PARADISE 12Km no exit

di aris_no_nami
(/viewuser.php?uid=425063)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** goodbye Italy, hello Seoul ***
Capitolo 2: *** new house...beautiful girl... ***
Capitolo 3: *** school school school!FUCK school! ***
Capitolo 4: *** quando si parla di fortuna... ***
Capitolo 5: *** i corridoi sono dei labirinti senza fine... ***
Capitolo 6: *** hold my hand ***
Capitolo 7: *** WHAT?! ***
Capitolo 8: *** BASEBALL vs BASEGUNS ***
Capitolo 9: *** Malcol, occhi neri e Piccolette ***
Capitolo 10: *** animal house ***
Capitolo 11: *** sogni d'oro, piccola italiana ***
Capitolo 12: *** Goodmorning baby ***
Capitolo 13: *** Il Centro Labirinto... ***
Capitolo 14: *** 5 dementi ***
Capitolo 15: *** PANIC ***
Capitolo 16: *** ORG!A ***



Capitolo 1
*** goodbye Italy, hello Seoul ***


 “- Ora basta! Tu te ne vai dritta dritta in Corea! Mi sono rotta! Tu e quella sottospecie di quattordicenne di tuo fratello ve ne andate da qui! Vi sbatto subito a Seoul da vostro cugino! Mi sono proprio rotta!
Urlò quella stronza. Quella che, teoricamente, doveva essere la nostra tutrice, nostra zia.
-Bene! Perfetto! Preferisco alla grande nostro cugino che una come te! E osa un’altra volta parlare così di Malcol e ti spacco! Hai capito?! Ti spacco! Ti distruggo!
Uscì dalla stanza sbattendo la porta e dicendo
-Partite domani mattina alle 8 in punto.
Certo! Perché secondo lei ero scema, vero?! Secondo lei non sapevo che aspettava che io toppassi per poco per mandarci dritti a Seoul?! Come se non sapessi che aveva due biglietti di sola andata, pronti da un casino di tempo?! Come se fossi cretina come lei!
-Se n’è andata?!
Mi chiese mio fratello, uscendo dal bagno, nel quale si era rifugiato con le sue cuffie, per fuggire a quella lite definitiva.
-Che stai ascoltando?
Gli chiesi io, cercando di sfuggire a quella domanda.
Anche a pochi giorni dal suo compleanno, quella stronza, doveva rompere!
-Heaven di Ailee …
Mi rispose sedendosi accanto a me.
Io gli presi una cuffietta e cominciai ad ascoltare con lui.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e cominciò ad accarezzarmela.
A volte mi chiedevo chi dei due fosse il più grande.
Così ci addormentammo per l’ultima volta in quel posto. Nella nostra camera. Nel nostro paese. Perché sapevo che non saremmo più tornati.
Così fu la nostra ultima notte a Milano.”
 
-Penelope! Svegliati! Siamo arrivati! Sveglia dormigliona!
Io aprii lentamente un occhio.
-Che succede …
Chiesi con tutta la bocca impastata.
-Siamo arrivati, Penelope. Siamo a Seoul.
Aprii anche l’altro occhio.
-Giusto …
Mi alzai e seguii mio fratello.
 
Scendemmo dall’aereo e andammo verso il nastro trasportatore per prenderci le valige.
Ormai quella strada la sapevamo a memoria. Ogni piccola vacanza era una buona occasione per farci volare a Seoul da nostro cugino e dalla sua famiglia.
Presi le mie inconfondibili valige magenta e color petrolio. Mentre mio fratello prese i suoi tre borsoni verdi militare.
Ci incamminammo verso l’uscita. Fuori, come sempre, c’erano i soliti miliardi di taxi.
Tantissime persone che camminavano velocemente per non perdere l’aereo, che tornavano dalle vacanze o che tornavano a casa.
Tutti frenetici che parlavano velocemente.
Spallate, calci, spintoni. Ormai eravamo abituati.
Ci facemmo spingere dalla massa verso l’uscita.
Aspettammo li, immobili, l’arrivo di nostro cugino.
Finalmente, dopo una ventina di minuti, arrivò.
Appena ci vide ci stritolò in uno dei suoi favolosi abbracci.
-Venite, vi porto un po’ di valige.
Io gli diedi una valigia e mio fratello uno dei suoi amati borsoni.
Ci incamminammo verso la sua macchina.
Dopo poco mi si avvicinò e mi chiese preoccupato
-è stata dura per Malcol, vero?!
-Parecchio. In un certo senso è una fortuna che siamo venuti qui a Seoul.
-Io direi in tutti i sensi.
Io sospirai.
Malcol, a mia differenza, aveva assolutamente tutte le somatiche asiatiche. Gli occhi a mandorla, i lineamenti longilinei … ma, a differenza di molti coreani, era alto. Più alto di me. L’altezza non era l’unica cosa anomala … credo che fosse l’unico coreano mai esistito con i capelli biondi biondi, proprio come i miei. Quasi un biondo ossigenato, però più acceso.
Mentre, la mia unica caratteristica “asiatica”, erano gli occhi dalla leggera forma a mandorla.
La domanda di MiSan era riferita all’aspetto di Malcol: lui, per un anno, era stato in corea. Purtroppo in quella del nord. Nostra zia, Patty, l’aveva mandato la in vacanza studio, mentre io ero stata mandata a New York.
Io aveva 13 anni e mio fratello 12. Era stato discriminato da tutti, per via dei suoi capelli. Credevano fosse tinto e quindi lo definivano un “ribelle”. A forza di continue offese e colpe infondate si era chiuso in se stesso e aveva cominciato ad essere un vero “ribelle” … Anche la famiglia che lo aveva ospitato non lo voleva tenere. La nostra distanza era troppo grande e la stronza non ci aveva permesso di portare i cellulari. Ci scrivevamo lettere che arrivavano dopo mesi. Tornati a casa mi raccontò tutto, con una certa fatica. Purtroppo la situazione in Italia non era molto differente: tutti lo prendevamo in giro per la sua altezza, per i suoi occhi, per i suoi capelli …
Tutte queste offese cominciarono dalla terza elementare. Io ero in quinta … Ogni volta che lo offendevano io mi buttavo in mezzo e picchiavo chiunque fosse la persona che lo aveva offeso. Per non farlo sentire solo cominciai a tingermi i capelli. Alla stronza non gliene fregava niente. Solo quando venivano a lamentarsi gli altri genitori ci urlava dietro.
Qui a Seoul stava meglio. Le vacanze erano bellissime. La famiglia Parkim era favolosa. La madre di MiSan era la sorella di nostro padre … lui si che ci amava …
Insomma, nelle vacanze stava sempre con gli amici e con la nostra famiglia. Era sempre di buon umore. Non veniva discriminato tanto quanto dalle altre parti perché li era una cosa normale essere tinti. Bastava vedere i cantanti tipo i Big Bang, gli Shinee, i B.A.P e tanti altri.
Quindi … si. In tutti i sensi era molto meglio che ci aveva mandati a Seoul.
 
Arrivammo davanti ad un ponte con la sbarra giù. MiSan premette un bottone e questa si alzò.
Stavamo camminando da tipo un quarto d’ora.
-Ma dove cavolo hai parcheggiato?
Gli chiese Malcol.
-Un po’ lontanino …
-Cosa intendi con lontanino?
Gli chiesi io.
Lui sogghignò e cambiò discorso
-Allora ragazzi, come sapete ora io vivo da solo. Le carte che dicono che d’ora in poi sono il vostro tutore sono già tutte pronte …
-Oh ma che strano …
Commentai sarcastica.
-Quella stronza è senza scrupoli … Va be, stavo dicendo! Visto che vivo da solo ho preso una casa grandicella e …
-Scusa – lo interruppi io – vivi da solo e ti prendi una casa grandicella?!
-Se mi lasciassi finire di parlare! Allora, ho preso questa casa grandicella con altre due stanze per voi e con delle stanze stra fighe che mi servono per lavoro. E …
-A proposito – lo interruppi nuovamente – che lavoro fai?
-Ti prego. Lasciami parlare! Dunque … le vostre stanze le ho decorate, diciamo, secondo i vostri gusti che conosco bene. Però se volete potete cambiarle quando volete, basta che me lo diciate. In più ci sono delle stanze per gli ospiti quindi, se volete, potrete far venire a dormire da noi i vostri amici. E …
Lo stavo per interrompere di nuovo quando urlò a mio fratello
-Malcol, placcala!
E così fece. Ma proprio letteralmente! Infatti ci ritrovammo distesi per terra. A un’immagine del genere chi non si metterebbe a ridere?! MiSan sarebbe di sicuro il primo! Scusate: è il primo!
-Non era in senso pratico!
Detto questo Malcol si alzò e mi fece una carezza in testa con un sorrisone da bimbo. Io ricambia con una pacca in testa.
-Comunque, stavo dicendo – continuò nostro cugino – che potrete portarvi i vostri amici. E … un’ultima cosa … che musica ascoltate voi due …
Io e il mio amato fratellino ci scambiammo un’occhiata e, alzando al cielo la V di vittoria, urlammo insieme
-ONLY K-POP!
Sul volto di MiSan si stampò uno strano sorrisino.
-Da me ci saranno per un po’ di tempo degli amici … Spero non vi dispiaccia …
Disse semplicemente continuando a camminare.
Amici? Ma chi?
-GASEUMI GOJAGNAN GEOTCHE OREOM!
-WAAAAH!
Strillai presa di sorpresa da mio fratello che aveva attaccato l’I-Pod alle casse e mi aveva sparato da dietro Crash dei B.A.P.
Io lo polverizzai con lo sguardo mentre lui continuava a cantare tutto contento. Che tipo!
Cominciai a cantare anch’io ed insieme improvvisammo una mini coreografia camminando.
Dopo un po’ sentimmo un urlo pazzesco da dietro le spalle
-IUUUUUUUUUUUUUUHUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!
Ci girammo e, una specie di razzo su uno skate, ci passò in mezzo e si fermò davanti a MiSan.
-Cavolo Mi! Ma quanto alta la spari la musica?! E perché hai una valigia fucsia?!
Chiese il razzo, riferendosi alla mia valigia.
-In verità è magenta.
Precisai io.
-Giusto!
Confermò Razzo. Poi mi guardò e mi chiese
-Chi sei?
-Loro son i miei cuginetti. Quella con i capelli di un colore strano è Penelope mentre il biondo è Malcol.
-Capelli strani a chi, vecchio demente!
In effetti … però … aveva un pochino ragione … i miei capelli non erano proprio il classico colore di capelli umani. Erano color petrolio. Alla base più scuro e più scendevi si schiariva sempre più fino ad una specie di azzurrino strano.
Razzo scoppiò in una risatina acuta e dopo si presentò
-Io sono Silver Gold!
-Come?
Gli chiesi io.
-Silver Gold!
-Argento Oro … figo!
Mi eccitai io.
Era una tipa parecchio stranina. Aveva un cappello a puffo enorme, quindi di capelli si intravedeva solo un pezzetto di frangetta di un colore indefinibile, pantaloni trequarti di stoffa a cavallo basso e una canotta enorme. Era poco più bassa di me, che ero solo un metro e sessanta.
-Senti – continuò Silver Gold, rivolgendosi a MiSan – dove andranno a scuola? Da quanto vedo è un po’ strano che veniate qui per le vacanze in settembre!
-Esatto. Rimarranno qui. Comunque andranno nella tua stessa scuola.
Confermò lui, continuando a camminare.
-In che classe dovete andare?
Ci chiese lei mettendosi al mio fianco.
-Uno: in che cavolo di scuola dovremo andare?! Due: dircelo prima no, vero?! Tre: dove stra cavolo hai parcheggiato la tua auto?! Quattro: prima quel mongolo di mio cugino mi risponde e dopo posso risponderti!
Lei annuì. Mentre MiSan cominciò a rispondermi
-Uno: è una scuola a tre ore di distanza da qui. È in stile occidentale quindi niente divise e strane regole. È semplice, nulla di speciale, ma dovrete impegnarvi. Due: quando avrei avuto il tempo di dirvelo, precisamente?! Tre: la mia auto è bella e parcheggiata a casa! Quattro: ora ti ho risposto!
Mio cugino era troppo figo! Oltre che di carattere non era niente male neanche d’aspetto. Non era troppo alto, con tutte le sembianze coreane. Ma era proprio figo!
Ok, ora potevo rispondere
-Io devo andare in terza mentre mio fratello in seconda superiore.
Lei per poco non si strozzò.
-Cioè stai dicendo che quel spilungone deve andare solo in seconda?! Cioè … Quindi … Hai solo 15 anni?!
-Aridaiie! Devo ancora compierne 15. Tra pochi giorni è il mio compleanno.
Rispose un po’ infastidito togliendosi una cuffietta dalla quale proveniva ancora Crash.
-Ma tu l’hai staccata dalle casse e adesso te l’ascolti con le cuffie? E per di più sempre la stessa?
Gli chiesi, riferendomi alla canzone.
Lui mi passò l’altra cuffietta
-Bravo il mio tato!
Accanto a me intanto Silver stava facendo qualcosa con il cellulare. Poi, d’un tratto, cominciò anche lei a canticchiare.
Io la osservai attentamente. Stava facendo tre cose contemporaneamente: cellulare, skate, canticchiare. Come cavolo era possibile?
Ed eccola! La parte di Zelo. E lei … la stava cantando al doppio della velocità?????????????????
Come cavolo …?
Lei mi guardò
-Ah scusa, mi sono fatta prendere …
-N-niente …
Risposi io, ancora sotto shok per la velocità di quella ragazzina.
-Be, ci si vede!
Disse lei sfrecciando via.
-Oh, Mi, ma chi era quella?
Chiese Malcol.
-Un’amica …
Rispose semplicemente quel mongolo.
 
Dopo altri dieci minuti, nei quali io e mio fratello ascoltammo e riascoltammo tutte le canzoni dei B.A.P, MiSan, finalmente si fermò davanti ad una bellissima casa moderna. Aveva una strana forma … ed era tutta bianca … era enorme. Sullo spiazzo davanti al garage c’era una bellissima Spider bianca.
Non poteva essere tutto di nostro cugino … non era possibile …
-MiSan, fai lo spacciatore?
chiesi io, vedendo tutto quel ben di dio.
-MA CHE CAVOLO CHIEDI?!
Chiese lui sgranando gli occhi.
-E allora che lavoro fai?
-Ve lo dirò … tempo … tempo Penelope … A proposito di lavoro! La vostra amata zietta mi ha detto che devi assolutamente trovarti un lavoro. Su questo sono d’accordo anche io. Quindi niente storie signor…
Io lo interruppi tutta entusiasta
-SI SI SI! LAVORO LAVORO LAVORO! SI! QUANDO COMINCIO?! HAI Già GUARDATO QUALCOSA PER ME?!
        Lui e mio fratello mi guardarono completamente sconvolti.
In effetti non era da me. Di solito ero una cazzeggiatrice ambulante. Ma, visto che da li a pochi giorni sarebbe stato il compleanno di Malcol, volevo guadagnare abbastanza per potergli fare uno di quei regali stupendi che riguardasse con il K-Pop. Avevo pensato a qualche concerto, per esempio dei BigBang, o solo di G-Dragon, oppure degli SHINee … no … sarebbe stato molto meglio il biglietto dei B.A.P. Insomma! Volevo fargli qualcosa di veramente bello. Se proprio non sarei riuscita a regalargli dei biglietto avrei pensato a qualche maglia, cd o collane. Perché in effeti noi non avevamo neanche un cavolo di poster dei B.A.P. In Italia non trovavi da nessuna parte cose del genere.
 
Entrammo dentro quella favolosa reggia e … era ancora meglio dell’esterno! Fighissima! Tutta moderna! Un salotto enorme. Cucina altrettanto grande. 7 camere da letto. Un bellissimo giardino con una piscina enorme. Era un sogno. Aveva addirittura due bagni!
Era un sogno. Un sogno che si avverava. Dopo tutto quello che io e Malcol avevamo passato, credo proprio che ce lo meritavamo …
-Bene ragazzi. Ora andate all’assalto delle vostre camere! Penelope, la tua è ha …
Non lo lasciammo finire che sfrecciammo via, alla ricerca delle nostre camere.
Ce le avevamo accanto.
Io e Malcol ci mettemmo davanti alla rispettiva porta. Ci scambiammo un’occhiata ed entrammo.
Avete presente quando da piccolo sei entrato per la prima volta a Mirabilandia?! L’espressione sconvolta, la gioia, la voglia di urlare e tutto il resto?! Ta-Dah! Camera mia equivaleva in tutto questo a Mirabilandia!
Cominciai ad urlare come una matta e a correre per quella favolosa camera. Cavolo, MiSan ci aveva proprio azzeccato!
Era tutta bianca. Avevo una scrivania in legno bianco, uno specchio ovale sopra un comodino per metterci tutta la mia bigiotteria. Due armadi ricoperti di stoffa di jeans. Un semplice letto, anch’esso in legno bianco con le lenzuola color jeans chiaro. E una finestra che dava direttamente sul giardinetto. Era fantastica!
Stavo ancora correndo per la camera quando la mia attenzione fu attirata da alcuni fogli arrotolati sulla mia scrivania. Mi precipitai ad aprirli. Non erano fogli … ERANO POSTER!!!!!! B.A.P, BigBang, 2NE1, SHINee. Per ogni componente c’era anche un suo poster da solo.
Cominciai a strillare ancora più di prima.
Mi sentivo tremendamente bimba-minchia …
Presi a camminare lentamente per la stanza per vedere dove potevo attaccare i poster. Nessun posto mi ispirava, così salii sul letto per avere una visuale diversa. Niente …
Mi girai verso il muro che avevo dietro, al quale appoggiava la testa del letto.
E fu in quel momento che ringraziai tutti i dei possibili ma, soprattutto, mio cugino.
Infatti attaccato al muro c’era un pannello enorme di compensato e attaccato ad esso una miriade di puntine con le testine a forma di testa di coniglio e di coroncina.
Così, cominciai ad attaccare poster come una forsennata.
Dalla stanza di mio fratello si sentiva andare a tutto spiano la canzone Never give Up di ZELO e Yong Guk.
Presa dalla canzone e dai poster presi a cantare e ballare un pochino.
Oh si, quella giornata era iniziata fantasticamente! L’unica cosa che mi dava sui nervi?! Domani sarebbe stato il primo giorno di scuola, la quale, era a tre ore di distanza da dove abitavamo … come cavolo aveva intenzione di portarci quell’idiota di un cugino?!
Passai una bella mezz’oretta ad attaccare poster e a ballare.
Quando finii ero stremata … Mi ero dimenticata di prendere le pastiglie …
Mi buttai a pancia all’aria sul letto. Ormai fuori si era fatto un po’ scuro. Spensi la luce e mi rilassai un po’. E senza accorgermene mi ero addormentata senza cena, cullata dalle canzoni dei B.A.P …





-------------------------------------------------------------
OLA GENTE!!!!!!!!!!!!! COME VA?????????????? CHE VE NE PARE?! PROBABILMENTE QUESTO CAPITOLO SARà PIù LUNGO DEGLI ALTRI...AMATEMI^-^!!!!!
VORREI DIRVI UNA COSINA...PEL PIACELE LECENSITE....DITEMI CIò CHE PENSATE! VE NE PREGO! VA BE.....FATE QUELLO CHE VOLETE...COMUNQUE CI TERREI TANTOI TANTO!
kiss kiss
Aris*Chan

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** new house...beautiful girl... ***


YONG GUK POV
Stavamo tornando dall’ultimo concerto. Be, concerto era una parolona. Si, perché quello non era stato un concerto ma un massacro!
Io mi ero slogato la caviglia nella coreografia di Power, Daehyun aveva preso l’influenza, Youngjae aveva perso la voce, Jongup per poco non sveniva sul palco, Himchan si era lasciato con la sua vipera di ragazza poco prima di salire sul palco e per questo aveva sbagliato tutto ed era ancora più vipera della sua ex e Junhong … forse lui era l’unico che non si era fatto nulla ed era stato proprio lui a salvare, per quello che poteva, il concerto.
Nel pulmino c’era un silenzio straziante. Himchan ascoltava musica deprimente, Daehyun dormiva e Yongjae gli faceva compagnia nel sonno, Jongup era tutto perso a guardare fuori dalla finestra con la musica alle orecchie mentre il piccoletto era seduto accanto a me che giocava con uno yo-yo che, sinceramente, non avevo la più pallida idea di dove l’avesse trovato.
Tra tutti, quello che mi preoccupava di più, era Jongup. Di solito lui e Yongjae erano quelli che tenevano attiva la situazione quando si finiva così, mentre adesso se ne stava tutto serio assorto nei suoi pensieri.
Aveva una strana espressione in volto, come se fosse preoccupato per qualcosa …
Così per strappargli almeno un sorrisino feci una battuta cretina
-Hei, Jonguppie, il wi-fi del tuo cervello sta lavorando parecchio in questo periodo!
-Non fa più ridere quella battuta del cazzo.
Rispose lui secco.
O-MIO-DIO. Jongup che rispondeva così ad un suo hyung?! Ero sconvolto. Non aveva mai risposto in una maniera simile nemmeno al maknae. Che gli stava succedendo?!
Ok, arrivati in dormitorio avremmo rimesso tutto apposto!

Se! Ma che dormitorio! Il nostro dormitorio era completamente allagato. Si perché, dopo che eravamo partiti ci avevano chiamato e ci avevano detto che il nostro dormitorio era completamente allagato per una cavolo di perdita, tutto quello che poteva essere tecnologico, da wi-fi (non quello del cervello di Jongup) a radio, era andato. E in più un fulmine aveva colpito la nostra antenna. Meglio di così?!
Fortunatamente un nostro amico ci aveva detto che ci avrebbe ospitati ma ci aveva avvertiti che c’erano delle altre persone di famiglia con lui.
 
Ormai era l’una di notte ed eravamo a cinque minuti da casa del nostro salvatore, così lo chiamai per avvisarlo.
-Pronto .. Mihyun?
-Hey Yong! Come va?
-Lasciamo perdere, ti spiego dopo … Comunque noi siamo praticamente davanti casa tua.
-Ah, si si. Vi aspetto fuori così vi do una mano con le valige.
-Ok e … grazie ancora.
-Ma va! Tranquillo!
 
Il bus si fermò.
-Hey ragazzi! Siamo arrivati! Svegliatevi!
Urlai ai due bei addormentati che non volevano per nulla al mondo alzarsi.
-Junhong … sai cosa fare!
Dissi al maknae.
-Oooooh yes!
Rispose lui dirigendosi verso quei cretini con un’anda assonnata.
Prese un grande respiro e …
-AAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!!
Strillò nelle orecchie di Daehyun e Yongjae che si unirono all’urlo terrorizzati
-AAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!!!!
-E bravo il piccoletto!
Dissi io mettendomi a ridere.
Solitamente anche gli altri si sarebbero uniti alle risate, ma nessuno lo fece.
Io con un po’ di fatica mi alzai dal sedile con le mie stampelle.
Aspettai che tutti scesero. Ero rimasto da solo con Himchan che stava ancora ascoltando musica ed era assorto nei suoi pensieri.
Io gli andai accanto e gli tolsi le cuffie, lui mi fulminò con lo sguardo.
-Cavolo Him! Ti sei fatto mettere sotto da quella stronza?! Così non va per niente bene!
Abbassò lo sguardo.
-Senti, tu sei una delle persone più solari che io conosca. E per una cretina sei diventato così? Già ci sono gli altri che sono così. E poi tu sei uno hyung, vuoi dare il brutto esempio? Datti una svegliata razza di cretino! Ok, nel concerto abbiamo fatto uno schifo assurdo, ma adesso basta! È passato. Quindi, cazzo! E poi siamo a casa di Mihyun e lui a già degli altri ospiti di famiglia. Giuro, che sei così viperoso anche dentro quella casa, ti spacco tutti i denti con le mie stampelle, chiaro?!
Lui mi guardò dritto in volto. Si alzò e mi sorrise
-Scusa Yong … Diamoci centro! Fighting!
-Così ti voglio! E adesso … ti dispiacerebbe darmi una mano?!
dissi alzando un delle stampelle. Lui scoppiò a ridere.
Si, ecco il mio Himchannie!
 
Himchan mi diede una mano a scendere e con le valige.
Intanto Dae, Jae e Zelo erano ancora mezzi addormentati mentre, non so il motivo, Jongup aveva ricominciato a sorridere e a scherzare.
Il bus ormai era andato e noi eravamo come una mandria di sei zombie viventi appostati davanti al cancello di quella che era la casa di Mihyun.
-Cavolo … che casa …
Dissero i quattro piccoletti.
-Be, lui ha molta più esperienza di noi. Non solo è un favoloso cantante ma fa anche l’insegnante di canto nella nostra agenzia e alla YG Entertaiment.
Spiegai io.
Stavo per suonare, visto che fuori non vedevo nessuno, ma non feci in tempo a sfiorare il campanello che intravidi nell’oscurità una figura uscire velocemente da casa e venire verso di noi.
-Se suonavi svegliavi i piccoli!
-Piccoli?! Sei diventato padre?!
Gli chiese Himchan.
-No cretino! Sono … bah, vi spiego dentro che qui fuori fa un freddo cane! Dai, venite.
Rispose lui aprendoci il cancello.
Noi entrammo.
-Hey Junhong! Ti ricordi di me?
Zelo annuì più volte, con quella sua solita espressione rincretinita di quando a sonno.
Lui scoppiò in una fragorosa risata
-Sonno, eh?!
Zelo annuì nuovamente.
 
Aprì la porta di casa e … cavolo! Era ancora più bella che da fuori.
-Ragazzi, mi dispiace, ma di stanze libere ne ho solo quattro … mi dispiace da morire! Ma con gli ospiti che mi sono arrivati ne ho solo 4 …
-Ma va, figurati! Ci stringiamo.
Risposi rassicurante io.
-Ah! Sono letti matrimoniali per ogni stanza, quindi …
-Cavolo! Ovvio che ci stiamo!
Esclamò Daehyun, svegliatosi tutto d’un tratto.
Yongjae lo guardò storto e poi, rivolgendosi a noi, disse
-Io con questo qui non ci dormo! Una volta mi ha buttato giù dal letto!
Daehyun gli tirò uno scappellotto
-Vuoi dormire con Zelo e con i suoi rumori strani?!
Sul volto di Jae si dipinse un’espressione terrorizzata e si attaccò a Dae con una scimmia.
-PIETà PIETà!
Urlò.
-Zitto!
Sussurrammo tutti in coro. Lui abbassò le orecchie.
 
Mihyun ci diede le indicazioni per le nostre camere ma prima di andare ci raccomandò un po’ di cose da fare e da non fare con i suoi “coinquilini”.
 
Detto ciò ogni coppia si dileguò nella sua camera. Quella di Zelo e Jongup e quella di Daehyun e Yongjae erano vicine a quella di Misan, mentre quella mia e di Himchan era dalla parte opposta della casa davanti a quelle dei “coinquilini”.
I quattro piccoli seguirono il padrone di casa, mentre noi due, poveri hyung, ci incamminammo verso la direzione che ci aveva detto.
Inutile dirlo che ci perdemmo come due cretini.
-Aveva detto sinistra, sinistra e poi destra.
-No no. Sinistra, destra e poi destra.
-Ma no, guarda che era sinistra, sinistra e poi destra … o era destra, destra e sinistra …
-Aspetta aspetta, mi ricordo … dritto, sinistra, destra e sinistra!
-Sicuro?! Non era dritto, sinistra, sinistra e destra?
-Aaaaaaah … non lo so!
Si rassegnò Him lasciandosi cadere per terra.
-Senti, e se dormiamo sui divani in salotto?
Proposi io.
-Si, perché tu ti ricordi la strada per tornare in salotto?!
-Hem … no …
Eravamo finiti proprio in una bella merda!
Mi sedetti accanto a Him. Per di più eravamo completamente al buio. Ma cazzo!
E fu in quel momento che mi venne l’illuminazione
-Destra, destra, dritto e sinistra!
Him mi guardò perplesso
-Sicuro?!
-SI! Ora dammi una mano ad alzarmi e andiamo!
Il povero Channie obbedì.
Destra … destra … dritto … E SINISTRA! SI SI SI!
-CHE TI AVEVO DETTO?!
Esultai io.
-Sh … sta zitto!
Rispose Himchan guardandosi in torno perplesso
-Hem, Yong, adesso dimmi. Quali tra queste tre porte è la porta della nostra camera?
Ecco, questi sono i momenti in cui ti deprimi. Mi avvicinai al primo muro a mia disposizione e cominciai a prenderlo a testate, dicendo
-Ti prego dio. Se esisti, salvaci. Te ne prego.
Senza nemmeno accorgermene, Himchan, si era avvicinato alla prima porta e stava per bussare, quando io mi buttai su di lui che per poco non cadde a terra.
-Dico, ma sei cretino?!
-Senti un po’ genio, e se quelli dentro stanno dormendo?! Non sappiamo neanche chi siano! Sappiamo solo che sono di famiglia!
Il grande genio ci pensò su un attimo per poi rispondermi
-Quando eravamo fuori dal cancello ti ha detto che se suonavi gli svegliavi i piccoli. Quindi vuol dire che chiunque siano sono piccoli. Uguale, niente figure di merda.
In effetti aveva ragione … così lo lasciai bussare.
Aspettammo un po’ ma nessuno aprì. Così provai a bussare io con quella “maniera delicata” che mi ritrovo. Niente. Questa volta bussammo insieme. Due secondi e la porta si aprì lentamente. Sulla soglia di essa apparve una figura sul metro e settantacinque dalla chioma chiara e tutta boccolosa. Biondo?!
-Gnnnn …
Mugolò il biondo.
-Ciao, siamo Kim Himchan e Bang Yong Guk dei B.A.P!
Disse Him, con un sorriso a 32 denti.
-Ma sei cretino?! Secondo te non è traumatizzante per una persona trovarsi due idol davanti in piena notte?! E per di più lo abbiamo svegliato in malo modo!
-Ah, hai ragione. Ma come faccio allora?!
-Lascia fare a me … - dissi schiarendomi la voce –Ciao, siamo degli amici di Mihyun. Noi staremo qui per un po’ e … non troviamo le nostre camere. Siamo Yong Guk e Himchan dei B.A.P.
Dissi sfoderando uno dei miei, così detti, migliori sorrisi. Ma venne fuori come un aegyo fatto male.
Himchan mi guardò male
-è quello che ho detto io!
-Non è vero! Tu sei partito subito col “siamo Himchan e Yong Guk eccetera eccetera”!
Dissi facendo una voce da femminuccia.
-Non ho quella voce io!
Si lamentò lui.
Il biondo ci guardò storto e con uno sbadiglio disse
-Si, bel sogno …
E ci sbatté la porta in faccia. Io guardai il cretino accanto a me
-Non ho capito niente …
-E secondo te, io?!
Dio solo sa quanto male eravamo messi noi due …
-Vabbe dai. Quella non è la stanza.
Dissi avvicinandomi all’altra porta e cominciando a bussare.
Passarono tipo 5 minuti, nei quali, continuavo insistentemente a bussare.
Dopo la porta si aprì lentamente.
Da essa sbucò una testa dai capelli scuri e tutti spettinati. Aveva gli occhi mezzi chiusi
-Eh?!
Io cominciai con la stessa tiratera che avevo fatto con l’altro
-Ciao siamo …
Lei mi interruppe di brutto
-Bang Yong Guk e Kim Him Chan dei B.A.P. I due hyung. 23 anni. Bang alto 1 metro e 80 circa, Kim alto 1 metro e 80 circa. Il nonno e il padre di Bang erano della marina. Kim ha una sorella. So molto su di voi. Che volete?!
Io e Him rimanemmo a bocca aperta.
-Non sono una stalker. Sono solo una vostra fan.
-Hem … - presi la parola io –noi staremo qui per un po’ e …
Lei mi interruppe nuovamente
-La stanza degli ospiti è questa qui davanti alla mia. – disse indicandola –Visto che hai le stampelle vuoi una mano?
Mi chiese lei. Io ero un po’ titubante, ma alla fine accettai.
Prese le mie valige e le portò dentro in stanza accendendo la luce.
-Bene. Allora, se avete bisogno del bagno dovete uscire dalla stanza, girare a destra, proseguire per tutto il corridoio e alla fine di esso troverete una porta con la scritta WC. Spero vi troverete bene …
-Si si, grazie mille.
Rispose Himchan con un sorrisone.
Quando si girò di nuovo verso di noi per uscire dalla stanza, noi due, rimanemmo con bocca ed occhi spalancati. O cavolo … era bellissima … Occidentale con il taglio degli occhi leggermente a mandorla, i capelli avevano uno strano color petrolio, aveva una semplice tuta da ginnastica nera. Ma la cosa che veniva più a galla era il colore degli occhi … erano uno strano colore miele dorato … Lei ci guardò male
-Problemi?!
-N-no …
Risposi io. Lei si mise a ridere e uscendo disse
-Belli i sogni … Ci si vede alla prossima dormita!
E chiuse la porta.
Io guardai il mio fratellone con un’espressione inebetita, la stessa che aveva anche lui
-Cavolo … hai visto …
-Si … ho visto … Ma ho la brutta impressione  che sia lei che l’altro ci abbiano scambiati per dei sogni.
-Dici?!
-Dico dico. Dai, andiamo a letto che è tardi.
Detto questo ci buttammo sul letto ancora con i vestiti addosso. Eravamo troppo stanchi per cambiarci.
Buona notte ragazzina …
 


..................................................................
TA-DAH! ECCO IL NUOVO CAPITOLO! VORREI SAPERE CHE NE PENSATE! RINGRAZIO LE PERSONE CHE L'HANNO MESSA TRA LE SEGUITE...MA UNA RECENSIONE NON MI DISPIACEREBBE.
HEM....NON SO CHE DIRE...*corre via per campi e colli*
kiss kiss
il panda maratoneta
Aris*Chan

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** school school school!FUCK school! ***


PENELOPE POV
-Cazzo Penelope! Muoviti che altrimenti facciamo tardi!
Mi urlò dietro mio fratello facendo irruzione nella mia camera.
Io alzai la testa assonnata e, appena lo vidi in canotta e boxer, dissi
-Se non fossi tua sorella saresti già nel mio letto.
-Ma sei cretina?!
-Hi hi.
Lui entrò in camera mia e alzò la persiana. La luce mi accecò.
-Tiiiiiiraaaa giùùùùù …
Piagnucolai io. Lui mi si avvicinò e cominciò a farmi il solletico
-ALZATI!
Che stronzo! Il solletico era il mio punto debole e lo sapeva bene!
-Ok ok! Mi alzò, ma tu piantala!
Cercai di dire tra le risate.
Lui mi prese in braccio e si avviò da qualche parte.
-Posso chiamarti oppa?!
Lui sbuffò.
Certo che io ero proprio circondata da ragazzi fighi! Mio fratello, biondo e boccoloso, alto un metro e 75/80, con una di quelle tartarughe da fare invidia a Daesung. Non tanto per l’imponenza ma perché alla sua età era rara una tartarugazza del genere. E aveva due braccia, che anche se non erano molto grosse, erano formate solo da ossa e muscolo.
Finito il giretto mi appoggiò di nuovo a terra e mi ritrovai in bagno.
-Lavati.
Io gli feci la linguaccia ed eseguii l’ordine.
-Pu non pi lavi?!
Gli chiesi con la bocca piena di dentifricio.
-Ho già fatto prima.
Mi rispose appoggiandosi allo stipite della porta con le braccia incrociate.
-Pe gnoppo pe sei!
Lui mi si mise dietro e mi abbracciò.
-Lo so!
-Idiopa.
E mi diede un bacio sulla guancia.
Credo che se qualcuno ci avesse visti per la prima volta ci avrebbe scambiati per due fidanzati. Io, bella ragazza, non me la tiravo, ma sapevo di esserlo. Lui, gnocco supremo, neanche lui se la tirava, ma sapeva di esserlo. Insomma, i fratelli fighi eravamo.
-Tra pochi giorni avrai la mia stessa età …
-è già!
rispose lui, ancora dietro di me che mi abbracciava
-Ti voglio bene cretino.
-Gne gne. Anche io idiota.
Disse dandomi una pacchetta in testa e tornando in camera per vestirsi.
Finii di lavarmi e mi diressi anche io in camera.
-Ah – disse dopo un po’ Malcol, dall’altra stanza –Misan ha detto che ieri notte sono arrivati i suoi amici e che probabilmente questa mattina stanno ancora dormendo.
-Ok. A proposito di ieri notte. Ho fatto un sogno stranissimo. Ho sognato che c’erano Yong Guk e Himchan davanti alla mia porta e mi avevano chiesto quale era la stanza degli ospiti.
-Mi pigli per il culo?!
Mi chiese il tato affacciandosi alla mia porta.
-No perché?!
-Io ho sognato la stessa cosa …
-Figo … siamo diventati telepatici! – dissi, facendo la V di vittoria –Senti … visto che tu sei già vestito … potresti aiutarmi per i miei vestiti?!
Lui annuì ed entrò in camera mia. Tirammo fuori da sotto il letto le mie valige e le aprimmo.
Cominciammo a rovistare fino a che non gli venne il colpo di genio.
-Ecco qua!
Urlò mio fratello tirando fuori una maglia. Era una canotta sbracciata col tessuto che sembrava fatto di jeans.
-E i pantaloni?!
Guardai fuori. Era una bella giornata.
Lui tirò fuori un paio di pantaloni di jeans chiari attillati, con una cerniera oro sul sedere.
-Ti amo, Mal!
Dissi, stritolandolo in un abbraccio.
-Si si. Fa piano che mi stropicci i vestiti!
Linguaccia.
Lui aveva dei pantaloni di jeans scuri attillati bassi bassi e una maglia a maniche corte nera.
Uscì e tornò in camera sua mentre io mi vestivo
-Senti, Misan dov’è?!
-è dovuto correre a lavoro. Ha detto tutto a me. Quando usciamo ci sarà quella di ieri ad aspettarci, Silver. Con lei andiamo fino al treno e da li ci porta a scuola.
-Che tipa strana, vero?!
-Era bella …
Io sogghignai
-Eeeeeeh … il nostro tato si sta innamorando …
-MA COSA DICI?! Non la conosco neppure!
Urlò lui.
Io scoppiai a ridere.
 
Avevo finito di vestirmi. Come tocco finale le mie inseparabili all star nere. Mi ero messa una collana lunga con un ciondolo, rosa, a forma di mashmellow, uno di quei anelli che ti prendono due dita a forma di baffo e nell’altra mano una anello con le borchie. E ovviamente, nascosta sotto la maglia le mie due inseparabili collane: una aveva come ciondolo un proiettile e incise su di esso la scritta “ONLY FOR MY LOVE”, mentre l’altra era un regalo di mio fratello e di mio padre, una croce nera con tutte decorazioni gotiche.
Mi misi davanti allo specchio che avevo in camera e cominciai a truccarmi: eylainer nero sopra la palpebra e matita nera sulla parte sotto dentro. Così valorizzavo un po’ la mia leggera forma a mandorla dell’occhio.
-MAAAAAL!
Urlai. Lui si riaffacciò alla porta
-Che c’è?!
-Cosa mi metto nello zaino?!
-Allora … - disse pensandoci un po’ –un quaderno, astuccio e … basta credo.
Presi il mio stra mitico zaino nero dell’EASTPEAK. Lo aveva decorato tutto con schizzi di pittura sulle tonalità dell’azzurro, viola, lilla, blu, fucsia …
Ci misi dentro un quaderno a caso e l’astuccio. Poi, visto che mi sembrava troppo vuoto, ci misi cellulare, cuffie, i-pod, portafoglio e, non so perché, il mio quaderno con dentro tutti i testi delle canzoni e con i spartiti per il piano. È si, sapevo suonare il piano.
-MAAAAAAL!
Strillai di nuovo. Lui ririaffacciò alla porta con una giacca a scacchi blu e neri e con la sua borsa blu.
-Che c’è?!
Mi chiese il poveretto, ormai esasperato.
-Cosa mi manca?
-Fatti una treccia morbida e mettiti gli occhiali.
-Tenkiu! Mi dai una mano con la treccia?
Lui mi venne accanto e iniziò a farmela.
Io lo osservai dallo specchio. Era tutto concentrato e si era abbassato un po’ per mettersi per bene. Più lo osservavo più mi ritenevo la persona più fortunata al mondo. Mi amava davvero. Non era un amore falso, era vero. Lo stesso amore che poteva darti una madre e un padre, quello che noi non avevamo avuto.
Finito di farmi la treccia mi guardò per bene e mi disse, rovistando in una delle mie scatoline nelle quali tenevo la mia bigiotteria
-Cambiati piercing … mettiti questo!
E mi diede una piccola stellina.
Si, avevo un piercing sul naso. Uno di quelli piccolini. Ma che io adoravo con tutta me stessa.
Me lo cambiai.
-Com’è?!
Chiesi facendo una piroetta.
-Perfetta! Ora andiamo.
Annuii, presi lo zaino e lo seguii.
Non chiudemmo a chiave perché, uno, non avevamo le chiavi, due, c’erano gli amici di nostro cugino.
Quando fummo fuori trovammo Silver sul suo skate che ci stava aspettando.
-Hey!
Ci salutò lei.
-Hey!
La salutammo noi. Notai che lei diventò tutta rossa e abbassò lo sguardo, dicendo
-A-andiamo.
Noi la seguimmo. Guardai Malcol che stava ridendo sotto i baffi.
-Gli hai fatto l’occhiolino?
Gli chiesi a bassa voce. Lui annuì cercando di trattenere una risata.
-Che stronzo.
 
