La mia vita, mi fa perdere il sonno sempre!

di salutandotiaffogo111
(/viewuser.php?uid=444420)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ecco, questa è una piccola parte di me. ***
Capitolo 2: *** Mi voglio bene, me lo dicevo anche se non spesso, mi voglio bene, me ne accorgevo prima più di adesso. ***
Capitolo 3: *** #12anniTizianoFerro. ***
Capitolo 4: *** Salutandotiaffogo. ***



Capitolo 1
*** Ecco, questa è una piccola parte di me. ***


"Ehi, ciao!"
"Ehi, quanto tempo!"
"Come stai?"
"Bene".

Abbassai lo sguardo e feci per andarmene.

"Ehi, che succede?"

Già che succede? Perché sono così vigliacca da non dirgli che sto male, malissimo? Succede che.. Cos'è che succede?

Succede che dopo un po' ti stanchi, ti stanchi di tenere per te tutto, la tua schiena si stanca di tenere il peso dei tuoi pensieri; pensieri che non sono vergini, pensieri che forse non sono nemmeno tuoi e qualcuno te li ha ficcati nel cervello, pensieri che ti fanno male, concetti che hai maturato col tempo, pensieri imbrattati di lacrime, sudore e veleno, pensieri che hai trovato per caso, liberi, senza meta e senza padroni, ti sei presa cura di loro, li conservi nella tua testa in segreto, senza che nessuno sappia che li stai allevando silenziosamente nella tua testa e che sono l'unica cosa che ti rende  fiera, perché stanno crescendo sani e forti. Io non voglio diventare madre, penso che nessun bambino debba soffrire a causa mia; non so badare a me stessa, figurati un bambino. Sarà che io assorbo troppo l'energia di mia madre, quando è positiva ma soprattutto quando negativa, non lo so. E poi no, non li sopporto i bambini. Vomitano, piangono fanno la popo', strillano, dormono, vomitano e di nuovo strillano! No, non fanno per me. Invece voglio essere la madre di pensieri, parole, frasi, poesie, concetti, libri, romanzi.. Voglio che nascano da me pian piano, che crescano con me, che mi diano la possibilità di cambiarli, cancellarli, modificarli, ritagliarli, scoprirli, e che allo stesso tempo mi cambino, mi cancellino, mi modifichino, mi ritaglino e mi scoprano. Voglio essere quel tipo di madre, anche adesso. Sono già madre di concetti e pensieri, anche a tredici anni, e mi sento un po' in colpa.
 Dopo un po' ti stanchi di tenerli solo per te questi pensieri, ti stanchi perché nessuno ti capisce, nessuno ti stima, neanche per quella briciola di frase che ti è sfuggita troppo spesso e che ha dato modo agli altri di capire che tu con le parole ci sai fare. Ti stanchi perché tutti ti giudicano se vuoi stare da sola con un paio di cuffie, ti giudicano perché non sanno che i pensieri si cibano di musica, libri, viaggi, scoperte, no, non lo sanno allora te ne dicono di tutti i colori, ma tu non puoi tradire i tuoi figli, che razza di madre saresti? Preferisci non dire a nessuno che sei madre di tanti bellissimi cucciolo colorati che non hanno bisogno di Iphone e vestiti firmati per essere felici, a loro bastano musica, libri e viaggi.
Dopo un po' ti stanchi, ti stanchi e devi prendere una scelta: una vita o i tuoi figli. Io ho sempre scelto i miei figli, ma ogni volta con meno sicurezza. È vero che sono i tuoi e non vuoi che nessuno li tocchi, vuoi che restino segregati nella tua testa e protetti da ogni male, ma è anche vero che in questa società infame già a tredici innocenti anni, devi sapere cosa ne deve essere della tua vita. Allora ti trovi in serie difficoltà, perché hai dedicato tutta la tua breve vita ai tuoi figli e ti accorgi che non riesci a maturare altri interessi se non rivolti a loro. Ti capita di piangere per la disperazione, fino a quando non trovi una soluzione. Io l'ho trovata.
