. Aveva un udito finissimo, Scott, di sicuro non si lasciava sfuggire informazioni preziose, non così stupidamente...
L'ispanica riprese il discorso, il rosso di tanto in tanto annuiva, come per farle capire che seguiva il suo ragionamento: doveva ammetterlo, quella ragazza era un genio.

Sbuffò il moro, massaggiandosi l'orecchio leso. Come aveva fatto a farsi scoprire? Lui... lui era un ladro, era silenziosissimo... probabilmente Scott aveva un udito finissimo, sviluppato negli anni trascorsi. Sbuffò nuovamente, beh, da quel che aveva capito i due parlavano d'affari, nulla di piccante. Prese velocemente una birra e corse giù, aveva bisogno di una boccata d'aria.
Camminava da una decina di minuti, e si ritrovò in un parco...

Era strano, come la città cambiasse dal giorno alla notte

Si guardava intorno il punk, quando qualcosa lo colpì alla schiena. Digrignò i denti, mentre si girava di scatto. Chi, chi era così stupido da colpirlo?! Una pallina da tennis? Una stupidissima pallina da tennis?!” Rigirava la sfera gialla tra le mani, quando una voce lo richiamò:
No. Non. Ancora. Lui. Si girò, osservando il ragazzo dietro di se.
“A quanto pare, ci vediamo di nuovo...” Sorrise Elvis, in un'uniforme da tennista. “Da quando?” Sogghignò il Marcio.
“P-prego?”
“Da quando giochi a tennis?”
“Oh, ehm... da non molto in...
Trent si grattò la nuca “In effetti sono una vera schiappa.” Sorrise, protendendo la mano, per farsi ridare la palla.
Duncan lo squadrò a lungo, alzando un sopracciglio. “Dov'è finito il rancore che provavi? É magicamente sparito?”
“Esatto. Solo poco tempo fa ho capito che era inutile serbare rancore... insomma, ciò che é successo é successo, il passato é passato, non posso farci nulla. Forse, semplicemente non... non eravamo compatibili.”
Il Saggio si rattristò un attimo, aveva amato Gwen, e faceva comunque male, parlare di lei, anche se aveva superato la rottura e l'odio verso Duncan... una parte del chitarrista ancora soffriva. Si riprese, poco dopo, guardando Duncan.

“Ehi?” Trent inclinò leggermente di lato la testa, fissando il punk.

Perché stava fissando le sue labbra?

“Andiamo Duncan, riprenditi.” Elvis schioccò ripetutamente le dita davanti al viso del moro, ma nulla.

Sembrano così... morbide...

Il chitarrista sospirò, togliendo dalle mani di Duncan la palla da tennis e lanciandola alla ragazza dall'altra parte della rete. “Beh, ci vediamo, Duncan...” Sussurrò rientrando in campo.

Duncan scosse la testa, riprendendosi appena il ragazzo si girò e sparì oltre la rete... rimase li, a fissare la partita ma, nonostante il completino della ragazza che giocava insieme a Trent e alle sue bellissime curve, il Marcio non stava fissando lei, durante quel match i suoi occhi erano su di Trent.


Angolo di M:

Buooooongiorno, buonasera e buonanotte :3 -credo di averli detti tutti-
Eccomi con nuovo capitoletto, in cui Duncan inizia ad avere dei piiiiiiccoli ripensamenti sul proprio essere, suoi propri gusti se...
Duncan: *arriva in stanza con uncino ed una motosega* no, prego, continua pure.. "se..." cosa?
Ehm... se...secondari :D *badumtss*
*il moro sbuffa, e l'autrice ne approfitta per scappare*
Aloha!
-M

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Capitolo 6
*** A not so random meetings. ***


Scosse la testa, prendendosi mentalmente a schiaffi in faccia. Era Trent, l'ex della tua ex, era Elvis, il chitarrista romantico, dannazione! Come poteva guardarlo come se da un momento all'altro sul suo petto muscoloso potesse spuntargli una terza di seno?
Duncan sgranò gli occhi. A-aveva detto petto muscoloso? Aveva... a-aveva pensato a q-quel ragazzo in un modo anche lontanamente simile ai pensieri erotici che si faceva ogni volta che vedeva un bel corpo con delle curve? Deglutì, sussultando appena qualcuno gli poggiò una mano sulla spalla.
No, quella non era la sua giornata, i suoi sensi sembravano essere malmessi, fuori uso...
“Non voglio disturbarti ma... sei incantato da una decina di minuti.” Il Saggio cercò di sorridere, mentre il punk scuoteva nuovamente la testa borbottando qualcosa ed allontanandosi. Era troppo immerso nei propri pensieri per accorgersi che il chitarrista lo guardava con aria sognante, sospirando poco dopo e tornandosene a giocare a tennis.

In quel momento non capiva cosa gli stesse succedendo. No, non lo capiva affatto... insomma, si, dopo la rottura con Gwen e dopo i tentativi di Katie e Sadie di stare con lui, aveva capito di essere gay. Beh, non lo aveva capito di sua iniziativa, era stata una sua amica, a dirglielo:

“Ehi sognatore?” La rossa sorrise, aggiustandosi velocemente i capelli in un perfetto chignon, facendo cadere un paio di ciuffi lungo il viso, contornandoglielo.
Nessuna risposta le giunse all'orecchio, così optò per un'altra tattica, sfiorandogli la mano sul tavolo. “EH?! Ehm... cosa?” Il moro si riprese con un lieve sussulto, distogliendo lo sguardo da un biondo con dei fantastici occhi color miele, che scambiava ripetute frecciatine col chitarrista e gli sorrideva, ogni volta... per Trent erano cose nuove, eppure... non aveva paura, o timore, anzi, iniziava a sentirsi attratto, in qualche modo.
“La smetti di mangiarti con gli occhi quel ragazzo laggiù? Finirai col divorarlo, prima o poi...”
“Io non stavo fissando pr-”
“Trent, mio caro...”
La ragazza sorrise, prendendo la propria bibita e bevendosene un sorso dalla cannuccia, senza togliersi quel sorrisetto compiaciuto dalla faccia. “Lo stai fissando da mezzora, e continui a sorridergli... ti manca solo andare li e chiedergli di sposarti” Trent sbuffò, cercando di nascondere il timore che la ragazza gli aveva instaurato dopo quelle parole, sussultando appena quest'ultima gli soffiò all'orecchio due semplici parole “Sei. Cotto.”

Beh, col biondo non c'era stato niente da fare, era si gay, ma aveva già la sua dolce metà... ma, da quel momento aveva iniziato a pensare ogni giorno sempre di meno a Gwen, ed ogni giorno sempre di più ai ragazzi...

Stava passeggiando tranquillamente per il parco, su una spalla aveva caricato su la borsa con la racchetta e quelle simpatiche ma odiose sfere gialle, quando vide una figura ben nota sfrecciargli davanti:
“Ehi, Court-”
“Non ora, sono nel bel mezzo di un affare molto importante.”
Si bloccò però la ragazza appena capì a chi appartenesse quella voce e si fermò, quasi rapita, girandosi e sorridendo ad Elvis. Nemmeno lei capiva il perché di quel comportamento, forse la sua parte sentimentale, quella umana capiva che Trent aveva passato lo stesso dolore che aveva provato lei... si ritrovarono su una panchina, la ragazza con una ventiquattrore appoggiata al grembo, il ragazzo con la borsa sportiva accanto alla panchina.
“Allora... un affare importante eh? Posso avere l'onore di sapere almeno la trama?”
“Beh...”
Da quando era diventata così aperta con gli estranei? “Ma lui non é un estraneo, Court...”
“Conosci Scott? Capelli rossi, sociopatico, più o meno odioso... ha parteci-”
“Partecipato alla quarta stagione di torture di Chris, si, il ragazzo semi divorato dallo squalo.”
Sospirò “Come sta?”
“Fisicamente bene...”
Courtney si lisciò una piega praticamente inesistente su una delle maniche, per poi continuare. “Sta facendo causa al programma e, con me e con i miei avvocati la vincerà di sicuro... e mi darà il 37% delle guadagno, ovviamente.” Ghignò lievemente, alzandosi dalla panchina “E' stato un piacere aver incontrato di nuovo uno del reality che non è completamente idiota.”
“Ehm... detto da te... é un complimento.”
Trent cercò di sorriderle per poi sgranare gli occhi e bloccare Courtney, tenendola per un polso. Quest'ultima lo squadrò da capo a piedi, alzando un sopracciglio.
“Po-potresti darmi il suo indirizzo? Vorrei... vedere se tra lui e Duncan va tutto bene...”
“Lui e Duncan cosa?”
“Lascia perdere.”
Sussurrò il moro “Storia lunga.” Aggiunse, sorridendole e ricevendo un bigliettino e un indirizzo, insieme ad un'occhiataccia della castana...

Lievi colpi alla porta fecero sussultare il ragazzo. Stava smaltendo la sbornia della sera prima e anche il più lieve dei sussurri risuonava come un urlo in un megafono. Borbottò qualcosa inveendo contro il mondo ma si alzò, andando ad aprire, ghignando lievemente subito dopo.
“Ehm.. ciao, Scott.” Trent sorrise, un sorriso sincero, che non venne però ricambiato dalla Iena. “Tu sei Troy... no, ehm... Tommy...” Il giovane sospirò “Trent... sono Trent.”
“E che ho detto io? Trent.”
Scott alzò le spalle scostandosi per farlo entrare. “Che vuoi?”
“Nulla... volevo... volevo solo sapere se stavi bene, insomma... non é da tutti essere attaccato da uno squalo anfibio, che ti da la caccia sia in acqua che sulla terra ferma...”
Scott in risposta si levò la maglia, facendo vedere la moltitudine di cicatrici, ghignando nell'osservare l'espressione di Elvis, semi scioccata.
“Fanno paura, vero?” Ghignò nuovamente, girandosi e procedendo verso la cucina alla ricerca di birra, sorridendo maliziosamente, ancora:
“Puoi anche smetterla di fissarmi il culo, bel musicista” Sussurrò sentendolo sussultare. “Beccato”

“Beh, ancora non mi hai detto perché sei qui... piombi sempre in casa di sconosciuti senza avvisare?” Scott lo guardò, osservando a lungo ogni suo particolare... era stato con ragazzi ben più in forma di lui, ma più che gli addominali a Scott attirava quel senso di dominanza, quell'eccitazione di sottomettere qualcosa, o qualcuno... e sorrise malizioso, mentre pensieri casti o meno gli si affollavano in mente.
“Oh, no... Duncan era strano oggi... volevo solo sapere se tu... si, insomma, se tu ne sapevi la causa.”
Scott scrollò le spalle, fissando il ragazzo davanti a sé e tornando nel mondo reale.
“Ieri stava benissimo... e anche stamattina.” Si limitò a dire, al momento era più interessato ad esplorare il giovane uomo, che a preoccuparsi del migliore amico. Ovviamente lo fece senza destare il minimo sospetto, insomma: lui era Scott, il Barone, la Iena... non si sarebbe fatto cogliere in flagrante da uno come Trent. Ghignò, pensando a come potesse essere a letto... ma aspetta, lui sarebbe stato solo un sottomesso, un uke, avrebbe fatto tutto Scott... beh, almeno si sarebbe divertito, era da un paio di mesi che non faceva nulla con uno del proprio sesso ed il suo sesto senso, infallibile ovviamente, gli diceva che quel moro era un ottimo bocconcino.
“Beh, ma... é strano... cioè, é strano rispetto a quando tutti l'abbiamo conosciuto nel reality e...” Trent non riuscì nemmeno a capire la situazione. Si ritrovò sbattuto sul tappeto, supino, a ricambiare i baci aggressivi, bisognosi del rosso:

Ghignò, come sempre, mentre teneva fermo per i polsi Trent, mentre la voglia di andare oltre a quei semplici baci saliva...

Sgranò gli occhi, cercando di capire cosa stesse succedendo e perché... si, aveva saputo della bisessualità di Scott, ma... mai, mai avrebbe immaginato che ci avrebbe provato con... beh, con uno come lui.

Voleva andare oltre, era in una fottuta astinenza da tanto, troppo tempo... Gli morse il labbro, sentendolo mugugnare lievemente per la sorpresa e un poco per il dolore, continuando a baciarlo, sempre tenendo il suo labbro inferiore tra i denti.

Sorrise, poi, nell'avvertire poco dopo la calda lingua del rosso scivolare tra le proprie labbra, iniziando una corsa con la sua, giocando. Lo assecondò fin da subito, certo, non aveva mai avuto una relazione gay completa, anzi, diciamo pure che non era mai andato oltre al bacio alla francese con un maschio, ma Trent era abbastanza saggio da capire che Scott non avrebbe accettato un contrattacco, un disperato ribaltamento della situazione. E così si limitò a ricambiare quei baci, cercando di seguire il ritmo del rosso.

Una mano corse giù, accarezzandogli il petto. Si mise meglio sopra di lui, arrivando con le dita ai suoi jeans, facendo per slacciare il primo bottone... si, si sarebbe divertito.

Sussultò, ed istintivamente bloccò la mano del rosso, afferrandogli il polso. Lui... no, non poteva... non ora...

Assottigliò gli occhi, guardandolo male “Che c'è, non ti piace?” Sussurrò, sorridendo maliziosamente... beh, laggiù qualcuno la pensava diversamente... “Perché a me sembra di si e poi-”

“Ero venuto qui per parlare di Duncan, non per...” Trent arrossì di colpo, realizzando nuovamente la situazione in cui era “Per finire co-così.” Sussurrò. Si vedeva benissimo dall'espressione di Scott e dal desiderio con cui l'aveva baciato prima che voleva andare oltre e, sebbene lui non fosse il classico ragazzo che va con tutti... con lui, forse... ci sarebbe stato.
Scott sbuffò, mormorando un “Fatti tuoi.” ed alzandosi, aiutando il ragazzo a fare la medesima cosa. Si ritrovarono di nuovo sui divani, e ogni volta il ragazzo con la pelle comparsa di lentiggini ghignava... stava conoscendo sempre di più Trent: un Trent gay, un Trent che aveva messo gli occhi sul punk... un Trent che forse voleva la stessa cosa della Iena...

Si erano messi d'accordo, il Saggio e la Iena... entrambi volevano una cosa, o meglio, una persona. Ma, a differenza di Trent che era gay e a differenza di Scott, che era bisessuale, la persona dei desideri dei due era completamente etero. E sebbene il rosso lo voleva solo per una botta e via, Trent magari sperava in qualcosa di più, come una vera relazione, una vera relazione che non aveva mai avuto...
“Ehm... il piano sarebbe?” Mormorò il moro al rosso, mentre l'altro ravana nelle tasche del giubbotto, intento a cercare le chiavi, per farle scivolare poi nella toppa della porta, aprendola con un lieve cigolio.
“Piano?” Scott ghignò mentre entrava nell'appartamento del punk. “Quale piano?” Sussurrò infine, chiudendosi la porta dietro le spalle e avviandosi verso la camera di Duncan, seguito da un Trent decisamente nervoso.


Angolo di M:

Buooooonasera belli :D Scu-scusatemi per il ritardo, ma ho in cantiere una oneshot (che spero di pubblicare entro stasera) sto continuando con P. The Destiny of Wolves e... abbiamo un paio di ff in fase embrionale ^^
Maaaaa finalmente ce l'ho fatta a finire :3 (Le biblioteche danno ispirazione cazzo u.ú) Beh, alla prossima belli (se finisco la oneshot a dopo :3 se no al più presto)
See you!

