Redenzione

di ErikJake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutti hanno un inizio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2°- La storia si ripete- Forse è una lotta senza fine? ***
Capitolo 3: *** Capitolo3°- Il tocco del fantasma- L'atto atteso ***
Capitolo 4: *** Capitolo4°- Gli Zecram- Dov'è l' ambita fine? ***
Capitolo 5: *** Capitolo5°- I ricordi della fratellanza- La famiglia rivelata? ***
Capitolo 6: *** Capitolo6°- Il posto chiamato casa- Tutto iniziò di nuovo lì ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7°- Un nuovo viaggio- La meta è quella; lo scopo è lo stesso: la pace ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8°- La prigione- Il fatale ricongiungimento? ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9°- La strega- La meritata redenzione? ***
Capitolo 10: *** Capitolo10°- L'inferno- Il salvataggio ***
Capitolo 11: *** Capitolo11°- Terra natia- I fili ***
Capitolo 12: *** Capitolo12°- Loro o gli altri ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13°- La mente, il corpo, la vista ***
Capitolo 14: *** Capitolo14°- Il viaggio è al culmine ***
Capitolo 15: *** Capitolo15°- Horus- Tappa finale Parte I ***
Capitolo 16: *** Capitolo15°- Horus- Tappa finale Parte II ***
Capitolo 17: *** Capitolo15°- Horus- Tappa finale Parte III FINE ***



Capitolo 1
*** Tutti hanno un inizio ***


Non sapevo che nella mia città ci fosse qualcosa del genere…
Charmeal Dean House, o meglio conosciuto come la casa di cura. Si, questo è un manicomio, ed io ci sono finito dentro. Forse qualcuno già mi conosce… sono Erik.
Il perché di come sono finito qui? Bhè era iniziato tutto in quella buia notte…
Stavo sognando, ma non so cosa, vedo solo immagini veloci come dei flashback. Io aprii gli occhi sbarrandoli. Emisi gemiti e piccole urla di dolore non riuscendo a proferire parola, nella mia mente chiamavo aiuto. Fortunatamente mia madre si svegliò e quando era sulla soglia della mia stanza mi vide con uno squarcio su tutto il mio torace ed il sangue che ne fuoriusciva, impallidì dalla paura. Con la sua mano si tenne aggrappata alla maniglia della porta ma fu inevitabile la sua caduta. Mio padre, che si era anche lui svegliato sentendo il tonfo della caduta di mia madre, corse subito da me e da lei. Lui cercò di non svenire, la sua reazione fu semplice ma forte allo stesso tempo. Mi vide, impallidì e indietreggiò di poco, ma riprese subito il controllo di se.
-Silvia! Riprenditi chiama subito un’ ambulanza!! Presto!!-
Mia madre si alzò a fatica da terra, ma con la sua sola forza di volontà riuscì a prendere il telefono in mano e chiamare aiuto. Io a volte chiudevo gli occhi o oppure li avevo socchiusi… e nelle poche immagini che posso ricordare e che ho potuto vedere c’era mio padre che mi avvolgeva nelle coperte per cercare di fermare l’emorragia. Mi diceva con voce impaurita e flebile
-Erik ti prego non morire. Ti prego!! C’è ancora tanto da vivere. Ti prego!-
Forse vidi qualche sua lacrima cadere sul mio volto poi svenni per l’eccessiva perdita di sangue. Ricordo anche vagamente tre figure, mi sembravano avvolte da delle vesti e dei veli; si vedevano a mal appena i lineamenti del volto. Uno era tutto di bianco, un’ altro tutto di nero e l’ultimo era di colore grigio. Poco dopo, quando riaprii leggermente gli occhi, ero circondato da medici e mi dicevano
-Presto, presto è ancora vivo! Preparate la sala operatoria! Preparate le trasfusioni-
Ogni tanto mi davano qualche colpetto in faccia per tenermi un po’ cosciente.
Quando riaprii gl’ occhi ero in un letto bianco, in una stanza bianca, pieno di tubi e flebo. Quando vidi l’ enorme ferita che mi ricopriva il torace impazzii, volevo togliere tutti quei tubi e aghi che avevo in corpo, per scappare via lontano, ma un’ infermiera venne e mi aumentò i sedativi facendomi riaddormentare. Non so quante altre volte io mi sono svegliato ma ricordo abbastanza bene l’ ultima volta che accadde. Ero sempre in quella stanza e in quel letto, le flebo erano diminuite a una sola, avevo una mascherina sul volto per respirare e nessun ago che mi penetrava la pelle. Mi sentivo strano in quel momento, mi sentivo come se mi mancasse qualcosa di importante, qualcosa che è nato e cresciuto con me, qualcosa che mi ha cresciuto. C’ era un’ uomo e una donna, a lei si vedevano quasi i solchi delle lacrime, lui aveva gli occhi rossi. Si tenevano per braccio e lei teneva stretta tra la sua mano una croce. C’ era un’ uomo davanti a me, ma lui non mi ispirava una certa gioia, volevo tendergli la mia mano per posarla sul suo volto e capire lui chi era, ma il mio corpo non obbediva a quello che io gli comandavo. Sembravo una statua. Fermo e immobile sul letto. Solo i miei occhi si muovevano. Quell’ uomo davanti a me puntò una luce e io dovevo seguirla con gl’ occhi. Lo feci benissimo dando segni di lucidità, e lui disse.
-Signori voglio essere franco, vostro figlio ha riportato un serio trauma emotivo causato dal grande stress e dallo shock… non so se potrà essere di nuovo come prima. Ma se volete potete riportarlo a casa vostra-
Quel signore in piedi scappò via dalla stanza, non voleva far vedere le lacrime che scendevano dal suo viso. Quella signora si avvicinò a me e accarezzò il mio volto. Il medico che era davanti a me poggiò la sua mano sui miei occhi ed io mi riaddormentai.
Mi risvegliai in una cucina, sembravo che la riconoscevo ma era come se la vedevo per la prima volta. La storia di quella notte mi fu raccontata da quelle due persone, molto probabilmente erano i miei genitori… ma io non avevo ricordi e sentimenti verso di loro. Dopo mesi riacquistai il movimento della mia testa, ma non riuscivo a muovere altro né tanto meno di parlare. Le mie giornate erano sempre uguali, mi svegliavo per primo aspettavo che arrivava qualcuno per portarmi al bagno e se arrivava tardi, bagnavo il letto. Mi facevano fare colazione, mi mettevano sul divano o fuori al balcone, ma io li sentivo. Erano nell’ altra stanza o anche delle poche volte che erano davanti a me litigare. Le litigate erano sempre più frequenti, ed io non riuscivo a fare niente da solo. Un giorno quella donna che era mia madre mi venne vicino e disse.
-Noi ti amiamo ancora ma non siamo in grado di aiutarti. Perdonaci-
L’uomo che chiamavano mio padre si avvicinò con una sedia a rotelle dove venni posizionato e portato fuori casa. C’erano due uomini vestiti di bianco che presero la mia sedia a rotelle e mi portarono verso una macchina nera, mi girai indietro e vidi i miei genitori che si tenevano stretti tra le loro braccia. Quando ero davanti l’auto mi rigirai e non vidi più nessuno. Mi caricarono in auto gettarono la mia sedia a rotelle e guidarono per tanto fino ad arrivare qui a Charmeal Dean House. Fui spogliato di tutto, lavato con una pompa, quando cadevo dal forte getto loro ridevano. Mi vestirono con quell’ abito bianco che vedevo solo nei film, destinato solo ai malati di mente e gli incapaci. Ma io mi sentivo in perfetta forma! Ma c’ era qualcosa che teneva bloccato il mio corpo. Mi trascinarono per il lungo corridoio, costellato dalle varie porte delle varie celle. Ma era strano non si sentiva un lamento o un piccolo respiro e pensavo che qui erano bravi a far guarire le persone o c’era qualcosa che non andava. Alla fine del lungo corridoio c’era una porta, e su di essa una grande insegna e si leggeva benissimo il mio nome: Erik. L’aprirono e mi ci gettarono dentro con forza, richiusero la porta e se ne andarono. In quel pomeriggio piansi tanto…. Mi sentivo vuoto, i volti di quelle due persone che avevo abbandonato non poco di un’ ora fa erano diventati sfocati e man mano che il tempo passava sparirono dalla mia mente. Ogni giorno un’ infermiere veniva per darmi due magri pasti e per farmi prendere una piccola pillola. Le prime volte io la presi ignaro di quello che mi poteva procurare. Me ne accorsi quando la pillola mi cadde da bocca ed un piccolo topolino corse verso di lei per prenderla e mangiarla, l’ infermiere credete che io l’ avevo presa e se ne andò. Qualche minuto dopo il topo ritornò, era fra le mie dita dei piedi ed io gli sorridevo, d’ un tratto si fermò e cadde a terra, era morto. Da quel giorno capii che quella pillola mi faceva solo del male. Nelle settimane che seguirono cercavo ogni modo per non ingerirla e pian piano riacquistai il controllo di un braccio, poi l’altro, poi le gambe, le mani, i piedi ed il fine il mio torace. Nelle notti vedevo veloci flash di guerre e di persone, vedevo anche che io ero in grado di usare tecniche magiche, ma sono solo sogni. Non mi disperai meditai ogni giorno, mi allenai ogni giorno, fino a risvegliare i miei poteri. Naturalmente interpretavo la parte del malato per non far capire a nessuno che io ero di nuovo me stesso. Quando riuscii a padroneggiare la magia mi sorpresi e mi dissi.
-Che cosa io sono? Perché sono in grado di sognare quelle cose e in grado di usare queste arti magiche-
Per me era normale e strano allo stesso tempo, avevo paura. Ma non battevo ciglio e non me ne curavo molto di quello che ero. Ora ero capace di scappare. Mi alzai strappai la mia camicia di forza, poggiai la mia mano sulla porta e pensai.
-Esplodi! Esplodi!-
Tra il mio palmo e la porta sentivo un fortissimo strato di calore che si concentrava nel mezzo del mio palmo. Si creò una piccola sfera di energia rossa, piegò la porta fino a farla scardinare e fu lanciata via. Corsi verso le altre celle per soccorrere altri come me, se ce ne erano altri come me. Riuscii a creare di nuovo quella sfera ruppi una porta e la cella era vuota, vuota come tutte le altre. Arrivai alla fine del corridoio, dovevo solo percorrere le scale e arrivare al piano terra quando alla fine delle scale c’ era uno degl’ infermieri
-Hahaha, sapevamo che un giorno o l’altro saresti stato in grado di scappare dalla tua cella!-
-Spostati dalle scale per favore, lasciami andare-
-Non posso farlo mi dispiace-
Corse verso di me, mancavano pochi scalini prima che lui potesse raggiungermi. Pensai d’ istinto e mi gettai dal parapetto delle scale, precipitai per qualche piano e stavo pensando
-Ecco, ecco sto per morire-
Chiusi gli occhi per aspettare lo schianto, quando un paio di ali sbucarono dalle mie spalle lacerandomi la pelle. Arrivai sano e salvo al piano terra. Riaprii gl’ occhi e le vidi erano lì e non sapevo neanche il perché ed il come le avevo, ma la mia reazione non era quella di una sorpresa era più di indifferenza e normalità. Creai una sfera d’ energia e distrussi il portone principale. Ero nel cortile, dove erano ad aspettarmi un altro infermiere ed il signore che vidi davanti a me all’ ospedale. Non potevo credere che stavo fluttuando sul terreno.
-Oh, ma vedo che ti sei perfettamente ripreso e hai anche riacquistato dei poteri-
-Ti prego lasciami passare!-
-Non me lo perdonerebbero mai! Kurt raggiungici!!-
Dal quarto piano, dove ero io all’inizio, si gettò dalla finestra il primo infermiere che cercò di fermarmi. Precipitò con tutta la sua forza, fino a cadere su di me, tenendomi ben saldo a terra.
-Dobbiamo riportare il ragazzo dentro o loro ci uccideranno!! Presto assumete le vostre vere forme e fermatelo!-
Quello su di me si trasformò in un gorilla grigio con tre occhi, l’ altro si trasformò in
una specie di blob e veniva verso di me. Io mi riuscii a girare ed ebbi il gorilla faccia a
faccia e pensavo a quello che potevo fare
-Ho le braccia bloccate ed anche le ali… Devo scappare, devo scappare!!!-
I miei occhi si illuminarono e folgorarono gl’ occhi del gorilla per quel tanto che bastò per far si che io potei scappare. Mi alzai in volo ed il blob cercò di afferrarmi, ma io lo schivai e lo colpii con una sfera d’ energia. Unii le mani creai una piccola sfera tra di loro poi separai le mie mani e la sfera crebbe almeno di cinque volte, la lanciai a terra creando un grande polverone ed io riuscii a scappare.
-Kurt, Jant riprendete le vostre stupide forme umane e cercatelo!!-
-Si maestro-
-E preghiate che loro non lo vengono a sapere-
Ero appena riuscito a scappare non avevo idea di dove andare e di come io potevo sopravvivere. Volai fino al tramonto, ero sfinito. Arrivai ad cantiere abbandonato di un piccolo paesino. Lì trovai un riparo. Mi accovacciai a terra, con dell’ acqua sporca tracciavo linee, non c’ era scopo in quelle azioni stavo solo distraendomi da quello che mi era capitato. Alla fine pur non pensando a niente e a non creare un disegno preciso, riuscii a disegnare un cerchio, tre onde che forse simboleggiavano l’ elemento dell’ acqua o del vento e poi una piccola casetta e pensai.
-Se solo questo disegno potesse diventare una casa vera… in fondo questo è un cantiere-
Giocai con un piccolo chiodo un po’ arrugginito, lo presi male e mi feci una piccolissima ferita, quelle pochissime gocce di sangue andarono a finire sul disegno che subito si illuminò. Mi alzai spaventato
-E ora cosa accade!?!-
La luce sprigionata fu molto abbagliante, mi coprii il volto con le mie ali. Quando le rispiegai, attorno a me c’era un’enorme cucina.
-Oh, no adesso stiamo quasi esagerando ora sono anche in grado di creare una casa!? E dire che fino a qualche mese fa ero solo una stupida statua di carne e ossa. Vediamo se funziona… Ali rientrate!-
Le ali sparirono
-Hahaha. Riproviamo. Ali!-
Le ali ricomparirono
-Bene ora so come usare le mie ali. Ali sparite! Voglio riposare, sono stanchissimo-
Era sera e stavo per sdraiarmi sul mio nuovissimo, grandissimo, bellissimo divano del mio nuovo soggiorno quando dalla finestra vidi che il cielo si stava annuvolando, ogni tanto si vedevano dei flash
-Ecco ora sta per piovere…-
D’ un tratto una possente saetta andò a colpire il mio nuovo giardinetto. Aprii la porta di casa ed uscii a controllare cos’ era successo. Dove il fulmine era caduto aveva lasciato una macchia nera e odore di erba bruciata. Alzai il naso al cielo per vedere cosa stesse succedendo. Un flash e subito dopo un’ altro fulmine cadde al suolo, era vicinissimo a me
-Ora ci si mettono anche i fulmini… ma non doveva essere che i fulmini non cadevano mai nello stesso punto!?-
Pensai che fossero solo quei due, ma mi sbagliai. Caddero come una leggera pioggia. Quando un tuono largo forse quanto due persone cadde a pochi passi da me, ma era diverso come se era fissato da un’estremità al cielo e da un’ altra al terreno. Scorsi un’ombra. Mi preparai e creai delle sfere d’energia
-Chi c’è lì!?-
Una voce proveniente da quella colonna di tuono rise e mi parlò
-Hahaha. Erik, Erik amico mio …. Quanto tempo è passato!-
Uscì lentamente dal tuono un ragazzo forse di poco più grande di me. Era vestito di nero e di blu scuro. Capelli nero pece, occhi azzurri e pieni di sofferenza; quel ragazzo era lì davanti a me. Non so se era una maglia di pelle nera quella che si scorgeva da una specie di lungo impermeabile nero, legato in vita da una cintura blu con fibbia argentata e con pantaloni neri e stivaletti di pelle nera. Nella sua mano destra c’era una katana, la sua lama era appoggiata alla sua spalla.
-Allora Erik, non si salutano più i vecchi amici? Il ragazzo del tempo è arrivato! Tutti noi abbiamo un inizio. Questo è l’inizio di tutti noi!-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2°- La storia si ripete- Forse è una lotta senza fine? ***


