Ritorno alla Quercia Fatata

di Daphne2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lettera ***
Capitolo 2: *** L'arrivo ***
Capitolo 3: *** Vaniglia ***
Capitolo 4: *** Finalmente una storia ***



Capitolo 1
*** La lettera ***


- Sefelicetusaraidircelovorrai, è arrivata un'altra lettera! - È da parte del Gran Consiglio! - Per te! Le mie amiche fate mi svegliarono così quel giorno. - Yaaaaawn... Davvero? - farfugliai sbadigliando sonoramente. - Dai, Felì, leggila! - Si, pendiamo tutte dalle tue labbra! Mi consegnarono la lettera, così io mi schiarii la voce e cominciai a leggere. - Carissima Sefelicetusaraidircelovorrai, non c'è bisogno di presentazioni perché ci conosci meglio delle tue ali. Siamo noi, Pervinca e Vaniglia Periwinkle, le due streghe gemelle di Fairy Oak! Anche questa volta abbiamo bisogno di te come fata tata, cioè... Beh, non proprio noi, ma i nostri figli, insomma, entrambe aspettiamo un bambino! Per la verità, il figlio del dottor Penstemon ha detto che quelli di Vì sono due, due gemelli (ma come tu ben sai il padre del dottore non indovinava mai, comunque, a proposito, è andato in pensione qualche anno fa). Oh, Felì, abbiamo così tante cose da raccontarti, Shirley e Tommy si sono sposati, e così anche Flox e Acanti. Scarlet Pimpernel invece è rimasta zitella (in fondo, chi la vorrebbe mai?). Speriamo che tu ti ricordi di tutti noi, che non ci abbia dimenticati, perché nessuno di noi ti ha dimenticato e sei sempre nei nostri pensieri - mi interruppi commossa a quelle parole, senza riuscire a trattenere una lacrimuccia - Abbiamo fede anche che tu accetterai quest'incarico e che ti occuperai di entrambe le nostre famiglie. Con affetto Vì e Babù - Che carine, si sono firmate coi soprannomi che usavamo quand'erano piccole - pensai sospirando. - Allora, Felì? - Accetterai l'incarico? Stavo per dire qualcosa quando le parole mi morirono in bocca e mi soffermai a pensare. Come potevo rifiutare l'incarico che mi avevano offerto? Erano passati quindici anni, quindici lunghissimi anni da quando avevo lasciato per sempre (o almeno così pensavo) Fairy Oak. Durante quegli anni non avevo ricevuto altre chiamate e perciò cominciavo a sentirmi terribilmente inutile. Certo, per rimanere ancora un po' in compagnia dei miei dolci ricordi, avevo avuto la possibilità di raccontare quattro misteri di Fairy Oak, un racconto per sera. Ma esauritesi quelle quattro sere avevo dovuto dire addio a Fairy Oak. E mantenere la mia promessa, ovvero di non parlare mai più di Fairy Oak, per non renderlo un ricordo noioso e interminabile. Era stata la cosa più difficile della mia vita. Come potevo dire di no a chi mi offriva di realizzare il mio sogno, tornare in quella magica terra e rivedere coloro a cui avevo voluto e volevo ancora un mondo di bene? Dopo quel luuuuuuuuuuuunghissimo pensiero, finalmente risposi alle mie amiche. - Si - dissi sorridendo. Così preparai le mie cose e partii, desiderosa di rivedere il villaggio.

