Ed ho pianto sul tempo che fugge e su ciò che rimane

di Dominil
(/viewuser.php?uid=49959)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ice-cream; 1989. ***
Capitolo 2: *** Patto di Sangue; 1994 ***
Capitolo 3: *** James 'Jimmy' Sullivan; 1995 ***
Capitolo 4: *** La mia gamba fa acqua da tutte le parti; 1997 ***
Capitolo 5: *** Bacio - Jack Daniel's (no, non sono ubriaco!) - Bacio; 1997 ***
Capitolo 6: *** Tu come aria in vena sei; 1998 ***
Capitolo 7: *** Hollywood Whore; 1998. ***
Capitolo 8: *** Lascia che bruci Zack, lascia che bruci;1998 ***
Capitolo 9: *** Poi sono scappato nel cesso del bar; 2013 ***
Capitolo 10: *** Non mi piacciono gli addii, meglio i nuovi inizi; 2013/2023 ***



Capitolo 1
*** Ice-cream; 1989. ***


Capitolo 1: 
Ice – cream; 1989

  
  
25 Luglio 1989, pontile di Huntington Beach CA.

  
La gelateria sul ponte di Huntington Beach era una delle più frequentate e affollate nel periodo estivo. 
Aveva certamente un nome ma nessuno lo ricordava più ormai, era stato il pontile stesso a darle un’identità. 
Ed era lì che il piccolo Matthew si trovava, a fare la fila per un cono accanto ai suoi genitori che lo tenevano per mano. Stava sudando come non mai tra quella folla e la calura estiva di certo non aiutava. Le manine scivolavano tra quelle di mamma e papà e la maglietta cominciava ad aderire alla schiena. 
La gente sembrava aumentare, anziché diminuire. 
“Papà, quando tocca a noi?” 
“Ci sono ancora tre persone davanti a noi Matt, me l’hai già chiesto due minuti fa.” 
Il bambino sbuffò soffiando nelle narici. 
“Tesoro perché non vai su quella panchina laggiù e ci aspetti li?” 
La mamma gli lasciò la mano per accarezzargli con dolcezza una guancia. 
Fortuna che c’era lei che sapeva sempre come prenderlo, lo stringeva a sé durante i temporali e ogni sera prima di dormire lo coccolava con il bacio della buonanotte. 
Matthew provava una venerazione pura per quella donna magrolina ma al tempo stesso tanto forte e adorava i suoi genitori quando si abbracciavano o sorridevano, sentiva il calore spargersi dal petto e intorpidirgli le ossa; il calore della sua famiglia. 
Il bambino fece sì con la testa e corse verso la panchina di legno scuro rovinata dalla salsedine. Per un attimo il suo sguardo si era perso nell’oceano sconfinato e, mentre cercava di vederne la fine stringendo gli occhietti verdi, dondolava velocemente le gambe. 
Davanti a lui passarono dei ragazzi in skate e l’attenzione di Matt si spostò su di loro. Avevano sedici anni all’incirca, e Matt li vedeva come qualcosa di irraggiungibile, con le loro felpe e le All Star colorate. 
Meritavano rispetto più di qualsiasi altro adulto. 
Era così concentrato in quell’attrazione metropolitana da non rendesi conto nemmeno del bambino che andò a sedersi al suo fianco con il broncio. Solo un sonoro sbuffo riuscì a riportalo alla realtà. 
Il piccolo Matt si voltò e cercò di incrociare lo sguardo del suo coetaneo ma senza risultato, il cappellino calato sulla testa e i folti capelli neri non lasciavano intravedere nulla di quello sguardo che aveva sicuramente qualcosa da raccontare. 
Lo percepiva dal ritmo del respiro, quel bambino non era come tutti gli altri con cui aveva giocato fino ad allora; lui e quel bambino sarebbero diventati migliori amici. 
“Che palle...” mormorò all’improvviso, scostando qualche ciocca corvina dal naso con un soffio. 
Matt rimase interdetto, dubbioso su cosa dire. 
“Cosa hai detto?” chiese infine, piuttosto ingenuamente. 
“Nulla... Non fanno altro che litigare e io sono stanco.” 
Con un dito indicò una coppia non molto lontana. Matt non riusciva a percepire cosa dicevano, ma dai gesti animati e veloci si capiva chiaramente che stessero discutendo. Dietro la donna, c’era un altro bambino con lo stesso sguardo di quello che aveva di fronte. 
“Non fanno altro che litigare e anche Brent non ne può più, volevamo solo un gelato...” 
Divenne quasi supplichevole, Matt percepì la tristezza e allo stesso tempo la freddezza che gli faceva da scudo. 
Dedusse, senza osare chiedere, che Brent fosse quel bambino vicino alla donna. 
“Mi dispiace...” gli mise una mano sulla spalla. 
Erano bambini già adulti, bambini che provenivano da mondi diversi ma fottutamente vicini. 
Entrambi avevano vissuto, senza saperlo, per quel momento. 
Matt, un bambino di 8 anni, ne consolava un altro della stessa età, lo consolava come avrebbe fatto per moltissimi anni ancora. 
Quando l’altro avrà il cuore spezzato per una donna, quando prenderà un brutto voto o i suoi genitori litigheranno per l’ennesima volta, Matt era certo che sarebbe stato lì su quella panchina con una mano sulla sua spalla; era già scritto, non c’era bisogno di desiderarlo. 
“Tesoro ecco il gelato!” urlò la madre dal chiosco, con un enorme delizia che solleticò il palato del piccolo. 
Matthew la guardò con un sorriso, facendole capire che presto sarebbe arrivato. 
“Scusa ma devo andare...” 
“Tranquillo.” 
“Ehm... come ti chiami?” 
“Brian.” rispose, come se non avesse voglia di rispondere. 
Presto avrebbe imparato che il ragazzo dai capelli corvini non aveva molto spesso voglia di parlare, soprattutto quando stava male. 
“Oh piacere, io mi chiamo Matt.” 
Con una mano lo salutò, sperando che Brian disse qualcosa ma non successe. 
Andò dalla madre con lo sguardo un po’ basso. 
“Con chi stavi parlando caro, un tuo compagno di scuola?” 
“No mamma... è un nuovo amico.” 
Un piccolo sorriso lo attraversò.
"Perchè non lo inviti a giocare, qualche volta?"
"Non so se lui voglia, mamma."
"Sarà solo un po' timido. Avanti ti accompagno. Quelli sono i suoi genitori?"
Indicò la coppia che si era appena calmata e Matt fece sì con la testa.
"Perfetto, ci penso io."
Quando si voltò verso Brian era sicuro che lui lo stesse guardando, anche se distolse giusto in tempo lo sguardo. 
Sarebbero diventati amici, il tempo sarebbe stato loro compagno prima e traditore poi, le ferite e il sangue e il dolore non li avrebbe risparmiati, ma ci sarebbero stati l'uno per l'altro.
Sempre.




Dominil's corner:
Nuova Bratt in arrivo! *-*
Spero solo di finirla -.- e che l'idea vi sia piaciuta, in breve ogni capitolo sarà un pezzo di vita corredato da anno e luogo ^^
Un bacio a chi leggerà e commenterà!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Patto di Sangue; 1994 ***


Capitolo 2: 
Patto di Sangue; 1994 

  
 


13 Agosto 1994, Casa Sanders.


  
L’aria calda scuoteva le finestre dell’abitazione e Matt percepiva chiaramente il loro fremito, con la facciata premuta contro il vetro. Nella sua testa contava i secondi, ne avrebbe aspettati altri dieci e poi avrebbe urlato il nome di sua madre: questo si era detto. 
3... 2... 1... 
“Mamma!” 
Si voltò verso le scale che portavano al piano di sopra e poi verso l’orologio del soggiorno prima di balzare in piedi. 
03:40 p.m. 
“Aspetta Matt, sto arrivando!” 
Il ragazzo, di tutta risposta, sbuffò. 
Lo sapeva sin da quando sua madre gliel’aveva proposto, che sarebbe stata una pessima idea eppure aveva accettato lo stesso. Il sol leone che scioglieva la California l’aveva tratto in inganno. 
La signora Sanders era ritardataria di natura, una di quelle persone che non erano mai arrivate in orario ad un appuntamento. 
Si era offerta di accompagnare Matt al suo quotidiano incontro con Brian, alle quattro meno un quarto saccate s’intende, perché non se la sentiva di lasciar andare in strada il suo bambino con questo caldo e adesso le toccava correre. 
“Su tesoro, in macchina!” esclamò la donna scendendo le scale a due a due. 
Il ragazzino non se lo fece ripetere due volte e si catapultò fuori dalla casa per poi svoltare sul vialetto. 
Era all’aria aperta da meno di un minuto e già sudava, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di passare il pomeriggio con il suo migliore amico. 
“Hai due minuti, mamma.” Asserì Matt allacciando la cintura. 
“Il massimo che posso fare è superare il limite di velocità e ignorare tutte le leggi della strada.” 
Il ragazzo non rispose, incurvò solo leggermente le labbra in un piccolo sorriso. Quando per un attimo si voltò verso sua madre però, notò uno strano sguardo... quasi trionfante. 
“Mamma che hai?” 
“Niente tesoro, niente.” 
  
  
Casa Haner 
  
“Dai Brian, un’altra partita!” 
“Mi dispiace ragazzi, ma devo proprio andare. Sarà per la prossima volta.” 
Brian posò il joystick sul letto di Brent e sorrise a lui e ai suoi amici per poi avvicinarsi alla porta. 
“Salutami il tuo ragazzo!” esclamò l’altro Haner, facendogli ciao con la mano. 
“Fottiti bro.” 
Uscì da quella stanza sbattendo la porta e mentre scendeva le scale si ravviò i capelli di nuovo troppo lunghi. Sua padre non faceva altro che lamentarsi di quella capigliatura informe che assomigliava più ad una pianta incolta, ma non poteva farci niente se ricrescevano sempre troppo in fretta. 
Aveva deciso che li avrebbe tenuti così, senza troppi problemi. 
Il nervosismo che le parole di Brent avevano creato in lui era già sparito e stava cercando il suo cappellino quando si accorse di essere in ritardo, estremo ritardo. 
Fece appena in tempo ad afferrare il berretto, che già correva a perdifiato lungo il marciapiede, la t-shirt appiccicaticcia e le tempie sudate non miglioravano la cosa. Era in ritardo di sette minuti esatti, si disse che doveva andare più veloce ed essere sul pontile il prima possibile; l’unica fortuna consisteva nel non essere troppo distante. 
Mentre le file di alberi sfrecciavano ai lati, Brian non sentiva i suoi 13 anni sulla pelle... ma molti di più. 
Non era il pacchetto di sigarette che già sbatacchiava nella sua tasca a dargli questa sensazione, era il muscolo pulsante che aveva nel petto il colpevole. Si trattava di anima o cervello o qualsivoglia sinonimo di maturità interiore voi vogliate, solo di questo. 
Non c’era un tredicenne a correre, ma un ragazzo che si rendeva perfettamente conto del dolore, della sofferenza, delle conseguenze che quel viscerale rapporto con Matt avrebbe portato. 
Solo di questo. 
  