Ero scombussolato da questa giornata… E non ne parliamo dei mesi scorsi… Ed ora un ragazzo armato che sbuca da un tuono.
-Allora Erik?-
-Tu chi sei!?-
-Allora è vero quello che si dice…-
Camminò verso di me ed io mi misi in guardia e ingrandii le sfere d’energia.
-Calma… Noi due siamo amici…-
In lontananza si sentì un urlo minaccioso di un gorilla che veniva verso di noi
-Oh no stanno di nuovo arrivando!-
-Chi sta arrivando Erik!?-
-Eccoli, sono lì!-
Erano appena arrivati i due infermieri e quel dottore
-Voi tre, chi vi ha mandato?-
-Lo sai bene, caro Uesugi-
-Non può essere allora le storie sono tutte vere!-
-State parlando di me! Voglio che mi spieghiate cosa sta accadendo-
-Erik sta dietro di me. Me ne occupo io di loro-
-Prego, prego fai pure-
Il gorilla, il blob e il dottore erano questi gli avversari di quel ragazzo. I due subalterni si lanciarono contro di lui, ma la sua abilità nel combattimento gli è stata molto d’ aiuto, non veniva minimamente sfiorato, e appena ha avuto l’opportunità ha sferrato un colpo mortale al cuore del gorilla. Subito l’ altro indietreggiò impaurito.
-I blob sono formati d’ acqua… Questa nuova stirpe di creature non la sopporto proprio…-
Alzò la sua spada, orizzontalmente,  a livello del torace e con l’ altra mano strinse la punta della lama e disse
-Ignis Lamina!-
Dalla stretta del pugno uscì del fuoco, che in un vortice ricoprì la lama. Il blob cercò di scappare ma il ragazzo fu più veloce.
-Fendente incandescente!-
Il colpo lo colpì in pieno squarciandolo in due parti. Le due metà caddero a terra disciogliendosi. Il ragazzo si stava avvicinando al medico quando un fascio di luce lo avvolse, egli urlò dalla paura. Un urlo lancinante
-Vi prego no! Non fatelo! Posso ancora esservi d’aiuto!!-
Improvvisamente il dottore scomparve, lasciando soltanto un brutto ricordo. Io ero paralizzato dalla paura. Uesugi mi sorpassò dandomi una pacca sulla spalla, entrò in casa poi si affacciò dalla porta e mi disse
-Ehy!! Su, vieni!!-
Io entrai pensando che forse era veramente un mio amico. Lo trovai che curiosava in giro come se non avesse mai visto una casa e ne i suoi arredamenti.
-Allora tu chi sei?-
-Erik dimmi l’ ultima cosa che ricordi-
Io aprii bocca per rispondere alla sua domanda, ma non riuscii a dire parola.
-E’ come pensavo… Erik siediti-
Ci sedemmo ma io ero ancora più scombussolato perché era come se ricordassi solo il
mio nome e dove mi trovavo, avendo falsa convinzione di ricordare un’ intera vita che non ho mai avuto
-Erik, da ciò che noto stai riacquistando i tuoi poteri-
-Cosa vorresti dire, che tutto questo è solo l’ inizio?-
-Si esattamente… Erik io posso dirti solo poco e niente dei tuoi ricordi…-
-Dimmi quello che sai per favore… Te ne prego… Mi sento vuoto, incompleto è come se io non esistessi…-
-Erik poco più di qualche anno fa… Sei arrivato a Imshan, hai radunato tutti noi regnanti e insieme siamo riusciti a eliminare Dominik…-
Appena pronunciò quel nome mi apparvero dei veloci flash back. Sobbalzai dalla sedia facendola cadere e dissi felice come non mai
-Tu sei il re di Feng! Ti chiamano anche il ragazzo del tempo! Eri prigioniero del tuo stesso castello. Ma si ! E’ così! E Dominik.. Dominik era…-
-Forza dillo! Ti aiuterà!!-
Fui colpito da una grande emicrania e caddi a terra tenendomi ben stretto la testa. Mi contorcevo a terra dal dolore
-Ti prego, ti prego falli smettere. O i ricordi mi uccideranno-
-Ricorda Erik! Ricorda ne va della nostra salvezza!!-
Urlavo e scalciavo
-No, no ti prego non chiedermi questo!-
-Dimmi cosa vedi!!-
Immagini fugaci si susseguivano nella mia testa.
-Vedo… Vedo tutti noi. Eravamo schierati davanti al castello ad aspettarlo. Fa male! Fa tanto male ti prego basta!-
-Devi ricordare!!-
Mi si avvicinò ed io gli presi la testa tra le mie mani, i miei occhi si sbarrarono e divennero completamente neri. Era come se io stessi vedendo attraverso i suoi occhi. Lui cadde a terra in ginocchio emettendo gemiti di dolore, ma non cercava di divincolarsi. Vidi come lo ebbi conosciuto e alcune parti della guerra che aveva nominato. Lasciai la presa lui cadde a terra ed io dissi.
-Scusami ma è stato d’ istinto-
-Non preoccuparti. Ma ora dimmi tu chi sei-
-Sono Erik Dom Kadeam. Guidai l’ intera Imshan alla lotta contro Dominik, mio padre. Quando lo ebbi trafitto… Era in quel momento che è cambiato tutto-
Il ragazzo si alzò e mi abbracciò
-Sono felice di rivederti… Erik-
-Anche io Uesugi. Ma cosa ci fai qui!?-
-Erik dopo che sei stato ferito… Eri caduto a terra, noi tutti ti stavamo soccorrendo diminuendo il flusso  di sangue quando una luce ti ha avvolto e tu sei scomparso. All’ inizio non ci avevamo dato molto peso… Ma i minuti passarono, come le ore. Le ore divennero giorni, mesi e poi anni. Ne sono passati ben cento da noi. Qui da te ne dovevano passare cinquanta ma non è stato così, a quanto pare-
-Uesugi cos’è successo su Imshan…-
-Gli dei ci hanno abbandonati. Ti sei ricordato di Kira?-
-Più o meno… E’ una specie di sacerdotessa, giusto?-
-Si lei aveva la capacità di rimanere in contatto con gli dei, ma a circa qualche giorno dopo la tua scomparsa, il contatto tra loro e lei si è interrotto, gettando il suo regno nel caos più totale fino a farli rivoltare contro di lei-
-Cosa gli è successo…-
-Non lo so… I contatti tra noi si è interrotto... Noi re siamo stati isolati da qualcosa. Perfino l’ enorme Pangea di Imshan si è divisa. Ora ci sono centinaia di isole, e quelle più grandi sono le principali dove sono eretti i regni-
-Agl’ altri cos’è accaduto?-
-Non lo so… Io ho avuto problemi nel mio regno. Arrivò uno straniero, si faceva chiamare: il predicatore, inculcava al mio popolo ideale di distruzione e di una nuova utopia. Io mi opposi e la fine che feci è questa… trovai un libro nascosto tra i muri della mia stanza ed è stato con quello che sono riuscito a viaggiare attraverso i tuoni dello spazio e del tempo. Non è stato molto semplice però-
-Si immagino quelle creature mi tenevano prigioniero in una specie d’istituto allo scopo di farmi dimenticare tutto e tutti…-
-Ma ora Erik ti ho trovato dobbiamo ritornare su Imshan. Il nostro popolo ha nuovamente bisogno di noi!-
Gli presi la mano e sorridendo dissi
-Uesugi meglio andare a dormire… Ne riparleremo meglio domani mattina-
-Va bene…-
Lo accompagnai ad una stanza. Io andai in camera mia. Mi appoggiai con la schiena alla porta e mi accasciai a terra. Piansi. Piansi a lungo, pensando a io chi ero e dove mi avrebbe portato questa storia. La normalità non esisteva più. Era una nuova mattina. Di sotto c’era Uesugi che armeggiava col telecomando e col televisore.
-Hahaha ma che stai facendo?-
-Mi ero seduto su questa sedia con cuscini e per sbaglio mi sono seduto su quest’affare e improvvisamente quella scatola ha preso a parlare e far vedere cose-
-Hahaha su dammi qua. Spengo io il televisore-
Mi porse il telecomando ed io come avevo detto spensi il televisore.
-Allora dimmi Uesugi hai un po’ di fame?-
Ci pensò un po’ e disse
-Bhè.. Ho un po’ di fame… E’ da molto che non mangio nulla-
-Allora ti faccio provare latte e cereali! Siediti pure qui-
Si accomodò al tavolo. Io presi una bottiglia di latte, una scatola di cereali e due ciotole. Lo servii e poi mi accomodai. Iniziammo a mangiare
-Allora dimmi amico mio se sono passati cento anni da quando è morto Dominik, io come faccio ad avere ancora i miei venti anni, ora ne dovrei avere settanta, e nel tuo tempo tu ne dovresti avere centoventi anni-
-E’ vero dovrei avere centoventi anni e tu settanta. C’è un’ottima spiegazione a questa tua domanda-
-Va bene. Allora che aspetti, dimmelo no?-
-No, non posso questo lo devi scoprire tu!-
-Dai che ti costa? Devo recuperare anni di ricordi, almeno questo me lo potrai dire-
-Non posso... Se lo farei sparirei, ed ora come ora non è assolutamente possibile che io sparisca. Ti devo aiutare a recuperare la metà dei tuoi poteri e riportarti su Imshan al più presto!-
-Perché hai questo compito?-
-Nessuno ha scelto. I compiti ci sono stati affidati-
-Affidati da chi?-
-Dalla persona che ci sta mantenendo in vita-
-Naturalmente devo scoprire io chi è questa persona giusto?-
-Vedo che inizi a capire-
Finimmo di fare colazione. Posai il latte ed i cereali, lavai le ciotole e le riposai nel loro scaffale. Guardai Uesugi e gli dissi
-Ma tu hai solo questi abiti di pelle?-
-Si. Perché scusa che problema c’è?-
-Non siamo più su Imshan!!-
-Cosa dovrei mettermi allora!? Hahaha-
-Aspettami qui. Se nella magia della costruzione della casa ho creato latte, cereali e le ciotole forse ho creato anche dei vestiti. Aspettami qui-
-Andai al piano di sopra, andai nella mia stanza, aprii il mio armadio e presi un jeans ed una maglia. Ritornai al piano di sotto
-Questa è una maglia e questo è un pantalone-
-Mi stai prendendo in giro?-
-Si. Hahaha-
-Spietato. Hahaha-
Si svestì e rivestì con i vestiti che gli avevo preso.
-Dai ti stanno bene. Questi te li metto in camera tua. Quando dovremmo partire te li rimetterai-
-Va bene. Grazie-
-Ma ora dimmi come dovrei recuperare i miei poteri?-
-Tutto a suo tempo-
-Disse il ragazzo centenario-
-Hahaha-
-Su fammi fare il giro della città!-
-Allora andiamo! Una passeggiata ci farà bene-
Uscimmo da casa. Arrivammo nel centro della città. Lui sembrava un ragazzino in un negozio di caramelle. Ci perdemmo di vista per qualche minuto e tra la folla la vidi. Era davanti al fruttivendolo che sceglieva sapientemente la merce. Sapevo di conoscerla, sapevo che eravamo legati da qualcosa. Andai verso di lei. Eravamo faccia a faccia. Lei si fece cadere le cose tra le sue mani e quasi sbianchì dalla paura.
Mi saltò al collo per abbracciarmi. Una stretta colma d’amore
-Erik…-
-Mamma…-
In quel momento uscì dal negozio un uomo, staccò mia madre da me. Uesugi era arrivato in quel momento
-Vieni cara, ti sei sbagliata. Nostro figlio è in clinica…-
Uesugi mi tirò via da lì per un braccio
-Ma no, è lui! E’ lui!-
-Cara su vieni… Non diamo spettacolo-
Ci avevano separato, ancora. Uesugi portandomi via mi trascinò in un piccolo parco semi abbandonato.
-Perché! Perché non posso stare con i miei genitori!?-
-Erik se tu ti avvicineresti di più di quanto non dovresti fare loro lo scopriranno e non perderebbero tempo a ucciderli-
-Ma perché lei deve essere sempre allo scuro di tutto. Mio padre invece come fa a sapere di te!! Ti ha sorriso e tu gli hai annuito-
Mi arrabbiai, una folata di vento ci avvolse
-Erik… Ripeti-
-Mio padre e mia… Mio padre è Dominik, il vero Dominik. E quella donna… mia madre…-
-Esatto e con loro hai acquistato di nuovo il controllo del vento. Guarda! Il vento si è alzato non appena li hai nominati, e guarda tra le tue mani-
Sollevai le mani per guardarle meglio. Nei palmi c’erano due sfere trasparenti
-Vuoi dire che io controllo il vento? Ed è…  Tra le mie mani? Ma io ricordo che non lo mai avuto questo potere-
-Sii felice era l’ unico elemento che tu non padroneggiavi, o sbaglio!?-
-Si è vero!-
Alzai le braccia e agitandole dolcemente creai una corrente d’aria, ed era come se fosse viva e danzava per noi
-Veloce, lento, freddo o caldo, impetuoso o dolce. L’aria è libera!!-
L’aria che danzava attorno a noi due si concentrò in un unico punto, creando un piccolo vortice. Da quel vortice ne uscì una donna. Uesugi si inchinò ai suoi piedi, io rimasi alzato ad ammirare quella bellissima donna. Lunghi capelli color argento, occhi azzurri, pelle color pesca, un abito azzurrino e piedi nudi. Sulla sua testa girava vorticosamente un cerchio d’ aria che quasi formava un diadema, avevo due paia di ali d’ angelo ed il suo scettro era di colore oro con in cima un cerchio dove vi fluttuava nel mezzo una pietra di colore blu, dei piccoli pendagli erano attaccati in cinque punti del cerchio.
-Chi di voi due mi ha risvegliata…-
Uesugi alzò la testa e disse
-Dea Sandega è stato lui. Lui è Erik-
Ero un po’ spaesato perché lui l’aveva definita dea. Lei mi guardò e disse
-Quindi tu sei Erik-
Timoroso risposi
-Si.. Sono io-
Sembrava che lei fosse dura e inflessibile ma mi ricresi non appena lei si gettò al mio collo per abbracciarmi. Dopo un po’ si staccò da me per andare ad abbracciare Uesugi.
-Non so come ringraziarvi... Erik hai recuperato un tuo ricordo e con esso anche il mio elemento donandomi così la libertà-
-Ma perché?  Che io ricordo su Imshan la maggior parte delle persone usano la magia abitualmente-
Uesugi voleva intervenire dicendo qualcosa ma lei lo fermò e disse.
-Non preoccuparti ragazzo so cosa dire e cosa no. Erik... Lui forse ti ha accennato che nel suo regno c’è stato una rivoluzione da parte del popolo verso la famiglia reale-
-Si, si me lo ha detto. Ed è stato così anche negl’ altri regni-
-Esatto. In tutti i regni c’è stato qualcosa o qualcuno che ha fatto in modo di rivoltare il popolo verso chi governava. Col tempo e con le guerre di conquista di potere la magia è andata quasi del tutto persa, a causa di questo odio che è dilagato le terre di Imshan si sono divise in isole-
-E’ stato anche perché voi dei siete spariti…-
-Uesugi vedo che lo hai ragguagliato degl’ ultimi sviluppi per bene-
Uesugi annuì
-Vedi Erik noi dei non abbiamo abbandonato i nostri figli e figlie senza una ragione-
-E allora perché?-
-Questo non te lo posso dire… Il disegno del tuo destino lo devi scoprire tu se io mi sbilancerei e ti direi qualcosa di più o anche qualcosa di meno, cambierei tutto il tuo futuro. Mettendoci tutti a rischio-
-Va bene…-
-Ma adesso andate! Loro già sono a conoscenza che mi avete liberata dalla loro prigionia-
-Qui non siamo più al sicuro-
-Recuperate i ricordi legati agl’affetti e correte su Imshan. Tu Uesugi assolvi il tuo compito!-
-Si Sandega-
-Erik, trova la dea del silenzio, trova te stesso…-
Mi baciò sulla fronte, lasciandomi un piccolo marchio. Essa fu avvolta da un vortice di vento, che dal basso verso l’alto cancellò la dea, fino a farla sparire. Ma qualcosa brillava tra l’erba alta
-Guarda Uesugi… Un piccolo pezzetto della pietra del suo scettro!-
-Sandega è dalla nostra parte e ci vuole aiutare-
-E a cosa ci servirà questo piccolo frammento?-
-A tornare su Imshan!- 

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Capitolo 3
*** Capitolo3°- Il tocco del fantasma- L'atto atteso ***


