This war is ours.

di Winry977
(/viewuser.php?uid=183885)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 ***
Capitolo 2: *** #2 ***
Capitolo 3: *** #3 ***
Capitolo 4: *** #4 ***
Capitolo 5: *** #5 ***
Capitolo 6: *** #6 ***
Capitolo 7: *** #7 ***
Capitolo 8: *** #8 ***
Capitolo 9: *** #9 ***



Capitolo 1
*** #1 ***


Non so. E' così che tutto comincia. Con una giornata di pieno luglio, davanti un computer vecchio di dodici anni, con musica punk di sottofondo, e un'ansia terribile.

L'ansia di quando qualcuno scompare per un po' di tempo e tu non hai alcun modo di avere sue notizie. E siccome io non ho nemmeno modo di poter raggiungere quella che considero la persona più splendida della terra, nonché Ellis, la mia migliore amica e sorella, e non sono una che riesce a stare calma mentre attende qualcosa, credo che farò una delle mie pazzie che mi cambieranno dal bianco al nero.

Da una parte credo che l'una dipenda dall'altra. Anzi, io ne sono convinta, perché è quasi da due giorni che non ho sue notizie, a parte ieri notte alle 3, mentre sognavo cose assurde riguardanti un bagno punk all'interno della mia scuola.

Ma lasciamo perdere questi dettagli.

 

Ma comunque... Io, più di ogni altra cosa, desidero ardentemente partire e raggiungerla.

C'è solo un piccolo dettaglio che mi impedisce di partire.

 

-Sapete, credo che in questi giorni mi farò un bel viaggio.- dico intrepida a pranzo, ed i miei parenti sono indecisi se alzare lo sguardo dal piatto di spaghetti o se continuare a mangiare come se nulla fosse. -Credo che andrò da Ellis.- continuo, auto incoraggiandomi.

Mia sorella minore azzarda a guardarmi, ma resta in silenzio.

-Tanto ho diciotto anni, posso viaggiare da sola. E ho dei soldi da parte, e ...

-Hai già fatto domanda per quell'università, Lay?- mia madre mi interrompe, con un leggero tremolio nella voce. Stringo le palpebre, ma non mi fermo. So cosa sta facendo, ma ciò non mi fermerà.

-Credo che poi andremo all'estero. Io e lei ci tenevamo tanto e...

-Tua madre ti ha fatto una domanda.- il vocione di mio padre entra in pista. E io decido di ignorare anche lui.

-...l'unica cosa che mi preoccupa è che dovrò scendere più al Sud prima di poter andare dove desideriamo.

-Layra...

-Sapete, noi desideriamo andare in Inghilterra, ma abbiamo preso in considerazione ancora di più la California.

-Ora basta!- mio padre sbatte le mani callose sul tavolo e si alza in piedi, fissandomi, già paonazzo.

-California baby!- getto le braccia al cielo, entusiasta.

-“California baby” un ceppo! Stai blaterando su cose che non stanno né in cielo né in terra! Cristo santo!- si aggiusta gli occhiali rotondi sul naso, mentre gli si arrossa il collo, segno di irritazione. Sta per aprire bocca di nuovo, ma io so già come andrà avanti la ramanzina.

-Ti fermo subito, papà.- gli pongo una mano davanti. -Ho diciotto anni, ho dei progetti, che non, e ripeto: NON voglio fare avverare qui. Ho deciso di togliere le tende, sono maggiorenne, e che voi lo vogliate o no, io me ne vado, baby.

Sparecchio il mio piatto, e sento mia madre che soffoca un singhiozzo. Quando mi giro mio padre è ancora in piedi, le mani appoggiate al tavolo, il collo rosso. O-oh...

Seguita dal mio gattone nero me la filo in camera da letto, e mi ci chiudo, mentre decido cosa portarmi o meno.

Chissà cosa penserà Ellis quando mi vedrà apparire dal nulla. E mi viene da ridere a pensare alla sua reazione: è quello che desideriamo da anni.

Ma ora, la mia priorità è sapere che stia bene.

Nel giro di tre ore, valigia e borsa a tracolla sono più che pronte ed io fremo dalla voglia di partire. Inglobo il trolley nell'ascensore e con la borsa addosso, scendo al piano inferiore. Bene, ci siamo.

Scendo con disinvoltura le scale di marmo, dove basta mettere un piede storto per finire dritti dritti all'ospedale. Mio padre legge una rivista di cinema sulla sua poltrona in pelle bianco panna, mia sorella gioca con l'iPod touch e mia madre cuce alla luce del balcone. Che vita monotona.

Chiamo l'ascensore e quando recupero la mia valigia mi avvio verso l'uscita, seguita dal mio gatto. Lo accarezzo e poi apro la porta. Nessuno emette una sola sillaba. Bah, meglio così. Mi chiudo il portone alle spalle e mi avvio verso il cancello. A pensarci... mi giro a guardarmi indietro, esitando un attimo. Ma si, se non gliene frega nulla di me, che si fottano.

Accendo la macchina e parto.

Destinazione: aeroporto.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** #2 ***


Sbarco e già sto morendo dal caldo. Ma perché ho indossato i jeans lunghi? Mi allargo il collare borchiato che porto sempre al collo. Mi sfilo la felpa dalle spalle e mi guardo attorno. E' pieno di gente dalla pelle tinta ormai di una tinta degna dell'estate. Io invece sono la prova vivente che non sono uscita di casa dalla fine dell'inverno: sono bianca come un lenzuolo. Mi sistemo la canottiera strappata e mi accendo una sigaretta.

Bene, mi sento meglio.

Recupero i miei bagagli e controllo il cellulare. Nessun messaggio o chiamata.

Vediamo piuttosto dove sta Ellis.

Controllo il suo indirizzo di casa, scritto su un foglietto, e mi avvio verso l'uscita, per prendere un taxi.

Non è la prima volta che viaggio da sola, sono piuttosto autonoma. E l'idea di poter fumare (soprattutto) senza che mi disturbino o me lo proibiscano, mi mette piuttosto di buon umore. Odio che mi si dica quello che devo fare.

Per fortuna nel taxi c'è l'aria condizionata.

Mostro l'indirizzo al conducente, e nel giro di un quarto d'ora... siamo imbottigliati nel traffico.

Ma che palle!

E così, arrivo a destinazione con un'ora di ritardo dall'orario che prevedevo. Do una mancia stentata al tizio e non appena se ne va, mi rendo conto di dover trasportare il trolley ovunque io vada.

Questa è una gran rottura. Dovevo pensarci prima...

Mi mordo il labbro inferiore.

Okay, calma e sangue freddo. Prima di tutto... un hotel.

Mi tocca fermare la prima macchina che passa per chiedere qual'è l'hotel più vicino e per fortuna è dieci minuti a piedi. Guardo il viale davanti a me e mi chiedo quale sia la casa di Ellis. Sospiro e mi avvio verso il famoso hotel.

 

-Scusi, vorrei una camera singola.

-Si, ha già una prenotazione?

-Veramente no, sono arrivata senza preavviso.

-Non fa niente, abbiamo una camera libera al...- si interrompe e si acciglia per un attimo. -... al secondo piano. E' la numero 7.- finisce e mi porge la chiave.

Mentre mi allontano sono un po' perplessa. Chissà chi c'è al secondo piano.

Boh. Fatto sta che arrivo e subito trovo una camera più che accogliente, con già l'aria condizionata accesa e un forte odore di incenso. Ed io amo l'incenso.

Mi butto sul letto. Morbido al punto giusto. Che soddisfazione.

Okay, prima di tutto una doccia. Almeno, non andrò in giro mezza appiccicosa.

Prendo un cambio di vestiti e apro la porta che presuppongo sia del bagno.

Errore. Non è il bagno, quello a cui mi affaccio, ma un'altra stanza, nella quale ci sono cinque perfetti sconosciuti dai capelli corvini, a esclusione di uno che ce li ha biondi e rasati, fatta eccezione al ciuffo. Forse sono tinti.

-Ma che cazz...- sono imbarazzata. I cinque mi fissano quasi sotto shock.

-E tu chi sei?- mi chiede un a petto nudo e con un tatuaggio enorme sulla pancia.

-La domanda di chi è viene dopo.- si intromette uno, poggiando le dita sulla fronte con aria teatrale. -La primaria è: perché questa bella ragazza è nella stanza di cinque fighi come noi.-mi acciglio, ma stringo i miei vestiti tra le mani.

-Scusate credevo che qui ci fosse il bagno.- indietreggio. -S-scusate..- richiudo la porta prima che uno di loro possa riaprire bocca.

