Noi ricordiamo

di Zeepbels
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Glimmer: Acting ***
Capitolo 3: *** Cato: Emptiness ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo 

 
Fulvia appallottola un altro foglio e lo getta verso il cestino, mancandolo di un bel po’ di centimetri. Le serve un’idea. Qualcosa di geniale, che possa attirare l’attenzione di tutti, a Panem. Distretti, Ribelli, persino Snow deve prestare ascolto ai suoi passaggi propagandistici. Ma non le viene niente, la mente è come svuotata e gli occhi le bruciano per le troppe ore di lavoro sotto la debole luce a neon del Distretto 13. Eppure ci deve essere qualcosa …
La donna appoggia sconsolata la schiena sulla sedia di plastica su cui è seduta, guardando con un sospiro il mucchio di fogli scritti da entrambi i lati e poi strappati. Tutti progetti mancati, che all’inizio sembravano buone idee e che poi, una volta sviluppati un po’ si sono rivelati banali e superati. Afferra con l’indice il manico della tazza di caffè, qualche ora prima bollente, e prende a sorseggiarlo sovrappensiero.
Che cosa tiene tutta la Nazione attaccata agli schermi? Gli Hunger Games, ovvio.
Fulvia prende un foglio dalla risma di fogli consegnatale dal 13, ormai quasi esaurita. Prende una penna, mordicchia il tappo solo per un attimo e poi scrive, con la sua calligrafia alta e stretta, Hunger Games.
Stacca per un secondo la punta dalla carta.
Bene, su cosa si basano?
La mano riprende a muoversi. Tributi.
Cosa succede ai Tributi che muoiono? Tornano a casa in una cassa di legno. Vengono dimenticati. Da Capitol City … Ma non dai Distretti!
Sul foglio si formano due parole, poi Fulvia posa la penna, si alza dalla sedia ed esce dalla stanza accompagnata da uno svolazzo di fogli strappati.
Segliere un Tributo per Distretto, parlare di lui, o lei. Perchè non vengano mai dimenticati. 
Noi ricordiamo.


Bacheca dell' Autrice!
Salve gente! Sono Mary, e ho deciso di sospedere la mia prima FF (che potete leggere comunque OuO) per dedicarmi a questo progetto.
Una raccolta di dodici One-Shots, ognuna dedicata a un Tributo diverso, che mi sembra particolarmente adatto a rappresentare il Distretto di appartenenza :)
Ovviamente voi potete consigliarmi nelle recensioni!
Beh che dire, spero vi piaccia :D

PS. A breve dovrei cambiare nome OuO Sarò Zeepbels (vuol dire bolle di sapone lol) 



 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Glimmer: Acting ***


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District 1

Finnick Odair fissa la telecamera, seduto su una poltroncina sul set allestito dalla Troupe di Cressidra in una delle stanze nelle profondità del 13. La spia rossa posta sull’apparecchio lampeggia per tre volte, poi rimane fissa, lì. Come se lo guardasse, in attesa che inizi a raccontare la storia del primo Tributo.
Finnick fa un bel respiro, si aggiusta la giacca scura e comincia.
- Questo pass-pro è dedicato al Distretto 1, perché sono qui per parlarvi di uno dei suoi Tributi. Sono qui per parlarvi di Glimmer. Ho scelto lei come rappresentante di tutte le vittime del Distretto 1, non perché fosse migliore degli altri, ma perché ha una lunga storia da raccontare.
 
Glimmer è seduta sul suo letto, in una delle stanze del centro di addestramento dei ragazzi del Distretto 1. Fissa il pavimento, come intontita. E’ stata appena mandata lì dai suoi genitori. Le avevano promesso che non l’avrebbero mai fatto,spedirla ad allenarsi per vincere gli Hunger Games.
“Sei troppo credulona, cara Glimmer”. Quasi riesce a risentire la voce del suo fratello maggiore, appena varcata la soglia della caserma.
 