I miei pensieri sono l'unica cosa che riesce a darmi soddisfazioni, allora lascerò crescere questi pensieri, perché sono ancora troppo piccoli, sono troppo deboli, come me in fondo. Cresceranno insieme a me, e come ogni madre voglio il meglio per loro, voglio che abbiano successo, che siano risolti, che diventino tutto quel che io non riesco a essere insomma! Sapevo che arrivati ad una certa maturità mi avrebbero abbandonato, che avrebbero preso la loro strada, che si sarebbero costruiti un loro percorso e che non avrebbero più dipeso da me, ma preferivo non pensarci e godermeli così, piccini e indifesi. Non mi sentivo in colpa, perché anche io dovevo farmi una vita, dovevo costruimi una vita, e dovevo decidere del mio futuro. Ognuno avrebbe preso la sua strada. Io la mia loro la loro.
Intanto non me ne ero accorta, ma ero rimasta da sola con i miei figli. Avevo tagliato completamente i ponti con la realtà, avevo reso i miei pensieri la mia unica priorità, dimenticandomi di me, di quelli che erano i miei amici, dei miei amori, delle mie passioni, avevo allontanato tutto da me, anche le persone/cose che potevano davvero aiutarmi. Solo in pochi, pochissimi sono riuscite a non allontanarsi dal mio cerchio ormai troppo ristretto e so esattamente chi sono: Tiziano Ferro; lui con la sua musica mi ha sempre consolata, non mi ha mai abbandonata, mi ha reso felice, mi rappresenta da quando avevo due tre anni quando cantavo a squarciagola "Rosso relativo" in macchina con papà che si tappava le orecchie disgustato, mi descrive in ogni sua canzone, è come se mi conoscesse più di me stessa, riesce a farmi scoprire quel che sono o voglio diventare, abbiamo "figli molto simili", lui è la fonte di vita principale per i miei cuccioli, mi da la forza per insegnargli come lottare, è la mia fonte di ispirazione, io e lui siamo due soldati che lottano in due mondi paralleli ma per lo stesso fine che non è mai stato definito, lui è un sognatore e io come lui voglio imparare a sognare, anche se non mi è più semplice come prima, lui è un esempio, è il mio idolo e voglio seguirlo, anche se non sa nemmeno che esisto. Mio padre; mio padre l'ho perso quando avevo solo nove anni ed è la prova concreta della realtà. Io non ho avuto modo di conoscere i suoi punti di vista, perché lo odiavo. Non so se mi avrebbe sostenuta o scoraggiata, ma so che è l'unico appiglio alla realtà che ho e che voglio avere. Lui non se lo immagina nemmeno, ma è solo grazie a lui che alcune volte riesco ad aprire un po' gli occhi e rendermi conto che la vita non è per niente rose e fiori. Mio padre è come un tatuaggio indelebile, non può andar via, è lì e nessuno può impedirgli di ricordarmi che la vita va vissuta al secondo, che nulla è scontanto, che non esistono solo i miei figli e Tiziano Ferro, c'è una vita là fuori, che mi piaccia o no ho delle responsabilità che cresceranno contemporaneamente alle mie idee, che esistono malattie e che oggi potrei esserci, domani no. Per questo motivo adesso scrivo tutto qui, perché sono stanca di accumulare tutto in questa testa. Non voglio che i miei figli restino sconosciuti al mondo, so che possono cambiare la vita di molte persone come l'hanno cambiata a me. Spero di trovare il coraggio di parlarne con qualcuno, di questo. Mia madre; lei che è lontana da me per chilometri, ma lo so che mi è più vicina di chiunque altro. È lei l'unica "vera" persone che mi è rimasta, l'unica che riesce a capire i miei sbalzi d'umore sempre più continui, l'unica che ha sempre una parola buona anche nelle peggiore delle situazioni, lei che è la positività fatta in persona, l'unica che crede davvero ancora in me, l'unica che non mi ha abbandonata come tutti gli altri, l'unica che mi è rimasta vicina anche quando non volevo nessuno accanto, è lei l'unica a cui devo tutto quel che ho, TUTTO; è solo grazie a lei se sono quel che sono, anche se non mi piaccio. Lei che con quel modo bizzarro di rimproverarmi sa sempre dirmi quando sbaglio, anche per sciocchezze. Lei che mi ha dato la vita e continua a darmela, anche se non le sono mai grata abbastanza, o per niente. 

