Quando credi di odiare finisci per amare

di lightblue96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Io e lei ***
Capitolo 3: *** L'incontro più spiacevole di tutta la mia vita ***
Capitolo 4: *** Tanti auguri a te ***
Capitolo 5: *** I suoi occhi ***
Capitolo 6: *** Cat, chiamami Cat ***
Capitolo 7: *** Significa che mi odia? ***
Capitolo 8: *** Mille piccoli pezzi ***
Capitolo 9: *** Alla ricerca del peluche perfetto ***
Capitolo 10: *** Adesso capisco!! ***
Capitolo 11: *** Sono il tuo peggiore incubo.. ***
Capitolo 12: *** Mi mancate ***
Capitolo 13: *** Ospedale ***
Capitolo 14: *** Vivono in un mondo tutto loro ***
Capitolo 15: *** Ha paura di innamorarsi ***
Capitolo 16: *** La festa di Jeremy ***
Capitolo 17: *** Gemma ***
Capitolo 18: *** E se fosse cambiato? ***
Capitolo 19: *** Un angelo ***
Capitolo 20: *** Io sono il tuo Peter e tu sei la mia Wendy ***
Capitolo 21: *** Un posto magico ***
Capitolo 22: *** Serata in compagnia ***
Capitolo 23: *** Un nuovo amico ***
Capitolo 24: *** Una splendida giornata ***
Capitolo 25: *** Una scusa? ***
Capitolo 26: *** La sua voce ***
Capitolo 27: *** Dubbi e preoccupazioni ***
Capitolo 28: *** Ricerche ***
Capitolo 29: *** Non ti lascerò più andare via ***
Capitolo 30: *** Niente rimpianti e gelosie ***
Capitolo 31: *** Luna, candele e mare ***
Capitolo 32: *** Una grande famiglia ***
Capitolo 33: *** Uno strano comportamento ***
Capitolo 34: *** Mio padre ***
Capitolo 35: *** Cantare ***
Capitolo 36: *** Sospetti e rivelazioni ***
Capitolo 37: *** Non posso crederci! ***
Capitolo 38: *** Lettere e telefonate ***
Capitolo 39: *** Il destino ci ha messo lo zampino? ***
Capitolo 40: *** Devo riaverla ***
Capitolo 41: *** Perdono ***
Capitolo 42: *** Aspetto un bimbo ***
Capitolo 43: *** Una settimana a Holmes Chapel ***
Capitolo 44: *** Diventerò.. ***
Capitolo 45: *** Partenze e notizie ***
Capitolo 46: *** Per lei avrei fatto di tutto ***
Capitolo 47: *** Sono due! ***
Capitolo 48: *** E tu lo vuoi Catherine? ***
Capitolo 49: *** Molti mesi dopo.. ***
Capitolo 50: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

«Ma che problemi hai?

Io neanche ti conosco!!

Vattene sfigata e

fatti una vita.»

 

Avevo 13 anni quando queste parole mi spezzarono il cuore in mille piccoli pezzi.

 

«Mamma, dove sei?»

«... lei è la signorina Bianchi?»

«Si, sono io. Ma chi è lei? Dov'è mia madre?»

«I suoi genitori hanno avuto un incidente stradale. Non c'è l'hanno fatta, mi dispiace»

 

Avevo 13 anni quando queste parole mi travolsero facendomi cadere in un baratro buio.















Allora, che dire.. quesa è la mia nuova storia
spero vi piaccia :))
Grazie per le recensioni e buona lettura
Se qualcuno volesse leggere le altre mie storie,
questi sono i link ;)

Il mondo si ferma quando sono con te: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1393649&i=1
La mia salvezza, la mia distruzione: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2211773&i=1

 

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Capitolo 2
*** Io e lei ***


Io e lei

 

Da allora passarono sette lunghi anni e la mia vita non fu più la stessa. Cambiai. Radicalmente. Se prima ero una ragazza timida, dolce dopo divenni scontrosa e odiosa con tutti. Fino a quando non conobbi quella che adesso è la mia migliore amica. Dopo il funerale mi trasferii a Londra dai miei zii paterni, ma sapevo che per loro ero solo un peso. Così, quando raggiunsi la maggior età, comprai una casa (i soldi di certo non mi mancavano) con la mia migliore amica Marika. Lei fu l'unica che mi restò accanto, l'unica di cui potevo contare, l'unica che sapeva la mia storia senza guardarmi con compassione, l'unica che mi aiutò a scalare quel baratro. La conobbi dopo essermi trasferita a Londra e, devo dire che riuscì a penetrare nella mia corazza. Lei, una ragazza estroversa, solare, simpatica, che non si arrende mai. Abbiamo entrambe 19 anni: lei è leggermente più bassa di me, ha i capelli biondi e gli occhi verdi con delle sfumature marroni; io, invece, sono un po più alta di lei, ho i capelli marroni e gli occhi grigi. Come tutte le persone, abbiamo delle cose in comune e altre in cui abbiamo opinioni diverse. Una fondamentale opinione contrastante è su di loro. Lei li ama. Io li odio. O meglio, lo odio. Ops, non mi sono presentata: sono Catherine, ma potete chiamarmi Cat.

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Capitolo 3
*** L'incontro più spiacevole di tutta la mia vita ***


L'incontro più spiacevole di tutta la mia vita


 

Quella mattina era insolitamente calda e a svegliarmi non fu la mia fastidiosissima sveglia, ma un raggio di sole che batteva sul mio viso. Così mi svegliai e, alzandomi dal letto, presi il mio cellulare. Erano le 10,00. Il 3 febbraio, per la precisione. Il che significava solo una cosa: tra due giorni ci sarebbe stato il compleanno di Marika, e dovevo ancora fargli il regalo. Di quest'ultimo, però, non mi preoccupavo visto che un idea ce l'avevo, anche se mi sarebbe costato molto. Non nel vero senso della parola! Quel pomeriggio si sarebbe tenuto un evento dell'odiosissima band che piaceva a Marika. I one qualcosa. La band in cui faceva parte lui. Con molta calma mi feci la doccia e, dopo essermi vestita, andai a svegliare Marika. Ci preparammo la colazione e contemporaneamente parlammo. 

-Oggi devi andare a lavoro? - mi chiese lei

-Ho cambiato il mio turno con Jimmy. Gli dovevo un favore. Sai, per quella volta che tu mi trascinasti a prendere i biglietti per il concerto dei tuoi amori – risposi.

Gli domandai se lei dovesse andare a lavoro, ma mi disse di no.

-Vado da Cam – rispose lei -lavorerò tutto il pomeriggio – disse con aria afflitta.

Cam sonouncoglione Brown era il fidanzato di Marika e non mi era mai piaciuto. Non che non lo sapesse. Anzi, ogni volta che ci vedevamo finivamo per litigare animatamente.

-Bene, allora io vado – dissi dandogli un bacio sulla guancia – e stai attenta. Lo sai che non mi fido di lui-

-Si mamma – rispose lei sogghignando

Alzai gli occhi al cielo e me ne andai. La prima cosa che dovevo fare era andare a comprare il cd di quei cinque. Non potevo certo prendere il suo, altrimenti lo avrebbe scoperto. Quella ragazza era una pazza: portava i loro cd dappertutto. DAPPERTUTTO. Andai al primo negozio di dischi e girovagai per il locale, cercando di trovare il loro cd e per trovare anche quello che serviva a me. Così prendevo due piccioni con una fava. Dopo mezz'ora di ricerca mi arresi e decisi di chiedere a qualcuno. Solo che, naturalmente, quando ti serve qualcuno questo non c'è mai. Però almeno potevo chiedere al ragazzo che stava nel negozio. Era vestito in modo strano, ma non me ne preoccupai. 'Chi sono io per giudicare?'. Mi avvicinai e gli toccai la spalla con un dito. Si girò. Occhi marroni contro occhi grigi.

-Scusa se ti disturbo, ma mi serve una mano. Che per caso hai visto il cd dei one.... - mi strofinai la fronte con la mano pensando - ….one qualcosa – dissi arrendendomi e facendo spallucce.

Menomale che non me lo ricordavo. Non voglio avere niente a che fare con loro. Lui sorrise in modo strano. Poi me l'ho indicò.

- Grazie – sorrisi tra me e me. 'L'ho trovato finalmente'. E me ne andai senza neanche vedere il cd. Pagai e andai a lavoro. Come al solito arrivai in ritardo.

- Jimmy, scusa per il ritardo – dissi salutandolo

- Non ti preoccupare. Ora vado. Più tardi viene il capo a darti il cambio – rispose lui sorridendomi e uscendo in fretta dal negozio.

Lavoravo in una libreria vicino casa mia. Era stupendo. Potevo leggere quello che volevo. La mattina passò velocemente e, finalmente, verso le 3,00 pm il capo mi diede il cambio. Salutai e mi diressi verso il luogo dove si sarebbe tenuto l'evento. Mancava poco all'apertura delle porte e c'erano moltissime ragazzine. La piazza era quasi piena. Cominciarono a far entrare e, dopo due ore (ce, ma stiamo scherzando?? DUE ORE!!), finalmente entrai. C'erano i cinque ragazzi seduti a firmare autografi, farsi foto e sorridere e c'erano le ragazzine che piangevano, urlavano e svenivano. Alzai gli occhi al cielo. 'Finalmente tocca a me.. voglio andare solo a casa e dormire'. Il primo ragazzo che incontrai aveva gli occhi azzurri, capelli biondi tinti e un bel sorriso. L'ho devo ammettere.

- Ciao, come ti chiami? - mi chiese gentile

- Marika – risposi semplicemente.

Non sorrisi. Non sorridevo quasi mai. Solo con Marika. Lei era l'unica. Mi firmò il cd e poi l'ho passò all'amico.

- Ecco – disse il biondino sorridendo

Passai avanti, indifferente. Sapevo che mi stava guardando dubbioso. Insomma ero l'unica in quella sala a non urlare. Il secondo ragazzo aveva gli occhi marroni e i capelli color miele.

- A chi devo firmare questo cd? - disse sorridendomi-

- A Marika. Potresti scriverci anche...mmm, che ne so, alla miglior fan.. ne sarebbe felice -

Mi guardò per un attimo e poi annuii

- Non sei una nostra fan, vero?

- No. E grazie – risposi indicandogli il cd

Sapevo che Marika aveva una cotta stratosferica per quel ragazzo. Me lo aveva descritto centinaia di migliaia di volte. Non mi potevo sbagliare. Lui mi sorrise e passò il cd ad un altro ragazzo. Aveva gli occhi azzurri e i capelli scuri.

- Ciao – disse semplicemente. Si vedeva che era un po' più stanco degli altri. Indicò il cd.

- Marika

Sorrise e passò il cd ad un altro ragazzo. Aveva gli occhi marroni, pelle olivastra e ciuffo lungo. Era il ragazzo del negozio di dischi! È vero quando si dice che il mondo è piccolo!

- Guarda un po'. Ci si rivede – disse lui facendomi un occhiolino. Feci una smorfia.

- Purtroppo – risposi io.

- Come ti chiami dolcezza? -

- A-non chiamarmi dolcezza; B- il mio nome non ti interessa; C-spero che questa sia l'ultima volta che vi vedo – risposi io calma e spietata

Tutti i ragazzi si girarono verso di me e mi guardavano esterrefatti. Passai al ricciolino che conoscevo fin troppo bene.

- Firma. Così me ne posso andare

- Sai, mi sembra di conoscerti – mi disse lui pensieroso

- Nei tuoi sogni, forse

Dopo che anche il riccio firmò, guardandomi in modo sospettoso, presi il cd e me ne andai senza salutare. Sentivo le ragazzine che parlavano male di me, ma non mi interessava. Uscii da quel locale e presi una sigaretta. Ero leggermente alterate, e per calmarmi non c'era niente di meglio di una bellissima sigaretta. L'accesi e poi mi incamminai verso casa. Presi il cd e lo aprii per assicurarmi che quei ragazzini avessero firmato tutti. Cadde un pezzo di carta con dei numeri segnati sopra. 'Che faccia tosta.' Lo strappai e lo buttai. Mi vide. 'Meglio così'. E così me ne tornai nella mia adorata casa. 

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Capitolo 4
*** Tanti auguri a te ***


Tanti auguri a te

 

Da quel giorno ne passarono due, e menomale non incontrai più nessuno di loro. Era il 5 febbraio, il compleanno di Marika. Decisi di alzarmi presto quella mattina, per preparargli una bella colazione e per dargli il mio regalo. Sapevo che le sarebbe piaciuto. Frugai dentro il mio armadio, dove due giorni prima nascosi il cd autografato. L'avevo nascosto talmente bene che non riuscivo a trovarlo neanche io. 'Dove sei bel cd?? Vieni fuori! Ok, è ufficiale: sono pazza'. Dopo mezzora riuscii a trovarlo. Scesi in cucina e preparai la colazione. Consisteva in una torta al cioccolato e panna e del succo di frutta. Andai in camera di Marika. Non mi soffermai a osservare la sua stanza. Sapevo già cosa avrei trovato: cinque occhi quadruplicati che mi guardavano. Inquietante. Perciò guardai direttamente lei: dormiva tranquillamente nel proprio letto, ignara di quello che stavo per fare. Posai la colazione sulla scrivania e poi balzai nel suo letto saltando come una pazza e cantando «Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Marika, tanti auguri a te..». Lei naturalmente balzò seduta saettando lo sguardo nella stanza. Appena mi vide sopra il letto, vece uno sguardo omicida.

- Vengo in pace – dissi sorridendogli e alzando le mani in alto. - Augurii – e così l'abbracciai.

- Grazie – disse con voce rauca.

Mi alzai dal suo letto e gli portai la colazione con il regalo.

- Mmm, che buon profumino. L'hai fatto tu? - mi chiese. Io annui in risposta.

Passammo un po' di tempo a chiacchierare e dopo un po' le diedi il mio regalo.

- Spero ti piaccia -

Incominciò a scartarlo.. '3,2,1...'

- AAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH – Iniziò a ballare, saltare, piangere e urlare contemporaneamente.

- Vedo che ti piace – dissi ridacchiando. Ma non penso che mi sentii

- OMG OMG OMG un cd autografato. AUTOGRAFATO. E c'è una dedica di Liam.. Ottio Ottio Ottioooooooooooo – disse, o meglio urlò.

- Grazie Grazie Grazie – mi abbracciò. Strinsi forte. - So quanto ti è costato/

- Non ti preoccupare. È tutto apposto. - la interruppi io. Le raccontai quello che era successo.

- Avrei voluto essere lì con te per vedere le loro facce – disse ridendo. Le risposi con un sorriso, poi mi alzai.

- Ora devo andare. Ritorno verso le nove – dissi sospirando.

- Stasera però si va a ballare – fece lei e vedendomi fare una smorfia aggiunse – dai, è il mio compleanno – facendo gli occhi da cucciolo. Mi arresi.

- Okok, ora però devo proprio andare. Giorgia mi aspetta – dissi io.

Giorgia era una bambina di tre anni a cui facevo la babysitter. Era la figlia della vicina di casa ed ogni tanto mi chiedeva se potevo guardarla. Ma per me non era un peso, anzi i bambini mi erano sempre piaciuti. E poi ci divertivamo molto insieme. E fu così che passai la mattinata. Dopo pranzo, decisi di andare a fare un po' di shopping. Dopotutto dovevo andare in discoteca. Decisi di prendere questo, con dei tacchi dello stesso colore http://weheartit.com/entry/69396636/search?query=dress+ .Dopo aver preso tutto andai a casa per prepararmi e Marika fece lo stesso. Eravamo splendide quella sera e niente e nessuno poteva rovinarcela. Quanto mi sbagliavo..






Che ve ne pare??? Lo so è un pò corto,
spero comunque che vi piaccia.. 
Grazie a xmusicsmysoul e  hazzasrayban 

per i consigli che mi avevte dato.
Sono stati importanti :))
Buona lettura e buona giornata..

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Capitolo 5
*** I suoi occhi ***


I suoi occhi

 

Pov Harry

'Quella ragazza la conosco. Ma dove l'ho vista? I suoi occhi mi ricordano qualcuno'

-Harry? HARRYYYYYYYYYY- urlò Louis interrompendo i miei pensieri.

-Bro, che ti prende?- mi domandò Niall

-Quella ragazza..- iniziai io, ma Zayn mi interruppe

-Ha buttato il tuo numero- disse – è molto bella, non bisogna neanche dirlo, ma è una smorfiosa antipatica-

-Zayn non dovresti dire queste cose se non l'ha conosci- la difese Liam

-devo dire che vi ha rimesso a posto ahahah- disse Louis ridendo. Lo ignorai.

-I suoi occhi. Mi sembrano così familiari. E che non ricordo dove la potrei aver incontrata – dissi io dando voce ai miei pensieri.

-Non è una nostra fan – disse Liam pensieroso – è venuta lì per far una sorpresa ad una sua amica quindi non penso che sia venuta per insultarci. Che poi ce l'aveva soprattutto con te, Harry. -

-Anche secondo me è così. Insomma, ha risposto male a Zayn perché non le è piaciuto come gli ha parlato lui. Invece con Harry è stato come un ghiacciolo, fredda- disse Niall.

-Ok, ragazzi dobbiamo continuare le registrazioni. - disse uno dei manager. E così continuammo a registrare le nuove canzoni. Fino alla sera.

 

Da quel giorno ne passarono due, ed io stavo letteralmente impazzendo. Ogni volta che passeggiavo per strada, osservavo i passanti sperando di vedere il suo volto. Dovevo rincontrarla. Almeno un'ultima volta. Ma non sapevo come fare. Avevo un vuoto nel petto che non mi riuscivo a spiegare. I suoi occhi mi perseguitavano. Anche nei sogni. Mi accusavano di qualcosa, ma non capivo. Non riuscivo a capire. Quella sera io e i ragazzi decidemmo di andare in discoteca, per svagarci un po'. E fu lì che la vidi: vestito rosso, capelli sciolti e mossi. Era bellissima. Chiesi a Liam di venire con me, visto che con lei c'era una sua amica. Aveva un sorriso stupendo. Finché non mi vide. L'ho notai. Era impossibile non notarlo. Mi sentii afflitto e in colpa. 'Ma perché fa così? Cosa le ho fatto?' Decisi così di farle cambiare l'idea che aveva di me. Ma non sembrava la tipica ragazza che compra giornalini per ragazzine o altro. Decisi di essere me stesso. Questa volta senza secondi fini.







Lo so, lo so. è corto, ma non sono brava 
ad esprimere quello che provano i ragazzi 
quindi siate gentili. Grazie a tutti per tutto
per la recensione, per aver messo questa ff
tra le seguite e/o preferite e grazie 
a chi semplicemente la legge. Spero che 
vi piaccia. Buona lettura e buona serata :)))

 

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Capitolo 6
*** Cat, chiamami Cat ***


Cat, chiamami Cat

 

Quando arrivammo in discoteca, quest'ultima era molto affollata. Arrivammo al bar e ordinammo da bere.

-Vado a ballare. Chiamami quando arriva da bere, ok?- mi disse lei.

-Certo – le risposi io.

Dopotutto era il suo compleanno. Sorrisi sovrappensiero ricordando la prima volta che l'ho incontrata

 

Era settembre e avrei iniziato le superiori a Londra. Non ero agitata, come gli anni precedenti, non ero nervosa. Non provavo più niente. Avevo quel senso di vuoto dentro di me. Come se mi mancasse qualcosa, o meglio qualcuno. Quell'anno era stato per me un inferno. Non sopportavo nessuno, soprattutto i miei zii che pretendevano chissà cosa da me. Ed era solo un mese che vivevo con loro. Insomma io li odiavo e loro odiavano me. Purtroppo erano gli unici parenti rimasti in vita e mi dovevo accontentare. Una cosa però la provavo: rabbia. Una rabbia che non avevo mai provato in tutta la mia vita. Rabbia perché i miei mi avevano abbandonato. Rabbia perché lui era stato così crudele. E non li avrei perdonati. Ad interrompere i miei pensieri fu la campanella. La giornata passò a rallentatore e quando arrivò l'ultima ora sentivo che stavo quasi per scoppiare. Letteratura. L'unica materia che mi piacesse. Mi sedetti nell'unico posto libero, vicino alla finestra. Accanto a me c'era una ragazza magra, con occhi verdi e capelli biondi. Sembrava la classica biondina senza cervello. Ma si sa che l'apparenza inganna.

-Sono Marika, piacere – disse lei presentandosi. Notando che io non rispondevo lei continuò -allora, tu devi essere Cathy..-

A sentire l'abbreviazione del mio nome, mi irrigidii. Avevo deciso di cambiare. Perché non cominciare da qui?

-Cat, chiamami Cat– dissi io

 

A risvegliarmi dai miei pensieri fu proprio Marika che ritornò a sedersi affianco a me.

-E menomale che mi chiamavi quando arrivavano – disse sorridendo e indicando i cocktail

-Mi sono persa nei miei pensieri – mi giustificai io.

-Hai fatto colpo – disse lei ridacchiando -ha qualcosa di familiare.

Osserva nella direzione in cui Marika stava guardando. 'Non ci posso credere. Di tutte le discoteche che ci sono a Londra proprio qui dovevano venire'

-Certo, è Harry – dissi facendo una smorfia. Ma siccome ancora lo riusciva a vedere bene, precisai -Styles.-

I suoi occhi si illuminarono. Intanto il diretto interessato si stava avvicinando, con affianco il ragazzo che piaceva a Marika. 'Com'è che si chiamava??.'

-ehi ragazze- disse occhi marroni guardando la mia migliore amica e poi me. Appena mi vide mi riconobbe -tu sei quella del cd. È piaciuto alla tua amica?-

Intanto Marika era immobilizzata. La indicai con la testa.

-perché non lo chiedi a lei?- risposi sbuffando

-Ehi, io sono Harry - disse Styles rivolto a me – e lui è il mio amico Liam – disse indicando occhi marroni. 'Ecco come si chiamava: Liam!' Che nel frattempo parlava con Marika.

-Tu invece? - mi chiese lui guardandomi. Quegli occhi maledettamente verdi di cui tanti anni prima mi ero innamorata. A prima vista. Perlomeno per me.

 

-Ei Cathy che stai guardando?- mi chiese Gemma

-Quel ragazzo. Quello riccio. Sai chi è?– domandai io

-Ahh, ora capisco. È mio fratello, Harry. - mi rispose lei -se vuoi te lo presento-

Dire che ero imbarazzata era come dire l'Oceano Atlantico è un lago. Okey come similitudine fa schifo. Ma non so come spiegarlo. Cercai di dirle di no, ma mi interruppe.

-Oh guarda sta arrivando – disse lanciandomi un occhiata di intesa.

-Ehi sorellona. Come stai? - disse abbracciandola

-Tutto bene fratellino. Tu? Ti voglio presentare una persona – rispose indicandomi.

Lui mi guardò per un attimo, ma per me fu come se il tempo si fosse fermato.

-Cathy? Cathy? - mi richiamò lei. Il fratello invece sogghignò, come se sapesse che effetto faceva alle ragazzine.

Mi riscossi dai miei pensieri e diventai rossa come un peperone.

-P-Piacere- balbettai. Lui semplicemente sorrise.

'Che bel sorriso che ha. Che occhi'

 

-Cat, mi chiamo Cat – dissi risoluta. Dentro di me sentivo ribollire la rabbia che pensavo fosse sparita. 'E invece eccomi qui,di fronte al ragazzo che mi ha distrutto'. Distolsi lo sguardo dai suoi occhi che mi guardavano in modo strano. Mi guardai intorno e notai che Marika e Liam erano spariti. Sbuffai.

-Allora, mi conosci?- mi chiese cercando di fare conversazione.

-Più di quanto credi- borbottai. Speravo però che non mi avesse sentito, e dal suo sguardo confuso dedussi che si, aveva sentito.

-sei una nostra fan? - domandò lui.

-no- risposi io. Ero stufa di parlare con lui, così mi inventai la solita scusa che uso quando dei ragazzi che non mi interessano o che odio (senza fare nomi: Harry Styles).

-Senti, non so che intenzioni hai, ma devo dirti che con me le tue tecniche di seduzione non funzionano – iniziai avvicinandomi a lui, molto lentamente. Ero quasi vicino alla sua bocca quando continuai – e mi dispiace per te, ma sono lesbica-







Allora che ne pensate??? spero vi piaccia

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Capitolo 7
*** Significa che mi odia? ***


Significa che mi odia?

 

Pov Harry

Ero allibito. Non potevo crederci. Detto ciò la ragazza si alzò dalla sedia prendendo la borsa.

-Potresti dire a Marika, la mia amica, che sono tornata a casa? Sono certa che la potete accompagnare voi- disse lei. E fu così che se ne andò. Ancora stordito dalla rivelazione, tornai dagli altri. Al tavolo c'erano rimasti solo Niall, Liam e l'amica di Cat. Ero ancora incredulo.

-Allora, come mai già di ritorno?- chiese Niall

-Se ne andata- dissi io sovrappensiero.

-Non mi sorprende-chiese Marika più a se stessa.

-In che senso?- chiesi io confuso.

-oh, niente niente- rispose lei -E io come torno a casa? - domandò.

-Ti accompagno io, non preoccuparti- gli rispose Liam.

-Che ti ha detto prima di andartene? - mi chiese Marika sospettosa

-Che è lesbica- dissi sedendomi sul divanetto.

Ero distrutto. Insomma, l'unica ragazza che mi piaceva era lesbica. 'Che mi piace?? Ma stiamo scherzando?'. I ragazzi mi guardavano increduli mentre Marika scoppiò a ridere come una pazza. Non riusciva a fermarsi. Dopo mezz'ora riacquistò la capacità di parlare.

-Quella ragazza è un caso perso – disse lei ridacchiando.

-Mi puoi spiegare??- chiesi io

-Harry mi dispiace dirtelo, ma lei usa questa scusa solo con i ragazzi che non gli piacciono o che odia – disse marcando l'ultima parola. Prima che potessi ribattere lei disse che doveva tornare a casa, quindi Liam l'accompagnò. 'Che cosa significa? Che mi odia? Perché?' un sacco di domande affollavano la mia testa. Quella ragazza mi nascondeva qualcosa ed io lo volevo scoprire. Ero determinato e niente poteva fermarmi. Mandai un messaggio a Liam chiedendogli di scoprire il cognome di Cat.

 

 

 

Pov Liam

'Marika mi piace molto. È così solare e divertente. Mi sento a mio agio con lei come quando sto con i ragazzi'. L'ha riaccompagnai a casa. Era molto grande.

-é tua?- chiesi io..

-In realtà è di Cat, ma ci viviamo insieme. Siamo grandi amiche. - disse lei, parlando più a se stessa. Poi si riscosse dai suoi pensieri -Vuoi entrare? - mi chiese accennando un sorriso.

-No, non posso. Però se vuoi uno di questi giorni possiamo rivederci.. - dissi io sperando in un suo si.

-Certo, questo è il mio numero – rispose lei scrivendolo sulla mia mano. Sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.

-Buonanotte- dissi io.

-Buonanotte- rispose lei.

Aspettai che entrasse in casa, poi me ne andai verso un bar lì vicino. Sentii una voce bellissima e, curioso com'ero, andai a vedere di chi fosse: era Cat. Mi avvicinai al bancone e chiesi al barman chi fosse quella ragazza. Dopotutto avevo promesso ad Harry di scoprire il cognome.

-Ciao, scusa. Mi potresti dire come si chiama quella ragazza che sta cantando?- chiesi

-Oh, lei è Cat Smith. È bravissima, vero? - mi chiese lui.

-è fantastica. Ha una voce celestiale.- dissi io incantato. Non avevo mai sentito una persona cantare così. -Grazie per l'informazione. Per favore non dica che ho chiesto di lei-

-Ok- disse il barman sospettoso.

Me ne andai e mandai un messaggio a Harry: “Si chiama Cat Smith, anche se penso che il nome sia il diminutivo di quello vero.”

 

 





 

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Ok, che ne pensate????
Sul serio, accetto anche le critiche..
Spero che comunque vi sia piaciuto :))

 

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Capitolo 8
*** Mille piccoli pezzi ***


Mille piccoli pezzi

 

Pov Cat

Me n'ero andata. Non lo sopportavo con quel suo modo sicuro di sé. 'Chi si crede di essere? Il principe William?'. Non tornai subito a casa: andai in un bar vicino casa mia. Volevo ubriacarmi. E cantare.

-Hey Kevin, c'è posto per me stasera? - chiesi al figlio del proprietario, nonché barman. Mi conosceva bene, per me era come un fratello. Aveva un anno in più di me, era alto, capelli biondi e occhi azzurri, molto carino e gentile.

-Certo Cat. - disse lui sorridendomi – secondo me sono venuti solo per te – ridacchiò.

-Invece sono venuti per i tuoi buonissimi cocktail – dissi andando verso una specie di palco improvvisato. Cominciai a cantare. (http://www.youtube.com/watch?v=TZFQgqhNoEI&list=RD02xERY0szvpTY -------> vedetelo) Tutti i pensieri che avevo sfumarono. Mi piaceva cantare e ballare. Era come volare. Mi sentivo libera. Era la senz

sazione più bella che potessi provare in quel momento. Finita la canzone partirono gli applausi. Scesi dal palco e andai al bancone dove Kevin mi diede uno dei suoi famosissimi cocktail all'anguria.

-Allora, come ti è sembrato? - chiese a Kevin

-Sei stata fantastica, come sempre – rispose lui sorridendomi. -Come mai sei venuta oggi? Di solito vieni solo il mercoledì.-

-Cos'è, non mi vuoi?- chiesi facendo il finto broncio.

-Certo che ti voglio.. Lo sai che sei sempre la benvenuta qui- disse lui facendomi l'occhiolino. Mi fidavo di lui, quindi gli raccontai tutto, ce non proprio tutto: solo che c'era uno che mi faceva il filo e che gli ho risposto che era inutile provarci con me perché ero lesbica. Lui si mise a ridere.

-Cat, uno do questi giorni mi farai morire- disse continuando a ridere. Quando se ne andò a servire altri clienti, mi immersi nei miei pensieri. Vedere lui mi aveva fatto ricordare quello che mi aveva detto. E la rabbia divampò in me, come fuoco.

 

Avevo deciso di dichiararmi. Insomma, era già da due anni che mi piaceva e, purtroppo, lui non se n'era nemmeno accorto. A convincermi fu Gemma che era diventata la mia migliore amica. Le volevo molto bene.

Quella sera si sarebbe tenuta una festa. 'Ok Cathy, forza e coraggio'. Lui stava parlando con dei suoi amici. Mi avvicinai cercando di catturare la sua attenzione. Quando mi vide mi guardò in modo strano. Non sapevo dire che emozioni nascondesse in quei suoi occhi verdi smeraldo. 'Su Cathy, ce la puoi fare. Non puoi tirarti in dietro adesso'.

-Ciao- dissi timidamente

-Ciao- rispose lui indifferente

-P-Posso p-parlarti?- balbettai. Lui semplicemente sbuffò e poi annuì. Andammo in giardino, vicino a un albero. Lui si appoggiò proprio su quest'ultimo.