Guardai per bene Silver. In effetti aveva ragione, era proprio una bella ragazza. Un po’ bassa, ma bella. Quel giorno aveva una piccola salopette di jeans che gli arrivava fin poco sopra le ginocchia e sopra una giacchettina lilla. E sempre quel cappello enorme, solo che era di colore jeans.
Stavamo camminando da un po’ e cominciai a sentire freddo. Cavolo! Mi ero dimenticata la giacca. Malcol si accorse che stavo tremando e cominciò a cercare nella sua borsa. Dopo un po’ ne tirò fuori la sua giacca di pelle e me la porse. Io la misi all’istante. Mi era un po’ tanto grande ma era comodissima. Io lo guardai con una faccia da cucciolo e gli chiesi
-Ce l’hai … vero?!
-Si si. Tranquilla. Ne ero sicuro che te ne saresti dimenticata.
Disse, tirando fuori uno dei miei amati cappelli a puffo, anche questo nero.
Bene, ero apposto.
-Gli occhiali?
Mi chiese.
-Ce li ho in borsa. Li metto?
-Si, sei più dolce con quelli.
E fece le guanciotte.
Frugai nello zaino finché non trovai il contenitore con gli occhiali dentro. Li presi e me li misi. Erano stupendi. Avete presente gli occhialoni da vista, neri, di GD?! Uguali. Non mi ingrandivano tanto gli occhi, perché avevano una lente particolare. A dire il vero non sapevo neanche che problemi agli occhi avessi … però lo sapevano Misan e Malcol. C’è … non è che non lo sapessi … è che ogni santa volta che cercavano di spiegarmelo io non li ascoltavo da brava tata …
Ad un certo punto, Silver, mi si mise accanto
-Posso farvi una domanda?!
Annuimmo.
-Voi avete solo il nome inglese? E che cognome avete?
-In verità il mio è italiano.
Precisai.
-Comunque no. – cominciò Malcol, sorridendole. Che figlio di … -Il mio secondo nome è Kim e il suo è Koraldin. Il mio è uno tra i nomi e cognomi più usati in corea, quello di mia sorella … non so.
Lei annuì.
-Ah. E il cognome è …
Si fermò. Ci stava ancora male … così continuai al suo posto
-Usiamo quello di nostro cugino, quindi Parkim.
Annuì di nuovo.
Dopo una decina di minuti, i quali li passammo in un assoluto silenzio, gli chiesi
-Quanto manca alla stazione?
-Siamo arrivati.
Mi rispose, puntando il dito davanti a lei.
In effetti aveva proprio ragione … che scema. Non me ne ero neppure accorta!
Il treno era appena arrivato. Entrammo seguendo Silver. Ci sedemmo e, poco dopo, partì il treno.
-Bene. Ora le solite tre ore.
Disse lei frugando nella sua borsa. Frugò per non so quanto. Poi alzò lentamente lo sguardo e, con uno sguardo terrorizzato, sussurrò
-Il mio i-pod …
-L’hai dimenticato?
Gli chiese prontamente mio fratello. Lei annuì lentamente. Lui prese il suo e gli diede una cuffietta. Lei la prese ma, prima di mettersela, chiese
-Che musica ascolti?
-K-pop. EXO, Shinee, Big Bang, B.A.P, Secret, Girls generation, Super junior, Ailee, Block B e Seven. Per il momento conosco loro.
Lei mi guardò.
-No no. Io conosco solo Shinee, Big Bang e B.A.P. E ho pochissime canzoni solo di Seven, Ailee e degli EXO. E ovviamente le canzoni singole dei componenti dei Big Bang  e dei B.A.P.
Annuì e si mise la cuffietta.
Io misi le cuffione della sony e feci partire le canzoni dei B.A.P dal cellulare.
Ci sarebbero state tre ore di viaggio, così chiusi gli occhi e mi lasciai andare alla musica.
Goodbye, B.A.P.
 
ZELO POV
Per un pelo io e Jongup eravamo riusciti a prendere il treno. Ci eravamo svegliati presto, insieme a Mihyun, che ci aveva accompagnati, in macchina, ad una fermata più lontana per evitare di farci riconoscere dalle fan. Furbamente ci avevamo cambiato il colore di capelli, da quello che avevamo al concerto. Io mi ero fatto di nuovo rosa mentre Jongup sul rosso. Ok … hem … non passavamo molto inosservati, soprattutto io …
Ci eravamo imbacuccati per bene. Vestiti “normali”, giacche di felpa con i cappucci tirati su, cappelli rap, copri colli neri e io un paio di occhiali da vista finti. Entrambi eravamo contro gli occhiali da sole. Tanto non saremmo mai stati beccati nella scuola in cui saremo andati. Era dispersa in mezzo alla campagna, a tre ore di distanza dal centro di Seoul. Era una scuola d’arte. Non ci avevo capito molto quando ce lo avevano spiegato …
 
Salimmo sul treno e cominciammo a cercare dei posti a sedere liberi. Ovviamente non ce n’era neanche uno.
Ad un certo punto vidi in lontananza uno strano capello.
Incuriosito, mi avvicinai, seguito da Jongup.
Arrivai la e vidi la proprietaria del capello strano. Era una ragazzina piccoletta con addosso una salopette di jeans e quel capello enorme. Aveva la testa appoggiata ad un ragazzo biondo e boccoloso. Stavano ascoltando la musica dormendo. Davanti a loro c’era un angelo caduto. Era una ragazzina con un cappello nero da puffo, giacca di pelle troppo grande e jeans normali. Ma la parte d’angelo arrivava soprattutto in volto … doveva essere occidentale. Aveva i capelli raccolti in una treccia … un colore strano … una specie di color petrolio … aveva un piccolo piercing sul naso a forma di stellina. E la cosa più cucciola erano quegli occhialoni nero. Stava dormendo beatamente.
Mi girai a guardare Jongup. Era la prima volta che vedevo in lui un’espressione del genere mentre guardava una ragazza. Sembrava perso in quei lineamenti delicati e snellii. Uno sguardo sognante. Come se avesse visto una fata … in effetti sembrava ad una fata … la sua bellezza era tale da restarne intrappolati. Lo capivo a pieno. Dopo un po’ si risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti e si sedette sui posti dal lato accanto al loro. Si perché, avevamo trovati dei posti acanto ai loro.
Avevamo il piccolo passaggio che ci divideva.
Uppie, seduto vicino a me, continuava a guardarla. Io mi misi le cuffiette e gliene diedi una, che lui accettò subito.
Ah, che ti stava succedendo Uppie … che avevi …
 
Passarono poco più di cinque minuti e quella si svegliò.
Ci guardò stranita e poi cominciò a frugare nello zaino. Ne tirò fuori un quaderno e un astuccio.
Cominciò a scribacchiare qualcosa.
Io mi avvicinai all’orecchio di Jongup e gli sussurrai
-Visto che la stai guardando da quando siamo entrati, che ne dici di andare da lei a chiederle che sta scrivendo?
-Non credo sia il caso … anzi, tieniti coperto per bene, ok?!
-E perché?
-Prova ad ascoltare … dalle sue cuffie sta uscendo Black Pearl degli EXO. E prima, quando siamo saliti, stava ascoltando delle nostre canzoni.
O cavolo. Aveva ragione! Tirai l’orecchio e sentii la canzone degli EXO.
Oh-oh.
-Cosa facciamo?
Chiesi.
-Cosa vuoi fare?! Aspettiamo e speriamo che non scenda alla nostra fermata.
-Ok.
Cavolo. Dovevamo trovare anche in treno una nostra fan … sempre che lo fosse.
Stavamo tranquillamente ascoltando musica quando una vecchia ci si avvicinò
-Scusate ragazzi, potreste mettervi nei posti liberi accanto ai vostri amici?
-Non sono nostri am …
Cominciai io, ma Jongup mi interruppe
-Scusi signora, perché non si potrebbe mettere lei la?
Il buon sorrisino della vecchia sparì per lasciare spazio ad uno sguardo che ci polverizzò.
-Voliamo!
Disse Uppie, alzandosi subito e io lo seguii.
La vecchietta si sedette tranquilla, sorridente.
-Mi ha fatto una scaga tremenda quella vecchia!
Sussurrai.
-Non dirlo a me!
Mi rispose.
Ora eravamo davanti alla fata.
Eravamo incerti su cosa fare …
La stavamo guardando, ma lei era persa a scrivere.
Dopo due buoni minuti si accorse di noi e, togliendosi le cuffie, ci chiese
-Volete sedervi?
-Ah … hem … no, cioè si … hem …
Cominciai io. Entrò in azione l’altro
-Noi … hem, ma vecchia c’ha cacciati e … hem … non vorremmo disturbarvi … quindi …
-Sedetevi.
Disse lei scuotendo la testa e sorridendo.
Jongup si sedette vicino a lei ed io più esterno.
Si rimise le cuffie e continuò a scrivere. In meno di un secondo il suo sorriso scomparve e gli si dipinse in volto un’espressione seria e concentrata.
Vidi che Jongup tirò fuori l’i-pod tuch 4s e fece una foto a quello che stava scrivendo. La guardò e dopo me la mostrò.
Era scritto mezzo in inglese e mezzo in coreano:
Ho riscoperto una cosa chiamata sorriso,
se n’era andato e tu con lui.
Ho imparato a sopportare in silenzio.
Colpi diretti e secchi che mi facevano sprofondare nel buio nella mia camera.
Sola e isolata.
Don’t live me in the dark,
why I’m asking?
My life ends after the boundaires of you’re love (la mia vita finisce dopo i confini del tuo amore)
Insegnami a volare.
La tua voce sono le mie ali per la libertà.
Una sola cosa, io e la musica.
Un’unica cosa legata in una sinfonia imparagonabile.
 
E poi c’era una lingua che non conoscevamo.
-è italiano.
Ci sentimmo dire.
-Ah, grazie.
-Di niente.
Rispose la voce.
No … piano … voce accanto a Jongup … uguale … OH …
 



.................................

MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAH SONO CRUDELE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!BUAHAHAHAHAHAHAHAHAAH!!!!!!!!!!*gli entra un moscerino in gola e per poco non si strozza*
ALLOOOOOOOOOORA CHE VE NE PARE??????????
SONO MOLTO FELICE PER LE RECENSIONI RICEVUTE E RINGRAZIO TUTTI ^-^.........
.....MA, SBAGLIO HO è UNA MIA IDEA: SU EFP NON C'è NENACHE UN RAGAZZO!
VA BE, NON C'ENTRA NIENTE!
SPERO VI SIA PIACIUTO!
*sale sul tappeto volante e vola via*
CI SI VEEEEEEEEEEEEEEDEEEEEEEEEEEEEE
P.S. forse oggi pubblicherò un altro capitolo....vedrò^-^

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** quando si parla di fortuna... ***


JONGUP POV
CAZZO …
Mi girai lentamente verso la voce e …
-He he … hem, ciao …
Dissi in un completo imbarazzo.
Lei sorrise e alzò un sopracciglio.
-Non dovresti nasconderti meglio?
Io e ZELO spalancammo gli occhi.
-Dai scusa, secondo te non me n’ero accorta?
wi-fi andato.
-La prossima volta che vuoi fotografare qualcosa di nascosto fallo meglio.
CHE?!
No, cioè …
… stava parlando della foto?!
SOLLIEVOSOLLIEVOSOLLIEVO!!!
-Ah … hemsi … scusa …
Lei mi prese l’i-pod e cominciò a tradurci quello che aveva scritto in italiano.
-Sento nelle vene il ritmo impossessarsi di tutto quello che ho e che avevo.
Mi sento libera, finalmente.
Le catene della tristezza sono state spezzate dalla tua voce calda.
Impossessata da una sensazione di gioia corro per le vie urlando la mia felicità.
Non m’importa degli sguardi che mi scrutano da testa a piedi.
Non m’importa di sembrare pazza.
Perché, se questa è pazzia, voglio diventarlo il prima possibile.
 
Mi ridiede l’i-pod con un piccolo sorrisino.
Ok … calma … aveva scritto lei quella cosa?! Come …
-è un po’ corta ma ci sto lavorando un pochino … Ah, non credo t’interessi …
-No no, ci interessa eccome!
Disse ZELO porgendosi in avanti.
-Quindi sei italiana?
Le chiesi, non badando al piccoletto che aveva due occhioni interessati.
-Aha.
-E loro sono tuoi amici?
Le chiesi rivolgendo lo sguardo ai due ragazzi davanti a noi.
-Diciamo di si …
-Tuo ragazzo?
Lei scoppiò in una fragorosa risata.
-No no. Ma va! È mio fratellino e l’altra è una amica, credo, di mio cugino.
-An. Hai un cugino?
-Si. Io e mio fratellino siamo nati in italia e ci siamo trasferiti qui da nostro cugino.
-Uau … bella l’italia?
-Nah … cioè, se la vedi dal punto di vista per esempio di un coreano e anche di un semplice turista è molto bella. Ma per chi ci vive è una merda. Per dirti non ci sono neanche un paio di negozi dove vendono cose dei gruppi K-pop. Quindi per me e mio fratello era una merda assurda. Ah … sto parlando troppo … scusa, sono logorroica …
Io mi misi a ridere e Zelo si unì alla mia risata.
-Perché ridete?
-No così … Per il semplice fatto che qui potresti trovarti anche dei cantanti in treno … così …
Disse Zelo tra le risate.
-He … magari … Ah, i miei gruppi preferiti sono i … Ma quanti anni avete voi due?
Ok, questa ragazza mi stava facendo morire dal ridere.
-Io ne ho 19 mentre questo qui 17. E t …
Non mi fece finire che mi interruppe
-No no no piano. Nella maniera che contate voi gli anni o alla maniera occidentale?
-Coreana.
-Quindi 18 e 16. No no no, wait a moment … vuoi dirmi che TU hai solo 18 anni, e quel SPILUNGONE ne ha solo 16?!
-Hem … si …
-Oh cazzo!
Era proprio fusa quella la.
-E tu quanti anni hai?
Gli chiesi finalmente
-Ho solo 15 anni. Ne devo compiere in dicembre 16. Cioè, nella maniera occidentale ne ho 15.
Io annuii.
Guardai Zelo che stava cercando di non ridere, invano.
Io gli tirai una gomitata e gli sussurrai
-Che cavolo ridi?
-è tutta fuori questa qui.
Mi rispose con le lacrime agli occhi.
Io la guardai e le sorrisi.
Lei mi scrutò attentamente.
-Mi ricordate delle persone …
O.CAZZA.ROLA!
-A-ah s-si?
-Mh …
Io guardai Zelo terrorizzato.
Che fare?
Scosse la testa più e più volte. Come per cancellare un pensiero.
Seriamente … CHE.FARE?
Dalle sue cuffie si sentiva una canzone.
Così, per scongelare quel silenzio, domandai
-C-che canzone è?
-Ah, quelle delle cuffie? È una canzone italiana.
-Posso sentire?
-Aha.
Rispose lei, frugando nello zaino. Poi tirò fuori delle cuffiette. Le attaccò e me ne diede una. Io me la misi.
-La faccio ripartire da capo.
Disse rivolta alla canzone.
-Come si chiama?
-“Pronto a correre”.
Disse in italiano. Uguale, non capii un’acca.
-Hem … significa?
-Ah giusto. Significa pronto a correre.
-Chi la canta?
Era veramente una voce bellissima. Un po’ acuta ma proprio bella. Era intonatissimo.
-Marco Mengoni. È un cantante uscito da X-Factor.
-An. Quel programma americano.
-Già. Ti piace la canzone?
-Si, molto. Ci mancherebbe la traduzione.
Lei fece un sorrisino strano e prese il suo zaino. Dopo un po’ ne tirò fuori un quaderno ad anelli tutto decorato. Cominciò a sfogliare le pagine finche non  si fermò. Me lo porse.
-Ta-dah!
Non ci credevo. Aveva veramente la traduzione.
Cominciai a leggerla per conto mio. Intanto sentivo il suo sguardo fisso su di me e su Zelo, che stava giocando col suo yo-yo.
Con te ero immobile …
Oggi ti vedrò di colpo sparire
Tra la folla te ne andrai
Mi sono rotto delle scuse
E sono stanco dei tuoi guai.
Hai detto che non vuoi più
camminare accanto a me
accanto a me.
Ora questa casa mi sembra più grande
Illumino ogni angolo
Dipingo la noia, rivesto la stanza
Di quel che d’ora in poi sarò.
Non mi fermerai
Ne adesso ne mai!
Perché per troppe volte ho scelto te
Non sono immobile.
Grazie per avermi fatto male
Non lo dimenticherò
Grazie io riparto
Solo contro vento ricomincerò
Finii di leggerla tutta. Era proprio bella.
Finito mi girai verso di lei e gli porsi il quaderno. Lei lo ripose nello zaino con uno sguardo serio.
-Posso farvi una domanda?
Mi schiarii la voce
-Hem … certo …
-Come vi chiamate?
O.CAZZO!
Ok, calmacalmacalma … CAZZO CALMA!
Ok, allora … non sei l’unico in tutta la corea che si chiama Jongup. E Zelo non è l’unico che si chiama Jun Hong. Quindi?
Si, però aveva detto che gli ricordavate qualcuno … ok dai. Che ci sarà di male. Cioè, crederà che sia impossibile, giusto?!
Senza nemmeno accorgermene mi aveva tirato giù il copri collo.
Sgranò gli occhi.
Sgranai gli occhi.
Zelo sgranò gli occhi.
Andando avanti così ci sarebbero usciti dalle orbite.
Aveva la bocca spalancata.
Ormai il treno era vuoto. C’eravamo solo noi.
-Hei ragazzi! Perché questa mattina non mi avete aspettaAAAAAAAAH!
Ecco, da male in peggio.
-Non strillare idiota!
Jae annuì.
Da bravo idiota non si era portato neanche una sciarpa.
Lei mi guardò. Guardò Zelo. Guardò Yongjae. Guardò me.
-Ta-dah!
Dissi io.
Yongjae le fece uno dei suoi soliti stupidi esagerati sorrisi.
Lei annuì deglutendo rumorosamente.
-Q-q-q-q-q-quindi … v-v-v-v-v-v-v-voi … c-c-c-c-cioè … ok, sto s-s-s-s-sognando … è solo un sogno … ok … piano … respira Penelope … respira …
Penelope … bel nome …
Lei chiuse gli occhi e cominciò a parlare freneticamente in una lingua che non conoscevamo … forse era italiano.
Yongjae mi guardò e ci fece segno di alzarsi lentamente. Noi facemmo così. Lei non si accorse di nulla. Altrettanto lentamente andammo nel vagone dopo.
Ci sedemmo tranquillamente tirando un sospiro di sollievo.
-Ma non potevi metterti qualcosa?
Inveii io.
-E che ne sapevo che c’era una che ci conosceva?
-Be, dovrebbe essere una cosa abbastanza ovvia, coprirsi.
-Senti, lo so che in questi giorni sei Mr. Nervosino. Ma cerca di calmarti, ok?
-Calmarmi?!
Urlai, alzandomi dalla poltroncina.
-Si calmati!
Urlò Jae.
-Come faccio a calmarmi, Mr. Idiota?
-L’hai sentita anche tu, no?! Ha detto “è solo un sogno, è solo un sogno”. Quindi siamo apposto!
-Si certo. Spiegalo tu, adesso, agli hyung!
-Be, voi potevate anche non andarvi a sedere proprio vicino ad una nostra fan!
Si alzò anche lui.
-Ah be, scusa se una vecchia del cazzo ci ha obbligati a spostarci! La prossima volta, prima di sparare merda, informati!
Li ci rimase di stucco.
Mi guardò e abbassò la testa.
-Scusatemi …
Borbottò.
Aish! Che idiota quel ragazzo!
-Fa niente. Anzi scusami te.
Dissi, riprendendo la calma e sedendomi.
Zelo, intanto, si stava sbellicando dalle risate.
-E che ti ridi, tu?
Gli chiesi io dandogli una pacchetta in testa.
-E dai Uppie. Stai ridendo anche te!
-Si, mongolo. Sei così ridicolo che fai ridere chiunque!
E così passarono le ultime ore di viaggio. Tra risate e chiacchierate varie.
Ma una cosa non mi tornava ancora … che ci faceva qui Jae?!
 
PENELOPE  POV
-Penelope … hey Penelope! Hey!
Aprii un occhio
-Gnnnnn …
-Siamo arrivati! Dai alzati che facciamo tardi!
… mh … flashbak di quando eravamo arrivati a Seoul.
-Shi …
Risposi, ancora mezza addormentata. Mi alzai e per poco non ricaddi sulla poltroncina.
-Ti prendo io lo zaino, và!
Disse esasperato mio fratello.
 
Uscimmo dal treno seguendo Silver.
Dal vagone, dopo il nostro, vidi uscire tre ragazzi. Uno aveva i capelli rosa, uno sul rossiccio e uno biondi.
Flashbak:
-Hei ragazzi! Perché questa mattina non mi avete aspettaAAAAAAAAH!
Arrivò uno strillando.
-Non strillare idiota!
Gli disse quello che avevo accanto.
L’altro annuì.
Io li guardai uno a uno. Poi riposai lo sguardo su quello davanti a me, Jongup.
-Ta-dah!
Dissi lui.
Yongjae mi fece uno di quei stupidi esagerati sorrisi.
Io annuì deglutendo rumorosamente.
-Q-q-q-q-q-quindi … v-v-v-v-v-v-v-voi … c-c-c-c-cioè … ok, sto s-s-s-s-sognando … è solo un sogno … ok … piano … respira Penelope … respira …
Chiusi gli occhi e cominciai a respirare regolarmente.
OH.CAVOLO.
N-n-n-n-n-non era un sogno …
Jongup si girò verso di me e sgranò gli occhi.
-Hey Penelope! Vieni!
Mi chiamò Silver, che era più avanti con mio fratello.
-S-si, arrivo …
Dissi io, correndo verso di loro.
Ok, dovevo rimettere insieme un po’ di informazioni …
Capelli rosa: Zelo
Capelli rossi: Jongup
Capelli biondi: Yongjae
No no no!!!!!!!! Era impossibile, impossibile, impossibile!
Ok, non pensarci. Vivi la giornata!
-Hey, che ne dite se vi faccio conoscere un amico?
Ci chiese Silver. Noi annuimmo.
Eravamo sul piazzale davanti l’entrata della scuola ed era pieno di ragazzi e ragazze. Nessuno ci aveva squadrati da testa a pieni come nelle altre scuole. In effetti, bastava girare la testa di poco per vedere tipi stranini …
La cosa che mi colpì più di tutte fu, che quando passava Silver, si creava un varco senza bisogno che lei dicesse nulla … Doveva essere una veterana di quella scuola …
Dopo un po’ arrivammo accanto ad un gruppo di ragazzi.
-Scusate.
Disse lei. Tutti si spostarono.
Uau! Fortuna che eravamo amici suoi!
-Scusate!
Ripeté lei, con un accenno di fastidio nella voce.
I ragazzi abbassarono la testa e se ne andarono.
-Potevi anche essere meno reginetta!
Le disse un ragazzo appoggiato al tronco di un albero.
-Reginetta un corno! Erano fastidiosi!
Disse lei incrociando le braccia sul petto.
-E poi non ti sei accorto che ci sono due nuovi?
Lui continuava a maneggiare con il cellulare.
-In verità ce ne saranno 5 di nuovi, quest’anno.
-Sì almeno educato!
Rispose Silver sbuffando.
Lui alzò la testa e …
-Tu! Brutto idiota! Avevi intenzione di non salutarmi!
-E che ne sapevo che sareste stati voi i nuovi studenti!
-Ti odio!
E corsi ad abbracciarlo. 
 
 
.......................................................

HELLO! ECCOVI IL NUOVO CAPITOLO.....CHE NE PENSATE????????????? SONO FELICE CHE QUESTA STORIA STIA GIà FACENDO "SUCCESSO" ^-^
SU QUESTE NOTE SARò BREVE BREVE....
COMUNQUUUUUUUUEEEEEEE SE A QUALQUNO INTERESSASSE HO COMINCIATO UNA NUOVA FF SUI .........OOOOOOOOOOOOOOOOOOOH*rullo di tamburi*
oooooooooooooooooh...............NU'EST!!!!!!!!!
BYE BYE
AL PROSSIMO CAPITOLO
IL PANDA SCLERATO
Aris!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** i corridoi sono dei labirinti senza fine... ***


-Conoscete quell’idiota?
Sentii chiedere da Silver.
-è già …
Rispose mio fratello.
Io avevo la testa nell’incavo del suo collo. Si sentiva benissimo quel buonissimo profumo che aveva sempre avuto.
-Mi sei mancato …
Dissi a bassa voce.
Lo sentii ridere mentre ricambiava l’abbraccio.
-Hem … scusate?!
Chiese una voce irritata.
Io mi staccai dall’abbraccio e mi girai verso la voce che aveva parlato.
Mi ritrovai davanti una ragazza dai lunghi capelli castani,leggins blu con delle decorazioni gialle e bianche e sopra una maglia lunga gialla.
Io la guardai da testa a piedi, a mo’ di “WTF?!”.
-Ehy Sun! Lei è Penelope. Ti ricordi che te ne avevo parlato?
Il viso della ragazza s’illuminò subito e, da un’espressione stronza, si tramutò in un sorrisone dolcissimo.
Non so come, mi ritrovai stritolata in un abbraccio caloroso.
-Oddio! Scusa! È un piacerissimo conoscerti!
-Hem … ok, anche per me. Ma ora potresti mollarmi, per cortesia?
-Oh, si si. Scusa!
Mi rispose lei, mollandomi da quella morsa letale.
Era proprio una bella ragazza. Era più alta di me di circa 10 centimetri.
Io guardai l’idiota dietro di me, con uno sguardo a forma di punto di domanda. Lui si mise a ridere
-Lei è Kim Sun Ha. Ha 18 anni, come me ed è in classe mia. Ci siamo conosciuti all’inizio di quest’anno.
-Già. Mi sono trasferita dal Giappone.
Concluse lei.
-Ah, ecco perché non ti avevo mai sentita nominare da questo idiota!
E gli diedi uno scappellotto.
-No dai, poverino! Hair non ha fatto niente di male.
Notai che lui diventò tutto rosso.
Io lo guardai di sbieco.
-Cioè … tu ti fai chiamare Hair? Mi pigli per il culo?
Intanto Malcol era scoppiato a ridere.
Hair diventò ancora più rosso
-No, cioè si, cioè …
-Perché scusa?
Chiese Sun.
Io gli lanciai un’occhiata letale. Lui mi guardò con uno sguardo terrorizzato e scosse la testa. Io annuii.
-Allora … credo tu non lo sappia … ma … il suo soprannome …
In un attimo mi ritrovai con la bocca tappata da una grande mano.
-Il mio soprannome è molto bello!
Disse lui.
Niente da fare. Non sarebbe mai cambiato quel cretino. Pur di farsi vedere figo avrebbe fatto di tutto.
 
Stavamo tranquillamente parlando del Giappone con Sun Ha, quando la campanella ci riportò alla realtà.
Ci salutammo velocemente ed entrammo.
Io e mio fratello andammo dal preside, mentre gli altri andarono nelle loro rispettive classi.
Ormai tutti quanti erano già nelle loro classi, mentre noi, stavamo ancora cercando quel maledetto ufficio.
Io stavo ormai per schizzare, quando Malcol si accorse di una persona ancora nei corridoi. Così la chiamò
-Hey! Scusa! Scusa?!
Questo si girò e …
O.
CAVOLO.
-Hey! Ci si rivede!
-He già …
Risposi io, mezza traumatizzata.
Malcol aveva gli occhi fuori dalle orbite
-Sei … veramente tu …
-è già. Youngjae dei B.A.P in una scuola sperduta in mezzo alla campagna … strano, non vi sembra?!
Disse lui grattandosi la testa, quasi fosse in imbarazzo.
-Ma quindi non era un sogno quello sul treno?!
Chiesi io, più a me che a lui.
-è no.
Una persona “normale” in questo caso si sarebbe messa ad urlare come una matta, gli avrebbe chiesto un casino di cose, eccetera eccetera. Ma io no. Io lo guardai attentamente. Era in un evidente imbarazzo. Uau … un cantante dei B.A.P andava nella mia stessa scuola. Probabilmente avevano scelta quella scuola perché era dispersa nel nulla e quindi non rischiavano di essere riconosciuti.
Ma … un attimo … che cavolo ci faceva lui qui …
-Scusa – gli chiesi. Volevo togliermi ogni dubbio – se non sbaglio tu hai 19 anni … quindi, che ci fai qui?
-In verità, alla maniera coreana, ho 20 anni. Comunque … hem, è una lunga storia …
-Racconta.
Lo spronò mio fratello.
-Ecco, allora … sapete che noi cantanti non seguiamo regolarmente la scuola, no?! Ecco, l’anno scorso eravamo completamente sovrastati di concerti, di registrazioni, di interviste, insomma un casino, quindi non sono riuscito a fare l’ultimo anno. Visto che questa scuola mi piace, abbiamo chiesto al preside di farmi fare l’ultimo anno, nonostante l’età, e lui ha accettato. Quindi eccomi qua … disperso nei corridoi della scuola …
-No … anche tu non sai dove andare?
Chiesi io, disperata.
-Hem … già …
In quel momento il mondo mi cadde addosso.
PEEEEEEEEEEEERCHèèèèèèèèèèèè???????????
-NOOOOOOOOOO!!!!!!! – Urlai in preda ad una crisi –Mi sento già le parole del preside “Cominciamo bene l’anno, signorina Penelope, veramente bene! Ah, ma perché a me?! Che cavolo ti ho fatto di male?! Dimmelo, razza di un Grande Demone Celeste! Che ti ho fatto?! Manco ti avessi fatto un torto! E io che volevo almeno provare a non combinare casini anche qua! Ah, ma perché?! Ok, ragioniamo! I presidi sono glaciali quindi il suo ufficio si troverà a nord, giusto?! E se è un preside buono si troverà a sud?! E se è un via di mezzo?! Destra o sinistra?! Avanti o indietro?! E se chiedessimo in segreteria?! E se la segreteria si trova dove si trova anche il preside?! Ah, che casino! Però … ragioniamo … no! Non c’è niente da ragionare! Dannazione!
E continuai a sparare frasi random.
-Hem … non credi sia il caso di farla tacere?!
Chiese Jae a Malcol che scosse la testa
-Quando capirà che sta schizzando si fermerà da sola, tranquillo.
-Ok …
Rispose lui, poco convinto.
Dopo circa 5 minuti di puro delirio, mi fermai.
-Ho capito.
Dissi.
I due poveretti mi guardarono male.
-Sicura?!
Mi chiese Jae.
-No.
-Bene … che facciamo.
-Annusiamo l’aria e seguiamo l’odore di piedi.
Risposi sicura.
La cosa grave è che facevo sul serio.
Il biondino mi guardò scioccato.
-Cos’hai … detto …
-Annusiamo l’aria e seguiamo l’odore di piedi.
Risposi nuovamente, ancora più convinta.
-Annuisci e sorridi …
Gli disse mio fratello, stampandosi in faccia il sorriso più cretino che avessi mai visto, lo stesso che, un secondo dopo, avrebbe avuto anche Jae.
Io non li badai e cominciai ad annusare.
-Di la!
Esordii incamminandomi verso destra.
I due biondi mi seguirono.
Non passò neanche un minuto che, ovviamente, arrivammo davanti all’ufficio del preside.
-C-come diavolo hai fatto …
Mi chiese Jae, che si ostinava a non credermi.
-Ho annusato l’aria e ho seguito l’odore da piedi, te l’ho già detto due volte.
-è impossibile …
-Dai, entriamo.
Tagliai corto io, aprendo la porta ed entrando.
-Buongiorno signor preside, siamo i nuovi studenti.
Cominciai io.
-Ah si, certo, accomodatevi pure. Ma … non dovevate essere in 6?
-Non in 5?
Chiesi Malcol.
-No, 6. La signorina … - cominciò a cercare delle carte e poi lesse –Allora, la signorina Parkim Penelope. Poi Parkim Malcol, Yoo Youngjae, Moon Jongup, Choi Jun Hong e infine la signorina Carlos Eva. Sei.
-Allora, io sono Yoo Youngjae e loro …
-Io Parkim Penelope e lui mio fratello Malcol.
Da fuori della porta si sentii un casino bestiale, come se una mandria di bufali stesse arrivando di cacciata.
D’un tratto la porta si aprì e si affacciarono …
-Moon Jongup e Choi Jun Hong. Scusi il ritardo.
Dissero i due maknae inchinandosi più volte.
-Si si, tranquilli, sedetevi pure.
Rispose il preside con un caloroso sorriso. Lo stesso col quale aveva accolto anche noi.
Vi ho mai detto che io ho una mia cara amica che mi segue dovunque?! Si chiama FAMOSA SFORTUNA. E grazie a lei le uniche due sedie libere erano accanto a me. Che bello …
Quando Up mi vide accennò un sorriso che io non ricambiai.
I due ritardatari si sedettero.
-Bene ragazzi, adesso ,manca solo l’altra ragazza. Ma, visto che siete già in ritardo non possiamo aspettarla. Quindi vi dirò subito e velocemente le cose basilari. Allora, la nostra scuola, come avrete ben visto, non ha divise ne regole strane. Tutti i ragazzi sono liberi di esprimere ciò che sono. Ovviamente sono vietati gli abiti che fanno vedere troppo … avete capito, no?! Sono vietati atti di bullismo e di maleducazione verso i professori. Durante le lezioni si pretende attenzione e concentrazione. Domani vi darò anche dei moduli per fare attività extrascolastiche che, se vorrete, potrete fare. Questo e tutto. Ora vi dirò le vostre classi … allora … Parkim Malcol, tu sei in 2H, puoi andare. Fuori dovrebbe esserci un tuo futuro compagno che ti accompagnerà in classe.
Detto questo, Malcol, uscì facendo un inchino.
-Poi … Moon e Yoo, voi siete in 5G. La stessa cosa che ho detto ha Parkim vale anche per voi.
Uscirono anche loro.
-Ed infine … Choi e Parkim, voi siete in 3B.
-Insieme?!
Chiedemmo insieme, io e Zelo, sporgendosi dalla sedia.
-Si, insieme. Perché?! Ci sono problemi?!
-Si.
Dissi io.
-No.
Disse Zelo sovrastando la mia voce.
Ci guardammo e ci lanciammo un’occhiata.
-Non ci sono problemi!
-Si invece!
-E che problemi ci sarebbero?!
-Che problemi ci sarebbero?! Ma ti senti quando parli?!
La risata del preside bloccò quel piccolo battibecco.
-Dai, su, andate. Scommetto che diverrete grandi amici!
-Come no!
Commentai sarcastica io, a denti stretti.
Ci alzammo, ci inchinammo ed uscimmo.
-Hem … dov’è il compagno che dovrebbe accompagnarci?!
Chiesi io guardandomi intorno.
-è bello rivederti!
Io lo guardi e alzai un sopracciglio.
-Ti pare il momento adatto?!
-Perché no?!
-Oddio, siamo presi male …
Lui mise il broncio. Io gli feci la linguaccia.
-Hem … se avete finito vi porto in classe.
Disse una voce alle nostre spalle. Noi ci girammo.
Una piccoletta dai lunghi capelli di un lilla sbiadito ci stava fissando con le mani sui fianchi … un attimo …
-Silver?
Chiesi io.
-è già. Non mi avevi riconosciuta?! Ah, sono i capelli! Comunque venite, vi porto in classe!
Rispose lei cominciando a camminare.
Aveva dei capelli bellissimi. Lunghi quasi fino alla vita, lucidi e leggeri, con il ciuffo a destra. Ti davano anche l’impressione di essere morbidissimi.
Camminammo per un po’ fino a che non si fermò davanti ad una stanza. Si girò e ci guardò attentamente
-Allora … sapete che questa è una scuola d’arte, no?! Ecco, ora entreremo in una stanza che usiamo per … registrare.
-Come scusa?!
Le chiese Zelo.
-Si … ecco … da questa scuola escono molti artisti. Musicisti, cantanti, attori, pittori, scultori, di tutto. È poco conosciuta per la posizione in cui si trova, ma è fantastica. Ti da molte possibilità di metterti alla prova e … spero che vi divertirete. Ah, prima di entrare. Zelo, dopo mi puoi fare un autografo?! Grazie.
Il maknae arrossì come un pomodoro.
Detto questo … aprì la porta e …  

----------------------------



BUINGIORNIO!!!!!!!!!! ECCO QUAUN NUOVO CAPITOLO!!!!!!!!!!!!!!!!YUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUHUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
CHIEDO VENIA PE IL FATTO CH è COOOOOOOOOORTOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!PEEEEEEEEEEEEEEEEEERDOOOOOOOOOOONAAAAAAAAAAAATEEEEEEEEEEEEEMIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!
VI PLEGO....
COOOOOMUQNUE CHE NE PENSATE?! MI FA SEMPRE PIACEE RICEVERE VOSTRE RECENSIONI!
ALLLLLOOOOOOORAAAAAAA ORA VI FACCIO UN Pò DI DOMANDINE:
1TRA TUTTI I CAPITOLI QUEL'è LA PARTE CHE VI HA FATTO RIDERE DI PIù?
2SE DOVESTE DARE UN VOTO DA 1 A 10 A QUESTA FF QUANTO SAREBBE? PRCHè QUEL VOTO?
3PERSONAGIO PREFERITO E MOTIVO?
4TROPPE DOMANDE?

