Autoreverse

di IdolsDimples
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Kimberly's P.O.V. 

Alzarsi la la mattina alle 3:04 perché ci si è resi conto di aver dimenticato la propria sorellina all'asilo, è la cosa più entusiasmante che possa succedere all'alba a casa Holmes.
Mi alzo tremendamente veloce e assonnata.
Come cazzo si fa a dimenticare la propria sorella a scuola?
Non che avessi avuto una giornata impegnativa, il giorno prima, ma se la avessi avuta mi sarei detta "Dai Kim, sei giustificata, hai avuto una giornata stressante" e invece NO!
Avevo passato tutta la giornata (letteralmente tutta) a letto! A leggere un cazzo di libro per la scuola che nemmeno mi è piaciuto!
Bene, di bene in meglio: la macchina non parte.
Ma porca di quella padella che ho rotto Domenica cucinando una frittata!
Bicicletta, dove minchia sta la bicicletta?
Le domande della vita.
Preferirei farmi altre domande, ma in questo momento necessito di quella fottuta bicicletta a fiori, tanto quanto i cammelli hanno bisogno di riserve d'acqua nelle gobbe!
Bicicletta bicicletta bicicletta ho realmente bisogno di te quindi salta fuori!
Dietro lo scatolone non c'è.
Dietro l'armadio neanche.
Dove sta la bicicletta? Eccola qui! No, scherzavo.
Oh minchia, non c'è la bicicletta!
Me la devo fare a piedi.
In questo momento l'unica cosa che vorrei è sapere tutte le lingue di questo splendido pianeta, per poter bestemmiare in ognuna di queste.
No, non bestemmio, mi limito alle parolacce.
Io e la finezza siamo letteralmente sorelle ma si sa, in famiglia non può tutto venire a me.
E no, non è mia sorella la finezza.
Mi sa che in casa nostra è proprio l'unica cosa che manca.
Comunque, ritornando a questa fottuta bicicletta, non c'è.
L'abbiamo regalata ai bambini poveri un mese fa.
Gesto nobile, lo so e sto rimpiangendo di averlo fatto, dato che ora ne avrei urgente bisogno.
Mi incammino velocemente per le strade di questo paese in culo alla balena che ha mangiato Pinocchio, contando il fatto che ho già perso moltissimo tempo.
Ok, ho circa un ora di tempo per raccontare qualcosa di me, dato che la strada è lunga e non sapete nemmeno il mio nome.
Mi chiamo Kimberly Holmes e vivo a Holmes Chapel (stupenderrima coincidenza).
Sono una Barbie che veste tutto di rosa: borsette ROSA, tacchi ROSA, gonne ROSA, pantaloncini effetto mutanda ROSA, top tremendamente scollati ROSA, calzini ROSA, reggiseno ROSA... no, scherzavo, quello è trasparente.
Ok è tutta una presa per il culo, non sono la classica capo cheerleader rifatta di tette, culo, naso e bocca, che sta col capo della squadra di football e se la fa con tutti i fighi possibili e immaginabili.
Sono una normalissima adolescente diciottenne che frequenta l'ultimo anno di liceo... o meglio, deve ancora iniziarlo, dato che è estate.
Ho i capelli castani lunghi appena sotto al seno, lisci, tremendamente lisci e a me, in tutta onestà, piacciono cosi.
E' da tre anni che li tingo, andando a finire che ho i capelli mezzi biondi alle punte.
Sono quel tipo di ragazza da 'felpa larga e pantaloni attillati', non mi piace mettere in mostra il mio corpo.
Sono alta 1.70 centimetri e si può dire che non mi lamento... circa, a volte mi sento parecchio nana con un fisico assolutamente schifoso: ne magra, ne grassa ma con quella pancetta che fa venire voglia di tagliare e metterla nella griglia insieme al pollo!
Le mie scarpe preferite sono le Nike, principalmente bianche.
Colori preferiti... verde, blu e nero.
Di carattere si può dire che io sia un angioletto sceso in terra, per certi versi.
Sono dolce, simpatica, gentile, altruista, e tante altre cose ma si sa: i difetti superano ogni cosa!
Posso essere tutto ciò che di buono c'è nel mondo, ma l'essere stronza, pignola, antipatica (con chi mi gira), testarda e vendicativa... beh lo sono tre volte tanto.
Oh, ecco l'asilo.
Bene, alle 3 di notte a cercare la propria sorella, sempre sperando che Dio esista e abbia lasciato qualcuno a prendersi cura della mia piccolina.
Ed eccola la, da sola ad un tavolino rosso, che dorme come un ghiro.
Mi dirigo alla porta principale, trovandola stranamente aperta.
Con quale mentalità si lascia una bambina di quattro anni a dormire in un asilo con la porta aperta, soggetta a rapimento o rapina?
Uh, non sono in posizione di poter parlare, almeno oggi.
Entro piano, cercando di non svegliarla ma un rumore di passi interrompe i miei movimenti furtivi.
"Chi è lei?" manco avessi un passamontagna in testa.
"Jade, sono Kimberly."
"Chi?"
"Kimberly."
"Che ci fai qui?"
"Io ho... ho dimenticato mia sorella qui sta mattina e... me ne sono ricordata un'ora fa così mi sono alzata di corsa e mi sono fatta la strada a piedi perché non trovavo la bic..."
"Zitta, ti sembra maturo abbandonare la propria sorella all'asilo fino a quest'ora? Un'ora indecente, per di più!"
"Calma, non l'ho abbandonata! L'ho... scordata..."
"E' la stessa cosa, ragazzina. Io ho rinunciato a tornare a casa questo pomeriggio per tenere la tua mocciosetta."
"Si lo so, scusa non succederà più."
"Infatti, non succederà più."
La nostra accesa conversazione finisce lì, non appena un leggero mugolio fa voltare entrambe verso la mia sinistra e la sua destra.
"Kim...?" domanda una testolina rossa a me familiare, strofinandosi gli occhi leggermente inumiditi dal sonno.
"Si piccola sono io"
"Perché sei arrivata così tardi?" chiede assonnata, lasciandosi sfuggire un leggero sbadiglio e allungando le braccia nella mia direzione per farsi prendere in braccio.
"Perché mi ero scordata di avere una sorella di quattro anni" "Perché ho avuto dei contrattempi."
"Cosa è un contrattempi?"
"Contrattempo, Cà, contrattempo! Sarebbe un impegno... all'ultimo minuto!"
"E che contrattempo hai avuto?" minchia Cà, non complicarmi la vita mentre quella donna facocero ci guarda!
"Te lo spiego domani, andiamo a casa per favore?"
"Mmh... si"
"Grazie, aspettami un attimo lì sulla panchina, devo parlare con la donna facoc... la signora Jade" cazzo, c'è mancato poco.
"Si" ma che sorellina ubbidiente che ho, fortunatamente.
Aspetto che faccia qualche passettino verso la panchina a 3 o 4 metri da noi e mi giro con uno scatto velocissimo verso il rinoceronte, congiungendo le mani in segno di preghiera.
"Ti prego ti prego ti prego ti prego, possiamo sorvolare questa volta?"
"Kim, è la quarta volta in un mese che ti succede, non posso lasciare i miei figli a casa da soli di notte... sono piccoli!"
"Lo so e mi dispiace ma capiscimi, la scuola mi distrugge."
"Kim... è Luglio."
"E allora?"
"E' estate..."
"E allora?"
"Non hai scuola."
"Quindi?"
"Mi stai prendendo in giro?"
"Jade, non sono brava a trovare scuse. Fai finta che abbia detto una cosa intelligente, ok?
"No. Non posso passarci sopra ogni volta come se nulla fosse."
"Ti prego, per favore, ti scongiuro, ti supplico! Farò qualsiasi cosa!"
"Qualsiasi?"
***
Ok, non era decisamente quello che intendevo con "qualsiasi" ma ormai il danno è fatto.
Mi trovo nell'asilo della mia sorellina a badare ai lattanti, dalle 6 della mattina alle 19 di sera e avrei dovuto continuare questo "lavoro" per un mese.
Un mese!
Ma dico, siamo pazzi?
Ho una vita sociale io!
Ho bisogno di vedere il mondo!
Devo vedere un pulcino che esce dal guscio, un serpente che caga, un arcobaleno bianco, come si crea un cuscino, mungere una mucca, mettere la sella a un cavallo, fare la cacca rosa, dipingere un quadro, diventare famosa, conoscere Johnny Depp, sposarmi con Brad Pitt, fare la lap dance in una discoteca per gay, avere un amico omosessuale, sposarmi in una fattoria, baciare un maialino,...
SONO TROPPO GIOVANE PER MORIRE TRA PANNOLINI E LATTE OMOGENEIZZATO!
E no, non sono esagerata.
"Bambini su, cosa volete fare?" mi sembro tanto la nonna che cerca di tenere a bada i nipotini.
Aspetta un minuto... la nonna!
"Bambini, chi vuole mangiare?" così vi strozzate con le briciole del biscotto!
Dei gridolini di approvazione si levano in aria "Io, io, io" continuano.
Si vede che odio i bambini?
La mia piccola testa rossa è l'unica che amo, adoro, sopporto.
A proposito,... dov'è Cà?
"Vedi che è stata buona la mia idea di farti lavorare qua? Così non puoi perdere di vista Candice."
Si, peccato che esattamente ora io non sappia dove sia!

