Lo Scambio Culturale

di Julia_Phantomhive
(/viewuser.php?uid=116181)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Lo scambio culturale ***
Capitolo 2: *** 2. Discordia iniziale ***
Capitolo 3: *** 3. Simpatia ***
Capitolo 4: *** 4. Problematici ***
Capitolo 5: *** 5. Gelosia ***
Capitolo 6: *** 6. Baseball ***
Capitolo 7: *** 7. Sfida ***
Capitolo 8: *** 8. Incomprensioni ***
Capitolo 9: *** 9. Carattere ***
Capitolo 10: *** 10. Attributo ***
Capitolo 11: *** 11. Allenamento ***
Capitolo 12: *** 12. Potenzialità ***
Capitolo 13: *** 13. Benvenuto ***
Capitolo 14: *** 14. Conoscenza ***
Capitolo 15: *** 15. Principessa ***
Capitolo 16: *** 16. Weekend ***
Capitolo 17: *** 17. Incontro ***
Capitolo 18: *** 18. Rivalità ***
Capitolo 19: *** 19. Mare ***
Capitolo 20: *** 20. Svelati ***
Capitolo 21: *** 21. Malumore ***
Capitolo 22: *** 22. Insieme ***
Capitolo 23: *** 23. Congetture ***
Capitolo 24: *** 24. Decimo ***
Capitolo 25: *** 25. Nei guai ***
Capitolo 26: *** 26. Bianchi ***
Capitolo 27: *** 27. Comitato Disciplinare ***
Capitolo 28: *** 28. Compleanno ***
Capitolo 29: *** 29. Futuro ***
Capitolo 30: *** 30. Genitori ***
Capitolo 31: *** 31. Litigio ***
Capitolo 32: *** 32. Smoking Bomb ***
Capitolo 33: *** 33. Moda ***
Capitolo 34: *** 34. Pausa ***
Capitolo 35: *** 35. Decisione ***
Capitolo 36: *** 36. Spiegazioni ***
Capitolo 37: *** 37. Intuito ***
Capitolo 38: *** 38. Visita ***
Capitolo 39: *** 39. Salvataggio ***
Capitolo 40: *** 40. Terremoto ***
Capitolo 41: *** 41. Valore ***
Capitolo 42: *** 42. Trascendentale ***
Capitolo 43: *** 43. Importante ***
Capitolo 44: *** 44. Delusione ***
Capitolo 45: *** 45. Consolatoria ***



Capitolo 1
*** 1. Lo scambio culturale ***


Lo scambio culturale

1. Lo scambio culturale

Nella tranquilla Namimori Middle School, nella seconda classe 1, verso la fine dell'anno scolastico, Tsuna e parte della sua famiglia, stavano discutendo del trasferimento improvviso del loro boss:
<< Decimo, sta scherzando vero?! >>
Urlava come un pazzo disperato Gokudera, mentre Yamamoto ancora incredulo provava invano a consolare l'albino, anche Tsuna cercava di calmarlo, perché neanche lui non se l'aspettava, ma successivamente il Decimo rivelava loro la verità:
<< G-Gokudera-kun, calmati. Non è stata una scelta mia, ma del Nono che ha chiamato solo me e ha detto che ci sarebbe voluto minimo un anno prima che ritorni in Giappone. >>
<< Come braccio destro del Decimo, verrò anch'io! >>
All'improvviso, faceva la sua solita entrata spettacolare Reborn, che si appolaiava sulla spalla di Yamamoto e con la sua calma riusciva sempre a far ragionare tutti: << No, Gokudera. Il Nono ha chiesto solo la presenza di Tsuna. Non della sua famiglia. Inoltre, ho sistemato tutto, Tsuna e io partiremo domani e tra pochi giorni verrà il suo 'sostituto'. >>
Sia Yamamoto che Gokudera ripetevano stupiti: << Sostituto?! >>
<< No, ragazzi! Avete capito male, Reborn intendeva un altro studente di un'altra scuola come scambio culturale! >> Rideva perché comprendeva << Anch'io pensavo che ci sarebbe stato un altro mafioso, ah ah... >>
Anche se era stato rassicurato, Tsuna non ne era tanto convinto.
Reborn aveva specificamente detto che il suo 'sostituto' sarebbe stato scelto a 'random'.
Poi, Yamamoto gli chiedeva, interrompendo i suoi pensieri: << Tsuna, perché non ti sei opposto? >>
<< Volevo rivedere mio nonno, già... >> Continuava a ridere, perché avrebbe voluto anche lui che quella fosse la verità, ma in realtà era Reborn che aveva ricevuto una lettera dal Nono e che lo aveva costretto ad eseguire l'ordine.
<< Decimo, portami con te! Torno in Italia con voi! >>
<< Non se ne parla nemmeno. >> sentenziava Reborn con il suo sguardo da killer.
<< Dai, Gokudera-kun... mi accompagnerete all'aeroporto, d'accordo? >>
Tsuna cercava sempre di rassicurare Gokudera che Yamamoto.
La mattina dopo, quasi tutta la sua famiglia: sua madre, Gokudera, Yamamoto, Lambo, I-pin, Kyoko, Haru, Chrome e Bianchi erano venuti a salutare Tsuna e Reborn. Quasi tutti si erano messi a piangere, tranne quei pochi che sapevano che non era un addio.

Intanto in Italia, in una scuola statale della capitale, nella stanza del preside, quest'ultimo, insieme alla vicepreside, cercavano di convincere due ragazze a fare una scelta:
<< Dai, ragazze. Non possiamo pagare il viaggio per entrambe, è già tanto che abbiamo ristretto la scelta tra voi due; è sorprendente che solamente due alunne, in una scuola così grande, sappiano il giapponese e hanno dei bei voti, e addirittura a pari livelli! Vi prego, ragionate, non possiamo davvero! Siamo in crisi, ragazze! >>
Una delle due, o anche la più sfrontata, era decisa: << No, preside. O tutte e due o niente. >>
La vicepreside si era intromessa, poiché entrambe erano sue alunne: << Ti prego, Giulia. Non possiamo mandare tutte e due, o te o Valentina? >>
Giulia era una ragazza alta 1,50 m, con i capelli neri e occhi castani scuro, di origine straniera ed era decisamente sfrontata e orgogliosa con chi era in confidenza, ma dopotutto appariva una brava ragazza. La sua amica, accanto a sé, era Valentina, alta 1,72 m, castana-bionda e occhi azzurri come il cielo, lei non era timida, ma sapeva contenersi e riusciva comunque a ottenere tutto. Erano così diverse, che erano migliori amiche.
La mora insisteva: << Io non parto senza Vale. >> e l'altra continuava: << E io non parto senza Giulia. >>
Sia il preside che la vicepreside erano ormai al limite della esasperazione: << D'accordo, ne riparleremo con i vostri genitori. Vedremo se saranno del vostro stesso parere. >>
<< Mi pare ovvio che siano dello stesso parere, professoressa. Ci conoscono, e non manderebbero mai le loro figlie da sole se non con un'altra persona! >> Giulia aveva sbattuto le mani sulla cattedra, tanto per fare scena.
La vicepreside provava un'ultima volta a convincerle: << Non sarete sole, ci sarò io ad accompagnare una di voi! >>
Valentina così le dava il colpo di grazia: << Ma lei non lo sa il giapponese, se permette, prof. >>
Entrambi i docenti non potevano più controbattere.
<< Avete vinto, partirete solo voi due. Prof.ssa Caradelli, mi dispiace ma dovrà cedere il posto. Però ufficialmente chi delle due parteciperà allo scambio culturale? >>
Valentina aveva risposto così velocemente che non dava tempo a Giulia di ribattere: << Mi pare ovvio, la signorina Giulia Heiloz. >> Abbassando la voce, si rivolgeva all'amica << Finiamola qui. L'hanno detto, abbiamo una testimone e ho registrato tutto. Capito, Giu? >>
Giulia annuiva silenziosamente ed entrambe soddisfatte le ragazze lasciarono l'aula.

Dopo tre giorni, Giulia e Valentina erano giunte in Giappone senza problemi e come era uso dello scambio culturale, gli alunni andavano a vivere nella casa della persona 'scambiata', ma col fatto che Tsuna si era stabilito nella residenza dei Vongola e le ragazze non ne sapevano niente di come funzionasse uno scambio culturale, si erano prenotate per un anno una stanza per entrambe in un albergo della Namimori. In camera, le ragazze parlavano tra di loro:
<< Oi Giu, ma come mai qui le vacanze primaverili durano di più? >>
<< Non ricordi? E' come se fossero quelle estive, cioè di cambio anno. In pratica, ricominceremo da capo il terzo anno, ma non saremo ripetenti e se lo finiamo bene quest'anno, quando ritorneremo continueremo il quarto. >>
<< Perché siamo noi a doverci adattare ai loro tempi di studio? >>
<< Boh, forse perché è partito da loro questo scambio culturale. Ah, dobbiamo incominciare a parlare in giapponese d'ora in poi, sennò non ci capiranno. >>
Valentina sospirava dopo che l'amica aveva risposto a tutti i suoi dubbi, mentre Giulia stava sistemando le valigie. Dopo un meritato riposo, una doccia e un sonnellino restauratore per star al passo con il fuso orario, la mora proponeva di farsi un giro: andar a vedere la scuola che avrebbero frequentato e la città nella quale avrebbero vissuto per un anno. Vale aveva declinato, poiché voleva leggere la montagna di libri che si era portata dietro per non annoiarsi, così Giulia quella mattina sarebbe andata a visitare la Namimori Middle School.
Giulia si era vestita molto leggera e stava parecchio amando quel vento che stava soffiando, amava il freddo e la primavera non sembrava ancora essere arrivata del tutto, ma finalmente, mentre saliva quella strada, era riuscita a vedere lo splendido paesaggio attraversato da petali di ciliegio.
<< Sakura... >>
Era affascinata dal colore, dal petalo e dal profumo che si era dimenticata dov'era diretta, ma ciò che l'aveva riportata coi piedi per terra, ritornando nella realtà, era un ragazzo. Alto, slanciato, moro e molto tenebroso, incuteva timore e Giulia ne era consapevole, ma era rimasta comunque a fissarlo. Quando i loro occhi si erano incontrati, lui si era diretto verso di lei, aveva il passo felino. La mente della mora non ragionava più.
Entrambi erano rimasti a fissarsi, lui aveva uno sguardo truce e sembrava che le volesse far del male, ma Giulia era immobile e fino a un momento fa, non si era accorta che con lui c'era un uccellino che parlava per lei:
<< E' arrossita! E' arrossita! >>
L'unica a non essersene accorta era proprio lei.
La sua mente, però, non le suggeriva ancora nessun pensiero.
L'uccellino si alzò delicatamente in volo dal dito del ragazzo e felice si dirigeva vero le mani di lei. Continuando a canticchiare si appollaiava nelle piccole mani di Giulia: << Hibari, è la prima! E' la prima! E' arrossita! E' arrossita! >>
Finalmente, quando si rendeva conto cosa stesse succedendo, il sangue ricominciava a fluire e i pensieri ad assalirla:
"Sono... davanti alla scuola di Namimori, woh che fortuna. Aspetta, ma chi è questo? Allodola? Possibile? Ma soprattutto perché sono arrossita!? No, non va bene. Cosa ci è scritto sulla fascia? Forse è il capitano della squadra di calcio? Ah, non riesco a staccare gli occhi su di lui! Giulia, svegliati! Sembrerai una pervertita!"
La ragazza si era concentrata sulla fascia, dopo qualche minuto che aveva in mano l'uccellino e che Hibari si era accorto che Hibird non era più con lui, aveva letto Disciplina e capiva allora che faceva parte di uno di quei comitati disciplinare della scuola, ma si chiedeva cosa ci facesse in giro durante le vacanze.
"Gli manca la scuola, per caso? E' pazzo." Pensava la mora mentre accarezzava continuamente l'uccellino "Aw che soffice, sarà suo? Bah non importa, mi piace!"
Hibari stava ancora osservando la ragazza e poi prese una decisione inaspettata, forse per capriccio o il fatto che era simpatica a Hibird gli andava a genio, ma le aveva preso il polso e la trascinava all'interno della scuola.
Gli alberi con i fiori di ciliegio si trovavano all'interno della struttura scolastica e Giulia ne era rimasta davvero ammaliata, si guardava intorno e non si stupiva affatto se erano da soli.
Solo ora si accorgeva, che il ragazzo di nome Hibari, era dopotutto, un bel ragazzo e aveva un buon portamento, indossava una camicia a maniche corte e la fascia sulla sinistra, e poi pantaloni lunghi neri. Dopo che li aveva osservati per più di cinque minuti, era impressionata anche dagli occhi sottili di un bel color cromatico come l'argento, Giulia si chiedeva se tra i giapponesi era comune un ragazzo di quel aspetto, ma poi voleva vedergli la mano sinistra che teneva in tasca. "Sarà fidanzato?" Hibari si era fermato all'improvviso, facendo pensare alla ragazza che avesse sentito il suo pensiero. Sperava di no, era troppo imbarazzante.
Hibari così incominciava a dire, con tono calmo e profondo:
<< Ora sei della Namimori Middle High School. Sii fiera di questo. >>
L'espressione di Giulia era sorpresa.
Non sapeva nulla di lei, le aveva afferrato il polso e trascinata così a buffo all'interno della scuola e, come se non bastasse, le aveva detto una cosa del genere, senza pensare che forse era di un'altra scuola. Hibird la risvegliava nuovamente con i suoi assillanti: << E' arrossita! E' arrossita! >>
Non concepiva una cosa del genere, era irritata dal quel comportamento nei suoi confronti ed era arrossita!
Ma Hibari non aveva finito il suo discorso: << D'ora in poi sarai una delle mie prede. >>
"No, scusa. Ha detto preda? E' scemo o cosa?! Non sa nemmeno il mio nome!"
La mora, così, furiosa si era divincolata dalla sua stretta e si massaggiava il polso, la stretta era veramente forte, e con tutto il coraggio, poiché Hibari aveva rincominciato a guardarla in cagnesco, gli teneva testa:
<< N-No! Neanche per sogno! Chi ti c-credi di essere?! >> L'espressione di Hibari si era fatta veramente molto seria, ma era cambiata velocemente, tenendo conto che le labbra avevano fatto una smorfia soddisfatta, quando Giulia riprendeva fiato << F-Forse mi iscrivo, non pare una brutta scuola! Ma... non ci contare troppo! >>
Non poteva mentire. Lei era già iscritta a quella scuola e sperava che non lo avrebbe mai più incontrato. Però, lei, aveva un brutto presentimento.

Le settimane di vacanze erano finite, Giulia e Valentina avevano finalmente ricevuto le divise ed entrambe non si aspettavano altro che provare quella nuova esperienza. Il giorno prima della riapertura, le due ragazze andarono dal preside della Namimori Middle School per avvertire che lo scambio culturale con l'Italia prevedeva due studentesse al prezzo di una. Il preside non fece tante storie e accettò di buon grado, dando infatti le divise scolastiche. Successivamente chiese: << Chiedo a te, Heiloz-san. >>
<< Sì, Kaichou-sama. >> Rispose diligentemente.
<< Come vi siete trovate con la signora Sawada in questi giorni? Tutto bene? >>
<< S-Sawada? E chi è? >>
Sia Giulia che Valentina si trovarono spiazzate.
<< Lo scambio culturale ha fine anche di vivere nella famiglia con l'alunno sostituito. Non ne sapevate niente? Dove siete andate a stare finora, signorine? >>
Fu Valentina che rispose con tutta calma: << In un albergo. La scuola ha pagato per noi una stanza per tutto l'anno. Non ne sapevamo niente, e non avete mandato dettagli, e noi in Italia, o almeno nel nostro istituto non ne abbiamo mai fatti degli scambi culturali. Andremo subito dopo il colloquio con voi, Kaichou-sama, a parlare con la signora Sawada, speriamo che non sia preoccupata se sapeva che funzionava così. >>
Giulia annuì: << Già. Non era nostra intenzione. L'avvertiremo che staremo in albergo, non ci sarà bisogno di scomodarsi così tanto. Anche lei, Kaichou-sama, spero che faccia eccezione per noi! >>
<< Oh oh, signorine siete due ragazze davvero divertenti. Fatevi valere! Siete nella sezione 3-1, non scordatevelo e buon soggiorno! Andate pure. >>
Valentina e Giulia avevano deciso, che la castana sarebbe andata lei ad avvertire Sawada-san dell'errore commesso, mentre la mora si andava a riposare per la giornata che avrebbe seguito.
Mentre passeggiava tranquillamente, verso Casa Sawada, nella via aveva incontrato due ragazzi della sua stessa età, erano entrambi abbastanza alti, tanto quanto lei, forse uno un po' di più, ma si vedeva lontano un miglio che non andavano d'accordo. Uno, quelli coi capelli color argento continuava a urlare come un forsennato: << Yamamoto! Che ci fai qui a casa del Decimo?! >> e l'altro, moro come l'amica, continuava a ripetergli:
<< Calma, calma. Era tanto per far visita a Lambo e I-Pin! E poi so che non c'è Tsuna, ma fare un salto a salutare la signora Sawada non è da maleducati, Gokudera! >> E si metteva a ridere.
Valentina li guardava impietrita.
O quei due erano una coppia di comici, o erano completamenti pazzi. Non voleva far niente a che fare con loro, ma era costretta ad avvertire la signora Sawada e non ci voleva un genio che li avrebbe incontrati.
"Questi due sono pazzi... anche se molto carini, a dir la verità. Ah, dovrei incominciare anche a pensare in giapponese.. uhm vediamo... Ah si ecco, se sono amici di Sawada-san, la persona che abbiamo sostituito, allora quei due faranno la mia stessa scuola e classe... Waaah, che inizio."
Vale aspettava che quei due fossero entrati, per poi suonare al campanello e la signora Sawada si sporgeva alla porta per vedere chi era: << Oh, buonasera, cerca qualcuno? Entra pure! >>
La castana stava per entrare, e intanto Lambo e I-pin erano usciti di casa per giocare, travolgendo Valentina che stava per cadere quando era stata salvata in tempo da Gokudera. L'albino urlava contro Lambo e I-Pin, mentre sosteneva il busto della ragazza: << Ehi mocciosi, state attenti!! >>
Successivamente li aveva raggiunti Yamamoto, al quale Gokudera gli passava Valentina: << Fanatico del baseball prenditene cura, è un'ospite della madre del Decimo. Devo andare a dare una lezione a quei mocciosi! Scemucca! Ragazzina!! >> E così Yamamoto la lasciava rimettersi in piedi: << Stai bene? >>
Lei annuiva ancora intontita e accompagnata da Yamamoto, entravano per una tazza di thé e un attimo dopo li aveva raggiunti Gokudera. Valentina così, iniziava a scusarsi:
<< Buonasera signora Sawada, sono Valentina De Silvestri e faccio parte dello scambio culturale, insieme alla mia am- >>
Valentina era stata bruscamente interrotta da Gokudera: << Allora sei tu che sostituirà il Decimo!? >>
Aveva un tono arrogante e aggressivo, tanta maleducatezza mai vista e Yamamoto cercava di nuovo di calmarlo, la signora Sawada lo ammoniva per il suo comportamento e così l'albino si ricomponeva.
<< Stavo dicendo che io e la mia amica- >>
<< Cosa? Non sei da sola? >>
Aveva interrotto il moro, ma con affare simpatico e innocente, anche se la ragazza pensava che fosse solamente stupido. Nuovamente la signora Sawada doveva rimproverare: << Oh insomma ragazzi, c'è una bella signorina qua e voi vi comportate così. Uhmpf, abbiate rispetto. Vada avanti, De Silvestri-san. >>
Era una persona paziente, si vedeva e con molta gentilezza cercava di incoraggiare la ragazza a continuare la spiegazione:
<< La ringrazio. Dicevo che io e la mia amica Giulia siamo qui per lo scambio culturale, e non sapevamo niente che dovessimo andare a vivre con lei signora, ci dispiace così tanto per aver causato dei problemi. Ora noi ci siamo stabilite in un albergo per tutto l'anno, quindi non avrà di che preoccuparsi per noi, Sawada-san. >>
<< Nessun disturbo cara. Avverti pure la tua amica che sarete sempre le benvenute qui a Casa Sawada! Dunque, passiamo alle presentazion- >>
La castana aveva alzato una mano per interromperla cortesemente e si affrettava ad andarsene:
<< La ringrazio Sawada-san. E' davvero gentile, per qualsiasi problema allora ci appelliamo a lei. Non si preoccupi, tanto li rivedrò domani a scuola. Arrivederci!! >>
Gokudera e Yamamoto sembravano interessati ad inseguirla, forse per istinto o pura curiosità, ma ciò che l'aveva resa fuori dal comune era stato il suo comportamento calmo e pacifico, quasi quanto quello di Tsuna. Inutile dire che l'albino pensasse che sarebbe stata la degna sostituta del Decimo, se ce ne fosse stato il bisogno, e il moro ci vedeva in lei un'amica che l'avrebbe sorpreso.

L'anno scolastico stava per incominciare e ora vedremo le vicende di questi cinque ragazzi, passo dopo passo, vedendo come ciascuno di loro crescerà, a modo suo.
Intanto in Italia, il Decimo Vongola e Reborn si erano persi a causa di un giovane che non sapeva leggere una cartina stradale e un pessimo senso dell'orientamento quando non è in Hyper Mode...
<< Reboooorn! Ma dove siamo finiti?! >>
<< Silenzio. Siamo in Italia, parla l'italiano, Tsuna! >>
<< Ma io non conosco l'italiano! >>
<< A che famiglia appartieni? >>
<< Vongola, perché? >>
<< Bene, qui si pronuncia Vongola. Impara bene! >>
<< Sarà un inferno quest'anno!! >>
.. Il povero Decimo venne lasciato al suo destino con il suo Tutor Hitman Reborn!

Nota D'Autrice
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e che seguiranno la storia (SE qualcuno la seguirà -.-"). Comunque, piccola spiegazione!
Tutte le parole o frasi in corsivo sono pronunciate o formulate in italiano, quando invece saranno 'normali' sono in giapponese.
Altra piccola cosa: è una raccolta di storie perché in pratica non hanno una precisa locazione spazio-temporale, anche se ci ho provato, e principalmente sono collegate tra loro solo perché le due pratogoniste sono amiche e si sostengono a vicenda, quindi qualsiasi cosa accada a una, l'altra la viene sempre a sapere. Altro, ho messo spoiler per quelli che ancora non hanno finito almeno l'anime, per farla semplice, la storia è poco dopo l'arco del futuro e ovviamente - "distorcendo lo spazio temporale" - prima dell'arco con i Simon.
Tutti personaggi appartengono a Akira Amano, a parte i Nuovi personaggi, e la storia, i fatti e personaggi sono tutti inventati e qualsiasi riferimento alla realtà è pura coincidenza.
Ok. La postazione del secondo capitolo sarà a breve, ma non assicuro un aggiornamento continuo o preciso.
Spero che vi sia piaciuta e vi abbia interessato anche un po'!
A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Discordia iniziale ***


Lo scambio culturale

2. Discordia iniziale

 

"E' primavera. Il primo giorno di scuola. Sta per iniziare la cerimonia d'apertura per il nuovo anno scolastico ed è tutto perfetto, seee! Se non avessi questa brutta sensazione. Mi manca sia parlare sia pensare in italiano, anche se non dovrei farmi questi problemi poiché nessuno può sentirmi, ma vabbé, meglio abituarsi. Io e Vale siamo ferme in mezzo a più o meno una migliaia di studenti. Dopo un'oretta ad ascoltare quel simpatico - ah ah come no - preside che, alla fine della cerimonia, ci viene a chiamare e parlare in privato."
<< Allora, signorine, come ho già detto siete le benvenute qui alla Namimori Middle School, voi siete assegnate alla classe 3-1 e per qualsiasi cosa potete chiedere alle rappresentanti della vostra classe, che ho chiamato per voi. Entrate pure. >> Entravano due ragazze. << Queste sono Sasagawa e Kurokawa. >>
Con una mano le mostrava e presentava allo stesso tempo.
<< Piacere Heiloz Giulia. >> E la mora si inchinava e continuava << E lei è De Silvestri Valentina. >> E anche la castana faceva lo stesso. << Noi due partecipiamo allo scambio culturale, al quale partecipa anche lo studente Sawada-san. >>
A Sasagawa si illuminava il viso, mentre l'altra si era un po' disgustata. Dopo qualche secondo si presentavano anche loro con inchino e di nuovo un sorriso. Giulia non era scettica e neanche tanto crudele, ma alcune svampite non le sopportava davvero, così nella sua mente faceva solo un commento come "Falso." mentre Valentina non giudicava mai le persone, al massimo dall'aspetto, ma era sempre stata razionale.<< Lieta di conoscervi, Kurokawa Hana. >>
<< Piacere di conoscervi, Sasagawa Kyoko. >> Un po' intimidita farfugliava << Avete detto Sawada-san, giusto? Allora avete conosciuto Tsuna-kun? >>
La castana rispondeva calma: << Affatto. Abbiamo solo conosciuto la sign.ra Sawada. >>
<< Ah. >> sibilava una Kyoko scioccata.
In pratica si era capito, che le nuove ragazze non volevano trattenersi in chiacchere: a Giulia, il brutto presentimento la stava avvertendo che mancava davvero poco, mentre a Valentina ritornava il ricordo di quei ragazzi a casa Sawada. Dopo un confronto, le due ragazze si erano dette che alla fin fine le esperienze non erano state del tutto disprezzate.
Kyoko e Hana scortavano entrambe le ragazze in classe e in tutto il tragitto non parlavano tra loro.
Giunte in classe, il professore era incaricato di presentarle:
<< Bene, ora che ci siamo chiariti con il programma scolastico di quest'anno, vi presento le nostre nuove studentesse del programma scambio culturale, iniziativa della nostra scuola e che hanno preso il posto di Sawada Tsunayoshi. Entrate pure, Heiloz Giulia e De Silvestri Valentina. >>
Si presentavano come avevano fatto in presidenza e aspettavano che il professore Nakimura, quello nuovo di letteratura giapponese, sceglieva loro i posti. Valentina aveva realizzato di aver riconosciuto Gokudera e Yamamoto e appena aveva scorto lo sguardo dell'albino, cercava di deviare il contatto visivo. Giulia lo notava e stava già fulminando Gokudera. Il professore stava ancora scegliendo e la mora così, abituata alla vecchia scuola, indicava il quarto posto in seconda fila e affermava: << Sensei, quel posto sarebbe perfetto. >>
<< Ma è gia occupato, Heiloz-san >> Protestava il professore.
<< Mi dispiace, ma sono miope e ho bisogno di stare vicina alla lavagna. Se si chiede perché non porto gli occhiali, beh è ovvio, li ho dimenticati. Inoltre, quello accanto - il quinto posto - siederà Vale. >>
Al professore si era indurito lo sguardo ribadendo: << Heiloz-san, non è suo diritto decidere. >>
La ragazza si girava, affilava lo sguardo e diceva: << Non ho capito bene? Allora si decida o mi dia il posto di Sawada e la persona accanto scalerà per Vale. >> Il tono assunto da Giulia era autoritario.
Questo faceva retrarre di qualche passo il professore e bonfonchiava: << Perché gli italiani sono tutti così speventosi... >> detto questo, indicava il posto di Tsuna, ma Gokudera era scattato in piedi:
<< Quello è il posto del Decimo! Non può sedersi un perfetto sconosciuto! >>
A Giulia era schioccata la scintilla e stava per esplodere come una bomba, poiché Vale pensava: "Ahia, e ora chi la ferma quella? Io no di certo, l'ha voluto lui, incosciente. Poi ha detto Decimo, sarà italiano? Mh... vediamo come procederà la situazione. Uh, ora anche quello che si chiama Yamamoto si mette a fissare, certo ride, buon per lui, ma non sta facendo altro che peggiorare la situazione, aggiungendo anche che questo scontro è tra teste calde e figuriamoci se Giulia voglia perdere."
Valentina stava seguendo l'amica che si stava facendo strada verso il posto di Sawada, senza dar ragione a Gokudera, ma quest'ultimo avvertiva entrambe, quando Giulia si stava già sedendo:
<< Non ti azzardare o ti faccio saltare in aria. >>
<< Non mi fai paura. Chi sei? >>
<< Gokudera Hayato. Vengo anch'io dall'Italia. >>
<< E con ciò? >>
<< Di che famiglia sei?! >> Stava per tirare fuori una delle sue dinamite e Valentina se ne era accorta, non si era spaventata, ma avvertiva l'amica dell'eminente pericolo con un'occhiata lanciata verso le mani dell'albino. Giulia intuiva cosa sarebbe successo. "Pazzo." Si dava qualche secondo per riflettere "Aspetta, ha detto a che famiglia appartengo? Ma è scemo o cosa?"
Valentina cercava di calmare Giulia e le suggeriva di far meno casino, stessa cosa faceva Yamamoto che bisbigliava: << Gokudera, non credo che siano della mafia. >>
<< Fanatico del baseball, queste vengono dall'Italia! >>
Avvicinandosi a loro e portandosi dietro Vale, Giulia si era intromessa perché non ci capiva più niente, e così a bassa voce chiedeva loro, così da non farsi sentire dagli altri: << Di che cosa state parlando?! Solo perché veniamo dall'Italia pensate che siamo della mafia? Siete dei grandissimi idioti! >>
All'improvviso dalla porta era entrato Hibari Kyouya.
<< Fate chiasso. Cosa sta succedendo? >>
"Il brutto presentimento!"
Gokudera aveva cambiato espressione e la tensione era palpabile e Yamamoto, sorpreso, esclamava:
<< Hibari, buongiorno! >>
<< Yamamoto Takeshi. Sei tu che fai così tanto baccano? >>
Il professore impaurito dal presidente del comitato disciplinare, cercava di ripristinare l'ordine:
<< H-Hibari-san! Non è niente! Forza ragazzi, ognuno al proprio posto! >>
"L'allodola è qui? Woh com'è che tutti sono impauriti? Da questo tizio, poi!"
<< Vale, è lui. L'allodola. >>
<< Ah. L'ho riconosciuto dalla tua descrizione. Te lo sei mangiato davvero con gli occhi, Giu. >>
<< N-Non dire sciocchezze!! >>
Hibari quando aveva notato Giulia, sussurava: << La mia preda. >>
La mora si era stupita, pensava sul serio che avrebbe scordato il loro primo incontro e con grande sorpresa e una velocità soprumana prendeva in spalla la ragazza, portandola via con sé dove solo Dio sapeva. Valentina d'istinto cacciava un urlo per richiamare Hibari e restituirle l'amica, ma Yamamoto si faceva avanti per bloccarla bisbigliandole:
<< De Silvestri-san è meglio che non faccia arrabbiare Hibari. Potrebbe arrabbiarsi e non è consigliabile. >>
<< Cosa vai blaterando tu?! >> obiettava Valentina con una nota aspra << Non posso lasciare la mia migliore amica in balìa di un tipo come quello! Giulia è debole e di sicuro impotente con quello che l'ha ammaliata! >>
Yamamoto era rimasto di stucco, non avrebbe mai pensato che una ragazza si sarebbe innamorata del Guardiano della Nuvola e che le nuove studentesse stessero rivoluzionando tutto, però Gokudera commentava sicuro:
<< La tua amica se lo meritava. Non può fare come le pare e piace in questa scuola, qui comanda il Decimo che è assente e Hibari che, a modo suo, fa rispettare tutte regole della scuola. >> Una pausa e rivolgendosi alla castana << Posso chiederti una cosa? Tu sei diversa da quella, come fate a essere amiche? >>
De Silvestri stava ancora cercando di divincolarsi da Yamamoto, ma con scarso successo e dopo quella domanda alla quale non voleva rispondere, cercava in tutti i modi di svaire comunque l'argomento.
<< Giulia è... >> sospendeva la frase con flebile voce, ma aveva notato come, parte della classe osservava lei e l'altra dalla parte in cui era stata rapita la mora. Alibiti e sorpresi.
"Bell'inizio. Saremo l'oggetto più chiaccherato di scuola." pensava sarcastica Valentina "Va bene che siamo nuove e partecipiamo al programma dello scambio, ma essere sparlate per qualcos'altro che non è colpa nostra, non è che sia un buon modo per farsi nuove amicizie. Giulia, guarda cosa hai combinato! "
L'albino le prendeva il gomito per risvegliarla dai suoi pensieri, ma non gli dava ascolto, dandogli addirittura uno strattone e con tono molto seccato puntualizzava: << Stiamo interrompendo la lezione. >>
Il professore si era sorpreso che finalmente qualcuno gli dava ascolto e appena seduta, si era accorta che aveva Sasagawa accanto, la quale si era sporsa e parlato con dolcezza: << Non ti preoccupare per la tua amica, Valentina-chan. Hibari-san non è cattivo, punisce solo chi non rispetta le regole, sarà che l'ha presa in simpatia! >>
"Ah. Perfetto." ironicamente divertita rifletteva Valentina "Giulia ha infranto una delle regole e un maniaco l'ha presa in simpatia. Ma come hai fatto?! Aaaah..." sospirava "Amica mia, solo tu puoi fare cose del genere nel primo giorno di scuola! Spero di ritrovarla viva la prossima ora."

Finita l'ora, Valentina voleva andare a cercare la mora e Kyoko se ne era accorta, così si proponeva di accompagnarla quando suo fratello Ryohei veniva a chiamarla per aiutarlo e così la castana si ritrovava come accompagnatori Gokudera e Yamamoto alla ricerca di Giulia. Lei aveva declinato più volte, ma Kyoko aveva insistito così tanto che i ragazzi avevano esaudito il suo volere. Controvoglia parlava con loro:
<< Se non volete, potete pure tornare in classe. Non sono mica scema, conosco la scuola, ho un buon senso dell'orientamento. >>
Yamamoto se la rideva: << Non è un disturbo per noi, vero Gokudera? >>
<< Non tirarmi in ballo, bastardo! Dannazione a quella femmina, se non ci tenesse troppo il Decimo non l'ascolterei nemmeno! >> Replicava l'albino tutto infuriato.
Valentina era annoiata da quelle "solite" chiacchere, non smettevano mai di litigare. Il primo giorno nella nuova scuola era andato male, anzi peggio: la sua migliore amica era stata rapita da un maniaco e non faceva altro che ascoltare urla litigiose da quando aveva incontrato quei due, così rivelava loro ogni suo pensiero:
<< Smettetela! Non ce la faccio più, se dovete litigare allora preferisco starmene da sola! Se volete farvi un giro della scuola con me, d'accordo, ma state in silenzio!! >> I due ragazzi non proferivano più parola.
Non aveva mai incontrato un ragazzo che la facesse perdere la pazienza e non avrebbe immaginato che ne avrebbe incontrato addirittura due nello stesso momento! "Calma, calma, calma!" Faceva una gran respiro "Giulia... dove sei?".

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. Simpatia ***


Lo scambio culturale
3. Simpatia

Agitandosi come una forsennata, Giulia faceva irritare sempre di più il presidente del comitato disciplinare non sapendo che stesse rischiando la sua incolumità: << Mettimi giù, allodola!! Non sono la tua preda! Dove mi stai portando?! >> Silenzio. Forse la ragazza stava aspettando risposta, ma si era calmata.<< Perché proprio io? >>
<< Sei la preda più rumorosa che abbia mai avuto. >>
<< Perché io? >>
Nessuna risposta.
<< Perché? >>
Si era notevolmente calmata, non sapeva come, ma si sentiva cullata dal modo in cui camminava e la portava chissà dove. Poi si era unito a loro l'uccellino di Hibari, che si appollaiava con comodo sulla testa della ragazza.
<< Ehi... ora ti ci metti anche tu! >> Commentava con un piccolo sbuffo.
<< Siamo arrivati. Ho del lavoro da sbrigare non far rumore. >> E la scaraventava sul divanetto del salottino del comitato disciplinare. << Stai ferma e buona, preda. >>
Hibird cinguettava felice: << E' arrossita! E' arrossita per Hibari! >>
La ragazza, molto più che imbarazzata, cercava di attappare la bocca a Hibird e mormorava:
<< Shh.. n-non è vero! >>

Appena parlava, però, lo sguardo monocromatico la inchiodava e sembrava che dicessero "Parla ancora e la tua punizione sarà più mortale." Giulia sperava con tutto il cuore che non fosse davvero ciò che pensava, ma non leggeva le menti quindi ciò che trasmetteva era ciò che voleva dire. Riflettendoci, però, lei non aveva paura.
"E ora che faccio? Se scappo quello mi ammazza, se parlo quello mi ammazza, se mi muovo forse mi ammazza." aveva fatto un grandissimo respiro e guardava la reazione di Hibari "Almeno se respiro quello non mi ammazza." Si guardava le mani, aveva afferrato Hibird non accorgendosi che lo stringeva con forza, per fortuna non si era fatto del male "Quest’uccellino sta sempre con lui.. non ha paura.. lo avrà ammaestrato?" Lo accarezzava e con voce molto molto bassa gli suggeriva: << Puoi cantare qualcosa per me? >>
Non sapeva se Hibird cantasse, ma l'intuiva: quella stanza era così silenziosa che in qualche modo Hibari si intratteneva no? L'uccellino svolazzava e si dirigeva verso Hibari, mettendosi a canticchiare:

<< Io e te assieme a Namimori... Naturalmente ordinari è la cosa giusta...
Sempre assieme... Sani e valorosi...
Camminiamo tutti assieme... verso la Scuola Media Namimori >>

Giulia non riusciva subito a riconoscerla e Hibari glielo leggeva in faccia, così la illuminava:
<< Sei stata attenta alla cerimonia, noto. >>
<< Eh? >> "Cerimonia? Quella di inaugurazione, per caso?" << L'inno della scuola.
E' vero, ehm scusa. >>

<< La rugiada mattutina splende su Namimori... L'onda serena, ordinaria, è perfetta...
Mai agitata... Sana e valorosa...
Ridiamo tutti assieme... nella Scuola media Namimori >>

Hibari si era alzato e con la sua figura le bloccava il passaggio, era un po' intimorita solo perché lo sguardo era tagliente, ma non metteva soggezione o cos’altra. Si era appoggiato con una mano al bracciolo e con l'altra sullo schienale del divano appena sopra la testa di Giulia, che invece si sentiva piccola piccola e non riusciva più a parlare.

Appoggiato sulla spalla del moro, Hibird continuava:

<< Namimori è immersa nel verde...
Non è grande, non è piccola... è della giusta mediocrità...
Per sempre immutabile... Sana e valorosa...
Cantiamo assieme l'inno della Scuola media Namimori >>

<< Vedo che non parli più. >>
La mente non le aveva suggerito niente, come al loro primo incontro, aveva capito che era quello l'effetto che le faceva il ragazzo. Riusciva a farla tacere nonostante la sua natura ribelle e rumorosa. Non si muoveva e non si era nemmeno impallidita, ma era diventata rossa come un pomodoro. Continuava a osservare quel corpo scolpito: non portava la divisa come tutti, era solo con la camicia a maniche corte e le sue braccia erano lunghe, si era sorpresa, quel ragazzo la affascinava. Sentiva i suoi muscoli intorpiditi e la sua temperatura si era alzata notevolmente. Dopo 2 minuti buoni buoni, i pensieri della Heiloz rifluivano e l'assillavano come non mai: "Io.. non posso essere... no. Perché ha quello sguardo? Se fosse stato più indifferente, non mi avrebbe mai... No! Che cosa vai a pensare Giulia! Rispondigli a tono!" apriva la bocca, ma la voce non usciva.
<< Hai imparato la lezione, bene. >> Si era riportato in posizione eretta e la lasciava andare << La prima ora sta per terminare, puoi tornartene in classe e non fare più quel baccano. Sei pur sempre la mia preda e la prossima volta non mi tratterrò. >>
"P-Preda! Ancora con questa preda! Mi sta facendo innervosire, Giulia digli qualcosa cazzo!"
<< A-Allodola!! >>
<< Continui a chiamarmi così, ma non conosco quella parola. Credo che tu sappia il mio nome. >>
<< Non m’interessa. Continuerò a chiamarti così finché non mi chiamerai anche tu per nome. Anch'io ce l'ho un nome che credi, non pensi che sia offensivo? >>
Sapeva che era inutile farlo ragionare, ma si era accorta che non si erano presentati a tutti gli effetti. Hibird era intervenuto: << Lui è Hibari! Lui è Hibari! >>
Giulia si era diretta verso la porta che era stata spalancata dal ragazzo, ma l'aveva richiusa, non voleva ancora uscire e cercava di affrontare il suo sguardo, qualcosa nella sua vecchia scuola l'aveva imparato: "Se hai qualcosa da dire, dilla subito!" e siccome le parole non le uscivano, andava a gesti. Quasi compiaciuto, Hibari commentava:
<< Dunque vuoi morire. >>
<< Affatto, Hibari. Il tuo nome in Italia equivale ad allodola. E' la traduzione. Quindi non credo che sbaglio quando ti chiamo così; però so anche che questo non è il tuo nome, ma il tuo cognome. E anch'io ne ho e che tu non conosci. Se te lo dicessi, eviteresti di chiamarmi "preda"? >>
<< Conosco il tuo nome. Ora esci. >> Cercava di riaprire la porta, ma la ragazza le dava un calcio tanto forte da richiuderla e lasciare con stupore il Guardiano della Nuvola. << Tu vuoi sfidarmi. >> Anche se era un'affermazione, sembrava una domanda alle orecchie di Giulia, alla quale finalmente era tornata la sfrontataggine.
<< No. Allora, se tu sai, usali: o il mio nome o cognome. Basta che li usi. >>
Dopo uno scambio di pensieri quasi intimidatori e accattivanti, il ragazzo annunciava:
<< Tu sei e sarai la mia preda. Heiloz Giulia. >>
L'aveva accontentata... In qualche modo. Soddisfatta, Giulia aveva riaperto la porta e non replicava, ma con voce suadente lo salutava con grazia: << A presto, Hibari-kun. >>
Un sorriso impertinente e lui non poteva fare altro che ricambiare compiaciuto.

Quando era uscita, si ritrovava completamente persa, ma la sua amica Valentina le era venuta incontro:
<< Giuuu!! >>
<< Mia salvatrice!! >>
Era una scena davvero divertente dal punto di vista Yamamoto, ma totalmente mielosa da parte di Gokudera; appena si era staccata dall'amica, Heiloz notava i due ragazzi che nascondevano un sorriso. Si chiedeva perché c'erano anche quei due, cosa ci facevano con il suo angelo? Li fulminava, non lo avrebbe permesso, qualsiasi cosa sarebbe successa.
<< Ehi Giù, cosa ti ha fatto quel maniaco?! >>
<< Niente. Mi ha punito non facendomi assistere la lezione. Almeno credo che quella sia stata la punizione. Sono poi... successe delle cose come... >> scorto di nuovo gli sguardi dei Guardiani della Pioggia e Tempesta, arrossiva violentemente pensando che fosse imbarazzante raccontare a degli sconosciuti cose del genere << Delle COSE! >>
<< Giulia? >> era sorpresa e preoccupata che l'amica non le aveva raccontato cosa le era successo.
<< Ehi, >> aveva iniziato Gokudera << ora che hai trovato la tua amica, posso andarmene? >>
Valentina si era ricordata poi, che c'erano anche quei tizi, capendo perché la mora non volesse parlare, e così provava subito a liquidarli: << Potevi andartene subito, non ti ho mai costretto! >>
<< Mi hai costretto a tacere, cosa che potrebbe fare solo il Decimo! >>
<< Ma chi è questo Decimo?! >> esasperata Valentina dopo un'intera mattinata di "Decimo là, Decimo qua, Decimo su e Decimo giù!" non ne poteva più, ma quella volta era Giulia a protestare:
<< Gokudera sei davvero un tipo strano! E arrogante, fattelo dire! >>
<< Ehi tu, piccola impudente--! >>
Yamamoto lo fermava in tempo: << Calma, calma! Scusateci De Silvestri, Heiloz, ma dobbiamo andare a lezione. >>
<< Yamamoto Takeshi? >> esclamava Valentina.
<< Chiamami Yamamoto, se vuoi. >>
<< E tu puoi chiamarmi Valentina, meglio il nome, credo. E... grazie. Per aver calmato quello là. >> mandando un'occhiataccia a Gokudera che si scatenava nuovamente, Giulia sentendosi poi in disparte si era intrufolata nella discussione: << Yamamoto e Gokudera, giusto? >>
Rispondeva l'albino: << Sì, che cosa vuoi tappetta? >>
<< Non vi avvicinate più a noi. >>
<< Giulia!! >> rimproverava la castana.
Gokudera era sorpreso dal rimprovero e Yamamoto con il suo solito buon umore contraddiceva:
<< Come sarà possibile se siamo nella stessa classe? Dai, facciamo amicizia, posso chiamarti Giulia? >>
Sorpresa, metteva il broncio e approvava: << Sì.. d'accordo. >> poi una domanda le attraversava la mente e non ci provava nemmeno a trattenere la sua curiosità, tornando in sé << Ah, sentite... voi conoscete Hibari? >>
<< Sì, fa parte della famiglia. >> Gokudera non era più tanto arrabbiato, non spiegandoselo
<< Perché? >>

<< Voi.. ecco.. >> Valentina se la rideva sotto i baffi, notando la sua amica imbarazzata, piuttosto nervosa e impacciata << Conoscete il n-nome di Hibari? >>
Anche i due guardiani si chiedevano se era la stessa ragazza di prima in classe, ma era Yamamoto che soddisfò la curiosità di Giulia: << Kyouya. Hibari Kyouya. >> Sorrideva << T'interessa? >>
Scuoteva la testa, non lo voleva ammettere. Valentina poi citava:

<< Peccato, perché Sasagawa-san aveva detto che ti ha preso in simpatia. >>
<< C-cosa? No! Impossibile, non mi pare proprio. >> obiettava Giulia ritornando leggermente arrossata.
<< E invece credo che sia così, >> ribadiva Yamamoto << Non si interesserebbe mai a una ragazza, se non gli fossi simpatica, Giulia! Che cosa hai fatto per catturare la sua attenzione? >>
<< Niente, davvero! >> Però Valentina sapeva e ne era consapevole anche Giulia stessa. Imponeva se stessa di non pensarci più di tanto, sapeva che se non l'avrebbe più rivisto, non ci avrebbe più fatto caso, ma intanto la curiosità la attanagliava dentro: << E... sapete se ha una ragazza? >>
Gokudera era il primo a sfotterla: << Ti piace quel bastardo egoista? >>
<< Non ho detto questo. >> puntualizzava la mora << Ce l'ha si o no? >> Ostinata com'era, sfotteva a sua volta il Guardiano della Tempesta, ma Valentina le dava un pizzicotto perché si rendesse conto di come si stesse comportando. Aveva emesso un piccolo "Ahi" e la guadava incuriosita "Non sarà che.. ti interessa quel tizio?!" pensava stupita, aveva colpito nel segno, ma le sorprendeva il fatto che guardava non solo Gokudera, anche Yamamoto, con un sorriso sulle labbra. "Amica mia... ti aiuterò! In qualche modo!"
Il Guardiano della Pioggia, interrompendo i pensieri della ragazza, rispondeva: << Hai campo libero! >>
Valentina rivolgeva un sorriso alla sua amica: << Tentar non nuoce, non credi? Ti aiuterò. >>
Annuiva imbarazzata, sussurrando incomprensibile per i ragazzi, ma non per la sua migliore amica: << Non ho mai detto che ci voglio provare... e sinceramente non m’interessa. Ma... grazie, Vale. >> Quest'ultima approvava la sua decisione, ma Giulia continuava mormorando << Anch'io ti aiuterò, stanne certa! >>

Note d'Autrice
Ciaossu! Ecco qua il terzo capitolo! Volevo di nuovo dire come utilizzo il corsivo e il sottolineato anche se credo che non siate stupidi, ma meglio ripetere! Il corsivo è quando parlano -o pensano- in italiano e il sottolineato per dare enfasi alla parola o all'intera frase. Farò così in tutti i capitoli!
Bene, ringrazio sempre i gentili lettori e il mio recensitore Pika_Pi95 che mi dice sempre la sua! Fatelo anche voi, se volete! Accetto anche critiche, niente mi scoraggierà!
Alla prossima!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. Problematici ***


Lo Scambio Culturale

4. Problematici

 

Valentina e Giulia erano appena uscite dall'albergo e si dirigevano verso la Namimori Middle School. Entrambe le ragazze si stavano confidando come ogni mattina i loro pensieri e cavolate varie, prima di affrontare una serie di professori ignara che anche un alunno abbia una vita sociale. A un certo punto, Giulia aveva emesso un urlo che cercava di trattenere, quando arrivate all'inizio della via di scuola, notava quella figura che le bloccava letteralmente la mente. Con una mano sulla bocca, era concentrata su Hibari.
<< Oi Giù, stai bene? >> La mora annuiva senza staccare gli occhi sul ragazzo << Non puoi fare sempre così, sono già due settimane che stai così. Se mai vi metterete insieme, urlerai tutto il tempo e non riuscirei a sostenere sempre le tue grida, quindi fa' qualcosa, vedrai che supererai presto questa fase! Inizia almeno salutandolo con voce normale. Te ne prego! >>
Alla mora le stava salendo un brivido lungo la schiena, a causa delle parole "metterete insieme" e "salutandolo". Non riusciva a capire che non era l'urlo che le preoccupava, ma il fatto che si bloccasse la mente per un lasso di tempo pari a due minuti. Passati, le sussurrava con voce molto tremolante:
<< N-non è così, Vale. Salutarlo ok, ma non è quello il punto. Il punto è che non ragiono appena lo vedo. Giuro, mi viene tipo un lapsus improvviso che dura 2 minuti. Ma dico! Due minuti! Mai nessuno mi ha fatto questo effetto. >>
<< Come sai che sono due minuti? E vabbè è l'eccezione! >>
<< Ho cronometrato, una volta. Mi ero portata l'orologio e prima di posare il mio sguardo su di lui l'ho avviato, appena mi sono ripresa, mi sono ricordata di fermarlo e togliendo i millisecondi iniziali, erano passati ben 2 minuti. E' credo che sia stato così tutte le volte! >>
La castana rivolgeva il suo sguardo verso quel maniaco, riflettendo sul da farsi: "Come può un maniaco come quello" lo disprezzava tale da non chiamarlo per nome "aver fatto colpo con questa indifesa e piccola creatura" riportava lo sguardo sull'amica, quest'ultima la fissava con occhi dolci perché stava cercando di leggerle la mente "Kawaii... Grrrr... Anche se non vorrei, se a lei piace, a lei piace e devo aiutarla. Se perderà interesse invece, sarebbe molto meglio; forse potrei farmi aiutare da Yamamoto - e Gokudera? Forse, ma non lo costringerei mai - e Kyoko, quei due -tre- sembrano conoscere quel maniaco. Perché tutti i ragazzi sono... problematici? Tutti." << Vaaaaale...? >> L'amica la stava chiamando perché si erano fermate e la campanella stava per suonare << OI, VALE! Sveglia! Faremo tardi se non ci sbrighiamo. >>
Ribatteva alla svelta: << Pensavo che non volessi incontrarlo. >>
<< E' scomparso dalla mia visuale nel giro di 5 minuti, ma eri assorta nei tuoi pensieri che non te ne sei accorta. Stai bene? Stavi pensando a Gokudera e Yamamoto, scommetto! >>
Rispondeva aspra: << Perderesti. >> Ma era curiosa << Ma cosa te lo fa pensare? >>
In lontananza si sentiva la campanella della scuola ed esclamava con tutta fretta: << Hayaku! Hayaku Vale! >>
<< Ok, ok... >> Poi intuiva che stava sviando dalla domanda << Ehi, non mi hai risposto! >>

Entrate in classe, Giulia si era distinta, mettendosi a litigare di nuovo con Gokudera per il solito posto occupato dal Decimo, ma la ragazza non demordeva e ormai, Valentina e Yamamoto facevano parte del gruppo "Calmiamo queste teste calde". Valentina si ritrovava molto bene con il Guardiano della Pioggia, erano entrambi molto calmi ma lei lo trovava talmente ingenuo e stupido che era un peccato, allo stesso tempo però ammirava la Tempesta, era sì suscettibile e sapeva tener bene testa a Giulia - in Italia nessun ragazzo osava - ma era anche estremamente intelligente. Dopo due settimane aveva stretto con entrambi un legame di semplice amicizia.
<< Ora basta Gokudera! >> rimproverava Vale << Ne abbiamo già discusso, finché non tornerà Sawada-san, questo posto è di Giulia, il caso è chiuso! >>
<< Quello che è del Decimo non si tocca, quindi insisto finché voglio perché sono il suo braccio destro! >>
<< Ma ti ascolti?! > replicava Giulia con fare ironico << E poi voglio proprio sapere perché continui a chiamarlo Decimo? E dici che sei il suo braccio destro? State giocando alla mafia o cosa? Cresci un po'! >>
<< Cos-?! Brutta--!! >>
<< Preda. >>
<< Oh, il maniaco è puntuale. Come al solito. >> commentava Valentina << Oggi non ti permetterò di portare Giulia via! Salta sempre la prima ora per colpa tua!! >>
Hibari si avvicinava alla sua preda ignorando il commento poco ortodosso, sia Yamamoto sia Gokudera l'avevano avvertita più di una volta che non si doveva mettere contro Hibari, ma non poteva farne a meno, non riusciva ad accettare che la sua amica si sia interessata a lui. Questa volta, però, il Guardiano della Nuvola si era fermato a fissare la castana che stava proteggendo Giulia e indifferente suggeriva: << Ti azzanno alla gola se non mi permetterai di punire la mia preda. >>
Sibilava sicura: << Te lo puoi scordare. Trovati un altro giocattolo. >>
Giulia si era ripresa dai due minuti e quando aveva capito in che situazione si ritrovasse, svincolava dalla protezione di Vale e si dirigeva con un sorriso sulle labbra verso Hibari. Si voltava verso l'amica e affermava:
<< E' tutto ok. Grazie, Vale. Ci penso io, non sarò in torto per sempre! >>
<< Hai disturbato di nuovo il mio sonno ne sei consapevole? >> faceva Hibari.
<< Non è vero, allodola. Questa volta non sono stata io. I miei decibel erano ben controllati. Sei te che hai un udito sopraffino, mi dispiace ma oggi sarai solo con Hibird. >>
Il suo sguardo era intenso e solitamente di un grigio monocromatico. << Ho sonno. >>
La ragazza sorrideva: << Allora va' a dormire. >>
<< Ti punirò alla prossima ora. >>
<< Okay. >> E se ne andava via.
<< Giulia, te l'ho detto che gli hai fatto qualcosa a Hibari! >> ribadiva Yamamoto con tono di meraviglia e vivacità. Valentina le correva incontro per riportarla dietro di sé. << Non fare più sciocchezze simili! Stai bene? >>
Scuoteva la testa. << Uhm, non proprio! Non sono abituata a fare la prima ora! >>
<< Ma cosa fai quando ti porta via? >> domandava Gokudera << E' incredibile che non tu non sia ancora morta. >>
<< Non faccio niente. Letteralmente. >>
<< Che spreco di tempo. >> Diceva Valentina con una nota di disappunto.
Tutta la classe era ormai abituata a certe scene e quella di oggi le era nuova, Kyoko e qualche altra compagna si erano avvicinate e le salutavano: << Buongiorno! Oggi finalmente avremo l'onore di avere Giulia-chan in classe alla prima ora! I professori si erano preoccupati un po', ma sembra che Hibari incuti talmente timore tra i docenti che non si oppongono minimamente alle sue decisioni. >>
Giulia faceva una smorfia e poi sorrideva compiaciuta. << Ah sì? >>
Era incuriosita da quelle affermazioni. Kyoko però proseguiva: << Sì, ma non è - quello che si potrebbe definire - cattivo. Anzi è stato molto d'aiuto a Tsuna-kun nel futur- >> si era bloccata come se avesse detto qualcosa che non doveva << Ah. Niente, volevo dire che è gentile al contrario di quello che sembrerebbe. >>
Giulia e Valentina avevano notato che stava per dire la parola "futuro", ma non volevano indagare, non per ora. Poi, la mora, aspettando che si allontanassero, chiedeva a Sasagawa, puntando il pollice verso Yamamoto e Gokudera cosa ne pensasse: << E di quei due? Che mi dici? >>
<< Chi di preciso? >> Valentina dava un pizzicotto a Giulia, la quale ignorava e precisava. << Takeshi Yamamoto e Hayato Gokudera. Stanno sempre insieme e continuano a parlare del Decimo o Tsuna. E' così popolare Sawada-san? Bah, ora sì che vorrei incontrarlo e vedere che tipo è, vero Vale? >> La castana annuiva.
<< Tsuna-kun è una persona speciale! >> esclamava entusiasta << Comunque, Yamamoto-kun e Gokudera-kun sono i migliori amici di Tsuna-kun e credo che sono quelli più dispiaciuti per la sua partenza, ecco perché Gokudera-kun ce l'ha molto con voi, anche se devo dire che con Vale-chan abbia già instaurato un rapporto d'amicizia saldo. >>
<< Ah. Sì. >> Valentina rimaneva impassibile, quando invece, dentro di sé, era leggermente in imbarazzo.
<< Uhmm >> riattraeva l'attenzione Giulia, per far respirare l'amica che conosceva bene. Giocherellava con il fiocco della divisa e con tono indifferente, seduta sul banco come una modella, domandava << Sai, per caso se, qualche ragazza nella scuola sia interessata a loro due? Diciamo, che provi affetto e loro ricambino? Ho notato che portano degli anelli. >>
<< Hanno rispettivamente un fan club, da quel che so. Gli anelli hanno solo significato "simbolico", diciamo. >>
<< Ah. >> Posava lo sguardo sulla castana per vedere la sua reazione << Vaaale. Non è ciò che mi aspettavo. >>
<< Cosa? >>
Era rimasta indifferente. Giulia sapeva che si definiva insensibile e cuore di ghiaccio, ma non era così e per una volta che aveva incontrato dei ragazzi che si distinguevano dalla massa, avrebbe voluto che lei ci provasse. L'avrebbe aiutata, a tutti i costi. Le appoggiava una mano sulla testa e iniziava ad accarezzarla. << Non fare così. >>
<< Cosa? Giù, non capisco cosa intendi. >>
<< Non ti trattenere. Devi provarci, sono sicura che quei due abbiano visto come sei, fagli vedere quel che vali, perché tu sei mia amica! Devi essere orgogliosa di questo! >> Faceva un ghigno.
<< Sei proprio vanitosa, eh. >>
<< Nessuno - neanche l'allodola - mi cambierà! >> Kyoko applaudiva a quella che ai suoi occhi era una dimostrazione di determinazione, poi Giulia proponeva all'amica un bel piano, tanto per vedere chi era più interessato << Dopo invitali a pranzo, ci siamo capite? Entrambi e, ovvio se non vogliono, li lasciamo stare perché significa che mi sbagliavo sul fatto che avessero capito che sei speciale! >>
<< Non te lo permetteremo! >> Un gruppetto in classe si era intromesso e una ragazza, portavoce di tutte le altre, stava obiettando << Solo perché è tua amica, perché De Silvestri dovrebbe pranzare con Yamamoto-sama e Gokudera-sama?! Noi facciamo parte del loro fan club e li conosciamo da molto più tempo! Anche se sappiamo che non accetteranno mai il tuo invito, non te lo permetteremo comunque! Chi ti credi di essere? >>
Giulia si era girata << Ooh? >> Il tono era autoritario e sadico << Non ho sentito bene? Volete mettervi contro di me? D'accordo... ma vi faccio sapere che ho dalla mia parte il presidente del comitato disciplinare! >>
"Giulia… Non giocare con il fuoco" pensava Vale "Come al solito, si fa notare."
<< N-non è possibile! >> Valentina ascoltava attentamente "Infatti, è una bugia, ma Giuly è scaltra e ha capito che tutti temono Hibari e sfruttare la sua posizione come "preda" poteva essere vantaggiosa. La mia amica non poteva essere che così." << Hibari-san non è il tipo! >>
<< "Tipo" di cosa? >> Il tono simpatico di Yamamoto aveva rotto la tensione che si era creata. << Hibari ora cosa c'entra? V’interessa? >>
<< Yamamoto-sama! >> Allo stesso, gli si era affiancato Gokudera
<< Gokudera-sama! N-noi n-n-non--! >>

<< Che cosa volete? Perché siete qui? >> Scorbutico come sempre il Guardiano della Tempesta.
Non rispondevano. Erano impaurite dallo sguardo omicida di Giulia, si vedeva che era stata in contatto per tanto tempo con Hibari, erano molto simili in quel momento e il fan club riusciva a percepire quella tensione palpabile.
Valentina si era fatta avanti: << Volevo invitarvi a pranzare con me. Le ragazze me lo avevano sconsigliato per non avere una delusione, a causa dei vostri innumerevoli impegni. >>
<< C-cos-?! Non è vero! >> protestavano i fan club.
<< Ah davvero? >> Diceva il Guardiano della Pioggia, rivolgendosi a Vale << Oggi non ho gli allenamenti, quindi va bene! Gokudera ti unisci a noi? >> Rideva mentre glielo proponeva. L'albino mugugnava qualcosa:
<< Perché dovrei? >>
Poi avvenne una cosa inaspettata, per una frazione di tempo impercettibile la mora posava lo stesso sguardo omicida su Gokudera ed egli esclamava: << V-va bene! Come volete voi! >>
Anche Valentina non se ne era accorta di quell’occhiataccia furtiva ed era ancora perplessa perché aveva accettato. << Oh. >>
<< Vale! >> la chiamava Giulia << Questo pranzo devo andare da Hibari, bisogna che gli porti il mangime per Hibird, glielo avevo promesso - in un certo senso. >>
<< Ah. Ok, poi vieni a cercarci. >> aveva avvisato come se avesse detto "Vieni o farò peggio di Hibari quando ti sequestra. Come per esempio non vedrai più la luce del sole."
<< D'accordo! >>

Note d'Autrice
Ciao a tutti! Volevo ringraziare ai lettori silenziosi, ma soprattuto a coloro che hanno messo la fiction tra le preferite, sono felice che qualcuno la segua.. questa fanfiction! Vorrei ringraziare anche la mia sostinitrice n*1 nonché protagonista con me, Vale! ^^
Aggiungo, che la parola "hayaku" significa "presto! sbrigati!" in giapponese, non so se si scriva veramente così, ma l'intento era quello! ^^"
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e a presto!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. Gelosia ***


Lo scambio culturale
5. Gelosia

 