Sbuffo di sollievo. Che cosa imbarazzante. Mi guardo attorno, ma mi rendo conto che non ci sono altre porte. No. Non può essere.

Getto i vestiti sul letto e scendo alla reception, dallo stesso tizio di prima.

-Senta, io ho un problema. La mia stanza è collegata a quella di cinque tizi, e tra l'altro non ho il bagno.- poggio l'avambraccio sul bancone e lui alza uno sguardo da cucciolo da una specie di registro.

-Mi spiace, ma non ci sono altre singole. Non ricordavo che quella stanza fosse collegata ad un'altra: il bagno è condiviso.

-Ma! Insomma! È troppo imbar...

-Mi scusi, ma non ci sono altre singole libere, mio malgrado, o si accontenta di questa o dovrà andarsene.

Stringo gli occhi in fessure e risalgo sopra, sbattendo la porta.

Questa. È. Una. Grande. Scocciatura.

Prendo un respiro profondo, e stavolta busso alla porta, stringendo tra le unghie tinte di nero i vestiti di ricambio.

Sentendo che nessuno dice nulla mi azzardo ad entrare.

-Oh, ben tornata, darling.- improvvisa quello di prima.

-“Darling” a chi?- inarco un sopracciglio e loro scoppiano a ridere. -Mi spiace infastidirvi di nuovo, ma ho appena felicemente scoperto che il vostro bagno è condiviso col mio... se non è occupato, potrei usarlo?

Loro si guardano a vicenda ed in quel momento il ragazzo biondo esce dal bagno con addosso solo un asciugamano stretto ai fianchi. Sembra poco sorpreso di vedermi, ma appoggia l'avambraccio allo stipite della porta e mi fissa.

-Quindi, vostra signoria vuole abusare del nostro bagno?

-Esattamente.- rispondo io senza troppi sbilanciamenti.

Lui alza le sopracciglia e mi cede il passo. Sembra quasi stupito del fatto che io non gli sia caduta ai piedi. Che siano musicisti? Beh, sono abbastanza appariscenti, eh... Mi chiedo mentre poggio i miei vestiti su una sedia e mi avvicino alla doccia una tovaglia pulita. Ma si, chi se ne frega.

Lascio che l'acqua mi scorra addosso, e decido che una doccia ghiacciata mi rinfrescherà le idee. Devo organizzarmi bene. Ragiono mentre mi faccio lo shampoo. Ho fatto tutto in fretta e furia, senza alcun progetto. Dovrò continuare ad andare alla cieca? O posso stare tranquilla ed elaborare qualcosa a mente riposata? Mi viene in mente il viso di Ellis. No, niente cose in stile 007. Improvviserò e andrà tutto bene. Come è stato finora.

Esco dal bagno con i vestiti nuovi ed i capelli castani gocciolanti sulle spalle e subito cinque paia di occhi mi si incollano addosso.

-Grazie.- sorrido e torno nella mia stanza chiudendomi la porta alle spalle, ma subito, mentre mi accendo una sigaretta, bussano alla porta.

-Si può?- un tipo dai capelli corvini, lunghi e dagli occhi azzurrini mi fissa da dietro la porta. Io annuisco e lascio che loro entrino.

-Beh, non che qui si dia una festa. Ditemi. Vi serve qualcosa? Sigarette?

-Io si, una, grazie.- il biondo allunga una mano ma il tizio dal tatuaggio sul torace lo blocca con un buffetto sulla mano.

-Non puoi. Devi migliorare la tua voce. Niente fumo finché non torni a fare scream come l'anno scorso.- lo rimprovera. Io scoppio a ridere.

-Scream? Ma allora avevo capito bene, siete una band?

Loro si illuminano come lampadine.

-Esatto, siamo i Black Veil Brides!- attacca il biondo. -Io sono Andy, il vocalist, lui Ashley, il bassista,- indica il ragazzo che gli ha impedito di fumare. -lui Christian, batterista,- quello che mi ha accolta. -e loro: Jinxx, chitarra ritmica e violinista,- indica il ragazzo dagli occhi azzurrini. -e Jake, chitarrista ufficiale.- capelli corvini, occhi profondamente marroni.

-Woah... che figata! Beh, io sono Layra. Piacere di conoscervi.

-Beh, come mai da questa parti?- chiede Jake, ed è la prima parola che dice da quando mi ha vista.

-Io...- parto intrepida, ma in realtà non so da dove partire, e mi blocco subito. -Io... io, io, io...- penso incrociando le gambe sul letto e prendendo una lunga boccata di fumo. Da dove dovrei cominciare? “Sono fuggita per un'operazione di recupero della mia migliore amica, poi non so bene cosa farò e andrò ad istinto.” interessante, Lay, ti prenderanno sicuramente sul serio. -Io sono venuta qui a prendere una persona importante per me e a cominciare un'altra vita.- butto lì, ed è praticamente quello che ho appena pensato.

-Un'operazione di recupero?- chiede Christian e mi salta il cuore in gola. Perspicace.

-Esattamente.- sorrido, poi mi rendo conto che fuori sta scurando. -Scusate, un attimo...- prendo il telefono e controllo l'orario. 19.56 non credo sia l'orario adatto... controllo i messaggi ma non ce n'è nemmeno uno. Ma santo Buddha!

-Beh, e voi...- riprendo, cambiando faccia -che ci fate qui?

Tutti puntano degli sguardi allegri su Ashley, che spiega.

-Beh, diciamo che io volevo farmi una bella vacanza, tranquillo, lontano dal lavoro... da questi qui...- e sottolinea la frase con un tono un po' più grave. -...Ma a loro sembrava brutto farmi partire da solo, quindi mi si sono attaccati come delle adorabili pulci e mi hanno seguito fin qui. Ma in realtà non abbiamo nulla da fare.

Scoppio a ridere. Spengo il mozzicone di sigaretta in un posacenere che Andy mi porge. -Beh, mi auguro che troviate un buon passatempo... nel frattempo, vi invito a cena.- sorrido e ci avviamo verso la sala, dove qualche coppietta di anziani sta già cenando.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** #3 ***


Sono simpatici. A fine cena propongono di farci una passeggiata fuori, ed io accetto più che volentieri. Emanano un'aura che mette allegria a chi gli sta attorno... sembrano una famiglia, quasi. Mentre un'arietta fresca, serale, si decide a spettinarci un po' i capelli, rinfrescandoci un po', passiamo accanto una schiera di case, alcune dalle luci spente, altre dalle luci accese.

Le osservo, mentre ascolto distrattamente i ragazzi chiacchierare tra loro, ad un tratto mi blocco. Da una finestra intravedo un uomo che sta litigando con una ragazza minuta.

Non... non può essere.

Vedo i visi paonazzi, i capelli corvini di lei che si agitano all'aria, e quando lui ha le mani troppo vicine al suo viso, lei le blocca con l'avambraccio e fugge in camera sua.

Oddio...

Mi porto le mani alle labbra e fisso la finestra che si è appena accesa di una luce gialla. Sento un tonfo, ma non capisco cosa sia.

-Layra?- Christian è tornato indietro, ma io lo blocco con un cenno della mano prima che possa aprire bocca. Lascio cadere le braccia lungo i fianchi e stringo i pugni, sperando vivamente che lei si affacci alla finestra. E succede.

Una testa corvina si affaccia tristemente alla finestra e tossicchia, guardando davanti a sé. Io non posso evitare di cacciare un urlo di felicità. E' casa sua. L'ho trovata. Lei abbassa subito lo sguardo e al buio non capisce subito chi sono, ma dopo un po' che mette a fuoco, capisce e si porta le mani alla bocca, illuminandosi.

Il suo viso scompare e nel giro di un secondo è davanti a me, che urla di gioia e che mi getta le braccia al collo.

-Ellis!- esclamo io, stringendola a me.

-Layra! Oddio! Non ci posso credere!- sta piangendo dalla gioia, come me in pratica. -Oddio, è il sogno più bello della mia vita! Anzi, se è un sogno, non svegliatemi!- affonda il viso tra i miei vestiti ed io faccio lo stesso tra i suoi capelli, che hanno un profumo delizioso. E' stupendo. E' quello che desideriamo da quando ci conosciamo, di incontrarci così, tra lacrime di gioia.

Mentre ci asciughiamo le lacrime a vicenda, sentiamo un delle voci poco distanti da noi, ma quando sto per aprire bocca, qualcosa mi sovrasta. Ci voltiamo e vediamo un uomo robusto che occupa tutto il portone d'entrata che ci fissa con degli occhi così furenti che potrebbero schizzare fuori dalle orbite.

