By hook or by crook

di kanejvibes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


By hook or by crook

Capitolo 1

 
Le fiamme, ormai alte, illuminavano il volto di Lydia.
Vedere l'auto del suo ragazzo in fiamme non l'aveva fatta stare meglio come aveva creduto. Continuava a ripensare a lui che la tradiva con una di quelle oche perfettine della sua scuola.
Strinse i pugni, mentre una lacrima le scivolava sulla guancia.
"Ti odio!", urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, barcollando all'indietro, mentre le fiamme scoppiettavano allegramente.
"Che diavolo succede?", esclamò una voce.
"Quella...? Quella è la mia auto?", continuò Andrew, correndo verso la macchina, che, ormai, era pressochè distrutta.
Lydia lo guardò infuriata.
"E' quello che ti meriti, stronzo!", gridò ancora più forte, pronta per tirargli un pugno in pieno volto, ma lui lo evitò.
"Sei stata tu? Cazzo, Lydia, ma sei impazzita?".
"Ti odio!", continuò lei, senza rispondergli, mentre caricava un altro pugno.
"Tu sei pazza!", esclamò il ragazzo, indietreggiando.
"Lydia! Lydia!". Sua madre, insieme al suo compagno ed ad alcuni vicini erano accorsi in strada e riuscirono a bloccarla prima che spaccasse tutti i denti ad Andrew.
 
 
"Se questo è un incubo, vi prego, svegliatemi", sussurrò Lydia alle sue due migliori amiche, mentre scaricavano le valigie dal treno.
"Oh, su, Lee, non è poi così male", commentò Rachel, scuotendo i lunghi capelli corvini.
"Rachel ha ragione. E poi sono soltanto tre mesi e ci siamo noi con te. Sarà divertente", cercò di rassicurarla Meredith, sorridendo allegramente.
"Grandioso", brontolò Lydia, sbuffando. E, senza aggiungere altro, raggiunse il cancello del campo estivo.
Molti ragazzi, tutti apparentemente felici, erano già raccolti nel cortile, aspettando di ricevere le chiavi delle camere.
Al contrario delle sue amiche, Lydia non era mai stata ad un campo estivo. Aveva sempre convinto sua madre a non mandarcela, ma dopo quello che era successo con l'auto del suo ex, Miranda aveva deciso che a sua figlia avrebbe fatto bene una vacanza.
Le tre si misero ad aspettare, pazientemente, la chiave per la loro stanza, poi, dopo aver sistemato le valigie, tornarono in cortile per l'accoglienza.
Si sedettero su un muretto.
Meredith e Rachel chiacchieravano allegramente, salutando e sorridendo a tutti quelli che conoscevano, mentre Lydia se ne stava a braccia conserte, ad aspettare che quei tre mesi finissero.
Ad interrompere l'attesa della ragazza fu un'esclamazione di Meredith.
"Oh, no, non appena arrivate!".
Lydia si voltò e puntò gli occhi nel punto in cui stava guardando la rossa.
Tre ragazzi si stavano avvicinando a passo svelto con sorrisetti arroganti stampati sul volto. 
Appena furono davanti a loro, quello moro le fece l'occhiolino.
"Nuova amichetta, Harper?", chiese il biondino a Rachel, che annuì, abbassando la testa.
"Lydia, se non ti dispiace", bofonchiò la bionda, inarcando un sopracciglio.
"Lydia, eh? Mi piace", commentò quello che le aveva fatto l'occhiolino, precedendo l'amico.
La ragazza lo fulminò con lo sguardo. Ma prima che potesse rispondergli, Rachel le tirò una gomitata, certa che avrebbe fatto un commento acido.
Lydia, però, non ci fece quasi caso.
"Perché tu e i tuoi amici non prendete le vostre gambine e ve ne tornate da dove siete venuti?", disse, acida, guardandolo con occhi pieni di sfida.
Il moro allargò il sorrisetto e le si avvicinò, soffiandole sulle labbra.
"Fossi in te, starei attenta. Potresti farti male", la avvertì.
"Oh, sto morendo di paura".
"Ehm...Lydia, smettila", sussurrò Rachel, tremante.
A quel punto, l'unico ragazzo che ancora non aveva parlato, passò velocemente lo sguardo sulle tre amiche e scosse la testa, spettinandosi i riccioli.
"Vedete di insegnare le buone maniere alla vostra amica. Dovrebbe sapere come stanno le cose qua".
"Perchè? Come stanno?", lo provocò Lydia, assottigliando gli occhi.
Il riccio la fissò per un attimo, poi, fece per colpirla, ma il moro lo fermò.
"Calmati, Harry. Sono sicuro che la ragazza imparerà in fretta". Aggiunse l'ultima frase, ghignando. Poi, fece cenno di andarsene e sparirono tra la folla.
"Oddio, mi è passata tutta la vita davanti. Dico io, Lydia, sei impazzita?", esclamò Rachel, portandosi una mano al petto.
La bionda roteò gli occhi.
"Avete paura di quei tre? Sul serio?".
"Loro...loro controllano tutto qui, ok? Non devi...non puoi offenderli in quel modo", rispose Meredith.
Lydia rise.
"Tranquille, dormirò con un occhio aperto stanotte", le beffeggiò, alzandosi.
"Non c'è da scherzare. Ehi, ehi, ascoltami". Meredith la bloccò per un braccio. 
"Ti ho detto che qui sarebbe stato divertente. Beh, lo sarà se non ti metterai contro di loro. Stai alle loro regole, ti prego, e ti prometto che passerai i tre mesi più belli della tua vita".
Lydia roteò gli occhi.
"Ok, ma adesso andiamo che c'è l'accoglienza", sbottò.
 
 
"Una festa, eh? Forse qui non è così male come credevo, dopotutto", commentò Lydia, mentre si metteva un rossetto fuoco, come l'abito che aveva indossato.
"Beh, è tradizione del campo organizzare una festa di benvenuto", disse Rachel, sorridendole.
Lydia ricambiò il sorriso e poi le tre raggiunsero il salone dove si teneva la festa.
La stanza, grande, ma non enorme, era addobbata con festoni e lucine colorate e c'era un lungo tavolo ricco di cibo e bevande addossato al muro. Mentre moltissime persone già stavano ballando, l'attenzione di Lydia venne attirata da un ragazzo che, in piedi su un piccolo palco, stava cantando 'When i was your man' di Bruno Mars.
Lydia fu incantata da quella voce e, senza neanche pensarci, afferrato un microfono, salì sul palco e unì la sua voce a quella del ragazzo.
Subito, i suoi occhi azzurri saettarono su di lei, ma non smise di cantare, le sorrise gentilmente.
Cantarono insieme. Le due splendide voci sembravano create apposta per stare insieme.
Quando la canzone finì, scesero dal palco senza smettere un attimo di fissarsi negli occhi.
"Wow", commentò lui, sorridendole.
"Wow anche a te", rispose Lydia, attorcigliando intorno al dito una ciocca di capelli biondi.
Il ragazzo rise.
"Hai una splendida voce", disse, poi, squadrandola da capo a piedi.
"Anche tu. Perchè 'when i was your man'? Adori Bruno Mars o la canzone ti rispecchia?", chiese, curiosa, avvicinandosi.
"Beh, entrambe le risposte, credo", sussurrò lui, senza staccarle gli occhi di dosso.
"Capisco. Tu sei qui...perchè? Hai lavato il gatto alla nonna?". Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, poi sorrise.
"In realtà sono il figlio del capo".
"Il capo?".
"Sì, mia madre finanzia questo posto da anni", continuò, incrociando le braccia.
"Ah".
"Invece tu? Hai combinato qualcosa?". Lydia annuì.
"Ho dato fuoco all'auto del mio ragazzo", ammise, sospirando.
"Oh, ok...", rispose lui, un po' spiazzato. Poi si grattò la testa.
"Beh, se lo meritava?".
Lydia sorrise.
"Oh, certo che se lo meritava".
Il ragazzo annuì e le porse la mano.
"Io sono Louis". 
Lei la strinse.
"Lydia, ma puoi chiamarmi Lee"



Ehilà, lettori e lettrici!
Lydia ha un bel caratterino, non trovate?
Che ne pensate di questo capitolo?
Fatemelo sapere con una recensione piccola piccola.
Un bacio,
Vale. :)
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 
 
"Divertite alla festa?", chiese Meredith, mentre si infilavano a letto.
"Certo!", esclamò Rachel, sorridendo a trentadue denti.
"Sì, dai", rispose Lydia, ripensando a Louis.
Avevano chiacchierato tutta la sera e le stava davvero simpatico.
"Oh, wow, ti sei divertita? Devo preoccuparmi?", commentò Meredith, girandosi fra le coperte.
"Ah-ah. Davvero divertente".
Rachel e Meredith risero e spensero la luce.
"Saranno tre mesi indimenticabili", sussurrò Rachel, chiudendo gli occhi. E aveva ragione, altrochè.
 
 
"Sveglia! Sveglia!", esclamò Rachel, scuotendo le due amiche, mentre con l'altra mano si pettinava i capelli.
"Altri cinque minuti", gracchiò Meredith, girandosi dall'altra parte.
Lydia neanche si mosse.
"Oh, andiamo, ragazze, sono le sette!".
"Le sette? Le sette!?". Lydia si mise seduta e riservò all'amica uno sguardo assassino.
"Sono le sette e tu stai urlando come una cretina?", aggiunse, soffiando via una ciocca di capelli che le era ricaduta sul viso.
Rachel sorrise.
"La colazione è alle sette e mezzo", la informò, mentre Meredith, cercava, controvoglia, di alzarsi.
"Oddio", commentò la bionda, nascondendo il viso sotto il cuscino.
"Dai, Lee, alzati!". Rachel le tirò una spinta così forte che la fece cadere dal letto. 
Le altre due risero. Lydia chiuse gli occhi e cercò di calmare la rabbia, poi, lentamente, si alzò e si chiuse in bagno.
Dopo venti minuti, ne uscì vestita e truccata, ma aveva ancora lo sguardo assassino impresso nel viso.
"Quanto credi che resisterà qui?", sussurrò Meredith a Rachel, cercando di non farsi sentire da Lydia.
"Secondo me, è già arrivata al limite", rispose l'altra, mentre uscivano dalla camera.
"Vi ho sentito!", esclamò la bionda.
Uscirono in giardino, che era già pieno di persone, e passarono davanti ai tre ragazzi del giorno prima.
"Buongiorno, dolcezze", gracchiò il riccio, sfornando uno dei suoi sorrisetti da stronzo. Il biondino rise, ma l'altro, il moro, sembrava perso nel suo mondo e se ne stava ad armeggiare con il cellulare.
"Buongiorno", dissero in coro Meredith e Rachel, senza alcuna allegria nella voce.
I due ragazzi puntarono gli occhi su Lydia, che, con le braccia incrociate, non capiva perché le sue amiche si fossero fermate.
"Vogliamo andare?", sbottò, sbuffando.
"Non così in fretta. Non ci hai ancora salutato", le ricordò il biondino con un mezzo sorriso.
"Beh, non credo che lo farò".
Harry sbuffò e guardò il moro con sguardo scocciato, ma quello non alzò gli occhi dal cellulare.
"Andiamo, Zayn, ha bisogno di una bella lezione!", esclamò, poi, scuotendolo leggermente.
Lydia si aspettava che il ragazzo non gli rispondesse nemmeno tanto era concentrato sul cellulare, ma quello alzò gli occhi e li puntò nei suoi, guardandola con curiosità.
Poi sorrise. Un sorriso che la fece rabbrividire. 
"Hai ragione, Harry". Si alzò in piedi, dal muretto su cui era seduto, e fece un passo verso di lei.
Incrociò le braccia e si passò la lingua sulle labbra, senza, ovviamente smettere di sorridere.
"Ma voglio concederle altro tempo", concluse, facendo cenno agli altri due di andarsene.
Harry lo guardò incredulo, ma poi, lo seguì.
"Che misericordioso!", gli urlò dietro Lydia, irritata.
Rachel e Meredith la incenerirono con lo sguardo.
"Avevi promesso che saresti stata alle loro regole", la rimproverò la rossa, incrociando le braccia.
"Beh, scusatemi se sono troppo orgogliosa per inginocchiarmi ai loro piedi", commentò Lydia, riprendendo a camminare.
"Li stai facendo innervosire. Non è una buona cosa. Ti faranno obbedire alle loro regole, con le buone o con le cattive".
La bionda non rispose.
Entrarono nella sala da pranzo.
C'era parecchia confusione e Lydia ne approfittò per evitare che le sue amiche continuassero a farle la predica.
Poi, seduto ad un tavolo insieme ad altri ragazzi, riconobbe Louis.
Sorrise inconsciamente quando si accorse che anche lui l'aveva notata.
"Uh, ma guardatela, fa gli occhioni dolci al capo", gracchiò Meredith, sorridendo maliziosamente.
Lydia arrossì.
"Non è vero!", si difese, nervosamente.
"Certo, come no". Rachel le tirò una gomitata amichevole, mentre si sedevano ad un tavolo.
"Ieri sera sei stata tutto il tempo insieme a lui. E non provare a negarlo, ti ho vista", continuò, allargando il sorriso.
"Sì, è vero. Ed è simpatico, ma non c'è altro". 
Meredith e Rachel si lanciarono un'occhiata eloquente.
"Ok", disse, poi, la rossa, per niente convinta.
"Guarda che non sono tutti come Andrew. Ci sono anche quelli intelligenti", commentò Rachel, sorseggiando una tazza di tè.
Lydia abbassò la testa e cominciò a mescolare il tè, persa nei suoi pensieri.
Certo, Louis era ok, ma non lo conosceva che da una sera. E dopo il tradimento di Andrew non sapeva se sarebbe più riuscita a fidarsi di un ragazzo.
"Allora...a quali attività partecipiamo oggi?", chiese Meredith, forse per cambiare discorso.
"Attività?". Lydia era confusa.
"Certo, attività, che ti aspettavi? Siamo in un capo estivo".
"E sono obbligatorie?", continuò la bionda, certa che non vi avrebbe partecipato.
"No, ma non vorrai mica startene in camera tutto il giorno, giusto?", rispose Rachel, tirando fuori dalla borsa un foglio.
"Ecco, qua ci sono tutte le attività. Che ne dite del tiro con l'arco?".
"Soltanto perché tu hai un'ottima mira, non significa che a noi piaccia, Rachel", si lamentò la rossa.
"Ok, ok...allora...giochi da tavola?".
Lydia sbuffò.
"Va bene, ho capito. Pallavolo, giusto?".
Meredith sorrise, soddisfatta, e Lydia, nonostante volesse dimostrare che non gliene importava niente, non riuscì a trattenere un piccolo, minuscolo, quasi insignificante, sorrisino.
Quando raggiunsero il campo da pallavolo, non c'era ancora nessuno.
Rachel si avvicinò ad un cartellone per prenotare il campo, segnando i loro nomi.
"Lo sapevo! Ecco perché non volevo venire qui!", esclamò.
Meredith e Lydia la raggiunsero e lessero i nomi che la mora stava insistentemente indicando.
Niall Horan, Harry Styles e Zayn Malik.
"Perfetto", commentò Meredith, roteando gli occhi.
"Andiamo da qualche altra parte? Dai, qui non c'è nessuno tranne loro. Non vorrete mica giocare contro quei mostri, vero? E poi ci sono così tante attività", disse Rachel con tono quasi supplichevole.
Meredith si passò una mano tra i capelli rossi e sospirò.
"Ok".
"Cosa? Siete serie?", esclamò Lydia, incredula.
"Guarda il cartellone, Lydia, vedi qualche altro nome oltre al loro? Nessuno vuole giocare contro di loro. E' un suicidio!", disse Rachel, nervosa, indicando il cartellone semi-vuoto.
La bionda scosse la testa e guardò Meredith.
"Andiamo, Mer, tu adori la pallavolo!". Ma la ragazza non le rispose, si limitò ad abbassare la testa.
"Io non posso crederci. Ok, va bene, fate quello che vi pare. Io mi segno qui", continuò Lydia, afferrando la penna di fianco al cartellone.
"Lee, per favore, ci sono tantissimi altri giochi simili alla pallavolo".
"Già, ma non sono la pallavolo. Volete andarvene? Benissimo, nessuno vi trattiene".
"Se giochi contro di loro ti distruggeranno", insistette Meredith.
"E chi ha detto che debba giocare contro di noi?", le interruppe la voce calma di Zayn.
Tutte e tre si voltarono a fissarlo.
Insieme a lui c'erano i suoi due amichetti.
"Può sempre giocare con noi".

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 
 
Lydia strinse i pugni.
Come diavolo faceva ad essere sempre così dannatamente calmo?
Tutto ciò la irritava parecchio.
"Contro di voi andrà benissimo", disse, digrignando i denti.
"Tre contro una? Nah, non mi sembra giusto", rispose il moro, posando gli occhi su Meredith e Rachel.
"Perché non vi unite a noi?". Le due ragazze fecero una smorfia, ma, poi, annuirono, rassegnate.
Lydia sorrise. Non avrebbero più fatto tanto gli sbruffoni, dopo esser stati battuti.
"Allora, impegnamoci a fondo, d'accordo?", sussurrò la bionda alle sue amiche, mentre si posizionavano in campo.
"Ho un bruttissimo presentimento", commentò Rachel, deglutendo a fatica.
"Tranquille, ragazze, ci andremo piano con voi", commentò Harry, sorridendo.
Perché Lydia aveva l'impressione che non fosse del tutto sincero?
La partita iniziò e Lydia dovette buttarsi su una palla diretta a Meredith, perché questa, tremolante, non si era mossa di un millimetro.
"Mer!", esclamò, cercando di risvegliarla dal suo stato di trance perché, di nuovo, la palla, colpita da Niall, stava arrivando verso di lei.
Questa volta, Meredith si riprese e riuscì a colpirla, anche se con estrema debolezza. Lydia dovette intervenire ancora, per farle oltrepassare la rete.
Sbuffò. Vincere sarebbe stato un po' più complicato del previsto se le sue amiche si muovevano appena.
Infatti, qualche passaggio più tardi, Rachel mancò la palla.
I tre ragazzi esultarono e la mora sospirò.
"Scusate".
Lydia scosse la testa e puntò gli occhi su Zayn, che le sorrideva.
Riprese la sua posizione e aspettò che Harry battesse.
La palla roteò velocemente in direzione di Meredith, che, distratta, la sfiorò appena, facendola cadere.
Lydia si passò una mano tra i capelli, mentre i ragazzi ridevano ed esultavano.
"Cosa state facendo?", sbottò, rivolta a Rachel e Meredith, che abbassarono la testa.
Ancora più risoluta a vincere indietreggiò di qualche passò, così da poter intercettare la palla quando era diretta alle sue amiche.
La partita migliorò di poco. 
Riuscì a fare qualche punto, ma non abbastanza da superarli.
"Ragazze, svegliatevi, su, siete meglio di così!", sbottò, esasperata, dopo l'ennesimo punto perso.
Ma non ottenne alcuna risposta, se non le risatine beffarde dei tre ragazzi.
Poi, una schiacciata di Niall colpì violentemente in viso Rachel, che barcollò e cadde all'indietro.
Subito, Meredith e Lydia si precipitarono verso di lei.
"Oddio, Rachel, stai bene?", chiese la rossa, preoccupata.
La ragazza gemette, ma non riuscì a risponderle.
"Certo che sta bene. Avanti, alzati, non farci perdere tempo", sbottò Harry, ridacchiando.
Rachel, dopo queste parole, cercò di tirarsi in piedi, ma cadde di nuovo.
Non sembrava messa bene e le usciva il sangue dal naso.
"Avanti!", esclamò Niall, scocciato.
"Ma che problemi avete?", commentò Lydia, alzandosi in piedi.
"Non vedete che si è fatta male?".
Niall roteò gli occhi.
"Ma se non ho usato neanche l'uno per cento della mia forza. Ha solo perso l'equilibrio", ribattè il biondo, incrociando le braccia.
Lydia li guardò con disprezzo, poi si voltò verso le amiche e si chinò per aiutare Rachel ad alzarsi.
"Dai, andiamo in camera", sussurrò, sollevandola.
"Ehi, dove credete di andare?", sbottò Zayn. 
"La partita non è finita".
Lydia gelò sul posto.
Come poteva pensare alla partita, mentre sembrava che Rachel si stesse dissanguando?
Strinse i pugni e riprese a camminare.
"Lydia!", la richiamò Meredith.
La bionda si voltò. L'altra stava scuotendo la testa.
Che cosa?
"Può camminare da sola", disse, senza guardarla.
Lydia perse un battito. Non poteva credere alle sue parole.
"Meredith...", provò a dire qualcosa, ma l'amica la interruppe.
"Forza, abbiamo una partita da finire".
La bionda sgranò gli occhi e guardò Rachel.
"Ce...ce la faccio", balbettò la mora, portandosi un fazzoletto al naso, che ben presto si macchiò di rosso.
Lydia la lasciò andare controvoglia e la osservò barcollare verso le camere.
Era furiosa.
Era furiosa con quei tre prepotenti, ma soprattutto con la sua migliore amica.
Si voltò, amareggiata, e tornò in campo.
Vedere i sorrisetti soddisfatti di quei tre non fece altro che farle ribollire il sangue nelle vene.
"Vi avevo detto che avrebbe imparato in fretta", commentò il moro, facendo schioccare la lingua.
Lydia gli lanciò un'occhiata piena d'odio.
"Beh, adesso siamo tre contro due...Harry, esci".
"Cosa?", si lamentò il riccio.
"Sono già in svantaggio, sii educato", continuò Zayn, aumentando il sorriso.
Harry sbuffò, ma, poi, uscì dal campo e si mise seduto.
"A voi la battuta", riprese il moro, lanciando la palla a Lydia, che, senza staccare gli occhi dal ragazzo, la afferrò al volo.
Poi, prima di battere, si voltò verso Meredith e le lanciò uno sguardo infuocato.
Fu una battuta perfetta, che avrebbe dovuto colpire Zayn in pieno volto, se lui non si fosse, abilmente, piegato e non l'avesse colpita con un palleggio.
Lydia digrignò i denti e si buttò sulla palla, mandandola di nuovo verso Zayn.
"Perché non aggiungiamo un po' di pepe alla partita?", chiese il moro, colpendo la palla.
"Cioè?", rispose Lydia, passandola a Meredith, che, stranamente, riuscì a mandarla al di là della rete.
"Se vincerete voi, vi lasceremo in pace per tutti e tre i mesi...ma se vinceremo noi, stasera dovrete partecipare ad una piccola festicciola in camera nostra".
"Tutto qui?", disse lei.
"E perché non l'avete detto prima?", aggiunse, colpendo con forza la palla, che schizzò verso Niall.
Il ragazzo, però, non riuscì a prenderla e lei sorrise soddisfatta, lanciando a Zayn un'occhiata di sfida.
Lydia, spinta dalla scommessa, riuscì a rimontare e anche a far tornare in sé Meredith, che giocò splendidamente.
Ma la partita fu impegnativa e quando arrivarono ad un punto dalla vittoria, Meredith sbagliò la battuta.
Lydia fece una smorfia, ma non si perse d'animo.
Soltanto due punti le separavano dalla vittoria, ora.
Zayn si preparò per battere e schiacciò forte contro Meredith, che non riuscì a frenare la palla e la mandò fuori.
Lydia si innervosì.
Non potevano perdere.
Di nuovo, il moro si mise in posizione e guardò Lydia, sorridendo compiaciuto.
Quella palla era destinata a lei, ne era certa.
Si preparò a ricevere. E il ragazzo colpì la palla...


 
Ehilà.
Chi pensate che vincerà? 
Come vi sembra la storia? 
Fatemelo sapere. 
Volevo ringraziare chi ha recensito per le splendide parole che avete usato. 
Grazie,
Vale.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 
 
La palla roteò, furiosa, e le arrivò addosso ancora prima che potesse alzare le braccia per fermarla.
Quando realizzò che avevano perso, guardò Meredith, che alzò le spalle, rassegnata.
Zayn e Niall gridarono e Harry corse verso di loro, esultando.
Lydia si passò una mano tra i capelli e guardò Zayn, che le fece l'occhiolino.
"Ci vediamo alle otto", disse, andandosene insieme a Niall.
Harry rimase qualche secondo a guardarle.
"Siate puntuali e...mettete qualcosa di carino", suggerì, compiaciuto, mentre raggiungeva gli amici.
La bionda non sapeva cosa dire.
Era così amareggiata che non le veniva in mente neanche un'offesa da lanciar loro contro.
"Dai, Lee, andiamo. Non preoccuparti...", sembrava che Meredith volesse aggiungere qualcosa, ma si fermò.
Lydia pensò che avesse voluto dire qualcosa tipo 'sarà divertente', ma che poi non si fosse sentita di dire una bugia.
Meredith tornò in camera, ma Lydia non se la sentiva di dire a Rachel che la sera sarebbero dovute andare da quei tre mostri.
Perciò prese di nascosto le sue sigarette e cercò un posto per fumare.
Si accertò che non ci fosse nessuno e accese la sigaretta.
Era troppo orgogliosa per darla vinta a quei tre, perciò doveva escogitare qualcosa per farli innervosire.
Soffiò via il fumo e sospirò.
"Sai, non si può fumare qui", commentò una voce, facendola sussultare.
Lydia vide Louis sedersi sull'erba vicino a lei.
"Già, ma tu sei il capo, sei la legge qui, no?", disse, indifferente, prendendo un'altra boccata di fumo.
"Proprio per questo dovrei farti spegnere la sigaretta".
La bionda sorrise.
"Ok", mormorò, poi, spegnendola.
"Ma soltanto perché potresti finire nei guai se non lo facessi".
"Mi fa piacere che ti preoccupi per me".
Lydia annuì.
"Sono qui da due giorni appena e già odio questo posto. Senza offesa, eh!", commentò, sdraiandosi sull'erba.
Louis sorrise.
"Beh, di certo non è un luogo adatto agli spiriti liberi".
"Spiriti liberi?", chiese lei, guardandolo.
"Sì. Persone come te. Ti sentirai in gabbia, immagino".
Lydia alzò le spalle.
"Solo un pochino", commentò sarcastica, chiudendo gli occhi.
"Ma almeno non devo vedere il mio ex ogni volta che esco di casa. Ricordati di non innamorarti mai della tua vicina", disse, sorridendo.
Louis annuì.
"Lo terrò a mente...senti...ehm...hai qualche programma per stasera?", chiese, grattandosi la testa.
Lydia aprì gli occhi e si mise seduta, guardando davanti a sè.
Avrebbe voluto dirgli che era assolutamente libera, ma doveva andare alla stupida festa di Zayn Malik.
"In realtà sì...", disse, sospirando.
"Oh, ok...", rispose Louis, imbarazzato.
Poi, Lydia ci ripensò.
Voleva farli innervosire, giusto?
E qual era il modo migliore per farli innervosire se non evitare di andare alla loro festa?
Sorrise soddisfatta e si voltò verso Louis, che si stava mordicchiando il labbro, in cerca di un nuovo argomento.
"Beh, potrei sempre annullare i miei programmi. Cosa avevi in mente?", chiese.
Il ragazzo si illuminò.
"Non so...non ci avevo pensato, ma potremmo...uhm...guardare un film? La sera proiettano sempre due o tre film, potremmo vederne uno insieme...".
"Ok", rispose Lydia, allegramente.
"Va bene...uhm...allora ci vediamo nel salone alle otto?".
Lydia annuì e Louis, sorridendole, se ne andò.
 