Ecco, questa è una piccola parte di me. Ciao lettore! Spero di averti emozionato con questo piccolo frammento dei miei cuccioli come mi son emozionata io nel batterli. Se vi va di scrivere qui sotto i vostri pensieri, consigli, tutto quello che vi passa per la testa, potrà solo farmi piacere. Un bacio, Valentina.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mi voglio bene, me lo dicevo anche se non spesso, mi voglio bene, me ne accorgevo prima più di adesso. ***


Ieri sera ho scritto a mia madre.. dopo tanto tempo avevo bisogno di parlargli.

Forse è vero che la parte più complicata di una lettera è l'inizio; questa è una lettera che vista la distanza, non posso lasciare in cucina come ho fatto quelle rare volte che ho trovato il coraggio di scriverti, e premetto che se se la leggi da sola e senza rischi è meglio! Prendiamolo come un messaggio questo, un messaggio delle 00:54 di una notte che non riesce a darmi sogni.

Ho paura di farti tante domande, troppe, e forse neanche tu sai la risposta. Sai come sono fatta, sai che non riesco a combinare nulla se non ho certezze, se non riesco a prefissare degli obbiettivi. Non posso premettermi degli obbiettivi se non so che ne sarà di me, di te, di mio fratello, di noi. Mi sento una vagabonda, un fantasma che girovaga alla ricerca di un senso per la sua vita e un fottuto motivo per continuare a combattere una guerra contro sé stessa. Vorrei solo capire se la mia vita ed io stiamo combattendo contro o se siamo alleate, perché davvero non lo capisco. Vorrei sapere se è normale che è una bambina di poco più di appena quattordici anni si fa questi problemi; vorrei sapere se è normale non essere capace di essere felice, vorrei sapere se è l'età. Sono sicura che non è tutto che va per il verso sbagliato, non è che non mi va bene niente, no. L'unica sbagliato sono io. Quella strana, qualla diversa, quella che non riesce a darsi pace invece di divertirsi sono io. Non è quello che succede che è sbagliato. È che sono marcia dentro, e mi faccio schifo. È che sono rimasta sola, perché tutto quel che mi fa del bene lo rimpiango quando ormai l'ho perso. È che mi sei rimasta solo tu e Francesco, e vi tratto male. È che respingo tutti, respingo chi forse vuole solo aiutarmi, e hai ragione quando dico che rimarrò sola, perché lo sono già. È che sono troppo orgogliosa, ma fondamentalmente non valga nulla! È che mi monto la testa se mi riesce un quarto di una cosa e poi metto da parte tutto il resto, come adesso. È che forse sono così vuota e insignificante che non riesco a dire le cose in faccia, e dalla vergogna mi savo con questo inutile messaggio che non risolve nulla! Quando adesso che avrei bisogno di un tuo abbraccio, abbraccio il cuscino inzuppato, e quando ti ho vicina, ti respingo. Perché respingo tutti. Sono così marcia dentro che mi tengo lontana da tutti mi avvicino solo quando mi conviene. Quando ne vorrei parlare con qualcuno, prendo le porte in faccia anche se quando loro avevano bisogno di me, io ci sono sempre stata. La colpa è solo mia, perché scelgo le persone sbagliate da avere vicino, e chi invece potrebbe aiutarmi, mi sta lontana. È così. Mi stanno tutti lontani perché è quello che merito. Perché ormai ho perso la speranza e non voglio davvero più nessuno accanto, voglio isolarmi perché non importa a nessuno, voglio stare sola con la mia musica, le mie cuffie e i miei libri. Io e il mio mondo. Nessun altro. E se per caso qualcuno prova ad avvicinarsi, trova la porta chiusa, per ripicca di tutte quelle che ho trovato chiuse io. È per questo che preferisco Tiziano Ferro a chiunque altro. È per questo. È perché lui mi descrive in tutto e per tutto. È perché siamo uguali. È perché abniamo un modo di vedere la realtà identica. E a chi non piace tutto questo, che se ne vada pure a 'fanculo. Ho smesso di cercare di allacciare i rapporti, l'unica cosa che allaccio sono le scarpe per andarmene lontano da tutto e tutti tornare a casa, casa mia, perché casa è dove c'è carta, penna, cuffie e qualcosa che emetta una delle mie melodie. Potrò stare ovunque, se ci sono loro io mi sento casa.
Alcune cose che questa sera ti sto svelando, sono sicura che ti deluderanno. Perché io so solo deludere. Sono la più grande delusione di tutti, io per prima! Mi sono rivelata debole, quando mi sentivo forte, cagasotto quando credevo di essere coraggiosa, ignorante quando mi credevo intelligente, obesa quando pensavo di poter mantere un peso giusto! Una cosa che forse non delude me, ma tutto il resto del mondo è la mia tristezza che cresce in maniera direttamente proporzionale a quello che mi succede.
La consapevolezza che il mio destino dipende da una tua decisione mi innervosice, non so spiegarlo. Forse hai solo bisogno di una spinta, e adesso farò il possibile per darti quella giusta!
Il nostro posto non è qui. Non è a Pachino! Non mollare mamma, io ti scongiuro! Non mollare, fallo per me. Se stai per cedere pensa a questo. Pensa a quanto male ci ha fatto, ci sta ffacendo e ci farà per sempre se non lo abbandoniamo, questo posto. Non mollare mamma, neanche quando non reggi più in piedi. Non mollare. E ti prego, non ascoltarmi quando ti parlo, perché faccio solo male. Ascoltami solo adesso che ti chiedo di non mollare. Non farlo per me, fallo per te. Ho imparato a cavarmela un po' da sola, e a badare a me stessa, ma non so badare agli altri. Ascoltami solo quando ritieni che ti dica qualcosa di buono, poi lasciami parlare al vento.
Sono stremata. Avrei altri miliardi di cose da dire, ma il silenzio lo preferisco a tante inutili parole.
Buonanotte. E scusa.

E al mio ragazzo..


ti scrivo nella notte del mio compleanno, non lo so perché sto trovando il coraggio solo adesso, dopo cinque mesi che stiamo assieme, però apprezzalo perché forse appena invio me ne pento.

