My Hero.

di Sloopers_
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** #Prologo. ***
Capitolo 3: *** Capitolo1. ***



Capitolo 2
*** #Prologo. ***


Prologo.                                My Hero.

 
Con la forchetta continuo a torturare gli spaghetti nel piatto, senza prestare minimamente attenzione a quello che blaterano i miei genitori.Da quando ho saputo del trasloco, ho iniziato  a non interessarmi più alle loro conversazioni.
 
«Sarah, domani è il gran giorno. »
 
La voce stridula, ma eccitata, di mia madre interrompe i miei pensieri.Ormai è già tutto pianificato, domani andremo a Philaderphia.Molte mie amiche avrebbero desiderato con tutto il cuore essere al posto mio.Lo sarei stata anch'io se non fossi fidanzata.Ebbene sì, ho un ragazzo, e mi spezza il cuore lasciarlo.
Molta gente dice che le relazioni a distanza sono stupende, perfino più di quelle reali.Ma nulla può sostituire un bacio o un abbraccio dalla persona amata, nemmeno le videochiamate.
 
«Purtroppo lo so. »
 
Chino la testa e mi mostro il più possibile triste.Come se, in qualche modo, potessero cambiare idea e rimanere quì, a Milano.
 
«Dai non fare così, ti troverai bene. »
 
La voce decisa ma allo stesso tempo apprensiva di mio padre mi fa ragionare: forse ha ragione.Accenno un sorriso alquanto forzato e, senza pensarci troppo, finisco la cena.
 
                                                                                **
 
Fisso il mio riflesso nello specchio e mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.Mi sciacquo il viso accuratamente.
Meglio che vada a dormire, domani sarà un giorno pesante.
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Angolo autrice.
E' solo un piccolo prologo,
se siete incuriosite o volete solo appoggiarmi Recensite!
 

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Capitolo 3
*** Capitolo1. ***


Capitolo1.               My Hero.
 
Sono già le dieci. Mi sveglio e chi c'è di fianco a me? Dave.
E'  seduto accanto a  me e mi accarezza la guancia. Un brivido mi attraversa il corpo, lo amo ancora come il primo giorno. Lentamente si avvicina a me , mette una mano attorno al mio collo. Lo accarezzo i capelli, riesco a sentire il suo profumo. Mi guarda con quelle pupille splendide, attorniate da un iride azzurra sfumata di giallo. Socchiudo gli occhi per assaporare meglio ciò che viene dopo. 
«Non mi saluti?»
Vedo April all'uscio della porta, con le braccia divaricate.
Le sue labbra carnose si stendono in un meraviglioso sorriso. 
Corro ad abbracciarla, mentre i suoi ricci mi solleticano le guance. Subito dopo riesco a vederla meglio, mentre delle lacrime amare si fanno strada tra il suo viso. L'abbraccio ancora più forte. Mi mancheranno le sue risate, le nostre conversazioni, mi mancherà tutto.
Mia madre mi aspetta giù, ho giusto il tempo di vestirmi.
Indosso una t-shirt ed un paio di pantaloncini. Riesco giusto a darmi un occhiata allo specchio: gli occhi vispi e verdi sono ormai solcati da un paio di occhiaie e i capelli, anche loro in uno stato pessimo, sono ancora racchiusi in una coda.
«Forza, andiamo!»
La voce rotta dalle lacrime di April risuona nella mia stanza. Mi accompagneranno loro all'aereoporto.
Già in auto il viaggio si fa problematico. Tra gli schiamazzi dei miei genitori e le prediche di April e Dave c'è anche il traffico. Perfetto.
Mio padre, dal retrovisore, lancia uno sguardo tagliente verso Dave; prima di parlare.
 «Dave, spero che tra te e mia figlia non ci siano problemi»
Dave annuisce guardandolo imbarazzato, mio padre adora torturarlo.
Afferro con dolcezza la sua mano, per poi addormentarmi sulla sua spalla.
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E' tempo di saluti, abbraccio con forza Dave e April, sapendo che non l'avrei rifatto per molto tempo.
«Verrò a trovarvi!»
Urlo verso di loro, ma so  che non può  andare cosi. Mi limito a seguire i miei genitori, finchè non entriamo nell'aereo.
Fortunatamente siamo in prima classe. Riesco  a non pensare a Dave, April e tutto ciò che ho rimasto a Milano, addormentandomi, con la testa abbandonata sullo schienale.
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Mi sveglio bruscamente.Appena esco dall'aereoporto rimango  a bocca aperta: è fantastico. Un taxi ci stava aspettando e, una volta caricate le valigie, posso godermi il panorama.
Inizia a piovere, getto un’occhiata ad una delle ampie vetrate del Once Upon a Time Café, osservando le gocce d’acqua che si infrangono sul vetro.
«Sarah, siamo arrivati!»
La voce di mia madre mi riporta alla realtà, ecco, sono arrivata. Non l'avrei mai detto, ma sono felice.
Mio padre indica il grattacielo in cui vivremo, non riesco a parlare dall'emozione.
Attraverso la strada a passo svelto, calpestando l’asfalto bagnato e colmo di pozzanghere.
«Oddio, sono felicissima!»
Abbraccio, quasi involontariamente, i miei genitori. E' da tanto che non lo faccio.
Una volta entrati si intravede la  casa: bella, molto grande, di un colore arancione spumeggiato, si può notare il salone molto spazioso e grande. Salendo le scale di marmo, all'interno della casa, si arriva su; il pavimento di questa sala è, anche questa volta, di marmo  sul quale si poggiano mobili antichi e due divani arancioni non molto accesi. Ci sono due bagni e due camere.
Scendo subito giù per dare una mano coi bagagli, dopodichè sprofondo nel divano.
 


 
 
 
 
Angolo autrice.
Chiedo scusa per il ritardo, ma non avevo le idee chiare.
Ho deciso, quindi, di sviluppare la storia capitolo dopo capitolo, senza, però, cadere nel banale.
Questo è solo il primo capitolo, nel prossimo parlerò meglio di Sarah e ci sarà una sorpresa.
So che questo capitolo è un po noioso, ma è solo l'inizio.
Alla prossima :) 
 

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