Vampiri mutaforma

di Horse_
(/viewuser.php?uid=374744)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Questa è la mia storia ***
Capitolo 3: *** La prima trasformazione ***
Capitolo 4: *** La seconda trasformazione ***
Capitolo 5: *** Qualcosa in più ***
Capitolo 6: *** La vita a Volterra ***
Capitolo 7: *** Maria e alleati ***
Capitolo 8: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 9: *** Caccia e inseguimento ***
Capitolo 10: *** Disperazione ed incontri con i licantropi ***
Capitolo 11: *** ll patto ***
Capitolo 12: *** Strategie e paure ***
Capitolo 13: *** L'invito a Volterra ***
Capitolo 14: *** Preparazione prima del ballo ***
Capitolo 15: *** Il grande ballo ***
Capitolo 16: *** Bella, sei davvero tu? ***
Capitolo 17: *** Vladimir e Stefan ***
Capitolo 18: *** Questo è solo l'inizio ***
Capitolo 19: *** L'ora della verità ***
Capitolo 20: *** Incontro-Scontro ***
Capitolo 21: *** Scontro tra padre e figlio ***
Capitolo 22: *** Voglia di chiarimenti ***
Capitolo 23: *** Preparazione alla partenza ***
Capitolo 24: *** La guerra ***
Capitolo 25: *** Destinazione Forks ***
Capitolo 26: *** Forse è la fine ***
Capitolo 27: *** Lei ci potrà aiutare ***
Capitolo 28: *** L'antidoto-Fine. ***
Capitolo 29: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sono passati ottant’anni da quando Edward e i Cullen hanno abbandonato la cittadina di Forks, lasciandosi tutto alle spalle.
Isabella Marie Swan è cambiata completamente e anche la sua vita è cambiata.
Dopo l’abbandono di Edward riesce a risollevarsi grazie a Jacob, il suo Jake. Bella viene a conoscenza che oltre ai vampiri, esistono altre creature sovrannaturali, tra cui ragazzi in grado di trasformarsi in enormi lupi, definiti mutaforma, chiamati licantropi, di cui anche Jake ne fa parte.
Bella, venendo a conoscenza di queste leggende, fa amicizia con i Quileute che le portano rispetto, alquanto strano per una semplice umana vissuta, tra l’altro, a contatto con i vampiri, nemici naturali dei licantropi.
Due mesi dopo, in città arriva un vampiro nomade e Bella si ammala, la sua temperatura corporea raggiunge i 42 gradi, ma suo padre, Jake, Billy e gli altri non sembrano preoccuparsene, anzi, non aspettano altro che la sua guarigione per rivelarle alcuni particolari.
Una settimana dopo, una volta ripresa, Bella inizia ad avere forti tremori, caldo in tutto il corpo, la temperatura corporea che oscilla fra i 40/42 gradi nonostante si sentisse in piena forma, e Jake la porta nel bosco.
Da lì la vita di Bella verrà completamente stravolta da tre fatti: primo, dovrà guidare i Quileute, secondo, è incinta, incinta del suo amato vampiro e terzo, diventerà un vampiro anche se non completamente.
La sua vita continuerà in due nature contrapposte, per poi rivelarsi fondamentali.
Ottant’anni dopo, a Volterra…


Pov Bella.
Io sono un ibrido, già un ibrido mai visto prima, non sono per metà umana, sono metà vampira e metà….
Voglio raccontarvi la mia storia.

 
Wow, eccomi qui con un’altra storia.
Non so da dove sia uscita, ma, mentre pedalavo in bici mi è balenata questa idea.
Lo so, potrà sembrare infantile, ma mi piace.
Con questo voglio dirvi che porterò avanti anche “Di nuovo quel sorriso”, porterò avanti due storie.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questa storia, molto, ma molto strana.
[Voglio precisare che qui i licantropi possono parlare, ma bene, dei cagnoloni parlanti (xD), e mentre si trasformano non si strappano i vestiti, onde evitare spiacevoli inconvenienti.]
Chissà cosa sarà Bella… Lo scoprirete prossimamente, baci, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Questa è la mia storia ***


Buona sera, eccomi qui con il primo capitolo; sono sempre io, solo che ho cambiato nome, prima mi chiamavo Giulietta99FlorNavarro, ora mi chiamo Giulia99FlorFedeCullen.
Ringrazio Denny Cullen e Becky15 per le loro recensioni, grazie.
Ringrazio anche le dodici persone che hanno messo la storia nelle seguite, grazie.
Voglio anticiparvi: dal primo al quarto capitolo racconterò TUTTA la storia di Bella, almeno in futuro non avrete dubbi. Io sono una persona curiosa e scoprire tutto dopo mi affligge, quindi scoprirete mano  a mano, ma non troppo tardi.
Buona lettura.

 

                               Questa è la mia storia.

Pov Bella.
Era da settanta-nove lunghi anni che ormai abitavo a Volterra, a cospetto dei Volturi, ma tutto sommato vivevo una bella vita.
Ottant’anni che LUI mi aveva abbandonato, mi aveva giurato amore eterno e poi era volato via, lasciandomi da sola nel bosco.
 
Ritornai indietro con la mente a ottant’anni fa, l’inizio della mia nuovo vita:
(Inizio Flashback)
ero una ragazza di diciotto anni, con i capelli mori che mi arrivavano poco più sotto delle spalle, occhi color cioccolato, non troppo alta e molto goffa.
Vivevo una vita quasi serena con mio padre, mentre mia madre girava di città in città presso Phil, il suo nuovo marito, che giocava a baseball, se quello che faceva lui era giocare.
 
Ero una ragazza che si era appena trasferita a Forks, con una vita normale, degli amici. Tutto cambiò quando vidi lui, un ragazzo con i capelli ramati, gli occhi dorati, con il fisico da… Dio.
Lui e la sua famiglia erano strani, di una bellezza innaturale, ma se ne stavano per i fatti loro, quasi come emarginati.
 
Mi ricordo ancora la mia prima ora nell’aula di biologia. L’unico posto libero era accanto a lui. Mi sedetti e per tutta la lezione avevo la netta sensazione di due occhi puntati su di me e non mi trovai affatto a mio agio.
Magari aveva preso una cotta per me? Un colpo di fulmine? No, aveva sete del mio sangue.
 
Si, scoprii che il mio ex ragazzo era un vampiro, centenario per l’esattezza. Non sapevo esistessero creature così. Io i vampiri me li immaginavo come il povero Dracula, esseri che vivono di notte, entrano nelle case di soppiatto e succhiano il sangue delle loro vittima, vivono di notte e di giorno dormono sulle bare, si trasformano in pipistrelli e alla luce del sole diventano polverina… Tutte menzogne e al diavolo Dracula!
 
Lui, come la sua famiglia, si cibava di sangue animale, viveva sia di notte che di giorno, non dormiva, niente pipistrelli. I vampiri, quelli veri, sono bellissimi, veloci, forti, assetati ed alcuni hanno poteri fuori dal normale.
Ci dichiarammo amore eterno per non so quante volte, ma mi tradì. Gli sono grata solo di una cosa: mi ha salvato due volte la vita, da un furgoncino e da James, ma poteva lasciarmi anche morire.
 
A lui avevo donato il mio cuore, la mia anima, il mio tutto, la mia innocenza, ma lui mi abbandonò due giorni dopo il mio compleanno.
La sera del mio compleanno, mentre aprivo i regali, con la mia solita sbadataggine, mi tagliai il dito con la carta, provocando l’istinto di Jasper che voleva uccidermi.
Il suo io non l’avrebbe mai fatto, ma l’essere dentro di lui era più forte, mio potente da metterlo alle strette.
 
Edward, così si chiamava, mi portò via, a casa mia e mi accompagnò nella mia stanza. Eravamo soli, senza Charlie che era da Billy, soli io e lui, lui ed io.
Tutto successe così in fretta, ma fu magico, passammo la notte più bella di tutta la nostra vita, almeno io passai la notte più bella della mia vita.
In seguito non lo vidi per due giorni, poi si presentò da me, mi portò nel bosco per parlarmi e quella fu l’ultima volta che lo vidi.
 
Mi abbandonò dicendo che non ero abbastanza, ma infondo aveva ragione… Cos’ero io? Una semplice umana. Peggio, una delle sue prede migliori.
Molte cose sono cambiate da allora, entrai in depressione, in uno stato catonico. Mi sentivo ferita dentro, da lui, da Alice che si fingeva di essere la mia migliore amica, da Emmett che mi considerava una sorella, da Esme, da Carlisle… Anche da Rosalie e Japser.
In quel periodo non mangiavo più, mi muovevo solo per andare a scuola, avevo perso ogni funzione vitale e avrei tentato anche il suicidio se non avessi avuto Jacob, il mio Jake, il mio migliore amico.
 
Jake è sempre stato la mia colonna portante, il mio sole, colui che mi ha sempre aiutata e tutt’ora lo fa. Senza di lui non ce l’avrei mai fatta, anche se ai miei tempi era strano, mi nascondeva qualcosa.
Con il tempo, come ciliegina sulla torta, scoprii che Jacob, come gli altri ragazzi di La Push, si trasformava in un enorme lupo, era un mutaforma, era un licantropo.
Divenne il mio lupacchiotto rosso, il rosso gli donava molto.
 
Cominciai a fare amicizia anche con il resto del branco, in modo particolare con Emily, imprinting di Sam, con lo stesso Sam, Quil, Embry e Seth.
Non avrei mai pensato di ambientarmi così bene, mi sentivo a casa. Non avrei mai pensato di essere accettata così calorosamente da loro, pochi mesi prima ero un’umana che stava con un vampiro, loro nemico naturale, ma con il tempo capii il perché…

 
Eccomi con la fine del primo capitolo.
Questo è stato introduttivo per i prossimi due /tre, è molto importante, anche se sapevate già tutto, tranne una Bella accettata dal branco.
Spero di non avervi annoiato. Ho spezzettato blocchi di racconto perché, personalmente, quando vedo tutta una narrazione senza uno spazio, ne salto metà.
Al prossimo capitolo, baci, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La prima trasformazione ***


Buon inizio settimana a tutti.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo (
Sayuri Narajima, Denny Cullen, Becky15 e blonde985)  non mi aspettavo quattro recensioni ed ho capito che la mia storia potrà veramente piacere a qualcuno.
Vi lascio con il secondo capitolo, dove si scopriranno, finalmente, cose nuove. (Ricordo: siamo ancora nel flashback di Bella)

 

                                        La prima trasformazione.

 
Pov Bella.
La mia vita ormai trascorreva tra alti e bassi. Pensavo molto a lui, ma grazie a Jacob e a tutti i Quileute la mia vita iniziò a prendere una svolta decisiva.
Due mesi dopo l’accaduto in città arrivò un vampiro nomade, di nome Stephan, ma il branco disse che era perlomeno innocuo e ne controllavano ogni spostamento.
 
Jake mi avvisò che era solo di passaggio e che non avrebbe creato danni alla cittadina, ma dovevano tenersi lo stesso all’erta, contando anche che Victoria era ancora a piede libero e ogni tanto si avvicinava al confine.
Poco dopo, quasi all’improvviso, mi ammalai. Pensavo fosse la solita febbre, due giorni a letto, medicine e via, ma non fu così. La mia temperatura corporea sfiorava i 42 gradi, il che non era normale.
 
Ancora più strano era che mio papà non si preoccupò di molto, colui che considerava un taglio come una ferita mortale da codice rosso, mentre sua figlia aveva la febbre a 42…
Dopo due giorni la febbre scese di colpo, per mia fortuna. Durante il mio periodo di convalescenza mi venne a trovare tutto il branco, in piccoli gruppi, perché erano davvero molti, e tutti, a modo loro, mi stettero molto vicino.
 
Non avrei mai pensato di trovarmi dei veri amici in poco tempo, i quali non erano partiti da pregiudizi conoscendo la mia vera storia.
Coloro che mi stettero più vicino, oltre a mio padre, furono Jake, Billy, Sam, Emily, Seth e Quil, praticamente stavo con loro 24 ore su 24.
 
Due settimane dopo potei riprendere la scuola, ma il mio carattere cambiò completamente.
Ogni piccola cosa mi faceva scattare i nervi, e non era normale, visto che io sopportavo sempre tutto in silenzio. La mia temperatura corporea iniziò ad oscillare fra i 40/42 gradi, ma mi sentivo in piena forma e Charlie mi faceva andare a scuola lo stesso. Mi ricordo ancora le sue parole: “Il termometro è rotto, vai a scuola, ma non perdere mai l’auto-controllo, così ti sfogherai un po’. Ricorda: tieniti lontano dai guai.”
 
Afferrai bene il concetto, ma non capii bene il significato di: ‘non perdere mai l’auto-controllo’.
In tutto quel periodo passavo dalla gioia alla rabbia, dalla rabbia alla disperazione, dalla disperazione alla tranquillità, mi confidai con Jake e lui mi disse che era tutto normale, che ormai ero pronta per dare una svolta alla mia vita.
 
Il 20 dicembre, in una giornata tiepida di inverno, Jake mi prese per mano e mi disse: “Bells, andiamo, non c’è più tempo.” e mi portò nel bosco.
Ricordo il giorno della trasformazione come se fosse ieri: Jake mi trascinò in fretta e furia nel bosco, arrivammo nella radura, la nostra radura, quella mia e di Edward e lì accadde l’inspiegabile. Il mio corpo iniziò a tremare sempre più forte, come in preda a convulsioni, sentivo le mie ossa scricchiolare, quasi a rompersi del tutto, la mia testa girare vorticosamente, la schiena piegarsi e la faccia allungarsi.
 
Poco dopo mi ritrovai come in un altro corpo a gattoni. Mi guardai attorno: sentivo gli odori più forti, il cinguettio degli uccelli, il movimento del fiume, vedevo tutto più ‘colorato’, mille odori giungevano al mio naso.
Guardai Jake che mi sorrideva. Feci qualche passo per andare da lui ma mi trovai per terra. Provai a rialzarmi, ce la feci, guardai per terra e vidi due enormi zampe bianche.
 
“Bells, non preoccuparti, non c’è nessun lupo, o almeno, sei tu, tu sei come me.” mi disse calmo Jake.
 
Ero un lupo gigantesco, bianco come la neve. Ero un mutaforma, un licantropo.
Pian piano iniziai ad accettare la mia natura e scoprii che tutti sapevano tutto, anche mio padre lo sapeva. Charlie sapeva dei Quileute, ma non sapeva dei Cullen vampiri.
Billy mi disse: “Charlie non sapeva dei Cullen, abbiamo preferito tenerglielo nascosto per un po’, altrimenti poteva succedere l’inevitabile, sai com’è fatto tuo padre.”
 
In effetti, se ci fossero stati loro in giro con mio padre cosciente sarebbe successa una catastrofe.
Dentro di me provai un mix di emozioni: felicità, tristezza, fierezza e mi sentivo in qualche modo più POTENTE.
Di lì a poco venni a sapere, tramite una riunione del branco il mio ruolo: io ero la discendente di Taha Aki, come Jacob, ma ero l’unica in grado di guidare il branco.
 
Né Jake e né Sam erano i veri alpha, io ero il vero alpha.
Rimasi piuttosto scossa da quella notizia. Poche settimane prima ero una ragazza, timida, sbadata, che attirava calamità naturali, neanche capace a legarsi le scarpe senza cadere e divenni un alpha con un branco.
Quel giorno Sam mi disse: “Bella, ora tu sei come noi, anzi, sei più di noi. Tu sei la unica e la sola in grado di guidare il branco di La Push.”
Tutto il branco era contento della mia ascesa, tutti mi avevano accettata come loro capo, dal primo all’ultimo.
 
Il branco sperava che, con un alpha donna, tutto gli fosse concesso, niente ronde alla notte e con giorni di ferie, ma non fu così. Sam nei primi giorni mi aiutò, insieme a Jake, ma poi presi in mano la situazione e feci in modo di imporre alcune regole e finalmente molti capirono che non mi dovevano sottovalutare.
 
Un mese dopo scoprii di essere incinta: era da ormai qualche settimana che avevo continui giramenti di testa, nausee, fame improvvisa (certo, dovuta anche al mio essere licantropo) e capogiri.
Eravamo a casa di Emily. C’eravamo io, la proprietaria di casa, Leah e Gio, due nuovi licantropi al femminile. Parlando esposi i miei sintomi e anche il fatto di non avere più il ciclo.
 
Leah e Gio mi rassicurarono dicendomi che anche loro non lo avevano più, perché alle donne licantropo, una volta trasformatesi, si interrompeva il ciclo.
Emily mi disse che gli altri sintomi, a parte la fame, non erano normali e giungemmo alla stessa conclusione, sebbene impossibile.
Leah ed Emily andarono nella piccola cittadina di Forks a prendere un test di gravidanza, mentre io rimasi a casa di Emily con Gio che mi rassicurava dicendomi che tutti mi avrebbero aiutato.
 
Mi ricordo quando lessi il risultato del test: dopo aver appreso di essere incinta svenni tra le braccia di Emily.
Ero un licantropo incinta di un vampiro che mi aveva abbandonato.
La mia vita poteva andare anche a rotoli, ma non caddi per quella creaturina che portavo in grembo e che già amavo.
Tutti vennero a conoscenza della lieta notizia e, con mia sorpresa, erano davvero felici di una prossima nascita, anche se sovrannaturale, e mi aiutarono tutti, compreso Charlie (che svenne all’inizio dopo aver capito di diventare nonno e per la rabbia che suo nipote fosse mezzo vampiro) e Jake.
Da lì, però, la mia vita cambiò per la terza volta.

 
 
Avete scoperto qualcosa in questo capitolo?
Certo che solo la mia testa poteva arrivare a questo punto, in senso che forse ho mischiato un po’ troppe cose, ma mi piace un sacco.
Veniamo ai ringraziamenti: grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti (1) e tra i seguiti (ben 24 persone).
Mi piacerebbe sentire i vostri pareri, al prossimo capitolo ricco di colpi di scena, baci, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La seconda trasformazione ***


Buona domenica a tutti/e.
Ringrazio quei quattro angeli che hanno recensito lo scorso capitolo, ogni volta che leggo certe recensioni mi commuovo.
Vi lascio con il terzo capitolo, ricco di sorprese.
(Ricordo, per altri due capitoli siamo nel Flashback di Bella)
 

                                                   La seconda trasformazione

 
Ero davvero felice di essere incinta, una nuova vita cresceva dentro di me.
Ero felice dell’idea di diventare mamma e anche perché nessuno mi aveva abbandonato.
Con mia grande gioia il branco fu felice della mia maternità, certo, forse era meglio non avere un figlio con un vampiro, ma un bambino è sempre una grande gioia.
 
L’unico non molto contento fu Jacob. Non era felice perché aspettavo un bambino da un altro e soprattutto da un vampiro, ma con il tempo si ammorbidì.
In un giorno d’inverno, con la neve soffice sui prati e con un tiepido sole mi incamminai nel bosco, per andare nella nostra radura.
Una volta arrivati mi ci fermai al centro, mentre i raggi del sole risplendevano sulla mia pelle donandomi un leggero calduccio.
 
Da quando scoprii di essere incinta la mia temperatura corporea da 42 gradi scese a 35, ma era tutto normale, aspettavo un figlio da un vampiro.
“Sai? Il tuo papà avrebbe iniziato a luccicare.” dissi  al bambino che portavo in grembo con una nota di malinconia.
Poi mi accarezzai la pancia che si cominciava a vedere. In quel periodo ero incinta di quasi quattro mesi.
 
“Isabella..” disse una voce fredda alle mie spalle che mi gelò il sangue.
Mi girai di scatto e vidi una delle ultime persone che avrei voluto vedere: Laurent, uno del trio di James che ormai era diventato un duetto.
“C-che c-ci fai t-tu qui?” chiesi balbettando.
“Passavo di qui ed ho sentito un odore. Sai, il tuo odore non è più come l’ultima volta è più puzzolente, quasi rivoltante. Che ti è successo? Hai fatto bagni di fango?” mi chiese divertito.
“N-non ti i-interessa…” dissi.
“Beato James che ti ha potuto assaggiare nel tuo massimo splendore, che buon odorino avevi. Comunque, visto che sei qui ho deciso di fare uno spuntino, anche se l’odore non è dei migliori.” mi disse.
 
Deglutii a fatica per poi ribattere con voce ferma: “Laurent, non ti conviene farlo.”
“Cos’è? I Cullen ora sbucheranno all’improvviso? Come mai sei qui tutta sola? Mi sa che qualcuno ti ha abbandonato…” mi punzecchiò Laurent.
“E anche se fosse?” chiesi.
“Non importa. Ti sto solo salvando da una morte atroce. Victoria vuole ucciderti in modo lento, molto lento, mentre io… Beh io non ti farò sentire alcun dolore.” disse avvicinandosi.
 
Scattai all’indietro e mi trasformai nell’ormai consono lupo bianco come la neve.
“C-che cos’è questo?” sbottò Laurent arrabbiato.
Gli sorrisi beffarda ed ululai. Una volta ripresosi Laurent si lanciò su di me.
Da lì inizio una dura lotta all’ultimo sangue. Ricordo che riuscii a ferirlo per ben due volte, una volta staccandogli anche una mano, ma aspettavo un bambino e non ero in ottima forma.
 
Il branco arrivò poco dopo e mi aiutò. Sette licantropi contro un vampiro, gioco facile. Poco prima che Laurent fosse sbranato riuscì a mordermi una zampa e da lì vidi buio.
Di solito quando un vampiro morde un licantropo, quest’ultimo muore per l’effetto del veleno, ma per me non fu così.
 
Passai i dieci giorni più brutti della mia vita, in preda al dolore. Bruciava tutto, come se fossi stata bruciata viva.
Al decimo giorno, quando ormai tutti avevano perso le speranze il mio cuore si fermò.
Quando tutto sembrava perso mi svegliai.
 
“B-Bella s-s-sei tu?” balbettò Jacob.
Mi alzai con una velocità impressionante facendo quasi scappare tutti i presenti che mi erano rimasti accanto.
“N-non può essere.” esclamarono i presenti allibiti.
In mezzo secondo, ad una velocità poco umana, mi ritrovai di fronte allo specchio: ero cambiata. Avevo i capelli più lunghi, sotto le spalle, ero diventata un po’ più alta, avevo le dita delle mani affusolate, la carnagione pallida, i lineamenti perfetti, ma soprattutto i miei occhi erano rossi.
 
Le mie gambe a quel punto cedettero e mi ritrovai seduta sul letto con la testa fra le mani. Ero un mostro, un vampiro.
D’istinto mi toccai la pancia, c’era, ma il bambino?
“B-Bella, t-tu sei un...” balbettò Paul.
“Un vampiro, lo so.” dissi sconsolata.
“Bella..” disse Jacob avvicinandosi a me.
“Fermati Jacob, è un vampiro.” disse Billy.
“Non hai sete?” chiese Sam.
“No, per ora no. Voi non mi fate nessun effetto…” dissi.
 
Da quel giorno capii che ero un vampiro, ma non un vampiro qualunque.
Ero un ibrido. Ero un vampiro normalissimo, anzi, ero molto più forte di un qualsiasi vampiro e più veloce, non centrava il fatto di essere neonata o meno, mi nutrivo di sangue animale, ero di una bellezza superiore alla norma, un vampiro per eccellenza.
Le differenze però erano molte: potevo trasformarmi in un licantropo normalissimo, anzi, ero molto più forte e più veloce di un qualsiasi licantropo e anche vampiro, anche sotto-forma di lupo. La sola differenza era la pelliccia: ora era bianca come la neve, ma aveva delle striature dorate sul muso, sulle zampe e sulla coda, inoltre gli occhi erano tendenti all’oro.
 
C’erano delle pecche però nella mia natura di ibrido: la mia auto-guarigione dovuta all’essere licantropo era molto più lenta di un qualsiasi licantropo, inoltre potevo ferirmi gravemente. Dovevo dormire almeno un’ora, me ne bastava solo una per recuperare appieno le forze e… Potevo benissimo mangiare cibo umano, anche se preferivo il sangue animale.
Ero un normalissimo vampiro, più potente, fuso con un licantropo, più potente, con alcune striature, un essere molto potente.
 
La cosa più bella che potesse accadermi nel mio essere ibrido è che potevo avere figli. Lo dimostrava la mia gravidanza, che procedette a gonfie vele. Il mio essere ibrido non aveva danneggiato mio figlio e aveva dimostrato che potevo benissimo avere figli anche se ero un vampiro, tutto grazie alla mia parte licantropo.

 
Eccomi qui con la fine del terzo capitolo. Cosa ne dite?
Piaciute le soprese? Bella è molto potente, più potente di un qualsiasi licantropo e vampiro messi assieme, non dipende dal fatto di essere neonata, lo sarà sempre.
Vi piace questa fusione? Vampiro-licantropo intendo, con qualche sfumatura.
Chissà cosa sarà il bambino ora… E soprattutto sarà maschio o femmina?
Grazie ancora per le recensioni, al prossimo capitolo, baci, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Qualcosa in più ***


Buon inizio di fine settimana a tutti.
Scusatemi per il ritardo, ma abito vicino al mare ed il tempo per scrivere, con mio dispiacere, è poco.
Ma ora sono qui e vi lascio con il quarto capitolo e qui terminerà il Flashback di Bella.

 

                                                            Qualcosa in più

 
Pov Bella.
Ero un essere diviso fra due nature, due combinazioni potenti che hanno lasciato spazio ad un solo essere potentissimo.
Un giorno il medico personale dei Quileute mi visitò, non potevo certo andare in ospedale e spiegare la mia temperatura corporea e il perché del mio cuore fermo, e mi disse che la gravidanza procedeva bene e che il piccolo stava benissimo, non aveva avuto danni provenienti dalla mia seconda trasformazione.
 
Il rapporto con il branco non cambiò, anzi, tutto andava meglio di prima e a nessuno importava che fossi anche un vampiro, certo, i ragazzi dovevano convivere con il mio odore vampiresco, ma neanche il loro era tanto buono.
Il mio odore era come quello dei vampiri, solo un po’ più forte, ma non si sentiva la puzza del licantropo.
 
In una giornata d’estate, precisamente il 18 giugno avvenne quello che tutti speravano: la nascita dei gemelli.
Scoprii durante il parto che erano tre gemelli, due femminucce ed un maschietto.
Il dottore sentiva solo qualche battito, ma non poteva vedere nulla per la mia pelle troppo spessa.
 
Erano le 12.30, io, Jake, Emily e le altre ragazze, compresa Rachel la sorella di Jacob ed imprinting di Paul e Sue, madre di Leah e Seth, stavamo pranzando.
Doveva essere una giornata fra donne, ma Jake mi seguiva come un ombra preoccupandosi del mio stato interessante e per fortuna quel giorno ci fu lui.
Stavo parlando tranquillamente con Leah, ma ad un certo punto una fitta mi colpì il basso ventre.
 
Mi alzai di scatto e poco dopo una seconda fitta arrivò. Pochi minuti dopo arrivò una terza fitta ed un liquido iniziò a colare sulle mie gambe e fu quello a darmi il campanello d’allarme.
 
“Mi si sono rotte le acque!” esclamai in preda al dolore.
 
Dopo sei ore di dolore puro nacque il primo bimbo: Anthony Carlie Junior.
Era bello come il sole, molto simile a suo padre da piccolo, con gli occhietti vispi e con una piccola bocca che emetteva gemiti graziosi.
Mi venne una voragine al petto ripensando a lui, seguita da un’altra contrazione.
 
“Bella -disse Emily guardandomi- c’è un altro bimbo!”
“Io sento altri due piccoli cuoricini.” disse Sue.
 
In quel momento capii che dentro di me erano cresciuti tre gemelli, ma nessuno l’aveva mai saputo, si sentiva il battito di un cuore,  ma a causa della mia pelle dura non avevamo mai sentito altro, in questo caso altri due cuoricini.
Dopo mezz’ora diedi alla luce una femminuccia: Elizabeth Mary.
Poco dopo nacque il mio terzo miracolo: Renesmee Lilian.
 
La reazione di Jacob alla vista di Renesmee fu alquanto strana: spalancò gli occhi come in trance e la guardava adorante, come se in quella stanza ci fossero solo mia figlia e lui. Poco dopo il povero Jake svenne.
 
“B-Bella, tua figlia è l’imprinting di Jacob!” esclamò sorpresa Leah.
 
In quel momento non avevo né la forza né la voglia di ribattere. Forse ero un po’ arrabbiata con Jacob, avere l’imprinting su una bambina così piccola, ma sapevo che al cuore e soprattutto all’imprinting non si comanda e sapevo anche che l’avrebbe sempre protetta.
 
I bambini crescevano normalmente, ma sin da piccoli preferivano il sangue che al latte.
Lo scoprii Seth, che ebbe l’imprinting su Elizabeth, e da lì divennero un po’, per i primi mesi, sangue-animale dipendenti.
Però nessuno conosceva la natura dei piccoli, non erano pericolosi, ma dovevamo scoprire qualcosa di più.
 
Io ed il branco prendemmo una decisione drastica per il bene dei bambini: andare a Volterra, almeno per un po’.
Aro mi conosceva già come l’umana innamorata del vampiro  ma non sapeva cos’ero diventata  e dei gemelli, ma se l’avesse scoperto sarebbe venuto qui e sarebbe scoppiata una guerra.
 
Io e Jake andammo a Volterra, insieme ai piccoli, ma qualcosa mi diceva che tutto sarebbe andato come speravo e che i Signori dei vampiri non ci avrebbero fatto del male e così fu.
I Volturi ci accettarono molto bene e si innamorarono subito dei gemelli, gli raccontai la mia storia, dall’inizio alla fine, non vollero sapere chi era il padre, perché avevano visto che ero triste sull’argomento e mi dissero loro stessi che quando avessi avuto voglia di parlarne lo avrei fatto di mia spontanea volontà.
 
Ci proposero di rimanere a Volterra e mi lasciarono decidere.
“Discutine anche con il branco di La Push se ti serve qualche consiglio.” mi disse gentilmente Aro.
 
Ritornai in America con Jacob e i piccoli e discutemmo con il branco della situazione: sotto protezione dei Volturi nessuno ci avrebbe fatto del male e in più i Volturi mi avrebbero permesso di tornare in America quando ne sentivo bisogno per ritornare nella mia terra e dal branco, potevo ritornare da un pezzo della mia famiglia quando volevo.
 
Alla fine decisi di trasferirmi a Volterra ed affidai il branco a Jacob e Sam durante la mia assenza, infatti mantenni il ruolo di alpha e andai a vivere in Italia, dai Volturi, con i miei figli.
Negli anni successivi i miei figli crebbero normalmente, ma la loro crescita si fermò all’età di diciotto anni rendendoli così immortali. Erano come me: vampiri-licantropi.
 
(Fine Flashback)
 
Ora, dopo ottant’anni, se dovessi ritornare indietro rifarei tutto. Jake e gli altri venivano quando potevano, io andavo in America quando volevo.
I Volturi erano la mia seconda famiglia, mi volevano bene, molto bene, e si erano affezionati tantissimo ai miei figli, nessuno poteva sfuggire alla loro dolcezza.
 
I miei figli erano felici, ognuno aveva il proprio compagno/a. Nessi, alias Renesmee, aveva Jacob. Lizzie, alias Elizabeth, aveva Seth e Anthony aveva Laura, un licantropo donna che ha avuto l’imprinting con lui.
Ho raccontato tutta la mia vita a loro, ma non hanno mai voluto cercare il loro padre, come me del resto, a Forks loro non si sono fatti più vivi.
 
I mie figli erano cresciuti con l’amore di una mamma, del branco, dei Volturi e di Charlie che purtroppo morì trent’anni fa, senza voler essere trasformato.

 
 
Fine quarto capitolo e fine Flashback.
Dal prossimo capitolo riprende la vita a Volterra, si scopriranno cose in più su Bella e i tre gemelli.
Non uccidetemi, qui i Volturi si sono affezionati a Bella e i gemelli, li trattano divinamente e li considerano parte della famiglia.
Anche perché ormai Bella è diventata molto importante per i Volturi, non solo sul piano affettivo, ma sulla scala reale e dal punto di vista tattico, scoprirete tutto nel prossimo capitolo.
Ovviamente ringrazio tutti gli angeli che recensiscono la mia storia, chi l'ha messa fra le seguite/ricordate e chi semplicemente legge.
Baci, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La vita a Volterra ***


Ciao a tutti, eccomi qui finalmente con il quinto capitolo.
Da qui in poi non ci sarà più Flashback, ora si parla della vita di Volterra.
Prossimamente avremo Pov Cullen.
Ringrazio Rebyseby, Edward4ever96, bessielizzie, blonde985 e  Denny Cullen  per le recensioni, grazie davvero.


                                                                      La vita a Volterra


Pov Bella.
Da settanta-nove lunghi anni vivevo a Volterra.
Sulpicia, Athenodora e Didyme, mogli di Aro,Caius e Marcus, fecero da nonne ai miei figli. I temutissimi signori di Volterra fecero, altrettanto, da nonni amorevoli e li seguivano in tutto anche da quando ormai erano adulti.
Anthony, Elizabeth e Renesmee potevano trasformarsi in licantropi: il primo in un bellissimo lupo nero con le sfumature dorate, la seconda grigia con altrettante sfumature dorate e la terza in un lupo marroncino con sfumature dorate.
Io, insieme ai miei figli, ero l'unica con gli occhi dorati in quanto mi cibavo di sangue animali mentre quelli delle altre guardie erano rosso fuoco.
Dopo molte guerre affrontate in settanta-nove anni Marcus decise di ritirarsi con Didyme, vivevano lo stesso a palazzo, ma non rivestendo ruoli importanti.

Cinquant'anni fa, appunto, Marcus si ritirò e decise di affidare a me il suo ruolo. Sulle prime non accettai, ma fui praticamente costretta dai miei figli, Heidi e Jane ad accettare, così faccio parte dei Signori di Volterra: io, Aro e Caius siamo i sovrani dei vampiri.
Io, personalmente, mi accupo di addestrare a guardia e sulle tattiche di combattimento, mentre delle leggi non mi importa più di tanto e lascio il lavoro agli altri due sovrani.
Le mie guardie personali erano i miei figli, per loro volere, Alec e Jane, sempre per loro volere con cui avevo stretto una grande amicizia.
I Volturi ormai erano imbattibili e le guerre iniziavano a scarseggiare, per questo la vita era monotona.

Io in seguito scoprii di avere ben quattro poteri: uno scudo che mi proteggeva da attacchi fisici e mentali che potevo anche estendere per chilometri per proteggere i miei compagni. Potevo leggere nel pensiero, ma a differenza di lui potevo anche bloccare i pensieri degli altri e smettere di ascoltarli. Comandavo i quattro elementi, terra, fuoco, aria e acqua, ed infine potevo muovere gli oggetti.
Anche i miei figli avevano dei poteri: Anthony leggeva nel pensiero come suo padre, ma con distanze ridotte, Nessie poteva filtrare immagini dei suoi ricordi, emozioni, e talvolta lo usava per comunicare, mentre Lizzie poteva creare dei sosia.
Mi ridestai dai miei pensieri e mi alzai dal letto. Erano le 18.30. Avevo viaggiato nei ricordi abbastanza a lungo.

"Mammaaa!" dissero correndo le mie figlie.
"Si?" chiesi dolcemente.
"Elizabeth! Renesmee!" urlò mio figlio dal corridoio.
"Nascondici ti prego!" mi pregò Lizzie.
"Cosa avete combinato? Se Anthony vi chiama con i vostri nomi interi ne avete fatta una grossa!" dissi esasperata.
"Cosa hanno combinato?!! Le uccido!" sbraitò mio figlio entrando nella mia camera.
"E' stato solo uno scherzo innocente." si giustificò Nessie.
"Avete completamente mesos a soqquadro la mia stanza come se fosse passato un tornado, allagato il bagno e non trovo più le foto mie e di Laura!" urlò Anthiny per poi trasformarsi.

Renesmee era sposata con Jacob Black, il mio migliore amico. Elizabeth era sposata con Seth e Anthony era sposato con Laura. Si sono sposati quindici anni fa, tutti nello stesso giorno.

"Scusaci, ci stavamo annoiando." dissero in coro Lizzie e Nessie.
"Annoiando? Bene, quando mi annoio mi diverto a disegnare i baffi su Jake e Seth. Ritornate a Forks e andate a fare quello che sapete voi con i vostri cari maritini, come..." borbottò Anthony iniziando a pensare cose non proprio belle.
"Smettetela tutti e tre! Ora voi due -dissi indicando le mie figlie- andate in camera di vostro fratello e sistemate TUTTO, mentre tu -dissi indicando mio figlio- smetti di pensare a cosa poco carine sulle tue sorelle, so anche io leggere nel pensiero!" esclamai esasperata.

I miei piccoli furfanti, anche se piccoli più non erano, abbassarono lo sguardo. Anthony in versione lupo leccò le mani alle sue sorelle mentre ognuna li posò un bacio sulla tesona pelosa.

"Pace?" chiesero in coro le gemelle.
"Pace!" affermò mostrando i denti, come in un sorriso, mio figlio.

Quei tre non riuscivano a tenersi il broncio per più di cinque minuti, poi svaniva tutto. Erano legati fra di loro come un filo, erano una cosa sola.
Mi corsero incontro, con Anthony in forma vampira, a mi abbracciarono.

"Ti vogliamo bene mamma!" dissero tutti a tre.
"Anche io tesori!" dissi per poi poggiare sul capo di ognuno un dolce bacio.