sai, forse tu non te ne sei mai accorto, ma quando tu sorridi io muoio. hai quel sorriso strano, di un ragazzo spensierato, tranquillo e felice, con un velo di tristezza che una ragazza gli ha procurato. hai uno di quei sorrisi che mi fanno mancar l'aria, e quando mi mancano impazzisco. l'idea che quel bellissimo sorriso delle volte sparisce per colpa mia, mi uccide. tutti i giorni, a tutte le ore, qualsiasi cosa faccia. ogni volta che mi sveglio e guardo il cuscino che mi hai regalato mi fai tornare la voglia di alzarmi e combattere. io faccio la guerra tutti i giorni, e se non te ne sei accorto io mi batto solo per te e il tuo sorriso. se non ho mandato tutto a puttane da un bel pezzo è solo per vederti sorridere, un'altra volta e tante altre volte. se non sono ancora scappata lontano da qui è per te. se non l'ho fatta finita tutte le volte che volevo è perché mi veniva in mente il tuo sorriso, e la voglia di fare la guerra mi tornava. se non ti ho lasciato tutte le volte che cercavo di allontanarmi da te è perché mi sono accorta che senza di te non sarei durata a lungo. è per questo che ci sto male. perché avrei potuto allontarti dalla mia vita, ma tu non hai voluto, e nemmeno io. mi faccio schifo perché ho perso una battaglia. mi ero promessa di non innamorarmi mai più, per non fare né ricevere del male. ma non ci sono riuscita. da una parte sono distrutta, all'estremo delle forze, afflitta e persa nel buio, ma c'è una parte che ancora ci spera, che non ha mollato, è ancora viva ed è quella parte che tu vedi e che è ancora viva grazie a te. mi odio ogni volta che il tuo sorriso scompare per colpa mia, mi odio. ma assieme a tutto il male che ho ricevuto e che sempre farò, c'è quella cosa schifosa e riluttante che chiamiamo orgoglio che complica le cose, più di quanto siano già incasinate. perciò credimi quando ti dico che sei la mia vita, perché è vero. credimi quando ti dico che mi manchi, perché io senza vederti sorridere muoio. abbracciami forte quando ti chiedo di farlo e non staccarti mai da me, adesso non dobbiamo staccarci più.

lo sai, io tra poco devo partire, ma tu, tu non ti abbatterre. combatti come sto combattendo io da quando ho perso mio padre. credimi quando ti dico che so cosa si prova, perché lo so! non mi sto comparando ad un padre, non avrebbe senso. io so cosa vuol dire perdere una persona importante. e sai, mi sento come quando mio padre stava in ospedale.. mi sento allo stesso identico modo. sapevo che stava per morire, ma io ci speravo ancora.. adesso anch'io ci spero ancora! 
io non credo che i sentimenti possano seguire l'andamento del rubinetto di casa per cui quando non vogliamo più l'acqua calda passiamo a quella fredda e quando non vogliamo più l'acqua chiudiamo e basta.. io credo nelle fasi.. credo nelle sfumature.. credo che piano piano il rubinetto saprai chiuderlo e riaprirlo per un'altra persona! ti chiedo solo questo. non smettere di sorridere, MAI. fallo per me. fallo per la persona che spero alcune volte te lo abbia lasciato in faccia per ore il sorriso. ti ho detto che vivo per il tuo sorriso e sapere che hai smesso di sorridere a causa mia mi ucciderà più della distanza, più della voglia matta che mi verrà di abbraciare te e dovrò accontentarmi di abbracciare un cuscino. più dell'aria che mi mancherà ricordandomi che ti ho ferito. NON SMETTERE MAI DI SORRIDERE, E QUANDO TI CAPITERÀ DI NON FARLO PIÙ RICORDATI CHE C'È QUALCUNO CHE VIVE PER VEDERTI RIDERE, ANCHE SE NON SAI PIÙ NIENTE DI LEI E NON LA VEDI DA TEMPO. È L'UNICA COSA CHE TI CHIEDO.
NON DIMENTICARLO MAI.
NON DIMENTICAR(M)TI.

e adesso dedico a me le mie stesse parole..


Quando mi dici quanto sono bella, 
mentre mi guardi come sai solo tu, 
non riesco a crederti, mi viene naturale, 
non mi piaccio abbastanza 
quando sto' con me stessa, 
io la odio questa insicurezza. 
Il mondo sembra sempre cosi forte, 
mentre mi parli magari vuoi di più, 
non te la prendere se metto in dubbio tutto, 
devi avere pazienza, forse domani passa con una carezza. 
Sempre cosi, è da quando sei nata che è sempre cosi 
e ti senti sbagliata da tutta la vita, non sei mai abbastanza 
e vivi a fatica con questa apparenza. 
Sempre così, hai paura di tutto, 
sempre cosi, ti trovi sempre un difetto, 
non riesci a capire che cosa ti manca, 
fai finta di niente ma sai che non basta, 
non basta mai, non basto mai. 
Quando mi dici che ti rendo felice, 
è sempre meno di quanto fai tu, 
dovrei fidarmi, si, ho questa sensazione, 
non mi piaccio per niente, è un problema costante. 
E' sempre cosi, è da quando sei nata che è sempre così 
e ti senti sbagliata da tutta la vita, 
non sei mai abbastanza e vivi a fatica con questa apparenza. Sempre così, hai paura di tutto, 
sempre cosi, ti trovi sempre un difetto, 
non riesci a capire che cosa ti manca, 
fai finta di niente ma sai che non basta, 
non basta mai, io non basto mai, è sempre cosi, è sempre cosi. Sempre così, hai paura di tutto, 
sempre cosi, ti trovi sempre un difetto, 
non riesci a capire che cosa ti manca, 
fai finta di niente ma sai che non basta, 
non basta mai, io non basto mai, non basta mai, è sempre cosi.

