You are the thunder and I am the lightning.

di Ehybastaldo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra sette giorni moriremo. ***
Capitolo 2: *** Facciamo una scommessa? ***
Capitolo 3: *** Nasce prima l'uovo o la gallina? ***
Capitolo 4: *** Ma tu bevi ancora il latte? ***
Capitolo 5: *** Tu chi sarai? Pikachu? ***
Capitolo 6: *** Sai che cominci a rischiare, rossetto rosso? ***
Capitolo 7: *** Avete usato precauzioni, almeno? ***
Capitolo 8: *** Ma sei, per caso, geloso? ***
Capitolo 9: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Tra sette giorni moriremo. ***





TRA SETTE GIORNI MORIREMO.
 
 
 
 
'La busta era spessa e pesante, di pergamena giallastra, e l'indirizzo era scritto con inchiostro verde smeraldo. Non c'era il francobollo . Girando la busta con mano tremante, Harry vide un sigillo di ceralacca color porpora con uno stemma araldico: un leone, un'aquila, un tasso e un serpente intorno a una grossa...'
 
"Sorellona!" cacciai un urlo, gettando dalla parte opposta del letto il libro che tenevo tra le mani. Il cuore sembrava scoppiarmi per come cavalcava nel mio petto.
"Coglione, perchè caspita stai entrando dalla mia finestra?" strillai contro mio fratello ancora intento a scavalcare l'infisso della mia stanza. Quando finalmente fu dentro, sfoggiò un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
"Avevo delle cose da sistemare e mamma non voleva farmi uscire... Così ho fatto a modo mio" spiegò tranquillo, lui.
Mi apprestai a recuperare il libro caduto disordinatamente sul pavimento, dopo la visita inaspettata, e non voluta, del mio fratellastro.
"Che vuoi, Harry?" tagliai corto, piegando un angolo della pagina per non perdere il segno.
"Che leggi?" allungò il collo, curioso; ma richiusi il libro in tempo e lo appoggiai sul comodino al mio fianco.
"Non sono affari tuoi. Che vuoi?" dissi seccata, ancora.
Il deficiente di turno lasciò uno sbuffo scocciato e con passo svelto arrivò ben presto al mio letto, sedendosi poi sopra e non smettendo di sorridere. Dio mio, lo odiavo quando faceva così il misterioso.
"Fra sette giorni morirai" sussurrò con voce roca -più del suo normale- ondeggiando le dita, come ad infondermi paura.
Gli lasciai uno schiaffo sulle mani, stizzita, al quale lui la ritirò velocemente, massaggiandola.
"Fumati meno erba con i tuoi amici" ringhiai scocciata e "Dimmi che vuoi; ho da fare".
E con quelle parole, il ricciolino -meglio conosciuto come Harry.ti.rompo.le.palle.tutto.il.giorno.Styles- si alzò dal letto e cominciò a camminare per la stanza. La cosa cominciò a preoccuparmi.
Insomma, ci sopportavamo da ben sette anni, da quando i nostri genitori avevano deciso di unire le nostre due famiglie, e la verità era che non l'avevo mai visto in quello stato pensieroso. Che avesse messo incinta una ragazza a soli diciotto anni?
"Stamattina ho avuto un'idea" spezzò il silenzio lui, facendomi rilassare.
Niente di importante: aveva dovuto sforzare i suoi unici due neuroni per sfornare un'idea che -ero sicura- si rivelerà la cazzata del secolo.
"Spara" commentai, dandogli il via libera, purtroppo, di dirmi quello che aveva da dirmi, così da poterlo cacciare subito dopo.
Finalmente si fermò a metà stanza, tra la scrivania e il mio letto, osservandomi scioccato.
"Se ci tieni". Appoggiò una mano al legno del tavolino al suo fianco e alzò una gamba, socchiudendo di poco gli occhi.
Quando capii le sue intenzioni, urlai "NO! -sobbalzò- Non voglio inalare il tuo gas. Intendevo dire, dimmi" e mi massaggiai le tempie, sospirando lentamente.
Per fortuna Anne, la madre del riccio, non era per niente come il figlio: Harry era il solito tipo per cui a scuola le ragazze -alias cheerleader- ci sbavavano dietro; forse erano i suoi capelli ricci a renderlo sexy. O perchè no? Magari l'indice del suo successo erano gli occhi verdi smeraldo che facevano invidia all'erba del suo migliore amico, Zayn. Lasciamo perdere il suo aspetto perchè faceva un baffo alle famose statue dei più grandi artisti.
"Oh... -si riprese dallo spavento- Come ti stavo dicendo prima, tra sette giorni moriremo" mi sorrise.
Non avevo mai avuto dubbi sul suo cervello ritardato, ma adesso me ne stava dando conferma e non potei trattenermi più.
"So che è un duro colpo per la tua testolina pensare troppo, ma non vorrei smontarti..." sibilai, comprensiva "Ma... La fine del mondo è passata da un pezzo. I Maya hanno fallito anche questa volta" gli feci notare.
Sul viso del riccio comparve una smorfia di disapprovazione "Dettagli" sventolò una mano, tipico di una ragazza snob.
"Va beh, se proprio ci tieni a buttar aria dalla bocca..." lo lasciai fare, conoscendolo bene e sapendo che non se ne sarebbe andato da lì senza avermi detto la sua genialata.
"Quindi ho pensato ad una bella cosa" non lo interruppi, portando le braccia al petto e storcendo le labbra. Se non si muoveva a dire la sua idea, non sarebbero dovuti passare i sette giorni, e io sarei morta sul mio letto, ma di noia.
"Ho chiesto a tuo padre se ci può prestare la casa in montagna e ha detto di sì" squittì, peggio di una cheerleader della nostra scuola.
"Styles, non ti seguo" commentai, scendendo i piedi dal letto. Dove voleva andare a parare quello scemo?
Il riccio sbuffò e si venne a sedere al mio fianco "Per forza, non sei un cane" scoppiò a ridere della sua -secondo lui- battuta divertente.
Restai seria a fissarlo fin quando smise di ridere e mi lasciò un leggero pugnetto alla spalla "Dai, era divertente" disse lui, convinto!
"Sì -gli diedi ragione- come un elefante in cucina" risposi atona.
Harry abbassò la testa, scuotendo i ricci un po' e sistemandoli poi con le mani.
Ecco svelato il mistero! Tante volte mi era capitato di vedere ragazze saltare e strillare come se fossero state appena esorcizate al passaggio del mio fratellastro che scuoteva animatamente i suoi ricci... E solo adesso avevo capito il perchè, solo ora che mi offriva simile spettacolo da così vicino.
"Dai, sono serio" e io no? "Voglio organizzare questa piccola gita di sette giorni, visto che la scuola è anche finita. Diamo inizio alle nostre vacanze estive tutti insieme!" strillò felice, e lì mi bloccai.
"Tutti insieme, chi?" chiesi assottigliando gli occhi a due fessure e guardandolo storto.
Lui ridacchiò in risposta, grattandosi il collo in modo nervoso "Amici" sussurrò preoccupato.
Chiusi gli occhi velocemente, capendo, riaprendoli subito dopo con una luce strana nelle pupille "Non ti basta torturarmi i pomeriggi quando porti quelle quattro scimmie in casa nostra?" urlai e lui molleggiò sul letto, allontanandosi da me.
"Mi sembrava che Niall ti stesse simpatico" tentò.
Annuii "Solo lui! Gli altri sono vanitosi" riferimenti a Zayn Malik erano puramente casuali "Idioti" oh no, non stavo parlando di Louis; no, no "e soprattutto maschilisti".
Liam Payne: ragazzo muscoloso, alto, bello da farti sciogliere come un gelato al sole, capelli chiari mai con la stessa pettinatura, occhi castani, bocca da tenerone. Qual era il suo problema? Maschilista fermo! Le donne non comandavano, le donne non concludevano nulla, le donne servivano solo a lavare e stirare i panni. Non si era capito che lo odiavo così tanto...
"E' stato Liam a darmi l'idea" interruppe i miei pensieri Harry. Serrai le mani a pugni "Ma anche tu puoi portarci qualcuno, eh. La casa è grande abbastanza per dieci persone" mi spiegò.
Diciamo che con l'ultima frase si era salvato in calcio d'angolo.
"Posso invitare chi voglio?" chiesi e lui mi fissò sorridendo.
"Johnny Depp non vale" mi rispose e io cominciai a protestare.
"Ma non è giusto! Tu ti porti quei quattro idioti e io non posso portarmi il mio poster? Ti elimino dai miei parenti su facebook" lo minacciai; ma lui rise in risposta.
"Oh la mia sorellina" passò un braccio sopra le mie spalle, attirandomi a sè con fare affettuoso.
Amavo il rapporto che si era creato tra me e il mio fratellastro, fin da subito ci eravamo piaciuti. Sì, lo ammetto, all'inizio gli avevo fatto passare le peggiori notti della sua esistenza, nascondendomi nell'armadio o sotto il letto e uscire poi quando chiudeva gli occhi; ma poi ci eravamo conosciuti meglio, avevamo visto che i nostri genitori si volevano davvero bene e, mettendo da parte le gelosie che si provano nel primo periodo, avevamo cominciato a guardarci come fratelli.
"Questo vuol dire che accetti?" chiese Harry, lasciandomi libera.
Lo guardai nei suoi occhi verdi e annuii "Solo se mi chiami per nome!"
"E tu smetti di leggere Harry Potter, Simone; sappiamo tutti che conosci quella storia meglio della Rowling" mi rimproverò.
Eh già; mi sarei fatta sotterrare con l'intera saga.
 
*  *  *
 
"Cambi canzone?" sbuffai all'ennesimo ordine che mi veniva imposto.
"La prossima volta ti siedi tu davanti" minacciai Zayn, cambiando stazione della radio.
"Hai quasi pianto per sederti davanti. Stà zitta e cambia di nuovo" insistette il moro. Mi trattenni dal tirargli addosso quello che prima mi capitava per le mani e cambiai di nuovo stazione.
Cosa volevano trovarci in montagna, una discoteca? Già era molto se c'erano quelle quattro casette vicino la casa di papà.
Harry alzò improvvisamente il volume, riconoscendo una canzone dei 30 Seconds to Mars, cominciando a cantarla a squarciagola. Dietro, i suoi amici, si unirono a fare il coretto.
Mi passai una mano sul viso, stanca. Che un fulmine li colpisca, per favore!
 
 
Allungai le braccia al cielo, sgranchiendole dopo le dure due ore di viaggio che mi ero subita insieme al resto della ciurma.
"Niall, impara a mangiare leggero o la prossima volta stai sul tetto" scese dalla vettura Rob, la mia migliore amica.
Il biondo rise divertito, grattandosi il collo "Mamma voleva essere sicuro di non farmi morire di fame" si giustificò lui, ricevendo in risposta un borsone lanciato addosso che lo fece cadere di conseguenza al suolo "Ahio" si lamentò col muso per terra.
La risata di Sophy contaggiò tutti che, nel frattempo, erano scesi dal furgoncino che avevamo affittato per l'occasione. Louis cominciò a raccogliere le varie valigie e, seguendo Harry, ci avviammo alla casa che mio padre aveva comprato anni prima.
"Aaaah, quanto tempo che non ci mettevo piede qui" ammisi, respirando a pieni polmoni l'aria fresca di montagna, ancora impiantata sul ciglio della veranda.
Harry, con la bocca occupata da una busta di roba per quella settimana, rovistò nelle sue tasche estraendone poi le chiavi di casa. Aprì la porta e subito ci accavallammo per chi dovesse entrare per primo.
"Apriamo tutte le finestre presenti in casa; dobbiamo fargli prendere una boccata d'aria" disse Liam guardandosi intorno.
"Sì, ma stiamo attenti al tempo. Minaccia di piovere e io non voglio dormire in una casa umida per sette giorni" intervenne il moro al suo fianco.
"Tanto fra sette giorni moriremo tutti" li sorpassai tranquilla avviandomi alle scale "Ragazze, saliamo e scegliamo le nostre camere".
Le mie migliori amiche lasciarono cadere le valigie all'entrata e mi vennero in contro, felici.
"Lasciatene una anche per noi" sentii urlare Harry dal piano inferiore.
Cominciai ad aprire ogni stanza, ricordando ben poco di quell'ambiente. Ci ero venuta solo due estati quando ero piccola, quando ancora mamma era viva. Il più delle volte passavo il tempo in giardino o al lago non molto distante dalla casa; non mi piaceva rinchiudermi in casa.
"Ma io non vedo abbastanza stanze per tutti" parlò Sophy, riportandomi alla realtà.
"Come no?" rispose Rob preoccupata "Io non dormo con uno di quelli!" esclamò poi storcendo le labbra a mò di disgusto.
"Stai tranquilla, non succederà mai" dissi, per poi concentrarmi sul numero delle stanze. 
Eh, no! Qui c'erano cinque stanze, di cui solo due avevano un letto matrimoniale.
"Come facciamo?" mi chiese Rob evidentemente preoccupata di capitare con chissà chi.
Rob era una ragazza abbastanza timida, preferiva tenere le cose per sè invece di lasciarsi andare. Ragazza molto studiosa, si rinchiudeva già dalle prime ore del pomeriggio nella sua stanza per studiare e mantenere la sua media dell'otto. Ci eravamo conosciute grazie ad uno scontro il mio primo giorno di liceo che, giustamente, già ero in ritardo.
"Ma quanto la fai lunga!" rispose al mio posto Sophy, alzando gli occhi al cielo.
Sophy, al contrario di Rob, era molto estroversa. Sempre in mezzo ai casini, capitano della squadra di pallavolo della scuola, ma non potevamo definirla una studiosa... Anzi!
"Ragazzi! Venite a vedere cos'ho trovato!" sentimmo urlare Louis dal piano inferiore, esattamente da fuori la casa.
Scambiai una veloce occhiata con le mie amiche "Andiamo a vedere anche noi" le avvertii, scendendo poi le scale velocemente.
 
Quando spalancai la porta della veranda, notai i ragazzi ridere e guardare della assi di legno messe a disposizione di una struttura.
"Cos'è?" chiesi curiosa e confusa allo stesso tempo.
Mio fratello si girò e si appoggiò ad un'asse di legno con fare sexy.
"Tuo padre mi aveva avvisato del suo progetto, ma non credevo che fosse ancora in aria" aggrottai la fronte alle sue parole.
"Styles, che progetto?" tagliai corto, osservando poi le varie assi messe a disposizione come a costruire una seconda casa.
"Aveva intenzione di costruire un gazebo, una struttura per organizzare feste quando ce ne fosse stata occasione. Ma vedo che qui è solo all'inizio" rialzò lo sguardo verso la struttura per metà in piedi.
"Protremmo finirla noi" esclamò Liam "Cioè, ho visto la roba dall'altra parte della casa... Che ne so, per organizzare una festa l'ultima sera della nostra vacanza" disse sicuro.
Però! Come idea non era poi così tanto male.
"Io ci sto" urlò Niall, alzando al cielo trionfante una mano chiusa per tenere salda la sua brioche.
Anche gli altri sembrarono annuire, come anche le mie amiche. 
"Beh, io direi prima di tutto di sistemare le nostre cose e iniziare tutto domani mattina" disse Harry, staccandosi finalmente dall'asse di legno. Questa cominciò a muoversi, e quando il riccio si spostò completamente, quello che mio padre era riuscito a tirar su, cadde in mille pezzi.
Si alzò un polverone di danni e io trattenni una risata dalla faccia di mio fratello, sconvolto.
"Oh insomma! Questa è sfiga!" si lamentò incrociando le braccia al petto.
"E ancora non hai saputo che qualcuno dovrà dormire sul divano" mi feci avanti io, ricordandomi che non era solo quello il problema.
Che settimana mi aspettava!

 
  
 
 
 
SALVE SALVINO :)
 
Sofia is back! Eh sì, non so stare alla larga da questo sito, ma soprattutto
da questo fandom :) Mi sento a casa!
 
Anyway, non ho niente da dire particolamente su questa ff, posso solo avvisarvi
che durerà esattamentre tra i 7/8 capitoli, non di più...una minilong, insomma.
 
So che può sembrare strano, ma visto che alcune continuavano a dirmi che non 
scrivo quasi mai su Payne, mi sono data da fare :)
Vi avverto che dal prossimo, i capitoli saranno chilometrici (lo so
perchè alcuni sono già scritti c: ) giusto perchè scriverò l'intera giornata
in ogni capitolo :)
Quindi, spero di non annoiarvi e spero anche di ricevere qualche recensioncina
per andare avanti il prima possibile, pleeeeeeeeeease c:
 
Per qualunque cosa, mi trovate qui:
 
VECCHIO PROFILO EFP (storie in corso)
 
 
 
 
 
 
Sciau

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Capitolo 2
*** Facciamo una scommessa? ***






FACCIAMO UNA SCOMMESSA?
 
 
 
Ma cosa poteva essere tutta quella puzza? Magari un tombino della fognatura era aperto!
No, forse qualcuno era andato al bagno e si era dimenticato di tirare lo sciacquone. Sicuro. Ma chi era quel deficente?
Girandomi dall'altra parte del letto, scontrai il naso con qualcosa; spalancai gli occhi spaventata, cacciando un urlo disumano.
"Cos'è successo?" disse Rob con voce impastata dal sonno, mentre con una mano si stropicciava l'occhio destro nell'intento di darsi una svegliata.
"Da quanto tempo non ti lavi?" la rimproverai, spostandole poi il piede che era finito sul mio stomaco.
La sera prima, dopo aver litigato per una buona mezz'ora con i ragazzi, avevo preso una delle due stanze matrimoniali insieme a Rob, pensando -però, male- di aver fatto la scelta migliore per quei giorni.
"Ieri ho aspettato ben due ore impalata davanti alla porta del bagno" si lamentò, scendendo dal letto e camminando per la stanza alla ricerca di qualche vestito. Si piegò sulle ginocchia, aprì la sua valigia e cominciò ad uscire qualche indumento.
"E poi si lamentano di noi ragazze che passiamo intere giornate rinchiuse nel bagno" mormorò ancora, facendomi così ridere di gusto.
Mi girai ancora una volta nel letto quando lo scricchiolio della porta della stanza attirò la mia attenzione.
Sophy era sul ciglio della porta con una mano inchiodata sulla maniglia "Buongiorno nullafacenti; che ne dite di scendere e preparare qualcosa per quelli lì?" con la testa indicò il corridoio della casa.
"Se lo meritano?" provai a chiedere. Mi strofinai un occhio, sbadigliando ed in seguito sgranchiendo braccia e gambe come meglio potevo, poi d'improvviso il corpo -non leggero- di Sophy si stava strofinando sul mio, facendomi provare un dolore atroce all'altezza dello stomaco.
"Sophy, non sei un peso piuma" dissi con voce spezzata dal dolore. L'unica cosa che ricevetti in cambio, furono le risate divertite delle mie amiche.
"E tu ti alzi?" farfugliò Rob mentre indossava una felpa tre volte la sua taglia.
"Se poi riusco a tenermi in piedi, sì" confermai, spingendo dalla parte opposta del letto Sophy, che rise dalla scena.
"Ok, ok. La smetto" sventolò le mani in aria in segno di arresa "Ora però scendiamo a preparargli questa benedetta colazione" sbuffò, tirandomi per un braccio e obbligandomi ad uscire dalle mie morbide e calde lenzuola. Si moriva dal freddo in quella stanza, porca bizzeffola!
La guardammo male: nessuno di noi aveva intenzione di preparare la colazione per gli altri.
"Volete lavorare a quello stupido gazebo?" chiede retorica Sophy. Quando misi su una smorfia di disapprovazione, lei continuò "Ecco, almeno facciamo le carine e prepariamogli qualcosa da mangiare".
"Qualcosa di commestibile, vorrai dire" la corresse l'altra, beccandosi una gomitata dritta sulle costole.
 
Man mano che percorrevamo il corridoio, battevo forte i pugni su ogni porta che mi trovavo vicino, al passaggio, giusto per cominciare a svegliare i belli addormentati. Non avrei fatto la baby sitter di cinque deficienti per quei giorni.
"Simone, controlla cosa c'è nel frigo. Io recupero le padelle" mi ordinò Rob aprendo uno dei tanti cassetti. Ne uscì un grambiule vecchio chissà quanto e se lo legò al collo e dietro la schiena.
"Ehm... Ragazze? Non vorrei essere la solita scassaballe, ma qui non c'è nulla" esclamai il secondo dopo aver aperto il frigo, trovandolo completamente vuoto.
"Ma che geni" si stampò un cinquino Sophy alla nuca "Ieri abbiamo lasciato tutto in auto" quasi urlò, disperata.
Si lasciò cadere affranta sul divano, urlando subito dopo aver urtato contro qualcosa. O meglio, qualcuno...
Quando io e Rob ci affacciammo verso l'altra, quest'ultima era seduta a terra con una mano appoggiata sul petto al livello del cuore; Louis, di fronte a lei, mezzo assonnato e sdraiato sul divano, la guardava malissimo, massaggiandosi un fianco.
Piccolo dettaglio che avevamo completamente dimenticato! Essendoci solo cinque stanze, di cui due con un letto matrimoniale, qualcuno di noi doveva sacrificarsi per dormire sul divano del soggiorno. Per primo si era offerto Louis.
"Ma sei scemo?" gli urlò lei "Mi hai fatto perdere vent'anni di vita!".
"Tu? E io che stavo sognando la mia bella Megan Fox? Mi hai svegliato sul più bello!" rispose l'altro, irritato.
E mentre i due continuavano a urlarsi contro come due bambini, decisi di uscire dalla porta del retro per recuperare quello che potevo del cibo che ci eravamo portati dietro.
I miei occhi fissarono un punto oltre il giardinetto, attirati dalla figura di qualcuno alle prese con un martello.
"Sai usarlo?" chiesi, ridacchiando.
Gli occhi di Liam puntarono dritti nei miei per una manciata di secondi; un sopracciglio venne alzato, poi ritornò a fissare quello che aveva davanti, sbattendo il martello in una mano aperta.
"Carino il pigiama. Te l'ha portato Babbo Natale?" rispose lui, tranquillamente.
Abbassai lo sguardo sui miei vestiti e divenni rossa di vergogna notando solo allora il mio tenero Winnie the pooh stampato vigorosamente al centro della maglia. Non era un pigiama, ma la stampa del cartone animato dava l'impressione contraria.
Spostai pesantemente i miei piedi sul brecciolino che formava la stradella fino l'auto, farfugliando qualcosa incomprensibile perfino per me. Aprii lo sportello posteriore e recuperai le buste che mi interessavano.
Richiusi lo sportello con un colpo di bacino, ritornando subito verso casa.
"Non posso offendermi se la predica viene da uno che indossa una camicia da boscaiolo" dissi, prima di rientrare dalla porta del retro. Ero sicura di averlo sentito ridacchiare alle mie spalle; ma poco mi importava.
Posate le buste sul tavolo, cominciai a rovistarci dentro come una bambina, uscendone poi i cereali, il latte in cartone, qualche pacco di caramelle, patatine e altre schifezze.
"Vi rendete conto che non abbiamo niente da mangiare per pranzo e per cena?" chiesi, portando l'attenzione su me.
"Non c'è qualche supermercato nelle vicinanze?" chiese Louis, intento a fare zapping col telecomando della tv.
"Certo che c'è" mi rubò le parole di bocca, Harry. Il mio fratellastro, in tutta la sua bellezza mattutina, coperto solo un boxer, era appena entrato nella stanza fregandomi di mano un pacco di Haribo "Ah, la mia colazione è pronta" mormorò buttandosi al lato di Louis, sul divano.
Lo guardai allibita, poi sbuffai sonoramente "Hai intenzione di dircelo o vuoi andarci tu?" chiesi scocciata.
Il riccio spostò lo sguardo dalla tv, posandolo prima su me, poi su Louis al suo fianco "Amico, le porti tu?" chiese tranquillo.
Mi maledii mentalmente per aver accettato di passare una settimana con quelli lì.
 
 
 
"Chi ti ha dato la patente?" chiesi, guardando fuori dal finestrino, scocciata.
Non si poteva accendere lo stereo, non si poteva chiacchierare, non si poteva camminare a più di cinquanta.
"Senti, se vuoi guidare tu, basta dirlo" disse stizzito, Louis.
"NO" urlarono insieme Niall e Sophy seduti sui sedili posteriori, facendomi trasalire. Sorrisi beffarda, spostando poi lo sguardo sul castano al mio fianco.
"Oh, guarda! Una lumaca ci sta sorpassando" lo presi in giro.
Louis si lasciò andare ad uno sbuffo sonoro "Meno male che siamo arrivati" si lamentò, accostando poi al marciapiede.
Scesi dall'auto, sistemando la maglia leggermente stropicciata. Seguii i ragazzi all'entrata del supermarket e sfilai dalla tasca una lista di quello che ci sarebbe servito per quei giorni.
"Dividiamoci" li convinsi mostrandogli cosa avremmo dovuto prendere.
 
Niall camminava al mio fianco, cercando con gli occhi la passata di pomodoro, mentre gli altri due erano a prendere della frutta dall'altra parte del locale.
"Perchè non provi a lasciarti andare?" chiese il biondo al mio fianco.
Alzai gli occhi al cielo "Ti prego Niall, risparmiami la ramanzina, almeno tu, per favore" lo supplicai. Ma lui sembrò non sentirmi.
"Dai, tra sette giorni tutto questo sarà finito" lo guardai male, toccandomi il seno sinistro in segno di scaramanzia. "Sono serio" ridacchiò dal mio gesto, e mi feci trasportare dalla sua risata tanto contaggiosa.
Niall era forse l'unico dei quattro migliori amici di mio fratello che riuscivo a sopportare grazie alla sua spontaneatà. Non faceva o diceva mai cose con malizia; era ancora un bambino non cresciuto. Rideva per qualsiasi cosa, dalla più divertente alla più insensata. Mangiava un casino, anche se alla vista del suo fisico ben assestato non si diceva.
Si era trasferito a Londra all'età di quindici anni, socializzando subito con Zayn che lo presentò al resto del gruppo. Poi, il fatto di essere entrato nella squadra di baseball della scuola e diventare uno dei più desiderati dalle ragazze, era una storia a parte.
"Perchè non provi a conoscerlo meglio?" tentò, gettando dentro il carrello dei pacchi di pasta di forma diversa.
"Chi? Johnny Depp? So più cose di sua madre!" lo informai, sornione.
"No, Simone" sentii la mia pelle tremare. Non era solito chiamarmi col nome; di solito usava il suo 'scema' in modo affettivo. Se lo faceva, chiamarmi per nome, era solo per dimostrarmi che non stava scherzando, ma era serissimo fino alla punta dei suoi capelli castani; perchè sì, si tingeva di biondo, il mio folletto!
"Sto parlando di Liam. Dagli un'occasione, vedrai che ti rimangerai tutto quello che hai detto fin ora sul suo conto" aggrottò le labbra, assumendo un tenero broncio che solo i bambini erano capaci di fare.
Lo guardai attentamente nelle iridi celesti che aveva al posto degli occhi, perdendo momentaneamente il filo logico della discussione. Scossi la testa, cacciando via pensieri strambi che mi erano appena balenati nell'anticamera del mio cervello, e mi voltai dall'altra parte per cercare con lo sguardo gli altri due scalmanati.
"Sarei una balena arenata sulla spiaggia" dissi d'un tratto.
Sbarrai gli occhi, notando in lontananza Louis seduto dentro il carrello mentre dava delle indicazioni a Sophy su dove e come guidare l'aggeggio. Scossi la testa sconvolta: ma dove mi ero andata a cacciare?
"Non è che io abbia capito il senso della tua frase" si accostò al mio fianco Niall, confuso.
Ridacchiai divertita, sia per il tono infantile, sia perchè le mie frasi non avevano mai un senso vero e proprio.
Cosa c'entrava la balena arenata, adesso?
"Ho detto troppe cose su Liam. Se dovessi rimangiarle tutte, diventerei obesa quanto una balena" spiegai la mia teoria, illuminando il biondo che subito mi diede una pacca giococa sul fondoschiena. Era l'unico che poteva, e che faceva spesso.
"Muoviamoci, o finiremo in mezzo alla strada, sbattuti fuori a calci in culo a causa di quei due" intervenne lui, indicando con la testa Sophy alla guida di quello che, secondo loro, era una macchinina del go-kart.
 
*  *  *
 
"Chiave inglese" urlò mio fratello.
Chiave inglese, chiave inglese... Eccola!
Allungai un braccio, urtando con fare goffo la cassetta degli attrezzi, facendola di conseguenza cadere a terra con un frastuono assordante.
"Stai un po' più attenta" mi rimproverò Liam, piegandosi sulle ginocchia per raccogliere il mio disastro.
"Mica l'ho fatto di proposito" mi lamentai, abbassandomi per aiutarlo.
"Che ti serve?" mi chiese poi, tranquillo.
Alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi castani per un millesimo di secondo.
"Questa" presi il primo oggetto che mi capitò a tiro.
"A cosa ti serve la tenaglia?" mi chiese lui, confuso.
Ups...
Lo guardai con fare teatrale, alzandomi e mettendomi con la schiena dritta "Che ne so! Qui il maestro è il mio fratellastro" scaricai la colpa su Harry.
Le labbra di Liam formarono un sorriso divertito, dandomi le spalle per ritornare al suo lavoro. Si era accorto della presa per il culo?
"La dovevano fabbricare questa chiave inglese?" urlò Harry facendomi risvegliare dal mio stato di trance.
Corsi fino ad Harry passandogli l'attrezzo che guardò, però, con disgusto.
"Com'è vero che voi femmine siete buone solo per cucinare e lavare i vestiti" si lamentò lui, scendendo dalla scala.
Mi sentii offesa; ma la cosa peggiore fu l'intervento improvviso di Rob.
"A saper cucinare" ridacchiò divertita insieme agli altri, mentre io mi limitai a fulminarla come peggio potevo con lo sguardo.
"Almeno io qui sto cercando di dare una mano" spostai il peso su un piede, poggiando le mani sui fianchi.
"E lo fai malissimo" mi voltai verso Liam. Nessuno aveva chiesto il suo parere; poteva tenerselo per se stesso!
"Ci conviene fare veloce perchè qui sembra che a momenti diluvi" ci interruppe Louis, passandomi davanti con un secchio pieno di cemento fatto dalle sue manine d'oro.
Non appena finì di dire simile frase, infatti, un lampo illuminò il cielo scuro.
"Allora porti sfiga davvero!" lo rimproverò Sophy, guardandolo in modo assassino.
"Dai ragazzi, raccogliamo tutto prima che cominci a piovere" suggerì il pakistano, velocemente.
Cominciammo a raccattare tutto quello che potevamo, mentre Harry, titubante, continuava il suo lavoretto. Per essere solo il primo giorno, però, avevamo concluso già un bel po' di lavoro.
Sapevamo cosa avremmo potuto fare dopo il diploma.
Mi piegai sulle ginocchia cercando di recuperare la cassetta degli attrezzi e qualche secchio. Sembravo un tenero vu cumprà per tutta la roba che avevo tra le mani; ma gli altri non erano messi meglio. Cominciai a camminare verso la casa in modo goffo per la troppa roba.
Qualcosa sfiorò il mio viso e, quando alzai gli occhi al cielo, un'altra goccia di acqua sfiorò la mia fronte.
"Sta per diluviare!" dissi a voce alta, per farmi sentire.
Notai cinque ragazzi corrermi in contro, nemmeno avessi detto che dentro casa ci stava una pornostar nuda seduta sul divano che aspettava loro. Che poi... Nemmeno un procione li avrebbe voluti vedere!
"Ehy" mi lamentai quando qualcuno mi diede uno spintone facendomi cadere tutta la roba dalle mani. Ma io non li capivo! Prima decidevi di aiutarli, o per lo meno provarci, e poi loro ti ringraziavano così, lasciandoti a recuperare il tutto sotto la pioggia.
Sentii la mia maglia inumidirsi sempre di più, mentre le mie amiche mi sorpassarono con le mani troppo piene per prendere altro. Notai che la fortuna mi stava assistendo; nel senso che stava lì e non faceva un cazzo!
Un'ombra mi fece alzare il viso curiosa. Liam.
"Lasciami stare, già mi avete urtato le ovaie, oltre gli oggetti" dissi scocciata.
Allungai la mano verso l'ultimo aggeggio caduto a terra, quando la mano di Liam lo afferrò nello stesso istante. Le nostre mani si sfiorarono per una manciata di secondi, prima di spostarla dalla parte opposta dell'oggetto.
"Liam!" lo richiamai "Lascialo" quasi urlai.
"Volevo aiutarti. Lascialo tu" insistette lui, tirando così l'aggeggio verso di sè.
"Se volevate aiutarmi, non mi avreste lasciata sotto l'acqua, per di più, facendomi cadere tutto a terra" ringhiai a denti stretti.
"L'ho preso prima io".
Cosa? Stavamo davvero litigando come due bambini per uno stupido attrezzo di cui non conoscevo nemmeno il nome? Mi stavo bagnando solo perchè il solito Payne restava fermo sulla sua teoria delle 'femmine in cucina'? Non sarebbe cambiato mai! Come poteva pretendere Niall che ci provassi anche lontanamente ad andare d'accordo? Avevamo idee troppo diverse per avere una normale conversazione.
"Lascialo!" girai il polso sinistro, colpendolo al braccio violentemente. Schiusi la bocca, cominciando a sventolare la stessa mano, dolente. Liam cominciò a ridere.
Ma che aveva al posto del braccio, cemento?
"Così impari" rise di gusto lui, vedendo la mia faccia assumere varie smorfie di dolore.
"Fanculo, Payne" lasciai andare l'attrezzo, dandogliela vinta, almeno per quella volta.
Stavo diventando un pezzo di acqua; non era nei miei piani prendermi la febbre in quei giorni di vacanza. 
Tenni la porta aperta, alzando gli occhi al cielo dalla lentezza del signorino Liam. Se non si dava una mossa, l'avrei lasciato marcire lì con il suo stupido attrezzo e il suo ego.
 
