Un tipico lunedì sera a casa Kinney

di Mary07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Premessa: E dopo il mio primo tentativo torno a rovinare questo meraviglioso fandom, perdonatemi fin da ora!

Vorrei solo far notare che questo mio racconto non ha una trama ben specifica, ma descrive solo una giornata a casa Kinney. Inoltre, so già che qualcuno troverà i personaggi un tantino OOC, ma ribadisco che il risultato è frutto della mia fantasia e che per tale motivo, non deve necessariamente rispecchiare i caratteri dei personaggi della serie.

Speriando che vi piaccia, buona lettura!!





Un tipico lunedì sera a casa Kinney.

Infatti il lunedì, è il giorno di chiusura del Babylon … beh ce l’avrà un giorno di chiusura il Babylon no? (Povero Brian, poter uscire solo 6 sere su 7)

“Brian ti va di fare un gioco?”
“Certo! Dove vuoi farlo stavolta.. sulla lounge, contro il palo, oppure addosso al frigorifero come l’ultima volta?”  Chiese Brian con un sorriso pieno di aspettative.

“Non quel tipo di gioco … non adesso almeno …”
Brian alzò il sopracciglio destro con l’aria desolata … eppure a lui quel gioco piaceva tanto.

“Dimmi Sunshine, basta che non si tratti di cazzate come mangiare sul parquet …”

La risposta del biondino non si fece attendere “Stronzo!! E comunque ora so perché non ti piacciono i pic-nic .. alla tua età poi fai fatica a rialzarti”

Brian mostrò la faccia più incazzata che riuscì a fare, pronto a fulminare il suo raggio di sole all’istante. “Lascia che ti mostri come un trentenne ..”
“trentatreenne” aggiunse Justin con perfidia.

Il moro chiuse gli occhi, facendo finta di non cogliere l’ennesima puntualizzazione del biondino e continuò il suo discorso “.. può piegare uno della tua età! Poi vedremo chi avrà problemi a rialzarsi”.

Justin sorrise un po’ teso, sapeva di essere bravissimo a far innervosire Brian, riusciva sempre a portarlo al limite della furia.. beh da qualche parte lui e Michael si sono dovuti ispirare per creare Furore .

Poi cercò di addolcire l’atmosfera, si avvicinò al suo uomo e gli strinse le braccia attorno alla vita e prese a morderlo sul mento. Una cosa che era permessa solo a lui, come quando lo baciava. Nessuno poteva fare effusioni a Brian Kinney, nessuno dei suoi innumerevoli amanti, solo Justin.

Solo quando sentì che Brian si stava rilassando, a differenza di una parte bassa del suo corpo che si stava animando proprio in quel momento, decise di interrompere le coccole … giusto per riportare l’attenzione di Brian sul gioco.

Justin si scansò con fatica e Brian ,ancora più riluttante a lasciarlo andare, se lo ritirò addosso.

“Facciamo il gioco Kinney, tu resti zitto diciamo per … una ventina di minuti ed io ti userò come mio bambolotto giocattolo”.

“Mhmm .. è l’unico gioco che conosci”

“Ma sono il migliore!! Invece tu, com’è che vorresti perdere tempo?”

“Ah sì… è un gioco che si chiama: Obbligo, verità, giudizio, differenza e salvataggio”

“Un gioco con un nome più corto non ce l’avevi?” disse Brian con aria seccata.

Justin lo squadrò con uno sguardo deciso, riluttante a voler lasciar perdere. Sempre cocciuto, come quando aveva 17 anni ed era entrato prepotentemente nella sua vita, pensò Brian.

“Ok, però inizierai tu con l’obbligo di …” Intanto Brian con aria assorta rifletté, portandosi una mano ad accarezzarsi il mento, mentre il suo sorriso prometteva già qualcosa di libidinoso.

Justin lo guardò con l’aria sconsolata poi aggiunse “Sei sicuro? Guarda che poi non potrai più cambiare idea. Ad essere sincero da te mi sarei aspettato qualcosa di più originale … insomma, quello non è proprio una forzatura per me.. voglio dire sai quanto mi piace fart…”. Justin cominciò a balbettare mentre il suo viso arrossiva sempre di più. Ancora una volta stava parlando troppo.


Brian ci pensò su, in effetti Raggio di sole non aveva torto … Doveva pensare a qualcosa che voleva davvero da Justin, qualcosa che solitamente non era disposto a dargli, non scopate stratosferiche o pompini megagalattici (la sua parte di Furore stava prendendo sopravvento, adesso parlava come lui), tutte cose che Sunshine avrebbe fatto di sua iniziativa. Non perché obbligato.

Forse poteva imporgli di stare muto per un intera giornata, non avrebbe salvato il mondo, ma la sua testa lo avrebbe ringraziato per l’improvvisa pace .. oppure .. poteva finalmente dirgli di andar via....
Sì.. Ecco!! Poteva finalmente cacciarlo dalla sua vita, non era mai riuscito a liberarsi di lui, ma poi si soffermò a guardarlo, e capì che era troppo tardi, ormai aveva capito che gli piaceva averlo sempre attorno, quel rompiscatole era diventato indispensabile.. l’aveva fregato. Se ne era innamorato.

Ma guardalo quant’è delizioso così rosso come un pomodoro, tutto trafelato e vergognoso … chissà perché si imbarazzava solo a parlare di certe cose, ma quando passava ai fatti la sua timidezza spariva.

La voce di Brian riprese “Senti che dici se l’Obbligo lo lasciamo per dopo? Del resto penso che sia la parte più interssante del gioco”.

Justin ci pensò su e ammise che Brian avesse ragione. “Ok, allora proseguiamo con Verità e lasciamo l’obbligo alla fine del gioco. Inizio io”.

E Brian all'improvviso sentì il bisogno di farsi una doccia... o di andare a pisciare... qualsiasi cosa pur di scappare.


Justin gli chiese con dolcezza “Faresti mai una pazzia per me?”
Ecco per l'appunto, pensò Brian.
“La verità Brian… so che ne hai fatte tante, ma c’è qualcosa di cui io non ho mai saputo?” Chiese Justin timidamente. Sembrava aspettarsi qualche imprecazione da Brian, per quella sua sdolcineria. Sapeva che il moro lo riteneva pateticamente romantico.

A Brian parve di sentire qualcosa di fastidioso nello stomaco … questo gioco sembrava alquanto scomodo per lui, non voleva rivelare troppo di se a Justin. Ma lo guardò e vide che il biondino era alquanto ostinato nel sapere la risposta.

“Beh sì, c’è una cosa che ho fatto un po’ di tempo fa, e tengo a precisare che è stata l’unica volta, mai più ripetuta! Probabilmente quella sera Tommy deve avermi passato qualche droga di merda … mhm..”. Brian cominciava ad innervosirsi.. “Una volta ho .. ho pagato 300 dollari una marchetta che ti somigliava .. sì insomma, tu non c’eri e il tizio sul sito sembrava che ti somigliasse di più, invece .. lasciatelo dire, non era per niente così rassomigliante … anzi quelli sono stati 300 dollari buttati nel cesso. Il tizio non li valeva, non solo era insignificante, ma non ci sapeva neppure fare …” poi si girò a guardare Justin che a sua volta lo guardava con gli occhi spalancati e la bocca aperta, tutto della sua espressione traspariva costernazione.

“C-cioè.. f-fammi capire, hai pagato un tizio per fare sesso pensando di farlo con me?? Cioè Brian Kinney ha dovuto pagare qualcuno per portarselo a letto???? Chi è quell’idiota che solo guardandoti, non l’ha voluto fare gratis? E poi .. voglio dire, ma io dove cazzo stavo? Perché non mi hai chiamato?”.  

Ma bastò guardare l’espressione di Brian per capire tutta la situazione. C’era un filo di tristezza sul viso del suo uomo, e capì che doveva essere stato il periodo in cui lo aveva lasciato per stare con Ethan.

Cazzo, ma quanto dolore gli aveva procurato? Si sarebbe sentito sempre un verme per averlo lasciato. Eppure Brian lo aveva ripreso con se, dicendogli che non aveva nulla da perdonargli vista la sua giovane età, aveva pieno diritto di fare un esperienza sbagliata.

E mentre lui si lasciava intortare da un amore finto, Brian pagava un suo sosia per fingere, a sua volta, di averlo ancora nella sua vita. Gli sembrava impossibile a pensarci. Brian all’epoca non faceva mai trasparire i suoi sentimenti, anzi sembrava quasi che non gli fregasse nulla di lui, tanto da lasciarlo libero di andarsene con un altro.

Mentre l’idea si faceva spazio nella testolina bionda di Justin, il suo viso si addolcì con un sorriso dandogli un aria un po’ tonta.  Ma come poteva sentirsi offeso o arrabbiato nei confronti di Brian… Cazzo aveva pagato un suo sosia, scadente a quanto pare, ma sempre un suo sosia, quel gesto era così chiaro. Ah! Se lo avesse saputo a quel tempo, avrebbe buttato quel giorno stesso il violinista giù dal tetto.

Voleva dire tante cose, ma non riusciva a parlare e soprattutto a togliersi quel sorriso idiota dalla faccia, e sapeva di averlo, perche Brian lo stava guardando come per dire “Justin, non mi guardare con quell’aria così patetica, un po’ di controllo, sei un frocio, mica una lesbica”. Quindi l’unica cosa che fece fu quella di abbracciarlo e nascondere la sua faccia nel suo ampio petto, sia per la vergogna sia per il senso di colpa che ancora provava per quel tradimento.

Brian se lo strinse forte, era così bello sentire il suo corpo spalmato addosso. E poi, l’abbraccio gli permetteva di nascondersi a sua volta, per quella verità appena svelata. Praticamente gli aveva detto quanto gli era mancato.

Rimasero così per diversi minuti, poi Brian lo scostò per guardarlo in viso… Che bello che era, era ancora tutto rosso e con l’aria commossa. Comunque, adesso spettava Brian a condurre il gioco. C’era qualcosa che voleva sapere da tempo …

“Ti ricordi quella volta che ho trovato te e Michael addormentati sul mio letto?”

“Come dimenticare.. (E Justin cambiò espressione in un attimo) quando hai fatto quella scenata buttando all’aria tutto il nostro lavoro di una settimana .. addirittura pisciando sui bozzetti stampati di Furore!! Neanche con l’ipnosi riuscirei a dimenticarlo Brian. Sei stato veramente uno stronzo!

Solo perché io e Michael avevamo trovato una cosa in comune.. Una dico. Furore! Ti dava fastidio che quel semplice fumetto stava prendendo molto del nostro tempo, togliendo la nostra attenzione da te. Nostra musa”.

Brian si succhiò le labbra all’interno della bocca, a disagio.. sapeva che quello che stava dicendo Justin era vero, ma non era tutta la verità.

“Si si, lo so … per la prima volta avevate trovato una cosa che vi accomunava, a parte me ovvio, e sembravate impazziti con tutto quell’entusiasmo.. neanche fosse il witheparty .. comunque contenti voi che vi eccitate per così poco”.

Justin prese a fissarlo malamente, però voleva vedere dove il moro andasse a parare.

“C’è una cosa che non mi hai mai detto di quella sera… sì insomma, tu e Michy .. avete scopato? Almeno vi siete lasciati suggestionare del fatto che eravate nell’alcova di Kinney?” disse tutto ciò con aria fintamente ironica, ma in realtà stava trepidando per la risposta di Justin… Cazzo, non aveva mai voluto sapere niente di quella sera, perché chiederglielo proprio ora? Già aveva coinvolto Justin ad incontri promiscui in passato, anche se ultimamente il suo raggio di sole lo teneva un po’ in disparte, ma sapere che era stato con Michael lo faceva incazzare di brutto. Chissà poi perché? O forse proprio perché tutti quelli che avevano condiviso le loro scopate, alla fine erano solo corpi senza facce e senza nomi, mentre Michy era uno di loro. Il suo migliore amico.

Sapere che era stato con il suo Justin lo faceva infuriare. Per molto tempo era stato ossessionato da loro. Parlando con Debbie, aveva capito che l’unica cosa che condividevano quei due, era proprio l’amore che provavano per lui, tanto da trasformarlo in un eroe da fumetto. Quindi aveva chiesto scusa, a suo modo, aiutandoli nella ristampa e organizzando una festa per il lancio del loro fumetto. Si comportava benissimo, come se nulla fosse.

