In my heart you're still you...

di marikkachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** lacrime e scoperte ***
Capitolo 3: *** I ran away ***
Capitolo 4: *** Dead ***
Capitolo 5: *** preoccupation ***
Capitolo 6: *** La foresta oscura ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


E’ appena arrivata la primavera, i ciliegi e i peschi del giardino stanno sbocciando durante l’armonioso canto che gli uccelli appena emigrati emettono, la natura si stà manifestando in ogni sua forma. Il palazzo è illuminato di una luce , che gli abitanti non vedevano da molto tempo, essa risplende della purezza della sua regina, della fedeltà del suo popolo e dell’amore che unisce entrambi.

- Principessa, principeeeessa ouf ouf…-
- La dama di corte stava inseguendo per tutto il castello, la piccola fanciulla che non aveva nessuna voglia di studiare, soprattutto con quella bisbetica della domestica che con quel grande neo pieno di peletti sopra il labbro superiore e quegli occhiali così stretti da far diventare quella faccia paffutella più grande di quello che non era , i suoi occhi così piccolini che sembravano una goccia di blu nell’oceano, metteva un certo ribrezzo a chiunque li guardasse.
-  La principessa non riusciva a capire come i suoi genitori, così belli e gentili, avessero scelto come domestica principale una donna tanto orrenda quanto cattiva il suo nome poi diceva tutto Ogrilda.
L’aveva quasi raggiunta ma la piccola Rosa, era questo il suo nome, si aggrappò ad una delle tende di velluto che ricoprivano la sala, prese la rincorsa dalla parte opposta della finestra e saltò cadendo su un carro pieno di fieno
“intanto sono caduta sul morbido, ma ora dove posso andare?” pensò la principessa.
Intanto nel castello Ogrilda diede l’allarme alle guardie e alla regina dicendo che la principessa Rosa, figlia del re William e della sovrana Biancaneve, era scappata dal palazzo.
- Come è successo !? Perché?! –  Biancaneve stava chiedendo spiegazioni a Ogrilda  con tono agitato e preoccupato.
- Maestà, la principessa non voleva studiare e così è scappata come suo solito ma questa volta è  scesa fino al primo piano del castello poi quando la stavo raggiungendo si è aggrappata ad una tenda ed è saltata fuori dalla finestra, e poi…-
- E poi  avete avvertito le guardie e me –
- Si è andata così maestà , la prego mi perdoni-
- Ti perdono Ogrilda , il problema è che il re in questo momento è in missione quindi se la piccola si avventurerà nella foresta oscura …-
-  Brutti pensieri assalivano la mente della regina al ricordo di quella foresta ma allo stesso tempo un ricordo di un sentimento dolce e malinconico soffocato ormai da tanto tempo.
- Andrò anch’io a cercarla, i soldati potrebbero non superare la foresta, io ci sono già stata so come passare oltre.-
In quel preciso momento a Biancaneve tornò in mente la frase che Eric gli disse mentre stava per essere assalita da un ramo serpente .
“La foresta assume le sembianze delle tue paure” quelle parole pronunciate dalla sua voce così seria e profonda che in quel periodo era così triste.
Gli mancava  la sua presenza, il suo coraggio e tutto il suo mondo.
- Chissà ora come sarà la sua voce? Triste o spensierata ?- Disse fra se e se la regina.
- Cosa dite maestà-
- Nulla, nulla- Balbettò lei.
- Comunque penso che la sua decisione sia terribilmente inadeguata e pericolosa ma Come LE è VENuta  iN mENte??
- - Il tono di Ogrilda era come un’altalena che si alzava e scendeva di botto.
- Tranquillizzati, riporterò io la piccola Rosa sana e salva - Il suo sguardo si  infuse di coraggio.
- Come volete voi,  maestà. –
-  Ogrilda alla fine si arrese al volere di Biancaneve, poi pensò a un detto che le aveva rivelato sua nonna “tale madre tale figlia “ così iniziò a ridere e tutti  la riguardarono come per dire
- “ Chi è questa pazza? ? Soffre della malattia dell’ebete forse?” e così iniziarono a ridere anche loro e in quel momento di inquietudine un detto ridiede fiducia e sorrisi nei loro cuori.
Nel frattempo Rosa si era camuffata in una contadinella, stava cercando di uscire dalle mura della città, voleva andare in quella foresta verde dove la sua adorata mamma aveva incontrato i nani ,il cervo bianco e dove la natura risplendeva in tutta la sua bellezza.
 Un carretto pieno di fieno che apparteneva ad una famigliola stava uscendo dalla città, così decise di intrufolarsi dentro il carro.
La famigliola era composta da una bambina dalle treccioline   lunghe e tante lentigini sul viso, da un bambino coi capelli all’aria trattenuti da un cappello di paglia, poi c’era una mamma e un papà , dovevano essere felici perché non smettevano di cantare.
 La famiglia era composta da suo padre William e sua  madre Biancaneve, lei però col passare del tempo si accorgeva che qualcosa non andava tra i due genitori, lui andava sempre a caccia o a delle riunioni, lei e la mamma lo vedevamo solo qualche giorno al mese.
Biancaneve si sentiva sola, poi quando guardava Rosa negli occhi faceva sempre un sorriso nostalgico, come se il suo sguardo gli ricordasse il volto di qualcuno o qualcosa.
Rosa aveva dei lunghi capelli castani , degli occhi di un blu intenso come quello dell’oceano, le sue labbra erano di colore rosa (ecco spiegato il suo nome;).
Ad un certo punto dal fieno sbucò un cagnolino bianco a macchie , marroncino  che iniziò a farle il solletico.
Lei non riuscì a trattenersi e iniziò a ridere come una pazza , tutta la famiglia si girò a vedere di chi fossero quelle grida e chi era salito sul loro carro senza permesso, così girarono lo sguardo e lo posarono su quella fanciulla dalla pelle candida e le labbra rosee , che scherzava divertita con il piccolo cucciolo di cane.
Tutti rimasero sorpresi ma soprattutto il ragazzo col cappello , che rimase affascinato da tanta bellezza.
Nel frattempo nel castello Biancaneve si preparava a indossare l’armatura, la stessa della battaglia affrontata nel regno, quella contro Ravenna ,ma anche quella dell’ultima volta che ha incontrato il cacciatore.
Una lacrima scese dai suoi occhi al ricordo di quel giorno e a tutte le emozioni che ha provato alla morte di quella matrigna che fece soffrire ,si, il suo popolo, ma anche se stessa e anche lo sguardo fiero che il cacciatore le rivolse.




