Mi felicidad es verte feliz *-*

di sarasenpaidesu
(/viewuser.php?uid=469413)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Mi felicidad es verte feliz
“Continuo a dire e ridire che questo posto è noioso. Anzi NOIOSISSIMO….noiosolandia…la città della noia assoluta…non ho mai niente da fare. Perché proprio qui? Davvero, non c’è niente qua. Sto tutto il giorno su Facebook a rovinarmi la vita guardando le foto che pubblicano i miei amici scattate al mare, quel bellissimo mare che non rivedrò più. Il mio mare. Solo una gran malinconia. E’ una settimana che sono lontana da Valentina, mia migliore amica, capite?Non la rivedrò mai più, se non attraverso una stupida webcam.  Mi manca la mia casa, la mia vecchia camera piena di poster, il giardino pieno di fiori che raccoglievo sempre e che facevo diventare splendide coroncine. Mi odiate così tanto?Ho proprio rovinato la vostra vita?Non lo so, spiegatemi. Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?” disse lagnandosi Camilla. Era una ragazza dalla lagna facile, ma non tanto lagnosa.
“Smettila di lamentarti in continuazione. E se non hai niente da fare, tornatene in camera e metti a posto.E’ solo una settimana che sei qui e c’è già un caos impensabile in quella stanza.” Disse sua madre, stanca dei continui lamenti.
“Sempre la solita!Vai a pulire, pulire, sistemare, pulire, lavare, sistemare, lavorare, ecc…” e continuò a lamentarsi. “Sai cosa ti dico?Ora esco e vado a fare un giro.Magari trovo qualche delinquente fuggito dal carcere che mi vuole portare via, così me ne vado assieme a lui e non mi rivedrete mai più” disse con tono convinto, sbattendo la porta.
Cellulare in borsa, frangia raccolta con una spillina, jeans strappati e rabbia. Così Camilla si avventurava da sola per Buenos Aires, la stupenda metropoli sudamericana.
Dopo mezz’oretta che camminava entrò in un parco, il Rosedal.Lo esplorò un pochino, lei amava davvero tanto i parchi di questo genere perché le ricordavano il giardino della sua vecchia casa. Era circondata da fiori coloratissimi, prevalentemente rose, che rilassavano Camilla con il loro profumo delicato.Attraversò un ponte bianco e si rifugiò sotto un gazebo.
Prese il suo cellulare, mise le cuffiette ed iniziò a guardare un video che aveva fatto il giorno in cui era arrivata.Fuori dall’aereoporto di Ezeiza, c’era un ragazzo che cantava e suonava la chitarra.Ne rimase praticamente colpita, la sua voce, la sua canzone, i suoi occhi.Per lei erano magia.
Riguardò quel video milioni di volte fino a quando non alzò lo sguardo e si trovò davanti proprio quel ragazzo.Non ci credeva, era proprio lui.Si spaventò anche un po’, perché pensava di essere sola.
“t…tu….c….che ci fai qui?....ohhh scusa.Scusami.Tu sei il ragazzo che domenica scorsa era alla stazione che suonava la chitarra vero?P…piacere sono Camilla Rinaldi..vengo dall’Italia” disse la ragazza un po’ intimidita.
“Io mi chiamo Diego Fernandez e vengo dalla Spagna, io sono qui da un mesetto. Cosa ne pensi della mia musica?”
“Stupenda. Ti…ehm…la amo. Sei davvero bravo, non capisco perché sei ancora qui in strada e non sei già una star della musica. Per me faresti carriera”
“No no no, per carità.La fama? E’ l’ultima cosa che voglio. Per me la musica è una passione, diciamo che per ora è la mia unica ragione di vita. Non accetterei mai la fama. Troppe persone che ti amano solo per il personaggio che diventi dietro lo schermo. Io voglio essere amato per quello che sono, e voglio che la mia musica venga amata semplice così com’è, senza tanto caos.”