Iniziammo a parlare quando qualcuno bussò alla porta. Riconobbi due scie familiari: Jane ed Alec.

"Entrate." dissi.
"Signora, i Signori la vogliono." disse Jane.
"Jane, quante volte ti ho detto di non chiamarmi signora e di darmi del tu?" dissi sorridendo.
"Abitudine!" disse ridacchiando Jane.

Presi il mio mantello nero come la pece, che ci distingueva dalle guardie, e seguita dai miei figli, Jane ed Alec con un mantello un po' più chiaro, tipico delle guardie, andammo nella sala dei troni.



Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Ringrazio chi ha messo questa storia nelle preferite:

1 - blonde985 [Contatta]
2 - Denny Cullen [Contatta]
3 - T13_l [Contatta]
4 - _twilight_loverr_ [Contatta]
Chi l'ha messa nelle ricordate:
1 - kamura86 [Contatta]
Chi l'ha messa nelle seguite:
1 - 1717 [Contatta]
2 - 96giuggi [Contatta]
3 - aquizziana [Contatta]
4 - bellinaC [Contatta]
5 - bessielizzie [Contatta]
6 - BibiBarbara [Contatta]
7 - carlie_smile [Contatta]
8 - chiaraEB [Contatta]
9 - DeMusic [Contatta]
10 - Edward4ever96 [Contatta]
11 - EdwardandIsabella [Contatta]
12 - fan_harry_potter_twilight [Contatta]
13 - iaia_twl [Contatta]
14 - Javaneh_97 [Contatta]
15 - MailaCullen97 [Contatta]
16 - marta_cr_cullen92 [Contatta]
17 - masse15 [Contatta]
18 - raf [Contatta]
19 - Rebyseby [Contatta]
20 - safobia [Contatta]
21 - Sara JB [Contatta]
22 - Shiho93 [Contatta]
23 - sillyyy [Contatta]
24 - Silnica [Contatta]
25 - T13_l [Contatta]
26 - Triscell [Contatta]
27 - vampira97cullen [Contatta]
28 - wolf1975 [Contatta]
29 - WriteMyLife53 [Contatta]

Vi lascio il link delle voto che rappresentano i figli di Bella, sperando che si veda qualcosa:
-https://fbcdn-sphotos-d-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/558465_216166978535250_1141376749_n.jpg  (Renesmee)
-https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/553967_216167078535240_1885175303_n.jpg  (Elizabeth, solo un po' più chiara di capelli)
-https://fbcdn-sphotos-h-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/935854_216167241868557_390141601_n.jpg  (Anthony, però con i capelli di Edward)

Al prossimo capitolo, un grosso bacio, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Maria e alleati ***


Salve a tutti, eccomi qui con il sesto capitolo.
Volevo avvisare che per un po' continuerò solo questa e lascierò in sospeso 'Di nuovo quel sorriso', ma non preoccupatevi, la terminerò.
Voglio chiarire una cosa e magari molti di voi se la sono chiesta: una ragazza mi ha fatto notare che i gemelli sono grandi, certo hanno ottant'anni, ma tra fratelli e sorelle si scherza no?

Se vi è sembrato un comportamento infantile scrivetelo :)


                                                                                                                Maria e alleati


Pov Bella.
A velocità vampiresca raggiungemmo la sala dei troni ed entrammo.
C'erano Aro e Caius seduti sui loro troni con accanto le loro guardie, come al solito mancavamo noi.

"Isabella, ragazzi, Jane, Alec." ci salutò cordialmente Aro.
"Aro, Caius." dissi in tono di saluto.
"Cos'è successo?" chiese Jane notando gli sguardi preoccupati di Aro e Caius.

Quando ci riunivamo tutti nella sala dei troni era per parlare di cose molto importanti oppure per revisionare le sedute di allenamento della guardie inesperte.
Cosa era successo questa volta?

"Maria!" sibilò Caius.

Sussultai a quel nome. Ancora lei! Maria era una vampira che combatteva guerre per espandere il proprio potere e per avere più terreno possibile. Cinquanta anni fa combattemmo in Asia su alcune colonie dei Volturi che Maria si era messa in testa di occupare.
Quella volta vincemmo noi, ma non eravamo riusciti ad ucciderla.
Mi ricordo che me ne aveva parlato Jasper, infatti Maria era la sua creatrice, e conoscevamo un po' la sua storia.

"Ancora?" chiesi.
"Le nostre vedette hanno detto che si sta espandendo dall'Africa all'America e il suo prossimo obbiettivo è l'Europa, l'Italia in particolare!" spiegò Aro.
"Bisogna fare qualcosa..." mormorai.
"Pare che abbia altri due alleati. Il primo è un cacciatore di lupi mannari e licantropi, la seconda pare sia una donna e si aggira in America." disse Caius.
"Questa cosa non mi convince!" dissi.
"Pare che la donna si aggiri nella tua città natale, per i boschi fino ad arrivare al confine con il Canada per poi ritornare indietro!" disse Demetri.
"Devo andare in America, vero?" chiesi.
"Esatto!" dissero sorridendo in coro Aro e Caius.
"Contiamo su di te!" dissero le altre guardie.

Tutti mi reputavano un'abile stratega. Allenavo io le guardie e mi occupavo dei progetti di guerra cercando sempre la via più facile. Ognuno aveva fiducia in me e tentavo di non buttare tutto all'aria.

"Potrei andare a La Push, che è vicino a Forks, la mia città natale, per osservare meglio la situazione!" proposi.

Alla parola La Push gli occhi dorati dei miei figli brillarono, finalmente avrebbero potuto vedere i loro mariti e per Anthony la propria moglie.
Era duro per loro rimanere in Italia, più volte tentai di convincerli, ma furono irremovibili.

"E' un'ottima idea!" approvò Aro.
"Domani partiremo per l'America." dissi includendo anche le mie figlie e mio figlio.

In ottant'anni, cosa che sembra impossibile, il branco di La Push ha sempre aiutato i Volturi e quest'ultimi hanno capito che non bisogna uccidere innocenti o minacciare vampiri con poteri per portarli a Volterra, ma ognuno poteva entrare nella guardia per propria volontà.

"Chi verrà con te?" mi chiese Aro.
"Verranno Anthony, Renesmee ed Elizabeth. Jane, Alec, voi rimmarrete qui e farete il punto della situazione, ci terremo in contatto." dissi.
"Va bene capo!" esclamarono i gemelli Volturi.
"Non sarebbe meglio portare con te Jane, Alec e qualcun'altro?" mi chiese Caius.
"Attireremo troppo l'attenzione. A quanto pare, dalle vostre descrizioni, l'alleata di Maria è un vampiro, quindi riconoscerebbe la scia di altri vampiri, mentre il nostro odore è camuffabile." spiegai.
"Una scelta molto saggia!" approvò Aro.
"Perfetto, partiremo domani!" dissi per poi ritornare nella mia stanza seguita da Nessie, Lizzie ed Anthony.

*********

"Che bello, rivedrò Laura!" esclamò felice mio figlio.

Laura era sua moglie e faceva parte del branco in quanto licantropo donna, insieme a Leah e Gio.

"Ed io Jale!" disse mia figlia Renesmee con gli occhi che le brillavano.
"Mi manca tanto Seth, ma domani lo rivedrò." aggiunge mia figlia Elizabeth.

Noi vampiri-licantropi non potevamo avere l'imprinting, ma un normale licantropo poteva benissimo averlo con noi. Infatti Jacob, Seth e Laura ebbero l'imprinting rispettivamente con Renesmee, Elizabeth e Anthony.

Non vedo l'ora di ritornare a La Push dalla mia Laura, andremo in discoteca, nei pub e a ballare... pensò mio figlio.

"Anthony! Non possiamo girare liberamente per l'America. Vedila come una missione, dobbiamo usare la massima riservatezza!" spiegai.
"Ho capito." disse.
"Però se volete prima di andare a La Push possiamo comprare qualche regalo per Jake, Seth e Laura!" dissi.
"Mamma, sei un mito!" disse Renesmee per poi saltarmi al collo.

Alla sera telefonai a Jake per avvertirlo del nostro arrivo, poi i ragazzi rimasero a parlare con i loro imprinting fino alle 23.30.

"Ragazzi, a letto!" ordinai.
"Ma mamma!" esclamarono in coro.
"Salutate tutti e filate a letto, ognuno nella propria stanza!" ordinai.

Il brutto di essere un vapiro-licantropo era che per recuperare le forze bisognava dormire almeno un'ora, però era sempre meglio dormire più di qualche ora.
I ragazzi salutarono ed ognuno filò nella propria stanza. Poco dopo mi abbandonai nella braccia di Morfeo aspettando il nuovo giorno.



Hola, eccomi di nuovo qui a rompere.
Qualcuno ha intuito la possibile alleata di Maria?
Ci ho aggiunto anche un cacciatore di creature sovrannaturali in particolare di licatropi e lupi mannari per mettere un po' di pepe nella storia.
Grazie mille e di cuore a chi ha recensito e chi ha messo la storia delle seguite, siete aumentati ancora, grazie.
Al prossimo capitolo che cercherò di mettere al più presto, baci, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Ritorno a casa ***


Buona domenica a tutti.

Eccomi qui con il settimo capitolo. Wow, già sette capitoli...

Grazie di cuore a tutte le persone che hanno recensito, grazie davvero.



                                                                                                                     Ritorno a casa



Pov Bella.
Il mattino dopo mi svegliai molto presto. Mi vestii con una camicetta azzurra, una felpa bianca al di sopra la camicetta, un paio di jeans e delle converse bianche, poi andai a svegliare i miei figli.
Poco prima di partire salutammo tutti i Volturi, tra sovrani e guardie, poi ci dirigemmo all'aereoporto.
Il volo durò circa otto ore, poi l'aereo atterrò all'aereoporto di Port Angeles.

"Mamma, dov'è la tua macchina?" mi chiese Lizzie mentre prendevamo le valigie.
"Caius ha detto che l'avremo trovata nel parcheggio dell'aereoporto, seguitemi!" dissi ai miei figli.

Ci dirigemmo nel parcheggio dell'aereoporto e dopo un po' vidi la mia macchina vicino all'uscita.
Caius l'aveva fatta spedire il giorno prima, così avremo avuto tutte le comodità.

(Link della macchina: http://www.infullgear.com/blog/wp-content/uploads/2013/03/maserati-lusso-sportivo-per-quattro-debutta-a-ginevra-la-granturismo-mc-stradale-4-posti-1_new.jpg)

"Andiamo?" chiesi ai miei tre gemelli.
"Mamma, hai detto che prima di arrivare a Forks avremo fatto un po' di shopping!" obbiettò Lizzie.
"Giusto!" dissi sconsolata.

Entrammo in macchina e girammo per una buona ora in giro per negozi.
I miei figli comprarono dei regali per le loro dolci metà: Nessie comprò un orologio per Jake, Lizzie una bella camicia ed un paio di jeans per Seth, mentre Anthony comprò un paio di orecchini dorati per Laura.
Finite le compere ci dirigemmo a Forks.
Da quasi tre mesi non mettevo piede nella mia città natale e ne rimasi incantata come la prima volta. Negli ultimi tempi a Volterra c'era un gran da fare con le nuove reclute e non avevo mai tempo per staccare un po' la spina.
Passai da casa mia che fino a trent'anni fa era abitata da mio padre e la misi un po' in ordine.

"E' sempre bello ritornare a casa!" esclamò Anthony.
"Non vedo l'ora di arrivare a La Push!" esclamò Renesmee.
"Lasciate qui i bagagli, dopo ritorneremo a dormire!" dissi io.
"Non dormiamo a La Push?" chiese Lizzie.
"Se volete dormite lì, io rimmarrò qui. Non voglio disturbare!" dissi.
"Mamma, ma sai che agli altri farebbe molto piacere!" esclamò Anthony.
"Voi rimanete con Seth, Laura e Jacob, io ritornerò qui. E' giusto che passiate un po' di tempo con loro!" dissi ai miei figli.

Tutti e tre annuirono felici e poi ci dirigemmo nella nostra auto.
Arrivammo a La Push dopo cinque minuti, grazie alla mia guida spericolata. Parcheggia la macchina davanti casa di Sam, il solito raduno, ed Anthony bussò alla porta.

"Bella, ragazzi, finalmente siete arrivati!" esclamò Emily.
"Tia Bella! Nini, Lizzie, Nessie!" esclamò Kate, la terzo genita di Emily e Sam.
"Ciao piccola peste!" la salutò Anthony.
"Me no picciola peste!" disse Kate mettendo il broncio.
"Va bene -disse Anthony prendendola in braccio- ma non chiamarmi Nini, io mi chiamo Anthony!"
"Pe me sei Nini!" esclamò lei ridendo.
"Se non fossi il mio imprinting sarei gelosa di mia sorella!" disse Laura scendendo le scale.
"Laura!" disse eccitato mio figlio poggiando Kate a terra e correndo da Laura.
"Bentornati!" ci disse Laura.
"Amore, mi sei mancata!" le disse mio figlio baciandola.
"Jake e Seth?" chiesero incoro le mie figlie.
"Sono di ronda con Quil ed Embry, fra poco saranno qui!" ci disse Sam.

Dopo di che salutammo tutto il branco e ci accomodammo nei divani neri della casetta di Sam.

"Seth mi ha accennato qualcosa... Ancora Maria?" mi chiese il lupo nero.
"Si, ancora lei. Arriverà in America, ma il suo prossimo obbiettivo è l'Italia, a quanto pare vuole lanciare guerra ai Volturi e a tutti i clan vicini." spiegai.
"Pare che un'alleata di Maria si aggiri nei boschi di Forks!" spiegò mio figlio che aveva in braccio Laura.
"Evvai, un'altra guerra!" esclamò contento Quil entrando con Jacob, Seth ed Emrby.

Elizabeth e Renesmee corsero dai loro mariti e si salutarono amorevolmente.

"Ciao Bells!" mi salutò il resto del branco.
"Buona sera lupacchiotti! -li salutai ridendo- Qui la situazione com'è?"
"Nessun vampiro nei paraggi, a parte Victoria!" disse Seth senza pensare.
"C-come Victioria?" chiesi balbettando.
"Bells, Victoria è ritornata!" mi disse serio Jacob mentre accarezzava mia figlia.
"Si, si aggira per i boschi da un po' di tempo. L'altro giorno è passata da casa tua, ma non è entrata, probabilmente si è resa conto che il tuo odore non c'è più. L'ho seguita fino al cimitero, si è fermata, ha gironzolato per un po' fino ad arrivare davanti alla tua tomba poi è corsa via!" mi spiegò Max, il secondo genito di Sam ed Emily.

Due anni dopo la mia "scomparsa" abbiamo fatto mettere una tomba al cimitero di Forks per non destare sospetti.
Solo mio padre ed il branco sapevano che ero ancora viva e non potevamo certo dire in giro che ero un vampiro-licantropo...

"Ci scappa sempre!" sbottò Paul.
"Non abbiamo sentito nessuna scia di vampiro sconosciuto però..." mormorò Sam.
"Caius ha detto che un'alleata di Maria si aggira qui vicino, mentre un alleato non si sa dove sia, sappiamo solo che è un cacciatore di creature leggendarie, tra cui licantropi e lupi mannari!" spiegò Lizzie seduta vicino a Seth.
"Dobbiamo stare molto attenti, se passano di qui sapremo come affrontarli!" disse Jacob.
"E' troppo pericoloso, dobbiamo cercare qualcuno in grado di aiutarci tutti quanti!" propose Anthony.
"Ne parleremo con Aro e Caius, poi vedremo cosa fare." decisi.

***

"Mamma, comunque penso che Victoria non si farà vedere tanto presto, o almeno in città..." disse Renesmee accoccolata al petto di Jacob.
"Noi pensiamo che sia andata a casa del nonno e al cimitero per accertarsi di persona della tua scomparsa!" disse Anthony.

I miei figli sapevano tutta la mia storia, dall'incontro con lui all'attacco di James, dal mio compleanno all'abbandono.
Sapevano anche di Victoria e di tutti i Cullen.
Loro non hanno mai ammesso che avevano bisogno di un padre, ma tutti i bambini del mondo devono vivere con entrambi i genitori, anche se separati, ma non ne hanno mai voluto sapere.
Più volte ho chiesto loro di cercare il loro padre o almeno di cercare informazioni su di lui, sanno chi è, come si chiama, da che famiglia proviene, ma non hanno mai voluto sapere altro.

"Bells?" mi chiamò Jacob.
"Si?" chiesi stordita.
"Stai bene mamma?" mi chiese preoccupata Lizzie.
"Stavo solo pensando a Ed... A  Victoria!" dissi imbarazzata.
"Se lo dici tu..." mormorò Renesmee poco convinta.
"Stavamo dicendo che almeno Victoria ha trovato quello che cercava, forse non si farà viva tanto presto." mi portò alla realtà Sam.
"Se è quello che ho in mente la rivedremo molto preso." dissi decisa.



Zalve, eccomi qui con la fine del capitolo.
Come vi sembra? Chissà cosa ci farà Victoria a Forks. Molti dubbi assalgono la nostra Bella e i licantropi, ma tutto verrà prima o poi svelato.
Forse vi è venuto un dubbio... Come mai Emily è ancora viva? Si, Emily è ancora viva, così come lo è Rachel, imprinting di Paul.
Svelerò tutto a breve e spero che la mia teoria non faccia qualche piega.
Infine ringrazio chi ha aggiunto la storia tra i preferiti/ricordati/ seguiti mi rendete molto orgogliosa.
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Caccia e inseguimento ***


Buon martedì a tutti.
Sono rimasta un po' delusa sullo scorso capitolo... Solo una recensione rispetto alle quattro/cinque che ricevevo.
Non vi è piaciuto il capitolo o la storia non vi appassiona più?
Se avete qualche critica fate pure, tutto serve per migliorere.
Questo capitolo sarà Pov Bella, ma i prossimi tre saranno Pov Edward, chissà cosa ha fatto il nostro vampirozzo per ottant'anni?


                                                                                        Caccia e inseguimento


Pov Bella.
"Che intendi dire Bella?" mi chiese Jacob.
"Niente, forse qualche presentimento, nulla di grave." dissi risoluta.

Rimanemmo a parlare ancora un po' del caso Maria e Victoria, poi scrissi su un cartellone i nuovi turni di ronda rafforzando i gruppi, ma poi la sete cominciò a farsi sentire su di me e i miei figli.

"Mamma, io avrei un po' di sete." disse quasi in imbarazzo Nessie.
"Anche noi!" confermarono Anthony e Lizzie.
"Va bene, forza, andiamo!" dissi alzandomi dal divano.
"Bella, è meglio che veniamo anche io e Seth, magari anche Laura, non so che piani abbia Victoria, ma in tal caso vi daremo man forte!" mi spiegò Jake.

Uscimmo dalla casa di Sam e dopo altre raccomandazioni partimmo per il bosco. Nessie andò a cacciare con Jake, Lizzie con Seth, Anthony con Laura mentre io andai da sola.
Avevo bisogno di riflettere e così avevo avuto l'opportunità di lasciare i miei figli con le loro dolci metà.
Mi abbandonai al mio istinto ed iniziai a correre per la foresta. Cinque minuti dopo individuai una scia: puma.
Mi mancava l'odore dei puma di Forks, il loro odore dolce e aromatico, gustoso. Mi abbandonai al mostro che c'era dentro di me ed inseguii la scia.
Due minuti dopo arrivai al fiume che separava il territorio di La Push con l'ex territorio dei Cullen e vidi il puma che beveva tranquillamente l'acqua.
La bestia non si accorse di nulla. In un nano secondo gli saltai al collo azzannandolo alla gola. Si dimenava, ma era fatica sprecata. Nessun animale può fare qualcosa contro un vampiro assetato.
Il suo dolce sangue mi colava sulla gola andando a placare la leggere sete e poco dopo l'animale perse la vita.

Una volta finito il mio spuntino, essendo già sazia, mi addentrai nel bosco, camminando lentamente gustandomi il boschetto che tanto mi mancava. Era stato spettatore della mia felicità e del mio dolore, della trasformazione in licantropo, dell'attacco di Laurent e scenario di altre avventure.
Mi fermai e mi sedetti su una roccia contemplando il paesaggio meraviglioso, io e il bosco diventammo una cosa sola.
Poco dopo sentii una scia vagamente familiare di un vampiro, sapeva di muschio e rosa.
Subito dopo sbucarono dal nulla i miei tre figli con Jake, Seth e Laura.

"Mamma, l'hai sentita?" mi chiese Nessie.
"Questa è la scia di un vampiro!" dissi.
"Si sta avvicinando è-..." iniziò a dire Jacob.
"Victoria!" sibilai.
"Mamma, inseguiamola!" mi incitò Anthony.

Tutti e sette ci trasformammo in licantropi e ci lanciammo all'inseguimento della vampira dai capelli color fuoco.
Si spostava molto velocemente, forse aveva sentito la scia dei tre licantropi di La Push, la nostra non assomigliava molto all'odore classico del licantropo.

"La sento, un miglio ad ovest!" informai gli altri correndo nella boscaglia.
 
Poco dopo vidi Victoria sfrecciare alla nostra sinistra, nell'ex territorio dei Cullen. Avrei potuto saltare dall'altra parte, ma mi fermai di colpo.

"Bells, non ci sono più, andiamo!" esclamò Seth intuendo il mio timore.

Con un balzo fummo nell'altra sponda e riprese così l'inseguimento di Victoria.
Victoria si accorse di noi, forse lo sapeva già prima, ma ormai gli eravamo alle costole, così si arrampicò su un albero.
Saltò da un albero all'altro per poi toccare il suolo e lanciarsi dal dirupo in acqua.

"Ci è scappata... Di nuovo!" sbraitò furioso Jacob.
"Troppo vicini all'acqua!" sbottai.
"Maledetta rossa!" ululò Laura.
"Dobbiamo avvisare Sam e gli altri..." propose Lizzie.
"Ottima idea amore!" gli diede man forte Seth.

Nessie scosse la testa e ci dirigemmo verso la casa di Sam.

***

"Cosa vuole ancora?" sbottò Paul.
"Non saprei, non mi ha vista in forma di vampiro, quindi non ha potuto riconoscermi. Penso di non essere più il motivo principale del suo soggiorno!" spiegai.
"Sono sempre più convinta che la rosse centri con quell'altra, Maria o come si chiama..." borbotto Leah.
"Leah, lo penso anche io!" affermai.
"Domani comunque dobbiamo ritornare a Volterra ed informeremo il resto dei Volturi!" disse Anthony.
"Dobbiamo fare qualcosa!" disse Nessie.
"Ed è quello che faremo!" dissero in coro Sam e Quil.

Qualche ora più tardi io e i gemelli  ritornammo  nella mia vecchia casa, loro presero i propri bagagli con i regali per i loro mariti e nel caso di mio figlio sua moglie per poi ritornare a La Push.
Io rimasi nella mia casa e salii in camera mia. La mia camera, piena di ricordi felici e dolorosi. Era da un po' di tempo che non ci entravo, quando venivamo a La Push non c'era quasi mai tempo per venire qui.
Mi sdraiai nel letto ad osservare il soffito. Ottant'anni fa non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione del genere. Ero una ragazzina, che credeva nell'amore, nelle fiabe, e che non avrebbe mai pensato dell'esistenza di questo mondo, del MIO mondo.
Presa dai pensieri mi abbandonai fra le braccia di Morfeo.

Il mattino seguente, dopo i vari saluti, partimmo verso l'Italia, destinazione Volterra.




Rieccomi qui a rompere un po'.
Mi dispiace di aver deluso chi si aspettava l'incontro di Bella con i Cullen a Forks, ma non si incontreranno lì, come avete potuto notare.
Tenete duro, non mancano molti capitoli all'incontro.
Ringrazio chi ha messo la storia fra le preferite [9], fra le ricordate [2] e fra le seguite [46].
Al prossimo capitolo, mi raccomando recensite, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Disperazione ed incontri con i licantropi ***


Buon inizio weekend a tutti.
Ci tengo a ringraziare Edward4ever96, bessielizzie, Lola Masen Cullen per le scorse recensioni, grazie.
Allora in questo capitolo vi regalerò una Pov Edward. In principio dovevano essere due capitoli, ma poi li ho uniti.
Vi lascio alla depressione di Edward (?) ci vediamo sotto.


                                                             Disperazione ed incontri con i licantropi


Pov Edward.
Erano passati ottant'anni da quando sparii da Forks insieme alla mia famiglia. Ottant'anni di agonia, pura agonia. In questi ottant'anni non ero più io, ero un vampiro spento, che si era allontanato da tutto e tutti.
Ho vissuto da solo, ogni tanto andavo dalla mia famiglia per non farli preoccupare e per fargli vedere che c'ero, anche se non ero io.
Stavamo ritornando a Forks, luogo dei momenti più magici della mia vita, ma teatro di angosce e paure.
Prima dell'arrivo di Bella le nostre vite erano monotone, prive di luce, ma lei era un fulmine a ciel sereno, capace di cambiare sette vampiri.

Esme e Carlisle non erano più loro. Avevano perso una figlia, per colpa mia.
Emmett ed Alice avevano perso una sorella, per colpa mia.
Rosalie e Jasper volevano bene a Bella, a modo loro, e l'avevano persa per colpa mia.
Io, l'avevo persa e la colpa di chi era? Mia.
Per tutta colpa mia la mia famiglia era caduta in un abisso profondo senza vie di uscita.

"Edward?" mi ridestò Alice.
"Mmm...mmm... " mugugnai.
"Qualcuno ci riconoscerà?" chiese Rosalie.
"Non penso, sono passati ottant'anni dall'ultima volta..." rispose calmo mio padre.
"Già." mormorò Rosalie con amarezza lanciandomi un'occhiata.

Carlisle continuò a guidare verso la nostra casa, quando passammo davanti al cimitero cittadino.
La mia Bella a quest'ora era sicuramente in paradiso, il posto adatto a lei, al mio angelo.

"Possiamo fermarci?" chiesi in tono di supplica.
"Certo figliolo, ora accosto." mi rispose mio padre per poi fermare la macchina.

Scesi dalla macchina e mi diressi all'interno del cimitero seguito dai miei familiari.
Il cimitero non era piccolo come me lo avevo immaginato, durante il mio soggiorno non c'ero mai stato, ma me lo immaginavo più piccolo.
Vagammo per cinque minuti, o almeno, io camminavo a gli altri mi seguivano.

"Cosa stiamo cercando?" chiese innocentemente Emmett.
"Non ci arrivi da solo?" chiesi irritato.
"Oh... Scusami." mi disse mortificato.
"Cercate qualcosa?" ci chiese un signore sui settant'anni avvicinandosi a noi.
"Oh...Emm...Ecco... Cercavamo la tomba di..." ma mi fermai non riuscendo a continuare.
"Di Isabella Swan." finì ia sorella Rosalie per me.

La ringraziai con lo sguardo.
Rosalie voleva bene a Bella, come Alice, solo che non lo dava a dimostrare. Non capiva il perchè volesse diventare come noi e questo la irritava provocandogli un comportamento duro e freddo.

"Seguitemi." ci disse lui.

Seguimmo il signore, che dai suoi pensieri, capii che fosse il guardiano e dopo poco di trovammo nella terza fila alla destra del cimitero.

"E' la penultima tomba laggiù -disse indicandoci la tomba- perdonatemi, devo andare."

Lo ringraziammo e ci incamminammo nella tomba indicata.
Di fronte alla tomba c'era una ragazza mora con gli occhi verdi che appoggiava un fiore vicino alla lapide.

"Scusatemi, ora me ne vado. Ero venuta a mettere un fiore." ci disse con una punta di imbarazzo.
"Noi siamo solo di passaggio -spiegò mia sorella Alice- tu chi sei?"
"Io sono la figlia di una cara amica della povera Isabella, mia mamma mi ha parlato tanto di lei..." rispose triste.
"Non l'hai mai conosciuta?" chiese mia madre.
"Ecco, è morta giovane, molto giovane. Era con una sua amica, in macchina, un camion ha tagliato la strada e..." spiegò prima che una lacrima le rigasse il viso.
"N-non è p-possibile, n-non c-ci c-credo!" sbottai furioso e triste.
"E' la verità. Siete parenti?" chiese la ragazza.
"Si!" rispose mia sorella Alice per tutti.
"Io devo tornare a casa, sono contenta di aver fatto la vostra conoscenza, arrivederci." si congedò la ragazza.

Mi avvicinai alla tomba, era proprio la tomba della mia amata.
 
                                                                                                                          Isabella Marie Swan,
                                                                                                                                  13-09-1987
                                                                                                                                   26-06-2007

                                                                                                                          Resterai sempre nei nostri cuori,
                                                                                                                          i tuoi genitori, zii e amici.


"NO!" urlai per poi correre a velocità poco umana verso l'auto di Carlisle.

Non poteva essere, no, lei no! L'avevo lasciata per permettergli una vita normale e lei... Il mio unico amore era morto a vent'anni. No, non era lei, no, no!
La mia famiglia mi raggiunge e salì in macchina insieme a me.

"Edward..." singhiozzò Alice per gettarsi sul mio petto.
"Non può essere lei, no..." singhiozzai.
"Edward, mi dispiace, è tutta colpa mia io..." disse triste Jasper.
"Io non ho visto nulla, io non ho visto nulla!" riprese a singhiozzare Alice.

Il breve viaggio verso villa Cullen fu coperto dai miei singhiozzi, quelli di Alice e di Esme e Rosalie aggiuntesi poco dopo.
Carlisle fissava il vuoto davanti a lui, mentre Emmett aveva già rotto buona parte del sedile sotto la sua presa e Jasper.... Lui assorbiva tutti i sentimenti negativi.
Strazio, disperazione, tristezza, collera... Rabbia per non aver potuto fare nulla.
Arrivammo davanti alla villa e scendemmo tutti nell'enorme giardino.

"Forza, entriamo!" ci fece coraggio mio padre.
"Si, è meglio." disse Emmett.
"Forse dovremo avvertire gli anziani del villaggio di La Push, onde evitare spiacevoli inconvenienti!" ci spiegò mio padre.
"Ottima idea... -borbottò Rosalie- così dovremo sorbirci il fetore di quei cagnacci."
"Cagnaccio a chi, bionda!" disse una voce dietro un albero.

Poco dopo comparvero tre enormi lupi. Uno grigio, uno grigio scuro e al centro ce n'era uno rossiccio.
A parlare fu quello rossiccio che riconobbi come Jacob Black.

"Che puzza!" borbottò Emmett.
"Neanche tu hai un buon odore, sai?" disse quel cane di Black.
"Siete nel nostro territorio!" sibilai.
"Voi volevate venire nel nostro, perciò..." disse sghignazzando un altro cane che riconobbi come Embry.
"Eravamo venuti a controllare, in questo periodo non bisogna mai abbassare la guardia!" ci informò Seth.

Seth secondo me era l'unico cane intelligente, lo capivo dai suoi pensieri.
Era un dolce ragazzino di quattordici anni, tranquillo e solare.

"Siamo appena arrivati in città, volevamo avvertirvi del nostro arrivo." spiegò mio padre ai cani.
"L'avevamo capito... Come se non si sentisse il loro fetore..." disse Jacob bisbigliando l'ultima parte.

Ringhiai non appena sentii l'ultima frase. Ma chi si credeva di essere? Era solo un cane con una puzza tremenda.

"Comunque potete venire a La Push nel pomeriggio per rivedere il patto. Il confine non è sicuro. Ricordate: è l'unica volta che vi è permesso entrare a La Push, cacciate bene prima di mettere piede dentro alla riserva!" ci avvisò Black.
"Non siamo degli sprovveduti!" disse Rosalie infuriandosi.
"Arrivederci!" disse Jacob per poi andarsene con Embry e Seth.
"Edward, volevano dell'altro?" mi chiese mio padre alludendo al mio potere.
"Aspetta... Non ho letto nessun pensiero, non ho sentito niente. La loro mente sembrava... vuota!" sibilai.
"Ma come è possibile?" chiese mia madre.
"C-ci s-sei sempre riuscito..." mormorò Alice.
"Eppure, i vostri li sento." spiegai.

Alle 16.00 ci dirigemmo verso a La Push, sempre allerta.
Ero perso nel mio dolore, nello stupore di aver rivisto ancora vivi quei tra cagnetti da salotto e nella preoccupazione.

"Io muoio con questo tanfo!" borbottò Rosalie.

In effetti aveva ragione, il loro odore era rivoltante.

"Sono arrivati!" urlò un ragazzo.

Poco dopo uscirono da una casa sei ragazzi. Riconobbi Sam, Jacob, Seth, Quil, Embry e una ragazza... Una ragazza alta, muscolosa, con i capelli tagliati neri fin sopra alle spalle. Assomigliava a Seth, forse era sua sorella.
Ma le donne non possono avere il gene, è una cosa impossibile.
Da dentro la casa si sentiva un brusio, c'erano altri licantropi.

"Buon pomeriggio!" salutò cordiale mio padre.

Sam ci salutò con un cenno del capo guardando me in cagnesco.

"Sam, capisco tutto quello che vuoi, ma falli entrare, non possono stare fuori!" disse una donna da dentro la casa.
"Ma è pazza?" borbottò Quil.
"Volete entrare? Mia moglie ha ragione, parleremo meglio." ci invitò Sam.

Emily era ancora viva? Impossibile. Eppure la riconobbi, era lei.
Era umana l'ultima volta e il suo odore era lo stesso, forse c'era qualcosa che non quadrava o le leggende Quileute erano vere.
Secondo le leggende quando un lupo aveva l'imprintig cresceva un fiore, come un frutto proibito, e se l'imprinting lo avesse mangiato sarebbe rimasto in vita fino alla morte del proprio compagno.
Cose da cani!

"Per noi sarebbe un onore!" rispose mio padre.

Entrammo tutti nella casetta di Sam, Emmett per ultimo che continuava a sbuffare.

"Orso, se vuoi rimanere fuori fallo pure!" disse Black.
"Jacob, smettila!" ordinò Sam.

Poco dopo entrò anche lui e ci sistemammo sul divano.



Questo capitolo è un po' più lungo degli altri, spero di non avervi annoiato.
Finalmente vi regalo il punto di vista del nostro Eddy disperato.
Mi sono cimentata bene sulla parte?
Nel prossimo capitolo vedremo il patto e... Cosa riconoscerà Edward in casa Ulley?
Scusate se ci sono errori, ma l'ho scritto di fretta e per postare ho dato solo una riletta veloce.
Lo rileggerò bene con più calma domani.
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** ll patto ***


Buona domenica a tutti, mi stupisco di me stessa di aver aggiornato dopo due giorni.
Durante la settimana non ho mai tempo...
Ringrazio le cinque meraviglie che hanno recensito lo scorso capitolo, grazie.
Vi lascio con questo capitolo, ancora una volta Pov Eddino.


                                                                              Il patto



Pov Edward.
"Siamo venuti qui per discutere sul patto, siamo stati lontani molto tempo e vorremo sapere se ci sono variazioni." spiegò mio padre a Sam.
"Il patto rimarrà sempre lo stesso, voi non entrate nel nostro territorio, noi nel vostro. Vi ciberete soltanto di animali..." spiegò Sam.
"E se mordete qualcuno sarà guerra aperta!" disse Black gelido.
"Non l'abbiamo mai fatto e non lo faremo!" affermò mio padre.
"Ci conoscete da una vita e ancora dubitate di noi?" chiese Rosalie.
"Bionda, sapessi quanti vampiri abbiamo incontrato in questi ottant'anni e..." disse Jacob beccandosi occhiate di fuoco da Sam, Emily, Quil e Paul.
"E?" lo incalzò Alice.
"E niente..." disse il cane rossiccio in imbarazzo.
"Comunque dovete stare attenti, non abbassate mai la guardia." disse Sam.

Io non stavo ascoltando molto la conversazione perso nei miei ricordi più oscuri. La mia Bella non c'era più, avrei fatto qualcosa per raggiungerla, questo era poco ma sicuro.

"Perchè?" chiese mia madre.
"Attenti alla rossa!" disse Black.
"Che rossa?" chiesi abbandonando i miei pensieri.
"Succhiasangue caruccio... Dovresti conoscerla molto bene..." mormorò Jacob sghignazzando.
"Non capiamo..." mormorò Alice.
"Victoria non vi dice niente?" chiese Paul.

A quel nome sussultai. Victoria era qui? Dovevo ucciderla, per vendetta personale. L'avevo cercata a lungo, ma l'avevo persa. Ora che la mia Bella non c'era più l'avrei uccisa senza scrupoli. Non era colpa della rossa se era morta, quella era soltanto colpa mia, ma per colpa sua e di James era quasi morta quella primavera.

"Lei?" chiese mia madre velata dal terrore.
"Si, l'amichetta di James e Laurent..." borbottò Emily.
"Uno l'avete fatto fuori voi, e l'altro noi, ma la rossa è furba!" ci spiegò Jacob Black.
"Laurent era qui?" chiese sbalordito mio padre.
"Si, ma l'abbiamo fatto fuori senza troppi complimenti!" disse Sam.
"Ma lui era in Alaska dal clan dei Denali!" borbottò mio padre.
"L'avete ucciso senza alcun motivo!" quasi urlò Rosalie.
"Tu dici?" la incalzò Quil.
"Si, sono sicura!" disse Rosalie fredda.
"Bionda, tu non sai niente! -ringhiò Black- Ha quasi ucciso ...." disse per poi fermandosi.
"Cagnaccio, hai perso la lingua?" chiese Emmett.
"Ha attaccato un umano." riprese Sam con sguardo ammonitore verso Jacob.
"Che cosa?" chiese Jasper.
"Si, quale parte del discorso non hai capito?" chiese Jacob.
"Basta Jacob! Come nostro dovere l'abbiamo fatto fuori!" ci spiegò Sam.

