Whoa

di Aagainst
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


L’aereo stava decollando. Non poteva credere di esserci riuscita. Lei, Federica, una sedicenne orfana, schiavizzata dalla sua nuova famiglia adottiva, era appena riuscita a nascondersi sull’aereo per New York. New York! Certo, in realtà lei sarebbe dovuta andare a Franklin, ma si accontentava. Avrebbe preso un bus, non appena scesa dall’aereo.  Per ora sarebbe dovuta rimanere nella stiva nove ore ferma, in assoluto silenzio e senza mangiare. Per fortuna era riuscita a rubare dell’acqua prima di nascondersi in quel baule. Il movimento dell’aereo le conciliò il sonno e Federica si addormentò. Saranno stati giorni che non dormiva veramente.
<< Signori e signore, siamo lieti di annunciare che siamo arrivati a New York. E’ il vostro capitano che vi parla. Stiamo per atterrare e vi invitiamo, perciò, ad allacciare le cinture di sicurezza! Grazie per aver scelto la nostra compagnia aerea! >>. Federica trasalì: come avrebbe fatto adesso?                                                         

L’aereo atterrò, i passeggeri scesero e arrivarono gli addetti allo scarico delle valigie. Federica era nel panico: l’avrebbero scoperta. Il portellone si aprì. La ragazza frugò nelle valigie e trovò un passamontagna. Lo indossò. << Ehi Bill, occhio ai bagagli stavolta, che non ne ritorni qualcuno in Italia! >> << Tranquillo Mel! Ehi, ma chi sei tu? >>. Bill l’aveva vista. Federica non ci pensò su due volte: gli sferrò un calcio in faccia e corse via. Si rese conto della realtà. Si rese conto di quanto sarebbe stato difficile. Franklin… la città dove si sarebbe salvata. Da sé stessa.


Angolo dell'Autrice
Buongiorno! Lo so che ho un'altra fanfiction da finire, ma tanto questa è già completa di tutti i capitoli, quindi non vi preoccupate! In più, questa storia fa parte di una serie, che ho già pubblicato sul forum! Ma questa è una nuova versione, corretta e ampliata :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! Conto su di voi! 
Al prossimo capitolo (che sarà più lungo)!
Ciao ciao :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
Hayley era nel suo camerino, stravolta. Erano stati costretti a concedere dieci bis, o il palazzetto sarebbe venuto giù. Non ne poteva più! << Ehi, ciao! Hayley, sei pronta? >>. La rossa si voltò: era Taylor. << Arrivo! Solo un attimo! Dov’è Jerm? >> << Oh, è qui fuori. C’è anche Chad. >> rispose il ragazzo. << Beh, entrate pure. Stavo solo radunando le mie cose. >> << Ok, cosa hai perso? >> chiese Jeremy con tono scherzoso. << Ho perso… Ho perso… Al diavolo, ho perso una scarpa! >>. I tre ragazzi scoppiarono a ridere.  Riusciva sempre a perdere tutto. Incredibile,  ma vero. Si misero a cercarla tutti insieme, quando entrò Kathryn con una Vans in mano. << Ragazzi, ma che state facendo? >> chiese stupita di vedere i quattro strisciare per terra. << Amore! Oh, Hayley, abbiamo trovato la tua scarpa! >> disse Jeremy. Hayley scattò verso Kathryn, prese la scarpa e se la mise. << Fatto! Ora metto a posto le mie cose e ce ne andiamo! >> Kathryn, Chad, Jeremy e Taylor alzarono gli occhi al cielo e sospirarono. Era quasi l’una di notte e dovevano ancora mangiare qualcosa!                                                                                                                                                                                  Improvvisamente sentirono un rumore: grida. Qualcuno urlava là fuori. E di brutto. Hayley fece uno scatto e aprì la porta. Si trovò davanti la scena più assurda della sua vita: Ray, il buttafuori incaricato di tenere lontani i fan dal camerino, stava fronteggiando una ragazzina che a occhio e croce non doveva avere più di sedici anni che gridava di farla passare.  La cantante si guardò intorno, poi disse:<< Falla passare. E’ solo una ragazzina >>. La giovane si avvicinò a Hayley, timorosa. << Addio cena. >> sussurrò Jeremy. Kathryn gli mollò un pestone sul piede. Poi si avvicinò a Hayley e annunciò:<< Io, Jerm e Tay pensiamo di andare a mangiare a casa nostra. Se volete unirvi… >>. Hayley scosse la testa. << No, grazie. Chad, se vuoi andare tu… >>  Chad annuì e si allontano con gli altri. La ragazzina era rimasta zitta tutto il tempo. Ora erano solo loro due. Hayley si sedette su una sedia e offrì l’altra a quella misteriosa ospite. << Come ti chiami? >>. Silenzio. << Ok, domanda sbagliata? Beh, da dove vieni? >>. Silenzio. << Un’altra domanda sbagliata? Beh, posso almeno sapere perché hai impegnato così tanto Ray e sei venuta qui? Per un autografo? >>. Silenzio. << Ok, allora chiamo la polizia. >>. << No! >> Hayley si era alzata per prendere il cellulare. Si voltò: la ragazzina era in lacrime e la guardava con uno sguardo pieno di paura, come per chiederle aiuto. La cantante si mise vicino a lei. La fissò negli occhi. << E va bene. Ma devo sapere chi sei per aiutarti. >>. La ragazzina abbassò lo sguardo. Ormai piangeva a dirotto. << Ok. Vengo da Verona e sono venuta fin qui perché ho assolutamente bisogno di aiuto. Devo riuscire a capire alcune cose. Solo che… Ho solo sedici anni e sono clandestina qui negli Stati Uniti. >> Hayley la fissava. Di tutte, questa era la storia più assurda che avesse mai sentito. Le stava per dire di tornare a casa, quando notò che la ragazza stava sudando e respirava in modo sempre più affannoso. << Tutto bene? >> le chiese, preoccupata.  Non sapeva che fare. Provò a chiamare Chad, ma il telefono era spento. E chiamare Jeremy significava interrompere la serata di tutti. << Senti, adesso ti porto a casa mia. Vedrai, starai meglio. >>.
La fece accomodare sul divano e le portò subito un bicchiere d’acqua.  La ragazzina si stese. Hayley le mise addosso una coperta e si sedette accanto a lei, senza dire nulla. << Federica. >>. La cantante la guardò. << Come? >>. La ragazza alzò lo sguardo. Poi mormorò:<< Mi chiamo Federica >>.

Angolo dell'Autrice

Ecco il primo capitolo. Federica è arrivat a Franklin! Ma come? E perché? Le risposte le avrete al prossimo capitolo!

Un grazie a ItsOzzyCobain per la bella recensione e per tutti coloro che hanno letto il prologo. Mi raccomando, recensite! 
L'altra mia storia sui Paramore è "The Miracle":
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1635777

A
l prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
Il sole era  ormai alto nel cielo. Saranno state più o meno le undici, ma Hayley non aveva ancora svegliato Federica. Sempre che si chiamasse veramente così. Qualcuno suonò il campanello ed Hayley corse ad aprire. Era Chad. Gli saltò al collo. << Chad! Grazie a Dio che sei venuto! Non so proprio cosa fare! >> << Ehi, calmati. Allora, raccontami per bene tutta la storia. >>. Hayley gli raccontò tutto ciò che le era acaduto una volt che era rimasta sola con Federica. Poi aggiunse: << Cosa devo fare? E’ solo una ragazzina! >>. Chad la guardò e sospirò. << E se chiamassimo i servizi sociali? D’altronde non può rimanere qui per sempre! E poi, è giusto che trovi una famiglia o, se ce l’ha, che torni dalla sua! >>. Hayley annuì. Sì, Chad aveva ragione. Avrebbe dovuto chiamare i servizi sociali e poi farla portare ad una famiglia. << Io devo andare Hayls! Ci sentiamo dopo! >>. Le diede un bacio e scappò via. Hayley andò a svegliare Federica, ma con grande sorpresa non la trovò sul divano. Entrò nel panico. << Federica! Dove sei? Federica! >>. Sparita. La ragazza era sparita. Hayley stava già per richiamare Chad, quando Federica comparve dal bagno con aria addormentata. Hayley tirò un sospiro di sollievo. << Dobbiamo parlare. >> affermò la cantante. << Di cosa? >> chiese Federica.  Hayley sospirò. << Di te. Bisogna trovare una soluzione. >>.  Federica fece una faccia incuriosita e si sedette sul divano. La rossa la seguì. << Vedi, per me è stato un grande piacere ospitarti questa notte. Ma non puoi rimanere per sempre. Io ho la mia vita, che è anche abbastanza complessa. E non posso ospitare una ragazzina di sedici anni che  è scappata di casa. Perché è ovvio che tu sia scappata di casa. >> << Ma io non ho intenzione di fermarmi qua per sempre.  >>. C’era riuscita. L’aveva spiazzata. Hayley non sapeva che dire. La ragazzina continuò: << Sai, ieri ero stravolta per il viaggio. Ho preso un volo per New York e poi un pullman per venire fin qui! Ma è giusto che tu sappia perché sono venuta fin qui. Io… Io sono alla disperata ricerca degli assassini dei miei genitori. .>>. Hayley era paralizzata, con la bocca aperta. Provò a dire qualcosa, ma le uscirono solo degli strani versi. << Sì, sì, lo so che sembra una cavolata. Ma è la verità! Io sono orfana. Cioè, ora non più. Vabbè, storia lunga. >> << Ok. E che cosa ci fai a Franklin? >> riuscì a dire la cantante. << Beh, io… So che si dovrebbe trovare qui. Anzi, se mi aiutassi io ne sarei felice. >> << Cosa? >>. Hayley scoppiò a ridere istericamente. << Vorresti dirmi che tu ti sei fatta un viaggio immane perché vorresti trovare colui che ha ucciso i tuoi genitori, come in un film? Ricordati, hai sedici anni e non sei nell’esercito. E poi, come diamine potrei aiutarti? >> le chiese. << Beh, potresti darmi degli indirizzi o qualcosa del genere. >>. La cantante si voltò verso di lei.  << Tu sei pazza! Chiamo subito i servizi sociali! E non voglio più vederti! >>. Hayley si alzò e chiamò i servizi sociali, con molta sorpresa di Federica che, però, non provò nemmeno a scappare. Era rimasta letteralmente pietrificata dalla sorpresa. Così, quando un assistente sociale e la polizia venne a prenderla, lei si lasciò semplicemente portare via, sotto lo sguardo stranito della rossa.                                                                                                                                                        Federica se n’era andata da almeno tre ore e Hayley ne aveva approfittato per pulire un po’ casa. << Siamo alle solite! Dove ho messo le mie scarpe?>>. Provò a cercarle sotto il divano, ma niente. << Oh, accidenti! Uh, e questo cos’è? >>. Sembrava un biglietto. La ragazza si incuriosì e iniziò a leggerlo. Federica non diceva balle. C’erano una lista di nomi e di luoghi, tutti segnati. Molte domande continuavano, però, ad attanagliarla: come diamine era riuscita ad arrivare da Verona fino a Franklin da sola? E poi, come mai le avevano ucciso i genitori? Era scappata di casa solo per quello? O c’era dell’altro? E comunque, come sperava di riuscire in un’impresa del genere? In fondo, aveva solo sedici anni! “Bah, di sicuro non lo capirò mai se resto qui!” pensò tra sé e sé. Si recò, quindi immediatamente ai servizi sociali. Per fortuna Federica era ancora lì. << Scusi, cercavo il signor Collins. >> disse alla segretaria. << E’ di là, con quella ragazza italiana. >> rispose la donna. La rossa corse verso di loro. Federica le lanciò un’occhiataccia. << Posso parlarle? >> chiese Hayley all’assistente sociale, che, anche se un po’ sorpreso, annuì. I due uscirono dalla stanza. << Allora, che cosa succede? >> le chiese l’uomo. Hayley sospirò. << Ecco… Io avrei una proposta da farle. >>
Federica non riusciva a capire di cosa stessero parlando. Finalmente rientrarono. << Allora Federica. >> disse il signor Collins, guardando Hayley. << Abbiamo trovato la tua nuova casa. >>

