Lost. Why Am I So Harry?

di deloslights
(/viewuser.php?uid=135533)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First. ***
Capitolo 2: *** Second. ***
Capitolo 3: *** Third. ***
Capitolo 4: *** Fourth. ***
Capitolo 5: *** Fifth. ***
Capitolo 6: *** Sixth. ***
Capitolo 7: *** Seventh. ***
Capitolo 8: *** Eighth. ***
Capitolo 9: *** Ninth. ***
Capitolo 10: *** Tenth. ***
Capitolo 11: *** Eleventh. ***
Capitolo 12: *** Twelft. ***
Capitolo 13: *** Thirteenth. ***
Capitolo 14: *** Epilogue. ***



Capitolo 1
*** First. ***


 



First Chapter.

A Fabi, perché mi sopporta ogni giorno, e perché se lo merita.


 

Harry guardò i quattro amici per qualche secondo, prima di alzare un braccio in segno di saluto.
« Allora.. ehm, io vado » disse incerto. Aveva ancora paura che qualcuno di loro, se non tutti, volesse ucciderlo, e non era sicuro che il fatto che fossero i suoi migliori amici contasse come garanzia.
« Mi raccomando, sii responsabile, cerca di non cacciarti troppo nei guai » lo salutò Liam, con tono esasperato.
« Mangia anche per me » aggiunse Niall, con uno sguardo truce. Lui era quello più offeso dal gesto di Harry, anche se tutti i ragazzi erano convinti che fosse solo finzione.
« E non farti beccare subito, idiota » lo mise in guardia Zayn, sorridendo allusivo.
« So che gli altri hanno paura di dirtelo, ma ti vogliamo bene, e ci mancherai, amico » continuò Louis.
« Ragazzi » Harry li interruppe, divertito. « Non mi sto arruolando in marina! Vado solo in vacanza, per tre settimane, e poi saremo di nuovo tutti insieme! »
« Vai solo in vacanza senza di noi » precisò Niall mettendo il broncio.
« Vi voglio bene anch’io! » il diretto interessato lo ignorò, fingendo di non aver sentito. « Ma adesso è meglio che vada » concluse, iniziando a correre verso il check-in. Un’ultima occhiata ai suoi compagni di band, o meglio, di vita, e si sentì finalmente il vecchio se stesso, quel ragazzo solitario che non si fidava mai di nessuno. Anche se era fiero di chi stava diventando, gli mancava la vita normale.
In realtà, per riuscire a guadagnarsi quella vacanza aveva pregato i manager in inglese, francese e persino cinese – magari si era inventato qualche parola, ma questo non lo sapeva nessuno – e dopo due mesi e tredici giorni di tentativi era riuscito ad ottenere i biglietti di andata e ritorno per Firenze. Ovviamente, non gli avevano permesso di scegliere la meta, sperando che il fatto di conoscere a malapena tre parole di italiano – di cui una era il cognome di un calciatore che aveva scambiato per parolaccia – o l’orario del volo, programmato per le tre di notte, lo facessero desistere, o perlomeno che Niall lo uccidesse. Ma nemmeno le pentole che l’irlandese gli aveva tirato addosso avevano fatto cambiare idea ad Harry, perché aveva bisogno di staccare per un po’ – era pur sempre il piccolino del gruppo.
Così, in quel momento era da solo, in prima classe, con gli occhi semichiusi e immerso nel silenzio. La pace intorno a lui era tanto innaturale che gli sembrava di star vivendo un sogno, eppure Harry si sentiva vivo, e soprattutto libero e autonomo. Ne era valsa la pena di minacciare di andare a giro nudo per Londra, se quello era il risultato, no?
Dopo quelli che gli sembrarono venti minuti – probabilmente si era addormentato – Harry mise i piedi sul suolo italiano. Che quella fosse l’Italia non c’erano dubbi: cielo azzurro, privo di nuvole, con i primi raggi di sole che illuminavano l’aeroporto, asfalto totalmente asciutto, gates minuscoli. Realizzare di avercela fatta, per davvero, gli fece venire un’improvvisa voglia di urlare, ma si trattenne, ricordando le parole di Zayn di poco prima, e si limitò ad entrare nell’edificio saltellando. Dovette ripetersi più e più volte che le persone conoscevano il suo volto in tutto il mondo, ed essendo in incognito fare l’idiota non giovava poi molto alla situazione. Recuperò in fretta la valigia e si diresse fuori, alla fermata dell’autobus, mentre controllava dall’iPhone quale fosse il modo più veloce per raggiungere l’hotel dove gli avevano prenotato – probabilmente una catapecchia per farlo ritornare prima. In realtà passò un quarto d’ora a cercare di distinguere i vari nomi che a lui sembravano tutti uguali, in quella lingua sconosciuta, finché non trovò un autobus che gli parve avere la stessa destinazione di quella che doveva prendere lui.
Gli parve, perché dopo un’ora e un quarto era giunto in un luogo sperduto che non assomigliava affatto al centro di Firenze. Forse avrebbe dovuto ascoltare quelle lezioni a cui Niall l’aveva trascinato, gli sarebbero potute servire. Dopo che l’autista l’ebbe apostrofato in chissà quale modo in italiano, intuì che doveva scendere perché l’autobus si era fermato in una piccola piazza, spegnendo il motore. Bene, erano le sette e quindici del mattino, ed Harry era perso nel bel mezzo del nulla, circondato dal silenzio di italiani ancora assonnati che non conoscevano mezza parola di inglese. Che cosa avrebbe fatto adesso?
Addio fama, addio One Direction, addio Harry Styles, e benvenuto al povero barbone Harold.
No, okay, forse qualcuno l’avrebbe riconosciuto, insomma, c’erano fan suoi e dei suoi amici in tutto il mondo, e l’Italia non era su Marte, vero? Per esempio, quella ragazza mora e riccia con le cuffie alle orecchie, magari lo conosceva, forse era una sua fan, no? Oppure era una delle tante che passavano le giornate ad offenderlo. Beh, ma valeva la pena tentare, giusto? No, forse no, però se fosse rimasto bloccato in quel paesino sperduto in mezzo all’Italia sarebbe stato abbastanza deprimente, quindi l’unica soluzione era chiedere aiuto. Chiama qualche agente, direte voi, ma dopo tutta la fatica che Harry aveva fatto per dimostrare che sapeva cavarsela, non aveva la minima intenzione di arrendersi il primo giorno solo perché non aveva il senso dell’orientamento. Insomma, era normale perdersi in un paese straniero, no? Louis e Zayn l’avevano fatto a Sydney, dove parlavano la loro stessa lingua, quindi era decisamente giustificato.
Ma perché aveva rifiutato di essere accompagnato da almeno una guardia del corpo?
Stupido. Aveva ragione Liam quando lo accusava di non avere istinto di sopravvivenza!
Ehi, aspettate un momento.
Ma quello era un autobus!
E quelle persone se ne stavano andando, tutte quante, lasciandolo solo sul marciapiede. Sarebbe rimasto lì per sempre? Non poteva permetterselo, andiamo, aveva una reputazione da mantenere, e poi chissà in quanti lo avrebbero visto là in mezzo.. doveva fare qualcosa.
Bene, quindi non aveva tempo di pensarci, le avrebbe seguite.
Si buttò in mezzo alla strada, con la valigia enorme che lo sballottava a destra e a sinistra; un paio di volte rischiò anche di cadere, ma riuscì a raggiungere il mezzo indenne, nonostante tutto.
Salì appena in tempo, mormorando un « crazi » all'autista per averlo aspettato. Rimase in piedi di fronte alla porta, squadrando uno dopo l'altro tutti i passeggeri. Va bene che erano ancora presto, ma se li aspettava più reattivi. Era o non era un membro dei One Direction?
Nessuno, però ricambiò lo sguardo neanche per caso – figuriamoci se lo riconobbero –, così capì che se stava aspettando un’occasione propizia, sarebbe arrivato nel luogo ancor più sperduto dove conduceva l’autobus, senza aver concluso nulla. Prese un respiro profondo e si diresse verso la prima ragazza che aveva visto quella mattina, la riccia con la musica nelle orecchie. Non sapeva bene perché, ma gli sembrava una ragazza affidabile.
Incastrò la valigia fra il suo corpo e una sbarra dell’autobus mentre cercava un modo per iniziare un discorso sensato e nello stesso tempo non sembrare un maniaco o uno stalker, ma non riusciva a trovare nessuna idea interessante – non  osò nemmeno contemplare l'ipotesi che lei non parlasse inglese.
Provò a dire « ciao » ma le cuffie la isolavano del tutto dal mondo circostante e i suoi occhi erano puntati fuori dal finestrino, rendendo inutili ogni altro suo tentativo di comunicare.
Che cosa poteva fare? Per essere Harry Styles, si sentiva decisamente sprovveduto. Ma le ragazze con cui aveva a che fare erano sue fan qualificate, mentre questa ragazza poteva anche essere un'hater, o peggio non conoscerlo affatto.
‘Basta, Harry, adesso vai lì e ti butti. Insomma, che vuoi che succeda?’ si disse.
Così fece la prima cosa che gli venne in mente, e anche la più stupida: allungò una mano e gli sfilò lentamente una cuffia.
La ragazza, colta alla sprovvista, si girò e senza neanche guardare a chi appartenesse la mano, fece partire uno schiaffo, che colpì Harry in piena faccia. Qualcosa come due decimi di secondo dopo, però, il cantante ancora sotto shock, vide negli occhi scuri di lei un lampo di comprensione.
« Oh cazzo » disse in italiano, togliendosi anche l'altra cuffia.
Harry ridacchiò; ormai aveva imparato il significato di quella parola, ed era abituato alle reazioni delle ragazze quando lo vedevano, che erano le più assurde. Mentre aspettava che anche lei superasse lo shock di vedere un Harry Styles alle sette del mattino sul suo autobus – non era una cosa da tutti i giorni, no? – studiò i suoi lineamenti; non era quella che si poteva definire una ragazza da farsi assolutamente ma era bella, e sapeva il fatto suo.
Okay, continua così e diventerai un vero stalker, Styles’ si disse, prima di scuotere la testa, riordinandosi i capelli. Gli avevano detto di farlo talmente tante volte che era diventato un tic.
« Scusa » esordì dopo aver capito che se aspettava che lei fosse la prima a parlare non ne sarebbe mai uscito. Cercò di modulare la voce in modo che il suo inglese fosse più chiaro possibile. Per fortuna non era Liam, che a volte non capivano nemmeno loro da quanto parlava veloce.
« Non volevo spaventarti, mi dispiace, ma..ehm, io mi sono perso » ammise, puntando gli occhi smeraldini nei suoi color cioccolato fuso, ancora assonnati.
« Sei davvero tu? Sei Harry? » lo ignorò lei, rispondendogli in inglese. Però, era brava, una volta ritrovata la voce.
« Uhm.. sì » confermò lui, ma lo fece con un tono talmente poco credibile che per far scomparire lo scetticismo dalla faccia di lei dovette tirare fuori la carta di identità e mostrargliela. Dopo averla vista, la ragazza sorrise.
« Tu invece come ti chiami? » continuò.
« Fabiola » disse semplicemente, con voce cristallina. Come diavolo si pronunciava quel nome? Fa-biò-la? Cercò di concentrarsi per ripeterlo nello stesso modo in cui lei glielo aveva detto, invano.
Vedendolo in difficoltà, la ragazza aggiunse: « Puoi chiamarmi Fabi ».
Decisamente meglio!’ pensò lui, prima di dire: « Ciao Fabi » in italiano, facendola ridere.
Era davvero così buffo? Beh, perlomeno non sembrava odiarlo, e l’aveva riconosciuto. Non poteva sperare che fosse una fan, ma perlomeno che lo rispettasse.. vero?
« Gli altri quattro dove li hai lasciati? » chiese Fabi subito dopo, tornando seria.
« Io.. no, sono da solo ».
« Che bastardo » borbottò la ragazza, in italiano. Harry si accigliò, si ricordava di aver sentito quella parola da Louis ma non riusciva proprio a farsi venire in mente cosa volesse dire.
« Ehm, grazie » disse per cortesia, non sapendo che altro fare. I due minuti di risate di Fabi gli fecero capire che probabilmente non era un complimento, ma non ci fece poi tanto caso. Andiamo, anche lui aveva il diritto di fare figure di merda ogni tanto, no?
« Quindi, » ricapitolò infine lei, ritornando all'inglese. « Tu sei Harry Styles dei One Direction, in un paese sperduto dell'Italia, senza il resto della band. Illuminami, sei in esilio, ti hanno cacciato o cosa? »
Harry la osservò per un momento, incerto se prenderla sul serio o no. Perché erano così strani gli italiani?
« Io.. ehm.. praticamente.. volevo una vacanza, ecco. Ma mi sono perso ».
« E questo cos’ha a che fare con me, di preciso? » chiese divertita. Si stava davvero prendendo gioco di uno dei cantanti più famosi del mondo? Sì, e lui non poteva farci niente.
« Beh, ehm..Questa è Firenze? »
« No ».
« Vicino? »
« Non molto ».
« Mi sono perso nel bel mezzo del nulla ».
« Questo l'hai già detto. Dove dovevi andare? »
« All'hotel Montevia, ma credo di aver perso l'autobus sbagliato ».
« Già, questo posto si chiama Montecatini, ed è una città in culo al mondo, non un hotel. Come hai fatto ad arrivarci, lo sai solo tu! »
« In realtà.. non sono sicuro di saperlo.. Mi puoi accompagnare dove ti ho detto? »
« No, io sto andando a scuola, mi dispiace.. » dal tono di voce che usò la ragazza sembrava che gli dispiacesse veramente non aiutarlo. Che gentile, con un ragazzo che non aveva mai visto se non in foto o su YouTube.
« Dopo? » insistette. Non gli andava di rivelarsi ad altre persone, adesso che ne aveva trovata una perfetta per quel che doveva fare. Insomma, bastava darle un’occhiata per vedere che non era il tipo di ragazza che andava a spettegolare. E poi, sembrava tenerci.
« Non ho la patente. Ma puoi venire da me e cerco di convincere mio padre, se non hai fretta ».
« Davvero? Oh, Dio, grazie! Crazie, Fabi! » disse, poi l'abbracciò di slancio, senza fare minimamente caso al fatto che quasi la strozzò, oppure all’aver lasciato la valigia incustodita. Era abituato a metterci dentro solo cose facilmente sostituibili, con tutti i viaggi che faceva. Sentì il nervosismo di Fabi, ma alla fine si limitò a cingergli i fianchi con le braccia, palesemente imbarazzata.
« Che cosa faccio mentre ti aspetto? » chiese Harry, tornando nella posizione iniziale.
« Ti direi di fare un giro, ma scommetto che ti perderesti, perciò.. ehm.. verrai con me. Ti nasconderò da qualche parte mentre sono a lezione » la chiara nota divertita nella sua voce lo fece sobbalzare, mentre l'immagine di un cantante famoso rinchiuso in un magazzino per le scope si faceva strada nella sua mente. Tutto questo non lo entusiasmava, ma che altro poteva fare? Aveva trovato al primo tentativo una ragazza che capiva e parlava inglese, e forse era anche una Directioner. Non era affatto nella posizione di lamentarsi.
Evidentemente, per Fabi la conversazione era conclusa, perché si era rimessa le cuffie, tornando ad ignorarlo.
Aveva davvero il coraggio di ignorare Harry Styles, dopo che lui aveva attaccato bottone?
Iniziò a darle fastidio, cercando di farle il solletico sotto il collo, ma ricevette solo un'occhiata assassina che non lo intimorì.
« Fabi » si arrese infine, scandendo le sillabe così che si capisse anche dal labiale che voleva ancora parlare. Ma non aveva nulla da fare, questo?
La ragazza alzò le sopracciglia, ma non accennò a spegnere o abbassare la musica. Harry rifletté per un momento, poi le fece cenno di alzarsi. Se possibile, le sopracciglia di Fabi si sollevarono ancora, descrivendo tutta la sua diffidenza e il rifiuto di lasciare il seggiolino, che a quell’ora sembrava quasi comodo.
Non accettando un no come risposta, Harry si ritrovò senza sapere come a prenderla in braccio e sedersi al posto suo, sorridendo come un bambino. Gli bastava davvero così poco per divertirsi, una ragazza sconosciuta, su un autobus diretto ad una località sconosciuta, che gli dava del filo da torcere? Evidentemente sì, perché si sentì sinceramente felice quando la risata sussurrata di Fabi gli riempì le orecchie.
« Che ascolti? » le chiese, tanto per dire qualcosa. Era già pronto a sentire i The Wanted, ma il rossore sulle guance di Fabi gli lasciò qualche speranza, confermata dopo che lei gli porse una cuffia. La sua felicità però schizzò alle stelle quando sentì la sua stessa voce coprire il farfuglio confuso che lei stava tirando fuori. Era davvero una Directioner, quindi? Si poteva essere più fortunati? Forse se non si fosse perso, ma non era così sicuro. Gli sembrava abbastanza difficile trovare qualcosa di più avventuroso di un viaggio in una terra sconosciuta con qualcuno che gli voleva bene.
« I cansee that you’re holding back those tears » canticchiò Harry, imitando la sua stessa voce, mentre Fabi, che doveva sentirsi a disagio sulle sue gambe, evitava costantemente il suo sguardo, fissando invece l’ingombrante valigia.
« Sei felice? » le chiese all’improvviso.
« No » rispose lei, tanto velocemente che sicuramente la risposta gli era scivolata via prima che lei decidesse cosa farne. « Attualmente, tutta la mia felicità mi viene da cinque ragazzi idioti, che compongono una certa band inglese che non riuscirò mai a vedere dal vivo.. a meno che uno di loro non si perda proprio a due passi da casa mia ».
« Oh, capisco, scusa per la domanda forse troppo personale. Io.. non ho molta voce in capitolo ma posso provare a fare il possibile per farti entrare almeno in uno dei concerti.. Non sopporto che qualcuno soffra a causa mia ».
« Lascia perdere, domani ti sarai già scordato che esisto, ti ritroverai nella tua bella camera d’hotel e ammirerai le colline toscane finché non ne sarai così stufo da voler tornare immediatamente in Inghilterra ».
Sentiva, nella voce della ragazza, una nota di disperazione appena udibile. Adesso riusciva a vedere la stessa ragazza a cui era dedicata Save You Tonight, negli occhi di Fabi, e non ne era affatto contento.
« Ehi, sarò anche idiota qualche volta, con poco senso dell’orientamento, ma quando prometto una cosa è perché so di.. » non riuscì a finire il discorso che il suo iPhone prese a vibrare nella tasca dei pantaloni. Con una complicata manovra per non scomodare la ragazza, riuscì ad estrarlo e a rispondere a quel numero sconosciuto.
La stessa Fabi vide prima il sollievo dipinto sul volto di Harry, poi sostituito dal disappunto che infine lasciò spazio a terrore, puro e semplice. Quando riattaccò, aveva gli occhi sbarrati e continuava a tremare un po’.
« Harry? Che succede? » chiese la ragazza, voltandosi finalmente verso di lui.
« Io.. non mi sono presentato in hotel stamattina.. e mi hanno revocato la prenotazione. Sono ufficialmente un barbone per le prossime tre settimane » ammise, prendendosi la testa fra le mani. Che cosa poteva farci, lui, se si era perso?
« Vuoi.. io dovrei avere un divano letto a casa, vuoi che costringa i miei a farti stare da me? Lo so che non sai nemmeno chi sono, però.. » disse Fabi con una punta di ironia.
« Davvero, lo faresti? » le chiese il ragazzo, evidentemente disperato.
« Posso provarci, non ho garanzie ma.. insomma, non posso mica farti dormire sotto un ponte! » sorrise, ma i suoi occhi rimasero gli stessi occhi tristi di pochi minuti prima. Harry le passò un braccio intorno alle spalle, avvicinandola al suo petto. Doveva ammetterlo, aveva ancora un po’ di paura che lei se ne uscisse con un altro schiaffo ben assestato, ma non aveva intenzione di lasciare quella ragazza senza la sua protezione, ora che l’aveva trovata. Quando lei alzò la testa per guardarlo negli occhi, Harry vide chiaramente le scarse lacrime sfuggite al controllo della ragazza, che lei aveva cercato di asciugare senza farsi notare, invano. Così sembrava debole ed indifesa, ma il cantante aveva la certezza che non era così, lui sapeva che Fabi era forte.
« Sto davvero piangendo abbracciata ad Harry Styles? » chiese con un sorriso tirato, a cui Harry rispose stringendola ancora di più. « Quando mi sveglierò saprò di aver fatto il più bel sogno della mia vita ».
« Eh? Guarda che non stai sognando, io sono davvero scappato clandestinamente da quella banda di idioti, e ho incontrato te sulla mia strada per un motivo. Se mi paragoni ancora ad un pallido sogno sappi che mi offenderò » disse serio, ma un sorriso riuscì comunque a spuntare, mettendo in mostra le fossette che tanti adoravano.
« Harry, io, la persona più sfigata di questo mondo, che incontro in questo modo assurdo un quinto dei miei cantanti preferiti? Andiamo, non ci credi neanche tu! » protestò, distogliendo di nuovo lo sguardo.
Il ragazzo, però, per quanto buono ed innocente si stava innervosendo. Prese il volto di Fabi tra le mani e, mentre lei continuava a spostare lo sguardo su qualsiasi cosa tranne lui, la baciò. Non seppe perché – la sua teoria era che fosse determinato a dimostrarle qualcosa, o forse voleva solo assaggiare le labbra di quella ragazza così unica, che l’aveva incuriosito già dal primo sguardo. Fu un contatto breve, appena accennato, ma a Fabi bastò per cambiare umore radicalmente. Si staccò subito dopo, spaventata da ciò che aveva fatto, ma Harry si sentì soddisfatto per aver portato a termine il suo compito di far trovare almeno un briciolo di felicità a quella ragazza. Furono pochi, intensi secondi. Non seppe precisamente perché l'aveva baciata, ma seppe che era stata la cosa giusta. Quando riaprì gli occhi – perché, li aveva chiusi? – vide sul volto di Fabi un'espressione tanto dolce quanto buffa; sembrava fosse appena scesa dalle montagne russe, un po' traballante ma felice. Harry sorrise, prendendole una mano nella sua. « Non  osare dirlo di nuovo, capito? »
« Non è che siccome sei Harry Styles ho intenzione di fare tutto quel che mi dici, eh! » borbottò Fabi, ma ricambiò il sorriso. « Però.. grazie ».
Rimasero così, a guardarsi negli occhi, finché non scoppiarono entrambi a ridere per l'imbarazzo. Poco dopo scesero, e Harry ebbe non pochi problemi a scendere senza essere schiacciato dal peso della valigia.
Una volta al sicuro sul marciapiede, però, sentì di non aver ancora concluso il discorso.
« Ehm,  Fabi.. » la chiamò, facendola fermare. Non si girò, ma Harry capì che lo stava ascoltando. « Io non.. l'ho fatto apposta.. spero che tu non ti sia offesa. È solo che.. ho percepito il tuo bisogno d'amore e ho.. ehm.. agito d'istinto » confessò.
« Non c'è bisogno che trovi una scusa » ribatté lei. « Non voglio sapere perché l'hai fatto; mi sono sentita felice per quasi tre secondi e tanto mi basta ».
« Fabi! » le prese di nuovo il viso con una mano. « Ti ho detto che non l'ho fatto apposta, non che è stato un errore! Se tornassi indietro lo rifarei anche cento volte! » ammise, con un sorriso sincero. « E farò tutto quel che è in mio potere perché la tua felicità duri molto più a lungo di tre secondi! »
« Scendi dalle nuvole, Harry. Sei un celebrità, non il Genio della Lampada. Non ho tre desideri, tutto quel che faccio nella mia vita è non aspettarmi più niente, così da non esserne delusa. Non ho tempo per essere felice » disse convinta. Ma con chi credeva di parlare questa? Con Zayn Malik?
« Ehi, guardami! » Harry era tanto concentrato a convincere quella ragazza da parlare quasi a una velocità normale. « Io non so quale sia il tuo passato, per ora, ma per le prossime tre settimane non sarà più qui a farti soffrire, sarà confinato nel passato ».
« Harry? Ma che cazzo stai dicendo?»
« Mi fai arrabbiare! Lasciami provare, princhepesa. Dopo me ne andrò, e tornerai alla tua vita. Ma fammi provare, per favore ».
« Io.. non.. » esitò. Harry vide nei suoi occhi la volontà di accettare, unita alla paura di non farcela. Fu in quel momento che si liberò della paura che opprimeva lui, e la baciò di nuovo.
Baciare la prima volta era semplice. Ti avvicini, hai paura, dici un grande ‘vaffanculo’ e ti butti senza sapere come andrà. Ma il secondo bacio non è affatto la stessa cosa. Hai già un precedente, sai com’è andata e se vuoi ripetere la situazione o cambiarla, senza avere però idea di come fare. Per questo, dall'alto dei suoi diciannove anni, Harry Styles non aveva mai preso l'iniziativa per dare il secondo bacio. Perché l'avesse fatto proprio in quel momento, in Italia, con quella ragazza, non lo sapeva, ma si era sentito pronto. Pronto e pieno di paura, perché non gli sembrava affatto scontato che Fabi ricambiasse, anzi, forse gli avrebbe tirato un altro schiaffo. Era anche probabile. Quel che non si aspettava, però, era che lei rispondesse subito, senza nemmeno opporre resistenza. Forse ci aveva visto giusto, forse quella ragazza ne aveva davvero bisogno. Si dice che tutti nella vita abbiano uno scopo. Quello di Harry Styles era di rendere felici le persone, e ci stava riuscendo. Prima ancora che potesse registrare il successo ricevuto dal suo primo secondo bacio, sentì le braccia esili di Fabi cingergli il collo e, come rispondendo a un istinto che non sapeva di avere, la sollevò da terra, lasciando che tutte le sue preoccupazioni scivolassero via, così da trasmetterle solamente la felicità di quel momento. In realtà, se ci rifletteva, non sapeva nemmeno lui da che cosa provenisse tutta quella voglia di baciare una sconosciuta, anche se non si sentiva di definirla così. Lei era una Directioner, supportava lui e i suoi compagni continuamente, sebbene sapesse che non l’avrebbero mai notata.. fino a quel giorno. Anche se era solamente una delle milioni di fan, rappresentava tutto quello che i One Direction desideravano in un’ammiratrice. Rimase per diversi minuti a giocare con le labbra di Fabi, finché lei non si separò, scendendo dalle braccia di Harry.
« Bene, quindi..Benvenuto in Italia, Harry » disse, ritrovando, di nuovo, il buon umore.
Il ragazzo rise, sbrigandosi a infilare un cappellino di lana e gli occhiali da sole. Proprio in una scuola piena di ragazzine doveva andare, eh?
Va bene, era per una buona causa, ma la sua copertura sarebbe saltata il primo giorno. Si guardò intorno, nessuno lo stava osservando, per ora. Ma la sua valigia era troppo evidente perché questo potesse durare.
« Fabi? »
« Sì? »
« Io non vorrei lamentarmi, ma.. ehm.. non posso venire nella tua scuola con questa » indicò la valigia. Fabi ci pensò su qualche secondo, poi disse: « Aspettami qui » e sparì  con la sua valigia dietro ad un negozio di canne da pesca.
Perché di fronte a una scuola superiorec'era un negozio di pesca?
Tornò poco dopo, sorridendo complice. « Ricordamela dopo, non dovrebbe trovarla nessuno ».
« Grazie. E adesso? » Chiese Harry guardandosi intorno. Cosa avrebbe fatto adesso?
« Adesso vieni con me in classe e pensiamo a qualcosa ».
« Ehm, ma io..Sai, no, l'incognito..Ecco, io ho scommesso con Zayn che sarei durato almeno una settimana..E.. » la risata di Fabi lo interruppe.
« Faremo il possibile, te lo prometto. Adesso vieni, stai zitto e fai finta di capire ».
Gli fece cenno di seguirla e lui, seriamente spaventato dall'idea di perdersi ancora gli prese la mano, sincronizzando il passo.Fabi lo guardò, ma non si oppose. Solo quando giunse presso due ragazze che la salutarono con la mano iniziò ad agitarsi. Rispose al saluto con la mano libera, ma in quel momento nessuna delle due la guardava più. Disse loro qualcosa, in italiano, che suonò terribilmente come una preghiera. Entrambe le ragazze annuirono, salutando Harry con un « Hi » a cui rispose con un sorriso.
« Sei davvero Harry Styles? » chiese la più alta delle due, sottovoce, con forte accento italiano.
« Sì, beh, così dicono » il sorriso si allargò, contagiando le ragazze.
« E dove l'hai lasciato Louis? » continuò quella. ‘Oh, no’ pensò Harry.
« Virginia! » la rimproverò Fabi.
« È.. ehm, in Inghilterra » rispose incerto il ragazzo « Non dirmi che.. » le guardò tutte e tre « siete Larry Shippers? » chiese, mettendo il broncio.
« No » rispose Fabi secca, mentre quella che si chiamava Virginia aggiungeva: « Noi non siamo Directioners » indicò la sua amica, che annuì. « Solo che Louis Tomlinson è uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto, e volevo conoscerlo ».
Non fece in tempo a finire la frase che Harry aveva iniziato a ridere e Fabi a picchiarla.
« Quel che voleva dire » disse quest’ultima, dopo aver dato almeno dieci pugni all'amica. « È che vorrebbe conoscervi tutti e cinque » dopodiché si girò verso di lei e le sibilò qualcosa in italiano.
Harry guardò prima lei e poi le amiche; rifletté qualche secondo e poi disse: « Se mi fate vincere la scommessa con Zayn – non farmi scoprire dai paparazzi – ve li porto qui in qualche modo » disse.
« Anche le Little Mix? » chiese per la prima volta la terza ragazza.
« Io.. ehm.. posso sentire Zayn, se.. » mormorò. ‘Okay, non mentire a te stesso, Harry, non accetteranno mai’. Ma come faceva a dirglielo?
« Solo a me sembra tanto un ricatto? » borbottò Fabi.
Harry alzò le sopracciglia, ma non fece in tempo a rispondere che la campanella suonò e vennero travolti da una massa informe di studenti. Afferrò di nuovo la mano della ragazza e la seguì, per un corridoio e infine dentro un'aula spaziosa. Per un momento, Harry rimase colpito da quanto fosse diversa da quelle a cui era abituato. C'erano banchi attaccati a due a due disposti in tre file verticali e tre orizzontali, nessuno era veramente uguale all'altro, ce n'erano di alti e di più bassi, di più stretti e di più quadrati, con e senza una sbarra di metallo a far finta di essere un poggiapiedi. Era tutto così caotico, ma in qualche modo piacevole. Seguì Fabi e Virginia verso i banchi in fondo e rimase in piedi a studiare tutto quel che vedeva. Era così diverso tutto quello dalle scuole inglesi, così..confuso, ma anche più ‘familiare’.
« Non devi preoccuparti per la prima ora, il professore di Italiano non se ne accorgerebbe neanche se tu fossi in prima fila. A Scienze ti nascondiamo in  laboratorio. Per Matematica invece è un bel problema.. Che dite, Vì, Carmen? » espose Fabi.
« In bagno! »
« No, sotto i cappotti sull'attaccapanni! »
« Oppure là dietro, vicino ad Arianna? »
« Sotto la cattedra? »
« Nell'armadietto! »
« Ragazze! » le interruppe Harry ridacchiando. « In bagno dovrebbe andar bene, credo » guardò verso Fabi, che annuì. « Sì, è perfetto. Quella professoressa è troppo acida, più le stai lontano, meglio è ».
« E, ehm, i vostri compagni..» si preoccupò improvvisamente il ragazzo.
« Senza offesa, ma credo che almeno dieci, dei sedici che siamo, non sappiano associare il tuo volto al tuo nome e alla tua appartenenza ai One Direction, perciò..»
« ..Se qualcuno dovesse chiedertelo, il tuo nome è.. come ti chiamavi? Edward! E sei un cugino di Fabi che viene dall'Inghilterra » concluse Virginia, mentre si voltava a guardare tre ragazzi, che dopo essere entrati non fecero minimamente caso a Harry. E menomale che lo conoscevano in tutto il mondo se una classe di sedicenni non conosceva nemmeno il suo volto.
Per la prima volta in tre anni si chiese se in realtà la sua vita fosse costruita su un'illusione, e lui in realtà non fosse nient'altro che un diciannovenne montato. Era colpa di Louis, che continuava a ripetergli che nulla sarebbe stato più come prima, che era un mondo completamente diverso da quello precedente a X-Factor; ma forse era solo perché loro volevano che fosse così.
« Quindi » tornò al presente, sbattendo gli occhi. « Che cosa devo fare adesso? » chiese.
Sentì Fabi borbottare qualcosa in Italiano che assomigliava terribilmente a ‘non ha capito un cazzo’. Mentre Carmen ridacchiava, Virginia fece spazio tra la sua sedia e quella di Fabi.
« Mettiti qui » gli disse.
« Lì? » le sopracciglia di Harry scomparvero nel cespuglio di capelli, mentre guardava male le ragazze. Volevano davvero che Harry Styles, un quinto della band più famosa del momento, se ne rimanesse per un'ora seduto su uno squallido pavimento, contro le zampe di uno squallido banco in uno squallido liceo italiano? Tre sguardi adirati gli risposero chiaramente di sì, mentre lui sospirava. E poi il ricattatore era lui!
Si rannicchiò nel punto dove gli avevano indicato, cercando di farsi più piccolo possibile mentre sentiva lo scalpiccio di altri studenti che commentavano chissà quale argomento di italiano.
Se gli avessero detto che per vincere la scommessa con Zayn avrebbe dovuto nascondersi in mezzo a tanti ragazzi italiani che neanche conoscevano il suo nome non ci avrebbe creduto. Seriamente, quella sera avrebbe chiamato Lou dicendogli che non aveva affatto ragione, la gente ignorante c'era ancora.
L'improvviso silenzio che calò in aula gli fece capire che era entrato il professore, iniziando subito a parlare fitto fitto in italiano. Harry non capì quel che stava dicendo, ma a giudicare dal tono di voce sembrava piuttosto noioso.
« Ehi, Harry! » sussurrò infatti Virginia neanche due minuti dopo. Ma non stava mai zitta quella? Inclinò la testa verso di lei per guardarla negli occhi.
« Mi fai un autografo? » gli chiese, sorridendo un po' troppo.
Harry la guardò, cercando di capire che problemi avesse, ma alla fine rinunciò e, adattando un quaderno ad anelli come piano per scrivere sopra alle sue ginocchia la accontentò. Poi, visto che non aveva niente di meglio da fare, prese un foglio e scrisse un bigliettino a Fabi, mettendo a tacere la vocina che gli ripeteva di essere ormai grande e vaccinato.
-Tu lo vuoi un autografo? x H. :)
-No grazie, accetto solo cantanti in carne ed ossa.
-Beh, io sono qui. BTW che facciamo oggi? xx H.
-Studiamo? lol
-Mi insegni l'Italiano? H. xxx
-Ahah se vuoi. P.s. ti prego smetti con quelle x non siamo in un cimitero!
A quel punto sia Virginia sia Fabi tirarono una gomitata al ragazzo che si era quasi fatto sfuggire una risata.
-Per carità, Harry, se ti fai scoprire sentirai il professore di italiano parlare inglese, e non è un bello spettacolo!
-Non ci tengo ahahah :) H.
-Domani se vuoi visitiamo un luogo della Toscana. A tua scelta :)
-OMG Sììì! Che bello, che bello, che bellooooo xxxxxxx H.
Questa volta la gomitata toccò a Fabi e, per prevenire l'eventuale scoperta dell'insegnante, Virginia sequestrò i fogli ai due ragazzi.





Running from the Madhouse
Bene, dopo circa due settimane di lezioni spese a scrivere e dopo aver schiavizzato la mia migliore amica/compagna di banco (a cui è dedicata la storia) per copiare la storia al pc, sto pubblicando!
Prima di tutto, questa storia è senza pretese, non credo sia possibile che un cantante famoso come Harry venga spedito da solo in un altro paese perché ha pregato i manager lol
Però mi piaceva, quindi me ne sono fregata ahah Invece la cosa che in classe mia nessuno li conosce per la loro musica ma solo di nome, è fottutamente vero.
Che c'è da dire? Io non sono la protagonista, ma sono l'amica rompipalle (Virginia) che vuole conoscere Louis ahah è divertente scrivere di sé in chiave ironica lol
E, ovviamente, non ho idea di come sia il vero Harry Styles, io non credo sia montato, anzi, credo che abbia la testa sulle spalle, però l'ho descritto così perché si addiceva alla storia.
Fabi è un osso duro, ma Harry non è da meno.
Bene, fatemi sapere se è orrenda, se pensate che debba chiudere qui Word e non scrivere mai più o quant'altro lol
Grazie a tutti quelli che leggeranno, anche se non vi conosco, vi adoro! x
Vivy.


Ps. Se volete seguirmi su Twitter, sono http://twitter.com/deloslights c:

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Second. ***


Second Chapter.