Il tempo forse era dalla mia parte. Una  nuova salvezza per il mio animo non era più così distante. Come consuetudine, ormai, ero in giro per la città a cercare di migliorare la mia tecnica sul controllo del vento, spesso per interi giorno rimanevo da solo. In quella giornata, coperta da fitti nuvoloni grigi, mi persi. La mia grande distrazione e scarso orientamento mi hanno portato allo smarrimento di casa, come se non bastasse alla fine scoppiò un tuono, ed in seguito ancora un’ altro
-Maledizione! Sta venendo a piovere!-
Goccia dopo goccia l’ acqua scese dal cielo, incominciò inevitabilmente a piovere. Corsi verso una cancellata di ferro arrugginito
-E’ chiusa da quelle catene!-
Al che stesi la mia mano e sfruttai un’ onda d’ urto per spezzare le catene, mi ritrovai in un giardino di una villa abbandonata ma non ci feci caso e mi diressi verso il porticciolo. Tuonava e pioveva a dirotto, gelavo dal freddo ed ero zuppo
-Basta non posso stare ancora qui fuori! Entro….-
Ero riluttante alla mia decisione, ma per forza maggiore mi trovai costretto ad entrare. La villa come l’ esterno era abbandonata, distrutta, rimasta a se stessa e al suo effimero destino. Mi mantenevo vicino i lunghi corridoi in modo da rimanere illuminato dalla luce della sera e dai tuoni e fulmini
-C’è qualcuno?!-
Gridai ad alta voce per attirare l’ attenzione a me, poi parlai tra me e me sotto voce
-Sì ho perso la memoria, ma io di questa villa non ho mai visto neanche un filo d’ erba… Fatti coraggio Erik…-
Tentavo in tutti i modi di non pensare che ero da solo in una casa abbandonata. Alla fine del corridoio che stavo percorrendo c’era un’ enorme salone, probabilmente avevo camminato lungo un disimpegno, da li si accedevano percorrendo due enormi scale al piano superiore. Trovai un camino, mi ci fiondai
-Devo solo accenderlo!!-
Spolverandolo, con fortuna sfacciata, trovai un vecchio pacchetto di fiammiferi
-Adesso mi serve solo della legna-
In un angolino, adiacente al camino, c’era un piccolo tavolino mangiato dall’ umidità e dai tarli; decisi di farlo a pezzi per ricavarne legna da ardere. Non fu molto difficile, una volta accatastata la legna dentro il camino accesi un fiammifero e lo gettai tra il mucchio. Imposi le mani sul legno ed alimentai il fuoco col mio vento, fino ad accenderlo del tutto. mi alzai in piedi, spolverai un candelabro e ne accesi le candele feci la stessa cosa con il resto dei candelabri all’ interno della sala. Le luci creavano molta suggestione, le ombre create dalle logore tende, dalle sgangherate tende, dagl’ alberi scheletrici al di fuori delle finestre incutevano molto paura. Sul camino c’ era uno specchio, all’ inizio non ci feci caso ma con la nuova luce lo riuscii a vedere, era molto grande ed inclinato verso il basso. C’ era un particolare che non andava, rifletteva un’ ombra che non era la mia. Mi girai di scatto dietro di me
-Chi c’è!!-
Vidi una caviglia andarsene varcando una porta.  D’ istinto presi uno dei candelabri e mi diressi fuori la porta.  
Fui attraversato da una folata di vento, mi coprii la faccia istintivamente.
Quando mi scoprii, feci cadere a terra il candelabro
-Ma no… Non può essere!-
Era successo qualcosa di incredibile, lo scenario della villa distrutta ed abbandonata si trasformò. Era diventata nuova di zecca, ero senza parole. Ero anche abbastanza preoccupato di chi ci poteva essere, subito pensai che era una trappola di quel medico che forse era ancora vivo; non sapevo cosa pensare. Sentii freddo dietro la mia schiena, mi girai e non c’ era nessuno
-Chi c’è!-
Nuovamente gridai la mia domanda, ma nulla nessuno mi rispondeva. Improvvisamente da davanti a me comparvero decine di fantasmi mano nella mano che andavano verso il salone da cui io provenivo. Dico che erano fantasmi dal modo medievale di cui erano vestiti e che i loro piedi fluttuavano sul lungo tappeto rosso. Le anime mi scontravano e passavano attraverso me, la sensazione non era quella di gelo che spesso raccontano ma era una sensazione di calore misto ad un senso di angoscia. Dalla sala si sentì una dolce musica, alla fine mi arresi alla mia paura dei fantasmi e mi diressi anch’io verso la sala. Ero immobile davanti a quello spettacolo di anime danzanti, volteggiavano in tutta la sala anche a metri da terra. Davanti a me spuntarono due braccia, che partivano dal mio retro, di un fantasma. Esse muovevano le dita e poi scesero lungo il mio mezzo busto e scomparvero. Gl’ ospiti danzanti pian piano si fermavano, le dame coprendosi coi ventagli le bocche mi guardavano ed i signori facevano un piccolo inchino verso di me. Mi guardai, ero vestito con nuovi abiti, sembravo un re. La musica si fermò, improvvisamente i fantasmi diressero la loro attenzione verso le scale, sulla rampa destra una donna vestita come una principessa e mascherata da una maschera bianca di porcellana con tre piume rosse era ferma sovrastando tutti; sull’ altra rampa, seduto, c’ era un leone azzurro. Ed io ero lì fermo, ma il mio cuore batteva forte. Con passo fiero e lento mi avvicinavo al centro della sala e quella dama e quella bestie scendevano le loro rispettive scale. Io ero al centro, mi accovacciai a terra inchinandomi verso quella dama che mi raggiungeva. Ella era davanti a me, vidi l’ orlo del suo vestito ed alzai la testa. Mi fece rialzare prendendo il mio mento. Ero davanti a lei, dalla sua maschera potei vedere soltanto i suoi occhi, i suoi splendidi occhi azzurri. La musica cantò ed i fantasmi ci ballavano attorno, ella col dorso della mano mi accarezzò il viso sceso sino alla spalla dove fermò la sua mano, io le presi il fianco ed iniziammo a ballare. Era sorprendente, io sgraziato come sono ad eseguire perfettamente un valzer così complicato. Improvvisamente non sentii più il pavimento sotto i piedi, ero ad alcuni metri da terra ma ella mi rialzò la testa verso di lei; eravamo più in alto di tutti quanti
-Hai un nome?-
Chinò la testa di poco per indicarmi un si
-Posso saperlo?-
Questa volta lo scosse per indicarmi un no
-Bhè forse hai ragione sarebbe stupido richiedertelo…-
Il leone scalciando e saltando ci raggiunse, ci saltellava attorno
-Non negarmi quel bacio ce abbiamo atteso a lungo-
Mi rispose
-L’ attesta è stata spezzata tragicamente-
Gli tolsi la maschera di porcellana, baciandole le umide labbra. Passò un’ intenso minuto prima di staccarci, i nostri occhi si guardavano l’ uno all’ interno dell’ altro. Il leone si era fermato al suo fianco, davanti a me
-Ametista!-
-Oh… Erik…-
Levitando ritornammo leggermente a terra, accompagnati da lui: Ezeroth. Ci abbracciammo come non mai
-Dai sollievo al mio cuore…-
-Negammo noi stessi alla presenza degl’ altri. Ma adesso….-
-I tuoi ricordi si stanno riappropriando del posto che gli spetta nella tua testa-
-Si… Io… Come ho potuto dimenticarti…. E come ho potuto dimenticare te Ezeroth-
Ametista mi mise un dito sulle labbra e mi disse di stare zitto
-Shh-
Distoglieva il suo sguardo dal mio, c’ era qualcuno dietro di me. con un movimento fulmineo mi staccai dalle sue braccia e d’ incanto la villa tornò al suo stato originario in cui l’ avevo trovata. Nello stesso momento Ametista aveva evocato il suo scettro ed una barriera, scalfita e penetrata parzialmente dalla lama di un’ ascia. Fece esplodere la barriera, rivelando un gigantesco boia. Ametista mi prese per una mano e scappammo, Ezeroth si voltò indietro e ci seguì
-Chi è quell’ essere?-
-E’ il loro boia. Ti hanno seguito evidentemente!-
-Il boia di chi?-
-E’ troppo presto per rivelarti i tuoi nemici. Rimani con me Erik!-
Ci dirigemmo verso il secondo piano, entrando in una delle stanze
-Qui forse siamo al sicuro per qualche minuto-
-Rimango io davanti la porta. Tu digli ciò che gli devi dire!-
-Si, grazie Ezeroth!-
-Perché voi due siete qui!?-
-Che gli dei mi perdonino!-
Mise le sue mani sulla mia testa e davanti a me, nuovamente, si seguivano immagini come un film. Dopo poco le tolse, mi sosteneva seduto tra le sue braccia
-Le nove dimensioni… I muri che le dividono….-
-Si stanno sgretolando. Non dire altro, loro possono sentirti-
Ezeroth si girò verso di noi e ruggì, in quel momento la porta era attaccata dall’ ascia di quell’ enorme boia. Noi due ci alzammo in piedi, ella prese il suo scettro
-Erik riportaci tutti a Vevez! Qui dove sorge questa villa parallelamente sorgeva anche il mio castello. Le genti che tu hai visto sono le persone morte durante quella fatidica notte, e che ora sono intrappolati tra la Terra, Imshan e Vevez!-
-Come posso liberarvi?-
-Forse il boia è collegato a tutto ciò-
Il braccio era dentro e cercava di afferrare Ezeroth, io sferrai un’ onda d’urto che passò attraverso la bestia senza fargli del male e sfondai la porta. La presi per mano, e noi tre veloci come il vento scappammo dal buio del boia. Ci dirigemmo verso il tetto. Pioveva ancora e lei per comodità si stracciò più punti del suo abito, il tetto fu sfondato in un punto e dal buco ne usciva il boia
-Prepariamoci!!-
Lei ed il leone si misero davanti a me, il boia era pronto. I tre cominciarono a combattere ed io ero lì fermo inutile come sempre. Il boia ebbe la meglio e sbalzò via loro due. Veniva verso di me ed io ero ancora più impietrito. Si fermò davanti a me, abbassandosi e respirò il suo gelido alito sul mio volto e disse
-Che bell’ incendio. Dovevi morire tu però quella sera e non lui-
Sbarrai gl’ occhi. Si riferiva all’ incendio in cui morì mio fratello
-Tu menti… Perché lo avresti fatto-
-Il filo del tuo destino doveva essere modificato per essere estirpato. Ma qualcuno ha provveduto a non farlo accadere-
Si rialzò per ferrare un potente colpo con la sua ascia, ma io fermai la lama all’ ultimo instante prendendola tra le mie mani
-Quindi è colpa tua…-
Cercava di divincolarla ma non ci riuscì
-E’ colpa tua se lui è morto!!-
Gelai la lama dell’ ascia e la spezzai, il boia cadde a terra. Le mie mai erano circondate da un’ alone azzurro
-Cosa stai facendo!?-
-Devi stare solo zitto!!-
Imposi la mia mano su di lui colpendolo con un’ onda d’ urto che lo fece volare via fino all’ orlo del tetto. Intanto che il boia era in bilico tra il cadere ed il salvarsi Ametista e Ezeroth sono tornati al mio fianco
-Siete salvi!-
-Si! C’è mancato poco però!-
Il boia era riuscito a salvarsi
-Qual è il tuo nome!!-
-Tutti mi chiamano boia, ma il mio vero nome è Tondara-
-Libera le anime di questo posto, fa raggiungere loro Vevez!-
-Non posso farlo. Loro se la prenderebbero con me!-
Correva verso di noi per attaccarci infatti Ametista ed il leone stavano per scontrarsi nuovamente con lui ma io li feci indietreggiai per avanzare io. Scagliai in simultanea onde d’urto in modo da farlo stare in alto nel vuoto, lo raggiunsi facendo un salto, lui cercava di afferrarmi come un neonato in cerca del suo giocattolo ma non ci riusciva. Con uno scatto andai sulla sua testa, poggiai i miei piedi sulle sue larghissime spalle e con i pugni uniti gli diedi una botta in testa tanto forte da farlo precipitare sul tetto e poi dentro la villa
-Erik guarda!!-
Principessa indicò il cielo, una polvere scintillante color azzurro formava una scia in seguito quella scia sarebbe divenuto uno squarcio, io ritornai sul tetto
-Che cos’è!-
-E’ un passaggio per Vevez!-
-Allora era vero, il boia era collegato. Uccidendo lui sarà liberata la strada da qui a Vevez-
-Si esatto Ezeroth!-
Improvvisamente si sentì una scossa di terremoto. Era Tondara che con una stregoneria aveva aumentato la sua grandezza, ora era più grande della stessa villa e nel suo ingrandimento aveva distrutto una buona metà di essa
-Ora sono arrabbiato!!-
Fece ricomparire la sua enorme ascia e continuava a sferrare colpi lenti e facili da schivare
-Presto voi due!! Richiamate a voi tutte le anime andate a Vevez! Io mi occuperò di lui!-
-Confidiamo in te Erik!-
Fecero come gli avevo ordinato. Corsi verso di lui, risalendo lungo la sua ascia e poi il braccio sino ad arrivare al suo volto dove con un pugno glie la congelai per un quarto, poi mi gettai nel vuoto aggrappandomi alla sua casacca congelandola. Il mio piano era quello di congelarlo su più punti del suo corpo, saltando e colpendo in più punti. Alla fine rimase congelato per metà, era un’ impresa titanica considerando la mia inesperienza e le sue enormi misure, ma ce la feci. Intanto le anime una ad una avevano oltrepassato lo squarcio per Vevez
-Erik qui abbiamo finito!!-
Gridai verso quel mostro
-Dimmi loro chi sono!!-
-Li hai già visti-
-Quando!!-
-Quando tutto ancora doveva iniziare….-
Sapevo che stava per continuare la sua frase, ma come col dottore un tuono squarciò le nubi ed uccise Tondara. Ma non era finita lì, altri tuoni stavano squarciando il cielo diretti verso la villa, ad un soffio dalla morte un’ alone roseo mi avvolse e mi ritrovai nel vuoto dell’ universo con Ametista, fluttuando
-Dove siamo!?-
-L’ ottava dimensione, quella dell’ eclissi. Non abbiamo molto tempo-
Ancora una volta le nostre labbra si congiunsero in un solenne bacio, poi prese la mia testa e disse
-E’ stato orrendo ciò che è successo… C’è stato un uomo che col suo desiderio ha rovinato l’equilibrio delle dimensioni….-
-Dimmi dove posso trovarlo e cosa posso fare!-
Sorrise amaramente
-Recupera i tuoi ricordi. Nessuno te lo smetterà di dire. Ogni tuo ricordo è stato legato ad un potere e ad ogni potere e ricordo è stato legato ad un dio-
-Cosa!?-
-Si… Il perché verrà fuori da se-
-Ti prego non andartene….-
-Non posso Erik…. Sai com’è fatta la signora di Vevez… Dimentica le cose ma non gli piace essere presa in giro-
-Ti prego ho bisogno di te….-
Stava lasciandosi andare dalle mie braccia, le mie dita si infrangevano sulle sue lasciandole andare via, un’ ultimo tocco di una compagna andata via
-Erik ricorda… Mai arrendesi…. Sei l’eroe di una storia che ci accomuna….-
Scomparve avvolta dall’ ombra dell’ eclissi, pochi istanti dopo e la luce irradiata dai soli mi avvolse trasportandomi davanti la villa; o per meglio dire davanti ad un terreno abbandonato. Mi ripromisi, guardando al cielo, che io avrei cambiato nuovamente le cose, so che potevo farcela e so che succederà. Avevo riacquistato nuovi splendidi ricordi legati al potere del ghiaccio, abbiamo avuto l’ atto che tanto avevamo atteso ed io e lei eravamo di nuovo legati indissolubilmente 

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Capitolo 4
*** Capitolo4°- Gli Zecram- Dov'è l' ambita fine? ***