Harry's P.O.V. 

Ero sbarcato dall'aereo da meno di dieci minuti e già una folla di gente era accalcata all'uscita degli arrivi.
Non che mi dessero fastidio tutte quelle attenzioni, anzi mi facevano sentire desiderato, apprezzato, ma certe volte avevo bisogno del mio spazio, tipo ora.
Vorrei fermarmi da ognuna di queste ragazze, a fare foto e autografi facendo realizzare i loro sogni e rendendole felici, ma la verità è che sono troppo stanco anche per parlare.
Io e l'ammasso di guardie del corpo e il personale della sicurezza dell'aeroporto ci dirigiamo il più velocemente possibile verso l'uscita principale che dà sul parcheggio, dove mi aspetta la mia amata Range Rover.
Quanto mi era mancata!
Tra un volo e l'altro per interviste e concerti in vari paesi, ho dovuto abbandonare la mia piccolina in uno dei pochi parcheggi della mia cittadina.
Nonostante la visibile stanchezza che mi spinge a chiudere gli occhi, entro velocemente in macchina e mi muovo lentamente e con attenzione sperando di non investire nessuno sotto alle ruote.
Una volta fuori, imbocco una delle strade meno affollate e inizio ad aumentare la velocità, avvertendo quel senso di libertà e spensieratezza che mi mancava da un po'.
Ultimamente la vita da superstar si fa sempre più pesante.
Oggi è il 19 Luglio 2013 e sono le 00:36, tra 4 giorni sarà il terzo anniversario della band e ultimamente abbiamo avuto una miriade di crisi.
Best Song Ever è stata rubata e messa su Tumblr, quando invece sarebbe dovuta uscire il 22 a mezzanotte, per festeggiare contemporaneamente i nostri anni insieme.
Il mio profilo Twitter è intasato dai troppi tweet delle fans ma non gliene faccio una colpa, vorrebbero solo essere seguite da me e gli altri componenti per farci sapere che esistono anche loro.
Il profilo Twitter di Niall è stato hackerato.
Qualche settimana fa c'è stato l'ormai famoso rumor che diceva che eravamo riusciti a liberarci della Modest, cosa assolutamente falsa.
Le Larry Shippers, dopo questa voce messa in circolo da chissà chi, aspettano ansiosamente il coming out da parte mia e di Louis, per poter sicuramente rinfacciare alle altre Directioners di aver avuto ragione sul nostro rapporto.
E se ve lo state chiedendo no, non siamo omosessuali.
Abbiamo un'amicizia talmente profonda che può sembrare amore, ma è amore fraterno, non amore amore.
Insomma, troppi problemi si susseguono l'un l'altro e noi non riuscivamo più a reggerli, tanto che abbiamo deciso di comune accordo di prenderci una pausa per andare a trovare le nostre famiglie e a rilassarci davanti a una tazza di cioccolata calda.
L'unico pensiero fisso nella mia mente è uno, anzi due: Gemma e mia madre.
Mi mancano infinitamente e pensare che tra qualche minuto le potrò riavere tra le mie braccia mi riempie di una gioia immensa.
Sono già arrivato al centro di Holmes Chapel, dove le poche luci dei lampioni illuminano la strada deserta.
Decido di fare una breve sosta ed incamminarmi per qualche minuto sui marciapiedi bui.
Non faccio nemmeno in tempo a fare più di tre passi, che sento dei singhiozzi.
Spalanco gli occhi preoccupato e, guardandomi intorno cerco di capire da dove provengono.
Noto ai piedi di un albero una bambina piccola dai capelli rossi che si asciuga insistentemente le lacrime che non riesce a frenare.
"Hey..." sussurro appena, sicuro che lei mi senta.
Infatti è così, alza di scatto la testa spaventata e mi guarda con gli occhioni neri come la pece e lucidi.
Mi siedo lentamente affianco a lei, non certo che non si possa spaventare.
"Ciao..." mi risponde timidamente.
"Ti ho sentita piangere... stai bene?"
"No... mia sorella preferisce gli altri bambini a me. Non trova più il tempo per giocare un pochino con me."
"Sono sicuro che non è così, magari è solo un po' più impegnata del solito."
Prosegue un lungo silenzio durante la quale la bambina, che evidentemente ha deciso di fidarsi di me, si accoccola al mio petto.
Poi mi sorge un dubbio.
"Ma tua sorella sa che sei qui tutta sola?"
Lei scuote la testa in segno di dissenso, continuando a piangere sulla mia maglietta e provocandomi una tenerezza assurda.
"E dov'è lei ora?" che sorella irresponsabile.
Sento farugliare qualcosa di simile a "l'asilo" e capisco subito che si riferisce all'asilo comunale di Holmes Chapel.
"E va bene, andiamo da lei."
La tiro in braccio senza fare fatica e inizio a camminare verso la giusta direzione con la bambina in braccio.
"Tu! Metti immediatamente giù quella bambina."