Angolo dell'Autrice

Eccomi... Allora questo capitolo è un po' più sostanzioso. chi ha letto la prima versione noterà qualche cambiamento! 
Ringrazio Benny92 per le recensioni :)
Alla prossima! Mi raccomando: recensite per favore :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
Era passata una settimana da quando Hayley aveva deciso di tenere con sé Federica.  Eppure non aveva trovato risposte, ma solo nuove domande. Federica non era una ragazza facile. L’inglese lo sapeva molto bene, eppure non parlava molto. In più, non era entrata molto in sintonia con Chad e, purtroppo, neanche con la signora Williams. La mamma di Hayley pensava che la figlia fosse impazzita. Crescere una ragazza, neanche sua, da sola? << Sarà stressata per il lavoro! >> continuava a ripetere. Il signor Williams, invece, non aveva osato commenti. Meglio, forse. O peggio?                                                                                                   Federica si trovava molto, invece, con Jeremy, Kathryn e Taylor. I due ragazzi la divertivano come due fratelli maggiori e  Kathryn le sembrava una specie di zia. Eppure Hayley non era per lei una mamma. Per la ragazzina la cantante assomigliava più a una sorella maggiore, forse anche per lo scartò d’età, non molto grande. In più, in realtà, non solo non parlava, ma soprattutto se ne stava quasi tutto il giorno in camera a fissare il vuoto. Gli unici momenti in cui socializzava erano i momenti in cui anche gli altri due membri della band entrava in casa Williams, ma siccome a causa della stesura del nuovo album accadeva meno raramente che si presentasse la situazione inversa, la cantante aveva iniziato a pensare di aver commesso uno sbaglio a prenderla con sé.  
Federica era in camera sua, pensierosa, quando Hayley arrivò. L’abbracciò, ma lei si divincolò, Ora Hayley era proprio stufa. Le aveva sconvolto la vita, non poteva permettersi di comportarsi così. Le prese la testa e la girò verso di sé. Le due si guardarono, in silenzio. Federica cedette. Si abbandonò sulla spalla della rossa. Le lacrime scendevano copiose. Hayley la fece sfogare. Poi le chiese:<< Qual è la verità? >> << La verità è che sono una stupida! >> << Ma cosa dici? Non è vero! >> Hayley la guardò con estrema tenerezza. Federica non si poté sottrarre a uno sguardo come quello. Non ce la faceva più. Si appoggiò con la schiena al petto della cantante. << Sono nata in una bellissima famiglia. Niente di che, sia chiaro. Ma era fantastico. Solo che non durò. Mi ritrovai da sola. Incidente d’auto! Bah, chi c’ha mai creduto! Papà sapeva guidare e anche piuttosto bene! La verità non l’ho mai saputa. Mai! >> << E sei venuta fin qui perché qui avrai le risposte? >> << No. Sono venuta qui per un altro motivo. Dopo l’incidente fui ospitata in un istituto, fino a quando no fui adottata da una coppia. >>. Hayley non capiva. << E’ una cosa bella ritrovare una famiglia. No? >> domandò. << Ma quella non era una famiglia! Mi usavano! Ero una schiava per loro. Mi costrinsero a fare il corriere! Ho visto più droga io che la sezione narcotici della polizia! Tu non ne hai idea! E ogni volta che ti rifiutavi di fare qualcosa… BAM uno schiaffo! La coppia felice era composta da due malviventi. Loro mi facevano andare a scuola la mattina e poi mi facevano fare lavori di tutti i tipi di pomeriggio! >> << E la polizia? Non potevi chiamare? >> << C’avevo pensato. Poi ho scoperto che mio padre conosceva quei due. E allora mi sono detta:” Perché non ne approfitto?” E quindi sono rimasta lì. Ho indagato per conto mio. >> << E cosa hai scoperto? >> << Che sono coinvolti nell’omicidio dei miei. >>.  Hayley l’abbracciò e le diede un bacio sulla fronte. << Nei mesi seguenti pensavo solo a una cosa: fuggire da quei due e scoprire la verità. Nel frattempo chiesi alla mia banda una mano. Sai, eravamo tutti dei piccoli teppisti o criminali. Facevamo parte di una gang, ci chiamavamo i Metalcore, perché ascoltavamo per lo più quel genere di musica. Lavoravamo per dei tipacci, ma qualcosa ce lo intascavamo anche noi. Cioè, io me lo sarei intascato volentieri se i miei “genitori adottivi” non prendessero tutto. >>. Federica sorrise. Dopotutto erano i suoi amici. Chissà quando li avrebbe rivisti. << E che cosa avete fatto? >> chiese la cantante. << Beh, io e una mia amica ci intrufolammo in casa dell’uomo per cui lavoravano tutte le gang della zona. E’ un tipaccio, si fa chiamare Brandon “Corvo Nero”. Trovammo delle carte che riguardavano me, ma siccome era rischioso che io me le portassi a casa, le prese lei. Scomparve il giorno dopo. >>. Hayley rabbrividì. << S-scomparve? >> << Sì. E così anche i miei amici mi abbandonarono. Non che li possa biasimare, eh! Avrei fatto lo stesso. D’altronde, glielo stavo anche per chiedere. Insomma, non volevo ficcarli nei guai. Decisi perciò di fare tutto da sola e cercai qualcosa che potesse incastrare gli assassini. Cercai in tutte le vecchie cose di mio padre e di mia madre e trovai un nome: Omar Graver. Abitava qui a Franklin. Mi feci forza e presi una decisione: scappare e andare a Franklin. Fu facile: è bastato nascondersi in un baule per riuscire a essere messa in stiva. Non sono molto furbi in aeroporto. >>. Hayley la fermò. << Aspetta, vuoi dirmi che la ragazzina con passamontagna che è venuta clandestinamente negli Stati Uniti e che è apparsa su tutti i giornali… Sei tu? >> domandò, incredula. Federica sorrise. << Sì, sono io. Beh, ma è facile, non sai quante volte l’ho fatto per trasportare droga. Ma il punto non è quello. Il punto è che sì, riuscii a trovare Graver. Solo che lo trovai morto. E, forse questo non dovrei dirtelo, ma… >> << Ma? >> si disperò la cantante. << In mano aveva una tua foto e allora venni da te. Il resto lo sai. >>. Hayley non voleva credere a quello che aveva appena ascoltato. Eppure sapeva che era la verità. Rimasero mute, tutte e due. << Hayley. >> la chiamò lei. << Sì? >>.  La rossa abbassò lo sguardo. Federica era distrutta. << Tu non mi abbandonerai, vero? >>. La cantante rimase in silenzio. Poi la guardò negli occhi e affermò, con estrema certezza:<< No. Mai. >>.