I giorni passarono e d’un tratto era inverno, precisamente inizio dicembre. La mia cittadina, essendo situata nel mezzo di una vallata creata dai monti, è sempre molto ventosa e soprattutto d’ inverno fa più freddo. Uesugi abituato ai climi di Feng, e di Imshan, non riusciva in nessun modo a sopportare quel gelo insistente. Finì con l’ammalarsi
-Amico mio rimani davanti al caminetto, non alzarti per nessuna ragione-
Era seduto su una sedia a dondolo con un grosso e pesante scialle di lana che lo copriva interamente ed un cappello di lana con annessi guanti che sorreggevano una tazza di tè caldo
-Non ti preoccupare da qua non mi muovo-
Le previsioni del tempo portavano un leggero tepore per il giorno dopo e Uesugi lo attendeva con gran fermento
-Visto amico mio domani dicono farà bel tempo!-
-Bhè lo spero non ne posso più di questa maledizione!-
-Si chiama febbre e raffreddore! Hahaha-
Ma quando la mattina seguente arrivò il gelo non aveva smesso, anzi era peggiorato. Giorno dopo giorno il gelo non cessava portando via le speranze. Io e Uesugi avevamo sprangato le finestre e le porte chiudendoci nel soggiorno davanti il fuoco. La legna finiva quindi nel pomeriggio decisi di uscire, mi coprii come meglio potevo con più abiti stavo per aprire la porta ma Uesugi mi chiamò
-Erik aspetta….-
Mi girai verso di lui
-Prendi questa. Fuori servirà più a te che a me-
Si soffiò delicatamente tra le sue mani, esse si illuminarono ed io mi avvicinai a lui. Mi aprì le mani dove poi mise le sue
-Ecco prendi-
Le aprì e lasciò cadere una piccola sfera di fuoco
-Ti terrà al caldo per un’ ora o poco più-
L’ avvicinai al mio petto che l’ assorbì
-Grazie, non dovrei far molto tardi-
-Mi raccomando fa attenzione!-
-Si Uesugi!-
Uscii di casa. Il giorno prima avevo spalato la via dalla porta alla via ma già c’era il doppio della neve, arrivava fino al ginocchio. Con moltissima fatica arrivai al cancello. L’ atmosfera era la classica invernale, cupa, grigia, fredda, rigida; gl’ alti lampioni concedevano la loro flebile luce appannata dal ghiaccio. Le auto formavano come delle piccole cunette di neve e gl’ alberi scheletrici e imbiancati mettevano suggestione. La via come i palazzi attorno erano molto difficili da vedere. In un modo o nell’ altro arrivai nel centro della città, che fortunatamente non era molto lontano, i negozi erano tutti gelati e sprangati dalle saracinesche. Mi sentivo uno sciocco a stare lì in mezzo al gelo senza un’ anima viva. Decisi di andare verso il parco il parco, stava scendendo la neve ed una fitta nebbiolina
-Devo affrettarmi! Di sicuro sta per scendere una nuova bufera!-
La mia idea era quella di andare al parco e cercare di strappare qualche rametto da un albero; a mali estremi, estremi rimedi. Tra la fitta nebbia e la neve che cadeva a pioggia vidi un’ ombra ferma su una panchina
-Ehy!! Tu!!-
Corsi verso di essa
-Scusami se ti disturba ma mi sapresti…-
Pochi secondi della mia frase per accorgermi che quel giovane uomo era ricoperto dal ghiaccio
-Ma cosa sta succedendo….-
Mi guardai attorno e vidi un’ alta ombra all’ immagine sfocata di un albero
-Ehy!!-
Cercai di attirare l’ attenzione su di me, ma non feci altro che farla scappare via
-Devo andarmene da qua! La mia ora sta scadendo!-
Corsi fuori dal parco sentendo un’ inquietante brusio
-Chi c’è!-
Mi girai e rigirai su me stesso per cercare di vedere qualcuno ma non vidi altro che ombre fugaci e piccole risate come quelle di iene in agguato. Corsi, corsi via da la. Camminavo da molto senza ritornare in strada, mi ero perso in quella fitta nebbia. Il brusio di voci aumentava diventando chiari voci di una canzone cantata a cappella ben distinta di sette voci ed io ero fermo davanti a loro
-E’ una bella notte-
-Si, lo è!-
-E’ una bella notte per essere vivi-
Le tonalità aumentavano
-Vivi o morti la morte t’è compagna!-
Sei di loro creavano la musica grazie alle loro sole voci, ed il settimo fece il suo assolo
-Vivi o morti la morte t’è compagna!-
Creai delle sfere di energia, lanciandole contro di loro in sequenza. Non li toccai facendole esplodere prima illuminando quelle ombre cantanti. Erano sette persone molto alte vestite come i nomadi dei deserti con alti turbanti e con colori cupi e tetri. I loro volti erano scoperti ed erano quelli a incutere la vera paura. La loro pelle sembrava ricoperta da della corteccia d’ albero azzurra e i loro occhi erano vuoti, neri come la notte. La nebbia li riavvolse e loro e l’ inquietante canzone scomparvero tra la neve. Corsi veloce come il vento a casa, spalancai la porta d’ entrata e corsi verso Uesugi. Era riscaldato solo da una sfera di fuoco, come quella che mi aveva donato, aveva la testa china e gl’ occhi abbassati pensai al peggio
-Uesugi! Uesugi!-
Lo chiamavo e scrollavo per alcuni secondi fino a che lui non riaprì gl’ occhi
-Per fortuna sei ancora vivo!-
-Che succede, Erik-
-Ci sono sette esseri, vestiti di vesti cupe e la loro pelle è fatta di corteccia d’ albero!-
Qualche suo secondo di silenzio e poi a fatica parlò
-Oh… A quanto pare sono arrivati gli Zecram in città… Bhè lo sospettavo-
Non parlava più, lo scrollai
-Erik…. Il mio cuore…-
Gli scoprii il corpo, togliendogli la coperta che lo proteggeva. Indietreggiai di qualche passo sconvolto
-No! Non può essere!-
Il ghiaccio lo aveva ricoperto completamente, lasciandogli solo la testa scoperta per quei pochi secondi di nostra conversazione. Appena lo scoprii fu avvolto completamente dal ghiaccio. Decisi di prendere la situazione in mano, capii che la stessa sorte che era toccata a lui era toccata agl’ altri della città ecco perché non c’era nessuno nelle strade e l’ unico che trovai era congelato
-Tu vieni con me-
Presi tra le mani la sfera di fuoco che Uesugi usava assorbendola. Mi rialzai
-La sua spada non la posso usare p ricoperta dal ghiaccio anch’essa…. Quelle creature sono spaventose-
Pochi secondi dopo e si sentì il battito di un tamburo. Mi avvicinai alla porta d’ ingresso accompagnato dai tamburi, l’ aprii. Fuori c’erano loro: gli Zecram, intonavano ancora la loro lugubre canzone. La nebbia e la neve era scomparsa, ma solo attorno a noi come se fossimo coperti da una barriera trasparente. Eccoli, sono davanti a me
-Parlate! Perché avete congelato questa città!-
Quello di mezzo fece alcuni passi in avanti e senza muovere labbra parlò
-Siamo i sette capi delle sette tribù dei regni dei ghiacci del nord di Imshan-
-Sono Obukomone il capo di tutti i capi villaggi. Questi sono gl’ altri sei capi: Jembo, Sole, Strander, Yohai, Li-Ho e Dander-
-Non avete risposto alla mia domanda!-
-Sei un mostro. Sei un eroe. Sei vivo o morto. Ti aggiri su questo mondo calpestando le vite di tutti-
-Cosa intendi adesso!-
-L’ inverno è arrivato, ha portato con se la morte degl’ animi!-
-Parlate!!-
Obukomone stese il braccio facendo comparire un bastone, era la sua arma. Mi stancai dei loro giochetti ed in sequenza lanciai delle sfere d’ energia, Obukomone come se nulla fosse sviava la loro traiettoria colpendole col suo bastone e si avvicinava pericolosamente a me. Stavo per unire due sfere formandone una molto più grande e potente quando me lo sono trovato davanti ed in pochi istanti mi sono trovato io alzato da terra preso per la gola dalla sua mano uguale al volto. Annullai le sfere con una mano strinsi il suo polso, cercavo di divincolarmi in tutti i modi ma non ci riuscivo
-Abbiamo bisogno di vivere!-
A fatica pronunciai la mia risposta
-Non so di cosa parli!-
Con l’ altra sua mano me la poggiò sul capo e ricantò la loro canzone
-E’ una bella notte! E’ una bella notte per essere vivi!-
Sul suo assolo io mi congelai del tutto
-Vivi o morti la morte t’è compagna!-
Lasciò il mio collo che si congelò per ultimo. I miei occhi erano ancora aperti, pian piano loro se ne andavano lasciandomi lì congelato. La sfera di fuoco nel mio petto stava svanendo, ma riuscì a sciogliere qualche scaglia di ghiaccio fino ad inumidirmi le labbra. Fortunatamente la mia mente era ancora discretamente cosciente
-E’ salata…. Acqua salata. L’acqua di un mare o di un oceano-
Una lacrima mi scese dal mio occhio tanto potente da creare un solco nel ghiaccio
-L’ acqua è sempre presente. A esempio durante le calure estive giocare con essa usando gavettoni, fucili ad acqua, tuffarsi nella piscina. Sciacquarsi le ferite. Cercare di lavarsi pur avendo un braccio rotto. Spegnere il falò…. L’ acqua…. Uno non ci pensa ma a me l’ acqua… Ha contribuito a donarmi centinaia e centinaia… Di ricordi!!!-
Che sciocchezza che è l’ acqua eppure mi ha donato i ricordi di una vita passata sulla Terra. Ad ogni mio nuovo ricordo il ghiaccio si incrinava e spaccava. I sette Zecram si fermarono per voltarsi verso di me. Il ghiaccio finì col spaccarsi, non diedi neanche tempo ai miei piedi di posarsi a terra che unii due sfere d’ energia e la risultante la scagliai contro Obukomone ma si interpose Dander che fu colpito e messo al tappeto dal mio colpo. Obukomone si infuriò sfoderò la sua arma e riveniva verso di me. Stessa scena di prima: lo colpivo e lui deviava, lo riavevo di nuovo davanti e pensai che niente questa volta mi poteva salvare. Ma improvvisamente due lame scorrevano lungo il collo e la pancia del demone, una faccia si affiancò al suo orecchio
-Lascialo libero-
Era una donna. Al sol pronunciare di quelle due parole il capo villaggio fece cadere la sua arma a terra, anch’ essa lasciò la presa su di lui e lo fece allontanare. Mi porse la sua mano per farmi rialzare
-Stai bene Erik?-
La strinsi e mi rialzai
-Si grazie. Tu chi sei?-
-Sono Zarina la dea dell’ acqua-
Era una giovane donna molto alta vestita con un lungo abito blu a sirena, due cinture sui fianchi, una stola azzurra avvolta tra le braccia e le spalle ed una collana fatta di piccoli pesciolini d’acqua. Si girò verso i capi tribù
-Sono Zarina. Sono la vostra signora! Sono libera grazie a questo  ragazzo-
Si inchinarono davanti i suoi piedi
-Alzatevi. Voi siete gli Zecram, gl’ impavidi Zecram, Siete i miei diletti i figli del vento e dell’ acqua-
Mi sentii mancare, allungai il braccio verso Zarina attirando la sua attenzione poi caddi a terra la sentii gridare
-Annullate la vostra maledizione!! Annullatela!! O ve ne pentirete!-
Non so la gestualità e la formula che hanno usato ma d’un tratto la perenne bufera di neve di interruppe. Il cielo si aprì facendo finalmente filtrare i flebili raggi invernali. Lei mi girò sul dorso si abbassò su di me e mi alitò sulle labbra, restituendomi coscienza. Ci rialzammo ed ella pose la sua domanda
-Non è una bella sera?-
La risposero in coro
-Si! Lo è!-
Sfoderò le sue due spade
-E’ una bella notte per essere vivi-
Cantando in lirica risposero alla sua domanda
-Si! Lo è! Cerchiamo la vita dispersa tra queste onde!!-
S’ azzittirono, era il momento dell’ assolo della dea
-Vivi o morti la morte t’è compagna!! Che l’ acqua vi avvolga-
Scagliò vari colpi con le sue spade riducendo i poveri capi tribù a cumuli di ghiaccio. Io inorridito dissi
-Che cosa hai fatto!?-
-Questo non sarebbe mai successo se dopo la prima guerra Imshan non si sarebbe divisa. I territori Zecram sono stati distrutti e con essi i loro abitanti. Loro sono i sette capi tribù, sopravvissuti al misfatto della guerra-
-Perché li hai uccisi-
-La canzone che hai sentito la recitano loro stessi quando, giunti la loro ora, si recano in mare per disciogliersi riavvicinandosi a me e ai loro defunti-
-Anch’essi bramavano la morte-
-Si. Ciò che è successo a Imshan è orrendo. Ma un uomo….-
-Ha espresso un fatidico desiderio-
-Vedo che conosci la storia-
-So solo questa frase-
-Spesso le frasi nascondono vere e proprie storie-
Mi sorrise e disse
-Grazie che mi hai liberata! Con me hai nuovi ricordi e i tuoi colpi di vento e i nuovi d’acqua sono aumentati di potenza! In fondo questa è una piccola ricompensa-
-Grazie a te-
-Fa presto ritorno su Imshan e a tutte le tue domande ci sono centinaia di risposte che ti attendono, tutto a suo tempo non preoccuparti!-
Alzò le braccia al cielo congungendole sulla sua testa e si squagliò letteralmente, divenendo acqua. Inutile dire che il clima della mia città ritornò freddo, ma nei limiti. Ben presto tutta la gente si liberò della sua prigionia di ghiaccio tornando alla normalità e non avendo ricordi di ciò che era successo. Fu facile ritornare alla solita vecchia monotonia, aspettando però nuove avventure

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Capitolo 5
*** Capitolo5°- I ricordi della fratellanza- La famiglia rivelata? ***