-Dimmi, ma sbrigati-

-Io...Io...- chiusi gli occhi e presi un respiro profondo. Dissi tutto d'un fiato – mi sono innamorata di te-

Ero emozionata. Non avevo mai detto a nessuno quelle parole. Avevo sempre fantasticato sul giorno in cui glielo avrei detto. Mi ero immaginata che, dopo aver detto quelle parole, lui mi avrebbe abbracciata e poi baciata dolcemente. E invece ero solo un illusa, come sempre. La sua risata fu come una lama. Dolorosa.

-ahahahah senti ragazzina, ma ti sei vista??- mi chiese ancora ridacchiando.

'Sta ridendo di me'. Fu umiliante e imbarazzante. Le sue successive parole furono ancora più cattive e devastanti.

-Pensi davvero che uno come me si possa innamorare di una come te? Scherziamo?- disse alzando un sopracciglio e guardandomi dall'alto in basso. Le lacrime minacciavano di uscire dai miei occhi, ma le scacciai. Stava andando via, ma non potevo lasciarlo andare così. Presi un po' di coraggio e gli bloccai il braccio. Lui si voltò verso di me infastidito, o forse arrabbiato.

-Perchè mi tratti così? Che cosa ho fatto di sbagliato? – dissi io scossa dai singhiozzi

-Ma che problemi hai? Io neanche ti conosco!! Per me sei solo l'amica mi mia sorella, anzi nemmeno quello. Per me sei nessuno. Vattene sfigata e fatti una vita – mi rispose arrabbiato andandosene lontano da me. Le lacrime uscirono come cascate dai miei occhi. Sentivo dentro di me un vuoto tale che per un attimo rimasi senza fiato. Il cuore non l'ho sentivo più. Lui l'aveva ridotto in mille piccoli pezzi. Lui aveva rotto il mio cuore.

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Capitolo 9
*** Alla ricerca del peluche perfetto ***


Alla ricerca del peluche perfetto

 

Quando tornai a casa Marika era già tornata e dormiva profondamente nel proprio letto. Io decisi di seguire il suo esempio, sperando che l'incubo non tornasse ad assalirmi. Era già da un po' che lo facevo. Era sempre lo stesso ed ogni volta mi svegliavo piangendo e con il cuore a mille. Per fortuna non lo feci e, il mattino dopo, quando mi svegliai mi sentivo riposata e rilassata. 'Mi ha fatto bene cantare, ieri'. Mi feci una doccia, mi vestii e uscii di casa lasciando un bigliettino a Marika. Andai a lavoro e così la mattinata passò velocemente. Quando fui sul punto di andarmene, Jimmy mi chiamò

-Cat aspetta!!-

-Dimmi Jimmy- dissi sorridendogli

Con Jimmy avevo un bel rapporto e, quelle poche volte che uscivamo, ci scambiavano per fidanzati. Non che mi dispiacesse: Jimmy era davvero un bel ragazzo. Peccato che fosse gay. 'Ancora riesco a capire come tutti i ragazzi carini siano gay'.

-Devo fare un regalo a mia cugina e non so minimamente cosa farle-

Intanto ci incamminammo vero il centro di Londra. Lui mi mise il braccio intorno alle spalle. 'Ecco appunto'. Sorrisi e appoggiai la mia testa sulla sua spalla.

-Che ne dici di un peluche. Vai sul sicuro- dissi

-Non è una cattiva idea. Dopotutto ha 7 anni- rispose lui sovrappensiero

-Allora andiamo in un negozio di giocattoli. Eccolo lì!- dissi indicandolo -All'arrembaggio!!!- urlai per poi iniziare a correre ridendo. Mi girai un attimo per vedere se Jimmy mi seguiva e, siccome non vidi dove mettevo i piedi, andai a sbattere contro qualcuno per poi cadere a terra.

-Scusa- disse il ragazzo sconosciuto. Io ero ancora per terra valutando i danni. Poi mi alzai.

-No, scusa tu. Non stavo vedendo dove mettevo i piedi- risposi io. Alzai lo sguardo e vi un ragazzo incappucciato. Era impossibile non riconoscerlo. I riccioli uscivano ribelli dal cappuccio della felpa. Sbuffai sonoramente. Menomale che in quel momento arrivò Jimmy.

-Ehi Cat, stai bene?- mi chiese lui senza guardare il riccio.

-Si, non ti preoccupare. Sei una lumaca!- risposi sorridendo. Con la coda degli occhi vidi le mani di Harry stringersi a pugno. Sorrisi compiaciuta.

-Dai andiamo..- cominciai io parlando con Jimmy, poi mi rivolsi ad Harry -bhè scusa ancora Harry. È stato NON un piacere vederti. Spero di NON incontrarti di nuovo-

Lui se ne andò, brontolando chissà cosa, mentre io e Jimmy entrammo nel negozio.

-Chi è quel tipo?- mi domandò lui

-Solo Harry Styles, sai quello dei One qualcosa- risposi acidamente

-Solo?? Che ha fatto per meritarsi la tua ira?- scherzò lui.

-Lunga storia – dissi evasiva. Lui capì che non volevo parlarne quindi non insistette.

-Bene, mettiamoci a lavoro. Alla ricerca del peluche perfetto- disse lui.

Dopo una lunghissima ora lì dentro, decidemmo di comprare un semplice orsacchiotto. Era davvero carino. Me ne innamorai all'istante (http://weheartit.com/entry/70064261/search?page=2&query=peluche%2Bbear). Lo pagammo.

-Grazie Cat, mi hai salvato- disse lui.

-Figurati, mi sono divertita.-risposi io sorridendogli

-Ci vediamo domani, ciaoo- disse baciandomi una guancia

-Ciaoo- ricambiai io

Tornai a casa, ma quello che trovai non mi fece per niente piacere..

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Capitolo 10
*** Adesso capisco!! ***


Adesso capisco ..

 

Pov Harry

Era Smith. 'SMITH! Quando vivevo a Holmes Chapel c'era una famiglia che si chiamava così'. Il messaggio di Liam lo vidi solo il giorno dopo, così decisi di farmi una passeggiata per schiarirmi le idee. Stavo tranquillamente camminando verso lo Starbucks, quando mi scontrai con una ragazza.

-Scusa- dissi, ma non ci misi molto a capire che quella era Cat. Sorrisi.

-No, scusa tu. Non stavo vedendo dove mettevo i piedi- rispose lei, ma non appena mi riconobbe sbuffò sonoramente. Stavo per chiederle cosa ci facesse da quelle parti, quando un ragazzo ci raggiunse.

-Ehi Cat, stai bene?- le chiese lui senza guardarmi. 'Fate come se non ci fossi... e poi chi è quello? Il suo ragazzo?'

-Si, non ti preoccupare. Sei una lumaca!- rispose lei sorridendo. A me non aveva mai rivolto quel sorriso. Era bellissimo. Sentii uno strano senso di irritazione, e le mani mi si chiusero in pugno. 'Che sia gelosia? No, è impossibile. Sarà la fame'.

-Dai andiamo..- cominciò lei parlando con Jimmy, poi si rivolse a me -bhè scusa ancora Harry. È stato NON un piacere vederti. Spero di NON incontrarti di nuovo-

Me ne andai arrabbiato, borbottando cose senza senso. Andai allo Starbucks e presi la colazione per tutti, poi tornai a casa. I ragazzi erano quasi tutti svegli, ci mancava solo Zayn.

-Ho portato la colazione – urlai dall'ingresso. Non l'avessi mai fatto. In meno di un secondo mi ritrovai per terra con Niall sopra di me.

-Dov'è?- chiese lui.

-Se ti alzi da sopra di me ti do il sacchetto, altrimenti niente cibo- dissi ridacchiando. Il biondino si alzò e mi aiutò ad alzarmi a mia volta. Gli diedi la colazione e poi, quando andammo in cucina dove c'erano tutti, raccontai l'incontro, o meglio lo scontro, con Cat.

-Secondo me sei geloso- disse Liam

-Ei Harry, mi stai tradendo??-

-Certo che no, amore. Non ti tradirei mai – risposi a Louis, dandogli un bacio volante – comunque non sono geloso-

-Però ti ha dato fastidio, giusto?- chiese Niall. Annuii.

-Quindi sei geloso- disse Liam. Sbuffai. In quel momento entrò Zayn

-Ehi bell'addormentato!!- salutò Louis.

-Buongiorno- disse Zayn.

-Lo sai che sono le tre del pomeriggio?- chiesi io ridendo -ore piccole ieri sera?-

-Si- rispose semplicemente lui ancora mezzo addormentato. Gli altri lo aggiornarono su quanto accaduto.

-Bro, sei geloso marcio- disse lui ridendo

-Tutti contro di me- sbuffai. -comunque Liam, grazie per aver scoperto il suo cognome.-

-Hai scoperto qualcosa?- domandò lui

-Non ne sono sicuro, ma quando vivevo ad Holmes Chapel c'era una famiglia di nome Smith – risposi -Più tardi chiamo Gemma e chiedo a lei -

-Una cosa certa è che ha una bellissima voce- disse Liam

-Come?- lo guardammo tutti sorpresi.

-Ieri, dopo che ho accompagnato Marika a casa, sono andato ad un bar lì vicino e c'era lei che cantava. Ha una voce stupenda.- rispose lui. Ero sorpreso. 'Lei canta! Devo sentirla!'

-Facci sapere se trovi qualche altra informazione- disse Louis dandomi una pacca sulla spalla e andandosene.

-Certo- risposi io. - Liam, come si chiama il bar?-

-The Night, molto carino- rispose lui. Dopo che se ne furono andati tutti (Liam con Danielle, Louis con Eleonor, Niall con Josh e Zayn a dormire) decisi di chiamare la mia sorellona.

-Gemma?-

-Ehi fratellino, come stai?- era felice come sempre

-Tutto bene, grazie. Senti volevo chiederti una cosa..-

-Dimmi – rispose lei

-A Holmes Chapel c'era una famiglia di nome Smith?-

-Si- disse lei triste -non ti ricordi la mia migliore amica?

-No- dissi. Sentivo il senso di vuoto nel petto.

-Si chiamava Cathy. I suoi genitori sono morti in un incidente stradale-

-Oh! E dopo che è successo?- chiesi io

-Quando ha saputo della loro morte è cambiata. Poi ci siamo perse di vista. Lei andò a Londra dagli zii, so solo questo. Perché me lo chiedi?-

-Perchè quasi una settimana fa ho visto una ragazza che mi sembrava familiare: occhi grigi, capelli marroni. Per fartela breve si chiama Cat. -

-Forse è lei!! Verrò a Londra tra un paio di giorni.. se è lei forse posso fare qualcosa. Ma non te la ricordi proprio?- chiese insistendo.

-Qualcosa si, ma non tutto. Mi sembra di aver dimenticato qualcosa di importante e sento questo senso di colpa quando la guardo, solo che non mi so spiegare perchè-

-Penso che lo capirai pesto. Ora devo andare fratellino, mi vieni a prendere all'aeroporto?-

-Certo. Fammi sapere quando vieni. Ciaoo-

-Ciao- rispose lei. Attaccai. 'Adesso capisco, ma manca ancora qualche tassello del puzzle' 

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Capitolo 11
*** Sono il tuo peggiore incubo.. ***


Sono il tuo peggiore incubo..

 

Pov Cat

Corsi verso di lei. Era in lacrime a terra. 'Che era successo? Giuro che se qualcuno le ha fatto male me la pagherà'

-Che è successo?- chiesi preoccupata abbracciandola

-C-Cam- disse tra i singhiozzi

-Che ha combinato quel cretino?-

-L'ho tro-trova-to a let-to con un'al-tra- rispose piangendo più forte. Andammo in camera sua e ci stendemmo nel letto. Lei continuava a piangere ed io sentivo la rabbia salire.

-Shhh- dissi accarezzandole i capelli. 'Quel ragazzo è morto! Giuro che lo faccio pentire di essere nato'. -andrà tutto a posto. Ci sono io con te-

Restai con lei finché non si addormentò. Poi scesi di sotto e andai in cucina dove presi il suo cellulare. Andai nella sua rubrica e cercai il numero di Cam. Una volta trovato, gli telefonai.

-Pronto, chi è?- chiese lui

-Sono il tuo peggiore incubo, brutto bastardo- dissi io arrabbiata. Lui ridacchiò.

-Ciao Cat, anche per me è un NON piacere sentirti-

-Senti sgorbio, ti avverto: non avvicinarti più a Marika, altrimenti ti spezzo le gambe-

-Tu?- rise. Giuro che stavo per scoppiare.

-Ti conviene non farti più vedere, perché se ti incontrò non risponderò più di me- dissi attaccandogli il telefono in faccia. Per sbollire mi feci una doccia calda. Mi rilassava sempre e amavo stare al caldo. Prima che potessi rivestirmi, il campanello suonò. Mi misi l'asciugamano intorno al corpo e andai ad aprire. Davanti a me c'erano Harry e Liam.

-Ciao- dissi io, senza farli entrare

-Ciao- dissero loro. Ci fu un attimo di silenzio, per loro sicuramente imbarazzante, che spezzai io.

-Sentite, o mi dite che ci fate qui oppure vi chiudo la porta in faccia. Avete tre secondi- iniziai a contare, mostrandogli le dita della mia mano. Al due iniziò a parlare Liam.

-Ecco, io cercavo Marika- disse leggermente imbarazzato.

-Non capisco se sei imbarazzato perché sono con solo un asciugamano davanti a voi o per Marika- dissi sovrappensiero -comunque Marika non c'è quindi..- dissi chiudendogli la porta in faccia. Ma il caro Styles la bloccò con il piede prima che io potessi chiuderla. Lo fulminai con lo sguardo.

-Forse quando ci siamo scontrati oggi non sono stata abbastanza chiara Styles: NON VOGLIO RIVEDERTI!- dissi scandendo le parole. Lui sbuffò.

-Non mi arrenderò così facilmente-disse lui. Alzai gli occhi al cielo, poi mi rivolsi a Liam che aveva uno sguardo deluso.

-Senti, non ho niente contro di te, anzi mi stai pure simpatico- incominciai io -ma oggi Marika mmm diciamo che non sta bene. Vai a casa e mandale un messaggio, magari vieni domani, ma oggi lascia perdere- conclusi guardandolo negli occhi. Lui capì, o almeno lo sperai. E fu così che se ne andarono. Chiusi la porta e andai a vestirmi. Quando uscii dal bagno, vidi Marika.

-Ehii, chi era alla porta?- mi chiese lei ancora assonnata. Aveva gli occhi gonfi e rossi. Mi dispiaceva vederla così: per me era una sorella.

-Liam e Harry, però li ho mandati via- risposi io.

-Grazie, non me la sarei sentita a vederlo- disse abbassando la testa. Andai da lei e l'abbracciai.

-Andrà tutto bene- dissi sottovoce -hai controllato il telefono??-

-No, perché?- mi chiese lei. Poi senza farmi rispondere, corse in cucina a cercare il cellulare. Dopo che l'ebbe trovato e aver letto il messaggio, sorrise. Un sorriso vero.

-Non so cosa ti ha scritto, ma amo quel ragazzo-

-Ehi! È mio!- disse lei. Alzai le mani.

-Okok, non ho detto niente- risposi ridacchiando andandomene.

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Capitolo 12
*** Mi mancate ***


Mi mancate

 

Il giorno seguente mi ritrovai ad avere la febbre alta. 'Tutta colpa di quei due cretini' pensai. Quindi dovetti restare a letto.

-Cat? Caaatt?- mi chiamò Marika. Non le risposi, non avevo neanche la forza di parlare. La testa mi faceva male, stavo sudando freddo, rimettevo spesso e, per finire, non potevo chiudere gli occhi perché l'incubo mi stava perseguitando. L'incubo. Era sempre lo stesso e mi tormentava da anni:

 

Io, mamma e papà stiamo facendo un picnic. È tutto perfetto: cielo sereno, sole che scaldava la pelle, nuvole bianchi e soffici, tante risate. Fino a quando non sentiamo un macchina che corre veloce. Sta venendo nella nostra direzione. Mia madre mi spinge, salvandomi, mentre loro vengono investiti. Poi tutto cambia: mi ritrovo all'ospedale e piango al capezzale dei miei genitori. Ma non c'è niente da fare: il suono regolare del battito si fa sempre più lento, fino a diventare un rumore. Piango, come non ho mai fatto prima, nascondendo il mio viso tra le ginocchia. E poi...E poi mi sveglio con le lacrime che scendono sul mio viso e il cuore che batte a mille.

 

Una parte dell'incubo mi ricordò della morte dei miei genitori. 'Mi mancante'. Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri. Fu il peggiore di tutta la mia vita..

 

Stavo a casa, aspettando l'arrivo dei miei. Ero distrutta per quello che Harry mi aveva detto una settimana prima. Ero depressa: non mangiavo più, bevevo poco e restavo sempre chiusa in camera con la musica a tutto volume. Mia mamma provò a parlarmi, ma io non volevo. Non mi sentivo più neanche con Gemma. Avevo chiuso tutti i ponti. Come dicevo, stavo aspettando i miei genitori. Avevamo deciso di andare a mangiare tutti fuori per festeggiare la promozione di papà. Dovevano arrivare a casa per le 7.00 pm, ma dopo mezz'ora, il panico mi assalì. Provai a chiamare mia mamma, ma non rispondeva nessuno. Provai con mio padre, ma neanche lui rispondeva. Il panico mi serrava lo stomaco. Avevo avuto quella brutta sensazione tutta la giornata ed ora era molto più intensa. Gli lasciai un sacco di messaggi in segreteria, ma nessuno si degnava di rispondere. Ero preoccupata e mi stavo sentendo male. Verso le 8.30 pm il telefono di casa iniziò a squillare.
-Mamma, dove sei?-
-... lei è la signorina Bianchi?- mi chiese una voce sconosciuta
-Si, sono io. Ma chi è lei? Dov'è mia madre?-
-I suoi genitori hanno avuto un incidente stradale. Non c'è l'hanno fatta, mi dispiace.-
-Sta scherzando??In che ospedale siete?- chiesi allarmata
-Saint hospital- disse lo sconosciuto. Riattaccai e poi chiamai un taxi. Una volta arrivata all'ospedale chiesi informazioni. Mi portarono in una stanza molto fredda. Appena entrai li vidi: erano allungati su dei lettini, con gli occhi chiusi. Fu in quel momento che crollai. La consapevolezza, il senso di colpa, la rabbia ed altre emozioni che non riuscii ad identificare, esplosero dentro di me. Le lacrime scorrevano sul mio viso come l'acqua dal rubinetto. Dopo fu tutto confuso. Dopo fu come se la mia vita si fosse fermata.

 

Mi riscossi dai miei pensieri. Quando Marika si affacciò nella mia stanza, strabuzzò gli occhi.

-Sono messa così male?- sussurrai facendo una smorfia di dolore.

-Un pochino.. volevo dirti che esco con Liam, però non me la sento a lasciarti da sola in questo stato- mi rispose lei. Scossi la testa.

-Non ti preoccupare per me.. è solo un po' di febbre- sussurrai cercando di convincerla.

-Sei sicura? Perché non mi pesa disdire l'appuntamento- Scossi la testa.

-Giuro che se lo fai, ti sbatto fuori di casa- dissi puntandole un dito contro con fare minaccioso. Bhè, che tanto minaccioso non era visto le mie condizioni.

-E se faccio venire qualcuno? Tipo Jimmy?-

-Non può. È andato al compleanno di una parente- risposi io -e non farti venire in mente di portare qui Harry-

-Va bene, va bene- disse sbuffando – ma non posso lasciarti a casa da sola- continuò cocciuta come un mulo.

-Marii sul serio, non ti preoccupare. Faccio venire... mmm...Liz- dissi inventandomi una scusa.

-E chi è Liz?- mi domandò lei sospettosa

-Come chi è??Mia cugina-

-E come mai, in sette anni che ti conosco non l'ho mai vista e neanche sentita nominare?- chiese lei

-E che ne so' io- sussurrai -gira tutto..- Le forze mi stavano abbandonando. L'unica cosa che ricordai furono le parole di Marika.

-Cat? Catt? Per favore rispondi!- disse allarmata.

Poi il buio mi avvolse.

 

 

 

 

 

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Ciao a tutti!!! Volevo ringraziarvi 
per le recensioni che mi avete scritto.
Mi fa piacere che la storia vi piaccia :))
Ringrazio anche tutte le persone che
hanno messo questa storia tra le preferite/seguite/da ricordare
Grazie mille a tutti ;)
che ve ne pare di questo capitolo?? Fatemi sapere ;)
Sono sicura di essermi dimenticata qualcosa, ma non ricordo :/
Bhè, buona lettura e buona serata..

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Capitolo 13
*** Ospedale ***


Ospedale

 

Pov Marika

Era svenuta ed io ero nel panico. Chiamai il nostro medico, al quale gli descrissi quello che aveva Cat. Lui mi disse che sarebbe venuto a controllarla e che, nel frattempo, avrei dovuto farle degli impacchi di acqua fredda. Una volta chiusa la telefonata, andai in cucina per prendere l'occorrente. Non feci in tempo a salire che il campanello suonò. Speravo fosse il medico, invece era Liam.

-Che è successo?- mi chiese notando la mia faccia preoccupata.

-Cat sta male. È anche svenuta e non so che fare- dissi incominciando a piangere. Lui mi venne incontro e mi abbracciò.

-Shhh.. non è niente. Si sistemerà tutto- mi disse lui. Lo guardai negli occhi. Erano così belli e mi infondevano sicurezza.

-Mi dispiace per l'appuntamento- dissi abbassando lo sguardo. Lui mi alzò il volto e mi diete un bacio sulla guancia.

-Non lo dire neanche per scherzo- rispose lui -avrei fatto la stessa cosa se si fosse trattato dei miei amici-

-Grazie. Puoi aspettare qui che arriva il dottore? Io intanto le vado a fare gli impacchi di acqua fredda- gli chiesi io.

-Certo, nessun problema- mi rispose accennando un sorriso. Andai di sopra e le feci gli impacchi finché non sentii bussare alla porta della camera di Cat.

-Avanti- dissi cercando di rimanere calma. Erano Liam e il medico. Uscimmo dalla camera della mia migliore amica e aspettammo. Ero impaziente e preoccupata. Quando il medico uscì, vidi il suo sguardo perplesso. Si, era perplesso e preoccupato.

-Ha la febbre troppo alta ed è strano che sia svenuta. Dobbiamo portarla all'ospedale per fare degli accertamenti-

-All'ospedale?- dire che ero solo preoccupata era un eufemismo. Liam mi strinse la mano.

-Ho la macchina qui fuori. La porto io- disse Liam

-Bene, andiamo- rispose il dottore.

Liam prese Cat in braccio e la portò nella sua macchina. Gli dissi che avrei guidato io e così andammo all'ospedale seguiti dal dottore. Una volta arrivati delle infermiere fecero mettere Cat sopra una barella e la portarono da qualche parte. La seguimmo finché non ci chiesero di aspettare in una sala. Mi sedetti e incominciai ad innervosirmi.

-Dovrei parlare con qualche parente- disse il medico.

-Lei sa la sua situazione. Ci sono solo io- insistetti guardandolo negli occhi. Sospirò.

-Bene. Dovremmo tenerla un paio di giorni in osservazione. Se volete uno di voi può restare in camera con lei. Adesso stiamo facendo ancora degli esami, vi chiamerò quando abbiamo finito.-

-Grazie- dissi soltanto. Poi mi rimisi a sedere. Liam era al mio fianco che mi stringeva la mano. Ero immersa nei miei pensieri quando uno squillo li interruppe. Era il telefono di Liam. Lo guardai e gli accennai un sorriso. Lui capì e si allontanò rispondendo al cellulare. L'unica cosa che sentii fu -Harry? Dimmi-

 

Pov Liam

Mi dispiaceva vederla così preoccupata e, anche se non la conoscevo bene, anche io ero preoccupato per lei. Le stavo stringendo la mano con fare rassicurante quando il mio cellulare squillò.

-Harry? Dimmi- risposi allontanandomi

-Liam dove diavolo sei? Dovevamo vederci tutti alle sette e tu non sei venuto. Ci siamo preoccupati- disse lui un po' alterato.

-Me n'ero dimenticato. Comunque sto all'ospedale/-

-Come all'ospedale?? che è successo?- mi interruppe lui agitato

-Cat è svenuta e/- non mi fece finire la frase che mi attaccò il telefono in faccia.

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Capitolo 14
*** Vivono in un mondo tutto loro ***


Vivono in un mondo tutto loro

 

Pov Cat

Quando mi svegliai ero confusa e la testa mi girava. Aprii gli occhi lentamente e notai di non essere a casa mia. 'Ma dai! Cosa te lo fa pensare? Ok, sono diventata ufficialmente pazza, parlo da sola'. Ero in ospedale e accanto a me c'era.. Harry? Cosa ci faceva lì?'. Cercai di muovermi per premere il pulsante senza farlo svegliare. 'Sembra un angelo.. Ma cosa vai a pensare? Un angelo? Lui? Ma per favore! Non ti ricordi cosa ti ha fatto?' Si, me lo ricordavo bene. Premetti il pulsante ma, forse per un mio movimento, si svegliò.

-Oh, sei sveglia. Mi hai fatto preoccupare- disse lui sollevato.

-Ma se neanche ci conosciamo!- dissi. Prima che lui potesse ribattere, il dottore entrò nella mia camera.

-Bene..- disse -dobbiamo parlare io e lei- lanciando un'occhiata al riccio. Siccome non si mosse di un millimetro ritentai io.

-Ha detto che devi andartene- a quel punto uscì dalla porta sbattendola. Alzai gli occhi al cielo.

-Il tuo ragazzo era molto preoccupato. È stato sempre con te- disse dolce il medico.

-Primo: lui non è il mio ragazzo. Secondo: bleah. Terzo: quanti giorni sono stata qui?-

-Due giorni. Stava male ed è svenuta. A proposito di svenimento, le capita spesso?- mi chiese

-No, mi è capitato solo una volta, ma credo sia stato solo la tensione-

-Bene, meglio così. Comunque buone notizie: può uscire stasera. Mi raccomando si riposi e deve prendere queste medicine- disse porgendomi la ricetta medica.

-Grazie dottore- risposi io

-Si figuri- rispose e poi uscì. Dopo un po' rientrò Harry tutto sorridente. Si risedette alla sedia e poi mi guardò.

-Sai, mi ricordo di te- disse lui

-Perchè mi hai visto cinque minuti fa?- dissi sarcastica

-Cathy Smith. L'amichetta di mia sorella- rispose lui pensieroso. Io mi irritai, invece.

-Mi dispiace, ma la piccola dolce e ingenua Cathy è morta- disse guardandolo negli occhi. Poi mi alzai da quel letto e cercai qualcosa da mettermi nelle cose che erano nel borsone. Marika mi aveva messo il pigiama, che poi non era neanche mio visto che non né avevo uno.

-Carino il pigiama- disse lui

-Non è mio- risposi io

-E allora di chi?-

-Marika-

Dopo aver trovato quello che dovevo mettermi, andai in bagno e mi cambiai. Quando tornai, lui era ancora in quella sedia.

-Ma non devi fare qualche intervista, uscire con qualcuno o, che ne so, stare a casa a dormire?-

-No, oggi ho il giorno libero- disse sorridendo. Sbuffai. Rimisi il pigiama nel borsone e poi mi avviai verso la porta.

-Dove vai?- chiese lui

-Lontano da te- risposi io. E me ne andai, ma sapevo che mi stava seguendo. Andai nella sala comune dove c'erano adulti, anziani e moltissimi bambini. Appena mi videro mi vennero a salutare. Si, li conoscevo. Ogni tanto andavo a fare volontariato e mi mettevo a cantare per loro. 'Sono così belli. Vivono in un mondo tutto loro, dove non c'è l'egoismo, l'invidia, ma solo amicizia e amore'

-Ciao Cattie- disse Alice, una bambina di 5 anni davvero simpaticissima

-Ciao Alice,ciao bambini- dissi sorridendo.

-Ci canti qualcosa?- disse Brent, un bimbo un po' monello ma con un cuore grande.

-Certo, sono qui per questo- sorrisi- mmm vediamo..- menomale che dentro quella sale c'era un pianoforte-ok, ho trovato. Mettetevi seduti come sempre- dissi dirigendomi verso lo strumento musicale. Con la coda degli occhi vidi Harry che mi guardava. Aveva uno sguardo dolce e tenero. 'Dolce e tenero? Hai preso una bella botta ragazza'. Incominciai a cantare e a suonare (http://www.youtube.com/watch?v=Is-leA0rmEI)

 

 

Pov Harry

'Quella ragazza è fenomenale. Ha una voce bellissima, Liam aveva ragione. E poi il suo sorriso.. Che ti succede Harry? È solo Cathy!'. Mi incantai. Quando cantava gli occhi le luccicavano. Era bellissima. Era fantastica e volevo che fosse solo mia..

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Capitolo 15
*** Ha paura di innamorarsi ***


Ha paura di innamorarsi

 

Pov Cat

Quando finii di suonare in sala partirono molti applausi. Ringraziai, salutai tutti e poi mi avviai per la mia camera. Ero stanca. Naturalmente Harry mi seguì.

-Sei stata bravissima.. non sapevo sapessi cantare e suonare così- disse lui. Sospirai.

-Non sai molte cose di me..- risposi io.

-Cat– disse fermandomi il polso -io non ricordo cosa ti ho fatto, ma vorrei un altra possibilità- Lo guardai negli occhi. Era diverso dall'ultima volta che lo vidi a Holmes Chapel, ma non volevo rischiare. Non volevo che il mio cuore fosse spezzato di nuovo.

-Dovresti ricordare quello che è successo, visto che tu eri presente quella sera – mi girai di spalle e poi continuai dicendogli -sono stanca, vado a riposare-. Detto questo me ne andai in camera e, una volta allungatami, mi addormentai.

 

Pov Harry

'Non capisco, cosa posso avergli fatto? E poi era veramente paura quella che vedevo nei suoi occhi? Ha paura di innamorarsi.' Dopo aver aspettato qualche minuto, entrai nella sua stanza. Lei stava dormendo profondamente. 'Sembra un angelo' pensai. Le feci una foto, poi presi le mie cose e me ne andai. Feci il cambio con Marika. Era simpatica e Liam aveva una cotta per lei. 'Forse posso chiedere a lei!'.

-Marika, posso chiederti una cosa?-

-Dimmi Harry- mi disse lei.

-Tu lo sai cos'è successo? Perché mi odia così tanto..- le chiesi.

-Mi dispiace, ma non posso dirtelo. Non mi perdonerebbe mai. Perché non chiedi a tua sorella??-

-Mia sorella?- chiesi confuso

-Lei dovrebbe sapere tutto visto che era la sua migliore amica- disse lei sorridendomi

-GrazieGrazieGrazie- risposi dandogli dei baci sulla guancia. Poi me ne andai. 'Mia sorella, giusto!! Perché non ci ho pensato prima?'

 

Pov Cat

Quando mi svegliai, il sole era già scomparso e la luna aveva preso il suo posto. Affianco a me, questa volta, c'era Marika.