SPERO RISPONDIATE!
AH, PRIMA DI ANDARE: BAKHA...RICORDATI D RECENSIRE!
bye bye
il vostro panda azzurro e fucsia
Aris

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** hold my hand ***


 -Hajimete kimi ni deatta hi ga atarashii "Birthday"-Umare kawaru kimi no tame ni niauyo ni "Lady"
-Daremoga umareta toki-niwa fukanzen
Fui pervasa da un strano calore per tutto i corpo.
Fire, degli SHINee.
Il primo gruppo K-Pop che conobbi.
Guardai, attraverso il vetro, dentro la stanzetta dove tre ragazzi stavano registrando. Fuori da essa, dove eravamo anche noi, era pieno di persone.
Io mi girai verso Silver e gli chiesi
-Chi sono?
-Non ne ho idea …
Rispose lei con gli occhi che le brillavano.
Cercai di identificare i tre ragazzi e …
-Non ci credo …
Sussurrai tra me e me.
-è già – disse una voce alle mie spalle –Hair ha una voce fantastica.
Era Sun Ha che aveva parlato.
-Io non l’avevo mai sentito cantare … cioè, si, ma solo rap. Mai come vocalist …
-Come lo conoscete?
mi chiese lei di punto in bianco, continuando a tenere lo sguardo fisso su l’idiota e … O CAVOLO! Non mi ero accorta di chi erano gli altri due.
Jongup.
E.
Yongjae.
O mio dio … avevo sempre sentito la voce di Yongjae e la adoravo … ma quella di Jongup si sentiva sempre così poco … erano tre voci bellissime …
-Mio cugino. Hair è un amico di mio cugino. Io e mio fratello venivamo ogni vacanza qui e così conoscemmo anche alcuni tra gli amici più stretti di nostro cugino. Hair era ed è tutt’ora uno tra quelli.
-E tuo cugino chi è?
-Ah, non credo lo conosci se sei arrivata qui solo quest’anno. Comunque si chiama Misan.
Lei mi guardò perplessa.
Ma che …?
Ah, giusto!
-No no! Non è giapponese. È che io lo chiamo con un suffisso giapponese perché ho la fissa per quel posto e soprattutto per i manga e le anime. Il suo vero nome è Parkim Mihyun.
Sun Ha sgranò gli occhi.
-Ma … Mihyun … non è …
Non fece in tempo a finire la frase che Silver mi trascinò via.
Io la guardai male.
-E adesso che ti prende?!
-Ma ti sei accorta che gli altri due sono Moon Jongup e Yoo Yongjae?
Mi chiese, stritolandomi il braccio.
-Ah, si … - risposi io semplicemente –Pensa che me li sono anche trovata in treno. Quando tu e mio fratello stavate dormendo quei due, insieme a Zelo, hanno fatto un casino madornale.
Lei mi mollò il braccio quasi delusa.
-Perché quella faccia?
-Perché volevo vederti sbavare un po’. Tutto qui. Io ci sono abituata a vedere idol … però trovarsi a scuola i propri idol preferiti … è sempre uno shock, anche se ci sei abituata.
Non ci avevo capito molto …
-Come ci sei abituata?
-Si, quelle due!
Disse la voce dell’idiota da dentro la stanzetta.
Gli altri due erano già usciti, era rimasto dentro solo lui.
Aspetta … perché ci stavano guardando tutti?!
Una prof ci si avvicinò
-Tu devi essere Parkim, giusto?!
-Hem … si …
Era una ragazza giovane con lunghi capelli neri e occhi azzurri. Occidentale. Aveva un vestito che gli cadeva morbido di color verde.
-Bene, io sono la tua nuova insegnante di canto. Mi chiamo Ludovica Castelloni. Sono italiana proprio come te.
-Hem … uau …
-Hai sentito che quell’idiota la dentro vi ha chiamate … no?!
Lo chiama anche lei idiota?!
Allora fa proprio successo l’idiota!
-Si …
Rispondemmo io e Silver scambiandoci un’occhiata preoccupata.
-Bene, dovete andare a cantare.
Detto questo ci spinse dentro la stanzetta.
-Ma prof!
Cercò di venirne fuori Silver.
-Niente ma! Lei è nuova quindi deve abituarsi!
-Per l’appunto! È nuova! Non vogliamo mica traumatizzarla!
-Niente storie Silver!
Lei sbuffò.
Ci mettemmo le cuffie.
-Cosa volete?
Ci chiese la prof.
-Che canzone volete?
Ci chiese Hair.
Io e Silver ci guardammo.
Io non avevo un gran repertorio di musica K-Pop. Si la conoscevo, ma non ero informata come mio fratello.
-Dazzling Girl!
Esultò Sun Ha che era appena entrata.
-Anche Sun Ha! Perfetto. La devo ancora sentire cantare. Qualcun altro si propone?
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
-Nessuno?
Silenzio.
Dalla folla si alzò una mano
-IO!
-Vieni avanti.
Una ragazza occidentale dai capelli di un rosso bordeaux innaturale legati in una crocchia venne avanti.
Aveva una bandana blu con decori bianchi in testa, dei jeans morbidi a cavallo basso e un semplice top beige. Una spessa linea di eyeliner sopra la palpebra e due piccoli dilatatori neri.
Che tipa strana …
-Tu saresti …
Chiese la prof.
-Carlos Eva.
Quella che era in ritardo!
-Bene, Eva. Puoi andare.
Questa entrò.
Si mise accanto a me e si infilò le cuffie.
-Sul monitor in alto verrà fuori il testo della canzone e le parti assegnate ad ognuna, barra Hair, di voi. Leeeeeeeet’s … GOOOO!
Detto questo partì la canzone.
Sentivo l’ansia crescere in me … sempre di più.
La prima a cantare era Sun.
Silver.
E … io!
Poi tutti insieme.
Eva …
Tutti ci girammo verso di lei …
Aveva una voce un po’ bassa e con un accento di roco …
Era una voce rara … non se ne trovavano tante così …
Mentre quella di Sun era più acuta.
Quella si Silver era un po’ piccolina, quasi da bimba, ma molto potente.
Verso la fine ci fu il pezzo reppato di Hair, impeccabile come sempre.
Finita la canzone tutti ci stavano guardando con gli occhi fuori dalle orbite e le bocche spalancate.
Senza nessun preavviso partì Unbrekable.
Subito, Silver e Hair cominciarono a reppare.
Finita la parte reppata toccò a me.
Dopo di me a Eva.
Su quel bravo quella nota roca veniva tutta fuori ed era una cosa unica …
Notai, però, che non era la canzone originale … c’era qualcosa di strano …
-YEEEEEEE!
Parte mia.
Poco dopo la canzone finì e la prof parlò
-V-voi avete già cantato altre volte insieme, vero?!
Noi ci guardammo tutti.
-No.
Dicemmo insieme.
-C-come cavolo avete fatto?
-A fare cosa?
Chiesi io.
-Avete creato una perfetta armonia incrociando le vostre voci … quasi foste tutti legati insieme e come se fosse una voce unica … proviamo un’altra canzone … ok?!
Noi annuimmo.
Cos’avevamo creato?!
Anbo!
What the hell.
B.A.P.
Iniziarono Hair e Sun.
Quella ragazza riusciva a fare degli acuti pazzeschi.
Sul pezzo rap di Zelo ci fu Silver … ma … era più veloce del solito …
HO CAPITO!
Avevano velocizzato di poco le canzoni perché così le nostre voci potessero starci dietro!
Che genio! Gloria me!
Ormai ero partita.
In tutti i sensi.
Stavo cantando liberamente.
Non ero più rigida come all’inizio. Mi ero sciolta un po’. Non del tutto però …
Poi … fui colpita davvero.
C’era un piccolo pezzo reppato.
Non lo stava facendo Hair e neppure Silver.
Ma allora chi …?
Mi girai e … ERA STATA EVA?
O.
CAVOLO!
Quella ragazza aveva veramente una voce …
Riusciva ad arrivare così bassa che neppure un Yong Guk ce l’avrebbe fatta!
Lei notò che la stavo fissando, probabilmente con gli occhi spalancati, e così mi fece un sorrisino imbarazzato.
-Ok ora vorrei che rimanessero li dentro solo Parkim, Silver e Hair. Vi da problemi.
Tutti noi scuotemmo la testa e le altre uscirono.
-Conoscete la canzone Replay di Iyaz?
Io annuii tutta entusiasta. Adoravo quella canzone!
Mentre Hair e Silver si scambiarono uno sguardo perplesso.
-Ok, va be! Seguite il ritmo, tanto siete bravi in questo. Comunque … Penelope, sai che è praticamente tutta reppata, no?! Io ti chiedo di fare la tua parte come vocalist e non reppata … credi di farcela?
-Certo … o almeno ci provo …
-Ok … Let’s go!
-Shawty’s like a melody in my head,
that I can’t keep uot.
Got me singing like.
Na, na, na, na everyday.
It’s like my iPod stuck on replay.
Cominciai io.
Avevo chiuso gli occhi.
Non seguivo le parole dal monitor ma andavo a memoria.
Quando sentii partire Silver mi bloccai e riaprii gli occhi.
Mi ero scordata che c’erano anche loro!
Per evitare di cantare anche le loro parti tenni gli occhi aperti per tutta la durata della canzone.
Il ritornello lo cantavamo insieme, mentre le loro parti singole le cantavano reppate.
Dopo tre minuti, finalmente, finì la canzone. Stavo per togliermi le cuffie e andarmene quando la voce di quella prof mi bloccò
-Dove credi di andare, bella?! No no no. Rimani pure dentro. Adesso vi faccio andare altre canzoni.
-Ma prof …
Protestai io.
-No!
Niente da fare.
Quella era irremovibile!
Pretty Girls sempre sua, ft Travie McCoy.
Hair era partito di cacciata muovendo anche le mani.
E bravo il mio rap!
Silver muoveva la testa a tempo e batteva il piede.
Io ero l’unica ferma. Mi sentivo troppo osservata quindi non riuscivo a lasciarmi andare.
Higher, Taio Cruz ft Travie McCoy.
Silver faceva la parte di Travie mentre Hair quella di Taio.
Io?!
Dovevo aspettare il ritornello.
Non riuscendo ad arrivare alta come Taio Cruz la feci più bassa.
La prof continuava a guardarci con sguardo indagatore mi stava mettendo un po’ in soggezione …
E, per completare l’opera, i tre idol si erano messi a scegliere le canzoni da farci cantare.
Ormai i due accanto a me erano entrati nel vivo della canzone.
Mi sentivo così esclusa, così fuori posto … cosa centravo io la dentro?!
Cosa …?!
Non feci in tempo a finire di chiedermi che Dynamite partì.
Cantai … ma sempre con quella atroce domanda che mi aveva messo in difficoltà …
Che cavolo centravo io con quel mondo?!
Io ci sono abituata a vedere idol …
Mi rivennero in mente le parole di Silver e, non so perché, mi colpirono come un macigno …
In che senso era abituata?!
Che voleva dire …?
E pensare io che non avevo mai visto un idol … a parte quei tre idioti.
Io che non ero bai andata ad un concerto, che non ero mai entrata in un backstage, che non avevo neanche un misero autografo o, che fino a pochi giorni prima, non avevo neppure un poster. Avevo solo gli MV e le canzoni … tutto qui. Ed era già tanto se riuscivo a beccare qualche intervista dai siti italiani.
Cosa voleva dire con quella frase?!

E per di più lei si era rapportata così facilmente con Zelo e anche quando aveva visto gli altri … mentre io ero quasi entrata in uno stato di shock … no, ci ero proprio entrata!
Gli aveva chiesto così facilmente un autografo facendolo addirittura arrossire.
Io, l’unica cosa che avrei ma potuto far arrossire, era un pomodoro, che quello, poverino, è sempre rosso.

Un pomodoro …

Pensare com’è può essere difficile la vita per un pomodoro ti mette depressione.
Povero, insomma. Per tutta la vita sembrerà o imbarazzato o incazzato … due stati emotivi completamente diversi …
Un’adolescenza da pomodoro deve essere una tra le cose più difficili a questo mondo.
Poi, con quella testa rotonda che si ritrova …

Bloccai un attimo quel ragionamento folle.
Cioè … io avevo fatto tutto quel discorso del pomodoro mentre cantavo e partendo da un discorso serio?!
Ma come cavolo facevo ad essere così cretina?!
Bah, i misteri della vita.
In quel momento mi venne in mente il prete quando spruzza acqua dicendo
“Miiiisteeerooo deellaa feeeedeeeee …

Ecco!
Di nuovo!
Avevo fatto un altro paragone cretino, e intanto continuavo a cantare leggendo.
WHAAAAA! Non mi sarei mai capita!
Tornai in me e notai che stavamo finendo di cantare … Beautiful Monster di Ne-Yo?????????
E da quando???????
Quanto cavolo mi ero persa a pensare quelle robe?!
O mio dio …
They don’t care about us, Michael Jackson.
Uno tra i miei cantanti preferiti.
Il re di tutta la musica!
Notai che stavo cantando solo io …
Perché?!
Mi girai e notai che ero rimasta sola dentro la stanzetta.
Fui pervasa da un’ansia inimmaginabile, ma continuai a cantare …
O almeno ci provai …
Cavolo! Mi ero dimenticata di nuovo le pastiglie! Non ci voleva! Non me le ero neppure portata dietro … DANNAZZIONE!
Continuai comunque a cantare, anche se sapevo che non sarei resistita più di tanto. Per di più, quella mattina, avevo già cantato troppo per la mia salute. Cioè, se mi fossi ricordata di prendere le pastiglie in quelle ultime 2 settimane, ce l’avrei fatta senza problemi, ma …
Hold my hand ft Akon …
O cavolo!
No no no no no no no no no!!!!!!!
Quella canzone no!
Non potevo … non potevo … non davanti a tutti … non potevo mettermi a piangere davanti a tutti …
Senza nemmeno accorgermene ero già partita a cantare …
-Hooold my haaand …
Ormai ero andata. Solo la fine mi avrebbe fermata …
La fine …
Se non fosse stata la fine della canzone sarebbe stata la mia …
Chiusi gli occhi e mi liberai di quella corazza rigida che mi ero creata.
Cominciai a muovere la testa …
Le mani tenevano le cuffie …
Il piede che batteva il tempo …
Dopo un po’ sentii dei battiti di mani … erano le persone che mi stavano guardando …
Emozioni …
Tante, troppe emozioni …
Quella canzone mi ricordava fin troppo …
Fin troppo …
Sentii i miei occhi pizzicare e una goccia solcarmi la guancia destra …
Un nodo allo stomaco mi fece appoggiare la mano la …
-Hold my hand …
Sussurrai le ultime parole.
Poi … successe. Era inevitabile.
La testa cominciò a girarmi e mi ritrovai distesa a terra …
Rumore …
Tanto rumore intorno a me …
Vedevo a scatti …
Nero. Luce. Nero. Luce …
Poi qualcuno mi prese in braccio correndo e …
Nero.



 ----------..................,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,--------------.........,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,


BUONGIORNO PEOPLE!!!!!!!!!! HOW AAAARE YOUUUU??? I'M FUN TEEENKIUUUU ...*<-- si sente tanto Yongjae in "diary singapore" quando è solo in camera perchè Daehyun è andato a prendere la colazione e lui si annoia, così comincia a parlare in una sottospecie di inglese, alla telecamera*
BENE, FINITO LO SCHIZZO YONGJAE!*si sente un sospiro di sollievo*
COOOOOMUNQUE! CHE NE PENSAAAAATEEEEE???? COSA SARà MAI SUCCESSO ALLA NOSTRA PENELOPE??????
LO SCOPRIRETE NELLA PROSSIMA PUNTATA DI ...
A TUTTO.
REALITY.
AZIONE!
*si sente tanto Chris O.o...*
*si schiarisce la voce* HEM, SCUSATE ...
COMUNQUE LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO CAPIIIITOLOOOOO!!!
KEKEKEKE!!!!
BULA BULA!
CHE NE PENSATE DEL RAGIONAMENTO SUL POMODORO?
IO LO TROVATO MOLTO INTERESSANTE E PURE VERO!
IL PROBLEMINO è CHE NON AVEVO INTENZIONE DI METTERLO .... è VENUTO E BASTA *e dove sta il problema?!*
COMUNQUE....VISTO CHE QUESTI8 CAPITOLI SONO PIù CORTINI E CHE VI HO FATTO ASPETTARE PIù DEL SOLITO ... VI HO FATTO UNA SORPRESINA....

UN EXTRA!!!!!!!!!!!!:

LA STORIA DEL POMODORO.
UN  GIORNO, POMODORO, INCONTRò POMODORA E SI INNAMKORò SUBITO DI LEI.
PURTROPPO, LUI ERA SEMPRE TUTTO ROSSO E TUTTI LO PRENDEVANO IN GIRO PERCHè DICEVANO CHE ERA SEMPRE IN IMBARAZZO.
INVECE POMODORA ERA TUTTA
VERDE.
COSì, POMODORO, SI CONFESSò A LEI CHE PERò LO SCARICò E LUI, DEPRESSO, DIVENTO KETCHUP...
FINEEEEEEEE


BELLA STORIA VERO?!
SPERO DI NON AVERVI ROTTO TROPPO.... E....
HA HA! CREDEVATE CHE AVESSI FINITO E INVECE3 NO!
VOLEVO DIRVI CHE DENTRO LA MIA TESTA SI STANNO MATERIALIZZANDO ALLA VELOCITà DEL RAP DI SILVER, UNA CENTINAIA DI STORIE E FF.
QUUUIIINDI PROBABILMENTE NE PUBBLICHERò ALTRE...FORSE...
BU BU!
Bye bye
Il vostro panda sclerato
Aris*Chan

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** WHAT?! ***


SUN HA POV
“-Però è veramente brava a cantare, Penelope!
Disse Jae accanto a me.
-Già, - risposi io – ma non  la staremo sforzando un po’ troppo?
Chiesi alla prof.
Lei scosse la testa.
-Ne è sicura?
S’intromise Up.
-Ragazzi, se la stessimo pressando troppo si vedrebbe, tranquilli.
Io e Jae ci guardammo e facemmo un’alzata di spalle.
È già, ero finita in classe con due vocalist dei B.A.P.
Forse loro non se n’erano accorti che li avevo conosciuti, perché mi parlavano tranquillamente. Poi trovavo la compagnia di Jae molto bella. Era simpatico, gentile, aperto e non faceva problemi a chiedere se non sapeva. Proprio un bel ragazzo, sia esteticamente che di carattere.
Hold my hand di Michael Jackson.
Proprio bella quella canzone.
La stavo guardando, quando ad un certo punto vidi qualcosa luccicare sulla sua guancia … una lacrima?

Si, era una lacrima …
Quella ragazza …
Quanto legame poteva avere con quella canzone per essere così legata ad essa?!
Finita la canzone tutti quanti applaudimmo. Certe ragazze si erano anche messe a piangere. Penelope aveva una tale voce che riusciva a trasmetterti tutto … una voce così bella che non sembrava neanche umana …
Fu un attimo …
La vidi spaesata ed un secondo dopo era stesa a terra.
Vidi nello sguardo della prof puro terrore.
Cosa le era successo?
Non ci pensai due volte. Entrai nella stanzetta, quasi buttando giù la porta.
La scossi due tre volte, ma niente.
-Penelope! Penelope, rispondi! Cazzo …
Non si svegliava.
La presi in braccio e corsi fuori dalla stanza.
Sentii delle voci chiamarmi, ma non me fregava niente.
Stavo correndo per i corridoi, quanto una mano mi si posò sulla spalla.
-Noi veniamo con te!
Mi girai e mi ritrovai davanti Jae, Up, Zelo, Hair e Silver.
Io annuii e ricominciai a correre.
1 ora dopo
Eravamo all’ospedale. Stavamo aspettando che qualcuno venisse a chiedere della ragazza. La scuola probabilmente aveva avvisato qualche familiare.
Penelope era distesa sul lettino e noi eravamo seduti intorno a lei.
Silver che le stava leggendo delle poesie.
Jae che le teneva la mano.
Up che la guardava come se fosse un alieno.
Hair che le accarezzava i capelli.
Zelo che stava scrivendo qualcosa.
Ed io che stavo la, in piedi, davanti al lettino, con gli occhi che mi pizzicavano.
Perché tenevo così tanto a quella ragazzina che non conoscevo neppure tanto bene?
Perché?
Eppure, mi ero ripromessa mille volte di non cascarci più.
Di non affezionarmi più troppo alle persone.
Ma allora, perché?
Non potevo trattarla come trattavo la maggior parte delle altre ragazze?
Già … perché io … diciamo che non stavo simpatica a tante persone …
A primo impatto sembravo tanto gentile, simpatica e carina ma se qualcuno mi stava in culo, diventavo la più stronza della terra.
Come quando avevo visto Hair e Penelope che si abbracciavo. Ero intervenuta da stronza. Ma poi, quando mi aveva detto che si trattava della sua cara amica, mi ero subito addolcita.
Quindi diciamo che ero parecchio lunatica.
 
-Quando la luna incontra le tenebre,
le rischiara con la sua chiara luce pura.
Quando la paura si insinua nel tuo sonno,
lei compare rischiarando il buio cretosi nella tua mente.
Ed è così che quella magnifica voce rischiara le mie giornate,
rendendole accese e felici,
come fa la luna con la notte.
Finì di leggere Silver.
-Di chi è?
Le chiese Up.
-Non lo so. L’ho trovata nel suo zaino …
-Posso?
Lei glielo porse.
Lui osservava con attenzione pagina per pagina, senza togliere un solo attimo gli occhi da li.
Che tipo strano ch era quel ragazzo …
-Hem … scusate, siete tutti parenti della signorina Parkim?
Chiese timidamente un’infermiera entrando nella stanza.
-No – risposi io – siamo suoi amici. Che le è successo? È qualcosa di grave? È arrivato qualcuno chiedendo di lei?
Chiesi io, tutta agitata.
-Mi scusi, ma qui dentro possono rimanere solo due persone che non sono suoi parenti.
-MA LE MI RISPONDA!
Urlai contro quella poveretta.
-Mi dispiace molto, ma non possiamo dirle niente. È concesso sapere solo ai familiari. Mi dispiace.
Rispose la poveretta, inchinandosi e andando via.
-Io direi che rimangono qui dentro Hair e Suna ha. Hair la conosce da quando è piccola, se non sbaglio.
Disse Silver, alzandosi.
Uscii sbattendola porta.
5 minuti dopo
Mi ero seduta in sala d’attesa ad aspettare, quando in lontananza vidi Jae e Up venire verso di me.
-Ehy …
Mi disse Jae
-Ehy …
Risposi io.
-Dentro la stanza sono rimasti Silver ed Hair.
Mi disse, sedendosi vicino a me.
Io annuii.
Jongup era rimasto in piedi, appoggiato al muro, con lo sguardo rivolto a terra.
Jongup … quel ragazzo nelle interviste e nei programmi televisivi era sempre sorridente e allegro, timido, ma allegro. Mentre da quando era entrato in classe, non gli avevo visto ancora un sorriso …
Appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi.
Ero stanchissima …
 
Riaprii gli occhi.
Avevo la testa appoggiata alla spalla Jae che dormiva. Mentre Up era seduto per terra, sempre con lo sguardo fisso.
Guardai l’orologio …
LE 4 DEL POMERIGGIO?
Già LE 4?
-O cavolo o cavolo o cavolo!
Cominciai a dire cercando di raccattare tutte le cose che erano cadute dalla mia borsa.
-Ehy, - mi richiamò Up – vuoi una mano’
-No no, tranquil …
Non feci in tempo a finire la frase che era già accanto a me che mi aiutava.
Finii di mettere le cose dentro la borsa e mi alzai.
-Dico io al bel addormentato che sei dovuta andare via, tranquilla.
-Ma che …? Sai leggere nel pensiero?
Lui rise.
-Ecco, - dissi – sei molto più bello quando sorridi.
-Lo terrò a mente.
-Io vado, ciao.
-Ciao.
E corsi via.”
 
-Buongiornoooo.
-Waaah!
Tonf!
-Tutto bene?
Chiese il cliente che era appena entrato, con voce preoccupata.
-Si si, tutto bene, non si preoccupi.
Risposi, massaggiandomi il sedere.
Ero sonoramente caduta dalla sedia, nella quale avevo preso sonno.
Avevo sognato quello che era successo in ospedale …
-Hem … mi scusi … avrei bisogno di un aiutino …
-Ah?! Si si, mi scusi. – mi rialzai da terra e uscii da dietro il bancone – mi dica.
Cercai con lo sguardo il cliente ma non lo trovai.
-Sono qua!
Vidi muoversi una mano e andai in quella direzione.
Trovai un ragazzo dai capelli mori un po’ schiariti, con la testa completamente immersa in un libro.
-Hem … cosa stai cercando?
Gli chiesi.
-Mh … qualcosa di bello …
Rispose lui, sempre con la testa veramente dentro il libro.
 
Io, come lavoro part-time, lavoravo in una biblioteca. Era un lavoro che adoravo, visto che io leggevo tantissimi libri. Probabilmente avevo già letto tutti i libri del reparto horror … avventura … amore … e tanti altri … quindi conoscevo ogni singolo angolo di quella immensa e vecchia biblioteca. Gli interni erano tutti in legno, il bancone era fatto di un legno molto scuro, gli scaffali non erano troppo altri, ma in compenso erano lunghissimi e, anch’essi, in legno. Dietro il bancone c’era una scala a chiocciola che portava alla mansarda da dove si poteva accedere al tetto e leggersi i libri in tranquillità. Il vecchio che la teneva era un signore un po’ scorbutico ma che amava molto quel posto. La prima volta che lo incontrai era d’estate, quando mi ero appena trasferita. Ero entrata li dentro per trovare un libro, e la, dietro a quel bancone enorme, c’era quel vecchio intento a leggere un librone enorme. Gli chiesi dove potevo trovare dei libri gialli. Quando glielo chiesi i suoi occhi si illuminarono e mi indicò la fila. Alla fine andai a casa con 4 libri, che finii in una settimana. Tornavo il quel magnifico posto ogni settimana.  Fin quando, un giorno, gli chiesi se potevo lavorare li, e lui acconsentì senza farsi problemi.
 
-Tutti il libri sono belli.
Risposi a quel ragazzo.
Lui alzò la testa e mi guardò con una faccia perplessa e stupita allo stesso tempo.
O cavolo …
-Sono indeciso se prenderne uno giallo oppure noir, o horror, oppure poliziesco, ma credo sarebbe meglio qualcosa di leggero, o di malinconico. Ecco … vedi?! Non ho le idee molto chiare …
-è già … vedo …
D’un tratto sentii della musica.
Quella cavolo di radio rotta!
Lu piegò la testa di lato e cominciò a canticchiare.
Secret love …
Dei B.A.P …
Che bella figura di merda!
Lui mi guardò e fece uno strano sorrisino, prima di rimettere la testa dentro il libro.
-Non saprei proprio … tu cosa mi consigli?
Io ci pensai un po’.
-Credo che un bel libro di Nicolas Spark sia la dose giusta tra malinconia e amore … altrimenti se vuoi qualcosa di deprimente al massimo c’è “Storia di una Capinera”, che a parer mia, è uno tra i libri più deprimenti che esistano. Altrimenti c’è un libro veramente bello, di uno scrittore italiano. Ne abbiamo solo una copia. Si chiama “Bianca come il latte Rossa come il sangue”. Altrimenti ci sarebbe un bel libro francese, “gli ingredienti segreti dell’amore”. Se no si va più sul classico-fantasy con “il signore degli anelli”. Però non so se ti piaccia come genere. Perché, sempre classico-fantasy ci sarebbero anche “le cronache di Narnia” che è un bel libro.
Lui alzò nuovamente la testa e mi guardò con un’espressione spaventata.
Io cercai di non ridere.
-Mi sono perso a “Nicolas qualcosa”.
-Hem … ok … allora … facciamo una cosa: io ti cerco un po’ di libri, che a parer mio, potrebbero piacerti, e tu intanto ti fai un giretto. Oppure puoi venire con me.
-Opto per la seconda.
Mi rispose, riponendo il libro.
Io cominciai a camminare e lui mi veniva dietro come un cagnolino.
-Allora … di Nicola Spark … “ho cercato il tuo nome”, “i passi dell’amore” … si, vanno bene. Poi … “storia di una capinera”, “il diario di Anna Frank” e “il ritratto di Dorian Gray”. “bianca come il latte rossa come il sangue”, “gli ingredienti segreti dell’amore”. La trilogia completa de “il signore degli anelli” e de”le cronache di Narnia” …
Avevo le mani piene di libri
-Hem … vuoi una mano?
-Si, grazie.
Detto questo gli diedi tutti i libri.
-Pesanti?!
Chiesi io.
-N-no … t-tranquilla …
Se se, per poco non faceva un infarto.
Continuai imperterrita a cercare libri.
-Sempre di uno scrittore italiano, Italo Calvino, c’è “l’Orlando furioso”. Di horror c’è una raccolta di classici che si chiama “i racconti del gatto nero”. Non è molto conosciuto, ma ti fa una scaga assurda. Ah! Sempre di Nicolas Spark! “the last song, l’ultima canzone”, “non dimenticare di guardare la luna” … mh … credo possa bastare …
Dissi, dirigendomi verso il bancone.
Poggiammo il libri sopra.
-Bene, - dissi io – ora devi solo scegliere.
-Solo, è?!
-Ma si dai … cosa vuoi che siano un po’ di libri?!
-Si … proprio pochi …
-Questo mi fa capire che non sei abituato a leggere …
-Hem … non tantissimo … ma visto che in questo periodo non sto molto bene, ho l’influenza, stavo cercando qualcosa da leggere per non annoiarmi.
-Ah … be, mi dispiace.
Lui fece spallucce e cominciò a leggere le trame dei libri.
Dopo una ventina di minuti aveva scartato quasi tutti i libri.
Io mi sedetti e continuai il mio amato libro.
Passarono altri venti minuti e gli rimanevano due libri.
Io mi sporsi per vedere quali aveva scelto.
“the last song”, “Bianca come il latte Rossa come il sangue”, “ho cercato il tuo nome” e “i passi dell’amore”.
-Deve piacerti Nicolas Spark come scrittore.
Lui alzò la testa e mi guardò dritta negli occhi.
Cavolo che bello!
-Hem … non ho mai letto un suo libro … ma la trame mi piacevano, così li ho presi.
-An.
Risposi alzandomi dalla sedia.
-Allora … li devi riportare entro un mese. Altrimenti, se fai ritardo, devi chiamare ed avvisare. Questo è il mio numero. – e gli porsi un biglietto da visita – Non avendo il telefono qua e visto che il proprietario non è una tra le persone più simpatiche, ti do il mio. Non preoccuparti per chiamare.
Lui annuì prendendo il biglietto.
-Aspetta un attimo che registro i libri e poi puoi andare.
-Non ti serve una carta o qualcosa del genere?
-No. Qui siamo molto indietro. Ma sappi che se non riporti i libri ti becchiamo. Mi scrivo i titoli, il nome della persona e il suo numero di telefono, per avvisarla se è fuori data.
Spiegai, prendendo il libro per le registrazioni.
-Quindi vuoi avere il mio numero, è?!
Chiese lui con voce maliziosa e facendo un sorrisino.
-è già, sono una stalker.
Lo liquidai velocemente io.
Lui si mise a ridere.
-Però c’è un problema … non ho il cellulare. Ti va bene l’e-mail?
-Si si.
E me la disse.
-Il nome non ti serve?!
Mi chiese quasi mettendosi a ridere.
-No, signor Jung Daehyun.
-Auch! Beccato!
Io mi misi a ridere e gli porsi i libri.
-Arrivederci.
-Arrivederci.
E mi fece l’occhiolino.
Stava per uscire quando gli dissi.
-Ah, mi puoi salutare Jae e Up?! Grazie.
Lui mi guardò perplesso
-O-ok …
E uscì.
 
PENELOPE POV
Aprii un occhio … soffitto bianco …
Girai la testa a destra e vidi Youngjae con la testa appoggiata al lettino che dormiva mentre mi teneva la mano.
Girai la testa a sinistra e mi ritrovai il viso di Jongup quasi attaccato che mi osservava.
-Che cazzo stai facendo?!
Gli chiesi io mezza addormentata.
-Ti osservo.
Rispose lui, rimanendo la.
-Si, questo lo visto. Ma intende …
-Ehy!
M’interruppe Zelo che era seduto a gambe incrociate ai piedi del letto.
Io gli sorrisi.
Ma … non aveva i capelli rosa?!
E adesso perché ce li aveva biondi con la cresta azzurra?!
-Quando ti sei tinto?!
-Prima. Mi stavo annoiando così sono andato in bagno. Visto che mi stavo annoiando sono andato in bagno e me la sono fatta.
Rispose con un sorrisone da bimbo.
-Sei più dolce così.
Gli dissi io richiudendo gli occhi.
-Io dormo un altro po’.
-Tranquilla.
Mi rispose Up e sentii qualcuno baciarmi in testa.
 
Del tempo indecifrato dopo
Aprii per la seconda volta gli occhi.
Soffitto bianco. Girai la testa a destra e vidi la porta di camera mia. Girai la testa a sinistra e vidi la mia portafinestra.
Bene, ero tornata a casa.
Stavo per riprendere sonno, quando la porta di camera mia si spalancò ed entrarono Misan e Malcol.
-Hello …
Li salutai io.
Misan mi si avvicinò col dito che mi puntava. Ecco, ora sarebbe partito con una delle sue solite ramanzine.
-Tu … tu … tu …
-Esatto. Tu è la seconda persona singolare in grammatica, ma che bravo!
Dissi ironicamente.
-Non scherzare! Tu … da quant’è che ti dimentichi le pastiglie, è?! È successo perché con quella cavolo di testolina ti sei dimenticata delle pastiglie! Solo per quello!
-Ok. Non è morto nessuno, quindi calmati. Ora mi lasci dormire?!
-NO.
S’intromise Malcol.
Io lo guardai perplessa.
 Si avvicinò al letto, mi tolse le coperte e mi alzò.
-Ora tu ti fai una doccia e poi cucini, che sono già le 8 di sera!
-Agli ordini.
Risposi avviandomi verso il bagno.
Vi entrai e …
-WAAAAAAAAAH!!!!!!
Strillai.
Gli altri due fecero irruzione in bagno chiedendo
-Che è successo?
Io indicai quei cosi  e balbettai
-Q-q-q-q-quei … c-c-c-cosi … non osate lasciarli più in bagno!
-Ma non sono miei!
Protestò Misan avvicinandosi a quei cosi, lasciati sul bordo della vasca.
-Malcol!
-No no! Sai che io sono parzialmente ordinato! E poi sono troppo grandi!
-E allora di chi cavolo sono?
Chiesi io. Stavo per schizzare male.
-Bo …
Rispose mio fratello, avvicinandosi a sua volta a quei cosi.
Quei due dementi li guardavano come se fossero degli alieni.
-Cavolo ragazzi! Non è che un paio di boxer si può materializzare così, dal nulla, sul bordo della vasca!
Allora, chiariamo … io provavo un amore sfrenato per i boxer, ma soprattutto per l’elastico sopra. Però, trovarsene così, dal nulla, un paio color militare con la scritta “shishi” era traumatizzante!
 
-Shishi …
Lesse Misan.
Il suo volto sbiancò tutto d’un colpo.
-So io di chi sono …
Sussurrò.
-Di chi?!
Gli chiesi.
Lui si schiarì la voce
-Sono … sono miei …
-Se se – commentò Malcol – Guarda che se ti piacciono gli uomini puoi dircelo tranquillamente, sai?!
-WHAT?!
Strillò nostro cugino.
-MA CHE CAVOLO TI FUMI?! A ME PIACCIONO LE DONNE!
Io e mio fratello scoppiammo a ridere, mentre lui diventò tutto rosso.
-Vatti a lavare, testina di cavolo!
Disse quello, dando un calcio nel sedere a Malcol e chiudendo la porta.
-Agli ordini capo!
 
Mi svestii ed entrai in doccia.
Stavo cercando il mio bagnoschiuma alla rosa, quando vidi dei saponi maschili. Uno era tutto rosso con scritto “per i veri lottatori a caccia di prede” … che bel doppio senso. Un altro era verde: “per i sportivi che amano divertirsi”. Uno azzurro: “per i ragazzi giovani pieni di vitalità”. Uno bianco: “per i gentiluomini alle prime armi, ma che fanno impazzire le donne”. Uno fucsia: “per i ragazzi discreti che sanno ipnotizzare”. Ed infine uno giallo: “per i ragazzi gioiosi e sempre attivi”.  
-MISAN è GAAAAAAYYYYYYYY!!!!!!!!!!
Urlai dalla doccia.
-IO L’AVEVO DEEEEETTOOOOOO!!!!!
Urlò Malcol dalla camera da letto.
-ORA VI RIDUCO IN POOLTIGLIAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!
Urlò Misan dalla cucina.
Aaaah … che bella famiglia!    
 
15 minuti dopo
-Allora, com’è?!
Chiesi, riferita alla pasta al pomodoro che avevo preparato per cena.
-Stupenda!
Esordì Misan.
-Mh … si, veramente buona!
-Grazie!
Dissi io, con un sorrisone sulle labbra.
-Perché sei così allegra?!
Mi chiese d’un tratto Malcol.
Io lo guardai male.
-Pecchè non lo dobrei effere?!
Chiesi a mia volta, con la bocca piena.
-Perché di solito non sei così solare …
-Obbi fi!
-Ok … però, ti prego! Non parlare con la bocca che straripa cibo!
Disse Misan coprendosi il viso con il tovagliolo.
Io mandai giù il boccone e aprii la bocca per fargli vedere.

Scoppiammo tutti a ridere.
La cena passò velocemente e ci andammo a sedere sul divano, bianco, a guardare una figata di TV al plasma!
Però, sinceramente, mi stavo rompendo.
-Senti idiota – richiamai mio cugino – qui vicino c’era un campo sportivo, giusto?!
-Si, perché?!
-E c’era anche il campo per giocare a baseball, giusto?!
-Si … perché ...
Chiese preoccupato.
-Possiamo andarci??? Tipregotipregotiprego!!! Mi sto rompendo qui! Eddddddaiiiiiii …
Lui si fece un bellissimo facepalm e disse
-Senti Penelope … oggi sei addirittura svenuta e …
-Corro a prepararmi, mi prendo due pastiglie e sono pronta!
Dissi saltando giù dal letto, tutta entusiasta.
-Ok.
Rispose Malcol, alzandosi a sua volta.
-Va bene. Vestitevi un po’ pesantivi, ok?!
-Aha.
Rispondemmo noi due.
Corsi come un fulmine in camera.
Visto che la valigia era ancora sottosopra dalla mattina, fu più semplice trovare i vestiti adatti.
Mi tolsi la tuta e mi misi dei pantaloni di jeans, morbidi, scuri, e una maglia a maniche corte da baseball che mi era semplicemente enorme.
Le mie inseparabili ASICS nere. Ed infine mi legai i capelli in un crocchio.
Perfetto, ero pronta!
Uscii dalla stanza e mi precipitai alla porta, dove c’erano già Malcol e Misan ad aspettarmi.
Malcol aveva gli stessi pantaloni della mattina, una maglia morbida dal collo che penzolava, beige, e un capello a puffo nero.
Ma quanto gnocco era?!
Mentre Misan aveva dei semplici jeans, e sopra una felpa viola.
-Sbaglio o ti avevo detto di vestirti pesante?!
Mi disse lui.
-Scusa, non ti pare che possa andare più che bene?!
Gli dissi io alzando il braccio e facendogli vedere la manica della maglia, che mi arrivava al gomito.
-In effetti …
Disse lui, uscendo di casa. Noi lo seguimmo.
Salimmo in macchina e …
-CAZZO CHE FIGA CHE è!
Urlammo io e Malcol entrando in una bat-macchina.
-Ragazza … è solo una macchina … una spider …
Rispose lui, partendo.
-Posso chiamarla bat-macchina?
Chiesi io,ancora inebetita.
-Ok …
Eravamo partiti da poco più di 2 minuti, quando urlai
-FERMI TUTTI!
Misan frenò subito.
-HO DIMENTICATO LA MAZZA!
Due secondi e si era già girato.
Si fermò davanti casa e, porgendomi le chiavi, mi disse
-Fai veloce.
Io annuii e scesi di corsa.
Entrai e mi fiondai in camera mia.
-Dev’è dov’è dov’è dov’è????
Cominciai a buttare sottosopra la camera fino a che non la trovai.
-SIIIIIIII!!!!!!!!!!
Esultai baciandola.
La presi e corsi fuori.
Rientrai in macchina e ridiedi le chiavi a mio cugino, che ripartì subito.
-La prossima cerca di ricordartene.
-Ha ragione Malcol. Sai che senza quella non giochi, quindi fa un po’ più di attenzione!
-Ok …
Risposi io.
-Ti sei ricordata di prendere le pastiglie, vero?!
Mi chiese Malcol.
-Si si! due!
Risposi io.
-E brava lei!
E mi accarezzò la testa.
Che scemo!
Dopo cinque minuti di viaggio arrivammo in un parcheggio piccolo piccolo.
Scendemmo e ci dirigemmo all’entrata.
-Ma sei sicuro che sia aperto?!
Chiesi io.
-Visto che molte volte vengo qua con dei miei amici mi hanno dato una copia di chiavi e a quest’ora il signor Ciù, il custode, è ancora qui.
Entrammo e in segreteria trovammo un vecchietto che leggeva un giornale.
-Signor Ecciù!
Urlai fiondandomi ad abbracciarlo.
-Ecciù?! C’è solo una persona che mi chiama così … Penelope?! Ma che grande che sei diventata!
Rispose il vecchietto ricambiando l’abbraccio.
 