Quando finalmente mi passò accanto, con tutta la sua arroganza, mi sorrise. Sbuffai sonoramente, entrando in casa dopo lui.
"La doccia è mia" li avvisai prepotentemente. Sentii urlare qualcuno dal piano superiore, ma non ci feci più di tanto caso intenta a togliermi la giacca fradicia.
Gettai tutto a terra, cominciando a togliere anche le scarpe.
"Ehy, nanetta" mi richiamò mio fratello "Hai intenzione di spogliarti in sala?" mi chiese confuso. Un riccio bagnato era incollato alla sua fronte, e bastò questo per farmi ridere.
Era impressionante la gelosia che portava il mio fratellastro nei miei confronti. La cosa mi divertiva sempre.
"Stai ferma dove sei" mi minacciò; ma con una linguaccia continuai a spogliarmi.
Quando la mia vista fu oscurata dalla felpa zuppa d'acqua che portavo, intenta a sfilarla, mi sentii presa dalle gambe di peso, facendomi così urlare.
"Tarzan, posami a terra" gli ordinai. Sapevo quanto odiasse quel nomignolo, così sentii Harry muoversi nella stanza, sempre con me sulle sue spalle, sotto le risa di quelli presenti alla scena. Sperai almeno che mi avrebbe posato al bagno. Una doccia calda avrebbe aiutato a sbollentare i miei nervi già belli gonfi. Causa: Liam James Payne.
Come poteva una semplice creatura umana provocarmi tante -non belle- emozioni insieme? Insomma, chi non lo conosceva, abbagliato dall'apparenza, poteva ben pensare quanto buono potesse essere questo ragazzo. Ma non era così.
Non parlavo di tutte le battutine che mi regalava nei pomeriggi a casa mia; non parlavo nemmeno di quella volta in cui, alla festa in casa Tomlinson, mi aveva versato un drink addosso sentendosi in dovere di rinfrescarmi dal mio calore che mi aveva portato ad un improvvisato spogliarello; non stavo nemmeno parlando del giorno in cui me lo ritrovai in camera con la scusa di essersi perso per la casa. Stavo praticamente in intimo, non potevo non urlargli contro.
Diciamo che se voleva farsi odiare, mi rendeva le cose facilissime.
Harry mi posò finalmente a terra; abbassai scocciata la maglia e constatai che ero al bagno del pianoterra. Almeno una bella notizia.
"Non posso stare appresso a te per sette giorni. Contieniti" mi rimproverò.
Sfoggiai un sorriso sornione, incrociando due dita proprio dietro la schiena "Promesso" dissi con voce da bambina.
Lo sguardo di mio fratello passò oltre la mia spalla, sbuffando "Hai lo specchio dietro di te" mi spiegò alzando gli occhi al cielo. 
Cosa? Mi voltai di scatto, maledicendomi mentalmente. 
"Si, ma ora vai via che devo lavarmi" lo caccia dal bagno, rinchiudendomi dentro.
Aprii il getto dell'acqua, cominciando a sfilarmi i calzini e i pantaloni. Gettai ai miei piedi anche il resto degli indumenti ed entrai nella doccia.
L'acqua scendeva calda lungo il mio corpo, chiusi gli occhi lasciandomi andare, rilassandomi...
"Ricordati che ci siamo anche noi" sbarrai gli occhi alle parole di Zayn. Ma porca bizzeffola! Nemmeno un bagno in santa pace si poteva fare?
Sarebbe stata una dura convinvenza! Ed eravamo solo all'inizio.
 
Dopo interminabili minuti, persi di proposito, uscii dalla doccia passandomi così una tovaglia al petto. Mi guardai intorno: e bravo al cretino di mio fratello! Mi aveva portato in bagno e ora non avevo nemmeno un cambio.
Mi avvicinai alla porta, la aprii piano piano e ne uscii solo la testa. Mi guardai intorno con fare furtivo e quando non notai nessuno nei paraggi, sgattaiolai fuori dalla stanza in punta di piedi.
Salii le scale senza farmi sentire, correndo sulle punte per il corridoio del primo piano.
"Ah" urlammo all'unisono io e Liam quando ci scontrammo. Stupido Payne, non aveva altro tempo per uscire dalla sua stanza?
"Ehm.." Liam indicò il pavimento, diventando quasi viola in faccia. Gli era andata una cicca di traverso?
Abbassai lo sguardo sbarrando gli occhi. Mi piegai di corsa sulle ginocchia, raccogliendo la tovaglia che mi era scivolata di mano. Merda.
"Tu non hai visto niente!" lo minacciai con un dito. Poi mi sistemai meglio i capelli bagnati sulle spalle e, con una spallata, andai verso la mia camera.
"Non c'era nulla di importante" lo sentii ridacchiare, ma richiusi la porta dietro di me talmente forte che ebbi perfino io stessa la paura di buttare giù il muro accanto.
Ringhiai, avanzando nella stanza.
"Qualcosa mi dice che hai avuto un brutto incontro" mi prese in giro Sophy, troppo intenta a farsi le unghie sul MIO letto.
Mio per quella settimana. Purtroppo in assenza di letti avevamo dovuto dividerci. I maschi avrebbero fatto a giro per dormire sul divano, io e Rob avremmo diviso un letto matrimoniale, Sophy avrebbe dormito con uno dei ragazzi. La conoscevano tutti e nessuno aveva intenzione nemmeno lontanamente di sfiorarla, anche mentre dormiva. Sapevano che poteva diventare una vera professionista di karatè.
Mi vestii velocemente con una semplice tuta, passai la tovaglia tra i capelli giusto per dargli un'asciugata e afferrai il phon dalla mia valigia.
Dopo alcuni minuti, passai davanti allo specchio fiera del mio stato. Come prima giornata non era andata tanto male, ma già mi sentivo a pezzi. Non sapevo se fossi arrivata a sette giorni senza prima morire.
"Ho sentito che Liam voleva preparare la cena" finalmente parlò Rob, troppo intenta a leggere qualcosa di cui non mi preoccupai di interessarmi.
"Così ci ammazza tutti in un colpo" risi, sarcastica.
"Invece cucina bene!" si intromise Sophy, beccandosi una brutta occhiataccia da parte mia.
"Da che parte stai?" chiesi, offesa.
"Dalla tua, ovviamente! Ma dobbiamo dire la verità e Liam è un bravo cuoco" continuò lei. Scese finalmente dal mio letto, e camminando con uno strano passo da pinguino, mi venne in contro "Sono stata tre mesi con lui, non lo ricordi?" soffiò a pochi centimetri.
Tre mesi? Wow. Forse la storia d'amore più lunga che avesse avuto!
"Si si, come dici tu" sventolai una mano a mezz'aria. Abbassai lo sguardo sul cellulare, controllando l'orario "Ed è anche puntual.." non ebbi tempo di finire la mia domanda che "E' PRONTO" sentii urlare dal piano inferiore.
Sophy mi sorrise complice, uscendo per prima dalla stanza sempre con quella camminata da damerino. Seguii Rob verso le scale che presto ci portarono alla cucina.
Oltre il bell'aspetto del cibo, dovevo ammettere che anche la tavola era addobbata per bene.
"Payne, hai usato tutta la scorta di cibo che abbiamo per la settimana?" tirai una sedia, sedendomici sopra.
Liam mi guardò divertito, cominciando ad impiattare  "Come se avessi pagato tutto tu" mi prese in giro.
Niall cominciò a battere forchetta e coltello ai lati del piatto, proprio come un bambino. Io mi limitai ad aspettare che arrivasse la mia cena, e come prospettai, fui l'ultima ad essere servita.
Di sicuro non conosceva il bon ton.
 
 
La cena andò bene e, purtroppo, dovevo ammettere che il signorino Payne cucinava davvero bene.
"Salgo a prendere la wii" urlò Louis, correndo poi verso le scale.
Mi alzai, aiutando le mie amiche a sparecchiare, mentre i ragazzi si spostarono verso la tv, cominciando a sistemare il tutto per la battaglia che avevamo progettato per quella sera.
"Tu stai in squadra con me" mi minacciò Rob.
"Odio essere sempre l'ultima scelta" si lamentò dall'altra parte Sophy. Ridacchiai.
"Siamo otto, quindi quattro contro quattro" ci avvisò Zayn.
"Quando?" chiesi. Aprii la pattumiera e gettai le cartacce.
"Adesso" rispose con fare ovvio, il pakistano.
"Quando te l'ho chiesto!" spiegai. Un boato di risate si innalzò nel salotto, mentre Zayn cacciò fuori la lingua come per vendetta.
Mentre Louis cominciò a sistemare i vari fili, io mi accomodai accanto a Niall sul divano, spostato per l'occasione verso la porta, per fare più spazio davanti la tv.
"Tu, io, Liam e Niall" disse convinta Rob, indicandoci con l'indice.
Scossi velocemente la testa, negando con mani e piedi.
"Anzi, facciamo: io, tu, Niall e Louis" cambiò subito le squadre. Tutti annuirono, e come primi giocatori, si posizionarono Niall e Harry.
Conoscevo le abilità motorie del mio fratellastro, ma conoscevo anche Niall e la sua passione per just dance. Un punto per noi, sicuro.
 
Come previsto Niall stracciò Harry senza tante cerimonie, passandomi il telecomando per il secondo round.
Con la coda dell'occhio notai Liam tirare per un braccio Zayn, gettandolo sul divano e prendendosi il possesso del telecomando della wii.
Tolsi le scarpe sistemandomi meglio davanti la tv.
"Facciamo una scommessa?" mi voltai verso Liam, curiosa.
"Spara" e prima che potesse riaprire bocca, mi voltai verso Harry "Tu tieni il tuo culo a bada" il riccio ridacchiò.
"Stavo pensando... Che ne dici di rendere interessante questa sfida?" propose. Guardai lo schermo piatto della televisione mandare in onda vari colori, pensandoci bene.
"Del tipo?" mi feci curiosa.
"Mh, facciamo così: chi vince, decide dopo il premio che vuole" sentenziò, felice della sua idea.
Ci pensai giusto un minuto "Ci sto" allungai una mano, prepotente.
"Io sto fuori" urlò Sophy da sopra il divano. Che cosa?
"Vuol dire che sarà una battaglia solo tra noi due" soffiò soddisfatto nella mia direzione.
A noi due, Payne.

 
  

 
 
  
SALVE SALVINO(?
io sono sempre qui, non me ne vado mica uu
Anyway, primo vero, insulso, inutile, schifoso, noioso,
demente, non sufficiente.......Ho perso il filo della discussione lol
Comunque, chiedo umilmente scusa se il capitolo non è bellissimo, ma
prometto che dal prossimo sarà qualcosa di ksjdsdkjha(?)
Come vedete, questa è la lunghezza più o meno, di ogni capitolo :)
Spero vi piaccia questa cosa... Well, non ce la faccio, ve lo devo dire!
Praticamente sto già continuando a scrivere i capitoli, e ieri
sera ho finito il quarto. sajhdkas è troppo bello, non vedo l'ora
di pubblicarlo **
 
Dopo avervi fatto perdere un pò di tempo, ciau :)
Spero in qualche recensioncina <3  

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Capitolo 3
*** Nasce prima l'uovo o la gallina? ***




NASCE PRIMA L'UOVO O LA GALLINA?
 

Succo d'arancia, cornetto, bottiglietta d'acqua, fette biscottate, marmellata. Si, c'era tutto; non stavo dimenticando nulla. Feci forza con le braccia e afferrai il vassoio pieno di roba.
"Mettici anche un fiorellino" sghignazzò mio fratello, stravaccato sul divano.
"Hai dormito bene stanotte? Era comodo?" lo punzecchiai, sorridendo beffarda.
Mi fece la ripassata, a presa in giro, con il labbiale e i suoi occhi poi tornarono alla tv accesa davanti a lui.
Che ore erano? Le otto? Le nove? Non era importante! La sottoscritta sfigata Simone doveva portare la colazione a letto ad un certo Liam Payne dopo aver perso una scommessa del cavolo. E non era finita lì! Aveva deciso di torturarmi per tutto il giorno! Che disgrazia! La cosa peggiore era che non avrei potuto tirarmi indietro, allora scattava la penitenza, e in verità non ci tenevo nemmeno a sapere di cosa si trattasse.
Aprii la porta con poca delicatezza, spingendola con un piede ed entrando cantando a voce alta nella stanza. Richiusi la porta alle mie spalle con la stessa delicatezza, facendo perfino tremare le mura per la forte botta che fece la porta richiudendosi.
"Ma che...?" vidi Liam mettersi dritto sul letto, con un occhio ancora chiuso per il sonno. Mi avviai alla scrivania, canticchiando, posandoci poi sopra il vassoio pieno di roba da mangiare. Mi aveva ordinato di preparargli e portargli la colazione a letto, non mi aveva specificato come potevo svegliarlo e a che ora. E io, a casa mia, le svegliavo così le persone, a qualsiasi ora.
Sorrisi falsamente, incrociando le mani dietro la schiena con fare teatrale "Buongiorno signorino Payne, la sua colazione è pronta" lo presi in giro "Ha bisogno di altro?" abbassai la testa, copiando gli attori di un film che avevo visto negli ultimi giorni. Perchè la servitù non poteva guardare dritto negli occhi il loro padrone?  
Bo.
Vidi Liam buttarsi sul letto, con la testa tra i cuscini, farfugliando qualcosa di incomprensibile. Sorrisi ancora di più, se si poteva.
"Oh, stavi dormendo?" mi avvicinai al letto piano piano, in punta di piedi. Sciolsi i lacci delle scarpe, togliendole subito dopo.
Liam si passò un cuscino sulla faccia, nascondendola alla mia vista. Ci teneva così tanto a farmi divertire.
Salii sul morbido letto, cominciando a saltarci sopra, con i piedi ai lati del busto di Liam.
Cercai di intonare a modo mio una canzone, giusto per svegliarlo per bene. Ero talmente concentrata a fare bene il mio lavoro, che mi lasciai andare del tutto, sentendomi d'improvviso ad uno mio concerto. Pubblico: io.
"Hey, I just met you, and this is crazy, but here's my number, so call me, maybe?" mi lasciai trasportare dalle mie -non- doti canore, mettendo su uno spettacolino con tanto di finto microfono: alias, il mio pugno destro, chiuso.
Una forte presa alle mie caviglie, mi fece smettere; abbassai il viso incontrando lo sguardo incazzato di Liam.
"Smettila" mimò con le labbra. Scrollai le spalle con nonchalance. Cosa poteva farmi?
Cercai di liberarmi dalla sua forte presa, e quando ci riuscii, ripresi a saltare sul letto come una bambina e cantando come prima, se non peggio. Liam sbuffò sonoramente, passandosi le mani sul viso, disperato.
Continuai il mio assolo volutamente del tutto stonato. Ok, non proprio del tutto volutamente; ero stonata di mio.
Cacciai un urlo quando Liam riuscì a buttarmi sul letto, al suo fianco, rotolando sul mio corpo e sovrastandolo col suo. I miei polsi erano incastrati sotto le sue grandi mani, il suo corpo mi bloccava al materasso. Non era un peso piuma.
Per la prima volta mi mancò il respiro, spaventata. La luce negli occhi di Liam non prometteva nulla di buono; forse avevo esagerato? Nah.
"Pesi" gli feci notare. Ma lui fece di tutto fuorchè quello di togliersi dal mio povero corpo, che ora ne risentiva.
"Così impari a fare la scema" soffiò lui, con tono arrabbiato, a pochi centimetri dal mio viso.
Alzai gli occhi al cielo, o in quel caso alla tavalca del letto di Liam, sbuffando.
"Mi riesce così bene" mi lamentai. Liam ringhiò. "A cuccia, però" lo presi in giro.
"Tu non sai a cosa vai in contro" dovevo avere paura delle sue parole? 
Cosa poteva fare? Uccidermi, farmi in tanti pezzettini e darmi in pasto agli orsi? Sì, la notte prima avevo fatto una mia piccola ricerca, scoprendo che il bosco in cui alloggiavamo era pieno di animali feroci, tra cui gli orsi.
Udii lo scricchiolare di una porta aprirsi e, quando mi voltai verso la mia destra, vidi Niall guardarci con la bocca spalancata. Ci voleva una manina per richiuderla? Dove sono le mosche quando servono?
"Che state facendo?" si riprese dal suo stato di trance, Niall.
Liam si spostò, finalmente, lasciandomi andare e alzandosi dal letto.
"Buongiorno anche a te, amico" il castano uscì dalla stanza, senza dare nessuna spiegazione al biondino. Questo voleva dire solo una cosa... "Allora?" ecco, lo sapevo!
Niall era sempre stato un tipo...  Ficcanaso? Sì, anche di più. Quindi, adesso toccava a  me dirgli la verità. O almeno, quello che potevo dirgli per non essere presa per pazza.
Mi misi dritta con la schiena, sistemandomi i capelli che nel frattempo si erano leggermente disordinati. Mi alzai dal letto e sorrisi al biondino che aspettava ancora una risposta, con le mani sui fianchi.
Oh, e andiamo! Ero grande e vaccinata, potevo fare quello che volevo, no?
"Perchè dovrei dirtelo io?" chiesi convinta, ma poi ci pensai meglio "E poi sei stato tu a suggerirmi di dare una possibilità a Liam" gli ricordai.
Il ragazzo sembrò rilassarsi per un momento "Sì, ma non di andarci a letto" mormorò.
Andarci a letto? Era una battuta? Dovevo ridere?
"Fammi il solletico" alzai un braccio al cielo, facendomi guardare più male di quanto non lo stesse già facendo.
"Sono serio, Simone" rispose lui, stizzito.
E che palle però! Non si poteva nemmeno scherzare!
"Non è successo nulla, Niall. Parola di scema" incrociai due dita, simbolo di una promessa.
Niall scosse la testa, rassegnato, poi si avvicinò e mi guardò attentamente dall'alto al basso. Nonostante fosse il più basso dei cinque, la sua altezza mi sovrastava comunque. Insomma, ero una nana da giardino!
"Che stai facendo?" chiesi a disagio. Non mi piaceva essere messa al centro dell'attenzione.
"Sto controllando eventuali succhiotti" strabuzzai gli occhi a simili parole.
"Sei scemo?" urlai, spingendolo via dal mio collo. Lui scoppiò a ridere, mentre io decisi di uscire da quella stanza.
Dov'era andato lo scemo di Liam? Potevo tornarmene a fare la mia vita normalmente o voleva qualche altro favorino?
La porta del bagno al piano superiore si aprì; non ci feci caso perchè ero troppo intenta alla ricerca di Payne.
Una mano coprì la mia bocca, mentre qualcuno mi prese in braccio senza troppi problemi. Cominciai a scalciare come una bambina, sentendomi tirata verso il bagno. Venne richiusa la porta e finalmente mi sentii libera.
"Ma tu sei matto!" sbraitai.
"Ti ricordo che per oggi sei a mia disposizioni" sorrisi involontariamente, cogliendo un doppio senso che non ci doveva essere. Liam mi fulminò con lo sguardo "Vai a cambiarti; oggi mi aiuterai a costruire il gazebo. Sai com'è? Tra cinque giorni daremo la festa più bella a cui tu abbia mai partecipato" sorrise, soddisfatto.
Strinsi le mani a pugno lungo i miei fianchi "Uno, non sono la tua schiavetta" Liam ondeggiò un dito davanti al mio naso, in segno negativo, interrompendomi.
"Ah-ah, hai perso la scommessa" mi ricordò.
Evitai di commentare, ma continuai con la mia teoria "E due... Che cavolo ne sai tu a quali feste partecipo io?".
Guardai il mio rifletto allo specchio, e mi spaventai da sola per il rossore stampato sulle guance, segno della mia agitazione. Liam Payne era l'elemento giusto per farti urtare i nervi in pochi secondi, figuriamoci in una settimana!
"Io so tante cose..." mi fece un occhiolino, prima di aprire la porta e scomparire, lasciandomi con quella frase in sospeso. 
"Ah. -riaprì la porta- La prossima volta portami una semplice mela per colazione" sorrise falsamente, per poi scomparire dalla mia vista.
Mi trattenni dal trasformarmi in Hulk. Certo, perchè io gli avrei portato altre volte la colazione a letto. Convinto proprio.
 
 
 
"Quella maglietta per caso è mia?" mi voltai verso Harry, sentendomi, chissà perchè, tirata in causa.
Ammiccai prima di rispondere "Si sente la puzza fin lì?" Louis e Liam al mio fianco scoppiarono a ridere.
Il riccio girò i tacchi e rientrò in casa.
"Acqua" mormorò Liam, attirando la mia attenzione. Che gioco era?
"Fuoco" tentai. Quello mi guardò strano.
"Voglio un po' di acqua. Me ne versi un bicchiere?" disse posando un martello. Diciamo che i ragazzi ci tenevano davvero molto a quella struttura; praticamente mancava la parte del tetto e poi dipingerla, se si voleva. Non che mi fidassi più di tanto di quello che stavano facendo; magari durante la festa veniva giù tutto. Mi sarei fatta due risate.
"Come si dice?" camminai verso il tavolino, messo su per tenere la roba per dissetarci.
"A ci qu u a?".
Louis non ce la fece a trattenersi e scoppiò nuovamente a ridere alla bruttissima battuta di Liam.
"Te la passo io" si intromise Niall, facendo il gentiluomo, evitando una terza guerra mondiale che stavo per iniziare. Poi tornò nella mia direzione "Meno male che dovevi dargli una possibilità" mi rimproverò.
Incrociai le braccia al petto: dare una possibilità non stava per farsi schiavizzare a proprio piacimento.
"Palla!" non ebbi il tempo di girarmi, che una pallonata mi colpì nelle costole, facendomi piegare in due dal dolore "Oh, scusa. Ti sei fatta male?" Rob corse nella mia direzione, appoggiando una mano sulla mia schiena in segno di conforto.
"Sto... Una Pasqua" risposi, con voce mozzata dal dolore.
La mia amica cominciò ad accarezzarmi la testa, come se quel tocco potesse allievarmi il dolore. Meno tre costole, me lo sentivo.
"Perchè non facciamo una partita a palla?" suggerì Sophy.
Pronto!? C'era una ragazza piegata in due dal dolore. Qualcuno doveva pensare a me e non a un gioco!
"Perchè no!" squittì Louis "Siamo venuti qui per divertirci, non solo per costruire un gazebo. Scusa Simone" si abbassò solo per darmi delle scuse che nemmeno volevo, come a consolarmi.
Aiuto!
Sfinita, mi accasciai di più al suo suolo. Rob urlò, preoccupata.
"Sto bene" mi constrinsi a ripetere "Vai a giocare" cercai di mettermi seduta, appoggiando la schiena al tavolino. Alla faccia della forza che aveva Rob! Sembrava una tipa gracilina e invece per poco non faceva fuori una sua amica. Buon per lei!
I ragazzi formarono un cerchio, richiamando Zayn e Harry, rinchiusi dentro casa a sistemare i fili della luce, che sarebbero serviti per dar corrente alla festa. Io continuavo a pensare a Zayn che stava progettando una bomba atomica, con l'intento di farci saltare tutti insieme alla festa. Nessuno, però, mi dava ascolto.
"Tu non giochi?" mi chiese Liam, passandosi la palla da una mano all'altra con molta maestria.
Scossi la testa in disapprovazione "Magari più tardi, o magari mai" risposi convinta.
Non ero mai stata una tipa atletica, ne avevo mai avuto buoni rapporti con una palla o qualsiasi attrezzo da palestra. A scuola mi limitavo a passare l'ora di educazione fisica nell'infermieria. Casualmente, ogni volta ci finivo dopo nemmeno una mezz'ora, uscendone sempre con qualche fascia o cerotto.
Mi ricordavo che una volta ci trovammo due classi insieme: la mia con quella di mio fratello, un anno più grande. Quando si diceva sfiga.
Provammo a fare una partita a pallavolo; ma quando capirono che il punto debole della squadra avversaria fossi io, non si risparmiarono a colpirmi per tutti i set. I miei compagni continuarono a rinfacciarmi la dura perdita anche nei giorni seguenti.
Guardai attentamente i ragazzi scambiarsi qualche parola, e quando capii che stavano per giocare a schiaccia sette, immaginai che si fossero messi d'accordo nel far fuori per prima le mie amiche.
Piegai le ginocchia al mio petto, sentendo un lieve pizzico al fianco nel muovermi, per poi osservare attentamente l'inizio del gioco.
Mio fratello, furbo qual era, si era già tolto la maglia. Sapeva, e conosceva, il punto debole di Sophy. Sin dal primo superiore mi aveva confessato della sua cotta per il riccio; ma non era mai riuscita ad andare oltre un bacio, strappato da ubriaco.
Mi ero sempre chiesta se mio fratello avesse dei seri problemi di orientamento sessuale. Non per essere omofoba o cosa, ma in realtà in sette anni di convinvenza non ci aveva mai portato una ragazza a casa. Cosa alquanto strana.
Niall continuava a ridere, facendo così cadere ogni volta la palla e non arrivare mai al settimo tocco a cui si doveva schiacciare.
Zayn; colpa sua se conoscevamo quel gioco. Dalle nostre parti si giocava normalmente a pallavolo, calcio, tennis... Un giorno lui era arrivato con questa sparata dello schiaccia sette. In cosa consisteva? Semplice! Passarsi la palla per sette volte, e l'ultimo che la toccava, doveva fare una schiacciata. Chi veniva colpito dalla palla, doveva uscire subito dal gioco. Ma se quest'ultimo, furbo, riusciva a bloccarla, era proprio quello ad averla schiacciata che doveva uscire. Almeno Rob in questo era una campionessa.
Non si direbbe dal suo minuto corpo; eppure Rob era una ragazza atletica, anche se preferiva chiudersi in camera sua a girovagare su internet o stare direttamente sui libri. Altro che Rowling!
Louis schiacciò per la prima volta, ma il suo gridolino tutt'altro che maschile, mi fece capire che aveva paura perfino di rompersi un'unghia. Non colpì nessuno, infatti.
A battere subito dopo fu Liam; osservai attentamente i suoi muscoli irrigidirsi, per poi rilassarsi quando aveva tirato. Sorrise, sfoggiando i denti bianchissimi che si ritrovava. Liam, secondo me, era una persona a doppia faccia. Non intendevo dire che Liam fosse un brutto amico, uno di quelli che ti sorrideva davanti e poi ti sparlava alle spalle. No. Intendevo dire una di quelle persone di cui non bisognava giudicare dalla copertina.
La prima volta che mio fratello lo portò a casa mia, fu del tutto cordiale nei miei confronti; così da quel giorno cominciammo a parlare del più e del meno, finendo nell'argomento donne. Non credevo che una persona come lui, buona, intelligente, altruista, rappresentava la donna come la figura che lava, stira, pulisce casa, ti fa trovare pronta la cena quando rientri la sera da lavoro. Non fu una cosa che mi andò a genio, e con quella scusa cominciammo a punzecchiarci. Lui provocava me, io provocavo lui. Nemmeno ricordavo quando iniziammo.
"Attenta!" sentii la voce di Zayn richiamarmi, ma fu troppo tardi prima di accorgermi di una palla venire dritta nella mia direzione. Abbassai la testa, coprendomi la faccia con le mani. Almeno quella non l'avrei rovinata.
La palla non mi toccò, andò a sbattere sul tavolo proprio dietro me. Sospirai felice.
Qualcosa di fresco e bagnato inumidì la mia maglia, facendomi urlare come un lama. Mi alzai di colpo, sbattendo la testa nel tavolo sotto cui ero seduta; lo ribaltai alle mie spalle, constatando che il liquido che mi era colato addosso non era altro l'acqua che Niall aveva lasciato aperta.
"Scusa" sussurrò mio fratello, nascondendosi dietro le possenti spalle di Zayn. Digrignai tra i denti, sbuffando e girandomi da un'altra parte. Possibile che una non possa nemmeno riposarsi in santa pace? Ero una calamita per le sfighe!
 
 
*  *  *
 
 
"Attenta Simone! Qui avanti c'è un buco" mi aiutò Louis, indicandomi con un bastoncino un punto vicino ai suoi piedi.
"Va bene" risposi, qualche passo più dietro da lui.
Spostai una strana pianta, sentendo un rumore alle mie spalle che mi fece bloccare; mi voltai, curiosa, ma non vidi nulla. Così tornai a guardare avanti.
Oh mio Dio! Dov'erano finiti?
"Louis?" provai a chiamarlo. Ma non rispose nessuno. Sentii un leggero brivido percorrermi la schiena.
Stai tranquilla Simone, pensai, male che vada, potevo sempre ritornare sui miei passi e così trovare la casa.
Di nuovo ci fu un rumore che attirò la mia attenzione.
"Liam, se è uno scherzo non è divertente!" lo rimproverai, anche se non lo vedevo nemmeno.
Avevamo pensato di mangiare fuori casa, quella sera; quindi, prima che facesse buio io, Louis e Liam eravamo andati nel bosco vicino, alla ricerca di legna per il fuoco.
"Louis?" tentai ancora; ma nessuno rispose.
Continuai a camminare, sentendomi d'improvviso come in un film horror. E insomma, non era il mio genere preferito.
Cacciai un urlo quando mi sentii mancare la terra sotto i piedi.
-Ahia, ahia, ahia- mi lamentai, alzandomi da terra. Ero caduta... In un burrone?
Cercai di pulirmi il viso sporco di terra, spostando i pochi rami che avevo tra le braccia prima di cadere e che ora erano sotto il mio sedere, giusto per amplificare il dolore.
-Louis? Liam?- provai a chiamarli; ma come previsto, nessuno mi rispose.
Sentii gli occhi pizzicare; sapevo come andavano a finire certe cose cose: un orso mi avrebbe vista, uccisa e poi mangiata senza troppi complimenti. Non volevo morire, non ora. Non prima aver detto a mio fratello quanto importante fosse diventato in quegli anni, nonostante fossimo di due DNA diversi; volevo dire a Niall di parlare con una ragazza, perchè lui non è l'imperfetto che crede di essere; volevo dire a Zayn dello specchio scomparso in camera sua per opera mia e delle sue sorelle e che gliel'avrei ridato per il suo compleanno come regalo; volevo prima dire a Louis che le sue battute facevano sempre schifo, ma che ridevo solamente per farlo felice; volevo dire alle mie migliori amiche che ho mentito sulla mia verginità, non ho mai fatto nulla di male e non avevo nemmeno intenzione di provarci prima dei trent'anni!
Non dimenticavo nessuno d'importante, vero?
"Simone?" alzai lo sguardo verso il cielo, asciugando una lacrima uscita involontariamente.
"Liam, qui giù" lo richiamai, nella speranza di farmi sentire.
La testa di Payne oscurò il sole, facendomi rincuorare e smettere di piangere.
"Cosa non avevi capito del 'Attenta Simone, qui avanti c'è un buco'?" mi prese in giro, sghignazzando.
Incrociai le braccia al petto "Non l'ho visto, ok?" sbuffai.
Lui continuò con le sue risate, spostandosi di poco e facendomi accecare dal sole. Oh Signore! Si permetteva anche di battere le mani per le troppe risate.
"Liam!" quasi urlai, richiamandolo.
"La prossima volta ci mettiamo un cartello con scritto 'Buco qui'" continuò lui.
"Vuoi essere divorato da un orso? Aiutami" gli feci fretta.
Si allontanò per un momento, ritornando poi al buco con una specie di liana.
"Dove l'hai trovata?" chiesi confusa, vedendo la pianta scendere nella mia direzione.
"Meno domande, più movimento, Simone" mi riprese Liam.
Sbuffando, agganciai le mie mani alla pianta, cercando di salire con scarsi risultati.
"Proverò a tirarti su io, tu tieniti forte" mi avvisò.
Feci come mi disse lui, attaccandomi stretta alla liana e sentendomi subito dopo più leggera. Potevo notare le guance di Liam gonfiarsi e sgonfiarsi per prendere fiato, mentre diventava sempre più rosso in viso per lo sforzo.
La mia testa uscì da sotto la terra, cosa che non consiglierei mai a nessuno di provare, soprattutto se si è claustrofobici. Era una brutta esperienza ritrovarsi in un buco di terra con i vermetti che ti camminavano vicino e con la consapevolezza che non ne uscirai vivo se qualcuno non ti venisse a salvare.
Barcollai, quasi alla fine, perdendo l'equilibrio, scivolando all'indietro. La mano di Liam mi afferrò prontamente, stringendomi al suo corpo quando riuscì a portarmi di nuovo sulla terra.
Il suo petto si alzava e abbassava in un ritmo irregolare, mentre il suo fiato sbatteva sul mio collo in sonori sbuffi, affaticati.
"Stai bene?" mi chiese premuroso, mentre la sua voce arrivava dritta al mio orecchio, ancora in quella posizione, io sdraita sopra di lui.
Annuii debolemente, ancora scossa dalla situazione. Come avevo detto prima, non era una bella sensazione stare là sotto; era come se ti avessero tolto l'aria.
"Che state facendo?" sia io che Liam scattando sul posto, allontanandoci, e poi guardando Louis sorpreso dalla nostra vicinanza.
"Ero caduta in un buco" gli indicai il punto in cui ero scivolata "E Liam mi ha salvata" girai lo sguardo verso il ragazzo al mio fianco, che annuiva ad ogni mia parola.
La bocca di Louis era ancora leggermente spalancata, per la sorpresa. Tutti sapevano del mio rapporto con Liam; anche io mi stavo sconvolgendo di come stavano andando le cose tra noi due.
"Comunque... -Louis si ricompose- Direi che abbiamo abbastanza legna; possiamo ritornare a casa" squittì.
Mi diedi una veloce pulita ai pantaloni, notando il ginocchio leggermente graffiata dalla terra. Sistemai i capelli e passai davanti a Liam, giusto per non perdermi di nuovo.
 
Per tutto il tragitto del ritorno, mi sentii terribilmente agitata. Sapevo che Liam, dietro di me, continuava a guardarmi e la cosa non mi entusiasmava più di tanto.
"Oh, alla buon ora" disse mio fratello, quando entrammo in casa.
Louis lasciò cadere la legna fuori dalla porta, entrando per ultimo, avvisando gli altri del nostro lavoro e raccontandogli anche della mia caduta. L'avrei picchiato più tardi.
"Vado a farmi una doccia" li avvisai.
Liam mi sorpassò, convinto di prendere il bagno per primo "Ehy" lo richiamai.
Lui si girò e mi guardò male "Che c'è? Anche camera mia è al piano superiore" mi ricordò.
Feci una smorfia, colpendogli la spalla per oltrepassarlo.
Aprii la porta di camera mia, richiudendola e buttandomi poi sul letto, sfinita. Certo che se volevamo stare in quella casa per altri cinque giorni, non potevamo continuare a litigare. Dovevamo trovare una soluzione a tutto ciò.
Mi misi dritta con la schiena, guardando attentamente la mia valigia aperta sul pavimento, pensando a quale vestito mi sarei potuta mettere per quella sera. Ricordai di una tutina a tinta unica di Sophy e soprattutto la sua promessa che l'avrei potuta usare io nel momento in cui mi sarebbe servita.
Direi che per quella serata fuori era perfetta.
Mi alzai e camminai velocemente per la stanza, uscendo e puntando dritta verso la stanza di Sophy che condivideva con gli altri.
Aprii la porta, scorgendo con gli occhi la valigia rosso fuoco adaggiata sotto il letto. Camminai per la stanza, fino a raggiungere la finestra; mi piegai sulle ginocchia e la recuperai. Feci fare il giro alla cerniera, aprendola.
Quando stavo per aprirla, la porta scattò. Alzai lo sguardo, sgranando gli occhi alla vista di Sophy baciarsi tranquillamente con Niall.
Mi gettai sul pavimento, spostando la valigia e nascondendomi sotto il letto. Subito dopo sentii le molle fare uno strano rumore e notai il materasso abbassarsi verso il mio viso.
Cercai di non emettere nessun rumore, mentre sentivo strani movimenti e gemiti nella stanza. 
E io che credevo Niall fosse il santarellino che tutti conoscevano!
Sgusciai da sotto il letto senza far rumore; gattonai fino la porta e girai la maniglia piano per non farmi sentire. Con la coda dell'occhio sbirciai i due strusciarsi l'uno contro l'altro prima di uscire completamente dalla stanza.
Strizzai gli occhi a due fessure, mordendomi il labbro inferiore a sangue per richiudere la porta senza far rumore.
"Che fai?"
Cacciai un urlo, tappandomi la bocca un secondo dopo.
Mi voltai verso Liam, con una tovaglia appoggiata su una spalla, che mi guardava con la fronte aggrottata.
"Niente. -sorrisi nervosa- Mi serviva un vestito di Sophy" spiegai velocemente, nella speranza di svignarmela il prima possibile.
Liam mi squadrò da capo a piedi, senza perdere quell'espressione confusa "Ma non hai nulla tra le mani" constatò.
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando "Lo sai che chi si fa i fatti suoi, campa cent'anni? Addio, Liam".
Camminai di nuovo verso la mia stanza, decidendo di prendere uno dei miei vestitini a pantaloncino colorati. Sarebbe andato meglio quello.
Afferrai una tovaglia e mi incamminai verso il bagno. Una doccia rilassante ci voleva, eccome!
Entrai in bagno, richiusi la porta a chiave e posai il tutto sul bordo del lavandino. Aprii l'acqua calda e cominciai a spogliarmi. Solo allora alzai lo sguardo nello specchio e notai le chiazze di terra stampate sul mio volto. Sembravo un'indiana.
Entrai in doccia.
 
