You and me? Why not?

di zaynsnote
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una giornata di mare. ***
Capitolo 2: *** Playing the guitar by the fire. ***
Capitolo 3: *** Love story. ***
Capitolo 4: *** Just a kiss. ***
Capitolo 5: *** I kissed my brother, but... it's ok. ***
Capitolo 6: *** I kissed my brother, again. ***
Capitolo 7: *** I fall like a glass of water. ***
Capitolo 8: *** I like your voice. ***
Capitolo 9: *** Last kiss. ***
Capitolo 10: *** Lot of laugh. ***
Capitolo 11: *** Crema solare. ***
Capitolo 12: *** Zayn xx ***
Capitolo 13: *** The date. ***
Capitolo 14: *** His lips. ***
Capitolo 15: *** Don't you worry, 'cause everything's gonna be alright. ***
Capitolo 16: *** Would you like to be my girlfriend? ***
Capitolo 17: *** Who is Peter? ***
Capitolo 18: *** I hate this girl. ***
Capitolo 19: *** No happy ending. ***



Capitolo 1
*** Una giornata di mare. ***


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Ero stesa sul mio telo aspettando che il sole desse un po’ di colorito alla mia carnagione chiara; sentivo il profumo del mare e, nonostante avessi gli occhi chiusi, riuscivo a percepire mio fratello Justin che perdeva il tempo giocando con la sabbia come se fosse un bambino di quattro anni. Beh, forse lo era.
Mi meravigliai solo del fatto che non stesse rimorchiando qualche ragazza come al suo solito e mi chiedevo perché se ne stesse zitto accanto a me.
Aprii un occhio, notai che mi osservava così aprii anche l’altro.
“Tutto ok Justin?” Gli chiesi perplessa. Era davvero strano.
“Mhh… sì.” Rispose lui incerto.
Lo guardai scettica poi richiusi gli occhi e tornai a riposare con il calore solare che faceva venire i brividi sulla pelle ancora fresca.
Continuavo a sentire il suo sguardo su di me e aprii lentamente tutte e due gli occhi, mi voltai verso di lui e lo guardai, come lui stava facendo con me.
“Mi dici cos’hai? Sei strano da questa mattina e non capisco cosa succede. Hai accettato di venire in spiaggia con me e non ci hai ancora provato con nessuna ragazza. Vuoi per caso farmi capire che sei gay?” Sbottai piuttosto irritata mentre lui rideva a crepapelle per ciò che avevo detto, per poi calmarsi un po’ e iniziare a disegnare cerchi sulla sabbia. Aveva visto qualche programma sugli alieni e aveva paura? Beh, stare con me non gli sarebbe servito a nulla dato che sono la ragazza più paurosa del mondo.
“Mi chiedevo se ti andasse di imparare a suonare la chitarra.” Finalmente si decise a parlare.
Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. Gli chiedevo sempre di insegnarmi, dato che lui era molto bravo e avevamo abbastanza chitarre per entrambi, ma lui aveva sempre inventato una scusa tipo ‘quando sarai più grande’ oppure ‘con la delicatezza che hai potresti spezzare le corde solo guardandole’ ed ora si offriva di insegnarmi.
Probabilmente ascoltare ‘made in the usa’ di Demi Lovato a palla con le cuffie ad alto volume mi aveva fatto andare il cervello in fumo e i timpani a pezzi, certamente, avevo sentito male.
Richiusi gli occhi e tornai alla mia tintarella, sicura che ciò che avevo ascoltato era solo un sogno, magari effetto del calore.
Raccolsi una rivista di auto che avevo portato Justin e presi a rinfrescarmi producendo aria con il movimento della carta.
“Hai sentito, Del? Sto parlando con te!” Urlò lui.
Allora mi aveva davvero chiesto se volessi imparare a suonare la chitarra.
“Certo!” Urlai improvvisamente, sprizzando gioia da tutti i pori e attirando l’attenzione di un gruppetto di ragazzi che era appena entrato nel lido.
Guardai meglio quei ragazzi e notai che erano miei compagni di scuola e, alcuni, amici di Justin. Quest’ ultimo si voltò nella direzione in cui guardavo e le sue labbra si aprirono in un sorriso nella vista dei suoi amici.
“Justin, non farli venire ti pre…” Ed ecco che li aveva chiamati facendoli avvicinare.
Lui li conosceva di persona, io al massimo ci avevo scambiato un ‘ciao’ quando si erano ritrovati a casa mia a causa di mio fratello e avere tutti questi ragazzi intorno non mi metteva molto a mio agio.
“Ehy Jus.” Disse il biondo, migliore amico di mio fratello.
“Possiamo sistemarci accanto a te?” Chiese Harry, il ricciolino.
Certo, fate pure come se non ci fossi.
Pare che Liam, il più ‘serio’ dei cinque, mi avesse letta nel pensiero quando mi salutò facendo accorgere agli altri della mia presenza; tutti mi salutarono e si sistemarono accanto a noi dopo che Justin avesse acconsentito.
Beata fra gli uomini, avrebbero potuto dirmi, anche se questa situazione non mi piaceva.
Ringrazia mentalmente Dio quando decisero di andare in acqua per fare un bagno; rimanemmo a riva io e Zayn, il misterioso del gruppo, in un silenzio imbarazzante.
“Perché non vai anche tu?” Mi chiese ad un tratto senza spostare lo sguardo dai ragazzi che si schizzavano come idioti in mare, facendo i figoni quando passava qualche gruppo di ragazze.
Mi stava cacciando? Gli davo fastidio? Infondo era lui che era venuto da noi, non poteva anche lamentarsi.
“No, preferisco rimanere qui.” Dissi con tono piatto, senza far notare la mia irritazione verso la sua domanda. “Perché non vai tu?” Chiesi senza degnarlo di uno sguardo.
Sembrò esitare un po’ prima di rispondere.
“Perché… voglio abbronzarmi un po’.”
Mmh… okay. Socchiusi gli occhi quando un pensiero si fece spazio nella mia mente.
“Zayn, ma tu sei già scuro di tuo, a cosa serva abbronzarti?” Chiesi come una bambina curiosa che non capisce nulla alle spiegazioni mezze inventate della madre.
“Io… ehm… ecco…”
No, vi prego. Non ditemi che ha paura dell’acqua.
“Zayn, hai paura dell’acqua?” Chiesi con un ghigno sul viso.
Il suo tacere mi fece capire che avevo colto il suo punto debole e gli scoppiai a ridere letteralmente in faccia.
Possibile che un bel ragazzo grande e grosso avesse paura dell’acqua?
Lo tirai per un braccio e lo trascinai in acqua, chiedendomi da dove avessi preso tutta quella forza da riuscire a tirarlo nonostante provasse ad opporsi a me e a lasciarmi ma, una volta in acqua, fece di tutto per aggrapparsi a me pur di non affogare.
“Sei impazzita Delilah? Ragazzi, aiutatemi! Affogo!” Urlò lui preso dal panico, mentre si dimenava sempre con il suo braccio attaccato al mio e a quello di Liam, che intanto si era avvicinato.
“Come fai ad affogare se l’acqua non ti arriva neanche alle ginocchia?” Chiese stupito Niall, il biondo con il sottofondo di tutti gli altri che ridevano tanto da doversi mantenere la pancia.
Zayn guardò in basso e notò che l’amico aveva ragione, era scientificamente provato che non potesse affogare in quaranta centimetri di acqua, alzò il viso e sorrise imbarazzato grattandosi la nuca.
“Beh, avete ragione, ma preferirei ugualmente tornare in spiaggia, mi accompagni?” Disse rivolgendo la domanda a me. Risi sotto i baffi sotto il suo sguardo adirato e lo accompagnai sulla sabbia.

Ci eravamo appena incontrati e lo avevo già fatto penare abbastanza. 

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Capitolo 2
*** Playing the guitar by the fire. ***


*il banner fa troppo schifo e non ho il coraggio di metterlo* Playing the guitar by the fire.
Decidemmo di trascorrere la serata in spiaggia, accendere un fuoco e chiamare qualche altra ragazza giusto per farmi compagnia.
Mi diressi nel bar del lido, dove c’era linea e chiamai Lauren, la mia migliore amica, e le dissi di venire subito in spiaggia munita di costume e altri teli. Mentre aspettavamo, cercammo una spiaggia libera per poter accendere il fuoco senza che nessuno ci denunciasse e ci sistemammo. Il mio cellulare squillò e corsi in strada, certa che fosse Lauren, e così fu.
“Ti vengono all’improvviso questa idee?” Mi chiese lei ridacchiando.
“Mi sono ritrovata sei ragazzi con me e, come unica femmina, ho deciso di chiamare rinforzi.” Dissi facendo spallucce mentre i suoi occhi si illuminavano dall’emozione.
Si sarebbe divertita, molto.
Quando ritornai in spiaggia trovai Niall e Justin con delle chitarre che strimpellavano qualche canzone di Taylor Swift. Justin aveva portato la chitarra?
Aveva organizzato tutto senza dirmi niente, senza che io me ne accorgessi?
Si poteva amare il proprio fratello?
Mi sedetti accanto a lui e Lau prese posto tra me e Louis che stava già sperimentando qualche battuta squallida, ma che fece ridere tutti.
Eravamo soli in spiaggia e le nostre risate riecheggiavano nell’aria, come la melodia che usciva da quello strumento che tanto adoravo da quando ero bambina.
I miei genitori avevano preferito farmi imparare a suonare il piano, era più adatto a me, dicevano. A me piaceva, ma preferivo la chitarra, il mio primo grande amore e, il fatto che Justin potesse suonarla e io no, mi faceva spesso litigare con mia madre e mio padre. Non mi arresi, ma mi feci una promessa, avrei imparato, anche a ottanta anni e Justin, proprio quella mattina, scelse di aiutarmi.
Avevano appena finito di suonare un brano quando mio fratello mi appoggiò o strumento sulle gambe e mi diede qualche indicazione per suonare le prime note, le più semplici. Alzai lo sguardo e notai l’accanimento con il quale Lauren e Liam chiacchieravano. Avrebbero stretto amicizia, o di più.
Anche lei non li conosceva molto bene, li aveva incontrati qualche volta a casa mia a causa di Justin e spesso a scuola, ma come me non ci aveva quasi mai parlato.
Erano sempre accerchiati dai più popolari della scuola e dalla ragazze più carine e noi preferivamo non aggiungerci a certa gente.
“Ragazzi io ho fame.” Esorda Niall massaggiandosi la pancia.
Tutti scoppiano a ridere quando si fermano sentendo me concordare con un filo di voce. Hanno le orecchie da elefanti, questi.
Cacciammo dei panini dalle borse e iniziammo a mangiare sentendo il fuoco scoppiettare e le onde del mare infrangersi negli scogli per poi tornare indietro e ricominciare il loro ciclo.
Mi avvicinai alla mia amica sorseggiando un po’ di cola fresca e le chiesi se si stesse divertendo con Liam, lei quasi si strozzò con il pezzo di pane che aveva in bocca e faticò molto per non sputarlo e fare una figuraccia davanti a tutti.
Iniziò a tossire e quasi mi pentii di aver parlato vedendo che non si riprendeva.
“Lauren vorresti lasciarmi proprio ora?” Chiesi leggermente spaventata con gli occhi spalancati.
Dopo qualche colpetto sulla schiena si riprese e fece cenno con la mano ai ragazzi di continuare a fare ciò che stavano facendo dopodiché mi fulminò con un’occhiataccia degna di Josè Mourinho e guardò Liam.
“Non c’è niente tra di noi.” Disse con tono fermo.
Ci credo, si può dire che era  la prima che si parlassero, non poteva già scattare l’amore a meno che un colpo di fulmine li avesse colpiti.
“Lo so, non ho chiesto questo infatti.”  Risposi ridacchiando.
“Piuttosto, pensa a te altrimenti morirai zitella.” Le diedi una gomitata e ritornai da mio fratello facendo la finta offesa.
Trascorremmo un’altra oretta a cantare a squarciagola e divertendoci come pazzi quando a Zayn venne una grande idea.
“Perché non partecipiamo allo spettacolo di beneficenza per l’inizio della scuola e Settembre?” Chiese con gli occhi di chi sapeva di aver avuto un’idea fantastica e tutti diedero il loro consenso.
“Domani andiamo a scuola a iscriverci e vediamo se ci prendono.” Dissi io poco sicura.
Non sapevo cantare bene, ero convinta di questo, e il pensiero di farlo davanti a tanta gente  mi spaventava un po’. Ma qual’era il problema? Non mi avrebbero mai presa.
Justin appoggiò un bracco attorno alle spalle dicendo che si era fatta ora di tornare e ci mettemmo d’accordo sul giorno per andarci a iscriverci, così da andarci insieme.
I ragazzi tornarono per conto loro e io andai con mio fratello nella sua auto, seguita da Lauren, dopo aver raccolto tutte le nostre cose e spento il fuoco.
Accompagnammo la mia amica a casa e durante il tragitto mi addormentai sul sediolino posteriore ascoltando le canzoni che provenivano dalla radio, accesa precedentemente da Jus. 




BUONA DOMENICA RAGAZZE! 
Sì, vi rompo anche di domenica mattina AHAHAH.
Volevo ringraziarvi per le  due recensioni ricevute al capitolo precendete. :') 
Potrebbero sembrare poche ma per me valgono tantissimo e 
vorrei anche ringraziare le  5 ragazze che hanno aggiunto questa storia 
tra le seguite, siete fantastiche!
Questi numeri mi hanno fatto venire 
voglia di scrivere un altro capitolo ed eccolo qui :)
Sono morta mentre scrivevo la parte in cui Delilah si chiede se si può amare
il proprio fratello. Beh, non sa cosa le aspetta *SPOLIER*
AHAHAHAHHAHAHA
Basta, mi sento come una drogata quindi evito di parlare ancora.
bye bye princhipese! <3

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Capitolo 3
*** Love story. ***


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“Justin, ho paura… non suono un piano da una vita e cantare, poi? Ti prego, dì ai ragazzi che mi sono ammalata e vai da solo.” Dissi supplicandolo, la mattina delle iscrizioni.
Mi arrivò una pantofola in testa da parte di mia madre la quale era già stanca di sentire le mie lamentele.
“Male che vada non ti prendono.” Disse mio fratello, anche lui evidentemente scocciato, mangiando un croissant.
Mi rassegnai e infilai tre biscotti in bocca contemporaneamente per non parlare più, ma la mente lavorava ugualmente e l’ansia continuava ad assalirmi.

Iniziai a battere le dita della mano destra sul ripiano del tavolo nervosamente, Justin la fermò. Mangiucchiai le unghie dell’altra mano, anch’essa fermata da mio fratello.
“Cavolo, Delilah! Non devi andare a xfactor!”
MEZZ’ORA DOPO.
“E se non ci prendono? Se ci odiano e non vogliono vederci? E se svengo sul palco?” Chiese Justin a raffica, mordicchiando l’unghia dell’indice tirando su la chitarra che aveva portato da casa, tenuta appoggiata sulla spalla.
E poi lui era quello calmo, ‘male che vada non ti prendono’, mi aveva detto poco prima per poi ritrovarsi spaventato a chiederci di ritornare a casa appena entrati a scuola, aperta appositamente per le iscrizioni. Si era unita a noi anche Lauren, la quale sapeva suonare molto bene la batteria.
Mi avvicinai alla segreteria e chiesi come funzionasse questo spettacolo e lei mi spiegò che mi bisognava iscriversi, superare dei provini e poi avrebbero scelto le parti. Quindi quel girono avremmo dovuto solamente scrivere il nostro nome su un foglio di carta e avremmo avuto due settimane per prepararci il provino.
Sudore e unghie sprecati per nulla.
Corsi dai ragazzi per spiegargli la situazione e Zayn disse di volerci portare in un posto, dove provare in santa pace insieme.
Dopo dieci minuti di strada a piedi arrivammo in un cortile molto ampio, stretto in quattro mura piene zeppe di murales e graffiti, uno più bello dell’altro.
Mi avvicinai ad uno che mi attirava particolarmente, era raffigurato un tramonto e il mare illuminato dal Sole. In quella opera d’arte si distinguevano mille tonalità di rosso, rosa e arancione.
“Ti piace?”
Sobbalzai sentendo la domanda, dato che non mi ero accorta di non essere sola.
Incrociai gli occhi verdi di Harry e annuii con veemenza facendolo ridacchiare di gusto.
“L’ha fatto Zayn qualche settimana fa.”
Spostai lo sguardo dal disegno e lo portai sul ragazzo con il ciuffo che chiacchierava spensieratamente con gli amici; avrei voluto avere un po’ del suo talento.
“E’ un bel posto qui…” Disse Lau guardandosi intorno “E’ qui che proveremo?”
Zayn annuì. “Spero vi piaccia, ci troveremo bene.” Era un tipo di poche parole, ma nascondeva qualcosa di fantastico.
Dopo aver trascorso un po’ di tempo a parlare e a scherzare pensammo fosse ora di scegliere una canzone da portare.
“Che ne dite di Love story di Taylor?” Proposi io.
“Potremmo suonare io la chitarra e Lauren la batteria per dare un tocco rock e qualcuno dei ragazzi potrebbe duettare con Del.” Disse Justin illuminandosi improvvisamente.
Pensai all’idea e annuii convinta, chiedendo quale dei ragazzi volesse duettare.
“potremmo fare delle prove e vedere la voce di chi va meglio con la tua.” Sentenziò Liam, il più serio e intelligente, a mio parere.
Justin accordò il suo strumento e iniziò a pizzicare le corde mentre Lauren schioccava le dita a ritmo. Intonai la prima strofa e con me partì Harry, poi Liam, Louis, Niall e infine Zayn.
Erano davvero tutti bravi  e meritavano un posto nello spettacolo sicuramente più di me, ma colui che mi colpì davvero fu Zayn. Aveva una voce magnifica. dolce, acuta, fantastica e tutte le qualità buone che una voce potesse avere.
Facemmo decidere a Lauren e Justin chi sarebbe andato meglio e speravo con tutto il cuore che scegliessero Zayn. La mia amica lo notò e disse qualcosa nell’orecchio di mio fratello, il quale si irrigidì un attimo per poi tornare calmo.
Mi chiesi cosa potesse aver detto e il perché della reazione di Justin, ma non ci feci tanto caso.
“Ragazzi, sete tutti fantastici, ma quando hanno cantato Zayn e Del mi hanno fatto venire i brividi.” Sapevo benissimo che stava fingendo solo per convincere gli altri e la cosa mi fece ridacchiare sotto lo sguardo di Jus.
Tornati a casa gli avrei parlato, era troppo strano negli ultimi giorni.
HEILA’
Scusate, scusate, scusate. Il capito e molto breve e non accade quasi nulla,
ma dovevo pubblicarlo altrimenti non posso andare avanti. E' solo di passaggio, sembrare banale
ma è molto importante perchè la storia sarà
sviluppata su questo spettacolo e la chitarra.
Una domanda: SECONDO VOI COSA ACCADE A JUSTIN?
Dall’introduzione si può capire qualcosa ahahah
Grazie alle persone che hanno recensito alla storia,
a coloro che la seguono e alle 8 fantastiche persone
l'hanno aggiunta tra le seguite.
Un bacio, -S. x

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Capitolo 4
*** Just a kiss. ***


*non ho tempo per caricare il banner :(* 




La notte non avevo dormito neanche un’ora in preda all’ansia e in quel momento sentivo il sonno chiudermi gli occhi. Avevo seriamente pensato di prendere due stuzzicadenti per tenere le palpebre su, avevo ancora un pomeriggio intero da trascorrere, ma il pensiero di una punta nei miei occhi mi aveva fatto schifo ed ero giunta alla conclusione di andare a parlare con Jus, sarei rimasta sicuramente sveglia.
Un passo alla volta arrivai alla sua stanza chiedendomi di cosa avrei dovuto parlare, la mia era stata davvero un’idea inutile, ma volevo andare avanti.
Non avrei perso nulla, no?
Bussai e dopo un po’ mi venne ad aprire un Justin sorridente, appena uscito dalla doccia, con addosso solo un pantaloncino da calcio.
Mio fratello era davvero figo e se non fosse stato mio fratello… Ehm, ritornando alla storia… Mi sorrise come solo lui sapeva fare e mi lasciò entrare in camera.
Mi sedetti sul suo letto morbido e presi a rimbalzare come un palla facendolo ridere.
“Non credo tu sia venuta qui solo per rimbalzare sul mio letto.”
Mi fermai di scatto e mi guardai intorno notando una maglia e gliela lanciai addosso.
“Fa freddo, copriti.”
Lui l’acchiappò al volo e mi chiesi perché non avessi i suoi riflessi.
Non avevo preso nulla da Justin, né caratterialmente né fisicamente.
Lui era alto e magro, capelli chiari e occhi color caramello. Io avevo i capelli scuri, gli occhi che andavano del blu al verde. Lui era estroverso, se la cavava con le ragazze, sapeva fare tante cose, io avevo paura della mia ombra, una sola vera amica e già era tanto se suonavo il piano.
Lo guardai infilarsi la maglia perplesso.
“Siamo a Giugno, come potrebbe far freddo?” Chiese sogghignando. Mi faceva arrabbiare quando mi intrappolava con le sue domande del cavolo riusciva sempre ad incasinarmi e far uscire dalla mia bocca ciò che voleva per poi prendermi in giro. Bel fratello, no?
Passai una mano davanti il suo viso a mo’ di principessa e chiusi gli occhi per poi riaprirli una volta vicina al suo viso facendolo spaventare.
“Dettagli.”Dissi io.
“Non avevo mai notato quanto fossero grandi i tuoi occhi.” Cambiò discorso portando una mano al petto con fare teatrale.
Gli lasciai un buffetto sulla spalla e tornai improvvisamente seria, per quanto potessi essere seria.
 