 
Quella sera, Lydia si preparò come se avesse dovuto andare alla festa; si mise un vestito carino e si truccò più del solito.
Non aveva detto niente a Rachel e Meredith perché sapeva che avrebbero reagito male.
"Voi andate, io devo finire di prepararmi", disse, quando fu il momento di andare.
Rachel e Meredith non sospettarono niente e uscirono dalla camera.
Così, dopo pochi minuti, Lydia corse nel salone dove proiettavano il film.
Louis era già lì. E quando lo vide le sembrò un angelo.
Si avvicinò, sorridendo.
"Ciao", disse, dolcemente.
Louis la guardò a bocca aperta e rimase un attimo in silenzio.
"Oh...ciao. Sei...meravigliosa".
Evidentemente aveva esagerato con il vestito e il resto, ma non le dispiacque per niente.
Il film fu divertente, specialmente perché Louis lo commentava spesso e la faceva ridere.
Alla fine, decisero di fare una passeggiata.
"Allora...uhm...qual era l'altro tuo programma?", chiese Louis, curioso.
Lydia, per un attimo, rabbrividì, ma poi si convinse di averlo fatto per il freddo.
"Oh, niente di interessante", si affrettò a dire, mentre i battiti del suo cuore si facevano irregolari.
Perché era sempre più convinta di aver fatto una cavolata?
Le sue amiche erano in mano a quei bastardi e lei era lì, tranquilla, a flirtare con un ragazzo.
E se avessero fatto del male a Rachel e Meredith soltanto perché lei non era andata alla festa?
Si irrigidì e si fermò di colpo.
Louis la fissò, preoccupato.
"Tutto bene?".
"Sì...sì...io devo...devo andare. Scusa", mormorò, voltandosi.
"Ehi, aspetta". Il ragazzo la affiancò.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?", chiese, rattristato.
Lydia lo guardò e scosse la testa.
"No. No, è stato tutto fantastico. Mi sono davvero divertita, ma è tardi e...non voglio far preoccupare le mie amiche".
Louis annuì, non del tutto convinto.
"Ok, allora...buonanotte", disse, toccandosi nervosamente un braccio.
Lydia gli sorrise e gli lasciò un bacio agli angoli della bocca.
"'Notte", concluse, sparendo nell'ombra.
Sempre più preoccupata, raggiunse la sua camera, sperando che Rachel e Meredith fossero già tornate, ma quando aprì la porta, la stanza era vuota.
Si passò una mano tra i capelli e deglutì a fatica.
Poi, si sedette sul letto e cercò di calmarsi.
Dopotutto non era ancora mezzanotte, era presto per preoccuparsi.
Prese un lungo respiro e si tolse il vestito, poi si infilò velocemente nel letto, sperando che il sonno la portasse via il prima possibile.




Okk, che fine avranno fatto Meredith e Rachel? D:
Un grazie a chi ha recensito o ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Baci,
Vale. :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 
 
Quando Lydia si svegliò, era ancora da sola e il sole già filtrava dalle tende.
Si alzò velocemente con il cuore che le martellava in gola.
Dove diavolo erano Meredith e Rachel?
Si vestì in fretta con le prime cose che trovò e poi corse in giardino.
Era ancora presto e non c'erano moltissime persone, ma non riuscì a vedere le sue amiche.
Disperata, cominciò a piangere.
Fu allora che lo vide.
Zayn se ne stava, tranquillamente, appoggiato ad un muretto e, osservando senza interesse le persone che gli passavano davanti, fumava una sigaretta, fregandosene di un enorme cartello con scritto 'vietato fumare', che si trovava lì vicino.
Infuriata, gli andò incontro e gli puntò un dito sul petto.
"Che ne hai fatto di loro, eh?", esclamò, mentre il ragazzo inarcava un sopracciglio.
"Ma guarda chi ha pensato bene di farsi vedere. Sei un po' in ritardo, non trovi?", disse lui, leggermente infastidito nel vederla in lacrime.
Lydia abbassò il dito e indietreggiò di qualche passo.
"Dove sono Rachel e Meredith?", provò di nuovo, respirando affannosamente.
"Perché lo chiedi a me?".
Irritata dalla solita calma nella voce del ragazzo, non riuscì a trattenere un gridolino.
"Smettila di fare il finto tonto. Non te lo ripeterò di nuovo: dove sono le mie amiche?".
Zayn buttò la sigaretta in terra e la pestò con un piede, poi scattò verso di lei e la bloccò per i polsi.
"Non usare questo tono con me, non sono tua sorella", la avvertì, innervosito.
"Non credere che mi sia dimenticato dello scherzetto che mi hai riservato ieri sera. Se oggi non ti ho toccata, è soltanto perché sono di buon umore", le sussurrò all'orecchio.
Un brivido le attraversò la schiena, ma resistette all'idea di farsi terrorizzare da lui e si dimenò dalla sua presa.
"Puoi minacciarmi quanto vuoi. Non ho paura di te".
Zayn si passò la lingua sulle labbra prima di sorridere.
"Ah, no?".
"Ehi, Zayn", lo salutò Niall, sbadigliando.
"Ciao", rispose il moro, accendendo un'altra sigaretta.
Il biondino squadrò Lydia da capo a piedi, poi guardò Zayn.
"E lei?", disse, quasi amareggiato nel vederla ancora tutta intera.
Il moro sorrise e tornò a guardare la ragazza, che non aveva più mosso un solo muscolo.
"Lei fa colazione con noi", disse, poi, mentre Harry si univa al gruppo.
"Puoi scordartelo". Lydia digrignò i denti.
"Dovrai pur farti perdonare in qualche modo per ieri sera", commentò Zayn, sorridendo.
"A proposito. Dov'eri?".
La ragazza si immobilizzò. Forse non avrebbe dovuto dire niente su Louis, quindi si limitò ad alzare le spalle.
Zayn inarcò le sopracciglia.
"Peccato. Ti saresti divertita con noi", disse, sorridendo. 
Niall e Harry sogghignarono.
"Magari si farà raccontare tutto dalle sue amiche", commentò il riccio.
"Se solo le avete toccate io...".
"Tu, cosa?", rise Niall, incrociando le braccia.
Lydia si sentì indifesa e impotente.
Non sapeva ancora dove fossero finite Rachel e Meredith.
Sospirò e chiuse gli occhi per un istante.
"Farò colazione con voi, ma ditemi dove sono Rachel e Meredith", disse, alla fine.
Niall guardò Zayn, che sorrise.
"Se ne sono appena andate. Sono nella vostra camera, ma non credo che abbiano la forza di uscirne", disse, poi, ridendo insieme a Harry.
"Che cosa avete fatto?", esclamò Lydia, disgustata, pronta per tirare un pugno a Niall.
"Calmati, love. Si sono soltanto ubriacate".
La ragazza guardò Zayn, che, a sua volta, ricambiò lo sguardo.
"E perché voi non sembrate ubriachi?", chiese, sospettosa.
"Non abbiamo bevuto molto, ma le tue amiche non hanno retto comunque. Si sono addormentate subito, è stato abbastanza noioso, direi", rispose il moro, scocciato.
Lydia non sapeva se credere o no alle sue parole, non le restava che andare a controllare che le sue amiche fossero davvero in camera.
Si voltò e fece qualche passo, ma Zayn parlò di nuovo.
"Dove credi di andare?".
Lydia si fermò. 
"In camera. Non mi fido di voi".
"No, love, tu vieni con noi a fare colazione. Poi, forse, potrai andare da Rachel e Meredith".
La ragazza sospirò e si voltò verso di loro.
Odiava ricevere ordini.
"E se non lo facessi?", li sfidò, assottigliando gli occhi.
Harry sbuffò.
"Ma stiamo scherzando? Io ho fame, non ho voglia di convincerla. Non possiamo prenderla in braccio e portarla di là a forza?".
"Non sarà necessario", sussurrò Zayn, con un tono ancora più calmo del solito.
Si voltò verso Lydia e divenne, d'un tratto, molto più duro.
Non ci fu bisogno che aggiungesse nient'altro.
La ragazza li raggiunse, senza dire una parola.
Zayn camminava in testa, seguito da Harry e Niall.
Lydia si tenne a qualche passo di distanza e notò che, al loro passaggio, tutti si spostavano e li salutavano o sorridevano.
Ovviamente erano spinti dalla paura, non certo da altro.
Si sedettero ad un tavolo vuoto.
La ragazza corrugò la fronte.
Non avevano preso niente da mangiare.
Rimasero tutti in silenzio.
Niall si appoggiò al tavolo e chiuse gli occhi, sbadigliando.
Harry tamburellò le dita sul tavolo e sbuffò.
Zayn guardò l'orologio sul cellulare un paio di volte.
Poi, una ragazza si avvicinò, impacciata.
"Ciao", sussurrò, con tutto il poco fiato che aveva.
"Oh, eccoti, Wendy", rispose il moro, mentre Harry tirava una gomitata a Niall.
"Che cosa volete che vi porti?", chiese, come una cameriera ai suoi clienti.
Lydia inarcò un sopracciglio.
"Il solito", disse Zayn, annoiato.
La ragazza annuì, poi fissò Lydia.
"E a lei?", continuò, respirando affannosamente.
"Anche a lei", disse il moro, come se fosse ovvio.
Wendy annuì di nuovo, intimorita, e si allontanò.
Lydia la osservò andare via, poi tornò a fissare il tavolo.
Harry interruppe il silenzio.
"Prima ho chiamato Jane e mi ha attaccato in faccia", disse, amareggiato.
Niall scoppiò a ridere e Zayn non trattenne un sorrisetto divertito.
"Quanto stimo quella ragazza", commentò il biondino.
"Ah, la stimi, eh? Quando torniamo a Londra le insegno io a trattarmi in quel modo", sbottò il riccio.
Niall sbadigliò.
Lydia si strinse nelle spalle. Qualcuno si ricordava che lei era ancora lì?
Poco dopo, Wendy tornò carica di roba.
Sistemò alla bell'e meglio le tazze e i cucchiaini, poi si dileguò di nuovo per tornare con del caffé e dei biscotti.
Lydia fece una smorfia. 
Odiava il caffé.
"Perché non ti siedi con noi?", chiese Niall alla ragazza, mentre stava per andarsene.
Wendy non rispose, ma Lydia fu certa che avrebbe dato di tutto pur di andarsene.
Invece si sedette sulle gambe del biondino, così come lui voleva.
La bionda prese un lungo respiro e si dovette trattenere dal dire qualcosa.
Senza chiederle niente, Zayn le versò del caffé nella tazza, poi si mise a chiacchierare con i suoi amici.
Lydia non riusciva a smettere di guardare Wendy.
Quella povera ragazza era terrorizzata.
Niall giocherellava con i suoi ricci e qualche volta le sfiorava il collo, facendola sussultare.
A parte questo, non le dava molta importanza.
Lydia non capiva perché l'avesse fatta sedere con loro, se non gliene importava niente. L'aveva fatto soltanto per il puro gusto di vederla terrorizzata?
Improvvisamente, le baciò il collo e poi sorrise.
"Che ne dici se ci vediamo dopo, eh?", sussurrò.
Wendy annuì e si alzò. Sparì così velocemente che Lydia si chiese se si fosse smaterializzata.
"Non hai mangiato niente". La voce di Zayn la riportò alla realtà.
"Non ho fame", rispose frettolosamente.
"Mangia", ordinò lui, fissandola.
"Ho detto che non...". Ma non riuscì a terminare la frase che il ragazzo l'aveva colpita sulla guancia.
Lydia lo fissò incredula, ma non osò dire o fare niente.
Evitò perfino di massaggiarsi la guancia dolorante.
Fino a quel momento, non aveva creduto che uno di loro avrebbe mai alzato le mani, ma evidentemente era stata stupida.
"Mangia", ripetè Zayn.
Lydia sospirò e sorseggiò un po' di caffè.
Poi, addentò un biscotto per togliersi l'amaro di bocca.
Le tremavano ancora le mani.
Va tutto bene, si disse un paio di volte.
Ma non andava tutto bene, anzi, niente andava bene.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 
 
Mentre tornava in camera, Lydia non smise un attimo di toccarsi la guancia.
Sentiva ancora come se la colpissero di continuo.
Era frustrata.
Aprì lentamente la camera e si rilassò, vedendo che Rachel e Meredith dormivano beatamente nei loro letti.
Prese un lungo respiro e si sedette.
Si domandava ancora perché Zayn l'avesse colpita.
Non aveva fatto niente di male.
Poi si ricordò delle parole di Meredith: 'Ti faranno obbedire alle loro regole, con le buone o con le cattive'.
Aveva ragione. Non si facevano scrupoli.
Sospirò e si sdraiò sul letto. Ma ogni minuto che passava stava sempre peggio e non sapeva perché. 
Dopotutto le aveva tirato un piccolo schiaffo, non le aveva fatto neanche tanto male e il dolore era passato in fretta.
E, allora, cosa le stava succedendo?
Qualcuno bussò alla porta, facendola sussultare.
Non aveva alcuna intenzione di aprire, ma quando vide che Rachel si stava rigirando nel letto, si alzò e andò ad aprire.
Se fosse stato Zayn lo avrebbe affrontato. Che le importava?
Ma si trovò davanti Louis che le sorrideva.
Il suo sorriso, però, svanì nel momento esatto in cui lei non lo ricambiò.
"Ciao", disse, cupo.
"Ehm...ciao", rispose lei, distratta.
"Come sapevi che questa è la mia camera?", aggiunse, chiudendo la porta per non svegliare le amiche.
"Beh...sono...".
"Il figlio del capo, giusto", terminò Lydia per lui.
Louis aggrottò la fronte.
"Non è un buon momento? Vuoi che me ne vada?".
"Oh, no. No", rispose lei, addolcendo il tono.
"Scusa, è solo che...". Si fermò. 
Cosa doveva dire? 
"Niente...ehm...perché sei venuto?", cambiò discorso, sperando che lui non insistesse.
"Beh, ieri sera te ne sei andata all'improvviso e...non so...ho come avuto la sensazione che non mi stessi dicendo qualcosa", riprese il ragazzo, serio.
Lydia si sforzò di sorridere.
"No, è tutto ok. Ero solo un po' stanca e le mie amiche si preoccupano facilmente".
Louis annuì e lei ringraziò il cielo che le avesse creduto.
"Ok, meglio così. Ehm...non per essere invadente, ma adesso hai da fare?".
Lydia scosse la testa e sorrise.
"Perfetto. Io e alcuni amici volevamo fare una partita a carte. Ti va?", chiese, gentilmente.
La ragazza annuì. 
 
 
"Lui è Liam", disse Louis, presentandole un bel ragazzo castano.
"Lei è Christine", aggiunse, poi, indicando una ragazza un po' cicciottella, ma dall'aria veramente simpatica.
"E lei è Kayla", concluse, mentre una ragazza scura faceva una giravolta su se stessa.
"Piacere di conoscervi", esordì Lydia, sorridendo.
"Piacere nostro!", esclamò Kayla, legandosi i capelli neri in una coda alta.
"Sai giocare a poker, vero?".
Giocarono per tutta la mattina, poi, verso l'ora di pranzo, Louis e Liam si offrirono di riaccompagnarla in camera.
"Allora...cosa c'è tra voi due?", chiese Liam, sorridendo.
Louis gli tirò una gomitata e Lydia arrossì.
"Perché lo chiedi?", disse la ragazza, abbassando il viso.
"Beh, Louis non fa altro che parlare di te", continuò il ragazzo, beccandosi un'occhiataccia da parte di Louis.
"Ah, sì? E cosa dice?", domandò lei, curiosa, sorridendo.
"Beh, le solite cose...". Liam venne interrotto da una gomitata da parte dell'amico.
"Ehm...ho una fame pazzesca. Chi sa cosa ci sarà a pranzo", cambiò discorso Louis, imbarazzato più che mai.
Lydia si morse il labbro e sorrise.
Louis le piaceva, tanto. Ma non aveva ancora superato del tutto la storia con Andrew e non era pronta.
"Grazie per avermi accompagnata. E' stato divertente", disse, appena raggiunsero camera sua.
"Figurati. Torna quando vuoi, sei la benvenuta", ribattè Liam, lasciandoli, poi, da soli.
Louis si grattò la testa.
"Scusalo, sai, non si fa mai gli affari suoi".
Lydia alzò le spalle.
"E' simpatico".
Rimasero un attimo in silenzio a sorridersi.
Poi, Louis si avvicinò.
Lydia sapeva che prima o poi sarebbe successo, era inevitabile, ma si sentì pronta.
Per la prima volta, sentì che Andrew era il passato.
Lasciò che Louis si avvicinasse ancora di più e poi che la baciasse.
Fu un bacio lungo e dolce, esattamente come lei se l'era aspettato.
Quando si distanziarono, entrambi erano arrossiti.
"Beh, dovrei andare, adesso", sussurrò il ragazzo, sorridendole.
Lydia annuì e quando se ne fu andato si passò un dito sulle labbra.
Sentiva ancora il suo sapore.
Sorrise ed entrò in camera sua.
Meredith si stava truccando e Rachel non c'era.
"Oh, ciao", la salutò, osservandola attraverso lo specchio.
"Ciao, Mer", rispose lei, ancora persa nei suoi pensieri.
"Si può sapere che fine hai fatto ieri? Zayn era furioso".
Lydia tornò in sé a sentir nominare il moro e si strinse nelle spalle.
"Ero con Louis", disse, sedendosi sul letto di Rachel.
"Con...Louis?". Meredith si voltò e le sorrise.
"Uhm...allora ti piace", commentò, maliziosamente.
Lydia si morse le labbra.
"Sì, credo di sì".
Poi, Rachel spuntò dal bagno, tutta sorridente.
"Ho capito bene?", chiese, guardando l'amica.
Lydia le sorrise.
"Sì, Louis mi piace. Siete contente, adesso?".
Rachel e Meredith si scambiarono un'occhiatina soddisfatta, poi annuirono.
Pranzarono insieme e poi Lydia se ne andò in giardino.
Aveva bisogno di stare un po' da sola.
Si appoggiò ad un muretto e chiuse gli occhi, perdendo la cognizione del tempo, finché non sentì qualcuno sedersi vicino a lei.
Aprì gli occhi e osservò con curiosità Zayn.
Il ragazzo aveva appena tirato fuori un pacchetto di sigarette.
Ne accese una, poi lo porse a lei.
"Sigaretta?", chiese.
Lydia lo osservò, poi scosse la testa.
"Non si può fumare qui".
Il moro ridacchiò.
"Credi che me ne importi qualcosa?", sbottò, porgendole di nuovo il pacchetto.
Questa volta, lei non rispose, si limitò a prendere una sigaretta.
Rimasero in silenzio per parecchi minuti e Lydia lo osservò attentamente.
Quel ragazzo era strano forte.
"Allora, le tue amiche sono ancora vive?", spezzò il silenzio, facendola sussultare.
Lei roteò gli occhi.
"Stanno bene, sì", rispose, aspirando il fumo dalla sigaretta.
Tornò il silenzio. 
Lydia sperò che Zayn parlasse di nuovo. Non le piaceva quando se ne stava zitto. Non che le piacesse quando parlava, certo che no, ma quando stava in silenzio la inquietava ancora più del solito.
"Perché continui a venire a questo maledetto campo estivo?Insomma, se potessi decidere, io non sarei qui di certo", commentò Lydia, dopo un po'.
Zayn la squadrò con uno sguardo indecifrabile che la fece pentire di aver aperto bocca, ma poi tornò a guardare davanti a sé.
"Vedi tutto questo?", chiese il moro, indicando il cortile e gli edifici intorno a loro.
Lydia corrugò la fronte, ma poi annuì.
"Tutto questo è mio", continuò Zayn, sorridendo.
"Tutto ciò che vedi è mio. E sai cosa significa?", aggiunse, allargando il suo sorrisetto.
Lydia scosse la testa.
"Cosa significa?", chiese, ipnotizzata dalle sue parole.
Zayn le prese il volto fra le mani e la avvicinò a sé.
Lei si immobilizzò.
Poi, il moro iniziò a lasciarle una scia di baci sul collo che sembrava non finisse mai.
Lydia socchiuse gli occhi, mentre il suo cuore le rimbalzava nel petto, impazzito.
Zayn le morse delicatamente il lobo dell'orecchio e lei sentì la leggera barba del ragazzo pizzicarle il collo.
"Significa...", riprese il moro, sussurrandole sensualmente all'orecchio, "...che anche tu sei mia".



Ehii, guysss.
Aggiorno troooppo in fretta, amatemi.
Va be', scherzi a parte, vi ringrazio tanto per le recensioni! Vi adoro.
Un bacio,
Vale. :)
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 
 
Lydia era rimasta immobile.
Non riusciva a muovere un solo muscolo e il respiro le si era mozzato.
Che diavolo voleva dire con 'anche tu sei mia'?
Lei non apparteneva a nessuno, figuriamoci a uno come lui.
Con un'ondata di coraggio, si dimenò dalla sua presa e si alzò in piedi.
"Puoi scordartelo. Non sarò mai tua!", esclamò, scappando via.
Stavolta l'aveva fatta grossa, lo sapeva.
Sapeva di averlo fatto arrabbiare.
Aveva visto la furia attraversargli gli occhi, mentre lo rifiutava.
Corse velocemente verso camera sua, guardandosi più volte indietro. Si chiuse dentro.
Rachel e Meredith non c'erano.
Così, si sedette sul letto, cercando di calmarsi.
Ma nè i battiti del suo cuore, nè il respiro irregolare sembravano voler diminuire la loro corsa.
Scoppiò a piangere.
Cosa le avrebbe fatto se, soltanto perché non aveva bevuto il suo caffè, l'aveva schiaffeggiata?
Si alzò dal letto e andò a rannicchiarsi in un angolino, dove si sentiva più al sicuro.
Non seppe per quanto tempo rimase immobile a singhiozzare, ma quando, finalmente, smise di piangere e si asciugò le lacrime, era già sera.
Rachel e Meredith non si erano fatte vedere e Lydia sperò che almeno loro si stessero divertendo.
Poi, improvvisamente, la porta si aprì di colpo e Rachel, tutta pimpante, fece il suo ingresso nella stanza.
"Ciao! Ehm...tutto ok?", chiese, vedendola rannicchiata in un angolino come un cane impaurito.
Lydia balzò in piedi e alzò le spalle.
"Sì, sto bene. Stavo solo...senti, che ne dici se ti presento Louis?", cambiò discorso, sperando che l'amica non indagasse oltre.
Rachel le sorrise, radiosa.
"Certo! Voglio conoscere il mio futuro cognato!", esclamò, ammiccando.
Lydia scosse la testa e la prese a braccetto.
Uscirono dalla camera dirette in giardino, ma a pochi metri dall'uscita, Lydia intravide Zayn e tornò di corsa dentro, trascinando con sè Rachel.
"Che fai?", chiese la mora, inarcando un sopracciglio.
"Ehm...non sono truccata...", la buttò lì, deglutendo a fatica.
Rachel scosse la testa.
"E allora? A Louis piaci così come sei. Senza trucchi o maschere", disse, teatralmente, portandosi una mano sul petto.
Poi, sorrise e la prese per mano, cercando di riportarla fuori, ma lei si oppose.
"E dai, Lydia!".
La bionda sospirò.
Dopotutto, Zayn non l'aveva vista e stava guardando da tutt'altra parte. Se avessero attraversato il cortile rapidamente non si sarebbe neanche accorto del loro passaggio.
"Ok". Prese un bel respiro e si lasciò trascinare fuori dall'amica.
Il vento le scompigliò i capelli.
Zayn era ancora lì e, per fortuna, non sembrava interessato a guardare verso di loro.
Attraversarono il cortile e, poco prima di svoltare l'angolo, Lydia si rilassò.
Non le aveva viste.
Ma non fecero un altro passo che la voce del moro le fece gelare sul posto.
"Lydia".
Entrambe si voltarono a fissarlo.
Sorrideva e non sembrava arrabbiato, ma faceva comunque paura.
La bionda strinse la mano di Rachel.
"Senti, Zayn, noi dobbiamo and-". Il moro interruppe la mora con uno sguardo scocciato.
"Tu puoi andare", disse, freddo.
Rachel rimase un attimo immobile.
"Ma...".
"Vattene", la interruppe di nuovo, irritato.
Lydia pregò che Rachel non la lasciasse da sola, pregò che arrivasse qualcuno. Pregò che ci fosse Louis al suo fianco.
Ma non accadde nulla. Rachel le lasciò la mano e indietreggiò e, un attimo dopo, non c'era più.
Fissò Zayn. Il ragazzo continuava a sorridere e le si avvicinava sempre di più.
Indietreggiò fino al muro, mettendosi in trappola da sola.
"Ti prego...", sussurrò. Non aveva altra via di scampo se non quella di appellarsi alla sua pietà. Sempre che lui avesse mai provato pietà.
Il ragazzo chiuse gli occhi e sospirò.
"Oh, Lydia, vorrei farti vedere quanto risulti patetica in questo momento", commentò, tornando a fissarla.
Lei non rispose. Non solo perché non le veniva niente da dire, ma anche perché non aveva più fiato per parlare.
Zayn si avvicinò e le accarezzò la guancia.
"Ho deciso di concederti un'ultima possibilità", sussurrò, dolcemente.
Un tono che non gli si addiceva affatto.
Lydia aprì gli occhi e lo osservò.
Non avrebbe mai creduto che una persona sarebbe riuscita a spaventarla in quel modo.
"Mi dimenticherò del tuo atteggiamento irrispettoso", continuò, premendole il pollice sulla guancia.
"Ma tu devi dimostrarmi di essere pentita".
Lydia perse un battito.
"Baciami", sussurrò il moro, sorridendo.
La ragazza lo fissò disgustata. Non voleva farlo.
Non era giusto. 
"N-Non posso", balbettò, pensando a Louis e alla delusione che avrebbe provato se lei avesse baciato un altro.
Si sarebbe comportata esattamente come Andrew.
Non sarebbe più riuscita a guardarsi allo specchio senza odiarsi.
Zayn alzò un sopracciglio e rimase in silenzio per un attimo, come a lasciarle tempo per cambiare risposta. Ma Lydia non disse altro.
Il moro fece schioccare il collo e tornò a guardarla.
Non era arrabbiato, anche se il sorrisetto arrogante era sparito dalle sue labbra, ma sembrava, piuttosto, irritato.
"Decido io quello che puoi o non puoi fare, love. Adesso, baciami".
Non aveva altra scelta. 'Con le buone o con le cattive', si ricordò.
Abbassò gli occhi e prese un lungo respiro, resprimendo le prime lacrime amare.
Poi, premette le labbra sulle sue, sperando che nessuno li vedesse.
Zayn sorrise, compiaciuto, ma non del tutto soddisfatto.
Si fece spazio con la lingua tra le sue labbra, cominciando una danza che la fece tremare.
Dopo un po', frustrata, Lydia si distaccò.
Stava malissimo. Quel bacio le aveva fatto provare delle cose che, mai, in vita sua, si era sognata di provare. Era stato un mix di passione, sensualità e, anche le era sembrato strano, dolcezza.
Le era piaciuto. Tanto. Per questo stava male.
Guardò Zayn negli occhi, scioccata.
Sorrideva, maliziosamente, come se avesse capito i sentimenti che le aveva fatto provare. Come se le avesse letto nella mente.
Ma non disse niente, nè si avvicinò di nuovo. E Lydia corse via.
Voleva scacciare quel pensiero dalla sua mente. Voleva vedere Louis.
Raggiunse camera sua e bussò forte.
Le aprì tutto sorridente.
"Oh, ciao". 
Lydia gli saltò al collo e lo strinse, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo.
"Ehi. Va tutto bene?".
"Sì", sussurrò la ragazza. 'Adesso sì', avrebbe voluto aggiungere, ma si trattenne, non voleva farlo preoccupare.
"Rachel è qui?", chiese, poi, sciogliendo l'abbraccio.
Il ragazzo corrugò la fronte.
"Rachel?", ripetè, confuso.
"Sì, una mia amica. Volevo presentartela, ma poi...ehm...non importa".
Louis sorrise.
"Volevi presentarmela?".
"Oh, io...sì, insomma...dato che sta succedendo qualcosa tra di noi...ho pensato...", la bionda si interruppe, arrossendo.
"Cosa sta succedendo fra di noi?", continuò lui, sorridendole, rassicurante.
Lydia si portò  una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Non lo so. Sta...sta succedendo qualcosa, no?".
Louis si passò la lingua sulle labbra e tornò a sorridere.
"Vuoi sapere cosa sta succedendo a me? Beh, ogni volta che ti vedo, mi illumino. Ogni volta che ti vedo, non riesco a smettere di sorridere. Ogni volta che ti vedo ho un colpo al cuore e il respiro mi si fa irregolare. Credi che mi stia succedendo qualcosa?".
La ragazza si specchiò nei suoi occhi azzurri e sorrise.
"Anche io provo lo stesso. C'è qualcosa in te che mi ispira fiducia. Sei uno dei ragazzi più gentili e dolci che io conosca e...beh, non saprei in che altro modo descrivere le mie emozioni".
Louis non disse niente. Improvvisamente, la baciò.
"Facciamo una passeggiata?", chiese, poi, allegramente.
Lydia gli sorrise.
 