Il signor Ciù lo conoscevo da quando ero piccola, era come un nonno. Andando la ogni vacanza era difficile non conoscere bene certe persone …
 
-E tu?! Vuoi dirmi che tu sei il piccolo Kim?! Malcol?!
Chiese il vecchio, rivolto a mio fratello che era sulla soglia della porta.
-è già.
Rispose lui sorridente.
-Oh, ma che grandi che siete diventati! Ma che ci fate qui?! Le vacanze sono finite.
-Resteranno qui.
Rispose Misan dicendogli qualcos’altro con gli occhi, che il vecchio captò subito.
-Mihyun, ci sono già i ragazzi.
-A-ah si …
Rispose mio cugino sbiancando.
-Si. sono arrivati poco fa.
-Ok, allora noi andiamo.
E si incamminò verso l’entrata al campo.
-Mi raccomando, vieni a vedermi è!
Dissi al vecchio prima di seguire mio cugino e mio fratello.
Entrai nel campo e …
Cavolo …
Era enorme …
 

ECCOCI! DI NUOVO! COME VUA? TUTTO BIENE?! HI HI!
CHE NE PENSATEEEEEE??????
SONO VERAMENTE FELICISSIMA CHE QUESTA STORIA PIACCIA! E RINGRAZIO TUTTI VOI CHE LA SEGUITE, LA RECENSITE, LA METTETE TRA LE PREFERITE E TRA LE RICORDATE! GRAZIE DI CUORE!
DI CHI SARANNO MAI I BOXER *sbava*?
E I SAPONI?
MAH, CHI LO SA ....
COMUNQUEEEEEEEEEEEEE, ANCHE IO HO LA FOBIA DEI BOXER! ADORO L'ELASTICHETTO CHE HANNO SOPRA *continua a sbavare*
BANDO ALLE CIANCE!
MI DISPIACE MOLTO SE IN QUESTO PERIODO NON RIUSCIRò A PUBBLICARE FREQUENTEMENTE COME PRIMA, è CHE HO IN CORSO LA FF DEGLI NU'EST (FACE), POI HO COMINICATO UN'ALTRA FF SUI B.A.P (Chocolate Drug) E ADESSO NE HO UNA CHE MI GIRA IN TESTA SUGLI SHINee, QUINDI VI CHIEDO DI PORTARE UN Pò DI PAZIENZA.
GRAZIE DI TUTTO, ALLA PROSSIMA!
E SE VI VA FATEVI UN GIRETTO SULLE ALTRE FF, CHE A ME FA SEMPRE PIACERE!
il vostro panda scrittore
Aris*Chan

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** BASEBALL vs BASEGUNS ***


Era molto più grande di quello che mi ricordavo …
Il campo era già occupato da alcune persone.
-Allora?! – mi chiese Misan –Non te lo ricordavi così, è?!
-No …
Risposi io, ancora inebetita da quella bellezza.
-L’hanno ristrutturato. Visto che negli ultimi due anni non siete mai venutinon potevate immaginarlo.
-è già …
Mi girai verso Malcol e notai, con mia grande sorpresa, che aveva la mia stessa espressione inebriata.
Mi guardò e mi fece un sorrisino malizioso. Si giro verso la postazione da dove ci sono i tizi che commentano le partite … come si chiamavano?!
-Hei DJ! Sgancia un po’ di musica!
Urlò mettendosi le mani a forma di cono intorno alla bocca.
Si girò di nuovo verso di me e ci scambiammo un’occhiata d’intesa.
Un secondo dopo stava andando Just Can’t Get Enough dei Black Eyed Peas.
-Ci siete mancati ragazzi! – disse il tizio dalla postazione –Andate da quelle femminucce e fate vedere loro chi comanda in questo campo!
-Yea! Contaci!
Urlai di risposta al mitico ed unico DJ.
-Bellezza, mi sei mancata!
Che idiota.
Insieme a Malcol, mi incamminai verso ilo centro del campo. Non avevo ancora visto bene chi erano le altre persone, ma da quello che aveva detto Ecciù, dovevano essere degli amici di nostro cugino.
Arrivammo ai confini del campo e guardammo per un po’ i tipi che stavano giocando …
-Hai visto …
Chiesi a mio fratello.
-Aha … ci si divertirà il doppio …
-Quando si parla di sfide non ci tiriamo mai indietro. Anche se si tratta di cantanti famosi …
Conclusi.
E avevo ragione. Io e Malcol avevamo lottato per tutta la nostra vita. La nostra vita stessa era una sfida. E noi vincevamo quasi sempre …
 
Aspettammo un altro po’, ma mi stavo rompendo. Non ci pensai due volte.
Visto9 ch sul campo c’erano solo Jae, Up e Zelo e visto che avevo già avuto a che fare con loro, mi misi in centro al campo. Loro si bloccarono subito.
Mi guardarono con una faccia sconvolta.
-Che avete da guardare?
Chiesi loro, mettendomi la mazza su una spalla.
Intanto Malcol era rimasto sul bordo campo che rideva sotto i baffi.
-Ma t-tu oggi eri mezza morta …
Mi disse Jae.
-Nah …
Gli risposi.
Guardai alle sue spalle e notai tre ragazzi seduti sulle panche, imbacuccati come dei ladri.
-Hey, volete giocare si o no?!
Urlò Mal.
-Già, che ne dite?! Quei tre seduti la giocano con voi.
-E voi?!
Mi chiese Zelo.
-Tranquillo, tra un po’ arrivano i nostri …
Risposi, lanciando un’occhiata a mio fratello e a Misan che ci aveva raggiunti.
-Hey Mi!
Lo salutò Up.
-Perché vi conoscete?!
Chiesi.
-No scusa … voi lo conoscete?!
Chiese.
Silenzio.
Ci girammo tutti verso di lui.
-Hem … è meglio se giochiamo …
Rispose lui.
Va be, chi se ne!
 
Passarono una decina di minuti nei quali stemmo tutti quanti fermi immobili.
-Ma quando arrivano gli altri della vostra squadra?
Mi chiese Up.
-A sciallo, raga!
-è?!
Ops … l’avevo detto in italiano perfetto …
-Niente … - risposi, girandomi verso l’entrata –Comunque sono arrivati …
Ed era vero.
Dall’entrata erano appena entrati due ragazzi ed una bassetta … aspetta … una bassetta?! E chi cavolo era?!
Arrivarono ai limiti del campo.
Il primo era Bev, alto, pelle chiara, irlandese, cespuglio di capelli rossi, 24 anni come Misan.
Il secondo era Ryu, non troppo alto, giapponese, gnocchissimo, 25 anni.
E l’ultima era …
-Silver?!
Chiesi incredula.
-è già.
Rispose lei.
Non ci stavo capendo niente … perché lei era la?!
-Ti ricordi anni fa che accanto a casa mia c’era quella bambina dai capelli lunghi e neri?!
Mi chiese Misan.
-Si … si chiamava … Essegi … esse … gi …
C i ragionai un po’ e poi …
-Silver Gold!
-è già – rispose lei –Neanche io ti avevo riconosciuta con quei capelli.
-E a me manco cazzo.
Disse Mal incrociando le braccia.
Lei si girò per guardarlo.
-Hem … tu eri quel cosetto piccolo e rumoroso che giocava sempre a basket?!
-Aha.
Lei spalancò gli occhi.
-Wow … certo che sei cresciuto bene …
Disse mezza shockata.
-Si lo so grazie – rispose pavoneggiandosi –Ora volgiamo giocare?!
-Ovvio. Vi abbiamo portato delle maglie. Così vestiti è impossibile che riusciate a giocare.
Disse Ryu, lanciandogli due maglie simili alle mie.
Senza farsi tanti problemi, Malcol, si tolse la sua maglia.
Tutti quanti lo guardavano sconcertati, mentre io e Misan per poco non svenivamo dal ridere.
Lui guardò tutti con una faccina innocente.
-Che succede?!
Chiese in una maniera che più ingenua non si poteva.
-Scusami … quanti anni avresti?!
Gli chiese Jae.
-14 quasi 15. Perché?!
Il poveretto per poco non so strozzò.
-Io a quell’età ero tutto ciccetta …
Ammise tristemente.
Malcol gli sorrise e si infilò la maglia.
-Bene, ora possiamo cominciare?!
Chiese Up.
-No, manca Misan …
Dissi, girandomi verso di lui e trovandolo già con la maglia.
-Quando cavolo te la sei messa?
Lui mi guardò con due occhioni da panda.
-Le mie parti carine le nascondo per bene.
Ok … ero circondata da psicopatici!
-Ok … mettiamoci ai posti … e voi chiamate quei tre imbacuccati la seduti!
Conclusi io.
Tutti si diressero ai loro posti.
Ryu, passandomi dietro, mi sussurrò
-Dopo bisogna parlare, piccolina!
Anche da idioti ero circondata.
Up andò da quei tre seduti e loro si alzarono, togliendosi un po’ alla volta, tutti quei vestiti che avevano.
Il primo che finì di svestirsi fu … DAEHYUN!
Ok … calma …
Il secondo fu … HIMCHAN!
Ok … respira … piano … stai solo per fare una partita di baseball con il gruppo tra i preferiti tuoi e della corea …
Un attimo … se erano tutti loro cinque e ne mancava solo uno … e stavamo per giocare a baseball … l’ultimo doveva per forza essere …
BANG …
YONG …
GUUUUUUUUK!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ok … respira mooltoo … è solo il tuo bias, ma non importa … ok … tranquilla … è una sfida … e tu vinci sempre!
Si, vinci sempre! Non perdi mai!
 
I tre si misero ai nei posti rimanenti.
Stavamo per cominciare quando io urlai
-FERMI TUTTI! – tutti si girarono verso di me –Io no so un cavolo di baseball!
Detto questo si sentirono vari comenti
-Cosa?!
-Ma non avevi imparato?
-Scusate cos’è sta storia?
Io li guardavo divertita mentre dicevano questo ed altro.
Che branco di idioti.
Senza nemmeno accorgermene, Zelo mi si era vvicinato.
-Come non sai giocare?
-Cioè … si che ci so giocare … ma è un baseball diverso … non è quello vero…
-Ah, ok. Comunque è semplice. Hai presente il gioco che si gioca da piccoli che si chiama “palla base”?
-Aha.
-è praticamente la stessa cosa solo che …
E cominciò a spiegarmelo.
Ci stette tipo un quarto d’ora.
Ma, a fine spiegazione, capii tutto alla perfezione.
-Grazie mille.
Dissi a Zelo, prima che tornasse al suo posto.
-IO SONO QUELLA CHE BECCA LA PALLA CON LA MAZZA! CHE NON MI RICORDO COME SI DICE!
Urlo.
-Mi pareva strano che la nostra Kory avesse capito completamente qualcosa!
Disse DJ dalla sua postazione, sovrastando Champagne Showers, cge era appena iniziata.
-Dopo te la vedi con me!
Urlai di risposta.
-Ok ragazzi! Via alle danze!
Disse Malcol.
E così fu. Cominciammo a giocare!
Il primo che tirò fu Jae.
Stava la al centro ed io lo stavo distruggendo con lo sguardo.
Si preparò … tirò indietro il braccio … tirò e …
-O cavolo …
Disse Ryu seguendo con lo sguardo la direzione della palla.
-Come cavolo hai fatto?
Mi chiese Jae.
Ok … diciamo che la palla … non era possibile andarla a recuperare … visto che era andata così lontana che neanche Super Man sarebbe riuscito a prenderla … che metafora deprimente.
-Ho tirato e basta.
Dissi io.
Vidi che Yong Guk continuava a fissarmi con la bocca aperta.
-Scusa, mi dai un attimo la tua mazza?
Mi chiese avvicinandosi.
Io gliela porsi.
Lui la prese e per poco non cadde.
-O mio dio … è pesantissima, di cos’è fatta?
-Bo.
Detto questo mi ridiede la mazza e tornò al suo posto massaggiandosi la spalla.
Era veramente così pesante?!
Bah …
 
La partita continuò per altri venti minuti buoni e a me vietarono di fare quella che beccava la palla, per evitare di fare degli occhi neri.
Ovviamente noi stavamo vincendo.
Il mio posto era stato occupato da Bev, che era eccezionale come battitore (?!)
Battitore … si chiamava così, vero?!
 
Eravamo ancora intenti a giocare quando di sentì Zelo urlare
-Fermi tutti!
Noi tutti ci girammo verso di lui.
-Penelope, prima mi hai detto che tu conoscevi un baseball diverso, giusto?
Mi chiese avvicinandosi.
Io annuii.
-Come si gioca?
Oh oh …
Lanciai un’occhiata preoccupata a Malcol che si mise a ridere.
Io cercai di nascondere il sorrisino che mi si era creato e dissi
-Credo sia un po’ troppo pericoloso per voi …
-Perché?
Mi chiese lui con fare innocente.
 
-Hem … diciamo che rischi molto … forse Jongup ci riuscirebbe …
-Ma di che gioco stai parlando?
Mi chiese Bev.
-Baseguns …
Il rosso scoppiò a ridere insieme a Ryu.
-Perché ridono tutti?
Mi chiese Zelo.
-Allora … ha mai fatto parkour?
Gli chiesi io tra le risate.
-No …
-Ecco, se fai questo gioco tu saresti uno tra i primi a morire.
Lui spalancò gli occhi.
-Io si che ho fatto parkour.
Disse Up comparendo improvvisamente accanto a Zelo.
-E tu quando sei arrivato?
Gli chiesi io.
-In cosa consiste Baseguns?
Mi chiese.
-Allora … si possono fare due versioni. La prima: solitamente si gioca in città, oppure in posti dove ci siano cose per fare abbastanza acrobazie e cose alte dai due metri in su. Non ha importanza cosa sia, basta che ci si possa fare qualcosa. Ci si divide in due squadre. Ogni squadra deve mettere il proprio tesoro, che si tratta di una bandiera, su vari punti, senza farsi vedere dall’altra squadra. Le due squadre non hanno niente per differenziarsi, quindi si rischia tutto.
-E cosa c’è di pericoloso?
-Adesso arriva il bello. Ad un fischio si inizia il gioco. Ovviamente le bandiere devono essere posizionate su uno spazio delimitato. Allora. Si inizia a giocare. Ogni componente deve riuscire a trovare il tesoro dell’altra squadra.
-Non capisco dove sta il problema.
Mi disse Up confuso.
Io sbuffai.
-Quando si vede qualcun altro che non è della tua squadra devi sparargli. Se non ti hanno dato la pistola devi menarlo oppure farlo cadere da qualcosa. Di solito si fa su palazzoni, quindi lo fai cader da quelli.
I due maknae mi guardavano sconvolti.
-M-ma non ha niente di baseball …
Disse Zelo.
Io feci un sorrisone.
-Esatto.
-E tu c’hai mai giocato?
Mi chiese … YONG GUK?!
-Si.  tante volte.
-E la seconda versione?
Mi chiese avvicinandosi.
-Allora … la seconda è come una caccia. Devi sparare o tirare cose a qualsiasi cosa tu veda che si muove. A volte rischi anche di beccare persone che non centrano niente …
-E tu … hai … mai ammazzato?
Mi chiese Zelo.
-Ah … no no. Buttavi le persone giù dai palazzoni per difenderti da chi era armato. Ma non li ammazzavi. Proprio perché avevano fatto o facevano parkour, quindi sapevano come cadere.
-E ti hanno mai buttata giù?
Mi chiese Yong Guk con uno strano sorriso affiorato sulle sue labbra.
-Iuhu … un casino di volte!
Dissi, girandomi verso Malcol che se la rideva di gusto.
-Però c’è anche un’altra versione.
Esultò Ryu.
Gli occhi del maknae si illuminarono come due lampadine.
-Si fa sempre in stile parkour, ma quando trovi un’altra persone la sfidi in arti marziali oppure in semplice lotta di pugni, calci e quello che vuoi. Tranne armi.
-Bella differenza …
Disse Zelo ironico.
-Giochiamoci!
Dissero Up e Guk, felici come una pasqua.
-Ok … ma qui ci vuole anche DJ!
Urlai verso la postazione parlantina.
Dopo un po’, da una delle finestre, ad una altezza di circa ¾ metri si vide saltare giù una persona.
-O cazzo!
Urlò Jae in preda al panico.
-Si è ammazzato!
-No idiota!
Lo zittii io
Dopo due secondi netti un ragazzi di colore non troppo alto, con tutte treccine lunghissime era tra noi.
Io gli corsi addosso e lo abbracciai.
-Hey piccola!
Io mi staccai e gli tirai un pugno sulla pancia. Lui resistette.
-Non ti ho beccato il plesso solare?
Gli chiesi mettendo il broncio.
-He no. – poi si rivolse a tutti –Allora si gioca? Quale tra le maniere?
-L’ultima che ho detto.
Rispose Ryu.
-Bene ragazzi, io sarò l’arbitro, altrimenti voi sarete in meno. Volete mescolare le squadre così non siete in svantaggio?
Chiese rivolto ai B.A.P.
-No no, non serve.
Rispose Guk ricevendo insulti da tutti gli altri membri.
-Ok … allora buona fortuna. Allora, la squadra di Penelope avrà le magli che vedete mentre voi no. Tutti pronti? Ah, prima di partire … forse troverete Malcol senza maglia.
Tutti i B.A.P si girarono verso di lui che li guardò con un faccino angelico.
-Il gioco si svolgerà sui tetti delle case prima di questo campo. Visto che sono tutti tetti piatti e non troppo alti. Ma la cosa più importante è che non sono proprio in centro e a quest’ora, tutte le persone che abitano in questa zona, sono in centro.
Tutti noi annuimmo.
DJ diede a me e a Yong Guk una bandierina.
Poi, seguendo Bev e Ryu, ci incamminammo verso le case.
Neanche 5 minuti ed eravamo già arrivati. La “città” era praticamente fantasma.
-Ok … via.
Disse Ryu cominciando a correre chissà dove seguito dagli altri. Lo stesso fecero tutti i componenti dei B.A.P, tranne Guk che, prima di seguirli, mi lanciò uno sguardo di sfida, che ricambiai.
Corsi verso i ragazzi.
Bene bene … ora … ci si sarebbe divertiti!
Yong Guk … ti sconfiggerò!
 
 


--------------------------------------
ED ECCO FINALMENTE L'8 CAPITOLO....OTTAVO GIUSTO?!
FINALMENTE, PENELOPE E YONG GUK, SI SONO RIIIIIINCONTRATI! NON CREDETE CHE ERA ORA?
EBBENE, NON CREDIATE CHE SIA COSì SEMPLICE ... NO NO, VI FARò PENAAAAAAAAAAARE....
MUAHAHAHAHAHAHAAH!!!!!!!!!!
DUUUUUNQUE.....
CHE NE PENSATE?
FATEMELO SAPERE CHE A ME FA SEMPRE PIACERE!

QUANTE DOMANDE CHE VI HO LASCIATO IN SOSPESO, è!
A COSA SERVIRANNO LE FAMOSE PILLOLE DI PENELOPE, E PERCHè ERA SVENUTA?
COSA SUCCEDERà TRA I VARI COMPAGNI DI CLASSE CHE VERRANNO FUORI PIù AVANTI?
IL PICCOLO MALCOL ... IL "PICCOLO" MALCOL ....
SI SCOPRIRà UNA PARTICOLARITà DI MALCOL...IL SUO LATO COMBATTIVO...
IN EFFETI, FIN'ORA, MALCOL è SEMPRE STATO IN DISPARTE...SEMPRE ZITTO ZITTO...MA QUANDO APRIVA BOCCA USCIVA MOLTE VOLTE QUEL PIZZICO DI VELENO...
NON DICO ALTRO^-^
INFORMAZIONI DI SERVIZIO: HO INIZIATO UNA FF SUGLI SHINee! SI CHIAMA My Personal Guardians!
A CHI INTERESSA!

Bye bye
il panda pandoso
Aris*Chan


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Malcol, occhi neri e Piccolette ***


MALCOL POV
Ci eravamo divisi in zone: Ryu e Bev zona est, Penelope zona nord, Misan zona sud ed io zona ovest. Silver, chi chiederete voi. Ebbene, me l’ero dovuta tenere io perché per lei era la prima volta. Ovviamente ognuno era ai margini della zona. Penelope aveva la zona più ampia, essendo la più agile. Anche io avrei avuto la zona più ampia, essendo il più bravo e avendo insegnato loro questo gioco e il parkour in generale, ma invece, dovevo tenermi quella nanetta. Non che mi desse fastidio come persona, ma mi dava fastidio il fatto che dovevo tenerla sott’occhio.
Erano passati all’incirca cinque minuti e non si vedeva ancora nessuno. Che rottura.
Mi sedetti sul bordo del tetto e guardai il centro in lontananza. Un magnifico gioco di luci mi stava ipnotizzando, quando sentii del flebile rumore alle mie spalle. Mi girai di scatto e mi ritrovai davanti alla faccia un piede, pronto a buttarmi giù. Prontamente mi coprii la facci con le mani, ma inevitabilmente caddi. Vidi roteare tutto per un attimo. Stavo cadendo da tre metri circa, di schiena …
Non era niente.
Mi raggomitolai e mi girai in avanti, così da non rischiare di fratturarmi la schiena.
Caddi perfettamente dritto, in piedi. Girai lo sguardo verso l’alto, per vedere chi mi aveva buttato giù, immaginando già chi potesse essere stato.
Ovviamente mi sorelle.
Alzai il braccio facendo la V di vittoria con le dita e lei fece lo stesso, per poi correre via.
Che matta che era quella ragazza.
Stavo cercando un qualche cosa per riuscire a risalire quando sentii un fischio.
Ora il gioco era iniziato ufficialmente.
Non avevo più tanto tempo, così optai per l’altra idea: camminare sul muro.
Tranquilli, non sono spider man.
Non avrei proprio camminato sul muro. Insomma, era alto tre metri. Era un po’ difficile camminarci sopra senza appigli.
Così cercai sul muro un qualsiasi appiglio per darmi una mano.
Mi allontanai un po’ … presi la rincorsa e …
Per il primo metro e qualcosa corsi, con la spinta che mi ero preso, poi appoggiai il piede su una crepa e mi spinsi su mentre mi aiutavo con la mano sinistra, appigliata ad un chiodo sporgente. Due metri fatti. Mancava l’ultimo. Poggiai entrambi i piedi su un’altra crepa e mi spinsi su. Avevo nettamente superato il bordo del tetto di poco meno di un metro. Ricaddi sul tetto piatto con una capriola.
Mi rialzi e mi sedetti la, non più sul bordo, in attesa che arrivasse qualcuno. Altrimenti, se non fosse arrivato nessuno nel giro di due minuti, li avrei cercati io.
Passarono due minuti e, come per magia, vidi in lontananza un ciuffetto di cappelli rossicci.
Non ci pensai un attimo in più. Mi alzai e cominciai a corrergli dietro, silenziosamente, saltando da tetto a tetto, ricadendo a volte con delle capriole.
Ah, mi sono dimenticato di dirvi che mi ero già tolto la maglia quando la mia noona aveva cercato di ammazzarmi.
Il tizio che stavo seguendo era parecchio veloce, e stavo faticando leggermente. Era da tanto che non giocavo a quel gioco.
Ora ero alla sua destra, tre tetti più in la, per non farmi vedere.
Cercai di capire chi era …
Bene … avversario quasi al mio livello …
Jongup.
Mi sarei divertito.
Stavo correndo da un po’, quando questo si fermò di colpo, con lo sguardo fisso a terra.
Alzò di scatto la testa verso la mia direzione.
Ops … beccato …
Ripresi a correre, questa volta nella sua direzione. Lui cominciò subito subito a correre dalla parte opposta.
Era come essere a caccia ed una parte di me si stava divertendo in una maniera impressionante, quasi spaventosa. Quell’indole un po’ aggressiva e molto, forse troppo, competitiva che era in me, poco alla volta si stava facendo spazio in quella maschera seria e diligente che dopo anni e anni mi ero rimesso addosso.
Sapevo che non essere se stessi non era un bene, ma anche Penelope si stava impegnando un casino, e non potevo lasciarla sola a combattere quella parte del suo carattere che l’aveva fatta mettere in mezzo a casini più grandi di lei, quasi sempre.
 
Era una corsa lunga e quello non dava segni di cedimento.
Fu un attimo. Quello stava correndo, quando non lo vidi più.
O cazzo …
Era caduto?
Mi precipitai con una velocità allucinante, nel punto in cui il tizio era caduto.
Lo trovai seduto dietro ad un muretto.
Altro che caduto! Quello si stava riposando! Che idiota … sia io che lui.
-Quanto … cavolo … corri?
Mi chiese, prendendo fiato tra una parola e l’altra.
-Questo dovrei chiedertelo io.
Risposi, sedendomi accanto a lui.
-Si … ma tu … non hai … il fiatone!
-Allenamento, allenamento e brutta gente.
Risposi, ridacchiando un po’, pensando a tempo addietro …
-In che senso?
Chiese, finalmente con una respirazione umana.
-Nel senso che quando ti ritrovi con una trentina di armadi viventi alle calcagna con armi da fare invidia alla NASA che hanno tutte le intenzione e tutte le ragioni di ammazzarti, non dai più tanto peso al fiato e agli urli disperati che fa il tuo corpo.
Lui mi guardò serio.
-Da questo posso capire che sia te che tua sorella non avete avuto una vita tanto facile …
-Eh già … dai, alzati! – dissi alzandomi e porgendogli la mia mano –Dobbiamo lottare!
-è già.
Rispose lui, afferrandola e alzandosi abilmente.
Mi allontanai da lui e lo guardai con sguardo da sfida. Fece lo stesso.  
Eravamo a circa due o tre metri di distanza, come sottofondo Wild Ones di Flo Rida ft Sia.
Uno …
Misi il piede sinistro più avanti.
Due …
Piede destro dietro sulla punta.
Tre …
Prendi la spinta …
E …
GO!
Mi buttai su di lui con un calcio. Si abbassò e cercò di farmi cadere con uno sgambetto, ma prontamente saltai.
Si rialzò e fece per tirarmi un pugno, che però bloccai con una mano.
 
Lui sgranò gli occhi.
-Sono abituato con mia sorella. E ti assicuro che i suoi sono molto più potenti.
Detto questo cercò di ritirare il braccio, ma io lo avevo preso nella morsa della mia mano, e non l’avrei lasciato. Con il braccio che lo tenevo, lo tirai indietro facendolo cadere.
-Seriamente hai 14 anni?
Mi chiese rialzandosi.
-Quasi 15.
Risposi girandomi verso lui.
Continuammo così, a son di pugni e calci bloccati, per poco più di due minuti. Più che altro era lui che cercava di menarmi. Io mi limitavo a bloccarlo.
Fino a che non sentii in lontananza un urlo
-Up è miiiiiooooo!!!!!
Vidi avvicinarsi ad una velocità impressionante una macchia bianca e color petrolio.
Penelope. Ovviamente.
In un secondo era addosso a me con la testa impiantata nel mio petto.
-Non rubarmi l’unico tizio che sa fare parkour!
Piagnucolò.
-E questa è zona mia!
Aggiunse.
-Piano piano … - dissi io –Questa è ancora zona mia!
-No!
Protestò lei, guardandomi in faccia, col broncio.
-Si!
Ribattei io.
-No!
-Si!
-No!
-Si!
-No no no!
-Si si si!
-Ti ho detto di no!
-E io ti ho detto di si!
-Posso dire la mia?
Intervenne Jongup.
-NO!
Gli urlammo contro noi, con due bronci da bimbi capricciosi.
-Ho trovato! – disse infine mia sorella –Lottiamo. Chi vince va contro quello!
-Io avrei un nome …
-Ci sto!
Risposi.
Ci allontanammo l’uno dall’altra dei soliti 4 metri.
Ci lanciammo uno sguardo assassino …
We found the love, Rihanna.
 
Senza nemmeno accorgermene, mia sorella stava già correndo verso di me pronta con un pugno. Feci in tempo ad abbassarmi e a tirargli una gamba con la mano, facendola così cadere. Cadrà di sedere, penserete voi. E io vi dico: no. Mia sorella non cadeva mai di sedere.
Si tenne su con le mani appoggiate a terra e, con i piedi per aria, mi diede un calcio sul petto, facendomi volare a due metri più in la, addosso a un muretto.
Nessuna pietà!
No Mercy!
Mi alzai subito e corsi verso di lei, che si era già rialzata. Quando gli fui vicino gli tirai un pugno, che blocco con le braccia una sopra l’altra. Mentre ero impegnato a tirargli il pugno non mi ero neppure accorto che era già pronta con un calcio, che i arrivò dritto dritto sotto il mento.
Mi allontanai.
Avevamo entrambi il fiatone.
Gli occhi di Penelope erano diventati due fiamme piene di voglia di sfogarsi. Ma allo stesso tempo stavano ridendo come dei bambini al parco giochi.
Era questo che il sentimento che ci legava così tanto. Quel lato così oscuro e violento della nostra vita e del nostro carattere, messo insieme alla nostra vera indole bambinesca. Quella voglia perenne di divertirsi che hanno sempre i bambini. Il nostro lato spensierato. E grazie a ciò eravamo riusciti ad andare avanti. Sempre. Grazie a questo era riuscita a farmi tornare il vero me. Anche se non ero ancora tornato al completo me stesso, ero riuscito a ritrovare il mi lato allegro, che era stato chiuso in un cassetto in seguito a quel che era successo …
 
Mi si avvicinò lentamente e mi mise una mano sul petto.
Sapevo cosa avrebbe fatto … mi avrebbe dato una spinta tremenda facendomi così cadere. Poi mi avrebbe messo il piede sul petto e avrebbe vinto. 
Non gliel’avrei fatto fare!
Stavo per fare la mia mossa, quando, qualcuno con un copri collo e un cappello nero, sbucò all’improvviso e se la caricò sulle spalle, come un sacco di patate correndo via …
Prego?!
Mi girai verso Jongup, ancora seduto a terra, e alzai un sopracciglio.
Lui fece le spallucce.
-Continuiamo?
Gli chiesi.
Lui annuì e si rimise davanti a me.
2° round!
 
 
YONG GUK POV
La presi come un sacco di patate sulle mie spalle e corsi via.
Mentre correvo continuava a muoversi e a urlare come un’isterica.
Quando fummo abbastanza lontani la misi giù.
Mi guardò con uno sguardo assassino
-CHI. CAVOLO. SEI.
Io mi tolsi il cappello, sfoderando i miei capelli biondi col ciuffo rosetta, e abbassai il copri collo.
-TA-DAH!
Lei sgranò gli occhi e serrò la bocca.
-PERCHèCCAVOLO MI HAI PRESA?!
Strillò come una gallina alla quale stai tirando il collo.
Non che l’abbia mai fatto. Alla gallina intendo.
-Perché volevo battermi con te.
Non l’avessi mai detto!
Cominciò a camminare in cerchio e a strillare come una matta, con le mani nei capelli. Poi cominciò a saltare, sempre camminando a cerchio. Poi prese a piroettare, mentre camminava a cerchio. Poi a piroettare, mentre salva,camminando a cerchio e intanto strillava con le mani nei capelli.
Ok … come cavolo ci riusciva?!
-Così mi fai venire il mal di mare …
Dissi, sentendo la testa che mi girava.
Lei si bloccò davanti a me puntandomi il dito contro
-Uno, tuo nonno e tuo padre erano dei marines! Due, quindi non dire certe sciocchezze! Tre, come potrebbe mai farti mal di mare una cosettina del genere?!
-Punto primo, come fai a saperlo? Punto secondo, che cavolo centra il fatto dei marines con il mal di mare? Punto terzo, vorrei vedere te con una piccoletta che fa tutte quelle robe su 4 metri d’altezza.
Dissi, avvicinandomi sempre di più a lei, socchiudendo gli occhi con fare superiore.
-Uno, hai mai sentito parlare di un certo Killing Camp dei B.A.P? Due, centra eccome! Tre, non chiamarmi piccoletta!
Mi rispose a tono, avvicinandosi a sua volta.
-Punto primo, non pensavo che fossi così informata. Punto secondo, ridico che non centra niente. Punto terzo, SEI piccoletta.
Risposi, calcando il “SEI”, e avvicinandomi sempre di più.
-NON. CHIAMARMI. PICCOLETTA.
-MA. LO. SEI.
Risposi a tono.
Ci guardammo negli occhi, che erano ormai diventati due fessure, sia i miei che i suoi.
Improvvisamente mi resi conto di quanto eravamo vicini.
Io mi ero abbassato un po’ con la schiena e lei si era messa in punta di piedi.
Avevamo entrambi le mani incrociate al petto e le nostre braccia erano attaccate, mentre i nostri visi erano a pochissimi centimetri l’uno dall’altro.
Non me ne importava. Non avrei di certo mollato prima di lei!
Quella ragazzina … era quello del sogno dell’altra notte … quella che ci aveva indicato la nostra camera … forse c’erano un po’ troppe coincidenze … com’era possibile che conoscesse Mi …
Bloccai tutti i miei pensieri, incantato da quel paio di occhi color ambra con schegge d’orate, che mi avevano colpito anche nel sogno … anche se era ormai sera tarda, riuscivo comunque a vederli grazie ai lampioni che ci illuminavano.
Erano così belli … non avevo mai visto un colore del genere.
Come base musicale per quell’attimo di magia c’era Give it Up to Me, Sean Paul ft Keyshia Cole.
La sentii sbuffare e mi tirò su il copri collo mentre si allontanava.
Io mi misi a ridere mentre me lo tiravo giù e la seguivo.
Si era messa seduta sul bordo del tetto, con le gambe a penzoloni. Mi sedetti accanto a lei.
-Sai – cominciò lei –Credo che tu sia veramente cretino.
Io alzai un sopracciglio.
-Stai tranquilla che lo sono.
Rise.
Davanti a noi c’era un bellissimo panorama. Un gioco di luci che si estendeva all’infinito. Il centro di Seoul era sempre così pieno di gente e luci che non si vedevano bene le luci. Era sempre pieno di rumore, musica, macchine … ma era questo il bello di quella città. Era una cosa affascinante.
Mi girai verso di lei e notai che stava muovendo leggermente il bacino.
Dopo un po’ si accorse che la stavo osservando e si fermò guardandomi.
-Non hai mai fatto reggae?
-Sai, se non l’avessi capito, sono un maschio.
-E allora?
Mi richiese alzandosi.
Io la guardai e alzai un sopracciglio.
Lei si tirò su la maglia facendole un nodo, mostrando la pancia perfettamente piatta con addominali. Non troppi, ma si notavano.
Probabilmente arrossi leggermente perché lei si mise a ridacchiare.
-Dai, alzati scimmione! Ti insegno un po’ di reggae!
-Che?!
Lei mi prese il braccio e mi fece alzare.
-Mi rifiuto!
Dissi incrociando le braccia al petto.
-Guarda che non devi muovere il bacino anche te!
-Ah no?
Chiesi io.
-No, scherzavo.
Sbuffai.
Perché dovevo imparare il reggaeton?
-Non è un discorso solo di bacino.
-Già, anche di culo.
Dissi ironico.
-Si … ma anche di spalle. Apri e chiudi velocemente le spalle con le gambe divaricate.
Mi spiegò, mostrandomelo.
-Ma non è per maschi!
Protestai ancora, sedendomi a terra.
-Ok – disse lei, sedendosi davanti a me – E se ti trovi ad una festa in un bar, pab, discoteca, casa di amici o quello che vuoi, e ti trovi una che balla con te e balla in questa maniera, tu cosa fai?
Oh … be … era una domanda un po’ intima … stavo ragionando sulla risposta meno squilibrata e pervertita che potessi dare, ma la mia voce uscì da sola
-La lascio fare.
Mi chiusi subito la bocca con la mano destra, mentre le rideva.
-Ovvio che la lasci fare. Ma tu non puoi stare fermo come uno stoccafisso!
Rispose tra le risate.
Ok, sinceramente?! Non mi sarei mai immaginato una risposta del genere da una ragazza. Mai e dico mai mai.
-Be … mi muovo un po’, di qua e di la …
-Ok – disse infine alzandosi e porgendomi la mano – Pratica.
-Che?
Chiesi prendendo la sua mano e alzandomi.
Cavolo … aveva più forza di quello che dimostrava.
-Sai dire solo Che? Pratica. Si, ho detto pratica! Non dirmi che ti senti a disagio solo perché sono più piccola. Vorresti dirmi che non mai ballato in questa maniera con una più piccola di te?
-Si che l’ho fatto … ma mai con una minorenne!
Lei sgranò gli occhi per poi scoppiare a ridere.
-Piano con i doppi sensi, scimmione!
Ma che? … ah … e pensare che non c’ero neppure arrivato.
Dopo essersi ripresa mi disse avvicinandosi a me.
-C’è sempre una prima volta!
-Piano con i doppi sensi, piccoletta.
Le risposi avvicinandomi a mia volta.
Intanto era partita Shake Your Pom Pom di Missy Elliot.
Mi ritirò su il copri collo mettendosi al centro del tetto.
Li cominciò a muovere il bacino in una maniera impressionante … sembrava senza ossa … quasi un serpente …
-Questo ti fa imbarazzare?
Mi chiese, continuando a muoversi.
Io ridacchiai mettendomi il copri collo su gli occhi.
La sentii avvicinarsi e mi preso per la mano, tirandomi al centro con lei.
Mi tolse il copri collo dalla testa e se lo mise come un bracciale.
-Ora impara a non imbarazzarti.
Ricominciò a muovere il bacino mentre io guardavo in giro con un sorrisino imbarazzato.
Lei si mise a ridere di gusto.
-E non ridere!
protestai guardandola.
Anche se era scuro si poteva vedere chiaramente che non aveva una pelle chiarissima. Era un po’ scuretta. Forse perché era d’inverno … d’estate doveva diventare proprio scura di pelle.
-Scommetto che non riesci a guardarmi la pancia …
Cantilenò lei.
-è una provocazione o una sfida?
-Mh … entrambe direi …
-Quanto scommettiamo?
-Quello che vuoi!
Mi rispose ridendo.
-Allora … se non ci riesco mi insegnerai a fare reggaeton … mentre se ci riesco … mi dovrai dare un bacio!
Non ci credevo che l’avevo detto veramente.
Sgranò gli occhi, ma poi ritornò a ridersela
-Va bene, ci sto! Pronti e … guarda!
Disse lei muovendolo più lentamente e abbassandosi un po’.
Io non ce la feci e girai lo sguardo sempre con quel sorrisetto imbarazzato.
-Visto?!
-No no. Ok, ce la faccio!
Dissi massaggiandomi le tempie.
-No che non ce la fai!
Intanto era cambiata canzone. Sembrava stessero mettendo tutte le canzoni dei vari Step Up.
Io la guardai con sguardo da sfida. Lei ricambiò.
-Pronti …
-E …
-Via!
Concluse lei.
Ora ce l’avrei fatta!
Gli guardai il bacino e non solo. Gli misi le mani sui fianchi e cominciai a ballare seguendo un po’ i suoi movimenti.
Lei mi guardò negli occhi con un’espressione tra il soddisfatto e il sorpreso.
Io alzai un sopracciglio.
-Visto piccoletta?!
-Aha …
Disse lei cominciando a muoversi in maniera più lenta.
Ok … controllo … tanto controllo … ma tanto tanto …
Poteva essere quanto piccola voleva, ma era un gran pezzo di ragazza.
Si sciolse i capelli e se li mi spettinò tutti.
Ok … calma … e controllo …
Sembrava lo stesse facendo apposta …
Aspetta … LO STAVA FACENDO APPOSTA!
-Per caso mi stai provocando?!
-Ma no … cosa dici …
Mi rispose con fare malizioso.
Intanto non mi ero neppure accorto che ci eravamo avvicinati e che eravamo quasi attaccati.
Improvvisamente sentii un dolore tremendo all’occhio destro e mi ritrovai a fissare i cielo notturno pieno di stelle.
Mi alzai dolorante e mi ritrovai a un paio di metri dalla ragazza.
Lei mi stava guardando soddisfatta con le mani sui fianchi.
Mi misi seduto a gambe incrociate.
Realizzai che mi aveva tirato un cazzottone mentre ero tutto concentrato alla vicinanza dei nostri corpi.
Aspetta … ma quindi voleva dire che aveva programmato tutto sin dall’inizio?!
Lei mi si avvicinò lentamente.
Quando mi fu davanti si accucciò e sussurrò
-Ho vinto …
-Hai vinto solo il gioco, non la nostra scommessa.
Risposi alzandomi.
Lei rimase paralizzata a terra con gli occhi spalancati.
Io la presi per le spalle e la alzai.
Mi guardò con due occhi terrorizzati.
-Ho-ho perso … con … t-te … ho perso … io non perdo … mai …
-Eh, che ci vuoi fare, succede.
Fece un passo indietro, ed io uno avanti.
-No no … no …
-Oh si si …
Un altro indietro, un altro avanti.
-O-ok …
Disse avvicinandosi lentamente alla mia guancia.
Io mi tirai indietro e le dissi quasi offeso
-Dove lo dai?!
Lei si toccò la guancia e io scossi la testa.
-Mi sono dimenticato di specificare …
Dissi con un sorrisino malizioso.
Lei scosse la testa
-Questa cosa non vale!
Io misi il broncio e lei cercò di trattenere le risate, invano.
-Non fare quella faccia …
Intanto stava continuando a camminare indietro e io continuavo a camminare avanti, finche non trovò un muro che la bloccò.
-Possibile che l’unico muro di questi tetti lo debba trovare io?!
-Anche il cemento è dalla mia parte.
Ridacchiai avvicinandomi a lei.
Ad essere sincero non avevo la più pallida idea di dove avessi trovato tutto quel coraggio … mi sentivo tutto caldo, e non perché gli ero troppo e decisamente troppo vicino … mi sembrava come che il mio corpo non seguisse più il mio cervello …
Gli ero a pochi centimetri di distanza. E i nostri nasi si sfioravano.
-Sai … che … sono molto stanca …
Disse lei mentre chiudeva gli occhi.
Che cavolo avevo fatto.
In due secondi diventò come una gelatina che cadde tra le mie braccia.
Io la presi e la strinsi a me scuotendola
-Hey … hey piccola … hey?
Sussurrai.
Cavolo.
Era svenuta?!
Feci un passo con le tra le braccia e sentii le gambe mollissime. Non so come caddi. Fortunatamente di schiena, così lei non si fece niente.
-Hey …
Chiesi alla ragazzina tra le mie braccia con la testa appoggiata nell’incavo nel mio collo.
Era proprio andata …
Anche io … ero così stanco …
Mi girava la testa … in due secondi netti non capii più niente e vidi tutto nero …
Ero svenuto anche io?!
Bene.
Da male in peggio!
 