Era ora di pranzo e Giulia si era diretta verso il salottino del comitato disciplinare con una busta piena di mangime per uccellini, lamentandosi e vagando nei corridoi perché non si ricordava affatto dov'era.
"Che palle! Chi me lo fa fare?! Argh pensadoci bene sono stata io a insistere, mi chiedo cosa gli faccia mangiare a quel povero uccellino! Stupido il suo atteggiamento. Stupido modo in cui mi abbindola. Stupido Hibari! I-io mi preoccupo solo per Hibird, mica di Hibari!" si guardava di nuovo intorno "E stupida scuola! Dove sono finita?!"
Arresa all'evidenza e ferita nell'orgoglio, avrebbe chiesto aiuto al primo che passava. << Scusa. >> chiedeva a uno che passava di là. << Mi chiamo Heiloz Giulia. Sto cercando "l'aula" del comitato disciplinare, mi puoi aiutare? >>
Il ragazzo era piuttosto giovane, biondo, alto ed era in compagnia con un signore con baffetti e capelli neri corti, Giulia pensava che fossero dei docenti, anche se il biondo con fare troppo simpatico le sembrava improbabile.
<< Piacere, Dino Cavallone. Anch'io sto andando lì, ti ci posso accompagnare. Romario, è qui vicino no? >>
<< Sì, capo. >> diceva diligentemente.
"Capo? Dino Cavallone?" Si chiedeva la ragazza << Sei... Italiano? >>
<< Già. Sei nuova di questa scuola? Non ti ho mai vista, ma dimmi cerchi qualcuno in particolare del comitato disciplinare? >> Aveva notato la busta del mangime e si stava riferendo proprio a quello.
Giulia si mordeva il labbro e con gran fatica sussurava: << Beh... Più o meno sì, devo dar da mangiare a Hibird, non so se hai presente quell'uccellino che accompagna sempre il presidente del comitato. >>
Era arrossita e Dino era interessato alla discussione per la piega che stava prendendo, così continuava compiaciuto: << Quindi cerchi Kyouya. >>
<< Ah. >> diceva con tono d'assenso. Lei non voleva proprio continuare quel discorso, altre persone avrebbero capito che le interessava il Guardiano della Nuvola. << Siete amici? >>
Dino sorrideva ed era molto affascinante: << Non proprio. Più Tutor-Allievo! >>
"Eh? Un altro invasato. Non penso che Kyouya abbia bisogno di un tutor. Si vede che è intelligente e sa badare a stesso, forse anche troppo." << Che classe fa? In cosa lo aiuti? >>
<< E' della tua stessa età e in realtà, lo alleno. >> Rideva come se fosse palese la risposta << E' difficile "educarlo", perciò mi hanno nominato suo tutore. >>
<< Quindi in Educazione Fisica. >> Commentava Giulia scettica << Sinceramente, non credo allora che gli servi a molto, pensando quanto sia forte tanto da sollevarmi - e non è facile - e che alla fin fine tutti abbiano paura di lui. >> Non si stava rendendo conto che lo stesse elogiando, ma appena se ne accorgeva, aveva ripreso provando a cambiare discorso << Dino-san un'altra domanda, se mi permetti. >>
La guardava interrogativo, con l'espressione "Dimmi tutto", quando poi erano arrivati davanti alla porta del salottino, bussavano ma nessuno rispondeva, così erano entrati e sul divano era seduto il vicepresidente.
<< Dino-san! >> Salutava quello che Giulia definiva "Tipo strano con acconciatura da Elvis" poi aveva notato la ragazza e si era indurito << Chi è lei? >>
La mora stava per presentarsi, ma Dino l'aveva preceduta. << E' un'amica di Kyouya, a quanto pare. >>
<< Amica?! >> Li guardava incredulo << Piacere, sono Kusakabe Tetsuya, vicepresidente del comitato disciplinare e alleato fidato di Kyouya-san. >>
Si era buttato a terra e in ginocchio, si era inchinato con il busto. "Quello non è un inchino da supplica? O di rispetto? Ora conosco un altro tipo strano. Alleato fidato, ha detto? Quindi un amico, no?" La ragazza si apprestava a farlo alzare, non c'era motivo per il quale si dovesse inchinare e si presentava con calma:
<< Mi chiamo Heiloz Giulia, vengo dall'Italia. A parte l'increscioso sbaglio di Dino-san, >> al quale aveva diretto uno sguardo accusatorio << non mi definirei "amica" di allodola, è tutt'altro rapporto il nostro. >> Dino continuava a osservarla con interesse, sapeva il fatto suo, Kusakabe invece con speranza, come se fosse colei che potesse cambiare Hibari. Lei proseguiva imbarazzata. << Sono qua solo per dare del cibo a Hibird. L'ho promesso. >>
Dopo quell'affermazione, a Giulia era venuto in mente come avesse promesso e arrosiva di colpo, ed entrambi i ragazzi colpiti dal suo modo di fare, pensavano "E' un tsundere al 100%!". Aveva ripreso aria e siccome nessuno, a quanto le pareva, era intenzionato a dirle dov'era Hibari, aveva cambiato tono di voce e li intimava: << Allora? Dov'è?! >>
Kusakabe scuoteva la testa. << So solo che sta facendo il suo solito giro di ronda. Precisamente non lo so. >>
<< Ok. >> Si soffermava prima di girare i tacchi e cercarlo << Sapete... Quante sono le sue prede? >>
Dino aveva incominciato a ridere e Kusakabe riverenziale rispondeva: << Per Kyouya-san, tutti sono prede in questa scuola, nessun alunno escluso. >>
<< Oh >> Aveva incominciato delusa << Pensavo che avesse scelto le "sue prede", però se dite che sia così, allora penso che sia normale che continua a chiamarmi "preda" >> Vicino allo stipite, iniziava a guardare nel vuoto, quando Dino aveva smesso di ridere e le aveva precisato una cosa:
<< Giulia-san, sai che c'è una gran differenza dall'essere "una preda" e " la sua preda"? Non so dirti chi sono le "sue prede", ma ciò significa che ti considera. Sta' attenta, non passare tanto tempo con lui. >>
La sua voce si era fatta seria e seduto come un modello sul divano, aveva fatto colpo.
La ragazza lo fissava, come se non capisse le sue parole, ma aveva colto la differenza.
<< Mi considera come? >> aveva chiesto senza peli sulla lingua.
Un Dino con un sorriso sulle labbra e una faccia soddisfatta rispondeva:
<< Questo lo dovrai scoprire tu. >>

"Che tutor inutile." aveva pensato "Lo scoprirò poi. Ora preoccupiamoci di Hibird."
Due studentesse stavano correndo fuori dalla scuola e un paio di ragazzi le seguivano urlando che ci sarebbe stata presto una strage da parte di Hibari, aveva appena trovato dei fan club attuare del bullismo con la nuova studentessa e sapendo che Hibari odiava la gente che facesse branco e tutto ciò che potesse disturbare la pace a scuola, la avrebbe fatta fuori. Giulia aveva intuito che c'erano solo due studentesse nuove, lei e Valentina, e proprio stamattina si erano scontrate con i fan club di Gokudera e Yamamoto. "Vale!! Anche lei sarà in pericolo? Non glielo permetterò mai!"
Era impulsiva, ma quando la questione riguardava la sua migliore amica, non si poteva mettere a rischiare, così ci rifletteva su prima di agire. << Dino-san, Kusakabe-san. Hibari vuole punire un gruppo di ragazze e tra loro c'è la mia migliore amica, dovete fermarlo. So che voi ci riuscirete, io non conto niente. Non mi ascolterà mai. >>
<< Non sottovalutarti, Giulia-san. >> Affermava tranquillamente Dino, sdraiato comodo su uno dei divani.
Lei scattò e gli andava incontro, gli aveva afferrato la manica del giubbotto, non era forte, ma dalla stretta Dino aveva capito che era una cosa seria. << In questa situazione non c'è niente da dimostrare. Qui si parla di Vale e non solo non perdonerò mai Hibari se le farà del male, ma posso giurare che te la farò pagare a te che sei il suo tutor. Ci siamo spiegati? >> Gli occhi castani stavano inchiodando quelli altrattanto marroni di Dino.
Gli aveva preso la mano e lo stava trascinando dove tutti si stavano dirigendo, Kusakabe le aveva suggerito una scorciatoia, poiché lui non poteva aiutarli più di tanto.
"Kusakabe dice che non può disubbidire agli ordini di Kyouya, nemmeno dire di lottare contro di lui. Aggiungiamo anche questo peso morto che mi sto trascinando e continua a dirmi che lui non potrà fare niente. Lui è o non è il suo tutor? Inoltre Valentina non doveva essere in compagnia di Gokudera e Yamamoto?! Sono inutili! No, io sono inutile!"
<< Corri Dino-san! >> urlava ansimante verso il retro della scuola, non c'era ancora tanta gente e per fortuna nessuno era stato azzannato alla gola. Giulia spintonava tutti e usciti dalla folla aveva scorto la sua amica << Vale! >>
La castana non l'aveva sentita e tutte le altre si nascondevano dietro di lei, erano intimorite e Valentina cercava di far ragionare Hibari, inutile dire che era fiato sprecato.
<< Coraggiosa la tua amica >> commentava Dino.
<< Vieni. >> incoraggiava il biondo a farsi avanti. Avevano raggiunto la castana e si erano messi davanti al moro, Giulia lo guardava severamente, altrettando faceva Hibari. Come se si stessero scambiando i pensieri, nessuno voleva cedere, quando il Guardiano della Nuvola si era accorto delle mani congiunte.
<< Cavallo Imbizzarito. >> aveva distolto lo sguardo da Giulia << Cosa stai facendo alla mia preda? >>
Dino si era accorto che Giulia gli teneva ancora la mano, così le sussurava: << Giulia-san.. >> Non era il caso di mettersi a discutere. Lei senza distaccare gli occhi da Hibari. << Che c'è?! >>
<< La mano. >>
Con la coda dell'occhio aveva posato un attimo lo sguardo, quando stava per ritrarla, Dino la fermava:
<< No. >>

<< Lasciami andare. >> Non era il momento di mettersi a giocare con Hibari << Subito. >>

Hibari si era avvicinato con le tonfe e Vale pregava Giulia di andarsene, non ce l'aveva con lei stavolta e sapeva che era colpa sua se erano in quella situazione, ma la mora si rifiutava categoricamente. Hibari avvertiva Dino di lasciare subito la sua preda, ma conoscendolo aveva in mente un piano che spiegava alla ragazza: << Ora ti mostrerò come prendere per le redini Kyouya. >>
<< Non ho capito. E' vero che so il giapponese, ma non così tanto. >>
Dino intuiva che non voleva far sentire a Hibari il suo piano, suggerendogli di parlare italiano.
<< Sei astuta, lo sai? >>
<< Cosa state confabulando? Lascia subito la mia preda, solo io posso punirla. >> esclamava il Guardiano.
<< Giulia cosa stai facendo? Allontanati subito da quel tizio! >> ordinava invece Valentina.
<< No, Vale. Aspetta ancora un momento. Ora dimmi il piano Dino. >>
<< Lo faremo ingelosire. >>
<< Che?! >> aveva fatto un grido strozzato << Ti dico che non è come pensi. Ora smettila di giocare! >> Era divenuta rossa, ma Dino continuava a spiegarle con calma anche se era piuttosto divertito.
<< Digli che ritornerai in Italia con me, ma che non lo farai a condizione che lui non punisca nessuno di queste ragazze. Vogliamo vedere come risponderà? >>
La mora non era per niente calma come voleva apparire, ma anche lei era interessata a come avrebbe risposto: << Hibari. >> Lo aveva chiamato con fermezza e decisione. << Io torno in Italia. Non sarò più tua preda. >>
Era infastidito ancora. << Cosa stai blaterando? Non te lo permetterò, anche perché devi frequentare questa scuola per un anno. Sono stato informato dello scambio culturale. >>
"Accidenti!" imprecava Giulia "Perché doveva essere nel comitato disciplinare? Per di più il capo?! Calma, Giulia. Hai l'intelligenza e fanne buon uso." Sorrideva. << E' vero, ma ho conosciuto Dino-san e abbiamo deciso di fidanzarci, la cerimonia ufficiale la vorremmo fare in Italia, perciò lascerò il Giappone. >>
<< Non vedo cosa c'entri nel non essere più la mia preda. >>
Giulia stava continuando, come se avesse ignorato il commento, ma le si stringeva il cuore.
<< Se - dico "se" - vuoi che non vada, che continui a essere tua... preda, lascia andare queste ragazze. >>

Si lanciavano sguardi, non aveva letto comprensione nei suoi occhi, ma Giulia era stupita della sua reazione: aveva messo giù le sue tonfe e Hibird era uscito dal taschino della sua giacca:
<< Giulia! Giulia! Cibo, cibo! >>

Aveva accettato e la ragazza tirava un sospiro di sollievo.
Lasciava andare subito la mano di Dino e si era girata a chiedere a Valentina se stesse bene, quella annuiva, ma con la busta in mano si era ricordata del mangime, così pregava l'amica di mandare tutte via mentre lei si era diretta verso Hibari. << Hibari? >> La guardava offeso. << Scusami. >> "Era una bugia, ma era necessario."
<< L'hai portato? >> Hibird continuava a reclamare da mangiare.
<< Sì. >> Gli porgeva la busta << Ecco, tieni. Gli basterà per un mese. >>
Silenzio, ormai quasi tutti se ne erano andati, compreso Dino.
Giulia lo osservava, quando era travolta dal panico non era stata colpita dal lapsus "Lo avrò superato?", ma era davvero affascinata da quei capelli ribelli neri come la pece, pensava che gli occhi grigi monocromatici le avrebbero detto tutto di lui, ma era un mistero sapere cosa pensasse, inoltre la sua bocca non le aveva mai rivolto un sorriso se non compiaciuto. "Quel dolce sorriso è solo per Hibird, a quanto pare."
<< Giulia! Pranziamo! >> la chiamava Vale << Andiamo! >>
<< A presto Kyouya. >> lo salutava ma lui non aveva ricambiato. "E' arrabbiato?"
Si allontanava da lui lentamente, quando con la tonfa nella mano sinistra la bloccava come per tagliarle la gola.
Mugugnava qualcosa di incomprensibile, ma Giulia aveva capito: << La prossima volta farò in modo che tu capisca che sei la mia preda. Non potrai fuggire in nessun modo. >>
La mora aveva sussultato e soddisfatto Hibari l'aveva lasciata andare. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. Baseball ***


Lo scambio culturale
6. Baseball

 Le due italiane pranzavano in pace vicino al cortile della scuola e la mora piuttosto irritata per tutto ciò che era successo, stava facendo un interrogatorio di terzo grado all'amica:
<< Non capisco. Non capisco! Non capisco?! Perché quei due non erano con te, eh? Perché uno è scomparso e uno sta giocando proprio adesso a baseball qui accanto? Non dovevate pranzare insieme voi tre? Vale quei tizi sono scemi o cosa? Yamamoto aveva accettato, ma in questo preciso istante sta giocando! Mentre a Gokudera l'avevo linciato quindi costretto, ma mi stai dicendo che se ne è andato! Cosa è successo mentre sono andata da Hibari?! >>
Non aveva mai ripreso fiato e ora che aveva finito, Valentina le aveva inficcato in bocca un biscotto così da tappargliela e avere il tempo per parlare: << Stai calma, Giù. Non c'è da agitarsi tanto. >>
Giulia si era riseduta sul prato accanto all'amica, aveva tirato un sospiro e la stava guardando come se le volesse dire "E' seria la cosa. Spiega". Lei ricambiava. "E' inutile parlare se neanche mi ascolti." le aveva sussurato nella mente.
<< Abbiamo pranzato "insieme" in un certo senso. >>
<< Stai mangiando il tuo pranzo con me. Adesso. >>
<< Yamamoto ci ha portati qui al cortile per una boccata d'aria, poi vedendo che nel campo di baseball c'era qualcuno, aveva proposto di giocare un po'. Io ho detto "Perché no?" e abbiamo iniziato a giocare. >>
Giulia la guardava interessata e la castana continuava a raccontarle che il Guardiano della Pioggia era il lanciatore, mentre lei battitore, era la sua prima volta a baseball e Gokudera, che all'inizio era solo uno spettatore, si era fatto avanti a insegnarle la teoria per poi metterla in pratica e fare un fuoricampo. Yamamoto stava assistendo a una scena che lo aveva fatto un po' irritare, tanto da urlare infastidito:
<< Posso lanciare? >>

Giulia l'aveva interrotta un momento: << Come mai? Strano, mi sembrava un tipo sempre allegro per ogni cosa. >> Valentina aspettava solo un momento prima che all'amica venisse il lampo di genio << Ah! Era geloso! Quindi questo mi fa intuire che eravate vicini! Come come? Racconta! >> aveva notato che stava gradualmente arrosendo al solo ricordo: il Guardiano della Tempesta si era alzato dalla panchina tanto annoiato quanto palesamente infastidito dal fatto che invece di pranzare, quei due si mettessero a giocare, quindi diretto verso la ragazza, imperterrito e sbrigativo, voleva fare di quella partita una cosa veloce e magari far perdere anche il fanatico di baseball.
<< De Silvestri >>
<< Chiamami Valentina. >>
<< Impugna la mazza in questo modo >> mostrandole l'impugnatura giusta, l'aveva avvolta con le sue braccia, le teneva i polsi e ignorava l'agitazione di Valentina. << Piega leggermente le ginocchia. >> La ragazza aveva fatto ciò che le veniva detto, completamente persa in quel che Giulia definiva urlando: << Un abbraccio!! Yes! Good job, good job! Vale, hai visto ti si è presentata un'occasione più unica che rara! Brava amica mia che non ti sei ribellata come tuo solito! In realtà avrei voluto assistere, ma chissà forse non sarebbe successo. Sasagawa aveva detto che non gli sto simpatica a quel tizio. >>
<< Giù, come biasimarlo. Ogni tanto sei irritante! >>
<< Grazie, mi impegno per questo, sai? >> ringraziava l'amica con tono ironico. << Dài, continua. >>
Incitava l'amica a proseguire con un sorriso e voleva poi assolutamente sapere come era andata a finire.
<< Dopo Yamamoto ci aveva urlato contro, anch'io ero sorpresa, non sai che colpo, aveva assunto un'espressione molto seria, mai vista. Gokudera, al contrario, era calmo, come se comprendesse la cosa e si era subito allontanato da me e infine mi diceva di guardare bene la palla e intercettarla quel poco che bastava per usare tutta la mia forza e mandarla fuori del campo. Come ci si aspettasse, ho fatto Homerun. >>
<< Con un maestro così, come avresti potuto non farlo? >> lo diceva maliziosamente la mora, si divertiva molto a vedere la sua amica in quelle condizioni, tutta rossa, fino alle orecchie. << Ah, ma mi devi ancora dire perché eri lì! Vi siete fatte pure scoprire da Hibari! Poi sarei io l'incosciente! >> Era falsamente offesa.
<< Aspetta, ora ci arrivo! Comunque, Yamamoto poi era stato invitato a giocare con i suoi kohai e quando sembrava che eravamo rimasti solo io e Gokudera, una ragazza, ma non era una studentessa, gli ha fatto venire mal di stomaco e lo accompagnò lei in infermeria, lasciandomi da sola. Credo che era sua sorella perché Gokudera aveva urlato "Aniki!" ma forse ho capito male io. Non si assomigliavano per niente. Poi sono arrivate quelle del fanclub che mi accusavano di averlo avvelenato, io mi ero difesa - neanche avevamo incominciato a mangiare! - e mi ci hanno costretto ad andare al retro e il resto lo sai. Mi pare che Hibari ci abbia seguito perché c'ero io, voleva sapere dov'eri, ma poi vedendo il numero di persone riunite, era infastidito dal fatto che eravamo in branco. >> Giulia era così affascinata dalle cose che le aveva raccontato che era rimasta imbambolata a fissarla con un biscotto in bocca, era buffa << Oi Giù, non capisco che cosa ci trovi in quel... tizio! >>
La mora si era ripresa appena notava il tono con disappunto: << Non lo so nemmeno io, ma non cambiare discorso, hai fatto molti progressi. Di sicuro più di me, ma non ci avrei mai sperato di trovare dei ragazzi... così in questo viaggio di studio. Questi sembrano diversi da quelli che ho incontrato in Italia. >>
<< Io neanche ci pensavo. Avrei giurato che mi sarei sposata con un personaggio di un libro. >>
Giulia si era sdraiata sul prato verde. Aveva sospirato e alla fine divertita, si era messa a ridere.
<< Non cambierai mai, Vale! >>
<< Se per questo neanche tu, vorrei che non lo facessi. Sarebbe un grosso problema se diventassi come quello lì, odio l'amore, anzi penso che neanche esista. >> Silenzio "Nessun commento?" << Giulia? >>
Si era sporsa per vedere l'amica che aveva chiuso gli occhi e si era buttata nel mondo dei sogni. Anche Valentina si era messa a ridere, poi ripensando a cosa era successo in quella giornata, si sentiva stanca e si era sdraiata accanto all'amica a riposare.
"Speriamo... che qualcuno ci verrà a svegliare!"

Intanto in Italia, nel castello dei Vongola, il Nono e Reborn stavano discutendo del futuro del Decimo:
<< Reborn, a quanto mi stai stai raccontando, Decimo è davvero cresciuto. >>
<< Ah. >> con tono di assenso << Constatando i suoi notevoli miglioramenti, penso che sia più che in grado di svolgere il compito da lei assegnato. Anche se, ha ancora molto da imparare e la sua decisione mi sembra molto frettolosa. Si sente così tanto anziano da andare in pensione? >>
Il Nono si era messo a ridere. << Ah ah, no amico mio, no. Ti ho chiamato apposta per farlo diventare un vero Boss, e se il tuo giudizio è tale da rimandare, che sia così. Penso che Decimo sia ancora inesperto su questioni particolarmente delicate, quindi rimandiamo questo discorso tra un anno, Reborn. >>
Reborn chinava poco il capo per fare un accenno di assenso. << Come vuole lei, Vongola Nono. >>

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Sfida ***


Lo Scambio Culturale
7. Sfida

 
La camera d'albergo in cui alloggiavano le due ragazze era una lussuosa camera doppia, provvista di salottino e un ampio bagno, c'erano due letti che le due amiche avvicinavano ogni sera ed era abbellita da numerose riproduzioni di quadri famosi su pareti color crema. Nel salottino, vi era un grande specchio e davanti a esso vi era Giulia che pettinava i lunghi capelli sciolti castani dell'amica. La mora non comprendeva perché Valentina portasse sempre la coda, ma il fatto che potesse pettinarla come una principessa la rendeva felice, inoltre era anche un ottimo anti stress e riusciva a calmarle il nervosismo. La castana si era accorta che in quel momento era nervosa, glielo leggeva dall'espressione afflitta riflessa sullo specchio. Il silenzio era piuttosto normale per loro, ma sapeva che Giulia non avrebbe spiccicato parola se non le suggeriva di farlo, così provava con delicatezza e cautela a incominciare un discorso:
<< Questa settimana... non pensi, che sia stata piuttosto tranquilla? >> Non rispose e non staccava gli occhi dai suoi capelli mossi << Giù... Non sei contenta che Hibari non ti dia più fastidio? >> Era seriamente preoccupata, pensava che un giorno all'altro Hibari le avrebbe strappato Giulia, ma era passata una settimana senza che se ne sentisse la presenza, aveva pensato "La calma prima della tempesta?" ma l'amica non aveva più avvertito il brutto presentimento quindi da una parte si sentiva sollevata dall'altra dispiaciuta. Anche Gokudera e Yamamoto si erano assentati per qualche giorno, ma almeno loro erano molto più presenti, Valentina chiedeva più volte perché tornassero sempre con qualche nuova ferita, ma non le davano spiegazione. Giulia era intervenuta, perché le sembrava che anche qualcun altro era coinvolto, soprattutto dal comportamento sempre preoccupato da parte di Kyoko e aveva chiesto a lei:
<< Perché quei due sono tutti feriti? E tu non sei come al solito? >>
<< Non è niente Giulia-chan. >> rispondeva con tono piatto.
<< Non sono stupida. Che cosa sta succedendo? Anche Hibari non viene più, penso che si fosse offeso, ma... anche che quei tre siano coinvolti in qualcosa che ci nascondono, e anche tuo fratello. Ne sono sicura. Quei quattro portano tutti un anello con una pietra della stessa forma: Gokudera rossa, Yamamoto blu, tuo fratello giallo e... Hibari viola. Kyoko, so che tu sai e dovrei farmi gli affari miei, ma... voglio sapere. >>
<< Giulia-chan... sei tanto innamorata di Hibari, da preoccuparti così? >>
<< E tu vuoi tanto bene a tuo fratello per ridurti così. >>
<< Hai vinto, >> diceva più a se stessa che a Giulia in modo sconsolato << a Namimori sono venute delle persone... che Tsuna-kun, onii-chan e i suoi amici hanno già.. mandato via, diciamo, ma sono tornate e finché Tsuna-kun non torna, onii-chan e gli altri stanno difendendo Namimori come più possono. Giulia non immischiarti troppo in queste cose, è per il tuo bene. >>
La mora non ci credeva, anche la castana che ascoltava in silenzio, inoltre avevano pensato la stessa cosa "All'inizio dell'anno parlavano di mafia, famiglia Vongola e Gokudera chiamava Sawada-san Decimo! Non era un gioco o una bugia, hanno sempre sostenuto la verità!" Giulia e Valentina si erano scambiate uno sguardo d'intesa e avevano deciso di risolvere la questione affrontando i diretti interessati, ma Hibari non c'era e Gokudera e Yamamoto non avevano accennato niente.
Giulia così prendeva una decisione: << Vale, ho deciso. Voglio rivedere Kyouya, devo sistemare la questione con lui! >>
<< Ti accompagno. >>
<< No, tu devi insistere con quei due, penso che anche se non lo vogliono dare a vedere, vorrebbero sfogarsi; quindi insisti ancora un po'. Non m’importa se sono della mafia, che siano pericolosi questi tizi, ma non posso rimanere indifferente se Hibari subisce così tante ferite senza che nessuno se ne preoccupi! Ha lasciato l'ordine della scuola a Kusakabe-san d'accordo, ma chi si preoccupa per lui? Non... non sono il tipo di girarmi e lasciare indietro una persona in difficoltà! Vale... voglio aiutarlo, anzi tutti, voglio aiutarli tutti. >> Si stava per mettere a piangere, Valentina sapeva che era emotiva e la consolava come poteva:
<< Sta' calma Giulia. Sei una ragazza intelligente e come quando vuoi salvare me, riuscirai ad aiutare quel tizio. Quindi o ti calmi o ti schiaffeggio. Scegli. >> Giulia la guardava sorpresa << Ti sei calmata, bene. Anch'io voglio aiutarli, sono preoccupata anch'io per... Gokudera e Yamamoto, lo ammetto, ma non voglio che tu sia in pericolo, quindi promettimi che starai a distanza di sicurezza. Te lo dico in italiano così capisci meglio: Non devi intrometterti in una eventuale battaglia. >>
<< Vale... >> era commossa, la abbracciava forte sul collo << Ok, prometto. Ma dimmi che posso aiutare te e Hibari quando riterrò che sarà necessario. Giuro, starò bene. >>
<< D'accordo. >>
 
Il giorno dopo, Giulia aveva saltato le prime ore di lezioni di sua spontanea volontà alla ricerca di Hibari e pur di sfidarlo, aveva lasciato in albergo uno degli obblighi della divisa: il fiocco. Voleva provocarlo, per una settimana non aveva più ricevuto quelle attenzioni alle quali ormai si era abituata e avrebbe fatto di tutto per "riconquistare" la sua fiducia o almeno così pensava. L'aveva ingannato a causa di Dino-san e ora era anche coinvolto in qualcosa di pericoloso, non poteva sopportare una cosa del genere. Chiedeva a chiunque incontrasse nei corridoi se avessero visto Hibari o anche Kusakabe, almeno avrebbe avuto qualche indizio, ma nessuno li aveva visti.
"Dannata scuola! Ma possibile che nessuno qui non sa niente di nessuno! Mai fatti pettegolezzi?!" imprecava Giulia nella propria mente, quando Hibird le era appena passato accanto. << H-Hibird! >>
L'uccellino si era voltato e felice cinguettava: << Giulia! Giulia! >>
<< Hibird, sto cercando Kyou-chan, sai dov'è? >>
<< Chi sarebbe "Kyou-chan"? >> Il tono disgustato, intimidatorio e aggressivo faceva rizzare la pelle alla ragazza.
Si era girata, non aveva paura ma provava un gran senso di sollievo e sorpresa.
<< Kyo- >> ci ripensava e si era corretta << H-Hibari! Allora stai bene! >>
Gli occhi lucidi erano felici di vedere quella figura imbronciata, sempre quell'espressione imbronciata e a volta annoiata, amava rivederlo, lo sentiva dal profondo del suo cuore; invece dal punto di vista di Hibari si era accorto che le erano spuntate un paio di orecchie e code e che lo stesse guardando come un cucciolo abbandonato. Dopo quei due minuti di solito lapsus, Giulia si era ripresa e gli era saltata addosso. "Mi sei mancato, mi sei mancato!" Anche se l'avrebbe respinta, sarebbe stata felice perché si sarebbe accertata che fosse lui e così era successo l'aveva allontanata e le bisbigliava: << Una preda non salterebbe mai verso il suo predatore. Soprattutto se sa che ha trasgredito una delle sue regole. >> Al colletto della mora mancava il fiocco della divisa e Hibari se ne era accorto all'istante << Vuoi veramente essere punita, non è che sei una di quelle persone masochiste? Sarai accontentata. >> Lo sguardo si era acceso, amava punire quanto combattere.
<< Hibari... >> Giulia non aveva battuto ciglio e non era per niente stupita, se l'era cercata e ora stava accogliendo a braccia aperte qualsiasi cosa le aspettasse, ma posando gli occhi sull'avambraccio scoperto, aveva notato un sacco di ferite profonde e anche non gravi, ma aveva sussultato e prima che se ne accorgesse, la preoccupazione la assaliva << Sapevo che stavate facendo cose pericolose, ma ora state tutti esagerando. Tu hai bisogno di cure! >> I suoi occhi si erano dilatati mentre guardava l'avambraccio e gli afferrava la grande mano che se la portò sulla guancia. << Ti prego, permettimi di curarti... >>
<< Non è niente. >> Aveva detto freddo e distaccato, svincolando anche dalla presa. << Ti devo punire. >>
"Maniaco dei combattimenti. Maniaco della scuola. Maniaco sadomaso. Sei solo un grandissimo maniaco Kyouya Hibari." pensava mentre Hibari l'aveva afferrata per i fianchi e non le dava possibilità di scappare, "Devo liberarmi. Devo farlo ragionare e portarlo in infermeria." poi con lo sguardo l'aveva paralizzata e appoggiava le sue labbra senza riguardo. "Crudele. Mi sta baciando senza delicatezza, gentilezza o dolcezza. Quanto sei crudele Kyouya Hibari." Appena si allontanava, la mora sfruttava il momento per scappare, non voleva più aiutarlo, che lo ammazzassero, non voleva più saperne, ma Hibari la stringeva ancora di più.
<< Che cosa fai, scappi? >> Non voleva incontrare gli occhi monocromatici che l'avrebbero inchiodata a vita << Ti ricordo che devi essere punita, non puoi scappare. Ti rammento che devi capire che sei la mia preda. >>
<< L-Lasciami! >> riusciva solo a urlare << Lasciami, allodola!! >>
<< Più avrai voglia di scappare, più sarà la mia di punirti. >>
Si era arresa e con sguardo fermo, lo incalzava: << Se mi vuoi basta dirlo, ma smettila di chiamarmi "preda" e poi fatti curare, se non da me, d'accordo, ma andiamo in infermeria. Se non vuoi fare nessuna delle due cose, allora vai al diavolo, lasciami in pace! >>
L'aveva alzata da terra e presa in braccio come una principessa, Giulia non credeva di ciò che avesse fatto, il contatto con lui l'aveva portata a diventare rossa come un pomodoro, Hibari poi rispondeva:
<< Volerti? Mmmh... io ti vedo solo come una preda, quindi hai frainteso. Inoltre sei te che dovrai andare in infermeria dopo che ti avrò punito. >>
<< C-cosa?! Vuoi azzannarmi alla gola? >> Lo stava sfidando maliziosamente.
<< Molto di più, preparati. >>

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. Incomprensioni ***


Lo Scambio Culturale
8. Incomprensioni

 

Era finita la seconda ora e Giulia non era ancora tornata, così la castana si faceva coraggio e radunava a sé i due Guardiani, sperava che l'amica avesse ragione che si volessero sfogare almeno un po' e inoltre era sinceramente preoccupata dal loro comportamento attuale, erano... calmi e non creavano problemi, anche quando c'era Giulia, Gokudera non si scatenava come una furia; e Yamamoto? Non rideva più spensierato, ma a Valentina sembrava che si sforzasse di ridere e non le faceva piacere.
La Tempesta e la Pioggia si avvicinavano, senza nemmeno aver contestato, al banco di De Silvestri e Gokudera non in vena di chiacchere chiedeva:
<< Allora? Cosa vuoi? >>
Valentina, composta e razionale, rispondeva: << Ditemi perché vi state comportando in modo strano... da un bel po'. Sasagawa mi ha spiegato che siete coinvolti in una lotta, è vero? Una lotta che riguarda la mafia? >>
Gokudera la fissava perplesso e allo stesso stupito, mentre Yamamoto si era fatto più serio, ma non rimaneva in silenzio, poiché pur di non coinvolgere altra gente, aveva puntualizzato: << Non sono affari che ti riguardano, Valentina. Sarebbe meglio che tu non ti immischiassi in certe cose. >>
<< Il fanatico del baseball ha ragione. >> approvava improvvisamente Gokudera << Non ti dobbiamo nessuna spiegazione. Ora scusaci, ma abbiamo da fare. >>
Valentina si era quasi pentita di volergli prestare aiuto, ma qualcosa da Giulia l'aveva imparata ed era la testardaggine, così esclamava: << Siete dei grandi idioti! Avete una bella faccia tosta a dirmi certe cose quando invece io volevo solo comprendere meglio in che situazione vi siete cacciati! >>
Yamamoto si era girato e con voce dura, tanto che Valentina si irritava, spiegava: << Non potresti capire, anche se tu volessi, Valentina. >>
La castana faceva uno sbuffo: << Bene. Non importa, tanto Giulia ha chiesto a Hibari e gli avrà di sicuro detto qualcosa, da una parte la sua cocciutaggine aiuta, inoltre quando vuole, la mia amica può essere persuasiva. >>
Yamamoto rideva e Gokudera commentava con tono piatto: << Vedremo se la tua amica sarà riuscita nel suo intento. Conoscendo quel bastardo, non avrà rivelato niente di niente. >>
"Ma cos'hanno quei due scemi?!" Valentina aveva messo un broncio, che quando Giulia era tornata si era preoccupata e la consolava senza successo. La mora aveva raccontato per filo e per segno cos'era accaduto in quest'utima ora e che non era riuscita a far parlare Hibari, ce l'aveva messa tutta, ma che l'unica cosa che riuscì a fare era di farlo curare in infermeria dal dottor Shamal, che all'inizio ci provò con lei, ma Hibari non glielo permise perché era la sua preda e di sicuro non era ferita. Giulia supplicò il dottore di medicare almeno quelle più gravi e Shamal acconsentì solo per compiacere la signorina, mentre lo medicava, inconsapevolmente raccontò tutto a Giulia:
<< Bella signorina, non si deve preoccupare per questo essere disgustoso. Posso assicurarle che questo tizio sa cavarsela. >> Aveva finito di medicarlo e si allontanò un attimo con la mora per permettere a Hibari di riposare << E' un tipo orgoglioso e incomprensibile, ma è un Guardiano e deve compiere il suo dovere. Certe scaramucce di sicuro non gli fanno né caldo né freddo, pensando poi che è l'unico ad aver riportato meno ferite tra tutti. >>
<< Dottor Shamal, si può sapere perché anche lui è coinvolto se Hibari stesso dice che vuole solo la pace? Perché combatte con questa... famiglia se lui stesso dice che non vuole fare branco?! >>
Il medico le appoggiò le mani sulle spalle. << Come tu faccia a sapere certe cose non lo so, poi quello lì non parlerebbe mai con una signorina come te. Se si entra nella malavita, ci si resta sempre, non ti conviene entrarci. Non per quel ragazzo. >> La ragazza rimase colpita << Vieni qui che ti do un baccetto!! >>
La ragazza allontanò il dottor Shamal e velocemente si svincolò: << Mi dispiace dottore, ma accetto baci solo da quel tipo che sta riposando proprio ora sul letto dell'infermeria. Inoltre, la ringrazio per l'avvertimento e ora ho la certezza che qua sta succedendo una cosa che a noi comuni mortali sfugge. Sono anche grata per l'avvertimento, ma al cuore non si comanda. >> Sorrise e con ghigno continuò << Poi quel tizio ha detto che sono la sua preda, quindi non sono stata io a scegliere di entrare, è lui che mi ci ha portato con la forza! >> Tornò da Hibari e lui dormiva profondamente, gli diede un piccolo bacio sulla fronte e se ne andò.

<< Gliela farò pagare per averti strappato un bacio solo con la scusa della punizione! >> stringeva i denti Valentina << Ma sono felice che hai avuto risultati migliori dei miei. Gokudera e Yamamoto non hanno proferito parola. Mi chiedo se veramente sia meglio non intrometterci, stiamo avendo due-di-picche da tutti! >>
Giulia si era messa in ginocchio e appoggiata sul braccio, davanti all'amica seduta, la incoraggiava:
<< Non possiamo tirarci indietro. Sono intenzionata ad aiutarli e so che il nostro ruolo è quello di supportare quanto possiamo. Spero solo che non accada niente di irreparabile e che finisca tutto presto. >>
La castana le accarrezzava la testolina. << Hai ragione. >>

Qualche giorno dopo, Valentina stava andando a scuola, era da sola perché Giulia quella mattina era stata chiamata da Kusakabe che l'avvertiva che Hibari era tornato peggio dell'ultima volta e l'amica si era precipitata senza spiegazioni, Vale dal fatto suo sarebbe venuta con lei, ma non le andava di incontrare quel tizio.
All'improvviso, si sentiva da lontano un esplosione e Valentina aveva visto alzarsi un polverone non poco lontano da lei, così si affrettava a vedere cos'era successo. In aria aveva visto una persona dai capelli rossi come fuoco e stava sospeso in aria come se volasse, ma ai piedi c'erano fiamme rosse, come se fossero quelle a farlo volare. Un attimo dopo dalla coltrina di fumo, vedeva Gokudera che stava tossendo; aveva sul braccio una specie di pistola con un teschio, era difficile per lei descrivere cosa stesse succedendo, ma presa dal panico urlava: << Gokudera! >>
L'albino rispondeva esterefatto: << Cosa ci fai tu qui? Allontanati subito! >>
Era Zakuro dei Millefiore che con il suo tono da annoiato sbottava: << Eh? E chi è lei? Se è una tua conoscente o fa parte della famiglia Vongola, devo farla fuori. >>
Valentina era quasi sicura di ritrovarsi in un sogno, un sogno dal quale avrebbe voluto rimanere illesa; quel tizio dai capelli fiammeggianti, occhi piccoli e sonnolenti e sul mento un accenno di barba, era estremamente serio mentre la stava condannando a morte, la ragazza era leggermente tesa, ma non spaventata, si muoveva cautamente e voleva seguire il consiglio di Gokudera e allontanarsi finché era in tempo, ma in quel momento le ritornava in mente le parole di Giulia: "Non possiamo tirarci indietro". Questo la portava a beffarsi del destino e rimanere incollata a osservare la mossa dell'avversario. "Non mi tirerò indietro proprio ora. Forse non ne uscirò illesa, ma da ciò posso scoprire qualcosa! Spero solo che sopravviva!" pensava Valentina ironica.
Gokudera aveva osservato ogni mossa della castana ed era sollevato nel vedere che all'inizio avesse intenzione di scappare, ma poi si era fermata e il suo sguardo era più deciso. "Stupida! Scappa!" voleva suggerire di nuovo Gokudera, ma lei si era voltata e incontrava i suoi occhi, quei occhi azzurri stavano comunicando che era pronta a combattere.
Non si tratteneva più. << Scappa, Valentina! >>
Zakuro si era spostato velocemente accanto alla ragazza e le aveva preso per un braccio e le puntava un braccio con la fiamma del coraggio di morire sul collo. Stava sussurrando all'orecchio della ragazza:
<< Allora, conosci questo ragazzo? >> Gokudera la stava raggiungendo quando si era accorto troppo tardi che non era riuscito a fermarlo. Valentina vedeva l'albino venirle incontro. << Avete la stessa divisa e ti ha chiamato per nome, non puoi negare di conoscerlo, ma forse eri solo nel posto sbagliato nel momento sbagliato, quindi è possibile che tu non sappia niente e che come una stupida ti stia chiedendo perché ti stia accando tutto questo, vero? >>
Le prendeva il mento e parlava con Gokudera. << Questo bel faccino, >> aveva attirato l'attenzione del Guardiano della Tempesta << è un peccato ferirlo. Se ti arrendi, la lascio andare indenne. >>
<< Bastardo..! >> Urlava Gokudera.
Valentina stava studiando un piano in fretta: "Pensa Valentina, non sei d'aiuto se fai l'ostaggio! Pensa!" Avendo le gambe libere, tentava una mossa azzardata, cercava di svincolare dalla presa alle braccia distraendolo dandogli un calcio ben assestato alle gambe di lato, ma le serviva solo un attimo di distrazione, così guardava Gokudera per fargli capire che doveva fargli da diversivo. Lo sguardo azzurro cielo puntava all'albino, sbatteva le palpebre e il ragazzo con un cenno di testa acconsentiva, avendo capito il piano.
L'arma sul braccio di Gokudera lanciava dei proiettili avvolti da una fiamma rossa, << Flame Arrow! >> annunciava il suo colpo mirando verso terra per non ferire la ragazza. Zakuro rideva.
<< Ma dove miri? Idiota! >>
"Non ha capito niente. Bene." rifletteva soddisfatta Valentina "Ha allentato la presa. Ora!"
La ragazza sferrava un colpo ben assestato alle gambe di Zakuro, il quale non reagiva. << Debole. Idiota! >> Valentina però era riuscita a sfuggire dalla sua presa ed era corsa verso Gokudera che, intanto, minacciava la Corona Funebre:
<< Sei uno stupido se pensi che riuscirai a battermi! Tanto ciò che cerchi non è qui! >>
<< Tsk >> faceva Zakuro << Sei davvero un impertinente. Ho sonno, >> sbadigliava << tornerò presto per ammazzarti! Noi stiamo cercando il signor Byakuran e non ci fermeremo finché non lo rivedremo! >>
Allontanatosi il nemico, Gokudera si era voltato a guardare la ragazza e la rimproverava:
<< Stupida! >> la castana si era stupita << Come puoi essere così incosciente! Non hai nient'altro da fare che immischiarti in affari che non ti riguardano?! Stupida, saresti potuta morire! Non te ne importa niente della tua vita? >> La ragazza si accasciava a terra, ma non era la ramanzina che la impressionava. << E ora? Cosa ti é successo? >>
<< Niente, >> si metteva a ridere << è stata una cosa incredibile, soprannaturale. Ma comunque incredibile. >>
Valentina sorrideva e Gokudera sospirava, perché non aveva più la pazienza per mettersi a urlare, inoltre la campanella della prima ora era suonata, si sentiva da lontano il suono, e il ragazzo gli porgeva una mano per rialzarsi.
La ragazza lo ringraziava: << Ti ringrazio per avermi salvato, anzi meglio dire, per aver fatto da diversivo. La tua arma? Formidabile. >> L'albino stava per cadere, ma Valentina lo afferava prontemente << Attento! >> Non rispondeva << Ehi..? Stai bene? Parlami Gokudera! >> Era svenuto.
Prendeva il cellulare con una certa impazienza e chiamava l'amica: << Giulia! Aiutami, Gokudera é svenuto, sono nella strada per andare a scuola. Porta dei soccorsi, ti prego! >>
<< Vale! Dove sei? Le lezioni sono già inziate da un bel pezzo! Cosa? Gokudera? Avverto subito i prof e mando qualcuno a prendervi, aspetta solo un attimo! >> Valentina rimaneva in ascolto, non c'era nessuno, aveva messo più comodo Gokudera, facendogli appoggiare la testa sulle sue ginocchia << Hibari! Manda qualcuno del comitato disciplinare a prendere Vale e Gokudera! >> Sempre di sottofondo, la castana ascoltava divertita.
Hibari rispondeva a tono: << Perché dovrei? >>
<< Perché so che puoi farlo! >>
Non si sentiva più nessuno parlare, Valentina pensava che si stessero scambiando degli sguardi di sfida, quando una voce a lei sconosciuta assicurava l'amica: << Heiloz-san, andrò io stesso. Non si preoccupi. >>
<< Kusakabe Tetsuya, chi ti ha detto che puoi andare? >> duro come la roccia chiedeva Hibari.
<< Kyouya-san se non accontenterete Heiloz-san, quest'ultima si lamenterà tutta la giornata e la pace della scuola sarà disturbata. >>
Hibari rispondeva indifferente: << E perciò io la punirò. >>
<< Kyouya-san, non è meglio prevenire? Farò la cosa veloce, ci vorrà un attimo. >>
Un altro silenzio. << Vai, veloce. >>
<< Ora arrivano i soccorsi, Vale. Grazie Kusakabe-san! >> e la mora attaccava.

Nota d'Autrice
Ciao a tutti! Vorrei ringraziari tutti i lettori e recensitori che mi sostengono! Sono felice che ad alcune persone importi della fic! Vi sono veramente grata! Grazieee! ^w^
Spero di aggiornare presto, ma con la scuola sarà difficile... Mi impegnerò lo stesso!
Continuate a seguirmi e se volete recensite pure! :3
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9. Carattere ***


Lo Scambio Culturale
9. Carattere

 
 
Heiloz e Hibari si continuavano a fissare incessantemente. La ragazza non aveva ancora superato il suo blocco, ma ormai era una manciata di minuti che si osservavano: Hibari aveva lo sguardo duro, affilato e di quel grigio cromatico, al quale se non si era abituati ti incuteva paura e terrore; mentre la ragazza imbronciata sosteneva il suo sguardo come poteva, non aveva paura ma era attratta. "Lo ammetto" pensava ancora infastidita "Lo ammetto, mi sono innamorata di questo ragazzo ora qui davanti a me." Sul suo volto era disegnato un sorriso amaro e Hibari lo aveva notato.
<< Perché quel sorriso? >> chiedeva interessato, ma per niente preoccupato.
<< Cos'é questo improvviso interessamento, caro capo disciplinare? >>
<< Nessun interessamento, sempre che non tu non abbia voglia di combattere con me, anche se con le persone deboli non ne vale la pena. >> Alzava leggermente il mento, come per sfidarla << Vedo il tuo spirito combattivo, sarà un piacere accontentarti, preda. >>
Il sorriso amaro era passato da sorpreso in compiaciuto nel giro di un secondo. C'era un brillo negli occhi di Giulia.
<< No, grazie, passo. Sei davvero un maniaco di lotte, eh? Peccato che tu abbia capito male. >> Si era alzata e si era diretta verso la scrivania di Hibari, si era appoggiata con una mano di lato e sempre con espressione soddisfatta, fiera, intensa provava a scorgere una qualsiasi reazione del Guardiano delle Nuvole, il quale interessato da come l'aveva contraddetto, rispondeva con una sorriso da sadico << Io non voglio combattere contro di te. >> aveva letteralmente catturato l'attenzione di Hibari << Io voglio combattere CON te. >>
<< Sciocchezze. >>
<< Affatto. >> Si era voltata verso la porta << Bene, se per oggi la mia punizione è finita e non hai altro da dirmi, me ne vado. Se non vuoi che lotti con te, benissimo, sta' certo che non mi vedrai mai più. >>
Si era alzato anche Hibari e si preparava a bloccarla con i tonfa.
<< Non puoi scappare e le minacce con me non funzionano. Non combatterò mai al fianco di altre persone, tanto meno con una ragazza. Preda, ferma là. >> Giulia continuava a camminare verso l'uscita.
Con uno scatto Hibari l'aveva fermata, con la destra le teneva alzato il mento, mentre con la sinistra l'addome. Heiloz non batteva ciglio e mormorava affinché solo lui potesse sentire: << Kusakabe-san sarà già tornato con Vale e Gokudera. Vado ad aiutarlo, poiché tu non mi vuoi. >>
<< Sei la mia preda. Non ti muoverai finché non lo vorrò io. >>
Giulia era inespressiva. << Non sarò d'intralcio. Ho promesso. >>
<< Non me ne faccio niente delle promesse. Sono parole. Non fatti. >>
La mora si svincolava e si era girata per prendergli il viso con entrambi le mani, Hibari aspettava per vedere che intenzioni avesse la ragazza, la quale si alzava con le punte dei piedi per arrivare a lui e gli baciava la guancia.
<< Va bene questo per suggellare una promessa con te? >>
<< Troppo poco. >> l'aveva presa per il polso e tirava il braccio dietro di lui, Giulia accoglieva le labbra del moro con stupore. << Le promesse devono essere mantenute. >>
Heiloz si era bloccata a guardarlo, quando lei prendeva iniziativa, lui ribaltava la situazione mettendola alle strette e far fuor uscire il suo lato masochista e anche più tenero, che in Italia mostrava solo con la sua migliore amica; riprendendosi faceva un passo indietro e scappava, sbattendo la porta dell'aula. L'aveva inseguita Hibird che cinguettava: << Preda! Preda! >>
Correva, vedeva scorrere le porte delle aule, sentiva il vento tra i capelli, eppure l'uccellino le riportava in mente il bacio appena ricevuto. << Hibird! Non ti ci mettere anche tu, ti prego! >>
<< Giulia! Giulia, sei rossa! Rossa! >>
<< Tsk >> "Lo so bene..!" << Hibird, perché? Perché mi sono innamorata proprio di Lui?! >>
Hibird si era appoggiato sulla sua testa e si godeva il viaggio verso la prima porta che portasse entrambi fuori dall'edificio scolastico. Uscita fuori faceva un grande respiro, ansimava in preda dall'imbarazzo, quando una voce la richiamava alla realtà: << Ehi Giù! >>
Era Valentina, insieme a Gokudera e Kusakabe che lo sosteneva. Li raggiungeva, il vento l'aveva raffreddata, togliendole quel rossore che la circondava.
<< Vale! Stai bene?! >>
<< Io sì! Non sai cosa è successo!! E' stato... é stato fantastico! Però... Gokudera... >> lo guardava comprensiva e preoccupata << Questa testa calda è molto più bravo di quanto mi aspettassi. >>
Kusakabe era intervenuto: << Heiloz-san, questa è la sua amica? Se ne intende di combattimenti con gli scrigni? >>
<< Kusakabe-san, lei é Valentina De Silvestri e si é trasferita con me. Pensavo che lo sapessi, in quanto vicecapo del Comitato Disciplinare. Hibari sa tutto. >>
<< Heiloz-san, chi ha le informazioni sugli studenti è il Consiglio Studentesco, non il Comitato Disciplinare. Sono due cose diverse. >>
Giulia aveva spalancato gli occhi, mentre Valentina se la rideva divertita. << COSA?! Ehm.. ecco io.. non ne capisco mai niente di queste cose, le odio. Anche in Italia non mi proponevo mai per cose del genere, anche se me lo chiedevano. >> Dopo due secondi continuava a parlare a vanvera << Scusa, quindi come fa Hibari a sapere dello scambio culturale? >>
Valentina suggeriva: << Avrà costretto il consiglio studentesco a dargli il tuo fascicolo? Lo conosci, no? >>
La mora si era girata verso Kusakabe con uno sguardo omicida.
"Fascicolo significa dati personali: nome, cognome, età e peso. PESO! Ora sa quanto peso! Che vergogna!!" Kusakabe era paralizzato. << Heiloz-san sa imitare perfettamente Kyouya-san! >> affermava con un sorriso forzato.
Sospirava e gli ordinava: << Porta Gokudera in infermeria. Vale, cosa vuoi fare? Lo accompagni o vieni con me a lezione? Siccome c'è stata questa emergenza, ho saltato anche la seconda ora, sta per iniziare la terza, ci dobbiamo sbrigare se vogliamo farcela. >>
<< Vengo con te. Grazie, Kusakabe-san per aiutare Gokudera. >>
<< Nessun problema, mi avrebbe mandato Kyouya-san, anche se non l'ordinava Heiloz-san. Gokudera è pur sempre un Guardiano e sono compagni. >>
Giulia domandava interessata: << Quindi tu sai tutto? Intendo della famiglia, mafia e di quello che sta succedendo ora nello specifico? >>
Il vicecapo del comitato disciplinare rispondeva interrogativo: << Sì..? Voi non siete informate pur essendo in contatto con Kyouya-san e Gokudera? >>
<< E Yamamoto >> aggiungeva aspramente Vale.
<< Non ci hanno voluto informare. >> concludeva velocemente Giulia << Dobbiamo andare, ci vediamo a pranzo. Inventa una scusa se dovrai fare delle commissioni per Hibari, voglio spiegazioni. >>
"Si atteggia come Kyouya-san... ha anche Hibird sulla testa, però mi fa paura di più il capo. E ora?" Rifletteva Kusakabe pensieroso, non si era mai ritrovato in una situazione del genere.
<< Allora?! >> esclamava la mora spazientita.
<< Sì, Heiloz-san! >> rispondeva diligentemente, come da sua abitudine.
Valentina ancora rideva di sottecchi, mentre seguiva l'amica dirigersi verso l'aula.
Lontane abbastanza e isolate le due amiche parlavano:
<< Questo pranzo scopriremo qualcosa di più su questa faccenda. Vale, mi racconti cosa è successo, tanto da ridurre Gokudera in quel modo? >>
La castana le raccontava per filo e per segno di Zakuro e di quello che aveva visto fare dal Guardiano della Tempesta dei Vongola, era sbalordita ed eccitata per la battaglia vissuta, mentre Giulia guardava seria davanti a sé.
<< Giù, tutto bene? >>
Faceva un accenno di testa. << Sì, tutto bene. Sei stata fortunata a cavartela, io non ci avrei mai pensato. Scusa se sono un po' distratta, ma da poco ho ammesso a me stessa che... mi piace Kyouya. >>
<< Questo già lo sapevo. Sia che ti piace quello lì e del fatto che non ci avresti riflettuto, per questo devi stare al sicuro. L'hai promesso. >>
<< Se è per questo, l'ho promesso anche a Kyouya. >>
<< Eh?! Non è come fare un patto con il diavolo? Comunque sia, credo che Hibari abbia capito che tipo sei e sa come prenderti. Anche se mi sta antipatico, ha carattere. >>
Giulia si voltava a guardare l'amica con espressione affranta, mista a disperazione e senza speranza, come se dicesse: "Non sarò mai ricambiata, perché leggo nei suoi occhi che non ci sarà mai spazio per l'amore. Lui ama solo i combattimenti. E' un sadico di prima categoria."
Valentina le faceva "Pat pat" sulla testolina per compatirla e sbuffava: << Giulia, avevi detto che non saresti mai cambiata e la mia migliore amica è testarda. Anzi no, di più! >>
La mora aveva ripreso lo sguardo deciso. << Hai ragione! Non mi arrenderò! >>

Nota d'Autrice
Ciao a tutti! So che è un po' presto per l'aggiornamento, ma oggi è un giorno speciale, ovvero il compleanno di una delle due protagoniste! Esattamente, chi delle due? Valentina! Beh siccome volevo farle un regalino in più, mi è venuta voglia di aggiornare :)
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Grazie a tutti,
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. Attributo ***


Lo Scambio Culturale
10. Attributo

 

Kusakabe si era presentato alle due ragazze come promesso, per fortuna Hibari non gli aveva dato nessun incarico da svolgere e quindi era libero. Giulia e Valentina lo incontravano nel salottino del Comitato Disciplinare, poiché il capo doveva fare il suo giro di ronda e comunque era l'unico posto che la mora sapeva raggiungere senza perdersi.
Il vicecapo iniziava a raccontare nei dettagli la situazione, che dette in poche parole era la stessa che era stata raccontata loro da Kyoko. Entrambe le italiane erano impressionate dai fatti, dalle Sei Vere Corone Funebri, da Byakuran e da tutto quello che era successo nel futuro. Valentina riusciva solo a pensare: "Incredibile, sono riusciti tutti a cavarsela e a non essere presi per pazzi. Forse, perché se lo sono tenuti per loro, ma hanno comunque fatto una cosa Incredibile." Kusakabe continuava a spiegare e introduceva l'argomento degli anelli e degli scrigni, che rappresentavano la chiave dei combattimenti nel futuro.
<< Quindi per combattere, non usavano più armi come pistole o bazooka, ma semplici anelli e scrigni? Davvero? >> chiedeva incredula Giulia << E come si fa a sapere di che... "fiamma" o attributo sei? >>
<< L'attributo che vi scorre lo si può solo sapere solo dal colore della fiamma che sprigionate, Heiloz-san. Con me ho solo anelli della Nuvola e Nebbia, sono spiacente. >>
<< Poco importa, >> ammetteva Valentina << ci proveremo dopo, Giù. Ci dici chi sono gli altri Guardiani oltre a Gokudera, Yamamoto e Hibari? >>
Il vicecapo rispondeva con calma: << Sì, però prima faccio una premessa: Gokudera è il Guardiano della Tempesta poiché la sua fiamma è rossa, ma in lui scorrono molti più attributi e può capitare spessissimo. Yamamoto è il Guardiano della Pioggia e Hibari quello della Nuvola. Avete notato gli anelli che portano tutti e tre, e il colore? Quelle pietre incastonate rappresentano il colore della loro fiamma. Quelli che portano i Guardiani dei Vongola, sono chiamati Anelli Vongola e ne possiede uno anche il Boss, che è Sawada-san. >>
La castana e la mora erano impallidite e lasciavano parlare il ragazzo.
<< Sawada-san ha il Firmamento, o il Cielo. Poi, credo che conosciate Sasagawa Ryohei, fratello della vostra compagna Sasagawa Kyoko, lui è un altro Guardiano e ha il Sole. Lambo, un bambino che vive in casa Sawada e possiede l'Anello dei Fulmini e infine Chrome Dokuro, una ragazza della Kokuyo, della Nebbia. E' un po' complicato da spiegare, ma Chrome è anche Mukuro Rokudo, un antico nemico e anche una delle prede più ambite di Kyouya-san. >>
<< Aspetta un attimo. >> urlava Giulia << Mi stai dicendo che un'altra preda è un maschio? Hibari è gay? >>
Kusakabe scuoteva la testa per paura che quella domanda fosse stata udita dal suo capo, mentre Valentina stava scoppiando dalle risate. "Oddio! Davvero esilerante se fosse così!!" pensava ironica "Quello lì? Ahaha!".
<< No! Heiloz-san vi sbagliate! Non urlate vi prego! >>
<< Ma sei stato tu a dire- >>
<< Avete inteso male il significato di "Preda" per Kyouya-san! L'avrete capito che la sua natura predilige le lotte, quindi chiunque lo stimoli, diventa automaticamente sua preda. >> spiegava pazientemente Kusakabe.
<< Ma lui ha detto che sa che sono debole, dunque perché mi ha scelta? >>
<< Ti trova interessante, Giulia-san. >> Diceva una voce suadente in avvicinamento.
Era Dino Cavallone che era tornato per vedere come se la cavava Hibari.
Valentina e Dino si presentarono e poi, Giulia stizzita da quello che aveva detto Dino, esigeva spiegazioni, non accettava una simile frase. << Suvvia, Giulia-san. Mettiamola così, anche tu stimoli Kyouya, ma in tutt'altro campo. Inoltre, aggiungerei che oltre a essere un combattente eccezionale di alto livello, inesperto, ma sempre di alto livello, sia anche un tipo possessivo e orgoglioso. Puoi ben capire come comportarti con lui in futuro. >>
<< Dino-san le tue affermazioni sono sempre inutili. >> sentenziò Giulia convinta che il biondo dicesse solo sciochezze. << Io non stimolo nessuno. >>
<< Giulia, se fosse per questo, tu stimoli un sacco di persone a litigare. >> s'introfulava Vale << Dino-san, quindi ora siamo in pericolo sapendo tutte queste cose? >>
Dino sorridente faceva spalluccie e convenne: << Già da quando siete entrate in contatto con i Guardiani dovevate aspettarvi una simile avventura, non credete? Ora scusatemi, devo andare a trovare quel problematico ragazzo. Ah, >> si bloccava a informarle << se fossi in voi cercherei di scoprire come potreste essere utili conoscendo il vostro attributo. Credo che sarà interessante. Ciao! >> e salutando, se ne andò.
Le ragazze si erano scambiate uno sguardo d'intesa.
<< Kusakabe-san >> pregavano entrambe in coro << ci lasci perfavore quegli anelli! >>
<< P-prego. >> diceva mentre porgeva loro un anello della Nuvola e della Nebbia.
La mora indossava quella della Nuvola e cercava di concentrarsi, Valentina si aspettava una piccola fiamma e invece la sua amica ne aveva sprigionata una grande quanto quella che vide la prima volta da parte di Gokudera.
<< Eh eh >> commentava felice Giulia << Ho solo pensato che volevo aiutare Hibari. Sono felice che sia del suo stesso attributo! Mi sarei aspettata di essere come quello scorbutico di Gokudera. >>
La sua fiamma era violacea, chiara e limpida, Kusakabe pensò: "Degna di una preda di Kyouya-san. Si vede, è pura."
<< Anch'io, sai? >> diceva la castana, mentre provava a emettere una fiamma con un anello della Nebbia, ma nessun risultato. << Niente. Giulia, mi fai provare? >>
Heiloz annuiva e glielo lasciava, ma neanche con quello, nessun risultato.
Kusakabe così suggerì: << Non siete né della Nebbia né della Nuvola, De Silvestri-san. Chiedete a Gokudera e Yamamoto se vi lasciano provare, ormai sapete già tutto. >>
<< Ci proverò. >>
L'intervallo del pranzo era finito e nel ritorno verso l'aula, Vale e Giulia avevano incontrato Yamamoto. La castana mentre gli passava accanto, gli bisbigliò: << Ora so tutto. Vorrei chiederti un favore dopo, se non ti dispiace. >>
L'espressione di Yamamoto si fece seria e anche preoccupata, ma si era arreso: << Va bene. >>

Finite le lezioni, Giulia era tornata in albergo, mentre Valentina era andata a far visita Gokudera in infermeria, in compagnia di Yamamoto. Il moro, prima di farla andare oltre, chiese:
<< Chi è stato? Hibari? >>
<< Kusakabe-san. Te l'ho detto, Giulia sa essere persuasiva. >>
Dopo un minuto nel quale si scambiavano gli sguardi seri, Yamamoto le apriva gentilmente la porta sospirando.
Tutti e due entravano e Gokudera era ancora in convalescenza.
<< Chi avete incontrato? >> chiedeva il Guardiano della Pioggia.
<< Zakuro, o almeno così lo chiamava Gokudera. Finché non si sveglia, posso provare a fare una cosa? >>
Yamamoto la guardava interrogativo: << Che cosa? >>
La castana gli prese la mano con l'anello e Yamamoto era arrosito lievemente.
<< C-che cosa vuoi fare? >>
Valentina osservava quell'anello particolare, era una pietra azzurra, era di un bellissimo blu-mare, sorrideva e accontentava Yamamoto: << Ho detto che so tutto, compreso il segreto degli anelli. Io e Giulia vogliamo essere d'aiuto, quindi vogliamo sapere il nostro attributo e non accetto un no come risposta. >>
Il moro si era calmato, anche lui non si spiegava quell'agitazione, ma era incuriosito anche lui di sapere di che attributo era la sua amica. << D'accordo, >> si era tolto l'Anello Vongola, sapeva che si poteva fidare e glielo diede. << Sai come funziona, vero? >>
<< Sì, ho visto come ha fatto Giulia. >> Si stava concentrando, ma dall'anello non usciva niente.
<< Di che attributo è Giulia? >> domandò divertito Yamamoto, non si aspettava davvero che si sarebbero fatte coinvolgere di loro volontà.
<< Nuvola. >> rispose Valentina togliendosi l'anello e lo restituì al suo propretario. << Grazie, almeno ci ho provato. Te lo rendo. >> Sospirò << E così non sono della Pioggia. >>
Gokudera si era svegliato e commentava: << Strano, >> si metteva a sedere << sei un tipo calmo e anche la tua amica, non mi sarei mai aspettato che dentro di sé fluisse l'attributo della Nuvola. Del resto, in me ce ne sono 4. >> Concludeva così la sua riflessione e incominciava a sbottare << Comunque Yamamoto sei un irresponsabile, come hai potuto cedere così facilmente l'Anello Vongola a uno sconosciuto?! E se fosse stata solo un'illusione di Torikabuto?! >>
<< Ma non lo era, non è così? >> Rideva il moro << Gokudera, Valentina è venuta qui anche per sapere come stavi, mi sembra che sia così, mi sbaglio? >>
<< No, non sbagli. >> rispondeva e si rivolgeva verso Gokudera << Ti ringrazio per avermi protetta. Vorrei farti presente - anche a te Yamamoto - che se lo avessi saputo prima, sarei stata molto più d'aiuto se me ne avreste parlato. Per la vostra inutile preoccupazione nei miei confronti, visto come ti sei ridotto? >>
Gokudera sbuffava irritato: << Non ero mica preoccupato per te! In effetti sei ancora d'intralcio! Questa tua incoscienza è inutile per noi Vongola! >>
Valentina lo stuzzicava: << Finalmente, per una giornata intera non hai parlato del tuo caro "Decimo"! A proposito, lui è il Boss, come mai non si è portato il suo "braccio destro" che dici di essere? >>
<< Perché il Nono ha richiesto solo il Decimo, punto. >>
<< Ora calmatevi tutti e due. >> diceva Yamamoto << Gokudera ti si alzerà la pressione e non va bene per uno delle tue condizioni. Valentina, possiamo andare? >>
<< No, voglio sapere se sono della Tempesta. Mi fai provare, per favore? >>
Gokudera dopo un sacco di suppliche, accontentò la castana, la quale provava, ma neanche un piccola fiamma fuoriusciva dalla pietra rossa come il fuoco.
<< Niente. Grazie lo stesso. Ci vedremo domani in classe, ci conto. >>
Salutava autoritaria l'albino.
Yamamoto l'aveva accompagnata fino al cancello della scuola perché doveva andare agli allenamenti e così salutava anche lui. All'uscita aveva rivisto la sua amica, in compagnia di Dino, quando poi le venivano incontro.
<< Scoperto qualcosa? >> a Giulia s'illuminava il viso. << Tempesta o Pioggia? Suuu! Dimmelo! >>
<< Nessuna delle due. >> rispondeva sconsolata.
Dino era intervenuto: << Ti va di provare il più raro degli attributi? >>
<< Se è raro come può essere che sia il mio, scusa? >> chiedeva aspra la castana.
Dino rideva e le passò il suo anello del Firmamento. << Tu prova, dài! >>
Valentina s'infilava un'anello diverso da quelli dei Vongola, ma era comunque un anello di categoria A e quando esprimeva il desiderio di proteggere tutti, una fiamma arancione era apparsa. Era piccola, ma calda e affettuosa.
Dino con un largo sorriso diceva: << Sei del Firmamento. Forse tu saresti un degno sostituto di Tsuna finché non torna. La tua fiamma è pura, ovvio non quanto quella mia e di Tsuna, ma pur sempre limpida e che trasmette un calore piacevole. Per Kyouya, Ryohei e Lambo ci potrò pensare pure io, sono - diciamo - facili da gestire, ma Gokudera e Yamamoto rispondono solo a Tsuna, spero che ci penserai tu per la loro incolumità. >>
<< Ehi! >> esclamò Giulia infastidita << Non fare lo scarica barile con la mia amica, Dino-san! >>
<< Scusa se ti ho un po' esclusa Giulia-san >> se la rideva il biondo. << Anche tu dovrai aiutare molto. Sarete entrambe un valido aiuto, ne sono certo. >>
Giulia respirava a fondo e continuava il discorso interrotto: << Ovvio che anch'io aiuterò, ma non puoi dare una responsabilità del genere, Vale diglielo anche tu! >>
Valentina annuiva silenziosa ancora incredula di avere la fiamma del Firmamento.
"Con questa, potrò aiutare Gokudera e Yamamoto o almeno così dice Dino-san." Non lo aveva ancora ammesso a se stessa, ma era preoccupata per tutte quelle ferite con le quali tornavano e alla fine, aveva capito come se le procuravano. "Entrambi ce l'hanno messa tutta per proteggermi e Gokudera si è addirittura esposto per me. Non lo permetterò più." ci era stata un aumento di fiamma e Giulia sorridente diceva:
<< Te l'ho detto che sei speciale, Vale! >>