 
"Ti prego, Meredith, dimmi che stai scherzando!", esclamò Rachel, incredula.
La rossa la guardò di sbieco, poi scosse la testa, aumentando il passo.
"Devo farlo, Rachel", sussurrò, stringendo tra le dita una foto.
"Ma così rovinerai la felicità di Lydia!", riprese la mora, strappandole la foto di mano.
La osservò per un attimo. Lydia e quel prepotente di Zayn Malik si stavano baciando.
"Sto solo cercando di proteggerla", insistette l'altra, recuperando la foto.
"Proteggerla? Louis la lascerà!".
"Deve lasciarla!", gridò Meredith, arrabbiata.
Rachel fece una smorfia.
"Ma non capisci, Rachel?", continuò la rossa, abbassando la voce e guardandosi intorno.
"Se Zayn venisse a sapere che Lydia e Louis si frequentano, si infurierebbe".
"Ma a lei piace Louis. Non avrebbe mai baciato Zayn se lui non l'avesse obbligata, lo sai".
Meredith annuì.
"Io sì, ma Louis no", rispose, risoluta.
Rachel si fermò un attimo, mentre Meredith entrava nella camera di Louis.
"Per favore, Mer", riprese, poi, raggiungendola.
La rossa, intanto, aveva posato la foto sul letto del ragazzo.
"Non credi che Lydia sappia decidere da sola cosa sia meglio per lei?", riprovò Rachel, osservando la foto sul letto.
"No. Preferirebbe seguire i suoi sentimenti piuttosto che essere al sicuro", sussurrò Meredith, andandosene.
Rachel rimase un attimo immobile.
"Andiamo", la chiamò la rossa e lei, a malincuore, la seguì.
"Ciao, bamboline", le salutò Harry, mentre attraversavano il cortile.
"Ciao", rispose Meredith, atona.
Rachel rimase in silenzio e il riccio alzò un sopracciglio, ma non disse niente.
"Allora, Mer, che fate in giro da sole?".
"Niente", continuò lei.
"Niente? Ti stai annoiando?", chiese il riccio, mentre un sorrisetto furbo, spuntava sulle sue labbra.
"Perché non vieni con me?", aggiunse, allargando il sorriso.
Meredith non disse niente e lo raggiunse.
Rachel aggrottò le sopracciglia.
Che diavolo era successo alla sua amica?
Harry posò un braccio sulle spalle della rossa e fece l'occhiolino a Rachel, andandosene.
 
 
"Senti, io vado a cercare Rachel, perché voleva davvero conoscerti. Torno tra poco, mi aspetti in camera tua?", chiese Lydia, mentre camminava con Louis.
Il ragazzo le sorrise.
"Certo. Ci vediamo dopo".
Lydia annuì e fece una corsa verso camera sua.
Come aveva previsto, Rachel era lì.
"Oh, eccoti", esclamò la bionda, sorridendo.
Rachel cercò di sorriderle.
"Dai, vieni, ti presento Louis", aggiunse.
La mora non rispose, la seguì e basta.
Quando arrivarono alla camera di Louis, Rachel si morse il labbro.
Sicuramente, il ragazzo aveva già trovato la foto.
Lydia bussò allegramente, ignara di quello che Meredith aveva fatto.
Louis aprì con un'espressione delusa sul volto.
Guardò la bionda come mai, prima, aveva fatto.
Lydia corrugò la fronte.
"Louis...", sussurrò, confusa.
Il ragazzo uscì dalla camera e le mise bruscamente in mano una foto stropicciata.
Lydia la osservò e il suo cuore perse un battito.
Qualcuno l'aveva fotografata mentre baciava Zayn.
Deglutì a fatica, continuando a guardare la foto, sperando che si incenerisse.
Poi, dopo aver preso un lungo respiro, riuscì a guardare Louis.
I suoi occhi erano spenti. Non riusciva più a specchiarvisi dentro.
Una lacrima solitaria le attraverò il volto.
"Io...".
"C'è una spiegazione?", chiese lui, interrompendola.
Lydia notò un leggero tremolìo nella sua voce.
Abbassò gli occhi. 
"No".
Lo sentì sospirare.
"Quindi, tutto ciò che mi hai detto prima...dei tuoi sentimenti per me, delle cose che ti facevo provare...erano tutte cazzate?", continuò il ragazzo, alzando la voce. Non l'aveva mai visto così arrabbiato e deluso.
Lydia non rispose. Trattenne le lacrime e strinse i pugni.
"Ok. Fantastico. Ho capito", concluse lui, sbattendole la porta in faccia.
La ragazza cadde in ginocchio, singhiozzando.
Rachel la raggiunse e l'abbracciò.


Ehilà.
Stavolta mi sono impegnata. Il capitolo è bello lungo, eh.
Grazie per le recensioni che mi avete lasciato, siete troppo gentili. 
Aggiorno presto,
Vale. :)

 

 
              Malik o Tomlinson, questo è il problema.
 
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 
 
"E' stato lui!", gridò Lydia, appena tornarono in camera.
"Lo so! E' stato lui! E' stato Zayn!".
Rachel la guardò con tristezza.
"Non è detto che sia stato lui...".
"Ti dico di sì! Vuole distruggermi. Ferirmi dall'interno. Vuole che io soffra!", sbottò, mentre fiumi di lacrime scorrevano sulle sue guance.
La mora si sedette sul letto e sospirò.
 
 
Zayn se ne stava immobile, appoggiato ad un albero in giardino.
Spense la terza sigaretta consecutiva e ne tirò fuori un'altra dal pacchetto.
Non sapeva perché, ma era inquieto.
Aveva ottenuto quello che voleva. Lydia si era piegata al suo volere. Lo temeva, come tutti gli altri.
Allora, cos'era che lo tormentava tanto?
Picchiettò le dita sulla sigaretta per far cadere la cenere e vide Harry mano nella mano con Meredith, che stavano attraversando il cortile.
Sorrise.
"Meredith!", esclamò, come se di Harry non ci fosse neanche l'ombra.
La ragazza non disse niente, si limitò a guardare nella sua direzione.
"Vieni qui", continuò Zayn.
Meredith guardò Harry e, il riccio, dopo un attimo di indecisione, le lasciò la mano.
"Che c'è?", chiese la ragazza, osservando il moro in un modo che lui non gradì affatto.
"Cosa piace a Lydia?".
Meredith corrugò la fronte.
"Che vuoi dire?".
"Cosa le piace fare, cosa dovrei fare per piacerle?", continuò il moro, soffiando via il fumo della sigaretta.
La rossa fece finta di pensarci.
"Beh, per cominciare, forse, dovresti smetterla di fare lo stronzo".
Zayn sorrise e le afferrò il polso con violenza, avvicinandola a sé.
Meredith gemette.
"Zayn". Harry non sembrava felice.
Il moro gli lanciò un'occhiataccia, poi lasciò andare la rossa.
"Stavi dicendo?", riprese, incrociando le braccia.
Meredith prese un lungo respiro.
"D-dovresti essere più gentile".
"Gentile?".
Zayn sbuffò.
"Non mi sei di alcuna utilità!", esclamò, colpendola.
Meredith cadde a terra.
Harry strinse i pugni, ma non disse niente.
Zayn fece per andarsene, ma Meredith parlò.
"Dovresti essere più simile a Louis Tomlinson!".
Il moro si fermò e corrugò la fronte.
"Che c'entra Louis Tomlinson?", chiese, voltandosi.
Meredith abbassò gli occhi.
"Niente. Lui è gentile".
Zayn scoppiò a ridere e scosse la testa.
"E' un rammollito. Un patetico rammollito".
"Io ti ho detto come vorrebbe che fossi. Posso andare, adesso?", bofonchiò Meredith, alzandosi a fatica.
Zayn spense la sua sigaretta e annuì.
 
 
Lydia si era calmata. 
Rachel l'aveva fatta sentire un po' meglio.
"Perché non vai da Louis e non gli dici la verità? Tu non volevi baciare Zayn, no?".
Lydia scosse la testa, tirando su col naso.
"Non voglio che Louis si immischi in questa faccenda", sussurrò.
La mora annuì, sospirando.
Poi, la porta della loro camera si aprì, mostrando Meredith.
"Ah, eccoti. Ma dove ti eri cacciata?", chiese Lydia, balzando in piedi.
La rossa neanche la guardò, si diresse verso il suo comodino e iniziò a prendere alcune cose.
"Mer?", riprovò, corrugando la fronte.
Rachel sbuffò.
"Divertita con Harry?", chiese, pungente.
Ancora una volta, Meredith non rispose.
"Con Harry?", esclamò Lydia, confusa.
La rossa sbuffò, scocciata e si voltò verso le altre due.
"Sì, con Harry. Ci ho fatto sesso, va bene?", sbottò, per, poi, tornare a prendere le sue cose.
"Cosa?". Lydia non poteva credere alle sue orecchie.
Quando, di nuovo, Meredith non rispose, Lydia si arrabbiò.
"Da quando in qua voi due scopate?".
"Da quando mi pare", bofonchiò la rossa, voltandosi verso di loro.
"Insomma, volete farvi gli affaracci vostri? Questo è un paese libero, no?".
Rachel e Lydia fecero una smorfia.
"Che stai facendo?", continuò la bionda.
"Mi trasferisco da Harry".
"Cosa?", esclamò Rachel, spalancando gli occhi.
"Harry vuole che vada da lui".
"E da quando il volere di Harry coincide con il tuo?", riprese Lydia, smanaccando.
Meredith non disse niente. Prese una borsa e fece per andarsene, ma Rachel la fermò.
"Ti prego, Mer, non andartene".
"Lasciala andare. Vuole scopare con Harry piuttosto che stare con le sue amiche? Benissimo, nessuno glielo impedisce", sbottò Lydia, provata.
Non aveva più voglia di discutere o di parlare.
Non aveva più voglia di piangere o di preoccuparsi.
Rachel allentò la presa e Meredith ne approfittò per andarsene.
"Bravo. Complimenti!", esclamò Lydia, fuori di sè.
Cominciò ad applaudire come se tutto ciò fosse divertente.
Rachel la fissò, confusa.
"Bravo, Zayn! Davvero bravo! Alla fine ci sei riuscito! Alla fine mi hai portato via tutto!", continuò, prendendo a pugni il cuscino.
"Lydia! Calmati!".
"No, Rachel, non mi calmo! Era questo che voleva, no? Voleva rovinarmi la vita".
"Rovinarti la vita?", ripetè Rachel, scuotendo la testa.
Era sconcertata.
"Tu non hai idea di cosa voglia dire avere una vita rovinata!", sbottò, furiosa.
"Certo, Louis ti ha lasciata e anche Meredith. Ma credi che non possa fare di peggio? Sai cosa ha fatto a me Niall?". Si fermò, era andata oltre ciò che voleva.
Lydia si calmò e la fissò, confusa.
"Cosa ti ha fatto?".
Rachel sospirò e si sedette sul letto.
"Ricordi, quando due anni fa ti dissi che avevo perso la verginità con un ragazzo carino che mi faceva ridere e divertire? Un ragazzo a cui importava veramente di me?".
Lydia annuì.
"Beh, non è andata esattamente così. Una sera, Niall ne aveva voglia e io ero lì. Mi ha presa e basta. Non ho avuto neanche il tempo di pensare".
Rachel singhiozzò e Lydia la abbracciò forte.
"Non ne avevo idea", disse, realmente dispiaciuta.
Era stata egoista e incredibilmente idiota.
"Sto bene, adesso".
Lydia si alzò dal letto.
"Credo che andrò da Louis", disse.
 
 
Lydia camminava lentamente, pensando a cosa avrebbe dovuto dire.
Sperava che Louis le credesse più di ogni altra cosa.
"Ehi, love". Sentì la voce di Zayn alle sue spalle, ma fece finta di niente.
"Lydia!", la chiamò di nuovo lui, ma ancora una volta non ricevette una risposta.
"Rispondimi quando ti chiamo", disse, raggiungendola.
La bloccò per un polso, facendole male.
"Lasciami", bofonchiò lei, facendo una smorfia.
"Dove stai andando?".
Lydia non rispose. Aveva voglia di sputargli in faccia, ma si trattenne.
"Devo farti male o vuoi dirmi dove cazzo stai andando?", sbottò il ragazzo, stringendo la presa.
Lydia lo guardò male, ma continuò a non rispondere.
Zayn scoppiò a ridere.
"Sai, a volte mi chiedo se tu sia coraggiosa o incredibilmente stupida".
"Lasciami. Subito". La bionda era furiosa.
Non sapeva da dove provenisse tutto quel coraggio, ma, di certo, lo avrebbe sfruttato al meglio.
Zayn smise di ridere e le arrivò talmente vicino che riusciva a sentire il suo respiro caldo.
"Perché? Se no che mi fai?". Sorrise beffardo e Lydia sentì un' improvvisa voglia di prenderlo a pugni.
Non rispose, si limitò a dimenarsi, inutilmente.
La presa di Zayn era talmente salda che riuscì soltanto a farsi male da sola.
"Che cosa vuoi da me, ancora?", sbottò, alla fine, arrendendosi.
"Sai benissimo che cosa voglio", sussurrò lui, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"E tu sai benissimo che non mi avrai mai", ribattè, sicura di sè.
Zayn sorrise e appoggiò la sua fronte a quella della ragazza.
"Mi piaci quando fai la difficile. Ma la mia pazienza non è infinita".
Lydia chiuse gli occhi e sospirò.
Le aveva già portato via Louis e Meredith, non gli bastava?
Provò di nuovo a dimenarsi e, stavolta, Zayn la bloccò per i fianchi.
"Vuoi che ti lasci andare? Bene. Dimmi dove stai andando", disse il ragazzo, accarezzandole il fianco.
"Stavo cercando Meredith", mentì lei.
"Meredith? L'ho vista prima con Harry. Sembrava che si stessero divertendo parecchio", commentò Zayn, malizioso.
Lydia fece una smorfia.
Tutto ciò era disgustoso. Lui era disgustoso.
"Sai dov'è?", continuò la ragazza, cercando di stargli il più lontano possibile. Ma era inutile, dato che lui la attirava di nuovo a sé, ogni volta che si allontanava.
"Sì. Da noi, credo", rispose il moro con nonchalance.
La bionda annuì e aspettò che la lasciasse andare.
L'avrebbe lasciata andare, no? L'aveva detto lui.
Zayn rimase qualche secondo immobile, poi, con grande stupore della ragazza, la lasciò andare.
Lydia indietreggiò di qualche passo per assicurarsi che non stesse bleffando, poi, se ne andò verso la camera di Zayn.
Svoltato l'angolo, avrebbe cambiato direzione.
Ma sentì dei passi dietro di sé e si voltò.
Il moro era lì. E, a giudicare dal volto chino, le stava fissando il sedere.
Adesso Lydia era imbarazzata, ma anche furiosa.
"Avevi detto che mi avresti lasciata andare", gli ricordò.
Zayn sorrise.
"Certo, ma non ho detto che non ti avrei seguita".
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 
 
Lydia sospirò.
Quella contro di lui era una guerra che non poteva vincere.
Non disse niente e riprese a camminare, stavolta veramente verso la camera di Zayn.
Lo sentiva a pochi passi da lei.
Silenzioso. Inquietante.
Avrebbe voluto capirlo. Perchè si comportava così? C'era un fottuto, dannatissimo motivo?
Appena arrivò davanti alla porta si fermò e lui la sorpassò per aprirla.
Entrarono.
Harry era sdraiato sul letto ad ascoltare la musica dal suo iPod.
"Ehi", disse, svogliatamente.
Zayn mosse appena la testa.
"Dov'è Meredith?".
Harry posò gli occhi su Lydia e sembrò che si fosse accorto di lei soltanto in quel momento.
"Sotto la doccia", borbottò.
Lydia si guardò intorno.
La stanza era in completo disordine, ma c'era un buon profumo.
"Vuoi aspettarla?", chiese Zayn, riportandola alla realtà.
"Oh, io...non importa".
"No, resta". Lydia sbuffò. Era incredibilmente fastidioso quando dava ordini.
"Perché mi hai chiesto se volevo aspettarla se tanto non mi avresti fatto andare via?", sbottò, incrociando le braccia.
Zayn sorrise arrogantemente e alzò le spalle.
"Tanto per chiacchierare. Allora...benvenuta nella nostra umile dimora", disse e Harry ridacchiò.
"Prego, accomodati", continuò, indicandole uno dei letti.
"Sto bene dove sono. Grazie", ribattè lei, fredda.
In effetti, la sua posizione era abbastanza favorevole.
Abbastanza lontano dai due ragazzi e praticamente davanti alla porta.
Avrebbe potuto aprirla e andarsene, se avesse voluto. 
O, meglio, se lui avesse voluto.
Zayn si sedette sul letto accanto a quello di Harry.
"Avanti, non fare la timida. Vieni".
Sorrise e picchiettò una mano sul letto.
La ragazza si strinse tra le braccia e lo raggiunse.
Appena si sedette, Zayn le spostò i capelli, liberando il collo.
Quando le sue dita sfiorarono la sua pelle, un brivido le percorse la schiena e si irrigidì.
"Sai, non sei obbligata a farlo", sussurrò lui, avvicinandosi al suo orecchio, mentre continuava a far scorrere il dito sul suo collo.
"Non sei obbligata a resistermi".
Lydia chiuse gli occhi.
Il suono della sua voce, il suo tocco delicato e sensuale.
Non riusciva a pensare, ma doveva rimanere lucida.
"Togli. Quelle. Mani", ringhiò.
"Grintosa, la ragazza", commentò Harry, mentre si stiracchiava.
"Fin troppo", disse Zayn, assottigliando gli occhi.
Lydia strinse la coperta. Voleva andarsene.
"Sarebbe divertente una cosa a tre", ridacchiò il riccio, squadrandola.
Zayn lo guardò male.
Improvvisamente, anche Niall entrò nella stanza.
"O a quattro, perchè no?", continuò il riccio.
Il biondino corrugò la fronte.
"Cosa?".
Harry stava per rispondere, ma Zayn lo precedette.
"Il coglione vuole fare a botte. Perché non controlli che fine ha fatto la tua ragazza?", sputò, acido, tornando a guardare Harry.
Il riccio sorrise e si alzò dal letto, catapultandosi in bagno.
Lydia sentì le mani di Zayn stringerle la vita e poi avvicinarla di più a sè.
Niall, intanto si era tolto, tranquillamente, la maglietta e stava cercando qualcosa nella sua valigia.
"Dove sono le mie sigarette?", sbottò all'improvviso, voltandosi.
"Zayn?".
Il moro alzò le spalle.
"Zayn?", ripetè, inarcando un sopracciglio.
"Quello che è mio è tuo e viceversa, no?", rise il moro.
Niall scosse la testa e sbuffò.
"Attento a non dirlo a Harry, potrebbe prenderti sul serio", sbottò, guardando intensamente Lydia.
Zayn irrigidì la mascella.
"Lei è mia. Di nessun'altro".
Niall annuì e si rimise la maglietta.
"Vado a prendermi delle sigarette", disse, lanciando un'occhiataccia al moro, che tornò a sorridere.
Poi, Niall se ne andò di nuovo.
"Forse, ti sei già dimenticato che io non sono proprio di nessuno?",sbottò la ragazza.
Zayn ghignò.
In un attimo, Lydia si ritrovò schiacciata tra il letto e il corpo del ragazzo.
Le mani di lui le bloccarono i polsi.
"Ma che posizione...scomoda", commentò, sorridendole beffardo.
"Vedi, love, voglio che tu ti ricordi che posso farti mia in qualsiasi momento, con o senza il tuo consenso", le soffiò sulle labbra.
Lydia fece una smorfia e tentò, inutilmente, di liberarsi dalla sua presa.
"Lasciami".
Zayn assottigliò gli occhi, poi fece un sorrisetto sghembo e le baciò il collo. Ancora e ancora.
Lydia ansimò.
"Ti...prego...smettila".
Il moro si finse confuso.
"Perchè dovrei? Ti piace da morire tutto ciò".
La ragazza non rispose. Si dimenò, ma non riuscì a liberarsi.
"Oh, avete già iniziato a divertirvi senza di me?", chiese Harry, mentre tornava nella stanza.
Zayn allentò la presa sulla ragazza e alzò la testa.
"Chiudi quella dannata bocca, Harry", sbottò, assumendo un'espressione che fece rabbrividire Lydia.
Poi, si alzò, lasciandola libera, e andò verso il riccio.
Gli puntò un dito contro e gli sussurrò qualcosa che Lydia non riuscì a sentire. Ma, conoscendolo, doveva essere una minaccia o un avvertimento.
Harry roteò gli occhi e poi sorrise.
"Sì, lo so. Lo so", lo sentì borbottare.
In quel momento, Meredith entrò nella stanza.
Aveva i capelli bagnati e soltanto un asciugamano, molto corto, addosso.
Inizialmente, guardò Zayn e Harry, poi il suo sguardo fu catturato da Lydia.
"Che ci fai qui?", chiese, abbastanza sorpresa.
"Ti cercava", rispose il moro al suo posto, tornando a sorridere.
La bionda non disse niente, si limitò a guardare l'amica.
Rimasero tutti in silenzio per un po', poi, Harry si schiarì la voce.
"Allora...dovete parlare?".
Meredith si passò una mano tra i capelli e andò verso la sua valigia per cercare qualcosa.
"Io non ho niente da dirle", bofonchiò.
"Beh, io, invece, ho molte cose da dirti", ribattè Lydia, irritata.
"Noi andiamo fuori", disse Zayn, lanciando un'occhiatina a Lydia e afferrando Harry per il braccio.
Appena i due ragazzi se ne furono andati, Lydia riprese.
"Ti piace stare qui ed essere la puttanella di quel coglione?", sbottò, nervosa perché la rossa le dava ancora le spalle.
Meredith sbuffò.
"Se Zayn ti avesse chiesto di trasferirti qui, saresti venuta anche tu".
"Non è vero. Non gliel'avrei fatta così facile, perlomeno".
L'altra scosse la testa.
"Loro ottengono ciò che vogliono. Sempre", riprese, voltandosi.
Lydia fece una smorfia.
"Mi hai delusa, sai. Credevo che non ti saresti arresa subito. Credevo che ti saresti opposta a quei tre".
"Opporsi a loro è da stupidi!", esclamò Meredith, fissandola.
"Prendersi gioco di loro è da stupidi. Tu sei stupida se credevi che Zayn non potesse scoprire di te e Louis".
Lydia si irrigidì e strinse i pugni.
"Lui crede di aver risolto tutto, ma io parlerò con Louis e gli dirò come sono andate veramente le cose", ribattè.
"Ma non dire assurdità. Hai avuto fortuna che ti abbia lasciato per quella foto piuttosto che perchè Zayn gli aveva spaccato il naso", commentò acida l'altra, mentre si spazzolava i capelli.
Lydia corrugò la fronte.
"Io...io non credo di averti mai parlato di una foto...un momento...sei stata tu?".
Meredith rimase un attimo in silenzio.
"L'ho fatto per il tuo bene".
La bionda spalancò gli occhi e irrigidì la mascella.
Accettare il fatto che Louis l'avesse lasciata per colpa di Zayn, era già complicato, ma Meredith era la sua migliore amica. 
Strinse i pugni e fece una smorfia.
"Come hai potuto, tu, maledetta stronza!", ringhiò, avventandosi su di lei.
La colpì al viso e le tirò i capelli, mentre l'altra cercava di staccarsela di dosso.
"Tu sei pazza!", esclamò l'altra, facendo una smorfia di dolore.
"Troia!", gridò Lydia, iniziando a piangere.
Poi, delle mani la bloccarono per la vita e la tirarono indietro.
Lei si oppose e allora la tirarono su.
"Lasciami!", urlò, scalciando disperatamente, mentre Meredith si accasciava a terra e Harry le si avvicinava.
"Calmati. Calmati", le sussurrò Zayn all'orecchio, mentre la trascinava fuori dalla camera.
Lydia continuava a scalciare e a dimenarsi.
"Lasciami. E' tutta colpa sua! E' colpa sua!".
Il moro la portò abbastanza lontano prima di posarla per terra.
"E'...colpa...sua...", sussurrò lei, in lacrime.
Si accasciò a terra e strappò violentemente dei fili d'erba, singhiozzando.
Poi, si calmò.
"Hai finito?", chiese Zayn, chinandosi per riuscire a guardarla negli occhi.
Lei non rispose e voltò la testa, ma lui la costrinse a guardarlo.
"Che diavolo è successo?", continuò il ragazzo, asciugandole le lacrime.
"Niente", mentì lei, tirando su col naso.
Si aspettava che lui insistesse, ma non successe.
Zayn si sedette accanto a lei e tirò fuori di tasca un pacchetto di sigarette.
"Vuoi? Offre Niall", disse, sorridendo divertito.
Lydia lo osservò, poi non riuscì a trattenere una breve risata.
"No", sussurrò, prendendo un lungo respiro.
Zayn alzò le spalle e ne accese una.
"Non pensavo che fossi così...aggressiva", continuò, soffiando via il fumo.
"Non sono aggressiva!", si difese lei, risentita.
Zayn la guardò e poi, sorridendo, le scompigliò i capelli.
"No, certo che no", ribattè, sarcastico.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 
 
