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Note dell’autrice:
Chi segue altre mie storie conosce la mia lentezza nel
postare, e sa che ne ho molte in prosecuzione. Chiedo venia, e vi assicuro (per
quanto possa aver valore quest’affermazione fatta da me) che i primi 12
capitoli, già scritti, saranno postati abbastanza frequentemente (tipo 2 volte
l’anno invece di una sola – scherzo :-P )
Cap. 01 - Risveglio
Harry si svegliò di colpo.
Si rese conto quasi subito di non essere nella sua stanza,
ma… allora, dov’era?
Dopo un attimo di confusione si rese conto del leggero
russare accanto a lui, e vide una nuvola di capelli biondi posata sul cuscino
al suo fianco.
Draco.
Il suo sguardo si addolcì, mentre osservava il suo torace
alzarsi ed abbassarsi ritmicamente.
Era la prima volta che il serpeverde gli chiedeva di restare
a dormire da lui.
Forse perché, per quanto l’altro non l’avrebbe mai ammesso,
le cose tra di loro stavano prendendo una piega
diversa.
Forse solo perché prima era semplicemente mancata
l’occasione, e la sera prima erano stati semplicemente
fortunati. Con Tigher e Goyle
in infermeria dopo aver subito gravi lesioni alla pelle per una pozione
particolarmente malriuscita, almeno per un paio di giorni la stanza era tutta
loro.
Ed Harry avrebbe sicuramente
trovato il modo per sfruttare l’occasione al massimo.
Era strano a pensarsi, loro due assieme.
In realtà non era nemmeno una vera e propria relazione, a
dirla tutta.
Semplicemente, erano due ragazzi con tanta voglia di
divertirsi ed una discreta attrazione l’uno per l’altro.
Cioè, per Harry era sempre stato
qualcosa di leggermente più profondo della semplice attrazione, ma di certo non
glielo sarebbe andato a dire.
Così, due o tre mesi prima, dopo una partita di quidditch che si era risolta in modo particolarmente
negativo per i grigio verdi, i due avevano cominciato
a litigare nello spogliatoio, e la cosa si protrasse abbastanza a lungo, tanto
che gli altri, stanchi delle loro solite discussioni, avevano deciso di
andarsene e di mollarli là.
Ai due però non era dispiaciuto molto, ed alla fine si erano
trovati, senza neanche sapere come, aggrovigliati uno all’altro senza alcuna intenzione di staccarsi.
Harry sorrise appena.
Erano passati pochi mesi, eppure le cose erano DAVVERO
cambiate tra di loro, in un modo che Harry non avrebbe
mai creduto possibile.
All’inizio Draco lo aveva trattato male,
ma poi poco a poco i loro incontri erano diventati una piacevole
abitudine. Così avevano cominciato a vedersi sempre più di frequente, ed anche
se all’inizio si limitavano a scopare e a parlare prima e dopo i loro rapporti
solo per allentare la tensione, poco a poco i discorsi erano diventati più seri
e personali, o a volte si divertivano a scherzare e giocare tra
di loro. E, anche se Draco non l’avrebbe MAI
ammesso, era diventato un po’ più…gentile, verso di lui. Quantomeno non passava
tutto il suo tempo ad insultarlo.
Non c’erano mai state vere e proprie tenerezze, o segni di innamoramento.
Nulla.
Ma Harry non gliene faceva una
colpa, ed alla fine aveva imparato a non dar peso alla cosa. “Durerà finché
durerà”, si diceva, perché era inutile forzare le cose, e farlo sembrare ciò
che non sono. Dopotutto, era già tanto che Draco gli
avesse concesso quel minimo di intimità che ora
avevano.
Non era sveglio da molto, ma non riusciva assolutamente a
riprendere sonno, così si mise a fissare Draco.
Guardò i suoi capelli biondi delicatamente sparsi sul
cuscino, e la sua carnagione pallida, il volto dai lineamenti perfetti.
Si stupì di sé stesso.
Da quando aveva preso ad avere questi pensieri così…
vomitevoli?
Era sempre stato una persona
abbastanza romantica e dal cuoricino tenero, ma qui si sfiorava la nausea.
Sospirò rumorosamente.
Era fottuto. Qualcosa doveva aver
disturbato il serpeverde, perché ad un cero punto si mosse ed aprì appena gli
occhi
– Che c’è Potter? Già sveglio a
quest’ora? È notte fonda…
Harry lo guardò divertito. Aveva i capelli arruffati e gli
occhi notevolmente annebbiati dal sonno.
– Niente. Non preoccuparti, torna a dormire…
Draco sbuffò.
– Figurati, e chi si preoccupa per te, SanPotter?
Dicevo solo perché non voglio che fai casino e che mi
svegli, tutto qui.
Harry sospirò.
– Naturalmente, Malfoy. Tranquillo, adesso me ne starò fermo
e buono, contento?
Draco, inaspettatamente, gli diede un bacio a fior di
labbra.
– Sì.
Rispose, e tornò a dormire.
La mattina dopo, Harry si svegliò piuttosto tardi. Era
domenica, e di conseguenza non c’erano lezioni, così se anche non fosse tornato
subito al suo dormitorio non ci sarebbero stati
problemi.
Si chiese per quale motivo Malfoy non l’avesse
svegliato, in genere non era così delicato con lui…
Era ancora immerso nei suoi pensieri, quando sentì la voce
dell’amante da fuori la porta.
– E se io non avessi intenzione di
farlo?
– Non puoi sottrarti, Draco, lo sai…
Gli rispose un’altra voce.
Harry, ancora intontito dal sonno, non riusciva a capire chi
fosse… Ma per qualche motivo si sentiva in
apprensione.
Non doveva, si disse mentalmente.
Lui e Draco non stavano davvero insieme. C’era solo sesso, tra loro. Solo
questo. E lui non doveva preoccuparsi di ciò che
accadeva all’altro. Non erano affari suoi.
– Non mi va, d’accordo? Non puoi costringermi!
*Sciaff*
Harry balzò in piedi di scatto.
Chiunque fosse gli aveva appena
dato uno schiaffo. Però, quella voce… era familiare…
– Ma sei scemo? Io non posso e non
voglio costringerti a fare nulla, ma tuo padre? Hai pensato a quello che ti
farà lui se ti rifiuti?
Harry si avvicinò, lentamente, alla porta. Cominciava ad
avere una vaga idea di quello di cui forse avrebbero potuto parlare, ma… non
voleva credere che fosse così.
– E se io decidessi di farlo, ma di
non seguire il tuo stupido piano?
– Ti farai ammazzare!
– No, mi farai ammazzare tu. Senti, io non
voglio complicazioni. Mi vogliono con loro? Benissimo. Potrei anche
farlo, ma non seguirò i tuoi stupidi piani.
– E a te andrebbe bene così? se ti chiedessero di ammazzare qualcuno, tu lo faresti?
Harry, dall’altra parte della porta, trattenne il respiro.
– Non potrei sottrarmi comunque,
no?
L’altro sospirò.
– Sei tu a decidere il tuo destino, Draco, sempre.
Ricordatelo: c’è sempre un’altra soluzione.
Harry finalmente capì a chi apparteneva la voce. Piton! Come diavolo aveva fatto a non accorgersene subito.
– Può darsi.
– Pensaci, Draco. non devi darmi
una risposta subito. Ma ti prego, pensaci. Non lasciare che gli altri decidano della tua vita…
– Come cerca di fare lei?
Harry sentì dei passi allontanarsi.
Tornò a sedere sul letto, e qualche istante dopo Draco tornò nella stanza.
– Bene, Potter. Vedo che ti sei svegliato…
Il moro annuì.
– Beh, che c’è ora?
– Io… nulla, è che…
Draco lo guardò più duramente.
– Hai origliato, Potter?
– NO! Cioè, forse ho sentito
qualcosa, ma io… non volevo sentire, te l’assicuro!
Draco sospirò, ed Harry ne approfittò
per provare a chiedergli qualcosa
– Senti, qualunque sia il problema, non so, se ti va di
parlarne…
Draco ghignò
– Che c’è, Potter, un attacco di
sentimentalismo acuto? No che non mi va di parlarne, e se anche ne avessi voglia non lo farei di certo con te.
Harry accusò il colpo, ma non disse nulla. Sapeva che Draco
non si fidava abbastanza di lui, anche se oramai si ritrovavano a discutere
abbastanza spesso di cose anche intime. Ma non si
erano mai confidati riguardo veri problemi, e soprattutto non così a “freddo”.
Magari dopo aver passato un po’ di tempo assieme il discorso più o meno
casualmente cadeva su questioni personali, ma Harry non pretendeva certo che
questo accadesse su richiesta, soprattutto con un
Malfoy incazzato e sul chivalà. Però,
per qualche strano motivo negli ultimi tempi quando Draco gli rispondeva così,
ci rimaneva sempre un po’ male.
– Hai ragione, scusami. Dimenticavo
che…
– Non dire qualcosa che potrebbe farmi incazzare
più di quanto io non sia già, Potter. Non vorrei
ritrovarmi a buttarti fuori a calci.
Lo interruppe Draco.
Harry non rispose nulla, allibito.
In genere in queste situazioni finivano sempre per litigare…
– Piuttosto… – continuò il biondo – sono
quasi le 9.00 … non so te, ma io non ho voglia di vedere i miei compagni…
Harry lo guardò senza capire
– La sera scorsa non è che tu ti
sia dato granché da fare, sai? Credo che dovremmo recuperare…
Harry comprese dove voleva arrivare, e così si alzò dal
letto per avvicinarglisi.
– No, che schifo! Ti sei appena alzato! Vatti a fare una
doccia. C’è un asciugamano pulito sullo sgabello, ed anche uno spazzolino.
Harry alzò un sopracciglio, perplesso.
– Ho sempre il materiale di scorta in caso di visite…
Ghignò il biondo.
Harry ci pensò su un attimo. Lui si era fermato per la prima
volta a dormire dal biondino, per cui…
– Quindi, quando mi dicevi che avevi da
fare, in realtà tu…
– Ehi, non crederai mica di avere l’esclusiva, vero?
– Ma…
Draco scosse la testa.
– Oppure, il puro ed innocente SanPotter era convinto che per lui avrei tenuto a freno i
miei istinti?
– Fai schifo!
Ringhiò il moro. Se prima era
preoccupato per lui, ora era incazzato nero.
– Dai, datti una calmata. Se ti può consolare, sei il primo a restare tre mesi con me…
– Quindi, l’altra storia è più
recente di…
– Storia? Quale storia? Credi davvero che abbia l’amante
fisso?
– Beh, io…
– Vado più o meno con chi mi capita, Potter! Ora fila in
bagno.
Il moro lo fece, pensieroso, più che altro per potersi
calmare un secondo e poter riflettere senza il biondo davanti. E quando ne uscì, era tutt’altro che ben disposto nei suoi
confronti.
– Oh, bene, ce l’abbiamo fatta.
Peccato, avevo voglia di fare qualcosa con te, ma ora non è
che mi vada più tanto…
Harry lo guardò duramente
– Bene, perché la cosa è reciproca.
Draco si avvicinò, perplesso
– Che c’è, non ti sarai offeso, eh
Potter?
Harry si allontanò.
– Sì. Contento? Mi fa schifo andare a letto con qualcuno che
si sbatte tutta la scuola mentre sta con me!
– E da quando saresti geloso, sentiamo!
Sbottò Draco, trascinandolo sul letto.
– Che c’è, vuoi essere l’unico?
Vuoi che ti dica che ti amo, che non posso vivere ne respirare senza di te? Che staremo assieme per sempre, o cazzate
simili?
Il biondo lo fece distendere, sedendosi sopra di lui a
cavalcioni.
– Beh, stai tranquillo che non accadrà mai. MAI, hai capito?
Harry era sconvolto. Draco tremava, e sembrava non avercela
solo con lui. per qualche motivo era nervoso, e
riversava su Harry i suoi problemi… senza contare che la discussione con il
moro lo aveva fatto incazzare ancora di più. Non si
era mai comportato così…
– Io non intendevo questo. Sei un cretino, Draco…
Gli rispose Harry senza mezzi termini.
– Ah sì? E che cosa intendevi,
allora?
Gli urlò Draco.
– Io… io non pretendo che tu stia solo con me. – mormorò il moro, distogliendo lo sguardo – anche se mi
farebbe piacere. È solo che… Mi ha dato fastidio saperlo, ecco tutto. Ed il
fatto che tu non gli dia alcuna importanza, e che di…
di noi non te ne importi nulla, ecco…
Draco si rilassò un po’ di più, e si chinò a baciarlo.
– Adesso sei tu il cretino, Potter…
Harry lo attirò più vicino a sé, e gli sussurrò in un
orecchio
– Sei strano ultimamente… che cosa ti sta succedendo?
– Niente – mormorò Draco, chinandosi sul collo di Harry, e
cominciando a baciarlo lentamente – niente…
Alla fine, erano andati a letto assieme lo stesso, anche se
Harry si era incazzato, e Draco era più nervoso del solito. Era strano.
Ed anche in quel momento, in cui erano entrambi
semplicemente distesi sul letto abbracciati, Harry poteva
sentire chiaramente il compagno tremare.
– Che cosa c’è, Draco?
Gli chiese debolmente.
– Nulla, te l’ho già detto.
– Non ci credo…
Draco sospirò.
– Potter?
– Mh
– Non è vero… anche se lo pensi, non è vero.
– Che cosa?
– Che non me ne frega niente della nostra
relazione.
Harry si sentì incredibilmente felice e sollevato, per
quella semplice affermazione.
– Davvero?
– Se te l’ho detto…
Harry si avvicinò ulteriormente e lo baciò di slancio.
– Non lo penso – disse poi, dopo
essersi staccato da Draco – l’ho detto perché al momento ero arrabbiato con te
e… e forse avevo paura che fosse così, ma è stato solo un attimo.
Draco annuì e lo baciò nuovamente
– E poi… non è che io mi stia
scopando esattamente tutta Hogwarts. Solo una
ragazzina ogni tanto, giusto per salvare le apparenze…
Harry alzò un sopracciglio.
– Non vai a letto con loro perché ti va ma perché… perché
hai paura che scoprano che sei gay?
Era incredulo.
– Più o meno… sì.
– Beh, sono contento.
– Come?
– Sono contento che le cose stiano così. Certo, non è che mi faccia piacere che vai con altre, ma se non
altro questo vuol dire che non mi mollerai tanto presto…
Draco ridacchiò.
– E questo chi te lo dice, Potter? Anche se non mi vedo con qualcuno in particolare, se mi
stufo di te ti pianto ugualmente! Sai che ci metto a trovarmi qualcun altro?
Harry gli fece la linguaccia, poi affondò il viso nel suo
collo, e Draco rabbrividì.
– Malfoy?
– Mh?
– Non ti sembra che le cose si stiano evolvendo tra di noi?
Draco tacque, ed Harry si diede dell’idiota. Malfoy non era
il tipo da legarsi a qualcuno, ed il moretto si chiese che cosa gli fosse
passato per la testa per farglielo notare.
– Può darsi…
Rispose alla fine, sospirando.
– Potter…
Iniziò.
– Si?
Draco sospirò di nuovo.
– No, niente. Niente.
Harry si scostò un po’ da lui.
– Che c’è?
Draco scosse la testa.
– Mi stai facendo preoccupare…
Disse serio il moretto.
– Non ce n’è bisogno. Non è niente, fidati.
Poi guardò l’orologio appeso alla parete.
– Uh, è tardissimo… forse è il caso
di alzarsi…
Harry annuì.
– Già. Dovrei tornare al mio dormitorio, Ron ed Hermione si saranno accorti della mia assenza… E probabilmente anche gli
altri grifondoro…
I due si alzarono e si rivestirono, in silenzio. Harry
continuava a pensare che ci fosse qualcosa di strano, nel compagno, ma non
poteva farci nulla, e lui di certo non glielo avrebbe detto.
Quando fu pronto, gli diede solo un bacio a fior di
labbra, poi si mise il mantello ed uscì.
– A stasera…
Gli bisbigliò il biondo, e lui annuì.
Già, a stasera. I due si erano già accordati, il pomeriggio
precedente, per vedersi alla torre di astronomia. In
quel periodo si vedevano così spesso che Harry spesso dimenticava che la loro
non era una vera e propria relazione fissa, e che
Draco non era il suo fidanzato, o cose simili, ma solo un amante. Allora,
perché aspettava con tanta ansia i loro incontri? Non era solo per il sesso.
Certo, c’era anche quello, eppure non era il motivo principale. Gli piaceva
guardare Draco negli occhi, sentire la sua voce, parlare con lui… stringersi
nel suo abbraccio… Ma non poteva essere amore, quello. Assolutamente. Anche se a volte gli pesava chiamarlo (ed essere chiamato)
ancora per cognome, e gli pesava non potergli parlare normalmente anche quando
avevano lezione, anche se gli prendeva una fitta di gelosia nel vederlo parlare
con qualcun altro, o se invidiava chi, come Blaise e Pansy potava stargli
sempre vicino… ed anche se, nonostante le rassicurazioni che aveva dato al
biondo, gli faceva un male cane sapere che andava anche con altre persone… No,
tutto questo non voleva dire nulla. Lui non era nel modo più assoluto
innamorato di Draco Malfoy. Non lo era.
Quando arrivò nella sala comune
Grifondoro, trovò Hermione tutta intenta a leggere un libro sulla liberazione
degli elfi domestici, e Ron che faceva degli esercizi di pozioni.
Non fece in tempo ad entrare che entrambi alzarono
la testa di scatto dalle loro occupazioni (ed Harry si accorse che l’amica
teneva il libro al contrario).
– Harry! – esclamò Ron – Dove sei stato?
Eravamo in pensiero, sai?
– Sai – continuò la moretta – ti abbiamo aspettato, ma poi
vedendo che non arrivavi siamo andati lo stesso… ed è
fantastico! Oh, Harry, sarai così contento…
– Anche se non è una cosa sicura. Ce l’ha detto Remus… è tornato qui
ieri sera, sai?
– Sì ci ha chiesto dov’eri, ma non gli abbiamo detto che non
ti trovavamo… visto che non è la prima volta che
sparisci a quell’ora, abbiamo pensato che tu abbia la ragazza, e non era il
caso di dirlo a Remus… anche se sono stata tentata di
farlo, così ti impari a non dirci niente…
– Allora gli abbiamo detto che dormivi, e che eri stanco
perché ti eri allenato per il quidditch fino a tardi…
E lui rivoleva aspettare, ma allora gli abbiamo detto di parlarne a noi che ti
avremmo raccontato tutto! Siamo andati nell’ufficio di Silente, e lui ci ha
spiegato ogni cosa… Ha detto di andare da lui quando tornavi!
Harry li guardò, perplesso.
– Non credo di aver capito molto bene… perché non vi
rilassate un attimo e me lo rispiegate con più calma? Che
cosa è successo?
Hermione lo guardò con le lacrime agli occhi
– Sirius. Non è morto. Quando è
caduto dietro il velo, lui è… è rimasto imprigionato, sì, ma non è morto. Ora
non sappiamo dove sia e in che condizioni, ma c’è una possibilità di riportarlo
tra noi…
Harry la guardò allibito.
– Lui… Lui non è morto?
Hermione scosse la testa, e lui corse ad abbracciarla.
– Oh, Dio, è… è magnifico.
Si scansò da lei e si voltò verso Ron.
– Quando l’avete saputo?
– Stamattina…
– Non ci posso credere… Ma perché… perché solo adesso? È chiuso lì dentro da un anno… starà bene? perché se sapevano che non era morto, lo hanno lasciato lì?
– Credo che questo dovresti
chiederlo a Silente…
Gli rispose l’amico.
Harry annuì.
– Ora vado da lui. e… e Remus? Sapete dov’è?
– No. Ma credo che sia ancora a scuola.
ci teneva a salutarti…
Harry annuì, e solo in quel momento si rese conto di stare
piangendo.
Draco era steso sul letto, con lo
sguardo perso nel vuoto, quando qualcuno bussò.
– Chi è?
– Sono io, Blay…
Il biondino si tirò su a sedere.
– Entra pure…
Blaise aprì la porta, e si guardò un po’ intorno.
– Abbiamo avuto ospiti, eh? – Non sono affari tuoi.
– Ehi, come siamo nervosetti… tipologia A
o B?
Draco ridacchiò.
– B
– Capisco. Beh, allora non era una copertura… Se non altro
ti sei divertito sul serio…
Draco scosse la testa.
– Sono fottuto, Blaise…
Il moro lo guardò perplesso.
– Che è successo?
– Mi sto accorgendo che… cazzo, non è più un gioco, con lui.
e non so come fare. Non posso andare oltre…
Blaise gli sorrise.
– Beh, secondo me è meraviglioso.
Era ora che ti innamorassi di qualcuno…
Draco abbassò lo sguardo.
– Non di lui, maledizione. Non posso… Senza contare che fra
pochi giorni sarò marchiato…
– E questo cosa c’entra? Scopate al
buio, e non lo vedrà mai.
– Io… sono proprio ridotto male. Il fatto è che non me la
sento di tenerglielo nascosto, ma so che non lo accetterà mai… e mi lascerà.
Blaise lo guardò sconvolto.
– Oh mio Dio… Dove hai lasciato il Draco Malfoy che conosco?
Tu che ti preoccupi di queste cose… deve essere davvero una cosa seria!
– In realtà non lo è… almeno, da come abbiamo iniziato, non doveva esserlo. Ma… si sta
evolvendo, se n’è accorto anche lui…
Blaise ridacchiò, guardandolo comprensivo. Era la prima
volta che Draco si scopriva con qualcuno… e, da quanto ne sapeva lui, erano
almeno un paio di mesi che usciva più spesso del solito, tornando ad orari
assurdi… e nessuna ragazza andava in giro a vantarsi di aver fatto l’amore con
lui, o di essere la sua fidanzata… giusto una ogni
tanto, ma sembrava davvero che andasse con loro meno spesso di prima. E questo
voleva dire che aveva una specie di relazione fissa, cosa di cui ora aveva praticamente avuto conferma.
– Posso sapere chi è?
– Avevamo deciso di non parlarne a nessuno…
– Non lo saprà mai, tranquillo.
– Oh, questo è certo. Gelerà l’inferno
prima che vi parliate…
Blaise alzò un sopracciglio.
– Sarà mica un grifondoro?
Draco trasalì.
– Non posso dirtelo, Blay, sul
serio…
– Va bene, non insisterò oltre… tanto lo sai che prima o poi dovrai dirmelo, vero?
– Non è detto…
Ghignò Draco.
Blaise si sedette accanto a lui, e con un’alzatina di spalle, disse solo
– Come vuoi. Per il marchio, invece? Cos’hai
intenzione di fare? Ho saputo che hai parlato con Piton stamattina…
– Non lo so. Piton è dell’idea che io debba
prenderlo, e schierarmi dalla parte di Silente, come spia… un po’ il suo ruolo,
insomma.
– Ma?
– MA, non sono sicuro di farcela.
Non me la sento, ecco tutto. A questo punto sarebbe meglio
diventare mangiamorte a tutti gli effetti, correrei meno rischi…
– Io credo che saresti al sicuro, con la protezione di
Silente…
– No. È un vero casino… Non potrei
parlarne a nessuno. Qui a scuola, se mi scoprissero, sarei considerato davvero
come un mangiamorte… Mentre se mi scoprissero loro, mi ucciderebbero… Senza
contare mio padre… Mia madre è contraria, dice che
sono troppo giovane… credo sia davvero preoccupata per me. Ma mio padre è così
orgoglioso che tu-sai-chi mi abbia scelto… Finalmente
è contento di me, per la prima volta nella mia vita… Se lo tradissi, mi
odierebbe.
– Così vuoi diventare un mangiamorte?
– No… non ho detto questo. Vorrei evitare tutto ciò, se
fosse possibile. Vorrei solo che “lui” non me lo avesse chiesto, tutto qui.
– Ma non si possono cambiare le
cose. e tu devi prendere una decisione, che ti piaccia
o no.
Draco ridacchiò.
–È la stessa cosa
che mi ha detto anche Piton… non posso credere che la pensiate allo stesso
modo, per una volta…
Blaise gli cinse le spalle con un braccio.
– Qualunque cosa deciderai, noi
saremo con te. Ma devi pensare a cosa vuoi tu, non
cosa si aspetta tuo padre da te… Ed a volte la via più semplice non è quella
giusta.
– Vuoi che faccia come mi ha detto Piton?
– Sì.
Draco scosse la testa.
Era indeciso… perché a lui? Perché?
Non poteva semplicemente rifiutarsi di prendere il marchio e far finta che
tutto ciò non fosse mai avvenuto? Se lo avesse accettato, che stesse dalla
parte di Silente o meno, gli avrebbero chiesto di compiere delle missioni, prima o poi… uccidere qualcuno… Ed Harry? Maledizione, non
avrebbe dovuto farsi condizionare da lui, però… Però lo avrebbe odiato, e lui
per qualche motivo non voleva questo. Non sarebbe
riuscito ad accettarlo.
Alzò lo sguardo, rivolto verso Blaise.
– Non so se accettare o meno. Ci
penserò.