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Capitolo 2
*** L'arrivo ***


Fu un lungo viaggio, ma anche questa volta arrivai sana e salva (per fortuna!). Entrata nella Valle, vidi da lontano Quercia e la salutai. - Ciao, Quercia! Sono io, Felì, sono tornata! - Oooooohhh faatiiiiinaaaaa, soooonooo cooosiiiiiiiii feeeliiceeee diiii rivedeeeeeertiiii, noooon peeensaaavoooo saareeestiiiii toooornaaataaa - mi disse lentissimamente l'albero. Mi sentii sollevata dal fatto che nulla era cambiato, almeno in questo senso. Era sempre la solita, cara, vecchia Quercia. Entrando nel villaggio, salutai tutti e chiesi: - Scusate, sapete per caso dove si trovano le case di Pervinca Burdock e Vaniglia Burium? Ero certa che Babù e Jim si erano sposati, e così anche Grisam e Vì, ma ci pensò Vivian Amory, la bella moglie del gigante Lilium Martagon, a smentire le mie sbagliate convinzioni. - Oh, Felì cara, sono molto contenta che tu sia tornata, ma, vedi, le tue protette...non si sono sposate con chi pensi tu. - Cosacosacosa? - pensai indispettita. - Potreste indicarmi lo stesso dove abitano? - chiesi incredula. - Certo. Vaniglia e Pervinca abitano vicine, di fronte l'una all'altra, in Via dei Gigli Blu. - rispose cordialmente Vivian, sistemandosi un ciuffo di capelli rossi dietro l'orecchio. - Allora molte grazie, ci vediamo! - Ci vediamo, e bentornata fatina! - aggiunse la donna salutandomi. Mi diressi verso quell'indirizzo senza riuscire a credere alle parole che avevo appena udito. Quando arrivai, vidi due case quasi identiche, di un bell'azzurrino chiaro, col tetto spiovente rosso, l'una di fronte all'altra, e mi chiesi quale fosse quella di Vaniglia e quale quella di Pervinca. - Uhmmm... Ambarabacicicocò... Destra o sinistra? Alla fine feci la conta per decidere in quale entrare. Uscì la sinistra, così mi diressi verso la destra. Bussai alla porta e attesi; dopo qualche istante mi aprì una giovane donna alta, coi capelli castano-rossi a caschetto e con vibranti occhi verde smeraldo. - Felì! - urlò la ragazza, saltandomi addosso. - Vì, bambina mia! - esclamai io, senza curarmi del fatto che mi ero impigliata un'ala nella manica dell'abito viola di Pervinca. - Vieni, entra, fatina, che ti presento mio marito - disse lei facendo uno strano sorriso - Anche se lo conosci già piuttosto bene - aggiunse. - Grisam? - provai a indovinare io, senza troppa convinzione. - No - rispose lei - Eccolo. In quel momento nella stanza entrò un uomo sorridente, bruno e con due occhi scuri da cerbiatto. Poco ci mancò che svenissi. - Ciao Felì - disse Jim. - Ma...tu...Vaniglia...Pervinca... - mormorai io senza sapere cosa dire. - Non ti preoccupare, ti spiegherà meglio mia sorella Vaniglia - concluse Vì sorridendo a Jim. Così mi diressi verso la casa opposta.

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Capitolo 3
*** Vaniglia ***


Mi congedai da Pervinca e Jim e bussai incredula alla porta della casa di fronte. Non riuscivo a credere alle mie orecchie e ai miei occhi: Pervinca si era sposata con Jim e aspettava un bambino da lui! Certo che le avevo viste tutte nella mia giovane vita... Mentre ripensavo a quello che avevo visto, la porta si aprì improvvisamente: Vaniglia mi guardò, fece un sorriso dolce e le lacrime fredde e trasparenti cominciarono a scenderle sulle guance ancora rosee e paffute come un tempo. - La mia bambina, così cresciuta, dopo tanto tempo! - pensai commossa. Inutile negarlo: fra le due gemelle la dolce, introversa, sensibile Vaniglia era sempre stata la mia preferita. - Felì, sei tornata! - singhiozzò Vaniglia, in preda alle lacrime. - Non lasciarmi mai più tutto questo tempo da sola! - aggiunse. - Bambina mia! Quano mi sei mancata... - mormorai piano, abbracciandola e cullando il suo viso tra le mie minuscole braccia da fatina, come facevo quand'era piccola. - Ma non sei mica stata sola in questi anni, anzi direi che ti sei data da fare - esclamai non senza un pizzico di malignità, alludendo al suo grosso pancione che nascondeva sotto un delizioso vestito di velluto azzurro. - E chi sarebbe il fortunato futuro papà, se non sono troppo indiscreta? - chiesi curiosa. Babù arrossì e disse timidamente: - Entra che te lo presento. E scusami se non ti ho fatto entrare prima, non ho dimenticato le buone maniere in questi quindici anni, non ti preoccupare - Vaniglia uscì dalla stanza e ritornò un attimo dopo in compagnia di un giovane uomo piuttosto alto, biondo e con gli occhi azzurri e luminosi. - Cosa? Tu? - ebbi solo la forza di urlare a Grisam, che fece un bel sorriso mostrando i suoi denti bianchissimi e perfetti e mi batté una mano sulle spalle. - Sono contento di rivederti, Felì - disse Grisam. - Ma - obiettai io riprendendo il controllo di me stessa - volete spiegarmi cosa è successo quando io non c'ero? - In quel momento qualcun altro bussò alla porta e Vaniglia andò ad aprire. Era Vì. - Allora sorellina, hai raccontato a Felì i nostri ultimi quindici anni? - domandò impaziente Pervinca. - Stavo per farlo, Vì, ma tu mi hai interrotto bussando - replicò gentilmente Babù. - Meno male, non mi sono persa niente! Avanti Babù, racconta, sai che non mi perderei questa storia per nulla al mondo! - esclamò ridendo Pervinca. Mi accovacciai su una piega del vestito di Vaniglia come facevo tanti anni prima e cominciai ad ascoltare.