  
Pontile di Huntington Beach 
  
I piedi di Matt ormai toccavano terra anche quando era seduto sulla panchina e lui era costretto ad alzare leggermente le gambe per farle dondolare. 
Aveva persino aumentato la velocità quando si era accorto che Brian fosse in ritardo di dieci eterni minuti. 
Sudava sia per il caldo che per l’ansia, la paura serrata che la routine potesse spezzarsi gli stava facendo girare la testa. Non poteva mancare proprio oggi, oggi aveva un’idea grandiosa in mente. 
“Maaaaaatt!” 
L’interpellato si voltò e vide il suo migliore amico raggiungerlo di corsa. Aveva i capelli sulla fronte e le guance rosse ripresero il loro colore solo quando si fermò a riprendere fiato. 
“Scusa... per il... ritardo...” ansimò tra un sospiro e l’altro. “Brent...” 
“Tranquillo Bri, nessun problema.” 
L’altro si sedette al suo fianco, già esausto. 
“Allora che ti va di fare oggi?” 
“Beh una cosa ci sarebbe...” iniziò Matt. “Ma è meglio andare in spiaggia dove c’è più tranquillità e meno gente.” 
Brian inarcò le sopracciglia. 
“Non ti mangio mica, rilassati!” 
Matt afferrò l’amico per il polso e lo tirò su. 
Assorti nella loro età non pensarono o sentirono nulla di strano, solo la pelle accaldata dell’uno e dell’altro. Ma quella sensazione, quel brivido non esalato, sarebbe andato a nascondersi nei loro cuori per poi accumularsi a tutti gli altri sentimenti troppo maturi per manifestarsi, fino a quando i loro corpi sarebbero esplosi e i sensi avrebbero annebbiato le loro menti più di qualsiasi altro vino. 
Arrivati sulla sabbia si sedettero a terra e Matt estrasse un coltellino dalla tasca. 
Brian non era spaventato, solo stranito. 
Stranito e curioso. 
“Che hai in mente di fare con quello?” 
“Un patto di sangue... ne hai mai sentito parlare?” 
“Vagamente... Ma non ne so molto.” 
“Allora.” Cominciò Matt poggiando la punta di metallo sul polpastrello dell’indice. “Tutti i partecipanti devono procurarsi un piccolo taglio... così...” Il dito si colorò debolmente di rosso. “Ecco, ora tocca a te, Bri... Poi bisogna unire le dita in modo che il mio sangue si mescoli con il tuo.” 
I due avevano le dita premute e nel frattempo si guardavano negli occhi. 
Matt era eccitato e soddisfatto, Brian quasi indifferente. 
“E adesso?” chiese quando ebbero terminato l’operazione. 
“Non c’è nient’altro da fare, ma adesso la nostra amicizia dovrà durare per sempre o il patto verrà spezzato e noi moriremo.” 
“Bah... Non credo molto a queste cose, insomma, non c’era bisogno di questa cosa per convincermi che la nostra amicizia sarà eterna.”



Dominil's corner:
Oh sono tanto contenta di aver già postato il secondo capitolo!
Ormai credo che abbiate capito più o meno come si svilupperà la storia, verranno racconti gli episodi fondamentali delle loro vite.
Ringrazio davvero tutti, soprattutto chi recensisce *-* :
Lost In Camden Town: ehilà donna, è da tanto che non ci sentiamo! Sono contenta che come inizio ti piaccia, beh si Matt bambino è un po' strano ù_ù Dai, mentre aspetti qualche parola te la concedo! XD Bacione!
friem: *-* grazie mille, i complimenti da te sono davvero molto graditi anche perchè non en concedi molti, quindi graziegrazierazie ^^ Beh devi sapere che nel mio immaginario Matt è un bambino troppo cresciuto anche a quasi 29 anni, ecco perchè ti sembrava piccolo. Spero ti piaccia anche questo capitolo, ci terrei tanto a sapere che ne pensi! Un bacio.
jessromance: amour mi impegnerò per portarla a termine, I promise! Sono contenta che ti piaccia, un bacione e alla prossima <3
sunsetdream: mia giovane e stupenda Tuck, mi emoziono troppo quando mi recensisci *W* E grazie infinitamente per tutti i complimenti, sei sempre troppo gentile! Mi auguro che anche questo non ti abbia deluso. Tanti baci e adesso vado a commentare la tua bellerrima Synacky ^^ 

Un grazie anche a jessromance e trivialgirl che hanno inserito la storia tra le preferite e aClaire_Young, Crazy_Me, Isult e _sory_ che l'hanno tra le seguite e anche a LA dreamerche legge e mi commenta in tempo reale.

Vi amo tuttetuttetutte, al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** James 'Jimmy' Sullivan; 1995 ***


Capitolo 3 
James ‘Jimmy’ Sullivan; 1995 

  


07 Ottobre 1995, Huntington High School. 

  
La monetina corse lungo il piccolo binario per poi sparire in un istante, seguito da un gorgoglio da parte del distributore automatico. La lattina di soda rotolò con un suono metallico e fugace e Matt si chinò a raccoglierla. 
La aprì con uno scatto per poi cominciare a bere a lunghi sorsi. 
Era nervoso, decisamente. 
L’intervallo era già iniziato da svariati minuti e di Brian nemmeno l’ombra, nonostante si fossero dati appuntamento davanti al suo armadietto; solo in questi momenti desiderava ardentemente frequentare la sua stessa classe. 
Gli altri studenti sciamavano lungo i corridoi lentamente e lui già se lo figurava, tra la folla, quel gran fancazzista del suo migliore amico. 
Ovviamente seguito dalla sua nuova ombra, James Owen Sullivan. 
Da quel poco che a Matt era concesso sapere, aveva ben capito che passavano tutte le ore di lezione incollati l’uno all’altro come due cozze. 
Patetici. 
Dovette aspettare di avere lo stomaco gonfio e la lattina vuota, per avere l’onore di vedere Brian Haner avvicinarsi e dargli una leggera pacca sulla spalla. 
Non faceva altro che cercare di darsi un tono, con quel sorriso sghembo e lo sguardo sicuro. Matt però si ritrovava tutte le volte a pensare che gli donavano terribilmente, ma non riusciva a dare un senso a quelle sensazioni. Sapeva solo che si sentiva vuoto, cavo, come se il suo corpo si trasformasse in un fantoccio senza vita, quando Brian era con Jimmy. 
Ehi Mattie-boy, scusa avevamo il compito di matematica.” 
Tranquillo Bri.” Sorriso amichevole. Prova di volontà. Sorriso amichevole. “Lo sapevo.” 
Jimmy era appoggiato ad un armadietto con lo sguardo fisso dinanzi a sé, mentre nella mano sinistra faceva roteare il suo accendino. 
Che ne dite di una sigaretta?” chiese poi ai due, i quali ammiccarono. 
Non appena misero piede sull’erba del cortile, Jimmy e Brian cominciarono ad aspirare fumo. Ognuno completava i movimenti dell’altro, o almeno questa era l’impressione che aveva Matt. 
Sanders! Tu non fumi?” 
Il ragazzo scosse la testa. 
E’ arrivato il momento di provare allora, fai un tiro.” Continuò Jimmy, porgendogli la sua sigaretta. 
Matt spese un paio di secondi per decidere se allungare il braccio oppure no, ma il suo orgoglio lo costrinse ad accettare. 
Se Jimmy fumava, poteva farlo anche lui, cazzo; of course. 
Bri mi deludi, non hai svezzato il ragazzo.” 
E via decine di risate. Quella di Brian era meno contagiosa di quella del suo amico, ma Matt percepiva distintamente solo la prima. Era il suo personaggio preferito d’altronde, la guest star dello show a cui stava assistendo. La costante sensazione di essere escluso era il suo nuovo fantasma in cui ne rivedeva in Jimmy l’impersonificazione. 
Mentre quei due ridevano lui continuava a tossicchiare un tiro dopo l’altro, fino a quando lasciò cadere la cicca a terra facendo schioccare le dita. Un sapore denso ed amari gli aveva impastato la bocca ma cominciava già ad apprezzare il dolce retrogusto puro della nicotina. 
Ho invitato Jimmy al pontile.” Esordì Brian stroncando il respiro di Matt. Il suo tono era abbastanza neutrale, ma in cuor suo era certo che il suo migliore amico non sarebbe stato contento. Matt non capiva che questo non avrebbe cambiato niente, che il loro rapporto sarebbe rimasto speciale. Per lui era come un’invasione straniera, come un ago che avrebbe bucato la loro bolla solitaria. 
Ok. Io torno in classe, a dopo. Ciao Jim.” 
Come volevasi dimostrare. 
  
Capisci Zacky, tutto questo è privo di senso.” 
No Matt, tu sei privo di senso. Ha invitato Jimmy nel pomeriggio e allora? Lui rimane il tuo migliore amico e tu il suo.” 
Era quasi un’ora che i due discutevano abbastanza animatamente della questione senza riuscire a venirne a capo. Matt rimaneva fermo nella sua posizione: si trattava di ammutinamento. 
Ti stai facendo tante paranoie per nulla, a mio avviso. Anche tu stai parlando con me adesso, ma non mi pare che se Brian venisse a saperlo facesse tante storie.” 
Zacky non non stiamo A P P I C C I C A T I.” 
Oh finiscila signora Sanders e lasciami seguire la lezione.” 
Matt sbuffò e finalmente si decise a chinare la testa sul suo foglio ancora bianco. 
Qualche aula più indietro, Brian e Jimmy sonnecchiavano con la testa appoggiata il primo al banco, e il secondo al muro. La loro posizione strategica nell’angolo più buio dell’aula permetteva loro di passare abbastanza inosservati.” 
Bri...” 
La voce di Jimmy venne spezzata da uno sbadiglio. 
Mmmmmmm...” 
Non credo che verrò al pontile.” 
E perché scusa?” 
Brian aveva alzato la testa, per poi accasciarla di nuovo sul banco; sembrava un invertebrato. 
A Matt non è andata giù l’idea, non so perché ma non mi importa e quando Jimmy è di troppo, vola via nella notte come un pipistrello.” 
L’altro sogghignò per la teatralità della frase. 
Decisamente trash. 
Ne sei sicuro?” 
Ma si tranquillo, andrò da qualche parte a bere qualcosa sulla Main.” 
L’amico non rispose nulla e tornò a dormire. 
  
Matt e Brian erano seduti sulla stessa panchina di sempre, sullo stesso pontile di sempre ma con animi decisamente diverse. Si erano salutati con freddezza e l’assenza di Jimmy non aveva migliorato nulla, anzi. 
Sono incazzato.” Esordì Brian, sistemandosi il cappellino. “Sono incazzato Matt.” 
L’altro continuava a stare in silenzio, fissava il mare che si infrangeva sugli scogli. 
Sei... non so nemmeno io cosa cazzo sei! Ti rendi conto delle presunzioni che hai?!” 
Matt aveva stretto i pugni proprio in quell’istante, la voce del suo amico era rotta, furente, rabbiosa. 
Non si era mai rivolto a lui con quel tono; MAI. 
La presenza di Jimmy non avrebbe fatto nessuna differenza, sei tu il solito testone paranoico. Ma cosa temi, eh Matt di cosa hai paura?” 
Lo prese per le spalle e lo scosse. Sembrava di sbatacchiare un pezzo di carne. 
Finalmente si decise a voltarsi. 
N-Non lo so Bri.” 
Prova a spiegarmelo.” 
Improvvisamente Brian si fece dolce, la rabbia era scivolata via, sciolta come pioggia al sole. Il solo incrocio con quel verde bastava a rendere tutto migliore, a lasciar sparire le piccole paure di quella piccola età.” 
C-Ci sono tante parole non dette, tanti sentimenti così nascosti che non so spiegarti. Ti voglio bene Brian, sei l’unica cosa che ho e ci tengo tanto. Mi sento un vecchio sessantenne a parlare così, già vissuto e consunto, ma sappi che ti voglio bene e mi dispiace tanto.” 
Brian sentì il cuore accelerare, raggiunse lo stesso ritmo dell’altro. C’era così tanto da imparare, tanti litigi da affrontare e forse anche qualche carezza, qualche dolcezza che si sarebbe persa nei loro segreti, custodita come la più preziosa dei tesori.