Angolo dell'Autrice

Allora, ve l'aspettavate una storia del genere? Ditemi la verità,è un po' improbabile! Sì, lo so, ma ora vi svelo un segreto: questa storia è nata in seguito a un sogno che feci, quindi, anche se l'ho riadattata, non può essere molto normale ;)
Ringrazio
  • Benny92
  • ItsOzzyCobain
  • Chocobomb
per le recensioni. Poi ringrazio anche chi legge "silenziosamente", anche se vorrei una vostra opinione sulla storia! Insomma, a me farebbe piacere, quindi non siate timidi :)
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
Federica entrò in un bar. Quel locale era gestito dai membri di una gang rivale, i Raptor.  Ma, d’altronde, era lì proprio per quello. Doveva assolutamente riuscire a vendicare Post, uno dei suoi migliori amici. L’avevano ucciso a colpi di pistola, maledetti. Entrò nel bar e ordinò un drink. Sentiva il freddo dell’arma sulla coscia, ma ormai c’era abituata. Si mise a bere, attendendo il momento giusto per colpire. Intanto fissava il tavolo dell’assassino. Lo chiamavano Low. Era un ragazzo di colore, di media statura. Stava ridendo e scherzando con il suo vicino di posto, Andrea Orvieti. Quel tipo le faceva venire il voltastomaco: era un senza-palle, un essere infimo e inutile.
Federica si sentì toccare la spalla. Si voltò: quell’idiota di Lorenzo Poggi l’aveva riconosciuta. << Ehi, Low, guarda chi c’è qua! >> esclamò. Il ragazzo si alzò e la raggiunse. La perquisì e trovò la pistola. << Oh, guarda un po’ che ho trovato. Mi volevi fare la pelle, sgualdrina del cazzo? Beh, sarò io a farla a te! >> le urlò in faccia. Poi le mollò un micidiale pugno. Federica barcollò e cadde a terra. Si pulì del sangue con la manica della maglia. << Sei solo un finocchio* di merda! Uno stronzo figlio di puttana! >>. Detto questo si alzò e gli mollò una testata nello stomaco. Gli altri membri dei Raptor si alzarono per fermare la ragazza, ma Low li fermò. << Ragazzi, è una cosa tra me e lei. State lontani. >>. Il ragazzo tirò un calcio al ginocchio della sua avversaria. Federica vide letteralmente le stelle, ma non mollò, rifilandogli un micidiale colpo al mento. Ora anche Low aveva del sangue in faccia. << Brutta puttana di merda! Ti faccio vedere io! >>. Prese la mira e le mollò un pugno al fianco, colpendole le costole. Federica realizzò che doveva averle, come minimo, incrinate.  Il ragazzo le prese il braccio e la immobilizzò. Tirò fuori una pistola e gliela puntò alla tempia. Federica non perse tempo: prese un coltello che c’era sul bancone e lo ficcò dritto al cuore di Low. Senza fermarsi a guardare scappò via, con le mani lorde di sangue.
Federica si svegliò, tutta sudata. Aveva fatto un incubo terribile. Si guardò le mani. Per ora erano pulite. Eppure lei si sentiva incredibilmente sporca. Dentro.
Taylor si stava preoccupando. Aveva chiamato per tutta la mattina Jeremy per delle questioni legate al nuovo album e non aveva risposto nessuno. Arrivò a casa Davis e trovò tutto aperto. Ora la preoccupazione era diventata paura. Entrò in casa. C’era un disordine immane e segni di lotta ovunque. << Jerm? Kat? C’è qualcuno? >>. Silenzio. << Jeremy! Kathryn! >> urlò. Ma non rispose nessuno. << Accidenti! >>.
Hayley e Federica stavano pranzando, quando qualcuno bussò alla porta. Federica aprì e si trovò davanti Chad. << Ehm…Hayley! E’ per te! >>.  La cantante si alzò da tavola e si diresse all’ingresso. <<  Ah. Ciao Chad. >> << Ciao. Ho bisogno di parlarti. >>. Hayley fece cenno a Federica di allontanarsi. << Che cosa c’è? Ti vedo molto preoccupato. E’ successo qualcosa? >> chiese. Chad sospirò. << Jerm e Kat… Sono spariti. Tay ha mandato me a dirtelo. >>. Hayley non voleva  sentire. Pensava di impazzire. Non ci voleva credere. Il suo  migliore amico scomparso insieme a sua moglie. La rossa si voltò: Federica aveva sentito tutto e continuava a fare “no” con la testa. << Chad, te ne devi andare. >>  supplicò la rossa. Il ragazzo si incupì. << Ora capisco! E’ tutta colpa sua, vero?  Da quando sei qua tutto sta andando storto! >> urlò, rivolto a Federica. << Chad, vattene! Ti prego! >> si disperò Hayley. Chad era fuori di sé. << Va bene Hayley, hai fatto la tua scelta! Se cambi idea sai dove trovarmi! >>. Il ragazzo uscì sbattendo la porta. << Scusa! Non volevo farti litigare con il tuo ragazzo. >> << Non ti preoccupare, non è colpa tua. >>. Hayley si buttò sul divano. Litigare con Chad era l’ultima cosa che avrebbe voluto. Avrebbe voluto tanto chiamare Jeremy. E invece era scomparso. Chissà, magari era stato rapito. La cantante non voleva nemmeno pensarci. << Senti, perché ora non  vai in camera tua? O chiami Erica per una passeggiata? Io…Io ho bisogno di uscire un attimo! >>. Federica capì la situazione e andò in camera sua. Hayley si vestì e uscì, ma non sapeva dove andare: con sua madre da quando aveva preso con sé la sedicenne non ci andava proprio d’accordo, Con suo padre idem, Taylor era nella sua stessa situazione e Chad era meglio non vederlo per un po’. Pensò a Dakota, la sua migliore amica, ma la scartò. Non voleva coinvolgerla. “Hai vinto ancora!” pensò tra sé e sé.
Hayley era l’ultima persona al mondo che si sarebbe aspettato di vedere quel giorno. << Che diamine ci fai qui? >> << Josh, ti prego, non infierire! E fammi entrare, che piove! >>. Il ragazzo la fece accomodare.<< Hai saputo di Jerm e Kat? >>. Josh annuì. << Hayley, senti, sul serio… Perché sei qui? >> chiese il ragazzo. Hayley si voltò verso di lui. L’avrebbe voluto  prendere a schiaffi. Invece ammise:<< Perché ho bisogno del tuo aiuto! >>. La ragazza gli raccontò tutto, senza tacergli neppure il dialogo che avevano avuto lei e Federica la sera prima. Il ragazzo le disse:<< Pensi che siano gli stessi che hanno fatto rapire la sua amica? >> << Probabile. Magari la vogliono ricattare. Però non voglio pensarci. Insomma, da come me li descriveva quelli uccidono! >> rispose lei. << Ti prego, non so che fare! >>. Josh l’abbracciò, come un amico. Poi le sussurrò:<< Stai tranquilla, ok? Intanto, prova a scoprire chi diamine è questo Omar Graver! Dai, ora torna a casa. >> Hayley annuì. Era già per strada e aveva addosso una strana sensazione. Era… contenta. Certo, la scomparsa di Jeremy e Kathryn era una ferita insopportabile. Ma sapere che aveva riallacciato i rapporti con Josh la rendeva felice. E’ proprio vero che anche nel tunnel più oscuro arriva la luce. 

*Specifico di non voler sembrare in alcun modo omofoba

Angolo dell'Autrice

Ecco a voi il quarto capitolo. La prima parte è un po' violenta, ma oh, il rating è arancione. Allora, hanno rapito (?) il nostro caro bassista e sua moglie. E Chad è uno stronzo. Mentre Josh... Ehi, frenate l'entusiasmo! Non è una Joshley, I'm sorry! Ma mi piacerebbe se quei due tornassero almeno amici :)
Ringrazio Benny92 e Chocobomb per le recensioni!
Previsioni per il prossimo capitolo? Suggerimenti, critiche, annotazioni, ordinazioni, insulti, complimenti... Potete farli tutti recensendo :)
Quindi... Recensite ;)
A lunedì! (Domani è domenica e non aggiornerò, forse andrò avanti con The Miracle, ma non ne sono sicura). 
Bye Bye :D

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5
Federica era agitata. Sapeva che era solo lei la responsabile di tutto questo. Ma cosa le era venuto in mente? Scappare da quelli. E poi affrontarli, anche. Doveva esserle andato in pappa il cervello. Posò lo sguardo su Hayley. Era stranamente serena. E le dava tremendamente fastidio. Odiava le persone serene. Perché lei non lo era più da troppo tempo. Perché non si ricordava più come si facesse ad esserlo. Solo  non capiva. Non capiva come poteva essere successo tutto questo. Voleva delle risposte, subito. E la faceva stare male il non poterle avere.  Decise di uscire. Stare in casa la opprimeva.
Decise di andare al bar di quel tipo napoletano, Ciro. Le era simpatico ed era anche l’unica persona con cui poteva parlare in italiano. E poi, faceva del buon caffè. Entrò nel bar e salutò Ciro. << Un caffè espresso e una birra. >>. Ciro la guardò. << Birra e caffè? Signorì, ma siete impazzita? O la birra o il caffè! >> ribatté il napoletano, orripilato.  << Allora birra. >>. Ciro alzò gli occhi al cielo e le portò la birra. La scolò in un sorso. C’era un ragazzo nel bar. Un ragazzo che la fissava. Federica pagò il conto e uscì. Il ragazzo la seguì. La ragazza si lasciò seguire per un po’, poi non ne poté più.  Svoltò in un vicolo e attese che lui passasse, poi gli si parò davanti con aria minacciosa. << Che vuoi? Chi sei? >> chiese, aspra. << Ehi, ehi, buona. Mi chiamo Paul. E abito vicino a te. Cioè, vicino ad Hayley. E siccome ti vedo tutti i giorni fuori dal balcone da sola, ho pensato di venire a conoscerti di persona. >>. Federica alzò gli occhi al cielo. Ci mancava solo l’idiota che voleva fare il consolatore. Tuttavia si presentò:<< Beh, ok. Io sono Federica e vengo da Verona. >> << Oh, sei italiana, come Ciro! Beh, “Italian Girl”, che ne dici di fare un giro? >>. La ragazza si guardò in giro. Voleva, sotto sotto. Ma la tentazione di chiudersi a riccio era fortissima. Eppure era consapevole di avere bisogno di compagnia. << E va bene! Dove mi porti? >> domandò. Paul sorrise e rispose:<< Un po’ in giro. Immagino che tu non sia mai andata ai parchi. >>. Federica scosse la testa. Il ragazzo le fece cenno di seguirlo e la diresse in un grande parco. << Ti va un gelato? >> le chiese. << Sì, grazie. >> rispose. Mangiarono un gelato e chiacchierarono. << Allora, “Italian Girl”, si può sapere che diamine ci fai qui? >> domandò Paul. << Storia complicata. Diciamo che ho dei lavori da svolgere. >> spiegò lei. << Ah. Beh, comunque, quanti anni hai? Io sedici. >> << Anche io! E anche Erica, se non sbaglio. >> affermò la ragazza. << Erica Williams? La sorella di Hayley? Sì, ha la nostra età. Frequentiamo gli stessi corsi a scuola ed è la mia migliore amica. Sai, suo padre e mio padre erano nella stessa classe al liceo. >> spiegò Paul. << Erica è molto simpatica. Anche se suo padre mi odia. Così come la madre di Hayley, d’altronde. >> rifletté l’italiana. << Ti odiano? E perché? >> chiese Paul. << Boh, così. Penso non apprezzino molto il fatto che la loro figlia abbia preso con sé una ragazzina di sedici anni straniera, sconosciuta e, per di più, clandestina. Se sapessero il resto penso che mi ucciderebbero. >> << Il resto… Cosa? >> intervenne Paul. << Nulla, non ti preoccupare. >> rispose Federica, rendendosi conto di aver parlato un po’ troppo. Si guardarono negli occhi e Paul arrossì. << Ehm… Ti va di… Guardare le nuvole? >> propose, imbarazzato. Federica annuì e si sdraiò accanto a lui. << Quella assomiglia a un gatto! >> esclamò il ragazzo. << E quella a una pistola. >> affermò lei. Già, una pistola. Mentre guardava le nuvole Federica si addormentò. E iniziò a sognare.
I Raptor la stavano inseguendo. Ormai era questione di tempo: presto l’avrebbero raggiunta e, allora, per lei sarebbe stata la fine. Non aveva più nemmeno la pistola con sé. Certo, Post l’aveva vendicato, ma non voleva  essere lei la prossima vittima. Si guardò intorno, in cerca di una via di fuga. Vide una rete che separava due proprietà. Decise di provare a scavalcarla. Prese la rincorsa, ma qualcosa la trascinò giù: Lorenzo Poggi. << Ti prego, se vuoi uccidermi, fai in fretta! >> supplicò la ragazza. << Per tua fortuna Low non è morto. Ma sta soffrendo. Ed è giusto che anche tu patisca lo stesso! >> urlò. Poi la colpì con un calcio in faccia. Federica sputò sangue, anche se temeva di aver perso anche qualche dente. Sopraggiunse anche Andrea Orvieti. << Sei una puttana di merda. Prendi questo! >>. La ragazza gridò dal dolore quando il ferro raggiunse la sua schiena. Si sentiva morire. << Vi prego, basta. >> supplicò lei. << Oh, no. Adesso arriva il bello, piccola. >> sibilò Lorenzo, malizioso. Federica capì subito dove il ragazzo voleva arrivare, ma era troppo debole per reagire. I due Raptor l’avevano ormai privata dei vestiti, quando qualcosa li colpì alle gambe. I due scapparono, intimoriti. << Roger… >> mormorò Federica, prima di perdere conoscenza.
<< Ehi, ehi! E’ tutto a posto. Ci sono qui io. >> sussurrò Paul. La ragazza si era risvegliata tra le sue braccia. << Io… Che è successo? >> << Ti sei addormentata, ma devi aver avuto un incubo. >> spiegò il ragazzo. << Io… Mi succede spesso. Mi dispiace. >> si scusò. Poi guardò l’ora sul cellulare ed esclamò:<< Cavoli, è tardissimo! Hayley sarà preoccupata. >> << Se vuoi ti accompagno >> propose Paul. Federica accettò di essere accompagnata. Arrivarono alla casa di Hayley in poco tempo. Federica fece per entrare, ma Paul la bloccò per un braccio. << Che c’è? >> gli chiese. << Ti posso rivedere? >> << Certo! Tanto abiti qui vicino! >>. Federica si avviò verso la porta, ma Paul le bloccò nuovamente il braccio. << Che vuoi ancora? >>. Gli occhi scuri del ragazzo la scrutavano. << Te. >>. Federica non seppe come, ma le sue labbra si ritrovarono su quelle di Paul. Avrebbe voluto congelare quel momento. L’incidente, gli schiaffi, gli amici, Jeremy e Kat, tutto, tutto scomparve dentro a quel bacio. E lei invece rinacque. Si sentiva come una goccia di pioggia che cade nel mare, ricongiungendosi, dopo tutto quel cadere, all'acqua, ovvero a sé stessa. Sì. Perché scappare da sé stessi? Perché opporre resistenza? Ormai era certa: era riuscita a ritrovarsi. Paul le aveva fatto ritrovare sé stessa. 