Ciao!!
Spero che il prologo vi sia piaciuto!! :D
Per chi odia William :Non vi preoccupate perché anche io lo odio e quindi avrete sicuramente un happy ending di Biancaneve e il cacciatore!!
Non vi faccio altri spoiler perché dovrete continuare a seguirmi x vedere cosa succederà.
Mi raccomando fatemi sapere se è di vostro gradimento o no perché se nn vi piace la cancello….
Alla prossima :)

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Capitolo 2
*** lacrime e scoperte ***



Erano passati 13 anni, dal giorno in cui le stagioni ripresero a scorrere, da quando i fiori ricominciarono a sbocciare, gli uccelli a catare e da

quando Biancaneve venne incoronata regina .

Da quel giorno molte cose cambiarono, il cacciatore era sparito misteriosamente, i nani erano tornati a lavorare nelle miniere e ….(n.d.a me vi

state chiedendo che cosa è successo a Biancaneve?? BO non lo so voi che pensate? N.d.a. Biancaneve Che fine ho fatto io? N.d. a me Zitta

che ora lo scopri! Bene, torniamo a noi.)

Biancaneve si era sposata “felicemente ” con William:( e avevano avuto una splendida bambina di nome Rosa, lei aveva dei lunghi capelli

castani, occhi color oceano(erano proprio profondi come l’oceano), la pelle candida e le labbra rosee(ecco spiegato il nome hehehe!).

Il palazzo brillava di una luce nuova, il popolo era contento e tutto risplendeva.



In una delle tante sale del castello la piccola principessa stava studiando insieme alla dama principale Ogrilda. Rosa però non dava mai


ascolto alla dama per due motivi il primo: lei era orrenda, ma non bastava , aveva un grande neo pieno di peli sopra il labbro superiore, portava

degli occhiali così stretti da rimpicciolire gli occhi , che in quella faccia paffutella proprio non si vedevano sembrava di cercare un ago nel

pagliaio. Secondo motivo: la piccola Rosa…come si può dire, ecco diciamo che era un maschiaccio, amava essere libere non sopportava di

rimanere li dentro a quel castello, ma questo suo  aspetto fu scatenato dalla scoperta di una foresta anzi La foresta oscura (Nd a me vi

chiedete perché  quella foresta scateno tutto?, ora lo vedrete) , le ricordava il suo primo amore e poi era affascinata dall’idea di affrontare

avventure pericolose che superavano ogni limite ma anche della scoperta di quell’immensa foresta “verde” se così si può chiamare, dove la

natura era più che viva.

 Quel posto era il rifugio d’ogni creatura fantastica.

Non passava ora, giorno che lei non escogitasse un modo per fuggire e andare nella foresta, quel posto l’attirava , guardava i dipinti delle

stanze dove era raffigurata la foresta “verde” in ogni sua particolarità e lei sentiva come un richiamo, un “canto”, dentro i quadri.




A metà di ogni lezione, Ogrilda si dirigeva verso il tavolino d’argento dove era posata una brocca e due bicchieri di cristallo il tutto era un tocco di

luminosità in quella stanza buia, con una piccola finestrella che guardava al mare, una scrivania di legno chiaro con due sedie decorate sullo

schienale in ogni minimo particolare e una lavagna.

