Un tipico lunedì sera a casa Kinney di Mary07 (/viewuser.php?uid=135463)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 1 *** Capitolo I ***
Premessa: E dopo il mio primo
tentativo torno a rovinare questo meraviglioso fandom, perdonatemi fin
da ora!
Vorrei solo far notare che questo
mio racconto non ha una trama ben specifica, ma descrive solo una
giornata a casa Kinney. Inoltre, so già che qualcuno
troverà i personaggi un tantino OOC, ma ribadisco che il
risultato è frutto della mia fantasia e che per
tale motivo, non deve necessariamente rispecchiare i caratteri dei
personaggi della serie.
Speriando che vi piaccia, buona
lettura!!
Un tipico
lunedì sera a casa Kinney.
Infatti il
lunedì, è il giorno di
chiusura del Babylon … beh ce l’avrà un
giorno di chiusura il Babylon no?
(Povero Brian, poter uscire solo 6 sere su 7)
“Brian
ti va di fare un gioco?”
“Certo!
Dove
vuoi farlo stavolta.. sulla lounge, contro il palo, oppure addosso al
frigorifero come l’ultima volta?” Chiese Brian con un sorriso
pieno di
aspettative.
“Non
quel tipo di gioco … non adesso almeno
…”
Brian
alzò il sopracciglio destro con l’aria desolata
… eppure a lui quel
gioco piaceva tanto.
“Dimmi
Sunshine, basta che non si tratti di cazzate come mangiare sul
parquet …”
La risposta
del biondino non si fece
attendere “Stronzo!! E comunque ora
so
perché non ti piacciono i pic-nic .. alla tua età
poi fai fatica a rialzarti”
Brian
mostrò la faccia più incazzata che
riuscì a fare, pronto a fulminare il suo raggio di sole
all’istante. “Lascia che
ti mostri come un trentenne ..”
“trentatreenne” aggiunse
Justin con perfidia.
Il moro
chiuse gli occhi, facendo finta
di non cogliere l’ennesima puntualizzazione del biondino e
continuò il suo
discorso “.. può piegare
uno della tua
età! Poi vedremo chi avrà problemi a
rialzarsi”.
Justin
sorrise un po’ teso, sapeva di
essere bravissimo a far innervosire Brian, riusciva sempre a portarlo
al limite
della furia.. beh da qualche parte lui e Michael si sono dovuti
ispirare per
creare Furore .
Poi
cercò di addolcire l’atmosfera, si
avvicinò al suo uomo e gli strinse le braccia attorno alla
vita e prese a
morderlo sul mento. Una cosa che era permessa solo a lui, come quando
lo
baciava. Nessuno poteva fare effusioni a Brian Kinney, nessuno dei suoi
innumerevoli amanti, solo Justin.
Solo quando
sentì che Brian si stava
rilassando, a differenza di una parte bassa del suo corpo che si stava
animando
proprio in quel momento, decise di interrompere le coccole …
giusto per
riportare l’attenzione di Brian sul gioco.
Justin si
scansò con fatica e Brian ,ancora
più riluttante a lasciarlo andare, se lo ritirò
addosso.
“Facciamo
il gioco Kinney, tu resti zitto diciamo per … una ventina di
minuti ed io ti userò come mio bambolotto
giocattolo”.
“Mhmm
.. è l’unico gioco che conosci”
“Ma
sono il migliore!! Invece tu, com’è che vorresti
perdere tempo?”
“Ah
sì… è un gioco che si chiama: Obbligo,
verità, giudizio, differenza e
salvataggio”
“Un
gioco con un nome più corto non ce
l’avevi?” disse
Brian con aria seccata.
Justin lo
squadrò con uno sguardo
deciso, riluttante a voler lasciar perdere. Sempre cocciuto, come
quando aveva
17 anni ed era entrato prepotentemente nella sua vita, pensò
Brian.
“Ok,
però inizierai tu con l’obbligo di
…” Intanto
Brian con aria assorta rifletté, portandosi una mano ad
accarezzarsi il mento, mentre il suo sorriso prometteva già
qualcosa di
libidinoso.
Justin lo
guardò con l’aria
sconsolata poi aggiunse “Sei
sicuro?
Guarda che poi non potrai più cambiare idea. Ad essere
sincero da te mi sarei
aspettato qualcosa di più originale … insomma,
quello non è proprio una
forzatura per me.. voglio dire sai quanto mi piace
fart…”. Justin cominciò
a balbettare mentre il suo viso arrossiva sempre di più.
Ancora una volta stava
parlando troppo.
Brian ci pensò su, in effetti Raggio di sole non aveva torto
… Doveva pensare a
qualcosa che voleva davvero da Justin, qualcosa che solitamente non era
disposto a dargli, non scopate stratosferiche o pompini megagalattici
(la sua
parte di Furore stava prendendo sopravvento, adesso parlava come lui),
tutte
cose che Sunshine avrebbe fatto di sua iniziativa. Non
perché obbligato.
Forse
poteva imporgli di stare muto per
un intera giornata, non avrebbe salvato il mondo, ma la sua testa lo
avrebbe
ringraziato per l’improvvisa pace .. oppure .. poteva finalmente
dirgli
di andar via....
Sì..
Ecco!! Poteva finalmente cacciarlo dalla sua vita, non era mai
riuscito a liberarsi di lui, ma poi si soffermò a guardarlo,
e capì che era
troppo tardi, ormai aveva capito che gli piaceva averlo sempre attorno,
quel
rompiscatole era diventato indispensabile.. l’aveva fregato.
Se ne era
innamorato.
Ma guardalo
quant’è delizioso così rosso come un
pomodoro, tutto trafelato e vergognoso …
chissà perché si imbarazzava solo a parlare di
certe cose, ma quando passava ai
fatti la sua timidezza spariva.
La voce di
Brian riprese “Senti che dici se
l’Obbligo lo lasciamo per
dopo? Del resto penso che sia la parte più interssante del
gioco”.
Justin ci
pensò su e ammise che Brian
avesse ragione. “Ok, allora
proseguiamo
con Verità e lasciamo l’obbligo alla fine del
gioco. Inizio io”.
E Brian
all'improvviso sentì il bisogno
di farsi una doccia... o di andare a pisciare... qualsiasi cosa pur di
scappare.
Justin
gli chiese con dolcezza “Faresti
mai una pazzia per me?”
Ecco per
l'appunto,
pensò Brian.
“La
verità
Brian… so che ne hai fatte tante, ma
c’è qualcosa di cui io non ho mai
saputo?” Chiese
Justin timidamente. Sembrava aspettarsi qualche imprecazione da
Brian, per quella sua sdolcineria. Sapeva che il moro lo riteneva
pateticamente
romantico.
A Brian
parve di sentire qualcosa di
fastidioso nello stomaco … questo gioco sembrava alquanto
scomodo per lui, non
voleva rivelare troppo di se a Justin. Ma lo guardò e vide
che il biondino era
alquanto ostinato nel sapere la risposta.
“Beh
sì, c’è una cosa che ho fatto un
po’ di tempo fa, e tengo a precisare
che è stata l’unica volta, mai più
ripetuta! Probabilmente quella sera Tommy
deve avermi passato qualche droga di merda …
mhm..”. Brian
cominciava ad innervosirsi.. “Una
volta ho .. ho pagato 300 dollari una marchetta che ti somigliava ..
sì
insomma, tu non c’eri e il tizio sul sito sembrava che ti
somigliasse di più,
invece .. lasciatelo dire, non era per niente così
rassomigliante … anzi quelli
sono stati 300 dollari buttati nel cesso. Il tizio non li valeva, non
solo era
insignificante, ma non ci sapeva neppure fare …”
poi si girò a guardare
Justin che a sua volta lo guardava con gli occhi spalancati e la bocca
aperta,
tutto della sua espressione traspariva costernazione.
“C-cioè..
f-fammi capire, hai pagato un tizio per fare sesso pensando di
farlo con me?? Cioè Brian Kinney ha dovuto pagare qualcuno
per portarselo a
letto???? Chi è quell’idiota che solo guardandoti,
non l’ha voluto fare gratis?
E poi .. voglio dire, ma io dove cazzo stavo? Perché non mi
hai chiamato?”.
Ma bastò guardare l’espressione di Brian per
capire tutta la situazione. C’era
un filo di tristezza sul viso del suo uomo, e capì che
doveva essere stato il
periodo in cui lo aveva lasciato per stare con Ethan.
Cazzo, ma
quanto dolore gli aveva
procurato? Si sarebbe sentito sempre un verme per averlo lasciato.
Eppure Brian
lo aveva ripreso con se, dicendogli che non aveva nulla da perdonargli
vista la
sua giovane età, aveva pieno diritto di fare un esperienza
sbagliata.
E mentre
lui si lasciava intortare da un
amore finto, Brian pagava un suo sosia per fingere, a sua volta, di
averlo
ancora nella sua vita. Gli sembrava impossibile a pensarci. Brian
all’epoca non
faceva mai trasparire i suoi sentimenti, anzi sembrava quasi che non
gli
fregasse nulla di lui, tanto da lasciarlo libero di andarsene con un
altro.
Mentre
l’idea si faceva spazio nella
testolina bionda di Justin, il suo viso si addolcì con un
sorriso dandogli un
aria un po’ tonta. Ma
come poteva sentirsi
offeso o arrabbiato nei confronti di Brian… Cazzo aveva
pagato un suo sosia,
scadente a quanto pare, ma sempre un suo sosia, quel gesto era
così chiaro. Ah!
Se lo avesse saputo a quel tempo, avrebbe buttato quel giorno stesso il
violinista giù dal tetto.
Voleva dire
tante cose, ma non riusciva
a parlare e soprattutto a togliersi quel sorriso idiota dalla faccia, e
sapeva
di averlo, perche Brian lo stava guardando come per dire
“Justin, non mi
guardare con quell’aria così patetica, un
po’ di controllo, sei un frocio, mica
una lesbica”. Quindi l’unica cosa che fece fu
quella di abbracciarlo e
nascondere la sua faccia nel suo ampio petto, sia per la vergogna sia
per il
senso di colpa che ancora provava per quel tradimento.
Brian se lo
strinse forte, era così
bello sentire il suo corpo spalmato addosso. E poi,
l’abbraccio gli permetteva
di nascondersi a sua volta, per quella verità appena
svelata. Praticamente gli
aveva detto quanto gli era mancato.
Rimasero
così per diversi minuti, poi
Brian lo scostò per guardarlo in viso… Che bello
che era, era ancora tutto
rosso e con l’aria commossa. Comunque, adesso spettava Brian
a condurre il
gioco. C’era qualcosa che voleva sapere da tempo …
“Ti
ricordi quella volta che ho trovato te e Michael addormentati sul mio
letto?”
“Come
dimenticare.. (E Justin
cambiò espressione in un
attimo) quando hai fatto quella scenata
buttando all’aria tutto il nostro lavoro di una settimana ..
addirittura
pisciando sui bozzetti stampati di Furore!! Neanche con
l’ipnosi riuscirei a
dimenticarlo Brian. Sei stato veramente uno stronzo!
Solo
perché io e Michael avevamo trovato una cosa in comune.. Una
dico.
Furore! Ti dava fastidio che quel semplice fumetto stava prendendo
molto del
nostro tempo, togliendo la nostra attenzione da te. Nostra
musa”.
Brian si
succhiò le labbra all’interno
della bocca, a disagio.. sapeva che quello che stava dicendo Justin era
vero,
ma non era tutta la verità.
“Si
si, lo so … per la prima volta avevate trovato una cosa che
vi
accomunava, a parte me ovvio, e sembravate impazziti con tutto
quell’entusiasmo.. neanche fosse il witheparty .. comunque
contenti voi che vi
eccitate per così poco”.
Justin
prese a fissarlo malamente, però
voleva vedere dove il moro andasse a parare.
“C’è
una cosa che non mi hai mai detto di quella sera…
sì insomma, tu e
Michy .. avete scopato? Almeno vi siete lasciati suggestionare del
fatto che
eravate nell’alcova di Kinney?” disse
tutto
ciò con aria fintamente ironica, ma in realtà
stava trepidando per la risposta
di Justin… Cazzo, non aveva mai voluto sapere niente di
quella sera, perché
chiederglielo proprio ora? Già aveva coinvolto Justin ad
incontri promiscui in
passato, anche se ultimamente il suo raggio di sole lo teneva un
po’ in
disparte, ma sapere che era stato con Michael lo faceva incazzare di
brutto.
Chissà poi perché? O forse proprio
perché tutti quelli che avevano condiviso le
loro scopate, alla fine erano solo corpi senza facce e senza nomi,
mentre Michy
era uno di loro. Il suo migliore amico.
Sapere che
era stato con il suo Justin
lo faceva infuriare. Per molto tempo era stato ossessionato da loro.
Parlando
con Debbie, aveva capito che l’unica cosa che condividevano
quei due, era
proprio l’amore che provavano per lui, tanto da trasformarlo
in un eroe da fumetto.
Quindi aveva chiesto scusa, a suo modo, aiutandoli nella ristampa e
organizzando una festa per il lancio del loro fumetto. Si comportava
benissimo,
come se nulla fosse.
