fan fiction
Era
arrivato il momento della partenza così andammo tutti quanti all’aeroporto di
Miami.
le
mie amiche salutarono Justin soltanto con un abbraccio ma io non volevo
limitarmi a questo così lo presi da parte e con le lacrime agli occhi gli
dissi: “mi mancherai così tanto…ho passato i momenti più belli della mia vita
con te e non so se ci rivedremo ancora! Come farò senza di te?”
“non
ti preoccupare” mi rispose asciugandomi una lacrima “non sarà certo un oceano
che fermerà il nostro amore “ e mi sorrise.
In
quel momento chiamarono il mio volo così ci baciammo per l’ultima volta, poi lo
abbracciai e gli inzuppai la maglietta di lacrime e per sdrammatizzare mi
disse: “Ehi smetti di piangere altrimenti quando torno in Canada si sarà
formato il sesto lago!! (nella regione dei grandi laghi a confine con gli USA)”
“grazie
di tutto” e gli diedi un bacio a stampo; poi andai via perché il nostro volo
stava per partire.
Per
tutto il viaggio riguardai le foto che avevamo fatto insieme. Non parlai
nemmeno con le mie amiche, che cercavano di consolarmi e passai tutto il tempo a ripensare a quella favolosa
vacanza.
Verso
l’ora di pranzo atterrammo all’aeroporto di Roma così mangiammo in autogrill
poi proseguimmo il viaggio fino a casa.
Anche
lì rimasi in silenzio e l’unica parola che dissi fu un ‘ciao’ smorto quando
accompagnammo le mie amiche a casa.
Quando
arrivai a casa mia, appoggiai le valigie
a terra, andai subito in camera mia e cominciai a piangere di nuovo. Ero appena
tornata ma già mi mancava da morire e mi chiesi cosa avrei fatto tutti quei
giorni senza sentire la sua voce, i suoi scherzi idioti, le sue mani nelle mie,
ma soprattutto mi mancavano i suoi baci. Me li ricordavo tutti, uno ad uno e
mentre ci ripensavo mi sembrava di rivivere di nuovo quei fantastici momenti.
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Era arrivato il
primo marzo. Il compleanno di Justin, il mio idolo, il mio ragazzo, il mio
tutto.
Era il suo
ventunesimo compleanno e avevo deciso di fargli una festa indimenticabile.
La festa si
sarebbe svolta in uno dei locali più glamour e swag di Los Angeles, la mia
città preferita.
Scooter si occupò
della location e degli invitati, mentre io pensai alla torta e al regalo.
Justin non sapeva
niente, né della festa né della mia presenza, infatti gli avevo fatto credere
che non sarei venuta.
La festa iniziò
verso le 10 di sera e per me era dura stare “dietro le quinte” mentre gli altri
si divertivano. Il mio momento fu a mezzanotte, quando Fredo gli tirò una torta in faccia. Io andai verso
Justin e gli urlai “buon compleanno amore!”
“ma non mi avevi
detto che non potevi venire?” rispose lui incredulo
“era tutto
programmato! E…comunque ti è rimasta un po’ di torta qui” indicai il suo labbro inferiore e lo baciai.
Andai a prendere
il regalo e glielo portai; dissi: “avanti apri, è un pensiero da parte mia”
Justin aprì il
pacco e mi guardò con un’espressione che era un misto di stupore e delusione,
non sapeva come reagire. “ehm...grazie ma che ci dovrei fare ?”
Arrivò Scooter,
che stava al gioco, e disse: “wow! Un dizionario di italiano! Dovrai metterti a
studiare!”
“eh già!” dissi
io
“no vi prego! Non
voglio studiare!” replicò Justin
“però è anche
vero che qualche parola devi saperla!”
“ma io infatti la
so qualche parola, insomma quelle utili..”
“vabbè domani ti
interrogo!”
Scooter urlò:
“ragazzi fate entrare la torta!”