Però ogni tanto si ricordava la scena in cui li aveva trovati. In realtà nulla di compromettente, perche sia Justin che Michael si erano addormentati vestiti sul suo letto, ognuno sulla propria parte del materasso, l’unico particolare che lo tormentava era quella mano di Michy appoggiata sul fianco di Justin. Sopra i pantaloni. Non sembrava una toccata vera ma come solo appoggiata. Eppure allora gli aveva dato molto fastidio. Non gli piaceva l’idea di tutta quell’intimità tra loro. E lui neanche c’era.

Va beh che con Michael non avrebbe mai scopato, ma almeno, se fosse stato al centro del letto, li avrebbe tenuti a distanza, con Michy a tenere quella cazzo di mano appoggiata sul Suo di fianco e le mani di Brian nei pantaloni di Justin.. a fare chissà che…

Justin lo fissava sempre più sconcertato, quel gioco si stava trasformando in qualcosa di torbido.

“Ma come ti viene in mente?? Cazzo Brian è di Michael che stiamo parlando …. Non me lo farebbe diventare duro neanche se …”

Brian sentì la morsa sciogliersi dentro di lui, gli bastarono le prime parole dello sproloquio di Justin… finalmente si poteva mettere l’anima in pace. Justin non aveva scopato Michael e Michael non ci aveva neanche provato .. che bello, Justin era illibato… sì insomma, illibato solo con Michael, ma la cosa bastò per Brian, che adesso sorrideva come un deficiente.

Intanto Justin continuava a parlare a mitraglietta … oh la sua testa stava protestando “… ma come cazzo ti è venuta in mente una stronzata del genere? Solo perché siamo crollati per la stanchezza, dopo tutto quel lavoro, eravamo talmente fatti di sonno, che abbiamo cominciato a toccarci convinti di essere io con te e Michael con Ben … ovviamente quando abbiamo aperto gli occhi ci siamo svegliati del tutto …” e mentre parlava veracemente si girò a guardare Brian.

Brian lo fissava con un espressione furiosa, cazzo quanto somigliava a Furore in quel momento, se avesse avuto tempo ne avrebbe approfittato per farne un bozzetto.. o forse era meglio darsela a gambe, perché la faccia di Brian stava diventando qualcosa di spaventoso… non lo aveva mai visto così.

Brian urlando “Chi cazzo ha toccato chi????? Ti sei fatto toccare da Michael?? Come cazzo si è permesso quel figlio di puttana?” Intanto Brian, per la prima volta si mise ad inseguire Justin per il loft, con intenzioni diverse dal solito. E poi era anche la prima volta che Justin gli scappava … correva pure il biondino ..  cazzo forse è vero che i trent’anni si facevano sentire… Ma giocò di astuzia, nell'inseguimento spostò delle sedie sparse per il loft, e appena Justin provò a saltarne una inciampò su questa, ruzzolando a terra, così si ritrovò braccato sul pavimento dal corpo possente di Brian. Questi gli aveva paralizzato le braccia e le gambe con le proprie e il suo viso ad un centimetro dal proprio. La cosa poteva anche essere eccitante se non fosse per le urla di Brian.

“Fottuto Sunshine, adesso mi racconti esattamente cosa avete fatto… o … o … ti violento in questo istante”.

Justin sorrise eccitato da quell’idea, forse le cose non stavano andando così male.

“Non ti dico più nulla, da adesso non uscirà neanche più una parola dalla mia bocca …”

“Ah sì? L’hai voluto tu”

In realtà Justin parlò, e anche tanto… tra una spinta e l’altra, anche perché Brian minacciava di fermarsi ogni volta, e lo fece così lentamente che a Justin sembrò di impazzire … Così gli raccontò di Michael che aveva provato ad aprirgli la zip dei pantaloni, pensando di dormire accanto al suo compagno Ben, e Justin iniziò a gemere pensando che quella carezza venisse dal suo amore, Brian. 
Ma quando si girò e aprì gli occhi si spaventò nel riconoscere Michael a posto di Brian. Lo stesso accadde a Michael, e così terrorizzati si allontanarono ognuno dalla propria parte del letto. 
Intanto Brian continuava con la sua tortura.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Premessa: Non so se capita anche a voi di rileggere una cosa che avete scritto anni fa e trovarla alquanto sciocchina e pure scritta male. . E' quello che sta succedendo a me con questa storia, forse era meglio se la nascondevo..... Va beh, buona lettura a chiunque abbia voglia di leggerla.. magari vi concilia il sonno!!
Ah.. e scusate se qui Brian appare tanto dolcioso, ma questa volta avevo avvertito che era OCC.
Bacio


Erano ancora stretti l’uno sull’altro, nudi e stremati. 

Brian ancora visibilmente soddisfatto si sciolse dall’abbraccio e si girò supino, rimanendo accanto al corpo di Justin.
Il biondo ancora accaldato e sudato cercava di riprendere fiato, anche lui con l’aria compiaciuta.

< Mi prometti di reagire sempre così quando mi farai una scenata di gelosia? > disse con un sorriso radioso, ancora incredulo del fatto che Brian avesse mostrato così chiaramente i suoi sentimenti.


Brian lo fulminò con lo sguardo, sorpreso che Justin avesse dato voce ad un pensiero tanto stupido. Come osava dargli del geloso? Ma chi credeva di avere davanti? Lui era Brian Kinney. E Kinney non è mai stato geloso in vita sua, mai interessato a qualcuno e, soprattutto, mai fidanzato!!


Seppur la faccia di Brian mostrasse chiaramente contrarietà alle parole di Justin, il biondo incurante della cosa, continuava a sorridere contento. Ormai riusciva a comprendere i comportamenti contorti di Brian. Quando diceva “Sì” era un “No”, quando diceva “No” era sempre “No”. Ad ogni situazione, anche la più scomoda, lui doveva sempre mostrare la più totale indifferenza. Ma ormai Jus sapeva leggere in quegli occhi color nocciola. Poteva fare tutte le smorfie antipatiche e i sorrisi sghembi, i suoi occhi rivelavano sempre la verità.

Era stato geloso …., prima di quei ragazzi con cui ballava al Babylon, poi di Ethan, e adesso addirittura di Michael … Justin al pensiero fece una smorfia schifata, perché riteneva la cosa veramente ridicola.

Brian stava già pensando di punirlo nuovamente, il ragazzino si stava prendendo troppe libertà e non poteva permetterglielo …


Justin con la voce ancora un po’ affannata disse < Qual’era l’altra parola del gioco? Giudizio, se non sbaglio? >.

Brian lo guardò malamente, possibile che rovinasse sempre i suoi piani? Ma in una coppia “ho davvero pensato alla parola coppia???” … non esiste quella cosa…  com’è che la chiamano? Ah sì, sintonia, feeling o come cazzo si chiama, com’è che loro questa cosa non ce l’hanno? O forse ce l'hanno, ma Justin la usava solo quando gli faceva comodo.
Ecco adesso avrebbe ricominciato a fargli male la testa, oltre alla schiena, visto che erano ancora sdraiati sul parquet. Si sarebbe alzato, ma era piacevole stare ancora accanto a quel corpicino caldo, e poi effettivamente si sentiva un po’ stanco. Si sarebbe alzato con una postura un po’ storta … e non gli andava di sentire di nuovo la voce di quel piccolo rompicoglioni, a ricordargli che gli anni passavano anche per Brian Kinney … “Fottiti Raggio di sole, resto qui dove sono!”.

< Vuoi un giudizio su come scopi? Beh… >

< No Brian, non su come scopo, so già di essere fantastico a letto … E a parte quelle cose fondamentali che mi hai insegnato la prima volta che abbiamo fatto l'amore...... >

< Vuoi dire scopato >
< .......... ho molto talento già di mio >.
Rispose Justin con un sorriso impertinente.
< Ehi Sunshine, in questo loft non c’è abbastanza spazio anche per il tuo ego. Stai diventando più fanatico di me… >
< Hai ragione scusa, ogni tanto devo ricordare la regola di portare rispetto agli anziani >.
La risposta di Brian non si fece attendere, con una sola mossa se lo tirò addosso e prese a schiaffeggiarlo forte sulle natiche, lasciando delle impronte rosse ben visibili sulla pelle bianca.
Justin urlava per il dolore, cavolo Brian con quelle mani così grandi sapeva darti il massimo del piacere, ma usate in modo diverso, potevano anche fare molto male. Le sue chiappette cominciavano a bruciare. Per fermarlo dovette chiedergli scusa, promettergli di non chiamarlo più “anziano” e un pompino dei suoi a fine serata.

Quando Brian lo tirò su, vide il volto del suo angelo biondo, tutto rosso, con gli occhi lucidi, il broncio e con una mano ad massaggiarsi il sedere …. Si sentì uno schifo, anche se per gioco, non era giusto fargli così del male. Vederlo così ferito gli fece sentire una stretta al cuore e in un lancio spontaneo se lo ritirò addosso. Justin ancora un po’ scosso fece resistenza, ma Brian stavolta lo sorprese abbracciandolo forte, con le sue braccia a cingergli la schiena e le mani ad accarezzare dolcemente le parti lese del corpo del compagno, tenendo il viso chino sulla spalla del piccolo raggio di sole, in modo che fosse nascosto allo sguardo del biondino.

Si era pentito, forse non si era accorto di avergli fatto veramente male, e a modo suo gli stava chiedendo scusa. Le scuse di Brian erano sempre senza parole, perché per lui le scuse ad alta voce erano solo cazzate. Lui parlava con i fatti.
Justin avrebbe voluto che Brian continuasse ad abbracciarlo così per tutta la vita. Non c’era niente da fare, non riusciva mai a portargli rancore. Eppure in passato lo aveva ferito anche più crudelmente, con le parole, scopando chiunque gli capitasse a tiro, buttandolo fuori di casa per poi riprenderlo e tenerselo stretto come stava facendo ora. Comunque, Justin dovette ammettere, che anche lui aveva la sua buona parte di colpe. Anche lui aveva fatto male a Brian. Prima aveva preteso che il gay più desiderato di Pittsburgh accettasse le sue regole di convivenza, e poi era stato proprio lui a infrangerle una ad una. Brian non aveva baciato più nessuno a parte lui, mentre Jus sapeva benissimo di non poter affermare la stessa cosa: aveva baciato prima quel ragazzo vergine che si era portato a letto, poi Ethan, e infine Cory.
Anche lui lo aveva ferito.

Cavolo avere stretto a sé il corpo solido di Brian lo stava facendo eccitare di nuovo. E poi quelle carezze sui glutei lo stavano portando al punto di non ritorno.

Quando Brian si accorse che il corpo di Justin stava reagendo oltre modo alle sue carezze, capì di essere stato perdonato. La cosa che lo sconvolgeva ogni volta è che Justin era come creta nelle sue mani. Gli avrebbe fatto fare di tutto per quanto si fidava e anche per questo, al solo pensiero di quello che era accaduto poco prima, si sentì nuovamente in colpa. Ma stavolta voleva farsi perdonare davvero. Così accettò di proseguire quel gioco che piaceva tanto al suo Sunshine.
Brian a malincuore si staccò un po’ da Justin, giusto per guardarlo in viso. E mentre con il pollice gli accarezzava una guancia gli disse < Dimmi raggio di sole, cosa dovrei giudicare? Ma sappi che non ti regalerò nulla... >
Stavolta fu Justin a pentirsi di aver iniziato il gioco, forse si potevano prendere un altra pausa....... Ma si ritrovò un Brian riluttante a lasciare perdere.... Lo stava facendo apposta lo stronzo, pensò Justin.

< È inutile dare giudizi su noi stessi. So bene che mi trovo con il meglio del meglio di tutta Pittsburgh...(e lo sguardo compiaciuto di Brian era un tutto dire) ... e anche tu non puoi certo lamentarti, stai o non stai con il Re del Babylon??? >
< Non ci sto! >

Ma Justin impassibile aggiunse fiero < E poi i miei pompini sono imbattibili > 
A volte Justin gli metteva paura .... però non poteva certo contraddirlo sulla storia dei pompini.

< Le regole in questa fase del gioco di solito sono rivolte alle amicizie in comune... Quindi dovremmo tirare giù una lista di pregi e difetti di... Emmett, Ted, Ben e Michael >.