- Come sapete tutti, nei Distretti 1, 2 e 4, i bambini vengono allenati fin da piccoli all’uso delle armi. Le famiglie considerano un onore avere un figlio tra i Tributi. La maggior parte delle volte lo è anche per gli stessi ragazzi, che si offrono volontari senza esitazioni. La maggior parte delle volte …
Non nel caso di Glimmer, però. Lei era terrorizzata a morte dall’idea di partecipare ai Giochi. Sperava di scamparla in qualche modo. Magari il suo nome sarebbe stato estratto, prima o poi, e qualcuno si sarebbe offerto volontario al suo posto. Le cose cambiarono radicalmente quando a suo fratello maggiore fu negata la possibilità di proporsi come volontario, per lasciare il posto a un ragazzo più forte.
I genitori le imposero in modo categorico di allenarsi come non aveva mai fatto, per risultare la migliore e prendere parte agli Hunger Games.
 
“Hai diciassette anni, Glimmer. E’ arrivato il momento di fare qualcosa di utile a mantenere alto l’onore della tua famiglia.”
La ragazza non ascolta il padre, tiene gli occhi fissi sul tavolo della cucina, stringendo i pugni.
“Mi scolti?”
“Sì” risponde alzando lo sguardo.
“Domani ci sarà la mietitura, vedi di non deluderci come ha già fatto tuo fratello.”
Glimmer sospira, si alza e va via.
 
- Il resto della storia è ben noto a tutti, ormai. La bella ragazza dagli occhi verdi del Distretto 1 conquista subito la fiducia degli altri Favoriti, ottiene un 9 in addestramento. Sexy, attraente, provocante: un bel boccone per i Capitolini, se vincesse l’edizione. - Finnick si lascia scappare un sorriso amaro.
 
“Ed ora eccola qui, splendente come il suo nome: Glimmer!”
E’ la sera delle interviste e Glimmer si appresta a salire sul palco, accanto a Caesar.
I tacchi troppo alti le torcono le cavigle, l’abito dorato, semitrasparente, la fa sentire scoperta, vulnerabile. Certo, aveva già messo in mostra il proprio corpo prima d’ora. Ma mai si sarebbe sognata di doverlo fare davanti all’intera nazione!
La parole del suo stilista le riecheggiano nella testa: “Tu, qui, sei solo il Tributo sexy, la ragazza provocante, desiderabile. Vedi di recitare bene la parte, non è così difficile, in fondo.”
Già, non lo è, pensa la ragazza non appena incrocia lo sguardo di un capitolino dai capelli viola che, non appena incrocia gli occhi neri con quelli verdi di lei, si passa la lingua sulle labbra.
 
- Essendo una Favorita, Glimmer si unisce subito all’alleanza. Tre Tributi uccisi solo il primo giorno … magari non l’avrebbe deluso, suo padre – Finnick fa una pausa, consapevole che la sua storia non ha un lieto fine. Lo sanno tutti, eppure vorrebbe mettersi a urlare davanti alle telecamere che è tutto uno scherzo, che ciò che hanno visto è una menzogna. Magari lo fosse …
 
Stesa sotto l’abero, accanto a Cato, Glimmer osserva le lingue di fuoco danzare nel buio. Incrocia per un attimo lo sguardo di Clove, intenta ad affilare i suoi coltelli. E’ la ragazza del 2 ad abbassare per prima gli occhi, posandoli sul braccio del compagno di Distretto, stretto intorno alla vita di Glimmer.
Mi spiace cara, pensa Glimmer. La parte va recitata anche qui.
Poco dopo, prende a cercare tra i rami sopra di lei qualche movimento, qualche segno che la ragazza di fuoco sia ancora lassù. È curioso che sia stata un’idea del suo innamorato, Peeta, aspettare qua sotto che scenda. Che sia un piano per aiutarla in qualche modo? L’idea non riesce ad andarsene dalla testa di Glimmer. Magari vuole solo proteggerla … Bah.
“Mai sia che qualcuno protegga anche me” sussurra Glimmer rivolta alle foglie.
 
- La sfortuna - o il destino, fate voi - vuole che sull’albero sotto cui i Favoriti si erano accampati ci fosse un alveare di aghi inseguitori. Non ci sono parole per descrivere cosa accadde dopo, quando la ragazza di fuoco si accorse di quale fosse l’unica arma da utilizzare per scappare. – mentre, sullo schermo dietro di lui, iniziano ad apparire le immagini dei Favoriti avvolti dalla nuvola di ibridi letali, Finnick Odair non si volta a guardare.
 