Angolo dell'Autrice

Questo capitolo è abbastanza inutile per la storia, ma introduce un personaggio che a me piace molto. Paul appare anche nel sequel (sì, c'è anche un sequel!), anche se non voglio fare spoilers.
Allora, che ve ne pare? Vi piace? Non vi piace? Vi fa schifo? Mi raccomando, fatemelo sapere!
Ringrazio
  • ItsOzzyCobain
  • Chcobomb
  • Benny92
Per le recensioni! Grazie di cuore. E anche un ringraziamento per chi legge. Sappiate che non è mai troppo tardi per recensire :)
Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
Federica entrò in casa raggiante. Ma la sua contentezza si spense di lì a poco. Si trovò davanti, infatti, la signora Williams con Erica e McKayla. << Entra e vatti a sedere sul divano. >> ordinò la donna. Erica le fece “ciao” con la mano, ma lei la fulminò con lo sguardo. << Mamma, te ne stavi andando. >> la rimproverò Hayley. << E invece ho deciso di fare quattro chiacchiere. Hay, quella… ragazza se ne deve andare da casa tua! E lo sai anche perché. Perché tu hai ventiquattro anni e hai una vita. >> << Ma… >> provò a replicare Hayley. << Niente “Ma”. In più gira la voce che Jeremy e Kat siano scomparsi a causa sua! Ti sembra normale? E’ una straniera, clandestina e, per di più, ha un passato che mi convince poco. >> urlò la donna. << Mamma, ma che stai dicendo? >> si esasperò la rossa. << Hayls, voglio che tu la porti in un istituto. Non puoi continuare così! Hayley, lei è… >> << Guardi che se ha paura che le rubi la figlia non si deve preoccupare >> la interruppe Federica. La signora Williams la guardava, sbigottita. A Hayley scappò un sorriso. Senza dire una parola, la donna se ne andò, sdegnata. Le quattro ragazze scoppiarono a ridere. << Era la prima volta che qualcuno zittiva mamma! >> osservò la cantante. << Erica e McKayla restano qui? >> chiese Federica. Hayley annuì. << Fino a domani pomeriggio! >> rispose. << Beh, che si fa? >> domandò Erica. << Maratona di film e cena a base di schifezze? >> propose McKayla. << Buona idea. Che film proponete? >> chiese Hayley. << Scream! >> risposero all’unisono le tre ragazzine. Quella sera mangiarono marshmellwos in giardino e guardarono tutti e quattro i film della saga di Scream. Non si erano mai divertite tanto.
Il giorno dopo accadde qualcosa di molto inaspettato: la polizia chiamò. Avevano trovato Jeremy e Kathryn in un vicolo. Li avevano portati all’ospedale per dei controlli, ma li avevano dimessi subito. <<  Si può sapere che è successo? La polizia non ci ha voluto dire nulla! >> chiese Taylor. Jeremy rispose:<< Sono entrati in casa nostra tre uomini armati e mascherati e ci hanno rapiti. Non sappiamo dove ci abbiano portati. Ci hanno tenuti legati e bendati tutto il tempo. >>. Kathryn continuò:<< Continuavano a chiederci se sapevamo dov’era il codice… Ma non capivamo di cosa stessero parlando! E devono averlo capito anche loro, visto che ci hanno rilasciati! >>. << Beh, adesso state tranquilli. La polizia ha sistemato alcuni uomini di guardia. Non dovrete temere nulla! >> li rassicurò Taylor. Jeremy e Kathryn si guardarono negli occhi e annuirono, poco convinti.
Quella sera festeggiarono alla grande a casa Davis. Invitarono Ciro a fare delle pizze e stettero tutti insieme tra loro. Solo Hayley era un po’ inquieta. << Che hai? >> le domandò Chad. << Niente. Solo, aspettavo una chiamata e non mi è ancora arrivato nulla. >>. Il telefono squillò proprio in quel momento. << Scusate, torno subito. >> disse, alzandosi. << Beh, mentre Hay è di là, che ne dite se porto il dolce a tavola? Così almeno ne rimane un po’ per noi! >> propose Kathryn. La proposta fu accettata da tutti e Kat portò in tavola una meravigliosa torta al cioccolato.  Intanto la cantante era andata in camera di Jeremy e Kathryn a parlare al telefono. << Commissario Hill, è un piacere sentirla. Allora si è informato? >> << Sì, signora Williams. Ho chiesto informazioni anche ai colleghi italiani. Ora so più o meno tutto quello che voleva sapere. >> rispose il commissario.
Inutile dire che quando Hayley ritornò in sala da pranzo si dovette accontentare di una misera fettina di dolce. Ma non le importava. Non in quel momento. << Beh, è tardi! Io vado! >> annunciò Taylor. << Anche noi andiamo. >> disse Chad, rivolgendosi ad Hayley e Federica. L’italiana lo guardò male, ma si trattenne: sapeva che la cantante ci teneva che si comportasse per bene. Chad le accompagnò a casa, ma quando Hayley lo invitò ad entrare si rifiutò. << Mi dispiace averti trattata così male. >> si scusò << Ma non riesco ancora ad accettarla. Perdonami. Un giorno, forse, mi convincerò che è solo una ragazzina in difficoltà. Ma ora non  posso. >>. Hayley lo baciò. << Ti amo lo stesso. >> gli sussurrò. Il ragazzo sembrò rasserenarsi. Si salutarono e le ragazze entrarono a casa. << Hayley, io… Ho un problema. >> annunciò Federica. << Parla pure. Ti ascolto. >> la rassicurò la rossa. L’italiana abbassò lo sguardo. << Io… Faccio fatica a dormire. Ho gl’incubi che mi tormentano. >> ammise. Hayley la abbracciò e si fece raccontare gl’incubi. << Sono cose che sono successe davvero? >> chiese poi. << Sì. >> rispose la ragazzina. << Forse non sei riuscita a superarle. Non so come aiutarti, ma posso provare con una camomilla. >>. Federica annuì, così la rossa le preparò una bella tazza fumane di camomilla. << Beh, io provo a dormire. Buonanotte >> dichiarò Federica. << Aspetta! >> esclamò Hayley. La ragazzina la guardò, spaesata, mentre la cantante non riusciva a parlare. << Io… Buonanotte. >> la salutò e, non appena l’italiana raggiunse la sua stanza,  si buttò sul divano, con la testa fra le mani. Aveva seguito il suggerimento di Josh. Ma come avrebbe fatto a dire a Federica che Omar Graver era un assassino professionista?