***continua***
Note dell’autrice
Per qualche ragione a me ignota, nello scorso capitolo non mi andava a
capo decentemente. Avrete notato che non c’erano MAI paragrafi separati… il
capitolo non doveva essere visualizzato così ç__ç
spero di riuscire a risolvere il problema.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la mia
storia: mi ha fato moltissimo piacere!
Grazie a Selvy, lake
(hai ragione, forse Harry è un po’ deboluccio di carattere… credi che dovrei
mettere Ooc fra gli avvertimenti? Se Sirius tornerà o meno si scoprirà
nei prossimi capitoli… non ti preoccupare per la critica, comunque, mi ha fatto
piacere sapere cosa ne pensi; purtroppo il carattere di Harry non cambierà
molto durante il procedere della storia, però avrà altre occasioni per
dimostrare di avere un carattere forte), K (credo che tu abbia confuso le storie… e
abbia recensito quella sbagliata, come Tuta ^^ il ragazzo di Herm è nell’altra, e si scoprirà a brevissimo chi è. Forse
sbaglio io a pubblicarle assieme…), LCasssieP (mi spiace,
ma Sirius e Remus
appariranno parecchio più avanti… ovviamente se li ho messi come coppia è perché
saranno presenti come tale, ma non avranno la stessa importanza di Draco e di Harry…), Tuta (cos’hanno
che non va le prime 2 righe? Me non capisce… comunque
vero, questa non è stata scritta durante uno dei tanti miei periodi neri huhu né durante il peggiore… ma ero sotto esami di maturità,
e credo che anche lì lo stress non manchi…), zafirya,
Kira7
e twy (come ho detto anche a LCasssieP, Sirius e Remus arriveranno fra parecchio tempo. Certo, saranno
presenti come coppia, ma molto meno di Draco ed
Harry. Sono contenta che il rapporto fra questi ultimi due ti piaccia!)
Un bacione a tutti!
Si trovava davanti l’ufficio di Silente con Ron ed Hermione,
e nonostante fosse aperto, non trovava il coraggio di andare avanti. Gli
sembrava che i suoi piedi fossero diventati, all’improvviso, incredibilmente
pesanti.
Ma la voce del preside non tardò ad arrivare, per incitarlo
ad andare avanti.
– Avanti, Harry, entra. Cosa aspetti?
Harry annuì, nonostante fosse sicuro che il preside non
potesse vederlo, e fece come gli era stato suggerito.
Quando fu entrato, ebbe una bella sorpresa: Remus era ancora
lì.
– Ciao Harry…
Lo salutò cordialmente l’ex professore.
– Ciao, Remus… Come va? Ho saputo ora di Sirius, e…
Remus sorrise dolcemente, mentre il preside faceva cenno ai
tre grifondoro di sedersi.
– Vorresti delle spiegazioni?
Chiese cordialmente Remus.
– Sì… più o meno.
– Credo che i tuoi amici ti abbiano già raccontato del loro
incontro con me e Remus…
Harry annuì.
– Sì, ma credo di non aver ben capito alcuni passaggi della
loro spiegazione…
– Capisco. Beh, ricominciamo daccapo, sarà più semplice.
Harry annuì lentamente, ed il preside iniziò a raccontare.
– Vedi, dopo la scomparsa di Sirius, avevamo tutti creduto
che fosse morto, perfino io. Così, quando un auror scoprì per caso la vera
natura del velo, stentai a crederci. Non era il velo della morte, bensì un velo
che congiunge tra loro varie dimensioni spazio-temporali… Non so se conosci il
modo in cui funziona una giratempo, Harry.
– So cos’è, signore, ed il funzionamento tecnico, ma…
– Non sai in che modo operi la sua magia.
– No, signore.
– Una giratempo piega il tessuto del tempo che normalmente è
disteso, facendo sì che ad un attimo di adesso corrispondano infiniti attimi
del passato, ma volendo anche del futuro, e fa in modo che chi la indossi possa
attraversare un varco creato da essa proprio in questo tessuto. Beh, il velo
funziona in maniera simile:dietro di esso c’è un varco, che è un po’ un
incrocio tra quello creato da una giratempo ed il passaggio che viene creato da
una passaporta. Così, nel migliore dei casi, vieni catapultato in un tempo
diverso dal tuo, ossia nel passato o futuro… il problema è che può anche
avvenire che una persona venga catapultata in un altro pianeta, e questo
sarebbe molto più pericoloso. Perché in quasi nessun altro pianeta c’è la
presenza di ossigeno o di atmosfera… quindi se fosse capitato lì, sarebbe
spacciato. Anzi, sarebbe già morto. Oppure, potrebbe essersi perso nel varco… e
questo vuol dire da una parte che saremmo sicuri che sia ancora vivo, ma dall’altra,
vorrebbe anche dire che se non riusciamo a salvarlo, continuerà ad esistere
all’interno di esso in eterno, senza possibilità di liberarsi, a meno di non
trovare uno sbocco… ma a quel punto sarebbe molto più difficile…
Harry lo guardò spaesato.
– E… e come faremo a…
– Sapevo me l’avresti chiesto, Harry. Beh, in realtà è una
cosa piuttosto… azzardata. Non ci sono molti incantesimi che possiamo fare per
riportarlo tra di noi, e così avevamo pensato con… un incantesimo di appello.
Harry lo guardò scioccato.
– Un… un incantesimo di appello, signore? Si può usare per
richiamare anche le persone?
Silente sorrise.
– Non è un vero e proprio incantesimo di appello, in realtà.
Se fosse così semplice lo avremmo già fatto, non credi?
– Beh, in effetti…
– Il problema, Harry, è che abbiamo bisogno di qualcosa che
lo richiami. Nello specifico, il sangue di qualcuno che abbia un legame di
parentela con lui.
– Ma, allora…
– Già. Le uniche persone che potrebbero fornirci il sangue
necessario a compiere l’incantesimo sarebbero Bellatrix e Narcissa Black.
– Già. Come facciamo? Di certo non possiamo chiederglielo…
– Io e Remus ci stavamo pensando, Harry. In effetti ci
sarebbe un modo… Ma non è il caso di parlarne ora. Quando avremo stabilito
qualcosa di ben definito, te lo faremo sapere.
Harry capì che la conversazione era chiusa, così salutò
Silente e si alzò per andarsene.
Era felicissimo. Era difficile, certo, ma… avrebbe potuto
riabbracciare Sirius! E lui di certo non si sarebbe lasciato abbattere dalle difficoltà,
come sapeva non avrebbero fatto neppure i suoi amici, Remus o Silente.
Quando, quella sera, arrivò alla torre di astronomia, era
piuttosto di buonumore. La notizia di Sirius gli aveva decisamente migliorato
la giornata, anche se sapeva che non doveva contare troppo sulla possibilità di
un loro successo… nel caso, infatti, che il padrino fosse morto o che loro non
fossero riusciti a riportarlo indietro, avrebbe sofferto troppo.
Dovette attendere almeno mezz’ora, prima che Draco
arrivasse.
Guardandolo, non sembrava altrettanto di buonumore, come il
compagno, ma camminando verso Harry sembrò riacquistare, almeno in parte, il
sorriso
– Sei in ritardo!
Lo rimproverò il moro, senza tuttavia riuscire a trattenere
il sorriso.
– E tu non sei arrabbiato – constatò l’altro, avvicinandoglisi
per dargli un bacio sulle labbra. – come mai? È successo qualcosa?
– Sì. Non posso dirti niente, ma sono felice!
Draco lo guardò sospettoso.
– Avrai mica l’amante?
Harry ridacchiò, e scosse la testa.
– Non credo tu debba aver paura di questo. Fra il tempo che sto
con te, quello per gli allenamenti e quello di cui ho bisogno per studiare, non
credo avrei il tempo per fare altro…
Draco lo baciò sul collo, e lo strinse maggiormente a sé.
– Se è per questo sono tutte cose che faccio anch’io… non mi
sembra però che mi manchi il tempo…
Rispose ghignando.
Harry prese il volto dell’amante tra le mani e lo guardò
negli occhi
– È meglio che tu non me lo ricordi, se non vuoi che mi
passi il buon umore… potrei anche farti andare in bianco, stasera…
Draco non rispose, ma lo baciò con passione e lo spinse
contro il muro.
– Come vuoi…
Disse a bassa voce, prima di tornare a dedicarsi al collo
dell’amante. Harry reclinò la testa leggermente all’indietro, e cominciò a sbottonargli
la divisa.
Presto i due si ritrovarono sul pavimento senza nulla
addosso, l’uno contro l’altro.
E quando Draco prese Harry non ci volle molto perché i due
venissero, assieme.
Con ancora un po’ di fiatone, Draco si mise in piedi e con
un colpo di bacchetta diede una ripulita al pavimento, per poi vestirsi, cosa
che fece subito dopo anche Harry.
Quando furono entrambi sistemati, il moro gli sorrise un po’
tristemente.
– È ancora abbastanza presto… che ne dici di restare qui
ancora un po’?
– Va bene…
Rispose l’altro, attirandolo fra le sue braccia per un
bacio.
I due si sedettero, Draco appoggiato al muro ed Harry
accoccolato su di lui.
Il biondo sospirò.
– Potter?
– Sì?
– Domani… non credo che potremo vederci.
Harry si tirò un po’ più su.
– Oh, capisco. Come mai?
– Beh, non c’è una ragione precisa, solo che… credo non dovremmo
vederci per un po’.
Harry scosse la testa, incredulo.
– Che cosa vuoi dire? Mi stai mollando?
Draco distolse lo sguardo, per non incrociare gli occhi
feriti del compagno.
– Io… Io credo di sì.
– Perché?
– Perché sono stanco, d’accordo?!
– Non è vero.
Draco si scansò da Harry, e si alzò in piedi.
– Sì che lo è.
Harry si alzò a sua volta.
– Abbiamo appena scopato!
– E questo cosa c’entra?
– Non puoi essere stanco di qualcuno e poi volertelo
scopare! Tu non sei stanco di me! Me ne sarei accorto!
Draco cercò di indossare uno dei suoi ghigni migliori, ma
non ci riuscì granché.
– Potter, lo sapevi fin dall’inizio che era solo un gioco.
Lo sapevamo entrambi.
Già. Lo sapevano entrambi, ma entrambi sembravano averlo
dimenticato.
Harry cercò di trattenere le lacrime.
– Che cosa c’è di diverso rispetto a quando sei arrivato qui?
Mi sembravi felice di vedermi, no?
– Ero felice di farmi una scopata. Ora lasciami in pace,
cazzo! Se ti dico che sono stufo, vuol dire che…
Ma Harry non gli lasciò finire la frase, e cingendogli il
collo, lo baciò con passione.
Draco cercò di non ricambiare, ma davvero non ci riuscì. Era
proprio nei casini…
Lo spinse via da sé bruscamente, e lo guardò con gli occhi
serrati.
– Che cosa cerchi di dimostrare, Potter?
Ringhiò.
– Non riesci a resistermi!
Esclamò, con aria di trionfo.
Draco non disse nulla, semplicemente si voltò e fece per
andarsene.
Ma Harry lo bloccò per un braccio.
– Aspetta, Malfoy!
Draco si bloccò, senza voltarsi.
– Senti… non capisco perché tu voglia chiudere qui, ma io…
credo che rispetterò la tua decisione. Se non vuoi dirmi il perché va bene,
dopotutto non sono più affari miei. Non lo sono mai stati in effetti. Solo…
volevo che tu sapessi, che per me non è un gioco. Non più, oramai.
Draco rimase impassibile, anche se avrebbe voluto gridargli
che anche per lui non era più un passatempo, che lo amava, e che stare senza di
lui sarebbe stato davvero insopportabile.
Tutte quelle cose che la sera prima aveva detto che non gli
avrebbe mai sentito dire, volevano uscire con forza dalle sue labbra.
Ma non doveva.
Non poteva.
Si limitò a rispondere con un flebile
– Questo non cambia nulla
E ad uscire dalla stanza.
E dalla vita di Harry Potter.
a però che mi manchi il tempo...maggiormente a
sè.toso. - E nche se sapeva che nn QQwcccc
Note dell’autrice
Perdonatemi per questo.
Ringrazio moltissimo chi ha commentato – ed anche chi ha solo letto: Kira7 (grazie mille, sono contenta che ti
piaccia e che si percepiscano i caratteri dei personaggi ^^ le cose pian piano
si muoveranno sia per Sirius che per Draco ed Harry…) lake (già, povero piccolo… sì, è
pericoloso, però non è proprio TUTTA colpa di Severus…) the fly (ehm… non posso dirti nulla, sorry
^^’’’) LCasssieP(grazie),Lucy Light (grazie, mi fa piacere che tu la
legga anche se non ti piacciono le storie slash!) tuta (sei tu che sei cattiiivaaa… ecco, mi maltratti! E poi
già che ci sei invece di leggertela così, aspetta gli aggiornamenti, no? X-P ) Zafirya (grazie! Se accetterà o meno… si
saprà tra breve!)
– Sì. Mio padre mi ha mandato un gufo ieri, e la cerimonia
del marchio avverrà oggi…
Piton lo guardò, sconvolto.
– Oggi? E perché non mi hai detto nulla?
– Ero… ero troppo agitato e… non me l’aspettavo. Ieri mi
sono comportato davvero da stupido, in tutti i sensi.
Piton lo guardò non molto convinto.
– E che cosa hai intenzione di fare?
– Accetterò il marchio, ovviamente. Non posso sottrarmi…
Piton annuì.
– Capisco. E per la mia proposta? Cosa pensi di fare?
Draco sembrò pensarci un po’ su, per poi biascicare un non
troppo convinto.
– Accetto.
– Bene, bene – disse Piton soddisfatto – vado ad avvertire
Silente. Tu puoi tornare in camera.
– Ehm, c’è un problema…
Pigolò Draco.
– Sì?
– Mia… mia madre… lei verrà a prendermi a mezzogiorno. Fra io
preparativi ed il resto, la cerimonia avrà luogo alle 5.00 di oggi pomeriggio,
così domani potrò tornare a scuola, se tutto va bene.
– Mezzogiorno? Ma sono le 11.00 adesso!
– Appunto…
Piton alzò gli occhi al cielo.
– Problemi, sempre problemi…
Borbottò infastidito.
Draco tossicchiò un paio di volte, e provò timidamente a
parlare di nuovo.
– Posso fare una domanda?
– Sì?
– Beh, ecco… anche lei è un mangiamorte… io credevo che voi
sapeste tutto ciò che succede… insomma…
– Non sono stato avvertito perché hanno fatto le cose in
fretta. Evidentemente ci sono stati dei problemi, o non avrebbero velocizzato
il tutto a questo modo. Tantopiù che non solo la mia presenza non è
indispensabile, ma soprattutto non avrei comunque potuto allontanarmi da Hogwarts,
o sarebbe risultato sospetto.
– Già, è vero.
– Ora tornatene al tuo dormitorio a prepararti.
– Sì.
Draco era stremato, davvero.
Dopo aver lasciato Harry, la sera prima non aveva chiuso
occhio, senza contare il nervosismo da pre-marchio… quel marchio che lui non
voleva nel modo più assoluto, ma che si era ritrovato, in un modo o nell’altro,
costretto ad accettare. Si odiava per la sua debolezza. Avrebbe potuto dire di
no, avrebbe potuto restare con Harry e continuare la sua vita di semplice
studente, e invece no! Stava mandando tutto a puttane per il volere di suo
padre, per non correre troppi rischi… ma a quale prezzo? Dopotutto, non correva
anche in questo modo dei rischi? Non rischiava di perdere tutto ciò che aveva? E
se gli auror lo avessero scoperto? Che cosa avrebbe detto loro? Gli avrebbero
creduto, se gli avesse spiegato che non voleva, non voleva davvero, che gli era
stato imposto, che era una spia, che non era sul serio dalla parte di… insomma,
dalla sua parte? Se gli avesse spiegato che aiutava Silente? Il ministro odiava
Silente… Stare dalla parte del vecchiaccio non lo avrebbe aiutato granché. E Potter?
Cosa avrebbe pensato di lui? lo avrebbe odiato? Non che avesse più molta
importanza, ora, visto che non stavano più insieme, per colpa sua. Ma come
l’avrebbe presa? E se fosse diventato un auror…? Se fossero stati destinati a
scontrarsi faccia a faccia? Potter avrebbe trovato il coraggio di ucciderlo? O
lui, di fare altrettanto? E se il lord oscuro gli avesse chiesto di ucciderlo,
finché erano ancora a scuola? che cosa avrebbe fatto? E Pansy? Blaise lo
sapeva, e si preoccupava per lui, ma l’amica? Lei era sempre stata contraria,
ed aveva rifiutato di farsi marchiare. Certo, non era la stessa cosa, dato che
era stata una proposta del padre, e non del signore oscuro, ma… Lei ce l’aveva
fatta. Lui, lui no. Theo era stato contattato dal padre per lo stesso motivo,
ma aveva preso tempo. Per qualche motivo cercavano giovani reclute… e Draco era
stato l’unico coglione ad accettare, alla fine, a non trovare la forza di
ribellarsi. Si odiava, davvero.
Quando arrivò in camera, trovò Blaise ad aspettarlo.
– Allora? Novità?
– Lasciamo perdere
– Ehi, che hai? Sei uno straccio!
Draco gli sorrise tristemente, e si buttò sul letto, con lo
sguardo fisso verso il soffitto.
Blaise gli si sedette accanto, e lo guardò un po’
preoccupato.
– Ho notato che ieri hai ricevuto un gufo…
Draco annuì stancamente.
– Era mio padre. Oggi c’è la cerimonia.
– OGGI? Ma… ma come…? E tu?
– Io andrò, e mi farò marchiare.
– Ma sei scemo?
– Ho accettato la proposta di Piton…
– Sei lo stesso un kamikaze.
– Un kami-che?
– Lasciamo perdere… Ma perché hai accettato? Insomma, potevi
sempre…
– No che non potevo. Questa non è un’idea di mio padre, ma
un ordine preciso del signore oscuro.
– Certo che non può essere un’idea di tuo padre, visto che è
in prigione.
Draco scosse la testa.
– Era.
– Che vuoi dire?
– Ti ho detto che il gufo era il suo, o sbaglio? È evaso,
assieme ad altri mangiamorte. La notizia ancora non è trapelata, non credo che
ad Azkaban vogliano far sapere che dopo Black qualcun altro è riuscito a
tagliare la corda, però… è a casa, e presiederà la cerimonia. E credo che il
signore oscuro potrebbe rivalersi su di lui, o su mia madre, se non accetto…
questo, almeno, era ciò che si poteva leggere tra le righe del suo discorso…
Quando ha detto la prima volta che intendeva fare di me un mangiamorte.
Blaise rimase di sasso, e gli occhi per poco non gli
uscirono fuori dalle orbite.
– Vuol dire che hai parlato direttamente con lui?
Draco annuì.
– Sì. Ha voluto vedermi, prima dell’inizio della scuola. non
volevo preoccuparti, e così non ti ho detto nulla…
Blaise era senza parole, e spaventato per l’amico. Sapeva
quanto tutto questo avrebbe potuto essere pericoloso…
Ma si chiedeva per quale motivo il signore oscuro potesse
volere un ragazzo così giovane, che ancora non aveva terminato gli studi… Poi
ebbe un’illuminazione.
– E se ti chiedesse di uccidere Potter, finché sei qui?
Draco tremò leggermente, e strinse i pugni attorno alle
lenzuola.
Era proprio ciò che temeva maggiormente, anche se non aveva
avuto il coraggi odi porsi seriamente il problema.
E se gli avessero ordinato di uccidere sul serio Potter, che
cosa avrebbe fatto lui?
Era rimasto sconvolto dal rendersi conto che avrebbe
preferito morire, piuttosto che ammazzare Harry… Possibile fosse già a quel
punto, anche se si erano visti solo per tre mesi? Il pensiero del corpo di
Harry senza vita, però, lo faceva star male. L’idea di non sentire più la sua
voce, e di non vederlo più ridere, né piangere… solo il suo corpo freddo,
riverso a terra…
– È proprio quello che temo…
Disse flebilmente con appena un filo di voce.
Blaise annuì mestamente
– Deve essere dura anche solo l’idea di uccidere qualcuno…
Draco si alzò a sedere di fianco al compagno.
– Già. Blay… ti ricordi il ragazzo di cui abbiamo parlato
ieri?
– Sì.
– L’ho lasciato, ieri sera.
– Cos’hai fatto? Ma dico io, non ti basta essere costretto a
farti marchiare, ora anche questo! Ci tieni tanto a rendere la tua vita una
merda?
Non aveva urlato, ma il torno era alto ugualmente. Solo dopo
aver finito di parlare si rese conto delle lacrime che, silenziose, scendevano
lungo le guance del ragazzo seduto accanto a lui.
– Scusa, Draco… non volevo, io…
Ma Malfoy scosse la testa.
– No, Blay… È vero, hai ragione, ma… io non posso stare con
lui ed essere un mangiamorte. Non riuscirei più a guardarlo negli occhi,
capisci? E se davvero il signore oscuro mi chiedesse di… io…
Blaise lo abbracciò, cercando di calmare i continui
singhiozzi che lo scuotevano, impedendogli di parlare.
– Calmati, Draco… Avanti, non ti chiederà davvero di
uccidere qualcuno… ed anche se lo facesse, troveremo una scappatoia.
Draco annuì, e si scansò da Blaise.
Si asciugò gli occhi prima di parlare ancora.
– Blaise, io… non ti ho detto chi è…
– No, non l’hai fatto. Quindi?
– Potter…
– Credo di non aver capito bene…
Mormorò Blaise con appena un fil di voce.
– Harry… Harry Potter… Capisci ora perché ho dovuto rompere
con lui? Te lo immagini il salvatore del mondo con un mangiamorte?
Blaise scossa la testa, incredulo.
– Sei assurdo, Dray… con tanti ragazzi, in giro per Hogwarts…
Perché lui?
– Non si può scegliere chi amare.
Rispose semplicemente il biondo.
– E a te è toccato il più complicato.
– Già. All’inizio abbiamo iniziato sul serio, per gioco… se avessi
saputo che la cosa sarebbe andata oltre, forse non avrei mai iniziato con lui.
– Secondo me invece è un bene.
Draco non capiva.
– In che senso?
– Nel senso che forse lui potrebbe salvarti… stai
precipitando sempre più in basso, Draco, te ne rendi conto? E lui… beh, non credo
che ti lascerebbe affondare, se solo tu gli dessi la possibilità di salvarti.
– L’ho lasciato Blay… e ci è rimasto anche abbastanza male…
– Spiegagli la situazione!
Draco scosse la testa.
– No, Blay. Non voglio fargli correre altri rischi.
– Sei proprio cotto… lui lo sapeva, almeno?
– No. Era solo sesso, ufficialmente… ricordi?
Blaise scosse la testa.
– È inutile con te… totalmente inutile.
– Già. Ora è il caso che mi dia una sistemata. Fra un po’
mio padre sarà qui.
Blaise annuì.
– Sì, hai ragione. Ah, prima che mi scordi…
– Sì ?
– Ho litigato con Theo.
– Di nuovo?!
– Già. Così il professor Piton, stanco dei nostri continui
battibecchi… mi ha trasferito in camera tua.
Draco gli sorrise.
– Quindi mi sono liberato di quei due cretini?
– Apparentemente… Beh, era solo questo. Ora vai a prepararti
i bagagli!
– Sì.
Non passò molto, prima che Piton passasse a chiamarlo.
Lo informò dell’esito della discussione fra lui e Silente,
di come avrebbero informato l’attuale capo degli auror, per far sì che non rischiasse
di venir condannato, delle misure precauzionali che avrebbero preso per far sì
che a scuola nessuno si accorgesse del marchio, e così via.
Draco non sentiva realmente ciò che gli veniva detto, così
in fretta per non far attendere troppo Narcissa Malfoy, che sarebbe potuta
diventare sospettosa.
Pensava a come sarebbe cambiata la sua vita, e considerò
l’ipotesi di scappare in quel preciso momento. Non lo fece. Salì invece le
scale dei sotterranei a testa alta, mostrandosi tranquillo e sicuro di sé
stesso.
Rimase d’accordo con Piton che avrebbero parlato, una volta
che fosse tornato.
Passando davanti la sala grande, dove gli altri stavano
pranzando, intravide Harry.
Probabilmente anche il grifondoro lo notò, anche se distolse
subito lo sguardo. Ma in quei brevi istanti in cui i loro occhi si erano
incrociati, Draco lesse la sofferenza nei suoi occhi, e la preoccupazione.
Probabilmente si stava chiedendo perché non fosse lì, al tavolo dei serpeverde,
perché se ne stava andando. Chissà se aveva intuito qualcosa… Ma di sicuro
c’era stato male, era evidente.
“Perdonami, Harry…” pensò Draco fra sé e sé, senza notare
che, nei suoi pensieri, tendeva sempre più a chiamarlo per nome.
Blaise era già sceso, e forse stava ridendo e scherzando con
i loro compagni.
Chissà se aveva guardato Harry, se aveva cercato di capire
che cosa Draco ci trovasse in lui. Chissà se Pansy gli aveva chiesto che fine
avesse fatto Draco. Chissà.
Quando vide sua madre, lei gli sorrise, e lo invitò a salire in carrozza,
intanto che scambiava due parole con Piton.