-Ti sei svegliata finalmente. Mi hai fatto preoccupare- disse abbracciandomi

-Era solo la febbre- risposi-mi dimetteranno tra pochi minuti-

-Bene- disse- allora possiamo fare una serata tutta cinema-

-Perfetto- dissi dandole il cinque.

Dopo aver firmato tutto, me ne tornai a casa insieme a Marika. Le raccontai quello che era successo con Harry e lei fece altrettanto. Anche se avevo il sospetto che non mi stesse dicendo tutto. Una volta arrivate a casa, mi feci una doccia. Dopo aver finito andai in sala per scegliere il dvd da vedere.

-Marii va bene se ci vediamo un film horror?- urlai visto che era in cucina.

-Non potresti mettere qualcosa che non fa paura?- mi urlò lei di rimando.

-Va bene. Che ne dici di Una notte al museo?-

-Perfetto- disse entrando in sala con due scodelle di popcorn.

-Non capisco perché non ti piacciono- dissi quando si sedette sul divano.

-Forse perché fanno paura?- rispose alzando gli occhi al cielo -sei tu che sei strana, ragazza.-

-Va bene, mi arrendo. Vediamoci questo film- dissi ridacchiando.

E fu così che passammo la serata.

 

Pov Harry

Dopo essermene andato dall'ospedale, andai a casa. Ad aspettarmi, però, non ci furono i ragazzi..



















Eccomi e scusate l'attesa
So che questo capitolo fa veramente schifo 
ma non sapevo come continuare..
Comunque che ne pensate??
Grazie a tutti quelli che hanno recensito,
a quelli che hanno anche solamente letto..
Ok, non sono molto brava a commentare
quindi vi lascio ;)
Buona giornata a tutti :))

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Capitolo 16
*** La festa di Jeremy ***


La festa di Jeremy

 

Pov Harry

-Non ci posso credere!- esclamai contento di vederla. Le andai incontro e l'abbracciai.

-Ciao fratellino- mi salutò lei ricambiando l'abbraccio. Dopo un paio di minuti ci separammo ed entrammo in casa.

-Ma non dovevo venirti a prendere io?- domandai ricordandomi la telefonata fatta un paio di giorni prima.

-Volevo farti una sorpresa- rispose lei facendo spallucce e sorridendomi. Non la vedevo da sei lunghissimi mesi e mi era mancata, anche se non l'avrei ammesso mai.

-Bhè, meglio così. Sono contento di vederti. Allora, come stai?- chiesi. Nel frattempo andammo in sala e ci accomodammo sul divano.

-Tutto bene: lavoro bello ma faticoso, ragazzo fantastico e perfetto – disse contenta -e un fratello tutto incasinato -

-Ehi! Perchè dici così?- chiesi facendo il finto offeso -Non sono incasinato! – mi difesi io.

-E allora Cathy? Non mentirmi, so che provi qualcosa per lei. Anche perché mi hai anche chiamato! - disse lei alzando un sopracciglio in segno di sfida. Mi passai una mano nei capelli con fare nervoso. Era un tic che avevo da quando ero un ragazzino. Sbuffai e alla fine mi arresi. Con mia sorella non c'era niente da fare: mi capiva subito. Era impossibile mentirgli.

-E va bene, lo ammetto: mi piace Cat, solo che è tutto così complicato..- incominciai io.

-Cat? Si fa chiamare così?- chiese lei interrompendomi. Annuii.

-Gemma, lei è cambiata. Non solo esteticamente, ma anche interiormente.-

-Devo rincontrarla- disse tra sé e sé. Poi rivolgendosi a me, mi chiese di continuare.

-L'altro giorno, all'ospedale, le ho chiesto di darmi un altra opportunità anche se non ricordo né dove, né quando, né cosa le ho detto. Non ricordo niente, come se ci fosse un buco. Il vuoto. Lei mi ha risposto che che prima dovevo capire cosa le avevo fatto, o meglio detto. Ma non riesco proprio a capire quello che ho combinato.- conclusi io. Gemma si rabbuiò

–E pensi che io possa dirtelo? L'hai fatta soffrire Harry – disse lei – e quello che so non è sicuramente tutto.. Dopo quella festa, lei divenne più chiusa del solit/-

-Quale festa?- la interruppi io.

-Quella di Jeremy. Dopo una settimana i suoi genitori ebbero un incidente e non ce la fecero – disse abbassando lo sguardo -L'ho vista solo al funerale e, ricordo come se fosse ieri, è stata inavvicinabile. Anzi, secondo me non sapeva neanche cosa stava succedendo- continuò Gemma malinconica. -Poi non l'ho più vista, né sentita- concluse lei. 'La festa di Jeremy...

 

-Ehi Harry!- mi salutò Jeremy avvicinandosi a noi. Ero in compagnia di una ragazza bionda, con cui stavo flirtando. Mi girai verso di lui e lo salutai. In quella città si conoscevano tutti. O, bhè, quasi tutti.

-Ciao Jer! Come stai?- domandai io

-Tutto bene e tu?- mi chiese lui, lanciando un occhiata alla ragazzina vicino a me.

-Tutto bene- risposi io sorridendogli. Era un caro amico e molto leale. -Questa è Marie, una mia amica- dissi presentando la ragazza a Jer.

-Oh, piacere- disse porgendole una mano. - Io sono Jeremy, ma puoi chiamarmi Jer.-si presentò lui.

-Piacere- rispose lei. Poi Jer si rivolse a me.

-Senti, sabato organizzo una festa a casa mia, ti va di venire?- mi chiese lui.

-Certo, lo sai che amo andare alle feste- risposi io facendogli l'occhiolino.

-Porta anche Marie, se vuoi- disse. E, senza aspettare una risposta, se ne andò.

-Dove eravamo dolcezza?- chiesi alla ragazza..


 

-Ciao Harry! Menomale che sei venuto- mi salutò Tom.

-Avevi dei dubbi Tom? Harry Styles che si perde una festa.. la fine del mondo- disse Francesco ridacchiando.

-Ciao ragazzi! Stasera la parola d'ordine è.... rullo di tamburi... divertirsi- affermai io.

Stavo parlando da un po' con i ragazzi, quando una ragazzina attirò la mia attenzione. La guardai per un attimo: era Cathy, la migliore amica di mia sorella. Avevo già notato che le piacevo, era impossibile non notarlo visto che ogni volta che le parlavo (diciamo che mi divertiva come si comportava quando c'ero io) lei arrossiva e balbettava. E certe volte si perdeva anche a fissarmi negli occhi, nel vero senso della parola. Comunque a me lei non interessava, era solo una sfigata senza speranza.

-Ciao- disse timidamente

 

 

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Capitolo 17
*** Gemma ***


Gemma

 

-Ciao- disse timidamente

-Ciao- risposi io indifferente

-P-Posso p-parlarti?- balbettò lei. Sbuffai, ma poi annuii. Non sapevo neanche il perché. Andammo in giardino, vicino a un albero. Mi appoggiai su quest'ultimo, con aria annoiata.

-Dimmi, ma sbrigati-

-Io...Io..- chiuse gli occhi per un momento, forse per trovare le parole giusto o forse per darsi coraggio. Sospirò e poi tutto d'un fiato mi disse: mi sono innamorata di te. Giuro, non riuscii a trattenermi: era così ridicola.

-ahahahah senti ragazzina, ma ti sei vista?- le chiesi ancora ridacchiando. -Pensi davvero che uno come me si possa innamorare di una come te? Scherziamo?- dissi alzando un sopracciglio e guardandola dall'alto in basso e viceversa. Detto questo me ne andai, o almeno cercai di andarmene, ma Cathy me l'ho impedì 'bloccandomi' il braccio. Ero infastidito dal suo comportamento e mi stavo anche innervosendo.

-Perchè mi tratti così? Che cosa ho fatto di sbagliato? – mi chiese, scossa dai singhiozzi.

-Ma che problemi hai? Io neanche ti conosco!! Per me sei solo l'amica mi mia sorella, anzi nemmeno quello. Per me sei nessuno. Vattene sfigata e fatti una vita– le risposi arrabbiato andandomene lontano da lei.

 

… adesso ricordo cos'è successo' pensai.

-Harry?! Terra chiama Harry. Uno, due, tre, prova- disse Gemma risvegliandomi dai miei pensieri.

-Gemma, sono stato uno stronzo- dissi guardandola negli occhi. -Le ho detto delle cose tremende-

-Lo so – rispose lei. Io la guardai confuso e allora lei continuò -Ero la sua migliore amica Harry, ma tu eri e sei mio fratello. Quando si trattava di te non mi diceva tutto. Alcune cose le ho scoperte io perché lei, altrimenti, non me le avrebbe mai dette.-

-Cosa potrei fare? - chiesi io sovrappensiero.

-Voglio prima rincontrarla, voglio vedere com'è diventata. Rivoglio la mia migliore amica Harry. Poi organizzeremo qualcosa- mi rassicurò lei – tutti insieme-.



 

Pov Cat

Il giorno seguente mi svegliai con un gran mal di testa, però non potevo stare a casa perché dovevo andare a lavoro. Lasciai Marika a dormire e uscii. Volevo andare a fare colazione, quindi mi diressi al primo starbucks che incontrai. Andai alla cassa per prendere l'ordinazione, visto che non mi potevo fermare, quando una voce attirò la mia attenzione. Mi girai e vidi Gemma e Harry intenti a chiacchierare seduti a un tavolo vicino alla finestra. L'avrei riconosciuta anche a un miglio di distanza. 'Non era cambiata per niente, e perché avrebbe dovuto? Lei ha sempre avuto una famiglia'. Mi rigirai, non volevo che mi vedessero, e dopo aver preso la mia cioccolata calda uscii dal negozio. Purtroppo la sfortuna continuò a perseguitarmi: Harry mi chiamò ed io, come una stupida, mi girai.

-Ehi Cat- mi salutò Harry

-Ciao- salutai io. Potevo benissimo vedere lo sguardo stupito di Gemma. E non c'era neanche da meravigliarsi: sapevo di essere cambiata.

-Purtroppo non posso fermarmi, ci vediamo- dissi guardandoli entrambi negli occhi. Ero sicura e indifferente e loro, lei, lo notarono. E poi me ne andai. Arrivai a lavoro con cinque minuti di ritardo, ma, fortuna per me, c'era Jimmy a coprirmi.

-Che scusa hai adesso?- mi chiese lui ridacchiando.

-Ho incontrato Harry e sua sorella che mi hanno fermato- dissi evasiva, sbuffando.

-E come fai a sapere che quella era sua sorella o la sua ragazza?- chiese curioso. Sapeva che l'argomento Styles era un tabù, anche se non sapeva tutta storia.

-Perchè sua sorella era anche la mia migliore amica- dissi. Lui mi guardò incuriosito, ma non disse niente. Dopotutto non era un impiccione ed era sempre stato un buon amico.

-Hai un po' di tempo? Voglio raccontarti tutta la mia storia- dissi.

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Capitolo 18
*** E se fosse cambiato? ***


E se fosse cambiato?

 

Aver raccontato tutto a Jimmy fu come se mi fossi tolta un peso di dosso. Mi fidavo di lui e mi sarei sempre fidata. Era come un cugino per me.

-Incredibile- disse lui. Non mi aveva interrotto neanche una volta ed era stato tutto il tempo ad ascoltare rapito dal racconto.

-Secondo me dovresti dargli un'altra opportunità-

Sbuffai in risposta. -A me non piace- dissi.

-Certo, certo. Farò finta di crederci-

-Jimmy, sul serio, non né sono innamorata- lo guardai negli occhi. Sospirò.

-Sai cosa vedo?- iniziò – vedo una donna bellissima, determinata, con un carattere forte che però ha paura di innamorarsi di nuovo.- concluse lui. Scossi la testa.

-Dopo quello che hai passato è comprensibile, soprattutto se riguarda lui. Ti ha ferita, è stato uno stronzo, ma le persone crescono. E cambiano. È normale: l'hai fatto tu, l'ho fatto io, l'ha fatto lui.. Tutti cambiano nel tempo Cat. E molte volte in meglio. Riflettici-

È inutile dire che ci riflettei e anche più del dovuto. Non potevo dargli una seconda possibilità. Jimmy ha ragione, pensai, ho paura di innamorarmi di nuovo. Non voglio soffrire. Ma se fosse veramente cambiato? Se non fosse più quel ragazzino stronzo? No, no, no. Non posso pensarci. Non adesso. Ho bisogno di sfogarmi, di cantare. Dopo aver finito il turno (quindi verso le quattro di pomeriggio) mi diressi al mio bar preferito. Prima però avvisai Marika, non volevo che si preoccupasse. Dopo essere stata all'ospedale fu ancora più protettiva. Sembrava mia madre. Mia madre! Quanto mi mancava.. Mi riscossi dai miei pensieri ed entrai.

 

Pov Marika

Stavo passeggiando con Liam quando mi arrivò il messaggio di Cat. In quel periodo avevo notato che era turbata e, se era andata veramente in quel bar significava che doveva sfogarsi. Sapevo della sua voce: era stupenda e forte, come lei. Per quanto riguarda Liam, bhè che dire.. è fantastico e ci siamo avvicinati molto in questo periodo. È un ragazzo dolce, pensai, e premuroso. Mi piace, niente di più e niente di meno.

-Che ne dici di andare in un bar vicino casa mia?- chiesi io. Dovevo andare a vedere come stava. -Se vuoi invita anche gli altri- continuai io. Dovevo far riavvicinare quei due.

-Certo, adesso li chiamo- mi rispose lui prendendo il telefono. Quando arrivammo all'entrata del bar, c'erano anche gli altri più una ragazza.

-Ciao ragazzi- dissi io sorridendo

-Ciao Marika- risposero loro.

-Piacere, io sono Gemma- disse la ragazza. 'La sorella di Harry' pensai 'la cosa si fa intrigante (?)'.

-Mi chiamo Marika. Ma adesso entriamo, altrimenti perdiamo lo spettacolo- dissi io. E così entrammo.

 

Pov Cat

http://www.youtube.com/watch?v=GQG1jmZpmWA Cantai, cantai e cantai. Fino a non avere più fiato in gola. Andai al bancone del bar.

-Allora, ti è piaciuta?- chiesi a Kevin

-C'è anche da chiedere? Sei stata fantastica come sempre e poi quando ci sei tu ci sono più clienti. Ti dovrò assumere- scherzò lui.

-Ma a quel punto sarei io a non accettare. Anzi grazie a te che mi hai dato un posto per cantare-

-Non lo dire neanche per scherzo- disse lui – tieni. Offre la casa- Sorrisi in risposta. Poi mi guardai in giro. Non so esattamente il motivo per cui lo feci, ma avevo come la sensazione che mi fissassero. Dopo aver fatto vagare lo sguardo per la sala vidi, seduti a un tavolo, i One qualcosa con Gemma e Marika. Mi diressi verso di loro. Dopo aver scaricato tutto, mi sentivo molto più calma.

-Che ci fate qua?- chiesi

-Non pensavo avessi questa voce, dolcezza- disse Zayn. Alzai gli occhi al cielo.

-Zayn se ci tieni ai gioielli di famiglia ti conviene non chiamarmi più dolcezza, chiaro?- chiesi fulminandolo con gli occhi. Lui indietreggio.

-Ecco bravo- dissi. Poi mi rivolsi agli altri. -Allora?-

-Volevamo mangiare qualcosa e siamo venuti qui- disse Louis

-E con tutti i bar che ci sono a Londra proprio qui dovevate venire?- chiesi. Mi stavo un pochino alterando. Poi trucidai con lo sguardo Marika.

-Chissa perché ho come l'impressione che ci sia il tuo zampino- le dissi.

-Colpevole vostro onore- disse alzano le mani. Sorrisi.

-Sei stata fantastica, hai una bellissima voce- disse Niall.

-Grazie- dissi sorridendogli sincera.

-Perchè con lui sei dolce?- chiese Zayn

-Perchè lui non è te- risposi facendogli la linguaccia. 'Male, male, stavo fraternizzando con il nemico'. Loro ridacchiarono.

-Sai non ti avevo riconosciuto, prima al bar- era la prima volta che Gemma parlava.

-Si vede che ho fatto un buon lavoro, no?- dissi guardandola.

-Vorrei parlarti. In privato. Ti andrebbe domani mattina?- chiese.

-Certo. Il numero è sempre lo stesso-














Fa schifo, vero?? Ma non sapevo
come continuarlo. Scusate il ritardo :P
Grazie a tutti per le recensioni, per aver 
messo la storia tra le preferite/seguite o 
altro. Buona giornata a tutti :))

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Capitolo 19
*** Un angelo ***


Un angelo

 

Lo ammetto: quella sera mi divertii. Il giorno seguente, dopo essermi svegliata e preparata, uscii. Mi ero messa d'accordo con Gemma: ci saremo viste alle 10,00 allo starbucks. Mi aveva fatto piacere rivederla, dopotutto quello che ho passato. Ci siamo perse di vista, pensai, ma la colpa è mia. Potevo farmi sentire, ma non l'ho fatto. In quel periodo pensavo di non avere nessuna ragione per cui vivere.

 

'Caro diario,
lo so, è stupido scriverti, ma non so con chi parlare. Non ho più nessuno. Perché dovrei continuare a vivere? Tanto anche se morissi non importerebbe ad anima viva. Sono sola. Per i miei zii sono solo d'impaccio. Non ho amici. Forse posso reputare una mia amica quella Marika. Mi sembra simpatica, ma non mi fido. Non mi fido più di nessuno. Non voglio più soffrire. Sento questo vuoto, nel petto, che a volte non mi fa neanche respirare. È come se mi avessero rubato il cuore. Non riesco più a provare rabbia, delusione o dolore. Non provo niente. Non so se posso reputarlo un bene o un male. Ma sto divagando, vero? Bhè, ho deciso. Voglio lasciare questo posto.'

Dopo aver scritto nel mio diario improvvisato, ovvero un quaderno piccolo a quadretti, lo nascosi e uscii di nascosto. Tanto non si sarebbero accorti che mancavo. Non se ne sarebbe accorto nessuno. Andai in Blackfriars Bridge, una specie di ponte che si affacciava sul River Thames. Poi mi sedetti sul muretto. Pensai. Pensai a mia madre. A mio padre. Alla mia vita. E, purtroppo, anche ad Harry. Dopotutto quello che mi aveva detto, io lo amavo ancora. Mi odiavo per questo. E forse non avrei amato nessun altro come avevo amato lui. Guardai il cielo. Quella notte c'erano molte stelle. Le contai: erano una ventina. Ero decisa su quello che dovevo fare. Non avevo ripensamenti né rimpianti. Stavo quasi per 'cadere', forse è meglio dire buttarmi, quando una voce mi fermò.
-Ehi tu! Ragazzina!- urlò. Mi girai verso la voce: era un uomo, alto, robusto e magro. Solo quando si avvicinò molto di più capii che era un ragazzo, qualche anno più grande di me. Quando arrivò vicino a me, aveva il fiatone.
-Che stavi facendo?- mi chiese ancora senza fiato.
-Non è evidente?- ribattei io. Lo guardai negli occhi. Erano verdi. Erano così simili a quelli di Harry, che per un attimo pensai fosse lui.
-Harry?- chiesi con gli occhi lucidi -che ci fai qui?-
-Non mi chiamo Harry e tu non dovresti fare quello che stavi per fare- mi rispose lui. 'No, non è il mio Harry.'
-Perchè? Tanto non c'è nessuno a cui mancherò. Perché continuare a vivere. Perché continuare a soffrire- dissi guardando in alto. La notte quella sera era spettacolare. Non c'erano nuvole, la luna illuminava tutto e le stelle brillavano.
-Perché loro non lo vorrebbero, Wendy- rispose lui. Quando mi girai, sorpresa per quello che aveva detto e soprattutto per come mi aveva chiamato, notai che anche lui guardava il cielo.
-Sai, ci sono persone che vorrebbero vivere anche solo un'ora in più. Tu hai la possibilità di vivere. Non buttarla- continuò lui.
-Come ti chiami?- chiesi io. Ero curiosa.
-Mi chiamo Michael, ma puoi chiamarmi Miki. E tu Wendy?- rispose lui, guardandomi.

 

Quando entrai nel bar, mi guardai intorno. Vidi Gemma seduta in un tavolino all'angolo, vicino alla seconda uscita. Mi avvicinai e mi sedetti sulla sedia vuota.

-Ciao- dissi salutandola

-Ciao Cathy- rispose lei sorridendomi.

-Allora, abbiamo molte cose di cui parlare, vero?-

-Moltissime- disse lei -comincia tu-

-Ah! Facciamo una volta per uno- risposi io testarda.

-Va bene. È inutile con te, vero?- ridacchiò.

-Vedi che lo sai? - ribattei io. -Dai, dimmi: cosa è successo quando me ne sono andata?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti :)
Come avete passato il ferragosto?? 
Il mio è stato piuttosto noioso ;/
Ecco un nuovo capitolo!! Scusate
il ritardo e, se ci sono, gli errori. 
Grazie per la recensione e per chi ha 
messo la storia tra i preferiti ecc..
Buona notte a tutti e sogni d'oro :*

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Capitolo 20
*** Io sono il tuo Peter e tu sei la mia Wendy ***


Io sono il tuo Peter e tu sei la mia Wendy

 

-Perchè dovrei iniziare io?- chiese lei. La fulminai con lo sguardo. -okok- rispose. Poi fece un bel respiro profondo e incominciò a parlare. -Dopo che te ne sei andata sono stata molto male. Ci stavamo allontanando e non sapevo che cosa fare. Dopo aver cercato in tutti i modi di contattarti, mi sono arresa. Sono uscita con un bel po' di ragazzi, ma adesso sto con Michele. È italiano e ci siamo conosciuti tre anni fa, stiamo insieme da due..-

'Michele...Michael...Miki..' pensai a lui. Il mio angelo, il mio Peter Pan.

 

-Sembri un angelo.- dissi senza pensare.

-E tu come ti chiami Wendy?- lo disse dolcemente. Non c'era malizia nella sua voce. Solo affetto.

-Cathy- dissi sorridendogli

-Wendy mi piace di più. Allora qual è la tua storia?- chiese lui curioso.

-E qual è la tua Miki?- ribattei io. Stavo bene. Per la prima volta dopo quattro mesi, stavo bene. Forse era veramente un angelo.

-Non l'avrai vinta. Cominci tu- disse ridacchiando. Intanto incominciammo a camminare e andammo in un parco lì vicino. Ci sedemmo su una panchina con lo sguardo rivolto in alto.

-Mi chiamo Cathy, mi sono trasferita quattro mesi fa dai miei zii, perché i miei sono morti in un incidente stradale. Solo che per loro sono solo un peso, sono d'impiccio. Prima vivevo a Holmes Chapel e la mia vita, anche se non era perfetta, era bellissima. Mi piaceva un ragazzo, ma lui mi ha rifiutato. Ed eccomi qui. Una ragazza che non prova niente, né rabbia, né delusione, niente. Tu invece?-

-Io sono Miki, mi sono trasferito un anno fa con la mia ragazza, che mi ha lasciato. Ho scoperto da poco che ho il cancro e che mi restano solo quattro mesi, se non di meno. Prima vivevo a Dublino, in Irlanda. Ed eccomi qui. A lottare da solo- disse triste. Gli diedi una pacca sulla spalla.

-Perchè non ci aiutiamo a vicenda Peter?- dissi io cercando di fargli spuntare un sorriso.

-Va bene Wendy. Ora però è meglio se vai a casa. È pericoloso girare di notte da sola. Dai, ti accompagno-

-Ehi! Non sono più sola. Ci sei tu.- dissi sorridendogli. Non sorridevo così da mesi.

 

-.. e ci sposeremo. Ci credi? Tu devi assolutamente venire e non accetto un no come risposta- finii Gemma. Mi riscossi dai miei pensieri.

-Certo che vengo. Non mi perderei mai il matrimonio della mia amica- dissi facendogli l'occhiolino. Non avevo sentito molto della sua storia, ma almeno sentii il finale.

-E tu invece?- mi chiese lei.

-Sono successe un sacco di cose in questi ultimi sette anni.- dissi toccandomi il tatuaggio.

-Che hai dietro l'orecchio? È un tatuaggio?- chiese lei. Glielo mostrai.

-Sono Wendy e Peter Pan. Io e un mio amico ce lo siamo tatuati uguali, solo che lui se l'è fatto sul polso. Lui era il mio Peter ed io ero la sua Wendy.- dissi sorridendo tristemente.

-Dai racconta-

 

Era passato un mese da quando conoscevo Miki. Era diventato il mio migliore amico. Lui era il mio angelo. Mi ha salvata. Letteralmente. Eravamo diventati inseparabili. La gente, e i suoi amici, pensava che fossimo fidanzati. Stavamo passeggiando, mano nella mano, quando mi fermai davanti a un negozio di tatuaggi. C'era un immagine che raffigurava Peter Pan che conduce Wendy e i suoi fratelli nell'isola che non c'è. Mi ero incantata a guardarlo.

-Vuoi essere la mia Wendy?- chiese lui guardandomi negli occhi. Arrossii.

-E tu vuoi essere il mio Peter?- chiesi di rimando io

-Perchè rispondi a una domanda con un altra domanda?-

-L'hai fatto anche tu- dissi facendogli una linguaccia -Certo- gli risposi tornando seria.

-Bene, allora da oggi io sono il tuo Peter e tu sei la mia Wendy. Ti va di fare quel tatuaggio?-

-Non credo che possa farlo. Insomma, non ci vuole l'autorizzazione dei genitori o cose simili?- chiedo io.

-Conosco una persona a cui non importa. Allora ci stai?- fece lui.

-Certo- risposi io sorridendo.

Quel pomeriggio ci facemmo il tatuaggio. Fu doloroso, ma con lui potevo superare tutto.

 

-Questo è quello che è successo- dissi sospirando. -Sai, lui per me era importante, lo è ancora adesso. Vado a trovarlo due volte l'anno: al suo compleanno e all'anniversario della sua morte. Mi manca tanto, sai. Ricordo ancora, come se fosse ieri, quello che mi ha detto prima di morire..-

 

Mi ero praticamente trasferita all'ospedale. A scuola non ci andavo da una settimana, ma non me ne importava. Miki stava male ogni giorno di più ed io gli stavo vicino. In poco tempo era diventato il mio tutto. Lo amavo.

-Sai Wendy, mi sono innamorato di te- disse con non poche difficoltà. Avevo gli occhi lucidi.

-Anche io Peter. Ti prego non lasciarmi anche tu- dissi trattenendo i singhiozzi.-Ti amo- gli sussurrai.

-Devo andare Wendy, e tu lo sai. Sarò sempre con te, nel tuo cuore. Ti amo anche io e mi dispiace non avere anche solo un'ora in più- Lo baciai. Un bacio dolce e stupendo.

-Sono felice di aver dato il mio primo bacio a te- dissi facendogli un sorriso, o almeno ci provai.

-Ed io sono contento di essere il tuo primo. Ti amo Wendy e, ricordati.. che … starò sempre.. vicino a te-

 

-Quello fu il periodo più bello di tutta la mia vita. Lui mi ha fatto capire che la vita è troppo breve per sprecarla. Bisogna viverla, momento per momento. Da un lato è grazie a lui se sono più forte. Lui mi ha salvata- dissi con le lacrime agli occhi. Gemma mi abbracciò. Un abbraccio confortante che sapeva di vaniglia. Il suo abbraccio. Mi era mancato. Dopo però dovetti andare via. Dovevo far visita a una persona. Dovevo far visita a lui. Quel giorno era il giorno in cui lui se n'era andato: il 28 febbraio.

 

 

 

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Capitolo 21
*** Un posto magico ***


Un posto magico

 

Avevo ancora gli occhi lucidi quando uscii dal negozio. Mi scontrai con qualcuno.

-Scusa, non ti ho visto- dissi io. Alzai la testa e lo vidi. Era lì che mi guardava con quei suoi occhi caldi, accoglienti che promettevano dolcezza, amore e protezione. Ma io non avevo più bisogno di protezione. Me l'ero cavata sempre bene, in ogni situazione, prima che lui arrivasse a sconvolgermi tutto.

-Va tutto bene?- chiese lui. Annuii in risposta.

-Devo andare..- dissi con voce bassa.

-Ti accompagno- mi interruppe lui.

-Ok- . Lui in tutta risposta spalancò gli occhi. Era incredulo.

-Allora vuoi venire o no?- chiesi visto che non si muoveva. Risi e poi gli presi la mano. Una risata un po' stridula, ma comunque una risata. Lo trascinai, letteralmente, fino alla sua macchina. Aveva uno sguardo buffissimo.

-Pianeta Terra chiama Harry. Uno, due, tre, prova- dissi scuotendolo piano.

-Sisi, eccomi- disse riscuotendosi dai suoi pensieri. -Dove andiamo?- mi chiese.

-Prima a un fioraio, poi guido io- dissi.

-Oh no. La mia piccola non si fa guidare da altri-. Lo guardai male.

-Perchè?- dissi sbuffando -va bene, allora andrò a piedi – dissi aprendo la portiera.

-okok, te la farò guidare- cedette lui. Sorrisi in risposta. Il viaggio fino al fioraio fu molto silenzioso. Sentimmo la musica, ma ognuno era perso nei propri pensieri.

-Aspetta qui. Ci metto poco- dissi appena arrivati. Uscii e andai a prendere i fiori. A Miki gli piacevano i girasoli. Che poi, piacevano anche a me. Sono così belli e luminosi. Mi mettono allegra, pensai. Anche lui mi metteva allegria. Tornai in macchina, questa volta però avrei guidato io. Diedi i girasoli a Harry.

-Per chi sono?- chiese lui curioso.

-Per una persona importante- risposi sorridendogli. Le lacrime se n'erano andate. Le avevo ricacciate indietro, come tante altre in passato. Arrivati al cimitero, mi incamminai verso il mio Peter. Harry mi seguii, ma comunque nei suoi occhi vidi un velo di tristezza. Una volta arrivati alla sua... non mi piace dirlo, ci fermammo.

-Peter ti presento Harry. Harry, lui è il mio Peter- Posai i fiori sulla sua cosa e poi mi sedetti per terra. Guardai Harry, aveva uno sguardo confuso.

-Vuoi sentire la nostra storia?- chiesi. Poi però precisai -la mia e quella del mio Peter-. Lui annui in risposta e si sedette accanto a me. Gli raccontai tutto e, con lui vicino a me, mi accorsi di stare bene. Bene con me stessa, con gli altri. Era la stessa senzazione che provavo quando Miki era accanto a me. Lo guardai negli occhi.

-Mi dispiace- disse lui rispondendo allo sguardo.

-Oh non preoccuparti. Lui non vorrebbe vederci tristi- dissi sorridendo. -Vieni, ti mostro un posto- dissi. Ci alzammo e gli presi la mano. Era diventato naturale, come bere. La sua mano era così calda. La mia era la metà della sua. Risi e lo guidai in un posto che per me era magico. Un posto pieno di alberi e fiori. Era una piccola radura: l'erba era brillante, come i suoi occhi, i fiori erano tantissimi, tutti colorati. Mi piaceva stare lì. Il sole batteva, caldo e rilassante.

