Bright stars of enchanted nights

di LilyGranger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I'm afraid ***
Capitolo 3: *** Smile ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


NATALE , TANA

Le ricordo bene, le stelle di quella notte. Brillavano di una luce diversa, di una sfumatura più triste. O forse erano i miei occhi, velati da lacrime trattenute ,a farmele vedere così ?
Erano tante.Io invece, mi sentivo sola.
Ron era lì, davanti a me, a balbettare qualcosa che probabilmente non aveva alcun senso, non lo so. Avevo smesso di ascoltarlo, tanto sapevo già cosa mi voleva dire. E poi le stelle erano così belle... Ho già detto di quanto mi sembrassero tristi ?
-Hermione, almeno mi stai ascoltando ?- mi chiese Ron notando il mio sguardo rivolto al cielo notturno. Fui costretta ad annuire lentamente e a tornare sulla Terra, ad abbandonare le mie belle, luminose e sconfortate stelle.
-Non sei tu..sono io ! – continuò Ron.
“ Oddio no, le frasi fatte no ti prego ! “ pensai mentre cominciavo ad adirarmi.
-Insomma, sei come una sorella per me...- balbettò portandosi una mano dietro la testa come era solito fare quando si innervosiva. Persino in quel frangente- con le lentiggini nascoste dal rossore delle guance, le goccioline di sudore che imperlavano la fronte nonostante fosse il 25 dicembre e gli occhi che guizzavano in cerca di una via di fuga- Mi costrinsi a non pensare a quanto fosse tenero.
-...e io sinceramente...-
“ Oh no, se lo dici ti schianto, lo giuro !” . Le mie braccia si incrociarono al petto e lo sguardo assunse un cipiglio leggermente spazientito.
-...non me la sento proprio di..si insomma...- continuava lo stolto ignorando tutti i segnali di un’imminente tempesta.
“ Ok Hermione, respira, calma e respira”  volsi lo sguardo alle stelle. Parevano prendersi gioco di me ora.
-....di rovinare un rapporto così bell..- sputò tutto insieme Ron. Ma io non lo feci terminare la frase.
-Ok Ronald non importa- La mia voce tremava più del dovuto. “ Maledetta voce”
Spostai lo sguardo a terra e poi di nuovo verso il cielo stellato. I miei occhi cercavano un porto sicuro che non fosse Ron. Un porto che non fossero le sue ciglia, le sue lentiggini, i suoi capelli...
Troppo tardi.
I miei occhi incrociarono i suoi e potei vedere quanto era veramente dispiaciuto, quanto esitasse e fremesse di vedere in me un segno positivo, un’ancora di salvezza in mezzo alla tempesta di emozioni di cui era protagonista. MI sorrise, gli sorrisi.
Alzò la mano – Amici.. ? – chiese mentre la tendeva verso di me. Il nodo delle mie braccia si sciolse e feci per prendere la sua mano, ma qualcosa nei suoi azzurri occhi mi fermò: il mio riflesso.
Io non sono mai stata una che si butta a capofitto senza prima avere una certezza, una solida base da cui ripartire, e i numerosi baci- alcuni durante l’estate, altri durante la scuola-erano una base in cemento armato. Una base talmente sicura, da spingermi a saltare. Da infondermi quel coraggio necessaraio a dichiararmi
Ritirai la mano di scatto.
-Cosa c’è ??- chiese Ron allarmato.
“ Cosa c’è ?? COSA C’è ??!! Ok calma Hermione respira”
-Ronald- chiesi dopo un lungo e profondo respiro che gettò Ron nel panico- potresti dirmi, cortesemente, che significavano quei baci, per Morgana ?? – Cercai di mantenere la calma. Non mi piaceva fare scenate. Non alla Tana, non durante Natale, non...
- Bè i..i baci ? Quelli... Oh dai Herm erano una cosa fra amici, io..io pensavo che l’avessi capito.. si insomma, erano per fare un po’ di pratica e per...per...faringelosireunaragazzachemipiace- disse tutto d’un fiato
Ok, a me non piaceva fare scenate. Non alla Tana e non durante Natale. Provai a mantenere la calma.
Ma ricordo benissimo che non ci riuscì.
-TU ! RONALD WEASLEY ! RAZZA DI DEFICIENTE!- Urlai con tutta la rabbia che avevo nel cuore
- Herm dai calmati, non fare così-
- VATTENE !-
-Dai seriamente, non puoi cacciarmi dal mio giardino- disse con un accenno di risata. Cercava di sdrammatizzare ?
Gli lanciai uno sguardo di fuoco, potente come gli stupeficium che avevano schiantato la McGranitt l’anno passato. Capì l’antifona e mi lasciò sola.
O meglio: con le mie adorate stelle.