Draco non riuscì a sentire che cosa si stessero dicendo, ed
in fondo, nemmeno gliene importava granché. Arrivato a quel punto, voleva solo
che tutto finisse al più presto.
Il cocchiere aveva saputo da Narcissa che Draco era stato
prelevato da scuola per poter partecipare al matrimonio di un suo lontano
cugino, e probabilmente, pensò Draco, suo padre aveva rifilato quella scusa a
tutti. Così l’uomo seduto alla guida della carrozza cominciò a parlare di quando
si era sposato, dei bei tempi andati e di quanto fosse bello essere giovani.
Draco di tanto in tanto annuiva e commentava con frasi del tipo “Ha proprio
ragione”, “È vero”, e “Lo credo anch’io”, ma non ascoltava ciò che gli veniva
detto. Non ascoltava realmente nessuno da ore. In mente aveva solo un paio di occhi
verdi, e le labbra morbide del suo ex-amante poggiate sulle sue. Voleva vedere
Harry, voleva parlare con lui…
Quando Draco salì in carrozza, trovò Lucius ad attenderlo,
nascosto da un incantesimo che impediva a chiunque fosse stato all’esterno
della carrozza di vederlo. Draco si sedette di fronte al padre, che con l’aria
soddisfatta, gli parlò di come sarebbe stata la cerimonia, e lo rassicurò
dicendogli che non doveva avere paura, che certo, all’inizio fa male, ma poi
passa subito. Gli ricordò che un Malfoy non prova dolore, e che era un grande
onore per lui essere stato scelto. Infine, lo abbracciò, lasciando il figlio di
sasso, e gli disse con affetto.
– Non devi preoccuparti, sa che sei giovane e inesperto. Non
ti darà incarichi troppo difficili… e ricordati sempre che io sono qui.
Draco annuì.
Aveva finalmente ottenuto l’approvazione e la fiducia del
padre, ma per qualche motivo non riusciva a sentirsi davvero felice.
NOTE DELL’AUTRICE
Spero di non avervi fatti aspettare troppo (ma in fondo, per i miei
standard, una settimana non è poi molto, no?). Cosa ne pensate di questo
capitolo? Un po’ credo di immaginarlo… non odiatemi ^^’’’ (almeno, non troppo)
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato: Tuta (ehi, io non sono cattiva! E poi TU hai scritto
recensisci presto invece di aggiorna presto ahahaha), ggmalfoy (vedremo…), LCasssieP (beh, in parte l’ho spiegato
nello scorso capitolo… in parte si vedrà più avanti ^^), aily (uhm… il fatto che tu la legga per la
seconda coppia un po’ mi preoccupa, perché si vedranno parecchio più avanti, e
per un bel pezzo sarà solo Harry-Draco – oh, ma non preoccuparti, arriveranno… vero,
Harry è un po’ remissivo, me l’hanno fatto notare in tanti ^^ . Per Sirius non
ti do anticipazioni, per i dialoghi, purtroppo è vero, spesso tendo a per
dermici XD credo che avverrà anche più avanti… non ti da troppo fastidio, vero?
Per la recensione del 3° capitolo, beh Harry… chiamarlo furbone è essere buoni.
Credo che nel libro della Bowling, a parte alcuni sprazzi di genio donatigli da
una fonte divina, sia fondamentalmente un idiota… è fesso poverino, che ci si
può fare…) Lake (cough cough… ehm…
non posso dirti nulla, però sì. A cosa si vedrà… hai ragione, avevano messo
completa, ora l’ho modificato. Grazie per avermelo fatto notare) ximeng (grazie mille, sono felice che ti
piaccia. Spero che continuerai a seguirla!)
Un bacione a tutti!
Vahly
Il viaggio, per Draco, fu più lungo di quanto non
avrebbe mai immaginato.
Narcissa, nonostante tentasse di
nasconderlo, era davvero preoccupata, mentre Lucius
sembrava felice e soddisfatto del figlio.
Draco, di tanto in tanto, guardava fuori dei finestrini per
cercare di distrarsi un po’, inutilmente.
Si chiese che cosa sua madre dovesse dire a Piton… Probabilmente riguardava lui, o la cerimonia. Non
c’era molto altro di cui potessero parlare…
Lucius chiese al figlio se stesse bene, perché sembrava un po’ strano… Draco, scuotendo
la testa, rispose di no, che andava tutto bene, che era solo stanchezza, e un
po’ di nervosismo anche. Ma nessun ripensamento.
L’uomo gli disse di star calmo, la cerimonia non avrebbe
avuto inizio subito, e lui avrebbe avuto tutto il
tempo di riposarsi.
Draco annuì.
– Bene.
Harry era decisamente depresso.
Da quando quella notte era tornato in stanza (e non era
riuscito a prendere sonno), non aveva praticamente
aperto bocca. Semplicemente, pensava. Spesso fissava un punto, nel vuoto, e
cominciava a riflettere.
Era oramai giunto alla conclusione
che quasi sicuramente il fatto che Drac…Malfoy l’avesse lasciato, non era colpa sua. Doveva esserci
qualcos’altro… Ne aveva avuto la conferma quando non
l’aveva visto scendere per il pranzo, ma aveva intravisto lui e Piton camminare in direzione dell’uscita. E quella chiacchierata che non avrebbe dovuto sentire… no,
il biondo serpeverde gli nascondeva qualcosa, e lui,
nonostante gli avesse promesso di rispettare la sua decisione e di lasciarlo in
pace, doveva parlargli.
Doveva sapere.
Ron ed Hermione erano piuttosto
preoccupati per lui, anche se non capivano il motivo della sua tristezza. Così,
dopo pranzo, prima delle lezioni pomeridiane, decisero di parlargli.
Non c’era nessuno nella sala comune, e così poterono
parlargli tranquillamente.
– Allora, Harry, che cos’è che ti preoccupa?
Chiese Hermione senza mezzi termini.
– Niente, non preoccupatevi…
Hermione assottigliò lo sguardo.
– È tutto oggi che non dici “a”. Non sono scema…
– Mai pensata una cosa del genere!
– Sei preoccupato per Sirius?
Chiese Ron, come
se fosse ovvio.
Già, Sirius…
Harry era talmente preso dal pensiero di essere stato lasciato da Draco, che
quasi si era scordato del padrino.
Si sentì profondamente in colpa per questo.
– Sì, un po’…
Mentì alla fine.
Non era in vena di parlargli della fine della sua quasi-relazione, e non era certo quello il momento di
spiegare loro che era gay, e stava con un serpeverde.
– Non devi preoccuparti, Harry…
Gli disse Hermione con tono rassicurante.
– Andrà tutto bene.
Aggiunse Ron.
Harry si sforzò di sorridere loro, perché erano già in
apprensione per tutta la questione di Sirius, e non
gli andava stessero in pensiero anche per lui.
– Sì, avete ragione – disse infine
il ragazzo – andrà tutto bene…
Le 4.00…
Draco era disteso sul suo letto, con gli occhi fissi sul
panorama che si intravedeva dalla finestra.
Semplicemente, attendeva.
Suo padre lo aveva lasciato solo da appena una ventina di
minuti, dopo averlo riempito di consigli ed avvertimenti. Cose del tipo “Quando
ti marchieranno ti brucerà tutto il braccio, ma cerca di sopportarlo senza
gridare”, o “Il rituale si effettuerà alla presenza
del signore oscuro… non parlare in sua presenza, se non ti interpella
personalmente…”. Idiozie, insomma.
Poi gli aveva spiegato per filo e per segno come avveniva il
rituale, ma quello preferiva non ricordarlo. Stava male al solo pensiero…
Inspirò profondamente, e si impose
di calmarsi.
Doveva arrivare calmo, tranquillo, e sicuro di sé. E
soprattutto doveva cercare di ricordare tutte le nozioni di occlumanzia che Piton gli aveva
pazientemente – anche se non troppo – insegnato… se “lui” avesse saputo di Potter, sarebbe stata la fine…
Si chiese che cosa stesse facendo Potter in quel momento, ma nello stesso momento in cui il
pensiero si affacciò nella sua mente, si costrinse a cacciarlo. Perché da quando aveva mollato quel cretino non pensava ad
altro che a lui? Era decisamente alla frutta. Eppure, aveva cose più importanti verso le quali rivolgere
la propria attenzione… A ricordarglielo, ci pensò un elfo domestico, che apparì nella sua stanza con un sonoro “pop”.
Draco scattò in piedi come una molla, e gli rivolse un
astioso.
– Che vuoi? Quante volte ti ho
detto di apparire dall’altra parte della porta e di bussare, prima di
entrare?
L’elfo si fece piccolo piccolo, e pigolò debolmente un
– PadronLucius
detto Blinky di chiamare padroncino Draco. Padroncino
Draco deve prepararsi, o fa tardi alla cerimonia. Manca solo un’ora, e padronLucius vuole che
padroncino Draco sta nella sala della cerimonia tra mezz’ora, così loro
preparano. Dice di mettere vestito adatto, Blinky ha portato, eccolo…
Disse tirando fuori da una scatola,
che Draco non aveva notato prima, una specie di tunica nera: l’abito dei mangiamorte.
Draco annuì.
– Va bene. Dì a mio padre che ora scendo.
Vai, Blinky…
L’elfo sparì con un altro “pop”, lasciando Draco
completamente solo.
Era giunto il momento…
Draco indossò l’abito che gli era stato appena consegnato, e
si diresse verso il salone dove avrebbe avuto luogo la cerimonia.
Si domandò, di sfuggita, per quale motivo il signore oscuro
si prendesse la briga di recarsi a casa loro, piuttosto che ordinargli di
andare cessò, alla casa dei Riddle, od in un luogo
per lui più comodo.
Chissà dove era stato marchiato il padre… Se se ne fosse ricordato, glielo
avrebbe chiesto.
Quando arrivò, trovò già un gran numero di mangiamorte radunati in cerchio. Non avrebbe saputo
riconoscerli, dato che erano tutti incappucciati. Solo, seppe immediatamente
dove si sarebbe trovato suo padre: c’era infatti un
posto vuoto dove Lucius avrebbe dovuto collocarsi,
perché l’uomo era davanti agli altri, ad attendere il figlio per condurlo
all’interno del cerchio.
– A momenti arriverà il lord oscuro.
Disse semplicemente, mentre faceva prendere posto al figlio
per poi riempire il vuoto che aveva lasciato, e coprirsi il volto con il
cappuccio.
Draco constatò presto che sua madre
non c’era, come aveva immaginato.
Sembrava davvero una cosa seria… lo era
si disse. Purtroppo.
Presto Voldemort si materializzò
al centro esatto del cerchio, di fronte a Draco, che sebbene all’interno si trovava quasi sul margine estremo, vicino agli altri mangiamorte. Subito tutti loro s’inchinarono, e Draco fece lo
stesso.
– Alzati, giovane Draco Malfoy!
Tuonò Voldemort.
Draco si mise in piedi, a testa china.
– Avvicinati, giovane futuro mio seguace…
Voldemort gli tese
la mano, e Draco, incerto, si avvicinò.
Porse il braccio sinistro a Voldemort,
che gli mise la mano destra sotto, e cominciò a parlare.
– Draco AslanLuciusMalfoy, vuoi tu diventare un mangiamorte?
Draco si sforzò di apparire il più sicuro e determinato
possibile, rispondendo.
– Sì. Lo voglio.
– Giuri tu di essere sempre leale alla nostra causa, di non
tradire mai i nostri ideali, di combattere fino all’estremo sacrificio e di essere pronto a qualunque difficoltà e sofferenza pur di
non abbandonare mai i nostri ideali?
– Lo giuro.
– Giuri tu di essere sempre fedele ed umilmente devoto a me,
Voldemort, tuo unico signore?
– Lo giuro.
– Sei certo di essere in grado i compiere il tuo dovere di mangiamorte sempre ed in ogni situazione ti sia richiesto?
– Lo sono.
– Sei in grado di mantenere il segreto di ciò che verrai a conoscenza, e di non svelare mai la tua identità di
mangiamorte?
– Lo sono.
– Accetti dunque il marchio nero, simbolo della nostra
lotta, mezzo per essere richiamato e riconosciuto all’interno della comunità
dei mangiamorte?
– Accetto.
Voldemort, con un ghigno sul volto
macabro e scabro, alzò il braccio del ragazzo e posò su di esso
la propria mano sinistra su di esso, per poi sollevarla appena un poco.
Un’intensa luce rossa scaturì da essa,
e Draco percepì un’intensa scossa elettrica su tutto l’avambraccio, seguito poi
da un dolore diverso, come di bruciato, ed il calore diffondersi esattamente
dalla zona colpita dalla luce.
Voldemort parlava, evocando vari
incantesimi che Draco non seppe riconoscere, né
ricordò in seguito.
Voleva solo che tutto finisse, ma il marchio ancora non
appariva, ed il fascio di luce, così come il dolore, si faceva sempre più
intenso.
Socchiuse un attimo gli occhi, nella speranza di riuscire a
pensare ad altro, a qualcosa di piacevole, ma in quel momento era davvero
impossibile.
Improvvisamente sentì un dolore più acuto, e la pelle tirata
verso il marchio, finalmente apparso.
Voldemort lasciò il braccio di
draco, per prendere la sua mano destra.
Fece un cenno con la testa, ed il mangiamorte alla sua sinistra gli porse un coltello,
forse d’argento, dal manico verde di smeraldo. Voldemort
lo prese, e senza alcun cenno di tentennamento incise il palmo della mano di
Draco, poi il proprio, un po’ meno profondamente.
– Come una famiglia, saremo legati dal sangue. Come miei
figli, voi mangiamorte rinascete da me e per me
rivivrete. E come un padre, voi mi difenderete e mi obbedirete, fino alla morte. Sei pronto a farti carico di ciò?
Draco annuì, debolmente.
– Sì, sono pronto.
Voldemort pose la propria mano su
quella del giovane, per poi fare la stessa cosa sul marchio.
– Sei ora un mangiamorte, e come
tale adempierai ad ogni obbligo necessario per farne
parte, ma avrai anche ogni privilegio che ne consegue. Vai, ora, e prendi posto
fra i tuoi compagni.
Alle sue spalle, i mangiamorte si
scansarono creando un posto per il ragazzo.
Draco si recò lì, sforzandosi di non badare al dolore al
braccio. Suo padre l’aveva avvertito sarebbe stato
intenso, ma lui non avrebbe mai immaginato fino a questo punto.
Si inchinò, come tutti gli altri,
finché Voldemort non parlò di nuovo.
– Alzatevi, o miei seguaci.
Tutti si alzarono contemporaneamente, tranne Draco, che a
causa della stanchezza sembrava essere più lento.
– Un nuovo membro è giunto tra voi. Accoglietelo come un fratello,
vegliate su di lui come un figlio, e sorvegliatelo, mostrandogli il buon
esempio che lo terrà sulla via della nostra causa. Siete disposti a far ciò?
– Sì. Lo siamo.
Risposero all’unisono.
Voldemort continuò, con
un’espressione soddisfatta.
– Bene. Draco AslanMalfoy, ti do il benvenuto tra i mangiamorte.
Ora, potete andare.
Ad una ad una le figure incappucciate svanirono, tutte
tranne due: LuciusMalfoy e
suo figlio Draco.
Voldemort era ancora lì, in piedi
dinnanzi a loro.
– Lucius…
Disse con un tono severo.
– Sì, mio signore?
Rispose l’uomo, inchinandosi.
– Non mi sembri troppo soddisfatto della situazione, o
sbaglio?
– Oh, no mio signore… devo essere solo un po’ in ansia per mio
figlio. È un onore che Voi lo abbiate scelto per
essere un vostro seguace…
Voldemort sorrise compiaciuto.
– Spero sia così. Ad ogni modo, non appena avrò un incarico
per te, Draco – continuò rivolgendosi al ragazzo – lo sentirai.
Finché sei adHogwarts non è
necessario che rispondi ad ogni mio segnale. Capirò che non puoi destare
sospetti, per cui in caso tu fossi impossibilitato,
puoi essere esonerato dal renderti presente. Voglio, ad ogni modo, che tu lo
comunichi a tuo padre, che mi riferirà il motivo della tua assenza. Tutto
chiaro?
– Sì, mio signore…
Disse Draco, chinando un po’ la testa.
– È tutto, per ora.
Con questo, si smaterializzò anche lui, e nella stanza rimasero solamente Draco e suo padre. Il ragazzo vide per la prima volta un’ombra di preoccupazione nello sguardo
del padre… Forse si era sbagliato. Forse non era poi così
soddisfatto della piega che aveva preso la vita del figlio…
Harry stava studiando, o almeno ci provava, quando entrò Hermione tutta
eccitata nella sala comune.
Lui e Ronalzarono
lo sguardo dalle loro pergamene, ed il rosso le chiese
– Com’è così allegra?
Lei sorrise felice ai due.
– Oh, non lo immaginerete mai! Vi ricordate del discorso su Sirius?
Harry balzò in piedi.
– Sì…
AncheRon
annuì.
– E vi ricordate tutto il problema
della necessità di avere del sangue di un suo parente?
Ron annuì di nuovo, mentre Harry
esclamò uno spazientito
– Certo! Vuoi arrivare al punto?
– Bene. c’è una novità! Ce l’abbiamo!!!
Harry la guardò, perplesso.
– Abbiamo che?
– Ma il sangue, no? Remus, Tonks e
Silente, assieme ad un paio di auror,
tenteranno l’incantesimo stasera stessa…
Harry si sentì incredibilmente felice ed eccitato, ed anche Ron, a giudicare dal suo sorriso che arrivava da un
orecchio all’altro.
Se tutto fosse andato bene,
presto avrebbero riabbracciato Sirius…
***continua***
NOTE DELL’AUTRICE
Ringrazio moltissimo tutti coloro che leggono e
commentano questa storia! lake(uhm…
mi spiace, ma temo che Zabini deluderà le tue
aspettative. Lucius è così, si sa, che vogliamo
farci…), zafirya
(povero Blaise, adesso si sente in colpa per non
averci pensato subito ^^ mi spiace ma, come hai visto in questo capitolo, anche
volendo non potrebbe far molto), ximeng (ehm… no, niente aiuto
da parte di Harry, sorry ^^’ spero che questo
capitolo ti piaccia lo stesso), aily (credo che sia una situazione che odiamo un po’
tutti, ed il povero Draco sta messo maluccio, poverino. Ed è tutta colpa mia…)
Un bacione a tutti,
Al prossimo capitolo!
Capitolo 6 *** Non sempre le cose vanno per il verso giusto ***
Cap
Cap. 06 – Non sempre le cose vanno per il verso giusto
Harry era al settimo cielo, tanto che per un momento era perfino riuscito a
scordarsi di Malfoy. Avrebbero tentato di riportare indietro Sirius… Era
fantastico!
Poi gli tornarono alla mente le parole di Hermione, e gli
venne un dubbio… così, chiese all’amica.
– Senti, Herm… Ma perché anche due auror?
– Oh, beh, ricordati che Sirius è considerato ancora un pericoloso
criminale… Anche se Caramell ha capito che “forse” non è lui il responsabile,
ci vorrà la sorveglianza, un processo e tutto il resto…
Rispose la ragazza mestamente.
Harry annuì. Era vero, Sirius era conosciuto da tutti come
l’assassino evaso da Azkaban. Non sarebbe stato facile per lui, ritornare ad
una vita normale.
Ma se non altro l’avrebbe avuta, una vita…
Dopotutto, dopo aver finito gli studi Hogwarts, era stato
quasi subito accusato di omicidio e rinchiuso ad Azkaban… e una volta evaso,
era stato costretto a starsene buono alla sede dell’ordine. Non era vita,
quella. Meritava di meglio, ed Harry non avrebbe permesso a nessuno di
sbatterlo di nuovo quell’orribile prigione.
Harry avrebbe voluto parlare con Silente, ma ovviamente non era
presente, come Remus.
Avevano però lasciato una lettera per i tre ragazzi dove spiegavano
a grandi linee la situazione, con la promessa di raccontargli tutto una volta
tornati.
Harry cercò di stare calmo, e di ripetersi che sarebbe
andato tutto bene… sarebbe andato tutto bene…
Draco era appena tornato nella sua stanza.
Il braccio gli faceva ancora male, ed un po’ anche il taglio
sulla mano.
Lucius aveva mandato Blinky a curargli il taglio, che ancora
sanguinava leggermente, ma aveva ordinato di “non toccare assolutamente il
marchio”. Si sarebbero infatti dovute aspettare delle ore prima che potesse
essere lavato e bendato, e così ora Draco doveva restare con la manica alzata,
stando attento a non farlo entrare a contatto con nulla.
Winky gli aveva suggerito di stendersi un po’ sul letto, ma
lui non ne aveva minimamente voglia. Non voleva fare il povero malaticcio, non
ora.
Era teso come una corda di violino… Il libro che aveva tra
le mani sembrava scritto in arabo, e non aveva assolutamente voglia di fare
nulla. Sentiva, in compenso, salirgli su dallo stomaco una nausea fortissima, e
rimpiangeva di non essersi tenuto più leggero a pranzo.
Stava sfogliando distrattamente una pagina contenente
un’illustrazione a colori, quando Narcissa fece il suo ingresso nella stanza.
– Buongiorno, madre…
Si sforzò di sorriderle Draco.
– Oh, Draco… allora, come stai? Deve essere stato doloroso…
– È tutto a posto, madre, non preoccuparti. Certo, mi fa un
po’ male il braccio, ma credo sia normale…
Narcissa si avvicinò, e gli accarezzò la parte superiore del
braccio.
– Passerà. Certo, ci vorrà un po’ di tempo… Mi ricordo che
tuo padre è rimasto con il braccio fasciato per giorni, e sussultava appena lo
sfioravano… Ma lui, al contrario di ciò che vorrebbe far credere, non è mai
stato granché resistente al dolore…
La donna ridacchiò, e Draco in qualche modo si sentì un po’
più sollevato. Gli faceva bene avere accanto qualcuno che conservava una
parvenza di buon umore…
– Senti, draco… Se vuoi, potremmo mandare un gufo ad Hogwarts,
ed avvertire che resti qua per un paio di giorni. Allora, che ne dici?
Il ragazzo ci pensò un attimo su.
Gli vennero subito in mente un paio di occhi verdi, e la
voce di Harry… avrebbe voluto parlargli, per quanto sembrasse assurdo, e magari
chiarire… Ma non gli andava di affrontarlo subito, non se la sentiva. Poi
c’erano Blaise e Pansy, ma con loro poteva parlare in qualunque momento… non si
preoccupava per le lezioni, avrebbe sicuramente recuperato.
– Magari solo domani.
Concluse alla fine.
– Va bene. Allora farò mandare subito un gufo.
– Sì. Grazie, madre.
La donna gli sorrise dolcemente.
– Di niente, Draco. Riposati ora, ne hai bisogno.
Draco annuì, anche se sapeva che non sarebbe riuscito a
riposarsi, né tantomeno a rilassarsi.
Non al momento, almeno.
La mattina dopo, Draco si svegliò un po’ più di buon umore. Il dolore, notò con
piacere, era notevolmente diminuito, e con esso anche gran parte della tensione
nervosa.
Quando scese a far colazione, però, trovò un Lucius ed una
Narcissa particolarmente giù di tono.
– Buongiorno!
Li salutò, cercando di apparire abbastanza sereno.
– Buongiorno…
Grugnì il padre.
Draco li guardò perplesso.
– Cos’è successo?
Lucius Malfoy lo guardò, cercando di trattenere la rabbia,
mentre la madre prese una rivista alla sua sinistra e con tono angosciato
mormorò.
– Guarda…
Draco prese la rivista e lesse il titolo a caratteri
cubitali:
MANGIAMORTE IN LIBERTÀ.
Malfoy, Goyle, Zabini, Nott e Avery fuggiti da Azkaban.
I noti mangiamorte, lo scorso venerdì notte di questo
mese, sono fuggiti dalla prigione di Azkaban in circostanze misteriose. La
fuga, di sui i custodi si sarebbero accorti solo la mattina seguente, non è il
primo caso di questo genere: già tre anni fa, infatti, l’assassino Sirius Black
è riuscito a fare altrettanto. Questo ulteriore caso mette in crisi la
convinzione della sicurezza della prigione. I cittadini si chiedono: potranno
ancora dormire sonni tranquilli? O il rischio di nuove fughe metterà a rischio
l’incolumità di tutti i cittadini?
° Gli auror sono già al lavoro, ma per la pericolosità
dimostrata dei mangiamorte, raccomandano cautela.
° L’intervista a Caramell, pag. 3
° L’intervista agli auror addetti alle indagini; pag. 5
° L’intervista al direttore del carcere, pag. 7
° Come e perché i mangiamorte possano essere fuggiti, di
Rita Skeeter, pag. 8
Draco posò la rivista, preoccupato.
– Ora saranno tutti all’erta…
Il padre annuì.
– Già. Ho contattato Avery e Goyle, troveremo un posto più
sicuro. Zabini e Nott hanno già lasciato le loro case…
Draco scosse la testa.
– Ma perché? No! Siamo pieni di stanze nascoste… puoi
restare qui! Non ti troveranno!