Finita la doccia, mi rivestii con gli abiti che mi ero preparata, asciugando poi i capelli e sistemandoli in una treccia per renderli più mossi di quanto non lo fossero già.
Uscii dal bagno e sentii le risate dei ragazzi provenire dall'esterno della casa.
Ormai era buio e sapevo che i ragazzi stavano già preparando il tutto per la cena di quella sera.
Scesi velocemente le scale, constatando che il salotto fosse vuoto. Uscii sul retro della casa, notando le mie migliori amiche ridere con gli altri, vicino al fuoco.
"Che si mangia di buono?" chiesi, prendendo posto su un tronco messo a disposizione, a simulare una sedia.
Niall mi passò una forchetta e un piatto. Mi trattenni dal fare una faccia schifata, ricordando qualche oretta prima fare chissà cosa con la mia amica. Presi il tutto, lanciando un'occhiata a Sophy, intenta a ridere con Liam.
"Mentre voi oggi siete andati a raccogliere la legna, io sono andato a caccia" si pavoneggiò mio fratello, arrostendo chissà cosa.
"Alias, è sceso in paese e ha comprato della carne alla macelleria" mi spiegò Rob, facendo ridere tutti, meno Harry.
Scossi la testa, porgendo il mio piatto a Louis, aspettando il mio pasto che non tardò ad arrivare.
"Oggi nella casetta degli attrezzi ho visto due canne da pesca" mormorò Niall, a bocca piena.
"Mh, non molto lontano da qui c'è un lago. Potremmo andarci per pescare" suggerì mio fratello, alle prese col fuoco.
"Io adoro pescare" confessai.
Era una passione che accomunava me e mio padre. Era stato lui ad insegnarmi ogni minimo trucchetto per far abboccare; mi sarebbe davvero piaciuto andarci un giorno di questi. Era da molto, in effetti, che non lo facevo.
"Anche Liam" s'intromise il riccio. Gli lanciai uno sguardo assassino. Perchè ogni volta dovevano accostarmi a Payne?
"Styles, solo perchè mio padre ha una pescheria, non vuol dire che io ami pescare" lo rimproverò Liam, sentendosi tirato in causa.
Sorrisi soddisfatta.
"Oh, beh... -si difese Harry- Ma visto che adori pescare, decidi con chi andarci domani, così mangiamo del pesce fresco" disse il riccio, puntando i suoi occhi verdi nei miei.
Ci pensai un momento su e poi stabilii "Mi va bene chiunque, tranne Zayn".
Niall mi diede una gomitata sulle costole, facendomi gemere "Sei razzista" soffiò, sputacchiando pezzi di carne.
Lo fulminai con lo sguardo "Senti, vacci tu al lago con uno che non sa nuotare" lo avvertii.
Il mio non era un segno di razzismo verso i pakistani; ma la paura di doverlo salvare se fosse caduto in acqua.
Gli angoli della bocca di Liam si alzarono, formando un sorriso "Potrei venire io. Sono proprio curioso di conoscere le tue doti" spiegò.
Sforzai dal non far notare il mio sorriso beffardo. Chissà cosa sarebbe successo il giorno dopo... Se solo avesse sbagliato a parlare, si sarebbe ritrovato con la testa sott'acqua.
"Ok" risposi solamente. 
 
Dopo la cena divertente e le storie horror che ci eravamo raccontati per ammazzare il tempo, raccogliemmo tutto e Louis si dedicò al fuoco da spegnere.
Entrammo in casa, augurandoci la notte e prendendo ognuno per la sua stanza. Quella notte Sophy avrebbe dormito con Liam e la cosa mi dava abbastanza fastidio. Sapeva quanto ci tenevo alle mie migliori amiche e per tutta la sera l'avevo sentito fare stupide battutine, lanciandomi poi delle occhiatine d'intesa. Stava cercando di farmi esplodere.
Recuperai il dentifricio e lo spazzolino dal comodino, avvisai Rob della mia intenzione di lavarmi i denti e uscii nuovamente dalla stanza, canticchiando sulle note di Bruno Mars.
Entrai nel bagno, notando che non ci fosse nessuno. Richiusi la porta e mi avvicinai al lavandino.
Aprii il getto d'acqua e ci passai sotto lo spazzolino; schiacciai leggermente sul tubetto di dentifricio e lo passai sullo spazzolino.
Lo infilai in bocca e cominciai a pulire i denti come meglio potevo. A bocca piena di schiuma, mi abbassai per prendere un po' d'acqua in bocca; rialzai la testa, smuovendo l'acqua che avevo tra le guance. Sputai il tutto sullo specchio davanti a me, girandomi poi verso quello che aveva scaturito quella paura in me.
"Non vedi che è occupato?" chiesi retorica.
Liam lasciò perdere le mie parole e camminò fino al lavandino, dove appoggiò sul marmo il suo dentifricio e mi guardò dall'alto.
"Ti stavi solo lavando i denti" rispose lui, tranquillo.
Lo guardai attentamente, scoppiando  a ridere quando l'occhio mi cadde sul suo spazzolino "Ma è quello con la lucina?" chiesi, e lui annuì, confuso "Ce l'avevo anche io, quando ero bambina però" spiegai.
Lui sembrò non darci peso e passò lo spazzolino sotto l'acqua, quasi come se io non fossi nella stessa stanza, al suo fianco.
Alzai gli occhi al cielo "Va bene, ho capito" dissi, attirando la sua attenzione "Tregua?" allungai una mano verso di lui.
Liam guardò attentamente la mia mano, scrutandola per bene e cercando di capire cosa fare.
Mossi la mano come ad incitarlo a muoversi; avrei potuto cambiare idea da un momento all'altro.
Sfiorò la mia mano con la sua, lasciando perdere il suo spazzolino in bocca, con la schiuma che fuoriusciva dagli angoli delle labbra "Sarà divertente domani" disse con una strana voce.
Ah... Io gli stavo chiedendo una tregua giusto per non rovinarci la vacanza e lui mi stava facendo capire che l'indomani sarebbe successo qualcosa? Ah bene, buono a sapersi. Avrei studiato qualcosa quella notte.
La porta del bagno si aprì di scatto e una chioma riccia fece capolinea nella stanza "Voi lo sapete cosa nasce prima tra l'uovo e la gallina?" chiese affranto, Harry.
Cosa?
Lo sguardo di Harry finì sulle mani mie e di Liam ancora strette l'una all'altra "Che state facendo?" chiese.
Ci separammo immediatamente, mentre io raccolsi tutto e decisi di uscire dal bagno il più presto possibile. Adesso toccava a Payne spiegare qualcosa ai suoi amici.

 
  
 
HOOOOOOOOOOOOOOLAAAAA
Beh, sì, sono stronza e ho deciso di aggiornare una volta a settimana
così ho il tempo di allungare il più possibile i capitoli (già
in parte scritti) e mettere più dettagli :)
 
Ma ditemi la verità, vi sta piacendo almeno un pochino ino ino?
No, seriamente. Se volete accorcio i capitoli se diventano noiosi :(
Aspetto qualche recensione per continuare c:
Ps: il prossimo è il mio capitolo preferito, sappiatelo ashdkas
 

 

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Capitolo 4
*** Ma tu bevi ancora il latte? ***





MA TU BEVI ANCORA IL LATTE?
 
 
 
 
Presi un profondo respiro, prima di farmi coraggio e aprire quella porta. Certe volte i film sapevano davvero descriverti perfettamente la vita: non aprite quella porta!
Ecco, questo era il mio esempio del momento. Dovevo solo avere un pò di coraggio ed entrare in quella che, al momento, era la stanza di Harry Edward Styles.
"Fratellino, zuccherino, amorino, dolcino mio, polpettino...Posso chiederti un favore?" sussurrai sul ciglio della porta.
Intorno a me, tutto era buio. Provai ad aprire di più la porta, per far entrare un pò di luce.
"Harold?" lo chiamai, stavolta con un tono di voce più alta. Ma niente. Quell'essere umano che aveva una scimmia morta per capelli, non si degnava di darmi una sacrosanta risposta.
"Har.." mi bloccai sentendomi toccare. Voltai di poco lo sguardo alle mie spalle, cacciando un urlo quando un mostro non identificato mi si parò davanti; cercai di allontanarmi, scappare dal mostro. Ma l'unica cosa che feci, fu quella di andare a sbattere nella porta che tenevo ancora per metà chiusa.
Cominciai a lamentarmi del dolore, massaggiando la testa e maledicendo chiunque fosse quel cretino che mi aveva fatto prendere simile colpo.
La luce della stanza fu accesa; un confuso Harry mi guardava dal suo letto, in fondo alla stanza, intento a strofinarsi un occhio con la speranza di darsi una svegliata.
"Che succede?" infine, chiese, alzandosi dal letto. Sentii dei passi nella stanza, mentre l'ombra del mostro ancora mi copriva.
"Ah, non lo so" sentii una voce nasale, senza riconoscerla "Volevo mostrare a tua sorella questa, e lei ha urlato così, senza motivo" continuò. Solo allora decisi di alzare lo sguardo e constatare che la vocina proveniva dalla bocca di Louis, striminzito in una tuta da sub e coperto da una maschera con tanto di boccaglio.
"Ma sei idiota? Per colpa vostra sto perdendo bellissimi anni della mia vita" allungai la mano, agganciandola a quella del riccio, intento ad aiutarmi per rimettermi in piedi.
"Non è colpa mia se tu chiami tuo fratello polpettino, istigandomi a chiederti...perchè?" Louis sembrò offeso, ma posai subito lo sguardo su mio fratello, perennemente semi-nudo, che mi guardò accigliato.
"Polpettino?" chiese con disgusto " Mi hanno chiamato miele, zuccherino, fragolino! Ma mai polpettino!" incrociò le braccia al petto, stizzito.
Oh, eddai! Che sarà mai! Nemmeno fossi la sua fidanzata!
"Volevo svegliarti in modo...dolce" dissi timida, muovendo avanti e dietro un piede come una bambina. La situazione sembrò tornare normale. Se questo aggettivo può essere usato nella mia vita.
Non c'è mai stato nulla di normale nei miei anni; quindi, figuariamoci ora se questa cosa che stavo per dire fosse normale.
"E che volevi da me, tanto da venirmi a svegliare dolcemente?" mi prese in giro, Harry.
Spostai lo sguardo su Louis, intento a respirare tramite il boccaglio, poi osservai Harry, facendogli capire che qualcuno lì era di troppo. Il riccio si girò verso l'amico, ancora intento a fissarmi in attesa di una risposta e "Che carina questa tuta, dove l'hai trovata?" squittì, passando una mano sulla spalla dell'amico.
Alzai gli occhi al cielo, mentre mi stampai un cinquino sulla fronte, sconsolata. Pure di prima mattina ha la capacità di capire qualcosa al volo pari a quella di un criceto in prognosi riservata.
"HARRY" urlai. I due scattarono sul posto, spaventati. 
Pestai un piede a terra, arrabbiata. Che mi interessava, avevo adesso due complici!
"Mi serve il vostro aiuto" dissi. I due mi guardarono sopresi, e con piacere mi lasciarono parlare "Voglio sapere una cosa: dicosahapauraLiamPayne?" dissi tutto d'un fiato.
I due mi guardarono con gli occhi sbarrati.
"Eh?" chiese il riccio, confuso 
"Chupa" se l'era cercata lui, eh.
Louis mi diede uno schiaffetto al braccio; mi girai verso Harry e feci lo stesso. Il riccio non se la sentì a passarla e colpì Louis. Cominciò uno strano giro di schiaffi e di lamenti per il dolore, man mano che cominciavano a farsi più pesanti.
Scocciata, tirai un calcio nello stinco di Harry che si piegò immediatamente sul pavimento, rotolando sulla schiena e gemendo di dolore.
"Questo non era previsto" disse con voce strozzata dal dolore; Louis si allontanò, guardandomi male.
Scossi la testa e mi piegai sulle ginocchia, guardando Harry contorcersi dal dolore, mentre teneva stretta la gamba dolorante.
"Mi aiuti, allora?" chiesi con una vocina.
Il riccio sbarrò gli occhi, puntanto il verde dei suoi nei miei marroni.
Una volta mamma mi aveva detto che chi avesse gli occhi azzurri era perchè aveva l'oceano dentro. Quindi, restando su questa ipotesi, Harry aveva dell'erba dentro? E io? Marroni stavano per...........
"Cosa vuoi sapere, esattamente?" il ricciò interruppe i miei insensati pensieri. Tornai a fissarlo, sorridendo a trentadue denti.
"Qualcosa di cui ha paura Payne" dissi convinta.
Harry cominciò a massaggiare la gamba, non prestandomi più attenzione "Che ne so io?! Mica sono il suo badante" rispose.
"Cucchiai" alzai la testa di scatto verso Louis, che aveva appena parlato.
"Cosa?" chiesi confusa.
Il castano passò una mano sotto il mento, alzando di poco lo sguardo al tetto con fare teatrale "Mi ricordo che una volta eravamo a casa sua. Sua madre di portò due coppe di gelato e lui usò una forchetta per mangiarlo" disse.
Mi misi dritta con la schiena; afferrai le spalle di Louis, facendolo tornare alla realtà "Mi prendi per il culo?" chiesi sconvolta.
Lui negò prontamente con la testa "No! Ti giuro! Mi ha detto di avere questa strana fobia dei cucchiai da bambino. In pratica, non puoi mostrargliene uno, che lui è già dalla parte opposta della terra" mi spiegò.
Sorrisi ancora di più, lasciando perdere i due alle mie spalle, mentre con passo svelto decisi di uscire dalla stanza. Ormai avevo tutto quello che mi serviva salvato nella mia testolina.
"Simone, che intenzione hai?" chiese Louis, affacciandosi dalla porta.
"Niente" sventolai una mano, scendendo le scale e lasciandolo lì, senza altra spiegazione.
 
Arrivai in cucina, pronta per una bella colazione. Aprii il frigo e recuperai del latte. Mi alzai sulle punte e presi un bicchiere di vetro, posandolo sul tavolo e versandogli dentro un pò del liquido bianco.
Richiusi il cartone e lo posai nel frigo, chiudendo lo sportello.
Mi voltai verso la cucina, scorgendo con la coda dell'occhio Niall stravaccato sul divano col telecomando in mano, intento a cercare qualcosa di bello in tv.
"Buongiorno, eh" lo richiamai, attirando la sua attenzione. Voltò lo sguardo nella mia direzione, facendomi un cenno del capo, in segno di saluto.
"Ma tu bevi ancora il latte?" chiese, ridendo.
Posai il bicchiere vuoto nel lavandino, sfoggiando un sorriso enorme verso Niall "Sì, ma col cioccolato, perchè io sono già grande" lo presi in giro, facendolo ridere di gusto.
Spense la tv e mi venne in contro. Indossava una semplice canotta bianca, che lasciava intravedere tutto, un pantaloncino verde militare e delle infradito estive.
"Simpatica anche di prima mattina..." aprì il frigo "A proposito...Perchè sei già sveglia? Di solito sei tra le ultime a lasciare il letto" mi chiese.
Mentre il biondo era intento a cercare qualcosa con cui passarsi il tempo, salii sul tavolo, dondolando i piedi come una bambina.
"Ieri sera mi avete quasi costretto ad andare a pescare, con Liam..." affievolii la voce sulla seconda parte. Niall alzò di poco la testa.
"E Liam dov'è?" mi chiese. Alzai le spalle "Non sono la sua badante. Mica devo svegliarlo io" risposi con nonchalance.
Appoggiai tutto il peso sulle braccia, osservando Niall uscire dal frigo della marmellata e recuperare qualche fetta biscottata dalla dispensa. Me ne offrì una, ma rifiutai. Già solo il pensiero di passare una mattina con quello lì, mi faceva risalire il latte.
"Fino ieri, era così" mi prese in giro.
"Me la pagherà" mi lasciai sfuggire. Niall mi fulminò con lo sguardo, smettendo di passare la marmellata su una fetta biscottata. La cosa era seria.
"Non fare cazzate" mi rimproverò. Scesi dal tavolo, come se fosse tutto normale.
"Mica lo ucciderò...Forse" sussurrai, aprendo poi un cassetto e uscendone un cucchiaio e sorridendo da sola.
"Che devi fare con un cucchiaio?" saltai in aria, ritrovandomi Niall vicinissimo a ficcare il naso in affari non suoi.
Mi girai di scatto, nascondendo il cucchiaio dietro le spalle "Cosa?" chiesi, ridendo nervosa.
Niall stava per ribattere, quando la porta del retro si aprì "Oh, Simone. Cercavo proprio te" mi richiamò Liam.
Ma fanculo va! Volevo svegliarlo io!
Niall si fece da parte, mangiando le sue fette biscottate e osservandoci attentamente, nemmeno fossimo un film.
"E perchè mai mi stavi cercando? Domani diluvia, me lo sento" feci la teatrale, mettendo una mano sul cuore, quella libera da oggetti ingombranti.
Il ragazzo camminò per la stanza, con in mano due canne da pesca "Quale vuoi?" mi chiese.
Aggrottai la fronte: mi stava davvero chiedendo quale canna volessi? Ok, ci sono diversi tipi di canne. Ma queste non mi sembravano tanto differenti tra loro.
"Una! Basta che peschi bene" risposi, allontanandomi dalla cucina "Due minuti e arrivo" lo avvisai, salendo le scale che portavano al piano superiore. Dovevo prepararmi per bene. Per tutto!
 
*  *  *
 
"Sono passate quasi due ore e ancora non mi hai mostrato le tue doti da pescatore" mi prese in giro, Liam, al mio fianco.
Alzai gli occhi al cielo, evitando di insultarlo " E' colpa tua e della tua bruttezza. Fai scappare i pesci, così" risposi.
Accavallai le gambe, stando attenta a non cadere dalla mini-sedia che mi aveva recuperato il mio carissimo fratellino.
Eravamo a quel lago da un pò, ma ancora nessun pesce aveva deciso di diventare il nostro pasto per quella sera. Louis ci aveva avvisato che sarebbe uscito per trovare altra legna, insieme a Zayn e Sophy, per arrostire fuori. Alla fine, la sera prima ci eravamo divertiti, quindi perchè non rifarlo? Stavolta avremmo mangiato pesce...Se qualche pesce abboccava!
"Hai messo il vermetto?" scherzò quello, ridendo.
Mi girai verso di lui, fulminandolo "La vuoi smettere? Non siamo mica nei film!" lo rimproverai "Ma se tu ti offri volontario..." lasciai la frase in sospeso, quando notari un ciglio destro di Liam più alzato dell'altro.
Tornai a fissare il lago di fronte a noi. E calò un silenzio, interrotto ogni tanto dagli sbuffi sonori di Liam.
"Potevamo portarci uno stereo" mormorò. Scossi la testa, irritata. Non stava mai zitto!
"Avremmo ammazzato il tempo" insistette, portandosi le mani sul grembo, scocciato.
Mi voltai nella sua direzione "Posso ammazzare te, se vuoi" risposi. Cambiò discorso, guardando altrove.
"Possiamo fare anche una passeggiata" disse, girando poi lo sguardo nella mia direzione. Mi ritrovai a fissarlo, priva di nuove battute con cui smerdarlo.
"Io vado" mi alzai dalla sedia, quasi inciampando nei miei stessi piedi. Mi abbassai a recuperare la mia borsa, posando la tracolla su una spalla. Liam mi seguì.
"Che stai facendo?" chiesi, confusa.
"Vengo con te" si giustificò, tranquillo. Aggrottai la fronte.
"E certo, perchè i pesci si pescano da soli" gli indicai le canne, ancora appoggiate tra due pietre, col filo della lenza gettato in acqua.
Lui seguì il mio sguardo, poi alzò le spalle "Mi sento preso per il culo dai pesci" rispose, e lì mi venne spontaneo rispondere "Ultimamente, troppe persone lo fanno" mi diede uno schiaffo sul braccio.
Fingendo dolore, aprii la bocca di poco, sussurrando un 'ahia'. Poi, per non finire alla stessa maniera di qualche ora prima con Louis e mio fratello, gli lasciai uno schiaffo sul braccio sinistro, dicendo "Passa parola senza ritorno".
Sembrò guardarmi male, mentre massaggiava il braccio "Che ti sei fumata?" mi chiese, grattandosi la testa, confuso.
Alzai gli occhi al cielo "Ma quanto sei antico, Payne! E' un modo per dire 'dai lo schiaffo a qualcun altro, ma non a me!' Ma dove vivi? In Mongolia?" chiesi, cominciando a camminare lungo la riva del lago.
Il ragazzo mi affiancò, posando le mani in tasca e calciando una pietra "Scusa se non conosco i vostri stupidi giochetti" disse in risposta.
Evitai di rispondere, stanca, continuando a camminare lungo il bordo del lago. 
 
Poco dopo, guardai alle mie spalle per vedere quanto ci fossimo allontanati. Vidi le canne ancora immobili dove le avevamo lasciate e mi stupii da sola per il poco pezzo che avevamo fatto. Sembrava avessi camminato per secoli, ma invece eravamo a pochi metri dalla nostra postazione. Che Liam fosse noioso fino a tanto?
"Guarda là" alzai lo sguardo, seguendo la direzione in cui puntava il dito di Liam, dritto davanti a noi.
Alzai un angolo della mia bocca, confusa "E' un molo, Payne. Non ne conosci uno?" chiesi e lui mi guardò storto.
"Perchè mi continui a chiamare per cognome? Ho anche io un nome, anzi due!" rispose "E comunque conosco i moli! Ma non immaginavo ce ne fosse uno qui!" mi spiegò, fermandosi.
Mi arrestai qualche passo più avanti, rimasta a pensare alla sua prima affermazione: aveva due nomi e io lo chiamavo sempre col cognome? "Perchè Payne è più sexy" risposi, e sbarrai gli occhi l'esatto secondo dopo aver pronunciato quelle parole.
Liam rise della mia faccia "Oh, sai cosa volevo dire" sventolai una mano, girandomi in avanti e cercando di ritornare ad una temperatura corporea normale "Io vado a vedere il molo" me la svignai, camminando più veloce.
Sentii Liam venirmi dietro, ma non gli dissi nulla ancora scossa dalle mie stupide parole di poco prima.
Attraversammo in silenzio il lungo molo in legno, molto vecchio. In alcuni pezzi mancavano anche delle assi, ma prestando attenzione, li saltammo senza cadere in acqua.
Arrivammo alla fine e guardammo di fronte a noi; eravamo quasi al centro, da lì si poteva benissimo vedere tutto il bosco intorno. E c'era tranquillità, finalmente.
Da quando eravamo nella casa di papà, da soli, non avevo ancora avuto un momento di riposo. E qui, adesso, era il luogo perfetto per rimettere in pace il proprio animo.
Chiusi gli occhi, respirando a pieni polmoni.
"Che tranquillità" esclamò Payne, al mio fianco. Ecco, lo sapevo! Con lui non avrei mai calmato i miei bollenti spiriti.
Riaprii gli occhi, sfilando la borsa tracolla dalla testa e cominciando a frugarci dentro. Liam mi guardò dall'alto, curioso.
Uscii la mia macchina fotografica, decidendo di fare giusto qualche foto ricordo del momento, che non sarebbe più ritornato. Il castano al mio fianco continuò a fissarmi, confuso. Piegai di nuovo le ginocchia, posando la macchinetta e prendendo qualcosa a lui sconosciuta tra le mani.
Passai le mani dietro la schiena, sorridendo nella direzione di Liam che, vedendomi cambiare completamente espressione, disse "Che hai da sorridere così?"
A quella domanda non riuscii a resistere. Eravamo ben lontani dalla terraferma, lontano da sguardi indiscreti. Eravamo soli.
Vista la sua curiosità, decisi di mostrargli l'oggetto che nascondevo dietro la schiena. Cacciò un urlo vedendo tra le mie mani un cucchiaio e con un colpo secco lo lanciò a metri di distanza da noi.
"Ma sei scemo?" gli diedi una piccola spinta che lo fece indietreggiare pericolosamente "Quello mi serviva per mangiare lo yogurt" inventai su due piedi.
Liam mi guardò male, come se fosse a conoscenza di tutta la storia, come se fosse in grado di leggermi nella testa e capire che quel cucchiaio, in verità, l'avevo portato con lo scopo di ridere un pò con lui. Ridere di lui.
Il ragazzo aprì la bocca per parlare, ma dopo uno strano rumore, simile allo scricchiolio di qualcosa, lo vidi cadere dritto in acqua.
Mi piegai sul molo, intenta a cercarlo con la testa, osservando oltre il buco che si era creato sotto i suoi piedi.
"Liam?" provai a chiamarlo. Ma niente! Non sentii la sua voce, nè lo vidi riemergere.
Sentii il cuore perdere un battito, partendo poi a scalciare forte nel mio petto. Quasi mi usciva, a momenti.
Gattonai dal lato opposto, richiamandolo altre tre volte. Non ricevetti di nuovo nessuna risposta. E mi preoccupai seriamente.
L'avevo spinto io, l'avevo quasi sfidato io ad andare a quello stramaledetto molo antico chissà quanto!
"Liam?" tentai di nuovo, disperata. 
Quando stavo per perdere completamente le speranze, una mano uscì dall'acqua, prendendomi per la canotta bianca che indossavo e tirandomi giù nel lago.
Trattenni il respiro in tempo, prima di rischiare di  bere litri di acqua. Riuscii ad emergere subito dopo, sentendo le risate di Liam al mio fianco. Mi diedi una asciugata, per quello che potevo, spostando i capelli da un lato per fulminare meglio Liam e i suoi scherzi deficienti.
"Mi hai fatto prendere un colpo!" lo avvisai, spruzzandogli dell'acqua. Per tutta risposta, rise, innondandomi con un pò d'acqua. 
Provai ad asciugarmi di nuovo il volto, ma Liam continuò con il suo giochetto da bambino sbarra cretino.
"Smettila!" quasi urlai, e poco dopo si fermò. Ringraziai tutti i santi, incuriosendomi dal troppo silenzio. Mi mossi verso destra, nuotando per rimanere a galla, e notando che Liam fosse di nuovo scomparso. Alzai gli occhi al cielo, scocciata di quell'insulso gioco.
Feci per nuotare verso il molo, poco lontano da dove mi trovavo al momento, e sentii qualcosa sfiorarmi la gambe. Mi sentii gelare il sangue nelle vene, la pelle rabbrividirmi.
Mossi più velocemente le braccia, raggiungendo il palo di legno con cui mi aggrappai per salire sul molo. Ma due braccia me lo impedirono, gettandomi di nuovo nel lago.
"PAYNE!" urlai, stufa.
Cercai di asciugarmi velocemente il viso con le mani, tentando di salire di nuovo sul molo; e come pochi secondi prima, mi ritrovai gettata nel lago. Era questa la sua idea della sera prima?
Mi vendicai lanciandogli dell'acqua che, tra le risa, ricambiò con vero piacere. Respiravo a fatica, tra uno sforzo e una risata sincera.
Non mi sarei mai aspettata di passare una giornata così...divertente? Sì, divertente, con Liam. Tutto, ma non divertente.
"Ti supplico, mi arrendo" dissi, smettendo di buttargli addosso altra acqua. Con piacevole sorpresa, notai che si fermò, aggrappandosi al palo di legno per salire. Mi trattenni dal tirarlo per il pantalone, proprio come aveva fatto lui. 
Lo seguii, stendendomi sul porticciolo di legno, respirando a fatica. Si accasciò al mio fianco anche lui, cercando di ritornare a respirare in modo regolare.
Fissammo per una manciata di secondi il cielo azzurrissimo di quella giornata; poi mi voltai nella sua direzione, perdendomi a fissare il suo profilo: i capelli zuppi di acqua, lasciavano cadere goccioline lungo il suo viso pallido; gli occhi castani continuavano a sbattere, dato il fastidioso bagliore del sole; le labbra erano dischiuse, cercando di far entrare e uscire più aria dai suoi polmoni; i vestiti erano attillati al corpo, bagnati.
Il suo viso si girò nella mia direzione, prendendomi alla sprovvista "Così il mio cognome è sexy?" mi provocò.
Sbuffai sonoramente, alzandomi dal mio posto e strizzando i capelli per farli asciugare un pò prima. Il sole sarebbe stato di grande aiuto.
Liam mi seguì a ruota, camminando poi qualche passo dietro di me, ammutolito.
 
Tornammo alla nostra posizione iniziale, constatando che lì nessun pesce aveva ancora aboccato.
"Lo sai che il bianco trasparisce?" squittì, guardandomi da capo a piedi. Abbassai lo sguardo, sentendomi le guance andare a fuoco. Il reggiseno rosso sotto, non aiutava. Ma cos'avevo da perdere?
Alzai gli angoli della mia maglia, sfilandola. Vidi Liam girarsi dall'altra parte, immediatamente. Sorrisi, divertita.
"Che c'è? L'hai detto anche tu che qui sotto non c'è nulla di interessante da vedere" lo beffeggiai, ricordandogli la frase di qualche giorno prima.
Lui si grattò la testa, confuso "Sì, però sono sempre amico di tuo fratello...e sono maschio" rispose, dopo una manciata di secondi di silenzio.
Sorrisi ancora, togliendo le scarpe e sfilando i pantaloni "Fai finta che stia in costume" lo convinsi a girarsi.
Mi squadrò da capo a piedi, senza staccarmi gli occhi di dosso per qualche minuto "Vuoi una fotografia?" lo interruppi.
Mi guardò negli occhi, spaesato "Cosa?" chiese, confuso.
Gettai i vestiti su una roccia grande, nella speranza di farli asciugare prima del nostro rientro alla casa; allora sentili quelli con le loro domande.
"Dico, sembrava mi stessi facendo una radiografia" lo guardai fisso negli occhi. Sembrò ritornare padrone dei suoi sensi, allungando le braccia lungo i fianchi e sfilando con un gesto secco la maglia.
"Se vuoi giocare, almeno facciamolo ad armi pari" rispose, togliendosi anche i pantaloni. Anche io, come lui poco prima, rimasi qualche secondo a dettagliare il suo corpo; poi mi ricordai che avevo di meglio da fare.
Afferrai tra le mani la mia canna, raccogliendo la lenza e notando che non ci fosse nulla attaccato all'amo "Ma che cazz...? LIAM!" e lui scattò sul posto, spaventato.
Gli mostrai l'amo vuoto, senza l'esca che gli avevo chiesto gentilmente di infilargli.
Il castano si passò una mano tra i capelli, spettinandoli "Ecco a cosa servivano quei cosi di gomma" sorrise, nervoso.
Bofonchiai qualcosa di incomprensibile, recuperando l'esca dal barattolo trovato nella casetta degli attrezzi, infilandola poi nell'amo, com'era giusto fare. Lo stesso fece lui.
Tirai con tutta la forza che avevo nel corpo la lenza, appoggiando la canna sulla pietra che avevo trovato prima. Mi accovacciai davanti alla mia arma, aspettando paziente.
Avevamo perso una giornata intera per una cosa così stupida. Pure un bambino di 5 anni sa che l'esca si mette all'amo.
"Vuoi mangiare? Sono quasi le tre e noi non abbiamo ancora messo nulla nello stomaco" tentò, invano.
Scossi la testa "Grazie, non ho fame" lo avvisai.
La canna che avevo io cominciò a traballare, attirando la mia attenzione. Scattai in piedi, prendendo la canna da pesca tra le mani.
"Oh, mamma! Dev'essere un pesce grosso, questo!" affermai, felice della mia teoria. Il pesce non me la lasciava vincere, così quando urlai, disperata, Liam lasciò perdere il suo panino, meno tre morsi esatti, e venne ad aiutarmi.
Passò le sue braccia sopra le mie, chiudendomi nel suo petto e aiutandomi a tirare forte. 
"Gira" mi ordinò, alludendo alla rotella per recuperare la lenza dal lago. Eseguii l'ordine, facendo il doppio della fatica per la posizione in cui mi trovavo.
Insieme, tirammo un ultimo strattone, prima di cadere a terra appena l'esca uscì fuori dall'acqua: io ero sopra lui, guardando confusa e furiosa la scarpa marrone scassata che giaceva ai nostri piedi.
Liam scoppiò a ridere quando capì che il nostro gigantesco pesce non era altro che un pezzo di spazzatura che non voleva venir fuori dall'acqua. Io mi limitai a sorridere, trasportata dalla risata contaggiosa di Liam.
Eppure non ci avevo mai fatto caso a quel particolare; non mi ero mai soffermata a guardarlo ridere: arricciava il naso e chiudeva gli occhi, assumendo una strana smorfia che lo inteneriva davvero.
Lo sentii riprendersi, aiutandomi ad alzarmi dal suo corpo "Siamo negati" mi avvisò e non dissi nulla in contrario.
Facevamo schifo, lo dovevo ammettere!
"Vestiamoci di nuovo, ho avuto un'idea geniale" lo avvertii, passandogli i pantaloni.
Cominciò a indossarli, scuotento di tanto in tanto la testa, ripensando allo scarpone del lago. Sarebbe diventata una barzelletta, già lo sapevo.
 
 
"Siamo tornati" urlò Liam, sul ciglio della porta.
Sentimmo correre una mandria nella nostra direzione, e quando furono tutti davanti a noi, in cucina, presero posto per chiederci come fosse andata.
"Mi stavo preoccupando un pò" infatti, disse Niall seduto sul divano.
"Cosa avete preso?" si fece curioso Zayn, frugando nella busta di plastica.
Liam cominciò a parlare della grande giornata, descrivendo dettagli inventati per farci passare come eroi della situazione. Stava perfino dicendo dello sforzo che aveva dovuto fare per pescare quello più grosso, che ovviamente non conosceva nemmeno il nome. Che figlio di pescatore!
"Avete pescato anche la busta di plastica?" chiese Sophy, passandomi uno dei pesciolini che avevamo, certamente, comprato al paese.
Liam si girò di scatto verso di noi, alle sue spalle, spalancando la bocca, scioccato "Non ho capito..." disse.
Scoppiammo tutti a ridere, facendo diventare rosso Payne in faccia per la brutta figura. A volte se le cercava lui, però.
"E' successo qualcosa al lago?" mi voltai verso Rob, intenta a scrivere velocemente sul cellulare qualcosa.
Gettai la busta di plastica nella pattumiera, mormorando un "Niente di particolare" secco.
Mi guardò male.
"Comunque, noi abbiamo finito il gazebo oggi -si atteggiò il riccio- Manca solo da pitturare fuori e dentro e passare le luci" ci informò. Nulla, insomma.
 