< Non mi sembra granché interessante questa parte del gioco. Sai già come li vedo: patetico, patetico, zenben e patetico >.
Dicendolo con una voce scontata.
< Beh, dagli qualche opportunità, del resto se sono i tuoi migliori amici un motivo ci sarà, no? >
Fottuto Justin, sempre così astuto nel portarti dove voleva lui.
< Vuoi sapere chi è il più patetico dei quattro...? >
< No. Ma chi reputi il migliore, il più intelligente, il più fico, quello con cui ti farebbe meno schifo scopare.... >
e qui si meritó un occhiataccia da parte del moro, ma proseguì lo stesso... < Si insomma cose di questo tipo >.
< Torno a dire che avremmo dovuto fare il mio di gioco... >
< Sbaglio o una manche l'hai avuta prima? >
< Quella era solo un giro di prova >.
< Mica stiamo facendo una gara di Formula Uno >.
< Ok! Ma ricordati che poi mi devi quel pompino che mi hai promesso >.

Ma Brian sapeva che il piccolo Justin sarebbe stato di parola.
< Ok... Vediamo Mr. Kinney... Chi ha più gusto per come si veste? Con chi andresti a fare shopping? >
Justin sapeva che era una domanda alquanto banale, ma usando la parola shopping sapeva di attirare l'attenzione di Brian, uno dei suoi passatempi preferiti. 
< Mhm... Forse Ted. Credo che sia l'unico lì in mezzo a sapere che Prada sia una casa di moda e non il nome di una barca >.
Justin sorrise alla battuta
< Ok. E con chi non andresti? >
Brian lo guardò storto
< Che domanda del cazzo! Emmett, senza ombra di dubbio! Quel ragazzo si veste con le stesse tonalità del divano di Debbie. Ricordo ancora come aveva combinato il povero Michey, per quell'appuntamento con il dottore. Mi vengono i brividi solo a pensarci >. E dicendolo ne fece il gesto.
Justin intanto voleva portare il gioco ad un livello più interessante.
< Secondo te chi ha il cazzo più lungo? >
Brian finalmente cominciò ad interessarsi di più.. Prese anche una posizione più comoda steso sul parquet.
< Dunque, posso escludere Ted e Michael.. (e a Justin venne da ridere) forse Emmett o il professore se non ricordo male.. >, ricevendo, a tale affermazione, una gomitata dal biondino, il quale sapeva che il suo uomo anni addietro aveva avuto un incontro con Ben, durante un Whiteparty. 
Brian rise. 
< Sunshine, sei tu che hai insistito perché giocassi. Tu domandi ed io rispondo >.
Forse non era solo lui a sentirsi geloso di tanto in tanto. Forse anche Sunshine aveva qualche sassolino nelle scarpe.
< Si, si, ok >.  Rispose scocciato da quel ricordo. < Con chi ti vergogneresti ad uscire a cena? >
< Non lo so.. Forse Michael, hai mai notato che rumore assurdo fa quando mangia gli spaghetti? Sembra che li succhi* >.

< Allora te ne sei accorto anche tu? Chiese con gli occhioni grandi >.
Aggiunse con una smorfia, che fece sorridere Justin.
< Di chi ti fidi? >
< Di Theodor >

E Justin si sorprese con quanta rapidità e serietà rispose Brian. Evidentemente Brian aveva un opinione molto più alta di quanto volesse dimostrare riguardo Ted.
< Chi tra loro... avrebbe chance di scopare con te? >
< È qui che volevi andare a parare con tutta questa stronzata Sunshine? Sapere con chi ti potrei sostituire? > Disse malignamente Brian, portandosi la lingua all'interno della guancia destra.
< Stronzo! Tanto lo sai che neanche volendo potresti sostituirmi... E di sicuro non con uno di loro > Rispose un Justin convinto.
< Mhm... Nessuno! Beh naturalmente, escludendo quella volta con Ben..... Ahioo!!! >
Justin gli rifilò una ginocchiata troppo... troppo vicino ai suoi gioielli.
< Cazzo Justin, lo sai che mi servono.... Dopo non voglio sentirti lagnare come una checca-isterica vedova del suo cazzo preferito >.
< E tu smettila di provocare >.
< Solo perché mi sono ricordato di quella volta a Miami.... >
E prima di finire la frase si parò giusto in tempo con una mano sui genitali, e una volta certo che tutto fosse al sicuro, decise di rivoltare le loro posizioni, facendo sdraiare Justin sotto il suo corpo, togliendogli ogni possibilità di colpirlo.
Justin mugolò, un po’ per la perdita di potere della posizione e un po’ per desiderio. Avere Brian steso nudo sopra era una cosa che poteva farti impazzire.
Il Dio del sesso si premurò persino ad alzargli le braccia, tenendole ferme e ben lontane da parti preziose per Brian.
< Questa cosa mi sembra un deja vù... Senza i tuoi urli però >.
< Però poi ho sentito urlare te! >
Detto in modo lascivo.
< Senti... Rifacciamo un giro di prova? >
Justin aveva già uno strano luccichio negli occhi, l'eccitazione aveva preso il posto della gelosia... C'era solo una cosa che voleva aggiungere prima...
E fu così la fine del piccolo Justin..... Da un Brian incazzato alla sola idea di Sunshine legato a letto con il professorino intento a scoparlo...
< Adesso te la do io una lezione che non ti scorderai mai... >
Justin mugolò compiaciuto.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Premessa: Ringrazio di cuore tutte le persone che stanno seguendo la storia, anche se si tratta di un racconto leggero e frivolo. GRAZIE!!

Brian continuava a giocare, accarezzando con la mano i lunghi capelli di Justin. Aveva la testa del biondino sul proprio petto e, per un tempo indefinito, lo sentì dormire con un respiro regolare. “Bene, così avrebbe smesso per un po’ di rompergli i coglioni con quel patetico gioco!”
Justin si mosse per un attimo e Brian sperò di non averlo svegliato. Nell'ultima ora lo aveva strapazzato per benino, tanto che tra una scopata lenta e una selvaggia si erano spinti verso la camera, sdraiandosi su letto.

Quando Brian si accertò che il ragazzo stesse ancora dormendo, riprese ad immergere di nuovo la sua mano tra quei soffici capelli. Biondi come il sole. Il suo Raggio di Sole. Come lo chiamò Debbie quando entrò nelle loro vite, portando tra di loro una luce calda. Soprattutto in quella di Brian, ormai convinto di poter vivere solo un esistenza oscura.
A questo pensava Brian mentre distrattamente prese a tirare con più forza quei lunghi capelli, senza accorgersene.
Justin con la voce insonnolita: < Io so che un giorno non lontano mi farai diventare calvo >

 

Brian si destò dai suoi pensieri e si maledisse per averlo svegliato. Era così bello quando dormiva sopra di lui... C'erano dei momenti in cui si spaventava: quando si rendeva conto che Justin lo stava trasformando poco a poco in una lesbica. Qualcosa di pateticamente e fottutamente romantico.
Ma per quanto Brian cercasse di respingere questa debolezza, ogni volta era sempre più facile ricadere nella trappola. Però stavolta avrebbe messo da parte l’orgoglio, ancora per qualche attimo voleva continuare con quelle carezze.

< Impossibile. Ne hai così tanti Sunshine...  > aggiungendo poi in modo più brusco < Anzi guai a te se li tagli di nuovo!!! >
Justin alzò un attimo lo sguardo verso di lui < Come? Pensavo che ti piacessi di più quando Cody mi ha convinto a raparli a zero? O almeno così hai detto >
< L'ho detto solo perché in quel momento ti stavo parando il culo da tua madre. Quel giorno le è preso quasi un infarto quando ha visto il suo angelo biondo trasformato in uno skinhead  >. 
< Non me l'hai mai detto >
< Perché le cose sarebbero cambiate? >
< No. Ormai li avevo rapati >
< Appunto! >
< Almeno la mattina non mi svegliavo così spettinato... Come, di sicuro, lo sono in questo momento >
Lo disse mentre cercava con una mano di darsi una sistemata.
Ma Brian lo adorava con l'aria arruffata, così subito dopo riprese a spettinarlo mettendogli entrambe le mani sulla testa.
< Smettila Brian! > Cercando di allontanarsi.
< No! >
< L'altro giorno mi hai fatto arrivare al Diner tutto scompigliato tra le risate dei clienti e solo a fine serata, quegli stronzi di Ted e Michael, mi hanno fatto notare che ero spettinato all'inverosimile >
< Ma a me piacciono!! >
Justin pensò di aver capito male. Tirò fuori per un attimo la testa da sotto il cuscino, dove aveva cercato un riparo, e restò a fissare un Brian a disagio.
“Cazzo, lo stronzetto glielo aveva fatto dire ad alta voce. Ecco un'altra” trappola da lesbica".

 

In quel momento squillò il telefono, la salvezza a portata di mano per Brian. Rispose in un attimo ringraziando mentalmente lo scocciatore di turno. < Debbie! Come sono felice di sentirti! > Un Justin incredulo gli tirò il cuscino.

< Di che cazzo ti sei fatto stasera?? Se proprio vuoi prendere quella merda almeno accertati che sia roba buona > Quest’ultima sentendosi osservata dal suo nipotino Hunter, cambiò subito tono e soprattutto argomento. < Dì un po’, Raggio di Sole è lì con te? >.

< Non so.. aspetta che lo cerco sotto le coperte >.

< Fottiti Brian! >

< Già fatto! > Detto con aria soddisfatta

< Passami il topino… cazzo Brian ma qualche volta una pausa potresti anche dargliela, il piccolo deve mangiare se non altro ….. >

< Ma io posso saziare ogni sua tipo di fame … >

<  Pervertito del cazzo … passamelo!! >

Brian passò il cordless al biondino, e mentre questo lo prese in mano distratto, Brian gli diede un ultima scompigliata ai capelli. Si alzò in tempo prima che gli arrivasse una botta sul fianco. Poi ancora ridendo e grattandosi vistosamente il sedere, si avviò verso il bagno. Lasciando topino alle mille raccomandazioni della cara dolce Debbie.

 

Si fece una doccia veloce e quando ritornò in camera Justin stava ancora annuendo a ciò che le diceva mamma Novotny. Il biondo lo guardava con l’aria implorante, cercando un po’ di aiuto. Debbie quando ci si metteva era la mamma di tutti i gay di Pittsburgh, ma diventava mamma-chioccia soprattutto con la sua piccola frocia-famigliola di cui sia Brian, sia Justin facevano parte.

Quando vide che il biondino cominciava a sbadigliare capì che doveva intervenire. Non poteva addormentarsi, gli doveva ancora il suo pompino.

Gli tolse malamente il telefono dall’orecchio e in modo brusco, o meglio, a modo Kinney, disse: < Ciao ciao Debbie, adesso tocca a me pensare a lui. Tu chiama Mikey, lui sì che sarà felice di sentirti > E le attaccò.

 

Justin non sapeva se essergli grato o dispiaciuto per come aveva trattato la cara Debbie. Quando ci si metteva Brian sapeva essere ancora più stronzo del solito, ma da una parte non ce la faceva più a sentire tutte le raccomandazioni soffocanti di Debbie. L’ultima, prima che Brian gli prendesse il telefono dalle mani era stata < Topino, non dar retta a quel maniaco pervertito, ogni tanto mettiti un po’ di quella cremina che ti ho regalato a Natale su quel bel culetto… non oso immaginare con tutte quelle torture come possa avertelo ridot….. > Poi per fortuna non sentì altro, grazie a Brian.

 

Intanto lo sguardo di Brian si fece serio. E Brian diventava così solo in due momenti. Quando era in trattative con qualche cliente importante per la Kinnetic o quando voleva scopare di brutto. Ma Justin voleva giocare… anzi voleva portare Brian all’esasperazione quella sera. Sapeva, infatti, che un Brian incazzato poteva essere il massimo a letto. Non che a Justin piacesse sempre farlo così, anzi, adorava quando “facevano l’amore” anche se Brian si sarebbe staccato il pisello da solo prima di descriverlo così, ma ora voleva il sesso sfrenato che solo un furente Rage poteva dargli. Quindi si impose di mettere da parte la propria eccitazione e ricominciò a tormentarlo con quello stupido gioco.

 

< La differenza >

< Che? Di che cazzo stai parlando? >

< La terza parola è la differenza >

Brian sbuffò, ormai non ne poteva più di quel gioco. Oltretutto in un paio di occasioni, si era lasciato andare anche troppo con certe ammissioni. Aveva concesso a Justin molto più in quella sera che in quasi 4 anni di rapporto…  sempre se si poteva chiamarlo “rapporto”, visto che non stavano proprio assieme (al pensiero a Brian venne un brivido), ma condividevano solo alcuni momenti del loro tempo. Solo perché dividevano il loft, o mangiavano sempre assieme, o perché lo accompagnava a scuola ogni giorno prima da andare a lavoro o perché scopavano tanto tanto, questo non voleva dire che il loro era un “rapporto”.