E' una canzone di Ylenia Morganti, una cantante che ha partecipato all'ultima edizione di Amici.
Non mi hanno mai dedicato tantissime canzoni, ma io sì, lo faccio sempre quando il nodo in gola è così grande da non lasciarmi parlare, né scrivere. Quindi dico: "Ascolta questa canzone, è bellissima". Poi sta all'altra persona capire che gliela sto regalando. Devve essere capace di ascoltarla, non di sentirla. C'è molta differenza! Deve essere capace di cogliere il messaggio. 
Non sono molto brava a parlare davanti a delle persone, gli occhi della gente che mi guarda, mi mettono a disagio. Quindi parlo così: lettere, canzoni, messaggi, testi, poesie, abbracci..
Adesso mi sono decisa, mi dedico una canzone.
Voglio farlo perché non riesco a consigliarmi nulla, non ce la faccio. E' come quando mi guardo allo specchio, mi faccio così schifo che guardo da un'altra parte. La mia vita però non è riflessa in uno specchio, ma nei miei sentimenti. 
Oggi mi voglio bene un po' di più. Anche se l'odio che provo nei miei confronti cresce sempre, di giorno in giorno, di ora in ora.


Quando sono triste non riesco a dire molto, ma pubblico lo stesso, perché so che un'altra volta me ne pentirò e cancellerò tutto.

BACI, VALENTINA.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** #12anniTizianoFerro. ***


Ho scritto a Tiziano Ferro. 
Dodici anni fa usciva Xdono, e lui per poco sbandava con la macchina.
Dodici anni fa, la mia vita era appena ricominciata, e lui, lui me l'ha cambiata. Mio padre mi ha fatto nascere, lui mi fa vivere.

Ciao idolo, come stai? sono passati dodici anni da quando la tua vita e quella di molte altre persone è cambiata in meglio. non sentirti vecchio, anche se i capelli schiariscono e le rughette negli occhi che si formano quando sorridi sono sempre più accentuate, resti sempre il nostro preferito. anche se non scrivi sempre. anche se sparisci per mesi e mesi e, quando ci senti o ci vedi in lacrime per te ti commuovi. un tuo sorriso per noi vale molto di più di stupidi aggiornamenti di stato su un Social Network, che francamente se li fai non nuoce a nessuno, anzi.
ti volevo solo ringraziare, proprio oggi. ho quattordici anni, e chiaramente non ricordo perfettamente quando, dodici anni fa, imparai a ballare sulle note di Xdono, a cantare Rosso Relativo in macchina con la radio ad alto volume e mio padre che mi chiamava "Valeziana Ferra". però una cosa la ricordo, e resta qui, nitida nei miei ricordi d'infanzia. il mio primo concerto, avevo tre anni. Caracas, tu giovanissimo e un po' impacciato, mio padre e mia madre felici di riscuotere le memorie della loro gioventù fresca fresca. ricordo che stavo in braccio a lui e piangevo perché non riuscivo a vederti, poi mi tenne dai piedi e fui felicissima. 
ora lui se n'è andato senza di me, senza salutarmi, è volato. mi ha lasciata da sola. ma tu mi hai insegnato che NESSUNO È SOLO, e se ci sei tu con la tua voce splendida, non mi sento affatto sola. posso dire che mio padre "mi ha lasciata nelle tue mani", nel senso che l'unica cosa che mi lega a lui è la tua musica. non smetterò mai di ringraziarlo per questa passione che mi ha lasciato, e sono fiera di lui, e di te. sono fiera di tutto quello che sei riuscito a fare. fiera della persona che sei -anche se conosciamo poco di te, sono sicura che tra noi fan e te c'è un'intesa che non lascia sfuggire nulla. fiera della forza con cui credi nelle cose che fai, nonostante i problemi, e i pettegolezzi, e chi più ne ha più ne metta. sono fiera del tuo modo di arrivarmi dritto al cuore, migliorandomi le giornate pessime e, quasi sempre tirandomi su il morale. sono fiera delle poesie che componi che mi scannerizzano perfettamente. hai capito cosa vuol dire quando qualcuno ti descrive senza nemmeno conoscerti, è la stessa cosa che provo io con le tue parole. sono fiera della tua capacità di non vergognarti nel commuoverti davanti a 50.000 persone, nell'esprimere i tuoi sentimenti e nel divertirti e lasciarti trasportare dalla magia di uno stadio stracolmo. 
14/07/12.
è la data in cui si è esaudito il mio sogno, e non la dimenticherò mai, come immagino nemmeno tu. quel giorno ero lì, ero una tra le 50.000 persone che festeggiavano assieme a te. il giorno più bello della mia vita, lo giuro.
tu e mio padre siete le persone più importanti della mia vita. siete intrecciate tra di voi così tanto: non posso toccarvi, abbracciarvi, parlarvi, raccontarvi, ridere con voi, scherzare, giocare. siete lontani da me, mi mancate costantemente; e questo mi rattristisce molto. è buffo però, siete le persone più importanti per me, e non ci siete. più che buffo è doloroso.

