We are not shining stars.

di aleliberamentee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


'E poi ti siedi sul muretto della finestra, mentre una piacevole brezza ti sfiora i capelli, fissi le stelle e pensi: quante altre persone, in quest'istante, fanno la stessa cosa? Quante altre persone come me ancora provano gusto nel guardare il cielo, nel cercare nell'infinito di ritagliarsi un piccolo spazio; quante persone ancora inseguono dei sogni, e quante, fissando le stelle, vedono proiettarsi tali sogni, come in un enorme cinematografo, scoprendo la bellezza della propria fantasia e della propria ambizione? Chi ha sogni realizzabili la notte dorme meglio, la mattina si sveglia con un sorriso, e la sera ha una scusa per fissare il cielo e ritrovarsi in una stella.'
 
Ho sempre creduto in queste parole. Ed ho provato a difendere la bellezza dei miei sogni, talvolta andando contro il mondo. Ma, dopotutto, ho smesso di credere nel mondo, quando il mondo a smesso di credere in me. 
 
I miei sogni mi hanno portato lontana. Lontana dalla mia Londra, dalla mia gente, dai miei amici, dalla mia famiglia. Lontana da ogni affetto, ma vicina alle mie speranze. Ho dovuto rinunciare a tanto. Forse a tutto. Un giorno, appoggiando i piedi sul freddo pavimento della mia camera, troppo stretta per le mie ambizioni, ho capito che era arrivato il momento di prendere in mano la mia vita e portarla verso i miei sogni. 
 
Così mi sono trasferita a New York, a soli 18 anni. Tra la 'disperazione' della mia famiglia, ho caricato sull'aereo una piccola valigia piena di speraze e, decisa, ho preso il primo volo per la Grande Mela. 
In cerca di fortuna, in cerca del MIO posto nel mondo. 
Io ci credevo, avevo coraggio, volevo farcela ad ogni costo. 
 
Passai i primi sei anni bussando alle porte di ogni produttore, di ogni casa discografica che potesse esistere, ma quelle stesse porte si chiudevano praticamente sempre. 
Perchè sì, il mio sogno era cantare, fare musica e comunicare attraverso i miei testi. 
 
Non fu facile, ma nessuno aveva mai detto che lo sarebbe stato. Ho passato sei anni in un appartamento microscopico, perchè non potevo davvero permettermi di meglio. E condividevo l'abitazione con Chris, il mio migliore amico. Lo era dalla seconda media. Lui era preso di mira da tutta la scuola, e ogni giorno subiva bullismo, offese e minacce per la sua sessualità. Lui era gay, ed era la persona migliore che avessi mai conosciuto. Aveva deciso di seguirmi quando capì che restare in quella cittadina, che lo aveva oramai etichettato ed emarginato, non avrebbe portato nulla di buono. Lui amava la fotografia, era la sua passione più grande. E, devo dire, che aveva talento. E tanto.  Ma doveva accontentarsi di lavorare in un piccolo studio di un fotografo di una zona di NY. Eppure, la maggior parte del suo tempo, era impiegato a premere un odioso tasto per fotografare visi seri da incorniciare nelle carte d'identità. Triste, sì, quasi quanto il mio impego in uno squallido locale di New York come cantante di alcune serate piene di persone il cui unico scopo era ubricarsi e, per quella sera, dimenticare tutto. Non era esattamente la vita che ci aspettavamo. 
 
Eppure, dopo sei anni in cui la speranza dei diciotto anni stava svanendo, arrivò anche per noi un po' di fortuna. 
Ero il giorno del mio 25esimo compleanno, quando un produttore di una famosissima casa discografica Newyorchese mi scoprì in una delle serate nel locale. Lui, che sembrava l'unico sobrio in quella  discarica di birre scadute, mi aveva notata. E decise di farmi diventare qualcuno. Decise che ne ero all'altezza. E, dopo sei anni, sentì che il mio momento stava arrivando. Forse ce l'avrei fatta. Forse davvero qualcosa poteva cambiare e i sacrifici fatti per inseguire quel sogno, magari, in qualche modo, stavano per essere ripagati. 
 
Pochi mesi dopo Chris venne chiamato da un famosissimo magazine musicale Newyorchese, per lavorare come fotografo ai concerti e agli eventi più importanti. Credeva che la sua vita fosse segnata a causa della sua omosessualità, dei traumi adolescenziali ma, anche per lui, la fortuna arrivò. Ci vollero anni, sì, ma in quel momento nulla poteva fermarci. 
Perchè ce la stavamo facendo.


SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti, questa è la mia prima fan fiction sui fun. 
Loro sono tutto ciò che fino ad ora ho cercato nella musica. Energia, talento, adrenalina. 
Così ho deciso di scrivere su di loro, perchè, si sà, con il tempo iimpari ad amare anche loro e non solo la loro musica. 
Bene, in qualche modo fatemi capire che non fa proprio schifo questa storia (?)  ahaha.
Buona lettura c:
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


'El, muovi il culo. E' tardi'
 
Sentì dal bagno la voce incazzata di Chris, il che mi ricordò che ero in un imperdonabile ritardo. Avevo un intervista tra meno di venti minuti dall'altra parte della città, ed ero ancora intenta a specchiarmi cercando una soluzione per tenere a bada i miei capelli mossi. 
 
'Eleanor Jude Roberts, non sto scherzando. La prossima volta verrò a svegliarti carico di acqua, ghiaccio e pentole. Fai fare tardi anche me!'
 
'HO FATTO! eccomi' risposi, incorniciando velocemente i miei occhi azzurri in una eyelinear nero. 
Presi al volo borsa e giubbino di pelle nero, e mi incamminai verso l'uscita di casa seguendo Chris quasi correndo. 
Non ebbi nemmeno il tempo di mangiare. E la colazione, lo sanno tutti, è il pasto più importante della giornata. 
 
'Giuro, El, la prossima volta non ti aspetto più per andare a lavoro'
 
'Dai Chris, non essere pesante!' risposi, appoggiando i piedi sul cruscotto dell'auto'
 
'I piedi, Eleanor, i piedi'
 
Sbruffai, tornando in posizione, diciamo, normale sul sedile. Poi lasciai un bacio sulla guancia del mio migliore amico, tanto per farmi perdonare e calmarlo. 
 
'Sei terribile, El'
 
'Ma è per questo che mi vuoi bene' mi rivolsi a lui, con un sorriso innocente. Sapevo essere davvero convincente e persuasiva quando volevo. E con Chris, che oramai conoscevo più delle mie tasche, l'impresa non era particolarmente difficile. 
 
'Dove sei diretta stamattina?' mi chiese Chris, con un sorriso che mi fece intendere che mi aveva perdonato quel ritardo. 
 
'Agli studi 25, ho un intervista. Credo vogliano sapere qualcosa in più sul mio prossimo album e tour.'
 
'Mh, interessante. Ah, El, sono sicura che anche il prossimo album avrà lo stesso successo del primo. Sei una bomba!'
 
'Eh, lo spero' risposi, osservando le gocce d'acqua scivolare sul finestrino. Maledetta pioggia.  'Tu, invece? Quali sono i tuoi programmi per questa mattina?' continuai, posando il mio sguardo sui suoi occhi verdi. 
 
'Dovrei conoscere una band stamattina. Dobbiamo accordarci per un photoshoot.'
 
'Mh, che band?'
 
'Non lo so ancora, in realtà'  rispose, alzando le spalle con fare disinvolto. 
 
'Sono sicura che le foto non potranno essere più belle di quelle che hai fatto a me'  dissi, in modo orgoglioso. 
 
Chris si limitò a ridere, sprigionando un'allegria che solo lui riusciva a rilasciare nell'aria. 
 
Finalmente arrivai davanti agli studi 25, dove ero già attesa dalla mia manager, Madison. Ero in ritardo, lo sapevo, e ne ebbi la conferma nella sua espressione di rimprovero. 
Salutai Chris con un bacio e raggiunsi Mad con uno dei miei soliti sorrisi, intenzionata ad addolcirla.
 
'Eleanor, sei sempre la solita' 
 
'Scusa Mad, c'era traffico' conclusi in fretta, afferrando il suo polso e trascinandola dentro, prima che una folla di fans adulanti potesse raggiungerci. Li amavo, ma era troppo tardi e non potevo permettermi di fare foto o autografi. 
 
Salì in fretta le scale e posso giurare di aver visto goccioline di sudore scorrere sulla fronte dei radiofonici. Probabilmente credevano non fossi più arrivata. 
 
'Scusate tutti il ritardo.' dissi sorridendo, imbarazzata. 'Ehm, cominciamo?'
 
Tirarono tutti un sospiro di sollievo vedendomi accomodare sulla sedia ed indossare le cuffie. 
 
'Okay, cominciamo' disse il presentatore della radio, seguendomi a ruota ed indossando anche lui quel paio di cuffie nere. 
Ci rivolgemmo al produttore, aspettando un cenno.  
 
'Okay, siamo in onda tra tre, due..' disse lui, avviando finalmente la diretta. 



SPAZIO AUTRICE
TADAA' ecco il secondo capitolo. Ovviamente questa è più che altro un'introduzione alla storia vera e propria che comincierà a venir fuori nei prossimi capitoli. Come sempre, spero piaccia anche questo capitolo. 
STAY TUNED. 
-A

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


'Buongiorno abitanti della Grande Mela. E' Lunedì mattina per tutti, anche per la nostra ospite speciale. Siamo lieti di presentarvi Eleanor Roberts, in ritardo, come ogni lunedì mattina che si rispetti. Proprio una di noi. Ciao El!'
 