– Sì che lo faranno, invece. Devo andare, Draco… Mi spiace,
lasciarti subito dopo il tuo ingresso nei mangiamorte… so che è un momento
difficile…
Draco strinse i pugni, cercando di trattenere le lacrime.
Non potevano portargli via suo padre… non di nuovo…
– E dove vorresti andare?
– Non posso dirtelo, mi spiace.
Draco lo guardò sconvolto.
– Non ti fidi di me?
Chiese con un filo di voce.
– Oh, no, non è questo, ma se gli auror ti sottoponessero a veritaserum…
– Capisco…
Draco volse lo sguardo a Narcissa, che piangeva
silenziosamente.
Lucius le cinse le spalle con un braccio.
– Andrò via entro oggi pomeriggio. Sono contento di avervi
rivisto entrambi, anche se è stato per poco tempo.
Draco annuì.
– Anch’io sono contento di averti rivisto, padre.
I tre fecero colazione nel più totale silenzio, e la
tensione era tanto densa da essere quasi tangibile.
Draco salì in camera sua, per permettere ai genitori di
poter stare assieme in quelle ultime ore, e scese solo poco prima che il padre partisse,
per salutarlo.
Narcissa, dopo la sua partenza, si rinchiuse nelle sue
stanze. Probabilmente doveva aver pianto molto, perché quando ne uscì aveva gli
occhi arrossati e gonfi.
Draco cercò di starle vicino come poteva, ma si rendeva
conto di non poter far molto.
– Vuoi che resti qui anche domani, madre?
Chiese Draco preoccupato.
– Oh no, no Draco… Dopo quell’articolo, in particolare… non
voglio che si sospetti di te in alcun modo. Domani tornerai ad Hogwarts.
– Come vuoi, madre.
Mormorò Draco.
Fu il loro unico dialogo per quella giornata.
Harry non aveva visto la gazzetta del profeta.
Così, quando Ron gli fece vedere il titolone in cui veniva
detto della fuga dei mangiamorte, per poco gliela strappò di mano.
– Ehi! Calmati!
Si lamentò il rosso, ma Harry quasi non ci fece caso.
Hermione si avvicinò ad Harry, per sbirciare il giornale.
– Ah, è vero… Lavanda mi stava dicendo giusto poco fa che è
una coincidenza strana…
Harry la guardò perplesso.
– Che cosa?
– Beh, lei e Calì hanno visto il giornale, ‘stamattina…
Così, quando Padma che, non ditelo in giro, ha una cotta mostruosa per Malfoy,
si è lamentata del fatto che oggi era ancora assente… hanno giustamente
ricollegato le due cose. insomma, il padre scappa e lui torna a casa… strano,
no?
– Già.
Annuì Ron.
Harry li fissò sconvolto.
Cazzo, come aveva fatto a non pensarci prima… Il nervosismo
degli ultimi tempi… e poi la decisione di lasciarlo… non sapeva bene come, ma
doveva dipendere dal fatto che era tornato suo padre. O meglio, sperava che
fosse così.
– Io credo che voglia che diventi un mangiamorte o qualcosa
del genere…
Harry strinse più forte la pagina del giornale.
– No!
Disse deciso. I due amici lo guardarono perplessi, anche se
Hermione aveva uno sguardo strano, nonostante Harry non se ne fosse accorto.
– Cioè, non penso che potrebbe diventare un mangiamorte ora…
frequenta ancora la scuola, ed inoltre è troppo giovane… Qualcuno se ne
potrebbe accorgere. Silente se ne accorgerebbe di sicuro.
Aggiunse il moretto.
Anche lui, quella volta che lo aveva sentito parlare con
Piton, aveva temuto una cosa del genere, ma poi aveva subito accantonato
l’idea, accappando a sé stesso un sacco di giustificazioni assurde al
comportamento del suo ex-amante… e trovando un sacco di motivi per cui questo
non sarebbe potuto accadere…
– Può sempre lasciare la scuola.
Ribatté Hermione
– E poi non credo che Silente se ne accorgerebbe… come
potrebbe farlo? In genere non è che vada a controllare le braccia a tutti gli
allievi di Hogwarts…
Harry non ascoltava più quello che dicevano.
Potrebbe lasciare Hogwarts… era per quello che era andato
via, che non si potevano vedere? Non l’avrebbe più rivisto? L’idea lo opprimeva
in maniera indescrivibile… Anche se non stavano più assieme voleva rivederlo…
doveva farlo…
Erano più o meno le 6.00 del mattino, quando Draco mise nuovamente piede nella
sua stanza.
Si sedette sul letto, in attesa dell’inizio delle lezioni.
Avrebbe voluto parlare un po’ con Blaise, ma non se la sentiva di svegliare
l’amico… Passò una buona mezz’ora, prima che il moro aprisse gli occhi, come se
avesse percepito una presenza all’interno della stanza.
Stropicciandosi gli occhi, si sedette sul bordo del letto.
– Draco… quando sei…?
Chiese con la voce ancora impastata dal sonno.
– Una mezz’ora… scusa, non volevo svegliarti.
– Oh, non preoccuparti. Allora, com’è… com’è andata? Ti
hanno marchiato?
Draco annuì, mestamente, mentre si scopriva il braccio.
Blaise si avvicinò a lui.
– Mi spiace…
– Non deve. Era una cosa che andava fatta, prima o poi, e lo
sapevo. Almeno ora mi sono tolto il pensiero.
– E il sorriso. Guardati, come sei giù…
Draco tentò di sorridere, senza tuttavia riuscirci.
– È solo un po’ di angoscia momentanea… passerà. Non è solo
il marchio nero, ma anche i casini con mio padre…
Blaise lo guardò preoccupato.
– Perché, cos’è successo?
E Draco cominciò a raccontare.
Non erano ancora cominciate le lezioni, ma Harry era già in piedi.
Anche Ron si stava alzando, ed Hermione era giù in sala
comune ad aspettarli.
Il trio aveva infatti deciso di passare a vedere se fosse
tornato Silente, prima di andare a fare storia della magia. Tutti e tre, Harry
in particolare, volevano sapere che ne fosse stato di Sirius: sebbene
continuassero a farsi coraggio l’un l’altro, ed a pregare che fosse andato
tutto bene, avevano il più assoluto terrore che le cose non fossero andate per
il verso giusto. E che Sirius non sarebbe mai più tornato da loro…
Una volta pronti tutti e tre, si recarono all’ufficio di
Silente.
Il mago non c’era, ma in compenso trovarono la McGrannit ad
attenderli.
– Silente non c’è, ma sapeva che sareste passati… venite,
accomodatevi.
I tre ragazzi entrarono nell’ufficio del preside e si
sedettero.
– Allora, professoressa… cos’altro le ha detto Silente?
Sirius sta bene?
La strega scosse la testa.
– Mi spiace ragazzi. Non dovrei dirvelo così, ma… Non ce l’hanno
fatta.
Harry la fissò sconvolto.
– Co… come non ce l’hanno fatta? Sirius è ancora
intrappolato là dentro?
La McGrannit scosse la testa, ancora.
– A questo non posso rispondervi, ragazzi. Non so i dettagli
della missione. Mi spiace.
***continua***
Note dell’autrice
Vi chiedo scusa per questo capitolo ^^’’’ però orsù, non dobbiamo certo perdere
le speranze, no? Ok, sto zitta che è meglio… (con tono da Quattrocchi).
Ringrazio moltissimo tutti coloro che mi seguono. Credo che questa sia la fanfiction
che preferisco tra quelle che ho scritto, e sono contenta che ci sia qualcuno a
cui piaccia.
Ora passo a rispondervi: lake: ma nooo! Perché sposato XDXD
che schifo XD sono felice che il capitolo ti piaccia comunque ^^ the fly: non preoccuparti, fa
sempre piacere avere una nuova commentatrice! Per Sirius ci sarà da aspettare, temo
^^ ma non tutto è perduto… Draco ti ringrazia per l’incoraggiamento! Un bacio a
te! ximeng: eh già, alla fine l’ha
fatto. Spero di essere stata abbastanza veloce nell’aggiornamento e che anche
questo capitolo ti piaccia. Lucy Ligh: ma no, non scusarti, è
un piacere rivederti ^^ sì, il rituale l’ho inventato io, visto che mamma Rowling
non ci ha mai dato il piacere di assistervi (anche se sono davvero curiosa di
sapere come lo immagina lei)… grazie mille per i complimenti, mi fa piacere che
ti sia sembrato inquietante perché anche quello era l’effetto che volevo
ottenere. Spero di risentirti presto! aily: sono contenta che ti sia
piaciuto, anche se ti è sembrato troppo poco descrittivo (e io che avevo paura
invece di essermi dilungata troppo… ^^’’’’) Spero che la fine di questo
capitolo non ti abbia delusa troppo, visto che aspetti Sirius ^^ Un bacione
anche a te!
La notizia del fallimento aveva colpito Harry in pieno petto, come una pugnalata
al cuore. Avrebbe voluto per lo meno essere riuscito a piangere, ma non ci
riuscì, ed il nodo alla gola che gli si era formato non voleva saperne di
scendere e lasciarlo respirare.
Si sentiva uno stupido perché ci aveva sperato, ci aveva
sperato davvero. E forse ci aveva anche un po’ creduto.
Nonostante sapesse che non doveva farlo, perché rischiava
una delusione, ma non era riuscito a fare altrimenti.
E per un momento aveva perfino odiato Remus e Silente per
averlo fatto illudere… sapeva che era sbagliato, ma in quel momento proprio non
aveva la forza per ricacciare indietro quel sentimento, per quanto negativo e
ingiusto che fosse.
Si chiese se Sirius fosse morto, o se semplicemente si era
già perso nei meandri di uno spazio che non erano riusciti a raggiungere, che
non sarebbero mai riusciti a raggiungere. O se, invece, ci fosse anche la
benché minima possibilità di poterlo riportare indietro ugualmente, se quel
fallimento fosse dipeso solo da qualche fattore che non avesse a che fare con
il suo padrino, non direttamente. Forse doveva essere qualcun altro a pronunciare
l’incantesimo… qualcuno con più potere magico… ma, per quanto si sforzasse, non
riusciva proprio ad immaginare qualcuno che avesse più potere magico di
Silente.
Durante tutto il corso delle prime ore di lezione, lo sguardo di Harry fu vacuo
ed apatico.
Per fortuna il professore di Storia della Magia non aveva
mai realmente controllato se i suoi alunni stessero seguendo la lezione o meno,
e le successive ore di erbologia con i tassorosso il trio non combinò nulla, ma
la professoressa era troppo occupata da un disastro combinato da Paciock per
badare a loro. Trasfigurazione non fu un problema, perché la McGrannit capiva
il loro stato d’animo, e per una volta fece finta di non vedere gli errori
grossolani che combinavano – perfino Hermione sbagliò più volte il procedimento
per trasformare un corvo in un armadio, con il risultato che le due ante erano
costituite da due grosse ali nere che impedivano a chiunque di mettere dentro alcunché.
Durante il pomeriggio, le cose si preannunciavano perfino più strazianti.
Harry aveva intravisto Draco a pranzo, e sebbene il bionino
l’avesse ignorato, o almeno questo era sembrato al ragazzo sopravvissuto, quel
pomeriggio c’era pozioni con serpeverde, ed Harry non sapeva se avrebbe retto.
Il moretto voleva chiarire con lui, davvero, ma al momento
non voleva infliggersi altre sofferenze.
Non dopo Sirius.
Ed il solo vedere il biondo parlare tranquillamente con i
suoi amici gli causò una fitta lancinante al cuore. Come se un’altra ferita si
fosse appena aperta esattamente sopra di quella causatagli da quella della
mattinata appena trascorsa.
In realtà Draco non aveva assolutamente ignorato Harry.
Lo aveva guardato di sottecchi per tutto il tempo, cosa a
cui aveva decisamente giovato l’offerta di Blaise di scambiarsi di posto, in
modo che il biondino potesse trovarsi esattamente di fronte a Potter.
Così, si era accorto che c’era qualcosa che decisamente non
andava: Harry non solo era depresso, ed aveva osservato un silenzio quasi
religioso per tutta la durata del pranzo, ma sembrava che i suoi amichetti
fossero decisi ad assumere il suo stesso atteggiamento.
Per qualche ragione, gli faceva un male immenso il solo
vederlo così. E lo faceva soffrire ancora di più l’idea di non poter sapere che
cosa lo tormentasse, né di potergli essere di alcun aiuto.
Era impossibile che fosse per lui, di questo era certo.
Pensò al quidditch, ma era decisamente un motivo troppo
stupido per essere così giù di corda (soprattutto conoscendo SanPotter, così
sportivo da prendere ogni difficoltà come una sfida).
Dopo essersi crucciato per diversi minuti, rinunciò all’idea
di capire.
E, in parte, anche all’idea di prenderlo da parte e
chiedergli di rimettersi assieme (più che chiedere, la sua idea era più quella
di implorare perdono finché non lo avesse rivoluto con sé… decisamente poco
dignitoso, e poco Malfoy, ma conoscendo Har… Potter, di sicuro avrebbe avuto il
suo effetto) .
Non voleva affliggere Harry più di quanto non lo fosse già,
e sapeva bene che sarebbe stato difficile per il moretto affrontarlo, anche se
questo riguardava semplicemente ascoltare delle scuse.
Così aveva deciso di ignorarlo e lasciarlo perdere, almeno
per quel giorno.
Ma, quando lo vide entrare in classe pallido e sull’orlo
delle lacrime, davvero non resistette.
Harry non aveva quasi toccato cibo, e quando cominciò la lezione di pozioni,
non aveva per niente voglia di stare a sentire la voce gracchiante di Piton.
Ron ed Hermione gli avevano più volte chiesto se si sentiva
bene, o se per caso avesse bisogno di qualcosa, ma lui aveva gentilmente
risposto di no, che era tutto a posto. Sapeva che anche loro erano a terra, e
di certo non voleva intristirli più di quanto non fosse necessario.
Si sforzava di non guardare Malfoy e di non pensare ne a lui
né a Sirius, ma era un carico di emozioni troppo, troppo forte perché potesse
riuscire a sopportarlo.
Così cercò di concentrarsi sulla formula della pozione
rigeneratrice assegnatagli dal loro professore, anche se con scarsi risultati.
Fu forse per questo che non notò l’avvicinarsi di Malfoy in
un momento in cui Piton era girato.
– Ehi, tutto a posto Potter?
Gli chiese il biondino ironicamente.
Harry però sollevò subito lo sguardo, e nei suoi occhi lesse
la sfumatura di intensa preoccupazione che si era sforzato di celare nella
voce.
Però era ancora incazzato, e tanto, ed anche addolorato per
quello che era successo.
– Tutto a posto, grazie Malfoy.
Rispose con evidente amarezza.
– A guardarti non si direbbe…
Continuò Draco con voce ancora più strascicata.
– Senti, tu, brutto stronzo! Lascia stare Harry, non è il momento,
capito?
Gli andò contro Ron.
Il moro istintivamente si mise fra i due, e cercò di
calmarlo.
– Tranquillo, Ron, me la vedo io. Non è il caso che Piton abbia
una scusa per punirci entrambi…
Draco guardò il moro come se avesse appena avuto
un’epifania.
– Professor Piton?
Chiamò ad alta voce.
L’uomo si girò, e vedendolo tanto vicino a Potter si
accigliò un pochino.
– Sì, Malfoy?
– Potter è pallido, poverino… non credo sia il caso che resti
qui, con il rischio di svenire su un calderone. Crede che potrei accompagnarlo
in infermeria?
– D’accordo. Ma in fretta.
Rispose Piton sbrigativamente, per poi tornare ad occuparsi
del suo armadietto.
– Che cosa vuoi fare, Malfoy?
Gli chiese rabbiosamente Ron.
– Nulla. Non te lo ammazzo, tranquillo.
Harry non disse nulla, aveva lo sguardo scioccato.
Davvero Malfoy si preoccupava per lui? o forse doveva solo
dirgli qualcosa riguardo quei due giorni? Ma magari non era nulla di tutto ciò.
Non voleva litigare, non ora. Non ce la faceva… ma non ebbe
il tempo di rielaborare la miriade di dubbi e perplessità che si facevano
strada in lui.
Draco lo aveva infatti già afferrato per una manica, e lo
stava trascinando fuori dall’aula sotto lo sguardo basito di tutti.
Tranne che di quello di Hermione, sul cui volto, al
contrario, si andava formando uno strano sorriso…
Erano già in corridoio, ma nessuno di loro due aveva detto ancora nulla.
Draco aveva lasciato la manica di Harry per prenderlo per
mano, ed il moretto non aveva in alcun modo protestato. Non che volesse farlo, comunque.
Solo, dopo un po’ che camminavano, provò a dire piano.
– Senti, Malfoy, oggi proprio non ce la faccio a discutere…
Draco si voltò, e lo guardò più dolcemente, scuotendo la
testa.
Poi lasciò la sua mano, e gli accarezzò lentamente il
braccio.
– Che cosa ti è successo, Harry? Cos’è che ti fa star male?
Il moro fu profondamente colpito dalla tenerezza e dalla
sincerità con cui venne pronunciata quella frase, il che bastò da solo a farlo
sciogliere.
Non riuscì più a trattenersi, e scoppiò in lacrime.
Quasi non aveva notato che il biondo lo aveva chiamato per
nome, per la prima volta.
Draco si avvicinò un po’ di più a lui: voleva abbracciarlo,
ma non ci riuscì.
Fu Harry a gettargli letteralmente le braccia al collo, ed a
stringersi a lui, con le braccia che tremavano ed il corpo oramai scosso dai
singhiozzi.
– Ehi, calma…
Mormorò Draco accarezzandogli la schiena.
In realtà stava per cadere in preda al panico, ma non era
quello il momento. Per aiutare Harry doveva mostrarsi forte.
Si separò a forza dal moro, ma affiancandolo gli cinse la
vita con il braccio.
– Andiamo. Non possiamo parlare qui in corridoio, ti pare?
L’idea iniziale di Draco era quella di andare a rinchiudersi
in bagno, ma quando intravide un aula vuota, vi si gettò dentro.
Abbracciò forte Harry, come a volergli dire che lui era lì,
e gli chiese in apprensione
– Che cosa c’è?
Harry singhiozzò più forte.
– Io… tu… perché? Perché vuoi saperlo?
Draco gli accarezzò ancora la schiena, e stava per
rispondere, quando Harry si staccò bruscamente da lui.
– TU MI HAI LASCIATO. TU NON MI HAI MAI PARLATO DEI TUOI
PROBLEMI… E ALLORA, PERCHÉ? CHE COSA VUOI ORA?
Draco cercò di mantenere la calma.
Sapeva che sarebbero giunti a qual punto. Sapeva che Harry
non si era scordato, solo per un momento di debolezza, che non stavano più
assieme.
– Potter, io…
– NO, POTTER UN CAZZO! NON MI PUOI FAR QUESTO, NON PUOI
FARMI STAR MALE E SPARIRE PER DUE GIORNI, E POI QUANDO TORNI, COMPORTARTI COME
SE FOSSE TUTTO A POSTO… PERCHÈ NON È TUTTO A POSTO! NON TRA DI NOI!
Draco lo abbracciò di nuovo di slancio.
– Mi spiace, Harry… perdonami. Io… sono stato un coglione,
sul serio.
Prese un attimo fiato, prima di continuare, ed in quel breve
attimo percepì i muscoli di Harry sciogliersi un poco.
– Sì, lo sei stato…
Draco gli diede un bacio sulle labbra. Breve, ma Harry
rabbrividì a quel tocco.
– Ma ora quello che è successo tra di noi non ha importanza.
Che cosa ti è successo, Harry? Perché soffri?
Harry represse un altro singhiozzo.
– Io… io sono stato uno stupido. Dovrei smetterla di credere
a tutto quello che mi dicono… sapevo che non dovevo sperarci, lo sapevo cazzo…
ma… ci sono cascato lo stesso…
Draco si scostò un poco e lo guardò preoccupato.
– Che cosa vuoi dire? Non capisco…
– Si… Sirius. Credevo fosse morto… tutti noi lo credevamo. Ma
non è così. è vivo, e intrappolato nel velo. Poteva essere riportato indietro…
così ha detto Silente. E ci ha provato ma… ma…
Draco sciolse l’abbraccio, e lo condusse per mano verso un
banco impolverato.
Scostò la sedia lì di fronte, e vi si sedette sopra, per poi
far sedere Harry sulle sue gambe, in modo che potesse mettersi accoccolato con
il viso contro il suo petto.
– Non ci sono riusciti?
Chiese semplicemente.
– No.
Pigolò Harry.
Draco lo strinse. Percepì chiaramente il calore di Harry,
anche sotto la divisa.
– Non preoccuparti. Non devi. Era solo un tentativo… ne
faranno altri. E ci riusciranno.
Harry singhiozzò ancora.
– E…e se non ci riuscissero? Non voglio illudermi ancora,
solo per poi scoprire che Sirius è morto davvero…
– Non accadrà, vedrai. Se vi hanno parlato di questa cosa,
vuol dire che credono di farcela. Altrimenti non l’avrebbero mai fatto…
Harry annuì, e con la mano si asciugò le lacrime.
Draco si sentì un nodo allo stomaco al pensiero di aver
lasciato Harry da solo, in quello stato.
“Non accadrà più”, si disse.
Il moretto alzò la testa, e posò le sue labbra su quelle di
Draco per un bacio. Ne aveva bisogno. Ne avevano bisogno entrambi.
– Ora… ora è meglio tornare. Piton si starà chiedendo che
fine abbiamo fatto.
Harry annuì e si alzò. Ma non si mosse.
Quando si alzò anche Draco, e fece per andarsene, lo bloccò
per la divisa.
– Sei… Ecco, tu… Grazie.
Draco annuì.
– Ma non ti ci abituare, Potter.
Harry annuì, mentre Draco lo precedeva ed usciva. Ma non lo
seguì fuori dalla porta. Non voleva che lo vedesse piangere ancora. Era stato
così dolce con lui… forse c’era ancora una speranza di tornare assieme. Ma se
non lo avesse voluto?
Cadde a terra, e si diede dello stupido, per non essere
riuscito a trattenere, di nuovo, le lacrime.
Soprattutto in quel momento.
Draco si rese conto quasi subito che Harry non lo aveva
seguito, e si precipitò di nuovo nella stanza.
Quando vide Harry a terra che singhiozzava, si chinò
d’istinto su di lui, e lo abbracciò con forza.
Harry gli strinse le braccia al collo convulsamente, e gli
disse più forte di quanto avrebbe voluto.
– Sei un cretino, Draco. Perché mi hai lasciato?
Draco si sentì stringere il cuore.
– L’hai detto tu… sono un cretino… ma non volevo… non
voglio.
Harry lo guardò con occhi pieni di speranza, sebbene ancora
pieni di lacrime, gonfi ed arrossati.
Draco non trovò il coraggio di dire nulla, e lo baciò,
stavolta con più passione.
– Sono uno stupido… perché… Io ti amo Draco… ho bisogno di
te…
Draco si sforzò di non piangere a sua volta. A
quell’affermazione si sentì completamente sconvolto, e disarmato, e felice, e
tutto un misto di altre infinite sensazioni che non riusciva a descrivere. Ma
non riusciva a dirgli che provava lo stesso. Non poteva farlo prima che Harry
sapesse che cosa era successo in quei due giorni… perché aveva il diritto di
scegliere se restare al suo fianco comunque.
– Non ti lascerò solo.
Disse quasi in un soffio.
Harry gli sorrise.
– Vuoi tornare con me?
Non era una richiesta, ma una domanda.
Draco annuì.
– Dovresti avere un po’ più di orgoglio, sai? Se tu mi avessi
lasciato, io ti avrei fatto strisciare, prima di darti una possibilità…
Harry gli diede un bacio a stampo, felice.
– Non importa. Non ora. E poi, avrò tempo per fartela
pagare…
Il moro lo guardò ghignando, e Draco gli scompigliò un poco
i capelli.
– Non credo lo farai sul serio, se ti conosco…
Si baciarono, di nuovo. Fu un bacio intenso, ma lento e
quasi di anticipazione, perché ora sapevano che ce ne sarebbero stati altri, in
futuro. Potevano prendersi un po’ di tempo per riscoprirsi ancora, per
lasciarsi andare ad un po’ di intimità e tenerezza gratuite.
Draco lo strinse a sé, e mormorò.
– Però… prima di tutto dobbiamo parlare. Non voglio che tu
decida di stare con me senza sapere… delle cose.
Harry lo guardò perplesso.
– Credi di poter venire giù in camera mia, ‘stasera?
– E… Tiger e Goyle?
Draco scosse la testa.
– Non ci sono. Cambio di stanze… Zabini e Nott non facevano
altro che litigare, così Piton, stufo marcio, ha spostato lui da me e loro da Nott.
Non ci sono problemi con lui… tranquillo. Poi ti spiegherò.
Harry annuì con la testa.
– Va bene. verrò.
***continua***
Note dell’autrice
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito. Scusatemi se non vi
ringrazio uno per uno, ma sono appena tornata da un esame e stanotte ho dormito
solo 4 ore (e forse di meno) per studiare, per cui sono distrutta…
Un bacione a tutti!