Gli aghi inseguitori l’hanno ricoperta, ormai. Li sente nelle orecchie, sulle braccia. La pungono sulle labbra, sugli occhi. Il dolore è forte, troppo acuto per essere sopportato da un essere umano. Glimmer non riesce più a pensare, tutti i colori sono diventati accecanti, troppo vividi. Può solo urlare e agitare la braccia nel vuoto, senza capire. Aspettando di cadere a terra e porre fine a tutto quel dolore.
Quando, infine, la sua schiena tocca il terreno umido e coperto di foglie, il dolore aumenta all’improvviso e, così velocemente come era arrivato, svanisce. La ragazza cerca di strizzare gli occhi, ma le palpebre sono come immobilizzate. Vede colori accesi ovunque.
E’ cosi, morire?
Provare a muoversi e sentire le membra rigide, provare a respirare e non riuscirci, e nonostante questo senso di claustrofobia sentirsi bene?
Evidentemente sì.
Finalmente non bisogna recitare nessuna parte.
 
Mentre l’immagine del volto di Glimmer sfigurato dai bubboni velenosi svanisce dallo schermo, Finnick pronuncia le frasi conclusive del pass-pro.
- Questa era la storia di Glimmer, Tributo del Distretto 1 partecipante ai settantaquattresimi Hunger Games. Noi la ricordiamo. La ricordiamo per quello che era in realtà, ragazza sensibile, costretta a recitare una parte che sembrava, solo all’apparenza, fatta apposta per lei. La ricordiamo perché i suoi occhi verdi non possano mai essere spenti.
La spia rossa della telecamera lampeggia di nuovo per tre volte, poi si spegne.
 
Bacheca dell’autrice!
Zalve :) Eccomi qui con il primo pass-pro: Glimmer. È stato particolarmente difficile scriverlo, cioè, avevo previsto che non sarebbe stato facile, ma non così tanto! .___.
Comunque, spero che il risultato vi sia piaciuto ^^ Recensite u.u
- Mary
 

 
 
 

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Capitolo 3
*** Cato: Emptiness ***


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Disctrict 2
 

Finnick Odair punta i suoi occhi color del mare verso la macchina da ripresa e una lieve ombra di preoccupazione gli oscura per un attimo il volto. Questo pass-pro non sarà per niente facile, e lui lo sa. Come si può parlare di qualcuno che è considerato dal mondo una macchina da guerra progettata per uccidere?
“Parla di lui, il suo ricordo è più vivido, fresco, è radicato nella mente di tutta Panem.”
Le parole di Fulvia ancora ronzano da qualche parte vicino alle sue orecchie.
- Il secondo pass-pro è dedicato al Distretto 2, e al suo Tributo … Cato.
 
A volte Cato ci prova a pensare, ci prova davvero a scuotersi da quella nebbia che gli avvolge la mente e il corpo. Da quanto si allena? Non lo ricorda.
Sa solo che, da allora, quella nebbia gli si è attaccata addosso come carta moschicida senza che lui lo volesse. Ha iniziato a nutrirsi delle sue fatiche, dei suoi pensieri, delle sue emozioni …. Finché Cato non si è arreso, finché non le ha ceduto quello che voleva, lasciandolo vuoto.
Ora in lui c’è solo odio, sete di sangue e di vendetta. Vendetta di cosa, poi, non lo sa nemmeno lui …
 

- Sapete tutti come funziona nei Distretti Favoriti – continua Finnick – Cato era un diciottenne forte, sembrava stato creato con il solo scopo di vincere gli Hunger Games e portare l’ennesima vittoria al suo Distretto. Nessuno pensava, però, al fatto che nessun bambino nasce con il cuore e l’anima intrisi di sangue e violenza, ma che questi sentimenti possono solo essergli inculcati dentro con il tempo, fino a lasciare tracce troppo profonde.
 