Era una torta
enorme a forma di pinguino viola che teneva una bandiera canadese circondato da
miniature di tutte le cose che piacevano
a Justin.
“oh mio Dio! Ma è
bellissima! L’hai scelta tu?”
“sì! Sono
contenta che ti piaccia!” gli diedi un bacio sulla guancia
“speriamo che sia
anche buona”
“non ti
preoccupare, sarà buonissima!”
Dopo aver
mangiato la torta, portai Justin fuori dal locale, ma prima di uscire gli dissi
“qui fuori c’è il
tuo regalo di compleanno; visto che stiamo andando fuori probabilmente ti sei
già fatto un’idea di quello che possa essere, però devi farmi una promessa:
lascia il regalo così com’è.”
“va bene lo
prometto”
Gli avevamo
regalato una Lamborghini. Avevo scelto io le modifiche da fare alla West Coast
Customs e volevo che rimanessero intatte.
Era viola con le
portiere (quelle che si aprono all’insù), i cerchioni con gli Swarovski,
mentre per
l’ interno avevo scelto i sedili di pelle
bianca con le cuciture viola, in più avevo fatto mettere dei led colorati e
delle casse nel bagagliaio.
Appena Justin la
vide disse: “ grazie ragazzi! è stupenda! Ma veramente è mia? si diresse verso
la macchina e iniziò a toccarla.
“certo che è
tua!”
“posso farci un
giro!”
“solo se posso
venire anche io!”
“va bene! Dai sali!”
mi portò a casa sua. Quando arrivammo
si aprì un cancello, percorremmo un vialetto, poi Justin andò a parcheggiare la
macchina nel suo garage.
Mi
accompagnò alla porta e prima di entrare
mi disse: “a lei l’onore!. Posai la mia
mano tremante sulla maniglia della porta. Quando la aprii ero senza
parole, non credevo ai miei occhi: era la casa più bella che avessi mai visto.
Assomigliava a quelle che si vedono su Teen cribs , però questa era speciale.
Le stanze erano
enormi, c’erano la piscina sia dentro che fuori, un cinema privato, un salone
con camino stile baita e divano con massaggio incluso, sala giochi con al
centro un tavolo da biliardo, un campo da basket e delle camere extra lussuose.
Quanto avrei
desiderato vivere lì!
ormai era tardi, ma non resistevo. Andai in giardino e mi tuffai in
piscina, urlando, e tenendo Justin per mano.
Gli dissi:
“Justin è un posto bellissimo! Grazie di avermici portato” lo baciai e gli passai le mani tra i capelli
“Figurati! Però il
bagno in piscina era davvero necessario?”
“sì”
Eravamo a bordo
piscina, uno di fronte all’altro e ci fissavamo negli occhi. Mi disse: “sei
bellissima”, poi mi mise le braccia intorno alla vita, mi strinse a sé e mi
baciò.
Quando uscimmo dalla piscina Justin si mise a
correre tenendomi per mano e mi portò in camera sua: c’erano sparsi molti premi
come Video music award o EMA e attaccati alle pareti riconoscimenti per dischi
d’oro e di platino.
Mi prese in
braccio e mi lasciò cadere sul letto. Si mise di fianco a me, poi mi baciò
intensamente.
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La mattina
seguente mi svegliai ancora abbracciata a lui; avevo il sole sugli occhi per
via delle portefinestre. Gli passai un dito sulle labbra e gli diedi un bacio
sulla fronte. Justin sorrise, poi si svegliò e gli dissi: “vado ad asciugarmi i
capelli, sono ancora bagnati da ieri, tu resta qui torno tra poco”
“va bene tesoro”
Così andai in
bagno per asciugarmi i capelli e quando ebbi finito tornai in camera, ma Justin
non c’era più. Presi una felpa dal suo
armadio e decisi di andare a vedere se era di sotto; lo trovai in cucina,
ancora in canottiera, che cercava di preparare la colazione.