Ed eccomi qua con una nuova fanfiction!
Vi piace il primo capitolo?
E' il più lungo che io abbia mai scritto (non che sia un poema ma ci ho messo un giorno e mezzo a scriverlo!).
Ho in mente una storia bellissima (o almeno ispira a me) per questa fanfiction.
Spero vivamente che vi piaccia così tanto da avere il buon cuore di lasciarmi una stramaledettissima recensione.
Positive, neutre o negative, ma me le lasciate? Vi supplico!
Detto questo vado al mare e mi auguro di trovare almeno una recensione al mio ritorno (anche di più).
NON PUBBLICO IL PROSSIMO CAPITOLO FINO A CHE QUESTO NON ARRIVA ALMENO A 5 RECENSIONI.
Grazie, vi adoro (sia lettrici silenzione che non, anche se preferisco quelle che si fanno sentire ahaha)
-Giorgia.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Kimberly's P.O.V.

"Tu! Metti immediatamente giù quella bambina."
"E perché dovrei? Si è persa, la sto riportando da quell'irresponsabile della sorella che si, l'ha abbandonata." ah, ha pure voglia di scherzare?
"Non l'ho abbandonata!"
"Saresti tu la sorella?"
"No, sono il Grinch. Guarda che naso buffo che ho." dico ironicamente.
L'idiota si avvicina con sguardo severo.
Aspetta, ma io questo idiota lo conosco!
"Si, in effetti hai un naso buffo. Tieni tua sorella e stai attenta che non si svegli."
Ci avviciniamo per passare la bambina dalle sue braccia alle mie... cazzo Styles, sei troppo vicino.
Si allontana lui imbarazzato, strano!
"Simpatico" mormoro seccata.
"Ti sembra giusto abbandonare una bambina piccola?"
"Ancora con questa storia? Non l'ho abbandonata."
"Ah no? E che ci faceva sotto quell'albero a piangere?"
"Mai sentito il detto 'mai giudicare un libro dalla copertina'?"
"Si, che centra?"
"Centra che se non sai la storia non puoi giudicarmi."
Seguono attimi di silenzio durante i quali lui apre e chiude la bocca come per dire qualcosa, pentendosi subito dopo.
"In ogni caso saresti dovuta essere più attenta."
"Senti Styles, è mia sorella. Non dico di poterci fare ciò che voglio perché non è una bambola, ma tu non sai la nostra situazione economica e familiare quindi stai zitto!"
"Sei una Directioner?"
Cioè fatemi capire, di tutto il discorso serio che gli ho fatto, lui ha capito solo 'senti Styles'?
"Oh Madonna. Harry, a questo mondo, bene o male, vi conoscono tutti."
"Quindi non sei una Directioner?"
"Ma ci sei o ci fai?"
Giuro, se non lo uccide qualcun'altro ci penso io!
Mi guarda con espressione indecifrabile.
Vuoi vedere che...
"Ma certo che non capisci proprio un cazzo!"
"Non è che non ho capito, è che non mi era chiaro..."
Mi batto una mano sulla fronte.
Perché tutti devono complicarmi la vita?
Ce l'ho già abbastanza incasinata di mio!
"Senti, non stiamo parlando dell'essere una Directioner o meno, ma semplicemente del fatto che tu non sai che tipo di vita conduciamo. Non tutti hanno i soldi che escono dal culo solo se respirano. Non tutti possono permettersi una merda di Range Rover perfettamente immacolata e lucida. Non tut..."
"Hai reso l'idea."
"Odio essere interrotta."
"Sono cose che capitano."
"Quindi se ti tiro un pugno in faccia sono cose che capitano?"
Mi piace scimmiottare la gente.
"No."
"Ah scusa, non posso rovinare il tuo bel faccino commerciale."
"Non è divertente."
"Sparisci bimbo montato."
"Sono una persona estremamente paziente, ma ad essere offeso non ci tengo proprio."
"Senti... Candice si sveglia se continuiamo a battibeccare e ad alzare la voce di un tono ogni volta. Vieni con me."
"Chi ti dice che voglia venire con te?"
"Mi sembrava volessi continuare la conversazione."
"No, non ne ho voglia."
"Bene, allora stai qua. Onestamente per me è meglio finirla qui, non ho bisogno di perdere tempo con te. Ci si vede." e il tutto è completato da un teatrale gesto con la mano, che brava che sono.
Inizio a camminare dandogli le spalle e lo sento sbuffare dietro di me, e ma dai non mi sembra che sia così difficile da capire.
"Aspetta, vengo con te."
Dio, perché mi odi?
"Il mio era tipo un invito, un messaggio nascosto che diceva 'Non ho voglia di continuare, vattene e a mai più' perché è così difficile da capire?"
"Non è difficile da capire, si capiva perfettamente dal tono che avevi usato..." un'altra parola e non rispondo di me "...ma io vengo lo stesso."
"Perché Dio, perché?" urlo dando le spalle al riccio e iniziando a camminare.
"Ti sento." e sai quanto me ne frega?
"Non me ne frega niente."
"Che fai?"
"In che senso?"
"Perché cammini?"
"Ehm... perché ho le gambe?"
"Ehm... intendo, non hai la macchina?"
"Ehm... no."
"La smettiamo con questi 'Ehm', per favore? Vuoi un passaggio?"
"Si."
"Si cosa?"
"Si, la smettiamo con gli 'Ehm'."
"Ripeto, vuoi un passaggio?"
"Ti sembro invalida?"
"E che centra?"
"Mi ispirava, volevo dirlo.""