Angolo dell'Autrice

Heilà! Allora, questo capitolo è corto, e mi scuso in anticipo. Ma, siccome si tratta di allungare e correggere capitoli gà scritti in passato, questo è stato il massimo che sono riuscita a fare. E, fidatevi, prima era molto meno lungo di così.
Allora, conosciamo la cara signora Williams e poi Erica e McKayla che, specifico per chi non lo sapesse, non hanno la stessa madre di Hayley. Non so se si capisce dal testo, ma i motivi per cui erano lì erano diverse da quelle della madre della Willi. 
Beh, poi, che altro? Ah, già! Chaddino si sta ridimensionando, Federica ha ammesso gl'incubi e Hayley... Beh, Hayley ha una cosa grossa da confessare. Ce la farà? Mah, chi leggerà vedrà ;)
Ringrazio Chocobomb per la recensione! Ricordo anche l'altra mia fan fiction sui Paramore, (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1635777&i=1), "The Miracle" che ho aggiornato ieri al capitolo 20. Se vi va, leggete anche quella, anche se è totalmente diversa.
Bene, me ne vado :)
A domani :)

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


 
CAPITOLO 7
Federica stava dormendo di gusto, quando qualcosa colpì il vetro della finestra. Ignorò il tutto, si girò dall’altra parte e proseguì la sua ronfata. Ma il rumore continuò per una, due, tre, quattro volte. Federica si alzò, aprì la finestra e urlò:<< Insomma, la piantate di… >>. Si bloccò: era Paul. << Allora scendi? O hai intenzione di sciogliere i tuoi capelli per farmi salire? >> scherzò il ragazzo. L’italiana sorrise: i suoi capelli non erano molto lunghi. << Arrivo! >> esclamò. Federica si vestì, si pettinò e scese da Paul. << Allora, che vuoi farmi vedere oggi? >>  chiese. << Niente di speciale. Solo, ti conviene dire a Hayley di non aspettarti a pranzo. >> rispose lui. << Le manderò un messaggio. >> affermò lei. << Bene. E ora seguimi.>>. Paul la portò a prendere un pullman, dal quale scesero abbastanza presto. Camminarono per un po’, fino a quando non arrivarono a un bellissimo spiazzo. Era un’immensa distesa erbosa. A Federica sembrava di essere in montagna. << Eccoci arrivati. Che ne dici? >>. La ragazza era senza parole. Era bellissimo. << Che ne dici se mangiamo? >> propose Paul. << Va bene. >> rispose lei. Il ragazzo tirò fuori dallo zaino un plaid e dei panini. Pranzarono e chiacchierarono un po’. Dopo mangiato Paul le chiese:<<  Posso farti una domanda? >> << Sì, certo. >>. Paul arrossì. << Io… Ehm… Cioè.. L’altro ieri, quando ti ho dato quel bacio tu… insomma… ecco… >> << Se mi è piaciuto? >> tirò ad indovinare Federica. << Sì. >> affermò il ragazzo. << Non mi ricordo. >>. Paul sembrava deluso. Federica continuò, con aria maliziosa:<< Ma magari possiamo riprovare, in modo che la memoria mi possa ritornare. >>. Il ragazzo si avvicinò al suo volto e la baciò. Federica si perse tra le sue labbra. Si stavano ancora baciando, quando, all’improvviso, il cellulare della ragazza squillò. << S-scusa. >> balbettò lei, prendendolo. Ma Paul lo afferrò e lo appoggiò sul plaid. << Lascialo squillare. >> le sussurrò, continuando a baciarla. Federica ubbidì e riprese a baciarlo. Ma la suoneria riprese a disturbare. Federica riprese il telefonino. << E’ Hayley! >> esclamò.  << Ma non le avevi detto che andavi fuori? >> chiese Paul. << Sì infatti. Scusa, ora rispondo. >>. La ragazza prese il cellulare e rispose.<< Pronto, che c’è? >> chiese alla cantante.  << Devi tornare subito a casa. Mi hai capito? >> esclamò dall’altra parte Hayley. Federica sbuffò. << Ma perché? >> << Perché sì. E’ urgente! Ti prego, ascoltami. Sul serio! >> insistette la rossa. << Ok, ho capito. Arrivo. >> si arrese Federica. Le veniva da piangere. Paul vide che c’era qualcosa che non andava. << Ehi, tutto bene? >> le chiese. La ragazza scosse la testa. << Devo tornare a casa. >>.
Federica entrò e si trovò spiazzata: ad attenderla non c’era solo Hayley, ma anche un poliziotto e una donna e un uomo in giacca e cravatta. << Siediti pure. >> le disse quest’ultimo. << Beh, che succede? >> chiese la ragazza, nervosa. Odiava la polizia. << Fede, questo poliziotto è il commissario Hill, mentre questi sono gli agenti Jackson e Boll dei federali. >> spiegò Hayley. Federica non riusciva a capire. O forse non voleva? << La signorina Williams ci ha detto che sei venuta fin qua per incontrare un certo Omar Graver. >> dichiarò l’agente Jackson. << Tu lo sapevi chi era? Sapevi che lavoro facesse? >> domandò Boll. << No. Sapevo solo che faccia aveva. >> affermò Federica. << Bene. Meglio per te. >> asserì il federale. << Cioè? >> chiese Federica. L’agente Jackson continuò:<< Omar Graver era un assassino professionista. Un sicario. Abbiamo indagato, su richiesta del commissario Hill. Probabilmente è stato lui a uccidere i tuoi genitori, ma non sappiamo ancora il perché. E non sappiamo nemmeno come mai avesse una foto della signorina Williams. Tuttavia, per il bene di entrambe  è il caso di mettervi sotto protezione. Molto probabilmente le persone per cui Graver lavorava sono gli stessi che hanno rapito il signor Davis e sua moglie. Perciò pensiamo che questa sia l’unica cosa da fare. Buona giornata! >>. I due agenti federali se ne andarono, senza nemmeno congedarsi. Hill si avvicinò alla cantante. << Spero non vi intralci troppo questa decisione. >> dichiarò. << Non si preoccupi, commissario. Si tratta della nostra sicurezza. >>. Hill sorrise. << Beh, io ritorno in centrale. Arrivederci. >> << Arrivederci! >> salutò la rossa. Federica rimase seduta sulla sedia, fissando il vuoto. Hayley si avvicinò. << Tutto bene? Mi dispiace, volevo solo aiutarti. Non immaginavo potesse venire fuori questa verità. >> << No,  Hayley. Tutto bene. Adesso so chi è il responsabile. Ma voglio andare fino in fondo. Voglio il perché. >>. Hayley la scrutò. << Io… Io ho paura che tu possa fare qualche cazzata. >> ammise la cantante. << Non sarebbe né la prima, né l’ultima volta. >> mormorò la ragazzina. Hayley le alzò il mento con l’indice. Fu quell’incrocio di sguardi a far uscire Federica definitivamente di testa. Si alzò di scatto dalla sedia e diede uno spintone alla rossa. << Siete tutti uguali! Tutti! Non sapete nient’altro che dirmi che cazzo devo fare, come devo comportarmi, cosa diavolo devo essere! Ma andatevene a fanculo! Tutti quanti! >>. Hayley la fissava, sconvolta. Non si aspettava una reazione del genere. << Federica… Senti, io non… Io voglio solo che tu non faccia cazzate. Tutto qui. >> dichiarò. La rabbia di Federica si trasformò, piano piano, in pianto. Hayley la abbracciò, come se avesse voluto salvarla da qualcuno. E la ragazzina si abbandonò a quella stretta, incapace di fare altro. << Mi dispiace, io non volevo… Io voglio solo sapere la verità. >> confessò. << Lo so, lo so. E ti prometto che farò di tutto perché tu riesca a conoscerla. >> promise Hayley. Quella sera, Hayley si sentì per la prima volta madre. E Federica scoprì cosa volesse dire essere figlia.
 