“Justin Drew Bieber.” Lo richiamai.
“Delilah Phoebe Bieber.” Mi prese in giro. Quanto potevo odiare il mio nome per intero?
“Dobbiamo parlare.” Si fece serio anche lui e si sedette sul letto facendomi segno di mettermi accanto a lui.
Presi il suo silenzio come un incoraggiamento per iniziare a parlare, ne avrei approfittato per dirgli cose che non avevo mai detto. Non avremo più parlato così, sicuro.
“Sarà una mia impressione, ma ultimamente mi sembri davvero strano” feci una pausa e abbozzai un sorriso “mi hai addirittura chiesto se volessi imparare a suonare la chitarra! Alcuni tuoi atteggiamenti, sembra quasi che hai paura di me, certe volte, invece, sei freddo e mi tratti come se fossi una delle tante ragazze che ti sta intorno, poi accetti di venire al mare con me, non ti capisco.”
Un sorriso amaro si fece largo sul mio viso.
“Mi mancano i tempi in cui mi prendevi in giro, mi suonavi le canzoni che amavo per farmi addormentare, mi accarezzavi i capelli dopo un brutto sogno, mi facevi il solletico per farmi ridere quando ero triste. Voglio solo sapere cosa ho fatto…” Mi pentii di aver detto tutte quelle cose, nonostante fosse mio fratello, mi avrebbe presa in giro a vita.
Abbassai lo sguardo sulle mie gambe incrociate come fanno i bambini e presi a giocare con le mie mani trovandole piuttosto interessanti, pur di non guardarlo negli occhi.
Mi alzò il viso con due dita e mi guardò dolcemente. Stava fingendo?
“Non credevo stessi così, Del, ti ho sempre vista felice. Scusa ma non so… ultimamente non mi capisco neanche io, non so come potresti farlo tu.”
“Fammi provare! Anche solo con un gesto e potrei provare a capirti!”
Mi chiedevo ancora perché avevo parlato di gesti quando sentii due labbra calde posarsi sulle mie e chi poteva essere se non Justin, l’unico in stanza con noi?
All’inizio rimasi ferma, shockata da ciò che stava accadendo, poi mi lasciai prendere dal momento e ricambiai il bacio.
Dopo qualche secondo mi staccai.
“Ci siamo baciati!” Urlai spaventata.
“Beh, sembra proprio di sì.” Disse lui tranquillo come se non si fossero baciati due fratelli.
“Volevi un gesto? Beh, eccolo.” Si morse il labbro inferiore trattenendo un sorrise. Mossa sbagliata, questo non dovevi farlo… e fu così che mi fiondai sulle sue labbra, ancora. Qualche secondo e mi ristaccai.
Era assurdo, davvero assurdo.
“Non… è possibile… siamo fratelli…” Ogni parola fu interrotta da un bacio.
E questo si che era un guaio.

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Capitolo 5
*** I kissed my brother, but... it's ok. ***



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I KISSED MY BROTHER, BUT... IT'S OK. 

Mi girava la testa, stavo per svenire, morire, crepare, schiattare.
Avevo baciato mio fratello, roba da poco avrebbe detto il mio dentista.
Sembrava di stare in uno di quei film emozionanti, quelli che ti fanno venire le farfalle allo stomaco e, in certi punti, ti fanno ridere e ti sembra quasi una scena comica.
L’unica differenza è che quella era la realtà ed io avevo davvero baciato Justin, ci eravamo baciati. E la cosa mi era piaciuta, troppo.
Così tanto che avrei continuato a baciarlo, se non fosse stato mio fratello.
Quella scena si era ripetuta nella mia mente tutto il tempo.
Ero indecisa tra il dirlo alla mia amica e farla dare di matto o stare zitta e tenermi tutto dentro –come sempre- e soffrire; ero sicura che Justin non avesse provato niente e mi dava fastidio che dovessi essere l’unica torturata dai pensieri e dalla coscienza che mi ripeteva quanto fossi stata stupida, senza capire che non l’avrei fatto ancora se fossi potuta tornare indietro nel tempo.
Eppure c’era una parte di me che invece l’avrebbe rifatto, in fondo era solo un semplice bacio, più di un bacio, ma non eravamo mica finiti a letto.
Ci mancava, mi disse una vocina nella mia testa. Pensavo di essere davvero impazzita tanto da sentire delle voci che mi parlavano nella mia testa e che mi ripetevano quanto fossi stupida.
Afferrai il cellulare dal mio comodino e lo osservai come se aspettassi che mi desse la soluzione: chiamare Lauren o no?
Optai per la prima, non avrei dovuto per forza dirle dell’accaduto.
Cercai il suo nome nella rubrica e premi con le dita sul numero aspettando che le rispondesse.
Quando ero uscita dalla stanza di Justin lo avevo lasciato lì impalato vicino al letto, che mi guardava mentre blateravo cose senza senso e mi davo schiaffi sulla testa come se potesse servire a togliermi tutti i pensieri dalla testa e farmi dimenticare di quel semplice bacio del cavolo. E non gli avevo permesso di dire nulla, di spiegare, me ne ero andata via ed in quel momento mi ritrovavo chiusa nella mia stanza.
‘Del?’ chiese Lauren, capendo che ero io perché sicuramente aveva letto il mio nome sul suo telefono. –meglio specificare-
‘Ehy Lau, ti va di andare a fare una passeggiata in spiaggia?’ Le chiesi di getto, sperando che accettasse.
‘Ah già, avevo dimenticato le tue improvvise idee. Tra cinque minuti sono da te.’
‘No, vengo io da te.’ Attaccai senza farla ribattere e indossai una felpa, in spiaggia la temperatura era un po’ più bassa, per fortuna era abbastanza vicina a casa mia.
Preparai una borsa dove ci infilai il telefono, due panini appena preparati, una bottiglietta d’acqua con dei bicchieri e un telo.
Presi le chiavi e scesi al piano inferiore, senza salutare mio fratello o mia madre, uscii.
Pochi minuti dopo ero già davanti casa della mia migliore amica e avevo bussato al campanello.
Mi venne ad aprire Kate, la mamma della mia amica, sfoggiando uno di quei sorrisi rassicuranti e calorosi che tanto adoravo, che mi aveva regalato ogni volta che avevo litigato con i miei e mi ero rifugiata a casa sua, quei sorrisi che mi avevano convinta a tornare dai miei genitori per chiarire.
“Lauren sta scendendo, vuoi entrare?” Mi chiese dolce.
“No grazie, aspetto qui.” Le sorrisi e lei socchiuse la porta che venne aperta poco dopo dalla figlia, pronta per andare in spiaggia.
Non ci sarebbe stata gente, sicuramente, erano le cinque del pomeriggio.
“Ragazze!” Ci salutò Liam, sapevo che ci sarebbe stato qualcuno, ma non credevo proprio loro. Almeno non erano al completo.
Il moro accompagnato da Zayn si avvicinò verso di noi mentre io ricambiavo il sorriso un po’ scocciata dal fatto che non avrei potuto parlare tranquilla con la mia amica. Quei due mi incutevano timore e, per quanto potesse sembrare gentile, Liam era davvero grosso fisicamente e preferivo stargli ad una certa distanza per sicurezza. Zayn invece se ne stava sempre, quasi sempre, zitto e parlava solo per dire qualcosa di intelligente. Già amavo quel ragazzo.
Inoltre aveva molti talenti, sapeva cantare benissimo, disegnava un meraviglia e sembrava davvero un ragazzo a posto.
A scuola tutte le studentesse gli sbavavano dietro, ma lui non sembrava il tipo che se ne stava con mille ragazze contemporaneamente; parlava con una, scambiava due chiacchiere con un’altra, ma poi finiva lì. Almeno questo era per quanto riguardasse la scuola, ovviamente non potevo sapere – e non volevo immaginare- cosa faceva con quelle ragazze a casa…
Il ragazzo di cui stavo parlando ci salutò con un cenno del capo e l’ombra di un sorriso sul volto, nello stesso tempo che Liam ci chiese il permesso per accomodarsi accanto a noi.
“Certo, puoi anche stare qui.” Gli rispose Lauren mangiando il ragazzo con gli occhi e dimenticandosi di Zayn, il quale le passò una mano davanti al viso facendola risvegliare.
“Che ne dici se rimango anche io?” Le chiese sogghignando ed io non riuscii a fermare un risatina, vedendo la mia amica arrossire fino all’ultima punta dei capelli.
Liam sembrò non accorgersi di tutto ciò che gli stava intorno e si sedette accanto alla mia amica circondandole le spalle.
Già immaginavo cosa mi avrebbe detto lei, una volta tornate a casa.
Sentii dei movimenti al mio fianco e fu il mio turno di arrossire, quando mi accorsi che Zayn si era seduto vicino a me; presi a disegnare delle forme immaginarie sulla sabbia.
Disegnai una specie di cerchio quadrato con una punta, mi scostai un po’ più indietro per ammirare la mia opera e “Devo dire a Mrs.Smith di aggiungere questa forma nel libro di geometria!” esclamai convinta di ciò che avevo detto, dimenticandomi per un momento degli altri.
“Cosa?” Chiese Zayn aggrottando le sopracciglia. Mi fermai ad osservare i lineamenti del suo profilo, della sua fronte, scendendo al naso e alle labbra.
Labbra che mi ricordarono Justin, ancora.
Scossi la testa e una domanda si fece spazio nella mia testa.
“Quando dobbiamo provare? Abbiamo solo due settimane e non abbiamo ancora scelto in che giorni incontrarci.”
La domanda sembrò distogliere i pensieri dei ragazzi da ciò che avevo detto e il moro prese ad accarezzarsi il mento pensando ad una possibile soluzione.
“Questa sera chiamiamo tutti gli altri e domani ci incontriamo nel posto che vi ho fatto vedere questa mattina. Lì ci metteremo d’accordo.” Fummo tutti d’accordo con l’idea di Zayn e trascorremmo il resto del pomeriggio a chiacchierare anche di cose inutili finchè la temperatura non si abbassò e dei leggeri brividi mi avvisarono che si fosse fatto tardi, troppo da dover tornare a casa. Anche se l’idea non mi piaceva molto, dato che sarei dovuta ritornare dalla mia famiglia, Justin e avrei dovuto spicciare almeno una parola con lui, parargli forse, per mettere in chiaro alcune cose e, dopo aver cenato e aver donato al mio corpo la freschezza di una doccia, ficcarmi nel letto e riposare.


LOOK AT ME!
Spero che questo capitolo sia meglio del precedente, non succede
niente di che,
ma diciamo che iniziano ad entrare in scena anche gli One Direction, credo si sia capito che nella storia 
non siano famosi AHAHAH

Ci tenevo a precisare che nella mia storia i ragazzi
non saranno come nelle altre ff dei puttanieri, 
solo ragazzi bellissimi che attraggono tutte le ragazze lol

All'inizio può sembrarvi una storia allegra e fiori e rose ovunque, ma con il
passare del tempo la vostra opinione cambierà.
Ad una ragazza ha fatto schifo il bacio tra Justin e Delilah
e sono scoppiata a ridere quando ho letto la sua recensione.

Forse perchè so che molte cose cambieranno.... AHAHAHAH
Ora vi lascio delle semplici domande, giusto per sapere cosa pensate voi.

  • COSA PENSATE ACCADRA' TRA JEY E DEL?
  • CREDETE CHE SIANO FRATELLI? CHE QUALCUNO SIA STATO ADOTTATO O ALTRO?
  • E ZAYN?
  • LAUREN E LIAM?
 


Lasciate una recensioncina e posterò il prossimo capitolo. (:
-G xx

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Capitolo 6
*** I kissed my brother, again. ***



   Delilah.

Lasciai la pizza lì sul tavolo e senza guardare Justin, scappai al piano superiore e forse a causa della vista annebbiata dalle lacrime, del buio o solo perché volessi, mi recai nella stanza di ‘mio fratello’ e chiusi la porta per lasciarmi cadere sul suo letto.
Sembrava tutto un incubo, un film, speravo fosse uno scherzo, ma Justin era troppo serio, troppe cose avevano preso un senso e la paura, che fosse tutto vero, mi privò della capacità di ragionare.
Abbracciai il suo cuscino inebriando il cervello del suo profumo; avevo bisogno di lui in quel momento, ma non credevo che fosse la persona più adatta su cui contare.
Così mi addormentai ascoltando il rumore della leggera pioggia che iniziò a cadere dal cielo.

                                                      Justin. 

Mi stavo pentendo amaramente di ciò che le avevo detto, ma sapevo che prima o poi sarebbe accaduto. Speravo che Delilah non avrebbe proferito parola con Johanna, sua madre, altrimenti sarei morto.
Parlando seriamente, se i nostri genitori l’avessero scoperto ci avrebbero separati sicuramente, ed io non volevo lasciarla proprio ora.
Ora che aveva bisogno di qualcuno, di una spalla su cui piangere, ora che l’avevo baciata facendole capire che i miei sentimenti verso di lei non sono come quelli che si provano per una sorella.
Magari mi avrebbe detto che anche lei mi amava tanto quanto l’amavo io o forse mi avrebbe odiato a vita e non ci saremmo più parlati.
Andai al piano delle stanze da letto per poterle parlare, ma una volta arrivato nella sua camera non la trovai. Non c’era.
Eppure ero sicuro di averla vista percorrere le scale e andare in lì, ma di lei non c’era traccia. Cercai anche nella camera di papà e sua madre, ma non era neanche lì.
Credevo che fosse scappata ancora una volta da una finestra e, rassegnato e un po’ spaventato, andai nella mia di stanza per prepararmi a fare una doccia sentendo il suono della pioggia e la trovai lì, rannicchiata sul mio letto mentre dormiva, con il mio guanciale stretto tra le braccia e la voglia di abbracciarla s’impadronì di me stesso, ma avevo paura di sbagliare ancora così mi avvicinai cautamente al mio armadio, recuperai i pantaloncini da calcio che utilizzavo come pigiama e mi avviai svelto e con il pensiero tranquillo in bagno, dove mi aspettava il getto freddo della doccia.

 

 


La sveglia del mio cellulare mi svegliò e la tolsi prima che svegliasse anche Del.
Mi strofinai gli occhi e andai a chiudere le tende della finestra, che la sera prima avevo lasciato aperte.
Lentamente mi stesi di nuovo sul letto e osservai la ragazza che mi trovavo accanto con compassione. Dormiva beatamente e la sua espressione serena, le labbra quasi curvate in un sorriso, facevano sembrare che stesse dormendo rilassata.
Eppure mi sentivo così in colpa, una volta sveglia non sarebbe rimasto tutto come prima, non mi avrebbe più visto con un fratello ovviamente e temevo che non avrebbe più voluto neanche abbracciarmi, perché almeno di un suo abbraccio ne avevo bisogno.
“Justin! Siamo appena arrivati, Delilah è uscita?” Urlò Johanna fuori la porta.
“No mamma, è con me.”
Lei aprì subito la porta per constatare che stessimo dormendo solamente e mi guardò con sguardo accusatorio.
“Non abbiamo fatto niente!” Mentii in parte.
Lei uscì poco convinta e richiuse la porta lasciandoci finalmente soli.
Provai a chiamare Del per svegliarla, ma non dava segni di vita così mi sporsi verso di lei e iniziai a lasciarle piccoli baci partendo dalla spalla lasciata scoperta dalla canottiera che indossava, fino ad arrivare alla mascella.
Quello l’avrebbe svegliata di sicuro, infatti, dopo un po’ aprì prima un occhio e poi un altro.
Mi sorrise, ma poi, come se si fosse ricordata improvvisamente di tutto, si allontanò velocemente da me. Proprio quello che non volevo che accadesse.
“Buongiorno.” Tentai e mi alzai andando verso di lei.
Quando vidi che non mi scacciò nonostante le stessi parecchio vicina, l’abbracciai e per un attimo ci dimenticammo del mondo che ci girava tutto in torno.
“Quando ci sono le prove?”
“Questo pomeriggio.” Rispose lei con la voce impastata dal sonno.
“Bene, allora preparati che usciamo, ti devo ancora dire delle cose.”
Lei annuì flebilmente ed andò nella sua stanza per prepararsi ad uscire e così feci anche io.
 
Mezz’ora dopo ci trovavamo fuori lo sturbucks a criticare le donne che vestivano troppo eccentriche, gli uomini scansafatiche e la nuvola che ci sovrastava creando ombra e non permettendoci di vedere la città illuminata dal Sole. Sembrava che fosse tutto normale tra di noi.
Posai lo sguardo su di lei, che con la cannuccia della sua limonata disegnava cerchi immaginari nella bevanda, pensierosa.
“Del, devo ancora spiegarti alcune cose riguardo la situazione di ieri.” Dissi serio come non mai.
“Sono tutt’orecchie.” Affermò lei davvero interessata a ciò che stavo per dirle, come se dovessi svelarle il segreto per entrare nella scuola di Harry Potter o la formula per la felicità.
“Qualche anno fa… m’innamorai di una ragazza di due anni più piccola di me.” Iniziai mentre lei mi guardava attentamente annuendo alle mie parole. Lo presi come un incitamento per continuare a parlare.
“Era bellissima, l’opposto di me, i capelli scuri che le ricadevano lisci sulla pelle bianca come il latte se non di più, gli occhi che cambiavano tonalità di colore per ogni emozione che provava, blu in estate, verdi in inverno. Non si è mai accettata, anche se non lo ammetteva, non le piaceva il suo carattere a me però faceva impazzire. Questa ragazza eri tu, Delilah.”
Lei spalancò gli occhi e schiuse un po’ la bocca sorpresa.
“Quindi è da tempo che…” Lasciò la sua frase in sospeso ed io continuai.
“Ero ancora piccolo, spaventato da ciò che provavo nei confronti di mia sorella così ne parlai con Jeremy, papà, ma lui era freddo nei miei confronti e non volle spiegarmi ciò che mi stava accadendo e così mi rivolsi a tua madre. Lei mi spiegò tutto, ma mi disse che se avessi proferito parola con te ci avrebbe separati. Così dovetti vivere con queste emozioni e tenermi tutto dentro per non perderti.”
La vidi abbassare lo sguardo e quasi mi sentii in colpa per averle rivelato tutto.
“Però ti ho vista crescere davanti ai miei occhi, diventare più bella, diventare donna e non ho resistito. Quella della chitarra era solo una scusa per starti più vicino e quel bacio… non sai per quanto tempo l’ho desiderato.”
Lei si alzò velocemente facendomi sobbalzare, mi prese per il braccio e mi beai il suo tocco, quando mi lasciò mi accorsi di trovarmi in un vicoletto ombroso e mi spinse verso il muro.
“Ehm… Delilah vuoi violentarmi per caso?” Le chiesi facendo una risatina nervosa.
Le sue labbra si posarono sulle mie e lì non ci capii più nulla.

   Delilah.

Alla faccia di chi voleva dividerci, pensai mentre assaporavo le labbra di Justin. Sì, Justin Drew Bieber, non mio fratello.
Quando mi allontanai ringraziai mentalmente Dio perché nessuno ci avesse visto e perchè lui non notò il mio rossore che aveva colorato le mie gote.
“Ci hanno divisi per tanto tempo, ora che so la verità perché dobbiamo fingere ancora?” Chiesi con un tono strafottente che conteneva un pizzico di rabbia e tristezza.
Ero irata verso mia madre perché mi aveva nascosto tutto, da sempre.
“Perché forse ci potrebbero ammazzare?” Mi chiese lui retorico.
“Non devono scoprirlo per forza.”




 

LOOK AT ME!
Grazie, grazie uu
Tipo che ho inziato il capitolo una vita fa e
non avevo idea di come terminarlo. AHAHAHAH
Che ne dite?  :)
Faccio le mie solite domande sul capitolo per
capire cosa ne pensate e come crediate che 
vadano avanti le cose.

  • COSA CREDETE STIA PROVANDO DELILAH IN QUESTO MOMENTO?
  • COSE FARESTE AL POSTO SUO?
  • CHE FINE FARANNO GLI ALTRI RAGAZZI?
  • E IL PADRE DI DELILAH SECONDO VOI CHE FINE HA FATTO? (MUAHAHAHAHAH)

Poi volevo ringrazire le due ragazze che hanno recensito
lo scorso capitolo. (vi amo, sappiatelo)
Le 12 persone che hanno inserito la storia tra le seguite e chi l'ha inserita tra le preferite/ricordate.

Ora vi lascio andare AHAHAHAH
ILOVEYOU! <3


P.s. che ne dite di passare a leggere la mia os su Zayn? Ci tengo molto e ne sarei davvero grata.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1418641&i=1

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Capitolo 7
*** I fall like a glass of water. ***


"Don't you worry, cause everything's gonna
be alright."