Mi lascia sfuggire una risata, prima di salutare tutte quelle persone che, all'interno dell'auto con la radio accesa, in quel momento molto probabilmente stavano imprecando contro il traffico che aumentava il proprio ritardo.
 
'Eh si, è Lunedì mattina anche per me. Ahaha ciao Tom!'
 
'Bene, Eleanor, questo si può dire che è stato il tuo anno. Un successo inaspettato, ma tanto atteso. Come la vivi questa popolarità?'
 
'Bhe, è praticamente da una vita che provo ad entrare nel mondo della musica. Ed ora posso dire di avercela fatta, quindi me la vivo davvero bene. E'..un po'..un po' strano, non sono abituata. Ma allo stesso tempo sorprendente. Vedere milioni di persone cantare le tue canzoni ed urlare il tuo nome, persone disposte a tutto per un tuo autografo..voglio dire, sorprenderebbe chiunque'
 
'Eleanor, sappiamo che nei tuoi progetti futuri c'è in programma un CD nuovo, ricco di sorprese. Puoi dirci qualcosa in più?'
 
'Bhe, ci stiamo lavorando duramente. Dobbiamo portare a termine un lavoro all'altezza di quello precedente. Il platino è difficile da raggiungere ma soprattutto da ripetere. Con il vecchio album ho trovato la mia fortuna, ma mi piacerebbe mantenerla e non deludere nessuno. Soprattutto me stessa.'
 
'Quindi sarà un lavoro lungo e impegnativo!' mi chiese il radiofonico, poggiando il gomito destro sul legno della scrivania. 
 
'Voglio prestare attenzione ad ogni  particolare. Ed ho in mente molte idee che potrebbero soddisfare le mie aspettative, quindi sì, un duro lavoro. E spero di concluderlo entro la fine del prossimo anno' 
 
---
 
L'intervista andò avanti per un quarto d'ora, poi il radiofonico mi salutò lanciando la successiva canzone: We are young, dei fun.. Avevo scoperto quella band da poco, e l'adoravo. Mi aveva catturato la voce del cantante, Nate Ruess, se non sbaglio. E poi il loro era un genere di musica che mi aveva sempre attirata. Mi ricordavano molto i Queen, anche se ero consapevole di quanto fosse azzardato il paragone. 
 
Al termine dell'intervista raggiunsi la mia casa discografica per organizzare gli appuntamenti della settimana. Era piena, ma ne ero felice. 
 
 
Le lancette dell'orologio quella sera sembrarono più veloci del solito, e in un tempo che mi sembrò brevissimo, si fecero le 10. Raccolsi la mia roba, mi fermai alla libreria più vicina e acquistai un libro di cui avevo sentito molto parlare. Non avevo molto tempo, ma amavo leggere. Quindi, anche se rara, ogni occasione era buona per sfogliare le pagine di un nuovo libro. Ero amante delle storie drammatiche: niente amori sdolcinati o finali da favoletta della Disney. Amavo le storie che affrontavano temi difficili, storie di persone intrappolate in una società decisa a non accettarli. Probabilmente era dovuto anche all'amicizia che mi legava con Chris. Lo avevo visto piangere tra le mie braccia e i temi difficili, come l'omofobia, mi erano ormai troppo vicini. Solitamente piangevo con lui, continuavo a ripetergli che un giorno le cose sarebbero cambiate. La società sarebbe cambiata. E nessuno avrebbe più fatto distinzioni di nessun genere. Un giorno non ci sarebbero più stati 'gay', 'etero', 'bianchi', 'neri', 'normali', 'disabili'... solo PERSONE. Mi piaceva credere che un giorno sarebbe stato così. 
 
Ora Chris è più grande e, malgrado faccia ancora fatica a confidare al mondo intero la sua natura, non vuole più nasconderlo. Ed io, per lui, ci sarò sempre. 
 
In ogni caso, mi immedesimavo in quelle pagine e soffrivo insieme al protagonista. E la parte più bella della lettura è proprio quella di poter vivere delle esperienze che non sono tue e  che, probabilmente e fortunatamente non vivrai mai, ma puoi comunque avvertirne le emozioni. 
I libri che leggevo rispecchiavano in parte anche la mia personalità. Ogni mia relazione era finita a causa della mia acidità. Non sapevo essere dolce e carina con i ragazzi, ed odiavo il fatto che loro pretendessero di esserlo con me. La dolcezza non aveva mai fatto parte di me. Vhris continuava a ripetermi che era per questo che sarei finita sola con sette gatti in casa. Lui lo diceva scherzando, ma in fondo non aveva tutti i torti. Eppure non avrei mai cambiato il mio carattere per una persona, tanto meno per un ragazzo. Ero fatta così, giusta o sbagliata che fossi, mi piaceva essere com'ero. D'altra parte, il primo passo per piacere agli altri è piacere a sé stessi. 



SPAZIO AUTRICE

Buongiorno splendori. Allora, questo è più che altro un capitolo di passaggio. Voglio introdurvi bene  personaggi prima di passare alla storia in sè per sè. Già dal prossimo capitolo, infatti, si comincierà ad entrare nel vivo della trama. 
Spero apprezziate, anche stavolta. 
Baci. 
-A
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Era tardi quando infilai le chiavi nella serratura della porta dell'enorme appartamento che condividevo con Chris. E, una volta arrivata, l'unica pensiero che invadeva la mia mente era una vasca piena d'acqua bollente e saponi profumati. Dopo una lunga giornata stressante, era l'unica cosa che riusciva a calmare i miei nervi. 
 
Chris non era ancora tornato. Probabilmente era ancora impegnato con quella band. Così varcai la soglia del bagno, socchiusi la porta e preparai il necessario per il mio momento rilassante. 
 
L'ingrediente principale era sicuramente il silenzio, rotto appena dalla musica proveniente dalle cuffie del mio IPod. Ero contenta, infatti, di sapere che Chris non era in casa. Solitamente si divertiva a rovinare 'il mio momento'. 
 
---
 
Chris's Pov. 
 
'Ragazzi, entrate pure. Fate come se foste a casa vostra' dissi, prendendo le loro giacche e recandomi ad appoggiarle nel soggiorno. 
 
'Oh, Eleanor non deve esser ancora tornata..' dissi, più a me stesso che a loro. 
 
'Eleanor?' mi chiese perplesso Nate, la voce principale del gruppo per cui stavo lavorando. 
 
'Sì, la mia coinquilina, nonché mia migliore amica dalla seconda media. Eleanor Roberts'
 
'La tua migliore amica è Eleanor? Quella Eleanor? Oddio, è pazzesco' continuò scioccato Jack, il chitarrista. 
 
Mi lascia sfuggire una risatina, provocata dall'affermazione del ragazzo. Io l'ho sempre considerata solo El, il suo successo e la sua popolarità erano ancora del tutto nuovi per me. E anche per lei. 
 
'Già, proprio lei. Volete qualcosa da bere? Così poi continuiamo ad organizzare il photoshoot!'
 
'Mh, una birra per tutti?' propose Andrew, il pianista.
 
Acconsentirono tutti, così mi recai in cucina per prendere le bibite fresche dal frigo.
 
'Aspetta amico, vuoi farmi credere che la tua migliore amica è Eleanor Roberts e tu non ci hai mai provato con lei?' disse Jack mentre tornavo dalla cucina con le quattro birre, tra le risate che non riusciva a frenare. 
 
Sapevo che era affrettato, che probabilmente dovevo spettare per rivelare la mia natura, ma sentì di potermi fidare di loro in quel momento. 
 
'Io sono gay' dissi tutto d'un fiato. Con un espressione che lasciò intendere ai componenti della band la mia difficoltà nel tirar fuori quel tema. 
 
'Oh, ora è chiaro!' disse Andrew, nella maniera più normale che potesse esistere.
 
Io, però, non ero sicuro che questo sarebbe rimasto un dettaglio indifferente. E Nate se ne accorse subito. 
 
'Hei, amico, per noi gay è okay' disse il cantante, citando una delle frasi più famose. 
 
Così i tre cominciarono a parlarmi delle associazioni contro l'omofobia che da anni supportavano. E per la prima volta non mi sentì giudicato, ma capito. Per la prima volta riuscì a sorridere dopo aver rivelato il mio 'segreto'.
 
Forse non avevo trovato solo dei clienti. Forse avevo trovato degli amici. E potei averne una conferma dai sorrisi e dalle pacche sulle spalle da parte dei tre componenti della band. 
 
---
 
'Questa location è forte..' dissi, rivolgendomi alla band. 
 
'Già. Oh, Christopher, posso sapere dov'è il bagno?' mi chiese Nate, alzandosi dal divano.
 
'Certo. Oh, puoi andare in quello di Eleanor, perchè nel mio c'è un casino pazzesco' dissi, suscitando la risata di tutti e tre i componenti dei fun..
 
'Sali sopra, l'ultima porta in fondo a sinistra' continuai, sorridendo. 
 
'Grazie amico, torno subito' rispose Nate, avviandosi verso il piano di sopra. 
 
 
Eleanor's Pov. 
 
Era un'ora che ero in quella vasca, e probabilmente dovevo uscire per non rischiare di rimanerci tutta la notte. Così, in fretta, a causa del freddo che ricopriva la mia pelle per la forte variazione di temperatura, uscì dalla vasca e afferrai un'asciugamano.
 
Ma un rumore catturò la mia attenzione. 
 
Improvvisamente, mentre attorcigliavo l'asciugamano intorno al corpo, la porta si aprì. Credevo, e speravo, fosse Chris. Ma scoprì una sagoma che non era di certo quella del mio migliore amica. 
 
La prima reazione sensata che riuscì ad avere fu quella di..urlare. Già, gli urlai in faccia. 
 