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Questa volta, ho una sorpresa per tutti voi! Siccome so benissimo che in quanto descrizione dei personaggi nuovi faccio "a desiderare" e presa da ispirazione, mi sono messa a disegnare con paint e fare un video su questa fanfiction... Se siete minimamente interessati (>.<) cliccate il link qui di seguito :)
Trailer - Lo Scambio Culturale
Detto questo, grazie ancora a tutti voi che mi seguite!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11. Allenamento ***


Lo Scambio Culturale
11. Allenamento

 

Erano passati tre mesi da quando la coppia di ragazze era sbarcata in Giappone e quel giorno che stava per iniziare era normale. Mentre si annoiava alla lezione, la mora sottolineava il pensiero "NORMALE. Niente di più Normale." sbadigliava "Il fatto che abbiamo scoperto che attributo siamo è un bel passo avanti, ma ora dove li troviamo degli anelli? Kusakabe non mi poteva prestare l'anello della Nuvola perché è di riserva per se stesso, mentre Dino-san possedeva solo quell'anello e non poteva certo regalarlo a Valentina. Uffa... neanche oggi Kyouya è venuto a prendermi e Gokudera e Yamamoto non sono venuti a scuola. Pensavo che sarebbero cambiate le cos-" la porta dell'aula si era aperta ed entrarono i due Guardiani della Tempesta e della Pioggia. Valentina si era girata verso Giulia e bisbigliò:
<< Sono venuti e stavolta con meno ferite del solito! >>
Giulia convenne. << Già. >> e appoggiava il mento sul polso. << Avranno incontrato un nemico deboluccio. >>
<< Giù, se vuoi andare a cercare quel tizio, basta che ti alzi e vai, come hai sempre fatto. >>
<< Naah... >> con faccia accigliata << Non è divertente così. >>
Gokudera e Yamamoto si erano seduti diligentemente e non avevano disturbato più in tutta la lezione.
Suonata l'ora i due Guardiani si erano avvicinati, c'era anche Kyoko e interessati si rivolgevano alle due ragazze; iniziò Kyoko con espressione ancora molto tesa: << Giulia-chan, Valentina-chan, state attente. Non era necessario che vi metteste in ballo, è una cosa pericolosa. Io e Haru ci saremmo offerte volentieri a farvi comprendere meglio. >>
Heiloz sbottava: << Ma se sei stata te la prima a dirci di non immischiarci. Certo che non vi capisco, comunque sia, chi è Haru? Non è nella classe, mi sbaglio? >>
<< Haru Miura è una mia amica. Abita vicino alla casa di Tsuna-kun. >>
<< Ah-ha. >> sibilava con finto interesse.
Intanto Yamamoto si era rivolto a Vale: << Alla fine hai scoperto che attributo possiedi? >>
<< Sì. >> Dopo quello che aveva detto Dino, non voleva rivelarglielo.
<< Quale? >> domandava scorbutico Gokudera.
I due la guardarano intensamente e la castana non poté più sottrarsi.
<< Firmamento. >>
I Guardiani spalancarono gli occhi, mentre Giulia sorrideva soddisfatta dopo aver origliato la conversazione. Non cercava nemmeno di trattenersi e sfotteva di nuovo Gokudera: << Vedi, "caro braccio destro del Decimo", hai davanti a te un degno sostituto del tuo caro Decimo! >>
Il Guardiano della Tempesta e Giulia si erano rimessi a litigare, mentre Valentina e Kyoko cercarono di calmare la mora e Yamamoto il suo amico. La castana pensò: "Ahah come i vecchi temp-"
La porta dell'aula 3-1 si era aperta improvvisamente e con grande violenza.
<< Preda. Ti piace davvero infrangere le regole, eh? >>
Un sorriso compiaciuto la immobilizzava e il blocco dei due minuti iniziava. Valentina si era messa in mezzo, in quello stato Giulia non poteva ribellarsi, ma come sempre, Gokudera e Yamamoto la bloccarono e Hibari ebbe campo libero per prendere la sua preda. La mora si era risvegliata sulla spalla del Guardiano della Nuvola e quando stava per aprire bocca, Hibari la precedeva: << Saluta la tua amica. >>
Sventolò la manina in direzione di Vale e disse: << Ciao ciao Vale. >>
Valentina spintonava i due ragazzi per liberarsi e si arrese a riflettere: "Proprio come tre mesi fa. Voglio combattere ora che posso!!" e urlò: << Stronzo! >>
I corridoi erano vuoti o per lo meno, quando passava Hibari, diventavano deserti, perciò la ragazza aveva il coraggio di chiedere: << Kyouya... sono della Nuvola. >> Nessuna reazione << Non scappo, posso camminare da sola? >>
Hibari si era fermato e la mise giù. << Preda, non fare passi falsi. >>
<< Scommetto, però, che te la goderesti di più se me la svignassi. >> ammetteva divertita.
Qualche minuto dopo, era suonata nuovamente la campanella per l'inizio dell'ora successiva e sciami di studenti che accorrevano a tornare nelle proprie aule, osservavano stupiti la ragazza sorridente in compagnia del capo disciplinare.
I loro pensieri erano molti, ma tutti pensavano all'unisono: "Chi è quella che gira con Hibari come se non fosse niente e riesce ancora a sorridere?! ...E' pazza!!"
Giulia se ne era accorta e gli sguardi fissi su di lei, la facevano infuriare, tanto da richiedere spiegazioni:
<< Oi!! >> A Hibari erano già saltati i nervi per l'interruzione della situazione che si era creata tra loro << Perché tutti mi fissano in quel modo?! E' da un bel po' che accade, non è perché vado in giro con te?! >>
Hibari linciava tutti gli studenti e ben presto il corridoio si svuotò. Tornando alla mora, non rispose e i due si scambiarono sguardi pieni di odio, entrambi testardi non si erano mossi. Spalla a spalla, il ragazzo con un movimento lesto prendeva per il mento Giulia e mordicchiava l'orecchio destro della ragazza; stupita, imbarazzata e umiliata, era così che sentiva, riusciva solo a balbettare: << T-tu! >> stava per stringere i pugni << T-tu non avrai osato a..?! >>
Spuntava Hibird da una finestra aperta e cinguettava: << Hibari! Hibari! >> poi notanto la mora, continuava << Hibari! Hibari! E' la prima! E' la prima! >>
Il Guardiano lo teneva su in dito e prima rivolse una sguardo all'uccellino, assorto nei suoi pensieri, poi a Giulia e nuovamente all'uccellino; Heiloz notò quel sorriso che era apparso sul viso di Hibari e lui, con i suoi occhi intensi incastrò la ragazza e sussurrò: << Di sicuro non è la prima volta. >>
Giulia capiva che si stava facendo beffe di lei, entrambi, e quando cercò di scappare, lui la intimò arrogante: << Non ti ho ancora punito. Hai detto tu stessa che non scappavi. >>
<< Mi hai già punito! Mi hai morso e umiliata allo stesso tempo! Lasciami in pace, allodola! >>
Ovvio che Hibari la fermò e la riprese in spalla, continuando a dirigersi verso il salottino dell'aula del comitato disciplinare. Giulia urlava, scalciava, dava pugni, ma niente servì a rallentare il passo veloce del moro.
<< Perché deve finire così? >> diceva sconsolata Giulia << Ho promesso che ti avrei aiutato, ma sul serio posso aiutarti solo facendo quella cosa? >> chiedeva più a se stessa che a Hibari.
<< E' allenamento. >>
<< A te non serve. >>
<< Non ho detto che è per me. >>
<< Quello come può aiutarti? >> era seria.
<< E' la tua punizione e potrà aiutare te a essere più disciplinata, nonché più esperta. >>
Giulia fece un piccolo "Uhmpf!" e si lasciò trasportare.
Arrivati al salottino, Hibari si scrollava la giacca e si tolse gli anelli e quando Giulia se ne accorse, aveva preso alla svelta quella con la pietra viola, ovvero l'Anello Vongola. Se lo indossava e Hibari la guardava truce.
<< Che cosa stai facendo? >>
<< Voglio mostrarti una cosa. >> e concentrandosi, dall'anello usciva fuori una fiamma viola, tipica della Nuvola << Guarda, ti piace? >> concludeva alla fine con un sorriso.
Hibari non rispose e Giulia se lo sfilava, pensando che l'avesse fatto infuriare.
"Forse così gli ho fatto perdere la voglia..." notava anche l'altro anello, con quello che sembrava avere il muso di un riccio nella facciata "E questo cos'è?" Lo studiava con cura, quando il moro se li riprese con nonchalance.
<< Senti, quello è un Anello Vongola, vero? >> incominciava timida << Mi hanno detto che combattevate con anelli e scrigni, mi fai vedere il tuo scrigno? >>
<< Sei stata informata, a quanto pare. >> affermava infastidito il Guardiano << Hai detto bene, combattevamo. >>
<< Non ce l'hai più? Hai perso lo scrigno? >>
<< No. >> voleva chiudere il discorso, ma la curiosità di Giulia ormai la faceva parlare a sproposito.
<< Che scrigno avevi? Kusakabe-san mi ha detto che erano molto spesso animali. >>
Con i suoi occhi grigi monocromatici la fissava per dirle di smetterla, era annoiato ma non lo dava a vedere.
Stavolta Giulia non si era fatta intimidire, voleva scoprire più cose su di lui, e lo richiamava: << Kyouya..? >>
Hibari le mostrò l'anello con il riccio. << Roll. Comunque non dovrebbero essere affari tuoi. >>
La mora sorrise, staccò il fiocco dal collo e piano piano si toglieva la camicia.
"E' solo un ringraziamento" pensava, mentre si spogliava e Hibari si era avvicinato facendo lo stesso.
La ragazza ridacchiava. << Sai, Roll è un nome carino. >> Ma Hibari non parlava più quando si mise in azione.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12. Potenzialità ***


Lo Scambio Culturale
12. Potenzialità

 
 
Kyoko si avvicinava alla castana e iniziava a chiederle un po' di lei:
<< Valentina-chan, sei davvero una ragazza carina, strano che tu non abbia un ragazzo. >> Presupponeva occhi da cerbiatta << E da quanto Giulia-chan ha detto, sei interessata a Gokudera, mi sbaglio? >>
De Silvestri la guardava infastidita per quell’affermazione e rispondeva con indifferenza, senza smettere di leggere il libro che stava sfogliando: << Sasagawa, non credo minimamente al fatto che Giulia ti abbia rivelato una falsa informazione, ma comunque ti sbagli. Non sono interessata ai ragazzi. >>
<< Giulia-chan però mi sembrava convinta quando ne parlavate.. >> parlava tra sé e sé, quando Yamamoto era venuto a chiamare Kyoko. << Ehi, c'è tuo fratello che chiede di te! >> era tutto sorridente e Valentina aveva notato che era tornato se stesso. << Oh Valentina! Yo! >> salutava la castana appena Kyoko era andata via tutta preoccupata.
<< Yamamoto, yo anche a te. >> rispondeva calma.
<< Senti, Valentina, ti va di unirti a noi per una partita di baseball? Sai, ci manca una persona e ricordo che avevi una battuta eccezionale! Beh ci stai? >>
Questa volta Valentina aveva chiuso il libro e con un sorriso si era rivolta al ragazzo. Gli occhi celesti splendevano e Yamamoto sussultava, la ciocca che scendeva giù sottile a destra e il sorriso delicato stavano diventando tratti memorabili nella sua mente.
<< Con grande piacere! Mi è piaciuto giocarci! >>
Yamamoto ricambiava il sorriso e le diede appuntamento dopo scuola, davanti al campo di baseball della scuola; Valentina era molto felice, non vedeva l'ora di giocare, soprattuto perché l'aveva invitata il Guardiano della Pioggia.
 
<< Come mai così felice, Vale? >> chiedeva Giulia che fissava la sua amica sprizzante di fiorellini rosa e azzurri << Ehi mi rispondi? >> le sventolava la mano davanti al viso e quando si era risvegliata, si scusava dicendo:
<< Ah! Scusami Giù, stavo leggendo. >>
Sull'espressione della mora si leggeva benissimo "Non me la dai a bere...", era sospettosa e Valentina scosse la testa per ribadire che non era niente, quando cercò di cambiare discorso: << Ma quando sei tornata? >>
<< Da circa dieci minuti? >>
<< A che ora siamo scusa? >>
<< Credo.. la quinta? >>
<< Quanto tempo sei stata da Hibari? >> si era resa conto che da quando il moro l'aveva invitata era passato velocemente il tempo e non era più andata a riprendersi la sua migliore amica << Che avete fatto tutto questo tempo?! Ti ha maltrattato?! >>
Alla mora ritornarono momenti imbarazzanti e divenne rossa fin sopra le orecchie, aveva scosso meccanicamente la testa e Valentina notò che si era irrigidita. Sospirava e con un sorriso in faccia sentenziava:
<< L'avete fatto di nuovo, eh? Pensavo che sarebbe stata l'ultima volta, o così almeno avevi detto. >> concludeva con un tono un po' deluso ma anche da saputella e così Giulia si faceva piccola piccola e balbettava:
<< I-infatti doveva essere così... ma lui ha soddisfatto le mie richieste ed io dovevo ripagarlo in qualche modo... >>
<< Questo tuo modo di fare alimenterà soltanto la sua voglia si sopraffarti, ma sei stata sincera e quindi ti dirò perché sono così felice: Yamamoto mi ha invitato a giocare, quindi oggi dovrai tornare da sola, se non ci sono problemi. >>
Alla mora s'illuminarono gli occhi. << Farò il tifo per te! Rimarrò finché posso, ok? >>
Valentina accettava la richiesta.
 
La partita era incominciata e Valentina era in squadra con Yamamoto, Giulia sugli spalti urlava come una forsennata:
<< Vai Vale!! Sei la più forteee! Battili tutti!! >>
Improvvisamente una voce familiare la sgridava per il troppo baccano: << Ehi stupida! Anche se Hibari è occupato a combattere, non significa che hai il permesso di spaccarmi i timpani! >>
<< G-Gokudera?! >> lo chiamava sorpresa la mora, che al nome del Guardiano della Nuvola era arrossita << Cosa ci fai qui? Avrei scommesso che non ti piacessero certe cose- >> la interrompeva scorbuticamente.
<< Non sono affari tuoi. >>
La ragazza osservava il Guardiano della Tempesta e pensava acida "Sospicious... Uffa, perché non parla chiaro?!"; la mora si rassegnò e notando che Valentina aveva battuto un fuoricampo, ricominciò a esultare: << Brava!! >>
Valentina e Yamamoto si erano dati il cinque con entrambe le mani e con la coda dell'occhio, Giulia guardò la reazione di Gokudera: infastidita. Ridacchiava dentro e pensava: "Ben gli sta. Se voleva parlarle, doveva invitarla prima di Yamamoto. Beh, un pochino mi dispiace per lui, ma quel che è fatto è fatto."
Valentina si stava divertendo molto alla partita e scopriva quanto fosse abile quello che apparentemente era un simpatico ragazzo fra le nuvole. Capiva quanto si sentisse a suo agio, era calmo, sportivo, atletico e la portava al massimo delle forze; il Guardiano della Pioggia rideva e scherzava con tutti, compresi i suoi avversari; aveva appena finito il suo turno da lanciatore e quando poi incitava la ragazza a farsi avanti:
<< Valentina, allora come ti senti? Pronta per battere? >> La castana aveva per sbaglio colto un doppio senso e quindi agli occhi del moro, la ragazza sembrava nervosa tanto che non rispose << Ehi, sei rossa! Hai la febbre? >>
Yamamoto si toglieva il guantone e le toccava la fronte, la castana si accaldava gradualmente, ma riusciva a balbettare: << S-sto bene! Ora tocca a me, non ti preoccupare! >>
Gli occhi del ragazzo erano preoccupati, ma si fidava e così si scansava un po' e avendo visto che si era ripresa, rispondeva: << Ok! >>
 
La partita di baseball era finita con la vittoria della squadra di Yamamoto e Giulia aspettava obbediente che l'amica si cambiasse e a farle compagnia c'era Gokudera. Il ragazzo era ancora in divisa ed era estremamente calmo, tanto che Giulia era inquieta. Poi sbottò:
<< Devi dirle qualcosa d'importante, tanto da assisterla in una partita di baseball, sopportare che il fanatico si avvicinasse così tanto a lei e addirittura aspettarla qui fuori e poi sopportare me? >>
<< Sei brava a provocare le persone, ma non sono affari tuoi. >>
Giulia lo guardava con un sorriso serafirico << Ah no? Si parla della mia migliore amica. Va bene, >> Valentina stava accorrendo per tornare in albergo << vi lascio soli. Dì a Vale che la precedo. Ti avverto, la prossima volta, avrò supporto, quindi non confonderla. >>
Valentina si era avvicinata urlando: << Giù, che fai?! Non mi aspetti? >>
Gokudera l'aveva fermata. << Ha detto che ti precede. >>
<< Gokudera? Ciao, come mai da queste parti? >>
Il Guardiano della Tempesta aveva riflettuto per molto tempo e voleva esporre i suoi pensieri a quella che per gli ultimi tempi era al centro di tutto. Si chiedeva perché proprio lei doveva avere la fiamma del Firmamento, perché era diversa dalle altre ragazze deboli o che urlavano il suo nome inutilmente.
<< Vuoi congratularti con me per aver vinto la partita? >> domandava ingenuamente la castana.
<< No, volevo dirti che anche se hai lo stesso attributo del Decimo, non prenderò mai ordini da te! >>
Glielo aveva urlato in faccia e la ragazza rispondeva a tono: << Ok. Non ti scaldare tanto, se lo hai saputo da Dino, beh puoi stare tranquillo che non gli darò mica ascolto. Per ora la mia priorità è difendere Giulia, a seguito te e Yamamoto che avete fatto altrettanto; non ho mai detto che voglio guidarvi. E poi- >>
Fu interrotta da una voce femminile e stridulante: << Gokudeeeera! >>
Era Haru che era venuta a trovare Kyoko e si era sorpresa di rivedere quello scorbutico di Gokudera, e si era avvicinata rompendo la tensione tra i due. << Ciao! Come va? Stavo cercando Kyoko per caso l'hai vist... >>
Si era fermata a fissare Valentina, la trovava carina. << Che hai da guardare? >> Chiedeva Valentina piuttosto infastidita dall'essere osservata.
<< Oh scusa! Mi chiamo Haru Miura, un'amica di Kyoko e... trovo che i tuoi occhi siano come stelle! >>
<< C-cosa?! >> esclamava Valentina inibita.
Gokudera intervenne: << Stupida, la tua amica sta ancora all'interno della scuola. Vai a cercarla e lasciaci in pace! >>
La castana si sorprese dell'atteggiamento nei confronti di quella che le sembrava un'amica o diciamo che avesse un legame con lui, quando poi l'albino le spiegava: << Quella è tutta pazza, si è invaghita del Decimo e non lo lascia mai in pace. Ora che è partito poi è più fastidiosa! >>
<< Oh, capisco. >> affermava comprensiva Valentina, non sapeva che cosa provasse, ma poi aveva perso l'entusiasmo per aver vinto la partita e liquidava Gokudera in un secondo << Beh, ci vediamo. >>
Yamamoto aveva finito di cambiarsi e sistemare l'attrezzatura e passando per di là, aveva visto sia l'albino sia la castana, così li salutò ignaro della situazione: << Oh Valentina, sei stata grande in campo, ti ringrazio per esserti unita a noi, è stata una bella partita! Yo, Gokudera, sei venuto a tifare prima? Ti ho visto con Giulia sugli spalti e... >> finalmente si accorse della tensione << C-cosa sta succedendo? >>
Giulia non era mai andata via, si era solo nascosta e vedendo come stavano andando le cose, salvava l'amica:
<< Valeee! >>
Anche se provava a sembrare disinvolta, la mora emanava una forte aura di rabbia; Valentina, però, non se ne accorse e quindi, quasi inespressiva domandava:
<< Giù? Cosa ci fai qui? >>
<< Ho dimenticato il quaderno di matematica in classe, così sono tornata indietro, pensavo di incontrarti per strada e a quanto pare sei ancora qua, eh? >> La mora fulminava Gokudera, l'aveva avvertito; successivamente, avvicinandosi all'amica, notava anche il moro che le sorrideva. << Yamamoto Takeshi. >> nominava aspramente.
"Non accadrà mai più." rifletteva Giulia determinata e infuriata con i due Guardiani. "Hanno capito entrambi il potenziale di Vale, ma non sanno approcciare come si deve con la mia amica. Speravo un pochino di più in loro".
Con tono delicato incitava la castana di accompagnarla e così faceva.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13. Benvenuto ***


Lo Scambio Culturale
13. Benvenuto

 
 
Nel weekend che seguiva la partita di baseball, Haru e Kyoko si erano incontrate riunendo anche i Guardiani, a parte ovviamente Hibari che aveva ignorato l'invito, per parlare della situazione; Gokudera iniziava facendo il punto della situazione e ovviamente grazie alla madre del Decimo, era riuscito ad avere sue notizie e leggeva con grande serietà la lettere ricevuta: << "Cari amici, ho saputo del ritorno delle Sei Vere Corone Funebri e vi ringrazio per il vostro impegno. Mi scuso per non essere lì con voi, ma resistete fino alla fine. Appena il Nono mi lascerà tornare, verrò in vostro aiuto. Qualsiasi cosa succede, contattatemi, non esiterò a tornare. Reborn dice che la mia permanenza in Italia non sarà più così tanto lunga come previsto, mi mancate tutti. A presto, Sawada Tsunayoshi." >> riprendeva fiato << Il Decimo si fida di noi, non possiamo deluderlo! >>
Haru e Kyoko poi si proponevano sempre di aiutarli: << Anche noi vogliamo sostenervi, quindi lasciate a noi tutto quello che riguarda per il rifocillamento e cure mediche! >> Tutti annuivano, ringraziandole. Haru, poi, essendole tornata in mente la castana, chiedeva all'albino: << Gokudera, la ragazza di ieri... >>
Il Guardiano della Tempesta intuendo esclamava imbarazzato: << E' una compagna di classe! Non farla entrare in questioni che non la riguardano! >> ma la Pioggia doveva contraddirlo: << Valentina è già coinvolta, Gokudera. Insieme a Giulia. Sanno tutto e vogliono partecipare anche loro al gioco. >>
Kyoko così un po' sorpresa, proponeva: << Allora, perché non organizziamo a entrambe una festa di benvenuto? >>
Lambo si era risvegliato con la parola "festa" e schiamazzava: << Festa! Festa! Ho fame! >>
Haru così lo calmava, quando Gokudera gli ripeteva "Scemucca! Silenzio!" ma con grande sorpresa Chrome si era presa la briga di donare una caramella al Guardiano del Fulmine e si rivolgeva timida a Kyoko:
<< Queste due ragazze... siamo sicuri che non siano nemici? >>
La ragazza dai capelli d'oro scosse la testa.
<< No, non lo sono, Chrome. >>
<< Ovvio che non lo sono! >> sbottò Gokudera << Quelle due sono solo due grandi impiccione! >>
"Perché ho reagito così?!" si pentì subito la Tempesta "Bah, ma sono state accusate ingiustamente."
Il Guardiano del Sole poi con il solito spirito urlava: << Allora organizziamo questa festa al massimo!! >>
 
Giulia e Valentina erano state invitate da Kyoko a una festa quel lunedì, queste accettarono al quanto scettiche, ma si erano convinte quando avevano saputo che avrebbero partecipato gran parte dei Guardiani e che erano state riconosciute come alleate. << Ci vediamo dopo la scuola, a presto, Giulia-chan, Valentina-chan! >>
"Dubito che verrà anche Kyouya" pensava subito la mora "ma credo che sarà divertente."
<< Vale, so che non ti piacciono le feste, ma ti ci obbligo. >> Non rispondeva << Ehi, mi dispiace per quello che è successo qualche giorno fa; Gokudera e Yamamoto sono degli scemi, ma devo ammetterlo, molto popolari. >>
Sospirava afflitta la castana. << Non è quello il problema, Giù. Uno: non mi piacciono le feste; due: il giorno dopo c'è scuola; tre: mi è arrivata da poco una lettera da entrambi i nostri genitori e vogliono sentirci al più presto. All'albergo ti faccio vedere quanto siano pressanti le loro "gentili" richieste. >> Giulia era sbiancata, Valentina si era guardata in giro per vedere se c'era nei dintorni Hibari, ma non lo vedeva quindi presupponeva che la ragione fosse l'ultima cosa che avesse detto. << Giù, calma. Sono lontani da noi, non possono ucciderci o cos'altro e tu sai che non lo permetterei. Giù? >>
<< Oh cavolo. Tutta colpa di Hibari, da quando sono arrivata in Giappone non ho fatto altro che concentrarmi su di lui e la scuola, e poi la storia sulla mafia, dei Guardiani e degli anelli!! >> Valentina la schiaffeggiò. << Ahi! >> Si era calmata << Grazie. >>
<< Quando vuoi, Giù. >>
<< Bene, e ora? >>
<< E ora niente. Abbiamo accettato, quindi ora ci andiamo. >>
<< Mh. >> si era data qualche minuto per riflettere e continuò << Oh giusto, senti Vale io devo- >>
Ma la castana la bloccava categoricamente. << NO. >>
Giulia replicava: << Ma non ho finito di parlare! >>
<< Lo stesso, no. No, non ci vai da Hibari. >>
Alla mora vennero le lacrimucce da cucciolo, le intenzioni erano di vedere Hibird, niente a che fare con Kyouya, ma a quanto pare la castana sapeva che non era così. Per farla felice cambiava discorso:
<< Andiamo a decidere cosa ti metterai alla festa, non credo che tu abbia portato con te un vestito. >>
<< Sbagliato, ce l'ho. Non si sa mai. >> Poi riprese << Dài, vieni con me. >>
<< No, tu vuoi solo convincerlo a venire alla festa. Sei come un libro aperto per me. >>
Sbuffò Giulia << Spero che sia il tuo libro preferito. >>
Valentina sorrideva e compiacente rispose: << Non proprio. Dài, ora abbiamo educazione fisica. >>
 
Giulia alla fine non aveva visto per niente Kyouya ed era da un po' di giorni che non era venuto a riprenderla. Si chiedeva se era stato nuovamente ferito, ma si era fatta forza e si cambiava nello spogliatoio femminile della scuola: "Il tempo era ottimo per una corsa" così aveva detto il professore e siccome si era dimenticata del cambio in classe, ora la mora era da sola, poiché l'amica l'aveva preceduta. "Uffa... mai una volta che mi aspettasse! Bah, meglio così, almeno nessun vedrà questa pancia-" aveva sentito un rumore, una porta che si apriva. "Sarà una che avrà dimenticato qualcosa." convinceva se stessa. Si guardava di nuovo la pancia, c'era un po' di rotolino, ma con la camicia non era visibile, o così sperava quando si specchiava.
Un rumore di passi si avvicinava e quando scorgeva la figura, spalancava gli occhi e si era bloccata nell'indossare la maglietta bianca del cambio. Il countdown dei due minuti iniziava.
Quando Hibari sorrise, la ragazza ebbe lo scoppio ritardato: << AH! >>
Riprendendosi, Giulia studiava la situazione: "Ok, forse non ha notato che sto solo con i pantaloncini più corti che abbia mai visto e con il reggiseno, che per caso, è pure il più elegante che possiedo. Nooo, non l'ha notato, Giulia." rifletteva ironica, quando Hibari si era avvicinato e il sorriso era divenuto più compiaciuto e famelico, come una volpe pronta ad assalire una pecora. "Tanto nuda mi ha già visto, quindi perché ti vergogni?" continuava a piangere dentro di sè per quella situazione assurda.
Sibilava il Guardiano della Nuvola: << Tana per preda. >>
"No. Non l'ha notato minimamente." pensava convinta e di sasso "Mi vede come una preda, quindi è indifferente se sono nuda!" si era offesa, ma era imbarazzata e distolse lo sguardo immediatamente, si affrettò a vestirsi e chiedere:
<< Mi cercavi? >>
<< Non hai commesso errori e ti volevo premiare. >>
<< Come no, tu vuoi farlo e basta. Non sono un cane che ti scodinzola quando sa che sarà premiato e ora ho educazione fisica, il professore se ne accorgerà della mia assenza. >>
La ragazza si era offesa maggiormente, ma Hibari continuava: << Scappa allora. >>
<< Non farò il tuo gioco. Facciamo uno scambio equivalente: una cosa per un'altra. >> Vedendo che era interessato, continuava. << Vieni alla festa - so che ti hanno invitato, sei un Guardiano dopotutto - e io ti accontento. >>
Ci fu un lungo silenzio, quando il moro poi lo infranse:<< Non è uno scambio, è un ricatto. E i ricatti non funzionano con me. Inoltre, se sei tu, non serve. Lo farai comunque. >>
Giulia protestò. << L'ultima volta l'ho fatto perché hai parlato, mica perché lo volevo io! >>
Ma il moro ignorava e le alzava la maglietta bianca, iniziando a tastarle il fianco. << Mi avresti manipolato? Molto divertente. Per tuo volere? Hmpf. >> stava usando il suo tono autoritario << Verrò e vedremo se sarai te a condurre il gioco, Preda. >>
Con le labbra scandiva il suo nome, ormai era infuriata: << Giu-li-a He-i-loz. Non Preda, allodola. >>
Kyouya Hibari sfoggiava il suo sorriso più crudele e sensuale.
All'improvviso, però, la porta dello spogliatoio si riapriva e la voce famigliare di Valentina salvava l'amica:
<< Giulia, non sei ancora pronta?! >> Girando l'angolo, fulminava il Guardiano << Ah, sei qui. >>
<< Sei quella che segue sempre la mia preda. >>
<< Sbagliato. E' la tua preda che segue sempre me. Non azzardarti a toccarla. >>
Hibari emise un "Uhmpf" e Giulia intervenne: << Arrivo Vale! Vai avanti, devo solo legarmi i capelli! >>
Ma il ragazzo scoccò uno sguardo alla mora e la castana intuiva: << So per certo che l'hai convinto a venire. Ecco perché è qui, anzi no, è ancora qui. >> Sospirava e sconsolata affermava << Giulia... avevi detto- >>
La mora si alzava e le tappava la bocca: << Ok, ok! Ho capito. >> e rivolgendosi al moro << Kyouya, fa' quello che ti pare. Ovvio che lo scambio equivalente non è valido. Ciao. >> lo salutava, portandosi via la sua amica.
Hibari la lasciò andare.
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14. Conoscenza ***


Lo Scambio Culturale
14. Conoscenza

 

Valentina teneva il broncio all'amica, per aver tradito la fiducia, ma sapeva che la mora non si sarebbe lasciata all'istinto, perciò mentre Giulia stava supplicando l'amica di perdonarla, lei stava solo fingendo; correvano nel cortile della scuola e come se i suoi sensi si fossero attivati, la castana scansava l'amica a lato, evitandole una scivolata incredibile. Prima di capire perché, la mora urlava un "Ehi?!" quando il gruppetto di ragazze che le avevano superate si erano girate ridacchiando. Giulia fece una smorfia e si rivolgeva in italiano all'amica:
<< Grazie, Vale. >>
<< Non eri tu il bersaglio, ma io. Volevano farmi inciampare, non volevo che fossi coinvolta. Credo che siano gelose del fatto che parteciperò alla festa, alla quale verrano i loro idoli Gokudera e Yamamoto! >> aveva fatto all'ultima parte una voce da falsetto, ma Giulia continuava a non capire.
<< Anch'io verrò a quella festa, però puntano solo te. Me la pagheranno. >>
<< Già stai pensando di far intervenire Hibari, vero? Non serve. Non mi farò mai aiutare da quel tizio. >>
Giulia sospirava, ma accettava di buon grado la decisione presa dall'amica; finalmente dopo una ventina di minuti, il professore soffiò con il fischietto e Valentina dovette reggere Giulia che si accasciò a terra senza forze.
Continuava a lamentarsi, quando Hibari non si faceva attendere.
<< Preda, sei rumorosa come sempre. >> il ragazzo si era accorto del fan club che ridacchiava e le minacciò alzando solo un tonfa << Odio chi gira come un branco. Ad ogni modo, vedo che non hai più forze, inutile farti fare quello che voglio. >> Hibird era uscito dal suo taschino e il suo padrone continuò << Ti stava cercando. Ha fame. >>
<< Ma se ti ho dato una busta di mangime per un mese! Quanto mangia Hibird?! >>
La scherniva << Chi ha detto che è da solo? >>
Valentina la portò lontano da lui, non voleva che continuassero a parlare e per distrarlo lo ingannò:
<< Il branco che odi tanto sta scappando. Non vorrai mica lasciarli impuniti? >>
Il Guardiano della Nuvola si era girato con un "Tsk" appena si era accorto che aveva ragione e la castana pensava "Vero che non voglio un aiuto da parte sua, ma non ho detto nulla quindi lo fa di sua iniziativa. Credo che abbia visto che puntavano anche Giulia, ma meglio non farla preoccupare, mentre lui con nonchalance voleva dirle tutto. E' proprio un insensibile." stava osservando la punizione con tanto di tonfe. << Oi Giù, svegliati. Non mi va di trascinarti in classe! E chiudi il becco a quell'uccellino! Non lo sopporto più con il suo "Cibo! Cibo!" >>
La mora si era messa in piedi e rispondeva: << Ok, ok! Che hai? Sei arrabbiata per via di Hibari? >> era veramente combattuta per il fatto che la sua migliore amica odiasse il ragazzo che amava. Valentina l'aveva capito e scuoteva la testa, e indicava con un cenno di mento il fan club ridotto male da Hibari.
<< No. Sei fortunata che quello lì abbia capito tutto, ha fatto un favore a entrambe. >>
<< Oh... >> Giulia era felice che dopotutto Valentina aveva accettato Kyouya.
<< La giornata è finita, ora torniamo in albergo, così ti potrai cambiare. >>
Annuiva, ma poi chiedeva: << Vale, è da po' che me e sono accorta, ma tu non vuoi cambiarti per la festa? >>
<< Certo che no! Giù che ti viene in mente! >>
Tornavano in albergo, ma la mora non si scoraggiò: voleva ad ogni costo farle indossare qualcosa di adatto a una festa e non la divisa scolastica. Kyoko aveva detto che non era niente di formale, ma la mora era convinta che qualcosa di più sobrio sarebbe andato bene, quindi convinse la castana di indossare almeno una camicia scollata, la gonna nemmeno a nominarla che Valentina era pronta a bruciarla. << Piromane! >> urlava Giulia.
<< Camicia e jeans vanno bene, ora tocca a te, Giù. >>
Valentina si era girata verso l'armadio di Giulia e diede uno sguardo veloce: a parte qualche jeans e magliette a maniche lunghe, quell'armadio era pieno di vestiti con una grande varietà di colori.
<< Quando avresti avuto intenzione di indossare tutti questi vestiti?! Alcuni sono addirittura troppo... particolari! Se ti vedesse Hibari con uno solo di questi vestiti - no, anzi, qualunque ragazzo! - non si fermerebbe mai nell'assalirti! >>
Giulia si avvicinava e sbuffò. << Dici che sono vestiti provocanti? >>
<< No. Ho detto particolari, non provocanti. Sei troppo innocente e consapevole di te stessa che non compreresti mai vestiti che ti potrebbero mettere in pericolo, anche perché ti avrei impedito di comprarli. O direttamente li avrei bruciati. >> Poi uno le aveva attirato l'attenzione << Mh? Questo andrà bene. >>
<< E' anche uno dei miei preferiti! >> Nero, senza maniche ma abbastanza lungo fino alle ginocchia, con una fascia alta e un fiocco dietro. << Bene, andiamo! >>
Le avevano dato appuntamento nel ristorante di Yamamoto e quando entrarono, si sentirono scoppi improvvisi e un urlo in coro che esclamava: << Benvenute!! >>. C'erano Kyoko, Haru, i Guardiani - tranne Hibari - I-pin, anche la sorella di Gokudera, Bianchi, che Valentina aveva riconosciuto subito e Dino con i suoi sottoposti. La castana si era messa subito in modalità di difesa per Giulia per gli scoppi di stelle filanti, ma subito la mora, a bocca aperta, applaudiva e ringraziava tutti da parte di entrambe. L'unica che non conoscevano era Chrome che si era fatta avanti e presentata: << Chrome Dokuro >> mormorava timida << Guardiano della Nebbia. >>
Valentina si era presentata normalmente, ma poi Giulia le chiedeva sospettosa:
<< Racchiudi in te stessa Mukuro Rokudo, giusto? Quindi Hibari è interessato a te... >> Affermava infastidita, anche perché la trovava carina e Kusakabe le aveva raccontato come Kyoya l'avesse aiutata a sopravvivere nel futuro quando in quel momento lei era completamente nuda << Rispondi! >>
Chrome stringeva forte la sua arma, quando prendendo coraggio rispondeva balbettante: << N-non racchiudo in me stessa Mukuro-sama, lui è una persona molto speciale per me e mi aiuta molto spesso... >> la mora la guardava velenosa << Non so se il Guardiano della Nuvola sia interessato a me! Ma posso assicurarti che io non sono interessata a lui! >>
Valentina calmava Giulia, ma dopo che Chrome le rispondeva decisa, aveva sospirato e con un sorriso si scusava, le era risultata simpatica nonostante tutto, anche se forse un po' troppo insicura. Kyoko le aveva invitate a prendere posto e Yamamoto, insieme al padre, le servivano tante portate a base di sushi; il proprietario incitava le ragazze:
<< Che belle signorine abbiamo qui! Takeshi, qualsiasi cosa chiedano, dimmelo che lo preparerò in un batter d'occhio! Mangiate quanto vi pare! >> neanche lui sapeva perché festeggiassero, ma era felice che il figlio avesse così tanti amici e mentre Giulia si abbuffava alla grande, Valentina ringraziava: << Grazie! Siamo grati a Yamamoto e a tutti voi, anche se non ce lo saremmo mai aspettato. >>
Il padre di Yamamoto, notando come Takeshi stesse guardando Valentina, si rivolse alla castana ingenuamente:
<< Valentina-san, giusto? >> Lei annuì << Venga a trovarci tutte le volte che vuole! Sarà un piacere avere una ragazza carina da queste parti! >> dando colpetti con il gomito al figlio.
<< Padre?! >> urlava subito il Guardiano della Pioggia << Hai capito male! >>
La castana arrossiva lievemente, quando Bianchi interveniva: << Cosa? Non se ne parla, non lascerò che un'altra graziosa ragazza venga a mangiare solo sushi, lei deve pur mangiare piatti fatti con amore e per amore! Inoltre, lei è anche molto più legata con mio fratello! >>
Gokudera protestava: << Bianchi! Non dire simili sciochezze! >>
<< Ma se vi ho visti una volta che pranzavate insieme, prima che tu svenissi! >>
Giulia, che era rimasta in disparte a mangiare, finalmente si scatenò: << Smettetela tutti quanti! >> Guardò uno ad uno con una occhiataccia, minacciando tutti << Siamo a una festa, sì o no? Quindi non è il momento di litigare! GIUSTO?! >> e concluse ricominciando a mangiare.
Tutti avevano capito di lasciare la questione in sospeso, quando Valentina si sentiva in colpa per non aver fatto ancora una scelta decisiva. Haru si avvicinava a far conoscenza con la mora: << Ciao, io sono Haru Miura! >>
<< Ah sì, quella che ha detto che ho delle stelle per occhi. >> Aveva riconosciuto la castana.
Si era messa a ridere Haru, quando Giulia la linciava e con tono piatto si presentava: << Heiloz Giulia, piacere. >>
<< Ah... ehm.. Giulia-chan hai qualche problema con me? >> domandava Haru insicura.
La mora si era alzata e Valentina la tratteneva, così Giulia si calmava e rispondeva: << No, non è così. Però, tanto per sapere, tu sei interessata a Sawada, sbaglio? >>
<< Sì, amo Tsuna-san! >>
<< E nessun altro? >>
<< No, solo Tsuna-san. >> Era convinta.
<< D'accordo. >>
<< Giù, tutto bene? >>
<< Tutto apposto, tranquilla Vale. >>
Era di cattivo umore da quando aveva conosciuto Haru e Chrome, forse perché le considerava una specie di rivali, sia per lei che per la sua amica, ma a quanto affermavano entrambe non era così. Quando poi le vennero i brividi, era nostalgica quella sensazione. Non si era accorta da quanto tempo non le venivano. "Brutta sensazione". Infatti due secondi dopo la porta scorrevole del ristorante si spalancò ed entrò Hibari con indosso una polo azzurra e jeans neri. "Quanto cazzo è figo?!" aveva immediatamente pensato Giulia, quando Ryohei lo salutava: << Hibari! Pensavamo che non saresti mai venuto! >>
<< Infatti, ma ho fatto un patto >> e rivolgendo lo sguardo tagliente alla mora << e ora che ho fatto la mia parte, sarà meglio che la mia preda faccia altrettanto. >>
<< K-Kyouya?! >> lo chiamava Dino. << Ehi, che intenzioni hai? >>
<< Giulia! >> avvertiva Vale << Mettiti indietro! Col cazzo che ti faccio portar via Giulia a quest'ora! >>
Con aria di sfida, Valentina e Kyouya si guardavano e dall'espressione preoccupata della mora, il Guardiano della Nuvola non voleva creare problemi. << K-Kyouya dove vai? >> domandava mentre il moro si era girato per andarsene. La ragazza sperava che si trattenesse di più.
Per una volta anche Gokudera e Yamamoto si erano messi in difesa delle due ragazze, sopratutto della castana che era più esposta. Valentina osservava le loro figure imponenti davanti a lei: erano alti, magri e atletici. Uno aveva i capelli color argento, ribelli e lucenti; mentre l'altro, neri come la pece, ordinati e lisci. Il gesto la sorprendeva, tanto da sentirsi imbarazzata, ma rimaneva vigile per Giulia.
<< Potrò riscuotere quando mi pare, quindi è inutile fare vittime a quest'ora. >> in effetti era sera e così se ne andò avvisando << Manderò qualcuno a prenderti. Non azzardati a rifiutare o ti azzannerò alla gola, Preda. >>
<< Che bastardo... >> commentava Valentina.
<< Valentina >> diceva Gokudera teso << Non scherzare con Hibari. >>
<< Già. >> conveniva Yamamoto.

Nota d'Autrice
Nuovamente grazie a tutti quelli che seguono e recensiscono! E ovviamente anche a te, lettore!
Se avete da chiedere, chiedete e vi sarà dato! Se avete obiezioni, ditemi e sarete ascoltati!
Grazie ancora a tutti :)
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive


 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15. Principessa ***


Lo Scambio Culturale
15. Principessa

 

Erano passate settimane dal giorno della festa e le vacanze estive si stavano avvicinando, il legame tra Giulia e Kyouya si era allentato, la mora pensava che uno di quei giorni avrebbe veramente mandato qualcuno a rapirla, perciò Valentina le faceva da bodyguard 24 ore su 24. Non era un fastidio per lei, ma si preoccupava comunque per l'amica che invece non faceva passi avanti con i due Guardiani. Vale era ancora confusa ed essendo occupata con lei, i due non si erano mai permessi di invitarla per una piccola uscita o una partita, Giulia si sentiva davvero colpevole.
<< Domani prenditi una giornata di riposo. Dedicati a te stessa. Sai che lo vedo che quei due non vedono l'ora di starti vicino? Lo scorbutico - Gokudera - farà pure l'indifferente, ma forse la sua natura è attratta da... chi appartiene al Firmamento, perciò non si avvicina per non litigare con me e crearti problemi! Mentre lo scemo - Yamamoto - vuole invitarti a giocare, ma sa che riceverebbe un rifiuto perché vuoi proteggere me! >> spiegava ormai presa da una forma di panico << Vale, ti sono grata, è vero sono debole, ma stiamo parlando del ragazzo che mi piace, quindi potrebbe farmi piacere se mi viene incontro, beh parlando di Kyouya è un po' pericoloso, ma se non ci provo non potrò mai saperlo. >>
Valentina la guardava sbigottita, successivamente comprensiva. << L'ho promesso ai tuoi genitori di proteggerti, e poi anche Gokudera e Yamamoto mi hanno avvertita. Hibari è un ragazzo pericoloso, se ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei mai. >>
<< I miei ti hanno detto di proteggermi? >>
<< Sanno della tua incoscienza. Comunque, d'accordo, domani è sabato e faremo mezza giornata, quindi ne approfitto per giocare un po' con Yamamoto. Mi sta piacendo davvero il baseball! >>
Giulia sorrideva sprizzante. << Hai scelto Yamamoto, allora? >>
<< Non so dirti, ho anche invitato Gokudera. >>
<< Ha accettato di venire? >>
<< Ha detto che verrà come spettatore. >> sospirava << Ma lo costringerò almeno per una battuta. >>
<< Meglio di niente >> conveniva Giulia facendo spalluccie << Ah, ti ringrazio sempre per il tuo aiuto! Sei la migliore amica migliore del mondo! Qualsiasi cosa succede domani, stai calma come sempre e credo che andrà tutto bene! Non sei così sfigata come pensi, Vale. >>
La castana la guardava sospettosa. << Che cos'hai in mente? >>
<< Niente! Ora però, vorrei andare in bagno! A dopo! >>
Mentre si allontanava dalla sua amica, Valentina urlava "Aspetta!" ma era troppo tardi e Giulia svoltava l'angolo per imboccare il corridoio a destra, incontrando improvvisamente Kusakabe e altri seguaci di Hibari.
<< Heiloz-san! >>
<< Kusakabe-san! >> esclamò sorpresa Giulia << Huh? >>
I seguaci la fissavano ammaliati e poi con tono fedele urlavano: << Hime-sama! Hibari-san la sta cercando! >>
L'espressione di Giulia era pietrificata. "C-c-c-che cosa sta succedendo qua?!?"
<< WHAT?! Kusakabe-san perché 'sti tizi mi hanno chiamato Principessa? Cos'ha raccontato Kyouya?! >>
Il vicecapo del comitato disciplinare spiegava che Hibari aveva chiesto di cercarla per la scuola e i suoi sottoposti incuriositi di sapere chi fosse la ragazza che avrebbe voluto vedere, impiegando addirittura tutto il comitato disciplinare, chiesero nome, descrizione e personalità a Kusakabe, e lui aveva parlato di Giulia come colei che ha catturato il cuore del loro capo. Kusakabe si scusava: << Mi sono lasciato andare un po', mi spiace Heiloz-san. >>
<< E quindi ora mi credono la loro Principessa? Ma siamo impazziti?! Oh santo...! >>
<< Comunque Kyouya-san la sta cercando. Ne sa il motivo? >>
La mora alzava lo sguardo esasperato e come se dicesse "Non mettere il dito nella piaga" lo minacciava con sguardo truce, Kusakabe stava sudando freddo mentre gli altri la osservavano stupiti di come fosse brava a imitare Hibari; poi la ragazza sospirava, ormai arresa al suo destino e rispondeva: << Sì, vuole farlo. Mi ha incastrato. >>
<< Per "vuole farlo" intende...? >>
<< Sì. >>
<< Da quanto tempo...? >>
<< Credo un mese. Ma non di più. >>
Sempre più incredulo, il vicecapo la elogiava: << ... siete incredibile, Heiloz-san! >>
Mentre veniva scortata dall'intero comitato disciplinare e nei corridoi iniziavano a crearsi voci di ogni tipo, Giulia guardava scettica Kusakabe, non ci poteva credere: amare il capo del comitato disciplinare l'ha portata a esser considerata come una principessa. Sotto sotto, non le dispiaceva.
"Hime-sama..." rifletteva la mora "Bah. Vediamo come andrà a finire."

Arrivati davanti alla porta del salottino, i sottoposti auguravano a Giulia con tono forte e diligente: << Hime-sama! Faccia attenzione e si goda il soggiorno! Buona giornata! >>
Si erano inchinati con il busto, come quando facevano con Hibari e la ragazza puntando l'indice, chiedeva a Kusakabe: << Loro sanno perché io sono qui? >>
<< Non credo, Heiloz-san. Kyouya-san non informa mai gli altri -a parte me- dei suoi affari personali e per una volta che sono stati coinvolti, si sentono onorati, qualsiasi essa sia la ragione. Perdonateli. >>
"Beata innocenza!" Sconsolata rispondeva: << Non ce ne bisogno, Kusakabe-san. Rialzate il capo e grazie. >> poi con tono autoritario << Non fate entrare Nessuno. NESSUNO. Rimanete qui, che poi mi dovete fare il favore di riaccompagnarmi: non ho un buon senso dell'orientamento. >>
<< Sicuro >> rispondeva il vicecapo, mentre gli altri, pensando che fosse un ordine, urlavano: << Sì, Hime-sama! >>
Sbuffava e con una mano bussava la porta. << Con permesso! >>

Il salottino era silezioso e buio, tutte le luci erano spente e le finistre coperte dalle tende oscuranti. Giulia fece molta fatica a non inciampare mentre si avvicinava al divano. "Non c'è nessuno...?" Piano piano si guardava intorno per non far nessun rumore e quando abbassava lo sguardo, aveva visto Hibari dormire sdraiato sul morbido mobile. I suoi occhi si stavano abituando al buio e così riusciva a scorgere i dettagli del ragazzo che amava. "Anche quando dorme, sembra come se ti volesse ammazzare... Oh Kyouya, chissà quanto lavori ogni giorno... Per te non sarà altro che un allenamento per battaglie serie, come quelle che hai affrontato qualche mese fa, quelle del futuro e anche quelle precedenti. Ti sei mai riposato veramente?" Stava per accarazzargli la guancia, quando si fermò ricordando le sue parole "-Chi mi sveglia, lo azzannerò alla gola e io ho il sonno leggero.- E' così che avevi detto, vero?" Per una volta, tacque il suo lato masochista e se ne andava. "Riposa mio capo del comitato disciplinare."
Chiuse la porta con grande delicatezza e quando notò l'alta e imponente figura di Kusakabe che aspettava, si portò un dito sulle labbra ed emise un piccolo: << Sssh... >> e gli fece cenno di riaccompagnarla in classe.
Arrivarono anche gli altri che esclamavano un "Hime-sama!" e lei gesticolando diceva di non fare troppo rumore, ma ormai quel che era fatto era fatto e dal salottino, Hibari aveva sbattuto la porta. "Oh oh... è caduto dalla parte sbagliata del divano. Uff... io li avevo avvertiti." Il Guardiano della Nuvola era di cattivo umore e aveva già tirato fuori i tonfa, però poi notando Giulia, abbassava le sue armi e con una mano prendeva per un braccio la ragazza:
<< Mi chiedevo davvero chi fosse questa "Hime-sama" che urlano tanto i miei sottoposti. Preda, vedo che sei in forma oggi, quindi non vedo il motivo per il quale non potresti compiere la tua parte dello scambio. >>
Era impressionata, come il resto del comitato, e strattonandolo chiedeva:
<< Non ho capito, se ti disturbo mi azzanni alla gola, ma se ti svegliono loro no? >>
Convinto e chiaro rispondeva: << No. Azzanno alla gola chiunque disturba il mio sonno, ma in questo caso, tu hai la precedenza, in quanto devi soddisfarmi. Io ho dato e ora ricevo. >>
<< Lo scambio equivalente. Sì, lo conosco il concetto. >>
<< Bene. >>
<< Ma prima! >> alzando una mano per appellarsi << Devo cercare due persone e tu devi fare il giro di ronda, mi sbaglio? >> Lo guardava beffarda e lui non contrabatteva.
La preda aveva ragione.

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! :3
Ringrazio sempre tutti i lettori, coloro che seguono la mia fic e anche i recensitori più frequenti: Yami-chan e Pika_Pi95! E anche la mia ispiratrice e cooperatrice Valentina!
Bene, piccola traduzione al volo: Hime -> Principessa
Ovvio da quante volte è apparsa la parola era sottinteso, ma credo che farò quasi sempre questo piccolo dizionario delle parole in giapponese che appaiono nel capitolo.
Alla prossima,
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16. Weekend ***


Lo Scambio Culturale
16. Weekend


 
Valentina si era un po' preoccupata per la sua amica, ma gliel'aveva detto, si doveva dedicare a lei. Andava in cerca del moro, era sicura di trovarlo al campo di baseball quando invece, lo vedeva dietro l'angolo: stava per urlare il suo nome, ma scorgeva la figura di una ragazza e il momento dopo si stava nascondendo, era imbarazzata per quella situazione, non stava spiando, era solo nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Attendeva con calma, tanto alla fine avrebbe dovuto parlargli e non le sembrava il caso di scappare, per lei non era... razionale. Forse.
I minuti trascorrevano e si era accasciata a terra con le ginocchia strette al petto, cercava di non origliare, ma la ragazza aveva il tono alto come Giulia, mentre non riusciva a sentire le risposte di Yamamoto, che forse gli interessavano di più.
<< Yamamoto-san, ti prego, dammi una possibilità! >> stava continuando a dire, Valentina pensava "E' una dichiarazione... Ma a quanto pare, non è ricambiata." la ragazza aveva incominciato singhiozzare << Per favore, almeno leggi la mia lettera... >>. Valentina stringeva a sè sempre più le ginocchia e nascondendo la testa, si arrese.
"Non so cosa pensare."
La castana si era voltata a sbirciare solo un po', era curiosa dell'espressione del moro: gli occhi socchiusi per la serietà, fronte crucciata e un sorriso forzato. Non le piaceva. Non era il Yamamoto che conosceva. Era rimasta a fissarlo e in quel frangente lui aveva notato la sua presenza, ma faceva finta di niente.
La tensione tra i due si era allentata e quando chiamava la ragazza di fronte a sè, aveva alzato un po' la voce, come se l'avesse fatto apposta: << Hinori-san >> la ragazza aveva scansato la frangia bionda, Valentina vide i suoi occhi blu profondi ed erano pieni di lacrime. << Scusami, non sono interessato e poi, devo pensare alla mia prossima partita. Devi perdonarmi, ma non posso nemmeno accettare la tua lettera, ti farei soffrire solo di più dandoti una speranza che forse potrebbe solo sembrarti un'illusione. >>
Hinori abbassava lo sguardo e scappava con la lettera stretta al cuore, per fortuna della castana si era diretta dall'altra parte e quando pensava che finalmente tutto era finito, Yamamoto la richiamò:
<< Valentina? >> La castana non rispose << Sei ancora lì, vero? >>
Valentina si alzò e gli andò incontro. << Sì. >>
<< Hai ascoltato? Mi scuso. >>
<< Non hai da scusarti. E' colpa mia che mi sono intromessa. >>
<< Non ti sei intromessa, anzi sei stata in disparte. Dimmi, hai sentito tutto? >>
Scosse la testa. << Solo quello che diceva lei e mi dispiace per lei. >>
Yamamoto non disse nulla.
<< Essere ricambiati è difficile. >> Ripensò all'amica << Spero che Giulia non soffra. >>
Il moro aveva stretto i pugni inconsciamente. << Tieni molto alla tua amica, ma non vale la stessa cosa per te? >>
Valentina spalancava gli occhi, non si era mai fatti problemi riguardo a se stessa e con gli occhi dilatati verso l'alto, verso gli occhi seri e scuri di Yamamoto che la guardavano. In un qualche modo era stata scossa, lui notando quell'espressione, dal suo punto di vista, un po' sconvolto, provava a cambiare discorso:
<< Ehi, a proposito di Giulia, non la vedo. Sei venuta a chiedermi qualcosa? >>
<< Ah, sì! >> si era ripresa << Domani, dopo scuola, giochiamo insieme a baseball? Gokudera aveva accettato di venire, quindi ne dovremo approfittare per giocare tutti insieme. >>
Stupito, aveva ripreso la sua solita spiritosaggine: << Ahah ci sto! Ci vediamo sabato pomeriggio, allora. Se non ricordo male, però non avevi da fare con Giulia? >>
<< Abbiamo spostato l'impegno, diciamo. >>
<< Ok. Andiamo in cerca di Gokudera, così glielo diciamo anche a lui? >>
Valentina annuiva sorridendo << Ok. >>
Camminavano tranquilli nel cortile della scuola e cercavano l'albino, che era facile da rintracciare pensando alla sua natura attira-guai e infatti lo avevano trovato subito con una sigaretta in bocca e piuttosto nervoso, Valentina non se ne curava e lo svegliava dai suoi pensieri: << Gokudera! >>
Lui si era voltato a guardarla ed era infastidito, non nervoso. Appena si accorse del moro, cambiò subito espressione e fece una smorfia lunga un chilometro. << Ehi, Gokudera! Ti stavamo cercando! >> diceva Yamamoto.
Il Guardiano della Tempesta sbuffava e si lamentava: << Cosa volete? Lasciatemi in pace, siete due persone insistenti e incomprensibili! Senza aggiungere che siete dei grandi rompiscatole! >>
<< G-Gokudera? >> diceva la Pioggia sorpreso, Valentina rimaneva in silenzio.
L'albino si era reso conto del suo comportamento e se ne pentiva, distogliendo lo sguardo sulla ragazza e a guardarla con la coda dell'occhio, De Silvestri lo scrutava intensamente, senza dire una parola. Gokudera scrollava le spalle e con tono sconsolato si scusava: << Ah, perdonatemi. Cosa c'è Valentina? >>
<< Questo weekend volevo invitarti a giocare a baseball, io, te e Yamamoto. Ti sta bene? >>
Era indifferente, ma dentro stava morendo per l'ansia che l'assaliva.
La Tempesta annuiva con fare serio. << Farò solo da spettatore. >>
<< Non se ne parla proprio. >> replicava Valentina << Tu giochi. Bene, ci vediamo al campo verso le nove e mezza. Non accetto ritardi! >>
Stava per ridire, ma Gokudera si bloccava.
Era meglio starsene buoni per il momento: prima che arrivassero Valentina e il fanatico del baseball, Hibari e Heiloz stavano cercando il Guardiano della Tempesta che stava già dando rogne a un gruppetto dei suoi sempai. Con l'intervento del capo disciplinare, quest'ultimi scapparono e Hibari abbassava i tonfa con grande delusione per non aver potuto combattere nemmeno un po', ma poi Giulia esclamava: << Hayato Gokudera! >>
<< Che diavolo vuoi, tappetta?! >>
"Tappetta?!" nella mora era scattata la rabbia, ma si conteneva "No, calma."
<< Ti avevo avvertito di non ferire la mia amica! E tu la confondi! >>
<< Ma di che parli? La tua amica... vuoi dire Valentina? Come potrei ferirla?! >>
Hibari attendeva, ma con lo sguardo stava linciando Gokudera, che rabbrividiva.
<< Senti, sei popolare e hai un fan club. Confondi ancora Vale e te la faccio pagare. >>
<< T-tu sei pazza. >>
<< E tu sei uno scemo. >>
<< Preda, è ora di andare. >> incalzava Hibari ormai stanco di aspettare. << La pausa pranzo sta per terminare. E' devo ancora punire quel branco e finire il giro di ronda. >>
L'albino pensava "Mai visto Hibari parlare così tanto." Giulia e Hibari continuavano a discutere come bambini "Tsk... Riguardo a ciò che ha detto la tappetta, non capisco cosa intendeva dire. E' inutile, le femmine sono tutte incomprensibili!" sanciva infine un po' infastidito. Giulia si era rigirata:
<< Sì, ora andiamo Kyouya, finisco solo una cosa. Per l'altro, aspetterò l'occasione. Gokudera, te lo dico un'ultima volta: non fare niente per ferirla. E questo vale anche per il tuo amico. >>
E si allontanò con Hibari, lasciando il Guardiano della Tempesta a riflettere per la prima volta sui suoi sentimenti.

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! Uuuh sono troppo felice, voglio ringraziarvi a tutti!! Tutti!
Spero che vi sia piaciuto e a proposito di Weekend, io passerò i prossimi tre giorni a Genova, Monte Carlo e Nizza, pensavo di non riuscire a postare il capitolo e invece... Waaah spero davvero che vi sia piaciuto, a presto! :3
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17. Incontro ***


Lo Scambio Culturale
17. Incontro

 

Giulia e Kyouya avevano finito il giro di ronda e il ragazzo non vedeva l'ora di tenersi tutta per sé la sua preda, era l'ora di riscattare ciò che gli era dovuto e ora niente poteva impedirglielo. La sua preda camminava composta e con lo sguardo fiero, il moro stava pensando seriamente quanto gli piacerebbe frantumare ogni sua certezza, rivederla impotente e timida come solo lei poteva essere davanti a lui. Qualche secondo dopo, la sua preda si era fermata e lo guardava dritto negli occhi e diceva: << Sento che quello scorbutico ferirà ancora la mia amica! >>
Hibari era esterefatto. << Preda, perché non ti fai gli affari tuoi? >>
<< No. E' la mia migliore amica e mi è sempre stata vicina, ed è ora che ricambi il favore, che la aiuti! >>
<< Però anche tu sei una principiante. >>
Emise un piccolo "Ugh...", aveva toccato un nervo scoperto e ovviamente lei iniziò a balbettare timidamente che in quel momento non si parlava di lei, ma della sua amica, però Hibari continuava a stuzzicarla.
<< Mmmhh.. >> faceva offesa la mora << Basta, io me ne vado! >>
<< Tu non scappi. >>
<< Invece guarda come torno in classe. Chiama pure tutti i tuoi amichetti del comitato disciplinare, ma non tornerò mai più in quel salottino! >> e con passo accelerato scappava.
Il Guardiano delle Nuvole la fermò, questa volta: le prendeva il polso e la sua espressione combattiva lo fremeva dall'eccitazione. Giulia gliel'aveva letto in faccia, niente poteva impedire il destino, voleva ed era... convincente.
<< ... >> Era rimasta a osservarlo e cambiava espressione, in modo comprensivo << D'accordo. >>
La presa non si era allentata per niente.
<< Kyouya... cosa c'è? >>
Voleva tentare, almeno una volta. << Giulia. >>
La ragazza si era immobilizzata, o meglio dire, inespressiva. Il Guardiano si era pentito.
Non passarono due minuti, anzi si era ripresa velocemente: << Kyouya... mi hai chiamato per nome? >> Lui era rimasto silezioso e la mora così continuava << Domani... ti va d'incontrarci? >>
<< No. >>
<< Prometto che mi avrai tutta per te, tutto il giorno. >> e lo baciò.
Ormai era quello il modo per suggellare una promessa con il capo disciplinare.
Quella mattina Giulia si svegliò in camera da sola e fece il punto della situazione: "Ok. Valentina è uscita con Gokudera e Yamamoto. Lei ha assistito a una dichiarazione, ma sembra che abbia voglia di fregarsene. Mh... è giusto. E io? Non ricordo." si girò in cerca dell'orologio-sveglia ed erano le 08:50 "Potrei... ma sì, faccio in tempo."
Il cellulare squillò e lei rispose: << Pronto? >>
<< Preda, dove sei? >>
<< Come sai il mio numero? >>
<< Sei mia oggi. Non hai scusanti. >>
<< Non mi sto giustificando. Arrivo, dammi 5 minuti. Aspetta ma dove- >>
Hibari aveva interrotto la chiamata.
<< Stupido allodola. >>
Lanciò il cellulare lontano da lei e si preparò come promesso in 5 minuti, aveva indossato un vestito leggero bianco, semplice, molto adatto per l'estate che arrivava; l'unico problema era il luogo d'incontro, non ne aveva la più pallida idea, però aveva intuito che l'unica scelta era la Namimori Middle School. Era passata per i campetti e aveva visto Yamamoto che preparava l'attrezzatura e siccome era in "anticipo" - solo 5 minuti di ritardo, non erano niente - decideva di scendere per fare un saluto.
<< Takeshi Yamamoto! >>
<< Oh Giulia, yo! >>
Si era chinata per prendere una mazza e gliela puntava sotto il mento, non faceva lo stesso effetto con la punta di una spada, ma lo sguardo della mora era tagliente e il ragazzo la comparò: << Hai il suo stesso sguardo! >>
<< Sono qui solo per avvertirti di non fare passi falsi con la mia amica. Se la ferisci o la confondi come ha fatto quello scorbutico, te la faccio pagare. >>
<< Minacci anche come Hibari, sei molto influenzata da lui, eh? >>
Lo sguardo si assottigliò. << Non deve importarti cosa succede tra me e Hibari. Ma tu hai capito cosa cerco di dirti? >>
Lui, con un sorriso, rispondeva: << Parli di Valentina. >> il tono si era leggeremente fatto serio << Ho capito. >>
Improvvisamente la voce profonda e rimproverante della Nuvola bloccò i sensi della mora: << Preda! >>
Con passo svelto si avvicinava e lei lasciava cadere la mazza da baseball ed era lievemente arrosita; Kyouya non indossava nuovamente la divisa scolastica e lei ne era sorpresa.
<< Tu sei mia oggi. >>
<< Yo Hibari! >>
<< Yamamoto Takeshi. >>
<< Ah! S-sì! Andiamo, scusa scusa. Ci siamo incontrati casualmente. >> lo spingeva da dietro per allontanarsi il prima possibile, quando poi avevano incrociato Valentina che spingeva Gokudera. La Tempesta continuava a contestare, non voleva giocare, ma solo guardare, però la castana era molto convincente: << Hai promesso che giocavi, quindi tu giochi. >>
<< Non ti basta Yamamoto?! >>
<< Sei scemo? Voglio vedere giocare anche te! >>
La mora ridacchiava, ma allo stesso sorrideva per come Hibari aveva confermato un certo attaccamento per lei, o così lei lo aveva interpretato; poi la salutò: << Ciao Vale! Buona partita! >>
<< Oh ciao Juls! Mh? >> Aveva notato Hibari con Hibird << Sta' attenta, ti dico solo questo. >>
<< Ok! >>
<< Preda. >> rimproverava.
Yamamoto salutava: << Yo Valentina! Gokudera! >> e continuava a ridere.
<< Buongiorno, Yamamoto. Pronto a giocare? >>
<< Sì. >> aveva un brillio negli occhi e Gokudera invece replicava: << No! >>
Valentina soddisfatta incitava entrambi: << Non vi risparmiate solo perché sono una ragazza! >>
Inutile dire che Giulia tentava di fare un po' di shopping, mentre Hibari riusciva solo ad attirare rogne e punire più persone possibili che disturbavano la pace di Namimori. La mora sospirava, mentre si era fermata a guardare il ragazzo tirare fuori i tonfa e a fare fuori uno a uno le persone che lo avevano infastidito, perciò aspettava osservando il Guardiano della Nuvola; gli guardava la mano destra e fissava la pietra viola. "Il Vongola Ring... tradotto l'Anello Vongola. Le nuvole... uno spirito libero, che non si fa controllare da nessuno, neanche dal cielo stesso che glielo permette. Kyouya, se ti facessi aiutare, avremmo già finito il nostro giro e chissà ora dove saremmo. Stupido maniaco delle battaglie..." e poi la sua voce la rivegliò: << Preda. Alzati, ho finito. Ora andiamo da me. >>
"D-da lui?! A casa sua? Eh, di già?!" Fece per seguirlo e si ritrovarono a scuola. "Ah ecco, e ti pareva."
<< Perché quella faccia delusa? >> lo diceva senza nemmeno un po' d'interessamento << Oggi sei mia. >>
Si aggrappava a lui e lo guardava dal basso: << Smettila di ripeterlo. >>
<< Ora ti ribelli? >>
A bassa voce, sibiliva con le labbra: << ... Sono sempre stata tua. >>
Hibari aveva sentito eccome e ribatteva fiero: << Ammetti di essere mia, ma più avanti non mi deludere. >>
<< Akuma. >>
<< No, Capo Disciplinare della Namimori Middle School. >>
Intanto si erano diretti verso il salottino e lei si stava facendo controllare come una stupida, ne era consapevole, ma non poteva fare a meno di inseguirlo, non avrebbe mai accettato di allontanarsi da lui, anche perché gli era sempre parso così distante. << Preda, non te lo scordare. >>
<< Cosa? >>
I loro visi erano a meno di un centimetro di distanza, Hibari le aveva fatto scivolare la spalletta del vestito e Giulia se lo faceva sfilare lentamente, assaporandone ogni istante.
Il moro si avvicinava all'orecchio e le parlava piano: << Sei mia e solo mia. La mia preda. >>
"Akuma... decisamente un akuma."