E con lo sguardo pieno di loro, pieno della loro luce e del loro brio, calde lacrime cominciarono a rigarmi le guance man mano che la consapevolezza di esser stata usata dal mio migliore amico si faceva strada dentro me.
Non sapevo che affacciato alla finestra vi era un altro giovane Weasley, dalla capigliatura rossiccia, lo sguardo limpido e il sorriso sincero.

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Capitolo 2
*** I'm afraid ***


TANA
P.O.V. FRED

- Su forza ragazzi ! Farete tardi e perderete il treno!- La voce di mia madre giungeva ovattata da dietro la porta leggermente socchiusa. D'istinto affondai ancora di più la faccia nel cusicno. Poi, come una furia, l'uragano irruppe in camera mia e di mio fratello.
- Fred, George ! Alzatevi subito poltroni!- sbraitò accompagnando le sue parole con un gesto della bacchetta che ci scaraventò letteralmente a terra.
-Accidenti donna...- iniziai io accarezzandomi il fianco dolorante
-... e dici di essere nostra madre!- continuò George con la voce impastata di sonno.
Molly appoggiò entrambe le mani sui fianchi e ci guardò con aria rassegnata - Scendete subito a fare colazione, sono quasi tutti lì-
Camminammo come due fantasmi oltre le spalle di mia madre mentre lei continuava a farfugliare qualcosa su che genere di sfaticati fossimo. Una volta arrivati di fronte la porta chiusa di mia sorella mi fermai. Memore della sera di qualche settimana fa, non riuscii a muovermi e a staccare gli occhi da quella maledetta porta. Le stelle di quella notte tornarono prepotentemente a riempirmi la mente, come anche gli occhi gonfi e rossi di Hermione che piangeva stringendosi nelle spalle. A pietrificarmi davanti la porta in legno contribuì anche il pensiero di quanto fossi stato bastardo.
Affacciato a quella finestra non ero riuscito a staccare gli occhi di dosso al pietoso spettacolo, ma non riuscii nemmeno a  scendere le scale della Tana e andare in soccorso della fanciulla col cuore infranto. Me ne ero stato lì, semplicemente immobile e impassibile.
Non era da me. Fred Weasley era il magnanimo signore dei sorrisi, colui che li distribuiva gratuitamente alla gente.
Negare un sorriso ad Hermione era la cosa più bastarda che potessi fare. E di fatti vivevo con i sensi di colpa dalla mattina successiva. Da quando Hermione non scese per la colazione, o per il pranzo, dandosi malata.
Io e Ron sapevamo la verità. E mentre lui si rabbuiava ogni volta che sentiva che Hermione avrebbe saltato il pasto o che non sarebbe riuscita a scendere per assistere ad una partita di Quidditch, io venivo divorato dai sensi di colpa per essere stato così codardo da non riuscire a starle accanto.

"Comunque non è un compito mio" pensavo i primi giorni. E  avevo ragione. Non ero io il suo migliore amico. Non ero nemmeno tanto sicuro di essere un amico per lei e , mi dispiace ammetterlo, lei non lo era per me. L'avevo sempre vista come " l'amichetta di mio fratello" o " la so tutto io dei Grifondoro".
Devo però dire che la stimavo, con tutto me stesso.
Stimavo la sua forza d'animo, la sua grande intelligenza e la sua grande audacia nell'infrangere ogni anno le regole per aiutare Harry nella sua lotta contro Voldemort. L'avevo sempre considerata una ragazza tosta, che sapeva il fatto suo e che mai e poi mai si sarebbe fatta buttare giù per una stupidaggine. E forse è stata proprio questa mia considerazione di lei, quella sera, a spiazzarmi impedendomi di fare alcunchè.

"Problema di Harry, è lui il suo migliore amico"

Lo pensavo, e ne ero davvero convinto.
Ma poi, quando Hermione raccolse tutte le sue forze e giocò a far finta di nulla persino con Harry, capii che nemmeno lui era a conoscenza del turbamento che il suo animo, per quanto forte e robusto, era costretto a sopportare.
E così, davanti a quella porta, davanti alla SUA porta feci un giuramento a me stesso. Se non aveva la forza di parlarne al suo migliore amico, ci sarei stato io per lei. In fondo, non serviva che mi raccontasse niente  ed ero liberissimo di farlo senza dare troppo nell'occhio.
Dovevo farlo per quella vocina dentro me che continuava a non darmi pace.
-Fred tutto bene ?- mi chiese George strappandomi ai miei pensieri mentre, con fare delicato, mi dava una leggera spintarella per spronarmi ad avanzare.
-Si..va tutto bene- risposi più a me stesso che a George.