Quando Ogrilda si  versava l’acqua, Rosa con passo felpato si dirigeva alla porta ,che era sempre socchiusa così da far entrare un po’ d’aria,

l’apriva un po’ di più e come un fulmine  correva per tutto il castello fino ad arrivare alla torre più alta dove c’era un balcone che si affacciava al

mare, dopo un po’ la raggiungeva Ogrilda che aveva corso più veloce che poteva, gridando il nome della principessa come una pazza.

 (n. d a me non so, avete mai  visto Romeo e Giulietta, quello con Leonardo di Caprio, dove c’è la domestica che urla come un ossessa il nome

di Giulietta ?!? Be così fa la nostra Ogrilda;) n.d a Ogrilda come faccio io ? scusa non ho capito!! N. d a me shhh!).

Poi guardando bene la principessa assorta nei suoi pensieri mentre osservava l’oceano, Ogrilda si sedeva su una delle  sedie e l’ammirava

incantata da tanta bellezza, lo sguardo della principessa era fisso, da far venire i brividi, lì per lì metteva paura. La domestica sapeva il perché di

quel suo sguardo e cos’ si avvicinava piano e gli sussurrava a un orecchio, ”Non pensarci più, torniamo dai” Rosa la guardava e dopo qualche

istante iniziava ha correre e ha ridere e urlava “Perché hai quest’aria seria ? Dai ridi che ti fa bene!”


Ogni sera Ogrilda si dirigeva nella camera di Biancaneve e gli raccontava cosa succedeva durante il giorno. La regina aveva uno sguardo quasi

“sofferente” ,quando la domestica le raccontava della fuga, sospirava sempre le stesse parole “ Sta pensando ancora a lui”.


Rosa, ogni sera prima di andare a dormire scriveva sul suo diario e guardava il cielo, poi mentre dormiva un sogno ricorrente, ormai da

qualche tempo, la tormentava.


Il SOGNO:
“ Marc!!! Ti prego non partire, rimani qui per favore!!!” Rosa continuava ad urlare e ha piangere.
“ Piccola Rosa non piangere, starò via solo per due settimane.” Un ragazzo alto, magro, con gli occhi verdi e i capelli mori  la rassicurava accarezzando dolcemente il suo viso .
“ Marc io ho un brutto presentimento, e se ti accadesse qualcosa?!?, L’oceano è grande e pieno di pericoli!! Ti prego.” Rosa aveva un brutto presentimento ,pensava che al ragazzo sarebbe successo qualcosa; ma lui la rincuorava che non sarebbe successo niente, così le asciugò le lacrime e  l’abbracciò e gli diede il bacio della buana notte sulla fronte e gli sussurrò “Devo solo accompagnare mio padre ad ispezionare  le coste, vedrai non mi accadrà nulla, tornerò da te, tranquilla.”
 
“ La nave sta affondando!! Salvatevi” Marc urlava a squarciagola a tutto l’equipaggio di salvarsi ma ormai non potevano far più niente, la loro fine era vicina”

“Maestà la barca dell’ammiraglio è affondata e con lei tutto l’equipaggio” 
“Nooo,noo” Rosa si stava dimenando, la notizia che Marc era morto la sconvolgeva.

FINE SOGNO.


LA principessa urlò così forte da far svegliare Ogrilda ,(n.d.a. me Che di sicuro non ha un sonno leggero.) la domestica impaurita aprì la porta

della camera e vide Rosa impaurita, sudata e con gli occhi di fuori per la paura che si dimenava e scalciava il letto; Ogrilda corse

immediatamente verso la fanciulla prese un asciugamano  e le asciugò la fronte poi le rimise le coperte e gli diede un bacio sulla guancia per

poi lasciarla dormire, appena la domestica era uscita Rosa si alzò e si affacciò alla finestra per aspettare il giorno.


La mattina seguente, Rosa si recò in giardino e mentre si dirigeva verso il roseto scorse una figura ,

allora si avvicinò piano per vedere meglio cos’era quell’ombra,  avvicinandosi vide un ragazzo che stava raccogliendo delle rose , lei si avvicinò

di più ma purtroppo calpestò un rametto , il ragazzo si  spaventò e si girò di colpo , aveva dei grandi occhi grigi, vide la ragazza e corse veloce

fino ad infilarsi in una buca sotto il roseto, la ragazza ne ebbe nemmeno il tempo di parlare che lui era sparito, vedendo quella buca Rosa si

incuriosì molto e le venne in mente un ‘ idea geniale.



* ciao!!!
Scusate se ci ho messo tanto tempo a pubblicare il cap. ma diciamo che ho un milliardo di idee.
Spero che il capitolo vi piaccia quindi recensite.

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Capitolo 3
*** I ran away ***


 

Dopo aver fatto colazione, Rosa si cambiò d’abito, infilandosi dei pantaloni da notte gonfi e corti fino al ginocchio di color nero e un corpetto azzurro. Quest’abbigliamento le sarebbe servito per il suo piano.
Per non far insospettire le guardie e le domestiche si coprì
gli indumenti con un soprabito blu lungo fino la caviglia e si diresse verso la stanza dove avrebbe fatto lezione.
 