Però
ogni tanto si ricordava la scena in
cui li aveva trovati. In realtà nulla di compromettente,
perche sia Justin che
Michael si erano addormentati vestiti sul suo letto, ognuno sulla
propria parte
del materasso, l’unico particolare che lo tormentava era
quella mano di Michy
appoggiata sul fianco di Justin. Sopra i pantaloni. Non sembrava una
toccata
vera ma come solo appoggiata. Eppure allora gli aveva dato molto
fastidio. Non
gli piaceva l’idea di tutta
quell’intimità tra loro. E lui neanche
c’era.
Va beh che
con Michael non avrebbe mai
scopato, ma almeno, se fosse stato al centro del letto, li avrebbe
tenuti a
distanza, con Michy a tenere quella cazzo di mano appoggiata sul Suo di
fianco
e le mani di Brian nei pantaloni di Justin.. a fare chissà
che…
Justin lo
fissava sempre più
sconcertato, quel gioco si stava trasformando in qualcosa di torbido.
“Ma
come ti viene in mente?? Cazzo Brian è di Michael che stiamo
parlando
…. Non me lo farebbe diventare duro neanche se
…”
Brian
sentì la morsa sciogliersi dentro
di lui, gli bastarono le prime parole dello sproloquio di
Justin… finalmente si
poteva mettere l’anima in pace. Justin non aveva scopato
Michael e Michael non
ci aveva neanche provato .. che bello, Justin era illibato…
sì insomma, illibato solo con Michael, ma la cosa
bastò
per Brian, che adesso sorrideva come un deficiente.
Intanto
Justin continuava a parlare a
mitraglietta … oh la sua testa stava protestando “… ma come cazzo ti
è venuta in mente una stronzata del genere? Solo
perché siamo crollati per la stanchezza, dopo tutto quel
lavoro, eravamo
talmente fatti di sonno, che abbiamo cominciato a toccarci convinti di
essere
io con te e Michael con Ben … ovviamente quando abbiamo
aperto gli occhi ci
siamo svegliati del tutto …” e mentre
parlava veracemente si girò a
guardare Brian.
Brian lo
fissava con un espressione
furiosa, cazzo quanto somigliava a Furore in quel momento, se avesse
avuto
tempo ne avrebbe approfittato per farne un bozzetto.. o forse era
meglio
darsela a gambe, perché la faccia di Brian stava diventando
qualcosa di spaventoso…
non lo aveva mai visto così.
Brian
urlando “Chi cazzo ha toccato
chi????? Ti sei fatto toccare da Michael?? Come
cazzo si è permesso quel figlio di puttana?” Intanto
Brian, per la prima
volta si mise ad inseguire Justin per il loft, con intenzioni diverse
dal
solito. E poi era anche la prima volta che Justin gli scappava
… correva pure
il biondino .. cazzo forse è vero che i
trent’anni si facevano sentire… Ma
giocò di astuzia, nell'inseguimento spostò delle
sedie sparse per
il loft, e appena Justin provò a saltarne una
inciampò su questa,
ruzzolando a terra, così si
ritrovò braccato sul pavimento dal corpo
possente di Brian. Questi gli aveva paralizzato le braccia e le gambe
con le
proprie e il suo viso ad un centimetro dal proprio. La cosa poteva
anche essere
eccitante se non fosse per le urla di Brian.
“Fottuto
Sunshine, adesso mi racconti esattamente cosa avete fatto… o
… o …
ti violento in questo istante”.
Justin
sorrise eccitato da quell’idea,
forse le cose non stavano andando così male.
“Non
ti dico più nulla, da adesso non uscirà neanche
più una parola dalla
mia bocca …”
“Ah
sì? L’hai voluto tu”
In
realtà Justin parlò, e anche tanto…
tra una spinta e l’altra, anche perché Brian
minacciava di fermarsi ogni volta,
e lo fece così lentamente che a Justin sembrò di
impazzire … Così gli raccontò
di Michael che aveva provato ad aprirgli la zip dei pantaloni, pensando
di
dormire accanto al suo compagno Ben, e Justin iniziò a
gemere pensando che
quella carezza venisse dal suo amore, Brian.
Ma
quando si girò e aprì gli occhi si
spaventò nel riconoscere Michael a
posto di Brian. Lo stesso accadde a Michael, e così
terrorizzati si
allontanarono ognuno dalla propria parte del letto.
Intanto
Brian continuava con la sua tortura.
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Capitolo 2 *** Capitolo II ***
Premessa: Non so se capita
anche a voi di rileggere una cosa che avete scritto anni fa e trovarla
alquanto sciocchina e pure scritta male. . E' quello che sta succedendo
a me con questa storia, forse era meglio se la nascondevo..... Va beh,
buona lettura a chiunque abbia voglia di leggerla.. magari vi concilia
il sonno!!
Ah.. e scusate se qui Brian appare tanto dolcioso, ma questa volta
avevo avvertito che era OCC.
Bacio
Erano ancora stretti l’uno sull’altro, nudi e
stremati.
Brian
ancora visibilmente soddisfatto si sciolse
dall’abbraccio e si girò supino, rimanendo accanto
al corpo di Justin.
Il
biondo ancora accaldato e sudato cercava di
riprendere fiato, anche lui con l’aria compiaciuta.
< Mi prometti di reagire sempre
così
quando mi farai una scenata di gelosia? > disse con un
sorriso radioso,
ancora incredulo del fatto che Brian avesse mostrato così
chiaramente i suoi
sentimenti.
Brian lo fulminò con lo sguardo, sorpreso che Justin avesse
dato voce ad un
pensiero tanto stupido. Come osava dargli del geloso? Ma chi credeva di
avere
davanti? Lui era Brian Kinney. E Kinney non è mai stato
geloso in vita sua, mai
interessato a qualcuno e, soprattutto, mai fidanzato!!
Seppur la faccia di Brian mostrasse chiaramente contrarietà
alle parole di
Justin, il biondo incurante della cosa, continuava a sorridere
contento. Ormai
riusciva a comprendere i comportamenti contorti di Brian. Quando diceva
“Sì”
era un “No”, quando diceva “No”
era sempre “No”. Ad ogni situazione, anche la
più scomoda, lui doveva sempre mostrare la più
totale indifferenza. Ma ormai
Jus sapeva leggere in quegli occhi color nocciola. Poteva fare tutte le
smorfie
antipatiche e i sorrisi sghembi, i suoi occhi rivelavano sempre la
verità.
Era
stato geloso …., prima di quei ragazzi con
cui ballava al Babylon, poi di Ethan, e adesso addirittura di Michael
… Justin
al pensiero fece una smorfia schifata, perché riteneva la
cosa veramente
ridicola.
Brian stava già pensando di punirlo nuovamente, il ragazzino
si stava prendendo
troppe libertà e non poteva permetterglielo …
Justin con la voce ancora un po’ affannata disse < Qual’era l’altra
parola del gioco? Giudizio, se non sbaglio? >.
Brian
lo guardò malamente, possibile che
rovinasse sempre i suoi piani? Ma in una coppia “ho
davvero pensato
alla parola coppia???” … non
esiste quella cosa… com’è che
la
chiamano? Ah sì, sintonia, feeling o come cazzo si chiama,
com’è che loro
questa cosa non ce l’hanno? O forse ce l'hanno, ma Justin la
usava solo quando
gli faceva comodo.
Ecco
adesso avrebbe ricominciato a fargli male
la testa, oltre alla schiena, visto che erano ancora sdraiati sul
parquet. Si
sarebbe alzato, ma era piacevole stare ancora accanto a quel corpicino
caldo, e
poi effettivamente si sentiva un po’ stanco. Si sarebbe
alzato con una postura
un po’ storta … e non gli andava di sentire di
nuovo la voce di quel piccolo
rompicoglioni, a ricordargli che gli anni passavano anche per Brian
Kinney … “Fottiti
Raggio di sole, resto qui
dove sono!”.
< Vuoi un giudizio su come scopi?
Beh…
>
<
No Brian, non su come scopo, so già di
essere fantastico a letto … E a parte quelle cose
fondamentali che mi hai
insegnato la prima volta che abbiamo fatto l'amore...... >
<
Vuoi
dire scopato >
<
.......... ho molto talento già di mio >.
Rispose Justin con un sorriso impertinente.
<
Ehi
Sunshine, in questo loft non c’è abbastanza spazio
anche per il tuo ego. Stai
diventando più fanatico di me… >
<
Hai
ragione scusa, ogni tanto devo ricordare la regola di portare rispetto
agli
anziani >.
La
risposta di Brian non si fece attendere, con
una sola mossa se lo tirò addosso e prese a schiaffeggiarlo
forte sulle
natiche, lasciando delle impronte rosse ben visibili sulla pelle bianca.
Justin
urlava per il dolore, cavolo Brian con
quelle mani così grandi sapeva darti il massimo del piacere,
ma usate in modo
diverso, potevano anche fare molto male. Le sue chiappette cominciavano
a
bruciare. Per fermarlo dovette chiedergli scusa, promettergli di non
chiamarlo
più “anziano” e un pompino dei suoi a
fine serata.
Quando Brian lo tirò su, vide il volto del suo angelo
biondo, tutto rosso, con
gli occhi lucidi, il broncio e con una mano ad massaggiarsi il sedere
…. Si
sentì uno schifo, anche se per gioco, non era giusto fargli
così del male.
Vederlo così ferito gli fece sentire una stretta al cuore e
in un lancio
spontaneo se lo ritirò addosso. Justin ancora un
po’ scosso fece resistenza, ma
Brian stavolta lo sorprese abbracciandolo forte, con le sue braccia a
cingergli
la schiena e le mani ad accarezzare dolcemente le parti lese del corpo
del
compagno, tenendo il viso chino sulla spalla del piccolo raggio di
sole, in
modo che fosse nascosto allo sguardo del biondino.
Si
era pentito, forse non si era accorto di
avergli fatto veramente male, e a modo suo gli stava chiedendo scusa.
Le scuse
di Brian erano sempre senza parole, perché per lui le scuse
ad alta voce erano
solo cazzate. Lui parlava con i fatti.
Justin
avrebbe voluto che Brian continuasse ad
abbracciarlo così per tutta la vita. Non c’era
niente da fare, non riusciva mai
a portargli rancore. Eppure in passato lo aveva ferito anche
più crudelmente,
con le parole, scopando chiunque gli capitasse a tiro, buttandolo fuori
di casa
per poi riprenderlo e tenerselo stretto come stava facendo ora.
Comunque,
Justin dovette ammettere, che anche lui aveva la sua buona parte di
colpe.
Anche lui aveva fatto male a Brian. Prima aveva preteso che il gay
più
desiderato di Pittsburgh accettasse le sue regole di convivenza, e poi
era
stato proprio lui a infrangerle una ad una. Brian non aveva baciato
più nessuno
a parte lui, mentre Jus sapeva benissimo di non poter affermare la
stessa cosa:
aveva baciato prima quel ragazzo vergine che si era portato a letto,
poi Ethan,
e infine Cory.
Anche
lui lo aveva ferito.
Cavolo avere stretto a sé il corpo solido di Brian lo stava
facendo eccitare di
nuovo. E poi quelle carezze sui glutei lo stavano portando al punto di
non
ritorno.
Quando
Brian si accorse che il corpo di Justin
stava reagendo oltre modo alle sue carezze, capì di essere
stato perdonato. La
cosa che lo sconvolgeva ogni volta è che Justin era come
creta nelle sue mani.
Gli avrebbe fatto fare di tutto per quanto si fidava e anche per
questo, al
solo pensiero di quello che era accaduto poco prima, si
sentì nuovamente in
colpa. Ma stavolta voleva farsi perdonare davvero. Così
accettò di proseguire
quel gioco che piaceva tanto al suo Sunshine.
Brian
a malincuore si staccò un po’ da Justin,
giusto per guardarlo in viso. E mentre con il pollice gli accarezzava
una
guancia gli disse < Dimmi raggio di
sole, cosa dovrei giudicare? Ma sappi che non ti regalerò
nulla... >
Stavolta
fu Justin a pentirsi di aver
iniziato il gioco, forse si potevano prendere un altra pausa....... Ma
si
ritrovò un Brian riluttante a lasciare perdere.... Lo stava
facendo apposta lo
stronzo, pensò Justin.
<
È
inutile dare giudizi su noi stessi. So bene che mi trovo con il meglio
del
meglio di tutta Pittsburgh...(e lo sguardo compiaciuto di Brian era un
tutto
dire) ... e anche tu non puoi certo lamentarti, stai o non stai con il
Re del
Babylon??? >
<
Non ci sto! >
Ma
Justin impassibile aggiunse fiero < E
poi i miei pompini sono imbattibili >
A
volte Justin gli metteva paura .... però non
poteva certo contraddirlo sulla storia dei pompini.
< Le regole in questa fase del gioco
di solito sono rivolte alle amicizie in comune... Quindi dovremmo
tirare giù
una lista di pregi e difetti di... Emmett, Ted, Ben e Michael >.
<
Non mi sembra granché interessante questa
parte del gioco. Sai già come li vedo: patetico, patetico,
zenben e patetico >.