Dominil's corner:

Comincio questo mio spazi facendovi un milione di scuse per il ritardo! Avrei dovuto postare quasi due settimane fa prima della vacanza, ma poi non ce l'ho fatta e sono partita; sono riuscita a scrivere solo adesso.
Quindi perdono, perdono e perdono!
Ringrazio tutti quelli che seguono la storia, siete davvero le migliore donne mie e le recensioni sono aumentate awww *w*

Lost In Camden Town: auhauahau eeeh non posso dirti che ho in mente cara mia, posso solo anticiparti che non sarà così male infondo! Riguardo la lunghezza dei capitoli, devi sapere che è un mio deficit, il mio stile e molto semplice e breve ma ti giuro che mi ci sto impegnando e spero che si vedranno presto i miglioramenti. Un bacione e al prossimo amour <3

friem: ti capisco per i ritardatari credimi, al mia migliore amica è una di questi! Mmmm riguardo i tuoi dubbi non posso svelarti nulla, ma sappi che scoprerai tutto presto. Un bacio.

sunset dream: amour, come al solito sono contentissima di sentirmi dire di arrivare a chi legge, anche tu scrivi e sai quanto è importante, quindi G R A Z I E. Figurati per la recensione, te la meritavi tutta ^^ Tivibbì <3

DeadClock: ciao, sono contenta che ti sia decisa, e spero che continuerai a recensire xD mi fa 'piacerissimo', credimi. Beh si nella mia mente Matt è il tenero e Bri è lo stronzo, per questo sono perfetti e li adoro, si completano *w* Brent è uno di quei personaggi che adoro quando fanno gli idioti, sono i pagliacci della situazione u.u Un bacione e a presto!

Crazy_Me: grazie davvero carissima *-* Troooooooppo gentile. Quei due sono perfetti sempre, qualsiasi cosa facciano u.u A presto e grazie ancora <3

jessromance: donna mia tanto tanto adorata e che recensisce sempre (ti farò una statua), tranquilla per il patto, ti anticipo che non sarà così terribile u.u parola di Shadz *mette una mano sul cuore*  Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Bacio!

Synyster Sinner: stronzone mio adorato, non riesco a resistere a quella faccina quindi non ti picchierò, tranquillo. Spero di poter contare sulle tue recensioni, lo sai che sono egocentrico e ci tengo u.u Nonostante tutto sono contenta che ti piacerà la mia storia, un bacio grande grandissimo e si ti amo, pezzo di merda <33

LA dreamer: amore mio *-* Mi ero persa sta recensione perchè l'avevi messa al primo capitolo, ma tranquilla l'ho trovata. So che tu non ami le slash, ma arriverò a fartele piacere, stai amando questa storia ed è giò un grande traguardo! Poi so essere insistente al punto giusto amore. Il buono e il cattivo, come i Ringo. Ho avuto più volta la tentazione di fare sta battuta nei ringraziamenti precedenti ma mi sono trattenuta perchè so che è davvero brutta, ma con te posso farla xD Amore io provo a promettere che posterò presto, tanto tu mi stressi quindi -.- Sono contenta che tu sia orgogliosa, ormai mi conosci! Ti amo tantissimissimo amore mio e solo mio!! <3

Un bacio a tutti, ancora grazie e al prossimo capitolo!


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La mia gamba fa acqua da tutte le parti; 1997 ***


Capitolo 4: 
La mia gamba ‘fa acqua’ da tutte le parti; 1997 

  

6 Marzo 1997, Casa Sanders. 


 
 
Forse c’era qualcosa di sbagliato in quel pianoforte, qualcosa di ingiusto nella regolarità con cui i tasti bianchi e neri erano disposti. 
Matt li accarezzava con un po’ di incertezza, e forse inquietudine. 
Aveva trovato la perfezione, la perfezione che abbracciava matematica e cuore, logica e anima. 
La musica. 
Subito cominciò a suonare una melodia dolce, la sua sensibilità produsse suoni mai ascoltati prima e che forse nessuno sarebbe mai stato in grado di comprendere. 
Chi avrebbe potuto capire i lamenti del suo cuore? 
Infondo, giù giù nel pozzo del proprio corpo, sperava che quella persona portasse 
quel nome. 
La canzone in composizione prendeva vita sotto i suoi sensi mentre la soddisfazione e il compiacimento di aver finalmente raggiunto il suo mondo lo seduceva. 
Contemporaneamente però, le vene amare di quel gioco gli impastavano la bocca. La dolcezza era sintomo di un sentimento, del debole battito del petto che era causa di dolore, se non corrisposto. 
All’inizio non gli aveva dato peso, a 16 anni erano molte le cose strane. 
O forse non ne erano 16, forse tutto era cominciato già molto prima; non sapeva dirlo. 
Poi però non aveva potuto far a meno di nascondere quella strana allegria a se stesso. Brian faceva parte della sua vita da sempre, e aveva cominciato a desiderare ardentemente che non l’abbandonasse mai. 
Lo voleva con lui a scuola, nel pomeriggio, la sera… nella solitudine del suo letto. 
L’avrebbe voluto anche in quel momento, seduto al suo fianco. 
Si trattava di amore? Si trattava di semplice attrazione fisica? 
Era solo un’amicizia profonda? O una disfunzione ormonale dettata dall’adolescenza? 
Poteva essere tante cose, o forse nessuna di queste. Forse il suo cervello aveva semplicemente smesso di fare ragionamenti sensati e girava solo per il gusto di farlo. 
Troppi forse in queste riflessioni, ma non aveva nulla di chiaro in testa. 
In quel momento sentiva tutto il peso dei suoi 16 anni, delle nuove scoperte, della vera vita che cominciava ad aprirsi davanti a lui. 
Le dita di Matt si fermarono di scatto. 
Erano quasi le quattro meno un quarto e lui non era ancora pronto. 
Corse di sopra lasciando il suo pianoforte e quella canzone che avrebbe potuto incantare decine di migliaia di ascoltatori, ma che invece rimase incompiuta nell’aria. Non l’avrebbe più ricordata appena tornato a casa e nemmeno nei giorni seguenti, si maledisse così a lungo... 
Si spogliò velocemente per poi infilarsi nella doccia da cui scrosciava già acqua bollente. Si ritrovò a pensare a Brian mentre si stava insaponando, e l’erezione già visibile ne era una prova lampante. 
Provò pura vergogna verso se stesso. 
Doveva trovare una soluzione, doveva porre fine a quella follia. 
  
  
Pontile di Huntington Beach & Huntington Beach Tatoos 
  
Brian incontrò Matt sul pontile, e si salutarono con il solito abbraccio. Il moro si accorse subito, appena lo vide, che lo sguardo contratto dell’altro voleva dire qualcosa. 
Cosa non andava nel suo piccolo e dolce Mattie? 
Ebbe l’istinto di accarezzarlo e di chiedergli cosa non andasse, cosa avesse turbato il suo tenero viso ma si trattenne con ferocia. Trattò male se stesso e si convisse di lasciar perdere. 
Era sicuro che era solo tensione, doveva essere per forza così. 
“Jimmy?” chiese subito, guardando oltre le spalle di Brian. 
“Non c’è, non avevo voglia di farlo venire.” 
Ovviamente Matt increspò le sopracciglia, Brian l’aveva previsto. 
“E perché scusa? Mi pareva di aver accettato anni fa la sua presenza.” 
“Non mi andava di invitarlo, tutto qui. Vuoi sapere ogni minimo dettaglio?!” 
Alla fine perdeva sempre il controllo, o in un senso, o nell’altro. 
Matt blaterò le sue scuse in silenzio, e cominciò ad avviarsi. 
“L’hai preso il disegno, Sanders?” 
“Sì…” fu la sua risposta, che pronunciò senza nemmeno voltarsi. 
Il pensiero di quella tristezza venne sostituito da un altro, più importante in quel momento. 
Tra qualche ora il polpaccio di Matt sarebbe stato coperto da un colorato tatuaggio, e Brian stava cercando di immaginare tutte le conseguenze. 
Gli sarebbe stato divinamente, su quello non c’erano dubbi e non ce ne sarebbero mai stati. 
“Amor… ehm… Matt sei agitato per il tatuaggio?” 
Il volto del ragazzo si colorì sugli zigomi così che poi il rossore raggiunse ogni angolo del viso. Sperò con tutto se stesso che l’altro non avesse minimamente colto quel lapsus che gli era sfuggito o sarebbe come minimo morto. Matt lo avrebbe ucciso e fatto a pezzi, per poi bruciare i suoi resti; sicuro. 
Il ragazzo sventolò, ignaro di quella crisi interiore, il disegno rappresentante il simbolo dell’acqua. 
“Affatto Haner, in realtà non vedo l’ora!” 
La sua voce era di nuovo fresca e allegra, adorava la capacità del suo amico di ritrovare subito il buonumore. 
Brian accelerò il passo per arrivare alla stessa altezza di Matt. 
“Ma quanto manca? Siamo lontani? Siamo vicini? Stiamo per arrivare? Eh? Eh? Eh? EH???!” 
“BRIAAAAAAAAAAN!” 
Matt cominciò a corrergli dietro e anche l’altro fu costretto ad andare più veloce. 
Era bello rincorrersi per la strada, perdersi nei vecchi ricordi di bambini che non erano mai sembrati così lontani. I passanti li fissavano piuttosto straniti ma a loro non importava. 
Preferivano godersi l’aria afosa sulla faccia e il sudore appiccicargli la pelle. 
Sapeva di infanzia, di piccoli problemi che non sarebbero mai più tornati. C’erano solo quelli grandi e difficili da affrontare, quelli che neanche i genitori i quali sembravano onnipotenti un tempo, potevano risolvere. 
Si fermarono solo quando Matt riuscì ad afferrare Brian per la collottola e attirarlo a sé, rischiando di farlo cadere. 
Entrambi sentirono la testa vorticare non appena si trovarono così vicini. Un soffio, e i loro nasi si sarebbero sfiorati. 
L’odore degli ormoni aleggiava nella loro piccola porzione di aria, imprigionati lì in quelle che sembrarono ore… erano stati una manciata di secondi. 
“Siamo arrivati.” Annunciò Brian sbirciando oltre l’orecchio di Matt, dopo aver notato l’insegna: Huntington Beach Tatoos. 
Matt si tirò su e, dopo un bel respiro, prese Brian per un braccio e si diresse all’interno. 
Le pareti verde smeraldo rimbalzarono contro la sua retina attirando la sua attenzione. Subito dopo guardò la ragazza seduta dietro un bancone, la stessa che lo aveva accolto quando entrò con sua madre per prendere la prenotazione. Era carina, mora ma stranamente non aveva tatuaggi. 
Era certo che avesse la sua età. 
“Ciao… Matt, giusto? Puoi accomodarti dentro.” Esclamò, non appena lo vide. Con una mano gli indicò la porta dietro cui la macchina ronzava già. Brian lo seguiva stretto stretto a lui. 
“Grazie Michelle, vado subito.” Si voltò verso l’altro. “Lui è il mio amico Brian, può entrare con me vero?” 
La ragazza assentì con un cenno del capo. 
  
Matt aveva chiuso gli occhi sin dal primo istante, quando si era steso sul lettino. Sussultò solo una volta, quando sentì le dita di Brian intrecciarsi tra le sue. Tremavano lievemente, sembrava quasi che avesse più paura di lui. 
L’ago penetrava la sua gamba inizialmente con delicatezza, poi si fece sempre più brutale ma non riusciva a provare tutto il dolore che avrebbe dovuto. La sua concentrazione era tutta presa da quel contatto, si sarebbe impegnato per tenere sempre a mente quella sensazione. 
Solo per un secondo si lasciò scappare un lieve lamento e la presa si fece ancora più salda. Matt aprì un occhio, curioso da ciò che traspariva da gli occhi di Brian. Erano fissi sul suo viso, aveva l’impressione che le sue iridi lo stessero accarezzando. 
Non appena si accorse di essere stato scoperto, Brian aprì le labbra e scandì delle parole che nessun altro riuscì a comprendere. Poi se ne vergognò subito, ma ormai era già ben dentro nella merda. 
“Ti voglio bene.” 

 
 
 
 
 
 
Dominil’s corner: 
Quanto, quanto quanto amore in questo capitolo *-* 
Ma quanto saranno belli sti due cazzoni?! 
Decisamente troppo. 
Passo subito ai ringraziamenti, che ho già troppi filmini mentali in testa e non riesco a concentrarmi. 
  
Crazy_Me: ok, fammi un altro complimento e ti sposo u.u anyWay grazie grazie grazie per tutto e sì, il titolo è proprio una frase di quella canzone! Amo i Baustelle *-* Nonostante sono in pochi coloro che appoggiano questa mia affermazione -.- Beh spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto tesoro mio, un bacio gigante solo per te! 
  