-Justin Bieber



Aprii la porta di causa con cautela, sperando che la mia famiglia stesse già a letto, anche se le probabilità che questo potesse essere vero erano pari a zero dato che erano appena le otto di sera.
La brezza marina mi sfiorò le spalle lasciate scoperte dalla mia maglia e mi fece rabbrividire; nonostante fosse estate, abitando lungo la costa era normale iniziare a sentire fresco verso sera.
La cosa positiva dell’abitare in quel luogo era che dalla finestra della mia camera e quella di Justin si vedeva un fantastico paesaggio: le onde del mare che si infrangevano a riva, il Sole quando sorgeva e quando tramontava e beh, anche i ragazzi fighi che passeggiavano sulle passerelle in costume…
Una volta entrata in casa lanciai la borsa sul divano rosso in pelle e con passo veloce mi diressi in cucina per prendere un bicchiere d’acqua.
Mi chiesi dove potessero essere i miei genitori mentre aprivo il frigorifero, non vedendoli in salotto e non sentendo voci, solo silenzio.
Silenzio che venne subito colmato da un mio urlo di spavento.
Aprii la bottiglia d’acqua e la versai addosso al corpo che mi ritrovavo davanti, con gli occhi chiusi, ancora stonata dalle mie urla quando sentii una voce maschile imprecare.
“Justin?” Chiesi sorpresa “cosa ci fai qui?”
“Beh, ci vivo.” Disse lui strizzando la sua maglia con un tono ironico.
“Io… ah, cioè, credevo fossi un ladro… ehm… scusa.”
Lui si tolse la maglia bagnata rimanendo a torso nudo e io mi sentii mancare, le gambe come se fossero di gelatina non riuscivano a tenermi in piedi e il pensiero che il ragazzo che mi stava facendo sbavare fosse mio fratello, mi spaventava ancora di più.
Mi distrassi prendendo uno strofinaccio di pelle per poter asciugare l’acqua che avevo versato sul pavimento e, una volta pulito tutto, lo strizzai nel lavabo sentendo lo sguardo di Justin perforarmi la schiena.
Lo posai e lo guardai, dopo aver preso un bel respiro.
“Oggi sono stata in spiaggia con Lauren e abbiamo incontrato Liam e Zayn” a sentire quei nomi la mascella di mio fratello si irrigidì e la cosa mi risultò strana dato che due erano amici di Justin da molto tempo. Avessero litigato?
“E ci siamo organizzati per andare domani nel posto delle prove per… beh, provare.” Finii la frase grattandomi la nuca nervosamente e cercando di non guardare il petto di Justin per poi saltargli addosso.
‘Contegno’ mi ripetevo, ma più passava il tempo e più era difficile mantenere contegno.
“Bene, papà e… mamma sono dalla nostra nonna e resteranno con lei per la notte dato che ultimamente non è stata molto bene.”
Annuii distratta e poi capii che sarei rimasta con lui tutta la notte, da sola.
Poi guardai la cucina e ricordai che avremmo dovuto mangiare, ma né io né Justin sapevamo cucinare qualcosa oltre l’uovo fritto strapazzato, e anche quello eravamo capaci di bruciare.
Come se avesse capito a cosa stavo pensando Jus prese il telefono e dopo un po’ gli sentii dire: “Pizzeria ‘da zio Totò’?... Beh, due margherite per le nove… certo, sì… va bene… mmmh… ok, grazie mille!”
Gli saltai addosso per abbracciarlo riconoscente ma mi scollai subito.
Se l’avessi fatto in qualche giorno fa, sarebbe stato tutto normale, ma ora non mi sentivo a mio agio standogli così vicino.
Lui però sembrò tranquillo e mi prese per i fianchi per poi abbracciarmi.
“Scusa.” Mi sussurrò all’orecchio facendomi rabbrividire. Chiusi gli occhi e mi abbandonai completamente alle sue braccia, sentendo le gambe farsi flaccide e mi lasciai cullare dalla sua voce dolce.
“Non dovevo, ma non potevo neanche stare così per altro tempo.”
Non capivo a cosa si stesse riferendo. Stare così per tanto tempo? Da quanto tempo voleva fare ciò che aveva fatto quel pomeriggio? Stetti in silenzio aspettando che rispondesse lui alle mie domande continuando a parlare.
“Perché sì, aspettavo di farlo da tanto tempo, se te lo stai chiedendo. Ma il fatto che siamo fratelli mi ha sempre bloccato.” Aveva la voce che tremava, si mordeva il labbro e guardava verso il basso facendomi capire che stava mentendo.
Mi staccai da lui e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
“Dimmi la verità.” Dissi con tono preciso e con uno sguardo particolarmente serio, che avevo utilizzato probabilmente per la prima volta.
“Non posso… Anche se vorrei.”
Cosa stava accadendo? C’era qualcosa che dovevo sapere? Mille domande trafficavano nella mia mente creando una confusione incredibile, capace di mandarmi il cervello in fumo peggio di quando provavo a svolgere un esercizio di matematica di prima mattina. I suoi comportamenti strani nel’ultimo periodo, erano collegati a ciò che ora non riusciva a dirmi?
“Parla, ti prego…” Chiesi sentendo la curiosità corrodermi il fegato e una strana sensazione farsi spazio nel mio corpo.
“Aspettiamo che arrivino le pizze, ci sediamo sul divano e ne parliamo, ok?” Dal suo tono capii che non voleva repliche così decisi di rimanere in silenzio e decisi di accettare la sua decisione.
Controllai l’orologio a parete di legno ogni secondo fino a quando non arrivò il fattorino delle pizze, impaziente di aspettare cosa avesse da dire Justin e quando il momento arrivò corsi alla porta ad aprirla.
Presi le pizze e senza salutare sbattei la porta in faccia al ragazzo che ci aveva portato la cena. Lo sentii bussare e maledicendolo ad alta voce riaprii la porta battendo ritmicamente un piede a terra furiosa.
“I soldi signorina.” Mi disse lui paziente.
Probabilmente arrossii fino alla punta dei capelli perché sentii la mia temperatura corporea alzarsi di molto e mi calmai solamente quando la risata di Justin mi risvegliò, il quale pagò e chiuse la porta.
Mi ripresi e mi sedetti sul divano aspettandolo.
In quel momento non mi interessava nulla di pizza, potevo anche morire affamata, dopo aver saputo la verità ovviamente.
“E’ una cosa difficile da spiegare, ti prego, promettimi di non arrabbiarti altrimenti non ti dico nulla.” Mi stavo davvero spaventando, tanto e mi era quasi venuta voglia di dirgli ‘non ti preoccupare, non voglio sapere più nulla, mangiamo ‘sta pizza e basta’ ma infondo, cosa poteva essere di tanto preoccupante?
“Prometto.” Senza esitare gli risposi ed annuii come a confermare la mia risposta.
“Prometti di non dire ai nostri genitori di quello che ti sto per parlare?”
E se mi ero calmata un po’, ora stavo davvero prendendo in considerazione l’idea di scappare.
“Devo aver paura?”
“No, ma è una cosa che potrebbe sconvolgerti.”
Annuii, non potevamo lasciare il discorso così.
“Tua madre e mio padre, beh, sono stati entrambi sposati prima di conoscersi. Dalla relazione tra tua madre e un altro uomo sei nata tua e, tra la relazione tra mio padre e… un’altra donna sono nata io. Quindi, in pratica, noi siamo solamente fratellastri. Io l’ho saputo qualche anno fa, ma tua madre mi ha pregato in ginocchio di non dirti nulla, per non rovinare il rapporto che c’è in famiglia. Io ero contrariato, ma non volevo combinare problemi, non volevo che noi due non ci saremmo più parlati ed ero ancora un ragazzino. Avevo paura.”
Ecco perché c’erano state sempre tante differenza tra me e Justin, fisicamente e caratterialmente, nel modo in cui venivamo trattai dai nostri genitori. Ecco perché Jeremy, il padre di quello che credevo fosse mio fratello, una volta cresciuta, mi trattava come se fossi un’estranea. Mi chiedevo solamente come non ci fossi arrivata prima.
Non feci neanche caso alle lacrime calde che mi stavano sfiorando il viso e in quel momento l’unica cosa ci cui avevo bisogno era un abbraccio.
“Justin, dimmi che questo è uno dei tuoi terribili scherzi.”
“Scusa…”
 

 LOOK AT ME.

 Perdonatemi perchè vi ho fatto aspettare tanto per un capitolo così breve è inutile. 
Beh, tanto inutile non è perchè si scopre una parte del groviglio della
famiglia di Jey e Del ; sì, una patte perchè questo non è tutto.
Sono rimasta delusa dal fatto  che non solo le recensioni sono diminutie (1 sola recensione!) 
ma anche perchè le visite sono diminutie e sto prendendo
in considerazione l'idea di eliminare la storia.
Il prossimo capitolo sarà narrato dal punto di vista di Justin, il quale chiarirà parecchie cose
che fino ad ora non s'erano capite e  accadrà qualcosina.... lol -
*SPOILER*
Ho già in mente, quindi, ciìome impostare il prossimo capitolo e, se ricevo qualche recensione su questo,
entro domani o dopodomani lo posto anche.
Se non vi piace la storia potete anche dirmelo così la elimino direttamente
oppure mi date qualche consiglio per migliorare.
Insomma, non vi sto chiedendo di farmi dei complimenti! D:
Anche se ho sbagliato qualche tempo verbale o ci sono troppi errori grammaticali,
il che vi spinge e non leggere o recensire, avvisatemi!
Ora mi blocco altrimenti lo spazio autrice si fa più lungo del capitolo xD
Un bacio a tutte voi, spero di rivederci presto con un nuoco capitolo. :)
 

 

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Capitolo 8
*** I like your voice. ***


"I know we only met, but let pretend it's love"
≈One Direction





Eravamo tornati a casa giusto per pranzare e senza destare sospetti, eravamo usciti ancora, questa volta diretti nel luogo delle prove.
Justin portava la sua chitarra in spalla e io non riuscii a pensare quanto fosse bello di profilo, mentre camminava sicuro di sé a passo svelto.
Quando mi accorsi di averlo fissato per troppo tempo, spostai lo sguardo sull’asfalto della strada sotto i miei piedi.
“Non ti preoccupare, puoi guardarmi, lo farei anche io.”
Lo guardai confusa.
“Insomma, si sa che sono bello come un dio greco.”
Cosa? Mi fermai e incrociai le braccia.
“Ma sei serio?”
Lui scoppiò in una sonora risata e mi prese per il braccio facendomi camminare, finché non raggiungemmo un vicoletto che portava al grande cortile, nascosto da tutto e tutti, dove avremmo dovuto provare.
Zayn e Liam ci avevano raccontato che lì ci giocavano a calcio, perdevano tempo parlando tra di loro e qualche volta c’era stato anche Justin.
Attraversammo un vecchio cancello arrugginito e varcata la soglia li trovammo tutti seduti su dei mattoni di pietra che chiacchieravano animatamente. Anche Lauren era già lì.
Stavano aspettando noi, me e Justin, noi che ci tenevamo per mano in quel momento. Beh, era tutto normale. Tra fratelli queste cose si fanno, no?
Ci accodammo anche noi e Justin sfoderò il suo strumento dalla custodia per iniziare la canzone; le parti le avevamo già scelte la volta precedente: era cantata quasi interamente da me, Zayn aveva solo un assolo alla fine reso perfetto dalla sua voce, che oscurava ciò che avevo cantato prima io.
Sì, mi faceva sentire un’oca stonata alle prime armi.
Provammo Love Story fino allo sfinimento, la mia amica batteva le mani su un vecchio secchio per dare il ritmo ed io quasi iniziai ad odiare una delle mie canzoni preferite, quando decidemmo di prenderci una pausa.
Avevamo cantato abbastanza, la chitarra ci implorava di stare zitta e non strofinarla più così la lasciammo su una roccia nella sua custodia e ci allontanammo di poco.
Mi guardai intorno e notai un altro disegno sul muro di pietra, ancora più bello di quello che avevo visto la volta precedente.
Rappresentava la sagoma di una ragazza di profilo, i suoi capelli sciolti sembravano svolazzare al vento, il cielo questa volta era di un blu intenso verso l’alto che diventava sempre più chiaro verso il basso.
“Ti piace?” Sobbalzai. Possibile che ogni volta in cui mi soffermavo a guardare un’opera d’arte del genere qualcuno doveva farmi spaventare?
“Sì, è bellissimo.” Risposi al ragazzo che mi aveva posto la domanda. Sul viso di Zayn comparì un sorriso compiaciuto; ‘come la tua voce’ avrei voluto continuare, ma credevo mi avesse presa per pazza.
“Mi piace come canti…” Mi disse lui continuando a guardare il suo disegno.
Odiavo a morte quando qualcuno mi faceva un complimento o mi diceva qualcosa di carino, perché rimanevo sempre senza parole, bloccata come un idiota senza saper cosa dire. Mi limitai a ringraziarlo e ritornai dal resto dei ragazzi. Quella situazione era imbarazzante ed io odiavo anche le situazioni imbarazzanti.
Mi avvicinai a Lauren e notai il suo sorriso smagliante. (word non mi mette le linee (?) rosse sotto)
“Cosa è successo con Liam?” Dal rossore che si era creato sulle sue guancie capii di aver centrato.
“Cosa c’entra ora Liam?” Non potei non scoppiare in una fragorosa risata. Credeva non me ne fossi accorta dei loro sguardi, delle parole sussurrate per non farsi sentire e della troppa vicinanza che c’era quasi sempre tra di loro?
Certe volte potevo essere scema e non capire le cose subito, sì, ma in quel caso era palese che tra quei due ci fosse qualcosa…
Certo, erano pochi giorni che si conoscevano, prima a stento si salutavano, ma quel qualcosa poteva crescere con il tempo, e di tempo ce ne era tanto a disposizione.
Continuai a guardare Lau insistentemente aspettando che sputasse il rospo e dopo un po’ sbotto: “Mi ha accompagnata lui qui, contenta?”
Contenta? Avrei potuto improvvisare il ballo della felicità in quel momento!
Non ero così esageratamente felice solo per la mia amica, ma anche perché una volta in tutta la mia vita ci avevo azzeccato.
“E che è successo?”
“Niente di che, mi è venuto a prendere e mi ha accompagnata qui. Sai, è davvero dolce, non come lo descrivono a scuola.”
Nel nostro liceo, chiunque fosse tra i più popolari non veniva messo di buon occhio, soprattutto i ragazzi perché avevano sempre tante oche che gli andavano dietro facendo svolazzare le loro mini-minigonne che lasciavano intendere i loro obbiettivi. Ma non era mica colpa loro che madre natura avesse voluto donargli la bellezza di dei grechi? Come Justin, ad esempio.
Un sorriso mi spuntò al pensiero di quel ragazzo. Mi aveva sconvolta la notizia sì, ma ero da un lato contenta perché così sarei potuta svenire ogni volta che lo vedevo senza pensare che non fossi normale.
Era strano baciare colui che era cresciuto con te per tanti anni, colui che ti aveva vista crescere, fare i primi passi, le prime cadute, piangere per le prime cotte o scherzare con le prime amiche.
Forse ciò che provavamo era solo amore ‘fraterno’ e tutta quella situazione ci stava confondendo, ma avremo rischiato, non c’era nulla da perdere ormai.
Decidemmo di fermarci in un bar per prendere qualcosa da ebre che ci dissetasse in quell’afoso pomeriggio di Giugno e, una volta raccolto i soldi di tutti, Louis andò a pagare, interessato dalla cassiera mora che stava facendo dei conti.
Sia avvicinò a lei e le posò sul banco da lavoro le monete per dirle qualcosa come ‘chiamami’ con tanto di mano che formava un telefono vicino all’orecchio.
La ragazza gli sorrise maliziosa e tornò a fare il suo lavoro quando Louis soddisfatto tornò da noi.
“Le ho detto di chiamarmi.” Dice lui sorridendo beffardo.
“Le hai chiesto il suo numero?” Chiedo io trattenendo una risata nonostante sapessi che l’aveva dimenticato.
Infatti lui sgranò gli occhi e portò una mano nei capelli lisci disperato.
Tutti scoppiammo a ridere; lui prima rimase serio, offeso dalla nostra reazione, poi si unì a noi. Sorseggiamo le nostre bibite, la seconda della giornata, e quando finimmo ci dirigemmo verso l’uscita con Louis che insisteva a dirci di sbrigarci per evitare di fare altre figure.
Quando arrivammo alla porta, la cameriera si avvicinò a noi e fermò Louis per la spalla.
“Hai dimenticato lo scontrino” Disse sicura di sì.
Lui le sorrise imbarazzato e quando guardò il foglietto di carta notò delle cifre scritte con una penna nera: il numero della ragazza.
Divertiti uscimmo definitivamente dal bar e ci dirigemmo ognuno verso la propria casa.



LOOK AT ME! 
oggi ho voglia di scrivere al centro AHAHAHAH
Ho cambiato la categoria della storia, dato che parla molto di Justin
-anche se in questo capitolo non è quasi presente lol-
Non essendo belieber non conosco
molto bene Bieber come dovrei e se a parer vostro
non sono in grado di descriverlo o parlare bene di lui
cambio di nuovo categoria :)
Ecco che si parla anche un po' di Zayn, ma nulla di davvero interessante.
La mia parte preferita è quella alla fine
quando Louis fa la sua figuraccia, ho immaginato
tutta la scena AHAHAHAH
Spero vi sia piaciuto il capitolo, se vi sembra troppo breve avvisatemi
così per il prossimo cerco di scrivere un po' di più.
Le solite domande. ;)
Pensate che Justin sia felice di dover sentire Del cantare con un altro ragazzo?
E tra Lauren e Liam cosa accadrà? 
Chi sarà la ragazza misteriosa che ha dato il numero a Lou?
Tutto questo nel prossimo capitolo ahahah
Chiudo qui sennò l'angolo autrice diventa più lungo del capitolo xD
Mi raccomando, recensite in molte così continuerò al più presto, grazie per chi lo fa sempre. <3
Bye Bye -S xx

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Capitolo 9
*** Last kiss. ***


«And you stole my heart with just one look.»

 

Last kiss. 




“Jey, non voglio guardare Spongebob!”
“Ma dai! Questa puntata è nuova…”
“Sì, certo, solo io l’ho vista cinque volte.”
“Esagerata!”
“Ragazzi, noi andiamo di nuovo dalla nonna, non andate a letto troppo tardi.”
Io e Justin non le demmo retta e continuammo a litigare sul programma da guardare in tv.
Spongebob non l’avrei visto, odiavo quel cartone animato ed ero sicura che fosse uno dei tanti fattori che rovinava mio fratello.
Ora che conoscevo la verità, ero strano anche solo pensare di associare la parola ‘fratello’ al nome ‘Justin’.
“E se invece di guardare una stupida spugna andassimo fuori a prendere un po’ d’aria fresca?” Proposi io, sperando che accettasse solo perché non avrei resistito a sentirlo ridere guardando quel coso giallo.
E forse anche perché volevo stare un po’ sola con lui, senza spugne di mezzo, ma forse.
Lui annuì e come un bambino corse all’uscio di casa portandomi a sbattere una mano sulla fronte disperata. Presi una sua felpa, sapendo che ciò gli dava fastidio, nel caso avessi sentito fresco. Lo raggiunsi alla porta e lo trovai a fissare il tappeto con aria pensierosa. Justin che pensa, strano, pensai.
“Tutto ok, Jey?” Lui scosse la testa come per risvegliarsi e mi annuì sorridendo poco convincente. Cos’altro aveva da nascondermi?
Feci finta di nulla e insieme uscimmo, percorremmo il vialetto in pietra che portava al cancello e camminammo lungo la strada del nostro quartiere in silenzio, cosa che non accadeva mai tra noi.
Avrei voluto spezzare la tensione del momento dicendo una delle mia frasi senza senso, o magari anche qualcosa con un senso, giusto per fare conversazione, ma mi sentii come se il cervello si fosse bloccato e non mi permettesse di pensare.
Iniziai a fischiettare una canzone nuova di non so chi ascoltata la mattina in radio, mi scocciai e presi a guardarmi le unghie notando che erano cresciute di un po’ dall’ultima volta che le avevo guardate. Feci un respiro profondo e mi portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, chiusi gli occhi per farmi coraggio e chiesi: “Si può sapere cosa hai oggi?”
Si voltò verso di me con uno sguardo assassino e quasi indietreggiai spaventata.
Cosa avevo fatto ora per farlo infastidire? Avevo detto qualcosa di sbagliato? Aveva le sue cose? L’ultimo motivo era da escludere.
“Cioè, volevo dire, c’è qualcosa che non va? Qualche problema?” Chiesi, questa volta intimorita, sempre mantenendo un metro di distanza per sicurezza.
“Sei tu il problema!” Mi urla quasi e mi guarda con disprezzo.
Si era per caso bevuto il cervello? Davvero non capivo cosa avevo potuto fare da farlo adirare così tanto e dovetti ammettere che le sue parola mi ferirono. Io ero un problema?
“Io sarei un problema?” Chiesi confusa e allo stesso tempo delusa.
“Sì, sei un problema per me. Vuoi sapere perché?” Annuii poco convinta, ma lui continuò a parlare senza guardarmi negli occhi.
“Sei un problema perché mi fai soffrire. Ho dovuto vivere per anni con sentimenti sbagliati verso quella che doveva essere mia sorella, questa sorella si è rivelata una ragazza che proviene da un mondo completamente differente dal mio, una ragazza che non conosco davvero e che non mi appartiene, ho dovuto amarti di nascosto, Delilah, quando ti svelo tutto questo casino e ho la possibilità di amarti non come un fratello, ma come un ragazzo ama la sua ragazza tu prima mi illudi che tra di noi posso accadere qualcosa poi mi tratti come se fossi davvero un tuo parente. Io non ti capisco.”
Alla fine del suo discorso pronunciato con tanta rabbia e frustrazione, mi degna finalmente di uno sguardo, uno sguardo freddo che mi entra nell’anima pungendomi come un ago di ghiaccio. Le sue parole cadono su di me fitte come una tempesta e mi rendono debole.
Nonostante tutto ammisi a me stessa che aveva ragione, ma non potevo farci nulla se ero più confusa di lui.
Provavo ad essere indifferente e ad affrontare quella situazione con forza, senza abbattermi, ma non era facile. Non lo avevo illuso, non l’avevo preso in giro, tutto ciò che gli dicevo o facevo era vero, mi veniva dal cuore, lo facevo spontaneamente. Forse avrei dovuto pensarci due volte prima di fare qualcosa, avrei dovuto commettere meno errori.
“Hai ragione, scusami, fingiamo di non sapere nulla allora. Facciamo ritornare i nostri rapporti come quelli di una volta, come quando non sapevamo nulla. Siamo partiti con il piede sbagliato, ok? Ma rimediamo prima che sia troppo tardi. Ognuno prende la sua strada e ci schiariamo un po’ le idee.”
Presi a camminare verso casa lasciandolo lì, consapevole che le mia parole erano inutili, arrivate troppo tardi, ma davvero non volevo rovinare il nostro vecchio rapporto.
Lui provò a chiamarmi e fermarmi, ma io continuai.
Arrivai a casa e mi infilai sotto la doccia, sperando che l’acqua che scendeva sul mio corpo, lasciasse scivolare tutti i pensieri e le preoccupazioni.
POV. JUSTIN.
Mi facevo schifo in quel momento. Le avevo fatto del male, avevo aggiunto del dolore a quello che provava già.
Sapevo benissimo che Del stesse soffrendo per tutto quel casino e le mie parole l’avevano ferita. Ero stato troppo duro, avevo dimenticato come era fatta mia sorella, avevo dimenticato del modo in cui assorbisse tutto il dolore e lo lasciasse lacerare il cuore, lo sapevo eppure le avevo fatto del male.
Lei come me, non c’entrava nulla, non era colpa sua se ci eravamo ritrovati a vivere insieme nonostante non ci appartenessimo.
Mi ero lasciato prendere dal momento e mi ero sfogato su di lei, non pensando a quanto era debole. Stavo per prendere la strada verso casa quando mi fermai, l’avrei dovuto lasciare in pace. Presi il cellulare dalla tasca dei miei jeans e cercai il suo numero nella rubrica per poterle inviare un messaggio. Solo un messaggio per non metterle pressione, ma per farle capire che ero davvero dispiaciuto.
‘Scusa. <3’
Aspettai qualche minuto, ma la sua risposta non arrivò e questo contribuì a farmi stare peggio. Non voleva più parlarmi? Come darle torto…
Calciai con poca delicatezza dei sassolini che mi ritrovai davanti e mi chiesi perché Dio si fosse impegnato tanto a creare problemi nella mia vita, mi chiesi perché non potessi essere un normale ragazzo con una sorella e una ragazza, separate. Dovevo cominciare da capo con un’altra persona, provare a dimenticare i sentimenti per Delilah per il bene di entrambi, per il bene della nostra famiglia.
POV. DELILAH.
Uscii dalla doccia dopo mezz’ora e, con un accappatoio addosso, scesi in cucina.
Justin non c’era, controllai anche nella sua camere e in tutte le altre stanze.
Stavo per chiamarlo quando notai un suo messaggio sul telefono, lo aprii frettolosamente e lessi uno ‘Scusa. <3’ che mi fece sentire ancora di più in colpa. Non dovevo lasciarlo lì.
‘Scusami tu, Jey, torna a casa per favore. <3’
Tornai in camera per indossare il pigiama e scesi di nuovo in cucina sentendo una chiave inserirsi nella serratura.
Appena lo vidi gli saltai addosso e lo strinsi a me abbracciandolo forte come non mai.
“Dimentichiamoci di tutto e facciamo come hai detto tu, ritorniamo ai rapporti di una volta.” Mi disse serio e con un tono malinconico.
“Va bene.” Dissi altrettanto triste.
“Un ultimo bacio?”
Non glielo feci nemmeno dire che assaporai per un’ultima volta le sue labbra.