Dicendolo con una voce scontata.
<
Beh,
dagli qualche opportunità, del resto se sono i tuoi migliori
amici un motivo ci
sarà, no? >
Fottuto
Justin, sempre così astuto nel portarti
dove voleva lui.
<
Vuoi
sapere chi è il più patetico dei quattro...?
>
<
No. Ma chi reputi il migliore, il più
intelligente, il più fico, quello con cui ti farebbe meno
schifo scopare.... >
e qui si meritó un occhiataccia da parte del moro, ma
proseguì lo stesso... < Si
insomma
cose di questo tipo >.
<
Torno
a dire che avremmo dovuto fare il mio di gioco... >
<
Sbaglio o una manche l'hai avuta prima? >
<
Quella era solo un giro di prova >.
<
Mica stiamo facendo una gara di Formula Uno
>.
<
Ok! Ma ricordati che poi mi devi quel
pompino che mi hai promesso >.
Ma
Brian sapeva che il piccolo Justin sarebbe
stato di parola.
<
Ok...
Vediamo Mr. Kinney... Chi ha più gusto per come si veste?
Con chi andresti a
fare shopping? >
Justin
sapeva che era una domanda alquanto
banale, ma usando la parola shopping sapeva di attirare l'attenzione di
Brian,
uno dei suoi passatempi preferiti.
<
Mhm...
Forse Ted. Credo che sia l'unico lì in mezzo a sapere che
Prada sia una casa di
moda e non il nome di una barca >.
Justin
sorrise alla battuta
<
Ok. E
con chi non andresti? >
Brian
lo guardò storto
<
Che
domanda del cazzo! Emmett, senza ombra di dubbio! Quel ragazzo si veste
con le
stesse tonalità del divano di Debbie. Ricordo ancora come
aveva combinato il
povero Michey, per quell'appuntamento con il dottore. Mi vengono i
brividi solo
a pensarci >.
E dicendolo ne fece
il gesto.
Justin
intanto voleva portare il gioco ad un
livello più interessante.
<
Secondo
te chi ha il cazzo più lungo? >
Brian
finalmente cominciò ad interessarsi di
più.. Prese anche una posizione più comoda steso
sul parquet.
<
Dunque,
posso escludere Ted e Michael..
(e a
Justin venne da ridere) forse Emmett o il
professore se non ricordo male.. >, ricevendo, a tale
affermazione, una
gomitata dal biondino, il quale sapeva che il suo uomo anni addietro
aveva
avuto un incontro con Ben, durante un Whiteparty.
Brian
rise.
<
Sunshine,
sei tu che hai insistito perché giocassi. Tu domandi ed io
rispondo >.
Forse
non era solo lui a sentirsi geloso di
tanto in tanto. Forse anche Sunshine aveva qualche sassolino nelle
scarpe.
<
Si,
si, ok >.
Rispose scocciato
da quel ricordo. < Con chi ti
vergogneresti ad uscire a cena? >
<
Non lo so.. Forse Michael, hai mai notato
che rumore assurdo fa quando mangia gli spaghetti? Sembra che li
succhi* >.
<
Allora
te ne sei accorto anche tu? Chiese con gli occhioni grandi >.
Aggiunse con una
smorfia, che fece sorridere Justin.
<
Di
chi ti fidi? >
<
Di Theodor >
E
Justin si sorprese con quanta rapidità e
serietà rispose Brian. Evidentemente Brian aveva un opinione
molto più alta di
quanto volesse dimostrare riguardo Ted.
<
Chi
tra loro... avrebbe chance di scopare con te? >
<
È qui
che volevi andare a parare con tutta questa stronzata Sunshine? Sapere
con chi
ti potrei sostituire? >
Disse
malignamente Brian, portandosi la lingua all'interno della guancia
destra.
<
Stronzo!
Tanto lo sai che neanche volendo potresti sostituirmi... E di sicuro
non con
uno di loro >
Rispose un Justin
convinto.
<
Mhm...
Nessuno! Beh naturalmente, escludendo quella volta con Ben.....
Ahioo!!! >
Justin
gli rifilò una ginocchiata troppo... troppo
vicino ai suoi gioielli.
<
Cazzo
Justin, lo sai che mi servono.... Dopo non voglio sentirti lagnare come
una
checca-isterica vedova del suo cazzo preferito >.
<
E tu
smettila di provocare >.
<
Solo perché mi sono ricordato di quella
volta a Miami.... >
E prima di
finire la frase si parò giusto in tempo con una mano sui
genitali, e una volta
certo che tutto fosse al sicuro, decise di rivoltare le loro posizioni,
facendo
sdraiare Justin sotto il suo corpo, togliendogli ogni
possibilità di colpirlo.
Justin
mugolò, un po’ per la perdita di potere
della posizione e un po’ per desiderio. Avere Brian steso
nudo sopra era una
cosa che poteva farti impazzire.
Il
Dio del sesso si premurò persino ad alzargli
le braccia, tenendole ferme e ben lontane da parti preziose per Brian.
<
Questa
cosa mi sembra un deja vù... Senza i tuoi urli
però >.
<
Però poi ho sentito urlare te! >
Detto in modo lascivo.
<
Senti...
Rifacciamo un giro di prova? >
Justin
aveva già uno strano luccichio negli
occhi, l'eccitazione aveva preso il posto della gelosia... C'era solo
una cosa
che voleva aggiungere prima...
E fu così la fine del piccolo Justin..... Da un Brian
incazzato alla sola idea
di Sunshine legato a letto con il professorino intento a scoparlo... <
Adesso
te la do io una lezione che non ti scorderai mai... >
Justin
mugolò compiaciuto.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo III ***
Premessa:
Ringrazio di cuore tutte le persone che stanno seguendo la storia,
anche se si tratta di un racconto leggero e frivolo. GRAZIE!!
Brian
continuava a giocare,
accarezzando con la mano i lunghi capelli di Justin. Aveva la testa del
biondino sul proprio petto e, per un tempo indefinito, lo
sentì dormire con un
respiro regolare. “Bene,
così
avrebbe smesso per un po’ di rompergli i coglioni con quel
patetico gioco!”
Justin si mosse per un attimo e Brian sperò di non averlo
svegliato. Nell'ultima
ora lo aveva strapazzato per benino, tanto che tra una scopata lenta e
una
selvaggia si erano spinti verso la camera, sdraiandosi su letto.
Quando
Brian si accertò che il ragazzo stesse
ancora dormendo, riprese ad immergere di nuovo la sua mano tra quei
soffici
capelli. Biondi come il sole. Il suo Raggio di Sole. Come lo
chiamò Debbie
quando entrò nelle loro vite, portando tra di loro una luce
calda. Soprattutto
in quella di Brian, ormai convinto di poter vivere solo un esistenza
oscura.
A
questo pensava Brian mentre distrattamente
prese a tirare con più forza quei lunghi capelli, senza
accorgersene.
Justin
con la voce insonnolita: < Io so che
un giorno non lontano mi
farai diventare calvo >
Brian
si destò dai suoi pensieri e si
maledisse per averlo svegliato. Era così bello quando
dormiva sopra di lui...
C'erano dei momenti in cui si spaventava: quando si rendeva conto che
Justin lo
stava trasformando poco a poco in una lesbica. Qualcosa di
pateticamente e
fottutamente romantico.
Ma
per quanto Brian cercasse di respingere
questa debolezza, ogni volta era sempre più facile ricadere
nella trappola.
Però stavolta avrebbe messo da parte l’orgoglio,
ancora per qualche attimo
voleva continuare con quelle carezze.
<
Impossibile. Ne hai così tanti Sunshine... >
aggiungendo poi in modo più brusco <
Anzi guai a te se li tagli di nuovo!!! >
Justin
alzò un attimo lo sguardo
verso di lui < Come? Pensavo
che
ti piacessi di più quando Cody mi ha convinto a raparli a
zero? O almeno così
hai detto >
<
L'ho
detto solo perché in quel momento ti stavo parando il culo
da tua madre. Quel
giorno le è preso quasi un infarto quando ha visto il suo
angelo biondo trasformato
in uno skinhead >.
<
Non me l'hai mai detto >
<
Perché le cose sarebbero cambiate? >
<
No. Ormai li avevo rapati >
<
Appunto! >
<
Almeno la mattina non mi svegliavo così
spettinato... Come, di sicuro, lo sono in questo momento >
Lo disse mentre cercava con una mano di darsi una
sistemata.
Ma
Brian lo adorava con l'aria arruffata, così
subito dopo riprese a spettinarlo mettendogli entrambe le mani sulla
testa.
<
Smettila Brian! >
Cercando di
allontanarsi.
<
No!
>
<
L'altro giorno mi hai fatto arrivare al Diner tutto scompigliato tra le
risate
dei clienti e solo a fine serata, quegli stronzi di Ted e Michael, mi
hanno
fatto notare che ero spettinato all'inverosimile >
<
Ma a
me piacciono!! >
Justin
pensò di aver capito male. Tirò fuori per
un attimo la testa da sotto il cuscino, dove aveva cercato un riparo, e
restò a
fissare un Brian a disagio.
“Cazzo,
lo stronzetto glielo aveva fatto dire
ad alta voce. Ecco un'altra” trappola da lesbica".
In
quel momento squillò il telefono,
la salvezza a portata di mano per Brian. Rispose in un attimo
ringraziando
mentalmente lo scocciatore di turno. <
Debbie! Come sono felice di sentirti! > Un Justin
incredulo gli tirò il
cuscino.
<
Di che cazzo ti sei fatto stasera?? Se proprio vuoi prendere quella
merda almeno accertati che sia roba buona >
Quest’ultima sentendosi osservata dal suo nipotino Hunter,
cambiò subito
tono e soprattutto argomento. <
Dì un po’,
Raggio di Sole è lì con te? >.
<
Non so.. aspetta che lo cerco sotto le coperte >.
<
Fottiti Brian! >
<
Già fatto! > Detto
con aria soddisfatta
<
Passami il topino… cazzo Brian ma qualche volta una pausa
potresti
anche dargliela, il piccolo deve mangiare se non altro …..
>
<
Ma io posso saziare ogni sua tipo di fame … >
<
Pervertito del cazzo … passamelo!! >
Brian
passò il cordless al biondino,
e mentre questo lo prese in mano distratto, Brian gli diede un ultima
scompigliata ai capelli. Si alzò in tempo prima che gli
arrivasse una botta sul
fianco. Poi ancora ridendo e grattandosi vistosamente il sedere, si
avviò verso
il bagno. Lasciando topino alle mille raccomandazioni della cara dolce
Debbie.
Si
fece una doccia veloce e quando
ritornò in camera Justin stava ancora annuendo a
ciò che le diceva mamma
Novotny. Il biondo lo guardava con l’aria implorante,
cercando un po’ di aiuto.
Debbie quando ci si metteva era la mamma di tutti i gay di Pittsburgh,
ma
diventava mamma-chioccia soprattutto con la sua piccola
frocia-famigliola di
cui sia Brian, sia Justin facevano parte.
Quando
vide che il biondino
cominciava a sbadigliare capì che doveva intervenire. Non
poteva addormentarsi,
gli doveva ancora il suo pompino.
Gli
tolse malamente il telefono
dall’orecchio e in modo brusco, o meglio, a modo Kinney,
disse: < Ciao ciao Debbie, adesso
tocca a me
pensare a lui. Tu chiama Mikey, lui sì che sarà
felice di sentirti > E
le attaccò.
Justin
non sapeva se essergli grato o
dispiaciuto per come aveva trattato la cara Debbie. Quando ci si
metteva Brian
sapeva essere ancora più stronzo del solito, ma da una parte
non ce la faceva
più a sentire tutte le raccomandazioni soffocanti di Debbie.
L’ultima, prima
che Brian gli prendesse il telefono dalle mani era stata <
Topino, non dar retta a quel maniaco pervertito, ogni tanto
mettiti un po’ di quella cremina che ti ho regalato a Natale
su quel bel
culetto… non oso immaginare con tutte quelle torture come
possa avertelo
ridot….. > Poi per fortuna non
sentì altro, grazie a Brian.
Intanto
lo sguardo di Brian si fece
serio. E Brian diventava così solo in due momenti. Quando
era in trattative con
qualche cliente importante per la Kinnetic o quando voleva scopare di
brutto.
Ma Justin voleva giocare… anzi voleva portare Brian
all’esasperazione quella
sera. Sapeva, infatti, che un Brian incazzato poteva essere il massimo
a letto.
Non che a Justin piacesse sempre farlo così, anzi, adorava
quando “facevano
l’amore” anche se Brian si sarebbe staccato il
pisello da solo prima di
descriverlo così, ma ora voleva il sesso sfrenato che solo
un furente Rage
poteva dargli. Quindi si impose di mettere da parte la propria
eccitazione e
ricominciò a tormentarlo con quello stupido gioco.