Jessromance: ahahahahahahahah amore ti adoro tanto proprio perché sei così fottutamente fuori di testa <3 Naaa, ma loro non potevano litigare è ancora troppo presto, facciamogli godere questi momenti di puro amore! Ah un’altra cosa: Jim è il pipistrello più figo del mondo u.u Ti voglio tanto bene, alla prossima donna mia! 
  
Friem: beh, la gelosia è una cosa bruttissima hai perfettamente ragione, però se tieni tanto ad una persona è inevitabile non incontrarla. Come puoi vedere in un certo senso ci sono degli sviluppi da questo punto di vista, dato che entrambi stanno cominciando a capire che cosa vogliono l’uno dall’altro. Fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto, un bacio! 
  
LA dreamer: Amore Mio tu non lavori e io litigo con la Vodafone perché non posso chiamarti .-. Lo so lo so, che sei moooolto scettica amore ma ho notato che hai cominciato a leggere anche altre slash quindi sono fiduciosa, ce la posso fare u.u Ti convincerò amore mio oh yeah, soprattutto se scrivo capitoli dolci come questi, così tu ti sciogli ed inizi ad amarli insieme. Basta iniziare e poi non finisci più, lo slash diventa una fissazione. Jimmy manca amore, manca a tutti. Anche il tuo Bribolo sta diventando un pasticcino e non so se la cosa debba inquietarmi o no. Spero solo che il personaggio non mi sfugga di mano come mio solito. Non ho fatto aspettare troppissimo, visto? Non voglio immaginarmelo mio padre amore per farvore, che non voglio finire come te che te lo vai vedendo pure per strada! Ihihihi… Ti amo tantissimo amore, anche se mi chiami mostriciattolo, sappi che io avrò la mia vendetta!! <3 
  
Ringrazio anche chi preferisce, segue e ricorda questa fic! 
Voglio fare giusto una precisazione: le recensioni non mi fanno male :) 
Un bacio immenso e alla prossima. 
Dominil.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Bacio - Jack Daniel's (no, non sono ubriaco!) - Bacio; 1997 ***


Capitolo 5:
Bacio – Jack Daniel’s (no, non sono ubriaco!) – Bacio; 1997

 
 
 
02 Giugno 1997, Spiaggia di Huntington Beach.

 
Il cielo era nero, per nulla trapuntato di stelle e non c’era nulla di assolutamente romantico nel paesaggio circostante. Ok per l’oceano, la brezza e la sabbia candida quasi come fosse neve, ma il ragazzo al suo fianco era decisamente l’antitesi del romanticismo.
Nonostante tutto ciò Matt non riusciva a spostare il suo sguardo, nulla era abbastanza attraente da distrarlo da quella insolita contemplazione.
Entrambi avevano una bottiglia di Jack in mano (Matt si stava ancora chiedendo dove e come se le fosse procurate) e rimanevano lì in silenzio, vicini; le loro spalle si sfioravano appena.
Brian aveva le guancia arrossate e gli occhi lucidi, testimonianza che la bottiglia di liquore era al termine mentre quella dell’altro era quasi intatta, mancava solo il tappo. In altre situazioni il ragazzo avrebbe subito approfittato della quantità di alcol a suo disposizione, ma aveva pensato bene che se voleva imprimere nella sua mente ogni singolo dettaglio del suo migliore amico, doveva rimanere sobrio.
Matt non fai neanche un sorso? Poi mi offendo.”
Non credo che mi vada Bri, sono apposto. Anzi forse dovremmo andare, si sta facendo tardi.”
Una mano di Matt stava già facendo leva sulla sabbia per tirarsi su, ma l’altro lo bloccò facendolo quasi scivolare a terra.
La notte è ancora lunga amico, la notte è mooooolto lunga…”
Gli posò una testa sulla spalla assolutamente ignaro del totale casino ormonale che aveva procurato nel corpo di Matt con quel semplice e quasi involontario gesto.
Il ragazzo si stava trattenendo dall’accarezzargli quei capelli neri, così morbidi, così lucidi… terribilmente sexy.
Sentiva il suo corpo reagire – reagiva molto male – e il non poter fare niente raggiungeva quasi il dolore fisico.
Ti voglio bene Mattie, sei il mio migliore amico.” Disse con voce secca, quasi decisa, non si percepiva affatto l’alcol ma l’amico sapeva per certo che ne aveva molto in circolo, anche perché altrimenti non avrebbe mai parlato così.
Anche io ti voglio bene.”
Matt fece appena in tempo a rispondere che Brian alzò la testa e l’avvicinò alla sua, scoccandogli un bacio sulla guancia.
Sei il miglior amico di sempre, più di Jimmy. Sei l’unico Matt, l’unico che abbia mai davvero amato.”
BUM.
No, non era svenuto, era ancora lì immobile con le labbra premute su quelle di Brian senza sapere cosa fare. Il suo desiderio avrebbe voluto schiudergli le labbra con la lingua e baciarlo fino al mattino ma la razionalità lo costrinse a dividersi, secco, e a guardarlo tristemente negli occhi.
Brian no.”
Ti amo…” biascicò indeciso, avrebbe voluto avvicinarsi di nuovo.
No che non mi ami, sei ubriaco e non capisci cosa stai dicendo.”
L’altro offrì uno sguardo torvo alla bottiglia, che tintinnava semivuota.
Vino veritas… o sbaglio?”
Matt si alzò.
Ti porto a casa Brian. Su, andiamo.”
Ma io ti amo cazzo! Non significa niente per te?!”
Significa tutto.
Sei ubriaco.”
Anche l’altro a quel punto, si era alzato.
No, non sono ubriaco e so che ti amo davvero.”
Con la punta dei piedi arrivò all’altezza dell’altro, baciandolo di nuovo.
Era sincero, fottutamente sincero.
E adesso?
Matt non si era mai trovato a considerare la possibilità che i suoi sentimenti fossero corrisposti, non sapeva proprio che diavolo di muscolo doveva muovere perciò, svenne. Beh non svenne proprio per sua volontà, fatto sta che Brian lo vide accasciarsi a terra e perdere i sensi.
 
Fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto Cristo Santo…”
Brian!”
Il ragazzo fece un balzo, staccandosi dal muro dell’ospedale della città.
Signori Sanders…” blaterò a mezza voce.
Non ci aveva pensato, non aveva ancora pensato al momento in cui li avrebbe visti. Erano furiosi lo sapeva, anche se adesso era solo la totale angoscia che li attraversava. La madre di Matt stava quasi per scoppiare in lacrime, anche se lei lo faceva piuttosto spesso.
Che cosa cavolo è  successo, perché mi hanno chiamato d’urgenza per avvertirmi che mio figlio è qui?!”
In effetti era il padre la sua maggiore preoccupazione. Non ci aveva mai parlato, e conoscerlo in quel modo non era esattamente il primo passo migliore.
Non sapeva nemmeno cosa cazzo rispondere, non sapeva nemmeno cosa stesse succedendo e perché Matt era svenuto. In un primo momento aveva pensato allo shock di aver saputo i suoi sentimenti, ma subito dopo convenne che il motivo era un altro visto che aveva partecipato attivamente al bacio.
Non ne ho la più pallida idea, signore. Mi deve credere.”
L’uomo non rispose, solo in quel momento si rese conto che di fronte a sé aveva soltanto un ragazzino di sedici anni, un ragazzino che faceva tutto quello che faceva solo per il gusto di farlo e senza curarsi delle conseguenze. Qualsiasi cosa fosse successa, non era sicuramente stata volontaria.
Dovettero aspettare poco però, prima di veder arrivare il medico con la cartellina di Matt stretta tra le mani.
Siete i signori Sanders, giusto?”
I due annuirono, nessuno si accorse di Brian in quel momento.
Beh vostro figlio è stato investito da un attacco allergico.” 
“Mi scusi dottore, ma Matt non è allergico a nulla.

A nulla che voi sappiate, signori. Dubito che voi sappiate che vostro sia all’allergico alla comune erba.”
Erba?!” domandarono entrambi in coro.
BRIAN!”
Ecco, si erano improvvisamente accorti di lui.
Sì?”
Stava per scoppiare a piangere, l’alcol gli stava procurando una crisi di nervi a tutti gli effetti.
Perché avete fumato dell’erba?! Cosa ti è saltato in testa?!”
Cazzo, adesso era la signora quella furiosa.
Ma porca miseria con tante cosa a cui essere allergici, proprio l’erba doveva scegliere?
Era stata la prima cosa che avevano fatto appena arrivati in spiaggia, era la prima volta che Brian aveva quella roba tra le mani, la prima volta che se l’era procurata tutto da solo ed era così eccitato che non voleva perdere nemmeno un istante. E voleva coinvolgere Matt, renderlo partecipe di quel paradiso.
Volevamo divertirci o meglio io volevo, Matt non aveva mai provato e volevamo solo festeggiare l’inizio dell’estate. Se lo avessi saputo non lo avrei mai fatto, mi dispiace tanto…”
Le parole uscirono tutte d’un fiato, senza neanche una virgola.
Solo adesso cominciava a percepire tutta la stanchezza e il sudore che grondava dalla sua fronte.
 “Comunque adesso Matt è sveglio, dobbiamo solo aspettare che si riprenda e poi può tornare a casa.” Aggiunse il medico, per poi andarsene dopo aver salutato.
I due coniugi si diressero quasi correndo verso la stanza mentre Brian preferì farsi da parte, aveva combinato fin troppi danni per quella sera.
I primi minuti rimase lì fermo dov’era, poi decise di tornare a casa. D’altronde aveva anche lui una casa e una famiglia che lo aspettava, nonostante fosse del tutto in frantumi.
Come ogni giorno doveva raccogliere i pezzi di quel che rimaneva, e andare a letto con il viso di Matt che galleggiava nella sua testa, fantasticare su di lui e poi addormentarsi.
Il giorno seguente sarebbe tornato, gli avrebbe dichiarato di nuovo amore, sperando che ricambiasse.
 
 
 
Dominil’s corner:
Ma checcarini *-* Sì finalmente si sono baciati, sanno tutto quello che devono sapere e Matt ovviamente, sviene. Ma che genio di ragazzo che è xD
Comunque per chi non lo sapesse Matt è davvero allergico all’erba povero ragazzo, non mi ricordo dove l’ho letto o chi me l’ha detto, ma è così u.u
Giusto per la cronaca, il succo della storia non è questo, voglio dire taaaante cose devono ancora accadere muahahaha
Io vi devo ringraziare signori e signore, voi che preferite, seguite e recensite <3
 
friem: salve mia cara, innanzitutto grazie mille per i complimenti che mi fai sempre. Poi il titolo dello scorso beh è un po’ stupido ( d’altronde anche io lo sono quindi -.-), siccome Matt si tatua il simbolo dell’acqua sul polpaccio, la sua gamba fa acqua da tutte le parti. E’ orribile e non fa ridere per niente lo so xD finalmente hanno scoperto i loro sentimenti e anche se Matt poi ha rovinato il momento svenendo, alla fine è andato tutto bene u.u Un bacio e alla prossima, ciao!
 
Crazy_ Me: ok comincio a prenotare la chiesa, il ristorante e a preparare le partecipazioni per gli invitati xDD Ma quanto ti sto amando con queste tue recensioni?! Decisamente troppo, se non lo sai u.u Si lo so, loro sono la coppia perfetta e vedrai più avanti quanto lo sono ù.ù Ancora grazie, un bacio enormissimo <3
 
Jessromance: oh amore mio ti amo troppo quando brilli *__________* Riguardo il soffrire non pronuncio una parola, sappi che succederà ma non ti posso dire di più u.u Dai ti dico solo un’altra cosa, Michelle c’entra. Intanto goditi questo capitolo e fammi sapere se ti è piaciuto, mi raccomando!
Synyster Sinner: ammore mio solo mio e di nessun altro! Da adesso ogni volta che mi vieni in mente automaticamente penso alle pubblicità con i Sevenfold xD grazie mille per tutte e due le recensioni (si ho visto anche quella allo scorso capitolo, non sono così stupida visto?) e sono così onorata e mi gaso tanto che ti piaccia! Mi raccomando, leggi e recensisci! U.U Ti devo trattare come facevo con Frank, se no nessuno mi calcola e mi ama ç__ç ccherzo amore xD ci sentiamo prestissimissimo, ti amo tanto!!
 