Era almeno mezz'ora che Harry Styles, cantante di fama mondiale, sentiva urlare madre e figlia al piano inferiore di quella villetta nel bel mezzo dell'Italia. Aveva ricevuto tre telefonate; quella di sua madre che, come al solito, gli rimproverava di non averla avvisata subito del suo arrivo –dopo più di due anni, continuavano a dirsi le stesse identiche cose –, quella dei manager a cui non aveva risposto e quella di Zayn, che si era complimentato per ben 12 ore di silenzio stampa. Adesso che non aveva niente da fare, Harry stava curiosando nella camera di Fabi, sempre più sorpreso. Non c'erano poster, giornali o qualsiasi altra cosa che raffigurasse la sua band preferita. Solo dopo più di  minuti aveva trovato gli unici veri gadget che aveva: Up All Night e Take Me Home. Si era alzato alla velocità della luce e, dopo aver dato appena un'occhiata ai libri di Harry Potter su cui erano poggiati, li aveva presi insieme a un pennarello indelebile nero. Neanche lui sapeva perché, seguiva solamente l’istinto, come al solito.
L'intensità delle urla non accennava a diminuire – se solo avesse capito che cosa dicevano, avrebbe potuto fare qualcosa – così cercò un modo per ammazzare il tempo senza dover pensare. Non voleva nemmeno immaginare che cosa sarebbe successo se la madre di Fabi non lo avesse fatto restare; sarebbe caduto così tanto nel ridicolo da cercare subito il suicidio. Per questo poteva sperare solo in un successo di della ragazza, e avrebbe dovuto trovare un modo adeguato per sdebitarsi. Dopo aver rinunciato all'idea di pagare l'affitto – aveva sprecato tutto il viaggio di ritorno provandoci – di chiese che cosa avesse che lei desiderava. La prima risposta fu ‘tutto’ ma si accorse di essere un po' presuntuoso.
Poi lo seppe.
Afferrò il pennarello nero e iniziò a scrivere su uno dei CD. Era talmente concentrato che non si accorse nemmeno del silenzio che era finalmente calato nella casa, o degli occhi infuocati che lo stavano osservando. Aveva già riempito il retro di Up All Night di numeri quando alzò per caso lo sguardo, trovando sulla soglia una Fabi letteralmente incazzata.
« Harold Edward Styles » esordì, con la voce almeno 5 volte più acuta di quella di Louis. « Io spero per te che quelli non siano i miei CD dei One Direction! »
« Io.. ehm.. avevo paura che se te li avessi scritti su un foglio li avresti persi e.. »
« E ti è sembrato saggio usare dei dischi come fogli? »
« Ma hai uno dei cantanti davanti a te! E i numeri di tutti e cinque sul retro! »
La bocca di Fabi formò una piccola 'o', ma non sembrava affatto averlo perdonato. « È comunque un oltraggio! Guarda, sto seriamente pensando di andare di là e dire a mia madre che non se ne fa più nulla.. »
« Oddio! Posso restare? » la voce di Harry salì di un numero imprecisato di ottave. Fabi annuì sovrappensiero, mentre il ragazzo sorrideva così tanto che presto avrebbe avuto una paralisi facciale. Gettò i dischi sul letto e si alzò, arrivando davanti a lei con un passo;la prese in braccio di slancio e la fece ruotare finché non sentì un capogiro e fu costretto a sedersi sul letto per riprendere fiato. Fabi lo seguì aprendosi finalmente in un piccolo sorriso.
 « Forse tra tre settimane sarò riuscita a perdonarti per questo » prese i CD in mano, studiando le scritte che prima non c'erano. Fece per alzarsi ma la mano di Harry la ributtò sul letto e, senza nemmeno capire come, si ritrovò sulle sue labbra che non riuscivano a trattenere un sorriso neanche mentre la baciava. Harry lo sapeva, ci stava prendendo gusto, gli piaceva sentire quella ragazza vicino a sé, e sapeva anche che dopo quella vacanza forse non l'avrebbe più vista. Era egoismo allo stato puro, è vero, ma cosa poteva farci se stava diventando una dipendenza? E poi, Fabi ricambiava, quindi voleva dire che c'era qualcosa di giusto.. no?
« Forse » disse lei dopo diversi minuti. « Posso concederti due sole settimane di broncio ».
« Ne sono onorato » la prese in giro il cantante, beccandosi una cuscinata.
« Ma per adesso puoi dirmi cos'ha deciso tua madre? »
« Oh, giusto » la ragazza scoppiò a ridere. « Ha detto che puoi restare, se dormi nello sgabuzzino ».
« Oh, ehm.. hai il pavimento abbastanza morbido, vero? »
« Sul divano letto, idiota ».
« Ah ».
Calò il silenzio, per una volta piacevole, fra i due.
Guardandosi intorno, Harry si sentì finalmente davvero in vacanza.
« Harry » borbottò Fabi dopo un po', evidentemente imbarazzata. « Sono davvero i vostri numeri quelli? »
Harry rise. « Sì. So che non li darai in giro, ho ragione? Mi fido di te. Volevo sdebitarmi per il vitto e alloggio. E perché ho trovato nella prima persona con cui ho parlato una fan vera e che parla un inglese quasi perfetto! »
« Leccaculo ».
« Non è vero! Lo penso davvero! »
« Sei comunque un leccaculo! »
« E tu sei bellissima ».
« Come no ».
« I know you've never loved the sound of your voice on tape, you never want to know how much you weigh. You still have to squeeze into your jeans but you're perfect to me » intonò. « So che magari non sarò io quello che ti dedicherà queste parole, ma quando noi ragazzi cantiamo la dedichiamo sempre ad ognuna di voi ».
Sicuramente Fabi aveva una risposta pronta con cui ribattere, ma quando Harry aveva iniziato a cantare aveva visto i suoi occhi dimenticarsi tutto tranne la canzone, perciò rimase in silenzio.
Si sentì orgoglioso di se stesso, perché era sicuro di aver scelto la strada giusta per sé; ogni volta che cantava vedeva le persone intorno rallegrarsi, e lui si rallegrava di conseguenza. Le occhiate che Fabi gli lanciava lasciavano sottintendere che era confusa, che non capiva cosa le stesse succedendo. Harry l'aveva già visto succedere in altre ragazze, dopo che era diventato famoso, ma era sicuro che l'avrebbe saputa controllare, adesso.
« Che intenzioni hai, stupido idiota con la voce troppo bella? » si riprese lei, dopo un po’.
Harry sorrise. « Te l'ho detto, non me ne andrò finché non sarai felice ».
« Preparati a dire addio all'Inghilterra, carissimo ».
« E tu preparati a cambiare idea, dolcezza ».
« Oh ma chi ti credi di essere? » Alzò la voce, ma sorrideva ancora.
« Io sono Harry Styles, tesoro. E tu non puoi negarlo, per quanto tu sia diversa da tutte le altre fan che ho conosciuto finora, ho effetto anche su di te ».
« Te l'ha mai detto nessuno che sei un montato come pochi? »
« Louis, ma lui è peggio di me, quindi non gli credo ».
« Beh, credi alla fan diversa dalle altre allora. E poi farò un discorsetto anche con Louis. Non permetterò che la mia band preferita venga rovinata da degli stupidi come i cantanti perché credono di essere chissà chi! »
« Bene, fallo. Non è colpa mia se i manager ci trattano come bambini. Hai presente la storia dei Larry? Ecco, quello che tutte le fan pensano sia vero.. è opera dei manager che vogliono che andiamo sempre d'amore e d'accordo in pubblico. Io e Louis siamo gli unici a farlo anche dietro le telecamere, poi con gli altri capitano le discussioni, ci prendiamo in giro o a pugni.. Ma non per questo non ci vogliamo bene, solo che loro non lo capiscono. E visto che a me e Lou viene naturale hanno cominciato a crederci una coppia. Vuoi la verità? Per un po' ho pensato che fosse vero. Gliel'ho anche detto – è il mio migliore amico! – e lui, da bravo fratello acquisito, non ha riso di me. Ha preso un bel respiro e mi ha baciato. Dio, che schifo. Louis è un pessimo baciatore non te lo consiglio. Però mi ha convinto di essere etero, altroché! »
Harry vide che Fabi ci provò a stare seria, davvero, ma quando scoppiò a ridere non poté biasimarla.
« Ecco, io e lui abbiamo avuto la stessa reazione. Fidati che ama davvero Eleanor ».
« Ho capito, ma tutto questo perché me lo stai dicendo? Non pensi che potrei andare su ogni social network a raccontarlo? »
« Lo faresti? »
« No ».
« Ecco, ti si legge in faccia ».
« Non è vero! »
L’occhiata eloquente che Harry gli lanciò parlò più di mille parole.
« Okay, forse, ma ti stai fidando troppo! »
« Perché sei la persona giusta, mi sembra di conoscerti da sempre.. »
« Convinto tu.. »
« Certo che lo sono. E sai una cosa? Te lo dimostrerò. Tu hai iMessage? »
« Uhm, sì, perché? » Fabi prese dalla tasca l'iPod bianco e lo porse ad Harry.
« No, tienilo tu. Prendi il numero di Lou. Ecco, quello, ora salvalo e mandagli un messaggio, dicendogli che sai del bacio fra me e lui ».
« Cosa? No! » Protestò la ragazza. Non aveva la minima intenzione di mettersi a discutere con uno dei suoi cantanti preferiti solo perché glielo chiedeva un altro di loro.
« Perché no? Invece sì. Muoviti anche ».
« Oh, sei proprio montato. Ti ho detto che non farò quel che vuoi solo perché ti chiami Harry Styles ».
« Ma io mi chiamo Harry Styles ».
« L'hai detto tu che sono diversa da tutti gli altri fan! »
« Per questo tu hai il numero di Louis, e quello di tutti i One Direction. Originali. E hai anche il coraggio di ignorarli? Sei sicura di essere una Directioner? »
« Io non.. oh, e va bene! Detta il numero, e anche il testo del messaggio ».
Harry lo fece, estremamente felice. Sapeva che Lou avrebbe capito qualcosa, ma fargli uno scherzo era sempre eccitante.
« Scrivi.. uhm, non so.. ‘Pensi davvero che nessuno sappia di te e Harry, di quel sette Febbraio del 2012?’ Dovrebbe bastare.. »
« Ti ricordi il giorno? »
« Lou mi ha preso in giro per tutto l'anno scorso dicendo che era quasi San Valentino. Non te lo dimenticheresti neanche se tu volessi. ».
« Capisco.. L'ho inviato. E adesso? »
« Adesso aspettiamo che si riprenda dallo shock » rise. Forse aveva talmente tanta paura delle Larry Shippers che non avrebbe capito subito lo scherzo.
« Sei un idiota » constatò Fabi, osservando la sua reazione.
« Perché? È il mio migliore amico, mi appartiene! »
« Lo vedi che sei montato? Tu non hai tutto! »
« Ma io non ho mai detto questo, Fabi! Sto solo facendo uno scherzo telefonico! »
« Come ti pare ».
« Io non.. » Harry non capiva perché fossero giunti a quel discorso, ma non ebbe nemmeno il tempo per rifletterci che lei lo interruppe.
« Oh! Ha già risposto! » disse.
« Davvero? Che ha detto? » chiese curioso. L'avrebbe smascherato subito o sarebbe durata almeno per un po'?
« ‘Harry, non è divertente. Com'è che ti sei già fatto trovare da una ragazza?’ A quanto pare è meno idiota di te » Fabi sorrise.
« Ah ah. L'umorismo italiano si fa sentire? »
« Quello inglese invece non esiste proprio. Permaloso ».
Harry spalancò la bocca ma ancora una volta la ragazza riprese a parlare prima che avesse solo pensato alla replica.
« Quindi? Che gli scrivo? Ti arrendi? »
« Io.. no! Scrivigli.. uhm.. »
« Perché ha pensato subito a te! » propose lei entusiasta.
« Ma è scontato, il messaggio parlava di noi! » la smontò subito. Che ingrato.
« Idee migliori? » chiese allora, sospirando.
Harry ci pensò qualche minuto. « No ».
« Okay. Detta in inglese corretto ».
Il cantante sorrise, poi obbedì. « ‘Com'è che hai pensato subito che fossi lui? O forse lo speravi?’ »
« Fatto. Ma perché, precisamente, siamo arrivati da tu e Louis montati a fare a lui scherzi telefonici con sfondo Larry? »
« Uhm, io.. sono logorroico » ammise, ridacchiando.
« Ho notato » Fabi rise.
Mentre aspettavano la risposta del povero Louis, Harry si mise per l'ennesima volta a curiosare nella camera della ragazza, che al contrario si stese sul letto a una piazza e mezzo, seguendo i movimenti del suo ospite.
« Fai sul serio? » chiese quest'ultimo dopo poco, afferrando un pupazzo a forma di clown. Lo prese per una zampa, facendola suonare. « Oh mio Dio ».
« Ehi! Non. Toccare. Il. Mio. Chicco. Lui mi ha consolata ogni volta che avevo gli incubi. Quando tu non c'eri! »
« Ehm.. okay. E loro? » indicò due tartarughine, una viola e una verde.
« Loro sono Tarta e Ruga. Poi c'è il figlioletto che si chiama Tartaruga. Hai visto come sono dolci? »
Il silenzio di Harry fece capire alla ragazza che, forse, quello scioccato era Harry stesso, e non Louis per i messaggi. A cui, fra parentesi, non rispondeva.
Invece di parlare, il ragazzo decise di dare la sua opinione alla ragazza in qualche modo alternativo, così mentre lei non guardava le si buttò di peso al suo fianco, facendola sobbalzare.
« Sei veramente un'idiota! »
« Sorpresa! »
Fabi scoppiò ancora una volta a ridere contro la sua stessa volontà.
« No, comunque » continuò Harry « Non mi interessa di Chico o Terta. Mi piaci lo stesso».
Per la seconda volta in una sola giornata, e non erano nemmeno dieci ore che si conoscevano, Harry Styles riuscì a far tacere Fabi. E diciamolo, era un'impresa ben più ardua di vincere tre awards aiVMA, se capite cosa intendo.
« Harry » disse lei dopo quasi tre minuti. « Tu di me sai a malapena il nome ».
« E quelli dei tuoi pupazzi ».
« Che sbagli anche a pronunciare! »
« Conosco le tue amiche, i tuoi gusti musicali, la reazione che hai se ti trovi un Harry Styles sull'autobus! Ti sembra poco? »
« Io ti conosco da quasi un anno. Tu sei famoso, hai talento, sei bellissimo. Sei anche un idiota, tu e gli altri quattro, non puoi.. non posso piacerti! »
« Perché no? Hai paura che io sia davvero troppo montato? Che non tenga conto delle ragazze ‘normali’ perché non hanno la fama o un milione di sterline in banca? »
« Non ho detto questo! Solo, mezze adolescenti di questo mondo ti sbavano dietro. Harreh, io non ho chance. Perché dovresti scegliere me? »
« Perché non avevo mai ricevuto uno schiaffo prima d'ora, se non da mia madre e mia sorella ».
« Quindi io ti piaccio perché ti ho tirato uno schiaffo? No, fammi capire ».
« Nessuno le avrebbe mai date a Harry Styles, ma a te non è importato. Mi hai trattato come un comunissimo essere umano, ed è quello che io sono venuto a cercare qui. Per questo sono corso via dall'Inghilterra ».
« Credevo che fossi venuto in aereo ».
« È un modo di dire! Non cambiare discorso! »
« Beh, grazie. Io non.. Oh, ha risposto Louis! »
‘Che tempismo’pensò Harry.  Non era mai stato il suo forte arrivare al momento giusto.
« Che ha detto? »
« ‘Harry, davvero, non sai mentire. Che cosa vuoi?’ È meno stupido di quanto sembra, per essere uno dei One Direction. Che gli rispondo?»
« Sai, se continui potrei offendermi.. »
« Ma è la verità, non negare. Che gli rispondo? Mi sembra inutile continuare a fingere ».
« Uhm.. Sì, forse hai ragione. Digli.. beh.. digli.. »
« Se magari ora ti degnassi di spiegarmi perché gli hai voluto mandare quei messaggi, ti potrei aiutare.. ».
« È che ogni tanto gli ricordo che non è onnipotente, così come lui fa con me ».
« Ah, ho capito » con quelle tre parole, si vedeva benissimo che Fabi intendeva dire molto altro.
« Che c'è? » le chiese infatti Harry.
« È stupido. Una cosa senza senso. Ma dove vi hanno trovati? »
« A X-Factor »
« Avevano un radar per gli idioti? »
« Solo per quelli bravi ».
« Uhm.. te lo concedo questo, dai ».
« A Louis, scrivigli che.. che voglio presentargli una persona ».
« Che vuoi fare tu? »
« Presentargli una mia amica »
« Auguri! Dove la trovi una tua amica? »
« Prima o poi ti ucciderò, Fabi! »
Non le diede tempo di rispondere, era stanco delle chiacchiere della ragazza, per quanto simpatiche. Le si buttò addosso e iniziò a farle il solletico. Lei, non riuscì a resistere per più di dieci secondi e cominciò a ridere e a urlargli di smetterla. Forse le sue grida furono un po' troppo forti, perché dopo poco sua madre si affacciò nella camera, trovando i due ragazzi stesi sul letto a ridere.
Fece un mezzo sorriso e disse qualcosa in italiano a Fabi.
« Devi andare a disfare la valigia, mia madre non vuole invadere la tua privacy » riferì la ragazza.
« Uhm, okay » capì che la donna aveva resistito anche troppo con un ragazzo sconosciuto in camera della figlia. « Di' a Boo che domani facciamo FaceTime ».
« Va bene, a dopo Harreh. Segui mia mamma, ti accompagnerà nella tua ‘camera’. A stasera ».
E, dopo, rimasta sola in camera, iniziò a sperare che la sua fortuna durasse almeno per un po', grattandosi distrattamente gli avambracci.




Running from the Madhouse.
Wow, non ci credo, sto pubblicando il secondo capitolo. Che, sinceramente, non mi piace, è troppo pieno di dialoghi e ho paura che sia noioso.
Voi che ne pensate? Comunque il prossimo sarà diverso, ho in mente grandi cose MUAHAHAHAHAHAHAHAHAH
Ah, una cosa importante: io non ho niente contro le Larry Shipper, o almeno contro quelle moderate. Però non penso assolutamente che Harry e Louis stiano insieme, e ho voluto rendere quest'idea con la fan fiction. Anche perché, essendo la storia incentrata su Fabi, e visto che quella vera la pensa così, mi è sembrato giusto. Perciò spero di non ricevere insulti o cose varie.
Detto questo, volevo ringraziarvi infinitamente per le recensioni, davvero, siete un'iniezione di autostima, grazie infinite!
Io non sono una di quelle 'se non vedo cinque recensioni non aggiorno!!11!' però se lasciate un commento, un pensiero, anche solo per dirmi di chiudere l'account perché la storia è penosa, ve ne sarei grata c:
Detto questo, se volete aggiungermi su Twitter sono   
Deloslights   e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Third. ***


Third Chapter.


Harry si svegliò di soprassalto, disorientato. Era troppo buio quel posto, non era la sua casa a Londra, né quella di Holmes Chapel. Dov'era, allora?
L’improvviso ricordo di uno schiaffo gli fece tornare alla mente tutte le sventure che aveva vissuto il giorno prima, finché non aveva conosciuto quella ragazza. In quel momento mise a fuoco; era il secondo giorno della sua vacanza, e Fabi gli aveva promesso un'uscita.
Dove? Gli aveva promesso che l’avrebbe scelto lui ma, ovviamente, la sera stessa aveva cambiato idea. ‘È una sorpresa di benvenuto’ aveva detto, e Harry si era sinceramente spaventato.
Cercò a tentoni l'iPhone che aveva lasciato lì da qualche parte, e vide che erano già le 9:27. Fece per sbloccarlo ma dopo pochi, gloriosi secondi questo si spense, lasciandolo completamente al buio. Perché, dico, perché si era messo a giocare a FIFAsul cellulare la sera precedente?
Oddio, e se si fossero scordati di lui?
E se l'avessero rinchiuso in quella stanza così oscura?
Andiamo, Harry, secondo te ti hanno abbandonato in uno sgabuzzino? Hai diciannove anni da ben tre settimane e un giorno, cresci!’ si disse.
Ma dove le tirava fuori queste prediche di prima mattina?
Fortuna che non era Niall, o sarebbe già andato nel panico. Si alzò, cercando di distinguere i contorni della porta con la luce che filtrava da fuori. Non essendocene a sufficienza per vedere anche se la strada per arrivarci era libera, dopo neanche un passo inciampò sui pantaloni che aveva gettato casualmente a terra, cadendo in avanti contro uno scaffale.
Per un momento si convinse di star sognando, ma i libri che gli si riversarono sulla testa fecero davvero troppo male per non essere reali. Se Harry pensava di essere giunto al limite dell'imbarazzo, però, si sbagliava di grosso. Infatti, dopo un breve scalpiccio, sentì dei passi e subito dopo si spalancò la porta, rivelando il padre di Fabi sulla soglia.
Il cantante ebbe l'impressione che i libri che lo sovrastavano stessero bruciando da quanto era arrossito; l'uomo lo guardò, soffermandosi prima sui jeans abbandonati a terra, poi sul ragazzo, in boxer e t-shirt, con un nido di quaglie in testa e sovrastato dai libri di fiabe di sua figlia. Arrossì di conseguenza, prima di chiedere: «Ehm.. stai bene?» in italiano. Dalle lezioni della sera precedente che Fabi gli aveva imposto gli sembrò che volesse dire ‘Are you okay?’ perciò annuì, mettendosi a sedere. Perché doveva scappargli la pipì proprio in quel momento?
Guardò verso il padre della ragazza, che annuì a sua volta prima di uscire, ancora imbarazzato. Non potendo comunicare con gli adulti, visto che d’inglese capivano a malapena ‘Hello’, l'unica cosa che poteva fare per chiedere di usare il bagno era svegliare la stessa Fabi. Si avviò verso la sua camera – ormai aveva imparato qual era– e, controllando che nessuno lo vedesse, entrò, chiudendo velocemente la porta. Si girò verso il letto e sorrise. Com'era dolce con l'espressione rilassata tipica del sonno..
No, un momento.
Da quando lui trovava dolci le ragazze addormentate?
Lui non era quel tipo di ragazzo, lui odiava affezionarsi, aveva paura di soffrire. Vero?
Ma quando arrivò davanti al suo letto, si era già dimenticato di qualsiasi sua vecchia abitudine, voleva solo accarezzare le guance. E così fece, avvicinandosi sempre di più.
Mentre stava per sfiorarle il naso con il suo, si fermò. Che cosa doveva fare adesso? Per quanto avesse davvero provato a ragionare, fu l'istinto a portarlo verso le sua labbra. Mancavano quasi due centimetri, quando lei si mosse quasi impercettibilmente.
«Non vuoi farlo davvero, Harreh» borbottò con la voce impastata dal sonno e gli occhi ancora chiusi.
Il ragazzo sorrise, scosse piano la testa e la baciò.
Non si stupì che lei non lo ricambiasse, gli sembrò anzi quasi strano che non lo avesse ancora respinto. Per non rischiare, in ogni caso, la lasciò subito.
« Buongiorno, Little Bow » la salutò poi, sedendosi vicino a lei.
« Mmh, come mi hai chiamata? » chiese Fabi, cercando inutilmente di aprire gli occhi.
« Little Bow, l’hai detto tu di adorare i fiocchi! »
« Ah, sì?» sbadigliò. « Quando? »
« Ieri sera, quando mi hai fatto vedere la tua collezione di cerchietti » le spiegò paziente. Sul serio, ma cosa gli aveva fatto quella ragazza? Non si riconosceva più.
« Ah, davvero? » Fabi riuscì ad aprire l’occhio destro, mentre cercava di mettere a fuoco i ricordi. « Ah, giusto » confermò poco dopo.
« Io volevo.. ehm » la guardò, cercando di assomigliare al Gatto con gli Stivali di Shrek. « ..andare in bagno, ma.. non sapevo se, ecco.. » un’altra pausa. « ..fosse libero » concluse.
« E mi hai svegliata per questo? Stai scherzando? Tu vuoi morire, decisamente ».
« Ma io.. è che.. non sapevo se.. » ripeté.
« Vai pure, i miei genitori sono già in piedi da un po’ e credo che se ne stiano andando » gli rispose la ragazza, prima di chiudere l’occhio e tornare – letteralmente – a dormire.
Dopo aver soddisfatto i suoi bisogni e fatto una doccia veloce, e soprattutto dopo aver messo in carica il telefono, Harry si trovò di nuovo a non saper cosa doveva fare. Poteva risvegliare Fabi o doveva temere un altro attacco da parte sua?
Certo, non poteva rimanere lì per venti giorni a fare la muffa, ma aveva paura che lei se la prendesse se avesse continuato a fare ciò che non voleva.
Però.. diamine, era o non era Harry Styles dei One Direction? Che diritto aveva una ragazza di farlo sostare nudo nel bel mezzo di una casa vuota solamente perché aveva paura di offenderla?
Ma.. – pensò mentre si metteva dei vestiti presi a caso, ovvero una maglietta a maniche corte con lo stemma dei Ramones, dei jeans e l’immancabile cappello – non voglio che lei stia male per me, neanche per una cosa così stupida’.
Si chiese perché, ma non sapendo che risposta darsi lasciò perdere e iniziò a girare per il corridoio indeciso sul da farsi.
Certo, avrebbe dovuto lasciarla riposare, però avrebbe potuto offendersi ancora di più se avesse ignorato l’idea della gita fuori città, no?
Per l’amor del cielo, Harry, vai lì e svegliala’ si disse una volta per tutte, aprendo di nuovo quella porta. Ignorò la vocina nella sua testa che lo spronava a guardarla ancora per un secolo mentre dormiva e si avvicinò di scatto al suo volto, iniziando ad accarezzarlo dolcemente, mentre sussurrava il suo nome. D’accordo, ci vollero più di cinque minuti, ma ne valse la pena quando vide comparirle un sorriso, seppur minuscolo, sul viso. Dopo qualche secondo, aprì gli occhi.
« Sei ancora tu? » gli chiese, sbadigliando.
« Sì, sono sempre io, Little Bow. Non sapevo se svegliarti o no, ma poi ho pensato.. la gita.. » borbottò incerto. ‘Harry, davvero, devi smettere di fare così o questa ragazza penserà che sei così stupido anche quando sei serio’ si disse.
« Uh, sì, giusto, la gita. Menomale avevo detto a Carmen e Virginia alle undici.. »
« Perché? Ci sono anche loro? Io pensavo.. insomma.. » il tono di voce del ragazzo era forse troppo allarmato per uno che fingeva non gli importasse.
« Sì, avevo bisogno di qualcuno che conoscesse bene il luogo e, sai com’è, quando si parla di te si fanno in quattro per aiutarmi » ridacchiò, tirandosi lentamente a sedere. Nel vedere lo sguardo stranito di Harry, aggiunse: « Se ci tieni tanto a metà strada ci dividiamo, non fa niente ».
Al che, gli occhi già brillanti del ragazzo iniziarono a splendere di luce propria.
« Certo, d’accordo. Per curiosità, dove andiamo? »
« Al mare ».
 
 
 
« Fabi, ripetimi ancora una volta perché il 23 Febbraio stiamo andando al mare » disse Harry, guardandosi nervosamente intorno.
Era quasi mezzogiorno e il cantante con le tre ragazze stava viaggiando in treno verso un luogo chiamato Viareggio, che a quanto pare in Italia era famoso, anche se lui non lo conosceva. Ovviamente, quando aveva protestato dicendo che l’avrebbero riconosciuto tutti se andava a giro per la strada in pieno giorno, non gli avevano risposto, infilandogli invece tutti i ricci dentro il cappello e gli occhiali da sole sul naso. Non avevano fatto caso al fatto che non fosse cambiato molto, proprio in quel momento era arrivato il treno e ce l’avevano buttato sopra, prendendo posto in uno dei posti a quattro, lui e Fabi accanto al finestrino, le altre ragazze vicino al corridoio, così da coprire Harry se ce ne fosse stato bisogno. Adesso stavano parlando in italiano, sovrastando i borbottii in inglese degli altri due.
« Perché siamo in Italia e non è così freddo come da te, e poi scommetto che nemmeno in California hanno il mare bello come qui » rispose semplicemente la ragazza prima di mostrargli un sorriso a trentadue denti.
« Esagerata! Tu non sei mai stata in Cal.. » l’occhiata assassina di Fabi lo zittì. « Stavo dicendo che sarà senz’altro meraviglioso. Basta che non facciamo il bagno ».
« Certo che no, scemo, andiamo a pranzo da qualche parte e poi facciamo una passeggiata. Vedrai, ti piacerà ».
In realtà, non lo entusiasmava affatto quel programma, vedeva pericoli per la sua incolumità ovunque, ma per amor della pace se ne rimase in silenzio. In fondo, era così importante la scommessa con Zayn? Era solo una stupida scommessa. Niente tatuaggi per sei mesi. Poteva farcela, no?
« Scendiamo alla prossima » li avvertì Carmen.
Tutti e quattro si alzarono contemporaneamente, avvicinandosi alla porta. Il treno cominciava già a rallentare.
« Fabi » sussurrò Harry, cercando di non far sentire il suo accento inglese da nessun altro, così che non iniziassero a fissarlo e, inevitabilmente, riconoscerlo. « Io.. sai, non credo sia una buona idea, insomma, è troppo probabile che mi scoprano e poi.. »
« Scendi, idiota » lo apostrofò lei, mentre gli afferrava la mano per non perderlo di vista nella calca della stazione. Seguirono le amiche fino all’uscita, ritrovandosi sotto il cielo toscano. Beh, per essere inverno era piuttosto caldo, viste le temperature a cui era abituato il ragazzo.
All’improvviso, dopo qualche secondo, Fabi gli lasciò la mano di scatto, come se in quel momento avesse iniziato a bruciare. Dall’occhiata in tralice che Harry le lanciò riuscì a capire che era imbarazzata, ma per cosa poi? Lui mica si vergognava a prenderla per mano, o a baciarla. Non sapeva spiegarlo, solo.. era come quando cantava, gli sembrava di essere nato solo per fare quello. Che strano, non gli era mai successo, specialmente con una ragazza conosciuta da un giorno.
« Per ora c’è il sole, speriamo che duri.. » mormorò Virginia, lanciando un’occhiata truce alle nuvole in lontananza.
« Già » confermò Fabi, guardandosi intorno.
Harry si calcò ancora di più il cappello in testa e annuì, in attesa di una mossa da parte delle ragazze. Non poteva mica rimanere davanti a una stazione sperando che passassero solamente cinquantenni indaffarati. Anche se non si vedevano molte altre persone in giro, era comunque pericoloso.
« Beh? Non andiamo? » chiese impaziente.
Senza rispondere, Carmen e Virginia si incamminarono a braccetto lungo la strada di fronte all’edificio dove stavano sostando, seguendo i cartelli che indicavano ‘mare’ e, secondo le spiegazioni di Fabi, significavano il suo ‘sea’.
« Seguiamo il loro esempio? » propose Harry porgendo il braccio alla ragazza, che lo squadrò come se fosse un insetto prima di iniziare a camminare, incitandolo di muoversi.
Harry prese un bel respiro e, dopo essersi accertato che nessun passante forse troppo vicino a loro, mormorò: « Ah, è così, eh? » e iniziò a rincorrerla. Neanche tre secondi dopo l’aveva afferrata da dietro e, tappatale la bocca perché non urlasse, l’aveva sollevata. Sentì il suo corpo fare un sobbalzo, ma dopo aver elaborato cosa stesse succedendo, si mise a ridere.
« Quindi » le sussurrò in un orecchio il cantante. « Tu non vuoi le mie attenzioni? »
« Ehi, non ho mai detto niente del genere. Ma tu, hai davvero intenzione di andare a giro a braccetto con una semi-sconosciuta con il rischio di essere beccato da qualche paparazzo? »
« Se proprio devono fotografarmi che lo facciano in grande stile, no? »
« Ma dai Harry, lo facevo alle elementari, è.. ridicolo! »
« Questa volta tocca a te tacere » rimbeccò lui, facendola scendere. « Se proprio non vuoi andare a braccetto.. » le prese la mano come aveva fatto Fabi stessa poco prima e, dopo averle lanciato un’occhiataccia fermando le sue proteste, iniziò a correre per raggiungere le altre due ragazze. E tanti saluti al passare inosservati.
« Wow » esclamò lui quando ebbero raggiunto la grande Passeggiata, un marciapiede grande quanto una corsia normale, con a sinistra la strada e a destra una distesa di negozi intervallati da accessi al mare, da cui si intravedevano le spiagge in quel periodo totalmente vuote, e le onde. Per fortuna, a quell’ora era pressoché deserta. « È forte. Non esistono cose così in Inghilterra.. in realtà io il mio mare non l’ho nemmeno mai visto, fa troppo freddo anche d’Agosto là. Mi piace qui.. l’aria sa di buono » spiegò Harry fra le risate delle tre ragazze.
« Visto, Fabi? Hai indovinato la meta! » Virginia batté il cinque all’amica, che sorrise.
« Mi conosci davvero, allora » la prese in giro il cantante, puntando il mento all’insù con l’aria tipica di chi fa finta di darsi arie.
« Certo, cosa credi? Io non dico bugie! »
Al che, sia Carmen sia Virginia furono colpite da un intenso attacco di tosse.
« Okay, adesso.. andiamo a comprare il pranzo! Pizza va bene per tutti? » si riprese Carmen, impedendo a Fabi di iniziare un monologo sulla sua sincerità.
« Pizza italiana, vera? » chiese Harry con gli occhi che brillavano.
« Non proprio, ma è comunque meglio di quella che spacciano da voi » borbottò Virginia.
Si avviarono verso una pizzeria a taglio nella parte più a nord della Passeggiata e, dopo aver studiato ogni singola vetrina, con gran disappunto del ragazzo, comprarono dei tranci e si sedettero su una panchina riparata da occhiate indiscrete grazie ai cespugli intorno.
« Che te n’è parso del tuo primo giorno in Italia, Harry? » chiese Carmen, sorridendo.
« Uhm, beh.. l’ospitalità è grandiosa, e il cibo.. Oh, credo che Niall impazzirebbe per essere al posto mio. Non che non abbia tentato di fare a cambio, però.. »
« Guarda che se vuoi portare anche gli altri quattro un posto glielo trovo, eh » lo interruppe subito Fabi, facendo ridere le amiche. Lui, invece, rimase serio.
Ehi, Harry, non è mica gelosia quella?
« Non credo che i nostri manager sarebbero molto d’accordo, sai, con il tour che sta per iniziare e tutto, non so nemmeno io come ho fatto a convincerli a far venire me » rispose, forse troppo seriamente, il cantante.
« Peccato » commentò Fabi, guardando un piccione che raccoglieva le sue briciole.
« Buona comunque, questa pizza. Non se ne trovano così in Inghilterra. E neanche in America, ad essere sinceri ».
Nessuna di loro riuscì però a rispondergli perché vennero interrotti da due ragazzine sui dodici anni che si avvicinarono alla panchina e, dopo un breve battibecco, una chiese in italiano: « Tu sei Harry Styles dei One Direction? »
Il primo pensiero di Harry fu ‘Se io davvero fossi Harry Styles, perché dovrei capirle mentre parlano in italiano?’. Poi si ricordò che lui, in effetti, era Harry Styles.
Bene, ci siamo. Sta’ calmo, Harry, calmo. Non tutto è perduto. Sei mesi non sono così tanti, no?
Però, prima che annuisse, sentì un mormorio quasi inesistente provenire dalla bocca di Fabi. « Menti ». Cos’aveva da perdere, in quel momento?
« No » disse, con l’accento meno inglese che riuscì a formulare. « Io.. » ma non conosceva molto altro di italiano. Cosa doveva fare? Fingersi inglese era troppo stupido.
Sentì Fabi borbottare qualcosa del tipo: « So che me ne pentirò, idiota » e poi riprese in italiano. Dalla traduzione che gli fece più tardi, Harry capi che doveva aver detto: « Gli piacerebbe, credetemi, non siete le prime che glielo dite, ma in realtà è solo il mio ragazzo ».
Carmen annuì, avendo colto al volo quel che la sua amica stava facendo, mentre Virginia rimase impassibile, guardando ancora le nuvole.
« Ah » disse l’altra ragazzina, delusa. « Scusate, allora. Gli assomigli molto, sai? »
Harry non capì cosa disse, ma dal bacio che ricevette subito dopo intuì che a Fabi non era piaciuto. Fu breve, certo, ma era pur sempre il primo che riceveva senza aver preso l’iniziativa, e gli piacque parecchio, tanto che appena lei gli lasciò le labbra desiderò di continuare subito.
Gelosia? Cos’era la gelosia? Fabi l’aveva appena baciato di sua spontanea volontà, per coprirlo. Era il ragazzo più felice della Terra in quel momento.
Vide con la coda dell’occhio che le due ragazzine si erano allontanate, di nuovo ridacchianti.
« Ottimo piano, Little Bow » si complimentò, sorridendo verso Fabi, che era diventata più rossa dei nasi da pagliaccio che avevano usato per la giornata di beneficienza.
« Già! » confermò Carmen, fermandosi dopo a riflettere sulle parole di Harry. « Little Bow? » chiese.
« Poverino, lascialo stare » rispose Fabi, sarcastica. « È convinto di essere simpatico perché ha scoperto che mi piacciono i fiocchi.. Non rovinargli tutto ».
Il cantante si rabbuiò, ma prima che avesse possibilità di rispondergli, Virginia disse: « Ma se è un soprannome bellissimo! Sei tu che gli stai rovinando il divertimento ».
« Ma non è vero! » risposero all’unisono Harry e Fabi, lanciandosi poi un’occhiata divertita.
Virginia alzò le spalle e tornò a guardare in alto. Più passava il tempo e meno il ragazzo capiva cosa le passasse per la mente. Scosse la testa e si girò verso il suo bersaglio preferito.
« Non ti piace il soprannome? » le chiese, serio.
« Non ho mai detto questo ».
« Ma dal tono.. insomma, non sembri molto entusiasta ».
« Lei non sembra mai molto entusiasta. Se non ti ha ancora picchiato, vuol dire che le piace » si intromise Carmen, sorridendo. Che potesse nascere qualcosa in più di un’amicizia fra quei due?
« Infatti » ammise la sottoscritta. « Non aspettarti che ricambi con qualcosa di dolce, ma.. ehm.. Puoi continuare, se vuoi » gli spiegò, di nuovo in imbarazzo.
« Tranquilla, ormai sono abituata ai tuoi ‘idiota’ » si rassegnò Harry, provocando le risate di tutte e tre le ragazze.
« Allora » Virginia si alzò in piedi. « Andiamo a fare una passeggiata? »
« Certo! » Harry ne fu entusiasta e seguì la ragazza, mentre vedeva un guizzo strano negli occhi di Fabi. Ma lui non c’entrava nulla, vero?
Le altre due amiche li seguirono e, dopo che Virginia ebbe ripreso a braccetto Carmen, si avviarono verso la parte opposta da cui erano venute.
Per circa un minuto, Harry attese che girassero o, perlomeno, si accorgessero che la strada stava finendo e iniziava il canale dove erano ormeggiate un numero spropositato di barche da pesca, ma nessuna di loro sembrò farci caso.
« Ehm.. Ragazze? » chiese, incerto. Nessuna di loro si fermò, ma Fabi con un cenno del capo gli fece capire che stava ascoltando. « Perché stiamo andando dritte verso il mare? Io.. non sono venuto fin qui per suicidarmi, sapete.. »
Virginia scoppiò a ridere prima che la sua amica potesse rispondere al ragazzo. « Ma no! Stiamo andando verso il molo, lì c’è una vista sul mare stupen.. » ma non finì la frase perché inciampò in una crepa dell’asfalto che non aveva visto. Fortunatamente, Carmen riuscì a tenerla prima che cadesse del tutto e le fece recuperare l’equilibrio.
« Tutto bene? » chiese Fabi in italiano, senza essere però sorpresa.
Virginia annuì, facendo un sorrisetto imbarazzato verso il cantante.
« Perché guardi sempre il cielo? » chiese ingenuamente Harry, cercando di farla sentire a suo agio. Sperò che non sembrasse una presa in giro, perché davvero, lui non voleva giudicare prima di conoscere. Non sempre gli riusciva, magari – insomma, non è che quella ragazza gli fosse stata subito così simpatica, però forse si stava sbagliando, no?
« Quando siamo piccoli, i nostri occhi guardano sempre verso l’alto. Sempre » esordì lei meccanicamente, come se stesse recitando un copione. « Il nostro sguardo è costantemente all’insù.. in direzione del futuro, così lontano e distante! Invece, lo sguardo degli adulti è sempre rivolto verso il basso, qui, sul duro asfalto. Si concentrano sul presente, cercando di non inciampare » si fermò, notando che tutti e tre prestavano attenzione sulle sue parole. O forse era solo la difficoltà di tradurre il discorso in inglese, che le richiedeva una grande fatica. « Però a volte capita.. che anche gli adulti cadano. Così, senza un motivo. Stando sempre con gli occhi bassi, si finisce per non apprezzare niente. Le occasioni non le troveremo mai a terra, lì dove mettiamo i piedi, ma nel cielo alto e irraggiungibile.* Tu ne sei la dimostrazione vivente, non ti pare? » concluse, sorridendo.
Si poteva sentire intorno a loro, un’aria di forte tensione. Quelle parole.. Erano totalmente vere, e Harry – forse inconsciamente – lo sapeva bene. Non era forse lui che aveva puntato gli occhi verso il cielo, presentandosi a quelle audizioni?
« Certo.. hai ragione » le rispose. In realtà, con quella domanda lui voleva solo smorzare la tensione, non aumentarla. « Io.. ehm » cosa doveva fare adesso?
« Non preoccuparti » intervenne lei, puntando gli occhi in quelli del ragazzo. « Non mi aspetto che tu mi capisca, non avrei dovuto parlare così tanto. Andiamo? »
E prima ancora che Harry potesse fare qualunque altra cosa, ripartì, trascinandosi dietro Carmen.
« Non farti problemi » gli sussurrò Fabi, partendo con qualche passo di ritardo per mantenere la promessa fatta quella mattina ad Harry, di avere un po’ di privacy. « Lei è fatta così, non se la prende mai con nessuno.. Esclusa la professoressa di matematica ».
Il ragazzo rise, immaginandosi la scena di Virginia che, scesa dalle nuvole, urlava qualcosa di filosofico ad un’insegnante esaurita. Avrebbe voluto esserci.
« Ehi » interruppe all’improvviso la linea dei suoi pensieri. « Dove sono andate? » chiese a Fabi.
Davanti a sé, la strada era finita, ed era abbastanza sicuro che non stessero facendo una nuotata tra le barche. Non avevano parlato di un molo?
« Di qua, vieni » la ragazza lo fece svoltare bruscamente a destra, dove un altro pezzo di strada conduceva al molo di cui parlavano prima, una passerella lunghissima formata da pietre simili al marmo, con la spiaggia e poi il mare sulla destra, e il canale con le barche a sinistra.
Harry si lasciò sfuggire un ‘Ooooh’ di stupore; nonostante non fosse il primo che vedeva, nonostante ne conoscesse di più belli, essere lì, senza controlli, con tre ragazze che non lo consideravano uno dei One Direction ma solamente un vecchio amico, lo fece sentire stranamente bene, libero. Come se la sua casa si fosse spostata di quasi duemila chilometri per venirgli incontro.
« Mi piace » disse euforico, trattenendosi dal mettersi a saltellare – c’erano pur sempre circa dieci persone in giro, sebbene il vento stesse aumentando.
« Lo sapevo » sorrise di rimando Fabi, stringendogli brevemente una mano.
« È così.. pieno di tranquillità, mi ci voleva, decisamente. Grazie, Little Bow ».
« Di niente, idiota. In fondo, te lo meriti, sei un bravo cantante. Tu e gli altri » specificò la ragazza.
Quel vento, che non accennava a fermarsi, però, convinse Harry che tutto ciò non sarebbe durato ancora a lungo. Decise di ignorare il suo presentimento, perché guardare le onde che si infrangevano prima sulla sabbia e poi sui piccoli scogli era molto più interessante. Sembrava un bambino di fronte a un negozio di dolci, indicava tutto ciò che vedeva – un cane, una barca al largo, una boa, i gabbiani, la bandiera italiana sull’asta di un’altra barca – a Fabi che, paziente, cercava di non smorzare il suo entusiasmo.
« Quello » disse Harry quando mancavano pochi metri alla fine del molo, e avevano ormai raggiunto Carmen e Virginia. « È un faro? »
« Sì, quello con la luce rossa che indica la sinistra. Se guardi laggiù, dopo quella parte di mare, ce n’è un altro, con la luce verde per la destra ».
« Forte! Non so perché, ma mi sembra di essere in un libro. È tutto così bello qui.. Sembra come se nulla dovesse andare storto ».
Ma, ovviamente, non fece in tempo a finire di parlare che una folata di vento particolarmente forte gli sollevò il cappello dalla testa, scompigliandogli i ricci. Iniziò a rincorrerlo, facendo attenzione a non sporgersi troppo verso l’acqua, ma quando tentò di afferrarlo questo, come a volersi prendere gioco del ragazzo, volò ancora più lontano, cadendo con un tonfo sordo in acqua. Dopo pochi istanti, Harry sentì le tre ragazze soffocarsi tra le risate alle sue spalle.
« Cosa ridete? Io sono rovinato, adesso mi riconosceranno tutti e finirò sui giornali e Zayn verrà a saperlo e.. » rabbrividì, incapace di finire.
« Giusto » intervenne Carmen, smettendo per un momento di ridere. « Si può sapere perché tieni tanto a quella scommessa? »
Harry arrossì, scompigliandosi il ciuffo con una mano. Doveva davvero dirlo ad alta voce a delle ragazze che conosceva da un giorno?
« Lui ha.. scommesso che se riesco a non farmi scoprire per una settimana dai media, non si farà tatuaggi per sei mesi. In caso contrario, ecco.. tocca a me.. insomma, la punizione ».
« Lo sai che questo è un buon motivo per portarti subito sotto la sede di un qualsiasi giornale? » lo provocò Fabi.
« Ti prego, non farlo. Sul serio, non voglio che casa tua venga invasa da quella gente, io.. voglio che stiamo tranquilli, almeno per un po’. So che presto inizieranno a chiedersi dove sono, ma.. insomma, sono un essere umano anch’io! »
« Ha ragione, Fabi » intervenne Virginia. « Anche senza la scommessa, non c’è nessun buon motivo per far sapere a tutto il mondo che Harry Styles è abbandonato in una casa di campagna nel bel mezzo della Toscana ».
Fabi sbuffò. « Vabbè, mi avete convinta, per questa volta. Vieni qui, Harreh ».
Quanto adorava il suo prendere in giro l’accento britannico, mentre pronunciava il suo nome, Harry davvero non avrebbe potuto dirlo. Le si avvicinò, incerto. « Cosa vuoi fare? »
« Uhm, siediti lì » indicò il muretto che circondava l’estremità del molo, su cui il ragazzo si sedette, ancora sospettoso. « Ecco, resta fermo così » aggiunse lei, iniziando a toccargli i ricci.
I suoi ricci.
« Fabi » la richiamò. « Cosa diavolo stai facendo? »
« Proteggo la mia privacy, come hai detto tu ».
« E a che cosa, esattamente, ti serve torturare i miei capelli? »
« Certo che sei proprio idiota » iniziò a raccoglierli alla base del collo come se stesse facendo una coda.
No, un momento.
Lei stava facendo una coda. Con i ricci di Harry.
« Se non hai più il cappello dovremo pure camuffarti in qualche modo. Così sei perfetto » disse, sfilandosi un elastico dal polso e fermando così la sua opera. Si sfilò un paio di forcine per allontanare anche il ciuffo dalla fronte del cantante e si allontanò di qualche passo, per ammirare ciò che aveva fatto, sotto gli applausi delle due amiche.
« Oh, andiamo! Non sono la tua Barbie! »
« Harry » Fabi lo fulminò con lo sguardo. « Ringrazia che non avevo un paio di forbici a portata di mano ».
Il ragazzo tacque, rabbuiandosi per un po'.
« Ma se non ne avresti il coraggio! » rise Carmen.
« Ehi, ehi, non provocarla quando c'entrano i miei capelli! »
Altre risate generali.
« Ragazzi » li interruppe Virginia. « Quella non era una goccia di pioggia, vero? »
« Non so se quella lo era, ma le due che ho sentito io penso proprio di sì » convenne Fabi.
Ci fu un momento di silenzio in cui tutti e quattro si accertarono che stava iniziando a piovere, poi Carmen urlò: « Correte! »
E fra altre risate, i quattro giovani iniziarono a risalire la passerella, attenti a non scivolare ma cercando di andare più veloci che potevano. Neanche il tempo di superare la metà, però, che i loro vestiti erano già inzuppati completamente.
« Non facevo una cosa del genere da almeno tre anni! Non ce lo permetterebbero mai! » urlò Harry dopo un po', sovrastando i rumori del temporale ormai imminente.
« È per questo che sei venuto qui, no? » gli rispose Fabi, gridando altrettanto forte. « Non sia mai che qualcuno pensi che gli italiani non sono divertenti! »
« Spargerò la voce che siete i più divertenti di tutto il mondo! » continuò lui, prima di rallentare ed aggiungere: « E adesso? »
Erano ormai tornati alla Passeggiata che avevano percorso prima, ma la pioggia non accennava a diminuire.
« Troviamo un riparo velocemente! » disse Virginia, guardandosi intorno.
« Laggiù! » esclamò Carmen, indicando una gelateria.
« Volete mangiare il gelato sotto un temporale? » protestò Harry.
« Hai intenzione di continuare a bagnarti finché non smette? » lo rimproverò Fabi, spingendolo verso il locale.
« Io non.. Oh, facciamo come volete! » concluse il cantante, forse più a se stesso che a loro, visto che non lo stavano ascoltando.
Quando i ragazzi entrarono, la commessa dietro il bancone rabbrividì. Sebbene fossero solo le quattro e mezzo, non c'era più nessuno in giro, con quel tempaccio, e vedere il pavimento della propria gelateria pieno d'acqua per colpa di alcuni malcapitati non doveva essere il massimo.
Fabi condusse Harry verso un tavolino nell'angolo più remoto della stanza, mentre le altre due ragazze ordinavano due frappé.
« Mi sento ridicolo » borbottò il ragazzo, toccandosi i ricci raccolti sulla nuca.
« Ma sta’ zitto, che riesci ad essere bello anche così » gli rinfacciò Fabi con tono noncurante, mentre le due ragazze li raggiungevano.
« Dovrebbe smettere tra poco, comunque » commentò Virginia. « Siamo stati veramente sfortunati ».
« Però è stato divertente » sul volto di Harry comparve il sorriso più genuino che avessero mai visto, accompagnato dalle immancabili fossette.
« Già, dillo a mia madre quando prenderò il raffreddore » ribatté Carmen, ridendo.
Pochi minuti dopo aver sorseggiato – o per meglio dire, dopo aver spolverato alla velocità della luce – i frappé, i ragazzi uscirono sotto un tiepido sole di Febbraio che voleva chiaramente prenderli in giro. Fecero un ultimo giro panoramico, poi tornarono in fretta alla stazione per evitare di perdere il treno che li avrebbe riportati a casa.
« Harry » disse Fabi mentre si sedevano nelle due poltroncine di fronte a quelli di Virginia e Carmen. « Questo l’avevi dimenticato nella mia borsa » gli porse l’iPhone.
« Oh, è vero » il ragazzo sorrise, accendendolo.
E mentre Virginia rispondeva ad una chiamata della madre, che evidentemente aveva paura che si fossero persi chissà dove, Harry imprecò, vedendo lo spropositato numero di messaggi che aveva ricevuto.
Rispondendo alla tacita domanda di Fabi, disse: « Cazzo. Mi sono dimenticato della chiamata che dovevo a Boo ».