~M

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Capitolo 7
*** Strawberry, lemon or chocolate? ***


Okay, due parole e poi mi dileguo subito ^°^" Ho letto prima alcune recensioni sull'ultimo capitolo (Vi risponderò presto, tranquilli) e MakaIndex mi ha proposto una specie di sfida (a dir la verità era una supplica, ma io adoro le sfide u.u ma io non avevo un cazzo da fare u.u e l'ispirazione c'era) :D Perfect, mi dileguo, ci vediamo sotto :D

La Iena fece segno al chitarrista di starsene zitto mentre ghignando si avvicinava al letto del punk, schivando con maestria ogni oggetto gettato a terra: CD, il suo fedele iPhone scarico, come sempre... saltò come se niente fosse due cartoni di pizza ed un portatile, atterrando silenziosamente dall'altra parte per poi ritrovarsi finalmente davanti al giaciglio del moro.
“Bene, bene, bene...”

Trent rabbrividì nel vedere uno Scott sorridere maliziosamente, avvicinando il viso a quello di un Duncan dormiente.

Trent si morse il labbro, nel vedere le labbra dei due appiccicate, le une alle altre...

Trent sentì un calcio colpirlo in pieno stomaco, nell'essere l'unico spettatore di quel bacio illecito.

Sorrise però, poco dopo, appena si ritrovò Scott addosso e labbra premute contro labbra. Lo sentiva, sentiva il Saggio il forte sapore del punk, oltre a quello aggressivo della Iena...
Era un mix di sapori, una di quelle combinazioni che fanno gli chef con piccante e dolce, messi insieme. In quel momento si aveva un Duncan aspro, uno Scott piccante ed un Trent dolce... limone, paprika e fragola: si sarebbe potuta fare una sfida, su come riuscire a combinare quei tre cibi, per ottenere un piatto perfetto. Ma non serviva, non ora... quella specie di bacio con i sapori dei due era più che sufficiente per Trent, ora.

“Come... come hai fatto?” Sussurrò a Scott... Duncan aveva un udito finissimo ed un sonno a dir poco leggero; non riusciva a capacitarsi di come il rosso avesse fatto a schivare ogni ostacolo, come se conoscesse a memoria la sua collocazione e come avesse fatto a strappargli quel bacio, da condividere con lui. Scott alzò le spalle, incrociando le braccia al petto e ghignando.
“Ieri ha bevuto, e anche prima.” Si leccò le labbra, sentendo il classico sapore del whisky “E l'hai capito con un solo sguardo e... e baciandolo?” Scott sorrise, sbuffando lievemente dal naso nel notare la sua ingenuità.
“Di fianco al letto c'è la bottiglia di whisky mezza vuota... l'avevamo comprata un paio di giorni fa ed era ancora chiusa... in più a quest'ora puoi trovarlo sul balcone a fumarsi una sigaretta, al massimo dentro la doccia... a letto? Naaah, ci va solo se è completamente sbronzo.” Parlava tranquillamente, come se niente fosse, come se li a fianco non ci fosse un Duncan addormentato.
“E visto che il bel bimbo dorme...” Lasciò la frase sospesa, dirigendosi nuovamente dall'addormentato col solito ghigno strafottente in faccia in cerca di un altro bacio rubato.

Scelta sbagliata

Duncan aprì gli occhi di scatto, ma solo dopo aver afferrato per il collo Scott, che gemette sorpreso “E brava la mia puttanella.” Sentenziò soffiandogli l'odiato soprannome che a volte gli affibbiava in faccia. “Non credi che un bacio basti e avanzi, mezza checca?” Scott ringhiò, scollandosi velocemente dal verde e massaggiandosi brevemente il collo, guardandolo con disprezzo, ma intanto sorrideva maliziosamente.
I piani che gli ronzavano in testa erano semplici, chiari: aveva scopato con donne, uomini... voleva osare di più, per una volta... sussurrò la sua idea al migliore amico e come risposta ricevette uno spintone verso il muro. “SEI COMPLETAMENTE RINCOGLIONITO?!” Duncan si alzò, era già vestito, la sbornia di prima non gli aveva dato nemmeno il tempo di cambiarsi, gettandolo tra le braccia di Morfeo. Si destò scostando da sé il rosso e, con un'espressione semi schifata, di ribrezzo, attraversò velocemente il corridoio fino in sala, uscendo. Non si era nemmeno accorto di Trent.
“C-cosa gli hai detto?” Il lentigginoso guardò il moro davanti a se, sorridendo bastardamente. “Se ci stava ad una cosa a tre con me e te. Sghignazzò poco dopo nel vedere Trent sussultare a quelle parole, per poi sentire passi furiosi tornare da dov'erano partiti.
“Fuori. Da. Casa. Mia” Sibilò, guardando in cagnesco i due, finalmente tutti e due, accorgendosi di Trent. Era sempre stato così, il Marcio. Negava i propri sentimenti, negava qualunque sentimento.
Spinse Scott fuori da casa, con Trent non ce ne fu bisogno, fu lui stesso ad uscire, seguendo la Iena. Sospirò Elvis, guardando per un'ultima volta Duncan, sentendo ancora parte del suo sapore tra le labbra, per poi uscire, sentendo la porta sbattere. Perché? Perché non ci provava nemmeno? Certo Scott era stato tutt'altro che delicato a dirgli la notizia in quella maniera e... e Duncan aveva tutti i diritti di sbatterli fuori in quel modo, ma... “Ma cosa Trent? É etero, non cambierà mai.” Furono queste parole dette dalla sua vocina pessimista a ucciderlo dentro, mentre si limitava a seguire il rosso chissà dove.

Si massaggiò le tempie, non capiva nemmeno lui quello che stava succedendo... Lui era Duncan, lui era etero, lui non era gay, ne bisessuale, ovviamente. Ma si ritrovò a sospirare, poco dopo, pensando agli occhi del chitarrista, alla sua faccia dispiaciuta per... per aver assistito a quella scena, forse? Scosse la testa... nah, non poteva essere triste solo per aver visto... quello. Sbuffò, alzandosi ed andando a cercare un po' d'affettato nel frigo. Bacon. Aveva bisogno di Bacon.

“S-Scott?”
“Che c'è?”
“Non... non avrai esagerato, con Duncan? Voglio dire... lui non...”
Si mordicchiò il labbro, sospirando. “Non é come noi.” Sussurrò infine sospirando subito dopo, una parte di lui voleva che fosse così, invece. Il rosso lo guardò male, assottigliando gli occhi. “Io non sono gay.”
“Ma mi hai baciato...” “E allora? Ma sentito parlare di bisessualità? E poi...”
Alzò le spalle: “Sono uno da una notte e via, niente di che.” Lo squadrò, da capo a piedi. “Ma, a quanto pare, non è me che vuoi. Entrambi miriamo alla stessa cosa, giusto? E diciamo che la mia tattica della scorsa stagione ha funzionato... ehm... benino.” Sospirò, inghiottendo la saliva.
“Che ne dici di unire le nostre forze? Potremmo farlo passare al lato oscuro.” Ghignò in un sussurro ed alzando l'indice e il medio di entrambe le mani, contornando con delle virgolette le parole lato oscuro, come per sottolinearle maggiormente... ce ne fosse stato il bisogno, poi. Il tono della Iena era più che sufficiente. “Pensaci, entrambi vogliamo scoparcelo.”
“Io non voglio solo scoparmelo...”
“Se, se, va bene, tu vuoi qualcosa di più, come andare in giro mano nella mano, regalarsi mazzi di fiori e cazzate varie. A me basta una scopata.”
Alzò nuovamente le spalle, incamminandosi verso destinazioni ignote.
“E... come facciamo a farlo passare al lato oscuro?”
“E io che ne so? Improvviseremo.”
Sentenziò infine Scott continuando a camminare, lasciando dietro di se Trent.

Era ufficiale, stava impazzendo. Uscì dalla doccia, con ancora in testa quel dolce risveglio. Ehi: fosse stata una splendida ragazza okay, no problem, anzi... l'avrebbe invitata a letto, sfilandosi velocemente la maglia.
Ma era Scott cazzo, il suo migliore amico, per quanto potesse essere un migliore amico uno che cerca in tutti i modi di slinguarti e portarti a letto; era... nah, loro non potevano. Punto.
Era colpa sua, ne era certo. Colpa di quel bacio approfondito che il rosso dagli occhi di nebbia gli aveva rubato quella notte, quando entrambi erano ubriachi. Era colpa di Scott se si era ritrovato a pensare a Trent in modi così... così ambigui. Si diede una manata in faccia, infilandosi dei boxer e gettando l'accappatoio nero nella vasca, insieme ai vestiti da lavare.
Andò sul balcone accendendosi una striscia di nicotina, migliore amica in quelle situazioni. Si rilassò subito, buttando fuori una nuvola di vapore, sgranando gli occhi incuriosito poco dopo, guardando oltre la corte di fumo fino a quando questa non si dissolse.
Non sapeva nemmeno lui che cazzo gli stava succedendo, ma si mise velocemente un paio di jeans abbandonati su una sedia e una maglia ancora umida su uno stendino, correndo giù.

“Ma che?”
“Zitto e seguimi, prima che cambi idea.”
Afferrò il ragazzo per il polso, cercando di non soffermarsi sulle sue labbra.
Fragola.
Ne era sicuro, le sue labbra dovevano sapere per forza di fragola... lo trascinò fino al proprio appartamento, senza allentare la presa sul suo braccio, fino a quando entrambi non furono al sicuro dentro la casa del punk.
Lo squadrò, stavolta tenendolo per la maglia arrivando a sfiorare il naso col suo.
“Prova a dirlo in giro e ti ammazzo.” Sibilò sulle sue labbra, prima di azzerare la distanza tra i due.

Aveva ragione, la sua mente, sapeva di fragola: di una fottutissima e dolcissima fragola.

Il cervello ci mise un poco a capire la situazione ma, appena la realizzò, sentì di poter scoppiare. Lo stava baciando? Perché? Poche ore fa li aveva sbattuti fuori di casa e ora... ora si ritrovava tra le sue braccia.

Era... strano? No, per niente... beh, se si toglieva il fatto che stava baciando Trent, che era un maschio e che era l'ex di Gwen... andava tutto a meraviglia. Sentì un brivido percorrergli l'intera schiena, cosa mai provata da li a tempi remoti.

Si stupì di come la mente a volte captava i gusti giusti con un solo sguardo. Le labbra di Duncan sapevano di limone, aspre come il proprietario ma, come avevano potuto sperimentare prima di lui Courtney e Gwen, si accorse anche di quel retrogusto dolce, come il cioccolato.

Ghignò in quel momento, visto che oramai erano li, si fece più audace, andando oltre. Insomma, aveva perso la ragione, meglio approfittarsene per un poco, no? Cacciò la lingua nella sua bocca senza troppe difficoltà, visto che il moro l'aveva già aperta, come per invitarlo. Non se lo fece ripetere due volte, iniziando a rincorrere la lingua di Trent, mentre un altro brivido gli percorreva l'intera spina dorsale.

Oh, quel bacio era... così inaspettato, così aspro duro... così... sincero. Sapeva che Duncan aveva problemi ad accettare quel cambiamento che piano piano si stava espandendo in lui... ma non c'era nulla da fare... si doveva accettare e basta. Sorrise, ricambiando ogni gioco con la lingua che al punk veniva in mente, assecondandolo. A lui andava benissimo così. Spense il cervello, lasciandosi baciare da quello strano Duncan.

Si staccarono infine, senza fiato, rossi in viso.
Il ragazzo dagli occhi verde smeraldo con un sorriso. Non sapeva come, ma ora tutto il sapore delle labbra di Duncan erano sulle sue, così come un poco della sua saliva.
Il secondo, invece, deglutì mentalmente, non capendo ancora ne come ne perché l'avesse fatto.


Angolo di M: again

Eccomi qui, ancora :3 Beh... ho finito u.u ahahaaha (si sono di poche parole ora)
Spero di esser riuscita a soddisfare tutti quanti :3
Alla prossima!

~M

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Capitolo 8
*** There isn't two without three(some) ***


Sorrise nell'avvertire il punk farsi mano a mano più naturale, sciogliere i muscoli, diventando quello di sempre: l'imprevedibile, affascinante e fottutamente perverso Duncan.
Era da un paio di minuti che le lingue si esploravano a vicenda, coinvolgendo anche palato, mascella, denti... ogni cosa incontrassero lungo il proprio percorso.

Oh, Trent sarebbe potuto morire, ma di una morte felice, col sorriso stampato sulle labbra, se solo il moro sopra di sé non fosse così etero. Ancora non si spiegava come e soprattutto perché aveva deciso di rapirlo dalla strada e di trascinarlo su, minacciandolo di morte se solo avesse osato parlarne a qualsiasi forma di vita, anzi, non doveva nemmeno pensare a quello che stava provando ora.
Il punk era stato chiaro. Un paio di parole, un sibilo e poi... beh, poi l'aspro ma dolce sapore delle sue labbra che toccavano le proprie, aggredendole, mordendole... baciandole.
“Dopo che questa pazzia sarà finita, non dovrai nemmeno pensarci!” Aveva sibilato per l'ennesima volta il Piercing, mentre gli strappava di dosso la maglietta, rivelando il fisico niente male del giovane cantautore. Ma Duncan non sapeva leggere nella mente, e Trent quel ricordo lo avrebbe portato con sé per l'eternità.

Si ritrovò a petto nudo, Duncan si alzò da lui ritrovandosi in ginocchio sul letto e, con un rapido movimento anche la propria maglia finì a terra, insieme ad un sacco di altra roba.

Lo stava davvero facendo? Cioè... lui, lui era Trent, lui...“LUI ERA UN MASCHIO, LUI É UN MASCHIO IDIOTA!” Sibilò la vocina, ghignando anche lei. Ma il cervello si era resettato da un pezzo, e il ragazzo si era trovato di nuovo sopra il compagno di avventure, o disavventure, dipendeva tutto dal punto di vista...

E le lingue tornarono ad accarezzarsi, approfondendo sempre di più il bacio. Sapevano entrambi che quel contatto di labbra prolungato era solo per non pensarci, per il dolce moro dagli occhi verdi era solo un modo per accettare finalmente l'idea che Duncan lo stava baciando, che non era solo un sogno... per il punk era più una sfida contro se stesso: “Fa finta che sia una ragazza. É una ragazza, é una ragazza” Ma alla fine entrambi, o forse solo Duncan, si arresero, anche perché dopo una mezzora di baci sempre più spinti qualcosa fremeva, dentro i boxer...

Si, quella ragazza aveva un culo niente male, anche il davanzale era perfetto, lo avrebbe osservato per tutto il giorno se non avesse avuto di meglio da fare. Ghignò al suo ennesimo gemito, aumentando con le spinte, tirandola a se, stringendola, mordendole il labbro, accarezzandole il viso, la ragazza sotto di sé scossa dal piacere e non indugiava a farlo sentire a chiunque potesse ascoltarla in quel momento, gemeva, urlava il suo nome, mentre raggiungeva l'orgasmo.
“Z-zitto!” La ragazza si sedette di scatto sul letto dopo aver spinto Scott fuori di sé, quest'ultimo non fu particolarmente contento, visto che non aveva ancora raggiunto il suo paradiso personale... si coprì fino ai seni con le lenzuola, mentre sgranava gli occhi. Scott si chiese il perché, ma gli fu subito chiaro appena la serratura della porta cigolò.

Fu un attimo: la Iena scattò in piedi, si infilò velocemente i boxer e gli altri indumenti correndo poi con la mente, mentre i passi si avvicinavano sempre di più, in cerca di una vita di fuga. Erano al quinto piano, era una fottuta pazzia anche solo pensare di... buttarsi da li. Un cigolio, un paio di sguardi, un sorrisetto innocente, una frase stupida, del tipo “Oh, ma non é questo il bagno.” e poi una corsa sfrenata giù per la rampa di scale, inseguito da due energumeni, probabilmente i fratelli della ragazza in questione...
“Torna qui idiota!”
“Come hai anche solo osato provarci con lei!”