Brian si stava arrabbiando, davanti ad un fremente Justin. Quest’ultimo consapevole che il suo ragazzo lo avrebbe sbranato quella sera. Forse prima avrebbe dovuto dire addìo alla cara Debbie.

Vide Brian furente camminare avanti e indietro ai piedi del letto, completamente nudo e con un erezione in atto. Cazzo era uno spettacolo!! Justin non riusciva a smettere di guardarlo, lo stava divorando con gli occhi. Il moro incurante dei suoi sguardi lussuriosi imprecava contro la cocciutaggine del biondo. Ma quando si fermò ad osservarlo, notò dove era caduta l’attenzione del biondino… anzi dove l’attenzione era tutta concentrata. Sorrise sornione Brian e finalmente capì a che gioco stava veramente giocando il suo Raggio di Sole. Voleva solo incitarlo ed eccitarlo per poi essere scopato, come desiderava essere scopato di tanto in tanto il piccolo Justin.

Doveva dargli una lezione.

 

Con un gesto fintamente incurante, si grattò verso la sua erezione, questa per via del tocco insperato si alzò più visibilmente. Vide subito gli occhi di Justin farsi lucidi e la sua bocca a cuore aprirsi per un piccolo gemito. Troppo facile. Brian come se fosse annoiato, si buttò di schiena accanto al biondo, ben lontano dalla sua parte del letto, e cominciò a parlare, usando una voce più profonda ma molto provocante:

< Ok Raggio di sole. E guai a te se dopo non ti dedichi come si deve al mio pompino >

Solo a quelle parole Justin ingoiò la saliva, già affamato. Si sarebbe buttato subito su quella grande erezione, pronto a deliziarsi del sapore che amava tanto. Il sapore di Brian. Stava per farlo, alzandosi e avvicinandosi con il viso, Brian lo prese per il collo, con quelle sue grandi mani se lo riportò in alto, viso a viso.

 

< Che ne dici se stavolta comincio io? > facendogli capire di riferirsi a quel gioco assurdo.

Justin si ributtò sulla sua parte del materasso e a bassa voce diede dello stronzo a Brian.

Brian sorridente cominciò a parlare.. purtroppo solo a parlare … pensò uno sconsolato Justin.

< Però una cosa, teniamo fuori quei quattro patetici, non mi va di parlare di loro … >

< Ok parliamo di noi allora … >

Spaventato all’idea Brian rispose con fermezza < Col cazzo! No parliamo di loro, del resto come dicevi sono o non sono i nostri più cari amici? >

< Sì Brian, però senza volerlo prima hai già dato dei giudizi di preferenza su di loro.. quindi .. siamo rimasti noi due >

< Ehi Sunshine, dimentichi la parte lesbica della famiglia. Parlando dei nostri amici, non sarebbe carino non parlare anche delle nostre due leccaciuffe preferite > Disse un saggio Brian.

< Ti inventeresti qualsiasi cosa, parleresti persino di come si fabbrica il cotone nelle Indie pur di non parlare di noi… > Aggiunse Justin con aria risentita.

Brian si portò le labbra all’interno della bocca, senza sapere che con quella smorfia stava confermando ciò che diceva il biondino.

< Allora mettiamola così, troviamo ciò che ci differenzia dalle lesbiche e cosa non… >

< Di sicuro abbiamo più ottimo gusto nel vestire e scopiamo meglio! >

< Perche, loro scopano? >

Brian rise vedendo la faccia perplessa di Justin. Poi gli sentì dire: < Le ragazze hanno una bella casa accogliente >

< Noi un loft stupefacente, con pregiato parquet italiano, mobili di lusso e pieno di altre cose costose.. ah e tanti dildo sparsi in giro >.

Justin lo guardò male: < Forse l’ultima cosa la hanno anche Mel e Linds.. >

< Beh mi spiace per loro, ma si devono accontentare solo di giocattoli finti >. Rideva mentre lo diceva

< Hanno un rapporto bellissimo, parlano praticamente di tutto >

< Anche noi. Ti ho già detto che il tizio che mi sono fatto ieri sera aveva dei grossi brufoli sul culo? >

< Che schifo Brian!!! >

< Dillo a me, ma penso di avergliene schiacciato qualcuno mentre… > Justin rimise la testa sotto al cuscino per non sentire il resto della frase. Quando non sentì più la voce di Brian, riemerse con una frase più seria. Anche se era difficile fare un discorso serio con il moro.

< Beh, Mel e Linds sono bravissime in cucina, preparano sempre deliziosi piatti e sono sempre ospitali e perfette padrone di casa >.

< Noi invece abbiamo lo stretto necessario per vivere, alcool, popper e tanta droga… anche in frigo. E se non sbaglio anch’io sono molto ospitale… >

< Portarti a casa il manzo di turno dal Babylon per scopartelo e subito dopo buttarlo fuori, non è proprio avere il “senso dell’ ospitalità” >

< Tocca a me. Loro stanno pateticamente insieme da una vita >, lo disse facendo una smorfia disgustata, < Se non sbaglio sono 10 anni che quelle due si sopportano >.

< Vero! Noi SOLO 4 >. Con aria sconsolata.

Brian lo fulminò con lo sguardo, < Noi non stiamo insieme, e comunque sono 2 anni che ti sopport… >

< Sono 4 anni fra un mese, due settimane e un giorno >. Gli rispose con un sorriso splendido.

Brian era indeciso se strozzarlo o stringerselo addosso. Avrebbe voluto strappare quel suo sorriso con un bacio. Ma non poteva, cazzo, doveva darsi un contegno alla Kinney.

< Loro hanno una famiglia, hanno un adorabile bambino… >

< Che guarda caso è mio figlio!! Senza il mio aiuto non avrebbero fatto grandi cose >.

< Sembra che quando si siano conosciute, Melanie abbia usato ogni tipo di corteggiamento con Lindsey >.

< La cara Melanie sarà sempre un ripiego per Linds, lei sa che la sua mogliettina in realtà ama solo me, ma non potendomi avere, si è fatta abbindolare dal primo “uomo” che ha incontrato >.

< Che fanatico che sei. Lo sai che Mel e Linds si amano, e nonostante … >

< A volte sei proprio ingenuo Raggio di Sole! Comunque, un'altra differenza è che loro non scopano quanto noi >

< Vero. Ma penso che nessuno scopi quanto noi >

< Questa è una di quelle grandi differenze tra noi e gli altri… >

< E l’amore..?? >

Justin si morse la lingua per la sua uscita. Vide Brian ingoiare la saliva, o forse era l’aria che gli era venuta a mancare. Cazzo, sembrava essere allergico a quella parola.

< Sai come la penso… >

 ne entri e ne esci con il massimo del piacere e il minimo di stronzate.. >

< Smettila di finire le mie frasi e soprattutto smettila di imitarmi >.

< Quindi l’unica cosa in cui ci differenziamo noi è il sesso?>

< L’ottimo sesso Sunshine, ricordati!! E comunque perché ci tieni tanto ad essere come loro? > Il tono di Brian divenne più aspro < Noi non abbiamo bisogno di case con steccati bianchi, fiori nelle aiuole e altre stronzate del genere. Non ce ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri, e viviamo esattamente come vogliamo e facciamo solo quello che ci rende felici. Non ci servono i lucchetti alle porte, possiamo andare ed uscire da questa casa quando vogliamo, e quando uno desidera tornarci è perché sa che c’è sempre l’altro ad aspettarlo! Noi siamo Brian e Justin e siamo unici. Siamo l’uno importante per l’altro. Non ci serve nient’altro!>.

 

Quando Brian smise di urlargli in faccia, Justin non riusciva a rispondere, era scioccato dalle parole del suo ragazzo. Era riuscito veramente a farlo incazzare questa volta, ma invece di scoparlo come accadeva ogni volta, la furia di Brian lo aveva portato a scoprirsi nei suoi sentimenti. Forse per la prima volta gli stava dicendo ad alta voce, quanto ci tenesse a lui e quanto fosse importante la loro storia. Così differente da quella dei loro amici, perché più vera, più coinvolgente, più estrema, ma unica. Justin aveva sempre pensato queste cose su di loro, ma che le pensasse anche Brian, per lui fu incredibile.

 

Jus stava ancora a fissarlo con la bocca aperta, sembrava che si fosse dimenticato di respirare e Brian sentì improvvisamente voglia di sparire da quella situazione. Ancora una volta aveva fatto la parte della lesbica romanticona, Chissà dove era finito il vero Brian Kinney, forse nascosto in un angolino del suo cervello, quel fottuto biondino lo aveva fregato un'altra volta… Cazzo, gli aveva detto quanto era importante per lui … non che la cosa non fosse vera, anzi … ma lui aveva un immagine da mantenere, quella del cinico bastardo Brian Kinney … ancora nascosto chissà dove …

 

Il suono del citofono suonò nel loft, facendo trasalire il povero Justin ancora incantato. Brian risollevato corse con uno scatto alla Usain Bolt verso la porta. Di solito, lasciava il malcapitato dietro la porta di ferro per intere lune, prima di decidersi ad aprire. Sempre scocciato da qualche interruzione che rovinava le loro scopate. Ma stavolta usò tutte le buone maniere che conosceva, fece scorrere la porta di ferro e fece un sorriso del cazzo al piccolo Hunter, che perplesso lo guardò storto, cercando di ignorare, per quanto possibile, la nudità del padrone di casa.

Tutta quella gentilezza e ospitalità non era da Brian.. poteva fidarsi? Questo Brian faceva quasi più paura del solito Brian.

La voce di Hunter risuonava incerta < Ehm .. Debbie mi ha costretto a venire. Voleva accertarsi che Justin non fosse in fin di vita .. ( e lo cercò con lo sguardo per sincerarsi delle sue condizioni) e poi per portarti il tuo piatto preferito Brian. Credo che siano maccheroni al tonno >

Brian con un sorriso strano < Che dolce la cara Debbie, sono sempre nei suoi pensieri. Dimmi Hunter perché non ti fermi con noi per cena? >

Hunter cominciò ad essere terrorizzato. Mai Brian era stato così gentile e ospitale in vita sua. Tantomeno con chi non era neppure gay o disposto a farsi scopare. Poi si girò a guardare Justin, anche lui non aveva un aria tanto normale. Era più pallido del solito, con gli occhi lucidi e sembrava che avesse problemi a respirare. Cazzo doveva scappare da lì subito. Chissà cosa poteva fargli Brian, visto come aveva ridotto Sunshine.

Si affrettò a rispondere < No grazie tante, ma oggi non ho visto per nulla i miei due papà, e onestamente quando non li vedo per così tanto tempo mi mancano da morire. Lascio tutto qui > posando la pentola sul bancone della cucina < beh ..> indietreggiando verso la porta < ..ora vado sennò si fa veramente tardi. Allora buon appetito e buon.. sì insomma quello che stavate facendo … > E prima di dire qualcosa di imprudente uscì dal loft, chiudendosi la porta da solo.

 

< Sunshine vieni a mangiare, se si raffreddano i maccheroni non sono più buoni.. > Cominciando a cercare le stoviglie per la tavola.

< Brian, tu odi i maccheroni al tonno di Debbie. Sono anni che te lo sento dire >

< Sì, ma so che se glielo dicessi, le spezzerei il cuore. Sono anni che pensa che siano il mio piatto preferito. E comunque anche se impicciona ed irrimediabilmente insopportabile, è sempre la cosa più somigliante ad una mamma, che io abbia mai avuto. Lo sai che praticamente mi ha cresciuto lei. E se oggi sono venuto su così bene è anche grazie a Debbie. Su vieni a mangiare, così quando manderà Michey a controllare se hai finito la tua porzione di 300 grammi di pasta, sarà contenta e soddisfatta >.

< Brian.. prima … sì, insomma tu … hai detto .. >

Dopo un sospiro Brian aggiunse < Tante cose Justin, a dir la verità parlare tanto mi ha fatto venire fame. Mangiamo? > E questo lo disse guardando negli occhi Justin, con le labbra strette e l’aria imbarazzata. Sembrava che gli stesse chiedendo di avere pietà e di cambiare argomento. C’era molta dolcezza in quello sguardo, sembrava veramente a disagio. Forse stavolta Justin aveva ottenuto qualcosa di molto più bello. Così decise di lasciarlo stare, almeno per qualche giorno, poi avrebbe fatto in modo di fargli riprendere il discorso. E come se nulla fosse, lo raggiunse vicino alla cucina e cominciò a preparare le porzioni, davanti ad un Brian con lo sguardo grato.