Dopo questa affermazione ritornai sui miei pensieri. Incominciai a respirare, appena entrato mi ero bloccato per non sentire la puzza, ma appena ricominciai al mio naso arrivarono altre scie.
Una sapeva di dolce, aromatico, intenso, era un misto tra creature, inebriante così simile a lei, il mio unico grande amore. Riconobbi altre tre scie, molto simili alla prima, ma una era un po' più forte, quasi da uomo.
Scattai in piedi.

"Edward, stai bene?" mi chiese apprensiva mia madre.
"Sento delle scie così... Così diverse..." borbottai.
"In effetti sono un po' più forti delle altre, saranno di altri licantropi!" affermò Jasper.
"No, non sono scie simili a quelle dei licantropi!" affermai deciso.
"Poi qui siamo solo noi..." borbottò Emmett.
"Come dovreste sapere, da bravi segugi, le scie possono rimanere per un tempo lungo e poi sono dei nostri sicuramente, qui entriamo solo noi!" disse Jacob poco convinto sostenuto da Sam.
"Non sono di licantropi, o almeno in parte!" dissi tagliente.
"Vi posso affermare che qui entrano solo licantropi e poi perchè ti devi allarmare per delle scie?" chiese Sam.
"Era così simile a una persona..." dissi triste risedendomi sul divano.
"Lei Edward?" mi chiese Alice alludendo alla mia amata.

Annuii con la testa per poi mettermi a guardare la stanza.
Era abbastanza grande, ogni giorno conteneva cani un po' troppo cresciuti sotto forma di uomini.
C'erano dei divani e delle poltrone, una cucina e un enorme tavolo. Accanto ad un quadro c'era un foglio.
Aguzzai la vista. Era il foglio con i turni delle ronde. Ma quella scrittura... Quella scrittura così ordinata, fragile, così simile alla sua. Anzi era uguale.
Ma perchè? Perchè tutto qui mi ricordava lei?

"Edward stai bene?" mi chiese Alice seguendo il mio sguardo.

Alice guardò il foglio e sobbalzò. Si era accorta della scrittura?

"Edward cosa guardi?" mi chiese Seth appena entrato con due ragazzi anchessi mutaforma.
"Oh... Ecco..." provai a dire qualcosa.
"Non penso che gli possa interessare il nostro turno di ronda..." disse un ragazzo simile a Sam e non solo per corporatura.

Ritornai a guardare il foglio, quella scrittura... No, non era possibile, lei era morta.

"Mi ricordava una calligrafia familiare, ecco!" spiegai.

Sam, Jacob e gli altri si irrigidirono sul posto come se sapessero di chi fosse quella calligrafia.

"Bella..." mormorò Alice.
"Cosa?" chiese Emmett.

Sam e Jacob si scambiarono uno sguardo d'intesa.

"Il patto è questo e ci impegneremo a non violarlo!" disse Jacob sbrigativo.
"Da quando prendete le decisioni in due? Non è Sam il capo?" chiesi istigatorio.
"In verità..." provò a dire Jacob.
"In verità l'alpha non è qui!" disse Sam.
"Noi pensavamo fossi tu." disse mio padre.
"Lo ero, lo ero... Ma ora non più!" spiegò Sam con una punta di imbarazzo.
"Noi dobbiamo andare, arrivederci." disse mio padre, ma io lo fermai.
"Cane, devo chiederti una cosa." dissi a Jacob.
"Sentiamo succhiasangue..." disse lui esasperato.
"Ecco... -incominciai imbarazzato e triste- So che Bella è-"
"Morta? Si, lo sappiamo tutti!" disse Black interrompendomi con freddezza.
"E questo non ti deve interessare!" riprese Paul.
"Volevo solo chiedere, insomma... Ci hanno detto che-" dissi per poi essere interrotto.
"Vuoi sapere com'è morta?" mi chiese un mutaforma tagliente.
"Max, figliolo... Lascia perdere." gli disse Sam con tono autoritario.
"No, deve sapere papà. Ha fatto un incidente, ecco. Ora puoi anche sparire!" sbottò Max.

Abbassai lo sguardo, avevano ragione... Chi ero io per chiedere qualcosa?

"Scusateci del disturbo e del caos, arrivederci!" disse mio padre per poi andarsene con noi a seguito.

Una voce arrivò fino a noi: "Dobbiamo stare attenti, fra poco ci scoprivano!".
I cagnacci si stavano comportando in modo molto strano e presto avrei scoperto il perchè.



Rieccomi.
Allora... Come vi sembra il capitolo?
Ho cercato di allungarmi un po' visto che a molti piacciono i capitoli più lunghi.
Mi sa che voi avete già scoperto cosa tentano di nascondere i ragazzi di La Push ai Cullen... Non è difficile scoprirlo.
Ringrazio chi ha messo la storia fra i preferiti [9], tra le seguite [3] e tra le ricordate [52] grazie a tutti.
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Strategie e paure ***


Salve a tutti.
Vi ringrazio di cuore per le quattro recensioni, andiamo un po' a sbalzi. Vi ringrazio qui anche per le sette (o.o non me lo sarei mai aspettato) recensioni alla mia nuova storia, grazie mille.
Questo capitolo ci regalerà una Pov Bella a Volterra e un Pov Edward a Forks.
Già undici capitolì, però! Mancano davvero pochi capitoli per l'incontro, tenetevi forte!
Ci vediamo sotto.


                                                       

                                                                                          Strategie e paure


Pov Edward.
Prima di ritornare a casa decidemmo di andare a caccia.
La caccia, per esseri dannati come noi, era qualcosa di liberatorio, ci abbandonavamo ai nostri sensi ed eravamo macchine da guerra, pronte a uccidere.

"Edward, vieni con noi?" mi chiese Jasper.
"Preferirei cacciare da solo..." dissi a tutti.
"Va bene figliolo, ti capiamo!" mi appoggiò mio padre.

Lasciai la mia famiglia e mi addentrai nel bosco. Ogni cosa mi ricordava ottant'anni prima. Gli alberi, i profumi, il terreno perennemente bagnato... Ogni cosa mi ricordava lei!
Mi abbandonai al mio essere e bevetti... Bevetti il sangue di cinque cervi, ma neanche placare la mia sete mi annebbiava i ricordi.
Come avevo potuto ritornare qui? Pensavo che vedere la sua tomba mi avrebbe fatto piacere? Magari che fosse accanto al suo defunto marito... Pensavo ogni giorno di portarle dei fiori?
Certo, ora l'avrei fatto sicuramente, ma poi l'avrei raggiunta e saremo rimasti insieme per l'eternità. No, non saremo rimasti insieme. Lei era in paradiso, io sarei andato all' inferno.
Vivere non aveva più senso, dovevo trovare un modo per morire.
Non mi accorsi di essere ritornato a casa, ma prima o poi ci sarei dovuto tornare.

"Edward Cullen, fila immediatamente in salotto!" sbraitò Alice non appena apparvi in giardino.

Ahia! Aveva visto qualcosa, ne ero sicuro! Entrai in casa, andai in salotto e trovai tutti seduti sui divani.

"TU NON FARAI NULLA!" urlò Alice.
"Tesoro, calmati!" gli disse Jasper.
"Alice..." provai a parlare.
"NO! Il destino mi ha già tolto una sorella, non voglio perdere anche mio fratello!" mi urlò per poi sedersi sul divano singhiozzando.
"Alice, ha ragione Edward. Non ti dico di dimenticare tutto, nessuno lo farà mai, ma ricorrere alla morte no!" mi disse Rosalie alterata.
"Voi non capite!" urlai.
"Edward, per favore, calmati un attimo." mi disse mio padre.
"No, e ora se non vi dispiace vado in camera mia!" dissi per poi andarmene.

Nessuno capiva il mio dolore, loro avevano perso una sorella e chi una figlia, ma io avevo perso la mia compagna per l'eternità.


Pov Bella.
Arrivammo a Volterra ormai a sera inoltrata.

"Bella, Anthony, Elizabeth, Renesmee, ben ritornati!" ci salutarono Aro e Caius, per poi essere seguiti della guardie.
"Avete scoperto qualcosa?" chiesi a Felix, Demetri e Chelsea.

Felix, Demetri e Chelsea erano andare in Africa alla ricerca di Maria, mentre noi eravamo partiti per l'America.

"Niente di niente. Abbiamo seguito alcuni spostamenti di Maria, ma non abbiamo scoperto nulla di nuovo sugli alleati!" sbuffò Felix.
"Voi?" ci chiese Demetri.
"Da un po' di tempo per i boschi e sul territorio circostante si aggira una vampira, si chiama Victoria..." spiegai.
"Pensiamo che potrebbe essere un'alleata di Maria..." spiegò Anthony.
"Anche se non capiamo i reali motivi..." aggiunse Lizzie.
"Questa faccenda non mi piace!" ci disse Jane.
"Dobbiamo intervenire al più presto, non possiamo permettere che arrivino in Italia creando distruzione in altri stati!" affermò deciso Caius.
"Da soli non ce la faremo mai! Siamo forti, quasi invincibili, ma della guardie e qualche licantropo non basteranno a farmare Maria, Victoria e un esercito di vampiri!" dissi.
"Con il branco saremmo a buon punto, ma ci servono altri vampiri!" disse Anthony.
"Come sapete, ogni dieci anni organizziamo un ballo a corte, sarebbe un buon motivo per riunirci insieme agli altri clan e vampiri nomadi!" spiegò Aro.
"Giusto, il ballo..." moromorò Nessie.

Ogni dieci anni a Volterra, si teneva il famosissimo ballo che durava una settimana. Quasi ottant'anni fa era obbligato parteciparvi, ma secondo me ognuno poteva avere libera scelta, così, da quella volta, ognuno poteva decidere liberamente se parteciparvi o meno, anche se gran parte dei vampiri preferivano esserci.
Io non ero mai stata amante di quelle feste, infatti, dopo le presentazioni e altro mi rifugiavo nel bosco. Tutti quei vampiri non mi piacevano, anche perchè mi stavano sempre addosso.
Molto spesso Anthony e Renesmee venivano con me, mentre Elizabeth amava quel tipo di feste, chissà da chi aveva preso...

"In una settimana potremmo spiegare il pericolo che incombe su di noi e chi vorrà parteciperà, anche se non hanno molta scelta. Non si tratta solo dell'Italia, ma dell'America e dell'Europa!" disse Aro.
"Che bello, non vedo l'ora!" esclamò Lizzie con gli occhi a cuore.

Lizzie era l'unica che adorava lo shopping, le feste e tutte quel genere di cose, mi ricordava molto spesso Alice, come si poteva dimenticarla?

"Organizzeremo per bene e poi spediremo gli inviti!" propose Caius.
"Affido tutto a voi..." dissi.

Ormai tutti sapevano a corte che non mi piaceva organizzare le feste, io le odiavo sotto un certo punto di vista. L'ultima che avevo festeggiato da umana era andata male, molto male... Ormai tutti sapevano e non facevano più domande.

"Per l'organizzazione ci occuperemo noi guardie di tutto..." propose Jane.
"Io e Aro degli inviti!" disse Caius.
"E voi -disse Heidi indicando me, Nessie ed Anthony- verrete con me, Jane e Lizzie a fare shopping!"
"Ma..." provò a dire mio figlio.
"Niente ma e vi prego! Verrete con noi, chiuso!" disse Lizzie.

Ok, ero uno dei vampiri più temuti al mondo, ma le ragazze di Volterra sapevano il mio punto debole, fare shopping con loro era una vera tortura!

"Alec, Felix, Demetri... Aiutatemi, vi prego!" chiese implorante mio figlio.
"Mi dispiace, non puoi scappare alla loro furia!" disse Alec sghignazzando insieme a Felix e Demetri.
"Bambocci, neanche voi scapperete alla nostra furia! Ed ora, tutti insieme a fare shopping!" urlò Jane.

Bene, ero obbligata ad andare a fare shopping con una mandria di vampiri con qualche rotella fuori posto, cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto ciò?

"Mentre voi andrete a fare shopping, io e Caius spediremo gli inviti!" disse Aro ridendo sotto i baffi per quella scenetta.
"In quanto Signora di Volterra ci terrei anche io a fare gli inviti perciò io-" provai a dire.
"NO!" urlarono Heidi, Jane e Lizzie per poi trascinarmi via insieme a Nessie, Anthony, Alec, Felix e Demetri, mentre Caius ed Aro ridevano.




Eccomi qui a rompere un po'.
Povera Bella, costretta ad andare a fare shopping con Jane, Heidi e Lizzie. Vi assicuro, sono molto peggio di Alice!
Ringrazio ancora una volta chi segue la storia e per quando riguarda IL RITORNO DEGLI ORIGINALI spero di postare il primo capitolo entro domenica.
Dimenticavo... Buon ferragosto a tutti, anche se con un giorno di anticipo.
Al prossimo capitolo, un grosso bacio, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** L'invito a Volterra ***


Salve a tutti :)
Avete passato bene il ferragosto?
Eccomi qui con il dodicesimo capitolo, è un Pov Edward.
Ci ho preso gusto scrivere i suoi Pov così depressi... No, ok, scherzo!
Lo faccio soffrire troppo, povero cucciolo, ma presto si risolverà tutto.
Questo sarà un po' più cortino rispetto ai due prima (capitolo dieci e undici) che mi servirà per introdurre il prossimo capitolo.


                                                                                         L'invito a Volterra


Pov Edward.
Ero disteso sul divanetto di camera mia a pensare alla mia Bella.
Il destino l'aveva presa con se troppo presto, senza farle vivere la vita che speravo per lei, che senso avrebbe avuto vivere la mia vita ora?
Sono stato ottant'anni senza di lei, per farla vivere in modo più tranquillo, per una vita più umana possibile e invece... Invece era morta in un incidente stradale!

"Dobbiamo fare qualcosa per Edward..." mormorò Emmett dal soggiorno.
"Non riesco a vederlo così abbattuto!" disse Carlisle.
"Io... io ho sempre voluto bene ad Edward, è mio fratello, gliene voglio tutt'ora... Ma sapeva che sarebbe andato così! Lui e le sue idee del cavolo, non riesco ad accettare quello che ha fatto. E' convinto di essere l'unico che soffre qui, ma si sbaglia, si sbaglia di grosso, ha sempre sbagliato tutto!" singhiozzò Alice.

Come potevo dare torto ad Alice? Lei, la mia sorellina, il mio folletto. Aveva tentato per giorni interi di farmi cambiare idea, ma io non l'ho ascoltata.

"Alice, amore, calmati!" tentò di calmarla Jasper.

Ero un fallito, punto! Tutti erano tristi, Bella aveva cambiato la nostra vita, e poi io ho buttato tutto! Che senso aveva ancora vivere? Dovevo andare in Italia, dai Volturi, il prima possibile!

"Alice, Alice, tesoro!" disse mia madre.

Alice stava avendo una visione, ma sinceramente non mi interessava. Magari si trattava di me, questo non mi importava!

"Arriverà fra poco, l'ho visto!" urlò mia sorella eccitata.
"Amore, calmati, cosa arriverà?" le chiese dolcemente Jasper.

Finalmente stavano pensando ad altro.

"Un invito, arriverà un invito!" disse lei.
"Alice, per cosa?" chiese Esme.
"Quando verrà la scoprirete!" mormorò lei.

Un invito? Un invito per cosa? Preso da una curiosità insensata decisi di andare giù per indagare, come se uno stupido invito poteva cambiare la mia vita.

"Finalmente! Credevo che volessi adottare lo stile di Dracula, di dormire di giorno intendo, magari nelle bare! Sai, ce ne sono di vari tipi... Rosse, bianche, nere..." disse scherzando Emmett con una nota di malinconia.

Sorrisi amaramente, lui era il mio fratello orso, che tentava di tirarmi su il morale.

"Si, magari ci faccio mettere la bandiera americana. -borbottai- Allora, cose centra un invito per Volterra?"
"Volterra?" chiesero tutti tranne Alice.

Alice aveva avuto una visione su un invito per Volterra, ma io non avevo capito di cosa si trattava.
Stavo per rispondere alla domanda quando un umano suonò alla porta. Sicuramente era il postino.
Il postino ci consegnò una lettera, la quale conteneva l'invito, e poi se ne andò.

"Chissà a cosa serve..." borbottò Rosalie.
"Apriamolo, no?" chiese Emmett per poi avere la conferma di mio padre.

Carlisle lo aprì ad iniziò a leggerlo ad alta voce: " Il giorno sette gennaio si svolgerà il classico ballo alla corte di Volterra.
Siete tenuti tutti a partecipare, in quanto si svolgerà una riunione con tutti i vampiri presenti.
Un nuovo pericolo incombe su di noi e sulle nostre vite.
                                                                                         I Signori di Volterra."
"Un ballo! Un ballo! Un ballo!" trillò il folletto felice.
"Sempre il solito ballo che si svolge ogni dieci anni, a cui noi non abbiamo MAI partecipato." borbottai.
"Ma io voglio andarci!" disse Alice mettendo il broncio.
"Non siamo mai andati, è vero, ma penso che dobbiamo partecipare, ci sarà anche una riunione!" disse Carlisle.
"Io non sono mai stato a Volterra, mi piacerebbe vedere quei tre vecchiacci!" disse Emmett ridendo.
"Per me è uguale..." espresse Jasper.
"Fate come volete..." disse Rosalie.
"A me sembra una buona idea!" disse mia madre.
"Allora?" chiese Alice.
"Per me va bene. Edward?" mi chiese mio padre.
"Potete andarci, non dovete mica avere il mio consenso." dissi.
"Mio caro fratellino adorato, verrai anche tu con noi, il caso è chiuso!" disse Alice con un sorrisetto.
"Ma..." tentai di ribattere.
"Niente ma! Sento che qualcosa sta per cambiare! E ora... Tutti a fare shopping!" trillò contenta il folletto.

Fra tre giorni saremmo partiti per l'Italia. A me non importava nulla del ballo. Volevo abbandonarmi al mio dolore, morire, e fra tre giorni avrei potuto realizzare il mio desiderio.



E' un po' corto scusatemi, ma ho tentato di aggiornare il prima possibile.
Domani cercherò in tutti modi di postare il primo capitolo dell'altra storia, questo l'avevo già pronto ed ho dovuto finirlo.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, chi ha messo la storia fra preferite/seguite/ricordate o chi solo la legge.
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Preparazione prima del ballo ***


Buon inizio di settimana a tutti.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, fra poco ci siamo.
Non saprei che altro dirvi, ci vediamo sotto.


                                                                                             Preparazione prima del ballo


Pov Bella.
Ero distesa sul letto a pensare al ballo.
I preparativi ormai erano terminati ed avevamo dato alle guardie un giorno libero. Preciso: io avevo dato un giorno libero alle guardie, contro il volere di Aro e Caius.
Secondo me non è giusto che ci divertiamo solo noi, anche le guardie hanno bisogno di prepararsi! Io e le mie idee liberaliste...
Questa sera si sarebbe svolto il tanto atteso ballo che si svolgeva ogni dieci anni. I vampiri di tutto il mondo accorrevano qui, ma loro, loro non erano mai venuti. Perchè sorprendersi? Odiano da sempre i Volturi, anche se Carlisle nutre per loro profondo rispetto.

Se sapessero come sono cambiate le cose...
Il mio programma per il ballo era fare buon viso a cattivo gioco, per poi svignarmela nel bosco, tutto molto semplice.

"Non penso che Jane ne sarà molto contenta mamma..." disse Anthony entrando nella mia stanza.

Avevo abbassato lo scudo, come al mio solito. Ma questa sera l'avrei tenuto alzato su tutta la guardia, Aro e Caius compresi.

"A proposito di Jane... Ci vuole tutte nella sua stanza, tranne Anthony, dobbiamo prepararci!" disse felice mia figlia Lizzie.
"Prepariamoci al mio peggior incubo!" borbottai seguendo una felice Lizzie e una sconsolata Nessie.

Arrivammo quasi subito e ad attenderci c'erano Jane, Chelsea ed Heidi.

"Credevo vi foste perse oppure dileguate!" ci accolse Jane.
"Mamma tentava di svignarsela, ma l'ho portata qui!" ammise mia figlia Elizabeth.
"Ma..." provai a ribattere.

Non me l'ero svignata, anche se era mia intenzione.

"Dobbiamo muoverci, il sole mangia le ore!" disse euforica Chelsea.
"Mancano ancora quattro ore al ballo, dobbiamo prepararci così presto?" chiesi.
"Bella, questa sera devi essere uno splendore, devi fare conquiste!" mi dissero Jane e Heidi.
"Non penso che Anthony ne sarà molto felice..." disse ridendo Renesmee.
"E' molto geloso della mamma!" concluse Elizabeth.
"Capisco tutto quello che volete, ma vostra madre deve trovare un compagno, non può passare l'eternità da sola..." disse Chelsea.
"Magari solo qualche passatempo!" azzardò Heidi.
"Heidi, Heidi... Bella è una vampira da relazioni serie, dobbiamo trovarti qualcuno tesoro!" propose Jane.
"Apprezzo la vostra buona volontà, ma fa lo stesso!" dissi con una punta di imbarazzo.
"Bella, chi ti accompagna al ballo?" mi chiese Heidi.
"Nessuno..." dissi semplicemente.
"Ma come! Tutto il corpo di guardia ti sbava dietro e nessuno ti accompagna!" sbottò Jane.
"Ho cortesemente rifiutato ogni invito." spiegai.
"Oppure ci ha pensato Anthony!" dissero ridendo in coro Nessie e Lizzie.
"Non ci siamo proprio..." disse Chelsea sconsolata.
"Cambiando discorso... Jane? Chelsea? Heidi? Vi ho lasciato da parte Demetri, Felix ed Alec!" dissi con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.

Jane era pazzamente innamorata di Demetri, ed anche lui di lei. Chelsea di Felix e anche lui ricambiava.
Heidi aveva perso la testa per Alec, gemello di Jane, e anche lui ricambiava.
Il problema è che tutti e sei non si sono mai dichiarati... Così toccava a me, che cosa ingiusta!

"Aspetta... Alec per Heidi quindi tu..." iniziò ad urlare Jane verso Heidi.
"Jane, ecco... Io sono innamorata di tuo fratello e..." provò a giustificarsi Heidi.
"Tu cosa? Il mio piccolo fratellino NO!" urlò la piccola Jane incavolata nera.

AHIA! L'avevo combinata grossa. Fortunatamente avevo esteso lo scudo anche su Heidi, così da renderla immune ai poteri di Jane, sennò la povera Heidi a quest'ora sarebbe nel pavimento a contorcersi dal dolore.

"Jane, calmati! Anche Alec ama Heidi per cui..." iniziai a dire.
"Che cosa?" chiesero insieme Jane arrabbiata e Heidi sbalordita.
"Si, ma nè tu -dissi indicando Heidi- nè lui avete il coraggio di dichiararvi!" sbuffai con una punta di amarezza.
"Alec mi ama? Alec mi ama!" urlò Heidi che prese a saltellare per tutta la stanza.

Fortunatamente le stanze erano insonorizzate, al di fuori non si poteva sentire nulla di quello che accadeva dentro, per lasciare un po' di privacy a tutti.

"Va bene... Heidi è una brava vampira e mio fratello è in buone mani, ma sappi -disse rivolgendosi all'interessata- che se farai soffrire mio fratello ti inseguirò in capo al mondo!"
"Anche io ti voglio bene Jane..." sbuffò Heidi ritornando normale.
"Questa sera dovete dichiararvi -dissi alle vampire- ma mi sa che lo faranno prima loro!" dissi sottolineando il prima.
"Cosa ci stai nascondendo?" mi accusarono le tre vampire.
"Io? Niente!" dissi con una faccia innocente.
"Niente cose da sentimentali, iniziamo a prepararci!" urlò Lizzie.

Per una volta dovevo ringraziare mia figlia e tutte le sue passioni, mi avevano salvata da una situazione alquando ambigua.
Finimmo di prepararci tutte e sei dopo tre lunghissime ore. Ci eravamo preparate a turno, acconciate i capelli, messo il trucco, i vestiti e poi i tacchi, che io consideravo veri e propri trampoli.

"Mamma, sei stupenda!" esclamarono in coro Renesmee ed Elizabeth per poi abbracciarmi.
"Anche voi piccole!" dissi dolcemente ricambiando l'abbraccio.
"Lizzie, è deciso! Staremo vicine alla mamma..." spiegò Nessie alla gemella.
"Si! Ci sono così tante vampire, ma tutti i vampiri posano l'attenzione su di lei!" confermò Lizzie.
"Beh... Neanche voi passate innosservate!" esclamai.

Le mie figlie erano stupende. La maggior parte dei vampiri gli sbavava dietro, ma loro rifiutavano sempre, vedevano solo i loro mariti e questo mi rendeva orgogliosa di loro!
Neanche Anthony passava innosservato. Aveva un fascino magnetico come il padre, ma per lui c'era solo la sua Laura.

"Bene, allora andiamo al ballo principesse!" dissi loro per poi uscire dalla porta.

Mi incamminai verso la sala, in compagnia delle mie figlie aspettando Anthony...




Ho fatto più presto che ho potuto.
Il prossimo capitolo sarà il grande momento.
Vi avviso ci sarà un Pov Edward moooolto lungo che spiegherà i giorni prima del ballo e un colpo di scena.
Mettete giù forconi, palette e tutto il resto. Cercherò di aggiornare prima di venerdì perchè poi parto per la montagna fino a domenica.
Starò solo tre giorni, ma ci tengo ad aggiornare prima.
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Il grande ballo ***


Salve a tutti bella gente (ok, il sole non fa bene a tutti, soprattutto alla sottoscritta u.u)
Come promesso ho cercato di postare prima del ritiro, partirò domani, ma non avrete aggiornamenti fino a martedì 27, mi dispiace.
Allora, bando alle ciance, ciancio alle bande (?), vi posto subito il capitolo.


                                                                Il grande ballo


Pov Bella.
Io, le gemelle, Jane, Chelsea e Heidi ci dirigemmo verso l'entrata della sala, dove ci aspettavano tutti.
All'interno della sala vi erano tutti gli invitati, mancavamo solo noi, i Volturi.
Demetri, Felix ed Alec si precipitarono a fianco delle loro accompagnatrici, io mi posizionai accanto ad Aro e Caius, con dietro i miei figli. Poco più dietro di noi c'erano il resto delle guardie, Marcus, Didyme, Sulpicia e Athenodora.
Prima di entrare estesi il mio scudo invisibile su tutti i Volturi, poi, come tutti gli altri, mi tirai su il cappuccio in modo per coprirmi ed entrammo tutti nella Sala dei Troni.

Pov Edward.

Qualche ora prima...

Io e tutta la mia famiglia eravamo arrivati a Volterra due ora fa. All'aereoporto trovammo ad attenderci Caleb, autista-vampiro dei Volturi, che ci accompagnò al Palazzo Reale.
Il palazzo era proprio come me lo ricordavo: enorme, bellissimo, come un castello, molto lussuoso, ma ormai non ero più in vena di perdermi nei particolari.
Una volta entrati ci venne incontro una donna sui trent'anni...

"Piacere, sono Andrea. Voi siete la famiglia Cullen, vero?" ci chiese cordialmente.
"Si, siamo noi." confermò mio padre.
"Benvenuti a Volterra, seguitemi, vi accompagno nelle vostre stanze." ci disse la donna.

Almeno i vampiri non si cibano tutti di sangue umano, qualcuno ha un cuore come la Signora e i Signorini... pensò la donna.

Rimasi interdetto da quelle parole... Qui a Volterra, nella corte dei Volturi, c'erano altri vampiri vegetariani?
Stavo ragionando su tutto ciò, quando mi accorsi di essere solo con Andrea, la segretaria, davanti ad una porta di una camera.

"Signorino Cullen, questa è la sua stanza!" mi disse cordialmente.

Signorino a me? Ho centro novant'anni, mica venti, anche se ne dimostro diciassette, potrei essere il suo bisbisbisnonno!

"Grazie." risposi soltanto con un mezzo sorriso tirato.

Entrai dentro la stanza, appoggiai i bagagli nel letto e mi misi sul balcone ad osservare Volterra e i suoi boschi.
Volterra era davvero una cittadina graziosa, non troppo in vista, adatta ai vampiri. Poveri stupidi umani, nessuno sospettava che qui, di lì a poco, si sarebbero raccolti tutti i vampiri del mondo.
La stanza era carina certo. Il letto a baldacchino, anche se a noi non serviva a niente, tre armadi, perfetto per Alice, ovunque fosse la sua stanza, una vista perfetta, un bagno enorme e davvero di ottime fatture.
Almeno potevo morire in un posto decente.
Solo una settimana, fra solo una settimana mi sarei fatto uccidere a tutti i costi, che senso aveva vivere così?
Senza accorgermene il tempo volò.

"Edward Cullen!" urlò Alice irrompendo nella mia stanza seguita dal resto della mia famiglia.

Ora cosa avevo fatto? Oh dio mio, erano già passate due ore, questo significava... Non mi ero neancora preparato.

"Si sorellina cara?" dissi cercando di apparire calmo e dolce.
"Vestiti immediatamente, non vorrai mica venire così spero!" urlò ancora più forte.

Ma Jasper giocava a briscola quando serviva?

"Caro, vestiti." mi disse dolcemente Esme.
"Posso rimanere così, oppure..." tentai di dire.
"Fila dentro in bagno e se entro cinque minuti non sei fuori ti stacco la testa a morsi!" urlò ancora il folletto.

Nessun vampiro doveva temere nulla, tranne... Alice Cullen!
Potevo impiegarci un po' di più, magari la facevo finita subito, ma Alice era Alice, non mi avrebbe mai ucciso, almeno speravo.
Entrai di corsa in bagno e iniziai a vestirmi.
Quattro minuti dopo ero pronto. Mi specchiai nello specchio e vidi un vampiro dagli occhi color d'oro che poteva sembrare bellissimo agli occhi altrui, ma... Vedevo la mia immagine morta, spenta... Tutto da dire per un vampiro.
Quattro minuti e mezzo dopo uscii dal bagno.

"Finalmente, se entro trenta secondi non uscivi buttavo giù la porta!" disse con uno sguardo... angelico.
"Andiamo?" chiese Rosalie.
"Andiamo." accettai sconsolato.
"Edward, ti capisco, ma cerca di mettere su uno di quei tuoi sorrisetti... Come dire... Ahn si, sghembi!" mi bisbigliò Emmett.

Misi su un sorrisetto tirato. I miei sorrisi erano spariti con lei, lei che gli amava tanto.
Emmett mi diede una pacca sulla spalla, poi tutta la famiglia e io scendemmo nella Sala dei Troni.
La sala dei troni era come me la ricordavo: enorme, ben addobbata, anche per l'occasione, con tre troni centrali attaccati alla parte, sopra dei gradini.
Lo spazio circostante della sala era occupato da due tavolate: sopra una tavolta c'erano dei bicchierini con sangue umano e sull'altra tavolata c'erano dei bicchierini con sangue animale.
Puma, orsi, linci, pantere... Animali di prima classe.

"Eddyyyy!!!" urlò una voce sfortunatamente a me conosciuta.

Tanya Denali era qui. Dovevo aspettarmelo.

"Aiuto..." mormorai.
"Mi dispiace fratello..." sghignazzò Emmett.
"Da quanto temp Eddy, come stai?" mi chiese Tanya appiccicandosi a me come una cozza.
"B-bene g-grazie e tu?" chiesi balbettando.
"Tutto bene ora che ti ho visto." mi rispose.

Tanya era una smorfiosa, PUNTO.
Ci raggiunse anche il resto della famiglia Denali che iniziò a conversare con la mia. Sempre i soliti discorsi a cui non prestavo mai attenzione.

"I Volturi a breve faranno una riunione con tutti i clan e i vampiri esistenti, pare sia successo qualcosa di grosso!" disse Elezar.
"Si, ho letto nel biglietto, chissà cosa sarà successo..." disse mio padre.
"A quanto pare dei vampiri si stanno alleando per occupare l'America e l'Italia!" spiegò Elezar.
"Eccoli, arrivano!" esclamò qualcuno.

All'interno della sala si creò un silenzio da tomba, nessuno fiatava.
Subito dopo fecero ingresso i Volturi, con a capo i loro Signori incapucciati seguiti dalle loro guardie.
Notai subito un particolare: riconobbi Aro, dal suo portamento e dalla sua camminata, Caius dalla corporatura e anche dalla scia, ma chi era quello accanto ad Aro?
Era una figura più minuta di Marcus, apparte che conoscevo la sua scia, ma aveva una camminata più fiera, più fine, più elegante.
I Signori di Volterra arrivarono davanti ai loro troni: Aro al centro, Caius alla destra del fratello e alla sinistra la figura minuta.
Subito dopo i Signori di Volterra si tolsero il mantello.
Erano Aro, Caius e una donna... Una donna stupenda, capelli color mogano, dai lineamenti perfetti... Oddio!

"B-Bella!" balbettai sconvolto.




Eccoci qui, ci siamo.
Non immaginavo altro incontro se non questo, che ne dite?
Vi ho fatto aspettare un secolo vero?
Per favore, non uccidetemi, io vi voglio bene... Ho interrotto su un bel momento eh?
Ok, non infierisco oltre u.u
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, ben cinque persone, sempre le solite fantastiche persone.
Ci vediamo martedì, se riesco ad aggiornare.
[Se ci sono errori scusatemi, ma per postare non ho ricontrollato, darò una ricontrollata domani o martedì]
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Bella, sei davvero tu? ***


Buon pomeriggio, eccomi qui. Vi sono mancata?
Ok, vorrete leggere subito il capitolo e ve lo metto subito, spero sia di vostro gradimento (?)
Scusatemi se non è all'altezza delle aspettative o altro, ma sono reduce da un ritiro e ieri non ho potuto far nulla, quindi ho scritto tutto oggi.


                                                                                                         Bella, sei davvero tu?


Pov Edward.
"I Volturi a breve faranno una riunione con tutti i clan e i vampiri esistenti, pare sia successo qualcosa di grosso!" disse Elezar.
"Si, ho letto nel biglietto, chissà cosa sarà successo..." disse mio padre.
"A quanto pare dei vampiri si stanno alleando per occupare l'America e l'Italia!" spiegò Elezar.
"Eccoli, arrivano!" esclamò qualcuno.

All'interno della sala si creò un silenzio da tomba, nessuno fiatava.
Subito dopo fecero ingresso i Volturi, con a capo i loro Signori incapucciati seguiti dalle loro guardie.
Notai subito un particolare: riconobbi Aro, dal suo portamento e dalla sua camminata, Caius dalla corporatura e anche dalla scia, ma chi era quello accanto ad Aro?
Era una figura più minuta di Marcus, apparte che conoscevo la sua scia, ma aveva una camminata più fiera, più fine, più elegante.
I Signori di Volterra arrivarono davanti ai loro troni: Aro al centro, Caius alla destra del fratello e alla sinistra la figura minuta.
Subito dopo i Signori di Volterra si tolsero il mantello.
Erano Aro, Caius e una donna... Una donna stupenda, capelli color mogano, dai lineamenti perfetti... Oddio!

"B-Bella!" balbettai sconvolto.

Tutti i miei familiari seguirono il mio sguardo e videro quello che avevo visto io. Bella.

"C-cosa?" balbettò incredula il folletto.
"Bella." ripetei come una cantilena.
"Bella, è lei, è qui!" disse il folletto saltellando.
"Non è morta!" esplose di gioia Emmett.
"Oddio!" esclamarono Carlisle ed Esme.
"La conoscete?" chiese Carmen.
"S-si, l-la conosciamo!" balbettai in modo quasi incomprensibile.

La mia Bella, la mia amata era qui a Volterra. Non poteva essere una sosia, era lei!
Era qui, la rivedevo dopo ottant lunghi anni di separazione, era qui, nella mia stessa stanza.
Era accompagnata da due ragazze quasi uguali. Una aveva i capelli quasi color mogano con qualche striatura verso il ramato e l'altra aveva i capelli sul ramato. Entrambe avevano gli occhi dorati, come il ragazzo accanto alla mia amata.
Già, il ragazzo... Cosa ci faceva così appiccicato a Bella? Era alto, muscoloso, dal portamento fiero, capelli sul marrone, anchessì con qualche sfumatura ramata.

Era un ragazzo che non passava di certo inosservato, assomigliava molto alle due ragazze.
Ma che pensieri faccio su quel ragazzo? Dovrei andare lì e staccargli la testa a morsi eppure... Eppure una parte di me non vorrebbe sfiorarlo.
Poi... Che diritto ho io per toccare quel vampiro? Magari la mia Bella adesso era felice con lui. No, no... Lei era MIA.

"E'-è una V-oltura!" balbettò Rosalie.
"Io devo andare da lei, SUBITO!" sibilai.
"Ragazzo, fermati. E' uno dei vampiri più potenti al mondo, che non sia anche la più potente al mondo." mi richiamò Elezar.
"Che cosa?" chiese incredulo Jasper.
"E' una vampira eccezionale in battaglia con dei poteri potentissimi. Prima era al capo della guardia dei Volturi, ma da quasi mezzo secolo è diventata una Signora di Volterra. Marcus, da quello che è stato detto, si è ritirato per stare con Dydime così ha lasciato il posto ad Isabella." concluse Elezar.
"Non mi interessa. La mia migliore amica è viva e io voglio andare da lei." sentenziò Alice.