-Che ne dici? È bello, vero?- dissi andando verso il centro di quel paradiso.

-È stupendo- disse lui girando in tondo. Sorrisi.

-Ci vengo sempre quando sono giù. L'ho scoperto per caso.- dissi. Poi mi girai verso di lui e gli puntai un dito sul petto dicendo -guai a te se dici a qualcuno di questo posto. Se lo fai puoi dire addio ai tuoi ricci-. Lui annui in risposta.

-Non ti preoccupare. Sarà il nostro piccolo segreto- disse facendomi l'occhiolino. Alzai gli nocchi al cielo. -Perchè mi hai portato qui?- mi chiese poi.

-Non lo so- risposi – mi sembri diverso a come eri quando ci siamo conosciuti.. ma non farti illusioni e togliti quel sorrisetto soddisfatto dalla faccia.- Mi girai e mi allungai sull'erba soffice. Lui mi seguii.

-Allora, raccontami qualcosa tu..- dissi io.

-Cosa?- chiese lui di rimando. Feci spallucce.

-Che cosa ti ha fatto cambiare?- chiesi curiosa. Lo volevo sapere veramente.

-Diciamo che aver conosciuto i ragazzi mi ha aiutato a, come dici tu, cambiare. Però la causa scatenante è stata prima: con il mio comportamento idiota una ragazza si stava per suicidare. Menomale che l'hanno scoperta e portata all'ospedale in tempo- disse lui sospirando. -Mi sentivo colpevole per quello che le era successo, così ho iniziato a, diciamo, analizzare il mio comportamento. Mi sono ripromesso che non tratterrò mai una ragazza in quel modo.. ed eccomi qua- Stavamo entrami guardando il cielo che si stava riempendo di nuvole. Erano grige, quasi nere.

-Forse è meglio andarcene prima che piova- dissi alzandomi. Harry fece altrettanto. Poi ci dirigemmo vero la macchina. Mi accompagnò a casa. Stavo per andarmene quando mi bloccò il polso facendomi girare verso di lui.

-Oggi è stato molto bello- disse lui – ti va di uscire insieme uno di questi giorni?-

-Si, non è stato male. Comunque questa settimana non posso, magari la prossima- risposi io.

-Che devi fare?- mi chiese lui.

-Non credo siano affari tuoi- risposi brusca. Lo salutai e poi me ne andai.

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Capitolo 22
*** Serata in compagnia ***


Serata in compagnia

 

Pov Harry

'Quella donna mi farà impazzire, me lo sento. Tutto sommato oggi è stata una bella giornata. È stata dolce.. Non riesco neanche a crederci. Anche se dopo mi ha risposto male non credo che dimenticherò questa giornata. Mi sono divertito.' Dopo averla riaccompagnata tornai a casa. Zayn e Liam stavano giocando alla play-station, Louis era con Eleonor e Niall era in cucina a parlare con Marika e Gemma. Quando entrai in cucina, sentii un buon odore: Marika aveva preparato una torta al cioccolato, mentre mia sorella dei biscotti.

-Amo queste ragazze- disse Niall mangiandosi con gli occhi la torta.

-Tanto questa torta non la mangi- disse Marika facendo la linguaccia al biondo. Gemma intanto rise. Non appena mi vide mi sorrise.

-Allora, com'è andata con Cat?- mi chiese. Nel frattempo Marika spostò la torta e bevve dell'acqua. Invece Gemma si sedette su una sedia e Niall fece lo stesso.

-Bene. Mi ha raccontato la storia di Miki/-

A quel punto Marika sputò tutta l'acqua che aveva in bocca addosso a Niall.

-Ehi!! Che schifo!!- disse lui. Marika invece era paralizzata.

-Ti prego dimmi che oggi non è 28 di febbraio..- disse guardandomi.

-Oggi non è il 28 febbraio.- disse Niall. Poi sbuffò – vado di sopra a cambiarmi – e andò via.

-Merda. Merda. Merda. Devo chiamarla- prese il telefono e la chiamò.

 

Pov Cat

Sono a casa da più di mezz'ora e sto cercando la bottiglia di vodka che tengo di scorta. Dove diavolo l'ho messa?'. Stavo controllando sotto al divano (si, lo so. È un ottimo nascondiglio. Tutto merito mio) quando il telefono mi squillò. L'ho andai a prendere e risposi.

-Pronto?-

-Cat mi dispiace..- la interruppi

-Perchè? Non hai fatto niente.- dissi io.

-Dovevo stare con te. Mi dispiace, me n'ero dimenticata. Hai già cominciato?-

Sapevo a cosa intendeva. Ogni anno ci ubriacavamo insieme.

-No. Stavo prendendo la bottiglia. Tu sei dai ragazzi vero?- chiesi io.

-Si. Harry ha chiesto se vuoi venire.- disse ridacchiando.

-Non so..-

-Dai, che ti costa. Siamo tutti insieme-

-E va bene. Arrivo tra poco.-

-Viene a prenderti Harry- disse tutta contenta.

-Ok- Sospirai e chiusi la chiamata.

Dopo cinque minuti suonarono al campanello e così andai ad aprire.

-Ciao, di nuovo- disse Harry sorridendomi. Il mio cuore perse un battito. 'Cosa? Ma che dici? Il mio cuore batte regolarmente. Non mi fa nessun effetto vederlo'

-Ciao. Vieni entra. Fai come se fossi a casa tua. Vengo subito- risposi. Andai di sopra e presi quello che mi serviva. Poi scesi.

-Possiamo andare- dissi

-Bene- rispose lui. Ci incamminammo verso la sua auto e salimmo.

-Posso farti una domanda?- chiese lui.

-Dimmi pure- risposi lanciandogli un occhiata. Aveva gli occhi fissi sulla strada, una mano sul volante e un'altra sul mento. Era leggermente nervoso.

-Hai un ragazzo?- Me l'aspettavo.

-No- risposi. -e tu?-

-No- disse lui -l'ultimo che hai avuto?-

-Mmm, due settimane fa. Tu invece?

-Un mese fa. Come mai vi siete lasciati?-

-Troppo appiccicoso. Non mi piacciono i ragazzi appiccicosi- risposi io. -E invece tu?-

-Stava con me solo perché ero famoso.- disse lui.

-Conosco il genere-

Intanto arrivammo a casa dei ragazzi. Entrammo. Erano tutti sul divano e quando entrai mi salutarono. C'era una ragazza che però non avevo mai visto. Si presentò subito.

-Ciao, sono Eleonor-

-Piacere Cat- le dissi dandole la mano.

-Che ne dite di mangiare?- chiese Niall

-Ma chi cucina?- chiese Louis -lo sapete che non so cucinare-

-Faccio io- mi proposi

-Ti aiuto- disse Harry. Annuii.

-Io ed Eleonor prepariamo la tavola – disse Louis.

-Io vado a fare la spesa. Che ti serve?- chiese Niall.

-Aspetta che ti faccio una lista – risposi io. Andai in cucina per vedere cosa ci mancava e lo scrissi, poi ritornai in sala e diedi il foglio a Niall.

-Vengo anche io- fece Zayn.

-E noi?- chiese Marika

-Mmm voi scegliete un film e dopo andrete a passeggiare al chiaro di luna- rispose Louis. Ridacchiammo tutti, tranne i diretti interessati che si guardarono imbarazzati.

-Su, tutti a lavoro- dissi e poi andai in cucina. Harry mi seguì.

-Allora... che cosa cucini?- mi chiese lui curioso.

-Lasagne- risposi. Gli si illuminarono gli occhi. È proprio vero che gli uomini si prendono per la gola. Incominciammo a cucinare. Era piacevole e divertente. Mettemmo anche la musica. Benomale Niall e Zayn tornarono presto, così finii tutto molto prima. Harry mi era stato di molto aiuto, soprattutto quando non trovavo gli utensili.

-Dì agli altri che è pronto- dissi al riccio.

-Certo. Devo portare qualcosa di là?- chiese lui.

-Porta da bere. Grazie- dissi sorridendogli. Anche lui mi sorrise, poi andò in sala. Presi la teglia e lo seguii.

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Capitolo 23
*** Un nuovo amico ***


Un nuovo amico

 

-Cucini benissimo- disse Niall.

-Grazie- risposi sorridendogli. Mi piaceva. Non nel senso che ero innamorata di lui, ma averlo come amico sarebbe stato fantastico. Gemma a quel punto si alzò.

-Ho un volo tra poco- spiegò- ci sentiamo per telefono. Buona serata a tutti-

-Ciao- salutammo noi. Dopo aver sparecchiato la tavola, andammo in sala.

-Avete scelto il film?- chiese Louis.

-Si, una commedia- rispose Marika.

-E se facessimo qualcosa di più divertente?- fece Harry

-Tipo?- chiesi io curiosa.

-'Non ho mai'. Sapete tutti come si gioca?- disse Harry

-Io no- rispose Marika

-Praticamente, a turno, ognuno deve dire cosa non ha mai fatto o detto e gli altri, se l'hanno fatta, bevono un bicchierino di qualsiasi cosa di alcolico.- spiegò Liam.

-Bene, giochiamo- disse Niall. Ci mettemmo seduti per terra e in cerchio. Cominciò Louis.

-Non ho mai baciato un ragazzo-

L'unica a bere fui io.

-Davvero hai baciato una ragazza?- chiese Niall curioso.

-Si, ma ero troppo ubriaca per ricordarmi com'era- dissi. Gli altri erano sbalorditi.

-Ehi! Non c'è niente di male.- dissi difendendomi. Poi fu il turno di Niall.

-Non ho mai giocato a poker-

Nessuno bevve. La successiva fu Eleonor.

-Non ho mai cantato in pubblico-

Io e i ragazzi bevemmo. Poi toccò a me.

-Non ho mai lasciato l'Inghilterra-

Eleonor, i ragazzi e Marika bevevano. Dopo fu il turno di Zayn e così via. Quando eravamo arrivati alla fine eravamo tutti un po' brilli, un po' tanto. Niall e Zayn erano quelli messi peggio.

-Io me ne vado- dissi barcollando verso la porta. Qualcuno mi bloccò. Era Harry.

-Non puoi andare a casa così, da sola. Ed io non posso accompagnarti. Resta qui- mi disse lui -rimane anche Marika-

-Ok. Dormo con lei- dissi sospirando.

-Lei dorme con Liam./-

-Dormo sul divano. Hai qualcosa da prestarmi? Mi serve sono una maglia lunga- lo interruppi io. Li altri erano già andati a letto. Seguii Harry. La sua camera non era molto disordinata (confrontandola con la mia) e molto spaziosa. Mi diede la maglia.

-Sei sicura che non vuoi dormire qui? Se vuoi posso stare io sul divano-

-Non voglio cacciarti dal tuo letto. Starò bene.- dissi sorridendogli e dandogli un bacio sulla guancia. -Buonanotte Harry- sussurrai.

-Buonanotte Cat- mi rispose lui. Una volta toccato il divano caddi tra le braccia di Morfeo.


 

Il giorno seguente, quando mi svegliai, ero un po' stordita e la testa mi girava. Alzandomi dal divano notai che qualcuno mi aveva messo una coperta addosso. Andai in cucina stropicciandomi gli occhi, e vidi che c'era Niall che stava mangiando.

-Buongiorno- dissi io con voce rauca.

-'Giorno- rispose lui bonfocchiando. Sbadigliai. Poi mi sedetti sulla prima sedia libera che trovai e incominciai a mangiare.

-Grazie per la coperta- dissi. Lui mi guardò confuso.

-Quando sono sceso già ce l'avevi. Forse è stato Harry- rispose lui facendo spallucce. -come ti siamo sembrati?- continuò.

-Siete simpatici. Non posso dire altro, non vi conosco- risposi io.

-Bhè meglio così. Anche tu sei simpatica- disse lui. Sorrisi.

-Allora, com'è la vita della grande band?- chiesi curiosa.

-è bellissima, anche se a volte diventa fastidiosa. L'unica cosa che non sopporto è che non abbiamo più privacy. Per il resto non mi lamento- rispose ridacchiando. -E invece la tua vita com'è?-

-Movimentata- ridacchiai. -No, vabbe, adesso sto bene. È tutto in ordine: il lavoro, gli amici.. Insomma, tutto a posto-

-E la famiglia?- chiese.

-La mia famiglia è Marika- risposi sincera. Lui mi guardò confuso.

-Hai litigato con i tuoi?- Scossi la testa.

-No, sono morti- dissi con sorriso malinconico.

-Oh, mi dispiace. Non lo sapevo-

-Non ti preoccupare- risposi io. Ci furono dei minuti di silenzio, che furono imbarazzanti.

-Senti, tu sei una ragazza- incominciò lui.

-Però, che occhio- dissi ridendo. Rise anche lui. Aveva una risata armoniosa.

-Volevo chiederti se mi potresti dare una mano per fare un regalo. Mi serve un parere femminile- disse giocherellando nervosamente con le mani.

-Certo. Facciamo oggi?- chiesi. Il suo volto si illuminò.

-Si- sorrisi anche io.

























TA-DAAAANNNN
Che ve ne pare? Scusate gli errori, se ci sono.
Spero vi piaccia. Grazie per le recensioni
e buon pomeriggio (anche se è quasi finito)
Ciao :))

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Capitolo 24
*** Una splendida giornata ***


Una splendida giornata

 

Passammo tutta la mattina a cercare un regalo per questa sua amica. Si chiamava Alexis e aveva un anno in meno di lui.

-Come l'hai conosciuta?- chiesi

-Stavo passeggiando per il parco quando un cane mi si avvicinò. Era piccolo e dolce, solo che non vedevo nessuno con lui. Dopo qualche secondo la vidi che correva verso di me. Si scusò e mi ringraziò per averlo preso. Non mi ha riconosciuto, ci credi? Anzi non sa neanche che sono famoso..-

-Però dovresti dirglielo, altrimenti questa cosa potrebbe ritorcesi contro di te. Da quanto la conosci?- dissi io.

-Due settimane. È una ragazza dolcissima, ci siamo visti un paio di volte. Mi ha invitato al suo compleanno, che si terrà tra due giorni. Magari la invito ad uscire oggi e le dico tutto- disse pensieroso.

-Fidati, è meglio sapere le cose importanti da una persona che scoprirle da sola.-

-Perché è importante che lei sappia che sono una persona famosa? Dopotutto sono sempre io, sono sempre Niall-

-Tu mi hai detto che non ti ha riconosciuto e che siete usciti insieme. Questo significa che tiene a Niall e non a quello degli One qualcosa.-

-Ancora ti impari come ci chiamiamo?- chiese lui divertito. Ridacchiai.

-Non è questo il punto. Il punto è che forse ci tiene a te. Quando le dirai la verità guardala negli occhi, vedi le sue espressioni, come si comporta. Così scoprirai se è veramente sincera o meno. E se non lo fosse, sarà lei a perderci perché, Niall, tu sei una persona fantastica.- dissi io.

-Non pensavo fossi così filosofica- ridacchiò lui. -Comunque grazie per le belle parole- disse abbracciandomi. Naturalmente ricambiai. Parlammo molto e scoprii che avevamo molte cose in comune. A cominciare dalla nostra passione per il cibo.

-Andremo molto d'accordo noi due- disse lui. Sorrisi e poi lo guardai negli occhi.

-Lo penso anche io.- risposi sincera. Era veramente un ragazzo fantastico. -Ti prego andiamo a mangiare che ho fame- dissi trascinandolo al primo Mc Donalds che incontrammo.

-Ed io che pensavo che facessi qualche strana dieta- disse lui.

-Ho dei metodi molto efficaci per dimagrire- lo guardai maliziosamente e naturalmente lui capì. Rise. Ad interrompere i nostri discorsi furono i nostri cellulari. Rispondemmo entrambi.

-Pronto?-

-Cat, sono Marika.. volevo dirti che sto per partire-

-Come partire? Che è successo?-

-Mio padre non sta bene, quindi andrò a stare un po' dai miei-

-Oh, mi dispiace. Dimmi quando torni che i vengo a prendere all'aeroporto e fammi sapere come stanno-

-Certo. Tu adesso dove sei?-

-Sono al Mc con Niall-

-Vabbè ti richiamo più tardi così mi spieghi. Ciao tesoro-

-Ciao Rikaa- E attaccai. Òa stessa cosa fece Niall.

-A te chi era?- chiese tra l'esasperato e il curioso.

-Marika, deve partire perché suo padre sta male. A te invece?-

-Harry. Mi ha praticamente interrogato- disse ridendo -penso sia geloso- lo guardai alzando un sopracciglio.

-Geloso. Di me. Ma per favore!- risposi io.

-Si, geloso con la G maiuscola. Perché non gli dai una possibilità?- disse l'ultima frase serio.

-Perché... ho paura, Niall. Mi ha fatto già soffrire una volta, non voglio che riaccada.-

-Ma così potresti avere dei rimpianti. Provaci e se non va, sai che ci hai provato. È brutto pensare 'e se l'avessi fatto cosa sarebbe successo?'. Per questo dovresti dargli un altra possibilità. - quello che aveva detto mi fece riflettere. Dopotutto che avevo da perdere?. Dopo aver pranzato ritornammo a casa dei ragazzi. Non c'era nessuno, tranne Harry che sembrava nervoso, agitato. Quando entrammo ci si parò davanti.

-Allora... com'è andata la mattinata?- chiese in modo strano.

-Molto bene. Vero Niall? Bene, io devo andare..-

-ti accompagno- mi interruppe Harry.

-Va bene.- poi mi girai verso il biondo – grazie per la splendida mattinata. Fammi sapere come va.- gli diedi un bacio sulla guancia e me ne andai seguita dal riccio. Il tragitto casa-auto lo passammo in silenzio.

-Allora, dove la porto signorina?- mi chiese lui facendo un sorriso malizioso. Mi morsi il labbro sorridendo.

-Non credere che ti risponderò 'su una stella'. Sai che non sono quel genere di ragazza. Che ne dici se andiamo a prendere qualcosa da starbucks e poi mi accompagni a casa?- chiesi io. -Se vuoi puoi restare anche per cena- continuai io. Lui mi guardò sorpreso per un attimo, ma dopo sembrò riprendersi.

-Certo. Andiamo- disse sorridendo.

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Capitolo 25
*** Una scusa? ***


 Una scusa?

 

Arrivammo a casa mia dopo una mezz'oretta.

-Dai, vieni- dissi aprendo la porta -fai come se fossi a casa tua. Io mi vado sopra a cambiare intanto tu scegli il film- Andai di sopra e mi misi dei pantaloncini corti e una maglia lunga e larga. Me l'aveva regalata Jimmy. Quando scesi trovai Harry chinato sul videoregistratore a mettere il dvd. Era diventato un bel ragazzo, non c'è bisogno che lo dica. Molto bello. Era diventato maturo e gentile. Jimmy aveva ragione: le persone cambiano. Mi fermai a guardarlo per alcuni minuti, poi, forse perché si sentiva osservato, si girò verso di me e mi sorrise. Ricambiai il sorriso, poi mi avvicinai a lui.

-Scelto?- chiesi.

-Si, un horror- disse guardandomi in modo strano. Alzai un sopracciglio.

-Che c'è Styles? Pensi che io abbia paura di un film?- chiesi con un tono di sfida.

-Si. Ma non ti preoccupare, ci sono io- rispose facendomi l'occhiolino. Alzai gli occhi al cielo.

-Secondo me sarà il contrario- dissi incrociando le braccia al petto.

-Scommettiamo?- chiese lui in segno di sfida.

-ok, se vinco io...mmm... mi farai incontrare Ian Somerhalder-

-Bene, e se vinco io uscirai con me per una settimana-

-Ci sto.- risposi porgendogli la mano.

-Ci sto- ripeté lui stringendo la mia.

 

E fu così che ci ritrovammo abbracciati l'un all'altro terrorizzati e tremanti. Alla fine del film ci guardammo e scoppiammo a ridere.

-Abbiamo perso tutte e due- disse Harry ancora ridendo.

-Non è giusto! È colpa tua! Hai messo quello più pauroso..- dissi dopo aver smesso di ridere. Mi alzai dal divano,incrociai le braccia e feci il finto broncio. Lui in risposta alzò un sopracciglio e mi guardò in modo strano.

-A si?- chiese avvicinandosi. Io in risposta annuii e cominciai ad indietreggiare.

-Non ci provare- dissi continuando a indietreggiare. Avevo capito cosa voleva farmi.

-Cosa non devo provare a fare?- chiese guardandomi con uno sguardo da finto santarellino. Indietreggiai ancora fino a toccare con la schiena il muro.

-Merda- non feci in tempo a togliermi che mi fu subito addosso. -No! Il solletico no!! Ahahahahahhah. B-basta ahahahahahah per favore ahahahah-

Dopo avermi quasi fatto morire di solletico si fermò. Lui era sopra di me ed io ero sopra il pavimento. Ci guardammo intensamente negli occhi. I suoi occhi. Forse erano l'unica cosa che non era cambiata in lui. Quel bellissimo verde. Si stava avvicinando lentamente al mio viso. Io tenevo lo sguardo incollato al suo. Il respiro accelerato di entrambi che si univa in un unico soffio. Il cuore mi prese a battere velocemente, sempre più veloce. Avevo paura che da un momento all'altro mi uscisse dal petto. E, nel frattempo, lui si avvicinava e avvicinava e avvicinava finché le sue labbra non si posarono sopra le mie. Quel bacio fu.. WOW. Non ho parole per descriverlo. A distoglierci da quello che stavamo facendo fu il mio cellulare. Ci guardammo per qualche secondo negli occhi (a me sembrava passato un secolo), poi si sposto da sopra di me e mi aiutò ad alzarmi.

-Grazie- sussurrai. Poi andai alla ricerca del telefono. Una volta trovato, la persona che mi aveva chiamato aveva chiuso. Ci penserò domani, pensai. Mi girai verso Harry che mi guardava.

-C'è un piccolo problema- disse lui congiungendo il pollice con l'indice. Gli feci il segno di continuare a parlare. -Sono rimasto chiuso fuori-

-Come chiuso fuori?- chiesi incredula.

-Sai, quando una persona non può/-

-So cosa vuol dire essere chiusi fuori- lo interruppi io alterata. Feci un respiro profondo per calmarmi. -Se vuoi puoi stare qui, stanotte. Però non dormiremo insieme- chiarii. Lui annui in risposta. -Dai vieni, ti faccio vedere la stanza- risposi girandomi e andando verso le scale.

-Se vuoi posso dormire sul divano-

-Pensi davvero che ti faccia dormire sul divano?- chiesi irritata. -Marika non c'è. Puoi dormire in camera mia- risposi girandomi verso di lui.

 

Harry's Pov

La sua stanza era un po' più piccola rispetto alla mia. Abbastanza ordinata. C'era un armadio lungo sulla destra, il letto al centro, di fronte a quest'ultimo c'era un caminetto finto con sopra una televisione. Verso sinistra c'era il comò con sopra uno specchio e una scrivania. Tutto bianco. Le pareti erano di un blu intenso, coperti da fotografie. Ce n'erano moltissime, attaccate soprattutto sopra la testata del letto. La finestra era a destra e portava a un piccolo balcone.

-è molto bella- dissi rivolta verso di lei.

-Grazie- rispose. -Purtroppo non ho niente da prestarti/-

-Oh, non preoccuparti- la interruppi io.

-Ok- disse sospirando -Io vado.. buonanotte- si voltò e fece per andarsene.

-Buonanotte- risposi. Non appena la porta si chiuse, mi girai verso le foto e cominciai a guardarle. C'erano soprattutto foto di lei e Marika, o lei e dei ragazzi. Ce n'erano poche dei suoi genitori. Dopo avere viste, mi spogliai e mi allungai sul letto. Non so di preciso quando mi addormentai.










Scusate il ritardo, ma non sapevo come
andare avanti. Che ne pensate? Siate
sinceri che non mi offendo ;)
Ottio non ci posso credere che siamo a 
fine agosto. Tra un pò ricomincia pure 
la scuola.. Help me!!
Come avrete notato non sono molto
brava a commentare, quindi vi saluto..
Buon sabato a tutti :))

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Capitolo 26
*** La sua voce ***


La sua voce

 
Quando mi svegliai era notte fonda. Avevo rifatto l’incubo e le lacrime mi bagnavano il viso. Mi asciugai distrattamente gli occhi con la manica della felpa-pigiama e cercai di calmarmi. Dopo vari minuti riuscii a tranquillizzarmi, ma il sonno come al solito non arrivava. Così, ormai abbandonata l’idea di dormire, andai in cucina con il mio ipod. Misi delle canzoni che mamma mi cantava quando ero piccola, quando non riuscivo a calmarmi per via di un incubo o perché avevo litigato con qualcuno e ci stavo male. La sua voce mi tranquillizzava, come quella di Harry. Qui lo dico e qui lo nego: ho ascoltato le loro canzoni, all’insaputa di Marika (naturalmente), e, nonostante non sia il mio genere, cantano bene. Ma la voce di Harry, come quella di mia madre, mi rasserenava. Misi a fare la cioccolata calda. Mi piaceva e ne andavo pazza. Non ce la facevo più. Il passato continuava a tormentarmi e non sapevo come farlo smettere. Mi sedetti sulla sedia abbracciando le mie gambe, la testa appoggiata alle ginocchia e occhi chiusi. Le parole, la melodia, la sua voce mi rimbombava in testa.
 
-Mamma, mamma, ho paura- dissi tra le lacrime, tremando. La mamma mi prese in braccio e mi accarezzò i capelli. Lo faceva sempre quando ero nervosa o piangevo.
-Di cosa, tesoro- mi chiese con quella sua voce dolce.
-I mostri, sono dappertutto- risposi singhiozzando.
-Oh, amore. Non devi preoccuparti. Loro non possono toccarti, non possono fare niente. Shh, non piangere. Ti canto qualcosa amore?- Annuii in risposta. Andammo in camera mia e mi fece allungare sul letto.
-Chiudi gli occhi, Cathy, e immagina un campo pieno di fiori di tanti colori. Immagina le cose più belle. Io resterò qui finché non ti addormenterai, d’accordo?-
-Si- risposi. Chiusi gli occhi come mi aveva detto la mamma e immaginai un campo pieno di alberi, di fiori, con molte farfalline dai mille colori e immaginai noi tre, io, la mamma e papà, che giocavamo insieme, felici. Nel frattempo, mamma cominciò a cantare ed io, lentamente, caddi tra le braccia di Morfeo. Sentii una cosa, prima di cadere nel sonno profondo: “Ti amo, piccola mia”.
 
Quel ricordo mi fece male, come una lama. Una lacrima solitaria scese lentamente sul mio volto e con essa ne seguirono altre. Cercai di attutire i singhiozzi, che erano diventati rumorosi. Presi la cioccolata e, tra le lacrime, la bevvi. Sentii una mano calda e confortevole accarezzarmi la guancia. Aprii lentamente gli occhi e vidi Harry a pochi centimetri da me con lo sguardo preoccupato.
-Ehi, cos’è successo?- mi chiese piano asciugandomi le lacrime con il palmo della sua mano. Aveva la voce roca.
-Un incubo. Niente di che.- risposi facendo spallucce. Ero sempre nella stessa posizione solo che i nostri occhi erano come delle calamite. Ci attiravano a vicenda. Lo sentivo. E lo sentiva anche lui.
-Vuoi raccontarmelo?- chiese lui gentilmente.
-No- risposi abbassando lo sguardo.
-D’accordo.- disse sospirando- vieni, andiamo a letto- mi porse la mano ed io l’accettai. Andammo di sopra. Mi lasciai ‘trascinare’ da lui. –Vuoi dormire con me?- mi chiese lui sottovoce.
-Forse non/- mi interruppe.
-Solo dormire- disse. Annuii e così ci ritrovammo sdraiati sul mio letto, io con il viso appoggiato al suo petto e le sue braccia che mi accarezzavano la schiena e i capelli. Dopo cinque minuti crollai.
 Il mattino arrivò velocemente, o almeno era così che percepivo i giorni: veloci. Quando mi svegliai, il letto era vuoto. Sentii in me un senso di abbandono molto forte. Sospirando mi alzai e andai verso la cucina. Sentii un buon odore di torta e caffè. Come entrai, vidi Harry che appoggiava tutto su un vassoio. Voleva portarmi la colazione in camera, pensai, nessuno lo aveva mai fatto.
-Buongiorno- dissi sussurrando. Lui si girò, sorpreso di vedermi sveglia, poi mi salutò.
-Ti sei svegliata prima. Ed io che volevo portarti la colazione a letto-
-Sarà per la prossima volta- dissi con fare allusivo. Lui in risposta mi fece l’occhiolino.
-Mangiamo? Ho una fame pazzesca- fece lui. Annuii. E così facemmo colazione, parlando del più e del meno.
-Oggi hai qualcosa da fare?- mi chiese lui.
-No, niente di particolare. Tu invece?-
-Ho un’intervista alle 3.00 pm, ma dopo sono libero. Ti va di uscire?-
-Certo- risposi sorridendogli.