'O mio Dio, scusami. Non sapevo ci fosse..Scusami, giuro che non ho..' 
 
'POTRESTI USCIRE DAL BAGNO?' risposi, urlando, mentre il ragazzo cercò, imbarazzato ed impacciato, di trovare una giustificazione. 
 
Frettolosamente mi coprì con i primi vestiti che trovai e aprì la porta del bagno, trovando nuovamente lo stesso ragazzo. Probabilmente mi aveva aspettato per scusarsi.
 
'Ma tu chi diavolo sei?' chiesi al ragazzo, senza aspettare realmente una risposta. 
 
'Andiamo, non farla troppo lunga' mi rispose squadrandomi malizioso, con un sorriso ironico che gli avrei tranquillamente tolto dal volto con uno schiaffo, pungo.. o ciabatta in faccia. (?)
 
Perplessa e anche leggermente arrabbiata, scesi di corsa le scale trovando in soggiorno Chris in compagnia di due ragazzi. 
 
'Christopher Brian Millers, perchè cazzo c'era un estraneo nel mio bagno mentre uscivo dalla vasca?' chiesi infuriata, indicando lo sconosciuto. 
 
'Oddio, El, non sapevo fossi a casa. Scusa' disse Chris, lasciandosi sfuggire un sorriso ironico. 
 
'Divertente..sì' dissi seria, vedendo tutti così terribilmente sorridenti e felici in quella stanza.
 
'Bhe, loro sono la band che mi hanno assegnato per il photoshoot' continuò il mio migliore amico.
 Band?  Ora capivo perchè quei tre ragazzi avevano un volto così familiare. 
 
'Loro sono..'
 
'..i fun.' dissi, interrompendo Chris, che cercava di mettermi al corrente su tutto. 




SPAZIO AUTRICE

Buongiorno fun.atics! Vi avevo già accennato che questo capitolo avrebbe cominciato ad introdurre la storia vera e propria. Ed infatti così è stato. 
Notiamo un'Eleanor esuberante ed un Nate molto ironico e strafottente lol
Inoltre Chris sta cominciando a sentirsi meno 'diverso' e 'sbagliato', che secondo me è una cosa meravigliosa. 
Beeene, non voglio annoiarvi quindi ora evaporo. *puf* 
Al prossimo capitolo 
Baci. 
-A

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Li riconobbi quasi subito, e mi stupì il fatto che non avessi nemmeno minimamente pensato che il ragazzo che mi trovai in bagno potesse essere il cantante di quel gruppo. Probabilmente ero accecata dalla rabbia. Sicuramente. 
 
'Esatto, sono i fun.' disse Chris, indicando i tre ragazzi in piedi accanto al divano. 
 
'E..il 'maniaco estraneo' che ti sei trovata in bagno è Nate Ruess..' continuò, ridendo insieme al cantante. 
 
'Sai, dovresti chiudere a chiave' mi disse divertito Nate. 
 
Non era così simpatico come sembrava. No, si era di sicuro guadagnato un posto nel mio libro nero, ovvio. 
 
'Sai, a casa mia, nel mio bagno, a mezzanotte, di solito non ci trovo nessuno' dissi, con la stessa ironia. 
 
'E' colpa mia El. Credevo non fossi a casa' disse Chris, cercando di rimanere il più serio possibile 
 
'Mh, va bhè, io vado a letto. Notte a tutti' dissi, lasciando poi un bacio sulla guancia del mio migliore amico. 
 
'A me niente bacio?' disse Nate, continuando ad indossare quel fastidioso sorriso ironico. No, non lo sopportavo. Ed ora era ufficiale. 
 
'No, però se vuoi ti dò un calcio in culo. Va bene lo stesso?' dissi, forzando un sorriso ironico, suscitando la risata di tutti. 
 
---
 
La mattina seguente mi alzai presto, come mio solito oramai da un mese a questa parte. Dovevo incontrare un giornalista per qualche domanda. La mia agenda era diventata fittissima in poco tempo, ed io dovevo ancora abituarmi alla notorietà. Chris mi accompagno, come sempre, e dovette subirsi anche la mia ramanzina per aver portato estranei in casa di notte. 
 
'El, per un po' di tempo succederà spesso, noi dobbiamo lavorare' fu questa l'insensatissima risposa del mio migliore amico. Bene, dovevo davvero cominciare a stare attenta anche in casa mia. Perfetto, pensai. 
 
Arrivai nel luogo prestabilito ed incontrai il giornalista che mi riempì letteralmente di domande. 'Come vivi il tuo successo', 'da quanto tempo canti?', 'perchè canti?' seguite da domande che riguardavano la mia vita privata. Domande a cui avevo risposto una quantità indefinita di volte, ma che con un sorriso gentile dovevo continuare a considerare. D'altronde faceva parte del mio lavoro e non potevo di certo tirarmi indietro. 
 
All'uscita trovai parecchi miei fans che attendevano la fine della mia intervista. Loro erano importantissimi per me, forse indispensabili. Così indossai il sorriso più sincero che potessi concedermi e, dopo mezz'ora passata con un sanguisuga che in me cercava solo un ennesimo scoop, ero davvero felice di incontrare volti amici. Mi fermai e cercai di non negare nemmeno un autografo a nessuno di loro. Lo meritavano, era per loro se in quel momento mi trovavo dov'ero. 
 
Quella giornata sembrò non finire mai ed io avevo solo voglia di tornare a casa. Interviste, incontri, registrazioni, dirette..era tutto ciò che sognavo e tutt'ora sogno, ma di certo non potevo dire che fosse una passeggiata. Ma non mi lamentavo. Si dice che la vita è una scalata, ma la vista è grandiosa. Bhe, la mia 'vista grandiosa' era l'album in vetta a tutte le classifiche, singoli passati in tutte le radio e i concerti sold out. Nessuno può capire quanto forte batte il cuore guardando le piazze stracolme di persone urlanti, con le lacrime agli occhi. Essere importante per qualcuno è da sempre stato l'obiettivo principale della mia vita. E per me, ogni concerto, era una soddisfazione. Ero felice quando potevo cantare per qualcuno e donare, anche solo per un'ora e mezza di concerto, un sorriso. 
 
Dopo essermi persa nei miei pensieri, realizzai che era ora di tornare a casa. Sarebbe dovuto passare Chris, ma il suono del mio cellulare cambiò i programmi. Era un messaggio da parte del mio migliore amico. 
 
'El, non odiarmi. Ho conosciuto un tipo ed è..perfetto. Credo di aver trovato la mia anima gemella. Mi farò perdonare. Un bacio! Chris' 
 
Chris aveva il brutto vizio di credere che ogni persona che incontrava era destinata ad avere un futuro con lui. Ma amavo la luce che si accendeva nei suoi occhi quando qualcuno lo capiva, quindi non mi sarei arrabbiata. Era felice, ed un passaggio la mia manager me l'avrebbe dato. 
 
Così mi voltai con l'intento di tornare all'interno degli studi, ma una macchina si avvicinò pericolosamente a me, abbassando il finestrino. 
 
'Hei, ti sei persa?' 
 
Riconobbi subito la voce ironica del ragazzo della sera precedente, Nate Ruess. 
 
'Oh, che simpatico.' dissi, continuando a camminare senza voltarmi a guardarlo. 
 
'E' pericolosa New York a quest'ora..' mi informò il ragazzo, guardandosi intorno. 
 
'Se ti riferisci ai maniaci, tranquillo. Quelli ci sono anche nel mio bagno' risposi, rivolgendogli un sorriso ironico. 
 
'Hai ragione' disse cercando d affogare una risata. 
 
'Vuoi uno strappo?' continuò Nate, seguendomi lentamente con l'auto. 
 
'No, grazie.' 
 
'Andiamo, devo farmi perdonare per ieri sera o no?!' disse il ragazzo, con la solita ironia. 
 
Cominciavo a non reggerlo più, ma pensandoci bene un passaggio mi sarebbe servito eccome. 
 
Probabilmente sarei rimasta a piedi. 
 
'Va bene. Ma solo perchè rischierei di non tornare a casa. Chris m'ha dato buca'
 
Aprì la portiera dell'auto nera del cantante, accomodandomi sul sedile in pelle grigia, sotto lo sguardo divertito di Nate. Sarebbe stato un lungo viaggio.



SPAZIO AUTRICE

Eccoci qui babe. Allora, ringrazio le due persone che hanno recensito la storia, chi la segue e chi la 'preferisce' lol. 
Ma ringrazio anche chi, magari, legge in silenzio. Spero che con il tempo questa storia avrà molti più lettori *incrocia le dita*
Mh, non voglio annoiarvi quindi vi lascio con un breve e scontato 'Al prossimo capitolo' lol. 
Grazie ancora, baci. 
-A

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Durante la metà del tragitto, a parte qualche scambio di sorrisi, regnò il silenzio tra noi due. Ed il viaggio era particolarmente lungo, soprattutto per la presenza di code lunghissime dovute al traffico. 
 
Sebbene non mi stesse particolarmente simpatico, non potevo negare il suo fascino. Potei studiare bene il suo profilo, mentre era concentrato a guidare la vettura, e notai i lineamenti marcati: il naso particolarmente all'insù, le labbra carnose e perfette, come se fossero state disegnate per appartenere a lui. Gli occhi verdi e luminosi, i capelli in disordine. 
Sì, un bel tipo, pensai. Se non avesse provato a contraddirmi e prendersi gioco di me in molte situazione, mi sarebbe quasi potuto interessare. 
 
Finalmente il ragazzo ruppe quell'imbarazzante silenzio e dovetti distogliere il mio sguardo dal suo profilo per evitare che si accorgesse che lo stavo squadrando, nel caso in cui non se ne fosse già accorto . 
 