Era nei cazzi.
Si guardò intorno mentre correva veloce, o almeno tanto quanto le sue gambe gli consentissero. Chi cazzo erano quelli? E che cazzo, la loro innocente sorellina aveva quindici anni, era libera di scopare con chi volesse. Ma a quanto pare i signorini suoi inseguitori pensavano il contrario... Era in pieno centro... due isolati più avanti c'era una casa, un appartamento che conosceva piuttosto bene. Ghignò, aumentando le falcate. Si, ce la poteva fare.
Era al primo piano il suo migliore amico, e la finestra della sala era aperta. Grande bello, sei un genio. Corse per gli ultimi metri, i due giganti sembravano essersi dileguati. Sospirò sollevato.
“Eccolo, é lì!”
Cazzo.
Un paio di passi di rincorsa, un salto studiato bene, le braccia e le gambe muscolose avrebbero fatto il resto...

Era dentro casa, e i due tipi avevano perso le sue tracce, all'ultimo svoltamento d'angolo.

Uscì poco dopo dal bagno dopo essersi dato una veloce lavata: nella fretta di scappare aveva dimenticato di sfilarsi il preservativo, che ora giaceva chissà dove nel bagno di Duncan. Bevve un paio di sorsi d'acqua dal lavello, per poi bloccarsi di colpo nell'avvertire un basso gemito nella stanza affianco. Ghignò, facendo una veloce corsa in camera propria per mettersi dei vestiti comodi, se tutto andava per il verso giusto, da li a poco se li sarebbe tolti di nuovo, per poi dirigersi verso la camera del punk, la porta rigorosamente chiusa. Aveva sentito di nuovo quel sospiro sonoro, e quello non era uno dei gemiti di Duncan.
A volte sentiva i suoi gemiti, il punk tirava le ore piccole, quando scopava con una ragazza ogni sabato sera... E beh, aveva imparato a riconoscerli.
Aprì come se niente fosse la porta, entrando nel più completo e totale silenzio. Duncan dormiva in un matrimoniale e appena aperta la porta, un paio di metri dal letto e dall'entrata, c'era una comoda poltrona, che dava le spalle al letto e guardava un'immensa tv, con qui il punk si dilettava a cazzeggiare con videogiochi per la play oppure per vedere programmi demenziali dal letto...
Ma ora al rosso non interessavano ne la play station ne la tv. Al rosso interessava vedere cosa stesse facendo il ragazzo. Sogghignò bastardamente, nel vedere Duncan slinguarsi beatamente Trent, i due oramai in boxer e le eccitazioni potevano intravedersi benissimo anche da sotto i boxer. Ci stavano dando dentro, strusciandosi l'uno sull'altro, sfregando i bacini.

Oh, non poteva perdere un occasione del genere.

Si sedette sulla poltrona prendendo il suo fedelissimo Black Berry, andò con calma su videocamera, per poi accenderla e puntare il cellulare verso i due.
I gemiti si facevano sempre più rochi, i due avevano un disperato bisogno di andare oltre, si vedeva benissimo.
Bestemmiò a denti stretti, appena la videocamera fece quel fastidioso e sonoro click, risvegliando i sensi del moro dalle iridi acqua marina e quest'ultimo sgranò gli occhi, aprendoli e girandosi di scatto.
“Scott, ma che cazzo stai facendo?” Ma la sua voce era salita di un'ottava, diventando piú stridula... era stato sgamato in pieno.
“Io? Nulla di che, solo Birdwatching.” Ghignò il rosso, ritraendo il cellulare e nascondendolo nella tasca dei jeans, un istante prima che Duncan potesse essere li, per sequestrarglielo.
“Dammelo!”
“Come vuoi.”
Sussurrò il rosso, ghignando per l'ennesima volta e slacciandosi il bottone dei jeans e abbassandosi la zip.
“MA CHE CAZZO TI SEI FUMATO? INTENDO IL CELLULARE!”
“Aah, quello... mmh, mi sa che lo terrò io invece.”
“Ehm, ragazzi?”
“Zitto Trent!”
Sibilarono i due all'unisono. Duncan stava ringhiando, Scott sorridendo maliziosamente.
“Dammi. Il. Cellulare.”
“E perché?”
“Per cancellare il video, tsk, ovvio.”
“Concedimi una scopata. Una scopata con te e il cantante la.”
Scott fece un cenno verso Trent e, appena Duncan girò il viso verso la sua direzione, la Iena alzò il pollice verso Trent, il quale deglutì, cercando di sorridere.
“Beh?” Sussurrò Scott al moro al suo fianco.
”...”
“Non credo che il novellino li potrà soddisfarti come si deve, e sei fottutamente eccitato, si vede benissimo.” Il verde buttò fuori aria dalle narici in uno sbuffo, oramai era alle strette.
“Accetto.”
Scott e Trent sgranarono gli occhi, all'unisono. “Cosa?”
Duncan digrignò i denti, tirando a se la Iena, tenendolo per il colletto della maglia. “Non. Farmelo. Ripetere.”
Scott ghignò, spingendolo verso il letto addosso a Trent, per poi gettarsi nel mucchio. Dio, se erano impediti quei due... scosse la testa più volte, guardandoli entrambi, levandosi velocemente la maglia e sfilandosi subito dopo i jeans, rimanendo anche lui in boxer. Era l'unico non eccitato? Doveva rimediare.
Tirò a se Duncan, incrociando le labbra con le sue, mentre una mano spingeva Trent disteso sul letto, scivolando da petto verso il basso, intrufolandosi dentro i boxer e facendo scivolare fuori l'eccitazione del ragazzo, il quale sgranò gli occhi. Trent pensava di farlo con Duncan, solo con Duncan...e ora Scott lo stava...curando? Ma i pensieri svanirono appena il rosso iniziò a donargli cure, dando posto ad un unica sensazione: piacere.
Gemeva il Saggio, mentre il Marcio e la Iena lottavano con le lingue, in cerca del vero dominante. Scott sapeva che niente funzionava, se in una relazione a tre c'erano due dominanti ed un sottomesso. Dovevano esserci due sottomessi e un dominante, o tre uke, tre sottomessi che si davano il cambio... ma non due dominanti, quello no.
Aumentava con la mano, facendo gemere il chitarrista e ghignava, mordendo il labbro di Duncan, ricevendo in cambio altri morsi.

Sarebbe potuto andare avanti all'infinito...

Un paio di baci e di abili cure del rosso e Trent inarcò la schiena, dando un ultimo, basso gemito, sporcando la mano di Scott.
“Oh, sei giá venuto?” Sussurrò il ragazzo ghignante, dopo aver morso il collo di Duncan. “Perché sai, non abbiamo ancora iniziato veramente.” Concluse infine, mordendo il labbro anche a lui, mentre si abbassava i boxer.
Ora erano tutti pronti.


Angolo di M:

Eeeeeccomi qui :D
Ghehehehe, adoro lasciarvi sulle spine *^*
Lo giuro, la prossima volta faccio tuuuutta la parte porca, o miei pervertiti seguaci o miei amatissimi lettori :3
Sciao <3

~M

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Capitolo 9
*** We talk about love or about only sex? ***


Trent sospirò buttandosi al centro del letto, la fronte sudata, i capelli corvini gli ricadevano su quest'ultima e quelli dietro sul collo, bagnati pure loro. Chiuse gli occhi, per godersi di più quel vortice di sensazioni che il cervello aveva al suo interno:

Lussuria, passione, desiderio... queste tre sensazioni descrivevano Scott, che alla fine era stato il burattinaio di turno, decidendo cosa fare e come, facendolo in un modo a dir poco fantastico.

Dolore, schiettezza...amore? Non ne era sicuro, ma dietro l'iniziale rapporto riluttante del punk, che si muoveva con movimenti rapidi, precisi, Elvis ci aveva trovato un immenso senso d'amore e dolcezza, dati da quel bacio a fior di pelle tra una spinta a l'altra, o una di quelle carezze che ti sfioravano il ventre, la spalla, o la schiena...

Era distrutto, ma doveva ammetterlo gli era piaciuto, gli era piaciuto come non mai. Insomma, farlo con una donna alla fine erano sempre i soliti su e giù... che cosa aveva un uomo in più, da farlo eccitare così tanto? Beh, per quanto riguardava le cose che non aveva, il seno... ma, per Trent non era un particolare di vitale importanza. Guardò Scott, poi Duncan... i due erano in un lato del letto, l'uno sopra l'altro e stavano lottando ancora per il dominio. Prima la Iena era supino, poi lo era il Marcio, prima il piercing veniva morso ad un labbro, poi al rosso capitava lo stesso con ancora più irruenza.
Ancora si chiedeva come avevano fatto a collaborare, poco prima...

Scott mise una mano sopra il petto del migliore amico, guardandolo e ghignando, per poi spingerlo sul materasso, supino. Duncan fece per replicare, ma l'unico suono che uscì dalla sua bocca fu solo un sospiro, il rosso aveva iniziato a curarlo con una mano. “Mi dicono che sei un segaiolo provetto.” Ghignò Duncan tra un sospiro e l'altro, socchiudendo gli occhi. “E la regia mi dice che intanto godi di più con queste cure che con quelle di qualche gallinella che ti peschi il sabato sera.” Sussurrò trionfante Scott, mentre aumentava quei dannati ma fluidi movimenti con la mano, i quali stavano facendo letteralmente impazzire il punk che doveva ammetterlo; il rosso ci sapeva fare, alla fine.
La Iena ghignò guardando poi Trent, il quale impallidì alla vista del suo ghigno perverso... cosa voleva fargli? La mente si annebbiò poco dopo, nel solo sentire le labbra del rosso baciargli il collo e scendere lungo il petto, il ventre, il bacino... era inutile, si era già eccitato da quando Scott era solo a metà petto con la sua linea immaginaria di baci.
Quest'ultimo ghignò, arrivando con le labbra fino alla sua eccitazione, stava per sfiorarla, quando si ritrasse, ghignando bastardamente e facendo scappare dalle labbra del Saggio un mugolio insoddisfatto, mentre Duncan sospirava al suo fianco... perché al punk venivano date cure e a lui no? La mente aveva già fatto scattare la mano verso il basso, ma venne prontamente fermato da Scott.
“Credi che io non sia eccitato?” Gli sussurrò, tornando su e leccandogli il lobo, sentendolo rabbrividire. “E dai Trent, pazienta un attimo.” Il rosso lo baciò, trascinandolo in una lotta con le lingue e, appena lo sentì distrarsi, un dito scivolò giù, provocando poco dopo al moro uno sgranamento di occhi, facendogli spalancare la bocca, ma da essa non uscì alcun suono.

Non l'aveva mai fatto con un uomo, non era mai andato oltre a dei semplici baci... il basso ventre e la schiena continuavano ad inviargli pulsazioni dovuti al rapporto consumato poco prima e si, doveva ammettere che per le prime spinte aveva urlato come se fosse trapassato da parte a parte da una spada ma poi... aveva incontrato il paradiso, ed il proprio luogo del piacere non era un luogo ma una persona e questa persona si chiamava Duncan.

Aveva spalancato gli occhi appena aveva realizzato la situazione... era supino, il rosso gli aveva aperto le gambe senza troppi giri di parole ed un dito era scivolato al proprio interno, facendo gemere piano Trent, facendogli provare un misto di emozioni tutte insieme:
Imbarazzo, un sacco di imbarazzo... non lo conosceva nemmeno, se non grazie al reality, era già tanto se avevano parlato un paio di volte in quei giorni e ora stava esplorando una delle parti più proibite di lui...
Piacere, perché comunque il rosso ci sapeva fare, si sentiva chiaramente che non si muoveva a casaccio e a quanto pare non era l'unico a pensarlo, visto che al proprio fianco il punk emetteva bassi gemiti, scosso dal piacere dell'orgasmo che saliva.
Rammarico? Anche quello, insomma voleva che... beh, che fosse Duncan a... farlo per primo.
Ma dovette ricredersi, appena si morse il labbro per trattenere un piccolo urlo nell'avvertire Scott toccare quel punto afrodisiaco che nemmeno sapeva di avere... Scott ghignò, mollando definitivamente il moro a sé stesso e dedicandosi sul serio a Trent, aggiungendo un dito, preparandolo per dopo.
Duncan guardò con uno sguardo glaciale la Iena, il quale ghignò, spostando poi lo sguardo sul Saggio, infine ancora su Duncan. “Questo è tuo.” Mimò con le labbra facendo un piccolo cenno con la testa verso un Trent con occhi chiusi e col respiro irregolare, finendo di prepararlo. Si gettò su di lui baciandolo, graffiando la sua lingua con la propria per poi staccarsi e battere il pugno ad un Duncan sempre meno convinto di quello che stava facendo...
L'aveva fatto con Courtney. Aveva mollato Courtney per finire a letto con Gwen, l'ex di entrambi i ragazzi dai capelli corvini che ora si guardavano con aria confusa ed imbarazzata.
“Dunchinino? O ti muovi ad incularlo o giuro che ti sbatto sul letto e lo faccio io... ma non sarà il gay li a sopportarmi.” Uno Scott ghignante prese una delle tante bottiglie di alcol nella stanza, alcune semipiene, altre semivuote, bevendosene un sorso mentre il punk deglutiva solo all'idea di avere Scott in se... scosse velocemente la testa, dimenticandosi ciò che stava per fare. Era eccitato: un buco faceva sempre comodo in questi casi...

E dopo Duncan, Scott si era intromesso per un secondo round, ma poco importava... era stata una prima volta fantastica per tutti, beh.. per lui e Duncan, o almeno così sperava... Scott l'aveva già fatto diverse volte. Girò lo sguardo verso i due, il rosso a quattro zampe sul moro, le due eccitazioni che di tanto i tanto si sfioravano, provocando brividi ben visibili ad entrambi...

Urlò letteralmente dal dolore, avvinghiandosi alle spalle del ragazzo per cui provava ben più di una cottarella estiva, scavando nelle sue spalle con le unghie e procurandogli un sibilo, seguito da una spinta ancor più violenta. Sentì le lacrime correre verso le palpebre, faceva male cazzo. Faceva malissimo. Chiuse gli occhi, sussultando una volta riaperti: Duncan era sopra di lui, i suoi occhi color ghiaccio lo stavano fissando, cercando di entrare nella foresta del Saggio. Si ammutolì, rimanendo a fissarlo e tutto intorno a loro scomparve... solo quegli occhi nella mente.
“Tutto bene?” Trent sussultò. “C-cosa?”
“Fa ancora male?”
Elvis arrossì di colpo, solo ora aveva realizzato che Duncan era fermo, immobile in lui e che lo stava fissando in maniera quasi dolce, il tono più caldo come il ferro fuso, non il solito tono graffiante di acciaio che stride.
“O-oh... un p-po'.”
“Posso continuare o scoppi a piangere?”
Il Piercing ghignò di poco, continuando a guardarlo.
“Dio, ora vomito.” Fu il commento della Iena, mentre ingeriva l'ultimo goccio di alcol.
Duncan riprese a spingere appena ebbe un cenno di conferma dal ragazzo, che cercò di trovare una posizione comoda sul materasso. Continuò ad entrare ed uscire, trovando dopo poche spinte il punto G di Trent, sentendolo si urlare, ma dal piacere questa volta. Si ritrovò a sorridere, ma nessuno poteva vederlo visto che aveva la testa appoggiata alla spalla del ragazzo sotto di sé, che nel frattempo gli graffiava la schiena e gemeva, cercando di andare incontro a quei movimenti per provare maggior piacere. Si, Duncan non lo stava curando, non del tutto, ma a Trent andava bene così, stava scoprendo una parte del proprio corpo sconosciuta fino ad ora.
Sgranò nuovamente gli occhi poi appena sentì le labbra del rosso sulle sue ma non si ritrasse, ne si irrigidì: sorrise, ricambiando quel bacio e infrangendo di tanto in tanto i gemiti provocati da Duncan. Oramai il cervello gli era andato in tilt, sostituito dall'istinto e dalla passione, insieme ad un immenso mare di lussuria. Si ritrovò a gemere di nuovo appena Scott riuscì ad afferrare la sua eccitazione, e vide Scott ghignare appena lui afferrò la sua, i due che si curavano a vicenda, mentre Duncan si muoveva sul giovane cantautore... Trent alla fine era colui che provava più piacere dei tre...