----------------------------------------
HELLO PIPPOL!!!!!!!!!!!!!!!!! COME VA?
CHE NE PENSATE DI QUESTO CAPITOLO?
HE HE HE...
AVETE VISTO LA NOSTRA PENELOPE CHE GATTA MORTA DI PRIMA CATEGORIA?!
HAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!! MI SONO DIVERTITA UN CASINO A SCRIVERE QUESTO CAPITOLO! VERAMENTE XD!!!!
SERIAMENTE, CHE NE PENSATE??? FATEMELO SAPERE IN TANTI!
SPERO DI AVERVI FATTO DIVERTIRE ^-^! E DITEMI SECONDO VOI QUAL'è STATA LA PARTE PIù DIVERTENTE! PLIS PLIS!
ORA MI DILEGUO!
kiss kiss
il panda sclerato che non la pianta di ridere e fatto di polverina fatata
Aris*Chan

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** animal house ***


PENELOPE POV
-I DON’T CARE, I LOVE IT! I DON’T CARE, I LOVE IT I LOVE IT!
Fui svegliata da queste parole.
Sinceramente … credo sia una bella maniera, svegliarsi con la musica.
Aprii lentamente l’occhio destro, con  paura di ritrovarmi in una qualche stanza che non fosse la mia.
Ma appena vidi quel fantastico armadio tappezzato mi rassicurai. Fortunatamente non era successo niente!
Mi girai verso il mio comodino a sinistra, per abbassare la musica.
9.15.
Com’era possibile?
La sveglia non aveva suonato?
Non proveniva da li la musica?
Erano le 9.15?
LA SCUOLA!
Perché nessuno mi aveva svegliata?
Mi alzai di scatto dal letto, buttando a terra le coperte e mi fiondai alla porta. Stavo per aprirla quando sentii dei movimenti dietro di essa … Poggiai l’orecchio e cercai di origliare …
-Che palle! Sono tutti a scuola e l’altro è andato in quella biblioteca!
Disse una voce annoiata.
-Che ci vuoi fare? Siamo troppo grandicelli!
Scherzò un’altra voce.
-Non scherzare, idiota! Io mi sto seriamente annoiando! Senza il lavoro la mia vita si svuota …
-Che deprimente che sei, Channie!
C-CHANNIE???
Chi cavolo c’era?
Le voci sembravano provenire dal salotto, non molto distante.
Cercai di attaccare meglio l’orecchio …
-Senti, tu per caso sai a chi dobbiamo badare?
Chiese la prima voce, quella annoiata.
-Non ne ho la più pallida idea. Ci ha lasciati come dei mongoli. Ma credo si tratti di una bambina … bo, non so …
-A proposito di bambine … ieri sera sei sparito con quella tipa … che cavolo avete fatto?
Chiese malizioso.
La verità?! Non ci stavo capendo niente!
-CHANNIE, CHIUDI QUELLA FOGNA! NON GLI HO FATTO NIENTE!
Urlò l’altro.
-Ssssh … non voglio che il nano che ci ha dato Mi da controllare si svegli … comunque da quello che ho visto … sembravate molto affiatati …
-Vuoi dire che mi hai spiato?
-Senti. Tu hai preso e te ne sei andato dicendo “Vado a fare una certa cosa …”. Così ti ho seguito e ho visto bene di che “certa cosa” si trattava …
-IDIOTA!
Urlò l’altro.
 
Avete presente quei film americani nei quali la ragazza origlia alla porta, e quella improvvisamente si apre?!
Ecco … non succede solo nei film …
 
Mi vedevo già col mento stampato in faccia.
Invece mi ritrovai il viso immerso in qualcosa di caldo e accogliente …
Sentii due braccia che mi bloccavano le spalle per evitare che cadessi completamente.
Alzai la testa e …
-CHE CAVOLO CI FAI QUI, TU!
Urlai, divincolandomi dalla sua presa e puntandogli il dito contro.
-NO, CHE CAVOLO CI FAI TU QUI!
Urlò a sua volta.
-SEI TU QUELLO CHE NON DOVREBBE ESSERE QUI! CHE CAVOLO CI FAI QUI?
-MA CHE CAVOLO SPARI? TU CHE CI FAI QUI! COME E QUANDO SEI ENTRATA!
Ma che cavolo …?
-BE, IO CI VIVO QUI!
-MA SE CI VIVIAMO NOI!
-CHE CAVOLO SPARI?
-IO CON I RAGAZZI!
-NO! CI STO IO E MIO FRATELLO!
-E io?!
Chiese una voce.
Mi girai a destra e vidi un ragazzo alto sai capelli corvini sparati per aria.
-WAAAAAAAH!!!!!!!!
Strillai in preda al panico, puntando l’altro dito su di lui.
-C-c-c-che cavolo sta succedendo …
-Ne so meno di te!
Mi rispose Yong Guk.
-Ma … ma tu sei quella dell’altra sera …
Disse Him Chan, sogghignando.
-Già … - risosi io – E tu prima stavi rompendo, sparando cavolate!
-Già …
Rispose, sempre con quel sorrisino …
Lo avrei preso a sberle!
-Eravate voi con la musica?
Chiesi per cambiare argomento.
-Si. Ma quelle dita puoi anche abbassarle.
Mi disse Him Chan.
Abbassai le braccia titubante.
Mi girai verso Yong Guk e vidi che stava sogghignando pure lui.
Ma che cavolo …
Mi guardai e …
O CAVOLO!
Addosso avevo solamente una canotta lunga fino a meno di metà coscia.
-PERVERTITI!
Urlai rinchiudendomi in camera.
Da fuori sentii dei passi avvicinarsi alla porta.
-Senti … - sentii dire dopo un po’ da Bang – Per ieri sera … mi dispiace …
-Lo ripeto: pervertiti!
-E io che centro?
Piagnucolò il moro.
-TACI TU!
Urlammo insieme io e Guk.
-Comunque – continuò lui – volevo che sapessi che non ero veramente io … o meglio … ero io, ma non avevo il controllo delle mie azioni e di quello che dicevo … e …
In tutto il tempo che aveva parlato, intanto, mi ero tirata fuori dei vestiti. Pantaloncini corti e intendo veramente corti di maglia, blu,  e una t-shirt extra large della converse, grigia.
Aprii la porta e trovai i due idioti seduti davanti a gambe incrociate con due facce da cuccioli bastonati.
-Che sono quelle facce?
Chiesi loro mettendomi una mano sul fianco destro e con l’altra tirandomi su i capelli.
Da quell’espressione innocente barra idiota, gli si stampò un’espressione illuminata, come se avessero visto un angelo.
-Ok … preferivo quella di prima … con permesso …
Dissi, passando in mezzo ai due.
Mi diressi in cucina e aprii il frigo. Era pieno di tutto e di più …
Lo richiusi e notai un post it che diceva
“Ho chiamato quei due per farti da baby-sitter. Visto che ieri avevi un febbrone da cavallo non ti ho svegliata per portarti a scuola.
Riprenditi presto.
Mi“
 
I conti non tornavano … gli avrei chiesto tutto quando sarebbe tornato.
Riaprii il frigo, tanto per fare qualcosa, e ridiedi un’occhiata.
Frutta … torta … latte … succo … robe strane che non avevo la minima idea di cosa fossero … e tanto altro …
Dopo aver guardato e guardato, finalmente la trovai … la mia amatissima …
BIRRA!
La presi e richiusi il frigo.
 Mi girai e mi ritrovai davanti i due mongoli, con le braccia incrociate e con uno sguardo accusatorio.
-Eddai …
Piagnucolai io.
-Quanti anni hai?
Mi chiese Chan.
-18.
Mentii.
-Quando sei nata?
Mi chiese Guk.
-Hem …
-Ok, non hai 18 anni.
Decretò lui, prendendomi la birra dalle mani.
-Dai dai dai! Vi prego …
-Non se ne parla!
Era proprio impuntato!
Fece per aprire la bottiglia ma Him Chan gliela prese dalle mani.
-Tu ieri sera avevi 40 di febbre e non ti è ancora scesa del tutto!
-Ma dai …
Mugugnò Guk.
Aspetta … aveva la febbre?
-Comecomecomecome? Ieri sera avevi la febbre?!
Gli chiesi io, portandomi la mano destra alla tempia. Non per mal di testa, ma per ragionare.
-Si …
Rispose titubante.
-Quindi me l’hai passata tu! Brutto stronzo! Ti spacco quelle cavolo di labbra pompate che ti ritrovi!
Inveii avvicinandomi a lui.
-Hey, piano con le parole! E poi non ti ho mica baciata!
Mi rispose a tono, avvicinandosi a sua volta.
-Senti un po’, stronzetto! Mi hai alitato in faccia! E non chiamarmi piccoletta, chiaro?
Sempre più vicina.
-Be, tu potevi non importunarmi! E poi non mi pareva che ti desse tanto fastidio, piccoletta!
Sempre più vicino.
-Cazzo, piantala! Solo perché hai 23 anni non hai il diritto di trattare di merda tutti!
Più vicina …
-Ah guarda, stai pur certa che non tratto di merda tutti, come dici tu! È un trattamento riservato solo a te!
Più vicino …
-Ah, grazie!
-Di niente!
Eravamo a meno di un palmo di distanza.
Cavolo, come l’altra sera …
Non andava bene …
Ma di certo non sarei stata io la prima ad abbattermi.
Avevamo entrambi gli occhi pieni di rabbia.
Non pensavo che uno tra i cantanti che stimavo di più fosse un tale stronzo. Anche se a dirla tutta … ero sempre io a iniziare i battibecchi …
-Hem ragazzi … non vorrei essere invadente …
Cercò di dire Him Chan, ma io lo interruppi, sempre rivolgendomi allo stronzo che mi ritrovavo davanti.
-Non ti facevo tanto stronzo.
E me ne andai in salotto.
Mi buttai sul divano e presi possesso del telecomando.
Feci un giretto sui canali musicali, fino a che trovai Play Hard di David Guetta.
Cominciai a muovere la testa a ritmo di musica.
Dopo un po’, Him Chan, mi si sedette accanto.
-Dove andato il cretino?
Gli chiesi.
-Sono qui, nana!
Mi girai e me lo ritrovai praticamente addosso. Si era seduto sullo schienale del divano e aveva messo le gambe accanto alle mie spalle.
Come avevo fatto a non accorgermene?
-Sempre così simpatico …
Dissi, facendo un falsissimo sorriso.
Mi rigirai verso la tv, non badandolo.
Intanto lui continuava a dire cazzate del tipo “Hey nana? Come va?”, “nanetta, cosa stai ascoltando?”, “piccoletta nanetta?” eccetera eccetera …
E io, non lo cagavo neanche di striscio.
Ad un certo punto mi mise le gambe sopra le spalle, a penzoloni davanti a me.
Stavo cominciando a perdere la pazienza … intanto accanto a me, Chan, stava ridendo sotto i baffi.
Respirai a fondo …
Visto che non avevo voglia di prenderlo a cazzotti, decisi di stare al suo gioco.
Mi sistemai meglio sul divano e appoggia le braccia sopra le sue gambe.
Da dietro lo sentii ridacchiare e io mi lasciai sfuggire un sorrisino.
-Tu ti comporti così con una di qui non sai neanche il nome?!
Gli chiesi.
-Esatto.
Rispose lui.
-A proposito! Come ti chiami?
Mi chiese l’idiota accanto a me.
-Penelope.
Risposi io, non curante, ma sempre con quel velo di sorriso.
-Pe … nelope?
Chiese l’altro idiota, dietro di me.
-è un nome italiano … credo …
-Vuoi dire che sei italiana?
-è già.
Silenzio.
-Il tuo fidanzato si è arrabbiato per ieri sera?
Chiese Yong Guk.
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.
-Fidanzato?
Chiesi shockata.
-Si, quel biondo alto … quello che dice di avere 15 anni.
Confermò lui.
Io tirai un sospiro di sollievo.
-Quasi 15 – precisai –E non è il mio ragazzo, ma mio fratello minore!
-M-minore?
chiese Chan.
-Si … io devo compiere solo … 16 anni …
Bofonchiai.
Silenzio …
Era imbarazzante …
-Ok. Io però mi annoio.
Esordì il moro.
-Non sei l’unico.
Disse il cretino dietro di me, appoggiando il mento sopra la mia testa.
-Che ne dite se … balliamo?
Proposi.
-Io ci sto!
Dissero tutti entusiasti, i due ventitreenni.
-Vi va bene se balliamo su Just Dance?
Chiese Guk, scendendo dal divano.
-Hem … io avrei una cosa un po’ più figa …
Dissi.
-Del tipo?
-Aspettate …
E corsi in camera mia.
Mi fiondai sulle valige e vi frugai fino a che non trovai i miei adorati porta cd. Presi il disco giusto e ritornai in salotto.
Intanto gli altri due avevano spostato il tavolino e il divano, così da avere un ampio spazio per ballare.
Andai davanti la tv e misi il disco dentro la console. Che figata … Misan aveva la kineckt … niente telecomandi che intralciavano.
Mi misi accanto a HimChan e aspettai che si accendesse.
Appena si fu acceso partì subito una canzone remixata da me.
-Bella cavolo … di chi è?
Chiese Guk stupito.
-Mia …
Dissi soprapensiero, mettendo le impostazioni giuste.
-Che canzone volete?
-Come tua?
Chiese ancora il biondo.
-Mh … non saprei …
Rispose pensieroso il moro.
-Che ne dite di Flo Rida ft Kesha con Right Round?
-Perfetto!
-Non mi hai risposto!
Insistette Mr Biondo.
-E non ho intenzione di farlo … - cantilenai io – Pronti e … via!
Dissi, facendo partire la canzone.
Himchan e Yong Guk furono presi di sorpresa e non partirono subito, ma poi si attaccarono.
Dopo un po’ cominciava ad essere sempre più femminile … il moro ci stava dietro, ma il biondo non riusciva a starci abbastanza …
Fino a quando … verso la fine … partì un pezzo di puro reggae.
Fregato Guk!
Finiti i 3 minuti di canzone io ero piena di energia, Himchan aveva il fiatone e Guk era nero di rabbia.
-L’hai fatto apposta, vero?
Mi chiese, spingendo via il poveretto col fiatone, che atterrò sul divano, e mi venne davanti.
-Cosa te lo fa pensare?
-Cosa me lo fa pensare?!
-Visto che ti serviva il reggae?
-Ah, ma stattene zitta!
Disse per poi andarsene in camera.
Cavolo … si era veramente arrabbiato per così poco?
-SONO IO QUELLA CHE DOVREBBE ESSERE INCAZZATA!
Urlai, per poi andarmene a mia volta, verso camera mia.
 
HIMCHAN POV
Ok … si erano arrabbiati un pochino … proprio il giusto …
Forse un po’ troppo …
-Che la forza sia con te, Kim Him Chan.
Mi dissi, per poi dirigermi verso la nostra camera.
Bussai.
-CHE VUOI?
Ruggì Guk da dentro.
-Hey, non mi sbranare …
Dissi entrando lentamente e chiudendo la porta alle mie spalle.
Lo trovai disteso sul letto son un braccio sugli occhi.
Cavolo … era messo maluccio …
-Tutto bene?
Gli chiesi, sedendomi accanto a lui.
Lui, in risposta, mugugnò.
-Senti, non ho ancora imparato il Banghese. Quindi mi faresti un favore grande grande se parlassi in umano.
Scherzai.
-Ho detto no!
Ok, era arrabbiato.
-Bang Yong Guk, che cavolo ti prende? dalla sera che siamo arrivati sei strano … che cavolo ti è preso?
Sapevo che in parte centrava anche il fatto che aveva sognato quella tipa …
Quando la mattina si era svegliato mi aveva chiesto se avevo sognato una ragazzina dai capelli di uno strano colore. Io negai, anche se me lo ricordavo perfettamente.
Appena l’avevo vista al campo da baseball l’avevo subito riconosciuta.
C’era qualcosa in quella ragazzina … qualcosa di così strano, di così impenetrabile … ti dava l’impressione di saperne molto. Come se avesse vissuto più di te … come se avesse visto e provato così tanto … ma allo stesso tempo ti dava l’impressione di una ragazzina semplice …
Era particolare …
 
-è tutta colpa di quella la …
Mugugnò, questa volta più umanamente, togliendosi il braccio dagli occhi e fissando il soffitto.
-Non nego che sia colpa sua, ma tu non sei una persona che perde facilmente la pazienza, anzi. E di solito sei più timido con le persone che non conosci. Non capisco … è come se, quando sei insieme a quella piccoletta, ritorni ad essere un liceale, un teenager, un come vuoi chiamarlo.
-Un maknae … - mi interruppe lui – Mi sento come se fossi un maknae … e non scherzo …
Io lo guardai stranito.
Lui?
Bang Yong Guk, che diceva di sentirsi un maknae?
-Sei sicuro che non stai parlando così perché hai la febbre? Sai che quando hai la febbre spari parole a caso e fai cose che solitamente non ti sogneresti nemmeno … molto probabilmente anche per questo hai fatto quella cosa la scorsa sera …
-Probabilmente sto dicendo questo anche perché sto male … ma è vero … è come ritornare ad essere maknae … non ti dava la stessa sensazione?
In effetti … anche io mi ero comportato in maniera infantile prima …
-Ti da spensieratezza quella ragazzina …
Guk annuì, rimettendosi il braccio sugli occhi.
-Quindi ora vai a chiederle scusa!
Esulati io.
Lui prese paura e cadde dal letto, facendo un casino bestiale.
-Guk … ma che fai?
Gli chiesi innocente.
-Tu che fai! Razza di idiota! Volevi per caso ammazzarmi?!- domandò a sua volta, sbucando con la testa dal bordo del letto - Non ci penso proprio di andarle a chiedere scusa!
Io sospirai, mi alzai dal letto e andai verso la porta
-Però non venire a lamentarti da me quando l’avrai persa.
Uscii e chiusi la porta.
Adesso sarei andato da lei per spiegarle il comportamento del mongolo.
Un attimo … dov’era finita?
Improvvisamente dalla porta davanti alla nostra si sentì un casino di musica.
Ok, era sicuramente la.
Bussai.
Bussai.
Bussai.
E niente.
Poggiai la mano sulla maniglia e aprii lentamente …
Infilai la testa e la vidi alla scrivania, circondata da computer mixer e quant’altro, con le cuffie al collo.
Chiusi la porta, mi avvicinai a lei e le toccai la spalla.
Si girò di scatto e si spaventò vedendomi.
-Mi hai fatto paura!
Disse, abbassando un po’ la musica.
 Mi misi accanto a lei e mi abbassai un po’ per vedere che stava facendo.
-Che canzone è?
Chiesi.
-Come & Get It.
-An … ma sentita.
Lei sorrise.
-è di Selena Gomez, una cantante americana mi pare.
-Questa Selena l’ho già sentita … e ti piace come cantante?
Chiesi prendendo il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni, per vedere se trovavo qualche sua canzone tra la mia playlist infinita.
-Mh … si dai … non tantissimo, ma mi piacciono le sue canzoni … - si girò per guardarmi e gli si illuminarono gli occhi – Ma voi non eravate senza cellulari?
Io lo riposi subito.
-Eravamo … cioè … non dovrei dirtelo …
Dissi facendo una smorfia.
Lei sorrise di nuovo.
-Fa niente.
E si rimise al computer.
-Ti va di sentire un mio mix?
Mi chiese.
-Certo!
Risposi io accucciandomi accanto a lei.
Premette un bottone e fece partire una canzone.
Lessi il nome sullo schermo. I Need Your Love, Calvin Harris.

Già …
Mi ero quasi dimenticato che mi ero lasciato con la mia ragazza …
Purtroppo la ferita faceva male …
Ancora male …
All’inizio la canzone era come l’originale, ma poi …
Cominciò un mix che non c’era nella vera canzone …
Era fantastica …
Inoltre, l’aveva incorporata con un’altra canzone che non conoscevo …
Era veramente fantastica!
Sarebbe piaciuta a quel mongolo di la.
Finì la canzone.
Si girò verso di me, con un’espressione poco sicura
-Com’era …
-Fantastica!
Esordii io.
Lei si rigirò contenta
-Chi hai perso?
Mi chiese all’improvviso.
Io per poco non mi strozzai
-Come scusa?
-Se non hai perso nessuno non avresti avuto quell’espressione nel sentirla.
Come …
Come cavolo aveva fatto?
Si girò nuovamente verso di me.
-Chi?
Io abbassai la testa e infilai le mani nei pantaloni blu della mia tuta.
-Ti fa bene parlarne.
-Non … non puoi capire … sei troppo piccola … non potresti capire …
-Ti ha lasciato la ragazza, vero?!
Mi chiese, con una certa nota di disprezzo.
-è già …
Risposi in un sospiro, sedendomi su quel letto dalle lenzuola strambe.
-Ti ha lasciato …
-Si … è stato come se mi avessero strappato il cuore …
-Ti ha solo lasciato!
M’interrupe lei, con uno sguardo tra lo schifato e lo stupito.
-Solo? Ti pare solo?
Chiesi io.
-Si! Mi pare solo! Non ti è mica morta! Da quanto la conoscevi?! Si e no due o tre mesi! Ci scommetto quello che vuoi!
Inveì lei, alzandosi dalla sedia girevole e avvicinandosi a me.
-Erano quasi un anno …
Ricordai.
Mi scese una lacrima che subito asciugai.
-Oddio … oddio che ho fatto … scusa, io … io non volevo …
Disse abbassandosi un po’ per vedermi bene in faccia.
Mi prese il viso tra le mani.
-Scusami … scusami da morire … non volevo farti male …
Mi abbracciò.
Mi strinse in un bellissimo abbraccio caldo …
Era troppo …
La strinsi a mia volta e scoppiai.
Dopo un paio di minuti, riuscii a smettere di piangere.
Mi si sedette accanto a mi mise un braccio intorno alle braccia.
Avevo ancora lo sguardo fisso a terra.
-Mi dispiace … non volevo … è che …
-Tranquilla, fa niente.
Risposi, cercando di fare un sorriso.
In effetti aveva ragione … non era mica morta …
-è che questa volta pensavo fosse vero amore …
-So cosa vuoi dire …
Disse con malinconia.
-L’hai provato anche te?
-Diciamo che … si.
Mi girai verso di lei con le gambe incrociate.
-Racconta tutto.
Dissi serio, respingendo dei singhiozzi che stavano per tornare in superficie.
-Non ci penso proprio.
Disse scuotendo la testa.
-Eddai …
Piagnucolai.
-No. Cosa vuoi che sia successo? Non era la persona giusta, fine.
-Ok, non ti racconterò nulla!
Dissi incrociando le braccia e facendo il finto offeso.
-Sai che non mi cambia niente, vero?!
In quel momento la porta si aprì di colpo e vi entrò Yong Guk.
-Oh … scusate … Himchan?!
-Mi devi parlare?
Chiesi alzandomi dal letto.
-No. Fuori dalle scatole. Devo parlare a lei.
Disse serio.
Io feci un sorrisone e passandogli accanto gli sussurrai
-Hem … purtroppo mi sono scordato di spiegarle la faccenda …
-Immaginavo.
Rispose lui, trattenendo delle risatine.
Uscii e chiusi la porta alle mie spalle.
Era ora che quello la si decidesse a parlarle.
Andai in salotto e rimisi tutto apposto. Mi buttai sul divano e accesi la tv.
Chissà cosa le dirà …
 
YONG GUK POV
Himchan si chiuse la porta alle spalle.
Oddio … cosa le potevo dire?
Lei mi continuava a guardare con un sopracciglio alzato.
-Hem … volevo scusarmi per ieri sera … sai, quando ho la febbre dai 38 gradi in su … deliro completamente. Sparo parole a caso e faccio cose che non mi sognerei mai di fare … quindi mi dispiace.
Rilassò il viso e fece un mezzo sorriso.
-Dispiace … anche … a … me … sono consapevole di essere stronza. E poi mi diverto a farti incazzare.
-Ah, grazie.
-Di niente!
Rispose lei fecondo un sorrisone smisurato per poi buttarsi all’indietro con la testa a penzoloni dal letto.
-Hai ancora la febbre?
Mi chiese.
-Poca credo. Ma stai tranquilla che non faccio nulla.
-Si si. Era solo così per chiedere.
Mi avvicinai al letto e, prima di sedermi accanto a lei, esitai un po’.
-Ma non hai freddo vestita così?
-No. Non soffro tanto il freddo.
-An.
Silenzio imbarazzante …
Improvvisamente si alzò e mi fece prendere un colpo.
-Ehi! Mi hai fatto venire un infarto!
Dissi io, mettendomi una mano sul cuore.
-Ho fame.
Detto questo si alzò e andò verso la portafinestra.
-Che vuoi fare?
Gli chiesi.
La aprì e uscì in giardino.
Hem … non mi tornavano tutti i conti …
Da quando, se una persona ha fame, va in giardino?
Mi alzai e la seguii.
-Che vuoi fare?
Urlai, per farmi sentire da lei che era più avanti.
Non mi rispose e continuò a camminare.
Il giardino era ben curato. Davanti alla sua portafinestra aveva un pezzo di prato e alla fine c’era una folta siepe. Il tragitto che stavamo percorrendo era tutto fiancheggiato da siepe, mentre dall’altro lato, quelle delle finestre, c’era un piccolo marciapiede di marmo bianco e qua e la dei tavolini con delle sedie di legno color panna. Era molto bello.
Camminammo per non so quanto, fino a che non girò a sinistra.
Svoltai l’angolo e mi ritrovai all’entrata di casa.
Entrai e la trovai in cucina con la testa immersa dentro il frigo.
-Ma che cavolo hai?
Le chiesi appoggiandomi allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto.
-Ho pame!
Mi rispose, riemergendo dal frigo, con in bocca una merendina.
-Ok, hai fame. Ma perché hai fatto il giro per fuori?
-Pecchè mi fembrava più diverpenpe.
Rispose, facendo spallucce.
-Ma tu sei matta …
Ero completamente sconvolto.
Avevo trovata una più fuori di Jae e Dae messi insieme?
O … mio … dio …
-Ma che fcoperta!
Mi rispose, sempre con la merendina in bocca, aprendo le braccia e muovendole.
Appoggiai la testa dall’altro lato dello stipite.
-Tu sei seriamente tutta matta …
Bofonchiai.
-Con permesso.
Disse lei, passandomi sotto la testa.
Era così bassa che si dovette abbassare solo un po’.
Girò l’angolo per poi sparire.
Così, senza pensarci la seguii.
Arrivai fino davanti alla porta nella quale era entrata anche prima. A pensarci bene sembrava proprio una “comune” stanza da letto … poteva essere vero che abitava la …?
Bussai.
-Entra.
Aprii la porta.
Era seduta alla scrivania con le cuffie sul collo e accanto a lei una bottiglietta di uno strano liquido giallino.
Richiusi la porta dietro di me.
-Che stai facendo?
Le chiesi avvicinandomi. La scrivania era piena di computer, mixer, cd e vinili.
Fece partire una canzone.
-Mixo.
Ascoltai la canzone …
Dopo un po’ cominciò a canticchiarla tra se e se, alzandosi dalla sedie e dirigendosi verso i due armadi tappezzati.
Li aprì e stette due minuti buoni a osservarli.
Erano vuoti.
Intanto che la guardavo, cercavo di ricordarmi il nome della canzone, ma essendo mixata, era un po’ difficile riconoscerla.
-Che fai?
Chiesi.
Si girò e si diresse verso il letto, tirando fuori due valige di strano colori.
-Devo mettere apposto i miei vestiti. Dammi una mano.
-Era una domanda?
-No.
Rispose secca, ritornando agli armadi.
La canzone finì.
Colpo di genio.
-Era Dirty Cash dei Big Bang!
esultai battendo le mani.
-Ma che bravo. Passami i vestiti.
Eseguii.
Gli passai una canotta nera con lo stemma di Bat Man.
Lei la prese e la mise su un appendino.
-Puoi passarmi anche più vestiti alla volta.
-Ok.
Detto fatto.
Dieci maglie.
-Non troppe! Idiota!
Si lamentò lei, prendendone metà.
Aveva tutte canotte …
-Ma tu ti metti le canotte d’inverno?
Le chiesi, guardando curioso una canotta lilla e blu tutta sbiadita.
-Non soffro il freddo. E poi c’è anche l’altra valigia e un mezzo borsone di mio fratello ha delle mie cose. E in più uso le sue cose.
-E non si incazza?
-No. Non avrebbe senso, perché io continuerei a prendergliele in prestito.
Che fratelli strani …
Non si assomigliavano.
Non sembrava che lei fosse la più grande.
Erano misteriosi.
Strani forte …
Ormai eravamo la dentro da una mezzoretta. Io che le passavo le maglie, lei che le metteva apposto. E come sottofondo le canzoni dei Big Bang che andavano a manetta.
Fino a che non cominciò una canzone e lei si bloccò di colpo.
-Che c’è?
Si girò lentamente con un sorrisone.
-La adoro …
Sussurrò, per poi rigirarsi.
-Cosa?
Come risposta cominciò a muovere la testa, a battere il piede a terra e a muovere le spalle.
-An … la canzone …
Era Bulletproof dei BTS, un gruppo uscito da non molto.
 
-Abbiamo finito!
Annunciai esausto, buttandomi sul letto.
-è no caro. Manca l’altra borsa e il mezzo borsone di mio fratello.
Dio … aiutami!
Mi alzai e aprii l’altra valigia, cominciando a passargli le cose.
Per non annoiarmi a morte, cercai di cominciare una conversazione.
-Allora … chi è il tuo bias nei BTS?
-Il mio che?
-Il tuo bias. Il tuo preferito.
Come faceva a non saperlo?
-Aaaaah … si dice bias … comunque mi pare ovvio. Rap Monster!
Disse, alzando la V di vittoria.
-V ha le orecchie grandi e Suga a la faccia tonda. Però sono simpatici …
Continuò.
-Come sono simpatici?
Chiesi io, un po’ shockato.
-Altra domanda?
Tagliò corto lei.
Va be.
Avevo una lunga scorta di domande a fare a quell’essere davanti a me.
-Bias nei B.A.P e nei Big Bang?
-B.A.P … all’inizio era Zelo, poi Himchan, poi Jongup, poi di nuovo Himchan, poi te, poi Yongjae, poi di nuovo te. Quindi te. Nei Big Bang … sono indecisa se scegliere G-Dragon o TOP … credo TOP … anche se adoro entrambi …
Un attimo … mi aveva appena detto che ero il suo bias …
Mi aveva appena detto che ero il suo bias?
Mi aveva appena detto che ero il suo bias!
-Cioè … tu mi hai appena confessato che mi baceresti da testa a piedi?
Chiesi, un po’ confuso.
-Non l’ho esplicitamente detto ma … si. altra domanda?
Mi risvegliai da quella confusione palpabile
-Ah … hem … si … quali gruppi K-Pop conosci?
-Pochissimi. B.A.P, 2ne1, Big Bang, SHINee, BTS. Stop.
-Veramente?
Chiesi io.
-All’incirca … nel senso … questi sono i gruppi dei quali so i nomi dei componenti … poi so che esistono … Block B, BTOB, Beast, Teen Top, SNSD, Secret, 4minute … EXO, Boyfriend, Suju … e … non ne so altri. Dei Block B adoro Nillili Mambo e Nalina. Nonso perché ma mi fanno ridere quelle due canzoni … forse perché dicono le parole in una maniera che sembrano dei scioglilingua … I BTOB mi ispirano una simpatia assurda. Mi sembrano tanto scemi … e mi piacciono anche certe canzoni loro … Dei Beast non ho mai sentito una loro caznone. I Teen Top … si, mi piacciono abbastanza le loro canzoni … Le SNSD mi ispirano una parziale simpatia … ma sono tutte “gni gni gni gni, fiorellini cuoricini”. E se non sono così sembrano arrapate. Le Secret … uguali alle SNSD. Le 4 minute … non ho idea di ci siano. Gli EXO mi ispirando antipatia … non so perché … non lo faccio neanche apposta. E poi sono troppi per impararmi i nomi. Dei Boyfriend mi piacciono le canzoni, soprattutto Janus. Ma sono troppi. Non mi ricorderei neanche un nome. Gli Suju … sono un po’ particolari le loro canzoni … ma diciamo che mi piacciono. Però sono estremamente troppi. Mi ispirano anche simpatia … ma cavolo! Sono un casino! E poi, credo che abbiamo un problema con la lettera S … dicono sempre SH al posto di S. tipo su Sorry Sorry. Dicono Shorry Shorry. E per di più, quando ascolto quella canzone,mi rotolo dal ridere. Anche se cerco di trattenermi non ce la faccio. Tutta colpa di Hello Baby degli SHINee …
Concluse pensierosa.
Ok … ero … terrorizzato … aveva parlato un casino e ad una velocità assurda … ma nonostante tutto ero riuscito a capirla.
-T-tu … quanto parli …
Lei si girò con un faccino innocente.
-Io? Tanto. Troppo.
 E torno a riordinarsi l’armadio.
Ormai avevo finito di passargli le cose ed ero seduto sul letto.
Dopo un po’ si avvicinò al computer e fece partire una canzone.
-Per farti contento …
Detto questo tornò al suo amato armadio, che stava sistemando con tanta cura.
Sorrisi nel sentire quella musica …
Bad Man …
Nostra …
Che dolce che doveva essere quella ragazzina … in fondo …
Senza rendermene conto avevo cominciato a reppare le mie parti.
Si girò e mi venne davanti.
Io continuavo imperterrito.
Mi mise una mano sulla bocca. Tanto adesso non toccava a me, nella canzone.
-Non farlo più …
Mi sussurrò.
Io inarcai le sopracciglia.
-Se vuoi vedermi svenire davanti a te per la seconda volta … reppa di nuovo … altrimenti stai zitto, ed è la cosa migliore …
Concluse, tenendo la mano ancora sulla mia bocca.
Improvvisamente sembrò accorgersene e la guardò con due occhi fuori dalle orbite.
Lentamente la staccò per poi guardarsela come se fosse un alieno. Poi guardò me e, scuotendo la testa, disse
-Questo non va per niente bene …
Si girò e si rimise all’opera nell’ordinare.
-Cosa non va ben …
Non mi fece finire di parlare che mi interruppe
-NON. PARLARE.
Ma che avevo fatto adesso?
-Perché? Che ti ho fatto?
Chiesi, avvicinandomi a lei, che mi dava le spalle.
-Tu stai zitto e basta …
Cercai di ragionare … perché mi aveva tappato la bocca quando mi ero messo a reppare? Perché aveva guardato la sua mano in quella maniera? Perché mi aveva detto di stare zitto?
Feci due più due e …
-Ho capitooooo …
Cantilenai avvicinando le mie labbra al suo orecchio.
Lei si irrigidì.
-Allora ho proprio ragione …
-C-cosa?
-Sei pazza di me … hu hu …
Si girò di scatto e, in un secondo, piantò la testa sul mio petto, spingendo.
-Nonèveronoèverononèvero!
-Oh si che è vero! L’hai ammesso prima che sono il tuo bias!
-Gne gne! Blegnèblè blegneblè! Gru gru! Gla glagnè! Blè blè! Cucù! Dalla tua bocca escono solo questi versi!
Scoppiai a ridere.
Sembrava una bambina dell’asilo …
Intanto continuava a spingermi, cercando di farmi indietreggiare, cosa che non le riusciva.
-Ma la pianti di spingere?!
-NO!
Urlò lei, come risposta.
-Che ore sono?
Le chiesi.
-Guardati l’orologio!
-Giusto … cavolo. Già mezzogiorno e mezzo … Io vado da Himchan.
 
Ok, come aver parlato al vento.
 
Arrivai in salotto e lo trovai disteso sul divano, impegnato a guardare la tv.
-Hem … Guk … che ci fa lei la …?
Mi chiese, riferendosi alla piccoletta che ora mi stava impiantando la testa nella schiena, e stava facendo parecchio malluccio.
-Non dire niente … ho provato a toglierla, ma è attaccata … non è normale, comunque. – poi, rivolgendomi alla cozza attaccata alla mia schiena, chiesi – Io adesso mi devo sedere. Secondo te come faccio?
Neanche a chiederlo.
Strusciandomi la testa addosso si spostò sulla spalla destra.
Mi sedetti accanto a Himchan, che si era messo in un angolino del divano, guardandomi come fossi un mostro alienatico.
Passavano i minuti, passava il programma televisivo che stavamo guardando e intanto, la nana, spingeva sempre di più con quella testolina color petrolio che si ritrovava.
-Ma non ti fai male alla testa?
Le chiesi.
-No. Cioè. Un po’, visto che sei fatto solo di muscolo. Ma è quello che ti meriti.
Rispose.
-Si, ma sei te che ti fai male alla testa.
-Non dirmi che non ti sto facendo male, perché tanto non ti credo.
In effetti … mi stava facendo parecchio male …
 
Dopo un po’, cominciò a parlare improvvisamente, tanto che io e Himchan, sempre più lontano, sobbalzammo
-Su Stop It sembrate tutti cretini. Soprattutto te, biondino scemino. Poi … su Ta-Dah! It’s B.A.P sembri un completo idiota e sul secondo episodio, quando ti sei commosso, eri tenerissimo. Sulla parete di Power dentro la navicella e sulla parte di One Shot in cui è solo cantato sembri un drogato e fai paura. Hichan … fai paura quando hai i capelli neri e corti … e sembri un topo. Su Hurricane sei orrendo con la riga in mezzo, mentre su Bad Man, con i capelli biondi, stai bene. Anche così però stai bene … Himchan su Ta-Dah! Sembri un problematico … sei completamente cretino. Invece sulle interviste sei sempre tutto serio … Ma è vero che sei iperattivo?
Io e Channie ci guardammo terrorizzati.
-N-non sono iperattivo …
Riuscì solo a dire.
-Comunque grazie per i complimenti, sai?
Dissi io.
-Appunto. Ti ricordo che siamo degli idol e che siamo più grandi di te di non poco.
Finalmente si staccò dalla mia spalla e mi guardò negli occhi.
-Idioti.
Detto questo si alzò, ma io la bloccai da dietro per il colletto della maglia.
Il colletto si abbassò un po’ e ne intravidi quello che sembrava un tatuaggio.
-Mi vuoi lasciare?
Mi chiese.
-Neanche morto … ma tu hai un tatuaggio?
-Uno? Tz!
-Cosa intendi dire?
Chiesi nuovamente.
Lei si divincolò e riuscì a staccarsi dalla mia presa.
-Intendo dire che non ne ho uno.
-Quindi ce non ne hai neanche uno?
Chiese Channie.
-No. Ne ho … un pochini …
-Come un pochini?
Cavolo …
Questa qui aveva solo 15 anni, quasi 16 e aveva già dei tatuaggi … e neanche uno …
-Aspettate un attimo.
Detto questo corse verso camera sua … sempre se era sua.
Tornò poco dopo con una canotta.
Ci diede le palle e alzò i capelli. Si vide subito quello che avevo notato.
-Cosa c’è scritto?
Chiesi.
-Find your freedom in the music.
Poi spostò la spallina della canotta e, sulla spalla sinistra si vide un’altra scritta.
-E li?
Chiese Chan.
-I’m unbreakable.
 