*  *  *
 
"Pescato o no, Louis sei un geniaccio in cucina" disse Niall, mordendo il suo pesce ben cotto.
"Bravo o no, Niall sei sempre un porco" lo rimproverò Harry, porgendogli un tovagliolo per pulirsi.
Rimasi ferma a osserva Liam e Sophy giocare con un piatto di plastica, intenti a passarselo stile freesby. Liam rideva, proprio come aveva fatto con me quella mattina, strizzando gli occhi a due fessure e facendo comparire piccole rughette ai lati degli occhi. Sophy, di fronte a lui, rideva allo stesso modo, lanciandogli di nuovo il piatto e aspettando il suo turno.
D'improvviso Sophy alzò il braccio, dove con la mano teneva saldo il piatto, facendo in modo che Liam si avvicinasse pericolosamente a lei, per riprenderselo. Li osservai ridere di gusto, mentre tutti gli altri erano per i fatti loro, ignari di quei due che per poco si scopavano con gli occhi.
"Non ti è bastato portarti a letto Niall?" chiesi a voce alta. Notai molte paia di occhi puntati nella mia direzione, segno che non avevo detto qualcosa di sensato. Mi maledii da sola per aver detto quella frase.
Sophy abbassò il braccio, confusa, mentre Liam mi guardò stralunato.
"C..cosa?" sembrò soffocarsi Niall, al mio fianco.
Lo sapeva benissimo di cosa stavo parlando. Ma sorvolai sull'argomento, cercando di non spifferare tutto agli altri.
"Lasciatemi stare" sventolai una mano, appoggiando il peso sulle braccia, dietro la schiena "Sono stanca".
Sophy mi guardò ancora male, di fronte a me "No, ora dimmi che ti sei bevuta" disse.
E lì mi venne un lampo di genio. Bere aiuta a dimenticare, giusto? Anche se da dimenticare non c'era proprio nulla.
Scattai in piedi, attirando l'attenzione degli altri, ancora intenti a capirci qualcosa "Ancora no, ma ho avuto un'idea" corsi dentro casa.
Sentii qualcuno venirmi dietro, e quando mi abbassai sotto il lavandino per prendere delle bottiglie, riconobbi la voce di Liam "Che ti è preso?" chiese.
Feci finta di nulla, richiudendo lo sportello con un colpo di bacino e avviandomi verso l'uscita. Ma non mi fu concesso.
La mano di Liam prese prepotentemente il mio polso, obbligandomi a girarmi nella sua direzione "Che c'è?" dissi scocciata.
Sembrò rimanerci male e lasciò andare il mio braccio "Oggi mi sembravi più...tranquilla" disse.
Alzai gli occhi al cielo "Io con te sono tutto, tranne che tranquilla, Payne" sottolineai bene il modo in cui lo chiamai e tornai sui miei passi.
Quando tornai fuori, tenevo tra le mani due bottiglie di vodka "Ehy!- mi richiamò Louis- Quelle sono per la festa. Che vuoi farci?" mi chiese.
Incrociai le gambe, fino a sedermi sulla terra fredda "Berle?" dissi con ovvietà.
"E per la festa?" si intromise il mio fratellino, confuso. Intanto tutti avevano già finito di mangiare o fare altro.
Liam mi lanciò un'occhiata curiosa, mentre si accomodava al suo posto di prima, accanto a Sophy. Sorrisi beffarda.
"Ci sono dei supermercati nel paese; non avremo problemi a ricomprarle" dissi, aprendone poi una.
Come pensavo, tutti puntarono il loro bicchiere sotto la bottiglia e in poco tempo, tutti sparavamo le peggio cazzate.
"Credete negli unicorni?" disse Zayn. E ridemmo sguaiatamente.
"Io credo nell'amore" esultò Harry, senza motivo. Stavo per rispondere, ma il singhiozzò che uscì dalla mia bocca provocò una risata generale.
"E se adesso facciamo qualcosa di interessante?" ci provocò Rob con una strana luce negli occhi. Non l'avevo mai vista così presa da qualcosa.
"Spara" rispose Niall, facendomi ridere più forte. Dovettero tapparmi la bocca con una mano per farmi stare zitta.
"Le bottiglie sono vuote -ne sventolò una- facciamo quel gioco...Come si chiama?" schioccò le dita, cercando di ricordare il nome del gioco.
"Il gioco della bottiglia?" chiese tranquillo, Louis.
Rob si gettò con le braccia al suo collo, facendo sbattere rumorosamente le bottiglie alle spalle del ragazzo che sbarrò gli occhi, spaventato.
Harry tolse la mano davanti alla mia bocca, sistemandosi poi a cerchio di fianco a noi. Il fuoco era proprio vicino a noi, giusto per farci un pò di luce.
Cominciò subito il gioco con una verità da parte di Zayn: non amava slinguazzare con una della nostra scuola, nonostante lei continuasse a far storielle sulle loro scappatelle nello sgabuzzino dell'inserviente.
Poi ci furono diversi obblighi, tra cui Louis entrare al buio nel bosco e rimanerci per 10 minuti; Niall dovette baciare Harry sulle labbra; Rob dovette rimanere senza maglia per il resto del gioco.
Adesso la bottiglia aveva puntato me. 
"Obbligo!" dissi sicura. Se avessi scelto verità, mi avrebbero fregata. Lo so.
Toccava a Sophy scegliere per me e così, dopo averci pensato una manciata di secondi, sorrise "Dovrai baciare per ben cinque minuti davanti a noi, chi punterà la bottiglia" disse, soddisfatta "Ah -bloccò la bottiglia che stavo per girare- Con tanto di lingua, eh!" mi provocò.
Sorrisi beffarda, un pò per il troppo alcool presente nel mio sangue, un pò perchè quella cosa non mi dispiaceva più di tanto.
Osservai, come tutti gli altri, con occhi attenti la bottiglia girare sotto i nostri nasi, fino a quando non cominciò a rallentare, fino a fermarsi davanti ad un paio di gambe incrociate.
Alzai di poco lo sguardo e per poco non mi affogai con la mia stessa saliva.
"Avanti" mi incitò Louis, spingendomi verso la mia povera vittima. Mannaggia a me e quando mi metto a fare questi stupidi giochi!

 
 
    
BUONSAAAAAAAAAAAAALVE
prima di tutto amatemi uu
Eh sì, sto aggiornando prima di una settimana e
soprattutto il giorno prima di un esame D:
Cazzus, odio economia #staystrongforme(?)
 
EEEEEEEEEEEEEEEh, vi piace un pochino? :)
Diciamo che questo era il mio capitolo preferito, soprattutto
perchè alla fine vi lascio con un enorme punto di domanda c:
Sono sempre la solita khsdkfsfhajdk
 
Se vi piace, vi prego in ginocchio(?), di lasciare una piccola
recensioncina. Non potete capire quanto mi renda felice leggere
anche 'Fai schifo, ritirati, ciao' lol
 
Quindi....adios, alla prossima :)  

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Capitolo 5
*** Tu chi sarai? Pikachu? ***




TU CHI SARAI? PIKACHU?
 
 
Oh santissimo asino di nonna Germana!
Che mal di testa boia! Ma che mi era caduto addosso? Un trattore?
Magari era lo stesso trattore di zio Michele con lui seduto sopra!
Stropicciai gli occhi, con la speranza di svegliarmi e farmi una bella doccia. Allungai gambe e braccia per sgranchirle un pò.
Il mio piede, scalzo, sbattè contro qualcosa di freddo. Freddo glaciale!
Qui le cose erano due: o Rob durante la notte era andata a farsi un bagno nel mar Glaciale e poi era tornata a casa, o si era improvvisamente trasformata in Edward Cullen. La cosa non è che dispiaceva, anzi...Però mi sarebbe mancata un pò la mia amica...
E se fosse morta?
La sagoma della persona -morta o meno- al mio fianco, si girò nella mia direzione. Spalancai bocca e occhi allo stesso tempo, cacciando un urlo disumano e scattando dal letto.
Ma non fui l'unica a fare una cosa simile, no.
"Che ci fai nel mio letto?" urlò un furioso Harry Edward Styles. Oh, ecco perchè era così freddo!
Il suo secondo nome era Edward; forse Anne sapeva del suo piccolo vampiro e l'aveva chiamato apposta così.
"SIMONE!" urlò, incazzatissimo.
Sobbalzai sul posto, spaventata "Che ne so io! So solo che ho un mal di testa atroce" passai le mie mani alle tempie, massaggiandole.
"Oddio, no, no, no!" lo vidi imprecare verso il cielo, in boxer come sempre "Non mi dire che stanotte..."
"NO" lo interruppi bruscamente "Almeno credo" mi calmai leggermente "Mi ricordo ben poco di ieri sera" ammisi.
Mi accomodai sul morbido letto, molleggiando per i primi secondi, fissando i miei piedi nudi.
"Nemmeno io" lo sentii sedersi alle mie spalle e me lo immaginai scervellarsi nella speranza di pensare a cosa fosse successo la sera prima, ma con scarsi risultati.
"L'ultima cosa che ricordo è che abbiamo deciso di giocare al gioco della bottiglia. Ma cosa sia successa, non saprei davvero" farfugliai.
Sentii il letto muoversi; alzai di scatto la testa e vidi Harry venire nella mia direzione. Mi spostò i capelli su una spalla e ingoiai spaventata.
"Ch..che fai?" tentennai, insicura.
Lui scrutò per bene il mio collo, socchiudendo gli occhi a due fessure e continuando ad esaminare la mia pelle leggermente scoperta. Indossavo ancora quello che avevo la sera prima; non mi ero nemmeno cambiata. Sempre se fossi stata io a raggiungere il letto.
"Quando faccio..." si spostò di poco, facendo uno strano movimento della mano, facendomi capire al volo le sue parole "Beh, ecco...Ho sempre il vizio di fare un succhiotto al collo, come per dire che di lì sono passato io" mi spiegò, rosso in viso.
Oh, ora sì che mi erano chiare le cose. Poi sobbalzai!
"Ehy, un mese fa, circa, Rob aveva un succhiotto! Anche se lei ha sempre sostenuto il contrario. Devi dirmi qualcosa?" incrociai le braccia al petto, mentre il riccio si apprestò a fare qualche passo indietro, ridendo nervosamente.
"Tu non hai fame?" chiese, grattandosi la testa e cercando di sfuggire al mio interrogatorio.
Aprii la bocca per assalirlo, ma il rumore del mio stomaco mi anticipò, dando ragione al riccio che se la svignò con un semplice "Io ho fame. Ciao" sbattendo la porta alle sue spalle.
Scossi la testa, esausta: quante cose dovevo scoprire ancora?
Mi alzai dal letto e decisi di passare dalla mia stanza, sia per darmi una sistemata, sia per chiedere una spiegazione a Rob. Lei mi avrebbe saputo dire cosa fosse successo!
Aprii la porta piano, con la paura di svegliarla, ma quando entrai nella stanza, la trovai completamente vuota.
"Sarà a fare colazione con gli altri" supposi. 
Mi cambiai velocemente l'abbigliamento, indossando una salopette di jeans a pantaloncino e un paio di converse rosse. Recuperai il cellulare, scarico, sul comodino e scesi velocemente le scale, entrando nel salotto e dando il buongiorno ai presenti.
Louis era stravaccato sul divano, accanto ad un Malik furioso che continuava a mormorare qualcosa.
Presi un bicchiere dalla dispensa, riempiendolo di latte fresco e afferrai qualche fetta biscottata, accomodandomi al capotavola e osservando i due litigare per chi dovesse stare più comodo.
"Dove sono le ragazze?" chiesi. Finalmente si fermarono, fissandomi intensamente.
Lo sapevo io! Dovevo avere la forma del cuscino ancora stampata in faccia per essere guardata in quel modo.
"Rob è scesa in paese con Niall a comprare della vernice per il capanno. Sophy, bo" commentò Louis, spingendo via Zayn che finalmente si mise in piedi e "Porca puzzola, Louis! Stanotte ho dormito sul divano e mi sono spaccato la schiena! Non puoi andare nel tuo letto a sdraiarti?" sbraitò.
Il castano sbuffò, lasciando il posto libero a Zayn che si sdraiò con un enorme sorrisone stampato sul volto. Di nuovo cadde un silenzio tombale, interrotto ogni tanto dalla musica che proveniva dalla tv accesa.
"Com'è finita ieri sera?" chiesi d'un tratto.
Il moro voltò lo sguardo nella mia direzione, aggrottando la fronte "In che senso?" chiese.
"Nel senso che non ricordo completamente nulla" lo illuminai, addettando una nuova fetta biscottata.
Sul viso del moro comparì un sorriso che mi fece rabbrividire. Non mostrava nulla di buono.
"Ma non ricordi niente, niente, niente?" mi chiese, spegnendo la tv e venendosi a sedere nella sedia di fronte alla mia.
Ah, prima caccia Louis per lasciargli libero il divano e poi si viene a sedere su una sedia? Molto coerente, Malik.
Annuii, finendo di bere il latte.
Il moro scoppiò a ridere e io lo guardai male. E ora che aveva?
Mi alzai, posando il bicchiere sporco nel lavandino, vicino agli altri piatti sporchi, e mi rimisi comoda sulla mia sedia, giungendo le mani a mò di preghiera.
"Pakistano, che è successo di così divertente?" interruppi le sue risate, provocandolo con un calcio al ginocchio.
Lui si massaggiò la parte lesa, fulminandomi con lo sguardo; poi prese un profondo respiro e finalmente si decise a dirmi tutto.
"Stavamo giocando alla botiglia... -e fin qui c'ero arrivata- e tutti facevano strane proposte, tra cui: Rob è rimasta in reggiseno per tutto il resto del gioco, Sophy ha dovuto baciare il capezzolo ad Harry, Niall ha dovuto scendere le scale di culo...Sai che Louis si è ficcato una carota nel naso da piccolo? Ecco perchè ora le teme!" squittì.
Lo guardai ancora confusa "Sì, ma dimmi perchè ero nel letto di Harry, con lui" dissi velocemente.
Quando si trattava di farsi raccontare qualcosa da Zayn, quello avrebbe iniziato dalla sua nascita, per arrivare alla conclusione quando ormai si erano addormentati tutti. Una volta mi chiese se il suo racconto su una certa Becky mi stava annoiando, ed io risposi con un semplice 'No, io sbadiglio quando mi interessa qualcosa'. E ci aveva pure creduto.
Tanto sta, che anche ora era partito a fare uno dei suoi monologhi, cominciando a raccontarmi quando io avevo proposto di fare uno stupido gioco.
"Malik, taglia corto! Non ho sette vite come i gatti" lo interruppi, stanca.
Lui sobbalzò spaventato dal mio tono scocciato, poi si passò una mano tra i capelli, spettinandoli "Eri semplicemente ubriaca e, cantando le note di Heidi, hai detto che avresti voluto dormire con il tuo fratellino almeno una volta, prima di morire" mi spiegò, incazzato. E poi sono le donne ad essere confuse sul proprio stato d'animo. Ok.
"Ah" dissi solamente, tirando un sospiro di sollievo "Quindi io e lui...no" ondeggiai l'indice, negativamente.
Il pakistano alzò le spalle "Che ne so io cos'è successo in quella stanza! So solo che anche Harry voleva dormire con te e ti ha preso in braccio, cadendo tre volte nelle scale prima di raggiungere il primo piano" disse.
Sorrisi felice. Almeno non era successo nulla di grave la sera prima.
Il mio cellulare suonò tra le mie mani. Lessi il nome di mio padre stampato sul display e aprii il messaggio per leggerne il contenuto.
 
'Che figlia che ho! Non si fa sentire mai! Telefonami ogni tanto, eh.'
 
Sorrisi, scuotendo la testa. Beh, forse era anche ora di dire al mio paparino come stavano andando le vacanze a casa sua.
Mi alzai dalla sedia, sbiascicando un misero "Devo fare una telefonata" avvertendo il moro. Mi appoggiai al lavandino pieno di roba sporca, componendo il numero di mio padre, che conoscevo a memoria.
"Ah -mi girai verso Zayn, che aveva attirato la mia attenzione- non ti ricordi nemmeno la slinguazzata di cinque minuti che hai avuto con la tua migliore amica?" disse, lasciandosi cadere di nuovo sul divano.
Mi strozzai con la mia saliva, tossicchiando e sentendo mio padre richiamarmi dall'altro capo del telefono "Simone, tutto bene?" provò.
Mi diedi qualche colpetto al petto nella speranza di riprendermi, mentre notai Zayn lasciarsi andare ad una sonora risata dal fondo della stanza. Mi ripresi.
"Scusami un attimo, papà" misi una mano davanti al microfono del cellulare, richiamando il moro "Quale delle due?" chiesi, curiosa.
Il moro si accomodò meglio sul divano "Sophy" disse tranquillamente.
Oh mio Dio...
"Simone? Ci sei ancora?" ritornai al telefono, appoggiandolo all'orecchio.
"Sì, sono qui" mi feci sentire, finalmente.
"Che sta succedendo in quella casa? Non mi dire che mi torni incinta!" sbraitò. Avampai solo alla parola. Come poteva pensare una cosa del genere? Fissai fuori, oltre la finestra.
"Sì, sono incinta dello Spirito Santo. Papà, meno roba, per favore" lo pregai, passando un dito sul lavello freddo.
"Ti pare che non so con chi stai? Conosco Harry, e anche i suoi amici. Stai attenta" continuò, insistente.
Sbuffai sonoramente, cambiando discorso "Che fai?" chiesi, atona.
"Oh, stavo scopando" sobbalzai alle sue parole.
Mi schiarii la voce, timida "E hai smesso...per rispondermi?" chiesi. Mi voltai verso Malik che, notando il mio cambio di voce, aggrottò la fronte.
Lasciai perdere il pakistano, ascoltando mio padre "Certo! Per mia figlia, questo e altro" disse.
Oh santissima capra di Heidi!
"Ehm...lei come l'ha presa?" chiesi. Appoggiai il mio sedere al lavandino, stanca di stare alzata.
Ci furono pochi secondi di silenzio "Chi? La scopa? L'ho appoggiata al muro ed è ancora lì che mi aspetta".
Scoppiai a ridere, dandomi della stupida per quello che avevo pensato.
"Aspetta un minuto -si riprese mio padre- cosa avevi capito?" chiese.
Scattai subito sul posto, farfugliando un "E' arrivata Rob con la vernice. Ci sentiamo. Ciao" attaccando velocemente.
Era arrivata davvero Rob con la roba per verniciare il capannone, però volevo tagliare anche corto quella stranissima conversazione che stava avvenendo con il mio papà. Non ero pronta per parlare con lui di certe cose.
"Oh, buongiorno" mi schioccò un bacio sulla guancia, Niall.
"A te" risposi solamente, guardando curiosa Rob che distolse lo sguardo non appena incontrò i miei occhi.
Oh, eddai! Mica avevo baciato lei!
Quando entrò nella sala anche Louis, sentii la porta del retro aprirsi e Sophy, seguita da Liam e Harry, entrarono in casa. Adesso c'eravamo proprio tutti.
"Buongiorno" annunciò Liam, sedendosi su una sedia. Lo guardai malissimo, anche perchè aveva un sorriso strano stampato sulle labbra, come di chi la sapeva lunga.
Ma prima che potessi dire qualsiasi cosa, la voce di Rob richiamò l'attenzione.
"Che confusione" urlò.
"Sarà perchè ti amo" continuò Niall, venendo subito fulminato con lo sguardo dalla mia amica "Scusate" disse subito.
"Sono seria ragazzi! Questa casa è un porcile, ancora dobbiamo finire il capannone e fra tre giorni abbiamo la festa" sbraitò severamente.
Ecco la mia Rob.
Ci fissammo tutti per qualche secondo, accigliati.
"Beh -parlò Sophy- siamo otto: quattro finiscono il capannone e quattro si dedicano alle pulizie" suggerì.
L'idea non era male in fin dei conti.
"Io e Zayn ci dedichiamo al passaggio dei fili della luce" alzò una mano Harry, facendosi notare.
"Io pulisco in casa" commentò Sophy, prendendo delle spugne da sotto il lavandino.
"Io ti aiuto" si aggiunse Louis.
 
Alla fine ci dividemmo secondo chi voleva fare cosa. Io, Harry, Liam e Zayn eravamo addetti al gazebo sul retro per la festa, i restanti dovevano portare a lucido la casa. Lo ammetto: non sarò una brava mogliettina.
Legai i capelli in un'alta coda, spostando i ciuffi dietro le orecchie. Liam gettò a terra dei secchi pieni di vernice colorata, porgendomi un pennello.
"Buon lavoro" mi disse poi, prendendo anche lui un pennello e andando sul retro del gazebo.
Afferrai qualche latta di verde acceso e decisi di fare il lavoro più pesante. Salii la scala, arrivando al tetto.
Mi chinai sulle ginocchia, aprii una delle latte, immergendo poi il pennello nel colore. Cominciai a spennellare sul tetto.
 
Quanto era passata? Un'ora? Due? Fatto sta che stavo crepando di fame. Tra poco sarebbe arrivata l'ora di pranzo ed io avevo fatto solo il tetto: verde con qualche striscia rossa per spezzare.
Devo ammettere che Rob e Niall avevano scelto dei bellissimi colori accesi; siamo pur sempre in estate, e io odio a prescindere il nero.
Scesi le scale, osservando dal basso il mio capolavoro.
"Sei brava" cacciai un urlo, saltando sul posto. Accidentalmente macchiai la maglia bianca -poi ditemi chi sarebbe il cretino da indossare una maglia bianca quando decidi di dipingere una casa- di Liam, che mi aveva fatto il complimento ben accetto.
"E anche distratta" commentò osservando il mio disastro.
"Colpa tua che arrivi alle mie spalle quando meno me lo aspetto" mi difesi, ovviamente.
Lui rialzò lo sguardo, aggrontando la fronte "Ti aspetti che venga da te?" chiese, ridacchiando.
Alzai gli occhi al cielo "Non fare il cretino! Sai quello che intendevo dire" mossi il pennello bruscamente, schizzando altro colore sulla maglia e sulla faccia di Liam, non contento della mia sbadataggine.
"Ops..." sussurrai, davvero dispiaciuta, ma allo stesso tempo ridacchiando.
"Ah, così lo trovi divertente?" chiese retorico. Si abbassò, infilando il pennello nella vernice rossa "Hai una macchia" disse "Proprio qui" finì dopo, spennellando il colore sul mio naso.
Oh bene! Adesso assomigliavo ad un pagliaccio!
Scoppiò a ridere. Non me la sentii a passare, così mi abbassai a mia volta, immergendo una mano e pulendola sui suoi bellissimi jeans estivi.
Mi guardò con la bocca spalancata, mentre ridevo di gusto.
"Non è finita qui" disse, per poi girare i tacchi e scomparire dietro la casetta.
Mi ripresi dalle risate, scuotendo la testa. Dovevo finire il lavoro prima di pranzo.
Almeno speravo che qualcuno, dentro casa, oltre le pulizie avesse pensato anche a cucinare.
Presi di nuovo il mio pennello tra le mani, facendo la prima passata sul legno scuro della casa. E così andai avanti per un altro paio di minuti.
"BOOH!" urlò Liam alla mia destra, lanciandomi addosso qualcosa. All'inizio pensai a dell'acqua, vista la consistenza liquida.
Poi, quando vidi la mia salopette e le gambe colorate di un blu acceso, alzai di scatto il volto dal mio corpo, ringhiando un  "LIAM JAMES PAYNE, MI HAI APPENA DICHIARATO LA GUERRA" dissi.
Lui, dal canto suo, rise.
Pensai velocemente, cambiando subito il mio umore, e facendo comparire un sorriso che più falso non esisteva.
"Ehy Liamuccio?" lo chiamai. Lui si fermò subito, spaventato. 
"Lo vuoi un abbraccio?" dissi, alzando le braccia a mezz'aria e avviandomi a piccoli passetti verso lui.
Sbarrò gli occhi, esclamando un "Non ci provare, Simone. Rischi!"
Pff. Le sue parole erano solo bugie per farmi spaventare. Non gli diedi il tempo di dire altro che gli corsi in contro.
Si girò di scatto, cominciando a correre dall'altra parte, cercando di sfuggirmi.
"E dai Liam! Devi pagarla!" gli urlai dietro. Ma era eccessivamente veloce.
Così cambiai le carte in tavola. Quando fu abbastanza lontano da me, girando la casa, voltai dall'altra parte, spuntandogli davanti subito dopo.
Non ebbe il tempo di fermarsi che mi aggrappai al suo collo, facendogli perdere l'equilibrio e buttandolo a terra di spalle.
Mi ritrovai spiaccicata sul suo corpo, intenta a strofinarmi come un serpente fa al suolo, colorandolo della sua stessa arma.
Ridevo, perchè vedere Liam contorcersi sotto il mio peso era una cosa assolutamente esilarante. Poi, i suoi gridolini tutt'altro che femminili, rendevano il tutto il top!
"Simone!" mi misi dritta con la schiena, ancora le gambe aperte ai lati del bacino di Liam, osservando un Harry parato davanti a noi con le mani posate sui fianchi.
"Posso spiegare" dissi immediatamente. Per fortuna uscì dal gazebo anche Zayn, con in mano dei strani fili, chiedendo ad Harry quale dovesse collegare e dove.
Il riccio non si degnò di rispondere all'amico; anzi, continuò a battere un piede a terra con fare da genitore.
Decisi di alzarmi, provando a spiegare un pò la situazione.
"Mi ha tirato addosso della vernice e io..." mi interruppe, alzando un dito e posandomelo sulle labbra.
"Non mi interessa cosa fai con i miei amici! Ma per favore, sopra ci sono delle stanze da letto...Usate quelle" disse.
Liam scoppiò a ridere, mettendosi in piedi. Zayn, al fianco del riccio era perfino più confuso di me.
"Eh?" dissi sconcertata.
"Ah, usate le precauzioni, che, se non avete, potete benissimo trovarle nel cassettino dell'auto. Ne ho fatto una scorta" disse con aria trionfante.
Al mio occhio sembrò venir uno strano tic, che decisi di stroncare con una semplice frase "Io mi vado a lavare, che è meglio" mi avviai verso la casa.
"Non è finita qui" ripetè Liam dietro le mie spalle.
Alzai il dito medio, senza nemmeno voltarmi, e stavolta sentii ridere Harry.
 
 
La giornata era bella, il sole era alto e caldo nel cielo, io adesso ero tranquillissima...Quindi, non era una normale giornata.
"Vieni a giocare con noi?" voltai lo sguardo, lasciando perdere la tv e osservando Sophy sul ciglio della porta.
"A...?" la spronai a continuare.
Strinse bene la porta dell'entrata tra le dita "Abbiamo optato per un gioco più...normale" disse. Chiusi gli occhi, battendo poi due colpi sul divano, invitandola a sedersi al mio fianco.
Tentennante, si accomodò al mio fianco. Si chiuse a riccio.
"Senti Sophy, io non ricordo assolutamente nulla di ieri sera. Giuro! Però mi hanno detto quello che è successo, e mi dispiace" dissi.
Lei alzò lo sguardo "No, è stata colpa mia. Ho deciso io il tuo obbligo e qualcuno -alzò gli occhi al tetto- me l'ha fatta pagare come si deve" commentò.
"Amiche come prima?" chiesi.
Lei rise "Anche di più" mi abbracciò, soffocandomi.
La staccai subito con forza, guardandomi in giro "Ti prego, per qualche giorno evitiamo queste scene o quelli là penseranno che dopo il bacio abbiamo capito qualcosa" mi alzai dal divano.
Mi seguì a ruota, venendomi dietro mentre uscivamo di casa.
"Ah, però sei una brava baciatrice" per poco non caddi dai tre scalini.
"SOPHY!" notai tutti girarsi nella nostra direzione. La mia amica ridacchiò, sorpassandomi.
"E' un complimento, credimi" si fermò vicino ai ragazzi.
Quando li raggiunsi anche io, stavano confabulando su cosa fare quel pomeriggio.
"Io propongo un classico" disse Niall, attirando l'attenzione su lui "Che ne dite del gioco del fazzoletto?" propose.
Oh ma dai! Davvero avevo deciso di venire in vacanza con questi? Mi immaginavo già la festa tanto pensata da loro con clown e pupazzi dei cartoni giganti. Dovevo anche immaginare il tema: cartone animato per una sera; tu chi sarai? Pikachu?
"Io passo" alzò una mano Zayn, sedendosi a terra.
"Evidentemente non vuole rovinarsi il ciuffo" lo colpì nel profondo Louis, ridacchiando.
"Allora è perfetto! Io tengo il fazzoletto e voi sei fate i giocatori" esultò, di nuovo, Niall.
A volte mi chiedevo se veramente quel ragazzo avesse la mia età. Ma ero sicura che non mi interessasse per niente, in realtà.
Dividendoci in due squadre, capitai con Rob ed Harry; mentre come avversario, il numero due, avevo un Louis tutto contento e saltellante, pronto a farmi fuori ad ogni gara.
Ma qualcosa cambiò: mentre Niall spiegava le solite regole del cavolo, Louis e Liam si scambiarono qualche parola sottovoce, per poi cambiare posto e farmi trovare un nuovo avversario.
Oh, allora era davvero una guerra?
Sorrisi beffarda quando il castano mi salutò con una mano a mezz'aria.
Il gioco iniziò: Louis capitò contro Rob; la prese in giro per i primi secondi, poi le riuscì a fregare il fazzoletto e tornare alla base con una velocità supersonica. Altro che Bolt! Qui Tomlinson sembrava aver messo un peperoncino dove non batte il sole.
Ridacchiai, incoraggiando Rob a tornare al suo posto.
Quando Niall chiamò il numero tre, Harry e Sophy partirono di corsa, fermandosi poi davanti al fazzoletto e lanciandosi occhiatacce.
O si davano una mossa, o sarei morta lì da un momento all'altro.
Harry tirò i capelli a Sophy, facendola distrarre e così da poter fregarsi il fazzoletto senza problemi.
"Hai barato" urlò la mia amica, ma Harry continuò a fare il cretino, ballando su un piede e uscendole la lingua.
Avevo l'impressione che questo gioco sarebbe terminato a breve.
Niall continuò ad urlare per altre volte gli stessi numeri, facendomi così scocciare dal gioco.
"Ma a noi non chiami mai?" lo interruppi prima che potesse urlare di nuovo o il numero di Harry o quello di Rob. Era andato anche fin oltre con quel gioco.
Vidi Liam appoggiarmi, incrociando le braccia al petto. Il biondo sorrise, nervoso.
"Avevo paura di farvi picchiare" disse e per poco non mi cascò la mascella a terra. Che cosa? Era serio?
"Niall" dissi incazzata.
"Va bene, va bene. Il prossimo è il vostro numero" si mise di nuovo dietro la linea bianca, Niall, alzando il braccio e mostrando bene il fazzoletto.
Mi preparai, aspettando le parole di Niall che non tardarono ad arrivare.
"Numero... -trattenni il respiro- DUE!" urlò.
Cominciai a correre nella direzione di Niall, e lo stesso fece Liam, arrivandomi proprio di fronte e allargando le braccia proprio come me.
Aspettavo che facesse la prima mossa, ma sembrava avermi letto nel pensiero. Quindi, che dovevo fare?
Sorrisi falsamente, afferrando di colpo il fazzoletto e cominciando a correre verso i miei compagni di squadra. Qualcosa, però, mi bloccò.
Non riuscii a tenermi in piedi, sentendomi tirata per la maglietta e perdendo l'equilibrio, ritrovandomi spiaccicata a terra con sopra Liam che rideva vittorioso.
"Oh, ciao. Non è la prima volta che ci troviamo in questa posizione, solo con parti diverse, stavolta" sghignazzò al mio orecchio.
Sentii esultare i suoi compagni di squadra, mentre i miei mi aspettarono al loro posto con le mani ai fianchi.
Mi pulii i pantaloncini una volta rimessa in piedi, tornando al fianco di Harry e sussurrando un "Il mio unico talento è respirare" facendolo ridere di gusto.
E il gioco continuò.
 