Bene, mia sorella era dalla mia parte.

"Non credo che riuscirete ad avvicinarvi tanto facilmente..." ci avvisò Tanya.

Non mi interessava niente dei pareri o degli avvertimenti di quella oca, io dovevo andare da Bella, ora, subito, seduta stante.

"Perchè?" chiese Jasper sempre più interessato.
"Le sue guardie personali sono le migliori, non la mollano un attimo. Tra di loro ci sono anche Jane ed Alec, quindi vi conviene stare alla larga." disse Irina.

Ma perchè loro erano così ben informati e io no?!

"Chi sono i tre vampiri che sono con lei?" chiese Emmett.
"I nomi ancora non si conoscono, ma da recenti informazioni sono le migliori guardie e stanno sempre affianco ad Isabella. Hanno anche dei poteri, ma a noi non sono ancora noti." disse Elezar.
"Con o senza il vostro consenso io vado da lei." dissi arrabbiato da tutte quelle interruzioni.

Non mi interessava se era una Voltura, Signora o guardia, io sarei andato da lei.
Ero un tantino nervoso, tutti mi interrompevano ed Emmett mi stava trattenendo per una spalla.
Poi c'era quel ragazzo... Bella stava parlando con altri vampiri ed ogni tanto si rivolgeva a lui, sorridendogli con amore.

"Poi c'è quel ragazzo... Marcus una volta ha detto che hanno un legame unico."  disse Kate che fino ad ora era stata zitta.
"Si sarà accorta di noi?" chiese mia madre speranzosa.

Bella non ci aveva visto, strano.

"Leggile la mente Edward, magari è cambiata da quando era umana, fai qualcosa!" sbottò Alice impaziente.
"Come se non ci stessi provando, non ci riesco!" dissi nervoso.
"Se la mia supposizione è giusta ha abbassato il suo scudo, non potrai mai penetrarlo." spieg Elezar.
"Cosa?" chiesi.
"Si, è uno scudo, molto potente." disse infine il marito di Carmen.
"Scudo o non scudo io vado a parlare con lei." dissi infine muovendo qualche passo.



Pov Bella.
Appena entrati in sala le guardie si divisero e andarono in giro per la sala.
Aro e Caius si sedettero sui loro troni con sguardi impassibili mettendo su la solita maschera per mantenere l'ordine.
Anthony, Elizabeth e Renesmee volevano stare accanto a me, come guardie del corpo.

"Cosa ne dite di andare a divertirvi?" chiesi.
"No, stiamo bene qui, ci sono troppe presenze." disse Anthony.

Da quando siamo entrati continuava a guardarsi intorno. Ogni tanto ringhiava, non lo capivo.

"Va tutto bene?" chiesi ad Anthony.
"Troppi occhi puntati su di te." disse soltanto.

Non feci in tempo a chiedere più informazioni quando mi raggiunsero Guglielmo, Kristen e Ben.

"Isabella, che piacere rivederla." mi dissero Guglielmo, Kristen e Ben.
"Guglielmo, Kristen, Ben, il piacere è tutto mio. Ma diamoci del tu." dissi sorridendo.
"Ragazzi, è un piacere rivedere anche voi." disse Ben.
"Già, è da molto che non ci vediamo!" disse Nessie.

Guglielmo, Kristen e Ben erano vampiri davvero deliziosi e da un po' di tempo stavano provando la dieta vegetariana.
Si vedeva dal colore degli occhi ancora sull'arancione.

"Come sta andando la dieta?" chiesi.
"Benissimo, poi qui ci sono degli animali deliziosi." disse Kristen.
"Mi fa molto piacere." dissi di cuore.

Ormai i Volturi non erano più cruenti, i vampiri hanno imparato col tempo a fidarsi di noi e per mantenere l'ordine il rispetto è tutto.

"Vado un attimo a salutare Francesco. Ragazze, rimanete qui!" disse Anthony per andare dal suo amico vampiro.
"Vostro fratello ha perso un tantino la testa, questa sera è parecchio nervoso." dissi alle mie due gemelle.
"Nah... E' così divertente!" disse Lizzie.

La fulminai con un'occhiataccia.



Pov Anthony.
Appena entrati nella sala, dopo aver fatto la nostra comparsa abbiamo iniziato a parlare fra di noi.
Mamma aveva esteso il suo scudo, ma dei pensieri, provenienti da un gruppo numeroso di vampiri mi entravano nella mente.
Leggevo stupore, amore, incredulità, adorazione verso la MIA mamma.
Mi girai per un attimo e mi trovai davanti una scena bizzarra. Dodici vampiri dagli occhi dorati ci stavano fissando insistentemente.

Bella, è proprio lei disse un vampiro grande quanto un armadio.
La mia migliore amica non è morta disse una vampira che assomigliava ad un folletto.
Bella è viva dissero altri vampiri.
Bella, la mia Bella, il mio amore è viva, devo andare da lei disse un vampiro. Mi soffermai su quel vampiro. Alto, occhi dorati, capelli ramati, muscoloso e... E-ero identico a lui.

Oddio, non qui, non loro, non lui.
Lui doveva essere sicuramente Edward Cullen mio pad... No, l'uomo che mi aveva dato vita.
Dovevo andare lì a staccargli la testa. I pensieri verso mia madre erano troppi intensi, lei non doveva soffrire, non più.
Mamma doveva trovare un compagno, è vero, non poteva passare l'eternità da sola, ma lei non doveva più soffrire.

Grazie allo scudo della mamma loro sentivano a mala pena i nostri discorsi e Cullen non poteva leggere i nostri pensieri, meglio così.
La mamma però stava cominciando ad insospettirsi dei miei continui ringhi di avvertimento verso quei due clan, quindi decisi una scappatoia.

"Vado un attimo a salutare Francesco. Ragazze, rimanete qui." dissi a mamma e alle mie sorelle per poi andare dal mio amico.
"Anthony, che piacere rivederti." disse Francesco.
"Anche per me lo è." dissi.
"Come andiamo?" mi chiese.
"Tutto bene. Senti, posso chiederti un informazione?" chiesi.
"Certo, dimmi tutto." mi rispose.
"Non voltarti appena ti chiedo di rispondermi. Sai chi sono quei vampiri dagli occhi dorati in fondo alla sala? Non quelli con le mie sorelle, gli altri." dissi.

Cercavo di pronunciare il meno possibile la parole mamma. Magari loro avrebbero potuto sentire tutto ed era meglio evitare.

"Certo. Sono i Cullen e i Denali. Praticano la dieta vegetariana come te, le tue sorelle e tua ma-" disse ma poi venne interrotto dalle mie parole.
"Ok, ok. Parla piano." dissi.
"Va bene, certo che sei strano Anthony." disse ridendo.
"Ora devo andare, ci vediamo dopo." dissi al mio amico per poi ritornare da mia madre.


Pov Bella.
Anthony era andato da Franceso e stavano bisbigliando così piano che non capii niente del loro discorso. Stava anche mascherando i suoi pensieri.
Era davvero strano, cosa aveva questa sera?
Stavo parlando con Guglielmo e gli altri quando un pensiero insistente mi arrivò alla mente.

Bella... mi arrivò forte e chiaro.
Mi girai verso quella fonte e quello che vidi mi spiazzò completamente.
Sette occhi dorati erano puntati su di me. Soprattutto due mi fissavano con insistenza. Due occhi dorati che avrei riconosciuto fra mille. Gli occhi di Edward, Edward Cullen.
I Cullen erano qui.
Jane vide il mio sguardo e accorse da me seguita da Anthony.

"Bella, Bella, tutto bene?" mi chiese Jane parandosi davanti a me.
"Non è poss-" dissi per poi essere interrotta da Santiago.
"Signora, scusi la mia interruzione, ma fuori ci sono dei vampiri indesiderati che si aggirano per i boschi." mi disse Santiago.

Mi ridestai dalla visione. Lui era sempre lo stesso. Logico, era un vampiro. Bello da mozzare il fiato. Stupendo.

"Ah... Ce ne occupiamo noi. Ragazzi, andiamo." dissi ai miei figli.

Ora dovevo pensare agli "ospiti" indesiderati, ma mi allontanai con una immagine nella mia testa: Edward.





Eccomi qui a fine capitolo.
Cosa dite? Vi è piaciuto così lungo? Ho messo ben tre pov e uno di Bella che si ripete. Secondo voi sono troppi.
Ho voluto aggiungere il Pov di Anthony così da farvi capire cosa pensa, cosa ha scoperto e l'odio che prova verso Edward. (Povero Eddino.)
Ringrazio i cinque angeli che ogni volta recensiscono il mio capitolo, grazie davvero.
Ringrazio chi segue la storia, l'ha messa fra le preferite, seguite e ricordate.
Domani dovrei postare anche il capitolo di 'Il ritorno degli Originali'.
Al prossimo capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Vladimir e Stefan ***


Salve a tutti, eccomi qui.
Non ci ho messo molto ad aggiornare vero?
Ringrazio di cuore clif, marta_cr_cullen92, bessielizzie, Denny Cullen, Edward4ever96, Lola Masen Cullen e Rebyseby per le sette recensioni.
Wow, non mi sarei mai aspettata sette recensioni, grazie di cuore. (Spero che non diminuiscano)
Vi lascio al capitolo, ci vediamo sotto.


 

                                                               Vladimir e Stefan


Pov Edward.
Cosa voleva dire: "Grazie Santiago ce ne occupiamo noi?". Dove stava andando la mia Bella? Non riuscivo a sentire molto le sue parole, forse a causa dello scudo ma... Ero preoccupato.

"Io seguo Bella." dissi alla mia famiglia.
"Cos'è vuoi diventare uno stalker?" mi chiese Emmett divertito.

Ecco che ritornava il mio fratello-orso con il suo umorismo.

"Si!" risposi secco.
"Allora cosa aspettiamo? Andiamo!" disse Alice saltellando.
"Voi siete tutti matti!" disse Tanya.
"Oca, per una buona volta chiudi quella bocca!" la punzecchiò Rosalie.

Ora dovevo, anzi dovevamo, cercare Bella: Cullen stalkers all'attacco!
Seguito dalla mia famiglia mi precipitai fuori dalla sala alla ricerca di Bella. Non poteva andarsene in giro da sola, lei era... Ma che diavolo stavo dicendo? Non era più la mia fragile umana, era uno dei capi dei Volturi in grado di badare a se stessa ora.
Non era più il mio agnello, era una leonessa.
Ma le leonesse vanno sempre protette dal proprio leone, giusto?

Usciti dalla sala ci guardammo intorno, di Bella nessuna traccia.

"Dove state andando?" ci domandò il muscoloso Demetri.
"Oh... Ecco... Volevamo solamente uscire!" disse Alice.
"Non si può uscire." rispose secco Alec.
"Possiamo prendere una boccata d'aria?" chiese Emmett.
"Come se i vampiri ne avessero bisogno..." puntualizzò Felix.
"Massì... Facciamoli uscire." disse Chelsea.
"Una domanda... Dov'è la vostra Signora?" chiesi.
"In questo momento non deve essere disturbata da nessuno." disse con aria dura Jane.

Ma tutte le guardie erano all'entrata? Capisco la segretezza, ma ben sei guardie alla porta mi sembra troppo.
Non mi ricordavo le guardie così... Anche se il dialogo era un tantino duro mi sembravano più serene. Opera di Bella, sicuro.

"Ok, noi andiamo a prendere questa boccata d'aria!" disse Emmett.

Ma Emmettci aveva ci preso gusto con le boccate d'aria?
Le guardie ci guardarono di traverso e uscimmo dal palazzo.
Ci addentrammo di poco nel bosco, in modo che nessuno ci potesse sentire.

"Dov'è andata?" chiese Jasper.
"Non sento niente!" esclamò Emmett alludendo alla scia.
"Io non sento nessuna scia, eppure è uscita!" dissi risoluto.
"E' impossibile, ogni vampiro ne ha una." disse Rosalie.

Sarà forse per lo scudo? Lo scudo nasconderà la sua scia?
Bella, amore mio, dove sei?

"Dobbiamo dividerci a coppie. Edward, tu vieni con me e Jasper." spiegò Alice.

Alice aveva avuto un'ottima idea. A coppie è tutto più facile. Più siamo meglio è.

 

Pov Alice.
La mia migliore amica era ancora viva. Non potevo crederci. Era qui a Volterra, vicino a me. Avrei trovato Bella ad ogni costo.
Sicuramente Bella era cambiata in questi ottant'anni. Era diventata stupenda, sicura di se, meno timida, ma non era la Bella di un tempo.
Anche se l'ho vista solo per pochi minuti la Bella di un tempo non c'era più. Nel suo volto non c'era il suo sorriso e la sua felicità.
E' felice quando osserva quei tre ragazzi misteriosi, poi il resto per lei non conta più nulla.

Edward è geloso del ragazzo che sta sempre accanto a Bella. E' un bel ragazzo, molto simile a mio fratello e iper protettivo con lei.
Che sia il suo nuovo compagno?
No, non penso. Bella gli offre degli sguardi amorevoli, ma non come quelli che rivolgeva ad Edward carichi di amore.
Poi... Le due ragazze e il ragazzo sono così tra di loro. Hanno i capelli marroni, simili a quelli di Bella, con qualche sfumatura ramata simili al colore dei capelli di Edward. Il ragazzo quando parla ogni tanto si morde il labbro, tipico di Bella.
Qui c'è sotto qualcosa... Ed Alice Cullen lo scoprirà. E poi... Perchè io non ho mai avuto visioni su Bella? Cioè... Quando abbiamo visto la sua tomba mi sono data una spiegazione. Sui morti non posso avere visioni, ma sui vampiri si.
Quanti enigmi! Prima trovo Bella e poi li risolvo.


"Secondo me è uscita per forza dal palazzo." disse Esme.

Cara la mia mamma. E' stata un'emozione fortissima rivedere Bella per lei, come tutti noi.

"Lo penso anche io, dividiamoci subito!" esclamò Edward sicuro.

Finalmente era ritornato l'Edward di una volta. L'Edward sereno, coraggioso, sicuro. L'Edward Cullen di ottant'anni fa.
Iniziammo la nostra ricerca e ci addentrammo nel cuore del bosco per poi dividerci.

"Per me Bella ci prenderà per dei maniaci..." borbottò Jasper.
"Non credo. Magari Bella è in pericolo!" esclamai preoccupata.
"Non penso che sia in pericolo amore! E' una dei Volturi, e i Volturi sanno difendersi. Sono macchine da guerra!" disse Jasper.
"Quindi, fammi capire... Secondo te Bella è una macchina da guerra?" sbottai infuriata.
"Amore, no... Dico solo che i Volturi sanno difendersi!" mi calmò Jasper.
"Jasper, metti da parte le tue teorie e muoviamoci!" esclamò Edward agitato.

Mettemmo tutti i nostri sensi all'erta e cominciammo a cercare Bella.
Dopo dieci minuti di ricerche non trovammo niente.

"E' tutto inutile..." disse sconsolato Edward.
"Aspettate, ci sono due vampiri nelle vicinanze." ci informò Jasper.
"Sono due uomini. Di donne nessuna traccia." dissi delusa.


Pov Renesmee.
Santiago era entrato proprio nel momento meno opportuno, sempre il solito.
Però una nota positiva c'era: eravamo fuori dal palazzo.
Ogni dieci anni si svolge sempre la stessa noiosa festa che solo a Lizzie va a genio.
Qualche volta mi domando se siamo realmente sorelle gemelle. Abbiamo gusti differenti, ma poi... Siamo identiche nell'aspetto.

Appena usciti nel bosco ci trasformammo in lupi ed iniziammo le ricerche sui vampiri indesiderati.
Mamma però era strana. Di solito sorride, scherza anche in queste situazioni, ma da quando siamo usciti dal castello è silenziosa e persa nei suoi pensieri.

Anthony, cos'ha la mamma? chiesi mentalmente a mio fratello.
Nessie, mamma deve avere tempo per pensare. Ora concentriamoci, parliamo dopo mi rispose mio fratello mentalmente.

La nostra caratteristica? Io, Anthony e Elizabeth potevamo comunicare telepaticamente, è una cosa wow.

Mi intrometto anche io. Cosa succede? chiese, sempre mentalmente, Elizabeth.

Ne riparliamo dopo concluse Anthony.

Quando mio fratello faceva così proprio non lo sopportavo. Anthony sapeva cosa aveva la mamma e non spiccava parola. Ottuso!
Continuammo a correre quando scovammo la scia di cinque vampiri a distanza di cinque minuti.
Cinque vampiri? E che cavolo! Noi siamo solo in quattro. La vedo brutta.


Pov Alice.
Dal nulla sbucarono due vampiri dagli occhi rossi che non avevo mai visto prima.

"Altri vampiri vegetariani, che pacchia!" esclamò uno dei due, quello con i capelli neri.
"Magari ora ci diveriamo un po'. Che ne dici Vladimir?" disse arrogante quello biondo.
"Sicuro Stefan, sono così giovani, non hanno esperienza." disse quello che si chiamava Vladimir.
"Scusatemi un secondo. Noi non siamo qui per nessuno scontro." disse Edward sulla difensiva.
"Alice, sta dietro!" mi sussurrò Jasper mettendosi davanti a me.
"Ma che carin-" disse Stefan interrompendosi.

Sentii un ringhio provenire da dietro i cespugli. Poi un altro e un altro ancora.
Non erano vampiri, neanche orsi... Cosa potevano essere?
L'odore sapeva di un miele e rosa intenso con una sfumatura di cane...

"M-a q-uelli sono..." balbetto Jasper verso i cespugli.

Dal nulla sbucarono quattro licantropi. Uno era bianco come la neve, il secondo era nero come la pece, il terzo marrone-rossiccio e il quarto grigio.
Tutti e quattro avevano qualche sfumatura dorata e anche gli occhi tendevano al dorato.
Non avevo mai visto prima d'ora licantropi così!

"Bene, ci mancavano solo quei cani!" ringhiò Vladimir.
"Ma che piacere rivedervi cagnolini!" esclamò Stefan.
"Vladimir, Stefan, purtroppo il piacere non è mio!" ringhiò infuriato il licantropo bianco.

La voce del lupo bianco era calma, melodiosa, sicura. Non era un licantropo uomo, era una donna.


 

Non ci speravo di aggiornare così presto.
In questa settimana non ho avuto niente da fare e vi ho postato quasi subito il capitolo.
Penso ci siano alcuni punti da chiarire, magari vi chiarisco alcuni dubbi:
-I Cullen non sentono la scia di Bella perchè quando si trasforma l'odore cambia.
-Alice sta già intuendo qualcosa sui tre gemelli! (Almeno una sveglia xD)
-Per i vampiri l'odore di Bella e figli non è così puzzolente.

Ringrazio chi ha messo la storia fra le preferite [17], chi fra le ricordate [9] e fra le seguite [71].
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Questo è solo l'inizio ***


Ewe! Eccomi qui ad aggiornare.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo. Sbaglio o le recensioni sono diminuite? Non vi è piaciuto lo scorso capitolo?
Ok, non mi dilungo troppo e vi lascio al capitolo con un bel Pov Edward.

 

                                                           Questo è solo l'inizio



Pov Edward.
Dagli alberi dietro di noi sbucarono quattro licantropi.
Tutti e quattro avevano delle striature dorate e anche gli occhi erano sul dorato.
Non avevo mai visto licantropi così prima d'ora.

"Bene, ci mancavano solo quei cani!" disse uno dei due vampiri, Stefan.
"Ma che piacere rivedervi cagnolini!" disse Vladimir, il vampiro più inquietante.
"Vladimir, Stefan, purtroppo il piacere non è mio!" ringhiò il lupo bianco.

La voce del lupo bianco era melodiosa, dolce, come tanti campanellini, quasi angelica.
Non era da uomo, un licantropo maschio non poteva avere una voce del genere.
Licantropo donna? Erano rare le donne che avevano il gene dei mutaforma. A La Push c'era solo Leah Clearwater, da quello che avevo potuto constatare.
Quei licantropi erano diversi, non avevano cattive intenzioni con noi, almeno speravo.
Ma che pensieri facevo sui licantropi? Dannazione, i licantropi sono i nemici numeri uno per i vampiri! Bene, quattro licantropi e due vampiri, oddio!

"Suvvia cara, siamo venuti per una visita di cortesia!" disse Vladimir.

Edward, cosa facciamo? mi chiese mentalmente Alice.
I licantropi non hanno cattive intenzioni con noi, Edward mi informò Jasper sempre mentalmente.

Osservai meglio i quattro licantropi. Ringhiavano contro i due vampiri e avevano assunto una posizione di difesa verso di noi.
La loro scia era piacevole, quella della lupa bianca sapeva di miele e rosa.
Edward, ragiona! A me l'odore del licantropi non dovrebbe fare ribrezzo?

"Peccato che voi non siate i benvenuti qui!" ringhiò il lupo nero.
"Cosa succede qui?" domandò mio padre sbucando da un albero insieme ad Esme, Rosalie ed Emmett.
"Licantropi!" ringhiò Rosalie.

Il lupo nero mostrò i denti verso Rosalie, ma, sorprendentemente, la lupa bianca ringhiò, come in segno di rimprovero, al lupo nero che abbassò la testa.
Cosa si erano detti? Provai ad entrare nella loro mente, niente! Non riuscivo a leggere i loro pensieri!

"Tu dovresti essere Carlisle Cullen, dico bene?" chiese Stefan.
"Esatto, e questa è la mia famiglia. Con chi ho il piacere di parlare?" chiese mio padre cortesemente.

Sempre il solito buon sammaritano. Ci stavano per attaccare!

"Papà, sai, credo che non abbiano intenzioni amichevoli..." dissi.
"Chi? I licantropi?" chiese Emmett.
"No, i vampiri!" dissi risoluto.
"Non hanno buone intenzioni quei due... Possono essere delle spie!" sussurrò il lupo nero alla lupa bianca.
"Scusate se interrompo il vostro scambio di battute, non vorrei sembrare scortese, ma voi due non siete ben accetti qui. Siete nel nostro territorio e vi pregherei cortesemente di andarvene!" disse la lupa bianca con voce ferma.
"Ce l'avete ancora con noi? E' successo più di cinquant'anni fa!" obbiettò Stefan.

I licantropi conoscevano quei vampiri. Erano in conflitto!

Dannati licantropi! pensò Stefan.
Sono troppo potenti, uno di loro può uccidere due di noi! pensò Vladimir.

Da quando in qua un licantropo può uccidere due vampiri? Di solito cacciano in branco per non essere scoperti.
E' già difficile per due licantropi uccidere un vampiro, figuriamoci uno.

"I Volturi non danno mai una seconda possibilità e voi siete stati fin troppo fortunati a mio parere!" ringhiò il lupo grigio. La voce era simile a quella della lupa bianca.

Un'altro licantropo donna?
Aspetta... Aveva appena detto Volturi. Cosa centravano i Volturi con i licantropi? I licantropi erano al servizio dei Volturi?

"Licantropi con i Volturi?" chiese sorpresa mia madre.
"Vi invito ad andarvene o non risponderò delle mie azioni!" ringhiò la lupa bianca avanzando in avanti.

Un lampo di terrore balenò negli occhi dei due vampiri.

Non possiamo rischiare. Sono troppo forti per noi. In battaglia sono delle macchine da guerra, rischieremo di morire! pensò Stefan.
Dannazione! Non abbiamo nessuna informazione, Maria ci ucciderà! pensò Vladimir.

Maria? E chi era Maria?

"Portate i nostri saluti a Maria." ringhiò il lupo nero.
"Questo è un arrivederci. Ci vedremo presto, molto presto!" ringhiò furioso Vladimir.
"Questo è solo l'inizio." ringhiò Stefan per poi sparire seguito da Vladimir.
"Ragazzi, state bene?" ci chiese preoccupata nostra madre.
"S-si!" balbettò il folletto.

Senza l'intervento dei licantropi probabilmente saremmo usciti feriti. Eravamo in tre, ma quelli erano vampiri con esperienza.

"Grazie mille." dissi ai licantropi.
"Dovere." rispose la lupa bianca.
"Voi siete diversi dagli altri licantropi..."mormorò mio padre.
"A quanto pare si." disse il lupo marrone-rossiccio che fino ad ora era sempre stato zitto. Anche questa voce era più dolce.

E' impossibile! Tre licantropi donna! No... Non può essere.

"Siete venuti a controllarci?" ringhiò Rosalie.
"Bionda, a quest'ora i tuoi familiari sarebbero come minimo feriti!" ringhiò il lupo nero.
"Sacco di pulci!" ringhiò Rosalie che assunse la posizione di attacco.

Il lupo nero avvanzò di qualche passo mostrando i denti e ringhiando. Emmett si mise in posizione d'attacco vicino a Rosalie ed io lo affiancai.

"Basta! -ringhiò la lupa bianca- Siamo qui per lavoro non per litigare!"
"Mamma ha ragione, basta." disse la lupa marrone-rossiccia.
"Fate come volete, me ne ritorno a palazzo." disse il lupo nero per poi scomparire alla velocità della luce.
"Scusatelo, non si è mai comportato così..." mormorò la lupa bianca.
"Capisco. Fra licantropi e vampiri non scorre buon sangue. Devo ringraziarvi, a nome di tutta la mia famiglia." disse mio padre guardandoci severamente.

Forse l'avevamo fatto arrabbiare. In fin dei conti ci avevano salvato la vita, ma Rosalie aveva acceso la miccia e beh...

"Esatto. Spero possiate trascorrere un buon soggiorno qui a Volterra, arrivederci." disse la lupa bianca per poi voltarsi.
"Aspetta... Come ti chiami?" dissi preso da una curiosità di cui non capivo il perchè.

Mi sentivo legato a quei licantropi, anche con quello nero, anche se lo stavo per attaccare.

"Non possiamo dare informazioni al riguardo, ci dispiace." disse la lupa grigia.
"Andiamo." disse la lupa bianca per sparire nella foresta seguita dagli altri due licantropi.
"Ma cosa vi è preso? Ci hanno salvato e fra poco gli attaccavamo pure!" disse il folletto stizzita.
"Alice, sono licantropi." disse Emmett.
"E allora? Pensate che siano tutti dei sacchi di pulci come quelli di La Push?" chiese arrabbiata.

Ma che diavolo prendeva ad Alice?
Anche a lei non piacevano i licantropi. Questi licantropi avevano dato un'altra impressione ad Alice, cosa pensava?
Provai a leggere nella sua mente, ma stava traducendo in arabo una canzone degli anni Novanta.

"Ritorno a palazzo." disse Alice.
"Vengo con te." disse Jasper.

Alice e Jasper sparirono oltre la vegetazione.

"Ma dentro i bicchieri c'era sangue avariato? Cos'ha Alice?" domandò Emmett divertito.

Si, che cos'hai sorellina?
Ora però dovevo trovare Bella. Si doveva occupare lei di quei vampiri, che fine aveva fatto?


Pov Anthony.
Stavo per attaccare quella bionda. Mi faceva saltare i nervi.
Chi si credeva di essere? Avevamo salvato i suoi familiari e lei cosa fa? Ci ringhia contro.
Avevo dovuto fare forza su tutto il mio autocontrollo per non fare fuori lei e quell'altro... Edward.
Dopo tutto quello che ha fatto a mia madre staccargli la testa mi sembra il minimo.
Mamma? Mamma mi aveva impedito di saltargli al collo! Forse non voleva creare un putiferio tra Volturi e i clan, in questo momento era l'ultima cosa da fare.

Arrivato davanti al palazzo mi ritrasformai dietro il cespuglio ed entrai come se nulla fosse.
Arrivato in sala Santiago mi portò fuori.

"Allora, com'è andata?" mi chiese.
"Bene. Secondo me erano delle spie e le abbiamo cacciate!" dissi.
"Dovevate ucciderli!" sbottò.
"Si, diamo dimostrazione di crudeltà allora. Abbiamo salvato tre dei Cullen e mi sembrava poco consono uccidere altri vampiri sotto i loro occhi..." borbottai
"Anthony ha fatto bene." disse Jane arrivando con Demetri.
"Anthony, dov'è Bella?" mi chiese Heidi arrivando.
"Dovrebbe essere qui a momenti con Lizzie e Nessie." dissi.

Dal portone entrarono Lizzie, Nessie, Alec, Chelsea e Felix.

"Dov'è la mamma?" chiesi.
"E' voluta rimanere un po' fuori da sola a pensare." disse Lizzie.
"Anthony Carlie Junior, cos'ha la mamma? Tu lo sai! Cosa c'è sotto?" chiese Renesmee alterata.
"Non l'avete neancora capito? Devo sempre arrivarci io per primo?" domandai.

Non era così difficile capire chi erano i Cullen per noi. Ah... Le donne!

"Oddio! Quel vampiro, che era nel bosco, quello con i capelli ramati è..." disse Lizzie sconvolta.
"N-nostro padre!" finii Nessie ancora più sconvolta.
"Dindindin! Avete vinto alla lotteria!" risi sarcastico.
"Come fai ad essere così..." disse Nessie.
"Tranquillo? No! Avrei staccato la testa a lui e a chiunque si fosse messo in mezzo, l'ho fatto per la mamma!" dissi.
"E' meglio non parlare qui di queste cose, parlate nella vostra stanza." disse Demetri.

Demetri aveva ragione. Da un momento all'altro sarebbero arrivati.

"Io vado da Bella, deve parlare con qualcuno." disse Jane.
"Veniamo anche noi!" dissero in coro Heidi e Chelsea.

Jane, Heidi e Chelsea andarono a cercare la mamma, mentre io, le mie sorelle e gli altri andammo nella stanza della mamma.


Pov Bella.
Prima di andare a palazzo mi fermai in un lago poco vicino ad esso e mi ritrasformai in forma di vampiro.
Erano qui, lui era qui, loro erano qui!
Perchè proprio ora? Ero riuscita a dimenticarlo e... No Bella, non sei mai riuscita a dimenticarlo!
Anthony... Anthony sapeva. Lo avevo capito dai suoi pensieri e stava quasi per attaccargli.

Anthony ha sempre avuto un carattere impulsivo, ma si è trattenuto. Cosa dovevo fare ora?
Dovevo dirlo subito ai miei figli, anche se sicuramente qualcosa avevano già capito.
Troppe coincidenze, troppe.
Lui... Stava quasi per attaccare suo figlio! Non sentiva nulla per lui? Dannazione!
No Bella, lui è un vampiro e Anthony è anche un licantropo, c'è odio reciproco fra le due specie.

Non ho mai cercato Ed...Edward, ma doveva sapere di avere tre figli. Non saremo mai potuti stare insieme, siamo due specie diverse.


Pov Alice.
Quei licantropi... Quella voce, mi era così maledettamente familiare.
Anche le voci degli altri licantropi erano così familiari.
Nella mia testa avevo due immagini fisse: Bella con quei tre vampiri a palazzo e i quattro licantropi.
C'era una connessione fra tutto ciò? Si, c'era.

"Alice, forse ho capito quello che intendi!" disse Jasper.
"Cosa?" chiesi.
"E' da cinque minuti che non parli. I licantropi ti hanno sconvolta vero?" mi chiese dolcemente cingendomi la vita.
"Si... Hanno qualcosa di familiare!" dissi.
"Sai? Lo penso anche io. C'è una connessione fra i licantropi e B... " disse ma poi venne interrotto da un mio sussurro.
"Bella..." sussurrai quasi impercettibilmente.

Bella era seduta in riva ad un lago ed osservava una cascata. Dietro di lei arrivarono Jane, Chelsea e Heidi.

"Bella, tutto ok?" chiese Chelsea a Bella.
"No, non è tutto ok!" disse Bella afflitta.
"E' successo qualcosa?" chiese Heidi.
"Li abbiamo incontrati nel bosco ed Anthony ha perso la ragione, stava per attaccare uno dei Cullen." disse Bella.

Incontrati nel bosco? Anthony stava per attaccare uno dei Cullen?
Bella non era nel bosco e... No, non può essere...

"L'ho fermato appena in tempo... Era furioso. Un licantropo furioso non è mai una buona cosa." disse Bella.

Licantropo furioso? No, è impossibile. Bella è un vampiro e quelli nel bosco erano licantropi.
Guardai gli occhi di Bella, da distante, e lì capii.
Era lei, era lei quel licantropo bianco.






Salve, rieccomi.
Vladimir e Stefan sono delle spie di Maria, si è capito no?
Anthony è stavo fermato da Bella, sennò il clone di Eddy avrebbe ucciso il nostro amato vampiro.
Lizzie e Nessie finalmente hanno capito chi sono i Cullen ed Alice ha scoperto la verità.
Come vi sembra?
Ringrazio chi segue la storia, chi l'ha messa fra le preferite/ricordate/seguite e di nuovo chi recensisce.
Ci vediamo al prossimo capitolo, Giulietta.

PS: Grazie per le otto recensioni su 'Il ritorno degli Originali' ed ho già scelto con chi finirà la storia. (Alcune di voi mi uccideranno, ma ho trovato un'idea carina e poi... Beh... Potrei accontentare tutti :) )

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** L'ora della verità ***


 

Salve, rieccomi qui con il capitolo prima dell'inizio della dannata scuola.
Inizio domani, è una vera tragedia.
Colgo l'occasione per augurare a tutti/e un buon anno scolastico :)
Prima di iniziare ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, grazie mille a tutti/e.
Vi lascio con il capitolo, ci vediamo sotto.
 

 

                                                                                  L'ora della verità

 
Pov Alice.
Era lei, era Bella quel licantropo bianco nel bosco.
Ma com'è possibile tutto questo? Il suo cuore non batte, ha gli occhi dorati, è un vampiro a tutti gli effetti eppure... Era lei per forza quella nel bosco.
Non può avere di certo il dono dell'invisibilità.
 
"Jasper?" sussurrai a mio marito.
"Si Alice?" mi sussurrò di rimando.
"Ho capito tutto, o quasi!" sussurrai.
"Forse anche io ci sto capendo qualcosa..." sussurrò.
"Dobbiamo parlare con Bella, ora, subito!" sussurrai.
"Va bene." sussurrò infine.
 
Ci alzammo dal nascondiglio e camminando lentamente avanzammo verso Bella.
 
"Bella?" chiamai.
"Alice! Jasper!" esclamò sconvolta.
"Bella!" esclamai con la voce tremolante.
"Alice..." disse lei.
 
Jane, Chelsea e Heidi si posizionarono di fronte a Bella in posizione d'attacco.
Jasper si posizionò di fronte a me in posizione di difesa.
 
"Jane, Chelsea, Heidi, è tutto ok." disse Bella.
"Non potete avvicinarvi!" ringhiò Jane.
"Bella, noi... io... Ecco noi..." balbettai.
 
Non riuscivo a dire niente.
Da quando l'avevo vista all'interno del palazzo il mio cuore era come "ripreso" a battere.
La credevo morta ed ora era qui, di fronte a me.
 
"Jane, Chelsea, Heidi, andate a palazzo. Arriverò a momenti!" disse Bella alle guardie.
"Ma..." tentarono di protestare loro.
"Andate." disse Bella.
 
Le tre guardie ci scrutarono con fare indagatorio e si dileguarono.
Feci qualche passo avanti verso Bella, mentre lei era ancora immobile e Jasper rimaneva dietro di me.
 
"Bella, tu sei viva, sei..." iniziai felice.
"Si, sono viva e vegeta." disse con un sorriso tirato.
“Bella io, mi dispiace così tanto!” dissi singhiozzando.
“Alice, è acqua passata ormai.” disse.
“No Bella, non è acqua passata! –esclamai- E’ da ottant’anni che non ti vedo, ti credevamo tutti morta ed ora sei qui. Voglio scusarmi per tutto quello che ti ho… Ti abbiamo fatto! Bella io… Io non volevo lasciarti!” singhiozzai.
“Capisco… Alice, è tutto ok davvero.” disse Bella.
 
No che non era tutto ok. Per colpa dell’imbecille di mio fratello avevo lasciato la mia migliore amica e ora dovevo rimediare.
Dopo pochi secondi corsi incontro a Bella e la strinsi forte in un abbraccio che lei, stranamente, ricambiò.
 
“Mi sei mancata Bella!” sussurrai.
“Anche tu Alice!” sussurrò.
 
Pov Bella.

Trovarmi davanti Alice e Jasper, a pochi passi da me, era scioccante.
Alice era pentita, veramente e avevo capito anche qualche cosa al riguardo di ottant’anni fa.
Lei, il folletto, non aveva colpa. La colpa era soltanto di Edward, solo sua.
Alice era triste, aveva paura che non l’avessi perdonata, ma io l’avevo già fatto. I suoi pensieri mi confermavano tutte le sue paure e Jasper era arrabbiato terribilmente con se stesso.
 
“Jasper, non è neanche colpa tua.” dissi.
“Si che lo è Bella, è tutta colpa mia!” esclamò.
“Jasper, sono passati ottant’anni, non fartene una colpa!” esclamai.
 
Jasper non aveva nessuna colpa. Edward non mi aveva mai amato, la colpa non era di nessuno, anzi, la colpa era solo mia. Non sono mai stata abbastanza per lui, come biasimarlo?
In giro ci sono tante belle ragazze, perché ottant’anni fa ha rovinato la vita a me?
 