'Mh, allora, da quanto canti?' mi chiese, continuando a guardare avanti.
 
'Dal liceo, più o meno'
 
Nate sembrava incuriosito dalla mia carriera, così, dimenticando quasi quanto non potessi sopportarlo, gli raccontai la mia 'storia' dal principio. Quanto era stato difficile prima di avere notorietà, i sacrifici, l'abbandono del mio luogo di nascita, le condizioni economiche, le delusioni. E lui sembrò capire. Per la prima volta qualcuno mi stava ascoltando e mi stava capendo. 
 
'E tu? Qual'è la tua incredibile storia?' chiesi, sorridendo. 
 
'Bhe, canto da quando ero al liceo, dove ho cominciato a far parte di gruppi punk. I miei volevano che frequentassi il college una volta diplomato, ma io volevo fare musica. Così continuai questa carriera. Non ho mai frequentato lezioni di canto o imparato a suonare uno strumento, così ho deciso  che l'unico modo che avevo di imparare a cantare era quello di andare in macchina con qualsiasi tipo di musica e cercare di prendere tutte le note. Intanto lavoravo in uno studio legale, giusto per mantenermi mentre realizzavo il mio sogno. Ho messo su una band, i The Format, ma non ha avuto un grande successo. Poi sono nati i fun. e, dopo anni di delusioni e di aperture di concerti in cui, se ci andava bene, riuscivamo a vendere si e no due copie di dischi a serata, finalmente è arrivato il nostro momento. E' arrivato il successo e noi non potremmo esserne più felici' 
 
Nate mi raccontò la sua storia con un enorme sorriso stampato sulle labbra, con gli occhi lucidi in certo punti. Doveva esser stata dura anche per lui, come per me. 
 
'Ti capisco. Quando ti accusano di non aver talento e..'
 
'..e arrivi ad un punto in cui credi che ciò che dicono non sia così sbagliato.' continuò lui, guardandomi con un sorriso amareggiato. 
 
Risposi con lo stesso sorriso, abbassando lo sguardo e fissando un punto indefinito dell'auto. 
 
'Ora mi sento come se stessi vivendo la mia rivincita' dissi io, pensando al sudore gettato via in questi anni. 
 
'Come se stessi rispondendo a tutti coloro che non credevano in te' continuò Nate, sincero. 
 
Sotto questo punto di vista eravamo uguali. Amavamo la musica più di quanto amassimo respirare. Era la nostra vita e , finalmente, potevamo ascoltarci e capirci. 
 
'Già. Credo che se non avessi la musica..non avrei nulla. Non c'è niente che sappia fare meglio. 
Nient'altro che voglia fare.' dissi, rivolgendomi al ragazzo accanto a me.
 
'E a volte hai paura che le cose possano cambiare e..non lo so, potresti ritrovarti al punto di partenza.' rispose lui, come se sapesse già cosa volessi dire. 
 
Quando parlavo a qualcuno di questo, di solito mi rispondevano sorridendo e annuendo. La cosa peggiore che una persona possa fare. Come a dirti 'non mi importa ciò che stai dicendo, ma per gentilezza fingo interesse'. 
 
Con lui era diverso. Lui capiva. Perchè lui era nella mia stessa situazione. Lui aveva sudato e faticato per raggiungere il gradino più alto, e poteva capire come ci si sentisse ad esserci arrivata. 
Non c'era sensazione più bella di parlare ed essere ascoltata. Non per gentilezza o per farti un favore. Essere ascoltata perchè davvero qualcuno è interessato a ciò che hai dentro. 
Non solo alla tranquillità che traspare guardandomi da fuori. A qualcuno, all'infuori di Chris, ancora importava cosa succedesse oltre quel sorriso. 
 
E per questo gliene ero grata. Ed ero felice di aver condiviso queste sensazioni con lui. 
 
Ci guardammo per qualche istante sorridendoci, quando mi accorsi di essere sotto casa mia.
 
'Okay, grazie Nate.' dissi, forzando un sorriso e aprendo la portiera della sua auto. 
 
Ma lui mi bloccò prontamente il polso, trascinandomi nuovamente sul sedile in pelle accanto al suo. 
 
'Hem, sono arrivata. Dovrei scender..'
 
Non riuscì a terminare la frase, perchè avvertì le mani del ragazzo afferrarmi il volto. Poi, quelle labbra disegnate sfiorarono le mie, prima dolcemente, poi sempre più violentemente. 
 
Avrei voluto allontanarmi, mollargli uno schiaffo e fare la mia uscita trionfale. Ma non riuscì a farlo.
 
O forse non VOLEVO farlo. 
 
Io non mi lascivo condizionare dall'istinto, io pensavo a lungo prima di agire. Io rischiavo solo se ne valeva la pena. Ed ora..cosa stavo facendo? 
Non lo conoscevo, era assurdo. 
Ma nonostante tutto non mi tirai indietro. Io ricambiai il bacio, io non feci niente per fermarlo. Io..STAVO BENE in quel momento. 
 
'C'è qualcuno da te?' mi chiese Nate sottovoce, tra i sospiri e l'affanno di quel bacio. 
 
Non pensai, agì di istinto. Ero troppo estasiata per parlare, così scossi semplicemente il capo.
 
 
SPAZIO AUTRICE
 
Buongiorno ragazzuole/i. Che dire, in questo capitolo c'è, diciamo, 'il colpo di scena' forse tanto atteso. 
Vorrei ringraziare chi continua a recensire questa storia, ne sono davvero grata. Per me è molto importante.
Well, non voglio perdermi in chiacchiere, quindi..al prossimo capitolo. 
Sciao, baci. 
 
-A

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Presto mi ritrovai all'interno della mia casa arredata di bianco e rosso, avvolta dalle mani di Nate che in quel momento era occupato con le mie labbra. Aveva un buon sapore, un miscuglio di tabacco e menta. 
 
'Dov'è la tua camera' mi chiese Nate sospirando, riuscendo per qualche secondo ad allontanarsi dalle mie labbra. 
 
'Di là' risposi, trascinandolo con me all'interno della mia spaziosa stanza dalle pareti rosse. 
 
C'erano sparsi vari CD dei Beatles, Queen, Guns'n roses, Rolling Stones. La sedia, invece, era piena di Jeans stretti strappati, magliette borchiate e quelle con la stampa dei miti della musica.  Avrei dovuto mettere a posto quel manicomio. 
 
Nate continuava a portare le sua braccia intorno ai miei fianchi, non avendo nessuna intenzione di smettere di baciarmi. 
Camminò lentamente fino ad arrivare al bordo del letto, poi mi ci lasciò distendere sopra, seguendomi a ruota. 
 
La stanza buia riuscì a farmi distinguere appena i suoi lineamenti ed i suoi capelli in disordine  più di quanto non lo fossero già prima. Eravamo uno sopra l'altro e potetti notare un sorriso enorme che si fece largo sul volto del cantante dei fun., poi lasciò un dolce e leggero bacio sulla mia guancia, che fece sorridere anche me. Niente a che vedere con i baci precedenti, questo era il bacio di una persona bisognosa di affetto. 
 
Poi passò nuovamente alle mie labbra, cominciando ad accarezzarmi la pancia e i fianchi. Io non potetti fare a meno di incastrare le mie mani tra i suoi morbidi e disordinati capelli: li amavo. 
 
Passò a torturami il collo, mentre io riuscì solo a pensare che in quel momento era lui che volevo. Probabilmente il giorno seguente sarei tornata in me e mi sarei maledetta per essermi lasciata andare ed esser caduta tra le braccia di un ragazzo appena conosciuto, ma in quel momento tutto lo stress, la stanchezza e la fatica stavano svanendo insieme alla mia ragione. 
 
Per una volta volevo sbagliare e pentirmene. Un ragionamento contorto che mi portò a capire che potevo farlo, potevo fregarmene stavolta. 
 
'Sei bellissima' disse Nate, quasi senza voce, tra i sospiri. Probabilmente lo stava dicendo più a sè stesso che a me. Io mi limitai a sorridere ed alzargli il volto per poter assaporare nuovamente le sue labbra. 
 
Mi mancavano già. Ne avevo bisogno. 
 
Ne AVEVAMO bisogno. 
 
La mia maglia nera con sopra stampato il volto di John Lennon finì sul pavimento e, molto presto, questa fu raggiunta da tutti gli altri indumenti. 
Non mi ero mai sentita così libera. Mai sentita così felice. E, mentre ogni certezza crollava, io mi lasciavo andare e trasportare dal ragazzo disteso su di me. 
 
---
 
La luce proveniente dalla finestra della mia camera mi colpì dritta negli occhi e mi costrinse ad aprirli. Ma l'unica cosa che riuscì a pensare era a quanto volessi tornare a dormire. 
 
Guardai il cellulare: le sei e cinque. 
Tirai un sospiro di sollievo che fu presto interrotto da un ricordo. 
 
Da quel ricordo. 
 
Il ricordo della sera precedente. Volevo convincermi che fosse stato solo un sogno, non volevo realmente voltarmi. Non volevo vedere l'altro lato del letto occupato da qualcuno. 
 
Era stato sicuramente un sogno. Un sogno molto realistico. 
 
Ma la curiosità riuscì a farmi volta e scrutare a fondo la figura del ragazzo accanto a me: era proprio lui, era proprio Nate. 
 
Andai in panico, cosa che avevo già programmato. Sperai profondamente che non si svegliasse, non sarei riuscita ad affrontare le conseguenze. Cosa ci saremo detti? Cosa avremo fatto? 
 
Era stato un enorme errore, ed ora ne ero più che sicura. L'unica cosa che riuscì a pensare tra quella confusione fu quella di andare via. In quel momento mi sembrò la cosa più ragionevole da fare.
 