<
La differenza >
<
Che? Di che cazzo stai parlando? >
<
La terza parola è la differenza >
Brian
sbuffò, ormai non ne poteva più
di quel gioco. Oltretutto in un paio di occasioni, si era lasciato
andare anche
troppo con certe ammissioni. Aveva concesso a Justin molto
più in quella sera
che in quasi 4 anni di rapporto… sempre se si
poteva chiamarlo “rapporto”,
visto che non stavano proprio assieme (al pensiero a Brian venne un
brivido),
ma condividevano solo alcuni momenti del loro tempo. Solo
perché dividevano il
loft, o mangiavano sempre assieme, o perché lo accompagnava
a scuola ogni
giorno prima da andare a lavoro o perché scopavano tanto
tanto, questo non
voleva dire che il loro era un “rapporto”.
Brian
si stava arrabbiando, davanti
ad un fremente Justin. Quest’ultimo consapevole che il suo
ragazzo lo avrebbe
sbranato quella sera. Forse prima avrebbe dovuto dire addìo
alla cara Debbie.
Vide
Brian furente camminare avanti e
indietro ai piedi del letto, completamente nudo e con un erezione in
atto.
Cazzo era uno spettacolo!! Justin non riusciva a smettere di guardarlo,
lo
stava divorando con gli occhi. Il moro incurante dei suoi sguardi
lussuriosi
imprecava contro la cocciutaggine del biondo. Ma quando si
fermò ad osservarlo,
notò dove era caduta l’attenzione del
biondino… anzi dove l’attenzione era
tutta concentrata. Sorrise sornione Brian e finalmente capì
a che gioco stava
veramente giocando il suo Raggio di Sole. Voleva solo incitarlo ed
eccitarlo
per poi essere scopato, come desiderava essere scopato di tanto in
tanto il
piccolo Justin.
Doveva
dargli una lezione.
Con
un gesto fintamente incurante, si
grattò verso la sua erezione, questa per via del tocco
insperato si alzò più
visibilmente. Vide subito gli occhi di Justin farsi lucidi e la sua
bocca a
cuore aprirsi per un piccolo gemito. Troppo facile. Brian come se fosse
annoiato, si buttò di schiena accanto al biondo, ben lontano
dalla sua parte
del letto, e cominciò a parlare, usando una voce
più profonda ma molto
provocante:
<
Ok Raggio di sole. E guai a te se dopo non ti dedichi come si deve al
mio pompino >
Solo
a quelle parole Justin ingoiò la
saliva, già affamato. Si sarebbe buttato subito su quella
grande erezione,
pronto a deliziarsi del sapore che amava tanto. Il sapore di Brian.
Stava per
farlo, alzandosi e avvicinandosi con il viso, Brian lo prese per il
collo, con
quelle sue grandi mani se lo riportò in alto, viso a viso.
<
Che ne dici se stavolta comincio io? >
facendogli capire di riferirsi a quel gioco assurdo.
Justin
si ributtò sulla sua parte del
materasso e a bassa voce diede dello stronzo a Brian.
Brian
sorridente cominciò a parlare..
purtroppo solo a parlare … pensò uno sconsolato
Justin.
<
Però una cosa, teniamo fuori quei quattro patetici, non mi
va di
parlare di loro … >
<
Ok parliamo di noi allora … >
Spaventato
all’idea Brian rispose con
fermezza < Col cazzo! No parliamo di
loro, del resto come dicevi sono o non sono i nostri più
cari amici? >
<
Sì Brian, però senza volerlo prima hai
già dato dei giudizi di
preferenza su di loro.. quindi .. siamo rimasti noi due >
<
Ehi Sunshine, dimentichi la parte lesbica della famiglia. Parlando dei
nostri amici, non sarebbe carino non parlare anche delle nostre due
leccaciuffe
preferite >
Disse un saggio Brian.
<
Ti inventeresti qualsiasi cosa, parleresti persino di come si fabbrica
il cotone nelle Indie pur di non parlare di noi… >
Aggiunse Justin con aria risentita.
Brian
si portò le labbra all’interno
della bocca, senza sapere che con quella smorfia stava confermando
ciò che
diceva il biondino.
<
Allora mettiamola così, troviamo ciò che ci
differenzia dalle lesbiche
e cosa non… >
<
Di sicuro abbiamo più ottimo gusto nel vestire e scopiamo
meglio! >
<
Perche, loro scopano? >
Brian
rise vedendo la faccia
perplessa di Justin. Poi gli sentì dire: <
Le ragazze hanno una bella casa accogliente >
<
Noi un loft stupefacente, con pregiato parquet italiano, mobili di
lusso e pieno di altre cose costose.. ah e tanti dildo sparsi in giro
>.
Justin
lo guardò male: < Forse
l’ultima cosa la hanno anche Mel
e Linds.. >
<
Beh mi spiace per loro, ma si devono accontentare solo di giocattoli
finti >.
Rideva mentre lo diceva
<
Hanno un rapporto bellissimo, parlano praticamente di tutto >
<
Anche noi. Ti ho già detto che il tizio che mi sono fatto
ieri sera
aveva dei grossi brufoli sul culo? >
<
Che schifo Brian!!! >
<
Dillo a me, ma penso di avergliene schiacciato qualcuno
mentre… >
Justin rimise la testa sotto al cuscino per non sentire il resto della
frase. Quando non sentì più la voce di Brian,
riemerse con una frase più seria.
Anche se era difficile fare un discorso serio con il moro.
<
Beh, Mel e Linds sono bravissime in cucina, preparano sempre deliziosi
piatti e sono sempre ospitali e perfette padrone di casa >.
<
Noi invece abbiamo lo stretto necessario per vivere, alcool, popper e
tanta droga… anche in frigo. E se non sbaglio
anch’io sono molto ospitale… >
<
Portarti a casa il manzo di turno dal Babylon per scopartelo e subito
dopo buttarlo fuori, non è proprio avere il “senso
dell’ ospitalità” >
<
Tocca a me. Loro stanno pateticamente insieme da una vita >,
lo disse facendo una smorfia disgustata, <
Se non sbaglio sono 10 anni che quelle due si sopportano >.
<
Vero! Noi SOLO 4 >.
Con aria
sconsolata.
Brian
lo fulminò con lo sguardo, <
Noi non stiamo insieme, e comunque sono
2 anni che ti sopport… >
<
Sono 4 anni fra un mese, due settimane e un giorno >.
Gli rispose con un sorriso splendido.
Brian
era indeciso se strozzarlo o
stringerselo addosso. Avrebbe voluto strappare quel suo sorriso con un
bacio.
Ma non poteva, cazzo, doveva darsi un contegno alla Kinney.
<
Loro hanno una famiglia, hanno un adorabile bambino… >
<
Che guarda caso è mio figlio!! Senza il mio aiuto non
avrebbero fatto
grandi cose >.
<
Sembra che quando si siano conosciute, Melanie abbia usato ogni tipo
di corteggiamento con Lindsey >.
<
La cara Melanie sarà sempre un ripiego per Linds, lei sa che
la sua
mogliettina in realtà ama solo me, ma non potendomi avere,
si è fatta
abbindolare dal primo “uomo” che ha incontrato
>.
<
Che fanatico che sei. Lo sai che Mel e Linds si amano, e nonostante
…
>
<
A volte sei proprio ingenuo Raggio di Sole! Comunque, un'altra
differenza è che loro non scopano quanto noi >
<
Vero. Ma penso che nessuno scopi quanto noi >
<
Questa è una di quelle grandi differenze tra noi e gli
altri… >
<
E l’amore..?? >
Justin
si morse la lingua per la sua
uscita. Vide Brian ingoiare la saliva, o forse era l’aria che
gli era venuta a
mancare. Cazzo, sembrava essere allergico a quella parola.
<
Sai come la penso… >
ne
entri e ne esci con il massimo del piacere e il
minimo di stronzate.. >
<
Smettila di finire le mie frasi e soprattutto smettila di imitarmi
>.
<
Quindi l’unica cosa in cui ci differenziamo noi è
il sesso?>
<
L’ottimo sesso Sunshine, ricordati!! E comunque
perché ci tieni tanto
ad essere come loro? >
Il tono di Brian divenne più
aspro < Noi non abbiamo bisogno di
case con steccati bianchi, fiori nelle aiuole e altre stronzate del
genere. Non
ce ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri, e viviamo
esattamente
come vogliamo e facciamo solo quello che ci rende felici. Non ci
servono i
lucchetti alle porte, possiamo andare ed uscire da questa casa quando
vogliamo,
e quando uno desidera tornarci è perché sa che
c’è sempre l’altro ad
aspettarlo! Noi siamo Brian e Justin e siamo unici. Siamo
l’uno importante per
l’altro. Non ci serve nient’altro!>.
Quando
Brian smise di urlargli in
faccia, Justin non riusciva a rispondere, era scioccato dalle parole
del suo
ragazzo. Era riuscito veramente a farlo incazzare questa volta, ma
invece di
scoparlo come accadeva ogni volta, la furia di Brian lo aveva portato a
scoprirsi nei suoi sentimenti. Forse per la prima volta gli stava
dicendo ad
alta voce, quanto ci tenesse a lui e quanto fosse importante la loro
storia.
Così differente da quella dei loro amici, perché
più vera, più coinvolgente,
più estrema, ma unica. Justin aveva sempre pensato queste
cose su di loro, ma
che le pensasse anche Brian, per lui fu incredibile.
Jus
stava ancora a fissarlo con la
bocca aperta, sembrava che si fosse dimenticato di respirare e Brian
sentì
improvvisamente voglia di sparire da quella situazione. Ancora una
volta aveva
fatto la parte della lesbica romanticona, Chissà dove era
finito il vero Brian
Kinney, forse nascosto in un angolino del suo cervello, quel fottuto
biondino
lo aveva fregato un'altra volta… Cazzo, gli aveva detto
quanto era importante
per lui … non che la cosa non fosse vera, anzi …
ma lui aveva un immagine da mantenere,
quella del cinico bastardo Brian Kinney … ancora nascosto
chissà dove …
Il
suono del citofono suonò nel loft,
facendo trasalire il povero Justin ancora incantato. Brian risollevato
corse
con uno scatto alla Usain Bolt verso la porta. Di solito, lasciava il
malcapitato dietro la porta di ferro per intere lune, prima di
decidersi ad
aprire. Sempre scocciato da qualche interruzione che rovinava le loro
scopate.
Ma stavolta usò tutte le buone maniere che conosceva, fece
scorrere la porta di
ferro e fece un sorriso del cazzo al piccolo Hunter, che perplesso lo
guardò
storto, cercando di ignorare, per quanto possibile, la
nudità del padrone di
casa.
Tutta
quella gentilezza e ospitalità
non era da Brian.. poteva fidarsi? Questo Brian faceva quasi
più paura del
solito Brian.
La
voce di Hunter risuonava incerta < Ehm
.. Debbie mi ha costretto a venire.
Voleva accertarsi che Justin non fosse in fin di vita .. ( e
lo cercò con
lo sguardo per sincerarsi delle sue condizioni) e
poi per portarti il tuo piatto preferito Brian. Credo che siano
maccheroni al tonno >
Brian
con un sorriso strano < Che dolce la
cara Debbie, sono sempre
nei suoi pensieri. Dimmi Hunter perché non ti fermi con noi
per cena? >
Hunter
cominciò ad essere
terrorizzato. Mai Brian era stato così gentile e ospitale in
vita sua.
Tantomeno con chi non era neppure gay o disposto a farsi scopare. Poi
si girò a
guardare Justin, anche lui non aveva un aria tanto normale. Era
più pallido del
solito, con gli occhi lucidi e sembrava che avesse problemi a
respirare. Cazzo
doveva scappare da lì subito. Chissà cosa poteva
fargli Brian, visto come aveva
ridotto Sunshine.
Si
affrettò a rispondere < No
grazie tante, ma oggi non ho visto
per nulla i miei due papà, e onestamente quando non li vedo
per così tanto
tempo mi mancano da morire. Lascio tutto qui > posando
la pentola sul
bancone della cucina < beh ..>
indietreggiando verso la porta < ..ora
vado sennò si fa veramente tardi. Allora buon appetito e
buon.. sì insomma
quello che stavate facendo … > E prima di
dire qualcosa di imprudente
uscì dal loft, chiudendosi la porta da solo.
<
Sunshine vieni a mangiare, se si raffreddano i maccheroni non sono
più
buoni.. > Cominciando
a cercare le stoviglie
per la tavola.
<
Brian, tu odi i maccheroni al tonno di Debbie. Sono anni che te lo
sento dire >
<
Sì, ma so che se glielo dicessi, le spezzerei il cuore. Sono
anni che
pensa che siano il mio piatto preferito. E comunque anche se impicciona
ed
irrimediabilmente insopportabile, è sempre la cosa
più somigliante ad una
mamma, che io abbia mai avuto. Lo sai che praticamente mi ha cresciuto
lei. E
se oggi sono venuto su così bene è anche grazie a
Debbie. Su vieni a mangiare,
così quando manderà Michey a controllare se hai
finito la tua porzione di 300
grammi di pasta, sarà contenta e soddisfatta >.
<
Brian.. prima … sì, insomma tu … hai
detto .. >
Dopo
un sospiro Brian aggiunse < Tante cose
Justin, a dir la verità
parlare tanto mi ha fatto venire fame. Mangiamo? > E
questo lo disse
guardando negli occhi Justin, con le labbra strette e l’aria
imbarazzata.