Lo so, lo so, sono in ritardissimo.
Ho avuto molto da fare, ma eccomi qui
ancora a rompervi le scatole LOL
Che ne pensate? Spero vi piaccia ;)
Chi andrà a vedere
THIS IS US oggi??
Ottio, non vedo l'ora di vederlo, anche se
io ci andrò domani :// Piangerò e riderò 
contemporaneamente, lo so.. 
Bhè, ora vado. Buona giornata a tutti :))

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Capitolo 27
*** Dubbi e preoccupazioni ***


Dubbi e preoccupazioni

 
La mattina passò velocemente. La passammo a ridere e scherzare. Fu bellissimo. Vedemmo molti telefilm polizieschi. Io li amavo. Mangiando patatine e altre schifezze varie. Pranzò anche a casa mia. Dopo però se ne dovette andare. Presi il mio cellulare, che non guardavo dalla sera prima. C’era una chiamata persa da mia zia. Mia zia? Mi domandai mentalmente. Ero sconcertata. Non mi chiamava mai. E quando dico mai, intendo proprio mai. La richiamai.
-Ciao Emily, che vuoi?-
-Ciao Catherine, sento che sei sempre la stessa ragazza scorbutica- mi rispose tranquilla lei. La sua voce era odiosa, sembrava una cornacchia.
-Ripeto: cosa vuoi?-
-Volevo informarti di alcune carte- disse lei.
-Quali carte? Oh, andiamo! Non farmiti cavare le parole dalla tua boccaccia-
-Dobbiamo vederci. Non posso parlarne per telefono. Facciamo da te?-
-Assolutamente no. Ci vediamo tra dieci minuti nel bar al centro..- le risposi io.
-Va bene, Catherine. Ci vediamo dopo.- poi agganciò. Odiosa. Odiosa con la O maiuscola. Ma non sapevo di cosa voleva parlarmi. E poi, lo ammetto, ero curiosa. Volevo sapere. Mi preparai e mi incamminai verso il bar. Quando arrivai la vidi già lì, tutta dritta e precisa, seduta a un tavolo in disparte. Sorseggiava un thè. Non beveva altro. A parte l’acqua, s’intende. Mi avvicinai verso di lei e, una volta arrivata, mi ci sedetti di fronte.
-Allora Emily, non ho molto tempo-
-Sono felice anche io di vederti, cara Catherine- disse in risposta girando il cucchiaino nella tazza. Aveva questo brutto vizio di chiamarmi con il mio intero nome. Non la sopportavo. –Bene, arriverò subito al dunque- continuò lei. –Tu non sei figlia di tuo padre-
-Cosa?- dissi urlando. Ero sconcertata. Molte persone si girarono dalla nostra parte. La zia sospirò. -È una Candit Camera?- ridacchiai nervosamente e mi guardai intorno. –Avanti, dove sono le telecamere?- chiesi quasi istericamente. Era troppo.
-Senti Catherine, per me non cambia niente, però volevo che lo sapessi. Ho trovato queste carte in delle vecchie scatole- disse tirando dalla borse una cartellina. Una cosa di mia zia bisogna dirla: è onesta. Penso sia l’unico pregio che ha. Me la porse. La presi con mano tremante e la strinsi al petto. Ero sbalordita e confusa.
-Non capisco… dopo tutto questo tempo… - avevo le lacrime agli occhi.
-Mi dispiace. Hai comunque il diritto di saperlo.- dopo qualche minuto si alzò. –Bene, il mio lavoro l’ho fatto. Se vuoi scavare di più ti conviene cominciare da casa tua, quella a Holmes Chapel. Da quanto so, non è stato toccato niente da allora..- mi suggerii lei. Ero troppo disorientata e sconcertata per rispondere. Mi riscossi solo dopo alcuni minuti.
-Grazie- sussurrai. Mi alzai anche io e ce ne andammo. Ognuno per la propria strada. Con la cartellina ancora stretta tra le braccia, tornai a casa. Presi il telefono e chiamai Harry. Mi ricordai solo più tardi che aveva un’intervista. Gli lasciai un messaggio.
“Harry sono io, Cat. Senti, oggi proprio non posso. Io… *sospirai* …io devo fare una cosa. Volevo sono avvisati. Mi dispiace per averti dato buca, dico sul serio. Adesso vado. Ci sentiamo.”
 
Harry’s Pov
Stavo facendo l’intervista quando il mio telefono vibrò. Siccome non potevo rispondere, lasciai che lo facesse la segreteria. Nel frattempo la donna ci chiedeva come fosse la vita da star, se avessimo delle ragazze e blablabla. Chiedevano sempre solite cose. Sbuffai e intanto mi immaginai la serata che avremmo passato io e Cat. Avevo l’idea, dovevo solo metterla in pratica. A riscuotermi dai miei pensieri fu Louis.
-Allora Harry?-
-Sono d’accordo con te- risposi distratto. Gli altri mi guardarono confusi. –Scusate, non mi sento molo bene- dissi. Poi mi alzai e andai in bagno. Presi il telefono e sentii il messaggio. Era di Cat: “Harry sono io, Cat. Senti, oggi proprio non posso. Io… *sospirò* …io devo fare una cosa. Volevo sono avvisati. Mi dispiace per averti dato buca, dico sul serio. Adesso vado. Ci sentiamo.” Non era la sua solita voce. La solita voce allegra, strafottente e dolce. No. Era rotta e debole. Era strana. Ed io mi stavo preoccupando. Purtroppo non potei andarmene e dovetti aspettare la fine di quella dannatissima intervista. Durò due ore. Due interminabili ore. Poi, dicendo ai ragazzi che sarei tornato presto, andai a casa di Cat. Al telefono non rispondeva, ed io ero molto preoccupato. Penso di non essere mai stato in quello stato per nessuno. Suonai al campanello, ma anche lì nessuno rispose. Andai nel panico. Chiamai Marika.
-Pronto?-
-Marika sono io. Volevo chiederti se sai dove si trova Cat. Dovevamo uscire, ma mi ha chiamato disdendo l’appuntamento. Aveva una voce trana e sono preoccupatissimo-
-Purtroppo no. Però non devi preoccuparti, a volte resta via dei giorni senza chiamare..- mi rispose lei. Però avevo notato che neanche lei era convinta.
-Ma non hai idea di dove possa trovarsi?- insistetti io.
-Non saprei. Ci sono molti posti dove potrebbe trovarsi.- disse pensierosa.
-Ok, mandami un messaggio con tutti i luoghi dove va di solito. E… grazie mille- risposi io.
-Figurati. Fammi sapere- rispose lei. Poi attaccammo. 






Ecco qui!!! Vi è piaciuto??
Oggi ho visto il film: è stato fantastico. Giuro, 
brividi. Sono fantastici e così orgogliosa di loro.
E avete saputo del nuovo album??
Midnight Memories
Ottio, non vedo l'ora di averlo tra le mani e sentirlo.. :))
Ora passiamo al capitolo: Com'è?
Siate sinceri ;) Ora vado. Ciao xx

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Capitolo 28
*** Ricerche ***


Ricerche

 

Cat’s Pov

Dopo molte ore di viaggio finalmente arrivai a Holmes Chapel. Vidi casa mia. Era rimasta la stessa. I ricordi mi colpirono come un fulmine: papà che mi spingeva sull’altalena, i picnic vicino all’albero. Mi ricordo quando mi misi in testa di voler fare un campeggio, volevo vedere le stelle. Cercai di non piangere, ma le lacrime avevano deciso di fare a testa loro. Entrai in casa. Altri ricordi, quelli che avevo sepolto, ritornarono. Le litigate con mamma, noi tre che vedevamo la tv, io che cucinavo una torta per il compleanno di papà, io e Gemma, mamma che puliva. Lacrime, lacrime salate. Malinconia, tristezza. Mi accasciai a terra e svenni. Mi svegliai la mattina seguente con un gran mal di schiena e mal di testa. Decisi di andare a fare colazione, visto che non c’era niente da mangiare. Andai al mio bar preferito. Ci andavo spesso assieme a Gemma e un paio delle sue amiche. A volte ci venivamo per spiare Harry. Ritornai al presente. Il ristorante era rimasto lo stesso: tavolini rotondi, sedie comodo e alte, pareti color crema.. Al bancone c’era un ragazzo alto, con i capelli neri e occhi azzurri. Quando mi vide gli si spalancarono un po’ gli occhi. Andai a passo deciso verso di lui, con il sorriso che usavo per far colpo sui ragazzi.

-Salve- disse lui deglutendo rumorosamente. Sembrava un ragazzino alle prime armi, anche se si vedeva che aveva la mia stessa età, se non qualche anno più grande. –cosa desidera?- Mi chiese lui. Per un attimo scacciai tutte le mie preoccupazioni, facendo partire quel giochetto. Volevo farlo impazzire.

-Mmm- dissi portandomi l’indice al mento con fare pensieroso. –Vorrei della cioccolata calda- Il ragazzo stava praticamente sbavando. Cercai di trattenere la risata e mi uscì un tossicchiare pesante (?).

-Sta bene?- chiese lui. Annuii in risposta e mi ricomposi. –Sei nuova di qui? Non ti ho mai visto.- continuò lui.

-No. Vivevo qui molto tempo fa..- dissi con una nota triste. I ricordi mi vorticarono per la mente. Cercai di chiuderli dentro la porta.–Come ti chiami?- chiesi al ragazzo.

-Jeremy. E tu dolcezza?- chiese pensando di fare il fico. Feci una smorfia.

-Primo: non mi chiami dolcezza. Secondo: sono Cat- risposi io.

-Ecco Cat, la tua cioccolata. Mi dai il tuo numero?-

-Grazie. Tieni il resto. – dissi. Poi me ne andai. ‘Jeremy’ pensai, quello della festa. Quella dannata festa. Tornai a casa e decisi di fare la mia ricerca. Secondo le carte che zia Emily mi aveva dato il giorno prima, Mark Williams non era mio padre. Perché? Perché? In un solo momento ho pensato che finalmente la mia vita sarebbe migliorata e invece BAAAM una bomba è esplosa. Iniziai a cercare in camera dei miei. Erano passati sette lunghissimi anni. Sette anni dalla loro morte, sette anni dalla mia distruzione. Le cose erano cambiate da allora, ma in quella casa era come se nulla fosse successo. Come se i miei genitori non fossero morti. Presi tutto il coraggio che avevo e aprii quella dannata porta. Era rimasto tutto come allora. Nessuno aveva toccato niente. Incominciai a frugare nel comò, ma lì non c’era niente. Poi mi diressi verso l’armadio e cominciai a togliere tutto. Decisi di prendermi delle magliette di mamma, per tenerla vicino a me. Sul fondo dell’armadio trovai uno scatolone.

 

Harry’s Pov

Erano due giorni da quando Cat era scomparsa. Marika mi aveva dato una lista dei posti dove poteva essere, ma non c’era. Avevo praticamente setacciato tutta Londra, ma di lei nessuna traccia. Ero preoccupato, non riuscivo a concentrarmi. I ragazzi lo sapevano, non potevo nascondergli niente. Mi supportarono e mi aiutarono. Ma niente. Provavo a chiamarla, ma aveva sempre il cellulare spento. Non capivo dove potesse essere e l’unica cosa che potevo fare era aspettare.

 

Cat’s Pov

In quei due giorni, la mia vita fu come rimescolata. Avevo scoperto nuove cose. Quello che zia Emily mi aveva detto era tutto vero. L’unica cosa che non sono riuscita a scoprire fu l’identità del mio vero padre. Girovagai un po’ per la città, per schiarirmi le idee. Andai al vecchio parco dove quando ero piccola andavo per stare da sola. Con le cuffie all’orecchie andai verso la prima altalena che incontrai e cominciai a dondolarmi. Vedevo i bambini che giocavano allegri. Li invidiavo. Erano così spensierati, così innocenti. Verso il tardo pomeriggio decisi di andare a casa mia, per prendere le ultime cose, per poi tornare a Londra. Lungo il tragitto mi scontrai contro una signora. Era impossibile non riconoscerla. Era rimasta identica a sette anni prima.

-Scusi non l’avevo vista- feci io, sperando che non mi riconoscesse.

-Oh non preoccuparti.- disse prendendo le cose cadute a terra. L’aiutai. Quando mi guardò, vidi i suoi occhi spalancarsi. –Eleanor?-

Scossi la testa. Eleanor, il nome di mia madre. –Non sono lei-dissi triste.

-Non ci posso credere! Cathy! – esclamò sorpresa.

 

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Capitolo 29
*** Non ti lascerò più andare via ***


Non ti lascerò più andare via

 
-Non ci posso credere! Cathy! – esclamò sorpresa. -Come sei diventata bella! Come stai?-
-Emm, grazie signora Styles. Bene, e lei?-
-Ancora non ti impari che mi devi chiamare solo Anne? Comunque tutto bene. Come mai sei qui?- mi chiese lei gentile.
-Io.. dovevo trovare delle cose, ma ripartirò questa sera- risposi.
-Ti andrebbe di prendere qualcosa da bere?- mi chiese lei. Accettai l’invito e così ci  ritrovammo a parlare dei miei genitori. Anne era la migliore amica di mia madre, erano inseparabili. Ricordo che mamma parlava spesso del loro legame. Erano come sorelle. I miei si erano sposati poco dopo la mia nascita, il morivo principale, a detta di Anne, era che non voleva sposarsi con il pancione, ma secondo me c’era dell’altro. Cominciai a notare alcuni particolari, che prima mi sembravano assolutamente normali. Come gli occhi: mia madre li aveva grigi come le nuvole cariche di pioggia, invece mio padre marroni come il cioccolato. Io avevo gli occhi grigi-azzurri, di una tonalità diversa da quella di mia madre, ma pur sempre simile. I miei capelli: mia madre aveva i capelli sul biondo, a mio padre tendevano più sul nero. Decisi di domandarle qualcosa su qualche amico conosciuto prima di mio padre. Pardon, mio padre non era il mio vero padre. Comunque la signora Styles mi disse che non ne sapeva niente. Dopo un po’ decisi di andarmene.
-Grazie Anne, per la chiacchierata. Mi ha fatto piacere rivederla.- dissi sincera.
-E a me ha fatto piacere incontrarti di nuovo. Assomigli molto a tua madre. Sei la sua fotocopia- disse commossa. Sorrisi, il più sincera possibile, poi me ne andai e mi diressi verso la mia automobile. Sospirai. Presi il telefono, che avevo spento, e lo accesi. Trovai dieci chiamate perse da Harry, cinque da Marika e Niall, più molti messaggi.
 
“Cat, dove.diavolo.sei? Giuro che quando torni a casa ti farò passare i guai. Chiamami. M xx”
 
“Cathy, ti prego rispondi. Sto impazzendo, non riesco a trovarti. Che è successo? Per favore chiamami. H xx”
 
“Cat, le ho detto tutto. Avevi ragione tu. Scusa se non ti ho detto subito com’è andata. Grazie mille. Ti va di uscire domani? N”
 
Feci un bel respiro profondo e chiamai Marika.
-Cat? Sei tu? Sono passati due giorni, DUE MALEDETTISSIMI GIORNI!-
-Mi dispiace Mari, ma è successa una cosa e sono dovuta tornare a Holmes Chapel..-
-Holmes Chapel? Non ci ritornavi da quando..- lasciò la frase in sospeso. Sapevo cosa voleva dire. Non ci ritornavo da quando i miei erano morti. Sospirai.
-Ho dovuto. Ti spiego tutto più tardi, ora devo andare.- dissi attaccandole il telefono in faccia. Mi avrebbe ucciso, pensai ridacchiando. Presi tutto quello che avevo portato e mi rimisi in viaggio. Decisi però di chiamare Harry. Non mi rispondeva. Sentii tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento volessero uscire. Gli lasciai un messaggio in segreteria. “Mi dispiace Harry. Io… sono dovuta… ah, maledizione.” Feci singhiozzando. “Ho scoperto una cosa e… dovevo esserne sicura, d’accordo? Io…ok, forse non è stata una buona idea chiamarti. Volevo solo dirti di non preoccuparti.” Disse cacciando via le lacrime. Posteggiai la macchina e mi soffiai il naso. “Sto tornando a casa”. Poi riattaccai. Mi rimisi in viaggio. Tornai a Londra la mattina seguente. Ad aspettarmi all’ingresso c’era Harry. Quando mi vide venne subito ad abbracciarmi. Mi sentivo così bene fra le sue braccia. Le lacrime iniziarono a scendere.
-Ti prego, non farlo mai più- mi sussurrò all’orecchio tenendomi stretta. Quando notò le lacrime mi chiese cosa c’era che non andava. Gli raccontai tutto. Eravamo seduti sul divano, accoccolati davanti al camino.
-Andrà tutto bene- mi disse accarezzandomi la schiena. Alzai lo sguardo e osservai i suoi occhi.
-Grazie- risposi io stringendomi di più a lui. Mi addormentai così, stretta tra le sue braccia.
 


Harry’s Pov
Quello che mi aveva raccontato era stato sconvolgente. Ma era forte e sarebbe riuscita a superare anche questo ostacolo. Era uno dei tanti aspetti che mi piaceva di lei. Non sapevo il motivo, ma quando mi stava tra le braccia sentivo qualcosa allo stomaco. ‘Mi sono innamorato di te, e ti prometto che non ti lascerò mai più andare via. Non commetterò lo stesso errore una seconda volta. Sei diventata troppo importante per me’ gli sussurrai.

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Capitolo 30
*** Niente rimpianti e gelosie ***


Niente rimpianti e gelosie
 
A svegliarmi furono dei teneri baci sul collo e delle bellissime carezze sul viso. Aprii lentamente gli occhi e mi trovai a pochi centimetri da me Harry.
-Buongiorno- mi disse lui
-Buongiorno- sussurrai io.
-Ti ho preparato la colazione. È in cucina.-
-Grazie- risposi ancora assonata. Mi strofinai gli occhi con le mani, poi lo guardai. Lui mi fissò di rimando. Mi avvicinai e quando fummo vicini, lo baciai. Le sue labbra erano morbide e buone, sapevano di cioccolata calda. Sorrisi e poi mi allontanai di poco. Anche lui stava sorridendo, e non c’è neanche bisogno di dire che il suo sorriso era fantastico.
-Che fai oggi?- domandai io.
-Devo fare un intervista per Seventeen e altre non so dove. Vengo stasera- disse accarezzandomi il viso. Ci guardammo negli occhi e poi ci ribaciammo un’altra volta.
-Allora a stasera- risposi io. Poi se ne andò. La casa era stranamente silenziosa ed io non sopportavo proprio il silenzio. Avete presente quel silenzio assordante? Quello che quel poeta ha descritto in un suo testo? Non ricordo il nome. Però era un poeta italiano, penso. Vabbè ritorniamo a noi! Stavo dicendo che non mi piace il silenzio allora per farlo scomparire, accesi la radio a tutto volume. Poi andai in cucina. Harry mi aveva preparato i pancake con sopra la nutella. Mmm che buono, pensai. Dopo aver fatto colazione e aver sparecchiato, mi andai a lavare e vestire. Poi chiamai Marika e le spiegai quello che era successo e lei fece altrettanto. Suo padre stava ancora male, così sarebbe stata da lui un’altra settimana. Mi mancava, terribilmente. Dopotutto avevamo sempre vissuto insieme. E, sembra strano dirlo, lo so, mi mancava anche il mio riccio. ‘Ho davvero detto mio? Okok, non l’ho detto veramente. Ma allora perché ogni volta che si avvicina il mio cuore palpita tanto velocemente? E perché il mio stomaco è così percosso dalle farfalle? Anche se a me sembrano più elefanti. Ok, non era questo il punto. Mi sto innamorando! O forse lo sono già! Merda, non voglio. Non voglio soffrire un’altra volta. Però non ho mai sentito una più bella sensazione. Solo lui me l’ha fatta provare e solo lui lo farà fino alla fine. Mi sono veramente innamorata di lui. E non voglio avere dei rimpianti. Già ne ho troppi.. Ho deciso!’
 
Harry’s Pov
Era così dolce quando appena sveglia si strofinava gli occhi con le mani, sembrava una bambina. Era la mia bambina. Così forte, così dolce, così intelligente.. nessuno era come lei e nessuno lo sarebbe mai stato. Era unica.
-Hazza, come va con Cat?- mi chiese qualcuno interrompendo i miei pensieri.
-Ma non vedi che è innamorato perso? Non ci sta neanche ascoltando. Disse Liam.
-Ohh, il mio piccolo Hazza si è innamorato- disse Louis stringendomi le guance. Lo spostai sbuffando. –Ehi, non mi starai mica tradendo?- mi chiese dopo poco Louis.
-No Boo. Lo sai che sei l’unico- dissi ridacchiando. Sospirai.
-Vorresti andare da lei vero?- fece Zayn. Annuii in risposta. Loro mi capivano. Erano come fratelli per me. Sospirai un'altra volta. Poi guardai Niall, che nel frattempo si stava ingozzando con chi sa quale schifezza.
-Come mai vuoi uscire con Cat?- gli chiesi. Lui mi guardò sorpreso.
-Hai letto i suoi messaggi! Lo sai che potrebbe ammazzarti!- rispose cambiando discorso e diventando rosso. Ma volevo sapere. Quando avevo letto quel messaggio, una sensazione di fastidio mi salì lungo la gola. –Allora?- insistetti io. Lui diventò ancora più rosso. Ok, ammetto che stavo pensando il peggio.
-Ecco.. lei… lei mi ha aiutato con una persona..- disse evasivo.
-Oh, risposi io sorpreso. Mi calmai.
-Con chi?- chiese Louis curioso. Ma, dopotutto, tutti noi lo eravamo. Niall non aveva molte relazioni. Lui diceva sempre ‘poche, ma buone’. Era un ragazzo dal cuore d’oro.
-Bhè…-
-Oh avanti Niall, sputa il rospo!- disse Zayn
-Si chiama Alexis- disse rassegnato.
-Avanti, avanti racconta- fece Louis battendo le mani. Niall sospirò e poi proseguì.
-L’ho incontrata al parco. Aveva perso il suo cane ed io l’avevo ritrovato. Mi ringraziò, poi mi chiese il nome. Non sapeva chi fossi, e rimasi sorpreso di questo. Mi invitò al suo compleanno. Però prima le ho raccontato la verità su di me. Cat sa dare ottimi consigli e poi siamo solo amici- disse quest’ultima frase guardandomi negli occhi. Sapevo che era sincero e questo mi calmò ancora di più.
-Ma è fantastico! Perché non ce l’hai detto?- chiese Liam felice.
-Non sapevo come farlo- confessò lui. E poi adesso ci stiamo frequentando- rispose felice.
-L’intervista inizierà tra dieci minuti- disse qualcuno. Non vedevo l’ora di finire tutte quelle dannate interviste per poter tornare a casa, dalla mia Cathy.
 



















Ciao a tuttiiiiiii :)
Scusate il ritardo, ma ho già molti compiti
e non ho molto tempo per scrivere. Comunque
eccomi di nuovo qui a rompervi le scatole xD
Grazie a tutte le recensioni che avete scritto e 
anche agli altri. Mi fa verramente piacere
che vi piaccia la mia storia. Fatemi 
sapere che pensate di questo capitolo!!
Cercherò di mettere il prossimo il più
presto possibile. Vi voglio un mondo di bene :**
Notte a tutti ;)

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Capitolo 31
*** Luna, candele e mare ***


-Allora?! Devi raccontarmi tutto.- Marika era impaziente. Voleva sapere tutto quello che era successo. -In ogni singolo particolare-

-Ancora? Ma è la quarta volta che te lo racconto.- feci io tra l'esasperato e il contento.

-E che ti costa raccontarlo un'altra volta? Daiiii – mi chiese facendo gli occhi da cucciolo. Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.

-Va bene, va bene. Però è l'ultima- dissi io. Lei annuì in risposta.

 

Era passato quasi un mese da quando Marika era partita. Quel giorno infatti me la ritrovai sul divano di casa. Quando la vidi mi spaventai a morte, ma dopo che capii che era lei la stritolai in un abbraccio. Mi era mancata. Suo padre si era ripreso e così non c'era più il bisogno che lei restasse lì con lui. In quel mese erano successe molte cose: l'uscita del nuovo singolo dei ragazzi, Best Song Ever, il fidanzamento tra me ed Harry e tante altre cose. Tra queste c'era anche il nuovo e bellissimo rapporto che avevo con Niall. Eravamo diventati migliori amici e stavamo molto spesso insieme. Harry era un po’ geloso, ma lo rassicuravo sempre. Bhè, devo ammettere che anche io ero molto gelosa di lui. Molto spesso vedevo delle foto sue con delle ragazze diverse. Soprattutto su una certa Jessica. Su questo abbiamo avuto molte litigate, ma abbiamo sempre fatto pace. Marika voleva sapere come ci fossimo fidanzati. Ancora! Purtroppo durante quel mese non si sentimmo molto, sopratutto perchè mi ero persa il telefonino e quello di casa si era rotto. Ehi, non era di certo colpa mia! Per sbaglio ho rovesciato tutto il thè sopra il telefono. Ma, ripeto, non è stata colpa mia. Vabbè, non perdiamoci in chiacchiere, devo raccontare..

 

-Era domenica. Mi aveva lasciato un bigliettino vicino al letto con scritto che alle nove di quella sera mi veniva a prendere/-

-Ehi, che cosa avete fatto il giorno prima? Questo non me l'hai detto- disse con aria accusatoria. Arrossii leggermente, ma, per fortuna, lei non lo notò.

-Siamo stati tutta la serata a coccolarci. Giuro- risposi con le mani in alto. Sorrisi. -comunque se mi interrompi un'altra volta non ti ri-racconto più niente-

-okok, sto zitta. Ora riparti!-

-Dicevo, ho letto il biglietto e poi sono uscita di casa per comprarmi qualcosa di bello. Durante il tragitto, incontrai Niall e così, tra una chiacchiera e l'altra, mi accompagnò a scegliere il vestito. Era molto semplice, ma bello. Corto fin sopra il ginocchio, azzurro e con dei lustrini sul petto. Vabbè, hai visto com'è. Dopo aver preso tutto il resto, mangiammo qualcosa e tornammo a casa mia, nostra. Lui però se ne andò e, così rimasi sola. Mi preparai. Ero agitatissima e non capivo il motivo. Non riuscivo a stare ferma un minuto. Il cuore batteva un po' più velocemente e avevo una strana sensazione allo stomaco. Pensai 'ecco cosa si prova ad amare ed essere riamati'. Harry arrivò in orario perfetto. Era vestito in modo molto semplice, ma comunque elegante. In macchina parlammo molto e di tutto, tranne che di noi. Io..bè lo sai, quando mi hai chiesto cosa eravamo io ed Harry, anche io me lo sono chiesta spesso. Non sapevo come definire la nostra relazione. Dopo varie ore di viaggio, finalmente arrivammo a destinazione. Una bellissima casetta sulla spiaggia. Mi sembrava di essere in una favola. Dentro era stupendo: una cucina fantastica e moderna, con tanti utensili e armadietti, una sala molto spaziosa con un caminetto acceso di fronte al divano, una libreria e una finestra che ridava su un piccolo balconcino. Ma la cosa che mi colpì maggiormente fu il paesaggio. Il balconcino si affacciava sul mare, la luna era alta in cielo e illuminava tutto. Quel giorno c'erano poche nuvole, quindi potei vedere le stelle. Era tutto così bello, così romantico.

-Ti piace?- mi chiese dopo un po' che fummo entrati in quella casa. Feci segno di no con la testa.

-è semplicemente stupendo- gli risposi io. Lo guardai e vidi il suo viso illuminato dal suo fantastico sorriso. Lo baciai, con passione, e lui ricambiò.

La cena fu bellissima. Tra noi non c'era imbarazzo. Solo amore, e qualche frase perversa. Lo ammetto, è stata la serata più bella di tutta la mia vita sentimentale. Dopo cena ci mettemmo a guardare le stelle. E fu lì che mi chiese di diventare la sua ragazza. È stato bellissimo. E comunque non era niente di sdolcinato, per fortuna. Parlammo molto e ci confessammo molte cose/-

-Del tipo?- mi interruppe nuovamente Marika. Alzai gli occhi al cielo.

-è un segreto. Non posso dirtelo. Comunque dopo facemmo l'amore. Era la nostra prima volta ed è stato stupendo- terminai io. Mi mordetti il labbro con i denti e sorrisi tra me, ricordando quei momenti. Ero persa nel mio mondo quando sentii Marika che mi abbracciava.

-Sono così contenta per te- disse sincera.

-Grazie- risposi io ricambiando l'abbraccio. -E tu invece? Come va con il nostro batman?- chiesi io.

-Dire che va benissimo, è dire poco. Penso che mi chiederà presto di diventare la sua ragazza- disse eccitata.

-E cosa te lo fa pensare?- chiesi io sospettando qualcosa. Mi ripresi notando il suo sguardo ferito -non fraintendermi. Io voglio, anzi pretendo, che vi mettiate insieme. Non intendevo quello che hai pensato. Insomma, hai capito. Lo sai che ti voglio bene e che voglio solo la tua felicità-

-Questo vale anche per me- disse con le lacrime agli occhi. -Comunque te l'ho detto perchè ho visto dei messaggi sul suo telefono/-

-Marika!!!! Lo sai che non dovevi farlo, vero?-

-Certocerto. Ma in quel momento la curiosità mi ha tentato- si giustificò lei.

-E cosa c'era scritto?- chiesi anche io curiosa.

-”Zayn, non so come chiederglielo. Ma so che l'amo”- recitò lei. L'abbracciai. Continuammo a chiacchierare fino a tardi, poi dormimmo insieme.

















SORRYSORRYSORRY
Lo so che sono tipo sparita, ma
la scuola mi sta uccidendo e ho 
pochissimo tempo per scrivere.
Come state?? Io tiro avanto, come al solito.
Comunque, che ve ne pare??? Spero vi piaccia.
Scusate in anticipo per gli errori.
Buonanotte a tutti :]

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Capitolo 32
*** Una grande famiglia ***


Passarono dei mesi. Era tutto perfetto. Io e Harry andavamo d'accordo, le fans mi accettavano, Niall era diventato come un fratello per me, anche con Louis andavo molto d'accordo, avevamo moltissime cose in comune, Marika e Liam si erano messi insieme, l'album aveva venduto miliardi di copie.. insomma era tutto perfetto. Certo, i litici c'erano stati, ma abbiamo sempre risolto tutto. Lo amavo. Era arrivato natale. La festa che più amavo in assoluto. Eravamo tutti in sala: Liam, Harry, Zayn, Niall, io, Marika, Eleonor e Perrie. Aspettavamo tutti l'arrivo del quinto componente della band. Ci aveva fatto riunire per darci, parole sue, ''una GRANDE notizia''.. all'improvviso la porta si spalancò e da lì entro un Louis tutto contento.
-ragazzi e ragazze, buonasera. - iniziò a dire -Ecco a voi una notizia sensazionale.. rullo di tamburi... (?)-
-LOUIS!!- lo richiamò El. Dire che eravamo curiosi era un eufemismo. La mattina prima si era alzato dicendo che aveva una bellissima cosa da dire, ma non aveva apperto bocca con nessuno. L'aveva fatto a posta, si vedeva, per vendicarsi dello scherzetto che gli abbiamo fatto qualche settimana prima. In poche parole l'avevamo svegliato a suon di pentole e acqua gelata. Ci ha ricorso per tutta la casa urlando. Ma ritorniamo a noi..
-ahah okok, la smetto. Volevo dirvi che passeremo le vacanze invernali dai miei.. e lì, farò anche la mia festa- continuò lui tutto sorridente e contento. Gli sorrisi. Ero contenta. Da quando i miei non c'erano più il natale non aveva più senso ormai. Ma adesso che c'erano loro era tutto diverso. Eravamo una famiglia. E questo mi piaceva.
-sai, è la miglior idea che tu abbia mai avuto..- gli risposi io.
-*tossefinta* l'unica *tossefinta*- fece Harry
-Hazza ti ho sentito- Disse offeso Louis. Ridemmo.
-Comunque- riprese -partiremo tra due giorni.. quindi preparate tutto: costumi, crema solare, magliette a maniche corte.. tutto.-
-e dov'è casa dei tuoi??- chiesi confusa. Era un po' strano portare i costumi d'inverno.
-quella invernale alla Bahamas- rispose lui come se fosse la cosa più naturale del mondo. In un momento stavo bevendo un po' d'acqua e nell'altro la stavo sputando. L'acqua andò a finire addosso ad Harry.
-Non ci posso credere.. davvero andremo alle Bahamas??- chiese Marika sbalordita.
-certo..- le rispose Liam sorridendo e abbracciandola. Erano così dolci. Pensai che forse era una tradizione passare il natale alle Bahamas. Bha. Dopo alcuni secondi mi accorsi di cosa avevo fatto e, allora, guardai Harry che era rimasto senza parole.. aveva una faccia buffissima. Scoppiai a ridere.
-ma grazie.. - mi disse lui sarcastico.
-ahahahahahah di niente amore ahahahahah- gli risposi cercando di trattenere le risate. Non riuscivo neanche a parlare. Ero praticamente per terra a ridere come una pazza. E con me anche gli altri.