"Va tutto bene, stupido grillo parlante " pensai rivolto alla mia stupidissima e oltremodo fastidiosa coscienza.

***

Arrivati in cucina, lo scenario che dominò i miei occhi aveva dell'esilarante.
Percy, il  perfettino, se ne stava seduto con gli occhi socchiusi, a sonnecchiare chissà da quanto tempo. Diversi anni dopo, ricordando quella mattina, affermò che si stava solo " concentrando nella sua pratica di meditazione"
Harry. Oh Harry sarà anche stato il "bambino sopravvissuto" ma con quella faccia impastata di sonno, non avrei mai detto che avrebbe sconfitto Voldemort in un plateale duello nella sala di Hogwarts. I capelli erano più scompigliati del solito e ricadevano disordinati sulla fronte coprendo la cicatrice tanto famosa. Gli occhiali, storti sul naso, minacciavano di cadere da un momento all'altro nella tazza di latte e cereali che aveva davanti.
Mia sorella, seduta accanto ad un Ron più che mai immerso nel mondo dei sogni - e cibo, aggiungerei-  lanciava rapide occhiate in direzione di Harry. Sguardi celati, nascosti. Sguardi silenziosi e discreti che racchiudevano in sè mille parole.
Avevo sempre tifato per Harry e Ginny. Prima ancora che lei si stufasse di aspettarlo, prima ancora che iniziasse ad uscire con altri ragazzi. Prima ancora che lui iniziasse quella stupida storia con Cho Chang.
Il posto accanto ad Harry era vuoto: Hermione non era scesa per la colazione.
- Ginny, Hermione dorme ancora ? -  chiesi a mia sorella una volta preso posto accanto a George
-Si credo di si, o almeno è quello che faceva quando sono scesa-
" Per Merlino, quella ragazza mi vuole far lavorare ! "
Sospirai - Ok ho capito- dissi mentre mi alzavo facendo leva sulle mani appoggiate sul tavolo di legno.
-Aspetta ma dove vai ?- domandò Ron con la bocca piena di biscotti e con una goccia di latte sul naso. No vi prego, non chiedetemi com'era finita lì.
- Non sono fatti tuoi Ronnie- dissi con - effettivamente- troppo sgarbo nella voce. Per rimediare, una volta arrivato sull'uscio della porta mi girai e portai l'indice sul mio naso. - Oh a proposito, sei sporco. Proprio qui.-

***

P.O.V.  HERMIONE

La porta si aprì di scatto,facendo entrare a passi pesanti una figura nella stanza. Istintivamente infilai la testa sotto il cuscino e mugognai senza fare troppi complimenti. Lo scorrere della stoffa e l'improvviso fascio di luce che avvolse la stanza, furono davvero troppo.
- Accidenti Ginny, voglio solo dormire !- borbottai tirando il cuscino da qualche parte nella stanza, forse verso la finestra ?
- Sveglia raggio di sole !- esclamò una voce dolce e gioiosa.
"Questa non è la voce di Ginny". Sbarrai gli occhi e, improvvisamente sveglia e lucida, mi rizzai a sedere.
- Fred ma che..che cosa fai qui ?- chiesi allarmata sollevando le coperte a coprire l'imbarazzantissimo pigiama che mi ostinavo a portare.
- Non è da te dormire tanto Granger. Se non ti conoscessi bene, direi che frequentare la famiglia Weasley ti ha fatto diventare mooolto più pigra. Ehh si sa- sospirò platealmente- ..chi va con lo zoppo impara a zopp..- continuò con un accenno di risata, ma io lo interruppi prima che potesse finire la frase.
- Ci ho messo un po' ad addormentarmi- dichiarai stropicciandomi gli occhi leggermente arrossati.
- Perchè ? - chiese Fred sedendosi alla fine del letto, ben distante da me.

