When Hetalia meets Disney

di hanaemi_
(/viewuser.php?uid=111563)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Toujours dans mon coeur ***
Capitolo 2: *** Someday my prince will come ***
Capitolo 3: *** È una storia sai... ***
Capitolo 4: *** I won't say I'm in love ***
Capitolo 5: *** Kiss the girl ***
Capitolo 6: *** Domani è un altro giorno ***



Capitolo 1
*** Toujours dans mon coeur ***




Toujours dans mon cœur


A Chiara~


{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: France x Jeanne
Pairing: Freanne
Parole: 339 (grazie a:
http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing:
"Toujours dans mon
cœur"- Phil Collins (dal film "Tarzan")}



«Ne pleure pas, je suis là...»1


Francis si svegliò, tremante, sudando freddo. Un incubo, ancora. Vi conviveva ormai da molto, moltissimo tempo, più precisamente da dopo la morte del suo adorato giglio, Jeanne. Sospirò, passandosi le mani sul viso, digrignando i denti. Aveva rivissuto ancora una volta la scena del rogo. Jeanne che bruciava, lì, tra le fiamme di quel fuoco che la stava ingiustamente divorando, e lui impotente, che attraversava a fatica la folla per poi raggiungerla e trovare solo ceneri. E Arthur che lo derideva, con un ghigno di scherno. Prese un bel respiro, cercando di ritrovare la calma, quando a un tratto sentì uno spiffero attraversargli il pigiama leggero. Il francese si alzò, andando a chiudere la finestra. Strano, era sicuro di aver controllato che fosse serrata, prima di andare a dormire. Fece spallucce, voltandosi verso il letto.

"...Jeanne." sussurrò solo, stupefatto. Il fantasma della ragazza era lì, a pochi passi da lui, e gli sorrideva, porgendogli una mano.

Francis le si avvicinò, stringendogliela e baciandola. "È un miracolo...che ci fai qui?"

"Sono qui per rassicurarti. E per dirti che ti proteggerò, sempre, qualunque cosa accada. Je serai là avec toi, mon aimé État, je le promets!2" disse solenne, posandosi una mano sul cuore e inchinandosi, come ogni cavaliere fedele alla propria nazione.

Il francese sorrise: quella scena l'aveva già vissuta molti secoli addietro. Le prese una mano, facendola alzare.

"Prima che te ne vada, permettimi di fare una cosa che non ho mai fatto, ma chère pucelle.  3  " sussurrò, attraendola a sè. Jeanne rimase un po' perplessa, osservandolo, e il suo stupore aumentò quando Francis le donò un casto bacio a fior di labbra, per poi carezzarle la guancia e sorriderle.

La ragazza si posò una mano sulla bocca, incredula.

"Non so bene cosa dire...Merci, Monsieur.4"

Sorrise, lievemente imbarazzata, e si inchinò di nuovo, sparendo con una folata di vento.

"Non, Jeanne. Grazie a te."

Bisbigliò lui, sorridendo quasi con malinconia. Si rimise a letto, addormentandosi felicemente. E da quel momento, di notte, gli incubi non disturbarono più la quiete finalmente ritrovata di Francis.



***

 


1 Ne pleure pas, je suis là: "Non piangere, sono qui"
2 Je serai là avec toi, mon aimé État, je le promets!: "Sarò lì con te, mio amato Stato, lo prometto!"
3 Ma chère pucelle: "Mia cara pulzella" (Jeanne d'Arc era anche nota come "La pucelle d'Orléans", ossia "La pulzella d'Orléans".)
4 Merci, Monsieur: "Grazie, signore"

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Someday my prince will come ***




Someday my prince will come

 

{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Holy Roman Empire x Chibitalia
Pairing: HREChibitalia
Parole: 225 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing: "Someday my prince will come"- Adriana Caselotti (dal film "Biancaneve e i sette nani")}



«Someday we'll meet again...»
 