Ritornò al presente dopo l'ennesimo flash back, sorridente. Non gli importava se gli faceva male tutto, non gli importava se su ventre e torace era comparso di succhiotti... era riuscito a baciarlo, era riuscito a... a finire a letto con lui. E sperava che per Duncan non fosse solo sesso e non sembrava esserlo, visto come gli aveva chiesto se poteva continuare, se non gli stava facendo male eccetera...
“Coglione.”
“Stronzo.”

Girò il viso verso sinistra, trovando i due fermi, che si guardavano, prima seri, poi sorridendo come due ebeti.
“Se c'è qualcuno che deve fare l'attivo sono io, poco ma sicuro.”
“No. Nononono. Non mi faccio inculare da un punk da strapazzo coi capelli alla moicana, anzi: non mi faccio inculare e basta.”

Scott e Duncan si guardarono male di nuovo, per poi spostare lo sguardo sul povero ragazzo rimanente nella stanza, ghignando maliziosamente.
“Trent? Sappiamo che sai incassare alla grande... come te la cavi con i lavori di bocca?” Scott ghignò bastardamente scendendo da Duncan, mentre il Saggio sgranava gli occhi...
Scott era proprio senza pudore! Ora.. ora cosa si poteva inventare? Il tempo stringeva, poco dopo si ritrovò con le spalle attaccate alle testiera del letto, i tre ancora nudi.
Fregato.


Angolo M:

Buooooonsalve :O Mi scuso per il ritardissimo, ma la yaoi non era mia amica D:
Odio cominciare una cosa e lasciarla a metà per colpa dell'ispirazione che non c'è TTOTT Ma finalmente é tuuutto a posto :33
Non so se vi abbia soddisfatto o meno, spero di si e...
Nulla, ciao belli <3

PS: Abbiamo pubblicato The Destiny of Wolves, chiunque volesse leggerlo può farlo cliccando semplicemente il titolo qui a fianco c:
Stessa cosa vale per Slender Man ~M

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Capitolo 10
*** Friends with benefits? ***


Si risvegliò nuovamente coprendosi la bocca con la mano e sbadigliando, sgranando di poco gli occhi appena realizzò dove e con chi si trovasse. Sorrise, accarezzando lievemente i capelli corvini misti a sfumature verdi, Duncan aveva bisogno di una bella tinta per la propria cresta... ancora non ci credeva, verso le quattro, quando tutti si erano finalmente assopiti, Scott si era alzato ed era sparito in bagno, uscendosene poco dopo perfettamente vestito con una canotta e dei pantaloni neri della kipsta, sparendo nella propria camera.
Trent sapeva bene che la Iena cercava solo sesso, forse anche per Duncan quella notte era stata solo una bellissima scopata... ma i raggi della mattina penetravano attraverso i buchi della tapparella, andando ad illuminare il proprio viso e quello del moro che lo abbracciava, trattandolo più o meno come un peluche, la testa sul proprio petto: non era il classico abbraccio tenero, Duncan sembrava quasi trattenere a forza il cantautore, restandosene addormentato e semi sdraiato sopra di lui, mentre le sopracciglia si aggrottavano, il viso assumeva una smorfia per colpa dei raggi solari.
Trent si sarebbe alzato volentieri per chiuderle meglio il tutto, lasciando riposare in pace colui ce amava, ma la mole e la stretta del proprio possessore glielo impedivano, costringendolo a restarsene supino ed immobile. Erano sotto le coperte, nudi e se Duncan si fosse mosso anche solo di poco durante il sonno...Trent si sarebbe eccitato all'istante. Chiuse gli occhi, cercando di scacciare i perversi e fantastici ricordi di quella notte per evitare di eccitarsi.
Sistemò le coperte e guardò di nuovo il moro, inclinando di poco il viso e sorridendo nel vedere finalmente un piccolo sorriso soddisfatto fare capolino tra le labbra di Duncan, finalmente al riparo dai terribili raggi solari...

Alla fine era scampato alla richiesta di Scott e alla sua proposta del lavoro di bocca, la Iena e il Piercing avevano iniziato di nuovo a litigare per il fatto di chi dovesse essere quello attivo e Trent aveva appoggiato la testa al cuscino, guardando il soffitto, riprendendo fiato e sentendo gli schiocchi di lingue dei due tra un bacio e l'altro, seguiti da piccoli ringhi o insulti... erano così, e il Saggio si era addormentato avvolto tra le coperte, dando le spalle ai due...

Ed erano capitati così alla fine, Scott in camera sua, o addirittura fuori da qualche parte, Trent e Duncan nello stesso letto, il giovane dagli occhi verdi insieme al suo sogno più proibito, che dormiva attaccato a lui...
Si ricordava di Scott che aveva cambiato letto si, aveva anche visto Duncan che gli dava le spalle e che pareva dormire... e si era svegliato ai primi raggi del sole col punk sopra il proprio petto, che lo stringeva a se. Solo allora si accorse del proprio cuore che batteva all'impazzata e del fatto che così poteva svegliarlo... deglutì, era l'ultima cosa che voleva in quel momento.
Si auto impose di darsi una calmata, sospirando e sorridendo, iniziando ad accarezzare la schiena del verde, salendo di tanto in tanto sul retro del collo o nei capelli, sorridendo come un bimbo che era stato rinchiuso in un negozio di caramelle.
Era fantastico tutto ciò, era fantastico avere Duncan sopra di sé, era fantastico vegliare sul suo sonno... arrossì inconsapevolmente appena lo vide sorridere ed avvertì la mano del moro sfiorargli la spalla in una carezza; era sublime averlo li, era un miracolo essere nello stesso letto con lui, e poter riempirsi le narici del suo fantastico odore.
Sgranò gli occhi appena lo avvertì muoversi e cambiare posizione e dovette lottare contro tutto se stesso per non eccitarsi... Il Marcio si era insinuato tra le sue gambe, i due membri a riposo praticamene erano l'uno sull'altro e a Trent la situazione non poteva fare altro che eccitarlo. E non poteva, non poteva dannazione!
Sospirò e si morse la lingua, per poi rilassarti e rilassare i muscoli: si, ce la poteva fare e poi... suvvia, era Duncan, non un modello.
“E se fosse proprio questo, il fatto? E se Duncan fosse il tuo personale modello?”
Trent scacciò via dalla mente anche questi pensieri, limitandosi ad accarezzare il moro, il quale alla fine aprì gli occhi. Poteva arrabbiarsi? Prenderlo per il collo e sbatterlo contro il muro, urlandogli contro insulti su insulti ed andandosene? Il cuore sobbalzò appena avvertì le labbra del punk appoggiarsi sulle proprie...

Dopo aver visto che Scott non era nei paraggi, Duncan ne aveva subito approfittato: non sapeva se era per colpa della sbronza della sera prima o se era colpa della Iena e del suo stupido piano, ma... aveva provato intensi brividi mentre faceva suo il corpo del giovane poeta; insomma era una cosa diversa, illegale... proibita per i suoi principi, eppure doveva ammetterlo, gli era piaciuto.
Ma mai, mai Trent l'avrebbe scoperto, mai avrebbe lasciato che qualcuno scavasse nel proprio animo alla ricerca della risposta, segregata dietro mille porte con decine di serrature e combinazioni diverse. Trent non doveva saperlo. Scott non doveva saperlo... I giornalisti NON dovevano saperlo. Nessuno avrebbe scoperto cosa celava il Marcio in quel piccolo cuore rinsecchito che stava riniziando a battere.
Guardò il moro sotto di se, ancora con gli occhi sgranati e sogghignò: “Beh? Non hai mai ricevuto un bacio?” Trent scosse la testa, arrossendo, per poi sgranare gli occhi. “No, cioè, si...m-ma... beh...” Non riuscì a terminare la frase, poiché il ragazzo sopra di se lo aveva immobilizzato, entrambe le mani nella stretta della mano destra del marcio, la sinistra invece stava superando or ora l'ombelico, senza voler fare soste... cosa aveva in mente?!
Sospirò poco dopo, deglutendo e cacciando indietro i mugolii di soddisfazione, cosa che irritava il punk, il quale aumentava. Non sapeva che cosa gli stesse prendendo, ma la situazione lo eccitava e molto anche. Era stato drogato? Nah, si ricordava bene tutto... aveva bevuto, quello si, ma non quel tanto da sbronzarsi. Semplicemente ne aveva voglia, semplicemente voleva farlo suo di nuovo con l'unica persona che era riuscita a fargli provare qualcosa dopo mesi.
Era un'idea strana si, ma tanto oramai si era sputtanato, meglio finire le cose per bene almeno.
Il primo gemito da parte del cantautore arrivò presto, e il Piercing ghignò, posando le labbra sulle sue in un feroce bacio, bacio che mordeva, lacerava le carni. Bacio che cercava in un tentativo disperato un minimo d'affetto alla fine.
Elvis sibilò, ma non si mosse, concedendogli le proprie labbra e il proprio corpo, di nuovo. Non sapeva se per Duncan era l'ennesimo giocattolino o qualcosa di più, ma sotto quelle fantastiche spinte non gli importava, in quel momento gli interessava solo godere ed inarcare la schiena di tanto in tanto, permettendogli così di arrivare più a fondo e strappargli urli di piacere, urli che andavano ad infrangersi contro un cuscino bianco, sibili che partivano nell'aria di tanto in tanto, seguiti sempre da un sorriso...

“Scopamici?”
“C-cosa?”
Duncan sbuffò, guardandolo mentre si accendeva una sigaretta, sedendosi sul davanzale della propria finestra, il sole che lo illuminava gli dava un'aria da... dio, che lasciava praticamente senza fiato il giovane dai dolci occhi e poi... il fumo della nicotina e di altre letali sostanze che uscivano dalla bocca e dalle narici del punk aumentavano il livello eccitazione e ammirazione.
“Mh, mai sentito parlare di quegli amici che scopano per piacere e non per sentimento?”
“C-certo, ma... ne avevo sentito sempre parlare tra un... beh, un uomo ed una donna...”
“Oh.”
Un lento ghigno si fece spazio tra il volto del moro con sfumature di verde ai capelli, che disperse l'ennesima nuvoletta di fumo. “Se vuoi lo chiedo a Gwen.”
Colpo al cuore, centrato. Sta affondando lentamente: bel lavoro Duncan.
“N-no, no.” Il Marcio squadrò a lungo il Saggio. “Allora?”
“Ci... ci sto.”
Furono le uniche parole di Trent, che già rimpiangeva la scelta...
Scopamici, solo degli stupidi amici di letto! Doveva aspettarselo, Duncan aveva infranto il cuore di Courtney, poi quello della propria ex, Gwen e ora? Ora toccava a lui, forse al moro piaceva giocare con i sentimenti delle persone, ripassarsele un paio di volte e poi... cambiare giocattolo una volta finito, come se ci si annoiasse o se il giocattolo si rompesse.
A Trent la cosa dispiaceva, molto anche, ma le labbra del ragazzo tornarono sopra le proprie, e l'acre odore del fumo si fece sentire, insieme al limone delle labbra del punk. Ma sorrise il ragazzo dagli occhi verdi, perché no? Provare a stare con lui, far finta di essere una vera coppia, almeno a letto per ora: era passato da l'essere ignorato all'essere l'amico di scopate del moro... poteva provare a cambiarlo, no?


Angolo di M:

Bonsoir mes amis! D'ah, perché sto parlando francese? Io sono una capra in francese! TTOTT
Beh, non del tutto, recentemente lo sto imparando a dovere ^~^
Beh, ed anche Cigarette é stata scritta a tempo record :D
Insomma, M che pubblica due capitoli nuovi di due serie diverse lo stesso giorno? :O
Impressionante eh?! *ride*
.....
....
...
..
.
Angolo serietà:
No, sul serio, volevo farmi perdonare per il capitolo estremamente corto di Slender -ah, ho pubblicato il seguito :3- e per il ritardo ad aggiornare...
Beh, ora c'è tutto <3
Alla prossima!

~M

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Capitolo 11
*** Treachery. ***


“Non farti pregare.” Sussurrò al suo orecchio, mordendogli il lobo.
Trent sgranò gli occhi, indietreggiando.
“Non eri il mio amichetto con benefici?” Duncan lo guardò, ghignante, due occhiaie profonde gli contornavano gli occhi, il ghigno sembrava sminuito per colpa del troppo alcol ingerito... Il ragazzo dagli occhi verdi indietreggiò di nuovo, appena vide il punk gettarsi su di lui, fallendo miseramente.
“Du-Duncan?” Il Marcio sorrise ebetamente. “Io mi chiamo Duncan, non Du-Duncan!” Scoppiò a ridere, per poi smorzare il riso all'improvviso, guardandolo male. “Devo scoparti.”
“Perché?”
“Perché no?”
“Sei... sei ubriaco.”
“E allora?”

Trent deglutì, guardandosi attorno. La casa era di nuovo uno schifo, poco prima aveva ricevuto un sms decisamente confusionario da parte del ragazzo che amava, che gli spiegava di raggiungerlo, nulla più. Ci aveva messo un paio di minuti a capirlo, visti i numerosi errori di battitura e i verbi coniugati malissimo, ma solo ora ne poteva capire il motivo: era ubriaco, ancora.
Non potette nemmeno finire di formulare una frase o di terminare un pensiero che si ritrovò disteso a terra a pancia in giù, il moro sopra che gli divorava il collo con baci e morsi.
“Dun!” Cercò di liberarsi, invano... non poteva accontentarlo, non voleva accontentarlo.
Le lacrime iniziarono a formarsi agli angoli degli occhi, ma una parte di sé lo riportò alla realtà: si dimenò, riuscendo finalmente a togliersi il ragazzo di dosso, il quale si guardò intorno con aria confusa, per poi ridacchiare.
“Mi hai fatto male, stupido.” Pronunciò avvicinandosi a gattoni verso di lui, poggiando la testa sulle sue gambe e sbadigliando. “Perché mi tratti male?”
Trent sgranò gli occhi. “P-prego?”
“Grazie.”
Duncan rise di nuovo, per poi rifare la stessa domanda, alzando lo sguardo e guardandolo.
“Perché mi tratti male?”
“Io... io non ti tratto male Duncan.”
“Non ti concedi a me. Che c'è, ti sei innamorato di quel coso checca dai capelli rossi? Non... io non vado bene?”
L'alcol giocava sempre di più tiri mancini al Piercing, nel frattempo disperso nel suo mondo.
Il cantautore lo guardò, Dio, sembrava così tenero ed indifeso ora... una mano finì automaticamente ad accarezzargli la guancia, vedendolo sorridere, senza scostarsi.
“Io non ti tratto male Dun...”
“Non giochi con me.”
“Sei ubriaco...”
“Appunto, dovresti ubriacarti anche tu e giocare con me... é divertente sai?”
“Io non bevo, non fino a questo punto...”
Trent gli alzò il viso, guardandolo ed accarezzandogli lo zigomo con il pollice, lieve. “Da quanto non dormi? Hai due occhiaie profonde.”
Lo sbadiglio che ricevette in risposta non poté che confermare ancora di più le sue teorie...
“Dai, andiamo.” Sussurrò, aiutandolo ad alzarsi e conducendolo verso il letto.
Il punk poco dopo assaggiò la morbidezza di un buon cuscino ed il calore del materasso, gli occhi già chiusi, pronti a salpare nel mondo dei sogni... ma li sgranò poco dopo Duncan, osservando attentamente il ragazzo che gli stava tirando su le coperte, coprendolo.
“E tu?”
“Io? Vado di la a sistemare la casa, é uno schifo...”
Sorrise lievemente Trent, guardandolo. “No, cioè... dopo... stai qui.” Se solo il verde fosse stato lucido si sarebbe preso a schiaffi da solo, li, in quel momento, davanti a lui... “Stai qui.” detto come se l'avesse implorato, come se Duncan ora non sapesse più vivere senza quel coso gay che portava il nome di Trent.
“Stai qui.” Ripetette poco dopo in un flebile sussurro, la vista un poco appannata per colpa dei litri di alcol ingeriti; certo, aveva uno stomaco di ferro il ragazzo dagli occhi color acquamarina, ma se il fegato era a posto e sopportava tranquillamente quell'ingente quantità di alcol, la mente alla fine ne risentiva, facendosi più leggera.
Sorrise soddisfatto quando si ritrovò Trent al suo fianco con il viso sul petto, ghignò; allora era sempre una donnetta, mai riusciva a dominare eh? Beh, meglio così, lui odiava esser dominato... si addormentò poco dopo, il ragazzo stretto tra le braccia, come se fosse il suo peluches preferito.
Non lo avrebbe ammesso ad anima viva, ma alla fine quel ragazzo iniziava ad avere un qualcosa di strano, una sentimento che attirava il punk da morire, come una falena che segue la lanterna appesa ad una barca fino a quando non si accorge di essere in mezzo all'oceano e, stanca muore... ma lui non era una falena, lui era Duncan, lui era forte. Lui avrebbe superato ogni ostacolo e si, forse avrebbe accettato prima o poi quegli strani ma nuovi sentimenti che stavano fiorendo i lui.