Harry's P.O.V.

"Mi ispirava, volevo dirlo." ma mi prende in giro? 
Le chiedo se vuole un passaggio e mi viene a chiedere se mi sembra invalida?
Che mondo di matti.
"Allora?"
"Allora cosa?"
Tesoro, mi sembra che ora sia tu quella che non capisce.
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli.
"Il passaggio, lo vuoi? Facciamo prima."
"E se ci fotografano?"
"Vedi qualcuno alle 2:00 di mattina in giro?"
"Potrebbero mimetizzarsi in alberi."
In assoluto, le sue scuse, sono le più stupide ma credibili che io abbia mai sentito.
Questa ragazza vuole farmi impazzire.
"Potrebbero, si, ma non sono così intelligenti."
"Mi stai dicendo che sono intelligente?"
"Sei brava a rigirarti la frittata. Smettiamola, sali in macchina."
La vedo salire un po' titubante nella mia auto.
Andiamo, non sono un maniaco sessuale!
Anche se i giornali tentano di dimostrarlo...
"Non ti mangio mica." ammicco verso la sua postazione.
Ad essere onesti la situazione mi spaventa e diverte al contempo.
Entra titubante in auto, non rivolgendomi uno sguardo.
Ingrano la marcia e mi preparo a partire, non prima di averle rivolto un'altra occhiata.
E' una ragazza davvero bella.
Di carattere, ma bella.
Qualcosa mi dice che questa sarà una lunghissima serata, tra discussioni e litigi con questa ragazza di cui nemm...
"Aspetta, ma come ti chiami?"
Aspetto qualche secondo ma, non ottenendo risposta, mi volto verso di lei e la vedo addormentata sul sedile del passeggero con la bambina in braccio, altrettanto sprofondata nel mondo dei sogni.
Sorrido intenerito.
In confronto a qualche minuto prima sembra così indifesa, piccola.
Mi rendo conto solo ora di non sapere dove abita.
Sbuffo interiormente e mi metto a maledire tutti i santi di questo pianeta.
Di sicuro quando si sveglierà mi ucciderà... ma non ho altra scelta.
Sfreccio rapidamente per le strade di Holmes Chapel fino ad una meta precisa: casa mia.

Ok, mi scuso in anticipo in quanto il capitolo è DAVVERO cortissimo.
Se vi dico che sono appena tornata a casa dall'Austria, che sono le 00:01 del 28/07/2013 e sono distrutta dopo 6 ore di camper... mi perdonate?
Vi chiedo sempre le 5 recensioni in più,  fino a far arrivare la storia a 10 recensioni totali.
Inizialmente volevo chiedervi di farmi 15 recensioni totali ma ho rivalutato in quanto:
-il capitolo è una mezza caghetta in cui non succede niente di entisiasmante
-siamo soltanto a due capitoli della storia quindi capisco se non me ne lasciate molte.
Ad ogni modo ribadisco che se non si aggiungono almeno 5 recensioni, la storia non prosegue.
Buonanotte, spero domani mattina di trovare una sorpresina in questa storia (riferimenti puramente casuali).
-Giorgia.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Kimberly's P.O.V.