-Salve , principessa Rosa- La salutò Ogrilda con la sua solita area da strega.
-Salve-  Rosa rispose con fare veramente scocciata, non pensava altro che alla fine della lezione, non ne poteva già più.
 
-Il nostro regno è stato….- Ogrilda stava spiegando la solita e noiosa lezione di storia. Quando si diresse al tavolino per prendere il solito bicchiere d’acqua e quando si girò per vedere la solita scena si accorse che  Rosa non era scappata  e ne rimase veramente stupita da fare una faccia da far venire i brividi.
-Ogrilda, stai bene?-
-S-s-sì,m-molto bene-
-Non mi pare visto che ha la bava che le sta colando dalla bocca- Rispose con tono arrogante Rosa, non voleva assolutamente ascoltare un’altra mezzora di lezione avrebbe preferito mille volte scappare, ma non poteva se non voleva fra i piedi Ogrilda.
- Oho, grazie- Ringrazio lei asciugandosi la bava con un fazzoletto .
-Prego…-
Dopo qualche minuto la lezione finì e Rosa andò verso la sua camera,
entrata dentro prese una mantella e andò in giardino.
Arrivata lì si diresse vicino al roseto per controllare  se il ragazzo misterioso dell’altro giorno era tornato, ma quando arrivò davanti alla buca dietro il giardino di rose lui non c’era, ma questo non era fondamentale visto che i suoi piani erano tutt’altri, si guardò dietro per vedere se qualcuno la potesse vedere ,lì però  non c’era nessuno.
Si calò nella buca che la portò fuori dalle mura del castello e si ritrovò davanti uno splendido panorama, un oceano con le sue onde che lasciavano una soffice schiuma sulla spiaggia  dorata.
  Era arrivata alla scogliera dove Biancaneve aveva incontrato il maestoso cavallo bianco.
Rosa si camuffò in una contadinella  e si recò nel  “villaggio” , finalmente aveva trovato un modo per uscire dal castello,(n.da. me lei non era mai uscita dalle mura del castello) era veramente felice, ma doveva sbrigarsi altrimenti l’avrebbero scoperta.
Iniziò a camminare e arrivò davanti ad una locanda dove vide due uomini prendersi a botte, uno grande e robusto, ed anche molto sporco, l’altro era
Invece più “piccolo” ma sempre abbastanza muscoloso aveva dei capelli biondi e occhi azzurri quasi come i suoi…
Rosa curiosa di quello che stava succedendo si fermò a guardare fino a quando l’uomo più robusto diede un pugno all’altro, facendogli perdere i sensi, a quel punto lei avrebbe voluto aiutare l’uomo svenuto ma purtroppo non poteva, così continuò a camminare fino ad arrivare alle stalle.
Lì si trovavano  i cavalli più belli dell’intero paese, essi erano curati da la stessa famiglia ormai da secoli.
Mentre ammirava quei splendidi equini, sentì un rumore di passi sempre farsi più vicini, Rosa rimase paralizzata dalla paura non sapeva cosa fare, come vide l’ombra dell’uomo si spaventò ancora di più e con uno scatto fulmineo si nascose dietro una colonna di fieno, l’ombra dell’uomo si rivelò in realtà quella di un ragazzo che entrato nella stalla si accorse che qualcuno o qualcosa era entrato e con voce forte urlò.
-Chi c’è?Rispondimi, sono che ci sei e che mi stai ascoltando-
La sua voce si faceva sempre più timorosa e impaurita,Rosa non  sapeva cosa fare ma qualcosa le diceva di stare zitta ,e così fece.
Il ragazzo impugnò il forcone e iniziò ad andare in giro per la stalla ad infilzare da tutte le parti quell’aggeggio pericoloso, quando si avvicinò alla colonna di fieno per infilzarla un uomo dalla voce cupa disse- Ehi Jack, che hai? Ti vuoi muovere?!?Devi la-vo-ra-re?!?-
-Si ora arrivò!!-
Il ragazzo prima di correre dal uomo si avvicinò al fieno e disse
-Per questa volta ti sei salvata, ma la prossima volta chissà?...-
Detto questo si dileguò, Rosa ha quelle parole gli risalì un brivido di terrore, ma da dietro al fieno aveva intravisto il profilo del ragazzo dell’altro giorno, una cosa proprio curiosa è :)
Dopo quel brutto spavento Rosa tornò al castello, ma entrata in camera si tolse la mantellina, subito dopo si accorse che una figura femminile era seduta sul letto e piangeva disperatamente, Rosa si avvicinò e sospirò
-Mamma.-
 
 
 
 
Angolo della pazzoide autrice: Eccoci qui con il terzo capitolo.
Wow ce l’ho fatta hihihi.
Scusatemi se ci ho messo molto tempo ha pubblicare, ^.^ ma ho avuto qualche problema T.T Mi scuso anche per il capitolo troppo corto, ma sono cose che capitano uhuhuh (mi sto scusando troppo??Forse^.^)
Spero che abbiate capito chi sia l’uomo dagli occhi oceano… Finalmente è entrato in scena, non vedevo l’ora :)

La storia non è concentrata solo su Rosa ma diciamo che per questi primi tre capitoli Biancaneve passa in secondo piano ^.^  ma non disperate ci sarà un vero e proprio Happy ending  fra Neve e ….