-Non so chi sia questa gente, ma vedi di entrare subito.- ringhia. -Ora.- aggiunge. E' suo padre. Ed è spaventoso tanto quanto lei me lo ha descritto. Mi giro a guardarla e lei sta scuotendo la testa quasi convulsamente. Lui avanza verso di noi, mentre lei indietreggia dietro di me. La situazione sembra abbastanza chiara.

La prendo per mano e fuggiamo via, verso l'hotel, ignorando le urla e le minacce gridate alle nostre spalle.

 

Arriviamo nella reception e ci fermiamo, lei col fiato corto, io senza nemmeno quello. Qualcuno tossicchia alle nostre spalle. Giusto. Mi volto e vedo i cinque ragazzi che ci fissano col fiatone. Mi ero completamente dimenticata di loro.

Ellis si volta a guardarli e sgrana gli occhi e si impietrisce.

-Ehm... Ellis?- le sventolo una mano davanti gli occhi.

-I... I... Black Veil... Brides...

Sbatto le ciglia. Che mi sono persa?

Si volta a guardarmi e si spiaccica una mano sulla fronte, esasperata.

-Dai, Lay, quelli di cui ti parlo sempre! Hai detto che il bassista era pure fico!- esclama ed io sento dei risolini da parte loro. Poi realizzo, mi giro a guardarli e arrossisco violentemente, evitando, ovviamente lo sguardo di Ashley. -Non dirmi che non te ne eri accorta.- mi fissa lei, e dal mio sguardo lei rimane sbigottita. -Cioè, da quanto tempo ci stavi e non te ne eri accorta?

-Ieri.- puntualizza Jinxx, e quando lei sposta lo sguardo da me a lui, sbianca.

-Jinxx...

-Ehm... in carne e ossa.- sorride.

-Dimmichetipossoabbracciare,tiprego!- dice lei tutto d'un fiato e lui, ridacchiando, fa un cenno di assenso, aprendo le braccia, e lei ci si tuffa dentro, piangendo dalla felicità. -Oh, Lay, non so come tu non ti sia accorta di chi fossero, ma io sto impazzendo dalla gioia!- dice tra i vestiti del violinista, che le sta accarezzando, un po' impacciato, la testa. -Oddio, è il regalo più bello della mia vita!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** #4 ***


-Okay, facciamo il punto della situazione.- ci sediamo tutti attorno al mio letto, ed io sto appoggiata al muro con le gambe incrociate. Sono un po' imbarazzata, ora che mi sono resa conto di chi sono questi cinque tizi non so se fare finta di non aver notato chi sono oppure... oppure boh, perché non so nemmeno io cosa fare o come comportarmi.

Mi guardo attorno, e decido che guardare Ellis è la scelta migliore. Ma lei non sa bene a chi dare attenzioni: nello spazio di pochi secondi guarda Jinxx e subito dopo sposta lo sguardo su di me.

-Ellis...- richiamo la sua attenzione. -... tu vorresti andartene, no? Cioè, non credo che tu voglia restare qui...- lei annuisce subito con convinzione. -E... dove andremo?- domanda che mi pongo da qualche ora a questa parte. Cala il silenzio e ragioniamo, giocherellando con le pieghe delle lenzuola del mio letto.

-Beh...- comincia lei. -Ricordi, no? Volevamo andare sia in Inghilterra che negli USA... ma... per questi ultimi, se non vogliamo sborsare soldi per la Green Card, qualcuno deve garantire per noi...- abbassa lo sguardo. -Io ho a stento i soldi per un'università che non sono sicura di voler cominciare.

-Io avevo quelli per l'accademia di belle arti... ma non ci tengo a sborsarli.-getto un'occhiata al pacchetto di sigarette sul mio comodino, e quando sto per allungare una mano su di queste...

-Allora venite a stare da noi.

Io ed Ellis facciamo un salto, tocchiamo il tetto con la testa e torniamo con le stelline che ci girano attorno agli occhi.

-Cosa?- inizio io, che già stavo valutando la fresca Inghilterra. Guardiamo Jinxx, che ha fatto la proposta, mentre gli altri quattro lo guardano facendo diversi cenni di assenso.

-Si, dai, ci conosciamo da poche ore, ma sembrate affidabili... e di certo, l'America è un posto accogliente.- alza le spalle Jake.

Io non so cosa dire e guardo Ellis, che già spruzza scintille da tutti i pori, ma non dice nulla, agitandosi sulla sedia.

-El, tu che dici?- cerco il suo sguardo.

Lei si gira e annuisce con gli occhi che le brillano.

Adoro quello sguardo.

-Allora è deciso.- sorrido. -Però... con le tue cose come facciamo?

-Oh, per quello non è un problema.- sventola su e giù una mano. -Domani i miei sono fuori per lavoro, quindi ho la casa libera. Abbiamo tutto il tempo per mettere le cose in valigia e tagliare la corda.

-Perfetto!- Andy getta le braccia al cielo facendoci ridere.

 

Appena apro gli occhi, seppur goffamente, vedo il visetto addormentato di Ellis, e mi spiace così tanto svegliarla che sgattaiolo in bagno in punta di piedi. Anche i ragazzi dormono come sassi, ed io mi farò una doccia veloce e silenziosa. Però...

Voglio vedere i loro visi da addormentati.

E' una fissa che ho sin da quando ero piccola, e quando i ragazzi dormono io adoro vedere le loro espressioni calme e riposate, che saranno sicuramente tutto l'opposto di quando apriranno gli occhi.

Mi avvicino e guardo Jinxx e Christian che dormono quasi abbracciati, testa contro testa, come due bambini. Passo ad Ashley, che sta per cadere dal letto, mentre Andy occupa tre quarti di letto. Però... il viso di questi due è proprio angelico... fanno intenerire. Alzo gli occhi e vedo che Jake si sta per svegliare. Meglio filare in bagno!

Mi ci chiudo e quando finisco e apro la porta mi ritrovo con la faccia di Jake in modalità zombie che mi fissa, mentre lui sta appoggiato allo stipite della porta.

-Mmm... meno male che abbiamo due bagni negli USA.

-Oh... ehm.. si. Vado... vado a svegliare Ellis...- e fuggo in camera mia rossa in viso.

Mah...

Trovo Ellis che si è appena svegliata, seduta sul letto a gambe incrociate, che si stropiccia gli occhi ancora assonnata. Si gira e mi sorride stancamente.

-Buongiorno...

-Ehilà.- mi illumino io, poi il mio stomaco gorgoglia e lei scoppia a ridere. -Non ho fame.- e lo stomaco emette di nuovo quella specie di suono gutturale, e lei ride ancora di più. Beh, questo significa cominciare bene la giornata.

 

Il piano è: prendere tutto ciò che ci sembra utile, non lasciare tracce e andarcene. Ellis ha riflettuto tutta la notte su cosa prendere e cosa no, pure mentre sognava a quanto pare. Ed io dico che se ci teniamo a prendere l'aereo dobbiamo darci una mossa.

Davanti la casa di Ellis sono un po' irrequieta. E se ci beccano?

Entriamo. Non c'è nemmeno un fruscio.

-Sono a caaaaaasaaaaa!- strilla Ellis ma non si sente nulla. -Bene,- mi tranquillizza. -Non c'è nessuno. Di solito mi rispondono.- sorride e saliamo in camera sua. Abbiamo lasciato i ragazzi in hotel a prepararsi, in modo che quando arriviamo mangiamo e partiamo.

La sua stanza è piccola e accogliente. Ha qualche foto appesa ad una parete, è ordinata ed emette un buon profumo di legno fresco.

-Doveva essere la soffitta, ma alla fine è diventata la mia stanza, ed io l'ho arredata come più mi piaceva, anche se limitandomi un po'.- sfiora con le dita un acchiappa sogni e fa tentennare delle conchiglie appese al soffitto. Poi, tira da sotto il letto una valigia, apre diversi cassetti, prende vestiti, intimo, calzini e glieli butta tutti dentro. Spazzolino, dentifricio, saponi... poi passa agli effetti personali. Da accessori, a libri, a CD e qualche foto. Prende anche un album probabilmente di foto e indossa un ciondolo con un bracciale.

-Okay, mi cambio i vestiti e poi andiamo.- sorride e si avvia per il bagno.