Lydia lo guardò male e lui si finse impaurito.
"Non guardarmi così, mi spaventi!", esclamò, coprendosi gli occhi.
Lei roteò gli occhi.
"Ah-ah, divertente".
Zayn sorrise e aspirò il fumo della sigaretta.
"Sai, ho chiesto a Meredith cosa dovrei fare per piacerti", continuò, tranquillamente.
Lydia arrossì.
"E lei ha detto che dovrei assomigliare a Louis Tomlinson".
La ragazza si irrigidì e lui continuò a guardare in avanti, fumando tranquillamente la sua sigaretta.
"Quindi...mi chiedevo perché. Lo conosci?".
Lydia, mentre il cuore le si era fermato, cercò di sembrare indifferente e scosse la testa.
"No". Sperò che il leggero tremolìo nella sua voce non l'avesse tradita e deglutì a fatica.
"Non prendermi per il culo. Sai, che mi fa arrabbiare. E non vuoi vedermi arrabbiato, giusto?".
La bionda tremò. 
Per fortuna, non la stava guardando, altrimenti avrebbe visto che i suoi occhi erano pieni di paura.
"N-no", balbettò.
Doveva inventarsi qualcosa. Qualsiasi cosa.
"Allora ti ripeto la domanda: lo conosci?".
La voce di Zayn era così calma, così sicura, così...paziente. 
Era inquietante, perchè in qualsiasi momento poteva cambiare totalmente.
"Siamo amici", disse, alla fine, cercando di apparire convincente.
Il moro la guardò.
"Amici, eh?".
Lydia annuì.
"E come mai sei amica sua e non mia?", chiese, curioso.
C'era bisogno di chiederlo?
La bionda gli lanciò un'occhiatina eloquente e lui scoppiò a ridere.
"Fammi indovinare. Lui è gentile", bofonchiò Zayn, roteando gli occhi.
"Al contrario di te, se lui vuole una cosa, cerca di meritarsela, non la prende con la forza", sbottò, coraggiosamente, lei.
Il ragazzo la fissò.
Gli occhi color cioccolato si muovevano dalla sua bocca ai suoi occhi azzurri.
"Lo dici come se mi servisse la forza per ottenere ciò che voglio", sussurrò con voce roca e sensuale, mentre le si avvicinava lentamente.
Lydia lo fissò quasi incantata.
Era terribilmente sexy, su questo non c'era nulla da dire.
Zayn continuò ad avvicinarsi, mentre i suoi occhi continuavano a muoversi su di lei.
"Sei attratta da me", continuò, con lo stesso tono.
"Negalo, se ci riesci".
Come se non bastasse, si passò la lingua sulle labbra, rendendola completamente incapace di reagire.
Il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi.
Era accaldata. Eccitata.
Sotto il suo controllo.
Zayn sorrise e la baciò.
Lydia non si mosse, chiuse semplicemente gli occhi per assaporare meglio quel momento.
E il mondo sparì, insieme alle sue preoccupazioni.
 
 
Rachel camminava avanti e indietro per la camera.
Era in pensiero per Meredith. Avrebbe voluto aiutarla, trovare un modo per allontanarla da Harry.
Ma non riusciva a pensare.
Uscì dalla stanza, sospirando, e se ne andò in giardino.
Vide Louis seduto sotto un albero che scriveva, velocemente, qualcosa su un quaderno.
"Che scrivi?", chiese, avvicinandosi.
Il ragazzo alzò la testa e la squadrò per qualche minuto.
"Rachel, immagino", disse, mentre lei gli si sedeva accanto.
La mora sorrise.
"Pensavo che Lydia fosse con te", disse.
Lui scosse la testa.
"Era così felice di presentarti a me", riprese lei, guardandolo.
"Così felice da baciare un altro", ribattè Louis, sarcasticamente.
Rachel piegò la testa di lato.
"Tiene molto a te".
Il ragazzo non rispose.
"Non ti tradirebbe mai volontariamente", continuò.
Louis scosse la testa.
"Senti, so che ti ha ferito quella foto, ma almeno lascia che ti spieghi...".
"Non c'è niente da spiegare. L'ha detto anche lei", la interruppe il ragazzo, nervosamente.
Rachel sospirò.
"Il suo ragazzo...il suo ex ragazzo l'ha tradita. Ha sofferto tantissimo. Non vorrebbe mai che qualcuno si sentisse così per colpa sua".
Louis si morse il labbro e la guardò con tristezza.
"Io...io non lo sapevo".
"Beh, adesso lo sai. Parlale. Non lasciare che si odi", concluse lei, posandogli una mano sulla spalla prima di andarsene.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli e chiuse gli occhi.
L'immagine di Lydia si insinuò nella sua mente.
 
 
Rachel sorrise.
Aveva visto una luce negli occhi di Louis.
Forse, lui e Lydia si sarebbero chiariti.
"Rachel?".
La mora si guardò intorno. Niall la osservava con un'espressione confusa sul volto.
Lei scosse la testa e tornò a camminare.
"Rachel, ehi". 
Le bloccò il polso, stranamente non glielo strinse più del necessario per farla voltare verso di lui.
"Che c'è?", sbottò lei.
Era difficile persino guardarlo negli occhi, perciò cercò di guardare altrove.
"Dio, come sei acida. Sei ancora arrabbiata con me? Sono passati due anni!", esclamò il ragazzo, roteando gli occhi.
Rachel fece una smorfia e iniziò a colpirlo sul petto, senza scalfirlo minimamente.
"'Sono passati due anni'? 'Sono passati due anni'?!", urlò, voltandosi per evitare che lui vedesse che piangeva.
"Oh, andiamo, non credevo che ci pensassi ancora", commentò Niall, incredulo.
Lei si asciugò in fretta le lacrime, ma non si voltò.
"Ero vergine, Niall, ok? Volevo che la mia prima volta fosse speciale. Volevo condividerla con qualcuno che mi amava", disse, tremolante.
Il biondino si grattò la testa e poi la voltò verso di lui.
"Ehi, dai, non piangere".
Rachel lo guardò negli occhi.
Trasparenti e freddi come il ghiaccio.
"Mi ricordo quella sera", continuò, serio, scostandole una ciocca di capelli dagli occhi.
"Ed è stato bellissimo".
La mora abbassò la testa e si morse il labbro.
"Chissà a quante ragazze l'avrai detto", mormorò, sospirando.
Niall ridacchiò.
"Ti sembro il tipo di ragazzo che dice queste cose?".
Rachel si scoprì a sorridere.
Non sapeva perché, ma si sentiva bene.
"Ehi, Niall, ma dov'eri finito?". Una ragazza gli si avvicinò, sorridendo.
La mora guardò prima lei e poi Niall, mentre il sorriso lasciava spazio ad una smorfia disgustata.
"Ti avevo quasi creduto", sputò, correndo via.
 
 
Zayn si distaccò lentamente da Lydia. 
Le loro labbra ancora si richiamavano, desiderose.
La ragazza chiuse gli occhi.
Cosa le stava succedendo?
Cos'era quella sensazione dentro lo stomaco?
Scosse la testa.
"No", sussurrò, prendendo un bel respiro.
"No, no, no, no!", esclamò, poi, dando una spinta a Zayn.
"Tu! Tu sei soltanto un seduttore! Un manipolatore! Spingi le persone a fare quello che non vogliono!".
Il moro assottigliò gli occhi e le lanciò uno sguardo carico di sfida.
"O forse spingo le persone a fare quello che vogliono, ma che non hanno il coraggio di fare".
Lydia ridacchiò nervosamente.
"Va' al diavolo, Zayn", sbottò, andandosene velocemente.
Corse in camera sua e si chiuse dentro.
Aveva ancora quella dannata sensazione nello stomaco.
"Sei bellissima", sussurrò una voce, facendola sussultare.


 
 
Ah, oggi sono veramente felice e anche un po' stupida, ma, si sa, è la stagione dell'amore. 
Ringrazio tutti i fantastici recensori. Lo sapete, vi amo.
Beh, al prossimo capitolo.
Baci,
Vale. :)
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 
"L-Louis!", esclamò, riconoscendolo.
"Ciao". Il ragazzo sorrise dolcemente e si avvicinò.
"Che...che ci fai qui?".
"Ho parlato con Rachel", iniziò lui, sfiorandole il viso.
"Mi ha spiegato un po' di cose...".
Lydia chiuse gli occhi, beandosi del suo tocco, poi, sentì una lacrima rigarle il viso.
"No. So cosa stai per dire...e non lo merito. Non ti merito", sussurrò.
Louis sospirò.
"Senti, Lydia, il passato è passato. Ora sono qui e più ti guardo e più mi convinco che tu sia tutto ciò di cui ho bisogno".
La ragazza aprì gli occhi e lo guardò.
Nessuno le aveva mai detto una cosa del genere.
"D-davvero?".
Louis sorrise e la baciò.
"Stasera c'è una festa. In tuo onore. Metti un vestito", disse, facendole l'occhiolino.
Lydia corrugò la fronte e lui fece per andarsene.
"Una festa? Per me? Che stai dicendo?".
"Mia madre è il capo, ricordi?", si limitò a rispondere lui, sparendo dietro la porta.
Lydia sorrise.
 
 
"E' proprio cotto di te", commentò Rachel, mentre raggiungevano il giardino.
"E' perfetto. E' tutto quello che una ragazza possa desiderare", sussurrò Lydia, mordendosi il labbro.
"Oh, cavolo".
In giardino, un grande falò illuminava i volti allegri di chi era già arrivato alla festa.
La musica era altissima e lucine colorate facevano da cornice alla zona.
"Wow". Rachel sorrise e prese Lydia per mano.
"Andiamo a ballare!", esclamò, trascinandola verso le persone che già ballavano.
Cominciarono a ballare e a scatenarsi.
Si sfogarono.
"Mi scusi, signorina, posso ballare con la mia ragazza?", le interruppe Louis, rivolgendosi a Rachel.
La mora sorrise e lanciò un'occhiatina eloquente a Lydia.
"Ma certo".
Quando Rachel se ne fu andata, il ragazzo attirò Lydia a sè.
"Ti diverti?", chiese, accarezzandole i fianchi.
"E' bellissimo, Louis. E' tutto fantastico", rispose lei, appoggiando la testa sul petto del ragazzo.
 
 
Zayn osservava tutto attentamente.
La sigaretta, tra le sue dita, era, ormai, consumata, ma non se ne era nemmeno accorto.
I suoi occhi erano fissi su Lydia e Louis.
Da almeno un'ora li guardava ballare.
Era stato stupido. Anzi, stupido non era adatto.
Era stato troppo gentile.
Sì, troppo gentile.
Le aveva concesso troppa libertà.
Non era stato abbastanza attento e si era fatto fregare.
Finalmente, gettò a terra la sigaretta e la calpestò con violenza.
Dire che fosse arrabbiato sarebbe stato un eufemismo.
Ma gliel'avrebbe fatta pagare.
Nessuno si prendeva gioco di lui. Nessuno.
"Zayn?". Meredith lo sfiorò appena e lui scattò.
Le strinse violentemente il collo contro un albero.
La ragazza portò le mani sopra quella di Zayn, cercando di liberarsi.
"Z-Z-Zayn...s-sof-fo-co", mormorò, disperata, mentre alcune lacrime le rigavano il volto.
Il ragazzo non disse niente, strinse ancora più forte.
"Z-Zayn", lo pregò, di nuovo.
Ma il moro era fuori di sè.
Non ragionava. 
"Zayn, cazzo, così la uccidi!", esclamò Niall, tirandogli una spinta.
Meredith cadde per terra, annaspando.
Il biondino allontanò Zayn, cercando di calmarlo.
"Che stai facendo? Sei fatto?".
Il moro sbuffò.
"Non rompere, Niall".
"Stavi per uccidere Meredith!".
"E allora?". Zayn sbuffò di nuovo e Niall spalancò gli occhi.
"Ma che ti prende?".
Il ragazzo si toccò la fronte.
"Non lo so...", ammise, chiudendo gli occhi.
"Me ne vado. Questa festa fa schifo".
Niall lo osservò andare via, ancora meravigliato dal suo comportamento.
Ok, Zayn non era di certo un angioletto, ma stava per ucciderla, cazzo.
Sospirò e tornò da Meredith, che era ancora per terra.
Aveva gli occhi spalancati per lo spavento e respirava affannosamente, come se non fosse riuscita a recuperare tutta l'aria che aveva perso.
"Meredith?". Niall si chinò verso di lei, che lo guardò senza dire niente.
"Stai bene?", continuò lui, anche se non gli arrivò una risposta.
"Meredith?! Che cazzo è successo?", sbottò Harry, avvicinandosi.
Le accarezzò una guancia, ma lei non si mosse.
"E' stato Zayn", borbottò Niall.
"Cosa?".
Gli occhi di Harry si scurirono. Si tinsero del colore dell'odio.
"Oh, questa è l'ultima. E' l'ultima che fa", commentò, alzandosi.
 
 
"Allora...è stata una festa abbastanza divertente?", chiese Louis, appena lui e Lydia furono davanti alla camera della ragazza.
"Abbastanza? E' stata meravigliosa".
Louis sorrise.
"Ok. Allora potrò dormire sonni tranquilli".
La bionda abbassò la testa.
"Senti, Lou, c'è una cosa che devo dirti...".
"Oook...così mi spaventi", disse lui, corrugando la fronte.
Lydia iniziò a torturarsi le mani.
"Lui...si arrabbierà. Io...credo che si arrabbierà".
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
"Si arrabbierà...ok. Chi?", chiese, sempre più confuso.
"Zayn. Mi...mi perseguita...io non ce la faccio più. Dice che sono sua. Solo sua. Mi obbliga a...io...ti prego, Lou, aiutami", lo supplicò, mentre alcune lacrime le rigavano il viso.
"Che cosa? Ti ha fatto del male? Perché non me l'hai detto prima?".
La bionda si asciugò le lacrime e tirò sul col naso.
"Ho...paura", sussurrò, abbracciandolo.
Il ragazzo la strinse forte a sè e le baciò la fronte.
"Non preoccuparti...ci sono io".
Lydia sciolse l'abbraccio e lo guardò.
"E' proprio di questo che ho paura. Ho paura che possa fare del male a te".
"Sai, so difendermi", commentò lui, lievemente irritato.
La bionda abbassò la testa.
"Ehi, piccola, andrà tutto bene. Digli che venga da me e gli farò il culo a strisce".
Lydia sorrise e lo baciò.
"Stai attento, però".
"Sempre. Dai, ci vediamo domani. Vengo io qui alle sette, ok? Non uscire da sola".
"Ok. A domani".
Lydia gli lasciò un bacio sulla guancia ed entrò in camera sua.
Rachel non era ancora tornata.
Sbadigliò e si tolse gli orecchini, appoggiandoli sul cassettone.
Era stanca e aveva un leggero mal di testa.
"Quando ti ho detto che eri mia, deve esserti sfuggito qualcosa".
Lydia rabbrividì e alzò la testa.
Dal riflesso dello specchio, lo vide.
Zayn era lì.



Hey there everyone!
Scusate se non ho aggiornato prima, ma ho avuto da fare.
Come avete visto, Zayn è andato fuori di testa.
Cosa succederà? 
Mi raccomando, recensite, sono davvero felice quando lo fate.
Un bacio,
Vale. :)
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 
 
Tremò.
Come diavolo era entrato?
Si voltò lentamente e lo fissò, impaurita.
"Sai, mi sono reso conto di una cosa...", sussurrò il ragazzo, facendo scorrere le dita lungo il muro.
"Non hai ancora imparato la lezione".
Lydia strinse i pugni, osservando attentamente ogni sua mossa.
Zayn rise ironicamente.
"Immagino che tu sappia che Louis Tomlinson può considerarsi morto, non è vero?", continuò con voce calma, come se stesse parlando del tempo.
La bionda deglutì a fatica.
"T-ti prego...non...non fargli del male".
"Mi dispiace, ma nessuno può dirmi cosa fare", disse lui, facendo spallucce.
Lydia lo guardò, implorante.
"F-farò qualsiasi c-cosa", balbettò, mentre le lacrime le rigavano il volto.
Zayn si avvicinò troppo velocemente, spaventandola ancora di più, se possibile, e la spinse contro il muro.
Fece un sorrisetto sghembo e le accarezzò la guancia, poi si avvicinò al suo orecchio.
"Troppo tardi, love", sussurrò.
"N-no...".
Zayn la guardò.
"No, cosa?", chiese, corrugando la fronte.
"Non gli farai del male".
Il moro sghignazzò e appoggiò un braccio al muro.
"Ah, no? E perché mai?".
Lydia lo guardò negli occhi, cercando una parte di lui che non aveva mai visto, ma che sperava esistesse.
"Perché tieni a me", sussurrò, continuando a guardarlo.
Stupida. 
Tutti i sensi le dicevano che era stata stupida. Stupida. STUPIDA.
Si schiacciò ancora di più contro il muro, aspettando una qualsiasi reazione da parte del moro, ma il ragazzo non si mosse, piegò leggermente la testa di lato e assottigliò gli occhi.
Per attimi, che le sembrarono ore, continuarono a guardarsi.
Perché non diceva niente? 
Perché non la colpiva?
Forse, per una volta, lei aveva colpito lui?
Tremolante, fece un passo di lato, poi un altro e un altro ancora, fino a raggiungere una distanza di sicurezza dal ragazzo, che continuava a fissare il punto dove, fino ad un secondo prima, si trovava lei.
"Ferma lì", sussurrò, poi, Zayn, ancora in un indefinito stato di trance.
Lydia non si fermò. Si immobilizzò.
"Cosa...cosa diavolo ti fa pensare che io tenga, anche solo minimamente, a te?", chiese lui, voltandosi per guardarla.
Lydia non aveva idea di cosa rispondere, perciò abbassò la testa.
"Tu non sai niente di me. Credi di conoscermi. Beh, non è così", continuò Zayn, avvicinandosi.
La bionda tornò a guardarlo negli occhi.
Erano di nuovo terribilmente vicini.
Alzò una mano e gli sfiorò una guancia, mentre lui osservava i suoi movimenti con estrema attenzione.
"Allora vorrei conoscerti. Vorrei conoscere lo Zayn buono".
Il moro fece un sorrisetto sghembo, poi ridacchiò.
"Dio, Lydia. Non esiste nessuno Zayn buono. Semmai, ne esiste uno ancora più cattivo". 
Il ragazzo alzò le sopracciglia in modo beffardo, poi, le lasciò un inaspettato bacio sulle labbra e se ne andò velocemente dalla sua camera.
La bionda spalancò gli occhi.
Uno Zayn ancora più cattivo? 
Scosse la testa e gli corse dietro.
"Aspetta! Aspetta, per favore!", esclamò, seguendolo.
Ma Zayn sembrava perso nel suo mondo.
Aveva un'espressione per niente rassicurante, che la fece morire di paura.
"Zayn...", sussurrò, prendendolo per mano.
Il ragazzo si fermò, sbuffando, e si voltò di scatto per guardarla.
"Faresti bene a lasciarmi andare". Il tono che usò fu molto simile a quello di una minaccia.
"Che...che vuoi fare?".
Dato che lei non l'aveva lasciato, il moro strattonò via la sua mano da quella della ragazza e la guardò con rabbia.
"Una cosa che il tuo amichetto non dimenticherà facilmente".
Fece per andarsene, ma lei lo bloccò di nuovo.
"No! No".
"Lydia? Lasciami", disse Zayn con un tono al limite della calma.
"N-non lo farò. Non ti permetterò di fargli del male".
Il moro si voltò e la guardò, poi, a sorpresa della ragazza, sorrise.
"Forse, non è a lui che devo fare del male per ferirlo", sussurrò, afferrando con violenza il volto di Lydia, che gemette.
"Oh, Lydia. Dolce, piccola, ingenua, Lydia, il tuo atteggiamento diventa sempre più patetico".
La bionda fece una smorfia, ma non disse niente.
Allora, Zayn, senza preavviso, affondò i denti nel suo collo.
Lydia urlò, cercando, inutilmente, di staccarselo di dosso, mentre una piccola lacrima le rigava il volto.
"No, smettila, ti prego...mi fai male!".
Ma il ragazzo non si fermò. Non subito, perlomeno.
Quando, poi, la lasciò andare, sorrise soddisfatto, passando un dito sul livido che le aveva provocato.
"Vediamo come reagisce il tuo ragazzo a questo", disse, divertito, andandosene.
Lydia cercò di smettere di piangere e si portò una mano sul collo.
Le faceva ancora male.
Ma sempre meglio a lei che a Louis.
 
 
"Rachel, Rachel, per favore, fermati". Niall la stava seguendo da un po'.
Sbuffò e si voltò.
"Sparisci".
"Senti, ho avuto una pessima serata. Potresti, almeno tu, essere carina con me?". 
Rachel alzò un sopracciglio e incrociò le braccia.
"Oh, e perché dovrei? Non mi risulta che tu sia mai stato gentile con me".
Il biondo sbuffò.
"Mi dispiace, ok?", disse, agitando le braccia.
La ragazza scosse la testa.
"Ah, sì? E per cosa, esattamente?".
"Per...tutto?". Il biondino non sembrava molto convinto e Rachel roteò gli occhi.
"Ma che stai facendo?",commentò Zayn, sbucando dal nulla.
Niall lo guardò e si grattò la testa, poi alzò le spalle.
"Tu, brutto bastardo viziato, vedi di lasciare in pace Lydia o te la vedrai con me", lo minacciò Rachel assottigliando gli occhi.
Zayn scoppiò a ridere e fece finta di tremare.
"Come vedi, sto tremando", commentò beffardo.
Rachel avanzò verso di lui, senza paura, dominata dalla rabbia.
Niall si frappose fra i due.
"Rachel, no", sussurrò, fermandola per le braccia.
"Perché lo difendi?", esclamò lei, disgustata.
"Perché continui ad essere il suo schiavetto personale? Non hai forse detto di essere dispiaciuto per quello che mi hai fatto? Bene, se lo sei, dimostramelo. Lascialo al suo destino. Solo. Come deve essere", sputò, acida.
Zayn alzò un sopracciglio e ridacchiò.
"Parole toccanti, tesoro, davvero toccanti. Adesso, se vuoi scusarci, noi ce ne andiamo", ribattè, dandole le spalle.
Ma l'amico non si mosse.
"Niall?", lo richiamò Zayn.
"Niall?", ripetè, perché, ancora, non si era mosso.
"Mi dispiace, ma Rachel ha ragione. Tu non meriti degli amici e, forse, per colpa tua, nemmeno io", sussurrò il biondino, guardando la mora, che gli sorrise.
"Come, prego?".
"Hai capito benissimo, Zayn", ringhiò il biondo.
Poi, si rilassò e accarezzò la guancia di Rachel.
"Spero che, un giorno, tu possa perdonarmi", mormorò con voce tremolante.
Abbassò la testa e se ne andò.
Zayn era rimasto immobile con la bocca leggermente aperta.
"Fa male, vero?", lo provocò la ragazza, sorridendo amaramente.
"Ogni singola persona che ti gira intorno, Zayn, prima o poi, capirà quanto patetico tu sia veramente".
Rachel se ne andò e lui rimase da solo.
Nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere.
Nessuno gli aveva mai dato del patetico.
Strinse i pugni, mentre una lacrima gli solcava il viso.
Ci passò una mano, incredulo.
Quanti anni erano passati dall'ultima volta che aveva pianto?
Non ne aveva idea.
 
 
Lydia si passò, per la centesima volta, una mano sul livido.
Doveva assolutamente nasconderlo in qualche modo. Non poteva rischiare che Louis lo vedesse o avrebbe scatenato un putiferio.
Improvvisamente, la porta si aprì e Lydia si portò la mano sopra il livido.
Rachel entrò nella stanza tutta trionfante.
"Zayn Malik-Rachel Harper, 0-1", commentò, sorridendo.
Ma il suo sorriso scomparve subito.
"Che succede?", chiese all'amica, notando dove teneva la mano.
Lydia alzò le spalle e si finse tranquilla.
"Uhm...niente".
"Che hai lì sotto?", continuò la mora, avvicinandosi.
"Niente. Davvero, Rachel, niente".
"Ah, sì? Togli la mano", ordinò l'altra, guardandola male.
Lydia sospirò e obbedì.
Alla vista del livido, Rachel scosse la testa.
"Se sparassi un nome a caso, azzeccherei quello del coglione che te l'ha fatto, giusto?", sbottò, sedendosi vicino all'amica, che abbassò la testa.
"Senti, Lee, non ti farà più del male, ok? Questa è una promessa".
"Non fare promesse che non puoi mantenere, Rachel", ribattè l'altra, infilandosi sotto le coperte.