Angolo dell'Autrice

Pubblico a mezzanotte perché boh, mi ispira :)
Che ne pensate di questo capitolo? Sinceramente, a me piace molto, soprattutto la fine. Si inizia a scoprire qualcosa sulla morte dei genitori di Federica, anche se la verità verrà a galla tra un po'.
Ringrazio di cuore
  • Benny92
  • Chocobomb
  • ItsOzzyCobain
che recensiscono sempre! Grazie mille!
Un grazie anche a chi legge e basta. Ripeto: una recensione ogni tanto non guasta, ma ok, vi voglio bene lo stesso ;)
Grazie mille a tutti!
A domani, con un nuovo capitolo!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8
Taylor e Jeremy stavano aspettando Hayley da un’ora. Dovevano assolutamente provare insieme al nuovo batterista. Il posto di Josh l’aveva preso Justin, il fratello di Taylor, ma il posto di batterista era ancora vacante. E, in più, la settimana a venire dovevano partecipare a una manifestazione. E non potevano di certo presentarsi senza una scaletta. << Ma dov’è finita? >> sbottò Taylor. Finalmente la cantante arrivò. Con lei c’era anche Federica. << Scusate il ritardo, ma non è colpa mia! >> si scusò Hayley. << Ah, e di chi è? >> chiese Jeremy. << Di quei due tipi che i federali ci hanno messo come scorta. Adesso sono fuori. Hanno voluto controllare se la macchina era in regola, hanno preteso di guidare loro e, ovviamente, non hanno voluto seguire le mie indicazioni, sbagliando strada. Ci siamo trovati quasi a Nashville! E poi, quando siamo arrivati qui hanno perquisito tutti quanti! Per fortuna sono riuscita a convincerli a rimanere fuori! Ragazzi, è un incubo! >>.  Taylor le mise una mano sulla spalla. << Beh, è il caso di mettersi a lavorare!>> esclamò Justin. I ragazzi si misero a scegliere una scaletta per la manifestazione, mentre Federica si mise in un angolo a leggere. Si era portata un libro che aveva trovato nella libreria di Hayley, “The Catcher In  The Rye”. Parlava di un ragazzo che, dopo essere stato espulso dal collegio, invece di tornare a casa scappava da New York. Le era sembrato bello. Lanciò un’occhiata ai quattro musicisti. Si sentì, per un attimo, fuori posto. L’orribile sensazione passò subito e ricominciò a leggere. Ma non ci riusciva. Le vennero in mente le parole di quell’agente, il giorno prima. Omar Graver un assassino. Ma che cosa c’entravano i suoi genitori con un sicario? Le venne il dubbio di non aver mai conosciuto veramente la sua famiglia. E se le avessero nascosto qualcosa? Ma a chi poteva rivolgersi per scoprire la verità? Non conosceva nessuno. Ebbe paura, come non mai. Guardò Hayley mentre cantava “Turn It Off”. Rimase ammaliata dalla sua voce. Era vero che aveva qualcosa di magnetico. Poi vide Jeremy e il suo basso. Doveva sempre fare delle evoluzioni impossibili con quel povero strumento. Lì accanto c’erano i fratelli York, scatenati. E dietro, il nuovo batterista, un certo Mattew Roskim. Ilan Rubin, il batterista che stava collaborando  al nuovo album era infatti ammalato e i ragazzi avevano dovuto cercare un nuovo musicista. Mattew era un ragazzo strano. Alto, magro, biondo e con due occhi verdi che avrebbero potuto ipnotizzare chiunque. Era piuttosto bravo a suonare. Si dovette accorgere che la ragazza lo stava fissando, dato che le lanciò un sorriso che Federica trovò piuttosto inquietante. Nessuno degli altri quattro si accorse della sua inquietudine. Ritornò a leggere, anche se con fatica. Quel ragazzo l’aveva già visto da qualche. Già, ma dove? E poi, come? Lei era sempre vissuta in Italia e lui era statunitense. Eppure sentiva che c’era qualcosa che non andava. Rialzò la testa dal libro. Mattew la guardò di nuovo, offrendole un’occhiata decisamente glaciale.  Decise di fare un giro per il palazzetto, in modo da distrarsi. Si alzò dalla sedia e segnalò a Hayley che stava uscendo. Iniziò a camminare per il corridoio, quando incontrò Mills e Young, i due agenti di scorta. << Che ci fai qua, da sola? >> chiese Young. << Io… Sto facendo un giro. Non si vede? >> rispose Federica. Mills la guardò male. << Lo sai che non puoi stare da sola. >> le disse. La ragazza provò in tutti i modi a far capire ai due agenti che non aveva bisogno di alcun tipo di protezione. Invano. << Uff! Io volevo solo fare un giro! >> si lamentò la ragazzina. << Puoi farlo, ma uno di noi ti deve accompagnare. >> affermò Young. << Lo farò io! >> propose Mills. Federica sbuffò, ma non poteva far altro che accettare. La ragazzina provò ad abituarsi alla presenza dell’agente, ma le risultò a dir poco impossibile: Mills non la mollava neanche un attimo. Federica era stufa di averlo tra i piedi.  << Devo andare in bagno >> annunciò. << Ok. Ti accompagno. >> disse il federale. Andarono ai bagni. << Da sola! >> esclamò la ragazza con aria scocciata vedendo che Mills la stava seguendo. << Sì, scusa. >> mormorò l’agente. Federica alzò gli occhi al cielo ed entrò nel bagno. Aveva visto giusto: c’era una finestra. Si arrampicò, attenta a non fare troppo rumore, e uscì. Sapeva dove andare e, soprattutto, cosa fare. Sì, era convinta: era la sua unica occasione.
Erano passati ormai cinque minuti e Mills era stufo di aspettare. << Federica! Esci dal bagno! >>. Nessuna risposta. Mills la chiamò di nuovo, ma non rispose nessuno. Buttò giù la porta: gliel’aveva fatta. << Maledizione! >> imprecò. Corse verso la sala prove. << E’ scappata! >>urlò. Il suo collega, l’agente Young, non capì subito, ma, non appena realizzò quanto stesse succedendo, interruppe le prove, entrando nella stanza. << Signora Williams, è scappata! Federica, se n’è andata! >> annunciò il federale. Hayley sentì le gambe cedere. Jeremy la prese al volo, prima che si schiantasse al suolo. << Dobbiamo andare a casa mia, subito! >> esclamò la cantante. Salirono in macchina e si diressero subito a casa della rossa. Ma quando entrarono non trovarono nessuno. Corsero immediatamente in camera, ma lei non c’era: Federica aveva preso tutte le sue cose e se n’era andata via. << Hayls, vuoi che… >> << Per favore, andatevene! Voglio restare da sola! >> pianse la cantante.  Quando i ragazzi se ne furono andati lei si buttò sul divano, tra le lacrime. Non capiva: perché scappare così? Che senso aveva? La sua attenzione fu attirata da un biglietto posto sul tavolo. C’era scritto “I am the ocean, I am the sea. There is a world inside of me.* F.”


*Bring Me The Horizon- "Crucify Me", dall'album "There Is A Hell Believe Me, I'Vee Seen It. There Is A Heaven, Let's Keep It A Secret."


Angolo dell'Autrice

Questo capitolo è un po' strano, ma vi assicuro che assumerà (forse!) un senso all'interno della storia. 
Allora, perché Federica è scappata? Dove è scappata? E Hayley riuscirà a trovarla? E i cattivi troveranno prima loro le due ragazze o saranno le nostre protagoniste a trovare loro? A queste (ma anche altre, tipo: perché hai iniziato a scrivere questa storia assurda? Perché non sei già stata chiusa in un manicomio?) domande troverete risposta nei prossimi capitoli che, ATTENZIONE! saranno anche praticamente gli ultimi. Perciò andrò avanti solo se qualcuno recensirà!
A proposito, grazie di cuore a Benny92, a cui dedico il capitolo! Lo sai che ti voglio bene ;)
Alla prossima! E, mi raccomando, recensite!

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


 
CAPITOLO 9
Erano passati due mesi da quella “gita” che Federica aveva fatto negli USA. Le era dispiaciuto andarsene in un modo così brusco e improvviso. Ma aveva capito che se fosse restata avrebbe rischiato di far male a troppe persone, le stesse che ormai considerava la sua famiglia. Girava per la scuola come un  fantasma. Da quando era tornata a casa era ripiombata in un incubo. La droga, gli schiaffi, i pugni. Tutto era ritornato come prima, persino peggio. Non si era ancora ripresentata davanti ai suoi compagni di banda e aveva provato a ribellarsi ai suoi aguzzini. Pessima idea: l’avevano pestata a sangue.  E stavolta nessuno avrebbe potuto aiutarla. Se fosse andata alla polizia l’avrebbero fatta fuori. E non era esattamente quello che voleva.
La campanella suonò: l’intervallo era finito. Ora avrebbe avuto latino. Che gioia. Arrivò in ritardo, ma l’insegnante non se ne accorse nemmeno. Quella non si accorgeva di niente. Mai. Si sedette al suo posto. Non ne aveva minimamente voglia. La prof stava spiegando. Federica invece si stava addormentando. Improvvisamente, un rumore interruppe l’insegnante e risvegliò lei. C’era qualcosa di surreale e Federica non era tranquilla. Proprio per niente. Fu un attimo. Un boato. Poi, il terremoto. Un’esplosione. Qualcuno aveva fatto esplodere qualcosa nei seminterrati. Tutta la scuola entrò nel panico. Ovunque c’era gente che urlava, che correva, disperata. Ma non Federica. Già, perché, in realtà, poteva immaginare chi c’era dietro a tutto: di sicuro Brandon, il tipaccio per cui tutte le varie gang lavoravano. O, al massimo, uno dei suoi affiliati. Sapere ciò, però, non le dava nessuna consolazione. Anzi, la faceva arrabbiare come non mai.
Qualcosa la atterrò: Marta. << Che cazzo fai? >> chiese alla sua compagna di classe. << Ti salvo da… Quello! >> esclamò la ragazzina, indicando un pezzo di soffitto crollato. Federica deglutì. << Oh, ehm… Grazie. >> mormorò. Poi si rialzò e si ripulì dalla polvere.
Fecero evacuare l’edificio. Nessun ferito, per fortuna. Solo tantissimo spavento. Federica si trovò davanti un carabiniere. << Ciao, sono il capitano Cardi. Allora, potresti raccontarmi per bene che cosa hai sentito o visto? >>. Federica pensò a quanto quel tipo dovesse essere idiota: solo uno stupido poteva pensare di fare domande del genere a delle vittime di un attentato. << Posso solo dirle che ho sentito un boato e ho visto la mia scuola tremare e venire giù. >> rispose, con un po’ di strafottenza. << Oh, beh, certo. Aspetta un attimo. >> disse il carabiniere. Un brigadiere, infatti, si era avvicinato all’ufficiale e gli stava parlando a bassa voce. Il capitano la fissò. Non le piaceva molto la cosa. << Mi hanno detto che ti hanno visto insieme a Roger Kyle, Emma Lakounis, Marco Pini e altra brava gente tempo fa. Come lo spieghi? >>. La ragazzina deglutì. << Non so neanche chi siano! >> mentì. << Se ti faccio vedere le fotografie forse ti tornerà la memoria. Ecco, guarda qua. >>. Cardi le mostrò le fotografie dei suoi compagni di gang. Ora sì che iniziava a mettersi male. Molto male. << Non li ho mai visti, mi dispiace. E anche se fossi uscita con loro un pomeriggio non vedo dove sta il reato. >> dichiarò. << Ah, non vedi il reato? Beh, effettivamente non ci sarebbe se non facessero parte di una presunta gang affiliata a dei potenti criminali! >> esclamò Cardi, stufo di essere preso in giro da quella ragazzina. << Per ora vai. Ma ti tengo d’occhio. Non ti mollerò mai, mi hai capito? >> esclamò, mentre lei era già scappata via. Ora sì che Federica era messa male. E non poteva neanche avvisare i suoi vecchi amici. Inoltre era costretta a tornare a casa prima. Era costretta a vivere prima i suoi incubi. Si mise le cuffie nelle orecchie e accese l’iPod: “That’s What You Get” era al massimo volume. La sua mente si soffermò sul verso “Why do we like to hurt so much?”. Già. Perché?
<< Hayley, mangia piano! >> la rimproverò la signora Williams. Hayley la ignorò. E sua mamma sbuffò. << Hayley, lo so che per te è dura, però… >> << Non sai niente! >> urlò la rossa,  fuori di  sé. << Non era forse quello che volevi, mamma? Non volevi forse che lei se ne andasse? Quindi, fammi un piacere: non provare  a consolarmi. Mai più! >>. Hayley si alzò e se ne andò, sbattendo la porta. Salì in macchina e vagò per Franklin, senza una meta fissa. Ripensò a quando aveva chiamato i servizi sociali per farla andare via. Forse avrebbe fatto meglio a lasciarla in un istituto, almeno non si sarebbe affezionata. “Mi manchi così tanto.” Pensò tra sé e sé. Il telefono che squilava la riportò alla realtà. Lo prese e rispose. << Pronto Taylor, che c’è? >> << Ciao Hayley, senti, che ne pensi di venire a casa mia? >> propose il ragazzo.  La cantante sospirò. << Tay, veramente… Va bene, arrivo! >>. Hayley guidò fino alla casa di Taylor e bussò alla porta. Ad aprirgli, però, non fu Taylor. << Jeremy! >> esclamò, sorpresa. << Il solo e l’unico. >> dichiarò il bassista, ridacchiando. La ragazza entrò. Taylor aveva invitato anche Dakota, la migliore amica di Hayley. << Sentite, che ne dite se cantiamo un po’? Eh? >> propose Taylor. Hayley e Jeremy si guardarono negli occhi. << Va bene! >> risposero all’unisono.
Cantarono e suonarono tutta la sera. Arrivò il momento dell’ultima canzone. << Io propongo “My Heart”! >> esclamò Dakota. Hayley sobbalzò: no, non quella canzone. Le ricordava troppo i vecchi tempi. << Oh, andiamo Hayls. E’ bellissima! >> protestò Dakota. << Uff, e va bene. Ma solo perché volete voi! >> si arrese la rossa.
 Erano le due di notte. Hayley era tornata  a casa da poco. Si mise a letto e si addormentò. In testa aveva solo quel verso: “(Please don't go now, please don't fade away) My heart is yours”.