Nelle settimane che susseguirono Uesugi mi insegnò le tecniche di combattimento corpo a corpo. Era passato quasi un anno ed ero molto migliorato nell’arte della spada. Accettai il fatto che c’è altro oltre le mie consapevolezze, ed io di quel mondo magico ne facevo parte e ne ero anche guardiano. Era sera. Io e Uesugi eravamo nelle nostre camere a dormire, quando nel cuore della notte il rumore assordante di numerose sirene ci fece svegliare. Io e lui accorremmo sul luogo da dove provenivano i distinti rumori delle sire. Ci facemmo largo tra vigili del fuoco, poliziotti e altri spettatori fino a vedere cosa stava accadendo. Era un incendio. Mi mancò l’ aria e mi sentii mancare
-Erik. Erik che cosa ti prende!?-
Ero a terra quasi svenuto. Riecheggiavano nella mia testa la voce di Uesugi che mi chiamava, il brusio delle persone che mormoravano, il rumore dell’ acqua e lui, il rumore del fuoco che prendeva e bruciava ogni cosa che trovava. Improvvisamente una donna dal pigiama bruciato si fece largo tra le autorità gridando e piangendo dirigendosi verso la casa in fiamme
-Il mio bambino! Il mio bambino è lì! Vi prego salvatelo! Salvatelo vi prego!-
 I pompieri l’ avevano acchiappata e la tenevano stretta a loro in modo da non farla andare tra le fiamme. I valorosi eroi, i pompieri, cercavano in ogni modo di entrare e di spegnare un po’ il fuoco, quel tanto che basta per far si che il bambino fosse salvato. Poggiando la testa sul nudo asfalto vidi in ginocchio la donna piangere e disperarsi sulla spalla di un uomo, forse suo marito. Era una scena troppo straziante, sentii battere più forte il mio cuore, ripresi il controllo di me, mi alzai da terra e corsi verso il retro della casa. Mi feci strada con delle sfere di vento ed entrai in quell’ inferno di fiamme. Uesugi che mi aveva seguito non mi trattenne sapevo cosa dovevo fare e perché lo dovevo fare e lui ne era consapevole. Ero davanti la porta d’ ingresso e con una mia sfera la buttai giù. Ero al centro del corridoio, da lì avevo piena visuale di tutta la casa.
-Bambino!! Bambino!! Dove sei!?!-
Una voce dolce e flebile mi chiamò dal soggiorno. Raggiunsi la stanza, lì il fuoco era più forte rispetto a tutte le altre stanze. Lo vidi, era accucciato in un angolo che teneva stretto a sé il suo orsacchiotto di pezza e le lacrime che gli scendevano dagl’occhi. Il mio cuore si scaldò, per qualche secondo era come se io mi vedevo lì, proprio al posto del ragazzino. Il fuoco mi circondava. Divaricai un po’ le gambe, col piede sinistro disegnai un semi cerchio, il braccio destro lo stesi chiudendo la mano e disegnai un cerchio dicendo a voce alta
-Ventus Ignis!! Avanti su! Posso farcela!!-
Mi concentrai più che potei. Le fiamme si unirono e concentrarono assomigliando a lunghe folate di vento
-Ventus Isgnis!! Su un’ altro po’… resisti Erik!!-
Tutte le fiamme della casa si concentrarono sul palmo della mia mano, fino a creare una piccola sfera di fuoco. Battei le mani e la fiamma si spense e ne cadde cenere. Di colpo tutto scomparve, la via, le case, le persone, tutto e tutti erano scomparsi ero in uno scenario bianco rimanendo da solo con quel bambino che si alzò e venendomi incontro mi porse il suo peluche, ed io dissi incuriosito
-Tu chi sei?-
Lui mi rispose come se niente fosse sorridendo perfino
-Il tuo ricordo più buio. Di me non parli con nessuno-
Sgranai gl’occhi e dissi timorosamente
-Matt… Mio…. Fratello…-
Il bambino mi sorrise e disse
-Si fratellone… Ti voglio bene, non dimenticarmi di nuovo-
Mi abbracciò. Fu uno dei momenti più caldi e commoventi  che io possa ricordare. Ma purtroppo tutto ha una fine, finì per dissolversi tra le mie braccia. Una persona di colore rosso, con fisico prestante, semi nudo mi si presentò davanti. Affannosamente mi disse
-Sono Akuma, dio del fuoco. Non fare domande non ho molto tempo, qui nei tuoi sogni è l’unico posto dove loro non possono intervenire. Hai salvato Sandega, Zarina e me, te ne siamo grati. Ma devi far presto a ritornare su Imshan! Devi andare al tuo castello, ed incontrare la dea del silenzio, lei è l’unica che può darti le certezze che tanto brami-
Pendevo dalle sue labbra
-I miei amici dove sono!?-
-Non tutti sono sopravvissuti alle torture che hanno subito… Mi dispiace… I sopravvissuti sono nelle terre dell’ Horus!-
-Che posto è, come lo raggiungo!?-
Cadde a terra in ginocchio tenendosi stretto il cuore.
-Non ho quasi più tempo mi hanno trovato!-
-Ma io ti ho liberato-
-Si è così ma loro mi stanno dando la caccia. Questo è solo la proiezione di me il mio corpo è in pericolo! Liberaci tutti, i ricordi li stai riacquistando tutti. Prendi, questo è il mio cristallo ti servirà. Il controllo del fuoco lo hai acquistato quando hai dissolto tutte le fiamme. Ora vado, mi ricongiungerò a Sandega e Zarina. A presto e buona fortuna! Quando sarà il momento non odiare il tuo amico!-
-No aspetta!!-
Mi svegliai di colpo. Non ci potevo credere, era un sogno eppure era così reale e tra le mie mani c’era la pietra di Akuma, la strinsi forte tra la mia mano e mi alzai e corsi subito nella camera di Uesugi
-Svegliati! Svegliati!-
Lo scossi con forza fin quando non si svegliò
-Ma adesso che vuoi!?-
-Guarda qui!-
Nel mio palmo creai una sfera di fuoco, appena lui la vide si alzò dal letto e disse entusiasta ed euforico
-Quando l’ hai avuta!?!-
-Prima, mentre sognavo Akuma, il dio del fuoco, mi ha messo alla prova. Questa è la mia ricompensa-
Gli mostrai anche il cristallo
-Ora abbiamo il cristallo di Akuma e quello di Sandega. A breve ritorneremo su Imshan allora!-
Eravamo contentissimi
-Che bello!! Rivedrò il castello!-
-Te lo ricordi?-
-Si, si. Akuma lo ha nominato e non so perché ma io ho riacquistato i ricordi che lo riguardano-
-Benissimo!!-
-Ehy Uesugi ma toglimi una curiosità, sai qualcosa della terra dell’ Horus?-
Alla mia domanda lui si incupì e divenne serissimo
-Bhè se sai già della terra dell’ Horus… Non posso più nascondertelo…-
-Cosa intendi?!-
-Lì ci sono solo alcuni di noi, i così detti “fortunati”. Lì i nostri corpi sono congelati ed in stasi-
-Cosa vuoi dire?!-
-Quando i popoli si sono rivoltati contro dei e regnanti noi ci radunammo per recarci sulla Terra in modo da cercarti. Ma loro ci hanno trovati, presi, catturati e torturato per avere informazioni su di te. Ma non sapevamo nulla e nessuno ha parlato-
-Dimmi degli dei e della ragione di come tu sei qui-
-Loro volevano eliminare gli dei, ma non riuscendoci decisero di “fondere” i tuoi ricordi a loro. In questo modo loro sarebbero spariti con i tuoi ricordi e infine saresti sparito anche tu. Un modo più semplice di far fuori gli dei-
-Ecco il perché di quando riacquisto un mio ricordo li salvo. Ma perché? Cos’è successo?-
-Questo non lo so. Io sono qui grazie alla dea del silenzio. Lei venne ad Horus per salvare noi regnanti allo scopo di trovarti, ma riuscì a salvare solo me-
-Tu ora dove sei realmente?-
-Io sono al tuo castello che ti aspetto. Sono lo specchio dell’ anima di me stesso creato dalla dea per starti vicino senza allontanarmi dal nostro regno-
-Ma perché non sei venuto tu di persona-
-La dea me lo ha impedito… Loro non sanno della mia fuga. Se io mi sarei teletrasportato qui da te mi avrebbero subito trovato ed ucciso-
-E allora come sei finito qui?-
-Ti ricordi il fulmine con cui sono apparso?-
-Si-
-E’ un fulmine terrestre, ho approfittato del temporale e con l’ aiuto della dea sono venuto qui indisturbato. I fulmini sono portali naturali tra le dimensioni-
-Ora tutto mi torna… Tu sei al mio castello che mi aspetti, ed il tuo compito è solo quello di portarmi su Imshan e ricongiungermi a te e alla dea?-
-Si. Poi una volta lì la dea ci affiderà un nuovo compito… Ma non so bene cosa sia-
-Capisco…-
Io tornai nella mia camera in silenzio e lui si rimise a dormire. Una volta che ero sul mio letto guardavo il soffitto e ripensavo a mio fratello e a quello che mi aveva detto Akuma e Uesugi.
-Non posso crederci… Imshan si è divisa…  Com’ è stato possibile? Nel suo regno arrivò come dire… Una specie  di profeta che ha fatto il lavaggio del cervello a tutta la sua gente. Però… Che strano i colpevoli li chiamano “Loro” eppure sembra che li conosco e li ho già visti… Ma forse è solo un’impressione. Chissà…-
Ero sempre più intenzionato a scoprire cosa mi era successo
-Voglio tornare su Imshan! Devo tornare a tutti i costi!-
Era notte. Mi ero appena addormentato, quando sentii dei rumori provenienti dal piano di sotto. Decisi di non chiamare Uesugi e di sbrigarmela io, così da mettere in pratica le lezioni che mi ha impartito tempo addietro, se ce ne sarebbe stato l’ occasione. Sceso quatto quatto al piano di sotto vidi un ombra che si aggirava in cucina. Lo sorpresi accendendo la luce della cucina, era girato di spalle
-Ehy, tu! Vattene da qui!-
Si girò verso di me dicendo
-Senti Erik se è per la porta non preoccuparti te la ripago…-
-Uesugi che diavolo ci fai qui!? E dove hai preso quei vestiti!?-
Creai due sfere di fuoco
-Ehy… Ehy… Perché mi accogli così!-
-Ma che stai dicendo!?-
-Erik, ti ho appena raggiunto da Imshan-
-Impossibile!!-
Gli scagliai contro una sfera ma lui la respinse molto facilmente con la sua mano
-Erik! Ma che cosa ti prende!?-
-Non sei il vero Uesugi!! L’ originale è di sopra che dorme!-
Il Uesugi che era con me da molto tempo svegliato dal baccano che abbiamo fatto scese giù in cucina e disse
-A quanto pare è arrivato…-
-E tu chi sei!?-
Il secondo Uesugi era scombussolato nel vedere un altro se
-Cortesemente… Mi spiegate qualcosa!!-
-Bhè… Perché continuare a fingere… Madares set akam-
Il suo corpo si illuminò e si trasformò in un’ altra persona. Era diventato un uomo di forse trent’anni, vestito con delle lunghe vesti nere.
-Erik lui è Uesugi, il vero Uesugi-
-Finalmente qualcuno che mi riconosce! Vero Erik!?-
-Non essere così duro con lui…-
-Tu chi sei!?-
-Erik sono tuo nonno… Non farti ingannare dal mio aspetto abbastanza giovanile però-
-Stiamo scherzando vero? Adesso ti ho riconosciuto! È passato molto tempo ma ne sono sicuro sei tu!-
-Cosa intendi Uesugi?-
Gli chiesi dubbioso
-Quello è Shimo!!-
-Oh su via. Non stiamo qui a formalizzarci sul chi sono e chi non sono. Mi serve l’ aiuto di mio nipote!-
-Perché lo dici solo ora!?-
-Tu saresti il discendente Shui quindi io a te non devo spiegare proprio niente-
-Allora spiegalo a me!-
-Sai già la risposta, Erik-
-Vogliamo sentirlo da te. Shimo-
-Ragazzino sai che sono un dio…-
-Tu cosa?-
-Erik dove pensi che il demone Skylem era venuto, e perché pensi che io abbia salvato tuo padre, e chi pensi abbia aiutato tuo padre a trovare Imshan?-
- Ricordo che Dominik aveva trovato la porta di Imshan per puro caso, ma non pensavo che era tuo figlio e che lo avevi aiutato…-
-Si, in fondo sono il dio del caos e dei baccanali un figlio non è nulla-
-Quindi possiamo immaginare cosa hai combinato e sei fiero di ciò che è diventato Dominik-
-Ehy non parlarmi così! Non avrei mai pensato che si creasse un demone in un neonato!-
-Ehy voi due calma! Quindi riassumendo, tu sei mio nonno hai aiutato mio padre ma facevi finta di nulla, ti ha assorbito, ti sei liberato e ora eri qui con le sembianze di Uesugi. Ho mancato qualcosa!?-
- No non hai mancato nulla. Sapete tutti cosa è capitato alla dea Strim e non volevo che mi succedesse la stessa cosa. Quindi decisi di assecondare Dominik-
-Ora si spiegano tanti misteri che affliggono Imshan. È tutto partito da te quindi…-
-Ora tutti sappiamo che il mio demone interiore è stato trasmesso di generazione in generazione…-
Ero spaventato e stupito e rivolgendomi a
-Ho un demone in me!?-
-Shimo!! Doveva scoprirlo da solo! Non dimenticare i fili della vita-
Uesugi riprese Shimo che intanto lui sembrasse non curarsene di ciò che aveva detto e come se nulla fosse cambiò discorso non preoccupandosi della mia reazione sconvolta
-Allora cosa ne pensate se facciamo ritorno su Imshan?-
-Zitto Shimo! Uesugi perché hai questi stracci indosso e sei coperto da capo a piedi?-
-Sono in fuga da molto tempo, ma non sono invecchiato-
Shimo fece un colpo di tosse per attirare a sè l’ attenzione
-Centri qualcosa?-
-Si. Sapevo che lui era riuscito a fuggire grazie alla dea Strim ma lei non poteva dare longevità a più di una persona quindi io mi sono adoperato ed ho aiutato Uesugi. Ma non sapendo quanto tempo ci avrebbe impiegato per trovarti ho deciso di venire io con le sue sembianze e poi quando eravamo su Imshan saremo partiti per cercarlo e ti avrei detto tutti i dettagli-
-E allora cosa intendevano Sandega e Akuma quando dicevano che tu avresti assolto il tuo compito-
-Si riferivano a questo. Sono degli dei, sapevano chi ero io. Ma non potevano svelarti nulla-
-Ed hai finto e mentito per tutto questo tempo?-
-Esattamente. Bravo nipotino!-
-Come sei arrivato qui!?-
-Schioccando le dita, ho fatto apparire un fulmine dimensionale e sono arrivato-
-Ma loro non ti hanno rilevato?-
-Purtroppo si-
-Invece tu… Uesugi?-
-Ho seguito la tua scia del fulmine dimensionale e sono arrivato qui poco fa-
-Quindi molto probabilmente loro sanno che io sono qui e che voi siete qui?-
Stavano rispondendo quando improvvisamente Shimo ci azzittì tutti
-Silenzio! Ascoltate!-
Dopo la mia domanda si sentì un rumore di zoccoli e un’ odore che appestava l’ aria
-Sentite... Questi sono rumori di zoccoli che scalciano, il fiato pesante di coloro che cavalcano i cavalli, e l’ odore di putrefazione è nell’ aria-
Quando finì di dire la sua frase, andò correndo verso la porta d’ ingresso e uscì di casa. Noi due lo seguimmo. Quando fummo fuori li vedemmo, erano quattro, incappucciati con stracci grigi e logori, si vedevano solo crani e mani ossee. Erano degli scheletri. Perfino Shimo che era un dio molto potente era impaurito da quelle quattro figure
-Allora ragazzi… Io li trattengo e voi scappate. Tieni Erik il mio cristallo-
Lo prese da una sua tasca e lo lanciò contro di me. Uesugi lo prese al volo.
-Partite immediatamente!-
-Fatti aiutare, sembrano molto forti!-
Uno dei cavalieri lanciò una sfera d’ energia contro di noi, ma Shimo la respinse rispedendola al mittente; è stato colpito ma non accusò il colpo. Era come aria che lo colpiva
-Ragazzi per favore presto!! Andatevene da qui!-
Scesero dai loro cavalli scheletrici e putrefatti. Fecero comparire le loro armi. Il primo partendo da destra una spada, il secondo una mazza chiodata, il terzo un’ arco e l’ ultimo aveva una corda.
-Ragazzi per favore scappate!! Abbiamo bisogno di voi da vivi!! Dite la formula….-
Mentre stava per finire la sua frase il cavaliere con la corda schioccò la sua arma e la avvolse attorno al collo di Shimo, impedendogli di parlare. Il cavaliere spadaccino si stava avvicinando a noi con passo lento, ma Shimo lanciò una sfera d’ energia contro di lui bloccandolo e deviando la sua direzione da noi a lui. Nella distrazione del momento riuscì ad allargare la presa sul suo collo e ci gridò la fine della sua frase
-La formula è Yugosot interdameal, vi porterà direttamente al regno. Presto!!-
I cavalieri lo tenevano bloccato per le mani e piedi. Io pronunciai la formula il più in fretta possibile.
-Yugosot interdameal!!-
Le pietre incominciarono a brillare e a girare su se stesse e in cerchio
-Presto Uesugi dammi la mano!!-
Una luce ci avvolse ma i cavalieri si stavano accanendo sempre di più su Shimo. Ma lui per la prima volta fiero, e non di se stesso, disse con aria di sfida
-Eccolo!! È lui mio nipote!!! Cambierà le sorti di tutti!! Distruggete pure questo vecchio corpo ma sappiate che lui vi eliminerà!-
Eravamo avvolti da un turbine di luce, lo spadaccino tendeva il braccio verso di noi per tentare di prenderci ed io dissi
-Tornerò!! Io torno sempre!! Non preoccuparti!!-
Lui si girò in un istante verso di me sorridendomi, e noi due sparimmo nel nulla facendo afferrare il vuoto allo spadaccino. E’ cominciato tutto in pochi minuti ed è finito tutto in pochi minuti, non ci potevo credere ero appena venuto a conoscenza di avere un nonno che è un dio, di avere un possibile demone dentro di me e che forse tutti i miei amici erano morti. Ma in fondo ero tornato a casa: Imshan

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Capitolo 6
*** Capitolo6°- Il posto chiamato casa- Tutto iniziò di nuovo lì ***


Il turbine di luce, provocato dalla formula del teletrasporto, ci aveva condotto su Imshan. Ero estasiato e senza parole di quell’immensa magnificenza che era quel posto. Io non riuscivo a dar fiato alla mia bocca.
-Uesugi… ma… questa…-
Stavo cercando di ricordare quel posto, perché mi era familiare, ed allora Uesugi mi venne in soccorso
-Guarda Erik. Guarda l’imponenza e la magnificenza di questo posto il suo nome è Ament Dryadales Valley-
-Ma si!! Ora ricordo! Lì è il lago degli spiriti che lo avevo dedicato a Isobel. Lì davanti a noi le mura dove  Brigax con i suoi arcieri ci guardava le spalle. Il mio palazzo! La chiesa di Chaneri, l’ armeria di Nuemel. Si!! È tutto lì!! La grande montagna! Piccola fuori grande dentro! Si!!! Ora ricordo tutto!!-
Ero euforico e Uesugi era sbalordito di come ero riuscito a recuperare tutti i miei restanti ricordi
-Wow Erik!-
-Si!! Presto!! Voglio entrare!!-
-No Erik aspetta!!-
-Cosa c’è-
-Le vedi quelle statue lì?-
-Oh si vero! Non ci avevo fatto caso… ma aspetta io mi ricordo che erano molto più grandi… ora sono tipo ad’ altezza uomo-
-Erik ti ricordi quando Dominik si era trasformato nel suo demone?-
- Si vero… e tutti i nostri popolani più i titani avevano creato una barriera… si ricordo…-
-Bhè vedi… quando tutti noi ci siamo separati per far ritorno ai nostri regni i titani sono rimasti nel tuo regno per proteggerlo da eventuali attacchi. Quando i nostri regni sono crollati i titani decisero di riattivare la barriera-
-Capito capito. Li ho creati bene allora. Hahaha. Però che brutto… quelle nuvole nere non fanno passare i raggi dei soli…-
-Già… ed è così in tutte le altre isole-
Avevamo lo sguardo all’insù a rimuginare, quando io vidi qualcosa. Era come una piccola scintilla
-Guarda Uesugi… lì c’è qualcosa che brilla-
-Dove Erik? Non vedo nulla-
-Ali!!-
Richiamai a me le mie ali, ed andai verso quella flebile lucina.
-Erik dove vai!!!-
-A vedere cos’è! Mi sta chiamando!-
Arrivai sulla punta più alta della torre più alta del castello. Ero alla sommità della barriera
-Ma quella… è lei!! La mia spada!!-
Tesi la mano verso di lei. Era lì che mi aspettava. Ero contentissimo. Ero in piedi sulla barriera. Mi chinai leggermente. La estrassi con estrema facilità, orgogliosamente la
alzai verso l’ alto. Sembrava quasi che la punta della mia spada toccasse il cielo.
-Eccola! Finalmente!-
Un raggio di luce proveniente dalle più alte sfere del cielo ricoprì la mia spada, l’energia mi pervase, la dimensione delle mie ali crebbe di due volte. Le nuvole nere si squarciavano. Come le onde createsi dall’impatto di una pietra sull’acqua le nuvole si diradarono lasciando spazio alla luce dei tre soli. Sotto i miei piedi la barriera incominciò a scalfirsi e a spaccarsi. La rottura si espanse in tutto il resto della barriera creando crepe e fratture, stava crollando su se stessa. Quando escogitai qualcosa per bloccare tutti i cocci era già troppo tardi. La barriera si era frantumata come uno specchio e i frammenti stavano cadendo sul castello, le mura e la montagna. Quando improvvisamente i cocci si congelarono diventando pezzi di ghiaccio, ma rimanevano sospesi in aria, poco dopo tutti quei pezzi di ghiaccio si frammentarono in minuscole goccioline. Io non riuscivo a capire chi o cosa avesse fatto tutto questo. Dal dov’ ero urlai a Uesugi spiegazioni
-Uesugi sei stato tu per caso!?!?-
-Ah cosa?! No, no non ne sarei capace!-
Scesi di quota fino a raggiungerlo e li vedemmo erano loro, i titani. Correvano verso di noi. C’erano tutti.. il serpente cuore d' acqua, il titano con l’elemento della natura, il titano di plasma, il colosso di terra, il grande angelo supremo, l’assassino silente ed il re demone. Uesugi corse ad abbracciare il suo titano, il suo assassino. Anche se loro non potevano parlare, era chiaro che loro erano riconoscenti e gioivano per il solo fatto che noi eravamo li. Una freccia scoccata a tutta velocità si diresse verso di noi conficcandosi nel terreno. Mi chinai per prenderla e la guardai a fondo.
-Ma certo è lui!-
Spiegai le mie ali, ripresi quota e mi diressi verso il castello.
-Erik!! Dove vai!!?-
Appena sentii Uesugi mi fermai mi girai verso di lui e dissi.
-Spiega le tue ali e raggiungimi!!-
-Non ricordo più come si fa…-
Stesi le mani verso di lui e dissi
-Exambal ali! Dispiega le tue ali!-
La casacca di Uesugi si lacerò dando spazio alle ali di crescere. Non posso negare che gli fece molto male, in fondo era da decenni che non le usava.
-Spero che ti ricordi come si vola! Hahaha.  Presto raggiungimi-
Volai verso il piano, dove era situata la stanza del trono, cioè l’ultimo piano. Atterrai sul parapetto della balconata della sala. Le tende purpuree si agitavano per causa del mio atterraggio. Una mano da dietro le afferrò e le spostò
-Erik-
Si era proprio lui. Scesi dal parapetto e corsi ad abbracciarlo.
-Brigax, amico mio-
-Oh… Erik… quanto tempo…-
Poco dopo arrivò Uesugi che fece un piccolo atterraggio di fortuna e stava anche quasi per cadere.
-Brigax! Amico mio! Eccoci ti ho portato Erik!-
-Grazie Uesugi. Prego entrate c’è una persona che vi vuole incontrare-
Entrammo nella sala e c’era una giovane donna.
-Mamma, ecco Erik-
Era molto bella, lunghi capelli neri ed un viso dolce indossava una lunga veste rossa e blu. Si avvicinò a me e disse.
-Ne è passato di tempo… Ho saputo che hai anche incontrato Shimo prima di arrivare qui-
-Si, io e Uesugi lo abbiamo incontrato ma sono arrivati dei cavalieri scheletro e lo hanno preso con loro-
-Si esattamente Madama… erano loro quattro-
-Capisco… quindi loro vi avevano raggiunto-
-Si Madama-
-Ma Brigax tu non dovresti essere a Horus?-
Mi rispose Uesugi alla mia domanda
-Non so cosa ti ha raccontato Shimo… ma lui non sapendo tutto ha un po’ inventato alcune cose-
-Si esattamente. Mia madre riuscì a salvare me e Uesugi-
-Capisco. Ma quindi tu sei la dea silente, giusto?-
-Si proprio così, non so se ti ricordi ma quando ero sotto il controllo di Dominik ed ero…-
-Si, la Burattinaia-
-Esatto. Quando ero lei avevo la bocca cucita con un sigillo ma tu e mio figlio avete spezzato il sigillo… ed è d’ allora che mi chiamano “la dea silente”-
-Madama… il demone…-
-Si Uesugi… Erik ricordi del tuo demone?-
-Bhè… no quella è l’ unica cosa che mi manca nella mia mente… ma penso che sia una parte di me perché mi sento semi vuoto….-
-Sei a metà del tuo ultimo e importante ricordo. Forse non è neanche un ricordo è più una parte di te che devi riacquistare-
-Madre, dicci dove possiamo trovarlo-
-Certo. Oltre Ament D. Valley, alla seconda isola c’è il posto dove lui è rinchiuso. Ma fate presto per lui il tempo è passato-
-Ma certamente non possiamo rimetterci in cammino così… lui coperto da stracci, tu con questo strano pantalone e maglia. Ci serve un giusto equipaggiamento-
-Avete creato degli armamenti?-
-Si e no. Quando la guerra finì e gli eserciti si separarono, alcune armature furono lasciate qui-
-Ed io con i miei poteri le ho modificate proprio per questa evenienza-
-La mia armatura è ancora nascosta a Feng e sperando che nessuno la trovata-
-La mia insieme al mio arco mi furono rubate-
-Si!! Voi creaste delle armature ed armi. La tua Uesugi?-
Spostò la sua veste di stracci scoprendo la cintura e la fondina.
-Parlavi della mia splendida Katana?-
La prese e me la puntò contro.
-Bene. Mi fa piacere che tu l’hai ancora. Ma non capisco… Brigax chi ha rubato i tuoi armamenti?-
-Fu un loro generale a rubarmeli-
-Ma loro, chi sono in realtà-
-Io che sono una dea non so molto di loro. Però tutti noi che siamo venuti a conoscenza di queste entità li chiamiamo semplicemente “loro”-
-Capisco….-
-Bhè allora!? Forza dobbiamo cambiarci. Madre le nostre armature-
-Si. La tua Erik, Piastra d’ acciaio nero. All’ apparenza sembra un’ abito ma in realtà è una corazza a tutti gl’ effetti. Gli stivaletti con una punta affilata, i pantaloni con delle rune protettive disegnate, il camaglio fatto con gli anelli d’ acciaio nero intrecciati con capelli di driade, va indossato sotto questo. È un petto di metallo con un cerchio alchemico e con due pietre protettive che ti aiuteranno nei tuoi scontri-
-Sembra molto pesante-
-No, no, al contrario è molto leggera proprio per agevolarti nei tuoi scontri-
-Benissimo grazie ora la indosso-
-Ora te Uesugi. Bhè che dire assomiglia alla tua corazza che tanto ami. Una vera corazza da guerriero silente-
-E’ una corazza da shogun-
-Cosa Erik?-
-No, no niente-
-Benissimo grazie Madama-
-Io già la indosso la mia corazza-
La corazza di Brigax era di colore verde e giallo paglierino. I pantaloni erano leggermente a palloncino, ed una casacca semplice con un drago disegnato sul retro.
-Tieni figliolo per il momento prendi quest’ arco-
-Grazie-
-Ah dimenticavo… tieni, la tua sacca di Horus-
-Allora siamo pronti ragazzi!-
-Si, partiamo!-
-Si!! Erik è tornato ed è più forte che mai! Ragazzi riportiamo il cielo sereno in tutta Imshan!-