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! Come va? Spero bene!
Come sempre grazie a tutti! Grazie grazie grazie!
Arigatou arigatou arigatou!
Il piccolo dizionario di Julia:
Akuma -> Diavolo

Ok, spero davvero che vi sia piaciuto e a presto!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18. Rivalità ***


Lo Scambio Culturale
18. Rivalità

 
Gokudera era il lanciatore e Yamamoto era il battitore.
Valentina assisteva molto interessata: entrambi avevano un abbigliamento casual, ma il fisico si vedeva. E c'era, c'era eccome. Ripensò alla festa e aveva preso una decisione, ovvero che il risultato di questa giornata l'avrebbe aiutata a scegliere. L'albino era pronto e quando il suo avversario lo incitava con un "Pronto!", lui fece un fortissimo e preciso lancio ad effetto, era strabiliante. Era intelligente e forte, ma non era solo quello che l'attirava, no. Era qualcosa di molto di più, forse la sua dinamicità.
Yamamoto ribatteva la palla senza problemi: il suo movimento era stato veloce e senza falli, non aveva fatto un fuoricampo, ma come minimo era un lancio da seconda base. Il moro rialzava lo sguardo soddisfatto e sventolava il braccio verso Valentina per farla venire in campo e lei si alzò andando nella direzione di Gokudera, il quale gli passò il guantone e le prese una palla dal cestino.
<< Ora provo io! >> urlava al moro.
Il ragazzo si era messo in posizione e pronto a respingere con la mazza; Gokudera si era scansato di poco, non voleva andare in panchina, così rimase ad osservare la tecnica della ragazza, che osservando il suo avversario dall'altra parte del campo, in casa-base, le infondeva calma e concentrazione.
"Voglio" portò la palla sopra la testa "assolutamente" alzò abbastanza il ginocchio per darsi lo slancio "fare del mio" e infine, stendendo il braccio, lanciò la palla con tutta la sua potenza "MEGLIO!"
Intercettava la traiettoria di una palla veloce, bassa e potente. Era quasi un ball, ma Yamamoto l'aveva battuta lo stesso, il suo istinto da killer nascosto come lo chiamava Reborn lo aveva portato a farne un homerun.
Valentina spalancava gli occhi: l'ha battuta e ne ha fatto un fuoricampo.
"No, non ci credo." pensava incredula la castana "E' davvero... bravo."
Gokudera commentava: << Non te la prendere, è un fanatico. Hai un ottimo tiro, ma imperfetto: perché non provi a distendere di più la gamba quando stai per lanciare? Darebbe più velocità alla palla e quando lanci, mira al tuo avversario, non la mazza, ma il fanatico del baseball. >> Era come se ringhiasse. << Il tuo sguardo era diretto verso la casa base, giusto? >>
La ragazza si era girata a guardarlo. << Non pensavo che ne fossi così tanto esperto. E' tua abitudine studiare le persone, anzi osservare? Come facevi a sapere che..? >>
Il Guardiano della Tempesta distoglieva lo sguardo imbarazzato: << Io non ti sto osservando! >>
<< Gokudera? >>
<< Tsk. Fa' come ti pare! >>
<< Ehi! >> Valentina aveva un'espressione delusa e qualcuno l'aveva notato.
L'albino stava per andarsene, quando Yamamoto gli lanciò una palla in testa e urlò: << Te ne vai di già? >>
Lo stava provocando e Gokudera c'era cascato come uno scemo, infatti tornò in campo sfidandolo.
<< Bastardo, come ti sei permesso?! >>
<< Sta' calmo Gokudera! >> diceva Valentina << Non c'è bisogno di arrabbiarsi! >>
Un'altra palla era stata lanciata, questa volta verso la castana e la Tempesta l'aveva ribattuta a sua volta verso il propretario del lancio, che ricevette con nonchalance. << Valentina ti ha invitato a una partita, tu hai accettato e non è educato andarsene a metà gioco. Credo che anche tu sia stato avvertito, vero Gokudera? >>
La Pioggia lo guardava con la sua espressione sempre da simpaticone, ma c'era tensione e l'albino aveva capito cosa intendeva. "Certo, come potrei dimenticare un avviso che sembrava più una minaccia?" rifletteva il ragazzo con gli occhi smeraldi "Devo chiarire questa questione, non ci sto capendo niente."
<< E va bene, rimarrò! >>
<< Gokudera! >> lo chiamava stupita con un sorriso, mentre il moro si era messo a ridere. << Yamamoto, grazie! Dài, continuiamo a giocare! Ora seguirò i tuoi consigli! >>
Il moro guardava come Valentina e il suo amico avvicinarsi, mentre lui non faceva passi avanti, ma non gli importava, finché quella pace, stabilità, durava tra loro. "Non l'avrei mai detto" pensava Yamamoto "ma vorrei che Tsuna tardasse a tornare, vorrei... averla accanto ancora."
Sorrideva e incitò i due di continuare: << Se non ci sbrighiamo, faremo tardi! >>
Non si erano accorti di quanto tempo fosse passato, ma era quasi l'ora di pranzo. Yamamoto doveva tornare da suo padre per aiutarlo al negozio, ma aveva promesso di tornare più tardi, mentre Gokudera e Valentina rimanevano al campetto a pranzare.
<< Ti sei portata il pranzo al sacco? >> chiedeva Gokudera con gli occhi fissi sul sacchetto << O è un bento? >>
Lei glielo spiaccicò in faccia senza volerlo e rispose: << Bento. Me lo sono preparato ieri sera, mentre il dolce ce l'ha offerto Giulia. >>
Il Guardiano della Tempesta non si era preparato niente, non che avesse avuto l'intenzione di rimanere così tanto, ma ora che rifletteva, domandava: << "Ce l'ha offerto" intendi anche per me? La tappetta l'ha fatto anche per me? >>
<< Non ti sei portato niente, vero? >>
<< Vado ora a comprarmi qualcosa. Ti offro da bere e per dirtela tutta, non mi fido del cibo di mia sorella "che mi vuole bene", figuriamoci di qualcuno che mi odia, come Heiloz! >>
La castana fece una smorfia. << Mal fidato. Non è avvelenato. I dolci di Giulia sono buoni e non mi farebbero mai del male e siccome ce lo dobbiamo dividere, non vorrà mica rischiare di avvelenare anche me. >>
Gokudera si era convinto, ma andò comunque a comprarsi qualcosa.
Lasciata a se stessa, ebbe il tempo di fare un gran respiro e svuotare la mente, era stanca ma si era divertita tanto e soprattuto, era vicina alla risposta. "Mh? Credo che mi stia dimenticando di qualcosa... naaah, me lo ricorderò."
<< Ti va bene del thé verde? >> la risvegliò dai suoi pensieri Gokudera.
<< Sì >> annuiva << Arigatou. >>
Si era seduto accanto a lei e mangiavano in silenzio, quando la ragazza chiedeva: << Quindi non vai molto d'accordo con tua sorella, eh? >>
L'albino affermava con poca convinzione: << Già, ma è una storia lunga. Tu hai fratelli? >>
<< Due: un maschio e una femmina. >>
<< Ti mancano? >>
<< Proprio per niente. Mi piace qui, è più calmo, meno stressante e poi c'è Giulia, quindi non mi annoierei mai. >> rideva fra sè e sè << Te lo ricordi l'italiano? >>
Si era alzato e si toglieva un anello, aveva lo stemma di una famiglia, ma non era quello Vongola.
<< Sì. Non potrei mai dimenticare. Tieni, lo devi custodire per me. Non è un regalo, ma devo utilizzare al massimo tutti i flussi di fiamma che scorrono in me e questo è in più. >>
Gli porgeva l'anello e Valentina l'osservava. << Mi chiedo se possa utilizzarlo come anello per combattere. Potrei finalmente battermi con Hibari ad armi pari. >> diceva con sguardo omicida.
Sospirava: << Anche se sarei a favore... Uno: lui è un Guardiano del Decimo. Due: ha molta più esperienza. Tre: non hai scrigni, non potresti comunque batterti ad armi pari. >>
Però Valentina trovò il lato positivo: << Stai dicendo che potrei utilizzarlo per un'emissione di fiamma? >>
<< Non lo so. >>
<< Allora provo. >>
Si concentrava e la fiamma del Firmamento era apparsa.
<< Ti ringrazio, Gokudera. >>
<< Se riesci >> iniziava la Tempesta imbarazzato << chiamami Hayato. >>

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! Grazie sempre a tutti per il sostegno! Questo capitolo mi piace particolarmente, e a voi? °w° Non so, ero molto ispirata quando l'avevo scritto e l'ho scritto tutto insieme! Ehm mi scuso se troverete errori, non ho avuto molto tempo per ricontrollarlo o di usare il correttore di Word. Spero davvero che vi sia piaciuto!
Ringrazio i miei assidui e piacevoli recensitori Yami-chan e Pika_Pi95!
E vorrei aggiungere un grazie a quelli che seguono! :D
Noto con piacere che amate di più i capitoli che riguardano il triangolo, o forse questa è solo la popolarità di Gokudera e Yamamoto! Bah, ma almeno significa che io ho meno rivali xD
A presto, carissimi!
Piccolo dizionario di Julia:
Bento -> Una specie di pranzo al sacco, ma molto più completo e di vasta scelta. Il termine viene usato soprattuto per il contenitore ^^ piccolo commento dell'autrice: un giorno vorrei mangiare anch'io su un bento **
Arigatou -> Grazie.
Lo so, arigatou era scontato, ma bisogna fare le cose per bene, giusto?
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19. Mare ***


Lo Scambio Culturale
19. Mare

 

L'estate era incominciata, la scuola era chiusa già da una settimana e le vacanze era quello che ci voleva dopo tanto tempo, Giulia e Valentina avevano incominciato a frequentare sempre di più i Vongola e più di una volta anche Hibari partecipava a quache attività della famiglia. Di attacchi da parte del nemico si avevano avuti, ma ovviamente i Guardiani Vongola erano i più forti e le ragazze erano sempre in disparte, cosa che, alle due italiane non andava giù.
<< Giù, voglio combattere anch'io! >>
<< Dài dài, non te la prendere a male, prima devi avere uno scrigno... >> rispondeva Giulia mentre faceva finta di leggere un libro quando invece senza distogliere lo sguardo, stava osservando quel corpo scolpito che aveva a qualche metro di distanza. "E' proprio figo..." pensava la mora "Meno male che Kyouya è venuto, chissà, forse voleva vedere anche lui l'oceano. Che pensieri sconci che fai Giulia, smettila di guardargli i boxer. Però, beh è normale che essendosi bagnato il costume sia più aderente al corpo..." continuava a riflettere e Valentina accorgendosi la svegliava:
<< Giulia! Smettila! >> rimproverava << Già sono venuta solo perché mi hai supplicato, inoltre sai benissimo che non mi piace andare in spiaggia. Quindi, o mi ascolti o mi rimetto a leggere seriamente. >>
<< No, no! >> Sapeva che se la castana si fosse messa a leggere seriamente avrebbe ignorato tutto per l'intera giornata. << Stiamo scherzando! Ho capito, scusa! >>
Dopo qualche minuto, erano tornate dalla cabina Kyoko e Haru, indossavano dei bikini molto semplici, infatti non servivano cose chic con il loro fisico, ma subito dopo, la loro bellezza veniva oscurata dai due Guardiani che facevano il loro ingresso. << Yo, ragazze! >> Salutava Yamamoto in modo sprizzante.
Gokudera, invece, gli stava dietro ed era silenzioso.
<< Buongiorno Yamamoto >> salutava Giulia e continuava Valentina << Yo Gokudera >>
Questi salutarono e si avvicinarono, il moro chiedeva: << Come va? >> rivolgendosi verso Valentina, poiché Giulia si era fermata di nuovo a guardare il Guardiano delle Nuvole.
<< Bene. Anzi no, male, non mi piace il mare. >>
<< Lo vedo, non ti sei neanche tolta i jeans. Non senti caldo? >>
Yamamoto stava osservando la ragazza sdraiata sul lettino da spiaggia intenta a leggere un libro e Giulia con l'orecchio sempre attento, aveva risposto con tono provocante: << Non sarà che vorresti vederla in bikini? >>
<< N-no! >> il Guardiano della Pioggia iniziava a balbettare << Assolutamento no! Solo che, beh... >> aveva abbassato lo sguardo e si stava grattando la nuca << Pensavo che sono rare le volte le quali Valentina viene in queste occasioni. >> Valentina non aveva smesso di leggere.
Giulia abbassava gli occhiali da sole e lo guardava dritto negli occhi, era così impacciato. << Non è così sprovveduta, ha un costume sotto quell'ammasso di vestiti. Quando vorrà, se li toglierà. Giusto, Vale? >>
La ragazza annuiva e poi con la coda dell'occhio guardava l'albino che guardava l'oceano, dopodiché Yamamoto si allontanava dicendo di voler fare un bagno con gli altri e il momento dopo la castana si era alzata mormorando:
<< Torno subito. Sta' attenta a quel tizio. >>
L'amica si era risvegliata e guardava nella sua stessa direzione, capì al volo. << Ok! >>
"Oh beh, anche lui come modello non se la cava male, eh..." commentava Giulia riferendosi alla Tempesta, mentre Valentina si allontanava " Meglio Kyouya, però. Che visione... non smetterei mai di guardarlo." Come se l'avesse sentita si era girato e con le labbra sibilò "Preda.", Giulia scattò. "Mi ha scoperto! Naturale direi... dannazione!" imprecava dentro di sé e provando a coprirsi con l'asciugamano, al contrario dell'amica lei aveva già messo in mostra il suo costume intero nero.
<< K-Kyouya! Come mai sei qui? >> provava a fare la finta tonta, ma non funzionò.
<< Dovrei dirlo io. >>
<< Uhm... >> era sceso un silenzio, ma si era ripresa dopo qualche minuto << V-vuoi fare una passeggiata? >>
Hibird era spuntato fuori e la sua vocina cinguettava: << Hibari! Hibari! >>
Il capo disciplinare intuiva che l'uccellino gli stava dicendo di accettare e così, Hibari andò a prendere una giacca leggere e la indossò, lasciando scoperto il torace scolpito. Giulia faceva lo stesso mettendosi un pareo.
Camminavano fianco a fianco, con Hibird che canticchiava l'inno della Namimori, la ragazza lo fissava rossa, però schiuse più di una volta le labbra provando di iniziare un discorso, ma non ne aveva il coraggio.
Andavano dritti, sempre in silenzio.
A un certo punto, lei si era fermata e lo chiamava: << Kyouya. >>
Lo stesso aveva fatto lui e la guardava dritto negli occhi, aspettando che continuasse e la mora balbettava: << Io- >> fu interrotta e quando se n'era accorto, non era che la voce non usciva, ma non gli arrivava all'orecchio.
Nel giro di un secondo, Giulia era stata rinchiusa in una bolla d'acqua enorme e continuava a sbattere i pugni per farla scoppiare e poi si apriva un piccolo varco, per un solo instante, e la voce squillante urlava: << Kyouya!! >>
Il capo disciplinare divenne di cattivo umore e emise un'aura oscura, quando aveva notato il nemico: era una ragazza dai capelli celesti, lunghi e una coda da sirena.
<< Tu sei un Guardiano Vongola, giusto? Da quanto tempo, eh? Nyu. >>
Bluebell guardava aguerrita il Guardiano delle Nuvole, che come dal suo solito, aveva tirato fuori dal nulla i tonfa e guardava fisso su Giulia. Bluebell si divertiva a girarle intorno e a minacciare Hibari: << Noi Corone Funebri sappiamo che voi Vongola sapete che fine ha fatto Byakuran, quindi ditecelo! Se rivuoi la tua ragazza, portami dal tuo Boss! Nyu! >>
Al moro cresceva la rabbia e ignorando la Corona Funebre, Giulia non sopportava di vedere il ragazzo così e con le lacrime agli occhi gli urlava: << Kyouya, fa' attenzione! >>
Lo sguardo antrace era più truce e in un attimo Hibari aveva superato Bluebell, scoppiava come una bolla di sapone quella specie di sfera e teneva stretta tra le sue braccia la sua preda. La sirena era scioccata, neanche aveva avuto il tempo di ribattere e si girava di scatto per racchiare: << Ehi! Non è giusto! Quella era il mio ostaggio! Nyu! >>
Hibari sibillava: << Tu sei la mia Preda. Non ti devi far catturare da nessun altro. >>
Con occhi increduli, quasi sognanti, si aggrappava al moro. << Scusa, hai ragione. >>
<< E tu. >> rivolgendosi a Bluebell << Kamikorosu. Io non so nulla di quel erbivoro, non faccio parte dei Vongola e non rispondo a nessun Boss. Inoltre, lei >> mettendo Giulia davanti a sé, stretta in una morsa con i tonfa << Lei non è un tuo ostaggio, lei è la Mia Preda. >>
Bluebell gli faceva una pernacchia e se ne andava, sentendosi umiliata. Giulia riprendeva:
<< Io... volevo dirti che affinché tu mi salvi, sarò felice di essere la tua preda! >>
Riusciva a dire una frase del genere con il sorriso e il Guardiano della Nuvola era sopreso, pensando a un piccolo "Wao" e appoggiandole violentemente le labbra sulle sue, passando poi sul collo, facendole un succhiotto.
<< Qui è pericoloso lasciarti andare senza un marchio di proprietà. >>
Non era ancora pomeriggio, ma se ne andava verso la direzione opposta alla spiaggia, mentre Giulia lo osservava rossa. "Kyouya... Grazie." E anche lei se ne tornava dalla sua amica.

Nota d'Autrice
Ciao a tutti :3
Thank you for all! cit. del mio stupido compagno di banco. xD
Ok, ragazzi e ragazze, il Nyu! di Bluebell si intende l'orsacchiotto che imitava la sua espressione ^^ - per me buffa xD-
Bene, il dizionario quasi inutile di oggi:
Kamikorosu -> I'll bite you to death (eng vrs.) -> Ti azzennerò alla gola (ita vers.)
In pratica una delle mie parole preferite ** Una parola, una frase, una minaccia.
Alla prossima!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20. Svelati ***


Lo Scambio Culturale
20. Svelati

 

Valentina si era alzata per raggiungere Gokudera che si era seduto un po' lontano dal resto della famiglia, osservava il mare e le sue onde, i mocciosi giocare con le ragazze, l'esaltato della box dare pugni alle onde e il fanatico del baseball nuotare a dorso. Era tutto così tranquillo, aveva appoggiato il gomito sul ginocchio piegato al petto e aveva disteso la gamba destra, indossava il costume, che erano dei boxer neri e che gli davano un'aria dura, ma da come la vedeva la castana era frustrato.
<< Come mai così tranquillo? >>
Si era seduta accanto a lui e fissava la stessa scena. Lui faceva una smorfia.
<< Non è niente di cui dovresti preoccupare. Piuttosto, dovresti pensare alla tappetta, ho notato che neanche Hibari è nei paraggi. Voi non stavate sempre insieme? >>
La ragazza non restava in silenzio, anzi sbottava: << Scusa se mi preoccupo per te! Peccato che sono solo io a decidere di me stessa e di cosa voglio fare, sono libera di interessarmi a te quando voglio! Quindi non rompere e non fare quell'aria da scorbutico, perché se vuoi, puoi essere comprensibile. >>
L'albino era rimasto di stucco e si era svegliato, tanto che i suoi occhi smeraldo erano sbalorditi di vedere la ragazza convinta e determinata, ridacchiò e le disse infine: << Ho capito, non te la prendere! >>
<< Gokudera..! >> stava per prenderlo a pugni, quando l'albino le bloccava i polsi.
<< Hayato. Chiamami Hayato. Sono stanco di farmi chiamare per cognome. >> poi si era accorto di cosa avesse detto e balbettava imbarazzato << E-ecco non è che faccio un'eccezione per te, ma siccome ti chiamo per nome e ormai mi sono abituato, non voglio smettere. >>
Alla castana, il battito era accelerato ed era felice di averlo visto rosso.
<< Non trovo giusto che sia io ad adattarmi, Hayato. >>
Lei gli sorrideva e lui ricambiava.
Giulia era tornata e aveva assistito alla scena: Valentina leggermente rossa e Gokudera che sorrideva, in mare c'era un Yamamoto distratto, che guardava da lontano. "Mi faccio un bagno veloce." Si era avvicinata alla deriva e si era tuffata, nuotando, raggiungeva il moro e lo risvegliò: << Yamamoto! >>
Voltandosi, riprese con un sorriso gentile. << Ah! Giulia, sei tornata. >>
<< Già. >> avvicinandosi a lui, notava che non toccava il fondo e parlare in quelle condizioni non era appropriato, così suggeriva << Torniamo a riva? >> Lui annuiva e seguiva l'amica.
Non poco distanti dalla spiaggia, avevano incominciato a giocare a palla come copertura e lei iniziava con un palleggio alto; il suono delle onde aiutava molto a coprire le loro voci:
<< Dimmi la verità. >>
Lui riceveva con un baker. << Riguardo a cosa? >>
Provava a schiacciare, ma bassa com'era e l'acqua che le impediva movimenti ampi, non ci riusciva.
<< Non faccio più preliminari, mi sono stancata. Ti piace Vale? >>
Lui sbarrava gli occhi e incredulo chiedeva: << Come ragazza? >>
<< No, guarda! Come pesce! Sì, stupido, dài, non nasconderlo a me! >>
<< Non lo so. >>
Esasperata, alzava le mani in aria. << Oh ma che caz.. cavolo! Come ti sentivi mentre li guardavi prima? >>
<< Come se perdessi le forze. >>
Giulia aveva recuperato la palla e la lanciava in aria. << Quindi male. Sei geloso. >>
Yamamoto si era bloccato e aveva fermato il gioco. La ragazza si era avvicinata inciampando e lui l'aveva salvata, prendendola tra le braccia, nel frattempo Valentina e Gokudera si erano avvicinati e il moro sussurava, avvicinandosi all'orecchio della mora: << Se i miei amici sono felici, sarò felice anch'io. Non ho il diritto di intromettermi. >>
<< Giuuu! >> urlava << Ti ho vista cadere, ti sei fatta male?! >>
Mentre arrivava anche lei correndo in acqua, inciampava su un sasso e Gokudera l'aveva afferrata in tempo, trattenendola per i fianchi; l'albino riprendendo fiato, le suggerì seccato: << Sta' attenta. >>
Le guancie della ragazza era divenute violentemente rosse e strattonò il ragazzo per liberarsi. << Ho capito! >> disse velocemente per non farsi udire anche da Giulia e Yamamoto che si stavano avvicinando. La mora si era precipitata, dimenticandosi che era stata lei la prima a cadere: << Vale! >>
Il Guardiano della Tempesta era rimasto in silenzio a guardare il suo compagno, gli stavano saltando i nervi "Quello scemo! A Valentina avrà dato sicuramente fastidio il fatto che quella tappetta sia stata salvata in quel modo!"
<< Giu, stai bene? >> per fortuna, grazie a Gokudera non si era presa una storta << Non ti sei fatta male? 'Sti stupidi sassi!! >> la mora si era messa a ridere e con lei il fanatico, che avvicinandosi proponeva alzando la palla:
<< Vi unite a noi? >>
<< No, basta così. >> rispondeva Giulia << Con tutti questi sassi finiremo per ammazzarci. >> E mano nella mano con l'amica si riaviava verso la spiaggia, seguite dall'albino e il moro.

Ritornate all'albergo, buttandosi entrambe sul letto, la castana iniziava a confidarsi, mugulando prima qualcosa di incomprensibile come "Sono esausta..!" e poi, quando la mora si sforzava di capire, tendendo l'orecchio, affermava timidamente: << Ho fatto la mia scelta. >>
Giulia annuiva con un sorriso stampato sulla faccia, e indovinava: << Lo scorbutico, vero? >>
<< Già. >> conveniva, poi si portava a sedere sul bordo del letto e continuava << Come ti sei procurata quello? >> facendo cenno al succhiotto. L'amica guardava e scuoteva la testa.
<< Giu, dimmelo. >> faceva seriamente, quasi come una minaccia.
La mora le aveva preso la mano con l'anello che le aveva regalato Gokudera e farfugliava rassicurante: << La prossima volta sarai tu a proteggermi, lo so. >>
Valentina spalancava gli occhi. << Sei stata attaccata?! Quando?! >>
<< Con Kyouya. >>
Quasi tirò un sospiro di sollievo, ma molto più preoccupata di prima. << Ti ha salvata. >> traeva le sue conclusioni << Se l'è cavata bene, se non hai ferite. Giulia, ti sei spaventata? >> L'amica scosse di nuovo il capo.
<< Kyouya è davvero forte, sono stata più tra le sue braccia che rinchiusa in quella specie di bolla. Per punizione per essermi fatta catturare da altri, mi ha fatto questo, però Vale, >> anche lei cercava di sedersi, o per lo meno di guardarla negli occhi << ora, con tutta sincerità, voglio che tra me e lui funzioni. Ma anche che tra te e Gokudera funzioni. Noi siamo amiche e ci sosterremo a vicenda, come sempre. Ovvio mi affido a te per tutto, però ora potrai concentrarti molto meno. Difendi anche chi ora è nella tua vita. E' giusto così, no? >>
Sorrideva e la sua amica contraccambiava. << Sentimentalista, ma mi piaci così. Però non ti prometto che uno di questi giorni non cambatto con quel bastardo. Chissà che in questi giorni non mi procuri uno scrigno. >>
Giulia rideva di gusto. << E tu sei una violenta. Voglio proprio sapere chi vincerà, ma non voglio che vi ammazziate a vicenda! Siete due delle persone più importanti per me! >>
<< Ti sei innamorata di un uccello, lo sai? >> la scherniva, ma la mora ribatteva giocosa.
<< E tu di un mafioso italiano, qui, che siamo in Giappone! >>
Se la ridevano e dopo qualche ora, continuando a raccontarsi le loro ultime avventure con i Guardiani, si erano addormentate nello stesso letto, vicine, così che nessuno in quella notte poteva separarle.

Note d'Autrice
Scusate il mio ritardo!! Davvero non volevo! Per due settimane di fila ho avuto un compito in classe di venerdì -cosa che non è mai successa- e non ho avuto proprio tempo di aggiornare! Quindi vi aggiorno oggi, ma molto probabilmente non questo giovedì, ma il prossimo!
Sono davvero dispiaciuta!
Spero che questo capitolo riscatti un minimo delle mie colpe!
A presto!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21. Malumore ***


Lo Scambio Culturale
21. Malumore

 

L'autunno era arrivato e la coppia d'amiche stava osservando gli alberi spogli e il letto di foglie che si estendeva nel cortile della scuola. Entrambe avevano un'espressione impenetrabile.
<< Siamo a metà anno, Vale. >>
<< Rispetto all'inizio, però, è cambiato qualcosa. >>
Giulia cercava la sua mano e Valentina gliela strinse. Il silenzio fu interrotto presto e la mora lasciando la mano, con la testa la incoraggiò ad andare. << Vogliamo entrare? Tra un po' dovrebbero arrivare tutti. >> sorrideva gentilmente.
<< Giulia, quando glielo dirai? >> chiedeva di punto in bianco << Sei irrequieta in questi giorni. >>
Lei fece spallucce. << Non ci siamo incontrati ultimamente e lui non è venuto a prendermi. >>
<< Vuoi che chieda a Hayato e Yamamoto se hanno avuto altri attacchi da parte dei Millefiore? Sai che ormai non ci nasconderanno niente. >>
La mora scuoteva la testa e sospirava. << Non è il caso. Dimmi, come va con lo scorbutico? Siete vicini al fidanzamento? Sono molto curiosa al riguardo, lo sai. >> commentava con aria felice, dimenticando il problema-Kyouya, ma Valentina non si faceva ingannare facilmente.
<< Giulia >> rimproverava un po' imbarazzata << Sei incorreggibile! Sai che quando accadrà qualcosa sarai la prima a saperlo, ma non cambiare discorso! >>
La mora ridacchiava: << Ok, ok! Senti, non mi sembra il momento di dirglielo e nemmeno per chiedergli di uscire, ultimamente la situazione si è calmata, forse i Millefiore hanno trovato ciò che cercavano, ma lui è impegnato con il comitato disciplinare con il fatto che la scuola è appena iniziata. Non mi va di essere un peso. >>
<< Ma forse gli sarai d'aiuto, lui non ti vede come un giocattolo? >>
<< Grazie per avermelo ricordato >> puntualizzava seccata << mi vede come preda, quindi qualcosa comunque di vivente. Perché ora vuoi che vada tutto bene con Kyouya? Pensavo che non ti piacesse. >>
Valentina l'aveva superata con passo svelto e girandosi le diceva: << Infatti, se ti farà del male, lo uccido. Però, quando stai con lui sei più raggiante, perciò ti fa stare bene, e finché sarà così, è salvo. Ora sei triste e la causa è lui, perciò se non vedrò un sorriso entro questa giornata, gli darò qualche calcio in culo. >>
Sorpresa e incredula annuiva: << D'accordo, come vuoi tu Vale. Andrò a fargli visita a pranzo, però anche tu vedi di ottenere qualcosa da Gokudera! Ah, giusto, ma Yamamoto? >>
<< "Yamamoto?" cosa? >>
<< Come va con Yamamoto? >> Lei non le aveva rivelato proprio tutto, perché sarebbe stato giusto che fosse lui a dirglielo, ma a quanto pare era rimasto in silenzio, anche se sapeva che all'inizio fosse ricambiato << Continuate a giocare a baseball? >>
La castana la guardava interrogativa: << Sì. Perché? Yamamoto è sempre spensierato e simpaticone, quindi non c'è niente da dire. Poi è concentrato con la squadra e alle partite, quindi ogni tanto non si fa vedere. >>
<< Oh. >> "Quindi, Valentina non si è accorta cosa prova. Quasi mi dispiace, ma poteva farsi avanti prima di quello scorbutico. Gokudera non è male, anzi, se magari facesse più avances con Vale, sarebbe meglio." rifletteva maliziosa Giulia. << Guarda chi c'è! >> urlava la castana con fare dispettoso << Il capo del comitato disciplinare. >>
La mora si era bloccata, ma col tempo, la durata era diminuita di un minuto e riprendendosi, si voltava dall'altra parte; Valentina la spingeva verso di lui suggerendole: << Vai, Jules! >>
Hibari l'aveva presa in tempo. << Preda. >>
<< K-Kyouya. B-buongiorno! >>
La lasciò andare subito e alla ragazza era dispiaciuto il gesto.
Lui l'ammoniva fin da subito: << Non disturbare la pace della scuola. >> e si allontanava freddo e distaccato, senza nemmeno aver messo un minimo di maliziosità nell'avvertirla.
"Kyouya... non sei più interessato a me?"
<< Oi Giù, com’è andata? >> chiedeva Vale, risvegliandola dai suoi pensieri. << Cos'è quella faccia? >>
Affranta, rispondeva: << Niente. Non è niente, Vale. Andiamo in classe. >>
Nel cammino avevano incontrato il dottor Shamal che vedendo le condizioni della mora, si faceva avanti con le sue moine: << Oh ma tu sei quella dell'altra volta... Heiloz-chan! >>
<< Giu, conosci 'sto tizio? >> mormorava Valentina.
Giulia alzando lo sguardo, annuiva a stento: << Ah sì, ha curato Kyouya, una volta. E' il dottore della scuola. >>
<< Heiloz-chan stai bene? Dài, fatti curare dal tuo Shamal!! >> allungava le labbra per darle un bacio e braccia per saltarle addosso, ma Valentina gli tirò una sberla.
<< Mi scusi, mi è scivolata la mano. >>
<< Oh no, scusami tu cara, ero concentrato sulla nostra malata, ma anche tu sei molto carina, qual è il tuo nome, bellissima ragazza dai capelli dorati come il grano e occhi celesti come la volta? >>
"Ma quanto chiacchera questo..." pensava De Silvestri sempre più irritata "Se cerca di nuovo di toccarmi o anche di sfiorare Giulia, lo picchio a sangue." e come prevedibile il dottor Shamal cercava di toccare il seno delle ragazze e la castana, come si era promessa, iniziò a tirare pugni e calci a destra e a manca, rendendo del dottor Shamal solo un corpo sanguinante. Alla fine, sostenendo anche Giulia per le spalle, diceva:
<< Sono un'alunna della scuola e se continuerai a molestarmi o molestare la mia amica, non mi limiterò a denunciarti, ma te le darò di santa ragione. >> minacciava Valentina << Andiamo Giulia! >>
La mora era rimasta in silenzio a osservare e si limitava ad annuire, era veramente preoccupata e distratta; seguiva la castana e presto giunsero in classe, dove Kyoko e i Guardiani cercavano di risollevarle il morale:
<< Dài, Giulia-chan, non te la prendere! >> incominciava Kyoko << Sarà che è molto stressato! Ma vedrai che ti concederà tutto il tempo che vuoi, quando sarà di nuovo libero! Si vede che tiene a te! >>
Yamamoto accarezzandole la testa, invece la incoraggiava: << Giulia, sai bene che l'hai stregato, quindi non ti devi far problemi! >> rideva e la mora lo guardava con un leggero sorriso.
<< Beato te, che la fai facile. >> poi ricordandosi che anche lui soffrisse, abbassava lo sguardo e si scusava: << Non volevo, scusa Yamamoto. >> il moro la guardava interrogativo, ma presto intuiva e continuava ad accarezzarle la testolina nera. Gokudera gli fermava la mano e lo avvertiva: << Hibari potrebbe entrare in un qualsiasi momento. >>
<< Non fa niente di male, Hayato. >> commentava Vale << Giù, stai meglio? Vedi, hai il sostegno di tutti, quindi non pensarci più. Hibari è uno stronzo e lo sai benissimo. >>
A Giulia, poi, balenò un'idea che condivise all'istante: << E se avesse trovato un'altra preda? >>
Kyoko si affrettava a negare: << No! Non è così, Giulia-chan! Facciamo così, dopo scuola ci vediamo tutti a casa di Tsuna-kun e ne parliamo! Oggi devo far visita alla signora Sawada, insieme a Haru e forse grazie ai dolci della mamma di Tsuna-kun capirai che andrà tutto bene! >>
<< Sasagawa-san, grazie. >>
<< Ora calmati. Ti voglio concentrata per il compito, non vorrai mica abbassare la tua media per un ragazzo? >> domandava divertita, notando che l'amica riprendeva colore e convinzione. << Vuoi che riveli ai tuoi genitori che hai un ragazzo sadomaso? >>
Una Giulia sbiancata era diventata immediatamente rossa e urlava come una forsennata:
<< No! Assolutamente no! >>

Nota d'Autrice
Ciao a tutti! Siamo vicini a Natale! Che bello! E domani è il mio ultimo giorno di scuola, sono troppo contenta, non vedo proprio l'ora di iniziare le vacanze e dedicarmi alla lettura di libri, fan fiction e anche di scrivere tanti tanti capitoli. Sì, sono determinata a scrivere, ho un sacco di idee e spero che non ne rimaniate delusi.. bene, sperando che anche questo capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo alla prossima!
Grazie davvero a tutti! :D
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 22. Insieme ***


Lo Scambio Culturale
22. Insieme

 

La pausa pranzo era incominciata e con un ultimo incoraggiamento spingeva l'amica verso le fauci del lupo:
<< Jules, sei obbligata a risolvere questa cosa con quello stronzo, o giuro che ti rispedisco in Italia! Intesi? >>
"Se non la convinco ora, questa finisce di non voler fare più nulla per tutta la giornata e terrà il muso per tutto l'anno, rimpiangendo il momento." La guardava intimandola di andare, la mora aveva uno sguardo un po' perso. "Giulia, svegliati! Devi lottare! Ci sarò io a coprirti le spalle e se cadrai ci sarò io a sorreggerti! Ma tu devi lottare!" << Cosa intendi fare?! >>
Lo scocchio della rabbia le aveva aperto gli occhi.
Heiloz si era alzata tutta incavolata e le urlava: << Ho capito! Ho capito! Vado ora! >>
Un piccolo sorriso soddisfatto era comparso sul viso di Valentina.
"Oh bene!"
<< Valentina? >>
La richiamava Gokudera, che si era avvicinato e si chiedeva perché la tappetta fosse così sulle spine, ma non gli importava, perché si era imposto di concentrarsi sulla castana, alla quale suggeriva di farsi un giro. La castana annuì ed entrambi uscirono dalla classe, mentre camminavano nei corridoi, alcune ragazze fermavano più volte l'albino e questo impressionava sempre di più la ragazza.
Fianco a fianco, la Tempesta teneva la testa bassa e continuava a ripetere più a Valentina che alle sue fan: << Scusa. Non so davvero che cosa stia succedendo. >>
La ragazza gli prese la mano e disse: << Forse così nessuno ci interromperà. >>
Gokudera era arrossito violentemente, ma strinse con felicità la sua mano e piano piano passeggiavano verso il terrazzo della scuola e come la ragazza aveva predetto, nessuno li aveva più fermati, anche se c'era un mormorio di sottofondo: voci distinte femminili infastidite, gelose e acide creavano pettegolezzi dal nulla, ma né a Valentina né a Hayato importava di quello che accadeva attorno a loro.
<< Ti senti a disagio? >> mormorava il ragazzo.
<< Se fossi a disagio, non credi che sarei già scappata? Guarda, non me ne frega un cazzo di quello che dice la gente e non è la prima volta che sono l'oggetto della conversazione. Un esempio: il primo giorno mio e di Giulia, l'hai presente? E penso che con te, non sarà diverso. >> ridacchiava e il Guardiano della Tempesta con lei.
Arrivati in terrazza, si tenevano ancora per mano e si sedevano appoggiati sul muretto. Lei era rimasta silenziosa, calma e aspettava con intrepida pazienza; lui cominciava a prendere coraggio, mandando giù un groppo in gola e poi le confessava ogni suo pensiero:
<< Non voglio che tu corra dei rischi per colpa mia. >>
Valentina si aspettava più "Diventa la mia ragazza" o un "Combatti con me" o qualcosa del genere, ma lui se n'era uscito così, rovinando il momento. La castana aveva allentato la presa e Gokudera se n'era accorto, lei così domandava con molta serietà: << Perché? >>
<< La mafia è pericolosa. Quando tornerai in Italia, spero che non ti prendano di mira a causa mia, i nemici della famiglia Gokudera e dei Vongola sono tanti. Sarebbe meglio non creare legami finché sei in tempo. Io rimarrò qui in Giappone con il Decimo e non potrò proteggerti. >>
Valentina sentiva la rabbia crescere e non volendo ascoltare una parola di più, lo baciava improvvisamente, sorprendendo lui e se stessa. "N-non è giusto che io non possa combattere per noi. Perché dovresti combattere solo tu? No, in qualche modo, devo avere la forza di essere sicura delle scelte da me fatte, senza voltarmi indietro."
Lasciava quell'amaro in bocca, come cioccolata fondente, le labbra di Gokudera e un sorriso timido gli sbatteva in faccia la verità:
<< Qual è il problema? Anche se avessi una vita piena di pericoli, me la caverò, questo perché ho deciso io di voler stare con te! Hayato, tutto ciò che voglio è combattere con te, scemo! >>
La Tempesta era confuso, aveva detto un sacco di cose in pochi secondi e tutte sconvolgenti che voleva mettere a fuoco, ragionare, capire la situazione come meglio poteva per rispondere a Valentina in modo chiaro:
<< A-aspetta. Frena. Tu mi hai appena b-baciato e che moriresti pur di stare con me? Ah e mi hai dato dello scemo! Quel fanatico del baseball ti ha completamente influenzato con la sua stupidaggine! C-che.. ?! >>
Lei lo aveva baciato nuovamente. Azzittendolo.
<< Te lo dico chiaro e tondo, tu mi piaci. Devi capire questo e nient'altro. Vuoi stare con me sì o no? >>
Gokudera si era alzato e cercava di non farsi vedere in faccia, era troppo rosso per l'imbarazzo, per quel nuovo sentimento che lo stava invadendo, ma replicava con decisione:
<< Sì! Voglio stare con te, Valentina! >> Voltandosi e tendendole una mano proponeva balbettando << Fa' quello che ti compiace, fa' tutto quello che vuoi, ma non rischiare, non morire per un tipo come me. >>
Lei sorrideva e afferrava la sua mano. << Io non morirò facilmente, se non lo voglio io! >> Alzandosi, si era sbilanciata e l'albino l'aveva sostenuta, come quella volta in mare.
<< Quando vuoi, puoi aggrapparti pure a me, Vale. >>
Alla ragazza si accendevano gli occhi e lo ringraziava con il cuore.
La campanella suonò e Gokudera e De Silvestri rientravano con tutta tranquillità, tenendosi sempre per mano. La castana, mentre camminavano, dava libero sfogo ai suoi pensieri: << AH! Giulia! >>
<< Ora che c'entra la tappetta?! >> urlava arrabbiato l'albino.
<< Doveva risolvere alcune questioni con lo stronzo! Spero che sia andato tutto bene. >>
Il ragazzo, poi, gli rivelò: << Non pensi che la tua amica e Yamamoto si stiano... beh... come dire, avvicinando? Ogni tanto ho l'impressione che ci stiano nascondendo qualcosa. Come prima, lui che le accarezzava la testa, lei che si scusava. C'è una strana intesa e... non mi piace. Ho sempre pensato che la tua amica sia sempre stata molto presa da Hibari e se ora s’intromette Yamamoto, ci sarà un conflitto interno nella famiglia e come braccio destro del Decimo non posso permetterlo. Il Decimo riuscirebbe a sistemare tutto, ma lui non c'è ed io.. >>
Era frustrato e Valentina lo rassicurava: << Ci sono sempre io. Sono del Firmamento, ricordi? E la mia amica me la gestisco io >> gli faceva l'occhiolino << Giulia è una ragazza fedele, molto fedele. Non penso che provi qualcosa per il nostro Yamamoto, lei sa tutto quello che deve sapere e non si è mai interessata ai ragazzi che amano in modo ossessivo, come dice lei, allo sport. E' più il mio tipo! >>
<< Non te la tirare, non voglio discutere di certe cose con te. Mi basta quello che ci siamo detti in terrazza. >>
Lei rideva e si scusava: << Ti ho già detto che non ti devi fare problemi. >> Si lasciavano la mano davanti alla porta della classe, ma entrambi entravano con un sorriso in faccia.

Nota d'Autrice
Ancora grazie a tutti!!!
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo! Avete visto? Qualcosa è successo, vi ho sopresi? :)
Bene, accetto tutto: critiche, neutre e positive!
Nessun esclusioni di colpi, intesi!
Alla prossima e buon S.Stefano!
Ci vediamo nel 2014! :3
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 23. Congetture ***


Lo scambio culturale
23. Congetture

 

Giulia vagava nei corridoi, tanto anche se era distratta o non guardava dove andasse, i suoi piedi, il suo istinto, l'avrebbe ricondotta da lui. "Mi manca il suo lato malizioso, il sorriso sardonico, la voglia di infliggermi dolore solo per il suo piacere e il mio piacere. Oddio. Sono davvero una masochista di alto livello. No, è lui il sadico di alto livello. E' uno stronzo, ma cosa potrei mai chiedergli? Di essere il mio ragazzo? Di legarsi a me? Non lo farebbe mai, nemmeno in punto di morte." Ecco che si ritrovava di fronte alla porta del Comitato Disciplinare. "Dannazione."
Prima di bussare, prese fiato e abbassando lo sguardo vide una poppante, come facesse sapere che era femmina, non lo sapeva ma pensava che fosse intuito femminile. Stava tenendo in mano un raviolo cinese fumante, a Giulia veniva l'acquolina in bocca, così si chinava e fissandola meglio la riconosceva: era I-pin.
<< I-pin, giusto? >> La piccola rispondeva in cinese e Giulia piegava la testa di lato e continuava << Non ho capito, scusa. Ehm... stavi cercando Kyouya, piccola? >>
Lei era arrossita e sulla sua fronte erano apparsi dei strani segni e Giulia ripeteva agitata: << No, no! Aspetta, che cos'hai stai male?! >> urlava sempre di più disperata, se la cavava abbastanza bene con i bambini, ma non le erano mai capitati di questo tipo, quando la porta si spalancava e qualcuno l'aveva tirata dentro nel salottino velocemente.
"Ahi.. Ma cosa?" Riapriva lentamente gli occhi e dietro di sé c'era il Guardiano delle Nuvole "Kyouya!", il momento dopo si sentiva un'esplosione da dietro la porta. Giulia era impallidita. << I-I-... I-Pin!! >>
<< Sta bene. Non ti devi preoccupare. >> replicava seccato il moro.
<< Ma cosa dici?! C'era I-pin! E se fosse stata coinvolta allo scoppio! Sarà ferita! >>
Hibari le bloccava i fianchi e lei si era accorta che erano seduti sul pavimento, non aveva per niente fatto caso alla caduta grazie al ragazzo, ma poi il ragazzo spuntava vicino alla spalla sinistra di Giulia. << Perché sei qui? >>
Giulia spalancò gli occhi. << Kyouya, a I-Pin serve aiuto. Perché allora noi siamo ancora qui a parlare? >>
Il moro sbuffava e accontentava la ragazza: << E' lei la bomba ed è lei che ha provocato l'esplosione. >>
<< Cosa? >>
<< Hai capito. Ora, perché sei qui? Mi disturbi. >>
Giulia, che fino ad ora cercava di guardarlo in viso, volgeva lo sguardo verso il pavimento. Era rimasta in silenzio per un bel po', ma presto il respiro di Hibari sulla sua pelle, l'aiutava a parlare:
<< Non hai mai detto "Preda". >>
<< Pensavo che ti infastisse, anche se è quello il tuo nome. >> replicava serio e alla ragazza non piaceva per niente la situazione << Stai cercando di dirmi qualcosa? >>
"Che mi manchi, idiota."
<< No, ma anche in queste frasi non mi hai chiamata con quel vezzeggiativo. >>
Il Guardiano delle Nuvole si alzava, lasciando Giulia a terra, vuota e priva di forze. Si portava al divano lì vicino e osservava la sua preda semi-sdraiata sul pavimento. Un sorriso crudele era appena accennato.
Appoggiato un gomito sul bracciolo e la sua testa sorretta dalla mano, con un mormorio impercettibile diceva:
<< Preda. >>
A Giulia vennero i brividi. Lo guardava di scatto in faccia e ritrovava la serenità, con un sorriso ebete affrontava quel lupo famelico che la tentava più di chiunque altro. << Kyouya! >>
<< Ho del lavoro da sbrigare, quindi se vuoi qualcosa devi dirmelo, ma non ti assicuro che la tua richiesta sarà accontentata, anzi, per come sto perdendo il mio tempo per questo gioco, se pur stimolante, penso che ti azzannerò alla gola fino alla morte. >>
La mora cercava le parole giuste per formulare una frase concreta e imponeva al cervello di aiutarla: "Ehi, c'è qualcuno là! Kyouya soddisferà una delle mie richieste e tu brutto scemo di un cervello non mi aiuti?? Ehii!". Alla fine il suo subconscio le fece dire parole che non avrebbe mai pensato di esprimere: << Fammi tua. >>
"CHE HAI DETTO?!" chiedeva gentilmente il cervello al cuore "Non è vero niente che al cuore non si comanda! E ora? Che facciamo, eh? Quello ci sta guardando come se volesse fare molto di più che impossessarsi del tuo corpo!"
A Giulia stavano saltando i nervi, il cervello commentava irritato, il cuore che diceva "Facciamolo! Facciamolo!" e l'anima e il corpo che lo stavano desiderando con tutto loro stessi. Tre su quattro hanno dato il loro consenso e Hibari era più che felice di iniziare a spogliare la ragazza.
Risvegliandosi sul divano, mentre lui stava sulla sua scrivania, tutto vestito, fresco come l'acqua di prima mattina era intento a scribacchiare qualcosa, e lei quasi pentita, nuda, imprecava dentro di sé "Dannazione! Ma perché deve sempre finire così?!". Era ancora nuda e le finistre non erano coperte da tende, la sua temperatura si era alzata notevolmente.
<< Hentai. >> Hibari non rispose, ma alzò solo lo sguardo. << Sei un egocentrico hentai!! >>
Il moro rideva di gusto e con un dito le diceva di avvicinarsi.
Giulia si alzava ed era nuda, i suoi vestiti ancora a terra, quasi sembravano inutili visti così, ma andando vicino al fianco destro del ragazzo, questo la afferrava e cingeva la vita, minacciandola:
<< Non devi scappare, ma questo lo sai. Inoltre, sei una preda soddisfacente, a dir poco stupefacente pensando che arrivi nei momenti giusti. >> Giulia sapeva che non stava alludendo a niente, era felice, questo significava che gli aveva alleviato un po' di stanchezza << Ora dimmi perché sei qui. >> ordinava autorevole dal basso e sfiorando con il naso la sua pancia. << La tua voglia di combattere è ancora viva dentro di te, la sento. >>
<< Niente, davvero. Voglio solo.. >> "E ora che mi invento?" << ..Far parte del Comitato Disciplinare. >>
L'espressione di Hibari si era rabbuiata all'istante. << Non mi servono femmine nel mio comitato. >>
<< Ti serve per la tua pace. Alleggerire il tuo lavoro, possiamo dire. >>
Il sorriso crudele si faceva più ampio << Stai alludendo qualcosa, preda? >>
<< Siccome odi la parola "aiutare" allora, vorrà dire che vorrei "allearmi" con te. Permettimi di fare almeno questo, non tutte le ragazze sono inutili, sai? >> Il ragazzo ci stava davvero riflettendo, e lei glielo leggeva in faccia, prendendogli quella chioma nera tra le mani e chinarsi a baciarla << Riflettici bene, Kyouya. >>
Lui muoveva le labbra, facendole il solletico: << Se scappi, ti azzanno alla gola. >>
<< Kamikorosu, eh? >> rideva felice dentro di sé, come una bambina che aveva ricevuto un fiore dalla persona amata. Poi scostandosi un po', la sollevava e la fece sedere sulla scrivania.
<< Devo lavorare. >> Lei annuiva impercettibilmente << E no, non ti prenderò nel Comitato Disciplinare. >>
Lei metteva il broncio e mugulava: << Come no? Pensaci, dài. Potremo.. ehm beh.. fare quello che facciamo sempre quando vuoi >> Lo prendeva per i capelli, erano estremamente morbidi << Ti do un'ultima opportunità per accettare. Mi darai la tua risposta questo pomeriggio, vado a casa di Sawada-san, ci vediamo dopo. >> Era scesa dalla scrivania e lo sguardo sbalordito di Hibari la divertiva. Usciva ancheggiando un po' i fianchi per provacare il capo disciplinare che si limitava a guardarla attentamente.
Chiusa la porta, Hibari bisbigliava con un sorriso lascivo: << Sono solo congetture. Già lo facciamo quando lo voglio io, Preda. Non credo proprio che >> Hibird era comparso e canticchiava << Che tu venga coinvolta in battaglie già vinte. La mia preda è solo mia. >>

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 24. Decimo ***


Lo Scambio Culturale
24. Decimo

 

<< Gokudera? >>
<< Chiamami Hayato. >>
<< Preferisco Gokudera, lo sai? >> lo incalzava Valentina << Seriamente, posso continuare a chiamarti Gokudera? Mi piace di più. >> Insisteva la castana, mandando nel pallone il Guardiano della Tempesta.
Entrambi stavano andando verso casa Sawada.
Le lezioni erano finite e come avevano stabilito con Kyoko, sarebbero andati a casa di Tsuna per far visita a Nana, la madre di Sawada. Giulia li avrebbe raggiunti con Kyoko e Haru, che aspettavano soltanto la fine degli allenamenti di Yamamoto e gli impegni del club di Ryohei.
Valentina chinandosi un po' si sporgeva a vedere in faccia il proprio ragazzo, stuzzicandolo un po':
<< Che fai? >>
Lui tornava ad affrontarla, ma il suo viso era ancora troppo rosso e si vergognava, così rivolgendo lo sguardo verso l'alto e aumentando il passo, sbottava: << N-niente! Sbrighiamoci. >>
Lei così si affrettava per stargli dietro. << Senti... come mai sei così tanto devoto a Sawada-san? >>
La ragazza percepiva che forse la domanda era un taboo per Gokudera, ma quest'ultimo si fermava e le tendeva la mano. Dopo qualche istante, mentre fissava gli occhi smeraldi, lei gliela prese e si affiancò accanto. << Ho perso contro il Decimo e le regole della mafia sottoscrivono obbedienza e devota fedeltà al vincitore. Inoltre, sebbene eravamo rivali, mi ha salvato la vita. >>
<< I-il vostro primo incontro? >> domandava con voce flebile.
Gokudera annuiva con foga. << Il Juudaime è il migliore! >> Sorrideva e Valentina n'era rimasta sorpresa.
Arrivando al cancello della casa di Tsuna, suonarono il campanello e la signora Sawada li venne incontro, salutandoli con grande entusiasmo: << Oh! Gokudera-kun! De-Silvestri-san! Quanto tempo! >>
"Stava cucinando" pensava perplessa Valentina vedendola con addosso un grembiule e una spatola in mano "Non è che si è dimenticata qualcosa sui fornelli? Io vedo del fumo uscire dalla porta.." Scuoteva la testa "Naaah... non è un mio problema, se non ci offre niente."
<< Signora Sawada, buon pomeriggio. >> si inchinava Valentina per salutarla, a seguito l'albino con un sorriso radioso. L'istante dopo, come un deja-vu, uscirono Lambo e I-Pin che travolsero Valentina, facedola sbilanciare e questa volta, Gokudera la prese in braccio così da non toccare terra.
<< C-che cosa stai facendo, Gokudera?! >> si lamentava imbarazzata la castana.
<< Ti salvo la vita. Quei mocciosi stavano per farti cadere, se non ti sei accorta. >> replicava l'albino come se stesse sgridando una bambina piccola. << Comunque, non hai proprio equilibrio! >>
Valentina balzava giù dalla sua presa e si rimetteva in pieda con molto piacere, riprendendo fiato. Si era accorta che la signora Sawada li stava osservando con un certo interesse e ammirazione.
"Ugh... così non va affatto bene. Quando arriva Giulia?!"
Fingeva di ridere e chiedeva: << Ahah... come va, sign.ra Sawada? >>
<< Tutto bene, cara! Se non mi sbaglio ti chiami Valentina, giusto? Posso chiamarti Valentina-chan, vero? Oh non credo che ti dispiaccia, dài entra! Su Gokudera, entrate che vi offro una tazza di thé, ho preparato pure i biscotti. Al cioccolato, vanno bene, spero! Oh cari miei, siete così giovani!! >> e la porta si chiuse.
"Ma... Come ha fatto?! Senza che ce ne rendissimo conto, siamo qui: davanti a una tazza di thé e biscotti, seduti a tavola con una signora a dir poco esuberante. Ehm... GIULIA?!" ricordandosi poi che era con Gokudera, cercava con lo sguardo l'albino che era proprio accanto a lei, tirava un sospiro di sollievo "Aaah... meno male, non sono sola. Wow, la signora Sawada ci ha fatti entrare senza tanti preamboli."
<< Lambo! I-Pin! Fuuta! Venite, facciamo merenda! >> chiamava la madre di Tsuna. << Incominciate pure, Gokudera-kun, Valentina-chan. >> ridacchiava felice.
<< Grazie, signora! >> mormorava con tranquillità Gokudera; lui era perfettamente a suo agio e Valentina se n'era accorta, si chiedeva perché, ma poi ripensava al momento in cui lui le aveva parlato di Tsuna e si rispondeva da sola.
Al contrario, però, lei rimase ad aspettare. << Grazie mille, ma preferirei aspettare gli altri. >>
Nana Sawada era una donna sensibile, ma molto determinata: << Ma così si raffedderà il thé! >> Aveva messo il broncio << Bevi, sù! >> Valentina non poteva più replicare per non offenderla.
Dopo un sorso si guardava attorno e tanto per far conversazione, mormorava con estrema timidezza: << Non le manca suo figlio? C'è, voglio dire... >> venne subito interrotta.
<< No, Valentina-chan, ma grazie dell'interessamento. C'è così tanto da fare quando ci sono I-Pin e Lambo, Fuuta invece se ne sta' molto spesso buono a leggere il suo libro e con lui ogni tanto Bianchi. >> si sentiva in un certo senso appagata << Anche se non c'è il mio Tsuna-kun, o mio marito, ormai mi ci sono abituata. Gli uomini di questa casa prima o poi, partono per un lungo periodo, ma so che torneranno sicuramente. >>
Nana sorrideva malcelando la malinconia nei suoi occhi.
Gokudera non era intervenuto, ma non ce n'era bisogno e Valentina si scusava: << Mi dispiace per l'impertinenza, comunque se è così, allora sono felice per lei, signora. >>
<< Oh giusto, Gokudera-kun! >> richiamava l'attenzione del ragazzo << Bianchi mi ha lasciato un messaggio da darti: "Torno in Italia per un po'. Devo parlare con nostro padre. La tua sorellona", era così convinta che non ho avuto il coraggio di fermarla, inoltre non vedeva l'ora di partire. >>
L'albino si era messo a bisbigliare: << Tsk... scommetto che voleva solo vedere Reborn. >> sospirava come se non gliene importasse e invece si stava preoccupando << Meglio così. >>
<< Tutto bene, Gokudera? >> sibilava la castana.
<< Huh? Sì. >> rispondeva distrattamente.
<< Anche a te manca Sawada-san? >> Nana si era allontanata per chiamare nuovamente i ragazzi, che giocavano nel cortile. Lei appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo << Vorresti che tornasse, vero? >>
Lui sbuffava. << Vorrei, ma questo comporterebbe la tua partenza. Nonostante tutto, per ora ce la stiamo cavando bene e noi Guardiani non siamo mai stati così uniti prima che voi due arrivaste. Hibari che si sta relazionando con noi ed è meno stronzo, è incredibile quella tappetta gli sta aprendo gli occhi. Anche tu, con me e anche Yamamoto, lo ammetto, hai fatto molto. La famiglia si riunisce molto più spesso e vengono sempre quasi tutti, Chrome forse si sente più a suo agio perchè siete italiane, ma chi la capisce é bravo, e Hibari come già detto viene solo per la tappetta. >>
Valentina lo ascoltava attentamente, non voleva fermarlo. << Il Juudaime è insostituibile, questo è vero, perché lui è il cielo che armonizza tutto, però, anche voi due, Valentina, avete mantenuto l'equilibrio. >>
Le sorrideva timidamente e la castana si era sporsa per baciarlo sulla guancia.
<< Ok, grazie. Ho capito cosa vuoi dirmi. >>
Il campanello suonava e in lontananza si sentivano già le voci di tutti, Valentina si alzava pigramente dalla sedia per venir incontro all'amica, la quale le gettava le braccia al collo.
<< Giù, non saltarmi addosso. >>
La mora si era alzata sulle punte. << Cattiva. >>
<< Ah sì, scusa, ma ho una notizia che credo che ti farà piacere. >> diceva a mo' di scuse << Vieni a prendere il thé con tutti gli altri, dài. Non fare il broncio, è inutile con me e ti ho già chiesto scusa! >>
<< Ma allora non capisci! >> aveva incrociato le braccia << Non sei venuta a prendermi, non sei venuta a chiedermi niente, appena finite le lezioni sei scappata con lo scorbutico, lasciandomi sola con Sasagawa! Sai cosa ho dovuto patire?! >> I suoi occhietti vispi si erano accesi di rabbia e Valentina la ipnotizzava con un biscotto. << E non sono un cane! >> però aveva afferrato lo stesso il biscotto al cioccolato con i denti.
<< Scusa, scusa. Rimedierò, perché poi mi dovrai raccontare tutto! Ma voglio che tu sia la prima a sapere: io e Gokudera ci siamo messi insieme. >>

Nota d'Autrice
Ciao a tutti! Mi dispiace se non ho scritto niente al 23° capitolo, ma non avevo molto tempo ^^"
Il dizionario mini della scorsa volta:
Hentai -> Pervertito
e quello di oggi, ma anche il più ovvio:
Juudaime -> Decimo
Bene, volevo dirvi ch ed'ora in poi aggiornerò di martedì, è sempre stato il giorno migliore ma la mia pigrizia ha sempre avuto la meglio -.- Mi scuso con tutti voi, ma vi auguro anche il BUON ANNO NUOVO!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! A presto minna!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 25. Nei guai ***


Lo Scambio Culturale
25. Nei guai

 

Il salottino del Comitato Disciplinare era silenzioso e Hibari stava finendo di sistemare le scartoffie: era l'unico impiego che lo annoiava da morire e avrebbe voluto cederlo con molto piacere ai suoi tirapiedi, ma era una cosa che poteva fare solo lui. Firmando l'ultimo foglio e ricontrollando tutte le spese, si alzava lentamente e intanto si avvicinava Hibird che lo chiamava: << Hibari! Hibari! >> Il moro se lo portava al dito e gli accarezzava la testolina soffice, l'uccellino mostrava un musetto felice. Un flahback attraversava la mente del Guardiano delle Nuvole: il sorriso timido ma soddisfatto della sua preda. "La mia preda..." non sapeva cosa pensare, come continuare la frase poiché i suoi sentimenti non gli suggerivano altro che una fame passionale, ma una strana sensazione di calore gli invadeva il cuore. "Huh e ora?" Faceva spalluccie e controllava l'orologio appeso al muro. "L'orario scolastico è finito da un pezzo. Sarà già andata via, però se la trovo potrei lo stesso costringerla a rimanere per impegni extrascolastici." Poi si ricordava ciò che Heiloz gli propose, scosse immediatamente la testa "No. Assolutamente no, non voglio che la mia preda faccia parte del Comitato Disciplinare, non ha i requisiti adatti. Non mi serve, è inutile." Una fitta lo trafiggeva e uno strano sapore di amarezza gli invadeva la bocca. "Hn. Non è del tutto inutile. Però non la voglio con tale incarico."
Sbadigliava. << E' ora di fare il giro di ronda. >>

Finito il giro, incontrava il suo vice-presidente Kusakabe Tetsuya e gli ordinava di controllare e sopprimere chiunque disturbasse la pace di Namimori, lasciandolo con gli altri del comitato.
Si sistemava la giacca nera sulle spalle e se la filava fuori dalla scuola. "Se ne è già andata." Hibird lo raggiungeva e si appoggiava sul dorso della sua mano e gli cinguettava: << Hibari, Hibari! Messaggio! Messaggio: >> l'uccellino riproduceva con assoulta fedeltà le parole che gli erano state comunicate << "Brutto stronzo, la tua preda ha deciso di discutere sulla sua partenza per l'Italia a casa Sawada. La causa di ciò sei te, quindi mi sembrava giusto sfotterti come si deve e avvertirti che io non la fermerò." >>
Il moro si era incazzato irrimediabilmente. "La mia preda scappa, eh?" sogghignava in un modo crudele "Come può avermi chiesto di far parte del comitato disciplinare se scappa? Farmi chiamare da un'erbivora -brutto stronzo-. Hn. La ragione di tutto questo è la preda. E me la pagherà cara." Il sorriso si era fatto più divertito, ma sempre maligno, diregendosi verso la sua moto parcheggiata fuori dalla scuola.