Torna con addosso dei pantaloncini, una maglietta nera larga con al centro un teschio bianco e le converse. -Okay, ci siamo.- sorride, mentre io mi aggiusto il collare borchiato al collo. Chiudiamo con un po' di difficoltà la valigia... in pratica, io ci salgo sopra mentre lei cerca di chiudere cerniere e lucchetti; lei scribacchia qualcosa sul muro con una penna indelebile e poi usciamo in fretta e furia.

-Ehi, senti, poi mi presti qualche CD?

-Certo- si illumina lei. -Se vuoi li ascoltiamo insieme.- sorride.

-Più che volentieri.- faccio un piccolo inchino, facendola ridacchiare.

Sulla strada verso l'albergo, la vedo serena, con un sorriso dipinto sulle labbra. Ecco. Questa è l'immagine della tranquillità.

Poi il mio stomaco emette un altro dei suoi suoni gutturali...

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** #5 ***


-Forza! Stanno per chiudere l'imbarco!- ci strilla Christian mentre lottiamo con le valige che si capovolgono ogni cinque secondi. Arriviamo giusto in tempo: check-in, bus per l'aereo e imbarco. Ci sediamo su due file vicine e ci lasciamo travolgere dall'arietta condizionata e da un leggero jazz anni '80 di sottofondo.

Io ansimo, Ellis, che è seduta dietro di me che cerca di farsi aria con una rivista, con Jinxx che combatte per mettersi la cintura e per togliersi la giacca. Accanto a me c'è Ashley che cerca di raccogliere i capelli in una coda, che mi fa venire da ridere.

-Perché ridi?- mi chiede sogghignando.

-Perché con la coda sei strano.- ridacchio e lui si lascia andare i capelli, ridendo pure.

L'aereo comincia a muoversi e si sente la voce del comandante.

-Si parte...- mormora Ellis dietro di me. Io allungo dietro una mano e lei me la stringe.

 

-Layra... Layra, siamo arrivati.- una mano mi scuote leggermente, ed io mi sveglio lentamente con un nuovo languore allo stomaco. Mi ritrovo sulla spalla di Ashley, con lui che mi fissa con un'espressione indecifrabile in viso.

-Oh- sobbalzo. -Scusa, mi sono addormentata su di te.

-Bah, tranquilla, avevi un faccino tenero tenero.- sorride mostrando i denti bianchi. Alla faccia di quelli che promuovono i dentifrici.

Scendiamo e noto che Ellis non è in condizioni tanto diverse dalle mie. Jinxx la regge, tenendo un braccio attorno le sue spalle, mentre lei sbadiglia; e quando si rende conto di essere sotto il suo braccio arrossisce violentemente.

Recuperiamo le valige ed Andy chiama un taxi. L'aria della California ci travolge, scompigliandoci i capelli. Fuori è praticamente notte.

-Damn, il fuso orario...- borbotta Ellis guardando il cielo blu. -Io mi sveglio a quest'ora, come faccio a dormire di nuovo?

-Non dirlo a me...- mugolo. -D'accordo che posso dormire a qualsiasi orario, ma così? Come facciamo?

-Dai, ragazze.- Christian ci patta le spalle. -Vi abituerete.

Il mio stomaco fa sentire, a tutti, che ho fame.

-Ehm... e se mangiassimo?

 

Arriviamo ad un condominio dalle mura in mattoni rossi e con le ringhiere pure attorno alle finestre. Ci sono sette piani.

-Ditemi che abitate al primo piano. Vi prego.- li scongiuro, mentre cerco di soffocare il mio stomaco brontolante; e anche Ellis li prega con lo sguardo.

-Mi spiace, dolcezze, ma noi stiamo all'ultimo.- Andy sogghigna.

-Ma l'ascensore funziona, vero?- chiede lei con un po' di speranza.

-Diciamo che ci stanno solo quattro persone.

Il mio mento arriva fino a terra e poi si richiude come una tapparella.

-Beh, mi immolo e me la faccio a piedi. Così perdo peso.- scuoto la testa e mi avvio.

-Aspetta!- Ashley mi raggiunge.

-Woah, Ashley che fa le scale!- esclama Jake scioccato.

-Deve essere ben motivato per farle, allora.- sogghigna Andy, dando piccole gomitate a Jake, ed io mi sento avvampare inspiegabilmente il viso.

-Chi si immola per ultimo?

I rimanenti si guardano a vicenda.

-Io.- Ellis alza le spalle e ci segue. Jinxx rimane interdetto, mentre la guarda sollevare la valigia.

-Ciao, Janxx!- dietro di lui le porte si chiudono e lui rimane fregato.

-Ehi!

Li sentiamo sghignazzare, e alla fine ride anche lui. Si avvicina ad Ellis. -Dai, ti aiuto con la valigia.- sorride, e gentilmente la solleva.

-Ma... non puoi portarti tutto il peso da solo!- lei prende un'estremità. E lui rimane un po' perplesso.

-Beh, allora portiamola insieme.- sorride, e lei arrossisce lievemente.

Io ed Ashley gli cediamo il passo e restiamo indietro, mentre io penso che ho una fame assurda e lui trascina il suo borsone.

-Beh...- dice dopo che superiamo il secondo piano. Mi giro a guardarlo, mentre lui tiene il viso chino sulle sue Nike sicuramente di una taglia più grandi del dovuto, se non di due. -In hotel... hai detto che vuoi fare l'accademia... giusto?

Mi illumino.

-Si, mi piacerebbe molto.- sorrido. -Il mio unico problema è che avevo già fatto richiesta per un'università di lingue orientali, ma quando mi sono resa conto di quello che si faceva in accademia ne sono rimasta impressionata.- ansimo per gli scalini. -Ora devo annullare diverse cose, anche perché sono qui.

-Io dico che devi fare ciò che ti ispira... che lingue volevi studiare?

-Russo e giapponese... poi ero indecisa tra l'arabo e il portoghese, che però non c'è.

-Fico...- fischia. Arriviamo al quinto piano, ed io sento le voci di Ellis e Jinxx che chiacchierano tranquillamente. Speriamo che ci nasce qualcosa, tra quei due. Penso tra me e me. Sarebbe come realizzare i sogni di Ellis. E senza accorgermene sorrido per lei.

 

Arriviamo, chi col fiatone, chi senza nemmeno quello (io) e ci accasciamo sulle scale.

-Dite che ho perso un po' di peso?- mi siedo su uno scalino in marmo fresco.

-Ma tu non devi perdere alcun peso, eh.- mi fa notare Ellis che cerca di respirare e si sventola la maglietta sul petto. La vedo un po' rossa in viso. Mi sa che vivendo con questi ragazzi, quello diventerà il suo colore, volendo.

Una porta cigola e si apre.

-Forza! A mangiare, gentaglia!- Jake ci incita ad entrare. -Guardate che Christian mangia tutto velocemente, non ci vuole molto che si mangia anche i vostri piatti!

Ci trasciniamo fino all'entrata e un profumo di pasta all'italiana ci travolge. Il mio stomaco esulta ed io cerco di farlo smettere stringendolo con gli avambracci. Jake ride. -Dai, offre la casa!

Ci sediamo a tavola ed io ed Ellis ci sbafiamo due piatti ciascuno di pasta.

-Woh, affamate loro.- Andy sogghigna.

-Scusa, vuoi dirmi che non hai sentito come il mio stomaco chiedeva cibo?

Ridono e sia io che Ellis ci decidiamo a guardarci attorno.

La porta d'ingresso di apre direttamente sulla cucina e sul tavolo accostato alla finestra. Dopo la cucina, si estende un salottino, diviso dal tavolo per mangiare da un muretto (inutile a mio parere), con dei divani neri di pelle e con al centro un tavolino di vetro con al centro un posacenere, sopra un tappeto sfrangiato. Poi tutto attorno è pieno di porte: corridoi = inesistenti.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** #6 ***


Christian ci indica la nostra futura camera: la condividiamo, ma ci sono due letti divisi da un semplice comodino in legno chiaro. Tre quarti di stanza sono occupati da un grande tappeto verde muschio e alle pareti ci sono due armadi completi di cassetti incorporati. Sotto la finestra è posta una scrivania ampia con due sedie sotto.

La ammiriamo a bocca aperta.

-Ma...- inizia Ellis. -E' tutta nostra? Cioè, possiamo metterci pure i poster?

Christian ridacchia ed annuisce. Noi sgraniamo gli occhi dalla felicità e ci buttiamo con lui sul letto, spupazzandolo.

-Ehi... che casino...- appare Andy, e noi lo tiriamo sul letto e prendiamo a solleticarlo, mentre lui si dimena tra le coperte.

-Woah! Tutti addosso al vocalist!- Jake si butta sul letto con noi.