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Capitolo 7
*** Capitolo 7°- Un nuovo viaggio- La meta è quella; lo scopo è lo stesso: la pace ***


Eravamo appena partiti. Avevamo i cuori pieni di speranza e il coraggio di portare nuova pace su Imshan. Ci allontanammo dal mio regno. Quando fummo fuori dai piccoli confini del regno ci trovammo ai piedi di una lunga e grande catena montuosa che ci sbarrava la strada.
-Ragazzi sapete qualche via per aggirare la montagna?-
-Io no… tu Brigax?-
-No… Questa è una delle isole più grandi ma essendo più o meno tonda, questa grande catena montuosa la percorre per tutto il perimetro di quest’ isola; ma oltre queste montagne c’è ancora della terra e poi il mare-
-Brigax hai qualche idea?-
-No…-
-Tu Erik..?-
Uesugi si guardò attorno e con tono spaventato disse.
-Erik!? Erik dove sei?-
-Ehy sono qui! Alzate la testa. Ho trovato una grotta!!-
Uesugi chiamò a sé le sue ali e si alzò in volo, poi fece lo stesso Brigax.
-Brigax ricordi la formula per le tue ali?-
-Si, si. Spesso mi sono tornate utili-
Volammo ad’ alta quota, da tanto che eravamo alti vedemmo il castello e la montagna che è dietro.
-Ecco lì c’è una grotta-
Atterrammo su uno sperone di roccia, che precedeva l’entrata della grotta.
-Erik come facevi a sapere di questa grotta?-
-Bhè… in realtà non lo sapevo… però è come se ho sentito una forza che mi ha guidato fin qui-
-Forse il tuo demone ti sta guidando dalla sua prigionia-
-Chissà…-
-Erik a te l’ onore di fare luce-
-Grazie, faccio anche allenamento così. Globulus Ignis!! E questa è una. Globulus Ignis!! Globulus Ignis!! Perfetto tutti e tre abbiamo la propria sfera di fuoco fluttuante-
-Bene-
-Andiamo avanti!-
Non sapevamo se la grotta portava a un vicolo cieco o portava effettivamente da qualche parte. Siamo andati avanti, allo sbaraglio. Camminammo forse per ore. Si sentiva il freddo penetrante ma era di poco attenuato dalle tre sfere di fuoco. Con tutto il tempo che abbiamo impiegato a percorrere la grotta avevamo capito che forse c’ era una speranza che ci fosse un’ uscita; e così fu arrivammo alla fine della grotta e vedemmo l’ ultima cosa che ci aspettavamo di vedere in mezzo delle montagne, una città, verde, lussureggiante ed alti palazzi; noi non ci eravamo sorpresi per quella città perché forse ce lo aspettavamo ma eravamo sorpresi perché c’erano piccoli e dolci colli verdi e vita in mezzo a tutte queste rocce e neve.
-Voi due sapete qualcosa di questa città verde?-
-Io non ho mai oltrepassato le montagne-
-Lo stesso per me-
-Però guardate… lì ce del fumo che viene da una casa-
-Bene spalanchiamo le ali e le nostre armi e andiamo lì-
Volammo verso il villaggio fino a raggiungerlo. Atterrammo nella piazza centrale del villaggio e non appena capimmo dove proveniva il fumo e accorremmo sul luogo. Era una casa e  stava bruciando ma non c’ era nessuno che stava spegnendo l’ incendio, a dir il vero io come gli altri non vedevamo nessuno in giro. Non fu difficile spegnere il fuoco, mi bastò creare una corrente d’ aria fredda abbastanza potente e le fiamme si spensero.
-Brigax ma non sai nulla di questo villaggio?-
-No, no. Non sapevo che potesse esistere un villaggio del genere in mezzo a queste fredde montagne-
-Sembra quasi che attorno a questo villaggio ci sia una barriera che non fa passare il gelo ma al contrario fa passare la flebile luce dei soli-
-Ragazzi diamo uno sguardo veloce nelle case, vediamo se troviamo qualcuno-
-D’ accordo-
-Si-
-Se trovate qualcosa urlate, sarà il nostro segnale-
Ci separammo per perlustrare il villaggio. All’ apparenza sembrava un villaggio come tutti, ma quando si entra in una qualsiasi delle sue case si capire molto chiaramente i suoi avvenimenti. Valeva lo stesso per noi. In ogni casa dove eravamo stati era abbandonata e nel loro interno sembrava che era successo una zuffa. Io e Brigax ci incontrammo e ci demmo un veloce responso.
-Erik.. distruzione e abbandono in ogni casa-
-Si anche nelle case che ho controllato io c’ era questo stesso scenario… qui è successo qualcosa-
Ci interruppe Uesugi che urlò di raggiungerlo e facendoci segno di dove lui era.
-Erik, Brigax!! Venite!!-
Quando lo raggiungemmo vedemmo un piccolo sentiero che portava in un piccolo bosco di alberi dalla forma strana
-Questo sentiero porta a quel bosco di alberi Negiam-
-Che tipo di alberi sono?-
-Sono gli alberi della vita-
-Ma scusa Uesugi c’è ne solo uno di albero della vita e si trova nelle terre di Horus-
-Giusta osservazione Brigax… ma non so spiegarti il perché ci siano degl’ alberi della vita… nel mio precedente viaggio, quello per cercare Erik, ho raccolto molte informazioni riguardanti questa nuova Imshan… ma nessuno mi ha mai detto con certezza il perché sono nati questi alberi, però si trovano in molti luoghi-
-Ragazzi andiamo sento che qualcuno è in pericolo-
-Si, ha ragione Erik. Forse lì c’è qualcuno che ha bisogno di noi-
Scegliemmo di farci condurre dal sentiero e come avevamo visto in precedenza arrivammo al bosco degl’ alberi Negiam.
-Che odoraccio!-
-Si… sembra quasi un’ odore di carogne-
-Già… stiamo attenti ragazzi…-
Ci addentrammo in quel maleodorante bosco. Man mano che ci avvicinavamo al centro del bosco l’ odore era sempre più intenso e quasi sembrava che a momenti perdevamo i sensi quando io ebbi un’ idea per far si che quell’ acre odore si attenuasse
-Ragazzi state dietro di me ho un’idea-
-Cosa hai intenzione di fare?-
-Usai questa tecnica quando ero alla scuola di Chaneri-
-Quando mia madre aveva preso possesso dei corpi delle guardie di Chaneri?-
-Si-
Brandii la mia spada conficcandola nel terreno, unii le gambe e spalancai le braccia e dissi.
-Custos Isom Gaaert-
La spada si tirò fuori dal terreno levitando, quando fu all’ altezza del mio busto una luce avvolse me e i miei due amici.
-Ragazzi mi sentite? Ho stabilito un contatto mentale con voi due-
-Si io ti sento forte e chiaro-
-Anche io. Si sentono già gli effetti della barriera-
-Si l’odore è molto più debole di prima-
-Si è così, ma in un combattimento dovrete fare attenzione perché potrei perdere il mio equilibrio-
-Va bene-
-Proseguiamo-
Ci addentrammo sempre di più nel bosco Negiam, fino ad arrivare nell’ esatto centro del bosco. Capimmo che quello era il centro perché c’ era un grande salice nero.
-Quel salice!! È un’ albero della vita-
Uesugi lo riconobbe subito
-No, non può essere guarda Uesugi! Guarda l’ albero della vita-
Lo scenario che avevamo davanti era macabro. Gli alberi tutt’ attorno erano in putrefazione, c’ erano molti corpi morti di uccelli e piccoli animali e dai rami dell’ albero sembrava che sgocciolava sangue.
-Cosa può essere stato a ridurre un’ albero della vita in questo stato…-
-E la seconda domanda e forse quella più importante è perché gli alberi della vita si trovano qui sulle nostre isole-
-Ragazzi avviciniamoci al salice-
Eravamo a faccia a faccia col salice e sentimmo una voce roca.
-Voi… cosa ci fate qui…-
-Chi è che parla?-
-Sono io il salice…-
-Salice cosa ci fai tra queste montagne?-
-Il tribunale ha gettato i semi dell’ albero originario albero della vita-
-Il tribunale?-
-Oh… Erik proprio tu mi fai questa domanda… tu che li hai visti e stretto un patto…-
-Come fai a sentirmi io ho un legame mentale solo con loro due-
-Sono l’ albero della vita della mente leggo i vostri pensieri e i vostri legami-
-Non so di cosa parli salice-
-E’ ancora troppo presto giusto… sono vecchio ormai-
-Ma certo ragazzi! Quelli che noi chiamiamo “loro” sono il tribunale-
-Si ha ragione Uesugi “loro” non sono altro che il tribunale-
-Sapete qualcosa di questo tribunale?-
-Io so solo che sono al di sopra di tutti gli dei-
-Si… il tribunale decide di ogni sorte di qualunque creatura, perfino quella dell’albero della vita. È merito loro se io purtroppo sono qui-
-Salice sai qualcosa della gente del villaggio?-
Brigax pose la sua domanda ma il salice non dava nessuna risposta.
-Salice!!!-
-Non è stata colpa mia… Non sono stato piantato nella terra di Horus, non è colpa mia se ora semino morte-
-Dobbiamo impedire che il tuo influsso si espande ulteriormente-
-Vorreste abbattermi?-
-Se questo fermerà il tuo influsso si-
Smisi di levitare e la mia spada si conficcò nuovamente nel terreno. Creai una grande sfera di fuoco e la scagliai contro il salice.
-Ignis loidum sarret-
Quando la sfera di fuoco colpì l’ albero esso finì per incendiarsi e in quel momento si udì un’ urlo lancinante. Mentre bruciava, una potente onda d’urto ci scagliò contro la parete rocciosa adiacente al bosco, non potemmo evitarla perché avevo scagliato il mio colpo e quindi la barriera si era disattivata. L’onda d’urto spazzò via l’intero bosco di alberi Negiam e anche il villaggio vicino non fu risparmiato , ma noi fortunatamente c’è la siamo cavata con piccole ferite e tagli o almeno credevamo. Eravamo come attaccati alla parete rocciosa. Io e Uesugi riuscimmo a staccarci e a toccare terreno ma Brigax non poté farlo.
-Brigax!! Brigax!! Cos’è questo!!-
-Erik non toccarlo e ne tanto meno estrarlo, è una scheggia del legno dell’ albero-
-Che cosa facciamo!?!-
-Dobbiamo portarlo da un medico, ce n’è uno nella prossima isola ma dobbiamo sbrigarci il veleno è molto veloce-
-Se solo non avessi tolto la barriera. Se solo avrei riacquistato il potere del ghiaccio, potevo inventare qualcosa per mantenerlo in stasi-
Uesugi mi diede uno schiaffo e disse
-Non è il momento di piangersi addosso! Dobbiamo proseguire il viaggio! Non dobbiamo arrenderci davanti a nessun muro che ci presenta!-
-Come possiamo attraversare le montagne?-
-Non possiamo usare la formula “yugosot”?-
-No… non ci riuscirei ora come ora… la barriera mi ha tolto molte energie-
-Aspetta forse ho trovato una soluzione. Fa stendere Brigax a terra e tienilo abbastanza cosciente-
Feci come mi era stato ordinato. Poggiai l’ elfo sulla mia spalla e dolcemente lo posai a terra, gli tenni la mano e gli parlavo per tenerlo cosciente. Uesugi andò nel punto in cui sorgeva il salice raccolse qualcosa e tornò da me.
-Uesugi ma il tuo braccio… sei ferito…-
-E’ una piccola ferita non fa niente. Tieni questo è un piccolo seme dell’ albero, sentii dire che ha grandi proprietà magiche, potresti usarlo per portarci via da qui-
-Si posso provarci…-
-Erik siamo tutti e due nelle tue mani. Fa sorgere la parte divina in te-
Il villaggio era stato distrutto e scoprimmo presto gli svantaggi, il freddo stava avanzando avevamo anche il pericolo di morire congelati. La pressione era molta quasi palpabile. Chiusi i miei occhi, tenni più stretto che potevo il piccolo seme a me. Mi concentrai come meglio potevo e dentro di me era come se crescesse qualcosa. La sentivo era un’ energia calda che partiva dal mio cuore. Stesi la mano destra davanti a me e richiamai la mia spada.
-Spada!-
Quando riebbi indietro la mia spada dissi
-Yugosot Isola del medico-
Un’ alone d’energia avvolse tutti noi. Quando riaprimmo gli occhi, e l’ alone scomparve, eravamo sull’ isola successiva. Era molto piccola con cinque o sei casette di legno. Aprii le mani, vidi che il seme era diventato polvere.
-Erik c’è l’ hai fatta…-
-Si Uesugi-
Subito dopo lui svenne.
-Uesugi! Uesugi!-
Gridai chiedendo aiuto.
-Qualcuno mi aiuti!! Vi prego!! I miei amici stanno male!!-
Cercavo di tenerli tutti e due svegli ma non ci riuscivo. Fortunatamente quattro ragazzi sono venuti in mio soccorso, portando due barelle.
-Presto, presto aiutateli-
Uno di loro mi toccò il petto con un dito.
-Ma cosa…-
D’un tratto mi paralizzai. Non riuscii più a muovermi e ne tanto meno a parlare, riuscivo solo a muovere un po’ gl’ occhi. Quei quattro ragazzi caricarono i miei due amici sulle barelle che avevano portato e li portarono in una delle case. Ed io pensavo a cosa stessero facendo e a chi erano.
-Ma… sono esseri umani… cosa ci fanno qui…-
Passò del tempo prima che qualcun altro venisse da me.
-Oh… ma che cosa hanno fatto quelle piccole pesti. Hahaha-
Poggiò la sua mano sul mio petto ed io mi sbloccai, ma caddi a terra ugualmente.
-Da quanto tempo eri qui fermo?-
-Non so da ore… Ma perché quei ragazzi mi hanno bloccato?-
-Su alzati e vieni dentro i tuoi amici ti aspettano-
Mi porse la mano e mi aiutò a tirarmi su. Mi condusse in una di quelle case. Lì c’erano Brigax e Uesugi che si intrattenevano sorseggiando latte di cocco.
-Ragazzi!!-
-Ehy ciao Erik!-
-Vi siete ripresi a quanto pare-
-Si, tutto merito di questo formidabile dottore-
-Oh su via… sono solo un vecchietto che conosce le erbe-
-Quindi tu sei il dottore?-
-Se vi fa piacere chiamarmi così… Si sono il dottore… Ma tu non eri stato deportato dalle guardie?-
-Di cosa stai parlando?-
-Ma come… più o meno un anno fa eri arrivato da est chiedendo informazioni del villaggio su quelle alte montagne ma dato che eri ferito ti avevamo ospitato per qualche giorno… ma circa una settimana dopo delle guardie sono venute e ti hanno portato via… mentre ti stavano caricando nella loro nave disse “Quando riverrò ditemi dove sono e quello che mi è accaduto!!”. Forse si riferiva a questo…-
Io e i miei due amici ci guardammo negl’ occhi e dicemmo.
-Kadeam!-
-Chi è questo “Kadeam”!?-
-La persona che hai incontrato. È una storia lunga ma siamo la stessa persona-
-Medico, dove lo hanno portato?-
-Andate a ovest lì c’è un’ isola, non potete sbagliare la riconoscerete subito; poi con questa schiarita improvvisa del celo la troverete di sicuro-
-Si-
-Chissà cos’è successo a quei nuvoloni neri. Però dopo tutti quegl’ anni senza soli..-
-Si noi ne sappiamo qualcosa… Hahaha-
-Se avete fretta di partire prendete pure la mia barca-
-Ma a voi non serve?-
-No non preoccupatevi. Poco lontano da qua c’è un’ altra isoletta con degl’ altri abitanti ce ne porteranno loro un’ altra-
-Va bene. Ma dimmi voi siete umani come siete arrivati qui….-
-A dir il vero non lo so… ognuno di noi ha una storia ma l’ unica cosa che aggrega tutte le storie è il fatto che abbiamo trovato una specie di squarcio nel nulla… non so bene come spiegarvi…-
-Erik forse quando Imshan si è divisa forse si è “squarciato il velo” che separa la Terra da Imshan-
-Si può essere Brigax… Tu medico da dove vieni?-
-Io venivo dall’America come parecchi di questi ragazzi… gli altri dell’est dell’ Europa-
-Capisco, capisco-
-Partite adesso ragazzi, ci impiegherete qualche giorno ad arrivare quindi è meglio se partite subito-
-Si. Andiamo ragazzi!-
-Ripartiamo!-
-A presto medico!!-
-Chiamatemi, Ozuza. Hahaha. A presto!!-
Caricammo le nostre cose sulla barca e ce ne andammo, verso l’ isola della prigione.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8°- La prigione- Il fatale ricongiungimento? ***