 
Il piccolo Feliciano sorrise, terminando finalmente il disegno che lo occupava da più di un'ora. Posò il pastello e lo guardò, soddisfatto del risultato: erano Sacro Romano Impero e lui in un campo di fiori, felici, e si tenevano per mano. Gli mancava molto, Sacro Romano Impero. L'ultima volta che si erano visti, il biondino aveva baciato il piccolo Italia e gli aveva promesso che sarebbe tornato da lui, prima o poi. Feliciano si strinse il foglio al petto, chiudendo gli occhi.
 
"Feliciano..." sussurrò Ungheria dalla soglia, avvicinandosi al bambino e chinandosi sui talloni.
 
"Perché piangi? Sei triste perché Sacro Romano Impero è partito?"
 
Il piccolo scosse il capo, accennando un leggero sorriso.
 
"No, signorina Ungheria. Piango perché so che presto ci incontreremo di nuovo e potremo vivere felici, insieme." disse semplicemente, guardando la donna negli occhi.
 
Elizaveta sorrise amaramente, sistemandogli il fiocco rosso sul petto.
 
"Certamente, piccolino. Tornerà a prenderti e vivrete per sempre felici e contenti!"
 
"Esatto. Tutti meritiamo un lieto fine, giusto, signorina Ungheria?"
 
"Logico, Feliciano. Ci vediamo dopo." Gli baciò il naso, per poi alzarsi in piedi e lasciare la stanza.
 
Il piccolo Italia ritornò a guardare la sua opera, aggiungendovi poi in un angolo, nel corsivo incerto di un bambino:
 
"E vivremo per sempre felici e contenti, Sacro Romano Impero. Questa è la mia promessa."

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** È una storia sai... ***




È una storia sai...

 

{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia x Hungary
Pairing: PruHun
Parole: 240 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing: "È una storia sai"- Isa Di Marzio (dal film "La bella e la bestia")}



«Solo amici e poi, uno dice un 'noi'...»


Gilbert sorrise, asciugando col pollice le lacrime che scorrevano dagli occhi della sua sposa. Dopo tanto, era finalmente arrivato il giorno del loro matrimonio. La sua compagna di giochi ora era sua moglie. Non poteva essere più felice quel dì, il prussiano.

Liz tirò su col naso, per poi prendere il foglio con la promessa e la fede. La mise al dito di Gilbert, sussurrando poche parole con voce spezzata:

"Io, Elizaveta, accolgo te, Gilbert, come mio sposo.
Con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita."


Gilbert le scostò il velo, rivelandone il viso arrossato e gli occhi lucidi. Incrociò pollice e medio della mano sinistra davanti a lei.

"Croce sul cuore?"

Eliza accennò un sorriso, incrociando a sua volta le dita della sinistra.

"Croce sul cuore."

"Ora sì che ti riconosco, meine liebe Frau!1"

E la strinse a sè, dandole finalmente il famoso bacio che si cambiano gli sposi dopo il matrimonio.


***



"Ungheria?" mormorò Gilbert, steso sul prato a guardare le nuvole in cielo. Era un po' imbarazzato a chiederglielo, ma quel bambino era l'unico amico che aveva!

"Uhm?" fece l'altro in risposta, guardandolo di lato.

"Quando...quando saremo grandi, mi prometti che resteremo per sempre insieme?"

"Ah, idiota! Certo che te lo prometto!"

"Croce sul cuore?"

"Croce sul cuore, puoi starne certo!"


L'albino sorrise, per poi riportare lo sguardo verso l'alto.

"Grazie, Ungheria." pensò in cuor suo.


 

***

 

 

1 Meine liebe Frau: "Mia cara moglie"

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** I won't say I'm in love ***




I won't say I'm in love

 

{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: America x Belarus
Pairing: AmeBela
Parole: 443 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing: "I won't say I'm in love"- Susan Egan (dal film "Hercules")}



«At least out loud, I won't say I'm in love...»
 