NIENTE SPOILER!!!!
Kiss,kiss
La vostra autrice Marikkachan.
 

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Capitolo 4
*** Dead ***


Una figura femminile era seduta sul letto e piangeva disperatamente, Rosa si avvicinò e sospirò
-Mamma.-
 
Neve si girò, guardò la figlia e corse ad abbracciarla, le sue lacrime  smisero di scendere e si asciugò quelle che erano rimaste sul suo viso candido, il suo sguardo divenne serio e inespressivo, si sedette sul grande letto rosso e con un gesto della mano invitò sua figlia a sedersi accanto a lei.
Rosa era preoccupata dall'atteggiamento che aveva assunto la madre, poteva capire che era arrabbiata perché lei era scapata, ma tutto quel mistero non riusciva proprio a comprenderlo, alla fine si sedette affianco alla madre e appoggiò la sua piccola mano sulla schiena di Neve.
- Mamma sei arrabbiata con me? Ti prego dimmi non sopporto questa atmosfera m-mi sta soffocando- Disse Rosa ormai stufa dell'implacabile silenzio che la madre stava  "creando" in quel momento.
- Quello che sto per dirti potrà sconvolgerti, ma tu devi essere forte figlia mia!- Neve spostò lo sguardo fuori dalla finestra e rimase in silenzio per qualche minuto poi si girò verso la figlia la guardò e con sangue freddo ricominciò a parlare.
-Tuo padre è scomparso, il comandante Philip ha detto che erano andati ad aiutare un villaggio fuori dalla città, che era attaccata da dei nemici, e mentre combattevano non si sa come ma tuo padre è scomparso, quando sene sono accorti sono andati a cercarlo ma nulla…-Rosa ci mise un po' per assimilare il racconto della madre quasi non riusciva a trovarne un significato "suo padre, scomparso!! Suo padre il valoroso re del regno era scomparso durante una battaglia!!" impossibile, sua madre le stava raccontando un sacco di scemenze ne era sicura.
-Mamma cosa ti successo, hai la febbre!?!-
-Rosa per favore ascoltami, ti sto dicendo la verità, lo so non è facile.-
-O-k-k, scusa ma posso rimanere sola.-
 
-Si, certo- Neve si alzò dal letto e uscì dalla stanza ormai sommersa da un'aria cupa e triste.
Rosa era rimasta sola,come sentì la madre uscire si diresse alla finestra, guardò fuori con uno sguardo  fisso sul paesaggio, non era sconvolta era solo arrabbiata ma non sapeva con chi o su che cosa, no forse su che cosa lo sapeva, era arrabbiata con la morte o meglio ancora con il destino, suo padre era la seconda persona che perdeva in un solo anno e questo le faceva una rabbia immensa, qualcosa le ribolliva dentro come fuoco strinse la mano sulla soffice tenda rossa di seta, guardo più intensamente il paesaggio e insieme ad un urlo, di sfogo, la strappò, ora era veramente pronta a lasciare quel posto.  
 
Neve sentito l'urlo di Rosa si voltò di scatto per poter andare da lei e abbracciarla forte e consolarla, ma quando arrivò davanti alla porta si fermo, aveva paura, sfiorò la costruzione di legno, aprì leggermente la porta e con la coda dell'occhio vide sua figlia con in mano un pezzo della tenda della sua camera, che guardava fissa con lo sguardo la finestra, aveva la schiena dritta, non stava versando nemmeno una lacrima. Neve rimase sorpresa, sua figlia era diventata così forte in poco tempo, era fiera di lei, richiuse la porta e tornò nella sua stanza.
Il giorno dopo venne comunicata la notizia a tutto il popolo.

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Capitolo 5
*** preoccupation ***


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Pov Eric
Sono seduto nella locando ha strafogarmi di birra o di qualsiasi alcolico che in  questo momento io stia bevendo, sono ridotto così male da non riconoscere più la differenza di una birra a quella di un rum o di qualche prelibato vino, sono in uno stato confusionale non ci capisco più niente ho solo un grande sonno, così mi appoggio sul bancone e faccio capire al barista che vorrei qualcosa da bere e lui mi guarda con uno sguardo strano direi quasi schifato, ma tanto non mi importa più niente di quello che pensa la gente.
Ad un certo punto sento un grande frastuono provenire da fuori e il suono di una tromba la quale mi da molto fastidio, però curioso faccio finta che essa non ci sia, esco fuori e mi avvicino alla folla.
Riesco ad intravedere un uomo vestito di nero con affianco altri uomini in bianco, su cavalli neri  vestiti di bianco con una rosa rossa che rappresenta lo stemma del regno ,i fantini suonano la tromba a turni, se non fosse che sono sbronzo e stanco li prenderei a botte, l'uomo con i capi neri urla:- Signori e signore, vi sto per annunciare una brutta notizia, ma non dovrete sconvolgervi….-
- Arriva al dunque!!- Proclama un signore dalla folla.
- Stavo dicendo, che purtroppo il re William è scomparso-
Ci metto un po' ad assimilare le parole che ha pronunciato l'uomo, intanto in torno a me diventa tutto grigio, le facce delle persone diventano cupe a me inizia a girare la testa inizio a vedere tutto offuscato e l'ultimo rumore che sento è il pianto angosciante di una donna.
Sono appena svenuto.
 