Angolo dell'Autrice

Pubblico questo capitolo dopo aver visto Tania Cagnotto e Maria Marconi andare in finale nei tuffi da tre metri (Ultimo tuffo di Tania: 76,50, non so se mi spiego!). Ok, non so nemmeno se tra voi ci sia qualcuno che segua i tuffi e che sa chi siano Tania Cagnotto e Maria Marconi, comunque, passiamo alle domande importanti: vinceranno? 
Ok, no, non sono queste le domande che interessano a voi... 
Dunque, che succederà a questo punto? Cardi romperà le scatole? E perché qualcuno deve inserire delle bombe in una scuola? Ma soprattutto, Hayley e Federica si ricongiungeranno? 
Mancano due capitoli e un epilogo. Poi arriverà il sequel, già pronto. Domani non so se aggiornerò e domenica non aggiorno di sicuro. Quindi o a domani o a lunedì.
Ringrazio Chocobomb e Benny92 per le recensioni e un mega in bocca al lupo a Tania e Maria! Vincete per noi, ragazze! 
Vi lascio, al prossimo capitolo!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10
Verona. Se l’era immaginata diversa, più calma.  Invece era una città viva, non caotica, ma viva.
Era stata chiamata dalla polizia italiana. Avevano fermato Federica per la storia delle esplosioni. Era da diverse settimane che questi attentati andavano avanti. E tutti avevano una peculiarità: i luoghi delle esplosioni erano gli stessi in cui c’era Federica o un membro dei Metalcore. In più avevano trovato degli esplosivi e delle attrezzature rubate due mesi prima nello zaino della ragazzina. Cardi aveva deciso di interrogarla e di verificare i suoi alibi, così era venuto fuori che Federica era stata a Franklin. E Hayley era partita con Taylor, Jeremy e Mattew, chiamata dai carabinieri italiani: dovevano capire se era vero e se, per caso, Hayley potesse c’entrare qualcosa. E, a dire il vero, Mattew si era aggregato al gruppo improvvisamente. Chad era rimasto a casa. La cantante gli aveva chiesto se avesse voluto accompagnarla, ma lui si era rifiutato: le aveva risposto che non avrebbe saputo controllarsi se si fosse trovato davanti Federica. L’aveva fatta soffrire troppo.
Hayley entrò nell’ufficio dei carabinieri. La vide, seduta sulla sedia. Era molto dimagrita. Anche la ragazzina la vide. Hayley provò a gridare il suo nome, ma non le uscì nulla dalla bocca. Federica abbassò lo sguardo. Sentì tutto il peso del senso di colpa. Per essere scappata. Per non averle detto nemmeno “Ciao”. Per non essersi fatta più sentire. << Signorina Williams, è un piacere vederla. Prego, si accomodi. >> esordì Cardi. Il carabiniere la fece sedere e le spiegò la situazione. La rossa lo ascoltò attentamente.
 << No. Non avrebbe motivo di essere coinvolta in attentati terroristici. E’ una ragazzina di sedici anni, per la miseria! >> sentenziò Hayley.  << Senta, le prove parlano! Abbiamo trovato degli esplosivi nel suo zaino e delle attrezzature rubate due mesi fa. >> ribatté Cardi. << Era da me due mesi fa! >> esclamò la cantante. << Ascolti, so che può essere una pazzia, ma quella ragazza è in possesso di qualcosa di molto pericoloso che ha a che fare con i suoi genitori. >> disse la rossa.  Il carabiniere fece una faccia incuriosita. << Quanto pericolosa? >>. Hayley abbassò per un attimo lo sguardo. Poi rispose, con aria decisa:<< Abbastanza da convincere chi la vuole a far sparire una sua amica, a seguirla fino a Franklin rapendo due dei miei migliori amici rilasciandoli dopo qualche giorno e mettendole addosso una pressione psicologica incredibile convincendola che la cosa migliore da fare fosse ritornare in un incubo. >>. Cardi sembrò iniziare a convincersi. << E va bene, la rilasceremo. Ma la terremo sott’occhio. Non mi convince troppo questa storia. Potete andare. >>. Hayley si avvicinò a Federica, ma la ragazzina la scansò. << Non posso venire con te. >> affermò, mesta. << Perché? >> le chiese la cantante. << Io… Mi vengono a prendere i miei “genitori”. >> rispose, alzandosi dalla sedia. Si diresse fuori dalla caserma dei carabinieri, seguita a distanza di Hayey. Una signora bionda e alta si avvicinò alla ragazzina e le mollò uno schiaffo. La cantante fece per correre ad aiutarla, ma Jeremy la fermò. << Ti prego, fammi andare lì! >> lo supplicò. << No, Hayls. Non puoi. E lo sai. >> dichiarò il bassista. Gli sguardi delle due ragazze si incrociarono, per un istante. Entrambe speravano non sarebbe finita così.  
La scuola era ricominciata. Ma la tensione era nell’aria. Soprattutto, nessuno voleva trovarsi nei paraggi quando passava Federica. Erano tutti convinti che fosse lei la colpevole. Ma non le importava. Vagava per i corridoi con le cuffie nelle orecchie, come al solito. E come al solito la campanella la riportò alla realtà. Latino. Bah, come se le importasse qualcosa. Entrò in classe. Questa volta non era nemmeno in ritardo. Si sedette. Ma di nuovo l’inferno partì. Questa volta il boato fu fortissimo. Tutti entrarono nel panico. Tutti, ma non lei. Questa volta aveva capito. Non ascoltò le invocazioni della sua insegnante. Non ascoltò nessuno. Corse a capofitto al piano interrato. Aveva meno di tre minuti. Arrivata, cercò ovunque. Trovò un bambino. Era terrorizzato e tutto sporco di calcestruzzo. Probabilmente era delle elementari, la sua scuola era enorme. << Vieni. Ti porto via. >> gli disse. << Chi va là? >>. Un carabiniera. Non ci voleva. Se si fermava ora finivano tutti arrosto. << Ascolta, lo so che non mi crederai, però… ti conviene andare dietro a qualcosa di resistente. Tra poco qui salta tutto in aria! >> urlò allo sbirro. Aveva capito che si trattavano di due bombe, a poca distanza, l’una dall’altra. Il tempo stava per scadere. Agì d’istinto. Si buttò con il bambino sotto un vecchio tavolo. L’esplosione fu fortissima. Per il carabiniere non ci fu nulla da fare. Federica vide qualcuno scappare. Era il responsabile di tutto. Ne era certa. Prese la pistola dalla fondina dello sbirro morto e lo rincorse; prese la mira e sparò. Lo colpì a una gamba, ma quello rispose e le colpì il braccio. Ma ormi era tardi. L’edificio era circondato. Era in trappola. E forse, finalmente, la verità sarebbe venuta a galla. 

Angolo dell'Autrice

Mi sono ammalata. Complimenti a me! Quindi, se questo capitolo non è un granché, beh, la colpa non è del tutto mia. Allora, come vi sembra? Ancora un capitolo (ma devo decidere se spezzarlo in due o lasciarlo così) e un epilogo e poi si passa al sequel, che è una bomba! Forse sfornerò anche la terza storia, vedrò... Tranquilli di The Miracle non mi sono dimenticata, è in fase di stesura.
Ringrazio Benny92 (Auguri!) e Chocobomb e... Recensite! 
Alla prossima!