“Bella, ho rovinato tutto!” disse triste.
“Se apri di nuovo quella bocca per dire che è colpa tua ti stacco la testa a morsi e fidati Jazz… Ne sono capace!” esclamai.
 
Mi staccai a malavoglia dall’abbraccio di Alice e corsi ad abbracciare Jasper che ricambiò.
Ora non doveva più avere paura per me, ero un vampiro.
 
“Bella non ce l’hai con noi vero?” chiese timidamente Alice.
“No Alice, non ce l’ho con voi, non potrei mai. Quel che è successo anni fa è passato. Certi amori non durano in eterno!” risposi.
“Bella, Edward ti ama ancora, come fosse la prima volta, ti ama come ottant’anni fa. Lui ti ha lasciato per-“ iniziò Jasper, ma lo fermai.
“Non voglio parlare di Edward ora.” dissi.
“Bene, se non vuoi parlare dell’imbecille che prima o poi dovrai affrontare parliamo di te e… Ah… Sappi che Edward è molto geloso del rapporto che avete tu e il ragazzo che ti sta sempre accanto!” mi spiegò Alice.
 
Ok, stavo per scoppiare a ridere. Edward era geloso di suo figlio! E perché poi? Non mi ha mai amato. Dannati vampiri con le emozioni sballate.
 
“Hahahahahahahahahahahaha!” scoppiai in una fragorosa risata.
“Guarda Bellina che sono seria!” esclamò Alice arrabbiata.
 
Mi sedetti sull’erba e anche Alice e Jasper si sedettero.
 
“Anche io sono seria Alice.” dissi solenne.
“Bella, Edward è MOLTO geloso.” mi disse Jasper.
“Certo che ha fatto proprio centro!” esclamai ridendo.
 
Ok, dovevo smettere di ridere, anche perché Alice e Jasper mi guardavano allibiti.
 
“Prima parliamo di te e poi del ragazzo!” propose Alice.
“Cosa devo dire?” domandai.
“Beh… Cosa ci fai qui?” mi chiese indagatoria.
“Ormai vivo qui…” precisai.
“Questo lo so… Come mai sei venuta qui? Te ne rendi conto, potevano ucciderti!” mi disse abbastanza arrabbiata.
“Non l’avrebbero mai fatto…” borbottai.
“Perché?” mi chiese Jasper.
“Ci sono tanti perché… Alcuni dei quali non ho mai capito anche io!” risposi.
“Bella… Tu sei realmente un vampiro?” mi chiese Alice.
 
Alice, la più sveglia dei Cullen, aveva capito tutto ormai.
 
“Tu cosa ne pensi?” chiesi lanciando un sasso nel lago.
“Che sei e non sei un vampiro allo stesso tempo!” rispose sicura.
“Alice, anche questa volta hai visto giusto.” dissi.
“Come sempre…” disse Jasper sorridendo.
“Quindi?” mi incalzò lei.
“Sono un ibrido.” risposi.
“Un che cosa?” mi chiesero urlando Alice e Jasper.
“Un ibrido metà vampiro e metà-“ dissi per poi essere interrotta da una voce nell’oscurità.
“Licantropo.” concluse la voce.
 
Era arrivato mio figlio Anthony.
 
“Anthony, dovresti essere a palazzo!” esclamai.
“Non arrivavi più!” puntualizzò.
“Metà licantropo…” commentò Alice.
“E metà vampiro…” concluse Jasper.
“Ma com’è possibile?” mi domandò Alice scioccata.
“La natura a volte fa brutti scherzi!” scherzò Anthony.
“Bella, ma come… Aspetta, lui chi è?” mi chiese Alice.
“Anthony Charlie Junior Swan, mio figlio.” mi rispose lei.
 
 
Pov Alice.
Anthony Charlie Junior Swan, mio figlio. Questa frase mi rimbombava nella testa.
Quel ragazzo era figlio di Bella…
 
“Ma tu… Ma lui… Non ci sto capendo più niente!” esclamai sconvolta.
“Troppe cose in una volta…” borbottò Jasper.
“Ok, devo raccontarvi tutto dall’inizio. Quando ve ne siete andati via, ottant’anni fa, per un periodo non mi sentivo bene. Mangiavo di più del solito, il mio corpo era scosso da tremori, mi arrabbiavo per niente e la mia temperatura corporea raggiungeva 42 °C. Charlie e gli altri non si sono preoccupati della mia situazione ed un giorno, mentre ero nel bosco con Jacob, successe l’immaginabile… Mi trasformai in un licantropo. Jacob e gli altri sapevano tutto, questo sono venuta a scoprirlo dopo. Tempo dopo sono diventata alpha del branco di La Push in quanto discendente di Taka Aki. Tempo dopo si aggiunsero anche nausee, svenimenti, mal di testa ed… Ho scoperto di essere incinta.” spiegò Bella.
 
 
Sconvolta era dire poco. Bella era un licantropo e guidava quell’ammasso di cagnoloni giganti. Ok, anche Bella lo era, per cui dovevo avere un occhio di riguardo per i… Licantropi.
Ma… Bella ottant’anni fa ha scoperto di essere incinta e… Anthony è uguale ad Edward per cui… No, i vampiri non possono procreare.
 
“Bella, lui –dissi indicando Anthony- è uguale a…” balbettai.
“Edward? Tuo fratello? Beh… Si, sono anche figlio suo…” mi informò Anthony.
 
Anthony era anche il figlio di Edward. Figlio di Bella ed Edward. Figlio di mio fratello e della mia migliore amica. Mio nipote.
 
“Quindi tu sei mio nipote?” domandai emozionata.
“Si…” borbottò.
 
Abbracciai di impulso mio nipote, non ci potevo credere.
 
“Ho un nipote! Ho un nipote!” urlai felicissima.
“Abbassa la voce Alice!” mi ammonì Bella.
“Jasper, guardalo! E’ bellissimo!” esclamai.
 
Mi staccai da mio nipote per guardarlo meglio: era la fotocopia di Edward. I miei dubbi erano più che fondati.
Guardai il suo sguardo: ancora non si fidava.
 
“Voi avete abbandonato mia madre ottant’anni fa, non posso perdonarvi così facilmente!” disse Anthony.
 
Come biasimarlo? Siamo andati via di punto in bianco senza lasciare tracce.
 
“Dobbiamo spiegare tante cose…” disse Jasper.
“Anche noi. -disse Bella- Dopo aver scoperto di essere incinta le mie giornate assunsero una piega migliore. La mia vita era cambiata, dentro di me portavo mio figlio. Un giorno, mentre passeggiavo per il bosco ho fatto un incontro indesiderato. Incontrai Laurent.”
“Laurent?” chiedemmo sconvolti io e Jasper.
 
I licantropi l’avevano ucciso, ecco perché. Aveva attaccato Bella.
 
“C’è stato uno scontro e il resto del branco è arrivato tardi. Laurent è riuscito a mordermi in tempo…” continuò Bella.
“Ma… Il morso di un vampiro è velenoso e…” iniziò Jasper.
“Grazie al cielo non sono morta. Sono entrata in una specie di coma. Dieci giorni mi sono risvegliata e… Sono diventata un vampiro. Da quel giorno convivo con una parte vampiro e con una licantropo.” Concluse Bella.
 
Bella aveva passato tutto ciò da sola. Ero stata un mostro ad abbandonarla. Ho rovinato la sua vita e la vita di mio nipote, tutto per colpa sua.
 
“Anche tu sei un ibrido?” domandò Jazz rivolto a mio nipote.
 
Anthony annuì.
 
“E dopo?” chiesi.
“Alcuni mesi dopo nacque Anthony, ma non era solo. Non aspettavo un bambino, ma tre gemelli.” continuò Bella.
 
Bella aspettava tre bambini? Ho tre nipoti?
 
“E gli altri? Dove sono?” domandai in preda all’ansia.
“Sono a palazzo. Sono le due ragazze che erano insieme a me ed Anthony alla festa.” disse Bella.
 
Come non l’avevo capito prima? Anthony e le ragazze sono uguali. Sentivo un legame speciale con loro, l’ho sempre sentito dall’inizio.
 
“Voglio conoscerle!” esclamai euforica.
“Loro sicuramente vi perdoneranno subito. Elizabeth e Renesmee perdonano tutto a tutti, ma io no!” ci avvertii Anthony.
 
Elizabeth e Renesmee? Che nomi bellissimi.
 
“Le gemelle si chiamano Elizabeth Mary e Renesmee Lilian.” ci disse Bella.
 
Anthony, Elizabeth, Renesmee, Mary, Lilian… Tutti nomi familiari.
 
“Anthony è il secondo nome di Edward. Elizabeth la madre di Edward. Mary e Lilian sono i secondi nomi di te, Alice, e Rosalie mentre Renesmee è l’unione di Renee ed Esme. In più Carlie, secondo nome di Anthony, è l’unione di Charlie e Carlisle…” rispose Bella alle mie domande.
 
Bella sapeva sempre quello che pensavo, ma come era possibile?
 
“Bella, tu leggi nel pensiero?” chiesi.
“Si Alice, leggo nel pensiero. Inoltre manipolo gli elementi, sposto gli oggetti ed ho uno scudo!” mi informò Bella.
“ I Volturi ti hanno voluto solo per questo…” suppose Jasper.
“No, loro mi hanno accolto a braccia aperte.
 
Bella continuò a raccontarci tutto quello che era successo. Era arrivata a Volterra con l’intento di salvaguardare i bambini, per proteggerli e ci spiegò come era diventata Signora di Volterra.
 
“Alice, Jasper, per favore: non dite niente a NESSUNO. Dovrò parlarne io con Edward personalmente!” mi supplicò Bella.
“Certo Bella, ti capiamo.” rispondemmo io e Jasper.
 
Bella aveva ragione: doveva parlare con Edward e doveva dirgli lei la verità.

 
 
 
Eccoci qui con la fine del capitolo. Ho riempito ben nove pagine di World, ma ne vale la pena.
Bella ha perdonato Alice e Jasper, come farà per il resto dei Cullen, tranne che con Edward.
Secondo me Edward dovrà lavorare sodo per cui… Eddy ne avrai delle belle anche tu u.u
Ringrazio chi ha aggiunto la storia fra le preferite/ricordate/seguite o chi semplicemente la legge.
PS: Cosa ne pensate del banner?
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Incontro-Scontro ***




Salve a tutti, rieccomi qui negli schermi di Epic Fan Fiction per postare il capitolo.
Tenterò di mantener fede alla promessa di postare alla domenica, ma dopo già quattro giorni di scuola abbiamo due verifiche :/
Non mi dilungo tanto, i ringraziamenti li faccio sotto.
 

 
                                     

                                  Incontro-Scontro

 
Pov Bella.
“Grazie Alice!” conclusi.
“Bella, il tuo scudo proteggerà i nostri pensieri vero?” mi chiese Alice preoccupata.
“Certo.” dissi sorridendo.
“Meno male –disse tirando un sospiro di sollievo- non voglio rovinare tutto.”
“E’ meglio che ritorniate prima voi a palazzo, non voglio che qualcuno si insospettisca.” spiegò Anthony.
“Scelta saggia!” approvò Jasper.
 
Alice e Jasper si incamminarono verso il palazzo, mentre io ed Anthony rimanemmo ancora un po’ al lago.
 
“Mamma, mettendo insieme i vari pezzi sono giunto alla conclusione…” mi spiegò mio figlio.
“Sei sempre stato un ragazzo intelligente Anthony!” dissi.
“Mi dispiace così tanto mamma!” mi disse abbracciandomi.
 
Anthony, anche se era un uomo, ha sempre sofferto la mancanza di un padre con cui parlare, sfogarsi, solo che non lo ha mai ammesso pubblicamente.
Sicuramente vedere suo padre dopo ottant’anni era stato uno shock anche per lui, come per me.
 
“Nessie e Lizzie?” chiesi.
“Ho spiegato loro delle cose e sono giunte alla conclusione esatta!” mi spiegò.
“Avrei dovuto dirvelo subito!” sbottai amareggiata.
“Mamma, hai per caso avuto tempo?” mi chiese sorridendo.
“In effetti no…” dissi sospirando.
 
Ritornammo a palazzo quando ormai la festa era già finita ed andammo nella mia camera dove c’erano le mie figlie.
 
“Mammaaa!” mi corsero incontro abbracciandomi.
“Ragazze, Anthony vi ha già svelato la verità, ma come è giusto che sia voglio dirvelo anche io: il vampiro vegetariano che avete visto insieme alla sua famiglia è Edward Cullen, vostro padre.” spiegai.
“E’ così affascinante!” esclamò sognante Renesmee ricevendo due pacche sulla nuca da Anthony ed Elizabeth.
“Voi donne siete tutte uguali, senza offesa! Tu Nessie l’ha già perdonato vero?” chiese Anthony.
“E’ nostro padre infondo!” esclamò la gemella.
“Che ha abbandonato NOSTRA madre!” esclamò Anthony.
“Ragazzi, basta! Io dirò a vostro padre tutta la verità, dopo starà a voi perdonarlo o meno!” sbottai esasperata.
“La mamma ha ragione, bisogna parlargli!” disse Lizzie.
“Io non vorrei creare danni!” avvertì Anthony.
“Anthony, ha diritto di sapere!” esclamò Nessie.
“Dopo starà a noi decidere!” concluse Lizzie.
“Ecco, due donne coalizzate contro il loro povero fratello!” disse Anthony.
“Anthony… -lo ammonì Renesmee- Comunque… Come sono zia Alice e zio Jasper?”
“Alice è esuberante, parla troppo… Jasper è più calmo e controllato!” rispose.
“Alice è uguale a Lizzie… Amanti dello shopping e delle feste entrambe” precisai.
“Oddio no! Un’altra!” disse Nessie coprendosi la faccia con le mani e lasciandosi andare sul letto.
 
Il giorno dopo…
 
Alle 7.00 in punto mi presentai nella sala dei troni dove Aro e Caius stavano discutendo animatamente.
 
“Dobbiamo inviare una squadra anche in Africa!” esclamò Caius.
“Se è per questo anche una in America, una in Asia e una nel resto dell’Europa… Ci scopriremo troppo!” sbottò Aro.
 
Stavano discutendo talmente animatamente che non si erano nemmeno accorti della mia presenza.
 
“Aro, Caius, buongiorno!” esclamai.
“Isabella!” mi salutarono.
“Isabella cara, secondo te dovremmo inviare delle squadre in giro per il mondo?” mi chiese Aro.
“Secondo me non serve. Victoria e Maria attaccheranno in America e lì ci sono già i licantropi!” spiegai.
“Avevo ragione!” si pavoneggiò Aro.
“Aro, quando ci sarà la riunione?” chiesi.
“Fra mezz’ora!” esclamò.
“Vado ad avvisare le guardie che ritarderò.” dissi.
 
Avevo la preparazione delle guardie, ma avrei lasciato il compito ai miei figli.
 
Hai parlato con i Cullen?  mi chiese Aro mentalmente.
 
“Si, con due di loro!” risposi.
“Tutto ok?” chiese Aro.
“Certamente!” conclusi per poi salutare ed andarmene.
 
Mi avviai a passo svelto verso il campo di lotta dove c’erano già i miei figli e gran parte delle guardie intenti a parlare.
 
“Siamo mattinieri?” chiesi.
“Si, io ho riflettuto e sono giunto ad una conclusione: darò una possibilità a Cu… Ad Edward ecco!” disse Anthony.
 
Poco a poco arrivarono anche le altre guardie ed iniziarono l’allenamento con Anthony, Renesmee ed Elizabeth quest’ultimi sotto-forma di licantropi mentre io rientrai a palazzo.
 
 
Pov Edward.
Avevo perso di vista Bella dalla sera precedente, era come scomparsa.
Avevo chiesto informazioni alle guardie, ma non si erano fatte trapelare nulla.
Da ieri sera Alice e Jasper erano strani, più felici, più sereni.
Erano rientrati a palazzo con un sorriso stampato in faccia, avevano chiesto scusa per il loro comportamento e si erano rifugiati nella loro camera.
 
“Edward, figliolo, ti vedo pensieroso…” constatò Carlisle.
“Stavo pensando a Bella…” risposi.
“E’ qui, è a Volterra. Basta trovare il momento giusto e le parlerai!” mi spiegò.
“Hai ragione, farò così!” dissi sorridendo.
“Edward, che fine hanno fatto Alice e Jasper?” mi chiese Emmett.
“Sono usciti poco fa…” si intromise mia madre.
“Sono al campo di addestramento delle guardie!” se ne uscì Rosalie.
 
Al campo di addestramento delle guardie?
 
“Ma come mai lo sapete?” chiese Emmett.
“Te l’hanno anche detto, zuccone!” esclamò Rosalie.
“E’ vero! -disse Emmett illuminandosi- Io vado a vedere cosa sanno fare questi Volturi, chi viene con me?”
“Veniamo tutti!” approvò nostro madre.
 
Tutti  e cinque ci avviammo verso il campo di addestramento delle guardie volture.
 
“Ma cosa ci fa Jasper lì?” chiese Emmett indicando mio… fratello.
 
Jasper stava lottando con un licantropo nero… No, era IL LICANTROPO NERO.
Jasper tentò di saltargli in groppa, ma il lupo con uno scatto fulmineo lo schivò e lo scaraventò lontano.
 
“Ma che diamine sta succ-“ disse Emmett per poi bloccarsi vedendo Alice entrare in campo.
“Tocca a me, tocca a me!” trillò il folletto.
 
Ma che diavolo stava facendo? Era forse pazza?!
 
“Tanto perderai!” ghignò il lupo nero.
“Questo è da vedere!” disse Alice con un sorrisetto di sfida mettendosi in posizione di attacco.
“Anthony, dopo vogliamo provare anche noi due!” disse la lupa marroncina-rossiccia.
 
Alice iniziò a correre verso il licantropo che si mise in posizione d’attacco a denti scoperti.
Saltarono entrambi nello stesso momento e lì non ci vidi più. Abbandonai i miei familiari e a velocità super sonica mi scaraventai sul licantropo.

 
 
 
Wow, qui la situazione si fa piccante.
Ok, lo so che voi aspettate solo una cosa: i chiarimenti di Bella ed Edward, ma un po’ di azione non guasta mai.
Anthony aveva deciso di dare un’opportunità ad Eddy e lui lo attacca xD
Nel prossimo capitolo vedremo un bel scontro che verrà fermato da… Resta a voi scoprirlo!
Ringrazio chi ha messo la storia fra le preferite/ricordate/seguite e soprattutto grazie alle otto persone  che hanno recensito lo scorso capitolo.
Alla prossima, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Scontro tra padre e figlio ***




Wow, sono riuscita a postare nel giro di pochi giorni da ‘Il ritorno degli Originali’ anche il capitolo di questa storia. Che stregoneria è questa?
Ok, è meglio che passi subito ai ringraziamenti: ringrazio le sette meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo!!!
Non mi dilungo troppo, anche perché vorrete sicuramente leggere il capitolo. Ci vediamo sotto!

 


                                                                 Scontro tra padre e figlio

 
Pov Anthony.
Da una mezz’oretta circa ci stavamo allenando in vista della grande battaglia. Ognuno stava prendendo il suo compito sul serio. Le guardie si allenavano, mentre i clan erano in riunione con mamma, Caius e Aro.
Chissà come se la stava spassando con i Cullen
Alice e Jasper non erano male infondo. Si erano offerti di aiutarci con l’addestramento delle guardie e grazie all’esperienza di Jasper ognuno poteva migliorare in meglio.
 
Jasper era davvero un’abile lottatore, ma contro un licantropo-vampiro si può ben poco. Velocità, sensi, forza… Tutto triplicato.
Jasper saltò, ma con uno scatto lo schivai e lo scaraventai lontano.
 
“Tocca a me! Tocca a me!” esclamò Alice.
“Tanto perderai!” ghignai.
 
Il folletto, come la chiamava mamma, era agile, veloce e poteva prevedere il futuro, anche se con me non serviva a niente, ma io potevo leggere nel pensiero.
Era spacciata.
“Anthony, dopo vogliamo provare anche noi due!” esclamò Renesmee.
 
Renesmee e Lizzie avevano appreso bene la notizia, o almeno avevano perdonato Alice e Jasper.
Elizabeth aveva legato in una maniera impressionante con Alice, tale zia, tale nipote.
Renesmee invece aveva più “contatto” con Jasper, forse per il carattere molto simile.
E io? A chi assomigliavo?
Freddo, dolce, sensibile, intelligente, calmo, impulsivo… Tante doti riunite in una sola persona.
Mamma mi ha sempre detto di essere uguale a lui.
 
Il folletto iniziò a correre verso di me e io mi misi in posizione d’attacco a denti scoperti, non aggressivo, in una specie di ghigno.
Saltammo entrambi nello stesso momento, ma non riuscii a scontrarmi con Alice che venni atterrato da un vampiro.
 
“Dannazione!” imprecai.
 
Quando mi alzai, una volta essendomi scrollato il vampiro di dosso, lo guardai: era Edward.
 
“Alice, tutto ok?” domandò.
“Edward, ma sei scemo? Stavamo giocando!” sbraitò lei.
“Oh… Si… Certo… Volevi per caso farti uccidere?” urlò.
 
Capisco che provi qualcosa per i licantropi e anche io sento qualcosa, ma è veramente impazzita! Sono licantropi!  si tormentò mentalmente.
 
“Tua sorella ha ragione, è un allenamento!” ululai.
“Non ti avvicinare!” ringhiò.
“Hai qualche diritto su di me per caso?” domandai beffardo.
“Emm… Anthony, lascia perdere, forza!” mi pregò Renesmee.
“No! Se ha qualche problema va risolto…” dissi ovvio.
“Basta Edward! Si stavano solo allenando vero… -disse Carlisle per poi rivolgersi a me non sapendo il mio nome-…”
“Anthony, mi chiamo Anthony!” spiegai.
 
Un lampo misto sorpresa-dubbio balenò sugli occhi dei Cullen.
 
“Si… Anthony… -riprese sorpreso- Vi stavate solo allenando vero?”
“Certo!” esclamai.
“Trovatevi qualcun altro per allenarvi!” disse Edward furioso.
 
Bah… Da dove salta fuori?
 
“Ok ok, calmati Cullen!” dissi.
“Ma tu… Come fai a sapere che Alice è MIA sorella?” domandò il vampiro ramato.
“Questioni private!” ghignai.
 
Il vampiro emise un ringhio a mo’ di avvertimento.
Cane, dovresti stare lontano dalla mia famiglia se non vuoi uno scontro aperto.  si disse mentalmente.
 
“Vuoi fare uno scontro aperto? Sono qui!” lo beffeggiai.
 
Anthony dannazione, sei impazzito? Lo stai provocando e noi dovremmo parlare CIVILMENTE con NOSTRO PADRE! Fortunatamente che la mamma ci sta coprendo… mi disse Lizzie mentalmente.
 
“Ma come fai a sap-” iniziò Edward.
“Beh… Alcune doti!” risposi.
 
Adesso succede un patratack! Godiamoci lo scontro! Eddino, mostra cosa sai fare ai cagnolini… Ah… Il lupo ti sta tendendo testa!  disse Emmett mentalmente ad Edward, ma lo sentii anche io.
 
“Non voglio litigare…” disse.
“No problem, te la fai sotto?” chiesi sarcastico.
 
Ringhiò forte… Ops… L’avevo fatto arrabbiare.
Con uno scatto fulmineo si avventò su di me, ma lo schivai senza problemi.
Si rialzò velocemente e si fiondò di nuovo su di me. Lo afferrai e lo scaraventai lontano.
 
“Fate qualcosa dannazione!” sbraitò la bionda, sorella di Edward.
“No, fermatevi, vediamo se Edward capisce quello che deve capire…” rispose enigmatica Alice.
 
Cosa sa il folletto che noi non sappiamo?  si domandò Emmett.
 
“Alice, cosa intendi dire?” disse indispettita Rosalie.
“Capirai…” mormorò.
“Sai fare solo questo?” chiesi beffardo.
 
Si rialzò per l’ennesima volta, ma anche l’attacco successivo non andò a buon fine.
 
 
Pov Bella.
La riunione era iniziata da venti minuti ormai e dei Cullen nessuna traccia.
Ero seduta sul mio trono e stavo ascoltando stancamente Aro che stava parlando ai clan presenti.
 
“Isabella, ora tocca a te spiegare il piano d’attacco…” mi informò Aro.
“Si –dissi alzandomi- come ben tutti sapete una grande minaccia incombe su di noi. Un esercito di vampiri, con a capo altri vampiri, vuole conquistare i nostri territori. A quanto pare inizieranno dall’America e qui entreremo in gioco noi. Dobbiamo spingere l’esercito in una radura e lì chiuderemo le vie di uscita. Siamo in tanti e le nostre guardie hanno dei doni che possono essere usati a nostro favore. Il tutto sta nel gioco di squadra e non farsi sopraffare dal nemico!” spiegai.
 
Cercai di riordinare le idee che avevo in testa, ma i miei pensieri vennero interrotti da Demetri che entrò come un uragano in sala.
 
“Perdonate la mia interruzione –disse inchinandosi- ma è una questione molto importante. Signora Isabella, c’è un piccolo problemino…”
 
Devi venire fuori, SUBITO. Sta succedendo il putiferio tra uno dei Cullen ed Anthony!  mi informò mentalmente Demetri.
 
Oddio! Anthony… Uno dei Cullen… Anthony ed Edward!
 
“Scusatemi tanto!” dissi per poi fiondarmi fuori dalla sala seguita da Demetri.
“Mi dispiace… Io… Noi…” iniziò.
“Perché nessuno li ha fermati!?” sbraitai.
“Anthony ha stuzzicato Edwin… No, Edward e stanno combattendo!” disse Demetri.
 
A velocità vampiresca raggiunsi il campo di battaglia e quello che vidi fu una cosa sconvolgente: Anthony ed Edward stavano lottando in un modo alquanto violento, senza esclusione di colpi e tutti facevano le belle statuine.
Non c’era parità fra Anthony ed Edward.
Edward fu atterrato, ma poco dopo sparì dalla mia visuale e da quella di Anthony.
In una frazione di secondo sentii il suo odore: era sopra l’albero.
 
“Anthony, sopra di te!” urlai con tutto il fiato che avevo in gola, ma ormai Edward era sopra di lui.
 
Non pensai alle conseguenze, ai Cullen, ad Edward e al resto.
Dovevo intervenire.
In un frazione di secondo mollai un Demetri sconvolto sopra l’altura e mi trasformai in corsa fiondandomi sul campo di battaglia.
 
 
Pov Edward.
“Anthony, sopra di te!” urlò una voce melodiosa, celestiale, simile alla sua.
 
Non era tempo per pensare, non ero più in me.
Il licantropo aveva fatto uscire il lato spietato.
Da sopra l’albero mi fiondai su di lui e lo atterrai.
Sentii uno spostamento d’aria alla mia sinistra, mi girai e quello che vidi mi sconvolse: un istante prima Bella che correva verso di me e un istante dopo un licantropo bianco.
 
“Che cos-” imprecai per poi essere fulminato dal licantropo bianco che era sopra di me.
“ALICE! Come hai… avete potuto… Dovevate fermarli! Potevano uccidersi!” ululò infuriata.
 
Un momento… Il licantropo bianco aveva chiamato mia sorella per nome… Bella? Dov’era Bella?
Il profumo del licantropo sopra il mio corpo mi inondò le narici: era simile a quello di Bella vampira.
No, non poteva essere…
“Mamma, è stata tutta colpa mia…” mormorò il licantropo nero abbassando lo sguardo.
“E tu… -disse rivolgendosi a me- come hai potuto attaccare tuo figlio?!”
 
Mio figlio?
 

 
Ahia! Ormai siamo agli sgoccioli! Il prossimo capitolo vedrà dei chiarimenti fra Edward e Bella (Voi: Era ora!!!)
Volevo trovare un modo ad effetto per piazzare davanti ad Edward la verità, non le solite: io sono tuo figlio oppure… Piacere Tizio sono tuo figlio…
Entrata ad effetto da parte di Bella non trovate?
Ormai Edward, facendo due più due, ha capito che il licantropo bianco può essere collegato e Bella e…
Scoprirete tutto nel prossimo capitolo xD
Ringrazio le persone che hanno messo la storia fra le preferite/ricordate/seguite e anche soltanto chi legge.
Alla prossima, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Voglia di chiarimenti ***


Eccomi qui. Oramai credo che pubblicherò alla domenica, lo studio uccide!
Lo scorso capitolo è stato ricco di sorprese e colpi di scena, ma ora viene il bello: il momento della verità.
Piccola precisazione: fra poco la storia giungerà a termine, ma non so ancora quanti capitoli mancano, forse cinque compreso l’epilogo o forse di più.
Vi saprò dire meglio.
Ringrazio le sette persone che hanno recensito lo scorso capitolo, per il resto ci vediamo sotto.
 

 

                                    Voglia di chiarimenti

 
Pov Edward.
Mio figlio?
 
“Bella, mi dispiace io… Non potevo…” mormorò abbattuta mia sorella.
“B-Bella?” chiesi balbettando sconvolto all’enorme lupo sopra di me.
 
Con un balzo il licantropo si tolse dal mio corpo e affiancò il lupo nero.
 
“Tutto ok?” chiese il licantropo bianco.
“Si, volevo stuzzicarlo un po’, scusami!” disse afflitto il licantropo nero.
“B-Bella sei tu?” chiesi.
 
Il licantropo abbassò lo sguardo annuendo.
A velocità vampiresca  mi portai di fronte a Bella e la guardai negli occhi. Si, era lei, erano i suoi occhi.
Abbracciai di slancio la mia amata, ma lei si divincolò sfuggendo alla mia presa.
 
“Bella, m-ma s-sei tu… Cioè… S-sei un licantropo?” balbettò Emmett.
“Si, sono io!” disse mostrando i denti come in un sorriso.
“Bella, io…” iniziai avvicinandomi, ma tenendomi a debita distanza dal lupo nero che mi ringhiava contro.
 
Non avevo capito molto bene le ultime parole che mi aveva detto, avevo capito tuo figlio, ma era scientificamente impossibile: i vampiri NON possono avere figli.
 
“Ma che ti salta in mente?” mi urlò ringhiando Bella.
“Io… Non ho fatto niente… O quasi…” mi corressi.
“Poteva ucciderti, spero che tu te ne sia reso conto!” esclamò furiosa verso di me.
“Io… Non volevo… So che non dovevo attaccare uno dei Volturi e mi dispiace…” mi scusai.
“Bella, ci sei mancata così tanto!” esclamarono Carlisle, Esme, Emmett e Rosalie fiondandosi su Bella.
“Questa me la devi spiegare Bellina… Comunque sei davvero un lupacchiotto affascinante!” scherzò Emmett.
“Glielo dici tu o glielo dico io? A quanto pare non ha capito molto bene le tue parole…” bisbigliò il lupo nero alla MIA Bella.
“Con te devo fare i conti, sia chiaro! –esclamò Bella al licantropo nero e poi volse lo sguardo a me- Non hai capito le ultime mie parole vero?”
 
Annuì incapace di capire. Avevo capito qualche parola a tratti, ma la mia mente la rifiutava come impossibile e poi… Vedere Bella trasformarsi in licantropo farebbe andare chiunque fuori di testa.
 
“Cosa dovrebbe capire Edward?” domandò Rosalie.
“Diciamo che avete tutti quanti le orecchie ed occhi otturati! –esclamò Alice- Ma come si fa a non capire? Edward, loro sono i tu-”
 
Alice venne interrotta da un’occhiata di Bella.
 
“Forse è meglio che ne parliamo in un luogo più consono!” propose Bella.
“Capo, noi… Cosa facciamo?” chiese Santiago.
“Continuate ad allenarvi!” ordinò Bella.
 
Bella, ancora sotto-forma di lupo, si incamminò verso una stradina che portava ad una delle entrate principali del castello.
Una volta arrivata davanti all’entrata, sparì per alcuni secondi dietro gli alberi insieme agli altri licantropi e poi ritornò nella sua forma da vampira.
Era stupenda, come sempre. I capelli mossi gli ricadevano leggeri sulle spalle coperte dal nero mantello dei Volturi. Occhi dorati, come i miei, corpo slanciato e muscoloso, sguardo fiero.
Dietro di lei comparvero due ragazze ed il ragazzo. Q-quello era il ragazzo che alla festa stava appiccicato a Bella eppure… Ero geloso? Si! Ma questa non era una gelosia come le altre, mi sentivo legato a lui, a loro. Perché?
Anche le ragazze erano le stesse della festa. Mi sentivo legato anche a loro, perché?
 
“N-non è possibile!” esclamò Rosalie sconvolta, ma allo stesso tempo un sorriso le si dipinse sul volto.
 
Come  ho fatto a non capirlo subito? si domandò mentalmente, per poi iniziare a tradurre una canzone dei Beatles in francese.
 
Mia madre, mio padre e Rosalie stavano guardando sconvolti i tre ragazzi di fronte a loro. Cosa sapevano che io non sapevo?
Tutto ad un tratto non riuscì più a leggere i loro pensieri, centrava Bella?
Emmett invece si stava domandando se avrebbe potuto sfidare Bella in una lotta, tipico.
 
“Ora mi dite che diavolo sta succedendo qui! –sbottai- Alice e Jasper a quanto pare lo sanno e voi? Cosa sapete?”
“Edward –iniziò Bella prendendo un respiro molto profondo, anche se non era necessario- loro sono i tuoi figli!”
 
Edward, loro sono i tuoi figli. Non è possibile, loro non… Io non… Bella non… Le gambe mi cedettero, cosa strana per un vampiro, e rimasi in piedi solo grazie ad un albero.
Guardai i ragazzi negli occhi: le due ragazze avevano un sorriso stampato sulla faccia, simile al mio, al mio sorriso amato dalla mia Bella, mentre il ragazzo mi guardava impassibile.
Lui era la MIA FOTOCOPIA! Stesso taglio di capelli, stessa squadratura della faccia, stesso taglio degli occhi, il mio naso, le mie labbra, la mia statura… La mia fotocopia.
Esme, Carlisle, Rosalie, Emmett, Alice e Jasper corsero dai tra ragazzi e li abbracciarono ed io… Io? Ero appoggiato all’albero ancora sconvolto.
 
“Voi siete m-miei figli?” chiesi sconvolto, ma con una gioia dentro il petto che non avevo mai provato prima.
 
Era una felicità diversa, era un amore sopra ogni cosa… Era un sentimento diverso.
 
“Si!” dissero i le ragazze ed il ragazzo: i miei figli.
 
Ripresomi dallo shock iniziale andai da loro a passi lenti e li guardai meglio. Le ragazze erano identiche fra di loro, molto simili al ragazzo, ma loro erano più simili a… Bella.
Le ragazze mi corsero incontro e mi abbracciarono, le miei figlie mi abbracciarono ed io ricambiai l’abbraccio, stringendole a me.
Ero padre di tre gemelli, tre gemelli!
Guardai Bella che mi sorrideva, ma non con i suoi soliti sorrisi. L’avevo abbandonata nel momento del bisogno, per il suo bene, ma cosa era successo invece? Tutto il contrario.
Guardai i miei familiari che mi sorridevano sornioni: Alice e Jasper lo sapevano, ma questo non era il momento per indagare sugli altri, ero padre.
Posai lo sguardo sul ragazzo infine, che era vicino a Bella: non si era mosso di un passo.
 
Tu sei mio padre, è vero, ma non ti perdonerò per quello che hai fatto a mia madre, sappilo. So anche che leggi nel pensiero e… Non sei l’unico!
pensò mio figlio e a quanto pare il pensiero era rivolto a me.
 
Aveva ragione ad avercela con me… Li avevo abbandonati, li avevo abbandonati tutti!
 
“Papà, noi siamo Renesmee ed Elizabeth!” mi dissero in coro le mie figlie.
 
Renesmee? Elizabeth? Che nomi bellissimi! Elizabeth, il nome di mia madre.
Renesmee? Renee… Esme… Sembrava tanto l’unione di due nomi.
 
“Hai indovinato, Renee come mia madre, Esme come la tua!” mi disse Bella avvicinandosi di qualche passo.
 
Mi guardai attorno, eravamo soli, io, Bella e i miei figli. Ci avevano lasciati da soli per parlare.
 
“E tu?” chiesi timidamente al ragazzo.
“Mi chiamo Anthony, ti basta sapere solo questo!” esclamò guardandomi con uno sguardo tagliente.
 
Anthony… Il mio secondo nome.
 
“Papà, non te ne andrai ancora vero?” mi chiese Renesmee con gli occhi lucidi.
 
Una morsa mi strinse il cuore. Avevano paura, paura che le riabbandonassi di nuovo.
Avevo rovinato la vita a tutti per una mia stupida scelta, ero un mostro, nel vero senso della parola!
 
“No figlia mia, non me ne andrò!” dissi accarezzandogli i capelli.
“Papà, perché te ne sei andato?” mi chiese Elizabeth.
 
Perché me ne ero andato? Semplice, ero stato uno stupido, un grande stupido.
 
“Ho commesso un errore, sono stato stupido, tanto stupido! Bella, io me ne sono andato per il tuo bene, per proteggerti io…” iniziai.
“Edward, ora come ora sono contenta che tu abbia scoperto la verità e sono contenta che i miei figli abbiano un padre… Ma… No, vi lascio da soli!” disse andandosene.
“Bella, aspetta…” urlai.
“In questi momenti la mamma deve rimanere da sola, non ti converrebbe combinare altri guai!” mi ammonì mio figlio.
 