-Tuffo a bomba!- appaiono Jinxx ed Ashley.

-Ehi! Così non vale!- ride, rosso in viso, rannicchiato nella speranza di attutire ciò che gli provocano le nostre dita.

Ciò che però né io né Ellis possiamo evitare è di notare che Jinxx tiene gli occhi su di lei, ed Ashley più che altro mi fissa. Questo è imbarazzante!

 

-

 

-Lay? Lay?- una mano mi scuote piano.

-Così non so se ce la farà.

-Già, ma lei è molto nota per non essere svegliata nemmeno con le cannonate.

-Yuhuuuu?

Sbatto le palpebre.

-Oh! Terra chiama Layra!- trovo il viso di Ashley esattamente davanti al mio, e prendo un colpo così forte che cado dal letto. Lui si affaccia al lato da cui sono caduta. -Tutto bene?- inarca un sopracciglio. Io farfuglio qualcosa ed annuisco. Il buongiorno si vede dal mattino. Qualcuno mi porge una mano e vedo il viso di Ellis leggermente rosso.

Nemmeno il tempo di chiedermene il motivo che la risposta mi arriva subito: Jinxx è seduto, in pigiama, a petto nudo (come Ashley, ora che lo noto), a gambe incrociate sul letto di lei e fa un sonoro sbadiglio.

Mi alzo e mi passo una mano tra i capelli, sicuramente rizzati in stile Crudelia Demon.

-La colazione è pronta!- ci urla Jake dalla cucina. Alzo le sopracciglia, indietreggio e finisco sul letto di Ellis, dal quale si è appena alzato Jinxx.

-Si... voi andate... io vi raggiungo... tra... un paio di anni...- mi lascio andare sul cuscino.

-Eh, no!- la voce di Ellis riempie la stanza. -Ci ho messo tre ore a svegliarti! Non puoi tornare nel mondo dei sogni proprio ora!- sale a cavalcioni sul letto e lo smuove un po'. -Terremoto! Lay! C'è il terremoto!

-Morirò sul mio letto, allora.- affondo il viso nel cuscino.

-Prima di tutto, questo è il mio letto.- sottolinea lei. -E poi...- si sente il mio stomaco e tutti ridacchiano. -Credo che l'unico che stia morendo, qui, è il tuo stomaco... di fame!

-Naaah, non è vero...- mugugno io stringendolo con le coperte. Ma ciò peggiora solo le cose. Mi metto in ginocchio e mi guardo la pancia. -E va bene, stomaco cocciuto, ora mangi!

Tra una risata e l'altra ci avviamo per la cucina e troviamo persone in condizioni ancora più critiche delle nostre.

C'è: un Christian con la testa (tutta) nella ciotola dei cereali; un Andy con la testa nella tazza del cappuccino ed un tranquillissimo Jake che mangia come se stesse prendendo il thé delle 5. E gira pure il cucchiaino come un perfetto inglese!

-Niente di preoccupante, ragazze, è così tutti i giorni, qui.- i due dietro di noi ci mettono una mano ciascuna sulle spalle. Poi vediamo Jake alzarsi, tirare fuori da chissà dove una sveglia e puntarla ad un minuto da ora; per poi cominciare a fare un countdown.

-3... 2... 1...

La sveglia trilla e i due si alzano di soprassalto: l'uno con una manciata di cereali al miele appiccicati a tutta la faccia, l'altro tutto gocciolante di cappuccino. Non ci vuole molto perché ci ritroviamo di nuovo piegati in due dalle risate.

 

-Beh. Che si fa oggi?- chiede Ellis mentre inzuppa un cornetto ripieno di nutella nel suo caffè-latte e fa vagare lo sguardo su di noi, soffermandosi su Christian che già ha il capo che gli penzola addormentato sulla spalla di Andy, che cerca disperatamente di scostarlo, invano.

-CC! Gelato!- gli strilla Jake in un orecchio, ed il batterista sobbalza, svegliandosi di colpo.

-Dove, dove?!

-Dicevamo, che si fa oggi?- Ellis scuote leggermente il capo, seppur divertita dalla scena. Mi guarda, ma io sono a corto di lettere da mettere una dietro l'altra: sono ancora nel mio mondo. Alzo le spalle e lascio la scelta agli altri. -Okay, Lay è a corto di parole, sparate a caso e vediamo cosa avete da offrire.

-Studio di tatuaggi.- Andy si guarda il braccio più spoglio dell'altro.

-Negozio di strumenti.- offre Jake, pensieroso.

-Supermercato.- dichiara Christian e lo guardiamo tutti pendendo dalle sue labbra. -Che c'è? Stanotte ho finito i marshmellows; devo comprarli.

-Pasticceria.- Jinxx ha quasi la bavetta solo pronunciandone le sillabe. Ellis si gira di scatto verso di lui.

-Oddio, ora che ci penso, voi avete i muffin! Io adoro i muffin! Andiamo a prenderli!

-Beh, ma se è per questo io posso cucinarli.- propone Jake. -Solo che mi mancano alcuni ingredienti...- si tamburella le dita sul mento guardandosi attorno.

-Perfetto, così andiamo al centro commerciale: dove c'è il negozio di strumenti, CD e Videogame e...- a quelle dolci parole mi illumino.

-CD e Videogame?!- salto sulla sedia. -Okay, dobbiamo andare per forza in centro: mi sono improvvisamente ricordata di aver bisogno di un nuovo gioco per il pc e... e di altri.. pfff cinque CD come minimo. Okay, andiamo, forza forza forza!- Schizzo verso la camera mia e di Ellis, recupero i vestiti, mi fiondo in bagno a prepararmi e vestirmi, mi trucco un po' e torno in cucina. -Beh, non siete pronti?

-Ehm.. Lay... hai messo due scarpe diverse...

Mi guardo le scarpe. Converse e Creepers. -Ehm...

 

-

 

Arrivati al centro rimango a dir poco estasiata, ed Ellis non è da meno: il suo mento potrebbe toccare il terreno. E' enorme: ci saranno almeno tre piani, nei quali ci potranno essere le cose più disparate. In sottofondo c'è una canzoncina niente male, nonostante pop, genere che non è molto noto nel mio iPod. Spengo la sigaretta in un cestino e guardo Ellis.

-Io... tu... non so da dove cominciare.

-Okay, facciamo che ci dividiamo e ci ritroviamo qui tra un'ora. Ci state?- propone Jinxx e ha l'assenso di tutti. -Perfetto. Io vado in una pasticceria, chi viene con me?

-Ma se li cucino io i muffin, che ci vai a fare in pasticceria?- obietta Jake.

-Io ho fame.- interviene Ellis e prende sottobraccio Jinxx, che si riscuote un attimo. -Dai, andiamo laggiù.- indica una pasticceria alla fine di un lungo e larghissimo corridoio. Lui annuisce confuso e si avviano. Ellis si volta un attimo verso di me, sorridendomi e facendomi l'occhiolino. Le sorrido di rimando, è bello vedere che quello che ha sempre desiderato si avvera sotto i suoi occhi.

-Jake, Jake, Jake!- Christian rimbalza attorno Jake come una pallina di gomma.

-Si, si, ho capito, andiamo a fare la spesa.- risponde spazientito e si avvia per il supermercato.

-Okay, restiamo noi.- nota Andy. -Dove andiamo?- Io lo sento a stento, perché, appena nascosto da un negozio di vestiti, vedo un Game Stop, e ormai è inquadrato nel mio cervello. -Okay, chiaro, andiamo.- ridacchia, mentre mi prende a braccetto da un lato ed Ashley dall'altro. Realizzo che sono tra loro due solo qualche minuto dopo, quando siamo davanti il negozio e non so dove mettere lo sguardo.

-Computer, computer, computer...- borbotto tra me e me. Avvisto lo scompartimento e mi ci fiondo, lasciandoli indietro. So già dove mettere mani in teoria, ma in pratica voglio comprare tutti i giochi. -Okay, Lay, calma.- mi sussurro. -Scegline uno... solo uno.- li guardo ma non voglio lasciarne solo uno.

-Io ti consiglio questo.- un ragazzo poco più alto di me, dai capelli mori brizzolati me ne porge uno di guerra. Lo studio attentamente, conosco il gioco, anche se non ci ho mai giocato, e tra i dieci videogiochi che ho tra le mani, questo li batte tutti. Li rimetto a posto e lo sfilo dalle sue dita.

-Beh, grazie.

