Il dolce e l'amaro di Yuna Shinoda (/viewuser.php?uid=30027)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il nuovo arrivato ***
Capitolo 3: *** Ripetizioni ***
Capitolo 4: *** L'ammaccatura ***
Capitolo 5: *** Pausa ***
Capitolo 6: *** Uscita ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Ci sono momenti nella
vita in cui pensi di aver vissuto tutto.
Anche se questa per me
non si concluderà mai, sempre e comunque è rara
l'occasione in cui nei tanti anni della mia esistenza io viva qualcosa
di nuovo, qualcosa che non pensavo mi potesse mai accadere.
Avevo trovato l'amore.
Bella per me era
l'unica ragione della mi vita, di tutto il mio essere.
Una cosa che,
credetemi, per chi ha vissuto tanto come me, era difficile da pensare,
e dopo anni e anni, avevo perso la speranza che mi potesse capitare
qualcosa di così bello, anche ad una creatura come me,
cacciatrice per natura.
Lei non ebbe mai paura
di me, nemmeno quando le dissi che avrei potuto perdere in qualsiasi
momento il controllo.
Lei mi ha accettato
per quello che sono, per il mio egoismo e per la mia
inflessibilità.
Lei ha avuto il
coraggio di amarmi per la mia vera essenza, non essendo mai intimorita
dalla mia pericolosità.
Lei ha saputo tirar
fuori i sentimenti che avevo nascosto nel lato più buio del
mio cuore inattivo.
Lei ha saputo rendermi
vivo.
Ma lei, in tutta la
sua fragilità e bellezza, aveva fin dall'inizio desiderato
di essere come me.
Bella voleva diventare
un mostro.
Voleva patire le gioie
più dure solo per restare con me per l'eternità.
Ed io avevo rifiutato
di cambiarla; lei aveva deciso di prendere un'altra via.
Se non avessi voluto
trasformarla, l'avrebbe chiesto a qualcun altro. Qualcuno della mia
famiglia.
La cosa strana
è che avevano acconsentito.
Volente o nolente,
Bella sarebbe diventata come me.
La cosa più
assurda è che a farlo fosse un membro della mia famiglia che
prima non avevo mai pensato potesse esistere, potesse essere ancora in
vita.
Anzi, ero
perfettamente ignaro della sua esistenza sulla Terra.
Era arrivato a
sconvolgerla all'improvviso, fu la prima volta che in tanti anni di
vita, mi sentì quasi inerme di fronte alla sua forza.
La cosa bizzarra era
che potesse essere imparentato con me.
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Capitolo 2 *** Il nuovo arrivato ***
Ed eccoci
finalmente al fine settimana.
Con mia gran fortuna,
sono passati altri sette giorni di calma e monotonia. Fortunatamente,
nessuno dei nostri antagonisti si è fatto vedere:
nè Victoria, ne i Volturi... Starà andando
qualcosa storto?
Non saprei.
Tutto quello che so
è che oggi è previsto a scuola l'arrivo di un
nuovo alunno; Forks è tanto minuscola che tutti sanno tutto
su chiunque... Quando poi hai una sorella che è in grado di
vedere nel futuro, bhè... è un incentivo.
Non sappiamo nulla di
lui, nessuno l'ha mai visto, nè sa da dove viene.
Non ha rapporti di
parentela con alcuno in questa modesta cittadina, e mi chiedo come mai
sia voluto venire proprio qui, mha.
Sta il fatto che
qualunque cosa voglia fare qui, lo sapremo.
Intanto sono nella mia
auto ad aspettare Bella, in ritardo come sempre... Ahi, se non fosse
per la mia guida strampalata arriverebbe sempre tardi!
Ed eccola che scende
goffamente le scale: è bellissima.
Penso che i suoi
specchi siano appannati, lei dice che in realtà non
è così... Ha davvero una scarsa percezione di
sè stessa, è imperfetta, è fragile,
è una ritardataria ma sono alcuni dei motivi per cui ne sono
innamorato follemente.
"Corro" ad aprirle la
portiera e lei quasi inciampa in una pozzanghera... A volte mi fa
ridere.
- Ciao - mi fa, gli
occhi un pò lucidi. Stanotte non ha dormito... Indovinate a
causa di chi...
Le sorrido.
- Sei felice oggi? -
le domando.
- Io sono sempre
felice -
- Ah, bene e a che
cosa dobbiamo tutta questa felicità? -
- Oggi arriva a scuola
un nuovo ragazzo -
- E allora? Sei felice
di sapere chi sia? Oppure vuoi cercare di rimpiazzarmi? - dissi, un
pò ingelosito.
Sapevo che scherzava,
ma anche il solo pensiero che il nuovo arrivato avrebbe potuto avere un
forte ascendente su di lei mi faceva salire la pressione.
Ero geloso ogni volta
che lei sembrava tradirmi solo con il pensiero con quel Jacob, per
dirne una.
Poi, con il fatto di
questo nuovo ragazzo... Dai, Edward! Su con la vita!
Misi un finto broncio.
- Edward, dai! Lo sai
che ti amo... Non c'è nessuno con cui voglia stare che non
sia tu - mi disse, sorridendomi e prendendo la mia mano tra le sue.
Non potei fare a meno
di sorriderle... Ed ecco che si accendeva, per
così dire: le guance le diventavano di un forte rosa e il
suo volto albino prendeva colore; le mani improvvisamente le sudavano e
le tremavano.
Era sempre una forte
tentazione vederla arrossire così, adoravo quando il sangue
le affluiva per le gote e le colorava.
E adoravo i suoi
fremiti al mio tocco leggero, ogni volta che la baciavo.
Mi avvicinai
lentamente, la mano libera le accarezzava i capelli e le mie labbra
entravano in contatto con le sue.
La sentivo
sciogliersi, pian piano venir meno mentre combattevo con la sua lingua
bollente.
Di sicuro stava
andando in iperventilazione, come ogni volta dopotutto.
Decisi di staccarmi,
ero sempre un vampiro che poteva cedere alla tentazione di oltrepassare
quella soglia, di far diventare quel bacio dolce e lento veloce e
violento.
Avevo troppa sete di
lei. Non solo del suo sangue.
Era un po' affannata.
- Questo vuol dire che
mi ami anche tu? -
Annuì.