*il dialogo è una citazione di un manga che si chiama 'Fragrance', ed è stupenderrimo. La prendo un po' come la mia filosofia di vita, quindi ci tenevo ad aggiungerlo shdbfgfhdn


Running from the Madhouse.
Bene, ce l'ho fatta. Asdfghjkl sto pubblicando il terzo capitolo lol
Sinceramente, quando l'ho immaginato mi sembrava qualcosa di meraviglioso, un'idea bellissima e tutto quanto, ma scritto e riletto mi fa un po' vergognare perché non mi piace e ho paura che non piaccia nemmeno a voi.
Però ditemelo voi se è davvero una cosa stupida o vi piace, non mi offenderò. Non me la prendo con nessuno, esclusa la professoressa di matematica uu lol
Ah, mi dispiace se la parte in cui parla Virginia è noiosa (mi stavo rendendo come sono davvero: rompipalle lol) ma ci tenevo davvero tantissimo a scriverla, perché.. beh, perché io sono così.
Un IMMENSO grazie va alla mia manager (lol) che mi fa pubblicità su twitter, senza di te la storia avrebbe cento visualizzazioni, ti amo bfhbgkdsfbh
E poi, naturalmente, ringrazio chi ha recensito (siete meravigliosi, grazie! La mia autostima è rinata grazie a voi! dfkjhbks), chi ha seguito o preferito la storia e chi, semplicemente, l'ha letta. E' molto importante per me sapere che qualcuno legge le schifezze che scrivo sdbhfv
Bene, adesso vi lascio che vado a prepararmi per vedere Bianca Come Il Latte, Rossa Come Il Sangue bfhjbdgfvrbdsgfdebfh
Se volete aggiungermi su Twitter sono 
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Fourth. ***


Fourth Chapter.


Come aveva potuto scordarsi del suo migliore amico? Era.. inconcepibile, inammissibile. Non poteva averlo fatto davvero. Non riusciva a capire perché, dopo due anni e mezzo dove aveva sempre messo lui al primo posto, quel giorno l’avesse completamente rimosso. Non riusciva nemmeno a pensare di aver fatto una cosa così.. crudele ed egoista. Non c’era ragione che lo giustificasse.
In realtà, sapeva bene cosa fosse successo per la prima volta da quando aveva conosciuto Louis, ma si rifiutava categoricamente di ammetterlo. Insomma, lui era Harry Styles, mica uno dei The Wanted. Non si poteva.. innamorare. Era assurdo, specialmente considerando che conosceva quella ragazza da un giorno e mezzo e tre settimane dopo le avrebbe detto addio.
Perché l’avrebbe fatto, vero?
« Usiamo il mio iPod o il tuo telefono? » Fabi lo risvegliò da quei pensieri strani, stendendosi sul letto e facendo spazio al ragazzo.
« Il mio telefono. Ti avverto che.. ehm, potrebbe essere un po'.. volgare, ecco, ma non spaventarti, è solo terribilmente arrabbiato con me » spiegò, guardando l'orario.
Mancavano due minuti alle nove, ormai, perché i genitori di Fabi non avevano permesso ai ragazzi di saltare la cena – sebbene lei avesse solamente giocato col cibo e, da quel che Harry aveva capito, non era la prima volta – così avevano ritardato ancora l'appuntamento con il suo compagno di band.
« Bene, iniziamo prima che rubi il jet privato di David Cameron e venga qui a picchiarmi a sangue ».
« Sai » commentò Fabi mentre connetteva l'iPhone alla rete Wi-Fi. « Vedendovi da YouTube non si direbbe che i vostri rapporti siano così.. violenti ».
« Ma in realtà non lo sono. Finché uno dei due non si arrabbia » azionò la chiamata, che ricevette risposta quasi prima che fosse stata inoltrata.
« Porca puttana, Harry, volevi farmi aspettare ancora? » disse, o meglio urlò, Louis Tomlinson, non degnando Fabi neanche di uno sguardo.
« Scusa, Boo, te l'ho detto, io.. » la voce di Harry era poco più di un sussurro.
« Smettila con quel fottutissimo soprannome, dannazione! »
Harry rimase impassibile, evidentemente abituato, ma con la coda dell'occhio notò che la ragazza aveva una faccia sconvolta. Non potendo fare molto di più, le strinse la mano fuori dall'inquadratura.
Notando lo strano movimento, Louis osservò finalmente anche Fabi, ancora scandalizzata da quella parte del cantante che in pubblico non si vedeva.
« E tu chi diavolo sei? » le chiese.
« Io.. » mormorò Fabi, intimorita. Poteva fidarsi, vero? Si strinse istintivamente a Harry.
« Lei è Fabi. La ragazza che.. mi ha ospitato, ecco » le venne in soccorso. Harry sperava davvero che la tempesta Tomlinson passasse in fretta, non voleva che Fabi si spaventasse.
« Ah, quella delle e-mail! » si ricordò. « Aspetta un attimo. Ti ha ospitato? » gli occhi chiari di Louis si strinsero fino a diventare due fessure.
« Ehm, già ».
« Ma tu non avevi una prenotazione in hotel? » indagò.
« Sì, ma.. mi sono perso ».
Fabi sorrise; quella battuta ricordava terribilmente il loro primo incontro, il volto sconvolto del ragazzo che gli stava chiedendo aiuto. Un’espressione, però, che non aveva niente a che fare con quella del suo amico. Più che sconvolto, lui sembrava furibondo.
« Tu » iniziò Louis, con la voce che aumentava ad ogni parola « Fottuto. Bastardo. Ottieni una vacanza in un altro paese solo per te e ti perdi? »
« Beh, non è che l'abbia fatto apposta, diciamo che.. è stato un piccolo errore.. »
« Un piccolo errore? » urlò il ragazzo, facendo avvicinare Fabi sempre più ad Harry.
« Sì, insomma.. per fortuna ho incontrato Fabi! » ribatté l’altro. Insomma, perché Louis non capiva? Il suo senso dell’orientamento non era proprio il massimo, ecco, non è che fosse la gran tragedia che ne stava facendo. E poi, come avrebbe trovato Fabi, altrimenti?
Harry Edward Styles, continua con questi discorsi dopo un giorno e ti ritroverai con il diabete la prossima settimana’ si disse, un attimo prima che il compagno rispondesse.
« Per quello che ne sai potrebbe averti filmato sotto la doccia! »
« Ehi! » si ribellò lei, ritrovando finalmente la lingua. « Io non farei mai cose del genere! Non sono una di quelle stupide fan pervertite! »
Andiamo, non poteva seriamente essere spaventata da uno dei suoi cantanti preferiti, soprattutto considerando che con Harry aveva trovato un vero amico. Avevano legato in pochissimo tempo, insomma, sembrava una cosa.. impossibile, nel vero senso della parola.
Il ragazzo la guardò per un secondo, poi annuì. « Ho un sesto senso per queste cose, lo sai Boo.. volevo dire, Louis ».
L’espressione sul suo viso si rilassò, al contrario di come aveva fatto la volta precedente in cui aveva sentito il nomignolo. Davvero dopo due giorni che non sentiva il suo migliore amico gli importava del nome che usava?
« Non cambierai mai, Harry.. » si rassegnò, calmandosi una volta per tutte.
Il cantante sorrise, colpevole. ‘Forse ci siamo’ pensò.
« E dai, non posso avere sempre sfortuna con le ragazze, no? »
Fabi gli tirò una gomitata nelle costole, ma non replicò.
« Quindi » disse Louis dopo qualche minuto di silenzio. « Tu sei Fabi ».
« Già ».
« Sei una Directioner? »
« Dipende da che cosa intendi. Mi piace la vostra musica? Sì. Vorrei portarvi a letto? No. Né sono una che.. fa caso ai vostri affari privati » specificò.
« Mmh, sì, se è vero.. »
«Lo è » interruppe Harry.
« ..inizi a non starmi così antipatica ».
« È un complimento » tradusse Harry.
« Ah. Sì, beh, tu mi stavi più simpatico quando non ti conoscevo » ribatté lei, senza riuscire a tenere a freno la lingua.
Credeva di aver appena fatto la più grande figuraccia della sua vita quando, per la prima volta quella sera, Louis Tomlinson rise. E non era una risata di cortesia, perché dopo due minuti buoni non aveva ancora smesso e gli erano venute le lacrime agli occhi. L’aveva sempre detto, lui, di amare le Directioner perché lo facevano stare meglio. Anche quando cercavano di offenderlo.
Harry si rilassò, la tempesta era passata e, anzi, il suo migliore amico sembrava entusiasta – le aveva addirittura detto che non gli stava antipatica – della sua nuova.. amica.
Amica, Harry? Amica? Sei serio? Ma hai visto come la guardi?’ disse una voce nella sua testa, che il ragazzo ignorò.
Anche Fabi sorrise, ascoltando quel suono quasi magico.
« Scusami, non era offensivo, solo.. ehm, mi aspettavo che fossi più calmo ».
« Oh, no, hai ragione, scusami tu. Mi immagino come devo esserti sembrato! »
« Ehm » Fabi sorrise imbarazzata.
« Non ti preoccupare, non mangio nessuno » Louis si aprì in un sorriso, contagiando anche la ragazza; Harry sentì qualcosa muoversi dentro lo stomaco, e non era la cena. La smorfia che seguì questa sensazione creò qualche interrogativo nel suo migliore amico, che lo conosceva davvero troppo bene per non accorgersi della tensione che stava emanando, anche a così tanti chilometri di distanza. Cosa succedeva? Aveva lasciato Harry da solo per due giorni e lo ritrovava già.. diverso?
Ne avrebbe saputo di più, e al più presto.
« Dimmi, Feibi » marcò il suo accento particolarmente inglese sul nome. « Chi è il tuo preferito, tra di noi? »
Harry si mosse, inquieto. Che cazzo era passato per la mente a Lou?
In tre secondi cambiò almeno sette posizioni, ma quando la ragazza fece per parlare si immobilizzò di scatto.
« Nessuno » rispose lei, decisa.
« Oh, andiamo, dovrai pur averne uno che.. ti è entrato dentro per primo » insistette.
Mentre Fabi stava pensando, Harry non riusciva a respirare correttamente. Che cosa gliene importava, in fondo? C'erano milioni su milioni di fan che li amavano, che avevano lui come preferito. Lei era solamente una tra tante, no?
No.
« Sì » disse infine lei, facendo accelerare i battiti del ragazzo. « Ma per un motivo che non ho intenzione di spiegare a voi. Voi siete quelli che mi fanno stare bene, non posso mischiarvi con.. chi mi fa soffrire ».
Louis annuì, come avesse capito tutto, mentre Harry non riusciva proprio a stare calmo.
Prima che l'interrogatorio potesse riprendere, però, entrambi videro gli occhi della ragazza riempirsi di lacrime. Senza farsi sfuggire l'occasione, il cantante passò le braccia intorno alla vita di Fabi, che si divincolò.
« Scusate. Sto bene ».
Non era vero, e lo sapevano tutti e tre. Quando una ragazza piange, non sta mai bene.
Harry, non avendo idea di che cosa fare, attese che Louis decidesse se passare sopra alla reazione della ragazza o approfondirla. Riuscì a vedere negli occhi dell'amico l'incertezza, e allora si chiese: ‘Che cosa voglio che faccia?’ Ma non riusciva a trovarne risposta.
« E una canzone preferita ce l'hai? » chiese infine Louis, decidendo infine di far finta niente. Riusciva a vedere, tramite l’iPhone, un limite che non aveva il diritto di superare. C’era, negli occhi di Fabi, una luce circondata dalle ombre che non sarebbe stato facile far risplendere, ma conoscendo il suo miglior amico, sapeva di poter scommettere su una vittoria.
E poi, gli sguardi che lanciava alla ragazza, non gliela raccontavano proprio giusta. C’era qualcosa sotto, altroché. Che il suo Harry si stesse prendendo una cotta per quell’italiana?
« Va a seconda dei periodi » rispose Fabi, pensandoci un attimo. « Adesso è Over Again ».
E senza sapere il perché, seguendo di nuovo quell’istinto infallibile che aveva, Harry iniziò a cantare.
«Can we take the same road two days in the same clothes?
I know just what she'll say if I can make all this pain go.
Can we stop it for a minute?
You know, I can tell that your heart isn't in it or with it.
Puoi fare ciò che vuoi della tua vita ».
Louis applaudì, come al solito incantato dalle performance improvvise di Harry. Perché era così bravo negli acapella? Nemmeno Zayn riusciva a batterlo.
« Hai una delle più belle voci che esistano » Fabi sorrise, quasi commossa per aver sentito uno dei suoi cantanti preferiti esibirsi dal vivo davanti a lei,per lei. « Però sei un idiota ».
« Perché? Ha ragione » disse Louis.
« Sì, certo. Ma non sono tutti bravi e fortunati come voi, sai » replicò lei.
« Tutti hanno il proprio punto forte. Si tratta solo di scoprire il tuo » il ragazzo dagli occhi azzurri continuava a sorridere, mentre Harry non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Fabi.
« Il mio punto forte? Già, certo. Sono brava ad attirare disgrazie, a non ottenere quello che desidero, se vogliamo anche a.. no, niente ».
« Ma ti senti? » borbottò Harry contrariato, scuotendo la testa.
« Guarda come parli bene l'inglese » intervenne Louis. « Ti sembra poco? Sei più brava di Harry! »
« Ehi! » protestò il diretto interessato, mentre Fabi sorrideva.
« E, ovviamente, dopo queste settimane non mi servirà più a niente » ribatté lei, sicura di sé.
« Sai esporre bene le tue cause » disse Harry.
« Non diventerò un avvocato ».
« Ho progetti migliori per te ».
« Cos'hai tu? » la voce di Fabi si alterò, mentre Louis rideva ancora. Incredibile come fosse cambiato in neanche dieci minuti, quel ragazzo.
« Niente, niente » rispose in fretta Harry, pensieroso. « Come stanno i ragazzi? » divagò poi.
La ragazza smise immediatamente di tirare pugni sul braccio del cantante, adesso molto attenta.
« È tutto molto tranquillo » rispose Louis. « Non è la stessa cosa fare cazzate senza di te. Nessuno vuole fare il gioco delle banane con me ».
« Che cos’è il gioco delle banane? » chiese Fabi, volgendo lo sguardo da un ragazzo all’altro.
« Niente » la liquidò Harry, arrossendo appena, poi fissò lo schermo del telefono, rispondendo all’amico. « Ma sono via solo da due giorni! Avrete dormito per tutto il tempo ».
« No, torneone di FIFA. Ma Liam mi batte ogni volta in finale ».
« Ecco, appunto » si girò verso Fabi, indignato. « Hai visto quanto conto per loro? »
La ragazza fece una smorfia, che avrebbe dovuto assomigliare a un sorriso, ma in realtà non lo era affatto.
« Ma no! Tu sei il nostro piccolino! » Sorrise Louis, prendendolo chiaramente per i fondelli.
« Ti voglio bene anch’io, Louis » Harry tirò su il dito medio.
L'altro ragazzo sorrise, facendo finta di lanciargli un bacio, poi si girò verso un punto lontano dalla videocamera.
« Sì, mamma, vengo ad aiutarti! » disse, sbuffando appena. Tornò a puntare lo sguardo verso l’iPhone. « Ci sentiamo presto, voi due. Harry, non pensare di farla liscia, non appena riesco a trovare del tempo libero sguinzaglio i ragazzi! » prima che potessero anche solo alzare la mano per salutarlo, la chiamata finì.
« Ehi! Ma ci lascia così? » protestò Fabi, mettendo il broncio.
« Tu non conosci sua madre » Harry rise.
La ragazza scosse la testa. Sul serio, ma dove li avevano trovati?
 
 
Nei giorni che seguirono, Harry riuscì finalmente ad imparare le frasi principali per poter comunicare con i genitori di Fabi, per esempio ‘ho fame’ e ‘ho sete’ oppure ‘è libero il bagno?’. Doveva ammettere che imparare l'italiano senza l’antipaticissima insegnante del corso da lui seguito in Inghilterra era abbastanza divertente. La fondamentale scoperta che fece, però, quel lunedì, fu che la madre di Fabi parlava francese. Non perfettamente, certo, ma visto che lui l’aveva studiato riuscivano a capirsi abbastanza bene, e questo fu davvero un colpo di fortuna, perché per quanto ci provasse, non riusciva a migliorare nella lingua italiana.
Nei successivi quattro giorni, Fabi non riuscì a fare molto altro se non studiare e Harry, già annoiato dalla tranquillità, così rara per lui, passava le mattine dormendo e i pomeriggi con lei, cercando di migliorare la sua pronuncia, senza grandi risultati. Dei ragazzi neanche l’ombra; non rispondevano ai suoi messaggi, alle sue chiamate, niente. Si erano come volatilizzati, tanto che Harry ebbe seriamente paura che lo stessero cercando per tutta l’Italia sotto il comando di Louis oppure che ce l’avessero con lui tanto da non volergli parlare.
Fabi si era scusata così tante volte per non avergli mostrato di più il famoso divertimento italiano che, quando lui la vedeva aprire bocca dal nulla, aveva preso il via a tappargliela con la prima cosa che riuscisse a trovare – la propria mano, un biscotto, una penna. Solo quando le fece ingoiare un pezzo di cioccolato bianco e lei stette male tutta la sera, scoprì la sua intolleranza al lattosio. Sembrava quasi che lei avesse l’impressione che Harry avrebbe voluto trovarsi in ogni luogo tranne casa sua, quando era tutto il contrario. Adesso che c’era, non l’avrebbe lasciata per nulla al mondo.
Quel che non era più riuscito a fare, invece, era baciarla. Ora, direte voi, se non stanno insieme perché dovrebbe volerla baciare? Beh, non lo sapeva neanche lui, però.. ogni volta che la vedeva ripetere qualche argomento di cui Harry non sapeva niente, gli veniva naturale soffermarsi sulle labbra così invitanti della ragazza. Nonostante questo, qualcosa lo fermava ogni volta, fosse la presenza di qualcun altro o la paura, o l’umore particolarmente nero di lei. Era domenica l’ultima volta che ci aveva provato; il ragazzo le si era avvicinato da dietro, mentre lei stava ripetendo un argomento particolarmente contorto di fisica, cingendole i fianchi. Non aspettandoselo, Fabi gli aveva urlato contro, facendocelo rimanere male. E da lì – almeno, così era parso ad Harry – tutto era crollato.
Il sorriso sparì lentamente dal volto di Fabi, che era sempre più silenziosa e meno allegra; il mercoledì pomeriggio chiuse addirittura lo stesso Harry fuori dalla propria camera, e lui ebbe la nette impressione che da lì provenissero dei singhiozzi. Il giovedì, quando tornò da scuola, non c’erano dubbi, aveva le lacrime agli occhi; si rifiutò di mangiare e rimase per tutta la giornata chiusa nella camera.
Che avrebbe potuto fare, lui? Glielo aveva promesso, l'avrebbe resa felice. Ma solo adesso capiva che, senza conoscerla, era davvero difficile sapere cosa volesse dire per lei la felicità, né che cosa comportasse. Non sapeva quali fossero i suoi problemi, come andasse a scuola; non sapeva nemmeno che materie studiasse. Non sapeva se aveva un ragazzo, se aveva altri amici oltre a Carmen e Virginia, quale fosse il suo colore preferito o che cosa volesse fare da grande.
Forse, essere Harry Styles dei One Direction non sarebbe bastato quella volta.
Fu proprio mentre pensava questo, il giovedì sera, che decise che non si sarebbe arreso senza provare. Aveva un nome da mantenere. E una ragazza che non riusciva a togliersi dalla testa.
Si alzò dal divano, dove ormai passava gran parte del tempo, fece un cenno ai due adulti per avvertirli e salì lentamente le scale, pensando.
L'unica buona idea che gli venne in mente fu chiedere alle sue amiche che cosa le stesse succedendo, ma pensò troppo tardi che non aveva modo di contattarle.
Si fermò davanti alla porta della camera di Fabi, dicendosi, ‘o la va o.. beh, facciamo che va’ e bussò. Una, due, tre volte.
Nessuna risposta.
Non sapendo cos’altro fare, aprì la porta, ma la ragazza non c'era. Si guardò intorno per un momento; i loro CD erano allo stesso posto, con le stesse scritte fatte con la sua calligrafia precisa e chiara, ma del telefono neanche l'ombra, così come della proprietaria.
Uscì, disorientato. Ma dove si era cacciata?
Come a voler rispondere alla sua domanda, sentì un singhiozzo provenire dal bagno lì accanto e, visto che i genitori di Fabi erano al piano di sotto, poteva solo essere la ragazza stessa. Bussò piano, e i singhiozzi si attutirono.
Sentì un respiro profondo e poi un: « Non so chi sei ma vattene! » in italiano; Harry credette di aver capito il significato della frase ma, non essendone sicuro, la ignorò.
« Fabi! Sono Harry, apri! » la pregò.
« Vattene! » urlò lei, questa volta in inglese.
« No, te l'ho già detto! Apri questa porta! »
« Va’ via Harry » la voce si affievolì. «Ti prego, tu non vuoi stare qui».
« Basta con queste stronzate, Little Bow! Apri o sfondo la porta? » Harry si stava scaldando, okay che lei lo trattava in un modo tutto suo, questa volta però stava degenerando.
«Fabi! » alzò ancora la voce, visto che non gli rispondeva.
Il silenzio fu rotto da un altro singhiozzo, e allora Harry non ci vide più.
Sbatté con forza contro la porta finché la serratura non si forzò, e il ragazzo rimase immobile alla scena che gli si presentò davanti.
Non riusciva a muovere un muscolo. Neanche lui capiva se fosse spaventato, o solamente impietosito.
Fabi era lì, con gli occhi pieni di lacrime, china verso il lavandino, con un paio di forbici in mano.
Era circondata dal rosso.

Running from the Madhouse.
Okay, come ogni volta, durante la settimana ho almeno mille cose che vorrei scrivere qui, ma quando arrivo a scrivere lo spazio me le dimentico tutte, quindi scusatemi çç
Allora, prima di tutto mi dispiace se il capitolo è venuto più corto del solito, è che me lo immaginavo proprio così quindi non riesco a cambiarlo.
Come potete vedere, la storia si sta evolvendo, dopo la chiacchierata con Louis la storia cambia bruscamente piega, precipitando fino a un grosso cartello di 'STOP', l'autolesionismo. Spero che non pensiate che sia 'banale' o qualcosa del genere, perché davvero non lo è, anzi, è una cosa molto seria, e il fatto che la mia Fabi ne sia vittima è una cosa terribile, davvero. Non se lo merita. Nel prossimo capitolo spiegherò meglio tutte le motivazioni, e allora spero che capirete, in ogni caso spero di non aver deluso nessuno.
Dopo i miei discorsi, che forse non hanno nemmeno un preciso senso logico, volevo ringraziare di cuore le mie migliori amiche, che permettono alla storia di essere scritta con le cose che mi dicono dschbfvjkb E un GRAZIE enorme anche a tutte le ragazze che mi hanno recensita, preferita, o seguita. Davvero, vi amo sdbhjv
Un'ultima cosa: non so se ve ne siete accorti, ma cerco sempre di fare aggiornamenti regolari, ogni sabato, se il prossimo non dovessi essere a casa (spero) posterò venerdì o domenica c:
Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp



Vi va di passare dalla storia di una mia amica? E' bravissima dskjbfgrkt Cliccate sul banner sotto c:

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Fifth. ***


Fifth Chapter.


Harry respirò profondamente. Chiuse gli occhi per qualche secondo, ma quando li riaprì la scena non era cambiata. Fabi era ancora lì, con delle ferite sui polsi, che soffriva in ogni modo possibile, senza che lui avesse una vaga idea del perché. Che cosa poteva fare? Doveva ammetterlo, l'autolesionismo l'aveva sempre considerato un argomento da film, anche tra i ragazzi della band era quello più distante dal problema. Era totalmente impreparato.
Ma lei era indifesa come l'aveva mai vista, sola, e lui avrebbe potuto cambiare le cose. Senza seguire un filo logico ben preciso le si avvicinò, abbracciandola da dietro, e le strinse la vita.
Con una mano, si allungò a chiudere l'acqua che ancora correva, per poi affondare il viso nei lunghi boccoli sparsi sulle spalle.
« Fabi » esordì, dopo un po', sussurrando. « Basta così, adesso ci sono io, adesso.. »
« Adesso n-non cambierà nulla, H-Harry. Adesso ci proverai, f-fallirai come t-tutti gli altri e p-poi te ne andrai, l-lasciandomi di nuovo s-sola, ancora più t-triste. Ti d-dimenticherai del tuo L-Little Bow, come o-ogni altro » singhiozzò la ragazza, con gli occhi chiusi che Harry riusciva a vedere attraverso le specchio.
E, per un momento, pensò davvero di lasciare i One Direction per lei, per dimostrarle che si sbagliava. Ma quello sarebbe stato solo l'ultimo tentativo, prima le avrebbe provate tutte. Ed era dell’idea che la ragazza stessa non glielo avrebbe perdonato.
« Ehi, guardami » le voltò lentamente il viso, ma visto che continuava a continuare a stare con gli occhi chiusi, le dette un bacio sulla fronte e la abbracciò di nuovo, con delicatezza. Fu un breve momento, ma ad Harry bastò per sapere che, quella volta, era nel posto giusto al momento giusto.
La guidò lentamente verso la vasca, facendola sedere sul bordo. Si accovacciò prendendole le braccia tra le mani e osservando i numerosi tagli, la maggior parte ancora freschi, proprio sopra le vene.
« Che cosa stai facendo, Fabi? Vuoi ucciderti? » le chiese sottovoce; anche la sua voce era rotta, credeva che sarebbe scoppiato a piangere da un momento all'altro. No, lui doveva essere forte.
La ragazza non rispose, e Harry guardò ancora quelle braccia, per poi sospirare. « Dov'è il disinfettante? » le chiese.
« Giù » rispose Fabi. « Ma non mi serve ».
« Lascia parlare me. Giù dove? »
« Nel mobile davanti al divano » rispose atona.
« Va bene. Ti prego, ti prego, non muoverti per nessun motivo. Fallo per me ».
Fabi puntò gli occhi scuri su di lui e annuì, senza forze.
Harry la guardò ancora per un momento – era un po’ diffidente, ma decise di crederle – poi uscì, di corsa, scese le scale tre gradini alla volta e, giunto nel salotto deserto, si mise ad aprire ogni sportello. Trovò fogli su fogli, pieni di scritte incomprensibili; un sacco di tovaglie, coperte e scatole di cui non capiva il nome. Del disinfettante neanche l’ombra.
Sentendo la confusione, la madre di Fabi si affacciò dalla cucina, guardando il ragazzo: « Tutto bene? » chiese in italiano.
Harry ignorò la domanda. « Dov'è.. ehm.. » iniziò in italiano. Non sarebbe mai riuscito a dire ‘disinfettante’. « ..cotton? » chiese quindi, sperando che lei capisse.
« Oh! È qui! » la donna aprì un altro sportello e prese la confezione.
« E.. ehm » fece mente locale, poi s’illuminò e continuò in francese. « Il.. disinfettante? »
« Cos'è successo? »
« Oh, niente. Fabi è inciampata e si è graffiata un po' » prese il flacone che la donna gli porgeva e fece per tornare su.
« Harry! » lo richiamò. « Vengo ad aiutarti? »
« No » rispose, forse troppo in fretta. « Voglio dire.. non è niente di grave, non ce n'è bisogno ».
« Va bene, in ogni caso io sono qui » le sorrise, forse troppo calorosamente.
La madre di Fabi annuì, permettendo al ragazzo di tornare di corsa al piano superiore. Quando rientrò in bagno, si sorprese che lei non si fosse veramente spostata dal punto in cui l'aveva lasciata, l'unica differenza che testimoniava che fossero passati quasi cinque minuti erano le lacrime sul suo viso, che le avevano sciolto definitivamente il trucco.
« Scusa il ritardo » le disse, mentre prendeva il cotone e ci versava il disinfettante. Lo passò delicatamente su ogni taglio, accarezzando la pelle della ragazza. Ripeté un numero imprecisato di volte: « Sono qui » senza neanche sapere bene il perché, solo ne avvertiva il bisogno, per entrambi.
« Lo so che sei qui! » sbottò infine Fabi, mentre Harry le disinfettava l'ultimo graffio, quello più profondo, troppo vicino alla vena per non preoccuparsi.
« Scusa, io non.. » la guardò in quegli occhi così lucidi. « Ti prego Fabi, ti scongiuro non farlo più! » la abbracciò di slancio, tenendosi – al contrario delle prime volte in cui l’aveva fatto – ben lontano dalla sua bocca.
« Non posso non farlo » rispose lei, con la voce più forte. Non piangeva più, e il ragazzo sperò che lui c'entrasse qualcosa. « Neanche se me lo chiede Harry Styles in persona ».
Harry sorrise, incapace di trattenersi, ma tornò subito serio. « Cosa significa che non puoi? Come puoi non potere? »
« Non posso e basta ».
Harry si alzò, frugando negli armadietti finché non trovò dei cerotti. Li applicò ai polsi di Fabi, continuando a guardarla negli occhi.
« Sì che puoi. Tu puoi fare tutto quello che vuoi, ma non ti permetterò più di fare qualcosa che ti danneggi » dichiarò.
« Buona fortuna » la sua voce era di nuovo atona, come se non le importasse.
Harry sospirò. « Dai vieni » le porse una mano, che lei afferrò contro voglia.
La fece alzare lentamente, per paura che non riuscisse a reggersi in piedi.
In realtà fu lei a trascinarlo, visto che il cantante, preso dalla premura, non sarebbe riuscito a battere il record della tartaruga di Liam nella maratona.
Entrarono in fretta nella camera della ragazza, lei poggiò le forbici, che evidentemente aveva sciacquato, sulla scrivania e si sdraiò sul letto. Harry le lanciò uno sguardo truce – allora non era rimasta immobile! – ma lasciò perdere e le si sedette vicino, a game incrociate.
« Allora » esordì dopo pochi secondi.
« Allora? » chiese di rimando Fabi.
« Mi fai incazzare, porca miseria! Ma non lo vedi che sei una ragazza perfetta? » sbottò.
« Questo lo pensi solo tu, te lo assicuro! »
« Lascialo dire agli altri, tu non ti vedi per come sei, noti solo i tuoi difetti ».
« Forse perché ho solo quelli? » chiese retoricamente lei. « E comunque » aggiunse prima che Harry riuscisse a ribattere. « Gli altri, come dici tu, non la pensano così » Una luce strana le balenò negli occhi per un secondo. Tristezza, forse? No, molto di più. Angoscia, rimpianto, dolore.
E allora, Harry, capì. Capì tutto il dolore della ragazza, capì da cosa era provocato e perché lei non riuscisse a smetterla.
Fabi era innamorata.
E, molto egoisticamente, quando lo pensò aggiunse ‘di qualcuno che non sono io’.
« Chi è? » chiese allora, rassegnato.
« Chi è, chi? »
« Quello che ti ha rubato il cuore ».
« Una testa di cazzo » borbottò lei, senza far caso al tono di voce dell'altro.
« Se non ti vede bella e simpatica come ti vedo io, lo è ».
« Forse ha ragione lui. Io non sono bella. Sono bassa, grassa e chi più ne ha più ne metta. Sono acida, permalosa e voglio sempre averla vinta. Davvero, Harreh, non sono una di quelle ragazze perfette che tu sei abituato a trovare nel tuo mondo. Io sono normale, anzi, faccio schifo, non piaccio a nessuno e tutti starebbero meglio senza di me ».
Harry scosse forte la testa, poi la baciò, arrabbiato.
Fu completamente diverso, però, dai baci che le aveva dato il primo giorno. Se all'inizio, il ragazzo l'aveva fatto solo perché aveva avvertito il bisogno di Fabi – non va preso come uno di quelli che bacia tanto per fare, anche se potrebbe sembrarlo; Harry cercava solo di essere generoso – questa volta unì il suo strambo desiderio di toccare quelle labbra con l'agitazione e la rabbia che gli erano montate dentro.
Anziché chiudere gli occhi li incatenò a quelli della ragazza, che non sapeva cosa fare. Le passò una mano sotto i lunghi ricci, impedendole di allontanarsi. Fabi non ricambiò, ma non aveva abbastanza forze per opporglisi, così attese, passiva, che lui si stancasse. Non durò molto, per sua fortuna.
« Quando la smetterai di baciarmi senza permesso? Cazzo, smettila, non sono una bambola! Non sono la tua bambola! » protestò non appena ebbe padronanza di tutto il suo corpo.
Il cantante la ignorò, sdraiandosi di fianco a lei. Le prese una mano, iniziando a giocarci mentre un senso di malessere si faceva strada dentro di lui.
Fabi l'aveva appena rifiutato. E non aveva rifiutato Harry Styles, il ragazzo che si era perso nel centro dell'Italia e che, baciato dalla fortuna, aveva trovato la persona migliore del mondo. No, aveva rifiutato l'Harry insicuro, l'Harry altruista, l'Harry.. cotto di lei.
E tutto questo solo perché era già innamorata di qualcuno che, evidentemente, la ignorava.
« Quando non ne avrai più bisogno ».
« Io non ne ho bisogno! »
« Quelli non dicono la stessa cosa » scese a sfiorarle i polsi delicatamente.
« Oh, Harry, smettila! Sei peggio di Virginia. Non è niente, non muoio se mi esce un po' di sangue! »
« Lei lo sa? ».
« Sì, anche Carmen. Ma nonostante ci provino non.. non sono abbastanza per farmi smettere. Nessuno lo è ».
« Neanch'io? »
« Neanche tu ». Qualcosa sprofondò nello stomaco di Harry, ma decise di non pensarci.
« E.. lui? »
« Lui chi? »
Harry odiava quel comportamento; sapeva che aveva capito, ma lei era fatta così. Non c'era una spiegazione, solamente doveva accettarla. E, nonostante il fastidio, lui l'aveva fatto.
« Quello che.. insomma, che ti piace ».
« A me non piace nessuno ». Obiettò lei. « Io lo odio ».
« Quindi lui sarebbe abbastanza ».
Silenzio. Per quasi cinque minuti. Fabi non proferì parola, si riusciva a malapena a sentirla respirare.
« Lui odia i One Direction, vi odia. Anche se ci provasse, non ci riuscirebbe. Voi forse potreste.. beh, non credo che riuscirei a incontrarvi in ogni caso. Già il fatto che tu sia qui è totalmente surreale. Quindi si torna al punto di prima. Nessuno è in grado di farmi stare bene, io sono destinata a soffrire ».
Harry non sapeva come risponderle. Sorrise, ma dentro di sé era triste, disperato. Lui non voleva essere Harry Styles, non per lei.
Per la prima volta in quasi tre anni, desiderò di non aver mai partecipato ad X-Factor, di non essere famoso, di essere rimasto lo stesso Harry di quando aveva sedici anni.
Ma non si sarebbe tirato indietro; no, questo mai.
« Sei leale verso di noi » le sorrise ancora, sincero.
Anche Fabi sorrise, per quasi due secondi, ma sembrava aver improvvisamente deciso di non parlare. Cosa prendeva a quella ragazza?
Harry sospirò, indeciso. Ripensava alle parole della ragazza cercando qualsiasi falla nella sua difesa che potesse permettergli di entrare nel suo mondo. Ma cosa poteva fare? Lui era Harry, solo Harry, lui era.. ma certo, era un cantante! Lui poteva cantare!
Molto intelligente, Harry, davvero. Mi meraviglio della tua perspicacia’ disse la sua coscienza, ma quello non era il momento adatto per ascoltarla.
Fece rapidamente mente locale su tutte le canzoni della band finché non trovò quella perfetta.
« Did I do something stupid?
Yeah girl if I blew it
Just tell me what I did
Let's work through it
There's gotta be something
to get you.. to tellme about youbefore» cambiò alla fine, stonando appena.
Sorrise, imbarazzato. Neanche questo sapeva più fare?
« Non hai fatto nulla tu, Harreh » disse allora la ragazza, intuendo parte del disagio dell'altro. « Te l'ho detto, tu sei uno di quelli che mi fa stare bene ».
« Allora fammelo fare ancora una volta, ti prego. Lascia che ti aiuti, fammi provare. Io non ti deluderò, te lo prometto! Ti scongiuro, Fabi, abbi fiducia in me! »
Anche l'uomo più insensibile della Terra si sarebbe accorto di quanto Harry stesse soffrendo per la ragazza. E lei non era così senza cuore, anche se non sapeva perché lui ci tenesse tanto. Cosa voleva dire, per un cantante, la storia di una semplice fan?
« Mi sono innamorata di lui due anni, due mesi e una settimana fa » contò velocemente Fabi, facendo subito sprofondare il cuore del ragazzo verso l'intestino.
Come poteva competere con due anni d'amore?
No, non poteva arrendersi, lui ce l'avrebbe fatta. Gliel’aveva promesso.
« All'inizio non ci facevo caso. Aspettavo che mi passasse, diventavo sua amica, niente di più. Nessuno, tranne Carmen, lo sapeva. E come potevano? Sono sempre stata brava a mentire. È durata così per quasi un anno, fino a Novembre dell'anno dopo. Poi, quasi per sbaglio, un ragazzo, un mio amico » marcò bene la parola. « Ha letto dei messaggi, ha scoperto questa cosa, e l'ha detto a tutti. In troppo poco tempo la voce si è sparsa, arrivando alle orecchie della maggior parte dei miei compagni di classe, tranne lui.
« Fortuna o sfortuna, io non lo so, ma da allora è cambiato tutto. Non so se è colpa mia, o se è solo il destino. Forse sono stata cattiva, forse me lo merito.
« Ma non è finita, figurati. Dopo Natale ci siamo ritrovati accanto di banco. Per quasi cinque mesi sono stata felice la mattina e triste la sera. Triste perché sapevo di non essere abbastanza per lui, sapevo che aveva una ragazza.. Sapevo che non era felice, sapevo quello che vedevo nei suoi occhi. Soffrivo in silenzio, per non invadere i suoi spazi. Mi lasciavo trasportare dall’odio per quella ragazza dicendomi ‘un giorno passerà, vedrai’, eppure quel giorno si allontanava sempre di più.
« Nonostante tutto, lui non ha mai saputo di me. Né mai lo saprà, perché dopo l'estate – passata ascoltando voi, provando a dimenticarlo – è ricominciato tutto. Stavo di nuovo male, ma lo vedevo ogni giorno, gli parlavo. Il diciotto Ottobre, se c’era ancora qualcosa in cui sperare, l’ho perso » la voce di Fabi si ruppe, le lacrime rigavano copiosamente il suo volto ormai, le mani di Harry la accarezzavano ininterrottamente. Il ragazzo non le chiese di andare avanti, riusciva ad immaginare quanto fosse difficile per lei, e già il fatto che gliene stesse parlando lo faceva sentire importante.
« Non è morto, purtroppo. No, molto peggio » riprese la ragazza, quando si fu un po’ calmata. « Ha cambiato classe. Non scuola, ma classe. Capisci cosa voglio dire? Riesco a vederlo ancora ogni giorno, posso salutarlo, scambiarci due parole. Dirai che sono fortunata, perché non è scomparso dalla mia vita. Non farlo, non è vero. Io voglio solo dimenticarlo, voglio solo non sapere più come si chiama. Se non posso averlo, non voglio dover soffrire per cercarlo ».
Ad Harry sembrò che il discorso fosse finito, perciò fece per parlare, ma non riuscì nemmeno ad iniziare la frase che Fabi riprese il discorso.
Aveva gli occhi chiusi e l'espressione triste, i muscoli rilassati, mentre Harry la stringeva, cercando di esserle più vicino possibile.
« Ho provato a rimanergli vicina, in fondo un po’ amici eravamo. O almeno, così la pensavo io. Forse per lui non era la stessa cosa, perché dopo troppo poco tempo abbiamo litigato e.. non ci parliamo da più di un mese. Ogni volta che lo vedo, ogni volta che.. parla con qualcuno che non sono io e ho la certezza di non essere nei suoi pensieri, io.. non lo so, non riesco più a pensare a niente, mi sento vuota.
« È così che è iniziato, non volevo più sentirmi vuota, volevo provare qualcosa, qualsiasi cosa che mi ricordasse di essere ancora viva. È stupido, eh? Lo so. Ma non ce la facevo più ».
Fabi sorrise amaramente, poi si girò verso Harry che continuava a stare in silenzio. Capì anche perché; stava piangendo. La ragazza non riusciva a capirlo; qual era il suo problema? Non era niente per lui, solo una delle milioni di fan, solo.. una ragazza. Era certa che si sarebbe dimenticato di lei in neanche due giorni.
« Mi.. dispiace.. » mormorò il cantante, sentendo lo sguardo di Fabi su di sé. « Non è mai.. detta l'ultima parola.. » tentò di dire, ma anche senza la strana sensazione che lo premette sullo stomaco seppe che non era la cosa giusta da fare.
« Fottiti, Harry » ribatté infatti la ragazza. « Ci ho provato in tutti i modi, okay? »
« Potresti.. »
« Non posso niente, Harry, non posso niente! » alzò la voce. « Lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi, non dovrei mai parlarne, di questa cosa.. »
« No! Ehi, ehi! » la interruppe il ragazzo. « Non hai commesso un errore, va bene? Hai fatto la cosa giusta a dirmelo, adesso che so qualcosa in più io posso.. » Si fermò a pensare un attimo. Poi un secondo, dieci secondi. « Posso.. » un minuto.
« Tu puoi cosa, Harreh? » la risata di Fabi fu la più triste che avesse mai sentito. « Puoi cantarmi una canzone? Anche tutto l'album se vuoi! Puoi darmi un abbraccio? E cosa me ne faccio? Eh? » continuò, facendo sprofondare ancora di più il cantante.
Si puntellò sui gomiti e osservò i lucidi occhi verdi del ragazzo. « Cosa cazzo puoi fare? »
Harry si alzò a sedere, sovrastando la ragazza con la sua altezza anche così.
« Io posso darti tutto ciò che lui non ti ha dato, va bene? Io posso amarti! Io voglio farlo! Mi sono innamorato per la prima volta in vita mia, ed è successo in cinque giorni! Non so perché, non so se durerà, ma io vivo adesso! E non continuerò a farti soffrire solo perché non riesci a scordarti di un ragazzo che ha tutto ciò che io desidero adesso! Se tu me lo permetti, io ti farò scordare anche il suo nome! » urlò Harry, mettendo a nudo tutto quel che provava.
Se Louis fosse stato lì, ci avrebbe giurato, lo avrebbe portato all'ospedale. Istantaneamente.
Harry non era quello che si innamorava.
Harry non si accorgeva dei sentimenti altrui, Harry agiva senza pensieri.
Harry stava cambiando, era già cambiato.
Sperò che Fabi lo capisse.
« Offerta allettante, davvero. Ma come faccio a crederti? Ti mancano due settimane, quindici giorni, come speri di riuscire a farmi superare l'ostacolo contro cui combatto da due anni? » Fabi sorrise, di nuovo.
« Io sono Harry Styles, diamine! Io posso fare tutto quello che voglio! »
« Invece no! Harry Styles è il ragazzo che si nasconde dietro i ricci, dietro un disco, dietro una band! Tu, per me, sei Harry, solo Harry. Tu sei il ragazzo che ho schiaffeggiato su un autobus perché mi aveva disturbata mentre ascoltavo la musica! »
« Infatti! Lo vedi? Tu sai tutto quello che devi sapere di me. Conosci la differenza tra Harry e Harry Styles. Tu hai conquistato Harry. Io conquisterò Fabi ».
Harry questa volta non la baciò, rimase a guardarla negli occhi, tutto il tempo che le servì.
Finché non sentì quelle parole, che gli fecero battere il cuore cinque volte più veloce del normale.
« Puoi provarci. E, ti prego, non fallire ».