 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 
 
La mattina arrivò presto e Lydia, aperti gli occhi, si alzò velocemente dal letto.
Rachel dormiva profondamente e preferì non svegliarla.
Si vestì in fretta e si fermò davanti allo specchio.
Si sfiorò il livido, poi, sospirando, prese un foulard e se lo legò al collo.
Poi, qualcuno bussò insistentemente alla porta e Rachel scattò in piedi.
"Che? Che succede?", esclamò, stropicciandosi gli occhi.
"Sono le sette. Deve essere Louis. Mi raccomando, Rachel, non deve sapere nulla", sussurrò Lydia, indicandosi il collo.
La mora alzò le braccia.
"Ma...".
"Rachel, per favore".
La ragazza sbuffò, poi annuì.
Lydia si sistemò i capelli e andò ad aprire la porta.
Subito, si ritrovò le labbra di Louis sulle sue.
"Buongiorno, piccola", sussurrò lui, distaccandosi.
La bionda sorrise.
"Buongiorno...".
Il ragazzo le accarezzò la guancia, poi corrugò la fronte, osservandola.
"Perché ti sei messa un foulard?", chiese.
Lydia non sapeva come rispondere e rimase un attimo in silenzio.
"Beh...ho...ho mal di gola! Sì, un terribile mal di gola", improvvisò, cercando di sorridergli.
"Ah...ok. Credo di sapere come fartelo passare", rispose, maliziosamente, lui, baciandola.
Lydia sorrise e gli circondò il collo con le braccia.
"Hai fame?", riprese Louis, distaccandosi.
"Un po', sì".
"Ok, allora andiamo".
 
 
Quando Meredith si svegliò, Harry le stava accarezzando i capelli.
Si mise seduta di scatto, troppo velocemente.
Le girò la testa.
"Ehi, non muoverti. Stai tranquilla, ok?".
La rossa non disse niente, si accoccolò tra le braccia del ragazzo.
"Va tutto bene, Mer. Va tutto bene", le sussurrò all'orecchio, continuando ad accarezzarla.
Meredith ripensò alla sera precedente.
Zayn l'aveva quasi strangolata. Non andava tutto bene.
"Per-ché...? Per-chè...?". Era senza fiato, non riuscì a formulare una frase.
Harry la strinse a sè e appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Era arrabbiato. Non è colpa tua", rispose, baciandola sulla guancia.
"V-voglio...voglio l-le mie a-ami-che", singhiozzò lei.
Harry corrugò la fronte.
"Vuoi andartene?", chiese.
Meredith riuscì a mettersi seduta e lo guardò.
"Lydia ti odia e Rachel...non...mi sembra che ti abbia cercata molto", disse lui, schietto.
La ragazza fece una smorfia.
"Loro...mi vogliono...bene".
Harry socchiuse gli occhi, poi la guardò e le accarezzò la guancia.
"Anch'io te ne voglio".
"D-davvero?".
Il riccio fece un mezzo sorriso e la baciò.
"Resta con me. Sei al sicuro", sussurrò.
 
 
"Davvero non ti piace il caffè?", chiese Louis, mentre si sedevano ad un tavolo.
"No, lo odio", rispose Lydia, mischiando il suo tè.
Il ragazzo si appoggiò con il braccio sul tavolino e la osservò.
"Uhm...chissà quante cose non so di te".
Lei gli lanciò un'occhiatina, poi, tornò a concentrarsi sul tè.
"Beh...il mio colore preferito è l'indaco, adoro cantare, suono la chitarra e il mio hobby preferito è bruciare le auto dei miei ex", sputò Lydia.
Non sapeva perché le fosse venuto in mente, ma era successo.
"Aggressiva...e il ragazzo?", commentò il ragazzo, senza riuscire a trattenere un sorrisetto.
"Il ragazzo?", chiese lei, corrugando la fronte.
"Hai un ragazzo?", continuò Louis, allargando il sorriso.
Lydia alzò le spalle.
"Soltanto il martedì e il venerdì. Potresti chiamarmi qualche volta", scherzò lei, facendogli l'occhiolino.
"Nah, credo che il tuo ragazzo sarebbe geloso".
Lydia sorrise e si alzò.
"Ah, sì?", disse, fiondandosi sulle sue labbra.
"Sì", rispose lui, dandole un altro bacio.
"Sarebbe...". La baciò di nuovo.
"...Molto geloso", concluse, mentre lei si sedeva sulle sue gambe.
La bionda gli prese il viso fra le mani e gli lasciò un bacio sul naso.
Di tutta risposta, lui le baciò gli angoli della bocca e scese verso il collo.
Sciolse il nodo del foulard e glielo tolse, continuando a baciarla.
"Louis...". Lydia socchiuse gli occhi e lui sorrise.
E poi lo notò.
"Questo cos'è?".
"Cosa?", chiese lei, ancora con gli occhi socchiusi.
"Questo...", sussurrò il ragazzo, passando delicatamente un dito sul livido.
Lydia spalancò gli occhi e balzò all'indietro.
"Niente!", si affrettò a dire, raccogliendo il foulard.
"Lydia...".
Louis incrociò le braccia e divenne serio.
La bionda si toccò nervosamente la spalla e abbassò la testa.
"E' stato lui, vero? Quando te l'ha fatto? Stamattina? Perché non me l'hai detto?", esclamò il ragazzo, avvicinandosi.
Lydia indietreggiò.
"Louis...".
"Io lo uccido, no, anzi, gli spacco la faccia e poi lo uccido".
"Louis...".
"Quel bastardo schifoso, giuro che...". Lydia gli mise un dito sulla bocca e scosse la testa.
"Tu non farai proprio niente perché non è stato lui a farmelo, ok?", mentì.
"Ah, no? E allora come te lo sei fatto?", continuò il ragazzo, alzando un sopracciglio.
Lydia alzò le spalle e cercò di sorridergli.
"Non so, avrò picchiato da qualche parte".
Louis si passò una mano tra i capelli e sbuffò.
"Non devi aver paura di lui. Puoi fidarti di me, lo sai".
"Mi...mi fido", disse lei.
"No. No, non ti fidi se non mi dici la verità, Lydia".
La bionda abbassò la testa e annuì.
"Sì, è stato lui. Ieri sera, quando te ne sei andato", ammise con voce tremolante.
Louis strinse i pugni e lei gli si avvicinò e gli prese il volto fra le mani, sperando che la guardasse.
"L'ha fatto per farti arrabbiare, Louis...".
Il ragazzo le prese i polsi e le tolse le mani dal suo viso.
"Beh...c'è riuscito", disse, lanciandole un'occhiata che la fece rabbrividire.
 
 
Zayn si svegliò nella camera di una ragazza di cui non ricordava il nome.
Cercò di non fare rumore e, dopo essersi rivestito, se ne andò.
Quando aprì la porta della sua camera trovò Harry e Meredith.
La ragazza, appena lo vide, impallidì.
"Ehi", sussurrò il moro.
"Vattene", sputò Harry, irrigidendo la mascella.
"Cosa?".
Il riccio si alzò e strinse i pugni.
"Vattene, Zayn, non sono esattamente di buon umore".
Il moro corrugò la fronte, poi annuì.
"Oh, è per lei, non è vero?", disse, indicando Meredith.
"Ero incazzato, tesoro. Mi perdoni, no?", riprese, togliendosi la maglietta.
Meredith si nascose dietro il riccio.
"Visto? Amici come prima", continuò Zayn, cercando un'altra maglietta.
"Amici? Io non credo proprio", bofonchiò Harry avvicinandosi a lui.
Zayn sbuffò.
"Cazzo, che palle".
"Che palle?". Il riccio gli si avventò contro e lo schiacciò contro il muro.
"Io ti strappo le budella e te le faccio ingoiare, capito, coglione?".
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

 
 
"Calmati, Louis. Ti prego", lo supplicò Lydia stringendo la sua maglietta.
Il ragazzo chiuse gli occhi, poi, si rilassò.
"Promettimi che non farai una stupidaggine...".
Louis sospirò e non rispose.
"Ti prego...", continuò l'altra, accarezzandogli la guancia.
"Va bene", disse lui, non troppo convinto.
"Promettimelo".
Louis smise di guardarla e sbuffò, ma lei gli prese il viso tra le mani.
"Promettimelo", ripetè.
"Ok, ok. Te lo prometto".
Lydia sorrise dolcemente e lo baciò.
"Ti...".
"Lydia! Oh, grazie al cielo! Vi prego, aiutatemi!", la voce strozzata di Meredith la interruppe.
La bionda si voltò a guardarla e strinse i pugni.
"Vattene, Meredith, sono pazza, no? Non ci metto molto a spaccarti quel tuo bel faccino", bofonchiò, assottigliando gli occhi.
La rossa si morse il labbro inferiore.
"Mi dispiace, mi dispiace, davvero. Ma, per favore, aiutatemi".
Lydia stava per risponderle, ma Louis la precedette.
"Che succede?".
"Zayn e Harry...loro si stanno picchiando a sangue...qualcuno deve fermarli", riprese Meredith, disperata.
Lydia incrociò le braccia e alzò un sopracciglio.
"Magari è la volta buona che qualcuno toglie di mezzo Zayn", disse con cattiveria.
Meredith spalancò gli occhi e Louis la guardò con stupore.
"Lydia!", la rimproverò il ragazzo.
"Oh, ma, dai, lo odi anche tu".
"Sì, ma...". Louis scosse la testa e tornò a guardare Meredith.
"Dove sono?".
"In camera loro", rispose lei, mentre una lacrima le solcava il viso.
Il ragazzo annuì e fece per andarsene, ma Lydia lo bloccò per un braccio.
"Stai scherzando, vero? Non permetterò che tu ti faccia del male per loro".
"Senti, potrai odiarli quanto vuoi, ma se si facessero male davvero perché non mi hai fatto intervenire, li avresti sulla coscienza per il resto della vita", ribattè il ragazzo, liberandosi della sua presa.
"Vai in infermeria e avverti la signora Joyce", concluse, facendo cenno a Meredith di seguirlo.
Lydia annuì, a malincuore, e li osservò andarsene.
 
 
"Ok, tu aspetta qui", disse Louis appena arrivarono alla porta della camera.
"No, vengo con te".
"Non sarà un bello spettacolo", continuò il ragazzo, scuotendo la testa.
"Non mi importa. Lì dentro c'è il ragazzo che amo", commentò lei, entrando.
Louis la seguì.
Nessuno dei due ragazzi si accorse della loro entrata.
Erano troppo occupati a tirarsi pugni e calci.
E non sembravano messi bene.
Harry aveva un taglio enorme che gli attraversava la fronte, gli usciva il sangue dal naso e si teneva una mano sullo stomaco.
E Zayn, nonostante non facesse trapelare alcuna espressione di dolore, non era messo meglio.
Aveva il labbro spaccato e sanguinante e un livido nero intorno all'occhio.
Barcollò leggermente, prima di caricare un altro pugno contro Harry.
Ma Louis gli bloccò il polso, stringendo, forse, più del necessario.
"Fine dei giochi", borbottò, guardandolo male, prima di tirargli una spinta che lo fece cadere per terra.
Zayn gemette, ma si lasciò scappare un sorrisetto.
Meredith, intanto, si era precipitata su Harry, che stava tossendo in modo preoccupante.
"Portalo in infermeria", disse Louis, guardandola.
La ragazza annuì e aiutò il riccio ad alzarsi.
Lui non si oppose.
Appena se ne furono andati, Louis puntò gli occhi su Zayn, che stava ancora sorridendo.
"Non ci trovo niente di divertente", commentò l'altro, prendendolo per il collo e alzandolo da terra.
Il moro sghignazzò.
"Oh, andiamo, invece è molto divertente. Siamo qui. Da soli. Sono già pieno di lividi e tu, ne sono certo, cerchi vendetta. Nessuno verrà a sapere che sei stato tu. Avanti, colpiscimi. So che lo vuoi", lo provocò Zayn, allargando il sorriso.
Louis assottigliò gli occhi.
"Tu non hai idea di quanto lo vorrei", sussurrò, stringendo la presa.
"Ma ho promesso a Lydia che non ti avrei toccato".
Zayn ridacchiò.
"Ne ero certo. Ma, adesso, lei non c'è".
Louis fece una smorfia e strinse il pugno.
Per qualche secondo, rimasero immobili a fissarsi.
"Io non sono come te", sputò Louis, spingendolo verso la porta.
"Avanti, andiamo in infermeria".
 
 
Lydia vide Meredith e Harry arrivare e sperò di vedere anche Louis e Zayn.
Ma non c'erano.
"Dov'è Louis?", chiese a Meredith, mentre faceva sedere Harry su uno dei lettini dell'infermeria.
"Con Zayn, dovrebbero arrivare", rispose l'altra, continuando a osservare le ferite di Harry.
La bionda strinse i pugni e le tirò una spinta.
"E tu l'hai lasciato da solo con Zayn?".
"Tranquilla. Zayn...non è messo...bene", sussurrò Harry, facendo una smorfia di dolore.
Lydia lo guardò, poi incrociò le braccia, mentre arrivava la signora Joyce con un kit medico.
La donna fece una smorfia, osservando il ragazzo.
"Chi hai picchiato, stavolta?", chiese, scuotendo la testa.
Harry abbassò la testa e non rispose.
"Zayn Malik", disse Lydia con disprezzo.
"Mi hai...chiamato, love?".
Tutti si voltarono verso la porta.
Louis stava aiutando Zayn a camminare.
Harry aveva ragione, non era messo bene.
"Maledetto coglione!", esclamò il riccio, cercando di alzarsi, ma una fitta di dolore lo fece tornare seduto.
Zayn ridacchiò.
"Meglio se lo portate nell'altra stanza", commentò la signora Joyce, indicando la sala accanto.
Louis annuì.
Lydia lo seguì, poi, chiuse la porta.
"Stai bene?", chiese, preoccupata, mentre Louis faceva sedere Zayn su un lettino.
"Benissimo", rispose Zayn, sorridendole.
"Non tu. Louis", disse lei, acida, assottigliando gli occhi.
"Sto bene, non preoccuparti", rispose il ragazzo, cercando del disinfettante.
Lydia annuì e incrociò le braccia, guardandosi intorno.
"Mancano le bende", commentò Louis, poi, sbuffando.
"Vuoi che le prenda io?", si offrì la bionda, guardandolo.
"Nah, vado io. Tu controlla questo pezzo di idiota", commentò l'altro, lanciando un'occhiataccia a Zayn che fece un mezzo sorriso.
Lydia annuì e lo guardò andarsene.
"Ammettilo: sei sollevata che io stia bene", la provocò il moro, appena Louis se ne fu andato.
La ragazza sbuffò e lo guardò.
"Convinto tu", commentò, sarcastica, iniziando a fare avanti e indietro per la stanza.
"Come sta il livido?", continuò lui, sdraiandosi.
Lydia lo guardò male.
"Fanculo".
Zayn sorrise.
"Sai, ho messo alla prova il tuo ragazzo. Gli ho detto di colpirmi. Nessuno l'avrebbe mai saputo, ma lui si è rifiutato. Ti merita davvero".
Lydia corrugò la fronte.
"A che gioco stai giocando?", chiese, assottigliando gli occhi.
Zayn alzò le spalle.
"Non posso neanche dire qualcosa di carino, adesso, che subito pensi che stia bleffando?".
La ragazza roteò gli occhi e gli si avvicinò di poco.
"Tu non dici mai qualcosa di carino. Figuriamoci su di Louis".
Il moro sorrise.
"Pregiudizi", commentò, scuotendo la testa in modo teatrale.
"Pff...non pensavo di dover aggiungere anche la falsità alla lunga lista dei tuoi difetti", ribattè lei, incrociando le braccia.
Zayn alzò un sopracciglio, poi gemette e si piegò su se stesso.
Lydia spalancò gli occhi e si precipitò su di lui.
"Oddio, che succede? Che hai?", esclamò, spaventata.
Il moro fece un sorrisetto malizioso.
"Avevo ragione", commentò, mettendosi seduto.
Lydia corrugò la fronte, poi scosse la testa.
"Tu sei...sei...la persona più...più...". Tirò un gridolino e si portò le mani sul viso.
"Oh, andiamo, era uno scherzetto innocente".
"Trovate!", esclamò Louis, entrando, improvvisamente, nella stanza, con le bende in mano.
Lydia si voltò verso di lui.
"Oh, menomale che sei arrivato. Almeno posso andarmene", commentò, lanciando uno sguardo assassino a Zayn, che le lanciò un bacio.
Lei scosse la testa, disgustata, e se ne andò.
"Allora...", cominciò Zayn, incrociando le braccia dietro la testa, mentre si sdraiava.
"Come mai sei così gentile con me, quando potresti benissimo prendermi a pugni?".
Louis non lo guardò neanche, mentre prendeva il disinfettante e ne metteva un po' su un batuffolo di cotone.
"Credimi, vederti in queste condizioni mi basta", disse, avvicinandosi.
"No, non è vero...avanti, ammettilo che vorresti colpirmi a sangue".
Louis lo guardò male.
"Sai che è così", continuò Zayn, sorridendo divertito.
L'altro corrugò la fronte. 
"Ci tieni così tanto che io ti picchi?", chiese, mentre gli passava il cotone imbevuto.
Zayn lo afferrò e se lo passò su alcune ferite, facendo delle smorfie.
"No, voglio solo che tu capisca che non sei diverso da me".
"Sì, invece".
"No. Ti nascondi soltanto dietro ad una maschera di gentilezza e dolcezza. Sei debole. Fragile. Patetico".
Louis strinse i pugni e il moro lo notò, ma continuò.
"Credi che la gente ti rispetti perché sei gentile con loro. In realtà, alle tue spalle si divertono a criticarti".
"Ah, sta zitto", disse Louis, scuotendo la testa.
"Bene, non vuoi parlare di questo. Allora perché non parliamo di Lydia?".
I due ragazzi si lanciarono un'occhiata intensa.
"Sì, è qui che ti voglio", riprese Zayn, sorridendo arrogantemente.
"Tu le hai fatto del male", ghignò Louis, assottigliando gli occhi.
"Io le piaccio", lo corresse il moro.
"No, tu non le piaci. Ti disprezza".
"Nah, amico. Alle donne piacciono i tipi come me. Forse, all'inizio, preferiscono quelli come te, ma, poi, alla fine, vi conoscono per quello che siete veramente. Dei falliti. Dei perdenti".
"Io non sono un fallito. Sei tu il fallito. Per attirare l'attenzione su di te, prendi a pugni chiunque ti si trovi davanti", commentò Louis, innervosito.
Zayn sorrise e si passò la lingua sulle labbra.
"Tu sei come me. Hai soltanto paura. Sì, va bene, adesso stai con Lydia e credi di essere migliore di me perchè l'hai ottenuta tu e non io...ma ti dirò una cosa: l'ho baciata due volte. E due volte le è piaciuto".
Louis irrigidì la mascella e si infuriò.
"Non è vero. Vuoi soltanto farmi arrabbiare", disse, poi, tornando in sè.
"Ah, sì? Se me la facessi sentiresti i suoi gemiti dalla tua camera".
Zayn allargò il sorrisetto e Louis non riuscì a trattenersi. Gli tirò un pugno in pieno volto, che lo fece quasi cadere dal letto.
Poi, indietreggiò, incredulo.
Il moro ridacchiò e si voltò a fissarlo, sempre con quello stramaledetto sorrisetto bastardo impresso sul volto.
"Alla fine chi aveva ragione, eh?".
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

 
 
Zayn se ne stava sdraiato nel letto dell'infermeria. 
Da solo.
Non aveva dormito e gli faceva male tutto, molto più di quanto non gli facesse male il giorno prima.
Sbuffò, forse per la millesima volta, cercando nella stanza bianca e terribilmente noiosa, qualcosa che potesse distrarlo anche solo minimamente.
Improvvisamente, quando si era arreso all'idea che niente sarebbe cambiato per tutto il giorno, la porta si aprì.
Incuriosito, voltò lo sguardo e si mise ad osservare l'imponente figura che era appena entrata.
Corrugò la fronte e si stropicciò gli occhi.
No, non era possibile, doveva avere le allucinazioni.
O, forse, stava sognando.
"Ciao, Zayn", una voce calda, un tono beffardo e divertito risuonarono nella stanza, fino a quel momento, silenziosa.
Il moro piegò la testa di lato, osservando il ragazzo biondo mentre si avvicinava.
Aveva dei grandi occhi scuri che lo fissavano insistentemente e i capelli, oltre ad essere biondi, erano lunghi e spettinati.
Una brutta cicatrice rossastra gli tagliava la guancia a metà e il sorrisetto beffardo non era sparito dal suo volto.
Zayn si irrigidì e cercò di mettersi seduto, anche se muoversi, per lui, era una grande fatica, in quel momento.
Si appoggiò sui gomiti e, facendo una smorfia, si tirò su.
"Suvvia, non sforzarti per me. Sei messo maluccio", disse il ragazzo, masticando una gomma.
"Alex?", tuonò Zayn, cercando di non far vedere il grande sforzo che gli costava stare in quella posizione.
"Ah, che hai combinato, stavolta?", continuò il biondo, come se lui non avesse parlato.
Quando Zayn non rispose, Alex scosse la testa.
"Sei proprio un cattivo ragazzo".
"Fottiti. Che cazzo vuoi da me?", sbottò il moro, facendo un'altra smorfia.
Il ragazzo roteò gli occhi e incrociò le braccia, cambiando improvvisamente espressione.
"Ti ho cercato da tutte le parti, non avrei mai pensato di trovarti in questa merda di posto. Tra poco ti metterai a prendere lezioni di danza?", lo schernì, senza, però, accennare alcun sorriso.
Zayn strinse la coperta, cercando di restare calmo.
"Vattene. Non siamo più amici".
Alex annuì, sospirando teatralmente.
"Beh, questo soltanto perché l'hai deciso tu. Ma, vedi, sono qui per riscuotere, fratellino".
"Non sono tuo fratello", ringhiò il moro, assottigliando gli occhi.
Alex sbuffò.
"Sai, ti ricordavo più simpatico".
"Dimmi cosa vuoi e poi vattene", ordinò Zayn, con uno sguardo carico d'odio.
Il biondo sorrise e si sedette sul letto di fronte.
"Torna con noi, Zayn. Ci serve uno come te".
Zayn scosse la testa.
"Scordatelo. Sono uscito da quel giro".
"Oh, ma, dai. Non ricordi quanto ci divertivamo? Avevamo tutto".
"Già, e per poco non l'ho uccisa!", scattò il moro, pronto per balzargli addosso, ma cambiò idea quando gli arrivò una fitta allo stomaco.
"Oh, giusto, visto che l'hai messa in ballo...sai, si è cacciata nei guai un'altra volta. Fortunatamente, c'ero io".
Zayn scoppiò in una risatina isterica.
"Non credo sia stata molto fortunata".
"Diecimila sterline, Zayn. Ha rubato diecimila fottute sterline di roba ai Jackson! Sai cosa ho dovuto fare per convincerli a non ammazzarla? Ho perso metà dei ragazzi e, non solo ho dovuto risarcire quei bastardi, hanno anche preteso alcune zone della città. Mi ha rovinato. Quella puttana mi ha rovinato".
"Non. Chiamarla. Così".
Zayn digrignò i denti, facendogli scuotere la testa.
"Beh, sei tu che rispondi delle sue azioni, no? Voglio quelle maledette diecimila sterline o, ti giuro, Zayn, che sentirai le sue grida di terrore da qui".
Alex si avvicinò abbastanza da poterlo guardare bene negli occhi.
Zayn sostenne il suo sguardo con rabbia.
"Prova soltanto a toccarla e ti ritroverai all'inferno molto prima del tuo tempo", sputò, sempre con i pugni stretti.
Il biondo fece un sorrisetto sghembo e si allontanò di poco.
Poi, dal nulla, si avventò su Zayn afferrandolo per il collo e bloccandolo contro il cuscino.
"Mi conosci, sai che non sono un tipo paziente. Voglio i miei soldi entro due mesi".
"Lascialo andare!". La voce di Lydia risuonò in tutta la stanza.
Zayn spalancò gli occhi e Alex si voltò lentamente, lasciandolo andare.
"Bene, bene, bene. Chi è lei? Non dirmi che ti eri davvero dimenticato di Nina", sussurrò il biondo, sorridendo, mentre squadrava Lydia da capo a piedi.
"Lydia, vattene", esclamò il moro.
Ma la ragazza non si mosse, ricambiava lo sguardo del biondo con aria di sfida.
"Questo è un campus privato, non si possono fare delle visite", commentò, acida.
Alex sorrise, avvicinandosi.
"Ah, non ne avevo idea, piccola".
Lydia fece una smorfia quando il dito del ragazzo le sfiorò il collo.
Rimase immobile, mentre lui sorrideva e si avvicinava alla porta.
"Beh, ci vediamo, Zayn", concluse, facendo l'occhiolino alla ragazza, mentre se ne andava.
Lydia guardò il moro, che distolse lo sguardo.
"Chi era quello?", chiese, avvicinandosi.
"Nessuno", bofonchiò lui, tornando sdraiato.
La bionda incrociò le braccia e alzò un sopracciglio.
"Chi è Nina, allora?".
Zayn si voltò a guardarla e sorrise.
"Sei gelosa?", azzardò, maliziosamente, passandosi la lingua sulle labbra.
Lydia scosse la testa e andò verso l'armadietto dei medicinali.
"Ma per favore", disse nervosamente.
Il ragazzo la seguì con lo sguardo, continuando a sorridere.
"Come mai sei venuta?".
Lydia si bloccò di colpo.
"Oh, ehm...io...io...".
"Volevi vedere come stavo?", continuò il moro, allargando il sorriso.
La bionda si sentì arrossire ed evitò di voltarsi.
"No! Ma come ti viene in mente?", esclamò, aprendo l'armadietto.
"Allora, perchè?", insistette lui, cercando di metterla in difficoltà.
"Ok. Ok!", sbottò lei, voltandosi con una bottiglietta di disinfettante in mano. 
"Volevo vedere come stavi. Contento?".
Zayn sorrise sinceramente.
Poi, lei si avvicinò per disinfettargli le ferite.
"Brucerà un po'...", lo avvertì, avvicinandogli un batuffolo imbevuto al labbro.
Zayn fece una smorfia, ma non disse niente, si limitò a guardarla.
"E'...insomma...è vero che hai litigato anche con Niall?".
"Questa cosa ti sorprende?", chiese lui, mentre Lydia prendeva un altro po' di cotone.
Lei abbassò la testa.
"Perchè ti comporti così? Perché fai il coglione?", sbottò, sedendosi sul letto.
Zayn alzò un sopracciglio.
"Sono sicura che se provassi a scusarti con i tuoi amici, ti perdonerebbero", continuò, più tranquilla.
"Sai, non sono proprio il tipo che si scusa".
Lydia sbuffò e lo guardò male.
"Metti da parte l'orgoglio per una volta, Zayn".
Il ragazzo fece un sorrisetto.
"Come mai preferisci parlare con me piuttosto che stare insieme al tuo ragazzo perfetto?", la provocò, cambiando discorso, mentre, lentamente, si metteva seduto.
"Non preferisco parlare con te. E' solo che Louis mi sta evitando da ieri", ammise lei, sospirando.
Zayn annuì, cercando di trattenere un sorrisino soddisfatto.
"Ah, sì? E perché?", chiese.
Lydia lo guardò e alzò le spalle.
Lui capì che era davvero triste, perciò cerco di non insistere più di tanto.
Calò il silenzio ed entrambi si fissarono sempre più imbarazzati.
"Ok...ehm...forse dovrei andare...".
"No!", esclamò Zayn, stringendo la coperta.
"Non...andartene...è terribilmente noioso stare da solo".
La bionda incrociò le braccia.
"Ma davvero? E perché dovrei restare?", lo sfidò, assottigliando gli occhi.
"Beh...hai detto che Louis ti sta evitando...".
"Sì, ma al contrario di te, io ho ancora degli amici", bofonchiò lei.
Zayn cambiò espressione e Lydia abbassò la testa.
"Scusa...", sussurrò, desiderando non aver detto l'ultima frase.
"Non importa. Sai cosa? Penso anch'io che dovresti andartene", ribattè lui, irrigidendo la mascella.
"Zayn, io...".
"Cos'è? Non ti ricordi dov'è la porta?", continuò, indicandogliela.
Lydia si alzò, sospirando.
Poi, sembrò che stesse per dire qualcosa, ma ci ripensò e si avviò verso la porta.
 