Per queste cose non ci
vogliono per forza le parole.
Non si accorse nemmeno
che mentre parlavamo e poi ci baciavamo, io guidavo verso la scuola.
Scusatemi, ma
è nella mia indole fare tante cose contemporaneamente...
- Eccoci - dissi.
- Tu sei...
incredibile - disse l'ultima parola come se ne fosse meravigliata.
- Bella, Bella... Tu
ingigantisci troppo le cose -
- Non è
vero. E lo sai anche tu -
- Se è
quello che credi -
- Guarda,
lì c'è una nuova macchina... hai visto, il nuovo
arrivato si tratta bene! -
- Già.
Venire con una Porche a scuola può essere solo da Alice. Ma
questo qui dev'essere ricco anche lui -
La Porche nero
metallizzato sfigurava attorno alle utilitarie del parcheggio della
Forks High School.
Di sicuro il
proprietario doveva essere ricco oppure doveva averla ottenuta in
qualche altra maniera...
- Non lo so. Tu non
sai nulla? -
- No. Nemmeno le mie
caratteristiche supplementari mi hanno permesso ancora di scoprire
qualcosa. Le menti delle persone sono solo piene di domande... -
"Secondo te
sarà carino il nuovo ragazzo?" dicevano alcune voci di
ragazze; "Speriamo non sia troppo bello, altrimenti mi
ruberà la ragazza!" diceva un altro.
- Edward! Ma
com'è tardi! Andiamo -
Quasi non me n'ero
accorto. presi per mano Bella e di corsa ci dirigemmo alla nostra prima
lezione, inglese.
Entrati in aula, il
nostro solito banco era occupato: una delle tre sedie vuote era
occupata da un ragazzo massiccio, sembrava alto e con gli occhi verde
scuro. I capelli erano un po' arruffati, di un colore molto simile ai
miei...Anzi, sembrava lo stesso.
Fin dal primo sguardo,
sentì che c'era qualcosa che non andava.
- Cullen, Swan, che
piacere avervi con noi... Prego, accomodatevi laggiù - ci
disse il professore.
Prendemmo posto nei
posti vuoti.
Bella si sedette
accanto al nuovo ragazzo, mio malincuore, e la lezione
cominciò.
Non parlammo per tutto
il tempo, il professore ci adocchiava per il fatto che eravamo arrivati
in ritardo, però anche quell'ora terminò.
- Ciao -
sentì dire dal ragazzo, aveva la voce profonda ma leggera.
- Ciao - disse Bella.
- Potresti aiutarmi? -
- Certo, che lezione
hai? -
- Trigonometria. -
- Anche io. Potrei
accompagnarti -
Ma che fai? brutta
gelosia...
- Comunque io sono
Thomas -
- Isabella. Bella -
- Andiamo? -
Si alzarono entrambe,
io con loro.
- Bella, ci vediamo
dopo, a pranzo - le dissi, avvicinando velocemnte le labbra alle sue.
I confini dovevano
essere stabiliti una volta e per tutte. Meno male che il professore non
c'era...
Lei rimase di sasso,
di sicuro non se l'aspettava.
Mentre furtivamente
uscivo a passo umano dalla'aula, potei udire Thomas dire - E' il tuo
ragazzo? -
Ma purtroppo fui
troppo veloce e non sentì la risposta.
Per mia grande
fortuna, il pranzo arrivò presto.
Anche se dovevo solo
fingere di mangiare, come mio solito, era un momento piacevole,
perchè potevo stare con lei.
Solitamente
l'aspettavo fuori l'aula della sua ultima lezione.
- Tu da dove vieni? -
sentì
- Io da Phoenix. Ho
sempre vissuto lì -
- Davvero? Io vivevo
lì con mia madre -
Ed insieme ridevano.
Quanto mi dava sui nervi...
Vuoi la guerra?
Bella e Thomas
uscirono dalla classe.
- Ciao, amore - le
dissi.
- Ciao, Edward - mi
rispose, sorridendomi.
Riconfermiamo i
confini... La strinsi a me baciandole nuovamente le labbra.
La terza volta quella
mattina.
E per la terza volta
Bella quasi mi sveniva tra le braccia, il volto rosso di timidezza.
Thomas ci fissava
stranito, quasi stessimo facendo qualcosa di osceno.
- Andiamo a pranzo? -
le domandai, appena fu di nuovo in sè.
- Si... -
- Bella -
chiamò Thomas.
- Si -
- Ci rivedremo? -
- Alle lezioni -
- Puoi contarci. Ciao -
Finalmente... Thomas
si diresse verso la mensa, e noi alcuni metri dietro di lui.
- Edward? Ma che fai? -
- Come? -
- Mi baci a scuola? -
- E' un reato? -
- No, assolutamente.
Ma pensavo non volessi troppo ostentare la nostra relazione -
- Bella - sospirai -
ti amo sopra ogni cosa, non posso farlo vedere a tutti? -
- Si, va bene -
sembrava non essere soddisfatta della risposta.
Facevo tutto quello
perchè primo, volevo allontanare Thomas. Secondo, amavo
dvvero Bella da mostrarlo al mondo intero. Anche se questo mondo erano
i pochissimi abitanti di Forks.
- Lo sai -
riprese - ho notato una cosa strana nel cognome di Thomas - rieccoci...
- Perchè,
come si chiama? - chiesi freddo e indifferente.
- Il suo nome completo
è Thomas Alexander Masen... Lo stesso cognome che avevi tu
prima di essere trasformato da Carlisle... -
Nota: Grazie a tutti per
le recensioni! Ho cercato di dare del mio meglio per rendere la storia
credibile, spero lo sia! ^^ Ho avuto un po' di tempo a disposizione e
ho scritto... quindi spero vi piaccia... Al prossimo chap! ^^
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Capitolo 3 *** Ripetizioni ***
- bhè,
secondo me è solo una caso. Sai quanti ce ne saranno che si
chiamano così? -
- E dai! Non posso nemmeno fare delle supposizioni! -
Incrociò le braccia, adirata, mentre ci dirigevamo al nostro
tavolo.
- Ciao, ragazzi - ci disse Alice vedendoci arrivare.
Prendemmo posto vicino Emmett e Rosalie, che come al solito facevano
finta di mangiare il cibo disgustoso della mensa.