*  *  *
 
"Te la sei presa per così poco?" con la coda dell'occhio, notai che fosse Liam quello a parlare.
"Bah" commentai solamente, tornando a lavare la lattuga.
"E dai che oggi ci siamo avvicinati un pò" lo sentii abbracciarmi da dietro e per poco non mi cascò tutto nel lavandino. 
Con ancora la bocca spalancata, dissi "Scollati" dando un colpo di bacino per liberarmi dalla presa.
Mi voltai un momento, notando che al fondo della sala erano presenti solo Louis e Sophy stravaccati sul divano, intenti a guardare qualche noioso film. Gli occhi della mia amica erano praticamente chiusi.
"Tranquilla, nemmeno ci calcolano" suggerì Liam. Lo guardai male, tornando poi a finire il mio lavoro.
Avevo promesso di fare un pò di insalata per cena stile Simone! Non mi potevo tirare indietro.
Liam tornò all'attacco, abbracciandomi da dietro e posando il mento nell'incavo del mio collo.
Inspira ed espira. Non dovrebbe essere difficile, no? Mantenere la calma ed evitare di lanciare calci senza sosta.
"Perchè non mi cerchi mai?" disse in un sussurro.
Voltai di poco la testa, trovandomi il viso di Liam pericolosamente vicino "Potrei rettangolarti, se vuoi".
Mi guardò male, non capendo.
"Levati dalle palle, Payne" lo spinsi via, sicura.
Ma che si era fumato quel tizio? Nemmeno fosse una cosa normale venirmi ad abbracciare così, senza motivo.
Lui ridacchiò, lo stesso, facendomi imbestialire.
"Senti Liam -posai il coltello- ho promesso di preparare una bella insalatona per cena. Se continui a distrarmi, non finirò mai in tempo" dissi seria.
Lui in risposta, chiuse le mani a mò di preghiera "Allora ti aiuto" disse convinto, guardandosi poi intorno per capire dove mettere le mani.
Scossi la testa "Prendi i pomodori nel frigo" lo avvertii, tornando poi a recuperare il coltello per finire il mio lavoro.
"Fatto, e ora?" tornò all'attacco Liam.
Stavolta sorrisi, scuotendo la testa. Perchè voleva aiutarmi a tutti i costi? Poteva benissimo uscire fuori e andare ad aiutare gli altri finire quello che avevamo iniziato noi quella mattina.
"Che rompimento di palle che sei" dissi, spingendolo di poco per sciacquare la lattuga.
"Pff, non sette o otto?" lo guardai male.
"Che?" chiesi confusa.
"Chupaaaaaa" quasi urlò.
Lo bagnai leggermente con l'acqua del rubinetto, scrivendo la mia morte.
"Oh, non dovevi farlo" mi intimò.
Feci finta di tremare "Oh mamma, ho paura" lo presi in giro.
Lui fece una smorfia, lasciando poi cadere i pomodori nel lavandino "Devi averne" disse serio.
Lasciai cadere anche io nel lavandino tutto quello che avevo tra le mani, cominciando a correre per la sala, ridendo.
Liam mi venne dietro, ridendo anche lui, con l'intento di prendermi. Salii sul divano, facendomi rimproverare dai due che erano intenti a guardare il film, mentre continuai a correre per la stanza.
Finii la mia corsa mentre salivo le scale, dove, grazie alle braccia lunghe, Liam riuscì a bloccarmi per un piede e buttarmi a terra. Ed erano tre le cadute quel giorno!
"Ops..." sussurrò lui, dietro me.
E ora che voleva farmi? Il suo sorrisetto non mi mandava buoni messaggi.
"Oggi ti osservavo" interruppe il silenzio, facendomi aggrottare la fronte "Mentre giocavamo, intendo. Anzi, anche stamattina se devo essere sincero".
Ancora bloccata sotto il suo peso, perchè sì, si era anche seduto sopra di me, come se fosse una cosa normalissima, in cima alle scale "Arriva al punto" tagliai corto.
Mi guardò male, dall'alto "Stavo dicendo...Non mi sono mai accorto che hai il vizio di nascondere il tuo fisico" che cosa?
"Ok, è ufficiale. Fai uso di roba davvero pesante! Ma che stai dicendo se proprio ieri..." mi bloccai. Oh cazzo.
Liam mi guardò, sorridente "Non ci provare" cercai di liberarmi "Liam, ti meno, eh!" lo avvisai.
Non mi sentì, cioè, fece finta di non farlo e piano piano abbassò una bratellina della mia canotta.
Andai in iperventilazione: va bene quando mi spogliavo io, ma che cavolo stava facendo?
"LIAM!" urlai. Lui rise di nuovo, ma finalmente si tolse dal mio povero corpo.
Cominciò a scendere le scale velocemente e quando mi alzai, lo seguii più incazzata di prima.
"Se ti prendo..." lo intimai. In effetti nemmeno sapevo cosa fargli, ma l'avrei fatto soffrire in qualche modo.
Vidi Louis alzarsi di malavoglia dal divano, stiracchiando le braccia al cielo.
"Fermalo" gli ordinai. Lui mi guardò confuso, poi bloccò in tempo Liam che cercò invano di liberarsi.
Mi avvicinai con passo pesante, decidendo alla fine di staccargli un capello.
Dopo un sonoro 'ahia' di dolore, mi andai a rifugiare in cucina, soddisfatta. Avevo il suo dna, potevo usarlo a mio piacimento.
Gettai il capello nella pattumiera. Che genia!
Mi lavai le mani, tornando alla mia insalata.
Liam mi raggiunse e imprecai mentalmente.
"Me la pagherai" di nuovo? Ancora? E basta!
"Sono povera e pazza; ora per favore, apparecchia che a momenti rientrano gli altri" lo avvisai, dandogli le spalle.
 
Passò circa mezz'ora; la cena era pronta, la tavola pure...Mancavano le persone.
"Dite che li dobbiamo chiamare?" provò a dire Sophy.
"Io direi di cominciare a mangiare" guardai male Louis "Oppure, meglio chiamarli, sì" disse subito, correggendosi.
Liam si alzò per andare a chiamarli, ma quando arrivò a metà stanza, il resto della banda era rientrata in casa.
Tutti presero posto, aspettando la loro cena.
Li servii tranquillamente, prendendo poi posto tra Louis e Sophy.
Mangiammo in silenzio, interrotto alla fine da Zayn "Ah, siamo stati poco fa al lago con Harry" mi venne spontaneo guardare Liam e, stranamente, sorridere "Abbiamo deciso di passare la giornata lì, domani. Il gazebo è pronto, manca solo di far asciugare il tutto e controllare se tutte le luci sono al posto giusto" finì, imboccandosi.
Accettammo tutti senza problemi. Almeno ci saremmo goduti gli ultimi giorni come si deve e non a finire un capannone che solo mio padre poteva progettare.
"Ah, Simone! -mi chiamò Harry- Prima ho parlato con tuo padre, e mi ha detto che avete una questione in sospeso per una certa scopa" quasi mi strozzai con quelle parole.
Sophy mi diede qualche colpetto sulle spalle, aiutandomi.
Alzai lo sguardo, sorseggiando un pò dell'acqua dal mio bicchiere. Gli occhi di Liam erano fissi su di me e subito pensai al peggio.
Tutto quello che stava facendo, ultimamente, mi metteva una paura assurda addosso.
 
 
  
 
EHIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Ok, ok, ok. Parliamo della cagata di capitolo che ho messo cc
Scuuuuuuuusate, sono tre giorni che la rileggo, cercando pure
di cambiare questo schifo di finale, senza risultati.
 
Quindi, se non vi piace, tranquilli...vi capisco :c
 
Fatevi sentire con qualche recensione, siete tutte bellissime
skda non finirò mai di ringraziarvi abbastanza c:
PS: IL PROSSIMO SARA' DEDICATO A QUALCOSA DI PARTICOLARE sajhdka

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Capitolo 6
*** Sai che cominci a rischiare, rossetto rosso? ***




SAI CHE COMINCI A RISCHIARE, ROSSETTO ROSSO?
 
 
*Scusate se ci sono errori,
non ho riletto :c 
Faccio appena ho due minuti liberi,
promesso :)
 
 
"Simone...Simone" mi sentii smuovere nel letto. Così decisi di girarmi dall'altra parte, mormorando.
"E' stato quell'idiota di Styles" dissi con la voce impastata dal sonno.
Sentii delle risate e allora capii di aver detto qualcosa di sbagliato.
Aprii un occhio, ritrovandomi la faccia di Sophy a pochi centimetri dalla mia. Mi trattenni dall'urlare, spaventata.
"Che stai facendo in camera nostra?" chiesi.
Lei mi fece segno di abbassare la voce e io la guardai male, non capendo.
Mi girai nel letto, trovandomi Rob dall'altra parte con un sorrisone stampato sulle labbra.
"Non vedo l'ora..." dissi, e Rob mi guardò stranita.
"Di fare che?" infatti, mi chiese confusa.
Alzai gli occhi al cielo, per quello che potevo visto che stavo morendo stranamente di sonno, e "Non vedo la sveglia, se magari ti sposti" appoggiai una mano sulla sua testa, abbassandola.
Sbarrai gli occhi, girandomi verso Sophy nella speranza di trovare una spiegazione al loro risveglio delle 5,30 del mattino. E doveva essere una buona scusa!
"Ieri sera i ragazzi hanno fatto un pò baldoria" strinse le dita a due fessure, come a presa in giro.
In effetti quella notte avevo dormito ben poco per colpa di quegli idioti. Nemmeno ci fosse stata Megan Fox in sala.
Li avevamo lasciati in cucina verso le undici a guardare un film horror in tv. Poi avevamo cominciato a sentire musica, c'erano stati anche rumori di bottiglie e di sicuro avevano cominciato a berne qualcuna da quelle della festa.
"E adesso sono come in coma" finì soddisfatta, Sophy.
Appoggiai tutto il peso sui gomiti, stropicciandomi un occhio nella speranza di svegliarmi completamente.
"Vuoi dirmi il tuo piano o vuoi farmi morire ancora di più di sonno?" dissi scocciata.
La vidi sorridere di più e sentii il letto muoversi. Girai lo sguardo, notando Rob scendere dal letto e indossare qualcosa di comodo. Le due avevano in mente qualcosa, per forza!
"Uhm..qualche scherzetto" disse poi Sophy, riportando la mia attenzione su di lei.
"Del tipo?" chiesi ancora curiosa.
Sbuffò sonoramente, tirandomi le coperte e invitandomi a scendere dal letto "Alzati e ti spiegherò tutto" sbottò.
Di malavoglia, abbandonai il mio materasso morbido.
 
"Dentifricio?" chiese Sophy, con voce leggermente più rauca.
"Ce l'ho" rispose Rob, al mio fianco, impugando il tubetto di dentifricio in una mano.
"Carta igienica?" chiese di nuovo Sophy con un tono altezzoso. 
Le sventolai un rotolo davanti agli occhi, poi sospirai "Dobbiamo continuare ancora per molto?" chiesi scocciata.
Sophy alzò gli occhi al cielo "Tu non hai capito la gravità della cosa..." e bla bla bla.
Mi aveva raccontato di Liam e il suo russare almeno dieci volte in dieci minuti. E l'avevo capito! Mica ero ritardata!
"L'ho capito. Ma...perchè tutto questo?!" chiesi, indicando le varie armi che ci eravamo preparate.
Sophy sghignazzò, seguita da una risata malefica da parte di Rob. Ma dov'ero finita?
Pestai un piede per terra, interrompendo le risate inutili "La smettete?" ringhiai a denti stretti.
A quelle parole, Rob tornò seria "Liam non ti stava sulle ovaie?"
Ma è ovvio! Perchè pensava il contrario?
Annuii con foga, senza lasciar trapelare altre emozioni. Insomma, per quanto odiassi quel ragazzo, questa mini vacanza me lo stava facendo guardare in un altro modo. E non mi piaceva, no!
"Ecco, brava. Tieni questo e donagli la tua vendetta per tutte le volte che ti ha fatto salire i nervi" mi passò il tubetto di dentifricio.
Mi passai tra le mani l'oggetto di plastica, leggendone sbadatamente il nome impresso sopra, pensando a cosa avesse potuto farmi di grave fino al punto da dichiararmi quasi guerra.
La bratella! Oh, sì! Questa era una scusa bella e buona! Gliel'avrei fatta pagare, ovvio! Si era permesso quasi di spogliarmi in cima alle scale ed io gli avevo detto che non sarebbe finita lì. No.
Sul mio viso comparve un sorriso compiaciuto, mentre sentii le braccia di Sophy stringermi forte "Hai appena avuto un'idea geniale, lo so" mormorò, sicura.
Ci staccammo dall'abbraccio e Rob prese parola di nuovo, prima di iniziare il nostro piano "Io Niall ed Harry, tu -indicò Sophy- Zayn e Louis. Lasciamo tutto il divertimento a Simone con Liam" rise di nuovo, tappandosi la bocca quando capì che stava esagerando.
Rimasi per qualche minuto in silenzio, a pensare. Da quando Rob era diventata così maligna?
Certo, fare dei scherzi a degli amici non era qualcosa di maligno. Ma da Rob proprio non me l'aspettavo.
"Siete pronte?" mi riportò alla realtà, Sophy.
Annuii insieme a Rob, mentre Sophy ci passò della pittura nera.
"Che devo fare?" chiesi, confusa.
La mia amica infilò due dita nella tinta, colorandosi poi la faccia con due strisce proprio sotto gli occhi, facendomi capire. Allora era proprio guerra?
Raccattando la roba che ci serviva, ognuno di noi prese strade diverse.
Liam quella notte aveva dormito, per quelle poche ore, in camera di Sophy. Quindi era quella la mia meta.
Aprii la porta con la mano libera, cercando di non far casino come al mio solito.
La stanza era completamente al buio; le tapparelle erano leggermente aperte, giusto per far filtrare un pò di luce solare. Proprio a momenti sarebbe sorto il sole.
Camminai in punta dei piedi per la stanza, stappando poco prima di arrivare al letto il tappo del dentifricio. Ne uscii una buona parte e allungai la mano, fino a fiorare i capelli di Liam.
Erano soffici, morbidi come se la sera prima avesse fatto lo shampoo. Ed emanavano un buon profumo, anche.
Quasi mi dispiaceva rovinargli quello stato. Ma ormai era troppo tardi.
Le mie dita continuarono ad infilarsi tra i capelli, sporcandoli di dentifricio. Non avrebbe mai capito chi, tra me, Rob e Sophy avesse fatto il danno. Per questo ero tranquilla.
Liam sembrò muoversi e d'istinto ritirai le mani dai suoi capelli. Per fortuna non si svegliò, si voltò solo dalla parte opposta, deglutendo rumorosamente.
Eppure non stava russando. Che fosse un piano di Sophy pensato ancora prima di venire a questa gita?
Girai intorno al letto, salendoci sopra con un ginocchio per fare ulteriore danno sulla pelle di Liam. 
Sfilai la matita nera che Rob aveva sacrificato di malavoglia, stappando il tappo e cominciando a far emergere la vena artistica che si nascondeva in me.
Occhiali, baffi, qualche neo sparso qua e là sul volto della mia povera vittima erano la cosa più bella che avessi mai disegnato.
Poi passai alle cose più serie: con un sorriso stampato sul volto, presi un rotolone di carta igienica, cominciando a riempire la stanza come se fossero tanti laser di protezione.
E riempii il pavimento di borotalco.
Mi girai un'ultima volta prima di andarmene completamente dalla stanza, con ancora la mano appoggiata sulla maniglia della porta. Liam dormiva tranquillo, incombe del suo aspetto. Il petto si alzava e abbassava ad un ritmo regolare, tranquillo, mentre la bocca, semi-aperta, lasciava uscire piccoli sbuffi di tanto in tanto.
Quasi mi faceva tenerezza.
Mi girai di nuovo verso la porta, pronta ad uscire da quella stanza e tornare dalle altre per sapere com'era andato il loro piano; ma qualcosa mi bloccò.
Ricordai di aver portato un oggetto con me, qualcosa che le altre avevano deciso di non utilizzare.
Lasciai perdere la porta e ritornai al letto, con Liam ancora sopra dormente.
Stappai il tappo del rossetto rosso fuoco, inumidendomi le labbra in modo compatto.
La vendetta era così bella!
Mi abbassai al livello del viso di Liam, riuscendo perfino a sentire il suo respiro sbattere addosso al mio, sfiorando con le labbra l'angolo della sua bocca.
Colpa della sua posizione ingombrante, colpa della poca luce, colpa del mio non prestare attenzione. Ma le labbra di Liam stavano toccando accidentalmente le mie. Le mie toccavano le sue.
Mi staccai velocemente, constatando il mio capolavoro finito. Potevo andarmene, ora.
Prestai massima attenzione uscendo, richiudendo la porta alle mie spalle con un sorriso stampato sulle labbra.
Dal fondo del corridoio, notai Sophy e Rob uscire dalle camere degli altri. Diciamo che il piano era stato portato al termine.
 
*  *  *
 
"Bastarde" era la tredicesima volta che Louis ci chiamava in quel modo, mentre cercava, invano, di aiutare Niall a togliersi i disegni non tanto graditi stampati sulla faccia.
Avevo conosciuto Rob sotto un aspetto più...tranquillo. Ma dopo quella notte, e le varie opere fatte nella stanza di Niall ed Harry, beh...Dovevo pensare il contrario.
Afferrai del pane, gettandolo dentro un cesto che poi ci sarebbe servito per pranzare al lago.
Avevamo preparato tutto: palla, mini rete, cibo, libri e anche una piccola radio portatitle da portare al lago e passare così una bellissima giornata.
Ovviamente, stavamo perdendo tempo aspettando i ragazzi racattare tutto il danno che avevamo creato nelle varie stanze, compreso il salotto dove Harry aveva dormito sul divano.
Diciamo che tra tutti i ragazzi, Liam era stato quello più fortunato. Cioè, non avevo per niente esagerato e si vedeva anche!
Sophy, ridendo, prese il cesto pieno di cibo urlando un "Ci vediamo in auto, muovetevi" mentre cominciò ad uscire dalla casa.
Le andai dietro, bloccandomi di colpo quando qualcosa mi trattenne per un braccio. Mi voltai e notai Liam guardarmi furente.
"Voi!" ringhiò a denti stretti.
Ah già! Ecco chi mancava all'appello!
Harry e Zayn stavano aiutando Rob a caricare le cose in auto per non partire troppo tardi, mentre Niall e Louis stavano finendo di pulirsi il viso disegnato e i capelli colorati con del mascara blu. Sophy era appena uscita di casa...
"Che c'è Liam?" scherzai, ovviamente, scrollandomi dalla sua forte presa.
Un attimo dopo essere uscita dalla sua stanza, ero ritornata dentro avendo pensato che spostare l'orario della sua sveglia sarebbe stata un'idea geniale. E lo pensavo tutt'ora.
Nonostante avessimo fatto casino per tutta la mattina, Harry, per esempio mi aveva inseguita per tutta casa, cercandomi di imbrattare con della schiuma da barba che Rob gli aveva spruzzato in faccia, facendolo assomigliare a Babbo Natale.
Non era colpa mia se i ragazzi erano andati a letto tardi e non avessero -nel caso di Liam- sentito nemmeno tutto quel casino che avevamo creato di prima mattina.
Al contrario di me, Sophy aveva postato le sveglie anticipatamente, facendo cascare dal letto il resto della ciurma.
"Me la pagherete" disse, sicuro di sè.
Alzai le spalle "Contanti o assegno?" sentii Louis ridere dal fondo della sala.
Liam si voltò verso l'amico, fulminandolo, poi tornò a guardarmi "Sai che cominci a rischiare, rossetto rosso?"
Mi liquidò con quella frase, girando i tacchi e correndo al piano di sopra, deduco per cambiarsi.
Rimasi una manciata di secondi a sbattere gli occhi, incredula. Che avesse capito chi fosse stato l'arteficie di tutto il disastro in camera sua?
"Simone, ti vuoi muovere!" mi richiamò Sophy dal ciglio della porta, facendomi sobbalzare spaventata.
Mi avviai all'ingresso, passando l'ultima roba alla mia amica che si affrettò a portarla all'auto.
Ripensai ancora un pò quella frase. Il mio gesto era stato veloce, non voluto. Era la sua strana posizione e la mancanza di luce che mi aveva portato a sfiorare le sue labbra.
Senza rendermene conto, stavo mordendo il mio labbro inferiore con i denti. Poi Harry mi richiamò, dicendomi che era già l'ora di partire.
 
Il viaggio non fu lungo. Lunghissimo!
Louis aveva insistito di guidare, perchè lui era in grado di orientarsi con le cartine manuali. E infatti si era visto.
Eravamo arrivati nel paese vicino, eravamo rimasti bloccati dietro una specie di processione e dopo aver chiesto gentilmente ad un uomo la strada più vicina che portava al lago, finalmente stavamo parcheggiando vicino al molo.
D'istinto mi voltai verso Liam, intento a ridere con Harry che era appena inciampato su una pietra, troppo distratto a guardare Sophy togliersi la maglia e rimanere in costume.
Già, ci eravamo messi d'accordo di indossarli così da fare un bagno o prima, o dopo il pranzo.
Aiutai gli altri a scaricare la roba dall'auto, cominciando a sistemare sopra l'erbetta verde che attornava il lago.
"Non avevate detto che era così bello" si lamentò Niall, masticando una chewin gum in modo fastidioso.
Durante la visita al paese non voluta, ci eravamo fermati ad un bar per far svuotare la vescica di Louis. Niall si era comprato qualche pacco di caramelle e patatine, mentre Rob si era messa a leggere le varie cartacce attaccate a quella che doveva essere una vecchia bacheca appendi-poster.
"Sapevate che domani è la festa del paese in cui siamo appena stati?" la mora ci richiamò con una semplice frase.
Ognuno di noi, infatti, smise di fare quello che stava facendo, guardandola intensamente.
"Cioè?" si incuriosì Zayn.
Allora Rob prese un profondo respiro. Non era poi così tanto difficile da capire.
"Domani è la festa del paese e ci saranno giostre, giocolieri e tante attrazioni" spiegò, leggendo il foglio che aveva tra le mani.
"Qui dice che ci saranno i giochi d'artificio" le fece notare Liam, al suo fianco.
La mia amica annuì.
"Bene, potremmo farci un salto, allora" dissi io. Agli altri sembrò piacere la mia idea e tornammo ognuno a fare quello che stavamo facendo prima.
Mancavano tre giorni alla grande festa, come la chiamavano i ragazzi. E continuavo a pensare che sarebbe stata una noia mortale.
Harry ci aveva avvisato di stare tranquilli, non saremmo stati gli unici invitati. Stava provvedendo ad informare la nostra scuola della festa in montagna.
Peccato che la nostra scuola registrava quasi mille ragazzi. Styles non era mai stato bravo in matematica, e questo lo dimostrava.
Se tutti avessero deciso di venire a quella festa, -ma ne avevo i miei dubbi- come avremmo fatto col problema spazio?
Il capannone non era abbastanza grande per mille persone!
"Chi cucina?" chiese Sophy, ad alta voce.
Ovviamente, i ragazzi se la svignarono subito con la tipica frase "Siete donne".
Odiavo quella frase, quel pensiero. Odiavo che quella cosa l'avesse detta Payne!
 
Avevamo mangiato della carne arrostita, mentre adesso stavamo finendo la torta che aveva preparato Rob quella mattina stessa.
Mi leccai le dita, quando una pallonata arrivò in pieno sulla tovaglia, rovesciando l'intera coca cola sul mio completo.
Scattai in piedi, allargando la maglia e notando l'enorme macchia stampata al centro della maglia.
"Scusa, Niall non ha una buona mira" alzai lo sguardo, fulminando Liam davanti a me.
"Aho! Ma che stai dicendo?!" urlò il biondo, dalla parte opposta da noi.
Guardai prima Niall, poi Liam. Così voleva pure prendermi per il culo?
"Va beh -si grattò la testa- Magari sono io quello sbadato" recuperò la palla.
Eh no! E come facevo ora? Mica potevo stare con una maglia per il resto della giornata in quel modo.
Liam ridacchiò, non potendosi più trattenere.
Ah, la metteva così?
Mi abbassai giusto il tempo per prendere la bottiglia e rovesciare quello che rimaneva sul fondo, addosso a Liam che urlò spaventato.
Le mie amiche si portarono una mano alla bocca in contemporanea, stupite almeno quanto Niall vicino al lago.
Liam guardò il disastro sulla sua maglia, fulminandomi il secondo dopo con lo sguardo. Poi sorrise, beffardo.
Oh mio Dio. Che stava pensando di fare?
Non ebbi il tempo di elaborare i suoi movimenti, che mi ritrovai presa di peso come un sacco di patate sulla sua spalla, mentre cominciò a camminare verso il lago.
"Payne! Mettimi giù!" urlai sbattendo pugni sulla sua schiena possente.
"No! Così impari!" rispose lui, continuando comunque a camminare, quasi fossi un peso piuma.
"Harry, aiutami!" alzai di poco la testa, cercando con lo sguardo il riccio che ora se ne stava sdraiato su una tovaglia a prendersi il sole.
Il mio carissimo fratellone si limitò ad alzarsi gli occhiali e farmi il cenno del pollice in su. Ma era scemo per caso?
"Non ti sembra l'ora di fare il bagnetto?" chiese Liam, ridendo.
Bagnetto? Che cosa?
Sbarrai gli occhi quando finalmente capii a cosa si riferisse.
"Non ti azz..." non riuscii a finire la frase, che mi gettò nell'acqua fredda.
Riemersi qualche secondo dopo, buttando la testa in dietro e guardandolo male.
"IO.TI.UCCIDO" ringhiai a denti stretti, correndo, per quello che si poteva, dietro Liam che inciampò in una pietra e cadde comunque in acqua.
Non mi trattenni dal ridere, come i nostri amici che si godevano la scena a debita distanza.
Liam si alzò e tornò all'attacco, prendendomi per la vita e gettandomi poco più in là. E finii nuovamente sott'acqua.
Stavo prosciugando il lago. 
E più mi alzavo e più cadevo. Ho sempre odiato il lago per la sua profondità. Cioè, un attimo prima l'acqua ti arriva al ginocchio, quello dopo ti ritrovi con la testa sott'acqua.
Mi aggrappai alla maglia di Payne, tirandomelo appresso sott'acqua.
Sentii le sue mani afferrarmi per i fianchi, tirandomi in tempo fuori dall'acqua. Risi, anche se di divertente c'era ben poco e mi ritrovai Liam a pochi centimetri dal mio viso, anche lui ridente.
"Direi che sia ora di uscire. Sai com'è: abbiamo mangiato poco fa" mi fece notare.
Annuendo, lo seguii fuori l'acqua tutta gocciolante. Avevo i vestiti zuppi e il cielo non era tranquillo.
C'era sole, ma in lontananza si potevano ben vedere delle nuvole grigie che minacciavano un brutto tempo.
Sophy mi passò una tovaglia per asciugarmi; ma non sarebbe bastata questa.
"Siete due bambini?" ci rimproverò Rob, finendo di raccogliere tutta l'immondizia.
"Se vuoi, getto anche te in acqua" la intimò Liam.
Risi per gli occhi spalancati di Rob "Non ti azzardare o ti ritrovi a camminare a gambe aperte per i prossimi giorni" gli puntò contro la bottiglia della cola, ormai vuota.
Continuai a ridere, passandomi la tovaglia tra i capelli.
"Bravi, adesso avete un cambio?" insistette Sophy.
In realtà no, non ce l'avevo. Almeno io.
"Che problema c'è? Si spogliano!" disse un tranquillo Zayn, sdraiato accanto alla tovaglia su cui avevamo mangiato.
"Torna a fumare la tua erba, tu" risposi io, strizzando ancora i capelli.
Ero fradicia da capo a piedi e davvero non sapevo come passare il resto del pomeriggio in quello stato. Non c'era tanto caldo e i vestiti non si sarebbero asciugati velocemente.
"Possiamo andare a casa a cambiarci e tornare qui" mi girai di scatto verso Liam.
"Eh?" dissi confusa.
Liam scosse la testa, camminando verso le borse sistemate in fila vicino alle ragazze. Niall ancora aspettava il suo compagno di gioco vicino al lago, Louis ed Harry invece erano troppo intenti a dormire sdraiati sull'erba.
Sfilò le chiavi dell'auto dalla tasca del borsello di Louis, sventolandole a mezz'aria "Andiamo?" chiese, guardandomi dritto negli occhi.
Chi? Dove? Quando?
Solo io e lui? Solo io e lui in un auto?
"Ha ragione. Così zuppa rischi di prenderti la febbre e non poter partecipare alla festa" mi spinse Sophy, cercando di convincermi.
Passarono pochi minuti prima che mi convincessi, non proprio al 100%.
Salii nell'auto al posto passeggero, mentre Liam si metteva alla guida.
Mise in moto e in silenzio, cominciò a guidare verso la casa.
 
Mi allungai di poco, accendendo la radio.
High. Era un secolo che non sentivo quella canzone e quasi mi vennero i brividi.
Ancora mamma era viva; la ascoltava ogni sera prima di andare a letto, mentre si svestiva per poi indossare il pigiama. In realtà era un semplice vestito da notte rosa, ma lei lo chiamava pigiama a tutti gli effetti.
Le dicevo sempre che in quel modo sembrava una principessa, ma lei rispondeva sempre che la vera principessa ero io. Poi mi abbandonò.
Liam cominciò a cantare il ritornello, facendomi ritornare alla realtà.
Lo osservai attentamente muovere le labbra e canticchiare la canzone sottovoce, non tanto bassa visto che ero riuscita a sentirla.
"Ti piace?" chiesi d'in dratto.
Il ragazzo si voltò nella mia direzione, annuendo "L'ascoltavo sempre quando è uscita. In effetti, è da un pò che non la sento" mi rispose, sorridendo.
Non erano nemmeno passati dieci minuti, che l'auto venne parcheggiata sul retro della casa.
Ah, Louis ci aveva fatto perdere una mattinata e Liam mi aveva riportato a casa in soli dieci minuti, circa.
"Già" dissi solamente, slacciando la cintura e scendendo dall'auto.
"Ehy, qualcosa non va?" la mano di Liam avvitò il mio braccio, fermandomi.
Guardai quel gesto qualche secondo, poi alzai lo sguardo, sorridendo "Certo, sarà che non sopporto i capelli bagnati" ed in parte era vero.
Ogni volta che facevo una doccia, amavo asciugarmi subito i capelli perchè non sopportavo le goccioline cadermi sulla schiena. Una cosa simile, va.
"capito" si limitò a rispondere, mentre apriva la porta di casa facendo due giri con la chiave.
Richiusi la porta alle mie spalle, salendo poi le scale per andare al bagno del piano superiore.
 
In poco tempo uscii dalla doccia, profumata e pulita, finalmente. Asciugai i capelli e indossai l'intimo che mi ero preparata poco prima di entrare in bagno.
Aprii la porta del bagno, camminando lungo il corridoio, fino ad arrivare alla mia stanza.
Cacciai un urlo spaventata trovandoci dentro Liam. Mi passai una mano sul cuore, camminando per la camera.
"Mi hai fatto prendere un colpo" lo avvisai, con sottofondo le sue risate.
"Non me n'ero accorto" disse ironico.
Mi abbassai sulla valigia per recuperare dei vestiti puliti, ma pur sempre per andare al lago. Una tuta sarebbe andata benissimo.
Sentii le molle del letto cigolare, e capii che Liam si stava avvicinando a me.
Lo sapeva che ormai non mi dava fastidio la sua presenza quando stavo in intimo. Inutile ricordarmelo.
Mi rimisi dritta con la schiena, appoggiando la maglia sulla scrivania presente nella stanza.
"Ti sei divertita stamattina?" mi bloccai, sentendo sussurrare Liam molto vicino al mio orecchio. Rimasi qualche secondo ferma a fissare il muro bianco della stanza davanti a me.
Poi sorrisi "Non sono stata l'unica. Che ne puoi sapere che sei stato tu la mia vittima?" gli ricordai.
In effetti non ero stata l'unica a conciare per le feste i ragazzi; non poteva darmi colpe che in parte non avevo. Forse stava cercando di fare il doppio gioco, sperando nel mio confessamento.
Peccato che io fossi una testa cocciuta.
Mi girai verso il ragazzo, intento a ridere. Alzai un sopracciglio, decidendo di indossare nel frattempo il pantaloncino.
Infilai la prima gamba nel pantalone, alzando subito l'altro piede.
"Ti sta bene il rossetto rosso" a quelle parole, persi l'equilibrio, tentando di rimanere in piedi con la prima cosa che mi capitava per le mani: la maglia di Liam.
Perchè quel giorno continuavo a grapparmi a lui? Sarebbe stato meglio cadere sul pavimento da soli, affogare in acqua, ma almeno non l'avrei mai più tirato così vicino a me.
Mi ritrovai stesa sul pavimento, con Liam sopra me a pochi centimetri dal mio viso. I nostri respiri si mischiavano, gli occhi erano paralizzati a fissarci.
Pesava un bel pò, ma non so come, la gola era secca e non riuscivo a parlare.
"Se volevi baciarmi, bastava chiedere" ammiccò, con fare malozioso.
Cosa? Lo sapevo io che sarebbe finita così!
Di sicuro gli avevo lasciato una stampa del rossetto sulla parte sfiorata e adesso lui continuava a farsi chissà quale filmino mentale trovandosi del rossetto su metà labbro. Magari pensava che me lo fossi pure limonato.
Aggrottai la fronte "Hai capito male! Eri in una posizione scomoda per farti dare un bacio sulla guancia" ricalcai bene l'ultima parola, facendogli capire quale fosse la mia intenzione.
"Allora lo ammetti che sei stata tu?" squittì, sorpreso.
Merda.
A malincuore dovetti confessare "Eri il più vicino alla mia stanza" dissi.
Lui scoppiò a ridere, appoggiando le mani sul pavimento e alzandosi di poco, per non pesarmi. Ma restò comunque su di me, come a volermi tenere bloccata sotto di lui.
"Ma se ero nell'ultima stanza del corridoio" ops.
E va beh! Era stata Rob a dividerci, e poi tra noi c'era quella specie di battaglia.
Sbuffando, cercai di farlo rotolare al mio fianco, liberandomi. Ma quando il suo sedere toccò il pavimento, mi sentii tirare per un braccio, finendo stavolta proprio sopra lui.
Oh bene, quella era la mia sorte.
Respiravo a fatica, forse per la velocità, mentre continuavo a guardarla interrogativa da tutto quel teatrino.
Inoltre ancora ero mezza nuda, con un pantaloncino indossato per metà. Che voleva da me?
"Ero sveglio quando sei entrata in camera" sbarrai gli occhi "Ho solo fatto finta di dormire per capire cosa volessi fare" sghignazzò.
Mi sentii mancare le gambe, diventate gelatina d'improvviso.
Lui era sveglio? Lui sapeva quello che stavo per fare? E allora perchè non apriva gli occhi e rovinava il mio piano?
"Ma..." non ebbi il tempo di finire la frase, che le sue labbra si posarono sulle mie.
Ma...cosa?
Avevo ancora gli occhi sbarrati quando Liam posò una mano sulla mia testa, costringendomi a baciarlo, per poi rotolare sul pavimento e mettersi di nuovo su di me.
D'istinto, aprii le gambe, permettendo a Liam di infilarcisi in mezzo. E lo assecondai.
Non sapevo perchè stessi facendo questo. Ma la cosa adesso mi piaceva.
 
Mentre le nostre lingue si contorcevano tra loro, le mani di Liam presero a sfiorare i miei fianchi, facendomi venire piccoli brividi alla base della schiena.
Cosa mi stava succedendo? E perchè mi piaceva?
Era pur sempre Liam Payne, colui che odiavo...fino a qualche secondo prima.
Si staccò solo per riprendere fiato, mentre, rossa in viso, passavo il torso della mano sulla bocca, pulendola.
Non che fossi una pazza isterica, che prima bacia uno e poi si pulisce. Ma non volevo nulla a che fare con lui. Non adesso.
"E questo?" chiesi, rossa in viso.
Mi spostò una ciocca di capelli finita sul viso, sorridendo "Non mi piacciono le cose per metà" e capii che alludeva al mezzo bacio dato per dispetto.
Un tuono rimbombò nel cielo, facendomi trasalire e quasi urlare. Liam ridacchiò solo per la mia reazione.
Lo fissai un altro pò, poi decisi di spingerlo via.
"Sarà meglio ritornare al lago; penseranno che ci siamo persi. O che ne so...uccisa" dissi, finendo di indossare il pantalone.
Sentii Liam abbracciarmi da dietro, mentre le sue labbra si posarono sul mio collo, rilasciando un lieve bacio.
"Potremmo prima finire tutto e poi andare" soffiò al mio orecchio.
Piegai il braccio, fino a colpirlo allo stomaco col mio gomito. Ma che stava pensando di fare?
Io non sarei andata a letto con lui mai!
"Scordatelo" dissi sicura.
 