Fu abbastanza semplice per Draco trovare una scusa da dare a Piton per il loro spaventoso ritardo, e sebbene il mago non
avesse proprio creduto a ciò che l’alunno gli aveva detto, evitò di ribattere e
proseguì la lezione.
Ron chiese prontamente ad Harry che cosa gli fosse successo, perché aveva gli occhi
un po’ gonfi, ma Hermione riuscì a sviare il discorso ed a costringerlo a
continuare la sua pozione, per poi lanciare uno sguardo ad Harry che al ragazzo
non piacque affatto.
Dopo la lezione il trio si recò in
biblioteca per finire un compito di trasfigurazione, ed Harry non vide Draco
fino a quella sera.
Notò che a cena sembrava abbastanza sereno, ed in effetti anche lui lo era. Dopo aver parlato con il
biondino Harry si era sentito piuttosto sollevato, ed aveva cominciato a
sperare che, dopotutto, ci fosse ancora una speranza.
Cominciò anche a pensare al comportamento di malfoy: era stato più dolce del solito, come non era mai
stato con lui. Ed Harry era riuscito a percepire
chiaramente la sua preoccupazione, ed il suo interesse per lui: prima di
allora, nonostante spesso avesse la sensazione che le cose non stessero proprio
così, credeva che al biondo non tenesse davvero a lui; che forse, dopo essere
stati assieme tante volte, non riusciva più ad odiarlo, ma nulla di più. Ora
però cominciava a sperare che ci fosse dell’altro: magari il biondo serpeverde si era davvero affezionato a lui.
Dopo cena, Harry non parlò molto con Ron ed Hermione,
e si defilò quasi subito.
Ronci era
rimasto un po’ male, ma poi si era convinto che Harry volesse stare un po’ da
solo, per superare la delusione riguardante la missione di salvataggio di Sirius, e così non si lamentò. Non troppo, per lo meno.
Harry, indossato il mantello dell’invisibilità, era sceso
nei sotterranei di serpeverde, e stava pensando ad un
modo per entrare. Lui e Draco non si erano accordati per un’ora precisa, e di
certo non poteva chiedere al primo serpeverde di
passaggio se gentilmente poteva andare dentro con lui.
Il moro stava ancora rimuginando quando vide un serpeverde moro, dalla carnagione un po’ scura, uscire fuori dal ritratto che sbarrava la strada.
Il ragazzo, che Harry riconobbe come Zabini,
si guardò un po’ intorno, poi ghignò.
– Ma guarda un po’ chi abbiamo qui…
Disse con un tono di voce strascicato che faceva quasi
concorrenza a quello di Malfoy.
“Chissà se è una prerogativa serpeverde”
si chiese, un po’ preoccupato nel notare che lo sguardo del ragazzo puntava
esattamente su di lui.
BlaiseZabini,
infatti, subito dopo si avvicinò e ghignando sfilò il mantello
dell’invisibilità da Harry, per poi guardarlo con una certa aria di
superiorità.
– Bene bene… Potter…
che cosa ci farà mai il salvatore del mondo magico qui giù, fra noi infide e spregevole serpi?
Harry entrò nel panico.
– I…io…
Balbettò.
Per fortuna in breve il passaggio si aprì nuovamente, e ne
uscì fuori un ragazzo biondo.
– Oh, bene, sei arrivato.
Disse con aria quasi casuale Draco.
Poi vide l’espressione malefica del suo migliore amico, e
quella terrorizzata del suo ora-quasi-di-nuovo-ragazzo.
– Oh, per l’amor del cielo, lascialo stare Blaise. Abbiamo già abbastanza problemi!
Esclamò un po’ infastidito, agitando le mani in aria.
– E tu, vieni con me!
Disse rivolto ad Harry, mentre
levava il mantello dell’invisibilità dalle mani di Blaise
e lo ributtava sulla testa del grifondoro, per poi
trascinarlo dentro.
Quando arrivarono nella stanza di Draco, Harry si
sedette sul letto, e buttò il mantello lì vicino.
– Che cosa sa Zabini?
Chiese vagamente perplesso.
– Nulla… più o meno.
– In che senso, “più o meno”?
Si accigliò Harry.
Draco sospirò.
– Forse gli ho detto qualcosina…
di… di noi.
Disse, biascicando velocemente le ultime parole tanto che risultarono
essere quasi incomprensibili.
Harry sbarrò gli occhi, profondamente stupito.
– Hai detto a Zabini
ti scopavi Harry Potter?
Draco rise.
– Potter! Da quando sei così
volgare?
– Sarà stata la tua cattiva influenza…
Buttò lì Harry.
– Allora, che cosa dovevi dirmi?
Chiese poi, con un tono di voce un po’ più serio.
Draco sospirò, e gli si sedette accanto.
– Nell’ultimo periodo, mi hai detto spesso che ti sembravo
strano.
Harry annuì.
– Sì, è vero.
– Bene. In effetti, avevi ragione. E
la cosa dipendeva fondamentalmente da due motivi.
– E cioè?
– Beh, il primo…
Arrossì.
Poteva dirgli che lo amava, dargli una speranza, e poi
rivelargli del marchio? No. Doveva prima essere sicuro che Harry lo volesse comunque, e che per lui non sarebbe stato troppo difficile. Perché se così fosse stato, sarebbe stato solo più doloroso
per il moro se avesse saputo che i suoi sentimenti erano pienamente ricambiati.
– Allora?
Chiese con un velo di preoccupazione Harry.
– No, lasciamo perdere. Ne parleremo dopo. Perché prima c’è un’altra cosa che devi sapere. Tu,
sicuramente avrai pensato al perché ti sembravo strano… cioè,
che cosa c’era a farmi stare così.
Harry annuì.
– Sì… avevi sbalzi d’umore in effetti… ed a volte eri molto
più… come dire… dolce, quando stavi con me.
Harry si sentì in imbarazzo, ed abbassò la testa.
Poi continuò.
– Come oggi pomeriggio. Avevo l’impressione che tenessi a me, anche se non volevi dirmelo, o che magari
semplicemente avessi bisogno di qualcuno a cui appoggiarti. Poi, diventavi
improvvisamente più nervoso… e la mia presenza ti dava fastidio. Spesso ho
pensato che volessi lasciarmi… in effetti, alla fine lo hai fatto.
Draco vide le mani di Harry tremare leggermente e stringersi
in un pugno.
Voleva lasciare che fosse il grifondoro
a finire di parlare, così attese.
– Però, non credo che questo dipendesse
da me. Piuttosto, ho avuto l’impressione che c’entrasse qualcosa tuo padre…
quando ho letto la notizia della sua fuga, io… io pensavo solo che…
– Credevi che l’avessi in qualche modo aiutato a fuggire?
Lo incalzò Draco.
Harry scosse la testa.
– No. Io… voglio che mi dica tu che cosa è successo, perché
ho troppa paura di avere ragione per dirti che cosa penso.
Draco socchiuse gli occhi.
Chissà se Harry aveva capito…
Si portò la mano destra sulla manica sinistra, e la scoprì
lentamente.
Harry sbarrò gli occhi, poi sussurrò.
– Perché?
Draco sorrise tristemente.
– Perché andava fatto. Non so se tu
potrai accettarlo, ma…
Il biondo non fece a tempo a finire la frase, che Harry fece
l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato.
Lo abbracciò di slancio, per poi posare le proprie labbra su
quelle del biondo. Draco socchiuse le labbra, leccandogli il labbro inferiore,
ed Harry rispose immediatamente. Si baciarono per
cinque minuti buoni, prima che Harry si staccasse.
– Perché?
Chiese, leggermente sconvolto, Draco.
Harry gli sorrise.
– Quando mi hai detto che non è
vero che non te ne frega niente, te lo ricordi? Io non sapevo bene se crederti o meno. Ma tu… mi hai lasciato per
questo, vero? Hai voluto lasciarmi prima di farlo… Tu ci
tieni a me, Draco.
Affermò sicuro.
Il biondo sospirò.
– Ti credevo più timido e insicuro… mi sconvolgi
sempre di più. Sai, è imbarazzante… Io pensavo che tu
non lo avresti accettato. Che mi avresti lasciato,
inorridito da quello che avevo fatto, non appena avresti saputo… così ti ho
lasciato prima che potessi farlo tu.
Harry sciolse l’abbraccio, poi guardò
Draco, intenerito dal rossore sulle sue guance.
– Sai che dopo questo non potrai
più fare lo stronzo con me e pretendere di essere
credibile, vero?
Draco ridacchiò.
– Non pretendo di essere credibile…
ma non crederai che solo per una sciocchezza del genere comincerò a trattarti
con i guanti di velluto, eh?!
– Devi ancora farti perdonare per avermi lasciato…
Draco lo guardò malizioso.
– Ho già in mente qualcosina, non
preoccuparti…
Harry si poggiò con la sua testa sulla spalla del biondo,
passandogli un braccio dietro la schiena.
– È bello poterti toccare di nuovo… non in quel senso,
ovviamente. Semplicemente, poter sentire ancora il tuo
calore…
– Sai che stai diventando piuttosto smielato, Potter?
Harry ghignò, come di solito Draco usava fare.
– Anche tu. Basta ripensare a ieri…
Draco lo guardò con sufficienza.
– Perché, cos’è che non ti è stato
bene?
– Nulla. Sei stato meraviglioso, e dolce. E
mi hai fatto stare meglio, Draco… Grazie.
– Prego…
Harry gli accarezzò il braccio sinistro, e percepì
chiaramente Draco fremere.
– Non credere che non mi interessi.
Mormorò, per poi dargli un lieve bacio sulle labbra.
Sospirò un attimo, prima di continuare a parlare.
– Avevo il terrore che si trattasse di questo, e… ecco, non
credo di sentirmi molto felice per ciò che è successo, ovviamente. Sono
dell’idea che avresti potuto trovare un altro modo,
una scappatoia, ma… se hai scelto così, hai le tue ragioni, e non deve essere
stato facile. Voglio solo che tu sappia che io ti resterò vicino comunque, se solo tu me lo permetterai. Non voglio crearti
più problemi di quelli che non hai già ora…
Draco si sentì stringere il cuore.
– Tu… davvero, credi di poterlo fare?
Harry annuì
– Sì. Quando ho capito di che si
trattava… è stata Hermione ad ipotizzarlo, e ci ho riflettuto sopra. Mi era
crollato il mondo addosso, però ho capito che la cosa
che mi avrebbe fatto stare più male non era stare con un mangiamorte,
ma sapere che tu soffrivi e non poter far nulla per aiutarti…
Draco ricacciò indietro le lacrime che si andavano
affacciando sui suoi occhi, e mormorò.
– Era quello che pensavo io quando ti ho visto stamattina…
Ed ho capito sul serio quanto avessi sbagliato a lasciarti…
Harry gli sorrise.
– È per questo che non ti farò
scenate, e non mi vedrai urlarti contro quanto sei stupido e quanto ti odio.
Oddio, forse che sei stupido lo penso, un po’, però… spero solo di non averti
deluso, – ridacchiò, – magari ti aspettavi che io ti
lanciassi contro qualche fattura e che ti prendessi a pugni… Ma ti amo, Draco,
sul serio. E so che questo è lontanissimo da ciò che
avevamo stabilito potessero essere i nostri rapporti, ma non posso farne a
meno…
Draco scoppiò a piangere.
Harry lo strinse forte a sé, accarezzandogli la schiena
lentamente.
– Grazie, Harry…
Mormorò il biondo, con la testa poggiata sulla sua spalla.
– Se qualche mese fa mi avessero
detto che avrei abbracciato Draco Malfoy in lacrime,
dopo aver visto il suo marchio nero, non ci avrei mai creduto…
– Harry…
Mormorò il biondo a bassa voce.
– Mh?
– Io…
Draco si ricompose, e si scostò da Harry, sedendosi accanto
a lui.
– Io… c’è un’altra cosa che devo dirti.
Arrossì.
– C’entra qualcosa il fatto che è tutto oggi che mi chiami
per nome?
Draco divenne di un bordeaux ancora più vivo.
– Io… non ci avevo nemmeno fatto caso…
Biascicò.
Poi posò la sua mano su quella del grifondoro.
– Volevo solo che tu lo sapessi. Non l’avevo previsto, e
quando me ne sono reso conto, questo sentimento mi è piombato letteralmente
addosso in una maniera tale che non mi è più stato
possibile ignorarlo.
Harry lo fissava rapito, il suo sguardo intenso con un velo
di gioia e di anticipazione.
Draco si prese un attimo di pausa, prima di dire
semplicemente:
– Ti amo, Harry.
***continua***
Note dell’autrice
Temo che questo draco sia leggermente Ooc,
ma cercate di capire, sta attraversando un brutto momento, poverino…
Ringrazio moltissimo tutti coloro che hanno commentato
lo scorso capitolo e quello precedente: Summers84 (già, povero Harry… colpa di quella bastarda
dell’autrice XD …)
lake(sì, sta bene, sta bene… Lucius povero l’ho
trattato maluccio, ma direi che se lo meritava. Delicato lui? Se ti sentisse… XD lo so che nella scorsa recensione stavi
scherzando, però Harry che sposa Voldemort mi fa impressione lo stesso ^^’’’)
Lucy Light (20 ore di filato no, ma il
materasso è stato il mio migliore amico per tutto il giorno seguente XD Sai che
in realtà non ci ho neppure fatto caso a come parlava Draco – alle differenze, cioè? – ma ora che me lo hai fatto
notare è vero, si nota proprio che è cotto perso ^^ Nuuu,
non puoi minacciarmi, se va male mica è colpa mia! Ok, sì che lo è, ma per il momento diciamo che puoi stare tranquilla. Per il momento XD
– per il capitolo 7, vero erano un po’ giù di morale…però le cose stanno andando meglio ora, no?)
thefly (lo so, devo far tornare Sirius
prima che posso… però ci sono dei tempi da rispettare… però tu non hai fiducia
in Potty, ammettilo! Perché deve prenderla male per
forza, cuccioletto mio… sono tutti e due talmente stressati
che se litigano pure per questo è la fine ^^ Per la morte di Siry… è vero, quella scena del film è molto triste, però
credo che non è neppure lontanamente paragonabile l libro… un bacio a te!),
tuta (tu sei una
traditrice che mi abbandona all’ultimo momento, ecco… altro che “ci vediamo
domani…” cattiva, pentiti delle tue azioni! – me
scherza, lo sai vero? XD – ah, tesoro… “spregevole”…)
aily(grazie mille, sono contenta ti sia piaciuto! Il mio esame è andato bene,
direi – me coccola il suo dolce 28 frutto di notti
insonni – …per Sirius, bisogna attendere ancora un
pochino, ma non tutto è perduto… e la “notte chiarificatrice” eccola qua. Che ti sembra?),
ximeng
(beh poverini non potevo tenerli lontani troppo a lungo, no? Ok, vero, ne sarei
stata capacissima, ma visto tutto quello che stanno passando… poveri cicci, mi sento quasi in colpa.
Quasi. Come ha reagito Harry l’hai scoperto in questo capitolo, spero non ti
abbia delusa!)
Zafirya (grazie ^^
sono contenta che ti sia piaciuto. Eravate un po’ tutte preoccupate
per la reazione di Potter, però non è stato così
terribile, no?)
Klaretta (grazie
mille! Per ora non posso stare molto su msn,ma appena riesco a collegarmi ti aggiungo ^^ spero che il
nuovo capitolo ti sia piaciuto, e che non si sia fatto attendere troppo!)
Harry aveva la testa poggiata sul torace di Draco, che
lentamente gli accarezzava i capelli.
Dopo la dichiarazione del biondino, infatti, i due non erano più riusciti a
discutere, troppo presi com’erano dall’esplorazione dell’anatomia umana.
L’avevano fatto lentamente, riscoprendosi a poco a poco, fino a raggiungere
un’unione completa che andava oltre il semplice bisogno fisico.
E forse era una cosa banale da dire, e da pensare, ma entrambi si rendevano conto di quanto tutto ciò fosse vero.
Si appartenevano, ed oramai questo legame era talmente forte da sfuggire
perfino al loro stesso controllo.
– Draco…
Mormorò Harry sistemandosi meglio sul corpo del biondino.
– Sì?
– Ti amo.
Il serpeverde sorrise, e lo baciò.
Harry non aveva risposto alla dichiarazione del biondo, limitandosi a baciarlo
appassionatamente; ed anche se Draco sapeva che Harry lo amava e quest’ultimo
glielo aveva detto giusto pochi minuti prima che lo
facesse lui, sentire la voce del moro pronunciare quelle parole con la
sicurezza di chi è ricambiato gli faceva uno strano effetto. Decisamente piacevole.
– Finalmente, Potter. Oramai non ci speravo più…
Scherzò il biondo.
Harry ridacchiò.
– E da quand’è che hai bisogno di rassicurazioni?
Chiese ironicamente, sollevando un po’ la testa per guardarlo negli occhi.
Il biondo sospirò.
– Ti prego, non farmi diventare più melenso di quello che sono stato oggi, ti
va?
Harry gli sorrise.
– A me piaci quando sei così. In realtà mi piaci in ogni modo.
Draco sollevò un sopracciglio.
– Allora non c’è bisogno che continui su questa linea, vero? Perché fra un po’
mi viene la nausea…
Harry sfilò il cuscino da sotto la testa del compagno e glielo spiaccicò sulla
faccia.
– Nessuno ti obbliga, sai?
Disse fintamente offeso.
Draco riemerse dal cuscino troppo velocemente, e questo fece sbilanciare Harry
che cadde dal letto.
– Ben ti sta. Così impari.
– Ragazzino…
Sbuffò Harry. Draco gli tese la mano, ma Harry con un ghigno
lo strattonò, facendolo cadere giù… proprio sopra di lui.
Il biondo stava per dire qualche cosa di acido, ma il
grifondoro lo bloccò.
– No, non dire nulla. Rovineresti questo momento.
Poi si sporse leggermente e lo baciò. Quando si staccarono, Draco lo guardò serio. Gli passò
una mano fra i capelli, e aprì la bocca per parlare… per poi richiuderla
subito.
Si alzò, in silenzio, mentre Harry lo fissava interrogativo, poi gli porse la
mano e lo aiutò ad alzarsi. Si risedettero entrambi sul letto, Draco con la
testa poggiata sullo schienale e le gambe distese, ed
Harry al suo fianco, con la testa poggiata sulla sua spalla.
– Volevi dirmi?
Chiese il moretto, tranquillo.
Draco sospirò.
– Harry… senti, lo so che non sono un tipo da sviolinature
o roba simile, ma… davvero, sono felice di stare con
te, e non voglio che tu stia male a causa mia. Hai già un sacco di problemi e –
passò un braccio attorno alla vita di Harry, per
stringerlo a sé – lo so che anche se mi hai detto che è tutto a posto, per
quanto ti riguarda, poi ti farai un sacco di paranoie. Vorrei dirti di non
farlo, ma so già che non ne puoi fare a meno, per cui…
beh, per lo meno, non sentirti in dovere di tenerti tutto dentro. Non devi fare
l’eroe a tutti i costi, e se c’è qualcosa, qualsiasi cosa che non va… sia che
mi riguardi, sia che no, io sono qui. Non voglio che ti faccia dei problemi a
parlarmi. Anche per quello che riguarda questo –
mostrò l’avambraccio sinistro al moro – o Sirius… o qualunque altra cosa. Mi
spiace se fino ad ora non ti ho mai parlato della mia
vita, ma non è molto facile per me. Non lo è mai stato. Però non voglio che
questo interferisca fra di noi… se anche vuoi sapere
qualcosa da me, qualunque cosa, non farti problemi. Chiedimelo, e cercherò di
darti una risposta. È chiaro?
Harry annuì, sorridendo.
Capì subito che l’ultima parte si riferiva a quel pomeriggio, quando Harry gli
aveva rinfacciato il fatto di non avergli parlato di ciò che gli accadeva.
Poi gli venne in mente una cosa, che il biondo serpeverde gli aveva detto
durante uno dei loro ultimi incontri prima di rompere con lui, e che non gli
era mai andata totalmente giù.
– Posso chiederti qualunque cosa?
Chiese guardandosi le unghie, con fare casuale.
– Certo.
Confermò il biondo.
– Bene. e che mi dici dei tuoi, per come dire… passatempi?
Domandò alzando un sopracciglio.
Il biondo si girò un po’ e lo fissò negli occhi, perplesso.
– Non capisco cosa…
Harry lo bloccò.
– “Non penserai mica di avere
l’esclusiva, Potter!” – lo imitò secco – se non sbaglio dicevi di sbatterti
praticamente ogni ragazza che ti passava davanti…
Draco cambiò colore.
Glielo aveva detto in un momento di rabbia, non credeva che il moro lo ricordasse,
o che gli avesse dato tanta importanza.
– Beh… – biascicò imbarazzato – …non che fosseproprio così…
Harry lo guardò cercando di restare serio.
Vedere Malfoy in imbarazzo lo divertiva troppo…
– Ah no? E com’è esattamente, allora?
– Forse ci sono state tre o quattro ragazze… tanto per copertura, sai… te l’ho
anche detto, se ti ricordi…
– Giusto… Allora, tanto per mettere le cose in chiaro… mi danno fastidio le tue
“coperture”, per cui non mi va che continui a vederle.
– Sennò?
Ghignò il biondo.
Harry lo guardò divertito, e gli salì sulle gambe.
– Oh… farai meglio a non saperlo…
– Che paura…
Lo prese in giro Draco, prima di attirarlo a sé per un bacio.
– Bene, vedrò che si può fare.
Continuò il biondo.
Harry si fece un po’ più serio.
– E… non c’entra niente ora. Il mio non è un
rimprovero, né niente del genere, ma… perché non ti sei rivolto a Silente? O a
qualcun altro che potesse aiutarti…
Malfoy lo guardò perplesso.
– Per che cosa?
– Il marchio…
– Oh. Ma l’ho fatto, sai?
– Davvero?
Chiese Harry stupito.
Non capiva… perché il preside non aveva fatto nulla per aiutarlo? Possibile che
non ne fosse in grado, o, peggio, non gli interessasse?
– Sì – continuò il biondo – Ci ho parlato all’inizio
dell’anno. A lui e a Piton. Era di questo che stavamo discutendo quella volta
che ci hai sentiti… Io non volevo prendere il marchio,
ma loro mi hanno consigliato di farlo. Hanno bisogno di spie, e diranno agli
auror come stanno le cose, così non rischierò di finire ad Azkaban.
Harry era allibito. Sospettava stessero discutendo di
qualcosa del genere, quel giorno, ma non pensava che Silente potesse fare una
cosa simile.
– Non è possibile! Vecchio stronzo… non gli è bastato quello che è accaduto a
Sirius? Perché…
Draco lo abbracciò. Harry stava tremando, ed era pericolosamente
sull’orlo di una crisi di pianto.
– Ehi, calma! Tranquillo, va tutto bene…
Harry scosse la testa forte, mentre si stringeva al
petto del suo ragazzo.
– No che non va tutto bene… come ha potuto farlo? Sei solo uno studente… non
può metterti in pericolo così… non è giusto… non può farmi perdere anche te…
Draco lo strinse più forte.
– Non mi perderai, Harry, tranquillo.
– Come fai a saperlo? Nemmeno Sirius credeva di essere ammazzato… o peggio,
imprigionato per sempre all’interno del velo… eppure è successo. E nemmeno i miei genitori, nemmeno Cedric…
loro…
Non continuò.
Non ce la faceva.
– Ehi, non eri tu quello che aveva detto non mi avrebbe fatto
scenate?
Harry tirò un po’ su col naso.
– Hai ragione, scusami…
Draco gli sorrise, e gli baciò la fronte.
– Starò attento. Te lo prometto.
– Sì.
Remus era disteso sul letto di una stanzetta di Hogwarts
che il preside gli aveva assegnato.
Era tornato da poco… e non poteva fare a meno di ripensare a quello che era successo durante le ultime ore.
A come aveva creduto di poter ritrovare Sirius, e come invece aveva fallito
miseramente nel suo intento…
Non era giusto. Quando finalmente si erano ritrovati,
dopo tanti anni, ed aveva creduto di poter stare assieme a lui, all’interno
dell’ordine, gli era stato portato via… di nuovo. Aveva provato a dimenticarlo,
ma proprio non ci riusciva. Era inutile. Sirius era una parte
di lui, lo era sempre stato… e non c’era verso di poterlo cancellare dal
suo cuore.
Sospirò, e si chiese come l’avesse presa Harry. All’inizio era stato l’ultimo
dei suoi pensieri, davvero. Però poi si era reso conto
del fatto che avevano illuso il ragazzo, e che ora sicuramente stava malissimo.
Non era giusto nemmeno per lui.
Chissà, forse li avrebbe anche odiati per questo… per fortuna era sempre stato un ragazzo forte. Ma
dopo tante perdite, non potevano sapere quando avrebbe ceduto…
Se solo ci fossero riusciti… Ma ci doveva essere un modo. Sì, doveva esserci.
Ripensò alle parole dell’auror che aveva provato ad avvicinarsi al velo assieme
a lui, mentre chiamavano Sirius.
Silente aveva appena recitato la formula dell’incantesimo, ed ora toccava a
loro. E lui… aveva percepito Sirius. Davvero. Era come
se lo stesse chiamando, e gli chiedesse aiuto… ma non ce l’avevano
fatta a riportarlo indietro.