- Avete visto? - chiese Emmett - E' arrivato uno che vuole farci
concorrenza -
- Ma quale concorrenza! E' una persona come le altre - rispose Alice -
Embè, che sapete di lui? -
- Come? Tu dovresti saperlo meglio di noi visto che "vedi" -
- Mi dispiace, ma sono diventata cieca -
- Io so che... - iniziò Bella - si chiama Thomas Masen e
viveva a Phoenix -
Vorrei solo capire perchè l'attenzione era focalizzata solo
su quel tizio...
Feci finta di non ascoltare voltandomi verso la finestra alla mia
destra, il mento sotto le mani.
- Non è molto -
- Lo so. Però stamattina ci ho parlato, a lezione. Potrei
scoprire altro -
Ci risiamo... cavoli, perchè le donne sono tutte
così pettegole? A me non interessa nulla di quel tipo.
M'importa solo se è insieme a Bella, il che potrebbe
generare liti violente da parte mia .
Sembro quasi una persona paranoica, diamine. Mi devo dare un contegno.
Bella non si piegherà mai al fascino di quel ragazzo, pure
carino e umano che sia.
Non fare il geloso, Edward!
Il mio sguardo ancora più lontano.
Odio ascoltare cose che mi fanno un po' male.
- Ragazze? Ma cosa vi succede? - chiese Rosalie, stranamente - sembrate
due poliziotte che stanno cercando un assassino -
- oh, Rose, le donne sono sempre un po' curiose - disse Alice, ridendo
- mi chiedo perchè tu non lo sia -
- A me non me ne importa nulla. Guardate Edward, però -
- Cosa? - perchè mi aveva tirato in ballo?
- Ah, finalmente -
- Che c'è? - chiesi ai miei fratelli più Bella
che adesso mi scrutavano incuriositi per vedere cosa avevo di strano.
- Oh, nulla - disse Rosalie, fredda e indifferente.
Era quasi finita intanto l'ora di pranzo.
La lezione che avevo dopo era biologia, finalmente assieme a Bella.
Volevo starci un po' insieme, almeno finche' non fosse suonata la
campanella.
Le presi la mano e gliela strinsi, una e più volte per farle
capire di voler andare. Sembrava non capisse.
Alice mi fece uno sguardo d'intesa. Con una sorella così,
è impossibile fare qualcosa!
- Bella - la chiamò, con un gesto del capo la fece voltare
verso di me.
- Andiamo un po' fuori - le sussurrai all'orecchio - voglio stare con
te -
Annuì.
Mentre lei raccogliava la sua roba, stranamente, Thomas venne al nostro
tavolo. Nessuno aveva mai osato tanto.
- Disturbo? -
- No - disse Bella. E te pareva.
- Stavamo giusto andando - gli dissi io.
- Non preoccuparti, volevo dirle solo una cosa - disse con tono freddo
e distaccato.
- Cosa c'è? -
- Visto che sono appena arrivato, e il programma d'inglese e storia
è immenso... potresti darmi una mano a recuperare? -
Eh? Adesso pure le ripetizioni vuoi?
Ma non hai ancora capito che Bella è la mia fidanzata?
- sono d'accordo -
- ti va bene domani alle tre? - chiese lui - oggi io non posso -
- certo. da me o da te? - disse lei.
- E' uguale per me. Se ti và bene, posso venire a casa tua -
- Ok. Domani alle tre allora -
- Ciao - e se ne andò.
Cominciamo bene... Non lo conosce nemmeno e già gli vuole
fare ripetizioni? Ma cosa l'è preso?
- Bella - le dissi - cosa ti è saltato in mente? -
- Eh? Cos'è, adesso non posso nemmeno dare una mano a quel
povero ragazzo? -
- Povero ragazzo? Ma se sta solo cercando di attirare la tua
attenzione! - Ero in preda ad una crisi di nervi.
- Sono solo le tue sciocche paranoie, Edward! -
- Bella, l'ho sentito nella sua mente, non mi credi? -
- No. Sei solo geloso, ecco cosa sei -
- Geloso, io? Sto solo cercando di mostrarti la verità -
Suonò la campana che annunciava la fine del pranzo.
- Ne riparliamo dopo. Andiamo a lezione -
La lezione fu lenta come al solito.
Nemmeno la spiegazione dell'evoluzionismo darwiniano era valsa a
distrarmi dal pensiero di quel Thomas.
Ok, ero geloso. C'era un motivo, però: avevo visto nel
pensiero di Thomas una moltitudine di cose... Cose irrilevanti tipo
quando pensava cosa mangiare a pranzo, a cosa fare invece per farsi
dare una mano.
Non aveva proprio pensato a Bella in altri sensi, almeno non quando io
potevo ascoltarlo, però si immaginava lei e lui che
studiavano.
Una cosa tecnicamente normale.
Riprendeva dalla memoria anche le conversazioni che aveva avuto con lei
nel corso della giornata. Non c'era nulla di male, dopotutto.
Però mi dava una brutta sensazione.
Sentivo che dietro la maschera del bravo ragazzo che mostrava, si
nasconeva qualcosa.
Non so bene cosa, ma ero intenzionato a scoprirlo.
Anche se Bella non avesse voluto, domani sarei stato assieme a lei e
quel tipo, dovevo osservarlo, dovevo ascoltare altri pensieri che mi
facessero cadere le prevenzioni che mi erano nate. Dovevo prima
convincermi della sua onestà.
- Bella? - la chiamai al termine della lezione
- Che c'è? - disse acida
- Scusami -
- Di cosa? -
- Lo sai di cosa. Sono stato troppo impulsivo -
- Ah. Comunque già ti avevo perdonato. Lo so che lo fai per
il mio bene - disse, baciandomi sulla guancia - e so anche che vorresti
esserci domani, quando lui verrà a casa mia -
- Vedo che sei brava a capire -
- Ti chiedo di no. Dagli un po' di fiducia, per favore. Semmai resta
nelle vicinanze -
- Bella... -
- No. Per favore - mi chiese, aggrappandosi al mio braccio e poggiando
la testa - solo una volta, non succederà nulla -
- Bella... - sospirai
- per piacere, Edward. -
- Va... bene - mi piegai a rispondere. D'altronde non c'era pericolo e
lo sapevo bene.