*  *  * 
 
"Che hai?" trasalii spaventata, rispondendo d'istinto a Sophy.
"Non ho bacio Liam!" mi misi sull'attenti, maledicendomi il secondo dopo per quello che avevo detto.
Sophy mi guardò dall'alto, sedendosi poi al mio fianco, sulla veranda a guardare le stelle.
Per fortuna poi non aveva piovuto. Il cielo si era fatto più scuro, ma niente di che. Così eravamo rimasti un altro pò al lago, giocando e facendo gli stupidi come se niente fosse.
Ma qualcosa quella sera, non mi faceva andare a letto tranquilla. Avevo bisogno di liberarmi la testa; cosa altamente impossibile con Liam che continuava a ronzarmi dentro. Liam e quel bacio. Perchè?
"Quando?" chiese tranquilla, la mia amica.
"Quando mi ha portato a casa per farmi cambiare" giocai nervosamente col laccio delle mie scarpe.
"Oh...Hai ricambiato?" alzai lo sguardo, fissando Sophy. Poi annuii.
Sembrò sorridere, come di chi la sa lunga "E ti è piaciuto?"
Ma ricordava con chi stava parlando? Ero pur sempre io, Simone, alias colei che odiava Liam.
"Sì" ok, non sempre ero coerente con i miei pensieri.
La mia amica battè le mani davanti al suo viso, sorridendo.
"Però non deve saperlo nessuno" la intimai con un dito puntato sotto il viso. Lei annuì velocemente.
"Che fate di bello?" mi girai verso Rob, che era appena uscita in veranda.
"Niente, parlavamo del bacio tra Simone e Liam".
Che cooooosa? Gli avevo raccomandato una cosa, una sola!
"Che?" Rob per poco non cadde a terra.
Mi passai una mano sul viso, sconsolata.
"Se ti siedi, ti spiego tutto" dissi, stanca.
La ragazza fece come le dissi, mettendosi accanto a Sophy "Voglio sapere ogni minimo dettaglio" disse quest'ultima.
Presi un profondo respiro prima di iniziare a raccontare come fosse andato quel pomeriggio.
Durante tutto il racconto, ogni tanto, lanciavo occhiate dentro casa, osservando Liam giocare, sorridere e urlare insieme ad Harry. In effetti non era male come ragazzo.
 
  
 
SOOOOOOOOORRATEMI cc
So che dovevo aggiornare ieri, ma mi mancava
il pezzo finale e me ne sono accorta -appunto- ieri.
Mi perdonate, vero? *occhi dolci*
Va che ho messo anche un bacetto tra i due jhkaasd
E cosa succederà nel prossimo che, come si è capito,
andranno alla festa del paese?
ZA ZA ZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN(?)
Lo scoprirete nel prossimo capitolo :)
 
OMG 7 recensioni? ** Ok, sto capendo che la storia piace,
ma, ahimè, mancano solo 3 capitoli, compreso l'epilogo cc
 
Ma comunque, torno all'attacco con una nuova storia
(Another Cinderella Story, se ci cliccate su vedrete il trailer) che metterò domani su questo profilo
e che sarà il continuo, ma non è grave come cosa se non l'avete
letto, di Give me love ( nel mio vecchio profilo).
 
Adesso scappo, che di sicuro vi siete rotte le ovaiei di me c:

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Capitolo 7
*** Avete usato precauzioni, almeno? ***


AVETE USATO PRECAUZIONE, ALMENO?
 
 
 
"Cazzo Simone! Smettila di fare la bambina, hai diciotto anni, dimostra di essere matura!" mi rimproverò Rob.
Per tutta risposta, mi aggrappai forte alla testiera del mio letto, rannicchiandomi di più.
"No" piagnucolai, disperata.
Sentii Sophy sbuffare, mentre si apprestava a prendere il mio piede, obbligandomi a distendere la gambe.
Urlai, spaventata.
Rob sbattè le mani sulle gambe, alzandosi dalla sedia e mormorando "Io ci rinuncio! Ogni volta è la stessa storia" urlò, furibonda.
Al suo fianco, Sophy, la tirò per un braccio, facendola sedere sul letto "No, farà questa maledetta ceretta, al costo di doverla legare al letto!" la rassicurò, facendomi però lamentare di dolore al solo pensiero.
Avevo dimenticato il mio fottuto rasoio elettrico a casa, e l'unica soluzione per non sembrare una scimmia scappata dallo zoo alla festa della sera dopo, era quella di farmi fare una ceretta.
Ma io e la ceretta non siamo mai andati d'accordo! Quando provai la prima volta, le mie gambe rimasero rosse per almeno una settimana, strani puntini segnarono la mia pelle e il dolore che provai mi portò ad un pianto isterico per tutta la durata dell'atto.
Chissà cosa aveva pensato l'estetista di me.
Rob si alzò "Io vado a scaldare la ceretta, tu legala per bene, se c'è bisogno" suggerì all'altra, che annuì convinta.
Quando Rob uscì dalla stanza, Sophy mi guardò, sorridente.
"Avanti Simone, non costringermi ad usare le maniere forti" disse con voce pacata.
Ritirai di nuovo la mia gamba, stringendola al petto "NO!" risposi secca.
Sophy sbuffò, alzandosi dal letto e camminando verso la porta della stanza, aprendola.
"L'hai voluto tu" disse sottovoce, prima di girarsi verso il corridoio e urlare "SIMONE E LIAM SI SONO BACIATI".
Scattai dal letto, salendo sulle spalle della mia amica e facendola atterrare a terra con un tonfo "Ma sei cretina?!" strillai, inconscia di quello che avevo appena sentito.
"Ti avevo detto di non farmi usare le maniere forti" sghignazzò, tranquilla.
"Sì, ma non mi avevi detto cosa avresti fatto!" la rimproverai, ancora seduta sul suo sedere. Mi aspettavo di essere attaccata al letto, ma non questo!
"Non mi avresti creduto comunque" sottolineò lei.
Beh, forse non le avrei creduto davvero. Ma se mi avesse avvisata, avrei avuto un pò di paura, sul serio.
"Beh..." non riuscii a terminare la frase, che qualcuno mi interruppe.
"Avete usato precauzioni, almeno?" alzai lo sguardo, trovandomi un fangirlante Harry Styles al fondo del corridoio venire verso noi con un sorriso stampato sulle labbra. Ma qual era il suo problema?
"Precauzioni? Per un bacio?" mi anticipò Sophy, confusa, forse più di me.
"Sì, dai. Non ci si può fermare solo ad un semplice bacio" continuò la sua teoria, Harry.
Alzai gli occhi al cielo, tappando la bocca alla mia amica, pronta a dargli ragione. Ne ero sicura.
"Scusate, ma io sono ancora qui. E no! Non siamo andati oltre il bacio, se ve lo state chiedendo!" mi alzai, lasciando lì, sul pavimento, Sophy che però venne aiutata da Harry.
Scesi velocemente le scale, arrivando nella zona giorno e vedendo Rob aspettare bollire il pentolino con la ceretta dentro.
"Ma dico...L'hai sentita?" più che altro, speravo mi dicesse no. Che Sophy non avesse urlato così tanto da farlo sentire al resto del gruppo.
Ma con mio dispiacere la mia amica annuì "Credo l'abbiano sentito anche quelli del paese vicino" m'informò.
Sentii le guance colorarsi di rosso, presa da uno strano calore che percorse il mio corpo. Sbuffai.
"E SOPHY HA SCOPATO CON NIALL!" urlai d'al canto mio, sorridendo per la mia vendetta, arrivata anche molto prima di quanto pensassi.
Sentii come un trottare provenire dalle scale, e un Harry seguito da Sophy arrivarono davanti a me in pochi secondi.
"Davvero? -chiese Harry- Hanno preso precauzioni, loro?" domandò sconcertato.
Forse nemmeno lui si aspettava una cosa del genere da parte del biondino, che tanto calmo non era alla fine.
"Ma che ne so io! Mi ci sono ritrovata in mezzo per casualità!" dissi, quando sentii urlare Rob, alle mie spalle. Mi voltai automaticamente, vedendola leccarsi un dito.
"Che avete fatto?" commentò poi, schioccando il dito che evidentemente si era bruciata per la notizia improvvisa "Voglio dire...Una cosa a tre?" spiegò.
Per poco non mi strozzai con la mia saliva, mentre le risate di Sophy inondarono la stanza.
"Oh mio Dio! Davvero pensate questo?" ero sempre più sconvolta "Ero in stanza di Sophy solo per prendere un vestitino e questi mi sono entrati l'uno con la lingua conficcata nella gola dell'altro" sbottai, allontanandomi dai tre.
"E brava la mia sorellina. Adesso si guarda anche gli amatoriali live" evitai di rispondere a quel cretino di Harry, decidendo di uscire e prendere una boccata d'aria e liberare un pò la mia mente.
Era strano, perchè nè in casa nè fuori c'era traccia del resto del gruppo. Ma allora dov'erano?
"Ti ricordi quando l'abbiamo dipinta?" per poco non urlai, spaventata.
Devo ammettere che sono davvero una checca. Mi spavento pure del vento.
"Liam, Dio mio. Avvisami però!" lo rimproverai, spingendolo. Lui rise, avvicinandosi di nuovo.
"Però non mi hai risposto" insistette.
Spostai lo sguardo sul capanno che in poco tempo avevamo sistemato, congratulandomi mentalmente per il bel lavoro che avevamo fatto. Eravamo stati, come dire...Una squadra.
Se fino a poco tempo prima qualcuno mi avesse chiesto cosa avremmo portato insieme tutti e sette, avrei risposto solo danni. Invece, adesso, potevo benissimo ricredermi perchè in brevissimo tempo avevamo fatto qualcosa che perfino mio padre non aveva saputo fare chissà in quanto tempo.
"Simone?" mi sentii richiamare da Liam, ancora al mio fianco.
"Sì. Ci siamo divertiti anche tanto" risposi, vaga.
Liam sembrò cogliere la mia nota di tristezza e sospirò "Mi mancheranno questi giorni di relax. Credo mi mancherà anche questo posto, ma soprattutto, tu".
Come se avessi preso una leggera scossa, mi voltai di scatto "Che?" chiesi confusa.
Liam ridacchiò, sedendosi sul portico della casa. Lo seguii a ruota, ancora curiosa di sapere dove volesse andare a parare con quella frase.
"Voglio dire...In questi giorni ci siamo conosciuti un pò meglio. Pensavo fossi una rompi-coglioni perenne, ed invece..." lasciò la frase in aria, facendo crescere in me la voglia di conoscere cosa pensava di me, adesso.
"Ed invece cosa?" infatti, chiesi.
"Ed invece sei una rompi-coglioni a momenti" rise della mia faccia, leggermente sconvolta da quello che aveva detto.
Lo sapevo benissimo che non ero la solita ragazza perfettina, indole di un vocabolario formato da frasi dolci e zuccherose. Ma nemmeno mi potevo definire una scaricatrice di porto o stronza nata. Ero stronza, si, ma solo con chi pareva.
Ed era evidente che lui faceva parte di quel gruppo di persone che mi stava altamente sulle ovaie, fino alla radice dei capelli, per essere trattato in un certo modo.
"Ti ricordi quando ti diedi un pugno?" chiesi, cambiando discorso.
Con la coda dell'occhio lo notai accigliato "No! -squittì- Quando?" domandò curioso.
Non persi tempo per chiudere la mano a pugno e stamparglielo sul braccio, facendolo traballare di poco, quasi a farlo cadere "Adesso" risposi, ridendo.
Il ragazzo si massaggiò la parte lesa, mormorando qualcosa di incomprensibile.
"La ceretta è pronta!" scattai come una molla, non sapendo dove andare a nascondermi.
"Ehm...Se mi cercano, tu non mi hai visto" infomai Liam, scappando dentro la struttura posta a pochi passi da noi.
Mi richiusi dentro col fiatone, appoggiandomi a quella che era una delle finestre, ascoltando in silenzio.
"E' dentro il gazebo" vidi Liam indicarmi dal porticciolo, mentre Rob e Sophy mi vennero in contro con tra le mani quella che era la ceretta.
Aiuto.
 
* * *
 
"Louis, lì c'è un posto!" urlai, indicandogli un fottuto parcheggio.
Fottuto perchè era praticamente quasi un'ora che giravamo per quel maledetto paese alla ricerca di un buco per parcheggiare. E finalmente l'avevamo trovato.
"Scendi e tienilo occupato. Dammi il tempo di girare!" mi ordinò, incitandomi a muovere le chiappe.
Sbuffando, eseguii l'ordine, piantandomi nell'esatto posto in cui doveva esserci il parcheggio libero.
Mi guardai in giro, cercando con lo sguardo dove fosse finito Louis e la macchina. Ma sembravano essere scomparsi.
"Ehy dolcezza! -mi girai di scatto verso un auto ferma al mio fianco -Che ne dici di spostarti e farci parcheggiare?" chiese, sorridendo.
Era un ragazzo carino, all'incirca sui venti anni. Al suo fianco, un altro ragazzo, moro come il primo, mi fece l'occhiolino, malizioso.
"Ehy coglione! -cercai di usare il suo stesso tono, a presa per il culo- Che ne dici di sloggiare da qui? Il mio amico sta girando per parcheggiare" lo informai, scettica.
Ma quello non sembrò darmela vinta.
"Non ci sono altri parcheggi oltre questo. Spostati" cercò di intimarmi.
Maledii mentalmente Louis che non fosse più arrivato. Che si fosse perso come il giorno prima?
Mi grattai il mento, come a pensarci "No" risposi poi, sincera.
Vidi alzare gli occhi al cielo quello alla guida, schiacciando un poco il pedale dell'accelleratore e venirmi in contro. Pensava di mettermi paura in quel modo?
Mi sarei buttata a terra da un momento all'altro, chiedendo aiuto a quei passanti che ci guardavano curiosi, ficcando il naso in faccende non loro. Così facendo, mi avrebbero dovuto pure pagare. Mi sarei anche rotta un braccio da sola per far credere alla mia innocenza.
"Dolcezza, sul serio, non voglio farti del male" insistette quello.
"Se non la smetti di chiamarmi dolcezza, sarai tu a sentire del male" ringhiai a denti stretti.
I due scoppiarono a ridere, nemmeno avessi raccontato la barzelletta più divertente di questo mondo. Poi tornarono seri, si scambiarono due parole sottovoce e quello al posto passeggero, scese dall'auto.
Merda. Ora mi avrebbe preso, stuprata, uccisa, data a fuoco e infine mi avrebbe usato come brace per arrostire la carne. Che fame che ho!
"Non farmi usare le maniere forti" era a pochissimi passi da me.
Era un pò alto, i capelli portati in una cresta alta, facendo concorrenza a quella di Zayn, muscoloso e indossava una di quelle giacche tipiche da bulletto da liceo.
"Non toccarmi" allontanai il mio braccio, prima che lui potesse afferrarlo.
"Dai..." rise ancora, facendomi salire di più i nervi.
"Non hai sentito?" ci voltammo insieme nella direzione da cui avevamo sentito quella voce che io, per fortuna, conoscevo fin troppo bene.
"Liam" sussurrai, finalmente sentendomi anche un pò confortata.
"E tu chi saresti? Il suo eroino?" scoppiò a ridere quello.
Liam mi tirò per una mano, nascondendomi dietro le sue spalle quando ormai era vicino "Il suo ragazzo, problemi?" sbarrai gli occhi.
Ok Simone, respira come si deve. Ha solo detto in quel modo per far allontanare il tipo.
Ma quello non sembrò farsi nessun scrupolo, anzi diede delle pacche a Liam.
"Complimenti, bella ragazza" sentii Liam irrigidirsi.
"Non toccarmi" sputò a denti stretti.
"Oppure?" lo provocò quello.
Per fortuna qualcuno li interruppe "Tutto bene qui, ragazzi?" un signore sulla cinquantina, s'intromise.
Lo ringraziai di cuore mentalmente per aver messo fine a quella che, secondo me, sarebbe diventata qualcosa di più serio.
Insomma, i ragazzi risolvevano le cose in un solo modo. E non intendevo pari o dispari, come facevo io.
"Sì, signor Gullingam. Stavamo facendo solo due chiacchiere come buoni amici" lo rassicurò il ragazzo, sorridendogli.
Presi nuovamente la mano di Liam, pregandolo con lo sguardo di andarcene e di finirla lì.
"Ok, mi raccomando, vi ricordo che oggi è festa e non deve succedere nulla" continuò l'anziano.
"Stia tranquillo, sindaco. Stavano solo spiegando le nostre leggi a questi stranieri" Liam mi guardò, mentre finalmente capii perchè quell'uomo aveva avuto il coraggio di chiederci qualcosa.
"E noi abbiamo pure capito" presi parola io, tirando Liam dall'altra parte "Buona giornata" salutai per tutti e due, costringendo Liam a seguirmi nella stradella.
"Ci vedremo presto" ricambiò il ragazzo, dandosi delle arie.
 
"Hai visto come ti guardava, quello?" spezzò il silenzio poco dopo, Liam.
"Gli occhi sono fatti per guardare, Liam" non so perchè, ma dal suo tono avevo notato una nota di gelosia. Ma di sicuro stavo immaginando tutto, come sempre.
"E le mani per prendere a pugni!"
"Liam!" lo rimproverai. Lui sembrò non darmi retta, continuando a fissare le sua scarpe, diventate forse più importanti di tutt'altro.
"Comunque, l'unica cosa che mi ha dato fastidio è che si è preso il nostro parcheggio" mormorai, pensierosa.
"Louis ne ha trovato un altro, per questo sono venuto a chiamarti" rispose al mio fianco.
Oh.
Lo seguii in silenzio, continuando a guardarlo con la coda dell'occhio, sperando che avesse interrotto quel silenzio con una delle sue solite sparate. Ma mi alludevo.
"Finalmente! Pensavo di andare alla polizia per denunciare la vostra scomparsa!" disse Niall, alzando le mani a mezz'aria.
"Sì, però hai anche aggiunto 'Dopo aver mangiato qualcosa'" lo riprese Sophy, scendendo dal muretto su cui si era seduta.
Scoppiammo a ridere, mentre Horan si lamentò, farfugliando qualcosa.
 
Dopo aver mangiato un panino al volo, con l'eccezione di Niall che ne ingurgidò tre, ci ritrovammo al centro della festa a guardarci intorno per capire cosa fare sin da subito. Non potevamo perdere ancora tempo.
"Andiamo sulle montagne russe?" chiese Harry, indicando la struttura alle nostre spalle.
Già, perchè per quanto potesse essere piccolo quel paese, ci avevano messo anche delle giostre, tra cui, appunto, le montagne russe.
"No, io ho paura" lo avvisò Zayn, guardando attentamente quei ragazzi urlare spaventati e divertiti allo stesso tempo.
"Allora facciamo uno di quei giochi al bancone, tipo quello" ci indicò Rob alla sua destra, facendoci notare uno di quei camioncini disposti per lanciare delle palline su delle lattine, per poi vincere un inutile pupazzo.
"Waaa, sì. Vieni con me, tanto tu hai mangiato troppo per salire sulle montagne russe" Sophy tirò per un braccio Niall, intento a chiederci aiuto con il labbiale.
Ridacchiammo.
"Bene, allora facciamo così: ognuno fa quello che le pare e ci ritroviamo qui tra qualche ora. Abbiamo tutti un cellulare, no?" chiese Louis, facendo il punto della situazione.
Dopo aver annuito, ognuno prese la sua strada.
Io mi ritrovai insieme a Zayn, avvicinandomi ad un gioco particolare: un signore in carne stava seduto su una piattaforma applicata a mezz'aria proprio sopra una piscinetta.
Urlava di sfidarlo, ovvero di lanciare una palla al bersaglio, facendolo cadere.
Zayn, capendomi al volo, pagò per una partita e mi passò una delle tre palle. Come previsto, il primo lancio fu penoso. Per non parlare del secondo.
L'uomo seduto mi prese in giro, dicendo qualche frasetta senza senso, giusto per farmi innervosire di più.
"Liam, vieni qui!" mi voltai verso Zayn, bloccandomi appena in tempo prima di fare il mio ultimo lancio.
"Uuuh, vi state divertendo?" chiese il castano, quando ci affiancò.
Zayn scosse la testa, indicandomi come se io non l'avessi visto. 
Liam mi guardò attentamente, poi osservò il ciccione sulla pedana che sghignazzava.
"Ma è facile! Posso provarci io?" chiese, incitandomi a passargli la mia ultima munizione.
Con fare gelosa me la strinsi al petto, dicendo un secco "No" e facendolo ridere.
"Arrivo subito, Rob mi chiama" ci avvisò Zayn, correndo in contro alla mora posizionata davanti a quella che era una palla da calcio.
Rimasti soli, Liam tese una mano a mezz'aria incitandomi a dargli la palla.
Scossi di nuovo la testa. Volevo farlo cadere io, quel cretino!
"Allora fammi spiegare un trucchetto" mi rassegnai a quelle parole. Di testa mia, non sarei riuscita a farlo cadere. Quindi, perchè non ascoltare un consiglio?
Annuii, vedendolo poi passare dietro le mie spalle. La sua mano sfiorò tutta la lunghezza del mio braccio, fino a costringermi ad alzarlo.
"E' molto semplice" sussurrò al mio orecchio.
Non so per quale assurdo motivo, ma un brivido percorse la mia schiena. Eppure era strano, perchè in cielo non c'era nemmeno una nuvola e il sole era abbastanza caldo.
"Pensa al bersaglio come qualcosa che odi" continuò, sicuro.
Deglutii a vuoto, cercando di immaginare qualcosa che mi urtava talmente tanto le ovaie da farmi stritolare perfino la palla. Peccato che il mio bersaglio era proprio quello che mi stava tenendo stretta al suo petto, aiutandomi.
Come potevo pensare a Liam al posto del bersaglio, se proprio lui mi stava aiutando e nello stesso tempo mi stava, come dire...Abbracciando? La posizione di certo non aiutava a tenere la mia mente lucida.
"Trovata?" insistette, smuovendomi di poco.
Scossi la testa, cercando di pensare ad altro. Ma la mia bocca parlò in automatico.
"Stavo pensando a te e alla tua teoria sulle femmine" lo avvertii con voce tremante.
Lo sentii ridacchiare, una risata bella e vera. Una di quelle che mi fece sorridere solo sentendola. Poi tornai seria.
"Non sto scherzando!" e mi voltai verso lui, ritrovandomi vicino al suo viso più di quanto avessi immaginato.
Il suo respiro sbatteva sul mio volto, e mentre i miei occhi scendevano verso le sue labbra, lui parlò.
"Se vuoi, mi metto io su quella pedana" scherzò. Le sue labbra si curvarono in un sorriso.
Distolsi lo sguardo immediatamente, puntandolo su quello che era il mio vero obiettivo. Io dovevo far annegare quel ciccione.
"Comunque, pensa a me e fammi vedere cosa sai fare" si allontanò, lasciandomi andare.
Sospirai rilassata qualche secondo, poi decisi di mettere tutta la forza che avevo nel mio lancio.
Talmente era tanto il peso dell'uomo, che tanta acqua uscì perfino dalla piscinetta.
Saltai sul posto, felice, girandomi ad abbracciare Liam che mi aveva aiutato.
Agganciai le mie braccia al suo collo, incrociando le gambe dietro le sue spalle. Sentii le sue braccia tenermi appena in tempo alla base della schiena, ridendo al mio orecchio.
"Simone, non sei leggera" e solo a quelle parole, mi resi conto cosa avevo appena fatto.
Mi distanziai dal suo corpo, rimanendo comunque tra le sue braccia "Io...Scusa, è stata una cosa non voluta, ero felice" ammisi, rossa in viso. Ma erano aumentate le temperature?
Lui si limitò a ridere, mentre mi sentii richiamare.
"Signorina, questo è il suo premio" l'anziano signore da cui avevo fatto il biglietto per il gioco, mi stava passando un leone tre volte la mia taglia, con un sorriso stampato sulle labbra.
Guardai il pupazzo per una manciata di secondi, per poi prenderlo ancora sconvolta. Di solito vincevo un porta-chiavi.
"Finalmente qualcuno che lo faccia stare zitto" ammiccò l'uomo, indicandomi la mia vittima zuppa.
Ridacchiai, salutandolo e mettendomi al fianco di Liam. E ora che si faceva?
"Noooo, voglio lo zucchero filato!" intravidi il banchetto del dolce, indicandolo a Liam che però alzò gli occhi al cielo.
"Non hai tre anni, Simone" mi rimproverò.
"Zitto che tu oggi hai fatto la spia" gli ricordai, tirandolo verso il bancone.
"Salve ragazzi, quanti?" ci chiese gentile la donna dietro il bancone.
Mi girai verso Liam che sbuffò.
"Uno rosa grande" dissi eccitata.
La donna mi sorrise e si mise subito all'ora. Non ebbi tempo, e nemmeno forse col pupazzo che avevo tra le mani, di prendere qualche soldo che Liam mi anticipò, pagando.
 
"Non dovevi" lo avvisai, strappando un altro pezzo di zucchero filato.
"Mi dava fastidio il modo in cui sorrideva. E poi...Mi puoi ripagare dandomene un pezzetto" squittì, abbracciandosi il pupazzo che mi aveva strappato di mano per evitare che lo mollassi su qualche panchina per mangiare il mio tanto bramato zucchero filato.
Ridacchiai, strappando un pezzo di quella nuvola colorata e mettendola in bocca a Liam in malo modo. Infatti ci litigò per un attimo per farlo entrare bene.
Risi, seguita da Liam.
"Sarà meglio rintracciare Louis così da recuperare le chiavi e posare questo in auto" mi mostrò il leone.
Finsi di mettere un broncio "Ma gli animali devono essere liberi. Perchè rinchiuderlo in auto con questo caldo? E se chiamano il WWF?" chiesi con voce da bambina.
Liam scosse la testa, facendo per sorridere "Sei sempre la solita".
Sempre la solita? Ma se ci stavamo parlando solo da sei giorni, 128 ore e 46 minuti, come faceva a sapere com'ero il resto dei giorni?
La cosa che mi stupii di più fu il fatto che sapevo anche da quanto tempo ci parlavamo. Mi facevo sempre più paura.
 
Louis ci raggiunse per darci le chiavi, tornando con Harry al martello. Chi era più forte tra i due?
Ci avviammo all'auto, non molto distante da dove ci trovavamo, posando il pupazzo sui sedili posteriori.
"Dormi bene, piccolino. Se muori, denuncio tuo padre" parlai con il leoncino.
Sentii la risata di Liam "Il padre sarei io?" chiese poi.
Annuii, chiudendo lo sportello "Prenditi le tue responsabilità, Payne" scherzai, richiudendo l'auto.
"Payne... -sussurrò- Perchè chiamarmi così è più sexy" mi fermai pochi passi dopo, girandomi verso Liam che si era fermato dove l'auto. Non voleva tornare alla festa?
Ritornai al suo fianco, appoggiandomi all'auto "Quel giorno mi è scappato di bocca. Ma trovo davvero sexy chiamare le persone per cognome" lo avvisai. Ed in parte era vero!
Giocò nervosamente con un piede sul brecciolino della strada, rimanendo in silenzio.
"E io sono sexy, per te?" chiese dopo. 
Risi nervosa; perchè voleva mettermi a disagio?
"Ma che c'entra?" me ne uscii alzando gli occhi al cielo.
Per tutta risposta, Liam si mise di fronte a me, intrappolandomi tra le sue braccia, appoggiate all'auto. Ero praticamente bloccata tra il suo corpo e la macchina.
Deglutii di nuovo, la gola si era seccata.
"Liam..." sussurrai.
"No Simone! Sono serio...Io ti piaccio, almeno un pochino?" fu una domanda strana quanto imbarazzante.
Liam non era un brutto ragazzo, anzi...Tutto l'opposto. Ma io non l'avevo mai visto sotto quell'aspetto, forse troppo intenta ad odiare alcune sue idee.
Forse era proprio quello che mi bloccava di vedere qualcos'altro in Liam.
"Certo che sei carino, non posso non ammetterlo" dissi sicura. Poi alzai lo sguardo, abbassato per la vergogna, e notai Liam sorridere soddisfatto.
"Anche tu lo sei, l'ho sempre pensato...Ma la verità è che solo in questi giorni ho aperto gli occhi, ho conosciuto la vera Simone e, in poche parole, mi sono pentito di averti detto quelle parole" riprese fiato piano piano.
"Quali parole?" aggrottai la fronte, confusa.
"Le donne sono belle da vedere in cucina, ma sono più belle quando sono tra le tue braccia".
Oh mio Dio. Questo sole mi stava letteralmente sciogliendo.
"Liam..." ma non ebbi tempo di dire altro, zittita dalle labbra di Liam posate sulle mie. Perfino quello che rimaneva del mio zucchero filato, mi cadde di mano, tanto era la sorpresa.
E dopo un attimo di esitazione, decisi di assecondare il bacio, approfondendolo con la lingua.
Le nostre lingue si attorcigliarono, si inseguirono e si cercarono, mentre le nostre labbra si stuzzicavano provocando dei leggeri brividi ai nostri corpi. Almeno, al mio sì.
Le sue mani scesero sui fianchi, attirandomi di più a sè e facendo scontrare i nostri bacini. Alzai le braccia, infilando le mie dita tra i suoi capelli. Era strano non impiastricciarli di qualcosa.
Erano morbidi, lisci e infilavo le dita con nessun problema. Le sue dita si strinsero di più ai miei fianchi, facendomi leggermente male tanto da farmi schiudere la bocca e riaprire gli occhi. Le cose belle si gustano ad occhi chiusi.
Liam prese il mio labbro inferiore tra i denti, lasciandolo andare con un sonoro schiocco. Forse si era reso conto di non essersi misurato con la forza, facendomi leggermente male. Sarebbe stato un livido che avrei portato con piacere.
"Scusa" sussurrò, appoggiando la sua fronte sulla mia. Il suo petto si alzava e abbassava ad un ritmo irregolare, mentre mille dubbi riaffiorarono nella mia testa.
"Cosa succederà ora?" chiesi. Avevo un pò paura della sua risposta, ma la voglia di sapere cosa volesse fare adesso, era troppa!
"Ci rimane stasere e domani per divertirci insieme. L'indomani, vedremo come fare" sorrise, cercando di infondermi sicurezza.
"Mi lascerai sola?" evidentemente la mia bocca a volte non si collegava al cervello prima di aprirsi.
Lui sorrise, staccandosi e prendendomi per una mano. Fece, poi, qualche passo indietro, costringendomi a seguirlo.
"N..." qualcunò fischiò alle spalle di Liam.
Entrambi spostammo lo sguardo su quelli che avevano attirato la nostra attenzione: i stessi ragazzi del parcheggio di quella mattina.
"Eccoli qui i nostri amici" sghignazzò quello che era alla guida.
Liam mi si parò davanti, quasi a farmi da scudo.
"Liam..." sussurrai preoccupata, appoggiando una mano sulla sua spalla e facendogli capire di andarcene, che sarebbe stato meglio.
L'altro rise, avvicinandosi tranquillamente con le mani nelle tasche del jeans.
"Non facciamo spettacoli" ringhiò Liam. Sapevo, dalle voci di corridoio, che Liam col gruppo di mio fratello, erano abbastanza popolari a scuola per il semplice fatto che non si facevano mettere i piedi in testa. Ma non volevo peggiorare la situazione.
"Tranquillo amico. Qui nessuno ha voglia di fare teatrini" ridacchiò, dando una spallata all'altro.
Il suo amico piegò leggermente la testa, come a cercarmi dietro le spalle di Liam "Ciao dolcezza" mi salutò, alzando una mano.
Strinsi la maglia di Liam, che aveva preso a fare un passo in avanti, bloccandolo.
"Ti prego..." sussurrai, davvero spaventata.
Purtroppo era quasi notte, buio. Nessuno più si trovava nei parcheggi. C'eravamo noi e quelli lì.
Ma che volevano?
"Stamattina abbiamo lasciato qualcosa per metà" continuò il primo.
"Veramente vi abbiamo anche lasciato il posto per il parcheggio" mi feci avanti io, prima che potesse parlare Liam al mio posto.
Quello che la mattina aveva cercato di toccarmi, allungò una mano, cercando di accarezzarmi il viso. Ma la mano di Liam, non so come, riuscì ad intercetterla e afferrarla prima ancora che potesse anche minimamente sfiorarmi.
"Non toccarla" urlò, prima si sferrare un pugno sulla mascella del tizio, facendolo barcollare sul suolo.
Merda.
 
*  *  *
 
"Non dovevi fingerti un eroino" passai del cotone con del disinfettante sull'occhio scheggiato.
Liam si morse il labbro inferiore per mostrarsi forte. Continuai il mio lavoro, sorridendo.
Dopo che il ragazzo si era rimesso in piedi, avevano preso di botte Liam senza risparmiarlo. Con mia grande sorpresa, però, Liam si era riuscito ad alzarsi, prendere un pezzo di ferro a pochi centimetri da noi e, ordinandomi di rinchiudermi in auto, intimò i due di sbatterglielo in faccia senza problemi. I due, per fortuna, si allontanarono rapidamente, sentendo comunque delle voci venire nella nostra direzione.
Ed ora eravamo lì, seduti su una delle tante panchine di un parco del paesino, mentre cercavo di disinfettargli le ferite, grazie al materiale prestato da un signore delle giostre. Erano ben preparati per l'occasione.
"Hanno sbagliato a parlare" mormorò solamente.
Gettai il cotone impregnato di qualche goccia di sangue nel cestino dell'immondiazia, prendendone un pezzo nuovo e cospargendolo di disinfettante.
"E tu hai sbagliato a dargli il pugno" insistii.
Posai il batuffolo bagnato sul labbro, sentendo un gemito di dolore da parte di Liam.
"Ti voleva toccare" disse serio.
Lo guardai dall'alto, bloccando tutto quello che stavo facendo. In faccia era terribilmente serio, non trapelava nemmeno un filo di insicurezza dal suo sguardo.
"E quindi? A te che importa?" tornai al mio lavoro, forse picchiettando sul labbro con più forza, perchè lo vidi lamentarsi e allontanare prontamente la mia mano.
"Sono il migliore amico di tuo fratello, è come se fossi una di famiglia anche per me" mi spiazzò con una semplice frase.
Lo fissai negli occhi, per poi lasciarmi cadere sulla panchina, al suo fianco, stanca.
"Una sorella minore, va" pensai a voce alta.
La mano di Liam si posò sulla mia gamba, prendendo a massaggiarla.
Sentivo che stava per dire qualcosa, ma un boato nel cielo ci fece sussultare entrambi.
Avevano appena sparato il primo colpo dei giochi d'artificio.
"Sarà meglio andare dagli altri" lo avvisai, rialzandomi. Ma non mi tenni in piedi per più di qualche secondo.
La mano di Liam mi costrinse a risedermi al suo fianco "Prima guardiamoci questo spettacolo" alzò lo sguardo al cielo, guardando i vari colori riempire la notte buia.
Lo fissai per qualche secondo, poi anche io spostai lo sguardo al cielo. Cosa sarebbe successo ora?
Sentii la mano di Liam circondarmi il bacino, attirandomi di più a sè "Così sei al sicuro" sussurrò poi, senza nemmeno voltarsi verso di me.
La voglia di chiedergli spiegazioni era troppa; ma mi limitai ad appoggiare la testa alla sua spalla e guardare quello spettacolo colorato.
Liam...Che ci sta succedendo?
 

  
 
O EMME GI(?)
Allora, premetto che questo capitolo NON era così.
Non so perchè ieri l'ho cambiato e stravolto tutto.
Non c'erano quei due ragazzi a rompere le ovaie a Simone e Liam,
tantomeno la scena delle botte (Liam è un bad boy eh eh).
Quindi bo, spero che non ne sia uscita una cacchetta ewe
 
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche perchè.....il prossimo è l'ultimo capitolo,
seguito, poi, dall'epilogo shdaks
Ok, non vedo l'ora di leggere cosa ne pensate di questo penoso capitolo,
giusto per tirarmi su (o buttarmi giù di più, dipende dai casi)
e dire 'Ma Sofia! Ritirati!'
 