LOOK AT ME!
Ascoltavo la Swift mente scrivevo il capitolo,
quindi scusatemi se è molto depresso lol
Spero vi piaccia un pochino e che non risulti molto noioso.
Eh niente, mi dispiace perchè al capitolo scorso
ho ricevuto una sola recensione (TU CHE HAI RECENSITO, TI AMO. lol)
e sono sempre più tantata dal cancellare la storia.
Beh, buonanotte (: x 

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Capitolo 10
*** Lot of laugh. ***



*tinypic non mi fa caricare l'orrendo banner che ho creato*




Eravamo tutti a tavola a consumare la nostra colazione e mia madre ne approfittò per darci la buona notizia: mia nonna stava bene e i miei genitori non avrebbero trascorso più notti a casa sua e all’ospedale, per quel momento.
Oramai era passata una settimana da quella specie di chiarimento con Justin, tutto andava bene anche se, certe volte,  era difficile fare finta di nulla.
La cosa più importante era che mia madre non avesse scoperto niente di ciò che era successo e io e mio fratello, cercavamo di essere convincenti e di non farci scoprire, neanche da Jeremy.
Jey aveva ripreso a darmi piccole lezioni di chitarra e il pomeriggio ci ritrovavamo sempre insieme ai suoi amici e Lauren per provare la canzone da portare al concorso. Intanto, anche gli altri si erano preparati su un brano e Lau aveva preferito suonare per loro, dato che ‘Love story’ di Taylor era centomila volte meglio acustica e che forse il suo strumento l’avrebbe leggermente storpiata.
Ritornando alla colazione…
“Ora vado in camera a prepararmi, oggi uscirò con Lauren e credo tornerò per pranzo.”
“Se ti va falla rimanere qui con noi.” Mi disse mia madre sorridente.
Quel giorno era troppo allegra e nessuna capiva perché.
“Mamma, è successo qualcosa?” Chiesi con voce sospettosa…
“Eh? Ah, no, perché?” Mi chiese di rimando ridacchiando.
L’avevamo persa. Diedi un’occhiata a mio padre, Jeremy, e a Justin, ma dalle loro espressioni capii che neanche loro sapevano nulla.
La lasciai perdere e mi diressi nella mia stanza per prepararmi; avevo un’ora e poi la mia amica sarebbe arrivata da me per uscire. Sicuramente saremo andate in spiaggia, per questo motivo indossai sotto i vestiti il costume, quello rosso e bianco che mi avevano regalato per il mio compleanno, e legai i capelli in una coda alta così, anche se avessi fatto il bagno, non si sarebbero bagnati molto.
Per la sera avevamo deciso di andare tutti in pizzeria, non avremmo provato, ma ci saremmo divertiti. Li avevo conosciuti tutti in po’ meglio, erano davvero simpatici e non facevano pesare la loro popolarità, non ci tenevano a precisare in ogni momento quante ragazze avessero dietro e permisero subito a me e Lauren di integrarci nel loro gruppo. Mi ero molto legata a Louis, il quale mi chiese consigli per conquistare la ragazza del bar senza sembrare un cascamorto e, due giorni dopo averla incontrata, la chiamò per uscire e, a quanto mi aveva detto lui, si erano molto divertiti anche se non c’era scappato nessuno bacio, ma dopo quella sera si erano comunque sentiti qualche volta tramite telefono e internet.
Liam non mi faceva più paura come all’inizio. Sotto al suo fisicaccio da Hulk, si nascondeva un cuore grande; era dolcissimo e aveva stretto una forte amicizia con la mia migliore amica, la quale era ‘attratta da lui’, parole sue.
Niall era quello che conoscevo un po’ più di tutti dato che era il migliore amico di Justin, anche lui adorava sentire mio fratello suonare e diceva che avesse un’ottima voce e aveva ammesso più volte che, se Jey fosse diventato cantante, lui sarebbe diventato il suo fan numero uno.
Harry e Zayn erano quelli che avevo conosciuto di meno, il primo perché era molto espansivo, l’opposto di me, e quando ero con lui mi sentivo poco a mio agio, come se fossi molto timida.
Il secondo invece, non era colpa mia se non ci parlavo quasi mai.
Era un tipo molto riservato, teneva le cose per sé  e sembrava anche un po’ timido. In compagnia chiacchierava e scherzava, ma sempre mantenendo un po’ della sue riservatezza. Quando poi era solo con qualcuno, lì calava in silenzio tombale. Più volte avevo provato a rivolgergli parola, lui rispondeva a monosillabi o con qualche breve frase. Altre volte, rare volte, era lui che iniziava a fare ‘conversazione’ però subito dopo qualche minuto eravamo di nuovo in silenzio. Eppure questo suo essere molto introverso mi intrigava, quel ragazzo nascondeva tanti altre buone doti, oltre ad essere un bravo cantante e a un mostro a disegnare.
 
POV. JUSTIN.
Da quando io e Del decidemmo di lasciare il nostro rapporto come quello di prima, non l’avevo sfiorata neanche con un dito. Era lei che veniva da me per abbracciarmi al mattino o salutarmi la sera, prima di andare a letto.
Vedevo che era triste, le dispiaceva il mio essere freddo nei suoi confronti, ma come potevo comportarmi da fratello con la ragazza che amavo? Avevo paura di sbagliare o compiere qualche passo falso.
Per la sera di quel giorno ci eravamo organizzati con i nostri amici per andare a mangiare una pizza insieme e avrei colto l’occasione per svagarmi un po’ e non pensarla, anche se c’era pure lei con noi, magari sarei riuscito a trovare un’altra ragazza.
Mi rinchiusi nella mia stanza e presi la mia chitarra.
Mi sedetti davanti al letto con le gambe incrociate, appoggiando lo strumento su di esse e pizzicando le corde venne fuori un motivetto non male; lo riprovai per non dimenticarlo e annotai le note suonate su un foglio da stampante bianco. Andai avanti così per tutta la mattina e, alla fine, iniziai a suonarle tutte insieme una dopo l’altra modificando, aggiustando.
La risuonai ancora e ancora e ancora finchè non mi convinse davvero.
Potevo scrivere una canzone? Ridacchia al pensiero, non ero il tipo… o forse sì?
Sentii bussare al porta e mi risvegliai, uscendo dal mio mondo: la musica.
Appoggiai la chitarra sul letto, mi alzai e mi sistemai meglio i pantaloncini che indossavo.
Aprii la porta di poco, giusto quello che bastava per farci uscire la mia testa e quando notai che era stata Delilah a bussare, un grande sorriso si fece spazio sulla mia faccia; uscii completamente fuori.
“Qualcosa non va?” Le chiesi notando le fossette che le si erano formate sulle guancie quando anche le sue labbra si aprirono in un sorriso. Amavo vedere i suoi occhi chiari luccicare con la luce del Sole che le penetrava dentro. Era la perfezione quella ragazza, per me.
“Niente, mi chiedevo se ti andasse di venire in spiaggia con me e Lauren.” Mi disse sorridendo e dondolando la braccia a destra e a sinistra; ricordava vagamente una bambina, vagamente, eh.
Iniziai a ridere vedendola così senza neanche accorgermene facendola fermare all’improvviso.
“Cosa c’è di così divertente?” Chiese con un finto tono offeso incrociando le braccia.
“Oddio, Del, mi stai facendo morire! Sembri una bambina!” Continuai a ridere e dovetti appoggiarmi alla porta per non cascare a terra. Cominciò anche lei e cinque minuti dopo ci trovammo mezzi morti sul letto, cercando di prendere fiato e respirare. Lei si manteneva la pancia e io provavo ad asciugarmi delle lacrime. Una volta calmati ci guardammo, non era normale che due ragazzi uno diciannovenne e l’altra diciassettenne ridevano come pazzi senza un reale motivo, ci guardammo accennando accennando qualche sorriso.
Mi morsi il labbro inferiore perché stavo per scoppiare di nuovo e lei se ne accorse trascinandomi in una nuova risata. Fu il campanello ad interromperci.
“Questa deve essere Lauren.” Ipotizzò sedendosi sul letto e regolarizzando il respiro mentre si sistemava la canottiera blu.
“Ciao ragazzi, mi ha fatta entrare vostra ma… Ho interrotto qualcosa?” Chiese spaventata, confusa e curiosa allo stesso tempo.
Io ero sdraiato sul letto senza maglia per il caldo come al solito, Delilah si stava sistemando la canottiera ed è seduta accanto a me, eravamo affannati. Chi non avrebbe pensato male?!
“Io… ehm… ma cosa dici Lauren!” Ridacchiò Del nervosa “stavamo solo ridendo per una cosa che ha detto Justin.”
Chiunque sapeva recitare meglio di lei. Che poi non stava recitando, aveva detto la verità.
“Già, niente, siete fratelli.” Iniziò a ridere anche Lauren per la sciocchezza detta.
“Beh, Justin, volevo dirti:ti va di venire con noi, sempre se a Lau non dispiace.”
Guardò l’amica e questa scosse la testa come per dire che non le dava fastidio.
“No, grazie. Ho delle cose da fare.” Rifiutai la richiesta non perchè avevo da fare, ma per lasciarle da sole. Mi dispiaceva dover interrompere i loro momenti tra migliori amiche così decisi di farmi da parte. Avrei cercato di combinare qualcosa con quella canzone che stava venendo fuori.




LOOK AT ME!
Salve donzelle, scusate il ritardo lol

Che ne pensate del capitolo?
Sono andata un po' avanti con il tempo
perchè mi sono resa conto che la storia
stava diventando davvero noiosa lol
partiamo con le solite doamndine... 
SECONDO VOI E' FINITA TRA DELILAH E JUSTIN?

  • PERCHE' DEL E' TANTO ATTRATTA DA ZAYN LOL?
  • COSA ACCADRA' TRA LIAM E LAUREN?
  • E CON LOUIS E LA BRUNETTA?
  • IL PADRE DI DEL CHE FINE HA FATTO?
  • PERCHE' LA MADRE ERA FELICE?

VI PIACE IL NOME 'JEY'? SO CHE A MOLTE BELIEBERS NON PIACE JUSS PER QUESTO HO MESSO 'JEY' LOL.


Recensite daiii <3
-S xx

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Capitolo 11
*** Crema solare. ***


Passeggiavamo sul marciapiede, Lauren a sinistra ed io a destra, chiacchierando e bevendo della limonata fresca comprata al bar.
Era la mia migliore amica a parlare, in realtà, convinta che io la stessi ascoltando.
-Secondo te ci sarà Liam in spiaggia? Ci sono quasi tutte le mattine, sarà anche oggi vero? E se invece ci sono tutti?-
-Calma Lau, se ci fossero stati tutti avrebbero invitato anche Justin.
Ecco a cosa stavo pensando io, a Justin, la nostra storia e ad un pensiero che mi assillava da un po’: l’avrei dovuto dire a Lauren? Come avrebbe reagito? Se la sarebbe presa se avesse saputo che le avevo tenuto nascosto tre baci con mio ‘fratello’. Ma se non glielo avessi detto l’avrebbe scoperto da sola probabilmente, e sarebbe stato molto peggio. Lauren non  era quel tipo di ragazza che portava rancore o che amava ficcarsi nei fatti degli altri, ma voleva la massima sincerità tra di noi, per questo motivo mi sarebbe piaciuto vederla con Liam, sembrava un ragazzo apposto e certi lati del loro carattere erano molto simili.
-Comunque io e Justin non siamo fratelli.- La buttai così, apparentemente indifferente, sapendo che la ragazza al mio fianco odiava i giri di parole.
Ma a quanto pare non la prese bene, infatti sputò la limonata che aveva in bocca facendola finire sulla faccia di un vecchietto che dormiva beatamente su una panchina, svegliandolo, e iniziò a tossire dandosi da sola dei colpetti dietro la schiena.
Solo quando si fu calmata, mi guardò con gli occhi spalancati e le pupille dilatate, le labbra schiuse, cercando di dire qualcosa. Era lì immobile e per un attimo pensai che fosse diventata una statua.
Dopo un po’ un colpo di tosse la colpì e fu così che si riprese.
-Cosa?!- Chiese prolungando la ‘o’ di ‘cosa’ e urlando tanto da far girare tutti i passanti.
Annuii solamente e mi guardai la punta delle scarpe, avrei dovuto cambiarle. Erano un po’ vecchie, ma ci ero affezionata perché me le aveva regalate mia madre un bel po’ di tempo fa. Eppure erano così carine; blu, il mio color…
-Mi stai prendendo in giro, vero?- Chiese sconvolta interrompendo i miei discorsi sentimentali sulle mie scarpe. Scossi la testa continuando a guardare a terra e calciai un sassolino, rimasta senza parole.
Restò in silenzio guardando avanti a se, mentre la spiaggia si faceva sempre più vicina.
-Chi te l’ha detto?
-Lui.
Lei annuì pensierosa. –E tu gli credi?- Bella domanda, io mi ero subito fidata delle sue parole, ma ciò che mi aveva detto era vero? O voleva solo prendersi gioco di me? Non credevo fosse quel tipo di persona, non avrebbe potuto fare una cosa del genere.
-Non scherzerebbe mai su una cosa del genere.
Il discorso cadde lì quando mettemmo piede sulla sabbia ancora abbastanza fresca.
Mi meravigliai di come non si fosse arrabbiata ed era rimasta abbastanza disinteressata, ma non mi dispiacque dato che volevo godermi la giornata senza pensieri, avremo ripreso il discorso in un’altra occasione; l’importante per me fu essere sincera.
Stavo levando la maglia che avevo indossato per rimanere in costume, quando Lauren mi strattonò per un braccio, felice e mordendosi il labbro inferiore.
-E’ lì.- Mi disse indicandomi con lo sguardo un punto poco più lontano da noi. Liam, Zayn e Louis.
Quei tre ci videro e con la mano, Louis, ci fece andare verso di loro. Prendemmo le nostre borse e ci dirigemmo proprio dai ragazzi.
-Ehilà!- Ci salutò Liam guardando solo Lauren, la quale rispose con un flebile ‘ciao’. Quei due erano cotti.
-Come va?- Dissi e risistemai il telo sulla sabbia togliendo anche il resto degli indumenti, restando in costume.
Ero girata verso la borsa cercando la crema protettiva quando chiesi a Lauren se potesse aiutarmi a spalmarla, ma lei non rispose. Mi voltai e notai che era molto impegnata a chiacchierare con il suo principe azzurro ed ero così presa a guardarli parlare insieme che non notai Zayn dietro di me. Quando mi girai di nuovo verso la borsa infatti, me lo ritrovai davanti e sussultai alla nostra improvvisa vicinanza.
-Sarebbe un peccato disturbarli, posso aiutarti io?-
Beh, Zayn, se me lo chiedi con quegli occhioni e quel sorriso.
Probabilmente il caldo mi stava andando la testa, fare certi pensieri su Zayn non era da me, affatto.
-Io, beh… sì, grazie.-
E molto probabilmente, avevo anche fatto una figuraccia.
Gli porsi il flacone leggermente imbarazzata e mi guardai intorno, non vedendo Louis. Dopo un po’ Zayn me lo indicò, come se mi avesse letto nel pensiero e avesse capito chi cercavo. Era con una ragazza, la ragazza, al bar. Anche loro parlottavano insieme, lui appoggiato alle docce e lei che lo guardava con gli occhi sognanti.
Tutti innamorati, evviva!
Louis si spostò un po’ di più sulla parete della doccia fino a toccare con la schiena il rubinetto che fece scendere giù l’acqua, lui era sotto e ovviamente si bagnò facendo ridere la mora che osservava la scena mantenendosi la pancia per le troppe risate. Le faccia del ragazzo era epica, non se l’aspettava tutta quell’acqua addosso, ma comunque non chiudeva il rubinetto o, almeno, si spostava da sotto il getto.
Io e Zayn cominciammo a ridere ma ci bloccammo quando vedemmo il nostro amico portare la ragazza con sé sotto la doccia facendola bagnare completamente. Scoppiammo a ridere nuovamente per la faccia soddisfatta di Louis.
Lauren e Liam erano andati in acqua e avevano preso a schizzarsi e a divertirsi come due bambini di tre anni che non avevano mai visto il mare.
Intanto, Zayn aveva messo la crema sul palmo della mano e me la stava spalmando sulla schiena provocandomi una serie di brividi.
-Zayn… mi f…fai il soll..etico…- Dissi dimenandomi mentre mi trattenevo dal ridere, ma lui mi teneva ben stretta.
-Se ti muovi non riesco a metterla ovunque, prendi una scottatura e poi vieni a piangere da me.- Disse lui ridacchiando.
Per quanto potessi soffrire il solletico, non mi dispiaceva affatto quel contatto, mi scuoteva e rilassava allo stesso tempo. Mi sdraiai a terra a pancia in giù e lui continuò a massaggiarmi, nonostante fossi già piena zeppa di crema. Era strano.
-Ecco, ora è il mio turno!- Esclamò vittorioso. Ah, ecco.
Si sdraiò e gli buttai letteralmente tutta le crema del flacone, che era quasi vuota, sulla schiena facendogli venire i brividi dato che era fredda. Ne era tanta e la sua pelle divenne appiccicosa tanto da farlo lamentare.
-Così non ti scotti e vieni a piangere da me.- dissi prendendolo in giro.
Si alzò e si sedette accanto a me.
-Come mai Justin non è qui?
Ecco, non ci stavo pensando, ma qualcosa doveva pure ricordarmelo.
-E’ voluto rimanere a casa a suonare la sua chitarra.- Sbottai e lui ridacchiò.
-Stanno montando un palco per il karaoke – disse indicando degli uomini indaffarati ad unire pezzi di legno e travi –ci divertiamo un po’ dopo?- Mi disse con un ghigno divertito.
Annuii sorridente e mi sdraiai. Volevo solo divertirmi e non pensare al mondo quel giorno.
 



E' L'ULTIMO CAPITOLO CHE POSTO, NESSUNO LEGGE E MI SONO SCOCCIATA, SCUSATEMI. 