Mentre mi dirigevo verso di lui gli urlai:“hey
ma non ti avevo detto di aspettarmi in camera?” lo abbracciai da dietro.
“sì ma volevo
farti una sorpresa, a quanto pare non ci sono riuscito”
“volevi portarmi
la colazione a letto?”
“sì”
“che dolce che
sei!” lo baciai sulla spalla.
“visto che sei
qui potresti darmi una mano?”
“lo sapevo che
l’avresti detto! Comunque va bene!”
Presi un biscotto da una confezione appoggiata
sul tavolo e mi sedetti sul piano di marmo vicino ai fornelli.
“credo che
sarebbe meglio preparare il pranzo invece della colazione, guarda che ore sono …”
dissi
“stai mangiando
un biscotto?”
“ sì, non posso?
Ho fame…”
“fai come vuoi”
Justin si girò
verso l’orologio: era quasi l’una.
“come al solito
hai ragione” si avvicinò a me per baciarmi, ma lo fermai“ Hey sta attento ti
stanno bruciando le uova!” gli urlai.
“oh mio Dio!” spense
di colpo il fornello “dai sono ancora commestibili”
“speriamo! C’è
solo questo per pranzo?”
“per il momento
sì, ma se mi aiuti potrei fare anche qualcos’altro”
Scesi dal piano
di marmo e guardai in frigo “ne dubito” risposi “il frigo è vuoto”
“allora usciamo e
prendiamo qualcosa ok?”
“va bene”
In quel momento
squillò il cellulare di Justin e lui rispose;
“Hey amico come
va?” disse “perfetto!...che devo prendere?...ok a dopo” e concluse la
telefonata.
“chi era?” dissi
mettendo le uova nel piatto
“Lil Twist, ha
detto che stasera porta un po’ di gente. Ci divertiremo vedrai”
“ma viene a casa
nostra? Scusa, volevo dire a casa tua…” giocherellai nervosamente con una
ciocca di capelli.
“casa nostra va
benissimo” mi baciò dolcemente “comunque viene qui da noi, credo che ci saranno
parecchie persone…”
“ok…”
Non ero molto
entusiasta all’idea che venisse Lil Twist a casa di Justin, dopo tutti i gossip
che avevo sentito su di lui avevo capito che non era una persona molto
affidabile, ma speravo di sbagliarmi.
“non usciamo?”
chiesi
“sì, più tardi
devo prendere delle cose per stasera”
“e il pranzo?”
“ordinerò una
pizza”
“come al solito”
dissi con la bocca piena.
“dai se vuoi
possiamo cucinare per stasera, ti va?”
“solo se decido
io”
“affare fatto!”
“lo sapevo che
avresti detto di sì! Sei il miglior idolo e fidanzato del mondo!” lo abbracciai
e gli diedi un bacio a stampo.
Verso le 4
andammo in un supermercato a prendere le cose per cena e qualche bottiglia per
la festa. Sembravamo due sospettati, eravamo incappucciati, indossavamo gli
occhiali da sole e i paparazzi seguivano ogni nostro movimento. Per cercare di
sfuggire ai loro flash Justin guidò come un matto, sembrava di essere in un
film d’azione.
Mentre entrammo in
casa Justin mi chiese: ” allora che cuciniamo stasera?”
“mmm…pasta!”
“con cosa?”
“non lo so… alla
fine Fredo cena con noi?”
“si si arriva
alle 8”
“ok “
Arrivati a casa,
sistemammo la spesa e iniziammo a cucinare.
Justin stava
preparando l’insalata di pollo mentre io mi occupavo della pasta.
Stavo tagliando i
pomodori a cubetti quando Justin mi appoggiò le mani sulle spalle.
“oddio! Mi hai
spaventata! Potrei farmi male o farti male con questo coltello!”