Sembrava che gli stesse chiedendo di avere pietà e di
cambiare argomento. C’era
molta dolcezza in quello sguardo, sembrava veramente a disagio. Forse
stavolta
Justin aveva ottenuto qualcosa di molto più bello.
Così decise di lasciarlo
stare, almeno per qualche giorno, poi avrebbe fatto in modo di fargli
riprendere il discorso. E come se nulla fosse, lo raggiunse vicino alla
cucina
e cominciò a preparare le porzioni, davanti ad un Brian con
lo sguardo grato.
<
Sai dove sta la differenza tra me e te?
(Brian lo guardò con il sopracciglio alzato) Che
visto che ci tieni così tanto a rendere felice la cara
Debbie, tu
avrai la porzione più grande di pasta … >
E con una palettona gli mise
nel piatto quasi mezzo chilo di maccheroni al tonno.
A
Brian veniva da piangere: aveva
fatto nuovamente la figura della lesbica; non aveva ancora ricevuto il
pompino
promesso ed il giorno dopo avrebbe avuto qualche chilo in
più.
Fottuto
Sunshine!!
|
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Capitolo 4 *** Capitolo IV ***
Avevano
finito di cenare, sulla tavola
erano ancora sparsi i piatti sporchi con i resti di cibo, ma nessuno
dei due
fece la mossa di alzarsi, rimanendo seduti uno di fronte
all’altro. Brian con
l’aria disgustata e satura di cibo, sembrava far fatica a
digerire. Solitamente
si sedeva sempre composto, ma stavolta non sembrava che fosse a suo
agio.
Justin lo vide scivolare con il corpo sulla sedia, portando le sue
lunghe gambe
sotto il tavolo. Strano per lui che di solito appariva impeccabile
anche nella
propria cucina.
Justin
invece aveva un’espressione
seria, con una seduta fin troppo rigida: teneva i gomiti ben saldi sul
piano
del tavolo, e fissava intensamente Brian.
Sembrava
che stesse aspettando qualcosa,
chissà cosa gli passava per quella caparbia e bionda
testolina, pensò un Brian
attento. Sentiva che stava per succedere qualche cosa …
Doveva solo
aspettare.
<
Brì, che stai aspettando? Guarda che i piatti non vanno da
soli nel
lavandino >
< Lo
so, anzi sbrigati. Sai che non mi piace vedere disordine nel mio
loft. >
Justin lo
guardò allibito < Allora
alza quel bel culo! Così che io
possa ammirarlo, mentre metti in ordine il “nostro”
loft >
Brian lo
riguardò con cipiglio < Te
lo scordi! Sei tu che hai creato
questo disordine … >
<
Brian, conosci le regole: se uno cucina l’altro poi deve
mettere a
posto.>
<
Ma oggi non hai cucinato tu, ma Debbie! Quindi...
>
e con lo sguardo
indicò a Justin la direzione della cucina.
<
Se è
per questo neppure tu hai preparato la cena, anzi a dir la
verità, da quando
abitiamo insieme, non l’hai MAI preparata, il tuo massimo
è prenotare al
telefono cibo thailandese >
<
Justin, con tutto il cibo pesante di Debbie,
non riesco neppure ad alzarmi, figuriamoci se riuscirei ad arrivare in
cucina… penso
che rotolerei … >
e mentre lo
diceva fece un rigurgito, solo a nominare il cibo gli veniva da
vomitare.
Justin
cercava di mantenere un espressione ferma
perché non voleva cedere, ma era difficile vedere il suo
ragazzo cosi
sofferente e sazio.. forse qualcuno non avrebbe dormito quella sera, e
non per
un motivo piacevole.
Vide
Brian far fatica nel deglutire.
>
<
Ok, tu sparecchi, io metto le cose nel lavandino,
poi tu lavi ed asciughi ….>
<
Brì, noi abbiamo la lavastoviglie! Sai quella
cosa dove si mettono dentro le stoviglie sporche e si lavano da sole?
>
Brian
con atteggiamento
strafottente < Certo che lo so, dove
pensi che faccia disinfettare i miei 20 dildo dopo averli usati per
qualche
festino? Cosa credi che mi metta a lavarli io uno per uno?? >
Justin
fece una smorfia
schifata, portandosi immediatamente una mano sulla bocca, sentendo che
da lì a
breve avrebbe vomitato tutti i maccheroni di Debbie.
<
COOSAA?? Tu lavi i vibratori nella nostra
lavastoviglie???>
chiese con un
filo di voce.
Brian
sembrava
divertito e per nulla a disagio da quella sua affermazione.
<
Quante storie, tanto viene tutto disinfettato,
mio piccolo schizzinoso >
<
Che schifo!! Giuro che domani la smonto e ne vado
a comprare un'altra e guai a te se provi a lavarli di nuovo
lì … cazzo ma non
potevi usare un'altra cosa? Che so, la lavatrice?? >
Il
sorrisino del moro
gli diede la conferma di averlo già fatto.
<
Non ti sei mai fermato a vedere quanto sono
carini quando girano nell’oblò? >
Justin
continuava
fissarlo come un pazzo. Ma perché quell’uomo
riusciva sempre a stupirlo? Non
faceva mai niente di normale. Doveva portare tutto
all’estremo. Essere il
numero uno nel lavoro, quello più ricco di tutti, quello
geniale nelle idee,
bellissimo all’inverosimile e uno scopatore che ti portava
allo sfinimento.
<
Sai che ho paura di sapere qualche altro
retroscena della nostra vita casalinga? Che so ..?
Justin
si guardò
attorno con la faccia disgustata. Meglio non sapere!
Intanto
Brian trovò la
forza di alzarsi, ed elevarsi in tutta la sua elegante bellezza, e
cominciò a
togliere i piatti sporchi. Justin ancora seduto, si prese qualche
attimo per
guardare quanto fosse bello e perfetto quel corpo, mentre svolgeva
anche un
semplice gesto domestico. Brian era sempre così sexy.
Guardò quelle sue belle
mani prendere entrambi i bicchieri.. e all’improvviso Justin
sentì la voglia di
sentire quelle mani su di se. Sapeva quanto potevano essere delicate e
carezzevoli su di lui.
Una
cosa che aveva
notato nei loro incontri promiscui, è che Brian non
accarezzava mai il tizio di
turno, non lo abbracciava mai e tantomeno lo baciava … e
ciò soprattutto dopo
la loro decisione di non baciare nessun altro. Brian baciava,
accarezzava,
abbracciava e soprattutto spettinava soltanto lui. Perché
soltanto con lui
faceva l’amore.
Era
ancora perso nei
suoi pensieri quando si sentì un tovagliolo buttato sulla
faccia, Brian
gentilmente gli stava intimando di aiutarlo. E come poteva dire di no?
Fino a
qualche attimo prima lo aveva ripreso di essere troppo poco casalingo.
Quindi
si alzò a sua volta e portando via i tovaglioli sporchi e la
bottiglia di vino
vuota, prese a camminare dietro Brian verso la cucina, non riuscendo a
fare
meno di fissare il sedere perfetto del suo ragazzo, così ben
fasciato in quei
jeans. Come al solito era a piedi scalzi e camminava con tutta la sua
leggiadra
sensualità … anche se forse stavolta lo faceva un
po’ troppo a rallentatore … Non
capiva se lo stava facendo per provocarlo o perché fosse
ancora pieno per via
della cena. Lo vide rigurgitare un attimo e capì che era la
seconda risposta.
Smise
di osservare quel
capolavoro di sedere, quando Brian si fermò davanti alla
lavastoviglie e lui
gli andò a sbattere contro, non rendendosi conto che erano
arrivati.
<
Sunshine .. cambia mira al tuo cannone, sai che
il mio culo è off limits. >
Justin
sorrise un po’
in imbarazzo, sia per la figura per essere stato sorpreso a sbavare sul
suo
sedere, sia perché quello detto ad alta voce da Brian, era
un suo desiderio:
poter avere di nuovo accesso a quel fantastico culo.
Brian
era quello attivo
tra loro, lo era anche Justin con gli altri ragazzi, ma solo a Brian
permetteva
di scoparlo. A parte quelle volte con Ethan .. e Justin solo al
pensiero si
sentì un verme, era stato solo di Brian. Perché
lo amava e voleva concedersi
soltanto al suo amore.
Brian
invece non si
concedeva mai a nessuno, a parte la sua prima volta a 14 anni, quando
aveva
avuto il suo primo rapporto a scuola, e poi quell’unica volta
in cui lo aveva
permesso a Justin.
Jus
non lo avrebbe mai
dimenticato. In quella occasione era stato lui ad entrare in quel corpo
stupendo, a fare SUO ciò che non era mai stato di nessuno.
E
Justin aveva sentito
che Bri non era solito darsi agli altri, il suo corpo era
così stretto e teso,
che Jus cercò di usare tutta la dolcezza di cui era capace.
Si ricordò che
all'inizio fu difficile, perché averlo sotto di lui era
eccitantissimo, e
avrebbe voluto farlo più velocemente e con più
forza, ma si impose di ascoltare
le reazioni del corpo di Brian, e solo quando lo sentì
rilassato e che voleva
sentirlo di più … (eh cavolo, Brian glielo aveva
chiesto quasi urlando), allora
lo penetrò come usava fare Brian con lui, proprio come
quando “facevano
l’amore”.
Purtroppo
quella fu l’unica volta in cui
Brì glielo permise, ripensò con delusione Justin.
Da allora Brian ha voluto
fare sempre la parte dell’attivo, tanto da fargli pensare di
non essere stato
bravo, e di averlo deluso. Eppure, lo aveva sentito gemere di continuo
sotto di
lui; muoversi allo stesso ritmo, quasi andargli incontro ad ogni
spinta, per
poi venire insieme, bagnando tutto il letto.
Doveva
cambiare
argomento e soprattutto l’immagine oscena che gli era apparsa
nella sua mente …
Brian disteso sotto …
<
Continuiamo con il gioco? >
Justin lo disse con tutta l’aria desolata, perché
avrebbe volentieri fatto altro, se solo Brian glielo avesse permesso
…
<
Perché ho la possibilità di rifiutarmi? >
La
smorfia di Justin
gli fece capire di non avere appigli.
<
Va avanti Raggio di sole … vediamo che altre
cazzate usciranno fuori >
Ma in realtà Brian sapeva che quella sera non erano
stupidaggini quelle
che lui aveva rivolto al suo ragazzo, ma vere ammissioni su quanto
amasse quel
rompiscatole biondo. Quella sera glielo avrebbe permesso, per una volta
….
<
Il gioco continua con la parola Salvataggio. Chi
o cosa vorresti buttare giù dalla torre o invece salvare
… Anche se in questo
momento io butterei immediatamente questa lavastoviglie! > Lo
disse con lo sguardo schifato mentre vedeva Brian
inserire i bicchieri nel cestello.
<
Beh, io butterei un sacco di cose tue, che sei
riuscito ad accumulare da quando, quella sera di 2 anni fa, ti ho
chiesto di
fermarti qui …>
<
4 anni fa >
Brian
sbuffando < Si insomma, quando ti
chiesi di
fermarti quella sera e poi non te ne sei più andato. Anzi
giorno dopo giorno ho
visto persino aumentare le tue cose sparse per il loft. Eppure giurerei
che
quella sera sei entrato solo con qualche vestito addosso.>
<
Scusa Brian se anch’io ho bisogno di vestiti,
scarpe, libri per la scuola, occorrente per il bagno ..>
<
Vogliamo parlare delle tue scarpe sempre buttate
da qualche parte, o dei tuoi fumetti di Rage tra i miei contratti di
lavoro?
Per non parlare dei tuoi pennelli sporchi di tempera sempre troppo
vicini al
divano bianco >
<
Quindi butteresti tutto ciò che è mio?? Scusa se
esisto non solo per essere scopato a tuo piacimento >
<
Beh se non sbaglio quello piace anche a te! >
Portandosi le labbra all’interno della bocca in modo sensuale.
Justin
gli sorrise. Perché
negare sarebbe stato sciocco e intanto continuava a sistemare la cucina
per
tenersi occupato. “Non doveva
pensare al
culo fantastico di Brian, non doveva pensare al culo fantastico di
Brian..”
cazzo perché quella sera glielo sbatteva sempre sotto il
naso? Doveva proprio
piegarsi così per buttare i resti della cena
nell’immondizia?
<
Sai io cosa butterei di te? Il tuo
tavolino Mis Van der Robe… Non solo stona col
divano, ma se penso a quanto
l’hai pagato …> Però
salverei “il
tuo culo, sì il tuo culo” < ..
ehm sì il puffo per appoggiare i piedi, almeno per quello
non ti sei indebitato
>
Brian
mentre
ricontrollava che il suo frigo fosse ben fornito di birra, contandole
una ad
una, gli rispose < Si
pronuncia Mies Van der Rohe! E
poi per il loft niente è troppo
caro, la qualità ha il giusto prezzo. E comunque io butterei
quel tuo cimelio
inutile che continui a custodire come una reliquia.. cazzo Justin, la
corona
del Babylon non è d’oro, potresti anche buttarla.