 
"Ma perché ho un amico così idiota?", esclamò Liam, scuotendo la testa.
Louis gli lanciò un'occhiataccia.
"Beh, non ha tutti i torti", commentò Kayla, incrociando le braccia.
Il ragazzo sbuffò.
"Oh, ma dai, adesso ci manca solo che Christine mi dica che sono un gran deficiente e siamo a posto".
"Sei un gran deficiente", disse Christine, per nulla divertita.
Louis fissò tutti i suoi amici.
"Ok, menti superiori, perché non mi dite voi cosa fare?", sbottò, con aria di sfida.
"Sai, Zayn Malik mi è stato antipatico dalla prima volta che ha messo piede in questo posto...non ho intenzione di stare a guardare mentre ti frega la ragazza", commentò Kayla.
Christine e Liam annuirono.
"Sì, infatti, non farti intimidire da quell'idiota. Se l'hai colpito vuol dire che se lo meritava. Adesso, dimenticatene e vai da Lydia, altrimenti ti faccio uscire di qui a calci in culo", commentò il ragazzo, guardando Louis con aria minacciosa.
Lui sospirò, ma poi sorrise.
"Vi voglio bene, ragazzi", disse, andandosene.
"Lo sappiamo!", esclamarono loro, sorridendo.
 
 
 
 
Sì, lo so. Questo capitolo fa schifo ed è corto, ma non ce l'ho fatta e, probabilmente, anche per i capitoli successivi mi ci vorrà un po' di tempo.
Scusate se ci sono degli errori. Comunque, se siete arrivati fin qui, vi ringrazio.
Siete meravigliosi. Adoro le recensioni che mi lasciate, non sapete quanto mi facciano piacere.
Un bacio,
Vale. :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

 
Appena Lydia se ne fu andata, Zayn afferrò il suo cellulare dal comodino e compose un numero che non faceva da tanto.
"Pronto?", rispose una voce.
"Nina, sono Zayn", disse lui, con poco fiato.
Quella ragazza era stata tutto per lui.
"Z-Zayn? Quello Zayn?", mormorò lei, incredula.
"Quanti Zayn conosci?".
"Zayn! Oh, cazzo, non posso crederci!", esclamò, eccitata.
"Sì, Nina, ok...adesso vuoi spiegarmi che diavolo ti è saltato in mente?".
La ragazza non rispose per un attimo.
"Beh...volevo fare un'opera di bene...", disse, alla fine.
"Un'opera di bene? Rubando diecimila sterline a degli spacciatori?".
"Sì, beh, quei coglioni spacciano ai bambini, li ho visti con i miei occhi".
Zayn si portò una mano alla fronte e sospirò.
"Senti, oggi Alex è venuto da me a chiedermi le diecimila sterline. Adesso come cazzo faccio a dargliele?".
"Beh...non ne ho idea...", commentò lei, mortificata.
"Ok, mi basta sapere che stai bene. Vedi di lasciare Londra per un po', non vorrei che Alex ti facesse del male", ribattè Zayn, addolcendo il tono.
"Aw, Zaynuccio si preoccupa per me", lo schernì lei, sicuramente sorridendo.
Il moro roteò gli occhi.
"Senti, razza di psicopatica, mi hai già fatto spaventare una volta, vedi di stare attenta".
"Ok, ok. Tu dove sei?".
Zayn rimase in silenzio per un po'.
"Ehm...in un posto...", mormorò, poi, vago.
 
 
"Ha chiamato tua madre", disse Rachel, appena Lydia fece capolino nella loro stanza.
La bionda alzò le spalle.
"E allora?".
"Dovresti richiamarla. Sembrava ansiosa di sentirti", continuò Rachel, sfogliando le pagine di una rivista che rembrava annoiarla parecchio.
"Sinceramente, non mi va di parlarle".
La mora alzò gli occhi dalla rivista e la squadrò da capo a piedi.
"Che hai? Sembri a pezzi".
Lydia si buttò a pancia in giù sul letto e soffocò un gridolino, poi, si voltò a guardare Rachel.
"Sono un disastro vivente, Rae. Louis mi sta evitando, ho picchiato Meredith e ho perfino offeso Zayn, wow...".
"Zayn? Che c'entra Zayn?", la interruppe la mora, perplessa.
"Beh...ero andata a trovarlo in infermeria e...".
"Hai fatto cosa? Lui ti minaccia, ti perseguita e tu lo vai a trovare?", continuò l'altra, facendo una smorfia.
Lydia sospirò.
"Mi dispiace per lui...è rimasto tutto solo".
"Forse perché se lo merita?".
Qualcuno bussò alla loro porta, interrompendole.
"Avanti", mormorò Rachel, guardando male l'amica.
Louis entrò tutto sorridente nella stanza.
"Louis!". Lydia balzò in piedi e gli sorrise.
"Pensavo che mi stessi evitando!".
"Ehm...no, certo che no...ho avuto da fare", rispose lui, arrossendo lievemente.
La bionda allargò il sorriso e gli si buttò al collo, baciandolo.
"Allora...stasera vi va di venire in camera mia per una piccola riunione?", disse lui, sorridendo.
"Riunione?", chiese Rachel, corrugando la fronte.
"Sì...ci sono i miei amici, ci siete voi...una cosa carina. Ci divertiamo. Vi va?".
Le ragazze si guardarono e poi annuirono, sorridendo.
 
 
Era passato qualche giorno dalla lite con Harry, e Zayn stava meglio.
Quella mattina, il sole splendeva come non mai e il moro, ancora assonnato, si era appena alzato dal letto dell'infermeria.
Finalmente, avrebbe lasciato quel posto.
Non aveva più ricevuto alcuna visita ed era terribilmente annoiato.
Si guardò allo specchio.
Tutti i lividi e le ferite erano spariti.
Era meraviglioso. Affascinante. Semplicemente perfetto.
Sorrise e fece schioccare la lingua.
Poi, uscì in giardino.
Faceva caldo, ma c'era un leggero venticello.
Prese un lungo respiro e accese una sigaretta, sotto gli sguardi di alcuni curiosi.
"Sei guarito, allora", constatò una voce alle sue spalle.
Si voltò.
Niall lo stava fissando con le mani in tasca.
"Già", rispose, soffiando via del fumo dalla sigaretta.
"Sei ancora arrabbiato con me?".
Niall abbassò la testa e sospirò.
"No. Non credo. Ma Harry è ancora furioso, quindi ti consiglio di stargli alla larga", lo avvertì, afferandogli la sigaretta.
Prese una lunga boccata e gliela restituì.
Zayn sorrise.
"Gli passerà", disse, alzando le spalle.
"Sai dov'è Lydia?", aggiunse.
Niall inarcò un sopracciglio e soffocò una risatina ironica.
"Credi che voglia vederti?".
"Beh...ci siamo lasciati in un modo un po' spiacevole, l'altro giorno, quindi...dovrei scusarmi", ribattè Zayn, allargando il sorrisetto.
Niall scosse la testa e se ne andò.
"Prova in camera sua", concluse.
Zayn fece un passo, ma venne interrotto da una voce.
"Non ci pensare neanche".
Il moro si voltò di scatto, sempre sorridendo.
"Ciao, Louis".
Il ragazzo assottigliò gli occhi e lo guardò male.
"Non ti avvicinerai a Lydia".
"Oh, e sarai tu ad impedirmelo?", lo beffeggiò Zayn, scuotendo la testa.
"Sì, proprio così".
Il moro scoppiò in una risata sguaiata.
"Scusa, amico, ma è troppo divertente", commentò, continuando a ridere.
Louis alzò un sopracciglio e incrociò le braccia.
"Sei appena uscito dall'infermeria e già vuoi tornarci? Non pensavo ti mancasse così tanto", disse beffardo, stringendo i pugni.
Un lieve sorrisetto gli solcò il volto.
Zayn piegò la testa di lato.
"Verrò a trovare te", disse, caricando un pugno.
"Ehi, ehi, ehi. Che tensione", commentò una ragazza, frapponendosi fra i due.
I ragazzi la squadrarono da capo a piedi.
Era bassina e molto magra, ma con dei bellissimi lineamenti.
Aveva dei lunghi capelli castani e mossi e degli occhi molto espressivi.
Un sorrisetto malizioso le incurvava le labbra carnose.
"Nina?". Zayn era senza parole. 
Che diavolo ci faceva lei lì?
La ragazza si voltò verso il moro e gli fece l'occhiolino.
"Sorpresa!", esclamò, mordendosi sensualmente le labbra.
Louis ne approfittò per lanciare un'ultima occhiataccia a Zayn e andarsene.
Appena fu lontano, Zayn la scrollò per le spalle.
"Vuoi dirmi che ci fai qui?", sbottò, facendo una smorfia.
"Mi hai detto di lasciare Londra per un po' e l'ho fatto", rispose lei, sorridendo. Le vennero le fossette e Zayn sospirò.
"Mi hanno anche dato una camera tutta per me!", commentò, maliziosamente, facendo scorrere un dito lungo il petto del ragazzo.
Lui rise e le scostò la mano.
"Scordatelo".
"Oh, e dai, una volta non mi rifiutavi così", si lamentò, mettendo un finto broncio.
Zayn evitò il suo sguardo e si mise a guardarsi intorno.
Lei lo squadrò con sospetto, poi incrociò le braccia.
"Stai con una?".
"No", rispose lui distrattamente.
"E allora che problemi ci sono?", continuò Nina, corrugando la fronte.
Il moro la guardò e spense la sigaretta.
"Non ci vediamo da due anni e tu vuoi scopare?", chiese, con un mezzo sorriso.
La ragazza gli si avvicinò pericolosamente e lo squadrò.
"Sei altissimo, cazzo, non riesco neanche a baciarti".
"Sei tu che sei una nana", la beffeggiò lui, ridacchiando.
Nina gli fece la linguaccia e lo afferrò per la maglietta, attirandolo a sè.
"Prova a ripeterlo, se hai il coraggio", sussurrò sulle sue labbra, sfiorandole appena con la lingua.
Zayn sorrise.
"Vacci piano, pervertita", commentò, allontanandola.
Nina corrugò la fronte e si portò una mano al mento, pensierosa.
"Sei gay?", chiese.
Il moro scoppiò a ridere.
"Che? No!".
"Mah, sei strano", disse lei, scuotendo la testa.
Zayn sorrise e le scompigliò i capelli.
"Adesso ho da fare, perché non cerchi Niall e ti fai fare un giro del campo?".
"Non voglio fare un giro del campo! Voglio fare un altro giretto un po' più...intimo...", continuò Nina, lanciandogli l'ennesima occhiatina maliziosa.
"Non adesso, ok?", rispose lui, andandosene.
La ragazza assottigliò gli occhi e incrociò le braccia.
Qualcosa era cambiato. E voleva assolutamente sapere che cosa.
 
 
Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto per questa merda di capitolo. Proverò a farmi perdonare con il prossimo.
Un grazie di cuore a chi recensisce e a chi segue la storia.
Much love.
Baci,
Vale. C:
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

 
 
"...E poi mi è caduto dalle scale e mia madre si è messa ad urlare".
Lydia e Rachel scoppiarono a ridere.
"Non ci credo", disse la mora, scuotendo la testa.
"Sì, ti dico che è vero!", ribattè l'altra, senza smettere di sorridere.
Rachel tornò seria di colpo.
"Oh, quanto mi è mancato", commentò.
"Cosa?", chiese Lydia, corrugando la fronte.
"Il tuo sorriso spensierato. Stare senza Zayn ti fa bene".
La bionda abbassò la testa.
"Sì, credo di sì...".
Rachel le prese la mano e gliela strinse.
"Hai più parlato con Meredith?", chiese, dolcemente.
Lydia scosse la testa.
"Forse è tempo che facciate pace, che dici?".
La bionda annuì.
"Sì, ma in questo momento non ho molta voglia di parlarle".
Bussarono alla porta e Rachel sospirò.
"Basta che alla fine risolviate", disse, dirigendosi verso la porta.
Quando l'aprì, si ritrovò Zayn davanti.
Lo guardò male e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
"Che diamine ci fai tu qui?", sbottò, incenerendolo con lo sguardo.
"Sono passato a salutare la mia ragazza. Ti crea problemi?".
Rachel assottigliò gli occhi e fece una smorfia.
"Vattene, prima che ti prenda a calci nel culo. Lydia sta bene senza di te".
Zayn rise e incrociò le braccia.
"Come mai vuoi che le stia lontano? Non è che sei gelosa?", disse, malizioso, avvicinandosi.
"Magari vorresti essere al suo posto", sussurrò, sfiorandole le labbra.
Rachel rimase un attimo immobile, poi tornò in sè e lo spinse.
"Certo, come no, Malik", bofonchiò.
Zayn sorrise.
"Che succede?", chiese Lydia, raggiungendoli.
Poi, quando vide Zayn, arrossì lievemente.
"Niente, Lee, torniamo dentro".
"In realtà, vorrei parlare con te", la contraddisse Zayn, guardando Lydia.
La bionda fece un piccolo segno di assenso a Rachel, che sbuffò e tornò in camera.
"Sbaglio o sei arrossita?", chiese il moro, sorridendo compiaciuto.
La ragazza alzò le spalle.
"Credevo che fossi arrabbiato con me", disse, fissandolo.
"Nah, in realtà mi è passata subito. Comunque...sono guarito alla perfezione, visto?", continuò lui, facendo una giravolta.
Lydia annuì.
"Bene. Bravo. Ti serve altro?".
Zayn fece finta di mettere il broncio.
"Perché sei così acida con me?".
"Non sono...non...mi stai antipatico, va bene?", sbottò lei, incrociando le braccia.
Il moro sorrise e le si avvicinò, appoggiando un braccio contro il muro dietro di lei.
"Ah, sì?".
"Mhh".
Rimasero a guardarsi per qualche secondo, poi Zayn si avvicinò sempre di più.
"Quindi...se adesso, per esempio, ti baciassi...mi prenderesti a pugni?", chiese, sfiorandole delicatamente le labbra.
"Mhh", fu tutto quello che rispose lei.
"'Mhh'? Mi stai ascoltando?". Zayn indietreggiò di poco, poi scoppiò a ridere.
"Eri talmente presa da me, che neanche mi ascoltavi", sussurrò, compiaciuto.
Lydia alzò un sopracciglio.
"Eh? Cosa? Non è vero! Senti, lasciami in pace, devo vedere Louis", mormorò lei, cercando di coprire il rossore delle sue guance.
Fece per andarsene, ma lui la bloccò per la vita e la attirò a sè.
"No, non senza che tu mi abbia dato un bacio".
Lydia scosse la testa.
"Senti, Zayn, mettiamo in chiaro le cose: io sto con Louis. E noi due...insomma...non siamo neanche amici. Perciò...".
Il ragazzo sorrise.
"Stai rimandando l'inevitabile", la canzonò, baciandole la fronte, per poi scendere verso le sue labbra.
"Zayn...no", sussurrò Lydia, cercando di spingerlo via.
Lui quasi non se ne accorse e continuò a baciarla.
"Zayn...smettila...", continuò lei, agitandosi.
"Shh", ribattè il ragazzo, spingendola contro il muro perchè i loro corpi aderissero perfettamente, prima di cominciare a lasciarle dei baci umidi sul collo.
Lydia strinse la sua maglietta, cercando, un'ultima volta, di toglierselo di dosso, ma lui non si spostò di un millimetro.
"Zayn, non voglio. Non voglio, smettila!", esclamò, poi, spingendolo di nuovo.
Questa volta, il ragazzo indietreggiò.
I due non dissero niente per un po'. Si fissarono soltanto.
"Cos'è che ti attrae di Louis?", chiese, ad un certo punto, lui, tornando a sorridere.
Lydia sbuffò sonoramente.
"Ti prego, non ricominciare", esclamò, scocciata.
"No, così. Giusto per chiedere".
La bionda scosse la testa e chiuse per un attimo gli occhi e quando li riaprì lo guardò con più convinzione.
"Louis è il mio ragazzo. Non tu, va bene?", sbottò, sfidandolo con lo sguardo.
Zayn smise di sorridere, ma i suoi occhi erano ancora pieni di divertimento. 
Scattò verso di lei e la bloccò di nuovo contro il muro, con molta meno delicatezza di qualche attimo prima.
Lydia fece una smorfia, quando la sua schiena picchiò contro i mattoni freddi.
"Ora metto io in chiaro una cosa...", iniziò il ragazzo, stringedole con forza i fianchi. 
"Tu puoi stare con Louis, puoi anche sposartelo per quanto mi riguarda. Ma resti mia. Resterai sempre e comunque mia", sussurrò al suo orecchio.
Lydia deglutì a fatica e fece una smorfia.
"Lasciami andare. Per favore".
Il ragazzo indietreggiò con le mani in alto, senza toglierle gli occhi di dosso.
"Ricorda quello che ti ho detto, Lydia", concluse, dandole le spalle.
Lo vide accendersi una sigaretta, mentre se ne andava.
Rimase per un po' schiacciata contro il muro, incapace di reagire o di pensare, poi, fece per tornare in camera, ma una voce la fece fermare.
"Lydia".
Si voltò lentamente e fissò Harry, che a sua volta la guardava con una strana espressione impressa nel volto.
Corrugò la fronte.
"Ehm...ciao, Harry. Ti sei...ti sei ripreso, a quanto pare", commentò, mentre lui si avvicinava.
Il ragazzo non le rispose, continuò a guardarla.
Aveva la mascella contratta e i suoi occhi erano indecifrabili.
"Mi dispiace", disse, continuando ad avvicinarsi.
Lydia corrugò ancora di più la fronte e alzò le spalle.
"Per cosa, scusa?", chiese, perplessa.
"Questo".
La bionda non ebbe nemmeno il tempo di sbattere le ciglia, neanche di pensare, che Harry la colpì violentemente con un pugno sul viso.
Cadde, tossendo, incredula.
Si toccò il naso e le dita le si macchiarono di sangue.
Lo guardò, spaventata e incredula allo stesso tempo.
"Niente di personale", aggiunse il ragazzo, sferrandole un calcio nello stomaco.
Lydia gemette e subito ricevette un altro calcio. Poi un altro e un altro ancora.
"B-basta. T-ti...ti prego", lo supplicò, mentre lacrime di dolore le rigavano il volto.
Ma lui continuò a colpirla sempre più violentemente.
"Zayn deve pagare", mormorò, poi.
"Fermati! Adesso basta! Lasciala in pace!".
Louis gli si parò davanti e lo spinse.
"Ma che diavolo ti è preso?", esclamò, lanciando uno sguardo preoccupato a Lydia, che, nonostante vari tentativi, non aveva neanche la forza di alzarsi.
Harry lo fulminò con lo sguardo e strinse i pugni.
"Togliti di mezzo, Tomlinson, o dovrò provvedere anche a te".
"Lei non ti ha fatto niente. Perciò vattene o potrei colpirti", ribatté Louis, sempre più arrabbiato.
Il riccio scosse la testa.
"Io ti ho avvertito".
"Fermo. Non fare un passo", lo avvertì una voce alle sue spalle.
Niall.
"Oh, perfetto, anche tu, adesso?".
Quando Harry si voltò, si accorse che Niall non era da solo.
"Meredith?". Guardò la ragazza, che aveva le lacrime agli occhi e si teneva una mano sulla bocca, scioccata.
"Come...come hai potuto farle del male?", singhiozzò.
"Io...".
Harry si guardò intorno. Posò lo sguardo su tutti i presenti, compresa Lydia, poi mormorò 'mi dispiace' e corse via.
"Lydia! Lydia, oh, mio Dio!", gridò Meredith, chinandosi su di lei.
La bionda la guardò e tossì.
"Devi andare in infermeria", sussurrò Louis, accarezzandole la guancia.
"Sto...sto bene", ribatté lei, mentre Niall la aiutava ad alzarsi.
"Ma che dici? Stai sanguinando e sei piena di lividi...".
"Ho detto che sto bene, ok?", sbottò, guardando i tre ragazzi.
"Solo...nessuno deve saperlo...", continuò, mentre Louis le metteva un braccio intorno alla vita.
"Va bene? Promettetemi che non lo direte in giro".
"Perché dovremmo dirlo a qualcuno? E comunque devi andare in infermeria", insistette Louis.
"No". Quando Niall parlò, tutti si voltarono a fissarlo.
"Un conto è un ragazzo che va in infermeria conciato in quel modo...ok, tra ragazzi, si sa, ci sono sempre delle risse, ma se lei si farà vedere così, nel giro di qualche ora, tutto il campus saprà quello che è successo", continuò, scuotendo la testa.
"E allora? Ti preoccupa salvaguardare l'onore del tuo amico?", sbottò Louis, acido, guardandolo male.
Niall fece una risatina ironica, poi fece schioccare la lingua.
"Non mi preoccupa 'l'onore del mio amico', piuttosto la reazione che potrebbe avere Zayn. Se lo scoprisse, qualcuno potrebbe farsi male. Molto male".
 
 
Quando Zayn entrò in camera sua, Nina era sdraiata sul suo letto, intenta a leggere un libro.
"Come hai trovato la mia camera?", chiese, incrociando le braccia.
"Oh, non è stato difficile. Mi è bastato chiedere al primo che passava. Sai che qui ti temono tutti?", rispose lei, senza staccare gli occhi dal libro.
Il ragazzo fece un sorrisetto compiaciuto, poi si sdraiò vicino a lei, facendola sorridere.
"Non sei cambiato, eh? Sei rimasto il cattivo ragazzo di sempre", commentò, voltando una pagina.
Zayn la guardò, continuando a sorridere.
"Sei delusa?", chiese, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Delusa? No, Zayn, è proprio questo che mi piace di te", sussurrò lei, posando il libro sul comodino.
Si voltò a fissarlo, poi gli soffiò sulle labbra.
"Trovo eccitante il fatto che tu abbia tutto sotto il tuo controllo", continuò, facendo scorrere un dito lungo il suo viso, poi sul suo collo e sempre più giù. Poi, afferrò i lembi della sua maglia e iniziò a tirargliela su, ma lui le bloccò i polsi.
"Oh, andiamo, stiamo scherzando? Vuoi davvero violentarmi?", scherzò il ragazzo, lasciandosi scappare un sorrisetto.
"Uhm...l'idea non è male", ribattè lei, liberandosi della sua presa e montando a cavalcioni su di lui.
"Non volevo usare la forza, ma non mi dai altra scelta", continuò, sorridendo furbetta.
Zayn ricambiò il sorriso con uno sguardo malizioso.
"Non ho mai avuto tanta paura in vita mia", disse, baciandola con foga.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

 
"Dove stiamo andando?", chiese Lydia, dato che camera sua si trovava esattamente dall'altra parte del campus.
"In camera mia. Non ti lascio più da sola", sussurrò Louis, stringendo la presa sul suo fianco.
"Ma non si può. Secondo le regole del campus maschi e femmine devono stare...".
"Non mi importa delle regole del campus!", esclamò Louis, interrompendola.
"E poi...", aggiunse Meredith, dura "Harry mi ha tenuta in camera con sè. Se l'ha fatto lui, non vedo perché Louis non possa".
Lydia la guardò.
Aveva ancora gli occhi lucidi e sembrava essere combattuta da sentimenti contrastanti.
"Mi dispiace, Mer", sussurrò, tristemente.
"No, Lydia, non ti devi dispiacere di niente, ok? Io...credo...beh, io vado in camera...".
Se ne andò senza aggiungere altro.
La bionda guardò Louis, che le baciò la fronte.
"Dai, andiamo".
 
 
Meredith camminava a passo svelto, senza reprimere le lacrime, che, ormai, le bagnavano la maglietta.
Si era fidata di Harry, ma in quel momento provava una forte rabbia verso di lui.
"Mer".
Il riccio le si parò davanti, bloccandola per le braccia.
"Lasciami, lasciami!", esclamò lei, cercando di divincolarsi dalla sua presa.
"Mer, ti prego, ascoltami! Non so cosa mi sia preso, ok? Non volevo farle del male", disse, disperato.
La rossa si calmò e lo guardò negli occhi. Occhi che la supplicavano di perdonarlo.
"Senti, tu puoi prendertela con Zayn quanto vuoi. Non ho niente da ridire su questo perché si merita tutto il male del mondo. Ma Lydia...lei non ti aveva fatto niente. Come...? Cosa...cosa pensavi che sarebbe successo? Pensavi che ti avrei detto 'Bravo, Harry, mi hai vendicato'? Lei è la mia migliore amica!", gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Harry fece una smorfia, cercando di reprimere le lacrime, ma, presto, alcune gocce cristalline gli rigarono il volto.
Meredith non l'aveva mai visto piangere e pensò che non piangesse da tempo.
"Mi dispiace, Mer. Davvero".
"Non chiamarmi così. Anzi, non parlarmi, non seguirmi, non guardarmi neanche. Io e te abbiamo chiuso", disse, singhiozzando.
Harry scosse la testa e la guardò con dispiacere.
"No, no, no, no, no. Ti prego, io...".
"Lasciami, Harry", sussurrò lei, chiudendo gli occhi.
Il ragazzo sospirò e corse via.
Quando Meredith riaprì gli occhi, lui era sparito.
 