Camilla a quelle parole rimase ancora più colpita.
“Mi piace il tuo modo di ragionare…sono contenta di averti conosciuto Diego.Ora devo andare a casa, sai, ho dei genitori rompiscatole. Me ne sono andata un po’ bruscamente prima, non voglio che si arrabbino ancora di più. Sai sento un tremendo bisogno di libertà”.
I due si salutarono e lei si avviò verso casa.Durante il tragitto saltava, ballava e cantava felicissima. Stava incominciando ad amare quel posto, soprattutto Diego.
“Oddio oddio oddio quanto è carino, dolce,  canta bene, benissimo, è stupendo, intelligente, affascinante, jashkjashfkjsac oddio sono troppo, troppo felice.”
Arrivata a casa, Camilla chiese scusa alla mamma e felice si mise a riordinare la sua stanza.
“Che ti succede Cami?Sei uscita con una rabbia tale che pensavo non tornassi più…invece sei tornata…la tua camera luccica da cima a fondo e non c’è un foglietto fuori ordine, anche se penso che non durerà molto…sembri felice più del solito.” Disse la mamma meravigliata.
“Beh…ho scoperto quanto sia speciale questo posto. Sai c’è un giardino stupendo a qualche minuto da qua, e mi sono sentita libera in quel paradiso.”
“Allora non è arrivato nessun maniaco a chiedere la tua mano?”
“No, nessuno.”
“Va bene. Anche se ti capisco sempre meno. Ora va a dormire e non fare storie. Buona notte tesoro.”
“Buona notte mamma.” E la ragazza corse felice in camera sua, si mise il pigiama e spense la luce. Ne lasciò una piccolina accesa perché aveva una terribile paura del buio.
Si buttò sul suo letto, prese il suo cellulare e guardò per altri miliardi di volte il video di Diego, fino a quando non si spense a causa della batteria scarica.
“Proprio ora ti dovevi spegnere?Telefono inutile odioso brutto e cattivo…” disse sottovoce lanciandolo all’angolo del letto.
“ODDIO NONONONONONONO C’è IL MIO DIEGUCCIO CHE CANTA Lì DENTRO, SCUSA TELEFONO ODDIO TI AMO SCUSA.” Disse preoccupata sotto voce.Lo mise sotto carica e ricominciò a guardare il video altre centinaia di volte. “Sto incominciando ad avere dei problemi seri, forse è meglio che spengo e che ci dormo sopra” pensò.
Dopo qualche minuto la ragazzà si addormentò e fu una nottata tranquilla.
Il mattino seguente.
“Camillina sveglia!!E’ pronta la colazione!Basta fare l’eterna dormigliona.Hai due minuti per alzarti e venire qui..” urlò la mamma dalla cucina.
“Arrivo mamma!”
“Mi sa che mi nascondi qualcosa Cami” disse la mamma confusa. “Sei troppo strana e diversa dal solito.Come mai? Dai a me puoi dirlo, sono la tua mamma.”
“Cosa??Nono ti sbagli” disse Camilla cercando di negare.
“Cosa hai intenzione di fare oggi?Io vado a fare spesa stamattina, e poi oggi pomeriggio…pensavo di andare da zia. Vieni anche tu?”
“No, non offenderti ma ho altri programmi.Stamattina penso che andrò a fare una camminata, oggi pomeriggio avevo intenzione di andare a fare shopping.Fai pure ciò che vuoi, non preoccuparti per me.”
“Va bene.Fai la brava!!!E torna per pranzo, siamo intese?”
“Certo mamma.Ora mi vesto ed esco, torno a pranzo.”
Camilla uscì.Aveva intenzione di tornare in quel posto magico.E poi il pomeriggio…altrochè shopping…il shopping la annoiava a morte.Era una delle prime cose che odiava, avrebbe fatto shopping solo se al centro commerciale lavorasse Diego. Sarebbe tornata al parco. Ormai era diventata una fissa.
 