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


 
CAPITOLO 11
Erano tutti lì. Volevano solo sapere chi fosse il misterioso terrorista. I carabinieri l’avrebbero portato a momenti. << Eccoli! >> esclamò Taylor. Due brigadieri lo scortavano. Era un uomo di media statura, faccia sveglia, capelli e occhi scuri. Federica ebbe un sussulto. << Tutto bene? >> chiese Jeremy. << No. No che non va bene! Quello è mio padre! >>. Il mondo le crollò addosso. Non poteva essere vero. Suo padre vivo e terrorista? Non ci voleva credere.  La porta della sala interrogatori lo inghiottì. Ma lei, sua figlia, aveva il diritto di ascoltare. Le permisero di partecipare all’interrogatorio, a patto che lei stesse in silenzio.
<< Allora, cos’ha da dire in sua difesa?>> esordì Cardi. L’imputato non toglieva gli occhi dalla figlia. << E’ tutto così complicato… Io non volevo… cioè, io dovevo, ma non potevo rifiutarmi! Loro avevano mia figlia! Mia figlia! E la mia banda aveva il compito di liberarla! Dovevamo solo diventare i più forti, poi tutto sarebbe stato più semplice! >>. Federica si trattenne a fatica. Hayley era lì, accanto a lei, che le teneva la mano. << Quindi lei fa parte dell’altra metà della criminalità organizzata. Curioso. Padre e figlia, entrambi in gang, ma rivali tra loro. Se me lo avessero detto ieri non ci avrei mai creduto. E per caso lei sa anche come mai hanno seguito sua figlia a Franklin? Erano suoi uomini? >>. L’uomo mantenne uno sguardo lucido. << No, erano uomini di Brandon. Ho scoperto pochi giorni fa la verità su mia figlia. L’hanno seguita per un codice informatico. Anni fa lavoravo per un importante progetto militare riguardante dei sensori disturbanti. Se si inseriscono questi sensori su un caccia, questo non può venire rilevato da alcun radar. Ero il responsabile del progetto ed elaborai un codice di attivazione vero e uno falso. Ero d’accordo con la mia banda di dare loro il codice e i sensori, ma l’organizzazione di Brandon rubò il falso codice e  i sensori e mi fece un attentato. Me la cavai per un soffio e ne approfittai per sparire per un po’. Mia moglie, invece, morì. >> << E non pensasti a me? Mi lasciasti da sola! Da sola! >>. Federica scoppiò a piangere. Era disperata. << Io pensavo che sarebbe stata  la cosa migliore. Invece mi sbagliavo. Coloro che ti adottarono erano implicati nel mio attentato. Mi dispiace! Mi dispiace! Perdonami! >>. Federica non ce la fece. Si alzò e gli mollò uno schiaffo. << Meglio se non ti avessi mai più rivisto! >> sibilò. La ragazza uscì, sbattendo la porta, in lacrime, seguita a ruota da Hayley. Si gettò al collo della cantante, piangendo disperata. Lei sì che era stata l‘unica persona che le era stata accanto. Si voltò e vide suo padre che veniva scortato da dei carabinieri. Sopraggiunsero anche Jeremy e Taylor. << Ma che fa Mattew? >> osservò il bassista. Il batterista si era avvicinato al padre di Federica. Si udì uno sparo. << Papà! >>. Mattew aveva sparato a suo padre. Federica si divincolò dalla stretta di Hayley e andò verso il corpo del suo genitore.  Mattew la prese come ostaggio. << Se mi seguite, la faccio fuori! Mi avete capito? Fate largo! >>. Non scherzava. Lo videro allontanarsi con una macchina. << Ma che razza di poliziotti siete? >> urlò Jeremy.<< Beh, tecnicamente siamo carabinieri. >> provò a difendersi Cardi. << Qualunque cosa siate, bisogna inseguirlo! >> esclamò Hayley. << Ragazzi, ho un’idea! >> disse Taylor. Jeremy e Hayley lo guardarono incuriositi.
<< Seguirli in bicicletta! Che idea! >> << Beh Jerm, se avevi un’idea migliore potevi sempre esporla! >> sbottò Taylor. << Piantatela e risparmiate il fiato. Per fortuna questa città ha un traffico tremendo! >>.  La macchina era lì, davanti a loro. I tre musicisti comunicarono  la loro posizione ai carabinieri e, in poco tempo, tutta la zona fu circondata.  << Arrenditi Roskim! Non hai via di scampo! >> urlò Cardi tramite un megafono. Il criminale guardò il suo ostaggio, con aria malvagia. << Allora, che ne dici, ho perso secondo te? >> disse a Federica.  La ragazza era terrorizzata. << Ragazzi, facciamo una cosa! Io vi dò la ragazza e voi mi lasciate andare! Che ne dite? Non mi sembra una cattiva idea. >> gridò Roskim. << L’alternativa >> continuò << E’ che io la faccia fuori e dopo voi mi arrestiate! Ma pensateci su, ha una pelle così morbida, non vorrei che una pallottola le potesse sfigurare il viso! >>. Hayley si sentì svenire. << Roskim! Lasciala andare! Ti faremo scappare via! >> ribatté Cardi. << Voglio che venga Hayley a prenderla! >>. Il capitano dei carabinieri non sapeva che fare. << Non mi piace. Questa cosa puzza. E’ troppo pericoloso. >> disse alla cantante. << Se è l’unico modo io ci vado! Roskim! Arrivo! >>. Jeremy e Taylor erano visibilmente preoccupati, ma la ragazza li rassicurò:<< Non mi accadrà nulla! Ve lo prometto. >>. Le diedero un giubbotto antiproiettile e poi la fecero andare da Roskim, controllata a distanza da dei tiratori scelti. Appena Mattew la vide accennò un ghigno. << Bene. Vedo che mi ascoltano. Mettiti nell’angolo, lì,  vicino al muro! Muoviti, o sparo a tutte e due! >>. Hayley obbedì. << Le lascerò andare! Ma prima voglio un elicottero! >> richiese.  << Lo sapevo! Lo sapevo! Ma non possiamo darglielo! >> si disperò Cardi. Jeremy sentì il telefono squillare: la mamma di Hayley. Non sapeva che fare. Taylor gli prese il cellulare e premette il tasto rosso. << E’ meglio così! >> disse all’amico.
<< Perché Mattew? Perché tutto questo casino? Per il potere? >> chiese la rossa a Roskim, per prendere tempo. Il criminale rispose:<< Vedi Hayley, tu sei una ragazza di larghe vedute. L’ho fatto semplicemente per i soldi. Mio fratello e io ne avevamo bisogno e cinque anni fa mettemmo in piedi questa organizzazione. Contattammo tutti quelli che erano interessati all’idea. Non fu difficile convincere gente a lavorare per noi. Solo che mio fratello rimase ucciso al posto di suo padre! >>. Puntò la pistola contro la tempia di Federica. Ma la tolse subito, divertito dalla paura che aveva suscitato. << Cercai suo padre in lungo e in largo, ma non lo trovai. Allora decisi di corrompere un uomo che lavorava all’istituto dove lei alloggiava e la feci “adottare”. Il mio piano era spietato. Un padre farebbe qualsiasi cosa per la figlia. E invece non comparve mai. Allora capii che doveva avercelo lei il codice di lancio. E così le feci trovare gli incartamenti su Omar Graver e la spinsi ad andare a Franklin. >>. << Ma che senso aveva? >> chiese Hayley. << Ottima domanda. Vedi, io sapevo che lei sarebbe andata in capo al mondo per scoprire la verità. E io l’ho lasciata fare. Ma Graver non ci stava al piano. Doveva rapirla, e invece aveva deciso di proteggerla. Poco male. Lo uccisi. Ma quel bastardo la spinse comunque verso di te. Prima di morire prese quella dannata foto e se la mise in mano. Sperava la rimpatriassero, non lo so! So solo che tu la prendesti in affido! A quel punto, dovetti preparare un piano B per farla tornare a casa. Rapii Jeremy e Kat per farle pressioni psicologiche, così come avevo fatto alla sua amica mesi prima. Doveva cedere, portarmi a quel codice! Perché ormai ero certo che lo conoscesse solo inconsciamente! Ma si ostinava! Allora mi mescolai alla tua band, fingendomi un batterista. L’avrei rapita e riportata a casa. Quando seppi che era ritornata in Italia fui per lo meno sollevato dal fatto che fosse con i miei uomini. Ma non avevo fatto i conti con quanto era accaduto. >> << E cosa era accaduto?>> chiese Hayley. La cantante aveva notato un carabiniere che stava arrivando da dietro. << Primo, si era affezionata veramente a voi! E quindi non fece niente! Niente! Spacciava e basta! Secondo, io non potevo rimpatriare. Ma ormai non ha più importanza, perché deve venirti in mente questo codice! Deve! Altrimenti faccio saltare il cervello alla tua adorata cantante!>> urlò prendendo Federica dalla giacca e scuotendola, con tutta la forza che aveva in corpo. << Ehi! Non erano questi i patti! >> esclamò Hayley. << Non me ne frega un cazzo! Allora? >>. Federica non sapeva che fare. Non le veniva in mente nulla. Era nervosa. Abbassò lo sguardo. La sua collanina. Guardò meglio: c’era scritto COD 17690K39. Tacque, ma Mattew non era stupido e capì tutto. Gliela strappò dal collo, facendole un gran male. Il carabiniere si fermò, ma fece rumore. Mattew si voltò. Non sentì nulla, solo il rumore dello sparo. Le due ragazze si abbracciarono. Ora era tutto finito.

Angolo dell'Autrice

Alla fine ho fatto un solo capitolo! Ma è lungo, o no? Allora, che ve ne pare? Se recensite pubblico l'epilogo, poi si inizierà col sequel! Fatemi sappere che ve n'é sembrato! 
Grazie a ItsOzzyCobain e a Chocobomb per le recensioni! Ci vediamo all'epilogo! 
Recensite, mi raccomando!

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Capitolo 13
*** Epilogo ***


EPILOGO
Era tutto pronto per il concerto. Ci saranno state quindicimila persone. Hayley lanciò un’occhiata ai ragazzi. Ilan, Jeremy, Taylor e Justin erano pronti. Non aveva mai sentito così tanta emozione. Finalmente si ritornava. Entrarono suonando “Looking Up”. Sembravano un tutt’uno col pubblico. Nel backstage Federica si godeva la musica. Tra le sue mani stringeva una lettera. L’aveva scritta suo padre. Spiegava che era sparito per proteggerla, e che non le aveva mai detto del codice sulla sua collanina per lo stesso motivo. Scriveva che le voleva bene e che non avrebbe mai voluto separarsi da lei. Federica alzò lo sguardo. I carabinieri e i servizi segreti avevano smantellato tutta l’attrezzatura a cui suo padre aveva lavorato e lei aveva distrutto la sua collanina.
Il concerto finì. Andarono a mangiare a casa di Hayley. E questa volta c’erano tutti, perfino il signore e la signora Williams con Erica e McKayla. Scherzarono, mangiarono, giocarono. E quando fu ora di andare a dormire Federica capì: casa non significa essere in una casa dove hai sempre vissuto. Casa non è il luogo di provenienza. Casa è dove si trova il tuo cuore. E il suo cuore era lì, a Franklin, con quel pazzo gruppo di amici che suonavano, con Paul, con Chad e i genitori di Hayley che l’avevano finalmente accettata. Si guardò intorno. Sì, era a casa.  

“I've gone for too long living like I'm not alive 
So I'm going to start over tonight 
Beginning with you and I 
I don't want to run from anything uncomfortable 
I just want, no 
I just need this pain to end right here”*


THE END

*Paramore-Miracle

Angolo dell'Autrice

Allora, questo è l'epilogo. Sì, insomma, l'atto conclusivo di questa fanfiction. Un po' mi dispiace, m non vi preoccupate, pubblicherò il sequel prestissimo. 
Un grazie a Chocobomb, ItsOzzyCobain e Benny92 che hanno recensito questa assurda storia. E un grazie anche a chi ha letto in silenzio, senza commentare mai. Ora potreste annche farmela una piccola recensionina ;)
Un grazie speciale ai Paramore! Insomma, loro sono il motore, la loro musica è quella cosa che mi fa stare bene e la storia è dedicata a loro, anche se non la leggeranno mai.
Quindi, grazie mille a tutti quanti! :)
Arrivederci! Ci vediamo al sequel!
Adios!

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