< Sai dove sta la differenza tra me e te? (Brian lo guardò con il sopracciglio alzato) Che visto che ci tieni così tanto a rendere felice la cara Debbie, tu avrai la porzione più grande di pasta … > E con una palettona gli mise nel piatto quasi mezzo chilo di maccheroni al tonno.

A Brian veniva da piangere: aveva fatto nuovamente la figura della lesbica; non aveva ancora ricevuto il pompino promesso ed il giorno dopo avrebbe avuto qualche chilo in più.

Fottuto Sunshine!!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Avevano finito di cenare, sulla tavola erano ancora sparsi i piatti sporchi con i resti di cibo, ma nessuno dei due fece la mossa di alzarsi, rimanendo seduti uno di fronte all’altro. Brian con l’aria disgustata e satura di cibo, sembrava far fatica a digerire. Solitamente si sedeva sempre composto, ma stavolta non sembrava che fosse a suo agio. Justin lo vide scivolare con il corpo sulla sedia, portando le sue lunghe gambe sotto il tavolo. Strano per lui che di solito appariva impeccabile anche nella propria cucina.

Justin invece aveva un’espressione seria, con una seduta fin troppo rigida: teneva i gomiti ben saldi sul piano del tavolo, e fissava intensamente Brian.

Sembrava che stesse aspettando qualcosa, chissà cosa gli passava per quella caparbia e bionda testolina, pensò un Brian attento. Sentiva che stava per succedere qualche cosa …

Doveva solo aspettare.

 

< Brì, che stai aspettando? Guarda che i piatti non vanno da soli nel lavandino >

 

< Lo so, anzi sbrigati. Sai che non mi piace vedere disordine nel mio loft. >

 

Justin lo guardò allibito < Allora alza quel bel culo! Così che io possa ammirarlo, mentre metti in ordine il “nostro” loft >

 

Brian lo riguardò con cipiglio < Te lo scordi! Sei tu che hai creato questo disordine … >

 

< Brian, conosci le regole: se uno cucina l’altro poi deve mettere a posto.>

 

< Ma oggi non hai cucinato tu, ma Debbie! Quindi... > e con lo sguardo indicò a Justin la direzione della cucina.


< Se è per questo neppure tu hai preparato la cena, anzi a dir la verità, da quando abitiamo insieme, non l’hai MAI preparata, il tuo massimo è prenotare al telefono cibo thailandese >


< Justin, con tutto il cibo pesante di Debbie, non riesco neppure ad alzarmi, figuriamoci se riuscirei ad arrivare in cucina… penso che rotolerei … >
e mentre lo diceva fece un rigurgito, solo a nominare il cibo gli veniva da vomitare.


Justin cercava di mantenere un espressione ferma perché non voleva cedere, ma era difficile vedere il suo ragazzo cosi sofferente e sazio.. forse qualcuno non avrebbe dormito quella sera, e non per un motivo piacevole.
Vide Brian far fatica nel deglutire.

 

>

 

< Ok, tu sparecchi, io metto le cose nel lavandino, poi tu lavi ed asciughi ….>

 

< Brì, noi abbiamo la lavastoviglie! Sai quella cosa dove si mettono dentro le stoviglie sporche e si lavano da sole? >

 

Brian con atteggiamento strafottente < Certo che lo so, dove pensi che faccia disinfettare i miei 20 dildo dopo averli usati per qualche festino? Cosa credi che mi metta a lavarli io uno per uno?? >

 

Justin fece una smorfia schifata, portandosi immediatamente una mano sulla bocca, sentendo che da lì a breve avrebbe vomitato tutti i maccheroni di Debbie.

 

< COOSAA?? Tu lavi i vibratori nella nostra lavastoviglie???>  chiese con un filo di voce.

 

Brian sembrava divertito e per nulla a disagio da quella sua affermazione.

< Quante storie, tanto viene tutto disinfettato, mio piccolo schizzinoso >

 

< Che schifo!! Giuro che domani la smonto e ne vado a comprare un'altra e guai a te se provi a lavarli di nuovo lì … cazzo ma non potevi usare un'altra cosa? Che so, la lavatrice?? >

 

Il sorrisino del moro gli diede la conferma di averlo già fatto.

< Non ti sei mai fermato a vedere quanto sono carini quando girano nell’oblò? >

 

Justin continuava fissarlo come un pazzo. Ma perché quell’uomo riusciva sempre a stupirlo? Non faceva mai niente di normale. Doveva portare tutto all’estremo. Essere il numero uno nel lavoro, quello più ricco di tutti, quello geniale nelle idee, bellissimo all’inverosimile e uno scopatore che ti portava allo sfinimento.

 

< Sai che ho paura di sapere qualche altro retroscena della nostra vita casalinga? Che so ..?

 

 

Justin si guardò attorno con la faccia disgustata. Meglio non sapere!

 

Intanto Brian trovò la forza di alzarsi, ed elevarsi in tutta la sua elegante bellezza, e cominciò a togliere i piatti sporchi. Justin ancora seduto, si prese qualche attimo per guardare quanto fosse bello e perfetto quel corpo, mentre svolgeva anche un semplice gesto domestico. Brian era sempre così sexy. Guardò quelle sue belle mani prendere entrambi i bicchieri.. e all’improvviso Justin sentì la voglia di sentire quelle mani su di se. Sapeva quanto potevano essere delicate e carezzevoli su di lui. 

 

Una cosa che aveva notato nei loro incontri promiscui, è che Brian non accarezzava mai il tizio di turno, non lo abbracciava mai e tantomeno lo baciava … e ciò soprattutto dopo la loro decisione di non baciare nessun altro. Brian baciava, accarezzava, abbracciava e soprattutto spettinava soltanto lui. Perché soltanto con lui faceva l’amore.

 

Era ancora perso nei suoi pensieri quando si sentì un tovagliolo buttato sulla faccia, Brian gentilmente gli stava intimando di aiutarlo. E come poteva dire di no? Fino a qualche attimo prima lo aveva ripreso di essere troppo poco casalingo. Quindi si alzò a sua volta e portando via i tovaglioli sporchi e la bottiglia di vino vuota, prese a camminare dietro Brian verso la cucina, non riuscendo a fare meno di fissare il sedere perfetto del suo ragazzo, così ben fasciato in quei jeans. Come al solito era a piedi scalzi e camminava con tutta la sua leggiadra sensualità … anche se forse stavolta lo faceva un po’ troppo a rallentatore … Non capiva se lo stava facendo per provocarlo o perché fosse ancora pieno per via della cena. Lo vide rigurgitare un attimo e capì che era la seconda risposta.

Smise di osservare quel capolavoro di sedere, quando Brian si fermò davanti alla lavastoviglie e lui gli andò a sbattere contro, non rendendosi conto che erano arrivati.

 

< Sunshine .. cambia mira al tuo cannone, sai che il mio culo è off limits. >

 

Justin sorrise un po’ in imbarazzo, sia per la figura per essere stato sorpreso a sbavare sul suo sedere, sia perché quello detto ad alta voce da Brian, era un suo desiderio: poter avere di nuovo accesso a quel fantastico culo.

 

Brian era quello attivo tra loro, lo era anche Justin con gli altri ragazzi, ma solo a Brian permetteva di scoparlo. A parte quelle volte con Ethan .. e Justin solo al pensiero si sentì un verme, era stato solo di Brian. Perché lo amava e voleva concedersi soltanto al suo amore.

Brian invece non si concedeva mai a nessuno, a parte la sua prima volta a 14 anni, quando aveva avuto il suo primo rapporto a scuola, e poi quell’unica volta in cui lo aveva permesso a Justin.

Jus non lo avrebbe mai dimenticato. In quella occasione era stato lui ad entrare in quel corpo stupendo, a fare SUO ciò che non era mai stato di nessuno.

E Justin aveva sentito che Bri non era solito darsi agli altri, il suo corpo era così stretto e teso, che Jus cercò di usare tutta la dolcezza di cui era capace. Si ricordò che all'inizio fu difficile, perché averlo sotto di lui era eccitantissimo, e avrebbe voluto farlo più velocemente e con più forza, ma si impose di ascoltare le reazioni del corpo di Brian, e solo quando lo sentì rilassato e che voleva sentirlo di più … (eh cavolo, Brian glielo aveva chiesto quasi urlando), allora lo penetrò come usava fare Brian con lui, proprio come quando “facevano l’amore”.

Purtroppo quella fu l’unica volta in cui Brì glielo permise, ripensò con delusione Justin. Da allora Brian ha voluto fare sempre la parte dell’attivo, tanto da fargli pensare di non essere stato bravo, e di averlo deluso. Eppure, lo aveva sentito gemere di continuo sotto di lui; muoversi allo stesso ritmo, quasi andargli incontro ad ogni spinta, per poi venire insieme, bagnando tutto il letto.

Doveva cambiare argomento e soprattutto l’immagine oscena che gli era apparsa nella sua mente … Brian disteso sotto …

 

< Continuiamo con il gioco? > Justin lo disse con tutta l’aria desolata, perché avrebbe volentieri fatto altro, se solo Brian glielo avesse permesso …

 

< Perché ho la possibilità di rifiutarmi? >

 

La smorfia di Justin gli fece capire di non avere appigli.

 

< Va avanti Raggio di sole … vediamo che altre cazzate usciranno fuori > Ma in realtà Brian sapeva che quella sera non erano stupidaggini quelle che lui aveva rivolto al suo ragazzo, ma vere ammissioni su quanto amasse quel rompiscatole biondo. Quella sera glielo avrebbe permesso, per una volta ….

 

< Il gioco continua con la parola Salvataggio. Chi o cosa vorresti buttare giù dalla torre o invece salvare … Anche se in questo momento io butterei immediatamente questa lavastoviglie! > Lo disse con lo sguardo schifato mentre vedeva Brian inserire i bicchieri nel cestello.

 

< Beh, io butterei un sacco di cose tue, che sei riuscito ad accumulare da quando, quella sera di 2 anni fa, ti ho chiesto di fermarti qui …>

 

< 4 anni fa >

 

Brian sbuffando < Si insomma, quando ti chiesi di fermarti quella sera e poi non te ne sei più andato. Anzi giorno dopo giorno ho visto persino aumentare le tue cose sparse per il loft. Eppure giurerei che quella sera sei entrato solo con qualche vestito addosso.>

 

< Scusa Brian se anch’io ho bisogno di vestiti, scarpe, libri per la scuola, occorrente per il bagno ..>

 

< Vogliamo parlare delle tue scarpe sempre buttate da qualche parte, o dei tuoi fumetti di Rage tra i miei contratti di lavoro? Per non parlare dei tuoi pennelli sporchi di tempera sempre troppo vicini al divano bianco >

 

< Quindi butteresti tutto ciò che è mio?? Scusa se esisto non solo per essere scopato a tuo piacimento >

 

< Beh se non sbaglio quello piace anche a te! > Portandosi le labbra all’interno della bocca in modo sensuale.

 

Justin gli sorrise. Perché negare sarebbe stato sciocco e intanto continuava a sistemare la cucina per tenersi occupato. “Non doveva pensare al culo fantastico di Brian, non doveva pensare al culo fantastico di Brian..” cazzo perché quella sera glielo sbatteva sempre sotto il naso? Doveva proprio piegarsi così per buttare i resti della cena nell’immondizia?

 

< Sai io cosa butterei di te? Il tuo tavolino Mis Van der Robe… Non solo stona col divano, ma se penso a quanto l’hai pagato …> Però salverei “il tuo culo, sì il tuo culo” < .. ehm sì il puffo per appoggiare i piedi, almeno per quello non ti sei indebitato >

 

Brian mentre ricontrollava che il suo frigo fosse ben fornito di birra, contandole una ad una, gli rispose < Si pronuncia Mies Van der Rohe! E poi per il loft niente è troppo caro, la qualità ha il giusto prezzo. E comunque io butterei quel tuo cimelio inutile che continui a custodire come una reliquia.. cazzo Justin, la corona del Babylon non è d’oro, potresti anche buttarla. E poi è talmente kitch che sembra disegnata da Emmett … >

 

< Lo dici solo perché ti da fastidio che io abbia partecipato alla gara di striptease e poi che abbia vinto >

 

< Avanti Sunshine, sappiamo benissimo che la gara era truccata. Il tizio si è lasciato intenerire dal tuo visino dolce e dagli occhioni blu e forse ha pensato per un attimo che avessi anche un bel didietro, e che magari poi glielo avresti fatto ammirare più da vicino …>

 

< Sei uno stronzo Brian, sai benissimo che ho vinto perché ho un culo fantastico ed ero così sexy mentre ballavo, che tutti i froci del Babylon non facevano altro che sbavarmi addosso! Ho meritato quella corona e me la tengo!>

 

Brian sapeva che era vero, eccome se lo sapeva. Ancora gli rodeva se pensava a Justin nudo sul palco, mentre tutti i ragazzi cercavano di allungare le mani verso quel bel corpicino. Lo desideravano tutti in quel momento e se non fosse stato per il suo stupido orgoglio, sarebbe andato a riprenderselo in mezzo a tutta quella bolgia.