-Io già ci ho giocato, perciò, dato che ho notato che sei abbastanza appassionata, ho pensato di proportelo.- si passa le dita tra i capelli e noto gli occhi più scuri e profondi del colore della capigliatura, sotto delle sopracciglia particolarmente folte. Fico. Annuisco, mentre sento qualcuno alle mie spalle.

-Hai trovato qualcosa?- Andy mi sfila il gioco dalle mani e legge la “trama”. -Niente male, direi.

-Sottoscrivo in pieno.- dice il ragazzo ricciolino. Andy alza lo sguardo su di lui.

-Simon, che ci fai qui?- Ashley appare accanto Andy.

-Oh, ma siete tutti qui?- Simon si guarda attorno, cercando gli altri ragazzi.

-No, gli altri sono sparsi per il centro, ma tu che ci fai qui?

-Ero venuto a cercare qualcosa su cui passare il weekend, ma ancora non ho trovato nulla.- sposta lo sguardo sullo scaffale in metallo sotto il suo sguardo, ed io ho un fremito. Sembra... lui. Ho un leggero affanno e sposto lo sguardo sulla pila di giochi che ho posato. Ne sfilo uno che faceva parte delle mie prime scelte e glielo porgo senza dire nulla. Lui lo guarda curioso, prendendolo tra le dita e sfiorando le mie. Secondo fremito.

-Woah, questo sembra spaccare di brutto. Okay, mi hai convinto. Lo prendo. Vieni con me a pagare?- mi guarda ma io sono in uno stato di confusione: mi guardo attorno, il mio sguardo oltrepassa le pareti di vetro e vedo Ellis mangiare in pasticceria con Jinxx, seduti ad un tavolino rosato, che discutono con dei grandi sorrisi stampati in viso. Sereni, tranquilli. Il viso di Ellis mi fa rilassare e torno a guardare Simon, mentre Andy in pratica mi trascina al bancone.

-Ah, si, giusto.- pago e faccio per andarmene.

-Aspetta, non mi hai detto il tuo nome!

-Layra...- farfuglio ed esco in cerca del negozio di CD.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** #7 ***


-Okay, parliamo di cose serie- attacca Christian mentre saliamo su per le scale. -Ellis e Jinxx hanno mangiato alla grande, nello specifico: torte alla frutta, al cioccolato e pasticcini di vario genere.- annuisco, pensando che lei e Jinxx sono in ascensore con Ashley ed Andy. -Ashley ha comprato il vinile che gli mancava dei Motley Crue.- conta sulle dita. -Andy si è comprato... cosa si è comprato?

-Un cappello.- risponde Jake, già mezzo affannato.

-Giusto, giusto. Io ho comprato solo dolci e schifezze delle quali vado fiero e che mi faranno prendere un altro chilo.- si massaggia felice la pancia. -Tu... Lay... cos'hai preso?-Tiro una boccata dalla sigaretta e mi distolgo dai miei pensieri.

-Io? Oh, io ho fatto scorta: ho preso un gioco di guerra, due libri, e cinque nuovi CD. In pratica non mi posso annoiare.- sorrido vagamente, e mentre Christian continua a fare il punto della situazione, io mi immergo di nuovo nei miei pensieri. Simon... Simon assomiglia a... beh, che non è lui possiamo starne certi. Ma la domanda è: perché me lo ha richiamato così tanto? Mentre salgo gli ultimi gradini, alzo lo sguardo e in cima alla scalinata mi sembra di rivedere un ricordo in playback: io e lui che scherziamo e che facciamo a chi arriva prima al suo appartamento, che scivoliamo per terra, che ci saltiamo addosso l'una sull'altro...

-Lay, ci sei? Siamo arrivati!- Jake mi scuote leggermente la spalla. Sono ferma sul penultimo gradino a fissare il vuoto riempito solo da un ricordo in bianco e nero.

-Oh, si. Eccomi.- lo sorpasso, spegnendo il mozzicone di sigaretta nel cestino del condominio ed entrando in casa. Basta con questi filmetti mentali strappalacrime.

-Toh, sono arrivati. Andy, non devi più mandare i soccorsi!- strilla Jinxx in direzione di una stanza alla mia sinistra.

-Dov'è Ellis?- chiedo guardandomi attorno.

-Si sta facendo un bagno.- alza le spalle Jinxx, nonostante guardi sottecchi il bagno. Io inarco un sopracciglio, sogghignando. -Che c'è?- si accorge di me.

-Ti piace, non è vero?

-Eh??- arrossisce violentemente, guardando di nuovo il bagno.

-Uh, allora è vero.

-Shh! Che ti sente!

-Se, se, certo, sicuro.- gli do delle pacche sulla spalla. -Vai, tigre, buttati!

-Ma che tigre e tigre!

 

-

 

A cena finita, mentre Ellis si trattiene in soggiorno e dopo che io mi sono fatta un bagno rilassante, mi chiudo per un po' in camera nostra. Metto un CD gotico che ho comprato al centro commerciale, alzo un po' il volume e mi lascio andare sul letto, i capelli bagnati sul cuscino. Più che musica gotica, sembra da chiesa, ma basta poco perché mi istighi al sonno.

 

Piove. Il marciapiede è umidiccio persino sotto i balconi. Lo aspetto, impaziente di comunicargli una notizia fantastica: sono innamorata di lui. Lo vedo arrivare sotto la pioggia, coperto da un cappuccio nero sul capo, i capelli più schiacciati al suo interno, per evitare che si arriccino. Sorrido, vedendolo arrivare. -Ciao- mi dice lui, scotolandosi un po'. -Che mi dovevi dire?- indugio un po', ma mi viene sia da sorridere che da tenere basso il capo, sulle mie Creepers scamosciate, stranamente ultra resistenti all'acqua. Si abbassa un po', alla ricerca del mio sguardo, mentre sorride. Oh, il suo sorriso. Si rialza e si accende una sigaretta. -Lay, lo sai che mi fai preoccupare se fai così. Mi hai fatto precipitare qui, con un alluvione in arrivo; che succede?- io alzo di scatto il viso verso di lui, più seria che mai e determinata. Prendo fiato.

 

-No!- mi alzo a sedere, svegliandomi e dando una capocciata a qualcuno. Qualcuno che mi stava osservando. E quel qualcuno è Ashley. -Ahia!- mi massaggio la fronte, mentre lui arretra un po' sul materasso.

-Tutto bene? Avevi l'aria di una che si stava avvicinando a qualcosa di bello ed insieme brutto.- si acciglia. Perspicace.

-Eh... si, tipo. Ma più vicino al brutto che al bello...- lo guardo un attimo. -Dimmi, ti serve qualcosa?

-Ehm... nulla, è che ti eri addormentata sul telecomando dello stereo e stavi alzando il volume. Sai, i vicini già non ci apprezzano molto...- sfila il telecomando da sotto il mio gomito.

-Oh... scusa, allora.- scendo dal letto e mi stiracchio. -Che ore sono?

-E' ora di cena.- sgrano gli occhi.

-Di già? Ma quanto ho dormito?- guardo fuori dalla finestra e vedo il tramonto. -Oddio!- mi agito.

-Ehi, calma.- mi prende per le spalle, non appena mi raggiunge e mi fissa. Vedo le pupille scure fisse nelle mie. Sono poco distanti dal sembrare quelle di Simon... quelle di lui. E' serio. Mi si avvicina. Non impercettibilmente, ma è evidente quello che voglia. Fuggo.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** #8 ***


-Lay? Ma dove vai?- la voce di Ellis mi rimbomba nelle orecchie.

-Esco...- farfuglio, ignara del fatto che le Creepers si stiano già slacciando. Apro la porta e scendo le scale, rischiando di sbattere contro qualche muro. Quando arrivo al pian terreno, apro la porta a vetri e tiro un lungo respiro. Calma. Calma. Per prima cosa ti accendi una sigaretta. Sfilo il pacchetto dalla tasca dei jeans e cerco di non bruciarmi con l'accendino. Sto riavendo una crisi. Non so se di panico o altro. So che non è salutare che io resti al chiuso. Era chiaro, no? 'Se ha delle crisi, deve uscire, signorina.' Risento la voce dello psicologo e mi costringo a camminare. Prendo ampie boccate e mi aggiro per la città ancora illuminata. Decido di lasciarmi scivolare addosso un qualsiasi pensiero mi possa passare per la testa e mi inoltro in un parco quasi del tutto desolato, a esclusione di qualche vecchietto che porta a spasso il suo cagnolino isterico. Mi siedo su una panchina mezza arrugginita e resto a guardare le luci soffuse della città.

Ispira, espira, ispira, espira, isp...