Niente panico, Kimberly.
Non puoi essere stata rapita dagli alieni, saresti in una stanza bianca con luci puntate su di te e teste vomitevolmente verdi che ti fissano.
Non puoi essere stata stuprata perché non ti fa male... lì!
Ok, tasta la superficie su cui sei distesa... morbida e fresca e... oh cazzo e questa cosa che cos'è?
Sobbalzo indietro impaurita.
Devo trovare una fottuta lampadina, anche un accendino o il mio cellulare, mi basta fare luce...
Aspetta...
Il mio cellulare!
Mi alzo lentamente dal letto, tenendo gli occhi spalancati nonostante il buio totale.
Avete presente quando camminate in una stanza buia, e avete l'impressione che tenendo gli occhi aperti vedrete dove mettete i piedi?
Ecco, la mia sensazione in quel momento, anche se non aiuta molto.
Allungo le mani in avanti, cercando di evitare spiacevoli spigoli.
Ma quanto diavolo grande è questa stanza?
Oh... un muro!
Ora mi basterà scorrere in orizzontale fino a trovare l'interruttore che mi permetterà di accendere la luce e scoprire cos'era quella cosa morbida cosa che la mia povera mano ha toccato su quel letto morbido e...
Ecco l'interruttore.
Lo premo e...
No, cazzo!
La lampadina non si accende!
C'è una porta in fianco ma decido di rimanere nella stanza ancora per un po'.
Pensandoci, solitamente le finestre si trovano di fronte alla porta, dall'altra parte della stanza... no?
Riprendo a camminare a tentoni verso il muro opposto.
Cado due o tre volte, inciampando sulle gambe del letto, ma riesco a rimettermi in piedi e finire la mia missione.
Apro una finestra e una luce potente mi fa intendere che l'alba è passata da un pezzo.
"Minchia." mormoro quando i raggi del sole mi bruciano al contatto degli occhi.
Una volta abituata al cambio di luminosità, mi perdo nella bellissima vista che proviene da quella finestra.
Gli alberi si estendono per parecchi metri e il paese illuminato si vede subito dopo.
E' una vista pazzesca, così limpida, così...
Questa non è casa mia!
Da casa mia non c'è questa vista!
Mi ricordo del mio cellulare solo quando comincia a suonare, mi basta sapere dove sta e il gioco è fatto.
Ora che c'è luce posso muovermi liberamente per la stanza e vedo il mio cellulare illuminarsi sul letto accando a Candice.
Ah, ecco cosa avevo toccato.
Mi sporgo per cercare di non svegliarla e afferro il telefono giusto in tempo perché non mi venga chiusa la chiamata in faccia.
Non leggo nemmeno il nome sul display...
"Pronto?"
"Come mai ci hai messo tanto a rispondere?"
"Non trovavo il telefono... scusa."
"Ah ok, mi stavo preoccupando. Ti passo a prendere che andiamo a mangiare fuori."
"Ehm... Kayte, in verità non sono a casa..."
"Cosa? Come no?"
"Già..."
"E dove sei?"
"Mi piacerebbe saperlo."
"Ti hanno rapita? Oh mio Dio, chiamo subito la polizia! Non sai proprio dove sei? Cazzo devo far rintracciare il cellulare così ti troviamo. Tieni duro arriviamo subito!"
"No aspetta, hai capito mal..."
Mi ha messo giù!
Porca troia mi ha attaccato e sta chiamando la polizia!
Ridigito velocemente il numero.
"Dimmi che non hai chiamato la polizia!"
"Non ancora, stavo facendo."
"Madonna, se non mi lasci specificare non puoi sapere cos'è successo!"
"Racconta."
"Non sono stata rapita."
"Oddio, nottata di fuoco?"
"Non sono una troia!"
"Già, scusa scusa."
"Ti voglio bene stronza, appena scopro dove sono ti chiamo."
"Daccordo, fai attenzione cogliona."
"Sono sempre attenta."
"Si... ti voglio bene, poi ne riparliamo."
"Si, ciao."
La ragazza a cui ho appena attaccato il telefono in faccia, non è altri che Kayte Ramones, alias migliore amica della sottoscritta.
E' una ragazza alta poco meno di me, capelli biondi lunghi fino a metà schiena e dei bellissimi occhioni neri.
Ci conosciamo da anni, ormai, siamo cresciute insieme.
Lei sa tutto di me e viceversa.
E' come una seconda sorella.
Ne riparleremo più avanti, comunque.
Ora devo scoprire chi è il coglione che mi ha portata in casa sua senza il mio esplicito permesso, anche se ho una vaga idea.
Prendo un lungo, davvero lungo, respiro e apro la porta di quella camera.
Mi si presenta davanti un piccolo corridoio e mi faccio guidare dalle voci che sento.
Mi blocco davanti a una stanza, probabilmente del soggiorno dato che vedo un divano, quando sento un discorso che mi riguarda.
"Harry, sta mattina sono entrata nella stanza degli ospiti per prendere il copriletto e l'ho trovata occupata. C'è qualcosa che devi dirmi?"
Ops.
"Mamma... si c'è una ragazza..."
"Dio ti prego, dimmi che non avete fatto sesso!"
"Mamma!"
"E va bene scusa."
"Non sono come mi descrivono i giornali, dovresti saperlo."
"Scusa tesoro, è che ormai ti vedo sempre meno e mi sembra di non conoscerti più."
"Lo so, scusa."
Decido di non origliare oltre e mi schiarisco la voce facendo un passo in avanti, per mostrare la mia presenza.
"Salve..." oddio Kimberly, ripigliati!
"Ciao cara, dammi pure del tu." mi dice sorridente la madre di Harry.
"Io... uhm... mi dispiace aver dormito qui, non volevo recare disturbo..." ma dai, recare?
Kim, non ti sei mai abbassata tanto!
"Tranquilla tesoro, puoi rimanere quanto vuoi!"
"Uhm... ok... Harry possiamo parlare?"
Ed è qui che morirai, tesoro!
"Certo."
E sorride pure?
Dio, che babbeo mi hai affibbiato?
Gli faccio segno di indicarmi la strada, dato che la mia è occupata da un ghiro che ha il mio stesso sangue.
Cazzo, quella bambina dorme un casino!
"Allora?"
"Allora che?"
"Perché mi hai portata in casa tua? Non mi sembra di averti detto che potevi!"
"Magari perché ti sei addormentata nella mia macchina e non so dove abiti. Non mi andava di lasciarti per strada."
"Aww ma che carino."
"Sul serio?"
"No."
Sospira pesantemente passandosi una mano sul viso.
Dio se è attraente. 
E si, non mi pento di averlo ammesso, è proprio un bel ragazzo.
Idiota, ma bello.
"Senti, come ti chiami?"
"Dovrei dirtelo?"
"Credo di si."
"Io credo di no."
"Posso sapere il perché?"
"Perché tu ora accompagnerai me e mia sorella a casa e non ci vedremo più per il resto dei nostri giorni."
"Non è detto che non ci incontreremo più."
"Invece si."
"E chi l'ha detto?"
"Io."
Segue qualche minuto di silenzio e poi si decide a parlare.
"Piacere, Harry Styles" dice porgendomi la mano.
"Che stai facendo?"
"Ricomincio da capo, no? Così avremo la possibilità di conoscerci."
Sento la mia faccia diventare sorpresa, per poi sfoggiare il migliore tra i miei sorrisi strafottenti.
"Piacere, una ragazza che non ti cagherà per tutta la tua permanenza."
Ora il suo sorriso scompare e da spazio ad un espressione abbattuta.
"Così non vale."
"Oh si che vale, vale eccome."
"Sei cattiva."
"Mai quanto te."
"E che ti avrei fatto?"
"Hai trovato mia sorella e mi hai portato a casa tua, ti sembra poco?"
"Mi sembra niente, dato che sono stato buonissimo."
"Ma che palle."
"Che c'è? Non hai la risposta pronta?"
"Non ho più voglia di sprecare il mio tempo con te, coglione."
"Ma dimmi un po', mi tratti così perché faccio parte dei One Direction?"
"No."
"Allora perché ti sto antipatico?"
In effetti non mi stà antipatico, mi piace la botta e risposta, tutto qui.
"Perché hai una faccia da schiaffi."
"Simpatica."
"E' una dote naturale."
E detto questo giro i tacchi e torno da mia sorella.