Così presi rapidamente i miei vestiti, li indossai, afferrai velocemente la borsa borchiata e senza far alcun tipo di rumore uscì da quella casa. 
Che poi era casa mia. 
 
Cominciai,così, a vagare senza meta per le strade poco affollate di New York. 
Era assurdo, stavo scappando da casa mia. Speravo almeno che lui afferrasse il messaggio, andasse via da casa  al più presto e non tornasse più. 
E speravo anche che Chris non passasse per casa prima di andare a lavoro. Lo avrebbe di sicuro visto e, almeno per il momento, non volevo che venisse a conoscenza di quella notte. E, in ogni caso, avrei dovuto dirglielo io. 
 
---
 
Si fecero le 8 e mezza e New York cominciava ad affollarsi. Chiamai Chris con l'intenzione di assicurarmi che non andasse a casa. Non sapevo se Nate fosse ancora lì e non volevo saperlo. 
 
Composi rapidamente il suo numero e attesi che dall'altra parte della cornetta si sentisse la sua voce. 
 
'Hei, El!' disse lui, più allegro del solito. 
 
'Hei Chris, deve esseri andata bene stanotte' risposi, ridendo. 
 
'El, non puoi capire. Davvero credo di aver trovato l'uomo giusto. Lui è..' 
 
'Aspetta, perchè non mi raggiungi al solito bar così mi racconti tutto. Però muoviti, ho un impegno?' chiesi a Chris, con la speranza di sviarlo dalla strada di casa. 
 
'Arrivo' rispose il mio migliore amico, prima di chiudere la conversazione. 
 
Posai il cellulare e tirai un sospiro d sollievo, anche se non sarebbe stato facile mascherare la mia ansia e preoccupazione, soprattutto a lui che era il mio migliore amico da anni e, ormai, mi conosceva più di quanto spesso potevo conoscermi io. 
 
Sebbene di quella notte avessi un ricordo bellissimo, e potetti giurare che fosse stata la più bella della mia vita, stavo lasciando sfuggire la mia vita. Non era più sotto il mio controllo e questo mi preoccupava. Dovevo tornare in me, dovevo evitarlo e riprendere in mano la mia vita.


SPAZIO AUTRICE

Buongiorno ragazze/i. Allora, questo è forse il capitolo più intenso e aspettato da tutti, no?! 
Ho voluto descrivere un Nate che, sebbene sembri sicuro di sè, ha in realtà un forte bisogno di dolcezza e affetto. 
Non voglio dilungarmi, non servirebbe. Quindi vi saluto e spero che continuiate a recensire questa storia, per me è molto importante.
Grazie ancora. 
Al prossimo capitolo. 
Baci.
-A

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


La colazione con Chris fu breve e sbrigativa. E riuscì a farmi raccontare tutto sulla sua notte precedente con 'l'anima gemella'. 
 
Per quanto mi aveva raccontato, sembrava un bravo ragazzo. E Chris ne aveva bisogno. Mi sembra si chiamasse Josh.
 
Io mi limitai a sorridere ed annuire, sussurrando un misero 'sono felice per te'. 
Non riuscivo davvero a pensare a qualcosa che non fosse la notte trascorsa con Nate. Mi aveva lasciato un segno che non sarebbe scomparso facilmente. E non riuscivo davvero a seguire ciò che il mio migliore amico, con una particolare euforia, mi stava raccontando. 
Avrei voluto parlargli del mio errore, ma sapevo che Chris mi avrebbe spinto a buttarmi. E, in quel momento, era l'ultima cosa di cui avevo bisogno. 
 
Lui era a conoscenza della 'promessa' fatta a me stessa tempo fa, e non l'approvava. In seguito a una di quelle delusioni che ti uccidono dall'interno, mi sono giurata che non avrei mai più permesso ad una persona di entrare nella mia vita e lasciare che la sconvolgesse senza pietà. 
 
Chris diceva che era stupido, ma soffrire non è stupido. E io volevo a tutti costi evitare che si ripetesse quel periodo in cui la mia vita sembrò affondare nella disperazione. Mi ero illusa e le mie speranze furono distrutte dall'unica persona che avrei voluto accanto a me.  Ero patetica e fragile. Una stupida, insomma.
 
Poi mi sono rialzata, 'come un grattacielo'. Ed ora sto bene, ho ripreso a sorridere ed a concentrarmi esclusivamente sull'unica cosa che sembra riuscirmi bene: cantare. 
 
Perchè la musica, in fin dei conti, non riuscirà mai a distruggermi. 
 
Perchè innamorarsi, se questo porta solo dolore? L'amore non è reale, è una fantasia di tutti coloro che si sentono soli e incapaci di gestire la propria vita. Cercano, quindi, qualcuno con cui condividerla e su cui aggrapparsi quando non si è in grado di portarla avanti. E si dice che 'si ama'.  Io ho smesso di farlo, ho smesso di crederci. E posso affermare con durezza che si vive molto meglio quando si individua senza maschere la realtà. 
 
Mi ripetono che sono acida, cinica e priva di sentimenti, ma nessuno si è mai posto la domanda fondamentale: perchè?
 
Perchè una persona comincia a chiudersi e fidarsi solo di sé stessa?
 
Nessuno è realmente interessato a ciò che provi. 
Come quando incontri un amico per strada e, come d'abitudine, la domanda principale è 'come stai?'. Ecco,  questo si chiama 'linguaggio fatidico del discorso'.
 
Quanti di loro sono realmente interessati alla risposta? Quanti di loro porgono questa domanda con lo scopo di aiutarti e ascoltarti? Nessuno. Nessuno di loro. 
Ed io ho smesso di porgere questa domanda e rispondere qualvolta mi venga posta. 
Quindi l'unico amore della mia vita rimangono solo i miei fans, Chris e..i miei pesci rossi, suppongo. 
 
---
 
'Chris, c'è Madison di sotto. Scendo, ci vediamo stasera' urlai al mio migliore amico nella stanza accanto. 
 
Dalla famosa notte passata con il cantante passarono più o meno due settimane. Non lo sentì più, nè lo vidi. Chris ogni tanto mi parlava del lavoro che stava svolgendo con loro, ma ero convinta che non sarebbero più tornati a casa nostra. A quanto pare Nate aveva voluto rimuovere quella notte tanto quanto me. Mi sentì sollevata, quanto amareggiata. 
 
Forse una microscopica e insignificante parte di me voleva che lui non la considerasse 'una botta e via'. 
Ma mi sbagliavo e, fredda com'ero diventata in quegli anni, non avvertì nemmeno dolore o sofferenza. 
 
Quella mattina, infatti, uscì di casa con uno strano sorriso sulle labbra. Forse mi ero davvero lasciata quella storia alle spalle. E, quasi, mi complimentai con me stessa per essere diventata così forte e determinata.
 
 
SPAZIO AUTRICE
 
Lo so, questo capitolo è cortissimo e fa anche abbastanza schifo lol. Ma è il solito capitolo di passaggio, indispensabile per dare un senso logico alla storia. 
Quindi in questo capitolo si scopre qualcosa in più su Eleanor. Si inquadra meglio il suo carattere. Si viene a conoscenza della sua 'promessa' e del perchè è fuggita via da Nate. 
Bhe, al prossimo capitolo e..grazie ancora a chi continua a recensire questa storia. 
Vi devo molto, grazie. 
Baci. 
-A

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Vagavo tranquillamente per le strade della Grande Mela, accompagnata dalla mia fedelissima manager, Madison. Con lei avevo instaurato un bellissimo rapporto sin dal primo incontro, che poi, con il tempo, si è trasformato in vera e propria amicizia. 
 
'El, come sta Chris?' mi chiese Madison, continuando a guidare tenendo d'occhio la strada affollata. 
 
Madison conosceva Chris da quando cominciò a lavorare per me. Inizialmente era affascinata da lui, quasi invaghita. Ovviamente prima di scoprire il suo orientamento sessuale. Ci rimase davvero male, si era già proiettata un futuro felice insieme al mio migliore amico. Credo di aver riso per un'ora consecutiva vedendo la faccia sconvolta e delusa di Madison, quando Chris, accortosi delle particolari attenzioni che riceveva da lei, la mise al corrente della sua omosessualità. Anche Chris, divertito, cominciò a ridere con me. 
 
Dunque Madison aveva a cuore la situazione del mio migliore amico e, ogni tanto, quando non aveva occasioni di incontrarlo, chiedeva a me informazioni su di lui. 
 
'Io credo che lui stia bene. Mi sembra felice stavolta. Ha incontrato un ragazzo qualche settimana fa, forse è quello giusto. Mi sembra sereno quando parla di lui e..Chris ha bisogno di tranquillità' 
 
Madison annuì e sorrise. Per Chris non era facile, i suoi genitori non l'avevano mai accettato del tutto, riuscivano a malapena a convivere con l'idea di avere un figlio che loro usavano chiamare 'diverso'. Ed ogni occasione era buona per ricordargli quanto a loro avesse fatto piacere avere dei nipotini ed un figlio sposato con una donna. Lui sapeva che sarebbe stata questa la reazione dei suoi genitori, lo sapeva da prima che li mettesse al corrente. E fu per questo che inizialmente si costrinse ad uscire con qualche ragazza, a diventare 'normale'. Ma il meraviglioso sorriso del mio migliore amico era svanito in quel periodo e fu io stessa a fargli capire che non c'era niente di sbagliato nell'essere se stessi. 
 
 
Dopo aver parlato a lungo di Chris, Madison mi porse dei fogli. Il traffico mattutino di New York la stava innervosendo e potetti accorgermene dalle molteplici imprecazione contro gli altri poveri e innocenti abitanti della Grande Mela. 
 