Un colpo, e la testa del manichino del centro di addestramento rotola a terra. Quasi contemporaneamente una spada si conficca nel cuore di un altro, poco distante. Al terzo viene tranciato un braccio, il ventre del quarto è attraversato dalla lama da parte a parte.
I manichini diventano sempre di più, iniziano a muoversi, tentano disperatamente di difendersi. Il legno diventa carne, la segatura che esce dai fantocci si trasforma in sangue caldo e dall’odore pungente che riempie le mani, le narici e la bocca di Cato. Il sangue inizia a schizzare, sgorgare, colare ovunque, riempiendo il vuoto che è dentro di lui.

 
- Letale, una volta nell’arena, Cato è come una tempesta che travolge tutto ciò che incontra. Spietato, sembra davvero che non abbia punti deboli. Subito, con gli altri Favoriti, si mette alla ricerca della Ragazza di Fuoco ... – la voce di Finnick si fa più grave - Mentre lo guardavo a chilometri di distanza dall’arena, attraverso uno schermo, più volte mi sono fermato a chiedermi come può una persona essere così violenta e distruttiva. Il corpo non si ferma, paralizzandosi all’improvviso? La mente non smette di funzionare, sconvolta da così tanto orrore? Perché qualcuno non entra nell’arena e lo ferma? Eppure, poi, smettevo improvvisamente di pensare come uno che in quella situazione non si è trovato, ma come uno che ha compiuto le stesse azioni …
Finnick nasconde il volto tra le mani, le spalle scosse dai singhiozzi: - Pochi di voi hanno idea di cosa si provi, non capisci più nulla, hai dentro di te solo una furia cieca e sorda. Puoi solo distruggere, spezzare, strappare … sei vuoto, ed è difficile ritornare un essere umano.
 
Nella corsa, è come se, assieme ai brandelli di vestiti che rimangono appesi ai ramoscelli dopo essere stati strappati, ci restasse anche un pezzo della sua volontà. La voce di Clove si propaga per il suo corpo, rimbombando nel suo vuoto come un eco doloroso.
Quando arriva da lei, è troppo tardi. Sfiori con la punta delle dita la rientranza provocata dal masso sulla sua tempia, non esce nemmeno sangue. Il suo respiro è ormai ridotto a piccoli soffi che escono con fatica dal petto esile della ragazza. E piano piano si spegne anche questo lieve segno di vita.
Sente una voce urlare il nome di Clove, e non capisce subito che si tratta della sua. Perché urla, ora?
Perché quella ragazza piccola, e come lui trascinata nel vortice della letalità, così simile a lui eppure così diversa, ora non c’è più. Perché quella voce sottile come quella di una bambina, che lo aveva tanto scosso la prima volta che l’aveva udita, non rimbalzerà più sulle pareti del suo vuoto.

 
- Sapete bene tutti quale è stata la fine di Cato, probabilmente una delle più orrende di tutta la storia degli Hunger Games – sospira Finnick – E se lo avete odiato, se avete desiderato la sua morte, fermatevi un attimo, e immaginatevi di essere in lui mentre gli ibridi lo dilaniavano.
Finnick si alza e va via, senza nemmeno aspettare che la telecamera venga spenta.
 
Ormai, Cato non sente più il dolore. Probabilmente non ha più nemmeno un nervo funzionante. Non può più urlare, o pensare. Non cerca nemmeno un disperato modo per salvarsi.
Sa solo che ha fallito, sa di essere crollato come un castello di carte. Lo ha capito solo adesso.
Aspetta solo che la freccia di Katniss faccia finire tutto. Vuole porre fine a quell’agonia.
E quando il dardo tanto atteso raggiunge ciò che resta della sua bocca, il mondo finalmente si tinge di rosso, poi di nero. Infine il nulla
E il suo vuoto si riempie una volta per tutte. 


Bacheca dell'autrice!

Si ... ehm ... sono tornata. Non so nemmeno cosa dire, non mi giustifico in alcun modo, vi dico direttamente che non avevo ispirazione nè voglia di scrivere ... .-.Ma eccomi, questo è il mio secondo pass-pro ... Per chi non mi ha mai seguita o non ha mai letto qualcosa di mio, consiglio di leggere questa raccolta e di darmi un parere, mi piacerebbe molto :)

Salvo complicazioni, la storia del terzo tributo dovrebbe arrivare presto :3
Mary


 

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