Running from the Madhouse.
VI PREGO, NON UCCIDETEMI!
Salve a tutti lol
Okay, vi avevo detto che avrei aggiornato venerdì o domenica, il fatto che abbia saltato una settimana è irrilevante, no? No?
*Va a nascondersi per non essere picchiata*
E' che.. Sabato sono andata a Milano (330km in 2.10 ore gente! lol) a vedere le Little Mix askjdbfv e quindi fra quello e il tornare a scuola non ce l'ho proprio fatta lol diciamo che quando sono uscita di lì ero completamente fatta, sono dolcissime e le loro voci dal vivo.. AAAAAH
Bene, passiamo alla storia che è meglio ahahah
Il capitolo.. forse non è tra i migliori che ho scritto, ma non lo odio. Finalmente la storia di Fabi è più chiara, spero che vi aiuti a comprendere meglio questo personaggio molto particolare che io amo (come la persona che c'è dietro <3) anche se, per questo scopo, ho deciso di fare un capitolo -il settimo che sto scrivendo adesso- dal suo POV.. spero che vi possa piacere c:
E si capisce anche che Harry ci tiene davvero, non è un amore? Eh?
Vabbè, la smetto di fangirlare sui miei personaggi lol
Volevo dire un enorme GRAZIE a tutti quelli che mi recensiscono, davvero, siete l'amore dchjvbfvh
Anche se non rispondo subito sappiate che leggo tutto, e vi adoro c: In particolare volevo ringraziare Stella Cadente perché le sue recensioni sono sempre meravigliose (passate dalla sua storia se vi va, è bellissima uu)
Un'ultima cosa: avete qualche aspettativa riguardo alla storia? Qualche idea, consiglio, commento, critica? Qualsiasi cosa? Vi prego, scrivetemelo, ho bisogno di conoscere i vostri pareri c:
Ah, secondo i miei calcoli dovrebbe essere lunga sui dodici capitoli, devo vedere bene..
Adesso mi ritiro davvero (è l'1.00 di notte lol) ci vediamo al prossimo capitolo c:
Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Sixth. ***


Sixth Chapter.


Harry si guardò intorno, attento. Erano le 23.03 e il ragazzo aveva lasciato la camera di Fabi da ben sette minuti.
Dopo la loro conversazione, quella sera, erano rimasti perlopiù in silenzio, osservandosi in tutti i modi possibili. Erano consapevoli che quello non fosse un comportamento ‘normale’, ma quando mai loro due erano stati normali, da quando si conoscevano? E se era servito – almeno un po’ – a calmare Fabi, ne era valsa la pena. Si era deciso a lasciarla sola dopo un migliaio di raccomandazioni, perché aveva un urgente bisogno del bagno; nel frattempo aveva sentito la madre parlare in italiano con la ragazza e si era dilungato a cambiarsi nella sua ‘camera’, indossando la t-shirt con cui dormiva – ci aveva provato a indossare il pigiama, dopo la figuraccia del secondo giorno, ma non ce la faceva, era più forte di lui.
Una volta certo che i genitori della ragazza fossero entrambi coricati – li aveva sentiti dare la buonanotte – rientrò in punta di piedi nella camera di Fabi.
« Harry? » sobbalzò la ragazza, alzando gli occhi dall’iPod, che teneva in mano. « Che ci fai qui? » spostò il piumone, scoprendosi fino alle spalle.
« Te l’ho detto che non ti lascio sola, no? » si chiuse la porta alle spalle, rabbrividendo per lo spostamento d’aria.
« Ehm, no ».
« Allora te lo dico adesso. Forza, fai spazio ».
« Vuoi dormire in camera mia, nel mio letto? » borbottò scandalizzata la ragazza.
« Che c’è di male? » chiese innocentemente Harry, avvicinandosi al bordo del letto.
« Ma come ‘che c’è di male’? Che problemi avete voi inglesi? » replicò indignata. « Hai due anni in più di me, sei single, bellissimo e vuoi dormire nel mio letto? »
« Non sono un maniaco! Guarda che so controllarmi! Non so cosa hai letto su di me, ma se è una fan fiction ti assicuro che non è vero niente! Io non sono così! »
Fabi lo guardò per alcuni secondi, poi si rassegnò, spostandosi verso destra. Harry si fiondò sotto le coperte senza farselo ripetere due volte,  stava gelando. Forse avrebbe dovuto convertirsi una volta per tutte al pigiama.
« E adesso » la ragazza stava nel punto più lontano da lui, diffidente. « Cosa vuoi fare? »
« Te l’ho già detto! Ti conquisterò » asserì.
« Ehm, okay. E.. come dire.. più nell’immediato e nel reale? »
« Stai insinuando che non riuscirò a farlo? Oppure che non ne ho l’intenzione? »
« Io non ho insinuato nulla, hai fatto tutto tu ».
« Meglio così, allora avrai una bella sorpresa ».
« Certo, Harry » Fabi lasciò cadere il discorso.
Il ragazzo si disse che, per quella giornata, Fabi doveva averne avuto abbastanza di discorsi ‘filosofici’ e forse aveva solo bisogno di distrarsi.
« Che facevi prima, con l'iPod? » le chiese quindi.
« Twitter » rispose lei, riprendendo in mano l'oggetto e isolandosi.
Harry si chiese seriamente come facesse a ignorarlo così bene. Forse gli stava davvero antipatico.
« Aspetta, Fabi » disse. « Non hai mica parlato di me, vero? »
« Hai ancora dubbi, Harry? Tranquillo, non ho intenzione di farmi odiare anche su Internet. Però, te lo dico, il fatto che tu non entri su Twitter da una settimana desta qualche sospetto ».
« Davvero? Beh, pazienza, sopravviveranno » borbottò il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli.
« Ma dai, sono le tue fan! Siamo le tue fan! Quando Zayn smette di scrivere gli scleriamo tutte contro per giorni. Lo faranno anche con te ».
Harry rise. Per quanto ci provassero, non era semplice seguire Twitter, si limitavano a scrivere qualcosa per far divertire le ragazze. E solo Zayn riusciva a scordarsene.
« Dai, fammi vedere cosa dicono le Directioner di qua » cambiò di nuovo discorso.
« Harreh, è in italiano. Cosa pensi di capirci? »
« Ho la migliore traduttrice del mondo, accanto ».
Fabi sbuffò, poi gli si avvicinò un po’, condividendo la schermata.
Il ragazzo tentò di leggere qualcosa, ma lui e l'italiano non andavano per niente d'accordo. Specialmente quello scritto.
« Che cosa dicono su di noi? »
« Di tutto. Che cosa vuoi sentire? »
« Non lo so, qualcosa sull'Italia, scegline un paio e dimmi che c'è scritto ».
« Uhm.. » Fabi rimase pensierosa per un po’, scorrendo con le dita verso il basso, concentrata. Non si soffermava per più di qualche secondo, poi continuava a scorrere i tweet. Harry non capì perché ci mettesse tanto. Non doveva essere difficile, per lei tradurne uno, no?
« Aspetta » la fermò. Visto che non riusciva a leggere stava guardando le immagini dei following di Fabi. « Cos'è quel disegno? » ne indicò una.
La ragazza, che non l'aveva notata, ingrandì l'icon e, appena se ne rese conto, arrossì.
« Sono.. sono io quello? » chiese Harry divertito.
Fabi annuì, mortificata. Il ragazzo non ne capì il motivo, forse era imbarazzata per trovarsi proprio accanto al diretto interessato.    
« E quello.. » indicò l'altra persona di quel disegno, quella che l’Harry virtuale stava baciando. « È Louis, vero? » lei annuì ancora.
Prima che potesse parlare, il cantante si era messo a ridacchiare.         
« È fatto bene » disse dopo un po’, ancora con le labbra piegate all'insù.
« È una stronzata, come tutte le altre cose! » borbottò Fabi irritata.
« Se loro la pensano così, non puoi costringerle a non farlo. Certo, alla lunga la cosa dà fastidio, ma è un altro modo per far sognare le nostre ragazze » rispose lui, tornando serio.
« Fai come ti pare » lasciò perdere la ragazza.
Il cantante sospirò, aveva sentito fin troppe volte da lei quella frase, ormai sapeva che doveva aspettare che l'irritazione che aveva accumulato sbollisse.
« L'ho trovato! » disse dopo pochi minuti, tornando immediatamente di buon umore. « Sono dieci minuti che ne cerco uno! »
« Eh? » chiese Harry, senza capire cosa stesse blaterando Fabi.
« Adesso facciamo un test! » il sorriso che le era comparso sul volto non prometteva niente di buono, anzi, il ragazzo si stava preoccupando.
« Un test? Intendi tipo ‘Dimmi a cosa pensi e ti dirò chi sei’? Guarda che non ho intenz.. »
« Ma no, idiota! » lo interruppe. Quanto gli era mancato essere chiamato così! « Un test di Twitter » spiegò, con il tono di chi fa una rivelazione ovvia.
« Ah » Harry fece finta di capire per qualche secondo, poi si arrese. « Esistono test di Twitter? »
Fabi scosse la testa con fare rassegnato, palesemente divertita.
« Che ignorante » rise.
« Ehm.. mi dispiace » rise di rimando lui.
« Harreh, Harreh. Tu non hai idea di chi siano le tue fan! »
« Certo che lo so! Sono ragazze stupende che ci adorano e.. »
« E scrivono test su di voi ».
« Davvero? Che tipo di test? » chiese curioso. Per quanto ogni tanto si divertisse con i ragazzi a cercare ogni genere di cose su di loro, i test non li avevano mai visti. Che strano.
Fabi non rispose, ma scoppiò di nuovo a ridere, sottovoce.
Il ragazzo non sapeva quanto fosse sincera quella risata, ma era bello sentirla, avrebbe fatto tutti i test di Internet per essere ripagato in questo modo.
« Cominciamo e lo capisci ».
« Ehm.. okay.. » quell’idea non lo convinceva così tanto, ma non aveva intenzione di smorzare l’entusiasmo di Fabi.
« Come ti chiami? »
« Scusa? »
« È la prima domanda. Come ti chiami? »
« Ah. Harry ».
« Ehm ehm » Fabi alzò le sopracciglia.
Il ragazzo sospirò. « Harold. È tutto così il test? »
« Macché, non hai ancora visto nulla. Quanti anni hai? » continuò Fabi, soddisfatta.
Un altro sospiro. ‘Lo stai facendo per Fabi, lo stai facendo per lei’. « Diciannove ».
« Non li dimostri ».
« Ma che caz..? » Harry si unì alla risata silenziosa di Fabi.
« Credi in Larry e Ziam? »
« Sono ottimi amici, te lo garantisco! Ehi, aspetta, ma avete escluso Niall! »
« Almeno uno etero metticelo in quella povera band, no? Come hai conosciuto i ragazzi? »
« Ehm.. a X-Factor? » rise. La cosa iniziava a farsi divertente.
Per un momento pensò come doveva essere farlo essendo semplicemente una fan; chissà quanti ne compilavano, solamente per cercare di immedesimarsi in loro.
« Davvero? Non l'avrei mai detto! » ironizzò Fabi.
« E tu? » adesso Harry era curioso.
« Di sicuro non vengo a dirlo a te! »
« Per favore.. » Sbatté le palpebre, sporgendo in avanti il labbro inferiore. Fabi sbuffò.
« Con una pubblicità dove c'era Gotta Be You. Mi piaceva la canzone e mi sono informata su chi la cantasse » impedì a Harry di ridere, mettendogli una mano davanti alla bocca.
« Li hai mai incontrati? » continuò poi la ragazza.
Il cantante ridacchiò. « Uhm, mi pare, un paio di volte.. » borbottò vago.
« Scommetto che se li incontri non si ricordano di te, però ».
« Se continuano ad ignorare le mie chiamate gli ricordo io chi sono » rispose.
Fabi lo guardò divertita, mentre assumeva l’espressione da duro, anche se proprio non gli riusciva. Doveva ammetterlo, erano cinque giorni che non si rilassava così. Perché aveva ignorato Harry fino a quel momento? Pessima mossa.
« Up All Night o Take Me Home? » continuò.
« Come faccio a scegliere tra i nostri CD? »
« Non scegli, come faccio io. What Makes You Beautiful o Live While We’re Young? »
« What Makes You Beautiful. È da lì che è cominciato tutto » un sorriso nostalgico gli comparve sul volto. Anche Fabi sorrise, forse pensando alle prime volte in cui aveva ascoltato quella canzone.
« Secondo te esiste la Zerrie? »
Harry la guardò, confuso. « Certo, perché non dovrebbe? Ci sono ancora quelli che credono che stiano insieme per pubblicità? »
« A quanto pare.. Non dirlo a Carmen e Virginia però, loro sono Mixer. Okay, la prossima.. » leggendo la domanda, Fabi scoppiò a ridere.
« Che c’è? » sussurrò Harry, vagamente preoccupato.
« Tu.. ehm, pensi che.. Harry e Zayn abbiano troppi tatuaggi? » per quanto ci provasse, non riusciva a controllare le risate.
Il ragazzo si alzò la maglietta per osservare la pelle decorata da simboli tra i più assurdi.
Puntò i suoi occhi verdi in quelli della ragazza, poi sorrise: « Naah » rispose.
« Oh, invece sì ».
« Non ti piacciono i tatuaggi? » chiese Harry con un sorriso che avrebbe sciolto anche un sasso. Forse.
Fabi sbuffò. « No, per niente. Per carità, posso capire il nome di tua sorella in ebraico, anche la stellina. Ma un veliero? Una farfalla? » marcò bene i due nomi.
« Mi piacciono le farfalle! E anche le navi » mise il broncio lui.
« Ma non ti puoi scrivere sul corpo ogni minima cosa che ti piace! Lo sai che fra qualche anno, quando te ne sarai stancato, sarai in un bel casino? »
« Sì, ma.. » tentò.
« Ma niente. Adesso tu smetti ».
Harry ci pensò su, ignorando la debole parte di lui che gli diceva che non era tra le competenze di Fabi decidere cosa fosse bene per lui. La mattina seguente, sarebbe scattata la prima settimana da quando era partito e, visto che nessun giornale aveva fatto articoli su di lui o lo aveva scoperto, aveva vinto la scommessa con Zayn. Se fosse stato qualche giorno prima, astenersi dai tatuaggi gli sarebbe sembrata un’eresia, una delle fatiche di Ercole, ma adesso.. dopo una settimana passata lontano dalla sua solita vita, pensando solamente a Fabi, si era trasformata in una cosa del tutto superficiale.
« Non mi farò tatuaggi per sei mesi » esordì, ponderando bene le parole. La ragazza alzò le sopracciglia. « Se tu non ti farai del male, per sei mesi » concluse, soddisfatto di come gli era uscita la frase.
Fabi sospirò. « Sapevo che c’era una fregatura! C’è sempre una fregatura ».
« Non è una fregatura, Little Bow. È un patto. Fidati di me ».
« Harreh.. » una nota nella voce tradì la sua incertezza. « Non posso. Davvero, non posso farlo. È più forte di me.. »
« Non vuoi farlo » la accusò il ragazzo. « È diverso ».
« Dici come vuoi. Non accetto ».
Ci hai provato’ si disse Harry. Ma dopo tutti i discorsi della sua coscienza, voleva davvero arrendersi così, al primo ‘no’?
« Non ti lascerò fare quello che vuoi così facilmente, tesoro, ormai mi conosci ».
« E tu, conosci me? »
« Un po’ » Harry sorrise, poi le si avvicinò pericolosamente. « La mia pazienza è più di quanto sembri » le sussurrò sulle labbra, allontanandosi subito dopo senza neanche averla sfiorata.
Fabi sbatté più volte le palpebre. Il cantante notò che stava cercando di nascondere il più possibile di esserci rimasta male.
Forse, e dico forse, desiderava di più’ sperò.
« Non credere che accetti un ‘no’ come risposta, ma per ora ti lascerò in pace » affermò poco dopo. « La prossima domanda? »
« Hai mai letto fan fiction a raiting rosso? »
Il ragazzo scoppiò a ridere sottovoce, mentre le sue guance prendevano velocemente colore.
« Sì » ridacchiò. « Avete davvero una fantasia assurda! »
« Ehi, non prendertela con me! Io non riesco a scrivere decentemente neanche un tema » protestò Fabi, facendo ridere Harry ancora di più. « E fan fiction slash? » continuò.
« Una volta. Te lo giuro, io sono rimasto sconvolto. Molto più di quando ho baciato Louis! Come potete.. » Fabi lo fulminò con lo sguardo. « Come possono immaginare quelle cose? Sinceramente, è.. surreale! »
« Mi dispiace.. »
« Niente di irreversibile, tranquilla ».
Fabi gli sorrise. « Liam con i capelli corti o lunghi? »
« Corti. Solo io posso avere i ricci nei One Direction! »
I tentativi della ragazza di trattenere le risate furono vani. « Passeggiata con Niall o Louis? »
« Niall. Lou va troppo veloce per i miei gusti ».
« Bacio sotto la pioggia con Liam o Zayn? » Questa volta, per riuscire a trattenere le risate Fabi fu costretta a tapparsi la bocca con una mano. Harry si costrinse a non imitarla.
Ci pensò su per qualche secondo. « Liam. Perrie sarebbe capace di uccidermi.. » disse, mantenendo incredibilmente il tono serio.
« E Danielle no? »
« Danielle è.. meno gelosa, ecco, e poi mi sta più simpatica Perrie ».
« Ma dai! »
« Che c’è? È vero ».
Entrambi soffocarono l’eccessiva ilarità, ripensando alla domanda.
Fabi dovette prendere un bel respiro calmante, prima di poter riuscire ad andare avanti.
« Film horror con Harry o Zayn? »
« Non mi piacciono i film horror. Una volta ne ho visto uno con Louis e Zayn.. Sono rimasto Up All Night. Credo che quei due demòni non abbiano ancora smesso di ridere.. »
Sentì le guance in fiamme, mentre Fabi sorrideva.. comprensiva?
« Vorrei prenderti in giro, davvero. Ma faccio esattamente la stessa cosa » abbozzò un sorriso, che Harry ricambiò.
Prima che riprendesse la parola, le strinse impacciatamente una mano sotto le coperte.
« Shopping con Liam o Louis? »
« Lou ha gusti migliori ».
« Uhm, sì, concordo con te. Allora, questa è l'ultima.. » si fermò un attimo per ridere. « Sesso sfrenato con Niall o Harry? »
Il cantante spalancò la bocca. « Ma che cazzo di domande sono? » rise.
Fabi lo seguì a ruota, facendosi sfuggire un paio di singhiozzi un po' troppo forti.
« Rispondi » gli ordinò, appena riuscì a respirare correttamente.
« No che non rispondo, io sono etero! »
La ragazza stava per ribattere, quando sentì dei passi rimbombare nel corridoio.
« Merda » imprecò. Guardò verso Harry, riflettendo un istante. Non c'era abbastanza tempo per fare niente.
« Vai sotto » gli sussurrò velocemente.
Il ragazzo, che non aveva sentito nessun rumore sospetto, pensò che fosse solo un doppio senso e si mise a ridacchiare.
« Per l'amor del cielo, Harry, potrai essere malizioso tra cinque minuti! »
I passi si fermarono, mentre i battiti del cuore di Fabi diventavano sempre più frequenti e martellanti. Con una forza che di solito non aveva, spinse Harry giù dal letto proprio mentre la porta si apriva, lasciando intravedere sua madre.
« Ma non dormi? È quasi l'una di notte.. » chiese quest'ultima in italiano, lanciando un'occhiata all'iPod acceso.
« Mi sono svegliata un momento fa, adesso torno a dormire » mentì lei, stropicciandosi gli occhi perché non si vedesse che erano tutto tranne che assonnati.
« Ah.. Mi era sembrato di sentire delle risate ».
« Io.. Boh, forse stavo sognando. Non mi ricordo ».
« Va bene. Buonanotte ».
« 'Notte mamma » la porta si chiuse, così che Harry poté riemergere.
« Potevi dirmelo che stava arrivando tua madre » borbottò, tornando sotto le coperte.
« Pensavo l'avessi sentito ».
« Che ha detto? »
« Niente di che, tranquillo ».
Harry annuì, voltandosi curioso. Mentre era disteso sul pavimento aveva notato qualcosa attaccato alla testiera del letto, scoprì che erano delle foto. Foto della sua classe, visto che riconosceva Virginia, Carmen e, naturalmente, Fabi.
« Ehi » un'idea gli balenò nella mente. « Lui è qui? »
La ragazza si voltò, illuminando meglio una fotografia con la luce dell’iPod. Indicò un ragazzo con i capelli molto corti e ricci, decisamente più banali di quelli di Harry. Sembrava una sorta di fusione tra una pecora e un essere umano, l'unica cosa che gli sembrava degna di nota erano gli occhi, di un colore a metà tra il verde e l'azzurro. Per un secondo, solamente uno, ad Harry venne in mente se stesso. Poi si ricordò della conversazione con Louis.
« Sono io il tuo preferito? Per lui? » si girò a guardarla negli occhi. Fabi annuì.
Allora le si avvicinò, abbracciandola stretta. Non disse niente, non ne aveva bisogno. Poteva sentire la muta disperazione della ragazza farsi strada dentro di lui, attraverso le mani che stringevano forte il tessuto della maglietta a righe – probabilmente una di quelle di Louis –, attraverso le lacrime, che gli stavano bagnando la pelle, attraverso le gambe intrecciate.
 Harry lo promise ancora una volta a sé stesso. Non l’avrebbe lasciata sola per nulla al mondo, lei non doveva più soffrire. Per quanto il suo lavoro non glielo permettesse facilmente, non l’avrebbe persa di vista. Mai.
Continuò a stringerla forte, cullandola dolcemente, mentre le accarezzava la schiena.
Pensava a lei, la consolava, pensava a come farle spuntare il sorriso. Voleva con tutto se stesso che le sue sofferenze finissero. Solo dopo un po’ gli venne in mente una canzone, con le parole perfette per quel momento. Una delle più belle canzoni che avesse mai cantato.
E allora seppe cosa fare, seppe che, per quanto lei volesse conoscere il vero Harry, la musica faceva parte di ogni sua sfaccettatura, e seppe anche che a Fabi sarebbe piaciuto così com’era, nient’altro che lui.
Per questo prese a sussurrare: « I never had the words to say
But now I'm asking you to stay
For a little while inside my arms
And as you close your eyes tonight
I pray that you will see the light
That's shining from the stars above».
Non era il suo assolo, ma amava cantarlo. Soprattutto se lo dedicava a qualcuno, e Fabi era la ragazza perfetta. Sentì che i singhiozzi soffocati si trasformavano lentamente in respiri profondi, e si sentì – una delle pochissime volte in vita sua – fiero di se stesso, perché quel che sapeva fare meglio era servito a qualcuno che amava.
« Non hai intenzione di andare nel tuo letto, vero? » riuscì a dire lei dopo vari minuti. Nonostante la domanda fosse girata al negativo, il ragazzo avvertì la preghiera del contrario in quelle parole.
« Perspicace » Harry sorrise.
« Buonanotte, Harreh » Fabi spense l'iPod, riuscendo a rimboccarsi le coperte senza sciogliere l'abbraccio.
« 'Notte Little Bow ».
Harry era già tra il sonno e la veglia, quando sentì quelle parole.
« Grazie, non è sempre così facile farmi sorridere ».
E, inconsciamente, Harry la strinse di più a sé, addormentandosi con il sorriso sulle labbra.
.



Running from the Madhouse.
Buon sabato a tutti! Come va? :D
No, vabbè, faccio la persona seria (AHAHAHHAHAHAH)
Questo capitolo non mi piace.
Sarà perché non succede niente, o perché è corto (per i miei standard lol) oppure perché se non ci sono descrizioni non mi sembra mai completo.
Esclusa per l'ultima parte, di quella vado abbastanza fiera c:
Voi che ne pensate? E dell'idea di far fare un test a uno dei diretti interessati?
A pensare le risposte io e la vera Fabi stavamo morendo dalle risate lol
Fatemi sapere uu
Come vi avevo già detto, nel prossimo capitolo ci sarà il POV totalmente di Fabi, spero che possa piacervi, perché non è stato facile scriverlo con la diretta interessata accanto che mi diceva quello che avrebbe o non avrebbe fatto, contrastando puntualmente con quello che avevo scritto AHAHAHAHAAHAH
io e lei siamo completamente diverse, ma è proprio questo che ci unisce, forse.
Un'altra cosa: voi vorreste vedere di più Carmen e Virginia oppure preferireste che la storia si incentrasse solo sui protagonisti?
Okay, adesso non so più cosa dirvi se non ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite (57, voi siete matti! Grazie, davvero, significa tantissimo per me c': ) e tra le preferite (29, vi amo! Grazie infinite) e tutti quelli che recensiscono o, semplicemente, leggono.
Bien, mi ritiro definitivamente, see ya next Sat! sdfdskbhvjdf
Vivy. Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Seventh. ***


STATE VISUALIZZANDO IL CAPITOLO CENTRALE DELLE AVVENTURE DI HARRY E FABI, IL SETTIMO DELLA SERIE DI TREDICI EPISODI.

Seventh Chapter.


Fabi si svegliò dopo quelli che non le parvero più di cinque minuti.
In realtà, la sveglia stava suonando alla stessa ora di ogni giorno. La spense e, quando dopo parecchi tentativi, riuscì a tenere gli occhi aperti per più di due secondi, la prima cosa che fece fu voltarsi verso il lato in cui aveva dormito Harry. Salvo poi accorgersi che non c’era nessun Harry di fianco a lei.
Bene, ci siamo’ si disse, costringendosi a ricacciare le lacrime che stavano già minacciando di scendere. ‘Non è niente, Fabi. Hai sognato di vivere per una settimana con uno dei tuoi cantanti preferiti. È solo un’altra delusione. Sopravvivrai anche a questa’.
Ma non ce la faceva, era più forte di lei. Si rituffò sotto le coperte, cosciente che presto la madre l’avrebbe fatta alzare, cercando di addormentarsi una volta per sempre.
Come avrebbe fatto senza più vedere Harry? Si era abituata ormai alla sua presenza, a quella situazione surreale che stava vivendo.
Ma doveva saperlo.
A lei le cose non andavano bene.
Lei era destinata a soffrire.
Perché? Beh, avrebbe voluto saperlo.
Non le sembrava di aver fatto qualcosa di male, non volontariamente.
Forse, era solamente nata sotto la stella sbagliata.
Sentì dei rumori fuori dalla porta e si raggomitolò più di quanto non fosse già.
È troppo presto’ pensò contrariata.
La porta si aprì rumorosamente. Quei passi non sembravano quelli di sua madre, però.
« Svegliati, Little Bow. Ti ho portato la colazione » disse una voce, ormai familiare.
Il cuore di Fabi accelerò vertiginosamente i suoi battiti, anche se le lacrime continuavano a cadere. Harry le spostò le coperte dal viso, apparendo con il più bel sorriso che lei avesse mai visto.
Allora esisti’ pensò Fabi, prima di portarsi una mano davanti agli occhi, ufficialmente per ripararsi dalla luce, in pratica per nascondere le lacrime.
Troppo tardi.
« Fabi? Stai piangendo? » chiese Harry, subito preoccupato.
« No » la voce della ragazza era impastata dal sonno.
« Fabi. Tu stai piangendo » questa volta era un’affermazione. « Che c’è? »
« Niente » rispose di getto. Ormai era abituata a dirlo a tutti. Il bello è che continuavano a crederle.
« Ehi » Harry appoggiò la tazza sul comodino, avvicinandosi alla ragazza.
La aiutò a mettersi seduta, poi abbracciò più forte che poté.
Fabi, annusando il suo profumo, si rilassò.
« Tu ci sei » si lasciò sfuggire dopo un minuto.
L'aveva fatto, di nuovo.
Come la sera prima, le erano sfuggite di bocca parole che non voleva pronunciare.
« Certo che ci sono » le accarezzò la schiena. « Te l’ho promesso, io non ti lascio sola ».
Fabi sorrise fra sé, senza rispondere.
« Ehi » disse dopo essersi scostata dall'abbraccio. « Perché sei già sveglio? E perché sei vestito.. non posso dire bene perché tu non sei mai vestito bene, però.. non sembri un barbone! »
« Li prenderò come complimenti » sbuffò Harry. « Comunque mi sono svegliato circa un’ora fa, per caso, così sono tornato in camera mia prima che i tuoi ci beccassero » spiegò, permettendo a Fabi di sospirare di sollievo.
Allora non l'aveva lasciata sola per colpa sua, anzi, era per il suo bene. Prese in mano la tazza e iniziò a bere il latte – quello apposta per lei. « E sono vestito così perché vengo con te a scuola ».
Immancabilmente, come se fossero in un film, la ragazza sputò tutta la bevanda, evitando di bagnare Harry per un pelo.
« Cosa fai tu oggi? » strillò, fulminandolo con lo sguardo.
« Vengo nella scuola, come il primo giorno ».
« E perché diavolo vorresti farlo? »
« Perché.. non so che fare » abbassò la voce. « Tua madre ha detto che si fida, gli piaccio.. credo ».
Fabi finì il latte senza commentare. C’era sicuramente qualcosa sotto, nessuno sano di mente avrebbe voluto andare a scuola senza esserne obbligato.
« Potrebbero vederti e riconoscerti » protestò la ragazza.
« Correrò il rischio. Ci sono cose più importanti » questa volta non aveva nominato la scommessa, forse la sera prima parlava sul serio.. ma lei non l’avrebbe ascoltato, non ci riusciva.
« Non voglio essere presa di mira dalle Directioner ».
« Ti difenderemo noi. Sguinzaglio Zayn e Louis, nessuno avrà nemmeno il coraggio di nominarti ». Le fece l'occhiolino, facendola sorridere spontaneamente. Di nuovo.
« Non ti devi preoccupare. Adesso preparati » Harry riprese la tazza e uscì, lasciandola sola a ridere di se stessa.
 