E poi è talmente kitch che
sembra disegnata da Emmett … >
<
Lo dici solo perché ti da fastidio che io abbia
partecipato alla gara di striptease e poi che abbia vinto >
<
Avanti Sunshine, sappiamo benissimo che la gara
era truccata. Il tizio si è lasciato intenerire dal tuo
visino dolce e dagli
occhioni blu e forse ha pensato per un attimo che avessi anche un bel
didietro,
e che magari poi glielo avresti fatto ammirare più da vicino
…>
<
Sei uno stronzo Brian, sai benissimo che ho vinto
perché ho un culo fantastico ed ero così sexy
mentre ballavo, che tutti i froci
del Babylon non facevano altro che sbavarmi addosso! Ho meritato quella
corona
e me la tengo!>
Brian
sapeva che era
vero, eccome se lo sapeva. Ancora gli rodeva se pensava a Justin nudo
sul
palco, mentre tutti i ragazzi cercavano di allungare le mani verso quel
bel
corpicino. Lo desideravano tutti in quel momento e se non fosse stato
per il
suo stupido orgoglio, sarebbe andato a riprenderselo in mezzo a tutta
quella
bolgia.
<
Comunque è kitch e non ci sta bene sopra la mia
lampada da tavolo. Ma cavolo, a scuola di belle arti non vi insegnano
la
bellezza? >
<
Vogliamo parlare del tuo guardaroba? >
Brian
si sentì colpito
in pieno petto, come poteva essere ferito in una cosa così
intima? < Che hai da dire contro i
miei vestiti,
sentiamo? Tu, che fino all’altro giorno andavi in giro con
camicie a
quadrettoni e magliette corte all’ombelico?????? Forza
sentiamo!!!!!!>
A
Justin veniva da
ridere perché come al solito, le reazioni di Brian erano
sopra le righe quando
toccava quel tasto.
<
Beh, devi ammettere che i tuoi abiti saranno pure
costosi e firmati da gente che neanche conosci, ma insomma,
Bri… sono tutti
uguali!! Tutti dello stesso colore e della stessa forma. Guarda le tue
scarpe,
tutte mocassini di ogni tonalità di nero esistente, che va
dal nero fumo al
nero bitume. >
Brian
sempre più
furente < Non è vero!!! Ho
anche
completi marroni e grigi.. per non parlare di quelli bianchi che di
certo non
posso indossare a Pittsburgh, ma solo nei
Withe-party. E poi ripeto,
tu che ne sai di eleganza, di moda, di buon gusto????>.
Justin
in effetti non
aveva granché per ribattere, l’unica risposta che
gli venne fu
Questa gliela disse con un sorriso per farsi perdonare, sapeva di
averlo fatto
infuriare.
Brian
continuava a
guardarlo storto, ancora non aveva mandato giù quel discorso
su i suoi abiti.
<
Allora io butterei i tuoi vestiti dei Pink
Posse> E lo disse con aria di sfida.
<
L’hai già fatto! Non ricordi? Anzi hai buttato
anche i miei ritratti di Cody>
<
Già è vero! Ricordavo di aver buttato la faccia
di quell’idiota, non gli abiti.. beh almeno ho fatto pulizia
nell’armadio! >
intanto si girò prima di esser visto da Justin
arrossire, non gli piaceva l’idea di vedere Justin disegnare
quel pidocchio
violento … Jus doveva disegnare soltanto lui,
perché era il suo ragazzo e poi
diciamolo.. adorava essere la sua unica musa!!
<
E comunque, tra le tue cose che salvo, c’è la tua
arte. Sì alcuni sono dei veri capolavori! >
<
Ovviamente stai parlando dei tuoi ritratti …>
<
Certo! Dovresti pagarmi per farti da modello. Sai
quanto si fanno pagare i fotomodelli per le pubblicità alla
Kinnetic? >
<
Tu lo fai solo perché sei narcisista, e comunque
anche se sei il modello più bello che io abbia mai
disegnato, sei anche il più
insopportabile. Non riesci a stare fermo per più di 5
minuti. E’ difficile disegnarti
se ti muovi di continuo >
<
Sei tu che sei troppo lento: l’ultima volta mi si
sono addormentate le gambe…>
<
Bri, quella volta non ti stavo disegnando ….> lo
disse mettendo la lingua un pò fuori con aria
provocatoria.
Justin
sorrise e nel
frattempo si parò di nuovo davanti l’immagine di
Brian disteso sotto… “Io
ti farei anche altro stasera ..”
<
Se potessi tornare indietro salverei la jeep e
butterei la corvette …>
<
Pensavo che ti piacesse la mia batmobile?>
<
Sì, ma la jeep aveva più spazio quando i sedili
venivano
reclinati>
<
Ah sì, l’ultima volta ti sei ritrovato con il
cambio nel sedere invece del mio pisello…
> e scoppiò a ridere.
Justin
che aveva quasi
finito di sistemare tutto, lo colpì con lo strofinaccio
prima di metterlo a
posto.
Brian
divertito cominciò
a dirigersi verso il divano che dava le spalle alla cucina, si
buttò di schiena
e tra il riso e una voce più languida, Justin si
sentì dire:
<
Un'altra cosa che salverei di te è la tua bocca.
Non solo è bella e perfetta nella forma, ma è
anche abile se non ricordo male
…>
Justin
ci mise qualche
secondo per riconoscere quelle parole come veri complimenti. Era raro
sentirsi
dire certe cose da Brian, ed ecco perché lo faceva nascosto
dietro la spalliera
del divano, però intanto gliele aveva dette. Nei successivi
secondi Justin,
alla velocità della luce, raggiunse il divano e si
buttò a capofitto su quel
disteso e bellissimo corpo.
Dopo
un bacio
lunghissimo e profondo si staccò dal viso di Brian e
cominciò a scendere,
dandogli piccoli baci sul torace fino a raggiungere i bottoni dei
jeans. Stava
per slacciargli il primo quando sentì Brian sospirare in
attesa.
Il
ragazzo sospettoso
per un attimo risollevò il viso guardandolo.
<
Dì la verità … non è che mi
hai detto quelle cose
poco fa, perché al momento sei talmente pieno che
il tuo massimo di
movimento è stare fermo come un bel poster?? >
Brian
lo guardò con il
sopracciglio alzato.
<
Dammi quello che mi spetta che poi non ne avrai
le forze! >
Vide
i lunghi capelli
biondi di Justin coprirgli il basso ventre, e ricominciare con quella
bocca
favolosa a regalargli attimi di pura estasi.
“Eh
sì, ci sapeva proprio fare con
quella bellissima bocca”
… Più tardi
l’avrebbe assaporata. Brian non vedeva l’ora di
baciarla, e baciarla ancora … avrebbe
divorato quelle morbidissime labbra e avrebbe giocato a lungo con la
sua lingua
... adorava baciarlo! Così era solo suo!!
Ma
col cavolo che glielo avrebbe detto!!
P.S.: Tornerò
con il prossimo e ultimo capitolo. Un abbraccio a tutti/e
|
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Capitolo 5 *** Capitolo V ***
Desidero
ringraziare tutte le persone che hanno avuto la voglia e la pazienza di
arrivare fino qui, all’ultimo capitolo. Anche
se non originale, spero che la storia vi sia piaciuta. Un abbraccio a
tutti/e
Justin si
sentiva schiacciare dal peso di Brian e non sapeva per quanto avrebbe
ancora resistito.
Cominciava anche a mancargli l’aria nei polmoni pressati.
Stranamente Brian
continuava a coprirlo con il suo corpo nudo, ancora ansimante e sudato
dopo il
suo orgasmo. Uno di quelli che lo lasciava sempre senza fiato, dopo
aver dato
tutto se stesso in un amplesso animalesco, riducendo il piccolo Justin
in poca
cosa.
Di solito, per non pesare troppo su
quel corpicino
tendeva a scansarsi, rimanendogli comunque sempre accanto. Del resto
Sunshine
era speciale per lui, non come quei tizi che scopava a caso e che, a
fine sesso,
venivano subito allontanati e dimenticati.
Quando Justin non ne
poté veramente più, Brian sentì
la sua flebile vocina, come se arrivasse da una cavità
profonda < Brian, ti puoi scansare?
>
Brian rispose scocciato a quelle
parole < Sunshine … ti
lamenti sempre … dici che
ti faccio poche coccole, e quando te le faccio piagnucoli lo stesso
>. E
intanto non fece nessuna mossa per spostarsi, anzi, trovò
una posticino ancora
più comodo in Justin, dove si rintanò ancora di
più.
<
Brian … mi stai schiacciando … non respiro!!
>
con voce
affannata.
<
A me
sembra di sì, continui a parlare > Ancora intenzionato a
rimanere in quella posizione.
<
Devo
respirare e cominciano a farmi male le costole, spostati! >, cominciando
a spingerlo con i palmi delle sue mani sul petto di Brian < E poi queste non sono coccole, mi stai
usando solo come materasso >.
Brian sembrava ancora riluttante a
spostarsi, ma
guardò il corpicino di Justin sprofondato
nell’incavo del divano bianco, prima
dalle sue possenti spinte e poi dal suo peso rilassato. Aveva anche il
fiatone
e appariva tutto rosso in viso. Però cazzo, quanto gli
piaceva sentirlo sotto
di lui. Gli sembrava di possederlo completamente, riuscendo a tenerlo
così
fermo, impedendogli di scansarsi o di andarsene addirittura. Da tempo
temeva
l’idea che il biondino potesse lasciarlo di nuovo. Fosse
stato per lui avrebbe
continuato a tenerlo immobilizzato, così non lo avrebbe
più visto andar via.
Ma il piccolo rompicoglioni doveva
per forza dire la
sua.. sarebbe stato un miracolo se avesse smesso di parlare.
Comunque, Brian si
scansò buttandosi a peso morto
sull’altra estremità del divano, continuando a
tenerlo d’occhio e tenendo una
gamba incastrata alla sua.
<
Cazzo,
stavo per morire asfissiato >
Brian alzò gli occhi al
cielo < Quante storie!! >
<
Forse sei ingrassato …> Non riuscì a finire al
frase che Brian gli
diede un calcio sullo stinco, offeso da morire.
<
Fanculo
Sunshine! Io sono perfetto, sei tu che non hai abbastanza resistenza
>
Justin lo guardava stupefatto < Brian, stiamo insieme da 4
anni…>, sorvolò
alla smorfia stizzosa di Brian al suo
commento, < …e mi sembra
che tu non
possa lamentarti sulla mia resistenza. Sfido chiunque a durare un
quarto di
quanto sono riuscito io a resisterti accanto per così tanto
tempo. Non solo hai
un carattere impossibile e delle abitudini discutibili, ma mi obblighi
a fare
sesso una decina di volte al giorno... sai che la media umana
è di 5 volte a
settimana? Dico, a settimana >.
<
Di
che cazzo ti lamenti Sunshine!? Tu stai con il re dei froci e ti
lamenti pure?!
E poi mi sembra che dopo che ti ho scopato per 8 volte di seguito sei
sempre tu
poi a chiedermi il bis, seguito dal ter… quindi smettila di
frignare. Puff.. 5
volte a settimana, forse persino Michael e Ben riescono a farlo una
volta in
più! E poi voglio puntualizzare un'altra cosa. Io non sono
grasso!! >
<
Forse i maccheroni al tonno erano più pesanti del solito
… >
<
Cazzo
non mi ricordare quel mattone che ancora mi viene su > facendo
un piccolo rigurgito.
Justin rise senza farsi vedere,
anche se gli faceva un
po’ pena vedere Brian in quelle condizioni. Solitamente era
sempre attento alla
sua linea e cercava di rispettare un’alimentazione
equilibrata, ma poi arrivava
la cara Debbie con le sue pirofile colme e addio alla dieta sana. Non
come lui,
che forse grazie alla sua giovane età riusciva a mangiare
grandi quantità di
cibo e non preoccuparsi minimamente della linea. E poi ci pensava Brian
a
fargli bruciare le calorie. Motivo in più per Debbie di
rimpinzarlo fino
all’estremo. Si preoccupava sempre per loro.
Justin provò ad alzarsi
dal divano, doveva andare in
bagno. Ma era difficile uscire da quella posizione intricata con Brian.
Quando
il moro si accorse che si stava alzando, strinse ancora di
più la morsa. Non
sembrava intenzionato a lasciarlo andare. A volte non lo capiva quando
faceva
così.
<
Brian, devo andare a fare pipì … se posso
…> provando
a slegarsi da quel groviglio che erano le loro gambe.
<
Ma
non riesci a stare fermo per un attimo? Che hai sempre da agitarti?
>
Justin lo guardava stupito
avviandosi verso il bagno,
nudo come mamma Jennifer l’aveva fatto.
<
Sai
ogni tanto mi scappa, non posso farci niente > sghignazzando.
Brian lo vide allontanarsi da lui,
completamente nudo
e dando mostra di sé in tutto il suo splendore. Era
bellissimo, ma lo sguardo
di Brian si posò decisamente sul suo fondoschiena. Justin
aveva un culo
fantastico. Piccolo, rotondo e tonico. Per non parlare delle sensazioni
meravigliose che provava al suo interno …
<
Ok,
ma sbrigati a riportarmi il tuo culo qui, mi è venuta un
idea … >
Justin si girò un attimo
prima di entrare nel bagno, e
vide chiaramente quello sguardo da cacciatore che aveva Brian, quando
usava il
suo radar fisso sul tuo fondoschiena e poteva anche cascare il mondo,
lui quel
sedere l’avrebbe avuto.