Bella, cosa ti avevo fatto?
Ora però dovevo conoscere i miei figli, a Bella avrei parlato in seguito e l’avrei costretta ad ascoltarmi, a tutti i costi.
 
“Anthony, metti da parte il tuo orgoglio maschile e vieni qui!” urlò mi figlia Elizabeth.
 
Elizabeth assomigliava ad Alice, tale e quale. Assomigliava anche a mia madre, era una ragazza tutto pepe.
Anthony, a malavoglia, venne vicino a noi e in quell’istante ci guardammo fisso negli occhi. I suoi occhi erano come una maschera fatta per non soffrire più, ma vedevo che c’era dietro tanta sofferenza, aveva dovuto prendere lui le redini in mano, quello che non avevo fatto io.
Parlai con i miei figli per due ore: avevano sofferto troppo, ma non li avrei più lasciati, non più.
 
“Quindi voi tre siete sposati?” chiesi sopreso.
“Papà, abbiamo ottant’anni, non potevamo certo rimanere zitelle a vita!” scherzò Nessie.
 
Quel brutto cane pul… Jacob Black chiamava la mia piccola Nessie! Non vedevo l’ora di ritornare a Forks per farmi una pelliccia.
 
“Non credo che Nessie ne sarà molto contenta…” osservò Anthony.
“Che cosa?” chiesi.
“Non puoi fare una pelliccia con Jacob…” borbottò.
“Ma tu come fai a… Saperlo?” chiesi sconvolto.
“Leggo nel pensiero! Ricordi: non sei l’unico!” mi beffeggiò impassibile.
 
Mio figlio aveva il mio stesso dono?
In due ore avevamo parlato di tutto, tranne dei doni o mariti.
 
“Si… E  così in famiglia addio segreti!” sbuffò Elizabeth.
“Papà… Tu non puoi fare una pelliccia con il mio Jake!” esclamò Nessie.
“Perché? E’ forse tuo amico?” chiesi.
“E’ mio marito!” esclamò mia figlia.
 
Jacob Black era il marito di mia figlia!
 
“Che cosa?” mi alzai urlando.
“Si, ha avuto l’imprinting con me –mi spiegò con aria sognante- siam due anime gemelle!”
“Quel brutto cane! Prima faceva la corte alla mia Bella e poi si è sposato mia figlia!” urlai sconvolto.
“Jacob faceva la corte a mamma?” mi chiesero in coro i miei figli.
“Si…” ringhiai.
“Questa è bella!” disse Anthony ridendo.
 
Questa era la prima volta che vedevo mio figlio ridere. Lo osservai sorridendo, ma quando lui se ne accorse smise subito.
Non si fidava di me… E come biasimarlo?
 
“E voi?” chiesi all’altra mia figlia e mio figlio.
“Io sono sposata con Seth!” esclamò Lizzie con aria da innamorata.
 
Seth era l’unico lupo che mi stava simpatico. Era un bravo ragazzo, tutto il contrario di Jacob Black!
 
“Anthony e tu? Chi è la fortunata?” chiesi in modo più possibile dolce.
“Si chiama Laura!” disse dolce, ma guardandomi freddo.
“E anche lei è un… Licantropo?” chiesi.
“Si!” disse annuendo.
 
Tre figli con tre licantropi!
 
“Senti, non so perché hai lasciato la mamma da sola e in questo momento non lo voglio neanche sapere, ma penso che meriti una spiegazione per tutto ciò, quindi ti consiglio di andare da lei. Si troverà di sicuro al lago, da piccoli ci andavamo spesso! Noi rimarremmo qui con gli altri!” mi disse mio figlio.
 
Voleva darmi un’opportunità per chiarire con Bella, voleva darmi un’altra possibilità.
 
“Grazie!” mormorai alzandomi ed andando verso il lago.
 
Bella, adesso è l’ora della verità.
 
 
 
Pov Bella.
Finalmente avevo detto la verità ad Edward, anche se l’era venuta a sapere in un momento non molto adatto.
I miei figli avevano bisogno di chiarirsi con il loro padre, dovevano conoscerlo, così decisi di lasciarli da soli.
Li lasciai davanti all’entrata del palazzo, mentre io mi diressi verso la mia camera.
Entrai e mi distesi sul letto a pensare: finalmente i miei figli avrebbero avuto un padre.
Presi il telefono e lo sbloccai: 25 chiamate perse da Jacob Black e altre 10 chiamate perse da Sam più tre messaggi.
Che diavolo era successo?
Decisi di aprire i messaggi, tutti dicevano una sola cosa: l’esercito ha cominciato ad attaccare in città, appena puoi chiamaci!
Composi subito il numero di Jacob che al quarto squillo rispose.
 
-Dannazione, finalmente hai risposto! La situazione è seria, ci serve il vostro aiuto!- urlò Jacob dall’altro capo della cornetta.
-Quanto seria?- chiesi con un angoscia fuori dal normale.
-L’esercito dei neonati ogni notte fa scappatelle in città o nelle città vicine! A capo dell’esercito ci sono Maria, Victoria e un uomo che non ho mai visto prima! Sono già stati feriti otto licantropi, tre dei nostri hanno rischiato la vita!- mi disse Jacob.
-Partirò questa sera stessa!- decisi.
 
Era l’unica cosa da fare. Sarei partita la sera stessa, con un esercito dei Volturi.
 
-Fai più in fretta che puoi, ci servirà senz’altro l’aiuto di tutti!- esclamò.
-Jacob, ho deciso una cosa: Anthony, Elizabeth e Renesmee rimarranno qui a Volterra, non posso rischiare di perderli!- dissi.
 
Per la prima volta in tutta la loro vita sarebbero rimasti a Volterra, la situazione era critica.
Con loro sarebbero rimasti i Cullen. Avevano appena trovato una famiglia e non potevano perdere di certo un componente.
 
-Si Bella, hai ragione! Ci sentiamo!- disse Jacob che poi attaccò.
 
Uscii dalla mia camera e mi diressi al lago per pensare.
Una volta arrivata al lago mi sedetti ad osservare l’enorme cascata.
Se avessi dovuto perdere la vita durante la battaglia i miei figli avrebbero avuto una famiglia su cui contare, ora l’avevano.
 
“Bella, dobbiamo parlare!” disse una voce dietro di me, una voce che conoscevo fin troppo bene.

 
 
Finalmente ho postato il nuovo capitolo.
Finalmente Edward si è chiarito con i suoi figli: Elizabeth e Nessie l’hanno perdonato troppo facilmente, mentre il nostro Anthony è davvero un osso duro.
Edward è deciso a chiarirsi con Bella, ma lei non ne vuole sapere… Perché?
Cosa deciderà Bella? Porterà con se dei Cullen a Forks?
Bella perdonerà Edward così tanto facilmente?
Ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia fra le preferite [26], fra le ricordate [9] e fra l seguite [ben 94. Il mio desiderio sarebbe arrivare a 100 magari per la fine della storia] e chi soltanto legge.
Ci vediamo nel prossimo capitolo, Giulietta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Preparazione alla partenza ***


Finalmente sono riuscita ad aggiornare, ma mi è costato molto.
Ma dico io: chi ha inventato le scuole? Dovrei ucciderlo con le mie manine. *Fa la sadica*
Ritornando a noi: finalmente Edward ha conosciuto la verità, l’unico ostacolo è Bella.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, ogni recensione mi scalda il cuore.
Ho raggiunto il mio obbiettivo personale: raggiungere 100 persone che hanno inserito la storia fra le seguite, grazie mille.
Non mi dilungo troppo, ci vediamo sotto.
 

                                                   Preparazione alla partenza
 

 
Pov Bella.
“Bella, dobbiamo parlare!” disse una voce dietro di me, una voce che conoscevo fin troppo bene.
 
Era Edward: era venuto sicuramente per chiarirsi.
Dopo ottant’anni dovevo affrontare la realtà, anche se sapevo bene qual era: lui non mi aveva mai amato ed era inutile discutere su questo.
Voleva rimanere con i suoi figli? Certo, era giusto così. I miei tre gemelli sarebbero ritornati a Forks così da stare con il loro padre e finalmente vivere con le loro dolci metà, come avrebbero dovuto fare da tempo.
 
“Ti ho già detto tutto quello che dovevi sapere Edward, non c’è altro di cui dobbiamo parlare!” spiegai alzandomi.
“Eh no, dobbiamo parlare!” sbraitò e a velocità vampiresca si avvicinò a me e mi fece sedere.
“Diciamo che non sei nella posizione di imporre ordini Cullen…” obbiettai con un sorriso tirato.
“Mi scusi Signora, non volevo certamente imporre ordini, voglio solamente parlare con lei, me lo concede?” mi chiese sorridendo.
 
Non mi piaceva la piega con cui il discorso stava proseguendo.
Dovevo essere fredda. Non mi interessava nessuna spiegazione e poi sta sera sarei partita per Forks, era inutile discutere con lui.
 
“Avrei da fare… Dovrei preparare un via-… Dovrei tornare a palazzo!” dissi in un tono da sembrare convincente.
“Bella, ti prego, devo parlarti. Avrei dovuto darti delle spiegazioni ottant’anni fa, ma da bravo codardo quale sono ho mandato tutto all’aria!” mi supplicò.
 
Lo guardai negli occhi e quell’errore mi fu fatale: avrei ascoltato la sua “spiegazione” ammesso che ci fosse qualcosa da spiegare.
 
“Va bene… Va bene…” sospirai sistemandomi meglio sul prato.
“Bella, ottant’anni fa ho commesso la cazzata più grande di tutta la mia vita…” iniziò.
“Edward, io ti amavo, tu no. E’ stato un amore non corrisposto, non c’è niente da spiegare!” esclamai interrompendolo.
“No Bella. Io ti ho abbandonata nel bosco perché… Bella, l’ho fatto solo per proteggerti, non volevo farti diventare come me, non volevo privarti della tua vita, della tua anima. Non volevo metterti in pericolo Bella. Sono stato uno stupido, io… Io… Non sapevo che tu fossi un licantropo e… Ho combinato un casino Bella, sono uno stronzo!” disse prendendosi la testa fra le mani.
 
Edward Cullen mi stava parlando in quel modo?
Come mi aveva lasciato per proteggermi? Non capivo o non volevo capire…
 
“Non sapevo neanche io di essere un licantropo, se è per questo… Ma non capisco…” mormorai.
“Bella, io ti ho amata, ti amo e ti amerò sempre come il primo giorno. Non ho mai smesso di amarti, ti ho lasciato perché non volevo che diventassi un mostro come me!” esclamò.
“TU! –gridai puntandogli il dito conto- Hai deciso per me senza consultarmi o senza pensare alle conseguenze!”
 
Ero furibonda, anzi, furibonda era dire poco. Aveva deciso per me senza chiamarmi in causa: non voleva privarmi della mia anima, della mia umanità, non voleva farmi entrare nel suo mondo… Ma senza di lui ci sono entrata fino alla punta dei capelli.
Però aveva detto che mi amava ancora come il primo giorno… Edward…
No, non dovevo pensare a questo! Aveva deciso per me rovinandomi parte della mia lunga esistenza!
 
“Lo so Bella, sono stato uno stupido! Ti prego, perdonami! Sono stato male, malissimo per quello che ho fatto!” mi spiegò triste.
“Perché io non ci sono stata male vero? No, certo che no. Mi sono trasformata in licantropo senza capire il perché, ho scoperto di aspettare un bambino da te, sono stata morsa da Laurent e mi sono trasformata in una sottospecie di ibrido, ho dovuto crescere dei bambini da sola, ho passato ottant’anni qui a Volterra e prima di potermi fidare dei Volturi sono passati decenni. Ho affrontato mille guerre e beh… No Edward, me la sono spassata!” sbraitai con una nota di ironia.
 
Lo vidi incupirsi, forse avevo esagerato un po’ troppo.
Avevo semplicemente detto tutto quello che mi ero tenuta dentro per ottanta lunghi anni, le parole erano uscite da sole, ma forse avevo esagerato.
 
 
Pov Edward.
“Perché io non ci sono stata male vero? No, certo che no. Mi sono trasformata in licantropo senza capire il perché, ho scoperto di aspettare un bambino da te, sono stata morsa da Laurent e mi sono trasformata in una sottospecie di ibrido, ho dovuto crescere dei bambini da sola, ho passato ottant’anni qui a Volterra e prima di potermi fidare dei Volturi sono passati decenni. Ho affrontato mille guerre e beh… No Edward, me la sono spassata!” disse.
 
Aveva ragione. Ero arrivata qui con l’intento di farmi perdonare, ma la mia amata ne aveva passate veramente troppe.
Ma no… Non mi sarei mai arreso. Lei era mia e sarebbe diventata mia per l’eternità.
 
“Lo so Bella, so tutto quello che hai passato e dovevo esserci io lì con te, non fuggire come un ladro che ha appena commesso una rapina. Bella, io ti amo e se c’è qualcosa che posso fare, per farti stare meglio sono qui! Ma Isabella Swan, io non mi arrenderò, sarai mia!” dissi con un sorrisetto.
“Oh beh… Certo. Pretendi che ora mi butti fra le tue braccia? Sono cambiata e questo lo sai. Dovrai faticare molto Cullen!” mi disse.
 
Si, la mia Bella era cambiata: ora era una leonessa, la mia leonessa.
 
“Bella, lo so, ti ho ferito profondamente, ma ho qualche possibilità? L’ho fatto per il tuo bene, l’ho fatto per te, solo per te!” spiegai.
 
Prima vidi Bella sorridermi, ma poi quando dissi la seconda parte della frase il suo sguardo si tramutò in ira.
 
“Ancora con la storia del ‘l’ho fatto per il tuo bene?’ Hai deciso di testa tua, punto. Non venirmi a dire: “L’ho fatto per il tuo bene!”” urlò.
 
Abbassai lo sguardo, era arrabbiata, molto arrabbiata.
 
“Sei arrabbiata, ti capisco. Sono qui per rimediare e lo farò, costi quel che costi. Abbiamo tutta l’eternità davanti no?” chiesi.
 
La vidi incupirsi per un attimo e il suo sguardo si perse nel vuoto, ma poi mi guardò negli occhi.
 
“Si, tutta l’eternità!” disse alzandosi.
 
Si trasformò in licantropo e scomparve nel bosco.
Bella, cosa posso fare per farmi perdonare?
 
 
Pov Bella.
“Sei arrabbiata, ti capisco. Sono qui per rimediare e lo farò, costi quel che costi. Abbiamo tutta l’eternità davanti no?” mi chiese.
 
Edward, magari avessimo tutta l’eternità davanti.
Questa sera partirò e chissà se farò più ritorno da te, dai miei figli, dai miei cari.
Mi persi nei ricordi per un attimo, ma dopo mi ripresi.
Era ora di andare.
 
“Si, tutta l’eternità!” dissi alzandomi per poi trasformarmi in lupo e scomparire nel bosco.
Arrivai davanti a palazzo: i miei figli e i Cullen non c’erano, meglio così.
Entrai a palazzo e mi diressi verso la sala dei troni.
 
“Aro, Caius, dovrei parlarvi!” dissi ai due Signori.
“Certo Isabella, dicci tutto!” mi dissero.
“Jacob, il licantropo, mi ha avvisato che la situazione a Forks è precipitata. L’attacco potrebbe arrivare da un momento all’altro. Partirò questa sera con le guardie più fidate. Andremo a Forks e faremo fuori l’esercito una volta per tutte!” spiegai.
“Bella, ma è pericoloso!” obbiettò Caius.
“Ce la caveremo. Posso chiedervi un favore?” chiesi.
“Sappi che non appoggiamo in pieno la tua scelta, ma se questa è la tua decisione va rispettata. Certo, chiedi pure!” disse Aro.
“Non dite niente ad Anthony, Nessie e Lizzie. Loro non verranno, non voglio metterli in pericolo. Sono la cosa più importante che ho!” spiegai.
“Certo, lo faremo.” disse Caius.
“Un’altra cosa… Non ditelo neanche ai Cullen, non vorrei che anche loro si facessero male o si immischiassero!” precisai.
 
Aro mi guardò sconsolato.
 
“Isabella, cosa devo fare con te? Sei come una figlia per me, ma sei masochista!” mi disse Aro.
“Non succederà nulla Aro, vedrai!” lo rassicurai.
 
O forse stavo rassicurando me?
 
“Bella, è molto pericoloso, permettici di venire con te!” disse Aro.
“Nessuno deve insospettirsi, neanche gli altri clan. Nessuno deve sospettare nulla.” spiegai.
“E cosa diremo agli altri clan?” chiese Caius.
“Diremo che la situazione non era così difficile e che ce ne siamo occupati noi, come al solito. Devo andare. Per favore, avvisate Jane, Alec, Felix, Demetri, Santiago, Chelsea ed Heidi di venire nella mia camera!” dissi.
 
Salutai gli altri due Signori ed andai nella mia stanza.
 
 
Pov Anthony.
Edward era andato nel bosco a parlare con la mamma, ma secondo me non sarebbe andato tutto secondo i suoi piani: mamma era troppo testarda ed orgogliosa per perdonarlo subito.
Forse ottant’anni l’avrebbe fatto, ma ora era un’altra, era cambiata in meglio.
Io, Nessie e Lizzie eravamo sul bosco con gli altri Cullen che non erano affatto male.
Rosalie si era scusata per il comportamento avuto sul bosco quella sera con Vladimir e Stefan e dai suoi pensieri capii che si stava scusando veramente.
Carlisle era un vampiro molto intelligente con quattrocento anni di esperienza; Esme era amorevole con noi, aveva l’aria della nonna perfetta; Alice non era affatto male, Lizzie era la sua fotocopia; Jasper mi aveva sempre affascinato: vampiro intelligente, di poche parole, attento, tutto il contrario di Emmett; Emmett era simpatico infondo, ma nella lotta era un vero disastro. Contro un vampiro normale non se la cavava male, ma contro un ibrido aveva tutto da imparare.
La famiglia Cullen non era tanto male, vedevo che volevano ancora bene alla mamma, ma quello che non avevo perdonato era Edward, mio padre.
Mi ha detto che dovevamo chiarire, ma non avrei mai perdonato quello che aveva fatto alla mamma.
Aveva detto che l’aveva abbandonata per il suo bene, ma a Bella è successo tutt’altro.
 
“Edward!” esclamò Alice.
“Com’è andata? Mamma ti ha perdonato?” domandò Lizzie eccitata.
“Diciamo che l’ho fatta incavolare più di prima…” mormorò.
“Ma sei uno stupido!” urlarono Alice e Rosalie.
“Gli uomini…” disse Nessie sospirando.
“Mi farò perdonare a tutti i costi, fosse l’ultima cosa che faccio!” disse convinto.
 
Dovrai lavorare sodo per conquistare la mamma, vampiro avvisato, mezzo salvato… lo avvisai mentalmente.
Hai qualche consiglio?
mi chiese.
Te la devi cavare da solo, sennò non varrebbe! gli risposi.
 
“Vado a palazzo dalla mamma, ci vediamo dopo!” esclamai per poi sparire nella foresta.
 
Arrivato a palazzo notai che non c’erano né Felix e né Demetri all’entrata, era strano.
Entrai ed incontrai Andrea nei corridoi e chiesi dove fosse mia madre.
 
“Buongiorno Andrea, dov’è mia madre?” chiesi.
“Salve signorino Anthony, sua madre è nella sua stanza!” mi informò.
 
La salutai con un cenno della mano e mi diressi nella stanza di mia madre.
Individuai delle scie di vampiri nella stanza, erano quelli della guardia.
 
“Certo, siamo d’accordo, ci vediamo dopo!” disse Alec.
 
La porta si aprì ed uscirono Jane, Alec, Felix, Demetri, Heidi, Santiago e Chelsea.
 
“Anthony… -iniziò Felix imbarazzato- Cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a cercare mia mamma!” esclamai.
“Entra pure Anthony…” sentii la voce di mia madre.
 
Entrai nella sua stanza e mi chiusi la porta alle spalle.
 
“Hai parlato con Edward vero?” chiesi.
“Diciamo di si…” borbottò con un sorriso tirato.
“E cosa ti ha detto?” chiesi sedendomi di fronte a lei.
“Che ha fatto tutto per il mio bene e cose varie…” mi disse.
“Mamma, io non so se potrò mai perdonarlo, ma tu devi ascoltare il tuo cuore e non la testa. Ascolta il tuo cuore, saprai cosa fare!” dissi.
“Grazie Anthony. Vedi, io lo amo ancora…” disse sospirando.
 
Mamma lo amava ancora? Logico. Si vedeva che quando lo guardava le brillavano gli occhi.
 
“Allora se lo ami è tutto più semplice!” esclamai.
“Anthony… Vedi… In questi giorni ho qualche difficoltà per pensare ad altro, ci penserò…” mormorò.
“Che succede?” chiesi.
 
Mamma mi stava nascondendo qualcosa…
 
“Niente, niente. Anthony, ora devo andarmi a fare una doccia, ci vediamo dopo.” mi liquido.
“Va bene, a dopo mamma. Se devi confidarti con qualcuno sono qui…” le dissi.
 
Mi alzai ed uscii della camera ed andai nella mia.
Mamma era strana, cosa stava architettando?
 
 
Pov Bella.
Mio figlio aveva capito qualcosa, maledetta la mia bravura nel dire le bugie.
Non dovevo fare insospettire nessuno, soprattutto i miei figli e i Cullen.
Io e gli altri della guardia saremo partiti fra due ore esatte, era tempo di prepararsi.
Cinque minuti dopo finii di preparare la valigia, avevo un’altra ora di tempo.
Avevo un brutto presentimento, come se potesse succedere qualcosa di brutto nella battaglia… A cosa stavo andando incontro?
Sarei ritornata dai miei figli? Li avrei più rivisti?
Ero un ibrido, ma potevo ferirmi gravemente, cosa che non succedeva ai vampiri, e la mia autoguarigione era molto più lenta rispetto a quella dei licantropi normali.
Presi la carta e scrissi tre lettere, una per i miei figli,  una per la famiglia Cullen e una per Edward. Loro si sarebbero presi cura di Anthony, Renesmee ed Elizabeth in mia assenza, ora anche loro facevano parte della famiglia.
Quella più difficile da scrivere fu quella per Edward.
 
 
Caro Edward,
quando leggerai questa lettera probabilmente sarai in preda ad una furia cieca, ma sappi che l’ho fatto per il tuo bene, per il vostro bene. Questa è una guerra più dura delle altre, non potevo mettere in pericolo te, i nostri figli e il resto della tua famiglia. Non venite a Forks, per favore. Edward, non fare cose avventate, ti prego.  Ti amerò per sempre.
                                                                                           Tua Bella.”
 
 
Lacrime invisibili scesero dai miei occhi, era il momento di partire.
Alec entrò nella mia stanza.
 
“Signora, è ora di andare!” mi disse.
“Certo, passo a dare queste lettere ad Aro e Caius e poi andiamo!” spiegai.
 
Scesi, senza farmi vedere, nella sala dei troni.
 
“Aro, Caius, ho queste tre lettere da darvi in consegna. Ci sono scritti i destinatari. Date le lettere solo quando sarà iniziata la guerra, non prima e non dopo!” gli ordinai.
“Certo Isabella, lo faremo. State attenti, per favore!” mi dissero Aro e Caius.
 
Salutai i due signori di Volterra ed uscii dalla porta ed andai da Demetri che mi stava aspettando con la valigia.
 
“Andiamo!” mi sussurrò.
 
Caleb e Jordan ci stavano aspettando poco fuori dal palazzo, ci avrebbero accompagnati all’aeroporto di Firenze e da lì avremmo preso l’areo per Forks.
Guardai per l’ultima volta il palazzo, le sue mura, il bosco, il suo tutto.
Volterra era diventata la mia città, la città mia e dei miei figli.
Guardai davanti a me il meraviglioso paesaggio che mi si presentava davanti: quella, forse, era l’ultima volta che lo avrei rivisto.

 
 
 
Questo è stato un capitolo abbastanza lungo non trovate?
Edward e Bella si sono finalmente “chiariti” ed Eddy sa che dovrà faticare molto per conquistare Bella, ma lei lo ama ancora.
Anthony sospetta qualcosa, ma Bella è già in volo per Forks.
Cosa accadrà a Forks?
Come mai Bella ha un così brutto presentimento?
Ringrazio chi ha aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi solo la legge.
Ci vediamo con il prossimo aggiornamento, Giulietta.
 

   

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** La guerra ***


Sono uno scandalo, scusatemi.
E’ quasi da due settimane che non aggiorno, ma fra gli impegni ed altro il tempo di scrivere equivale a zero.
Volevo dirvi che più o meno mancano cinque capitoli alla fine, se non qualcuno in più, vedrò cosa posso fare.
Ringrazio le meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo, ci vediamo sotto e… Non uccidetemi xD

 

                                           La guerra

 
Pov Bella.
Il viaggio durò parecchio, ma arrivammo all’aeroporto in perfetto orario.
Scesi dall’aereo seguita dalle miei guardie, fulminando chiunque poggiasse gli occhi su di me.
Non ho mai capito perché ogni volta che andavo in un luogo pubblico, assai raramente, tutti gli uomini mi guardassero, forse perché ero un vampiro.
Fiutati tre scie di licantropo, erano arrivati giusto in tempo.
 
“Bella!” esclamò Jake correndomi incontro ed abbracciandomi.
 
Lui era rimasto sempre il mio migliore amico ed anche genero, visto che era sposato con mia figlia.
 
“La situazione è tanto grave?” domandai a lui, Sam e Leah.
“Potrebbe andare meglio…” mormorò Sam.
“Dobbiamo metterci subito al lavoro!” dissi.
 
La situazione era grave, e come se lo era.
Ci sarebbe stato uno scontro imminente, ormai era questione di giorni.
Io, Jane, Alec, Heidi e Jacob salimmo sull’auto di quest’ultimo, mentre Demetri, Felix, Chelsea salirono con Sam e Leah.
Arrivammo a La Push dopo circa un quarto d’ora, lì si che mi sentivo realmente a casa.
La Push lo era stato per circa un anno, ma facendo parte del branco una parte di me sarebbe per sempre rimasta legata a quel piccolo villaggio di Quileute.
 
“Capo!” esclamò il resto del branco una volta arrivati venendomi in contro.
“Ragazzi! –dissi a mo’ di saluto- Per chi non li conoscesse –dissi riferendomi alle guardie- loro sono le guardie dei Volturi: Jane, Alec, Felix, Demetri, Heidi e Chelsea!”
 
I nuovi arrivati e anche quelli vecchi li osservarono a lungo. A qualcuno partì qualche ringhio, erano pur sempre licantropi, nemici dei vampiri, mentre qualcun altro sorrise.
 
“Memorizzate bene le loro scie, un battaglia dovrete distinguerle dal nemico, così da evitare eventuali perdite!”
 
Oltre che alla mia se qualcuno delle guardie venisse fatto fuori… aggiunsi mentalmente immaginandomi un Aro molto vendicativo.
Entrai, seguita dalle guardie e da alcuni licantropi del branco nell’accogliente casetta di Sam.
 
“Bella!” disse Laura venendomi incontro e abbracciandomi.
“Ciao Laura! Ti trovo benissimo!” dissi ricambiando l’abbraccio.
 
Laura emanava un’aura diversa, mi sembrava più felice, più radiosa.
 
Bella, dopo ti posso parlare in privato? mi domandò Laura mentalmente arrossendo.
Feci un cenno di consenso con la testa sorridendogli.
Di solito non parlavamo mai in privato, a meno che non ci fossero problemi con Anthony.
Mi sedetti nel divano di Sam, in mezzo a Jane ed Alec.
 
“Bella, come ti ha già accennato Jacob la situazione è abbastanza critica. Di notte i vampiri escono e uccidono in preda alla sete. Hanno già compiuto numerosi omicidi, vogliono attirare la nostra attenzione. Questa notte sono arrivati fino al confine, nell’ex territorio di tu sai chi…” mi spiegò Sam.
“Nominali pure Sam, ormai è tutto chiarito, o quasi!” spiegai.
“Ok, nell’ex territorio dei Cullen…” borbottò.
“CHE COSA?” domandò Jake.
“Ci siamo chiariti…” mormorai.
“Tu hai perdonato quel viscido succhia sangue?” domandò arrabbiato.
 
Gli lanciai uno sguardo di fuoco, seguita delle mie guardie.
 
“Ok… Hai perdonato quel dannato Cullen?” domandò abbastanza furioso.
“Non ho detto che l’ho perdonato, abbiamo soltanto chiarito, chiaro?” dissi marcando il perdonato e il chiarito.
“Ora sono più tranquillo!” disse con un sorrisetto beffardo da schiaffi.
“Come prima cosa direi di mandare delle truppe a perlustrare il bosco. L’esercito dei neonati non si farà scrupoli ad entrare nel nostro territorio!” dissi.
“Andiamo io, Seth e papà!” propose Max.
“Potrei venire anche io, magari Sam rimane qui!” dissi.
“Bella, non preoccuparti. E’ meglio che tu stia qui! In caso di attacco sei tu l’alpha che impartisce gli ordini…” disse Sam.
 
Aveva ragione. Sam, Jake e Max partirono in perlustrazione del bosco.
Rimasi dieci minuti a parlare con il resto del branco chiarendo alcuni punti, poi andai fuori nel piccolo giardino per parlare con Laura che mi stava aspettando.
Laura era seduta sul primo gradino e mi sedetti accanto a lei.
 
“Sono davvero felice che Anthony abbia conosciuto suo padre!” iniziò Laura.
“Per quello che può sembrare lo sono anche io. Avevano diritto di conoscere Edward!” dissi.
“Sei stata molto coraggiosa Bella, io non ce l’avrei mai fatta!” mi disse.
“Per i proprio figli si cerca il meglio, io ho fatto quello che ho potuto…” mormorai imbarazzata.
“Infatti, li hai cresciuti come nessuno sarebbe stato in grado di fare!” disse convinta.
 
Gli sorrisi. Ne avevo passate tante, ma sono convinta che per i propri figli una madre farebbe tutto il possibile, cercherebbe di fare meglio indipendentemente se fosse lei a pagarne le conseguenze.
 
“Bella… Ecco…” iniziò.
“Dimmi!” dissi sorridendo in modo rassicurante.
“Penso che tu lo sappia già, si insomma… Dai pensieri…” mormorò imbarazzata.
“No, gli ho bloccati. Odio sapere le cose prima, preferisco che sia quella persona a parlarmene, tranne in caso di necessità!” la rassicurai.
“Io… S-sono incinta, diventerai n-nonna!” disse balbettando.
 
Il mio cuore fermo perse un battito.
Io n-nonna?
Abbracciai di slancio Laura, moderando la forza per non fargli male, ero felicissima!
 
“Auguri Laura, davvero!” dissi congratulandomi.
“Sono contenta che tu l’abbia presa bene! Ora devo dirlo ad Anthony… Cioè… Volevo che fosse lui il primo a saperlo, ma questa non è una cosa che si può dire per telefono!” mormorò imbarazzata.
“Hai ragione Laura, io terrò la bocca chiusa! -dissi facendogli l’occhiolino- Da quanto lo sai?”
“Da poco, saranno si e no tre giorni! Sono così felice!” esclamò sorridendomi.
“BELLAAAAA!” urlò Paul.
 
Mi alzai di scatto, era successo sicuramente qualcosa.
 
“Cos’è successo?” domandai terrorizzata.
“La guerra… Alcuni neonati hanno attaccato Jacob e gli altri!” urlò spaventato.
“Laura, corri dentro da Emily. Phil, Charlotte, Charles, rimanete qui in caso di attacco. Gli altri, guardie comprese, vengano con me!” urlai.
 
In un nano secondo tutti i licantropi, circa quindici, si trasformarono (me compresa) e corremmo verso il bosco (Jane e gli altri compresi) ed arrivammo alla radura.
Cinque vampiri stavano combattendo contro Sam e Seth, mentre Jacob ne stava fronteggiando altri due.
Annusai l’aria, non eravamo soli.
Senza un mio comando Quil, Embry e Paul corsero in aiuto degli altri, ma altri quattro vampiri li attaccarono.
Senza pensare alle conseguenze, pur sapendo ormai di essere in un imboscata, corsi in aiuto di Paul e staccai la testa ad un vampiro.
Dietro agli alberi comparvero altri vampiri, erano una ventina, troppi, davvero troppi.
Una vampira, fra di loro camminava con eleganza.
 
“Maria!” ringhiai.
“I Volturi qui? Bene, ci sarà da divertirci!” ringhiò.
 
A velocità vampiresca corse verso di me, mentre gli altri vampiri iniziarono a combattere con il branco.
La schivai per un soffio, ma con un salto mi afferrò la gola.
Mi teneva stretta, ma dimenandomi e mordendole una gamba riuscii a togliermela di dosso.
 
“Vedo che sei migliorata Maria!” ringhiai.
“Le sorprese non sono finite!” disse una voce alle mie spalle.
 
Tesi le orecchie non perdendo di vista Maria.
 
“Ciao Victoria!” ringhiai riconoscendo la voce.
“Vedo che allora non sei del tutto umana piccola Bella, meglio così. Mi piacciono gli scontri!” ringhiò da dietro le mie spalle spiccando un balzo.
 
Con poca difficoltà a mia volta feci un balzo finendo alle spalle di Maria così schivando Victoria.
Sam venne in mio aiuto.
 
Grazie Sam! dissi mentalmente.
Manteniamo la guardia! aggiunsi.
 
Mi scaraventai su Victoria, mentre Sam si lanciò su Maria.
Maria non mi interessava, dovevo scontrarmi con Victoria.
Victoria era sempre stata abile nel combattimento, ma io ero più veloce.
Tentava di attaccarmi da più punti, ma io prontamente la schivavo.
Victoria compì un balzo verso di me, io feci altrettanto, ma venni colpita da qualcosa alla zampa destra anteriore.
 
“Sei arrivato finalmente!” ghignò Victoria sdraiata per terra.
 
Mi rialzai dolorante, qualcosa, simile ad un paletto di legno, mi aveva colpito la spalla che stava iniziando a sanguinare copiosamente.
Sgranai gli occhi, era Carlos, uno dei cacciatori di vampiri più temuti.
 
“Quando ci sono creature soprannaturali sono qui!” dissi sghignazzando.
 
Tolsi il paletto, con i denti, dalla spalla che continuava a sanguinare emettendo un ringhio di puro dolore.
Qualcosa non andava, da quando ero stata colpita mi muovevo in modo molto più lento.
Jacob, liberatosi da un vampiro, attaccò Carlos ed iniziò una lotta con lui, mentre io mi concentrai su Victoria.
Sam stava avendo la meglio su Maria, in suo soccorso era arrivato Seth e la vampira aveva già perso una mano.
Victoria corse verso di me e riuscì colpirmi scaraventandomi contro un albero.
Mi rialzai dolorante, cosa mi stava succedendo?
Intanto la spalla continuava a sanguinare, senza mai fermarsi.
 
“Sai, Carlos non uccide solo vampiri… Diciamo che sa fare fuori anche certi ibridi! –sghignazzò- Oggi morirai.”
 
Da lì no ci vidi più: saltai e riuscì ad afferrare Victoria, l’avrei fatta fuori.
Avevo la bocca spalancata pronta per staccare definitivamente la testa a Victoria quando due neonati riuscirono ad attaccarmi.
Riuscii a staccare la testa ad uno  molto velocemente, spostai lo sguardo: Victoria era sparita.
Mi concentrai sul secondo neonato che spiccò un balzo verso di me.
Lo scansai velocemente, sempre meno velocemente di prima, e li staccai una gamba, poi arrivò Max a finire il lavoro.
Ormai la lotta stava diventando sempre più dura, non vedevo più Victoria.
Ad un tratto riuscì a percepire i pensieri di Jacob: stava lottando lui con Victoria! Ma allora… Carlos dov’era?
Non finii di formulare la domanda che mi ritrovai davanti Carlos con un pugnale in mano.
 
“Gli ibridi sono scarti della natura, ma è la prima volta che ne vedo uno. Sarà facile batterti!” ringhiò.
 
Corsi verso di lui e lo gettai a terra, ma lui riuscì a scappare dalla mia presa e mi pugnalò all’anca sinistra.
Emisi un ululato di dolore, ero ferita all’anca, ero stata ferita per ben due volte.
 
“Bella!” urlò Seth riuscendo a far allontanare il cacciatore.
 
Caddi a terra, la radura iniziò a girare velocemente, riuscivo a mala pena a distinguere i suoni della battaglia.
 
“Le mie non sono semplici armi, sono fatte apposta per uccidere i licantropi e apportando qualche modifica possono uccidere anche gli ibridi. Per ben due volte ti è stato iniettato del veleno in corpo, ormai sei finita. Le ferite sono gravi ed in più il veleno sta cominciando a far effetto!” disse scoppiando a ridere.
 
La sua risata era glaciale.
Mi alzai non so come in piedi. Non potevo lasciarmi andare così, dovevo finire il mio compito.
 
“Bella, va via di qui! Corri!” urlarono Paul, Jacob e Sam.
 
Ululai un no come risposta e mi rituffai dentro alla battaglia, alla ricerca di Victoria.
Prima avrei ucciso Victoria e Carlos, poi sarei potuta morire.