"Perchè?" pensai " Perchè ho paura di tornare a scuola. Perchè per la prima volta in vita mia non voglio che le vacanze finiscano "
 Alla Tana, incredibile a dirsi, era stato facile sfuggire da Ron, dalla situazione, dalla tristezza... Ma una volta tornata a camminare nei corridoi di Hogwarts cosa sarebbe successo ? Il Golden Trio non sarebbe più esistito ? Avrei visto Ron tra le braccia di quella ragazza a cui tanto agognava ?

Avevo paura.

- Ginny russa tremendamente- mentii facendo un mezzo sorriso. Nel momento in cui lo dissi, il limpido sguardo di Fred si oscurò e le sue sopraciglia si aggrottarono. Durò un attimo, poi tutto tornò alla normalità.
Vedendo che non si decideva a parlare, cercai di portare avanti il discorso - Perchè sei venuto qui ?-
-Oh mamma mi ha detto di venire a svegliarti, ti vuole giù fra 5 minuti visto che sono le 10:50 - rispose alla leggera.

"Oh per Morgana! "

Scattai giù dal letto scalciando violentemente le coperte che andarono ad avvolgere Fred.
-Oh accidenti, accidenti, accidenti!- borbottavo isterica mentre raccimolavo la roba da portarmi in bagno. - ACCIDENTI ! Perchè non mi avete svegliata prima?!?! Il treno parte alle 11:00 precise ! - Senza aspettare risposta corsi in bagno.
- Dove vai ?- mi urlò dietro Fred. Sbaglio o la sua voce sembrava divertita?
-A VESTIRMI!-
Ci misi 3 minuti a carburare. Lentamente mi affacciai di nuovo sull'uscio della stanza di Ginny, dove Fred mi aspettava seduto con un maledettissimo sorriso stampato sul volto. Facendo penzolare un orologio da polso in sua direzione, lo incenerii con lo sguardo.
- Le 10:50 .. Fred ? - chiesi riuscendo a malapena a trattenere l'irritazione. - Non sono nemmeno le 10 !!-  sbottai lanciando l'orologio verso di lui e la sua contagiosa risata. Volevo nasconderlo, ma un sorriso era spuntato anche sulle mie labbra.
Svogliatamente si alzò e attraversò la stanza verso di me, ma quando mi fu accanto per  si abbassò all'altezza del mio volto e mi sussurrò nell'orecchio con voce suadente.
- E comunque, bellissimo pigiama.-
Il mio volto avvampò e potei sentire il calore irradiarmi le guance. Ci misi un attimo a spingerlo fuori dalla stanza e sbattergli la porta in faccia.
- ESCI ! - urlai anche se la porta si era già chiusa alle sue spalle. Potevo ancora sentire la sua risata allontanarsi giù per le scale.
E mentre piegavo i miei vestiti all'interno della valigia, non potei impedire ad una risata di sgorgare anche dalla mia gola.

Non sapevo il motivo, ma Hogwarts ora mi sembrava un po' meno spaventosa.


Allora, salve a tutti voi che seguite la mia storia.
Vi ringrazio per aver letto anche questa seconda parte e spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta. Io, personalmente, non ne sono molto soddisfatta ed è per questo che ci ho messo tanto a scriverlo. Spero di rimediare negli altri capitoli e di non aver deluso nessuno.A tal proposito, se ci fosse qualche chiarimento che voleste chiedermi, sarò ben lieta di ascoltarlo ^^
Un bacio a tutti e grazie ancora per l'attenzione <3

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Capitolo 3
*** Smile ***


P.O.V. HERMIONE

Il viaggio sul treno fu l'unico ostacolo tra me e la solitudine del mio dormitorio, l'unica trappola che mi impedisse di scappare da Ron. Scappare dalla situazione.
Non mi piaceva l'idea di fuggire via al primo problema. E sinceramente continuo a chiedermi come abbia potuto farlo. Era mai possibile che un semplice comportamento di Ron causasse in me un profondo cambiamento ?