Si girò e spostò di poco la spallina davanti. Sulla parte anteriore della spalla destra c’era una scritta, che diceva “BulletProof”.
Ci mostrò il dorso della mano sinistra e, tra l’indice e il pollice, c’era una stellina tutta nera.
Si spostò i capelli dal collo e piegò la testa a sinistra, mostrando la parte destra. Si avvicinò un po’ di più a noi due e si vide che c’era scritto qualcosa in corsivo.
-Che c’è scritto?
Chiedemmo insieme, io e Chan.
-Quando sarà tempo ve lo potrò dire. – rispose lei – Poi …
Si guardò un po’ per poi alzarsi la maglia per mostrare il fianco sinistro. C’era tatuata una piuma con delle perline attaccate, tipo quelle degli indiani d’America.
Si sedette in mezzo a noi e mostrò le braccia. Sul polso destro c’era scritto in corsivo “Goodbye”. Mentre sull’avambraccio sinistro “Rain Sound”.
Io e il moro ci scambiammo un’occhiata serissima.
-Vi giuro … vi giuro che non lo sapevo quando me li sono fatti … non ne avevo idea che …
 
 

-------------------------------

HELLO PIPPOL! COME VA? ED ECCOMI, DOPO TANTO, RITORNATA AD AGGIORNARE! AVETE VISTO CHE FINALMENTE AL DECIMO CAPITOLO SI SONO TROVATI A CASA? EPPURE... NON HANNO ANCORA CAPITO CHE VIVONO INSIEME XD!
MA...MA... MA CHE VI è SUCCESSO? PERCHè NON RECENSITE PIù COME PRIMA? LE RECENSIONI SONO DRASTICAMENTE DIMINUITE....UUUUUUUUUUEEEEEEEEE IO PIANGE!!!!!!!!!!!!
NON VI PIACE PIù QUELLO CHE SCRIVO E COME LO SCRIVO????????? è COSì BRUTTA CHE NON è DEGNA DELLE RECENSIONI?
COOOOOOOMUNQUE CHE NE PENSATEEEEE????? COME SEMPRE VI CHIEDO, INOLTRE, SECONDO VOI, QUEL'è STATA LA PARTE O LE PARTI PIù DIVERTENTE/I.
INOOOOOOOOOOOOOLTRE VI DEVO DARE UNA NOTIZIA .... PER UN Pò NON POTRò AGGIORNARE E ENTRARE IN EFP PERCHè SARò VIA. TEORICAMENTE, IL TEMPO IN CUI NON CI SARò, SARà DI UNA SETTIMANA, PERCHè SONO VIA.
SPERO DI AVERVI DIVERTITO E INCURIOSITO E SPERO DI RICEVERE PIù RECENSIONI .... COMUNQUE GRAZIE HORAN PER AVER DEFINITO "una bomba" IL PRECEDENTE CAPITOLO....XD!
Bye bye
il panda mezzo addormentato ma anche completamente
Aris*Chan

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** sogni d'oro, piccola italiana ***


Sospirò
-Quando me li feci non vi conoscevo neppure e non so neanche se eravate già famosi … quando vi ho scoperti ho ascoltato tutte le vostre canzoni e in giro di poco tempo sapevo parecchie cose su di voi … ma non mi ero accorta che i titoli delle vostre canzoni riprendevano i miei tatuaggi … me ne sono resa conto circa tre settimane fa ...
Concluse con la testa bassa.
-Quindi ci conosci da poco tempo?
Chiese Chan mettendo un braccio a penzoloni dietro al divano.
-Già …
Sembrava vergognarsi così tanto … ma io non capivo proprio cosa ci fosse da vergognarsi …
-Scusa se cambio discorso, ma … - cominciai, cercando di cambiare quell’atmosfera tesa che si era creata – com’è che non mi sono mai accorto di tutti quei tatuaggi?
Lei alzò di poco la testa
-Quando mi si guarda l’attenzione va tutta hai capelli e agli occhi.
-Però l’altra sera avevi i capelli tirati su e ppure non c’era niente.
Constatò Channnie.
-Ho un particolare trucco che riesce a coprirli e che non si scioglie. Solitamente viene usato dagli attori da palco.
-Perché da loro?
Chiesi.
Mi sentivo come un bambino che fa continue domande alla mamma …
E lei, pazientemente rispondeva sempre.
-Per non rischiare che le luci sciolgano il trucco.
-E perché ce l’hai?
Chiese Himchan.
Ma era stupido?
Perché faceva una domanda così ovvia?
Era ovvio che era per …
Be, per …
-Perché ci sono stati degli episodi, nella mia vita, che per colpa di questi tatuaggi sono successe delle cose poco piacevoli. Perciò, avendo un attacco per avere questo particolare trucco, e non volendo più finire in certe situazioni, l’ho presa.
Io annuii senza un vero motivo.
-Ora scusate ma vado un attimo in camera.
Detto questo si alzò e se ne andò.
Io e Him ci scambiammo un’occhiata d’intesa.
Due secondi dopoeravamo con l’orecchio attaccato alla porta dic amera sua.
Mi dissi che non era una cosa matura … ma ormai ero la, quindi valeva la pena rimanerci.
Da dentro si sentì lei parlare, probabilmente al telefono
-Mal … come va?
Si sentì un’altra voce … era di sicuro in vivavoce
-Tutto bene. Te invece?
-Bene … ma tu lo sapevi che Misan mi aveva addirittura preso dei babysitter?
Chiese con voce contrariata.
-Mi aveva accennato qualcosa del genere.
-Mi ha mandato Bang Yong Guk e Kim Him Chan!
Disse alzando la voce, ancora più contrariata
-Seria? Pensavo che mandasse Ryu o Bev. Oppure Sukkie …
-SUKKIE?
Urlò lei, questa volta felice.
-Si. è da tanto che non lo vediamo … da un po’ d’anni …
-è già …
Sospsirò.
Ma chi era questo Sukkie?
-Va be. A che ora torni?
Chiese.
-Verso sera. La scuola finisce tra poco, ma dopo davo a fare un giro con dei miei compagni di classe. Qui, in certi giorni predefiniti, finiscono alle 11.
-Ok, però torna per le cinque e mezza, così riusciamo a parlare un po’ e così ti faccio qualcosina …
Disse ridacchiando.
-Intendi degli esperimenti, vero?! Uf… va bene, ma prima esercitati, chiaro?
-YESSIR! – urlò – Ma … se hai detto che le lezioni finiscono tra poco … come mai mi stai parlando con il cellulare?
-Sono in bagno a cagare.
A quell’affermazione mi uscì una risatina e Chan mi fulminò con lo sguardo.
-Delicatezza portami via, he! Va be. Ora torna in classe, ci vediamo a casa.
-Ok. Bye.
Chiusa la chiamata.
-Potete anche entrare! Da li sentite male.
Urlò lei da dentro la stanza.
Noi trattenemmo il fiato e rimanemmo immobili.
D’improvviso la porta si aprì facendoci finire con la faccia spiaccicata a terra.
-Vi ho detto che potete entrare. Anche se ho finito la chiamata con mio fratello.
Disse porgendoci una mano a testa.
Noi la prendemmo e ci alzammo un po’ imbarazzati.
Lei ci guardò con disprezzo e disse
-Due over twenty che origliano … tz!
Si girò e si infilò sotto le coperte.
-Ora io dormirei un po’ … se volete rimanere qua fate pure, ma non toccate niente.
Himchan volò fuori dalla stanza e io mi misi a ridere.
-L’hai fatto scappare.
Dissi, avviandomi alla finestra per chiuderla e tirare giù la persiana.
Lei si girò tra le coperte e mi guardò.
-Perché l’hai fatto?
Mi chiese.
-Se vuoi riapro e tiro su la persiana.
-No. Intendo … perché? Cioè … non te l’ho chiesto … e l’hai fatto comunque …
Mi inginocchiai accanto al letto e la guardai negli occhi.
Mi faceva una tenerezza quella ragazzina …
-Perché di solito, quando si vuole dormire, si vuole stare al scuro. E quando una persona sta male ha bisogno d’aiuto.
Le dissi, accarezzandogli i capelli.
-Ma anche tu stai male …
Disse in uno sbadiglio.
-è già … quindi ora vado anche io a dormire. Buona notte
Conclusi alzandomi e dirigendomi verso la porta. Stavo per uscire quando mi disse
-Sogni d’oro.
 
Mi chiusi la porta alle spalle.
Sogni d’oro, piccola italiana.

Image and video hosting by TinyPic


 
YONGJAE POV
-I am teacher, you are student. Oukey?
Disse la proffessoressa d’inglese.
Io annuii con la testa appoggiata al palmo della mano.
-Yoo Yongjae. What’s your favourite color?
Mi chiese.
Io mi raddrizzai subito, facendo cadere la matita che mi ero messo in boca.
-Hem … yes yes … hem … yellow. Yes, yellow.
-Oukey …
Disse, per poi rivolgersi ad un altro studente.
Tornai alla mia posizione e presi la matita da terra.
Erano ormai le 11 … quelli di prima e di seconda stavano già uscendo di sicuro.
Non era giusto! Loro uscivano alle 11 e tutti gli altri dovevano stare la fino all’uno. Per di più quel giorno ci sarebbe anche stata la presentazione dei club extrascolastici, quindi sarei tornato a casa più tardi del solito …
-Ehi … pss … pss …
Sentii chiamare.
Mi guardai intorno, facendo ricadere la matita dalla bocca.
-Qua …
Guardai di fronte a me e, la ragazza che stava davanti a me, era girata.
Mi sporsi un po’ dal banco e le chiesi
-Che c’è?
-Adesso dirà che ci sarà una verifica a sorpesa.
Detto questo si rigirò.
Io feci spallucce e presi per la seconda volta la matita da terra.
Era impossibile che al secondo giorno di scuola facessero già una verifica a sorpresa!
-Ragazzi … verifica a sorpresa! Vado un attimo a prendere i fogli in segreteria!
Esultò la prof uscendo dalla classe, che diventò un casino di sbuffi, lamentele e persone che cercavano di ripassare.
Guardai verso la ragazza che mi aveva parlato prima e la ritrovai girata verso di me con un sorriso da superiorità.
Mi sporsi ele chiesi
-Come cavolo …
Non mi fece finire mettendosi un dito sulle labbra.
Appoggiò le mani sul banco e piano piano cominciò ad alzarsi dalla sedia, fino ad arrivare in una perfetta verticale.
Il suo vicino di banco, un nerd sfigato secchione, spalancò gli occhi e cadde dalla sedia.
Tutta la classe si zittì.
Aprì le gambe a mo’ di spaccata, per poi piegarle. Le riraddrizzò e poi, facendo partire un’onda dalle gambe, saltò in avanti, atterrrandò con una capriola. Si mise in piedi e guardò in torno.
Con un colpo secco del piede chiuse la porta e fece partire lo stereo che c’era in ogni classe.
Cominciò a rimbombare tra le pareti una canzone.
Tutti si misero a ballare.
Io mi guardai in torno disorientato.
Improvvisamente qualcuno mi prese la mano e cominciò a correre fuori dalla porta, seguito a ruota da tutta la classe.
Fummo fuori dalla scuola e continuavamo a correre.
Cercai di capire chi fosse il mio rapitore, ma da quanto stavamo correndo, non riuscivo a vederlo bene.
Finalmente, dopo un po’, ci fermammo.
Io mi inginocchiai a terra col fiatone.
-Chi … sei …
Chiesi, cercando di riprendere fiato.
-Piacere. Chiamami Ale.
Disse porgendomi la mano.
Alzai la testa e la guardai per bene. Era poco più bassa di me, con i capelli lunghi fino a poco meno di metà schiena, castani. Aveva dei semplici jeans scuri e una canotta azzurrina. Mi stava sorridendo tenendo ancora la mano tesa.
Io la strinsi e mi rialzai
-Piacere. Chiamami Jae.
Rimanemmo così a fissarci negli occhi per un po’, fino a che, lei disse
-Bene … hem … tu non hai 18 anni, vero?
-No. Ne ho 19.
-Si vedeva …
Rispose annuendo e mettendosi le mani sui fianchi.
Improvvisamente mi resi conto che eravamo praticamente in centro e cominciai a frugare nelle tasche dei miei jeans, assolutamente troppo stretti che mi aveva tirato fuori Dae, per vedere se trovavo gli occhiali da sole.
-Ehi, cerchi questa?
Mi chiese, alzando una borsa di gialla canarino dell’eastpeak.
Non UNA.
Ma LA MIA.
Io gliela presi subito dalle mani e ne tirai fuori il cappello a puffo dello stesso colore e i miei occhiali da sole neri col bordo grosso.
Lei mi guardò perplessa per poi ridacchiare
-Non sei un po’ esagerato?
-Tu non sai chi sono io, vero …
Chiesi a mia volta, con fare teatrale.
-No … chi sei …
Mi rispose a tono lei.
-Sono un cantante famoso e faccio parte di un gruppo musicale chiamato B.A.P.
Risposi serio.
-Figo.
Rispose seria, annuendo di nuovo.
-Senti … - cominciò – visto che io ti ho fatto due favori … ora tu me ne devi due.
-Scusa, come?
Chiesi io, un po’ spaesato.
-Si. Ti ho detto che ci sarebbe stata una verifica a sorpresa e ti ho fatto scappare in tempo.
Rispose convinta.
Io annuii lentamente.
-Non se ne parla.
Risposi, girandomi e incamminandomi verso la fermata del bus per farmi un giretto. Non avevo voglia di tornare a scuola e dover spiegare tutto.
-Ma dai!                                                                                                                                                                                     
Mugugnò lei, venendomi dietro.
-Solo due favorini ini!
-No.
-Dai … sono solo due piccoli favoriiiiiniiii …
Mi fermai di colpo, in mezzo al marciapiede.
Uffa …
-E va bene … che ti serve?
Chiesi.
-Un cinderella e un biglietto della metro.
Esultò lei battendo le mani.
Io la guardai e alzai un sopracciglio.
Si girò e fece qualcosa. Quando ritornò a guardarmi aveva un paio di RayBan enormi con la lente rossa e il bordo fino d’orato.
Fece la mia stessa faccia.
Io ridacchiai e scossi la testa.
-Ok. Ma prima … mi dovresti spiegare cos’è un cinderella.

Image and video hosting by TinyPic



SUN HA POV
Scesi di corsa dal bus e mi diressi verso la biblioteca. Quel giorno avevo solo dei pantaloncini corti e una maglia gialla fatta di pizzo, quindi il freddo entrava tutto, ed essendo pure una freddolosa, lo sentivo anche se non c’era. Arrivai al parcheggio delle bici e presi la mia. Era vecchia e mezza scassata, ma la amavo. In quella bici erano nascosti tutti i miei ricordi di quando ero piccola.
Pedalai come una forsennata. Quando intravidi da lontano il legno blu della biblioteca il mio fiato esultò di gioia.
Ero dal lato opposto della strada, aspettando che il semaforo diventasse verde, quando vidi che seduto sul marciapiede c’era un tizio imbacuccato come un ladro. Cercai di scorgerlo meglio assottigliando gli occhi, ma niente.
Il pomodoro diventò mela verde e così, potei proseguire il mio cammino.

Mi chieso come faccio a pensare questo tipo di cose …
Cercai di non fare caso alla metafora che mi era appena affiorata in testa e diedi una pedalata, per arrivare al lato opposto della strada.
Il posto era un quartiere vecchietto. Intorno c’erano solo case vecchie e negozzetti. Le persone che ci vivevano erano semplici e per la maggior parte erano anziane. Quella era la parte vecchia di quella piccola cittadina. La stessa in cui abitavo e in cui c’era la mia scuola d’arte.
 
Arrivai ai margini del marciapiede e stetti un attimo ferma la ad osservare il ragazzo. Probabilmente stava dormendo … forse era un barbone … eppure aveva un qualcosa di così familiare …
Suonai il campanello vecchio della mia bici e quello alzò la testa di scatto.
Io ridacchiai nel vederlo così disorientato. Alzò lo sguardo e mi guardò grattandosi la testa.
Lo riconobbi.
-Ancora influenza?
Chiesi appoggiando la bici alla parete della biblioteca e prendendo le chiavi dalla borsa.
-è già.
Rispose lui, alzandosi.
 
Aprii la porta ed entrai, seguita da Daehyun, che si precipitò sullo scafale dedicato alle storie drammatiche.
Ioandai dietro il bancone e presi il mio librone. Non ero neancora a metà libro … dovevo darmi una mossa.
Stavo leggendo da un po’, quando sentii battere qualcosa sul bancone.
Sobbalzai e caddi dalla sedia.
-Tutto bene?
Mi chiese.
-Tutto bene!
Dissi, con fin troppa enfasi, alzandomi di scatto.
-Ho riportato i libri … e ho preso questi.
Guardai sul bancone ed effettivamente c’erano tutti i libri.
Li presi uno ad uno e controllai sull’elenco che ci fossero tutti.
Tutti.
Cavolo … non me lo sarei mai aspettata che sarebbe riuscito a leggerli tutti in così poco tempo …
-Ma allora hai veramente l’influenza …
Sussurrai.
-Secondo te mentirai su una cosa del genere?
Mi chiese ridacchiando.
-A dirla tutta … si.
Lui si mise a ridere, porgendomi i libri che aveva preso.
Li registrai e glieli ridiedi.
Li mise dentro la borsa e si avviò verso la porta. Prima di uscire mi fece un sorrisino e un cenno del capo.
Si chiuse la porta alle spalle.
Aspettai un po’, per poi cadere sul bancone.
Mi ero fatta un casino di seghe mentali.
E io che pensavo potessi interessargli … che stupida …
Ero così affranta …
Mi lasciai cadere a terra, con le gambe in una posizione anormale che mi faceva un male tremendo, ma non importava.
Che illusa che ero …
Mi facevo così tanti film mentali … e ogni volta che si sfaldavano mi deprimevo e mi affogavo nei libri.
Sentii scendere le scale e mi ritrovai davanti il vecchio.
Lo guardai col broncio e lui ridacchiò
-Un altro ragazzo finto?
Mi chiese sedendosi con fatica accanto a me.
-è già …
-Vedrai che prima o poi troverai il tuo ragazzo. Stai tranquilla ochetta.
Io lo abbracciai e chiusi gli occhi.
-Grazie vecchio.
 
Il mio nonno acquisito.


 Image and video hosting by TinyPic



MALCOL POV
Volevo fare un cambiamento.
Avevo voglia di un cambiamento.
Non era vero che sarei uscito con amici. Non ne avevo.
Sarei andato a farmi una tinta.
Era da un po’ che non me ne facevo una.
L’ultima volta me l’aveva fatta Penelope ed era di un nero corvino con sfumature blu.
Ovviamente tinta lavabile. Massima durata di tre mesi.
Quella mi aveva insegnato tutto.
Camminai per un po’, fino a che non trovai un parrucchiere. Non uno qualsiasi, ma quello in cui lavorava la migliore amica della madre di Misan, ovvero mia zia da parte di padre.
Entrai e subito, una signora sulla cinquantina dai capelli castani e legati in una crocchia, mi saltò al collo.
-Piccolo Kim! Da quanto tempo!
Strillò lei.
Ricambiai l’abbraccio mettendomi a ridere
-Tanto, tanto tempo Yukim.
-Allora – disse lei scigliendomi dall’abbraccio e facendomi sedere sulla sedia girevole – Sempre la solita cosa?
-Si. solo che questa volta vorrei provare una tinta più naturale. Tipo sul moro rossiccio.
Lei annuì e cominciò subito a lavorare.
 
Uscii dal salone soddisfatto.
Avevo una tinta fantastica. E per di più mi ero fatto un nuovo taglio. Il ciuffo leggermente piùlungo e piastrato.
Avevo un aspetto quasi più infantili.
Mi rimisi il mio cappello col frontino e cominciai a camminare alla ricerca di un bar.
Dopo un quarto d’ora di giri, finalmente ne trovai uno.
Vi entrai e mi sedetti su un tavolino.
Era un semplice baretto. Tavolini d’acciaio e pareti giallo ocra. Il bancone era marrone scuro. Era molto accogliente e caldo.
In quel giorno era perfetto.  Fin poco prima che entrassi nel salone di Yukim c’era un bellissimo sole. uscito, e si era rannuvolato tutto e tirava vento.
Aspettai la seduto per un po’, fino a che arrivò una ragazzina dai capelli lilla.
-Silver?
Chiesi.
Mi guardò perplessa
-Hem … saresti?
-Malcol.
Dissi alzando un sopracciglio.
Lei sorrise annuendo
-Stai proprio meglio così.
Non so perché sorrisi.
Sorrisi.
E mi misia ridacchiare.
-Grazie.
Stavo ancora sorridendo …
Era da un bel po’ che non sorridevo così …
Era un vero sorriso.
-Allora, cosa prendi?
Solo in quel momento mi accorsi che aveva un gonna gialla e una camicetta bianca, con i capelli tenuti con due bastoncini.
-An giusto … hem … una cioccolata calda, grazie.
-Ok.
Detto questo sparì dietro al bancone.
Guardai fuori dalla vetrata che avevo accanto. Quella doveva essere la parte moderna di quella piccola cittadina …
Era piccola e vecchia … eppure racchiudeva così tante possibilità che non si trovavano neppure in tutta italia …
-Ecco qua.
Mi girai e trovai sul tavolino una tazzona di cioccolata calda.
-Grazie mille.
Lei sorrise e tornò al bancone a servire altri clienti.
Il locale non era tanto grande e c’erano solo ragazzi giovani, probabilmente appena usciti da scuola, tutti contenti che chiaccheravano e scherzavano. E lei che parlava con tutti. Sorrideva e scherzava.
Tutti quanti lo facevano.
Forse ero l’unico da solo che non rideva e parlava …
 
-Hem … scusa …
Mi sentii chiedere ad un certo punto.
Mi girai e vidi una bimba di si e no sette anni che mi porgeva un volantino.
-Ti interesserebbe venire ad insegnare qua?
Presi il volantino e lessi.
“Si cerca ragazzo o ragazza giovane che venga ad insegnare danza a bambini dai sei ai dodici anni. Si richiede bravura e pazienza.”
Era tutto decorato con disegni e scritte.
Guardai la bimba che mi guardava con occhi supplichevoli e con le mani giunte a mo’ di preghiera.
Sorrisi e le scompigliai i capelli.
-Ci farò un pensierino.
Lei si illuminò e saltò dalla gioia.
Mi diede un bacino sulla guancia e uscì tutta contenta dal bar.
La guardai andarsene con una signora anziana per mano.
I bambini … erano così pieni di gioia ed energia …
Ti davano gioia … ma allo stesso tempo ti facevano faticare, standogli dietro …
Una distrazione perfetta …
 
Mia cara sorella.
Credo proprio di aver trovato un impiego.
E credo proprio che mi piacerà.



Image and video hosting by TinyPic



----------------------------------------------------

buongiorno! questa volta sarò breve.
probabilmente troverete dei nomi di immagini ... o immagini ... non so cosa cosa verrà fuori ... comunque sia vi chiedo di dirmi un sito o qualsiasi altra cosa per ridimensionare le immaggini!
grazie.
le domande sono sempre le solite!
Kiss Kiss
il panda che è stanco morto e che nelle prossime note sarà più lungo
Aris*Chan

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Goodmorning baby ***


PENELOPE POV
-Promettimi una cosa …
Io annuisco.
-Promettimi che, qualunque cosa accada tu non ti scoraggerai mai. Giuramelo.
-Te lo giuro …
Dico un po’ titubante.
È da quando siamo partiti che ho una brutta sensazione … come se qualcosa di brutto sta per accadere …
Siamo su una stradina di campagna da ormai due ore, alla ricerca della casa.
È una stradina stretta e senza luci.
D’improvviso le luci della macchina si spengono.
La brutta sensazione aumenta tantissimo.
Comincio ad agitarmi
-Che è successo?
-Non ne ho idea …
Risponde lui.
La macchina comincia a fermarsi e a ripartire. È fuori controllo.
-Che cavolo sta succedendo?
Chiedo nuovamente sempre più agitata.
-Calmati. Non ne ho idea, ma non è nulla di grave, d’accordo?
Mi dice paziente.
Io annuisco.
Il mio respiro e il battito del mio cuore si sono velocizzati.
La macchina ritorna apposto.
-Visto?! Non era niente di che.
Mi dice lui.
Da lontano si vedono due luci alte.
-Un camion …
Sussurra.
Cerca di frenare più volte per accostarsi.
-Perché non si ferma?
Chiedo, riprendendo tutta la mia ansia.
-Non … non lo so … cazzo … non lo so …
Il camion è sempre più vicino.
-CAZZO, FRENA!
Urlò, ormai nel completo terrore.
-Non ce la faccio. Non frena!
Il camion comincia a suonare il clacson.
-CAZZO! FRENA!
-NON CE LA FACCIO! I FRENI SONO ANDATI!
Sono nel panico più totale.

Mi vedo le luci addosso.
Sono davanti a me.
Sento delle braccia che mi avvolgono.
-Ricordati della mia promessa.
Le ultime parole …”
 
-NO!
Avevo il fiatone e stavo sudando freddo.
Mi guardai attorno.
Pareti bianche.
Camera mia.
Mi misi una mano sul cuore e una sulla fronte
Possibile che dopo “tanto” me lo sognavo ancora …?
In lontananza si sentiva Nalina dei BlockB.
Mi girai verso il cuscino e vidi due chiazze.
Avevo anche pianto …
Mi alzai dal letto e tirai su per bene le coperte.
Uscii dalla stanza e andai in bagno.
Mi guardai allo specchio. Ero devastata. Due occhiaie nere da far invidia ad un panda e gli occhi rossi.
Una specie di mostro mutante.
Mi passai le mani sul viso.
In fondo era il minimo dopo aver passato tutta la notte, fino alle 4 della mattina, davanti al computer ad ascoltarmi tutte le canzoni dei BlockB.
Mi tolsi il pigiama ed entrai in doccia.
Era tutta trasparente ed enorme.
Aprii l’acqua gelida, per darmi una svegliata.
Uscita mi avvolsi in un asciugamano enorme, color verdeacqua.
Mi guardai di nuovo allo specchio.
Ero messa un po’ meglio …
Almeno non avevo più gli occhi rossi.
Andai in camera e mi tirai fuori una salopette di stoffa grigia. La parte sotto era una paio di pantaloncini corti mentre la parte sopra era senza maniche.
Me la infilai velocemente, bagnando tutto il pavimento con i capelli zuppi.
Ritornai in bagno e me li avvolsi in un asciugamano più piccolo.
Mi avviai verso la cucina.
Stranamente mi trovai il cellulare in tasca. Guardai l’ora.
Le 10.
Ok, voleva dire che avevo ancora la febbre.
Ma … chissà che giorno fosse …
 
Aprii il frigo e cercai qualcosa da mangiare.
Presi una vaschetta di fragole, nutella e latte.
Aprii un’anta che avevo sopra la testa e ne tirai fuori mashmellow e zucchero a velo.

Insomma, non avevo neanche cenato.
Avevo dormito per tutto il giorno e poi mi ero svegliata alle 11 ed ero stata sveglia fino alle 4, per poi trascinarmi a letto, dalla troppa stanchezza.
Quindi avevo fame.
Lavai le fragole e poi presi il frullatore. Ci buttai un po’ di latte per poi metterci le fragole. Frullai un po’. Intanto presi un pentolino e ci misi dentro della nutella. Lo misi sul fornello per farlo sciogliere.
Bloccai il frullatore e versai il contenuto dentro uno di quei bicchieri grandi che di solito si usano per bere la birra.
Presi dal freezer dei cubetti di ghiaccio e li misi dentro.
Intanto la nutella si era sciolta. Presi il pentolino e, lentamente, versai ciò che conteneva, sopra il frullato, cercando di fare una qualche forma artistica.
Ne uscì un grumo di cioccolata …
Vi sparsi sopra un po’ di zucchero a velo.
Presi un conltello e tagliuzzai un po’ si mashmellow, per poi metterli sopra tutto.
Altra spolverata di zucchero a velo.
Riposi tutte le cose ai loro posti e misi il bicchiere in freezer.
Intanto mi feci un giretto per la casa. Era proprio vuota … non c’erano neppure i miei babysitter …
E se …
Se fossero stati solo dei sogni …?
In effetti avevo la febbre … poteva essere benissimo quello il motivo …
 
Andai in bagno e mi asciugai un po’ i capelli col phone.
Tornai in cucina e presi il mio bicchiere, che intanto si era solidificato un po’.
Presi un cucchiaino e mi buttai sul divano e trovai la tv accesa che stava mandando Beautiful Night dei B2ST.
Adoravo quella canzone e quel video.
Anche loro li avevo scoperti la notte scorsa.
Avevo guardato un altro video loro, ma non mi piaceva.
In effetti conoscevo solo quella canzone e non sapevo neppure i loro nomi …
Ma una cosa la sapevo! In quel video erano dei gnocchi della miseria.
Il tipo con i capelli arancioni sembrava un orsetto …
Mentre quello con i capelli rossi … aveva qualcosa di particolare … di tremendamente affascinante … forse era per gli zigomi …
 
Mi godi la canzone, e il mio frullato-mezzo-gelato, ovvero, F.M.G.
 
Avevo ormai riposto il bicchiere in cucina da tempo ed erano pasate un casino di canzoni, quando la porta di casa si aprì improvvisamente.
Mi ritrovai davanti un terzetto di pazze schizzate.
Una aveva una giacchina color pesca, una maglia bianca con  scritto in nero “I LOVE” e un paio di jeans chiari.
Un’altra, con i capelli castani, aveva una camicetta bianca con delle pieghette qua e la e degli short lilla.
E l’ultima, con i capelli rossicci raccolti in una crocchia,  aveva una canotta bianca con sopra una giacca beige lunga fin quasi le ginocchia e degli short di jeans scuro.
 
Sgranai gli occhi.
 -Che cavolo stai facendo?
Mi chiese la rossa.
Io non risposi.
-Adesso alzi il culo, ti vesti decentemente e vieni con noi!
Mi impartì.
Io mi alzai e le saltai al collo.
-Cazzo, vecchia! Da quanto tempo!
Lei mi strinse e si mise a ridere.
-Sai che io ho un nome, stronza! Mi chiamo Kristeen!
-Lo so.
Risposi sciogliendo l’abbraccio.
Appena mi vide in faccia sgranò gli occhi e balbettò
-C-cosa t-ti è s-suc-cesso …
-Non ho chiuso occhio per tutta la notte.
Risposi semplicemente.
In men che non si dica mi ritrovai in camera mia davanti alle valige aperte.
-Vestiti gnoccamente.
Mi ordinò.
Io cominciai a cercare tra le valige. Alla fine ne tirai fori dei short cortissimi e tutti rotti di jeans ed una canotta enorme bianca con dei decori neri sul davanti.
Me li misi e mi girai verso le tre matte.
-Kry?
Chiesi.
-Adeguata.
Rispose con il suo solito fare da snob riccone e figa, qual’era.
-Sun Ha?
Chiesi.
-Fantastica!
Esultò lei, battendo le mani.
Posai lo sguardo sulla piccoletta castanae rimasi perplessa.
-Sono Silver!
Rispose dopo un po’, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Io strabuzzai gli occhi.
-Oh cavolo … non ti avevo riconosciuta … Ok, hem … Com’è?
Chiesi facendo una piroetta su me stessa.
-Perfetta.
Disse lei, sorridendo radiosa.
-Ora il trucco.
Disse svelta Kry, trascinandomi in bagno.
-Prima di tutto: via quelle occhiaie.
E mi porse una delle mie tante trousse.
Io la presi e cercai il correttore del colore giusto.
Trovato lo misi su una spugnetta e me lo misi sotto gli occhi.
-Hahaha! Sembri un panda! Solo che adesso le occhiaie sono marroni! Hahaha!
Se la rise Silver.
Io alzai un sopracciglio divertita.
-Stai a vedere adesso.
Rispose al posto mio Kry.
Io preun’altro correttore più chiaro e ne misi poco sopra.
Poi, mi misi la terra del mio colore per unificare il tutto.
Guardai Silver che aveva la bocca spalancata
-Sei una fata del trucco …
Sussurrò.
Presi una matita nera e la misi dentro l’occhio, sulla parte sotto. Poi presi dell’ombretto marrone chiaro e me lo misi su tutta la palpebra. Eyeliner grosso marrone scura sulla palpebra e per finire mascara nero.
Gnocchissima!
Sulle labbra misi un murrocacao labello perlato.
Ok, perfetta!
Ero apposto!
Mi girai verso di loro, che erano state tutto il tempo dietro di me, e applaudirono.
-Però … manca qualcosa …
Disse pensierosa Silver, per poi sparire in camera mia.
Io le corsi dietro e la vidi rovistare in una borsa.
-L’avevo visto prima … l’avevo visto prima …
Continuava a borbottare.
-Visto cosa?
Chiesi io.
-QUESTO!
Esultò tirando fuori un cappello borsalino di finta paglia chiara con una fascietta nera.
Me lo lanciò ed io me lo misi.
-Ok. Lo devo ammettere. Così sei fantastica!
Disse Kry tutta contenta, per poi tornare subito seria e tirarmi in soggiorno.
Mi ritrovai davanti al divano e, sopra di esso c’erano una marea di borse.
-Ora sceglila per te e poi per noi.
Ordinò Kry.
Io mi avvicinai al divano ridendo
-Quando le avete portate?
-Siamo delle spie. Non lo sapevi?
Mi chiese ironica Sun.
 
Dopo un po’ tirai fuori tre borse.
Per Kry una borsa grande nera, per Sun una borsa sempre nera ma più piccola e per Silver una borsettina bianca.
Le porsi a tutte ma, quando arrivai a silver, la rifiutò.
-Io preferisco tenermi tutto in tasca, scusa.
Mi disse.
-Fa niente, tranquilla.
 
Per me, mi presi una borsa grande a sacca di un oro rovinato.
 
-Ok, ora dove andiamo?
Chiesi avviandomi alla porta.
-Tesoro – mi richiamò Sunnie – forse non te ne sei accorta. Ma … guarda le nostre scarpe e poi guarda le tue …
Disse un po’ schifata.
Feci come mi aveva detto.
La rossa aveva degli stivali di un marrone scuro fino al ginocchio, con un tacco abnorme.
Lei delle all star arancioni con un tacco altrettanto grande.
E Silver dei sandali con decori floreali aperti bianchi. E anche il suo tacco era una cosa inconcepibile!
Io mi guardai i piedi.
Cavolo …
Ero a piedi nudi!
-Ups …
Dissi grattandomi la testa.
Venni trascinata di nuovo in camera mia, questa volta da tutte e tre.
-Visto che so che tu hai praticamente solo alla star, asics e scarpe sol tacco, ora tene tiri fuori un paio di fighissime!
Dissa la rossa.
Detto fatto!
Presi un paio di stivaletti bassi nero con dei trampoli al posto dei tacchi e con 5 centimetri di zeppa davanti.
-Vanno bene?
Chiesi.
-Fantastica!
Esultarono tutte e tre insieme.
 
Volammo fuori casa e finimmo in un fuoristrada nero, dirette chissà dove.
O almeno io non lo sapevo …
-Ragazze … ora spiegatemi un po’ di cose … del tipo: come fate a conoscervi?
Chiesi.
-Se non ti ricordi, Kry, abitava vicino a me e a tuo cugino.
Disse Silver.
O cavolo … aveva ragione!
-Mentre io l’ho conosciuta grazie ad Hair!
Mi rispose Sun.
-Ok e … dove cavolo stiamo andando?
-Allora … - cominciò Sun Ha – Tu dovresti credere che stiamo andnado al centro commerciale, cosa in parte vera, ma in verità stiamo andnado da dei cantanti famosi!
Concluse.
-MA CHE SEI SCEMA?
Strillò Kry, che era al volante.
L’altra, che era seduta accanto a lei, la guardò perplessa.
-Perché?
-COME PERCHè? GLI HAI RIVELATO LA SORPRESA, SCEMA!
-O CAVOLO!
E si tappò la bocca.
-Ecco brava! Stai così per tutto il tragitto e non dire altro!
La rimproverò la rossa, calmatasi un po’.
Io e Silver scoppiammo a ridere sui posti dietro.
-Uff, non c’è niente da ridere … - continuò a lamentarsi – Così, questa scema, ti ha rovinato tutta la sorpresa. Fortuna che non ti ha detto di che gruppo si tratta.
-Be, una cosa te la dico io. – si mise in mezzo la piccoletta accanto a me – Uno dei ragazzi di questo gruppo sta insieme alla nostra Kristeen …
Cantilenò.
-NON è VERO!
Strillò la diretta interessata, accellerando tutto d’un colpo.
-Be, ti fa il filo da un casino di tempo e a te piace. E per giunta è parecchio carino …
-Come si chiama?
Chiesi.
-Non te lo dico!
Dissero le altre tre pazze insieme.
Io sbuffai e misi il broncio, ridacchiando un po’.
 
Eravamo in macchina da un quarto d’ora e stavamo parlando del più e del meno, quando Kry accostò il macchinone ad un marciapiede. Al di la di esso c’erano della case stra fighe, simili a quelle di mio cugino.
-Prima di andare dobbiamo prendere dei certi scemi …
Detto questo cominciò a strombazzare.
Dopo un po’ uscirono dei ragazzi dalla casa, e vennero verso di noi.
-Hei!
Salutò uno di loro, infilando la testa dentro al finestrino della poverina Sunnie, che per poco non fece un infarto.
Aveva i capelli neri e un paio di occhiali da sole dello stesso colore.
Si girò verso di me e mi guardò perplesso.
-Idiota! È Penelope!
Intervenne la rossa, sbuffando.
Lui aprì la bocca, tutto contento
-Dopo ti saluto per bene.
Mi disse puntandomi il dito contro.
Poi, rivolto verso Kry, le disse
-Noi vi seguiamo con la macchina di Ryo.
Detto ciò, se ne andò.
-Certo che poteva usare un po’ più di delicatezza e cortesia, tua fratello!
Si lamentò Sun Ha, che si era appena ripresa.
-Tuo fratello?
Chiesi io incredula, mentre la macchina ripartiva.
-Già … dovresti ricordarti di lui …
Disse maliziosa sua sorella.
-CERTO CHE MI RICORDO DI LUI!
Urlai entusiasta, alzandomi dal sedile e, di conseguenza, sbattendo la testa.
Tutte e tre scoppiarono a ridere.
 
Image and video hosting by TinyPic



Kristeen e Tae Neel Jihook.
O così detti, Kry e Neel.
Lei 22 anni, lui 20.


Image and video hosting by TinyPic

 
Dopo le risate delle ragazze chiesi nuovamente
-Ma quindi … se ci sei tu, c’è Neel e c’è pure Ryo, da quello che ho sentito, ci deve essere, per forza, anche Sukkie … vero?
Avevo messo le mani a mo’ di preghiera sotto il mento, e mi stavo torturando il labbro inferiore.
-Ascoltami bene tesoro … - cominicò lei, con fare da superiore – Se hanno accettato di fare una rimpatriata pure Hair e tuo fratello, vuoi che non ci sia Suk?
Io cominciai a strillare come una matta.
Ero al settimo cielo!
-è UN MIRACOLO!
Urlai.
-Scusate – si intromise Sunnie – Ma di cosa state parlando? Cioè … noi non ne sapevamo nulla …
Disse, indicando anche Silver, che si affrettò a chiarire la questione
-No no, solo tu non ne sapevi niente. Te e Penelope. Penelope non doveva saperlo perché era una sorpresa per lei, e te … be, sei nuova e ci piaci, quindi abbiamo pensato di invitarti.
Vedemmo negli occhi della povera giapponesina la più totale confusione.
-Capirai più avanti, tranquilla.
Continuò la piccoletta accarezzandogli la testa da dietro.
 
Il viaggio in macchina durò una mezzoretta buona e per tutto il tempo ci prendemmo per il culo in maniera amorevole.
 
Finalmente arrivammo al parcheggio di un centro commerciale enorme.
Scesi dall’auto e guardai sognante quell’edificio enorme …
-è fantastico …
Sussurrai.
Improvvisamente due braccia mi strinsero da dietro e un urlo mi spaccò i timpani.
-KOOOOOORIIIIIIII!!!!!!!!
Cercai di girarmi e vidi solo un ciuffo di capelli neri corvini.
-Neel …
Dissi, battendomi la mano in faccia.
-Shiiiii.
Rispose lui pucciosamente, stritolandomi.
-E che cavolo, Neel! Così non ne lasci neanche un po’ per noi!
Si lamentò un’altra voce.
Neel mi lasciò e mi diede un bacio sula fronte, sorridendomi amorevolmente.
Improvvisamente venne spinto via, dal propretario della voce che aveva parlato.
-SUKKIE!
Urlai, saltandogli addosso.
Lui ricambiò l’abbraccio, stringendomi forte e alzandomi da terra.
-Come sei cresciuta.
Disse, sciogliendo l’abbraccio.
-No, ti prego. Non dire queste frasi da film.
-Be, col lavoro che faccio mi pare un po’ ovvio che dica frasi da film, no?!
Io corrugai le sopracciglia
-Che lavoro?
Chiesi.
-Hei, non te lo ricordi?
Ci pensai un po’ su, per poi battermi la mano sulla fronte, facendomi anche parecchio male
-Ma certo! Attore e cantante! Che stupida!
 
Ok … ora vi starete chiedendo chi è questo Sukkie a cui sono tanto affezionata.
Ebbene …
Non ve lo dirò ancora!
Ha ha!
 
Lui mi scompigliò i capelli e mi spinse verso gli altri.
Ryo mi preso al volo e mi stritolò.
-L’altra sera non sono riuscito a salutarti per bene!
Si giustificò lasciandomi.
-Ryu … tu sei scemo forte. Anche se hai 28 anni … sei scemo forte.
Scoppiò a ridere, mentre io passavo al prossimo.
DJ.
Si limitò a scompigliarmi i capelli e a darmi un bacio in fronte, con un sorriso amaro, dipinto in volto.
Sapevo il perché e ricambiai il sorriso.
Era quel giorno …
Forse era stato proprio quello il motivo del sogno.
 