<
Sì
certo, mi è chiaro a cosa ti serve … dagli
tregua!! >
Brian arrivò a pensare a
tutte le posizioni sconce e a
tutti gli usi che ne avrebbe fatto di quel meraviglioso sedere, altro
che
dargli tregua! E rimase ad aspettarlo con lo sguardo voglioso e
libidinoso …
fino a quando la sua attesa venne interrotta dal suono del citofono. “Cazzo, ma possibile che quella sera
tutti
avevano intenzione di chiamarlo al telefono o di andare a rompergli i
coglioni?? Ma la gente perché non se ne stava a casa
propria… a scopare????”
Lui lo faceva ogni
lunedì, giorno di chiusura del
Babylon. Tutte le altre sere era lì o da qualche altra parte
sempre a scopare.
Ma cazzo … si sa che il lunedì è il
giorno della scopata casalinga!!
Cercò alla rinfusa tra i
vestiti lanciati per terra, e
indossò i jeans. Solo quelli, ma lo faceva giusto per
rispetto, non voleva che
sua suocer.. ehm, intendeva dire che non voleva che la cara Jennifer si
scandalizzasse un'altra volta. Ogni volta che capitava al loft per
vedere il
figlio, li trovava sempre nudi o che stavano per “fare
qualcosa”. E
immancabilmente Brian appariva sempre in desabillé.
Quando fece scorrere la porta di
ferro, gli venne
l’impulso di richiuderla all’istante. E
l’avrebbe fatto se un astuto Emmett non
gli avesse messo una borsetta rosa in mezzo alla porta, intuendo subito
le
intenzioni di Brian. Gli fece un sorrisino dei suoi, tipo “So che sono venuto in un momento
sbagliato e so cosa tu e Justin state
facendo in questo istante, ma tanto voi fate sempre e solo quello, per
cui
sbaglierei sempre il momento con voi due”. Mentre
impose la sua presenza,
facendo un passo nel loft, Brian notò anche un Ted,
intimidito, seguire il suo
caro amico Emmett. Di sicuro aveva più timore rispetto
all’amico. Del resto
Brian era sempre il suo datore di lavoro.
<
Brian
… > Lo salutò Ted tossendo
un po’, non sapendo cosa dire
<
Dov’è
Splendore?? Sono disperato senza i suoi consigli! > aggiunse
un ansioso Emmett
Ted rivolto all’orecchio
di Emmett < Ti avevo detto di lasciar
stare, hai
visto che faccia Brian? E guarda che casino tutti quei vestiti per
terra >
Brian li stava incenerendo con lo
sguardo.. ah se
avesse avuto veramente quel potere … che grandi cose avrebbe
fatto!!!
<
Fanculo Emmett! Sai oggi che giorno è? > Guardandolo come si
guarderebbe un idiota.
Emmett per risposta alzò
il sopracciglio facendo una
smorfia.
<
Lunedì, perché? E’ il giorno di
chiusura del Babylon, quindi sapevo di trovare
qui Raggio di sole. Ho bisogno del suo aiuto >. Lo disse
come se fosse la cosa più ovvia al mondo. Poi come se non ce
la facesse più a
reggere quello sguardo sfrontato di Brian, cominciò a
lamentarsi < Sai cosa vuol dire
organizzare un
allestimento in una galleria d’arte senza averlo mai fatto
prima? Soprattutto
se la mostra racchiuderà i capolavori del nostro Sunshine
… >
<
Il
mio Sunshine, vorrai dire >
<
… Sì
insomma, lui mi ha dato questa grande opportunità e non
voglio rovinare tutto
con le mie indecisioni. Se faccio uno sbaglio potrei rovinare la mostra
di
Justin e io non me lo perdonerei mai!!! >
Brian non riusciva a fermare quella
valanga di parole
dette da un isterico Emmett, completamente più
del solito fuori di zucca.
Per non parlare di Ted, che non
faceva altro che
curiosare nel loft, forse sperava di trovare qualche giochino indecente
o di
capire in quale parte della casa lui e Jus non avessero ancora fatto
l’amore. Curiosità
nata da quando Sunshine, al Dinner , aveva affermato senza pudore che
lui e
Brian lo avevano fatto ormai in ogni angolo del loft.
Brian stava per andare incontro ad
Emmett per provare
a strattonarlo un po’, tanto per farlo tornare in
sé, quando Justin decise di
fare la sua entrata proprio in quel momento, apparendo davanti a lui e
ai suoi
amici completamente nudo, e già con il pene eccitato per
l’idea che gli era
venuta in bagno.
In quell’istante, come
per magia, Emmett smise di
piagnucolare e Ted di osservare in giro. Rimasero entrambi a bocca
aperta, con
gli occhi fissi su Sunshine.
Justin non aveva sentito
né il citofono né gli urletti
isterici di Emmett. Per gran parte del tempo speso in bagno aveva
tenuto
l’acqua aperta. Aveva cominciato a fantasticare su cosa
avrebbe chiesto a Brian
per l’ultima parte del gioco che stavano facendo. Ovvero
l’obbligo. Di idee
gliene erano venute, tutte più o meno verosimili.. alcune
pure troppo
fantastiche, come quella di scopare mentre lievitavano in aria.
Pertanto,
convinto di trovare solo Brian ancora disteso sul divano, era uscito
dal bagno,
camminando in modo provocante, esibendo pure una bella erezione
svettante.
Tutto avrebbe immaginato, tranne di
trovarsi davanti
Emmett e Ted a fissarlo come due maniaci… Sotto lo sguardo
incazzato di Brian.
Brian faceva correre il suo sguardo
tra Justin, così
sensuale nella sua nudità agli sguardi lussuriosi dei suoi
amici. Non solo lo
stavano ammirando, come del resto facevano gran parte del tempo,
perché Jus era
proprio un bel bocconcino, ma lo stavano divorando con gli occhi e
sicuramente
si stavano pure eccitando. Ecco, da adesso in poi, quei due idioti
avrebbero
sempre fatto pensieri erotici sul suo Sunshine. Come se non li avessero
già
fatti in passato, ma almeno se lo potevano solo immaginare nudo, non
avendolo
mai visto. Ora invece sapevano quanto fosse perfetto e seducente nella
sua
nudità.
Comunque, vide Justin scappare
all’istante girandosi
di spalle e, con una pugnalata nel petto di Brian, diede mostra anche
con il
suo fantastico fondoschiena. Quei due idioti, aprirono la bocca ancora
di più.
Adesso li avrebbe uccisi e si sarebbe sbarazzato dei loro corpi.
Più tardi
avrebbe anche punito Raggio di Sole, anche se l’unica colpa
che aveva era quella
di essere bello da morire.
Justin corse in camera da letto e
si nascose dietro ai
separé che fungevano da pareti. Mettendosi subito qualche
vestito addosso. Si
vergognava, anche se la metà degli uomini di Pittsburgh lo
avevano già visto
nudo. Ma farsi vedere da Ted ed Emmett era un’altra cosa. E
poi per un attimo
gli era sembrato di scorgere qualcosa nello sguardo di Brian
… possibile che
gli avesse dato fastidio?… sembrava geloso …no,
ma che cazzo pensi
Justin? Brian di nuovo geloso? … sarebbe più
fantastico della tua idea di
scoparvi mentre lievitate in aria … Sicuramente gli
avrà dato fastidio, per il
fatto che sono Em e Ted, come quella volta con Michael nel suo letto
… Un
momento, ma Brian allora si era ingelosito veramente, quindi poteva
essergli
successo anche adesso. Justin sorrise, e una parte
di sé si intenerì a
quel pensiero. Allora Brian poteva essere veramente geloso di lui.
Aveva fatto
bene ad aspettare così tanto, quasi 4 anni, tanto da veder
capitolare il gay
più single del pianeta trasformarsi, per amore, in un
compagno geloso.
Appena finito di vestirsi
tornò nel salotto. Voleva
studiare ancora l’espressione del suo Brian e capire cosa
pensava realmente.
Mentre Justin si era rintanato in
camera, Brian si
parò davanti agli sguardi ancora sognati di Emmett e
Theodor. < Voi due …
> detto in modo
alquanto minaccioso < …per
quanto è
vero che mi chiamo Brian Kinney, consideratevi due froci morti se
provate,
anche solo per un attimo, a ripensare a quello che avete visto o anche
solo ad immaginare
Justin nudo …. Lui è mio! Appartiene al
sottoscritto e non sarà più di nessun
altro! >
Ted ed Emmett rimasero
piacevolmente sconvolti, seppur
impauriti, dalla rabbiosa reazione di Brian. Non riuscirono a non
intenerirsi,
sentendo il loro amico parlare in quel modo del suo compagno.
Finalmente Brian
Kinney stava dimostrando a loro, e forse al mondo intero, quanto
tenesse al suo
Raggio di sole.
Non che non lo sapessero, ma
sentirlo dalle belle
labbra di Brian li fece commuovere. Entrambi si guardarono e si
capirono al
volo. Dovevano in qualche modo togliersi davanti agli occhi
l’immagine del
biondino nudo, anche se non sapevano ancora come…
Uhm.. Emmett già pensava
quanto sarebbe stato difficile
cancellare quell’immagine. Ma del resto teneva anche alla sua
pelle, e vedersi
un Brian incazzato che gli teneva un dito minaccioso sotto il mento, lo
convinse ancora di più.
Ted uguale, anzi per lui sarebbe
stato anche più
difficile, visto che vedeva e frequentava Brian tutto il giorno alla
Kinnetic,
ma in qualche modo ci sarebbe riuscito. Lui non temeva solo per la sua
vita, ma
anche per il posto di lavoro.
In ogni caso lo dovevano a Brian, e
non solo per paura
della ritorsione, ma perché per quanto fosse cinico e
stronzo, in passato aveva
fatto molto per loro, dimostrandosi un buon amico, meglio di tanti
altri. E poi
non era corretto provarci o fantasticare sul compagno di un proprio
amico.
Anche se bellissimo.
Quando Justin tornò,
finalmente vestito, Brian tirò un
sospiro di sollievo. Sembrava vergognoso, ma anche
qualcos’altro che non
riusciva a capire … perché
sembrava
emozionato? Mah!
< Come mai da queste parti
ragazzi? > chiese
Justin con la voce ancora vergognosa.
Stranamente rispose Brian < Niente, Emmett voleva qualche consiglio
sull’allestimento della
mostra, ma all’improvviso gli è venuta una bella
idea ed ha pensato bene di
andar via, e cominciare a progettarla … con
l’aiuto del caro Theodor, giusto?
> Rigirandosi a guardali con sguardo minaccioso, senza
essere visto da
Justin alle sue spalle.
Stavolta fu Emmett a rispondere < Ehm.. sì
sì… proprio come dice Brian! Non ti preoccupare
Sunshine
ma ho già tutto qui, nella mia testolina. Vedrai, un idea
brillante. Ma non
posso parlartene, altrimenti ti toglierei la sorpresa! >
Justin invece cominciò a
preoccuparsi. Si fidava di
Emmett, per questo gli aveva dato quell’incarico,
però sperava che l’eclettico
amico non esagerasse con la sua favolosità. Già i
suoi quadri erano folli,
mettendo in mostra tante scene nude e di sesso tra lui e Brian, e non
c’era bisogno
dell’ulteriore follia di Emmett.
In pochi secondi vide sia Emmett
che Ted essere spinti
da Brian, non troppo carinamente, verso l’uscio di casa.
Sentì solo i ragazzi
che lo salutarono e le loro voci affievolirsi dietro la porta,
già sbarrata da
Brian.
Era di umore nero, si
vedeva. Ma bene…
penso Justin.
Brian voleva nascondere la sua
rabbia, ma al momento
non ci riusciva. Era proprio infastidito da quello che era accaduto.
Che cosa
ridicola poi … In fin dei conti perché si doveva
preoccupare? Justin se voleva
poteva uscire da quella porta e andare a scopare con chiunque,
l’importante è
che dopo sarebbe tornato a casa, da lui. Era il loro modo di vivere,
libero e
spregiudicato.. E poi in quanti avevano visto Justin nudo? Parecchi, se
Brian
faceva bene il conto. Quindi che fastidio potevano dare Ted ed Emmett?
Proprio
come quella volta ”non accaduta” con Michael.
Cazzo no, eccome se gli dava
fastidio, proprio come
ogni volta che pensava a quella sera tra Justin e Micky… Ora
si sarebbe dovuto
preoccupare anche per quei due. Comunque erano suoi amici, qualcosa
doveva pur
contare e poi Justin non sembrava interessato a loro. Anche se non
poteva dire
la stessa cosa di Emmett … Brian aveva sempre saputo che
Miss Honeycutt non era
del tutto indifferente al fascino dal biondino, ma da quello che sapeva
non era
mai accaduto nulla. Quindi perché preoccuparsi oltre? E poi
voleva terminare la
serata in tutt’altro modo, piuttosto che continuare a tenere
il broncio. Cazzo
lui era Brian Kinney, e il broncio non lo aveva mai tenuto, anzi non
sapeva neppure
come sarebbe stato sulla sua faccia.