-Hermione cammina, stai intralciando il passaggio- mi rimproverò Harry mentre mi esortava ad avanzare.
Ed avanzare, avanzare,avanzare...
-Hermione ?- mi chiamò nuovamente Harry affacciato alla porta di uno scompartimento miracolosamente libero. -Cos'è, sei diventata il fantasma dei corridoi per caso ? - rise divertito dalla mia sbadataggine. Sorrisi a mia volta scuotendo  il capo.
Feci per tornare sui miei passi, ma Ron che si affacciava dalle spalle di Harry e mi guardava intensamente mi bloccò.
-Allora che fai, vieni ? - chiese ancora il mio amico.
- Io veramente...volevo stare un po' con Ginny- mentii - ci vediamo dopo, ok ?-
Lo sguardo di Harry si tinse di una sfumatura delusa. - ..Ok-
Mi avviai per lo stretto corridoio , ma la sua voce mi chiamò nuovamente e mi esortò a voltarmi.
-Hermione, sei sicura che vada tutto bene tra noi?- chiese sinceramente preoccupato. I suoi capelli corvini ricadevano a coprirgli la fronte e la cicatrice ma riuscii comunque a notare piccole goccioline di sudore sul suo viso nonostante l'inverno non fosse ancora passato del tutto. Sorrisi ed annuì, poi mi voltai ancora una volta e , con il cuore martellare rumoroso nel mio petto, scappai.

Una volta lontana da Harry mi concentrai alla ricerca di uno scompartimento libero in cui poter stare in pace a leggere uno dei miei libri che, come d'abitudine, mi portavo sempre appresso, ma giuro che sembrava l'impresa più ardua in quel momento. Quando alla fine trovai uno scompartimento occupato da Ginny e la sua compagna di stanza,non mi semrbò vero.
Bussai timidamente.
-Vi dispiace se mi siedo qui ? Ogni scompartimento sembra essere più pieno che a settembre - dissi spruzzando una sorta di risata. Ginny annuì dolcemente.
-E lo chiedi pure Herm ? Sai che mi fa sempre piacere passare del tempo con te- disse puntando i suoi azzurri occhi nei miei. Erano illuminati da un bagliore di sincera felicità e quasi mi sentivo una stupida ad aver cercato per tutto questo tempo una solitudine di cui, forse, non avevo poi tanto bisogno .
-Piacere, sono Mia- mi disse l'amica di Ginny mentre si sporgeva per tendermi la mano. La presi calorosamente e le regalai uno dei miei sorrisi - lo speravo- migliori.
- Piacere Mia-
-Herm, come mai non stai con Harry e Ron ? Hai litigato con quel deficiente di mio fratello ?-
"Si"
-No ma ti pare ? Semplicemente stavo annegando nel testosterone-  mentii con una falsa risata. Ginny mi guardò sospettosa. Possibile che sapesse leggermi così bene ?
Distolsi lo sguardo per impedirle di guardare più a fondo. Per impedirle di scavare dentro di me e di denudarmi, espormi.
-Hermione tu sei il prefetto vero ?- mi chiese Mia con voce dolce ed innocente.
" Oh cavolo è vero, sono il prefetto! "
Mi alzai di scatto.
-Torno subito ! - dissi ad una Ginny alquanto divertita.

Tra tutti i pensieri che quel giorno non la volevano piantere di turbinare nella mia mente, avevo dimenticato i miei doveri di prefetto.
"Devo fare la ronda."
Il mio passo rallentò impercettibilmente.

"E la ronda vuol dire solo una cosa"
Iniziai a camminare con assoluta lentezza.

".. Collaborare con l'altro prefetto Grifondoro"

- Finalmente sei arrivata. Andiamo ?- chiese la voce di Ron. Alzai lo sguardo e lo trovai appoggiato ad una parete, con le braccia sul petto e le gambe incrociate. Aveva già indossato la divisa che, dovevo ammetterlo, gli stava maledettamente bene...
Mi fermai e notai un particolare che mi ferì: evitava il mio sguardo. Evitava un qualsiasi contatto fisico. Evitava tutto di me. Gli occhi si riempirono di lacrime e di colpo sbottai.
Sbottai davanti alla sua totale indifferenza nei miei confronti, al suo distacco verso di me. Distacco che, ne ero consapevole, avevo contribuito io stessa a creare.
-Non dobbiamo farla necessariamente insieme, Ronald-  esclamai distante. Ron rimase leggermente interdetto.
-Ok, allora io inizio da un capo del vagone e tu dall'altro, se ti va bene- rispose lui freddo, TROPPO freddo.
-Bene- mi voltai e mi avviai dove stabilito, senza nemmeno un saluto. Senza voltarmi indietro per quanto il mio cuore lo supplicasse.

Come eravamo arrivati a quel punto ? Come aveva potuto usarmi in quel modo ? Da quando era cominciata tutta quella storia ? Quand'è stato che è scattata la scintilla che piano piano sarebbe divampata, allontanandoci come due magneti positivi ?

E io continuavo a camminare, o meglio scappare. Si, due volte nello stesso giorno. Patetico vero ?
Eppure, avevo scoperto, ero un vero asso nello scappare. Si, pareva che fosse la mia abilità più grande.