Alla prossima Ladies and Gentlemen, vi amo *W*


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Tu come aria in vena sei; 1998 ***


Capitolo 6:
Tu come aria in vena sei; 1998




03 Giugno 1998, Casa Haner



Sentirsi così uniti, e volerlo essere per sempre.
La profondità di un bacio, che non dispiacerebbe affatto se fosse eterno.
Matt non riusciva ad addormentarsi nonostante il totale rilassamento provocato dall'orgasmo, assillato com'era da quella presa di coscienza: il tempo che fugge.
Si voltò verso Brian, e realizzò che non sarebbe stato così per sempre; non poteva essere altrimenti. Avevano festeggiato il primo anno insieme con un'intera giornata dedicata al romanticismo -ovviamente Brian ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma l'altro aveva insistito- e si era conclusa con la scopata più bella di sempre. Ormai non c'era più nessuna vergogna o paura, si spogliavano vicendevolmente spinti solo dalla passione e dal desiderio e nient'altro contava, oltre il loro amore.
Il suo ragazzo si era accasciato al suo fianco dopo aver raggiunto l'apice massimo del piacere e si era addormentato subito, tenendolo però ben stretto con un braccio sulla pancia.
Il tempo doveva fermarsi, a volte era necessario che accadesse, ma nessuno era in grado di farlo purtroppo. Gli pareva quasi di vederli, i secondi, scorrere davanti ai suoi occhi fino alla fine di tutto.
“Masochista del cazzo...” mormorò tra sé, intrecciando due dita tra i capelli corvini dell'altro.
Sperò che Brian l'avesse desiderato per sempre.
Per allontanare quei pensieri decise che forse era meglio vestirsi e uscire da quel mondo incantato che sapeva di Brian, solo e soltanto Brian.
Con delicatezza spostò il braccio che lo bloccava e si mise a sedere sul letto.
“Amore sei un elefante...” mormorò stancamente Brian con la bocca impastata, nascondendo subito dopo il viso sotto le lenzuola.
“Scusa Bri.” rispose Matt, sorridendo debolmente.
“Dove vai stupido? Vieni qui che ho bisogno di altre coccole.” aggiunse dopo qualche istante, mentre cercava di riavviarsi i capelli da sotto le coperte.
“Devo andare, tra un po' tornano i tuoi.”
“Mamma dormirà fuori e mio padre ignora la mia esistenza perciò muovi il tuo bel culone sexy e vieni qui sotto che ti voglio ancora.” decretò deciso, nonostante la voce fosse attutita dal tessuto. “E non provare a replicare.” aggiunse subito dopo. “So dove abiti.”
Matt non riuscì a trattenersi, rise di gusto e poi si sdraiò di nuovo nascondendosi con il suo amato.
“Ti amo fossettone.”


04 Giugno 1998, Huntington High School

Il caldo era asfissiante, il sudore penetrava persino nel cervello e seguire le lezioni era a dir poco impossibile. La lezione di storia era appena iniziata e Zacky sognava già di fuggire a gambe levate.
La scuola stava volgendo al termine, le giornate era splendide... perché ostinarsi a farsi i fatti di gente che aveva vissuto secoli fa?
E poi, considerando il mondo attuale, non è che abbiano fatto questo gran lavoro...
L’oceano lo stava chiamando, desiderava solo immergersi nell’acqua fresca e guardare le ragazze in bikini. Il suo sguardo era decisamente assorto e nonostante fosse puntato sull’insegnante, non stava ascoltando nemmeno una parola. Ovvio.
“Ehi Baker...”
Matt gomitò al suo fianco, parlando a bassa voce.
Tutti i sogni idilliaci del’altro andarono in frantumi e sbuffando si girò a guardare il suo compagno di banco nonché la sua più grande scocciatura. Aveva gli occhi spenti, avrebbe scommesso il suo corpo che c’era di mezzo Brian.
“Dimmi Mattie caro.” Rispose, impegnandosi per essere il più gentile possibile.
“Non mi sento amato.”
Le sue parole erano amare ed era più che evidente che ci avesse pensato molto prima di dirle; era quello che sentiva davvero. Zacky era più che certo che stesse fraintendendo tutto, che Brian lo amava più di qualsiasi altra cosa – Brian non potrebbe vivere senza Matt – ma allo stesso tempo doveva consolarlo, doveva fargli vedere ciò che al suo cuore innamorato era celato.
“E perché scusa? Ieri avete festeggiato il vostro primo anno insieme e mi pare che sia andato tutto bene.”
“Sì infatti, fino a quando non ha voluto che andassi con lui in un locale insieme a suo fratello e a degli amici.” L’altro sbuffò, e questo irritò decisamente Matt. “Se non hai voglia di ascoltarmi, basta dirlo eh.”
Zacky gli diede una botta, beccandosi un’occhiataccia da parte dell’insegnante.
“Ma sei scemo? No scusa, sei solo fottutamente paranoico. Sbuffo perché conosci Brian, eppure cadi sempre nelle stesse cose. Ha bisogno dei suoi spazi, dei suoi momenti e tu lo sai. Ti ama tanto, solo che non può stare sempre con te.”
“Promettimi che andrai a parlargli.” Matt si era subito illuminato e, per sfortuna dell’amico, aveva sfoderato le sue adorabili fossette. Capiva perfettamente perché Brian lo amasse così tanto, era impossibile non amare Matt con le sue fossette. Le paranoie erano comprese nel pacchetto, si capiva.
“O-Ok ci andrò, ma smettila di abbagliarmi.” Blaterò alla fine, sfiduciato.
Lo odiava, odiava quello che stava diventando uno dei suoi migliori amici.

La ricreazione doveva essere un momento di totale relax durante la giornata scolastica, ma ovviamente a Zacky non era concesso nemmeno questo. Era stato coinvolto in gioco decisamente infantile e non aveva fatto che maledirsi sin dal primo momento in cui aveva accettato.
La sua unica fortuna fu quella di trovare Brian in fretta, era sulle scale a fumare distrattamente. Matt non era nei paraggi, doveva cavarsela da solo.
“Ciao Brian...” lo salutò, cercando calore nella sua voce. Non gli era uscito bene, sembrava già piuttosto nervoso infatti.
“Che c’è Zack?”
“Eh? Niente Bri niente. Perché, deve sempre esserci qualcosa?” Tremava, tremava come una mocciosa.
“Perché tremi e perché sei spaventato a morte. Siamo un pochino nervosi?”
Brian ridacchiò divertito, inspirò un po’ di fumo, e poi provò a farsi serio.
“Avanti dimmi cos’ha il fossettone.”
“Non si sente amato Bri, si sente escluso.”
Zacky la buttò lì, forse un po’ troppo diretto, o forse troppo stupido a farsi tutti quei problemi. Brian lasciò cadere la sigaretta a terra, non sembrava contento o tranquillo.
“Matt così mi opprime.”
All’improvviso non era più Giugno, Zacky alzò il viso al cielo aspettandosi di veder scendere la neve. Anche se ad Huntington Beach, nessuno l’aveva mai vista.
“Che vuoi dire scusa?”
“Che non ci sto capendo più niente Zacky, mi sento solo uno stronzo.”





Dominil’s corner:
Dopo un po’ di assenza –un bel po’- per diversi motivi tra cui l’ispirazione vacante, ce l’ho fatta ad aggiornare. Beh questo capitolo è un po’ così, cosiddetto di passaggio ma credo e spero chiarisca almeno un pochino le varie relazioni di amicizia e non, e comunque prepara alle ‘sorprese’ future.
Che dire, mi hanno fatto troppo piacere le vostre recensioni, a cui rispondo singolarmente *w*:
friem: ahahahahah no era erba come maria ma hai ragione tu, forse avrei dovuto specificare meglio xD Ti ringrazio del tuo costante supporto, davvero. Un bacio.
jessromance: amore mio so quanto attendi gli aggiornamenti, sappi che sei una spinta in più a farlo :) ahahah si sono cattiva lo so u.u eeeh non so se riaggiusto tutto sai? Dai poi vedrai tu, niente spoiler. Bacioni.
Crazy_Me: cara si concordo con te *w* è stato un capitolo movimentato, in contrapposizione con questo più tranquillo. Che altro dire, ti ringrazio come sempre dei complimenti che aumentano esponenzialmente la mia simpatia verso di te xD Besitos.
ErisValentine: si, concediamoci al fascino di Bri a volte xD ahahahah tu ne sai qualcosa di allergie vero? Povera hun... Adesso vedrai che si rovina tutto con questi idioti! Ora sei a Zurigo e non puoi leggere, ma poi voglio il commento u.u Bacio.
Chemical Lady: oddio oddio oddio i complimenti fatti da te sono *w* ti adoro troppo come scrittrice (non recensisco mai, ccusa ç_ç) però mi piaci un sacco xD Beh spero di non deludere le tue aspettative e grazie di tutto!
Public Enemy: ciao cara e grazie mille per i complimenti! E’ sempre bello avere una nuova lettrice e in più mi lusinga un sacco :) Mi auguro che le aspettative che hai per questa fic non vengano smentite con questo capitolo o quelli seguenti, ovviamente mi farà sempre piacere avere un tuo parere. Sono contenta davvero, grazie mille e alla prossima.

Ovviamente mille grazie a tutti quelli che mi sostengono, vi amo alla follia.
Alla prossima, as soon as possible :D

Dominil

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Hollywood Whore; 1998. ***


Capitolo 7:
Hollywood Whore; 1998



Pontile di Huntington Beach, 11 Giugno 1998.