Era solo il pensiero che lei fosse con un altro che mi irritava...
- Ti amo - mi disse, infine.
Ed insieme uscimmo dall'aula.
La giornata trascorse presto, come al solito. Stare insieme a Bella
faceva andare la mia vita ancora più veloce di quanto fosse.
Il giorno seguente non c'era scuola, poichè era sabato,
quindi chiesi a Bella di andare a fare un giro da qualche parte.
- Va bene - mi disse - però torniamo prima delle tre -
Annuì.
Quella mattina, la portai alla nostra radura. So che forse era un po'
riduttivo, però mi sembrava il luogo più adatto
per starle accanto.
Il suo incredibile profumo mi rendeva impossibile il controllo delle
emozioni, così avevo anche un po' esagerato con i baci e le
carezze mentre eravamo seduti sul manto d'erba del nostro luogo privato.
Bella aveva captato qualcosa, in effetti sentirla più vicino
a me, tentare di coccolarla per così dire stabilendo un
contatto corporeo più a lungo del solito aveva fatto
scattare qualcosa nella sua mente.
Anche se non potevo leggerla, l'avevo capito dai suoi sguardi.
Sembrava felice, ma allo stesso tempo un po' infastidita dalla mia
iperprotezione.
- Dobbiamo andare... - mi disse, dopo un po' di tempo.
Guardai l'ora. In effetti erano le due e mezza.
A malincuore la riportai a casa sua per farle le mie raccomandazioni.
- Bella - sospirai - sarò nei paraggi -
- Lo so, lo so. Abbi un po' di fiducia in me -
Voltai lo sguardo verso la strada. Stava arrivando.
- A dopo - le dissi, baciandole velocemente le labbra calde.
Thomas non ci mise tempo ad arrivare.
Bella lo aspettava nella veranda, le mani incrociate sul petto.
Si salutarono, lei lo invitò ad entrare in casa.
Mi appostai su un albero non molto lontano dalla casa, almeno avrei
potuto ascoltare.
Bella e Thomas si diressero in cucina e si sedettero accanto al piccolo
tavolo di legno.
- Allora? Cosa vuoi iniziare a ripetere? - chiese lei
- Inglese. A proposito -
- Dimmi -
- Ma il tuo ragazzo è sempre così protettivo nei
tuoi confronti? -
- Chi, Edward? Bè, si, mi ama troppo -
- Non pensi che ti dovrebbe lasciare un po' di libertà? -
Si stava troppo intromettendo...
- Bè... forse si. Ma sono io che voglio stare con lui. Adoro
la sua compagnia, anche se forse mi preclude un po' troppo -
- Ah -
- E tu? Sei fidanzato? -
Eh? Cos'è adesso questa domanda?
- No. Lo ero -
- E come si chiamava? -
- Christine. Purtroppo è morta in un incidente, anni fa -
disse lui, guardando in basso e stringendo i pugni. Mi sembrava tanto
che stesse recitando.
Improvvisamente, si voltò verso la finestra, esattamente
nella direzione in cui ero io, quasi come se mi stesse guardando e
sapesse che erò lì.
- Mi dispiace, non volevo - Bella gli accarezzò piano la
spalla con la la mano sinistra, quasi per consolarlo.
Thomas poi inizò a piangere. Che vecchio trucco.
Bella si avvicinò a lui, la testa quasi sul suo petto.
Ora basta! Avevo visto e ascoltato fin troppo!
I pensieri di Thomas producevano immagini che non avevo voglia di
vedere, peggio dei pensieri di Jacob.
Bussai alla porta di casa Swan.
- Edward - mi disse la mia fidanzata, Thomas dietro di lei - che ci fai
qui? -
- Nulla. Volevo avvertirti di persona che Carlisle mi ha riferito che
tuo padre ha avuto un incidente ed è in ospedale -
- Charlie? - mi guardò interrogativa e sorpresa - Cosa gli
è successo? -
- Mentre guidava l'auto della polizia ha centrato un albero
perchè era un po' assonnato -
Era ancora sorpresa. Era vero, però. Carlisle mi aveva
telefonato pochi istanti prima mi decidessi a bussare la porta. Un
altro motivo in più per interromperli.
- Andiamo all'ospedale! Thomas, mi dispiace ma sarà per
un'altra volta -
- Non ti preoccupare, pensa a tuo padre, adesso - uscì dalla
porta fissandomi con un sorriso compiaciuto sul volto.
Che cosa aveva in mente?
Ecco. Era proprio questo i problema. Nella sua mente ci vedevo solo
cose futili, e solo a tratti.
Cosa nascondeva Thomas?
Nota: Grazie mille per
tutte le recensioni che mi avete lasciato, non posso esserne che felice
^^
Ho aggiornato dopo un
po' di giorni perchè mi giravano le cosiddette a causa di
alcune persone e avevo un po' perso l'ispirazione, ma lasciamo stare...
aggironerò presto, al prossimo chapter ^^
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Capitolo 4 *** L'ammaccatura ***
Nota dell'autrice:
Ciao a tutti ragazzi!!! Dopo 100 anni posto un nuovo capitolo di questa
fic anche se non ne sono molto soddisfatta, l'ho scritto velocemente
perchè lo pensavo da giorni e avevo voglia di postarlo...
Spero in ogni caso che sia di vostro gradimento... Grazie a tutte per
le recensioni, sono davvero contenta che questa fic vi piaccia! Grazie
anche a chi segue le mie altre storie - presto aggiornerò
anche quelle -...
In questo chap Thomas ne combinerà un'altra delle sue... a
questo riguardo dico povero Edward!
purtroppo non verrà ancora svelata la sua
identità... he he vi piacerebbe adesso!
Io e Bella raggiungemmo
in men che non si dica l'ospedale di Forks. All'entrata, Carlisle ci
aspettava.
- Venite, è di qui - disse, indicandoci la strada.
Arrivammo in una piccola stanzetta tutta bianca, Charlie era steso sul
letto, un braccio e una gamba ingessati ed alcune ferite sulla fronte.
- Papà! - gridò Bella - cosa ti
è successo? -
- Un disastro, Bella... Ma se lo prendo... -
- Chi dovresti prendere? Mi spieghi cosa è successo? -
- Ero in servizio come al solito, ma di pattuglia con l'auto della
polizia. facevo il mio solito giro per la città quando
improvvisamente una macchina mi taglia quasi la strada.