 
Per la seconda volta nella sua vita, una settimana esatta dopo la prima, Fabi stava viaggiando in autobus in braccio ad Harry Styles.
« Tutto questo è assurdo » disse, guardando il ragazzo negli occhi, così belli e così simili.. ai suoi.
« Cosa? » Harry si scosse dai suoi pensieri.
« Tu.. ti sei perso e sei venuto qui, tu hai incontrato me.. non ha senso ».
« Quando si parla di me, nulla ha mai senso » rispose lui, prendendosi in giro da solo.
« L'importante è esserne convinti, Harreh » Fabi scosse la testa, tirando fuori dalla tasca l'iPod.
« Hai intenzione di ascoltare la musica del tuo cantante preferito davanti al tuo cantante preferito? » rise Harry.
« A parte il fatto che non sei il mio cantante preferito, ma solo uno dei cinque.. Chi ti dice che voglio ascoltare i One Direction? » obiettò Fabi, guardandolo negli occhi.
Le sopracciglia del ragazzo si alzarono, scomparendo nel cespuglio di capelli.
« Stamattina ho voglia di Conor ».
« Conor Maynard? » il volto del ragazzo si adombrò.
« Proprio lui. Non ti piace? »
« Uhm.. è bravo ».
« Ha una voce meravigliosa » sia la voce sia lo sguardo di Fabi erano sognanti.
Ma, a quanto pareva, Harry non era molto entusiasta della piega che stava prendendo la conversazione. Si mise a guardare fuori dal finestrino, borbottando qualcosa di terribilmente simile a ‘la mia è più bella’.
Sentendosi vagamente in colpa, Fabi optò per un compromesso tra lei e il cantante, così mise la riproduzione casuale. Fu un caso, oserei dire, se fu proprio mentre stava passando una canzone di Taylor Swift che Harry si voltò a guardare.
« Ce l’hai con me? Ti ho fatto qualcosa? » chiese il ragazzo improvvisamente irritato.
« Cosa? No! » Fabi non capì cosa intendesse, finché la voce di una ragazza non la assordò dalle cuffie. ‘Hey! I don’t know about you, but I’m feeling twentytwo!
Allora si mise a ridere, facendo voltare un paio di insonnoliti ragazzi verso di loro, nessuno dei quali dette l’impressione di aver riconosciuto Harry. Gli italiani continuavano a sorprenderli.
« Togli quella canzone » le ordinò.
« Ti dà fastidio? »
« Tu dici? » il tono ironico e la faccia seria convinsero Fabi ad assecondarlo, controvoglia.
Lanciò un breve sguardo alla canzone successiva. Can’t Say No, Conor Maynard.
« Questa va bene? »
« Meglio » Harry stette in silenzio alcuni secondi. « È simpatico, Conor ».
« È matto quasi quanto voi » Fabi sorrise. « Quasi ».
L’espressione orgogliosa e sincera che comparve sul viso di Harry era imparagonabile, come se avesse appena ricevuto il più bel complimento della sua vita. Che poi, di cosa era orgoglioso? Di non avere tutte le rotelle al proprio posto?
Il ragazzo resistette per quasi un minuto, poi le rubò l’iPod di mano e si mise a cambiare velocemente le canzoni, incurante delle proteste di Fabi, finché non ne trovò una dei One Direction. Taken.
« Lasciala » sorrise Fabi, iniziando a muovere la testa a ritmo. Amava quella canzone.
Harry iniziò a ridacchiare sotto i baffi. « Tu non immagini la fatica che abbiamo fatto per registrarla. C’era Niall che continuava ad imitare Liam mentre lui cantava, Louis mi faceva il solletico ogni due secondi, specie quando toccava a me cantare.. Zayn non si ricordava l’attacco del suo pezzo, ha dovuto rifarlo almeno sette volte prima di riuscire a prenderlo. Una vera tortura ».
Fabi rise per almeno cinque minuti, prima di riuscire a controllarsi. Lei sapeva di non essere felice, eppure rideva. Rideva perché le sembrava – anche se per poco – di aver riacquistato la vecchia felicità. Era solo un'idea, ovviamente, ma per il momento le bastava.
Per il resto del viaggio, la ragazza ascoltò la voce di Harry che canticchiava sottovoce, ancora incredula che fosse tutto vero. Era troppo bello sapere di avere il privilegio di poterlo sentire cantare in ogni momento della giornata. Perché Harry cantava continuamente, per lui era molto più di un lavoro, per lui era la bellezza della vita. Cantava mentre passeggiava alla scoperta della casa, cantava mentre faceva colazione, cantava mentre si metteva il pigiama, ed era sempre perfetto, sempre intonato.
Lo scalpiccio degli studenti intorno a loro risvegliò Fabi dai suoi pensieri; erano già arrivati a scuola? Si alzò dalle ginocchia di Harry, ripose frettolosamente l'iPod e scese dall'autobus, dopo averlo preso per mano affinché non si perdesse. Fu un istinto, se ne accorse solamente perché il ragazzo la fissava, ma lei non lo lasciò. Aveva ancora timore che lui la abbandonasse per una delle centinaia di ragazze della sua scuola che erano più belle, più brave e più simpatiche di lei.
« Harry » lo chiamò, stringendo di più la mano, mentre entravano nel cortile.
« Ti prego, non fare niente di sconsiderato, non farti beccare.. » implorò, guardandolo negli occhi. « Io.. » sospirò. Le era sempre risultato difficile esternare i suoi sentimenti, ma con Harry non si riconosceva nemmeno più, e non era sicura che le dispiacesse. « Io non voglio che tu te ne vada » ammise.
Harry sorrise, si fermò e, incurante dei numerosi studenti che li sorpassavano mentre correvano verso l’entrata, la strinse forte tra le sue braccia. Fabi non si mosse, sorpresa. Le tornarono in mente le parole della sera prima, a cui non aveva dato peso. Forse si era sbagliata, forse lui era davvero diverso da tutti gli altri. E non era più così pronta a lasciarlo andare.
Tu hai conquistato Harry, io conquisterò Fabi’.
Stai insinuando che non riuscirò a farlo? O che non ne ho l'intenzione?
Avrai una bella sorpresa’.
Per quanto avesse provato ad ignorarle, quelle frasi continuavano a ronzarle in testa. Erano serie, o solamente di circostanza?
« Nemmeno io voglio andarmene, Little Bow. Ma in ogni caso non ti lascerò andare, costi quel che costi. Tu sei troppo perfetta per essere lasciata indietro ». Sussurrò vicino al suo orecchio.
« E tu hai troppa febbre per non delirare » rispose di getto Fabi, anche se si rifiutò di sciogliere l'abbraccio.
« Io non ho la febbre! » protestò lui, affondando il viso nei ricci morbidi della ragazza.
« Harry, solo ieri sera mi hai trovata in bagno mentre mi facevo del male da sola. Credo che ‘perfetta’ sia l'aggettivo che meno mi rappresenta ».
« Il fatto che la tua vita non sia perfetta non vuol dire che nemmeno tu possa esserlo. Anzi, spesso chi ha una vita perfetta è tutt’altro che perfetto ».
« Non ho capito, ma se ne sei convinto tu.. » Fabi cercò inutilmente di reprimere un sorriso.
« Fabi! » chiamò una voce da dietro di lei. Una voce troppo presente nei suoi pensieri. Una voce che le provocava un numero improponibile di istinti omicidi.
Il suo cuore perse un battito, poi un altro e un altro ancora, mentre si voltava bruscamente. Sentì la propria mano cercare di nuovo quelle di Harry. « Che vuoi? » rispose.
Perché quell'idiota non poteva semplicemente inciampare in mezzo alla folla e fare una figuraccia, invece che rompere le scatole a lei?
Beh, non che ci fossero ancora molte persone, stavano entrando quasi tutti.
« Sei davvero tu? Abbracciata ad un ragazzo che sembra addiritturadelle superiori? Io avevo pensato che tu dovessi cercarne uno all'asilo là dietro per trovarlo alla tua altezza » disse, avvicinandosi pericolosamente.
Fabi sentì la rabbia montare dietro di sé. Lo odiava, lo odiava con tutto il suo cuore. L'aveva sempre presa in giro perché non era molto alta, come se non le pesasse già di suo.
« Cosa ha detto? » chiese Harry confuso.
Fabi tradusse, cercando di mantenere il tono di voce inespressivo; aveva il terrore di scoppiare a piangere da un momento all’altro.
« Ma che imbecille! » sbottò il ragazzo, guardando verso l’italiano.
« Cosa.. perché parla in inglese? » chiese quest’ultimo a Fabi, che non rispose, non riusciva a far uscire neanche una parola dalla sua bocca, era paralizzata. Da cosa, avrebbe tanto voluto capirlo, anche se aveva un paio di dubbi..
No, non poteva fare così, non doveva mostrarsi debole. La mano destra corse velocemente al polso sinistro, sfiorando i cerotti, e poi si artigliò alla mano di Harry. Fece alcuni respiri, cercando di tranquillizzarsi.
« Fabi, stai calma » accorse il cantante, circondandole le spalle con un braccio. « Ci sono io qui con te, non ti succederà nulla ».
Come vorrei poterti credere’ pensò la ragazza.
« Aspetta un attimo » disse l’altro, in italiano. Evidentemente non si era accorto di nulla, perso tra i suoi pensieri. Indicò il cantante. « Io ti ho già visto. Tu.. sei uno di quei frocetti? »
« Diglielo in inglese » ribatté Fabi, mettendo nella voce tutto il veleno possibile.
Il ragazzo guardò verso Harry, perso.
« Ehm.. io.. vedo te.. già.. tu sei.. uno.. ehm » aveva sempre avuto problemi con l’inglese.
Fabi rise per un momento, poi disse in inglese: « Ti ha chiesto se sei uno dei gay che cantano. È.. la sua definizione di ‘One Direction’ » spiegò, come se stesse parlando di un bambino maleducato.
In effetti, era così.
Fece correre lo sguardo dall’uno all’altro, sentendosi mancare per un momento. C’era Harry, poi c’era lui, a pochi metri di distanza, e parlavano. Quello non poteva che essere un sogno.
« Oh » la ragazza vide Harry riflettere, poi si rivolse direttamente a lei. « Perché pensa questo? »
« Secondo lui, ‘gay’ è un insulto, e la band non è degna del successo che sta avendo » spiegò Fabi, sotto lo sguardo attento dei due ragazzi.
« Ho capito. Io, invece, non ho la più pallida idea di chi sia lui. È un cantante? Un attore? Un calciatore? Non lo so, non l'ho mai visto in televisione, né al cinema o in radio. E magari, invece di etichettare gli altri dovrebbe pensare a se stesso » Harry non era uno che se la tirava, di solito, o almeno in quella settimana non l’aveva mai fatto. Forse con lei non ne sentiva il bisogno.
L'espressione sul volto del suo ex compagno di classe fece capire a Fabi che, anche se non sapeva l'inglese così bene, gli era arrivato il senso delle parole di Harry.
« Io sono Davide » disse serio. « E tu.. non sai di me ora. Ma è presto, io.. cambio, nei prossimi anni ».
« Io a sedici anni combattevo già per la fama » il cantante alzò le sopracciglia senza l'ombra del solito sorriso che caratterizzava i riferimenti alla sua vita.
 « Già, beh.. » a meno che Fabi non aveva le allucinazioni, Davide era arrossito. Sorrise fra sé. Ma Harry non aveva ancora finito.
 « Sai? Domani mi sarò scordato il tuo nome. Magari neanche tu ricorderai come mi chiamo, ma ci sarà un sito internet, un conduttore televisivo, un video musicale che te lo ricorderà. Detto così sembra che sia montato. In realtà sto solo cercando di farti capire che non hai alcun diritto di far soffrire gli altri – così come non ne ho io, sicuramente, ma il mio mondo è un po' diverso dal tuo ».
Prima che il ragazzo potesse chiederlo, Fabi tradusse in italiano quel che Harry aveva detto, sentendosene vagamente orgogliosa. Avvertiva l'ombra di una bugia dietro le sue parole, a lui non importava affatto che il mondo conoscesse il suo nome, voleva solo cantare.
 « Perché ce l'hai con me? » chiese Davide, guardando un punto imprecisato ai piedi di Harry, il quale sorrise; Fabi poté vedere nei suoi occhi la consapevolezza, anche se non sapeva di cosa.
 « Perché dovrei avercela con te? Non ho nessun motivo per odiarti, come non ne ho per volerti bene. Tu per me sei invisibile come dovrei essere anch’io, per te. Ma è ovvio che, sentendo dirti cose false sul mio conto, mi senta toccato e ti risponda ».
Dopodiché, non dette nemmeno tempo a Fabi di tradurre, le strinse la mano e la condusse all'interno; lei lo lasciò fare, spaccata a metà.
Da una parte voleva abbracciare Harry fino a fargli mancare il fiato per aver messo Davide in uno scatolino, facendogli capire che se la tirava per un motivo pressoché inesistente.
Dall'altra, però, non riusciva a non essere dispiaciuta per quello che il suo protettore gli aveva detto, le sembravano solo ipotesi infondate.
Avevano appena concluso la prima rampa di scale, quando una voce dietro di loro gridò:  « Aspettate! »
Davide, con il fiatone, li raggiunse, appoggiando le mani sulle ginocchia per riposare.
 « Io.. non.. » cercò di dire, ma Fabi lo anticipò, abbastanza certa che le lacrime non l'avrebbero sopraffatta.
 « Ma lasciami in pace! Cosa vuoi da me? Te ne sei andato, hai abbandonato l'amicizia che avevamo l'anno scorso, non ti importa nulla di me! » sbottò in italiano.
 « Non me ne sono andato per te.. »
 « Sei scappato. Hai intelligentemente pensato che, cambiando sezione, saresti migliorato a scuola. Ovviamente non hai nemmeno pensato che avresti potuto metterti a studiare, invece di fare il codardo! »
 « Ma a te cosa importa scusa? » chiese lui, confuso. Non riusciva a rispondere a nessuna delle accuse della ragazza, perché sapeva quanta verità ci fosse dentro.
Fabi boccheggiò. Cosa gli avrebbe detto adesso?
 « Io.. »
Davide le si avvicinò, e in due passi fu davanti a lei, che teneva gli occhi bassi.
Harry, sebbene non avesse capito niente di quello che si erano detti, vedendo la ragazza in difficoltà le si avvicinò, prendendola ancora una volta per mano.
 « Cosa ti ha chiesto? » le domandò.
 « Perché mi importa che lui abbia cambiato classe ».
 « E hai intenzione di dirglielo? »
 « No ».
Harry annuì, poi alzò lo sguardo incrociando quello di Davide.
Il verde intenso inglese si scontrò con l’acquamarina italiana, creando una perfetta armonia di colori, contrastante con le posizioni prese dai due ragazzi. Ma, in quel momento, Fabi ci fece appena caso.
Cosa avrebbe dovuto fare? Confessarglielo? Non ci pensava nemmeno.
Ignorarlo? Ma si sarebbe tradita.
Quali altre possibilità aveva, allora?
 « Saranno affari suoi, se le importa. Non trarre conclusioni affrettate » si intromise Harry, facendo arrabbiare l’altro.
Fu un attimo. Fabi vide Davide – il cui autocontrollo era sempre stato molto scarso –abbandonarsi ai suoi istinti, e caricare un pugno da tirare contro Harry. Lo vide fare un passo indietro per prendere la mira, incurante della scala appena dietro di lui. La scala, però, non fu altrettanto incurante.
Il pavimento mancò da sotto i suoi piedi, e l'essere già sbilanciato non lo aiutò affatto. Allungò le braccia verso i due ragazzi ma né Fabi né Harry fecero in tempo ad afferrarlo. O forse non volevano?
Davide precipitò giù, rotolando, e atterrò in posizione fetale al piano terra.
Urlò, di dolore, e Fabi sentì due emozioni contrastanti farsi strada dentro di lei. Da una parte avrebbe voluto correre verso di lui ed abbracciarlo, dall'altra parte voleva scoppiare a ridere.
 « Il ginocchio! » lo sentì gridare.
Dei passi accorsero, velocemente, e allora la ragazza si risvegliò dalla trance.
 « Dobbiamo andarcene da qui » disse in fretta.
 « Cosa? Ma non possiamo lasciarlo qui! » protestò Harry.  « Sta male, dobbiamo aiut.. »
 « Sì che possiamo, e non voglio che Harry Styles venga trovato a difendere me da lui e – magari – essere anche accusato di averlo spinto.. Giù c'è la segreteria, è piena di gente, lo aiuteranno loro ».
 « Ma.. »
 « Seguimi ».
Fabi lo prese per mano, iniziando a correre. Girò a destra, verso la sua classe, ma la superò velocemente. Ignorando i lamenti di Harry, spalancò una porta, gettandosi sul maniglione antipanico, e iniziò a scendere in fretta le scale antincendio che erano lì dietro. Spalancò un'altra porta e si ritrovò davanti alla fermata dell'autobus.
Allora tirò un sospirò di sollievo, prima che l'ansia la assalisse. Si sedette sulla panchina, riparata alla vista della scuola. Neanche due secondi dopo, il telefono di Harry squillò.
« È Liam! Allora sa ancora che esisto! » disse, eccitato e sorridente, poi si allontanò lentamente per rispondere.
Fabi si prese la testa tra le mani, obbligandosi a non piangere. C'erano troppi pensieri nella sua testa, in quel momento.
Ripensò alla scena cui aveva appena assistito. Lui era caduto dalle scale, come nei suoi sogni più segreti, e non era stata colpa di nessuno. Aveva fatto tutto da solo, senza qualche aiuto dall'esterno.
Qualcosa era precipitato nello stomaco della ragazza nello stesso momento in cui aveva visto quello andare giù come un sacco di patate. Qualcosa stava cambiando dentro di lei, e sperò davvero che fosse la volta buona per ricominciare.
Vide l'autobus svoltare in lontananza, venendo verso di loro. Harry stava ancora parlando al telefono, anche se non sembrava così felice di sentire i suoi amici..
Un altro pensiero le balenò all'improvviso nella mente. Lei e Harry stavano saltando la scuola, e questo era contro tutto ciò che aveva promesso a sua madre, il giorno in cui lui era arrivato. Aveva giurato che non avrebbe trascurato la scuola, che piuttosto avrebbe ignorato il cantante stesso. Ci aveva anche provato, per una settimana, mostrandosi fredda; l'aveva ignorato, si era impegnata.
Ma, senza farsi del male, era troppo difficile. Alla fine non ce l'aveva fatta, aveva ceduto sotto i suoi occhi. Quel che era più incredibile? Non si era trovata da sola, Harry l'aveva aiutata. Non sarebbe riuscita a fare a meno di lui, non più.
Per questo doveva velocemente trovare una scusa per la madre, per aver infranto la promessa. Non poteva più farlo, non se voleva che il ragazzo rimanesse.
Harry riattaccò, avvicinandosi pensieroso, nello stesso momento in cui il bus si fermava davanti a loro. Salirono in fretta, poi Fabi comprò il biglietto per il ragazzo e andarono a sedersi nei posti in fondo, dove non c'era nessuno.
« Tutto bene? Che ha detto Liam? » chiese la ragazza, studiando la sua espressione, con scarsi risultati.
« Nulla di importante, mi ha detto di stare attento e mi ha aggiornato sulle ultime novità del tour ».
« E perché eri così serio? » indagò Fabi. « Sembravi quasi.. Arrabbiato ».
« Non voglio ripartire in giro per il mondo. Certo, è bello vedere luoghi nuovi, ma.. È troppo stancante. Io sono venuto qui proprio per stare tranquillo ».
« Vabbè, non pensarci » gli accarezzò un braccio lentamente. « Hai ancora due settimane di riposo ».
Harry sospirò, poi annuì.
Fabi vide la sua bocca schiudersi leggermente, forse aveva intenzione di dire qualcos'altro, ma non ne ebbe tempo. Senza un motivo preciso, solo perché ne sentiva il bisogno, lo baciò.
Impacciata e insicura, ma lo baciò. Fu dolce e, per una volta, voluto da entrambi. Per la prima volta, dopo tutti i baci che aveva già ricevuto, Fabi non si sentì una traditrice, non si sentì sbagliata, non pensò a niente – o meglio, nessuno – che non fosse Harry. Dopo più di due anni, Fabi si sentì almeno un po' felice.
« Grazie » sussurrò, sulle labbra del ragazzo, che per tutta risposta riprese a baciarla.


Running from the Madhouse.
Salve, meravigliosi lettori sbdkhvgfb
Come state?
Lo so, lo so, è inutile che mi perda in chiacchiere quando avrei dovuto aggiornare ieri, ma è stata una giornata da dimenticare; ho fatto la revisione del capitolo tra mezzanotte e l'una e mezzo e dopo stavo crollando. Avrei dovuto aggiornare stamattina, ma puntualmente mi sono svegliata tardi, nel pomeriggio ho studiato e dal troppo mal di testa mi sono addormentata loool
Quindi, mi perdonate? *occhioni dolci*
Duuunque, vedete finalmente entrare (e uscire) di scena il famigerato ragazzo per cui Fabi aveva perso la testa, prima di conoscere Harry.
Quella parte della storia, probabilmente, potrebbe essere fraintesa da tutti voi che non conoscete la 'vera storia'. Diciamo che, quando ho pensato nella mia mente la fanfiction, l'unica scena che avevo in mente, oltre a quella dell'aeroporto, era questa: Harry che 'scaccia' Davide dalla vita di Fabi, facendolo cadere dalle scale lol
Lo so, è cattivo da pensare, ma fidatevi che, se alla vostra migliore amica fosse successo quello che è accaduto alla mia, non vi sentireste in colpa.
Perciò, evitate i moralismi. So che con la violenza non si risolve niente, per questo ho fatto in modo che l'artefice del suo destino fosse il ragazzo stesso.
Per il resto, vi piace il capitolo? Ho cercato di mettere soprattutto i pensieri di Fabi, vi è più chiara come personaggio?
E volevo ancora ringraziare tutte le persone che recensiscono, quelle che la seguono o ricordano, quelle che la preferiscono, quelle che la leggono, quelle a cui rompo le palle su Twitter perché le diano un'occhiata, quelle che lo fanno davvero. E' bellissimo vedere che, almeno ad un po' di gente, la mia storia piace c: Vi amo!
Bene, adesso mi dileguo perché mi sta tornando il mal di testa çç
P.s. la frase prima del banner ricorda niente a nessuno? :D C'è qualche Potterhead? Fatevi sentireeee (?)
Ah, se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Eighth. ***


Eighth Chapter.


Harry amava fare colazione da Fabi e, in generale, in Italia.
Non gli era mai piaciuta quella inglese, troppo salata. Preferiva di gran lunga croissant e cappuccino, quelli che ormai mangiava da una settimana.
« Ne vuoi un altro? » chiese la madre di Fabi, indicando i cornetti appoggiati ordinatamente sulla tovaglietta.
« No, no, grazie » rispose lui, in italiano. Stava davvero migliorando.
« Harry! Haaaaarry! »
Fabi scese velocemente le scale, rischiando di cadere almeno tre volte. « Virginia mi ha appena mandato un messaggio e.. » continuò, quasi urlando. Alla vista di sua madre si bloccò di scatto, incurante del fatto che lei non capisse l'inglese.
« ..Te lo dico dopo » borbottò, ripercorrendo in fretta le scale.
« Ma che.. Aspetta! Fabi! »
« È perché ci sono io, credo » ridacchiò la madre, dopo aver intuito il disagio della figlia anche se in quel momento parlavano letteralmente lingue diverse. « Vai su » gli sorrise.
Harry ricambiò, felice. Si ingozzò con gli ultimi bocconi di colazione e corse verso la camera della ragazza.
Aprì la porta. « Cosa è..? »
Fabi gli saltò addosso, abbracciandolo forte.
Harry ricambiò, confuso. Rimase immobile, finché la ragazza non si ricompose; questa lo guardò per un qualche secondo, poi iniziò a saltellare.
« Harry! Quel coso ieri si è rotto il menisco! Non lo vedrò per chissà quanto tempo! » urlò, senza riprendere fiato.
Harry rimase un attimo perplesso. « E questo.. ehm.. è un bene? »
« Certo che lo è! Scherzi? Non potrà giocare a calcio per almeno sei mesi! Sì, lui dice di giocare a calcio, ma in realtà fa la palla, è troppo grasso per qualsiasi ruolo. Harry! Il Karma esiste! »
« Ma.. in un certo senso.. è colpa nostra, e.. » il ragazzo non riusciva a non sentire quel peso sulla coscienza, sebbene il soggetto in questione fosse proprio colui che aveva fatto soffrire così tanto Fabi.
« Non è colpa nostra! L’ha detto lui stesso, ai medici, di essere inciampato da solo. Gli sta bene, così impara ad essere impulsivo! »
« E non ti sembra di.. essere un po’ infantile, facendo così? » tentò. Per quanto fosse felice di vederla saltare dalla gioia, non era sicuro che quello fosse il motivo giusto.
Fabi finse di pensarci. « Uhm.. no » sorrise, poi aggiunse: « Per me è.. un nuovo inizio! » dichiarò allegra.
A Harry si riempì il cuore. Sapeva che il male altrui non era qualcosa di cui gioire, ma era un chiaro segno che il destino, questa volta, era dalla sua parte, forse. Sicuramente era dalla parte di Fabi, che in quel momento aveva un sorriso mai visto prima; un sorriso pieno di speranza.
Il ragazzo continuò a guardarla, mentre si sedevano sul materasso.
La abbracciò di nuovo, per farle sentire il suo appoggio. Non sarebbe riuscito a fare a meno di lei, ne era convinto. La pensava in ogni momento, aveva persino messo in secondo piano i ragazzi, per lei.
Prese un respiro profondo, poi sciolse l’abbraccio, guardandola negli occhi. Aveva deciso cosa fare.
Sei sicuro?’ sentì la voce della sua coscienza.
’ si rispose, sinceramente.
« Fabi » esordì, serio. La ragazza assunse una strana espressione, poi gli fece cenno di continuare. « Io so che è presto, è azzardato, che tra poco dovrò andarmene, che il tuo cuore non è libero, ma.. » si fermò per un secondo, poi prese un respiro profondo e continuò. « Capirò se mi dirai di no, non sentirti obbligata per nessun motivo.. » altra pausa ad effetto.
« Vuoi essere la mia ragazza? »
L’aveva detto. Vide negli occhi scuri di Fabi la battaglia che si combatteva al suo interno. La ragazza abbassò lo sguardo per un momento, e Harry si sentì morire.
Ecco, lo sapeva, non avrebbe mai dovuto chiederlo. Stava per ricevere un rifiuto.
Lo rialzò, in tempo per vedere l’espressione ferita del ragazzo. Ma ormai, anche lei aveva preso la sua decisione.
« Forse hai ragione » rispose. « Forse è presto. Forse non è salutare per noi ».
Harry sentì le lacrime che gli pizzicavano gli occhi. Gli stava dicendo di no, quindi?
« Ma.. certo che voglio essere la tua ragazza! » esultò Fabi.
E adesso cosa avrebbe fatto? Lo aveva davvero rifiut.. Eh? Cosa?
« La ragazza di Harry » specificò, per l’ennesima volta. « Non quella di Harry Styles dei One Direction ».
Quindi non.. non gli aveva detto di no? Era.. aveva accettato?
Sbatté più volte le palpebre, tornando velocemente al presente. La ragazza stava ridacchiando. Rideva di lui.
Harry arrossì, mentre un timido sorriso gli compariva sul volto. Vide gli occhi di Fabi che si illuminavano, e la ragazza che si sporgeva lentamente verso di lui. Si guardarono per un istante che parve infinito.
Poi, incapaci di resistere ancora, si avvicinarono nello stesso momento per baciarsi, troppo velocemente, e finirono per far scontrare i loro nasi.
Iniziarono a ridere senza riserve, troppo felici per non farlo, troppo giovani per non godere di quel momento.
Solo allora i due adolescenti si sentirono veramente realizzati.
Harry capì di aver ritrovato se stesso, quello vero; nonostante fosse sul punto di iniziare un tour mondiale, non era veramente cambiato, si era solo nascosto.
E Fabi capì che nulla era ancora perduto, che poteva ancora prendere in mano la sua vita, e cambiarla. Doveva solo volerlo.
Il cantante le prese il volto tra le mani, e questa volta nulla poté fermarlo dal cercare la sua bocca e baciarla, con tutta la passione di cui era capace. Lei ricambiò, sentendosi pienamente soddisfatta.
Continuarono così, lei passandogli le mani tra i ricci, scompigliandoli, lui accarezzandole le guance, finché..
« Fabi, ma tu non dovevi.. » disse una voce proveniente dal corridoio.
Si allontanarono un attimo dopo che la madre di Fabi ebbe varcato la soglia, profondamente imbarazzati. La donna li osservò per qualche secondo, trattenendo a stento un sorriso. Per quanto potesse essere gelosa di sua figlia, erano anni che non le vedeva quel sorriso. Aveva accettato di ospitare Harry proprio perché sperava che potesse cambiare le cose, era davvero stanca di vederla infelice.
« ..fare la doccia? » concluse, riscuotendosi dai suoi pensieri.
« Oh » la ragazza annuì, arrossendo. Non si sarebbe notata la differenza tra lei e i vecchi pantaloni di Louis, in quel momento. Dall'imbarazzo si sarebbe buttata anche dalla finestra, se la madre gliel'avesse chiesto. Fortuna che la doccia era più semplice e meno dolorosa.
Prese in fretta ciò che le serviva e scomparve, sotto lo sguardo sognante di Harry e quello divertito di sua mamma.
« Allora » esordì quest'ultima in francese, mentre si sedeva nel punto in cui fino a un minuto prima c'era Fabi. « State insieme? »
Non sembrava arrabbiata, ferita, delusa o qualsiasi altra cosa si aspettasse Harry, solo.. curiosa?
« Da quasi cinque minuti » sorrise il ragazzo.
La donna annuì, guardandolo negli occhi.
« Non ho intenzione di proibirti di stare con lei, non servirebbe a niente, ma.. non posso nasconderti di essere preoccupata. Non perché non mi fidi di te, mi sembri un ragazzo maturo e per niente montato, è solo che.. Chi mi assicura che, quando te ne andrai, non ti dimenticherai di mia figlia? Io non voglio che soffra ancora per un ragazzo, non se lo merita ».
Harry abbassò lo sguardo, il sorriso era scomparso, lasciando solo un'ombra al suo posto. Non riusciva a guardare quella donna così sincera e premurosa negli occhi, in quel momento.
« Ci ho pensato anch'io, mi creda » esordì, pesando bene le parole.
Si chiese come facesse Fabi a parlare con lui continuamente in una lingua che non era la sua, stava impazzendo per tradurre quelle poche frasi in francese, lui.
« Ma io tengo a Fabi. Ci tengo troppo, davvero, io.. io penso di amarla » quando lo disse, arrossì fino alla punta dei capelli. Perché doveva parlarne proprio con la mamma della sua.. ragazza?
La donna sospirò, sorridente, ma non disse nulla.
« Sto pensando a tutto ciò che potrei fare per non lasciarla, sto cercando una qualsiasi soluzione che escluda una rottura tra noi due, ma.. Non posso portarla con me, non sarebbe giusto ».
« E la tua vita ti piace così com'è ».
« Non ho escluso la possibilità di lasciare la band, anche se quando ci siamo uniti abbiamo promesso che nessuna ragazza ci avrebbe divisi, ma.. Fabi non me lo lascerebbe fare ».
« Lo penso anch'io, stressa me e suo padre ogni giorno parlandoci di voi. Vi ama davvero tanto ».
Harry sorrise di nuovo, senza però alzare gli occhi.
« È per le persone così che noi cantiamo. Io.. credo che lei non voglia mostrare chi è veramente, credo che abbia paura. Cantiamo per far vedere al mondo quanto siano meravigliose le ragazze come lei ».
« Sei dolce » il sorriso che si aprì sul volto della madre – Harry lo vide con la coda dell'occhio – era sincero , e gli stava parlando molto più delle parole. « Dopo tutto quello che le è successo si merita un ragazzo come te ».
Harry aggrottò le sopracciglia. « Lei conosce tutta la storia? »
La donna rise. « No, certo che no. Fabi non parla con me, lei non si fida di nessuno. Però posso ricostruirla, approssimativamente. So come sta.. no, forse, posso iniziare a dire ‘Come stava’ ».
« Credo sia in una fase di transizione » borbottò il ragazzo sovrappensiero. Avrebbe dovuto dirglielo, forse.. oppure.. era meglio se lo teneva per sé?
« Allora, dove la porti stasera? » fu quella la domanda che lo fece desistere definitivamente.
Non poteva dire niente a nessuno, non ancora.
« Ehm.. Non lo so. Il problema è che io non conosco questi luoghi e non so come evitare i paparazzi. Cioè, non posso uscire tranquillamente in centro, se scoprissero che sono qui e trovassero questo posto sarebbe la fine. L'ho scampata tre volte, tra bugie e miracoli, non so se sarò fortunati anche la quarta ».
« Perché non venite alle terme dove lavoro io? Non sono di turno stasera, potete andare al ristorante che c'è e nelle piscine. Hanno l'obbligo di mantenere il silenzio sulle celebrità, non dovreste avere problemi».
Finalmente, Harry alzò gli occhi e incrociò quelli della madre di Fabi, illuminandosi. Sembrava un programma perfetto.
Non vedeva l'ora di passare altro tempo con Fabi, era impaziente di stare con lei, adesso che erano ufficialmente una coppia.
Dopo che la donna fu uscita dalla camera, il ragazzo si stese sul letto, fissando le stelline attaccate sull'armadio sopra la sua testa. Abbassò lo sguardo, fino al piccolo tatuaggio che aveva sul braccio, sorridendo. Chissà se, quando le guardava, si ricordava di lui.
Sentì la voce di Fabi, nella stanza accanto, che si stava evidentemente esibendo per un pubblico invisibile. Si appoggiò al muro che confinava con il bagno, concentrandosi sulla canzone. Era She’s Not Afraid, una delle canzoni che il ragazzo preferiva in assoluto.
Sebbene non avesse una voce particolare, o degna di nota, Fabi cantava bene; senza musica riusciva a tenere perfettamente il tempo, e faceva le stesse pause che avrebbe fatto con la base sotto. Harry ne rimase colpito, prima di X-Factor a lui non riusciva così bene, anche se negli acapella era sempre stato bravo.
Rimase lì, appoggiato contro la parete, ad ascoltare la sua ragazza che cantava le sue canzoni.
E, credetemi, era una sensazione meravigliosa. Si sentiva felice, accettato, e soprattutto se stesso, senza One Direction, senza paparazzi, senza il continuo controllo del suo comportamento.
Semplicemente Harry.
Quando Fabi chiuse l’acqua, Harry si riscosse. Non poteva farsi trovare lì in piedi, come un idiota, mentre la aspettava. Si guardò velocemente intorno, conscio di non avere molto tempo.
Decise di sedersi davanti alla scrivania, poi pescò un foglio e una matita dal caos che vi regnava sopra e iniziò a disegnare degli scarabocchi.
Circa un minuto dopo, la porta si aprì, rivelando una Fabi in reggiseno, mutande e calze che lo guardava imbarazzata.
« Io.. non sapevo che tu fossi ancora qui.. » borbottò, arrossendo. Aprì in fretta l’armadio, un po’ per tenersi occupata e un po’ per vestirsi il prima possibile, visto che il ragazzo la stava osservando fin troppo attentamente.
Secondo Harry, non c’era niente di male. In fondo, adesso stavano insieme, no? E lei non era nuda, poi era veramente bella, anche se non se ne rendeva conto. Dopo averle esaminato le cosce e le braccia, il ragazzo constatò che non aveva altri tagli oltre a quelli sui polsi. Buon segno.
« Non sei male come cantante » il ragazzo ignorò l’affermazione di Fabi, che si voltò di scatto, alzando le sopracciglia.
« Ma per favore! » disse. « Lo dici solo perché adesso ti faccio pena! »
« No, sono sincero. Con un po’ di lezioni, potresti funzionare » ribatté Harry.
« Significa che vuoi farmi diventare famosa? » chiese allora lei, con gli occhi che brillavano.
« No » rispose istantaneamente.
Un moto di delusione colpì Fabi, che si voltò di nuovo per cercare dei vestiti.
« Non vorrei mai che la mia ragazza dovesse subire ciò che ho subito io. La fama è una cosa bellissima, ma.. talmente effimera e delicata che non la auguro a nessuno. Io senza i ragazzi non ce l’avrei fatta » spiegò allora Harry, intuendo ciò che non andava.
La ragazza annuì, non del tutto convinta. Sapeva che lo diceva per il suo bene, ma non poteva smettere di pensare a cosa sarebbe successo di lì a due settimane. Lui si sarebbe dimenticato di quei pochi giorni in Italia, si sarebbe dimenticato di tutte quelle belle – ma inutili – parole che le aveva detto, e lei ci sarebbe ricaduta. Non voleva che accadesse, non voleva essere delusa un’altra volta. Se doveva vivere in un sogno, tanto valeva viverlo fino in fondo, no?
Harry si alzò, abbandonando la matita. In due passi raggiunse la ragazza, dall’altra parte della stanza, e la abbracciò forte, da dietro. Si chinò leggermente per stringerla intorno alla vita, iniziando poi a lasciarle tanti piccoli baci sulla clavicola. In un primo momento, la sentì irrigidirsi, ma poi anche la scorza dura di Fabi cedette e si ritrovò ad accarezzare le mani che la stringevano, facendola sentire così al sicuro.
« Non ho niente da mettermi » la ragazza interruppe quel momento romantico con la tipica frase da ‘fanciulla innamorata’.
Harry la lasciò, mentre percorreva con lo sguardo i tre scomparti dell’armadio pieni zeppi di maglie e pantaloni, di ogni tipo e di ogni colore.
« Fabi, ma.. » si bloccò, perché la sua interlocutrice era appena uscita, quasi correndo.
Il ragazzo sospirò, con un mezzo sorriso sulle labbra. In fondo, non era così diversa dalle sue coetanee; solo che.. aveva qualcosa, qualcosa di unico, di speciale.
Quando rientrò, si stava infilando una maglia enorme, nera, con il simbolo dei Pink Floyd disegnato sopra.
A Harry risultava familiare, fin troppo. Come se..
« Ehi, ma è mia quella maglia! » protestò.
Fabi lo guardò, annuendo tranquillamente. Afferrò un paio di pantaloni di una tuta e se li mise.
« Te l’ho detto che non trovavo niente, quindi ho usato il jolly » sorrise, lanciando un bacio a Harry, che scosse la testa ridendo.
« Okay » disse quest’ultimo, prendendo un bel respiro. Da dove poteva cominciare? Due discorsi del genere nel giro di un’ora scarsa erano troppi. Lui non ci era portato.
« So che stiamo bruciando le tappe, che forse vado troppo veloce, ma il tempo ci è nemico e.. non posso fare in nessun altro modo » iniziò, mentre la ragazza cercava il phon. Annuì per far vedere che lo stava ascoltando.
« Quindi.. ecco.. tndrebsteradscicnme? » borbottò Harry, insolitamente veloce. Quello era un ritmo degno di Liam Payne.
« Io già devo impegnarmi per capire l’inglese quando parli lentamente » gli spiegò. « Se sussurri e ti mangi le parole non riuscirò mai a tradurre » rise.
« Oh, scusa » il ragazzo si passò una mano tra i ricci, arrossendo. « Dicevo.. ti andrebbe, stasera, di uscire con me ? »
La faccia della ragazza in quel momento era meravigliosa. Se non fosse stato così preoccupato della risposta, Harry si sarebbe sicuramente messo a ridere; aveva la bocca aperta in una timida ‘o’, gli occhi sognanti che vagavano in chissà quale mondo e le braccia ancora tese nell'atto di afferrare l'asciugacapelli da dentro la scatola.
Si voltò lentamente verso di lui, controllando che le sue intenzioni fossero serie, poi annuì.
« Io.. Penso che si potrebbe fare » sorrise, prendendo il phon e attaccandolo.
Aveva appena iniziato, quando sentì le mani di Harry che le alzavano il viso. I loro occhi si incrociarono per un momento, prima che le labbra del ragazzo la aggredissero, dando vita ad uno dei più bei baci che avessero mai dato. Incurante delle goccioline che bagnavano le sue magliette – quella che indossava lui e quella che aveva Fabi – Harry si decise a lasciarla solo vari minuti dopo.
Quando fece per allontanarsi, gli balenò nella mente un'idea.
« Posso? » chiese alla ragazza, indicando l'asciugacapelli.
« Ehm.. Io, veramente.. Odio quando qualcuno mi tocca i capelli.. » protestò debolmente lei, abbassando lo sguardo.
« Ti prometto che ci starò attento, davvero. E tu sai che io mantengo le mie promesse » Harry le sorrise, sfilandole di mano l'oggetto.
Con un sospiro, Fabi si mise a testa in giù, in attesa. Si fidava di lui, e questo era davvero strano: prima di riuscire ad abbattere le sue barriere, alle persone occorrevano anni. Harry, invece, ci aveva impiegato otto giorni. Che quello fosse amore? Un amore così diverso da quello che provava per.. quell'essere, eppure altrettanto vero e importante? Non poteva saperlo.
Harry, intanto, continuava a puntare il getto d'aria sui ricci della ragazza. La sentì rilassarsi, lentamente, mentre le accarezzava le ciocche, e si sentì felice; era orgoglioso di se stesso per aver mantenuto quella promessa. Non la stava lasciando sola, non l'avrebbe fatto nemmeno.. Nemmeno dopo quelle complicazioni. Non l'avrebbe mai fatto.
« Dove mi porti? » la voce di Fabi lo risvegliò dalla trance, facendolo ridacchiare. Aveva come l'impressione che, essendo stata la madre ad aver scelto la madre la meta, a Fabi non sarebbe andata a genio.
« Alle terme » rispose.
« Le stesse terme dove lavora la mamma? » domandò la ragazza, già irritata.
« Ehm.. Sì » ammise lui, abbassando la voce.
Fabi alzò la testa, mancando per poco il phon. Lo guardò negli occhi, spostando le ciocche umide dalla fronte.
« Sul serio? » quando Harry annuì, continuò. « Ma dai, lì mi conoscono, anche se è bellissimo non posso.. Andarci con te ».
« Ti vergogni? » le chiese di getto il ragazzo, riprendendo ad asciugarle i capelli, questa volta a testa in su.
« No, certo che no! Tu sei un ragazzo bellissimo, simpatico e dolce, e poi.. » si bloccò di colpo, arrossendo. Harry rise della sua espressione, che riusciva a cogliere dallo specchio che copriva un'anta dell'armadio.
« L'ho detto ad alta voce? » borbottò la ragazza.
« Già ».
« Oh, beh.. Tanto lo sapevi già, no? »
« Sentirtelo dire è meraviglioso » commentò lui, ridendo sotto i baffi.
Fabi si voltò, alzando appena la testa per poterlo guardare negli occhi. Il ragazzo spense l'asciugacapelli e lo poggiò sul mobile lì accanto, rivolgendo poi di nuovo l'attenzione a Fabi.
« Sei bello. E io credo di essermi innamorata di te. O almeno.. Ci sto provando » la ragazza lo disse guardandolo negli occhi. Non era affatto tipico del suo comportamento dichiararsi così direttamente, ma quel verde, quell'espressione così angelica, l'avevano cambiata, resa migliore in qualche modo.
Harry non poté far altro che baciarla, baciarla e ancora baciarla, circondandole la vita mentre sentiva le mani di Fabi giocare con i suoi ricci, scompigliarli e poi rimetterli in ordine.
Non seppero bene quantificare il tempo che passarono così, ma quando la madre di Fabi li chiamò per pranzare si accorsero che doveva essere stato più di quanto non avevano creduto.
 
« Torno a prendervi alle undici. Mi raccomando » disse il padre di Fabi, mentre i ragazzi scendevano dall'auto.
La ragazza annuì, traducendo a Harry quel che aveva detto, il quale non poté far altro che sorridere rassicurante – non era così bravo a comunicare.
« Fai strada tu? » chiese il ragazzo, prendendola per mano. Per tutta risposta, lei iniziò a trascinarlo verso l'entrata, la cui porta a vetri rifletteva il sole che si accingeva a tramontare. Erano poco più delle sei, eppure i giorni non riuscivano proprio ad allungare.
Si diressero in fretta verso gli spogliatoi della piscina coperta, ma non quella termale; non volevano disturbare le persone che avevano veramente bisogno di quel luogo.
Si separarono di malavoglia; Harry prese il corridoio a sinistra che conduceva allo spogliatoio maschile, Fabi quello a destra. Entrambi si cambiarono alla velocità della luce, riponendo i vestiti negli armadietti.
Neanche cinque minuti dopo, si ripresero per mano, all'imboccatura del corridoio che conduceva alla piscina. Lo percorsero lentamente, non avevano nessuna fretta. Di tanto in tanto si scambiavano un'occhiata, senza il minimo bisogno di parlare. Loro erano perfetti così.
.



Running from the Madhouse.
Salve a tutti, e grazie se siete arrivati a leggere fino qua!
Prima di tutto, scusate se ho saltato una settimana di aggiornamenti, ma sul serio le ultime settimane sono da suicidio sociale in terza liceo scientifico, e devo riuscire a mantenere tutte le materie sufficienti. Quindi, sto andando in esaurimento nervoso e non ho nemmeno il tempo per aggiornare çç
Scrivere però lo faccio, clandestinamente nelle ore di spiegazione inutili lol
Sono a metà del dodicesimo capitolo, ci credete? Ho quasi finito di scrivere la mia prima storia!
Credo vi siate accorti che il capitolo è parecchio fluffoso, ma io sono una romanticona, quindi anche se credo che la vera Fabi abbia cercato di bruciarmi i fogli di nascosto, l'ho scritto :D
Vi assicuro che dopo tornerò ai miei standard, anche se il nove fa una bella concorrenza a questo lol
Ma basta spoiler!
Ah, se vi state chiedendo 'Ma Harry non sa fare altro che pomiciare?' (cit. The True Fabi lol) la risposta è sì AHAHAHHAHHAHAHAH No, apparte gli scherzi, io credo che sia un bellissimo modo per dimostrare amore, e quindi mi piace che siano così affiatati questi due ahahah
Secondo voi ho esagerato?
E non smetterò mai di ringraziare tutte le persone che leggono o recensiscono, sul serio, vi amo tantissimo! Grazie infinite!
Bene, visto che sono le 2.12 lol e lunedì ho il compito di fisica è meglio se vado a letto AHAHAHAH
Alla prossima meraviglie c: Vivy. Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ninth. ***


Ninth Chapter.