-Ehi! Ma io ti conosco!- Un ragazzo si accosta alla panchina e già so chi è.

-Ehm... no, non è vero.- cerco di coprirmi il viso coi capelli, ma lui fa il giro.

-Ma si, tu sei quella del Game Stop! Ti ricordi? Sono Simon! L'amico di Andy ed Ashley.

-C-chi?

-Oh, andiamo!- insiste mentre io mi giro al suo lato opposto. -Non puoi non ricordarti di me! Mi hai pure consigliato un gioco!

-No, non è vero.- mi alzo e fuggo di nuovo verso casa.

-Aspetta! Layra!- il suo richiamo mi consente un attimo di esitazione, ma la cosa è di poca importanza. Corro, nella speranza che le Creepers non mi facciano stramazzare a terra, e che gli ultimi due anni di fumo non mi accorcino il fiato prima di arrivare a casa. Solo quando sono dietro le porte di vetro del condominio riesco a rilassarmi, mentre la gola mi pulsa dolorosamente. Chiudo gli occhi, accasciandomi contro la vetrata e finendo sul marmo freddo.

Già voglio evitare i ricordi, poi, se mi devo ritrovare i sosia dei suoi occhi puntati contro, direi di essere proprio al top! Mentre rifletto su cosa fare, e il mio respiro comincia a ristabilizzarsi, sono così stanca ed intontita dalla corsa, che mi addormento per terra.

 

-Ehm... ecco, io.- boccheggio, mentre la pioggia diventa più forte e lo scroscio rischia di coprire la mia voce. -La verità, è che mi piaci.- ma lui non mi sente. Troppo rumore.

-Cosa? Che hai detto?- mi si avvicina di più.

-Ho detto... che mi piaci. Molto.- gli dico quasi nell'orecchio. Lui fa un passo indietro e mi fissa. Serio. Il suo sorriso è scomparso. Non parla. Indietreggia e basta. Quando finisce sotto la pioggia torna sotto il balcone. Abbassa lo sguardo, si aggroviglia le dita. “Sembra positivo” penso.

-No.- dice solo.

-Eh?

-No.

-Che significa?- sono stordita. Lui mi si avvicina, mi stringe le spalle con le mani arrossate dal freddo e fissa i suoi occhi profondi sui miei.

-Tu non sei innamorata di me. Io non ti piaccio.

-Si, invece.- Affermo con poca convinzione.

-No. Tu mi odi. Mi devi odiare. E lo farai.

-No, ma... ma che stai dicendo?- sono confusa. Mi scosto da lui. -Io... io pensavo...

-Tu pensavi troppo, Layra. Non ci sarà mai nulla tra di noi. Nulla. Non farti più vedere, non chiamarmi, non cercarmi. Anzi, se mi vedi in giro, evitami o fa' finta di non conoscermi.

Scuoto la testa, indietreggio, finisco sotto la pioggia, ma non torno sotto il balcone. Lui si volta, e se ne va. -Mi... mi ha chiamata... Layra.

 

Le lacrime mi scendono giù per le guance, mi riscuoto nel letto.

-Lay...- sento la voce di Ellis. -Lay...- delle dita mi passano tra i capelli, carezzandoli, spostandoli dalla fronte. Mi rilasso al suo tocco. Sono con Ellis. Sono a casa. E crollo di nuovo nel sonno.

Quando al mattino sento ormai solo l'eco del mio nome completo nelle mie orecchie, scopro di aver dormito vestita. Mentre mi tiro su a sedere, un forte mal di testa si insinua nelle mie tempie, trafiggendole. -Ah! Che male!- me le massaggio con le dita. Mi guardo attorno, e la prima cosa che vedo è che il letto di Ellis è vuoto. Poi una voce femminile acuta mi distoglie del tutto dalla mia perlustrazione.

-Ashley Purdy! Sei un perfetto idiota!- la voce di Ellis arriva forte e chiara fino la nostra stanza. Azzardo a scendere dal letto e ad avvicinarmi alla porta. -Ma che ti salta in mente?! Guarda che non è mica una ragazza qualunque! Ha un pessimo passato, che non conosci, e non puoi avventarti così, senza conoscerla del tutto!

Faccio dei passi indietro. In effetti... come mi hanno trovata ieri? Mi acciglio, mentre cerco dei vestiti puliti da mettere. Poi mi azzardo ad uscire dalla stanza e ho già gli occhi di tutti addosso.

-Lay!- Ellis mi corre incontro e mi abbraccia forte. -Va tutto bene, tranquilla.- mi lascio cullare dal suo profumo e dal suo abbraccio. La stringo delicatamente e chiudo gli occhi.

-Si.- è l'unica cosa che riesco ad emettere. Poi mi lascia, e senza che io guardi gli altri, in particolare evito Ashley, mi chiudo in bagno.

 

Quando sto per uscire sento qualcuno che suona al citofono.

-Si chi è?- risponde Jake. -Oh, certo, sali, Simon. Al suo nome mi rituffo nell'acqua tiepida della vasca, abbracciando le ginocchia al mio petto. E con che faccia lo guardo ora? Oddio. Sto a tormentarmi nella vasca finché l'acqua non è del tutto fredda, ed io sono costretta ad uscire e vestirmi. Quando oso sbucare dal bagno, ho di nuovo gli occhi di tutti addosso, e finalmente potrei avere il coraggio di parlare. -Ehm... che c'è?

-Ecco, visto, lo sapevo che quella di ieri sera eri tu!- Simon mi punta contro un dito, ma io faccio finta di non sentirlo, guardando gli altri.

-Okay, ora ci spieghi perché ieri sera ti abbiamo trovata addormentata e sofferente in fondo alle scale.- Andy inarca un sopracciglio, serissimo; ed io cerco di trovare una spiegazione plausibile senza svelare troppa roba.

-Ehm... ecco, vediamo. Dovevo prendere aria. Così sono corsa sotto. Dopo una sigaretta o due sono rientrata e dato che ero stanca mi sono seduta per terra. E mi sono addormentata.

-Ma se io ti ho vista al parco!- insiste Simon.

-No, non mi hai vista.- non lo guardo.

-Ma ti dico di si!

-Ma ti dico di no.

-Okay, che sia un si o un no- riprende Christian, serio come non l'ho mai visto. -Non è che tu sia scomparsa per cinque minuti, ma bensì per un'ora e mezza. Un po' preoccupante visto che era sera inoltrata.

-Ehm... okay, mi spiace di avervi fatti preoccupare. La prossima volta dirò qualcosa di più su dove vado e cosa faccio...- abbasso lo sguardo e mi accorgo che sto stritolando i vestiti con cui ho dormito stanotte.

Ellis mi raggiunge e con un'occhiata concordiamo di andare in camera nostra per parlare da sole.

-Ma...- sentiamo Simon mugolare da dietro. -Io l'ho vista al parco...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** #9 ***


Una volta che racconto tutto ad Ellis resto imbambolata a fissare le pieghe delle coperte. So che mi sta guardando. So che potrebbe soffrirne. Sa che per me è stato difficilissimo mettere da parte quei ricordi, ed il fatto che ora me li ritrovi sotto gli occhi è molto negativo.

-Che farai, ora?- mormora lei.

Alzo le spalle. -Dovrò distrarmi. E poi ho già qualcosa a cui pensare.- giocherello con le coperte.

-Cioè?

-“Con che faccia guarderò di nuovo Ashley?”- mi pongo da sola il quesito.

-Eh. Direi che dovresti accennargli qualcosa al tuo problema.

-Forse. Non so... è stato troppo... avventato.- il lenzuolo cade per terra e mi chino a raccoglierlo, rischiando di catapultarmi giù dal letto.

-Beh, parlagli quando pensi sarà opportuno.- sorride sinceramente. -Magari sarà lui a voler parlare con te e a fare il primo passo.- quest'ultima conclusione mi fa pensare che lui non l'ha mai fatto con me, dopo quella fatidica giornata piovosa. Damn, ci risiamo. -Ma nel frattempo? Che farai?

-Creerò.- concludo. -Riprenderò l'album da disegno, ascolterò molto e molta musica... leggerò. Tanto ho tutto quello di cui ho bisogno.

-Bene.- mi circonda le spalle con un braccio, illuminando un sorriso sul mio muso pallido.

-E tu?- dico dopo un po'.

-Io cosa?

-Tu che farai col super-cotto-di-te Jinxx?- inarco un sopracciglio divertita, mentre vedo il suo colorito del viso alterarsi.

-J-Jinxx? I-i-io? Oh, beh... ecco... -si passa una mano tra i capelli, impigliandosi un attimo.