Harry's P.O.V.

La seguo con lo sguardo finché non scompare dietro la porta.
Perché le ragazze devono essere così difficili?
Ma soprattutto perché mi è capitata proprio lei?
Anzi, perché mi odia?
Che le ho fatto?
Da un lato ringrazio il cielo di aver incontrato lei e non una fan che poteva assalirmi, dall'altro l'avrei preferito.
Decido di chiamare Liam, lui è ottimo nei consigli.
Uno squillo, due squilli...
"Hey bro."
"Liam!"
"Tutto bene?" 
"Si, diciamo di si, tu?"
"Bene bene, hai bisogno di qualcosa?"
"Possibile che ogni volta che ti chiamo devi sempre pensare che ho bisogno di qualcosa?"
La risposta è chiara, c'è silenzio.
"E va bene si, ho bisogno di un consiglio."
"Lo sapevo, dimmi tutto!"
"Ecco, vedi..."
Gli racconto per filo e per segno tutto quello che mi è successo da quando ho incontrato la bambina ad ora, ricevendo di tanto in tanto dei grugniti affermativi come a dire 'si ti sto ascoltando'.
"Questa ragazza ti istiga parecchio."
"No, non è vero!"
Perché deve pensare che mi interessi?
"Si che è vero!"
"Non è questo il punto..."
"Vedi? Ti interessa! Comunque cerca di avvicinarti a lei, di essere dolce. Non pressare troppo, se ti tratta così c'è un motivo, no? Cerca di scoprirlo!"
"Grazie fratello."
"Di niente, tienimi informato, voglio sapere."
Rido.
"Senz'altro!"
"Ciao."
"Ciao."
Aspetto di sentire il 'bip' di fine chiamata e stacco il telefono dall'orecchio.
Faccio un gran respiro e esco dalla porta da cui è uscita lei qualche minuto fa.
Mi dirigo a passo felpato verso la camera degli ospiti e la trovo distesa affianco alla sorella mentre cerca di svegliarla.
Devo ammetterlo: è proprio bella!
I lunghi e lisci capelli castani sono raccolti in una coda alta e disordinata e risaltano ancora di più il viso pulito e snello.
La bocca, a intervalli irregolari, finisce a contatto con le orecchie della più piccola che, ormai sveglia, inizia a ridere per qualcosa che le dice la sorella le cui labbra si incurvano in un sorriso.
Tutto il viso è teso nella smorfia della risata che comporta: le labbra separate che sfoggiano i denti bianchissimi e dritti e gli occhi leggermente socchiusi con le rughette ai lati esterni.
Mi sento colpevole ad osservarla in un momento così intimo con la sorellina, così mi allontano dalla porta e faccio per andare in cucina ma una mano blocca in mio braccio e mi costringe a seguirla fin dentro una stanza.
"Perché la spiavi?"
"Gemma, andiamo... non sono affari tuoi."
Siamo nella stanza di mia sorella.
"Ho visto come la guardavi."
"Con gli occhi?"
"Harry..."
"E va bene ok... scusa."
"Harry, seriamente, ti piace?"
"Quella? La conosco da dodici ore, non mi piace... mi incuriosisce."
"Si beh..."
"Posso andare?"
"No..."
"Che hai?"
"Mi ha lasciata..."
Si riferisce al suo ragazzo... ex, ex ragazzo.
"Oh..."
Mi sento così impotente, nessuna parola la potrà tirare su abbastanza, così mi limito ad abbracciarla per farle sentire che io ci sono, ci sarò sempre.
"Ti voglio bene, Harry."
"Anche io, tanto."

Bene, eccomi con un nuovo capitolo.
Non è troppo lungo, ma nemmeno troppo corto dai!
Non so perché ma i "Harry's P.O.V." non riesco a farli lunghi, minchia!
Vabbè, la regola è la stessa: no recensioni, no capitolo successivo.
Sta a voi decidere quindi non mi trattengo oltre!
Vi dico solo che sono felicissima!
Motivo?
Shane Harper, Diamond White e Tess Henley mi seguono su twitter. Yeeeee!!!
Vi lascio il link del mio profilo, se volete chiedermi qualcosa riguardo alla storia
o altro. Seguitemi in tanti!
https://twitter.com/GiorgiaPulese
Un bacio.
-Giorgia.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Harry's P.O.V.