Impossibilitato, sterzo a destra per evitarla e vado a finire in un
albero. -
- Hai denunciato tutto? Papà dobbiamo trovare questo
teppista della strada! -
- Certo, Bella. Mi ha aiutato Carlisle -
- Meno male. Sono contenta di averti ancora tra noi, papà...
-
I due risero quando Charlie finalmente si accorse che c'ero anch'io.
- Edward -
- Salve, Charlie -
- Bella, ci lasci soli per un minuto? - chiese Charlie, i suoi pensieri
non erano dei migliori nei miei confronti...
Bella uscì lasciandoci soli.
- Edward... -
- Mi dica -
- Non vorrei sbagliarmi ma... credo proprio... di aver visto la tua
auto tagliarmi la strada -
- Come? Ma sta scherzando? -
Ero totalmente allibbito. Come era possibile che avesse visto proprio
la mia auto? Vabbè che in città ero l'unico a
possedere quel modello ma... Era totalmente impossibile
perchè io spiavo Bella dall'albero accanto a casa sua.
- No, niente scherzi. Conosco benissimo la tua macchina, Edward. Vieni
sempre a prendere mia figlia -
- Ma io ero a casa - meglio mentire per il mio bene, dopotutto avevo la
coscienza pulita - puo' confermarlo mio padre -
- In effetti... Gliel avevo già chiesto e me l'ha confermato
-
- Scusami, ma forse ho avuto un'allucinazione... Visto che Bella aveva
da fare le ripetizioni al nuovo ragazzo e mi aveva detto che tu non ci
saresti stato, ho pensato che avresti potuto... -
"Ma io ho davvero visto la tua macchina, dannazione! Era grigia, stesso
modello, identica! Mi dispiace dare la colpa a te, ma sei l'unico che
possiede quel modello in città..."
E' la stessa cosa che mi stavo chiedendo io...
- Charlie, ti assucuro che non guidavo quando e non ero nemmeno per
strada all'ora dell'incidente -
- Edward, ti credo, non ti devi preoccupare. Tanto le indagini sono
già cominciate... Il teppista ha lasciato una bella impronta
sulla mia auto... Il padre del nuovo ragazzo che è un
rinomato meccanico oltre che commerciante, se ne sta già
occupando... gratuitamente! -
- Ah - fui l'unica risposta che fui in grado di dargli.
In effetti, Thomas con se aveva portato cose strane... Prima fra tutte,
il mio cognome. Puo' sembrare strano, ma Bella mia aveva fatto davvero
pensare al fatto che magari fosse un mio lontano parente. Poi, la sua
mente. Era un luogo con poca illuminazione, a volte vedevo, altre no.
Ed il fatto che per una strana casualità suo padre si era
offerto di aiutare Charlie mi lasciava ancora di più a
brancolare nel buio.
Quella sera ne parlai con Bella.
- Edward secondo me ti fai solo paranoie! -
- Bella, non capisci la gravità della situazione - le
ripetevo - anche Alice puo' confermarti che le intenzioni di
quel ragazzo non sono le migliori -
- Uffa, lasciami vivere la mia vita! Se voglio farmi un nuovo amico
perchè non potrei? -
- Certo che puoi farti un nuovo amico, ma non lui. Lui è
pericoloso. Terribilmente -
- E sentiamo, Alice l'avrebbe visto? -
Annuì.
- Non cambio idea comunque -
- Bella, sii ragionevole - Nulla, era più dura del marmo.
Thomas era pericoloso, almeno per me.
Bussarono alla porta.
Come si dice... Parli del diavolo...
- Ma chi sarà a quest'ora? - chiese Bella
- Indovina -
E si fiondò ad aprire la porta.
- Prego, Thomas, entra - sentì dire da lontano
Ero seduto sul divano, Thomas entrò quasi trionfante in
salotto. Sul suo volto, era stampato un mezzo sorriso, il che non mi
faceva sperare in nulla di bello.
La sua mente aveva il blackout...
- tu sei Edward Cullen, vero? -
- Mi sembra che già ci siamo presentati - dissi
- Non è una visita amichevole -
- no, e come mai, Thomas? - chiese Bella
- Bhè, Edward, ti porto una brutta notizia -
inspirò, poi riprese - stai per essere arrestato -
Io... arrestato? Vuoi vedere che... No, non è possibile...
Rimasi allibito. Primo, perchè realmente non avevo fatto
nulla. Secondo, perchè non potevo sapere cosa avveniva nella
testa di Thomas. C'erano solo stupidate...
- Mio padre ha analizzato la macchina di Charlie e ha notato una bella
ammaccatura che la tua macchina sembra aver lasciato impercettibilmente
sulla parte anteriore della vettura. C'era il numero di targa che si
leggeva chiaramente -
Cosa? Adesso anche questa? Ma stiamo dando i numeri? Thomas aveva
qualcosa di strano... E lo ripeto. Era impossibile che io fossi in due
luoghi diversi alla stessa ora. E per giunta, anche se fossi stato in
macchina, non mi sarei mai permesso di tagliare la strada a qualcuno.
Avrò pure una guida indisciplinata, ma ricordatevi che sono
un vampiro che hai i sensi amplificati!
- Puoi provarlo? -
Mi diede delle foto molto nitide.
Si, era davvero la targa della mia auto. E adesso?
- No... Edward... Non ammetto che sia stato tu - disse Bella - io sono
fermamente convinta che non sia stato lui... -
- Bella, ci sono le prove - insisteva Thomas - puoi vederlo
tu stessa -
- Come è possibile... Se io ero qui vicino, senza auto per
giunta. Ti sti sbagliando -
- Edward, capita a tutti di fare degli errori - disse Thomas, lo
sguardo furbo e astuto - Charlie già è stato
avvisato -
Basta! per la prima volta non ci capivo più nulla. Alice
aveva solo visto che ero in un luogo buio... sarà mica una
cella? No... ci dev'essere qualcosa sotto.
Thomas dev'essere il primo che mente.
- Bella - l'avvicinai a me poggiando le mani sulle sue spalle - mi
credi, vero? sai che non sono stato io -
- Edward io... non lo so, hanno anche le prove - iniziò a
piangere
- Ma... - Thomas mi fermò.