Natalia sospirò, passandosi una mano tra i capelli. Possibile che non l'avesse capito? Lui era l'unico, l'unico, l'unico, l'unico che riusciva a farla arrossire così facilmente. E che la faceva sentire speciale. E che le mandava il cuore a mille, quando lo vedeva. Eppure lui sembrava non accorgersene. La ragazza stava quasi per rinunciarci, ormai. Eppure...eppure ci aveva provato tante volte, a lasciar perdere, ma non era mai stata in grado di chiudere definitivamente. Nessuno sapeva che avesse una cotta per l'americano, neanche sua sorella Ucraina. La bielorussa era una tipa che preferiva incamerare il dolore e risolversi i problemi da sola, senza andare a spiattellarli a nessuno. Non voleva essere considerata una debole, o peggio ancora, un peso. Ragion per cui odiava anche scrivere un diario, cosa che riteneva fosse perfettamente inutile. Si sedette sul bordo del letto, per poi lasciarsi andare sul materasso. Si mise a fissare il soffitto, pensando. 
 
"Basta" biascicò dopo un po' "Alfred non prova nulla per me. E' meglio se mi metto il cuore in pace e cerchi qualcuno che possa rendermi felice..." aggiunse, poco convinta. Si passò una mano sul viso, sospirando ancora.
 
"Ma chi voglio prendere in giro? Non potrò mai lasciarlo perdere..."
 
E proprio mentre stava dicendo diò, sentì il campanello trillare. Bielorussia, si alzò, titubante, e andò alla porta. E...
 
"Alfred." sussurrò solo, con gli occhi sgranati. E in effetti l'americano era proprio davanti a lei, vestito stranamente con una polo e dei pantaloni, abbigliamento lontano dai suoi soliti jeans e t-shirt. 

"Che ci fai qui?" disse, riprendendo la sua aria seria e appoggiandosi allo stipite della porta, a braccia conserte.
 
"Ehm..." si grattò la nuca, imbarazzato. "Sono venuto qui perché...vorrei invitarti a uscire, se ti va." disse tutto d'un fiato, prendendo un bel respiro quando finì, le guance rosse e un sorriso carico d'aspettativa in volto.
 
"Uhm..." mugolò solo la bielorussa, squadrandolo. Voleva fargliela pagare per essere stato così stupido a non capire cosa provava, però, lui...aveva quello sguardo...
 
"Sai, non ero mai riuscito a dirtelo prima perché mi imbarazzo facilmente in tua presenza." fece con una leggera risata, interrompendo il flusso di pensieri della ragazza, la quale rimase stupita da quelle parole. Allora qualcosa, sotto sotto, la sentiva pure lui!
 
"D'accordo, accetto la tua proposta." rispose, accennando un piccolissimo sorriso. Alfred tirò un sospiro di sollievo, sorridendo entusiasta.
 
"Good! A-Allora ti chiamo io per metterci d'accordo, okay?"
 
"Da, va bene."
 
"So...see ya later, Bel! Bye!" e corse al SUV parcheggiato davanti casa della giovane, per poi mettere in moto e partire. Natalia rimase sulla soglia al guardarlo andare via, con un sorriso soddisfatto sulle labbra. L'amore aveva finalmente toccato anche lei, dopo tanto.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Kiss the girl ***





Kiss the girl

 

{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Japan x Taiwan
Pairing: NiTai
Parole: 160 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing: "Kiss the girl"- Samuel Wright (dal film "La Sirenetta")}

 


«It don't take a word
Not a single word
Come on and kiss the girl
»
 

Kiku sospirò, voltandosi di lato a guardare Mei, tutta presa a osservare i fiori di ciliegio sopra le loro teste che si staccavano dai rami e volteggiavano nell’aria. Era così bella lei, con lo sguardo rapito, puntato verso l’alto e il naso all’insù. Avrebbe voluto dimostrarle ciò che provava per lei, ma era troppo imbarazzato per riuscirci.

“T-Taiwan..” provò a dire, ma gli uscì solo un gemito strozzato. La voce gli morì in gola. Sbuffò, ma cercò di riprovare. Non parlò, stavolta.