'Cosa sono?' chiesi curiosa, sfogliando il fascicolo che mi aveva appena lasciato tra le mani. 
 
'E' la conferma per la tua partecipazioni al Morning Show. Per te è una grande occasione: essere intervistata da uno degli show più famosi in tv, intendo. Con te ci saranno sicuramente altri artisti. Leggi tutto e preparati: lo show è domani mattina'  mi informò Madison, continuando ad imprecare contro ogni auto che si trovasse davanti. 
 
'Domani mattina? Potevi dirmelo il mese prossimo, sai Mad?' dissi ironica, allargando le braccia. 
 
'Hei, non è colpa mia. La conferma mi è arrivata solo ieri sera. Passo a prenderti io alle 7. Fatti trovare pronta' concluse, lasciandomi un bacio sulla guancia prima che potessi scendere dall'auto e raggiungere il portone di casa mia. 
 
Quella donna era un vulcano e tra di noi non mancavano di certo continue discussioni. Avevamo entrambe un carattere forte ed imponente quindi, spesso, metterci d'accordo risultava un'impresa difficile. Ma, dopo tutto, avevamo imparato a volerci bene ed apprezzare i lati positivi dell'altra. 
 
Infilai le chiavi nella serratura riuscendo a pensare solo al bagno caldo che, come di consuetudine, mi attendeva. 
 
Ma appena varcai la soglia della mia dolce casa (?) capì che il rilassante bagno, non sarebbe stato più così rilassante. 
 
'Hei, El' urlò Chris, venendomi incontro e abbracciandomi, come era solito fare. 
 
Oltre il suo abbraccio, riuscì a scrutare altre due figure: erano Jack ed Andrew. 
 
'Buonasera' dissi, accennando un sorriso. 
 
Non potetti fare a meno di guardarmi intorno in cerca del membro mancante dei fun. Ma non lo trovai.  Ero stranamente e stupidamente ansiosa. Tutta la tranquillità che mi ero inflitta in quei giorni era svanita. Lavoro sprecato, pensai. 
'Ciao Eleanor' risposero i due strumentisti, sorridendo ed alzando la mano in cenno di saluto. 
 
Chris mi costrinse con uno sguardo ad accomodarmi sul divano accanto a loro che, a quanto pare, stavano completando il lavoro iniziato qualche settimana fa: un photoshoot, per quanto mi aveva detto il mio migliore amico. 
 
Mi sentivo terribilmente impacciata. E non era da me sentirmi così. Ero sicura che Nate non avesse raccontato della notte trascorsa insieme ai suoi amici. Era riservato, solitamente. 
Ma, come se mi avesse letto nel pensiero, Jack ruppe quell'imbarazzante silenzio. 
 
'Oh, Nate non è potuto venire. Ma mi ha detto di salutarti' disse Jack entusiasta e sorridente, rivolgendosi a me ed indicandomi con l'indice. 
 
Ansia. Ancora ansia. 
 
'Oh, uau. Hem..grazie. Cioè, salutalo.'  ok, ero decisamente troppo impacciata e non era un buon segno. 
 
'Come mai non è venuto?' chiese Chris ai due ragazzi afferrando la birra che aveva appoggiato poco prima sul tavolino del salotto.
 
Perchè non stava mai zitto quel ragazzo? 
 
'Aveva da fare, ha detto.' rispose Andrew, alzando le spalle. 
 
'In realtà è un po' che si comporta in maniera strana. Più o meno da due settimane. E' perso nei suoi pensieri, nervoso e suscettibile' disse Jack, cercando approvazione in Andrew che, come mi aspettavo, annuì alle parole del suo amico. 
 
'Sì, si arrabbia subito ed è stranamente..nervoso. Non è da lui, è sempre stato tranquillo e..' continuò Andrew, stranito. 
 
'Bhe, magari è solo stanco' ribattei prontamente io. 
 
'Non so, vorrei parlargli ma..'
 
'Secondo me bisogna lasciarlo in pace. E' un periodo, passerà' dissi, cercando di fra capire al chitarrista che era una pessima idea. Soprattutto per me. Voglio dire, parlare con Nate avrebbe potuto portare a conseguenze non particolarmente piacevoli. Per me, ovviamente. Lui si sarebbe lasciato sfuggire 'il nostro segreto' ed in quel caso non me ne sarei mai più liberata. Io, invece, volevo solo dimenticare e, sinceramente, prima che quei due mettessero nuovamente piede in casa mia, stava funzionando. 
 
'Forse hai ragione. Vabbè, qualche sera di queste possiamo organizzare una serata tutti insiem..' 
 
'Io vado a letto, domattina devo alzarmi presto. Hem, buonanotte.' dissi prontamente, non lasciando finire Adrew di parlare. Sì, non ero stata carina, ma non sarei riuscita a resistere una serata intere con Nate. 
 
Così, velocemente, sgattaiolai via da quel salotto e raggiunsi la mia camera. 
 
Pace, finalmente. 
 
Maledissi il giorno in cui l'idea di divertirmi con un ragazzo aveva sfiorato la mia testa, andava tutto bene fino a pochi giorni fa. Stavo mantenendo la mia promessa, non mi stavo innamorando nè lasciando andare con nessuno. 
 
Non so  cosa mi fosse successo quella notte, non so perchè riuscì così facilmente a perdermi in quel pozzo d'acqua chiara che erano gli occhi di Nate. Eppure non potetti negare che era stata una delle notti più belle di sempre. Nate era dolce, Nate voleva amare. 
 
Ma io? Io cosa volevo? 
 
 
SPAZIO AUTRICE (per qualsiasi cosa, potete trovarmi su twitter, LuisaMiele10. Il nick è 'valerio') 
 
Buongiorno, lettori. 
Allora, in questo capitolo Nate non compare ma, non disperate, sta per tornare. 
E' evidente la confusione e l'ansia di Eleanor. Crede di aver fatto un errore e probabilmente il non parlarne con nessuno, quindi tenersi tutto dentro, non aiuta. 
Well, non voglio annoiarvi. Quindi spero continuiate a recensire e..al prossimo capitolo. 
Baci. 
-A

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


'Buongiorno abitanti della Grande Mela, il sole è già alto e noi accompagneremo il duro risveglio con la vostra musica preferita' 
 
Questa volta fu la radio a tutto volume ad interrompere il mio sonno. Chris era solito svegliarmi così, quando non davo segni di vita. Sapeva che Madison sarebbe passata alle 7 e conosceva perfettamente il mio abituale ritardo. La radio, solitamente, era l'unica sveglia efficace. 
 
'Allora sei viva!' disse Chris, afferrando il lenzuolo che copriva la mia intera sagoma e gettandolo ai piedi del letto. 
 
La mia risposta fu un indecifrabile verso infastidito: la mattina era davvero dura provare a tollerare l'ironia del mio migliore amico. 
 
'Eleanor, sai che non avrei nessun tipo di problema a riempire un secchio d'acqua ghiacciata e rovesciartela addosso..e non sarebbe nemmeno la prima volta' continuò Chris, accovacciandosi al lato del letto e scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
 
Già, ricordavo perfettamente la volta in cui mi sbronzai pesantemente e la mattina seguente Chris dovette ricoprirmi di cubetti di ghiaccio per farmi svegliare. Era stato atroce, disumano. 
 
Al ricordo, mi alzai di scatto dirigendomi, quasi strisciando, nel bagno del primo piano. 
 
'Brava piccola' sentì Chris urlare, mentre cercavo di mantenermi vicino alle pareti del lungo corridoio. 
 
Dovevo smetterla di leggere la notte e restare sveglia fino all'alba: non aveva un buon effetto su di me. 
Nonostante le terribili condizioni di partenza, riuscì a domare il mio aspetto e rendermi presentabile, quasi bella. 
 
Indossai delle calze nere, dei pantaloncini aderente dello stesso colore che venivano quasi completamente coperti da una larga maglietta grigia. Stivaletti borchiati, giubbino di pelle nero, cappello dello stesso colore, un po' di trucco, capelli lasciati naturalmente mossi che cadevano lunghi sulle spalle e sulla schiena, ed ero pronta per uscire di casa e salire a bordo dell'auto di Madison, già posizionata fuori dalla mia abitazione. 
 
Lasciai un leggero bacio sulla guancia di Chris e mi diressi fuori casa. 
 
'Buongiorno El' disse stranamente radiante e sorridente la mia manager. 
 
'Mh, giorno' dissi, ancora assonata e con gli occhi non completamente aperti. Diciamo quasi chiusi, sì. 
 
'Hai l'aria di una che si è svegliata quindici minuti fà' disse Madison, guardandomi disgustata. 
 
'Perchè è così' dissi, appoggiando il gomito al finestrino e mantenendomi la testa con la mano. 
 
Madison mi guardò con il solito sguardo rassegnato, 
scuotendo la testa in segno di disapprovazione; credo che ormai ci avesse rinunciato a mettermi in riga. 
 
'Allora, dopo l'intervista al Morning Show andremo direttamente dai discografici. Hanno detto che hanno un'importante proposta e vorrebbero discuterne con te' mi informò Madison, continuando a guidare. 
 
'Ti hanno detto di cosa si tratta?' chiesi curiosa, cominciando a dare i miei primi segni di vita mattutini. 
 
'No, vogliono parlarne direttamente con te oggi' 
 
Annuì debolmente prima che Madison accendesse la radio sintonizzandola sul suo programma radiofonico preferito. Solitamente passavano tutti i più grandi artisti che lei riteneva dei 'mostri sacri'. 
 