Anyway, visto che sta già finendo, purtroppo, che ne dite di passare
dalla mia nuova mini long? E' scritta a quattro mani (con Simona, appunto ahah)
e vi assicuro che leggerete i capitoli rischiando di farvela addosso...Non 
perchè faccia defecare(?)...credo.
Ma ok, oggi non la smetto più di parlare..Questo è il link:
 
GRAZIE A TUTTE, PER LE RECENSIONI, PER AVER MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE,
PREFERITE O RICORDATE. SIETE TROPPO SDHKAS OK? OK.

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Capitolo 8
*** Ma sei, per caso, geloso? ***





MA SEI, PER CASO, GELOSO?
 
 
 
Ultimo giorno alla casa in montagna. E come potevamo passare il giorno in cui ci sarebbe stata la festa che tutti aspettavamo?
Shopping era la parola d'ordine.
"Sophy, guarda qui!" girai di scatto la testa, notando Sophy correre come un razzo verso Rob; osservò per una manciata di secondi il vestito che aveva l'altra tra le mani e aggrottò la fronte.
"Dimmi la verità! -disse- Tu ti metteresti mai una cosa simile?" e lo alzò in aria, squadrandolo meglio.
Era un vestito -chiamiamolo così- verde militare, il colletto era alto e arrivava si e no sotto il ginocchio. Non di certo era il tipo di Sophy.
Rob alzò semplicemente le spalle, facendomi ridere. L'altra le lanciò il vestito addosso, tornando alla fila di prima.
Mi voltai dall'altra parte quando sentii la risata di Harry.
Il riccio e Niall stavano indossando due vestiti femminili, mentre Louis, con la macchina fotografica in mano, li immortalava in quelle che dovevano essere pose da copertina di Vogue.
Scoppiai a ridere, e quando si accorsero che li stavo fissando, Niall mi tirò per una mano, dicendo "Fai una foto con noi. Magari quando diventeremo famosi, non potremmo parlare più con te" e sorrisi.
Il flash mi abbagliò, e il secondo dopo tornai al vestitino su cui avevo puntato gli occhi prima.
Era verde acqua, chiaro. Non troppo lungo. In realtà, davanti era corto, mentre dietro c'era tipo una coda. Il corpetto, inoltre, era bianco, come se fosse una camicetta, ma non lo era.
"Bello" nemmeno mi girai, riconoscendo la voce; continuai così a giocare col pezzo di dietro della gonna.
"Tu dici?" risposi, confusa.
Cioè, era davvero bello. Ma eravamo solo al secondo negozio; magari al prossimo ne avrei trovato uno migliore.
Passarono pochi secondi prima di ricevere una risposta.
"Se te lo dico io" si vantò, posando poi un bacio tra i capelli.
Mi voltai di scatto, fulminandolo con lo sguardo "Liam! E se ci vedeva qualcuno?" abbassai il tono, cercando di guardare dove fossero gli altri.
Lui alzò le spalle "Problema loro" disse solamente.
Era così tranquillo e sicuro di quella situazione, che quella mattina per svegliarmi, aveva cominciato ad accarezzarmi una guancia e giocava tranquillo con le mie labbra.
La fortuna era stata dalla mia parte, però, visto che Rob in quel momento era sotto la doccia e non aveva sentito il mio urlo quando mi svegliai, ritrovandomi Liam a pochi centimetri dal viso, sdraiato sul letto.
"Sei troppo tranquillo" gli diedi le spalle, tornando a guardare il vestito.
Sentii le sue braccia avvitare il mio bacino, mentre il mio respiro sembrò bloccarsi in gola. Gongolò in quella posizione, sussurrandomi all'orecchio una canzone dei Mars. Sapeva quanto amassi quel gruppo, cioè...più che altro l'aveva scoperto quella mattina, quando, invece di andarsi a preparare, era rimasto a fissarmi mentre mi vestivo, bombardandomi di domande.
"Che ne dici di questo?" con un gesto secco allontanai Liam, facendolo per poco cadere a terra, girandomi nella direzione di Zayn, sfoggiando un sorriso innocente.
"Fa schifo" dissi poi, notando l'orrore che avevo davanti. Perchè voleva uno smoking per una festa tra ragazzi?
Girò i tacchi e tornò alla sua ricerca dell'abito adatto. 
Quando notai che nessuno era nei paraggi, corsi verso Liam "Scuuuuuuuuuuuuuuuuusa, non me l'aspettavo" ammisi.
Lui sembrò arrabbiato, ma poi sul suo viso comparve un sorriso beffardo. Mi spaventai, perchè quello sguardo era uno di quelli di chi la sapeva lunga.
"Tanto prima o poi lo verranno a sapere" sghignazzò.
Verranno a sapere cosa? Che per tutta la mattina mi aveva rubato dei baci? Che io non avevo saputo oppormi?
Cosa?
"Meglio tardi che prima" risposi, prendendo la decisione di provare quel benedetto vestito.
"Di solito è al contrario" lo sentii  qualche passo più indietro di me.
"Noi siamo l'eccezione" lo avvisai, richiudendomi in un camerino.
A noi due, vestito.
 
*  *  *
 
"E poi...due Royal e un Mc-chicken" urlò Niall alla ragazza dietro il bancone. Quella farfugliò qualcosa all'apparecchio che aveva puntato alle labbra e sorrise al biondo.
"Mi pare di averli ricordati tutti" si voltò dalla mia parte. Feci i conti mentalmente, aggrottando la fronte.
"No Niall, hai sbagliato. Hai preso un panino in più" dissi, ancora con le dita della mano aperte.
Lui rise, passandomi un braccio sulle spalle "Che sei simpatica. Per riempire il mio stomaco, uno di quei panini, non basta" mi spiegò.
E a casa svaligiava la dispensa, e in giro mangiava il doppio. Ma sua madre come faceva? Sarebbe andata in banca rotta solo per causa sua.
La ragazza portò i nostri ordini qualche secondo dopo.
Per fortuna Zayn smise di leggere i vari menù e ci aiutò a portare i vassoi pieni di roba fino ai tavoli.
"Si mangia" si strofinò una mano contro l'altra, Sophy.
Appoggiati i vassoi sul tavolo, mi accomodai tra Liam ed Harry. Che disgrazia.
 
Durante quello che doveva essere il nostro pranzo chiacchierammo molto, come se non ci vedevamo da non so quanto tempo. Finendo poi a discutere della festa dopo che ad Harry arrivò un messaggio.
"Ragazzi, stasera ci sarà il pienone in casa nostra. Me lo sento" disse sicuro di sè.
Guardai preoccupata gli altri "Scusate, ma avete intenzione di usare solo il capanno?" chiesi con ovvietà.
Li vidi scambiarsi uno sguardo indagatore, per poi aspettare la risposta di Louis.
"Beh, se per voi non è un problema, potremmo usare anche cucina e il salotto" guardò me ed Harry, i proprietari della casa.
"Per me non c'è problema; anzi, così ci sarà più spazio" squittì felice.
Io alzai gli occhi al cielo. Tanto non l'avrei vinta contro lui.
"Basta che chiudiamo a chiave tutte le camere da letto; non voglio che qualcuno faccia le sue porcherie dove io poi andrò a dormire" spiegai velocemente.
Vidi ridere Sophy "Certo, perchè tu andrai a dormire" disse.
"O al massimo, trovi la strada per trovare camera tua" sghignazzò, al suo fianco, Niall.
Non ero un tipo a cui piaceva bere. Però se fosse finita come qualche sera prima, chissà dove mi sarei ritrovata il giorno dopo.
"Comunque, devo dirvi una cosa importante" spostai lo sguardo su Liam, che aveva parlato, intenta a finire le patatine che avevo preso con il menù.
Anche gli altri prestarono attenzione al ragazzo. Sospirò e poi finalmente parlò.
"In realtà, noi dovremmo dirvi una cosa importante" e passò un braccio sulle mie spalle.
Cominciai a tossire senza sosta, pregando Harry di passarmi il mio bicchiere di cola. Deglutii nervosamente, chiedendo pietà con gli occhi a Liam.
Ma prima che potesse finire la frase, gli altri provarono a fare la loro ipotesi.
"Volete fuggire in America!" disse Niall.
"No, di sicuro stanno progettando di fare un figlio" continuò Sophy.
"Prima di fare un figlio si devono sposare" si aggiunse Zayn.
"Naaah, secondo me vorranno chiedere la casa al mio padrigno per un'altra festa" disse calmo Harry.
"Se magari li facciamo parlare" disse infine Rob.
"Scusate -si mise in mezzo Louis- Ma anche io ho la mia ipotesi, e credo che sia quella giusta. Simone ha fatto le corna al suo fidanzato con Liam" mi stampai una manata in fronte.
Ma davvero stavo organizzando una festa con quelli lì?
"Oltre per il fatto che Simone non ha un ragazzo, dico giusto?" mi chiese Liam, forse leggermente confuso.
Negai con la testa, alzando gli occhi al cielo.
"Ecco! -si rilassò- Comunque, quello che voglio dire è..."
"Qualcuno di voi aveva prenotato il gelato?" sobbalzai sulla sedia, non aspettandomi nessuno alle spalle.
"Sì, io!" alzò una mano Niall, per farsi vedere. La ragazza lo servì e poi lasciò il nostro tavolo con un sorriso stampato sulle labbra. Voleva tornare a casa senza denti?
Sì, ero gelosa! Gelosa di quelle persone che in una settimana -o meno- erano diventate importante per me. Faceva male ammetterlo; ma era la verità. Niall, Zayn, Louis, Liam e di più Harry, in quella settimana mi avevano dimostrato una parte che non avevo mai visto, facendomi completamente cambiare pensiero su loro.
"Ehm, scusate? Stavo parlando, comunque" ci richiamò Liam, riportando l'attenzione su lui "Quindi...Io e Simone forse stiamo insieme".
Aggrottai la fronte, trattenendo le risate. Cioè, stavamo insieme o no? Che senso aveva la sua frase?
"Eh?" Harry sembrò confuso, un pò come tutti gli altri, me compresa.
Liam si passò una mano sul viso, cercando di trovare altre parole.
"Non è una cosa ufficiale, ok? E' successo e basta!" tagliò corto.
Rob mi tirò una patatina in faccia, giusto per risvegliarmi dal mio stato di trance. La fulminai con lo sguardo, chiedendole un secco "Che vuoi?"
Posò le patatine da una parte e si schiarì la voce "State insieme? Ma tu non lo odiavi?" chiese con fare ovvio.
Allora Louis si mise in mezzo, perchè lui è sempre stato un pò come il prezzemolo...
"Papà dice sempre che là dove c'è odio, in fondo, c'è un pò d'amore" disse la sua perla di saggezza.
Zayn, al suo fianco, scoppiò a ridere, alzando poi le mani in aria "Giuro che non gli ho dato niente" si difese prima che qualcun altro potesse fare uno stupido commentino.
"Uhm...Allora da oggi sei la signora Payne?" chiese Sophy, forse l'unica per niente scossa dalla notizia.
Ma che cazz...?
"Che parolona...Diciamo che da oggi è la mia ragazza" Liam mi attirò a sè con un braccio, lasciando un bacio sulla mia guancia. Oh guarda! Un unicorno!
 
*  *  *
 
"NIALL, CAZZO! ABBASSA IL VOLUME!" urlò Rob in preda ai nervi.
Per tutta risposta, il biondo lo aumentò, prendendo una scopa e cominciando a ballare col manico, stile valzer.
Scoppiammo a ridere, cercando comunque di non perdere di vista quello che in realtà stavamo facendo.
Facendo attenzione, spostai il divano, cacciando un grido disumano e saltandoci sopra.
"UN TOPO! SOTTO IL DIVANO C'E' UN TOPOOOOOOOOOOOOOOOOO!" piagnucolai saltellando come una scema.
Niall si avvicinò con fare minaccioso con la sua ballerina. Ehm...scopa; Liam scese le scale peggio di un fulmine, le ragazze salirono sulla cucina e sul tavolo con uno scatto; Harry spuntò in casa, fece una risata a presa per il culo e si piegò in due dalle risate. Ma per fortuna, Louis lo prese per un orecchio e lo riportò fuori, al suo lavoro. Qualcuno doveva pur finire di appendere i festoni nel gazebo.
"Sono seriiiiaaaa!" mi lamentai, saltellando ancora.
Liam mi bloccò per un piede, prendendomi poi sulle spalle come un sacco di patate.
"Sta' ferma e non scalciare! Per poco mi prendevi in faccia" disse, ridendo. Mentre mi sentii traportata al piano superiore, notai le mie amiche guardare nella direzione del divano.
Quel topo c'era! Non me l'ero sognata!
Quando toccai il pavimento, mi asciugai una lacrima all'angolo dell'occhio destro. Liam sorrise, massaggiandomi una guancia.
"Mi fai tenerezza" confessò, appoggiando poi le sue labbra sulle mie in un veloce bacio.
"Sì, ma io sono serissima! Odio i topi...e i scarafaggi...e i serpenti...e le lucertole...e..." non riuscii a finire la frase, che Liam si avventò di nuovo su me, zittendomi con un bacio. Aveva trovato un modo eccezionale per tapparmi la bocca.
Sorridendo, camminai all'indietro, tirando Liam per il colletto della maglia, fino ad entrare nella stanza di qualcuno. Visto tutto il casino, quella non era di certo la stanza che condividevo con Rob.
Il castano chiuse la porta alle sue spalle, prendendomi per il bacino e facendomi aggrappare al suo con le gambe, stile scimmia. Passai le mani dietro il suo collo, infilando le dita tra i capelli e tirandoli di poco.
Lo sentii ridere sulle mie labbra, per poi spostarsi sul mio collo e rilasciare qualche piccolo bacio a stampo.
Mi appoggiò delicatamente sul letto, sfilando la maglia, per poi sdraiarsi su me e baciarmi di nuovo. Finì, poi, mordendomi il labbro inferiore.
Si appoggiò sui gomiti e mi guardò negli occhi, mentre con un dito spostava il ciuffo finito sui miei occhi.
"Sono sicuro che stasera sarai bellissima" sussurrò, per poi baciarmi la punta del naso. Quel gesto mi provocò una leggera risatina.
Giocherellai con un dito, ripassando i muscoli del petto in evidenza, mentre mordevo il labbro inferiore, timida.
"Cosa metterai?" chiesi, tornando poi a fissarlo.
Alzò gli occhi al cielo, pensandoci su "Volevo mettere lo smoking. Ma credo di mettere qualcosa di più comodo" mi sorrise.
Annuii, assecondando la sua scelta. Chissà quante gente -se fosse venuto qualcuno- ci fosse stata quella sera. Chissà quante ragazze ci sarebbero state; quante di loro mi avrebbero fatto venire l'istinto omicida se solo si fossero avvicinate al mio ragazzo.
Mi suonava ancora strano chiamarlo così; ma era quello adesso. Il mio ragazzo.
"A che pensi?" mi chiese, riportandomi alla realtà.
Alzai le spalle, mentre lo aiutai a scivolare al mio fianco, finendo poi ad abbracciare le mie gambe al petto, mettendomi seduta sul letto.
"Ho paura" ammisi.
Lui mi guardò strano, mentre mi attirò a sè, rinchiudendomi in un abbraccio.
"Di cosa?" mi chiese premuroso.
Sospirai lentamente, mentre provavo a formulare la giusta frase.
"Domani, sono sicura, tornerà tutto come prima. Io sarò la solita sfigata che nessuno si filerà e tu sarai il solito ragazzo che mi sfotterà per il mio carattere" ammisi.
Gettai la testa tra le braccia, allontanandomi leggermente da Liam.
Faceva male dire quelle parole, ma era quello che pensavo davvero. Era una cotta. Una di quelle estive, ma con un pò di ritardo. Ecco.
"No, ti dimostrerò che ti sbagli. Non è detto che andremo sempre d'accordo, siamo pur sempre due caratteri forti; però possiamo provarci, almeno per qualche giorno, a sopportarci" provò a convincermi.
Mi venne spontaneo sorridere.
"Ti ho già sopportato abbastanza per sette giorni...-mi misi dritta con la schiena- Mi stai chiedendo di farlo per sempre?" chiesi, sorridendo.
Se avesse detto una cosa del genere qualche giorno prima, sono sicura, gli avrei lanciato addosso una sedia, un tavolo...La prima cosa che mi passava sotto mano.
Lui mi strinse di nuovo tra le sue braccia "Non per sempre, ma per il resto dei nostri giorni" portai una mano sul seno sinistro, pregando mentalmente di non essere notata.
"Ti stai toccando?" sentii Liam scansarsi e guardarmi con gli occhi sbarrati, mentre con un gesto fulmineo tolsi la mano dal seno.
"Ma sei scemo?" ridacchiai nervosa. Ma quando notai che non se l'era bevuta, annuii "Sono scaramantica, ok?" e scoppiò a ridere.
Non riuscii a trattenermi e lo seguii a ruota.
Si sdraiò sul letto, ancora ridendo. Presi posto al suo fianco, mentre lo guardai dal basso. Era bello, anche di più, ma questo non gliel'avrei mai detto o l'avrebbe usato ogni volta mi avrebbe voluto mettere in soggezione, gli occhi quasi del tutto chiusi, ridendo e mostrando una parte dei denti bianchissimi, mentre il suo corpo era rigido al mio fianco. Poi smise, osservandomi e passando una mano sulla mia guancia.
"Allora devi toccare cose più forti" disse d'improvviso.
Sentii le guance andare a fuoco, mentre spostai la mano e voltarmi dalla parte opposta e non farmi vedere in faccia. Altre risate.
"Hai capito male! Parlavo del ferro; chi è scaramantico, di solito, tocca il ferro per cacciare la sfiga" rispose, senza smettere di ridere.
"Ok, allora scendo di sotto a cercare del ferro" dissi, per poi alzarmi dal letto e avvicinarmi la porta. Quando provai ad aprirla, però, Liam ci mise una mano sopra, richiudendola.
Mi girai confusa, ritrovandomelo davanti con un sorriso che la diceva abbastanza lunga.
"Questa stanza ne è piena, di ferro" mi guardai in giro. Beh, forse era veramente piena di ferro, o qualcosa simile, ma era talmente incasinata che non sarei riuscita a trovarci nemmeno la strada per l'armadio.
"Ma poi, davvero vuoi cercare del ferro quando davanti agli occhi hai un ragazzo come me?" mi chiese. Tornai a fissarlo in silenzio.
Era proprio quello che volevo evitare, lui e il suo sguardo magnetico. Non che non mi piacesse, ma la situazione in cui eravamo, stava forse degenerando un pochino.
Le dita di Liam si posarono sotto il mio mento, mentre unì le nostre labbra nuovamente. Mi tirò per la maglia, costringendomi a fare qualche passo verso lui.
Poi un dolore alla testa e un urlo stridulo mi fece voltare verso la porta alle mie spalle, ormai aperta.
Intenta a massaggiarmi la testa, osservai Niall con le mani che coprivano la bocca.
"Niall, e fai l'uomo per una volta, non stavamo facendo nulla di particolare" parlò Liam. Il biondo ci osservò entrambi, togliendo finalmente le mani dalla bocca.
"Quando avete detto 'Ci stiamo provando' pensavo scherzavate!" quasi urlò.
Cosa c'era di male? Io proprio non capivo...
Prima di tutto, era stato proprio lui a dirmi di cercare di andare d'accordo con Liam. E ora che avevamo scoperto cose nuove dell'altra persona, ci stava chiedendo di smetterla?
"Niall?" lo richiamai, preoccupata del suo stato di trance.
Lui scosse la testa "Quindi è seria questa cosa?" chiese, incredulo.
Guardai Liam, che per un attimo rimase a fissarmi in silenzio. Poi entrambi ci voltammo verso il biondo, alzando le spalle.
"Ci stiamo provando, come ogni comune persona su questo pianeta. Se funziona, bene. Se non funziona, si torna come prima" spiegai.
Niall scosse la testa, ridendo "No, se non funziona non tornerete come prima...Rovinerete anche il gruppo, e questo lo sapete".
Rimasi a pensare alle parole di Niall per qualche secondo: che voleva dire con questo?
"Ma sei per caso geloso?" sobbalzai alla domanda di Liam e poi mi voltai a fissare Niall che ora sembrava nervoso.
Oddio! No! Davvero?
"Non ci credo..." sussurrai. Niall mi guardò, quasi scusandosi con lo sguardo.
Quello che fin ora mi era stato accanto nei miei momenti di sclero, quando Liam mi faceva salire i nervi, quando me lo ritrovavo per casa e non potevo insultarli, aveva una cotta per me?
"Scusate, io scendo a finire il mio lavoro" spingendo Niall, uscii dalla stanza, lasciando i due a chiarire anche per me. Che codarda!
 
 
"Sei silenziosa" alzai lo sguardo, ritrovandomi Rob e Sophy a fissarmi.
Alzai le spalle "Sono solo un pò stanca. Abbiamo finito?" chiesi, guardandomi in giro e notando l'immenso spazio che avevamo creato tra la cucina e il salotto.
"Sì" rispose Rob "Ma dicci cos'hai. Ti ha fatto qualcosa Liam? No, perchè se è così, sono pronta a prenderlo a pugni" e unì le mani davanti al petto.
Scossi la testa, ridacchiando "Lui no. Ma...voi sapevate che Niall ha una cotta per me?" le due sobbalzarono.
Ecco. La mia stessa reazione.
"Scusami un attimo. Come può avere una cotta per te se sta con me?" cosa?
Guardai confusa Sophy e allo stesso tempo ripensai qualche giorno prima quando li trovai insieme nella stanza a far cose che non voglio ricordare.
"Già..." sussurrai, pensierosa.
"Mi stai dicendo che sta facendo il doppiogioco?" s'intromise Rob.
Ma non era da Niall comportarsi così. E allora cos'era?
Nemmeno fossi stata letta nel pensiero, Liam e Niall stavano scendendo le scale insieme...ridendo?
"Simone, ma tu lo sai che il coglione qui ci ha preso per il culo? Voleva solo farti scendere per finire il lavoro al posto suo!" 
Cosa? Guardai Sophy e Rob al mio fianco, tornando a fissare i due con un sopracciglio alzato.
"Ah sì? Aspettati di tutto alla festa, Horan!" lo intimai.
Per un momento avevo avuto mille dubbi, invece alla fine si era rilevata una stronzata, come sempre.
"Donne! Finite il lavoro, noi andiamo a vedere come se la cavano nel gazebo" disse il biondo, uscendoci la lingua.
Scossi la testa, sorridendo. E dire che tutto quello mi sarebbe di sicuro mancato, dal giorno dopo.
Mi gettai sul divano, seguita dalle mie migliori amiche "Dite che sarà una bella festa?" chiesi in conferma.
Sophy annuì "La migliore a cui tu abbia mai partecipato" rispose.
"Certo! Non è mai andata a nessuna" la informò Rob. Scoppiammo a ridere, mentre continuammo a rilassarci per gli ultimi minuti ancora liberi.
 
 
*  *  *
 
"Oddio! Sei bellissima! Questo vestito ti sta benissimo" squittì Sophy sul ciglio della porta.
"Entra dai, allora faremo tardi" l'avvertii, facendola accomodare su una sedia, intenta a prendere la trousse dalla valigia.
Rob finì di asciugarsi i capelli e si accomodò sul letto, accanto a noi.
Presi il fondotinta e lo passai sul viso chiaro di Sophy, picchiettandoci su con le dita.
"Sai chi verrà stasera alla festa?" mi chiese Sophy, con gli occhi chiusi.
"Nessuno?" ipotizzai ironica, anche se un pò di paura ce l'avevo. Harry aveva mandato gli inviti senza però dire di dare una conferma alla presenza; quindi, in quel momento gli unici sicuri eravamo solo noi otto.
"No, scema. So che ci sarà l'ex di Liam" disse.
Mi fermai un secondo, allontanandomi dalla mia amica, che prontamente aprì gli occhi, curiosa.
"Chi? Elizabeth?" chiese Rob. Ma Sophy scosse la testa negativamente.
"Uhm, Anne?" continuò la mora. E l'altra di nuovo, scosse la testa.
"Allora dev'essere Staphanie" disse sicura ancora.
Ma Sophy non gliela diede vinta.
"E allora chi?" chiese, infine, scocciata.
Nel frattempo, ero rimasta zitta e sbalordita allo stesso tempo. Come sapevano i nomi delle ex -e poi, quante erano anche?- di Liam?
"Ashley" disse solamente.
"Tompson?" chiese nuovamente Rob, e stavolta la fulminai con lo sguardo. Non sapevo chi fosse questa Ashley, e al dire il vero nemmeno mi interessava. Però da come ne parlava Sophy, capivo che c'era qualcosa sotto che io, purtroppo o per fortuna, non sapevo.
"Ma a me cosa me ne importa se c'è questa? -dissi- L'hai detto anche tu, ex..." le feci notare.
Lei sorrise amaramente "Ex per lui; lei continua ad andargli dietro. Non capisce proprio che è finita" mi spiegò.
Alzai le spalle, tornando ai trucchi e prendendo la cipria.
"Va beh, problemi suoi, eh" risposi "Se si sono lasciati, deve farsene una ragione, anche perchè, ora, Liam sta con un'altra e sembra anche felice" mi vantai.
Le due scoppiarono a ridere, mentre Rob decisi di infilarsi le scarpe.
 
Finii di truccare Sophy dopo una manciata di secondi, quando il cellulare suonò sul comodino. Rob me lo passò, sistemandosi poi il ciuffo da un lato.
Lessi il nome e sbuffai.
"Che c'è, papà?" non buonasera, non ciao. Niente. Volevo solo la testa libera per quella sera.
"Ciao papà, tutto bene? Io sì, sai con Harry abbiamo deciso di distruggerti una casa facendoci una festa senza il tuo permesso. Come sta Anne?" mi rimproverò, cercando di imitare una voce femminile.
Rabbrividii a quelle parole, pensando che in realtà nessuno dei due aveva avvisato a casa della festa di fine vacanza.
"E tu come lo sai?" furono le mie uniche parole, mentre le mie amiche mi guardarono sospette.
"Uhm...fammi pensare... -ci fu silenzio per qualche secondo- Non lo so, forse perchè tutto il paese continua a parlare di questa festa dell'anno? Dovete distruggere casa?" feci una smorfia col labbro.
"Tutta colpa di Harry!" sbottai. Lui ridacchiò.
Cosa? Lui rideva di una cosa seria? Non era da mio padre.
"Papà?" lo richiamai. Solo allora le mie amiche capirono, e all'unisono si stamparono un cinquino in fronte.
"Sapevo della festa prima di te, idiota. Harry già mi aveva avvisato del suo piano la sera stessa in cui siete arrivati alla casa, al contrario di te, figlia mia" mi prese in giro.
Sentii il mio cuore ritornare ad un battito normale, mentre feci cenno alle mie amiche di calmarsi anche loro.
"Ah bene, meno male" dissi, tirando un sospiro di sollievo.
"Ho già chiamato anche lui, dicendogli, appunto, che pagherà ogni singola cosa rotta che troverò quando ci metterò piede io. Questa cosa vale anche per te, signorina. Sangue del mio sangue e non mi dici niente! Potrei offendermi!" alzai gli occhi al cielo, scendendo dal letto con uno scatto.
"Sì, papà Dovrai uscire questa cosa del sangue ogni volta provo a nasconderti qualcosa?" chiesi, ovviamente retorica.
"Sì" appunto "Ah, è ho pure detto al tuo fratellino, di tenere il suo aggeggio fermo al suo posto. Non abbiamo bisogno di un nuovo membro nella nostra famiglia" mi vergognai io stessa a sentire quelle parole "Ripeto, queste parole vangolo anche per te" e a quel punto non ce la feci più.
"PAPA'!" urlai.
Lui rise e poi mi augurò buona fortuna, ordinandomi di raccontargli tutto l'indomani e soprattutto di divertirmi come non mai. La coerenza fatta a persona, proprio.
Staccai la telefonata e mi gettai sul letto, sfinita.
Pure io voglio avere un padre come il tuo" si lamentò Rob.
"E anche un fratello" si aggiunse Sophy. Si accomodarono al mio fianco e tutte e tre intrecciammo le mani.
"Stasera ci dobbiamo divertire, ok?" dissi.
Loro mi guardarono e annuirono convinte.
"Anche al costo di non ricordare nulla domani" disse Rob. Ed era strano -ma ormai non più- che quelle parole uscissero dalla sua bocca.
La porta della camera fu aperta e tutti i ragazzi ci fissarono sorridenti.
"Andiamo giù?" prese parola Zayn.
Ci alzammo tutte e tre e seguimmo i ragazzi al piano inferiore.
Tutto era pronto: la musica, la pista, il tavolo delle bibite e del cibo. Mancava solo una cosa... La gente!
Louis camminava avanti e indietro per la stanza, mentre io presi posto sul divano. Poi qualcuno suonò al campanello.
"Vado io!" urlò Harry, scaraventandosi sulla porta e guardandoci prima di aprire.
"Apro?" chiese. Ma era scemo o cosa?
Quando tutti rispondemmo con un sonoro 'si', Harry abbassò la maniglia, aprendo la porta.
"E' qui la festa?" chiese un ragazzo, che in realtà non avevo mai visto in vita mia.
"Certo...amico" evidentemente, nemmeno Harry lo conosceva.
E dopo lui, entrarono un casino di gente.
Liam mi strinse al suo fianco, posando un bacio tra i miei capelli.
Che la festa abbia inizio.
 
 

  
 
SAAAAAAAAAAAAAAALVE
ok, ok. Immagino che tutti si aspettavano di trovare la grande(?)
festa. Ma no. Ho pensato di metterla direttamente nell'epilogo.
Perchè? Idk, mi è passato per il cervellino così c:
 
Quindi, so che questo capitolo oltre che pena, fa schifo. Non mi piace,
non mi convince e oggi ho provato a cambiarlo in trecento modi, senza risultato.
Ho aggiunto un particolare che prima non c'era, ma adesso non posso dirvelo
o svelerò il punto clou(?) dell'epilogo. Quindi, non posso dirvi più niente :c
 
In ogni caso...Non sarò morta, cioè, dopo aver messo l'epilogo, inizierò con una
nuova ff, in buona parte già scritta nel mio pc, così da poter essere sempre
tra voi(?)
Anche se già mi trovate in un'altra ff (Another Cinderella Story) che se non avete letto,
vi consiglio di passare subito, sempre se vi va :)
Vi giuro che non so come parlo, sarà che sono rimasta delusa dal capitolo cc
Scusatemi ancora, ora però mi dileguo <3
Fatemi sapere, tramite una piccola recensione, se lo stesso vi è piaciuto un
pochino ino ino..anche inissimo(?)
Ok, me ne vado ahaha
 
Solo una cosa...Come immaginate il vestito di Simone?
Via con i suggerimenti, visto che non ne ho idea! Yup!

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Capitolo 9
*** Epilogo. ***


ED ECCOMI QUI
Finalmente con l'ultimo capitolo...
Che dire? Beh, mi mancherà questa storia, i personaggi e le sclerate
fatte insieme, nella speranza che i due piccioncini combinassero qualcosa.
Ma bo...Sono povera di parole, perchè ho già messo il prologo della nuova ff,
che al proposito, è questa  If we could only turn back time. (Si, amo Moments, 
problemi? lol)
Comunque, tornando seri per un momentino...ODDIO, IO VI ADORO TUTTE, CHI HA 
RECENSITO, CHI L'HA MESSA TRA LE SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE, CHI L'HA LETTA SENZA
MAI FARMI SAPERE COSA NE PENSAVA, CHI MI HA MANDATO MESSAGGI PRIVATI O CHI MI HA 
CONTATTATA SU TWITTER (trovate i miei contatti sul profilo).
Vi adoto, per ogni singola parola che avete speso per una ff che nemmeno
rientrava nei miei piani ajhdksa
 
Non so che altro dire, anzi...Se volete, sto scrivendo una ff a 4 mani, Another
Cinderella Story, con Simona, la ragazza a cui ho dedicato l'intera fanfiction :)
 
Quindi, per non fare la solita sdolcinata, vi lascio alla lettura.
Adieu(?)
 
 
EPILOGO
 
ATTENZIONE: ho messo una piccola scena rossa, 
quindi se non volete leggere, basta saltare la parte
dove vedrete gli asterischi rossi :)

 
Quando mi alzai dal divano, notai che tutti presero strade diverse: chi verso il capannone, chi verso il tavolo delle bevande, chi voleva provare a rimorchiare e chi si gettò subito in pista per ballare.
Ancora non ci credevo nemmeno io, talmente tanto che provai a darmi un pizzico per vedere se riuscivo a svegliarmi dal mio sogno. Sentii una risata al mio fianco, e quando mi voltai, Liam mi stava osservando attentamente.
"Cosa facciamo per prima? Hai fame?" mi chiese e prontamente annuii.
Con la fretta di preparare le cose, non avevamo fatto una vera e propria cena. Avevamo mangiucchiato qualcosa durante la preparazione. Quindi, ci avviamo al tavolo del cibo, prendendo qualche pezzo di pizza, che avevamo ordinato per l'occasione, e un bicchiere di coca cola ciascuno.
Trovando un buco libero sul divano, ci accomodammo di nuovo. In quell'arco di tempo, mi dedicai ad osservare cosa stava succedendo in casa di papà: c'era gente che continuava ad entrare in casa, alcuni passavano direttamente sul retro dove la musica ad alto volume rimbombava per tutta l'area. Gente che riempiva il salotto per ballare, gente già pronta a spalmarsi e sbaciucchiarsi con qualcuno e infine gente al tavolo delle bibite.
Mi costava ammetterlo, ma per una volta, Harry, ci aveva saputo fare! Non eravamo solo noi otto, e diciamo che anche mio padre questa cosa la sapeva, vista la ramanzina di poco prima.
 