Non valuto esattamente il tempo durante la quale consolo mia sorella, ma penso sia abbastanza quando la sento abbandonarsi tra le mie braccia.
Ci eravamo distesi sul letto circa mezz'ora prima.
Mezz'ora di lacrime e mezz'ora che non avevo fatto altro che pensare e ripensare a come farla pagare a quel coglione.
Perché avrebbe dovuto pagarla.
Mi sciolgo cautamente dall'abbraccio di Gemma e esco dalla stanza, subito dopo averle lasciato un ultimo sguardo.
Farei di tutto per lei, ma non ora, ora devo riportare a casa la ragazza.
Ripenso a poco tempo prima, quando non mi ha voluto dire il suo nome.
Perché?
Perché non me l'ha voluto dire?
Forse avrei bisogno di una mano...
Decido di lasciare in pace Liam, dato che è l'unico a sapere di questa storia e non voglio raccontarla agli altri per ora, e vedere come si evolge la situazione portandola a casa.
Se lascerà che la accompagni fino a casa, ma non ho altra scelta: devo sapere il suo nome e se non sarà lei a dirmelo... beh, questo significa che dovrò scoprirlo da solo.
Mi richiudo la porta della camera di mia sorella alle spalle e mi dirigo a passo lento verso la camera degli ospiti.
Busso prima di entrare, trovandola chiusa e volendo evitare spiacevoli inconvenienti.
Non ricevendo nessuna risposta entro cautamente.
La prima cosa che noto è la presenza di vuoto che si è creata in questa stanza.
Il letto è stato rigorosamente rifatto, le finestre sono chiuse e non si vede quasi nulla.
Faccio per accendere la luce e, una volta premuto, noto che la luce non si accende.
Ma che bello.
Chiudo anche quella porta, constatando che la mora non si trova lì, e mi dirigo in cucina, pronto a chiedere a mia madre se l'ha vista uscire.
Non faccio in tempo ad aprire bocca che la richiudo subito.
Noto dal corridoio una scena a dir poco piacevole.
Mia mamma, la ragazza e la bambina sono sedute sul divano a guardare un album fotografico, ridendo.
Ha una risata così cristallina, così leggera, così... aspetta!
Riduco gli occhi a due fessure, osservando attentamente la copertina di quell'album.
Oh diavolo!
"Harry, vieni a farci compagnia!" no mamma ti prego!
Fingo un sorriso e mi avvicino.
Non vedo l'ora che finisca questo momento!
Noto che la bambina tiene in mano un cellulare, mentre la sorella maggiore è troppo impegnata a ridere con mia madre per tenere d'occhio la piccola.
Sono un genio!
Mi avvicino alla minore e le picchietto sulla spalla per farla voltare verso di me e ricevere la sua più completa attenzione.
"Vuoi un po' di cioccolata?"
Le chiedo gentilmente.
La vedo sgranare gli occhi e sorridere apertamente a quella mia offerta.
Ho fatto centro.
Quale bambino rinuncerebbe alla cioccolata?
La prendo per mano e la aiuto a scendere dal divano, assicurandomi che tenga sempre in mano il cellulare nero della sorella maggiore.
So che è il suo perché la sera prima, mentre la facevo scendere dalla macchina per portarla in casa, le era caduto dalla tasca posteriore.
Mi ero assicurato anche che non si fosse rotto e, fortunatamente, era così.
Si era soltando aperto, ma nulla di grave.
Porto la bambina in cucina, con il completo disinteressamento delle due, e la faccio sedere sul tavolo.
"Al latte, bianca o fondente?" le chiedo mentre osservo ogni suo movimento.
La vedo poggiare il cellulare sul bancone e le porgo la cioccolata al latte che mi ha chiesto.
Afferro il cellulare e lo accendo, notando con dispiacere che c'è il blocco.
"Hey, tua sorella ti ha mai detto il blocco del telefono?"
"Boh."
In effetti speravo troppo.
Dopo due tentativi, evitando accuratamente il terzo per non mandare in tilt il cellulare, mi arrendo abbandonandomi sulla sedia.
Sbuffo rumorosamente rigirandomi tra le mani quell'aggeggio che di utile mi è stato ben poco.
"Tieni." lo restituisco alla piccola.
Stiamo qualche secondo in silenzio, interrotto solo dal rumore delle mandibole della bambina mentre mangia la cioccolata.
Le avevo dato un pezzo piuttosto grande.
Bene e ora come faccio a scoprire il suo nome?
L'unica possibilità era il telefono...
I miei occhi si posano automaticamente sulla scatolina elettronica tenuta saldamente da una mano piccola.
Percorro il braccio della piccola con gli occhi finché non punto ai suoi, neri come la peze, che mi guardano curiosi.
"Come ti chiami?" le chiedo gentilmente.
"Candice, o Cà."
"Hai un bel nome."
In risposta mi fa un largo sorriso che subito ricambio.
"Come si chiama tua sorella?" chiedo diretto.
Ho avuto la soluzione sotto al naso per tutta questa frustrante mezz'ora e non me ne sono accorto.
"Kim."
"Ma Kim è il nome intero? Cioè tu sei Candice ma tua sorella ti chiama Cà per abbreviarlo. Lei si chiama Kim o ha un nome più lungo? Non so se hai capito."
"E' Kimberly."
Kimberly.
Kimberly.
Kimberly.
Probabilmente resto imbambolato per un po' perché mi riprendo solo grazie ad uno schiaffo esageratamente delicato sulla guancia.
Faccio finta di essere offeso e inizio a farle il solletico.
"Non ti sembra inopportuno importunare anche una bambina di quell'età?"
La voce di Kimberly richiama l'attenzione di entrambi e ci voltiamo a guardarla, appoggiata allo stipite della porta.
"Non la sto importunato, le ho dato della cioccolata."
"Capisco." detto questo si avvicina velocemente a noi per prendere in braccio Candice.
"Che ci fa il mio cellulare qui?"
Lo raccoglie e inizia a digitare sullo schermo quello che evidentemente è il codice che non so.
"Ce l'aveva in mano lei."
"Cerchi di affibbiarle le colpe?"
"Assolutamente no. Non avevo nemmeno visto che ce l'aveva!"
Mi rivolge uno sguardo omicida e tira giù la sorella dal tavolo.
"Muoviti." rivolgendosi a me.
Mi alzo dalla sedia su cui mi ero precedentemente seduto e la raggiungo alla porta.
Non avviso neanche mia madre, tanto capirà il motivo per cui sono uscito e di sicuro ora è in camera di Gemma e non mi va di disturbarle.
Arrivo alla macchina e salgo dalla parte del guidatore, notando che Kimberly è già seduta dalla parte del passeggero.
"Allora, dove abiti?"
"Non te lo dico, mi accompagni in centro e ci vado a piedi."
Ok, dovevo aspettarmelo.
"Ma perché? Siete più comode se vi accompagno io!"
"Non voglio che tu sappia dove abito. Chi mi dice che non ti troverei a suonare al mio campanello?"
"Ti sembro il tipo che andrebbe a suonare al campanello di una ragazza di cui non so il nome, mi tratta come se le avessi ucciso il gatto e non avrebbe problemi a sputarmi in un occhio?"
"Questo non lo so, non ti conosco quindi non posso dirlo..."
La interrompo.
"Ah ah, l'hai detto. Non mi conosci quindi si può sapere perché mi tratti così? Prima di ieri sera non mi avevi mai visto. Che ti ho fatto?"
Non penso di aver detto qualcosa di male ma lei se ne sta in silenzio sussurrandomi solo un portami a casa molto malinconico.
Metto in moto la macchina senza fare ulteriori domande e guido verso il centro del paese.
Parcheggio sul ciglio della strada e ne proseguono interminabili minuti durante i quali un silenzio assordante ci circonda.
Mi dice una via, evidentemente ha deciso di farsi portare a casa, ma non riferisce la casa esatta.
La accompagno fino a lì, la sento sussurrare un grazie e si allontana a passi veloci verso un'abitazione.
Vedo che scende delle scale, forse entra da un garage al piano inferiore.
Non appena scompare dalla mia vista riaccendo la macchina e me ne vado con una strana sensazione nello stomaco.
Non me la racconta giusta...