Ci vollero dieci minuti prima che potessimo scendere dall'auto ed essere accolti all'interno degli studi televisivi.
I produttori, i tecnici e tutti coloro che lavoravano per quello show erano terribilmente di corsa. Chi saliva, chi scendeva e chi discuteva. Ormai ero abituata a quell'ambiente, ma continuava a mettermi ansia e nervosismo. Ho sempre odiato le persone di fretta. Quelle che non hanno nemmeno il tempo di salutare o rivolgere un sorriso, anche ad uno sconosciuto. Ma, d'altronde, era il loro lavoro e probabilmente era così che andava svolto. 
 
Venni subito accolta da una di quelle ragazze tirate a lucido, vestite di nero e, ovviamente, sempre di fretta. Mi portò all'interno dello studio in cui si sarebbe tenuta l'intervista e, quindi, conobbi la presentatrice. 
 
---
 
'Quindi, Eleanor, stai lavorando al tuo nuovo album. Questo vuol dire che presto ci sarà anche un nuovo tour. E' così?' mi chiese curiosa Ellen, la presentatrice. 
 
L'intervista andava avanti da dieci minuti. Dieci intensi minuti in cui quella donna era riuscita a strappare informazioni su tutta la mia carriera lavorativa, facendo le solite e ormai conosciute domande: come hai iniziato, cosa provi, album, canzoni, video, tour. Tutte domande lecite e per niente sorprendenti. 
 
'Già, ci sarà un album e sicuramente, molto presto, partirà un tour mondiale che toccherà moltissime città. Sono davvero elettrizzata all'idea!' dissi lasciandomi sfuggire un enorme sorriso. Ero realmente felice. Un tour mondiale è un progetto importantissimo per la carriera di un artista. 
 
'Bene, Eleanor. Di te si sa molto sulla tua carriera musicale ma davvero poco sulla tua vita privata. Quindi..sei fidanzata? Innamorata?' chiese Ellen, avvicinandosi come una di quelle pettegole che cerca un argomento su cui poter sparlare con la sua razza. 
Accennai un sorriso e aggiustai una ciocca di capelli caduta davanti agli occhi. 
 
'No, Ellen. Non sono nè fidanzata, nè innamorata.' risposi, sorridendo e rivolgendo il mio pensiero, involontariamente,  a Nate. Non so perchè lo feci, ma sentendo quella domanda..bhe, la sua immagine fu la prima che mi apparve in testa. 
 
'Stai aspettando l'amore o..'
 
'No, in realtà non credo di volermi innamorare. Ho avuto parecchie delusioni ed ora sono felicemente sposata con la mia musica' 
 
---
 
L'intervista si concluse poco dopo e io mi diressi dietro le quinte accanto al rinfresco, riempiendo un bicchiere di champagne e sorseggiandolo lentamente, mentre aspettavo Madison che concludeva la conversazione con un amico di vecchia data che aveva appena incontrato. 
Odiavo aspettare. In realtà..odiavo tante cose. 
 
'Chi non muore si rivede'
 
Sentì qualcuno affiancarsi a me e parlarmi, e per poco non mi affogai con la mia stessa bevanda. Sapevo perfettamente chi era quel qualcuno. Non potevo non riconoscere la sua inconfondibile voce. Sapevo benissimo chi era ma, per me, fu un'ardua impresa alzare lo sguardo. 
 
'Nate, hei!' dissi, riuscendo finalmente a voltarmi verso il ragazzo accanto a me, rivolgendogli uno dei sorrisi più forzati che potessi permettermi. 
 
Lui si avvicinò per salutarmi, dandomi due baci sulle guancia. 
 
'Che ci fai qui?' chiese lui sorridendomi e squadrandomi dalla testa ai piedi, il che mi metteva in un leggero imbarazzo. 
 
'Intervista. Anche tu, immagino' risposi, aggiustandomi i capelli. 
 
Lo facevo sempre quando mi sentivo a disagio. 
 
Lui annuì, continuando a fissarmi. 
 
'Come stai?' dissi, con l'intenzione di interrompere la radiografia che mi stava effettuando, cercando di risultare il più normale possibile e sperando di uscire viva da quella situazione. Ho sempre detto di odiare questa domanda, perchè superficiale e priva di significato, ma in quel momento volevo davvero sapere come se la passava dopo ciò che era successo. Ero curiosa di sapere se si sentiva come me, oppure aveva già superato l'episodio. 
 
'Potrei stare decisamente meglio..' rispose Nate, guardandomi con un sorriso amareggiato, come se volesse farmi capire che ero io la causa del suo umore. 
 
'El, andiamo, è tardissimo.' urlò Madison, dall'altro lato della stanza. Che finezza. 
 
Eppure per una volta mi salvò da una delle situazioni più imbarazzanti che potesse crearsi. Anzi, che si stava già perfettamente creando. 
 
'Oh mio Dio, ha ragione, è tardissimo. Ho un appuntamento con i discografici, devo andare. Scusa' dissi, voltandomi verso Nate e appoggiando il bicchiere ormai vuoto sopra il tavolo accanto a me. 
 
Nate mi fermò per il polso delicatamente, proprio come fece quella sera. E si avvicinò per salutarmi nuovamente, fermandosi vicino al mio orecchio. 
 
'Non sparire di nuovo, El. Mi sei mancata' sussurrò il cantante con un malizioso sorriso stampato sulle labbra e, quelle parole, mi fecero rabbrividire. Mi liberai velocemente dalla sua presa e me ne andai senza dare nessuna risposta. Quando fui abbastanza lontana da lui, mi voltai e potetti notare una smorfia compiaciuta sul suo volto. 
 
Stavo sudando, cosa diavolo mi succedeva?
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
 
Buonasera bellezze. Vi avevo detto che presto Nate sarebbe tornato, ed infatti..eccolo qui. Più sicuro di sè ed intraprendente che mai. Eppure questa sua sicurezza, suppongo, sia solo una corazza per nascondere il timido ed introverso Nate. Chissà, chissà..
Bene, passiamo ad una cosa importante: MARTEDÌ PARTIRÒ PER LONDRA PER UNA VACANZA STUDIO, IN UN COLLEGE, PER BEN DUE SETTIMANE. SONO GASATISSIMA DFGHJKL.
QUESTO VUOL DIRE CHE PER QUESTE DUE SETTIMANE NON AGGIORNERÒ, MA LO FARO' APPENA TORNERÒ, OVVERO DOPO IL 16 LUGLIO. 
Bene, mh..auguratemi buon viaggio e..buona lettura. 
Bacio, -A.   

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


In auto Madison continuava a parlare e a fare mille ipotesi su quale sarebbe potuta essere l'urgente e importante questione di cui i discografici volevano parlarmi. 
 
Io, dal canto mio, riuscivo solo a rivolgere il mio sguardo fuori dal finestrino, osservando le macchine che sfrecciavano accanto alla nostra e le foglie degli alberi che si muovevano velocemente da una parte all'altra: era ventilata New York, quel giorno. Il che riportò la mia mente alla mia adorata Londra. Quanto mi mancava, nessuno era in grado di immaginarlo. 
L'incontro con Nate mi aveva lasciato un nodo allo stomaco e, sebbene in quelle settimane avessi faticato tanto per provare a dimenticarlo e fregarmene, mi era bastato passare pochi secondi con lui per far rinascere in me il trambusto che avevo quando lasciai la mia camera per fuggire dal ragazzo con cui avevo trascorso la notte. 
 
Chris mi avrebbe detto di non fuggire dalle mie paure, di affrontarle. Ma questo era proprio il motivo per cui avevo deciso di non raccontare nulla al mio migliore amico. Io volevo dimenticarlo, ma ero sicura che affrontarlo non era la soluzione giusta. E, dopo l'incontro di quella mattina, ne ero ancora più sicura.
 
Finalmente arrivammo a destinazione: magari, concentrandomi su altro ed impegnandomi a pensare al lavoro, avrei scacciato via l'ansia e la confusione che, a causa di Nate, stava raggiungendo ogni cellula del mio corpo, mettendo a dura prova la mia sanità mentale. 
 
Salì rapidamente i gradini della mia casa discografica, raggiungendo in fretta il terzo piano e facendo il mio ingresso nella sala riunioni. I discografici erano già seduti intorno all'enorme tavolo di legno, impegnati a discutere di questioni che, per quel poco che potetti ascoltare, non erano affatto lavorative. Probabilmente era quello il motivo per cui ero così a mio agio con i miei discografici e, dopo un anno, ancora non avevo esplicitamente detto di odiarli -il che succedeva quasi con tutte le persone con cui ero a contatto per più di una settimana-. Loro erano semplici e amanti della buona musica. Non erano alla ricerca di un burattino in grado esclusivamente di arricchire il proprio impero, loro cercavano davvero i talenti. 
 
Oramai, di persone interessate alla vera musica, ne erano rimaste ben poche ed io ero felice di averne potuto avere a che fare. 
 
'Eleanor, ciao! Siediti, siediti pure!' Disse gentilmente uno dei miei discografici, Frank, indicandomi la sedia vuota posta di fronte a lui. 
 
Feci come disse, appoggiando la borsa accanto ai miei piedi e posizionandomi comodamente su quell'enorme sedia nera in pelle. 
 
'Allora, El. Per te abbiamo grandi progetti, come già sai. Uno di questi è il tour mondiale che seguirà l'uscita del nuovo disco' 
 
Seguì il discorso annuendo a ciò che Frank mi stava dicendo, non potendo evitare quel sorrisino soddisfatto e compiaciuto, sentendo pronunciare quelle parole. 
 