Addentai l'ultimo boccone della mia pizza, margherita per l'esattezza, pulendomi le mani e poi sorseggiando la mia bibita, quando vidi Liam alzarsi e chiedermi se ne volevo un'altra fetta. Negai subito con la testa, mentre lui si allontanò per prenderne un altro pezzo. Ne approfittati per fare un giro di perlustrazione.
Al capanno fuori c'era anche più gente. Avevamo fatto bene ad usare anche il piano terra della casa, c'era troppa gente per stare solo nel capanno. In effetti, anche fuori casa e dal capanno, c'era tanta gente che magari teneva in mano un bicchiere di alcool, chiacchierando o ballando.
Fui felice di vedere tutto questo, forse perchè, davvero, non avevo partecipato mai ad una simile festa.
"Vieni a ballare con me?" sobbalzai a quelle parole, girandomi e ritrovandomi Rob al mio fianco. Senza pensarci un attimo di più, afferrai la mano della mia migliore amica ed entrammo nel capanno.
Su quello che sembrava un palco di legno, montato apposta per la festa, Zayn suonava la sua console. Ma da dove era uscita? Non sapevo nemmeno che se l'era portata dietro!
Le luci riempivano la stanza, mentre i ragazzi ridevano felici, ballando a tempo.
Anche la puzza di sudore non tardò ad arrivare.
Pregai che una scarica di acqua arrivasse solo per lavare certa gente che di doccia non sapevano nemmeno il significato!
"Sei silenziosa!" urlò Rob al mio orecchio. Mi avvicinai a lei, senza perdere il tempo della musica.
"Sono rimasta scioccata da tutta questa gente!" ammisi, e lei ridacchiò solamente.
Continuammo a ballare per un altro pò, fin quando qualcuno non mi afferrò per una mano, obbligandomi a fare una giravolta sotto il braccio.
"Ma sei scemo?" ridacchiai, mentre il biondo continuò a farmi fare giravolte.
"Scusa se volevo ballare con te" mi prese in giro, uscendomi anche la lingua.
"Quello lo chiami ballare?" disse Rob, che ora era di nuovo al mio fianco. Scoppiai a ridere, mentre il biondo cambiò il suo modo di ballare.
Adesso, infatti, ripassava dei passi di danza irlandese. E questo gli servì a fare subito colpo.
"Sei irlandese?" guardammo tutti e tre curiosi la ragazza che si era appena avvicinata. Aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri e un fisico snello. La fotocopia di Niall al femminile, però. Teneva anche una fetta di pizza tra le mani.
"Scusate ragazze..." il biondino ci abbandonò subito, facendoci ridacchiare.
"Dici che Sophy gliela farà passare liscia?" mi chiese Rob, mentre ricominciammo a ballare come pazze.
"Dico che da domani avrà qualcosa meno" la feci ridere di nuovo.
 
Con la coda dell'occhio riuscii a scorgere Louis parlare animatamente con tre ragazze, facendole ridere chissà perchè. Al suo fianco Harry era tremendamente sulle sue. Non dava segni di vita, se non fare qualche timido sorriso ogni tanto.
Ma cosa aveva che non andava quel ragazzo? Era perfetto: carino, simpatico. Perchè non aveva ancora una ragazza?
"Scusami un attimo" lasciai in tredici Rob, pronta ad andare in soccorso del mio fratellino.
In un certo senso, quello che stavo per fare, era come un ringraziamento per la bella settimana che mi stava facendo passare. Tra risate e isteria, grazie a lui, avevo trovato qualcosa di speciale. Qualcuno di speciale.
"Oh Dio, Harry! Questa festa è fa-vo-lo-sa! Mi devo congratulare con te" e lo abbracciai.
Sentii Harry mormorare un "Che stai facendo?" e gli diedi un pizzico al braccio.
"Stai al gioco" lo rimproverai sottovoce, staccandomi poi dall'abbraccio. Louis sembrò capire subito le mie intenzioni, e mi lasciò fare.
"Sapete ragazze, lui è l'arteficie di tutto questo. Se vi state divertendo, dovete ringraziare solo lui" mi rivolsi alle tre che adesso guardavano Harry con occhi sognanti.
Chissà perchè le ragazze andavano pazze solo per chi non fosse uno sfigato. Era un pensiero retorico, eh!
"E se invece ci stiamo annoiando?" scherzò una delle tre.
Alzai le spalle, mentre le risate delle altre due mi suggerirono cosa rispondere.
"Date tutta la colpa a lui" indicai Louis che sobbalzò.
"Io?" chiese, fintamente spaventato. In quel modo le ragazze scoppiarono a ridere, e una di loro si fece finalmente avanti, chiedendo ad Harry di ballare insieme.
Il riccio si girò verso di me prima di sparire in mezzo alla folla per farmi un occhiolino in segno di ringraziamento. Così mi girai verso le altre due che erano rimaste e "Lui è un coglione, ve lo sconsiglio" dissi prima di allontanarmi per non essere menata da un furioso Louis.
Qualcuno mi afferrò per il polso, costringendomi a camminare dietro lei.
"Cos'è successo, Sophy?" provai a chiederle. Ma la paura di portarmi a vedere l'omicidio di Niall in diretta, mi assalii. Provai così a spiegare l'enorme casino prima ancora di farle dire qualsiasi cosa.
"Non è colpa sua, la ragazza è arrivata e se l'è tirato chissà dove! Ho provato ad inseguirli, ma Harry mi ha tirato altrove, perchè Louis non riusciva a fare colpo!"
Ok, forse dovevo rivedere il mio modo di dire le bugie. Soprattutto quelle che dovevano passare per credibili.
La mia amica però si fermò, guardandomi male, con la fronte aggrottata "Eh? Di che parli?" mi chiese, preoccupata.
Eravamo fuori, tra il capanno e la casa. La gente continuava a ballare, mentre altri era già spalmati a terra per tutto l'alcool che si erano ingeriti. Speravo solo che nessuno avesse chiamato la polizia, o peggio ancora, l'ambulanza.
Avevo, in un certo senso, promesso a papà di tenere la casa sotto controllo. Ma per controllo, intendevo il mio, non quello del giudice che ci avrebbe condannato.
"Ehm...Stai parlando di Niall, giusto?" chiesi e lei sbarrò gli occhi.
"Che c'entra Niall? Anzi, muoviamoci che mi aspetta al bancone delle bibite. L'ho lasciato lì quando li ho visti insieme" e mi tirò nuovamente per un braccio.
Aveva visto insieme chi, allora?
"Chi?" chiesi confusa, ma non ci fu bisogno di altre parole, perchè la scena che mi si parò davanti rispose a tutte le mie domande: Liam era appoggiato al muro, in mano teneva un bicchiere di chissà cosa, e d'avanti lui stava una ragazza alta, bruna con una mano appoggiata al livello della testa del castano, quasi ad intrappolarlo.
"Loro" disse Sophy, spingendomi poi, verso i due.
Merda. Con uno scatto, riuscii a passarle sotto un braccio, spingendo lei per prima.
"Chi è?" chiesi, spingendola per le spalle.
Piantò i piedi per terra e mi tirò per un braccio, mettendomi davanti a lei "Ashley, la sua ex".
Non riuscii a dire nient'altro, lasciandomi trasportare dalla mia amica forzuta. Ero più che sicura che se avessi provato a rimettermela davanti come scudo, mi avrebbe mandato a quel paese girando i tacchi da tutt'altra parte.
"Ciao" richiamò l'attenzione dei due, Sophy. Liam spostò immediatamente lo sguardo su me, per poi sbarrare gli occhi incredulo. Cosa si aspettava che succedesse? Ero in quella casa pure io da sette giorni!
"Che vuoi?" sbottò quella, mentre continuava a squadrarci da capo a piedi. Notai Sophy dietro me irrigidirsi, ma prima che potesse parlare lei, lo feci io.
"Lascia stare il mio ragazzo" dissi a denti stretti. Quella rise malignamente, tornando poi seria e fulminandomi con lo sguardo.
"Nei tuoi sogni, e nemmeno! Liam sta con me da tanto tempo, vero amorino?" e sfiorò il viso di Liam. Non l'avevo mai visto in quel modo, debole. Sembrava un cane bastonato, messo con le spalle al muro. Ok, era davvero con le spalle al muro, ma...dettagli!
Era pur sempre una ragazza. Alla fine, la sera prima a quella festa del paese, si era dimostrato di avere gli attributi.
"Nei tuoi, forse" urlai. La musica, comunque, riusciva a sovrastare le nostri voci; solo chi ci passava vicino era capace di sentire quello che stavamo dicendo.
Non mi era mai capitato di fare una scenata di gelosia. A meno che non parliamo di quella volta in cui trovai Harry col cucchiaio ad affogarsi in un barattolo di nutella, senza avermi avvisata. Lì si che ero andata su tutte le furie, dicendogli che non mi voleva bene per non avermi chiamato per mangiarla insieme. Condividevamo tutto, alla fine.
La risata da cornacchia della tipa mi riportò alla realtà.
"Senti bella, meglio che sloggi da qui. Abbiamo da fare noi" e mi diede le spalle.
Strinsi le mani a pugno e provai a contare fino a dieci prima di fare qualsiasi cosa. Ma, ahimè, l'avevo sempre detto io che non ero brava con la matematica... E nemmeno a pensare qualcosa di sensato da fare in simili occasioni.
Le mie dita si infilarono tra i capelli -più che altro, sembravano grovigli di spine- della ragazza, facendola urlare leggermente di dolore quando provai a tirarla lontana da Liam.
Il castano mi guardò sbalordito, mentre sentii un gemito uscire dalla bocca della mia amica, forse percependo il dolore che stava provando la ragazza sotto le mie mani.
"Io ti uccido" non so come, ma la ragazza riuscì a sfuggire dalle mie grinfie e prese i miei capelli tra le mani. Quando urlai, sentii due mani prendermi di forza, liberandomi dalla iena. Alzai lo sguardo e notai che anche quella veniva allontanata da altra gente. Ci sarebbe stata altra occasione, quella sera, per fargli capire di chi fosse Liam ora.
"Simone, calmati, ti prego" la voce del castano mi tranquillizzò per un momento. Ancora con il respiro irregolare, mi gettai tra le sue braccia, trattenendo le lacrime con forza.
Non dovevo mostrarmi debole, non dopo aver dimostrato qualcosa sia a Liam che a me stessa. Perchè avevo reagito in quel modo? C'era solo una risposta a tutto quello e purtroppo, o per fortuna, adesso la conoscevo.
"Dai, è tutto apposto. Staremo insieme per il resto della serata, così non succederà più nulla" mi consolò, stringendomi forte al suo petto.
Evitai di farmi vedere debole e alzai lo sguardo.
"Scusa" dissi, e lui mi passò una mano sulla guancia, cominciando a disegnare dei cerchi sulla mia pelle, sorridendo.
"Per cosa? Per avermi fatto la tua prima scena di gelosia? Almeno so che non devo farti arrabbiare" ridacchiò, trasportandomi.
Lo strinsi di nuovo forte, affondando la testa nel suo petto, mentre lui ricambiò con qualche bacio tra i capelli e accarezzandomi la schiena, consolandomi.
"Avanti, vuoi che ti prenda qualcosa da bere?" mi chiese.
Mi allontanai leggermente, scuotendo la testa.
"Balli con me? Ogni volta che ci provo, qualcuno mi strattona da qualche parte" lo avvisai, facendolo ridacchiare.
"Con me non succederà. -sfiorò il mio naso col suo- Dove vai tu, ci sono io, promesso!" e ridacchiai.
Le nostre mani si intrecciarono, mentre lo seguii tra la calca di gente ammassata in salotto. Nonostante la musica fosse nel capanno, anche in casa si sentiva benissimo. Ma non era lo stesso sound che si aveva fuori.
Così, notando gli altri al centro della pista nel gazebo, ci avvicinammo sorridenti.
Iniziammo a fare i cretini tutti insieme, e poi finalmente Louis e Harry ci presentarono le loro accompagnatrici: Ela e Maryanne.
 
Erano tipe apposto, almeno per quei minuti che parlammo mi sembrarono tranquille. Ela non staccava più gli occhi di dosso dal mio fratellino, che finalmente si era lasciato un pò andare.
"Sei un grande!" mi complimentai con Harry, che non capendo per il volume alto, si abbassò vicino al mio viso.
"Che?" infatti mi chiese.
Scossi la testa, alzando gli occhi al cielo.
"Ho detto: sei un grande coglione!" sentii le risate di Niall e Liam al mio fianco, mentre il riccio aggrottò la fronte.
"E perchè?" lo lasciai nei suoi dubbi, dandogli le spalle e passando le mani dietro il collo di Liam.
Il mio vestito verde acqua faceva la sua figura quella sera. Alla fine mi era venuto perfetto, quindi lo avevo preso.
Ok, avevo fatto la mia solita scenata senza senso e Liam me l'aveva comprato per forza. Avevo provato anche a restituirgli il tutto, ma non aveva voluto nemmeno un centesimo.
"E' la nostra ultima sera, no?" continuava a ripetermi. E per quanto volessi rispondergli di no, dovetti cedere al suo volere.
Lui invece aveva indossato un semplice pantalone nero, attillato, e una maglia bianca con uno scollo a 'V'; inoltre aveva i capelli leggermente ingellati ed era tutto perfetto nell'insieme!
Di certo non riuscivo ad immaginare lo stato dei miei capelli dovuto a tutto quel caldo, ma non me ne importò più di tanto e continuai a muovere i fianchi vicini a quelli di Liam.
Sentii le guance andarmi a fuoco quando qualcos'altro sfiorò la mia gamba.
Provai ad allontanarmi, anche per non farlo vergognare, o non so cosa. Ma qualcuno mi strinse da dietro, finendo per farci ballare ancora più stretti.
"Ma se tu sei qui, chi sta in console?" chiese Liam, e capii che il deficiente che ci aveva costretto a stare più vicini era Zayn.
"Uno della scuola! E' bravo, non vedi?" e tutti e tre puntammo gli occhi sul presunto nuovo dj. Sì, se la cavava.
"Ok, ma staccati dalla mia ragazza o la possono prendere per una poco di buono" alzai lo sguardo, puntandolo sulla mascella leggermente contratta di Liam. Ora sapevo cosa si provava ad osservare una scena di gelosia.
Era un'emozione tra il misto di potenza, felicità e orgoglio allo stesso tempo. Mi scappò perfino un sorriso.
Zayn si allontanò, alzando le mani al cielo in segno di arresa. Ma sorrise, capendo le parole di Liam al volo.
Mi voltai di spalle verso Liam, richiamando Zayn.
"Ci sono un casino di ragazze! Manchi solo tu a buttarti nella mischia!" e gli feci notare che ognuno aveva già un partner. Perfino Rob era attaccata ad uno che avevo visto qualche volta tra i corridoi di scuola.
"Hai ragione" disse, e con quella frase, sparì.
Le mani di Liam si posarono sui miei fianchi, mentre le sue labbra si posarono sul mio collo.
D'istinto chiusi gli occhi, ma li riaprii alla stessa velocità con cui li avevo serrati, girandomi e ritrovandomi un Liam confuso davanti.
"Non hai sete?" provai a chiedere.
Dopo un momento di esitazione, finalmente annuì. Ci allontanammo dal capanno e rientrammo in casa, dove c'era allestito il bancone delle bibite.
Pregai mentalmente che quella massa di gente sconosciuta non si fosse scolata già tutto. Ma per fortuna, al nostro arrivo, ancora qualche bottiglia di vodka o altro era sul tavolo.
"Cosa vuoi?" mi chiese Liam.
Alzai le spalle, non sapendo davvero cosa scegliere "Fai tu" dissi solamente.
Lui mi diede le spalle e si allontanò.
Mi girai verso la stanza, che una volta avrei chiamato cucina, guardando un pò tutti: qualcuno esplorava le bocche di altri, altri per poco non scopavano sul pavimento, altri facevano qualche gioco al tavolo della cucina con le carte. E tre su quattro erano anche nudi. Che razza di gioco era?
Qualcuno mi afferrò per un polso con poca delicatezza e quando mi girai per dirgliene due, delle labbra si posarono sulle mie.
La grande mano di Liam si infilò tra i miei capelli, mentre l'altra si posò sulla schiena, attirandomi al ragazzo. Le nostre lingue si intrecciarono in un bacio, che terminò ben presto. Il sorriso che soffiò sulle mie labbra, mi trasportò con facilità.
"Sei bellissima, comunque" sussurrò appena. E nel mio stomaco ci fu uno strano scombussolamento.
Strano. Non avevo ancora bevuto e già il mio stomaco faceva i capricci?
"Torno subito, prendo qualcosa da bere" mi avvertì, lasciandomi andare. Ma lo bloccai in tempo con una mano, riportando le mie labbra sulle sue.
Amavo la nostra differenza di altezza, e stavolta non l'avevo costretto ad abbassare la testa perchè mi ero sporta sulle punte e l'avevo raggiunto io.
Sorrise nuovamente, staccandosi a malincuore.
"Ti sciuperei tutta, giuro... Ma prendo qualcosa da bere prima di rischiare di rimare a secco" mi avvisò e il mio labbro inferiore si allungò, assumendo un broncio.
Lui rise e si voltò, stavolta definitivamente.
Scossi la testa, divertita e mi girai di nuovo.
E chi l'avrebbe mai detto? Da piccola mamma mi aveva sempre raccontato quelle favole in cui la principessa incontrava il suo vero amore a galoppo su un cavallo bianco. Il principe era sempre descritto con i capelli biondi e gli occhi celesti.
Liam era l'eccezione, di sicuro. Anche perchè, io non ero nemmeno una principessa. A meno che non si parli di Cenerentola. Ma quello era un discorso a parte.
I miei occhi finirono sulle scale che portavano al piano superiore, e quasi come se avessi preso la scossa, scattai sul posto.
No, no, no, NO! Era vietato entrare nelle camere da letto!
Mannaggia a me e quando non avevo nascosto le chiavi da qualche parte. 
"Ehy ragazzi, non si può" li raggiunsi velocemente, arrestando i due appena in tempo.
Il ragazzo che stava davanti si girò e con un ghigno stampato sul volto, mi squadrò da capo a piedi.
Sentii la mia pelle tremare. Dio mio...Pure qui?
"Oh, ma se vuoi, possiamo fare una cosa a tre" disse quello senza nessun problema. La cosa peggiore era che la ragazza, intrecciata alla sua mano, rideva. Come si riconoscono le troie!
"No, guarda. Io sono la proprietaria della casa e le camere da letto sono severamente off-limits" cercai di tenere una voce ferma, ma in quel momento l'unica cosa che riuscivo a pensare erano le sue mani addosso a Liam.
Se solo lui fosse arrivato in quel momento, chissà cosa sarebbe successo! Il giorno prima era andata bene, ma adesso? Era meglio evitare quel casino.
"Mi dispiace, i miei genitori non vogliono" provai, più calma.
Lui scoppiò a ridere, seguito dalla sua ragazza... O comunque, quello che era! Poi scese qualche gradino e mi sfiorò il mento.
"Guarda che non scherzavo con la storia a tre" e scansai il mio viso.
Che schifo! Evitai di sputargli in faccia quanto mi facesse schifo, e soprattutto che lo volevo fuori casa. Ma qualcuno mi anticipò.
"Che ci fai qui?" mi voltai di scatto, trovando Liam a qualche passo da noi con due bicchieri di un liquido giallo tra le mani.
"Tranquillo Liam, stavano andando via" ma la mia frase fu sovrastata da una risata. Mi girai appena solo per vedere cosa ci fosse di tanto divertente.
"Guarda, solo perchè sono con degli amici che non ti picchio. Non ti sono bastate quelle di ieri?" sghignazzò.
Mi voltai verso Liam, pregandolo con lo sguardo di non fare nulla, di non rischiare. E non perchè ci fossero altri alla festa, ma per le conseguenze che ci sarebbero state. E se avrebbero chiamato la polizia? Papà mi avrebbe segregato in casa per il resto della mia vita!
"Lasciamo stare ieri. E' acqua passata. Siamo ad una festa, perchè rovinarla?" provò a dire in modo calmo, Liam, e sorrisi, ringraziandolo.
Sentii sospirare il tizio, mentre scambiava parole sottovoce con quella al suo fianco.
"Buona serata" decise di scendere le scale, dando una spallata a Liam, facendogli per poco cadere addosso le bevande.
Gli corsi in contro, abbracciandolo, mentre lui alzò le braccia prontamente per non farsi un bel bagno di alcool.
"Grazie" dissi e lo strinsi più forte.
"Simone, non respiro" e risi, staccandomi.
"Sì, ma adesso chiudo tutte le stanze a chiave e nascondo le chiavi in qualche posto sicuro" dissi, dirigendomi verso le scale.
 
Sentii dei passi alle mie spalle e quando mi voltai trovai Liam a mani vuote.
"Che fai?" chiesi, aprendo intanto una porta per vedere se qualcun altro aveva fatto il furbetto. La chiusi subito a chiave.
"Vengo con te. Non ricordi? -lo guardai strana- Dove vai tu, ci sono io" ripetè la frase di poco prima, facendomi ridere.
Chiusi a chiave anche la seconda stanza e passai alle altre.
Aprii, finalmente, l'ultima, buttandoci dentro un'occhiata e constatando che non ci fosse nessuno. Quando, però, provai a chiuderla, Liam appoggiò una mano sul legno, bloccandola.
Mi voltai verso di lui, confusa.
"Liam?" lo richiamai.
Lui non mi diede spiegazioni, semplicemente mi spinse dentro, richiudendo la porta alle sue spalle. A chiave.
Lo guardai con un sopracciglio alzato "Ti sei bevuto entrambi i bicchieri di alcool?" lo presi in giro, provando ad uscire. Ma le sue braccia mi bloccarono, riportandomi davanti a lui.
"Che fai?" chiesi, impaurita e confusa.
Prese il mio viso con una mano, avvicinandolo al suo "Voglio stare un pò con te, solo" e mi stampò un veloce bacio.
Come nei film, mi venne da chiudere gli occhi e rimanere per qualche secondo in quel modo, ad aspettare altro.
Lo sentii ridacchiare e di colpo li riaprii, sentendomi a disagio.
Abbassai il capo, ma la sua mano mi costrinse a rialzarla. Spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e di nuovo unì le nostre labbra in un bacio.
Le sue mani scesero fino al mio sedere, stringendolo un poco e attirandomi di più a sè. Posai le mie mani sul suo petto, tenendo comunque una certa distanza tra i nostri corpi. Non volevo che finisse come poco prima nel capanno.
Con un gesto fulmineo, Liam mi prese di peso, facendomi perfino cadere una scarpa. La guardai per un momento lì, sul pavimento, ridacchiando.
* "Ehy, calmino. Mica scappo" lo presi in giro, giocherellando col bordo del colletto della maglia.
Lui sorrise e mi baciò ancora. Camminò per la stanza fino a farmi appoggiare al letto.
Mi fece stendere, mentre si rimise dritto con la schiena e sfilò con un gesto secco la maglia, rimanendo a petto nudo. Non sapevo più dove guardare, impacciata e nervosa allo stesso tempo.
Si tenne con i gomiti per non pesarmi, mentre cominciò a baciarmi il collo scoperto. Aprii la bocca involontariamente, lasciandomi andare ad uno sbuffo. Non era per noia, più per la disperata ricerca di un pò d'aria.
La mano di Liam passò dietro la mia schiena, dove provò a far scendere la zip del vestito. Ovviamente non fu una facile impresa, facendoci ridacchiare entrambi.
Mi tirò un poco, alzandomi solo la schiena. I nostri visi erano vicinissimi, mentre concentrato cercava di far scendere il cinturino del vestito.
Senza un motivo valido, morsi la sua guancia.
"Che fai?" ridacchiò e finalmente riuscì a calare quella maledetta cerniera.
Alzai le spalle "Mi andava" mi giustificai, e riappoggiai la schiena al letto.
Mi aiutò a sfilare il vestito dal basso, costringendomi poi a salire fino al cuscino del letto.
Togliendo anche la scarpa che era rimasta al mio piede, rimanevo completamente in intimo sotto Liam. Ma stavolta non era come era successo in quegli ultimi giorni. No.
Adesso era diverso. Sentivo più caldo, non sapevo che fare e mi sentivo a disagio.
"Rilassati" sembrò leggermi nel pensiero e si mise dritto sulle ginocchia.
Provai ad anticiparlo, capendo che i prossimi a fare un volo sul pavimento sarebbero stati i suoi pantaloni.
Le mie mani si posarono sulle sue, provando a sbottonare il jeans scuro. Abbassai la piccola cerniera, aiutandolo a sfilarli dalle gambe.
Scese dal letto, lontano da dov'ero io, e tolse anche le scarpe. Rimase, così, in boxer.
Ero rigida, si vedeva lontano un miglio e per farmi rilassare, Liam, mi afferrò per le caviglie e mi tirò giù sul letto. Ridacchiai.
Gattonò fino al mio viso, dove cominciò a rilasciare tanti baci per tutta la faccia. Voleva farmi rilassare e così ci stava anche riuscendo.
Scese a baciarmi il collo e subito dopo il seno destro, ancora coperto dal reggiseno. Ma lì si bloccò e alzò lo sguardo, puntando i suoi occhi marroni nei miei.
"Davvero?" mi chiese e scoppiai a ridere, sapendo di cosa stava parlando.
Il dito di Liam sfiorò il mio stomaco, arrivando al mio gancio del reggiseno. Stava davanti. Li trovavo più comodi e poi era perfetto per quel vestito che avevo indossato alla festa. Lo sganciò, trovandolo come una sorpresa. Anche io ne ero piena, come poteva vedere.
Lo sfilò dalle mie braccia e lo lasciò cadere sul pavimento, cominciando subito dopo a baciarmi i seni.
Serrai subito gli occhi, mentre chiusi le mani a pugni tra le lenzuola, trattenendo qualche gemito.
Si sdraiò sul mio corpo, cercando in qualsiasi modo di non pesarmi comunque. Piegò una mia gamba, sfiorandomi con una mano e facendomi rabbrividire.
Si alzò di poco, continuando a lasciare una scia di baci umidi fino ai miei slip, dove si fermò e mi guardò per un secondo. Il mio cuore sembrò prendere una strana velocità, nemmeno fossi ad una gara ad ostacoli.
Le sue mani si posarono delicate ai lati delle mutande, sfilandole lungo le mie gambe e lasciandole cadere a terra, vicino al resto dei miei vestiti. Ero nuda. Completamente nuda.
"Ho paura" sussurrai, ma non tanto piano perchè lui mi guardò dritto negli occhi.
D'istinto chiusi le gambe. Ma non durò molto.
Le mani di Liam, infatti, le separarono, permettendogli così di mettersi in mezzo.
Sentii il suo respiro sulle mie labbra.
"Ho più paura io di te" mi confessò e non so perchè, ma la stessa sensazione di poco prima, si annodò alla bocca del mio stomaco.
La sua mano giocò appena con la mia intimità, provocandomi leggere scosse alla schiena. La inarcai, perfino, quando mi sfiorò di più con un dito.
Non stava facendo nulla, eppure era tutto perfetto, per me.
"Farà un pò male" mi avvertii, per poi provare ad entrare un dito in me.
Quello che sembrava un urlo di dolore, fu zittito da un bacio. Mi ritrovai ad infilare le unghia nelle sue spalle, mentre serrai violentemente gli occhi.
Mosse le sue labbra sulle mie, provando ad entrare la lingua nella mia bocca per farmi rilassare. 
 
Passarono minuti che per me sembrarono infiniti; poi, finalmente, sfilò il dito da me, allontanandosi.
Sentivo il mio cuore battere forte nel petto. Avevo perfino paura che mi scoppiasse da un momento all'altro.
Scese dal letto e camminò veloce fino al comodino; aprì l'unico cassetto e uscì una bustina argentata. 
Era arrivato il momento. Il mio. Il nostro.
Fece scivolare i suoi slip lungo le gambe, tornando poi addosso a me.
"Preferisci a luce spenta?" mi chiese e non so perchè, annuii.
Che ne sapevo io cosa preferivo? Era la mia prima volta, cosa mi cambiava se la luce fosse accesa o meno?
Forse il mio corpo voleva perdere altro tempo.
Liam allungò il braccio, spegnendo la luce, lasciando la stanza completamente al buio, illuminata dalla luna che quella sera era piena.
"Farò piano" sussurrò ancora. Poi si alzò di poco e lo vidi trafficare con la bustina, che subito gettò sul pavimento.
Deglutii a vuoto quando lo vidi concentrato a srotolare il preservativo sulla sua erezione. Forse avevo fatto bene a fargli spegnere la luce.
Si accasciò sul mio corpo, piegando entrambe le mie gambe.
Sentii le nostre intimità strofinarsi qualche volta prima di farci diventare una cosa sola.
Mi trattenni dall'urlare, perchè non era per niente come me l'avevano presentato nei film. No. Inarcai la schiena dal dolore, mentre Liam si fermò subito.
La mano di Liam cercò la mia nel letto, e quando la trovò, le intrecciò forti.
Passai l'altra mano dietro la sua schiena, ricordandomi di non dover conficcare di nuovo le unghie.
Posò le sue labbra sulle mie e provai a calmarmi. Per me era tutto nuovo, non sapevo cosa fare.
"Sto cercando di fare il più piano possibile..."
"Vai" lo interruppi, e prima che potesse dire altro, feci combaciare di nuovo le nostre labbra in un tenero bacio.
Lenti movimenti accompagnoro il bacino di Liam dentro me, e morsi il labbro inferiore per non urlare. Sentii perfino una lacrima scivolare lungo la mia guancia.
 
Il fiato di Liam si fece pesante sul mio collo, mentre cercava di tenermi salda a lui con una mano. Mi venne spontaneo salire i piedi sulle punte, come a trovare un'altra posizione che permettesse di stare comodi ad entrambi. E così fu.
Liam entrò più a fondo; tentai anche di non urlare, ma un gemito misto tra il dolore e la felicità uscii dalla mia bocca. Felicità perchè era quello che volevo.
Lasciai la sua mano per aggrapparmi con entrambe alla sua schiena. Ogni movimento rendeva i suoi muscoli rigidi e la pelle cominciava ad inumidirsi di sudore. Faceva più caldo, adesso, e la musica accompagnava quel silenzio, spezzato ogni tanto da qualche mio lamento.
Le mani del castano si posarono sotto il mio sedere, quasi a tenerlo fermo per il tempo che ci rimaneva. E cercò di aumentare di poco la velocità. Lo sentii affannato, di più, mentre la fronte sudata si appoggiava sulla mia.
Sorrisi, mentre lui ricambiò con un bacio veloce. Poi rallentò e si accasciò completamente sul mio corpo, sfinito. *
I nostri cuori battevano forti, riuscivo a sentire anche il suo, mentre i nostri petti si gonfiavano e sgonfiavano, cercando un pò di aria.
"You are the thunder and..."
"I am the lightning..." nemmeno avevo appena cominciato a cantare la canzone di Selena Gomez che risuonava per la casa, che lui aveva continuato al mio posto.
Sorrisi, mentre si accomodò al mio fianco, uscendo da me con attenzione.
Accese la piccola lampadina sul comodino, sfilandosi il preservativo pieno. Mi voltai da tutt'altra parte, cercando qualcosa per pulirmi.
Mi passò un tovagliolo, che afferrai velocemente, sussurrando un flebile "Grazie" e provai a pulirmi.
Il rosso del poco sangue che era uscito, colorò il fazzoletto. Lo piegai in quattro e lo gettai a terra, recuperando subito il mio intimo sparso per la stanza.
Si vestì anche lui velocemente, infilandosi per ultimo la maglia.
Cactus che silenzio! Mi stava uccidendo. Doveva essere così dopo aver fatto sesso?
Mi alzai dal letto, dopo aver indossato anche le scarpe e il viso di Liam apparve davanti ai miei occhi, quasi spaventandomi.
Con le mani prese il mio volto, avvicinandolo al suo e scambiando un bacio delicato.
Quando si staccò, mi prese per mano e mi portò fino alla porta della stanza.
"Possiamo dormire insieme, quest'ultima notte?" mi chiese. Mi scappò un sorriso, ma provai a non farmi notare.
"Sempre se ritroviamo la stanza da letto" lo avvertii, e ridacchiò anche lui.
"Anche questa di Harry non è male. Dovrei ringraziarlo per il pacchetto" e sentii le mie guance andare a fuoco.
"Andiamo alla festa, dai" lo tirai fuori dalla stanza.
 
Inutile dire che quella sera fu la migliore della mia vita. Non c'era altro posto in cui volevo essere. Nemmeno con altra gente.
Io, loro e quella festa.
 
 
* * *
 
Dio, che mal di testa!
Stropicciai gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte prima di connettere -per quello che potevo.
Mi guardai in giro, mentre mi coprii dal sole con una mano. Qualcosa pesava sul mio stomaco, e quando abbassai lo sguardo, constatai che un braccio peloso ci giaceva morto.
Oddio, morto no! Era solo addormentato!
Seguii con gli occhi la lunghezza del braccio, fino a riconoscere la testa castana di Liam. E sorrisi. Alla fine eravamo riusciti a dormire insieme. Anche se, in realtà, della sera prima ricordavo ben poco. Avevo completamente dimenticato ogni cosa. Perfino come ero arrivata ad una delle camere da letto.
Ma non quel dettaglio. Quello lo ricordavo benissimo. Io e Liam nella stanza che per ultimo aveva ospitato Harry, la sera prima. 
Provai a svegliare il castano, che al tocco aprì gli occhi, mugugnando qualcosa.
"Buongiorno" sbiascicò dopo.
Provai a parlare, ma l'unica cosa che uscii dalla mia bocca, fu qualcosa di strozzato. Merda. Avevo urlato talmente tanto la sera prima, che adesso non avevo più voce.
Lui sorrise e si appoggiò sui gomiti, guardandomi.
"Che c'è?" chiesi, pensando di assomigliare chissà a quale mostro in quello stato di prima mattina. Magari, non mi ero nemmeno struccata la sera prima. E i capelli, conoscendomi, non erano uno spettacolo dopo una sana dormita.
"Guardavo Zayn dietro te" e mi voltai, ritrovandomi non solo il moro, ma anche tutto il resto della ciurma buttata su un letto chissà messo quando in quella stanza.
"Non ricordi nulla?" mi chiese, attirando nuovamente la mia attenzione.
Mi voltai, per poi scuotere la testa in negazione.
Lui sorrise "Quando l'ultimo sopravvissuto alla festa è uscito di casa, abbiamo deciso di dormire tutti insieme e così abbiamo portato un altro letto qui" sorrisi. Chissà cos'altro mi ero persa.
"E tu dormivi" appunto.
Scoppiai a ridere, mentre sentii il letto muoversi sotto di me. Mi zitti immediatamente, ma ormai era troppo tardi.
La mia sonora risata aveva svegliato qualcuno.
 
Così dopo un paio di minuti, tutti eravamo per metà attivi.
Decidemmo di scendere per fare colazione, e mentre loro si avviarono in cucina -o quello che ne rimaneva-, io uscii sul retro, sedendomi sul gradino che separava la casa dalla terra.
Sentii dei passi venire nella mia direzione, poi uno ad uno si accomodarono al mio fianco.
"E' stata una bella vacanza" affermò Sophy, sbadigliando subito dopo.
Tutti annuimmo, mentre io appoggiai la testa sulla spalla di Liam, al mio fianco.
"Già. Dovremmo farlo più spesso" disse Harru, e io sorrisi.
L'aria fresca mattutina ci tenne compagnia per quei pochi minuti di silenzio, interrotti alla fine dallo strano rumore proveniente dallo stomaco di Niall.
Scoppiammo a ridere, mentre ci alzammo per riempire ognuno il suo. Liam mi bloccò prima di rientrare, e infilando le dita nei mie capelli, mi baciò.
Come inizio estate, non era male. Era l'inizio di qualcosa di nuovo, per me.
"Andiamo" lo tirai per una mano, avvicinandomi agli altri.
Chi l'avrebbe mai detto che una stupida vacanza avrebbe cambiato tante cose nella mia vita? 
Il sorriso di Liam fu l'unica cosa che continuai a guardare per il resto della giornata... Della vita.

 
  

 
FINE.

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