Convinto a voler cambiar il proprio
umore, si avvicinò
al suo compagno appoggiando le braccia sulle sue spalle e guardarlo
dritto
negli occhi. Sembrava ancora emozionato, anche se Brian non sapeva
spiegarsi il
motivo. Però trovò che i suoi occhi azzurri
fossero ancora più splendenti di
una luce propria. Se avesse continuato a guardarlo così, si
sarebbe perso in
tutto quel blu. Doveva fare qualcosa, non rimanere incantato, ma poi fu
Justin
a muoversi per primo. Prese a baciargli la bocca, soffermandosi sul
labbro
inferiore. Un gesto piccolo che riuscì a stuzzicarlo.
Finalmente erano di nuovo
soli.
Stavolta fu lui a baciarlo con
tutta la passione e un
po’di quella rabbia repressa.
Il bacio risultò
infinito e si staccarono solo quando entrambi
non ebbero più aria nei polmoni. Ma fu solo una pausa, in
quanto ripresero a
baciarsi subito, stavolta senza riuscire a tenere le mani lontane dai
loro
corpi. Justin gli accarezzava languidamente la schiena nuda, mentre
Brian ci
andava giù pesante, tenendo una mano sulla patta dei
pantaloni del biondo, e
l’altra dietro la sua nuca, mentre continuava con la sua
lingua continuava a
frugare la bocca del compagno. Justin non riusciva quasi a seguirlo con
la
lingua, sembrava che Brian dettasse i suoi tempi e i suoi spazi. E per
quanto
Jus volesse ricambiare quel bacio con altrettanta passione, Bri non
glielo
permetteva. Se avesse potuto, Brian se lo sarebbe mangiato.
Quando si staccarono, Justin si
sentì marchiato a
fuoco con lo stampo di Brian Kinney. Come se con quel bacio avesse
segnato il
proprio territorio. Era veramente geloso.
Jus si sentiva elettrizzato solo a
pensarlo. Forse
c’era qualche speranza di sentirsi dire un giorno, che anche
Bri lo amava,
proprio come lui faceva di tanto in tanto. Quasi a ricordargli
perché,
nonostante tutto, fosse ancora lì, accanto a lui e nella sua
vita. E fanculo
all’idea che Kinney fosse povero di parole in fatto di
sentimenti, ora Jus
sapeva che prima o poi gli avrebbe detto “Ti amo”.
Forse in questa vita o
nell’altra, ma glielo avrebbe detto.
Brian prese il volto di Justin tra
le mani e lo guardò
dritto negli occhi.
<
Sunshine mi devi qualcosa …>
<
L’hai già avuto il tuo pompino, non ci provare! O
te lo sei dimenticato??>
Brian per un attimo fece finta di
pensarci, ma poi
aggiunse < Certo che me lo ricordo. Ma
ricordo anche che adesso sarai obbligato a darmi un’altra
cosa. O ti sei
stancato di giocare al tuo gioco? >
Justin inghiottì la
saliva, già ben propenso a quello
che lo aspettava. Sicuramente sesso estremo per tutta la notte, oppure
fargli
numerosi pompini fino a slogarsi la mandibola, o …
<
Da
oggi ti obbligo a stare solo con me > si sentì dire dalla
voce
sussurrata di Brian, quasi impaurito all’idea che altre
orecchie potessero
sentire. Sperava di non ripeterlo, non sapeva se avrebbe ritrovato il
coraggio.
<
Eh!!
Che vuoi dire??>
Perché Justin era un
genio solo in certe circostanze?
<
Ti
voglio solo per me. Da oggi farai l’amore solo con me!
>
Aveva usato le parole
“fare l’amore” e non scopare.
Justin lo guardava sbalordito, con la bocca semiaperta e gli occhi che
già
accennavano qualche lacrima. Gli si buttò addosso e lo
riempì di piccoli baci, anzi
tempestandolo di baci e succhiotti, e non avrebbe smesso
mai… Solo che poi si
ricordò di una cosa …
Brian intanto si lamentò
per quella interruzione,
perché gli piacevano quelle coccole, anche se troppo da
lesbiche romanticone.
<
Ora
tocca a me > guardandolo in modo sfrontato.
Brian continuava a fissarlo,
sapendo già cosa gli
avrebbe chiesto il suo Sunshine. Ovviamente di rispettare anche lui la
sua
regola. Di non andare più con nessun’altro.
Touchè! Del resto se l’era cercato.
Poteva già dire addio ai Go Go Boys del Babylon, o alla
darkroom, tanto che ci
andava a fare se non poteva giocarci?? Quindi rimase in silenzio
aspettando di
sentirsi decretare la sua condanna.
La voce di Justin si fece
più roca e calda < Voglio
entrare dentro di te! E non solo
una volta > L’ultima frase gliela disse a
muso duro.
Brian sbattè le ciglia,
non sicuro di aver capito
bene. Forse perché si aspettava di sentirsi dire un'altra
cosa. E forse perché sarebbe
stato anche meglio.
<
Cosa
hai detto? Ma .. Justin .. forse non hai capito bene cosa ti ho chiesto
io >
Guardandolo un po allarmato.
<
Certo
che ho capito, non sono mica sordo come certe persone che fingono di
esserlo >
lanciandogli una stoccata. Poi
continuando < Mi vuoi tutto per te,
ok. Da oggi non
andrò più con nessuno. Ma tu sei obbligato a
darmi il tuo bellissimo culo ogni
volta che mi va > Finì la frase con un gran
sorrisone soddisfatto.
Brian lo guardava storto, non molto
propenso alla sua
richiesta. < Scusa, ma tu non mi
vorresti tutto per te??? Non vorresti la stessa cosa che ti ho chiesto
io? >
<
Perché
vorresti diventare fedele all’improvviso?? Tu, Brian Kinney,
il dono a tutti i
gay vuole diventare monogamo solo per me? Sei sicuro che saresti
disposto a
farlo??? > E Justin lo guardava con uno
sguardo poco convinto.
<
Beh,
ci potrei provare, almeno se tu mi prometti di non tirarti indietro
ogni volta
che ci provo, sì insomma dovrai essere sempre disponibile a
qualsiasi ora e
minuto del giorno, e a tutte le mie voglie >
Come se Justin già non
lo fosse.
<
Insomma,
è una richiesta normale. La tua è …
è … >
<
Troppo
inverosimile? Darmi il tuo culo ogni tanto è più
importante che essermi fedele
per tutto il resto della tua vita??? >
<
Beh
raggio di sole, se la metti proprio così … no.
Però capisci, stiamo parlando
del mio sedere! Cioè tu lo sai … >
<
Cosa? Che il tuo culo è prezioso, mentre il mio che
è stato trivellato per anni
è ormai scontato? >
<
Non
dire stronzate Justin, lo sai che sei fantastico e che se ho deciso di
volerti
tutto per me è per quello che mi fai provare …
>
Cazzo,
questa si avvicinava quasi ad una dichiarazione nel gergo di Brian.
<
Io
ti desidero Brian, ti sembra strano che anch’io ti voglia
nello stesso modo? Ti
rendi conto che in 4 anni… eh sì, dico 4 anni,
non fare quella smorfia, ti sei
fatto scopare da me solo una volta? Tu sai che io non sono del tutto
passivo,
anzi lo sono solo con te perché ti amo. Ma vado con gli
altri perché così mi
sfogo, sognando di poter fare l’amore con il mio ragazzo, che
invece non mi si
da mai >
Per la veemenza del suo lungo discorso si sentì
arrossire, ma per una volta voleva parlare chiaramente con Brian.
Brian indeciso e ancora sognante
per le parole del
biondino, restava fermo davanti a lui. La sua unica smorfia la fece con
le sue
labbra, succhiandole all’interno della bocca. Il suo ragazzo
aveva ragione. Non
gli si era mai concesso tranne quella sera, dove un Justin testardo
l’aveva
avuta vinta su un Brian stanco dal lavoro. Così si era
concesso.
Justin però non sapeva
che le volte in cui Brian si
era dato a qualcuno, si potevano contare sulle dita di una mano. E
quella di
Justin era solo la seconda. Si era fatto fottere solo alla sua prima
volta, da
ragazzino. Ma dopo di allora aveva capito che gli piaceva scopare
più che farsi
scopare. Gli piaceva dominare, anche se ad essere sincero,
con Justin
c’erano state tante volte in cui aveva avuto il desiderio di
farsi penetrare.
Ma non glielo aveva mai fatto capire, quasi vergognandosi di lasciarsi
andare.
Anche lui provava le stesse emozioni di Justin, ma aveva sempre avuto
timore di
perdere quella parte di se, ancora un po’ stronza, che gli
era rimasta. Ben
poco del vecchio Kinney. Ormai Justin lo stava trasformando in una
lesbica
romanticona. Gli erano rimasti pochi limiti a cui tenersi saldo. Uno
era non
legarsi a nessuno e scopare chiunque o qualsiasi cosa che
respirasse ... e
l’altra non diventare mai passivo per nessuno. A pensarci la
prima era andata …
aveva detto a Justin di volerlo solo per lui, ed era ancora
così, soprattutto
se pensava alla gelosia provata poco prima con i ragazzi. Ma la seconda
era
disposto a cederla? Era disposto a cedere il suo culo ad un ragazzino
biondo,
che da quando era entrato nella sua vita, non faceva che
stressarlo??????????
Cosa sarebbe rimasto del famoso
Brian Kinney tolte
queste due particolarità??
Però sentirsi dire da
Justin, che lo desiderava e che
ogni volta che scopava qualcun altro si immaginava di stare con lui,
gli fece
tornare in mente quando aveva pagato quel prostituto biondo,
immaginando, anche
lui, di fare l’amore con Justin che, in quel periodo, in cui
lo aveva lasciato.
Cazzo, per un attimo
risentì il dolore provato per il
suo abbandono. All’improvviso Brian, per la prima volta nella
sua vita, si
sentì solo e provò la mancanza di qualcuno.
Quando se lo era visto rientrare
nella sua vita, con quella faccia da culo, era così felice
che si era promesso
di non allontanarlo più. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di
tenersi il suo
Justin accanto.
Quindi che male poteva fargli
concedersi ogni tanto??
E poi quante volte aveva sognato di rifarlo, come quella volta? Era
stato
meraviglioso ed eccitante quello che gli aveva fatto provare Justin
quella
sera. Mentre sprofondava in lui, andandogli a toccare delle parti che
Brian non
sapeva neppure di avere, facendo sussultare il suo corpo con dei
brividi
sconvolgenti. Si chiedeva se anche Justin provasse quelle stesse
sensazioni,
ogni volta che era lui a scoparlo. Di sicuro era così, solo
che Jus non aveva
le sue paranoie e gli veniva spontaneo darsi a lui. Quella volta con
Justin era
stata totalmente diversa dalla quella sua prima volta, così
rude e veloce, allo
stesso modo come lui trattava i ragazzi nella darkroom. Ma con Jus era
stata
subito un'altra cosa.
Continuarono a guardarsi fermi al
centro del loft,
nessuno dei due fece la mossa di allontanarsi, inclini a voler
rinunciare alle
loro posizioni.
Dopo un tempo lunghissimo, Brian
allungò una mano
verso Justin, che, ancora incredulo, lo guardava non riuscendo a capire
l’umore
del compagno. Ma la mano era ancora lì, stesa davanti a lui.
Brian non parlava,
ma del resto lui si esprimeva sempre poco in questi casi. Justin decise
di
buttarsi e di capire fino a dove sarebbero arrivati.
Allungò il suo braccio e
sentì la mano di Brian
stringere la propria. Lo guardava fisso negli occhi e gli stava
parlando in quel
modo tutto suo. Justin si sentì tirare da quella mano, e
appena gli fu
abbastanza vicino, Brian si girò verso la camera da letto e
se lo tirò dietro.
Justin si sentiva tirare da Brian,
ora girato di
spalle. Camminavano verso il letto ma per Jus era come camminare in un
sogno.
Sembrava che stesse per accadere, che Brian glielo lasciasse fare. Ma
possibile?
Quando si ritrovarono davanti al
letto Brian si girò a
guardarlo, e dopo un attimo il biondo venne spinto sul letto “E
ti
pareva” pensò un Justin deluso.
Brian si mise sopra di lui,
imprigionandolo con il suo corpo. Ma restando sollevato
perché voleva guardarlo
in faccia.
<
Da
oggi mi avrai Raggio di Sole, ma … solo qualche volta
>
risucchiandosi le labbra.
Justin incredulo alle sue parole
non riuscì altro che
annuire con la testa. Per una volta temeva di rovinare tutto se provava
ad
aprire bocca.
E Sunshine pensò
“Bene,adesso avrò il suo culo
…
domani invece lo obbligherò ad essere soltanto mio, una cosa
alla volta Mr
Kinney”.
Ah...
se Brian si fosse accorto del sorriso diabolico del piccolo Justin...
FINE
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