Angolo dell’autrice.
Ciao a tutti ^_^ questa storia l’ho inventata io, e ho preso come ispirazione il parco Rosedal di Buenos Aires. Cercatelo su internet, è molto bello.
Spero che vi piaccia, e mi raccomando, recensite.
Ciao ciao *-*

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Camilla uscì di casa pimpante e raggiunse il parco. Aveva ricaricato bene il suo cellulare, per far si che potesse rivedere e rivedere quel video. La metteva di buon umore, la faceva sentire in un altro mondo (forse in Diegolandia…) e soprattutto quel ragazzo era davvero bravo sia a cantare che a suonare la chitarra. Si sistemò sotto il solito gazebo e cominciò a guardare il video.
Quella mattina, passarono le ore e Diego non arrivava. Camilla rimase un po’ delusa, aveva tanta voglia di rivedere quel ragazzo. All’ora di pranzo tornò a casa con un faccino un po’ triste.
“Cosa hai fatto Cami? Tutto quell’entusiasmo di prima?” chiese la mamma un po’ preoccupata.
“Niente mamma.”
“Dai su…dimmelo!”
“Ehm….ehm…” Camilla non sapeva cosa rispondere alla madre, così sparò una richiesta a caso tanto per farla stare zitta. “Mi piacerebbe avere un cane Mamma.”
“Ci possiamo pensare tesoro. Se mi prometti che te ne prenderai cura sono sicura che papà non dirà di no”
“Papà papà!!Posso avere un cane? A mamma va bene. Prometto che me ne prenderò cura io.”
“Va bene…promesso?”
“Promesso.”
Dopo aver pranzato, la madre di Camilla andò a fare visita alla zia, il padre tornò al lavoro e lei uscì e tornò nel parco.
Erano ormai le 4 e Diego non c’era.
“Sono una povera illusa. Di certo non verrà di nuovo qui per me come ho fatto io per lui. Di lui so solo il nome, non lo conosco. Perché succede sempre che quando mi piace un ragazzo mi immagino già all’altare col bouquet e l’abito da sposa? Devo smettermela.”
Aveva gli occhi lucidi ma comunque non aveva intenzione di piangere per un ragazzo che nemmeno conosceva, ma che però sentiva tanto unito a lei. Si alzò e continuò ad esplorare Buenos Aires.
Dopo circa tre quarti d’ora che camminava, si fermò impietrita. Aveva ascoltato quella voce, quella chitarra. Seguì la musica e si trovò davanti all’entrata principale dell’aeroporto, e c’era lui. Camilla aveva un sorriso smagliante stampato in faccia, e non riusciva a togliere lo sguardo dai suoi occhi verdi.
Anche Diego la vide.
“Questa canzone la dedico ad una ragazza speciale….dai Camilla vieni sul palco a cantarla con me”
A queste parole Camilla arrossì e corse sul palco iniziando a cantare quella bellissima canzone con Diego.
Difícil vestirme y empezar
El día si no hay sol
Me siento congelado
Me quede sin tu amor
No quiero olvidarte
No debo olvidarte
No puedo perderte
Ni dejarte ir
Y aunque te pierda no me iré
Y aunque me niegues estaré
Y aunque todo el este al revés por ti yo moriré
Y aunque te pierda no me iré
Y aunque me niegues estaré
Y aunque todo el este al revés por ti yo moriré “
Camilla non si era mai accorta di cantare così bene, e Diego rimase stupito dal talento della ragazza.
C’erano circa una ventina di persone davanti a loro e applaudirono entusiasti lasciando anche qualche soldino.
“Sei bravissima Cami.”  disse Diego
“ohh grazie…anche tu.”
I due si guardarono intensamente, ma niente di più.
“Ti va di andare a fare un giretto assieme?” chiese Diego
“Uhm…si...ti va se andiamo al Rosedal? Amo quel posto.”
“E’ così anche per me. Poi magari ci prendiamo un gelato al chiosco. Offro io!”
I due passeggiarono un po’ per il parco e si conobbero meglio. Avevano veramente tante cose in comune, fin troppe. Si gustarono un gelato alla fragola e si misero sotto il gazebo.
“Non vorrei sembrare sfacciata o fuori luogo…ma ti andrebbe di farmi ascoltare qualcosa? Adoro la tua musica. Mi fa sentire bene”
Diego le cantò delle canzoni, e così passò il pomeriggio. Camilla si innamorava ogni accordo di più e il cuore le batteva forte.
Il tempo passò velocemente ed erano già quasi le 20.
Suonò il cellulare di Camilla.
“Cosa vuole mia madre? Mmh…pronto?”
“CAMILLA!!!!!!!!!!!Dove sei e cosa fai? Con chi sei?”
“Mamma stai calma, sono viva, sto bene, ho gli occhiali e ci vedo…che vuoi?”
“Ti avevo detto di tornare a casa per l’ora di cena!!E’ mezz’ora che ti aspetto!”
“Oddio ma che ore sono?”
“Quasi le 20!!!”
“Oddio è tardi! Scusami mamma ma mi si è fermato l’orologio. Torno a casa subito scusami ancora.”
“Ci sono dei problemi?” chiese Diego
“Nono…è che il tempo è passato velocemente e non me ne sono nemmeno accorta. Avevo promesso a mia madre che sarei tornata a casa per l’ora di cena e sono in ritardo di mezz’ora…Scusami tanto Diego ma ora devo andare”
“Ciao Camilla..”
Camilla uscì con fretta dal gazebo ed in quel preciso istante iniziò a piovere. Corse sotto la pioggia…
“Camilla aspetta!!!!!!” disse Diego correndole incontro con la sua giacca “riparati con questa.”
“G…grazie mille….brrr...proprio ora doveva piovere?”
“Dove vivi?”
“a Belgrano”
“Dai che ti accompagno a casa.Facciamo veloce veloce.”
Diego la prese in braccio e corse velocemente sotto la pioggia.
Dopo dieci minuti..
“Ecco questa è casa mia.Grazie mille Diego, sei davvero…”
“Davvero???”
“Davvero…davvero…dolce e sei davvero un bravo ragazzo.Non smetterò mai di ringraziarti.”
“Non devi pensarci nemmeno a ringraziare. L’ho fatto con piacere. Buona notte Cami!”
Salutò la ragazza, le diede un bacio sulla guancia e scappò via.
“Oddio oddio oddio oddio oddioooo mi ha dato un bacio sulla guancia LA CUCARACHAAA LA CUCARACHAAAA” disse cantando e ballando felice la ragazza, che entrò in casa e si prese una bella sgridata.
Ma ne valse la pena: quello era diventato uno dei giorni più belli della sua vita e non vedeva l’ora di rivedere Diego. Ormai sapeva dove trovarlo.
 
 
Angolo dell’autrice.
Ciao a tutti ^_^ ecco a voi il capitolo due, spero che vi piaccia. Aspetto i vostri consigli e commenti nelle recensioni :) Ps non chiedetemi che canzone è quella che cantano perchè sinceramente non lo so...l'ho ascoltata da qualche parte e non ricordo dove, ma cel'ho in testa.


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2004617