Trent sospirò, ma era un sospiro lieve, felice, mentre immerse la testa nell'incavo che andava a formarsi tra collo e spalla del moro supino e con i respiri mano a mano sempre più regolari: si era addormentato. Diede dei lievi baci al petto di Duncan attraverso quella sua maglia nera, per poi sfilarsi dolcemente ma a malincuore da quell'abbraccio che ogni notte aveva sognato da quando aveva iniziato a fantasticare su di lui ma... beh doveva pulirgli casa, era più forte di lui, odiava il disordine.
Guardò il ragazzo nel letto con un braccio sopra la testa che copriva gli occhi e l'altro che abbracciava il nulla ora... si morse il labbro; sarebbe tornato al più presto, appena avrebbe finito di sistemare almeno la sala e la cucina.

Si ritrovò sommerso da vecchi vestiti e ogni sorta di oggetto, mentre prendeva una pila di panni accumulati poco prima in un angolo e si diresse in bagno, li avrebbe messi nella grande cesta e successivamente divisi per colore... dio Duncan era un disastro totale in questo genere di cose.
Diede un piccolo sbuffo, aprendo con una mano la porta del bagno e cercando con l'altra di non far cadere tutti quei vestiti entrò in quella stanza che sapeva costantemente di tabacco, se non di marijuana... Sussultò nell'andare a sbattere contro qualcuno: Duncan era a letto e stava dormendo, cosa?!
“Oh, ma ciao, come va il didietro?” Scott rise, addosso solamente un asciugamano che lo copriva dal bacino in giù, fino al ginocchio. I capelli bagnati, così come le goccioline che gli scendevano sui pettorali, residui dell'appena finita doccia. Trent, cercò di non guardarlo, insomma l'aveva giá visto nudo no? E a lui interessava Duncan, Duncan e basta... allora perché gli occhi erano incollati su quel fisico? Si ricordava delle stagioni a cui aveva partecipato, la Iena non aveva un filo di addominali ma solo il ventre piatto ed ora? Ora quel ventre ospitava cuscinetti di pelle lavorati, sei piccoli addominali spuntavano, formando un'eccellente tartaruga. Perché l'altro giorno non li aveva notati?
“Beh? Che c'è, non parli più?” Sorrise bastardamente il rosso, prendendogli i vestiti dalle mani e buttandoli dentro la cesta, per poi chiudere la porta e isolare i due dal mondo. “Eh? Oh no, no...” Cercò di sorridere il moro, ma potette solo sgranare gli occhi nel vedere Scott stringergli le dita intorno ai polsi e sbatterlo sulla parete, bloccandolo.
Ghignava la Iena, Dio se ghignava mentre lo guardava... che, che aveva in mente?
“C-cosa...”
“Sssh.”
Si limitò a dire Scott, continuando a guardarlo dritto negli occhi, il ghigno sempre stampato in faccia. “Mh, e se ora tu per puuuro caso ti trovassi con la faccia contro il muro e i pantaloni giù e io senza nulla addosso? Magari mentre tu gemi invocando il mio nome eh? Sarebbe...” Le labbra del rosso sfiorarono il lobo di Trent, facendo schioccare rapido la lingua poco dopo. “Divertente.” Il più grande sgranò non di poco gli occhi, sentendo il cuore accelerare mentre la lingua calda dell'altro giocherellava con il suo orecchio, rabbrividiva il ragazzo ad ogni suo morso leggero.
“Ehi, potresti anche toccare i miei addominali sai?” Sussurrò, lasciandogli libera una mano. “Sbaglio o il tuo Duncan questi non ce li ha?” Continuò a sussurrare Scott, la mano libera gli accarezzava il collo, tenendolo allo stesso tempo fermo, bloccato, l'altra mano bloccava uno dei suoi polsi.
“Scott io... non posso... i-insomma...”
“L'ultima volta hai goduto.”
Alzò semplicemente le spalle l'altro, leccandosi le labbra. Era il suo topo Trent, la sua preda... ed una volpe come lui con istinti però felini adorava giocare con quel ragazzo.
Capì che poteva fargli tutto ciò che voleva, lo capì dallo sguardo e dalle gote rosse del ragazzo davanti a sé, che continuava a fissargli gli addominali. Trent sgranò gli occhi poco dopo, ritrovando la porta del bagno chiusa a chiave e sentendo il suono dell'acqua che scorre, che corre a riempire la vasca. Deglutì appena si ritrovò con le labbra appiccicate a quello del rosso, che senza troppe cerimonie cercò subito la sua lingua, iniziando un veloce gioco, l'eccitazione del rosso già ben visibile e soprattutto palpabile sulla coscia del moro. Trent sgranò gli occhi, di nuovo, appena si sentì stretto tra le sue braccia ed un brivido gli percorse la schiena... ma come? Quei brividi ce li aveva avuti solo con Duncan...
Un paio di baci più in la e Trent si ritrovava solo con addosso i boxer e le labbra del rosso che gli divoravano la pelle di baci e morsi. Scott d'altro canto ghignò, levandogli del tutto anche la maglia e lanciandola via. Aveva bisogno di un'altra scopata con quel ragazzo, poteva modellarlo a suo piacimento e lui lo ascoltava in tutto. L'asciugamano bianco scivolò per terra così come i boxer di Trent, i due si ritrovarono immersi nell'immensa vasca di Duncan.
Ogni senso del pudore sembrava sparito mentre l'eccitazione e la voglia saliva sempre di più, il Saggio si dimenticò di ogni cosa mentre le mani correvano su quel corpo ben curato e sviluppato, mentre le labbra gli baciavano il petto, e le dita arrivavano a pochi centimetri dalla sua eccitazione. Il rosso ghignò nuovamente, lasciandolo fare per un po', godendosi le sue cure e rilasciando qualche breve sospiro di piacere, mentre giocava lascivamente con lui, passandogli le dita su collo e schiena, graffiando di tanto in tanto e sentendolo sussultare.
Poco dopo la Iena lo tirò sopra a cavalcioni e lo vide arrossire di nuovo. Ehi, non era niente di personale per lui, aveva solo bisogno di una sana e bella scopata e quel ragazzo era il sottomesso fatto persona. Continuò a mordergli il labbro, vedendolo muovere istintivamente il bacino sulla sue eccitazione, come una muta richiesta di dargli di più, di non farlo aspettare.
“Mh, sicuro piccoletto?” Trent sorrise lievemente, guardandolo e arrossendo di nuovo. “Teoricamente io ho quasi due anni in più di te, Scott.” Ma il rosso non lo lasciò andare oltre, gli tappò la bocca ed entrò in lui, veloce, freddo, senza prepararlo. Un urlo si infranse nella gola del povero ragazzo che stava a cavalcioni, per poi scontrarsi del tutto contro la mano del rosso... non l'aveva preparato, perché non lo aveva fatto? Delle lacrime si formarono agli occhi di Trent, faceva terribilmente male, cazzo. Si aggrappò a lui, sibilando e cercando di far scomparire quel terribile dolore.
“P-perché?” Ma il rosso lo zittì con un altro bacio, accarezzandogli il collo, sentendolo rabbrividire di nuovo; il tempo di farlo abituare ed eccoli di nuovo in movimento, il moro che quasi saltellava cercando di trattenere il più possibile quegli urli di piacere, il rosso che lo teneva per i fianchi e lo aiutava a muoversi, muovendo il bacino nel frattempo, rendendo ogni spinta sempre più forte e piacevole, piena di godimento assicurato.
Trent si ritrovò tra le sue braccia a godere di nuovo, ma quel fastidioso senso di colpa sembrava direttamente proporzionale al piacere che stava ricevendo, arricchito ancora di più dalle cure che Scott aveva iniziato a dargli sulla propria eccitazione con la mano.
Geme, e il senso di colpa sale.
Geme, e il piacere poco dopo lo investe ma viene ancora mosso sul lentigginoso, che era ancora in attesa del proprio, di paradiso personale.

Deglutì, zoppicava vistosamente ma cercò di non farci caso, mentre si infilava sotto le coperte dove il moro dormiva ancora profondamente... lo amava, il moro forse provava qualcosa per lui, o forse no... ma allora perché si sentiva così maledettamente in colpa? Nemmeno stavano insieme e il ragazzo era pieno di complessi dentro la propria mente:
Lo aveva tradito con Scott, godendo come non mai.
Scott lo aveva solo usato, eppure sembrava non importargliene.
Duncan dormiva ancora, ed una lacrima scivolò sul viso del Saggio. Si accoccolò a lui. Mai; mai avrebbe ricommesso un simile errore.
“Perdonami.” Sussurrò, baciandogli il collo e vedendolo sorridere, per poi sprofondare in un sonno tormentato.


Angolo di M:

Buonasera ^^” *Schiva molteplici pomodori e fischi*
Lo so, lo so. Perdonate il mio ritardissimissimissimo, ma avevo un sacco di impegni e come al solito l'ispirazione era andata a farsi una bella vacanza, tsk.
Non ho nulla da aggiungere però, solo spero che non mi ammazziate per il capitolo e che siate clementi con questa povera stupida ritardataria ^°^

A breve arriverà il seguito di Slender Man e sto scrivendo una piccola one shot su Mike, beh, null'altro da aggiungere, ci si vede presto -si spera-
See you!

~M

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Capitolo 12
*** A evil plan. ***


Si svegliò con un peso sul petto, ma Duncan si ritrovò a sorridere, quando vide Trent sopra di sé e non una di quelle gallinelle da una notte e via.
Girò la testa, ma un capogiro ed un senso di nausea lo colsero, come quando bevi birra, ti fai la prima canna e ridendo ebetamente ti fai un secondo giro di Heinekein, vomitando poco dopo su uno squallido prato ingiallito dallo smog...
Non ci fece caso ed accarezzò la schiena del ragazzo accoccolato li vicino, ritrovandosi a giocare con le ciocche dei suoi capelli. Sentì i bassi gemiti di Scott e scosse la testa, la mente divisa tra il pensiero di chi ci fosse di la, se fosse solo oppure con una donna... o un uomo. Roteò gli occhi all'ennesimo vocifero e afferrò il telecomando li vicino, buttandolo contro il muro.
Il povero oggetto fece un violento e sonoro sbam contro la parete, le pile come viscere caddero a terra, insieme al telecomando.
“Scott cazzo!” Il dopo sbornia si faceva sentire, l'udito più fine del solito, uno sbadiglio poco dopo. “Duncan?” Trent sbadigliò ancora, sorridendo al punk e baciandogli il petto immergendosi nuovamente nel suo odore, ritrovandosi poco dopo con la faccia attaccata ai cuscini e il punk sopra la propria schiena, lui prono e Duncan sopra di lui.
E il Saggio deglutì, la pelle già d'oca e i sensi all'erta, qualcosa non andava.
“Duncan?” In risposta ebbe un morso sulla spalla e tuffò il viso nel materasso per non urlare più del dovuto, il senso di colpa che bruciava in lui e anche lungo il basso schiena, la Iena non andava mica sul leggero, con certi lavori.
Era già pronto a urlare pietà e perdono quando non sentì più alcun peso sulla propria figura, si girò ma il Marcio era scomparso, lasciando solo una porta chiusa dietro di sé.

La Iena sentì tirare per una spalla e girò la testa, la bruna sotto di lui che miagolava dal piacere in risposta al proprio lavoro, presto interrotto.
Duncan lo tirò via dalla sua scopata mattutina e lo trascinò in bagno, fregandosene degli strilli imbarazzati di lei e delle imprecazioni di lui. Lo sbattette dentro la stanza e chiuse alle proprie spalle la porta, guardandolo male, ricevendo in tutta risposta un “Vaffanculo.” da parte del rosso che nel mentre trovava dei pantaloni della tuta, infilandoseli e nascondendo l'eccitazione.
“Che cazzo c'è di tanto importante da interrompere la mia bella scopata? Io non faccio queste stronz-uuuh, Dunky è geloso per caso? Che c'è, vuoi che il tuo migliore amico giochi ancora a baciar-” Duncan ghignò mentre il proprio pugno colpiva lo stomaco dell'altro e il rosso buttava fuori l'aria, facendo una smorfia.
“Punto primo: prova a dire ancora una cosa del genere e col cazzo che torni in questo appartamento. Secondo:” Il Piercing guardò meglio Scott. “Voglio la verità. Tu e Trent...” Inarcò un sopracciglio, guardando il rosso.
“Io e Trent cosa, Dun?”
“Lo sai cosa intendo.”
“Mh.”
La Iena ghignò, massaggiandosi gli addominali con una mano.
“No spiacente, non so di che cosa tu stia parlando.” Duncan digrignò i denti.
“E andiamo Scott! Te lo sei portato a letto si o no?”
“A letto no.”
Duncan sciolse piano i muscoli, quindi magari aveva sognato tutto quanto.
Scott alzò le spalle. “In vasca si... ohohoh, non sai quanto sappia muoversi quel novellino, chiamala genetica o semplice istinto ma ha del talento la checca. Devo dire che te li scegli bene.” Stavolta riuscì a bloccare il pugno di Duncan e sogghignò.
“Non dirmi che ti stai innamorando del tuo ex rivale in amore con la gotica.”
“Tsk, sta zitto e ascoltami.”
Duncan lo sbatté al muro ma fermò il proprio pugno, guardandolo.
“Non fare domande, se vuoi evitare un pestaggio semplicemente ascolta e fa quello che ti dico. Hai presente McLean e le sue miriadi di telecamere?”
“Che cazzo centrano ora?”
“Ho bisogno che tu mi faccia da una sorta di confessionale attivo.”
“Ecco, già che hai detto attivo la cosa mi piace di più.”
Scott ricevette un secondo pugno, stavolta sul braccio. “Okay, continua pure.”
“Voglio vedere se Trent è davvero cotto come dice o se è solo l'ennesimo bluff come con Courtney, Gwen o beh, le altre okay?”
“Devo fare la spia? Oh, no, non potrei mai, io? La povera Iena?”
Scott ghignò, imitando l'espressione dell'altro. “Ci provo bellamente con lui vedendo se finiamo di nuovo a scopare?” Duncan scosse la testa.
“Quasi, niente scopate, provaci e basta, appena cede mollalo e dimmelo, intesi?”
“E sentiamo, perché dovrei farlo?”
Stavolta fu il verde a ghignare.
“Perché o fai come ti dico o questo appartamento per te diventa off limits, mi ridai i settecento dollari che ti ho prestato solo negli ultimi due mesi senza contare tutte le spese precedenti e convinco Court a mollare il tuo caso in tribunale, facendoti fallire miseramente... e sai che posso farlo.” Il rosso sbuffò mormorando un “Hai vinto.” e sparì nella propria stanza, cogliendo al volo un “Inizia da domani idiota.” e cercando di salvare la sveltina con la bambolina nel letto, invano.