'Ma prima di questo, abbiamo un'interessante proposta per te. Qualche giorno fa ci ha contattati il manager di uno dei gruppi che in questo periodo sembra spopolare nel mondo della musica. Loro sono geniali, dei veri e propri talenti. Sono sicura che ne hai sentito parlare molto, loro sono i fun.' concluse Frank, allargando le braccia e mostrandomi uno dei migliori e sinceri sorrisi che mi avesse mai rivolto. 
 
Sembrava davvero entusiasta. 
 
Io, invece, sentì una vampata di calore percorrermi il corpo ed ero sicura che le guance si erano colorite di un rosso acceso. 
 
'I fun.?' dissi, più spaventata che sorpresa. 
 
'Già! E' fantastico. A quanto pare Nate Ruess, il cantante del gruppo, ha insistito molto affinchè i suoi discografici gli permettessero di realizzare questa collaborazione con te. Deve apprezzarti davvero tanto'
 
Avevo gli occhi completamente spalancati e continuavo a torturarmi le mani stringendole tra di loro per il nervosismo. Frank e tutti gli altri discografici sembravano così entusiasti e orgogliosi di me che mi sentì costretta a forzare un sorriso, senza riuscire, però, a pronunciare nemmeno una sillaba. 
 
Una collaborazione comportava molto lavoro. Un lavoro lungo che andava svolto insieme all'altro artista. Ed io non ero sicura di riuscire a trascorrere intere giornate chiuse in una sala di registrazione con Nate. Già, perchè in fin dei conti i musicisti sarebbero entrati in scena in un secondo momento, quindi, almeno per i primi incontri, saremo stati soli io e Nate in una stanza di pochi metri quadrati. Non potevo farlo. Quella  stessa mattina non ero riuscita a sostenere una conversazione di cinque minuti con lui, senza delirare. Non avrei sopportato giornate intere con lui. 
 
'Bhe, è..è grandioso. Un'occasione..unica. Ma, ecco, forse dovremmo pensarci, come dire..meglio' dissi, deglutendo di tanto in tanto, per accertarmi che fosse rimasta un po' di saliva nella mia bocca, ormai prosciugata. 
 
'El, l'hai detto tu, è un'occasione unica e noi non dobbiamo assolutamente farcela scappare' continuò Frank, con lo stesso sorriso di prima. 
 
In fondo si trattava di lavoro e, dopotutto, Nate voleva dimenticare quella storia tanto quanto me. Ero sempre stata dell'idea che la vita privata non dovesse in alcun modo infierire con quella lavorativa e, dovevo ammetterlo, loro erano una delle mie band preferite, era une vera e propria occasione da non doversi lasciar sfuggire. 
 
Così accettai, provando a tranquillizzarmi e continuando a ripetermi che non sarebbe stato il disastro che sospettavo. In quegli anni avevo imparato a mettere me al primo posto ed era stato un duro lavoro, considerando il mio indole debole. 
Ma ci ero riuscita, ero diventata la persona forte che volevo essere e non sarebbe stato un qualsiasi cantante dagli occhi verdi a far crollare ogni singola certezza, solo in una notte. 
 
I discografici sembravano davvero entusiasti, e riuscirono a far sorridere anche me e a convincermi sempre di più che quella decisione avrebbe portato grandi e soddisfacenti risultati. 
 
---
 
Ero nuovamente seduta sui sedili in pelle della macchina nera di Madison che, come era suo solito fare, imprecava contro il traffico della Grande Mela. 
 
Meglio, pensai. In questo modo non mi avrebbe fatto domande nè avrebbe cacciato qualche argomento su cui discutere, non ne avevo davvero voglia. 
 
Mentre lei continuava a chiedersi perchè i Newyorchesi non usassero i piedi per spostarsi, io non riuscivo a smettere di pensare a Nate. I suoi occhi, il suo naso, quel bellissimo naso, i capelli in disordine, le labbra disegnate...! Scossi la testa, come se quel movimento bastasse a scacciare via quei pensieri e mi permettesse di pensare ad altro. 
 
'El, hai ingoiato la lingua?' 
 
Merda, a quanto pare nemmeno il traffico era riuscito a distogliere Madison dal mio silenzio. 
 
'No, mangio di tutto ma..la lingua mi serve ancora' risposi, cercando di recuperare un po' della mia solita ironia che, ultimamente, non riuscivo più a cacciare fuori. 
 
'E' da un po' di giorni che sembri uscita da un film horror. Che hai?' mi chiese Madison, diventando seria e continuando a guidare tra il traffico di New York. 
 
'Niente. Davvero niente' risposi, accennando un sorriso. 
 
'Non ci credo' mi disse sicura la mia manager. 
 
Davvero credevo che incurvando leggermente le labbra all'insù, sarei riuscita a convincere Madison che andasse tutto bene? Povera illusa. 
 
'Sembra quasi che quel colloquio con la casa discografica abbia peggiorato la situazione' disse Madison, distogliendo di tanto in tanto lo sguardo dalla strada, per concentrarsi su di me. 
 
Io scossi semplicemente la testa, mordendomi il labbro inferiore. 
 
'Eleanor, una collaborazione con una band come i fun. è quello che aspettavi da una vita. E' grandioso!' disse Madison, cercando di trasmettermi un po' della sua euforia. 
 
'Bhe, non è così grandioso se sei andata a letto con il cantante di quel gruppo e poi sei scappata via prima che potesse svegliarsi' risposi tutto d'un fiato, tenendo lo sguardo fisso in avanti, concludendo con un sorriso ironico disegnato sulle mie labbra. 
 
La reazione di Madison fu peggiore di quella che mi aspettavo. Frenò l'auto bruscamente, ricevendo insulti e parolacce a ritmo di clacson dai conducenti dietro di lei.
 
'SEI ANDATA A LETTO CON NATE RUESS?' 
 
'Madison, non puoi fermare l'auto nel bel mezzo del traffico. Il tizio dietro di noi sta venendo da questa parte e non sembra molto simpatico.' dissi, convincendo Madison a riaccendere l'auto e riprendere a camminare. 
 
'Okay, ma..SEI ANDATA A LETTO CON NATE RUESS?' chiese nuovamente Madison, questa volta conducendo l'auto e con un tono meno severo. 
Farla calmare non fu un'impresa semplice, era rimasta davvero scioccata. Ma riuscì comunque a farle promettere di non aprire bocca con Chris. Non volevo che venisse a saperlo, tanto meno da qualcuno che non fossi io. 
 
Madison volle sapere tutto riguardo a quella storia. Volle sapere come era successo, come ci fossimo incontrati, come eravamo finiti sotto le stesse lenzuola  e perchè io, Eleanor Jude Roberts, la ragazza che non si lascia trasportare dai sentimenti, quella acida, priva di un cuore in grado di battere per qualcuno o qualcosa che non fosse la musica, proprio io fossi riuscita a farmi portare via il sorriso e la sicurezza da una notte passata con un ragazzo. 
 
In effetti quelle parole mi fecero riflettere: perchè continuavo a crearmi complessi?
Perchè a distanza di così tanti giorni, ancora pensavo a quella notte?
E soprattutto, perchè continuavo a sentirmi in colpa per averlo lasciato lì, da solo, in casa mia? 
 
'A me davvero non importa nulla di lui, vorrei solo dimenticarlo' continuavo a ripetere queste parole, probabilmente per convincere più me stessa, che Madison, che fosse la verità. 
 
'El, io credo che se tu abbia così voglia di dimenticarlo, è semplicemente perchè vuoi levartelo dalla testa' disse Madison, cercando di farmi capire ciò che voleva intendere. 
 
'Ma dai, sei un genio' risposi io ironica, come era mia solito fare. 
 
'Vai un po' indietro, però. Perchè continui ad averlo in testa, nonostante tu dica che è stato un errore, non ne sei innamorata nè ti importa qualcosa?' mi domandò Madison, con un sorriso compiaciuto. 
 
Rimase a fissarmi, aspettandosi un risposta da me. 
Risposta che, ad essere sincera, non sapevo davvero formulare. 
 
'Bhe, io..'
 
'Io credo che in quel ragazzo, qualcosa ti abbia colpito. Fidati.' concluse Madison, fermando l'auto e facendomi notare il portone di casa mia, segno che eravamo appena arrivate. 
 
Non riuscì a formulare una frase sensata. La teoria di Madison mi aveva lasciata senza fiato, probabilmente perchè, in fondo, sebbene non volessi ammetterlo, un po' era vera. O forse no. 
La confusione, in quel periodo, aveva preso il sopravvento su di me. 
 
Aprì lo sportello, salutando rapidamente Madison che, però, mi bloccò prontamente un braccio. 
 
'Hei, El, io credo che tu debba parlarci.. Probabilmente se continui a pesarci è perchè hai qualcosa in sospeso con lui. E l'unico modo per uscirne è affrontarlo.' 
 
Mi divincolai dalla sua presa e chiusi la portiera della sua auto. 
 
Non sapevo davvero cosa fare. 
Sapevo solo di volerne uscire. Al più presto. 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
 
Buonasera belle/i. 
Allooor, sono tornata 3 giorni fa da Londra *asciuga una lacrima*. Vi giuro, è la città più bella che abbia mai visto. Tutta l'Inghilterra è meravigliosa, o almeno le città che ho visitato io. 
Il college era perfetto, gli inglesi anche. 
Le due settimane più belle della mia vita. 
Ma a voi poco importa, passiamo oltre: come vi è sembrato il capitolo? 
Notiamo un'Eleanor confusa, ma soprattutto in panico per la collaborazione con i fun. che la terrà a stretto contatto con Nate. 
Well, non voglio allungarmi, quindi...al prossimo capitolo. 
Baci, -L. 
(PER QUALSIASI COSA, INFORMAZIONE, SPOILER, O ALTRO...SONO SU TWITTER 'LuisaMiele10'  il nick è 'England' )

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