 
Lydia dormì per due giorni interi, sotto gli occhi attenti di Louis.
Quando si svegliò, si sentì ancora più stanca di prima.
"Ehi". Louis le accarezzò la guancia e le sorrise, rassicurante.
"Buongiorno".
"Louis", sussurrò lei, alzandosi di scatto.
"Vacci piano, ok?", disse il ragazzo, prendendola per mano.
"Mi gira la testa", continuò lei, portandosi una mano alla fronte.
"Ovvio, hai dormito per due giorni".
"Cosa?!", esclamò lei, incredula.
"Oddio, devo alzarmi. Come sta Meredith? E Rachel? Lo sa?".
"Calmati, sono passati due giorni, non dieci anni", ribattè lui, accarezzandole il braccio.
"Sì, Rachel lo sa e Meredith, beh, non sta molto bene".
"Devo andare da lei", disse Lydia, sicura, andando verso la porta.
"Aspetta! Prima devi mangiare qualcosa. Rimani qui, vado a prenderti qualcosa", concluse lui, andandosene.
Lydia si guardò intorno, poi andò in giardino e si sedette su una panchina, respirando a pieni polmoni l'aria fresca del mattino.
 
 
Niall aprì la porta di camera sua e trovò tutto in disordine. 
Vestiti per terra, valigie rovesciate, scarpe sui letti...
"Ma che...?".
Poi, vide Harry rannicchiato in un angolino, con una sigaretta alla mano e almeno cinque mozziconi per terra.
"Sei stato tu? Non ti fai vedere per due giorni e poi vieni a distruggerci la camera?", chiese, avvicinandosi.
"Mi ha lasciato, Niall", disse il riccio, senza guardarlo.
Era stanco e distrutto, sembrava che non dormisse da anni.
Niall si sedette vicino a lui e gli tirò una pacca sulla spalla.
"Hai esagerato, lo sai".
"Volevo solo...l'ho fatto per lei...e ora...io...", si fermò e si alzò di scatto, poi tirò un pugno contro il muro.
 
 
Lydia guardò davanti a sè e sospirò.
Era stanca, troppo stanca. 
Poi, qualcuno le tappò gli occhi con le mani e lei sorrise.
"Louis, so che sei tu...", sussurrò, dolcemente.
Ma nessuno rispose.
"Louis?", riprese lei, portando le mani sopra le sue.
Ancora una volta, non ebbe risposta. 
Si spaventò e si scrollò dalla presa, alzandosi di scatto e voltandosi.
Louis scoppiò a ridere.
"Oh, sei tu! Idiota, mi hai fatto prendere un colpo. Pensavo che fosse...".
"Zayn?", la anticipò lui, prendendola per mano.
Lydia annuì.
"Ti avevo detto di restare in camera", la rimproverò, con un finto tono autoritario.
"Oh, vero. Scusa, mammina", scherzò lei, tornando in camera.
 
 
Quando Zayn si svegliò, Nina lo stava fissando.
"Buongiorno, bell'addormentato", sussurrò lei, sorridendogli.
Il moro sbadigliò e si mise seduto, osservando con attenzione la camera della ragazza.
"Prego", disse lei, accarezzandogli la spalla.
Zayn la guardò, confuso.
"Eh?".
"Per la camera. I tuoi amici non ti vogliono con loro", rispose Nina, lasciandogli un bacio sul collo.
Il ragazzo si alzò e raccolse i suoi vestiti da terra.
"Lo dici come se ti dispiacesse avermi intorno", ribattè, sorridendole maliziosamente.
Nina ricambiò il sorriso, seguendolo con lo sguardo mentre lui si vestiva.
"Mi sei mancato, Zayn", sussurrò, dolcemente.
"Sì. Anche tu", ribattè il ragazzo con nonchalance.
La castana corrugò la fronte e incrociò le braccia.
"Wow, mi aspettavo un po' più di entusiasmo".
Il moro la guardò e alzò le spalle, infilandosi la maglietta.
"Che c'è? Ti ho detto che mi sei mancata", disse, confuso.
"Beh, non sembravi molto convinto".
Zayn sbuffò e le si avvicinò.
"Ieri sera non sono stato convincente? E la sera prima? E quella prima ancora?", chiese, maliziosamente, prendendole il viso fra le mani.
Lei sorrise, ma poi tornò seria.
"E' solo che...non ci vediamo da un bel po'...e dato quello che c'è stato tra di noi pensavo che...". Il ragazzo la interruppe con un gesto della mano.
"Quello che c'è stato? Nina, era soltanto sesso", esclamò, alzando un sopracciglio.
La ragazza spalancò gli occhi.
"Cosa? No! Sai che non è così, Zayn. Era molto più che soltanto sesso. Io ti amavo. E anche tu amavi me", disse convinta.
Zayn scosse la testa e fece un sorrisino isterico.
"Oh, andiamo, Nina, non dirmi che pensavi veramente che provassi qualcosa per te. Certo tu sei tremendamente sexy e stupenda...ma...oh, sul serio credevi che io...ma, andiamo, io? Credevi che io potessi innamorarmi?".
La ragazza piegò la testa di lato e assottigliò gli occhi, poi scosse la testa.
"Sei sempre il solito duro. Non puoi ammettere neanche per un secondo di avere un cuore, vero? Devi mostrarti insensibile, altrimenti gli altri penseranno che ti sei rammollito", sbottò lei, sarcasticamente, alzando un sopracciglio.
Zayn sospirò e la guardò teneramente.
"Nina, Nina, Nina, anche tu non sei cambiata per niente. Sei rimasta la solita bambina viziata di un tempo. Se non ottieni quello che vuoi, allora ti metti a piangere, no? E' così che funziona?", ribatté, acido.
La ragazza strinse i pugni e lo guardò male.
"Adesso me ne vado", ringhiò, correndo verso la porta. Ma poi si bloccò e si voltò con uno sguardo assassino.
"No. No. Sai che ti dico? Sei tu che devi andartene, perché questa è camera mia", disse, sorridendo per nascondere la delusione.
Zayn fece schioccare la lingua e annuì, sbattendo la porta mentre se ne andava.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


 

Capitolo 19

 
"Mi hanno detto che tra due giorni è il tuo compleanno", commentò Louis, chiudendo la porta.
"Già. Te l'ha detto Rachel?", chiese Lydia, picchiettando una mano sul letto per farlo sedere accanto a lei.
Il ragazzo le sorrise e annuì.
"Quindi...vorrei sapere che regalo vorresti avere".
Lydia roteò gli occhi e scosse la testa.
"No, Louis, niente regali. Davvero".
"Ah, ma finiscila, diciotto anni non si compiono tutti i giorni".
La bionda scoppiò a ridere.
"Parli come mio nonno. Dai, Lou, non voglio regali", insistette, più convinta.
Louis annuì.
"Va bene, allora. Niente regali", sussurrò, per niente serio.
 
 
Zayn, fermo ormai da più di mezz'ora davanti alla camera di Niall e Harry, si decise a bussare.
Gli aprì il biondino.
"Oh, Zayn, ciao", disse, chiudendosi la porta alle spalle.
"Che ci fai qui?", aggiunse, leggermente preoccupato.
"Beh, questa è ancora camera mia, no? E...voglio chiarire con Harry".
Niall sorrise nervosamente e si passò una mano tra i capelli.
"Oh, sì...certo...sì. Sì, sì...beh...".
Zayn roteò gli occhi e, mentre Niall cercava di formulare una frase di senso compiuto, entrò in camera.
Alzò un sopracciglio quando notò l'eccessivo disordine in cui era stata ridotta, ma poi si voltò verso Harry, che se ne stava seduto sul letto, con lo sguardo puntato verso di lui.
"Zayn...", sussurrò il riccio, ma venne interrotto da un gesto del moro.
"Mi dispiace, Harry. Sono stato un coglione con Meredith e anche con te. Davvero, io...mi dispiace".
Harry rimase a bocca aperta. Cercò di dire qualcosa, ma era senza parole.
Zayn Malik che si scusava? Quando mai era successo?
"Non...non importa. Anche io sono stato...".
"No, no, non scusarti. E' colpa mia, tu non hai fatto niente", lo interruppe di nuovo Zayn, avvicinandosi.
Poi, senza aggiungere altro, lo abbracciò forte.
Harry non riuscì a dire niente.
 
 
Quando qualcuno bussò alla porta, Louis corse ad aprire e Meredith entrò in camera sua con un enorme sorriso sul volto.
"Lydia!", esclamò, allegra.
"Ehi, Mer! Come...come stai?", chiese la bionda, osservandola con preoccupazione.
Meredith alzò le spalle.
"Alla grande! La vita da single è meravigliosa...ehm...senza offesa, eh, Louis!", commentò, lanciando un'occhiata al ragazzo, che scosse la testa.
"Comunque...sei agli arresti domiciliari o puoi prendere un po' d'aria?", riprese la rossa, tornando a guardare Lydia.
"Ehm...no, posso uscire...".
"Sì, ma non allontanarti troppo e resta con Meredith", si intromise Louis.
Lydia annuì e Meredith roteò gli occhi.
"Qui qualcuno è iperprotettivo...", commentò a voce non troppo bassa.
Louis alzò un sopracciglio e la guardò male.
"Devo ricordarti cosa le ha fatto il tuo ragazzo?".
"Louis!", lo riprese Lydia, scuotendo la testa.
Meredith sembrò scossa per qualche secondo.
"Ex ragazzo", ringhiò poi, facendo cenno a Lydia di uscire, mentre sbatteva la porta.
"Scusalo...", sussurrò la bionda, appena la raggiunse.
Meredith sospirò.
"Non importa. Sto bene. Tu, piuttosto, come stai?".
"Senti, Mer...mi dispiace davvero per quello che è successo".
"Beh, non a me. Cioè, non fraintendermi, mi dispiace per quello che ha fatto a te, certo, ma non di averlo lasciato. E' un coglione, avrei dovuto saperlo. E' identico a Zayn", disse, acida, senza smettere di camminare.
"Uhm...mi fa piacere che parliate di me", sussurrò una voce alle loro spalle.
Le ragazze si voltarono, trovandosi faccia a faccia con Zayn, che, però, invece del solito sorrisetto arrogante, aveva un'espressione fin troppo seria.
"Z-Zayn".
Lydia si immobilizzò. 
E il moro corrugò la fronte appena vide uno dei lividi che Harry le aveva lasciato sul viso.
"Che hai lì?", chiese, allungando la mano per cercare di sfiorarla, anche se lei indietreggiò.
"N-niente", balbettò lei, guardando nervosamente verso Meredith.
Zayn fece una risatina forzata.
"A me non sembra 'niente'. Chi te l'ha fatto?", continuò lui, avvicinandosi pericolosamente.
"Nessuno, Zayn, io...e Meredith...dobbiamo andare", si affrettò a dire la bionda, cercando, inutilmente, di andarsene.
"Dimmi chi te l'ha fatto o giuro che me la prenderò con chiunque possa essere stato. A cominciare dal tuo ragazzo", sbottò il moro, bloccandola per un polso.
"Ti ha detto che non è stato nessuno, ok? Lasciala andare", bofonchiò Meredith, lanciandogli un'occhiataccia.
Zayn assottigliò gli occhi e le si avvicinò.
"Stai attenta, rossina. Ho promesso a Harry di non toccarti più, ma non sono famoso per rispettare le mie promesse", la avvertì, alzandole il volto con una mano, che, subito, lei scansò con rabbia.
"Ma per favore, sei patetico", commentò, scuotendo la testa.
Lydia si frappose fra i due, per evitare che la situazione sfuggisse di mano.
"Senti, Zayn, lascia stare Louis, non è stato lui".
Il moro inarcò un sopracciglio, poi sorrise soddisfatto.
"Allora è stato qualcuno, eh? Lo sapevo. Dimmi chi".
Lydia sospirò, abbassando la testa.
"Dobbiamo andare...", concluse, poi, andandosene e trascinando l'amica con sè.
Zayn decise di non seguirle. Non era in vena di litigate.
 
 
"Allora? Procede tutto secondo i piani?", chiese una voce dall'altra parte del telefono.
Nina roteò gli occhi.
"Sì, va tutto a meraviglia", rispose, annoiata, mentre attorcigliava una ciocca di capelli intorno al dito.
"Bene. Lui non sospetta niente?", continuò la voce.
"Niente. Crede che io sia qui per nascondermi".
Nina sentì una risatina divertita.
"Sono curioso...siete già stati a letto insieme?".
"Ah, sta zitto. Non sono affari tuoi", sbottò lei, risentita.
"Già...beh, vedi di convincerlo a darti le diecimila sterline".
"Oh, certo e perché dovrebbe?".
"Ma è ovvio. E' ancora innamorato di te".
Nina si alzò dal letto e rimase un attimo immobile a pensare.
"Tu...tu credi?", chiese.
"Sì, certo che sì...ma vedi di stare attenta...ha puntato gli occhi su un'altra ragazza e, ora come ora, non puoi permetterti che si dimentichi di te. Tienilo al guinzaglio e presto avremo i soldi".
Nina annuì, sospirando.
"Ok...dammi un po' di tempo".
"Tutto quello che ti serve, tesoro, ma vedi di non innamorarti di nuovo di lui, eh".
La ragazza scosse la testa, stringendo il cellulare tra le mani.
"Questo non accadrà mai, lo sai".
"Bene. E' un piacere fare affari con te".
"Mai quanto lo è con te, Alex", ribattè lei, staccando la chiamata.
 
 
Ehilà.
No, non sono morta. Sono ancora qui e devo scusarmi per il terribile ritardo.
Mi dispiace davvero tanto, ma non ce l'ho fatta con la scuola e tutto.
Spero che mi perdoniate. Mi perdonate, vero? :3
Un bacio a tutti,
Vale.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

 
 
"Ehi, ehi, Lydia, aspettami!", esclamò Zayn, rincorrendola attraverso tutto il giardino.
La ragazza sbuffò.
"Che c'è?".
"Senti...so che sono stato un po' scortese con te...ma...".
Lydia alzò un sopracciglio e lo interruppe.
"'Scortese'? Sei stato uno stronzo con me!", commentò, acida, scuotendo la testa.
Zayn si schiarì la voce, passandosi una mano tra i capelli.
"Ok, sì, è vero...ma...oh, andiamo, dimmi chi ti ha picchiata".
"Oh, certo...perché tu possa riempirlo di botte?", ribatté lei sarcastica, guardandolo male.
"Faremo soltanto una chiacchieratina. Promesso. Voglio solo assicurarmi che non lo faccia di nuovo".
"Non lo farà...e comunque che ti importa? Fino a poco fa, ti divertivi a rendere la mia vita un inferno e adesso, improvvisamente, fai l'amicone?", sbottò, sospettosa.
Zayn alzò le spalle.
"Beh...tu...sei...ehm...una brava ragazza".
Lydia alzò un sopracciglio.
"Wow, questo è il miglior complimento che riesci a fare?", commentò.
Il ragazzo sbuffò.
"Uhm...non pensavo che ti piacessero i complimenti", ribatté, sorridendo.
Lydia sospirò, roteando gli occhi.
"Sono una ragazza, Zayn, è ovvio che adori i complimenti".
Il moro annuì, afferrandola per un braccio per evitare che se ne andasse.
"Come va con Louis?", chiese, poi, appena lei si voltò a fissarlo.
Lydia corrugò la fronte e alzò le spalle, confusa.
"Ehm...bene. Tutto bene. Perché me lo chiedi?".
"Oh, beh, così...per chiacchierare", rispose lui, grattandosi la testa.
La conversazione stava diventando sempre più imbarazzante ed entrambi si sentirono a disagio.
"Ho...uhm...fatto pace con Niall e Harry...", riprese Zayn, alternando lo sguardo dagli occhi della ragazza alle sue labbra.
"Oh...sono...felice per te", disse lei, improvvisamente nervosa.
Anche se Zayn non sospettava di Harry, il fatto che l'avesse nominato la faceva stare in pensiero.
"Ehi, Zayn".
Qualcuno li interruppe.
"Nina...", sussurrò lui, appena la riconobbe.
Lydia la scrutò con curiosità.
"Ehm...ciao...", la salutò Nina, per poi tornare a guardare il ragazzo.
"Devo parlarti...".
Zayn lanciò un'occhiata a Lydia e poi annuì.
"Ok, sì. Ci vediamo, Lydia", disse, andandosene insieme a Nina.
La bionda li guardò andare via.
Nina. Era quella che aveva nominato quel ragazzo biondo che aveva aggredito Zayn in infermeria?
Si sentì strana. Non sapeva esattamente cosa le stesse succedendo, ma quella ragazza, sicuramente, non le piaceva.
 
 
"Senti, mi dispiace per prima...non so cosa mi sia preso. Non volevo cacciarti da camera mia. Puoi tornare quando vuoi", esordì Nina, appena furono abbastanza lontani da Lydia.
Zayn scosse la testa.
"Non serve, sono tornato da Harry e Niall, ma grazie per il pensiero", sussurrò, voltandosi per andarsene.
"No, aspetta. Aspetta. Sei arrabbiato".
"No".
"Sì, invece, ti conosco, Zayn. E' per quella ragazza?", sussurrò Nina, prendendolo per mano.
"No. Sì, forse. Anche se fosse?", sbottò lui, scansandola malamente.
"Lei...ti piace...", sussurrò Nina, sospirando.
"No, è soltanto una distrazione. Adesso, se vuoi scusarmi, ho da fare", concluse il moro, andandosene.
Nina lo guardò andarsene e, quando lui fu lontano, tornò indietro, in cerca di Lydia.
"Ehi, ehi. Lydia, vero?", la chiamò, facendola voltare.
"Ehm...sì. Posso aiutarti?".
"Sei un'amica di Zayn?", iniziò Nina, sorridendole.
Lydia alzò le spalle.
"Beh...qualcosa del genere, sì. Anche tu?".
"Oh, non mi definirei proprio sua amica. Sai, dopo tutto quello che c'è stato fra di noi...".
Lydia cambiò espressione e sembrò a disagio.
"Oh...siete stati insieme?", chiese.
"Non proprio. Ci divertivamo parecchio, se capisci cosa intendo...", commentò Nina, facendole l'occhiolino.
"...ma alla fine...credo che si fosse innamorato di me. Ovviamente non lo ammetterebbe mai. Sai com'è fatto, no?", continuò, sorridendo.
La bionda annuì, nervosamente, e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Beh, ti saluto, credo che me ne andrò a fare un sonnellino", concluse l'altra, andandosene con un ghigno vittorioso stampato sul volto.
Lydia rimase un attimo ferma. Confusa.
Poi passò il resto della giornata, da sola, in camera di Louis e, ben presto, si addormentò.
 
"Bentornata fra di noi", esclamò la voce di Meredith, appena Lydia aprì gli occhi.
La bionda mormorò qualcosa e si rigirò nel letto.
"Avanti, alzati! Domani è il tuo compleanno, quindi ci aspetta una lunga giornata di cura del corpo!", disse Rachel, scuotendola.
 
 
"Chi potrebbe essere stato?", esclamò Zayn, inquieto, mentre faceva avanti e indietro per la stanza.
Niall guardò nervosamente Harry.
"Beh, potrebbe essere chiunque...perché non lasci perdere?".
Il moro si fermò e scosse la testa.
"No, voglio scoprire chi è stato e farlo pentire di essere nato", sbottò, stringendo i pugni.
Niall abbassò la testa e si morse il labbro.
"E come hai intenzione di fare?".
"Qualcuno deve aver visto qualcosa, mi basterà chiedere in giro", disse, mentre un sorrisino gli solcava il volto.
Niall sospirò e lanciò un'occhiatina a Harry, che, ormai, non parlava da parecchi minuti.
"Secondo me, dovresti smetterla di tormentarti con questa storia e rilassarti".
"No", rispose semplicemente Zayn, accendendosi una sigaretta.
Qualcuno bussò alla porta e il moro andò ad aprire, trovandosi faccia a faccia con Rachel.
"Ciao, tesorino, ti chiamo Niall?", disse lui, sorridendole maliziosamente.
"Cosa ti fa pensare che stia cercando lui?", ribattè lei, infastidita.
Zayn scosse la testa, pazientemente, quasi ad imitare un adulto che tiene il gioco ad una bambina.
"Non lo so...magari il fatto che tu abbia una cotta immensa per il biondino?", azzardò, allargando il sorrisetto.
Rachel roteò gli occhi.
"Che cazzata...no, in realtà stavo cercando te", sbottò.
Zayn fece un versetto che la fece andare su tutte le furie.
"Uuuuh, allora hai cambiato soggetto. Adesso sei pazza di me?", disse, appoggiandosi alla porta, incrociando le braccia.
"Sì, ti piacerebbe".
Il moro alzò maliziosamente un sopracciglio e lei sbuffò.
"Domani è il compleanno di Lydia", disse.
"Ah, sì? Buon per lei", commentò lui, con nonchalance.
"Sì. Avevamo pensato di organizzarle una festa. Tu...o voi...volete partecipare?".
"Mi dispiace, tesoro, ma non sono un organizzatore di feste, magari un'altra volta, eh?", rispose lui, alzando le spalle.
"Ma...pensavo che...foste amici...".
"Non mi risulta e, come ho già detto, non sono un organizzatore di feste, ma puoi sempre assumerne uno. Su internet si trova di tutto, no?".
Rachel aggrottò le sopracciglia.
"Ok...bene...non venire, sai che me ne importa?", sbottò, facendogli il dito medio, mentre se ne andava.
Zayn ridacchiò.
"Simpatica, la ragazza", disse, chiudendo la porta.
"Perché gli hai detto di no?", chiese Niall, confuso.
"Perché avrei dovuto dire di sì?", ribattè il moro, sedendosi.
"Beh...credevo che Lydia ti piacesse".
"Nah...".
"Oh, andiamo sono tuo amico, a me puoi dirlo", continuò il biondino, insistente.
"Ah, davvero? Come tu mi hai detto che è stato Harry a picchiare Lydia?", sbottò Zayn, fissandolo con sfida.
Niall e Harry spalancarono gli occhi.
"C-cosa?", mormorò il primo.
"Sì, so tutto. Non sono così stupido come credevate. Mi ci è voluto poco per capirlo. Beh, il primo sospetto l'ho avuto con Louis, ma è un gentleman, non metterebbe mai le mani addosso ad una ragazza...poi ho pensato a Meredith, dato il litigio fra lei e Lydia...ma una ragazza non avrebbe potuto lasciarle quei segni, poi ho pensato a voi e, dato che tu non avevi alcun motivo per farle del male e dato la tua promessa di cambiamento fatta a Rachel, ti ho escluso.
Poi, rimanevi soltanto tu, Harry. Avevo fatto del male a Meredith ed eri arrabbiato con me. Non mi ci è voluto molto per fare due più due.
Però non ho detto niente, sperando che prima o poi avresti trovato il coraggio di dirmelo".
Il riccio abbassò la testa e fece una smorfia.
"Io...non volevo farle del male...ero arrabbiato e...e...".
"No, no, no, smettila di scusarti. Sai, non ce l'ho tanto con te per quello che hai fatto, dopotutto, anch'io non mi sono comportato bene con te, ma, piuttosto, perché non hai avuto le palle di dirmelo", sbottò Zayn, stringendo i pugni. Poi, si voltò verso Niall.
"E tu...non hai detto niente", continuò, scuotendo la testa.
"Ma che razza di amici siete?", commentò, amaramente, sbattendo la porta, mentre se ne andava.
 
 
La sera, finalmente, Rachel e Meredith lasciarono tornare Lydia in camera di Louis.
"Ehi", sussurrò, entrando.
Louis era seduto sul letto che leggeva un libro.
"Ehi, piccola", esclamò, alzandosi e posando il libro sul comodino.
"Com'è andata la giornata con quelle due pazzoidi?", chiese, sorridendo.
Lydia scosse la testa.
"Beh, manicure, pedicure, capelli...vedi? Me li hanno piastrati alla perfezione", commentò, stanca.
Louis annuì.
"Oh, sì, vedo. Peccato che adesso si spettineranno un po'", disse, maliziosamente, prima di fiondarsi sulle sue labbra.
Lydia sorrise e ricambiò il bacio.
Poi, si allontanò di poco.
"Louis io...io ti amo", disse, guardandolo intensamente.
"Ti amo anche io", ribattè lui, accarezzandole la guancia.
Lei posò la mano sulla sua.
"Credo...di essere pronta...anzi, ne sono sicura".
Louis corrugò la fronte.
"Pronta per cosa?", chiese poi, fingendosi confuso.
La bionda rimase un attimo in silenzio, imbarazzata.
"Beh...".
Il ragazzo scoppiò a ridere e la baciò.
"Sei bellissima quando arrossisci", sussurrò poi.
"Sicura di essere pronta? Non voglio metterti fretta", aggiunse, tornando serio.
Lydia circondò il suo collo con le braccia e annuì.
"Ti amo da impazzire, non posso essere più sicura di questo".
Louis sorrise e la baciò di nuovo, poi la prese in braccio e la fece sdraiare sul letto.
"Pronta per il tuo regalo di compleanno?", chiese, maliziosamente, zittendola con un bacio prima che potesse dire qualsiasi cosa.
 


ESTATEEE.
 
Oh, yeah.
Finalmente, non ne potevo più della scuola, non so voi, ma io ero proprio distrutta. Beh, che ne pensate di questo capitolo?
Ora che sono in vacanza cercherò di scrivere meglio e di più. Ci proverò.
Beh, vi saluto e grazie a tutti. (:
 
 
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

 
 
Lydia si svegliò quando un raggio di sole le illuminò il volto.
Il braccio di Louis la stringeva delicatamente a sè.
Si voltò lentamente per guardarlo e sorrise.
Sarebbe potuta restare così per ore.
Il ragazzo dormiva profondamente ed era così dolce che Lydia si mordicchiò le labbra un paio di volte.
Improvvisamente, la porta si spalancò e Rachel e Meredith fecero il loro ingresso, urlando come delle pazze, facendo sobbalzare Lydia e Louis.
"Auguri, sexy diciottenne!", gridarono più volte in coro, facendo avanti e indietro per la stanza, mentre i due ragazzi le fissavano a bocca aperta.
Louis sbuffò e si nascose sotto le coperte.
"Smammate!", si lamentò.
Lydia rise, mentre le amiche facevano dei versacci al ragazzo.
"Allora, Lydietta, alzati, la giornata è lunga", disse Rachel, prendendola per mano.
Louis si mise seduto e scosse la testa.
"Scordatevelo, non me la porterete via anche oggi", borbottò, ancora mezzo addormentato.
Rachel e Meredith si guardarono e si scambiarono un sorrisino furbetto.
"No, come potremmo", sussurrò Meredith, raggiungendo Rachel.
Poi, si avventarono su Lydia, sollevandola di peso.
"A stasera, Loouuuisss!", esclamarono, trascinandola fuori dalla camera.
"Dio mio, siete pazze? Sono in intimo!", gridò lei, guardandosi intorno per accertarsi che fossero sole.
Le due amiche risero.
"Tranquilla, ci abbiamo pensato noi", disse Rachel, porgendole un vestitino.
Lydia si affrettò a metterlo.
"Voi due siete ufficialmente le più cretine che conosca", ridacchiò, abbracciandole.
"Ma vi voglio bene".
"Anche noi,  e aspettati una giornatina perfetta!", esclamò Rachel, sorridendo a trentadue denti.
 