Quel giorno ci divertimmo.. ok, ci divertiamo sempre quando siamo insieme. Comunque i due giorni passarono in un lampo e così fu il tempo di partire..
-bene ragazzi, dobbiamo di.ver.tir.ci. - disse Louis
-bene, allora io, Harry, Lux e Niall andiamo con la mia macchina.. - organizzò Zayn
-ok, allora io, Louis, El e Cat andiamo con la macchina di Louis- fece Liam
-perfetto. Dai Louis, facci strada..- disse Harry
-bene, tutti ai posti di comando. Si parteee (?)
Ridemmo ed incominciammo a mettere i bagagli in macchina. Destinazione: aeroporto.

Arrivammo a casa dei genitori di Louis alle 9 di sera. Eravamo tutti stanchi e, soprattutto, affamati. Bussammo alla porta e ci venne ad aprire una donna alta con i capelli biondi e gli occhi verdi. Quando vide Louis lo abbracciò di scatto e gli disse qualcosa all'orecchio. Dopo un po si 'staccarono' ed entrammo in casa dove facemmo le presentazioni
-Mamma queste sono Marica e Cat- ci presentò Louis.
Noi: piacere signora
-piacere mio, ma chiamatemi Johanna. E, ragazzi, siete cresciuti tantissimo..- rispose lei
Intanto andammo in sala dove ci mettemmo comodi. Passammo una mezzoretta a parlare. Ad interromperci fu il rumore della serratura che si apriva.
-Amore sono tornato..- disse l'uomo. Era sicuramente il padre di Louis.
-Ehi amore guarda chi c'è?- fece Johanna chiamando il marito. Si affacciò alla sala. Era un uomo alto, sulla quarantina, con i capelli marroni e gli occhi grigio azzurri. Aveva tra le mani delle buste della spesa. Forse fu una mia impressione, ma quando mi guardò fece un passo indietro. In un attimo le buste furono per terra.














Che ne pensate??
Secondo me fa schifo, comunque non 
avevo molte idee.. Bhè spero vi sia piaciuto
e che abbiate passato una buona domenica.
Spero di riuscire ad aggiornare presto.
Ciaoooo :))

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Capitolo 33
*** Uno strano comportamento ***


-Ehi papà che ti prende?- chiese Louis preoccupato. Il padre di Louis si riprese dal suo stato di shok e con una scusa andò da qualche parte nella casa. Aiutai Johanna a prendere le buste cadute e a portare in cucina.

-Non capisco- ammise lei.-non si era mai comportato così- disse preoccupata.

-Vedrà che non è niente- la rassicurai io. Mi guardò male.

-Non mi dare del 'lei' mi farai sentire una vecchia- Sorrisi e portai le mani in alto.

-Va bene, va bene-

-Allora, so che sei fidanzata con Harry.- mi guardò come si guarda una figlia. E questo mi commosse nel profondo. Era da tanto che nessuno mi guardava così.

-Si- risposi timida.

-Come vi siete conosciuti?-

-Vivevamo nella stessa città, a Holmes Chapel. Più che altro ero amica di Gemma. Poi mi sono dovuta trasferire e quindi ci siamo persi di vista. Ho rincontrato Harry dopo sei o sette anni. È cambiato molto.- ammisi io. Non che non mi fidassi, ma non volevo raccontare tutta la storia. Avrei risposto alle sue domande, niente di più.

-è un bravo ragazzo.- Annuii in risposta. Ad interromperci fu Harry.

-Ehi amore. Ti stavo cercando- disse venendo verso di me e prendendomi per mano. Salutammo Johanna e poi andammo in giardino. Si stava bene fuori, e si vedevano molte stelle. Ci sedemmo su delle altalene, abbracciati.

-Allora, stavate parlando di me?- chiese lui con finta aria strafottente.

-Certo che no. Stavamo parlando di quanto è bello Louis..- feci io scherzando. Mise il broncio.

-Ehi! Io sono molto più bello di Louis!-

-Lo so- sussurrai avvicinandomi a lui. Le nostre labbra erano a un centimetro di distanza, poi a mezzo. Mi baciò. Ero praticamente in paradiso. Tutto quello che c'era intorno a noi scomparve. -Ti amo- gli dissi.

-Ti amo anche io- mi rispose lui sorridendo.

 

Dopo un po' ci vennero a chiamare per la cena. Mancavano però le sorelline di Louis che, da come mi aveva detto la madre, erano a casa dai nonni e sarebbero ritornate per la vigilia. Parlammo molto durante la cena e, devo ammetterlo, ero un po' nervosa. Il padre di Louis, che avevo scoperto che si chiamava Mark, si comportava in modo strano. Harry dovette capire il mio disagio, e anche lui non riusciva a capire perchè.

-Allora, quanti anni avete ragazze?- ci chiese Mark.

-Vent'anni entrambe- rispose Marika sorridendogli. Era amichevole e simpatico, ma non capivo perchè cercasse di evitare il mio sguardo. Ma forse era una mia impressione.

-E come mai non passate il natale con i vostri genitori?- Smisi di mangiare.

-Papà!- lo rimproverò Louis.

-Che c'è?! Ho fatto solo una domanda!- rispose lui. Mi alzai.

-Scusate, vado un attimo in bagno- dissi e così feci. Sapevo che non l'aveva fatto a posta, ma comunque mi faceva ancora male parlare dei miei. I miei occhi erano lucidi, ma non volevo piangere.

 

 

Louis' Pov

Cat era praticamente scappata in bagno. Guardai mio padre, era confuso dal comportamento della ragazza, si vedeva. Ma avevo anche notato quello che era successo prima, in sala. Era strano e volevo delle risposte.

-Vado io- disse Harry andando nella direzione presa da Cat.

-Cat ha perso i genitori quando aveva tredici anni- disse Marika abbassando la testa.

-C-come è successo?- chiese mio padre scosso. Troppo scosso.

-Un incidente- rispose triste.

-Papà puoi venire un attimo in cucina?- chiesi io.

-Certo figliolo- mi rispose lui.

Non appena entrammo in cucina gli domandai perchè si stesse comportando in quel modo.

-io conoscevo sua madre- ammise lui. -Ventun'anni fa eravamo fidanzati.. è identica a lei, tranne per gli occhi e il colore dei capelli. Quello li deve aver preso dal padre.-

-Non sa chi sia il suo vero padre..- ammisi io dispiaciuto.

-Forse so io chi è..-

 

 

Cat's Pov

Sentii bussare alla porta.

-Cat, apri. Sono io, Harry-

Mi asciugai in fretta gli occhi e mi aggiustai quel poco trucco che mi era rimasto. Poi aprii. Le sua braccia mi circondarono ed io non potei essere più felice. Mi sentivo protetta con lui. Era il mio salvagente. Mi baciò.

-Come stai?- mi chiese dopo un po'.

-Bene- dissi con voce roca e distogliendo lo sguardo dai suoi occhi. Mi prese il mento con la mano e mi girò il viso nella sua direzione, in modo da potermi guardare bene.

-Sono un po' stanca. Il viaggio mi ha stancato parecchio. Vado a dormire-

-Vengo con te allora-

-No, non ti preoccupare per me. Se vuoi stai con gli altri. - dissi cercando di rassicurarlo. Mi prese la mano e andammo nella camera che ci era stata assegnata. Mi abbracciò e così ci addormentammo.

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Capitolo 34
*** Mio padre ***


Louis' Pov

-Io non posso crederci- dissi sbalordito. Mi passai una mano sui capelli nervosamente. -è tua figlia! Perchè non me l'hai detto?-

-Louis non lo sapevo neanche io. Marie me l'ha nascosta per tutto questo tempo..- aveva lo sguardo perso altrove, si vedeva. -Le ho sempre voluto bene. Mi sembra così surreale pensare che non ci sia più.. è uguale a lei- ammise lui sospirando.

-Sai che dovrai dirlo a mamma vero?- Sospirò, ma poi annuii.

-Spero capisca. Non so come comportarmi.- gli misi una mano sulla spalla per rassicurarlo.

-Dai, andiamo a dormire- dissi.

 

Cat's Pov

A svegliarmi furono dei teneri baci sul collo. Sorrisi, poi aprii lentamente gli occhi. Mi ritrovai Harry a pochi centimetri da me.

-Buongiorno- mi disse con voce roca.

-'Giorno- risposi io. Gli diedi un bacio dolce e lento, che diventò subito voglioso e appassionato. Ridacchiai. Ottio, sembravo una scolaretta del liceo. Dopo un po' ci 'staccammo'.

-Ti ho preparato la colazione- fece lui.

-Oh, grazie- sorrisi e gli diedi un bacio alla guancia. -Mi aiuti a mangiare?- gli chiesi.

-No grazie. Quando hai finito scendi che ci guardiamo un film- disse lui. Poi comparì dietro la porta. Guardai storto nella direzione in cui se n'era andato.

 

Dopo aver finito di mangiare, mi lavai e vestii. Andai in camera di Zayn e bussai. Non rispose nessuno. Furtivamente (?) andai vicino alla sua giacca e presi una sigaretta. La nascosi dentro la tasca e poi scesi di sotto.

-Amore eccoti!- esclamò Harry dal divano. -Dai vieni.. manchi solo tu-

-Iniziate a vedere il film senza di me. - poi senza aspettare una risposta uscii. Passeggiai per un po' di metri, poi, quando trovai una casetta di legno, mi fermai e mi sedetti sulla panchina vicino alla porta. Presi la sigaretta e l'accesi. Aspirai, chiusi gli occhi, mi rilassai, espirai. E feci così fino alla fine. Non mi accorsi che qualcuno si fosse seduto a fianco a me. Quando mi girai, notai che era il padre di Louis.

-Fumi?- mi chiese.

-Solo quando sono nervosa- risposi io. Lui annuì sovrappensiero.

-Volevo scusarmi per ieri. Non sapevo che fosse morta- mi girai verso di lui, sorpresa.

-Conoscevi i miei genitori?-

-Solo tua madre. Le assomigli molto.- ammise lui.

-Io.. io non capisco-

-Eravamo fidanzati. Abbiamo deciso di lasciarci di comune accordo. Lei era innamorata di tuo padre, ed io di Johanna..- sospirai sentendo quelle parole.

-Mi mancano molto- ammisi guardando il cielo. -Erano il mio sole, il mio salvagente- sorrisi ai ricordi che mi oscurarono la vista. -come mai non ti ho mai incontrato?-

-Non sapevo avesse una figlia, non me l'ha mai detto-

Non riuscivo a capire.

-Scusa ma quanto tempo fa siete stati fidanzati?-

-Ventun'anni fa- strabuzzai gli occhi. 'Io ne ho quasi ventidue' pensai sconvolta, 'quindi lui...'

-T-tu s-sei m.mio p-padre?- chiesi agitata. Lui di risposta annuì..- io.. io devo andare..- balbettai. Poi me ne andai via. 'Io non posso crederci. Sono sconvolta. Non ho parole. Devo sfogarmi. Non posso tenermi tutto dentro'. Andai in un locale. Il primo che incontrai, in verità. Ma, forse un po' di fortuna mi era rimasta, era un karaoke. Quello che volevo. Aspettai che la ragazza che stava cantando finisse, poi salii io.

 

Mark's Pov.

Mi misi le mani sulla testa. Non sapevo cosa fare. Era praticamente scappata. 'Devo avvertire almeno Louis' pensai e così feci.

 

Louis' Pov.

-COSAAAA???- urlai io.

-Non urlare- mi rimproverò lui.

-Non potevi aspettare a dirglielo?- chiesi agitato. 'Chissà dove si era cacciata quella ragazza'.

-Ha fatto tutto lei. È sveglia.- disse lui orgoglioso. Sospirai.

-Vado ad avvisare gli altri. Più siamo e meglio è. -

 

 

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Capitolo 35
*** Cantare ***


Volevo cantare, cantare e cantare. Farmi trasportare dalla musica e lasciare tutto uscisse da me. C'era chi per scaricare tutto quello che aveva addosso faceva a botte, chi beveva, chi fumava, chi ballava, chi faceva degli sport. E poi c'ero io che cantavo. Decisa la canzone, cominciai a cantare. http://www.youtube.com/watch?v=N36OfR0MjH4

Finita la canzone, mi 'risvegliai' dal mio mondo grazie agli applausi delle persone. Guardai sbalordita la sala. Erano tutti alzati che chiedevano il bis. Mi sentivo decisamente meglio. Avevo buttato via un po' di sensazioni. Ma avevo ancora un peso nel petto. 'Perchè non farlo? D'altronde voglio cantare ancora. Devo finire di cacciare tutte quelle emozioni contrastanti'. Ringraziai tutti e cantai un altra canzone. http://www.youtube.com/watch?v=VecrN6ZLjXo

Quando cantavo non sentivo più niente: il dolore, la tristezza sparivano. C'era solo la canzone ed io. Il mondo spariva. Amavo quella sensazione.

 

Harry's Pov

Non potevo credere a quello che Louis ci aveva detto. Eravamo tutti senza parole. Fui io il primo a scattare. Ci dividemmo e andammo in giro per la città. Sapevo dove andarla a cercare. Una notte mi aveva confessato che quando doveva sfogarsi, andava a cantare. La capivo. Cercammo in tutti i bar e karaoke della città. Avevo perso quasi la speranza, quando la vidi uscire da un bar che non avevo controllato. Corsi verso di lei e l'abbracciai da dietro. Si girò vedendo chi fosse. Non appena incontrò i miei occhi sorrise piano.

-Ti hanno detto tutto, vero?- chiese lei. Annuì in risposta. Sembrava calma, ma sapevo che stava nascondendo quello che realmente provava. Non poteva tenersi tutto dentro.

-Ti va di bere una cioccolata calda?- proposi io. Questa volta fu lei ad annuire. Andammo in un bar e la prendemmo. Restammo entrambi in silenzio per un po'. Fu lei ad interrompere il silenzio.

-Lo so che vuoi sapere come mi sento- disse lei.

-Solo se vuoi parlarne- dissi io accarezzandole la mano. Passano ancora dei minuti, dove ci furono consegnate le cioccolate calde.

-E che sono confusa. Insomma, non so neanche come comportarmi.-confessò lei.

-Comportati come ti comporti di solito. Sii te stessa- la guardai negli occhi. Erano così belli.

 

Tornammo a casa insieme. Mano nella mano. Stava meglio, lo vedevo. Sorrideva. Aveva un sorriso contagioso, come la risata di Niall. Mi piaceva osservarla. Potevano passare anche ore o giorni e non mi sarei annoiato o stancato mai. Quando entrammo Cat fu sommersa dagli abbracci.

-Ehi lasciate la mia ragazza- dissi loro avvicinandomi a lei e abbracciandola da dietro. Lei sorrise guardandomi poi si rivolse agli altri.

-Mi dispiace avervi fatto preoccupare- disse lei.

-L'importante è che stai bene- rispose Liam.

-Grazie- disse lei a tutti. Le baciai una guancia.

-Bene, che ne dite di vederci un bel film?- propose Louis

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Capitolo 36
*** Sospetti e rivelazioni ***


Passammo il natale felicemente. Fu il migliore da quando i miei non ci sono più. Anche il capodanno non andò male.. anzi. Amavo Harry ogni giorno di più. Io e Louis avevamo uno strano rapporto, ma comunque ci volevamo bene. Litigavamo spesso, gli facevo i dispetti, ma era normale. L'ho facevo anche prima che sapessi che lui era mio fratello. Per quanto riguarda il padre di Louis, bhè, non avemmo modo di parlare, anche perchè partì lo stesso giorno in cui io fui 'scomparsa' con il resto della famiglia Tomlinson. Non ci furono altre novità. Andava tutto benissimo. Finchè non notai gli strani comportamenti di Harry. Era metà febbraio e lui era sempre in un altro pianeta, si distraeva spesso e si assentava molto senza dirmi niente. Non capivo. Provai a parlarci, ma mi disse che era solo stressato per il lavoro. Ma sapevo che non era per questo. Quando domandavo a loro dove fosse, non sapevano rispondermi. Ero preoccupata.

 

Stavo passando per il parco, una scorciatoia trovata per caso, quando vidi in lontananza una figura familiare maschile e un'altra femminile. Avvicinandomi notai che era Harry che parlava con una ragazza bionda. Mi ricordava una persona, ma non n'è ero sicura. Avevano confidenza, forse troppa. Lo si vedeva dal modo in cui parlavano e dalla loro postura. Mi nascosi dietro un albero per poter ascoltare. Mi trovavo a pochi metri da loro e, quindi, potevo sentire tutto. Lei teneva le mani sul petto di Harry. Lui cercò di scacciarla.

-Jessica, non provo più nulla per te. Te l'ho già detto- disse lui.

-Non la pensavi così/- non riuscì a finire la frase perchè Harry le 'tappo' la bocca con la mano.

-Shh, possono sentirti- sospirò- Jessy mi prenderò le mie responsabilità, ma sono innamorato di Cat e non potrei mai tradirla- disse allontanandosi un po' da lei.

-Ma l'hai fatto- affermò lei.

Rimasi paralizzata. 'Mi ha tradita' pensai scandalizzata. Le mani mi tremavano, sia per la rabbia che per il dolore. Come un automa, mi allontanai andando al supermercato. Le parole che si erano scambiati vorticarono nella mia mente. Non riuscivo a non pensarci, a far allontanare quella conversazione dalla mia mente. 'Cosa voleva dire: prendersi le proprie responsabilità? Per cosa poi?'. Ma alla fine capii.

-Signorina, si sente bene?- mi chiese qualcuno. Mi riscossi dai miei pensieri e annui lentamente. Pagai quello che avevo preso e poi uscii. Passai per caso in un edicola e vidi un giornale che raffigurava Harry e la bionda che si baciavano. Lo comprai e andai verso casa. Volevo sapere, e mi avrebbe detto tutto. Ero arrabbiata e ferita, come non lo sono stata prima. La rabbia però era più forte in quel momento. Arrivai a casa loro e suonai. Mi aprì Louis, e senza neanche salutarlo andai in sala, dove vidi Harry seduto sul divano con le braccia sulle gambe e la testa tra le mani (Insomma, hai capito). Mi misi di fronte a lui e buttai il giornale sul tavolino posto davanti al divano. Sussultò e mi guardò con quei suoi occhi dolci, teneri.

- Ti prego dimmi che non è vero.. - cominciai io - dimmi che quello che sta scritto su quest'articolo è tutto falso, dimmi che quello che ho sentito era tutto una caz***a- ero furiosa, ma allo stesso tempo triste. Uno dei miei tanti difetti è che quando ero arrabbiata o nervosa, piangevo. Le mie lacrime scendevano numerose sul mio viso. Ero stanca, mi girava la testa, mi sentivo debole. Non rispondeva.

-dimmi che lei non sta aspettando il tuo bambino.. - urlai. Anche lui aveva iniziato a piangere e mi guardava supplichevole-

-scusami.. ti-ti prego. - rispose lui

-co-come faccio a scu-sarti? Eri tu che mi di-dicevi sempre che mi amavi e che non mi a-avresti più fatto soffrire.. L'avevi pro-promesso Harry!- continuavo ad urlare. -L'avevi promesso- dissi con voce più piana. I miei singhiozzi ci fecero più forti. Non volevo sentire altro. Presi tutta le mie cose e me ne andai sbattendo rumorosamente la porta. Fuori pioveva a dirotto, ma non me ne importava. “perchè? perchè deve succedere tutto questo a me? Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?” pensai. Le lacrime mi avevano annebbiato la vista, non riuscivo a vedere più dov'ero, mi girava la testa e non riuscivo a mantenermi dritta. L'ultima cosa che sentii fu la foce di Louis che mi chiamava allarmato.

































Questo è per farmi perdonare.. 
Lo so che il capitolo precedente 
faceva schifo, ma diciamo che
la mia 'ispirazione' si è andata a 
fare un giro e non so quando tornerà.
Comunque, che ve ne pare di questo???
Spero vi piaccia e scusate l'enorme
ritardo.. Buona giornata a tutti ;)

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Capitolo 37
*** Non posso crederci! ***


Mi svegliai e, confusa, mi guardai in torno. “Questa non è la mia stanza. È tutto troppo bianco. Perché sono qui? Sono in un ospedale?” pensai. Girai la testa a destra e vidi Louis che dormiva su una scomoda sedia.

-Louis, svegliati- dissi dolcemente sussurrando ed accarezzandogli i capelli. Dopo qualche minuto si svegliò e quando mi vide sveglia mi abbracciò. -Ehi, ehi calma fratellone

-Come mi hai chiamato?- Mi chiese con un sorriso contagioso.

-Hai sentito- dissi alzando gli occhi al cielo. -Comunque perché sono qui?- gli chiesi.

-Sei svenuta e ti ho portato in ospedale. Ci hai fatto spaventare.-

-Scusa- Dissi abbassando lo sguardo.

-ehy, non è stata colpa tua- mi disse lui alzandomi il mento. Ci guardammo negli occhi per qualche istante.

-Si risolverà tutto, credimi- mi consolò lui accarezzandomi i capelli.

A quel punto entrò la dottoressa. Era una donna sui quarant'anni, alta, con i capelli biondi, lunghi raccolti in una coda di cavallo.

-buongiorno, vedo che si è finalmente svegliata..- disse la dottoressa.

-buongiorno, dottoressa. Perché quanti giorni sono stata priva di sensi?- Chiesi confusa

-Due giorni.. scusi -Disse rivolgendosi a Louis con aria affettuosa. -..dovrei visitarla-

-oh, certo. Mi scusi- rispose lui, capendo e quindi uscendo dalla stanza

-come si sente oggi?- mi chiese lei

-Non saprei come definirlo. Mi sento... strana. Si penso che sia la parola giusta- risposi io.

-bhè, è normale nelle sue condizioni- disse lei. Strabuzzai gli occhi, spaventata.

-quali condizioni?- chiesi agitata.

-non lo sa? Lei è incinta-

Quando disse quella parola, i miei occhi si riempirono di lacrime. “Nononono, non sta succedendo a me. Non posso crederci. Non VOGLIO crederci” pensai. Scossi la testa.

-nonono. È impossibile! È sicura?-

-Certo. Lei è alla 2 settimana e deve stare attenta, altrimenti potrebbe perderlo. Comunque tra un'ora può uscire e le lascerò sul tavolo delle ricette per delle medicine che deve prendere...-disse lei.

-oh......grazie..... senta.....posso......posso chiederle un favore?- chiesi titubante.

-certo, mi dica pure.- disse lei gentilmente.

-per favore..... non dica niente al ragazzo che stava prima con me-

-certo- rispose sorridendo.

-grazie- dissi facendo un sorriso, anche se penso fosse più una smorfia. Ero ancora sconvolta, ma adesso non ci dovevo pensare. Guardai il soffitto per non far uscire le lacrime dei miei occhi. Dopo un po' di minuti entrò Louis con una tazza di cioccolata calda. Quanto potevo amare quel ragazzo? Ok, avete capito in che senso.

-Cat, che ti ha detto?- mi chiese porgendomi la cioccolata. Distolsi lo sguardo dai suo occhi.

-Sto bene- risposi semplicemente io, senza dare altre spiegazioni.

 

 

Dopo quella che per me parve un eternità, ma che era solamente un'ora, uscii da quell'ospedale. Non parlai molto durante il tragitto ospedale-casa e questo fece insospettire ancora di più Louis.

-.. ed è per questo che i pinguini volano-

-io... cosa?- Chiesi confusa girandomi verso d lui. Non avevo sentito cosa avesse detto.

-Lo so che non mi stai ascoltando. Mi vuoi dire che succede?- Domandò preoccupato.

-Niente. Voglio solo ritornare a casa mia- risposi io

-emm.. c'è un piccolo problema..- Era indeciso se dirmi quello che doveva dirmi oppure no. Come l'ho capivo? Ogni volta che è nervoso si gratta il mento.

-che problema?-

-purtroppo devi venire a casa mia e dei ragazzi-

“Non anche questa.. ti prego, non anche questa” pensai. Mi massaggiai la fronte con i polpastrelli.

-che è successo a casa mia?-

-oh...emm...un.. emm..tubo...si, un tubo rotto.- disse lui balbettando.

-E pensi che io ci creda?- chiesi guardandolo freddamente negli occhi. -Pensi che io sia così cretina da crederti? Sappiamo tutti che non sai mentire Lou-

-Ti sto dicendo la verità- disse lui facendo il finto offeso.

Presi il telefono e composi un numero..

-chi chiami?- chiese


-Jimmy.. sono Cat...che potrei stare a casa tua per un po' di tempo?-

-si, per me va bene.. comunque come stai? Ho saputo che sei svenuta...- mi domandò lui

-diciamo bene..- risposi io. Cambiai discorso, non volevo parlarne. -dove posso trovare le chiavi?-

-si trovano dentro il vaso.- rispose lui. -Io però non ci sono, ma non preoccuparti. Fai come se fossi a casa tua.-

-Grazie Jimmy, sei veramente un amico.

-Figurati- rispose lui.

 

Attaccai e guardai Louis.

-Andrò a casa di Jimmy. Puoi portarmi lì per favore?-

-Certo- Disse rassegnato.

-Louis, posso chiederti un favore?- gli chiesi io

-Dimmi pure..- rispose lui

-non-non litigare con Harry a causa mia.. non potrei sopportarlo- Dissi abbassando lo sguardo.

Mi faceva male quella situazione. Non volevo che la band ne risentisse. Mi portò a casa di Jimmy e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, lo salutai ed entrai in casa. La casa era vuota, ed era proprio quello che stavo cercando: la solitudine. Appoggiai la schiena alla porta e mi lasciai trascinare a terra. Non potevo crederci: ero incinta! Incominciai a piangere. “come farò adesso?? Non posso dirlo a Harry, lui vuole occuparsi di Jessica e del loro figlio. Non voglio essere un peso. Non voglio che nessuno abbi pietà di me..”ero confusa su tutta quella situazione che si era creata, ero stanca, mi sentivo sola, abbandonata. “Ma adesso non sono più sola. Adesso ci sei anche tu!” Pensai accarezzandomi la pancia. Con quel pensiero mi feci forza. Dovevo agire. Non potevo stare lì a guardare l'uomo di cui ero innamorata con un altra. Avevo deciso cosa fare, giusto o sbagliato che fosse.

 

 

 

 

 

 

 

 

Come vi è sembrato???
Spero vi piaccia. Devo avvertirvi però che 
il prossimo capitolo non arriverà
subito. Sono inondata di compiti in classe
e interrogazioni quindi ci vorrà un pò
prima che posti il prossimo capitolo.
Fatemi sapere che ne pensate e Buona 
giornata a tutti :))

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Capitolo 38
*** Lettere e telefonate ***


Harry's Pov

Sai Harry, mi dispiace. Mi dispiace che tra noi sia finita così, con una stupida lettera. Ma forse no, la nostra storia è finita dal momento che ho sentito quelle parole che cambiarono tutto. Mi fidavo di te, veramente. Come una sciocca avevo ricominciato a sperare che per noi ci fosse un lieto fine. L'avresti mai detto? Io, Catherine Smith, che crede nel 'e vissero felici e contenti'. Io che da molto tempo odiavo le favole. Mi hai cambiata. La prossima volta che mi rivedrai, se mi rivedrai, ai tuoi occhi sarò diversa. Ho letto da qualche parte che quando una persona cade e si rialza, è diversa. In qualche modo, cambia. Forse succederà questo. Come al solito sto divagando. Volevo dirti che, nonostante ce l'abbia a morte con te, ti auguro il meglio. Con Jessica e il tuo bambino. Non voglio essere d'intralcio. E, cosa più importante, non voglio soffrire. Ho già dato. Me ne vado, per un po'. Ti chiedo di non cercarmi. Ho bisogno di riflettere.

-Cat

 

 

Mi aveva lasciato. Ed era tutta colpa mia. Avevo lasciato andare la persona che mi aveva reso la vita migliore. La persona a cui tenevo di più al mondo. L'avevo lasciata andare via. E il pentimento era forte. Mi sentivo male. Avevo come un peso nel cuore. Le lacrime scendevano giù, ma non ci facevo caso. Era come se non ci fosse più l'ossigeno. Lei era il mio ossigeno. Ero uno stupido idiota. Come avevo potuto farle questo? I singhiozzi divennero più forti. Avevo già uno strano presentimento, poi le lettere e infine questo. Questo dolore che non mi abbandona. Questo vuoto che sento così opprimente. Qualcuno bussò alla porta. Non dissi niente, ma entrò.

-Ehi Harry, che succede?- era la voce di Niall. Alzai lo sguardo e fissai i suoi occhi. Indicai la lettera e l'iniziò a leggere ad alta voce. Non sopportavo quel senso di impotenza. Non sopportavo che fosse colpa mia. Mi strinsi i capelli con le mani e guardai a terra.

-Dobbiamo avvisare gli altri- disse Niall andandosene di corsa dalla camera.

 

Un mese. È passato un mese e non sappiamo dove sia. L'avevamo cercata dappertutto, ma niente. Quando Louis l'ha saputo è scattato contro di me. Ma d'altronde aveva ragione. Era stata tutta colpa mia. Non parliamo da quel giorno. E la cosa mi fa male. Era il mio migliore amico e per me lo sarà sempre. Da qualche settimana avevamo ricominciato a lavorare sul nuovo album e tra qualche giorno saremo partiti per il tour. Prima tappa: Los Angeles. Durante il lavoro ero molto distaccato con tutti, ero distratto. Per quanto riguarda Jessica, bhè, mi aveva mentito. Non aspettava nessun bambino ed io mi ero arrabbiato molto con lei.

 



 

Cat's Pov

“è passato un mese. Un mese lontana da lui, da loro. Un mese dalla notizia che mi ha sconvolto la vita. Marika sapeva tutto ed era l'unica. Molte volte mi veniva a trovare e si fermava per qualche giorno. Ma non potevo certo continuare così. Sul mio ventre si vedeva un piccolo rigonfiamento. 'Sono andata qualche giorno fa dalla dottoressa e mi ha detto che lui/lei è sano/a e forte. Ho anche la foto dell'ecografia! Sarebbe inutile dire che mi sono messa a piangere; in questo periodo non faccio altro'. Ecco quello che facevo da quando mi ero trasferita, forse era meglio dire scappata, fuggita. Scrivevo a Marika. Era la mia migliore amica ed era dalla mia parte. Era confortante averla al mio fianco, anche se era lontana molti chilometri da me. Ero fuggita.. quel giorno, quando Louis mi ha lasciato a casa di Jimmy, avevo deciso che sarebbe stato meglio per tutti che io me ne andassi. Avevo l'asciato una lettera. Ero tornata a casa mia e avevo fatto le valige. Presi il primo volo per Los Angeles e andai in una casa dei miei genitori. Lasciai una lettera ad Harry.