volevo anche ricordarti che sei l'autore della colonna sonora della mia vita. non conterà molto per te, ma io sono fiera anche di questo.
sei il mio esempio, il modello di persona che vorrei essere. è grazie a te che ho capito di essere "il carceriere dei miei stessi sentimenti" e mi hai dato il coraggio di parlarne con mia madre, poi con uno psicologo. non dico che siamo simili, io non posso nemmeno essere paragonata ad un tuo frammento di caccola, ma anche se ho solo quattordici anni, so cosa vuol dire la parola DOLORE, lo so perfettamente. forse abbiamo preso un percorso simile dentro noi stessi, e ho trovato il coraggio di intraprenderlo grazie ai tuoi diari che mi hanno illuminato la strada; abbiamo sofferto molto e abbiamo trovato conforto soltanto nel cibo, nella musica, nel canto e nella scrittura. per questi motivi mi sento legata a te, per nient'altro, non potrei mai. 
adesso in questa notte di luna piena senza sogni, ti ringrazio con le lacrime agli occhi. ti ringrazio per gli abbracci che mi hai dato quando ne avevo bisogno e non c'era nessun'altro se non tu. ti ringrazio per i brividi che mi provochi ascoltandoti. ti ringrazio per le lacrime di gioia che mi fai versare. ti ringrazio anche per le lacrime di dolore che mi fai versare. ti ringrazio per i sorrisi che fai che mi danno la forza di andare avanti. ti ringrazio, e qui aggiungo anche mio padre, per avermi insegnato a sognare e a non smettere mai di farlo per nessuna ragione al mondo. ti ringrazio per le parole che dici, scrivi e canti. ti ringrazio per il fiato usato per noi. ti ringrazio perché (r)esisti.

ti voglio bene sai? ti voglio tanto bene. anche se non mi conosci e magari non t'importa neppure. anche se sono un miserabile puntino tra miliardi. ti voglio bene e non smetterò mai di farlo per alcuna ragione.

COMPLIMENTI PER LA VITA DA CAMPIONE, e sappi che FUORI SARÀ SEMPRE BUIO SE NON CI SARAI TU, AMORE.. ma È CHE TI SONO DEBITRICE DI EMOZIONI, È CHE AL MONDO NON CI SONO SOLO BUONI E FORSE NON SARÀ COME CREDEVI, PERCHÉ SARÀ MEGLIO DI CIÒ CHE SPERAVI. MA RICORDA, SEI MEGLIO DI OGNI GIORNO TRISTE, DELL'AMAREZZA DI OGNI LACRIMA DELLA GUERRA CON LA TRISTEZZA, TU SEI IL MIO CIELO, MA ANCHE IL REGALO MIO PIÙ GRANDE! TUTTO È PERFETTO, TUTTO SOMIGLIA A TE PERCHÉ DI QUESTE ANIME TU SEI LA PIÙ SPECIALE, PERCHÉ SORRIDI ANCHE INSEGUITA DAL DOLORE E PER QUESTO TI AMO. IL TUO SORRISO SPEGNE I TORMENTI E LE DOMANDE A STARE BENE A STARE MALE A TORTURARMI A CHIEDERMI PERCHÉ? NON ME LO SO SPIEGARE IO.
MA QUALCUNO LASSÙ, MI HA GUARDATO E MI HA DETTO "IO TI SALVO STA VOLTA, COME L'ULTIMA VOLTA"!

starei qui a citarti all'infinito solo per farti riflettere quanto significato abbiano le tue parole.. hanno un peso così grande nella vita di moltissima gente, che da dodici anni non smenticisci mai.
non dimenticarlo mai. non dimenticar(ci)ti.

ciao idolo, non voglio salutarti, starei qui a scriverti tutto, ma devo andare. scusami se ho usato dei toni confidenziali, ma è come se scrivessi una lettera al migliore amico di sempre. forse non leggerai nemmeno questo messaggio, ma non smetterò mai di sperarci e di crederci. 

Valentina♥.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Salutandotiaffogo. ***