Eravamo per mare grazie alla barca di Ozuza, da circa due giorni. Combattemmo la fame e la sete con i pesci che pescavamo e cucinavamo col fuoco magico, creato da me. Erano passati altri due giorni. Il quarto giorno avvistammo l’ isola e capimmo perché Ozuza aveva detto che non potevamo sbagliarci.
-Guardate! È altissima-
-Quasi si perde nei nuvoloni grigi che la sovrastano! Ecco a cosa si riferiva Ozuza!-
Andai sulla prua della barca, mantenendomi in equilibrio tenendo un piede sulla punta della prua. Sentii come se mi stessero chiamando, d’un tratto non sentii più battere il mio cuore per qualche secondo. Caddi con le ginocchia sul fondo della barca, tenendomi con la mano destra il petto.
-Erik!! Erik cosa ti prende?-
-Brigax… guarda quella non è la corona?-
-Si è proprio lei!! No… Non sapevo che avesse riacquistato quel potere… Uesugi presto siamo arrivati! Ormeggiamo la nave e aiutiamo Erik a scendere dalla barca-
Loro due trainarono la barca per gli ultimi metri, mettendola sulla spiaggia, poi mi aiutarono a scendere dalla barca. Ero ancora piegato su di me dal dolore, ma qualcuno mi chiamava.
-Erik… Erik… Presto… Non ho molto tempo….-
Richiamai a me le mie ali e volai veloce come il vento.
-Brigax le sue ali!-
-Si ho visto Uesugi… Quelle sono ali di un demone. Siamo vicini. Presto raggiungiamolo!-
Spalancarono le loro ali e mi seguirono. L’isola sembrava molto grande ma in realtà non era così, tutti e tre impiegammo forse dieci minuti di volo dalla riva alle porte della prigione. Arrivai lì davanti per primo e quasi subito dopo i miei due amici. C’erano due guardie che sorvegliavano il gigantesco portone. Esse erano due rinoceronti antropomorfi, armati di asce e corazze.
-Guarda Uesugi! Delle guardie prepariamoci!-
Brigax e Uesugi sfoderarono spada e arco per prepararsi ad un’ eventuale battaglia, ma me ne occupai io di loro due. Le guardie venivano verso di noi ed io con un solo gesto della mia mano evocai due enormi torri di fuoco sotto i loro piedi, fu inevitabile la loro morte.
-Bhè… ci siamo risparmiati un po’ di fatica…-
-Già… vero Brigax-
Eravamo davanti alle imponenti porte. Poggiai le mie mani e creai un’ onda d’urto che la spazzò via senza alcuno sforzo. Entrammo dentro, dopo pochi metri mi girai vero i miei amici, stesi la mano davanti a loro e la richiusi creando una barriera attorno a loro
-Cosa ha fatto Brigax!?-
-Vuole che continuiamo a seguirlo ma in sicurezza, ha creato una barriera attorno a noi-
volammo nei lunghi corridoi della prigione e sembrava che non c’era nessuna cella.
Varie guardie e soldati hanno tentato di fermarci ma io a colpi di onde d’urto, sfere di fuoco e vento tagliente come lame siamo riusciti a proseguire la nostra corsa  verso la
cella a cui io bramavo. La fatica non mi sfiorava minimamente
-Erik si sta scatenando a quanto pare…-
-Si è proprio così… ora è sotto il suo influsso. Lo sta richiamando a se e forse gli sta donando la sua forza-
-Quando io ero nel mio viaggio questa prigione era temuta da tutti. Si raccontavano storie terrificanti riguardanti le torture cui erano sottoposti i prigionieri. Ma una volta entrati si è sfatato ogni mito e leggenda di questo posto… Era solo una fama nient’ altro-
-Guarda Uesugi! Siamo arrivati!-
Si eravamo arrivati, tra me e la mia ambita cella c’era soltanto un lungo corridoio ed un minotauro. Io gli ringhiavo contro e lui mi urlò
-Cosa ci fate qui! Come siete arrivati qui!-
Brandì le sue asce e corse verso di noi, io feci lo stesso, corsi verso di lui per ingaggiare la lotta. Ma Brigax scoccò due frecce, che passarono vicinissimo al mio collo, andandosi a conficcarsi nelle rotule del minotauro.
-Erik salta!!-
Uesugi mi disse di saltare ed io lo obbedii
-Flarente Offensio-
Creò un fendente d’onda che passo sotto i miei piedi e colpì in pieno il minotauro uccidendolo. Io stavo ancora nel pieno del salto e ne approfittai, fortunatamente ero arrivato a pochi passi dalla porta, caricando un potente calcio; sfondandola
-Ehy… Che grande entrata di scena-
La corona sulla mia testa sparì. C’era un vecchio incatenato, magrissimo, con i capelli bianchi e lunghi.
-Ciao, Brigax. Oh vedo che ci sei anche tu… Uesugi-
-Kadeam…-
-Erik ti sono piaciuti i poteri che ho risvegliato in te?-
-Si…-
-In tutto questo tempo ti ho tenuto d’occhio, sai?-
-Kadeam sai qualcosa del Tribunale?-
-Ne so quanto te Erik. Mi ritrovai circa due anni fa sulla spiaggia di Ozuza ma non so come poi le guardie di questo posto mi hanno trovato…-
-Io circa due anni fa sono come “nato”-
-Si… Gli unici che potranno darci spiegazioni sono quelli del Tribunale-
-Si-
-Erik… Ricongiungiamoci. Sento che non ho molto tempo-
-Si dimmi cosa devo fare-
-Metti la tua mano sul mio petto-
-Va bene-
Poggiai la mia mano sul suo petto e lui iniziò come una cantilena.
-Forma aldeide luce ombra. Andaria soccem. Forma aldeide luce ombra. Andaria soccem. Forma aldeide luce ombra. Andaria soccem!!!-
Il suo corpo s’ illuminò, ringiovanì fino ad avere la mia stessa età e si trasformò nella sua forma ; l’ ultima forma che assunse nella battaglia contro Dominik. Spalancò le ali e mi avvolse. Diventammo finalmente un’unica creatura.
-Ah si! Ora si che mi sento pieno. Ehy ma questo è….-
Creai una bolla d’acqua.
-Si!! È il potere dell’ acqua-
-Si e oltre al potere dell’ acqua ho amplificato i tuoi poteri che hai riacquistato-
-Grazie Kadeam-
-Dovere-
-Ragazzi usciamo da qui!-
-Si Erik!-
-Da dove usciamo?-
-Aspettate… zitti un’ attimo!-
-Sembrerebbero delle…-
-Scosse!! La prigione sta crollando su se stessa!-
Il piano dove eravamo noi iniziò a crollare per primo.
-Presto!-
-Ci penso io. Creo un varco per il piano inferiore-
Uesugi diede un potente pugno sul pavimento spaccandolo creando una voragine.
-Andiamocene presto! Ali!-
-Ti seguiamo Erik! Ali!-
-Ali!-
Noi tre volammo schivando e distruggendo le macerie che ci crollavano addosso. Arrivammo davanti al gigantesco portone.
-Ecco manca poco e siamo fuori-
Stavamo a pochi battiti d’ali dall’uscita quando una fumo nero trasudava dal portone.
-Fermi!!-
- Cos’è quel fumo nero!?-
-Non lo so ma non mi piace-
Il fumo si spiralizzò e quando si dissolse lasciò posto una figura nera.
-Non possiamo restare qui fermi a aspettare che lui faccia qualcosa! Guardate!-
I pavimenti del piano superiore erano completamente crollati come le colonne e i muri. Eravamo in pericolo e decidemmo di proseguire ugualmente non dando peso a chi poteva essere quella figura nera. Creando un’onda d’urto distrussi il portone, fummo in grado di uscire dalla prigione ormai completamente distrutta. Passammo ai lati della figura nera e lei rimase impassibile e ci permise di scappare da lì. Eravamo fuori.
-Siamo fuori-
Il palazzo della prigione crollò, era solo un cumulo di macerie ormai
-Si siamo salvi-
-Ma chi era quell’essere?-
-Non ne ho idea. Kadeam tu sai chi era?-
-No mi dispiace-
Successe qualcosa di inaspettato
-Guardate le macerie…-
-Sono scomparse… Disintegrate… Rese polvere al vento-
-Kadeam non dirmi che hanno costruito un’intera prigione quattro piani, pieni di guardie carcerarie e solo tu come ospite?-
-A quanto pare si…-
-Allora? Rimaniamo qui a contemplare il vuoto o continuiamo?-
-Uesugi ha ragione. Ma dove andiamo? Cosa c’è oltre quest’isola?-
-Se io ricordo bene da queste parti dovrebbe esserci un arcipelago  dove vive una strega. Forse lei è in grado di darci qualche informazione utile sull’ ubicazione del Tribunale-
-Si. Allora Brigax fai strada-
-Certo-
-Quanto tempo ci impiegheremmo prima di arrivare lì?-
-Non so… forse uno o massimo due giorni-
-Allora ripartiamo e andiamo a far visita a questa strega. Sapete lei chi è?-
-No io non ho avuto modo di andare da lei nel mio precedente viaggio-
-Io so solo che è li ma non so bene chi è-
-Speriamo che voglia collaborare-
-Già lo spero-
Andammo sulla riva, dove avevamo lasciato la nostra barca. La mettemmo in acqua e ripartimmo verso l’arcipelago della strega

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Capitolo 9
*** Capitolo 9°- La strega- La meritata redenzione? ***


Ripartiti dall’ avventura dell’ isola-prigione e dopo essermi ricongiungo al mio demone, Kadeam, ora le future mete non mi spaventavano più così tanto. Io e Uesugi eravamo sdraiati sulla barca, a dormire, mentre Brigax aveva il controllo della rotta. Quando ci svegliò bruscamente.
-Ragazzi!! Ragazzi!!!-
Noi due ci svegliammo a fatica e con altrettanta fatica chiedemmo gli chiedemmo cosa stesse succedendo.
-Brigax… Cos’è successo?-
-Guardate in alto, rivolti al cielo-
Noi due ci alzammo in piedi, con la testa rivolta verso l’ alto e con lo stupore negl’ occhi.
-La notte-
I tre soli stavano tramontando. La luce purpurea irradiava il mare in cui navigavamo.
-Ragazzi questa che notte è?-
-Quelle pochissime notti annue che avvenivano su Imshan sono state stravolte. Questa però dovrebbe essere la seconda… una delle brevi-
-Wow… con la separazione delle terre di Imshan si sono modificate anche le notti…. Ma la luna d’ argento è sempre l’ ultima e dura una settimana?-
-Si quella è rimasta invariata-
Sotto i nostri occhi i soli si spegnevano nell’ orizzonte del mare.
-Che scena mozzafiato-
-Si i tramonti sono magici-
-Guardate!! Forse siamo arrivati. C’è un’ isola lì-
Attraccammo sulla riva.
-L’isola sembra molto grande-
-Si questo è vero… ma dove iniziamo a cercare la strega?-
-Aspettate… sta arrivando qualcuno-
Ci preparammo sfoderando le nostre armi. Si sentivano i rametti spezzarsi. Qualcuno ci scrutava da dietro i cespugli.
-So che sei lì fatti vedere!-
Delle sfere di fuoco furono scagliate verso di noi.
-State attenti!-
Dai cespugli venne fuori una figura coperta da stracci e con un solo braccio.
-Fermi.. fermi-
-Dicci chi sei!-
Si scappucciò la testa rivelandosi una persona ben nota a tutti
-Coacka!!-
-Sei tu la strega di questo arcipelago allora!?-
-Hahaha. Si Brigax-
-Ma cosa ci fai qui?-
-Dopo che la guerra era finita io e il mio dolore ci siamo ritirati nei meandri bui di una grotta e ci rimasi per parecchio tempo in un lungo sonno. Quando mi risvegliai mi ritrovai in quest’ isola dannata dagli dei-
-Perché cosa c’è qui?-
-Ci sono loro!!-
Per coincidenza dei fatti le creature che Coacka tanto temeva ci raggiunsero.
-Presto dietro di me!-
-Si Coacka-
Noi tre ci mettemmo dietro di lei e unendo le sue mani davanti a se disse.
-Sheal Setar Protect!!-
Creò una barriera energetica che ci avvolse. Le creature con i loro artigli e ali cercavano di infrangere la barriera. Cocka era stanca, le si leggeva in faccia quello che aveva passato. Ferite sanguinanti nascevano dal suo cuore fino a mostrarsi sulla sua pelle.
-Che creature sono!?-
-Io non le ho mai viste. Ma sono davvero molto forti-
-Si… guardate che forte vento hanno alzato… solo agitando le loro ali-
-Loro sono degl’ angeli. Angeli caduti in preda allo sconforto-
-Cosa dici Coacka!? Gli unici angeli erano quelli di…-
-Si esatto, queste abominevoli creature sono angeli, angeli caduti nelle tenebre. Ormai sono dei demoni, vivono di carogne, escono quando i tre soli non illuminano completamente quest’ arcipelago. Questi sono gli angeli di Chaneri!!-
-No!! No è impossibile-
-Chaneri fu catturata dal Tribunale e al suo posto è salito uno dei loro generali. Si faceva chiamare Cabret, all’ apparenza sembrava mite e docile ma pian piano si insediava nelle menti degl’ angeli fino a portarli a commettere il più alto tradimento verso di loro, oltre ai peccati dettati da Shimo, oltre l’etica-
-Che cosa ha fatto!?-
-Li ha fatti divorare l’un l’altro-
-Ma è atroce-
-Tolse acqua e cibo dalla tavola di ogni angelo. Patirono la fame alcuni morirono i più forti resistettero ma impazzirono… e da quel momento iniziò il cannibalismo-
-Dobbiamo redimerli-
-Cosa hai intenzione di fare Erik?!-
-Dobbiamo ucciderli questa sarà la loro redenzione!-
-Sempre al tuo fianco Erik-
-Conta sul mio arco-
-Tu Coacka?-
Non mi rispose subito e con la coda dei suoi occhi ci guardava.
-Si… contate su di me-
-Togli lo scudo. Brigax colpisci le ali, io e te Uesugi li uccideremo-
Coacka spezzò la barriera, Brigax scoccò le sue molteplici frecce conficcandole nelle loro ali; quando caddero a terra li decapitammo con le nostre spade, ma Coacka era ferma. Da dietro un’ albero una creatura ne approfittò e diresse verso l’ inerme Coacka.
-Coacka!!!-
Mi stavo fiondando sulla creatura ma Brigax mi precedette scoccando una freccia luminosa.
-Sagitta Ignis Liminus-
La freccia colpì in pieno la schiena della creatura, uccidendola.
-Coacka-
Chiamai la strega, ma lei era come assente.
-Coacka! Coacka rispondi stai bene?-
Dopo qualche secondo di attesa lei mi rispose
-Si. Sto bene-
Mi apparve strano il suo comportamento era come se stesse aspettando che la creatura le brandisse il cuore.
-Coacka sai dove sono gl’ altri?-
-Penso dove sorgeva la scuola. L’ intera isola sospesa nel celo e nella dimensione è crollata su se stessa schiantandosi e creando quest’ arcipelago-
-Coacka conducici alla scuola-
-Si-
Coacka ci fece strada capitanando il gruppo. Sentivamo le creature che ci ringhiavano o facevano versi intimidatori contro di noi nascondendosi dietro gli alberi, ma alcuni i più coraggiosi e affamati provano ad ucciderci e noi eravamo pronti agli scontri. Arrivammo davanti la scuola, ormai diventata un vecchio diroccato rudere, la maggior parte dell’ ala est della scuola era distrutta, le case tutt’ attorno erano distrutte. Il buio rendeva l’atmosfera satura di tensione e paura.
-Eccoci siamo arrivati. L’ intera scuola è piena di queste creature-
-Kadeam…-
-Si Erik-
Io ed il mio demone unimmo le nostre forze sotto il nostro unico essere.
-Uesugi vorrei che proteggessi Coacka, Brigax colpiscili tutti usa il potere che ti ha trasmesso la dea Silente, tua madre. Coacka proteggici creando barriere e uccidendo-
-Si Erik-
-Nessuno toccherà Coacka-
-Ragazzi!! Guardate!!-
Coacka indicò la scuola.
-Guardate c’è movimento all’interno!-
-Le creature che abbiamo incontrato fin qui forse erano di vedetta-
-Teniamoci pronti-
Coacka ci avvolse uno ad uno in una  barriera, in modo da essere liberi di muoverci. Noi altri sfoderammo le nostre spade e arco. Il più grande grido assordante che tutti noi udimmo provenne dalla scuola. Le finestre si ruppero da tanto potenti erano le urla. Una manciata di secondi di silenzio. Stringemmo forti le nostre armi. Pian piano si alzò il vento e prima che ce ne rendessimo conto tutte le creature vennero fuori dalla scuola, unendosi in un alto e imponente ciclone. Il vento era fortissimo quasi non riuscivamo a muoverci. Coacka fece l’ultima cosa che ci aspettavamo da lei, infranse la sua barriera e a fatica si diresse verso quel ciclone di creature.
-Coacka cosa fai!?!-
-Petafacteun Res-
-Erik!! Non riesco a muovermi-
-Neanche io!-
-Cosa hai fatto Coacka?!-
-Non vi ho raccontato tutta la verità. Non sono rimasta a dormire nella grotta.. no… venivo ogni qui a cercare un libro per ricongiungermi al mio amato-
-Coacka…volevi morire?-
Si scoprì il fianco destro, mostrando una ferita ancora sanguinante.
-Guardate!! Uno di quegl’ angeli mi morse, è questione di tempo prima che io muoia-
-Lasciaci liberi-
-No state meglio così, se no mi fermereste-
Si voltò continuando a camminare verso le creature. Urlando disse.
-Sono qui!! Forza finite il vostro lavoro! Amato mio sto arrivando-
Le creature sentirono la sua provocazione e si diressero verso di lei. La avvolsero ma si sentivano ancora i suoi lamenti.
-Amato Sedus Sectae!! Amato Sedus Sectae! Amato Sedus Sectae…. Quando una strega muore condanna i suoi aguzzini! Erik ritrova tuo nonno ha bisogno di te. Brigax, Uesugi siete la forza di Erik-
-Coacka!!! Fermati!!!-
-No!! Fermati!!!-
- Amato Sedus Sectae… Scoppio delle anime-
Improvvisamente non si sentì più niente. L’involucro che le creature avevano creato risplendette di luce bianca, alcuni cercarono di scappare ma fu inutile. Ci fu un grandissimo boato e una gigantesca sfera d’ energia che avvolse le creature uccidendole. Quando le creature furono uccise dal terreno si formò con del fumo il volto di Coacka di dimensioni gigantesche. Il suo volto di fumo si dissolse in uno sciame di farfalle argentee. Noi tre che assistemmo con ammirazione e paura alla fine potemmo riacquistare la nostra mobilità.
-Coacka voleva ricongiungersi a Dragonico…-
-Si e ora si spiega  perché nell’ attacco di prima non si era protetta….-
Intorno a noi c’erano innumerevoli cadaveri e ripensavamo che quelle creature morte un tempo erano uomini, donne o bambini. Ripensavamo a loro non come degli estranei ma come una parte di noi, che ormai avevamo perso. Con l’amaro in bocca decidemmo di dare degna sepoltura alle creature. Creammo un cimitero non lontano dalla scuola, ad ogni tomba un fiore. Più in alto delle tombe avevamo  creato una reliquia sacra di Hima, il protettore, in speranza che egli vegliasse sulle loro anime. I soli stavano sorgendo, Brigax e Uesugi erano poco distanti da me per cercare delle pietre mentre io ero indaffarato a sistemare una tomba quando arrivò la luce dell’ alba che avvolse come in un velo il nostro cimitero. Si aprì uno squarcio davanti a me e da lì uscì lei, nera vestita e maschera di teschio.
-Isobel!-
Brigax la chiamò ma lei stette ferma davanti a me. Quasi sentii il suo gelido fiato su di me. Fece apparire la sua falce.
-Isobel? Sono io…-
Avevo capito che qualcosa non andava come dovrebbe. Avevo la Morte davanti a me e non era mia amica. Brandì la falce e con uno scatto fulmineo si avvicinò a me sferrando un colpo micidiale che mi squarciò il petto.
-Isobel no!!-
In quei pochissimi instanti in cui ero ancora un po’ cosciente udii la sua voce al mio orecchio
-Brando Leum. Erik va e torna-
L’ unica cosa che potei sentire in quel momento erano delle mani che mi tiravano giù. Ero svenuto e quando mi svegliai, attorno a me c’era fuoco e lava. Ero circondato da bestie demoniache e dall’odore di ceneri, quel posto era l’inferno di Imshan.