Ed anche ai ragazzi. Anche se Marika ci faceva un po' da mediatrice. Mi chiamarono sempre.. ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Ed io ogni volta che ignoravo la chiamata mi sentivo come se un pezzo di me se ne fosse andato. Forse avevo sbagliato a fare quella scelta. Avevo la mente invasa da punti interrogativi. “Forse farei meglio a chiamare Louis.. solo lui.” pensai. Presi il telefono e lo chiamai. Aveva il telefono spento, così decisi di lasciargli un messaggio nella segreteria.

 

CIAO CAROTA! AL MOMENTO NON POSSO RISPONDERTI MA, SE LASCI UN MESSAGGIO, TI RICHIAMERò ___________BIP!!!!_____________

 

- Ciao Boo – cominciai -sono io, Cat.- sospirai cercando di prendere tutto il coraggio che mi rimaneva per parlare. -vorrei tanto spiegarti perchè me ne sono andata così senza dirvi niente. Vorrei che non fossi arrabbiato con me. Mi manchi.- Attaccai.

C'era voluta tutta la mia buona volontà per non mettermi a piangere di nuovo. Dopo una doccia decisi di andarmi a fare una passeggiata per le vie del paese. Era una bella giornata, come tutte di quei mesi.. d'altronde eravamo a giugno e faceva caldo. Dopo un po' di minuti sentii il cellulare squillare: era Louis!

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Capitolo 39
*** Il destino ci ha messo lo zampino? ***


Non risposi. Chiamatemi vigliacca, ma non ci riuscivo.

 

Louis' Pov

-Sono uno stupido, un deficiente, un/-

-Che succede Lou- mi interruppe Liam entrando nella stanza con gli altri. Alzai lo sguardo.

-Mi ha chiamato, ma non ho fatto in tempo a rispondere- dissi prendendomi la testa tra le mani. -Dovevo portarmi il telefono in sala registrazione..- Zayn mi diede una pacca sulla spalla.

-Non potevi saperlo.- mi consolò lui. -Vedrai che quando sarà pronta richiamerà-

 

 

Passarono due giorni da quella telefonata. I ragazzi in quel momento si trovavano all'aeroporto di Los Angeles a prendere i bagagli. Mentre Cat era andata all'ospedale per una visita di controllo. Nessuno poteva prevedere le manovre del destino..


 

Cat's Pov

Era da qualche giorno che avevo delle fitte alla pancia e non riuscivo a capire il perchè. Quel giorno andai dal medico per la solita visita. Mi accomodai nella sala di aspetto. C'erano due signore davanti a me, con i propri mariti. Vedendoli così felici, una lacrima solitaria mi scivolò sul volto.

-Signorina?! È il suo turno- mi chiamò un infermiera.

-Oh, certo. Grazie mille- dissi cacciando via la tristezza che c'era in me. Entrai nello studio. La dottoressa si trovava dietro la scrivania.

-Buon pomeriggio- dissi entrando.

-Salve signorina. Come sta?-

-Non molto bene in realtà. Ho delle fitte allo stomaco..- ammisi io

-Prego si accomodi sul lettino- mi disse. Feci come indicato. -Mmm.. la questione è critica. Deve stare a riposo. Lavora?- mi chiese.

-Si. Faccio la cameriera.-

-Allora dovrebbe prendersi delle settimane. Penso che due bastino. Venga per quel periodo- Annui in risposta. -Prenda anche delle vitamine. Eccole qui. Gliele prescrivo. Tenga.-

-Grazie mille. A presto- le sorrisi e poi me ne andai. Stavo scendendo le scale, quando delle fitte mi fecero piegare in due.

-Ehi si sente bene?- Avrei riconosciuto quella voce dovunque. Il dolore si era affievolito, ma si era portato via l'energia. Mi sentivo stanchissima. Feci segno di no con la testa e cercai di andarmene, ma una seconda fitta mi fece annebbiare la vista. Barcollai e poi buio.

 

X's Pov

Si vedeva che non stava bene, anche se mi aveva detto il contrario. La ragazza si alzò, ma non fece in tempo a fare un altro passo che iniziò a barcollare. La presi subito prima che potesse cadere.

-Qualcuno mi aiuti- urlai. Le spostai i capelli dal viso. -Mio Dio- sussurrai riconoscendola.

-Che è successo?- chiese un dottore venendoci in soccorso.

-è svenuta.- dissi io allarmato.-le faceva male forte la pancia e poi è svenuta-

Vennero anche delle infermiere ad aiutarci e, con il loro aiuto, la portarono in una stanza dove la visitarono. Dovetti aspettare per una buona mezzora fuori. Quando uscì il medico, andai verso di lui.

-Lei è un familiare?-

-No... sono il ragazzo. Allora, come sta?- chiesi impaziente

-Diciamo che nelle sue condizioni dovrebbe stare a riposo.\-

-Che condizioni?- chiesi interrompendolo.

-Mi dispiace, ma se la paziente non gliela detto io non posso intromettermi.-

-Ma perchè?- chiesi io allarmato. Dovevo sapere.

-Segreto professionale, ne ha mai sentito parlare? Ora devo andare. Appena si sveglia può tranquillamente andare a casa e, mi raccomando, deve stare a riposo assoluto- Annuii

-Va bene e grazie- dissi. Mentre entravo nella stanza, nella mia mente si crearono le più disparate ipotesi. 'Che stesse male?' Appena la vidi però tutto sparì. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che l'avevo vista e mi mancava terribilmente. Mi misi seduto di fronte al letto e aspettai.

 

Cat's Pov

Mi svegliai un po' disorientata, guardando intorno. Ero ancora all'ospedale e speravo di non aver incontrati chi pensavo di aver incontrato. Ma le mie speranze furono vane. Come girai lo sguardo verso la finestra lo vidi. Era seduto su una sedia, visibilmente scomoda, e mi guardava. I suoi occhi erano così penetranti che mi ci persi. Ad interrompere quel silenzio fu lui.

-Ciao Cat..

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Capitolo 40
*** Devo riaverla ***


-Ciao Harry- risposi io con voce roca distogliendo lo sguardo.

-Come stai?- mi chiese cercando il mio sguardo

-Bene..- mentii. Non stavo per niente bene. Non avevo lui accanto a me. Niente era andato per il verso giusto in quei mesi. -Come mai qui?- chiesi io.

-Un concerto di beneficenza- rispose lui.

-Bene- dissi abbassando lo sguardo.

-E tu?-

-Dovevo fare una visita-

-Mi ha accennato qualcosa il dottore. Ha detto che devi stare a riposo nelle tue condizioni. Anche se non ho capito un granchè.. Di che parlava Cat?- mi chiese quasi supplicando. Nei suoi occhi vedevo dolore, dubbio, indecisione.. Lo guardai per un momento che sembrava infinito, poi risposi distogliendo lo sguardo.

-Niente di grave- dissi. Sospirò e si prese i capelli tra le mani. Poi si alzò e si venne a mettere accanto a me sul letto.

-Dimmi che succede. Posso aiutarti-

-Harry, sto bene. Non sto morendo, se è questo quello che ti preoccupa. Anche se non dovrebbe..-

-Certo che mi preoccupo. Sei importante per me- disse l'ultima frase sussurrando, ma lo sentii ugualmente.

-Si è visto come sono importante. Mi dispiace Harry, ma forse è meglio se tu vada.- dissi indicandogli la porta. Stavo con tutte le mie forse trattenendo le lacrime. Mi morsi il labbro con forza.

-Non voglio lasciarti. Io... - si interruppe agitato e si portò i capelli all'indietro -.. mi manchi e sono stato uno stupido/-

-Harry vattene- lo interruppi io. Le lacrime stavano quasi per cadere.

-Ma/-

-MA COSA PENSI? EH? CHE UNA FRASE DI SCUSE POSSA SISTEMARE TUTTO? CHE/ Ahhhhh- urlai, ma ad interrompermi fu un'altra fitta forte alla pancia. Venne vicino a me e mi accarezzò i capelli.

-Mi dispiace così tanto- sussurrò ancora. Lo scansai con la poca forza che mi rimaneva.

-Harry, vai. via- dissi. Si staccò da me lentamente e, dopo avermi guardato negli occhi per molto tempo, se ne andò. Cercai di calmarmi e dopo un po' di minuti ci riuscii. Presi la borsa e me ne andai a casa.

 

 

Harry's Pov

L'avevo rivista e non potevo capacitarmi di quello che mi aveva detto. Sapevo che era arrabbiata con me, lo immaginavo. Ma faceva ugualmente male. Dovevo fare qualcosa per riaverla. Non potevo perderla un'altra volta. Non me lo sarei mai perdonato. Uscii dalla camera e mi nascosi. Aspettai che lei uscisse dalla stanza e poi la seguii. Sentii il telefono squillare e risposi.

-Pronto?-

-Harry sono Niall. Dove sei? Ti stiamo cercando da un ora..-

-Sto venendo.- risposi. Poi attaccai. Dopo aver visto dove viveva tornai in ospedale dove facemmo un piccolo concerto per i bambini. Verso il pomeriggio tornammo in hotel. Stavamo per andare tutti nelle nostre stanze, ma li bloccai.

-Devo dirvi una cosa- si girarono tutti verso di me. Sospirai. -Oggi ho visto Cat-

-COSA!!!- urlò Louis venendo verso di me. -Perché non mi hai chiamato?!-

Gli raccontai tutto: di quando si era sentita male, del dottore, delle parole che mi aveva detto, dei miei progetti, del pedinamento. Insomma di tutto. Volevo riaverla e avrei avuto bisogno del loro aiuto.

-Mi aiuterete?- chiesi io

-Certo.- disse Zayn

-Lo sai che puoi contare su di noi- fece Liam. Niall annuì. Restava solo Louis, che per tutto il tempo era stato in silenzio.

-Boo?- lo chiamai io. Alzò il viso, poi venne ad abbracciarmi.

-Lo so che la ami ancora e so che anche lei ti ama. Certo che ti aiuto- disse. Poi si 'staccò' dall'abbraccio. Mi guardò serio e mi disse: -Se la farai soffrire un altra volta, ti butterò dal balcone-

Sorrisi. -Va bene Lou-










Ciaoooo a tuttiiiiiiii
Scusate il ritardo. Come state??
Vi è piaciuto il capitolo? Per 
qualsiasi cosa scrivetemi. Spero
vi sia piaciuto. Bene, siccome 
non so più che scrivervi, non
scriverò altro lol. Buona serata :)

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Capitolo 41
*** Perdono ***


Harry's Pov

Chiamai Marika. Dopotutto era la sua migliore amica ed era l'unica con cui Cat era rimasta in contatto. Lo sapevo bene.

-Ehii Marika, sono Harry-

-Ciao Harry dimmi- rispose lei.

-Volevo dirti che io e i ragazzi stiamo organizzando, diciamo, una sorpresa per Cat e ci serve il tuo aiuto..- la sentii sospirare.

-Va bene- disse dopo qualche minuto. -Cosa avevi in mente?- le spiegai tutto il nostro piano e la sua parte e aspettai. -Mi sembra una bella idea../-

-Ma??- la interruppi io.

-Ma non credo che sia saggio andare in una discoteca. Non nelle sue condizioni- disse.

-Come?

-Volevo dire nelle mie condizioni- cercò di riparare, ma non ci 'cascai'.

-Andiamo Marika. Lo so che sai qualcosa. Ed io non riesco a capire- sospirò.

-Non è mio diritto dirtelo. Mi dispiace Harry, ma deve essere lei a spiegarti tutto.- fece lei. A sospirare fui io.

-Va bene- mi arresi.

-Spero che tutto si risolva tra voi due. So che sei una brava persona Harry ed anche se l'hai tradita, lei ti ama ancora e non smetterà mai di farlo.- disse lei.

-Grazie Marika. Di tutto- le dissi io.

 

Cat's Pov

Dall'incontro con Harry ne passarono altri. Mi mancava lui, mi mancavano tutti. In quei giorni neanche uscivo di casa per paura di incontrare uno di loro. Non sapevo più che fare, come comportarmi. Con Harry, con Louis e con gli altri. Dovevano saperlo. Però non volevo che litigassero. La band doveva restare unita. Ero confusa, triste e sola. Sbuffai e mi alzai dal divano. Dovevo fare qualcosa, non potevo restare ì con le mani in mano. Non era nel mio comportamento. Io affrontavo gli ostacoli, non scappavo. E, mi resi conto solo in quel momento, che era quello che avevo fatto negli ultimi mesi. Scappare. Stavo davanti alla porta quando sentii suonare il campanello. Per un attimo rimasi immobile, poi però aprii la porta. Era Marika. I mie occhi si illuminarono. Così come i suoi. Ci abbraccimmo.

-Quanto mi sei mancata- sussurrai al suo orecchio.

-Anche tu- ci 'staccammo' e ci guardammo. -come state?- chiese lei guardando il piccolo rigonfiamento del mio ventre.

-Male Rika- confessai io. -Mi manca, anzi ci manca. Ho riflettuto abbastanza e ho capito che devo dirglielo, anche se starà con quell'altra lui ha diritto di saperlo. Così come gli altri- dissi abbassando lo sguardo.

-Guarda che lui non sta con quella- la guardai stupita e confusa. -devi parlare con lui. Dovete parlare. -

-Lo so, lo so-

-Che ne dici oggi di uscire? Solo noi tre- disse facendomi l'occhiolino. Ridacchiai e annuii. Uscimmo e restammo tutto il pomeriggio per il centro. Facemmo uno shopping sfrenato. Non mi divertivo così da un eternità. Ci sedemmo in un bar e prendemmo da bere. Parlammo di tutto e di più. Io le parlai della gravidanza e lei del rapporto con Liam. Mi raccontò che con lui tutto andava a gonfie vele. Mi faceva piacere. Si meritava tutta la felicità di questo mondo. Così come gli altri. Erano delle persone fantastiche.

-Allora andiamo?- chiese lei alzandosi. La guardai confusa.

-Dove?-

-Alla pizzeria- disse lei.

-Mi dispiace ma devo assolutamente parlare con Harry, sperando non se ne sia già andato-

-Se aspetti un altro giorno non succederà niente. Fidati di me.- sospirai.

-E va bene- era inutile contraddirla. Era più cocciuta di me. Il che è dire tutto. Prendemmo un taxi che ci porto a casa mia, posai le buste e mi cambiai. Stessa cosa fece Marika. Si era già portata il ricambio, il che era strano visto che non eravamo passate da casa sua. Io mi misi dei jeans, che mi andavano un po' stretti, tacchi, non troppo alti, e una maglietta stretta sul seno e larga sotto. Ma comunque erano passati quasi due mesi e la pancia non era altro che una piccola protuberanza. Si vedeva solo se mettevo maglie parecchio aderenti, ma succedeva solo quando stavo a casa. Marika invece portava una maglia lunga con leggins e tacchi alti.

-Lo sai che è inutile andare in una pizzeria vestiti così?- le chiesi io guardandola sospettosamente. Lei alzo le spalle. Ma ne suoi occhi vedevo l'eccitazione.

-Magari potremmo incontrare qualcuno- disse facendomi un occhiolino.

-Ti devo ricordare che hai un ragazzo e che io aspetto un bambino dal miglio amico del tuo ragazzo?- chiesi alzando gli occhi al cielo. Lei ridacchiò di rimando. Non dissi altro. Prendemmo un taxi che ci portò alla famosa pizzeria. Scendemmo e pagammo il taxista. Mi diressi verso la porta, ma notando che la mia migliore amica non era con me mi fermai e mi girai verso di lei. Stava frugando nella sua grande borsa qualcosa.

-Hai dimenticato qualcosa?- chiesi io.

-Non.. trovo.. il.... telefono- disse continuando a frugare. Si appoggiò a un muretto e iniziò a cacciare tutto. Poi si fermò un attimo e si girò verso di me. -Intanto vai a prendere un tavolo, io ci metto un attimo-

Annuii ed entrai. Dentro era completamente buio, fatta eccezione per un tavolo illuminato con delle candele. Mi guardai intorno, ma non c'era nessuno nelle vicinanze. Feci dei passi poi mi fermai di nuovo. Mi girai verso il rumore. Un ragazzo alto con i capelli ricci si dirigeva verso di me. Lo riconobbi subito. I miei occhi si riempirono di lacrime. Quando fu di fronte a me notai che anche i suoi erano lucidi, ma notai anche una forte determinazione. Capii tutto. Il loro piano. Volevano che lo incontrassi per chiarire. E sapevo che di mezzo c'erano anche i ragazzi.

-Ciao Cat-

-Ciao Harry-

-Vieni?- gli presi la mano che mi porse e ci dirigemmo verso il tavolo, dove ci sedemmo. -Come stai?- mi chiese.

-SI va avanti- risposi sincera. -Tu invece? Come stai?-

-Come te- sospirò. -Volevo parlarti-

-Anche io- dissi io. -Inizia prima tu-

-Ok- disse. Dopo qualche minuto continuò a parlare guardandomi intensamente negli occhi. -Ti ho tradito, è vero. E so anche che servirà molto tempo per riavere la tua fiducia, ma Jessica non aspetta nessun bambino. Mi ha mentito. Ed io ti amo, Cat. Non voglio perderti di nuovo. Questi mesi senza te mi sono sembrati interminabili e tristi. È stata una sensazione bruttissima che vorrei non ripetere mai più.- le lacrime scendevano copiose sul mio viso. Le scacciai con la mano infastidita. -Ci possiamo riprovare Cat?- mi chiese prendendo la mia mano tra la sua. Mi morsi il labbro, poi abbassai lo guardo.

-Io.. io non lo so- dissi. Poi lo guardai negli occhi. Quegli occhi color smeraldo che ho sempre amato e che non smetterò mai di amare. Annui e sorrisi. -Perchè no? Riproviamoci.- lui sorrise felice. I suoi occhi splendevano con la luce della candela.

-Posso chiederti una cosa?- chiese

-Certo dimmi- nel frattempo ci avevano portato le pizze, il vino e l'acqua.

-Cosa ci facevi all'ospedale?- un pezzo di pizza mi andò di traverso e tossii.

-Io.. è proprio questo di cui volevo parlati- dissi sospirando. Era preoccupato, si vedeva. -Ero andata a farmi una visita e poi mi sono sentita male. Ma è tutto a posto. - lo rassicurai. -Il fatto è che sono incinta, Harry-








Scusate, scusate, scusate. Lo so che è da un bel pò che non scrivo e mi dispiace.
Ho avuto dei problemi con internet e il computer. Poi si sono aggiunti i compiti, quindi..
Mi dispiace. Ora però eccomi con questo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Continuate a 
dirmi che ne pensate.. e scusate gli errori se ce ne sono. Il prossimo non verrà pubblicato 
subito. bene, detto questo mi dileguo. Buona domenica a tutti :)

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Capitolo 42
*** Aspetto un bimbo ***


Lo guardai negli occhi. Erano lucidi. Brillavano come smeraldi.

-As-petti un ba-bambino?- mi chiese sbalordito. Annuii in risposta. Avevo paura. Per la prima volta da quando i miei erano passati a miglior vita, io avevo paura. Avevo il timore che lui non ci accettasse. Perchè dopotutto io ci tenevo al bambino. Oramai era parte di me. Mi alzai.

-Forse era meglio se stavo zitta..-dissi sussurrando. Ma sapevo che mi aveva sentito. Mi girai e feci per andarmene, ma lui mi bloccò il polso e mi abbracciò. La sua testa era sulla mia spalla, il mio viso sprofondato nel suo petto. Mi sentivo a casa tra le sue braccia. Mi sentivo al sicuro. Le lacrime scendevano lente dai miei occhi. Sentivo il suo cuore battere all'impazzata, in sintonia con il mio.

-Ti amo- mi disse. -Ti amo così tanto Cat-

-Ti amiamo anche noi- sussurrai io. Mi staccai dall'abbraccio e lo guardai negli occhi. Rimasi sorpresa delle lacrime che scorrevano anche sul suo viso.

-Cosa ci facevi all'ospedale?-

-Dovevo fare l'ecografia- i suoi occhi per un attimo diventarono ancora più luminosi di prima. -Te la farò vedere, promesso- dissi sorridendogli.

-E perchè sei svenuta?-

-Tranquillo, è normale. Più o meno. Devo solo riposarmi un po' di più e stare un po' più tranquilla.- mi guardò preoccupato. Cercai di rassicurarlo con lo sguardo, poi gli accarezzai le guance, togliendogli le lacrime che prima avevano bagnato il suo volto. Ci avvicinammo, lentamente, e ci baciammo.

-Mi sei mancato così tanto..- gli dissi io

-Questi mesi sono stati interminabili- fece lui. Ad interromperci fu un applauso. Ci girammo verso il rumore. Sulla porta c'erano i nostri amici che ci sorridevano contenti. Mi soffermai su Louis. Si avvicinò e mi abbracciò forte forte.

-Non farlo mai più- mi disse sussurrando. Annuii piano.

-Mi dispiace Lou-


 

Dopo tutti i saluti decidemmo di andare all'hotel dei ragazzi. Harry non si staccava un attimo da me, cercai in tutti i modi a convincermi che stavo bene, ma non voleva allontanarsi. Come scusa mi sussurrava che doveva recuperare quei mesi. Eravamo tutti seduti sul divano dell'hotel quando Marika si alzò e mi fece segno di andare con lei in cucina.

-Arriviamo subito- disse Marika. Annuii e la seguii. Una volta dentro chiudemmo la porta. -Allora? Gliel'hai detto?-

-Si. L'ha presa bene. Ora dobbiamo solo trovare il momento giusto per dirlo agli altri. - dissi io sorridendo.

-Sono felice che abbiate risolto tutto. Ti voglio vedere sempre così, con il sorriso sulle labbra- l'abbracciai.

-Grazie di tutto Rika. Ti voglio bene-

-Figurati- disse ridacchiando.

-Perchè ridi?- dissi una volta che ci 'staccammo'

-è buffo.- rispose lei.

-Cosa?- chiesi io confusa

-Ti serviva essere incinta per dirmi di volermi bene- ridacchiai anche io.

-Ehi, lo sai come sono fatta- dissi facendo il finto broncio. Girai lo sguardo verso la porta. I miei occhi ne incrociarono due color cioccolato. Dire che era sorpreso era dire niente.

-Hai sentito vero?- chiese Marika al suo ragazzo. Ma non c'era neanche bisogno di chiederlo. La sua espressione diceva tutto. Lui annuì, io sospirai.

-è solo che non ci posso credere. Insomma sono felice per te e n/-

-Okok fermo- dissi ridendo. Mi venne ad abbracciare. Ricambiai. Era così dolce quel ragazzo ed ero felice che stesse con la mia migliora amica. -Bene, visto che lo sai anche tu, direi di dirlo anche agli altri. Però prima mi potresti chiamare Harry?-

-Certo- disse lui sorridendomi e andando in sala con Marika. Mi sedetti su una sedia e appoggiai una testa alla mano. Harry venne in un lampo. Aveva un espressione preoccupata sul viso. Alzai le mani, come se avessi una pistola contro, e risi.

-Sto bene- dissi sorridendogli. Poi sospirai. -Liam sa. Conviene dirlo anche agli altri- dissi guardandolo negli occhi.

-Si, hai ragione.- disse annuendo. Mi porse la mano e l'accettai. Ci dirigemmo in sala. Zayn stava litigando con il telefono. Niall vedeva la tv e mangiava dei popcorn. Louis parlava con Marika e Liam ascoltava. Ci fermammo davanti a loro.

-Dobbiamo dirvi una cosa- disse Harry allegramente. Sorrisi anche io, però il mio era un sorriso timido. I ragazzi bloccarono quello che stavano facendo e ci guardarono interessati e un po' confusi. Solo Marika e Liam erano consapevoli di quello che stavo per dire, perciò mi sorrisero. Marika mi fece segno di proseguire ed Harry mi strinse leggermente la mano. Sospirai. Mi soffermai su Louis.

-Aspetto un bambino- dissi tutto d'un fiato. I volto dei ragazzi cambiarono.

-Siamo incinti- disse Harry abbracciandomi da dietro e baciandomi la guancia. Sorrisi a quel gesto. Zayn e Niall si diressero verso di noi e mi abbracciarono.

-Che bella notizia!!- fece il primo.

-Che bello, sarò zio!!- disse il secondo.

-Auguri di nuovo- ci disse Liam. Mancava solo una persona. Era rimasta seduta sul divano. Mi 'staccai' dall'abbraccio protettivo di Harry e mi sedetti di fianco a mio fratello. Gli presi una mano con la mia e cominciai a giocarci per qualche secondo. Il tempo di prendere un altro po' di coraggio. Poi alzai lo sguardo. Incrociai i suoi occhi, erano pieni di lacrime. Mi abbracciò all'improvviso. Il tempo di realizzare ciò, ricambiai.

-Anche se ci conosciamo da poco, per me sei, e sarai, sempre la mia sorellina. Il nostro rapporto è così bello.. e sono così felice.- disse lui sussurrandomi all'orecchio. Lo strinsi forte.

-è come se ci conoscessimo da sempre, vero? Ti voglio tanto bene Lou- gli sussurrai a mia volta.

-Anche io, Cathy-



















Ciaoooo a tutti!! Avete passato una buona domenica??
La mia è stata veramente entusiasmante! Ok, scherzo. 
è stata terribilmente noiosa. Eccomi qui a rompervi 
ancora le scatole con un altro capitolo. Che ne pensate??
Spero che vi piaccia e scusate gli errori, se ce ne sono. 
Buona serata a tutti. :)

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Capitolo 43
*** Una settimana a Holmes Chapel ***


Ero felice. Dopo quei mesi che mi erano sembrati anni, finalmente ero felice. Non potevo chiedere di meglio. Lo dicemmo anche a Mark, mio padre, e fu felice. Si commosse anche. Tutti erano felici ed era quello che volevo. Mi avvicinai alla finestra e mi misi a guardare fuori. Ero a Londra e, come al solito, pioveva. La pioggia, però, mi rilassava. Cadeva a un ritmo tutto suo sul tetto e sulle strade. Non si vedeva niente. Mi portai il tea sulle labbra e bevvi un sorso. Era caldo e confortevole. La poggiai sul tavolino lì vicino. Pensai a quello che quel giorno avrei dovuto fare. Avremmo fatto. Saremmo andati a Hholmes Chapel e ci saremmo stati una settimana. La settimana di Pasqua. Quella sera avrei rivisto Anne. Era da molto che non la vedevo ed ero agitata. Chissa cosa avrebbe pensato di me. Dopotutto quando ero piccola passavo molto tempo con Gemma in quella casa ed Anne mi conosceva. Ed io conoscevo lei. Era la persona più vicina a mia madre. Mamma. Quanto mi mancava. Papà. Speravo tanto che fossero felici per me. Ad interrompere i miei pensieri furono delle mani calde che da dietro mi abbracciarono. Poggiai la schiena sul suo petto e girai il volto verso di lui. Mi diede un bacio sulla fronte.

''Vedrai che andrà bene'' mi disse.

''Lo so'' risposi io. Gli diedi un bacio a stampo sulle labbra, poi mi girai e andammo verso il divano dove ci accoccolammo.

''Allora cos'è che ti rende così nervosa?'' Sospirai. Appoggiai la testa sulla sua spalla.

''Le tue fans. Io../'' Si girò verso di me e mi interruppe dandomi un lunghissimo e dolcissimo bacio.

''Non pensarci. Ci sono io con te''

''Lo sai anche tu che non è vero Harry. Tra un mese partirai di nuovo'' dissi io. Sospirai.

''Ci saranno Marika, Gemma, Jimmy, mamma e Mark. E noi ci sentiremo tutti i giorni'' rispose lui dandomi un bacio. Ricambiai.

''Ci mancherai, sai''

''Mancano ancora 30 giorni. Di tempo né abbiamo'' disse abbracciandomi forte. ''Non preoccuparti''

 

La mattinata passò velocemente. Era arrivato il momento di andare. Ok, stavo esagerando. Me ne rendevo conto anche io. Prendemmo la macchina e ci avviammo. Accendemmo la radio. Stava trasmettendo Roar di Katy Perry. Ci mettemmo a cantare a squarciagola. Sembravamo dei pazzi. Ridemmo molto, scherzammo. Ci divertimmo. Lungo il viaggio mi dimenticai persino dove stavamo andando. Arrivammo a Holmes Chapel sul tardo pomeriggio. La pioggia cadeva piano. Era arrivato il momento. Sospirai. Harry mi strinse delicatamente la mano. Suonò il campanello. Ad aprirci fu Gemma.

''Ciao ragazzi'' disse sorridendoci e baciandomi le guance. ''Mamma, sono arrivati'' gridò lei. Poi si rivolse di nuovo a noi. ''Dai entrate''

''Ciao Gemma'' le sorrisi.

''Ehi sorella'' sorrise. In risposta Gemma alzo gli occhi al cielo. Entrammo dentro chiacchierando un po'. Dalla cucina uscì Anne tutta sorridente. Portava un grembiule da cucina e i capelli legati. Non era cambiata per niente.

''Da quanto tempo Cathy'' disse lei venendomi ad abbracciare. Ricambiai. ''Sei ancora più bella'' arrossii.

''Grazie'' risposi sorridendole. ''Come stai?''

''Tutto bene e tu?''

''Bene, grazie'' sorrise. ''Da quando ho saputo che stavi con Harry ho subito pensato 'povera piccola'''

''Grazie Mamma'' disse il diretto interessato ironicamente. Io ed Anne ridacchiammo.

''Bene giovani, la cena non è ancora pronta. Andate a riposarvi un po'. Soprattutto tu, Cathy. Ti vedo particolarmente stanca.''

''Oh sto bene, tranquilla. Se vuoi posso aiutarti''

''Non se ne parla neanche'' disse lei con fare autoritario. ''Mi aiuterà Gemma. Voi due andate a riposarvi''

''Ma/'' cominciai io, ma venni interrotta da Harry che diceva ''Va bene, va bene. Ce ne andiamo'' e che mi trascinava di sopra con un sorriso divertito sulle labbra.

''Mamma ha ragione. Devi riposarti. E poi lo sai che è una donna cocciuta''

''Proprio come il figlio'' dissi sorridendo. Alzò gli occhi al cielo.

''Dai vieni, ti faccio vedere camera mia''

Entrammo in una porta. La sua camera era media, con i muri blu scuro, ordinata e pulita. Il letto era situato al centro e sulla destra c'era un comodino e un balcone. Sui muri c'erano parecchie foto e alcuni poster.

''è bellissima'' dissi io. Mi trascinò verso il letto e poi ci allungammo.

''Che ne dici di dormire un po'?'' mi sussurrò all'orecchio.

''Non ho molta voglia di dormire'' dissi girandomi verso di lui. Eravamo a qualche centimetro di distanza. I nostri respiri si fondevano in uno solo. Il mio cuore batteva forte nel petto. Mi avvicinai e lo bacia delicatamente. Poi però mi venne una leggera nause quindi dovetti alzarmi. Respirai a fondo, lentamente. Harry si mise seduto e mi accarezzò la schiena.

''Stai bene?'' mi chiese preoccupato. Annuii piano. ''Ti vado a prendere un bicchiere d'acqua'' e uscì. Nel frattempo la nausea era passata e stavo decisamente meglio. Mi allungai. Non saprei dire quando, ma ad un tratto mi addormentai.