- C'è una soluzione. Se tu ti dichiari colpevole, ha detto
il signor Swan che non sporgerà denuncia. Dopotutto sei il
ragazzo di sua figlia -
- Io non sono colpevole! -
- Se dici così, allora... Allora rischi anche di sporcare la
tua tua fedina penale -
- Al diavolo la fedina penale, io sono innocente e lo
proverò! -
Bella era senza parole. Thomas si congedò di lì a
poco e restammo soli.
Presi la mano di Bella, l'avvicinai al mio petto e poi strinsi il suo
corpo al mio, in un abbraccio molto stretto.
- Edward... Tu davvero... -
- Si, te lo giuro. Vuoi sapere cosa facevo a quell'ora? -
- Cosa? -
- Ero sull'albero qui accanto -
Si staccò subito da me, il volto infuriato.
- Ah, davvero? Ti odio per questo e tu sai perchè! -
- Ti chiedo umilmente scusa. Puoi accettarla? - le sorrisi e vidi che
si scioglieva pian piano.
- Ehm... Va bene -
- Ti amo, amore mio e farò di tutto per proteggerti -
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Capitolo 5 *** Pausa ***
Ciao
a tutti ragazzi! Questa mi sembra quasi una frase di routine... Torno
dopo del tempo perchè avevo da fare... eh eh... Sto
studiando come un mulo e non riesco mai a dare troppo spazio alle mie
storie...
Ed eccomi qui con un nuovo capitolo di questa storia... Avevo un po'
perso l'ispirazione, ma un commento ad una mia one-shot da parte di
Locke (ti ringrazio tantissimo, sono lusingata che ti piacciano tanto
le mie storie *.*) mi ha fatto riprendere la voglia di pensare ad un
continuo, pure adesso che ci sono le vacanze di Pasqua!
Voglio dirvi che dopo aver letto questo capitolo forse mi butterete
addosso dei pomodori, però è solo una cosa
momentanea, non preoccupatevi che a me piace che ci sia l'equilibrio
iniziale!
Ahimè, il nostro Edward dovrà sopportarne
un'altra... A domani con il nuovo capitolo!
Il giorno dopo
iniziarono le indagini.
Era notte, Bella
dormiva ancora e non si sarebbe svegliata prima delle sette.
Decisi di intrufolarmi
nel garage di Thomas, l'unico luogo dove avrei potuto trovare la
soluzione al mistero. Le cose erano due: o Thomas era un mago
del computer e del fotoritocco e aveva modificato sapientemente
l'immagine per farmi litigare con Bella, oppure aveva un non so quale
potere per essere in due luoghi contemporaneamente per non farmi
accorgere della sua assenza.
Queste due idee, anche
se divertenti, erano da escludere entrambi.
Thomas aveva si un
alone di mistero attorneo a sè, ma ero in dubbio se questa
patina che lo avvolgeva era fittizia oppure reale; Thomas poteva anche
essere uno di noi.
Ma, se lo fosse stato,
me ne sarei di sicuro accorto. Come poteva essere possibile?
Erano le 4, 23 ed era
buio pesto.
Mi ritrovai al numero
10 di Washington Street, il quartiere di quello strano ragazzo.
Riconobbi subito il
garage, nel retro della casa. Era molto grande, spazioso; tutto era in
ordine sulle pareti.
Due macchine c'erano
dentro: una Porche nera e una Chrysler e su un piano in marmo c'era un
computer.
Lo accesi e
velocemente cercai qualche indizio. Quello che trovai in quel computer
fu qualcosa di pazzesco: cartelle intere con foto, video ed indirizzi
di Bella che mostravano i suoi spostamenti, i suoi numeri telefonici,
addirittura tutte le telefonate che aveva fatto.
Rimasi sbalordito, ma
mi sarei aspettato una cosa del genere. Cosa ancora più
strana, non c'era solo una cartella denominata 'Bella Swan', ce n'era
anche un'altra a mio nome.
All'interno trovai
tutte informazioni personali che solo la scuola era addetta a sapere,
da dove venivo, il mio vero nome prima di essere 'adottato' da
Carlisle, tutti i miei spostamenti; da quando ero a Chicago nel 1918 ad
oggi. Che sapesse qualcosa sulla mia vera natura o che lo sospettasse?
Improvvisamente
sentì dei passi. Veloce, uscì dalla camera ma in
modo di poter ascoltare, qualora fosse entrato qualcuno lì
dentro.
- Caspita, avrei
giurato ci fosse qualcuno. Che stupido, mi sono dimenticato di spegnere
il pc - disse Thomas, quasi sarcastico.
Per un pelo.
Tornai a casa Swan
giusto in tempo per salutare Bella nel momento del risveglio, facendole
credere di essere rimasto lì tutta la notte.
- Ciao -
- Ben svegliata -
Mi sorrise.
-A dopo, Bella - e
tornai dai miei.
Raccontai a tutti
ciò che avevo visto, Alice confermava tutto.
- Sono le prime
visioni che ho avuto sul nuovo ragazzo - disse - molto probabilmente
sapeva di te, sa anche chi siamo noi -
- Edward,
però non metterti nei guai. Sai che ci siamo anche noi -
disse Emmett
- Grazie, ma
è una questione che devo risolvere da solo. C'è
in ballo la vita di Bella -
- Ma... -
- No, niente ma. Vi
prego di non intromettervi -
- Se è
così che vuoi... Ma se la situazione si farà
grave... -
- Alice, lo so. Mi
aiuterete -
Annuirono tutti e
quattro.
- Adesso andiamo che
è tardi - dissi.
Arrivai fuori alla
scuola in men che non si dica.
Bella era
già lì fuori, vicino al suo pick-up, insieme a...
Thomas.
Stavano parlando, lei
sembrava sorpresa, e la mente di lui non prometteva nulla di
eccezionale nei miei riguardi...
Mi avvicinai alla
coppia, Bella mi notò subito e mi guardò con uno
sguardo accigliato e deluso.