“D-Duncan tutto bene?” Trent era ancora tra le coperte, il senso di colpa galoppava in lui. Duncan si limitò a scrollare le spalle e sorridergli, chiudendo la porta alle proprie spalle e andando a verso la scrivania, il pacchetto di Lucky Strikes sulla superficie già aperto vicino al clipper.
“Duncan?” Il Marcio si prese tutto il tempo del mondo e saltò sul cornicione della propria finestra, prese una striscia di tabacco e l'accendino e si rilassò dopo un paio di tiri.
“Si, mi davano fastidio i miagolii di quella gatta morta e di quel coglione che tra parentesi è il mio migliore amico.” Scrollò le spalle e butto fuori dalle narici il fumo.
“Che ore sono?”
“Oh, ehm...”
Trent corse a vedere l'ora sul display del proprio telefono. “Le due e mezzo di pomeriggio, perché?”
“Perché tu devi mangiare, io mi devo riprendere, muovere il culo e andare a lavoro.”
“C-cosa? Hai...”
Il moro sgranò gli occhi, insomma nemmeno sapeva che il ragazzo che gli piaceva da anni lavorasse, invece...
Duncan notò lo sguardo a metà fra il curioso e il dubbioso, così riprese a guardare fuori sbuffando fumo. “Tatuatore e piercer caro, buco la gente tanto per cambiare.” Ma sogghignò sotto i baffi.
“Beh, meglio bucare la gente con inchiostro o metallo che con droghe o rapinare qualche banca a mano armata.”
“Ecco, quello è il mio lavoro nel weekend.”
Il Saggio ebbe un sussulto e sbiancò, Duncan scoppiò a ridere appoggiando la mano libera alla finestra per non cadere, l'altra indecisa se tenere stretta la sigaretta o trattenersi il ventre. “Scherzo, scherzo novellino, mi limito a bucare la pelle.” Gettò poco dopo il mozzicone giù dalla finestra e saltò di nuovo in stanza, gattonando fino all'altro.
“Ti va di provarci allora?” Trent dovette fare appello ad ogni suo comportamento virile per non iniziare ad arrossire e andare in iperventilazione.
“Provare cosa?”
“Beh...”
Il Punk alzò le spalle e veloce si intromise tra le gambe dell'altro, giocando senza inibizione col bacino e sorridendo maliziosamente. “Sai perfettamente cosa intendo.” Trent deglutì, rammaricato.
“Una scopamicizia?”
“No idiota, una relazione. Una di quelle vere.”
Duncan non lasciò nemmeno il tempo all'altro di capire le proprie parole che lo spinse sdraiato sul letto, le lenzuola che si intrecciavano alle gambe dei due così come le lingue, le quali danzavano insieme.
“Però non voglio niente di pubblico, non diamo agli avvoltoi ciò che vogliono, intesi? Prima che McLean inizi a fare l'ennesima stagione stile Total Drama and the strange love o cose simili, okay? Ne ho abbastanza di reality e fama.” In risposta il verde ricevette solo un abbraccio ancora più forte e un “Grazie.” sussurrato dall'altro.
“Dio, pensavo di essermi appena messo con un ragazzo, non con una bambolina.” Ma entrambi poco dopo risero, poi Duncan si alzò dal letto e andò a farsi una doccia veloce per poi uscire e andare al lavoro, Trent poco dopo fece lo stesso: si sarebbero rivisti il giorno dopo.
“Da domani iniziamo il piano, Scott... vedi di non fare cazzate.” Mormorò il Piercing tra sé e sé salendo in macchina e sfrecciando per le strade di Toronto.


M's little nook:

Buon(inserire la restante parola a seconda dell'orario in cui state leggendo, la scelta si divide tra giorno/pomeriggio/sera/notte...) Oppure optiamo per il classico Buonsalve e finiamola qui.
Dopo eoni eccomi tornata con questa mia primissima long -Aaah, i feels- *si asciuga una lacrimuccia*
Come dicevo ho finalmente trovato un finale decente e me lo sono scritta, così non lo perdo più ripreso in mano questa piccola e smielata yaoi tra il nostro rude Duncan e il nostro decisamente più pacato e sereno Trent .
Che dire? Ho la storyboard.
Ho di nuovo ispirazione.
McLean deve muoversi a fare una stagione con loro due come coppia, altro che *ATTENZIONE SPOILER*

Total drama presents the ridonculos race, uno spin off senza il nostro sadico presentatore *sigh*

Comunque... tornerò anche con il nuovo capitolo, subito dopo aver aggiornato I'm confused e Animal I've become .
Nell'attesa... shippate questa coppia e amen :3 *lancia coriandoli e scappa sul proprio acero a scrivere*

~M

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Capitolo 13
*** She can't belive. ***


“Sei in ritardo.”
“Buongiorno anche a te, dolcezza.”
La Iena ignorò lo sguardo infuocato dell'altra e si limitò ad entrare nel serio ma pur sempre lussuoso appartamento.
Una cosa buona l'aveva fatto quel reality allora, la fama era piovuta su ogni concorrente di ogni stagione ma, più di tutti sul cast originale, i primi ventidue. Si sa, la fama porta denaro e, se sai giostrartelo bene, molto denaro. Courtney tra denunce, cause, ricorsi e appelli ora ci navigava nei soldi, si aggiunga il fatto che lei stessa stava diventando avvocato e beh, le conclusioni si traggono da sole, quasi.
L'ispanica chiuse la porta e lo precedette verso una stanzetta in fondo al corridoio, piccola ma estremamente pulita ed ordinata. Le librerie in mogano che includevano al loro interno tomi su tomi di giurisprudenza inquietavano e non poco il malcapitato di turno, il tappeto color cioccolato e tramonto però rasserenava l'ambiente, rendendolo un poco più caldo e riportava alla mente la carnagione o i capelli dell'altra.
Scott oramai vi aveva fatto l'abitudine e, quella stanza ora sembrava più un luogo di piacere, che di affari anche se la Perfettina non mancava di riprenderlo ogni qualvolta il rosso si prendesse troppe libertà, tipo l'iniziare a giocare con documenti o curiosare carte non sue, il tutto accidentalmente.
Courtney spesso si domandava che cosa l'avesse spinta ad aiutare il rosso e Scott quanto ancora la castana l'avrebbe sopportato ma, alla fine forse la prima si sentiva in colpa per come l'aveva trattato durante una delle stagioni e il secondo si comportava così forse perché voleva attirare nuovamente la sua attenzione...
L'ispanica andò a sedersi sulla comoda sedia in similpelle e fece per prendere le carte che servivano per la causa di Scott quando l'altro la fermò.
“Non sono qui per questo, non oggi.” Courtney inarcò un sopracciglio.
“Prego?”
“Ma che prego e prego, senti qua ho delle chicche mica male.”
Il rosso ghignò e si spaparanzò sulla sedia al di la dello scrittoio, guardandola sogghignando.
“Di certo ti ricorderai di Duncan...”
“Non osare pronunciare quel nome in mia presenza.”
Tagliò corto lei, facendo divertire ancora di più Scott, che sghignazzò.
“Andiamo Court, non ti parlerò del solito Oh mio Dio ma perchè non tornate insieme? Oh, amavamo così tanto la Duncney e l'amiamo tutt'ora... eddai vi prego! delle solite fan, no. Voglio parlarti d'altro.”
“Altro tipo?”
“Oh, nulla.”
Scott alzò le spalle ed incrociò le braccia al petto, guardandola maliziosamente.
“Magari te lo dico dopo che ti sarai fatta perdonare...” Sogghignò tirando il labbro da un lato. “Il tuo letto sembra estremamente comodo, sai? E poi si, dovresti proprio farti perdonare per ciò che mi hai fatto nello stupido programma di Chris, disegnarmi una coda? Ma andiamo... scorretto, direi...” Courtney si accorse solo ora che il rosso non si trovava più sulla sedia davanti a lei ma era al suo fianco, poteva chiaramente sentire il respiro caldo della Iena sulla pelle. Che cosa accidenti era quel brivido che ora le affliggeva la colonna vertebrale?
Scott non le diede il tempo di pensare e la prese per i fianchi, un bacio sulla nuca per poi scivolare lungo la delicata linea che disegnava il mento, fino a quella labbra succulente. Bloccò con facilità la carezza ad alta velocità della ragazza dalla pelle ambrata ed unì le sue labbra con le proprie, sentendo di nuovo quel sapore dopo anni.
Courtney fece per protestare ma, appena avvertì la lingua del rosso picchiettare sulle proprie labbra mandò lontano l'orgoglio, ricambiando quel gesto con non poco gusto. Si fece alzare e prendere in braccio, l'enorme casa vuota non avrebbe interferito con i loro piani ed entrambi se ne compiacquero e, mentre Scott camminava senza eccessivi sforzi verso la stanza, la castana gli mordicchiava il labbro, facendolo sogghignare e sorridendo a sua volta in modo malizioso.

“Non ci credo.” L'ispanica si era appena messa l'intimo mentre Scott se ne stava sdraiato sul letto, facendogli da padrone.
“Beh, non credevi nemmeno che io riuscissi a portarti a letto, eppure i tuoi gemiti hanno parlato per te nell'ultima ora.” Scott ricevette un cuscino in faccia ma rise, sedendosi, la virilità ora a riposo coperta da un lenzuolo.
“Te l'ho detto, la tua vecchia e soprattutto cattiva e virile fiamma ora sta con il dolce chitarrista, credi a me.”
“Non è possibile... Duncan l'ho visto si con molte ragazze anzi, credo che l'intero mondo l'abbia visto con molte ragazze ma... ragazzi? E soprattutto Trent? Non si sopportavano allora, figurati adesso.”
“Senti tesoro, so ciò che ho visto e ciò che il tuo ex pensa, mi ha perfino affibbiato l'incarico di vedere se il cantautore cadrà ai miei piedi perché non si fida, oh oh, è cotto a puntino bella mia.”
Courtney ci pensò su, era impossibile che Duncan oh... il suo Duncan ora era gay? Scosse la testa e si infilò una comoda maglia, sovrappensiero, poi prese dei pantaloncini grigi dall'armadio, indossandoseli.
“No davvero, Duncan e Trent... non ci credo...”
“Bimba?”
“Che cosa vuoi?”
La ragazza diede una stilettata al rosso, riprendendosi; “E non chiamarmi bimba!”
“Come vuoi bambolina, comunque vai a vederti allo specchio per favore.”
“E perché dovrei ma-” Courtney si bloccò, sgranando gli occhi, non era da lei commettere un errore così grossolano.
“Si, quella è la mia maglia, dolcezza.” Sussurrò l'altro tornando a sdraiarsi nel letto con le mani dietro la testa ed un sogghigno stampato in faccia.

Duncan sgranò gli occhi, sorprendendosi di trovarla sugli scalini del proprio condominio. Era appena tornato dal suo turno in negozio, un sacco di persone bucate con metallo e una ragazza che voleva un patetico infinito sul polso, mezz'ora e aveva fatto tutto tra preparare la postazione, fare il tattoo, ripulire il tutto e mandare a fanculo quella ragazzina con le idee troppo conformiste, le sue idee erano chiare: i tatuaggi seri avevano le linee grosse... ma il lavoro era sempre lavoro, anche se ora come ora la cosa di primaria importanza era capire perchè fosse li.
“Hai sbagliato casa, principessa?” La vide sussultare e alzarsi di scatto, sistemandosi i pantaloni a pinocchietto e fissandolo.
“Si dava il caso che stessi proprio cercando te, nessuno mi ha risposto al citofono e co-”
“Così hai aspettato il mio ritorno, tutto chiaro principessa.”
Duncan alzò le spalle ed aprì il portone, facendole segno di seguirlo. Certo, non gli faceva tutto questo entusiasmo il fatto che Courtney fosse li e di certo non sapeva che cosa diamine volesse da lui... sapeva solo che voleva mangiarsi qualcosa, farsi una birra e andare a letto, il dopo sbornia del pomeriggio precedente non l'aveva ancora smaltito del tutto.
Aprì la porta di casa ma Scott non c'era, ah beh magari era a farsi i cazzi suoi, “Magari è con Trent.” Gli sussurrò un'insistente vocina nella mente, ma il punk scosse la testa e andò verso la cucina, accendendosi una sigaretta; se doveva sopportare Courtney, la nicotina sarebbe stata una fedelissima amica.
Si stappò una birra e la guardò, sogghignando. “A che cosa devo il piacere della tua visita? Le dieci di sera sono oltre il tuo coprifuoco o sbaglio?” La ragazza dalla pelle ambrata fece finta di non sentirlo e si prese tempo per guardarsi intorno... Duncan non poteva essere gay, no che non poteva. Non voleva nemmeno essere lì ma, vuoi curiosità, vuoi la promessa della Iena non aveva potuto rinunciare. Appena il Marcio le andò vicino gli sorrise sensualmente, alzando di poco le spalle.
“Volevo vederti, è forse un torto delinquente?”
“Credo di no ma sai, dopo i casini legali per Brittany, la storia con Gwen e tutte le altre...”
Alzò le spalle. “E' tutto decisamente sospetto, fino a una settimana fa nemmeno mi salutavi per strada, ora vieni fin sotto casa mia, addirittura mi aspetti come una scolaretta innamorata aspetta la sua cotta e ora... sei qui solo per vedermi?” Duncan rise, lasciandosi alle spalle una nuvola di fumo e buttandosi sul divano, fissandola.
“Non sono così idiota bella, che cosa vuoi da me?”
Il Marcio guardò la Perfettina curioso, lei guardò lui tirando il labbro da un lato... non poteva essere gay, Scott gli aveva tirato un brutto tiro.
“Okay, okay... mi chiedevo se ti andasse di uscire ancora insieme.”
“Uuh, un appuntamento, ci lanceremo ancora il cibo in faccia come i vecchi tempi?”
“Sono seria... anche uscire a bere qualcosa.”
Mormorò lei, avvicinandosi e sedendosi al suo fianco. “O anche ordinare una pizza e guardare quei programmi scadenti in tv...”
“Take away cinese?”
Chiese lui.
“Take away.” Rispose lei prendendo il telefono e chiamando.