 
 
 
Oddio… Ho fatto un capitolo che non saprei come definire… Strappa lacrime? Un po’ si…
Non so come mi sia saltato in mente, ma ho creato delle armi per distruggere gli ibridi. (Cattivissima me!)
Nel prossimo capitolo vi regalerò dei Pov Edward e dei figli, entreranno anche loro nella battaglia.
Ma ci sarà qualcuno a rovinare qualcosa… Come al solito.
Ringrazio, come sempre, chi ha aggiunto la storia fra le preferite/seguite/ricordate e chi soltanto legge.
 
Perdonatemi gli errori, se ce ne sono, non ho riletto il capitolo e volevo postarlo.
Lo riaggiornerò a breve.
Alla prossima, spero presto, un bacio.


PS: Ho appena pubblicato il prologo della mia nuova storia su The Vampire Diaries, si chiama: Nessun ostacolo potrà distruggere il vero amore.
So che alcune/i di voi seguono TVD e mi piacerebbe davvero molto che qualcuno passasse a leggerla.
Non ce la facevo più a lasciarla lì, da sola nel computer, per cui mi sono messa all'opera.
Vi lascio la trama:


Elena Gilbert e Damon Salvatore: lei follemente innamorata di lui, lui follemente innamorato di lei.
Un amore da fiaba, un amore unico nel suo genere, un amore indistruttibile.
Due vite perfette: Elena ha Damon, Damon ha Elena.
Progetti, matrimonio, famiglia, ma lui manda tutto all’aria.
Damon lascia Elena con una lettera per il suo bene, per salvarla, e fugge lontano, lontano da lei.
Elena, in qualche modo, va avanti, ma non è riuscita a dimenticare lui.
Elena è diventata pediatra, suo sogno fin da bambina. Lui è diventato avvocato, suo sogno fin da bambino.
Un incidente: lei e lui unici sopravvissuti in un isola deserta.
 
Tutti umani.


Vi ringrazio per l'attenzione.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Destinazione Forks ***


                                                                      Destinazione Forks



Pov Renesmee.
I raggi del sole entrarono timidamente nella mia stanza al quarto piano del palazzo.
Mi svegliai a fatica, essere un ibrido aveva dei vantaggi, ma dovevi dormire per riprendere le forze.
Mi alzai dal letto e andai nell’enorme bagno della mia stanza e aprii la vasca mentre mi sedetti nel bordo ed iniziai a pettinarmi i capelli.
 
“Renesmeee!” sentì urlare poco fuori della porta del bagno.
“Sono qui Lizzie!” esclamai.
 
In questo palazzo non si poteva mai avere un attimo di pace. C’era sempre qualcuno o qualcosa ad interrompere la quiete che piaceva tanto a me.
 
“Hai visto la mamma?” mi domandò la mia gemella entrando in bagno.
“La mamma? No, è da ieri sera che non la vedo…” mormorai.
“Non la trovo da nessuna parte, nella sua stanza non c’è!” esclamò.
“Starà allenando le guardie o sarà con i zii o con papà! –dissi per poi riprendere a pettinarmi i capelli- Ora se non ti dispiace mi farei volentieri un bel bagno!”
“Anthony ha appena controllato il campo di allenamento e di lei nessuna traccia!” esclamò.
“Chiedi a Jane o ad Alec, loro sapranno qualcosa…” dissi sospirando sonoramente.
“NON CI SONO NEANCHE LORO! –urlò alzando gli occhi al cielo- Sembrano spariti tutti quanti questa mattina!”
“Non so cosa dirti…” mormorai.
“Possibile che tu sia sempre così passiva? Ora tu vieni con me ed andiamo a cercare la mamma!” mi urlò contro prendendomi, anzi trascinandomi, per mano.
“Posso almeno chiudere la vasca? Non vorrei inondare tutto il palazzo!” dissi liberandomi dalla sua morsa e chiudendo l’acqua della vasca.
“Andiamo!” mi incitò.
 
Alla nostra velocità scendemmo velocemente quattro piani di scale ed uscimmo dall’entrata sul retro, dove si aprivano tutti i possedimenti dei Volturi.
 
“Io ho fame…” mormorai.
“Dopo andremo a caccia, prima troviamo la mamma meglio è!” esclamò lei.
“Ragazze!” ci salutò Anthony venendoci incontro.
“L’hai trovata?” domandò Lizzie.
“No… Non è da nessuna parte!” esclamò afflitto.
“Ma che problemi vi fate!? Sarà in giro con papà!” dissi.
“Hanno chiarito, ma non hanno fatto proprio la pace… -mormorò mio fratello- Comunque non sono preoccupato perché non sia qui è che ieri era molto strana…”
“Del tipo?” domandai.
“Ho come la sensazione che ci stia nascondendo qualcosa!” disse risoluto mio fratello.
“Magari la mamma e papà si sono rimessi assieme!” disse Lizzie con gli occhi a cuoricino.
 
Da quella parte ci speravo anche io. Mamma aveva bisogno di amore e solo nostro padre poteva donargliene abbastanza.
 
“No, non in quel senso. Ieri abbiamo parlato un po’ ed era strana, come se andasse di fretta. Inoltre mamma ha fatto una riunione con Jane e gli altri e puf… Sono spariti tutti!” ci spiegò.
“Hai provato a chiamarla?” dissi iniziando seriamente a preoccuparmi.
“Si, ho chiamato lei, Alec, Jane, Heidi e poi… Ho chiamato anche Laura per sentirla e non risponde neanche lei!” disse Anthony.
“In effetti neanche Seth mi ha risposto… E’ da ieri che provo a chiamarlo…” mormorò Lizzie.
 
In effetti anche io avevo provato a chiamare Jake come minimo dieci volte, ma non aveva mai risposto.
 
“Qui c’è sotto qualcosa…” mormorai.
“Ciao ragazzi!” ci salutarono zio Emmett e zio Jasper.
“Avete visto la mamma?” domandai.
“No…” disse Jasper e poi guardò Emmett che scosse la testa.
“E’ successo qualcosa?” domandò Emmett.
“Non la troviamo da nessuna parte…” mormorò Lizzie.
“Forse sarà con Eddy!” esclamò Emmett beccandosi una gomitata da zio Jasper.
“No, papà è con i nonni…” mormorò Lizzie.
“Allora vi diamo una mano a cercarla!” disse zio Emmett.
“Abbiamo setacciato tutta Volterra, nessuna traccia!” disse Anthony.
“Sarà qui da qualche parte no? Non può essere mica ritornata a Forks!” disse Emmett ridendo.
 
Non può essere mica ritornata a Forks…
No, non poteva no…
 
“Oh mio Dio! –dissi portandomi una mano sulla bocca- La mamma è ritornata a Forks!”
“No, non può… Come ha potuto… No…” balbettò sconvolta Lizzie.
“Ora si spiega tutto… Laura, Seth e Jacob che non rispondono… La mamma pure…” mormorò Anthony.
“Ma perché?” domandai.
“No… Non può averlo fatto…” mormorò Anthony, di nuovo.
“Cosa?” domandammo in coro io, Lizzie e gli zii.
“Mancano Jane, Alec, Demetri, Heidi, Chelsea e Felix… Mancano le guardie più forti, oltre a noi, e questo vuol dire una sola cosa…” disse mio fratello.
 
Ci guardammo tutti e tre negli occhi, questo voleva dire solo una cosa sola…
 
“Sono andati in guerra!” sibilammo in coro.
“Guerra? Quale guerra?” domandò Emmett.
“La guerra per il territorio?” domandò Jasper.
“Quella guerra non è una semplice guerra per il territorio, è LA GUERRA!” esclamò Lizzie.
“Il territorio non centra, o almeno centra in parte. E’ una guerra che vuole distruggere i licantropi e uccidere la mamma…” mormorai.
“Che cosa?” urlarono in coro Emmett e Jasper.
“Dobbiamo partire subito!” disse mio fratello.
“Aspettare…” mormorò Jasper.
 
Ma ormai io, insieme ai mia sorella e mio fratello, ero già sparita all’interno del palazzo, verso la Sala dei Troni.
 
 
Pov Edward.
Era tutta la mattina che cercavo Bella, ma di lei nessuna traccia.
Non sapendo dove poteva essere andai nella Sala dei Troni, dove c’erano Marcus, Aro e Caius che discutevano animatamente, ma al mio arrivo si bloccarono.
Entrai accompagnato dalla mia famiglia, esclusi Emmett e Jasper che stavano gironzolando in giro.
 
“Aro, dov’è Isabella?” domandai chinando il capo.
“Giovane Cullen, diamoci pure del tu. Infondo tuo padre secoli fa ha vissuto qui, no?” disse.
“Certo… Dov’è Bella?” domandai.
 
Non feci in tempo a finire la frase che le porte si aprirono con violenza e vidi i miei figli entrare seguiti da Jasper ed Emmett.
 
“Aro, dov’è nostra madre?!” domandò Renesmee abbastanza arrabbiata.
“Eh… Ecco…” balbettò il sovrano numero uno dei Volturi.
“Sarà qui da qualche parte!” esclamò Caius con un sorriso tirato.
“Caius, non prenderci in giro. DOV’E’ NOSTRA MADRE?” domandò Anthony parecchio irritato.
 
Ma cosa stava succedendo?
 
“Cos’è questa storia?” domandò Alice.
“Loro sicuramente lo sanno!” esclamò Elizabeth alludendo ai Volturi.
“Io non ci sto capendo più nulla…” mormorò Emmett.
 
Provai a leggere i pensieri di Emmett e Jasper, ma risultavano parecchio confusi e lasciai perdere tutto.
 
“Perché è ritornata a Forks?” domandò Anthony.
 
Bella era a Forks?
 
“Come fate a saperlo?” domandò Marcus.
“Ho fatto due più due… Mancano metà delle guardie…” disse mio figlio.
“Cos’è successo?” domandò mia figlia Renesmee con gli occhi in fiamme.
“Non possiamo dirvi nulla, l’abbiamo promesso a vostra madre!” disse Aro.
“Un attimo, perché Bella è a Forks?” domandò Rosalie.
“Perché sicuramente è successo qualcosa e se Aro non vorrà aprire bocca andremo noi stessi a controllare!” esclamò mia figlia Elizabeth.
“Non è successo nulla, davvero…” mormorò Caius.
“Se non è successo nulla fra meno di un’ora partiremo per Forks!” disse Anthony.
“No Anthony, calmati! Non possiamo dirvi nulla, è stata vostra madre a dircelo!” disse Aro.
“E’ scoppiata la guerra, non è vero?” domandò Elizabeth.
 
Cosa centrava la guerra con Bella?
 
“La situazione è precipitata e vostra madre è andata a controllare, tutto qui!” disse Caius.
“E perché ci ha lasciati qui?” domandò Renesmee.
“Dobbiamo dirglielo!” mormorò Marcus.
“Marcus, diccelo tu almeno!” esclamò Elizabeth.
“Ok –disse il vampiro dai capelli lunghi- A quanto pare la guerra è scoppiata e vostra madre è andata a Forks con qualche guardia!”
 
Bella a Forks a combattere una guerra?
 
“Che cosa? –ringhiai- E’ andata praticamente da sola a combattere una guerra?!”
 
Ero infuriato, anzi dire infuriato era un eufemismo.
 
“Ma non era una guerra per il territorio a cui dovevamo partecipare tutti?” domandò mio padre.
“Anche, ma diciamo che Bella aveva qualche questione in sospeso da sistemare…” borbottò Aro.
“Chi comanda l’esercito nemico?” domandai infuriato.
“Victoria!” disse Anthony ringhiando.
“Che cosa?” urlammo tutti, tranne quelli che ovviamente sapevano tutto.
“Si vuole vendicare della mamma ed ha scoperto che è un ibrido. In più si è aggiunta anche un’altra vampira e un terzo incomodo che vogliono conquistare l’America e l’Europa!” spiegò Renesmee.
“Dobbiamo partire subito, immediatamente!” disse mia madre portandosi le mani al petto.
“Questo è un suicidio!” sibilò Anthony.
“Andare in battaglia con un branco di licantropi e dei vampiri, seppur dotatissimi è un suicidio!” esclamò Renesmee.
“L’ha fatto per proteggervi, non voleva che vi feriste!” disse Aro rivolto ai miei figli.
“Non ci interessa, partiremo per Forks oggi stesso!” disse Anthony trovando approvazione da parte delle sorelle e di tutti noi.
“Vostra madre ci ucciderà!” disse Caius.
“Se prima non la uccido io!” ringhiai.
 
Io pazzo e masochista? Lei lo era stata. Era una missione suicida questa, altroché protegger gli altri.
Dannazione, mai conosciuta vampira più incosciente.
L’avrei uccisa, come minimo.
 
“Ha lasciato queste per voi!” disse Aro porgendoci delle lettere.
 
Erano tre lettere: una per i miei figli, una per la mia famiglia e una per me.
Aprii piano la lettera, con mani tremanti, come fosse d’oro ed iniziai a leggerla:
Caro Edward,
quando leggerai questa lettera probabilmente sarai in preda ad una furia cieca, ma sappi che l’ho fatto per il tuo bene, per il vostro bene. Questa è una guerra più dura delle altre, non potevo mettere in pericolo te, i nostri figli e il resto della tua famiglia. Non venite a Forks, per favore. Edward, non fare cose avventate, ti prego.  Ti amerò per sempre.
                                                                                           Tua Bella.”

 
Se fossi stato umano avrei pianto. Avrei fatto tutto il contrario della lettera, avrei salvato la donna che avevo sempre amato, la mia donna.
Nell’altra lettera, quella per i miei familiari, Bella si era scusata per il comportamento avuto nel nostro soggiorno a Volterra e in caso di un suo non ritorno, sperava di un unione fra di noi e il branco di La Push in modo da creare una famiglia unita.
Nella lettera per i miei figli diceva che loro, una volta terminata la guerra, sarebbero dovuti ritornare a La Push, per stare con le loro dolci metà.
 
“Cosa facciamo ancora qui?” domandai.
“Andiamo!” esclamarono i miei figli.
 
Lasciammo perdere i bagagli e in poco tempo arrivammo all’aeroporto di Firenze dove prendemmo l’aereo privato dei Volturi che vi avrebbe riportato a Forks in breve tempo.
Bella aspettami, sto arrivando.

 
 
Ma quanto vi faccio penare per l’arrivo dei Cullen a Forks?
Sono cattiva, ma tutto avverrà nel prossimo capitolo.
Ricapitolando: ormai tutti sanno che Bella è andata a Forks per una guerra ed i Cullen hanno scoperto che centra Victoria più altri due (Jasper non sa ancora che si tratta di Maria).
Edward è più arrabbiato che mai e determinato a salvare Bella.
Come finirà tutto ciò?
Lo scoprirete qui, in questi schermi. (Ok, sono malata u.u’)
Ringrazio le meravigliose persone che mi hanno lasciato meravigliose recensioni, vi adoro.
Ringrazio chi ha inserito la storia fra le preferite/ricordate/seguite  e chi solamente legge.
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Forse è la fine ***


                                           Forse è la fine


Pov Bella.
La situazione non era delle migliori certo, ma in qualche modo ce la stavamo cavando tutti quanti: il branco teneva testa all’esercito dei neonati e per ora, fortunatamente, non avevamo avuto perdite, mentre le mie guardie, grazie ai loro poteri, si stavano comportando come delle macchine da guerra.
Io? Avendo i sensi annebbiati le mie capacità erano state ridotte al minimo.
 
“Bella, va’ via!” ululò di nuovo Jacob.
 
Ti prego Bells, non posso perderti! mi disse mentalmente.
No Jacob! gli dissi di rimando mentalmente.
 
Ero l’alpha ed un alpha non abbandona mai a poi mai il suo branco.
Molto velocemente mi ritrasformai in vampiro e lanciai delle scaglie di fuoco e così bruciai tre vampiri, facilitando il lavoro a Chelsea.
 
“Grazie!” mi sussurrò riprendendo a combattere.
 
Estesi lo scudo su tutto il corpo di guardia e il branco, ma non sarei resistita ancora a lungo, anche perché le forze cominciavano a venire a meno.
Spostai un enorme masso e lo scaraventai poco distante e colpii due vampiri alle spalle di Felix: l’energumeno non gli aveva sentiti arrivare.
Decisi di ritrasformarmi e andai alla caccia di Victoria, che sembrava essere sparita nel nulla.
Lanciai uno sguardo di intesa ad Embry e Seth che mi seguirono, abbandonando il loro posto in battaglia.
 
 
***
 
Fiutai la sua traccia, Victoria si era diretta al lago.
Corremmo alla nostra super  velocità da licantropi e raggiungemmo il lago in brevissimo tempo.
 
Dov’è? domandò Seth a me e ad Embry.
Non fiatate! dissi ai due componenti del mio branco sentendo dei rumori.
 
Pessima mossa.
Tre vampiri si diressero verso di noi correndo ad una velocità impressionante. Seth ed Embry ne bloccarono uno a testa, mentre io con un movimento fulmineo staccai la testa all’ultimo.
Dal nulla sbucò Victoria che si aggrappò alla mia gola, iniziando a premervi forte, in modo da bloccare la respirazione, anche se a me serviva ben poco.
Riuscii a morderla e a scaraventarla via, poi la ripresi e le staccai la mano.
 
“Cane bastardo!” urlò di rimando, mentre ormai aveva perso la sua mano.
 
Sempre stando attenta ai suoi movimenti, mi misi in contatto con il branco avvisandoli della mancanza di Victoria e degli altri due, ovvero Carlos e Maria.
Non feci in tempo a formulare l’ultima frase che spuntarono da dietro gli alberi, con una decina di neonati, era la fine.
 
 
Pov Edward.
Una volta scesi dall’aereo dei Volturi, che ci aveva portato direttamente a Forks, atterrando nei boschi vicini, ci dirigemmo a La Push.
In cuor mio speravo di trovare Bella sana e salva seduta comodamente su un divano a discutere amabilmente con quel cane di Jacob e lì mi avrebbe sentito, e come si mi avrebbe sentito, ma parte di me mi diceva che era successo qualcosa.
Arrivammo a La Push in brevissimo tempo, grazie alla nostra velocità, ma al confine ci bloccammo.
 
“Noi non possiamo entrare…” osservò mio padre.
“Si che potete, è mamma l’alpha!” disse Anthony con fare ovvio.
“Che cosa?” urlammo in coro, tranne Alice e Jasper.
“Altro piccolo dettaglio… E’ mamma che comanda il branco ormai!” disse Elizabeth come se nulla fosse.
 
"Il patto è questo e ci impegneremo a non violarlo!" disse Jacob sbrigativo.
"Da quando prendete le decisioni in due? Non è Sam il capo?" chiesi istigatorio.
"In verità..." provò a dire Jacob.
"In verità l'alpha non è qui!" disse Sam.
"Noi pensavamo fossi tu." disse mio padre.
"Lo ero, lo ero... Ma ora non più!" spiegò Sam con una punta di imbarazzo.

 
Bella era l’alpha del branco di La Push… Ora tutto era più chiaro. La sua scia in casa di Sam Ulley, la sua calligrafia nel cartellone con i turni, l’imbarazzo di Black e Sam… Era lei, era stata lì anche quella volta. Se n’era andata poco prima del nostro arrivo.
Perso nei miei pensieri mi accorsi dopo dell’arrivo di due licantropi appartenenti al branco di La Push.
 
“Phil, Charles, dov’è nostra madre?” domandò mia figlia Nessie.
 
I due licantropi si lanciarono uno sguardo di intesa e ci fecero segno di seguirli.
Con un balzo attraversammo il fiume ed in silenzio arrivammo davanti alla casa di Sam.
 
“Charlotte?” chiamò mia figlia Elizabeth.
 
Una ragazza dai capelli marroni e dagli occhi color ghiaccio uscì dall’abitazione di Sam.
 
“Cosa ci fate qui?” domandò con gli occhi spalancati la ragazza, poi riprese. “E loro, chi sono?” domandò infine.
“Charlotte, dov’è nostra madre?” domandò Anthony.
“E’ scoppiata la guerra!” disse una voce all’interno della casa, che riconobbi essere quella di Emily, moglie dell’ex alpha.
“Che cosa?” domandò infuriato Anthony.
“Dobbiamo andare e subito!” esclamò Renesmee.
 
Lanciai uno sguardo di intesa ai miei familiari: non era tempo di chiacchere, avevamo una guerra da combattere.
 
“Voi rimanete qui. Qui, chiaro? Voi non verrete a combattere!” esclamai duro.
 
Non potevo permettere ai miei figli di partecipare ad una guerra rischiosa come questa: sarebbero rimasti a La Push.
 
“Noi andiamo!” esclamò Anthony trasformandosi in licantropo, seguito dalle sorelle.
 
Troppo tardi. Tentai di bloccarli, ma sparirono nel bosco.
Senza riflettere oltre mi fiondai sul bosco, inseguendoli.
 
 
***
 
I miei familiari erano con me. Avevo perso le tracce dei miei figli, ma all’improvviso sentii dei rumori, come se si stessero scontrando dei titani: rumori metallici.
Corsi verso la direzione dei rumori e mi ritrovai nella nostra radura, che faceva da cornice ad una scena di terrore: resti di vampiri e focolai erano disposti tutto intorno ad essa, mentre la guerra era ancora in atto.
Riconobbi le guardie dei Volturi che stavano combattendo contro altri vampiri, l’esercito di Victoria.
I miei familiari entrarono nel campo di battaglia a dare una mano al branco e ai Volturi, mentre io con lo sguardo cercavo Bella: non riuscivo a trovarla.
Tentai di ampliare i miei sensi per cercare di trovarla, ma un vampiro mi si scaraventò contro.
Riuscii a togliermelo di dosso e Sam, sbucato alle mie spalle, lo ridusse in brandelli.
 
“Dov’è Bella?” urlai.
 
Il lupo dal pelo nero mi stava per rispondere, ma venne attaccato da due vampiri.
Due contro uno era decisamente troppo, così decisi di ricambiare il favore avuto poco prima: staccai la testa del primo vampiro e aiutai il lupo a finire l’altro.
Mi guardai attorno: Rosalie aveva bisogno di aiuto.
Corsi da lei che stava combattendo contro due vampiri, mentre un terzo le si stava avvicinando da dietro alle spalle.
 
“Rose, attenta!” urlai.
 
Mia sorella schivò il balzo del vampiro liberandosi dagli altri due e, dopo, si scaraventò su uno dai capelli neri come la pece, riuscendo ad averne la meglio.
Leah Clearwater, sorella di Seth, venne in nostro soccorso e uccise un vampiro dai capelli rosso fuoco, mentre io staccai la testa all’ultimo vampiro e ne bruciai i resti su un focolare poco lontano.
Altri vampiri stavano entrando nel campo di lotta: riconobbi una vampira che si stava dirigendo verso mio fratello Jasper e lo attaccò alle spalle.
Mio fratello si alzò molto velocemente, ma quando notò la vampira che lo aveva attaccato si bloccò di colpo.
 
“Maria…” sussurrò sconcertato mio fratello.
 
Quella era la famosa Maria, la sua creatrice.
Decisi di intervenire, ma mia sorella Alice fu più veloce di lei.
Ora erano loro due contro uno e decisi di lasciarli combattere lì, loro due. Sicuramente mio fratello voleva avere la rivincita e ci avrebbe pensato lui.
 
“Jasper, da quanto tempo!” ghignò la vampira, Maria.
“Maria!” ringhiò mio fratello.
 
Alice, capendo di chi stava parlando suo marito, andò su tutte le furie.
Due aiutanti di Maria, al segnale di quest’ultima, attaccarono il mio folletto: Jasper perse il senno e attaccò uno dei due vampiri, riuscendo a stenderlo, mentre Alice uccise il secondo.
Il primo vampiro si alzò e si portò vicino a Maria. Jasper, accecato dalla rabbia, si scaraventò contro Maria, mentre mia sorella, abilmente, attaccò il neonato.
Il neonato era molto scarso, avendo pochi giorni di vita doveva riuscire a controllare i suoi nuovi “poteri” e saper calcolare le mosse dell’avversario e questo giovò al favore di Alice, che poi aiutò Jasper che finalmente uccise Maria e dopo un suo agghiacciante grido la gettò nel fuoco.
La battaglia ormai stava volgendo a nostro favore, ma di Bella e i miei figli nessuna traccia.
 
“E’ al lago, riportala indietro intera Cullen!” ululò Jacob Black in mia direzione.
 
Corsi al lago seguito da mia sorella Alice, da Jasper e da Emmett.
Non mi ricordavo esattamente la posizione del lago, ma grazie alla scia di Seth e di un altro licantropo non ebbi difficoltà a trovarlo.
Una volta arrivato vidi finalmente Bella che stava lottando contro Victoria ed altri tre neonati.
Aveva distrutto, nel vero senso della parola un vampiro, e si stava preparando ad affrontare Victoria, ma ebbe un tentennamento, come se non riuscisse a stare in piedi e lì le notai: due ferite profonde erano sul corpo della mia amata. Una sulla zampa anteriore all’altezza della spalla sanguinava, mentre un’altra sull’anca ed era la più grave: fiotti di sangue uscivano da essa.
 
“Bella!” ringhiai gettandomi su un vampiro che la stava attaccando e staccandogli di netto la testa.
 
Mi guardò prima confusa, poi sorpresa, poi felice e poi arrabbiata.
Stavo per ribattere, ma venni scaraventato lontano da Victoria che mi guardò contenta.
 
“Finalmente eccoti qui Edward Cullen, oggi sarà la fine per voi due!” disse alludendo anche a Bella.
 
Con uno sguardo di intesa, rimasta intatta nel corso di ottant’anni, io e Bella attaccammo Victoria che era migliorata tantissimo rispetto all’ultima volta che l’avevo vista: i suoi movimenti erano diventati molto più veloci, se così si può dire.
Victoria era senza una mano, questo era assolutamente a nostro favore.
A quanto pare Victoria voleva vendicarsi personalmente su di me ed infatti la nostra era una lotta piena di colpi, senza esclusione.
Bella riuscì ad atterrarla e proprio quando la sua bocca stava per chiudersi sulla testa di Victoria si bloccò di colpo, facendo si che la rosse la scaraventasse lontanto.
Accecato dalla rabbia presi Victoria ed iniziai a stringere la mia presa sul suo collo staccandole definitivamente la testa, e prima di bruciare il suo corpo venni fermato da degli ululati. Guardai in direzione di Bella che iniziò a ringhiare, ma non per attacco, ma come avvertimento di non avvicinarsi.
E lì, riconobbi le scie dei miei figli: erano arrivati e volevano assolutamente uccidere Victoria e gli altri neonati.
Quello che accadde di lì a poco fu l’inizio della fine.
Un uomo, che vampiro assolutamente non era visto che il suo cuore batteva, si liberò facilmente di un licantropo, cosa stranissima, e attaccò Renesmee.
Bella abbandonò tutto e corse in aiuto di nostra figlia riuscendo a spostarla e a pararsi di fronte a lei per proteggerla.
L’uomo tirò fuori una pistola e sparò due colpi di proiettile a Bella che si accasciò al suolo tramortita.
Corsi da Bella per accertarmi che fosse solo ferita, mentre Anthony si scaraventò contro l’uomo, ma il suo respiro si faceva via via sempre più debole, e non dava segno di riprendersi.
 
“Bella, svegliati, ti prego, svegliati!” urlai.
 
Intorno a me sentivo solo le grida dei vampiri che poco a poco morirono sotto i colpi dei miei figli, che uccisero senza pietà l’uomo, e dei due licantropi, mentre tra le braccia avevo la mia amata quasi priva di vita.
 

 
 
 
Ok, non so cosa ne sia di questo capitolo e spero vivamente che sia passabile.
Sinceramente ho immaginato una lotta di questo genere e spero di averla descritta bene: Maria è morta per mano di Jasper ed Alice, mentre Victoria è morta per mano di Bella ed Edward e Carlos è morto per mano dei nostri tre gemelli.
Non linciatemi per il finale, cosa alquanto commovente, ma avevo previsto anche questo e si vedrà prossimamente la sorte di Bella.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e noto con dispiacere che le recensioni sono diminuite, ma non importa, a e basta che la storia continui a piacervi.
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi solamente la legge.
Al prossimo capitolo, Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Lei ci potrà aiutare ***


Lei ci potrà aiutare


Pov Edward.
“Ti prego amore, svegliati, ti prego!” dissi singhiozzando mentre reggevo la mia amata tra le mie braccia, ormai ritrasformatasi in un vampiro.
“Mamma…” mormorarono i miei figli avvicinandosi a me con le lacrime agli occhi.
 
La battaglia era terminata da poco: avevamo vinto.
Ma per me non era stata affatto una vittoria: Bella non rispondeva più.
 
“Bella, ti prego… Apri gli occhi!” disse Jacob, ormai in forma umana.
“Dov’è Carlisle?” domandai.
“E’ ritornato indietro, dove del campo di battaglia…” mormorò Rosalie.
“Dobbiamo trovarlo subito, deve fare qualcosa!” urlò Alice togliendomi le parole di bocca.
 

 
                                                                ***
 


Mio padre stava visitando Bella da circa mezz’ora e ci aveva pregato di rimanere fuori.
Io continuavo a fare avanti e indietro nel salotto, Emmett era appoggiato alla parete con Rosalie sconvolta tra le sue braccia, Alice, che singhiozzava, era seduta sul divano con Jasper e mia madre. Anthony era appoggiato allo stipite della porta con Laura, sua moglie, tra le braccia, mentre le altre due mie figlie erano abbracciate ai loro rispettivi compagni.
Sentii il rumore di una porta aprirsi e mio padre uscire fuori con qualche macchia di sangue sulla camicia.
 
“Come sta?” domandai in preda al panico portandomi di fronte a lui.
 
Mio padre abbassò lo sguardo, cattivo segno.
 
“Devi dirmelo!” urlai.
“Edward… Bella ha delle ferite profonde, in più all’interno del suo corpo c’è un veleno potentissimo, che a quanto pare serve per uccidere gli ibridi. Sono riuscito a fermare il suo corso, ma è impossibile da asportare. Inoltre ci sono sempre le ferite, ha perso troppo sangue…” mormorò.
 
Lo guardai con gli occhi sbarrati ed iniziai a tremare: lei non poteva morire.
 
“Papà, ti prego, fa qualcosa! Devo provare a morderla, magari si potrebbe trasformare in un vampiro o…” tentai.
“Il morso di un vampiro non ci fa nessun effetto!” mormorò mio figlio.
 
Dannazione. Non c’era nessuna soluzione.
 
“Ti prego…” mormorai tenendomi la testa tra le mani.
“Edward, mi dispiace…” mormorò lui di rimando.
“Dobbiamo fare qualcosa noi… -dissi singhiozzando, mentre mio padre mi abbracciò- Ti prego!”
“Farò tutto il possibile, te lo prometto!” mi assicurò accarezzandomi una spalla.
“Posso vederla?” domandai.
 
Mio padre annuì e così entrai nello studio di mio padre, dove Bella era distesa su un lettino.
Mi avvicinai a lei: era distesa sul lettino con gli occhi chiusi, una mascherina sulla bocca che le dava ossigeno per respirare, mentre il suo petto si alzava e si abbassava lentamente.
C’erano vari fili attaccati al suo corpo.
Se fosse stata un vampiro normale non avrebbe avuto questi problemi, invece, grazie alla sua parte di licantropo, era più forte, ma più vulnerabile.
 
“Ti prego amore mio, svegliati!” mormorai singhiozzando.
 
Se fossi stato umano avrei iniziato a piangere senza più smettere.
Ottant’anni fa avevo preso la decisione più straziante della mia vita, ovvero abbandonare l’unica donna che avessi mai amato realmente. L’avevo ritrovata, avevo scoperto di essere padre ed ora era qui, distesa su un stupido lettino senza dare segni di vita.
 
“Ti prego, non puoi lasciarmi, non puoi lasciarci!” esclamai prendendole la mano. “Ti prego amore mio, apri gli occhi. Ti chiedo solo una cosa: apri quei maledetti occhi che mi piacciono tanto!”
 


 
                                                                                 ***


 

Da tre giorni, da tre fottutissimi  giorni Bella era distesa su quel lettino. Nessun muscolo del suo corpo si muoveva, se non il petto che ogni tanto si alzava e si abbassava per dimostrarmi che c’era, era lì viva, ma non si svegliava.
 
“Edward, devi andare a caccia!” mormorò mia madre toccandomi una spalla.
 
Fissavo il vuoto davanti a me, tenendo la mano di Bella stretta tra la mia.
Qualcuno bussò alla porta, ma non ci feci caso.
 
“Papà, puoi uscire un attimo?” mi domandò mia figlia Rensmee.
 
Scossi la testa, non volevo abbandonare Bella.
 
“E’ importante…” mormorò mia figlia Elizabeth.
 
A malavoglia mi staccai da Bella e, come un automa, uscii da quella stanza, ormai diventata l’unica in cui mettessi piede.
Scesi lentamente le scale: mio padre stava sfogliando un libro in cerca di qualche rimedio, Alice era abbracciata a Jasper e si sforzava di avere qualche visione, anche se era tutto inutile, Rosalie era in veranda accoccolata ad Emmett, soffriva anche lei, mentre Renesmee e Elizabeth erano sedute su degli sgabelli, abbattute.
Fuori c’erano alcuni licantropi e le guardie dei Volturi.
 
“Possiamo parlare?” mi domandò una voce.
 
Girai la testa di scatto: era Anthony. Lo guardai.
 
Ti devo parlare… mi disse mentalmente.
 
Annuii e lo seguii fuori. Non ci fermammo in giardino, ma andammo dentro il bosco, dove nessuno poteva sentirci.
Si sedette su un tronco spezzato e mi sedetti accanto a lui.
 
“Lo so che mi sono comportato malissimo con te…” iniziò.
“Fa nulla…” mormorai.
“No! Ti devo le mie scuse. Non volevo comportarmi così è solo che… Avevi abbandonato la mamma, anche se per il suo bene, ma io non lo sapevo!” disse guardando fisso davanti a se.
“Ma ora lo sai!” dissi poggiandogli una mano sulla spalla.
“Mi sono comportato malissimo lo stesso e ti chiedo scusa. Sono sposato con una donna che amo più della mia stessa vita e anche io avrei fatto la stessa cosa…” mormorò.
“Per amore si fa tutto…” mormorai.
 
In qualche modo le cose si sarebbero sistemate, me lo sentivo.
 
“Scusami! Potrai mai perdonarmi?” mi domandò.
 
Mi si strinse il cuore e se anche quei giorni erano i più brutti della mia vita sorrisi, sorrisi a mio figlio.
Mi stava chiedendo di perdonarlo ed io non aspettavo altro.
 
“Sei mio figlio, ti ho già perdonato!” dissi abbracciandolo.
“Grazie… Papà!” mi disse.
 
Quel grazie papà pronunciato da mio figlio mi riempì il cuore di gioia. Mio figlio mi aveva perdonato, potevo essere finalmente un padre per lui. Avevo desiderato tanto questo momento e finalmente si era avverato.
 
“Da papà diventerai nonno però…” mormorò.
 
Sollevai la testa di scatto confuso.
 
“Che cosa?” domandai.
“Diventerai nonno!” esclamò.
“Quindi tu… Tu… Diventerai papà?” domandai.
 
Annuì lievemente.
Da padre di un figlio ritrovato a nonno in poco tempo.
 
“Congratulazioni!” dissi abbracciandolo.
 
Poco tempo dopo ci alzammo e alla nostra velocità ritornammo a villa Cullen.
Niente da fare, mio figlio era molto più veloce di me.
Arrivati davanti alla villa notai una Mercedes nera parcheggiata di fronte all’ingresso.
Rivolsi a mio figlio uno sguardo interrogativo.
 
“Aro, Caius e Marcus sono qui!” sussurrò.
 
I due capi dei Volturi sono qui?
Io e mio figlio entrammo in casa, dove trovammo Caius, Marcus ed Aro seduti sui bianchi divani del salotto.
 
“Edward! Anthony!” esclamarono alzandosi.
“Edward, forse c’è un modo per salvare Bella!” esclamò mio padre.
 
C’era un modo per salvare Bella. Il mio cuore ormai morto fece i salti di gioia. Bella si sarebbe svegliata.
 
“Che modo?” domandai.
“Conosciamo una strega…” mormorò Caius.
“Strega?” domandai.
 
Credevo che non esistessero.
Come esistono i vampiri, licantropi ed ibridi esistono anche le streghe Edward!
La mia vocina aveva ragione.
 
“Si, si chiama Carla, è italiana. Forse c’è un modo per salvarla, ce lo saprà sicuramente dire!” mi spiegò Aro.
“Cosa stiamo aspettando?” domandai.
“C’è un piccolo problema… -mormorò Marcus- Era ostaggio di Carlos, ma non abbiamo la benché minima idea di dove si possa trovare adesso!”
“Alice, Alice potrebbe avere delle visioni!” esclamai.
“Non posso avere visioni su persone che non conosco…” mormorò mia sorella.
“Forse un modo ci sarebbe. Renesmee, vieni qui!” disse mio figlio, chiamando la sorella.
“Cosa devo fare?” domandò Nessie.
“Se non ricordo male siamo stati da Carla quando avevamo tre anni ed è stata lei a capire alcune cose sulla nostra natura, riesci a ricordarla?” domandò mio figlio.
 
Renesmee ritornò indietro con gli anni e fortunatamente, grazie alla sua natura, la memoria di certo non mancava.
Sul suo volto comparve un sorriso.
 
“Perfetto!” esclamò mio figlio. “Zia, avvicinati un attimo!”
 
Alice si avvicinò a Renesmee e ad Anthony sempre più confusa.
 