Bev.
Gli impiantai la testa nel petto e lui scoppiò a ridere.
Beverly Lee.
Un irlandese addottato da una famiglia coreana … una cosa un pochino strana, no?!
Hair.
Mi si avvicinò con le mani in tasca e serio.
Mi diede un bacio in testa e poi, una testata.
-Che simpatico, Mr Capelli!
Dissi ironica.
Ed infine mio fratello.
No …
Piano …
Quello …
Era mio fratello?!
Nah …
 
Lo guardai perplessa.
-Hey, sono io.
Disse in tono ovvio.
-Ma che …
Chiesi indicandogli i capelli.
Lui se li scompigliò con un sorrisino compiaciuto.
-Ti piacciono?
Feci due tre passi indietro per poi fiondarmi su di essi.
-SONO FANTASTICI!
Strillai entusiasta.
-Li adoro … ti danno un aria meno da grande … e poi sei così pucciosos … e …
Lo guardai in faccia. Stava ancora sorridendo.
Era da tanto che non sorrideva in quel modo così … così vero.
-Sei bellissimo. Sempre.
Detto questo gli scompigliai ancora di più i capelli.
Con quel taglio sembrava adirittura più spensierato.
Era fantastico il mio fratellino.
 
Mi guardai attorno per poi chiedere
-E Misan?
-Arriverà più tardi.
Mi rispsoe Hair.
Io annuii e mi girai verso Kry che colse al volo il mio sguardo, prendendomi per il polso e incamminandosi a passo svelto dentro al centro e dicendo ai ragazzi
-Voi andate dove volete. Sapete che all’ora prestabilita dovremo trovarci tutti dove sapete. Noi andiamo.

Image and video hosting by TinyPic



 Image and video hosting by TinyPic



Entrammo dentro ed era fantastico.
Pieno di negozi e a 5 piani. Dal soffitto altissimo pendevano dei lampadari enormi.
Era tutto fantastico!
Volevano farmi vivere al meglio quel giorno … poco ma sicuro.
 
-Hei Sunnie, ma ti sei presentata agli altri.
Chiesi.
-Si, cioè … all’incirca … gli ho stretto la mano e mi sono fatta dire i loro nomi. Ma … forse sono solo una fusa, ma … sbaglio o … Ryo e quello che chiami Sukkie erano … Ryo Nishikido, l’attore di One litre of tears, e l’altro Jang Geun Suk, l’attore di You’re My Pet … cioè, forse è solo una mia impressione, ma …
Rispose lei, un po’ spaesata.
-Hai perfettamente ragione.
Dissi io, tutta contenta.
Sgranò gli occhi e mi chiese balbettando
-M-ma c-come f-fai a c-conoscerli?
Alzai le spalle e dissi, in maniera angelica
-Amici di mio cugino.


------------------------------------------------

HELLO! COME VA? IO TUTTO BENE...
SCUSATE PER LE SCORSE NOTE CHE ERANO COSì COOOOOOOORTEEEEEEEE E COSì MANNNNNNAAAAAAALIIIIIIII!!!!!
AVETE VISTO CHE COLPI DI SCENA CON I DUE CANTANTI/ATTORI FAMOSI?!
BE....VI RIVELERò UNA COSA.....IO ADDDDDORRRRRO SUKKIE! ^-^ *^*
ALLORA.....LE DOMANDE SONO SEMPRE LE SOLITE E MI FAREBBE PIACERE SE RISPONDESTE. IN PIù VORREI SAPERE QUAL'è IL VOSTRO PERSONAGGIO PREFERITO!
MI FAREBBE MOLTO MOLTO PIACERE!
MA MA MA CHE VI è SUCCESSO CHE RECENSITE SEMPRE IN MENO??????
MI MANCATE!!!!!!!
ORA VI LASCIO!
Kiss Kiss
il panda risorto
Aris*Chan


Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Il Centro Labirinto... ***


EVA POV     
-Pronto?
Risposi al telefono, interrompendo la canzone che stavo ascoltando.
-Hey!
Rispose una voce squillante dall’altro capo del telefono.
-Salim …
Dissi un po’ titubante.
-SI!
Urlò lui.
-Che c’è?
Chiesi sbuffando, massagiandomi la tempia che continuava a pulsare.
-Ma come? Dopo tanto tempo che non mi senti mi rispondi così?
-Scusa, è solo che ho mal di testa. Ieri mi sono ritrovata sotto un’acquazzone enorme con addosso dei pantaloncini e una canotta e per giunta non sono tornata a casa a dormire, quindi non sono dell’umore adatto per parlare al telefono. E per di più mi si è sciolto tutto il trucco. Fortuna che sono riuscita a toglierlo.
Dissi, controllandomi con uno specchietto che avevo in tasca.
-Oh … ok … Allora ti chiamo in un altro momento, va bene?
Mi chiese.
-Va bene. Namastè.
-Namastè.
Chiusa la chiamata.
Mi rimisi le cuffie e feci ripartire la canzone che avevo interrotto.
Scary monsters and nice spirites, SKRILLEX.
Mi toccai i pantaloncini di jeans completamente zuppi.
Che cavolo … l’altro giorno mi ero titrovata sotto un acquazzone improvviso con vestiti completamente estivi. Fortunatamente avevo trovato un riparo sotto la tettoia di un cinema. Ma visto che non la smetteva di piovere, avevo dovuto stare per ore ed ore seduta la, per poi addormentarmi distesa a terra. Tanto ci ero abituata ad una vita di semi barbonaggio, quindi non mi ero fatta problemi. Quando Salim mi aveva chiamata ero sveglia da poco. Ed ora, ero una specie di pulcino rosso fradicio e infreddolito seduto sui gradini di un cinema ad ascoltare musica mixata dal più grande dj esistente, insieme a David Guetta e ad Avicii.
La cosa buffa era che la mattina c’era un sole da spaccare le pietre. Ero partita per andare a scuola con tutte le più buone intenzioni, e poi, alle 11, una cretina della 5G aveva fatto partire uno stereo e tutta la sua classe era uscita di corsa. Ovviamente, i decelebrati cronici che mi ritrovavo in classe, avevano seguito quella demente, senza pensare alle conseguenze.
Ero rimasta l’unica seduta tranquilla in classe, continuando a leggere.
Poi, con calma, mi ero alzata, stanca di stare la, e tutte le buone intenzioni della mattina avevano fatto “puff”!
Rimasta sola per le vie di quella mini cittadina, mi persi completamente.
Ed infine, per completare l’opera, cominciò a piovere a dirotto.
 
Ecco la storia di come mi ero ritrovata fradicia.
 
Stavo tranquillamente ascoltando musica, quando ricominciò a piovere.
-E ma che cavolo!
Dissi esausta.
Fortuna che il cinema era chiuso, essendo domenica.

Guardavo la pioggia e mi chiedevo chi l’avesse creata …
Chi poteva mai sognarsi di una cosa come lei …
Acqua che cade dal cielo …

Guardavo le persone che si affrettavano ad aprire l’ombrello e a rifuggiarsi sotto di esso …
Erano tutti grigi.
Cemento, pioggia ed obrelli. Tutti grigi …
Ma poi …
Poi vidi un sole.
Un ombrello giallo.
Giallo canarino.
Sotto di esso, un ragazzo un po’ buffo che rideva.
Aveva un cappello dello stesso colore e una giacca di un rosso bordeaux sbiadito.
Camminava immergendo completamente i piedi in ogni pozzanghera e ridendo come un bambino.
 
Quell’immagine mi fece sorridere.

Eppure mi sembrava così familiare …
Si stava avvicinando sempre di più.

Lo riconobbi.
Per poco non mi si fermò il fiato …
 
Ormai era sotto la tettoia anche lui, e stava guardando i tabelloni del cinema. Tirò fuori un cellulare, ovviamente giallo e se lo mise all’orecchio
-Hei … ragazzi, c’è un problemino. Sono fermo alla cittadina della mia scuola. Non c’è neanche un treno e sta piovendo … non l’ho fatto apposta … senti Chan, passami un attimo Dae, che gliene dico quattro … Hei Dae, tu e quella tua testolina dovete andare subito dove voi sapete! E vi prego, cercate qualche santo angelo che sia disposto a venirmi a prendermi, grazie … ok, aspetto un messaggio, bye.
Chiuse la chiamata sbuffando.
-è mai possibile …
Disse tra se e se.
Si girò, pronto a riaprire l’ombrello, quando mi vide.
-Oh. Ciao.
Io gli feci un mezzo sorrisino.
-Hem … come va?
Mi chiese.
-Potrebbe andare meglio.
Risposi guardando la pioggia che cadeva imperterrita.
-Perché? Non ti piace la pioggia?
-Diciamo che tra ieri ed oggi non è stata molto buona con me …
Lui mi guardò perplesso, per poi sedersi accanto a me.
-Cosa ti ha fatto?
-Secondo te?
Chiesi indicandomi.
Lui ridacchiò per poi annuire.
-Sai – disse dopo un po’ – mi ricordi qualcuno, ma non mi ricordo chi …
Io mi misi a ridere.
-Perché ridi?
Mi chiese, quasi offeso.
Scossi il capo
-Hai le idee poco chiare, mi pare.
Fece spallucce, per poi unirsi alla mia risata.
 
Intanto la pioggia continuava a scendere.
-Posso farti una domanda un po’ delicata?
Mi chiese all’improvviso.
Annuii.
-Sei una barbona?
-Si. Sono nata per strada. Fino a sette anni ho suonato la fisarmonica per strada, poi una compagnia di un circo mi ha presa con loro e mi hanno cominciato a far andare a scuola, viaggiando insieme. Dei miei genitori so solo che facevano parte di un circo. Non posso dirti altro altrimenti dopo dovresti sparire dalla mia vita.
Dissi seria.
Lui sgranò gli occhi.
Ops … per sdrammatizzare scoppiai a ridere.
-M-ma sei seria?
-No – dissi tra le risate – Sono una semplice ragazza della scuola d’arte di questa città. Ieri l’acquazzone mi ha presa alla sprovvista vestita così e non sono riuscita a tornare a casa!
Fece un gran respiro per poi ridacchiare
-Ti avevo quasi creduto …
È già … ero una semplice ragazza con una bella famiglia felice che mi aspettava a casa con un minestrone pronto … magari …
-Ma quindi hai passato tutta la notte qua?
Annuii.
Mi si avviccinò subito e mi avvolse in un abbraccio, facendomi delle carezze veloci per riscaldarmi.
-Cavolo. Così ti prenderai sicuramente un malore!
-Non mi conosci e ti preoccupi così tanto?
Chiesi stupita.
Lui annuì convinto
-Come ti chiami?
-Eva.
-Ora ti conosco. Io sono Yongjae. Apposto, ora ci conosciamo.
Ok … era matto.
Passò un po’ di tempo così, quando si alzò improvvisamente.
-HO CAPITO!
Urlò.
Io lo guardai male.
-Tu sei quella nuova! Eva Carolos …
-Carlos …
Precisai.
-Si, Carlos. Sei in 5 …
-L … Ma tu come lo sai?
Riuscii finalmente a chiedere.
Lui mi si accucciò davanti.
-Sono nella tua stessa scuola. 5G. Non ti ricordi? Il tuo primo giorno hai cantato dopo di me, Jongup e l’altro ragazzo …
Io cercai di ricordarmi …
-Niente?
Mi chiese di nuovo
-Mh … ah, si! Mi ricordo …
Si risedette accanto a me e stette zitto a guardare la pioggia che non aveva intenzione di cessare.
 
-Perché stai fermo qui?
Chiesi di punto in bianco.
-Perché non mi hanno ancora mandato qualcuno a prendermi.
Mi rispose serio.
Così, senza pensarci cominciai a canticchiare I wanna be everything you need.
 Mi girai verso Yongjae e lo trovai con gli occhi sbarrati.
-Oh … scusa …
Dissi imbarazzata.
Sul suo viso si stampò un sorrisone enorme e ricominciò a cantarla.
Io lo guardai per un po’ … come faceva a conoscere quella canzone?
Cioè … poche persone la conoscevano …
Senza pensarci due volte mi misi a cantare insieme a lui.
 
-Non pensavo esistesse qualcun altro che conoscesse quella canzone …
Mi disse sempre con quel sorriso.
-Conosci Text di Stevie Hoang?
Chiesi.
Lui, come risposta, cominciò a cantarla.
Io lo seguii a ruota.
Avevo cominciato a tenere il tempo col piede e continuavo a sorridere come un’ebete.
Quando finimmo di cantare ci guardammodritti negli occhi per poi scoppiare a ridere.
-Sei veramente brava … hai una voce bellissima.
Mi disse serio.
Alzai un sopracciglio.
-Si, certo.
Dissi ironicamente.
-è vero!
Continuò lui.
-Mh.
Tagliai corto, tornando ad osservare la pioggia.
Fortunatamente quel silenzio imbarazzante fu interrotto dal suo cellulare che cominciò a vibrare.
-Pronto? – rispose – Ah … ok … dove? … d’accordo, arrivo.
Chiuse la chiamata e mi guardò per un po’.
-Che c’è …?
Chiesi un po’ imbarazzata.
Si tolse la giacca e me la mise sulle spalle, per poi alzarsi.
-Ormai non piove più, quindi non mi serve la giacca. Sta anche venendo fuori il sole.
Disse, guardando l’orizzonte.
-Mh …
Risposi semplicemente.
-Be, ora devo andare. L’angelo chiamato Mihyun è venuto a prendermi. Ci vediamo Eva.
-Ci vediamo Yongjae … e grazie mille.
Risposi arrosendo leggermente.
Detto questo se ne andò sorridente, continuando ad entrare in ogni pozzanghera possibile.
Che tipo!
Guardai il cielo.
Il sole stava uscendo dalla nuvola che l’aveva coperto e in lontananza si intravedeva un arcobaleno …
Segno che stava iniziando un altro giorno …

Image and video hosting by TinyPic
Image and video hosting by TinyPic Eva
 
MALCOL POV
Erano arrivati tutti i ragazzi. Anche Yongjae era arrivato insieme a Misan.
Eravamo tutti seduti in cerchio in un tavolino isolato in un bar.
Aveva appena finito di piovere …
Ora sarebbe arrivata la parte complicata … spiegare tutta la faccenda …
Hair, Misan, DJ, Ryo e Neel sapevano già.
Bev e Sukkie non avrebbero avuto problemi a capire.
Ma quelli che mi preoccupavano di più … erano i B.A.P …
 
-Dunque … - cominicò Misan – Poche persone sanno precisamente perché siamo qua … Cioè … sapete per quella cosa che ci sarà più tardi al centro commerciale … ma c’è anche un altro motivo … riguardante Penelope …
Non riuscivo a sentirlo parlare così … come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi …
Sapevo che a Penelope non avrebbe dato fastidio se anche gli altri avessero saputo, quindi io avrei detto tutto quel che potevo!
-Penelope ha avuto la leucemia a 10 anni.
Dissi tutto d’un fiato.
Tutti quanti mi guardarono con occhi sbarrati.
-C-come scusa?
Mi chiese Yong Guk.
Feci un respiro profondo e mi preparai a raccontare la nostra storia …
-Mia sorella a 10 anni ha avuto la leucemia. Ha dovuto fare la chemio terapia per tre mesi a dodici anni. Il giorno che scoprì di avere la leucemia era lo stesso giorno di oggi. Il 20 settembre. 4 anni dopo, a quattordici anni, fece un incidente in auto col suo ragazzo. Lui morì proteggendola, mentre lei subì gravi fratture e altre ferite. Quando stette meglio e gli dissero che lui era morto impazzì. Dovette andare da uno psicologo e prendere continue pastiglie. Poco tempo dopo ebbe anche attacchi di panico nel vedere i cimiteri e nell’entrare nei mezzi di trasporto. Tutti questi problemi non sono ancora spariti completamente.
Io e lei non viveamo nel migliore dei modi nemmeno prima. Eravamo dentro brutti giri e siamo finiti molte volte in mezzo a casini più grandi di noi. Ma dopo questo lei cominciò a frequentare brutti giri … L’anno prima, quindi quando lei aveva 13 anni ed io 12, eravamo stati mandati in vacanza studio, lei a New York ed io in Corea del nord. Quell’anno io non fui il più bravo dei ragazzini … e di questo ne risentì. Oggi è il giorno dell’anniversario di tutto. Della conoscenza della leucemia, della sua morte, di quando era entrata nel giro, di quando si erano conosciuti, di quando nostra madre ci aveva abbandonati e di quando nostro padre fu disperso in guerra …
 
Finii di dire con gli occhi lucidi. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso.
Per tutto il tempo avevo guardato la tazza di cioccolata che avevo davanti.
La presi tra le mani e ne bevvi un sorso.
-Dì dei tuoi genitori.
Alzai la testa per vedere chi era stato.
Jongup.
Tutti quanti lo stavano osservando.
Zelo, che gli era vicino, gli diede una gomitata, alla quale non badò, continuando a guardarmi dritto negli occhi.
Feci un respiro profondo e mi preparai a quella parte.
-Mia madre era rimasta incinta a 16 anni. Lei era italiana e mentre nostro padre era Sud Coreano. La famiglia di nostra madre non erano molto aperta mentalmente e non gli andava bene nostro padre. Ma lei lo amava … Sta di fatto che era un militare, più precisamente un marines. Quando partì lei era incinta di Penelope, e lui non lo sapeva. Dopo cinque mesi che era via lo chiamò e glielo disse. Tornò subito a casa. Ripartì dopo un anno circa. La cosa si ripetè con me. Penelope aveva 4 anni ed io 3 quando nostra madre sparì. L’unica cosa che lasciò fu un bigliettino in cui c’era scritto, in un corsivo magnifico, “Goodbye”. Noi venimmo dati a sua sorella, che ci odiava. Nostro padre tornava ogni volta che poteva e con lui venivamo qui in Corea dalla sua famiglia, che era anche la famiglia di Mihyun. Infatti sua madre era la sorella di nostro padre. Comunque … ad ogni occasione buona, la stronza, ci mandava qui. Poco tempo fa, Penelope, aveva toppato e quella si è incazzata e ci ha mandati da Mihyun per sempre … Quando avevamo 10 e 9 anni, ci chiamarono e ci dissero che nostro padre era disperso in guerra … Probabilmente morto …
In tutto questo c’è stata una cosa che l’ha sempre tirata fuori e che l’ha fatta rinascere. La musica. Io gli feci conoscere il K-Pop, quando era andata, una delle tante volte, in ospedale per attacco di panico. In mezzo a tutti questi avvenimenti dovete metterci in mezzo tante altre cose. Tipo il fatto che gli insegnai il parkour e l’hip-hop, il fatto che fin da piccola aveva una dote fantstica per suonare il piano ed altre cose. Tante altre cose …
Finii di dire.
C’era un silenzio tremendo …
-Scusate … - disse Daehyun attirando l’attenzione di tutti – Non vorrei essere sgarbato … e non vorrei sembrare stupide e insensibile ma … io, questa Penelope, non ho la più pallida idea di chi sia …
Completò un po’ imbarazzato.
Tutti quanti scoppiammo a ridere.
Lui ci guardò un po’ disorientato.
-E che ho fatto adesso?
Chiese innocentemente.
-Povero Daehyunnie … poverino.
Disse Yongjae tra le risate, accarezzandogli la testa.
Fortunatamente quel clima freddo si era riscaldato.
Sorrisi contento.
-Allora ragazzi. Ora sapete e vi chiedo di non guardarli diversamente da come li guardavate prima, soprattutto Penelope. E ora andiamo che siamo già in ritardo.
Disse una voce calda.
Tutti ci girammo verso la voce e, con nostra grande sorpresa, scoprimmo che ha parlare era stato Hair.
-Che c’è?
Chiese lui, vedendo che tutti lo fissavano.
-Niente. Hai ragione. Ora andiamo.
Disse Ryo uscendo dal bar, seguito da tutti.
Mi alzai per utlimo aspettando che quasi tutti fossero usciti.
Quando vidi Yong Guk che stava per andarsene lo bloccai per un braccio.
Questo si girò.
-Posso parlarti un attimo?
-Certo …
Rispose lui un po’ titubante.
-Senti … Mia sorella ti ha fatto vedere i tatuaggi?
Annuì.
-Bene … quindi hai visto l’uguaglianza con le vostre canzoni … Ti posso assicurare che quando se li è fatti non sapeva minimamente della vostra esistenza …
-Tranquillo.
Mi rassicurò lui.
-Ecco … Bang … quando lei vi ha scoperti, non molto tempo fa … non so come dire … è stata meglio … Quello era un periodo molto buio per lei … e le vostre canzoni l’hanno tirata su. Soprattutto la tua voce. Si era completamente innamorata della tua voce. Quando la sentì ricominciò a cantare dopo tanto …
Lui mi guardò con uno sguardo tra lo spaventato e il confuso.
-Ti ho detto questo solamente per chiederti di non fare cazzate … tutto qua.
Chiarii.
Lui annuì e mi sorrise.
-Ok, farò del mio meglio.
-Grazie.

Image and video hosting by TinyPic Hair
 

KIKWANG(B2ST) POV
-Cavolo Yoseob! Ma come abbiamo fatto a perderci qua?
Chiesi stremato.
Era da circa mezz’ora che stavamo camminando a vuoto per quel centro commerciale enorme.
-Senti, non è colpa mia se questo posto è grande quanto tutta la Corea!
Si giustificò lui, guardandosi intorno.
-Senti Hyunseung, non è che quella la ti abbia dato un nome sbagliato?
Mi rivolsi verso l’altro.
-Hey, quella la non mi sopporta! Potrebbe anche averlo fatto!
Rispose lui grattandosi la testa confuso.
-Ma è pur sempre la nostra stilista … almeno un po’ di affetto dovrebbe provarlo per noi!
S’intromise Yoseob che si era avvicinato ad un cartellone con la piantina dell’edifici.
Io sbuffai stanco.
Il centro era completamente vuoto per l’evento è solo chi aveva il pass poteva entrare.
-Ma gli altri?
Chiesi.
-Tra poco dovrebbero arrivare.
Mi rispose Hyun, maneggiando col cellulare.
-Dongwoon e la sua fissa per l’aspetto perfetto …
Mi lamentai.
-Cavolo … è veramente grande …
Disse Seob, con fare sognante.
-MA VA?!
Rispondemmo in coro io e Hyun.
-Hey hey hey! Venite qua a guardare!
Continuò lui, come se non gli avessimo detto niente.
Svogliatamente ci avvicinammo a lui.
Indicò un punto sul cartellone e disse
-Qui siamo noi e qui è dove dobbiamo andare!
Spiegò entusiasto.
-E come fai ad essere sicuro di questo?
Gli chiesi-
-Perché la c’è scritto che è la parte destinata agli eventi.
Disse in tono ovvio.
-Ok.
Disse Hyun incamminandosi e noi lo seguimmo.
 
Un quarto d’ora dopo …
-Hyung, il tuo senso d’orientamento è pari a zero!
Urlai esausto.
Sdraiandomi su una panchina insieme a Yoseob.
-Insomma! Non vi ho mai detto di seguirmi! Doveva far strana Seob!
Si lamentò, indicandolo.
Quest’ultimo si alzò di scatto e con faccia confusa chiese
-E che ho fatto io adesso?
In lontananza sentimmo delle voci.
Tutti e tre stemmo la immobili ad osservare verso quella direzione.
Quando finalmente vedemmo venire avanti dei ragazzi.
Uno biondo, uno moro e uno rossiccio.
-GUUUUUUUUUK!!!!
Urlò Seob correndogli incontro.
Il tipo dai capelli biondi lo salutò con un cennodel capo.
-Yo, come va?
Gli chiese.
-Male, male, tanto male!
Si disperò l’altro.
-Perché?
Gli chiese.
-Ci siamo persi.
-Ci?
Chiese nuovamente, alzando un sopracciglio.
Seob punto il pollice dietro di se indicandoci, e noi salutammo con la manina.
I quattro si avvicinarono a noi e partirono le presentazioni.
-Ragazzi, lui è Yong Guk. Il ragazzo con cui ho fatto la canzone I Remember.
Ci disse il mongoletto.
-Seobbie, cucciolo mezzo scemo … non siamo scemi. Sappiamo chi è.
Rispose Hyun cantilenando.
L’altro rimase un po’ perplesso, ma continuò a presentare gli altri.
-Mentre questo è Him Chan, e lui … Chi sei tu?
Chiese al ross, il quale ridacchiò.
-Jong Up.
Rispose.
-Io sono Kikwang e lui Hyunseung.
Dissi.
-Hello.
Li salutò l’altro.
-Ragazziragazziragazzi!
Sentimmo urlare ad un certo punto.
Poco dopo un fulmine sullo skate fu tra noi.
Sopra di esso uno spilungone biondo con il ciuffo azzurro.
-Ragazzi! I due cretini mi hanno lasciato solo in bagno! Ci ero andato e mi hanno lasciato solo soletto! E se ne sono andati! Ma poi ho snetito delle voci e le ho seguite!
Disse tutto d’un fiato.
-Junhong … girati.
Gli disse Jongup.
Questo si girò e quando ci vide emise un
-Oh.
-Lui è Zelo.
Lo presentò Yong Guk.
Passandosi una mano sui capelli.
Zelo sorrise e si inchinò.
-Scusa – dissi io – ma sei Q       UEL Zelo?
Chiesi.
Lui mi guardò confuso.
-QUEL?
-Si … sei quel tipetto che ha un rap stravelcoe!
Disse convinto lo hyung.
-Sveglia … sono i B.A.P.
Disse una voce alle nostre spalle.
Ci girammo e ci trovammo davanti …
LA DIVA?!
Noi tutti lo guardammo perplesso.
-Non sapete nemmeno riconoscere un membro degli SHINee?
Chiese lui, facendo il finto offeso.
-Brutto idiota, non lasciarmi indietro!
Urlò una voce.
Poco dopo un tizio mezzo biondo era accanto all’altro con il fiatone.
Alzò la testa e sorrise
-Giorno gente!
Salutò.
-Non ditemi che vi siete persi anche voi …
Dissi speranzoso.
Loro si guardarono per poi annuire con una smorfia.
Ah …
Fantastico!

Image and video hosting by TinyPic Kikwang
Image and video hosting by TinyPic Yoseob
Image and video hosting by TinyPic Hyunseung
 
MALCOL POV
Mi dileguai dagli altri con la scusa che avevo un impegno.
In verità sarei dovuto andare alla scuola di danza, quella del volantino della bimba, a chiedere per prendere quel posto.
Fortunatamente la scuola non era distante.
Uscii dall’enorme centro commerciale e cominciai a correre.
Dopo 10 minuti circa mi trovavo davanti una scuola abbastanza grande, tutta dedicata alla danza.
Entrai e mi trovai davanti ad un bancone enorme. Dietro di esso c’era una donna non troppo giovane dai capelli castani, che smanettava col computer.
-Buongiorno …
Dissi.
La signora alzò subito la testa e appena mi vide fece un sorrisone a 32 denti.
-Tu devi essere l’insegnante, vero?!
Io annuii.
-Sono venuto per chiarire un po’ di cose. – spiegai – Per esempio, l’età? Bisogna avere i 16 anni?
la donna scosse la testa.
-Forse non lo sai, ma questa scuola è un po’ particolare … è stata istituita da una persona di alto livello nel governo. Per sua decisione si può insegnare dai 14 anni.
Io tirai un sospiro di sollievo.
-Bene, perché io ne devo compiere 15 tra poco.
La donna strabuzzò gli occhi.
-Hai solo 14 anni? Tesoro, sembri molto più grande!
Io sorrisi per non risponderle male.
Non sopportavo quando le persone mi vedevano più grande …
Era insopportabile!
-E i giorni in cui dovrei venire?
Lei cominciò a rovistare tra alcuni fogli.
-Allora, i giorni sono …
Non fece in tempo a finire la frase che, sul bancone, si buttò completamente una ragazza da capelli rossicci.
-Yo Hanade! Come vaaaaa?
Chiese.
Ok. Imparato un nome.
Hanade … la signora Hanade …
-Jin Rah! Non vedi che stavo parlando?
Chiese Hanade, sbuffando.
Jin Rah … ragazza rossiccia.
Questa scosse la testa e rispose
-No.
-Ah … Jin Rah sei senza speranze!
Jin Rah si alzò e si girò verso di me.
Mi arrivava circa alle spalle.
-Stava parlando con te?
Mi chiese.
Io annuii.
Poi mi porse la mano e mi disse.
-Jin Rah.
Gliela strinsi.
-Malcol.
-Oh … sei straniero?
-Italiano.
Risposi secco togliendo la mano.
Non ero tanto socevole.
-Oh.
Rispose delusa facendo una smorfia.
Che tipa stronza!
-Haaaanaaaadeeeee!
Urlò un’altra voce.
Ci girammo tutti verso la porta e poco dopo vi entrò una ragazza dai capelli mori e mossi. Aveva una maglia bianca con delle scritte, larga e dei pantaloni di tuta neri morbidi.
-Ragazze, ma dove l’avete lasciata la buona educazione?
Chiese esasperata la povera Hanade.
L’altra la guardò perplessa, per poi posare lo sguardo su di me.
-Sei il nuovo insegnante di hip-hop?
Mi chiese avvicinandosi.
-Hip-hop?
Chiese alzando un sopracciglio.
-Oddio … non dirmi che non sai ballare l’hip-hop …
Disse la donna.
Io mi misi a ridere.
-No. In verità era quello che speravo e forse quello che ballo con più energia.
-Fantastico!
Esultò la mora.
-Perché?
Chiesi.
Ridacchiò per poi dire.
-Non so se te l’ha già detto ma tra poco faremmo una specie di saggio e noi insegnanti ed altri ragazzi dovremo fare una specie di musical.
Io per poco non mi strozzai.
-COSA?!
-Piacere. Maya.
Mi rispose.
Guardai Hanade che mi stava lanciando sguardi cucciolosi.
Sbuffai per poi sorridere.
-Dove devo firmare?
Lei subito mi porse tutti i fogli che io compilai. Poi mi diede anche un foglio con scritti gli orari e i giorni.
-Io penso che per te sia meglio la fascia d’età dei dodici anni. Però devo dirti che ci sono anche dei ragazzini di tredici anni … ti crea problemi?
-Assolutamente no. – risposi – Posso chiedere una cosa?
Lei annuì.
-Se per caso dovessi venire qua per un mio piacere o per provare delle cose da solo o al massimo con degli amici …? O è un problema?
Chiesi.
-Lo facciamo anche noi.
Si mise in mezzo Maya, appoggianodsi al bancone.
-Esatto.
Le fece eco la rossa.
Maya era proprio una bella ragazza … ed era più bassa di me di veramente poco.
Anche Jin Rah non era niente male … Addosso aveva dei leggins blu scuro e una maglia con la mandiera americana, ed in testa un basco di lana rossa.
-Quindi è ok?
Chiesi conferma.
-Okkeissimo.
Rispose Hanade facendomi l’occhiolino.
-Senti Malcol, ti dispiacerebbe cominciare adesso?
Mi chiese poi.
-Non mi dispiacerebbe … ma non ho i vestiti adatti …
E avevo proprio ragione!
Con un paio di jeans stra attillati e a cavallo basso e una maglia altrettanto aderente avrei faticato un po’ a ballare. Anche senza la giacca di pelle rossa avrei faticato un bel po’ …
Vidi che Jin Rah mi guardò da testa a piedi con due occhi sgranati.
Si stronzetta. Ammira tutta la mia pura fighezza!
-No problem! Abbiamo sempre dei cambi di riserva, quindi puoi cambiarti.
Mi comunicò Maya.
-Ok allora.
-Seguimi. Ti porto nei camerini.
Disse comicniando a salire le scale.
Io la seguii.
Al piano di sopra c’era una scrivania con accanto una porta. Varcata quella c’era una stanzetta d’attesa con due divani. Dopo di quelli c’erano i camerini e ancora dopo una stanza di ballo.
Lei mi fece entrare nei camerini e mi diede i vestiti.
Io, senza problemi, comicniai a svestirmi con ancora lei dentro, che sembrò non badarci molto.
-Allora Malcol – mi disse – quanti anni hai?
-Quasi 15.
-Wow … e secondo te sei già pronto per fare l’insegnante?
-Assolutamente.
Risposi con un sorriso da sfida.
-Mh … dopo si vedrà. Io invece ho 20 anni e insegno moderno. Mentre Jin Rah ha 18 annie insegna classico.
-Quella fa classico?!
Chiesi sconcertato.
Appena lo dissi entrò la diretta interessata
-Si. Problemi?!
Mi chiese con fare da dura, ma appena mi vide a petto nudo diventò completamente rossa.
Io mi misi a ridere per poi dire
-Non mi sembravi tipa da classico.
-E tu che ne sai?
Richiese, mettendosi le mani sui fianchi e riprendendo un colorito naturale.
-Che ne so?! – le chiesi a mia volta, avvicinandomi – Tesorino, io sono l’angelo della danza classica.
Mi pavoneggiai.
-Non mi sembri tanto angelo con quei capelli.
Risi di nuovo.
Se solo mi avesse visto prima, con i capelli biondi e boccolosi, avrebbe cambiato subito idea e non avrebbe avuto tutta questa confidenza, che stavo cominciando a non reggere più.
-Dai ragazzi. Adesso andiamo sulla stanza da ballo che c’è di sotto e ci fai vedere che sai fare.
S’intromise Maya.
-Ok.
Rispose seguendola giu per le scale.
Da vestire mi avevano dato dei pantaloni di tuta blu scuro e una canotta grigia. Anche questa maglia, però, era parecchio attillata.
Ritornammo di sotto e, dietro al bancone c’era una porta, varcata quella c’era un’enorme stanza da ballo, più grande di quella di sopra.
La stanza era veramente immensa. Grande quanto poteva essere grande un campo da basket e c’erano pure gli spalti. Le pareti erano completamente tappezzate di specchi …
Fantastica!
Le ragazze si sedettero sugli spalti e Jin Rah mi disse
-Ora noi faremo partire delle canzoni e tu dovrai ballarle.
-Nessun problema.
Risposi posizionandomi di fronte a una parete di specchi e cominciando a riscalodarmi.
Dopo un po’ fecero partire una canzone.
History degli EXO.
Sorrisi nel sentirla.
Comnciando facendo dei semplici passi con i piedi ed abbinandoci le mani.
Poi cominciai a fare passi sempre più complicati e finii il tutto con una capriola per aria, all’indietro.
Quando finii mi girai verso di loro che avevano gli occhi sgranati.
-Un’altra?
Chiesi.
Non se lo fecero ripetere due volte.
BTOB, Insane.
Anche questa la ballai sciallissimo, lasciandole senza parole.
-Sono canzoni troppo conosciute …
Si disse Jin Rah.
Madcon, Beggin.
-E SECONDO TE QUESTA NON è CONOSICUTA?
Urlai sopra la musica, cercando di ricordarmi un po’ come l’aveva ballata Jong Up nel Weekly Idol.
Cambiarono subito canzone senza farmi finire.
Deep In Love.
Mi girai verso di loro e urlai
-VI PREGO! IMPEGNATEVI!
La rossa sbuffò infastidita.
Dale.
Ok … poteva andare abbastanza bene …
No … Quando sentii che era tutta tunz tunz mi misi le mani nei capelli disperato.
-EHY! NON MI OFFENDERE!
Urlò la rossa cambiando nuovamente canzone.
-Ah … baby come back …
Cominciò la canzone.
-Ok. Questa va bene.
Bad Boy dei BIG BANG.

Image and video hosting by TinyPic
Image and video hosting by TinyPic
 
Mi avevano messo un casino di canzoni …
Blue … Beautiful Night … Hurricane … Fantastic Baby … Still Alive …
E chi più ne ha più ne metta!
Ero a dir poco sfinito!
Le due scesero dagli spalti e mi diedero un asciugamano.
-Sei veramente bravo.
Mi disse Maya sorridendomi.
-Sai fare anche brak dance?
Chiese l’altra.
-E adirittura parkour!
Aggiunsi, avvicinandomi alla mia bottiglietta.
-Sei perfetto per questo posto … Sai, l’insegnante di prima era un buono a nulla e aveva solo che pompato i ragazzi, facendoli esibire con cose orribili e fin troppo semplici. Il problema è ch etutti questi ragazzini si credono dei divini del ballo. E invece non sanno fare quasi nulla.
Mi spiegò Jin.
-State tranquille. Cercherò di cambiarli … e di non ucciderli.
Loro risero.
-Non era una battuta.
Dissi serio.
Loro NON risero.
Senza poter aggiungere altro entrarono dalla porta dei ragazzini che avevano tutti sui dodici tredici anni.
Mi guardarono perplessi e schifati.
-E questo?
Chiese un’oca umanizzata.
Era una ragazzina dai capelli corti e neri. Una faccia da prendere a sberle assurda …
-Già … chi è?
Le fece eco un’altra, anch’essa con i capelli corti, ma mossi e castani.
-Ragazze, lui è il vostro nuovo insegnante di hip-hop. Malcol.
Detto questo, Maya e Jin Rah, se ne andarono salutandole.
Un attimo …
Erano tutte femmine …
TUTTE MOCCIOSE?
Ok …
Sarei morto.
 
-Vuoi chiederci i nostri nomi o vuoi aspettare notte?!
Mi chiese nuovamente la tipetta da capelli neri e corti.
-Forza. Come vi chiamate.
Chiesi scazzato.
-Io sono Mi Han.
-Io Kitty.
Disse quella con i capelli corti e mossi.
-Minci.
Aveva i capelli lunghi e mossi raccolti in una coda. Quei capelli dovevano essere per forza tinti. Quel rosso era innaturale!
-Sandara, ma chiamami Sandy.
Capelli biondi scuro e alla fine arricciati.
Tintaaaaaa!
-Nidia.
Castani, mossi.
Naturaleeeeee!
-Carly.
Biondi ossigenati, corti.
Stra tintaaaaa!
Orrore!
-Bene – dissi – Finite le presentazioni?
-No, manca ancora Cameron …
Disse … hem … come si chiamava?!
Ah, si! Minci!
Avrei faticato a ricordarmi tutti quei nomi …
-E per caso sapete quando arriva?
-No – rispose Mi Han – Non avverte mai. È sempre così approssimativa …
Spiegò sbuffando.
Improvvisamente la porta si spalancò e vi entrò una ragazzina dai lunghi capelli castani ramati e l’unica ad averli dritti come fusi.
Ultra naturali!
Aveva una grande felpona col cappuccio e un cappello rap.
-Oh … cavolo … che … corsa …
Disse, prendendo fiato ad ogno parola.
Si avvicinò alle altre ragazze e mi guardò sorridente.
-Sono il nuovo insegnante.
Le dissi facendo un sorrisino sghembo.
-Lo so! Me l’avevano già detto!
Disse entusiasta, saltellando.
Ok …
-Pensa che questa matta è la nostra Unnie …
Mi disse … Sandy mettendosi a ridacchiare.
-Quanti anni hai?
Le chiesi.
-13! E mi chiamo Cameron.
Mi rispose, inchinandosi.
-Ok. Ora ci siamo conosciuti. Per chi non si ricordasse il mio nome è Malcol. Ora cominciamo facendo un po’ di riscaldamento e poi mi farete vedere che sapete fare. Forza!
Spiegai, mettendomi allo specchio e facendo partire lo stereo.
Uffa! Mi avevano affibbiato una mandria di mocciose indemoniate e oche!
Mi Han era una stronza e Kitty le faceva compagnia.
Minci stava in un mondo tutto suo e quando la interrompevi potevi magiarti.
Sandy era anche abbastanza normale … apparte i capelli.
Nidia era una menefreghista acuta che non aveva la minima espressione facciale.
Carly aveva uno sguardo killer … e si truccava parecchio per la sua età.
Cameron …
Mi soffermai un attimo ad osservarla dallo specchio, intanto che stavo facendo stirare le gambe.
Era una ragazzina buffa … diversa dalle altre … e sembrava l’unica felice di aver cambiato insegnante.
Non me ne resi neppure conto che aveva alzato lo sguardo e adesso mi stava sorridendo.
Io lo distolsi subito e passai ad un altro esercizio.
Dopo una buona decina di minuti feci finire il riscaldamento. Mi girai verso di loro e le trovai distrutte.
-Per così poco avete il fiatone?
Chiesi alzando il sopracciglio.
-TI PARE POCO 10 MINUTI?
Sbraitò Kitty.
-GIà! CHE CAVOLO AVEVI INTENZIONE DI FARE? AMMAZZARCI PER CASO?
La seguì Carly.
Tutte le altre mi stavano fissando con uno sguardo assassino. L’unica che stava ridendo sotto i baffi era Cameron. Io la guardaie scossi la testa.
-Ok – dissi – Ora calmatevi e bevete poco.
-POCO?
Gridò Minci.
-Se dopo non vuoi andare a casa vomitando come un maiale, si!
Risposi facendo un sorrisino isterico.
Questa fece una faccia strana, per poi bere un po’.
 