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Capitolo 12
*** Zayn xx ***


Ero stesa con gli occhi chiusi come al solito, cercando di abbronzarmi, quando sentii dell’acqua bagnarmi completamente e delle risate innervosirmi. Cacciai un urlo spontaneamente.
Aprii un occhio e poi l’altro cercando di capire che fosse stato e vidi Louis e la sua amichetta con un secchiello in mano che batteva il cinque ad un bambino.
-Ciao, io mi chiamo Ed.-
Mi sorrise quest’ultimo e, se non avesse avuto circa cinque, sei anni, l’avrei già rincorso per tutta la spiaggia.
-Sono il fratellino di Simona.- Mi porse la mano, ma non la presi.
-Ringrazia che sei un bambino.-
Dissi a denti stretti, ma lui non si spaventò minimamente e prese a giocare con Louis, erano due bambini.
Intanto Liam e Lauren erano tornati e anche loro se la ridevano con Zayn, gli promisi che mi sarei vendicata e presi un asciugamano per avvolgermela addosso in modo da asciugarmi più in fretta, quando la mia migliore amica si infilò dentro abbracciandomi in modo da starci anche lei.
Tutta la seccatura svanì un momento.
Rimasi sorpresa da quel gesto, ma soprattutto felice; non ce l’aveva con me, non l’avevo ferita o shockata, beh, shockata forse sì. Mi strinsi forte a lei e vidi Zayn prendere dei panini da una borsa.
-Che fai, già mangiate?- Chiesi curiosa.
-Già? E’ quasi l’una Delilah.- Mi rispose Liam ridacchiando.
-Cosa? Oddio, a quest’ora dovremmo già essere a casa!- Mi alzai immediatamente facendo cadere Lauren nella sabbia – dobbiamo ritornare, non ho avvisato Justin, devo preparare il pranzo, facciamo presto, i miei si preoccuparanno!
-Calma Del, è tutto ok, respira.- Mi rassicurò Louis.
Avevo dormito così tanto tempo senza accorgermene? Non mi ero mai addormentata in spiaggia e lo facevo proprio ora che ero rimasta con Zayn? Chissà cosa avrà pensato e chissà perché mi fregasse tanto del moro.
Scossi la testa e mi calmai iniziando a vestirmi, nonostante il costume fosse ancora un po’ bagnato, e scocci i teli per togliergli la sabbia e posarli nella borsa. Anche Lauren fece lo stesso, aiutandomi.
Salutammo i ragazzi e percorremmo la passerella per tornare in strada.
Notai che il palco era stato già montato e che non avrei cantato con Zayn, sarebbe stata un’occasione per provare.
Mandai un messaggio a Justin per avvisarlo del nostro ritorno e mi ricordai solamente in quel momento di dover dire a Lauren che sarebbe rimasta a pranzo con noi.
-Cosa? Tu ora me lo dici?! Devo chiamare i miei genitori per avvisarli.
Eravamo nel vialetto di casa mia e la mia amica si allontanò per poter parlare al telefono.
M sedetti su un gradino davanti alla porta e l’aspettai osservandolo mentre si attorcigliava una ciocca di capelli biondi attorno al dito e calciava qualche sassolino aspettando che qualcuno rispondesse.
La sentii parlare, ma non capii precisamente cosa avesse detto, lo immaginai e mi alzai solamente quando si avvicinò a me sorridente.
-Non è un problema per i tuoi genitori, vero?
-No, è stato mia madre a propormi di farti restare per il pranzo.
Sorrisi ed entrammo in casa.
-Siamo arrivate!- Urlai e mia madre ci salutò dalla cucina.
Mi diressi al piano superiore per andare a chiamare Jey.
Lauren era giù in cucina e aiutava mia madre ad apparecchiare; per mia fortuna, il pranzo era già pronto.
Entrai nella sua camera solo dopo aver ricevuto il permesso e ci trovai lui e Niall, suo migliore amico, che strimpellavano la chitarra coperti da un ammasso di fogli, alcuni accartocciati, altri piegati e altri che, semplicemente, svolazzavano ad ogni loro movimento.
-Chi diavolo state combinando qui?- Urlai guardandomi intorno e notando il disordine che li sommergeva.
-Niente, niente. Ti dispiace se Niall pranza qua con noi oggi? Ora scendiamo, puoi andare.- Dissi tutto di getto spingendomi dalla sua stanza e, prima di uscire, vidi il biondo lanciare un’occhiataccia confusa a mio fratello.
Ehy amico, non sei l’unico a non capirlo.
Mi avvicinai alle scale per scendere al piano inferiore e nel frattempo controllai l’orario sul cellulare notando un messaggio di Zayn.
Lo aprii ma non riuscii a leggerlo perché inciampai su uno scalino –che novità- e caddi dritta sul pavimento provocando un gran botto che fece spaventare tutto, anche i due ragazzi che uscirono dalla stanza di Justin per vedere cosa fosse successo e aiutarmi.
Il telefono era chissà dove e lo raccolse Lauren, mentre mia madre prendeva la cassetta dei medicinali.
-Mamma, non sto morendo!-
Provai ad alzarmi e sentii dolori ovunque, avevo saltato un bel po’ di scale e avevo preso un bel botto.
Justin mi prese per il braccio e mi fece al suo braccio per sollevarmi da terra, ma Lauren lesse il mittente del messaggio ed esclamò: - Ecco perché sei caduta! Eri distratta perché Zayn ti ha mandato un messaggio. Ti piace Zayn?-
Parlò così velocemente che non mi accorsi di stare di nuovo a terra. Alzai lo sguardo e vidi mio fratello irrigidito.
Gli diedi una botta sulla gamba come per fargliela pagare per avermi fatta cadere ancora e Niall scoppiò a ridere parecchio divertito.
Solo allora ripensai a ciò che aveva detto la bionda.
-A me non piace Zayn!- Mi affrettai a dire, ma mia madre spalancò gli occhi e prese il telefono per vedere il messaggio.
‘Ci vediamo domani pomeriggio, allora? Zayn. xx’ Lesse ad alta voce e mi guardò maliziosa.
-La mia piccola ha un appuntamento.- Si avvicinò a ma stringendomi le guancie come se fossi una bambina. Justin se ne ritornò in camera e Lauren guardò prima lui e poi me come se avesse capito che Jey aveva frainteso tutto.
Si scusò con me e corse al piano superiore da mio fratello ed io mi alzai da sola, con le mie forse andando in cucina per sedermi su una sedia mentre mamma controllava il sugo della pasta per poi riempire i piatti con ciò che aveva cucinato.
 -Non ho un appuntamento con quel Zayn. Almeno, non da sola.
-Cosa? Esci con più ragazzi contemporaneamente?- mi chiese accigliata poggiando le mani sui fianchi ed io quasi non risi per la sue espressione.
-No mamma! Ma che dici?! Domani pomeriggio ci dobbiamo incontrare tutti per provare, cantare!
Lei sembrò rifletterci su e capì.
-Aaaah, è quel Zayn!- Disse quasi disgustata ed io annuii alzando gli occhi al cielo.
Beh, a mia madre non andava molto a genio quel ragazzo, ‘è troppo tatuato, fuma e non parla mai’, mio padre l’appoggiava dicendo che il moro non era affatto come Justin, non era un bravo ragazzo e poi non era completamente inglese.
Qual era il problema di avere origini pakistane? E il fumo? Fumano così tanti ragazzi al giorno d’oggi. E avevano anche da ridire su quei piccoli, beh non proprio piccoli, tatuaggi che aveva. Non erano pericolosi e poi erano quelli che lo rendevano diverso dagli altri. Ma infondo, a me non interessava più di tanto e potavano anche pensare ciò che volevano, no?

POV. JUSTIN.
Sentii bussare alla porta, ma non aprii, non avevo voglia di sentire nessuno.
Zayn ci provava con mia sorella? A Delilah piaceva lui? Beh, qual era il problema? Tanto noi eravamo solo fratelli.
L'amavo. Ecco qual era il problema e, nonostante tutto ciò che avevamo detto quella sera, avevo ancora tanta voglia di stringerla tra le mie braccia e assaporare le sue labbra.
Quando avrei finito la canzone gliel'avrei fatta ascoltare... o forse no.
Sentii bussare ancora e una voce giunse alle mie orecchie mentre ero steso sul letto con le braccia dietro la testa e gli occhi chiusi.
-Justin, sono Lauren.
Mi sollevai improvvisamente e pronunciai un 'avanti' abbastanza perplesso.








LOOK AT ME!
Grande così mi vedete lol
Allora, inizio con il dire...

stay_larry_believer_,
MariaJDB97,
i_can_only_smile,
annimari,
MichelARustico,
newmoon69,
aleturchese  (anche voi Angy e Ale ❤)


VI AMOOO

 

 

Ma vi rendete conto? Sette recensioni? Sette STUPENDE recensioni!
IO.VI.ADORO.

Vi giuro, quando le ho letto mi sono commossa, siete fantastiche e questo capitolo è per voi. L'ho scritto solo per voi e vi ringrazio perchè mi avete incitato a continuare. Non volevo farlo perchè ultimamente è un periodo un po' no, ma non voglio giustificarmi, solo che vedevo che nessuno leggeva la mia storia e volevo togliermi un peso da mezzo. Ma poi ho letto ciò che mi avete scritto e quasi non mi è venuto un HEART ATTACK. Io vi amo.



Passando al capitolo, sorry, fa schifo.
Vi ho lasciato in sospeso con entrambi i punti di vista. AHAHAH Secondo voi a Del piace Zayn? Secondo me no, o sì, boh. lol E Justin che canzones ta scrivendo? swgdfh indovinate AHAHAH
Niente, sto ancora sclerata per i vostri commenti. <3

Un grande grazie anche alle 19 persone che l'hanno inserita nella seguite e alle 12 che l'hanno inserita tra le preferite, un altro grande grazie a chi legge in silenzio, ma comunque legge la mia storia sgdh
Vi lascio con delle foto c:

-S xx





Delilah. <3 

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Lauren la bionda lol

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sempre Del. ahah

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Capitolo 13
*** The date. ***


JUSTIN'S POV.
«Avanti.» Pronunciai sorpreso e la porta si aprì leggermente lasciando entrare Lauren, la migliore amica di Delilah.
Entrò titubante e si sedette sul letto chiedendomi il permesso che io le diedi nonostante non capissi perché fosse qui per me.
«Hai bisogno di qualcosa?» Chiesi cortese.
Iniziò a dondolare le gambe fuori dal letto come se fosse nervosa e dovesse pensare a cosa dire, o a come dirlo.
Mi sedetti accanto a lei e aspettai che parlasse.
«Del mi ha spiegato tutto, o quasi tutto.» Disse tutto d'un fiato, pronunciando l'ultima parte della frase abbassando la voce.
Sbiancai immediatamente e mi affrettai a chiedere: «Tutto cosa?» con un tono abbastanza preoccupato.
«Quello a cui stai pensando.» Mi disse seria.
«Che schifo però, io non riuscirei mai a baciare mio fratello.» Continuò disgustata facendomi ridacchiare.
«Forse perché tuo fratello è davvero tuo fratello.» 
Lei annuì pensandoci su, anche se non sembrava molto convinta e ciò mi fece sorridere.
«Ma... ti piace? Cioè, la ami?» Chiese impacciata aiutandosi con i gesti delle mani, provando ad enfatizzare il concetto.
La domanda mi spiazzò. Certo che l'amavo, avevo fatto tutto quel casino proprio perché l'amavo. 
Mi ero fatto spiegare da sua madre tutta la situazione, avevo insistito tanto per farmi dire la verità, l'avevo scoperto e tenuto dentro di me per circa... tre anni? 
L'avevo detto anche a Delilah, sconvolgendola, rischiando di perdere il nostro bellissimo rapporto, rischiando di dovermi separare per sempre da lei. Perché sì, se i nostri genitori avessero saputo che anche lei era a conoscenza del nostro passato, avrebbero mandato mia sorella dal suo vero padre, o me dalla mia vera madre.
Io non volevo stare lontano da lei, era già troppo per me dover conviverci senza poterla amare come volevo, senza poterla stringere tra le mie braccia e addormentarmi con lei senza temere che ci vedessero. 
«Io... credo di sì. Ne ero sicuro, ma ora...» Mi bloccai cercando parole che potessero spiegare il concetto.
Lei mi sorrise rassicurante e mi mise una mano sulla spalla, come per incitarmi a continuare.
«É tutto così complicato, abbiamo deciso di dimenticare tutto e fingere di non sapere niente. L'abbiamo deciso insieme. Ma io non posso dimenticare i nostri baci, dopo tempo che li desideravo, però devo andare avanti ed evitare di creare altri problemi a causa dei miei sentimenti. Ce ne sono di ragazze nel mondo, no?» Ma nessuna come Delilah.


DEL'S POV.
Aspettavo Lauren e Justin, curiosa di sapere di cosa stessero parlando.
Lau non parlava molto con Jey, qualche parola, i saluti, ma niente di più confidenziale. 
Inviai un messaggio di risposta a Zayn.
'Certo, a domani x -D' 
Appoggiai il cellulare sulla tavola e dopo un po' vibrò facendomi sobbalzare. Lo presi e vidi che era di nuovo Zayn ad avermi mandato un altro messaggio.
'Hai da fare oggi?'
Esitai a rispondere, senza neanche sapere perché.
'No, perché?' Inviai torturandomi il labbro inferiore.
'Ti va di uscire insieme?' Iniziai a battere nervosamente il piede a terra facendo voltare mia madre, scossi la mano per non farla preoccupare e scesero mio fratello e la mia amica bionda.
'Certo, avviso gli altri.'
'No, intendevo da soli, io e te.' Rimasi di stucco quando lessi l'ultimo messaggio che mi aveva mandato. Avevo letto male o voleva uscire con me, da soli?
Inviai un messaggio a Lauren, anche se era ad un passo da me, non volevo far sapere nulla a mia madre o meglio, a Justin.
'Zayn mi ha chiesto di uscire insieme, da soli. Che faccio?'
'Accetta.' Rispose e mi guardò sicura di se, ciò mi spaventava.
'Va bene, a che ora ci vediamo?' Scrissi questa volta al ragazzo.
'Alle sette sono da te. xx'
Era un appuntamento? Zayn mi aveva invitata ad uscire? Era la prima volta in tutta la mia vita che un ragazzo mi invitava ad uscire, e questo ragazzo era proprio Zayn! Ero nervosa, iniziai e picchiettare le dita della mano sul ripiano del tavolo mentre assaggiavo la passata che aveva cucinato mia madre.
Non sapevo perché ero così nervosa, non capivo perché quel ragazzo volesse uscire proprio con me anche se non ci conoscevamo molto, anche se non sembrava affatto interessato a me. E la cosa che più non riuscivo a capire era perché ero così eccitata al pensiero di trascorrere una serata intera con lui.
Semplice, volevo solo conoscerlo meglio, no?
Finii il pranzo e mi tirai in camera Lauren, anche se aveva ancora molto cibo nel piatto, lei mi guardò torva e mi seguì sedendosi sul mio letto e battendo le mani subito dopo, rendendosi conto anche lei che avevo un ‘appuntamento’ con Zayn e dovevamo scegliere qualcosa da indossare, pettinatura, trucco e resto.  Non ero quel tipo dio ragazza che trascorreva la giornata intera nell’armadio per un appuntamento, anche perché non ne avevo mai avuto uno prima d’ora, ma qualcosa mi spingeva ad essere perfetta per quel ragazzo che mi strava facendo letteralmente impazzire.
«Io… ho un appuntamento!» Urlai così forte che anche un passante mi augurò buona fortuna dal viale.
Lauren scoppiò a ridere mentre io mi alzai i capelli con la mani fermandole alle tempi esasperata.
«Sembri un… mostro… poss…posseduta!» Pronunciò tra le risate facendo ridacchiare anche me. Mi avvicinai all’armadio e aprii l’anta dove era attaccato uno specchio e mi guardai.
«Alle sette è qui ed io sono on orrore.» Misi il broncio.
«Hai quattro ore per prepararti!»
Annuii distrattamente e mi sedetti sul letto per calmarmi.
Vidi la bionda accanto a me prendere il cellulare e mandare un messaggio molto velocemente.
La guardai molto confusa. «Io… uhm… ho inviato a mia madre per dirle che tornavo a casa verso le cinque e mezza. »
«Non l’avevi già chiamata prima?»
«Ehm… sìì, ma sai com’è, avrà già dimenticato ciò che ci siamo dette per telefono.» Ridacchio nervoso ed io annuii ancora poco convinta.
JUSTIN’S POV.
Il telefono vibrò sulla mia scrivania mentre strimpellavo la mia chitarra, cercando di ripetere la melodia che avevo composto questa mattina… Mi piaceva molto, non per vantarmi, e avevo pensato di finirla, sistemarla e magari boh… scrivere un testo e portarla ai provini da cantare come solista. Decisi di non dire niente a nessuno della mia idea perché non ero sicuro di farcela e non volevo illudere nessuno. Presi il cellulare e lo sbloccai per leggere il messaggio che mi era arrivato.
Da: Lauren.
‘Tua sorella oggi ha un appuntamento con Zayn. Credo sia il momento di andare avanti anche per te. x Lau.’
Spalancai gli occhi, non ci potevo credere.
Digitai velocemente il numero di Niall, il mio migliore amico, e quando rispose senza neanche salutare gli dissi: «Questa sera al “Luke’s”. Per le otto sono fuori casa tua.» Accettò e chiusi la telefonata accecato dalla rabbia.
Ero furioso, Zayn me la voleva portare via e la cosa che più m’infastidiva era che lui non aveva idea di quello che ci stava accadendo e di come avrebbe potuto farla soffrire. Ma infondo era solo un appuntamento, no? Solo un appuntamento.
Lauren aveva ragione, era tempo di andare avanti.


Eravamo al Luke’s, il locale dove lavorava Harry.
Quel ragazzo non aveva mai un momento libero. La mattina era occupato nella panetteria di famiglia e la sera si ritrovava a servire drink qui.
Lo salutai con una pacca sulla spalla e Niall fece lo stesso. Louis arrivò poco dopo con una ragazza, Simona. era la ragazza del bar con cui aveva fatto una figuraccia ed era molto carina, probabilmente non era inglese perché aveva lineamenti quasi africani, gli occhi grandi e scuri e i capelli castani che cadevano lisci sulle spalle. Il suo accento era particolare, molto marcato. Peccato che l’aveva adocchiata già Lou.
Mi voltai verso il bancone quando vidi una ragazza molto più bella di Simona, a parere mio.
Era abbastanza alta e aveva degli occhi verdi che facevano invidia al prato del mio parco preferito. I capelli castani ondeggiavano ad ogni suo movimento e rimasi a bocca aperta ammirandola.
«Ragazzi, lei è Gemma, mia sorella. E’ appena tornata da un viaggio in Spagna.»
«Piacere, Justin.»  Subito mi presentai mostrando uno dei miei sorrisi.
Quella ragazza era capitata giusto ora che ne avevo bisogno. 

LOOK AT ME!
1. Scusate se ci sono errori, non ho controllato. cc
2.Scusate se sto pubblicando così tardi e con molto ritardo,
mio padre è stato in ferie questa settimana e sono stata poco a casa.
3.Scusate se il capitolo non ha superato le vostre aspettative.
Per farmi perdonare voglio fare qualcosa per voi. uu
Leggendo le vostre bellissime recensione mi è venuto in mente un modo
per ringraziarvi.
In ogni capitolo cerco di inserire un vostro commento, o qualche vostro pensiero 
così quando lo leggerete mi riconoscerete ed è come 
se anche voi afcesse parte della storia. fghsehas

ORA SI PASSA ALLE DOMANDE. LOL
Cosa ne pensate del rapporto che si stra creando tra Lauren e Justin? 
Credete che al bionda sarà d'aiuto?
E cosa ne pensate di Gemma? sgsdh Può davvero aiutare Justin?
Justin la prenderà solo in giro o se ne innamorerà? (sempre se accadrà qualcosa tra di loro lol)
E l'appuntamento ZELILAH/DAYN? fcgsdfg
In questo capitolo non ne ho parlato perchè altrimenti sarebbe diventato troppo lungo,
il prossimo sarà interamente dedicato alle serate dei due fratelli. :')

QUI INIZIANO I GUAI, BITCHESSS.