Deglutì appena e si spostò leggermente verso di lei sulla panchina dove sedevano. Prese un bel respiro e allungò la mano, per poi posarla su quella della ragazza, diventando paonazzo per l’imbarazzo. La fanciulla a quel tocco sussultò appena e lo guardò di lato, ma non si mosse; anzi, gli sorrise allegra e avvicinò i loro visi, per poi posargli un bacino sulla punta del naso.
 
“Grazie, Kiku!”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Domani è un altro giorno ***





Domani è un altro giorno
 
{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Portugal x fem!Netherlands
Pairing: PortNed
Parole: 437 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing: "Domani è un altro giorno"- Gianna Spagnulo (dal film "Le avventure di Bianca e Bernie")}

 
«La vita insieme affronteremo, tanta gioia troveremo
se sei con me…»
 

Il portoghese si alzò dal materasso e, recuperati i boxer, si mise alla ricerca dei suoi indumenti, buttati alla rinfusa per la camera.
L’olandese si mise a sedere in mezzo al letto, le ginocchia strette al petto e gli occhi chiusi per trattenere le lacrime. La stava abbandonando di nuovo. La scena che aveva già vissuto tante e tante volte si stava ripetendo, sempre uguale. Abbandonavano ogni inibizione, lasciando che i loro corpi si incontrassero e si fondessero in un’ unica cosa, e poi lui se ne andava, come se nulla fosse accaduto, lasciandola sola. Nascose il capo tra le gambe.
Non voleva piangere, non dinanzi a lui. Non poteva mostrarsi debole e indifesa di fronte alla fonte della sua gioia e al tempo stesso frustrazione, non le era permesso.
Prese un bel respiro; non poteva andare avanti così, non poteva continuare ad essere la bambolina da sfruttare al momento opportuno. Sentì alcuni rumori a poca distanza da lei.

Se voleva dirgli la sua opinione doveva agire in fretta, altrimenti lui se ne sarebbe andato e non avrebbe potuto fare più nulla. Sbatté un paio di volte le palpebre e sollevò la testa.

“Port…”

Ma non ebbe neanche il tempo di dire o fare niente, che la scena che le si presentò dinanzi la lasciò senza parole. Il ragazzo, ginocchia in terra, aveva uno scatolino aperto tra le mani, con all’interno un anello e un sorriso splendente a solcargli il volto.


Aartiënne, ora starai pensando che sono completamente ammattito, ma no. O meglio, sì, sono pazzo, ma solo e unicamente di te. Tu…mi hai cambiato. Mi hai fatto capire che valgo qualcosa, nonostante tutto. E sei stata anche l’unica a starmi sempre accanto, anche quando nessuno lo avrebbe fatto. E in realtà non ti meriterei, lo so, ma il mio egoismo mi impone di presentarmi umilmente a te, con quest’anello, e chiederti: vuoi diventare mia e solo mia?” chiese, la luce della speranza a infiammargli i grandi occhi blu.
La ragazza, sull’orlo delle lacrime, annuì appena, per poi buttargli le braccia al collo e nascondere la testa sul suo petto, singhiozzando sommessamente.

“A-Afonso…Sì che lo voglio, sì, sì, sì!”
“Oh, oh….hey! Calma, non è morto nessuno, eh!”
le sussurrò, carezzandole con una mano i capelli, mentre con l’altra le infilava l’anello all’anulare sinistro.
La bionda si raddrizzò e lo guardò: era molto semplice, una sottile striscia argentata con sopra alcuni brillantini.

“Non…non potevo permettermi di più perché sai, la crisi…” tentò di giustificarsi, grattandosi la nuca con non poco imbarazzo.

Aartiënne scosse la testa, accennando un leggero sorriso, e lo abbracciò forte, chiudendo gli occhi.

“Non importa,” gli bisbigliò all’orecchio “finché avrò te sarò la donna più ricca a questo mondo.”

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2010984