Il rombo della sua moto era qualcosa che spesso lo tranquillizzava, ma la rabbia non gli era passata nemmeno di striscio. Girava angoli, superava auto e sterzava alle curve come un motociclista professionista, sempre più impaziente e giunto davanti a casa Sawada, balzava con la sua solita agilità sul muretto d'ingresso e successivamente verso il tetto, per poi passare attraverso la finestra della camera di Tsuna; lo sguardo affilato si era assotigliato vedendo tutte quelle persone radunate in una stessa stanza e l'ira aumentava non cogliendo la sua preda tra la gente. "Dov'è?"
La ragazza che stava sempre con la sua preda si alzava e con tono arrogante lo insultava: << Oh, ma guarda, il brutto stronzo è venuto. Come previsto. >> Valentina lo guardava beffarda. << Sei qui per qualcosa in particolare? >>
Si prendeva gioco di lui e Hibari la ignorava, uscendo dalla camera in cerca della sua preda.
Nella stanza di Tsuna c'erano Valentina, Gokudera, Yamamoto e i bambini, e attendevano che Giulia, Kyoko e Haru portassero le tazze di thé che si erano offerte di preparare. La castana, dopo qualche secondo, seguiva Hibari fuori dalla camera per assistere allo spettacolo; Gokudera e Yamamoto la seguivano chiedendo a bassa voce:
<< Sei stata tu a chiamarlo, Valentina? >>
Lei annuiva seriamente. << Vediamo se riesce a combinare qualcosa che non sia ferire Giulia ulteriormente. >> ammettendo seccamente << Quella testa di cazzo. Questa è la sua ultima possibilità e poi lo uccido. >>
I due Guardiani la osservavano con gli occhi sgranati.
<< Che c'è? >>
Loro scuotevano la testa e rispondevano all'unisono: << Niente! >>

Hibari cercava la sua preda con rabbia insistente e quando la vedeva in cucina si era diretto verso di lei, che invece non si era accorto di niente. L'afferrava per i fianchi e se la portava in spalle come un sacco di patate, lei iniziava a scalciare e urlare, e Kyoko, Haru e la madre di Tsuna osservavano quelli che ritenevano una "coppia di innamorati" uscire dalla cucina. << K-Kyouya!! Smettila! Mettimi giù, ora! Che ci fai qui? >>
<< Smettila di agitarti, Preda. >>
Con le lacrime agli occhi, lo guardava in modo sconcertato e anche sollevato. << Kyouya? >>
"Finalmente ha smesso di fare rumore."
<< Kyouya, rispondi. >> gli ordinava la preda.
Mettendola giù, la inchiodava con lo sguardo. << Le prede non danno ordini e non fanno decisioni stupide. >>
"E' proprio interessante: non è spaventata. E' volentuosa. Che preda... la voglio." La trascinava verso la stanza dei genitori di Tsuna, che aveva "scoperto" mentre perquesiva tutte le stanze di casa Sawada.
<< No, aspetta. Non puoi, siamo in casa altrui. NO. >>
<< Silenzio. Nessuno da ordini a me. >> le strappava un bacio con violenza << Tu non parti da nessuna parte, non tornerai in Italia e pur di impedirtelo ti costringerò a far parte del mio Comitato Disciplinare così da non poter più sfuggire ai doveri di una Preda. La mia Preda. >> ribadiva il concetto con i denti stretti.
Giulia si divincolava sotto la sua stretta e si liberava: << NO! >> poi si fermava a fissarlo come se si soffermasse sulle parole che le referì, accendendo così la lampadina << Cosa? Hai detto che partirò? Non ho mai detto una cosa del genere, figuriamoci aver preso una decisione così sciocca! >>

Da dietro la porta, origliavano Valentina, Gokudera e Yamamoto. I due ragazzi chiedevano spiegazioni, perché non avevano mai visto Hibari così infuriato e la ragazza rivelava loro la verità: << Ho detto a Hibird di dire allo stronzo che Giulia aveva detto che voleva tornare in Italia. Almeno forse, si deciderà di prendere Giulia sul serio. Anche perché, lei mi ha riferito che questo pomeriggio gli ha chiesto di poter far parte del Comitato Disciplinare. Quella stupida! Si è voluta cacciare nei guai come sempre e io l'ho voluta aiutare, spingendo lo stronzo a fare qualcosa. Carpe Diem. Quell'uccellino è venuto a cercare Giulia perché aveva fame, l'ho fermato prima che tornasse e gli ho dato il messaggio, che forse era falsa. E sottolineo il forse. >> I due Guardiani la guardavano stupiti.

<< Kyouya, tornerò in Italia solo tra 5 o 6 mesi! Aspetta. >> Un'altra informazione era stata rielaborata << Hai detto che mi prenderai nel comitato disciplinare? Sul serio?! >> Stava per saltare per la gioia, quando Hibari gliela spegneva subito con un'occhiataccia. "Perché mai ho detto queste cose? Avevo detto di no, assoultamente no."
Nel cuore del moro si stavano scatenando emozioni strazianti, quasi frustranti. Non se lo spiegava.
Giulia falliva miseramente di nascondere un sorriso furbetto: << Kyouya, vuoi rimangiarti la parola? >> Ridacchiava e il Guardiano delle Nuvole perdeva la testa, l'afferrava per i polsi e incominciava a farla sua.

<< Pare anche a me, ma... così non hanno concluso niente? >> commentava Yamamoto mentre osservava i due attraverso la porta un po' spalancata, lasciando Valentina e Gokudera imbarazzati per non aver concesso la privacy dovuta all'amica e allo stronzo. La castana sbirciò un po' incuriosita e rispondeva: << Credo che Giulia abbia ottenuto qualcosa, dopotutto. Ora andiamo. >> e si unirono alle ragazze in cucina che ridevano ignare di cosa succedesse nella stanza accanto.

Nota d'Autrice
Ma ciau a tutti! :3
Ok, mi annoio a morte, a scuola mia c'è co-gestione e non faccio niente dalla mattina alla sera, quindi ho avuto molto tempo per scrivere ma poco per rivedere i capitoli ^^" E' incoerente? Forse. Diciamo che è pigrizia ;) No, seriamente, li rivedrò tutti insieme quando l'avrò finita.
Ditemi se vi piace o meno! Rivelatemi i segreti oscuri della grammatica, lessico e ect..!
A presto miei carissimi lettori e recensori! Vi ringrazio davvero!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 26. Bianchi ***


Lo Scambio Culturale
26. Bianchi

 

Gokudera, Yamamoto e la coppia di amiche pranzavano sul terrazzo della scuola e chiaccheravano, ridevano e molto spesso i due Guardiani bisticciavano come bambini di cinque anni per poi essere calmati dalla castana e sgridati dalla mora irritata. Era diventata quasi una routine e col tempo stava infastidendo molte alunne della Namimori, ma quasi nessuna aveva il coraggio di interpellarsi per il semplice motivo che il Guardiano delle Nuvole era quasi sempre nei paraggi. "Hmpf! E' di nuovo qui quel bastardo! Io non lo riesco a capire, aveva avuto l'opportunità di averla sempre accanto e lui non accetta. Anche Giulia pare non essersela presa e pur di non pensarci passa più tempo con noi... non che mi dispiaccia, però lei è troppo... tranquilla. Se lei... anzi no, se lui..." la mente della castana escogitava uno dei suoi geniali piani "Bene. So cosa fare."
Le ore di lezione erano terminate all'istante e dopo l'ultimo test prima dell'inizio del weekend era stato così impegnativo che Giulia se n'era tornata in albergo prima che Hibari potesse "costringerla a fermarsi per corsi extrascolastici", Valentina invece si era trattenuta con il Guardiano della Tempesta ad assistere a una partita del fanatico di baseball.
<< Giulia, sicura che non puoi trattenerti? >> chiedeva Yamamoto un po' deluso, ma la mora stava già scuotendo la testa per rifiutare. << E' successo qualcosa di nuovo con Hibari? >>
La tappetta scattava e gli urlava con imbarazzo: << N-no! Nessun problema! Ma sono stanca e ogni mia cellula del mio corpo sta reclamando il soffice letto che mi sta aspettando! Gommenasai, Yamamoto! >> congiungendo le mani a mo' di preghiera << La prossima volta ci sarò di sicuro, promesso. >>
La Pioggia comprese e annuiva, poi si rivolgeva ai due compagni:
<< Gokudera, Valentina, voi rimanete? >>
L'albino sbottava: << Costretto. >> e sbuffava per niente entusiasto.
Valentina gli diede una gomitata e rivolgeva un sorriso al compagno, rispondendo: << Non dargli ascolto. Certo, non abbiamo niente da fare. >> poi con un piccolo cenno di testa attirava l'attenzione dell'amica << Giu, torna in albergo e alla svelta. Se vedi qualcosa o qualcuno, grida e colpisci dove sai tu. >>
<< Le palle? >>
<< Yes. >>
Le due si erano scambiate uno sguardo d'intesa e i ragazzi si erano coperti istintivamente quella parte intima, ma presto Giulia si voltò e se ne andò con passo veloce. Valentina si stampò un sorriso soddisfatto e ringraziò i due Guardiani per averle retto il gioco, poi con lo sguardo vide il capo del comitato disciplinare e lo derise con una linguaccia, poi con le labbra mimava:
<< E'. An. Da. Ta. Vi. A! >>
Lui distolse lo sguardo e fece per andarsene, quando un gruppo di studenti radunati beatamente disturbavano in quel momento la sua pace. Valentina soddisfatta fischiò per richiamare all'appello gli Hibirds, tranne quello personale che seguiva dappertutto Hibari, e uno stormo di batuffoli gialli canarino si avvicinavano a loro.
<< Vi dò da mangiare se mi allontanate il maniaco. >> Quelle piccole nuvolette piumate le svolazzarono attorno e quando recepirono il messaggio, andavano ad eseguire l'ordine dopo aver concluso il pasto.
Gokudera e Yamamoto la guardavano stupiti, entrambi si chiedevano se fosse così facile addestrare uno di quei Hibirds, ma non ci volevano provare comunque. Valentina si sentiva osservata, così spiegava: << Non è difficile, basta dargli da mangiare. Inoltre, Giulia ha detto che un giorno sarà utile avere questo tipo di comunicazione. >>
<< Sarà. >> commentava scettico Gokudera, mentre la castana gli rivolgeva un'occhiataccia.
<< Yamamoto se devi andare, vai pure. Noi ti raggiungiamo subito. >>
<< Ok! >> esclamava il moro mentre si dirigeva verso il campo.
L'albino si avvicinava e le dava un bacio sulla guancia, e prendendola per mano la trascinava verso gli aspalti; Valentina era leggermente arrossita e ringraziava quel leggero tepore che le rallentava il respiro. Quella mano forte gliela stringeva per paura di non averla più vicina, per nausea di perderla e per orgoglio così che nessuno poteva più avvicinarsi a lei. Gokudera si voltava e anche lui era rosso come un peperone. << Stai bene? Quando vuoi andartene, dimmelo. Non siamo costretti a restare. >>
Lei gli sorrideva. << Sì, ma assisteremo lo stesso fino alla fine. >>
<< Almeno ho tentato di dissuaderti >> metteva un finto broncio e lei rideva. << Ah, ma perché gli Hibirds dovevano allontanare il bastardo? >>
La castana smise di ridere e un sorriso di chi non si aspetta nulla comparve sul suo viso, chinandosi in avanti e facendo un cenno con la mano per salutare Yamamoto, rispondeva con calma: << In questi ultimi giorni, Hibari ci inseguiva per vegliare Giulia, di conseguenza tutte le ragazze vostre fan non si sono mai avvicinate per timore. Se Giulia non ci sarebbe stata, quello stronzo pure e forse finalmente qualcuna avrà il coraggio di dire ciò che pensa, perché devono capire che, io non voglio assolutamente cedere, Gokudera. >>
Lui rimaneva perplesso a quelle parole, ma una voce lo risvegliava: << Hayato, finalmente ti ho trovato! >> L'albino sussultava e impallidiva, girandosi verso la provenienza della voce: Bianchi. << Oh ma guarda, c'è pure la tua ragazza! Ci siamo presentate alla festa, ma spero che ti ricordi di me. Sono Bianchi, la sorella maggiore di Hayato. >>
Valentina stringeva la mano tesa, mentre vedeva Gokudera contorcersi, e si presentava: << Valentina. >> si stava preoccupando, non aveva mai visto così l'albino << G-Gokudera stai bene? >>
<< T-tranquilla, >> balbettava << il solito maldipancia. >>
"Solito?" Valentina lo guardava di traverso "Quindi ogni volta che vede sua sorella gli viene il maldipancia. Poverino." poi alzava lo sguardo verso Bianchi che invece le sorrideva gentile.
<< Hayato, come mi vuoi bene! >> diceva con grande entusiasmo e arrossita continuava << Sai, Reborn per quanto mi vuole bene mi ha rimandato qui, in Giappone, così che fossi al sicuro. E ora Hayato che mi viene a dare un bentornato di questo genere, che meraviglia! >> esclamava sempre più contenta << E voi ragazzi, siete così innamorati! Ah che bello l'amore! Ora, per ringraziarvi di questa dimostrazione così affettuosa, vi cucinerò qualcosa! Di italiano, magari! Valentina-san vuoi aiutarmi? >>
L'albino riprendendosi un po' mimava con la mano il gesto del collo mozzatto, ovvero di morto e stecchito, voleva a tutti i costi che Valentina non conoscesse sua sorella affondo o che almeno non ne diventasse amica. La castana intuiva, ma secondo le informazioni di Dino che aveva dato a lei e a Giulia in occasione della festa, Bianchi non era una persona malvagia, ma era solo famosa per il suo poison cooking e se voleva cucinare, allora Valentina si sentiva il dovere di evitare l'avvelenamento del cibo. << Sì, cosa hai in mente? >>
<< Sono indecisa: pizza o gelato? >>
<< Gelato. Adoro i dolci. >>
Bianchi sorrise e la trascinò verso la cucina della scuola, lasciando il Guardiano della Tempesta da solo ad aspettare che il malore gli passasse e assistere a quella noiosa partita di baseball.

Di ritorno, Valentina e Bianchi vedevano l'albino parlare con un paio di ragazze, la castana osservava con una punta di sollievo e compiacimento che Gokudera era annoiato e piuttosto irritato; le ragazze erano del suo fanclub e continuavano ad asfissiarlo con domande insistenti: << Gokudera-sama! Perché ha scelto quella? Lei non è alla sua altezza, se ne andrà presto e lei soffrirà, Gokudera-sama! Ci ascolti, deve lasciarla, è per il suo bene! >> L'albino stava osservando con finto interesse la partita, ma le ignorava alla grande: con un mozzicone alla bocca, la posa svogliata e un'espressione indifferente. << Gokudera-sama, può scegliere me! >> diceva una. << Gokudera-sama può avere di meglio! >> diceva un'altra.
<< Scusate ragazze, ma il mio fratellino ha già fatto la sua scelta! >> interveniva passionale Bianchi << Fate bene a lottare per il vostro amore, ma il loro è molto più forte e questo lo si dimostra con la cucina! Fare con amore tutto i piatti prelibati e imboccare il proprio amato, ahh, che cosa romantica! >>
Se avesse avuto dell'acqua o qualsiasi altra cosa in bocca, Valentina l'avrebbe spruzzata immediatamente.
"C-CHE COSA STA BLATERANDO!?" La castana correva verso Gokudera e gli porgeva il gelato in una coppa ben decorata, però prima che il ragazzo potesse afferrarlo, le ragazze del funclub glielo facevano cadere di proposito.
<< G-Gokudera scusa! >> Valentina si agitò di più. << N-non volevo! Scusa! >>
Il ragazzo ormai al limite della sopportazione, sbottava: << Ora basta! Valentina è la mia ragazza, fatevene una ragione! Se disturbate me, d'accordo. Non m'importa. Se toccate lei, invece, vi faccio saltare la testa! >> stringeva i pugni e i denti stretti, era veramente furioso.
Le ragazze scapparono, facendo cadere un silenzio tombale, anche Bianchi se ne andò abbastanza soddisfatta e cantilando: << Il mio fratellino è cresciuto..! >>
Il Guardiano della Tempesta le prendeva una mano e si scusava: << Mi dispiace per il gelato. >>
<< Non è un problema. Credo che Bianchi lo avesse avvelenato mentre era andata in bagno. >>
<< I-io.. >>
<< No, è stato... caro da parte tua, ma so combattere per difendere me stessa. Non voglio essere un intralcio né per te, né per nessun altro. >> Valentina studiava con attenzione la sua reazione e leggeva negli occhi smeraldo timore e dispiacere << Ma non per questo non ho apprezzato il gesto, davvero. >> Lui si lasciava sfuggire un sorriso timido. << Oh, e tua sorella sarebbe simpatica se non fosse una killer professionista. >>
<< Sono un mafioso, mi pare di avertelo già detto. >> commentava pentito per la situazione << E ho capito come mi devo comportare con te, ma quelle... femmine sono così cocciute! Anzi, voi donne siete testarde, ma tu sei diversa. Questo lo devono capire. Mi chiedevano un motivo e non era affare loro, l'unica che può saperlo sei tu perché riguarda te. Valentina, tu sei fantastica e non voglio che siano voci in giro ad allontanarmi da te. Intesi? >>
Era deciso e risoluto. La castana lo ammirava. << Intesi. >>

Nota d'Autrice
Oggi, iniziamo con il dizionario:
Gommenasai -> Scusa

Ciau a tutti :3 Ero tornata a casa arrabbiata, ma ora che penso che ci sono lettori e recensitori meravigliosi come voi, beh mi sono calmata notevolmente, quindi spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo capitolo!
Oh giusto, il prossimo martedì è il mio compleanno quindi chiedo subito scusa se farò un po' di ritardo per postare il nuovo capitolo, a presto!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 27. Comitato Disciplinare ***


Lo Scambio Culturale
27. Comitato Disciplinare

 

<< Dài, Kyouya! >> il biondo provava a convincere il capo del comitato disciplinare a prendere una decisione importante, poiché lui era veramente troppo ostinato pur di cedere al suo orgoglio << Kyouya, Giulia-san si è proposta per il tuo bene e quando ti ricapita un'occasione del genere! >>
Dino era faccia a faccia con Hibari che lo guardava con disgusto e disprezzo, guardava fuori dalla finestra e ricominciava a sbrigare il lavoro d'ufficio. Espirando, con voce dura e autoritaria ordinava:
<< Urussai. La mia decisione è irremovibile. Ora vattene, mi disturbi. >>
Il giovane Boss Cavallone lo guardava con serietà: << La perderai. Se non le concedi questo, potrebbe stancarsi e interessarsi a qualcun altro. Ne sei consapevole? Le ragazze sono molto suscettibili e frivole in questa età, chi riesce ad assicurarsele in questo momento, si avrà un futuro con loro deciso, sicuro, per sempre. >> Si appoggiava con le mani sulla cattedra e si chinava per inchiodarlo con lo sguardo << Lei è quella giusta. E' quella che vorrai ogni giorno accanto. E' quella che starà sempre con te, che si sottometterà a te senza che ti stanchi di lei, perché farà qualsiasi cosa per te. Glielo si legge in faccia, Kyouya. E' già tua, ma se non glielo dimostri, la perderai. >>
Un fremito di rabbia stava per sopraffarlo, ma si limitava a digrignare i denti e mormorare: << E' mia. E' diversa dalle altre prede della scuola e ribadisco: è mia. >> Alzava leggermente la testa e con gli occhi grigi lo trafiggeva << Non le è concesso essere del comitato disciplinare. Come te, non ne fai parte e sei d'intralcio. >>
Dino sospirava, ormai si era arreso e rideva per quanto potesse essere ottuso quel suo alunno.
<< Fa' come ti pare, Kyouya! Poi non ti sfogare con l'intero mondo fino ad arrivare allo stremo delle tue forze quando lei si stancherà di te! E' un avvertimento: uomo avvisato, mezzo salvato! >> e faceva la sua solita uscita di scena con Romario, quando si scontrò con la suddetta preda. << Oh, Giulia-san, buongiorno. >> Le sorrise dolcemente.
Lei sussultava e non capiva bene la situazione: Dino rideva e Kyouya era già di cattivo umore; "Dino-san l’ha fatto arrabbiare di prima mattina, che palle!" concludeva Giulia "E io che ero venuta qui per capire se allora sono del comitato o meno!" la mora sospirava e lo salutava:
<< Ciao. Che cosa hai fatto a Kyouya? >>

<< Niente, era già così da quando sono entrato. >> La osservava attentamente e capiva quali erano le sue intenzioni, così la incoraggiava << Buonafortuna, Giulia-san. >>
La mora annuiva con discrezione ed entrava. << Permesso. >>
<< Preda. Che cosa c'è? >>
<< Kyouya, ecco, volevo chiedere >> era balbettante, timida, insicura << Io... allora, dunque, faccio parte del- >> era interrotta scorbuticamente con un sonoro e secco: << No. >>
Lei sgranò gli occhi, le divennero lucidi e si accasciò a terra. << N-non mi vuoi più. >>
A quelle parole, il Guardiano delle Nuvole spalancò gli occhi e non crebbe a ciò che stava assistendo: la sua preda aveva perso il suo spirito combattivo. Quello insistente, asfissiante, ingestibile e pieno di sé, che nel profondo Hibari ammirava. Lo intrigava, ma ora lei l'aveva perso. Non lo accettava, rivoleva la sua preda perfetta.
<< Il comitato disciplinare non ospita donne. >>
<< Fa' l'eccezione. >>
<< No. Il comitato disciplinare ha il compito di punire chi trasgredisce. Non hai ruolo in ciò, sei solo una preda, che non ha niente a che fare con la disciplina. Le mie prede sono una cosa, la disciplina un'altra. >> La fissava impassibile ancora a terra, come quella volta in cui glielo propose << Inoltre, l'espressione che hai adesso... >> La mora cercava i suoi occhi antrace << ...é noiosa. >>
La tristezza, la sorpresa e la delusione erano state sostituite da un'unica e sola emozione: la rabbia; questi si alzava e urlava con tutta la forza che aveva, poiché nessuno doveva - nessuno - restringere i suoi limiti:
<< Sei uno stronzo! Non capisci nulla allora! Te lo dico chiaro e tondo: IO TI VOGLIO. Se non mi permetti niente, allora è come dire che non mi vuoi, ma quando lo facciamo mi pare il contrario! Ti voglio. Vuoi, però, essere libero? Benissimo, sii libero da solo! >> e se ne andò con furia.
Hibari scattò, la inseguì e in un batter d'occhio l'aveva afferrata per il polso e trascinata fuori, sul terrazzo, il posto preferito del Guardiano. << Sarò sempre libero, invece tu, Preda, sarai sempre mia. >>
<< Schifoso possessivo! >>
Combatteva e provava in tutti i modi di svincolarsi dalla sua salda presa, ma in cuor suo, Giulia sapeva che non l'avrebbe mai avuta vinta, si sarebbe lasciata andare di nuovo e niente sarebbe cambiato. Odiava quel suo lato masochista in momenti come quelli.
<< Mi vuoi? >>
<< Sadico! >>
<< Preda. >>
<< Noooo! >> continuava a urlare, erano combattuta tra il sentimento di volerlo, di saltargli addosso, di farsi prendere in tutti i modi per soddisfarlo così che non possa mai stancarsi di lei, e l'orgoglio, quello stupido orgoglio, che le lacerava il cuore perché era irrazionale, ma era la sua natura. << Kyouya, dillo! Solo se me lo dirai, tutte queste cose sciocche e inutili finiranno, ma tu me lo devi dire! >>
La mora si agitava, si dimenava, ma continuava a tenere fisso il suo sguardo piangente su di lui, che invece era calmo e paziente che la sua preda si calmasse, anche se doveva combattere contro il suo istinto.
<< Ti voglio, Preda. >>
La ragazza ribatteva all'istante perché aveva sbagliato: << No, non questo! Sai cosa intendo. Non dubiterò più, prometto. Devi dirlo. Scandisci ogni singola sillaba e sarò tua per sempre. >> era crollata, la sua voce spezzata singhiozzava e dichiarava << Che ti voglio già lo sai, ma io ti amo! Ti amo, Kyouya, quindi ti prego. Comprendimi. >>
Lui con un gesto veloce la alzava da terra e la richiudeva in un forte abbraccio, Hibari forse non se ne rendeva conto ma per la prima volta voleva irrazionalmente bene a una preda. Il Cavallo Imbizzarrito aveva ragione: doveva accontentarla anche solo una volta. Una volta. Le scostava i capelli dall'orecchio e le sussurrava: << Aishiteru. >>
Giulia sentiva che quelle parole erano dentro di lei, erano un calore piacevole e quando si sentiva abbastanza sicura da ricambiare l'abbraccio, chiudeva gli occhi e si lasciava andare.
"Da quanto tempo aspettavo queste parole, Kyouya. Ti amo. Ti amo tanto." pensava Giulia che aveva il cuore colmo di felicità. << Sarò sempre la tua preda, ma ora sono anche la tua ragazza? >> Lui la fissava freddo come se parlasse un'altra lingua << Ok, hai ragione. Basta così, grazie, Kyouya. >>
Hibari la baciò per chiuderle la bocca. Amava il terrazzo della scuola, amava il silenzio e la pace, amava una sua preda.

<< Ky- >> ansimava, voleva parlare, ma non ci riusciva << Kyouya! >> il moro si stava impossessando di lei, era la sua preda e ora l’era ufficialmente, lo aveva dichiarato chiaramente. << As-aspetta, senti, è vero che ora abbiamo sistemato tutto e ho detto che non ne avremmo più riparlato, ma faccio parte del comitato disciplinare? >>
Lei gemeva e lui emetteva solo ogni tanto un verso gutturale.
<< No. >>
<< P-perché? >> quasi esitava a chiedere << Perché? Potresti controllarmi da più vicino, così. >>
<< Hai ottenuto quello che volevi, perché devi continuare a chiedere. >> La inchiodava << Apri gli occhi, devi guardare anche tu. Preda, se continuerai a domandare, sarai punita. >>
Lei si sforzava di aprire gli occhi, ma il massimo che riusciva era socchiuderli appena, e quando la parola "punita" le accarezzava la pelle, sorrideva maliziosamente da un orecchio all'altro.
<< Amo quella parola. >>

Hibari sorrideva beffardo. << Masochista. >> Si era allungato, così che i loro visi erano solo a un millimetro di distanza, ciascuno di loro si godeva il respiro ansimante dell'altro << La disciplina comporta a una punizione. Un predatore vorrà sempre una preda. >>
<< E un sadico combacia con gli istinti di una masochista. >> concludeva la ragazza.
Lui le leccava la base del collo per poi scorrere verso l'alto fino ad arrivare allo zigomo, per poi tornare alle labbra ormai gonfie e carnose, terminando con un bacio. Uno di quei baci che rendevano una cosa sola le loro lingue.
Si svegliava di buon umore la mora, sdraiata sul divano del salottino del comitato disciplinare e Hibari nella sua solita postazione di capo autoritario. Era vestita e quando si era resa conto di tutto quello che era successo, si chiedeva se fosse stato solo un sogno. Loro erano in terrazza. Non nel salottino.
<< Kyouya, era solo un sogno? >>
Il moro rispondeva: << Cosa? >>
Giulia sentiva un vuoto incolmabile e la sua voce tremante la tradiva: << Avevi detto che mi amavi. >> Hibari non rispose e non fece niente per negare, lei stava per mettersi a piangere, quando il ragazzo con un gesto le mostrava la mano sinistra per poi ricacciarsela in tasca. "La mano... sinistra?" Lei si era portata davanti agli occhi la sua mano sinistra e vedeva sull'anulare una striscia dorata con un piccolo brillante al centro di una base floreale. "Sakura..." sorrideva con dolcezza "Grazie, Kyouya..." rideva dentro di sé mentre accarezzava con il pollice destro l'anello "Vale, hai visto? Non è un grande bastardo. E' solo un bastardo. Vale, amo davvero essere venuta qui. Non vorrei mai andarmene."
Al ricordo che lei e la sua amica presto sarebbero dovute tornare in Italia, alla mora venivano i brividi. Non voleva lasciare Hibari, non ora che si erano messi insieme. "Cosa penserà lui? Conoscendolo, vorrà risolvere tutto nel momento. Questo, però, non è il caso. Non potrà mai impedire la nostra partenza, anche se Sawada dovesse ritardare, noi dovremo... separarci." Una terribile verità le chiudeva lo stomaco.
<< Kyouya, d-devo andare a lezione. >>
<< Mh? Ok. >>
<< C-ci vediamo dopo? >>
<< Perché mai? >> chiedeva freddo come sempre. << Non fai parte del Comitato Disciplinare. >>
Lei sorrideva, dopo quella mattinata, aveva finalmente capito cosa intendesse dire. << Lo so, ma faccio parte della tua vita. Sono la tua preda, no? >>

Nota d'Autrice
Ciaossu minna!
Ragazzi e ragazze, avrò molto da fare per due settimane - di compiti in classe - e non ho ancora pronti i prossimi capitoli, per quanto abbia delle idee non riesco a buttarle giù, devo ordinarle bene ;)
Bene, passiamo un attimo al mini dizionario? Ecco a voi:
Urussai -> Silenzio / Stai zitto
Aishiteru -> Ti amo
Due parole proprio belle, e io direi anche utili xD Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, e solo per farvi notare, ora tutte e due sono fidanzate e hanno un anello ^^ Certo, quello di Giulia non è proprio da combattimento, ma chissà!
Alla prossima cari, spero di riuscire a scrivere il prima possibile!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 28. Compleanno ***


Lo Scambio Culturale
28. Compleanno

 

"Si avvicina, si avvicina!" La ragazza dalla pelle abbronzata con passo svelto si dirigeva in classe, era inseguita da Hibird e con tutta la potenza che disponeva, spalancava la porta della classe con furia. << Gokudera! Yamamoto! Venite un attimo! >> urlava la Heiloz piena di sé e autoritaria. La Tempesta si alzava svogliato e pigramente, mentre la Pioggia accorreva subito. L'albino l'aveva subito fulminata, ma a lei non faceva né caldo né freddo.
<< Cosa vuoi tappetta? >> sbottava spazientito.
La mora gli puntiva il dito, quasi gli sfiorava il naso e con fronte aggrottata lo informava, per quanto gli potesse essere antipatico, con tono saputello un data importante: << Sai che giorno è tra 10 giorni? >> E rivolgendosi al moro << E tu, Yamamoto? Dài, non mi deludete. >> I due ragazzi scuotevano la testa in segno di negazione. << O mio Dio. E meno male che uno dei due è il ragazzo! >>
Yamamoto tentava: << E' l'anniversario di Gokudera e Valentina? >> Gokudera era arrossito, non riuscova mai a trattenersi se l'argomento centrale erano gli affari di cuore; Giulia faceva oscillare il dito. << Allora non mi viene nient'altro in mente! >> e ridacchiava come sempre.
<< Gokudera? >> sperava veramente nell'albino, o almeno che indovinasse per fortuna.
<< N-non ne ho idea. >> Per quanto avesse intuito che la cosa riguardava Valentina, la Tempesta non ragionava anche se era vicino alla soluzione. << Vai direttamente al punto, tappetta! >>
<< Va bene, va bene. Uffa! E' il compleanno di Vale! Quindi, per favore organizziamo qualcosa, almeno di mattina! Tanto è domenica! E poi, giuro, che lascerò a te scorbutico - anche se non vorrei - il resto della giornata. Ci stai? >>
Gokudera annuiva tutto rosso. << Io non ti capisco proprio! Cosa ti aspetti che faccia per il resto della... >> La lampadina si era accesa e Giulia lo guardava compiaciuta e con l'espressione lo scherniva << N-non penserai che io e lei... >> La mora si era messa a ghignare.
Yamamoto intanto ascoltava e assisteva a uno spettacolo quasi irripetibile: dal solito sguardo truce, il viso del suo amico cambiava espressione a seconda dei pensieri che gli trapassavano quella testa "bacata" come la definiva la mora. << Gokudera, io non ho detto niente di come trascorrere quel lasso di tempo che ti concederò. Scegli tu come spenderlo. Bene, passando a cose più serie, cosa vogliamo fare? Valentina odia le feste, quindi? Avete qualche suggerimento? Si accetta tutto, dài! Tra un po' arriva pure Vale, sbrigatevi! >>
L'albino notando in fondo al corridoio la figura della castana, suggeriva: << Ne riparleremo più tardi, ora sta arrivando. Le vado incontro. >> Giulia sbuffava, quello era il suo ruolo; era felice, però, che la sua amica avesse un ragazzo così.
Rimanendo da sola con un Yamamoto sorridente, chiedeva: << Come va? >>
<< Tutto bene, grazie. E tu? >>
Annuiva con un cenno. << Bene. Ho... ecco, ti ho visto con una ragazza ieri pomeriggio, dopo gli allenamenti, ti viene a vedere quasi sempre. Non sono affari miei, ma.. >> la interrompeva gentilmente, appoggiandole una mano sulla spalla. Sorrideva come solo Yamamoto poteva fare.
<< Non sono affari tuoi, è vero, ma non ti preoccupare. Mi viene solo a guardare, per ora è così. >> Sembrava felice e Giulia si accontentava. << Vogliamo salutare Valentina? >>
Lei si incamminava e il moro la seguiva.
Alla fine i tre non si erano organizzati per niente, perciò la mora ricordava almeno una cosa fondamentale: << Allora, anche se non riusciremo mai a organizzare una festa a sorpresa o anche solo una festa... Che pensate di regalarle? Vogliamo fare un regalo unico? >> Mentre i due ci pensavano su, li raggiungevano Kyoko e Hana.
Kurokawa era intervenuta dando a tutti degli immaturi, sopratutto Giulia, la quale le fece una sfuriata, ma proprio per questo suo momento d'ira, il capo disciplinare l'aveva sgridata e portata via per la punizione. << Pensate a qualcosa! Voglio un'idea originale quando torno! >> urlava la mora dando pugni e calci a destra e a manca.
<< Cosa sta succedendo?! >> chiedeva pacamente Valentina al Guardiano delle Nuvole << Lascia subito la mia amica, maniaco! Non è tua! >> Giulia sussultò. Aveva detto alla castana che ora erano fidanzati, ma aveva tralasciato quella parte in cui aveva dato la sua parola di essere sua per sempre. << Lasciala! >>
Hibari la ignorò e la mora le mimò facendole segno di lasciar perdere e che si sarebbero viste più tardi.
Raggiunse i due Guardiani sospirando. << Ehi, ciao. >> Dava un veloce bacio sulla guancia a Gokudera e rivolgendosi a tutti con tono perquesitorio continuava << Perché siete tutti tesi? E' successo qualcosa? >>
<< No, Valentina-chan! >> rispondeva alla svelta esitante Kyoko << Nulla che non sia ordinario! Abbiamo saputo che tra un po' sarà il tuo compleanno, quindi volevamo sapere se c'era qualcosa in particolare che volevi. >>
"Stupida." pensava l'albino "Non doveva dirglielo, dopo la tappetta ci farà la ramanzina per non aver fermato quella ragazza che al Decimo piace. E' infatti pur sempre una femmina." Valentina li fissava basita.
<< Niente in particolare. Amo leggere, quindi un bel libro e tutto è sistemato. >>
<< Un libro? >> domandava incuriosito Yamamoto << Ok! Sarà fatto! >>
<< Vado a riprendermi la mia amica se non è già spoglia. A domani. >>
<< CHE COSA?! >> la mora sgridava a squarciagola ai due Guardiani e a una Kyoko impaurita << Dannazione! Cosa vi passa per l'anticamera del cervello! >>
Gokudera conveniva: << Lo sapevo che avresti detto così, tappetta. Non ti scaldare tanto, l'unica cosa da fare è non regalarle cose che odia o cose che si aspetta. >>
Giulia dunque lo guardava di traverso e sbuffava, con tono saputello alla fine gli chiariva le idee: << E tu, caro mio "il fidanzato", sai di cosa si tratti? Dài, su, voglio proprio sapere che cosa hai in mente! >> era veramente irritata, non c'era nessuna collaborazione da parte loro, soprattuto Kyoko che ora era molto affranta per l'errore commesso << Lasciamo perdere. Ho già pensato di regalarle dei libri provenienti dall'Italia, arriveranno in giornata, perciò ora vorrei farle un regalo che vada oltre le sue aspettative. Non so, qualcosa che, anche quando non saremo più qua, beh... le torni in mente i momenti passati insieme. Sopratutto con te, Gokudera. >>
Yamamoto, allora, proponeva: << Una macchina fotografica digitale. Così, appena finita la festa con tutti noi, quando uscirà con Gokudera, lui potrà fare le foto con entrambi. Penso che vada bene, prima faremo foto con tutti, Giulia. Con te, con me, Sasagawa, Haru, i bambini, tutti. E poi il resto della giornata, tutte foto con Gokudera. >>
Giulia guardava la Pioggia con molta sorpresa, ma si era calmata e cambiò il suo sguardo in comprensivo; non se lo aspettava nessuno un idea così brillante. Addirittura Gokudera ammise a se stesso che il fanatico di baseball certe volte può essere geniale. Tutti accettarono la sua trovata. << Yamamoto, >> lo chiamava la mora mentre tutti se ne andavano << certamente Gokudera è il ragazzo giusto per Vale, ma tu sarai sempre un amico molto valido e lo sei anche per me, perciò... spero il bene migliore per te. >> Lei sorrideva con tutta la tenerezza che disponeva.
Era sincera e Yamamoto ricambiava.
<< E tu sei davvero un'amica a fare tanto per lei. >>
<< Glielo devo, lei ha fatto tanto per me. Inoltre, non mi stancherei mai di Vale, per me è insostituibile. >> la sua espressione era di nuovo allegra e decisa << Yamamoto, vedrai ci divertiremo tanto! >>
La festa si svolse velocemente, furono scattate molte e varie foto divertenti, dolci, normali e improbabili; l'arrivo della torta fatta da Giulia fu la ciliegina sulla torta: una torta al cioccolato con pan di spagna e ricoperta da mousse al cioccolato fondente, Valentina rimase stupita e ringraziava tutti. Poi, lo scarto dei regali la sorprese di più: la mora gli porgeva una serie di libri che erano appena usciti in Italia, Kyoko e Haru un album fotografico ancora da riempire e gli altri le fecero i regali più strani tra cui guantoni da box, dei buoni abbracci e lezioni gratis per creare illusioni.
<< Bene, e ora il regalo da parte di tutti! >> annunciava entusiasta Giulia << La macchina digitale con la quale abbiamo fatto tutte le foto ora scattate! Auguri Vale! >>
E tutti in coro: << Auguri Vale!! >>
Gokudera le si avvicinava e le stampava un bacio sulle labbra, poi le bisbigliava all'orecchio piuttosto timido, ma deciso perché si trattava pur sempre della sua ragazza: << Buon diciasettesimo compleanno, Vale. Il mio regalo per te è il seguito di questa giornata. >>
La ragazza era arrossita per il gesto e alla fine ringraziava di cuore tutti.
Terminata la festa, Gokudera portò Valentina al parco, dove passarono la giornata a parlare e confidarsi segreti e scene di vita passate, l'albino aspettava solo il tramonto e pur di intrattenerla, le aveva proposto anche una lotta con gli scrigni. << Aaaah... mi sono divertita, Gokudera! >>
<< Solo per oggi, puoi richiamarmi Hayato? Ti prego. >>
Lo guardava interrogativa, ma si riprendeva subito: << Va bene. Senti, sono davvero felice, però sto pensando che presto queste giornate finiranno presto. Mi dici, come faremo noi due? >>
Lui strinse i denti, ma conosceva già la risposta: << Se il Decimo succederà il titolo di Boss dei Vongola, vedrai torneremo in Italia e ti verrò a trovare. Non smetterei mai di cercarti. Non voglio lasciarti per una stupida ragione come la distanza, non penso nell'amore eterno, però fino a quando deve durare. >>
Lei fece una smorfia, o meglio dire un mezzo sorriso. << La pensiamo nello stesso modo, allora. >>
<< Vale? >>
<< Dimmi, Hayato. >>
<< Facciamoci un'ultima foto, qui con il tramonto alle spalle. Poi vorrei portati a casa mia. >>
La castana sopresa dalle sue ultime parole, riuscì solo ad annuire per l'ultima foto e la mente le andò in confusione. "Casa sua. Casa sua. Vuole portarmi a casa sua?!" pensava un po' impanicata "Beh... non sono proprio pronta, ma... ecco," i riflessi sulla sua pelle dei raggi del sole, rendevano l'albino ancora più sexy "Ecco, se è lui, non può far altro che farmi piacere."
Dirigendosi a casa Gokudera, l'albino un po' insicuro, chiedeva: << Se non vuoi, me lo devi dire. >>
Valentina rimase in silenzio.
<< Non devi sentirti costretta. >>
La ragazza scosse la testa e alla fine gli rivelava: << Sei l'unico con il quale potrei mai farlo. >>
Lui arrossì violentamente e arrivati davanti alla porta, iniziò a baciarla, a portarla lentamente in camera da letto e ben presto i due si erano uniti in una sola entità. La furiosa Tempesta e l'armonioso Cielo, quella sera, si erano uniti serenamente e niente poteva rovinare quella notte magica.

Nota d'Autrice
Finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo! Come sono felice!! Mi dispiace per tutto il ritardo e anche quello che farò in futuro, ma il tempo non c'è e non posso fare altrimenti. Mi scuso già per gli errori di battuta o di grammatica, ma non ho avuto tempo di ricontrollarla, anche perché proprio ora sono di fretta, perciò un saluto a tutti!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** 29. Futuro ***


Lo scambio culturale
29. Futuro

 

Giulia e Valentina erano a casa Sawada insieme ai Guardiani e alle ragazze per studiare una volta tanto, e quel giorno avendo incontrato la madre di Tsuna, sono stati invitati a riunirsi lì; il posto era sempre vivace e rumoroso, tale da far infuriare Gokudera e Giulia, facendosi così distrarre dai bambini. Valentina e Yamamoto calmavano i rispettivi amici e le ragazze si erano chiuse in cucina per preparare la merenda. Sì, una giornata di studio.
L'albino rincorreva Lambo, ma presto si fermava perché si accorse che la ragazza lo stava fissando divertita e di certo non ci faceva bella figura, così notando come invece la tappetta non si faceva scrupoli a torturarli, prima di smettere le urlava: << Heiloz, ferma la scemucca!! Io mi occupo di I-pin! Così forse riusciremo a studiare! >>
La mora rideva, non aveva per niente voglia di studiare e sapeva bene che anche Valentina era d'accordo con lei, così assecondava il gioco della Tempesta: << Sìssignore! FERMO, marmocchio!! >>
Valentina si divertiva vederla giocare come una bambina, era diventata troppo seria quando passava giornate intere con Hibari e voleva assolutamente che si sfogasse in qualche modo, inoltre era un ottimo passatempo conoscere il lato infantile del proprio ragazzo che inseguiva da una parte all'altra una bambina che conosceva alla perfezione le arti marziali; dopo qualche minuto poi Kyoko e Haru erano uscite con un vassoglio pieno di dolci e tazze di thé fumanti per fare merenda e i bambini si radunavano all'istante al tavolo per mangiare.
<< Incredibile, non ho mai corso così tanto in una casa solo per rincorrere un moccioso! >> si lamentava Giulia con l'amica, mangiando intanto pasticcino alla crema.
La castana rideva di gusto. << Stai diventando vecchia, Giù. >>
<< Posso capire che sono più grande di te, ma guarda che anche tu hai compiuto gli anni da poco, eh! Aaah sono stremata, eppure faccio molto esercizio... >> stava rivivendo quei momenti piacevoli << Molto, molto esercizio. >>
Valentina sospirava e la rimproverava: << Evita ti prego. Non voglio sapere cosa fate tutto il giorno tu e quel bastardo, per me non è il ragazzo adatto a te, ma ormai ti sei incasinata da sola. >>
Giulia si portava la mano davanti e osservava l'anello. << Chissà cosa succederà in futuro. >> Sorrideva compiaciuta, pensava "Qualcosa succederà, Kyouya è pur sempre un ragazzo concreto."
<< Stai pensando a un lieto fine, vero? Sai che non esistono, non aspettarti troppo da quel tizio. >>
Gokudera era intervenuto: << Se fossi in te, tappetta, non mi aspettarei proprio niente da Hibari. >>
Haru si stava confidando con Kyoko e non si erano intromesse, ma Yamamoto ascoltava allegro e ingenuo, e voleva difendere la mora perché il Guardiano delle Nuvole non era così inaffidabile; nella battaglia per gli Anelli Vonogla, l'aveva salvato, quindi non doveva essere screditato in quel modo. << Giulia-san come te lo immagini tu il futuro? Con o senza Hibari? >> domandava con disinvoltura.
Lei rimase un po' alibita, ma dopo aver riflettuto rispondeva decisa: << Certamente con Kyouya. >>
<< E voi due? >> rivolgendosi a Vale e Gokudera << Insieme o separati? >>
La castana sorrideva. << Insieme, ma non credo nel matrimonio. >>
Gokudera conveniva: << Approvo. Per quanto tenga a Valentina, non c'è motivo di legarsi con tante cerimonie. >> Infatti l'unica cosa necessaria era l'anello che le aveva già regalato, così che tutti possano sapere che lei era già impegnata. << Come ha fatto mia madre, per non far soffrire alcune persone come Bianchi e io stesso, non ha voluto sposare mio padre. E' stata un decisione molto saggia. >>
Valentina aveva già ascoltato la sua storia e le dispiaceva sempre sentirla, perché comprendeva come si sentisse; al contrario Giulia, essendone all'oscuro, faceva una smorfia e sbuffava. La mora credeva nel vero amore ed era sicura che un giorno si sarebbe sposata, ma prendendo conto del carattere di Hibari, rinunciava subito alle nozze, ma dentro di sé continuava a sperare. << Non dico che voglio sposare Kyouya, ma solo stargli vicino come sto facendo adesso. >>
<< E non ti da fastidio che potrebbe tradirti? >> l'incalzava Valentina.
<< Kyouya sarà pur uno spirito libero, ma è uno delle persone più fedeli che conosca. Kusakabe-san ogni tanto mi fa rapporto senza che glielo chieda e Kyouya non fa altro che il suo lavoro quando non ci sono. A quanto pare sono il suo unico interesse in questo campo, come dice Dino, e quest'ultimo ci passa interi pomeriggi a combattere e figuriamoci se parlano, ma ogni tanto lo provoca usando il mio nome. Non sono tanto felice di questo, però se mi vuole difendere a modo suo, allora non farò nulla per separarmi da lui. >>
<< Per essere una che non è felice, hai un'espressione molto soddisfatta >> commentava beffarda Valentina << Beh se va bene a te, a tuo rischio e pericolo. Una cosa, però, te l'ho promessa: ti proteggerò come meglio credo e sono stata autorizzata da te che posso picchiarlo a morte. >>
La mora sgranava gli occhi. << Quando ti avrei autorizzata? >>
<< Quando dormivi. Ti ho fatto una domanda e tu mi hai risposto: "Sì, puoi pestarlo di botte se lo ritieni necessario" e poi hai sbadigliato e smesso di parlarmi. >> Scrollava le spalle con nonchalance, ma con lo sguardo le diceva chiaramente che l'aveva fregata alla grande. << Giu, sei la mia migliore amica e quello è un bastardo. Con questo avrei detto tutto, ma se non ti convince, aggiungo solo che ti farà soffrire presto e finalmente potrò sfogare la mia rabbia che ho accumulato da quando ti ha messo le mani addosso! >>
Giulia aveva ripreso il buon umore e con lei, tutti gli altri, ma presto i due bambini ricominciarono a fare il panico in casa e la mora aveva deciso che avrebbe insegnato le buone maniere almeno a uno dei due, soprattuto quello che veniva chiamato "Scemucca". << Fermo! Ora hai rotto le scatole! >>
Era instancabile, la ragazza lo seguì fino in camera di Tsuna, dove in una frazione di secondo, era accaduto qualcosa che la sconvolse: Giulia si era buttata a terra per acchiapparlo e Lambo era saltato prima sul letto e poi sopra di lei, in quel momento un qualcosa di grande, un oggetto viola la circondava in pieno, ritrovandosi nell'oscurità più totale; non capiva dov'era, ma prendeva coraggio e decideva di andare avanti verso l'uscita.
"C-Che cosa..? Dove sono?"
Una luce l'acciecò, ma quando riaprì gli occhi, si ritrovò spaesata: era in una stanza stile giapponese, vuota e priva di candele o lampade, infatti la luce proveniva da fuori e incuriosita usciva a dare un'occhiata. "Ma cosa sarà successo? Dove sono? Non conosco questo posto." Fuori vi era un ingresso simile al Tempio di Namimori, ma andando più avanti si rendeva conto che era proprio quello il luogo "Perché sono al Tempio?! Mh? Arriva qualcuno, meglio nascondersi."
<< Ferma. >> una voce la paralizzava, era uguale alla sua, ma solo un po' più grave << Giulia, ti ho detto chiaramente di non uscire finché non sarei tornato. E' da tanto tempo che non disobbedivi, pensavo che avevi perso quel tuo lato masochista. >> "Ma è... E' Kyouya!"
La ragazza si voltava a guardarlo, era diverso: più alto, occhi più affilati e i capelli più brizzolati; era strano, la sua espressione era corrucciata, non diversa dal solito, ma aveva qualcosa di più. Qualcosa che non comprendeva.
Alla fine, quella sua nuova versione l'aveva impressionata e si era imbambolata, mentre Hibari notava il cambiamento e con sicurezza poteva affermare: << Non sei Giulia. >>
Lei sgranava gli occhi. La chiamava per nome, ma diceva che non era lei. << Che cazzo stai dicendo?! >>
<< Mpf. >> Chiudeva gli occhi e sbuffava sorridente << Sei la mia Preda. >>
<< Ma ti ascolti! >> imprecava la mora ormai inspazientita. << Kyouya, p-perché sei così... grande? Cosa sta succedendo? Perché siamo al Tempio di Namimori? >>
Hibari rimaneva in silenzio e vedendo che nella sua preda cresceva rapidamente la rabbia, le afferrava il polso e la portava dentro. << Rimangono solo due minuti, abbi pazienza. >>
<< Pazienza di cosa?! Mi dici almeno una cosa, perfavore, d-dove siamo? >>
Nessuna risposta.
<< Spiegamelo, ti prego. >>
Hibari si avvicinava a lei e Giulia non si era mossa, la faceva stendere lentamente prendendola per la schiena, era chino su di lei, la sovrastava tutta. Gli occhi grigi la squadravano, mentre lei lo fissava incredibilmente desiderosa.
<< Non cambiare, ti voglio così anche nel futuro. Preda. >> Hibari aveva sfiorato con le labbra la fronte della ragazza, Giulia emise solo un suono di consenso << Nel futuro, tu sei la mia... >> "Continua ti prego, sono la tua?" Il Guardiano richiuse la bocca, strinse i denti, ma poi sorrise compiaciuto << Lo scoprirai a tempo debito, Preda. Una cosa posso anticipartela: alcune cose sono cambiate, forse in peggio, dal mio punto di vista. Il Tempio è di mia proprietà e tu abiti qui con me. >>
Alla mora cresceva il desiderio, ma esitava chiedendo solo: << ...da quanto? >>
Il ragazzo aveva addolcito lo sguardo in un batter d'occhio e a Giulia le si sciolse il cuore, chiedendosi se avrebbe mai rivisto o rivissuto quel momento, e nell'istante dopo, la Nuvola aveva iniziato a rispondere: << Da...- >> ma era stato interrotto quando i cinque minuti scadevano e Giulia si ritrovava nel buio più totale.

<< Giu! Giulia! Svegliati, Giu! >> urlava Valentina, dando colpetti alla fronte dell'amica << Svegliati o ti butto un bicchiere d'acqua, decidi! >> ma la mora non si svegliava e quando stava per rovesciarle il bicchiere addosso, Kyoko e Haru la fermavano.
<< No, aspetta Valentina-chan! >> pregava Kyoko << Sarà di sicuro scossa dal viaggio. Hai ascoltato pure tu quello che la Giulia di Dieci-anni-dopo ci ha raccontato, probabilmente avrà incontrato Hibari-san di Dieci-anni-dopo e non avrà capito più niente e forse è svenuta! >>
Valentina osservava l'amica e le afferrava la mano, riflettendo sul da farsi: "La Giulia del Futuro... Sembra un film di fantascienza, come sarà possibile? Il Bazooka di quel bambino avrebbe spedito la mia migliore amica nel futuro per cinque minuti e poi sarebbe tornata qui, senza che avesse avuto delle ripercussioni? Stiamo scherzando! Giulia svegliati! Non posso sopportare che quel bastardo ti ha fatto vestire con un kimono, lasciata nel Tempio di Namimori solo perché doveva punirti e che nel futuro dovrai sempre... stargli accanto, proprio come dicevi tu. Non ci credo che potessi possedere un'espressione tranquilla e colma di felicità con lo stile di vita che condurrai tra dieci anni. Non era così che mi immaginavo il nostro futuro. Aaaah... hai permesso anche che non ci sentissimo più, come mai questa scelta, Giulia? In futuro non mi vorrai più come amica?" la sua espressione si era rattristata un po' "Eppure, la te del futuro mi ha detto che mi vuoi ancora un bene dell'anima, però non sai dove io sia o se sono al sicuro. Ma... ti fidi ciecamente di me e di Gokudera, a quanto pare."
La mora mugulava all'improvviso: << Mmmh... Kyouya ti amo... >> Valentina sbuffava, si stava preoccupando per lei e Giulia pensava solo al bastardo << Vale.. Vale..! Vale, ti voglio tanto bene.. >> sul suo viso era stampato un piccolo sorriso che trasmetteva una pace, tale da rassicurare la castana e tutte gli altri.
"Amica mia, diverrai sua moglie, proprio come desideravi. Riuscirai anche a farti rispettare e chiamare per nome, sono fiera di te." rideva dentro di sè "Allora ti stai preparando il futuro oppure stai lasciando che il destino faccia il suo corso? Ahaha peccato che dovrai attendere, ho promesso che non ti avrei svelato niente alla tua versione del futuro! Che cosa divertente, eppure in passato avresti fatto di tutto per sapere certe cose in anticipo. Sei maturata, ma dieci anni sono tanti. Non avere fretta di crescere, se in futuro ci separeremo. Passiamo più tempo assieme, Giulia."
La mora continuava a mugulare e Valentina la confortava: << Giulia, prenditi tutto il tempo necessario. >>
Gokudera e Yamamoto osservavano la coppia di amiche molto lieti, promettendo a loro stessi di proteggere quel legame di amicizia che, anche se ignari, sarebbe durato per più di dieci anni.

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! Scusate il ritardo, ma con il fatto che sono partita per Praga, ho avuto poi la settimana di compiti in classe, ho litigato con la co-protagonista della storia, beh, non ho fatto in tempo. Perciò mi scuso formalmente e vi chiedo di perdonarmi!!
Spero che questo capitolo compensi un po' il ritardo. Si spera che martedì prossimo riesca a postare il 30, anche perché non dovrò andare a giocare a ping pong perché andrò in gita, finalmente! :)
A presto!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** 30. Genitori ***


Lo scambio culturale
30. Genitori

 

<< In realtà non ho voglia di farlo. Mi sembra scorretto nei suoi confronti, lei è pur sempre la mia migliore amica, non potrei mai... farle un torto simile. >> rimuginava Giulia tutta agitata, ma era un'occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire. Stava parlando fra sè e sè, però all'improvviso la salutava Yamamoto chiedendole cosa succedesse.
<< Giulia-san >>
La mora si era voltata, stringeva forte una lettera e quasi la stroppicciava rendendola illegibile, così la Pioggia la invitava a mostrarle la lettera e con un sorriso leggeva quello che appariva italiano:

Care studentesse De Silvestri e Heiloz,
abbiamo ricevuto gli ottimi risultati da parte vostra in questo semestre, vi state impegnando come avete promesso e noi come patuito, non abbiamo informato i vostri genitori della vostra attuale retta scolastica. Era, però, prevedibile che presto si sarebbero presentati per avere vostre notizie, che abbiamo lasciato a voi il compito di informarli lasciandoci fuori dalla questione, ma non avete rispettato il patto e ora vi riferiamo le esatte parole dei vostri genitori:
"Giulia! Cosa stai combinando?! Perché non hai mai chiamato? Sei una irresponsabile! - Sign.ra Heiloz"
"De Silvestri Valentina. Perché non ci hai chiamati o fatto sentire?! Eh! Ora vengo lì a vedere con i miei occhi cosa stai facendo! E se non stai studiando, puoi dire addio al Giappone! - Sign. De Silvestri"

Come si sottintende, la sign.ra Heiloz chiede solo di essere contatta, mentre il sign. De Silvestri verrà a verificare di persona l'attuale situazione. Cordiali saluti.

Yamamoto non capiva, ma riusciva a leggere dall'espressione di Giulia che era qualcosa di grosso, davvero grosso, così le suggeriva di prendere un po' d'aria. << Giulia-san- >>
<< Perché ora mi chiami con il suffisso?! >> domandava irritata << Chiamami Giulia. Senti, in quella lettera la scuola in Italia ci sta dicendo che siamo ancora ottime studentesse, ma anche che i miei genitori sono infuriati perché non li ho più chiamati e quindi la cosa si risolve facilmente... invece, Vale è in un bel problema. >> Il moro la guardava interrogativo, cosa ci sarà mai di peggio, si chiedeva. Giulia sospirava dall'esasperazione << Verrà suo padre, e suo padre è un tipo molto suscettibile, per non dire che non sopporterà molto lo scorbutico, sono sicura. >>
La ragazza si riprendeva la lettera e imprecava alla scuola per non aver fermato il sign. De Silvestri, non ci voleva molto a dire "Vostra figlia sta andando bene, è meglio non disturbarla e aspettare che torni." Ci voleva tanto?! Giulia, però, era combattuta perché sapeva che il padre dell'amica avrebbe accettato Gokudera solo se avessero fatto una cerimonia ufficiale per il loro fidanzamento. Se la rideva, ma era anche preoccupata.
<< Giulia >> la richiamava Yamamoto << Dovresti dirglielo e basta. Non archittetare qualcosa di cui già pensi di pentirtene. >> La mora lo fissava stupita. "Sbaglio, o Yamamoto sta diventando molto saggio?" rifletteva sorpresa di rivalutare la sua opinione "Mmmh... qui c'è qualcosa che mi si sta nascondendo. Forse è grazie la ragazza che ho visto tempo fa? Se è così, non voglio infierire, è meglio che si distragga." << Giulia! >> la risvegliava dai suoi pensieri. << Tutto bene? Ho detto qualcosa che non dovevo? Oh, riguardo a Gokudera, non dovresti preoccupartene, farebbe qualcosa che sorprenderebbe anche te se fosse per Valentina. >>
"Yamamoto..." pensava piuttosto malinconica, ma comprendeva bene. << Ok, mi fido. Non voglio che Vale se ne vada prima di me, devi sapere, che tutti noi insieme abbiamo ancora tante avventure da vivere! Anche se manca poco al ritorno di Sawada, non voglio sprecare neanche un secondo! Yamamoto, grazie! Andiamo ad avvertirli! >>
Il moro la seguiva e presto incontrarono i due chiaccherare; Giulia raccontava la situazione e alla castana erano già saltati i nervi: quando suo padre di comportava così, non lo capiva proprio!
<< Gokudera. Sii te stesso e basta. Deve sapere come stanno le cose veramente, quindi è inutile fingere. >> ordinava Valentina all'albino con tono autoritario << Mio padre che viene qui solo perché non l'ho chiamato per qualche giorno! Quanto è ottuso?! >>
Giulia dentro di sé rideva, anche se la comprendeva benissimo, e proprio perché era una masochista, aggiungeva come una "so-tutto-io": << In realtà non li abbiamo chiamati da quando siamo arrivate, Vale. >>
<< Infatti, così ci si gode bene un viaggio, anche se è di studio! >>
La mora finalmente scoppiava a ridere. << Allora, come vuoi agire? >> chiedeva Gokudera fissando la ragazza con i suoi occhi verdi smeraldi molto serio << Non fingerò, però mi devi dire come comportarmi almeno un po'. >>
La mora con un sorriso sulle labbra suggeriva: << Non fare niente, fai parlare Vale e tutto si sistemerà. Niente di più semplice! Queste cose ce ne siamo giù occupate molte volte. >>
<< Non sono il tuo primo ragazzo? >> urlava sorprendentemente geloso l'albino.
Valentina annuiva, ma rispondeva Giulia: << Oh, ma no. Non in quel senso, scorbutico. >>
<< Silenzio tappetta. >>
<< Scemo. Provoca il padre di Vale così, e potrai solo sognartela! Hai capito che se va tutto storto lei se ne torna in Italia? Sarà anche colpa tua, allora! >>
Valentina, ormai al limite, chiudeva la questione: << Basta Giu, non serve che vai oltre. Faremo ragionare mio padre in qualche modo, anche se con lui parlare è inutile, però è un'ottima occasione per introdurti alla mia famiglia. Non preoccupatevi voi tutti. >> Alzava lo sguardo e vedeva una ragazza nascosta dietro l'angolino << Yamamoto, ti sono venuti a prendere. Giu, passiamo un attimo all'albergo, dovremo fare in tempo per la prossima ora, sbrighiamoci. >>
La mora ancora rideva, ma la seguiva senza batter ciglio, lasciando Gokudera con Yamamoto che presto si congedò anche lui per andare a salutare l'amica, ma prima rassicurò l'albino:
<< Andrà tutto bene, Gokudera. Anche se non sembra, Giulia vuole sostenervi, è un valido aiuto, quindi non stuzzicarla troppo e si sistemerà tutto. Ora vado, sayonara! >>
"Da quando quel fanatico di baseball è così solidale? Bah, qui è tutto un tale disastro, qualche giorno fa ho appena affermato di non voler tante cerimonie e ora guarda cosa mi tocca fare! Fa niente, tanto anche Bianchi presto o tardi avrebbe insistito per certe cose. Non mi farò intimorire dal padre di Valentina. Gli farò vedere che sono degno di lei!" e correva per tornare a casa sua. "Oh già che ci sono perché non avvertiamo pure il Decimo?!" Pensava tutto emozionato per dargli la buona notizia, ma all'improvviso si scontrava con qualcuno e sbottava: << Ehi! Fa' più attenzione! >>
<< Dovrei essere io a dirtelo! >> la voce femminile familiare lo portò a guardare la persona a terra << Gokudera! >>
Era Haru. << Ah. Sei tu. >>
<< "Ah. Sei tu." cosa?! Sei un maleducato, mi chiedo come fai a essere amico del mio adorato Tsuna-san e soprattuto fidanzato con quell'angelo di Valentina-san! Sei un tale scorbutico, non capisco proprio. >> continuava a inveire, e Gokudera stanco di quella ramanzina, cercò di aiutarla porgendole una mano.
<< Sta' zitta e basta, ora ti aiuto, quindi basta. >>
Haru lo guardava interrogativa. << Che sta succedendo? >> Aveva intuito che c'era qualcosa di strano, ma non si spiegava cosa << Stai bene Gokudera? E' successo qualcosa con Valentina-san? >> Il ragazzo sbuffò e le rispose male, lei a suo malgrado capiva che era la sua forma di difesa. << D'accordo. Lasciamo stare. Vado a trovare la mamma di Tsuna-san, e insieme a me Kyoko, qualsiasi cosa ci trovi lì. >>
L'albino l'incalzava: << Perché sei gentile con me? >>
<< Non farti certe domande, io sono gentile con tutti, diversamente da te. Poi, dovresti pensare più a Valentina-san, che ho incontrato poco fa ed era agitatissima. Come ragazzo dovresti farla felice! >>
Gokudera la ringraziò e se ne andò a cercare la castana. "Anche lei è agitata, come ho fatto a non accorgermene?" Si dava dello stupido, di un completo stupido "Il padre, se veramente le vuole bene, capirà. Capirà che la amo seriamente. Le darei la mia vita, come farei con il Decimo."