 

Bye, Bye. <3

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Capitolo 14
*** His lips. ***


Alla fine io e Lauren trascorremmo quasi tutto il pomeriggio sul letto a chiacchierare e lei tirò in mezzo l'argomento 'Jelilah' come lo chiamava lei... Mi aveva consigliato di andare avanti e lasciarmi questa storia alle spalle ed io avevo accettato il suo consiglio; Zayn era un bel ragazzo e anche molto intrigante, sarebbe stato un buon inizio, ma avevo i sensi di colpa.
E se l'avessi sfruttato solo per dimenticare Justin?
Non sarebbe dovuto accadere, sarei stata un mostro altrimenti. Per questo motivo ci sarei andata piano, avrei imparato a conoscere il moro, se avesse voluto saremmo usciti qualche altra volta e poi chi sa?
Magari sarebbe scattata la scintilla.
Con Justin mi sarei dovuta comportare come sempre, da semplice sorella, anche se non lo eravamo e magari un giorno, da adulti ne avremmo parlato con i nostri genitori.
Volevo molto bene a Jeremy, anche se certe volte mi dava le prove che io non fossi davvero sua figlia, con certi atteggiamenti verso i miei confronti, ma mi aveva comunque cresciuta.
Però avevo una voglia immensa di conoscere il mio vero padre, sapere se era ancora vivo e si era fatto un'altra famiglia, se era un carcerato o un riccone, un brav’ uomo o una persona cattiva... Mi sarebbe assomigliato? Avrebbe avuto la pelle candida come la mia e gli occhi blu? Magari era biondo con i capelli neri.
Mi voltai trovandomi Lau sdraiata accanto e mi appoggiai su di lei per farmi leva ed alzarmi.
"Cavolo Lauren, sono le sei e tra un'ora Zayn è qui! Tra l'altro, io non so ancora cosa indossare..." Ed ecco l'ansia che s'impadronì di me. Ero sempre stata un tipo molto ansioso e lo davo a vedere, a differenza di Justin che lo nascondeva molto bene, anche se in certi casi il suo nervosismo usciva fuori. Tipo quando ci iscrivemmo alle audizioni per lo spettacolo di beneficenza che si sarebbero tenute tra tre giorni.
Solo tre giorni per prepararci ancora... Basta pensare a questo! In quel momento avevo già troppi pensieri in testa, per l'esibizione ci sarebbe stato tempo.
Lauren si alzò dal letto svogliatamente e aprì l'armadio cercando qualcosa da indossare che non fosse né troppo elegante, né troppo sportivo. Qualcosa di semplice, ma con un tocco femminile che avrebbe fatto colpo. Avrei indossato con piacere dei jeans, ma la mia amica mi aveva minacciata dicendomi che se ne avessi indossato un paio mi avrebbe ammazzata. Mi chiedevo cosa avrei indossato allora...
"Ce l'hai dei leggins?"Mi chiese arricciando il naso, senza spostare lo sguardo dai miei vestiti.
"Sì... nel cassetto lì sotto" Glielo indicai e lei lo aprì scavando a cacciando fuori un paio di leggins neri che arrivavano poco sotto le ginocchia, cercò nell'armadio una maglia da abbinarci sopra e sembrava abbastanza decisa dal modo in cui scartava quelle che erano davanti fino a trovane una bianca che contrastava con il colore dei leggins.
"Così è semplice e sportivo, ma questi tocchi rosa chiaro sulla maglia rendono il look romantico e femminile, ci mancano solo quelle ballerine rosa e nere..."
Io annuivo solamente scrutando ciò che aveva scelto poi mi alzai e mi diressi in bagno per 
fare una doccia.
"Mentre ti fai la doccia, posso usare il tuo pc ed entrare sul tuo account di tumblr?"
"Se anche ti dicessi di no, lo faresti lo stesso." Risposi ridacchiando.
Infatti appoggiò il pc sulle sue gambe facendomi la linguaccia mentre lo accendeva.
Presi i vestiti puliti da indossare e mi spogliai di quelli che avevo prima addosso per poi lasciarli nella cesta dei panni sporchi. Sciolsi i capelli e mi infilai sotto la doccia sentendo già l'acqua bruciare sulla pelle mentre alcune gocce scorrevano dai miei capelli cadendo sulle spalle.
M insaponai con il bagnoschiuma alla vaniglia e mi feci lo shampoo.
Uscii velocemente dalla doccia e presi un asciugamano avvolgendolo al mio corpo e stringendola in un nodo sopra il petto in modo da tenerla su. Afferrai il phon e asciugai leggermente i capelli lasciandoli ancora un po' bagnati in modo che cadessero come delle onde. Mi asciugai il corpo, mi vestii, diedi un'ultima occhiata ai capelli e mi diressi in camera, pronta per il trucco.
Lauren era ancora impegnata a curiosare su internet quando le ricordai che erano le sei e mezza e lei doveva essere a casa già da più di un'ora.
"No, dovevo tornare alle sette." Mi disse confusa.
"Ma tu hai inviato il messaggio a tua madre dicendo che saresti tornata alle cinque."
Lei sembrò ricordarsi del messaggio e sorrise chiudendo il computer e mi lasciò un bacio sulla guancia augurandomi buona fortuna. Se ne andò.
Quella ragazza mi nascondeva qualcosa.
Non ci pensai e mi diressi allo specchio cacciando fuori da una trousse la matita per gli occhi, blush per colorire la mie guancie chiare e risaltare il colore degli occhi e infine lasciai un po' di gloss trasparente sulle labbra per sembrare il più naturale possibile.
Alle sette suonarono al campanello ed io presi il mio cellulare di corsa per arrivare prima alla porta in modo che Justin non sapesse che sarei uscita con Zayn. Salutai mia madre dicendole che sarei uscita e avrei fatto ritorno a casa abbastanza presto e aprii la porta per poi richiuderla subito dopo di me.
"Non vuoi farmi vedere la tua casa? Guarda che la conosco già." Mi sorrise divertito Zayn.
Ridacchiai imbarazzata. "Scusa, non volevo che ti vedesse mia madre e iniziasse con le solite chiacchiere." Ciò che avevo detto era vero , in parte. Sorrise e solo allora notai quanto fosse bello quella sera. Indossava un paio di jeans che gli fasciavano alla perfezione le sue gambe lunghe e una t-shirt bianca che lasciava trasparire i suoi muscoli. Certo che era bello, oh.
Mi prese per una mano e mi sorrise dolce.
"Sei davvero bella questa sera." Ah, perchè gli altri giorni sono il bidone dell'umido.
"Grazie anche tu." Ridacchiò forse per il mio essere impacciata e mi ringraziò.
"Dove andiamo?
"In spiaggia." Inarcai le sopracciglia, eravamo sempre in spiaggia! "Per vedere il tramonto." Continuò. Aww che dolce, io amavo andare a vedere il tramonto.
Camminammo per un po’ sul lungo mare aspettando che si facesse l’ora per vedere il Sole scendere man mano nel mare.
“Quando ero piccola chiesi a mia madre perché il Sole non si spegneva anche se entrava in acqua.” Sorrisi al pensiero, senza minimamente pensare che Zayn potesse prendermi per un’idiota, lui era diverso.
“Anche io lo chiesi a mio padre.” Ammise sorridendo imbarazzato.
Avevamo una cosa in comune.
Arrivammo alle scale che portavano alla spiaggia e le percorremmo fino a toccare la sabbia con i nostri piedi; tolsi le ballerine per stare più comoda e lui sorrise per il mio gesto mentre le scuotevo cacciando via i granelli di sabbia che si erano già infilati.
Ci sedemmo a terra e il cielo iniziò a tingersi di quei bellissimi colori che andavano dal rosa pallido al rosso fuoco capace di riscaldarti. Purtroppo, dall’altro lato del cielo, si intravedevano delle nuvole scure che minacciavano pioggia, ma che rendevano l’atmosfera ancora più romantica…
“Ho sempre odiato le cose così romantiche, ma devo ammettere che non mi dispiace stare qui in questo momento.”
Lui sorrise e mi prese la mano.
“E’ una cosa buona?” Mi chiese con un ghigno sul viso.
Annuii.
“Perché sei voluto uscire con me?” Chiesi sospirando subito dopo, sperando di non aver fatto la figura della cretina. Avevo questa domanda in testa da quando ero uscita di casa e lo avevo visto così bello davanti a me, Delilah ‘Bieber’.
Disegnò delle forme geometriche sulla sabbia, per niente nervoso.
“Mi intrighi, cioè, sembri diversa dagli altri e vorrei conoscerti. Sono voluto uscire con te per riuscire a stare da soli e poi non sei tanto male…” Pronunciò l’ultima parte del discorso guardandomi dalla testa ai piedi e sorridendo divertito. Ci guardammo seri negli occhi, poi scoppiammo a ridere, così… senza un apparente motivo.
Era così piacevole stare in sua compagnia, mi faceva dimenticare di tutto con un solo sguardo. Mi sarebbe piaciuto davvero molto continuare ad uscire con lui per vedere come sarebbe andata. Era un ragazzo dalle mille risorse e aveva un fascino che avrebbe attirato anche un cane.
Nel frattempo…
JUSTIN’SPOV.
 “Piacere, Justin.” Sorrisi alla bellissima ragazza che mi trovavo di fronte e apprezzai che fosse tornata dal suo viaggio proprio ora.
“Gemma, come ha già detto Harry.” Si presentò a sua volta e mi regalò uno splendido sorriso che fece aprire sulla sue guance due fossette che ricordavano suo fratello.
Le presi la mano e la trascinai dolcemente in un luogo più appartato.
“Non ti dispiace, vero? Lì c’era troppo casino ed era impossibile parlare.”
Dove ci trovavamo adesso la musica arrivava alle nostre orecchie ovattata.
Ci sedemmo su un divanetto in pelle rosso che contrastava il nero delle pareti lucide, e iniziammo a conversare conoscendoci meglio. A lei non aveva dato fastidio il fatto che l’avessi separata dagli altri per farla stare con me, dal momento che non sembrava dispiaciuta di stare in un luogo calmo e non era scocciata mentre parlavamo, al contrario, parlava animatamente con me di qualsiasi argomento.
Era molto socievole e simpatica, senza togliere che era bella, molto bella.
Ma mai quanto Delilah.
Scossi la testa per non pensarci e mi persi tra le chiacchiere di Gemma.
DELILAH’SPOV.
La serata era trascorsa nel migliore dei modi, il tramonto era stato fantastico, non faceva troppo caldo, la leggere brezza rendeva il clima fantastico e Zayn era romanticissimo anche se non lo dava a vedere.
Ma ovviamente, quella non era un favola… no?
E infatti venne a piovere, ma piovere no due o tre gocce, piovere tipo acquazzone; e fu così che ci ritrovammo nel solito cortile in cui provavamo quasi tutti i pomeriggi.
Zayn cacciò dalla tasca dei jeans un paio di chiavi e mi tirò verso una piccola ‘casa’ che assomigliava più ad una vecchia cantina per la roba che conteneva, nonostante ciò, era molto pulita.
Dopo aver aperto la porta la richiuse subito e accese la luce e solo allora mi accorsi di quanto era grande quella stanza e quanto poteva essere accogliente, ma la mia attenzione fu attirata da un piano a cosa lasciato in disparte.
Zayn se ne accorse del mio stato di trance mentre guardavo lo strumento e mi si avvicinò.
“Ti piace?” Chiese, dolce come sempre.
Annuii e mi avvicinai ad esso spolverandolo leggermente con la mano.
Guardai il moro come per chiedere il consenso e lui mi sorrise.
Presi a suonare una canzone che tanto amavo: ‘wings’ delle Cimorelli. Quanto poteva essere bella quella canzone?
Tranquilla e assorta com’ero non mi accorsi di avere Zayn vicinissimo al mio viso alla fine del brano che mi osservava come incantato. Mi morsi il labbro e mi allontanai di poco, ma lui si avvicinò ancora di più.
“Sei stata brava.” Disse soffiando sulle mia labbra.
“G-grazie.” Ero agitata, sapevo cosa stava per succedere e beh, l’ultimo ragazzo che avevo baciato era stato mio fratello.
Mi avvicinai anch’io e sorrisi quando le nostri fronti si sfioravano; la pioggia che picchiettava sui vetri delle finestre sembrava volesse dare un tocco magico.
La poca distanza che ci separava fu in breve eliminata e potei finalmente assaporare le labbra di Zayn. Così morbide, così sottili, così dolci. Dolci come lui, che aveva quasi paura di farmi male, che di tanto in tanto sorrideva nel bacio.
La sua lingua sfiorò il mio labbro inferiore prima di stringerlo leggermente tra i denti facendomi gemere, schiusi le labbra e il ragazzo ebbe il libero accesso alla mia bocca. Allacciai le mia braccia al suo collo e le sue mi cinsero la vita avvicinandomi ancora di più a lui. Quel momento era magico.
Ci staccammo per respirare, anche se avrei potuto benissimo respirare il suo profumo. Ci sorridemmo contemporaneamente per poi ribaciarci.


LOOK AT ME!
Anzi no, non mi guardate.
*si nasconde*
cioè, questo capitolo è troppo romantico 
per i miei gusti...
schifosamente romantico lol
Voi cosa ne pensate?<3
aleturchese e compagnia.. cosa ne pensate? ahah
Sì, sono stata ispirata da voi quando
ho scritto di Lauren che usa l'accoun tumblr di Del.
Ok, sto sviando per non parlare del capitolo ahah
oddio, che orrore.

ULTIMA COSAAA!
zanzarina_99
   mi ha chiesto se per caso
conosco altre storie con incesti e beh...
no, non ne conosco lol
quindi, nel caso le altre lettrici ne sappiano qualcuna
potreste scrivermela in un commento o in un messaggio 
o ancora, direttamente a lei?
Ok, con questo ho chiuso davvero. ahah 
bye bye, -S x

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Capitolo 15
*** Don't you worry, 'cause everything's gonna be alright. ***


Quando Zayn mi riaccompagnò a casa mi aveva lasciato un semplice bacio a stampo sulle labbra dicendomi che ci saremo sentiti.
Dire che ero felice come un naufrago che dopo anni torna sulla terraferma era davvero riduttivo; il mio sorriso era stampato sul viso come se la mia faccia fosse plastificata, fatta di cera. Aprii la porta immersa ancora nel mondo dei sogni quando mi ritrovai Justin davanti a me. Sobbalzai e sgranai gli occhi per lo spavento; presa com’ero da ciò che era accaduto con il moro non mi ero accorta di averlo così vicino.
“Ehm… ciao Justin.”
“Dove sei stata?” Il tono freddo che aveva utilizzato mi faceva davvero paura, tanto quando il suo sguardo distaccato, ma allo stesso tempo penetrante.
Abbassai il mio sentendomi in soggezione e mi morsi il labbro inferiore chiedendomi se ne valesse davvero la pena di dirgli la verità o no.
“Sono stata in giro.” Cercai di mascherare il mio timore di essere scoperta.
“Ah, davvero? Sai che è piovuto? Come fai ad essere così asciutta se non ha portato l’ombrello?” Il suo tono aumentava sempre di più fino a portarmi ad indietreggiare.
Mi guardai intorno per vedere se c’era mia madre in giro, per Jeremy non avevo problemi dato che era a lavoro.
Mi morsi ancora il labbro cercando una scusa credibile, ma alla fine, non so perché, gli dissi la verità. Perché avere così tanta paura? Mica era mio padre? Era solo mio fratello, non avrebbe dovuto dargli fastidio; non dovevo sentirmi in colpa perché non era il mio ragazzo e non l’avevo tradito.
“Sono uscita con Zayn, ok?”
“E perché diavolo non me l’hai detto prima?” Urlò.
“Perché non volevo che accadesse questo!” Urlai a mia volta.
“Se mi avessi detto la verità non sarebbe accaduto nulla.” Questa volta aveva abbassato la voce, ma preferivo quando mi urlava addosso perché questo tono era pungente, sottile e ti trafiggeva, come il suo sguardo pieno di ira.
Perché se l’era presa così tanto?
“Cosa vuoi dirmi ora, che sei stato a casa come un santarellino?” Lo sfidai.
Provò a ribattere, ma tutto ciò che uscì dalla bocca fu aria. Boccheggiò cercando qualcosa da dire, ma la verità era che non avrebbe mai accettato che io frequentassi qualcuno, ma lui poteva benissimo stare anche con mille ragazze insieme.
Quel suo silenzio fu solo una conferma di quello che stavo pensando e quando sentii gli occhi pizzicare decisi che sarebbe stato meglio allontanarsi da quella stanza per non mostrarmi debole.
Mi diressi in cucina e mi preparai un bicchiere d’acqua, mi appoggiai al bancone dove di solito facevamo colazione e presi il mio cellulare aspettando un segno di vita da parte di Zayn, ma nulla.
Andai nella mia stanza e mi cambiai velocemente togliendo i vestiti che avevo indossato per uscire e mettendo il pigiama. In bagno lavai i denti e il viso truccato e mi sdraiai nel letto cercando di prendere sonno.
Proprio appena si chiusero i miei occhi, il cellulare vibrò sul comodino risvegliandomi. Con una mano lo acchiappai velocemente, lo sbloccai e lessi il messaggio che era arrivato senza neanche vedere chi era il mittente.
‘Buonanotte, è stata una bella serata. Zx’
Non mi ci volle molto per caprie chi era.
Sorrisi dentro me stessa, quel semplice messaggio mi aveva fatto dimenticare tutta la discussione di Justin e finalmente mi convinsi di lasciarlo davvero andare, non potevo perdere un ragazzo come Zayn.
La mattina seguenti mi svegliai con il sorriso, un sorriso che sparì subito quando scesi in cucina e incrociai per un breve secondo lo sguardo freddo di mio fratello.
Quel giorno sarebbe stato il terzultimo di prove, di sabato ci sarebbero stati i provini e il giorno dopo i risultati. Questa faccenda mi aveva presa a cuore, anche se il mio scopo principale era ormai un vecchio ricordo. Volevo imparare a suonare la chitarra e invece mi ritrovavo a duettare con Zayn per le ‘audizioni’ ad un concerto di beneficenza. Non che la cosa mi dispiacesse.
Mi sedetti pronta a fare colazione accanto a Justin, ma lui subito si alzò e salì al piano di sopra, probabilmente diretto nella sua stanza. Speravo che gli passasse al più presto perché non sopportavo vederlo così e ancora di più non sopportavo non potergli parlare.
“Sai cosa è successo a tuo fratello? Sembra strano.” Chiese Jeremy leggendo il suo quotidiano e sorseggiando una tazza di caffè.
Scossi la testa in segno di negazione e addentai il mio muffin fingendo indifferenza.
“Mamma, dov’eri ieri sera prima che tornasse Je… ehm, papà?”
Cercai di cambiare discorso rischiando di essere scoperta, ma a quanto pareva quella scelta non piaceva a mia madre perché si ritrovò senza parole con gli occhi sgranati.
“Io… ehm, ero con una vecchi amica di liceo, sì…” Disse balbettante.
“Davvero? Perché non me l’hai detto?” Chiese Jeremy.
“Io ecco, l’ho proprio tolto di mente.” Ridacchiò nervosa.
Sorvolai sulla questione non volendo altri problemi per la testa anche se mi incuriosiva davvero sapere dove era stata mia madre perché sì, alla scusa che aveva inventato non ci credevo affatto.
JUSTIN’S POV.
Non potevo sopportare la vicinanza di Delilah, non le resistevo, la voglia di averla mia s’impadroniva di me, mi faceva uscire fuori di testa. Ieri sera non ero io che ragionavo, ma la paura che qualcuno me la potesse portare via e che qualcuno era uno dei miei migliori amici.
Non volevo che avesse paura di me tanto da non dirmi che era uscita, non volevo farle del male psicologicamente e non potevo pretendere che la sua vita si bloccasse lì, il suo mondo non poteva girare attorno a me.
Ma un giorno, anche quando avremmo avuto novant’anni, io e lei saremmo stati ancora insieme, forse le cose si sarebbero aggiustate in futuro; i nostri genitori ci avrebbero permesso di stare insieme senza dividerci, forse anche lei mi avrebbe amato almeno un quarto di quanto l’amavo io.
O forse dovevo dimenticarla e, per una buona volta dopo tanto tempo, rifarmi una vita che non si basava su Delilah.
Magari in questa vita ci sarebbe potuta essere Gemma, un’altra ragazza o semplicemente me stesso. Magari avrei realizzato il mio sogno, sarei diventato un cantante e avrei amato Del attraverso le mie canzoni, così che le potesse ascoltare la mia voce ogni sera prima di andare a letto, così che potesse sentirsi dire ogni volta che voleva quanto desideravo starle accanto e farla essere felice.
Mi alzai e aprii il cassetto della mia scrivania cercando dei fogli.
Quando li trovai li appoggiai sul letto, presi una penna e la chitarra suonando quella che nell’ultimo periodo era diventata la mia melodia preferita, quella che mi dava la forza per sorridere. Mi sarei dovuto scusare con Delilah e il giorno delle audizioni sarebbe stato perfetto, anche se avevo solo tre giorni per sistemare il mio lavoro.
Con il plettro pizzicai le corde riempiendo la mia stanza di musica.
‘I know it’s hard, baby,
to sleep at night
don’t you worry
‘cause everything’s gonna be alright’
So piccola, che é difficile dormire la notte, ma non preoccuparti perchè tutto andrà bene.





Ehy ragazze, che ne dite di lasciare qualche recensione?

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Capitolo 16
*** Would you like to be my girlfriend? ***


Eravamo tutti e otto ad aspettare ansiosi sul muretto della scuola.
Certo, non dovevamo partecipare ad X Factor, ma dovevamo comunque cantare davanti a dei giudici, dare il meglio di noi pur di passare le audizioni  e cantare al concerto di beneficenza.
Ci sarebbe stata molta gente, per questo motivo si sceglievano ‘artisti’ buoni, capaci di intrattenere un pubblico che, dopo aver pagato il biglietto, si sarebbe aspettato il meglio.
Ero felice di ciò che stavamo facendo e sarei voluta essere sul quel palco per sentirmi brava in qualcosa almeno una volta nella mia vita, avrei dettato con Zayn e fatto del bene per tanti bambini che desideravano solamente un pezzo di pane che potesse mantenerli in vita.
A proposito di Zayn...
Dalla sera in cui uscimmo insieme ci eravamo visti solo una volta., oltre ai pomeriggi che dedicavamo alle prove.
La mattina ero spesso rimasta a casa per aiutare mia madre con le faccende domestiche, avevo sentito qualche Lauren per telefono e una sera mangiammo la pizza insieme a casa sua, ma di Zayn niente.
Pensavo che si fosse pentito di uscire con me, che non gli interessavo dato che lui era un ragazzo pieno di qualità, era capace di fare di tutto mentre io a stento riuscivo a tenermi in piedi.
Ma la mattina precedente a quella dei provini, ero stata in spiaggia e, come al solito, lo avevo trovato lì con Liam, per la gioia di Lauren.
Avevamo parlato e scherzato normalmente come se nulla fosse, ma prima di lasciare il lido mi aveva trascinato in un posticino appartato e mi aveva baciata. Così, inaspettatamente. 
“Non voglio che gli altri sappiano, solo perché sanno essere davvero fastidiosi in certe occasionii.” Mi disse ridacchiando ed io sentii il mio cuore scoppiare in tante scintille e fare un tintinnio tipo quello delle winx quando si muovono.
Ed ora ecco che ci ritrovavamo a penare insieme sotto il sole, con l’unico pensiero di salire sul quel palco e dare il meglio di noi stessi.
C’ero io che battevo impaziente le mani sul muretto, Justin si mordeva il labbro inferiore, Lauren giocherellava nervosamente con una ciocca inferiore e Louis che cercava di smorzare il tempo raccontando qualche squallidissima battuta, che però ci faceva tranquillizzare un po’.
Niall mangiava un panino ripieno di chissà quanta roba.
‘Mangiare aiuta ad eliminare lo stress e il nervosismo.’ Ci aveva detto.
Harry, Liam e Zayn erano semplicemente fermi ad aspettare; avessi avuto io la loro pazienza. 
 