- Edward... -
- Cosa è
successo? - chiesi
- Thomas mi ha detto
che si è venuto a sapere dell'ammaccatura... -
- Giuro che non sono
stato io. Mio padre ha ritenuto opportuno segnalare l'accaduto per
correttezza -
- Si, come no -
- E' inutile che provi
a discolparti, ci sono le prove - disse Thomas con tono acido, mentre
si allontanava - mi dispiace per te -
- Edward, io ti credo
- disse Bella
L'abbracciai forte a
me. Mi basta che mi creda solo lei.
- Bella, ho da dirti
delle cose -
- Spero siano buone
notizie -
- Ieri sono stato nel
garage di quel tizio. Aveva un pc con sopra tutte le nostre foto... le
tue telefonate, i tuoi indirizzi, cosa fai di solito -
- C-cosa? -
- In più...
Ha anche tutta la mia documentazione e i miei spostamenti. Dal 1918 ad
oggi -
Rimase sbalordita.
- Ma... non
è possibile -
- Credimi, Bella, non
è un'altra paranoia. L'ho visto con i miei occhi -
- Ma... -
- Chiediglielo tu
stessa di fartelo vedere e te ne accorgerai -
- Edward io... Non
puoi farmelo vedere tu? -
- Sei disposta a far
festa a scuola? -
Annuì. Da
lontano, Thomas ci fissava. Aveva un sorriso beffardo stampato in
faccia, quasi come se avesse ascoltato tutto.
Ci dirigemmo a casa di
Thomas. Per fortuna non c'era nessuno... Ma dubito che qualcun'altro al
di fuori di lui ci vivesse.
La portai nel garage,
accesi il computer che avevo visionato quella notte alla ricerca delle
cartelle: nulla, non le trovavo. Dove erano andate a finire?
- Cos'è,
non ci sono? -
- Stanotte... stanotte
c'erano... - dissi, fuorioso. C'era di sicuro il suo zampino. Al 100%,
pensavo sapesse tutto di me.
- Edward, non sarai
mica solo geloso? - mi chiese Bella
- No, c'erano davvero
stanotte! Le ha cancellate, non capisci! Lui sa chi siamo e da dove
veniamo... Non ne sono sicuro ancora, ma mi sa che è come
noi... Solo che non è del nostro stesso tipo... E', come
dire... diverso. E' carnivoro, Bella, di una razza che non conosciamo -
- Io... io non so cosa
dire... sta di fatto che le prove non ci sono -
Improvvisamente
sentimmo un rumore - Andiamo, presto che arriva qualcuno - e
raggiungemmo casa Swan.
Nel salotto, avemmo
modo di parlare meglio.
- Allora non mi credi -
- Non è che
non ti creda... E' solo che le tue azioni mi sembrano dettate da
qualcos'altro... Da quando Thomas è arrivato a Forks poco
tempo fa non fai altro che dimostrarmi sempre che lui nasconde
qualcosa, che lui compie le azioni in mala fede, che io piaccio a
lui... Perchè non ammetti semplicemente che ti comporti
così solo perchè sei geloso? -
- Non sono geloso.
Tanto meno di una persona del genere. Se mi comporto così
è solo perchè so che lui è una persona
di cui non ci si puo' fidare... Bella, per favore sai che non ti direi
mai una bugia -
- Una volta l'hai
fatto, alcuni mesi fa. Ed io ti ho creduta e ci sono stata male - lo
sguardo fisso sul pavimento.
- Sai che era per il
tuo bene. Mi sono ripromesso di essere sempre sincero, di preservarti
da ogni male... Permetti che ti stia mettendo in guardia? -
- Si, lo
permetto. Però con la questione di Thomas sto
soffocando Edward, sto soffocando! -
- Bella... per
favore... -
- Ci devo pensare.
Almeno questo posso farlo? Non voglio stare di nuovo male... non
voglio. Adesso ti chiedo io per favore... lasciami in pace per alcuni
giorni -
- Bella... -
- Edward, sono io che
ti chiedo un piacere. Per favore. Puoi aspettare qualche giorno? -
- Sai che mi chiedi
troppo -
- Hai sempre cercato
di fare il meglio per me, di farmi stare bene. Adesso vorrei provarci.
Voglio provare a capire se è davvero ciò che
voglio -
- Non posso che
esserne contrario, però... Rispetto la tua scelta - dissi
con amarezza.
Alcuni giorni mi
dicevo. Aspetta alcuni giorni, potrai sempre vederla la sera quando
dorme o quando siete a scuola.
Capirà.
Vedrai che già ci sta riflettendo. Io dal mio canto non
l'abbandonerò mai, anche se mi ha chiesto dei giorni per
sè, la osserverò sempre.
- Stasera
chiuderò la finestra - disse triste - ora per favore puoi
andare? Tra poco arriva mio padre -
Le baciai furtivamente
le labbra prima di fuggire di corsa dalla porta principale.
Non vorrei che i miei
sensi si sbagliassero, ma non appena scattai via, la sentì
piangere quasi disperata.
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Capitolo 6 *** Uscita ***
Ciao! Sono stata veloce oggi...
Ho scritto di getto questo capitolo, anche se forse è un po'
breve... Grazie a Locke e
a jena92 che
mi hanno recensito l'ultimo capitolo postato ieri.
Come al solito i vostri commenti e critiche sono ben accetti :)
Attenzione! Nel prossimo capitolo verrà svelata
l'identità di Thomas quindi restate sintonizzati! XD
Yuna
E così passò una settimana.
Una settimana senza parlare e senza nessuna novità.
Vedevo sempre Bella fuori scuola, giorno dopo giorno assieme a Thomas,
e mi rodevo il fegato. Lei mi guardava spesso timida quando eravamo a
mensa, ma quando me ne accorgevo, abbassava lo sguardo e tornava a
parlare con il mio antagonista.
Io intanto cercavo di vedere nella sua mente, ma ciò che
ascoltavo erano solo cose che già conoscevo: c'erano dei
volti, c'erano degli edifici in cui era stato o doveva andare in
giornata e per il resto non c'era più nulla. Nulla che mi
facesse dubitare che fosse umano e che fosse in buona fede.
Del resto, i suoi comportamenti non mi facevano pensare a nulla di
cattivo. Andava a scuola come un ragazzo normale, faceva le cose di un
ragazzo normale... Eppure, avevo visto ciò che celeva il suo
personal computer. Nella mia lunga vita avevo fatto tanto per sembrare
di essere normale, ma adesso quasi quasi avevo la sensazione che fare
troppo bene poi fa si che gli altri ti rimandino risposte sbagliate,
che non ti aspettavi.
