The SnakeS Begin

di leleStory
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - The Meeting - ***
Capitolo 2: *** A Perfect Project ***



Capitolo 1
*** - The Meeting - ***


The Meeting

 

Martedì 14 Aprile – 12:30;

 

:- Forza su Senex che tra un po suona e ce ne andiamo tutti a casa!!!
:-Forse tu andrai a casa, io resto qui, ho.. da sbrigare qualche faccenda!
A quel punto, il suono della Gloriosa Campanella mezza distrutta dell' androne D decretò la fine di un' altra giornata scolastica da schifo, ovviamente non c'era stata un ora passata in religioso silenzio o Per Caso religioso studio. Ero davanti alle macchinette mentre sorseggiavo una bibita e sentivo da tutte le parti ragazzi e ragazze che mi salutavano, chi con una pacca sulle spalle, chi con un occhiolino da lontano, chi con baci e chi con sonori :-Ciao Cohen. ( una sottospecie di Coglione, però strano).

Mentre vedevo tutti salire sull' autobus che li avrebbe condotti alle proprie dimore, il panorama davanti scuola era a dir poco fenomenale: oltre il piccolo cancello c' era il piazzale dove i professori parcheggiavano le macchine, era grande almeno 2 campi da basket; Poi lo sguardo si perdeva tra le praterie del convento delle suore di clausura, ed anche questo erano ben 100 ettari di campi coltivati, Granoduro, Mais, Alberi da frutto e un viale lunghissimo alla Toscana con grandi cipressi ai lati. Ma la visione più bella era il Sole, il grande motore della vita della natura, arancione che quasi si confondeva con il colore del cielo all' orizonte.
Stetti una decina di minuti, a pensare agli affari miei, poi sentii Giovanni che mi chiamava da lontanoe mi informava che entro pochi minuti avremmo cominciato la nostra lezione di Musica. A quei tempi già suonavo la chitarra da 4-5 anni, e a dire il vero ero un po preoccupato pechè sapevo che dentro quella stanza, la numero 26, ci sarebbe stato qualcuno più bravo di me. Io ero il solito ragazzetto di 16 anni, che voleva far colpo con le ragazze suonando la chitarra senza contare che puntualmente nessuna mi chiedeva mai di uscire.
Entrai e vidi molti ragazzi dell' istituto che conoscevo di vista, ma non ci avevo mai parlato. Uno mi colpi in particolare, non tanto perchè portava con se una Gibson Les Paul del '88, ma perchè ci avevo parlato una volta o due di musica e di sogni di Gloria.
Mi fece cenno di sedermi vicino a lui e subito mi disse :- Bella Senex!!!; con gesto di amicizia mi strinse la mano ed io ricambiai il saluto. Dopo circa 10 minutientro Giovanni con un altro ragazzo, che sapevamo essere un professore di Chitarra al conservatorio,

e la prima cosa che fece fu proprio guardare me e il ragazzo vicino a me. Entrambi avevamo i nostri strumenti sul tavolo in attesa di cominciare.
Giovanni prese parola e disse:- Benvenuti a questo corso di musica della nostra scuola... ci conosciamo tutti quindi passo subito a presentarvi il maestro he vi insegnerà qualcosa sulla musica. Lui è Pompeo, un autodidatta che ormai da 15 anni ci rompe le scatole con i suoi arrangiamenti in chitarra. ( intanto Pompeo sorrideva, e infatti si conoscevano da parecchio lui e Gio).
Fatto ciò si congedò con altri ragazzi e ragazze a cui avrebbe insegnato a padroneggiare la batteria.
Iniziammo con le presentazioni. Nella prima fila di banchi c' erano:
Martina, Romina e Alessandro

Seconda fila:
Alessio, Luca, Francesco e Antonio.

Terza e ultima fila eravamo:

Io, Roberto e il mio vicino di sedia Claudio.

Furono 3 ore in cui cominciai a capire, grazie alle parole di Pompeo, che la musica, nel nostro caso la chitarra, non doveva essere usato come strumento di attrazione, ma come strumento di Amore, Passione, Determinazione e Pace. Non capivo bene perchè avesse detto pace però il discorso filava!!
Dopo un po che parlava prese in mano la sua chitarra classica e con una delicatezza soave ci fece cadere in un profondissimo stato di Trans. La sua Musica ci trasportava come naufraghi su di una barca, tra la brezza estiva ed il mare lievemente mosso. Una culla dove sogni e fantasie, fluttuavano nelle nostre menti per trovare, ora capisco, la vera e propria Pace.
Non durò tanto la melodia, qualche minuto, forse di meno, ma in cuor mio avevo l' ardente voglia di imparare, forse di eguagliare e magari forse di superare questo mio Maestro, che in quelle poche ore, si poche ma intense come il rosso fuoco, mi aveva letterlmente terapizzato con la musica.
Da Quel giorno, tutti i giorni, Guardo la mia chitarra, la mia piccola grande amica e mi sussurro sempre quella melodia, la quale inconsapevolmente avrei ritrovato in un sogno prima che il Sole si levasse da Est.