Mi risveglio ricoperto d'acqua fino al naso, chissà perché questa sensazione non mi è nuova, provo ad alzarmi e due uomini che prima suonavano la tromba mi danno una mano, quando sono finalmente in piedi e nessun uomo mi tiene mi accorgo che davanti a  me c'è il fantino vestito di nero, che mi guarda e mi dice
- Tutto bene?-
- Si, grazie- rispondo io in modo gentile.
- Di nulla. Arrivederci-
- ‘Derci- Salutato l'uomo  torno a casa.
Apro la porta della mia camera, tutta disordinata, e mi butto sul letto a peso morto, cerco di riflettere su quello che mi è capitato oggi, ho scoperto che il re nonché il marito della donna ,che amo così tanto da odiarla,  è scomparso o morto, lasciandola sola con una figlia e un regno. Poi la sensazione di poco fa quando la mia faccia era immersa nell'acqua mi ha riportato indietro nel tempo, quando Finn il fratello della regina malvagia mi ha portato al castello…, da lì ho potuto conoscere Neve, e da lì sono iniziati tutti i miei guai. A volte penso che se non avessi accettato il compito affidatomi dalla regina  adesso avrei avuto meno problemi ma forse no, d'altronde continuo a bere per annegare il dolore, che mi sono causato da solo, per colpa della mia codardagine. Ormai è tardi e ho già preso una decisione, starò lontano da Neve qualunque cosa succeda, anche se questa decisione mi sta uccidendo.
 
 
Pov Neve
 
Eccomi qua, seduta sul solito trono ad ascoltare la gente che ripete sempre la solita frase " le mie condoglianze regina, il re era una grande e buona persona"; non capisco perché tutti mi fanno le condoglianze William non è morto è solo scomparso ,in un posto sconosciuto e per un oscuro motivo e questo non significa che lui è MORTO.
Mi chiedo come il duca Hamond possa sopportarlo. Persone che dicono che suo figlio è morto.
Eccola qui un'altra persona che mi fa le condoglianze ,ed è …proprio lui il duca Jamlent, una persona alquanto fastidiosa che ha cercato e cercava di corteggiarmi,fino a poco tempo fa, speriamo che se ne vada subito.
-Mia adorata regina, questa notizia mi ha sconvolto, appena l'ho saputo sono corso da lei. Allora come state?- Disse lui con la sua voce minuziosa.
-Come pensate che stia? Mio marito è ScOmPaRsO.-
Risposi io, come se fossi quasi convinta che William non era morto,in realtà lo sono,è che lui non avrebbe avuto comunque nessuna possibilità con me.
-Sì,certamente è solamente scomparso.- La sua voec divenne cupa come il suo viso,si vede che ci è rimasto male dalla mia reazione.
-Ora vado, ma se vi servirà qualcosa potete chiamarmi.-
-Certamente,arrivederci.-
-Arrivederci- “Finalmente è andato via “ pensai,però ora mi dovrò subire un’altra buon ora di “ condoglianze”.
 
 
Alleluia, finalmente è ora di andare a dormire.
Mi dirigo subito nella mia camera e davanti l’entrata c’è Greta,la mia serva.
-Regina Neve,il duca Hamond mi ha riferito se potevate andare nelle sue stanze,ha detto che è importante.- Mi disse Greta.
Il duca Hamond,ma cosa vorrà a quest ora.
-Sì, vado subito.-
-L’accompagno?-
-No,non ti preoccupare, vado da sola.-
Ecco ora dovrò fare un piccolo e sottolineo piccolo cambio di rotta, addio mio caro letto, mi mancherai.
Seguo il corridoio,che  ora è più  luminosa e colorato dispetto a quando regnava Ravenna, la tappezzeria che lo ricopre è oro e con dei ricami rossi che raffigurano lo stemma e i simboli del regno: è magnifico.
Ecco la stanza del duca,rimango immobile,ho quasi paura di sapere quello che mi dovrà dire, ma perché devo pensare sempre al peggio,sicuramente mi dirà che le ricerche… oddio e se le ricerche sono andate male… no ma no, cosa vado a pensare, su Neve devi aprire la porta ….devi farlo. 
Mi avvicinai e con un colpo secco l’aprii.
 
 
Pov. duca Hamond.
 