Lo spettacolo che si aprì agli occhi di Harry fu mozzafiato. Il poco sole che ancora c'era, grazie ai suoi raggi brillava, creando strani giochi di luce sull'acqua attraverso le vetrate che ricoprivano il soffitto. Era un luogo senza tempo, dove avrebbe potuto passare la vita intera, specialmente se c'era Fabi a tenergli compagnia. Come se non bastasse, era deserto.
Harry non sapeva se ci fosse lo zampino della madre di Fabi, ma sicuramente i proprietari delle terme volevano fare bella figura di fronte a una star internazionale.
« Wow » sussurrò, stringendo la mano della ragazza. « Sembra di essere in un altro mondo ».
« A me ricorda il tempio di ghiaccio, alla fine del primo livello del videogioco di Rayman » rise Fabi.
« Ma che ca..? » questa volta, Harry non provò nemmeno a rimanere serio, rise sguaiatamente per più di cinque minuti, sotto lo sguardo semi-sconvolto della ragazza, a cui non sembrava di aver detto niente di così divertente.
Dopo che il cantante si fu calmato, Fabi stava per parlare di nuovo, ma venne anticipata da due braccia forti che la sollevarono di peso. Un attimo dopo, si ritrovò circondata dall'acqua.
Harry si godette la scena a distanza di sicurezza, in attesa che riemergesse.
Dopo più di trenta secondi, però, iniziò a preoccuparsi. Perché non tornava su? Aveva esagerato? Lui non faceva mai queste cose perché era troppo ansioso, e se proprio nell’unica volta in cui si era lasciato andare fosse successo qualcosa?
Non ci pensò due volte prima di tuffarsi.
La prima cosa che percepì, dentro la piscina, furono i suoi ricci, finalmente liberi di fluttuare e di infilarglisi negli occhi; li allontanò con uno scatto secco, facendo un giro intorno a sé stesso per monitorare tutto lo spazio e trovare il punto dove aveva gettato la ragazza.
La vide subito dopo, quasi al centro, con gli occhi chiusi e le gambe incrociate, come se fosse nel bel mezzo di una preghiera zen.
Nuotò velocemente verso di lei, poi la afferrò per i fianchi, riportandola velocemente a galla.
« Ma sei pazzo? » urlò Fabi, non appena ebbe abbastanza fiato per farlo. « Mi hai spaventata a morte! »
« Io? Sei tu quella che ha spaventato me! Non tornavi su, e.. mi sono preoccupato » protestò il ragazzo.
« Ma tu mi hai buttata in piscina senza preavviso! »
« Fabi, hai detto che ti sembra di essere nel videogioco di un topo. Dovevo farlo » per riuscire a non scoppiare a ridere, Harry dovette compiere un enorme sforzo di volontà.
« Non è un topo! È un cane! » anche Fabi stava per scoppiare a ridere. « Almeno credo.. E poi, andiamo, non hai mai giocato a Rayman? »
« Ehm.. in realtà no.. » il ragazzo abbassò lo sguardo, ridacchiando.
Fabi spalancò la bocca. « Ma cosa ridi? È gravissimo! »
Harry sospirò, seguendo la ragazza che nuotava verso il bordo.
« Rimedierò.. mi perdoni? » chiese, sbattendo velocemente le palpebre, mentre portava indietro i gomiti, appoggiandoli sul bordo. La ragazza lo imitò, senza incrociare il suo sguardo.
« Certo che no. E poi, con me gli  occhi dolci non funzionano, tienilo a mente » rispose con un sorrisetto sghembo.
« È una sfida? »
« Un dato di fatto ».
Harry annuì, riflettendo. Che lo stesse provocando, o che fosse seria, aveva abboccato.
Si spinse via dal bordo, muovendo velocemente le gambe. Si mise in piedi di fronte a lei – riusciva a toccare il fondo rimanendo fuori con tutta la testa, mentre Fabi avrebbe dovuto immergersi completamente – poi sorrise, pericolosamente.
La ragazza alzò le sopracciglia, senza lasciarsi suggestionare. Ma Harry aveva tutt'altra intenzione che non arrendersi. Le si avvicinò sempre di più, finché non le fu addosso, costringendola a togliere le braccia da sopra il bordo. Fabi provò a stare a galla, ma aveva pochissimo spazio, senza contare che il ragazzo le stava placcando le gambe con le proprie, così fu costretta ad aggrapparsi al collo del ragazzo, che la guardò soddisfatto.
« Non ti ho perdonato. Scordatelo, non puoi non aver mai giocato a Rayman. Ma non è colpa mia se qualcuno mi ha impedito di muovermi » constatò la ragazza.
« Certo, certo » Harry, assicurandosi che la ragazza lo tenesse ben stretto, nuotò all'indietro, verso il centro della piscina.
« Guarda che so nuotare anche da sola! » si lamentò Fabi, senza però staccarsi dal collo del cantante.
« Va bene, allora allontanati, vai » rise Harry, ma prima che la ragazza potesse assecondarlo poggiò le mani sul suo viso e la baciò un'altra volta, incapace di fermarsi. Sentì le gambe di Fabi aggrapparsi ai suoi fianchi, come se fosse un piccolo koala, uno di quelli che aveva visto in Australia.
E allora iniziò a sorridere, durante il bacio, continuando anche dopo che si furono divisi, mentre la guardava con quegli occhi così dolci, mentre le sistemava i capelli dietro le orecchie, pensando che avrebbe voluto asciugarli altre cento volte, solo per sentirsi pieno della sua fiducia di nuovo.
« Liam ha ragione » disse Fabi, interrompendo il silenzio. « Assomigli ad un cucciolo di Tarzan ».
Sorrise, mentre ricambiava il favore giocando con i ricci del ragazzo e togliendoli dai suoi occhi.
Si guardarono per un istante, per poi scoppiare a ridere contemporaneamente. Harry gettò la testa all'indietro, ridendo fin quasi alle lacrime, ma perse l'equilibrio e cadde di schiena dentro l'acqua, portando Fabi con sé.
Continuarono così per più di un'ora, rincorrendosi da un bordo all'altro. In effetti, la ragazza non era così male a nuotare, ma non poteva nulla contro le lunghe gambe del cantante. Si stupirono quando, rivolgendo uno sguardo all'orologio, scoprirono essere già le otto e trenta.
« Oh, no » gemette Harry, facendolo notare alla ragazza.
Fabi sbuffò, ignorandolo per fare un'altra immersione.
Il ragazzo rise, godendosi la scena, poi la rincorse immergendosi a sua volta, per darle un ultimo bacio sott'acqua. Cercò di farlo durare più a lungo che poté, ma l'ossigeno gli finì quasi subito e dovettero entrambi tornare a galla.
Si sorrisero, prima che Fabi iniziasse a nuotare verso la scaletta; Harry la seguì, aiutandola poi ad asciugarsi.
O meglio, ci provò, perché lo sguardo assassino della ragazza lo fece ben presto desistere.
Dopo un altro lungo bacio si separarono di nuovo, ognuno nel proprio spogliatoio, per cambiarsi.
Una volta fatta la doccia e indossati dei vestiti puliti, Harry si accorse di non avere con sé il phon, e di non poter andare a giro con i capelli bagnati. Dopo aver tentato inutilmente di asciugarli scuotendoli e stropicciandoli con l'asciugamano, si diresse in fretta verso il settore femminile.
Sperò che non ci fosse nessun incantesimo a proteggere l'entrata, come in Harry Potter, poi attraversò l'ultimo corridoio e bussò alla porta, fortunatamente illeso.
« Fabi? » chiese, socchiudendo la porta senza attendere la risposta. Era pur sempre la sua ragazza, no?
« Vieni, entra » sentì dirle. Sorrise e obbedì.
La guardò curioso, aveva solo la sua maglia dei Pink Floyd sopra la biancheria, e sul viso non aveva un filo di trucco.
Non l'aveva mai vista così, persino quando avevano dormito insieme non si era tolta il trucco della mattina.
« Che c'è? » gli chiese Fabi, guardandolo in attesa.
Harry si risvegliò in fretta dalla trance. « Ero venuto per qualcosa.. » esordì fingendo di pensare, con un gesto teatrale portò la mano destra sotto il mento.
« Ma mi hai vista e ti sei spaventato? » Fabi rise, senza allegria.
« Sto cercando di capire perché ti trucchi ogni giorno se così sei bellissima » borbottò, costringendosi a non saltarle addosso.
« Perché non tutti sono ciechi quanto te » ribatté velocemente Fabi, incrociando lo sguardo con quello del ragazzo, che le si avvicinò di scatto.
« Io non sono cieco! Perché ogni volta che ti faccio un complimento mi devi diagnosticare una malattia diversa? » protestò, abbracciandola.
Tra le sue braccia, la ragazza disse: « Perché nessuna persona sana in tutto e per tutto potrebbe mai pensare quelle cose ».
« Beh, inizia a cambiare mentalità; non è così. Né per me, né per nessun altro. Okay? »
Il mugolio di Fabi gli fece capire che c'era qualcuno a cui stava pensando in quel momento; non aggiunse altro, ma la strinse più forte finché non fu lei ad allontanarsi, dicendo: « Ma Harreh, hai tutti i capelli bagnati! »
Il ragazzo si batté una mano sulla fronte.
« Ero venuto per questo! Mi presti il phon? »
Fabi alzò le spalle. « È lì, a me ancora non serve, ma fai veloce ».
Harry annuì, iniziando a scuotere i capelli, peggio di un cane. La ragazza lo fissò scandalizzata, mentre lui arrossiva e iniziava velocemente ad asciugarsi i ricci.
Lanciò un paio di occhiate a Fabi, ma entrambe le volte la trovò impegnata in un'intensa sessione di trucco. Lui davvero non capiva perché lo facesse, visto che non ne aveva bisogno, ma se si sentiva meglio così l'avrebbe lasciata stare; perlomeno, in questo caso, il massimo che poteva fare era irritarsi gli occhi mettendoci un po' troppa matita.
Finirono quasi nello stesso momento; dopo che Fabi si fu messa i jeans e le scarpe, iniziò ad asciugarsi i capelli. Harry avrebbe voluto aiutarla, ma non riusciva a staccarle gli occhi da dosso, non riusciva a pensare a qualcosa che non fosse lei, non riusciva a tenere a bada quella sensazione assurda che tutti chiamavano ‘farfalle nello stomaco’. Quella volta – la prima e forse anche l'unica, visto il suo carattere – era davvero cotto a puntino di una ragazza, della sua ragazza.
« Andiamo? » chiese Fabi, dopo aver finito; al cantante sembrava davvero passato un istante, ma non aveva mai avuto il senso del tempo, così annuì, prendendola per mano. Si lasciò condurre per un paio di corridoi – non provò nemmeno a memorizzare la strada – con la testa da tutt'altra parte.
Non è ancora il momento’ si ripeteva.
Varcarono la soglia del ristorante, dove gli venne subito incontro una giovane cameriera. Harry vide nei suoi occhi la speranza, quando lo riconobbe, e subito dopo la delusione, perché il suo sguardo cadde sulle loro mani intrecciate.
Scambiò qualche parola veloce con Fabi, in italiano, di cui Harry non intuì neanche il senso, poi li condusse dietro un separé, lontani da sguardi indiscreti. C’era un unico tavolo, per due persone; aveva la tovaglia viola scuro, con un cestino pieno di pane al centro e due candele accanto. Era meraviglioso, anche se il ragazzo non poteva dire di non aver visto di meglio. Ma, la presenza di Fabi, lo rendeva il posto migliore che avesse mai visto.
Li lasciò soli, dicendo – forse – che sarebbe tornata dopo per le ordinazioni. Harry scostò la sedia della sua ragazza, che gli lanciò un'occhiata strana prima di sedersi.
« Che c'è? » chiese il cantante, sedendosi a sua volta.
« No, niente » Fabi distolse lo sguardo, ma non abbastanza in fretta per non notare le sopracciglia di Harry alzarsi tanto da scomparire tra i capelli.
« Quella ti guardava in modo strano » mormorò allora, studiando le pieghe della tovaglia.
Il ragazzo rise. « Sei gelosa, Fabi? »
« No » rispose lei, troppo in fretta perché ci avesse pensato davvero. « » si corresse un minuto dopo.
Il sorriso che si aprì sul volto di Harry era sicuramente tra i più belli che avesse mai fatto per qualcuno. Le prese una mano tra le sue, da sopra il tavolo, guardandola un po' come un idiota.
« Non mi importa di nessun'altra all'infuori di te » dichiarò, facendo sorridere anche lei. Si guardarono per un po', finché lo stomaco di Harry non brontolò rumorosamente, facendolo arrossire.
« Allora? Che si mangia? » domandò, facendo ridere Fabi.
« Quello che vuoi ».
Lui annuì, per poi aprire il menù e iniziare a scorrerlo velocemente.
« Che cos'è il.. ggnocci buroh e selviia? » chiese confuso, leggendo un nome a caso tra tutti quelli che non capiva.
Fabi iniziò a ridere, singhiozzando perché non riusciva a respirare correttamente. Era sul punto di calmarsi, quando Harry chiese: « Cosa ho detto di sbagliato? » perciò le occorsero altri cinque minuti buoni prima di riuscire a far obbedire le labbra ai comandi che gli stava dando. Gli spiegò velocemente che cosa fosse la pietanza che aveva chiesto, aggiungendo che non ne conosceva il sapore a causa del burro, che non poteva mangiare.
« Va bene, allora prendo questi » decise il ragazzo. « Tu cosa mangi? »
« Niente » Fabi scrollò le spalle.
« Ma come niente? » a Harry sembrò di essere tornato ai giorni precedenti, quando lei ancora non si fidava.
« Non ho fame » borbottò la ragazza.
« Ma devi mangiare qualcosa » protestò Harry, mettendo il broncio.
« Davvero, Harreh, non ho voglia ».
« Ascolta. Tu sei la mia ragazza, questo è il nostro primo appuntamento e io mi devo prendere cura di te. Quindi, ti prego, non rovinare tutto » la supplicò.
Fabi ci rimase un po' male, o almeno questo fu ciò che vide il cantante leggendo la sua espressione.
« Se pensi che ti possa rovinare la serata non uscire con me » disse tagliente.
Harry sospirò. Aveva l'impressione che lei lo capisse benissimo, ma facesse finta di nulla solo per farlo arrabbiare.
« Io non penso che tu possa rovinarmi la serata, non mi interessa di questa volta, ce ne saranno infinite altre, se tu vorrai » si soffermò un momento, poi continuò. « Ma non posso permettere che tu rovini la tua vita. Sei troppo importante perché tu non ti prenda cura di te stessa » confessò con un sorriso.
Fabi stava per ribattere, ma la cameriera la interruppe.
« Cosa posso portarvi? » chiese in inglese. Aveva l'accento molto meno comprensibile di quello di Fabi.
« Per me.. » Harry esitò, prima di incrociare lo sguardo della sua ragazza.
« Gnocchi burro e salvia » accorse in aiuto lei, poi , con un sospiro, aggiunse: « Per me l'arrosto con le patate ».
Harry la guardò raggiante, mentre la cameriera si appuntava i piatti e se ne andava in silenzio.
« Questo non vuol dire che io ti creda, quindi non ti montare la testa. Sono consapevole di non importare a nessuno » specificò Fabi.
« Tu sei importante. Per me, per i tuoi genitori, per Carmen e Virginia, e chissà per quante altre persone che non conosco ».
E, per una volta, Harry non ebbe la pazienza di ascoltare le fantasiose teorie della sua ragazza, ma si allungò sul tavolo e, prima che lei riuscisse ad aprire la bocca, la baciò, facendola tacere una volta per tutte. Sorrise, mentre lei ricambiava.
Si separarono quasi subito, perché Harry rischiava di cadere sul cesto del pane, prendere fuoco a causa delle candele e distruggere tutto.
« Ti giuro » iniziò, ricomponendosi. « Che se vengo a sapere in qualsiasi modo che ti sei fatta male da sola, io lascio i One Direction, poi vengo qui e ti faccio la guardia ventiquattr'ore al giorno ».
« Non lo faresti mai » Fabi lo guardò negli occhi, ma il suo tono non era così sicuro.
« Per te ne vale la pena. Lo farei per la mia ragazza » quella doveva essere la trecentesima volta che la chiamava così, ma che poteva farci se ne era tanto felice?
« Beh, la tua ragazza ti ordina di pensare per prima cosa al tuo lavoro, alla tua band. Non mi importa di quello che pensi tu, io non valgo come dodici milioni di persone. Io valgo solamente per una ».
« Per me non è così, quindi vedi di comportarti bene ».
Si guardarono senza più parlare finché non gli arrivarono le ordinazioni.
Harry mangiò tutto velocemente, con continui cenni alla ragazza perché lo imitasse. Dopo più di mezz'ora, all'arrosto mancavano solo un paio di bocconi.
« Fabi.. » mormorò Harry. « Perché non mangi? »
« Non mi va, te l'avevo detto » rispose lei, proprio mentre lo stomaco borbottava il suo dissenso.
« Già, lo sento » disse scettico il ragazzo. Si sporse verso il suo piatto, afferrò la forchetta e, dopo averlo infilzato, avvicinò un pezzetto di carne alla bocca di Fabi.
« Che diavolo stai facendo? » chiese la ragazza, guardandolo in cagnesco.
« Apri la bocca » la invitò il cantante.
Fabi resistette per quasi un minuto, ma tra la fame e l'espressione da cucciolo del ragazzo, alla fine si avvicinò alla forchetta che Harry teneva sospesa tra di loro e addentò la carne.
Iniziò a ridacchiare dal nulla, rischiando di soffocare. Dopo che ebbe ingoiato il cibo, non riuscì più a tenersi a freno e smise di trattenere le risate, contagiando anche Harry.
« Se non altro » disse Fabi, respirando profondamente per non ricominciare a ridere. « Potrò dire di essere stata imboccata da Harry Styles in persona ».
« Non è una cosa da tutti » convenne il ragazzo.
Si scambiarono un'altra occhiata e le risate ripresero, per quelle che sembrarono ore.
Dopo un bel po' riuscirono a calmarsi, imboccandosi a vicenda per finire la carne più in fretta. Senza sapere bene come, quando finirono erano già le undici e dieci, così raccolsero in fretta le loro cose, Harry pagò e uscirono di corsa.
Fecero appena in tempo a vedere dove il padre di Fabi avesse parcheggiato la macchina, poi vennero accecati dai flash di un numero imprecisato di fotografi.
Harry, evidentemente abituato alla situazione ma colto alla sprovvista, alzò il braccio per ripararsi, poi prese Fabi per mano e corse verso la macchina. Entrarono più in fretta che poterono, e lui disse alla ragazza: « Dici a tuo padre di partire subito, e di deviare per strade molto trafficate e lontane da casa vostra, prima di tornarci ».
La ragazza tradusse e suo padre, dopo aver annuito e detto qualcos'altro in italiano, partì, prima che i paparazzi assalissero la macchina.
Fabi si voltò verso il cantante. « Strade molto trafficate? »
« Se vuoi nascondere un albero, usa la foresta » sorrise Harry.
La ragazza annuì, mentre lui si sentiva svenire. Credeva che sarebbe riuscito ad evitarli, almeno per un altro po'. Ma non ce l'aveva fatta, aveva fallito, e adesso avrebbe messo nei guai anche Fabi.
Se avessero trovato la sua casa, sarebbe stata la fine. Non poteva permetterlo, non ora che..
« Fabi » disse, con la voce tremante. Sentiva il cuore cercare di rompere un paio di costole, da quanto batteva forte. « Ascoltami ».
Si guardarono negli occhi, la ragazza spaventata e un po' preoccupata, il cantante ansioso e terribilmente triste. Stava per piangere, se lo sentiva. Fabi annuì, per fargli capire che poteva proseguire.
« Io.. Mi hanno anticipato la partenza » La voce gli si ruppe. « Me ne vado domani ».


Running from the Madhouse.
No, vabbè, vado a cercare uno scudo per ripararmi dagli insulti e dalle minacce di morte lol
Lo so, lo so, sono in extra ritardo, il capitolo è corto e finisce pure male!
PERDONATEMIII
Sinceramente non so molto bene cosa dire su questo, perché mi viene continuamente da fare spoiler e non devo!
Ah, se ve lo state chiedendo, questi due passano la vita a ridere perché è bello ridere :D
E scusate gli eventuali errori, sto morendo di sonno, quindi potrebbero esserci ripetizioni o frasi che non tornano çç
La cosa più importante! Oggi, 04.06.2013, mia nipote compie un anno! TANTI AUGURI EMMAA!
Bene, quindi, visto che domani non vado a scuola e ho passato la giornata circondata dal cioccolato per prepararle la festa, credo che me ne andrò a letto lol
Prometto che i prossimi capitoli saranno tutti più lunghi di questo lol
Vi amo tanto, tutti quelli che mi scrivono su Twitter o Facebook, che recensiscono, preferiscono, o semplicemente leggono! Riuscite tutti quanti a strapparmi un sorriso, grazie c:
Alla prossima babes lol
Vivy Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Tenth. ***


Tenth Chapter.


Harry vide il terrore negli occhi di Fabi.
Sapeva che sarebbe successo, per questo si era arrabbiato con Liam. Stavano in silenzio per una settimana e poi, con una telefonata di cinque minuti, gli dicevano che doveva tornare immediatamente perché avevano bisogno di lui per le prove del tour? Non valeva proprio niente la sua volontà, allora?
«C-che cosa.. P-perché? » singhiozzò la ragazza.
Harry avrebbe voluto uccidersi in quel momento. Dopo averla riempita di speranza, non poteva veramente lasciarla così bruscamente, no.. Non poteva essere tanto crudele, non con lei. Non poteva essere così sleale, lui non era quel tipo di ragazzo. Ma aveva le mani legate, come avrebbe fatto a uscirne?
« Perché faccio parte di una band troppo famosa. Non sanno gestirci. E i ragazzi non.. Non sono riusciti a difendermi ».
Avrebbe voluto aggiungere mille altre spiegazioni, mille altre promesse, avrebbe voluto aggiungere qualsiasi altra cosa.
Ma non riuscì a dire nient'altro che: « Io non voglio andarmene, Fabi ».
Il padre della ragazza, che non conosceva l'inglese, non capì quel che stava succedendo, ma dopo aver visto le lacrime di sua figlia lanciò un'occhiata glaciale al povero Harry, che non aveva altra colpa se non quella di essere un cantante.
Le mani di Fabi andarono a cercare quelle del ragazzo, per intrecciare le loro dita, incurante di tutto il resto.
« No.. ti prego. Non.. non lasciarmi da sola » disse, con le lacrime agli occhi, la voce non più forte di un sussurro.
« Non ho intenzione di lasciarti, amore » affermò. « Non so bene come, ma troverò una soluzione.
Non lascerò che nessuno decida per la mia vita ».
Fabi annuì, soffermandosi sul modo in cui l'aveva chiamata. Spostò le mani sulle sue guance, sporgendosi verso di lui. Incatenò i loro sguardi, rimanendo a pochi centimetri dalle sue labbra.
« Nessuno mi allontanerà da te » continuò Harry. « Non adesso che ti ho trovata ».
La ragazza sorrise per un secondo, senza smettere di piangere.
« Io mi fido di te » disse, guardandolo fisso negli occhi.
Era sincera, e sorprese entrambi.
« Anch'io mi fido di te » replicò Harry. « Per questo non ho paura di lasciarti per un po'. So che quando tornerò, ti troverò all'aeroporto, più bella di quanto tu non sia già adesso, e con il sorriso sulle labbra. E con le braccia – e qualsiasi altra parte del corpo – pulita ed incontaminata ».
« Ci sarò » rispose lei dopo qualche secondo, e suonò tanto come una promessa.
Nessuno dei due osò sfiorare le labbra dell'altro con le proprie, non mentre il padre di Fabi li osservava di sfuggita, così si limitarono al contatto tra la testa della ragazza e la spalla di Harry, il quale giocava con la sua mano mentre le accarezzava i capelli con l'altra.
Non parlarono più, ma si poteva sentire il ronzio delle loro menti al lavoro, che stendevano un piano di sopravvivenza per il futuro.
Nessuno dei due si sarebbe arreso.
 
Quando rientrarono in casa – più di un'ora dopo – la madre di Fabi li accolse alla porta con un'espressione decisamente preoccupata, rivolta soprattutto al cantante.
« È arrivato? » chiese Harry in francese, mentre Fabi li osservava senza capire.
La donna annuì. « Lo sapevi? »
« Me l'hanno detto ieri.. »
« Che succede? » chiese Fabi in inglese, mentre si toglieva il cappotto.
« Hanno spedito il biglietto di ritorno per Londra » rispose lui con la voce da funerale.
« Oh » la ragazza annuì, poi salì le scale in fretta, lisciando le pieghe della maglia dei Pink Floyd.
Harry scambiò velocemente un'occhiata con la madre della ragazza, che annuì, poi seguì di corsa la sua ragazza salendo tre gradini alla volta.
La raggiunse quando stava già per chiudersi la porta della camera alle spalle.
Mise un piede dentro prima che sbattesse, entrando di scatto.
« Cosa stai cercando? » chiese.
Fabi sobbalzò, poi si girò lentamente verso di lui.
« Niente » rispose, evasiva.
« Già, e il tuo niente ha due lame e si usa per tagliare la carta, vero? »
Nessuna risposta, solo lo sguardo rivolto verso le scarpe.
« Ascoltami » esordì Harry, come poche ore prima. La strinse in un abbraccio stritola-ossa che lei ricambiò immediatamente. « Noi ce la faremo ».
Tutto quello che la ragazza riuscì a fare, però, fu stringerlo più forte.
« Abbiamo ancora un giorno » disse Harry, dopo aver guardato l'orario del biglietto poggiato sul cassettone.
Ventitré e cinquantadue, Aeroporto di Firenze, Gate 3.
Sciolse velocemente l'abbraccio, andò a rimettere il biglietto dove l'aveva trovato, poi si tolse in fretta scarpe, jeans e cappotto e si gettò sul letto, facendole cenno di seguirlo.
Fabi rimase immobile alcuni secondi, prima di annuire e sdraiarsi vicina a lui, dopo essersi tolta le scarpe e i pantaloni.
Si infilarono velocemente sotto le coperte, come due sere prima, abbracciandosi stretti. Se in quel momento fosse finito il mondo, loro sarebbero stati felici. Peccato che non fosse tutto così semplice.
« Beh » esordì Fabi, stringendosi forte al petto di Harry, come se fosse il suo unico punto di riferimento. « Sono stata bene per.. wow. Quattordici ore! Che record! »
« Fabi.. » la voce di Harry non era affatto ferma. « Tornerò prima di quanto immagini, sarò qui ogni volta che ci riuscirò, in ogni pausa che ci daranno. Ci sentiremo continuamente ».
« Ma.. Non sarà mai la stessa cosa. Tu sei.. circondato da ragazze stupende ventiquattr'ore al giorno. Sai quante ne trovi migliori di me? »
« Nessuno è migliore di te, altrimenti non sarei qui. E poi, potrei dire la stessa cosa » ribatté Harry. « Nella tua scuola ci sono un sacco di bei ragazzi ».
« Tu sei cieco! Sicuro che il tuo oculista sia bravo, eh? »
« Certo ».
« In ogni caso, nessuno vorrà mai me. Non capisco nemmeno come tu abbia fatto a sopportarmi fino ad ora. Prima o poi mi dimenticherai, stanne certo ».
Harry non poté credere alle sue orecchie. Ma davvero la sua ragazza non aveva ancora capito quanto teneva a lei?
Il suo primo istinto fu quello di tirarle una botta in testa, ma gli venne in mente qualcosa di più delicato. La guardò brevemente in cagnesco, poi si alzò e corse nella sua ‘camera’.
Aprì la valigia, cercando di fare meno confusione possibile.
Naturalmente, fu costretto a svuotarla prima di trovare ciò che stava cercando. Tornò di corsa nella camera della ragazza, che in quel momento aveva le lacrime agli occhi.
« Ehi. Guardami » le alzò il mento, facendo incrociare i loro occhi. Asciugò velocemente le sue guance, regalandole un sorriso.
Le passò le mani dietro il collo, in modo dolce, agganciando una collanina.
Fabi se la passò tra le mani, aveva il ciondolo a forma di aeroplano di carta, argentato.
« Ma.. questa è tua » lo guardò, con gli occhi luccicanti e l'espressione da cucciolo.
« Scusa, non sono riuscito a comprarne una nuova. Spero solo che così ti ricorderai meglio di me ».
« Scherzi? » il sorriso della ragazza, improvvisamente tornato, avrebbe contagiato anche un gatto. « È senza dubbio il miglior regalo più bello che tu potessi farmi! »
Gli gettò le braccia al collo, sedendosi sopra di lui e baciandolo appassionatamente. Si staccò all'improvviso, dopo un po', e si alzò per cercare a sua volta qualcosa.
Rimase immobile per un attimo, pensierosa, poi iniziò a frugare nei cassetti. Con un gesto di esultanza, ne estrasse qualcosa e tornò subito dopo sotto le coperte. Harry la accolse a braccia aperte, nelle quali Fabi si rifugiò, poi gli prese un braccio e ci infilò qualcosa. Un elastico per capelli, nero e un po' sformato.
« Ma.. è quello di Viaresgio? » chiese il ragazzo.
« Sì » lei sorrise. « Quello con cui ti ho camuffato. Di solito lo usavo per nascondere le ferite sul polso, ma.. diciamo che credo non mi servirà più ».
A Harry si illuminarono gli occhi. « Vuoi dire che..? »
« Accetto il tuo ‘patto’ » annuì Fabi, sorridendogli.
Il ragazzo la abbracciò di slancio, sorridendole fiero, e si portò sopra di lei.
« Ce la farai. So che ce la farai ».
« Ce la faremo. Non lasciarmi sola, Harreh » la ragazza sospirò, toccando la sua nuova collana.
Il cantante si tirò su, puntellandosi con i gomiti, e le passò la mano destra su una guancia.
« Non lo farò. E, se dovessi farlo, sei libera di venirmi a cercare e picchiarmi a sangue ».
Fabi ridacchiò. « Va bene. Ma sappi che, se ti vedrò con un nuovo tatuaggio io.. io ti castro! »
Harry spalancò la bocca, scandalizzato, poi iniziò a farle il solletico, beandosi delle risate che scatenava. A nessuno dei due, in quel momento, importava di farsi sentire dai genitori della ragazza, erano troppo concentrati sul loro presente.
« Ti prego, basta, basta! » urlò lei dopo un po', continuando a ridere.
Il ragazzo non aveva la minima intenzione di assecondarla, ma quando l'occhio gli cadde per un momento sul proprio polso sinistro, quello con l'elastico, si fermò. Lo portò più vicino agli occhi, notando che da una parte c'era un piccolo fiocco disegnato con un pennarello indelebile, bordeaux.
« Little Bow » sorrise, ricadendo di fianco alla ragazza. « Sei fantastica ».
Il cantante la baciò fino a toglierle il fiato. E, per una volta, Fabi non replicò, ma si godette quel momento, uno degli ultimi che avevano la possibilità di passare insieme.
Il resto della notte, nessuno dei due riuscì a dormire. Per un po' ci provarono, ma dopo la quinta volta che si ritrovarono a guardarsi con gli occhi spalancati, si arresero e riaccesero la luce.
Harry si sorprese di stare bene nel letto con una ragazza, senza il pressante desiderio di fare altro – certo, un paio di volte ci aveva pensato, ma sapeva che la ragazza non era pronta, e dopo un po' aveva smesso di volerlo, per il momento.
Passarono più di un'ora a farsi foto in ogni modo – mentre sorridevano, facevano smorfie, si abbracciavano, si baciavano – e si fermarono solo dopo che ne ebbero fatte più di cento. Mentre le riguardavano, Fabi si ritrovò a dire: « Wow! Guarda, quella sono io con Harry Styles! »
Il ragazzo alzò le sopracciglia, prima di scoppiare a ridere. Le dette un bacio a fior di labbra solo per sentirle dire: « Oh mio dio! Ho appena baciato Harry Styles! »
Risero entrambi, per poi guardarsi negli occhi e tornare seri.
« Sai, credo che Harry Styles sia innamorato di te » le disse il cantante.
Aveva la voce leggermente fioca, tremava e non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Era calata una strana atmosfera, come se un regista esterno alla scena avesse imposto il suo volere.
Il cantante sentì che c’erano delle parole che doveva dire a tutti i costi, quelle che si era preparato per la sera prima, ma che non aveva potuto dirle.
« Forse Harry Styles può dire che ti ama » aggiunse, avvicinandosi di più a lei. « Sai? Ci sei riuscita. Forse senza volerlo, anzi, sicuramente, perché io non cedo alle avances, specialmente se sono delle fan, perché mi sembra di non essere mai sincero con loro – no, non sono normale ».
Sospirò, prima di riprendere. « Eppure tu sei stata così sincera e spontanea, quasi indifferente alla mia fama. Io non so come sia successo, non mi ero mai innamorato prima. È per questo che adesso sono sicuro di esserlo di te, sto provando sentimenti di cui prima non sapevo nemmeno l'esistenza ».
Continuarono a guardarsi, Fabi sempre più rossa in viso, Harry leggermente in soggezione.
« Io ti amo, Fabi » le disse alla fine, intrecciando le mani con le sue, regalandole un altro piccolo bacio.
La ragazza non disse niente, ma lui non ne aveva bisogno; vedeva quanto fosse diversa dai primi giorni, sapeva di averla cambiata, ne andava orgoglioso.
Lo abbracciò forte, non ancora pronta a rispondere a voce alta, ma certa di provare lo stesso sentimento.
Durante l’ora successiva, Fabi passò il tempo curiosando nell'iPhone del suo ragazzo, morendo dalle risate mentre leggeva i messaggi scambiati con gli altri componenti della band.
« Ah! » la ragazza  alzò lo sguardo verso Harry, che la cingeva con le braccia. « Che cos'è il ‘gioco delle banane’? » chiese, ricordandosi della conversazione con Louis.
Il ragazzo rise un paio di minuti, prima di essere in grado di rispondere seriamente. « Hai presente che prima di ogni concerto ci fanno sempre mangiare le banane? »
Fabi annuì. « Per il potassio ».
« Sì, così non ci vengono i crampi. Ecco, io e Lou.. Ci sfidiamo a chi ha l'idea più fantasiosa basata su quelle ».
« Tipo.. Banana kid, banana face? » chiese lei, scettica.
« Esatto » rispose Harry, sorridendo come un bambino.
La ragazza scosse la testa, poi si schiaffeggiò la fronte con una mano. « Non è possibile » borbottò, mentre lui le soffiava dei piccoli baci sul collo.
Passarono dei brevi momenti, pieni di dolcezza. Ma la sveglia non tardò a suonare e la madre di Fabi si affacciò alla soglia, sorridendo nel vederli abbracciati.
« Mi dispiace tanto, per ieri » esordì. « Non vorrei che tu fossi costretto ad andartene per questo. Io non pensavo che ci fosse molta gente nel ristorante, di solito non viene mai nessuno.. ma qualcuno deve averti riconosciuto, e chiamato qualche giornale. Davvero, non so come scusarmi, io.. »
« Non si preoccupi » rispose Harry in inglese. Quando la donna lo guardò interrogativa rise, poi glielo ripeté in francese.
« Credo che i miei manager l'avessero programmato fin dall'inizio, di farmi tornare prima. Non volevano che stessi lontano da casa così tanto.. Traditori ».
« Ah, capisco.. Comunque per ora non è venuto nessuno qui, sei al sicuro. Adesso preparati e.. A che ora hai il volo? »
« Mezzanotte meno dieci, a Firenze ».
« Bene, allora partiamo verso le.. » ci pensò su qualche secondo. « nove ».
« Grazie di tutto » Harry sorrise, poi la guardò andarsene.
Riferì la conversazione alla ragazza, che non capiva il francese, mentre l’aria di contentezza svaniva velocemente.
Contro la propria volontà, il cantante passò l’ultimo giorno in Italia quasi totalmente in silenzio. Lui e Fabi si aggirarono tutta la mattina per la casa, alla ricerca di tutti gli oggetti del ragazzo che avevano disseminato qua e là.
Mangiarono tenendosi per mano, avvolti da quell’assenza di comunicazione, con le posate di metallo che tintinnavano contro la ceramica dei piatti, producendo suoni che rimbombavano per tutta la stanza; i genitori della ragazza lanciavano loro occhiate preoccupate continuamente, ma non si azzardavano a dire nulla.
Mentre riordinava i vestiti e gli oggetti, a Harry sembrò quasi di star impacchettando il suo cuore là dentro; solo dopo si accorse che no, non l’avrebbe portato con sé, ma sarebbe rimasto lì con la ragazza, sperduto in mezzo all’Italia.
Nel resto della giornata, rimasero sdraiati sul divano. Fabi aveva ancora la maglia dei Pink Floyd, quella che Harry, ormai lo sapeva, non avrebbe mai riavuto.
Ad entrambi sembrò passato poco più di un minuto quando il padre della ragazza disse: « Andiamo? »
I due innamorati annuirono, alzandosi. Erano entrambi un po’ insonnoliti, si misero meccanicamente i cappotti e, dopo che Harry ebbe caricato l’enorme valigia in macchina, partirono tutti e quattro.
I due ragazzi si tennero costantemente per mano, anche mentre Fabi giocherellava con l’elastico che aveva stretto al polso del cantante.
« Se pensi che ti prenderanno in giro, toglilo » gli disse con la voce arrochita, guardandolo negli occhi.
« Un fiocco disegnato su un elastico per capelli? Mi prenderanno sicuramente in giro, ma mi ricorda te, sai quanto me ne importa di ciò che dicono gli altri? » la guardò, perdendosi nel cioccolato delle sue iridi, che sembravano tanto tristi.
Non dissero nient’altro nei quaranta minuti che rimasero in macchina, ma sembrò loro che il tempo fosse passato ancora una volta troppo velocemente.
Quando arrivarono nei pressi dell’aeroporto e Harry rivide il paesaggio che aveva accolto il suo sbarco nel Bel Paese, carico di speranze, dovette compiere uno sforzo enorme per trattenere tutte le lacrime che aveva voglia di versare.
Scesero solamente loro due dalla macchina; mancavano ancora un paio d’ore, perciò dopo aver fatto il check-in, Harry tornò in fretta da Fabi e la abbracciò un’ultima volta. Le passò le mani intorno alla vita mentre lei gli circondava il collo; la sollevò appena da terra, sussurrandole parole dolci all’orecchio destro.
Fece appena in tempo a metterla giù che un centinaio di ragazzine li circondarono.
Ma come l’avevano scoperto che partiva a quell’ora, da Firenze? E, soprattutto, chi diavolo le mandava in giro quasi a mezzanotte?
Per quanto il cantante fosse stanco e stravolto, però, firmò tutti gli autografi che gli chiedevano, sorridendo appena. Fabi rimase da una parte, ricevendo qualche occhiata feroce di tanto in tanto, probabilmente a causa delle foto le avevano scattato la sera prima ed erano di certo uscite su internet. Sembrava passata un’eternità dal loro primo appuntamento, eppure erano ventiquattr’ore appena. Com’era possibile?
Quando la voce incorporea dell’aeroporto annunciò l’imbarco per i passeggeri del volo diretto a Londra, Harry liquidò in fretta le ragazze e si diresse al piano di sopra, tenendo Fabi per mano. Superò la barra che divideva il corridoio a metà, oltre la quale lei non poteva andare, senza osare voltarsi indietro perché altrimenti non sarebbe riuscito a partire.
Fabi lo guardò allontanarsi, diretto verso il metal detector, mentre le lacrime iniziavano a rigarle le guance, e: « Harry! » urlò, prima che fosse troppo tardi.
Il ragazzo si voltò, piangendo.
« Ti amo anch’io ».


Running from the Madhouse.
Buon pomeriggio a tutti!
Che ci crediate o no, sto aggiornando a orario umano!
Che strano, eh? lol
Ah, e ho deciso che, visto che sono iniziate le vacanze (VACANZEEEEEEEEEE) il giorno d'aggiornamento diventa il lunedì lol
Bene, cosa dire? Questo capitolo è di stasi, fondamentalmente non succede nulla, anche se chiamare 'nulla' la dichiarazione d'amore di questi due mi sembra un po' dispregiativo ahah
Cosa ne pensate? Ve lo sareste immaginati? Cosa pensate che succederà?
Sappiate che quello che direte non influenzerà la storia perché è già scritta completamente, epilogo incluso (che emozione, ho finito la mia prima storia, YEEEEEEEEEAH!)
E non so cos'altro aggiungere, se non che.. ah! Domani farò una twitcam insieme alle vere Carmen (@hastjngs) e Fabi (@ehitommi), dal profilo di Fabi perché è quella con più follower ahahah
Perciò, se volete farmi qualche domanda, o anche solo vedere queste due ragazze perfette dal vivo, guardateci! L'orario è da stabilire ma credo sarà verso le quattro o le cinque c:
*Modalità cartellone pubblicitario: OFF*
Purtroppo non sono riuscita a trovare nessun altro personaggio della fanfiction disponibile per una twitcam insieme a noi çç lol
E un ringraziamento speciale a tutti quelli che seguono la storia (82, ma siete matti?! Grazieeee c: ) e la preferiscono, vi amo infinitamente <3
Vi va di farmi sapere cosa pensate del capitolo con una recensione? Vi prego, è importante sapere come reagisce il pubblico (lol) a ciò che scrivo! c:
Adesso vi saluto, vi aspetto tutti quanti domani a vedere la nostra twitcam uu
Un bacione, Vivy
Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Eleventh. ***


Eleventh Chapter.


Quando l'aereo atterrò sul suolo inglese, Harry Styles si svegliò di soprassalto.
Aveva dormito per tutto il viaggio e, ancora intontito, gli venne l'istinto di andare in camera di Fabi per svegliarla con un bacio. Ma, mentre cercava di alzarsi dal sedile in pelle, la cintura di sicurezza lo bloccò, facendolo tornare velocemente al presente.
Non era più in Italia, aveva appena concluso la sua vacanza.
Si costrinse a non far uscire nessuna lacrima; stava per rivedere i ragazzi, non poteva piangere.
Che poi, Harry amava la sua vita. Cantare, incontrare le persone che lo sostenevano, girare il mondo insieme ai suoi quasi fratelli.
E allora, perché si sentiva così vuoto?
La prima cosa che fece, prima ancora di scendere, fu riaccendere il telefono e mandare un messaggio alla ragazza – le aveva preso il numero di telefono mentre lei era a scuola, il martedì mattina.
 
A: Little Bow
Sono appena arrivato, ma non vedo l'ora di rivederti .xx
Harry.
 
Sospirò un paio di volte; se in Inghilterra era l'una di notte da lei dovevano essere le due, chissà quando gli avrebbe risposto..
Fece per rimettere l'iPhone nella tasca, ma quello vibrò, facendo sobbalzare il ragazzo.
 
Da: Little Bow
Ricominci con le x?  Comunque anch'io voglio rivederti :)
Ps. Come hai avuto il mio numero?
 
Rise, mentre si apprestava a scendere le scalette. Anche a migliaia di chilometri di distanza, Fabi riusciva a farlo stare meglio, a strappargli una risata quando tutto ciò che voleva fare era abbracciare un cuscino e piangere.
 