-Bene. Ora che avete riposato un po’ potete farmi vedere che sapete fare con un po’ di freestyle.
Loro si scmbiarono delle occhiate preoccupate.
Le feci sedere tutte vicino allo stereo.
-Chi vuole cominciare?
Chiesi.
Mi Han si alzò e andò davanti allo specchio.
-Bene bene …
Feci partire subito Don’t stop the music delle 2NE1.
All’inizio stette un po’ ferma, ma poi cominciò a muoversi bene, facendo dei passi di popping.
Neanche un minuto di canzone e la bloccai.
Lei mi guardò male.
-Bene. Puoi sederti. Un’altra.
Subito Minci si fiondò davanti lo specchio.
Dopo di lei fu il turno di Kitty.
Sandy, Carly, Nidia ed infine Cameron.
Mi Han non era male … ma lavorava praticamente solo di braccia.
Minci invece era solo gambe.
Kitty era un disastro totale.
Sandy se la cavava col reaggeton.
Carly era una bomba tra ginnastica artistica e breakdance, ma solo quello.
Nidia, invece, solo ginnastica artistica e moderno.
Cameron mi aveva stupito parecchio … era veramente brava con l’hip-hop e col popping, ma se la cavava anche col Locking.
Dopo averle fatte ballare tutte e averle fatte ririposare era ormai passata un’ora e dovevano andare via.
-Bene ragazze, prima di andare dovreid irvi un paio di cose … Cameron, ti consiglio di non metterti più felpone del genere se non vuoi morire dal caldo o mettile per uscire dopo lezione. A tutte quelle con i capelli lunghi, andreste meglio con un chignon invece che con la coda. Se volete portatevi un asciugamano per il sudore e un cambio completo, sempre. ok … credo possa bastare … Ci vediamo e buon fine settimana.
Finii di dire sorridendo.
Le uniche che ricambiarono il sorriso furono Sandy e Cameron, mentre le altre andarono via lamentandosi.
Andai eni cmaerini machili. Mi lavai e poi mi rimisi i miei vestiti.
Non ci avevo messo molto, ma le altre ragazzine se ne erano già andate, visto che non le sentivo più urlare.
Aprii la tenda dei camerini e mi ritrovai davanti Cameron tutta sorridente.
-Ti dispiacerebbe accompagnarmi a casa?
Io alzai un sopracciglio.
-Perché’
-Be … ecco … - disse abbassando lo sguardo e grattandosi la testa – Di solito mi veniva a prendere mio padre … ma oggi non riesce a venire … e devo fare un pezzo a piedi di cui non mi fido molto … e  …
Io la interruppi
-E all’andata come hai fatto?
-Mi ha accompagnata Hanade.
-Ah … ok.
Risposi scendendo le scale, seguito a dala ragazzina.
Uscimmo salutando la signora e ci incamminammo verso destra.
-Dimmi un po’ Cameron – dissi ad un tratto – Non sei figlia unica, vero?!
-Esatto. O due fratellini di 6 e 8 anni e un fratello maggiore di 20, che ora si trova in Cina. Sono circondata da uomini contando anche mio padre.
-E tua madre?
Chiesi.
-è morta due anni fa per una malattia.
Rispose, non togliendo mai quel sorriso che le solcava sempre il volto.
Stavamo ormai camminando da un po’ …
-Mi dispiace per te.
-Ah, fa niente.
Dopo pochi chilometri si fermò e mi guardò.
-La in fondo c’è la casa di mia nonna, nella quale devo andare.
Disse indicando col dito una casa a fine via.
Erano tutte case vecchie ma tenute bene.
-Grazie ancora.
E cominciò a correre verso la casa.
-Di niente … Ma la zona poco affidabile?
Chiesi urlando per farmi sentire.
-Già passata da un bel po’!
Mi rispose facendomi la linguaccia mettendosi a ridere, per poi ricominciare a correre
Che tipetta!

Image and video hosting by TinyPic Mi Han
Image and video hosting by TinyPic Kitty
Image and video hosting by TinyPic Minci
Image and video hosting by TinyPic Sandy
Image and video hosting by TinyPic Nidia
Image and video hosting by TinyPic Carly
Image and video hosting by TinyPic Cameron





HELLO PIPPOL! COME VA?
AVETE VISTO QUANTI COLPI DI SCENA?
VOGLIO ASSOLUTAMENTE SAPERE CHE NE PENSATE!
LE DOMANDE SONO LE SOLITE:
PARTI PIù DIVERTENTI?
PERSONAGGI/O PREFERITI/O?
IN PIù:
CHE NE PENSATE DEL POV DI EVA?
E QUELLO DI KIKWANG?
CHE NE DITE DI HAIR?
E DELLE RAGAZZE DELLA SCUOLA DI DANZA IN CUI LAVORA MALCOL?
LA PARTE PIù TRISTE?
CHE NE PENSATE DELLA TRISTE STORIA DI MALCOL E PENELOPE?
CHE REAZIONE AVETE AVUTO NEL LEGGERLA?
MI PIACEREBBE VERAMENTE SAPERE CHE NE PENSATE!
SPERO RISPONDIATE ALMENO ALLE PRIME DUE DOMANDE...
VI SALUUUUUTO!
Kiss Kiss
il panda della felicità
Aris*Chan


Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 5 dementi ***


VANESSA(?) POV
-Ma no! Ti dico che è di qua!
Dissi per la ventesima volta a quella testa rosa bacata.
-Ah! Come fai ad esserne sicura?!
Puntai il dito su quell’enorme edificio.
-Secondo te?!
Chiesi ironica.
Lei abbassò la testa e ridacchiò.
-Bene. All’assalto del centro commerciale!
Urlò, correndo verso l’entrata.
Non fece nemmeno in tempo a mettere passo dentro l’edificio che venne bloccata da una guardia e spinta indietro.
-Mi dispiace, ma chi non ha il pass non può entrare.
Disse la guardia in coreano.
-Oh fie, sto qua ze mona!
Ci disse lei in dialetto veneto.
-Che ha detto?
Mi chiese Melissa.
-Melly, lo sappiamo tutte che sei romana, ma un po’ di intuito non ce l’hai?!
Lei scosse la testa.
-Ha detto che quel scimmione e mona.
Annuì per poi mettersi al fianco della matta.
-Ci scusi signore – disse all’uomo in coreano – noi dovremmo entrare …
-Mi dispiace, ma chi non ha il pass non può entrare.
Rispose nuovamente.
-El gà el disco spaccà, sto qua!
Disse testa rosa, ancora in dialetto veneto.
E, ovviamente, Melissa richiese cosa avesse detto.
-Ha detto che ha il disco rotto.
Tradussi sbuffando.
-Ehi, ma non sai parlare in italiano?
Le chiese.
Lei fece spallucce con un sorrisino idiota stampato in faccia.
-Oh ragà, parlo io che è meglio!
Disse Micol, mettendosi davanti alle due dementi.
-Senta, li dentro c’è una nostra cara amica e noi dobbiamo andarle a fare una sorpresa.
-Mi dispiace, ma chi non ha il pass non può entrare. Se continuerete ad importunare mi vedrò costretto a chiamare supporti.
-UOOOOO! – urlò Cindy – è uguale a quelli nei film!
-Testa Rosa, tienti queste cose per te!
La rimproverai tirandola indietro per non rischiare che si mettesse a testare se era una vera persona o un manichino.
Lei sbuffò, ma rimase dietro con me.
-Lola, manca solo il tuo intervento e quello di Vanessa.
La riachiamò Micol.
La Rastona si girò e la beccammo con una sigaretta in bocca.
Tutte noi le lanciammo un’occhiata incriminatoria.
-Che c’è?!
Chiese innocentemente lei.
-Dai voi due, dovete riuscire ad impressionarlo.
Senza accorgercene ci ritrovammo davanti a quell’ammasso di uomo.
-Lola.
-Vani.
-Dobbiamo impressionarlo.
-In italiano.
-Ok.
Ci scambiammo un’occhiata d’intesa, prendemmo fiato e …
-YAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!
 
Poco dopo …
 
-Te l’avevo detto che non avrebbe funzionato! Micol,  è tutta colpa tua!
-è no tesoro! Tu non hai proprio detto niente!
-Melly! Micki! Piantatela!
Le riproverai io.
Mi girai verso Lola e la trovai di nuovo con una sigaretta in bocca.
-Lola!
Lei sbuffò e me ne porse una. Io scossi la testa.
-Sono alla menta …
Cantilenò.
La presi subito e la accessi.
-Chi altro vuole?!
Chiese sventolando il pacchetto per aria.
Un minuto dopo, tutte e cinque, avevamo la sigaretta in bocca.
-Ragà, ma adesso come facciamo?!
Chiese Micol.
Silenzio.
Nessuna aveva una soluzione.
-Be, ritornare dal tipo non credo sia una buona idea. Non dopo che ci ha dovute prendere tutta di peso e portarci al lato opposto della strada. Ed è stato gentile che non ci ha portate in centrale …
-Grazie Cindy. Questo lo avevamo capito anche noi!
-Sempre così gentile ed amorevole la principessina Melissa!
Ah … La testa mi stava per esplodere con quelle due che bisticciavano sempre.
-Ci servirebbe solo un segnale divino …
Disse Lola, buttando fuori del fumo, e distendendosi all’indietro sul marciapiede sul quale eravamo sedute.
-Ammettilo … ti sei fatta.
Le disse Cindy, imitandola.
-Ragazze, sembrate fatte entrambe!
Me la risi io.
Improvvisamente, il mio istinto femminile, mi disse di guardare alla mia destra. E, proprio come un segnale divino, vidi venire avanti un ragazzo moro con una giacca di pelle rossa.
-Ehi ehi, ragazze, ma quello non vi sembra familiare …?
Chiesi alzandomi.
Le due distese ritornarono sedute e si sporsero per vedere meglio.
-Mh … l’ho già visto … da qualche paaarteee …
-Cavolo Cindy! Se parli così sembri veramente fatta. E per di più hai tutti i capelli spettinati.
-Melly, ti stacco la lingua!
-Ah, ma piantatela! Quello la … - cercai di individuarlo meglio, ma era troppo lontano – mi sembra tanto …
Il ragazzo alzò la testa e quando mi vide si bloccò all’istante.
Cindy si alzò e mi venne dietro
-è un pedofilo …
-Perché tu saresti una bambina?! Ah, si, giusto. Me ne ero dimenticata!
-Melly, te la stacco veramente!
Quelle due … se non la piantavano le staccavo la testa!
Il tipo sembrò illuminarsi e cominciò a correre verso di noi.
Quando mi fu davanti mi stritolò in un abbraccio.
-Vany!
Urlò spaccandomi i timpani.
-Chi cavolo sei?
Cercai di dire.
Lui mi lasciò e mi guardò dritta negli occhi.
-Non mi riconosci?! Sono Malcol!
Il cuore smise di battere.
Il piccolo Malcol?!
-Mi prendi in giro?!
Chiesi incredula.
-No … in verità eravate voi che prendavate in giro me e Micol per la nostra somiglianza tra i nomi.
Mi rispose ridacchiando.
-No … ci … credo …
Sentii dire alle mie spalle.
Mi girai e trovai tutte le ragazze con la bocca spalancata.
-Cavolo ragazze! Sono io! Vi posso dire tutto ciò che volete! Cindy! – disse indicandola – Il tuo vero nome non è Cindy. Infatti Cindy è solo l’abbreviazione di Cinderella, un soprannome che ti avevano dato perché camminavi in una maniera perfetta. Lola – disse indicandola – Il tuo vero nome è …
Non fece in tempo a finire la frase che lei lo interruppe
-Ok ok ti crediamo! Certo che sei prorpio cambiato però …
Lui si scompigliò i capelli ridacchiando .
-Be … si …Comunque che ci fate qua?
-Siamo venute a trovare tu sai chi …
Gli rispose Cindy.
-Mh … si, mi pare che Misan mi avesse avvisato di una cosa simile …
-Non ci credo – mi misi in mezzo – Avete ancora l’abitudine di chiamarlo Misan … certo che siete proprio dei tipi voi due …
-Che ci vuoi fare … Ma se dovete entrare perché siete sedute qua al margine della strada?
Ci chiese.
-Ci hanno portate qua di peso perché abbiamo importunato un po’ troppo quella sottospecie di armadio vivente che c’è all’entrata …
Spiegò la rastona ridacchiando ancora al pensiero.
-Ah … No problem! Ora entrate con me!

Image and video hosting by TinyPicVanessa (Vani)
Image and video hosting by TinyPicCindy
Image and video hosting by TinyPicLola
Image and video hosting by TinyPicMelissa (Melly)
Image and video hosting by TinyPicMicol (Micky)

------------------------------------------------------

ECCCCCCCOMI! LO SO CHE è CORTO CORTO COME CAPITOLO E MI DISPIACE TANTO .... MA AVEVO UN ASSURDISSIMO BISOGNO DI SCRIVERE....QUINDI ECCO CIò CHE NE è VENUTO FUORI!
DUUUUUUUUNQUEEEEEEEEE
CHE NE PENSATE DELLE 5 SVITATE?
CHI SRANNO DEL PASSATO DEI DUE FRATELLINI?
MA.....CHI LO SA.....

ALLLUUUURA....NON SO SE C'è QUALCUNO CHE SA MA TRA LE TANTE FFF CHE HO IN QUESTO PERIODO CE NE UNA SUGLI SHINee ALLA QUALE TENGO TANTO.... E PER FARE UN Pò DI PUBBLICITà VI METTO IL TITOLO QUA ^-^: My Personal Guardians.
SPERO CHE CI ANDIATE A DARE UN'OCCHIATA E SE VI VA NON MI DISPIACEREBBE AVERE ANCHE UNA RECENSIONINA.....
SPERO DI RICEVERE RECENSIONI SIA QUA CHE SULL'ALTRA E.... BUON ANNO SCOLASTICO ^-^
Kiss Kiss
il panda sfaticato
Aris*Chan
p.s. proprio per il fatto che è ricominciata scuola non so se riuscirò ad aggiornare spesso.
chiedo venia.
bye


Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** PANIC ***


PENELOPE POV
Eravamo da più di un’ora ingiro per negozi. Prada, Zara, H&M, Paul&Bear, Hollister e chi più ne ha più ne metta! E la cosa che mi aveva preoccupato più di tutte era il fatto che, oltre a noi, non c’era nessun’altro…
Intanto Kry e Silver se n’erano andate dicendo che avevano un faccenda da sbrigare e ci avevano lasciate in un negozio a me sconosciuto, a vagare svogliatamente senza metà… o almeno, io ero svogliata e senza metà, Sun Ha invece era tutta entusiasta che camminava di qua e di la guardando i vestiti come se fossero delle torte di cioccolato.
-Penelope, che ne pensi di questo?
Mi chiese facendomi vedere un vestito rosso e lungo.
-Bello…
Mugugnai.
-Ya! Non fare così!
Si lamentò lei rimettendolo al suo posto. La guardai con uno sguardo supplichevole e le chiesi.
-Possiamo andarcene?
La giapponese mi lanciò uno sguardo di fuoco e prendendomi per il polso mi trascinò in un altro negozio.
-Non se ne parla. Adesso mi aiuti a trovare un vestito figo. Punto.
Rispose decisa. E per un'altra buona mezzora dovetti stare circondata da vestiti. Non che non mi piacesse fare shopping, ma ero stanca! Stavamo girando come trottole da un’eternità!
-Penelope!
Mi chiamò Sunnie per la centesima volta. Io la raggiunsi e me la ritrovai davanti con uno sguardo serio mai visto prima e con le braccia incrociate.
-Vieni con me.
Detto ciò uscì dal negozio e si diresse velocemente da qualche parte. Mi affrettai subito ad andarle dietro preparandomi già psicologicamente ad altri trenta negozi…
Dopo poco prese una porta di servizio e cominciò a salire delle scale. Cominciai a preoccuparmi un po’… Dove cavolo mi stava portando?
Finite le scale ci trovammo davanti ad una porta. La ragazza si fermò davanti di essa e appoggiò la mano tremolante sulla maniglia… Dopo un attimo di esitazione la spalancò e un vento freddo mi pervase completamente. Davanti a me vidi un enorme piazzale. Subito corsi verso il bordo di quello che scoprii essere il tetto del centro commerciale.
Era semplicemente stupendo… Da li sopra si vedeva tutta la città…
-Bello vero?!
Disse Sun stando un po’ più indietro di me. Io annuii energicamente.
-La vita è dura.
Disse di punto in bianco. All’udire quella affermazione, il sorriso che si era dipinto sul mio viso scomparve subito…
-E’ dura e fa schifo. So cosa hai dovuto passare… Non me l’ha detto nessuno. Lo so e basta.
Cosa le stava succedendo? La sua voce era dura e fredda, non più quella vocina acuta che avevo conosciuto… Mi girai verso di lei e la ritrovai con lo sguardo fisso all’orizzonte… Era seria, malinconica… Come se stesse ricordando qualcosa che le faceva male…
-Io sono nata in Giappone ma i miei genitori erano coreani. Tokyo è bellissima… Così moderna e piena di luci… L’unica cosa è che è piena di inquinamento… Ma non è solo bella. Può anche essere molto pericolosa e crudele.
Aveva gli occhi freddi. Non ce li aveva lucidi ma quasi secchi. Freddi come il ghiaccio… Sembrava non provare emozioni e faceva quasi paura…
-Hai mai visto il film Tokyo Drift? – io annuii – Ecco, è tutto vero. Non sono balle o frutto di immaginazione. Le gare, le macchine, la mafia… La Yakuza è la più conosciuta e forse la più pericolosa. Se ti dicessi che io c’ero dentro dovresti sparire dall’Asia e forse non mi crederesti neppure. Ma la verità è che mi ci avevano buttata dentro.
Non sapevo che fare… Ero completamente immobilizzata… Crederle o meno? E se stava dicendo la verità perché la stava dicendo proprio a me? Dire che ero sotto shock era dire poco.
-L-la Yakuza?
Chiesi balbettando.
-Si. E pensare che mio padre era della polizia. Comunque è il caso che la smetta di parlarti di quello. Di ho detto questo perché dietro a tutto ciò c’erano due persone… Due persone completamente diverse e con scopi opposti. Come lo Ying e lo Yang. Purtroppo io seguii la persona sbagliata, lo Ying, la parte nera. E per questa mia stupida ed egoista decisione lo Yang è…
La voce le si spezzò in gola… C’era rabbia pura in quelle parole, le diceva quasi sputandole via.
-Sun Ha, non serve che mi dici tutto.
Cercai di consolarla avvicinandomi a lei la quale alzò la mano verso di me e mi disse.
-Non avvicinarti. Ti ho raccontato tutto questo solo per dirti che ti capisco. Nient’altro. Mi dispiace di averti fatto paura.
Dopo di che tornò col suo solito sorriso che ormai avevo capito essere per la maggior parte falso e si avvicinò alla porta.
-Dai, torniamo giù che dobbiamo ancora trovare il mio vestito.
Stava per aprire la porta quando questa si spalancò e sbucò da essa un Yong Guk tutto affannato.
-Oh, buongiorno.
Disse con quella vocina acuta. Lui la salutò con un cenno del capo per poi puntare lo sguardo su di me. Mi si avvicinò velocemente e quando mi fu davanti mi prese per il polso e cominciò a scendere le scale velocemente.
-Hey! Ma che modi sono! Mollami!
Urlai dimenandomi da quella presa ferrea.
-Stai zitta una buona volta!
Urlò a sua volta.
Sbuffai e mi lasciai portare chissà dove.
Dopo aver fatto tutte le scale ed essere usciti dal centro commerciale mi fece salire in una macchina semplice ma con i vetri oscurati.
-Ok. Andiamo.
Disse mettendo in moto.
-Andiamo? Dove scusa?
Chiesi scocciata.
Il scimmione, come risposta, mi sfoderò un sorrisino perverso.
-Che cavolo ti sguardi mi fai?!
Urlai isterica.
-A te da fastidio che io canti perché mi adori… E so che ami la mia voce quando canto invece che reppare…
Oh-oh… Divenni rossa come un pomodoro fin troppo maturo.
-Ho-ho! Ho ragione ho ragione!
Se la rise lui.
-Ya! Non ridere! Non è colpa mia se canti bene! Ed è l’unica cosa che sai fare! Perché sei brutto, antipatico e rompi!
Urlai come una bambina piccola mettendo su il broncio.
-Si si certo…
Rispose cercando di trattenere le risate.
Per un bel po’ lo guardai con uno sguardo killer.
Eravamo in macchina ormai da dieci minuti e stavamo girando a vuoto.
-Ya! Mi vuoi dire dove cavolo stiamo andando?! Altrimenti di denuncio per rapimento di minori o come cavolo si chiama!
Urlai d’un tratto facendogli fare un balzo sulla sedia per la sorpresa.
-In verità da nessuna parte. Mi hanno solo detto di farti girare in macchina fino a che non fosse stata l’ora giusta.
Rispsoe vago.
-Ah… Ma che cavolo sta succedendo… - mugugnai disperata – Questa mattina hanno fatto irruzzione in casa e mi hanno rapita, poi ho rivisto persone che non vedevo da secoli, poi Kry e Silver che sono sparite, e poi si è messa anche Sun Ha con quella cosa strana… e adesso tu che mi rapisci e mi fai girare come una deficiente in auto. Ma almeno ce l’hai la patente?!
Il biondo mi guardò con uno sguardo divertito per poi scoppiare a ridere.
-Oddio… sei una cosa assurda…
Disse tra le risate.
Sbuffai infastidita e incrociai le braccia, imbronciandomi ancora di più.
-Senti – disse dopo aver smesso di ridere – Come si chiamava?
Rimasi in silenzio guardando fissa l’airbag chiuso davanti a me. malcol e Misan. L’avevano detto. Non mi dava più di tanto fastidio… Ma perché se ne veniva fuori così di punto in bianco?
-Chi?
Chiesi, facendo finta di non capire.
-Sai chi.
Disse serio.
Scossi lentamente la testa.
-Il tuo gatto.
Specificò, stando sempre serio.
-COSA?!
Urlai con gli occhi sbarratti. E adesso con cosa se ne veniva fuori quel testa gialla?
-Il tuo gatto.
Ripetè annuendo.
-Angustalm.
Risposi ridendo come una matta.
-COME??
Urlò questa volta lui con gli occhi sbarrati ma sempre fissi sulla strada.
-Angustalm.
Ripetei ricomponendomi quel poco per essere capita.
-Certo… Un nome un po’ più normale no vero?!
E si mise a ridere con me.
Girammo per un altro quarto d’ora, ascoltando canzoni coreane e cantandole qualche volta.
Quando ritornammo al parcheggio mi rattristai un po’… Ero stata bene con quello scemo…
Prima di scendere lo ringrazia e lui mi fece un sorriso dolcissimo che per poco non mi fece sciogliere completamente come un cioccolatino.
Il tragitto dal parcheggio all’interno del centro fu silenziosissimo, tanto che creddi di essere diventata sorda nel non udire alcun rumore. Entrammo e lo vidi andare da qualche parte senza curarsi se lo stessi seguendo o meno. Stava per girare l’angolo quando si girò e mi fece segno di seguirlo. Io lo raggiunsi di corsa. Continuò a camminare deciso davanti di me, ma non avevo la minima idea di dove stessimo andando e da cosa fossi circondata, perché in quel momento riuscivo a vedere solo la sua sagoma, tutto il resto era scomparso completamente. Ero la, che camminavo dietro il mio bias, che non vedevo nient’altro se non lui…
Che mi stava succedendo…?
-Hei, ti sei addormentata?
Mi chiese affiancandomi. Io scossi la testa cominciando a vedere di nuovo normalmente.
Dopo poco ci trovammo in un corridoio pieno di porte. Yong Guk si fermò davanti ad una di esse e mi guardò un attimo.
-Ti prego, non morire dalla gioia.
Detto ciò spalancò la porta e fui accecata da una luce fortissima. Mi coprii gli occhi con le mani e attraverso le dita vidi una grande stanza con tante persone dentro. Tolsi subito la mano e quello che vidi mi riempì di gioia come nient’altro. Mi buttai completamente addosso a cinque ragazze che sembravano completamente fatte. Ci strungemmo tutte e sei un abbraccione collettivo.
-CHE CAVOLO CI FATE QUI!!!
Urlai sentendo gli occhi bruciare per colpa di alcune lacrime che stavano lottando contro di me per uscire libere.
Ci scigliemmo e ci guardammo tutte in faccia. Era da tanto tempo che non le vedevo… Anche se ero in Corea da alcuni giorni mi mancavano un casino e mi sembrava un’eternità che non le vedevo…
-Melissa, novità?
Le chiese in italiano stringendole il collo col braccio.
-Si. Prima abbiamo scoperto che Cindy ha paura dei pedofili. Per il resto nulla di nuovo.
Io annuii e la mollai.
-Cindy?
-Ho appena scoperto che le altre hanno scoperto che ho scoperto di aver paura dei pedofili. E tuo fratello è gnocco.
Rispose annuendo sicura.
-Ma io ti amo!
Urlai buttandomi su di lei e facendo finta di baciarla. A quell’azione scoppiarono tutte a ridere, noi due comprese.
-Lola?
-Ho i rasta più fighi del mondo!
Urlò alzando per aria la mano nella quale teneva una sigaretta.
-Micol?
-Non saprei che dirti… Ci mancavi un casino!
Mi rispose sorridendomi amorevolemente. Ricambiai il sorriso e mi misi davanti a Vanessa che era rimasta in silenzio per tutto il tempo.
La guardai negli occhi. Era la mia Vanessa… La mia migliore amica e sorella d’anima… La amavo tantissimo…
Mi buttai sul suo collo e la stritolai come una polpetta.
-Sei una stronza, sappilo.
Mi sussurrò all’orecchio, comicniando a piangere silenziosamente.
-Non l’ho deciso io… Credimi: anche io non volevo trasferirmi…
-Adesso che stavi migliorando… Per quella cazzo di puttanata…
La strinsi ancora più forte, come per non volerla fare scappare, per tenermela solo per me…
Dopo un paio di minuti ci mollammo e la ritrovai con gli occhi rossi. “Fanculo” mi sillabbò con le labbra.
-Ma perché siete venute?
Chiesi ridachciando.
-Anniversario…
Cantilenò Cindy avvicinandosi a me e mettendomi un braccio intorno alle spalle.
-E per vedere sti figoni…
Finì Lola guardando Yong Guk e… IL RESTO DEI B.A.P? E QUANDO ERANO ARRIVATI?
-Ok… hem… noi adesso dobbiamo andare… Malcol sa dove deve portarvi. Ciao…
Disse Yong Guk guardandoci confuso e uscendo dalla stanza, seguito a ruota dagli altri ragazzi che salutarono tutti con la manina.
-Loro sono coreani giusto?
Mi chiese Micol.
-Certo…
-E allora non hanno capito una beneamata minchia di quello che ci siamo dette…
Costatò guardandomi con una faccia stra buffa.
Un secondo dopo stavamo ridendo come delle cretine.
 
NON.
CI.
CREDO.
L’unica cosa che in quel momento la mia mente potesse realizzare. Avevo appena scoperto che in quell’enorme centro commerciale avevano allestito un gigantesco concerto con un sacco di artisti famosi. Coreani, giapponesi, americani e addirittura italiani.
Cioè… RENDIAMOCI CONTO!
Di li a poco avrei assistito ad uno dei più grandi concerti mai esistiti! Ed ero in prima fila!
ERA UNA FOTTUTISSIMOS OGNO CHE SI REALIZZAVA DOPO TANTO TEMPO!
-Cazzo ragazze… Non ci credo…
Dissi rivolta alle cinque dementi che sogghignarono divertite.
La gente aveva già cominciato ad entrare e dietro di noi si stava riempendo tutto lo spazio delimitato dalle sbarre. Fortunatamente eravamo in un enorme spiazzo all’aperto, altrimenti saremmo morti soffocati.
Dopo un ‘ora circa la gente aveva fortunatamente smesso di entrare. Ormai era sera e le uniche luci erano quelle del palco, le quali si spensero dopo poco. Quando si riaccesero, sul palco, vidi cinque sagome…
-O CAZZO!!!
Cominciai ad urlare saltando come una matta.
I Big Bang erano a pochi metri da me! Cominciarono a cantare Still Alive con un’energia che non gli avevo mai visto addosso.
Era una sensazione fantastica… Veramente stupenda…
Dopo di loro salirono sul palco gli SHINee… Ero completamente impazzita…
Dopo di loro urlai in continuazione… Cantando le canzoni, chiamandoli uno per uno, dicendo parole completamente senza senso…
I gruppi e i cantanti si susseguirono, cantando una canzone a testa.
Block B, BTOB, EXO, B1A4, Super Junior, 2NE1, Secret, Girls Generation, f(X), CN Blue, The Gazzette, B2st, NU’Est, Ailee, J-Min, MyName, Sistar. Cantarono adirittura Ryo e Sukkie con un altro tipo con il quale formava un gruppo che si chiamava TEAM H…E tantissimi altri. Quando sul palco slairono i B.A.P ci mancava poco che scoppiassi a piangere dalla gioia! Forse era solo una mia impressione ma mi sembrava che, durante l’esibizione, Yong Guk mi avesse fatto l’occhiolino…
Ero eletrizzatissima!
Dopo, annucniarono i F.T. Island, un gruppo che non conoscevo bene… Quando salirono sul palco il mio cuore si fermò. Ero completamente scioccata… Lui… che cavolo ci faceva la? Perché LUI era la sopra?
PERCHE’ MIO CUGINO ERA SUL PALCO?




E DOPO SECOLI DI ASSENZA ECCOMI RITORNATA!!!! TATATATATATADAN!!!!!!!
VI SONO MANCATA VEEEERRRRROOOOO???????
ALLURA... CHE NE PENSATE???
CHI SARà MAI SUO CUGINO??????
HE HE HE.... CATTIVVA ME....
DOMANI VADO A VEDERMI AL CINEMA CATTIVISSIMO ME 2!!!!! EVVVVVVIVA!
SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO ALMENO UN POCHINO!
PUBBLICITà!: HO COMICNIATO 4 NUOVE FF! LO SO LO SO...NE SCRIVO IN CONTINUAZIONE E NON NE FINISCO NEANCHE UNA....: You who stole my heart (EXO), Bad boy (BIG BANG), un voyage vers le bonheur (NU'EST), be the light (BLOCK B)!
LO SO.... FIN POCO TEMPO FA ODIAVO GLI EXO... MA POI GLI HO SCOPERTI E ME NE SONO COMPLETAMENTE INNNNAMORATA! COMUQNUE, LE UTLIME DUE SONO QUELLE PIù NUOVE E MI FARESTE UNA ENROMISSIMO FAVORE SE ANDASTE A DARLE UN'OCCHIATA, SEMPRE SE AVETE VOGLIA!
ORA VI LASCIOOOOOOOO!
Kiss Kiss
il panda che domani andrà a vedere CATTIVISSIMO ME 2!
Aris*Chan
Cicca la banana Cichita!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** ORG!A ***




DAEHYUN POV
Erano ormai passate tre settimane dal concerto ed io avevo scoperto che vivevo, oltre che con i B.A.P e con “Mihyun”, con due ragazzi in piena adolescenza. Uno era Malcol, e l’avevo già conosciuto, e l’altra era quella famosa Penelope, che non avevo ancora visto. Con Malcol avevamo festeggiato il compleanno tutti insieme, invitando pure il resto dei F.T. Island e i ragazzi del campo da baseball. C’erano praticamente tutti, tranne la sorella che si era rinchiusa in camera e non era uscita dalla sera nella quale era finito il concerto. Le uniche persone che aveva fatto entrare erano state suo fratello e Hair...
-In un certo senso mi mette un po’ d’inquietudine quella ragazzina…
Confessai a Yong Guk, quel sabato mattina mentre mi lavavo i denti.
-Ah… no, non è per niente paurosa quella nana… E’ addirittura simpatica… Non so perché si sia rinchiusa così tanto, ma in fondo non la conosco bene. Da quello che ho capito non ne sapeva nulla del lavoro di suo cugino… probabilmente è questo il motivo del suo stato d’animo…
Mi spiegò sedendosi sul bordo della vasca.
-Mh… fe è fer fuespo affora…
Cercai di dire, ma fui subito interrotto.
-Ti prego… sputa e poi parla…
Mi disse facendo una faccia schifata.
-Ho detto che se è per quel motivo che non esce più dalla stanza credo sia il caso di chiamare Mihyun col suo nome vero… Non credi?
Dissi mettendo giù lo spazzolino e girandomi verso di lui, il quale annuì pensieroso. Dalla stanza accanto si sentì partire a tutto volume Wrecking Ball di Miley Cyrus.
-Cavolo se è incazzata… - disse riferito alla canzone –Comunque hai ragione. Quando tornano gli altri glielo diciamo. Dobbiamo chiamarlo col suo vero nome.
Decretò sicuro.
-Ma tu sai perché lo chiamavano in quel modo? Cioè… Da Jong Hun a Mihyun, o Misan come lo chiamavano loror, c’è una gran differenza… e poi il cognome che usano, Kimpark, non ha niente a che fare con Choi…
Chiesi tutto d’un fiato.
-Allora… a me hanno detto che lo chiamavano Mihyun perché, quando Penelope e Malcol erano piccoli, la famiglia di Jonghun aveva un cane che si chiamava Milu e visto che non riuscivano a dire il suo nome cominciarono a chiamarlo col nome del cane, solo che poi si trasformò in Mihyun, tipo un nome coreano e tutti cominciarono a chiamarlo così. Misan perché erano in fissa col giappone e San è un suffisso… Almeno, questo è quello che mi ha raccontato Hair. Del cognome non ne so nulla…
Quando ebbe finito di parlare rimasi immobile a fissarlo per qualche istante per poi annuire poco convinto.
-Stiamo parlando a ruota come delle macchinette… interessante…
L’altro si mise a ridere scuotendo la testa.
-Ok… hem… dovrei… farmi la doccia se…
Dissi un po’ a disagio.
-Ah si, certo, scusami.
Ed uscì.
Io entrai in doccia e mi rilassai… Gli altri ragazzi erano andati a fare compere non so per cosa e in casa c’eravamo solo io, Yong Guk e la ragazza. In un certo senso stavo quasi male per lei… Io non conoscevo molto bene Jonghun, come Yong Guk, Him Chan e Zelo, ma in quei giorni avevamo avuto modo di avvicinarsi un po’ di più. E pur non conoscendo affatto Penelope mi sentivo quasi ferito pure io… forse perché era piccola o perché ne avevo sentito parlare così tanto dagli altri ragazzi, non lo so, ma sentivo qualcosa di strano verso quella ragazza…
D’improvviso la porta si aprì. Non ci feci caso, pensando che fosse Yong Guk e continuai a lavarmi. Quando ebbi finito mi avvolsi un asciugamano intorno alla vita ed uscii.
-Ops…
Una ragazza dai capelli di uno strano colore verde acqua si trovava davanti a me con addosso un paio di shirt e una felpa... abbinata assurda.
-Hem… credo di aver sbagliato è…
Disse ridacchiando.
-Credo anche io sai…
Risposi tranquillamente.
Lei si mise a ridere e si mise il cappuccio sedendosi sul bordo della vasca. Era letteralmente piena di tatuaggi… sul collo sul polso, sull’avambraccio… Gli occhi di un bellissimo color ambra mi scrutavano attentamente.
-Fai con comodo.
Mi disse, estraendo dalla tasca della felpa una sigaretta e un accendino.
Certo… facile, pensai ironicamente prendendomi un altro asciugamano e strofinandomelo in testa.
-Tu devi essere Penelope, vero?!
Dissi ad un tratto.
Lei emanò una nuvola di fumo ed annuì.
Ok… la ragazza era strana forte!
Ormai ero asciutto, ma non potevo mica mostrare i miei “segreti” ad una che non conoscevo neppure… Mi girai verso di lei e stetti immobile a guardarla.
-Ma è stato nel 2013 che hai cominciato a fare ginnastica? No perché prima non avevi minimamente quella testuggine.
Disse battendo la mano sul mio petto. Io la guardai alzando un sopracciglio e ridacchiando.
-Si. diciamo che mi facevano un bel po’ di invidia gli addominali e il fisicaccio di Yong Guk e di Jongup e anche quelli come Kim Jonghyun che non facevano altro che sbattere in faccia a tutti il proprio fisico.
Risposi sinceramente.
Ad un tratto la porta si aprì nuovamente e sperai vivamente che fosse il mio caro e vecchio Bang che venisse a portarmi via la ragazza così che potessi vestirmi in santa pace. E invece no. Una ragazza dai capelli rosa mi guardò con due occhi spalancati.
-ORGIAAAAA!!!!
Urlò saltandomi al collo.
Dopo un attimo mi ritrovai quella strana tipa attaccata addosso come un a scimmia con la testa appoggiata alla mia spalla. Io guardai Penelope con uno sguardo completamente sconvolto.
-Lei è Cindy.
La presentò.
La testa rosa, Cindy, alzò la testa e mi guardò negli occhi.
-Non è un’orgia, vero?
Io scossi la testa.
-Accidenti…
Disse scendendo e sedendosi accanto a Penelope, che le porse la sigaretta.
-Sai che ho sognato che mi facevo con te… Era fighissimo…
Disse la rosa all’azzurra, distendendosi in vasca.
-An si?! Mh… io non ho sognato niente di figo…
Ammise l’azzurra, riprendendosi la sigaretta.
-Scusatemi è, ma io sarei praticamente nudo…
Dissi leggermente a disagio.
-Allora togliti quello così non hai più problemi.
Mi propose Cindy, riferendosi all’asciugamano intorno alla vita che lasciava intravedere i peli dei miei “segreti”.
Mi passia le mani tra i capelli e me li spettinai ridendo. Mi porsi verso Penelope e, passandomi la lingua sulle labbra, le presi la sigaretta.
-Hey hey hey! Ridammela! Non fare come i tuoi amichetti! Non spegnerla!
Disse istericamente alzandosi.
Io la tenni lontana con la mano e mi misi la sigaretta tra le labbra.
-E chi te la vuole spegnere?!
Chiesi facendo uscire una nuvola di fumo.
Entrambe mi guardarono con la bocca spalancata.
-Ya! Perché quelle facce?! Solo perché fumo?!
-Be, da quello che vedevo nelle interviste mi sembravi molto meno trasgressivo e… così…
Ammise Penelope
-Cosa intendi con “così”?
Chiesi inarcando le sopracciglia.
-Be…
-Figo.- completò Cindy -Figo eri già figo. Ma sei figo anche nel carattere. Cioè… caazzoo! Sei un figo della miseria!
Io mi misi a ridere. Quelle ragazze erano completamente pazze… ed io non ero molto da meno. Mi sedetti per terra a gambe incrociate e guardai il soffitto in silenzio…
-Mi stupisce troppo Cindy.
Disse ad un tratto Penelope. Io la guardai con una faccia da “perché?”.
-Perché non è ancora morta di overdose…
Se la rise lei, accompagnata dalle risate della diretta interessata e successivamente dalle mie.
-Non è una cosa su cui scherzare…
Dissi, cercando di fare il serio, cosa che non mi riuscii.
-Passa qua Mr. Non Si Dice!
Mi disse Cindy, riferendosi alla sigaretta.
-No.
Risposi serio.
A quel punto la ragazza si alzò e mi venne davanti con le mani sui fianchi. Anche lei aveva dei short come Penelope solo che, a differenza sua, aveva una canotta sbracciata che faceva vedere completamente il reggiseno con strani decori.
-Si?!
Chiesi ridacchiando.
Lei mi si sedette in braccio e cercò di prendermi la sigaretta che però spostai in maniera tale che non riuscisse a prenderla. Ma non servì a nulla perché quella si sporse ancora di più, tanto che mi fu a pochi millimetri dal viso.
-No ti arrendi è…
Sussurrai ad un palmo dalle sue labbra.
Lei sorrise in maniera strana per poi delinearmi le labbra con la sua lingua.
-Scusatemi è, ma io sarei qui!
Disse Penelope sventolando le braccia sopra la testa.
-In effetti hai ragione!
Dissi ridendo, nell’intento di lasciare si stucco Cindy nella mia noncuranza del gesto che aveva appena compiuto, ma quando mi rigirai a guardarla la trovai con la sigaretta in bocca, distesa sulle mie gambe con la testa a penzoloni giù da esse.
-Che razza di…
Dissi ridacchiando.
-Hai trovato chi ti da filo da torcere mio caro Daehyun!
Esclamò Penelope battendo il cinque all’altra.
Dopo di che si alzarono entrambe ed uscirono dal bagno. Io rimasi come un’idiota a guardare la porta quando Cindy rientrò e mi si sccucciò davanti. Stette immobile a guardarmi con quegli occhi da matta per poi lasciarmi un umido bacio sulle labbra e riuscire dalla porta.
Mi alzai in piedi e mi guardai allo specchio per poi scoppiare a ridere.
Era completamente pazza!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1993068