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Capitolo 2
*** A Perfect Project ***


21 Aprile; Neanche feci in tempo ad entrare a scuola, che avevo una valanga di persone che mi chiedevano se era vero che stavamo seguendo un corso di musica extrascolastico. Tranquillamente risposi annuendo, alle sette di mattina sfido chiunque a riformulare le frasi che vengo poste, e me ne andai in classe. Durante tutta la giornata, pensai a quella melodia che la settimana prima mi aveva.. non so.. cambiato, tranquillizzato. Verso la terza ora, durante l'ora di Agronomia, Entro un ragazzo che chiedeva di me. La prof. Un po' titubante mi fece uscire e sto mezzo biondo cominciò col dire :- io sono Andrea, la settimana scorsa non sono potuto venire perchè... ecco bhè.. avevo qualche problemino( solo dopo mesi seppi che che aveva avuto un attacco brutaleche l aveva tenuto attaccato al suo cesso di casa per 2 giorni, sembrava raccontata come un qualcosa di mitologico) continuò dicendomi :- Per quelli che staranno con me in questi mesi farò qualche lezione con il basso-. Lì per lì pensai tra me e me un caloroso “Sti cazzi”, però durante il discorso venni a sapere che ero il più grande e il più esperto in materia tra i ragazzi del corso, quindi nei miei sogni di gloria avevo già fatto la mia porca figura. Ovviamente, rispetto a chi Studia invece che strimpellare, io ero un po' indietro con l apprendimento; praticamente le uniche cose che sapevo fare erano arpeggi, note e.. basta. Io e Andrea ci salutammo e lui sparì come era arrivato. Tornato in classe stetti tutto il giorno a pensare a cosa potevo fare per stupire le donzelle che apprendevano con me l' arte chitarresca. Mannaggia non riuscivo a pensare a nienteperchè fondamentalmente non sapevo fare niente. A quel punto rimandai l' esibizione ad un tempo ancora indefinito. Nel pomeriggio, cominciammo la lezione con qualcosa di pratico. Master Pompeo, ci disse a me e a Claudio di seguirlo mentre gli altri rimanevano con un altro maestro che aveva portato Pompeo. Ci portò nell' aula dei ragazzi Disabili, non pensavo a cosa stava per succedere e infatti ci parlò di un progetto, che avevano pensato lui e glia altri maestri compresa la Preside, con il quale la scuola poteva fare concerti sia dentro che fuori l' istituto mediante un gruppo che si sarebbe formato durante il corso. Fu un pomeriggio abbastanza breve, successe tutto molto in fretta tanto che quella sera a cena pensai a cosa ci aveva detto Pompeo riguardo al concerto. Il giorno dopo non andai a scuola, rimasi a casa e chiesi a mio fratello Stefano ( che qualche anno prima aveva finito di suonare la chitarra dopo 2 anni di conservatorio ), se poteva darmi qualche consiglio per aumentare la mia velocità, tecnica e postura con la Bestia (noi la chitarra la chiamavamo così). Per un po' ci stette a pensare perchè era da tanto che non prendeva in mano la chitarra, oramai si era convertito all' elettronica, ma alla fine acconsentì. Mi fece sudare sangue per 6 ore di fila, come facevano con lui al conservatorio, e per tutta la settimana lavorai sulle tecniche che Stefano mi aveva insegnato. Per la mentalità che avevo io a quel tempo, pensai subito di essere diventato un Jimi Hendrix completo. Ne fui così felice che andai fuori sul balcone e urlai :- SONO JIMI HENDRIX!!!!. La risposta non me l' aspettavo però recitava, penso con più voci di coro, caloroso e quasi commovente :- E STI CAZZI!!!. a quel punto rientrai vergognandomi come un cane, e da quel giorno non feci più una cosa del genere. La sera prima di dormire, entrò mia madre dicendomi che i vicini avevano sentito qualcuno urlare dalla nostra parte e riceverne risposta caliente. Mentre lo diceva era piegata dal ridere e sentii dalla stanza accanto mia sorella Francesca, la quale ha una risata che si può udire fino a Saturno, sputare l acua e iniziare a ridere... tutto sommato però non mi pentii dell' azione che compii, anzi non ci pensai per niente. Le giornate si prospettavano ricche ed entusiasmanti. Circa 3 giorni dopo conobbi a scuola una ragazza che era arrivata nella mia scuola il giorno che ero mancato. Si chiamava Giorgia e venne da me a presentarsi chiedendo se poteva presentarsi al corso di musica. Vedevo in lei, non chiedetemi come, una radiosità nel parlare di musica che non avevo mai visto. Le dissi di stare assolutamente tranquilla, avrei parlato con Giovanni, anche perchè la signorina adorava la Batteria. Piano piano arrivavano sempre più ragazzi a chiedermi di questo corso che, evidentemente, aveva riscosso un gran successo. Quel giorno era un po scuro, pioveva leggermente ma l atmosfera fuori era fresca e rilassante, il vento carezzava i capelli e il f profumo della pioggia appena caduta rischiarava le idee e soprattutto, camminare sul vialone che si percorre per arrivare a scuola quel giorno era un piacere. Per me, lo stare in contatto con la natura, con tutte le cose che circondano il nostro essere è un toccasana, diciamo più una rivitalizzazione del corpo e della mente, e dal poco che ho imparato studiando in quella scuola, il contatto tra uomo e natura Deve essere com marito e moglie. Se non si cura, non si ama o non si accudisce una moglie, si rischia di perderla e una volta andate le cose non tornano più indietro.

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