A: Little Bow
Sono stato quattro giorni a casa tua senza che tu quasi mi parlassi, ho impiegato il tempo in modo utile :P
 
Si maledisse, per aver aspettato così tanto prima di agire. Se si fosse accorto prima di ciò che provava per Fabi, forse le cose sarebbero andate diversamente.
Ma’ si disse, mentre attraversava i corridoi dell’aeroporto diretto al nastro portabagagli. ‘Sarebbe potuta andare anche peggio, posso solo essere felice di ciò che ho adesso’.
Ripose il telefono in tasca, cosciente che la ragazza adesso si sarebbe davvero addormentata.
Fece appena in tempo a recuperare la valigia, quando un corpo non ben identificato, ma terribilmente somigliante ad una scimmia, si attaccò a lui, saltandogli addosso e circondandolo con gambe e braccia.
« Ciao, Louis » sospirò Harry, mentre il suo migliore amico lo stritolava.
« Non farlo mai più, Harry! Non. Farlo. Mai. Più! Sai quanto sono noiosi, questi tre? Ho dormito per quasi tutto il tempo in cui non ci sei stato – escluso il week-end passato da mia madre! »
« Lou! Lascialo respirare! » protestò Liam, cercando di separare i due ragazzi. Niall e Zayn sorrisero nello stesso momento, scambiandosi un'occhiata complice, e mentre Liam teneva ben saldo Harry, presero Louis di peso e lo allontanarono, ridendo a crepapelle.
Harry scosse la testa, sorridendo. In fondo gli erano mancati, quei quattro scemi.
Si abbracciarono tutti, poi, prima che qualcuno potesse vederli – certo, era l'una e mezzo, ma loro erano pur sempre i One Direction – corsero nella macchina che li aspettava e iniziarono a dirigersi verso il cuore di una Londra notturna, ma per niente addormentata.
« Allora » disse Zayn, immobilizzando Harry con lo sguardo. « Lou ci ha detto che ha visto quella ragazza.. come hai detto che si chiama? »
« Feibi » rispose Louis, beccandosi un'occhiataccia dal riccio.
« Si chiama Fabi! » lo corresse, ricordando con gelosia quanto alla sua ragazza avesse fatto piacere l'accento dello Yorkshire.
Passò i successivi dieci minuti a correggere le loro pronunce, finché tutti e quattro non riuscirono a dire il nome correttamente.
« Ma perché ti importa così tanto di come lo diciamo? Ormai sei tornato » chiese Niall, curioso.
« Per quando la incontrerete » disse Harry con ovvietà.
Osservando le facce sorprese dei suoi amici, però, si trovò costretto ad aggiungere un: « Noi stiamo insieme » a bruciapelo.
I quattro ragazzi spalancarono occhi e bocca all'unisono, increduli.
Louis, che era seduto di fianco a Harry, gli portò una mano sulla fronte per misurargli la febbre; Liam gli afferrò entrambe le mani per controllare che non avesse anelli e Zayn gli puntò il flash dell'iPhone negli occhi per controllare che non avesse assunto sostanze stupefacenti. Niall rimase semplicemente immobile, scioccato.
« Quanti anni ha? »
« Riesce ad autogestirsi? »
« In quale ospizio abita? »
« Usa la carrozzina a rotelle? »
Gli chiesero contemporaneamente, facendolo sentire un idiota. Solo perché quella volta si era preso una sbandata per la Flack!
« Basta! Ha quasi diciassette anni! Ed è una ragazza bellissima e simpatica, e divertente, e.. ve la farò conoscere presto » un sorriso ebete si dipinse sul suo volto.
« Oh, cazzo » disse Zayn.
« Si è innamorato » concluse Liam, scandalizzato.
Louis lo abbracciò di slancio, con un'espressione da cane bastonato dipinta sul volto.
« Non mi lasciare.. »
« Ma certo che non ti lascio! Per chi mi hai preso? » mentre lo diceva, Harry giocherellava con l'elastico di Fabi. Fu per questo, probabilmente, che Niall lo notò.
« È un fiocco, quello? » chiese, indicando il disegnino.
Harry annuì, sorridendo di nuovo. « Lei è la mia ‘Little Bow’ » disse, beccandosi l'ennesima occhiata sconvolta.
« Dov'è la scorta di insulina che di solito usiamo per Zayn? » chiese Liam, mantenendo il tono di voce serio.
« Ehi! » protestò il ragazzo chiamato in causa. « Dovreste essere felici per lui! »
Harry annuì, guardando male i restanti tre membri della band.
« Scusa » disse Louis, guardando il suo migliore amico negli occhi. « È che..tu, innamorato.. proprio non si può sentire! Non ti ho mai visto così e.. credevo che non sarei riuscito a vivere abbastanza per farlo » Liam e Niall annuirono, ridacchiando.
« Com'è possibile? Che cosa ti ha fatto? » chiese l'irlandese.
« Mi ha schiaffeggiato non appena mi ha visto » disse Harry, che si era già preparato le parole per tutta la storia, ma l'autista non gli permise di continuare, dicendo che stava per arrivare a casa del ricciolino.
« Portaci a casa mia » disse Louis di slancio. « Stanotte rimanete da me, okay? »
Gli occhi di Niall già brillavano; lui amava quella casa così grande, piena di videogiochi e prelibatezze.
Tutti e quattro annuirono, mentre l'uomo al volante faceva retromarcia.
Non fecero in tempo ad arrivare a destinazione, però, che Harry si era già addormentato, reduce da quarantotto ore di veglia quasi continua – escluso il viaggio in aereo.
Louis e Zayn lo guardarono, poi lo presero uno per le braccia e uno per le gambe, e lo portarono in casa, mentre Niall apriva loro la porta e Liam chiudeva il corteo.
Lo adagiarono in una delle camere, poi si sedettero tutti intorno a lui, qualcuno sul letto, qualcun altro sul tappeto.
Louis, che si era sdraiato accanto a lui, lo guardò per un po', sorridendo, poi disse: « Sta crescendo, il mio piccolo cupcake ».
« Lou, ha sei mesi in meno di me, non è un bambino! E, per la cronaca, è molto più maturo di te » protestò Niall.
« Ma.. io gli sono sempre stato vicino, fin da X-Factor, e.. quando l'ho rivisto, stanotte, mi è..  sembrato che fosse passato un secolo da quando se n'è andato, ecco ».
« Anche a me è parsa la stessa cosa » convenne Zayn.
« Voi pensate.. che sia davvero innamorato? » chiese Niall.
« Su questo non c'è dubbio » assentì Louis. « La domanda è.. perché? Com'è possibile? »
« Sei tu l'unico che ha visto questa Fabi » gli rispose Liam. « Come ti è sembrata? »
« Quando mi hanno chiamato, per i primi due minuti ho pensato che fosse una delle week-girl di Harry. Ma poi.. i suoi sguardi verso di lei, la loro complicità in ogni gesto, dopo due soli giorni che stavano a contatto. E.. le ha detto del bacio tra me e lui. Capite cosa significa? »
« Oh. Mio. Dio » disse Liam.
Zayn e Niall, in silenzio, si lanciavano occhiate preoccupate.
Con un balzo, il biondino si alzò da terra e frugò nelle tasche di Harry finché non trovò il suo iPhone.
I tre ragazzi lo accerchiarono, per riuscire a vedere lo schermo. Niall cercò tra i messaggi, leggendo quelli che Harry si era scambiato con Fabi subito dopo l'atterraggio.
« Lui non inganna le ragazze, non lo fa mai » borbottò Louis. « Se dice così è perché lo pensa ».
« E menomale che odiava l'Italia » si rabbuiò Niall.
Liam lo guardò. « Adesso ce n'è un altro che passerà le giornate del tour a lamentarsi.. »
« Non per molto » disse una voce, proveniente dal letto.
Tutti e quattro si voltarono verso un assonnatissimo Harry, che ricambiò gli sguardi sbadigliando.
« Che hai detto? » chiese Zayn. « Vuoi portarla con noi? Sai che.. »
« No, non proprio » rispose. « Diciamo che.. no, prima di parlare con voi devo chiedere una cosa a.. vabbè, niente ».
« Cosa stai blaterando? » chiese Liam, avvicinandoglisi.
« Non vi preoccupate » li liquidò Harry. « Piuttosto.. che ore sono? »
« Le tre e mezzo » disse Louis.
« Oh, andatevene a quel paese » il ricciolino si girò dall'altra parte e si riaddormentò all'istante.
« Credo che dovremo rimandare l'interrogatorio a domani.. » si lamentò Niall, riponendo l'iPhone dell'amico sul comodino.
« Già » annuì Louis. « Sceglietevi la camera che volete.. a domani ».
Con uno sbadiglio collettivo, i quattro ragazzi si separarono.
La mattina dopo, quando Harry scese in cucina, trovò la tavola apparecchiata, e una bella colazione all'italiana ad aspettarlo.
I suoi compagni erano lì, tutti quanti, in attesa di qualcosa. Probabilmente di lui.
« Buongiorno, bello addormentato » lo salutò Zayn.
« Era l'ora che ti svegliassi! Sono quasi le undici » continuò Niall.
Harry, per tutta risposta, gli sbadigliò in faccia. Si sedette, iniziando a divorare qualunque cosa commestibile fosse alla sua portata di mano.
« Bene » esordì Liam dopo che non fu rimasto più niente. « Bene » ripeté. « Adesso non hai scuse per rimandare il racconto di quello che è accaduto in Italia » più che una richiesta, quella era una vera e propria minaccia.
Il ragazzo annuì, andando a sedersi sul divano, tra le braccia di Louis. Parlò per più di due ore consecutive, nell'incredibile silenzio generale, perché tutti erano troppo preoccupati e curiosi del cambiamento dell'amico. Si fermò solo un paio di volte, quando raccontò dei problemi della ragazza e del saluto all'aeroporto, perché sentiva le lacrime premere per uscire.
Nessuno di loro ebbe il minimo impulso di prenderlo in giro per qualsiasi elemento del racconto; erano sorpresi della maturità di Harry e abituati alla sua imprudenza, perciò non sentivano il bisogno di commentare.
« Non lasciarla scappare.. tienitela stretta » Zayn fu il primo a parlare, dopo diversi minuti. Gli dette una pacca sulla spalla, sorridendo.
Harry annuì. « Non mi arrenderò né alla distanza né alla fama. Io la amo, capite? »
Louis e Zayn annuirono.
« Ti staremo vicini » dichiarò Liam, mentre Niall manifestava il suo assenso con una pacca amichevole.
« Grazie » un sorriso accese il volto del ragazzo, mentre faceva scorrere lo sguardo su tutti loro.
Per ultimo, si soffermò su Zayn; il sorriso divenne un ghigno. « Mi hanno scoperto dopo nove giorni. Ho vinto la scommessa ».
In un istante, lo sguardo comprensivo del ragazzo si trasformò in terrore, che scemò in irritazione. « No, così non vale! » tentò di protestare.
Niall, Louis e Liam stavano morendo dalle risate.
« Chi era il garante? » chiese Harry.
« Io » rispose Niall. « Come sempre quando si parla di tatuaggi.. e, in questo caso, in qualità di garante, dichiaro vincitore.. » per un attimo, tutti trattennero il fiato.
« Harry. Mi dispiace Zay, questa volta non ce l'hai fatta ».
« Se ti vedo un nuovo tatuaggio, penso che le foto che ho nel telefono potrebbero fare un giretto su Instagram.. scommetto che le fan apprezzeranno » minacciò il vincitore, tra le risate degli altri tre.
« 'Fanculo, Harry ».
« Ragazzi, ma è l'una del pomeriggio! » esclamò Liam, alzandosi di scatto. « Tra mezz'ora abbiamo le prove! »
Ci fu un fuggi fuggi generale. Harry, ancora in pigiama, corse a fare una doccia mentre gli altri preparavano le proprie cose.
Presero la macchina di Louis, perché nessuno si fidava a lasciar guidare Niall; Harry approfittò dei dieci minuti di viaggio per prendere il telefono e mandare un altro messaggio a Fabi.
 
A: Little Bow
Com'è andata oggi? Stamattina i ragazzi mi hanno fatto il terzo grado sulla nostra relazione, non se l'aspettavano haha x :)
 
Non passarono più di due minuti prima che lei inviasse la risposta.
 
Da: Little Bow
Davvero? Vuoi dire che tutti e cinque sapete della mia esistenza? Mi sento importante! Comunque.. non molto bene, Virginia e Carmen cercano di distrarmi, ma riesco solo a pensare a quello che abbiamo avuto.. e tu?
 
Harry sorrise, digitando in fretta.
 
A: Little Bow
Ne sono onorato! Hahaha
Io, mentre raccontavo la storia agli altri, ho ripensato a tutto.. fa così male stare senza di te. Voglio rivederti, presto. Subito. Ti amo :)
 
« Siamo arrivati, Harry » disse Louis, sfiorandogli una spalla. Il ragazzo non ne capì il motivo finché non sentì di avere le guance bagnate dalle proprie lacrime.
Sorrise, per tranquillizzare il suo migliore amico, e le asciugò in fretta. Guardò lo schermo, dove era comparso un nuovo messaggio.
 
Da: Little Bow
Prima o poi succederà, dai :) Ti amo anch'io .xx
Ps. Sì, ho usato le ‘x’, ci stavano bene.
Comunque devo studiare, ci sentiamo tra un po' :) (sentiti libero di ‘disturbare’ quando vuoi!)
 
Harry annuì, come se Fabi potesse vederlo, poi si incamminò dietro gli altri.
Inutile a dirlo, quel pomeriggio cantò da schifo. Aveva provato molto meno del solito, in Italia, e si era scordato metà degli attacchi. I ragazzi, con un migliaio di sospiri, lo lasciarono fare e, dopo un po', iniziarono a provare da soli.
Finirono alle cinque, ma non riuscirono a tornare a casa perché Harry si era come volatilizzato e non potevano lasciarlo lì.
« Che facciamo? Lo cerchiamo? » chiese Liam guardando i compagni, dopo che si furono ritrovati nel salottino della sala di registrazione, reduci dalle ricerche dell’amico.
« Aspettate » disse Zayn, guardando lo schermo dell'iPhone che si era illuminato, mostrando un messaggio non letto.
« È Perrie? » domandò Louis, sporgendosi oltre le spalle del ragazzo per vedere lo schermo.
« No » lessero il testo contemporaneamente.
« È Fabi » disse Zayn, facendo accorrere gli altri due.
« Ciao, Harry mi ha detto che ti ha parlato di me, perciò.. ehm, visto che mi aveva dato i vostri numeri ho pensato di ringraziare te e gli altri, per tutto quello che avete fatto per me con la vostra musica. Fabi ».
« Mi è arrivato lo stesso messaggio » osservò Liam, confrontando il suo telefono con quello di Zayn.
« Anche a me » dissero in coro Niall e Louis, dopo aver controllato.
« Che dolce » un sorriso sincero comparve sul volto di Liam mentre salvava il numero in rubrica.
« Che ne dite, ricambiamo il ringraziamento? »
« Vuoi dire.. FaceTime? » chiese Niall. Liam annuì.
« Harry ci ammazzerà » protestò debolmente Louis. « Se mai lo ritroveremo ».
« Bene, allora facciamolo » concluse Zayn, a cui bruciava ancora la sconfitta.
Si sedettero sul divano della stanza, uno accanto all'altro – Niall in braccio a Liam perché sennò non riuscivano ad inquadrarsi tutti quanti – e azionarono la chiamata dal telefono di Zayn.
Dopo dodici squilli, la ragazza rispose.
« Ciao! Noi siamo i One Direction! » esordirono tutti insieme.
« .. senza Harry.. » specificò Zayn.
« .. e anche se i video diary non sono tornati.. » continuò Niall.
« .. oggi siamo idiotamente qui per te! » concluse Louis.
Fabi li fissò, con una faccia che avrebbe fatto spuntare un sorriso anche ad una guardia svizzera.
« Voi non siete normali! » disse, cercando di restare seria, ma scoppiando inevitabilmente a ridere, seguita dai quattro ragazzi.
« Lo sappiamo » rispose Liam con un gran sorriso.
« In ogni caso » continuò Zayn. « Grazie a te per il supporto ».
« E.. grazie per come hai trasformato Harry. Da quando è tornato non si riconosce, sorride un sacco anche lontano dalle telecamere » aggiunse Niall.
« Ma io non ho fatto proprio niente! È.. piuttosto.. lui che ha fatto molto per me. A proposito, perché non è con voi? »
« Oh, è scomparso, non sappiamo dove si sia cacciato. Prima o poi tornerà » borbottò Zayn.
« Ma ti posso assicurare che hai fatto davvero tanto! Alle prove, oggi, ha cantato malissimo. E
Harry non canta mai male » specificò Liam.
Fabi non riuscì a rispondere se non con un sorriso, perché Louis urlò: « Ehi! Ma quella è la collana di Harry, è quella che gli ha regalato Gemma! »
La ragazza arrossì, rigirandosi tra le mani il piccolo aeroplano.
« Me l'ha regalata come promessa.. ha detto che non avrebbe guardato nessun'altra.. »
« Fidati, sarà così » confermò Niall. « Quella non l'ha mai fatta toccare nemmeno a noi ».
Il volto di Fabi si illuminò.
« Grazie ragazzi.. siete molto più veri, più simpatici, dolci e scemi di quanto non sembriate su YouTube! »
« È sempre un piacere essere noi stessi » rise Louis.
« Quello sappiamo farlo bene » annuì Niall.
« Cosa sapete fare bene? » chiese una voce proveniente dalla stanza adiacente alla loro.
« C'è Harry? » domandò la ragazza, sporgendosi come se potesse vedere fuori dall'inquadratura.
« Ma cosa..? » disse quest'ultimo, guardandoli attentamente.
Quella era.. lasua voce!
Un istante più tardi realizzò cosa stavano facendo i suoi compagni.
Attraversò la stanza in due passi, sporgendosi per vedere se stessero davvero chiamando Fabi.
« Harry! » esclamò lei, vedendo comparire dei ricci sullo schermo.
« Little Bow » sorrise lui. Poi di rivolse ai ragazzi: « Perché diamine state chiamandola mia ragazza.. senza di me? »
Nella stanza calò il silenzio. C'era Fabi che aveva un sorriso a trentadue denti, mentre i ragazzi erano sbalorditi.
« L'ha appena detto. Davanti a lei » disse Louis, voltandosi verso gli amici.
« Oh, Hazza sta crescendo! » disse Niall, alzandosi per strizzare le guance del ragazzo.
« Fottiti, Nialler, vai a mangiare » borbottò Harry, allontanandolo infastidito, mentre Fabi aveva iniziato a singhiozzare per le troppe risate.
Sentirono all'improvviso una voce lontana dalla videocamera, la ragazza rispose in italiano e poi, girandosi verso di loro, disse: « Devo andare ragazzi, scusate. Voi non.. non potete capire quanto io sia felice in questo momento. Grazie, davvero ».
« È un piacere, tesoro » le rispose Liam, beccandosi una pacca non tanto amichevole da Harry.
« Ci sentiamo dopo, amore » salutò questo, lanciandole un bacio con la mano, poi il video si spense.
« A dopo, amore » scimmiottò Louis, atteggiandosi vagamente da femmina.
« Io ti ucciderò, Louis Tomlinson! » gridò Harry, gettandosi letteralmente sul suo migliore amico, dopo che gli altri tre si erano alzati in fretta per salvarsi dall'uragano Stylinson.
Harry iniziò a fare il solletico a Louis, il quale si difese con la stessa arma. Tentarono di combattere per quasi tre minuti, poi le risate furono troppo difficili da trattenere, quindi il ricciolino si lasciò cadere a peso morto sull'amico, che gli passò le mani sulla schiena per cercare di calmarlo.
« Devo dire a Fabi di essere gelosa di Lou? » chiese Liam, mentre Zayn scattava un paio di foto ai due ragazzi.
« No » rispose Harry, senza spostarsi di un millimetro, anzi, iniziando ad accarezzare i capelli dell'altro.
« Siete così carini! » scherzò Niall, beccandosi una cuscinata da Louis e un « Fanculo » da Harry.
«Cupcake, non ci capiscono » sussurrò il ragazzo con gli occhi azzurri.
« Non importaBoo, ci capiamo noi ».
Louis annuì.
« A proposito.. cosa sei andato a fare nell'ufficio dei manager? » chiese poi, guardando verso la porta da cui era uscito il ragazzo, pochi minuti prima.
« Oh, niente di che, vi ho programmato le vacanze » ridacchiò, mettendosi finalmente a sedere.
« Che cosa? » chiese Zayn, guardandolo male.
« Tranquillo, puoi portare anche Perrie ».
« Portare dove, scusa? » chiese Niall.
« In Italia. Si dà il caso che il venticinque Aprile là sia festa nazionale, e Fabi ha un paio di giorni di vacanza proprio negli stessi giorni della nostra pausa tra tour inglese ed europeo. Quindi.. mi sono sentito in dovere di organizzare una sorpresa per lei ».
Il sorriso amabile che comparve sul volto di Harry fece immediatamente sbollire la rabbia che era montata in tutti e quattro i ragazzi.
« Mi stai dicendo che devo aspettare ancora due mesi per conoscere Fabi dal vivo? » chiese Louis, con il broncio.
« Lei aspetta di conoscere noi da più di un anno.. » ribatté Harry.
« Allora, mi accompagnate a casa? » chiese poi, distraendo gli altri ragazzi dal pensiero di tutte le fan che non riuscivano ad incontrare, e soffrivano per questo.
Louis annuì, prendendo le chiavi della macchina.
« Andiamo, dai ».


Running from the Madhouse.
Hello peoplee c:
Beh, la scorsa settimana ho aggiornato puntualmente, non posso farlo per due volte consecutive, sennò non mi riconoscete più, vero? lol
In ogni caso, scusate per il ritardo, ma sono stata colpita da apatia acuta incurabile, e non ho voglia di fare nulla se non dormire lol
Bene, che dire, adoro questo capitolo come ho adorato scriverlo. Non so se fuori dalla mia mente abbia lo stesso risultato, spero di sì per voi che lo leggete però!
Io non sono una Directioner, quindi non so quanto sono stata fedele, ma se penso a quei cinque ragazzi me li immagino così, e ho voluto darvi l'immagine di cinque fratelli che si amano e si fanno gli scherzi allo stesso tempo, come è per quasi tutti i fratelli lol (poi ci sono io che ne ho uno di quattordici anni più grande e ci amiamo immensamente, ma dettagli lol)
E il rapporto tra Harry e Louis, è così che me lo immagino, un legame tanto profondo da essere facilmente confuso, ma che si limita all'amicizia lol
Poi, vabbè, ognuno la pensa come vuole ahah
Cooomunque ho parlato anche troppo, voi che cosa mi dite?
Vi è piaciuto il capitolo? Che vi aspettate per la fine?
Fatemelo sapere, se vi va, ci tengo molto ad avere dei pareri dfvhbgv
Stiamo arrivando alla fine D: Ci credete? Io per nulla! Però oggi ho iniziato a scrivere un'altra ff, spero di riuscire a scriverla tutta nell'estate dsvhsbg
Ringrazio di cuore tutte le persone che leggono le mie storie, state realizzando un sogno, GRAZIE!
E soprattutto grazie a chi la segue, preferisce o recensisce, perché oltre a realizzare il mio sogno me lo fate anche sapere! Vi amo dsibgkb
Adesso vi lascio, alla prossima settimanaaaa lol
Vivy
Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Twelft. ***


Twelfth Chapter.


La nuova fiamma del cantante degli One Direction, Harry Styles, sembrerebbe essere un'italiana. In esclusiva, le foto del loro appuntamento segreto”.
 
Avvistato l'idolo delle teenager, Harry Styles degli One Direction, in Italia con una ragazza. Che sia amore?
 
Il leader degli One Direction esce con una ragazza italiana, è stato fotografato nel nord della Toscana, all'interno tutti i dettagli e le foto esclusive dei due”.
 
« Harry non è il leader dei One Direction! Non c'è un leader, a meno che non si conti Louis.. ma solo perché era l'ultimo posto rimasto! » protestò Fabi, alzando gli occhi dall'ennesimo giornale per ragazzine. Quando sua madre era entrata in edicola, quella mattina, e aveva visto tutti quei titoli non era riuscita a trattenersi dal comprarli tutti.
Carmen alzò lo sguardo da quello che stava leggendo, per lanciare un'occhiata all'amica.
« Tu sei su tutti i giornalie pensi all'appellativo che hanno dato ad Harry? »
« Mi sembra ovvio! » replicò lei.
« Sentite qua! » le interruppe Virginia. « ‘Harry Styles, 19 anni, è stato visto lo scorso sabato uscire da un ristorante nei pressi di Montecatini, in Toscana. Non sappiamo perché sia in Italia, né da quanto tempo, ma possiamo ipotizzare che sia arrivato nel nostro paese giovedì, poiché in Inghilterra non è stato più visto.
Il modo in cui tiene per mano questa ragazza – la cui identità è ancora sconosciuta – è piuttosto eloquente. Il caro Harry sembra aver finalmente scelto una compagna della sua età, dopo Caroline Flack (35+) e Taylor Swift (23). Non sappiamo ancora come si siano conosciuti, ma arriveranno presto nuove notizie’ ».
« Non hanno inventato niente! » si sorprese Fabi.
« Ehm.. lì, forse.. questo dice che sei una cantante esordiente inglese di nome Bonnie e siete qui in luna di mieledopo esservi sposatia Las Vegas » disse Carmen, lanciando l'articolo alla diretta interessata, che lo lesse per poi scoppiare a ridere.
« Beh, sempre meglio cheun'hater uscita con il popolare cantante solo per una scommessa’. Ma che canne si fanno? » borbottò Virginia.
« Oh, ti sembra strano solo perché non hai letto i commenti delle Directioner, che sono molto peggio. Il problema è che non sanno chi sono, Harry non ha rilasciato nessuna dichiarazione, quindi si sbizzarriscono con le notizie false.. mi ci sono fatta delle risate che nemmeno ti immagini! » le rispose Fabi, accedendo a Twitter con il computer.
Non ci fu nemmeno il bisogno di fare ricerche, già nella home c'erano decine di commenti.
« ‘Ma è vero che la nuova ragazza di Harry è una cantante?’ » lesse Carmen, che si era avvicinata allo schermo.
« ‘Ecco, la Modestaveva bisogno di un'altra attrice. Povero Lou.. ci credo che era così triste!’ » continuò Virginia, giunta alle spalle delle amiche.
« Certo che Lou era triste, la sua squadra di calcio ha perso e gli hanno fatto due multe in tre giorni! Direi più che era.. incazzato » commentò Fabi.
Le due ragazze risero, tornando a sfogliare passivamente le pagine dei giornalini.
« Ehi, Fabi! Harry ti ha mandato un messaggio! » esclamò a un certo punto Virginia, porgendo il telefono all'amica.
 
Da: Harreh
Amore, guarda il video che ho postato sul mio account di Twitter. Spero di non aver fatto nulla di male .xx Ti amo
 
« Che ha postato su Twitter? » chiese Virginia, che aveva sbirciato lo schermo.
Carmen raggiunse la postazione del computer, cercando subito il profilo del cantante.
Nel tweet che anticipava il video, Harry aveva scritto ‘Questa è una bella novità, per me. Spero davvero che non ci sarà odio tra di voi .xx
Aprirono velocemente il filmato, curiose.
Era un'intervista per la radio BBC1.
« Uuh, c'è Nick! » disse Fabi felice, beccandosi una pacca sulla testa.
« C'è il tuo ragazzo, idiota! » rise Carmen, facendo poi partire il video.
« Salve! Sono Nick Grimshaw r oggi ho qui con me un paio di amici. Salutate.. i One Direction! » esordì il presentatore in un inglese ben comprensibile. I cinque ragazzi salutarono gli ascoltatori, poi iniziarono a rispondere alle domande sull'imminente tour – quella sera stessa c'era la prima tappa. Passarono circa dieci minuti, nei quali le ragazze sentirono l'ansia prendere il sopravvento per ciò che avrebbero sentito dopo.
« Harry » disse finalmente Nick. « Vuoi fare chiarezza su queste notizie che circolano su di te e una presunta ragazza italiana? Nessuno sta capendo che cosa sia successo nella settimana in cui sei sparito dall'Inghilterra ».
Tutti e cinque i ragazzi risero, poi il riccio si schiarì la voce e rispose.
« Sì, beh, non basterebbe un giorno intero per spiegare tutto. In poche parole, i manager mi hanno regalato una vacanza in Italia, poi per un paio di miei errori mi sono.. perso. E allora ho incontrato Fabi.
Fabi è.. una Directioner italiana che mi ha ospitato perché in hotel mi avevano disdetto la prenotazione. Non chiedetemi come sia possibile, non lo so, ma.. non li ringrazierò mai abbastanza per questo. Sembra una storia inventata, quasi una favola, ma in soli dieci giorni io mi sono innamorato e.. » Harry si fermò per un secondo, arrossendo, poi intonò senza musica:
« So get out, get out, get out of my head
And fall into my arms instead
I don't, I don't, don't know what it is
But I need that one thing
And you've got that one thing».
A quel punto, Fabi si era già commossa, ascoltando quella voce cantare per lei davanti a tutto il Regno Unito.. a tutto il mondo.
« Questa volta sei davvero innamorato, eh, piccoletto? » lo prese in giro lo speaker, facendolo arrossire fino all'ultimo riccio.
« E come l'hanno presa le vostre fan? » continuò.
« Ancora non lo so, io.. non ho avuto un momento di respiro nelle due settimane da quando sono tornato, ma.. » puntò lo sguardo verso la telecamera. « Mi rivolgo direttamente a voi, Directioner.
Io vi amo, amo ognuna di voi, e non è per un'altra ragazza che abbandonerò le mie fan. Quindi, vi prego.. né Fabi, né Eleanor o Perrie meritano il vostro odio ».
Parlarono altri cinque minuti degli altri ragazzi, poi l'intervista finì.
« È troppodolce! » commentò Virginia, gettando le braccia attorno al collo di Fabi.
« Sembrava una dichiarazione di pace » ribatté quest'ultima con una smorfia, liberandosi dell'abbraccio.
« Ma l'ha fatto per te! Come puoi non amarlo? » chiese Carmen, sorridendo.
« Infatti io lo amo! » le due amiche spalancarono gli occhi alle parole di Fabi. « È un po' troppo.. scenografico,ecco » aggiunse, ma già non l'ascoltavano più.
« L'ha detto davvero? » Virginia si rivolse a Carmen, sorpresa.
« L'ho sentito anch'io! Com'è possibile? »
« Harry le deve aver fatto il lavaggio del cervello, non c'è altra spiegazione ».
« Ragazze! Smettete di parlare come se io non ci fossi! » protestò Fabi, attirando la loro attenzione.
« Cosa ti ha dato Harry? » chiese Carmen, avvicinandosi pericolosamente all'amica.
« Ma cos.. niente! Non mi ha ancora dato niente! » rispose la ragazza, arretrando fino a sedersi sul letto.
« Ancora, eh? » Virginia si gettò sopra di lei, iniziando a farle il solletico, mentre Carmen le dava man forte.
Dopo che ebbe concluso la tortura dell'amica – svariati minuti dopo – aggiunse: « Che carino, ha cantato per te di fronte al mondo intero! »
« Lo so » un sorriso orgoglioso si accese sul suo volto di Fabi, nello stesso momento in cui le suonava il telefono.
« È lui! » esclamò, prima di rispondere: « Pronto? »
« Amore! Hai visto l'intervista? Ho esagerato? Sono stato imprudente? Ho detto qualcosa di male? Io.. »
L'uragano Styles – questa volta senza la complicità di Tomlinson – travolse la povera ragazza, fra le risate delle sue amiche che le si erano incollate all'orecchio.
«Harry! Va bene così, sei stato perfetto! »
« Io.. davvero, scusa per.. eh? Cosa? »
« Stai tranquillo, Harreh, è stato bellissimo. Grazie » un sorriso che il ragazzo non poteva vedere spuntò sul volto di Fabi.
« Oddio, menomale, mi dispiace non avertelo chiesto prima di dirtelo, ma.. »
« Sei così tenero quando ti perdi fra le tue stesse parole. E bellissimo ».
Carmen e Virginia la guardarono inorridite: da quando Fabi diceva quelle cose così dolci?
« Ma non puoi vedermi » ribatté Harry con voce lamentosa.
« Posso immaginarti. E poi lo so che sei bellissimo ».
« Anche tu lo sei ».
« Sì, certo Harry » rispose lei, scettica. « Allora.. pronto per stasera? »
« Dopo due settimane distruttive.. sì, lo sono ».
« Mi dispiace che sia stato tutto così traumatico.. è colpa mia ».
« Ma cosa stai dicendo? » Harry si scaldò. « Da quando ti ho conosciuta le mie giornate sono state illuminate dal mio sole personale e.. »
« Insulina! » gridò Fabi, ma stava sorridendo.
« Oh, no, anche tu? Io. Non. Ho. Il diabete! Che problemi avete tu e Liam? »
« Un riccio di mia conoscenza.. hai presente? »
« Che simpatica! » borbottò, senza però riuscire a trattenere una risata.
« Oh, no! » continuò Harry. « Devo andare.. soundcheck. A stasera! »
Riattaccò senza aspettare una risposta.
« Ma cosa.. ? » chiese Carmen, allontanandosi finalmente dall'orecchio dell'amica. « Stasera? »
« Stasera c'è il concerto di Londra » specificò Virginia.
« Sì, infatti. Boh, se ne sarà dimenticato» rispose Fabi.
Harry se n'era già andato da due settimane, ma non aveva affatto dimenticato la promessa fatta a Fabi e la chiamava ad ogni ora del giorno e della notte. La cosa più strana, però, era che la ragazza lo aspettava, e non veniva mai delusa.
Harry non si era dimenticato di lei neanche per un momento. Trovava sempre qualcosa di divertente e originale per distrarla dalla sua monotona vita.
E funzionava ogni volta.
 
Erano le dieci e trenta. Probabilmente Harry aveva già iniziato da un po' a cantare, e Fabi era sdraiata sul letto, al buio, costringendosi a non piangere, perché se avesse iniziato non sarebbe riuscita a fermarsi. E, senza Harry al suo fianco, non sarebbe riuscita a tenere a freno i suoi istinti, senza Harry avrebbe finito per infrangere la sua promessa, e non voleva assolutamente farlo.
Stavano per sfuggirle le prime lacrime, quando il suo telefono squillò per quella che era ormai l'ennesima volta.
« P-pronto? » disse, cercando di mantenere ferma la voce. Non aveva nemmeno guardato il mittente della chiamata, visto che non poteva essere lui.
Non rispose nessuno, ma a giudicare dalle urla ci doveva essere una gran folla. Come.. come ad un concerto.
La musica che partì in quell'istante confermò la sua ipotesi.
« Whenever I close my eyes, I picture you there
I'm looking out at the crowd, you're everywhere..»
Era il pezzo di Liam, ma lo stava cantando Harry.
Lo stava cantando per lei. Nel suo primo concerto del nuovo tour, a migliaia di chilometri di distanza dalla sua ragazza, stava pensando a lei.
Le lacrime di Fabi si trasformarono in testimoni di gioia.
Come poteva aver anche solo pensato che lui l'avrebbe lasciata sola! Non l'avrebbe mai fatto, adesso lo sapeva.
« Baby, you don't have to worry,
I'll be coming back for you, back for you,
Back for you».
Stavano cantando tutti e cinque, ma la voce di Harry era così vicina al suo orecchio che, chiudendo gli occhi, aveva l'impressione di essere proprio accanto a lui, su quel palco.
« Grazie, amore.. io non so cosa dire, davvero.. sei il ragazzo migliore del mondo, arrivi sempre al momento giusto. Io.. ti amo, Harry » disse Fabi, commossa, dopo che la canzone fu terminata.
La cosa che più la sorprese fu che si era dimenticata il motivo per cui era triste. L'aveva totalmente rimosso. Nella sua testa c'era posto solamente per Harry, in quel momento.
« Ti amo anch'io » rispose il cantante lentamente, enfatizzando ogni parola. « E anche se tu dovessi abituarti a me, ti sorprenderò ogni volta ».
 
Quella non fu l'unica volta in cui Harry cantò una canzone per Fabi. Tutte le sere in cui aveva un concerto la chiamava, esibendosi sempre in una canzone diversa, scegliendo una strofa che li rappresentasse. Passavano i giorni, le settimane, i mesi, ma nulla cambiava tra Harry e Fabi, o meglio, si innamoravano ogni volta che si sentivano – come degli idioti, avrebbe detto lei.
I restanti quattro quinti dei One Direction si erano abituati ormai alla presenza femminile nella vita del loro amico, che stava diventando peggio di Zayn. Secondo loro le ‘rompeva le palle a tutte le ore del giorno e della notte’, ma lui rispondeva sempre con un sincero ‘la chiamo solo quando mi manca’.
In realtà, nessuno aveva sentito dire ad Harry che, durante i concerti, cantava per Fabi, ma ormai anche le fan si erano accorte della sua ricorrente telefonata e del braccio – quello con l'elastico – che fissava quando cantava ‘Little Things’. Era semplicemente innamorato, e lo capivano anche i manager, sebbene lo avessero ripreso circa quarantasette volte perché doveva guardare il pubblico mentre cantava.
 