Era passata la mezzanotte da un pezzo, alla fine l'orgoglio di Duncan aveva avuto la meglio sui sentimenti ed ora Courtney giaceva distesa al suo fianco, la testa sul suo petto ed il respiro regolare.
Duncan sospirò piano, non avevano fatto nulla di sconcio, eppure si sentiva in colpa. Che fosse a causa di ciò che una minuscola parte di lui gli sussurrava all'orecchio?
Trent non lo sentiva da prima del lavoro, se voleva gli scriveva il Saggio, non aveva mai fatto la patetica mossa di scrivere per primo alle ragazze, di certo non l'avrebbe fatto con lui.
Il sonno non veniva, così si allungò e prese le sigarette, il fidato zippo e il telefono, guardando l'ora: le 02:34. Male, decisamente male. Sbuffò e si mise una stecca tra le labbra, accendendola e aspirando la dolce nicotina. Il display si animò e lo sfondo sfumato di un teschio lasciò il posto all'icona dei messaggi, Trent salvato in rubrica, nessuna emoticon o altra stronzata.
Courtney dormiva profondamente, così con la sigaretta tra le labbra prese a leggere e rispondergli, sogghignando; era un classico, se tu non scrivevi, presto o tardi scriveva l'altra o, in questo caso l'altro.
Il fumo vorticava pigro nella stanza mal illuminata dall'iPhone del Marcio, ma quest'ultimo sorrideva mentre digitava.
La Perfettina si svegliò per colpa dell'acre odore ma non lo diede a vedere, semplicemente si limitava a spiarlo ogni tanto. Notò quei sorrisi ogni volta che scriveva, notò la sigaretta accesa che infestava l'aria pura e notò anche l'espressione rilassata sul volto di Duncan: inizialmente pensò a Gwen e l'ennesima fitta fece breccia in lei.
Poi, appena il moro si scostò per gettare il mozzicone nel posacenere e si alzò, lasciando il telefono sul cuscino di fianco a lei, la ragazza notò il nome sul display e lesse velocemente quelle ultime battute mentre il ragazzo guardava fuori dalla finestra, miracolosamente trattenne un singhiozzo di stupore:
“So che magari nemmeno te ne frega, però domani tieniti libero, così chiariamo”
“Come vuoi, passo a prenderti dopo il turno, fatti trovare giù alle otto e mezza di sera.”
“Okay e ehi...”
“Che cosa vuoi?”
“Davvero vuoi fare sul serio?”
“Chiedimelo di nuovo e giuro che ti mollo... dai fila a dormire Evans.”
“Allora buonanotte Dun. ❤ ”
“Fammi di nuovo un cuore e domani le prendi ;)
"Notte Trent.”
Courtney si girò appena in tempo e chiuse gli occhi, ma la mente correva in ogni direzione: che Scott avesse dunque ragione?


M's little nook:

Salve EFPniani, stasera vorrei omaggiarvi con il continuo di Cigarette anche se è il capitolo con meno Trencan dell'intera fanfiction.
Sarò breve: abbiamo uno Scott che si deve lavorare Trent e nel mentre si lavora anche Court.
Abbiamo una Courtney che non crede ala gayosità di Duncan e, ciliegina sulla torta, abbiamo un punk che non sa più che cosa gli piaccia. Banana o non banana? *ride*
Vado a finire di scrivere il nuoco capitolo di Animal I've Become, a tra poco o a domani :3

~M

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Capitolo 14
*** Sweet hearts and silent kisses. ***


Attenzione: visto che siamo oramai sulle 62 recensioni e visto che sono una malata mica male volevo indire una piccola sfida/lotteria/premio per voi.
A partire da ora, il fortunato che effettuerà la 69° recensione If you know what that number means potrà avere in cambio un particolare regalo -che però resterà segreto ancora per un poco, bwahahah. Sarà una sorta di sfida per me e spero un piacere per voi-
Ergo, ora vi lascio alla storia :3

“Non può essere vero, mi state prendendo tutti in giro.” Scott alzò le spalle e sogghignò.
“Se è ciò che credi bella, chi sono io per fermarti? Nemmeno a me garba l'idea che il tuo ex ed il mio attuale migliore amico se la faccia con Trent, okay? Primo perché dietro quella faccia angelica si nasconde un peperino mica male, secondo perché ehi: se c'è qualcuno che vuole bombarsi Duncan sono io.” Si vedeva lontano un miglio che la seconda frase del rosso era ironica, eppure Courtney tirò il labbro da un lato, infastidita.
“E va bene, forse non voglio farci chissà che cosa, però devi ammetterlo che sa come muoversi, almeno in preliminari...” Il sogghigno di Scott si fece ancora più esteso. “Hai capito la Perfettina? Se li sceglie bene, i compagni.” Courtney sbuffò, disegnò una parabola con il cuscino il quale atterrò addosso a Scott e procedette verso la cucina, per una volta i due stavano parlando da amici di cose generali e non di affari.

C'era un'aria frizzante, quella sera. Trent non stava più nella pelle, ancora non ci credeva: un appuntamento, lui e Duncan, da soli.
Si morse il labbro e rapido rilesse gli ultimi sms, erano le otto e venti e lui un perenne ritardatario... di solito, perché per l'occasione si era impegnato al massimo, col risultato di ritrovarsi sotto casa ben dieci minuti prima dell'incontro. Sospirò e si strinse nel giubbotto verde militare, guardando ancora il display dello smartphone in cerca di notizie, trovando il nulla.
Ah, se solo avesse potuto avere un pacchetto di sigarette ed un accendino, di sicuro il tempo sarebbe volato via. Sbuffò divertito dal proprio pensiero e non ci fece caso, lui odiava fumare, era una cosa inconcepibile per il moro.
Un rombo dal cielo gli fece alzare gli occhi, scuri cumulonembi avanzavano voraci sulla città, tentò di non farci caso e sperò che il posto dove Duncan aveva intenzione di portarlo fosse al chiuso, per lo meno.
“Cantastorie? Smettila di fissare il cielo e questo messaggio, pensa piuttosto ad alzare gli occhi verso la macchina davanti a te, che forse è meglio.”
Trent ci mise poco ad arrossire ed alzò lo sguardo, la lucente carrozzeria scura della vettura del moro davanti a sè, come avesse fatto a non sentirla ancora non l'aveva capito. Lasciò perdere la risposta virtuale e si precipitò in macchina, sorridendo piano al punk.
“'Sera.”
“Ehi Dun...”
Il Saggio ancora non ci credeva, Duncan non poteva essere lì e quello non era un appuntamento, al massimo era uno dei suoi sogni.
Eppure, la sgommata che risuonò per il vicolo poco dopo e il sogghigno divertito di Duncan mentre prendeva la superstrada e sfrecciava sull'asfalto resero un poco più conscio Trent su ciò che stava avvenendo.

L'ispanica sospirò, questa volta per il puro piacere e non per sconforto, rabbia o delusione, appoggiando successivamente la testa sul petto dell'altro. Forse aveva sbagliato a mollarlo, tempo addietro.
“Da quando così tenere, avvocato?” Scott sorrise malizioso ma non le diede modo di scappare, le cinse con un braccio la schiena e prese ad accarezzarle lascivamente il fianco.
“Da quando così apprensivi, Devious?”
“Touche.”
La Iena la tirò meglio sopra di se, capelli arruffati e vestiti dispersi per la stanza a parte, quella situazione iniziava a piacergli. Mai, mai avrebbe detto che una come Courtney, una donna così attenta nel mostrare solo la parte migliore di sé avesse accettato di divenire la propria amante. Nel senso, non che avesse ragazza o ancora peggio, robe come moglie... semplicemente non si aspettava che la Perfettina accettasse una storia di solo sesso e poi amici come prima, tutto qui. Ma, per ora si godeva quell'after sex, la castana sapeva farci, sotto le coperte.
“Stavo pensando...” L'ispanica rise.
“Pensi anche?” Si zittì appena uno schiaffo schioccò sulle proprie natiche, ma non perse quel sorriso malizioso, mentre lo fissava in un muto permesso di farlo andare avanti.
“Nessuno di noi crede a questo nuovo Duncan, quindi che ne dici se io mi lavoro Trent e tu il punk? Vediamo se è tutto fumo e niente arrosto o se effettivamente la carne c'è, che ne dici?” Scott avvicinò pericolosamente le labbra a quelle della ragazza, la quale in tutta risposta gli saltò letteralmente addosso, suggellando quel patto e procurando altri attimi di piacere per entrambi.

“Una spiaggia. Con i nuvoloni che incombono, un freddo cane e la tempesta in arrivo lui ti porta su una dannata spiaggia... lo adori, non è vero?” Quella vocina sussurrava all'animo di Trent mentre il ragazzo si chiedeva il perché di quel posto, oltretutto abbastanza isolato, al momento... beh, date le circostanze c'era da aspettarselo, solo un pazzo verrebbe qui con questo tempaccio.
Un pazzo, oppure loro due. O meglio, Duncan.
Elvis prese coraggio e seguì il Piercing lungo la banchina di sabbia, non capendo il motivo di quel posto... Duncan non era per niente tipo da spiaggia, a meno che non si trattasse di conquistare belle ragazze in bikini o in topless o di dar fastidio a dei nerd... perché allora si trovavano li?
Scorse un sottile rivolo di fumo e capì che l'altro si era acceso l'ennesima sigaretta, non ci diede tanto peso e si strinse nel giubbotto e lo affiancò, affrontando le correnti gelide che provenivano dal grande blu.
“Duncan?”
“Mh?”
“Perché siamo qui?”
A quella domanda seguì solo un lungo silenzio, interrotto solo dal rinsacco delle onde e da un paio di acuti strilli di gabbiani che volavano a latitudine decisamente bassa, anche loro in cerca di un riparo.
“Duncan...” Trent si ritrovò con le spalle strette in una salda presa e i propri occhi color foresta immersi nell'oceano dell'altro, ora non capiva più se l'acqua era alla propria sinistra o davanti a lui, il cervello troppo occupato ad analizzare la situazione. Non ci fu molto da dire, in effetti nessuno dei due parlò.
Il mozzicone finì tra i granelli di sabbia e le labbra precedettero di qualche secondo le lingue e li, Trent iniziò a sentire meno freddo, ora che era avvolto tra le braccia di Duncan.

Sbadigliò, quella serata era stata a dir poco fantastica, nulla di sconcio a parte il bacio in perfetto film da teenager, ma non avrebbe saputo chiedere di meglio. Però la porta veniva ripetutamente battuta da delle nocche sconosciute, così Trent si alzò e procedette verso l'entrata, si sistemò alla bell'e meglio i ciuffi di capelli ancora storditi da Morfeo ed aprì la porta, inarcando sorpreso un sopracciglio.
“Scott?”

Sbuffò irritato, quel coglione non poteva usare le chiavi come ogni volta, invece di citofonare come un demente? Oh, lo avrebbe pestato eccome Scott, Duncan. Mandò a fanculo il pensiero di dormire ancora un paio d'ore e cacciò via le coperte, si infilò un paio di pantaloni sopra i boxer e procedette a grandi passi verso la porta... gliel'avrebbe fatta pagare, eccome se gliel'avrebbe fatta pagare.
“Senti, o usi quelle cazzo di chiavi che ti ho dato o te le faccio ingoiare, sottospecie di co-principessa? Che ci fai qui?”


M's little nook:

Buonasera a voi, EFPniani, e bentornati su Cigarette! :D
Beh, in realtà dovrei dire un bel bentornato a Vick e alla sottoscritta, visto che è da tempo che non mi faccio viva ^-^”
Dannata scuola! Dannata quinta superiore! Voglio tornare piccola!(?)
Come stavo dicendo, in questo piccolo chapter possiamo notare cose awaw(?) e cose meno awaw(?)(?) ma giuro, giuro che nel prossimo aggiornamento -che avverrà appena dopo I'm confused- capirete tutto, lo prometto *sorride*
Okay, vi ho già rotto abbastanza, mi dileguo cari miei EFPniani :3
Sperando di aggiornare al più presto e di non intripparmi con lo spin off di TD,

~M

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Capitolo 15
*** C'mon, man... ***


Attenzione: visto che siamo oramai sulle 62 recensioni e visto che sono una malata mica male volevo indire una piccola sfida/lotteria/premio per voi.
A partire da ora, il fortunato che effettuerà la 69° recensione If you know what that number means potrà avere in cambio un particolare regalo -che però resterà segreto ancora per un poco, bwahahah. Sarà una sorta di sfida per me e spero un piacere per voi-
Ergo, ora vi lascio alla storia :3

“Trent.” Un sorrisetto fece capolino dalle labbra della Iena. Trent fu sorpreso di trovarselo li, era passata da poco la mezzanotte e mai, mai avrebbe pensato che uno come Scott potesse fargli visita senza un doppio fine ma cercò comunque di essere gentile, infondo gli veniva naturale.
“Posso aiutarti?”
“Non mi fai nemmeno entrare?”
Scott guardò innocentemente Trent, sogghignando nel sentire il “Oh ma certo, entra pure.” del chitarrista.
“Beh, a che cosa devo questa piacevole visita?” Elvis arcuò lievemente le sopracciglia, curioso di sapere il motivo della venuta del rosso, ma sgranò totalmente gli occhi pochi istanti dopo, quando si ritrovò con le spalle al muro ed i polsi bloccati.
“S-Scott?”
“Scott, Scott, Scott... si, so come mi chiamo.”
Una risata acerba risuonò per la stanza, gonfiandosi lungo la trachea e uscendo dalle labbra del rosso. “Piuttosto:” Scott si riprese subito “che ne dici di ripetere ciò avvenuto pochi giorni fa, in vasca? Magari sul tavolo o perché no,” abbassò rapidamente le iridi verso sud per poi rituffarsi negli occhi di Trent. “se su questo pavimento si può addirittura mangiare, perché non una sana scopata?”
Trent era allibito. Davvero Scott stava parlando e usando quei termini? Nel senso; nulla di nuovo, ma di solito era così esplicito dopo un paio di bicchierini, normalmente amava tenere un alone di mistero intorno alla propria persona. “P-Perché?”
“Perché hai un culo che, lasciatelo dire, pochi ragazzi e ragazze hanno.”
La risposta fece ancora di più arrossire il più grande, il quale però non si perse d'animo.
“Se-enti te l'ho detto.” Inghiottì un boccone di coraggio misto a paura e angoscia e lo guardò negli occhi. “Non sarebbe più capitato, ero triste, afflitto e si, anche un tantino brillo. Ti sei approfittato totalmente di me, perciò no, non vedo motivo per co-” Scott felino lo sbatté al muro e cercò di far congiungere le labbra, ma Trent fu più rapido.
Inutile raccontare l'epilogo, semplicemente il rosso si ritrovò in ginocchio con le mani sull'inguine a bestemmiare ogni santo e Trent si chiuse in camera a pregare di non essere ucciso prima del tempo per aver rifiutato la Iena.

“Ah...” Courtney si passò la lingua sulle labbra mentre con lo sguardo accarezzava l'ambiente. “quindi non vivi in un tugurio.”
“Solo il meglio, per questo dannato.”
Il verde le schiacciò l'occhio e sogghignò, facendo spallucce. “So come investire i miei soldi.”
“Scommetto non a prostitute.”
L'ispanica sorrise maliziosa senza farlo notare, sporgendosi di poco in avanti per esaminare le diverse foto su una bassa mensola. No, l'abbigliamento corto e scollato non erano da lei ma, se si devono fare le cose, che si facciano bene.
“Prego?” Duncan cercò di mantenere vivo il discorso, ma le cosce nude e abbronzate e quelle natiche che si intravedevano dalla mini color pervinca non aiutavano il sangue a defluire correttamente nel cervello dell'uomo.
”Sto solo dicendo che hai smesso di andare a prostitute, se no non avresti un appartamento così, mh vediamo... decente?”
“Primo non ci sono mai andato a prostitute, sempre fatto tutto gratis.”
Il Piercing si scrocchiò le nocche e si schiarì la gola, ma le iridi proprio non volevano saperne, di abbandonare quel bel corpicino.
“E?” La Perfettina si sporse ulteriormente per arraffare una delle cornici, girandosi verso di lui ed esaminandola ma stando ben attenta a non coprire la profonda scollatura che la camicetta offriva.
“E si, si giusto. E secondo, a differenza di quel che pensi so come gestire i miei affari.” Sogghignò e distolse volentieri lo sguardo dalle gambe della donna solo per posare quest'ultimo un poco più a nord, sogghignando di poco.
“Comunque: so che vai a letto con Trent. Peccato” La donna delineò con l'indice il contorno della cornice, sbattendo gli occhi onice e puntando le iridi su quelle acquamarina, vedendo il moro passare da uno stato di confusione alla risata più palesemente finta di questo mondo.
“Cosa? Io frocio? Pffffhahaha ma fammi il piacere! Chi è il coglione che ti ha detto sta stronzata, che gli stringo la mano?” L'uomo si teneva la pancia e rideva, rideva come non mai, Courtney notò che simulava perfino le lacrime agli angoli degli occhi. Doveva ammetterlo; come attore se la cavava, quando voleva. “Bella questa.” Con un grande sospiro Duncan si tirò di nuovo in posizione eretta, guardando divertito la donna, la quale sorrise maliziosamente divertita.
“Quindi,” iniziò, procedendo verso di lui e lasciando la cornice contenente la foto su un ripiano a caso, arrivando a massaggiare con le dita il collo dell'altro, scendendo fino al petto. “se ora per puro caso la tua ex avesse voglia di risentirti come ai vecchi tempi...” Duncan si leccò le labbra e sorrise, prendendola per un fianco e tirandola a se. “Sei sempre stata la mia preferita.” I due erano sempre più vicino quando il cellulare del punk iniziò a squillare, interrompendo quasi del tutto quell'atmosfera creatasi.
“Dovresti rispondere.” Soffiò lei.
“Dovrebbero fottersi.” Mormorò lui iniziando a mordicchiarle il collo e prendendola saldamente per i fianchi.
Due trilli annunciarono una rapida serie di messaggi, seguiti a loro volta da una seconda chiamata.
“Ma porco...” Il punk infastidito andò verso il cellulare con l'intenzione di spegnerlo ma, trasalì quando lesse il nome sul display. “Merda.”
“Qualcosa non va?”
Chiese falsamente innocente la ragazza dalla pelle ambrata, lisciandosi pieghe immaginarie della gonna. “No. Beh si... lavoro...” Con la prima scusa che gli venne in mente Duncan sparì in cucina, rispondendo.