“È per il sangue” aveva
detto l’uomo al suo fianco “è morto. Ha un debolissimo potere magico, ma
non è come se una persona viva lo invocasse… vede, quella donna è una sua
parente, ma è anche vero che non è qui presente. Sirius sente la presenza di
qualcosa a lui familiare, ed ode la sua voce… ma… non basta. Non riesce ad
orientarsi per trovare l’uscita. Finché non
convincerete la donna a chiamarlo, non troverà la strada. Ma
non tutti sono disposti a fare una cosa del genere… è molto rischioso, perché
si rischia di ottenere l’effetto contrario: la persona di qua potrebbe essere
risucchiata all’interno del velo, se non è abbastanza legata a questa terra. Perché questo legame funziona in ambedue i sensi, e non è
detto che sia chi sta dentro il più debole emotivamente. Noi contiamo sul fatto
che Sirius sia stanco, e triste per la solitudine… questo abbasserebbe
un po’ le sue difese, e lo spingerebbe a lasciarsi riportare qui. Ma se accadesse il contrario? Se l’uomo fosse ancora in
perfette condizioni mentali, non nel senso di non essere pazzo, ma se non
soffrisse di solitudine o depressione o altro… e la persona qui a chiamarlo
invece sì… allora sarebbe un bel problema. Senza
contare che chi lo chiama deve volerlo riportare
indietro. Non avrebbe senso costringere quella donna, chiunque ella sia, a farlo, se lei non vuole. Perché
non avrebbe alcun effetto.” È un bel problema, si disse Remus. Ma
sentiva, anche se non ne conosceva bene il motivo, che le cose si sarebbero in
qualche modo sistemate.
***continua***
Note dell’autrice
E finalmente appare per un pochino Remus con i suoi
pensieri. Certo, per poco, però però…
XD
Ancora 3 capitoli e poi il ritmo degli aggiornamenti
rallenterà un po’… spero che continuerete a seguirmi
ugualmente.
Ringrazio tutti coloro che leggono e mi commentano… un
bacione enorme!
La mattina dopo Harry, Ron ed Hermione furono mandati
a chiamare dal preside.
Harry si sentiva un po’ stanco ed assonnato, dato che aveva trascorso gran
parte della serata nella stanza del suo ragazzo.
Almeno fino a quando i due si ricordarono di Blaise, che stava era rimasto nella sala comune: Draco gli
aveva infatti chiesto se gentilmente poteva restare un po’ fuori per permettere
loro di chiarirsi, ma come il moro serpeverde
ricordò all’amico quando quest’ultimo lo andò a chiamare e lo trovò
addormentato su una poltroncina, non si era affatto parlato di tutta la
nottata.
Harry aveva quindi salutato Draco con un bacio e sotto il mantello
dell’invisibilità era tornato nella torre grifondoro,
mentre il compagno subiva il lunghissimo cazziatone di Blaise.
Gli era sembrata una cosa un filino bastarda, in
effetti, abbandonarlo proprio in quel momento. Ma si era messo a posto la
coscienza pensando che *forse* la sua presenza avrebbe
solo che peggiorato le cose.
Fatto sta che quando era rientrato nel suo dormitorio, erano
almeno le 3.30.
Minuto più, minuto meno.
Ringraziò il cielo che nessuno si fosse accorto del
suo enorme ritardo, ma la mattina seguente gli effetti del sonno mancato si
erano fatti sentire… Soprattutto considerato che Silente aveva voluto parlargli
prima delle lezioni, dato che Remus sarebbe dovuto ripartire nel pomeriggio per
tornare solo qualche giorno più tardi.
Il preside e il loro ex professore avevano spiegato loro i motivi dell’insuccesso,
riassumendo in breve le parole che l’auror con loro aveva detto a Remus.
Harry, nonostante la delusione per il fallimento, sentì riaccendersi la
speranza: il fatto che la non riuscita non dipendesse da Sirius,
ma da loro, gli faceva credere che ci doveva essere un modo per poter riuscire
a riportarlo indietro. Aveva ragione Draco…
Già, Draco.
Nel momento stesso in cui gli tornò in mente il biondino, gli salì su la rabbia
al pensiero di ciò che Silente lo aveva convinto a fare.
L’uomo si dovette accorgere dei suoi pensieri, perché a metà della spiegazione
chiese candidamente
– Cosa c’è, Harry? Qualcosa ti turba?
Remus si affrettò a dirgli sorridendo che sarebbe andato tutto bene, ma lo
sguardo di Silente gli fece intuire che sapesse
che non c’era solo quello.
A fine discussione, quando Ron ed Hermione
cominciarono ad alzarsi, Harry rimase seduto e con lo sguardo fisso sul suo
preside chiese atono.
– Posso parlarle un minuto di una cosa privata?
Silente annuì sorridendo, e fece cenno ai due ragazzi di avviarsi.
Questi ultimi gli lanciarono uno sguardo interrogativo, ma Harry gli mimò con
la bocca di non preoccuparsi, e che sarebbe arrivato subito. Quando la porta si fu richiusa alle loro spalle, Harry
guardò un attimo Remus, chiedendosi se fosse il caso di parlarne davanti a lui.
ma poi pensò che probabilmente già sapeva del marchio
di Draco, per cui aveva poca importanza che fosse lì.
Si rivolse dunque a Silente.
– Come ha potuto farlo?
Chiese freddamente Harry.
– Fare cosa, Harry?
Domandò l’uomo con un tono particolarmente amabile.
– HA DETTO A DRACO DI FARSI MARCHIARE!
Sbottò il bimbo sopravvissuto.
Silente cambiò espressione, sembrava sorpreso.
– Draco? C’è forse qualcosa che non so, a proposito dei tuoi rapporti con Malfoy?
Harry arrossì leggermente, e si rese conto che Remus lo guardava sorpreso.
– Come fai a saperlo?
Chiese stupito il licantropo.
– Me lo ha detto lui.
Rispose, ignorando volutamente la domanda del preside.
– Sto cercando di essere in rapporti più amichevoli, con lui.
Aggiunse, infine, in tono vago.
– Devi esserci riuscito, se ti ha detto una cosa tanto personale.
Disse poco dopo Remus, dolcemente.
Harry abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia, almeno fino a che non udì
nuovamente la voce di Silente rivolgerglisi.
– Vedi, Harry, capisco che la mia scelta in questo momento possa sembrarti
assurda, ma ti assicuro che ho vagliato molte possibilità, ed è, per Malfoy, la possibilità più sicura al momento.
– LA POSSIBILITÀ PIÙ SICURA? Ma si rende conto? È fra
i mangiamorte! E si trova in
una posizione difficilissima… vuole fargli fare la spia per suo conto? E se lo scoprono? E se invece
dovessero chiedergli di uccidere qualcuno, cosa farebbe? Se
obbedisse sarebbe braccato dagli auror, ma se
fallisse di proposito sarebbe punito da Voldemort, e forse anche da suo padre.
– C’è il professor Piton, a vegliare su di lui. farà sì che incarichi del genere non gli vengano MAI
assegnati… e, se dovesse accadere, riuscirà a far sì che Malfoy
ne esca illeso. Sicuramente ora hai un sacco di dubbi, ma non credi forse che
io mi sia posto già prima di prendere una simile scelta ognuna di quelle
domande? La mia non è stata una scelta affrettata, e di sicuro Malfoy lo sa. È per questo che ha
deciso di accettare il mio consiglio. Devi fidarti di me e di lui, Harry.
Il moro non era assolutamente convinto, ed avrebbe voluto
gridare a Silente che non era giusto, che così rischiava troppo… che non
l’aveva fatto per Draco, ma solo per avere una spia in più all’interno dei mangiamorte… Ma Silente intercettò i suoi pensieri. – Non credere che io sia così meschino e calcolatore da fare
solo i miei interessi. Se cominci a pensare a tutte le conseguenze
negative che avrebbe avuto un suo rifiuto al padre di
unirsi ai mangiamorte, capiresti che è meglio così.
Il preside non sembrò voler aggiungere altro, e Remus si avvicinò a lui quando
cominciò ad avviarsi alla porta.
– Ti va se ti accompagno? Mancano ancora venti minuti alle
lezioni, potremmo farci una chiacchierata.
Il moro annuì tristemente, sperando che non volesse parlare di Draco e della
loro “amicizia”.
Fortunatamente, il licantropo sembrò intuire l’imbarazzo di Harry e il fatto
che non aveva voglia di affrontare l’argomento, così deviò il discorso,
facendolo ricadere nuovamente su Sirius.
– Sai, Harry, nonostante tutte queste difficoltà, sono quasi certo che ci
riusciremo. Non so perché, ma fin da quando l’ho… ehm, l’abbiamo perso, ho sempre
avuto la sensazione che non fosse tutto finito… non so
se mi spiego.
Harry annuì.
– Sì, ho capito. E, ad ogni modo, non ho alcuna intenzione
di arrendermi così facilmente. Anche se fosse praticamente
impossibile, ora che so che c’è un modo per farlo ritornare con noi non mi
fermerò davanti alla prima difficoltà. Solo… beh, mi sono preoccupato quando ho
saputo che non ce l’avevate fatta.
Disse candidamente il grifondoro.
Remus gli sorrise tristemente.
– Deve essere stata dura per te. Immagino che ti sarai
sentito tradito, vero? Ti avevamo detto che l’avremmo riportato
indietro, e quando siamo tornati lui non c’era… è
stata dura per tutti. Non so quando riproveremo, dobbiamo trovare una fonte
abbastanza forte da richiamarlo.
Harry ebbe un’illuminazione.
– E io? Insomma, non abbiamo legami di sangue… ma lui
è pur sempre il mio padrino! Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
Remus sospirò, e scosse la testa.
– Mi spiace Harry, ma non è la stessa cosa che essere un parente. Insomma, il
vostro legame può essere d’aiuto, certo… ti porteremo con noi
la prossima volta, potrebbe aiutarci la tua presenza. Ma
il vero legame tra il nostro mondo e quello oltre il velo deve essere
tramite una persona che abbia un legame di sangue con lui, non c’è verso. È inutile cercare di aggirare l’ostacolo… dobbiamo
affrontarlo. Dovessi trascinarmi Bellatrix
Black in persona, scalciante e urlante.
Harry ridacchiò, e Remus si sentì un po’ più sollevato.
– Bene, ora sarà meglio che vada. Ed anche tu, Harry…
le tue lezioni stanno per iniziare.
Harry annuì, e si allontanò.
Non appena raggiunse l’aula, fu intercettato da Ron
ed Hermione.
– Tutto bene?
Chiese l’amico.
Harry annuì.
– Volevo chiedergli se non potevo andare bene io. Sirius è il mio padrino, dopotutto.
Disse semplicemente.
Non voleva mentirgli, ma sarebbe stato troppo
complicato parlar loro di Draco.
– E cos’hanno detto? Chiese Hermione, poco convinta.
– Non va bene. Non abbiamo vincoli di sangue. Lo sapevo, in fondo. Madovevo tentare.
– Già. È un peccato, però, perché se fossi andato bene tu, avremmo
risolto il problema. ConstatòRon, con un tono di
voce vagamente deluso. Quando Harry aveva detto loro che cosa aveva chiesto
al preside, per un po’ ci aveva quasi sperato.
– Era ovvio che non sarebbe andato bene – ribatté Hermione, decisa – o
ci avrebbe già pensato Silente. Non è
uno sprovveduto, di certo avrà vagliato ogni possibilità.
Già, ogni possibilità.
Al solo sentire quella frase ad Harry vennero i nervi.
Ogni possibilità… per lui, però. Maledizione, aveva gettato Draco in pasto ai mangiamorte… come aveva potuto farlo?! Ed
ora Harry non solo doveva preoccuparsi per Sirius, ma
anche per il suo ragazzo. Perché le cose dovevano
sempre complicarsi? Sempre! E Silente, secondo lui si
divertiva un mondo a manovrarli tutti come burattini.
“Sei ingiusto” lo rimproverò una parte di lui “lui
agisce solo per il vostro bene!”
Ma Harry non l’ascoltò. Era più facile essere arrabbiati, che
comprensivi, almeno al momento.
Le lezioni erano appena terminate.
I grifondoro avevano avuto solo lezioni singole, a
parte erbologia con i tassorosso,
e ad Harry mancava Draco.
Voleva vederlo.
Disse ai due amici di precederlo in sala comune, e che lui sarebbe arrivato più
tardi. Hermione si accigliò leggermente, ma non fece storie, e si allontanò
seguita da Ron, mentre Harry tirava fuori la mappa
del malandrino e controllava dove si trovava il biondino.
“Alla gufiera… ed è da solo. Perfetto.”
Si diresse lì il più in fretta possibile, e quando arrivò aveva praticamente il fiatone.
Draco, sentendo qualcuno arrivargli alle spalle, si voltò di scatto. Quando si rese conto di chi fosse, l’espressione sorpresa si
trasformò in un ghigno.
– Ma guarda guarda… che mai
ci farà Potter qui?
Harry sorrise, e gli si avvicinò.
– Cretino.
Disse semplicemente, prima di sporgersi per baciarlo. Draco ricambiò
calorosamente, e quando si staccarono il biondo aveva ancora gli occhi
socchiusi.
– Dove hai lasciato sottuttoio
e lenticchia?
Chiese Draco.
– Non chiamarli così, te l’ho già detto, mi sembra.
Lo rimbeccò Harry, ma il suo tono di voce non era di rimprovero.
– Il fatto di stare con te non mi obbliga automaticamente ad essere carino e
gentile con tutti i tuoi amici.
– Ma il fatto di essere perdutamente innamorato di me
dovrebbe spingerti a rispettare, perlomeno, le persone che mi stanno accanto.
Draco si scostò da lui.
– EHI! Io non ho MAI detto una cosa del genere.
Harry sogghignò.
– Oh, sì che lo hai fatto…
Poi lo baciò di nuovo, e non appena si separò dalle labbra del biondo, gli
cinse la vita con le braccia e lo strinse a sé, poggiandogli ta testa sulla spalla.
– Ti sei chiesto perché sono qui?
Chiese Draco ironico.
Harry mugolò in risposta. Quando il biondo intuì che il suo ragazzo non aveva
intenzione di aggiungere nient’altro, continuò.
– Questa è una gufiera… ci sono i gufi. Ed i gufi servono a spedire la lettera. E
se non ti scolli, non posso spedire la mia.
Harry lo strinse più forte.
– Puoi farlo dopo…
Disse piano.
Draco sospirò.
– Come mai così appiccicoso, oggi?
– ‘Fanculo, stronzo.
Mormorò il moro, separandosi da lui. Draco lo guardò perplesso, mentre Harry si
avvicinava alla porta. Legò la sua pergamena alla zampina del gufo, e mormorò:
– MalfoyManor.
Poi si avvicinò ad Harry, che gli stava di spalle, a
braccia incrociate.
– Tutto ok?
Chiese leggermente preoccupato.
– Tanto non te ne frega niente. Hai spedito la tua letterina, no? Allora ciao.
Draco lo abbracciò da dietro, e gli diede un bacio sul collo.
– Non sei davvero arrabbiato con me, o non saresti rimasto
qui. – Sì che lo sono. Volevo solo stare un po’ con te, ma
evidentemente la cosa non è reciproca.
– Dai, sai che non è così.
Harry si voltò, senza sciogliere l’abbraccio. Guardò Draco negli occhi, poi abbassò nuovamente lo
sguardo.
– È stata una giornata di merda.
Draco lo strinse maggiormente con un braccio, mentre portò l’altra mano sul
viso di Harry. Gli accarezzò una guancia con il pollice, poi con l’indice gli
sollevò appena il mento, e notò che i suoi occhi erano lucidi.
– Allora, vuoi dirmi che ti è successo?
– A chi era indirizzata la lettera?
Chiese Harry di rimando.
– E se mi avvalessi della facoltà di non rispondere?
– Fa come ti pare.
Draco sorrise appena.
Harry era imbronciato, ma non sembrava avercela davvero con lui. Almeno, così
sperava. Diede un bacio sulla fronte del moro, poi sussurrò.
– Per mio padre.
– È qualcosa di pericoloso?
Domandò Harry preoccupato.
Draco scosse la testa.
– No. Solo una riunione fra amici. Mi ha chiesto di partecipare.
– E tu?
– Non credo di poter lasciare la scuola. E poi c’è
Potter che mi tiene d’occhio… come faremo se dicesse a Silente dei suoi
sospetti su di me?
Ridacchiò.
Harry si rabbuiò di nuovo.
– Ehi, allora? Cos’è quello sguardo triste?
Il moro si sforzò di sorridere.
– Sai che fai quasi impressione? Fa strano vederti così gentile…
– Vuoi che torni lo stronzo di prima?
– Non eri poi così tanto stronzo. Non ci riuscivi con
me. Comunque così sei perfetto. O
quasi…
Sospirò, poi affondò la testa sul collo di Draco.
– Scusa.
– E di che?
Chiese il serpeverde perplesso.
– Ho fatto una cosa che non dovevo…
Draco alzò un sopracciglio, poi rispose non troppo convinto.
– Se mi hai tradito, prima pesto te poi uccido lui.
– Allora mi guarderò bene dal farlo…
– E…?
– E ‘stamattina ho litigato con Silente.
– Perché devi chiedere scusa a me allora?
– Io… mi sono incazzato con lui perché ti ha
consigliato di farti marchiare.
– COSA?! E glielo hai detto?
Harry annuì, e Draco rise.
– Non sei arrabbiato con me?
Il biondo scosse la testa, poi lo strinse più forte.
– Ti amo…
Sussurrò al moro, che si irrigidì un attimo. Ancora
non ci aveva fatto l’abitudine… sentirselo dire lo faceva sentire strano, ma
era bellissimo.
– Credevo ti saresti incazzato
con me… Insomma, ora sanno che io so, e quindi che tu ti sei confidato con me.
– Sanno?
– C’era anche Remus…
– Ma da dove ti è venuto tutto questo coraggio?
– Insomma, ma mi senti quando parlo? Non sono stupidi… capiranno che c’è
qualcosa tra di noi!
– E allora? Io mi fido di loro, anche se sembra strano
detto da me. E credo lo faccia anche tu. Sono contento
che tu ti sia preoccupato per me, davvero. Anch’io un po’ ero incazzato con Silente, ma mi sono trattenuto, per cui ti capisco. E tu lo hai sopportato per molto più
tempo di me. Inoltre, se anche sapessero che stiamo
insieme… non è un problema.
Harry alzò gli occhi e lo fissò sorpreso.
– Dici sul serio?
– Ho la faccia di no che scherza?
Il moro sorrise, e lo baciò.
Draco non ce l’aveva con lui per quello che era
successo… e il fatto che qualcuno potesse sapere di loro non lo infastidiva. Il
Draco di un tempo lo avrebbe picchiato a sangue, cosparso di
miele e buttato su un formicaio, per una cosa del genere… forse stavano
davvero cambiando. Entrambi, perché nemmeno lui un tempo si
sarebbe esposto a quel modo per il serpeverde.
E questo non era un problema. No, non lo era affatto. Nonostante tutti i problemi che sembravano necessariamente
volerlo sommergere, Harry si sentiva bene.
Come mai in vita sua.
***continua***
Note dell’autrice
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato questi
ultimi due capitoli, scusate se non riesco a rispondervi uno per uno.
Da domani inizio a lavorare tutti i giorni tutto il
giorno, quindi rallenterò un po’ con gli aggiornamenti, senza contare che i
capitoli scritti arrivano solo fino al 12 (quindi per gli altri ci sarà un po’
da aspettare)
Un bacione!
Harry era stato felice di essere riuscito a parlare un po’ con
Draco, alla fine. Il biondo serpeverde l’aveva un po’ tranquillizzato, e
avevano deciso di vedersi nella stanza delle necessità, quella sera. Blaise si
era rifiutato di togliere il disturbo, ed andare nel dormitorio grifondoro era
fuori discussione. Si erano separati con un bacio, ed Harry sembrava camminare
sulle nuvole per la felicità. Era strano come solo stando con il biondo, tutto
sembrava migliorare. Ma era così, davvero.
Quando si recò nella sala comune grifondoro, trovò
solo Hermione, intentastudiare su uno
di quei libri polverosi che tanto la interessavano.
– Ciao Herm.
La salutò tranquillo.
Tra breve sarebbe stata ora di cena, e si chiedeva
come facesse a riuscire sempre a studiare fino all’ultimo minuto disponibile.
– Ciao. Dov’eri? Sei stato via un’eternità…
Ron ti ha aspettato, ma poi mi ha detto di raggiungerlo quando saresti
arrivato…
– Ah, dov’è? In effetti non c’è nessuno…
Ribatté il ragazzo, glissando sulla domanda dell’amica.
– È giù dai tassorosso. Seamus ha litigato con ZachariaSmith prima, ma quasi non sono riusciti nemmeno a
sfiorarsi che è arrivata la McGrannit che li ha divisi e li ha minacciati di
punirli se li avesse ancora beccati a far casino nei
corridoi. Così Smith ha detto a Seamus di
raggiungerlo per regolare i conti… E lui, naturalmente, ha accettato. La cosa
ha fatto il giro del dormitorio e tutti sono andati a vedere quei due cretini
che fanno a botte.
– Tutti tranne te.
Notò Harry.
– Ho di meglio da fare, al momento. Tecnicamente ce l’avete
anche tu e Ron, che ancora non avete finito i vostri temi di difesa contro le
arti oscure…
Il moro alzò gli occhi al cielo.
– Li finiremo, Herm, non preoccuparti…
– O meglio, li copierete da me, giusto?
– Beh, è un’ipotesi realistica. Ora vado, ciao!
Le disse, e si voltò per uscire. Ma la ragazza lo richiamò.
– Harry?
– Sì?
Domandò lui di rimando.
– Sai che a noi puoi dire tutto, vero?
Disse lei con tranquillità, ma lo sguardo intenso fisso sugli occhi dell’amico.
Ad Harry si gelò il sangue nelle vene, e lo colse il
terrore che la ragazza avesse capito che gli stava nascondendo qualcosa.
Non sapeva cosa fare… forse era più giusto dirglielo… ma si sentiva pronto per
questo?
Insomma, amava Draco, ed il biondo gli aveva detto che lo ricambiava… e non
solo. Harry percepiva chiaramente i suoi sentimenti, e sapeva che quello che li
legava era un sentimento oramai molto profondo… allora cos’era quell’ondata di insicurezza che lo avvolgeva? Perché
non riusciva a parlare alla sua migliore amica della relazione con il
serpeverde? Perché non riusciva a dire a lei e a Ron
quanto era felice, quanto Draco fosse cambiato…? Perché?
Strinse i pugni, le braccia che prima ricadevano mollemente lungo i suoi
fianchi si fecero più rigide. Poteva, voleva mentire ancora? Che
senso aveva continuare tutte le volte ad inventare una scusa per vederlo,
quando avrebbe potuto tranquillamente dire ai suoi più cari amici che si vedeva
con qualcuno, con qualcuno che lo faceva star bene, e che forse loro avrebbero
potuto incominciare ad apprezzare?
Abbassò lo sguardo, ed aprì la bocca per parlare, ma le parole non volevano
saperne di uscire fuori. Allora riprovò, per dire qualcosa di diverso da ciò
che avrebbe voluto.
– Certo, Herm. Lo so.
Pronunciò semplicemente.
Poi si voltò, evitando di guardarla nuovamente negli occhi, ed uscì.
Quando Harry arrivò nei presi del dormitorio
tassorosso, oramai se ne stavano andando tutti. Alcuni imprecavano contro
madama Bump e la McGrannit, che avevano messo in punizione
tutti i presenti, altri esultanti di gioia, perché Seamus aveva dato
davvero una bella lezione a Zacharia, ed anche se
pure il grifondoro le aveva prese di brutto, lo stato in cui si trovava lui era
nulla in confronto a come aveva conciato il biondo tassorosso.
Harry vide di sfuggita Ron parlare con il loro compagno di casa, e li
raggiunse.
– Ehi, Harry! Dov’eri finito?
Domandò il rosso.
– Oh, io… niente, mi ero scordato una cosa in aula e sono
tornato indietro. Ehi, Seam, come va?
– Stato meglio, grazie. Ma per lo meno non sono l’unico
ridotto così… dovresti vedere Smith!
Ridacchiò il grifondoro.
– Già, avresti dovuto vederlo, Harry. Certe soddisfazioni sono
uniche nella vita…
Continuò Ron.
Harry annuì, sorridendo, ma non disse nulla.
I tre tornarono assieme nella sala comune grifondoro, dove DeanThomas era intento a chiacchierare con un ragazzino
del primo anno. Non appena vide Seamus varcare la soglia del buco del ritratto,
gli lanciò uno sguardo infuocato. Seamus si avvicinò a lui, cercando di
sorridere, mentre il ragazzino si allontanava.
– Ehi, non ti complimenti con me come gli altri?
– E per quale motivo dovrei farlo? Ma
sei cretino, forse!?
Seamus cambiò espressione, ed Harry non avrebbe saputo
dire se fosse uno sguardo offeso o ferito, quello che rivolse al compagno di
casa. Forse era semplicemente un misto di entrambe le
cose.