Il signor De Silvestri era appena sbarcato, all'aeroporto erano venute Giulia e Valentina ad accoglierlo. La castana lo abbracciava formalmente e si scambiarono dei baci sulla guancia, mentre la mora lo salutava con un cenno di mano.
<< Papà, com'è andato il viaggio? >> chiedeva tranquilla e sorridente.
"Faccia di bronzo" la definiva Giulia "Ecco che torna la sua infallibile faccia di bronzo."
<< E' andato bene, grazie. Allora come sta andando la scuola, tesoro? >>
La castana rispose sinceramente: << Molto bene. Non ti dovevi scomodare, mi potevi dare un colpo di chiamata. Sono stata impegnata con le attività scolastiche, a parte le lezioni, aiuto qualche volta Giulia al Comitato Disciplinare, non si sa mai che qualcuno le metta le mani addosso solo perché è una ragazza. >>
Il padre la guardava fiero. << Non è un disturbo, tanto sarei dovuto passare comunque in Giappone per delle questioni burocratiche. Giulia, e a te? Come va? Fai parte del Comitato Disciplinare, impressionante. >>
<< Bene, grazie. Non mi lamento, grazie a Vale sto avendo una vita molto tranquilla. >> rispondeva ora lei con una faccia sorridente. << Sì, il Comitato mi ha accolta perché dovevo decidere un'attività scolastica per la settimana extrascolastica e mi hanno voluto tenere perché ero utile. Comunque sia, dove ha deciso di stare per ora? >>
Valentina riusciva a intravedere un brillo negli occhi del padre, ignorando le bugie a ripetizioni che confidava l'amica. La castana lo osservava attentamente. << Nel vostro stesso albergo, per una settimana. >>
"Ah, bene. Di meglio in meglio, eh?" rifletteva sarcastica Giulia. "Ci sarà da divertirsi".

Nota d'Autrice
Sorry. I'm really really sorry.
Spero che vi piaccia e che mi possiate perdonare *s'inchina*
Alla prossima
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** 31. Litigio ***


Lo scambio culturale
31. Litigio


<< Giu. >>
<< Dimmi. >> rispondeva la mora mentre tentava invanamente di studiare chimica. Erano in camera d'albergo e avevano solo a qualche piano superiore il padre di Valentina, per la mora era come se fosse sotto osservazione, ma di certo per la castana era molto peggio e lo comprendeva. Giulia si era già svegliata di cattivo umore, il signore gentilissimo De Silvestri aveva chiamato la figlia alle 5 del mattino per svegliarla e di ricordarle che oggi ci sarebbe stato il test di chimica, di conseguenza anche la mora si era svegliata.
<< Scusa. >> era l'ennesima volta che Valentina lo diceva, e la Heiloz le aveva già detto che era acqua passata, ma forse come buon'osservatrice capiva che non era così. Quella mattina le aveva già offerto due cornetti ripieni di crema, erano i suoi preferiti, ma non avevano fatto effetto. Erano ancora le 06:30. << Giu, rimettiti a dormire, fai ancora in tempo, ti sveglio io. >> aveva suggerito anche questo, ma l'amica aveva declinato anche questa proposta.
<< Mi preparo adesso e poi vado a scuola, vieni con me? >>
<< Sì, sono già pronta, ti aspetto. >> rispondeva cauta la castana.
Valentina e Giulia camminavano con calma la via di scuola. Ora, quelli che prima erano petali di ciliegio, cadevano foglie arancio scuro come il sole del tramonto e rosse come il sangue scarlatto, l'autunno era arrivato. Sileziose, accanto l'una all'altra, osservavano i propri passi, quando Valentina stanca di quel comportamento infantile dell'amica le confessava: << Dài, Giu. Non è la fine del mondo che ti sei svegliata così presto, molto spesso lo fai e non eri mai stata così arrabbiata con me! Perché? >>
<< Perché, mi chiedi? Bella domanda, sono di cattivo umore e basta. Smettiamola di parlarne e mi passerà. >>
<< No, ne parliamo adesso, sennò me ne darai la colpa se questo test di chimica andrà male. Lo so già, non ti concentri come dovresti perché sei troppo impulsiva. Ti ho già chiesto scusa, cosa vuoi di più? >>
Heiloz si stava incazzando, stessa cosa valeva per De Silvestri, quindi la mora aveva risposto seccamente:
<< Non lo so. Forse proprio perché sei così ottusa da non capire, che non so cosa voglia. Perciò, finché non mi passa, meglio se non mi rivolgessi la parola se non vuoi ricevere critiche o insulti. >>
La castana sbuffava. << Come vuoi. >>
<< Bene. >>
<< Bene. >>
Una aveva accelerato il passo, mentre l'altra si era soffermata a osservare il paesaggio, ma per quanto lenta fosse andata, Giulia era entrata in prima ora per fare quel maledetto test di chimica e poi, con la scusa del maldipancia, era uscita per dirigersi in infermeria. Stava rimuginando tutto, sapeva di aver sbagliato a prendersela con la sua migliore amica e presto delle lacrime erano apparse agli occhi della ragazza. Non capiva, però, perché Valentina non capisse come si sentisse. Era sempre stata brava a interpretare i suoi sentimenti.
Singhiozzava nel corridoio quando, per la sensazione che le soffocava il cuore, si era accucciata in un angolo e iniziava a piagnucolare come non mai, pensava che non piangeva da tempo, ultimamente era sempre stata felice.
<< Che cosa stai facendo, Preda? >>
Quella voce la risvegliava, aveva alzato lo sguardo e notava di avere sulle spalle la giacca da capo disciplinare. Eccolo in tutta la sua spaventosa maestosità davanti a lei, con uno sguardo annoiato e arrabbiato allo stesso tempo, anche se si leggeva una nota di preoccupazione nei suoi occhi. << Kyouya... Buongiorno. >> Cercava di sorridere, ma non ce la faceva. Per ogni momento di felicità che provava, capiva che ne avrebbe ricevuto tanti altri di tristezza.
<< Non puoi stare qui. >>
Rimase in silezio ad osservare le gambe lunghe e snelle del ragazzo coperte dai pantaloni neri come il petrolio, lo invidiava per la sua forma perfetta; ma non lo invidiava solamente, lo ammirava. Sembrava che niente potesse infliggergli tale dolore da farlo crollare come avesse fatto Giulia. Stringeva più forte tra le mani la sua giacca.
<< Alzati. >> La minacciava << O ti dovrò azzannare alla gola fino alla morte. >>
La mora scuoteva la testa in segno di negazione, anche perché non riusciva ad alzarsi, era distrutta dentro e la sua volontà era pari a zero, per quanto infatti volesse ubbedirgli. Hibari era un tipo rigido, lo conosceva, per questo sapeva che, o l'avrebbe fatta rialzare, oppure l'avrebbe assalita in corridoio. "Per quanto mi riguarda, le due opzioni sono accettabili e fattibili, niente di contrario per la seconda. Tanto non verremo mai sgridati o espulsi, qui hanno troppa paura di Kyouya, perfino il preside e gli insegnanti." rifletteva Giulia. << Kyouya, posso venire al salottino invece dell'infermeria? Preferirei stare sul tuo divano che su un letto duro come quello che hanno lì. >>
Il Guardiano della Nuvola la raccolse da terra e la portava in braccio come una principessa, e non nel suo solito modo sulle spalle, Giulia notava con estremo sollievo che il suo ragazzo capiva quando avesse bisogno di lui.
Giunti, però, l'aveva scaraventata sul divano e iniziato a scioglierle il fiocco della divisa.
<< Che fai!? >> urlava immediatamente << Solo perché ho detto che volevo stare qui, non significa che voglia fare necessariamente l'amore con te! >> Hibari la guardava in cagnesco << E io che speravo che avessi compreso i miei sentimenti. Sei incorregibile, Kyouya! >>
Il moro iniziava a stuzzicarle l'orecchio e le sussurava: << Necessariamente, hn? Pensavo che fosse quella la tua unica e sola richiesta. Sei mia, quindi non devo più preoccuparmi di altro. >>
<< Senti, se il mio umore non è dei migliori, è inutile anche che ci provi, non verrò mai, non sono motivata! >> Metteva uno di quei bronci che facevano ribollire il sangue alla Nuvola. << Mettiti l'anima in pace, Kyouya. >>
"Non ci penso nemmeno" aveva risposto mentalmente all'istante. Era troppo provocante e non se la voleva far sfuggire. Invitante, stranamente irraggiungibile e immaginaria. Vulnerabile in un modo tutto diverso dalle altre volte.
C'era solo un modo per farle cambiare idea.
<< Giulia >>
Il cuore della ragazza aveva perso un battito, non credeva alle sue orecchie, l'aveva chiamata per nome e così capiva quanto lui ci tenesse troppo; lo sguardo era serio e minimamente implorante. La desiderava.
<< Se sei tu, non serve che tu chieda. >> aveva detto impulsivamente, non aveva mai letto nella sua espressione quella voglia incessante, e mai voleva deluderlo, perciò lo rassicurava << Kyouya, smettila di esitare e prendimi. >>
Il moro non se lo era fatto ripetere due volte che aveva incominciato con i preliminari per passare immediatamente alle finali e far provare entrambi il piacere che solo quando erano insieme potevano raggiungere.
Dopo aver esaudito la sua smania, Giulia si era svegliata e si guardava intorno: non c'era nessuno. "Starà facendo la ronda, molto probabilmente." rifletteva pensierosa "Mi sento meglio, quindi dopo mi scuserò."
La porta del salottino si era spalancata e stava rientrando Hibari, che le spronava di andarsene: << Ti sei svegliata? Bene, torna in classe, sta per incominciare la quarta ora. >> "Ho dormito per un'ora? Questo significa proprio che ero di cattivo umore per mancanza di sonno... Beh è anche colpa di Kyouya che mi fa rimanere più del necessario negli ultimi giorni." La mora si era messa a sedere, con la coperta sulle gambe, si era poi portata le ginocchia al petto e domandava timidamente: << Non posso rimanere qua? >>
<< E perché mai? Pensavo che ci tenessi alla tua retta scolastica. >>
<< Sì... >> aveva lasciato la frase in sospeso, stava cercando di formulare meglio la frase che voleva dirgli, ma era più complicato del previsto. << ...ma, vorrei nascondermi qua. Non mi sento ancora in grado di tornare in quell'aula. >>
Hibari le lanciava uno sguardo interrogativo. << Per quale motivo eri arrabbiata prima che facessimo sesso? >>
Giulia sussultava, per una volta, il ragazzo aveva centrato il punto. << Ho litigato e voglio stare con te che sei il mio ragazzo, con te che mi fai scordare tutto, con te che amo. >>
<< Non me ne frega niente di tutto questo. >>
"Insensibile, come sempre." e il momento dopo se n'era andato senza dire una parola. Stringeva di più a sé le ginocchia. Era triste, abbandonata e piena di dubbi. L'attimo dopo entrava tutto impanicato Dino che era caduto con la faccia a terra appena spalancata la porta. << Giulia-san! >>
<< D-Dino-san? >> l'osservava diffidente << Perché sei qui? >>
Il biondo le si avvicinava e le accarezzava dolcemente la testolina scompigliata. Un sorriso intenerito da quella visione era apparso sul viso del giovane Boss Cavallone. << Credo che non posso dirtelo, finirai di non vederlo per una decina di giorni. >> ridacchiava, ma subito riprendeva comprensivo << Ti vedo avvilita, come mai? Kyouya è stato duro con te? Ti chiedo di perdonarlo allora, penso che tu lo conosca be- >>
La ragazza l'aveva interrotto subito. << No, lui è stato... delicato oggi. Non me ne ero accorta, strano. Si vede che sono disconcentrata. Non mi sono nemmeno goduta per bene la delicatezza che mi ha mostrato per la prima volta, Kyouya. Sono un disastro. >>
<< Raccontami. >> le chiedeva gentilmente. << Ti ascolterò. >>
Dopo essersi ripresa, Giulia gli raccontava tutto senza lasciare il minimo dettaglio e Dino, con gli eventuali consigli, la rallegrava, per non dire consolava meglio di quanto potesse sperare. << Vedrai, questa situazione con la tua amica si sistemerà. Siete due ragazze incredibili, non ti devi abbattere per così poco e attendere quel poco per farci arrivare anche a lei. Dimostrale che le vuoi ancora bene e che presto tutto si aggiusterà. >>
<< Grazie, Dino-san. Ora dimmi, come lo sapevi che stavo male? O che stavo qui? >>
Il Boss Cavallone si avvicinava all'orecchio per risponderle, ma subito Kyouya era rientrato e allontanato con un colpo di tonfa dalla ragazza, la quale sorrideva per il gesto di gelosia. E' vero, non si ricordava che il Guardiano non era a conoscenza del loro piccolo imbroglio. << Che ci fate ancora qui? Andatevene! >>
Dino provava di calmarlo, però niente lo avrebbe fermato se non un bel combattimento, così pur di restare solo con la sua preda, prendeva a colpi di tonfa il biondo che se le dava a gambe levate perché non era in presenza di qualche suo picciotto. << Allora? Se rimani, faremo il secondo round. >>
<< Strano che proprio tu mi voglia dare la possibilità di scappare. >> Si era alzata e andava verso di lui in modo provocante, come se lo avesse voluto da sempre << Sono fortunata ad averti come ragazzo. >> Lo abbracciava e alzandosi sulle punte, gli stampava sulle sue labbra un bacio per poi farle un giochetto con la lingua, cosa che il Guardiano apprezzava con un verso che gli veniva dal profondo.
<< Sempre più esperta. Ti adoro, Preda. >>
Rideva accondiscendente, ma con tono rimproverevole lo correggeva:
<< Non 'ti adoro', devi dirmi Ti amo >>
Forse pretendeva troppo, ma dopo tutto quello che era successo, qualche parolina dolce la voleva sentire.
<< No. >> diceva secco.
<< No perché non vuoi dirlo? O no perché non hai capito cosa devi dirmi? >>
<< No. >> era leggermente arrossito. Un evento più unico che raro.
Con le labbra scandiva ogni sillaba: << Ti- A- Mo. >> Le labbra, che si muovevano lentamente, attiravano tanto l'attenzione del Guardiano e lo invitavano a farsi tormentare, e così esaudiva quel impulso non ascoltando più le parole di Giulia. Gliele aveva morse, leccate, baciate e aveva in mente un'altra idea che però, non propose perché voleva attuare in altre occasioni; Giulia era diventata un peperone rosso, le labbra erano rosse e gonfie come un bocciolo di rosa, e Hibari che continuava a tenerla stretta a sé così che non fuggisse. << L'hai voluto tu. >>
<< Aishiteru. Iiye, koishiteru. >> confessava Giulia teneramente.
<< Hn. Capisco, >> un sorriso compiaciuto compariva, ma la campanella era suonata e in un certo senso, vedendo come la sua preda, alla fine volesse togliersi il peso di risolvere la situazione con la sua amica, la lasciava andare controvoglia. 'Ci saranno altri momenti'. << vai, ho del lavoro da sbrigare. >>
<< Ciao, Kyouya, e grazie di tutto >>
Usciva dal salottino e si dirigeva da Valentina per fare pace.

Note d'Autrice
Hello minna! Auguri al mio Kyouya!!
Oggi è il suo compleanno :3 Ecco a voi questo capitolo e ringrazio come sempre tutti per il sostegno dato! Spero che vi sia piaciuto!
Aishiteru-> Ti amo e voglio stare con te
Koishiteru-> Ti amo e voglio vivere con te tutta la mia vita
A presto
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** 32. Smoking Bomb ***


Lo scambio culturale
32. Smoking Bomb

 

Dopo qualche giorno di tranquillità, la castana era in stanza a leggere un libro portatogli dal padre. Si sentiva fortunata che non venisse ad asfissiarla con pressanti richieste che non avrebbe mai accettato, infatti si godeva quella pace. Lei e la sua amica erano nel quarto piano, mentre il padre nel sesto.
"Mi chiedo cosa stia facendo adesso Gokudera..." il padre ancora non aveva scoperto che avesse un fidanzato, finché non si sarebbe presentato a scuola non l'avrebbe saputo. "Sempre che Giulia non s'impicci." Sospirava, sapeva che l'amica era imprevedibile. "Però voglio comunque che papà conosca Gokudera, non so, sono sicura che sarà un incontro epico. Aaah... in pratica sì, sto leggendo. Meglio sgranchirsi un po' le gambe." Posava il libro accanto a sé e si alzava, camminava nella stanza, quando un rumore di passi che sembrava provenire dalla hall stava correndo senza sosta le scale. "Non é Giulia, lei non farebbe mai le scale." Invece, sbattendo la porta, la mora appariva ansimante e sconvolta e Vale le veniva incontro: << Cos'é successo, Giu? >>
Continuava a inspirare ed espirare, doveva riprendere fiato. << G-Gokudera.. e.. Yamamoto.. sta-stanno combattendo! Con le loro armi scrigno e anelli, non ne conosco il motivo, ma sembra che il fratello di Sasagawa non abbia nemmeno intenzione di fermarli e Sasagawa stessa era sconvolta quando era arrivata al luogo. Mi ha chiamato, ha detto che non riusciva a contattarti e nemmeno io, quindi eccomi qui! Ora sbrighiamoci, devi fermare almeno il tuo ragazzo! >>
Urlava e quasi voleva tapparle la bocca con il libro, ma sbuffava. << Non starnazzare. Ti ricordo che mio padre è qui vicino. Ora andiamo, e scusa il cellulare era spento perché mi volevo rilassare. >>
<< Vedo. Ora sbrigati. Non voglio che rasino al suolo Namimori, anche perché di sicuro Kyouya appena lo saprà, farà fuori tutti, che siano o meno i Guardiani Vongola o i suoi stessi compagni. >>
<< Cos'é questa storia? >> la voce profonda del signor De Silvestri faceva sobbalzare Giulia, mentre la figlia lo fissava in modo indecifrabile apparire sotto lo stipite della porta. << Valentina, hai un ragazzo? >> lo sguardo severo penetrava la figlia paonazza. Riprendendosi, la castana fece un cenno di testa, mormorando un piccolo "Sì", e siccome non c'era tempo da perdere, la mora si era ripresa e spinse entrambi i De Silvestri a seguirla.
<< Sbrighiamoci! Vale gli racconterai tutto strada facendo! >>
L'albino indossava la sua solita divisa scolastica, anche se le lezioni erano finite da un bel pezzo, mentre il moro aveva a dosso ancora la tuta da baseball tutta impregnata di sudore; i Sasagawa erano ai bordi di quello che era il campo di battaglia: vicini a scuola, si passava per una via che aveva a fianco un fiume e un ridosso immerso nel verde. Valentina e Giulia erano accorse, il padre invece si stava ancora chiedendo cosa stesse succedendo.
<< Qual é il tuo ragazzo? >> domandava tutto preso ancora dalla corsa.
<< Feeeeermi! >> urlava a squarciagola la mora come se fosse un poliziotto che dirigeva il traffico, facendo pure un lungo fischio spacca-timpano << Che cazzo state facendo?! Volete farvi uccidere? >>
<< Giulia-chan! Valentina-chan! >> gridava Kyoko con tono di sollievo << Non hanno ancora iniziato, stanno solo parlando, ma ancora non capisco per cosa! Fratellone, perché non li fermi? >> supplicava Ryohei che con le braccia incrociate al petto, guardava fisso i due contendenti.
<< E' una questione di orgoglio! E non si possono fermare, hanno bisogno di combattere al massimo! >>
La mora già stava schiafeggiando il Guardiano del Sole, sinistra e destra, sinistra e destra, Kyoko piagnucolava e quasi se la godeva la mora, mentre Valentina si dirigeva verso l'albino. Notava che aveva in bocca una sigaretta, quattro dinamite in tutto in mano e uno sguardo duro, superiore e pieno di odio; Yamamoto invece era solo serio, ma aveva un'aria molto sbarazzina con la sua mazza sulle spalle. << Gokudera, fumi? >>
La tensione si era allentata improvvisamente. << Eh? No, è solo per accendere la dinamite. Ma... pensavo che mi avresti chiesto qualcos'altro. A proposito, chi é quel signore che è venuto con voi? >> fece cenno con il mento, senza distogliere lo sguardo da Yamamoto. La castana alzava la mano per salutare il moro, che ricambiava.
Giulia era intervenuta: << Ma come Vale, non sapevi che quello scorbutico viene chiamato Smoking Bomb Hayato? Ma daaaai. >> Poi quando si rese conto dell'errore, si voltava dal padre della castana e provava a rimediare: << Ops, ehm no, volevo dire, che si faceva chiamare in quel modo, m-ma non perché usa delle sigarette per accendere la dinamite nascosta in tutto il corpo o altro, nooo. Noo. No. >>
"Smoking. Bomb. Hayato? A-ha. Proprio ora dovevi rivelarlo, eh Giu? Posso capire che Gokudera debba presentarsi come é, ma di sicuro questa è una notizia che poteva essere tralasciata, se non altro che doveva passare in secondo piano."
Valentina rispondeva poi, al ragazzo, ignorando i commenti ormai superflui della mora, e atteggiandosi come uno che ha tutto sotto controllo: << Mio padre. Sinceramente, butta via quella sigaretta, fa male. >>
<< Non finché non combatto con il fanatico del baseball. >>
Sospirava. << Che bisogno hai di combatterci? >>
Scuoteva il capo. << Avete capito male tutti, ci stiamo allenando. Sennò quando tornerà il Decimo, saremo in pessima forma rispetto a lui che, di sicuro, si sta impegnando con tutto se stesso! >> Poi scorgeva l'aura austera che stava emanando il signor De Silvestri << Tuo padre mi sta proprio guardando male. >>
Ora si avvicinava a Yamamoto, questi sorrideva e alla fine se ne andò; Giulia aveva smesso di schiafeggiare il Sole, stava parlando con il padre di Valentina che continuava a chiedere, ma la castana non capiva nemmeno le risposte, così tornava da Gokudera per spronarlo a parlare.
La Tempesta era infastidito, ma si arrendeva facilmente con lei: << Perché l'hai mandato via? Non aveva nient'altro da fare il fanatico, quindi era un'ottima occasione per allenarci! Valentina non ti intromett- >>
Interrotto bruscamente, gli veniva puntato un dito. << Ascoltami, ora vieni a conoscere mio padre. Yamamoto aveva da fare con il club di basball, non dovresti costringerlo. Dài, vieni. >> Gli tendeva una mano, lui gliela afferrava dolcemente. << Papà, questo é- >>
Stavolta era stata interrotta lei, perché l'albino pensava che un vero uomo si sarebbe presentato da solo, tendendogli anche una mano ferma e decisa. << Gokudera Hayato. Terzo anno, sezione uno. Compagno di scuola di vostra figlia. Sono anche il suo ragazzo. >>
<< Piacere di conoscerti, sono il padre di Valentina, De Silvestri Riccardo. >> Aveva ricambiato la stretta di mano, afferandola saldamente. L'albino non era minimamente impaurito. << Spero che tu faccia felice la mia figliola, se non fosse così, ti consiglierei vivamente di non sfiorarla con un dito. Lo capisci l'italiano? >>
L'ultima domanda era un misto di minaccia e sarcasmo. Valentina lo rimproverava: << Papà! Non sono più una bambina! Smettila! Gokudera è italiano ed é un ragazzo unico, quindi smettila di fare pressioni, sia a me che a lui. >>
Era un po' rossa in viso, ma subito l'amica l'aveva aiutata a sostenere la situazione: << Certo, e a me non pensi? Guarda che anch'io ultimamente sono sottopressione, ti faccio presente. >> puntualizzava incrociando le braccia e mettendo un finto broncio. Tutti incominciarono a ridere, anche Kyoko e Ryohei non erano più preoccupati; intanto da lontano, ben appolloiato su un albero, c'era Hibari che osservava la sua preda, sbuffando dietro le quinte.

La settimana era finita e il signor De Silvestri stava per ripartire; Valentina e Giulia lo avevano accompagnato nuovamente all'areoporto con largo anticipo, ma la mora dovette salutarlo prima del previsto, poiché aveva promesso a Hibari di incontrarsi, così padre e figlia rimasero soli.
Il padre le racchiudeva le guance con le mani e avvicinava a sé la fronte, per poi lasciarle un delicato bacio su di essa, bisbigliandole affettuosamente: << Figlia mia, fa' attenzione. Non farti spezzare il cuore da un tipo così. Ci sarò sempre per te, e anche la mamma, quindi appena ne sentirai bisogno non esitare a chiamarci, ok? Sono felice, dopotutto, che questo periodo di lontananza stia finendo. >>
Alla castana si era bloccato il cuore. "... Sta finendo per davvero?" rifletteva un po' demoralizzata "Perché doveva ricordarmelo proprio adesso?" Aveva alzato lo sguardo con decisione e sul suo viso appariva un sorriso.
<< Ok, ci vediamo quanto torno. Buon viaggio e presta sempre attenzione. Ciao, papà. >>
L'aereo era partito, Valentina guardava l'ampio cielo.
"Il Firmamento... in me c'è il flusso del Firmamento. Un giorno, ti racconterò tutto papà e capirai perché Gokudera sia tanto importante per me. Proteggerò tutti coloro che mi sono cari. Non so da cosa, non so nemmeno quando o dove, ma sento che qualcosa sta per cambiare e se non sarò qua, come farò a proteggerli? Non voglio partire, non ora. Forse anche Giulia sta pensando a queste cose, per questo passa più tempo con lo stronzo. Come posso capirla, ma non sarà mai un addio. Perché preoccuparsi ora? Non ha senso, quindi..." Alzava lo sguardo molto più deciso "... Ciao papà! Ci vediamo presto!"

Nota d'Autrice
Hello minnaH! Come va? E' finita quasi la scuola! Non è una cosa meravigliosa? *^* Io sono troppo contenta, anche perché ho finalmente terminato con i compiti in classe e pare, almeno si spera, che sia andata bene. TT.TT
Allora, qui non abbiamo parole giapponesi, quindi niente mini dizionario, vabbé sarà per la prossima volta! Tanto per anticiparvi qualcosa, ora verrano una serie di capitoli un po' tutti collegati tra loro, diversamente dai precedenti che il nesso c'era sì e no qualche volta xD
Cari lettori e lettrici, vorrei aggiungere anche che la sottoscritta partecipa a un contest di disegno su Sugar Soldier, non so se lo conoscete ma è uno shojo davvero morlo bello, e mi serve il sostegno da parte di chi gli è possibile aggiungere un mi piace qui! Grazie mille in anticipo a chi lo farà! :) Le votazioni durano fino il 9 giugno! Se potete, aiutatemi >.< Per favore!
Con questo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
A presto!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** 33. Moda ***


Lo scambio culturale
33. Moda

 

Il cameriere del servizio in camera si affrettava tutto indaffarato e impacciato, quando bussò e Giulia si stropicciava gli occhi, rassicurando l'amica che se ne sarebbe occupata lei. Valentina, nel letto accanto, si rigirava e le allungava una mano con qualche yen. << Tieni. Come mai fai colazione così presto? Anzi, molto spesso non usi mai il servizio in camera. Che c'è? Oggi facevano qualche dolce speciale? >> La mora ridacchiava, era felice che la castana si fosse svegliata di buon umore, ma no, non era così. Rifiutava i soldi dell'amica e si sbrigava ad aprire la porta.
Con un sorriso sulle labbra, la incitava a sognare. Non voleva rovinarle la sorpresa.
<< Buongiorno, signorina. Ecco a lei, >> le dava due scatoloni << firmi qui e qui. >> La ragazza lesse e firmò, alla fine sorrise. << Grazie e arrivederci. Mi scuso per l'ora, ma mi è stato detto che la consegna era urgente. >>
Prendeva le due scatole tutta felice e congedava il cameriere: << Sì, molto. Grazie mille per il servizio, Naoya-kun. Tieni, per te. >> Gli porgeva una sostanziosa mancia e richiudeva la porta prima che il cameriere potesse replicare. "Sono sicura che si chiederà come abbia fatto, ma è facile, aveva la targhetta. Naoya Moru. Che bel nome. Oh! Ma ora occupiamoci di questi bellissimi regalini!" Era tutta eccitata nel aprire i pacchi spediti dall'Italia "Waaah, meno male che ultimamente whatsapp mi funzioni, sono riuscita a parlargli e a farmi mandare tutta questa roba. Chissà che reazione mi rivolgerà Kyouya! E gli altri, poi! Mi mancava proprio tanto questo stile."
La mora prendeva il cellulare e, aprendo la conversazione, inviava: Grazie amico mio! Sei un mito!
Guardava l'ora, erano le 4 del mattino, quindi facendo qualche calcolo, in Italia risultavano le 9 di sera; poggiandosi sulle ginocchia, iniziava a scartare ed ecco che s'intravedevano i primi abiti.
Un sonoro richiamo attirava l'attenzione di Giulia. Il suo amico aveva risposto: Lo so. Prego. Leggeva, stava ancora scrivendo, lei pensava che fosse strano, le poche volte nelle quali parlavano, le loro conversazioni duravano brevemente. Come va? Tutto ok? Hai risolto con Valentina? "Ah giusto, gli avevo parlato del litigio." Rispondeva: Tutto bene, sì ho risolto. Stai tranquillo e ti ringrazio ancora per avermi fatto questo favore, ti ripagherò fino all'ultimo centesimo quando torno. Ora scusami, ma qui sono le 4 e ho sonno. Ciao :)
"Inviato." Sospirava, rifletteva osservando tutto il contenuto tirato fuori "Lui è di sicuro stato una delle mie più lunghe infatuazioni. Se lo sapesse Valentina che mi sono fatta spedire da lui tutto questo, penserà che mi piaccia ancora. E forse lo sosterebbe, tant'é che odia Kyouya... No, ma che dico. Hmpf.. Meno male che ho incontrato il mio Kyouya" rideva fra sé e sé "Gli piaceranno questi abiti? Spero di sì, li ho ordinati perché vorrei vederlo con vestiti molto più casual. Oh." Un altro suono la risvegliava dai suoi pensieri.
Ciao :)
Un lungo sospiro. "Sarai sempre un amico importante. Sempre. Kevin..." Si alzava e faceva l'inventario "Bene, 5 magliette, 2 felpe, 2 giacche. Per sotto, 5 jeans, 3 paia di scarpe da ginnastica/casual, 1 paio di sneaker e 1 paio di stivali. Sì, c'è tutto!"
La castana si svegliava lentamente quando, vedendo tutto quel disordine per terra, si alzava di scatto e richiamava l'amica: << Giu... Cosa sta succedendo?! >> Il tono era leggermente allarmato, la mora appariva appoggiata allo stipite della porta del bagno con le braccia incrociate e mostrava i denti in un ghigno.
Scrollava le spalle e con una mano le indicava un mucchietto piuttosto ordinato, al contrario dell'intera stanza piena di buste d'imballaggio, per poi suggerirle di provare. La guardava di traverso, ma a Giulia non importava.
Mostrandole, poi, altri due mucchietti, glieli porse e le spiegava la sua idea: << Mi sono fatta mandare degli abiti italiani, hai presente quello stile che tutti indossano a scuola, no? Beh, volevo vedere Kyouya indossarli e alla fine mi sono fatta trasportare chiedendone altri sia per me, te, Gokudera e Yamamoto. Me e te perché volevo rinnovare il mio guardaroba, mi sono stancata di mettere la divisa, ma anche dei vestiti che mi sono portata, sai, mi mancano quelli che ho lasciato a casa... te, perché volevo farti un pensierino, mentre Gokudera perché forse ti avrebbe fatto piacere e Yamamoto perché sono curiosa sapere come sta in abiti molto più sobri e italiani. Ti va bene se sabato usciamo con quei due e glieli facciamo indossare? Ti prego dimmi di sì!! >> Pregava la castana, che la guardava inibita.
Forse perché era mattina, forse perché l'amica era disperatamente vogliosa, o forse perché infondo voleva vedere anche lei come risultava lo stile sui suoi amici, che accettava la richiesta: << Va bene. >>
Giulia saltava dalla gioia. << Yay!! Aah che bello, ho scelto io, sia per Gokudera sia per Yamamoto, so che saranno perfetti! >> Valentina buttava l'occhio sul mucchietto di vestiti che sarebbe destinato al ragazzo: maglietta monocolore rossa, giacca della Columbia bianca, con striature rosse e blu, jeans e scarpe neri. Già se lo immaginava, sarebbe stato un gran figo. Poi saltava a quello per Yamamoto: maglietta blu, felpa Carlsberg bianca con zip, jeans beige e scarpe bianche. Erano combinazioni ben studiate, ma non si è mai fidata dello stile di Giulia.
Quasi aveva paura di vedere cosa aveva comprato per lei: maglietta bianca con la spaccatura a V, giacca di pelle nera, jeans neri e le sneaker. C'era vicina al suo stile, ma non era ancora convinta. Infatti mostrava un faccia con disappunto, cosa che la mora notava e suggeriva: << Guarda che sarai te a decidere degli accessori, mi pare ovvio. >> Allora la castana si rallegrava e infine, la sua curiosità la portava a sbirciare le scelte fatte per lei e il bastardo.
Giulia aveva scelto il suo solito stile semplice: maglietta verdacqua scollata, felpa leggera nera della Abercrombie sempre con la zip, jeans blu normali e gli stivali alti neri. "La solita Giù... per il bastardo? Il bastardo?" Spalancava gli occhi, non si sarebbe mai immaginata la Nuvola con quelle vesti, sarebbe stata sicura che Giulia avrebbe ricevuto un rifiuto: maglietta viola, giacca primaverile The North Face nera, jeans blu notte e scarpe nere. "Giulia il tuo livello di masochismo è peggiorato! Vuoi morire!"
<< Non suggerire al bastardo quelli, si rifiuterebbe. >>
<< No, insisto. Voglio vederlo così. Se si rifiuta, gli proporrò qualcosa per convincerlo. >>
De Silvestri rideva. << Se ce la fai, voglio la foto! >>
Heiloz con un sorriso sardonico accettava la condizione.

Entrava nel salottino, era come una seconda casa, neanche aveva il bisogno di bussare, solo entrare e salutare come si deve il capo disciplinare. Sedeva sul divano e attendeva che il ragazzo alzasse e posasse il suo sguardo su di lei. Le batteva forte il cuore, era nervosa, non perché si aspettava il rifiuto più totale, ma perché voleva assolutamente sapere se gli stessero bene gli abiti scelti. Il Guardiano si alzava dalla scrivania e si dirigeva verso di lei, le alzava il mento con due dita, posando il pollice sulle sue labbra, e con l'altra la costringeva ad avvicinarsi a lui prendendola per il collo, il contatto delle labbra era immediato e piacevole. << Buongiorno, Kyouya. >>
Un sorriso era spuntato in entrambi. << Preda. >> poi si rivolgeva indifferente, come se nulla fosse successo << Che cosa ci fai qui? Pensavo che il nostro appuntamento solesse essere di pomeriggio. Ma, certamente, non mi tirerò indietro per azzannare la mia preda di prima mattina. >> Prima che potesse sbottonare la camicia, Giulia gli mostrava la busta che si era portata appresso << Cos'è? >>
<< Vestiti... e scarpe. >>
<< Cosa dovrei farmene? >>
<< Indossarli? >>
<< No. >> E lanciò la busta sul divano << Tornatene in classe, non sono più in vena. >>
La mora sussultava, ma come aveva detto, voleva insistere. << Scambio equivalente. >> Aveva catturato nuovamente l'attenzione. Hibari non resisteva, sapeva che così avrebbe ottenuto qualsiasi cosa << Tu indossi questi abiti adesso, solo adesso e mi lasci scattare una sola foto, mentre io indosserò un qualsiasi cosa di fronte a te e solo a te, anche se sarà imbarazzante o altro. Accetti? >>
Intrigato come non mai, aveva già fatto la sua scelta. << D'accordo. >> Il sorriso serafirico prevedeva solo guai, ma Giulia ne era consapevolissima. << Ma ora lo facciamo. Ho cambiato idea. >>
La ragazza rideva. << Ne ero certa! Vieni qui, mio capo disciplinare. >>
La Nuvola si era avventato sulla ragazza, iniziando a baciarla dalla testa ai piedi e lei si avvinghiò sul suo collo; dopo essersi concessi l'uno all'altra, il moro mantenne la promessa e indossò i vestiti casual in modo così perfetto che la preda fotografava il proprio ragazzo e subito dopo gli saltava addosso. "Eh no, la mia preda non scappa, ma mi viene incontro. Quanto sei interessante... sei mia, Preda. Sarai sempre mia. Mia." rifletteva intensamente il moro che accoglieva il turbine della lingua che accendeva i sensi, facendoli crescere sempre di più. Staccandosi, Hibari la inchiodava con i suoi occhi antrace e la informava della sua parte di scambio: << Indosserai quello che voglio, giusto? >> Giulia annuiva un po' intimorita << Hmpf. Te lo farò preparare, quindi stai sempre pronta. >> La baciava violentemente e nessuno dei due voleva separarsi; "Kyouya... è davvero bello, bello con qualsiasi cosa."

<< Pronto? >>
Valentina aveva chiamato Gokudera, ma fissava incessantemente le buste con pronti gli abiti preparati da Giulia, era un po' imbarazzata a chiederglielo, però allo stesso tempo incuriosita. Voleva tentare. << C-ciao Gokudera. >>
<< Valentina, ciao. E' successo qualcosa? >>
Esitava, respirava a fondo. << Sabato... usciamo? >>
<< Certo, va bene. Che cos'hai? Non hai mai dovuto chiedermelo per telefono. >>
Afferrava più saldamente le buste. << Vengono anche Yamamoto e Giulia... Volevo farti provare dei vestiti. >> Voleva omettere l'ultima parte che stava per dire, ma era come se avesse bisogno di dirlo. << Dall'Italia. Scelti da Giulia. Per te e Yamamoto e me. >>
L'albino, dall'altro capo del cellulare, era rimasto un po' basito. << Vestiti. >> Ripeteva come se parlassero di un mondo del tutto sconosciuto, che in effetti era vero per il povero ragazzo << Perché mai la tappetta ne avrebbe comprati un paio dall'Italia? Non poteva comprarne qui? >>
<< Te lo spiegherà lei, se li indossi. E non sono un paio, ma un ci ha preparato tutto. Non sarai solo, anch'io, Giulia e Yamamoto indosseremo quello che ha scelto. >> Pausa << Ehm scusa. >>
<< Non ti scusare, ma ti ha costretto? >>
<< No... Non proprio. >> "Diciamo pressato, però sono veramente curiosa." pensava la castana, tirando fuori il Columbia: era un vecchio modello, ma che alcuni a scuola indossavano ancora. "Ma ora che ci penso... Come li ha comprati? Da chi se li è fatti spedire?" Si era accorta, allungando l'occhio, di un bigliettino spuntare nella borsetta di Giulia lasciata in camera. "Mh. E' impossibile che i genitori glieli avesse comprati, quindi chi? Ne dovrò parlare, non può spendere tanti soldi, quella ragazza!" << Ti richiamo più tardi, ci sentiamo, Gokudera. >>
<< Ehi aspetta! Dimmi solo una cosa, tu vuoi veramente che indossi quella roba? >>
Sincera o no? << Sì. Se non ti dispiace.. o fastidio. >>
Sospirava e la salutava: << Ok, nessun problema. >> diceva rassegnato << Ci sentiamo più tardi. >>
Entrambi interrompevano la chiamata e infine Valentina si avvicinava alla borsetta dell'amica, prendeva il bigliettino e se lo rigirava tra le dita, non sapeva se voleva leggerlo o meno, ma si convinceva e lo apriva. Si accorse che non era stato aperto, significava solo che Giulia fin dall'inizio sapeva il contenuto. "Per Giulia; Da... Kevin." Spalancava gli occhi dall'incredulità. "Costia? Da quando in qua quello lì è in contatto con Giulia? Anzi, perché, uno come quello che ha respinto Giulia, le fa favori del genere? Perché non mi ha detto niente?!" Stropicciava il bigliettino senza volerlo.
<< Vale? Che cos'hai in mano? >> la mora era rientrata, richiudendo la porta con un sonoro tonfo.
La castana rimase interdetta a fissare l'amica all'entrata.

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! Come va? Scusate questa lunga pausa, ma per il fatto che sono incominciate le vacanze, e ho voluto aspettare un'amica, mi sono lasciata andare e ho finito per dimenticarmene ^^" Per fortuna che un paio di capitoli sono già pronti per essere messi, quindi forse ricomincerò a postarli con una certa frequenza.. incrociamo le dita!
Ehm dunque, qui vediamo un piccolo aspetto del passato di Giulia... forse accaduto anche nella realtà.. ma forse no.. chi lo sa.. ma ovviamente spero che facciate il tifo per Kyouya e non per il possibile rivale! E come reagirà Valentina? Lo scoprirete al prossimo capitolo a questo legato. Forse i successivi saranno un po' tutti collegati ecco perché sono pronti, non ho resistito a scriverli >w< Beh intanto spero solo che almeno questo vi sia piaciuto!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** 34. Pausa ***


Lo scambio culturale
34. Pausa

 
 
La mora era rientrata e chiedeva spiegazioni, così De Silvestri mostrava il bigliettino stropicciato. << Questo. >> mormorava a denti stretti. << Perché non me ne hai mai parlato che ti senti con Costia? Siamo migliori amiche no? Lui ti ha respinto, tu hai quel bastardo, allora perché? Lui sa che sei fidanzata? Glielo stai rinfacciando, spero. >>
Giulia abbassava lo sguardo, bisbigliando: << Io e Kevin siamo solo amici! Non- Non sarà mai serio. Kyouya lo amo davvero, e no, non lo sa che sono fidanzata. E' solo che... >>
<< "Che" Che cosa Giulia? >> Le lanciava uno sguardo eloquente.
La mora sussultava e stringeva i pugni. << Sai benissimo che mi piaceva, in passato. Piaceva. Ora è un amico importante, punto. Kyouya è quello che amo. Tu sei la mia migliore amica e so che mi capirai subito. >> Quando rialzava lo sguardo, i suoi occhi si erano addolciti mostrando esitazione e Valentina comprese la sua insicurezza. << Scusa se non ti ho subito detto di Kevin, ma mi pareva solo un dettaglio. >>
Stavolta era lei a sospirare. << Va bene. >> Ripensando poi, alla chiamata di poco fa le riferiva la buona notizia << Per sabato, Gokudera e Yamamoto ci stanno, e accettano di vestirsi con questi >> Alzava le buste << Glieli porto domani. Giu, scusa per la mia indelicatezza. >>
La mora sorrideva con tutta la dolcezza che disponeva. << Sì. Sabato ci divertiremo, vedrai! >>
<< Piccolo dettaglio, come lo chiami tu... verrà anche un'altra ragazza con noi. >>
<< Eh?! >> Esclamava immediatamente << Chi? >> Già si rabbuiava.
<< Yamamoto si frequenta con una e l'ha invitata perché era in sua compagnia. Dice che è interessata a vederlo con queste vesti italiane, per quanto mi riguarda, sono felice che sia così. >> Si era appoggiata sul comodino con nonchalance, mentre Giulia conveniva pensierosa. << Che cos'hai, Giu? >>
Si riprendeva velocemente Heiloz. << Niente. Sono felice anch'io per Yamamoto. Tutto qui. >>
<< Che intendi dire? >>
<< Che Yamamoto ricambiava i sentimenti per te, quando poi hai scelto Gokudera, ovvio che ti ho sostenuto. Lui si è arreso, diciamo, per il bene della famiglia, dei suoi amici, della pace di tutti noi, lo stimo per questo. Se fossi stata in lui, avrei combattuto, ma a quanto pare, non era dello stesso parere. Sono felice ora che abbia superato la faccenda, così da non complicare tutto, pensavo che un giorno te ne avrebbe parlato, per questo sono rimasta in silenzio, però ha continuato a tacere e ora mi sento in colpa. Non mi sembra strano che si sia interessato a un'altra. Tu sei felice con Gokudera, quindi ora il problema non si crea, però è giusto che tu sappia. >> Giulia non riusciva a sostenere più il sentimento che le soffocava il cuore, sperava che Valentina capisse in fretta, che non avrebbe fatto niente di avventato, che ragionasse come sempre e che niente sarebbe cambiato << Vale, per favore, non dire niente a Yamamoto, lo sai che lui... non puoi fargli ripassare ciò che ha già provato. >> Era crollata sul pavimento, voleva piangere, ma si trattenne.
La castana la stava solo osservando. Troppe notizie tutte insieme. Yamamoto... era stato innamorato di lei? Si era accorta di una certa attrazione, ma non voleva darci peso. Si sentiva nuovamente male perché questo era accaduto per la sua indecisione in passato. Lei sapeva però, che non sarebbe cambiato niente, Gokudera l'aveva difesa, aiutata, sostenuta, era una costante nella sua vita tanto quanto lo era Giulia.
Riprendendosi dallo stato confusionale, notava l'amica a terra e si affrettava ad aiutarla, a stenderla sul letto. Non voleva che si preoccupasse più del necessario. << Giu, non hai di che preoccuparti, né di scusarti. Yamamoto ha fatto la sua scelta e anch'io ho fatto la mia. Non ti complicare la vita di cose che neanche ti coinvolgono direttamente. Sei stata sincera con me, per questo non curarti delle conseguenze. Sapevi benissimo che se mi avresti confidato i sentimenti di Yamamoto, avrei prolungato solo la mia indecisione ed entrambi avrebbero sofferto. Invece così, si è solo mostrato chi era veramente interessato a me. E' questo l'importante, no? >>
La mora era sollevata e in un attimo scoppiava a piangere. << Vale! >> Le gettava le braccia al collo e l'abbracciava fortemente. << Scusa! Scusa!! >>
<< Anch'io, anch'io. Ora, però, smetti di piangere, dài. >> La consolava accarezzandole la chioma nera << Stupida, se continui così, starai male e sabato non potrai ammirare le tue opere d'arti. >> Scherzava, ma Giulia tirando su con il naso, si asciugava le lacrime. Hibird stava volando alto, si dirigeva verso il suo padrone e cantilenava con un motivetto vivace con parole che avrebbero incasinato l'intera vita di entrambe le italiane.
 
Stavolta non era un allenamento e addirittura il Guardiano del Sole e della Nebbia era intervenuti: l'albino era rosso di rabbia, era tutt'altro che calmo, al contrario del moro che cercava di evitare la lotta e incassare i colpi più deboli.
Hibird era passato per casa di Gokudera e le parole accesero una rabbia che si sarebbe mai placata se non dopo una scazzottata con la persona in questione. << Bastardo! Sei innamorato di Valentina?! >>
Yamamoto rimaneva in silenzio, come se riflettesse sulle sue parole: "Come fa a sapere? L'unica ad averlo capirlo era Giulia e lei non l'avrebbe mai rivelato se non voleva che la pace fosse interrotta, la pace che ama il suo amato Hibari. E' controproducente. Non posso nemmeno provare a calmarlo, s’incazzerebbe solo di più. In queste occasioni c'era Valentina a fare da intermediario. Altri? Solo Tsuna. Tsuna però non c'è."
Le due ragazze correvano a più non posso e arrivarono che il moro era in un bagno di sangue, ma nessuna ferita grave, la Pioggia si era difeso bene. Non riusciva a sostenere quella visione, così Valentina urlava:
<< Fermi! Basta! Allenamento o no, dovete smetterla! >>
Gokudera si voltava verso di lei furioso e puntava il dito verso Yamamoto << Valentina! Lo sapevi che questo bastardo ti amava e non mi hai detto niente?! >> La Tempesta era ferito, glielo leggeva in faccia << Perché non hai fatto nulla a riguardo? O almeno dirmelo. >>
Giulia intervenne velocemente: << Perché lei non lo sapeva. >>
<< Cosa?! >>
Entrando nel campo da baseball, Giulia si avvicinava cautamente con occhi affranti. Stringeva i pugni, quasi conficcandosi le unghie nella pelle. << Gliel'ho detto ieri. Sono io quella che sapeva. Sono io che non ha fatto nulla, perché non c'era niente da fare. Il corso degli eventi non poteva essere modificato, Gokudera. Lei ti ama, anche se avesse saputo prima dei suoi sentimenti >> si rivolgeva con espressione implorante di scuse a Yamamoto << non sarebbe cambiato niente. Cosa cambia? Siete tu e lei contro il mondo, no? E' questo che conta. Siete due persone alle quali non frega mai niente di quello che pensano gli altri, allora perché ti fai prendere dall'emozione per una cosa del genere? E' normale che anche altri s'innamorino di Vale, come le tue fan che ti adorano, a lei non è mai interessato, dovresti fare lo stesso! >> riprendeva fiato, ma era seria, come mai lo è stata prima. << Che sia un Guardiano o una persona qualunque, che t’importa?! L'unica cosa che importa è che lei ricambi. >>
L'albino aveva capito, ma si voleva comunque sfogare. << Gokudera, >> Valentina si stava avvicinando a lui e alla Pioggia << Yamamoto non ha detto nulla per proteggere la Famiglia. La Famiglia Vongola, la famiglia che Sawada cerca da sempre di proteggere. Me l'hai spiegato tu, quindi non compromettere né la pace della famiglia, né noi. >>
Ora la Tempesta si era girato a guardarla stranito. << Noi? Cosa intendi dire? >>
<< Fai male ulteriormente a Yamamoto e potrei pensare che non ti fai scrupoli quando sei arrabbiato, nemmeno con me. >> La castana si era concentrata sull'anello regalato, accendendo così una piccola fiamma << Mi fido di te, quindi sono costretta a intervenire, così da non doverti pentire di nulla. >> Un movimento veloce, agile e preciso: un pugno invaso dalla fiamma del Firmamento e l'albino sentì l'armonia placare il suo animo. Era svenuto << Tutto bene? >> rivolgendosi a Yamamoto, il quale annuiva. << Ok. Risolviamo velocemente la situazione: mi scuso per averti dato delle speranze, non volevo farti soffrire. Amo questa testa calda, ma voglio bene anche a te, sei un amico insostituibile. Penso che Giulia te l'abbia già detto vero? >>
Il moro ridacchiava, aveva ripreso in fretta il buon umore. << Sì, sono felice di esservi amico! >> Si rialzava con l'aiuto di Ryohei e Chrome << Grazie a tutti e non lo biasimo. Giulia, non fare quella faccia, non hai niente di cui dovresti pentirti, nemmeno dovresti chiedere perdono. >> La mora già singhiozzava.
Valentina prendeva in spalla Gokudera, gli accarezzava la fronte e ci posava un bacio delicato. "Testa calda che crea solo problemi, mi avevi avvertito di una vita piena di guai, eh?" << Lo porto a casa sua, ci vediamo dopo. >> Rivolgendosi a Giulia, che rispondeva: << Sì, ok! A dopo! >>
La castana se ne era andata, ma i guai non erano finiti.
<< Ehm... uhm... Heiloz-san? >> richiamava il Guardiano della Nebbia << C'è un problema.. >>
La mora si girava interrogativa. << Problema? Di che genere? >>
<< Il Guardiano della Nuvola è venuto a cercarti. Se l'è presa un po' con tutti, pensando che saresti venuta, non trovandoti se n'é andato. >> Era sempre la solita timida ma Giulia era diventata molto più gentile nei suoi confronti e con un eloquente sguardo la spronava ad andare avanti << Voleva azzannare alla gola un certo Kevin e poi te, Heiloz-san. Era... infuriato solo con te e quella persona, quindi ci ha risparmiato. O almeno così ha intuito il Guardiano del Sole. >> Quindi Giulia si rivolgeva sorpresa a Ryohei. La testa a prato stava curando Yamamoto che riposava, la mora però supplicava lo stesso il Sole di spiegarle tutto.
<< Heiloz-san, giusto? >> La ragazza annuiva, mentre lo aiutava a curare la Pioggia << Hibari non è mai stato così arrabbiato al massimo! Neanche nel futuro. Ringhiava sibilando tutto quello che ha detto Dokuro. >>
<< Ti conviene risolvere al più presto, meglio non avere rancori, giusto? >> Osservava Yamamoto che era rinsavito e riusciva a ridere nonostante tutte quelle ferite. Giulia gli regalò un sorriso comprensivo e lui ricambiava.
<< Hai ragione, ma non ti sforzare. Ci vediamo sabato, poi mi presenterai lei. >>
 
Lo trovava alla terrazza dell'ultimo piano della scuola, lo chiamava con decisione: << Kyouya. >>
Schietto, rispondeva: << Preda, vattene. >>
<< No. >> La tensione palpabile, l'incostante emozione, che la trasportava a commettere pazzie si era insinuata in lei, non smetteva di spingerla nel pericolo, la ragione la fermava nel fare un passo, ma la sua bocca era controllata da quell’emozione, il risentimento, il pentimento, l'amore. D'altra parte, Hibari era ferito. << Ti prego, fammi spiegare. Sono la tua preda, la tua ragazza e di nessun altro. Sei geloso di un tizio a chissà quanti chilometri di distanza?! Neanche con Dino direi che eri così incazzato. >> Osservava ormai stufa di quel comportamento.
<< Con Cavallo Imbizzarrito potevo combattere e azzannarlo alla gola. Con quell'altro erbivoro no. >>
Giulia scattò, d'impulso. << Non è un erbivoro. Forse sì, ma si sta impegnando per non esserlo più! Ma non voglio parlare di Kevin, che cosa c'entra ora?! Dimmelo! >>
La inchiodava, uno scatto veloce per azzittirla con un bacio; con una mano, le schiacciava le guance, facendola sembrare a un pesce << Parlando con quell'erbivoro, il mio orgoglio è intaccato. >>
Sapeva bene cosa comportava, quindi Giulia tentava di risolvere il rimediabile. << ...Vuoi una pausa? >>
Era meglio una pausa, che una rottura definitiva. La lasciò andare e se ne andò lui per primo, lei urlò il suo nome:
<< Kyouya! >> Piangeva a dirotto, aveva la voce spezzata << Rispondimi! K-Kyouya..! >>
<< Pausa. >> Ripeteva con freddezza, poi Hibird ripeteva quello che aveva sentito: << "Mi piaceva! Mi piaceva Kevin! Kevin!" >> Poi riprendeva la Nuvola << E' inutile. >>
 
Nota d'Autrice
E finalmente la nostra cara Julia ha aggiornato! Giuro non è colpa mia :P Sono già pronti per voi altri 9 capitoli, questo perché vi ho promesso quasi una saga. Mmmh mi sto preoccupando di mettere la storia come Indeterminata, so come voglio finirla, ma non so quando finirla. Perciò siate pazienti e appena vi stancate ditemelo che un collegamento alla fine è facile da fare! ;) Ok, scherzo. Non lo so, avete presente quella sensazione "Vorrei che non finisse mai, ma allo stesso tempo volete concluderla perché una fine ci dovrà pur essere"? Bene sono in questa situazione! >.<
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e che possa anche aggiornare presto!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** 35. Decisione ***


Lo scambio culturale
35. Decisione

 

Giulia scioccata e spinta da un impeto di rabbia sgridava l'uccellino: << HIBIRD! Non dire frasi a metà! Continua! Ho detto che mi piaceva in passato! PASSATO, cazzo! E' un amico, e nient'altro. Sarà un amico anche quando tornerò in Italia! Sono tua, per sempre. Sai che sarà così, perché ti fai distrarre da sciocchezze. In quella frase ho aggiunto che amo solo te, Kyouya. Non insistere a negare. O dirmi il contrario. >>
Violento le tappava di nuovo la bocca con un bacio. << Silenzio. >> Le intimava con un tono di pericolosità.
<< Così stai solo fuggendo nell'affrontare la questione. >> Anche Giulia non scherzava a un centimetro di distanza.
<< Non voglio più vederti. Vattene. >> Le dure parole colpirono la ragazza come un pugno nello stomaco, non piangeva più, era solo arrabbiata con lui, che non capiva nulla. Voleva che prendesse una pausa per ragionare, ma con lui era inutile ragionare. Hibird le aveva inflitto un colpo basso e stranamente non sapeva come rimediare.
Dalla sua parte aveva solo il vero amore per Hibari. Non lo aveva mai tradito, né con Dino, né con Kevin. Kevin era il passato, Dino era un ricatto, e lui è l'unico che conta. Però non gli arrivava il messaggio.
Come potergli dimostrare che... L'unica cosa che ancora non aveva provato a fare. Neanche quando facevano l'amore, l'aveva fatto. Non ne aveva mai avuto coraggio. Pensava di non essere abbastanza capace... per quello. Ne aveva letto qualcosa su Cinquanta sfumature, la serie erotica in Italia che aveva spopolato, aveva rivisto la copertina qualche tempo fa mentre faceva shopping, ripensando a tutte le scene e che alcune cose che aveva imparato all'allenamento con Kyouya già ne era a conoscenza.
Intanto lo baciava, lo avrebbe distratto per sopraffarlo e sorprenderlo, forse. Ci doveva provare, diceva a se stessa.
Se neanche quello avesse funzionato, avrebbe esaudito la sua richiesta. Senza che nemmeno lei soffrisse.
L'intento aveva funzionato, però Hibari era più forte e ribaltava la situazione sovrastandola. Da quella posizione tentava lo stesso di aprirgli la cerniera, fatto quello era vicina al suo obiettivo. Non fu così.
Il Guardiano aveva capito le sue intenzioni e la fermava immediatamente. << Ho perso interesse in una preda che non alimenta più la mia fame. >> La liberava dalle strette e se ne andava, stavolta non si voltò mai indietro.
Giulia era rimasta sdraiata a terra, con le lacrime agli occhi spalancati, disperati, vuoti. << Kyo-Kyouya... >> la bocca aperta si richiudeva all'istante, e portandosi il braccio in fronte, incominciava a piangere a dirotto, si asciugava coprendosi con il polso, ma le lacrime non smettevano di rigarle il viso.
Rimase lì tutto il giorno.

La pioggia battente era incominciata quel pomeriggio, Valentina si era rifugiata a casa di Gokudera, quando questi era ancora svenuto. Il ragazzo riapriva gli occhi pesantemente, quando riconobbe la castana, si alzava di colpo e con un profondo inchino con il busto chiedeva perdono. Non voleva perderla, perciò metteva da parte l'orgoglio e rimediava a suoi sbagli; essendo stato acciecato dalla rabbia, l'albino comprendeva che l'italiana era perfino stata troppo buona con quel pugno attutito dalla fiamma del Firmamento.
Lei si alzò e incominciò a cucinare qualcosa, era ora che mettessero entrambi qualcosa nello stomaco. Furono calmati da una bella cioccolata calda e fumante, e finalmente con la mente di nuovo lucida si accorse che la sua ospite era tutta bagnata. I vestiti aderenti mostravano il suo corpo slanciato e magro, era perfetto.
Non fece a meno di arrossire, mentre lei si accorse tardi. Chiese di potersi cambiare facendo un bagno, lui acconsentì. Dopo un minuto di raccoglimento, andò in camera sua per prendergli il cambio, quando poi stava per bussare, lei aprì ed era solo con un asciugamano in corpo.
Gokudera balzò all'indietro per non sfiorarla, ma lei allungò una mano per prendere i vestiti. Glieli porse, ma stava ancora fissando il suo corpo e la sporgenza dove teneva stretto l'asciugamano. Era un desiderio irrefrenabile, dopo il suo compleanno, non c'era stata altra occasione per la quale farlo; non si era scoraggiato, sapeva che prima o poi, sarebbe risuccesso se lei continuava ad amarlo, quindi l'unica cosa da fare era aspettare.
<< Sei troppo... >> si portava una mano in faccia per nascondere il rossore << Ti prego, seguimi. >>
Lei capì all'istante. Accettava, dopotutto quello che era successo, in qualche modo si doveva riscattare. Voleva assicurarlo dei suoi sentimenti. E infondo, non le dispiaceva affatto.
Risvegliandosi, Valentina osservava dalla finestra la pioggia battente e si chiedeva come stava Gokudera, ma subito era stata distratta dal movimento del letto, l'albino si era girato e ammirava i muscoli ben scolpiti della spalla, del braccio e intravedeva anche i muscoli tesi del petto e addome, si allenava davvero ogni giorno. Anche lui si era risvegliato e osservava i capelli castano biondo che le ricadevano sulle spalle come un angelo, appoggiata sullo schienale in attesa.
Gli veniva in mente una cosa che non faceva da tempo, così si alzava e la prendeva per mano, portandola in una stanza dove vi era un pianoforte. Iniziava a suonare una melodia malinconica, ma estremamente precisa e bella, non vi erano parole esatte con la quale descriverla e lei si stese sul divano ad ascoltare.
<< Sei proprio bravo a suonare, Gokudera. >> Osservava Valentina, socchiudendo gli occhi per ascoltare meglio la melodia.
<< E tu sei proprio bella con i capelli sciolti, Vale. >>
Un'espressione pacifica era disegnata sul volto dell'albino, "E meno male, che fino a poco fa era arrabbiato come non mai." e anche su di lei si era insinuato un sorriso dolcissimo.

Tornata in albergo, si era buttata sul letto perché non credeva ai suoi occhi.
La castana era sconvolta, piena d’incredulità dipinta nel suo volto e impotente continuava a guardare: Giulia aveva deciso di tornare in Italia seduta stante, così preparava le valigie. Avrebbe preso il primo volo del giorno dopo.
Le uniche parole che aveva detto quando era rientrata la sua amica erano state: << Scusa, Vale. Non posso mantenere la promessa che saremmo tornate insieme. >> Lei non chiese spiegazioni e andò così per tutta la sera.
Finiti i bagagli, scesero per la cena, ma rimasero in silenzio.
Il giorno dopo, sia De Silvestri sia Heiloz erano assenti in classe.
L'aeroporto era poco affollato, gli annunci assillavano tutti i passeggeri, ma la mora semplicemente li ignorava. In piedi, di fronte alla sua migliore amica, con le due valigie in mano, la salutava: << Vale, ci sentiamo. Dì al preside che non mi sono ritirata, digli una balla tipo "nostalgia di casa" o cose del genere. Ti spiegherò tutto quando tornerò. >> Erano vicine al check-in, l'ora per l'imbarco era vicina.
La castana si avvicinava. << Sei sicura della tua scelta? Manca poco alla fine di quest’anno scolastico. Non puoi veramente aspettare? Giulia, ti sostengo sempre, ma se non mi spieghi allora non posso aiutarti. >>
La mora sorrideva e sapeva come rispondere: << Infatti stavolta non puoi. Devo risolvere da sola la questione. Vedrai, tornerò in tempo. >> Si era portata una mano al cuore e guardava basso con espressione affranta. Con una piccola nota di disappunto, sospirava, ma alla fine doveva accettare la sua decisione.
<< Non è quello che intendevo, ma d'accordo. A presto, Giu. Torna presto. >>
<< Saremo sempre amiche. >> le appoggiava la fronte sulla sua e la salutava con dolcezza << Fa' attenzione, Valentina. Ciao ciao! >>

<< Tsuna, sei cresciuto parecchio in questo viaggio. >> Reborn era sulla sua spalla e si complimentava dell'enorme sviluppo del suo allievo << Mancano solo delle settimane e torneremo in Giappone. Vedi, ti sei applicato e hai fatto prima di un anno. >> Il Decimo Boss Vongola lo guardava serio, niente effettivamente era cambiato, era solo maturato un po' rispetto a prima. Gli mancava tutta la sua famiglia e gli amici, però erano loro la sua forza di andare avanti e portare a termine la missione assegnatogli dal Vongola IX.
<< Reborn, staranno tutti bene, vero? >> Tsuna aveva imparato un po' d'italiano e non ci faceva quasi più caso se parlasse giapponese o italiano. << Ho saputo da Gokudera-kun che le Sei Vere Corone Funebri- >> fu immediatamente interrotto dall'hitman per non farlo preoccupare, facendo emettere piccoli versi di dolore << Aaahi! Reborn! >>
<< Non sei cambiato per nulla, ImbranaTsuna. >> Sospirava. << Oh! C'è un falco viaggiatore! >>
<< Falco?! Non erano piccioni, una volta?! >>
Reborn leggeva la lettera ignorando i commenti del Decimo. << Tsuna, la ragazza, che è andata al tuo posto, è tornata in Italia. Ho la sensazione che ci toccherà chiederle spiegazioni. >>
Tsuna si fece serio. << Perché? Non mi avevi promesso che la scelta casuale ci avrebbe assicurato una persona non mafiosa? Poi sarà tornata per nostalgia, anch'io lo farei. Un anno è tanto. >>
L'hitman rispose secco e forse il suo allievo aveva notato sorpresa nel suo tono, che non credeva alle sue orecchie per la notizia: << La ragazza in questione, da fonti sicure, è la fidanzata del tuo Guardiano della Nuvola, Tsuna. >>
Balbettava incredulo, provando a dire il suo nome. << Hi-Hibari-san fidanzato?! >>
<< Oh! A quanto pare non è l'unico, sai? Al posto tuo, sono andate ben due ragazze e l'altra è la fidanzata di Gokudera, ma ci credi? >> Aveva un sorriso raggiante, come se qualcosa d'interessante sarebbe successo << Beh penso che ora occorre sul serio parlare con quella che è tornata. Avrà molto da dirci, pensa, non erano della mafia ma lo sono diventate lo stesso! Non sei felice per i tuoi Guardiani? >>
Tsuna era sbalordito, non credeva affatto che Gokudera, disinteressato alle ragazze, ne trovasse una! La cosa più incredibile è stata sapere di Hibari. E ora aveva la possibilità di conoscere la sua ragazza.