Quando la signora della segreteria disse i nostri nomi, ci dirigemmo tutti all’interno dello scuola e una scossa di adrenalina s’impadronì di noi.
Salirono sul palco per primi Harry, Liam, Louis, Niall con la chitarra e Lauren con la batteria che la scuola aveva preparato appositamente per lei, e cominciarono a suonare una canzone estiva abbastanza famosa in quel periodo. I ragazzi avevano tutti e quattro una voce fantastica e mi chiesi come mai non erano ancora cantanti. Ascoltarli era un piacere per le orecchie, la musica era impeccabile, tutto perfetto e ciò mi fece spaventare ancora di più.
Quando arrivò il nostro turno, io, Justin e Zayn salimmo sul palco mentre gli altri cinque scendevano soddisfatti augurandoci buona fortuna. Justin si sedette su una sedia bassa, così come Zayn, io invece, ero in piedi. Indossavo un vestito semplice che mi scendeva addosso morbido. Mi avevano obbligata dal momento che la canzone era molto dolce e romantica e dovevo dare l’aria della Giulietta della situazione. Il moro indossava dei jeans scuri ed una camicia che gli fasciava il torace alla perfezione, con i primi due bottoni lasciati aperti. 
Mio fratello aveva messo una semplice t-shirt nera con lo scollo a V e dei jeans anche lui.
Erano davvero belli
Justin cominciò a suonare ed io a cantare; ce la misi davvero tutta, cuore, anime e fiato, fino a quando quest ultimo si mozzò al sentire la voce di Zayn. Se gli altri erano fantastici, lui il canto ce l’aveva nelle vene. Appena cominciò a cantare si alzò dallo sgabello e si avvicinò a me, come avevamo sempre fatto nelle prove, ma in quel momento sembrava tutto diverso. Era come se ci stessimo dedicando le parole della canzone di Taylor a vicenda.
E quella era una cosa schifosamente romantica.
Quando uscimmo da scuola eravamo tutti felice; in qualunque modo sarebbe andata, noi ci ritenevamo soddisfatti perché avevamo fatto il meglio.
 
“Che ne dite di festeggiare?” Propose Harry allegro.
 
“Ma non abbiamo vinto.” Protestò Justin.
 
“E’ vero, ma dai, abbiamo dato una buona prova, non ci meritiamo di festeggiare?” Ammiccò il riccio per convincerci. 

Stavo per rispondere quando il cellulare vibrò nella tasca dei jeans di Jey.
Lo aveva lui solamente perché il mio vestito non aveva tasche.
Me lo porse senza leggere né il mittente né cosa c’era scritto e in quel momento ringraziai Dio, dato che era Zayn.

Da:Zayn.<3
‘Dì di avere da fare.’
 
Aggrottai le sopracciglia leggendo il contenuto del messaggio e lo guardai confusa, lui mi sorrideva divertito.
Non capii perché, ma feci come disse lui.

“Ragazzi, vorrei tanto festeggiare con voi, ma… devo studiare.” Dissi maledicendomi mentalmente per l’orrenda scusa che avevo utilizzato.

“Studiare in estate? E proprio ora?” Chiese confuso Liam.
Ridacchiai ed annuii. 

“A me fa male la testa, credo ritornerò a casa.” Disse Zayn confondendomi ancora di più.
 
I ragazzi ci lasciarono andare, anche se perplessi e, dopo aver percorso un po’ di strada insieme ed esserci allontanati da lì, il moro mi prese da dietro e mi baciò dolcemente sulle labbra.

“Hai da fare?” Mi chiese senza allontanarsi da me.

“Beh, dovrei studiare.”Gli dissi prendendolo in giro.

“Potevi trovare una scusa migliore.”

“Mi hai colta alla sprovvista.” Dissi mettendo un finto broncio e alla fine ci ritrovammo a ridere per quella stupida scena.

Andammo nel solito cortile in cui provavamo e ciò non mi dispiacque, amavo quel posto:era isolato e tranquillo.
Notai un altro disegno sul muro di pietra, era sicuramente il più bello di tutti.
Una figura femminile era giaceva in un prato verde con lo sguardo rivolto verso il cielo blu. Le braccia la sorreggevano e i capelli lunghi e castani le ricadevano lisci sulle spalle.
“Ti piace?” Chiese Zayn.
Annuii con veemenza, era questo l’effetto che mi facevano i suoi disegni.
Era davvero bravo, era capace di intrappolare in un muro un attimo vissuto, era come una fotografia disegnata. Si intravedevano varie sfumature di tutti i colori, da quelli caldi a quelli freddi. I capelli della ragazza sembravano reali, così come la rondine che era stata riprodotta sul blu del cielo. Pareva stesse spiccando il volo per arrivare chissà dove.

“L’ho disegnato pensando a te.” Disse dopo un po’ facendomi voltare verso di lui con uno scatto fulmineo, prima che il disegno mi rapisse di nuovo. Sorrisi felice al pensiero che quell’opera d’arte era stata disegnata con me come ispirazione.
Mi avvicinai al ragazzo e lo abbraccia forte.

“Come fai ad essere così speciale?”

“E’ una cosa buona?”

Annuii e posai la testa sul suo petto impazzendo a causa del suo profumo dolce.

“Vuoi essere la mia ragazza?”

Lo guardai negli occhi per capire se fosse serio e il suo sguardo non trapelava ilarità così intesi che me l’aveva chiesto davvero, non era solo un bellissimo sogno.

“Sì.” Non riuscii a dire altro dal momento che mi baciò per la seconda volta in quella giornata.
JUSTIN’S POV.
Era ovvio che erano insieme, ne ero certo. Delilah non era mai stata brava ad inventare le bugie e poi... guardate che casualità!, proprio ora che mia sorella decide di studiare, Zayn ha il mal di testa e non può festeggiare con noi. Festeggiare poi, festeggiare cosa?!

“Vi va di venire a pranzo da me? Ci dovrebbe essere anche Gemma.”

Disse Harry, ed io colsi l’occasione per non pensare alle varie cose che quel coso proveniente dal Pakistan avrebbe potuto fare a mia sorella.

“Non  è male come idea…” Il riccio mi guardò torvo prima di scoppiare a ridere contagiando anche il resto del gruppo.



 

Buonasera ragazze!
Come state? Spero bene. :)
Sono davvero dispiaciuta per avermi fatto aspettare
così tanto per un orrendo capitolo, ma ultimamente 
sono stata davvero poco a computer e non ho avuto
tempo per scrivere. cc
Finalmente le audizioni e...
*rullo di tamburi*
Zayn chiede a Delilah di stere insieme!
*balla la macarena*
QUESTIONS TIMEEE.

☯ COSA CREDETE ACCADRA' TRA ZAYN E DELILAH?
☯ JUSTIN SI RASSEGNERA'?
☯ E DI LAUREN E LIAM VE NE SIETE DIMENTICATE?


ps. lasciatemi un commentino-ino-ino. <3


 ps.s. sto scrivendo un'altra long, si chiama 'let me love you' date un'occhiata? c:


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Capitolo 17
*** Who is Peter? ***


   
 
 
Justin’s pov.
 
Alla fine, avevamo deciso di restare tutti nel locale dove, di pomeriggio, lavorava Harry, ed invitare anche sua sorella che aveva saputo solamente la sera prima del concerto di beneficenza.
Fu un’ottima scelta, dal momento che, il proprietario Mark ci offrì il nuovo drink chiamato ‘summer forever’, nome discutibile, ma il sapore era davvero niente male.
Sua figlia aveva partorito ed era molto euforico quel giorno, tanto da unirsi a noi.
Gemma ci aveva raggiunti dopo un po’ e rimasi letteralmente spiazzato quando entrò dalla porta in vetro e si sedette accanto a me prima ancora di salutare gli altri.
Non che mi dispiacesse, ma davvero non me l’aspettavo.
 
“Allora hai partecipato anche tu…”Mi chiese, anche se con quella frase sembrava volesse solamente confermare la sua ipotesi.
 
“Sì, ma non ho cantato.”
Si sporse e notò dietro di me, appoggiata alla sedia in legno che riprendeva il colore dei tavoli, la mia amatissima chitarra.
 
“Hai suonato?”Annuii e sorrisi perplesso quando un fantastico sorriso sorpreso si dipinse sul suo viso candido.
Mi ricordava una persona…
 
“Adoro la chitarra, ma i miei genitori non hanno ai voluto farmi imparare questo strumento perché pensano che io sia troppo maldestra ed incapace.”
Mise il broncio ed incrociò le braccia al petto per poi scoppiare a ridere.
Mi ricordava maledettamente una persona…
Scossi la testa e scrollai le spalle per togliermi quei pensieri dalla mente; anche quando non c’era occupava i miei pensieri. Come se il cervello fosse un computer vecchio e con dei problemi tecnici, pieno di programmi e di cartelle e tra quelle c’era anche la sua, che si apriva perennemente facendomi diventare pazzo.
 
“Magari potrei insegnarti io.”
Sorrisi sincero, ma subito dopo mi sentii un mostro perché l’avevo promesso anche all’altra ragazza, anche lei voleva imparare, ed io credevo che sarebbe stata un’ottima scusa per trascorrere più tempo con lei. Ma poi ci eravamo allontanati.
 
“Sarebbe fantastico.”Gemma ricambiò il sorriso e, anche se aveva mantenuto un tono calmo e pacato, si scorgeva nei suoi occhi una punta di felicità e mi faceva stare bene perché sapevo che ero io a procurarle quella scintilla.
 
“Che ne dici di andare un po’ là fuori?”Le proposi a bassa voce, per non farmi sentire dagli altri che, intanto, si erano divisi; chi al bancone, chi, come Niall, a mangiucchiare qualcosa.
Annuì, così mi alzai e le porsi la mano per aiutarla a fare lo stesso e, senza lasciargliela, la portai fuori.
Quel posto era fantastico, perché si trovava su una grande strada sul lungomare e non ci passavano automobili, solo scooter. Molte ragazze si esibivano in lunghe camminate in bikini e shorts per raggiungere la spiaggia mentre i ragazzi utilizzavano le loro biciclette per sfoggiare i loro muscoli.
Iniziammo a camminare lungo una ringhiera che affacciava sui lidi e il Sole del mezzogiorno, faceva risplendere l’oceano di tutti i suoi fantastici colori.
 
“E’ così bello qui, amo il mare.”Disse Gemma osservando incantata lo spettacolo che si presentava davanti ai suoi occhi.
 
“Ti accontenti di poco.”Notai inarcando un sopracciglio e sorridendole.
 
“Poco? Questo è poco?!”Spalancò le braccia in avanti, come per mostrare il panorama che ci si presentava davanti.
In effetti, aveva ragione.
 
“Sei una che viaggia molto?”Le chiesi interessato mentre un odore di salsedine inebriava i miei sensi.
Si sporse lungo la salienza e storse il naso.
 
“Sì, ma solo con la scuola… Mi piacerebbe fare un viaggio con la mia famiglia o miei amici un giorno.”
 
“E dove ti piacerebbe andare?”
 
“Australia.”Rispose subito convinta, annuendo dopo.
Non ero un amante dell’Australia, anche perché non c’ero mai stato, ma non era tanto male come paese; avevo sentito parlare delle lunghe distese d’erba di quel posto e dei canguri, tanto quanto delle bellissime spiagge.
 
“Magari un giorno ci andremo insieme.”Le feci l’occhiolino e lei sorrise divertita.
 
“Ora è meglio che torniamo o ci prenderanno per dispersi.”Mugugnai contrariato, sarei rimasto lì a vita.
La brezza marina era capace di pulirmi la mente da tutti i pensieri, e ne avevo tanto bisogno in quel periodo.
Mi era piaciuto molto parlare con Gemma, era una ragazza socievole e spigliata, simpatica, ma allo stesso tempo dolce. Avevo capito molto di lei in quelle due volte in cui avevamo parlato ed ero interessato a lei, non solo come ragazza, ma anche come persona.
 
 
Delilah’s pov.
 
Dopo quella domanda, avevamo trascorso il tempo a parlare, per conoscerci meglio.
Da quanto aveva detto, capii che aveva tre sorelle ‘bellissime’ e il padre di origine pakistana. Avevamo anche parlato dei suoi interessi; oltre alla musica, amava disegnare e soprattutto, fare ritratti di persone che gli suscitavano interesse.
Nel suo tempo libero da solo leggeva, mentre, quando aveva voglia di stare in compagnia, si ritrova con i suoi amici nel cortile in cui eravamo in quel preciso momento. Mi aveva rivelato che amava portarci le persone a cui teneva, come i suoi amici.
Dal mio conto, non potei dirgli molto dato che conosceva già la mia famiglia e gli avevo già parlato del mio interesse per la musica e il piano.
Sentivo che con lui potevo davvero aprirmi, era un ragazzo che sapeva ascoltare e dare ottimi consigli per questo motivo mi sentivo a mio agio a parlargli.
Da piccola ero sempre stata una chiacchierona, ma quando bisognava parlare di me, mi chiudevo tra quattro mura e preferivo stare in silenzio, per paura che la gente prendesse alla leggera cosa sentivo, provavo e avevo da dire.
Non pensavo che qualcuno potesse capirmi, fino a quando non avevo incontrato Zayn.
Ma nonostante tutto, mi sembrava ancora troppo presto per parlargli di Justin e del rapporto che si era creato tra noi due. Non volevo spaventarlo o shockarlo, non volevo che si facesse una strana idea di me.
Dopo le nostre profonde riflessioni, ci eravamo trovati distesi sull’erba, lui tranquillo ad osservare il cielo ed io, impegnata a scacciare gli insettini che insinuavano di camminarmi sulle gambe scoperte dal vestito che indossavo.
 
“Perché me?”Chiesi tutto d’un tratto facendolo risvegliare dai suoi pensieri.
Teneva le braccia incrociare dietro la testa a fare d’appoggio e un raggio di luce gli illuminava il viso ambrato dandogli una sfumatura quasi dorata. I suoi occhi, scuri come il caffè, ora risplendevano colorandosi di sfumature d’oro e ai bordi, d verde.
Era un dio greco, vestito in modo sportivo.
Dopo la mia domanda si era alzato sui gomiti per scrutarmi, come per capire il senso della mia domanda.
 
“Scusa, cosa intendi?”
 
“Perché stai facendo tutto questo per me? Perché mi hai chiesto di uscire, di essere la tua ragazza, di stare qui con te? Cosa ho di speciale?”
 
“Non fare la paranoica, sai benissimo che sei speciale. Probabilmente, la prima cosa che mi ha colpito di te sono stati i tuoi occhi chiari, la tua figura slanciata e il tuo sorriso perennemente stampato sulle labbra. Ma la mia testa mi spingeva a cercare qualcosa in più dentro di te. Dietro ai tuoi bellissimi occhi si nasconde qualcosa di ancora più bello e voglio provare a scoprirlo.”
 
Ora mi emoziono, ragazzi.
Rimasi letteralmente senza parole perché in così poco tempo aveva capito più cose su di me che io stessa.
Il modo chiaro in cui si esprimeva spiegando chiaramente le sue ragioni, i complimenti indiretti che mi aveva fatto per tutto il suo discorso, i suoi occhi fissi nei miei che mi davano maggior sicurezza per capire che diceva la verità.
 
“Hai fatto un corso di poesia? No perché io non riuscirei mai a dire parole così belle.”Dissi davvero sorpresa, forse rovinando quel momento romantico che si era creato tra di noi.
“Lo prendo come un complimento.”
Rimanemmo qualche secondo in silenzio prima di scoppiare a ridere e ci fermammo solo quando sentimmo il rumore di una chiave che attraversava la serratura di un cancello.
Il cancello del cortile.
Ci guardammo preoccupati negli occhi.
Se erano i ragazzi eravamo davvero fregati.
Non dovevano vederci lì insieme, soprattutto per ciò che gli avevamo detto, chissà cosa avrebbero pensato e Justin, oh Justin, lui sì che si sarebbe irritato parecchio.
Zayn cercò nelle tasche dei suoi jeans un mazzo di chiavi e me lo porse, mi mostrò una chiave e mi disse di andare nella casetta di legno in cui ci eravamo rifugiati nel nostro primo appuntamento.
Quella casa si stava rivelando una vera salvatrice.
Corsi come mai avevo corso in vita mia, poi mi bloccai improvvisamente.
“E tu?”
“Corri e non pensare a me.”
Feci giusto in tempo a chiudermi dentro che gli altri entrarono chiedendo sorpresi qualcosa a Zayn.
Da dove mi trovavo non capii di cosa parlavano, ma ipotizzai che gli stessero chiedendo perché si trovasse lì.
Dopo un po’ sentii vibrare il cellulare che avevo portato con me, fortuna che non lo teneva ancora Justin.
Mi sbrigai a sbloccarlo e lessi il messaggio inviatomi da Zayn.
‘C’è una finestra in alto, arrampicati e corri a casa prima che arrivi Justin o ci scopriranno.’
Risi sommessamente prima di realizzare ciò che dovevo fare.
Mi voltai e cercai la finestra di cui mi parlava Zayn con lo sguardo e quando la trovai mi accorsi che era parecchio in alto.
Avevo sempre avuto paura delle altezze.
Mi feci coraggio e cercai qualcosa che potesse permettermi di arrivare lì in alto, presi la prima sedia che mi capitò davanti e la spostai sotto la finestra che fu aperta una volta che fui salita sulla sedia.
Mi arrampicai velocemente cercando di non cadere e mi sedetti sul davanzale, guardai cosa si trovava sotto di me e scorsi una pianta grassa, di quelle piene di spine.
Dovevo cadere giù stando attenta a non atterrarci sopra e bucherellarmi tutta.
Ce la feci quasi, anche se una parte del vestito s’ incastrò in una spina, ma, con cautela, riuscii a staccarlo e corsi fino a casa sperando di arrivare prima di mio fratello.
Arrivata a destinazione, aprii la porta di casa che non era chiusa a chiave, dato che piamadre era dentro, ed entrai controllando che oltre ad ella non ci fosse nessun altro.
Quando mi fui assicurata che Justin non ci fosse ancora, entrai in cucina e trovai mia madre che parlava al telefono, cosa che accadeva molto raramente.
 
“Va bene Peter, glielo dirò, ma ora devo staccare… Ok… sì, ci sentiamo.”
 
“Peter, eh?” Chiesi cogliendola in flagrante.
 
Sobbalzò goffamente e si coprì con una mano il petto, sul punto in cui c’era il cuore.
Ok, le avevo fatto prendere un grande spavento.
 
“È  un mio compagno del liceo e… mi ha chiamata perché la nostra classe vuole fare una rimpatriata, probabilmente andremo nella pizzeria di zio Peppino (ma AHAHAHAH) però non voglio ancora dirlo a tuo padre perché potrebbe fare strani pensieri sai…”
 
“Va bene, va bene mamma. Io non gli dirò niente solo se tu non dirai a Justin che sono tornata ora, ma qualche ora fa per studiare. Ok?”
 
Mi guardò perplessa.
 
“È successo qualcosa a scuola, oggi?”
 
“Oh no, mamma, anzi, è andato tutto bene. Ora salgo che sento dei passi nel viale, deve essere lui.”
 
Impegnata a scappare da mio fratello, non mi curai più di tanto di quella telefonata, ma infondo era solo un vecchio amico di liceo, no?



Salve ragazze, 
dato che allo scorso capitolo ho ricevuto una sola
recensione, ho allungato questo capitolo e cercato di renderlo migliore. :)
Spero in un vostro commento.
-Sxx.

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Capitolo 18
*** I hate this girl. ***


Jeremy era tornato da poco da lavoro e, dopo aver sfilato la sua giacca che faceva sudare solo a guardarla, si era unito con noi a tavola per pranzare.
Mamma aveva preparato gli spaghetti che Justin tanto amava e, per accontentare anche me, aveva cucinato anche la carne al forno con tanto di patate aromatizzate.
La cosa bella era che nessuno le aveva chiesto niente.
 
“Mamma, hai la febbre?”Chiese Justin.
Lei sembrò non sentirlo, infatti, continuò ad assaporare il suo piatto di spaghetti senza neanche guardarlo.
 
“Mamma, ci sei?”Chiesi io, questa volta.
Niente, era troppo immersa nei suoi pensieri.
 
“Tesoro, è tutto ok?”Fu il turno di nostro padre.
 
“Io? Eh? Cosa è successo? Non vi piacciono gli spaghetti?”Finalmente tornò sul pianeta terra.
La guardai perplessa. Questo suo disinteressamento alla vita del mondo era per caso dovuto a quel Peter? Volevo assolutamente capire cosa stava succedendo, avevo bisogno di parlarle.
 
“Com’è andata a scuola con la canzone?”Chiese Jeremy cambiando discorso.
 
“Bene, domani riceveremo i risultati.”  Rispose Justin abbassando lo sguardo.
 
In quella casa stavano impazzendo tutti ed io ero l’unica ancora sana di mente, forse.
 Dopo aver terminato il mio pranzo, salii in camera e chiamai Lauren, avevo molte cose da raccontarle e ci saremo potute incontrare per il pomeriggio libero.
Presi un elastico dalla scrivania e legai i capelli, non sopportavo averli attaccati al collo in giornate afose come quella. Aprii la finestra lasciando passare un po’ d’aria fresca e mi sedetti sul letto cercando il numero della mia migliore amica nella rubrica del cellulare.
Quando lo trovai, la chiamai e dopo un paio di squilli rispose.
 
“Non è neanche passato un giorno e già senti la mia mancanza?”Sarcastica come sempre, simpatica quando un riccio al posto del guanciale di notte.
 
“Ah-ah. Fai poco la simpatica e liberati dei tuoi impegni per il pomeriggio. Dobbiamo parlare.”
 
Nel frattempo aprii il cassetto del mio comodino cercando qualcos’altro che potesse tenere su le ciocche ribelli di capelli che cadevano sulla fronte. Tra varie spille, penne e bracciali, notai un pezzo di carta parecchio vecchio. L’osservai un po’ leggendo cosa c’era scritto e, malinconica, lo riposi sul comodino.
 
“Vediamo… Oggi non avrei impegni importanti, solamente la cena di famiglia dai miei nonni che posso sicuramente evitare… Sì, sono disponibile. Quale sarà l’argomento?”
 
Ogni venerdì sera, a casa dei nonni di Lauren, si teneva la cena di famiglia che i nipoti tanto odiavano. Lau mi aveva spesso parlato delle manie del nonno che sistemava qualsiasi cosa avesse a tiro e della testardaggine della nonna che continuava a pensare che tutti fossero troppo sciupati.
 
“Compiti delle vacanze…”La buttai lì sul vago.
 
“Cosa è successo con Zayn?”Mi urlò nel timpano.
 