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Capitolo 4
*** Finalmente una storia ***


- Uhm, dunque, da dove comincio? - chiese titubante Vaniglia. - Da dove vuoi, basta che ti sbrighi! - esclamò impaziente Vì. Babù si schiarì la voce e iniziò a raccontare. - Allora, la mattina del nostro quindicesimo compleanno, quando tu te ne andasti, noi ci svegliammo leggermente più tardi perché era domenica. Non trovandoti, cominciammo a preoccuparci, ma la zia Tomelilla ci disse che tu te n'eri andata con Barbo Tagix, te lo ricordi quel vecchio mago barbuto? - Certamente, diventammo ottimi amici durante la strada del ritorno a casa mia, il Regno delle Rugiade d'Argento. A proposito, come sta Tomelilla? - Benissimo, non vede l'ora di rivederti! Non vedeva l'ora che tu ritornassi... Sorrisi colpita. - Possiamo continuare la storia senza ulteriori interruzioni? Non ho tanto tempo, devo andare ad analizzare della bava di rospo, è un ottimo ingrediente per gli antidoti - protestò Pervinca, tossicchiando per farsi ascoltare. - Ehm ehm, dov'ero rimasta? Notai divertita che Vaniglia perdeva il filo del discorso con incredibile facilità. - Ah, si, ci sono! Dunque, la zia ci tranquillizzò spiegando che tu te n'eri andata via facendoti dare un passaggio da mago Barbo. Non ti nascondo che ho sofferto tantissimo quando l'ho saputo: mi ero chiusa nella nostra stanza e non riuscivo a smettere di piangere, pensavo che ci avessi abbandonate. Anche Vì era molto triste, nonostante lo mostrasse meno di me... - Ma certo, anche io ho un cuore, che credevate? - borbottò Pervinca fingendosi scorbutica. Scoppiammo tutti a ridere senza il minimo ritegno. - Comunque, stavo dicendo, mamma ci disse di farci passare la tristezza invitando i nostri amici alla festa di compleanno. Vì e Grisam avevano un appuntamento quel pomeriggio, così io, che ero di turno al Museo, rimasi sola. Quello che successe tra me e Jim te l'ho già raccontato nella mia vecchia lettera; ora toccherà a Pervinca narrarti cosa successe tra lei e Grisam. - Perché devo dirlo io? Lo sai che non sono granchè a raccontare le storie - domandò Vì. - Perché io non ero presente in quel momento, lo sai - le fece notare pacatamente Babù. - Ok, se è così... Io e Grisam cominciammo a litigare quasi subito: io dicevo che tu non avresti dovuto andartene senza salutarci, lui invece era convinto che tu avessi il diritto di fare la tua scelta liberamente. - Mi dispiace molto di essere stata la causa del vostro battibecco - mormorai, sinceramente dispiaciuta. - Oh, ma non devi dispiacerti, Felì, in questo modo ho capito di che pasta era fatto veramente questo romanticone, quindi in un certo senso dovrei ringraziarti! - scherzò Pervinca. - Anche io devo ringraziarti, Felì, è solo grazie a te che mi sono accorto di quanto fosse realmente speciale la mia dolcissima Vaniglia - disse molto teneramente Grisam, dando un buffetto sulla guancia di Babù, che arrossì di piacere. - Bando alle ciance, ragazzi, continuiamo la storia! Così io, che come ben sai mi lascio leggermente trasportare dalle emozioni quando sono arrabbiata, tornai a casa infuriata, urlando a Grisam che non sarei mai più stata la sua ragazza, ed entrando in casa vidi che c'era un ospite in più alla nostra festa di compleanno: Jim e Vaniglia stavano seduti sul divano del salotto, facendosi gli occhi dolci. Uno spettacolo disgustoso! Salutai entrambi e andai sopra nella mia stanza a prepararmi mentre mia sorella, che ovviamente era già pronta, conversava amabilmente con Jim. Non ho idea di cosa successe mentre ero via, comunque quando scesi trovai Babù che, visibilmente offesa, faceva vistosamente finta di non vedere Jim, e Jim che si curava della musica di sottofondo ostentando il più assoluto menefreghismo - commentò Vì. - Non avevo più avuto notizie di lui per cinque anni, non una visita, non una lettera! - si difese Vaniglia. - Quando arrivarono tutti gli invitati - proseguì Pervinca - cominciammo a scartare i regali. - Il più bello fu proprio il mio - precisò Babù, tornata allegra. - Grisam mi regalò una bellissima collana con un pendente a forma di farfalla, io capii che era il fondamento di una nuova promessa, e gli feci capire che l'avevo accettata. Jim e Pervinca non ebbero il coraggio di ballare insieme, vinti dalla timidezza, stettero a chiacchierare del più e del meno, scoprendo di avere moltissime cose in comune, e così capirono di essere fatti l'uno per l'altra, proprio come e Grisam - concluse sospirando Vaniglia. - Non avrei saputo dirlo meglio, Babù! - esclamò Grisam sorridendole.

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