 

Quando mi svegliai rimasi un po' frastornata. Mi alzai lentamente. La camera era immersa nell'oscurità. Ci misi molto a trovare il telefono e con esso mi feci strada verso la porta. Mi stroppicciai gli occhi e lentamente scesi di sotto. Anne e Harry stavano parlando in cucina.

''Sono felice che hai sistemato tutto. È una cara ragazza e dopotutto quello che ha passato non merita ancora di soffrire''

''Lo so mamma. Sono stato uno stupido e non succederà più''

''Lo spero per te Harry'' disse lei. ''E lo so che sei stato male. So che a lei ci tieni molto. Si vede da come la guardi. Da come vi guardate.''

''E la mia vita''

Mi fermai un attimo. La testa aveva cominciato a girarmi. Mi attaccai al coprimano.

''Ehi Cat, stai bene?'' mi chiese Gemma. Venne verso di me. ''Vieni reggiti a me'' disse. Con il suo aiuto andammo in sala. Mi sedetti sul divano.

''Mi gira un po' la testa'' dissi io. ''Deve essere un calo di zuccheri. Ho mangiato poco a pranzo'' mi giustificai. Si sedette accanto a me.

''Va meglio ora?'' Annuii in risposta. Mi sentivo decisamente meglio.

''Allora, come va con Michele?'' chiesi io cambiando argomento.

''Tutto benissimo. A pasqua verrà da noi. Devi conoscerlo.''

''A quando le nozze?'' chiesi curiosa

''Ma come? Non ti è arrivato l'invito??''

''No'' dissi disorientata. Lei sbuffo dicendo una cosa del tipo 'non ci si può fidare di nessuno a questi tempi'. Ridacchiai. ''Allora?''

''Tra due settimane'' disse lei.

''Wow. Sono felice per te'' l'abbracciai.

''Grazie.''

''Però non ho nessun vestito da mettermi. Ti va se domani andiamo a fare un po' di shopping??''

''Certo. Così ti faccio anche vedere l'abito'' disse entusiasta. Gli occhi le brillavano. Sorrisi.

''A che ora facciamo?''

''Le 3.30 pm. Va bene?''

''Benissimo capo'' dissi facendo il saluto di un soldato. Ridacchiammo. Mi girai verso la porta e vidi Harry appoggiato che ci fissava. O meglio mi fissava. Sorrisi facendogli segno di venire. Si sedette accanto a me e mi abbracciò.

''Ben sveglia dormigliona'' mi sussurrò all'orecchio. Poi mi diede un bacio sulla guancia.

''okok, me ne vado'' disse Gemma ridendo. Scomparì andando in cucina. Diedi un pugno sulla spalla di Harry.

''Ahi!!'' disse facendo finta che gli avessi fatto male. Lo guardai brutto.

''Perchè non mi hai detto che Gemma si sposa tra due settimane?''

''Pensavo che lo sapessi'' disse lui alzando le spalle. Gli diedi un altro pugno sul braccio. ''okok, me n'ero dimenticato'' sospirai e alzai gli occhi al cielo.

''Menomale che me l'ha detto tua sorella.'' restammo per un po' in silenzio abbracciati. Il mio stomaco brontolò. Harry ridacchiò.

''Dai, andiamo a vedere se è pronto'' disse e mi trascinò in cucina. 
































Scusate, scusate, scusate. Lo so che è quasi un mese che 
non aggiorno, ma la scuola mi sta levando la vita. Spero che 
vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate. Penso di aver detto tutto.
Un bacio e buona domenica a tutti. :)

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Capitolo 44
*** Diventerò.. ***


Il giorno dopo a svegliarmi fu un raggio di sole che batteva proprio sul mio viso. Mi stropicciai lentamente gli occhi, poi, cercando di non svegliare il bello addormentato, mi alzai. Presi i vestiti e andai a farmi una doccia. Una volta finito scesi sotto. Erano le 10,00 am e in cucina non c'era nessuno. Mi guardai in torno. Era rimasto tutto come prima. Non era cambiato niente. Decisi di preparare una bella colazione per tutti: fette biscottate con la marmellata e burro. Me lo faceva sempre mamma quando ero più piccola. Scossi la testa per mandar via il pensiero di lei. Presi le cuffie e cominciai a sentire la musica. Mi piaceva cucinare con la musica nelle orecchie. Mi dava la carica. Preparai tutto molto in fretta. Misi a bollire anche l'acqua per il tea. Non feci in tempo a posare la tazza per il tea sul tavolo che una fitta alla pancia mi fece piegare in due. La tazza mi cadde dalle mani e finì per terra, rompendosi. Mi appoggiai alla mensola cercando di restare in piedi. Faceva male. Tanto male. Le lacrime scendevano dai miei occhi. Non riuscivo a muovermi.

''CAT!!” l'urlo di Gemma fu l'ultima cosa che ricordai.

 

Gemma's Pov

“CAT!!” urlai. La raggiunsi e feci appena in tempo a prenderla tra le mie braccia che svenne. “Oh mio Dio. HARRY!! MAMMAA!!” urlai di nuovo. Continuai così, cullandola tra le mie braccia.

“Cos'è tutto questo bacc/ Cos'è successo?'” chiese mamma allarmata.

“Non lo so. Chiama un ambulanza.”le dissi agitata.

“Certo. Vado a chiamare anche Harry.” Annuii in risposta, anche se mamma era già corsa via.

 

L'ambulanza arrivò dopo poco tempo. Harry si era svegliato ed era corso immediatamente da lei. Gli infermieri la misero sulla barella e la trasportarono dentro l'ambulanza.

“Può venire con noi una sola persona”

“Vengo io” disse Harry, poi rivolse il suo sguardo a mamma.

“Andrà tutto bene, vedrai” disse lei stringendogli la mano.

“Vi veniamo dietro” dissi io.

 

Era passata un'ora da quando Cat era stata portata in ospedale e nessuno ci dava notizie. Eravamo tutti in sala d'aspetto: mamma, Harry, io, i ragazzi, Marika.. eravamo tutti lì ad aspettare. Louis era vicino ad Harry. Stava facendo del suo meglio per rassicurarlo, ma non c'era niente da fare. Il mio fratellino non era stato mai così preoccupato in vita sua. Bhe, forse ai provini di Xfactor, ma non così. Ad interrompere i nostri pensieri fu una porta che si apriva e una dottoressa che veniva verso di noi.

“Con chi posso parlare?” disse lei.

“Con me” rispose Harry. “Sono il fidanzato”

“Bene, mi segua”

Si spostarono di qualche metro, ma comunque potevamo tutti sentire quello che la dottoressa avrebbe detto.

“Sono in condizioni critiche”

-Sono?- pensai.

“Non capisco. Cosa vuol dire?”

“Che potrebbe perdere il bambino”

Il viso di Harry sbiancò. -Un bambino? È incinta!- pensai meravigliata. Mi girai verso mia madre. Aveva una mano che copriva le labbra e gli occhi lucidi. -Diventerò zia!- Pensai entusiasta.

“C'è qualcosa che possa fare?”

“Ma certo. Deve convincerla a stare a riposo e a non sforzarsi. E deve prendere le vitamine. Deve stare tranquilla”

“Va bene dottoressa. E grazie.”

“Si figuri. È il mio lavoro”

“Posso vederla?”

“Certo”

 

 

Cat's Pov

Mi svegliai su un letto che non era il mio, e neanche di Harry. Ricordai tutto. Il dolore, la caduta, Gemma.. Ad interrompere i miei pensieri fu la porta che si aprì.

“Harry” avevo la voce roca. Venne verso di me e mi abbracciò

“Mi hai fatto preoccupare. Anzi 'ci'” disse lui. Sospirai.

“Mi dispiace. Non capisco perchè è successo”

“La dottoressa ha detto che devi stare a letto e non sforzarti” Alzai gli occhi al cielo, ma cedetti quando mi disse che la situazione era molto critica.

“Va bene” dissi dandogli un bacio sulla fronte. “Cercherò di contenermi” gli sorrisi. Lui ricambiò, poi mi diede un bacio. Un bacio vero. Che però non durò molto. Avevano bussato alla porta.

“Avanti” dissi io. Da lì fece capolino il viso di Anne.

“Posso entrare?” chiese lei. Aveva gli occhi lucidi e un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Annuii. Harry si spostò verso la finestra e si sedette sulla sedia vicino a me. Anne intanto veniva verso di noi.

“Perchè non ce l'avete detto?” chiese lei. Aveva la voce rotta.

“Volevamo dirvelo in un altro modo” ammise Harry stringendomi la mano.

“Sono così felice per voi” disse lei abbracciandoci. “Diventerò nonna!!!!”






























Avete tutto il diritto di uccidermi, lo so. Mi 
dispiace essere scomparsa, ma ho avuto
un blocco e non sapevo come continuare. 
Vi avviso che la storia sta per finire, non so
ancora quanti capitoli ci saranno, ma non sono 
molti. Come state? E che ve ne pare?
Fatemi sapere che ne pensate e buon carnevale
a tutti :)

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Capitolo 45
*** Partenze e notizie ***


I giorni passarono molto velocemente. Nonostante dovetti passare tutta la settimana a letto. Però fu molto bello. Dopo tanto tempo mi sono sentita in famiglia. Harry mi stava appiccicato come una cozza. Non mi lasciava un minuto da sola. Era esasperante. Dalla mia parte però avevo Anne e Gemma. Mi furono di grande aiuto. Bhe, che altro dire? Ah, si. Conobbi anche il fidanzato-quasimarito di Gemma. Era un bel ragazzo, alto, muscoloso, con i capelli marroni e gli occhi dello stesso colore. Era anche un bravo ragazzo. E, cosa fondamentale, si amavano. Davvero. Il matrimonio fu bellissimo e commovente. Gemma poi... sembrava un angelo. Le scene che mi sono piaciute di più sono state quando hanno pronunciato il 'si, lo voglio' e il primo ballo. I ragazzi hanno cantato per loro.. Stupendo, davvero. Poco dopo però tornai alla realtà. I ragazzi sarebbero partiti tra pochi giorni per il tour ed io sarei rimasta sola fino all'estate, credo. Marika sarebbe andata con loro.

 

Il giorno della partenza arrivò in un lampo. Ero all'aeroporto per salutarli.

“Mi mancherete, davvero” dissi io. Poi li abbracciai uno per uno. Cominciai da Niall.

“Ciao irlandese. Mi raccomando non mangiare troppo e divertiti” gli sussurrai all'orecchio.

“Tu sta attenta, ok?” Annuii in risposta. Poi passai a Zayn.

“Ehi Zaynuccio. Non fare una strage di cuori mentre non ci sono” gli dissi ridacchiando.

“E tu non fare impazzire nessuno mentre sono via”disse lui. Fu il turno di Liam.

“Liam. Sta attento alla mia migliore amica. La lascio nelle tue mani e la rivoglio tutta intera”

“Certo. È in buone mani”

“Lo so” dissi sorridendogli. Poi toccò a Louis.

“Fratellino. Butta giù tutti. Uccidili con la tua bellissima voce. Solo una cosa. Controllami il riccio. Sta attento che non gli si attacchino delle sanguisughe” Ridacchiò.

“Non preoccuparti” rispose lui sorridendomi. Dopo ci fu Marika.

“Sta attenta e divertiti con il tuo fidanzato.”

“Certo. Tu invece riposati. Ritornerò presto, promesso.” disse. Io scossi il capo.

“Non preoccuparti per me. Starò bene.” risposi rassicurandola. Per ultimo, ma non per questo ultimo, fu il turno di Harry.

“Mi mancherete” sussurrò lui dandomi un bacio sul collo.

“Anche tu. Ti amiamo, ricordalo.” dissi io. Una lacrima gli rigò il volto. “Staremo bene. E poi ci sarà anche tua madre con me” misi il palmo della mia mano sul suo viso e glielo asciugai. “Ti manderò la radiografia”

Il volo Londra-New York partirà tra meno di 5 minuti”

“Devo andare” disse, ma continuò a tenermi tra le sue braccia.

“Devi andare” replicai io, 'staccandomi' da lui.

“Ritornerò presto, promesso”

“Harry dobbiamo andare” disse dolcemente Liam.

“Vai!” dissi io sorridendogli e facendo un passo indietro. Lui si avviò e scomparve tra la folla. Solo quando i miei occhi lo persero di vista mi concessi di lasciar scorrere le lacrime. Mi misi degli occhiali da sole e me ne andai. Decisi di andare al parco. Mi rilassava. E poi a quell'ora non ci sarebbe stato nessuno. Mi sedetti su un'altalena e mi dondolai. Rimasi lì per qualche ora, poi ritornai a casa mia. Mi feci un bel bagno caldo e cercai di rilassarmi un po'. Il calore dell'acqua sulla pelle era qualcosa di meraviglioso. Dopo una mezz'oretta uscii dalla vasca e andai a prepararmi. Finì 5 secondi prima che il campanello suonasse. Andai ad aprire.

“Ciao Cathy. Sei pronta?” disse lei euforica

“Ciao Anne. Comunque si, sono pronta.” risposi io sorridendogli

“Bene, andiamo” fece lei. “Sei nervosa?”

“Un pò” risposi.

 

Dopo una mezz'oretta arrivammo dalla ginecologa. Benomale non c'era nessuno, quindi il nostro turno arrivò subino. La dottoressa ci fede accomodare e poi mi mise del gel sulla pancia.

“Mmm-mmm”

“Allora dottoressa? Come sta?” chiesi io.

“Sta bene. Non è più in pericolo di aborto, ma non capisco...”

“Che cosa? Cosa succede?” chiese Anne preoccupata.

“Dobbiamo fare alcuni controlli, ma non c'è bisogno che si preoccupi. Voglio solo controllare una cosa. Ok?” mi guardò. Annuii in risposta. Anche se mi aveva detto di non preoccuparmi, io ero lo stesso agitata. Sentii la mano di Anne stringere la mia. Mi voltai verso di lei.

“Tranquilla. Mi fido della dottoressa, e se dice che è tutto a posto le credo” le sorrisi.

“Va bene” dissi sospirando e cercando di calmarmi. La ginecologa ritornò subito dopo con un sorriso enorme.

“Nuova notizia: sono gemelli”

Strabuzzai gli occhi.

“Sono due?” chiesi sorpresa.

“Si. Il sesso dei bimbi non si può ancora vedere. Forse il prossimo mese. Ma comunque stanno bene e i battiti, come avete sentito, sono forti e regolari.” disse la dottoressa. “Bene, si può rivestire. Ci vediamo il mese prossimo” Annuii in risposta. Non sapevo cosa dire. Due. Due piccoli Styles che correvano per casa. Non potevo crederci. E chissà cosa avrebbe detto Harry.

“Arrivederci” dicemmo noi alla dottoressa.
“Arrivederci e auguri” ci rispose lei.

Poi ce ne andammo.

“Non posso crederci. Avrò due nipotini!”

Sorrisi. “Non vedo l'ora di dirglielo” dissi io.

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Capitolo 46
*** Per lei avrei fatto di tutto ***


Harry's Pov

Dovevo ammetterlo. Ero un po' preoccupato. Era tutto il giorno che non avevo sue notizie e non sapevo cosa pensare. Andavo avanti e indietro per la stanza senza fermarmi. Era già da un ora che andava avanti così e non riuscivo a calmarmi. Sapevo che era con mia madre, ma volevo sentirla. Volevo sentire la sua voce. Volevo sapere cosa avesse detto il medico. Volevo sapere del bambino o della bambina. Ad interrompere il flusso dei miei pensieri fu Louis che entrò nella camera.

“Amico, dovresti calmarti”

“Lou, sono preoccupato”

“Chiamala”

“Ho già provato. Ha il telefono spento” mi contorcevo le mani per il nervosismo.

“Sarà scarico. Prova a chiamare tua madre” mi illuminai.

“Giusto! Perchè non ci ho pensato prima? Lou sei un genio!” esclamai abbracciandolo. Poi presi il telefono e digitai il numero di mia mamma. Aspettai e aspettai e aspettai. Al decimo squillo rispose. Sospirai di sollievo.

“Ciao tesoro. Come stai?” mi salutò lei. Aveva uno strano tono di voce. Era euforica, felice.

“Ehi mamma, qui tutto a posto ed io sto bene..”

“Non le dia ascolto, sig.ra Styles” urlò Louis. Gli buttai un cuscino addosso facendogli capire di tenere la bocca chiusa.

“Eri preoccupato, eh? Tesoro è andato tutto bene. Stanno bene”

“Oh, menomale. Ma Cat è lì con te?”

“No. L'ho appena riaccompagnata a casa. Siamo andate in giro a fare un po' di shopping” si sentiva che era entusiasta e che si era divertita. Ridacchiai.

“Mi fa piacere mamma. Senti, ti richiamo più tardi.”

“Tranquillo Harry. Ci sentiamo domani. Buonanotte tesoro”

“Buonanotte mamma”

Attaccai. Mi girai verso Louis che nel frattempo era rimasto nella stanza e si era accomodato comodamente sul mio letto.

“Allora?” mi chiese.

“Sono andate a fare shopping. Mia madre era euforica. Penso che sappia qualcosa che non so”

“Dici?”

“Non lo so” sospirai. “Provo a chiamare Cat a casa. Forse lì mi risponderà”

Composi il numero e attesi fino a quando la dolce voce di Cat non rispose.

“Ehi amore sono io” dissi

“Marco? Luke? Chi?” rispose lei.

“EHI! Sono Harry. E chi sarebbero questi qui?” mi ero ingelosito non potevo negarlo. La sentii ridacchiare. Mi rilassai. Mi stava prendendo in giro. “Ti diverti?” chiesi ironicamente.

“Si” rispose lei ancora ridendo. Dopo poco tornò seria. “Senti, io-io devo parlarti di una cosa. Ce, non si può definire cosa. Forse è meglio dire questione. Si, devo parlarti a proposito di una questione. Ok, ora sembro uno di quei libri dell'ottocento. Comunque è importante e non voglio farlo per telefono. Che ne dici di Skype?” aveva parlato così velocemente che fu un miracolo per me che avessi capito tutto.

“è successo qualcosa?”

“Si, ma è tutto a posto. È una bella notizia. Bhè, perlomeno per me e tua madre”

-Ecco. Lo sapevo che sapeva qualcosa- pensai.

“Va bene. Ok per le 11,00 pm?”

“Certo. A dopo.” mi rispose lei. “Ah! Un ultima cosa!”

“Dimmi.”

“Ti amo” mi disse dolcemente.

“Anche io ti amo” le risposi io sorridendo.

 

Cat's Pov

Ero agitata. Non potevo negarlo. Anche perchè iniziavo sempre a parlare velocemente e i miei discorsi prendevano sempre una strana piega. Per avere le mani occupate e non pensare ad altro, decisi di pulire casa. Quando ebbi finito mangiai e lavai i piatti. Ero un po' stanca, certo, ma dovevo resistere. Presi il portatile e mi connessi ad internet. Era presto quindi mi misi ad ascoltare un po' mi musica.

 

Harry's Pov

“Sei proprio sicuro Harry?” mi chiese Louis.

“Certo che sono sicuro.” gli risposi io. “Il fatto è che la amo più di tutto. Della carriera, delle fan e non voglio perderla”

“Sarà complicato, lo sai vero?” Annuii. Lo sapevo. Sapevo a cosa sarei andato incontro e per lei avrei fatto di tutto.

 

 

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Capitolo 47
*** Sono due! ***


Cat's Pov

Quando mi arrivò la chiamata, saltai. Mi ero talmente rilassata da aver perso la cognizione del tempo. Accettai subito. Sorrisi quando vidi dall'altra parte dello schermo il viso di Harry.

“Ehi piccola. Allora, com'è andata?”

“Benissimo. Vuoi vedere le foto?” dissi io entusiasta. Lui annuii. Era emozionato e si vedeva. Presi le foto e le misi vicino alla webcam. Mi morsi il labbro.

“È stupenda”

“Non so ancora se è maschio o femmina”

Il mio cuore traboccava di gioia a vederlo così. Era felice e si vedeva. E anche io lo ero. Spostai le foto e lo guardai ancora.

“La prossima volta ti prometto che ci sarò” disse lui.

“Non fare promesse che non puoi mantenere” feci io tristemente. “Ma non devi preoccuparti. È il tuo lavoro e lo rispetto.” dissi tornando un po' più contenta. “E poi mi piace quando mi canti una canzone a letto e mi piace stare con te e/” Okay, avevo ricominciato a parlare a vanvera. E lui se ne accorse.

“Sei nervosa.” non era una domanda. Annuii e sospirai.

“Sono due” dissi tutta d'un fiato.

“Come?” non aveva capito o forse faceva il finto tonto. Aveva un po' l'aria disorientata.

“Dentro di me ci sono due bambini” ripetei io. Vidi il suo viso cambiare di molte espressioni. Confusione. Dubbio. Poi però vidi gioia pura. Si mise a urlare di felicità.

“WOOW. Sono due! Due!! WOOW” Risi. Per la bellezza di quella scena e anche per la comicità. Tempo due secondi e vidi che nella stanza entrarono anche i ragazzi.

 

Louis' Pov

Quando sentimmo l'urlo di Harry ci precipitammo nella sua stanza. Rimanemmo un po' sbigottiti dalla scena. Harry saltava per la camera urlando qualcosa e sullo schermo del pc vidi Cat ridere a crepapelle. Harry si avvicinò a noi, mi prese le mani e si mise a fare un girotondo.

“Sono due!! Sono due!!” urlò ancora. La scena era veramente comica. Harry sembrava un pazzo. Saltava, ballava e incitava gli altri a fare lo stesso. Ci mettemmo un po' a capire cosa stesse dicendo, ma poi ci unimmo a lui. Mi avvicinai allo schermo del pc

“Cat TI AMO” urlai. “Diventerò due volte zio!!!”

“Ehiehiehi, calma Tomlinson. Loro sono miei” disse Harry tutto serio. Alzai le mani ancora ridendo e mi allontanai piano piano. Harry mi seguì e non feci in tempo a fare un altro salto che si buttò sopra di me e gli altri fecero lo stesso.

 

Cat's Pov

“Non riesco a respirare” disse Louis a tratti. Risi ancora di più. Mi faceva male lo stomaco da quanto stavo ridendo.

“Lasciate stare il mio fratellino e alzatevi. Mi serve ancora vivo” urlai io. Che pazzi che erano. Sorrisi. Per me loro erano la mia famiglia.

“Okok, ora tutti fuori.” disse Harry spingendo tutti fuori dalla porta. Quando riuscì a farli uscire tutti si riavvicinò al pc. “Ho una bella notizia per te” disse lui. Sorrisi.

“Dimmi dimmi” feci io.

“Tra due giorni torno e potremo stare insieme. È solo un giorno però è l'unico in cui non abbiamo né concerti né niente.” il mio sorriso si allargò ancora di più, per quanto possibile.

“Non vedo l'ora.” dissi io. Guardai l'orologio. “Devo andare. Ti amo.”

“Ti amo anch'io. Buonanotte”

“Notte”




















Ciao a tuttiiiii :)
lo so, lo so che è corto e mi dispiace,
ma prometto che il prossimo sarà più 
lungo. Vi dico che la storia sta quasi per 
terminare. E mi dispiace :/ 
Che ne pensate di questo capitolo?
Fatemi sapere e..
beh, buona giornata a tutti ;)

 

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Capitolo 48
*** E tu lo vuoi Catherine? ***


Non vedevo l'ora di vederlo. Anche se era passata più o meno una settimana da quando era partito, per me sembrava un eternità. Mi mancava. Anzi ci mancava. E non sapevo neanche per che ora sarebbe tornato. Mi aveva detto solo di prepararmi verso sera e di vestirmi elegante. Che poi io tutto quel mistero non lo capivo. Ma Harry era così. Esasperante. Ecco. Passai la giornata con Jimmy. Vi ricordate di lui? Il mio collega, nonché amico? Bene, sono uscita con lui a fare un po' di shopping. Per trovare un vestito che non mi facesse sembrare, beh, grassa, ci misi quasi tutta la giornata, ma lo trovai. Dopo aver ringraziato Jimmy che mi aveva sopportato per tutto il giorno, tornai a casa e iniziai a prepararmi. Il vestito arrivava sopra le ginocchia ed era nero con la gonna a balze, mi misi anche i tacchi e mi truccai. Ero pronta quando suonarono al campanello. Andai ad aprire la porta. Due occhi color smeraldo mi guardavano. Sorrisi. Il mio cuore iniziò a battere molto velocemente, come la prima volta che lo vidi, quando ero più piccola. Mi avvicinai e l'abbracciai forte. Lui ricambiò. Ci guardammo negli occhi e ci baciammo. Mi era mancato terribilmente. Sentii una movimento dolcissimo nella mia pancia. Erano i piccoli. Harry mi guardò con gli occhi un po' sgranati. Non li aveva mai sentiti scalciare. Sorridendogli gli presi la mano e la misi sopra la mia pancia.

“Li senti?” chiesi io. Lui annuii in risposta. “Fanno così quando sentiamo qualche tua canzone alla radio, oppure quando sei vicino” dissi guardando la mia pancia e la sua mano e poi lui. Aveva gli occhi leggermente lucidi e sorrideva. Mi avvicinai e gli diedi un bacio a stampo.

 

 

Arrivammo al ristorante. Era enorme ed elegante. Aveva prenotato un tavolo in terrazza. Inutile dire che il paesaggio era stupendo. La tavola era situata al centro e tutto intorno c'era la natura. Alberi, fiori di mille colori e tante candele profumate. Era spettacolare. Dopo esserci seduti, incominciammo a parlare e nel frattempo ci tenevamo per mano. Con il pollice mi accarezzava il dorso e mille brividi mi percorrevano la schiena. Arrivare al dessert fu molto breve. Ci portarono una fetta di torta al cioccolato a testa. La mia preferita. Cominciai a mangiare, solo che mi sentii 'leggermente' osservata. Alzai lo sguardo e lo puntai su Harry.

“C'è qualcosa che non va?” chiesi io confusa.

“oh, no.. ecco.. ti piace?” balbettò lui. Annuii in risposta, anche se ero ancora confusa.

“Tu non la mangi?” gli dissi alternando lo sguardo tra lui e la torta.

“Certo. Volevo prima sapere se ti piaceva.” disse lui. Ripresi a mangiare, ad Harry riprese a guardarmi. Non me la dava a bere. C'era qualcosa sotto. Era agitato. Presi in altro boccone, ma c'era qualcosa di troppo duro dentro. Presi l'oggetto dalla bocca e lo pulii con il tovagliolo. Era un anello. Harry ne frattempo si era alzato. Si avvicinò a me e si mise in ginocchio.

“Sai, ringrazio Dio per averci fatto incontrare, per vermi fatto incontrare una persona come te. La mia vita senza di te sarebbe stata sicuramente vuota. Lo so perchè quando mi hai lasciato mi sono sentito così: vuoto, senza uno scopo, perso. E ringrazio te per avermi dato una seconda possibilità” cominciò lui. Poi sospirò e si grattò la testa segno che era nervoso. “Non sono bravo in questi discorsi, quindi andrò subito al sodo”. Mi guardo negli occhi, prese l'anello e poi disse “vorrei trascorrere il resto della mia vita con te. E tu lo vuoi Catherine?”

Ero emozionata, ed anche tanto. Non riuscivo a parlare quindi annuii soltanto. Il sorriso che spuntò dal suo viso era il più meraviglioso che avessi mai visto, ed i suoi occhi.. trasmettevano così tanto amore, così tanta sicurezza. Mi mise l'anello al dito e mi baciò appassionatamente.

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Capitolo 49
*** Molti mesi dopo.. ***


Molti mesi dopo..

 

“Merda. HARRYYYYYYYYYY!!!” urlai io. Lui corse subito da me.

“Che succede?” chiese preoccupato.

“Mi si sono rotte le acque”. Lui sgranò gli occhi.

“Vieni andiamo” disse.

 

Arrivammo subito all'ospedale. Le fitte arrivavano sempre più spesso e avevo paura. Non volevo entrare da sola. Mi misero su una sedia a rotelle. Harry era al mio fianco e mi teneva la mano.

“Non preoccuparti” disse lui. Il che fu comico visto che lui era più preoccupato di me.

“Non lasciarmi”

“Non ti lascerò mai” disse

 

Il parto fu lungo e doloroso, ma ce la feci.

“Sei stata bravissima” mi disse Harry e poi mi diede un bacio sulla fronte. Descrivere il suo viso era impossibile. Era stupendo, dolce, emozionato.. Nacquero due splendidi bambini, un maschietto e una femminuccia. Erano bellissimi. Li chiamammo Christian e Alice. Purtroppo però ce li portarono subito via per controlli vari. Mi trasferirono in una stanza, dove riposai un po'. Harry intanto chiamava gli altri, che, appena saputa la notizia, stavano per arrivare. Dopo una mezz'oretta c'erano tutti: Marika, Liam, Zayn, Louis, Niall, Jimmy, i genitori di Harry, Gemma.. Fecero a turno per entrare. I primi furono Anne e Bob

“Se i tuoi genitori fossero ancora qui, sarebbero fieri di te, Cathy. Hai messo al mondo due creature bellissime” disse Anne emozionata.

“Grazie Anne. Significa molto per me” dissi sincera e commossa dalle sue parole.

Poi entrarono i ragazzi con Marika. Louis era tutto elettrizzato. Faceva tenerezza. Si fermarono poco tempo, ma promisero di ritornare il giorno dopo. I bambini ce li portarono dopo la chiusura delle visite. L'infermiera mi spiegò un po' di cose e ci assicurò della loro salute. Poi se ne andò. Eravamo rimasti solo noi. La famiglia si era allargata. Sorrisi al pensiero. Harry era al mio fianco e li guardava con adorazione.

“Non vedo l'ora di tornare a casa con voi” disse stringendomi con delicatezza la mano.

“Ed io non vedo l'ora di passare tutta la mia vita con voi, con te”

 

 

 

 

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Capitolo 50
*** Epilogo ***


«Ma che problemi hai?

Io neanche ti conosco!!

Vattene sfigata e fatti una vita.»

 

Avevo 13 anni quando queste parole mi spezzarono il cuore in mille piccoli pezzi.

 

«Mamma, dove sei?»

«... lei è la signorina Bianchi?»

«Si, sono io. Ma chi è lei? Dov'è mia madre?»

«I suoi genitori hanno avuto un incidente stradale. Non c'è l'hanno fatta, mi dispiace.»

 

Avevo 13 anni quando queste parole mi travolsero facendomi cadere in un baratro buio.

 

 

 

«Mi sono innamorato di te, e ti prometto che non ti lascerò mai più andare via. Non commetterò lo stesso errore una seconda volta. Sei diventata troppo importante per me»

 

Avevo 20 anni quando il mio cuore riprese a battere.

 

 

«Vi amo»

Avevo 23 anni quando la vita mi sorrise di nuovo, regalandomi una grande e bellissima famiglia.

































Fine.








Allora? Che ne pensate?
Fatemi sapere, mi raccomando. ;)

Se volete, questa è la mia nuova ff
Abbiamo creato la reazione più bella del mondo
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