Sto aspettando Biancaneve, speriamo che arrivi il più presto possibile, le devo dire una cosa di vitale importanza.
Sono stremato e chi sa come starà lei e la piccola Rosa, non deve essere stato facile sentire tutte quelle persone; però è un suo dovere e come regina non può far trasparire la minima sofferenza  per quello che è accaduto.
-Bummm-
Mi giro di scatto e mi alzo quasi impaurito, poi mi accorgo che è Neve, con un’espressione preoccupata e ansiosa. Mi avvicino e con un gesto della mano le faccio cenno di avvicinarsi e di sedere su una delle sedie rosse, che spiccano in quella stanza oro;  lei si siede, il suo sguardo è preoccupato ma io con un sorriso cerco di tranquillizzarla, faccio un respiro profondo e inizio a parlare.
-Neve,tu sai che per me sei come una figlia,no?-
-Sì, lo …so-La sua voce tremava.
-Sai anche che mi dispiace vederti triste, e che farei qualsiasi cosa per renderti felice…-
-Sì, ma questo che vuol dire??-
-Vuol dire che ti devi risposare.-La mia voce suonava cattiva,ma purtroppo questo era quello che aveva scelto il consiglio, io un semplice duca mi dovevo attenere.
Il suo sguardo era sorpreso e arrabbiato, ma non disse niente e come era entrata uscì dalla stanza senza degnarmi nemmeno di una risposta. Dopo quello che le avevo detto forse aveva ragione.


Angolo dell'autrice: 
Caioooo!!!!!!!!!! Scusate,scusate per l'enorme ritardo.
Vi ringrazio per aver letto questa ff, spero che vi sia piaciuta:)
Ringrazio specialmente chi l'ha messa nelle seguite,preferite e nelle ricordate!!!
Se volete lasciare un commentino ne sarei molto felice!!!
kiss-kiss
Marikkachan

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Capitolo 6
*** La foresta oscura ***


 POV. Jack
 
-Su Jack alzati!!!- Imprecò mia zia fuori di se.
-Sì, un attimo…ronfff-
Mi alzai dal letto di paglia controvoglia e tutto indolenzito, mi stiracchiai e mi avvicinai al tavolo  di legno al centro della stanza per fare colazione con quel misero pezzo di pane.
Anche se la regina Ravenna è morta e ora il regno si trova in un periodo di pace e prosperità la mia famiglia ed altre si trovano in situazioni economiche disastrose a causa della crisi dei diamanti,che ormai non si trovano più nelle miniere del regno, mia zia e mio zio con i miei genitori si occupavano della raffineria e costruzione in gioielli dei diamanti  ma da quando i miei genitori sono morti, a causa di un epidemia, e da quando è iniziata la crisi io vivo in una catapecchia, che è anche un termine gentile per definirla con la sorella di mia madre, il marito e i loro due figli.
La vita con loro non è difficile mia zia mi tratta come se fossi suo figlio lo stesso lo zio e i miei due cuginetti che dire…sono due fenomeni. Gli unici problema sono la casa troppo piccola ed io, perché io sono un’altra bocca da sfamare, mi sento in colpa per la situazione economica dei miei zii perché alla fin fine un po’ di colpa è anche la mia visto che sfrutto il loro cibo, ma per questo mi sono dato da fare e ho iniziato a lavorare nelle scuderie più importanti del regno, questo è successo grazie ad un grande amico di mio padre che lavora lì e mi ha offerto il lavoro, dopo tutto mi piacciono i cavalli.
Qualche giorno fa lì ho intravisto una ragazza: era bellissima.
Aveva i capelli castano chiaro tendenti al biondo,almeno mi sembrava, ma non ho potuto scorgere altro visto l’imprevisto che si era venuto a creare spero di poterla rivedere un giorno.
-Jack, puoi portare il pollo allo zio Eric, per favore!- Chiese mia zia.
-Certo zia!!-
-Allora ecco tieni e mi raccomando non rimanerci troppo….- 
Mi disse con un tono di rimprovero per poi farmi un buffetto sulla guancia.
Preso il pollo mi diressi a casa dello zio Eric, mi piaceva andare da lui era sempre così gentile con me, tranne quando era ubriaco il che nell'ultimo periodo accadeva molto spesso, però io e lui abbiamo sempre avuto un rapporto molto speciale,mia zia dice perché gli ricordo Sarah, la sua defunta moglie, ma io penso sia solo che io e lui abbiamo molte cose in comune….poi non potrei neanche ricordagli la zia visto che non avevo un legame di sangue con lei e neanche con lui visto che Sarah era la sorella dello zio.
La casa dello zio Eric si trova vicino alle scuderie , non poco lontana dalla nostra,la sua è un abitazione abbastanza grande e luminosa: mi piace.
-Toc,toc…-
Bussai sulla porta ma con uno scricchiolio si aprì:era già aperta.
Nel salone non c’era nessuno male finestre erano aperte, così iniziai a chiamare lo zio ma non otteni nessuna risposta.
Andai nella cucina ma niente, provai nel bagno, tante volte stesse smaltendo la sbornia, ma niente infine provai nella camera da letto, la stanza più luminosa, ma neanche li nulla.
Sconsolato mi gettai sul letto ad aspettare ma quando mi girai vidi un biglietto nel quale c’era scritto:


Sarò via per qualche giorno,
tornerò presto.
Eric
 
 
Pov.Eric
 
Avevo preso una decisione, era troppo tardi per tornare indietro….ormai.
Dopo l’ultimo avvenimento ho preso la decisione di partire, ero stanco ,e lo sono ancora ,di rimpiangermi su quello che ho fatto e su quello che dovevo fare così ho preso le cose più indispensabili e sono partito con l’accetta e una borraccia di birra.
Non so dove andare e soprattutto non so cosa fare.
Ecco che si estendeva davanti a me con la sua bellezza oscura, silenziosa ed infinita il posto perfetto per dimenticare: la foresta nera.
Quanti ricordi, quanti momenti passati in quell'oscurità,dove la vita è il tuo primo pensiero e il resto…il resto scompare come per magia. Un passo alla volta verso la parziale soluzione, uno…,due…ed ecco l’ultimo passo per liberarsi dei rimorsi, i sensi di colpa e dal’ incondizionato amore che provo illegittimamente. Entro con la speranza di dimenticare e forse non uscirò mai perché so che non riuscirò a dimenticare e finché non lo farò non uscirò, questa è una promessa che faccio a me stesso.
Ecco i primi rami che si risvegliano e che si contorcono ma come appoggio il piode sul suolo nero e infido tutto tace:io non ho paura solo speranza.
 
Era il terzo giorno da quando mi trovo qui dentro, tutto tace non è come le altre volte che sono entrato dove tutto aveva un suono e uno scopo oscuro, dove tutto cercava di ucciderla e allo stesso tempo di uccidere me. IL sole era tornato e più lucente di prima,ora riscaldava ogni cosa e ogni persona, facendo risorgere la vita e la sua essenza. Per questo motivo la foresta in questo momento era come …morta, e a causa di questo io non potrò dimenticare, visto che i ricordi mi ritornano in mente ogni secondo che passo qui,per esempio quello è l’albero che l’ha imprigionò come un serpente e potrei continuare all'infinito se prima o poi non troverò la via di uscita a questo incubo. Tornare indietro,non ci penso neanche ma andare avanti sarà lo stesso doloroso… quindi che fare……?
 
Era ormai notte fonda quando di colpo mi svegliai in preda al panico, tutto intorno a me era calmo nessun corvo a mangiare il mio cadavere e niente sangue sparso sulle mura e sugli alberi della città.
L’incubo che ho appena sognata è stato straziante:cadaveri sparsi, urla,sangue e un’inspiegabile uomo col cappuccio con gli occhi neri come la pece, il suo sguardo ghiacciante venato da una sorte di malinconia e di vuoto; mi fissava ,come un cane che vede il gatto inerme davanti a lui, ero la sua preda la sua unica preda, le vittime erano solo puro divertimento  di un uomo terrificante. Si avvicinò e passo dopo passo sentivo le tacchete dell’orologio accelerare, la mia ora era vicina.
Quando finalmente l’unica cosa a dividerci era il suo bastone egli si tolse il cappuccio ma di dopo ricordo solo la nebbia ed il mio urlo straziato.
Ormai sveglio decisi di andare via dalla foresta altimetri sarei impazzito.
 
 
Pov. Biancaneve
 
Non avevo mai visto una giornata così assolata in “vita mia”, questo tempo non rispecchiava per niente il mio stato d’animo: arrabbiato,infuriato ma soprattutto sorpreso!!
La sera prima dopo essere uscita come una furia dalla stanza del duca mi ero rifugiata nel mio nascondiglio preferito, era una piccola stanza, anzi minuscola, era strapiena di libri, erano di mio padre li aveva comprati in ogni tipo di villaggio e paese in cui lui andava in viaggio, amava viaggiare…
Mi manca moltissimo……
Quando lo vidi morto nel suo letto mentre fuori dal castello si stava scatenando una catastrofe, quando vidi la regina inseguirmi insieme alle guardie,quando sentii le urla dei cittadini…ho ancoragli incubi.
In questo momento vorrei tanto che mio padre fosse qui così da potermi consigliare su quello che dovrei fare.
Sposarmi o non sposarmi……
Ma soprattutto con chi??
 
 
Dopo qualche ora uscì dalla stanza e davanti a me si presentò una domestica tutta agitata.
-Sua altezza,l’ho cercata ovunque…-
Disse con il fiatone.
-Dimmi, cara…-
-Il duca Hamond chiede di lei, dice che è urgente!!!-
-Sì, grazie vado subito!-
Non avevo nessuna intenzione di andarci ma mentre mi trovavo nella stanza una domanda mi frullava nella mente:chi sarà il mio futuro sposo?
 
 

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