Nota d'Autrice
Cosa pensate di questo nuovo capitolo? Vi ho stupito oppure ve lo aspettavate? Beh almeno spero di non deludere le vostre aspettative! Inoltre voglio ringraziare come sempre i lettori e coloro che mi seguono, ma anche i miei recensori come il mio schiavettino<3 Pika_Pi95 e la gentilissima e assidua recensitrice che adoriamo sia io che Valentina Xxthe RecklessxX!
Alla prossima!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** 36. Spiegazioni ***


Lo scambio culturale
36. Spiegazioni

 
 
La partenza di Heiloz sconvolgeva tutta la scuola, tranne il capo del comitato disciplinare. Valentina era stata l'unica a sapere del suo trasferimento provvisorio e il preside accettava la sua decisione senza molti convenevoli, aspettando presto sue notizie. Per il resto, come la retta scolastica, avrebbe inscenato la malattia.
Kyoko, Yamamoto e addirittura Gokudera, insieme ai loro compagni di classe, erano sorpresi di questa decisione avventata, ma neanche lei stessa ne sapeva il motivo quindi li liquidava tutti fino all'ultimo con la balla della nostalgia. Gli unici a non crederle nemmeno di striscio erano i due Guardiani, che la incoraggiavano a dirle la verità, ma forse proprio per questo che non le era stata concessa. "Giulia..." rifletteva un po' triste "Se è colpa del bastardo, ora posso farlo fuori..." decisa e combattiva, dopo le lezioni, seguita dalla Tempesta e Pioggia, andava a cercare il capo disciplinare. Non c'era al solito salottino, ma incontravano i suoi subordinati, tra cui riconosceva Kusakabe a stento.
<< Chi cercate, De Silvestri-san? >>
<< Il bastardo, mi pare ovvio. >>
<< E' chiuso in terrazza e non apre a nessuno. Abbiamo saputo che Heiloz-san è partita per l'Italia, è vero quindi se voi siete venuti a cercare il capo. >> Era sinceramente dispiaciuto, mentre gli altri mormoravano in coro "La nostra Hime-sama..." tutti cupi e tristi. << Vi porto da lui, ma non è di sicuro dell'umore adatto per parlare. Che siate i Guardiani o meno, o che sia Heiloz-san stessa. >>
Con una smorfia accusava la Nuvola arrogante: << E' stato lui a mandarla via, di questo sono sicura. Voglio sapere il perché. Perché sia così stupido da farsi scappare una come Giulia che era perfetta per un bastardo come lui, anzi no, forse era troppo per lui, oppure era lui che non era all'altezza di capire come si fosse ridotta la mia amica per uno come lui. Lui! Uno stronzo di prima categoria! >>
La calma e pacifica Valentina non esisteva più.
 
Giulia era tornata a casa con un finto sorriso e un'espressione di falsa nostalgia e stanchezza, ma talmente attendibile che i genitori non fecero una piega. La mattina dopo, i genitori uscirono presto, lasciando la figlia in pace.
Accanto al letto riprendeva in mano il cellulare, pensando sul da farsi.
"Uff... Meno male che ero riuscita a guadagnare qualcosa quando ero nel Comitato Disciplinare." Si arruffava i capelli mettendosi la mano libera tra i capelli "Gli scrivo adesso? Vado a scuola, così lo incontro? Mi pare l'unica alternativa, prima faccio, prima mi schiarisco le idee e torno da Vale e Kyouya. Loro mi aspettano." osservava di sfuggita l'anello con il fiore di ciliegio regalato dalla Nuvola "Risolverò questa cosa, a tutti i costi. Gli farò capire che sono sua." Metteva giù la mano e iniziava a prepararsi, accorgendosi solo adesso che quel sabato avrebbe visto tutti con gli abiti comprati da lei. "Che delusione, tutta quella fatica per niente."
A: Vale (cell.)
Vale, fai tante foto sabato! Ho fatto tanto per decidere tutte le combinazioni! NON mi deludere, ok? ;)
La risposta era arrivata in fretta.
Da: Vale (cell.)
Ti sembra il modo? Spiegami piuttosto perché te ne sei andata via! Usa Whatsapp, che non ho soldi per sms extraurbani!
Passando su whatsapp aveva avuto una piccola discussione, ma Giulia l'aveva vinta, non era nemmeno adatto scriverle ragioni così stupide attraverso il cellulare, perciò la persuadeva ad attendere. Finito con Valentina, passava al vero problema.
Vengo a scuola a trovarvi.
Era l'unica cosa che gli aveva inviato e lui l'aveva già visualizzato. Era d'accordo.
Quella mattina, parlando con Kevin, con il suo amico, spiegava tutta la situazione. Anche a lui aveva dato l'impressione della codarda all'inizio, ma era stato il primo cui doveva dirlo. Non voleva più sentirlo fin quando sarebbe stata in Giappone e gli andava bene; chiedeva se il fidanzato era una brava persona e Giulia non mentiva, neanche esitava a rispondere che ovviamente era così. Era geloso, un predatore, ma era un bravo ragazzo.
<< Cosa farai adesso? Non mi sembra molto coerente tornare oggi. >>
Erano a un parco vicino al liceo e le sembrava di rivivere i vecchi tempi, quando si confidava con lui, e solo con lui, se litigava con Valentina. Sorridendo, rispondeva: << Infatti rimarrò per una settimana o due, non lo so. Sei sicuro che non vuoi anche l'altra metà? Sei uno sciocco... come sempre del resto. >>
Il ragazzo fece una smorfia. << Ti dico che la spesa non è stata enorme, va bene così. E non che adesso sia geloso, figuriamoci. Conosci già il mio pensiero fisso e sono uno coerente, ma ti rivelo una cosa: non che ti voglia bene, ma la tua gelosia è spaventosa e non ero in grado di gestirla, quindi ti ho respinta per paura. Un giorno, però, sapevo che avresti trovato qualcuno che sapesse accettarla. Vedi? Ne hai trovato uno peggiore di te, in fatto di gelosia. >>
Lei rispose con un sonoro sospiro. << Non so se considerarlo un complimento, sai? Comunque ero certa che la ragione fosse questa. Ma sì, è vero. Sono felice così, lo amo davvero il mio ragazzo. >> Finiva sorridendo arrogante e fiera.
 
In Giappone, era già pomeriggio e le lezioni terminavano senza che Valentina e i Guardiani incontrassero Hibari, non erano riusciti a scovarlo, eppure era all'interno della scuola! Si ripetevano a loro stessi.
<< Sapete che Giulia vuole vedervi con quegli abiti lo stesso, sabato? Perciò vi devo fare delle foto. >>
Valentina si era rassegnata a fine giornata, non ne poteva più di stare in quell'opprimente scuola, dove tutti le chiedevano perché la ragazza di Hibari fosse scappata, o se la malmenava. Dio, no. L'avrebbe già fatto fuori.
I due Guardiani scoppiavano in una fragorosa risata.
<< Quella tappetta! Lei è andata in Italia per chissà quale ragione e si preoccupa dei vestiti che ci ha comprato! E' pazza, vi dico, pazza! >> sdrammatizzava Gokudera per non far sentire il peso della sua mancanza alla castana. Intanto Yamamoto, dopo l'incidente con l'albino, aveva fatto di tutto per ristabilire la normalità e faceva i suoi soliti commenti da fanatico di baseball.
<< Già, ma sabato usciamo lo stesso, gliel'ho promesso. Che lei ci sia o meno, lo faremo. >>
<< D'accor- >> vedevano tutti e tre la stessa figura e subito si era accesa la rabbia repressa. << Eccolo! >>
Hibari si era girato e intorno a lui vi era un'aura nera che lo avvolgeva, non era un'illusione, era pura malignità e aria omicida. << Voi. >> Li aveva puntati, non li aveva per niente riconosciuti. << Kamikorosu. >>
Valentina ribatteva all'istante infiammando il suo anello: << Non credo proprio, bastardo..! >>
Il Guardiano fendeva i suoi tonfa, ma era stata protetta da Yamamoto che era stato scaraventato nell'aula accanto. La castana si era ripresa dallo shock, quando tentava di assestargli un bel montante, ma invano. Questi rispondeva con un altro colpo con il tonfa e lì interveniva Gokudera che lo schivava in tempo e ribatteva con un calcio, ma Hibari aveva già contrattaccato con un altro calcio. Valentina con la fiamma del Firmamento tentava di dargli almeno un pugno sullo stomaco, ma a malapena lo sfiorava, quel bastardo! Pensava, che anche un solo colpo l'avrebbe steso, le bastava un colpo con la fiamma. << Che cos'hai fatto a Giulia?! >>
<< La mia preda non era più la mia preda. Preferisce un erbivoro! >> Quasi gridava, ma non era disperato, anzi irritato e piuttosto ironico. Neanche ferito. Valentina non riusciva a trovare bene la definizione.
Mentre tentava anche solo di graffiarlo, lei cercava di estirpargli qualcosa: << Dimmi subito che le hai fatto! >>
<< E' scappata perché è una preda codarda! >>
Valentina sferrava un calcio, ma non c'era confronto.
<< NO! Lei se n’è andata per risolvere il problema, perciò dimmi qual è questo cazzo di problema! >>
Hibari le aveva inferto un sacco di ferite da taglio, ma lei le avrebbe potute evitare se fosse stata mai ferma. Non gli interessava azzannare alla gola tipe come quella, rifletteva il Guardiano, chi sia migliore o no, rivoleva la sua preda.
Non rispondeva, e intanto i due si erano risvegliati. << Hibari sappiamo che tieni molto a Giulia, perciò dicci il vostro problema così che possa tornare. >> aveva incominciato la Pioggia << Vuoi che torni, no? >>
La Nuvola si era come paralizzato, stava analizzando bene le parole ascoltate. Si era voltato verso la parte opposta e se ne andava prima che potessero confondergli di più le idee. Sibilava solo: << Non voglio vedere una preda che è interessata a un erbivoro. Un erbivoro che rifiuta una preda intrigante come la mia. >>
Subito la Tempesta ricordava com’era impazzito alla notizia di Hibird, quindi comprendeva i sentimenti di gelosia che coglieva dal comportamento del suo compagno; comunicava così a Yamamoto di calmarlo con la sua fiamma e a Valentina di fargli capire le ragioni per cui Giulia se n'era andata. Si fidava sia del suo amico e prima fra tutti della sua ragazza, la collaborazione era necessaria.
Hibari non si faceva nemmeno sfiorare. << Non ascolterò nemmeno un'altra congettura. Non accetterò nemmeno scuse dalla mia preda. Sono di cattivo umore e voglio solo sfogarmi lottando. >>
<< Kyouya, smettila, è colpa tua. >> era intervenuto Dino ed era accompagnato da due suoi picciotti << Ti avevo avvertito che l'avresti persa trattandola in quel modo. Giulia-san ha fatto bene, ho sentito che l'hai indotta ad andarsene e lei ha fatto come volevi tu. Sarai soddisfatto. >>
Hibari si era incazzato di più. << Ho detto di andare via, non di scappare. >>
<< Sei uno sciocco Hibari! >> si era intromessa la castana che ascoltava attentamente << Hai ascoltato le parole di Hibird, che saranno puramente fedeli, ma non hai sentito tutto il discorso! Idiota! Lei ti ama e ti vuole ancora, ora! E' tornata in Italia per risolvere la tua gelosia, stupido. Quindi, devi avere fiducia in lei e basta. Cosa t’importa del passato, bastardo, eh? Lei ora è tua, mi duole ammetterlo, ma è così. Cosa pretendi di più? >>
Valentina quasi ringhiava, non capiva perché la sua amica lo avesse scelto fra tanti.
Il moro faceva per andarsene, ma era stato fermato dalla frusta di Dino. << Sei tu quello che scappi, Kyouya. >>
Il Guardiano della Nuvola si era trattenuto abbastanza. Infiammando il suo anello e tirando fuori anche Roll, innescandone il Cambio Forma, riusciva a sfuggire a quell’inutile pressione.
"Quel bastardo sa qualcosa che noi non sappiamo." concludeva Valentina, che si accasciava a terra appena la figura di Hibari fosse scomparsa e nella sua mente, traduceva il linguaggio da stronzo. "Non voglio vedere una preda che è interessata a un erbivoro come lei... si riferisce a Giulia che è innamorata di Costia, considerandolo un erbivoro.. un debole. E poi? Come continuava?"
<< Valentina-san, tutto bene? >> I due Guardiani si erano avvicinati, ma era Dino che l'aiutava ad alzarsi.
Lei rimase in silenzio. << Vale, cosa stai pensando? >> chiedeva Gokudera.
<< Non ricordo bene cosa ha detto lo stronzo. >>
<< "Un erbivoro che rifiuta una preda intrigante come la mia." >> aiutava il Cavallo Imbizzarrito << Ti chiedi a cosa si riferisse, vero? >> La castana annuiva << Chiunque sia questo ragazzo che ha rubato- >>
Valentina lo correggeva: << NO. Aveva solo una cotta, punto! >>
<< Ok, ok. Comunque, oltre a essere debole, questo ragazzo ha respinto Giulia-san per quanto lei fosse intrigante. Non se lo spiega. Non capisce perché a Giulia-san gli interessava, perché questo ragazzo l'avesse rifiutata e perché lui stesso si sentisse così male nel vederla. >> Sospirava con fare teatrale << Aaah.. Come fa male l'amore! E la gelosia è un brutto mostro per chi, per uno come Kyouya, è abituato ad avere solo persone fedeli accanto. >>
La ragazza era rimasta intontita da un discorso così stupido, ma per quanto non volesse, aveva compreso il Guardiano della Nuvola, però voleva difendere ad ogni costo la sua amica: << Sbagliato. Giulia non l'ha mai tradito. Non è mai stata fidanzata, con nessuno delle sue infatuazioni, lui è il primo. Lui l'ha fatta sua costringendola. Lei è caduta nella sua trappola e ora non ha occhi che per lui. Sì, si fa abbindolare facilmente, ma non ho mai visto Giulia così appagata prima d'ora. Crede che si possa riaccendere la fiamma per quel Costia in Italia? Balle! Costia non l'ha mai meritata, lei l'ha capito ed è andata avanti. Per quanto sia ingenua, stupida, sciocca, lei è una persona fedele. E' questo che voglio fargli capire allo stronzo. >> Dino ascoltandola, sorrise << Nient'altro. La sua fedeltà era l'unica cosa che tutte le sue cotte avevano capito di lei, mentre il bastardo ha colto le sue potenzialità e i difetti, ma non questo unico pregio. >>
<< Vedrai, che quando Giulia-san ritornerà, lo capirà immediatamente. >>

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! Scusate il ritardo di due settimane, ma la scorsa domenica ero a Vienna e non potevo aggiornare, ma comunqe anche io scrittrice di poco conto ho il diritto di una piccola vacanza, giusto? ;)
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e anche se forse ora vi sembrerà ancora tutto confuso, allora aspettate il ritorno di un personaggio che credo tutti amano! A presto carissimi lettori e recensitori, vi voglio bene!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive
 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** 37. Intuito ***


Lo scambio culturale
37. Intuito

 

<< Heiloz-san? >> Un ragazzo castano, più o meno della sua età, e in un certo senso kawaii, si stava rivolgendo alla mora che si era voltata, mentre stava tornando a casa. << Sono Sawada Tsunayoshi, lo studente giapponese per lo scambio culturale. Piacere di conoscerti, Heiloz-san. >> Le tendeva una mano timido.
Giulia gliela afferrava, invece, molto decisa. << Piacere mio, Heiloz Giulia. Hai imparato bene l'italiano, eh? >>
<< Già, preferirei parlare giapponese se non ti dispiace. >> era da solo, Reborn era rimasto nel castello Vongola ed era una buona opportunità per liberarsi dagli obblighi imposti << Ehm, come dire, sono stato informato della tua introduzione nella nostra famiglia. >>
La mora scioglieva la stretta e si metteva a sedere su una panchina vicina, invitando Tsuna a fare lo stesso. Era un ragazzo gracilino, impacciato, ma gli faceva tenerezza e stranamente infondeva sicurezza e pace.
<< Tu sei il tanto amato Decimo... Posso capire bene perché tutti si fidano ciecamente di te. >>
<< Sei... una buona osservatrice, Heiloz-san. >> Era esitante, ma era comunque diverso da Chrome, pensava Giulia che distrattamente giocherellava con l'anello << Vorrei capire bene il tuo ruolo e quello di De Silvestri-san nella mia famiglia. So che potrà sconvolgerti sapere che ne sia informato, ma mi avete sorpreso. >> raccontava ammirato << Ti hanno introdotta ufficialmente nella famiglia come compagna di Hibari-san. Sono contento che abbia trovato qualcuno che sia all'altezza delle sue aspettative. Aspettavamo con ansia una persona che sappia gestirlo, diciamo. A parte Dino, non ascolta molta gente. Invece ho saputo che sei addirittura riuscita a tenergli testa. >>
La ragazza era imbarazzata per tutti quei complimenti. << Non sono così eccezionale, credimi. >> sospirava in modo sonoro << E' durata fino a qualche giorno fa, si è ingelosito per una mia vecchia cotta. Voleva che me ne andassi e per rimediare sono venuta qui a risolvere di persona. Sawada-san, io... non so se farò ancora parte della tua famiglia. >>
Tsuna la guardava comprensivo e il suo super intuito gli diceva il contrario riguardo alla sua espulsione, sapeva che sarebbe stata d'aiuto. << Heiloz-san, non è così! Hibari-san ha bisogno di te! >>
Giulia si era sorpresa per il cambiamento di tono, era rassicurante sentirlo, ma voleva fare la diffidente e così scosse la testa e confermava la sua uscita dalla mafia: << Anche se esco, giuro di non rivelare niente a nessuno di tutto questo. Kyouya... gli sarò sempre fedele. >> I suoi occhi trasmettevano che era una decisione irremovibile.
<< Parlami della tua amica e di Gokudera-kun! >>
Sviare così il discorso forse, più avanti, lo avrebbe aiutato a farle cambiare idea. Era pericoloso per lei uscire dalla mafia, se pensava che poi fosse facile era più che ingenua.
Giulia aveva intuito subito così puntualizzava bene il punto della situazione. << Per quanto ti possa sforzare, Sawada-san, non cambierò idea. Comunque la relazione tra Vale e quello scorbutico è molto solida, si amano e si fidano ciecamente l'uno dell'altra, qualche giorno fa Gokudera si era infuriato con Yamamoto perché nutriva all'inizio dell'anno dei sentimenti per Vale, ma ora tutto è cambiato. Ora sono tutti in pace e in armonia. Oh, tu saprai sicuramente che anche noi abbiamo degli anelli, credo. >> Lo guardava timida perché voleva mostrargli la sua fiamma.
Lui le sorrideva dolcemente e annuiva. << Certo, è incredibile. De Silvestri-san è del Firmamento, come me, mi sbaglio? >> Lei scosse la testa << E' fantastico che abbia interagito così bene con i miei Guardiani, sopratutto con Gokudera che era il più contrario al mio trasferimento! >> Rideva sollevato e Giulia con lui.
<< Già, non sai come ripeteva nelle prime settimane "Decimo là, Decimo qua!" Non ne potevo più, ci litigo spesso e Yamamoto e Valentina ci aiutano spesso nei nostri disguidi! >>
<< Immagino, Heiloz-san. >> I vecchi tempi assalivano la memoria del Boss Vongola, e rideva di gusto perché aveva lottato per ricordi felici << Spiegami, invece, come hai fatto con Hibari-san. E' incredibile che una ragazza si sia interessata a Hibari-san! >>
Con una faccia accigliata, metteva un broncio. << Anche Yamamoto mi aveva detto la stessa cosa. Comunque, è una storia come un'altra, è finita quindi perché raccontarla? Sawada-san non è nulla di che. >>
Era arrossita, ma era palesemente stufa di quella storia, ma Tsuna era testardo certe volte, non voleva perdere una leale alleata come la presente davanti a lui. << Vuoi proprio saperlo? >> Disse sbuffando.
Reborn era apparso all'improvviso e le spiegava una cosa fondamentale: << Sai, ImbranaTsuna è chiamato così perché non si arrende proprio per la sua testardaggine. Inoltre, nella storia dei Vongola, il Boss ha un Super Intuito, quindi potrebbe piano piano sbloccarti e farti raccontare tutto senza accorgetene. >>
Tsuna balbettava: << N-no, non era mia intenzione! >>
Giulia rimase sbalordita dell'infante parlante appollaiato sulla spalla del castano, ma era ormai abituata a molte più stranezze, dagli Anelli Vongola al Bazooka dei Dieci Anni, assunse un'espressione seria. << Sarà così, ma sono una delle persone più cocciute del pianeta, credimi. Ci sarà un motivo se Kyouya si era interessato a me. Comunque sia, chi è lui, Sawada-san? >>
<< Reborn, l'hitman più forte del mondo. >> si presentava con un sorrisetto confidenziale e un po' arrogante, però Tsuna con una mano che indicava il marmocchio continuava rassegnato << O anche il mio Tutor. >>
Giulia non potè fare a meno di ridacchiare. << Mi fate venire in mente Dino-san e Kyouya! Ah..ahah siete troppo forti, voi mafiosi. Ero sicura che mi sarei divertita un mondo. >>
<< Heiloz-san perché vi siete fatta trascinare da Hibari-san? >> ne approfittava Tsuna << Davvero amate tanto Hibari-san, tanto da sacrificare la vostra libertà? >>
La mora continuava a ridere, amava parlare del passato quando erano ricordi piacevoli. << No, ti sbagli. Dammi del tu, eri partito bene! Sono voluta entrare io in questa questione, amo Kyouya e avrei fatto di tutto per entrare nel suo mondo. Mi hanno avvertita, anzi ci hanno avvertite, ma io e Vale eravamo convinte che fosse importante seguire per una volta l'impeto della nostra curiosità, della nota pericolosa della quale i tuoi amici erano avvolti e soprattuto per principio credo che una vita piena di avventure, come questa che stiamo vivendo adesso, sia la migliore tra tutte! Puoi considerarci pazze, ma è la verità! >>
Rimasto di stucco dal discorso della mora, Tsuna grazie al suo super intuito si convinse del fatto che non avrebbe mai rinunciato al Guardiano. D'altra parte, Reborn sorrideva soddisfatto. << Giulia, la tua amica ha anche cambiato Gokudera? >> Lei esitava a rispondere, ma si era limitata ad annuire.
Giulia respirava affondo, portava lo sguardo rivolto verso il cielo. << Voi del Firmamento siete persone costanti, ma che allo stesso tempo cambiate in meglio. >>
<< Invece tu possiedi il flusso della Nuvola, Heiloz-san. Come Hibari-san. Perché ti ostini ad andare contro il tuo futuro? >> La ragazza dilatava gli occhi per lo stupore. "Sa che sono stata nel futuro?!" << Qualcosa mi dice che ti senti destinata a lui, vero? >> Rideva talmente spensierato che la mora sbuffava.
<< Non è divertente. Sembra che tu sappia molte cose, eh? Hmpf. >> Alzava gli occhi al cielo, iniziando anche a notare i cambiamenti del tempo; veniva risvegliata poi da un commento che la colpiva:
<< Heiloz-san è proprio tale e quale a Hibari-san. Nel comportamento, intendo. >>
Non capiva, pensava fermamente che fossero diversi. << In cosa precisamente? >>
<< Ribelli, generalmente. Testardi, svincolati da ogni catena, liberi. Un innato spirito combattente. >> descriveva Tsuna come se fosse un amico di vecchia data. Giulia l'osservava attentamente e comprendeva sempre di più perché lui doveva essere il Decimo Boss Vongola. << Siete solo voi a decidere per voi stessi, non vi fate condizionare se non da persone che vi comprendono affondo. Dino è l'unico che comprende meglio di chiunque altro Hibari-san, l'avrai capito anche tu, e De Silvestri fa lo stesso con te. Non vi ho mai conosciute di persona, ma sento che è così. Non voglio intromettermi, ma spero che comprenda meglio, Heiloz-san. >>
Alzando nuovamente gli occhi al cielo, sembrava che il tempo stesse cambiando velocemente. "Le nuvole.. si stanno addensando. Perché? Prima era sereno. Kyouya... che diavolo stai facendo?" Aggrottava la fronte, come se avesse un'espressione da cucciolo abbandonato, poi chiedeva: << Il tuo super intuito che dice, Sawada-san? Pioverà? >>
<< Eh? No, non prevedo mica il meteo! Heiloz-san, ora dobbiamo andare, ci rivedremo ne sono sicuro. >>
Giulia rimaneva stupita per quanta facilità cambiasse atteggiamento il Decimo, prima un ingenuo e sciocco, poi assumeva un'espressione seria e confidenziale. << Anche Kyouya aveva la stessa impressione quando ci siamo conosciuti, voi Vongola prevedete tutti e tutto... Non lo trovo giusto. Senti è da un po' che ci penso, chiamami Giulia come ha fatto il bambinetto. >>
<< N-non siamo così i-intimi. >> era visibilmente imbarazzato e scuoteva con foga la testa, però notava l'espressione ferma e decisa, che cedeva all'istante: << H-Heiloz-chan non va bene? >>
Negava immediatamente con fare serio. << No. >>
<< Eh?! A-allora Giulia-san? >> Sbuffava. << Giulia-chan? >> Alla ragazza non piacevano tutti quei suffissi, però si divertiva vedere Tsuna così in preda al panico, quindi alla fine si arrendeva e gli riferiva:
<< Come vuoi tu, Sawada-kun. Chiamami come ti pare, stavo scherzando! Anche con il cognome, va bene. L'importante che quando ci rincontriamo non sia un modo troppo confidenziale da far ingelosire il mio Kyouya. >>
Rideva, rideva tanto la mora, mentre Tsuna si stava riprendendo dallo scherzo per poi ridere con lei.
<< Sai, penso che se non ci fosse Kyouya, potrei innamorarmi di te, Sawada-kun! Ah ah, non darmi credito. Anche se non ho il tuo intuito, sono una grande osservatrice e posso assicurarti che Sasagawa e Miura tengono molto a te. La mia amica anche ha dovuto fare una scelta, per questo ha sofferto e ha fatto soffrire. Prendi presto una decisione! >> gli fece l'occhiolino e lui arrossì.
"Ma daaaai. E' arrossito per così poco? E' davvero kawaii, forse troppo. Però, amo i tipi come Kyouya, e non è da poco."
<< N-non sono affari tuoi, Heiloz-chan! >> replicava dopo qualche secondo.
Sghignazzava la ragazza. << Come dicono a Roma, se ti fai i cazzi mia, allora me faccio i cazzi tua! >>
<< Molto raffinata la nostra principessa, eh, ImbranaTsuna? >> Interveniva Reborn e vedendo nuovamente l'espressione stupita della ragazza, continuava << Le fonti dei Vongola sono immense, ricorda Hime-sama. >>
Emetteva dei gridolini di sincero imbarazzo. << Smettila di chiamarmi in quel modo. I sottoposti di Kyouya sono degli stolti, chiamarmi in quel modo stupido. Davvero stupido. Non bastava che- >>
Fu interrotta da Tsuna che le stringeva deciso con entrambi le mani la sua piccola. Aveva la fronte corrugata e le stava parlando con il cuore: << Hibari-san tiene molto a te, l'anello ne é la prova e il comitato disciplinare sotto il suo diretto comando lo percepisce. Non può essere altrimenti, Heiloz-chan! >>
"Questo è... Vongola Decimo." Sorrideva, ora era pienamente consapevole del suo ruolo e di quello di Tsuna in tutta questa faccenda; sorrideva ormai convinta che non avrebbe mai dubitato più di niente e di nessuno. "Tutti hanno uno scopo nella vita, tutti vogliono proteggere chi amano e tutti hanno la loro anima gemella."
<< Sawada-kun... Ho capito, grazie per la nostra chiaccherata. Tornerò presto da lui, promesso. >>

Nota d'Autrice
Piccolo dizionario:
Kawaii -> Carino, puccioso, dolcioso

Sono profondamente, sinceramente e veramente dispiaciuta per il ritardo.
Questo corto e striminzito capitolo lo descriverete come una semplice chiaccherata, ma è vitale, spero che capirete il perché.. ma posso assicurarvi che questa piccola serie continua di capitoli hanno tutto un senso :) Spero che continuerete a leggere recensire!
O almeno che sia di vostro gradimento!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive  

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** 38. Visita ***


Lo scambio culturale
38. Visita

 
 
Il sabato tanto atteso era giunto e Valentina era in ritardo all'appuntamento: correva a perdi fiato verso la piazza centrale e sboccata dalla via, intravedeva i due Guardiani con le outfit preparate da Giulia addosso.
Erano due modelli nati. Nessuno potrebbe mai pensare che fossero mafiosi.
Appena la vedevano, la castana rallentava e riprendeva a respirare normalmente, mentre i due ragazzi la salutavano con un cenno di mano e un sorriso. "Mafiosi o no... stanno bene con qualsiasi cosa. Eh?" Subito si accorgeva della folla radunata a loro e all'istante ignorata. Valentina era un po' irritata, ma era abituata. Traeva un sospiro di consolazione e li salutava come niente fosse. << Ciao ragazzi! Come va? >>
Entrambi rispondevano con un "bene", Yamamoto si scusava perché la sua amica non era potuta venire, ma la castana lo rassicurava di non preoccuparsi e in quel momento, Valentina tirava fuori la macchina fotografica. << Pronti? >> mormorava con un ghigno e iniziava a scattare foto a ripetizione << Scusate, ma Giulia voleva assolutamente vedervi. Finito, andiamo dove vi pare! >> I due continuavano a ripeterle di aspettare un momento, erano troppo imbarazzati, ma erano anche contenti che la castana avesse ripreso a sorridere dopo la partenza dell'amica.
All'improvviso, la ragazza aveva percepito una presenza non famigliare. "...il bastardo?" Si girava di scatto a controllare tutti le vie, anche Gokudera e Yamamoto controllavano ma non se lo spiegavano. "No... E' tutt'altra persona."
<< Salve ragazzi! >>
Una voce limpida come il cielo, calda come il sole di prima mattina e candida come la neve fresca allarmava la castana, mentre ai due ragazzi faceva l'effetto contrario. << Decimo! >> diceva l'albino.
<< Tsuna! >> esclamava il moro.
Spalancando gli occhi, la ragazza si aspettava di avere davanti a sé una persona affascinante e forse con l'aspetto un po' minaccioso, non poteva immaginare altrimenti per una descrizione di un mafioso, ma si ritrovava davanti un ragazzo dai capelli tutti scompigliati castano chiari, poco più alto di Giulia e un'espressione da bamboccio.
Beh sì, lo stava elogiando troppo, ma che fosse carino era vero. << Sei... Sawada? >> domandava Valentina incredula.
Il Decimo Vongola sorrideva e annuiva con semplicità. << Sì! Piacere di conoscerti, De Silvestri-san! >>
Gokudera e Yamamoto lo salutavano, uno con riverenza e l'altro con colpetti sulla schiena. Valentina era ancora imbambolata, ma la visione che aveva davanti era troppo... strana.
Fissando ancora il trio di amici, aveva origliato un commento: << Hai visto quei modelli? Uno è un figo da paura, l'altro è un tipo sportivo si vede dai muscoli e l'altro più basso è così dolce e carino! Beata chi li conosce! Io sono più per il tipo sportivo! >> Valentina faceva una smorfia, anche lei pensava alla stessa cosa, a parte che preferisse il suo ragazzo, e che se avresse sentito qualche altro commento avrebbe sclerato di brutto.
<< Ma ragazzi, come vi siete conciati?! Dove avete comprato quegli abiti italiani firmati? >> accorgendosi alla fine che i suoi due amici non indossavano i loro soliti abiti. Loro rispondevano di chiederlo a Valentina, la quale innervosendosi, farfugliava: << La mia amica. Se li è fatti mandare. >>
<< Ah capisco. >> concludeva con un sorriso << Parli di Heiloz-chan, giusto? >>
Lo guardò storto. "Heiloz... CHAN?!" << Che ci fai tu qui? Non saresti dovuto tornare tra qualche mese? >> Non se la sentiva di chiedergli di Giulia, non voleva scoprire chi fossero le sue fonti.
Reborn era apparso e rispondeva alla castana: << Infatti è così, ma come Giulia, anche Tsuna è tornato per "nostalgia". Eh Valentina? >> Sempre più allarmata, stava provando a capire in che situazione si ritrovasse. Intanto vedeva che invece Gokudera e Yamamoto erano felici e per niente tesi. "Quel bambino... quel bambino conosce i nostri nomi? E sa che è una finta scusa quella di Giulia... ma che cosa sta succedendo?!"
L'albino si era accorto come Valentina fosse nervosa e le chiedeva premurosamente: << Tutto bene, Vale? >> Lei lo guardava un po' stranita << Ehi, che hai? >> Lei scosse la testa << Ok, dài, ti presento al Decimo. >> Le poggiava una mano dietro la schiena e la spingeva dolcemente. << Decimo, questa è De Silvestri Valentina, la mia ragazza. Spero che lei possa darci la sua benedizione! >>
<< G-Gokudera-kun, non serve che ti dia la mia benedizione! Comunque sia De Silvestri-san- >> si voltava timido.
<< Non voglio un trattamento diverso. >> puntualizzava Valentina mettendo un finto broncio.
Tsuna ridacchiava. << Si vede che siete amiche. De Silvestri-chan, ho conosciuto Heiloz-chan in Italia quando è tornata, abbiamo parlato. Ho saputo delle vostre relazioni con i miei Guardiani e sono contento. Ora, se vuoi chiedermi qualsiasi cosa, domanda pure. E adesso, possiamo diventare amici? >> Tendendo una mano.
Lei gliela afferrava e annuiva. << Certo. Solo una cosa, Giulia come sta? >>
<< Presto potrai chiederglielo di persona. Quando l'ho conosciuta, mi ha informato del suo litigio con Hibari-san e che ha risolto e fatto quello che doveva fare in Italia. Tornerà presto. >>
Nel viso di Valentina si leggeva appagazione e sollievo. << ...ah sì? >> Valentina con un sorriso davvero dolce e occhi pieni di comprensione, era circondata dalla Tempesta con un braccio sulle spalle.
La Pioggia poi domandava ingenuamente: << Tsuna, hai finito la tua missione? Quindi ora anche Valentina deve tornare in Italia? >>
<< N-no in realtà volevo fare solo una visita, fra tre giorni dovrò ripartire anch'io, il Nono mi ha permesso di ripartire perché Heiloz-chan anche è tornata e come di consuetudine, mi ha spiegato Reborn, anch'io ho la possibilità di tornare. >> Rideva un po' forzatamente quando l'hitman continuava. << Normalmente, non è permesso tornare, ma sono sicuro che i professori l'abbiano lasciata andare per via di Hibari, vero? Quel ragazzo... Tsuna tu sei il suo Boss devi disciplinarlo di più! >>
La castana rideva. << Disciplinarlo? Quel bastardo? Giulia ti farebbe a pezzettini se lo cambiassi. >> Si scrollava di dosso il braccio di Gokudera e ci si aggrappava con una mano. << Vogliamo andare? Sawada-kun vuoi unirti a noi? >>
<< Certo! >>
 
<< Ferma lì! >>
Giulia si era voltata mentre passeggiava per le vie di Roma. "In un luogo così affollato è impossibile che si riferiscano a me, no?" Si guardava due secondi in giro e poi si rincamminava. << Ma sei sorda?! Voooooi! >> "Eh?"
Alzava lo sguardo e vedeva dei tizi sul balcone di un palazzo: un signore coi capelli argento come quelli di Gokudera, ma lunghi e lisci, e una spada al posto della mano sinistra, che stava in piedi; un giovane dai capelli biondi con una frangia che copre gli occhi e una maglietta a righe nera e viola, che invece era appollaiato sulla ringhiera e la faceva sembrare una cosa da niente; e infine una macchia viola che non distingueva bene cosa fosse per la sua miopia, ma che fluttuava nell'aria. Non era spaventata, ma era sconvolta, perché per quanto gli abiti fossero normali, emanavano una strana aura. Il biondo sibilava: << Shi shi... Sei tu Heiloz Giulia? Famiglia del Decimo Vongola? Beh, la descrizione è quella: capelli neri lunghi e lisci, bassa e carnagione dorata. Anche se negherai, ti dovremo comunque uccidere. >>
"Huh?! K-Kyouya... No! Stavolta non mi potrà salvare, ma me la caverò da sola! Costi quel che costi, se sono nemici non voglio che Kyouya o qualcun altro della Famiglia si preoccupi per una come me!"
Mammon, al discorso di Belphegor, aggiungeva: << Alla descrizione, hai dimenticato grassottella. O almeno è quello che c'era scritto sul rapporto. >> Inutile dire che alla mora saltarono i nervi.
"G-GRASSA?! Ora è una questione personale!" << Chi cazzo siete voi?! >>
<< I Varia, un gruppo élite di assassini. >> rispondeva Squalo << Lui è Belphegor. >> indicando il biondo << Quello che vola è Mammon. >> e infine indicando se stesso e uno sguardo tagliente su di lei << E io sono Superbi Squalo. >>
<< Sono un principe io! >> Cantilenava Bel << Allora, ora che ci siamo presentati, tu sei Heiloz Giulia? >>
Diffidente, affermava: << E se fosse? Che cosa volete da me? >>
Belphegor saltò e con due coltelli le accarezzava il collo e il braccio destro, a lei vennero i brividi, ma ormai abituata al tocco rude di Hibari e tutti i pericoli passati, riusciva a mantenere il sangue freddo. << Hai parlato in giapponese, quindi sei tu per forza. Oh, non fai una piega. Che bella vittima, una che non si oppone. >> Mammon lo richiamava subito << Eh dài, mi voglio divertire! >>
Il Guardiano della Nebbia lo rimproverava: << Bel, non è il momento di scherzare. >>
Squalo osservava ancora sotto il suo sguardo intimidatorio la ragazza, che non batteva ciglio. Faceva un movimento con il dito per dire "Portala qui." e Bel eseguiva gli ordini. << Capo, cosa dobbiamo farne? >>
"I Varia... Hanno combattuto con Kyouya e gli altri, allora perché mi vogliono far del male? Non capisco, e poi perché sono in Italia? Avevo capito che erano in Giappone al posto di Sawada-kun che è venuto qui. Ah è vero, lui è partito oggi. Ma non mi spiego lo stesso cosa vogliano da me." << Comunque io NON sono grassa. >>
Bel ridacchiava come suo solito. << Io l'ho ommesso. Perché sono un principe! >> "Ancora co' 'sto principe... sembra Kyouya con preda, pensandoci bene... ho sempre desiderato conoscere un nobile, ma... non pazzo? Mi chiedo di che colore sono i suoi occhi. Mannaggia alla sua frangia. Frangettone." << Perché mi fissi? >>
<< Nulla. >> rivolgendo la testa d'altra parte, pentendosi di essersi interessata minimamente a Bel.
Squalo richiamava la sua attenzione e le spiegava: << E' solo una visita di cortesia, voooooi! Il Boss vuole che tu venga alla base dei Varia. >>

Nota d'Autrice
Per una volta sono puntuale! TTwTT
Oggi sono un pochino più vivace dato che ho solo letteratura e l'ho già finita di studiare, perciò al via i convenevoli e vi chiedo subito, qualcuno sa 'na mazza de' elettronica? No, davvero, sto impazzendo. Contattatemi se qualcuno mi può aiutare a collegare un Sommatore a 3 bit con un flip flop di tipo D. Se pensate che è arabo, vi sbagliate. E' italiano digitale-elettronico e fa paura se non conosci i significati >.<
A presto! Spero che vi sia piaciuto e ditemi cosa ne pensate!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** 39. Salvataggio ***


Lo scambio culturale
39. Salvataggio

 

Giulia veniva trasportata come una principessa da Belphegor. Non sapeva dove mettere mani, non voleva reggersi sul Varia, così aveva provato di convincerli a farla camminare da sola, ma dicevano che avrebbe solo rallentato. Dal Lazio, aveva capito, che dovevano viaggiare verso il sud e si stava confondendo se stessero andando in Puglia o in Sicilia; qualunque essa sia, la mora non voleva allontanarsi da Roma. Aveva prenotato un volo tra due giorni e non voleva perderlo, rivedere il capo disciplinare era il suo unico desiderio.
<< Shi shi. Stai bene? >> Bel era stranamente premuroso con la ragazza e il Guardiano della Nebbia se n'era accorto e avvertiva una brutta sensazione. << Che cosa c'è, Mammon? >> Domandava, poi, all'infante.
Squalo rimaneva silenzioso come Mammon che non rispondeva. "...C'è tensione?" si chiedeva Giulia "Sarà normale tra 'sti tizi?" Si dimenava, ma al minimo movimento Belphegor la linciava anche se non poteva vedere il suo sguardo "Umh... Voglio Kyouya, non questo. Kyouya. Voglio che il mio capo disciplinare si prenda cura di me, non questo principe.. bello in un certo senso... ma comunque pazzo. Non voglio un killer- Ah... chissà se anche Kyouya abbia mai ucciso qualcuno." Rabbrividiva al solo pensiero e si stringeva le spalle. << Ehi tu. >> la chiamava Bel afferrandola saldamente << Che ti prende? >>
<< Niente, ti dico. >> ma si sentiva comunque male stare tra le braccia di un uomo che non fosse Hibari << Non può tenermi Superbi? Fai cambio. >> Il principe la guardava interrogativa e con un sorriso forzato passava la ragazza facendola volare come se fosse un pallone a Squalo.
Lo intimava: << Un principe non porta la merce! Shi shi! Voglio che sia intatta all'arrivo! >>
<< Cooooosa!? Voooi! >> urlava e Giulia non ne poteva più. "Sono con dei pazzi scatenati e urlatori... Intatta, ha detto. Perché è premuroso con me? Pfui! Non mi deve interessare. Hmpf. Mi ha lanciata come aria, vedete che non sono grassa!" puntava un'occhiataccia a Mammon, che accorgendosi le rivolse una smorfia. "Che cosa hai fatto tu, bambino indecente?! Hm?" Miope o no, il suo intuito le diceva che quel Guardiano era una femmina. "E' una lei. E' femmina. E' tipo Dokuro-san, allora!" Le brillavano gli occhi e la Nebbia notando quell'ammirazione verso di lei, la insultava:
<< Tu sei solo una mera umana, cosa hai da fissare tanto? Per ogni secondo che mi guardi, ti farò pagare 50 euro l'ora! Sappilo! >> Bel le prese il piede e la tirava verso sé << Bel! Che cosa vuoi? >>
La scuoteva e basta. "Un modo per dirle di smetterla?" s'immaginava Giulia "Credo che quel Belphegor sia uno dei pochi che sappia il segreto di quella Mammon. Uh uh che carini."
<< Non creare problemi, Heiloz. >> la minacciava Squalo che le stringeva forte la spalla.

Valentina non era per niente tranquilla, aveva una brutta sensazione, anche se quelle le ha sempre avute la mora, però forse era la vicinanza a un altro Firmamento, che si sentiva inutile ed era paranoica.
Con Gokudera, Yamamoto e Tsuna, la giornata di sabato era finita bene, però era nervosa per la notizia data dal Decimo la mattina seguente: << Heiloz-chan è della Nuvola, veramente... Spero che i Varia che cercano un nuovo Guardiano della Nuvola, non la vogliano arruolare! Sarebbe un bel problema se fosse così! >> E rise.
La castana, sdraiata sul letto, non le piaceva affatto la situazione e Tsuna la stava prendendo con troppa leggerezza. Sospirava, si sentiva sola in quella camera doppia.
La mattina dopo, Sasagawa e Miura correvano verso di lei e la castana scuro incominciava: << Tsuna-san ha detto che Giulia-chan è stata rapita dai Varia! >> ma subito interveniva Kyoko << Sì, ma Tsuna-kun ha detto anche che non se l'aspettava! E ora è andato a informare Hibari-san. >>
<< Che cosa? >> "...il bastardo? No! Lui non deve saperlo!" << Portatemi subito da Sawada-kun! Se quello gli rivela qualcosa su Giulia, va dritto dritto in Italia a riprendersela! >>
Haru, mentre la portava alla terrazza, chiedeva spiegazioni: << In che senso? Hibari-san non si dovrebbe preoccupare, no? Giulia-chan pensa solo a lui, perché dovrebbe andare in Italia per riprendersela e non aspettare che torni? >>
De Silvestri aveva fatto una smorfia e scuoteva la testa: << In accordo con quello che mi ha detto Gokudera, nei Varia c'è un principe biondo, Prince the Ripper, e Giulia ha una predilezione per sciocchezze come principi con occhi azzurri, biondi e perfetti! Per quanto ne so, è solo una sua fissa che sa controllare, e da quando ha conosciuto il bastardo non ha avuto occhi che per lui. Quello che ha distinto Hibari fra tutti è il suo lato sadico. E se un tizio che nel nome ha The Ripper, penso proprio, che anche quel principe diverso dalla fiabe, abbia una nota sadica. Se Giulia veramente cadrà alla sue moine e Hibari sarà lì ad osservare, perché lui conosce Giulia, alla mia amica si spezzerà il cuore, le spezzerà il cuore e non ci sarà più niente- >> Arrivata sulla terrazza, il moro era già saltato dal terrazzo e diretto verso l'uscita della scuola << ...da fare. >> Si lasciava sfuggire un sospiro. "Giulia, rimani te stessa. Non buttare tutto all'aria."
<< Non me lo aspettavo, mi dispiace De Silvestri-chan. >> si scusava Tsuna veramente dispiaciuto.

Arrivati alla base dei Varia, Giulia riuscì finalmente a stare in piedi, ma la chiusero in una camera ad aspettare e non faceva altro che andare avanti e indietro. "..." si era fermata un attimo "E' una noia mortale!! Sinceramente... Kyouya vieni a prendermi!" sbatteva il piede al pavimento come una bambina di due anni. "Perché sta succedendo tutto questo?" Bussavano alla porta e un rumore di sottonfondo suggeriva l'invitato. << Shi shi. >>
Non andava ad aprirgli la porta, si limitava ad urlargli: << Che cazzo vuoi? >>
Sbirciava dalla porta e un sorriso a trentadue denti appariva. << Dimenticavo che eri italiana, shi shi. >>
Con una sguardo eloquente sembrava dirgli "Ma dai. Date le tue fonti non te lo ricordavi?" e poi, dopo due secondi, chiedeva: << Eh va bene, ora dimmi, principe, quando il vostro caro Boss mi vorrà dare l'onore di conoscerlo, così da potermene andare via? >> Il biondo si divertiva molto, lanciandole un vestito viola-lillà.
<< Non elogiare troppo il sangue blu che mi scorre nelle vene, comune mortale. Oh pardon, nuovo Guardiano della Nuvola. Shi shi! >> "Che cosa? G-Guardiano? Io?" La mora si era messa a ridere fragorosamente e non curandosi minimamente del vestito, che immaginava fosse la sua divisa, anche se diversa da quelle che indossavano gli altri.
Dalla porta entrava anche Levi. << Signorina Heiloz, il Boss è pronto a riceverla. >> Era entrato e vedendola, commentava tra sè e sè, ma la voce era ben udibile << E' una ragazzina, per niente carina e magra. >>
Belphegor aveva lanciato già tre coltelli alla figura gigantesca e che puntava precisamente il cranio, cuore e parte intima; Levi, però, era un Varia e schivava i coltelli, con difficoltà. << Bel che cosa stai facendo?! >>
Intanto Giulia a denti stretti urlava: << Con questo insinui che sono grassa?! MALEDUCATO! Guarda chi parla! >> si voltava e si metteva comoda sulla poltrona come se fosse un trono << Sono stanca di tutta questa storia! Puoi dire al tuo caro Boss che il posto del Guardiano della Nuvola è ancora vacante, perché mi rifiuto categoricamente! Non mi convincerete mai solo con un vestito e soprattuto non mi metterei mai contro il mio fidanzato! Che, a proposito, è lento! Quand'é che arriva?! >> si lamentava continuamente sbuffando e incrociando le braccia. Belphegor rimaneva basito dalla notizia che fosse fidanzata. << Che c'è? Sembra che ti abbia stupito, eh? Scommetto che è per via del mio ragazzo. Pensavi che fossi single? Beh con quella frangia la vedo difficile che tu abbia visto l'anello. >> Con una mano sotto il suo mento, guardava la Tempesta e il Fulmine dei Varia dall'alto in basso. << Questa situazione complicata... non la reggo. Sai, principe Bel, non dovresti pensare a me, ma al segreto che già conosci. E tu. >> rivolgendosi fredda e spietata, come una regina di ghiaccio, a Levi Volta << Che non sono carina, d'accordo, ma osi dire che sono grassa. A me? Se non fosse che sono troppo stanca, in un men che non si dica ti avrei fatto fuori, pfui! >>
Il Fulmine era sconvolto dall'arroganza mostrata. << E con quale anello? Hah! Sei una ragazza audace a sfidare un killer professionista! >> Intanto Bel aveva lanciato un altro coltello alla gola del collega << Bel! Smettila! >>
<< Non dirmi quello che non devo fare! Shi shi! >>
<< Basta! >> era entrata Mammon << Non litigate! Il Boss si sta innervosendo per il ritardo dell'aspirante! >>
Giulia rispondeva a tono: << Non vengo. Mi rifiuto! >> La Nebbia si sentiva sollevata, senza darlo a vedere.
Le finestre della stanza si erano spalancate all'improvviso, un rumore incessante di un elicottero era in vicinanza. "Siamo al quinto piano di un castello, chi è il pazzo che-?!" Giulia si girava sporgendosi allo schienale della poltrona e spalancando gli occhi, l'attimo dopo questi si addolcivano, nel pronunciare il suo nome: << Kyouya >>
<< Hai detto bene, Preda. >> Fu la prima cosa che disse << Voi erbivori non potete scegliere per la mia Preda! E lei non può scegliere, perché l'unico che può sono io. E' mia, solo mia, chiunque le si avvicini sarà azzannato alla gola fino alla morte. >> minacciava, ribolliva di rabbia intensa e infine sorrideva.
"E' felice. Può combattere con persone alla sua altezza. Sa che gli sono fedele. M-mi ha perdonato! E' venuto a salvarmi. Sono contenta... contentissima, Kyouya!" Lo fermava prima che potesse sfoderare i tonfa. << Aspetta. >> scavalcava la poltrona e gli si fiondava addosso. "La mia preda non scappa, mi viene incontro." La Nuvola dei Vongola nascondeva un sorriso, ma la bloccava prendendo i suoi fianchi e se la mise in spalla.
<< Lei è il nostro Guardiano della Nuvola, lasciala andare! >> protestava Belphegor.
<< No. >> replicava immediatamente Mammon << Non possiamo avere conflitti con l'attuale Famiglia del Decimo Vongola. Sarà meglio che ve ne andiate, prima che il Boss lo scopri. >>
Hibari già stava per attaccare, ma Heiloz accoglieva l'invito: << Non ce lo facciamo ripetere due volte, vero Kyouya? Kusakabe-san ci aspetta. >> e faccia a faccia, gli bisbigliava << Ti amo. Andiamo. >>
Posandogli un bacio improvviso, Hibari si scostava e afferrandola per un braccio la lanciava bruscamente fuori dove l'elicottero aspettava. Subito dopo, iniziarono il viaggio di ritorno in Giappone.

Nota d'Autrice
Scusate per tutto il ritardo che ho fatto. Ho avuto problemi con la scuola, Vale ci ha messo una vita a recensirmi l'ultimo capitolo e poi sono andata a Lucca Comics (e l'euforia si è spenta di poco!)! :)
Quindi... spero che questo capitolo sia all'altezza dell'attesa che vi ho fatto patire!! >.<
Alla prossima! (Proverò di essere più puntuale!)
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

 

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** 40. Terremoto ***


Lo scambio culturale
40. Terremoto

Valentina si era svegliata pigramente, mugulava, sperando che Giulia si svegliasse così da non alzarsi.
Allungava un braccio e testava l'altro letto. Nulla. Non sentiva il minimo calore.
<< Giu..? Dove sei? >> Alzava le palpebre e nel momento in cui il letto vuoto e ordinato la colpiva, ricordava che la sua amica non c'era. Era in Italia. "Tornerà presto... ha detto Sawada-kun. Torna... oggi, magari." All'improvviso un rumore assordante si avvicinava e un sasso spaccava la finestre della camera. "Eh!? LADRI?!" Si affrettava ad indossare l'anello e a prepararsi alla lotta, ma con un sasso frantumarono il vetro e dal buco una mano apriva la finestra e il momento dopo fu spinta in camera Giulia.
Indossava la divisa scolastica della Nami ed era chinata sulle ginocchia, si reggeva la schiena con una mano. Sembrava una vecchietta, pensava Valentina. << Ahi ahi... >> e rigirandosi verso l'elicottero urlava << Potevi essere più delicato! >>
Una risata rimbombava. << Non so cosa intendi, Preda. >>
<< Per prima sull'elicottero e adesso! Aaah... a domani Kyouya! >> e il rieccheggiare del veicolo si allontava.
Incredula per cosa era successo proprio in quel momento, balbettava il nome: << G-Giulia? >>
La mora si alzava con uno scatto e si scusava: << Ah! Perdonami! Lo sapevo che ti avrei svegliata così, Vale! >>
La castana si mise a ridere e subito dopo con lei anche la mora. << Finalmente! >>
Le faceva la linguaccia. << Colpa di Kyouya, è lento. Adesso dormiamo, che è notte fonda. >>
Quella notte, ognuna nel proprio letto, avevano passato un sereno riposo, quando alle prime luci del mattino, si era verificato un terremoto. Gulia non si era accorta minimamente, mentre Valentina si era alzata e guardava l'ora.
Si chiedeva se se lo fosse immaginato, così si rimise a dormire.

In classe le due italiane furono tempestate di domande, ma presto tutto era tornato alla normalità.
<< Cosa? Giulia-chan non hai sentito nulla?! >> chiedeva inutilmente allarmata Kyoko, ma la mora la liquidava con una mano dicendole che era troppo stanca dopo il lungo viaggio e non l'avrebbe svegliata nemmeno un trombone insieme all'intera orchestra. << Giulia-chan, perché sei ritornata in Italia senza dire nulla? >>
La mora rimaneva in silenzio a osservare il suo fiocco, così Valentina le spiegava che era semplice nostalgia.
Alla fine delle lezioni, la castana era rimasta in compagnia della Tempesta, con il quale si confidava.
<< Gokudera, anche tu avresti fatto lo stesso? >>
<< Riguardo a cosa? >>
<< Il bastardo ha salvato Giulia. Appena l'ha saputo, è partito, infischiandosi di tutto. >> Guardava fisso negli occhi smeraldo del ragazzo << Vorrei che non facessi lo stesso. Ti devi fidare di me, so combattere e non voglio che ti preoccupi. >>
Gokudera la sgridava: << Non essere incosciente! Non dare così poco valore alla tua vita! Certo che farei lo stesso, non ho gli stessi mezzi di Hibari, ma so come rimediare a tutto. Ho promesso che ti avrei protetto, pur di stare con te. Perciò non dire sciocchezze simili. E poi, mi dici come faccio a non essere preoccupato per te quando sei perennemente un'imbranata e goffa. Sei una persona calma e riflessiva, certo, ma ho notato questa tua goffaggine e non ti lascierò cacciarti nei guai! >>
La castana sorrideva tranquilla. << Ah, te ne sei accorto, eh? >> Era arrossita leggermente, mentre si sentiva completamente nervosa << Gokudera, quel terremoto di stamattina, mi sembra di cattivo auspicio. >>
<< Infatti è così. >> era intervenuto Tsuna con tono preoccupato, spuntando all'improvviso da un angolo << Il terremoto è un altro motivo per il quale sono qui. In Italia il Nono mi ha incaricato per delle indagini: riscontrare gli effetti del nostro ritorno dal futuro. >>
Gokudera subito chiedeva: << Il terremoto è uno di questi effetti? Non è colpa nostra, Decimo! >> Tsuna subito scuoteva il capo, e l'albino non se la sentiva di coinvolgere la ragazza << Valentina, vai a casa, perfavore. >>
<< No. Anch'io sono coinvolta. >> replicava subito.
Tsuna si sedeva con loro nel cortile della scuola. << Gokudera-kun, De Silvestri-chan può certamente rimanere, anche se non vorrei farla preoccupare inutilmente. Il terremoto di stamattina è un altro dei tanti fenomeni che stanno invadendo il mondo. Comunque sia, sono di poca importanza finché non coinvolgono le persone. Ho chiesto al IX se potevo farmi aiutare da voi, però era solo un controllo perciò è andata così. Reborn dice che lo scambio culturale ha portato comunque molti benifici e personalmente sono d'accordo. >> Tsuna sorrideva timidamente, ma pensava realmente quello che diceva << De Silvestri-chan, non fare lo stesso errore di Gokudera-kun. >>
<< Cosa? >> si era come risvegliata, ma stava ascoltando con attenzione.
<< Non davo valore alla mia vita, Vale. >> rispondeva l'albino << Per questo, vorrei che non facessi lo stesso. >>
<< Per ritornare al discorso di prima: questo terremoto è diverso dalle altre calamità che lo hanno preceduto, perciò questo porterà alcuni cambiamenti. Tornerò in Italia oggi stesso, volevo salutare tutti, ma potete farlo voi per me? >>
Gokudera si alzava di scatto e s'inchinava: << Sì, Decimo! Si fidi di me! >>
<< Ci vediamo presto, allora. >> E Tsuna se ne andava, per poi aggiungersi con lui sulla sua spalla Reborn.

"Alcuni cambiamenti, eh?" rimuginava Valentina in camera d'albergo "Che cosa potrà mai succedere? Non capisco."
<< Vale, tutto bene? >> Giulia si era avvicinata e le stava misurando la febbre dalla fronte << Sei così pensierosa, e hai la fronte aggrottata. Non mi piace quando fai così. Significa che c'è qualcosa che ti preoccupa, e non è cosa da poco. Che succede? >> La castana allentava i muscoli del viso e le regalava un sorriso rassicurativo.
<< Non devi preoccuparti. Sawada-kun è dovuto partire prima del previsto e ti saluta. >>
<< Altro? >>
<< No >>
<< Ok. >> Non era convinta, ma era troppo indaffarata a sistemare gli abiti nell'armadio, tanto da far cadere l'argomento << Oh! Mi fai vedere le foto? >>
Valentina era felice che gliel'avesse chieste, non vedeva l'ora di mostrargliele. Quel sabato sembrava così strano per un motivo, che Sawada sapeva fingere bene, sapeva mostrarsi forte quando la situazione non era dei migliori e la castana lo percepiva per intuito. Ecco perché quel sabato era un sogno inimmaginabile.
Giulia rideva per tutte le espressioni buffe che avevano fatto i Guardiani mentre venivano scattate le foto, poi a un certo punto, c'erano foto fatte di nascosto a Valentina e sul viso della mora si leggeva una nota di appagamento.
<< Mi dispiace per non essere stata lì. Davvero. >> L'amica rispondeva che non era stato un problema << Mi scuso comunque. Ah ma l'amica con cui si frequenta Yamamoto? Non la vedo. >>
<< Non è venuta. >>
La mora ci era rimasta male, ma scrollava le spalle e infine prendeva il suo cellulare, mostrandole le foto scattate nel suo breve soggiorno in Italia: c'erano foto con lei e tutti i loro compagni a scuola, lei e Costia, lei e Belphegor e una foto con Bel e Mammon addormentati su un divano. Bel sdraiato scomposto e Mammon sopra di lui. Giulia pensava che erano una coppia strana, ma molto dolci. << Chi sono? Quelli dopo le foto con te e Costia. >>
<< Ah, vuoi dire Bel. >> diceva indifferente.
<< Bel? >> Faceva eco in tono scandaloso.
La mora rideva. << Belphegor. Prince The Ripper. Un Varia. Insieme a Mammon, quell'infante sopra di lui. Lei è femmina, fidati. E' come quel bambino che sta sempre con Sawada-kun, lo hai incontrato anche tu, no? Riborn... no. Reburn? Noo. Ah ecco Reborn! Che memoria, eh! >> Ora anche la castana rideva. << Senti, ma Kyouya, quando ero assente, ha detto o fatto qualcosa? >>
Valentina ripensava ai fatti accaduti, soprattuto quando la Nuvola aveva dato una grande considerazione della sua amica, ma non voleva darle questa soddisfazione, solo per punirla del fatto che non le aveva spiegato nulla.
<< No, nulla. >>
<< Menti. Non avrò il SuperIntuito di Sawada-kun o il tuo di intuito, ma ti conosco e conosco Kyouya. Dài, dimmi cosa ha fatto, sono curiosa, troppo. In cambio, ti dirò una cosa strana che mi è accaduto a Roma. Anzi, due. Ora che ci penso. Non farti pregare! >> Si era inginocchiata al suo letto e congiungeva le mani.
Faceva i suoi occhi dolci, alla fine Valentina cedette. << Ha detto che sei intrigrante e non capisce perché Costia ti abbia respinta. Pensa che eri tipo una "preda perfetta", mi ha tradotto Dino-san. >> finiva seccata, come se il Cavallo Imbizzarito poteva benissimo evitare un commento simile.
Giulia saltava dalla gioia, tutti i suoi dubbi scomparivano. Ormai la mora era su di giri e rivelava i suoi di eventi in modo più leggero e sbrigativo, come se non avessero mai avuto importanza importanza: << Vale! Kevin mi voleva bene, ma era troppo spaventato dalla mia gelosia. Che stupido, vero? Sono felice, però, che abbia incontrato Kyouya! Lui sì che mi capisce! Come te e proprio per questo che siete le due persone più importanti della mia vita! Non è una cosa bella e strana? >>
Osservandola pacata domandava: << Ne manca una. Di cosa. >>
<< Ah. >> Si era paralizzata e con un sorriso forzato andava avanti << Ricordi Bel? Quello della foto? >> La ragazza annuiva impercettibilmente << Mi ha lasciato il suo numero e vuole che ci sentiamo, ma non lo farò mai. Penso che il loro Guardiano della Nebbia abbia un debole per lui, stessa cosa vale per lui ma non se ne accorge. >>
Valentina aveva aggrottato immediatamente la fronte e la intimava: << Non avrei intenzione di intrometterti, spero. Comunque noi siamo solo state fortunate. Gokudera e quel bastardo ci ricambiano, ecco perché. Non sempre si è ricambiati, è questo il brutto. >>
Come se si fosse spenta una fiamma, anche l'allegria di Giulia si era affievolita pian piano; ammettendo la dura e cruda verità: << Lo so. Per questo sono felice che abbiamo i nostri Shugo. E molti amici. >>
Gli occhi azzurri incontravano quelli castani, e alla fine la castana rivelava tutta la verità: << Giulia, Sawada-kun pensa che ci saranno alcuni cambiamenti. Il terremoto di stamattina è uno di questi. >>
L'espressione della mora si era rabbuiata. << Sawada-kun a me ha detto invece che risolverà la questione. >>
<< Ne ha parlato anche con te? >>
La mora scuoteva il capo per negare. << Mi ha solo detto che tornerà in Italia, risolverà tutto e che farà di tutto per farci rimanere qui a Namimori il più lungo possibile, così che Kyouya non se la prenda con lui o Gokudera possa fare sciocchezze finché... ecco.. Non troviamo un modo per stare insieme. Tutti insieme. >>
La castana la guardava interrogativa, mentre Giulia rifletteva alle parole di Tsuna: nel futuro, ognuno di loro aveva ricevuto alcuni indizi del proprio futuro, perciò Tsuna le aveva rivelato di una valigietta, che il Gokudera del futuro aveva e nel suo interno vi era una foto di una donna molto somigliante a Valentina. Tsuna l'aveva riconosciuta subito quando incontrò la sua amica. Stessa cosa valeva per lei, in casa di Hibari del futuro c'era uno di quei tempietti in memoria per i morti e c'era la foto di una donna uguale a lei. Giulia l'aveva vista la casa dell'amato del futuro e non c'era nessun tempietto, ma Reborn le aveva spiegato che il futuro era cambiato. "Kyouya avrà notato la mia foto?" Scrollava le spalle e rivolse un sorriso incerto a Valentina "E chissà se Gokudera avrà visto la sua foto. Mi chiedo come sarà Vale tra dieci anni." Un silenzio strano era calato.
<< Non potremo rimanere qui per sempre. >> Disse Valentina, infrangendo il sogno di Giulia.
<< Non ho detto "sempre". Il più lungo possibile. Finché è possibile. Va bene, no? >>
Aveva stupito la castana con quella domanda e non continuarono più il discorso.