-Daaaai...- le do piccole gomitate.

-Oh, Lay! Andiamo! Mi piac...- si porta una mano alla bocca e arrossisce di più.

-Awww ma che carina!- la spupazzo finché non crolliamo sul letto ridendo.

 

-

 

Nel pomeriggio, mentre mi gusto con Ellis un cheesecake preparato da poco da Jake, Ashley e Jinxx si siedono al nostro stesso tavolo e ci fissano. Ovviamente, appena ce ne accorgiamo io ed Ellis non ci azzardiamo a tirare su lo sguardo e ci lanciamo piccole occhiate reciproche.

-Ash, Janxx! Così le demoralizzate! Piantatela di fissarle, poverette!- Andy si siede al nostro tavolo insieme a Christian, e cominciano anche loro a mangiucchiare della torta. Andy conversa con una certa scioltezza che conquista chiunque sia seduto davanti o accanto a lui. Pendiamo tutti dalle sue labbra, e lui non manca occasione di fare battute divertenti. Mi piace. Ti fa smettere di pensare a quello che ti preoccupa e ti distrae. Così, a partire da quel momento, ovunque vada Andy, lo seguo io. Che sia col pc, con l'album o anche senza niente, io passo del tempo con lui ed Ellis. Mi svagano, e lui da pari attenzioni ad entrambe.

Una sera io ed Ellis ci troviamo sui nostri letti, in preda all'insonnia, a parlare di lui.

-E' tipo il fratello maggiore che chiunque possa desiderare.- conclude lei.

-Si, sono d'accordo. Ha dei modi di fare tutti suoi, ma che comunque affascinano.- fisso il soffitto.

-Eh, per questo ha migliaia e migliaia di fans. O per il suo faccino da angioletto che la sa lunga, o per le sue perle di saggezza... fa strage di cuori.

-Perle di saggezza? Andy?- ridacchio, contagiandola.

-... Ellis?- chiamo dopo un po' che torniamo in silenzio.

-Si?- risponde subito lei.

-Tu sai cosa fare con Jinxx?- posso indovinare la sua colorazione, infatti ci vuole un po' perché lei risponda a questa domanda.

-Beh...- dice poi -... non provo sentimenti contrastanti...

-In che senso?

-Non è malaccio... insomma, non c'è niente che possa portarmi ad una negazione.

Mi viene da sorridere. Sono felice che lei stia per intraprendere una relazione. Sono dell'idea che siano salutari per chiunque. Essere amati, rende felici. E quando lei è con lui, il suo sorriso arriva fino in Nebraska, ed io adoro il suo sorriso.

-E tu? Con Ashley?

Anche io mi prendo un po' di tempo per pensarci su. -In fatto di sentimenti contrastanti non so molto... ma credo che prima di tutto io mi debba scusare con lui per la volta in cui sono scappata sotto i suoi occhi.- la cosa mi provoca un senso di vergogna.

-Bah, secondo me se lo è scordato... invece mi sembra un tantino geloso...

-Di chi?

-Di Andy, Lay! Di chi altro?

Aggrotto la fronte. -Credevo che quello che fosse geloso di Andy fosse Jinxx.

-Eh?!

-Ma si, Jinxx! Lo fissa con un'aria truce, che potrebbe avere solo se gli togliessero il pane dalle mani!

-Si, vabbé.

-Eh... tu guardalo quando stiamo con Andy. Ha una faccia...- ridacchio.

-Si, ma Ashley non è molto differente.- mi stuzzica lei. -Che farai con lui? Lo provocherai di più?

-Mm... potrebbe essere divertente...

-Ma parli sul serio?

-Pfff ma no!- scoppio a ridere.

 

Il mattino dopo ci svegliamo quasi nello stesso momento. Causa: la luce che filtra dalle tende e colpisce in pieno i nostri visi dormienti. E per quanto noi ci giriamo nelle lenzuola, ciò non migliora il nostro sonno. Quindi, Ellis fissa me da sotto il cuscino premuto contro la faccia, ed io la fisso da sotto le coperte.

-Buongiorno.- mugolo.

-Lay...

-Si?

-Ti sembra un buongiorno? Ci siamo svegliate con le luci in faccia.

-Hai ragione. Ma ora? Che facciamo?

Ci pensiamo così tanto che alla fine siamo sprovviste di idee. -Io ho sonno.- conclude lei. -Ma qui è impossibile dormire.

-Idea!- esclamo io, non troppo forte. Lei mi guarda con un'espressione interrogativa. -Andiamo nelle camere degli altri e dormiamo da loro.

-Scherzi? Andy dorme con Jinxx e Jake, e Ashley con Christian! Vuoi davvero entrare nelle loro stanze?

-Perché no? Sarà divertente.

Lei è perplessa, ma alla fine accetta. Ci alziamo in punta di piedi e quando siamo davanti le due stanze ci auguriamo buona fortuna. Apriamo la porta insieme, nonostante la sua cigoli un po'. Io mi affaccio e vedo che c'è un bel buio, nonostante ci sia un solo spiraglio di luce che colpisce solo il muro. Perfect. Mi guardo attorno, e non riconoscendo chi sia Christian e chi Ashley mi avvicino di poco al primo letto, scoprendoci Ashley. Di rado sono entrata nella sua stanza: è sempre disordinata, ed i letti sono posti a due estremità opposte e attaccati ai muri. Di mezzo ci può essere di tutto: armi letali, oggetti irriconoscibili, chitarre, e... sicuramente vestiti e riviste.

Guardo il suo viso addormentato. Mi dispiace ancora per quella sera, ma a ognuno i suoi motivi. Mentre mi inserisco nel suo letto sento dall'altra stanza che qualcuno si è svegliato e che sta ridendo di gusto. Questo mi rallegra. Io mi rannicchio contro Ashley e chiudo gli occhi stancamente, anche se non dura a lungo, perché Ashley si muove nel letto, e quando si accorge di me, mi smuove un po'.

-Lay? Che ci fai qui?- sussurra.

Sospiro. -Voglio dormire.- mi lamento io, tirandomi su le coperte fino al viso.

-Lay...- mi chiama lui, anche se è sull'orlo di una risata.

-Uffa, lasciami dormire.- borbotto. Lo sento sorridere e anche a me viene da ridere. SI accoccola sul letto anche lui, all'altezza del mio viso; ma non proferisce parola. Quindi attacco io, perché il mio sonno è morto da qualche parte.

-Mi dispiace per l'altra volta.

-Quale volta?- non rispondo. -Ah, quella...- il suo tono di abbassa un po'. O si incupisce? -Tranquilla, non fa nulla. Ellis mi ha fatto notare che ho sbagliato.

-Mh...

-E' che...- io alzo di scatto il viso verso di lui, e incontro i suoi occhi. Si blocca un attimo al suono di un'altra risata dall'altra stanza e del fruscio delle coperte di Christian. -... è che mi piaci e quindi... ho pensato... o la va o la spacca... solo che lì ha spaccato di brutto...- mi viene da ridere ma mi contengo, riabbassando il viso e nascondendo un sorriso. -... comunque, quando vorrai, io sarò disponibile... cioè, per stare insieme... insomma... hai capito.

Okay, è imbarazzato. Cosa che è una novità per Ashley, ma mi incuriosisce. Annuisco, e mi raggomitolo di più. Non so cosa dire, ma per fortuna a riempire il silenzio si sente Christian a che urla nel sonno: -No! I marshmellow giganti mi vogliono masticare!!

 

Quando ci ritroviamo in cucina, Ellis è rossissima in viso ma felice. Mi guarda e sorride. E resta con quella espressione per non so quanto tempo. Fissandomi. Comincio a pensare che sia successo qualcosa di molto, molto, bello là dentro. Si incanta davanti i pancakes, ed io comincio a preoccuparmi, sventolandole davanti il viso una mano.

-Ellis? Yuuuhuuu?- lei torna in sé.

-Oh, si. Che dicevi?

-Ehm... nulla... ma tu ti eri incantata a fissare il vuoto.- In quel momento Jinxx si siede accanto a lei con un altro piatto di pancakes, e lei si incanta di nuovo a fissare le sue mani che tagliano il cibo e ci mettono sopra, con una certa eleganza, lo sciroppo d'acero. -Ci risiamo- le risventolo di nuovo le dita davanti gli occhi e lei si riscuote.

-Si, giusto, i pancakes. Si.- ripete. Stavolta sarò io a trascinarla in camera nostra per parlare, mentre ovviamente mangiamo, però.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2008695