– Perché fai così? Mica sono
andato a farmi ammazzare!
– No, ma guardati, come sei ridotto! Ed ora metà dei grifondoro del nostro anno
sono in punizione… ti pare una cosa intelligente
quella che hai fatto?
– Oh, andiamo, nemmeno tu lo sopporti…
– Sì, ma questo non ti autorizza a creare tutto questo casino!
Detto ciò, senza degnare l’amico neanche di un altro sguardo, si voltò verso il
ritratto della signora grassa ed uscì.
Harry e Ron osservarono la scena, perplessi.
Seamus sospirò, e si lasciò cadere su un divano.
– Io davvero non lo capisco. Insomma, se non altro abbiamo
avuto tutti un’oretta di svago, no?
Disse ironico rivolto a Ron.
– Già, – rispose il rosso, – avete proprio dato spettacolo…
– E allora perché se la prende tanto? Non gli ho mica fatto un torto personale!
E non credo gli dispiaccia per Smith…
lo odia almeno quanto me.
Ron annuì comprensivo, quando la mente Harry all’improvviso fu attraversata da
un’idea che riteneva semplicemente assurda.
Possibile che fra Dean e Seamus
ci fosse qualcosa? magari non stavano assieme, ma… il
modo in cui l’attenzione di Dean era stata catturate
non appena loro… LUI era entrata nella stanza, e la malcelata preoccupazione
(che Seamus non aveva compreso) nelle sue parole… Ed il fatto che Seamus fosse
rimasto così male per le parole dell’amico…
– Perché non vai a parlargli?
Disse a Seamus, ignorando lo sguardo confuso diRon, che disse subito:
– Ehi, ma è lui che ha cominciato! PerchéSeam dovrebbe cercarlo?
Seamus gli sorrise cautamente.
– Forse dovrei.
– E allora sbrigati, forza!
Esclamò Harry. Seamus accettò il consiglio, sebbene un po’ riluttante, ed uscì
a sua volta.
Quando se ne fu andato, Ron si rivolse ad Harry.
– Perché mai dovrebbe andare a cercare qualcuno che lo ha aggredito?
Harry ridacchiò.
– Non lo ha proprio aggredito… era solo in pensiero
per lui. e poi qualcuno dovrà pur fare il primo passo…
– Il primo passo?
Harry ridacchiò di nuovo, imbarazzato. Forse poteva parlare della sua teoria a
Ron, tanto per tastare il terreno… tantopiù che non era nulla di certo, e che
quindi non avrebbe dovuto causare problemi a nessuno dei due amici.
– Sai, ho l’impressione che Deanabbia
una bella cotta per Seamus…
Ron sgranò gli occhi.
– E da quando Dean sarebbe
gay?
– Non lo so, la mia è solo un’impressione… perché, la cosa ti creerebbe
problemi?
Ron tentennò un po’.
– Beh, non proprio, però… è strano, ecco.
– Te l’ho detto, Ron… è solo una mia impressione.
Magari sbaglio.
– E secondo la tua… ehm, impressione… Seamus ricambia?
– Pienamente.
Ron vacillò.
– Oh mio Dio… ho bisogno di riprendermi un attimo…
Mormorò, per poi sedersi su una sedia lì vicino.
Harry si sforzò di sorridere, ma nei suoi occhi c’era un velo di tristezza.
Certo, non aveva detto che la cosa gli faceva schifo, però… non era esattamente
felice per loro due. Cosa comprensibilissima, certo…
ma cos’avrebbe detto di lui e di Draco? Gli sarebbe bastato “un attimo per
riprendersi”? O avrebbe avuto bisogno di molto, molto
più tempo? Tra l’altro Draco era… era un Malfoy. Il che sarebbe stato sicuramente
un problema. Ad Harry oramai questa cosa
suonava totalmente ridicola, ma sapeva fin troppo bene che per Ron non era
così. Ron odiava Draco Malfoy, e la cosa che più faceva male al moro era che
non aveva neppure tutti i torti.
Chissà Hermione, invece, che cosa avrebbe pensato di
loro… probabilmente aveva già intuito che Harry si stava vedendo con qualcuno…
ma fino a che punto aveva capito come stavano realmente le cose? e fino a che punto avrebbe potuto accettarlo?
Harry si sedette vicino a Ron, ignorando le parole
dell’amico che aveva cominciato a parlare, e sentendo solo vagamente che diceva
qualcosa a proposito di Dean e Ginny. Quando vide che l’amico si era interrotto, ed
aspettava una risposta, si limitò a dire:
– Non lo so, Ron. Non lo so…
Draco stava disteso sul letto, con gli occhi chiusi,
perso fra i suoi pensieri, quando qualcuno bussò alla porta.
Intuì che non poteva trattarsi di Blaise: l’amico, infatti, si sarebbe limitato
ad entrare senza troppe cerimonie, visto che quella
era la sua stanza. Né potevano essere Tigher e Goyle, i quali erano
troppo impegnati a discutere con TheodoreNott fin da quando erano stati trasferiti nella sua stanza.
Per un attimo, quando aveva saputo dei rapporti non proprio pacifici tra di loro, Draco aveva temuto che Piton decidesse di
rispedirli in camera con lui e far tornare Blaise con Theo, tanto, litigio per
litigio… ma grazie al cielo le loro discussioni non rasentavano nemmeno
lontanamente la violenza di quelle che il moro aveva avuto con Blaise, e gli
urli non si sentivano neppure troppo. Per cui, alla fine le cose erano rimaste
così com’erano, e Draco non poté che essere felice per questo, dato che la cosa
gli consentiva di vedere Potter senza le solite preoccupazioni. Era incredibile
come quel maledetto grifondoro aveva assorbito completamente la sua vita… ed
era stranissimo sentirsi innamorati… e amati. E la cosa peggiore era che si era
reso conto di non poter più fare a meno di lui, anche se questo li avrebbe messi in pericolo entrambi. Se suo padre avesse anche solo intuito che i loro rapporti erano
migliorati, gli avrebbe ordinato di trovare un modo di farlo fuori, o di
portarlo da loro, di questo ne era più che certo. Lasciarlo era stata
probabilmente la cosa migliore che avesse fatto per
lui… ma non era riuscito a stargli lontano. Cosa
avrebbe fatto, allora, il giorno in cui si fosse trovato davvero in pericolo?
Come avrebbe potuto guardarlo negli occhi e dirgli che non potevano stare
assieme, quando già ora non ci riusciva? Forse aveva sbagliato a dirgli tutto,
a parlargli dei suoi sentimenti. Forse, se Potter avesse creduto che Draco non
provava niente per lui, le cose sarebbero state più facili, perché per quanto
gli pesava ammetterlo, il serpeverde sapeva che non c’era un futuro per loro.
Non c’era modo di poter stare assieme, una volta finita Hogwarts.
Forse avrebbe dovuto semplicemente prendere le cose così come venivano, e non
pensare al futuro: dopotutto, non era stato lui a dire ad
Harry di non farsi troppe seghe mentali, e di parlargli dei suoi problemi? Ed ora quello che si comportava così era proprio lui. Bella
coerenza.
Altri colpi si sentirono dalla porta, ed il biondo serpeverde disse ad alta
voce uno strascicato:
– Avanti…
Non si curò di mettersi a sedere, o di rendersi più presentabile. Quando la porta si aprì, rivelò un’aggraziata figura
femminile dai capelli mori tagliati a caschetto e dal volto sorridente.
– Ciao Draco!
– Ciao… Com’è qui?
La ragazza arrossì un po’.
– Beh, è da quando sei tornato che non mi rivolgi praticamente
la parola, e…
Draco sospirò rumorosamente, e si alzò in modo da stare con la schiena poggiata
al muro.
– Non ce l’ho con te, non preoccuparti. È solo che ho
avuto altre cose a cui pensare.
Pansy annuì timidamente.
– Lo so… cioè, lo immaginavo. Però sai, circola voce
che tu abbia… beh, ecco… che tu abbia preso il
marchio, e volevo sapere…
– Volevi sapere se è vero?
Domandò Malfoy, leggermente accigliato.
La mora annuì.
– Chi ha messo in giro queste voci?
– Theo mi ha detto che secondo lui è per questo che sei stato fuori per un paio
di giorni… ma anche gli studenti di altre case… Sai, Millicent sta con quel tassorosso, e tra loro ed i
corvonero si vocifera che quello che c’era scritto sul giornale, del ritorno di
tuo padre, abbiaanche fare con la tua
assenza momentanea. Naturalmente non possono esserne sicuri, ma qualcuno di
loro pensa che tu-sai-chi abbia bisogno di altri mangiamorte per uccidere Potter…
Draco annuì lentamente.
– Capisco. Insomma, gli studenti non hanno niente di meglio da fare che
sparlare del sottoscritto.
Pansy ridacchiò.
– Non è che tutte le case si siano messe a meditare su
ciò che tu potresti o non potresti aver fatto, sono solo due o tre studenti qua
e là… però Theo mi ha detto che per lui non si tratta di tuo padre, ma del
marchio, e siccome hanno provato a farlo prendere anche a me, ho pensato che
forse…
– Che forse potrebbe essere vero. Sai che anche se fosse
così, non potrei dirtelo, no?
– Ci avevo pensato. Ma sai che di me puoi fidarti…
morirei piuttosto che tradirti.
– Lo so, Pansy, ma davvero non posso dirti nulla. Mi spiace…
Pansy annuì tristemente.
– D’accordo. Stai attento, però, capito?
– Naturalmente. Comunque… grazie.
Pansy lo guardò sbalordita. “Grazie?”
– Chi sei e che ne hai fatto del mio Draco?
Chiese divertita.
– Non è proprio il tuo Draco, se non
sbaglio…
– Oh, ma lo sarà molto presto… grazie alle mie tattiche infallibili non
sfuggirà ancora a lungo al mio fascino. Perciò
riportamelo indietro!
Il biondo Ghignò.
– Non credo tu sia tanto abile…
Pansy lo guardò maliziosa, e prima di andarsene, gli disse suadente.
– Vedremo, mon amour, vedremo…
Quando fu uscita, Il biondo si alzò in piedi di
scatto, e cominciò a camminare avanti e indietro. Si sentiva un cretino, ma era
terribilmente nervoso e non poteva farne a meno. Se davvero gli studenti delle
altre case avevano intuito qualcosa, presto le voci si sarebbero diffuse anche fuori dalla scuola. che cosa avrebbe
fatto, allora? Forse si stava preoccupando troppo, ma d’altra parte…
Si passò una mano tra i capelli.
Non doveva far vedere ai suoi compagni che era
agitato, non doveva fare nulla di sospetto. E Theo… come aveva fatto a saperlo? Il compagno non parlava
mai di cose di cui non era assolutamente certo. Forse l’aveva
saputo da suo padre… forse volevano far diventare un mangiamorte anche
lui. Se così fosse stato, la situazione era più
complicata del previsto. Con un altro mangiamorte a scuola, pronto a controllarlo
ed a riferire all’oscuro ogni sua mossa falsa, non avrebbe certo avuto vita
facile…
***continua***
Note dell’autrice
Ringrazio moltissimo tutti coloro che leggono e
recensiscono… scusatemi se non vi rispondo, ma è un periodaccio e davvero non
ce la faccio con i tempi ^^
Un bacione a tutti/e, e continuate a commentare!
Questo capitolo è dedicato
a Lucy Light, che aveva capito dove tutto ciò andava a
parare almeno 3 capitoli fa :-)
Cap. 12 –
L’illuminazione
Quella sera Harry si defilò, grazie all’aiuto del solito mantello
dell’invisibilità ed alla mappa del malandrino, dal suo dormitorio, e
sgattaiolò non visto fino alla stanza delle necessità.
Dopo pochi minuti arrivò anche Draco, che si guardò un po’ intorno per cercare
di capire se il compagno fosse già lì o meno.
Harry tentò di trattenere il respiro, ma ci riuscì per poco,
e nel riprendere fiato fece quel minimo rumore che permise a Draco di
accorgersi della sua presenza.
Il serpeverde, con un ghigno, afferrò il mantello ed esclamò, tentando di
mantenere un tono basso di voce:
– Preso!
Harry gli fece la linguaccia e mormorò
– Vediamo quante altre volte riesci a prendermi, stasera…
Il biondo lo guardò allusivo, ed imitando il tono dell’altro,
rispose semplicemente:
– Vediamo quanto riesci ad ispirarmi, stasera…
Harry si concentrò, e mentre faceva i soliti passi avanti ed indietro per far
apparire la stanza, cercò di pensare ad un posto accogliente e comodo. Quando finalmente entrò, dovette complimentarsi con sé
stesso, ed anche Draco parve abbastanza soddisfatto.
– Complimenti, Potter… vedi che se fai girare bene le rotelle qualcosa del tuo
cervellino funziona?
Disse divertito, abbracciandolo da dietro spingendolo fino al divanetto bianco
di fronte al camino.
Dietro di loro c’era anche un letto a baldacchino, ma quello l’avrebbero utilizzato più tardi.
Harry si sedette sul divano e Draco lo seguì immediatamente, poi prese fra le mani il volto del moro e lo baciò appassionatamente.
Rimasero svariati minuti così, solo a baciarsi, poi
Draco cambiò posizione, fino quasi a sedersi su Harry, e cominciò a spogliarlo.
Il moro lo lasciò fare, mentre le sue mani vagavano sulla schiena di Draco, e
le sue labbra si staccavano da quelle dell’altro per cominciare a baciare
dolcemente il collo del serpeverde. In breve finirono sul pavimento, e lo fecero
lì, incuranti della comodità del morbido divano alle loro spalle, riscaldati
ognuno dal calore dell’altro e dal fuoco del camino che contrastava con il
freddo del pavimento.
Quando furono entrambi soddisfatti, Harry ricondusse
Draco sul divano, e lo strinse a sé, dandogli un breve bacio a stampo sulle
labbra.
– Draco…
Mormorò poi, sollevando la testa per guardarlo meglio.
Il biondo era rimasto abbastanza silenzioso per quasi tutto il tempo, ed anche
se durante il loro amplesso si era abbastanza lasciato andare, per il resto gli
era parso piuttosto nervoso. Non che anche lui non lo fosse,
per via di Sirius, di Hermione e tutto il resto, ma vedere il compagno
preoccupato gli faceva sentire qualcosa, all’altezza dello stomaco, che non
riusciva più ad ignorare.
Draco rispose con un mugolio, mentre stringeva maggiormente le braccia attorno
alla vita di Harry, il quale si fece coraggio e domandò timidamente:
– Qualcosa non va?
Draco, colto sul vivo, scosse vigorosamente la testa.
Non voleva che l’altro si preoccupasse, e poi non gli pareva il momento adatto
a renderlo partecipe di tutte le sue elucubrazioni, ora che l’atmosfera era così rilassata.
– No, è tutto a posto.
– Sicuro? – domandò Harry, perplesso, – Perché a me non sembra
molto. Sai che a me puoi dire tutto, no?
Harry, dopo aver pronunciato quella frase, ammutolì di colpo. Le sue parole
erano state praticamente le stesse che Hermione gli
aveva rivolto poche ore prima… era davvero così brutto sapere che c’era
qualcosa che non andava ma non sapere cosa? O, peggio,
sapere tutto ma vedere che l’altro non si fida abbastanza da esternare i suoi
problemi?
Draco gli diede un bacio sul collo e sorrise.
– Qualche problema con i compagni di casa, nulla di che… Non preoccuparti, è
tutto ok, davvero…
Harry sospirò, consapevole che non sarebbe riuscito a
tirargli fuori altro, almeno per il momento.
– E poi fra i due sei tu quello che sta più con la
testa fra le nuvole…
Continuò Draco, con le labbra poggiate sul collo di Harry, che sentì un brivido
percorrerlo mentre l’altro parlava su di lui.
– Non è vero…
Protestò debolmente il moro.
– Oh, sì che lo è… avanti, cosa sta succedendo ora?
– Le solite cose…
Draco alzò un sopracciglio.
– Ovverosia?
Harry sbuffò.
– Uffa… perché finiamo sempre a parlare dei miei problemi e mai dei tuoi?
Draco alzò gli occhi al cielo. Effettivamente, il compagno aveva ragione… Ma
non era colpa sua se non gli andava di parlare dei suoi problemi. Parlarne non
li avrebbe risolti comunque, e per di più avrebbe
anche fatto preoccupare Harry inutilmente. Ma a quel punto, tanto valeva…
– A quanto pare in questa scuola la gente non ha
niente di meglio da fare che decidere che cosa il sottoscritto fa o non fa
quando non è a scuola, e qualcuno è giunto all’assurda conclusione che io sia un mangiamorte… mi chiedo come
possano pensare che una cosa del genere posa essere vera… ad ogni modo, questa stasera
Pansy è venuta a trovarmi per fare quattro
chiacchiere, e mi ha detto che Nott la pensa così,
oltre a qualche Corvonero che non si fa gli affari propri, e pochi tassorosso.
Nessuna notizia da parte dei grifondoro, perché ovviamente Pansy non parla con
loro… ma non è questo il problema, visto che le fonti
sui rosso-oro non mi mancano di certo… Soddisfatto ora?
Domandò stancamente ad Harry, che l’aveva seguito
attentamente senza perdersi nemmeno una parola.
Il moro annuì, mormorando semplicemente:
– Mi spiace…
Draco ridacchiò.
– E di che? Mica è colpa tua…
Harry sospirò.
– Sì, ma a te non andava di parlarne ed io ti ho praticamente
costretto. Scusa…
Lo sguardo del serpeverde si fece più dolce, e con una mano accarezzò la
guancia di Harry.
– Ehi, guarda che io non faccio mai niente controvoglia, capito? Se te l’ho detto è perché mi andava. Più o meno. Comunque hai ragione: non posso pretendere che tu ti fidi a
confidarti con me se poi io non faccio altrettanto…
Harry gli sorrise, e lo baciò brevemente.
– Allora, posso sapere che cosa ti affligge?
Domandò preoccupato il biondo.
– Niente di che… insomma, in effetti ci sono un paio
di cose, però… ecco…
Harry abbassò lo sguardo. Dove cominciare? C’era il
problema di Sirius, ma dubitava che Draco potesse essergli di qualche aiuto in
quello. Forse era meglio dirgli prima di Hermione.
– Beh c’è Sirius… di cuiti avevo già accennato se ti ricordi… e poi
‘stasera è successa una cosa che non mi aspettavo, è
che… insomma, credo che Hermione abbia capito che mi vedo con qualcuno…
Draco lo guardò perplesso.
– Per me non è un problema, credevo fosse chiaro
ormai, no?
– Sì, infatti… è solo che… non lo so, non mi sento ancora di dirglielo. Non che
io mi vergogni di te, o di essere… beh, insomma, di
essere gay, però… non lo so, il fatto che potesse saperlo mi ha fatto sentire a
disagio. E poi quando ho detto a Ron che secondo me Dean ha una cotta per Seamus, ci è mancato poco che non svenisse…
Draco strinse Harry, e gli accarezzò lentamente i capelli. Capiva come si
sentiva, in fondo era un po’ quello che provava lui; però per qualche motivo
sapere che il moro non si sentiva sicuro della loro relazione lo faceva star
male. Era una cosa stupida, visto che fino a poco prima lui stesso stava
pensando al fatto che prima o poi sarebbe finita, non
c’era scampo… ma allora, perché si sentiva così?
Draco poggiò la fronte nell’incavo del collo di Harry, e sospirò.
– Tu credi che continueremo a vederci, dopo Hogwarts?
Domandò un po’ incerto.
Harry gli prese il mento con due dita, e gli alzò il volto in modo da poterlo
guardare negli occhi.
– Vuoi scaricarmi prima?
– Non hai risposto alla mia domanda…
– Io non voglio lasciarti, Draco. E non voglio
darmi dei termini, pensando a quanto tempo ci rimane o angosciandomi pensando
che tutto questo dovrà finire a causa della guerra e del fatto che tu sia
mangiamorte, e che io vorrei diventare un auror… certo, sarà difficile, ma se
tu sarai con me, è mia intenzione provarci. Potrebbe succedere qualsiasi cosa
nel frattempo, Voldemort potrebbe ammazzarmi, o potremmo
stancarci l’uno dell’altro, anche se non credo che riuscirei a trovare
facilmente qualcuno con cui rimpiazzarti, – ridacchiò, – ma per il momento non
credo di volerti, o di poterti dire addio di qui a pochi mesi. Draco sorrise, pensando che forse quelli che si faceva erano
problemi inutili. Aveva ragione Harry, potevano succedere un’infinità di
cose prima che la scuola finisse, ed un po’ era triste
dover vivere nell’incertezza costante di quale sarebbe stato il proprio
destino. Però… però forse potevano davvero continuare
a stare assieme anche dopo, costruirsi un futuro, essere felici. Eppure, c’era
qualcosa che lo preoccupava… non sapeva bene di cosa si trattasse,
ma non riusciva a pensare al loro futuro assieme così serenamente come sembrava
fare il compagno.
– E se ci dovessimo trovare a combattere su fronti
opposti? Che farai allora? Anche
se sono diventato mangiamorte come spia, non puoi sapere cosa potrebbe cambiare.
E se per il tuo lavoro di auror ti dovessi trovare
nella condizione di dovermi uccidere?
Lo sguardo di Harry si incupì un po’, e diede un bacio
al compagno. Poi mormorò, sicuro:
– Piuttosto mi faccio ammazzare…
Il tono del grifondoro colpì profondamente Draco, che si sentì invaso da un
calore che gli proveniva dall’interno. Sapeva che ciò che Harry pensava
veramente ciò che aveva detto, gli si leggeva in faccia. Gli sorrise, così apertamente che gli sembrò di non
aver mi sorriso veramente prima d’allora, e lo baciò intensamente, portando le
proprie braccia attorno al collo del moretto e stringendolo a sé.
– Non ci provare nemmeno, o ti raggiungerò anche fosse
all’inferno solo per pestarti a sangue per punirti…
Gli mormorò quando si furono staccati.
Harry ridacchiò.
– Sei proprio crudele… uno non può nemmeno morire in
pace!
Draco gli mise un dito sulle labbra per zittirlo.
– No, tu non puoi…
Ci fu un breve istante di silenzio, poi Draco, tornando serio, domandò:
– E riguardo Sirius?
– Oh, quella… è una storia complicata. Non credo serva a qualcosa parlarne.
– Magari sì. Potremmo trovare una soluzione…
– C’è poco da trovare. Ti avevo già parlato, in parte, del fatto che
quando è caduto dietro il velo non è morto, ma è
rimasto imprigionato. Il punto è Silente crede che possiamo farlo tornare
indietro con una specie di incantesimo d’appello. Per farlo, però, ci vuole
qualcuno che abbia un legame di sangue con lui, e
nemmeno io vado bene, anche se Sirius è il mio padrino…
Draco si accigliò un istante, poi sembrò pensare a qualcosa.
– Qualcuno con un legame di sangue, hai detto?
– Sì, e deve anche volerlo riportare indietro. Abbiamo, cioè
hanno, provato anche con il sangue di Narcissa Black… ma non è servito a nulla.
Serve proprio una persona in carne ed ossa, solo il suo
sangue non basta…
Draco ridacchiò.
– Certo che non potete usare solo il sangue, a meno che non vogliate metter su
un rito satanico!
Harry sbuffò, staccandosi da Draco, e guardò quest’ultimo con un’aria di
rimprovero.
– Mi chiedo cosa ci trovi di divertente!
– Forse il fatto di avere un ragazzo totalmente rincoglionito…
Harry lo guardò perplesso.
– Che cosa vuoi dire?
Draco ridacchiò di nuovo.
– Hai detto che ci serve qualcuno con un legame di sangue… ma vanno bene i
parenti di qualunque grado?
– Credo di sì… Silente non mi ha detto nulla in proposito.
– E Silente è più rincoglionito di te. Lui e tutta la
sua combriccola di dementi!
– Mi spieghi dove vuoi andare a parare?
Chiese Harry, sempre più spazientito.
– Hai detto che avete usato il sangue di Narcissa Black, no? – Ah-ah…
– Perché ha un legame di sangue con Sirius Black.
– Esatto…
Draco scoppiò a ridere più forte di prima.
– Potter… SVEGLIATI! È Narcissa… Narcissa Black in Malfoy!
Harry lo fissò a bocca spalancata, colto da un’improvvisa illuminazione.
– Tu…
Draco annuì, divertito.
– Avete usato il sangue di mia madre, coglione! Se io sono suo figlio, ho dei legami di sangue con lei,
OVVIAMENTE… E se lei ha dei legami con Sirius Black…
– Tu potresti aiutarci a riportare indietro Sirius!
Harry gli si gettò letteralmente addosso, avvinghiandogli le braccia al collo.
– Lo faresti?
Domandò con il cuore traboccante di gioia, gli occhi leggermente velati dalle
lacrime.
– Dipende… a quanto pare hai bisogno di me. Ma devi
guadagnarti il mio aiuto…
Rispose suadente Draco, accarezzandogli la schiena fino ad arrivare ai glutei,
ed alle cosce.
Harry lo strinse ancora di più a sé, cercando di calmare le lacrime di gioia
che cominciarono a scendere copiose. Draco gli avvolse le braccia ai fianchi,
mormorandogli in un orecchio:
– Ehi, calma! Se soffri così all’idea di rivedere il
brutto muso di Black, forse è il caso che lasciamo perdere…
Harry ridacchiò, ma la sua risata fu quasi subito interrotta da un singhiozzo.