Odio deprimermi. Non lo so perché lo faccio, non lo capisco.
Perché non posso andare alla festa e divertirmi con i miei amici? Perché devo stare qui a piangere a tagliarmi? Qualcuno mi risponda! Ho solo bisogno d’aiuto, perché nessuno riesce a capirlo? Non posso dire: “Ho bisogno che mi aiuti, sto seriamente pensando di uccidermi”. Non posso, è stupido. Perché i messaggi in codice non arrivano? Perché nessuno si accorge di me? Perché nessuno è capace di abbracciarmi senza che io lo chieda? Perché non so darmi pace? Perché non riesco a volermi bene, per una volta? Perché per una volta che voglio fare una cosa solo per me nessuno mi stima? Perché mi sento perennemente in un cubo di plexiglass? quello del concerto, con Tiziano che mi abbraccia con la sua musica e mi dice, sono qui, io non me ne vado. E’ possibile che trovo conforto soltanto in una persona che non mi conosce e non sa nemmeno della mia esistenza? Sono davvero così insignificante? Che poi se ci penso non è nemmeno conforto corrisposto. Sono io che lo trovo nelle sue canzoni il conforto, non lui che decide di confortarmi. Oddio lui conforta tantissime persone, e ne è consapevole, ma non credo siano molte le persone che come me trovano conforto solo in lui. Sto diventando pazza. Qualcuno mi aiuti. Sto per affogare nella melma della mia ipocrisia che mi porta all’isolamento forzato e alla vergogna. Ma poi, di chi è che ho vergogna? Da chi è che mi isolo? Da cosa? Che cosa diavolo è quella forza stramaledettissima che mi riduce così? Ma poi, così come? Come sto io? Cosa provo? Non riconosco più niente, non sono più niente, non mi riconosco più. Mi faccio solo schifo, schifo e straschifo. Ma poi io faccio schifo in confronto a chi? A cosa? Chi è che giudica se io faccio schifo o meno? E’ assurdo auto giudicarsi schifosi. Solo uno stupido può farsi schifo da solo, senza che nessuno glielo abbia mai detto. Solo uno stupido può farsi schifo da solo, circondato da persone che lo stimano e che credono in lui. Che poi dicono tutti che per me ci sono, ci sono sempre, ma dov’è che sono adesso. Perché sto parlando con un insignificante computer invece che a due occhi che guardano i miei? Perché? Perché non sanno fare altro che dirmi che per me ci sono sempre e ci saranno sempre? Dove sono adesso? Dove? Perché mi dicono tutti vieni alla festa che ci divertiamo, e non vengono sotto casa a trapanarmi i timpani. Dirò ugualmente che non mi va, ma è già tanto. Potrebbe farmi sentire importante per qualcuno. Ma poi qualcuno chi? Per gli amici? Ma chi sono gli amici? Che faccia hanno? Che cosa dicono? Come si comportano? Forse ce ne ho tanti ma non so riconoscerli, oppure non ne ho e basta, devo rassegnarmi. Perché sto piangendo? Aspetta, non è questa la vera domanda, sto piangendo perché l’autostima, la felicità e tutto quello che di bello possa esserci in una persona non ce l’ho, ma al contrario ho tutto ciò che di orribile e terrificante una persona possa avere, dentro e fuori. La vera domanda è perché continuo a piangere qui e le mie dita scrivono ancora, invece di vomitare tutto come ho sempre fatto. Cosa c’è di più liberatorio che premere la fronte nel water gelido e buttare tutto fuori? Cosa c’è di più bello che premere la faringe con tutte le forze e sentire tutto l’odio che hai dentro che esce dalla bocca? Cosa c’è di più bello che vedere tutto il male che hai accumulato in qualche ora lì nel gabinetto e che potrai mandare in mare tirando l’acqua? Cosa c’è di più bello di questo? Più bello di vederti il braccio rosso che ti brucia? Cosa c’è di più bello di prendersi a pugni lo stomaco e la faccia con tutta la forza che ti resta e poi guardarti allo specchio e sorridere. Non lo so perché ogni volta sorrido, se per la felicità di aver vomitato l’odio di qualche ora che cresce troppo velocemente o per pura e sola pietà. Che schifo. Mi faccio pietà. Di solito una persona ha pietà di qualcun altro che ha ucciso, ha sparato, ha rubato, ha tradito, ha mentito, ha insultato. Non si può avere pietà di sé stessi. Ma adesso che ci penso sì, io mi faccio pietà perché mi sono uccisa, nello stesso momento in cui ho venduto la mia autostima ad un social network. Ho sparato dritto in gola all’amore, quando potevo benissimo accoglierlo tra le mie braccia e non lasciarlo andare più perché mi avrebbe fatto solo bene. Ma è palese, tutto quello che mi fa bene io lo respingo, quindi ho sparato a chiunque volesse avvicinarsi a me per aiutarmi. Ho sparato con una pistola che ha il nome dell’orgoglio. Ho rubato la tristezza e continuo a rubarla a chiunque stia male e cedo quel poco di felicità che ho che nello stesso tempo in cui passa la soglia della mia mente per quella dell’altra persona mediante tanti mezzi, si moltiplica, e alimenta la mia, seppur poca. E’ assurdo, cedo la mia felicità agli altri e rubo la tristezza. La accumulo e la rilego in ogni parte del mio corpo. E’ al sicuro e non la smuoverà nessuno. Fino a quando un giorno ne sprizzerò da ogni poro e esploderò, o magari mi farò esplodere con le mie stesse mani, che sarà la cosa più probabile. Ho tradito tutti. Ho tradito prima me stessa e poi tutto il resto del mondo. E’ forse l’unica cosa che ho fatto prima per me e poi per gli altri. Ho tradito i miei sogni, continuamente. Li tradisco ogni volta