Nuvole scure erano le ospiti che l’orizzonte doveva accogliere quel giorno: tempo insolito per Huntington Beach, soprattutto d’estate. La spiaggia non era molto affollata anche se, data l'ora, si presupponeva che molti erano al riparo nel fresco delle loro abitazioni.
Matt infondo non aveva mai capito quel modo di fare, non riusciva a rimanere in casa e guardare il paesaggio sciogliersi dietro una finestra con l’aria fresca del condizionatore sul collo. Lui doveva far parte del paesaggio, sciogliersi insieme alla sua terra.
Guardò distrattamente l’orologio. 
Distrattamente perché sapeva che avrebbe anche potuto aspettare un’eternità e nulla sarebbe cambiato. Sarebbe rimasto lì, solo, a distruggere il suo piccolo cuore.
Sin dal risveglio quel mattino aveva percepito che ci fosse qualcosa che non andasse, ma in cuor suo aveva sempre cercato di convincersi che si stesse sbagliando, era una giornata come un'altra dove nulla sarebbe cambiato.
Brian si era stranito da più di una settimana ormai, avevano cominciato a vedersi sempre meno e, anche se Matt fingeva di non accorgersene, sapeva che gli stava nascondendo qualcosa. Aveva l'impressione che la loro storia fosse finita ancor prima di iniziare.
Inevitabilmente la mente vagava verso ricordi che non erano mai sembrati cosi' lontani: il primo bacio, gli sguardi imbarazzati e l'amore consumato in segreto. C'era qualcosa di perfetto nella loro relazione, loro due soli contro il mondo intero aveva un non so che di eroico.
Matt aveva perso Brian per sempre, se n'e' andato cosi' com'era arrivato, sparito nel nulla come se non fosse mai esistito; aveva infranto la loro tradizione che andava avanti da quando erano bambini e il patto di sangue fatto in seguito. Sarebbero morti dentro, morti di dolore per non essere rimasti amici per sempre.
Aveva fatto una promessa a se stesso, senza saperlo, sarebbe rimasto li su quella panchina a guardare l'oceano per tutto il giorno fino a quando il sole sarebbe calato del tutto, e la fine del giorno avrebbe coinciso con la fine del suo primo vero amore. Non si era mosso di una virgola, il respiro era regolare e non indossava nessuna espressione in particolare: spogliarsi di tutto cio' che era stato per reinventare se stesso ed essere colui che avrebbe sempre dovuto impersonare.
L'unico punto interrogativo che pero' ancora lo infastidiva, era il motivo per cui l'avesse lasciato. D'altronde l'aveva amato come nessuno prima d'ora.
"Non nasconderti nel passato, corri a scoprire il tuo futuro Matt."
Un'altra ennesima entrata teatrale, altri odiosi modi di fare megalomani. Eh no, questo non e' proprio il momento.
"Va a cercarti un'altra panchina Sullivan."
"Certo che vengo a sedermi accanto a te, sei gentile." Rispose avanzando, per poi sedersi.
"Risparmiami, non voglio sapere nulla."
"Guarda che io non so nulla. Ho solo incontrato Brian con Michelle e mi sono fatto due conti."
Matt esalo' un sospiro, adesso cominciava a stare male davvero. E la cosa che più non sopportava era avere Jimmy li' vicino. Perche' Jimmy, nonostante tutto, conosceva Brian meglio di lui; Brian gli aveva permesso di conoscere dei lati che a lui aveva negato.
"Non avrebbe mai voluto farti del male, credimi. Questo lo so per certo perche' ti ama da impazzire."
Ecco grazie Jimmy, grazie Dio.
"Jim va via... Jim ti prego..."
Lacrime tiepide cominciarono a bagnare le sue iridi, per poi scivolare giu' lungo le guance. Gli bruciavano la pelle.
L'altro provo' ad allungare le braccia come per abbracciarlo, ma Matt si alzo' in piedi agitandosi e imprecando contro di lui.
"Lasciami cazzo te ne devi andare, chiudi quella cazzo di bocca non voglio più sentir parlare di Brian!"
Agitava i pugni contro il petto dell'altro ragazzo solo per pochi istanti, era gia' esausto e non pote' far altro che lasciarsi avvolgere da un abbraccio e sperare in qualcosa di migliore.
"Andra' bene Matthew, andra' bene."


Finalmente, direte, finalmente questa sciagurata si e' decisa ad aggiornare. Non ho scusanti, l'ho detto mille volte ormai, sappiate solo che non lo faccio apposta. La catastrofe preannunciata e' arrivata, spero che il capitolo sia scritto bene e non noioso.
Grazie a:
Friem: ciao cara le tue recensioni sono sempre gradite, lo sai. Si e' vero, Matt non fa spesso l'insicuro ma a volte ci vuole dai altrimenti e' monotono. Grazie mille e alla prossima :)
Public_Enemy: *W* il tuo comportamento ossessivo compulsivo mi lusinga! Non ti ringraziero' mai abbastanza per tutti i complimenti (sinceramente non credo di meritarli vabbe') e sono contenta che ti piaccia la storia. Purtroppo credo che questa sia la catastrofe che ti aspettavi... Scusa T.T aspetto una recensione eh, kiss just for you!
Jessromance: amore purtroppo l'ispirazione se n'era andata di nuovo T.T grazie mille per tutti i complimenti ti adoro!
Crazy_Me: ahahahah si hai perfettamente ragione a usare quella faccina, e' una cosa un po' strana quel capitolo prima zucchero poi catastrofe. Come hai potuto leggere quello zuccone di Brian ha dato sfoggio di se' -.- a presto e grazie mille come sempre <3

Un bacio a tutti,
Dominil.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Lascia che bruci Zack, lascia che bruci;1998 ***


Capitolo 8:
Lascia che bruci Zack, lascia che bruci; 1998




Johnny's, Pool & Booze - Spiaggia di Huntington Beach, 11 Giugno 1998.



Le serate al Johnny's erano sempre le migliori, almeno nei ricordi di Zachary Baker. Avevano certo i loro pro e contro - tra i contro si potevano annoverare le terribili sbronze che prendeva tutte le volte - pero' non poteva rinunciare al biliardo, cominciava ad essere dipendente da quel gioco. Anche quella sera il locale era pieno ed aveva riconosciuto molti ragazzi del suo liceo... In cuor suo sperava di incontrare anche Matt possibilmente con Brian, cosi' almeno avrebbe potuto star sicuro che nessuna catastrofe fosse ancora avvenuta. Dell'ultimo discorso che avevano fatto non era rimasto soddisfatto, e certamente Matt non si meritava di essere trattato in quel modo. A volte era invidioso, odiava terribilmente come si guardavano e odiava essere accerchiato da tutto quell'amore senza pero' farne parte; non avere qualcuno che gli facesse battere il cuore cosi' forte come quello del suo amico, insomma.
Una ragazzo della sua compagnia gli diede un colpetto sul braccio allontanandolo da quei viaggi mentali. Era come se il locale fosse riapparso tutto all'improvviso, i fari al soffito ripresero a bruciargli quasi gli occhi e la musica di sottofondo riprese a pulsare nella cassa armonica del suo petto.
"Zacky ti vuoi muovere?"
Il diretto interessato mormoro' un sì a denti stretti per poi posizionare la stecca sul tavolo e dare il colpo.
"E' solo questione di culo!" Esclamo' l'amico, non appena la palla rossa venne spinta dentro dalla bianca che pero' rimase in gioco.
"Lo sarebbe, se non avessi gia' vinto due partite!"
Risero e si scambiarono battute su chi fosse il più forte, poi Zacky appoggio' la propria stecca e si allontano' nella mischia. Con un'occhiata individuo' il bancone con gli alcolici e maledisse se stesso e la sua eta': perche' aspettare i 21 anni per poter bere? Un bicchiere di Jack ci stava tutto in quel momento.
A stento riusciva a camminare tra la folla, era tutto un salutarsi con un cenno della mano e scambiare sorrisi a ragazzi quasi sconosciuti.
E proprio in quel momento la mancanza che sentiva verso Matt comincio' ad essere pompata insieme al suo sangue.
E proprio in quel momento i suooi occhi azzurro-verdi incrociarono i nocciola di Brian.
Con uno slancio involontario fece per andargli incontro - rischiava di travolgere decine di persone con la sua grazia, cazzo - ma poi lo stesso istinto che l'aveva fatto scattare lo blocco', le gambe rimasero al loro posto non appena una biondina apparve. Zacky non pote' fare a meno di notare la fermezza con cui stringeva il braccio di Brian il quale, zuccone com'era, non si ribellava a quell'imposizione ma anzi, abbasso' lo sguardo fingendo di non averlo visto e si allontano' tuffandosi tra la gente, probabilmente con una scusa.
"Tesoro usciamo, andiamo in un posto un po' più intimo." Sussurro' Brian nell'orecchio della nuova conquista, convinta che questa avrebbe accettato senza esitare. Aveva solo bisogno di una boccata di aria fresca e tutto sarebbe andato bene, il senso di colpa che bruciava sotto la pelle si sarebbe spento e l'avrebbe lasciato in pace.
Spalancare la porta del locale gli diede sollievo, anche se sinceramente la presenza di Michelle lo stava infastidendo. Le loro spalle si sfioravano ad ogni passo e in un istante la mano di lei fissa nell'incavatura del braccio scivolo' sulla sua e la strinse con un movimento labile.
Si volto' a guardarla in viso e acui' l'occhiata per cercare di memorizzare la femminilita' dei suoi tratti incorniciati da una cascata dorata.
Che c'entrava Matt con quella ragazza?
Se erano vicendevolmente estranei, perche' rivedeva gli occhi verdi di lui e le fossette su di un 'espressione che non gli apparteneva?
Aveva commesso l'errore più grande di tutta la sua vita e che avrebbe rimpianto per sempre solo da poco ore, eppure si sentiva gia' mangiucchiato dal peccato.
Nemmeno una parola, aveva lasciato che la vigliaccheria parlasse per lui.
"Ti va di andare in spiaggia?"
Scusa Michelle, tu non c'entri niente con le mie colpe.
Scusa Matt. Tu non c'entri più niente con la mia vita.
Brian scosse la testa. "Perche' proprio la spiaggia? Ci sono decine di posti..."
"Ma l'oceano deve essere splendido in una serata cosi' limpida!" Un sorriso e un bacio a fior di labbra. "Per favore Bri, staremo poco."
Con un sospiro diede il suo consenso forzato che Michelle interpreto' come un gesto d'amore, come un dolce sacrificio che Brian avrebbe affrontato solo per farla contenta.
Non ti accorgerai mai Michelle, che non ti ho mai amata.
Fecero per allontanarsi quando un altro frammento proveniente ormai dal passato gli si conficco' nella schiena come un'ascia.
"Haner dove cazzo stai andando?"
Non riusci' a non fermarsi, a correre lontano con Michelle facendo finta di non aver sentito. Un'occhiata si poteva evitare, ma non uno Zacky sbraitante.
Michelle si era voltata come lui, aveva gli occhi spalancati e una faccia un po' spaventata.
Brian non aveva trovato la forza di dire qualcosa, aspettava impaziente l'inizio della fine, della tempesta.
"Mi hai sentito o stai ancora facendo finta di non vedermi?"
"Michelle tesoro aspettami qui un attimo, vado a vedere cosa vuole per povero ragazzo."
La distanza che lo separava da Zacky venne percorsa in brevissimo tempo. Voleva, desiderava ardentemente che qualcuno lo prendesse a schiaffi e gli buttasse in faccia tutto lo schifo che era; forse questo avrebbe messo a tacere per un po' la coscienza.
"Zacky-per-favore-non-urlare-lasciamo-spiegare." Disse a bassa voce e cosi' velocemente da rischiare di mangiarsi qualche parola.
"Ti ascolto." Rispose l'altro gia' arreso. "Anche se non dovresti dare a me le tue spiegazioni."
"Io... Io mi sento una merda e vorrei solo andare da Matt e chiedergli scusa per tutto. E' il mio migliore amico e il ragazzo che amo."
"E allora fallo."
La schiettezza gelida di Zacky lo stava facendo agitare ancora di più, avrebbe cominciato a sudare se non fosse gia' madido a causa della temperatura estiva.
"Non posso." Brian sospiro'. "Cosi' come non ho potuto dirgli di persona che non potevo più stare con lui. E adesso scusami ma devo andare."
"Sei solo uno stronzo Haner."
"No Baker, sono solo un vigliacco."
Detto questo Brian si volto' tornando dalla sua ragazza e Zacky capi' che non ci sarebbe stato più nulla da fare. Quell'idiota aveva distrutto la sua vita sentimentale con le sue stesse mani e ne era consapevole, ma nonostante cio' non aveva intenzione di rimediare al madornale errore.
"Scusa ancora tesoro. Adesso possiamo andare."
"Ma cos'e' successo?"
"Oh nulla di importante, tranquilla." Le prese il viso tra le mani per poi baciarla. Michelle schiuse le labbra e dimentico' l'accaduto.
Le strade erano quasi deserte, i marciapiedi occupati solo da poche coppiette come la loro. Brian vedeva il proprio futuro e le espressioni che avrebbe assunto nei gesti degli altri. Le forme del pontile andavano delineandosi man mano che i due si avvicinavano, appariva imponente come un demone proveniente dal passato.
"Amore dai sbrigati!"
Michelle fece qualche passo in avanti senza staccare la mano da quella del suo ragazzo e, dopo aver sorriso, lo bacio' di nuovo.
Su una cosa aveva ragione pero', l'oceano quella sera era davvero stupendo nonostante il pomeriggio non fosse stato dei più limpidi. Era il compagno di una vita, ma solo adesso si rendeva contro che ormai aveva perso tutta la magia.
Infondo era solo un mucchio di acqua salata.
Scesero sulla sabbia e Brian non voleva guardare, si sarebbe strappato i bulbi oculari se avesse potuto.
Stavano calpestando la stessa, stessissima sabbia che anni prima aveva accolto quella singola goccia di sangue che si erano lasciati scappare durante il patto, quando decisero di intrecciare i loro destini per sempre.
Scusa Matt, scusa Michelle.
"Bri, guarda..." Gli sussurro' la ragazza in un orecchio non appena furono seduti.
L'altro segui' il dito di lei puntato verso un'ombra ad un paio o forse tre metri lontana da loro. Gli occhi gli si inumidirono all'istante, riconobbe subito il profilo e la corporatura robusta. Brian chiuse gli occhi con uno scatto e abbraccio' Michelle, la fece accucciare su di lui per poi cominciare a coccolarla.
"Oh scusate, vi lascio." Disse il ragazzo alzandosi, era meglio lasciare la coppietta in pace. Hanno molto da fare.
Matt sorrise sornione e li oltrepasso', sparendo verso la strada.
A quel punto Brian si lascio' accarezzare e quasi non si mosse più da quella posizione impietrita, sentiva solo il cigolio del suo cervello che lavorava freneticamente.
Matt distrutto, Matt annientato, gli aveva dato il colpo di grazia con l'abbozzo di un sorriso. Michelle gli scocco' un bacio sul collo e lui rabbrividi', improvvisamente convinto di fare la cosa giusta. Con una donna accanto non avrebbe avuto problemi, si sarebbe sposato, avrebbe avuto figli e sarebbe morto soddisfatto e approvato da tutti... Ma non felice, da allora non lo sarebbe stato mai più.
Scusa Matt, scusa Michelle.
Perdonate un inutile codardo.