“Ti prego, ho fatto una cazzata.” Sussurrò Trent chiuso a chiave in camera, Scott dall'altra parte ci dava dentro eccome, a furia di calci e pugni sul legno di cedro.
“Ma che cazzo sta succedendo?” La roca voce metallica dall'altro capo del telefono rimbombò nella mente di Trent, il quale deglutì e sperò con tutto se stesso che la porta potesse reggere ancora a lungo. “Non lo so, Scott è venuto qui, ha tentato di baciarmi, gli ho tirato un calcio dove, hm... dove non si dovrebbe tirare ed è uscito di testa.” Il Saggio deglutì, spaventato. “Non so a chi altro chiedere aiuto, lo conosci meglio di chiunque altro...”
“Dobbiamo andare.” Duncan parlò con qualcuno a Trent sconosciuto, si morse il labbro e sussurrò un “Fai presto.”

“Ehi ehi ehi, figlio di puttana, che cosa fai?” Duncan piombò alle spalle di Scott e lo immobilizzò, buttandola sul ridere. “Se Trent non vuole farsi scopare amen, andrai da qualcun altro.” Courtney era sicura che quella chiamata fosse da parte di Trent e non del lavoro, ma nonostante ciò non mancò di schioccare la lingua e stringersi nel lungo cappotto beige, guardando i due.
“Primo, perché siamo qui? E secondo; mica era il lavoro?” Entrambi si ammutolirono e guardarono l'ispanica; Scott sapeva che la prima parte della domanda era indirizzata a lui tanto quanto Duncan era conscio del fatto che la restante porzione era tutta per sé. Deglutirono quasi all'unisono ma l'orgoglio fece da padrone al verde, il quale spintonò Scott verso il muro e ringhiò.
“Già figlio di puttana, sto per scoparmi quel bel bocconcino e tu che fai? Mi fai venire qui?!”
“Io? Ma se nemmeno ti ho chiamato! E' stata la checca di la!”
E giù con un altro spintone di rimando.
“Si, ma se non avessi rotto il cazzo a Trent ora io e lei non saremmo qui, ma sotto le coperte ad ansimare e godere come non mai, idiota!”

Trent sentì ognuna di quelle parole trafiggerlo con la stessa facilità con la quale un coltello ben appuntito taglia una morbida fetta di crescenza. Si lasciò cadere seduto sul letto con lo sguardo perso nel vuoto, non badò alle voci che pian piano scemarono oltre la soglia fino a quando delle nocche non bussarono alla propria porta.
“Tutto bene, Trent?” La voce del moro era tornata calda e protettiva, lui si alzò come un automa e fece girare la chiave nella serratura. Allo schiocco della porta il Marcio entrò, era riuscito a cacciare Courtney e Scott, già si era dimenticato di quella messinscena per non insospettire la donna.
“Ehi, sembra che qualcuno ti abbia appena accoltellato.” Rise spensierato e posò due dita sotto il mento dell'altro, pretendendo un bacio. “Che fine hanno fatto gli ansimi e il godimento?” Sussurrò il Saggio nascondendo miseramente la patina acquosa che già si era formata sulle iridi, bagnando la foresta al suo interno.
“Non penserai davvero...” Duncan era confuso, alzò infatti un sopracciglio e lo guardò.
“Va da lei.” Sussurrò Trent immergendosi tra le coperte e il proprio dolore, singhiozzando e strizzando le palpebre appena sentì la porta chiudersi alle proprie spalle.


M's little nook:

Buongiorgiorno(?) sono le undici e mezza passate ma va beh, è sempre bello salutare con un buongiorgiorno :3
Si, si. Finalmente ho aggiornato *schiva un pomodoro, ride e schiva per un soffio una sedia* Ehi! Se mi ammazzate non saprete mai come andrà a finire!

A meno che qualcuno non frughi nel tuo pc e non veda la storyboard *alza le spalle e sogghigna* Ops, non dovevo dirlo?

*fa un grande respiro* Si da il caso che si chiama storyboard proprio per il fatto che è solo la linea del tempo, con brevi cenni per avere un'idea ma soprattutto un dannato finale!

Uh, aciduccia stasera... che c'è, la quinta ti da troppe responsabilità? *Ride malvagio ma allo schioccare di dita dell'autrice si ritrova con una museruola*

Ah, la pace dei sensi *sospira sollevata e si scrocchia le nocche* comunque si: Tesina, tesina, argomenti per la tesina, metti a posto la tesina, trova il font per la tesina, organizza l'impaginazione della tesina, la copertina. *tira un urlo e sbuffa* Dai M! Solo ancora pochi mesi e poi sarai libera!

Non fe anfrai all'uniferfità!

Vedi, cara Scott(ina) *sogghigna* io non ci andrò *risata malefica* Va beh dai, la pianto qui e vado a fare niente di meno che... beh *sospira affranta* la tesina.

*Scala l'acero il quale sta finalmente riprendendo il suo bel colorito e sparisce tra le fronde, lasciando uno Scott a terra con la museruola e un Vick che ridacchia piano, appeso a un ramo*

~M

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Capitolo 16
*** An (un)usual evening. ***


Attenzione: visto che siamo oramai sulla sessantina di recensioni e visto che sono una malata mica male volevo indire una piccola sfida/lotteria/premio per voi.
A partire da ora, il fortunato che effettuerà la 69° recensione If you know what that number means potrà avere in cambio un particolare regalo -che però resterà segreto ancora per un poco, bwahahah. Sarà una sorta di sfida per me e spero un piacere per voi-
Ergo, ora vi lascio alla storia :3

Trent era così afflitto che nemmeno si accorse del macello che proveniva dalla cucina.
Semplicemente restò tra materasso e coperte in compagnia dei suoi pensieri, affliggendosi in testa teorie e filmini mentali degni di un Oscar, o almeno di un Nobel per le seghe mentali.
Non riusciva a capire il perché di quelle parole. Duncan sapeva che era nell'altra stanza, Duncan non aveva esitato ad andarsene, lasciandolo solo.
Il suo grande film fu interrotto da un'imprecazione seguita dall'aprirsi della porta della propria stanza. Una cresta verde entrò, guardandolo e ordinandogli di alzarsi. Trent non lo ascoltò, semplicemente si girò tra le coperte e nascose il viso tra esse.
Duncan sbuffò, andò da lui e buttò all'aria copriletto e lenzuola, prese in braccio l'altro e lo trainò in cucina. “Mangia.”
“Perché non te ne sei andato?”
“Che cazzo di domanda è?”
Duncan alzò un sopracciglio e gli passò un paio di bistecche al sangue, facendo storcere il naso a Trent. “Che c'è? Io amo le bistecche al sangue. Tu no?” Vide l'altro scuotere la testa e alzò le spalle.
“E va beh, allora le cuocio ancora un po', no problema.” Trent non capiva, non l'aveva mai visto così calmo, razionale o... così umano, forse? “Davvero... perché sei qui?”
Il Marcio prese un gran respiro, buttò le bistecche nella padella e le lasciò sfrigolare, dandogli le spalle ed iniziando a parlare. “Forse perché ciò che mi spinge a restare qui è più forte di ciò che mi spinge ad andare dietro quella coniglietta di playboy abbronzata, che ne dici?” L'orgoglio di Duncan vacillò per un attimo e perse il controllo del corpo, Trent invece allargò totalmente pupilla e iridi, davvero quella era la realtà e non uno dei suoi sogni?
“E forse anche perché prima mi sono fatto un drum bello potente, quella era roba buona. Fidati.” Il verde rise e girò le bistecche.
Seriamente: per una volta che rivelo il mio lato umano, vedi di non prendermi per pazzo o di pensare che stia giocando, perché non lo sto facendo.” Duncan appoggiò le mani al ripiano della cucina e lo strinse, facendo sbiancare le nocche. “E, se Scott osa di nuovo toccarti lo ammazzo.” Quelle parole erano più taglienti di un coltello da bistecca ben affilato, Trent ci pensò più volte dal contraddirlo o dal dare la risposta sbagliata, limitandosi a sorridere tra se e se e trovandosi nuovamente le bistecche poste davanti al proprio posto.
“Grazie.” Sussurrò il Saggio.
“Sta zitto.” Sibilò l'altro in risposta, non nascondendo però un sorriso.

Il cantastorie sorrise, le lacrime agli occhi dalla felicità ed il fiatone, mentre si riprendeva dall'orgasmo appena consumato. Terza volta che lo faceva con lui, soddisfazioni a manetta.
Si lasciò cadere sul materasso, prono, e prese grosse boccate d'aria, Duncan da parte sua lo guardava in ginocchio, sorridendo soddisfatto.
“E guardalo, il principino.” Rise ma senza alcuna traccia di scherno nella voce, mentre si metteva in flessione e gli baciava il retro del collo. “Senti, dobbiamo darci una pulita, quindi vedi di non addormentarti, mh?” Acquamarina scrutò la foresta in cerca di un cenno di conferma, alzandosi solo dopo averlo trovato.
Trent sentì l'acqua scorrere e prese l'ennesimo sospiro di libertà, sentendosi la testa leggera e le gambe leggermente instabili, ma nel complesso totalmente felice. “Dun?” Mormorò stiracchiandosi e abbracciando il cuscino, sbadigliando pigramente. “Che ore sono?” Pronunciò a seguito della risposta da parte del verde.
“Dieci e venti, muoviti che andiamo a lavarci.” Duncan era ancora nudo e ghignò bastardamente quando si accorse dell'espressione di Trent, nel vederlo. “Muoviti.” Rise e si fece seguire in bagno.
“Capisco perché Courtney e Gwen erano meno acide del solito, a volte.”
“Io invece non capisco come tu abbia fatto a starci male per Gwen se non ti interessava niente di, beh...”
Piercing fece spallucce e si tuffò nella vasca, facendo poi spazio al Saggio. Trent accettò quel tacito invito e s'immerse nell'acqua bollente, poggiando la schiena al petto di Duncan, facendo fare la stessa fine al proprio collo, il quale si adagiò sulla spalla del punk.
“Hai tolto il preservativo?” Mormorò lasciandosi cullare da quel caldo così confortevole, sciogliendo e rilassando i muscoli.
“Tsk. Rocco Nelson sa fare il suo lavoro.” Seguì un rapido silenzio interrotto poi da una fragorosa risata da parte dei due.

“Hai fatto cilecca!” Courtney era furiosa. Non per il fatto di non esser stata nuovamente a letto con Duncan, okay forse si, ma lo era ancora di più per aver perso quella sorta di scommessa.
No signore e signori, Courtney non era abituata a perdere. Mai.
Scott fece una smorfia e alzò le spalle, seguendola nell'appartamento.
“Senti bimba, non è colpa mia se la principessina dal mestruo variabile un giorno ha già gambe e bocca aperte e il giorno dopo diventa più pudica della Vergine Maria.” L'evidenziatore arancione schivò per un pelo una scarpa scagliata ad alta velocità facendo invidia ai freccia rossa e guardò basito l'ispanica.
“Ma sei pazza?!” Alzò le braccia al cielo e le fece ricadere lungo il corpo. “No davvero, tu hai qualche problema!” Quando mai l'aveva detto. Courtney si scagliò sul rosso, bloccandolo spalle al muro con uno sguardo degno del più cattivo dei Villains. “Tu.” Sibilò, tenendolo stretto nella sua posizione senza l'uso del corpo, servendosi solo della forza della psiche. “Prova ancora una volta a darmi della pazza e ti faccio vedere io, di che cosa è capace una vera pazza.” Scott pensò subito alla poca coerenza di quella frase, ma se ne restò comunque zitto.
“Si ehm, quindi... i due sono cotti a puntino. Agiamo o no?” L'ispanica addolcì di poco lo sguardo, passando dal gelido al malizioso.
“Quindi, visto che hai interrotto i miei piani con il protagonista...” Courtney si leccò le labbra e innocentemente slacciò il primo bottone della camicetta, facendo intravedere il reggiseno lillà contornato da del pizzo nero. “Che ne dici, se chiedo al co-protagonista di assistermi?” Non servirono altre parole. Scott l'afferrò e la trascinò in camera, sbattendo in faccia la porta a tutti i curiosi presenti e mettendo fine al secondo atto.
Che si fottessero; Duncan, Trent, il mondo. Lui aveva una bella ragazza da soddisfare.


M's little Nook:

'Sera a voi, EFPniani e... *viene interrotta da una voce nell'orecchio* Cosa? Tsk, certo che lo so! *uno striscione cala dal soffitto, Congratulations scritto sopra*
Ebbene si! Per una volta sono in linea con la tabella di marcia, yuppi-duh(?)!

Se, ehm, yeh? *la guarda male* io potevo fottermi quella bella topa e tu. TU! *assottiglia gli occhi* Ti ammazzo.

*ride* Ehi, per una volta accontentiamo Scott, vero piccolo evidenziatore?

Oh si, per una volta ti do ragione *ghigna soddisfatto e guarda il punk* E' brava la gattina, a letto.

No davvero ragazzi, io non vi capisco. *vede i due iniziare a pestarsi* Non in faccia! Mai in faccia! *si porta le mani ai lati della bocca, amplificandone il suono*

Lasciali stare, Alejandro *alzo le spalle* Si metteranno KO a vicenda. Comunqueunqueunque(?) Ci stiamo avvicinando alla fine, non lo nego; uno, due, massimo tre capitoli e puf, questa piccola long finirà, sparendo nel dimenticatoio *si asciuga una lacrimuccia*
Ma bando alle ciance, questo è uno dei capitoli più corti/nonsense/fluffy che abbia mai scritto, ma si, sono ambivalente come il nostro caro Devious e perché no, divertiamoci allora. *risata malefica*

P: Non dovremmo aiutarli? *fa un cenno ai tre, Duncan e Scott che litigano e Alejandro che tenta di dividerli*

...naaah, lasciali divertire. *fa comparire dal nulla un proiettore e indica lo schermo che si apre successivamente*
Lascio allegati i diversi link per le long/raccolte, come solito :3

~I'm confused.
~The Sound of Crack Pairing.
~Sclerate di routine da parte di M

*sparisce a separare i tre, che le stanno distruggendo casa, giardino e acero, Vick nascosto tra le fronde* IL MIO ACERO NO, BITCHES!

~M

PPS: ci metto di più ogni volta a giocare con l'html che a creare tutto il capitolo non ce la posso fa'

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