 
"Non riesci proprio a non litigare con i tuoi amici, eh?", sussurrò Nina, appena si svegliò, notando Zayn che si vestiva.
Il ragazzo la ignorò, continuando a vestirsi.
"Mi fa piacere che tu dorma qui, comunque...", continuò, scrutandolo.
Il moro fece schioccare il collo e si sdraiò sul letto.
"Vuoi che ti ringrazi?", sbottò.
"No, non dicevo questo...".
"Ah, perché sembrava proprio questo, invece".
Nina roteò gli occhi e appoggiò la testa sul suo petto.
"Come ho già detto...mi fa piacere averti qui, tutto per me", disse, cominciando a tracciare linee immaginarie sul suo petto.
Zayn le accarezzò i capelli.
"Credi di riuscire a trovare le diecimila sterline per Alex?", chiese, continuando a giocare con i boccoli cioccolato della ragazza.
"No, non credo. Dove vuoi che li trovi?".
Zayn sospirò.
"Senti, posso...posso chiamare mio padre", disse.
Nina alzò la testa per guardarlo negli occhi.
"Lo faresti? Per me? Tu e tuo padre vi odiate...".
Il moro annuì e le accarezzò la guancia.
"Mi umilierà, come fa sempre quando ci vediamo, ma me li darà", rispose, sospirando.
Nina piegò la testa di lato.
"No, non voglio che tu lo faccia. Troverò un altro modo".
"Non c'è un altro modo, Nina. Chiamerò mio padre. In qualche giorno sarà qui, darai i soldi ad Alex e ricominceremo da capo, senza lui e senza la droga".
"Ma...", Nina cercò di parlare, ma Zayn la zittì con un dito sulle labbra.
"Tu lo faresti per me", disse, sorridendole.
La ragazza ricambiò il sorriso e appoggiò di nuovo la testa sul suo petto, poi, tornò seria.
"Sì, sì, lo farei", disse, mordendosi il labbro.
 
 
"Oddio, davvero?", esclamò Rachel, incredula, sedendosi sul suo letto.
Lydia annuì, sorridendo.
"L'abbiamo fatto ieri sera. Ed è stato magico".
"Aw, conoscendolo, deve essere stato davvero magico", sussurrò Meredith.
"Già, il regalo di compleanno migliore che abbia mai ricevuto", disse Lydia, mordicchiandosi il labbro.
Meredith piegò la testa di lato e sorrise.
"Aw, che cosa dolce".
"Sì...aspetta, cosa? Ti ha dato il suo regalo di compleanno, prima del tuo compleanno?!", sbottò Rachel, spalancando gli occhi.
Lydia aggrottò la fronte.
"Sì, e allora?".
"Cosa?! Porta male, malissimo. Oddio, possibile che non ci abbia pensato?", urlò, fuori di sè.
Lydia e Meredith alzarono un sopracciglio e si guardarono.
"Ma dai, Rae, non puoi credere a queste scemenze!", esclamò Mer, ridacchiando.
"Beh, invece ci credo e fareste bene a crederci anche voi".
Lydia scosse la testa e le mise una mano sulla spalla.
"Tranquilla, dai, questo è il miglior compleanno di sempre. Cosa potrebbe andare storto quando ho un ragazzo perfetto e due amiche meravigliose?".
 
 
Qualcuno bussò, insistentemente, alla camera di Louis.
"Che c'è?", borbottò lui, aprendo.
Liam lo salutò velocemente.
"Senti, amico, tua madre vuole vederti", disse, preoccupato.
Louis aggrottò la fronte.
"Perché?", chiese.
"Non ne ho idea, ma sembra importante".
Louis si vestì e andò da sua madre.
Bussò alla porta della sua camera e la aprì senza aspettare una risposta.
La donna era seduta sul letto con un'espressione distrutta sul volto.
Aveva pianto e sembrava che non avesse fatto altro da ore.
"Ehi, mamma, che succede?", chiese, allarmato, correndo verso di lei.
"Oh, Louis, sei venuto", disse lei, singhiozzando, accarezzandogli la guancia.
"Sì, certo. Ma che succede, ti prego, dimmelo".
La donna si asciugò una lacrima.
"Si tratta di tua nonna...lei...lei sta male...molto male...è in ospedale...oh...", singhiozzò, scoppiando poi in un pianto rumoroso.
Louis la abbracciò, scuotendo la testa.
"Dai, dai, vedrai che si riprenderà".
"No...Louis...i medici...i medici dicono che ci sono poche speranze...che potrebbe andarsene da un momento all'altro".
Louis si irrigidì e la guardò.
"No. No! Lei starà bene. Starà bene...devono solo...". Sua madre lo interruppe.
"Louis, ascolta, io parto stasera. Voglio starle accanto fino a quando...beh...lo sai. Tu vieni con me?".
Il ragazzo abbassò la testa. Il primo pensiero che le venne in mente fu per Lydia. Non voleva dirle addio, non così presto.
Ma che altra scelta aveva.
"Sì, certo", disse, abbracciando di nuovo sua madre.
 
 
"Momento dei regali!", esclamò Meredith, sorridendo.
"Oh, ragazze, non dovevate!", si lamentò Lydia, guardandole male.
"Certo che sì...e poi ce li portiamo dietro da quando siamo arrivate", rispose Meredith, porgendole il suo.
Scartarono i regali e continuarono a chiacchierare per un po'.
Poi, pranzarono.
"Ok, forse adesso dovresti stare un po' con il tuo ragazzo, non vorrei che poi ci odiasse", disse Mer, mentre passeggiavano in giardino.
Rachel sorrise sotto ai baffi.
In realtà, quella era soltanto una scusa per preparare una piccola festa per quella sera.
Lydia rise.
"Probabilmente vi odia già".
"Dai, vai dal tuo fidanzatino e usa le protezioni, mi raccomando", esclamò Rachel, correndo via insieme a Meredith.
Lydia le lanciò un'occhiataccia, poi, scuotendo la testa, se ne andò.
Bussò alla camera di Louis.
"Ehilà!", esclamò, quando lui le aprì.
"Oh, Lydia...ciao", rispose il ragazzo, tristemente.
La bionda piegò la testa di lato.
"Ehi, tutto bene?", chiese, accarezzandogli la guancia.
"Sì. Tutto ok", mentì Louis, cercando di sorriderle.
Lydia annuì e fece per baciarlo, ma lui spostò la testa.
La ragazza corrugò la fronte e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Non mi sembra tutto ok", disse, squadrandolo.
Louis non rispose e si voltò per evitare che lei lo vedesse piangere.
Si asciugò in fretta le lacrime e raggiunse il suo letto, dove si trovava la valigia, ancora aperta.
Lydia lo seguì, confusa.
"Perché stai preparando la valigia?", chiese.
Il ragazzo non rispose e continuò a sistemare i vestiti.
"Louis?".
"Me ne vado. Perché sto preparando la valigia, secondo te?", sbottò lui, tirando un pugno contro il muro.
Lydia indietreggiò, spaventata.
Subito, il ragazzo si calmò o, perlomeno, cercò di calmarsi.
"Non capisco...non mi avevi detto che stavi per partire...", riprese lei, rimanendo comunque a distanza.
"E' stata una decisione improvvisa", ribattè lui, freddo, ricominciando a piegari vestiti.
Lydia abbassò la testa, cercando di realizzare quello che stava succedendo.
"E' colpa mia?", chiese, stringendo i pugni.
Louis la guardò e prese un respiro profondo.
"Non so se noi due ci rivedremo...forse sì...ma fino a quel momento...io...credo che sarebbe meglio chiuderla qui".
La bionda scosse la testa e sentì gli occhi pizzicare.
"Ma che dici, Louis? Perchè?".
Louis si voltò. Guardarla faceva troppo male.
Poteva dirle la verità, ma, sicuramente lei sarebbe voluta andare con lui e lui aveva bisogno di stare da solo.
"E' colpa mia...tu non c'entri. Ho bisogno di un po' di spazio...", disse, controvoglia.
Di solito non mentiva. Odiava farlo.
Lydia sentì qualcosa dentro di lei, come un fuoco che cominciava a distruggerla dall'interno.
"Pensavo che tra noi due andasse tutto bene...".
"Non è così...Lydia, per favore, vattene...", rispose lui, trattenendo le lacrime.
"Perché? Perché mi stai facendo questo proprio il giorno del mio compleanno? Non ci credo che tu non sia più felice con me, fino a stamattina andava tutto bene!", gridò lei, piangendo.
Louis si appoggiò al letto.
"Lydia, vai via, vattene", sussurrò.
"No! Non finché non mi spieghi cosa sta succedendo!".
Il ragazzo prese un lungo respiro e si maledì. Si odiò con tutto se stesso, mentre si voltava con uno sguardo duro.
"Te lo spiego subito: non ti amo più. Anzi, non credo di averti mai amata".
Lydia schiuse leggermente le labbra e smise di piangere.
Il cuore le si era spezzato, non se lo sentiva più nel petto.
"Ok", sussurrò, sconvolta.
Poi, corse via, senza una meta, piangendo, fino a che non andò a sbattere contro qualcuno.
"Ehi, attenta! Lydia?".
La ragazza riconobbe Zayn e si fiondò tra le sue braccia.
Il ragazzo rimase un attimo immobile, senza sapere cosa fare.
Poi, la strinse a sè, dolcemente, con la paura di farle del male se lo avesse fatto più forte.
 
 


LOOK AT ME
Alloraaa...che ne pensate di questo capitolo? Lo so, è triste e anche un po' crudele.
Comunque, volevo dirvi che per un po' non aggiornerò perché domani parto e starò via per una settimana. 
Ormai, manca davvero poco alla fine e, nel frattempo, ho già pubblicato la mia prossima ff. 
Se vi andasse di leggerla, passate e fatemi sapere se vi piace.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1929237&i=1
Un grazie enorme a chi recensisce e a chi segue la mia storia.
Baci,
Vale. :)

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

 
Appena si accorse di ciò che stava facendo, Lydia indietreggiò.
"S-scusa", balbettò, asciugandosi le lacrime.
Zayn la osservò per un attimo.
Gli sembrò una bambina.
"Che è successo?", le chiese, avvicinandosi.
"N-niente...sono...sto bene", mentì lei, facendo per andarsene.
"Ehi, puoi dirmelo", continuò lui, attirandola a sè.
Lydia abbassò la testa, mentre nuove lacrime le rigavano il volto.
"Louis...Louis...Louis mi ha lasciata...", mormorò, portandosi una mano alla bocca.
Zayn corrugò la fronte.
"Cosa? Perchè avrebbe dovuto?", chiese, incredulo.
Lydia alzò le spalle e singhiozzò.
"Ha detto che non mi ama più...mi sento uno schifo, Zayn!", esclamò, abbracciandolo di nuovo.
Il moro la strinse a sè, poi la guardò negli occhi.
Era così bella. Eppure così debole e fragile.
"E' il compleanno più brutto della mia vita...", sussurrò Lydia, stringendo la maglietta del ragazzo.
"Ehi, dai, non piangere. Andrà tutto bene, vedrai", disse lui, sollevandole il mento con una mano.
Con il pollice, le sfiorò le labbra.
Non aveva mai desiderato baciarla più di quel momento.
Ma non poteva. Non era giusto.
Lydia aveva smesso di piangere, anche se era ancora sconvolta, e lo guardava, in attesa di qualcosa.
Poi, si avvicinò di colpo e le loro labbra si incontrarono.
Si sfiorarono. 
Ma, quando Lydia cercò di approfondire il bacio, Zayn si allontanò di colpo.
"Io...non posso farlo...tu ami Louis...sei...sei soltanto sconvolta", disse, correndo via.
 
 
Meredith sbuffò quando alcune decorazioni per la festa le sfuggirono di mano.
"Maledizione", commentò, chinandosi per raccoglierle, ma qualcuno fu più veloce di lei.
Harry.
La rossa cercò di evitare gli occhi verdi del ragazzo mentre afferrava le decorazioni.
"Grazie...", sussurrò, riprendendo a camminare.
"Mi perdonerai mai?", chiese lui, facendola fermare di colpo.
Meredith chiuse gli occhi e sospirò.
Poi, si voltò a guardarlo.
Era innamorata di lui, ma l'aveva fatta soffrire troppo.
"Ti ho già perdonato da tempo...", ammise, sospirando di nuovo.
Harry le sorrise e si avvicinò per baciarla, ma lei indietreggiò.
"Ti ho perdonato, ma non significa che possiamo tornare insieme. Non adesso".
Il riccio abbassò la testa, deluso, e si morse il labbro.
"Ti capisco...ma...io ti amo. Mi basta che tu lo sappia. Mi hai salvato, Meredith. Come Rachel ha salvato Niall e Lydia Zayn. Non so come abbiate fatto, ma ci avete cambiato. Sai, Zayn ha scoperto che sono stato io a...insomma, a fare del male a Lydia, ma non ha reagito come pensavo. Voleva picchiarmi, ma si è trattenuto. Io credo che l'abbia fatto per lei. E Niall sembra un'altra persona. E' gentile e quasi dolce.
E poi ci sono io...io mi sono comportato da egoista e da stronzo e ti ho ferita. Ma l'ho fatto soltanto perché ti amo. E non so come comportarmi perché non ho mai amato nessun'altra...".
Harry venne interrotto.
Meredith lasciò cadere tutte le decorazioni e si catapultò sulle sue labbra, baciandolo con foga.
"Ti amo anch'io!", esclamò, baciandolo ancora e ancora.
 
 
"E così...te ne vai".
Louis sentì una voce alle sue spalle, mentre sistemava le ultime cose in valigia.
Deglutì debolmente e sospirò.
"Già. Sarai felice, immagino", disse, mentre Zayn entrava nella sua stanza.
"Sprizzerei gioia da tutti i pori, in una qualsiasi altra situazione. Ma Lydia è sconvolta. Perché le hai detto che non la ami?".
Louis si voltò a guardare il moro, che aggrottò le sopracciglia, pensieroso.
"Non è per lei che te ne vai, giusto?".
"Io la amo più di me stesso. Con tutto il mio cuore e la mia anima, ma ho dovuto dirle così perché, conoscendola, mi avrebbe seguito fino a Doncaster", ammise Louis, sospirando.
"Torni a casa...e perchè?".
"Mia nonna sta morendo...e voglio starle vicino", disse a malincuore.
Zayn si avvicinò e incrociò le braccia.
"Lydia ti ama e vuole stare con te, lascia che ti segua a Doncaster. E' quello che vuole".
Louis scosse la testa.
"Wow. Questa proprio non me l'aspettavo da te".
"Già...sono stato un coglione con lei, ma adesso voglio che sia felice. E con te lo è", sussurrò il moro, abbassando la testa.
"Lo è anche con te".
Zayn lo guardò.
Per un po', rimasero in silenzio.
"Senti...io devo andare e, anche se vorrei portarla con me, non posso. Lei ha le sue amiche e la sua famiglia a Londra e non potrei mai allontanarla da loro. Forse sarebbe felice per un po', ma dopo...insomma, non riuscirei a vederla triste. Quindi adesso ti chiedo un enorme favore...prenditi cura di lei. Amala e rispettala come ho fatto io", riprese Louis, mettendo una mano sulla spalla dell'altro.
"Io...credo...beh...lei mi piace, ma non la merito. Lei ha bisogno di te, non di me. Sul serio, Louis, resta. Resta per lei".
Louis fece una smoria e si toccò nervosamente i capelli.
Voleva restare, ma voleva anche stare accanto a sua nonna.
Qualunque decisione avrebbe preso, sapeva che se ne sarebbe pentito.
Ma strinse i pugni e guardò Zayn con convinzione.
 
 
Lydia si appoggiò allo steccato, osservando il cielo, che pian piano si scuriva sempre di più.
Louis l'aveva lasciata e Zayn l'aveva rifiutata.
Era stanca e confusa.
Cosa c'era di sbagliato in lei?
Qualcuno la affiancò e si mise ad osservare insieme a lei il cielo.
"Mia nonna sta male...per questo dovevo partire...in realtà ti amo più di ogni altra cosa", sussurrò Louis, facendola voltare.
Lydia gli sorrise tristemente.
"Dovevi?".
"Sì, non parto più. Non voglio perderti. Io ti amo", disse, baciandola.
Lydia si distanziò dopo poco.
"Anche io ti amo, ma...devi partire. Devi stare vicino a tua nonna. Non sono mai stata una persona egoista e, di certo, non lo diventerò adesso. Soffrirò senza di te, ma sento che lasciarti andare è la cosa giusta da fare".
Louis la osservò attentamente e le accarezzò la guancia.
"Mi mancherai tantissimo, ma se è questo che vuoi...".
Il ragazzo lasciò andare una lacrima, che gli solcò il viso.
Lydia lo abbracciò.
"Addio, Louis", sussurrò, allontanandosi.
Lui la guardò e si asciugò la lacrima.
Poi, sorrise dolcemente.
"Ciao, Lydia", disse, prima di andarsene.
 
 
Zayn aprì la porta della camera di Nina e si buttò sul letto.
Per la prima volta in tutta la sua vita, si era comportato da altruista.
E questo pensiero era l'unica cosa che gli impediva di andare fuori di testa e di spaccare tutto.
Soffocò un grido sul cuscino e riuscì a calmarsi.
"Ti sei comportato da vero uomo", disse una voce, dall'angolo della camera.
Zayn alzò la testa e vide Nina.
"Ho visto cosa hai fatto", spiegò la ragazza, alzandosi dalla sedia su cui era seduta.
"Sei innamorato di lei, vero?".
Il moro strinse le mani sul letto e annuì.
"Me ne vado. Adesso che so che lei è con Louis...io ho bisogno di andarmene. E tu verrai con me. Ho già chiamato mio padre. Ci aspetta per stanotte a casa sua, con i soldi".
Nina si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi mosse nervosamente il piede sul pavimento.
"A questo proposito, Zayn...ehm...ok, senti, devo dirti una cosa".
La ragazza si sedette sul letto e lo guardò negli occhi, titubante.
"Sono un mostro...so che mi odierai...io...".
"Ma che stai dicendo, Nina?", chiese il moro, confuso.
Lei prese un lungo respiro e chiuse gli occhi.
"Non mi servono quei soldi. Non ho mai rubato niente ai Jackson...e Alex non mi farà del male...ti abbiamo mentito perché sapevamo che ci avresti dato i soldi se io mi fossi trovata in difficoltà...io...non sai quanto mi dispiace...".
Nina si trattenne dal piangere, quando Zayn la fissò con stupore e disgusto.
"Mi hai usato. Mi hai ingannato soltanto per i soldi?", gridò, afferrandola violentemente per i polsi e strattonandola fino al muro.
Nina gemette e scoppiò a piangere.
"Mi dispiace, Zayn! Te lo giuro! Non farmi del male, ti prego".
Il ragazzo fece per colpirla, ma si fermò.
La lasciò andare e indietreggiò appena.
"Ringrazia Lydia, se uscirai di qui illesa. E' soltanto per lei che non ti pesto a sangue!", esclamò, passandosi una mano tra i capelli e voltandosi per non guardarla.
Nina singhiozzò.
"Tu la meriti...molto più dell'altro...", sussurrò, mentre se ne andava.
Zayn alzò la testa.
 
 
Lydia sospirò.
Le stelle risplendevano alte in cielo e la luna illuminava appena il suo viso.
Rachel e Meredith continuavano a bombardarla di messaggi e telefonate, chiedendole di raggiungerle in camera.
Sapeva perché.
Sicuramente, le avevano organizzato una festa a sorpresa. 
Lo facevano tutti gli anni, quindi tanto a sorpresa non era.
Apprezzava i loro sforzi, ma non si sentiva in vena per una festa.
Sospirò di nuovo.
"Credo che tu sia l'unica festeggiata che non si presenta alla sua festa", commentò una voce, facendola voltare.
Zayn era lì e sorrideva.
Lydia ricambiò il sorriso, poi tornò a guardare le stelle.
"Ormai il mio compleanno è rovinato. Che senso avrebbe andare alla festa?".
Il moro la affiancò, accendendosi una sigaretta.
Poi, ne porse una anche a lei, che rifiutò, scuotendo la testa.
"E' un po' triste, non credi? E poi Louis è tornato con te, quindi non è un compleanno così orribile".
Lydia lo guardò con attenzione.
"Sei stato tu. Tu gli hai chiesto di restare!", esclamò, passandosi una mano fra i capelli.
Zayn soffiò via il fumo e non rispose.
"Perché?", continuò lei, confusa.
"Perché lui ti ama e tu lo ami. E io non sono nessuno per impedirvi di essere felici".
Lydia sorrise e gli sfiorò una mano, cominciando a tracciare disegni immaginari.
Lui la guardò, affascinato.
"In realtà, l'ho lasciato. Mi ha detto di sua nonna e...non ce l'ho fatta".
Zayn corrugò la fronte e fece per parlare, ma lei gli mise un dito sulle labbra.
"Sai, quando sono venuta qui, odiavo questo posto e odiavo te. Non puoi neanche immaginare quanto ti abbia odiato per quello che mi hai fatto. Ma, nonostante tutto, ho raggiunto il mio obiettivo. Mi sono dimenticata di Andrew".
Il ragazzo la fissò, incuriosito.
"Andrew?".
"Il mio ex...lascia perdere, è una storia troppo lunga...comunque...solo adesso ho capito perché", Lydia si fermò e guardò le stelle, poi sorrise.
"Perché?", chiese, ingenuamente, lui.
"Non è ovvio? Mi sono innamorata di te".
I due si scambiarono un'occhiata intensa.
"Ma tu no. Quindi...".
Zayn si morse l'interno guancia e le mise le mani sulla vita, voltandola verso di sè, mentre i loro corpi aderivano perfettamente.
"Credevo di provare soltanto attrazione fisica per te, ma...non è così.
Quando ho convinto Louis a restare mi sono sentito malissimo. E ho capito che provavo delle cose che mai avrei creduto...Lydia...io ti amo".
Si guardarono.
C'erano un milione di cose che volevano dirsi, ma, in quel momento, nessuna aveva importanza.
Zayn si avvicinò e le lasciò un bacio a fior di labbra. Rapido, ma ricco di significato.
Lydia chiuse gli occhi e assaporò quell'istante.
Era lui che voleva. 
Tutti i sensi le dicevano che lui era quello giusto.
E lo stesso valeva per Zayn.
 
 
 
Eh, sì. Questo era l'ultimo capitolo. Manca soltanto l'epilogo e poi la storia sarà finita.
Che dire? Beh, innanzitutto vorrei dedicare questo capitolo a zaynsnightingale, perché l'ha aspettato per tanto.
Spero di non averti deluso.
Poi, volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia storia.
Sappiate che mi avete fatto sorridere e, qualche volta, emozionare.
Vi amo.
Un grazie va anche a chi ha letto tutti i capitoli e ha messo la storia fra le ricordate/seguite/preferite.
Per chi non lo sapesse, ho già iniziato un'altra storia.
Vi lascio il link:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1929237&i=1
Spero che vi piaccia e che la seguiate con interesse.
 
Baci, 
Vale. :)

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Capitolo 23
*** Epilogo ***


Epilogo

 
Due mesi dopo.
 
 
Pioveva a dirotto.
La pioggia ticchettava su ogni oggetto che incontrava.
"Forza, muovetevi!", esclamò Meredith, trascinando dietro di sè la valigia strapiena.
Lydia e Rachel corsero, anche se era piuttosto difficile dato che erano fradicie e le valigie pesavano tantissimo.
Una voce dall'altoparlante della stazione fece capire loro che il treno stava arrivando.
"Dai, dai, o lo perdiamo!", gridò ancora Meredith.
Aumentarono il passo e riuscirono, con fatica, a raggiungere il loro binario.
Il treno era già arrivato, pronto per partire.
Meredith salì per prima, trascinandosi dietro la valigia.
Poi, fu il turno di Rachel.
Lydia si voltò a fissare la stazione, presa da un'improvviso attacco di malinconia.
Non voleva andarsene.
Zayn non era nemmeno venuto a salutarla e la sera prima si erano salutati velocemente.
Dopo i due mesi che avevano passato insieme, Lydia aveva sperato in qualcosa di più.
Si voltò, tristemente, sospirando, e passò la valigia a Rachel.
Poi, fece per salire sul treno, ma una voce la bloccò.
"Non si è dimenticata qualcosa, signorina?".
Lydia sbiancò e si voltò, di nuovo, per guardare Zayn, che le sorrideva.
"Sei venuto!", esclamò, buttandogli le braccia al collo.
Lui la strinse a sè.
"Credevi che ti avrei lasciata partire senza salutarti come si deve?", chiese lui, quasi offeso.
Si baciarono.
"Lydia, il treno sta per partire!", la informò Meredith, invitandola a salire.
La bionda annuì, poi si voltò verso Zayn e lo baciò di nuovo.
"Devo andare. Mi mancherai tantissimo", disse, stringendogli un'ultima volta la mano.
Il moro fece una smorfia quando lei si avviò verso il treno.
Ma poi la afferrò per un polso e la attirò di nuovo verso di sé.
"Zayn, devo...".
Lui la zittì con un bacio.
"Lydia!", esclamarono Meredith e Rachel in coro, quando le porte del treno si chiusero.
La bionda spalancò gli occhi e fece per correre verso di loro, ma cambiò idea.
Che importanza aveva?
Intrecciò le mani con quelle di Zayn e lo baciò.
"Credo di aver perso il mio treno. Ops", disse, tra un bacio e l'altro.
I due risero, mentre il treno partiva, prendendo velocità, e spariva così come era arrivato.
Ciò che credevano fosse la fine, in realtà era soltanto l'inizio di una storia.
La loro storia.
 
Fine.
 
 
 
Non ho davvero più niente da dire.
Sono commosa.
Adesso, è finita per davvero.
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Ringrazio di nuovo tutti quelli che hanno recensito e seguito la storia con interesse.
 
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Un abbraccio e un bacio a tutti.
 
Vi voglio bene.
Vale.
 
 
 
 
 
 

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