TA- DAN!
Non immaginate che eccitazione che ho addosso per aver postato in fretta, nonostante la brutta giornata sono riuscita a terminare il capitolo.
Come immaginavo, Brian si e' preso un sacco di improperi ma almeno non e' solo uno stronzo. Un po' e' comprensibile, lasciare Matt e' un'eresia siamo d'accordo, ma qualche motivazione che va dalla sua parte ce l'ha pure lui.. Aspetto i vostri commenti a riguardo, ovviamente :)
Il mio grazie ve lo dovete beccare tutte le volte, ma io vi adoro troppo v.v e amo soprattutto quando ci sono nuove recensitrici (come questa volta):
Public_ Enemy: sono sincera, non avrei pensato all'effetto che avrebbe potuto fare Hollywood Whore se ascoltata durante la lettura... Pero' in effetti ci stava xD Spiata? Vuol dire che abbiamo molto in comune ._. Sono tanto curiosa di sapere le tue considerazione su Bri v.v a presto, un bacio!
Crazy_Me: sono stata brava stavolta nella tempistica, vero tesoro che mi fa sempre i complimenti? ** ti do un'anticipazione che anticipazione non e', pero' sappi che nel prossimo cap si sapranno le decisioni amorose dei due baldi giovani. See ya soon <3
Friem: si Jimmy e' stato carinissimo sono d'accordo, mi faceva tenerezza mentre scrivevo. Siccome segui spesso le mie storia, penso avrai capito che ritengo Brian un po' stupido e stronzo xD fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo! L'assenza era dovuta alla vacanza a Toronto, poca ispirazione e la mancanza di una connessione internet :D bacio!
B_Lady: finalmente dopo 2 anni e mezzo qui su efp ho trovato una compaesana *___* mi sono emozionata troppo xD ma sei proprio di pescara? Passando alla fic mi fa piacere che l'hai sempre seguita ma spero continuerai a recensire ;) Siii Jim voleva solo essere carino povero il mio ciccio! A presto, un bacione ancora più grande perche' sei abbruzzese u.u
two_dollar_bill: ahahahahah ma figurati, l'importante e' arrivarci! Grazie mille per tutti i complimenti (mi ci vogliono visto che sono priva di autostima ._.) ovviamente fanno sempre piacere. Diciamo che Syn stavolta non e' stato solo stronzo, quando si lascia una persona che si ama c'e' una dinamica psicologica molto più complessa x me. Non l'ho resa del tutto esplicita perche' volevo lasciar da pensare anche un po' al lettore ma spero si capisca cio' che volevo dire :) Riguardo ai pairing ti anticipo che lo scoprirai nel prossimo capitolo. Un bacio e grazie ancora!
jessromance: si amore finalmente ce l'ho fatta porca miseria, per me e' sempre un parto (e ne sono un esempio le mille mila ff incomplete) xD si Brian e' un idiota, si sa u.u


Al prossimo aggiornamento, pipol!
Dominil.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Poi sono scappato nel cesso del bar; 2013 ***


Capitolo 9:
Poi sono scappato nel cesso del bar; 2013



11 Giugno 2013




L'anniversario della fine di tutto, di una vita iniziata senza voglia, aspirazioni... Anniversario di una vita cominciata solo per paura della paura della morte e ricercata soprattutto nelle persone sbagliate.
Matt ricordava tutto di quella sera, in realtà ricordava ogni particolare della sua prima e forse ultima storia d'amore, di quelle relazioni che proprio per la loro improbabilità e forse soprattutto per le loro fini tragiche, ti rimangono dentro più di qualunque cosa bella. Sembra quasi che si provi piacere nel dolore e non è affatto una contraddizione; l'uomo, da buon masochista qual è, ama crogiolarsi nelle proprie lacrime.
Le piccole rughe sulla fronte di quello che ormai era un adulto fatto e finito si incurvarono leggermente per osservare il liquido ambrato che roteava nel piccolo bicchiere di vetro.
Con un sorso lo svuotò, per poi tossicchiare debolmente.
"Un altro per favore." mormorò al barista che rispose con un cenno di assenso.
Il suo sguardo riprese a perdersi nelle bottiglie di fronte a lui oltre il bancone, leggeva distrattamente le etichette pensando a niente in particolare, solo cercando di non rivivere quella sensazione di abbandono che lo aveva perseguitato per troppo tempo. Purtroppo peroò, ogni anno si ritrovava a pensare a lui, a Brian, e a chiedersi il perchè di quella scelta. Quasi non l'aveva più visto da quel giorno, fino a quando poi venne a sapere che si fosse trasferito a Los Angeles con la sua amata Michelle. Il signor Haner gli aveva detto che quello sarebbe stato il luogo adatto per il giovane chitarrista di trovare la sua strada ma, se effettivamente l'avesse trovata, Matt non lo sapeva. Si sentiva solo più stupido al pensiero di come era stato lasciato, di come fosse stato ingenuo a credere che Brian sarebbe stato con lui per sempre.
Ha infranto il nostro fottuto patto di sangue, ha rovinato tutto.
Continuò così a mandar giù un cicchetto dopo l'altro fino a sentir la testa girare. Ripercorreva con la mente i loro incontri al pontile, la loro prima volta, lo sguardo colmo di vergogna che lo aveva seguito mentre si allontanava dalla spiaggia. Brian lo aveva riconosciuto perfettamente, sapeva per certo che Matt aveva assistito alla loro patetica scena romantica e che lo aveva perso per sempre. Ma questo non aveva cambiato nulla, Brian non l'aveva rinncorso e baciato come nei migliori e peggiori film d'amore, Brian aveva lasciato che se ne andasse come se non gli fosse mai importato di nulla.
Jimmy e Zacky c'erano stati per lui, gli erano stati vicino e lo erano ancora, i suoi migliori amici di sempre. C'era anche sua moglie, la donna che era riuscita a far di lui un uomo migliore raccogliendolo dalla sua disperazione. C'erano tutti, tutti tranne Brian che gli aveva fatto battere forte il cuore.
Battere forte il cuore, sto diventando patetico.
"Sa qual è la cosa più buffa? Nonostante l'avessi visto con i miei occhi continuavo a credere nel nostro amore.."
"Cosa ha detto scusi?" rispose il barista alzando il viso verso Matt.
"Nulla non si preoccupi, borbottavo tra me."
"Forse dovrebbe andare a casa, ha bevuto troppo. Se vuole le chiamo un taxi."
"Grazie ma non serve. Sto benissimo."
Matt si passò una mano sul viso, sospirando. Nonostante fossero passati ben 15 anni, Matthew Charles Sanders era ancora completamente, fottutamente, decisamente innamorato di quel bastardo di Brian e non poteva farci proprio niente.
Voltò il busto di quarantacinque gradi facendo così per alzarsi da uno sgabello quando una figura scura si mosse quasi correndo verso la toilette maschile. Il ragazzo si mordicchiò un labbro, pensieroso, poi scosse la testa e si alzò finalmente in piedi. Voleva uscire dal locale e tornarsene a casa ma era sicuro della chioma corvina che aveva visto per una frazione di secondi. 
Brian è a Los Angeles si ripeteva, Brian non può essere qui.
Eppure Matt era sicuro di averlo appena visto.
Senza pensarci ancora troppo decise di seguirlo, voleba guardare in viso chiunque fosse là dentro. Aprì e poi sbattè la porta con veemenza, poi rischiò di cadere scivolando sul pavimento.
"Che cazzo ci fai qui?!"  urlò mantenendosi con una mano al lavandino.
"Buonasera anche a te Mattie." Brian sorrise debolmente e fece ciao con la mano. "Come te la passi?"
"Sei solo un farabutto bastardo." mormorò l'altro avvicinandosi repentinamente all'amante tanto desiderato fino a far si che appoggiasse la schiena al muro. I loro visi erano vicinissimi, inspiravano reciprocamente i loro fiati di alcol e nicotina. Brian continuava ad avere quel sorriso beffardo sulle labbra, Matt non riusciva a frenare la rabbia.
"Perchè sei ad Huntington Beach? Perchè sei tornato?"
Respirava a fatica, il cuore batteva troppo velocemente e sentiva che prima o poi gli sarebbe venuto un infarto. Il peso emotivo cominciava a dargli fastidio, cominciava a non sopportare più tutto questo. Paura e desiderio si insinuavano tra le sue membra lasciando si che l'adrenalina circolasse libera tra le sue vene, pompata insieme al sangue.
"Ehi ehi tranquillo amico.. Sono venuto a trovare i miei."
A quel punto Matt lasciò la presa sulla collottola di Brian e riprese a respirare regolarmente. Per un secondo aveva sperato che fosse tornato per lui, ovviamente non era così. Rimase imbambolato per più di un istante, ripercorreva i tratti somatici di quello che era stato il suo ragazzo, forse per troppo poco: gli occhi nocciola dal tratto deciso, le lavvra carnose, i denti bianchi e perfetti, quel maledetto ciuffo di capelli neri che non era mai a posto...
Lo baciò.
SBAM.
Via le magliette, via i pantaloni e vai di baci appassionati con tanto di lingua come due ragazzini arrapati. Brian mordicchiava Matt ovunque, quest'ultimo era un'esplosione di piacere. Nessuno dei due sapeva bene cosa stesse succedendo, tutto capitava troppo in fretta per poterlo fermare e d'altronde avevano molte cose in sospeso e bisognava recuperare.
"Michelle non ne sarà felice..." mormorò Matt tra un gemito e l'altro, mentre l'uomo della sua vita stava per voltarlo e prepararlo al piacere massimo e puro.
"Io ho rovinato la tua vita, ma tu ti prego non rovinare questo momento."
Si baciarono a lungo questa volta, baci aggressivi che lasciavano spazio solo al risentimento.
"Ti amo Sanders."
Fecero l'amore a lungo, in un determinato momento convenirono che fosse meglio appartarsi in una cabina della toilette, nonostante sarebbe stato comunque difficile nascondere le loro effusioni.
Solo quando cominciarono a rivestirsi, Matt si rese conto dell'enorme stronzata che aveva appena compiuto; aveva tradito la sua donna, la sua famiglia, la sua dignità. Stava perciò per andarsene senza dire nulla, forse più arrabbiato di prima.
"Dove stai andando con tutta questa fretta?"
"Mia moglie mi sta aspettando, sarà anche preoccupata a morte."
"Anche la mia, ma voglio che questa notte sia solo nostra."
"Ma poi te ne andrai Bri, mi lascerai di nuovo solo." Si avvicinò e lo abbracciò forte.
"E' così che deve andare, abbiamo le nostre vite ma voglio stare ancora un po' con te."
"Io invece no, voglio solo fingere che tutto ciò non sia mai successo."
Matt aveva già aperto l'anta della cabina, ma Brian non poteva permettere che sparisse una seconda volta.
"Scusami amore, io non ce l'ho fatta ad affrontare tutto, non volevo deludere la mia famiglia."
"Allora è questo che pensi di noi? Pensi che saremmo stati una delusione?! Vaffanculo Haner e addio, stavolta sono io che ti saluto per sempre."
Matt sparì per sempre dalla vita di Brian, Matt decise che avrebbe trovato la sua felicità in altro e che non avrebbe più perso tempo con le stronzate. Brian invece rimase lì, immobile, maledicendo per la seconda volta la sua impossibilità nel prendere la decisione giusta.