“Come fai a sapere che mi riferivo a Zayn?”Spalancai la bocca, pur sapendo che non poteva vedermi.
 
“Insomma… Chi credi non l’abbia capito? Da quando studi in estate?, e poi… che casualità, a Zayn faceva male la testa proprio oggi e solamente dopo i provini.”.
 
Mi sentii le guance avvampare e morsi il labbro inferiore nervosa. In effetti, nessuno ci avrebbe creduto. Nessuno quindi neanche Justin.
 
“Non siamo scemi. Ora devo staccare, ci vediamo tra una mezz’oretta.”
 
Uscii dalla mia stanza dirigendomi in giardino, dove l’aria era sicuramente più fresca  
e mi sedetti sull’amaca, sventolandomi con il primo giornale che mi ero trovata davanti.
Sentii dei passi attutiti dall’erba perfettamente potata e vidi la figura di Justin avvicinarsi. Si sedette al mio fianco, con lo sguardo fisso in avanti, come se non si stesse curando della mia presenza.
Dopo qualche attimo di silenzio, parlò.
 
“Potevate benissimo dirlo che volevate stare da soli.”
 
Non ci arrivai subito, mi ci volle qualche secondo prima di capire a cosa si riferisse, ma poi mi venne in mente la telefonata con Lauren. Aveva ragione, l’avevano capito tutti.
 
“Non volevamo ricevere domande e sapevamo benissimo che sareste giunti a conclusioni affrettate.”
Dissi dura senza lasciar trapelare il nervosismo.
 
 
“Secondo voi non l’abbiamo capito che state insieme?”Chiese ovvio, guardandomi finalmente e spalancando le braccia come se avessi detto una sciocchezza.
 
“Ok Justin, stiamo insieme, va bene? Vogliamo rimanere da soli senza dirlo agli altri, qual è il problema?”
 
“Hai già dimenticato tutto per caso?”Sembrava uno strizza cervelli pronto a lottare fino alla fine pur di farmi dire la verità.
 
“Non ho dimenticato nulla, ma voglio farlo.”Spostai lo sguardo dal suo ed osservai le piante curate da mia madre e i fiori sbocciati da ormai un bel po’.
 
“Allora lo stai solo usando…”
Questo suo comportamento mi stava irritando, non ero affatto il tipo di ragazza che utilizzava una persona per dimenticarne un’altra. Stavo con Zayn perché mi piaceva, era fantastico, dolce come Justin mai era stato, riusciva a capirmi anche se non ci conoscessimo da molto e stavamo bene insieme.
 
“Non sto usando nessuno, Justin.”
 
Sentimmo bussare al cancello alla fine del viale del nostro giardino ed andai ad aprire subito ringraziando mentalmente Lauren per avermi salvata da quella situazione.
 
“Ho… interrotto qualcosa?”Chiese in imbarazzo ed ebbi un dejà-vu.
 
Era successa la stessa cosa quella volta in cui le parlai del casino ‘Jelilah’(così soprannominato da lei), il pomeriggio quando venne a prendermi a casa mia ed entrò nella stanza di Justin dove mi trovavo anche io.
L’unica differenza, quella volta io e mio fratello stavamo semplicemente scherzando e ridendo, ora litigando.
 
“No, nulla, saliamo in camera mia per favore.”
 
Guardai torva Justin e afferrai la mia amica per la mano portandola in casa.
Salutò cordiale mia madre e scambiò due parole con lei, mentre io fremevo dalla voglia di parlare con qualcuno, quel qualcuno che ora si stava intrattenendo con la mia mamma.
La strattonai per un braccio e andammo in camera.
 
“Non lo sopporto più!”Urlai esasperata battendo i pugni sul cuscino del letto immaginando il viso di Justin.
 
“Ehy, calma, calma… Hai già litigato con Zayn?”
 
A sentire quel nome mi fermai immediatamente. Quel ragazzo aveva come un effetto calmante su di me, il lato positivo di una camomilla, ma più dolce di quella orrenda bevanda che spesso ero costretta a bere in inverno.
 
“No, è Justin che mi fa impazzire.”Dissi contenendo il mio tono.
 
“Immagino, è proprio un bel ragazzo. Se non ci fosse Liam ci prov…”
 
“Lauren!”La bloccai prima che finisse la frase. Ci mancava solo che la mia migliore amica si mettesse con quel lunatico di mio fratello.
 
“Scusa, scusa. Cosa è successo?”
Cominciai a raccontarle tutto, dalla mattina dopo le prove fino a quando Zayn mi aveva proposto di stare insieme, sprizzando felicità da tutti i pori e facendo luccicare cuori nei miei occhi, fino ad arrivare alla discussione con Justin. Dovetti prendere il cuscino e stringerlo per fermarmi dall’istinto omicida nei confronti del ragazzo.
 
“Geloso il biondino.”Fu il suo commento.
 
Quasi non mi strozzai con la mia stessa saliva.
 
“Geloso?!”
 
“Ovvio, proprio non gli va giù che la sua ‘sorellina’ stia con uno dei suoi migliori amici. Non accetta che tu sia andata avanti lasciandoti alle spalle tutte le parole dette e i gesti lasciati a metà. Anche se oggi ha trascorso la mattinata con quella Gemma, la sorella di Harry.”
 
Ero rossa dalla rabbia, avrei spezzato il letto se Lauren non mi avesse fermato.
 
“Passando ad altro… Liam mi ha chiesto di uscire insieme domaniii!”
 
Almeno una buona notizia. Il giorno dopo, sabato sera, Lauren sarebbe uscita con Liam.
Quei due ci provavano l’uno con l’altro da un paio di settimane e finalmente lui aveva fatto il primo passo.
Un attimo… Ed io con chi avrei trascorso la serata?
 
“Sono felicissima per te, anche se domani resterò sola.”
 Finsi di asciugarmi una lacrima facendola ridacchiare.
Scesi dal letto e mi avvicinai alla radio ormai vecchissima e quasi completamente rotta, per accenderla cercando qualche frequenza che non trasmettesse canzoni dell’800 o roba di chiesa. Per la cronaca, avevo una fobia per le chiese. Da piccola, quando mi costringevano ad andarci, rimanevo tutto il tempo a piangere silenziosamente nascosta tra le ultime file.
Dopo aver scartato qualche canzone, trovai una frequenza che dava una canzone degli Oasis, Wonderwall.
Adoravo quella canzone, così chiusi il computer che stava utilizzando Lauren per controllare il suo account tumblr come al solito, e alzai il volume della radio; presi due spazzole dal bagno, una per me ed una per la mia migliore amica e la costrinsi a cantare in playback con me mentre fingevamo di ballare.
La finestra era aperta e chiunque poteva vederci, ma a me non importava più di tanto.
Finita la canzone, ci sedemmo esauste sul letto e ne sentimmo un’altra, che proveniva dal telefono questa volta, segno che qualcuno mi stesse chiamando.
Quando lessi il nome sentii le mie labbra allargarsi automaticamente in un sorriso e corsi in bagno lasciando Lauren perplessa.
 
“Tu e Lauren sapete ballare davvero bene.”Dall’altra parte arrivò una voce calda e profonda che, in primo momento, mi fece impazzire tanto da non capire cosa avesse detto. Quando realizzai ritornai con la mente a cinque minuti prima, quando io e la mia amica ci stavamo sfrenando sulle note della canzone in radio.
Se qualcuno avesse potuto vedermi mi avrebbe sicuramente scambiata per un peperone rosso.
Ah, ero allergica ai peperoni.
 
“C-cosa… Ci hai viste?”Chiesi a Zayn.
 
“Sì, ma non ti preoccupare, ho guardato solo te!”
 
“Idiota! Cosa ci facevi sotto casa mia?”
 
“Stavo andando in spiaggia e volevo vedere se volessi venire anche tu...”
 
“Chiamarmi no, eh?”
 
“L’ho fatto ora!”Sorrisi divertita e dopo qualche secondo sentii mia madre chiamarmi.
 
“Scusa, mia madre mi chiama, aspetta un attimo in linea.”
Non mi ascoltò e terminò la telefonata lasciandomi confusa.
Scesi in cucina seguita da Lauren e le chiesi a mia madre il motivo per cui mi aveva chiamata.
 
“C’è l’amico di Justin… o dovrei dire il tuo ragazzo...” tossicchiò“alla porta.”
Corsi ad aprirla e mi ritrovai il moro con accanto Liam che ci sorridevano tranquilli.
Gli occhi di Lau s’illuminarono alla vista del suo amore e un sorriso partì dalla guancia destra a quella sinistra mentre mia madre provava a spiare dalla finestra, convinta che io non la vedessi.
 
“Ehi mà, andremo in spiaggia, mi dispiace molto non poterti aiutare con le pulizie, sono addolorata, ciao.”Chiusi la porta e guardai il cielo che si stava già tingendo di rosso.
Iniziai a correre e gli altri mi seguirono, senza però capire il motivo della ma corsa, fin quando non giungemmo in spiaggia, giusto in tempo per vedere il sole affondare in mare e qualche gabbiano volare qua e là.
Restammo seduti sulla sabbia per qualche minuto finché il sole fu completamente invisibile e solo quando mi voltai indietro scorsi Justin passeggiare con una ragazza mora mai vista in vita mia. Già non la sopportavo.
I due si avvicinarono a noi sorridenti e ci salutarono come se nulla fosse, anche lei, la mora.
No, proprio non la sopportavo.
Zayn, Liam e Lauren iniziarono a chiacchierare con lei come se la conoscessero da una vita escludendomi dalla discussione.
Quella tipa era proprio antipatica e il modo in cui guardava MIO fratello non mi piaceva affatto.
I suoi occhi verdi e le fossette potevano renderla carina, ma giusto un po’ e la sua voce graffiata era molto irritante. Mi ricordava qualcuno, fisicamente e caratterialmente, nei modi di fare e anche di parlare, ma non riuscii  capire chi.
 
“Tu devi essere la sorella di Justin. Piacere, Gemma.”Mi sorrise e mi porse la mano. L’afferrai e la strinsi con tutta la forza che avevo in corpo facendola quasi gemere di dolore.
 
“Piacere mio, sono Delilah e sì, Justin è MIO fratello.”Dissi a denti stretti sottolineando la parola ‘mio’ con un sorriso più finto della Minaj.
 
Quella Gemma riprese a parlare con gli altri dimenticandosi ancora di me.
L’unico che mi rivolgeva qualche sguardo, freddo, era Justin.
Si avvicinò alla ragazza e le avvolse un braccio attorno alle spalle sorridendo maligno.
L’odiavo!
Scostai lo sguardo cercando di cacciare da me la voglia di ammazzarlo e commettere un omicidio da giovane rovinando la mia vita, e lo rivolsi a Zayn che non stava minimamente ascoltando la conversazione degli altri quattro, ma guardava la sabbia assorto dai suoi pensieri e giocandoci di tanto in tanto riempiendo il pugno e lasciandola scivolare tra le dita.
 
“È tutto ok?”Gli chiesi e lui semplicemente annuì sorridendomi per provare a convincermi.
Avevo davvero bisogno di un manuale per comprendere le persone.


LOOK AT ME! 
Ciao chicas...
Non ho molto da dire perchè il capitolo mi fa davvero schifo
e non vedo l'ora di scriverne un altro per dimenticare questo. cwc 
Grazie mille per le recensioni allo scorso capitolo, 
grazie alle persona che hanno letto e aggiunto la storia in tutte 
le sezioni in cui si può aggiungere una fanfiction e...
scusate, ma ho sonno. lol
Per chi volesse contattarmi, sono @zaynsnote su twitter. c:
Adioooooooooss. <3


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Capitolo 19
*** No happy ending. ***


Mi stavo davvero annoiando a sentire quella ragazza chiacchierare felicemente con tutti, quando il mio obbiettivo, prima che arrivasse lei, era quello di trascorrere un po’ di tempo con la mia migliore amica, Liam e… il mio ragazzo.
Inoltre, quest' ultimo, era assente e prendeva parte della conversazione solamente quando gli veniva chiesto qualcosa.
 
“Ti va di allontanarci un po’?”Gli chiesi dolcemente, tentando di tenere il tono basso per non farmi sentire dagli altri. Lasciò in un angolo i suoi pensieri rivolgendomi uno sguardo sereno ed annuì.
 Eravamo già un po’ in disparte e, con molta cautela e discrezione, riuscimmo a volare via da quell’angolo di spiaggia in vita grazie alle chiacchiere dei ragazzi.
Gattonammo come due bambini finché fu impossibile che potessero vederci e ci prendemmo per mano percorrendo un paio di lidi verso la riva del mare per poi sistemarci dietro ad una schiera di scogli, al riparo dagli sguardi altrui e da quelle leggere folate do vento fresco che caratterizzano il clima marittimo nelle ore pomeridiane.
Il cielo stava scurendo lasciando spazio ad una distesa di stelle lucenti che illuminavano il tappeto blu sopra le nostre teste.
 
“Va tutto bene? Sembri pensieroso.”Gli accarezzai la mano ed al contatto con la sua pelle morbida rabbrividii, capendo che la bellezza che mi trovavo davanti ora m’apparteneva.
 
“Tutto bene, piccola. Semplicemente avrei voluto trascorrere un po’ di tempo con te, ma a quanto pare, oggi tutti avevano voglia di mare.”Mi sorrise, il primo vero sorriso di quel pomeriggio.
Ora ero più sicura, il pensiero che potesse annoiarsi con me mi stava divorando viva, in più si metteva Justin a confondermi le idee ancora di più.
Mi spostai verso di lui accovacciandomi sul suo corpo per lasciargli un bacio sulla guancia, dopodichè, Zayn prese il mio viso e lo portò vicino a lui facendo sfiorare le nostre fronti e regalandomi un altro bellissimo sorriso prima di premere le sue labbra dolci sulle mie.
Tutto quel romanticismo non faceva parte di me, Zayn tirava il meglio di Delilah Bieber i ogni suo gesto, movimento, ogni sua parola.
 
“Domani andremo a scuola per vedere se ci hanno accettati per il concerto.”Ricordò lui.
Stranamente, il pensiero non m’innervosì, l’ansia non mi risucchiò e non mi lasciai prendere dal panico.
Era semplicemente un provino per la scuola, avevo dato tutto ciò che potevo dare nell’esibizione ed ora dovevo rimanere solo tranquilla. Anche se non fossimo passati, per me sarebbe andata bene. Era una nuova esperienza che mi sarebbe potuta servire in futuro.
 
“Con la voce che hai, li avrai conquistati tutti.”Dissi fiera di lui come una mamma che guarda suo figlio recitare nel teatro della scuola per la prima volta.
 
“Lo so, ne sono sicuro anche io.”Mi voltai verso Zayn incredula da quello che aveva detto.
 
“Non ti facevo così modesto, sai!”Scherzai inarcando un sopracciglio e tentando inutilmente di nascondere un sorriso divertito dalle mie labbra.
“Scherzo, lo sai.”Mi rubò un altro bacio, all’inizio semplice, a stampo come gli altri, ma che poi si approfondì man mano, dolcemente.
Mi fece sedere su di lui così da potermi tenere più stretta e mi baciò come mai nessuno aveva fatto. Le sue mani scesero fino all’orlo della mia maglia passando sotto il tessuto e bruciando sulla mia pelle mentre mi massaggiava lentamente la schiena.
Agganciai le braccia al suo collo ed infilai le dita nei suoi capelli notando che erano morbidissimi. Sarei stata in quella posizione a vita, se non avessi dovuto staccarmi da lui per prendere fiato.
 
“Sono poco più di due settimane che ci ‘frequentiamo’ e già riesci a farmi impazzire così.”Sussurrai al suo orecchio facendolo rabbrividire. Mi piaceva fargli quell’effetto.
 
“Ci conosciamo da abbastanza tempo, Justin è mio amico dai tempi delle macchinine e gli aeroplani di carta e mi ha parlato spesso di te. Mi ha sempre affascinato il tuo essere così allegra e riservata allo stesso tempo. Sembri una persona schietta, ma in realtà hai paura di dimostrare i tuoi sentimenti.”
Il modo in cui Zayn mi entrava dentro con la sua mente, captando ogni piccolo particolare della mia personalità, certe volte  mi spaventava. Dio l’aveva fatto nascere per portarlo nella mia vita in modo che potesse spiegarmi ed analizzarmi come neanche io sapevo fare, così da poter aiutarmi senza problemi, quando avevo bisogno di lui, sicuro di quali parole dire per consolarmi e capace di scoprire il momento in cui doveva sostenermi con un abbraccio.
Senza rispondere, incapace di trovare una frase che potesse essere all’altezza delle sue, lo abbracciai forte inebriandomi del suo profumo forte che mandava in tilt il cervello.
Zayn era speciale.
Ormai il cielo era scuro e delle ombre ballavano sulla sabbia fresca, era ora di tornare a casa, anche se non avevo affatto voglia di rivedere Justin, rinchiudermi nella mia stanza calda o sentire Lauren, non volevo lasciare Zayn ora che lo sentivo sempre più vicino, ora che imparavo a ad accettare che una persona riuscisse a cancellare tutte le barriere intorno a me.
 
“Dobbiamo tornare a casa, avvisiamo gli altri e ti accompagno io.”
Era un’idea perfetta per trascorrere altro tempo insieme, ogni secondo non doveva essere sprecato.
Prima di alzarsi, mi lasciò un bacio a fior di labbra e mi porse la mano aiutandomi a tenermi in piedi. Mi scrollai un po’ di sabbia dal vestito e gli sorrisi incamminandomi poi per la passerella fino ad arrivare sulla strada.
Zayn inviò un messaggio ai ragazzi dicendogli di non aspettarci e mi prese per mano, iniziando a camminare per il lungo mare.
 
“Ricordi la prima volta al mare insieme?”Gli chiesi ripercorrendo  con la mente tutti quei momenti sereni, quando Justin per me era un semplice fratello con cui avrei imparato a suonare, quando non dovevo nascondere un segreto così grande a nessuno, quando Zayn per me, era uno di quei ragazzi irraggiungibili, troppo popolare, troppo bello, troppo intelligente e troppo perfetto.
“Sì, ricordo anche quando provasti ad ammazzarmi in acqua.”
Ridacchiai al pensiero, l’acqua gli arrivava alle ginocchia, ma lui continuava a sostenere che sarebbe potuto morire.
Ormai era buio pesto, solo qualche lampione illuminava il paesaggio circostante, ma casa mia era molto vicina.
Arrivammo in fretta, tra una parola e l’altra, baci rubati e risate, ma quando giungemmo a destinazione il sangue mi si gelò nelle vene.
 
Justin’s pov.
Gemma riusciva a socializzare subito con tutti, era davvero speciale, ma a quanto pareva, non era molto gradita da Delilah che la guardava in cagnesco da quando eravamo arrivati.
Mi dava una certa soddisfazione vederla così irritata dalla sua presenza, vederla nel mio stesso stato mentre teneva la mano di Zayn intrecciata, nascosta dietro la schiena, convinta che non l’avessimo capito.
Quando però, avevo detto di volersi allontanare un po’… beh, lì ribollivo di gelosia ed avrei preso facilmente il ragazzo moro per il suo ciuffo facendolo roteare per tutta la spiaggia e poi lasciarlo affogare a mare.
Quella non era cattiveria, solamente una scossa di adrenalina negativa che ti entrava dentro e ti portava a far soffrire la persona che in quel momento, indirettamente o no, ti dava fastidio.
Ma il momento in cui, avrei voluto spaccargli la faccia, fu quando Liam ci disse di essere stato avvisato dal bel pachistano, che avrebbe accompagnato lui mia sorella a casa.
 
“Ehy Gè, è tardi, ti accompagno a casa?”Trasformai la mia ira in dolcezza, tutta da donare alla moretta dagli occhi verdi, che ora stava sbadigliando stanca, giocando con una ciocca di capelli.
 
“Beh… se non ti dispiace.”Disse timida abbassando lo sguardo.
Ridacchiai divertito dalla sua risposta e l’aiutai ad alzarsi, dopo aver pulito i nostri vestiti dalla sabbia infiltrata, salutammo Liam e Lauren, i quali avevano detto di voler rimanere ancora un po’ in spiaggia. Ce li vedevo bene insieme.
Passeggiammo mano nella mano per tutto il tragitto, in silenzio, ascoltando la voce dei ragazzi che, come noi, tornavano a casa dalla spiaggia, o di chi tornava da lavoro esausta, molti bambini giocavano allegri nei giardini delle case e non ci fu motivo di parlare e colmare il silenzio.
 
“Eccoci arrivati.”
 
“Eccoci arrivati.” Ripetei avvicinandomi pericolosamente al suo viso.
 
“Già.”  Continuò lei, aiutandomi a eliminare la distanza del tutto.
Stavo facendo la cosa giusto, la cosa giusta per tutti, ne ero sicuro.
Le mie labbra si appoggiarono lente alle sue, toccandole prima dolcemente, poi più forte. Le strinsi il labbro inferiore tra i denti in modo da farle aprire la bocca, così da poter avere accesso con la lingua. Lei ricambiò subito, ci sapeva fare.
La presi per i fianchi e la portai più vicina al mio corpo, con una mano le sfiorai il collo facendola rabbrividire, la sue braccia si allacciarono al mio collo e una mano passò tra i miei capelli stringendoli leggermente e facendomi gemere dal piacere. Quello era il mio punto debole.
Il bacio si approfondì sempre di più finché non sentimmo un finto colpo di tosse che ci fece staccare immediatamente imbarazzati.
 
“Buonasera!”ci sorrise Harry, suo fratello “ho interrotto qualcosa?” Il suo sguardo cercava di incenerirmi intero.
 
“No, nulla, stavo giusto per andare.” Sorrisi a Gemma e tornai a casa, dove mi aspettava una brutta sorpresa.
 
Davanti al vialetto della villa in cui abitavo, c’erano Zayn e Delilah che guardavano piuttosto sconvolti mia madre baciare un uomo mai visto prima. Tutto d’un tratto, la gioia del bacio, era sparita nel nulla.

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