Era il ventiquattro Aprile, un mercoledì, quando Fabi tornò a casa e, stravolta, non mangiò neanche un boccone, ma si gettò semplicemente sul divano, assaporando quei tre giorni di pausa dal tour de force che sarebbe stata la scuola dalla settimana successiva fino alla fine di Maggio.
La ragazza non era affatto sicura di farcela, a superare tutto quello.
Compiti e interrogazioni pressoché ogni giorno, e in più senza mai vedere Harry. In effetti non aveva la più pallida idea di quando sarebbe riuscita a vederlo di nuovo senza uno schermo a dividerli, perché non sarebbe nemmeno andata alle tappe italiane.
Niente biglietti, niente passaggio per il nord, niente concerti.
Semplice.
Quel giorno, i suoi genitori erano entrambi a lavoro e non sarebbero rientrati prima delle 17.00, perciò Fabi aveva deciso che avrebbe impiegato il pomeriggio in modo utile.
Dormendo.
Purtroppo, però, non aveva fatto i conti con la volontà della sua mente, che di lasciarsi andare non voleva proprio saperne.
Aveva passato la prima mezz'ora a rigirarsi sul divano, costringendosi a disattivare i pensieri, ma era tutto inutile. Era come se, proprio quel banalissimo giorno, fosse dovuto succedere qualcosa e il suo inconscio lo sapesse.
Per questo, quando sentì una gran confusione provenire dall'enorme cortile davanti a casa non si sorprese, anzi, con un paio di sospiri si alzò per chiudere la finestra e smorzare il silenzio.
Fu solo per sbaglio, forse, che notò un piccolo furgone verde, azzurro e arancione parcheggiato davanti a casa sua.
Per un momento, fu certa di essersi addormentata e si convinse che quello era solo un sogno.
Perché, andiamo, quella non poteva davvero essere la macchina di Scooby-Doo e dei suoi amici.
Ma, dopo più di un minuto che la fissava senza che succedesse nulla, capì che quello non poteva un sogno perché i suoi erano sempre pieni d'azione. Quindi, per esclusione, quella doveva davvero essere la Mystery Machine.
E quelli che stavano uscendo proprio in quel momento dovevano davvero essere i One Direction, con tanto di Paul Higgins, la guardia del corpo, Eleanor Calder e Perrie Edwards.
Fabi si dette uno schiaffo bello forte, non poteva credere a tutto questo. Ma, nonostante il dolore, ciò che vedeva non era affatto diverso da prima, o meglio, forse la scena era anche peggiorata. Louis Tomlinson e Zayn Malik stavano fissando i piccioni che attraversavano il cortile, mentre Niall Horan e Liam Payne stavano.. facendo una specie di gioco battendosi le mani, il comportamento tipico dei bambini dell'asilo, insomma.
Harry Styles, ignaro dei suoi compagni, si diresse tutto eccitato al campanello della casa di Fabi e iniziò a suonarlo ininterrottamente.
La ragazza rimase immobile per un secondo, incredula. Per quanto volesse correre incontro alla sua band preferita, al suo ragazzo, non riusciva a muovere un muscolo a causa della sorpresa.
Rimase alla finestra, spostando a malapena lo sguardo dal piazzale alla sua porta, finché non sentì una voce, la voce di Louis, urlare: « Ehi, Harry! Secondo me non c'è! Hai organizzato tutto senza dirle nulla e lei è andata in vacanza per conto suo! »
Il mugolio sommesso che sentì provenire dalla bocca di Harry costrinse i muscoli di Fabi a reagire, facendola muovere lentamente fino alla porta. Non poteva infrangere le speranze del suo ragazzo solo perché il suo corpo non aveva voglia di muoversi.
Aprì la porta, nel momento esatto in cui Harry stava abbassando la testa, deluso.
La rialzò di scatto, incatenando i suoi occhi in quelli della ragazza, mentre un sorriso a trentadue denti si apriva sui loro volti.
« Che ci fai qui? » chiese sottovoce la ragazza, avvicinandosi a lui.
« Mi mancavi, e ho deciso di fare un salto in Italia » sussurrò di rimando lui, accorciando ulteriormente la distanza tra loro.
« Mmh, ottima idea ».
Fabi intrecciò le braccia dietro il collo di Harry, nello stesso momento in cui lui le cingeva la vita. Si baciarono appassionatamente sulla soglia, come se non si fossero mai lasciati ma allo stesso tempo non si fossero visti per una vita intera. Continuarono finché qualcuno dietro di loro – Niall, o forse Louis – si schiarì la voce, facendoli allontanare imbarazzati.
Solo allora Fabi guardò ognuno di loro sorridendo, ma con un sorriso che parve quasi un ghigno.
 Con un movimento cauto e lento, si staccò definitivamente dal corpo caldo di Harry, dirigendosi verso i ragazzi che le sorridevano felici.
Louis aveva già iniziato a dire: « Ehi, tu.. » ma lei li superò tutti e quattro velocemente, fermandosi solo davanti alla guardia del corpo, che se ne stava in disparte come se sperasse solo di poter scomparire.
« Oh. Mio. Dio. Tu sei Paul Higgins! Sai che sono una tua grandissima fan? Ti prego, me lo fai un autografo? »
« Ehm.. » l'uomo arrossì, senza sapere cosa dire. Guardò incerto verso Harry, che però era troppo impegnato a sbellicarsi dalle risate per notarlo, così come Eleanor e Perrie. Quando Fabi le sentì, si girò di scatto verso di loro, passando di nuovo davanti ai quattro ragazzi allibiti, senza degnarli di uno sguardo. Zayn e Liam stavano ridacchiando, Niall aveva un'espressione confusa e Louis era sul punto di sbottare a causa dell'irritazione.
« Tu.. tu sei Perrie delle Little Mix! Mio dio, adoro la tua voce, è così.. potente! E tu devi essere Eleanor, io adoro il tuo stile! Mi puoi dare qualche consiglio un giorno di questi? »
Entrambe le ragazze non riuscivano a riprendere fiato per le troppe risate. Anche Fabi era sul punto di scoppiare a ridere, ma visto che aveva iniziato quell'insensata scenetta, doveva anche darle un degno finale.
Si voltò teatralmente, squadrando finalmente i quattro ragazzi.
« E, ehm, voi sareste..? Lo sapete che questa è invasione di proprietà? Tu » si rivolse a Louis, che ricambiò l'occhiata senza sapere cosa aspettarsi. « ..ti ho già visto da qualche parte.. non è che sei uno di quei clown che fa divertire i bambini ai compleanni? » osservò, fissando i vestiti sgargianti che il ragazzo indossava.
Non fece in tempo a vedere la sua espressione, però, perché un corpo non ben identificato – ma doveva essere Liam – le era saltato addosso, ridendo a crepapelle.
« Lasciati amare, ti prego » le disse.
« Volentieri » rispose la ragazza, ricambiando l'abbraccio e lasciando finalmente libere anche le sue risate. « Ma devi parlare con lui, non con me » aggiunse, indicando Harry.
Lo stesso Harry che aveva smesso di ridere mentre guardava il compagno di band in modo truce.
« Non so come diavolo Harry ti abbia trovata, ma sono felice che sia successo » aggiunse Niall, sostituendo l'amico nell'abbraccio.
Zayn sorrise, e spintonò il biondino irlandese finché non gli lasciò il posto.
« Sei un mito, dico davvero » le sussurrò.
Quando arrivò il turno di Louis, lui e Fabi si fissarono per un momento interminabile.
« Non sei divertente quanto me » le disse il ragazzo.
« Almeno io non faccio battute tristi a cui tutti ridono solo perché gli fai pena! »
« Ehi, non è vero! »
Fabi ridacchiò, poi gli gettò le braccia al collo.
« Ti voglio bene, Boo bear » gli sussurrò nell'orecchio.
« Ce l'hai con me? » borbottò Louis imbronciato.
« Ma no, ti ricambio per lo spavento che mi hai fatto prendere all'inizio ».
Louis non ebbe il tempo di ribattere perché Harry disse: « Bene, adesso che tutti avete abbracciato la mia ragazza, non è che potrei riprendermela? »
Fabi gli lanciò un'occhiataccia, ma poi scoppiò a ridere e tornò verso di lui.
« Ragazzi » disse Paul, avvicinandosi a loro. « Avete un'oretta, poi vi porto in hotel. Harry, tu rimarrai qui, perciò scarica i bagagli ».
Il ragazzo sbuffò sonoramente, obbedendo, mentre Fabi saltellava allegramente, per un'ora intera avrebbe avuto i One Direction a giro per casa, e per tutta la durata della loro vacanza sarebbero stati con lei.
« Per quanto rimarrete? » chiese a Liam, che si accingeva ad entrare in casa.
« Fino a domenica. Abbiamo un po' di tempo per te » le sorrise, poi varcò tranquillamente la soglia, seguito da tutta la comitiva – escluso Paul, che si mise alla guida della Mystery Machine, fece marcia indietro e se ne andò – quando anche Harry e la sua valigia furono dentro, Fabi chiuse la porta e urlò: « No, ma fate pure come volete, eh! Tranquilli, questa non è mica casa mia! »
« Ti capisco » le disse Eleanor, avvicinandosi. « Hanno fatto così anche con me.. »
« Ah, è pure un'abitudine? » borbottò la ragazza, nello stesso momento in cui Niall si affacciava dalla cucina con un pacco di biscotti al cioccolato in mano.
« Mio dio, ma fono buoniffimi! » disse, con la bocca piena.
« Ma che ca..? »
Fabi sospirò un'altra volta, poi lanciò un'occhiata a quella che, fino a dieci minuti prima, era la sua casa.
Louis stava studiando l'enorme stereo che dominava un angolo del salotto, Liam si era piazzato davanti alla tv e adesso faceva zapping, Niall aveva preso possesso della cucina.
Di Zayn e Perrie si erano perse le tracce.
In quel momento, Harry comparve scendendo le scale, probabilmente aveva poggiato le valigie in camera della sua ragazza.
« Le chiamavano le ‘Invasioni Barbariche’ » commentò Eleanor ridacchiando, seguita a ruota da Fabi.
« Amore! » protestò Louis, l'unico che l'aveva sentita oltre alla padrona di casa. « Non ci fai una bella pubblicità, così » continuò, avvicinandosi alla sua ragazza.
« Lei è una Directioner, non ha bisogno di alcuna pubblicità » rise El, gettando le braccia attorno al collo del ragazzo, che la sollevò leggermente da terra per avere un bacio.
« Boo! Quante volte ti devo dire di non tradirmi così davanti a tutti, alla luce del sole? » rise Harry, raggiungendo il gruppetto che sostava ancora all'ingresso.
« Da che pulpito! Ti stai mangiando Fabi con gli occhi! » disse Louis, facendo scorrere lo sguardo tra i due.
« Non è vero! » protestarono contemporaneamente i due ragazzi, arrossendo.
« Hai un bellissimo bagno! Ci sono fiori disegnati ovunque! » sentirono gridare Perrie, dal piano di sopra. Comparve pochi secondi dopo, scendendo le scale di corsa, seguita a ruota da uno Zayn parecchio trafelato.
« Aspetta, Hubbie! » chiamò quest'ultimo, intuendo cosa sarebbe successo di lì a pochi secondi.
A circa metà della rampa, infatti, un piede di Perrie scivolò sul marmo liscio dello scalino, facendola scivolare all'indietro.
Zayn la prese al volo.
« Lo sapevo, io » commentò il ragazzo, guardandola come se fosse stata la cosa più preziosa sulla terra. Per lui, probabilmente, lo era.
Fabi si ritrovò costretta ad abbassare gli occhi dai due, perché emanavano troppo amore.
Harry, che aveva avvertito lo stesso sentimento, abbracciò forte la sua ragazza, bisognoso d'affetto.
« Ti amo. E mi sei mancata da morire » le sussurrò, vicino ad un orecchio.
« Ti amo anch'io.. è dura vivere senza di te. Non so quanto riuscirò a stare semplicemente al mio posto » rispose lei.
« Cambierà, vedrai » sorrise Harry, sciogliendo l'abbraccio, ma solo per baciarla.
« Ehi, Lee, non ti sembra di essere circondato? » borbottò Niall, riemergendo finalmente dalla cucina.
« Lo stavo pensando anch'io.. » annuì il ragazzo. « Vieni qua! » aggiunse, allargando le braccia. Il biondino non se lo fece ripetere due volte, anzi vi si catapultò come un piccolo orsacchiotto su un vaso di miele, stringendo forte il collo dell'amico.
« Bene, adesso possiamo accomodarci? »  chiese Louis, ridacchiando.
Si gettò sul divano come se fosse stato quello di casa sua, seguito dagli altri tre ragazzi ancora in piedi.
Eleanor e Perrie risero, sedendosi poi sul tappeto, vicini alle gambe dei rispettivi ragazzi, mentre Fabi rimase immobile, vagamente scandalizzata per il tentato sfondamento del suo divano.
« Ehm.. tra quanto ve ne andate voi? » sussurrò, facendo ridere tutti quanti.
« Tra quaranta minuti, alle tre » rispose Niall, accendendo lo schermo del suo iPhone.
Fabi sospirò, rassegnata, sedendosi sulle gambe di Harry senza chiedergli il permesso.
Quelli che seguirono furono senza dubbio i migliori quaranta minuti della sua vita; per quanto avesse parlato con i cinque cantanti varie volte tramite Skype o FaceTime, averli lì davanti era.. migliore di qualsiasi sogno.
Paul tornò fin troppo presto per i gusti di Fabi, costringendo i sei ragazzi a salutarli velocemente, lasciandola però finalmente sola con Harry. Un universo di possibilità si apriva davanti ai due, ma non dettero loro il permesso di aprirsi perché presero immediatamente uno il possesso delle labbra dell'altra.
« Abbiamo circa due ore prima dell'arrivo dei miei. Cosa facciamo? » chiese Fabi con un mezzo sorriso, prendendolo per mano.
« Io un'idea ce l'avrei.. » anche Harry sorrise, malizioso, guidandola verso le scale. « Solo se tu sei d'accordo, naturalmente » aggiunse poi, fermandosi per paura di essere stato troppo avventato.
Fabi lo superò, iniziando a salire gli scalini. « E c'è da chiederlo? Io ti amo » affermò, voltandosi verso di lui, senza però fermarsi.
Entrarono velocemente nella camera della ragazza, chiudendo la porta contro il mondo.
Quello era il loro momento, il momento che aspettavano da due mesi, se non da una vita; nessuno gliel'avrebbe portato via.


Running from the Madhouse.
Salve a tutti! Eccomi qua, per la terza volta nella vita ad un orario decente.
Allora, ci siamo quasi, non è terribile? Questo è il penultimo capitolo, epilogo escluso çç
Inizio a sentirmi vuota dentro :( anche se, la fanfiction che vi ho detto di aver iniziato, sta prendendo vita abbastanza bene :D
Comunque, mi scuso per l'eccessivo corsivo ad inizio capitolo, ma le lingue diverse dell'inglese le ho sempre settate così e Fabi parla in italiano con le sue amiche..
Ma, bando alle ciance, oggi questo spazio mi serve per una cosa importante. MOLTO importante.
Devo chiedervi un favore.
Questo sabato (il 29) sarà.. TARATATATA.. Il compleanno di Fabi! Eh, già, la vera Fabi compie diciassette anni c:
Perciò, anche se non sarà una sorpresa perché lei probabilmente proprio in questo momento sta leggendo qui (Ciao amoree lol), se avete Twitter, potete scrivere ad @ehitommi 'Tanti auguri' o 'Auguri Fabi' o qualcosa del genere? c:
Vi prego, è l'unica cosa che vi chiedo <3 Grazie infinite a chi lo farà!
Ringrazio ancora una volta le 91 persone che seguono la storia, le 51 che la preferiscono e le 22 che la ricordano. siete l'amore, grazie infinite, mi avete resa una persona più felice!
E, naturalmente, grazie a tutte quelle che hanno recensito o che leggono semplicemente, VI AMO TUTTE!
Adesso scappo che sennò Fabi mi uccide :D
Alla prossima <3
Vivy
Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Thirteenth. ***


Thirteenth Chapter.


Il rumore della macchina dei genitori della ragazza destò Harry e Fabi dal loro sogno romantico. Si rivestirono in fretta e furia, perché nessuno dei due pensava che fosse una buona idea farsi trovare a letto, nudi, oltre un mese e mezzo dopo dall'ultima – e unica – visita.
Scesero velocemente in salotto, accendendo la televisione, per dare almeno l'idea di star facendo qualcosa di ‘normale’. Non videro nemmeno che programma stavano trasmettendo, perché continuavano a fissarsi insistentemente negli occhi e a sorridere come degli idioti.
« Fabi! Siamo a casa! » gridò il padre della ragazza spalancando la porta. Non appena vide Harry, però, rimase immobile, evidentemente sorpreso.
Si girò verso la moglie, dicendo in italiano: « Avevi ragione..  è qui ».
La donna annuì, sorridendo ai due ragazzi.
« Perché, lo sapevi, mamma? » chiese Fabi, confusa.
« L'hotel delle terme è stato invaso da quattro cantanti, due ragazze, quattro musicisti e un sacco di altre persone. E conosco solo una band capace di fare tutto quel casino. Perciò.. visto che mancava solo Harry, ho fatto due più due ».
Sua figlia si girò verso Harry, sospettosa.
« Sono tutti all'hotel dove lavora mia mamma e non mi avete detto nulla? »
Il ragazzo alzò le sopracciglia. « È lo stesso? Davvero? Io non ne sapevo nulla, hanno fatto tutto i manager.. » si giustificò.
« Oh, okay.. » Fabi tornò a guardare i genitori. « Harry può rimanere qui, vero? »
« Uhm.. » i due adulti si scambiarono una lunga occhiata, facendo trepidare i ragazzi, poi annuirono semplicemente.
« Nell'altrastanza » aggiunse il padre, e il suo tono sembrò vagamente minaccioso.
« Certo » disse Fabi, traducendo poi tutto il discorso per Harry, che cercò invano di non ridacchiare, beccandosi poi una gomitata sulle costole dalla sua ragazza.
 
Quando Fabi si svegliò, la mattina dopo, il suo primo istinto fu quello di andare a scuola, ma poi il pensiero di Harry a pochi metri da lei si insinuò prepotente nella sua testa, facendola sorridere.
Le cose stavano cambiando.
Lanciò un'occhiata alla sveglia: erano le 10.06.
Si chiese perché si fosse svegliata così presto, ma non ci fu bisogno di faticare per ottenere la risposta; dal cortile davanti a casa provenivano rumori parecchio forti, e parecchio sospetti.
Corse in camera di sua madre, quella con le finestre che davano sulla grande aia, lanciando appena uno sguardo verso lo sgabuzzino-camera-di-Harry, vuoto.
 Si affacciò alla finestra della camera, da cui aveva la panoramica di tutto lo spiazzo, che era costantemente deserto, a meno che non venisse qualche parente a trovarli e ci parcheggiassero la macchina.
Lo stesso spiazzo che, in quel momento, era occupato da un palco improvvisato, due grossi camion e un numero pressoché infinito di fili. Senza parlare, poi, delle persone che stavano sistemando il tutto, urlando ordini in inglese a destra e a manca.
Aprì velocemente la finestra, nel momento stesso in cui Louis Tomlinson alzava gli occhi sulla casa. Le sorrise, facendole l'occhiolino, per poi girarsi e gridare: « Ehi, Romeo, c'è la tua Giulietta alla finestra! »
Harry, dall'altra parte del cortile, fece cadere di colpo le cime dei tre grossi cavi che stava trascinando, poi alzò lo sguardo verso di lei, regalandole il sorriso più bello che Fabi avesse mai visto.
« Oh, Romeo, Romeo, perché sei tu, Romeo? » recitò lei, reggendo il gioco a Louis.
« Se non mi vuoi me ne vado! » rise Harry, beccandosi una linguaccia dalla ragazza.
« Certo che ti voglio! Ma.. cosa diavolo state facendo? » chiese lei, lanciando un'altra occhiata al piazzale, intuendo parte della risposta.
« Il tuo ragazzo è matto! » rispose Niall, che in quel momento era seduto sul palco a mangiare un panino.
« Ha deciso di aggiungere una tappa al Take Me Home Tour, e l'ha pagato tutto di tasca sua. Peccato che i biglietti non siano in vendita.. » spiegò Zayn, facendole l'occhiolino.
« Però, puoi invitare qualche amica, se vuoi » aggiunse Liam, sorridendole.
Il volto di Fabi si illuminò, nello stesso momento in cui il sole faceva capolino dalle nuvole.
« Non.. non è uno scherzo? »
« Ti sembra uno scherzo? » ghignò Louis, mentre scaricava un pezzo di batteria da uno dei camion.
« Ehi, voi! » gridò Paul. « Ci parlate dopo con Fabi! Adesso a lavoro! »
Poi si voltò verso il palco. « Niall! Stai ancora mangiando? Finisci quel panino e da' una mano ai tuoi compagni! »
Tutti e cinque sbuffarono, per poi obbedire di malavoglia.
Fabi chiuse la finestra, tornando in camera.
Prese il cellulare per invitare le sue amiche, anche se da una parte avrebbe voluto partecipare al concerto da sola. Però, dopo che le erano state così vicine, anche da prima che Harry facesse irruzione nella sua vita, non poteva far finta di niente.
Mandò due messaggi identici:
 
A: Virgi, Cammen
Ieri sono arrivati i ragazzi e hanno deciso di dare un concerto a casa mia, stasera (sì, sono matti). Vieni? Non so a che ora inizia, fai prima che puoi lol
P.S. Special Guest, ti piacerà ;)
 
E, senza aspettare la loro risposta, sparì nel bagno per fare una doccia.
Mentre si toglieva il pigiama, le venne d'istinto di sfiorarsi le braccia, che non erano più così candide e innocenti come quando era piccola, ma raccontavano la sua storia.. o meglio, quella che arrivava fino al tre Marzo.
Perché poi l'aveva promesso a lui e, anche se più di una volta ci era andata vicina, non l'aveva mai infranta.
E, adesso che conosceva l'amore di Harry, del suo ragazzo, non odiava nemmeno più così tanto il suo corpo.
L'aveva promesso – questa volta a se stessa –, che non avrebbe sprecato la sua vita, ma anzi avrebbe trovato un motivo per cui valeva la pena vivere.
E, in tutta sincerità, Harry le sembrava un ottimo motivo.
Non perché fosse famoso, o perché avesse dei compagni di band fantastici, ma perché l'aveva accettata.
L'aveva accettata come ragazza normale, e stava cercando di proteggerla dalla propria fama e dagli insulti.
La parte più divertente, per la ragazza, era sicuramente girare in incognito su Twitter e difendere Fabi dalle haters, visto che nessuno associava ancora il suo profilo a quella Fabi.
Quando la ragazza uscì dalla doccia – non c'è bisogno di dirlo – trovò le due amiche alla porta d’ingresso.
« Fabiii! » gridò Carmen, non appena la vide scendere, vestita – di nuovo – con la maglia di Harry. Doveva rubargliene un'altra, e in fretta.
« Mio dio, il tuo ragazzo è completamenteimpazzito! Voglio dire, è più pazzo di quanto non sembrasse finora » esclamò Virginia.
« Smetti di offenderlo » mugolò Fabi, per poi aggiungere: « Comunque sì, è totalmente pazzo ».
« Feibii, puoi venire un att.. oh, ciao! » disse Louis, dopo essersi affacciato alla porta d'ingresso.
Carmen gli sorrise, mentre Virginia era ammutolita per quella che doveva essere la seconda volta in vita sua.
Louis si rivolse di nuovo a Fabi.
« Ti stavo dicendo.. Paul ordina che tu vada sul palco perché deve vedere una cosa. E se Paul ordina, il mondo obbedisce, quindi vai ».
Fabi sbuffò, uscendo, così Louis si avvicinò loro.
« Ciao » sorrise Carmen, stringendo la mano che il cantante le porgeva.
« Cia.. Oh mio dio, tu sei davvero Louis Tomlinson! Io non sono una Directioner, ma vi seguo e.. » Virginia aveva letteralmente perso il controllo, e per riuscire a parlare così velocemente in inglese doveva davvero essere su di giri.
Il ragazzo la guardò allibito, iniziando ad allungare la mano, ma non fece in tempo perché lei l'abbracciò di slancio.
Louis lanciò un'occhiata confusa a Carmen, che si sforzava di non ridere.
« È normale, ha sempre avuto un debole per te, anche se nessuno sa il motivo » spiegò.
Il ragazzo annuì, ricambiando incerto l'abbraccio. « È che.. Noi inglesi non siamo molto.. Ehm, espansivi ».
Virginia si ritirò, con un sorriso di scuse.
« Mi dispiace, ma potevo farlo solo quando Fabi non c'era. Comunque è per la sua voce, mi ricorda quella di un vecchio cantante che amo, è bellissima, emozionante – le altre non sono da meno, intendiamoci. Beh.. sono molto felice di conoscerti ».
Disse, nel momento stesso in cui Fabi rientrava in cucina.
« Quando Paul ordina, il mondo obbedisce. Me l'hai detto tu, Lou, e.. ehm, è meglio che tu ascolti i tuoi consigli, ci tengo alla mia casa » disse la ragazza, fermandosi poi a osservare la scena. Le guance di Virginia e quelle di Louis erano tinte di rosso, mentre Carmen non aveva ancora smesso di ridacchiare.
Fabi si schiaffò una mano sulla fronte. « Oh, no, che hai combinato Vì? » mugolò all'amica, che si stava studiando le punte delle scarpe. « Ti ha importunato? Ti ha stuprato? Stai bene? » chiese poi al cantante.
« Solo un abbraccio » sorrise Louis. « Beh, io vado.. » si dileguò.
« Virginia, se hai spaventato uno dei One Direction io.. ti brucio i libri di Harry Potter! »
La ragazza alzò gli occhi, scandalizzata. « Non puoi farlo! Non ho.. non ho fatto niente » protestò debolmente.
Fabi si voltò verso Carmen, chiedendo silenziosamente spiegazioni.
« Io sono neutrale » dichiarò lei.
« Certo, certo » Fabi sorrise, decidendo di lasciar perdere per quella volta. « Chissà se lo sarai ancora dopo.. » lasciò cadere la frase, incompiuta.
«Chi? Cosa? Dopo cosa? » Carmen cambiò immediatamente tono di voce.
Anche Virginia era improvvisamente seria e attenta.
« Dopo che avrai visto chi c'è lì fuori ».
« Chi c'è lì fuori? »
Entrambe le ragazze avevano abbandonato ogni dignità, troppo eccitate per ciò che si aspettavano. Da quando avevano letti quel ‘Special Guest’ nel messaggio, non vedevano l'ora di scoprire se c'era davvero una delle loro cantanti preferite, insieme ai ragazzi.
« Chi c'è? » ripeté Virginia, che stava per saltare addosso all'amica per la troppa ansia.
Il sorriso di Fabi si allargò, mentre si spostava dalla porta d'ingresso. Sapeva già cosa sarebbe successo.
« Perrie ».
Come se non aspettassero altro, Carmen e Virginia iniziarono a correre. Superarono l'amica, poi uscirono nel cortile, guardandosi intorno finché non individuarono un ragazzo dalla pelle un po' scura abbracciato a una bionda.
Iniziarono a urlare: « Perrie! Perrie! »
Tutto quel che ottennero, però, fu un'occhiataccia da parte di Paul.
« E voi chi diavolo siete? » chiese minaccioso.
« Siamo.. le amiche di Fabi.. » mormorò Carmen, intimidita.
« Tranquillo Pauly, le conosco io! Sono a posto! » urlò Harry mentre passava  accanto a loro con un'enorme cassa in mano.
Paul sbuffò, poi si allontanò mormorando qualcosa di terribilmente simile a ‘Se mi chiamano ancora Pauly gli taglio le corde vocali’.
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata, iniziando a ridere, ma smisero subito perché c'era qualcosa di troppo importante da fare che le aspettava.
Si avvicinarono a Zayn e Perrie, imbarazzate.
« Ehm.. scusate » mormorò Virginia quando furono a portata d'orecchie.
I due si girarono contemporaneamente, lanciando loro un'occhiata esasperata.
« Ma non doveva essere un evento solo per Fabi? » chiese Perrie, evidentemente gelosa del suo ragazzo.
« Noi siamo amiche di Fabi, ma.. » tentò Carmen, senza riuscire a finire la frase.
« Volete un autografo? Avete un pennarello? » borbottò Zayn.
« Noi.. veramente.. volevamo quello di Perrie.. » disse timidamente Virginia.
« Siete Mixer? » chiese Perrie, cambiando immediatamente atteggiamento.
Annuirono, facendo sorridere Perrie e, di conseguenza, Zayn.
« Wow! Che bello! » urlò la biondina, abbracciandole di slancio.
« Zayn! Le prove! » sentirono gridare Paul.
« Ma come? Harry ha chiesto il pomeriggio libero! »
« Harry ha pagato tutto questo » replicò la guardia del corpo.
« Ma.. »
« Zain. Javadd. Malik! » il tono stava diventando minaccioso.
« Scusate ragazze, ci tengo alla vita.. Hubbie, ti lascio in buone mani » si arrese il ragazzo, baciando dolcemente la sua ragazza sulla fronte e iniziando a correre verso gli altri membri della band.
Perrie prese a braccetto le due amiche, dirigendosi verso l'interno della casa.
« Siete anche Directioner? »
« No, non proprio » rispose Virginia. « Ci piacciono, tutto qui. Noi viviamo per voi quattro ».
« Ooh » la cantante sorrise felice, entrando in casa mentre Fabi usciva. Virginia sorrise all'amica, gridandole un italianissimo: « Ti amo! »
Fabi sorrise soddisfatta, iniziando a cercare Harry mentre sentiva come sottofondo la voce di Perrie che cantava ‘Ti amo ti aaaamo’.
« Little Bow! » gridò Harry dal microfono sul palco. La ragazza sorrise, sedendosi su una delle poche sedie che avevano preparato per il pubblico.
« Bene, ragazzi, provate anche per me! Ci vediamo stasera ».
E, sotto le parole non così delicate urlategli contro dagli amici, scese dal palco, prese per mano la propria ragazza e si allontanò insieme a lei, scendendo in una strada più trafficata verso il centro.
« Dove stiamo andando? » chiese Fabi sorridendo.
Harry non rispose, perdendosi invece in quel sorriso così bello, così vero, che gli era mancato così tanto.
« Ehm.. a mangiare? Non lo so, guidami tu » disse infine, imbarazzato.
Non aveva la più pallida idea di dove andare, voleva solo stare con lei.
« Senza entrare in centro, perché potrebbero riconoscermi » aggiunse.
« Uhm, credo che potremmo andare a comprare un panino.. che dici? Non male come secondo appuntamento ».
« È perfetto » sorrise Harry. « Allora? Non mi racconti nulla di nuovo? »
« Cosa dovrei raccontarti? » ribatté Fabi. « Sei più presente tu dall'Inghilterra che tutti gli altri qua! »
Harry rise, e Fabi lo guardò incantata. Non aveva ancora metabolizzato il fatto di essere innamorata di lui, ma quando le arrivava un suo messaggio e sorrideva come un'idiota, sospirava rassegnata. Non era portata per il romanticismo, ma stava iniziando a conviverci. Per Harry avrebbe fatto questo ed altro.
La cosa più strana era che non le importava niente che lui fosse il suo cantante preferito, perché dal lato della musica lo amava ancora allo stesso pari degli altri quattro.
A lei di Harry piaceva il carattere, il modo di fare, quello che si può solo intuire – e neanche tanto bene – da YouTube.
« Fabi? » si sentì chiamare da quella voce, quella che la faceva sognare ogni giorno.
« Eh? Scusa, stavo pensando » sorrise, mentre le guance le si coloravano di rosso.
« Pensavi a me? » sghignazzò il cantante.
« Certo che no. Pensavo a Conor. Te l'ho detto che sabato scorso andata al suo concerto? »
Harry la fissò per un secondo. Ormai aveva imparato a conoscerla, ed era consapevole che Fabi stava pensando proprio a lui, per questo le avrebbe dato corda.
Era la ragazza perfetta per lui.
« No, no, nemmeno una volta. Diciamo che mi hai solo descritto nei minimi particolari ogni minuto, ogni canzone, ogni frase che ha detto e mi hai infamato solo perché ho cercato di dirti che avrei voluto essere lì con te » ridacchiò.
« L'hai detto solo perché sei geloso! » protestò la sua ragazza.
« Ma non è vero! Sono felice per te! »
« Mmh » anche se sapeva che quella era la verità, non ne sembrava così convinta.
« Beh, stasera potrai dire di essere stata anche a quello dei One Direction ».
Gli occhi di Fabi si illuminarono. « Non vedo l'ora! Canterete per me! »
« Io canto sempre per te ».
Alla ragazza non venne nemmeno l'istinto di cercare dell'insulina, ma sorrise come se si trovasse davanti ad una casa piena di Nutella.
Fu per questo, forse, che Harry la baciò lì, su un marciapiede malandato, davanti a tutti i passanti, davanti alle macchine che passavano.
Era il ragazzo perfetto per lei.
Quando si separarono, erano entrambi raggianti.
Harry si mise esattamente davanti a lei, e iniziò a parlare.
« Sono consapevole di quanto tu e il romanticismo apparteniate a due universi paralleli, perciò cercherò di arrivare subito al punto. Io non so se lo sai, ma odio fare regali per Natale, per il compleanno o altre ricorrenze. Tutti si aspettano che tu gli regali qualcosa, e allora che gusto c'è?
« No, io preferisco vedere le facce stupite di chi ho di fronte, preferisco che nessuno se lo aspetti quando devo fare un regalo. Per questo, un marciapiede qualsiasi di una strada qualsiasi mi sembra perfetto per darti il tuo, e ringraziarti di avermi cambiato la vita, di avermi donato qualcuno per cui cantare. Tutti hanno detto che sono migliorato da quando mi sono messo con te. Io.. non posso ignorare tutto quello che mi hai regalato tu, dovevo ricambiare in qualche modo. Il concerto di stasera è la prima parte, questo.. la seconda ».
Le porse un'anonima scatolina stretta e lunga, color antracite, senza nessuna scritta sul coperchio.
Fabi lo aprì, sinceramente curiosa, contrariamente a com'era di solito.
Per un secondo la ragazza rimase delusa perché si era aspettata i biglietti per un concerto – non che non le bastasse quello a cui avrebbe partecipato poche ore dopo, ma si era fatta quell'idea in testa.
Però lì non c'era niente di giallo. Ma poi, quando prese in mano i due cartellini grigi, plastificati, che si trovavano dentro la scatola, il cuore le fece un balzo nel petto, totalmente impazzito.
Quelli non erano i biglietti per i concerti in Italia.
Quelli erano i pass per i concerti in Italia. Gli stessi che avevano Eleanor e Perrie.
Fabi urlò, letteralmente, di gioia. Le persone che passavano lì vicino si girarono curiosi, ma distolsero lo sguardo non appena la ragazza – dopo essersi arrampicata fino al collo del suo fidanzato e avergli stretto la vita con le gambe – iniziò a baciarlo all'inizio dolcemente, poi con una passione travolgente che la governava da capo a piedi.
« So che i sentimenti non dipendono dai regali, ma.. ti amo! » fu tutto quello che riuscì a dire.
Dopo più di cinque minuti, Fabi si ricompose.
Harry ne approfittò per dire: « Passiamo a prenderti con il bus il diciotto mattina, fatti trovare pronta per le nove. Ah, e mi raccomando, non più di due valigie piccole. Zayn occupa tutto lo spazio del portabagagli ».
« Vedrò di fare il possibile » rise Fabi.
Il cantante scosse la testa, riprendendole la mano mentre con l'altra lei si passava intorno al collo i cordoncini ai quali erano attaccati i pass.
Rimasero per qualche ora in giro, camminando ininterrottamente, e si fermarono solo per mangiare e firmare qualche autografo a delle Directioner decisamente incredule.
Erano quasi le cinque e mezzo quando tornarono davanti al cancello della casa di Fabi.
« Oh, no, ci sono i miei! » esclamò lei, guardando trucemente la macchina del padre parcheggiata al di fuori del cortile.
Harry rise, stringendo più forte la mano che ancora le teneva. « Tranquilla, li mettiamo nell'ultima fila ».
« La seconda? »
« Esatto ».
Entrarono nel cortile quasi trionfalmente, mentre i preparativi per la serata erano quasi ultimati.
Erano già tutti lì.
« Ci vediamo tra poco, amore » disse Harry, dandole un minuscolo bacio.
Fabi annuì, poi andò a sedersi nella sedia centrale della prima fila, quella che aveva attaccato sullo schienale un foglio con scritto ‘FABI’, a destra di Eleanor e a sinistra di Virginia, oltre la quale sedeva Carmen.
« Sono ripetitiva, ma ti amo » esordì Virginia. « Perrie ci ha fatto parlare con le altre ragazze su FaceTime! È meravigliosa! »
« Voi che avete fatto? Se si può sapere ovviamente » chiese Carmen, facendo l'occhiolino a Fabi.
La ragazza le fece una linguaccia, ma poi sorrise. « Abbiamo passeggiato molto, parlato, e.. Harry mi ha regalato i pass per i concerti di Verona e Milano! »
Festeggiarono con un sacco di urla per quasi un'ora, sotto lo sguardo divertito di Eleanor, che non riusciva a capire neanche mezza parola di quel che dicevano.
Quando ormai il sole era tramontato, le luci si abbassarono, e una figura indistinta salì sul palco.
« Mi hanno chiesto di aprire un concerto » disse la voce di Perrie. « Però io senza le ragazze non so cantare bene, quindi.. Se stono perdonatemi! » precisò, prima che partisse la musica di ‘What dreams are made of’, la canzone del film di Lizzie McGuire.
Inutile dire che la cantò perfettamente, anche se, secondo i commenti di Carmen e Virginia, sentire solo la voce di Perrie era molto strano, come se mancasse qualcosa.
Ringraziò, poi scese, sedendosi vicino ad Eleanor, mentre le note di Up All Night iniziavano a diffondersi.
I One Direction comparvero sulla scena ed iniziarono a cantare, dedicando ogni singolo momento di quella serata alle cinque ragazze là sotto, l'unico pubblico adolescente che avevano.
Quando giunsero a Last First Kiss, Harry si impossessò del microfono prima dell'inizio della canzone.
« Adesso » disse, mentre gli altri quattro si scambiavano occhiate divertite. « Vorrei che Fabi salisse sul palco per cantare insieme a noi ».
Ignorando le proteste della ragazza, quali ‘Non so cantare’ e ‘Mi vergogno’, ‘Non lo farò mai’, Virginia ce la condusse ridendo.
Harry guardò Fabi, creando ancora una volta la loro alchimia perfetta, mentre gli altri ragazzi indietreggiavano leggermente.
« Io ti amo, Fabiola » Harry lo disse in italiano, e non sbagliò neppure un accento. La prese per mano e la condusse all'asta del microfono, per condividerlo. Poi tornò a guardarla negli occhi.
« Ti amo alla follia, senza di te, io.. sarei perso ».


Running from the Madhouse.
Oh, mio, Dio.
Questo è l'ultimo capitolo. Dopo c'è solo l'epilogo.
Sto male, ragazze çç
Innanzi tutto SCUSATE TANTO per il ritardo, sono imperdonabile, ma voi provateci lol
E' che.. no, okay, niente scuse, è che sono tanto pigra AHAHAHAH
Però.. che ve ne pare di questo capitolo? Non so, io ho cercato di farlo come me lo immaginavo, ma non mi sembra molto.. 'adatto' come finale.
Fatemi sapere i vostri pareri!
Okay, non so più cosa dire ahahahah
Scusate per la parte dove il mio personaggio salta addosso a Lou, non ho saputo trattenermi lol
E GRAZIE INFINITE PER LE CENTO PERSONE CHE LA SEGUONO, VI AMO ALLA FOLLIA, GRAZIE, DAVVERO.
E naturalmente grazie a chi recensisce (scusate se non ho ancora risposto, ma ho letto tutto e vi amo <3 ) e a chi semplicemente legge, siete l'amore dfkjdbg
Okay, nel prossimo spazio autrice farò i ringraziamenti a modo, in stile libro haha
Infine, se volete passare da alcune storie.. posso darvi qualche consiglio? c:
First Impression. Questa è una mia OS lol

Back in London, a Jam story Questa è una storia sulle Little Mix, scritta dalla Carmen della storia, leggetela, è stupenda skdfjb

It was only just a dream Questa è una storia di 'Stella Cadente', che è bravissima uu

Over Again E questa è una storia di '_stopthetape', anche lei è bravissima dfdbkhg

Okay, credo di aver finito, quindi.. alla prossima (e ultima) puntata! lol
Vivy xx
Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Epilogue. ***


Epilogue. Twentyfive days later.


Fabi guardò negli occhi l’uomo che aveva di fronte.
Non conosceva nemmeno il suo nome, ma la carica che ricopriva le era ben nota.
Harry, alla sua sinistra, le strinse la mano, mentre sua madre cercava invano di capire cosa stessero dicendo, anche se lo sapeva già. Però non riusciva a capire una singola parola d’inglese.
« Questo è il contratto » disse l’uomo, il manager che seguiva personalmente i One Direction in tour. Si rivolse direttamente a Fabi, visto che la madre aveva un’espressione smarrita sul viso.
« Riguarda i tre mesi che passerai in America, insieme alla band. Il tuo ritorno è previsto prima dell’inizio della scuola, quindi non dovete preoccuparvi per questo » attese che la ragazza traducesse il tutto alla madre, poi proseguì.
« Il fatto che tu sia minorenne ha provocato un paio di fastidi, ma niente di irrisolvibile. Ti sei dimostrata estremamente responsabile nel periodo in cui Harry è stato qui, il che ti ha dato molti crediti agli occhi di tutti noi » accompagnò questa frase con un sorriso, e poi le porse i fogli del contratto.
Fabi annuì, seria, leggendo un paio di righe.
‘Per i prossimi tre mesi, il sottoscritto avrà il dovere di prestare aiuto alla make-up artist e stylist, preparando per ogni tipo di evento Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles e Louis Tomlinson. Sarà responsabile dell’abbigliamento che dovrà essere consono all’occasione’.
« Fammi capire » disse la madre di Fabi. « Saresti una specie di guardia del corpo? »
« Ma no! Devo solo aiutare Lou, la truccatrice, a sistemare i ragazzi! E impedire che si vestano come pagliacci ».
« Non è pericoloso » disse Harry in italiano, capendo il disagio della donna, che aveva un debole per lui, e sperava di poterlo usare a suo favore. « Stia tranquilla » sorrise.
« Mmh » con un sospiro, la madre di Fabi si decise a prendere la penna in mano e firmare al posto della ragazza ancora minorenne.
Sbrigarono le formalità in fretta, poi uscirono dal soffocante Tour bus, parcheggiato nel piazzale davanti al Forum Assago di Milano, dove quella sera ci sarebbe stato il concerto dei ragazzi.
« Amore mio! » gridò Harry, rimanendo ben lontano dal punto in cui le fan già facevano la fila, ed era poco più di mezzogiorno. « Verrai con noi in America! Ce l’abbiamo fatta ».
« Sì! Tu ci credi? » urlò di rimando Fabi.
« Ancora no, ma so che ci divertiremo da matti! »
« Eccome se ci divertiremo! E poi, le americane vedranno i One Direction vestiti da Dio! »
« Ehi! Noi ci vestiamo sempre da Dio! »
« Sì, come no » Fabi fece un gesto con la mano per dire ‘non ci credi nemmeno tu’.
Harry, allora, troppo felice per prendersela, caricò la ragazza sulle spalle come se fosse un sacco di patate e iniziò a correre in modo ridicolo.
« Smettila! Harry! »  per quanto la ragazza urlasse, lui non la ascoltava.
Per un solo, misero istante, a Fabi sembrò di essere tornata ai tempi di prima superiore, dove c’era Davide che le regalava lo stesso trattamento, ma fregandosene altamente di lei. Lo pensò con un mezzo sorriso sulle labbra, perché quella sorta di amore-ossessione che l’aveva tormentata per così tanto tempo ormai non c’era più. Il suo petto, adesso, era pieno di sentimenti veri e ricambiati.
« Harry! Amore! Basta, ti prego! » continuò allora, istintivamente.
Harry si fermò all’istante, lasciandola andare, poi la guardò negli occhi. « Come mi hai chiamato? »
La ragazza arrossì fino alla punta dei capelli, non si era nemmeno accorta di averlo fatto. « No, niente ».
« Dillo di nuovo, ti prego » sorrise lui.
« A-amore.. »
Harry sorrise, spontaneamente, mostrando le fossette.
« Dopo più di due mesi, ce l’hai fatta! » ridacchiò, beccandosi una linguaccia.
Si guardarono per pochi secondi, poi si avvicinarono, Fabi in punta di piedi.
I loro occhi brillavano, felici.
E, come se l’avessero programmato, nello stesso momento in cui Fabi disse « I love you » in inglese, Harry disse « Ti amo », in italiano.
Si baciarono per l’ennesima volta, condividendo molto più di labbra e saliva. Condividevano l’anima.
C’era gioia, in quel bacio, c’era amore.
« Grazie per tutto quello che hai fatto per me.. Grazie per avermi resa felice » disse Fabi.
« Grazie a te, per avermi trovato » sorrise Harry, prendendole la mano e incamminandosi verso il Tour bus, verso i loro sogni.


Running from the Madhouse.
Oh mio Dio. Ci siamo davvero. Sto per cliccare ‘√’ sulla casellina accanto a Completa.
Ce l’ho fatta. Ho concluso ufficialmente la mia prima storia.
È una specie di sogno, per me, il più bello che possa fare, è l’inizio di qualcosa, perché grazie a voi ho acquistato una quantità di autostima che, sebbene sia non moltissima, credevo di non poter ottenere affatto. E per questo, devo ringraziare un sacco di persone.
Ma prima, lasciatemi dire due parole anche sull’epilogo..
Allora, Fabi e Harry stanno insieme, e TATARATÀ, lei lo seguirà in America per tre mesi interi. Forse è un po’ banale come fine, non lo so, ditemelo voi.. però, almeno non ci sta a scrocco ma lavora! Haha
Che poi, è più improbabile che mai, ma a me piaceva così, quindi l’ho scritto. È la mia storia, giusto?
E ci stava pure l’accenno al passato tormentato di Fabi. Rivolgendomi a quella vera: tesoro, spero che questo possa succedere anche fuori dalle mie pagine.
E.. niente, fatemi sapere, okay? Ci tengo troppo a sapere cosa vi è sembrato.
Dire che questa storia è un traguardo è quasi un eufemismo. Ho iniziato ad emozionarmi quando ho ricevuto mille visite al primo capitolo, poi a dieci recensioni, a cinquanta, a cento! E adesso che siete più di trecento non posso che ringraziarvi infinitamente, mi avete reso la vita migliore, grazie <3
E le 100 seguite? VI AMO! Dico sul serio uu
Ma adesso, i famosi ringraziamenti.
Ai miei professori, per avermi dato ottimi spunti e un sacco di tempo per scrivere (ragazze, non seguite il mio esempio però, non scrivete a scuola, poi vi ritrovate ad elemosinare gli appunti e non è piacevole lol).
Alla mia consigliera di fiducia, Carmen, perché senza di lei non ci sarebbe stato nessun colpo di scena nel nono capitolo, né un finale degno di questo nome. Grazie tesoro, ti voglio bene <3
Ai miei familiari, perché mi hanno fatta diventare quella che sono adesso, vi amo, anche se non leggerete mai questo lol
Alla mia professoressa di italiano delle medie, che invece leggerà, per tutto l’incoraggiamento che continua a darmi, GRAZIE! E.. anche se Fabi non è finita in India ad incantare serpenti, o al Polo sud con i pinguini, spero che l’America sia abbastanza lontana hahaha lol
A tutti voi lettori, che avete realizzato il mio sogno, che mi avete invogliata a scrivere e ad aggiornare in tempi decenti (più o meno).
E ultima, ma non meno importante (last but not the least suona meglio però lol) a Fabi, perché senza di lei questa storia non sarebbe mai esistita, perché è lei che mi ha invogliata ad iniziare, è lei che mi ha dato l’ispirazione –anche se non sempre volontariamente lol – è lei che ho cercato di tirare su di morale scrivendo, è lei che mi ha fatto da manager per tutto questo tempo, è lei la mia migliore amica, è lei che mi ha costretta a continuare anche quando dicevo di non volevo.
Spero di essere stata utile in qualche modo, altrimenti ci riproverò la prossima volta!
Bene, adesso ho scritto anche troppo, vi saluto.. sigh çç
Ma sentirete ancora parlare di me! hahaha
Lot of love, Vivy
Se volete aggiungermi su Twitter sono
@deloslights, su ask sono deloslights e su Facebook sono Deloslights Efp

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1708716