“Ora, appoggia un tuo palmo sulla guancia della zia per mostrarle quei momenti…” mormorò.
 
Renesmee, titubante, fece quanto ordinatole del fratello. Mostrò ad Alice le immagini di quando erano piccoli. Curioso mi intrufolai nei pensieri di mia sorella e vidi i miei figli con Bella sorridenti, mentre parlavano con una donna, sicuramente Carla.
Poco dopo le immagini terminarono.
 
“Ora, almeno avendo visto la persona, dovresti riuscire a contattarla, in qualche modo dovresti avere delle visioni su di lei!” spiegò Anthony.
 
Alice si sedette sul divano e iniziò a sforzarsi per avere delle visioni.

 
 
                                                                          ***
 


Il tempo passava, ma non succedeva nulla.
Tick tock, tick tock.
Le lancette dell’orologio si muovevano costantemente.
Tick tock, tick tock.
 
Alice si alzò di scatto trionfante.
“L’ho vista, ho visto la strega! Si trova a New Orleans!” esclamò trionfante, ma subito rabbuiandosi. “In quella città ci sono altre creature sovrannaturali!”

 
 
 __________________________________________________________________________________________________________________________
E rieccomi qui. Ormai penso che la storia verrà conclusa a breve, forse mancano tre capitoli più l’epilogo.
Scusatemi per l’assenza, ma la scuola mi uccide, letteralmente.
Vediamo Bella in fin di vita ed Edward che tenta in tutti i modi di farla svegliare, ma a quanto pare c’è una cura.
Anthony ed Edward si sono chiariti, alleluia!
Ringrazio le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, grazie infinite.
Ringrazio le persone che seguono la storia, che l’hanno inserite tra le seguite/preferite/ricordate e chi solo la legge.
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** L'antidoto-Fine. ***


L'antidoto-Fine.


Pov Edward.
“Non la lascerò qui!” ringhiai a mia sorella.
“Edward, con lei ci saranno Jacob, Sam, Rosalie, Esme e gli altri ca… licantropi!” mi disse –di nuovo– mia sorella.
“NO!” ringhiai.
“Papà, cerca di calmarti. –mi richiamò mio figlio appoggiandomi una mano sulla spalla– Tu devi venire, la mamma qui starà bene.”
 
Forse avevano ragione.
Sarei stato più utile a New Orleans che qui in casa, solo che non volevo separarmi da Bella.
 
“Papà, la lascerai da sola per poco.” mi disse mio figlio leggendomi nel pensiero.
“Va bene…” mormorai.
“Finalmente ti sei deciso allora, anche perché avevo preso il biglietto anche per te!” esclamò trionfante mia sorella.
 
Eravamo un gruppo abbastanza numeroso, quello che sarebbe partito per New Orleans: io, mio padre, Jasper, Alice, Emmett, Renesmee, Elizabeth, Aro, Caius, Marcus e quasi l’intera guardia dei Volturi –quella che aveva partecipato alla battaglia.
 
“Siete pronti?” ci domandò mio padre.
“Siamo pronti.” dissi io per tutti.
 
Dopo aver salutato tutti e dopo aver salutato Bella –io e i miei figli– partimmo in direzione dell’aeroporto.
All’aeroporto ci stava aspettando l’enorme aereo dei Volturi.
 





 
                                                  * * *






 
Dopo qualche ora di viaggio, dove avevo rischiato più volte di uccidere la cameriera che ogni tre secondi si presentava di fronte a me eravamo arrivati a New Orleans.
Per nostra fortuna il cielo era nuvoloso –troppo nuvoloso– quindi non avevamo nessun problema a mischiarci con i turisti e a passare innosservati.
 
“Che profumino…” mormorò Felix.
“Qui ci vuole un bel spuntino…” approvò Caius che si beccò un’occhiata omicida da parte di Aro.
 
In quell’istante ebbi paura pure io.
 
“Bene, da dove cominciamo?” domandai nervoso.
 
Volevo trovare quella cura subito e portarla immediatamente a Bella.
 
“Tempo al tempo giovane Cullen.” mi riprese Aro.
“Si… Tempo al tempo…” mormorai.
 
Dovevo ammettere una cosa però: non avevo mai visto New Orleans ed era davvero fantastica.
C’era un gran via vai di turisti –ed era un posto perfetto per dei vampiri– e tanta musica.
La musica più popolare, ovviamente, era il jazz.
Mi era sempre piaciuto il jazz, mi ricordava quando ero piccolo. Quello, infatti, era l’unico ricordo che avevo della mia vita umana, poi buio totale.
Sentivo delle strane presenze –ovviamente le sentivo grazie al mio istinto– e ogni tanto mi guardavo attorno.
Volevo trovare quella strega a tutti i costi.
 
“Ancora niente?” domandai ad Alice sperando in una sua visione.
“No…” mormorò sconfitta.
 
Jasper la consolò. Puntavamo tutti su Alice, ma non dovevamo forzarla troppo. Era distrutta per le condizioni di Bella.
 
“Le leggende narrano che sia il quartiere francese il luogo più tetro, forse lì potremmo trovare qualcosa!”  disse mio padre.
 
Si, il quartiere francese.
Carlisle me ne aveva parlato anni fa e pare proprio che l’energia della città derivi da quel luogo.
A velocità vampiresca arrivammo nel quartiere francese, dove tutti ci osservavano. Chi per il modo strano nel vestirci, altri per il semplice fatto del nostro gruppo numeroso.
Sentii dei brusii provenienti in fondo alla via e sentii anche la parola vampiro.
Il mio istinto mi richiamò all’allerta e lo stesso fecero gli altri. A quanto pare eravamo vicini alle streghe.
Arrivammo in un luogo appartato e di fronte a noi sentimmo una presenza.
 
“Mmm… Vampiri.” disse una voce comparendo di fronte a noi.
“Una strega…” sussurrò Caius.
“Aro, Caius, Marcus e la guardie dei Volturi. Dov’è Isabella?” domandò, poi proseguì notando i miei figli. “Anthony, Elizabeth, Renesmee…”
“Sophie!” esclamarono i miei figli correndo dalla strega e abbracciandola.
“Come state? E’ da decenni che non vi vedo da queste parti…” disse la strega sorridendo.
“Noi bene, ma…” mormorò mio figlio.
“Bella? Bella dov’è?” domandò la strega guardandosi attorno.
“E’ per lei che siamo venuti qui, sta morendo.” disse mia figlia Nessie con gli occhi lucidi, mentre Lizzie iniziò a singhiozzare.
“Cosa? No, non può essere, lei…” mormorò Sophie portandosi una mano alla bocca.
“Si e ci devi aiutare, ti prego.” disse Aro.
“Lo farò con piacere, Bella ha salvato la vita a mia madre, glielo devo.” disse la strega annuendo.
“Sai dove si trova Carla?” le domandò Marcus.
“Carla? –domandò sbiancando di colpo– E’ stata rapita… Da Carlos…”
 
Nei suoi occhi lessi disperazione mentre nei suoi pensieri notai una cosa: Carla era la sorella di Sophie.
 
“Ma com’è  possibile?” domandò Caius.
“E’ una storia molto lunga, ma noi qui abbiamo poco tempo. Ditemi di preciso cos’è successo.” disse Sophie.
“E’ stata ferita in guerra e a quanto pare ha del veleno in corpo…” mormorai ricordando la battaglia.
“Veleno… Per uccidere un ibrido… Ma certo! Tu sei il padre dei gemelli?” mi domandò.
“Si…” mormorai.
“Non esistono veleni per uccidere un ibrido, Carlos ha dovuto fare solo una cosa: prendere il sangue di un altro ibrido e farlo diventare veleno tramite un incantesimo di una strega potentissima!” disse la strega.
“Quindi è stata Carla?” domandò mio padre.
“No, ma lei potrebbe creare una specie di antidoto, ma bisogna trovare l’altro ibrido.” disse Sophie.
 
Come l’altro ibrido?
Bella e i miei figli non erano i soli ibridi al mondo?
 
“Ma… Bella e i gemelli sono gli unici ibridi!” disse Aro.
“No, Bella e i gemelli sono gli unici ibridi per la vostra specie, ma ce né uno che può essere considerato ancora più temibile, Niklaus.” ci disse la strega terminando le ultime parole con la faccia in preda al terrore.
Niklaus Mikaelson…” disse Caius deglutendo.
“Chi è Niklaus?” domandai irritato.
“Un ibrido sanguinario e dovrebbe trovarsi qui, sento la sua puzza!” ringhiò Caius.
“E’ mezzo vampiro e mezzo licantropo anche lui?” domandò mio padre.
“Si, lui è l’ibrido Originale!” terminò Marcus.
“Quindi… Cosa facciamo? Dobbiamo trovarlo, no?” domandai.
“Non è così semplice…” mormorò Anthony.
“E’ un mostro orribile, un sanguinario, uccide per divertimento, non ha amore neanche per la sua famiglia…” mormorò Nessie tremando.
“Troverò questo ibrido!” dissi determinato.
“Andiamo a scovare il lupacchiotto allora!” disse Jane.
 






                                                        * * *






 

“Cosa ci fate voi nel mio regno?” domandò una voce tetra alle mie spalle.
 
Deglutii e mi girai.
Avevamo trovato Klaus, finalmente.
L’avevamo cercato per tutta la notte e l’avevamo trovato su un antico palazzo*.
L’ibrido avanzò dalla penombra fino a piazzarsi di fronte a me.
Non era molto alto, occhi azzurri, capelli sul biondo e mi sorrideva in un modo forse da definire sadico.
 
“Tu saresti Niklaus Mikaelson, giusto?” domandò Aro.
“A quanto pare. E voi siete i Volturi e i Cullen, giusto?” domandò l’ibrido.
“Si, ma come fai a-” iniziò Marcus, ma venne interrotto da Niklaus.
“Le voci circolano tra vampiri e ibridi… Cosa volete?” domandò sgarbatamente.
“Klaus, che piacere rivederti!” esclamò mio figlio sbucando dal nulla.
 
Era ritornato dal suo giro di perlustrazione. Ci eravamo divisi in due grandi gruppi.
 
“Anthony, amico mio. E’ da decenni che non ci vediamo!” esclamò Niklaus.
“Già Klaus, da decenni!” esclamò mio figlio andandogli incontro.
 
Ringhiai a mio figlio in segno di avvertimento.
A quanto pare si conoscevano, ma quel Mikaelson non mi ispirava fiducia.
 
“Lo conosco, tranquilli!” disse mio figlio stringendo la mano a Klaus.
“Tu come fai a conoscerlo?” gli domandò Lizzie adirata.
“L’ho incontrato dopo una missione e abbiamo fatto amicizia!” spiegò mio figlio.
“Il giovane Anthony ha ragione!” disse Klaus.
“Ho rischiato la vita quella volta…” mormorò Anthony.
 
Ringhiai ancora. Venni trattenuto da Alice ed Emmett, sennò gli avrei staccato il collo.
 
“Ma Klaus mi ha risparmiato, papà!” mi rassicurò Anthony.
“Solo perché siamo simili e hai assunto gli stessi atteggiamenti di me da giovane.” precisò Klaus.
“Certo, certo…” mormorò mio figlio sorridendo.
“Allora, cosa volete?” domandò –di nuovo– addolcendo il tono.
“Ci serve il tuo sangue, Klaus.” gli spiegò mio figlio.
 
Lasciammo parlare Anthony, poiché conosceva Klaus.
Era un tipo abbastanza irascibile: un  solo passo falso e ti trovavi con la testa staccata.
 
“Per fare cosa?” domandò Klaus.
“Per creare un antidoto, mia madre sta male!” disse Anthony.
“Un antidoto? Isabella sta male?” domandò.
 
Conosceva la mia Bella?
 
“Non preoccuparti Cullen, –continuò rivolgendosi a me– l’ho conosciuta insieme ad Anthony e siamo solo ‘amici’... Se così si può dire!”
“Carlos ha ferito a morte nostra madre e a quanto pare per salvarla ci serve il tuo sangue Niklaus!” continuò mio figlio.
“Non sapevo che Carlos fosse ancora vivo a seminare terrore… E non sapevo neanche che il mio sangue servisse per creare antidoti! Questa mi è nuova… Non serve solo a curare i vampiri dai morsi di licantropo e gli umani… Interessante!” disse l’ibrido.
“Ci serve una strega, Carla.” spiegai.
“Ed è stata rapita da Carlos, ma lui è morto e…” proseguì Marcus.
“Mmm… Perfetto. Sophie cara, a quanto pare devi fare un incantesimo di localizzazione.” disse Klaus alla strega che era di fianco a me.
“Localiche?” domandò Emmett.
“Lo-ca-liz-za-zio-ne! Comunque è un incantesimo che permette di rintracciare le persone scomparsa, ci serve solo qualche oggetto di Carla!” spiegò Klaus.
“Non ho niente di mia sorella… Carlos ha portato via tutto…” mormorò la strega abbattuta.
“Siccome siete sorelle servirà solo il tuo sangue.” terminò Klaus.
 
La strega deglutì e poi annuii.
Seguimmo Klaus all’interno del palazzo sotto lo sguardo di altri ibridi –come lui–e fummo condotti all’interno di una stanza.
 
“Questa stanza va bene!” disse Klaus.
 
Klaus tirò fuori delle candele e una mappa dell’intera New Orleans e poggiò tutto nel tavolo.
 
“Sei pronta?” domandò Klaus alla strega porgendole un coltello, poi –dopo che la strega annuì– continuò. “Qualcuno ha problemi di autocontrollo?”
 
Sondai i pensieri di Jasper che mi rassicurò e feci cenno di proseguire.
La strega si tagliò il palmo della mano e fece gocciolare del sangue sulla cartina e –dopo aver pronunciato della parole in latino- si attuò l’incantesimo di localizzazione.
Il sangue divenne una striscia che si fermò in un luogo preciso: il Bayou.
 
“Mmm… Bene… Carla è nel Bayou, una zona controllata dai licantropi. Ci conviene partire subito, visto che il sole sta cominciando a sorgere. Di solito i licantropi si nascondono in tante e aspettando la notte per uscire!” disse Klaus.
“Ma non possono trasformarsi quando vogliono?” domandò mio padre.
“Quelli che conoscete voi sono dei mutaforma che hanno il dono di trasformarsi in enormi lupi. Quelli del Bayou, come me, sono dei veri licantropi. Si potrebbero trasformare solo con la luna piena, ma… Tanto tempo fa delle streghe hanno fatto un incantesimo facendo si che questi rimanessero sempre in forma di lupo, tranne durante la luna piena in cui possono ritornare umani. Il giorno dopo ritornano licantropi!” spiegò Klaus.
 
Esistevano i veri licantropi?
Streghe, licantropi… Mancavano solo i folletti.
 
“Per questo bisogna prestare la massima attenzione. Un solo morso e siete morti!” disse ghignando.
“E come mai fai così tanto lo spavaldo?” domandò Alec.
“Perché il loro morso non mi fa nulla, sono immune. Neanche i gemelli sono immuni. Ma siete fortunati, il mio sangue vi può curare. Ora andiamo!” disse uscendo dalla stanza.
 
Ok, mi costava ammetterlo, ma… Avere quell’ibrido con noi ci dava un’enorme vantaggio.
 
Qualche ora dopo…
 
Stavamo camminando da un paio d’ore nelle paludi del Bayou e non c’era traccia di nessuna abitazione.
 
“Una domanda… Ma come mai tu sei diventato un ibrido?” domandò mio padre curioso.
“Diciamo che è una lunghissima storia, vi basta sapere solo che io sono uno dei vampiri più antichi, io e i miei fratelli lo siamo!” disse Klaus.
“E dove sono ora?” domandò Jasper.
“Stanno riposando!*” disse Klaus con un sorriso macabro che non trasmetteva nulla di buono.
 
Decidemmo di non domandare altro.
Dovevamo trovare la strega e creare l’antidoto.
Sentimmo dei ringhi provenire attorno a noi e quei ringhi vennero coperti da una puzza riconducibile all’odore di cane bagnato: licantropi.
 
“Cosa facciamo ora?” domandò Emmett.
“Attaccatel-” urlò Aro ma venne interrotto da Klaus.
“Se li attaccate vi uccido io con le mie mani. Non sono venuto qui per ucciderli e neanche loro vogliono farlo, per ora. Se ne toccate uno siete morti. Mi servono!” ringhiò Klaus.
“Per fare cosa? Per usarli come cagnolini?” urlò mia sorella stizzita.
“No, per trasformarli in ibridi. Mi piace giocare.” disse Klaus.
 
Trattenni il respiro. I licantropi ci fissavano a fauci scoperte. Volevano attaccare.
Non potevo leggergli i pensieri, ma lo percepivo.
 
“Non siamo qui per attaccare.” disse Klaus.
“Questo lo so bene, Niklaus!” disse la voce di una donna che comparve davanti a noi.
“Carla!” esclamarono i miei figli e Sophie.
 
Carla?
Era la strega, quella che avrebbe potuto salvare Bella.
Finalmente, dopo ore di ricerche, l’avevamo trovata.
 
“Ragazzi! Sophie!” disse la strega abbracciandoli con gli occhi lucidi.
“Finalmente ti ho trovato!” disse Sophie singhiozzando.
“Avevo paura di non rivederti più!” esclamò la strega Carla.
“Ma se sei libera, come mai…” iniziò Sophie.
“Carlos, tramite un incantesimo mi aveva costretta a rimanere qu, ma con la sua morte è svanito. Ma non sapevo la strada per ritornare. Qui non si possono fare incantesimi di localizzazione. Solo se persone esterne lo fanno valgono, ma per chi è qui dentro no…” disse Carla abbracciando di nuovo la sorella.
 






                                                          * * *






 
“Vi aiuterò. Mi servono solo delle erbe che si trovano qui nei paraggi e il sangue di Niklaus!” disse Carla.
 
Mio padre –aiutato da me e i miei figli– aveva raccontato alla strega di Bella e lei aveva accettato di aiutarci, perché le voleva bene.
Bella aveva salvato anche a lei la vita ed inoltre Carla aveva l’aveva aiutata a scoprire qualcosa in più sulla natura ibrida dei miei figli.
Carlisle, Alice e Jasper tornarono poco dopo con le erbe che servivano a Carla.
Klaus, titubante, si tagliò il polso facendo gocciolare il suo sangue su una ciotola; poi Carla ci mise all’interno le erbe –che aveva ridotto in piccoli pezzi precedentemente– e ci versò un liquido viola, poi iniziò a mescolare il tutto pronunciando strane frasi.
Le candele intorno a noi fecero ancora più fuoco, poi tutto si spense.
 
“Ecco l’antidoto, è pronto. Questo guarirà Isabella dal veleno e le cicatrizzerà le ferite!” disse Carla.
“Toglimi una curiosità… Perché hai dato a Carlos il tuo sangue?” domandò Sophie.
“Sinceramente non lo so come l’abbia avuto, fatto sta che vi ho aiutato ed ora me ne vado.” disse Klaus ed aprì la porta.
“Niklaus, grazie.” dissi.
 
Lui sorrise e se ne andò veloce com’era arrivato.
Carla versò l’antidoto in una boccetta e la richiuse, poi me la porse.
 
“Grazie…” mormorai mentre stringevo tra le mani l’oggetto della salvezza di Bella.
“Arrivederci e siate felici!” disse Carla.
 
Uscimmo dall’abitazione nel Bayou di Carla e ci incamminammo nel bosco per ritornare indietro, mentre sentimmo la macchina si Sophie –che aveva preso precedentemente– partire verso la città con le due streghe.
In poche ore saremmo ritornati a Forks e Bella avrebbe finalmente riaperto gli occhi.
 
 






                                                       * * *

 






 
Il viaggio da New Orleans a Forks fu quello più lungo di tutta la mia vita.
Mi rigiravo tra le mani l’antidoto mentre ogni tanto serravo la mascella.
Ero impaziente.
Quando scendemmo dall’aereo non aspettai nemmeno le macchine che mi avrebbero riportato a casa.
Mi precipitai fuori e, una volta preso il bosco, a velocità vampiresca arrivai  a casa.
Entrai –o buttai già la porta– velocemente fermandomi solo in salotto, dove c’erano mia madre, Rosalie, Jacob, Quil, Emily, Sam e Laura.
Tutti si alzarono di scatto e mi vennero incontro.
Non parlai, mostrai loro solo l’antidoto sorridendo trionfante e mi precipitai subito da Bella.
Aprii la porta dello studio di mio padre e vi entrai.
Andai vicino a Bella che era come l’ultima volta: incredibilmente pallida con il petto che si alzava e sia abbassava lentamente.
Sentii gli altri ritornare e i miei figli salire le scale.
Li avrei aspettati ed avremmo rivisto Bella aprire gli occhi insieme.
 
“Papà…” mormorarono.
 
Con il capo gli feci cenno di venirmi vicino e –dopo aver aperto la boccetta– inserii il liquido in una siringa che iniettai a Bella.
Passarono secondi, forse minuti, forse ore, ma finalmente –dopo tanto tempo– Bella aprii i suoi occhi color oro che mi fisavano incerti.
Bella era salva e sarebbe stata per sempre mia.

Finalmente avrei passato l'eternità con Bella, i miei figli e la mia famiglia, perchè avevo la consapevolezza di essere stato perdonato.



________________________________________________________________________________________________


*stanno riposando: piccola precisazione per questa espressione. Come tutti sanno -chi segue The Vampire Diaries e The Originals- Klaus ama piantare un pugnale ai fratelli e alla sorella e rinchiuderli in bare, quindi con quell'espressione fa intendere proprio quello. *antico palazzo: è il palazzo di Marcel, in The Originals.


________________________________________________________________________________________

Quanto vi ho fatto penare per un aggiornamento?
E' da due settimane e passa che non aggiorno e mi scuso tantissimo.
Non ho avuto molta ispirazione in questo periodo, poi con le feste e altro non ho avuto tempo di scrivere un degno finale.
Oggi mi sono messa d'impegno ed ho scritto tantissimo (?) e finalmente ho dato un bel finale -bello perchè piace a me- per questa storia.
E' la prima long che porto a termine e mi sento davvero soddisfatta sia per il modo in cui si è conclusa e sia per il modo in cui è stata seguita.
I ringraziamenti ufficiali li lascio all'epilogo che pubblicherò entrl il 28 dicembre, con il prologo di una nuova storia sempre su New Moon (ma sai che novità? xD)
Inoltre preciso una cosa: non sono stata lì a precisare l'essere di Klaus, i fratelli e la loro razza perchè mi sembrava una cosa troppo lunga e intoltre spiegherò tutto in 'Il ritorno degli Originali' e nella nuova storia.
Ringrazio -come in ogni capitolo- le persone che hanno recensito lo scorso capitolo e chi segue la storia inserendola tra le preferite/ricordate/seguite e chi solamente la legge.

Vi auguro un sereno e felice Natale e ovviamente buone feste a voi e alle vostre famiglie.

Ci risentiamo con l'epilogo (27/28 dicembre) e con la nuova storia che pubblicherò, visto che ho molti capitoli pronti.
Ho intenzione, insieme al prologo, di inserire anche le varie schede dei vari personaggi così chi non segue The Originals e The Vampire Diaries -si, è la cross-over di cui parlo nella mia presentazione!- potrà conoscere i personaggi.



Klaus Mikaelson.


Alla prossima,
Giulietta.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Epilogo. ***


Epilogo.





Pov Bella.
(10 anni dopo)
 
“Mamma! Mammaaaaa! Papà mi fa il solletico e io non lo sopporto!” urlò mio figlio dal corridoio poco prima di saltarmi in braccio.
“E se glielo facessimo noi il solletico?” sussurrai a mio figlio.
 
Annuì con la sua piccola testolina ricoperta da capelli ramati battendo le manine paffutelle.
Gabriel aveva tre anni, ma come intelligenza ne dimostrava dieci, anche se il suo aspetto comunque rimaneva di un bambino di tre anni.
Io e mio figlio ci nascondemmo dietro la porta appena in tempo per sentire arrivare Edward.
Lo sentii sorridere. Aveva capito dove eravamo, ma doveva comunque stare al gioco.
 
“Gabriel, dove sei?” domandò Edward appoggiato alla porta.
 
Feci segno al piccolino di tacere, mentre lui trattenne il respiro.
A velocità vampiresca mi portai davanti ad Edward che per la sorpresa –seriamente– cadde a terra.
Poggiai Gabriel sul petto di suo padre ed iniziò a fargli il solletico.
Edward fece finta di non resistere, ma poco dopo ricominciò a fare il solletico a nostro figlio.
 
“Mammina, aiutami, ti prego!” urlò nostro figlio ridendo.
“No… Ehi… Così non val-” brontolò Edward, ma non gli feci finire la frase perché gli tappai la bocca con un bacio e incominciai a fargli il solletico.
 
Erano passati dieci anni da quanto tutto era ritornato alla normalità e con tutto intendo proprio tutto.
Avevo lasciato –a malincuore– Volterra che ora era governata da Aro, Caius e Marcus, e per tutta l’eternità mi sarei dedicata alla mia famiglia e al branco che si stava allargando sempre di più.
Mio figlio Anthony era diventato padre di una femminuccia, Isabelle; Elizabeth di un maschietto, –fin troppo pestifero, aveva preso tutto dalla madre– Charlie, mentre Rensmee di due gemelli, –un maschio e una femmina– Charlotte ed Erik.
 
Avevo scoperto, dopo il mio risveglio, che Edward mi aveva lasciato per il mio bene e, dopo averlo saputo, mi ero infuriata, anzi, infuriata era dire poco.
 


 
Aprii gli occhi e mi scontrai subito con quattro paia di occhi che mi scrutavano felici ed in ansia.
Mi guardai attorno e improvvisamente mi resi conto di essere distesa in un lettino nello studio di Carlisle.
Nello studio di Carlisle, come ci ero arrivata?
Mi tirai velocemente a sedere, ma una forte fitta mi colpì alla testa.
Mi tastai la testa e notai che il mio braccio era fasciato.
Ricordavo tutto: ero stata ferita in guerra.
 
“Piano, Bella, piano…” mormorò Edward facendomi stendere di nuovo.
 
Se Edward era qui questo voleva dire che la battaglia era finita e che lui aveva letto la mia lettera.
Volevo scomparire sotto terra.
 
“Noi… Vi lasciamo da soli…” mormorò Anthony.
 
Prima di andare via i miei figli mi posarono un bacio sulla fronte e poi se ne andarono.
 
“Come ti senti?” mi domandò Edward.
“Un po’ indolenzita, ma bene…” dissi.
“Hai idea di quello che hai combinato?” mi domandò nervoso.
“Em…” mormorai.
“Volevi morire forse? Hai idea di aver passato più di dieci giorni più che di là che di qua?*” mi domandò.
 
Lo guardai, eri infuriato.
Mi rimisi a sedere –cercando di mascherare le smorfie di doloree lo guardai in faccia.
 
“Ho fatto quello che andava fatto!” urlai.
“Certo… E questo voleva dire andare da sola in guerra e morire? Dannazione, credevo di averti persa!” urlò.
“Ora sono qui… E comunque non te ne sarebbe importato niente!” urlai.
 
Mi ritrovai incatenata al letto con la presa di Edward che si faceva sempre più stretta.
 
“Vuoi capirlo o no che ti amo?” urlò.
 
Sentii le lacrime combattere per venire fuori, ma le ricacciai all’interno.
Abbassai lo sguardo.
 
“Ottant’anni fa non l’avresti mai detto…” mormorai.
“Sai perché ottant’anni fa me ne sono andato?” mi domandò.
 
Volevo urlargli: “perché non mi amavi e non l’hai mai fatto!” ma decisi di scuotere la testa.
 
“Avevo paura di perderti Bella. Avevi rischiato di morire per mano di Jasper e questo non l’avrei mai sopportato. Volevo tenerti fuori dal mio mondo e farti vivere una vita più normale possibile… Prima James, poi Jasper, Victoria… Io…” mormorò afflitto.
 
La sua confessione mi colpì forte.
Mi aveva lasciato perché mi amava?
Mi aveva abbandonato per il mio bene.
Peccato che nel suo mondo c’ero dentro fino al collo, anche se inconsapevolmente.
 
“Io ti amo Bella e ti amerò per sempre. In questi giorni io… io…” disse singhiozzando, anche se le lacrime –per la sua naturanon scendevano.
 
Vidi gli ultimi giorni –ovvero quelli in cui ero rimasta incosciente.
Edward era veramente distrutto. Vidi anche quello che aveva fatto per me: era andato a New Orleans a prendere l’antidoto per me.
Sorrisi.
 
“Edward, io…” mormorai.
 
Non riuscii ad andare avanti perché mi sentivo in colpa di averlo giudicato troppo presto.
Edward mi si avvicinò titubante e decisi di fare una cosa: annullai la distanze tra me e lui prendendolo per il colletto della camicia blu e lo bacia.
Edward –sorpresoricambiò subito il bacio che presto divenne molto passionale.
Lui cercava la mia lingua, mentre io cercavo voracemente la sua.
Sapeva di disperazione e avvicinamento, perché entrambi eravamo consapevoli di esserci appena ritrovati.
 


 
“E’ così che tratti tuo marito?” mi domandò Edward mordendomi un orecchio.
 
Risi e lo baciai.
 
“Ti amo, marito!” gli dissi.
“Ti amo anche io, moglie!” mi disse baciandomi con foga.
 
Edward si sedette accanto a me ed io appoggiai la mia testa sulla sua spalla, mentre con una mano accarezzavo le ciocche ramate di nostro figlio.
 
“E’ bellissimo…” mormorò commosso.
“Ti assomiglia molto. Ogni anno che passa diventa la tua copia sputata!” dissi ridendo.
 
Edward posò un delicato bacio sulla fronte di Gabriel e li accarezzò il naso.
 
“Diciamo che mi assomiglia abbastanza!” disse sorridendo.
“Quando sarà grande faticherò a riconoscervi!” dissi ridendo.
“Non ci spererei…” mi disse baciandomi e facendomi rotolare sul tappeto.
 
 
 

Per tutto il giorno Leah, Elizabeth, Renesmee, Emily, Alice, Esme e Rosalie mi avevano tenuto lontano da villa Cullen e da casa mia e di Edward.
Avevano tentato in tutti i modi di non farmi pensare ad Edward, ma io dovevo andare da Edward.
Erano passati all’incirca otto anni da quando avevo rischiato di morire e questo era il primo in cui si poteva stare tranquilli.
 
“Ma cosa avete tutte oggi?” domandai.
“Dai Bella, andiamo a fare shopping. Ti assicuro che quello che comprerai ti servirà!” mi disse Alice euforica.
“Alice, non ho voglia di andare a fare shopping, ti prego…” mormorai stanca.
 
Dovevo dire una cosa importantissima ad Edward, ma a quanto pare non l’avrei rivisto prima di questa sera.
Così, per tutto il pomeriggio, fui costretta ad andare a fare shopping con una banda di ‘scalmanate’.
 
“Alice, ma perché non posso andare a casa semplicemente in… Insomma, vestita normalmente?” le domandai.
 
Alice e le altre mi avevano costretto ad indossare un vestito –che a mio parere era anche belloblu notte con dei tacchi vertiginosi d’argento.
 
“C’è un motivo Bella, non essere impaziente!” mi disse Rosalie.
 
Alice e Rosalie mi accompagnarono a casa mia e di Edward che si trovavano nel bosco, poi, dopo avermi salutato, mormorarono un “divertitevi” e mi lasciarono davanti alla porta.
Finalmente avrei rivisto Edward e gli avrei dato la notizia.
Aprii lentamente la porta e mi trovai davanti ad uno spettacolo romantico: tutta la casa era ricoperta da petali di rosa e candele, mentre al centro del salotto c’era un tavolino apparecchiato per due.
 
“Buona sera principessa…” mi salutò Edward venendomi incontro.
 
Lo guardai: indossava uno smoking nero con una camicia bianca.
Era stupendo.
Ecco perché Alice aveva insistito tanto sul vestito, Edward aveva preparato una cena romantica per noi due.
Edward mi prese per mano e mi portò dentro, dopo aver richiuso la porta.
 
“Ti ricordi che giorno è oggi?” mi domandò.
 
Guardai il calendario e ridendo annuii.
 
“Non centra la data…” disse scoppiando a ridere.
 
Feci due calcoli e… Ottant’otto anni fa ci eravamo conosciuti.
 
“Oggi è il giorno in cui ci siamo conosciuti…” mormorai con gli occhi lucidi.
“Esatto!” disse baciandomi.
 



***


 

“Bella… Io ti amo. Ti ho amata dalla prima volta che ti ho visto in mensa e ti amo ancora tutt’ora. Non resisterei neanche un giorno senza di te e non so come abbia potuto fare in ottant’anni, anche se comunque ero impazzito… Bella, ormai è da otto anni che stiamo insieme, ma vorrei riconoscerlo anche legalmente… Edward si inginocchiò davanti a meIsabella Marie Swan, mi vuoi sposare?”
 
Edward aprì la scatoletta che mi stava porgendo e all’interno c’era un anello d’oro con un cristallo al centro.
 
“Si Edward, si!” esclamai catapultandomi su di lui.
 
Edward mi abbracciò felice e mi strinse a se e –dopo avermi infilato l’anello al ditoci accoccolammo sul divano.
In quel momento se Edward fosse stato umano avrebbe sicuramente pianto, mentre io l’avevo già fatto.
 
“Edward, ti devo dire una cosa…” mormorai.
 
Edward si voltò verso di me preoccupato dal mio tono di voce serio.
 
“E’ successo qualcosa?” mi domandò.
“Si e no…” mormorai.
 
Edward strabuzzò gli occhi non capendo. Non aveva tutti i torti.
 
“Edward, stai per diventare padre per la seconda volta… O se preferisci per la quarta!” gli dissi tutto ad un fiato.
 
Edward spalancò la bocca ed iniziò a boccheggiare.
 
“Edward, ti prego… Dì qualcosa!” esclamai.
“Diventerò papà!” urlò euforico abbracciandomi.
“Si, diventeremo genitori…” mormorai sorridendo nascondendo la mia testa sull’incavo del suo collo.
 


 
“Tutti dicono che vivere per l’eternità possa risultare noioso, brutto o… Che prima o poi si impazzirà, ma io sono così felice…” mormorai.
“Con te la mia eternità non sarà più noiosa, perché ho te, ho voi.” disse baciandomi.
 
Sentimmo il campanello suonare e ci incamminammo verso la porta dove sulla soglia ci stavano aspettando tutti.
Finalmente eravamo una famiglia unita e lo saremo rimasti per l’eternità.



____________________________________________________________________________________________________________________________

Come promesso eccomi qui con l'epilogo tanto atteso (?)
Finalmente -anche se mi dispiace tantissimo!- questa storia è terminata.
E' la mia prima long che porto a termine e aver cliccato su "conclusa" ha provocato in me felicità e anche malinconia.
Da dove posso cominciare?

L'epilogo si è svolto ben 10 anni  dopo la guerra e... Edward e Bella hanno avuto un altro figlio, Gabriel.
Abbiam visto che anche i nostri tre gemelli hanno avuto dei figli e finalmente la famiglia Cullen/Swan-Black-Clearwater-Ulley potrà vivere l'eternità tranquillamente.
Come anticipato ho inserito due flashback (il chiarimento e la proposta di matrimonio/gravidanza). Mi sono sembrati due momenti da inserire assolutamente.

Ora passo ai ringraziamenti ufficiali:
-ringrazio tutte le persone che hanno recensito dal primo all'ultimo capitolo. Vorrei fare nomi, ma per paura di dimenticare qualcuno ringrazio tutti in generale. Ma un ringraziamento va a Denny Cullen che mi ha spronato a pubblicare questa storia e ha pazientemente letto ogni mio messaggio.
-ringrazio le favolose 115 persone che hanno inserito la storia tra le seguite, le favolose 20 persone che l'hanno inserita tra le ricordate e le 45 tra le preferite.
-ringrazio anche i lettori silenziosi che mi hanno accompagnato con le loro visite o che si sono complimentati per messaggio privato.

Cosa devo dire?
Sono orgogliosa di aver ottenuto 172 recensioni -escluso l'epilogo- e tutto questo mi ha invogliato a scrivere altre storie.
Potete trovarmi sempre qui con:
-Il ritorno degli Originali ----> cross-over su Twiligh e The Vampire Diaries.
-Nuovo mondo ------> nuova cross-over su Twiligh, The Vampire Diaries e The Originals.
-Nessun ostacolo potrà distruggere il vero amore ----> The Vampire Diaries.



Avviso:
A breve -massimo entro domani- pubblicherò la mia nuova cross-over su Twlight, The Vampire Diaries e The Originals.
Con il prologo ho intenzione di aggiungere anche delle schede dei vari personaggi così chi non conosce i protagonisti potrà farsi un'idea.
Parto già con il dire che non sarà un EdwardxBella -anche se ci saranno degli accenni- ma una DamonxBella, ovvero una Della (nome che mi è venuto in mente unendo i nomi dei protagonisti!)
Sarei felicissima se qualcuno seguisse anche quella, mi fareste felice.


Termino con l'augurarvi buone feste e buon Anno Nuovo, visto che Natale è stato ieri.
Mi auguro che il 2014 sia per me e per voi un anno ricco di sogni realizzabili e desideri.
Faccio gli auguri anche a chi si chiama Stefano, come mio fratello :')
Grazie di tutto e grazie per avermi sostenuta in questo percorso.
A presto,
vostra Giulietta.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1998901