Durante la settimana appena trascorsa, furono approfondite le indagini.
Io ero sempre visto come il colpevole numero uno anche se non
centravo; il padre di Bella non aveva voluto sporgere
denuncia poichè c'erano molte persone della mia famiglia a
testimoniare a mio favore.
Quel giorno il cielo era cupo e denso di nuvole grigie come sempre, ma
la cosa più cupa di quella giornata fu di sicuro
ciò che udì prima della fine dell'ultima lezione:
Bella e Thomas erano in palestra, io stavo nella mia automobile. Non so
come ma lui si era fatto cambiare molte lezioni per stare con lei,
tranne la lezione di biologia, però. Lezione in cui lei
sembrava volesse rivolgermi la parola ma che non osasse mai farlo.
Riuscì a captare cosa si dicevano.
- Allora oggi vorresti uscire? - Lo sguardo di Thomas era radioso e
direi quasi compiaciuto.
- O-oggi? - Il volto di Bella diventò di un caldo rosso.
- Si, proprio oggi. Cos'è, devi vederti con il tuo ragazzo?
-
Esitò nel rispondere. Vedevo nel suo sguardo tensione ma
anche amarezza.
- Noi... ci siamo presi un periodo di pausa -
- Ah -
- Però... Possiamo uscire - disse, lo sguardo fisso sul
pavimento. Notai una nota dolente nelle sue parole. Si vedeva
chiaramente il suo dispiacere nell'avergli riferito questa notizia.
- Allora ti passo a prendere alle 17 - Annuì,
chiedendogli la destinazione.
- Avevo pensato di andare a vedere un film al cinema... Sai, qualcosa
di nuovo e di piacevole -
- V-và bene - disse lei, quasi come se le parole di Thomas
le facessero ricordare qualcosa.
Thomas l'abbracciò. Vidi lei come irrigidirsi alla sua
stretta e quasi arretrare per non essere risucchiata da quella morsa.
Le sue braccia rimasero parallele alle gambe, non ricambiò
mai in modo caloroso l'abbraccio. Lui, per tutta risposta le strinse
prima le braccia attorno al collo e poi quasi sui fianchi. Quando lui
stava per indugiare ancora più in basso, Bella si
staccò dalla sua presa molto velocemente, quasi come se quel
gesto le desse fastidio. Thomas era rivolto nella direzione
in cui si trovava la mia auto e potrei giurarci, mentre l'abbracciava,
sembrava quasi rivolgermi uno sguardo compiaciuto da lontano, anche se
la mia auto era molto distante dal luogo dove si trovavano.
Le loro strade poi si divisero. Lei entrò nel suo pick-up,
lui nella sua Porche.
Adesso il mio prossimo appuntamento era alle 17 davanti casa Swan.
Arrivai molto presto.
Thomas venne come al solito con la sua auto nera, tutta tirata a
lucido.
Bella uscì da casa vestita molto semplice, quasi come se
quell'incontro fosse di routine, quasi come se non gli desse troppo
significato. Appena lo vide lo salutò agitando la mano, lui
cercò di darle un bacio sulla guancia ma lei si ritrasse
freddamente.
Li seguì fino a Port Angeles dove c'era il cinema. Fino a
quel momento, non si era verificato nulla di eccessivamente strano; lui
continuava a comportarsi normalmente, lei era sempre più
gelata nei suoi confronti quando lui intendeva abbracciarla oppure
cingerle la vita oppure avere un contatto fisico, anche solo toccandole
una mano. E la giornata continuò così fino alla
fine.
In tardo pomeriggio, Bella e Thomas tornarono a casa Swan e restarono
per alcuni minuti chiusi in macchina.
- Ti sei divertita? -
- Eh... Abbastanza - il tono della sua voce sembrava triste.
- Spero che potremmo passare altre giornate come queste -
Lei non sapeva cosa dire. La vidi incerta, cauta, quasi come se non
trovasse le parole giuste da dire. Rispose annuendo debolmente.
Poi lui si avvicinò a lei in modo impercettibile.
La vidi tremare, quasi impaurita. Lui chiuse gli occhi mentre la sua
mano sinistra toccò la spalla di Bella. Infine, le loro
labbra si toccarono.
Fu un attimo interminabile per me, quasi più lungo della mia
stessa vita. Mi ripetevo che era una cosa insignificante. Lei non
avrebbe mai potuto fare uan cosa del genere... Eppure rispose
a quel bacio con le lacrime che gli scendevano lente dagli occhi.
Thomas si allontanò e la guardò negli occhi. -
Bella cos'hai? -
- N-nulla. -
- So che è per lui - disse Thomas, quasi con un ghigno sul
volto - però devi decidere -
- Io lo amo - Le lacrime erano troppe per permetterle di parlare
correttamente.
- Bhè, però hai visto cos'ha fatto? -
- Sono sicura che lui non l'ha fatto -
- Ma ci sono le prove! - rispose fuorioso, quasi come se volesse
dominarla. Lo sguardo di Thomas era diventato cattivo, quasi mostruoso.
- Edward non mi mentirebbe mai -
- Allora perchè non l'hai creduto? - disse ancora
più arrabbiato - E poi, se sapessi tutte le scelleratezze
che ha commesso in passato non lo difenderesti così! -
- Di cosa parli? - Bella faceva la finta bugiarda. Sapeva del mio
passato... Di tutti gli omicidi che avevo fatto oscurato dalla sete...
- Non fare la finta tonta che lo sai, e anche bene - i suoi occhi
diventarono due fessure, il sangue sembrava salirgli alla testa. Si
avvicinava sempre di più a Bella, lo sguardo sempre
più minaccioso.
- No -
- Lo sai! Dimmelo! - Era nero di rabbia. Se non si fosse camato, sarei
intervenuto.
- Non lo so ti ho detto! -
- Allora me lo spiegherai da un'altra parte! -
In una velocità assurda, accese la macchina e spinse
l'accelleratore per dirigersi in un luogo sconosciuto in cui non osavo
nemmeno pensare cosa potesse farle.
Nel buio che era sceso, li seguì nella foresta.
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