che voglio farla finita. Li tradisco ogni volta che vomito, ogni volta che mi taglio. Mi tradisco incessantemente quindi. Ho tradito le persone che hanno creduto in me. Li ho delusi. Ma non è colpa mia se ho avuto il dono di saper abbindolare le persone con le parole e poi non dimostrare nulla. Forse non ho solo tradito quello che le persone pensavano di me e le persone stesse, li ho proprio delusi. Ma delusi così tanto da farmi odiare. Quindi non solo mi odio da me, ricevo odio in ogni parola che mi viene rivolta. Odio su odio. Benzina sul fuoco. Non c’è niente di più autodistruttivo. Ma in fondo si sa, io sono una macchina progettata per ricevere e reciclare odio. Solo per questo sono nata. Per trasmettere odio alla gente. Niente più niente meno. Adesso mi fanno incazzare. Perché non capiscono che io per (soprav)vivere ho bisogno di scrivere. Non capiscono niente. Nessuno capisce niente. Perché devono privarmi dell’unico piacere che ho, perché non capiscono? Anche se all’una del mattino, o alle cinque, se per tutto il giorno. Perché non posso capirlo. Sono così strana che proprio nessuno si è mai trovato nei miei panni? Dico ma che schifo. Forse qualcuno nei miei panni si è trovato, solo che io con l’odio che orbita anche a chilometri intorno a me, tiene distante qualcuno che mi somiglia. Perché dicono che gli opposti si attraggono, non quelli uguali. E forse quella che prima di adesso mi sembrava una stronzata può essere la stronzata più vera che esista. Io non ho bisogno di qualcuno che mi dica passerà, è un periodo, è l’età, adesso cresci e ti passa tutto. Io ho bisogno di qualcuno che mi dica, devi fare questo, questo e questo se vuoi salvarti, altrimenti rimani per quello che sei e brucia all’inferno da sola. Ecco, da sola. Sola. Sola. Sola. Non sole, che è bello, no sola. Sola. Sola. E’ possibile odiarsi così tanto? E’ possibile non riuscire a vedersi allo specchio e non farsi schifo? Che fine ho fatto? Ma dove andrò a finire? Che fine ha fatto quella che un anno esatto fa era felicissima. Quella che un anno fa era la ragazza col sorriso più bello del mondo. Che piangeva solo perché era felice. Ero felice cazzo. Felice. Ma dove è andata a finire? Dove? La voglio ritrovare, ad ogni costo. Vorrei solo sapere se esiste un modo per trovare delle risposte a tutte queste domane, visto che nessuno mi sa rispondere. Ma poi a cosa devono rispondere? Cos’è che mi chiedo io? Cos’è che mi tormenta? Cos’è che mi fa male? Chi? Cosa? Esistono delle risposte? Esistono? Qualcuno, qualcosa può darmele? Perché non si avvicina? Perché non viene a trovarmi in un sogno? Perché non mi succede come nei film? Perché non mi viene una flashback o come diavolo si chiamano quelle immagini ad occhi aperti che ti lasciano senza fiato? Ma perché continuo a chiederlo ad uno stupido computer e non a una persona? Perché quando qualcuno per sbaglio si accorge che sto piangendo non lo prendo per le spalle e gli urlo in faccia tutto quello che mi passa per la testa? Perché quando mi chiedono perché piango non so rispondere? Sto diventando pazza. E’ il caso di una quattordicenne stupida che vuole togliersi la vita per moda. E’ questo quello che penseranno di me se ne parlo con qualcuno. Ma è risaputo, nessuno capisce nessuno. Sono solo delle assurde supposizione che la gente appropria ad altra gente. E’ un dare e avere così intrecciato e reciproco che credo sia la forza più presente nella terra. Anche più della forza di gravità e dell’amore, della pace e della guerra messi insieme. Mi risponda. Qualcuno mi risponda. Qualcuno mi parli. Qualcuno mi fermi per strada e mi molli quattro ceffoni e mi urli contro. Qualcuno mi sbatta contro il letto, mi rimolli altri quattro ceffoni per farmi svegliare e dopo mi accarezzi il viso dicendomi che è solo un brutto sogno. Qualcuno mi citofoni sotto casa e mi dia tutte le risposte. Qualcuno mi dia delle risposte. Qualcuno mi parli. Qualcuno mi capisca. Qualcuno mi ferisca e mi inciti a farla finita, ma poi venire con me all’inferno. Qualcuno mi rubi il cervello e mi trasformi in una lastra di ghiaccio senza sentimenti. Ma perché esistono i sentimenti? Ma cosa sono i sentimenti? Chi li ha inventati? Chi è quel maledetto che ci ha reso pensanti, parlanti e stracolmi di sentimenti, capaci di amare e di odiare. Dov’è? Si faccia avanti, lo ucciderò lentamente e nel modo più atroce che possa esistere, così come sto morendo io. Prometto che chiunque sia questa persona la risparmierò soltanto se mi risponda. Soltanto se mi stravolga la vita e mi riporti indietro tutto quello che avevo. Iniziando da mio padre, e poi la felicità. Qualcuno mi dica cosa mi sta impedendo di alzarmi e buttarmi giù dal balcone. Qualcuno mi dica perché mi immagino come un lupo nero accanito e assetato di altro odio che sfoga tutto il suo odio verso tutto quello che gli circonda con le sue zampe che stanno premendo con forza contro questi tasti che non ne possono più di ricevere colpi così potenti. E’ l’ultimo segnale che invierò al mondo. QUALCUNO MI AIUTI, PERCHE’ NON SO CAVARMELA PIU’ DA SOLA. QUALCUNO SI PRENDA CURA DI ME. QUALCUNO VENGA QUI E MI ABBRACCI. QUALCUNO MI DIA DELLE RISPOSTE. QUALCUNO MI SALVI. STO SALUTANDO E AFFOGANDO. SALUTANDOTIAFFOGO.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1865186