– Grazie… grazie Draco…
Il biondo fece un’alzatina di spalle.
– Per così poco… non è colpa mia se tu sei tanto idiota da non pensare alle
cose più ovvie. Chissà com’è il vecchio non ci è
arrivato subito!
– Forse non vuole farti correre rischi…
– Dopo il marchio, non credo che questo sia poi un così grande
pericolo.
Harry dovette dirsi d’accordo, ed annuì convinto. Poi baciò brevemente il
compagno, ed alzandosi lo prese per mano.
– Andiamo a vedere quant’è comodo il letto?
Gli chiese, ora più tranquillo.
Il biondo non se lo fece ripetere due volte, e prendendolo in
braccio di peso, lo portò sul morbido giaciglio.
***continua***
Note dell’autrice
Prima o poi doveva arrivare… l’ultimo capitolo già
scritto. In realtà ne ho altri 2 pronti, ma sono salvati in un
cd dati che ho fatto mentre il mio pc era
infestato dai virus… spero di riuscire a recuperarli, in modo da postare più in
fretta. Altrimenti dovrete aspettare un paio di settimane, perché ora come ora
a casa ci torno solo per dormire e la domenica studio (o meglio, faccio finta)
per l’esame di giapponese che vi renderete conto da
soli mi occuperà parecchio tempo… Sempre per questo motivo non posso
rispondervi ora (non ce la faccio) ma sappiate che leggo con amore e immensa
gioia ogni singolo commento (e non vi sto prendendo per i fondelli, è vero…)
Un bacione a tutti, continuate a leggere e
commentare!
La mattina
seguente, Harry si svegliò piuttosto rilassato e sereno, nonostante fosse
ancora un po’ indolenzito per l’intensa “attività fisica” svolta la sera prima.
Non appena aperti gli occhi, si diede mentalmente del coglione, non solo perché
era rimasto a dormire con Draco nella stanza delle necessità, nonostante
Hermione avesse intuito qualcosa (dandole così modo di convincersi
ulteriormente del fatto che Harry vedeva qualcuno), ma anche per il fatto che
sebbene non fosse un giorno festivo, non aveva pensato a mettere un qualunque
tipo di allarme in modo da svegliarsi entrambi in tempo per le lezioni.
Non che quando lui e Draco, la sera prima, si erano finalmente dichiarati
soddisfatti, gli fosse rimasta energia sufficiente per mettersi a pensare ad alcunché:
erano entrambi sfiniti, ed Harry si era addormentato praticamente subito. Pensò
che avrebbe voluto sapere l’ora, e di fianco al letto apparve immediatamente un
comodino con sopra una sveglia.
Il grifondoro si sporse un po’ e la prese in mano. Erano le 7.00… abbastanza
presto, per fortuna, ma dovevano sbrigarsi ad andare o avrebbero fatto tardi.
Senza contare il fatto che, mentre lui aveva a disposizione la mappa del
malandrino ed il mantello, il compagno era totalmente scoperto. Dovevano,
quindi, cercare di riuscire a tornare ai rispettivi dormitori prima che gli
altri studenti fossero svegli.
Chiamò Draco, cercando di smuoverlo delicatamente, ma non ottenne grandi
risultati. Posandogli la mano sulla spalla, allora, cominciò a scuoterlo con
maggiore forza, ed infine il biondo aprì gli occhi.
– Buongiorno…
Mormorò dolcemente Harry.
Il biondo si alzò a sedere, sbadigliando rumorosamente ed in modo assolutamente
poco Malfoy.
– Che… WAAAHN… che ora è? Che ci faccio qui?
Domandò, ancora intontito dal sonno.
Harry gli sorrise.
– Ieri sera ci siamo addormentati… Sono le sette, credo sia il caso che tu ti
dia una mossa se non vuoi che ti becchino tornare nei sotterranei…
Il serpeverde spalancò gli occhi. Ok, era definitivamente sveglio.
– Le 7.00? Cazzo… devo sbrigare a vestirmi e tornare giù… è tardissimo!
Esclamò, balzando giù dal letto e cominciando a raccattare i propri vestiti.
Harry, ridacchiando nel vederlo così indaffarato ma nello stesso tempo impacciato
perché appena sveglio, decise di fare lo stesso e si vestì velocemente. Quando
entrambi furono pronti per uscire, Harry fece per mettersi addosso il mantello
dell’invisibilità. Poi si bloccò con le mani a mezz’aria, e cambiò espressione.
– Cos’è, hai una paralisi?
Domandò divertito il compagno, poi il moretto estrasse dalla tasca dei
pantaloni una pergamena.
– Giuro solennemente di non avere buone intenzioni…
Mormorò, e guardò attentamente. Tra i grifondoro, tutto ok… sembrava che ancora
stessero dormendo tutti. Poi controllò i serpeverde.
“Porc***… ma che cavolo ci fa tutta quella gente sveglia?” pensò fra sé e sé.
C’erano almeno tre puntini in movimento, per fortuna non nella stanza dove
dormiva Draco, ma in quelle vicine. Però poteva essere un problema. Allora, con
il mantello ancora in mano, si avvicinò al compagno e gli diede un breve bacio
a stampo. Poi lo guardò più serio.
– Parliamoci chiaro: tu sei importante per me, ma se gli succede qualcosa ti riduco
in tanti piccoli brandelli, e poi li spargerò in mare così nessuno potrà
nemmeno pensare di rimetterli assieme.
Disse.
Draco lo guardò con aria perplessa, poi il compagno gli mise sulle spalle il
mantello.
– Ma cosa…
Tentò di protestare, ma il grifondoro lo zittì subito.
– Ci sono dei serpeverde svegli. Li ho visti muoversi.
Disse candidamente al biondo, per poi mostrarglieli sulla mappa.
– E tu li vedi con quella cosa?
Harry annuì.
– Ecco come facevi sempre a trovarmi…
Meditò Draco, e ad Harry sfuggì un sorriso. Poi disse piano:
– Fatto il misfatto.
E la richiuse.
Draco la prese tra le mani, incuriosito.
– E il vecchio non ne sa nulla?
Harry scosse la testa.
– No. E non ho nessuna intenzione di dirglielo. O di dargliela.
Draco lo guardò con un ghigno, mentre gli restituiva l’oggetto.
– Casomai di darglielo… e lo spero bene che non ti vada, sai che schifo?
Harry gli diede una leggera gomitata, ma poi continuò.
– Comunque, io ho questa. Tu invece non puoi sapere se qualcuno è nei paraggi o
meno. Per cui tieniti quel mantello sulle spalle, e non rompere. Stasera ci
rivediamo e me lo ridai, d’accordo?
Draco annuì.
– Sempre qui?
Harry annuì a sua volta, e dopo avergli dato un bacio a stampo, fece per
andarsene.
Poi si bloccò, di nuovo.
– Ah, senti… per te è un problema se… insomma, se dico a Silente che potresti…
ecco, essere d’aiuto per Sirius?
Draco scoppiò a ridere.
– Certo che se vuoi che vi aiuti, il minimo che puoi fare è dirlo al
vecchiaccio…
Harry si sentì rincuorato dalla risposta del compagno, e dopo averlo ringraziato
uscì, questa volta sul serio.
Draco non ebbe problemi a rientrare nella sua camera, soprattutto grazie al
mantello. Ringraziando mentalmente il moro, aprì la porta di soppiatto ed entrò
cercando di fare il meno rumore possibile, ciononostante il compagno di stanza
si svegliò ugualmente.
– Mhh… Draco…?
Mormorò assonnato.
– Sì, sono io, Blay… dormi.
– Ok… comunque è arrivata una lettera… per te, prima… Waaaahn… è sul letto…
Draco si stupì.
– Una lettera? Perché il gufo non l’ha consegnata a me personalmente, come al
solito?
Blaise si strofinò gli occhi.
– E che ne so io? L’ha… portata… un elfo domestico qui, ti cercava…
– Elfo idiota. Da quando le lettere si consegnano al primo che capita?
– Non-lo-so, Draco! Ora vorrei dormire la mezz’oretta che mi rimane, se non ti
spiace. ‘Notte…
Draco sbuffò sonoramente.
– ‘Notte Blay.
Prese la lettera fra le mani. Chissà cosa conteneva…
Quando entrò nel dormitorio Harry tentò di fare il più piano possibile,
davvero. Ma, chissà come, si ritrovò faccia a faccia con il suo migliore amico,
seduto a gambe incrociate sul suo letto.
– Credevo dormissi…
Gli disse il moro, con un tono di voce un po’ preoccupato.
– Infatti, ma ho sentito dei rumori. Non mi dirai dove sei stato, vero?
– Un po’ in giro…
Mentì Harry.
– Un po’ in giro a quest’ora della notte?
Potter annuì, e si sedette sul letto.
Poi decise che forse poteva anche dirgli qualcosa.
– Ok, non è del tutto vero. Non posso dirti dov’ero, ma ti assicuro che non
stavo facendo nulla di pericoloso…
Ron sbuffò.
– Senti, lo so che tutta questa stoia di Sirius ti fa stare male, ma se hai
bisogno di sfogarti con qualcuno, ricordati che hai degli amici…
Harry sorrise debolmente.
Già, aveva degli amici, e tendeva a scordarsene un po’ troppo facilmente in
quel periodo. Aveva bisogno di un po’ di tempo, era vero, ma doveva cercare di
parlar loro al più presto della relazione che lo univa a Draco…
Pensando al biondino, Harry si ricordò di ciò di cui avevano parlato la sera
prima.
– Sai, forse ho trovato una soluzione.
Disse raggiante.
– Che cosa vuoi dire?
Domandò Ron, perplesso.
– Te lo dico oggi pomeriggio… adesso sbrigati che è tardi.
– E va bene. Ma poi voglio sapere tutto!
Esclamò il rosso con un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.
Ed Harry, in quel momento, si sentì un po’più sereno.
Durante la prima ora buca i quella giornata, Harry mollò i suoi due migliori
amici, che rimasero un po’ stupiti del comportamento del moro, e corse da
Silente.
Il preside lo fece accomodare subito, e dolcemente come al suo solito chiese:
– Cosa c’è, Harry?
Harry era ancora un filino arrabbiato con lui, ma non riuscì a tenergli il
broncio, né a trattenersi dal sorridere.
– Riguarda Sirius. E il modo di tirarlo fuori… ce l’abbiamo! È inutile
continuare a cercare legami di parentela con persone che sono felicissime di
vederlo morto…
L’anziano preside incrociò le braccia, mostrandosi un po’ perplesso.
– A cosa i riferisci?
– A Malfoy… è parente di Black, anche se non di primo grado. Non potrebbe
aiutarci lui?
L’uomo scosse la testa divertito.
– Credi davvero che io non ci abbia già pensato?
Il grifondoro si sentì un po’ meno sicuro di sé stesso, ma non per questo si
arrese.
– E perché non ha provato?
***continua***
Note dell’autrice
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli, e mi scuso sia
per non aver risposto ad ognuno singolarmente (ma rimedierò al più presto), sia
per il clamoroso ritardo. Purtroppo il lavoro, l’università e gli esami (che
per questa sessione finirò circa l’11 marzo) mi tengono lontana dalle fanfiction,
ed aggiornare diventa sempre più difficile. Lo so che c’è gente che con i miei
stessi impegni aggiorna molto più di frequente, ma a tutto ciò si aggiunge
anche la mancanza di ispirazione che sempre più spesso mi colpisce (soprattutto
grazie allo stress). Chiedo venia, con la promessa che appena finiranno gli
esami cercherò di essere un po’ più costante, anche se non so quanto riuscirò a
scrivere anche da marzo in poi.
Questo capitolo non mi soddisfa pienamente, ma a furia di correggerlo e
cambiarlo finivo con il non postarlo mai, quindi alla fine mi sono detta che
era ora di inserirlo, nella speranza che non sia poi così orribile.
Ringrazio fin da ora chiunque continuerà a seguirmi, nonostante la mia
lentezza, e chiunque vorrà lasciarmi un commento.
Un bacione a tutti,
spero a presto :-)
Vahly
Silente sorrise, quando Harry gli domandò per quale motivo non avesse pensato
prima a Draco Malfoy, e lo invitò a sedersi, prima di iniziare a parlare.
- Vedi, Harry, come ti ho già detto questa magia non è un semplice incantesimo
di appello, nonostante la modalità sia molto simile. È una magia più complicata
e potenzialmente pericolosa per chi la esegue: infatti chi viene attirato verso
l’altro è colui che in quel momento è emotivamente o mentalmente più debole.
Harry si sentì leggermente confuso, e non era del tutto sicuro di aver capito.
- Quindi… Sirius verrebbe attratto verso Draco perché mentalmente è più debole?
Domandò, con tono incerto.
Il vecchio preside annuì.
- Esatto. Teoricamente, se fossimo sicuri della stabilità di Malfoy, sarebbe
così. Non che Malfoy sia pazzo, ovviamente… ma è un ragazzo così giovane, e
sottoposto a pressioni di vario genere… se sottoposto anche a questo dovesse
subire un crollo emotivo, avremmo l’effetto contrario e sarebbe lui a venir
risucchiato all’interno del velo. Capisci perché non volevo rischiare?
Harry annuì. Capiva eccome: l’ultima cosa che desiderava era vedere il suo
ragazzo sparire dietro quel maledetto velo.
- Lei pensa che sia impossibile che Draco riporti indietro Sirius?
Silente scosse la testa.
- No, affatto. Anzi, sono piuttosto sicuro delle capacità del ragazzo, ed in un
altro momento avrei preso molto sul serio l’ipotesi di utilizzare il suo legame
con Sirius Black. D’altra parte ora, come tu stesso mi hai fatto notare non
molto tempo fa, ha dovuto prendere il marchio, e questa è una grande fonte di
stress. Senza contare che non avrebbe alcun motivo per desiderare che Sirius
torni qui, e la volontà di riuscita è un fattore molto importante.
Harry sembrò risollevarsi. Se la volontà era importante allora c’era una
speranza: Draco voleva che
Sirius tornasse indietro. Perché lo voleva, no? Inoltre era sicuro della forza
emotiva del compagno. Forse all’inizio era stato un po’ turbato dall’aver preso
il marchio e dal dover assumere il ruolo di spia, ma Harry era sicuro del fatto
che il biondo avesse retto piuttosto bene tutto ciò; quantomeno, meglio di
quanto non avrebbe fatto lui stesso.
- E se fosse sicuro che Draco lo volesse? Si potrebbe fare un tentativo?
Silente annuì, lo sguardo sorridente dietro ai suoi occhiali a mezzaluna.
- Naturalmente, se fossimo certi almeno di questo… e se Malfoy fosse disposto a
sottoporsi a degli allenamenti, si potrebbe tentare. Inoltre, come l’altra
volta, sarebbero presenti Remus, Tonks e un paio di Auror… ragion per cui sì,
direi che un tentativo sarebbe fattibile. Sei certo che lo desideri davvero?
- Sì, è stato lui a propormelo!
Ribatté il grifondoro.
- Bene. Allora faremo questa prova. Dì a Malfoy, con cui a quanto vedo sei
entrato in amicizia, di presentarsi qui da me non appena gli è possibile. Ah, e
do 10 punti ad entrambi per l’esempio di collaborazione tra le case.
Harry sorrise apertamente.
- Vado a dirglielo. Ah, un’altra cosa… posso essere presente anch’io quanto
tenterete di riportare indietro Sirius? Secondo Remus la mia presenza potrebbe
essere utile, visto che è il mio padrino…
Silente lo osservò un attimo, prima di acconsentire.
- Sì, direi che non c’è alcun problema. La tua presenza non può che giovare
all’esito della missione.
- Perfetto! Grazie mille!
Esclamò il ragazzo, per poi congedarsi, e correre dai suoi amici.
Li trovò entrambi in Sala Comune, Hermione intenta a leggere un voluminoso
libro sulle rune e Ron a scambiare delle figurine trovate nelle Cioccorane con
un ragazzino più piccolo. Non appena entrato, li chiamò entrambi, con un
sorriso raggiante. Non appena gli si avvicinarono, comunicò loro con aria
cospiratoria:
- Forse c’è un modo per salvare Sirius… qualcuno che ha un legame di sangue con
lui disposto ad aiutarci.
Il sorriso di Hermione si allargò all’istante, mentre Ron sembrava cofuso.
- Qualcuno che vuole portarlo indietro? E chi sarebbe? Avete fatto un imperius
a Bellatrix?
Il moro ridacchiò alla domanda dell’amico, poi scosse la testa.
- No, Ron, niente del genere. Ma non avevamo tenuto conto del fatto che
Narcissa Black ha un figlio che studia qui ad Hogwarts!
Il rosso restò a bocca aperta.
- Malfoy?!
Sputò fuori il suo nome come se fosse veleno, e quasi immediatamente Hermione
disse:
- Com’è possibile che Malfoy sia al corrente della cosa? E che voglia aiutarci,
per giunta!
Ad Harry si gelò il sangue nelle vene. Già, era quasi impossibile che i suoi
amici non se ne accorgessero, e che non gli ponessero delle domande. Ma cosa
doveva fare, a questo punto? Dir loro la verità, o continuare a mentire?
Sospirò, e guardò Hermione negli occhi. Sembrava quasi essersi pentita di
avergli posto quella domanda, ma oramai non poteva più tornare indietro.
Harry stava per rispondere, quando l’attenzione dei suoi amici e degli altri
occupanti della Sala Comune fu attirata dall’ingresso di qualcuno che non si
sarebbero aspettati di vedere lì.
Quando Draco aveva aperto la lettera, non appena rientrato in stanza, quasi gli
era venuto un colpo quando aveva letto le poche parole che vi erano scritte.
“Oggi daremo il via alle
danze. Tieniti pronto a darci manforte, ma non farti scoprire. È un’azione
diversiva, i veri obiettivi ti saranno resi noti al più presto. Se Potter
dovesse lasciare Hogwarts, chiamaci immediatamente.”
Non era firmata, ma il ragazzo aveva riconosciuto immediatamente la scrittura
del padre. Di sicuro era stata incantata per aprirsi solo se aperte da lui: era
un vecchio trucco che i suoi genitori utilizzavano sempre per evitare che le
loro missive cadessero in mani sbagliate.
Ma quel “daremo il via
alle danze”? Voleva dunque dire che intendevano attaccare Hogwarts?
Dovevano essere dei folli per tentare una simile mossa, chiunque sapeva che era
impossibile smaterializzarsi all’interno del castello, e senza un appoggio
all’interno sarebbe stato da pazzi credere di poter entrare. Possibile che ci
fosse qualcun altro? Draco si era preso la testa fra le mani, cercando di
bloccare quello che sembrava un principio di emicrania.
Volevano Harry. Beh, c’era di positivo che lo volevano vivo. Ma come volevano
che lui li aiutasse? Si aspettavano forse che lui lo catturasse per loro? Il
serpeverde non sapeva dirlo. Né sapeva cosa avrebbe dovuto fare in quel momento.
Probabilmente la cosa più saggia da fare sarebbe stato andare da Silente e
rivelargli il contenuto di quella lettera. Ma se qualche studente l’avesse
visto parlare con lui, cosa avrebbe pensato? E se i Mangiamorte fossero entrati
ad Hogwarts e l’avessero scoperto? Era il suo compito, come spia, era vero… ma
solo in quel momento si era reso conto di quanto fosse rischioso.
Così, alla fine, aveva deciso di rivolgersi all’unica persona a cui sentiva di
poterlo fare in quel momento: Severus Piton.
Il professore si era accigliato nel leggere la lettera, e si era domandato per
quale motivo non fosse stato informato della cosa. Era davvero in programma un
attacco, o forse era solo un modo per mettere Draco alla prova? Se lo domandò
di sfuggita, ma non c’era il tempo di ragionarci su. Immediatamente aveva
portato Draco da Silente, mentre Remus avrebbe chiamato Harry: se Voldemort
aveva preso una qualche decisione, probabilmente il ragazzo aveva percepito
qualcosa tramite la sua cicatrice, ed era loro intenzione chiederglielo.
Draco raccontò al preside della convocazione di pochi giorni prima ad una
riunione a cui non aveva partecipato, ma non seppe dire null’altro. La lettera
ricevuta quella mattina era stata una vera sorpresa: nessuno lo aveva avvisato
prima, e discutendo con Silente si era reso conto di quanto tutto ciò fosse
strano. Un semplice avvertimento via lettera, un attacco all’ultimo minuto…
tutto ciò non aveva senso. Ma le loro elucubrazioni vennero interrotte da un
rumore, a cui ne seguì un altro.
Guardando fuori dalla finestra, videro due uomini incappucciati e vestiti di
nero colpire le mura di Hogwarts. Draco tremò nel vedere di sfuggita i loro
volti coperti di maschera, prima di allontanarsi in un punto che non fosse loro
visibile.
Allora era vero! La testa gli girò improvvisamente, e dovette sedersi.
In quel momento entrarono Harry, Ron ed Hermione. Ed il cuore gli parve
fermarsi.
Harry guardò Draco, poi il preside, poi di nuovo Draco.
- Cosa sta succedendo? Perché mi avete chiamato?
Domandò, mentre Remus scambiava due parole con il professore di pozioni.
Harry avrebbe voluto chiedergli cosa ci facessero lì i suoi amici, ma si
trattenne dal farlo.
Silente domandò:
- Hai sentito la cicatrice bruciare, o hai avvertito qualche segnale che
Voldemort è qui vicino?
Harry scosse la testa, mentre un altro incantesimo colpiva le mura di Hogwarts.
- No, ma direi che è evidente che sta succedendo qualcosa. Che senso ha
chiedermelo adesso?
Domandò preoccupato il Grifondoro.
Silente sorrise.
- Oh, direi che non c’è ragione di darsi troppa pena per quello… - affermò,
accennando alla finestra, - anzi, direi proprio che sia il caso di non uscire a
contrattaccarli: il castello è protetto da potenti incantesimi, e se il loro
scopo è farci uscire, non ci riusciranno.
Altri colpi risuonarono da un altro angolo del castello, ma Harry si rese conto
che i leggeri bagliori si schiantavano contro muri invisibili ed apparentemente
impenetrabili.
Remus, che nel frattempo aveva smesso di parlare con Piton, prese parte alla conversazione.
- Non ritiene sia il caso di avvisare gli Auror?
- Certamente, stavo giusto per domandartelo… ci puoi pensare tu, gentilmente?
- Certo.
Annuì l’uomo, allontanandosi nuovamente.
Subito dopo, l’attenzione dei presenti venne attirata da un boato più forte
degli altri, e pochi secondi dopo la professoressa McGrannit aveva varcato la
soglia ed aveva comunicato al preside, incurante degli altri, che gli studenti
erano nel panico, e che l’incantesimo aveva indebolito le protezioni.
Harry e gli altri erano stati gentilmente stati invitati a raggiungere i
rispettivi dormitori, con l’intenzione di discutere con loro più tardi.
Non appena usciti, Harry quasi ignorò le proteste dei suoi amici ed afferrò
Draco per un braccio.
- Che cosa sta succedendo?
Draco distolse lo sguardo.
- Io… non lo so. Stanno attaccando Hogwarts.
- Ma dai?! Bravo, non ce n’eravamo accorti!
Ironizzò Ron, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Harry.
- Tuo padre c’entra qualcosa con quest’attacco?
Domandò Hermione, pragmaticamente.
Il biondo scosse la testa, confuso.
- Non lo so. Può essere. Perché, ha importanza?
- No, ma non mi spiegavo la tua presenza da Silente, e questa era l’unica
motivazione che mi sia venuta in mente.
Draco scosse la testa nuovamente, apparentemente incapace di dare risposte
diverse da un semplice diniego. Cosa avrebbe raccontato ora? Non riusciva
nemmeno ad assumere il suo solito cipiglio ed a trattarli da inferiori, com’era
abituato. Avrebbe solo voluto dimenticare tutto per un momento, dimenticare che
avrebbe potuto essere lì fuori, che un giorno avrebbe dovuto farlo… che il suo
compito sarebbe dovuto essere di trascinare fuori Harry mentre loro quattro
distoglievano l’attenzione, che c’era qualcosa che ancora non sapeva e degli
obiettivi che gli sarebbero stati spiegati a breve, che se non era capace di
reggere al minimo problema sarebbe crollato molto presto…
Vide Harry mormorare qualcosa ai suoi amici, poi annunciar loro che sarebbe
tornato subito. Ed in un attimo, non sapeva neppure lui come, si stava
lasciando trascinare dal suo ragazzo, il quale lo stava conducendo da qualche
parte lontano da lì, lontano da loro.
Note
dell’autrice
Scusatemi per i tempi di aggiornamento lunghissimi… ero convinta di aver
postato anche qui questo capitolo (chissà perché, poi O_O ) ed invece l’ho
messo solo su Nocturne Alley… cercherò di essere più veloce con i prossimi
capitoli, anche se non me la sento di promettere nulla, dato che l’ispirazione
purtroppo è carente ç_ç
Grazie tantissimo a tutti coloro che continuano a leggere e commentare… un
bacione a tutti!