 

< Comunque è kitch e non ci sta bene sopra la mia lampada da tavolo. Ma cavolo, a scuola di belle arti non vi insegnano la bellezza? >

 

< Vogliamo parlare del tuo guardaroba? >

 

Brian si sentì colpito in pieno petto, come poteva essere ferito in una cosa così intima? < Che hai da dire contro i miei vestiti, sentiamo? Tu, che fino all’altro giorno andavi in giro con camicie a quadrettoni e magliette corte all’ombelico?????? Forza sentiamo!!!!!!>

 

A Justin veniva da ridere perché come al solito, le reazioni di Brian erano sopra le righe quando toccava quel tasto.

 

< Beh, devi ammettere che i tuoi abiti saranno pure costosi e firmati da gente che neanche conosci, ma insomma, Bri… sono tutti uguali!! Tutti dello stesso colore e della stessa forma. Guarda le tue scarpe, tutte mocassini di ogni tonalità di nero esistente, che va dal nero fumo al nero bitume. >

 

Brian sempre più furente < Non è vero!!! Ho anche completi marroni e grigi.. per non parlare di quelli bianchi che di certo non posso indossare a Pittsburgh, ma solo nei Withe-party. E poi ripeto, tu che ne sai di eleganza, di moda, di buon gusto????>.

 

Justin in effetti non aveva granché per ribattere, l’unica risposta che gli venne fu Questa gliela disse con un sorriso per farsi perdonare, sapeva di averlo fatto infuriare.

 

Brian continuava a guardarlo storto, ancora non aveva mandato giù quel discorso su i suoi abiti.

 

< Allora io butterei i tuoi vestiti dei Pink Posse> E lo disse con aria di sfida.

 

< L’hai già fatto! Non ricordi? Anzi hai buttato anche i miei ritratti di Cody>

 

< Già è vero! Ricordavo di aver buttato la faccia di quell’idiota, non gli abiti.. beh almeno ho fatto pulizia nell’armadio! > intanto si girò prima di esser visto da Justin arrossire, non gli piaceva l’idea di vedere Justin disegnare quel pidocchio violento … Jus doveva disegnare soltanto lui, perché era il suo ragazzo e poi diciamolo.. adorava essere la sua unica musa!!

 

< E comunque, tra le tue cose che salvo, c’è la tua arte. Sì alcuni sono dei veri capolavori! >

< Ovviamente stai parlando dei tuoi ritratti …>

 

< Certo! Dovresti pagarmi per farti da modello. Sai quanto si fanno pagare i fotomodelli per le pubblicità alla Kinnetic? >

 

< Tu lo fai solo perché sei narcisista, e comunque anche se sei il modello più bello che io abbia mai disegnato, sei anche il più insopportabile. Non riesci a stare fermo per più di 5 minuti. E’ difficile disegnarti se ti muovi di continuo >

 

< Sei tu che sei troppo lento: l’ultima volta mi si sono addormentate le gambe…>

 

< Bri, quella volta non ti stavo disegnando ….> lo disse mettendo la lingua un pò fuori con aria provocatoria.

 

 

Justin sorrise e nel frattempo si parò di nuovo davanti l’immagine di Brian disteso sotto… “Io ti farei anche altro stasera ..”

 

< Se potessi tornare indietro salverei la jeep e butterei la corvette …>

 

< Pensavo che ti piacesse la mia batmobile?>

 

< Sì, ma la jeep aveva più spazio quando i sedili venivano reclinati>

 

< Ah sì, l’ultima volta ti sei ritrovato con il cambio nel sedere invece del mio pisello… > e scoppiò a ridere.

Justin che aveva quasi finito di sistemare tutto, lo colpì con lo strofinaccio prima di metterlo a posto.

  

Brian divertito cominciò a dirigersi verso il divano che dava le spalle alla cucina, si buttò di schiena e tra il riso e una voce più languida, Justin si sentì dire:

< Un'altra cosa che salverei di te è la tua bocca. Non solo è bella e perfetta nella forma, ma è anche abile se non ricordo male …>

 

Justin ci mise qualche secondo per riconoscere quelle parole come veri complimenti. Era raro sentirsi dire certe cose da Brian, ed ecco perché lo faceva nascosto dietro la spalliera del divano, però intanto gliele aveva dette. Nei successivi secondi Justin, alla velocità della luce, raggiunse il divano e si buttò a capofitto su quel disteso e bellissimo corpo.

Dopo un bacio lunghissimo e profondo si staccò dal viso di Brian e cominciò a scendere, dandogli piccoli baci sul torace fino a raggiungere i bottoni dei jeans. Stava per slacciargli il primo quando sentì Brian sospirare in attesa.

Il ragazzo sospettoso per un attimo risollevò il viso guardandolo.

< Dì la verità … non è che mi hai detto quelle cose poco fa, perché al momento sei talmente  pieno che il tuo massimo di movimento è stare fermo come un bel poster?? >

 

Brian lo guardò con il sopracciglio alzato.

< Dammi quello che mi spetta che poi non ne avrai le forze! >

 

Vide i lunghi capelli biondi di Justin coprirgli il basso ventre, e ricominciare con quella bocca favolosa a regalargli attimi di pura estasi.

 

“Eh sì, ci sapeva proprio fare con quella bellissima bocca” … Più tardi l’avrebbe assaporata. Brian non vedeva l’ora di baciarla, e baciarla ancora … avrebbe divorato quelle morbidissime labbra e avrebbe giocato a lungo con la sua lingua ... adorava baciarlo! Così era solo suo!!

Ma col cavolo che glielo avrebbe detto!!

P.S.: Tornerò con il prossimo e ultimo capitolo. Un abbraccio a tutti/e

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Desidero ringraziare tutte le persone che hanno avuto la voglia e la pazienza di arrivare fino qui, all’ultimo capitolo. Anche se non originale, spero che la storia vi sia piaciuta. Un abbraccio a tutti/e



Justin si sentiva schiacciare dal peso di Brian e non sapeva per quanto avrebbe ancora resistito. Cominciava anche a mancargli l’aria nei polmoni pressati. Stranamente Brian continuava a coprirlo con il suo corpo nudo, ancora ansimante e sudato dopo il suo orgasmo. Uno di quelli che lo lasciava sempre senza fiato, dopo aver dato tutto se stesso in un amplesso animalesco, riducendo il piccolo Justin in poca cosa.

 

Di solito, per non pesare troppo su quel corpicino tendeva a scansarsi, rimanendogli comunque sempre accanto. Del resto Sunshine era speciale per lui, non come quei tizi che scopava a caso e che, a fine sesso, venivano subito allontanati e dimenticati.

 

Quando Justin non ne poté veramente più, Brian sentì la sua flebile vocina, come se arrivasse da una cavità profonda < Brian, ti puoi scansare? >

 

Brian rispose scocciato a quelle parole < Sunshine … ti lamenti sempre … dici che ti faccio poche coccole, e quando te le faccio piagnucoli lo stesso >. E intanto non fece nessuna mossa per spostarsi, anzi, trovò una posticino ancora più comodo in Justin, dove si rintanò ancora di più.

 

< Brian … mi stai schiacciando … non respiro!! > con voce affannata.

 

< A me sembra di sì, continui a parlare > Ancora intenzionato a rimanere in quella posizione.

 

< Devo respirare e cominciano a farmi male le costole, spostati! >, cominciando a spingerlo con i palmi delle sue mani sul petto di Brian < E poi queste non sono coccole, mi stai usando solo come materasso >.

 

Brian sembrava ancora riluttante a spostarsi, ma guardò il corpicino di Justin sprofondato nell’incavo del divano bianco, prima dalle sue possenti spinte e poi dal suo peso rilassato. Aveva anche il fiatone e appariva tutto rosso in viso. Però cazzo, quanto gli piaceva sentirlo sotto di lui. Gli sembrava di possederlo completamente, riuscendo a tenerlo così fermo, impedendogli di scansarsi o di andarsene addirittura. Da tempo temeva l’idea che il biondino potesse lasciarlo di nuovo. Fosse stato per lui avrebbe continuato a tenerlo immobilizzato, così non lo avrebbe più visto andar via.

 

Ma il piccolo rompicoglioni doveva per forza dire la sua.. sarebbe stato un miracolo se avesse smesso di parlare.

Comunque, Brian si scansò buttandosi a peso morto sull’altra estremità del divano, continuando a tenerlo d’occhio e tenendo una gamba incastrata alla sua.

 

< Cazzo, stavo per morire asfissiato >

 

Brian alzò gli occhi al cielo < Quante storie!! >

 

< Forse sei ingrassato …> Non riuscì a finire al frase che Brian gli diede un calcio sullo stinco, offeso da morire.

 

< Fanculo Sunshine! Io sono perfetto, sei tu che non hai abbastanza resistenza >

 

Justin lo guardava stupefatto < Brian, stiamo insieme da 4 anni…>,  sorvolò alla smorfia stizzosa di Brian al suo commento, < …e mi sembra che tu non possa lamentarti sulla mia resistenza. Sfido chiunque a durare un quarto di quanto sono riuscito io a resisterti accanto per così tanto tempo. Non solo hai un carattere impossibile e delle abitudini discutibili, ma mi obblighi a fare sesso una decina di volte al giorno... sai che la media umana è di 5 volte a settimana? Dico, a settimana >.

 

< Di che cazzo ti lamenti Sunshine!? Tu stai con il re dei froci e ti lamenti pure?! E poi mi sembra che dopo che ti ho scopato per 8 volte di seguito sei sempre tu poi a chiedermi il bis, seguito dal ter… quindi smettila di frignare. Puff.. 5 volte a settimana, forse persino Michael e Ben riescono a farlo una volta in più! E poi voglio puntualizzare un'altra cosa. Io non sono grasso!! >

 

< Forse i maccheroni al tonno erano più pesanti del solito … >

 

< Cazzo non mi ricordare quel mattone che ancora mi viene su > facendo un piccolo rigurgito.

 

Justin rise senza farsi vedere, anche se gli faceva un po’ pena vedere Brian in quelle condizioni. Solitamente era sempre attento alla sua linea e cercava di rispettare un’alimentazione equilibrata, ma poi arrivava la cara Debbie con le sue pirofile colme e addio alla dieta sana. Non come lui, che forse grazie alla sua giovane età riusciva a mangiare grandi quantità di cibo e non preoccuparsi minimamente della linea. E poi ci pensava Brian a fargli bruciare le calorie. Motivo in più per Debbie di rimpinzarlo fino all’estremo. Si preoccupava sempre per loro.

 

Justin provò ad alzarsi dal divano, doveva andare in bagno. Ma era difficile uscire da quella posizione intricata con Brian. Quando il moro si accorse che si stava alzando, strinse ancora di più la morsa. Non sembrava intenzionato a lasciarlo andare. A volte non lo capiva quando faceva così.

 

< Brian, devo andare a fare pipì … se posso …> provando a slegarsi da quel groviglio che erano le loro gambe.

 

< Ma non riesci a stare fermo per un attimo? Che hai sempre da agitarti? >

 

Justin lo guardava stupito avviandosi verso il bagno, nudo come mamma Jennifer l’aveva fatto.

< Sai ogni tanto mi scappa, non posso farci niente > sghignazzando.

 

Brian lo vide allontanarsi da lui, completamente nudo e dando mostra di sé in tutto il suo splendore. Era bellissimo, ma lo sguardo di Brian si posò decisamente sul suo fondoschiena. Justin aveva un culo fantastico. Piccolo, rotondo e tonico. Per non parlare delle sensazioni meravigliose che provava al suo interno …

< Ok, ma sbrigati a riportarmi il tuo culo qui, mi è venuta un idea … >

 

Justin si girò un attimo prima di entrare nel bagno, e vide chiaramente quello sguardo da cacciatore che aveva Brian, quando usava il suo radar fisso sul tuo fondoschiena e poteva anche cascare il mondo, lui quel sedere l’avrebbe avuto.