Nota d'Autrice
Eccomi! Scusate questa frequenza instabile, ma non ho molte occasioni per aggiornare, e poi volevo anche sapere: ma nessuno più recensisce? Mi sento un po' sola... Sembrerà sciocco ma è così, il mio schiavetto non è abbastanza, ma ringrazio comunque Pika_Pi95 che mi lascia un commento sempre :) e ringrazio anche voi lettori!
Piccolo Dizionario!
Shugo -> Guardiano

Dunque, come procede la fic per voi? Vi piace? Spero di sì! Alla prossima!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive
 

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** 41. Valore ***


Lo scambio culturale
41. Valore

 


Giulia saltellava contenta diretta a scuola, seguita con passo più lento da Valentina che leggeva un libro, e osservava gli alberi spogli, ma alcuni già davano segno di rifioritura. Piccole foglie, qualche bocciolo bianco e un aria tiepida confortavano le due italiane per l'immenente scadenza del loro viaggio di studio.
<< Sai una cosa interessante? >> Non si era nemmeno voltata, ma la castana sapeva che si stava rivolgendo a lei.
<< Cosa? >>
La Heiloz nascondeva un sorriso. << Non abbiamo mai fatto sega. Ci pensi? >> Dopodiché scrollava le spalle, si girava verso di lei e un'espressione arrogante era dipinta sul viso dell'amica. << Non l'abbiamo mai fatto a Roma, ma che te ne pare qui? Nessuno mai lo saprà, è... intrigante. >>
La castana l'osservava come se fosse pazza, ma era d'accordo. << Mah >> iniziava con tono per prenderla in giro << Signorina Heiloz, che pensieri da cattiva ragazza facciamo qui. Che comportamento riprovevole. >> diceva mentre deviava la via per la Nami. Erano così vicine, tale da vedere l'orologio che sembrava rimproverarle il ritardo.
<< Oh ma signorina De Silvestri, sta sbagliando strada. Stiamo perdendo la via della ragione? >> continuava con altrettanto tono peccaminoso << Oh ma guarda, mi sta venendo fame. Facciamo colazione da qualche parte? >>
La De Silvestri le faceva segno di farle strada. << Un certo languerino ce l'ho anch'io, vogliamo andare? >>
Ridevano come stupide, ma erano felici di esser tornate come prima.
Nessun pensiero che riguardi i ragazzi, la scuola, il tempo. Niente poteva, e doveva, rovinare quella giornata.

Nella classe 3-1, la campanella era suonata da un pezzo e Gokudera apriva la porta nel suo modo sgarbato di sempre. Il professore lo rimproverava, ma a lui non importava; a seguito entrava Yamamoto con un grosso sorriso dicendo una scusa inventata sul momento. Entrando i due Guardiani notarono che la coppia di italiane erano assenti, si scambiarono uno sguardo e a bassa voce comunicavano tra loro:
<< Strano. Non è ancora la data di fine anno, o mi sbaglio Gokudera? >>
L'albino faceva una smorfia. << Hmpf. Per una volta non sbagli, fanatico del baseball. Valentina mi avrebbe avvertito se si fosse sentita male, sarà successo qualcosa? Il Decimo ci aveva avvertito. >> La sua espressione si era rabbuiata in un attimo, così Yamamoto rideva. Gokudera gli gridava contro, ma il moro cercò subito di calmarlo.
<< Ho la sensazione che la ragione sia molto più semplice. Avranno marinato la scuola, no? >> suggeriva stiracchiandosi le braccia dietro la schiena.
La Tempesta lo linciava con i suoi occhi smeraldi, e subito si rfiutava di credergli. << Impossibile. >>
Subito il moro lo guardava con espressione ovvia. << Ma sentiresti che Valentina sarebbe in pericolo ora, no? Se fosse così ti saresti già alzato e andato a cercarla. Sei troppo impulsivo, Gokudera. >>
<< Silenzio, Yamamoto. >> Non voleva ammetterlo, ma aveva ragione. Non sentiva alcun brutto presentimento, si sentiva tuttavia inquieto per l'assenza della ragazza. Smise di pensarci solo verso la fine della quarta ora, quando si convinse che nulla era accaduto. "Sarà così... ma è noioso senza di lei o il Decimo." rifletteva mentre era mezzo addormentato alla lezione di storia. Odiava quel professore e quella materia. Amava solo una storia, ed era quella dei Vongola e la sua con Valentina. Sbadigliava e attendeva la fine delle lezioni di oggi.

Erano al parco a godersi il tempo e la pace. Erano diventate davvero poche le volte in cui erano insieme da sole, senza i ragazzi o l'intera famiglia Vongola; si sentivano parte integrante dei Vongola ormai, tanto che i Varia volevano assumere Giulia come Guardiano della Nuvola senza che fosse una killer professionista, e Valentina che poteva assumere benissimo il comando temporaneo della famiglia stessa, finché Tsuna non sarebbe tornato, ma nessuna delle due voleva davvero assumere responsabilità così grandi, erano dopottutto ragazze normali.
<< Cosa stai leggendo, Vale? >> chiedeva con la pancia all'aria, sdraiata sulla soffice erba, Giulia che guardava il cielo limpido con qualche nuvola qua e là.
<< L'ultimo di Shadowhunters. Te a che punti eri arrivata? Mi sembrava di aver detto di leggertelo in fretta. >> Le riferiva lanciandole un'occhiata di sottecchi sopra il libro. Lei al contrario era seduta, con la schiena su un albero che faceva ombra. << Ti era piaciuto, no? >>
La ragazza rotolò sul fianco e sbuffava. << Sì. Ma non ho avuto tempo di mettermi il quarto volume in borsa quando è venuto a prendermi Kyouya, che l'ho lasciato dai Varia. Ora dovrò ricomprarlo, ma potrei evitare se potessi chiamare- >> fu interrotta bruscamente con un "No" categorico di Valentina. << Va bene, va bene. Lo ricompro. >>
La castana, per non farle tenere il broncio infine, fece un lungo sospiro e affermava: << E' una bella giornata, vero? >>.

Nessun urlo. Nessuna visita. Nessuna preda che lo rincorreva.
Era una giornata tranquilla alla Namimori Middle School. Non si lamentava, ma mancava qualcosa, diverso dal momento in cui era consapevole che la sua preda era volata via, per non dire scappata, e non lo sopportava.
Quando Giulia era tornata in Italia, la Nuvola aveva ancora il controllo di tutto; stavolta no.
Era perché non sapeva dov'era la sua preda? Eppure i suoi sottoposti non lo avevano avvertito di nulla, Kusakabe Tetsuya non aveva dato nessun allarme e Hibird non aveva mai cinguettato la parola chiave. Era scappata di nuovo? Perché la sua preda non era lì a inseguirlo o tormentarlo per tutta la giornata, come sempre?
Aveva un'espressione ferita in faccia, tale da esser stata letta addiruttura da Gokudera che lo scherniva.
<< Così anche tu provi dei sentimenti, bastardo. >> L'albino era appoggiato sul muro con le braccia incrociate e un sorrisetto arrogante in faccia. << La tappetta non si è fatta vedere tutto il giorno e ne senti la mancanza. >>
Il moro non si disturbava nemmeno di rispondergli.
Gokudera si avvicinava alla scrivania e gli suggeriva: << Manda i tuoi uomini a cercarla. >>
<< Non prendo ordini da uno come te, Gokudera Hayato. >>
L'albino scattò e lo prese per il colletto. << Tieni a lei, come io tengo a Valentina. Cercale. Voglio aver conferma che non siano rinchiuse in un qualche stanzino e si chiedano perché ancora i loro ragazzi non si stiano preoccupando per loro. >> Finalmente Hibari alzava le palpebre e gli occhi antrace incrociarono quelli menta dell'albino << Heiloz Giulia è la tua ragazza, sì o no? >>
Pigramente rispondeva: << La mia Preda è mia. Dopotutto quello che hai detto, sottointendi che la mia preda è in compagnia. E' salvaguardata. Finché è così, non sarà necessario un intervento inutile. >>
<< Non sei interessato dove sia? >>
<< No. >> Mentiva spudoratamente. Voleva avere il controllo totale della sua preda.
Ormai stufo di quel comportamento intrattabile, se ne andava. << Bene, farò le mie ricerche da solo >>.

Il sole era calato, il cielo era tinto di un bel rosso arancio e le nuvole erano di un bel rosa delicato.
Valentina dormiva appoggiata all'albero e respirava affondo, Giulia la osservava tranquilla pensando che se lo meritava una dormita del genere. Da giorni non dormiva perché era troppo stressata e preoccupata.
Voleva condividere la sua stanchezza, ma non parlava mai e la mora era stanca che si sforzasse tanto per avere un semplice momento di pace. Almeno in quel modo, poteva rilassarsi.
Si alzava in piedi e andava a prender un sorso d'acqua alla fontanella, quando un cinguettio troppo famigliare rieccheggiava intorno a lei. "Hibird... che ci fa qui?" dopo un po' rifletteva e il senso di colpa l'assaliva "K-Kyouya sarà incazzatissimo. E ora?" Andava a svegliare controvoglia Valentina, ma dei ragazzi la fermavano.
<< Ehi, >> iniziava un ragazzo alto e robusto, con i capelli legati in un codino e un piercing sul naso. << siete da sole? Che carine. E' da un po' che vi abbiamo visto, io e i miei amici, avete fatto sega, eh? Venite a fare un giro con noi, Namimori è più bella di sera. >> Aveva acchiappato il braccio di Giulia e gliel'aveva stretto fortemente.
Giulia stava per urlare, ma un altro ragazzo le aveva attappato la bocca e le bisbigliava all'orecchio:
<< Non gridare, è inutile. Fai la buona, siamo amici. >> Aveva una voce suadente, era biondo e occhi azzurri, la mora si era imbambolata per la sua debolezza, ma presto si riprendeva e sferrava un calcio a casaccio, pur di divincolarsi dalla stretta. Aveva notato sul braccio del biondino un tatuaggio, una scritta che aveva tradotto "L'ordine e il mondo fa schifo", non lo accettava. L'ordine era importante per Kyouya. Il mondo non faceva del tutto schifo. Chi disprezzava ciò che era inutile disprezzare per lei erano delle nullità. Il calcio aveva fatto inciampare il biondo e Giulia con un sorriso osservava il misfatto.
Valentina si era svegliata e aveva già messo al tappeto tre su cinque del gruppetto. Si stava pulendo le mani come se non fosse niente. << Che debolucci. >> Notando la difficoltà che aveva l'amica, si affrettava << Arrivo! Lasciate la mia amica! >> Stava correndo a soccorrerla.
Aveva sferrato un pugno alla mascella di quello che teneva stretto il braccio di Giulia, ma questi incassò bene senza lasciare la presa. Valentina si abbassava per farlo almeno cadere, voleva che lasciasse Giulia assolutamente, lei aveva un'espressione così sofferente che non lo sopportava. Vedendo poi, nelle vicinanze, Hibird urlava:
<< Giulia! C'è Hibird! Chiamalo! >>
La mora subito ordinava: << Hibird! Vai da Kyouya, ora! >> L'uccellino, riconoscendo la ragazza, volò subito dal padrone cantelinando "Pericolo! Pericolo!" << Valentina! Usa l'anello! >>
La castana non voleva rivelare il potere delle fiamme immediatamente, anche perché era inutile usarla con persone normali, ma soprattuto indegne e stupide come quelle.
Il ragazzo aveva scaraventato Giulia contro l'albero, il colpo le aveva fatto perdere i sensi; Valentina si era infuriata sul serio e gli aveva assestato un calcio nello stomaco, questo si era spostato di qualche centimetro.
<< Ci sai fare >> complimentava il ragazzo.
Valentina sbuffava. << Hai rotto i coglioni. >> Voleva occuparsi di Giulia, ma voleva stordirlo. Ucciderlo. Sotterrarlo. Bruciarlo. << Giulia, arrivo. >> Aveva tentato con un altro colpo in viso, cercando di colpire la mandibola o rompergli il naso, questo le avrebbe fatto comodo per guadagnare tempo.
La mora si stava risvegliando e a fatica si rialzava. << V-Vale! >> Vedendo che il ragazzo le aveva racchiuso entrambi i polsi con una mano sopra la testa, Giulia gli saltò addosso sulla schiena e lo colpiva a pugni in testa. Questi continuava a urlare gridolini, per quanto non fossero dolorosi quei colpetti, così se la scrollava di nuovo di dosso.
Giulia non cadde però per terra. Gokudera l'aveva salvata. << Scorbutico! >>
Valentina intanto stava ancora sferrando calci, e quando si accorse del ragazzo urlò il suo nome felice: << Gokudera! Ah! Giulia stai bene?! >> L'albino annuiva, mentre il ragazzo continuava a schivare i colpi della castana.
<< Bastardo... lascia la mia ragazza! >> aveva tirato fuori una dinamite e subito il ragazzo vedendola era scappato a gambe levate. << Ma che ca... dove scappi?! Tsk. >> Accorreva da Valentina. << Stai bene? >>
La De Silvestri annuiva con un sorriso. << Tre su cinque li ho fatti fuori io. Sia ben chiaro. >> scherzava soddisfatta.
Dopo qualche secondo, l'albino ricordava il vero motivo della sua ricerca. << Ah! Ma dove siete state tutto il giorno!? Sciocca! Ti ho detto di avvertirmi in casi come questi! >>
<< Ma non serviva! >>
<< Ah no?! >>
Giulia subito si era intromessa, perché era stanca. << Smettetela voi due! Basta, Gokudera, perdonala è colpa mia. Le ho chiesto di fare sega, lei non aveva scelta. Sono debole come puoi ben vedere! >>
Valentina subito la correggeva: << No, anch'io volevo fare sega. Gokudera, mi sono scordata. Punto. >>
La Tempesta sbuffava. << Davvero... ma che cosa mai ti passa per la testa. Ah, >> rivolgendosi alla mora << il bastardo non ha fatto nulla, sei sicura che quello sia il tuo ragazzo? >>
La diretta interessata sussultava. << Non gliene do una colpa. E' di sicuro il suo modo per punirmi. >> Distoglieva lo sguardo sui quattro ragazzi svenuti sull'erba. << Come faremo a...- >>
<< Preda! >> la voce dura e affilata. Era leggermente ansimante e preoccupato. Posando il suo sguardo sui quattro corpi inanimati, chiese spiegazione: << Hanno disturbato la pace di Namimori? >>
"Vuole dire se hanno disturbato me?" pensava Giulia sollevata che non sia arrabbiato con lei. << Diciamo di sì. Avevano brutte intenzioni. Erano dei pervertiti. >>
Hibari aveva tirato fuori il cellulare. << Sì. Quattro. Parco. Magari la peggiore. No, ora. >> Chiuse la chiamata e si diresse verso la ragazza, che raccolse come se fosse la cosa più preziosa del mondo. Le controllava tutto: gambe, vita, viso, braccia. Si soffermava sulle braccia e vide il segno rosso provocato dalla stretta. << Questa non è mia. >>
Il vento soffiò e i capelli lunghi scoprirono il collo, il quale aveva la pelle d'oca. La Nuvola assottigliò gli occhi.
<< Nemmeno quella. >>
Giulia si coprì le ferite. << Uno mi ha stretto. L'altro mi ha bisbigliato all'orecchio. Non succederà più. >> Teneva lo sguardo basso, ma Hibari non se ne curava più, quando iniziò ad incamminarsi, portandosela come fosse una principessa e lei accucciata ancora felice che non fosse arrabbiato.
<< Dove la porti?! >> gridava Valentina << E' tardi! E domani abbiamo scuola! >>
Stavolta fu Gokudera a risponderle per le rime: << Come se oggi ve ne foste curate. Anch'io mi sono preoccupato. Guarda quante ferite ti sei fatta. >> Faceva un lungo sospiro. << Sono costretto a portarti dal Dottor Shamal. E' perverso, ma almeno sa fare il suo lavoro. E non si opporrà perché sei una ragazza. >>
Valentina si opponeva immediatamente. << No. Odio i dottori. >>
<< Non mi importa. Ti ci porto a costo di legarti. O farti svenire facendo l'amore. Decidi, sì o no cosciente? >> Valentina rabbrividiva per l'audace ostinazione che leggeva negli occhi dell'albino e rimaneva senza parole, così che lui sorrise << Brava, ragazza. >>
L'aiutava ad alzarsi e la sosteneva con un braccio sulle spalle. << Odio i dottori. E sono solo dei graffi. >>
<< Ho capito. >>
<< Pare di no. >>
Gokudera ridacchiava. << Odi i dottori. E Hibari. Le fini che non hanno senso. La storia. Cos'altro? Oh sì. Di nuovo, i dottori. Ci ho azzeccato, Vale? >> Le posava un veloce bacio sulla guancia.
La ragazza distolse lo sguardo e non rispose.

Entrambe le italiane pensarono che, a loro modo, i due Guardiani sapevano proteggerle, sostenerle e amarle.
Il valore del loro affetto era la cosa più importante che avessero mai ricevuto.

Nota d'Autrice
Hello MinnaH! Scusate questa lunga attesa, ma tra le feste e la scuola non ho avuto mai tempo di aggiornare, per non dire che ho sperato in qualche altra recensione... ma fa niente, sono felice che stiano aumentando le persone che leggano questa mia storia :)
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

 

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** 42. Trascendentale ***


Lo scambio culturale
42. Trascendentale


 
Le lezioni erano finite ed era venerdì, Gokudera e Yamamoto parlavano degli ultimi avvenimenti con Tsuna, il terremoto aveva sconvolto quasi tutta la città e loro si sentivano in dovere di ridurre i danni al massimo, perciò quasi tutta la famiglia era stata riunita a casa Sawada per discuterne. I presenti erano i Guardiani della Tempesta, Pioggia, Sole e Fulmine, mentre gli esterni erano Valentina, Giulia, Kyoko e Haru.
Avendo raccontato tutti i dettagli alle due italiane, la mora chiedeva: << Non capisco, se questi Arcobaleno avevano assicurato che non ci sarebbe stata nessuna ripercussione, allora perché sta accadendo tutto questo? >>
Era l'albino a risponderle: << Non lo sappiamo, tranne che il Nono creda che sia una cosa leggera da affidare il solo incarico al Decimo. Noi dobbiamo prevenire altri percussioni a Namimori, aiutando la gente, come la Famiglia del Primo faceva e alla quale abbiamo promesso di proteggere i più deboli, fatto che il Decimo approva pienamente. >>
Kyoko e Haru rientravano con la merenda e Lambo saltava addosso al vassoio pieno di biscotti, Giulia lo tratteneva perché non gli avrebbe permesso di mangiare tutti i biscotti e lo sgridava. Per la prima volta, il Fulmine non si era messo a piangere e faceva una faccia da cucciolo, ma la mora non si faceva infinocchiare, perciò lo legava e gli comunicava: << Preferisco imboccarti, piuttosto che farti mangiare tutti i biscotti! >>
Yamamoto allora si era proposto di farlo a posto suo, quando anche I-pin, Bianchi e Futa si univano a loro.
La sorella maggiore di Gokudera indossava degli occhiali viola, evitando di far svenire il fratello, e conversava con la giovane del Firmamento: << Sono felice che alla fine tu stia con mio fratello, Valentina-san. >>
La castana annuiva. << E' da molto che non ci vediamo, Bianchi. >>
<< Come stai, mia futura sorellina? >>
<< B-bene, grazie. Non chiamarmi così, p-perfavore. >> sorrideva nervosa << Comunque sia, c'è qualcosa che vuoi chiedermi? E' da prima che ti vedo.. strana. >>
Lei era improvvisamente arrossita, infatti appariva una fossetta e un sorriso compiaciuto. << No, nulla, solo sapere come sta il mio amato Reborn? Voi l'avete visto, io non ho potuto perché in quei giorni in cui sono tornati, ero alle montagne per fare delle ricerche sui nuovi effetti che il mio amore trasmesso con il cibo abbia sulla natura, prima di farli provare ad Hayato. >> si rivolgeva all'albino che subito fuggiva con lo sguardo.
Valentina ridacchiava. << Preferirei che trovassi qualcun altro per i tuoi esperimenti, Bianchi. >>
<< Ma lo stomaco di Hayato è il più forte e l'unico che sia resistito in tutti questi anni! Forse perché quando preparo per lui qualcosa, ci metto anche l'anima oltre che il cuore! >>
<< A-aaah. Capisco. >> era davvero perplessa, "Povero Gokudera.." pensava quando le allungava quello che sembrava un sakura mochi, dal colore violastro più che rosa, ma non poteva rifiutare.
L'albina le sorrideva. << Questo è per te, mangialo quando vuoi. E' a lunga durata. >>
Ancora più basita, ripeteva balbettando: << Lunga.. durata? >> Bianchi annuiva e si rivolgeva a Giulia, regalandone uno anche a lei e dicendole la stessa cosa.

A ritorno, Valentina e Giulia si avviavano verso l'albergo, era molto tardi e la mora aveva fame. Prendeva il mochi di Bianchi e anche se sapeva cosa comportasse, lo stomaco reclamava troppo per ignorarlo, così convinceva Valentina a dividerlo, solo per tappare i morsi della fame.
Giulia aveva avuto delle piccole allucinazioni, quando poi sveniva all'improvviso. Valentina preoccupata la sorreggeva come meglio poteva, quando davanti a lei era comparso il fidanzato.
<< Gokudera! >> lo chiamava felice << Aiutami a portare Giulia in albergo, per favore. >> L'albino senza rispondere, prendeva l'amica come un sacco di patate e le riaccompagnava all'hotel.
Messa a letto, la castana raggiungeva Gokudera per una passeggiata, erano uno di fianco all'altra, lo trovava molto strano che non le avesse detto ancora niente o persino che non aveva urlato niente alla tappetta; era inquieta sul da farsi, quando lui iniziava finalmente a parlare: << Cos'hai intenzione di fare in futuro? Viaggerai con me ovunque il Decimo deciderà di andare o resterai ad aspettarmi per l'eternità? >>
Sorpresa, balbettava: << C-che cosa? Mi pareva che il problema lo avessimo già risolto. >>
<< Voglio sentirlo forte e chiaro. >>
<< Viaggerei con Gokudera fino alla fine. >>
L'albino si era fermato, aveva la cicca in bocca quando la sputava. << Perché hai detto "con Gokudera" invece che "con te"? Io sono Gokudera. >> spiegava serio e un po' minaccioso.
Non aveva quell'atteggiamento dalla prima partita di Yamamoto di quest'anno.
Rispondeva sicura, autoritaria, senza nemmeno batter ciglio: << Perché tu non sei Gokudera. >>
<< Non è vero. >>
<< Vuoi le prove? >> prendeva dalla tasca il sakura mochi e glielo porgeva << Mangialo. >>
Dubbioso ispezionava il dolce, poi domandava: << Che cos'è? >>
<< Non ti fidi della tua ragazza? >> Allora Gokudera lo afferrava e se lo mangiava, Valentina notava che non accadeva niente, quello non era definitivamente la Tempesta che conosceva. << Non sei Gokudera. >>
<< Con quali basi lo affermi? Ho mangiato il tuo dolce. Cos'altro dovrei provare? >>
Scuoteva la testa fiera. << Primo: non hai chiamato Giulia "tappetta"; secondo: il vero Gokudera mi ha visto prendere quel sakura mochi da sua sorella, e lui sviene nel vedere il Poison Cooking di sua sorella. >> faceva una pausa nell'affrontare testa a testa quello che assomigliava al suo ragazzo << Terzo: riconosco Gokudera. Riconosco l'unico che è riuscito a farmi cambiare idea sull'amore. E io non credo nell'amore. >>
Gokudera chiudeva gli occhi e presto la sua immagine era diventata quasi trasparente, più chiara, e chi appariva era molto più alto, dai capelli rossi e un tatuaggio che gli attraversava la parte destra del viso.
Si portava alle labbra una sigaretta e metteva le mani in tasca, indossava una camicia beige e dei pantaloni neri, una cravatta rossa come il sangue rappreso legata male e un po' di assomiglianza con Gokudera l'aveva notata.
Rialzando le palpebre, le sorrideva confidente. << Ho fatto lo stesso test anche a Vongola Decimo. Piacere di conoscerti, sono G. Guardiano della Tempesta di Vongola Primo. >>
"Italiano? Dovevo immaginare che tutti i Vongola della prima generazione fossero degli italiani." Non si mostrava sorpresa, anzi rimaneva calma e si presentava: << Valentina De Silvestri. Compagna di Gokudera. Sono del Firmamento, ma per ora non ho molto ruolo nella famiglia. >>
Faceva una boccata di fumo. << Ti sbagli. Chiunque è in contatto con la famiglia ha un ruolo. Se il mio successore ti ha scelto, allora ci sarà qualcosa che ti aspetta. L'unica cosa che ti chiedo è di stargli vicino. >> Sembrava sincero, comprensivo e dolce. << Assomigli tanto alla mia Andrea. >>
Valentina silenziosa non sapendo cosa pensare, era confusa: G, un Guardiano di Vongola Primo, colui che Gokudera aspirava tanto ad eguagliare e superare, era davanti a lei e l'unico suo messaggio era una cosa abbastanza ovvia. Poi le diceva che le ricordava la sua probabile ragazza, fidanzata, moglie o quello che era. << "Andrea"? >> risvegliandosi dai suoi pensieri, continuava << Comunque sia, signor G, è già stata mia decisione e scelta seguire Gokudera a costo di passare una vita pericolosa e piena di avventura. Mi spiega quindi, il perché di questo test? >>
Sbuffava con un sorriso soddisfatto. << Vedere se, come Vongola Decimo, c'era una fiducia reciproca. Noi della Tempesta abbiamo un temperamento molto difficile, ma se riponiamo fiducia in una persona le saremo fedele. Lo hai visto anche tu l'attaccamento quasi ossessivo del mio successore per il Decimo Vongola. >>
Aveva ragione e la castana annuiva sorridente. << Un po', sì, ma proprio perché è fatto così, che gli voglio bene! >>
<< Bene, sono felice di questa chiaccherata con te. Mi dispiace averti messa alla prova, ma tutti i Guardiani della Prima generazione stanno valutando i propri successori e le loro scelte. E tu, De Silvestri sei una scelta di Gokudera. Certamente dovevo accertarmi che la scelta sia giusta, perciò spero che non ti sia offesa. >>
Scuoteva la testa. << Nessuna offesa. Avrei fatto lo stesso se fosse per il futuro della famiglia. >>
<< Non è per il futuro dei Vongola. >> lei era sorpresa << E' per il futuro del mio successore. >>
L'italiana sorrideva. << Un'ultima cosa. Chi è Andrea? >>
Prima che scomparisse, la Tempesta di Vongola Primo si girava e le confidava: << La mia scelta. >>

Intanto in albergo, Giulia si era risvegliata e quando vedeva un Hibari biondo, le ginocchia le cedevano tanto da farla cadere sulla moquette della stanza e urlare: << K-Kyouya, s-sei morto?! >>
Era Alaude, che con la sua solita calma e indifferenza, non perdeva la sua compostezza: << Non sono il Guardiano della Nuvola di Vongola Decimo, ma del Primo. E Boss del CEDEF. Tu sei colei che il mio successore ha deciso di stare? Qual è il tuo nome? >>
Ancora un po' tremante, buttava un respiro di sollievo: felice che il ragazzo non fosse morto perché riconosceva l'aspetto di un fantasma se lo avesse avuto davanti, perciò si era presa un colpo. Dopo che squadrava meglio la Nuvola del Primo, notava che non solo era biondo, ma aveva anche gli occhi azzurri. Ormai convinta, gli rispondeva: << Heiloz Giulia. E sì, sono la ragazza di Hibari Kyouya! >> Convinta e arrogante affrontava Alaude. << Qual buon vento vi ha portato qui, signor Boss del CEDEF? >>
<< Il mio nome è Alaude, perciò smettila di usare quel tono. >> la intimidiva con il suo sguardo tagliente, ma Giulia era abituata con Hibari e poi non aveva mai avuto effetto, anche se i suoi occhi erano come lastre di ghiaccio.
Parlava con una smorfia. << Non ho paura dei fantasmi, signor Alaude. Allora, mi spiega che cosa vuole da me? >>
Distoglieva lo sguardo e guardava la sua destra in modo annoiato. << Nessun motivo. Sono stato chiamato qui contro la mia volontà. Volevano che ti controllassi, ma non ho intenzione di farlo. >>
Era apparso un leggero rossore e Giulia lo aveva notato. << Controllare cosa? >>
<< Che non interferissi in futuro. >>
<< Interferire? >> ripeteva con tono offeso << Io? Io provo solo di farlo rilassare quando passa del tempo con me, perché una persona deve prendersi una pausa avendo una vita come quella di Kyouya! Non puoi dirmi che se lo distraggo anche solo per qualche ora o giorno, io possa interferire nella sua vita! >>
<< Non ho detto vita, ho detto futuro. >>
"Italiano?" << Anche il futuro. >>
La testardaggine di quella ragazza faceva ricordare al Guardiano della Nuvola una donna del Pacifico, che aveva incontrato in uno dei suoi tanti viaggi quando seguiva il Primo. Era esotica, affascinante e misteriosa. Diversa dalla scelta del suo successore, ma aveva il suo stesso carattere. Era l'unica che sapeva tenergli testa... oltre a Giotto.
<< Alaude! Sei lento! >> una voce vivace chiamava il Guardiano e improvvisamente appariva una donna dai tratti asiatici che saltava al collo di Alaude << Hai detto che ci impiegavi solo qualche minuto! >>
Il biondo si spazientiva. << Yuria hai infranto le regole, come sempre. >>
<< Ma no, ma no. Giotto ti manda un messaggio e cioè che dovevi essere gentile e di sbrigarti! >>
Giulia ripeteva il suo nome traslittato in giapponese. << Yuria? >>
<< No, non tu. Conosco la differenza tra Giulia e Yuria. Comunque sia, se lui è felice così, a me non importa. >> concludeva prima di scomparire, lasciando la mora senza parole.
La donna seducente, che ora Giulia ammirava con calma, si chinava e le sorrideva, bisbigliando come se le confidasse un segreto, la pregava di perdonarlo: << Scusalo, non ci sa fare con le persone. >> le faceva l'occhiolino << Un consiglio da chi è riuscita a conquistare uno delle Nuvole: accetta tutto e sorridi sempre, vedrai che ti ricompensano sempre queste nuvole solitarie! Ciao ciao, cara! >> e spariva anche lei.
"C-che cosa è appena successo? A-aspetta. Questa è la forza dei Vongola Ring che mi aveva parlato tempo fa Kusakabe-san? La loro forza, al contrario dei Mari Ring, è trascendentale. Passa da generazione a generazione, quindi quello era.." << Giù! Sei sveglia? >> era improvvissamente rientrata la castana da farla sobbalzare.
<< Vale! Non immaginerai con chi ho appena parlato! >>
<< Il Guardiano della Nuvola di Vongola Primo. >> Rimasta di stucco, chiedeva come facesse saperlo e lei scrollava le spalle raccontandole cos'era successo << La Tempesta del Primo si è mostrato sotto mentite spoglie di Gokudera per farmi un test. Dice che in futuro sarò importante per Gokudera. >> Nascondeva un sorriso.
La mora ricambiava il sorriso. << Invece Alaude mi ha solo detto che non dovevo interferire. >>
<< Scortese come quel bastardo di Hibari. >>
Scuoteva la testa sempre sorridente. << No... e sarà una coincidenza, ma l'amante di Alaude ha il mio stesso nome traslittato in giapponese ed è un tipo vivace. >> affondava per mettersi più comoda ai piedi del letto, quando Valentina le porgeva una mano per rialzarsi. Accettava la mano e si rimetteva a letto, osservando l'amica entrare e uscire dal bagno, per poi lentamente riaddormentarsi. Il suo vizio di parlare nel sonno le faceva comunicare all'amica i suoi veri sentimenti: << Sono tanto felice. Valentina, siamo state accettate pure dal passato. E' una cosa... appagante. >>
Mentre dava un'ultima occhiata all'amica, Valentina le rispondeva: << Sì, è così. >> Sdraiandosi anche lei continuava sospirando << Anche se tu non senti, vero? >> Infatti Giulia si era già immersa nei mondi dei sogni.

Nota d'Autrice
Mi scuso tanto per l'attesa, ma allo stesso mi sento un po' sconsolata, quasi più nessuno mi lascia un commentino... Vabbé, ora non mi metto a fare l'offesa perché non ne ho proprio il diritto, ma se qualcuno ha qualcosa da dire, non mi offendo mica!
Ehm... beh sono proprio a rilento... colpa della scuola, datemi tregua >.< Ah però, credo di essere arrivata a una conclusione! Di certo non è immediata, però intanto sapete che anche questa long ha una fine, diversamente da altre mie fic > .>"
Sakura mochi -> dolce giapponese a forma di una pallina, non so di cosa sia fatto la cosa bianca o comunque esterna, che poi viene mischiata con i petali di ciliego in questo caso nell'impasto, ma all'interno marmellata di fagioli rossi.
Stavolta non è proprio un dizionario, ma una piccola spiegazione volevo comunque scriverla ^^" Avrete presto mie notizie, promesso!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** 43. Importante ***


Lo scambio culturale
43. Importante

 

Nella classe 3-1 c'era un continuo mormorio, le lezioni mattutine erano terminate ed era l'ora di pranzo, il gruppetto era composto dai Guardiani della Pioggia e della Tempesta e dalle ragazze Valentina, Giulia e Kyoko.
<< Cosa? Cosa? >> faceva Giulia sorpresa << Questo pomeriggio hai una partita e non ci hai detto niente? >>
Yamamoto si scusava del poco preavviso. Gokudera era seduto accanto a Valentina ed entrambi lo fissavano in silenzio, conoscevano bene il fanatico del baseball e non si era mai trattenuto nel rivelare le date delle partite che tutti assistivano con piacere. La mora e Kyoko erano davanti a lui e continuavano a insistere sul perché non avesse avvertito prima. Era sospetto.
Valentina, poi, notava una fossetta e un leggero rossore nell'espressione del moro, nell'istante dopo anche Giulia la coglieva e in quest'ultima appariva un sorriso sornione.
<< Guarda, guarda. >> Yamamoto si era messo all'attenti appena Giulia disse con tono saputello << Ti abbiamo chiesto "perché?" e tu dici che sei stato impegnato. Ti chiedamo "a cosa?" quando poi siamo stati quasi sempre insieme, tranne agli allenamenti. Questo mi fa pensare che gli allenamenti sono stati più frequenti e più impegnativi. Ne, Yamamoto-kun? >> Gli aveva posato l'indice sul petto e lo guardava dritto negli occhi.
La differenza dell'altezza era enorme, eppure era la ragazza che lo aveva in pugno.
Il moro era arrossito di botto. << F-frequenti e i-impegnativi. S-sì, beh, Giulia, non ci posso fare niente. >> rideva per nascondere l'imbarazzo e si grattava la nuca, ma era evidente. Lei investigava da più vicino, ma non cedeva al suo sguardo famelico.
Lanciava uno sguardo furtivo a Valentina, che lei coglieva subito e annuiva.
<< Gokudera, andiamo. >> incitava la castana al compagno accanto << Devo prendere una bottiglietta d'acqua. Giulia, sta' attenta ad Hibari, dopo quest'ora dobbiamo fare un lavoro di gruppo e tu volevi farlo con me, giusto? >>
La mora annuiva. << Yes. A dopo, Vale. Kyoko... >> rivolgendosi alla castana dai capelli corti << Credo che tuo fratello ti cercasse. Era importante. >>
<< Ah! Davvero? >> era saltata come un coniglio e usciva dall'aula << Grazie, Giulia-chan! A dopo! >>
Lei salutava con un cenno di mano, poi si allontanava da Yamamoto silenzioso. "Sempliciotta come sempre, quella Kyoko... ma ora, pensiamo a cose molto più importanti". Si sedeva al suo posto e guardava in direzione della porta principale dell'aula. Anche la Pioggia rivolgeva gli occhi verso la porta.
<< G-Giulia... aspetti qualcuno? Hibari? >>
Lei scuoteva la testa piano e allora la guardava in modo interrogativo.
Socchiudeva gli occhi castani, appoggiava il gomito sul banco e il mento sulla mano. << Sai, Yamamoto... non si sa mai chi potrebbe mai entrare. Oggi ho fatto la brava e Kyouya è occupato con il comitato perché siamo sotto periodo festivo e pensa che usciranno un sacco di prede animate dalle vacanze. Riassumendo... vacanze, partita all'ultimo minuto, oppure un ripensamento? Forse all'inizio non volevi che venissimo, poi alla fine non ce l'hai fatta perché siamo tutti amici, parte di una famiglia, giusto? Ma non è questo la domanda. La domanda è: perché non volevi? >>
<< N-non ti sfugge niente, Giulia. >> conveniva rassegnato.
<< Hai un fanclub. Davvero molto informato e hanno paura di Kyouya. >> scrollava le spalle << Yamamoto, non voglio farti pressione, quindi rispondi. Sii sincero con me, come hai sempre fatto. >>
Gli sorrideva gentile e comprensiva, i muscoli gli si rilassavano e anche l'espressione si era ammorbidita. Chiudeva gli occhi e ridacchiava. << Hai vinto. La ragazza, che doveva venire con noi quel sabato prima che partissi, beh... voleva venire alla partita senza che dovesse mettersi in un angoletto, ma gliel'ho detto di non doversi preoccupare di voi, ma non se la sentiva. >>
Rimaneva ferma a fissarlo, a riflettere bene. << Soka, soka. Ha il coraggio di confessarsi ma non di confrontarsi con noi. Quindi questo pomeriggio cosa farà? Ci affronta o si nasconde? >>
Abbassava lo sguardo. << Non lo so. Mi ha chiesto di scegliere. >>
A Giulia si spalancavano gli occhi per la sorpresa. << Che cosa hai scelto? >>
<< Non ho risposto, sono stato salvato dalla campanella. >>
<< E' una cosa seria? >> Si era rabbuiata e lui scuoteva la testa << Lei sa della famiglia...? >>
Di nuovo, negava. La mora sospirava.
<< Giulia... cosa ne pensi te? >> Aveva un sorriso forzato, ma si capiva che ci teneva, non voleva ferirla, dato il suo carattere. Non era nemmeno abituato, però si fidava del giudizio dell'amica e si aspettava una risposta.
Voleva anche il pensiero della castana che era molto oggettiva su certe cose, ma Giulia era ottima per sfogarsi. Era più sensibile. << Penso che riponi tanta fiducia in me, più che altro in noi. Sono felice. Quindi se questo pomeriggio si farà viva, la accoglieremo come si deve. Vedrai, >> sorrideva confidente << se è simpatica a te, sarà simpatica anche a noi. E poi, penso anche che è solo timida, non codarda. >>
Lui rialzava gli occhi su di lei. << Sì. Era molto insistente e mi ricordava te, poi è molto combattiva e mi ricordava Valentina. Non volevo certamente farne una vostra sostituta, però mi era simpatica e assisteva a tutte le mie partite e mi incitava, è così vivace. Poi ha saputo della nostra uscita e mi pareva il momento giusto di presetarvela, ma lei non voleva più venire e poi tu eri partita. Era diventato tutto un pasticcio. >>
<< Yamamoto. >> lo chiamava con tono calmo.
<< Non so se è diventata importante o no. Solo non voglio ferirla. >>
<< Yamamoto. >> richiamava, ma non l'ascoltava.
<< Vorrei che non l'avessi lasciata fare, così ora non- >>
<< Yamamoto! >> urlava, lo aveva azzettito, la guardava in modo sconcertato << La campanella. E' suonata. >>
Avevi i pugni vicino ai fianchi, non si era nemmeno accorto che li stringesse, ma inspirava e finalmente ritornava calmo come la pioggia. Una pioggia fredda e rinfrescante. Che spazza tutte le preoccupazioni della famiglia.
La sua calma era tornata. << Gomen Giulia. >>
Sospirava. << Valentina e Gokudera sono andati a scovarla. >>
Con una mano gli porgeva il suo cellulare e gli mostrava la schermata, c'era un messaggio: "Credo di averla trovata, Giulia." Lei era rimasta inespressiva, ma Yamamoto si era rabbuiato. La mora pensava molto seria: "Ora torneranno e se ne riparlerà alla prossima ora, meglio non fare altre domande a Yamamoto. Lo farò ragionare dopo." si soffermava sull'espressione dura "Scusami davvero... Non so se è diventata importante o no, è così che in italiano si tradurebbe, eh? Importante, sei un'amica importante. E' così che aveva detto Kevin, quella volta." Sospirava, non sapeva davvero che cosa fare.
Gokudera e Valentina ritornavano in aula appena la campanella era suonata, non si affrettavano come tutte le persone che vedevano in corridoio, ma se l'erano sempre presa con calma.
Era alta, slanciata, camminava a testa alta e un'espressione seria ma compiaciuta. Era contenta che avessero trovato il loro obiettivo, ma l'albino non trovava la ragione di tutta questa felicità, si parlava solo di Yamamoto! E della ragazza che forse gli piaceva. << Gokudera, tutto bene? Ti vedo arrabbiato. >>
<< Sì... No. Non sono arrabbiato, sono solo stufo di tutto questo interessamento al fanatico. >> in effetti, Valentina si accorgeva del suo broncio, e proprio perché lo trovava carino che non voleva smettesse << Siete tutte delle impiccione in questo momento, non me lo aspettavo da te. Dalla tappetta sì, da te no. >>
La castana rideva. << Infatti non mi interessano i pettegolezzi degli altri. Gli altri sconosciuti. Ma stiamo parlando di Yamamoto, e anche tu dovresti interessarti, perché se lei non fosse adatta? Se potesse mettere in pericolo la famiglia? Creare problemi nella famiglia? Poi se sapessimo che non è in grado di sostenere questa storia sulla mafia, è meglio allora se l'allontanassimo. Anche gli innocenti sono da proteggere. >>
<< Proteggere i più deboli. >> mormorava ripensando alle parole del Decimo e del Primo.
<< Cosa? >> Non aveva sentito bene la castana.
<< "Proteggere i più deboli". E' questo il compito e il volere dei Boss Vongola. >> sorrideva arrogante e confidente, cingendole le spalle e avvicinandosi al viso per darle un bacio sulla fronte << Tu, invece, sei adatta Valentina. Perfetta per i Vongola; invece di crearne, risolvi i problemi interni. >>
Valentina era arrossita leggermente e sbuffava con un mezzo sorriso. << Non fare certe cose senza preavviso! La prossima volta potrei sferrarti una sberla senza volerlo, per istinto! >>
L'albino toglieva il braccio e continuava a camminare, mettendosi le mani in tasca, ma era rimasto di buon umore e le rispondeva con leggerezza: << Così ti voglio. Devi reagire così con tutti i ragazzi. >>
<< Mi pare che già lo faccia, Gokudera! >> ridevano tutti e due, prima di arrivare in aula e notare la tensione creata dalla Pioggia e Giulia.

<< Eh? >>
<< Hai capito benissimo, Giu. >>
La mora si stava preparando per la partita, mentre la castana assisteva.
Yamamoto si era rifiutato di parlare oltre, da come si comportava non era arrabbiato, solo infastidito del fatto che erano andati a cercare la ragazza che, in pratica, non voleva incontrare loro. E ora, sembrava che la ragazza si fosse arrabbiata di più con la Pioggia e l'avesse messo alle strette. Doveva scegliere i suoi amici o lei. Però loro non uscivano ufficialmente insieme, era lei che si presentava alle sue partite e lui accettava solo il fatto che facesse da spettatrice. Come tutti facevano da spettatori. Giulia era irritata. "Povera Giu, posso capirla. Lei non ha nessun diritto di imporre a Yamamoto una scelta simile. Non dico che dovrebbe scegliere noi, per carità, se le piace può fare quello che gli pare, ma una ragazza che pretende tanto, mai vista."
Giulia si era voltata con due felpe in mano, era ancora arrabbiata. << Quanto può essere stupida quella ragazza! Mi fa venire una rabbia! Meno male che c'eravate tu e Gokudera! Io l'avrei presa a schiaffi! >> Si calmava << Oggi fa freddo. Quali delle due? Rossa o blu? >>
<< Blu. >> sceglieva Valentina << Che cosa voleva a proposito Hibari oggi? >>
<< Niente, assistenza. E no. Non l'abbiamo fatto. Voleva che lo aiutassi a dirigere i suoi sottoposti mentre si occupava di una faccenda fuori scuola. Kusakabe-san l'ha dovuto accompagnare perciò ha chiesto a me. >> Faceva spallucce mentre si infilava la felpa blu. << Vogliamo andare? >> La castana si alzava e la seguiva.
In entrambe vi era disegnato un sorriso. << Andiamo a conoscere per bene la ragazza che sta facendo soffrire il nostro Yamamoto! Non gliela faremo passare liscia! >>.

Nota d'Autrice
Sì! Sono tornata dal mondo infernale di Rokudo Mukuro! Ok, è imperdonabile il fatto che abbia lasciato così questa fan fiction che ho amato scrivere e tutt'ora ho idee ma non tempo!
Ora, neanche mi ricordo quando ho postato l'ultimo capitolo, ma mi dispiace per questa assenza enorme e spero che ci sia ancora qualcuno a seguire questa storia >.<
E' anche un po' colpa della collaboratrice Valentina che non mi aiuta, ma fa nulla, ormai se continuo ad aspettare lei non finirò più la fic e questa DEVE finire. Dato che avevo il finale ancor prima dell'inizio... Sì, è così che è cominciata l'idea, con la fine xD
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e scrivetemi! Voglio le vostre opinioni per favore!

Dizionario veloce:
Soka -> Capisco
Gomen (vers. abbreviata di Gommenasai) -> Scusa


Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** 44. Delusione ***


Lo scambio culturale
44. Delusione

 

La partita era incominciata, erano giù al quinto inning quando Giulia e Valentina erano arrivate, si erano accomodate in prima fila grazie a Kyoko e Haru che avevano riservato i posti. Gokudera era proprio accanto alla castana e appena seduta, la prendeva per mano, mentre la mora si guardava attorno. Era venuta molta gente, lo stadio affollato continuava a incitare la squadra Namimori e altri l'avversario.
Valentina vedeva la sua amica raggomitolarsi nella sua felpa blu, era una serata fredda, per niente umida e ogni tanto soffiava anche un venticello piacevole. Dopotutto era autunno. Osservava quello che la circondava pur essendo conscia del calore trasmesso dal ragazzo attraverso quel poco di contatto tra le loro mani.
In vantaggio era la Namimori e ora si stava facendo un piccolo break.
Yamamoto alzava lo sguardo verso i suoi amici e nient'altro. Nessun sorriso, nessun cenno di saluto. Giulia continuava a girare la testa da tutte le parti come se fosse disperata, in cerca di qualcosa o di qualcuno. Valentina gliel'aveva descritta: la sua statura era tra la media, un bel corpo, quasi come quella di una modella e grandi occhi verdi nocciola, che fissandoti, davano l'impressione di dirti tutto e niente. Presupponeva che avesse i capelli lunghi, avendoli radunati in uno chignon ed erano di un bel castano ramato. Davvero una ragazza unica e allo stesso tempo strana.
Ora anche la castana si era messa a cercarla con lo sguardo, di certo attirava l'attenzione. Notava che Giulia fissava con fronte corrugata un angolino degli aspalti, e lì la vedeva: nascosta, indossando abiti scuri e con tonalità poco accese, la ragazza sventolava una mano in direzione di Yamamoto. Sentiva bruciare un fuoco accanto a lei.
Era Giulia, che si stava trattenendo nell'andare a farla fuori. Rivolgendo poi l'attenzione alla Pioggia, vedeva uno sguardo imperturbabile.
<< Giulia. Vai. >> incitava la castana, lasciando la mora a bocca aperta << Non lo dirò un'altra volta, perciò Vai. >>
La tappetta si alzava e correva subito verso la figura minuta, che ancora non si era accorta del sua falcata. Yamamoto se ne accorgeva e voltava lo sguardo verso Valentina incredulo e tradito. Del resto, lei rispondeva con uno sguardo freddo, anche se era tesa, infatti stringeva con forza la mano dell'albino.
Anche Gokudera posava gli occhi su di lui e stava fermo a fissarlo.
La Piogga faceva per correre dalla sua amica, ma l'intera squadra lo fermava chiedendo cosa stesse succedendo, urlava loro di lasciarlo andare, che potevano benissimo cavarserla senza di lui, ma non lo facevano. Valentina scioglieva la stretta di mano con Gokudera e gli chiedeva, quasi un sussulto impercettibile: << Vai da lui, per favore. Parlagli. A te darà ascolto. >> l'albino si alzava e sbuffava.
Giulia era già lì a bloccarla. Tentava di scappare, ma per quanto fosse migliore di lei in doti fisiche, la mora era brava a trattenere le persone con le sole parole. Valentina la raggiungeva con calma, congedandosi da Haru e Kyoko che non sospettavano minimamente il casino da loro creatosi.
<< Non capisco perché scappi! >> aggreddiva Giulia quando la castana arrivava << Ti piace Yamamoto, giusto? Allora perché hai paura di noi? >>
Lei scuoteva ripetutamente la testa, quasi in lacrime, ma Giulia non era una che si faceva abbindolare se si trattava di una ragazza, inoltre con lei non funzionavano i suoi grandi occhi ammaliatori.
<< Mi piace eccome! Ti sbagli, però, non ho paura di voi..! >> urlava con voce strozzata << Non sono interessata a voi, perciò non voglio stare con voi! >>
La castana osservava la reazione della sua amica: era incazzata nera. Quella l'avrebbe presa per offesa, sicuramente.
<< Prego?! Ma quanto sei cretina?! >> insultava ancora leggermente la mora.
Valentina sospirava, trattenendo l'amica per un braccio. << Noi già ci siamo incontrate, ricordi? >>
<< Certamente. Non mi dimentico mai una faccia. Valentina De Silvestri. >> drighignava i denti come un leone.
Giulia perdeva il controllo: << Come hai osato?! >> stava per sferrarle uno schiaffo quando qualcuno le bloccava il polso e lei si volgeva a guardare il misericordioso. Era Hibari.
<< Lasciami. >> gli intimava immediatamente.
<< Preda. Come mai così aggressiva? >> le rifilava uno sguardo interessato ed eccitato << Non hai bisogno di usare la violenza, anche perché non la permetto all'interno delle mia scuola. >>
La mora faceva un confronto veloce con il ragazzo: << Ho sempre infranto le tue regole, perciò ora lasciami Kyouya. E non siamo nemmeno all'interno dell'edificio scolastico. >>
Hibari si rabbuiava, notando la rabbia montare. << L'intera città è il mio regno. Che cosa ha fatto questa erbivora da farti arrabbiare tanto? >> e girandosi verso Valentina come se fosse la responsabile << E non pensavo che proprio tu gliel'avresti permesso. >>
La castana si limitava a dirgli: << Volevamo accoglierla, ma lei si rifiuta. >>
La Nuvola guardava la ragazza che tremava, era impaurita da lui, da Giulia e da Valentina. Era fragile come un cristallo e il Guardiano capiva che stavano testando la sua forza. Per lui, stava fallendo miseramente.
Faceva un sorriso accattivante alla sua preda e afferrandola da dietro, le prendeva mento e bacino con una sola mossa, era fermo e la stringeva con forza. Si rivolgeva alla rossa. << Il tuo nome. >>
<< M-Midori Akamori! >> rispondeva con voce forte e tremante per la paura.
Le dita di Hibari afferravano saldamente il mento di Giulia e scopriva il collo mostrando la sua preda come un sacrificio e con tono minaccioso rivelava la cruda realtà: << Sei pronta a una vita piena di sofferenza e dolore? >>
Valentina si era mossa impercettibilmente, anche se ora non avevano provato niente del genere, sia Gokudera sia Yamamoto le avevano messe in guardia. Non così esplicitamente, ma anche Hibari aveva i suoi metodi.
Akamori stringeva i pugni: << A me non interessano! Voglio solo stare con Takeshi-kun! >>
"E' proprio testarda come Giulia. Aveva ragione Yamamoto" ricordava la castana "Neanche le minaccie del bastardo hanno funzionato. Però è vero, non puoi stare con lui, se non sei in grado di sopportare tutto ciò. Entrare nella mafia è un passo facile, ma uscire è difficile."
Con un sorriso forzato, le si rivolgeva comprensiva: << Capisco che Yamamoto ti piaccia, è davvero un ragazzo formidabile, ma se non sei pronta a qualcosa più grande di te, non ne vale la pena rinunciare alla tua libertà. >>
La partita era ormai terminata e anche Pioggia e Tempesta si erano aggiunti. La Nuvola se ne andava, seguita da Giulia che sapeva benissimo che potevano gestire la situazione anche senza di lei.
Si affiancavano alla castana entrambi i ragazzi, l'albino si sporgeva davanti a Akamori.
<< Non sono affari che ti riguardano se vuoi vivere una vita senza preoccupazioni! >>
La ragazza vedeva un susseguirsi di ragazzi spaventosi e dall'aspetto minaccioso, già si era messa a piangere e quasi per lamentarsi come una bambina, quando uno spiraglio di luce le porgeva una mano gentile.
L'unico che non sembrava far parte di quel mondo di ombre, quando invece ne era dentro fino al collo.
L'unico che voleva tirare fuori, ma che non riusciva perché non gli era permesso.
Yamamoto aveva stampato un sorriso sghembo, quasi di scuse.
<< Takeshi-kun.. >> voleva saltargli addosso, abbracciarlo. Si chiedeva come poteva definire amici quelle persone senza cuore, ma si limitava ad afferrare la mano << Stai con me! Stai con me, ti prego, Takeshi-kun! >>
Accarezzandole la testa dai riflessi ramati, la rifiutava: << Avrei dovuto dirtelo tempo fa, ma non posso stare con te. Non è perché non mi piaci, ma non voglio e non posso. Akamori-san, mi dispiace. >>
Con le lacrime agli occhi, scappava via.
<< Mi dispiace, Yamamoto. >> si scusava Valentina << Io e Giulia abbiamo cercato di->> la interrompeva Gokudera che scuoteva la testa. La Pioggia andava ad abbracciare la castana, voleva conforto e lo si capiva, tanto che l'albino non proferiva parola << Mi dispiace davvero. >>
<< Non è colpa vostra, ma mia. L'ho allontanata quando era troppo tardi. Giulia mi aveva fatto capire che la scelta spettava a me e io voglio stare con voi, ragazzi. Siete i miei amici e una ragazza come Akamari-san non potrà mai capire. E' un'innocente. >>
Gokudera aggiungeva: << Dobbiamo proteggere i più deboli, non creare loro dei pericoli. E' questa la nostra missione. >>
<< Pensavi di fare come Sawada-kun con Haru e Kyoko? Farla diventare parte della famiglia e allo stesso tempo tenerla fuori da ogni questione? >> domandava Valentina << Penso che non hai voluto perché non era pronta a sostenere le questioni della mafia, poi per quanto era curiosa non l'avresti neanche reso giustizia. Hai fatto la cosa migliore, Yamamoto. >> posava una mano sulla sua spalla, mentre lui posava la fronte sulla spalla di Valentina << Nessuno ti biasima, davvero. >>
<< Sono deluso. >> rimproverava Gokudera << Un Guardiano come te che piange per una ragazza come quella! Fanatico del baseball, ascolta, quella lì non ha superato minimamente gli standard per far parte della famiglia. Ha solo caratteristiche simili a quelle di Vale e la tappetta, ma non è loro. Non può essere loro. Era una delusione da quando ti ha costretto a scegliere. Non puoi certo chiedere di scegliere, questo significava che lei non era nemmeno pronta di fare sacrifici per te e cercare almeno di conoscerci! >>
<< Basta così, Gokudera. >> fermava Valentina << Yamamoto, vai a casa. Riposati. Mi dispiace per non aver visto tutta la partita. >> dava qualche colpetto alla schiena per consolarlo << Ci sono molte ragazze diverse da me e Giulia, Haru e Kyoko, che però hanno stoffa da vendere. >> la Pioggia non aveva pianto, aveva solo un'espressione abbattuta << Ci vediamo a scuola. Non hai niente di cui pentirti. >>
<< Ok >>.

Rimasto da solo, verso la strada di casa, ritrovava Giulia a metà percorso che lo aspettava.
<< Giulia? >> la chiamava << Non eri andata con Hibari? >>
Annuiva. << Lo volevo solo ringraziare, con le parole ovviamente. >> scrollava le spalle << Fa' freddo. Ci andiamo a prendere una bella cioccolata calda? >>
La mora aveva le mani nelle tasche, i capelli sciolti si muovevano con il vento e un sorriso comprensivo era disegnato nel suo volto. Forse aveva capito che voleva sfogarsi e con Valentina e Gokudera non c'era riuscito.
Perplesso, chiedendosi cosa avesse in mente, curioso di ascoltare anche la sua opinione, annuiva.
Prima che facesse un passo, osservava la ragazza con i suoi occhioni color mogano mentre la riflettevano come uno specchio. Deglutiva, prima di accettare definitivamente: << Certo >>.

Nota d'Autrice
Hello Minna! Mi dispiace non aver aggiornato per quasi un anno..? Scusatemi davvero, però se ogni tanto riavrò il pc sottomano riaggiornerò "quasi-costantemente"!
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** 45. Consolatoria ***


45. Consolatoria





Nella camera d’albergo continuava a riflettere sugli eventi accaduti quella sera, Valentina spesso non era curante di certi dettagli, ma le sembrava strano che la sua amica non avesse fatto molta confusione come spesso faceva.


Dopo qualche minuto di silenzio, il click di una porta la portava all’attenti, era Giulia che rientrava e la salutava con un “Ancora sveglia?”
Le sorrideva.
<< Dove sei stata, figlia incosciente? >>
<< Non parlare come i miei genitori, ti prego. Sono molto stanca, forse anche più di te >> rivolgendole uno sguardo mezzo assonnato.
Valentina aggiungeva solo: 
<< Domani mi racconti tutto. Se eri con lo stronzo, allora non mi interessano i dettagli. >>
Giulia ridacchiò e trionfante le diceva: 
<< Ovvio che sono stato con lui. Tutto il tempo. >>
 Valentina si stava sdraiando quando quella frase non le convinceva per nulla. Cosa le nascondeva? Non era la sua migliore amica di sempre.
Se l’avessero fatto, lei non sarebbe stata lì accanto lei, al contrario se non l’avessero fatto, dove sarebbe stata fino adesso? Di sicuro non a parlare con lo stronzo. No, lo stronzo non parlava. La prendeva e basta.




La mattina dopo si presentavano all’ufficio del preside.
<< Buongiorno ragazze. Manca meno di un mese alla vostra partenza e di consueto, vorremo che faceste questa piccola indagine riguardo alla vostra esperienza >>
Le due ragazze presero il foglio e se lo studiarono con calma, dopodiché fecero un cenno di capo e si congedarono.


Durante la pausa pranzo, la castana continuava a rimuginare. “Che cosa mi nasconde? Perché non me lo dice semplicemente?”
Giulia era già scappata da Hibari, quindi non poteva chiederlo alla diretta interessata, ma era in compagnia di Gokudera che la informava subito che anche lo stupido del baseball era strano, come se fosse stato in pace con se stesso. Era una fortuna che si fosse già ripreso, però era stato tutto troppo veloce, ecco perché si dirigevano ad incontrarlo appena finiti il breve allenamento.
<< Oh ragazzi, cosa volete? >> 
Il solito Yamamoto sorridente era tornato.
<< Ci stai nascondendo qualcosa. >> accusava immediatamente la ragazza << Anche Giulia è strana, perché? Racconta. >>
La Pioggia si grattava il capo. Poi sospirò.
<< Non è proprio un segreto… però se Giulia non vi ha detto nulla, allora non sarò io a parlare. Mi dispiace. >>
Valentina si inaspriva. Non amava un “no” come risposta, figurati una scusa come quella. 
<< Sputa il rospo. >> intimava l’albino.
<< No. Non è stato niente ragazzi. Nulla di cui voi dovreste preoccuparvi e nemmeno impicciarvi. >> Entrambi si scaldarono. Da quando Yamamoto faceva il riservato? << Ve lo dirà Giulia, quando sarà il momento giusto. >>


“No, è impossibile. Va bene che volevi aiutarlo, Giu. Ma non con…! No! Impossibile, ama quel bastardo più di se stessa.”
Le due italiane si rincontrarono in classe e Giulia le porse solo un sorriso innocente, anche se sapeva benissimo che avrà speso tutta la pausa non-in-completo-relax, non era per forze il sesso, ma talvolta erano lavoretti per il comitato e non proprio un lavoro per donne.
<< Giù, che cosa è successo ieri sera con Yamamoto? >>
<< Mh? Nulla. L’ho solo ascoltato. >>
<< Nient’altro? >>
<< Cosa insinui Vale? >>
<< Niente che ti farebbe tornare in Italia prima del previsto. >>
<< No. >>
E il loro piccolo scambio si era terminato con l’entrata del sensei.


Nella camera d’albergo, la discussione si era accesa un po’, tentarono all’inizio di prendersela con calma e ragionarci su, ma Valentina si era intestardita, convinta che ci fosse stato qualche carezza, un bacio e forse qualcosa di più.
Si fidava della sua amica, infatti non credeva nemmeno alle parole che uscivano dalla sua bocca, ma se non fosse stato così perché non le ha subito raccontato tutto? Perché ha dovuto tirarsela tanto?
Giulia, a sua difesa, poteva affermare con sicurezza che non c’era stato nemmeno una carezza, altrimenti con quale coraggio si sarebbe presentata quel pranzo a Hibari?
<< Prove? Vuoi delle prove? Chiedi anche a Yamamoto, alla commessa del bar dove siamo andati a prendere una cioccolata calda! >>
Valentina era uscita di corsa. Voleva assicurarsene immediatamente.
Nel momento stesso in cui la castana sorpassava la porta, la mora sentiva il suo cuore spezzarsi nel momento in cui capi che la sua amica non si fidasse più di lei. Prese il foglio consegnato quella mattina e incominciò a compilarlo, tra lacrime e singhiozzi in quella camera tutta sola.
Presto finirà tutto.


Valentina andava direttamente al bar, ormai aveva capito che Yamamoto non avrebbe detto nulla, nel viaggio aveva invitato anche Gokudera.
Prima che arrivasse il ragazzo, la castana si guardò attorno e cercò la commessa di cui parlava Giulia.
<< Mi scusi, mi può dire chi faceva il turno ieri sera? >>
<< Sì, sono io, perché? >> chiese la riccia un po’ stranita.
<< Volevo chiederle se si ricorda questa ragazza in compagnia di questo ragazzo. >> le mostrava una foto dal cellulare << Non è successo nulla di grave, solo che la mia amica si è persa una sciarpa e si chiedeva se forse l’avesse lasciata qui >>
La commessa si ricordava di loro e rispose subito che non avevano trovato nessuna sciarpa. Valentina riprovò ancora:
<< E mi scusi, ma il ragazzo le sembrava scosso o qualcosa? >>
<< Mmmh, un pochino sì, a un certo punto la ragazza le aveva detto qualcosa a bassa voce molto dolcemente in una lingua che non conosco, forse inglese? No, no… francese? Il suo amico sorrise ma iniziò a piangere un po’. >>
<< Era italiano. Mi dica si ricorda le parole? >>
<< Italiano? Oooh. Qualcosa tipo Nonu turateneruti? >>
“Yamamoto non conosce l’italiano, eppure Giulia è riuscita a fargli capire Non trattenerti”… avrà pianto?” << Mi scusi per un’ultima domanda un po’ impertinente, ma i due si sono mai toccati? >>
<< Signorina, fa un sacco di domande, non è che per caso quel ragazzo era il suo fidanzato? >>
<< No, perché lo sono io. >> Gokudera spuntava all’improvviso facendo prendere un colpo ad entrambe. << Mi dia un caffè e un cappuccino, per favore. >>
<< Sì, certamente, signore. >> Mentre preparava il loro ordine, faceva cenno a Valentina di avvicinarsi << Non capisco cosa stia succedendo, ma no. La sua amica non ha mai toccato lui e viceversa. Davvero un bel ragazzo, comunque. Il suo fidanzato. >>
Valentina arrossiva un po’ ma dopo che aveva ricepito il messaggio, capiva che Giulia non aveva mai mentito. Il suo cellulare le avvisava di un sms:
“Ha pianto. Gli serviva una cioccolata consolatoria. E un piccolo pianto.”
Le rispondeva “Scusami” poi la chiamava subito, ma non rispose.
“Occupata con scartoffie, ne parliamo dopo” era l’ultimo sms della mora.



Nella pausa pranzo, Giulia era andata dalla Nuvola ed era tutto calmo e pacifico prima che la ragazza dicesse al suo amato:
<< Dobbiamo parlare. >>

Nota d'Autrice
Hello Minna! Mi dispiace per la lunga assenza, non ho avuto il pc per molto tempo, poi un virus mi ha bloccato tutti i file con i capitoli pronti e... nulla.
Ora ricomincerò a scrivere piano piano, pur di terminare questa lunga fiction, che ha una fine, giuro. Il capitolo finale è pure salvato sul cellulare lol
Comunque sia, spero che vi sia piaciuto il capitolo!
A presto,
Bye and Kiss
Julia Phantomhive

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1991574