Kimberly's P.O.V.

Ero finalmente entrata in casa mia.
Un po' di pace.
Pensandoci non so se ho fatto bene a mentirgli, ma non mi andava di dirgli dove abito.
E' stata assolutamente una vigliaccata ma mi sentivo così... oppressa.
Non volevo si ricordasse.
Non lo voglio nemmeno ora, sia chiaro.
Non mi pento di quello che ho fatto.
Mai.
Spero solo che non vada a cercarmi nella casa in cui ho fatto finta di entrare.
Perché si, non era casa mia.
Sono scesa per delle scale e mi sono seduta su un gradino con Candice in braccio.
Ho aspettato che se ne andasse e sono uscita dal mio nascondiglio, entrando sotto una pioggia di acqua piovana.
Ed ecco la causa dei brividi e dell'imminente raffreddore.
Emozionante, davvero.
L'unica cosa di cui ho voglia ora è piangere.
Piangere, piangere e piangere finchè non finisco i liquidi nel corpo.
Ma so che non posso permettermelo.
Non posso permetterglielo.
Non dopo tutto quello che ha fatto.
E se andasse a casa di quella signora?
Non sono affari miei ma sono sicura che mi abbia vista 'entrare' in casa.
Muovo qualche passo verso la mia camera sbirciando prima il soggiorno dove Candice si è seduta a guardare i cartoni animati.
Almeno non dorme, è un vantaggio.
Mi trascino pesantemente in camera e mi butto letteralmente sul letto.
Guarda te se doveva capitarmi proprio quel diciannovenne.
Posso denunciarlo per pedofilia, se lo rifà.
No diamine, non sarebbe pedofilia, siamo entrambi maggiorenni!
E poi denunciarlo per cosa?
Per avermi riaccompagnata a casa e avermi ospitata di notte nonostante lo trattassi malissimo?
E' stato gentile, è palese che non ricorda.
Ma chissà perché... dev'essere per forza successo qualcosa, non sono cambiata così tanto.
Un incidente?
Qualche trauma?
Senza alzarmi dal letto sporgo la mano verso il comodino e afferro l'album fotografico.
Prendo due foto, una di quando ero piccola e una recente, e le metto vicine.
Non sono cambiata per nulla, solo la forma del viso, per il resto sono sempre la stessa.
E' decisamente strano.
C'è qualcosa che non quadra.

Harry's P.O.V.

Da quant'è che cerco il cellulare?
Ho appena preso un treno per andare da Liam, ho bisogno di lui, ma non trovo il telefono.
Forse mi è caduto in macchina, si sicuramente.
O forse è semplicemente nello zaino ma la voglia di cercarlo è poca quindi ci penserò dopo.
Finalmente il treno si ferma a Wolverhampton e scendo alla fermata.
Con i miei occhiali, la felpa larfa e il cappello dubito di venire riconosciuto.
L'unica cosa che non ho cambiato sono le scarpe.
Spero solo non esistano Directioners così attente da guardare i piedi della gente e saper riconoscere le scarpe della persona interessata.
Vedo poco distante una persona incappucciata.
"Poco riconoscibile eh?" dico a Liam dandogli una sberla amichevole dietro la testa.
Lui si gira e ride.
Ancora mi sorprendo di come faccio a riconoscerli mentre sono travestiti, certe volte ho paura di sbagliare.
"Senti, non riesco a trovare il cellulare. Potresti provare a chiamarmi che vedo se ce l'ho nello zaino?"
"Sicuro."
Dopo qualche tasto parte la chiamata.
Uno squillo.
Due squilli...

Spero di non avervi deluse con questo capitolo!
Iniziamo dicendo che siete degli angeli?
Bene, siete degli angeli!
31 recensioni -11 al primo e 10 al secondo e al terzo-
preferita da 26, ricordata da 5 e seguita da 21.
E visualizzata da 445.
Volete farmi schiattare?
Sono troppo ciovane per morire!
No seriamente, lo apprezzo davvero moltissimo e spero
che la storia continuerà ad essere all'altezza delle vostre aspettative.
Passiamo al capitolo.
Vi piace?
Non ho aggiornato prima perché stavo in vacanza e non avevo internet...
Cosa pensate che succederà al prossimo?
"Due squilli..." uhm?
A voi le recensioni!
Questa volta pretendo un po' di più quindi aggiornerò la storia quando
QUESTO capitolo arriverà a 15 recensioni, non prima!
Volete il capitolo, recensite.
Mi dispiace fare così ma se non lo faccio non mi dite niente :c
Cambiando argomento, c'è qualche fan dei 5SOS?
Vi lascio il link della mia fanfiction su di loro, quello di Facebook e di Twitter
se volete contattarmi.
Baci.
-Giorgia.

Twitter:
https://twitter.com/idolsdimples
Facebook: https://www.facebook.com/giorgiasilviastyles.efp?fref=ts
Fanfiction 5 Seconds of Summer:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2076032&i=1

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