O forse, l'unica che mi servisse veramente.


P.O.V. FRED

Una figura indistinta.
Riuscii ad intravedere solo questo della persona che velocemente sorpassò lo scompartimento che dividevo con George e Lee. Ma mi bastò vedere la sua chioma castana, i suoi boccoli crespi, per capire che quella figura indistinta era Hermione.
Posai le carte babbane sulle gambe di mio fratello. - Gioca tu al posto mio, torno subito-
George neanche mi ascoltò concentrato com'era nello stracciare Lee in quella che era la più disastrosa partita a ruba mazzo ( babbano ) della storia. Sorrisi ,scossi la testa e partii all'inseguimento della ragazza.

Fortunatamente il vagone era terminato e lei non potè proseguire molto lontano. La trovai appoggiata al muro, con gli occhi chiusi e il viso rivolto verso l'alto. Sembrava spossata.

-Strano che Hermione Granger non ha ancora indossato la sua divisa- sorrisi mentre mi avvicinavo. Con le mani nelle tasche e le spalle rilassate, speravo di avere un aspetto disinvolto.
Hermione si riscosse dai suoi pensieri. La vidi raddirazzare velocemente il capo e aprire di scatto gli occhi. Erano umidi e leggermente gonfi.

" Come al solito" pensai.

Con un movimento ancora più rapido dei primi, si strofinò una mano sugli occhi fortunatamente struccati.
-Mi è passato di mente, finita la ronda la metto- sorrise stanca. Era a disagio e lo vedevo.Mi avvicinai lentamente.
- Si bè, devo dire che appoggiata a questa parete la stai facendo proprio bene la ronda-
Si staccò di stacco dalla suddetta parete, la vidi avvampare. Infondo, era divertente provocarla.
- Io la... la stavo per iniziare ora, davvero. Non stavo oziando!-
-Calma Granger- dissi tra una mezza risata e l'altra - Stavo scherzando-
Si rilassò e sorrise imbarazzata.

Mi persi in quel sorriso.

Un sorriso così triste, stanco, disarmato, giuro sulle bermuda di Merlino che non l'avevo mai visto. Un sorriso che mi spezzò il cuore e che contagiò la mia espressione, rendendola a sua volta malinconica e concentrata. Ebbi l'impulso di avvicinarmi e posarle una delicata carezza sulla guancia. Ma mi costrinsi a tornare in me.

Pensieri così sdolcinati non erano dal beffardo Fred Weasley.

-Andiamo- dissi mentre mi voltavo per marcare la mia decisione.
-Dove ?- chiese leggermente diffidente Hermione.

" Ma non dovrebbe essere la strega più brillante del suo anno ? " sorrisi divertito.
Mi voltai leggermente e sbuffai in modo così teatrale da sembrare ridicolo. Sul volto di Hermione un sorriso leggermente più spontaneo andò a sostituire quello amareggiato di prima. Ma non mi bastava.
-Ti accompagno a fare la ronda- mi voltai nuovamente dandole le spalle -Di questi tempi girare su un treno affollato di studenti innocenti e ingenui e talmente sorvegliato da sembrare di proprietà della S.A.M.* è troppo pericoloso per una coraggiosa e intrepida grifondoro- continuai in modo sarcastico. Sbirciai da dietro le spalle la sua reazione. Scuoteva il capo rassegnata, ma quello sulle sue labbra era un vero sorriso. Un sorriso divertito e luminoso. Bingo. Mi avviai per il corridoio soddisfatto.

"E' solo una ronda, tornerò in men che non si dica da George e Lee"
Lo speravo...
-Grazie- sussurrò dolcemente Hermione caminando appena dietro di me.
Lo speravo davvero ?





* S.A.M = Società Auror Mondiale

Salve a tutti e grazie mille per le recensioni lasciate al capitolo precedente e a quelle che ( lo spero tanto Q_Q ) lascerete anche a questo. Noterete che ho inserito un personaggio inedito, Mia, la compagna di stanza di Ginny. Non so bene cosa farò di questo personaggio. Magari lo renderò un po' meno secondario o magari lo renderò una comparsa, ma ci tenevo ad inserirlo. Ci tenevo visto che è un persoaggio dedicato ad una di voi che non so nemmeno perchè, continua a supportarmi sempre. Ti ringrazio Mia 977, questo capitolo ( e questo personaggio ) sono dedicati a te.

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