< Sì certo, mi è chiaro a cosa ti serve … dagli tregua!! >

 

Brian arrivò a pensare a tutte le posizioni sconce e a tutti gli usi che ne avrebbe fatto di quel meraviglioso sedere, altro che dargli tregua! E rimase ad aspettarlo con lo sguardo voglioso e libidinoso … fino a quando la sua attesa venne interrotta dal suono del citofono. “Cazzo, ma possibile che quella sera tutti avevano intenzione di chiamarlo al telefono o di andare a rompergli i coglioni?? Ma la gente perché non se ne stava a casa propria… a scopare????”

 

Lui lo faceva ogni lunedì, giorno di chiusura del Babylon. Tutte le altre sere era lì o da qualche altra parte sempre a scopare. Ma cazzo … si sa che il lunedì è il giorno della scopata casalinga!!

Cercò alla rinfusa tra i vestiti lanciati per terra, e indossò i jeans. Solo quelli, ma lo faceva giusto per rispetto, non voleva che sua suocer.. ehm, intendeva dire che non voleva che la cara Jennifer si scandalizzasse un'altra volta. Ogni volta che capitava al loft per vedere il figlio, li trovava sempre nudi o che stavano per “fare qualcosa”. E immancabilmente Brian appariva sempre in desabillé.

 

Quando fece scorrere la porta di ferro, gli venne l’impulso di richiuderla all’istante. E l’avrebbe fatto se un astuto Emmett non gli avesse messo una borsetta rosa in mezzo alla porta, intuendo subito le intenzioni di Brian. Gli fece un sorrisino dei suoi, tipo “So che sono venuto in un momento sbagliato e so cosa tu e Justin state facendo in questo istante, ma tanto voi fate sempre e solo quello, per cui sbaglierei sempre il momento con voi due”. Mentre impose la sua presenza, facendo un passo nel loft, Brian notò anche un Ted, intimidito, seguire il suo caro amico Emmett. Di sicuro aveva più timore rispetto all’amico. Del resto Brian era sempre il suo datore di lavoro.

 

< Brian … > Lo salutò Ted tossendo un po’, non sapendo cosa dire

 

< Dov’è Splendore?? Sono disperato senza i suoi consigli! > aggiunse un ansioso Emmett

 

Ted rivolto all’orecchio di Emmett < Ti avevo detto di lasciar stare, hai visto che faccia Brian? E guarda che casino tutti quei vestiti per terra >

 

Brian li stava incenerendo con lo sguardo.. ah se avesse avuto veramente quel potere … che grandi cose avrebbe fatto!!!

 

< Fanculo Emmett! Sai oggi che giorno è? > Guardandolo come si guarderebbe un idiota.

 

Emmett per risposta alzò il sopracciglio facendo una smorfia.

< Lunedì, perché? E’ il giorno di chiusura del Babylon, quindi sapevo di trovare qui Raggio di sole. Ho bisogno del suo aiuto >. Lo disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo. Poi come se non ce la facesse più a reggere quello sguardo sfrontato di Brian, cominciò a lamentarsi < Sai cosa vuol dire organizzare un allestimento in una galleria d’arte senza averlo mai fatto prima? Soprattutto se la mostra racchiuderà i capolavori del nostro Sunshine … >

 

< Il mio Sunshine, vorrai dire >

 

< … Sì insomma, lui mi ha dato questa grande opportunità e non voglio rovinare tutto con le mie indecisioni. Se faccio uno sbaglio potrei rovinare la mostra di Justin e io non me lo perdonerei mai!!! >

 

Brian non riusciva a fermare quella valanga di parole dette da un isterico Emmett, completamente  più del solito fuori di zucca.

Per non parlare di Ted, che non faceva altro che curiosare nel loft, forse sperava di trovare qualche giochino indecente o di capire in quale parte della casa lui e Jus non avessero ancora fatto l’amore. Curiosità nata da quando Sunshine, al Dinner , aveva affermato senza pudore che lui e Brian lo avevano fatto ormai in ogni angolo del loft.

 

Brian stava per andare incontro ad Emmett per provare a strattonarlo un po’, tanto per farlo tornare in sé, quando Justin decise di fare la sua entrata proprio in quel momento, apparendo davanti a lui e ai suoi amici completamente nudo, e già con il pene eccitato per l’idea che gli era venuta in bagno.

In quell’istante, come per magia, Emmett smise di piagnucolare e Ted di osservare in giro. Rimasero entrambi a bocca aperta, con gli occhi fissi su Sunshine.

 

Justin non aveva sentito né il citofono né gli urletti isterici di Emmett. Per gran parte del tempo speso in bagno aveva tenuto l’acqua aperta. Aveva cominciato a fantasticare su cosa avrebbe chiesto a Brian per l’ultima parte del gioco che stavano facendo. Ovvero l’obbligo. Di idee gliene erano venute, tutte più o meno verosimili.. alcune pure troppo fantastiche, come quella di scopare mentre lievitavano in aria. Pertanto, convinto di trovare solo Brian ancora disteso sul divano, era uscito dal bagno, camminando in modo provocante, esibendo pure una bella erezione svettante.

Tutto avrebbe immaginato, tranne di trovarsi davanti Emmett e Ted a fissarlo come due maniaci… Sotto lo sguardo incazzato di Brian.

 

Brian faceva correre il suo sguardo tra Justin, così sensuale nella sua nudità agli sguardi lussuriosi dei suoi amici. Non solo lo stavano ammirando, come del resto facevano gran parte del tempo, perché Jus era proprio un bel bocconcino, ma lo stavano divorando con gli occhi e sicuramente si stavano pure eccitando. Ecco, da adesso in poi, quei due idioti avrebbero sempre fatto pensieri erotici sul suo Sunshine. Come se non li avessero già fatti in passato, ma almeno se lo potevano solo immaginare nudo, non avendolo mai visto. Ora invece sapevano quanto fosse perfetto e seducente nella sua nudità.

Comunque, vide Justin scappare all’istante girandosi di spalle e, con una pugnalata nel petto di Brian, diede mostra anche con il suo fantastico fondoschiena. Quei due idioti, aprirono la bocca ancora di più. Adesso li avrebbe uccisi e si sarebbe sbarazzato dei loro corpi. Più tardi avrebbe anche punito Raggio di Sole, anche se l’unica colpa che aveva era quella di essere bello da morire.

 

Justin corse in camera da letto e si nascose dietro ai separé che fungevano da pareti. Mettendosi subito qualche vestito addosso. Si vergognava, anche se la metà degli uomini di Pittsburgh lo avevano già visto nudo. Ma farsi vedere da Ted ed Emmett era un’altra cosa. E poi per un attimo gli era sembrato di scorgere qualcosa nello sguardo di Brian … possibile che gli avesse dato fastidio?… sembrava geloso …no, ma che cazzo pensi Justin? Brian di nuovo geloso? … sarebbe più fantastico della tua idea di scoparvi mentre lievitate in aria … Sicuramente gli avrà dato fastidio, per il fatto che sono Em e Ted, come quella volta con Michael nel suo letto … Un momento, ma Brian allora si era ingelosito veramente, quindi poteva essergli successo anche adesso. Justin sorrise, e una parte di sé si intenerì a quel pensiero. Allora Brian poteva essere veramente geloso di lui. Aveva fatto bene ad aspettare così tanto, quasi 4 anni, tanto da veder capitolare il gay più single del pianeta trasformarsi, per amore, in un compagno geloso.

Appena finito di vestirsi tornò nel salotto. Voleva studiare ancora l’espressione del suo Brian e capire cosa pensava realmente.

 

Mentre Justin si era rintanato in camera, Brian si parò davanti agli sguardi ancora sognati di Emmett e Theodor. < Voi due … > detto in modo alquanto minaccioso < …per quanto è vero che mi chiamo Brian Kinney, consideratevi due froci morti se provate, anche solo per un attimo, a ripensare a quello che avete visto o anche solo ad immaginare Justin nudo …. Lui è mio! Appartiene al sottoscritto e non sarà più di nessun altro! >

 

Ted ed Emmett rimasero piacevolmente sconvolti, seppur impauriti, dalla rabbiosa reazione di Brian. Non riuscirono a non intenerirsi, sentendo il loro amico parlare in quel modo del suo compagno. Finalmente Brian Kinney stava dimostrando a loro, e forse al mondo intero, quanto tenesse al suo Raggio di sole.

Non che non lo sapessero, ma sentirlo dalle belle labbra di Brian li fece commuovere. Entrambi si guardarono e si capirono al volo. Dovevano in qualche modo togliersi davanti agli occhi l’immagine del biondino nudo, anche se non sapevano ancora come…

Uhm.. Emmett già pensava quanto sarebbe stato difficile cancellare quell’immagine. Ma del resto teneva anche alla sua pelle, e vedersi un Brian incazzato che gli teneva un dito minaccioso sotto il mento, lo convinse ancora di più.

Ted uguale, anzi per lui sarebbe stato anche più difficile, visto che vedeva e frequentava Brian tutto il giorno alla Kinnetic, ma in qualche modo ci sarebbe riuscito. Lui non temeva solo per la sua vita, ma anche per il posto di lavoro.

In ogni caso lo dovevano a Brian, e non solo per paura della ritorsione, ma perché per quanto fosse cinico e stronzo, in passato aveva fatto molto per loro, dimostrandosi un buon amico, meglio di tanti altri. E poi non era corretto provarci o fantasticare sul compagno di un proprio amico. Anche se bellissimo.

 

Quando Justin tornò, finalmente vestito, Brian tirò un sospiro di sollievo. Sembrava vergognoso, ma anche qualcos’altro che non riusciva a capire … perché sembrava emozionato? Mah!

 

< Come mai da queste parti ragazzi? > chiese Justin con la voce ancora vergognosa.

 

Stranamente rispose Brian < Niente, Emmett voleva qualche consiglio sull’allestimento della mostra, ma all’improvviso gli è venuta una bella idea ed ha pensato bene di andar via, e cominciare a progettarla … con l’aiuto del caro Theodor, giusto? > Rigirandosi a guardali con sguardo minaccioso, senza essere visto da Justin alle sue spalle.

 

Stavolta fu Emmett a rispondere < Ehm.. sì sì… proprio come dice Brian! Non ti preoccupare Sunshine ma ho già tutto qui, nella mia testolina. Vedrai, un idea brillante. Ma non posso parlartene, altrimenti ti toglierei la sorpresa! >

 

Justin invece cominciò a preoccuparsi. Si fidava di Emmett, per questo gli aveva dato quell’incarico, però sperava che l’eclettico amico non esagerasse con la sua favolosità. Già i suoi quadri erano folli, mettendo in mostra tante scene nude e di sesso tra lui e Brian, e non c’era bisogno dell’ulteriore follia di Emmett.

In pochi secondi vide sia Emmett che Ted essere spinti da Brian, non troppo carinamente, verso l’uscio di casa. Sentì solo i ragazzi che lo salutarono e le loro voci affievolirsi dietro la porta, già sbarrata da Brian.

 

Era di umore nero, si vedeva. Ma bene… penso Justin.

Brian voleva nascondere la sua rabbia, ma al momento non ci riusciva. Era proprio infastidito da quello che era accaduto. Che cosa ridicola poi … In fin dei conti perché si doveva preoccupare? Justin se voleva poteva uscire da quella porta e andare a scopare con chiunque, l’importante è che dopo sarebbe tornato a casa, da lui. Era il loro modo di vivere, libero e spregiudicato.. E poi in quanti avevano visto Justin nudo? Parecchi, se Brian faceva bene il conto. Quindi che fastidio potevano dare Ted ed Emmett? Proprio come quella volta ”non accaduta” con Michael.

Cazzo no, eccome se gli dava fastidio, proprio come ogni volta che pensava a quella sera tra Justin e Micky… Ora si sarebbe dovuto preoccupare anche per quei due. Comunque erano suoi amici, qualcosa doveva pur contare e poi Justin non sembrava interessato a loro. Anche se non poteva dire la stessa cosa di Emmett … Brian aveva sempre saputo che Miss Honeycutt non era del tutto indifferente al fascino dal biondino, ma da quello che sapeva non era mai accaduto nulla. Quindi perché preoccuparsi oltre? E poi voleva terminare la serata in tutt’altro modo, piuttosto che continuare a tenere il broncio. Cazzo lui era Brian Kinney, e il broncio non lo aveva mai tenuto, anzi non sapeva neppure come sarebbe stato sulla sua faccia.