Salve a tutti miei cari lettori, nonostante il tempo passato sono ancora qui.
Purtroppo sono di frettissima quindi non posso ringraziarvi singolarmente, sappiate solo che vi amo alla follia e che aspetto tantissime recensioni da voi che mi seguite sempre :) Sappiate anche che questo è il penultimo capitolo. E' scritto di getto quindi non ho nemmeno controllato la lunghezza ma spero solo che nonostante non sia chilometrico sia di qualità e che valga la pena di essere letto. Grazie ancora, alla prossima asap <3

Dominil.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Non mi piacciono gli addii, meglio i nuovi inizi; 2013/2023 ***


Capitolo 10:
Non mi piacciono gli addii, meglio i nuovi inizi; 2013/2023




11 giugno 2013

Matt...” La voce di Brian raggiunse le spalle del ragazzo metre una mano gli si posava sulla spalla. “Anche se stavo per commetterlo, non credo di poter sopportare un altro errore. Non lo stesso.”
Il primo uomo smise di camminare, ma non aveva nessuna intenzione di voltarsi.
Faceva male sentire quelle parole, era una vita che le aspettava, eppure gli stavano suonando totalmente sbagliate; aveva paura che non fosse Brian a parlare, che si fosse lasciato sopraffare dal senso di colpa che lo aveva perseguitato per tutti quegli anni.
I respiri di entrambi erano affannosi anche se non avevano corso, tutto questo perché i loro cuori avevano iniziato a pompare più sangue possibile tanto da far girare la testa.
Guardami.”
Brian sei sicuro di quello che hai appena detto? Ti aspetti che io abbandoni mia moglie quando tu te ne sei sbattuto per tutto questo tempo? Lei c'era, sempre, mentre la tua assenza è stato il macigno più pesante da sostenere sulle spalle.”
L'altro avrebbe voluto rispondere qualcosa, qualsiasi cosa, ma i suoi pensieri sembravano l'uno più stupido dell'altro e così rimase imbambolato aguardare Matt che si faceva a poco a poco più arrabbiato e deluso.
Ero riuscito a comporre quella canzone.” proseguì. “Volevo farti una sorpresa.”

Composi una canzone al piano, una volta.” disse Matt disteso sul letto di Brian, il quale era al suo fianco. Sentiva la spalla dell'altro sfiorare la sua mentre con una mano gli accarezzava le dita affusolate. Il moro aspettava che andasse avanti, d'altronde era abitudine del suo ragazzo iniziare un discorso apparentemente insensato che poi si sarebbe rivelato essere sempre molto profondo. “Poi però si stava facendo tardi e dovevo correre al molo da te, quindi me la sono dimenticata. Stavo cantando la canzone del secolo e me la sono e puf, sparita. Sono proprio un coglione.”
Matt rise sempre di più e anche se Brian da quella posizione non riusciva a vederle, era sicuro che due fossette gli stessero contornando le labbra carnose.
Sì, sei un coglione.” rispose, per poi girarsi su un fianco e allungare un braccio per cingere i fianchi del suo uomo. “Ma se tu non fossi un totale disastro, io non apparirei così brillante.”
Gli scoccò un bacio a fior di labbra e Matt storse il naso senza però rispondere alla provocazione.
I give my heart to you.” canticchiò. “I give my heart, 'cause nothing can compare in this world to you... È l'unica frase che ricordo, Bri.”

Voltati e cantala Matt, per favore.”
Brian allungò un braccio per prendergli la mano e lo costrinse a girarsi; anche se avevano fatto l'amore da poco fu piacevolmente sorpreso di riconoscere la forma del palmo e delle dita, anche se le dimensioni erano diverse da come le ricordava.
Hai rovinato tutto, idiota.”
Matt tentò di mollare la presa, ma Brian glielo impedì.
Sono qui adesso.”
Pensi davvero di poter fare come vuoi, Haner?”
Voglio tornare nella tua vita, voglio stringerti forte e vederti sorridere. Ah sì, voglio anche ascoltare le tue inutili paranoie.”
Sorrisero entrambi, anche se Matt più debolmente.
Ci vorrà molto tempo e pazienza, prima che tu possa riconquistare la mia fiducia.”
Mi basta poterti guardare negli occhi e sapere che un giorno le cose andranno meglio.”



18 agosto 2023, pontile di Huntington Beach


Il molo di Huntington Beach era illuminato dal riverbero cristallino dell'oceano e, nei pressi della gelateria, una bambina era intenta a stringere le mani dei suoi papà nonostante il caldo e il sudore.
Cioccolato e fragola, vero Melody?” chiese Matt abbassando lo sguardo verso la testa bionda della figlia.
Certo papà.” rispose, per poi sbuffare sonoramente.
Che hai?” domandò Brian.
Ho caldo e sono stanca di aspettare.”
I due genitori si rivolsero vicendevolmente uno sguardo eloquente che sembrava voler dire: ha ripreso tutto da te.
Va a sederti a quella panchina laggiù.” continuò. “Aspettaci là.”
Guarda che è la tua copia sputata, Haner.” disse Matt non appena la piccola Melody lasciò la sua mano e quella di Brian. “Ok a parte i capelli biondi, lo ammetto.” aggiunse poi, dopo aver ricevuto un'occhiataccia.
Anche se non avevano minimamente accennatto al passato, entrambi percepivano una sensazione piuttosto strana stando in fila proprio lì dove si erano conosciuti. Erano passati ventiquattro anni e ora la situazione era completamente cambiata, si era ribaltata, per la precisione, ma era bello vedere come i loro sguardi erano ancora complici nonostante tutto quel tempo.
Matt era solito fare pensieri sulla vecchiaia, sugli attimi che durante la vita vengono persi, eppure questa volta era Brian a notare, in un misto di felicità e malinconia, quante ne fossero passate e quanto tutto sembrava esser durato il tempo di una stagione. Gli bastava però volgere un'occhiata veloce a sua figlia, per scacciare via la tristezza; toccava alla sua piccola prendere in mano la vita adesso, doveva cavalcarle lei quelle onde che per molti anni aveva manovrato lui stesso, facendo un errore dopo l'altro.
Brian vieni, tocca a noi.” disse Matt stringendogli la mano, come per farlo tornare alla realtà. “Stai bene?”
Sì sì, alla grande tranquillo.”
L'altro non replicò, si limitò a prendere i gelati con un gran sorriso sulle labbra.
Posso sedermi?”
Sì, certo.”
Melody alzò lo sguardo dalle onde dell'oceano che quel pomeriggio erano placide, parevano formare uno specchio, per poi sorridere al bambino che si stava sedendo al suo fianco. Aveva i capelli biondi come i suoi, ma la carnagione era sicuramente più scura.
Mi chiamo Sam, e tu?”
Melody.” rispose prontamente. “E ho due papà!”
Forte!” replicò il bambino. “Almeno non ti costringono a mangiare le verdure!”
A dire il vero papà Matt sì, non posso mai lasciarle nel piatto.” commentò amaramente, per poi bloccarsi quando vide i suoi genitori avvicinarsi.
Ecco il tuo gelato, tesoro.” disse Brian, porgendoglielo. “E questo bambino?”
Tesoro.” Matt gli aveva già posato una mano sulla spalla, leggermente allarmato. Non era la prima volta che il suo compagno si mettesse a fare il gelosone con la loro piccola.
Sono Sam.” rispose il bambino, facendosi improvvisamente timido.
Io mi chiamo Brian, piacere di conoscerti.”
Cercò di infondere gentilezza con le sue ultime parole, o avrebbe dovuto sorbirsi una ramanzina senza precedenti una volta tornati a casa.
Papà appena finisco di mangiare posso giocare con Sam?”
M-Ma certo tesoro, mi raccomando però fai sempre in modo che noi possiamo vederti, ok?”
La bambina annuì e quando, dopo il gelato, si alzarono entrambe le pesti, furono Matt e Brian a prendere i loro posti; si sfioravano teneramente le dita mentre i loro sguardi erano puntati verso l'orizzonte.
Ho come l'impressione di sapere come andrà a finire.” commentò Matt guardando Melody e Sam giocare.
Ridacchiarono insieme intrecciando le dita l'uno in quelle dell'altro, tremavano ancora come foglie nonostante tutti quegli anni. La fase adolescenziale era passata da un pezzo, non passavano più intere giornate a sbaciucchiarsi inebriati dai loro stessi ormoni, ma un abbraccio o anche un semplice contatto avevano ancora il potere di farli sciogliere come ghiaccioli al sole.
Lo spero davvero per loro, spero anche però che sotto questo punto di vista nostra figlia sia come te.”
Con un esempio come noi, non potrà mai commettere quel genere di errori. Smettila però di rimproverarti, capito? Abbiamo costruito una famiglia adesso ed è questo che conta più di tutto.”

Brian correva verso la panchina del molo con gli occhi umidi, non aveva nessuna intenzione di scoppiare a piangere davanti a Matt, ma proprio non ce la faceva a resistere. Aveva una reputazione da difendere e non poteva distruggerla così, in cinque minuti.
Che hai?” chiese l'amico, allarmato, non appena notò che Brian non stava bene.
S-Sei la mia famiglia, la mia famiglia.” mugolò soltanto, per poi abbracciarlo forte. L'altro non disse niente, sapeva che i signori Haner avevano divorziato e voleva solo fare l'impossibile per far sorridere quel testone che aveva tra le braccia.

Forse per una volta hai ragione.” disse Brian, prima di appoggiare la testa sulla spalla di Matt.
I bambini del molo di Huntington Beach erano cresciuti, ne avevano passate tante, ma nonostante tutto erano ancora lì, insieme, si tenevano la mano promettendosi amore eterno, esattamente come quel lontano 25 luglio 1989, quando un ragazzino incuriosito chiese ad un altro con i capelli e gli occhi scuri se andava tutto bene.
Adesso andava bene, da quando c'era Matt Brian non aveva più smesso di sorridere.



I'll never feel alone again with you by my side.
You're the one, and in you I confide.
And we have gone through good and bad times.
But your unconditional love was always on my mind.
You've been there from the start for me.
And your loves always been true as can be.”










Nonostante ci abbia messo poco più di due anni per scrivere questo capitolo, ce l'ho fatta e ne sono davvero felice, sono legatissima a questa storia e mi piangeva il cuore a vederla incompleta. Sin dall'inizio il finale doveva essere di tutt'altro tipo e io ero completamente bloccata, non sapevo da dove iniziare e a questo punto mi viene da pensare che non riuscivo a scriverlo perché in realtà l'epilogo di questa fanfiction doveva essere tutt'altro.
Ah, preciso che la canzone alla fine del testo è Warmness On The Soul dei Sevenfold, anche se penso l'abbiate riconosciuta tutti.
Anche se moltissime delle persone che seguivano questa storia ora non sono più neanche attive su questo sito, io le ringrazio dal profondo del cuore perché mi hanno sempre sostenuta ed aiutata ad andare avanti; ringrazio anche chi, che magari durante la pubblicazione non conosceva EFP, si è imbattuto in questo racconto ed è stato costretto a leggerselo dall'inizio -chiedo scusa- arrivando fin qui.
Un ringraziamento speciale va però a Schecter che man mano mi sta costringendo a dare una fine a tutte le mie storie incomplete.
Alla prossima avventura guys, un bacio enorme!

Dominil.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=537823