“scusa tesoro” mi
baciò sulla guancia
“va bene sei
perdonato” appoggiai la mia mano sulla sua.
“ma stai bene?
Stai sanguinando”
“dove?”
“sul dito! Ti sei
tagliata”
“è colpa tua!” mi
sciacquai le mani e mi tamponai la ferita con un fazzoletto
“dai non te la
prendere! Non è grave”
“lo spero per
te!”
“ti vado a
prendere un cerotto”
Mi medicò la
ferita e mi baciò il dito.
“grazie” dissi
“figurati, per
così poco!”
Mi prese in braccio
e mi portò sul divano poi mi baciò.
“non adesso
Justin”
“e perché no?” rise.
Era bellissimo
quando sorrideva, mi metteva di buon umore; forse era perché ho un debole per
le fossette che gli si accentuavano
sulle guance o forse perché, semplicemente, ero pazza di lui.
“primo perché c’è
la cena sul fuoco, secondo c’è Fredo fuori casa, sarebbe meglio farlo entrare”
“davvero?”
“guarda se non ci
credi!”
“ho capito, gli
apro…”
Raggiunsi Justin
alla porta e Fredo mi abbracciò. Ero felice di vederlo, mi era mancato.
“allora è pronta
la cena?” disse
“veramente siamo
un po’ indietro, piccolo incidente” risposi mostrandogli il dito ferito
“siete sicuri che
sia solo per quello?”
“che intendi?”
disse Justin
“amico, vi ho
visto prima sul divano”
“ci hai spiati?”
“diamine no! Non
è colpa mia se hai una casa open space!”
“dai muoviti ci
serve una mano!” e lo trascinammo in cucina
“va bene”
Mentre cucinavamo
Justin ogni tanto mi baciava o mi abbracciava. Per le 9 era tutto pronto, così
cenammo e aspettammo l’arrivo degli ospiti.
Io e Justin
c’eravamo cambiati; io indossavo un vestito rosa shocking fino al ginocchio e
delle scarpe col tacco nere mentre lui aveva una canottiera attillata e dei
jeans, ovviamente a vita bassa.
Per le 11 e un
quarto erano arrivati tutti. Saranno state circa 80 persone.
La festa stava andando bene, dj Tay James
metteva la musica, tutti si divertivano e c’erano drink a volontà.
Justin era
rimasto quasi sobrio invece io ero già
andata dopo una mezz’oretta.
Justin era sempre
in pista a ballare, mentre io lo raggiungevo solo durante le canzoni che mi
piacevano. Ad un certo punto il dj mise ‘That power’ e subito mi avvicinai a
Justin per ballare;
era tutto sudato,
gli passai le mani tra i capelli e gli toccai gli addominali scolpiti. Durante la canzone, Justin mi baciò sul collo
e sulla bocca, ricambiando le attenzioni ricevute. la maggior parte della gente
ci guardava e commentava sorridendo.
La serata passò
in fretta, ma non la ricordai fino a quando non svanì l’effetto della sbornia.
Mi svegliai in
bagno, sdraiata per terra, Justin era accanto a me che dormiva. Credo che mi
sia stato vicino tutto il tempo mentre vomitavo.
Mi feci una
doccia e mi buttai sul letto, addormentandomi di colpo.
Quando aprii gli
occhi c’era Justin che si stava vestendo, credo che si fosse appena fatto la
doccia.
“che ore sono?”
domandai ancora addormentata
“ah finalmente ti
sei alzata! Per tua informazione sono le 5 di pomeriggio” disse infilandosi la
maglietta.
“che programmi
hai per la serata?”
“niente di
particolare e sinceramente non mi sembri molto propensa per andare fuori”
“quindi?”
“semplice:
restiamo a casa tranquilli e beati”
“ok”
Il giorno dopo
dovetti tornare a casa, ma non ero molto triste perché sapevo che l’avrei
rivisto dopo un mese.
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