 

Convinto a voler cambiar il proprio umore, si avvicinò al suo compagno appoggiando le braccia sulle sue spalle e guardarlo dritto negli occhi. Sembrava ancora emozionato, anche se Brian non sapeva spiegarsi il motivo. Però trovò che i suoi occhi azzurri fossero ancora più splendenti di una luce propria. Se avesse continuato a guardarlo così, si sarebbe perso in tutto quel blu. Doveva fare qualcosa, non rimanere incantato, ma poi fu Justin a muoversi per primo. Prese a baciargli la bocca, soffermandosi sul labbro inferiore. Un gesto piccolo che riuscì a stuzzicarlo. Finalmente erano di nuovo soli.

 

Stavolta fu lui a baciarlo con tutta la passione e un po’di quella rabbia repressa.

Il bacio risultò infinito e si staccarono solo quando entrambi non ebbero più aria nei polmoni. Ma fu solo una pausa, in quanto ripresero a baciarsi subito, stavolta senza riuscire a tenere le mani lontane dai loro corpi. Justin gli accarezzava languidamente la schiena nuda, mentre Brian ci andava giù pesante, tenendo una mano sulla patta dei pantaloni del biondo, e l’altra dietro la sua nuca, mentre continuava con la sua lingua continuava a frugare la bocca del compagno. Justin non riusciva quasi a seguirlo con la lingua, sembrava che Brian dettasse i suoi tempi e i suoi spazi. E per quanto Jus volesse ricambiare quel bacio con altrettanta passione, Bri non glielo permetteva. Se avesse potuto, Brian se lo sarebbe mangiato.

Quando si staccarono, Justin si sentì marchiato a fuoco con lo stampo di Brian Kinney. Come se con quel bacio avesse segnato il proprio territorio. Era veramente geloso.

Jus si sentiva elettrizzato solo a pensarlo. Forse c’era qualche speranza di sentirsi dire un giorno, che anche Bri lo amava, proprio come lui faceva di tanto in tanto. Quasi a ricordargli perché, nonostante tutto, fosse ancora lì, accanto a lui e nella sua vita. E fanculo all’idea che Kinney fosse povero di parole in fatto di sentimenti, ora Jus sapeva che prima o poi gli avrebbe detto “Ti amo”. Forse in questa vita o nell’altra, ma glielo avrebbe detto.

Brian prese il volto di Justin tra le mani e lo guardò dritto negli occhi.

< Sunshine mi devi qualcosa …>

 

< L’hai già avuto il tuo pompino, non ci provare! O te lo sei dimenticato??>

 

Brian per un attimo fece finta di pensarci, ma poi aggiunse < Certo che me lo ricordo. Ma ricordo anche che adesso sarai obbligato a darmi un’altra cosa. O ti sei stancato di giocare al tuo gioco? >

 

Justin inghiottì la saliva, già ben propenso a quello che lo aspettava. Sicuramente sesso estremo per tutta la notte, oppure fargli numerosi pompini fino a slogarsi la mandibola, o …

 

< Da oggi ti obbligo a stare solo con me > si sentì dire dalla voce sussurrata di Brian, quasi impaurito all’idea che altre orecchie potessero sentire. Sperava di non ripeterlo, non sapeva se avrebbe ritrovato il coraggio.

 

< Eh!! Che vuoi dire??>

Perché Justin era un genio solo in certe circostanze?

 

< Ti voglio solo per me. Da oggi farai l’amore solo con me! >

 

Aveva usato le parole “fare l’amore” e non scopare. Justin lo guardava sbalordito, con la bocca semiaperta e gli occhi che già accennavano qualche lacrima. Gli si buttò addosso e lo riempì di piccoli baci, anzi tempestandolo di baci e succhiotti, e non avrebbe smesso mai… Solo che poi si ricordò di una cosa …

 

Brian intanto si lamentò per quella interruzione, perché gli piacevano quelle coccole, anche se troppo da lesbiche romanticone.

 

< Ora tocca a me > guardandolo in modo sfrontato.

 

Brian continuava a fissarlo, sapendo già cosa gli avrebbe chiesto il suo Sunshine. Ovviamente di rispettare anche lui la sua regola. Di non andare più con nessun’altro. Touchè! Del resto se l’era cercato. Poteva già dire addio ai Go Go Boys del Babylon, o alla darkroom, tanto che ci andava a fare se non poteva giocarci?? Quindi rimase in silenzio aspettando di sentirsi decretare la sua condanna.

 

La voce di Justin si fece più roca e calda < Voglio entrare dentro di te! E non solo una volta > L’ultima frase gliela disse a muso duro.

Brian sbattè le ciglia, non sicuro di aver capito bene. Forse perché si aspettava di sentirsi dire un'altra cosa. E forse perché sarebbe stato anche meglio.

 

< Cosa hai detto? Ma .. Justin .. forse non hai capito bene cosa ti ho chiesto io > Guardandolo un po allarmato.

 

< Certo che ho capito, non sono mica sordo come certe persone che fingono di esserlo >

lanciandogli una stoccata. Poi continuando < Mi vuoi tutto per te, ok. Da oggi non andrò più con nessuno. Ma tu sei obbligato a darmi il tuo bellissimo culo ogni volta che mi va > Finì la frase con un gran sorrisone soddisfatto.

 

Brian lo guardava storto, non molto propenso alla sua richiesta. < Scusa, ma tu non mi vorresti tutto per te??? Non vorresti la stessa cosa che ti ho chiesto io? >

 

< Perché vorresti diventare fedele all’improvviso?? Tu, Brian Kinney, il dono a tutti i gay vuole diventare monogamo solo per me? Sei sicuro che saresti disposto a farlo??? > E Justin lo guardava con uno sguardo poco convinto.

 

< Beh, ci potrei provare, almeno se tu mi prometti di non tirarti indietro ogni volta che ci provo, sì insomma dovrai essere sempre disponibile a qualsiasi ora e minuto del giorno, e a tutte le mie voglie >

Come se Justin già non lo fosse.

 

< Insomma, è una richiesta normale. La tua è … è … >

 

< Troppo inverosimile? Darmi il tuo culo ogni tanto è più importante che essermi fedele per tutto il resto della tua vita??? >

 

< Beh raggio di sole, se la metti proprio così … no. Però capisci, stiamo parlando del mio sedere! Cioè tu lo sai … >

 

< Cosa? Che il tuo culo è prezioso, mentre il mio che è stato trivellato per anni è ormai scontato? >

 

< Non dire stronzate Justin, lo sai che sei fantastico e che se ho deciso di volerti tutto per me è per quello che mi fai provare … > Cazzo, questa si avvicinava quasi ad una dichiarazione nel gergo di Brian.

 

< Io ti desidero Brian, ti sembra strano che anch’io ti voglia nello stesso modo? Ti rendi conto che in 4 anni… eh sì, dico 4 anni, non fare quella smorfia, ti sei fatto scopare da me solo una volta? Tu sai che io non sono del tutto passivo, anzi lo sono solo con te perché ti amo. Ma vado con gli altri perché così mi sfogo, sognando di poter fare l’amore con il mio ragazzo, che invece non mi si da mai > Per la veemenza del suo lungo discorso si sentì arrossire, ma per una volta voleva parlare chiaramente con Brian.

 

Brian indeciso e ancora sognante per le parole del biondino, restava fermo davanti a lui. La sua unica smorfia la fece con le sue labbra, succhiandole all’interno della bocca. Il suo ragazzo aveva ragione. Non gli si era mai concesso tranne quella sera, dove un Justin testardo l’aveva avuta vinta su un Brian stanco dal lavoro. Così si era concesso.

Justin però non sapeva che le volte in cui Brian si era dato a qualcuno, si potevano contare sulle dita di una mano. E quella di Justin era solo la seconda. Si era fatto fottere solo alla sua prima volta, da ragazzino. Ma dopo di allora aveva capito che gli piaceva scopare più che farsi scopare.  Gli piaceva dominare, anche se ad essere sincero, con Justin c’erano state tante volte in cui aveva avuto il desiderio di farsi penetrare. Ma non glielo aveva mai fatto capire, quasi vergognandosi di lasciarsi andare. Anche lui provava le stesse emozioni di Justin, ma aveva sempre avuto timore di perdere quella parte di se, ancora un po’ stronza, che gli era rimasta. Ben poco del vecchio Kinney. Ormai Justin lo stava trasformando in una lesbica romanticona. Gli erano rimasti pochi limiti a cui tenersi saldo. Uno era non legarsi a nessuno e scopare chiunque o qualsiasi cosa che respirasse ... e l’altra non diventare mai passivo per nessuno. A pensarci la prima era andata … aveva detto a Justin di volerlo solo per lui, ed era ancora così, soprattutto se pensava alla gelosia provata poco prima con i ragazzi. Ma la seconda era disposto a cederla? Era disposto a cedere il suo culo ad un ragazzino biondo, che da quando era entrato nella sua vita, non faceva che stressarlo??????????

Cosa sarebbe rimasto del famoso Brian Kinney tolte queste due particolarità??

Però sentirsi dire da Justin, che lo desiderava e che ogni volta che scopava qualcun altro si immaginava di stare con lui, gli fece tornare in mente quando aveva pagato quel prostituto biondo, immaginando, anche lui, di fare l’amore con Justin che, in quel periodo, in cui lo aveva lasciato.

Cazzo, per un attimo risentì il dolore provato per il suo abbandono. All’improvviso Brian, per la prima volta nella sua vita, si sentì solo e provò la mancanza di qualcuno. Quando se lo era visto rientrare nella sua vita, con quella faccia da culo, era così felice che si era promesso di non allontanarlo più. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenersi il suo Justin accanto.

Quindi che male poteva fargli concedersi ogni tanto?? E poi quante volte aveva sognato di rifarlo, come quella volta? Era stato meraviglioso ed eccitante quello che gli aveva fatto provare Justin quella sera. Mentre sprofondava in lui, andandogli a toccare delle parti che Brian non sapeva neppure di avere, facendo sussultare il suo corpo con dei brividi sconvolgenti. Si chiedeva se anche Justin provasse quelle stesse sensazioni, ogni volta che era lui a scoparlo. Di sicuro era così, solo che Jus non aveva le sue paranoie e gli veniva spontaneo darsi a lui. Quella volta con Justin era stata totalmente diversa dalla quella sua prima volta, così rude e veloce, allo stesso modo come lui trattava i ragazzi nella darkroom. Ma con Jus era stata subito un'altra cosa.

 

Continuarono a guardarsi fermi al centro del loft, nessuno dei due fece la mossa di allontanarsi, inclini a voler rinunciare alle loro posizioni.

Dopo un tempo lunghissimo, Brian allungò una mano verso Justin, che, ancora incredulo, lo guardava non riuscendo a capire l’umore del compagno. Ma la mano era ancora lì, stesa davanti a lui. Brian non parlava, ma del resto lui si esprimeva sempre poco in questi casi. Justin decise di buttarsi e di capire fino a dove sarebbero arrivati.

Allungò il suo braccio e sentì la mano di Brian stringere la propria. Lo guardava fisso negli occhi e gli stava parlando in quel modo tutto suo. Justin si sentì tirare da quella mano, e appena gli fu abbastanza vicino, Brian si girò verso la camera da letto e se lo tirò dietro.

Justin si sentiva tirare da Brian, ora girato di spalle. Camminavano verso il letto ma per Jus era come camminare in un sogno. Sembrava che stesse per accadere, che Brian glielo lasciasse fare. Ma possibile?

 

Quando si ritrovarono davanti al letto Brian si girò a guardarlo, e dopo un attimo il biondo venne spinto sul letto “E ti pareva” pensò un Justin deluso. Brian si mise sopra di lui, imprigionandolo con il suo corpo. Ma restando sollevato perché voleva guardarlo in faccia.

 

< Da oggi mi avrai Raggio di Sole, ma … solo qualche volta > risucchiandosi le labbra.

 

Justin incredulo alle sue parole non riuscì altro che annuire con la testa. Per una volta temeva di rovinare tutto se provava ad aprire bocca.

E Sunshine pensò “Bene,adesso avrò il suo culo … domani invece lo obbligherò ad essere soltanto mio, una cosa alla volta Mr Kinney”. 
Ah... se Brian si fosse accorto del sorriso diabolico del piccolo Justin...

 

  

FINE

 

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