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Capitolo 10
*** Capitolo10°- L'inferno- Il salvataggio ***


Ero pietrificato dalla paura, intorno a me  solo lava e fuoco.
-Erik!!-
-Ma tu…-
Mi sorrise
-Kadeam!-
Si, era il mio demone nella sua forma originaria, la prima forma che assunse prima di entrare a Feng.
-Cosa ci fai fuori da me?-
-Questi sono gli inferi. Ed è proprio l’inferno che mi ha fatto materializzare fuori dal tuo corpo-
-In pratica stando qui tu sarai fuori al mio corpo?-
-Si esatto-
Attorno a noi si stavano radunando le creature che abitano quel posto. Si schierarono davanti a noi a destra e a sinistra, creando come un sentiero.
-Guarda Kadeam… forse le creature vogliono condurci da qualche parte-
-Si, hanno creato un sentiero. Vogliono condurci da qualche parte-
-Facciamoci condurre da loro-
Camminammo sul sentiero da loro creato. Lo scenario: le anime dei dannati che pagano per i loro peccati avvolti da fiamme infernali e da demoni punitori, fuoco e lava e dai vulcani in eruzione colava lava ed ossa. Al nostro passaggio le bestie chinavano la testa e non provavano a ucciderci.
-Perché non provano a ucciderci…mi sembra strano-
-Il padrone degl’ inferi è Shimo e noi siamo la sua discendenza. Quindi è come se noi fossimo i “padroni”-
Ridacchiai un po’ e dissi
-Mi sembra ovvio. Hahaha-
Arrivammo alla fine del sentiero. Eravamo ai piedi di una collina conica con un piccolo sentiero che si spiralizzava, rimpicciolendosi, fino alla sommità del colle. C’ era una stele davanti a noi due e Kadeam gli si avvicinò per leggerla.
“Dove le bugie ed il male ha origine. Da qui in avanti calpesterete il suolo dei peccati”
-Kadem sai dirmi qualcosa di questo colle?-
-Ogni spirale rappresenta uno dei peccati dettato dagli dei-
Non appena mettemmo piede sul sentiero mi mancarono le forze e caddi a terra. Davanti a noi comparì una figura trasparente, col fiatone alzai la testa per guardarlo in faccia e lui disse.
-Solo le creature demoniache e le anime comuni possono camminare su questo suolo-
Contorcendomi dal dolore dissi
-Cosa mi hai fatto!? Cos’è questo bruciore che sento dentro di me?-
-I tuoi poteri sono stati sospesi-
Kadeam mi aiutò a rialzarmi e la figura sparì lasciandoci libero il passaggio. Mi ripresi stentando dei passi. A metà via ,perpendicolare alla parete della collina, c’era come una finestra che affacciava su un’ altra terra
-Kadeam queste “finestre” cosa sono?-
-Queste sono porte che conducono nelle terre infernali, una per ogni porta. Sono poste lungo la strada attaccate alla collina-
Mi affacciai a quella porta e vidi le persone di Imshan impalate nel terreno e attraversate da un vento.
-Cosa fanno lì?-
-Questa è la porta dei condannati di indifferenza, il vento che li attraversa sono le parole che loro stessi hanno ignorato. Guarda-
Oltrepassò la porta con la sua mano, mentre lo faceva, sembrava quasi che la mano entrava in acqua.
-Ascolta, nella tua mente risuoneranno le voci degli ignorati-
Disse l’ incantesimo
-Aeudir eos dum-
Di colpo nella mia mente rimbombano le loro voci.
-Basta!! Basta ti prego!!-
Subito ritrasse la sua mano
-Meglio non perdere tempo. Andiamo avanti-
Continuammo per la nostra strada e nuovamente incontrammo una porta.
-Questa è la porta dell’ invidia. I gelosi hanno costantemente davanti la persona di cui sono stati maggiormente invidiosi-
-Le loro urla… i loro pianti… sono strazianti… ma è più straziante il fatto che io non posso fare nulla-
-Lo so… ma sono stati loro stessi gli artefici-
-Già…-
Con l’ amaro in bocca proseguimmo. Non appena arrivammo quasi alla terza porta essa si staccò dal muro e si mise davanti a noi sbarrandoci la strada.
-La porta dei traditori, si è sbarrata davanti a noi-
-Cosa vuol dire?-
-Forse c’è qualcuno che ci aspetta dall’ altra parte-
La attraversammo e ci ritrovammo in una sconfinata distesa di sabbia, non c’era nulla davanti a noi. Ci girammo indietro per vedere la porta e quando gi rigirammo davanti nuovamente davanti a noi era comparso un uomo incatenato a mani e piedi, quasi formasse una x. Aveva la testa chinata, e sull’ addome e sugl’ arti aveva profonde ferite sanguinanti. Con voce roca disse.
-Gli sfiduciati… Gli ipocriti… Questa è la terra dei traditori-
Alzò lo sguardo verso di me ed io lo riconobbi. Presi la mia spada e gli puntai la punta a pochi millimetri dalla gola.
-Erik no…-
Kadeam mi fermò, poggiandomi una mano sulla spalla. Rifoderai la mia spada.
-Non mi stupisco che tu sei tra i dannati di tradimento. I nostri paesi… il regno… lei… e… me… sangue del tuo sangue. Dominik parla!-
Mi sorrise. Un sorriso che parlò per lui
-Basta. Rimani qui finche le colonne non crolleranno e Imshan si distruggerà.
Andiamocene Kadeam-
Gli voltammo le spalle, camminammo verso l’ uscita quando lui improvvisamente ci parlò
-Le colonne sono crollate già. Imshan sta cambiando. La vecchia guardia sta scomparendo-
Ci rigirammo verso di lui, ma scomparve nello stesso modo in cui era apparso.
-Per favore andiamo via di qui. Sbollenterò la rabbia vedendo le altre porte. Sono curioso-
-Si-
Uscimmo dall’ altra parte ed essa ritornò sulla parete della collina. Vedemmo la porta dell’ oltraggio dove i dannati venivano costantemente uccisi se così si può dire, l’ oltraggio punito con l’inferno è quello di togliere la vita ad un’ altro essere vivente. Eravamo quasi arrivati in cima e la penultima porta era quella degl’ egoisti, messi sotto una luce bianca e davanti a loro i beni che più amano nelle mani degl’ altri. L’ultima porta quella un po’ più lieve era quella dell’ignoranza. Si trovava sulla punta della collina incastonato in un albero Negiam.
-Uno di questi alberi qui!?-
-Sembra un albero Negiam ma in realtà non lo è. Questo, a quanto ne so, è qui dalla notte dei tempi. Può essere considerato come il fratello dell’albero della vita, questo regola la morte-
-Ma Kadeam… tu sai perché Isobel ci ha spediti qui?-
-No ma guarda attraverso la porta….-
-Intravedo delle ombre….-
-Si… devi sapere che la porta dell’ ignoranza è anche considerata come la prigione dell’ inferno perché non c’è pena più grande dell’ ignoranza-
-Dobbiamo andare lì a vedere…-
-Ma Erik… tu sei senza poteri…-
-Tu sei un demone e i miei poteri vengono anche da te quindi tu userai le nostre tecniche ed io ti coprirò le spalle con la spada-
-Va bene-
Non appena entrammo nella porta essa si richiuse quasi immediatamente dietro di noi. Davanti a noi c’era una sconfinata distesa di verde, un prato verde e rigoglioso con una brezza tanto forte da scostare i nostri capelli. Ma davanti a noi c’erano i quattro rapitori di Shimo. Gli scheletri guerrieri, esseri abbietti al servizio del Tribunale. Erano sui loro cavalli fatti d’ossa, ma non appena ci videro scesero da cavallo e si misero in cerchio tenendosi per mano. Nel centro del cerchio si creò una luce viola, molto flebile.
-Erik tieniti pronto! Hanno qualcosa in mente-
Da quella luce nacque un’ alone di luce viola che avvolse i quattro cavaliere fino a creare un grande vortice di luce viola quando esso si dissolse apparì Shimo.
-Shimo!!-
Il cavaliere con la spada punzecchiò la schiena di Shimo in segno che doveva camminare, lui non se lo fece ripetere due volte e corse verso di noi. Ma il secondo cavaliere scoccò la sua corda attorcigliandola al collo di Shimo, facendolo cadere a terra e poi trascinarlo verso di loro, quasi si sentiva la loro risata sadica.
-Maledetti lasciatelo!!-
Lui lasciò la presa sul collo di Shimo,  risalendo a cavallo. I cavalli scalciavano l’ aria, volando. Andarono alti nel cielo aprirono una porta e tre di loro varcarono la soglia, l’ ultimo, invece, si girò indietro scoccò una freccia, si andò a conficcare nel terreno e poi varcò la porta andando via. Noi tre ci radunammo.
-Presto!! Presto dobbiamo trovare il modo di varcare anche noi quella porta!!-
-Shimo calmati, che ti prende?-
-Quella è una freccia da richiamo-
Si avvertì un forte scossone. Dalla freccia partirono come delle vene, rosso fuoco.
-Presto scappiamo!!! Sta arrivando!-
-Chi sta arrivando?!-
Da quella specie di vene pulsanti, la terra crepò, dividendosi in più parti.
-Eccola sta arrivando…-
Dalla terra spuntarono due grandi mani, la creatura che stava per uscire si aggrappava alla terra per tirarsi su.
-No. No!! È troppo tardi sta arrivando. Puris Amentia… La guardiana suprema-
Mentre la annunciava ella si elevò dal terreno mostrandosi per quello che era. Alta cento piedi col  busto di donna e col corpo inferiore di scorpione. I suoi lunghi capelli neri venivano spostati dal vento e nell’ aria si sprigionava un forte odore di zolfo. Il suo viso longilineo era adornato da due grandi occhi rossi ed una bocca provvista di denti aguzzi. Il suoi due seni erano “vestiti”  di sole due spirali, ed il suo addome era coperto da cicatrici. Aveva un cinturone decorato con delle grandi ossa. La parte inferiore da scorpione provvista da una grande e potente coda provvista di aculeo. La sua carnagione era di un colore blu, blu come la notte dei gelidi inverni. Stava per avventarsi su di noi con la sua enorme mano, ma Kadeam con un balzo si mise davanti noi due incrociò le braccia formando una croce e disse.
-Rebier shel-
Creò una barriera che avvolse i nostri corpi.
-Non posso reggere per molto ragazzi-
-Shimo dagli una mano per favore!!-
-Non può-
-Cosa dici Kadeam!-
-Ne sento l’odore, ha perso la sua essenza demoniaca-
-Shimo!?-
-Ha ragione… il Tribunale mi ha catturato e tolto tutti i poteri-
-Non è possibile… ora come potremmo mai scappare da qui?-
-Dissolverò metà barriera per permettervi di scappare-
-No non te lo permetteremo, non sappiamo neanche dov’è la porta per andarcene-
-Escogitate presto un piano la barriera sta cedendo da sola!-
Ma d’un tratto dall’orecchio destro si vide propagarsi una grande nuvola di fumo,
Purus Amentia improvvisamente si accasciò, su un fianco, a terra tenendo nella sua mano l’ orecchio sanguinante
-Che cos’è successo!?-
-Qualcosa l’ha colpita all’ orecchio facendogli perdere l’equilibrio. Guardate! Qualcosa o qualcuno la sta colpendo!-
-Come ombre, sono silenziose e potenti. La colpiscono alternando i loro attacchi… Sono le dodici morti. Due furono le primordiali araldi degli dei. Nove morti intermedie all’ ultima di quest’era… Isobel-
-Quindi i responsabili sono Isobel e i suoi antenati?-
-Si. Le morti sono venute per tenere a bada Amentia-
Come le scie di una cometa le morti volavano attorno alla creatura, alternandosi tra colpi e distrazioni la fecero cadere al suolo. Una di quelle “comete” uscì dalla propria orbita per venire davanti a noi. Era Isobel.
-Isobel amica mia!!-
-Abbiamo aperto una porta alla sommità della testa di Amentia! Presto Kadeam torna nel corpo di Erik. In questa porta ti è semplice farlo-
Kadeam non rispose, abbassò solo lo sguardo. Io intervenni.
-Isobel andiamocene…-
Senza ribattere Isobel mi prese per la mano per raggiungere la salvezza. Eravamo in volo dando le spalle a Kadeam quando lui urlò verso di noi disperatamente
-Il mio non è un tradimento!! Mi avete fatto capire che c’è di meglio!! Ed io devo rimanere qui… Questo è il mio nuovo compito!!-
Mi girai verso di lui e gli dissi con fierezza
-Sapevo da tempo cosa avevi intenzione di fare!-
La sua risposta fu un semplice sorriso. Io ed Isobel eravamo più o meno all’ altezza della spalla di Amentia quando un’ energia pervase interamente il mio corpo. Mi girai verso il basso per guardare Kadeam, aveva una mano ferita. Ferita provocata da lui stesso, un sacrificio di sangue per darmi parte dei suoi poteri, sentivo dentro di me il mio potere cambiare radicalmente
-Isobel fammi cadere presto!-
-Cos’hai in mente!?-
-Fidati di me, andremo più veloci-
Lei riluttante mi accontentò facendomi cadere. Ero in caduta libera pronto a schiantarmi. Ed io pensavo se potesse funzionare
-Deve funzionare!! So che le ho ancora!!-
Chiusi gl’occhi…
-Ali!!-
Con mia grande sorpresa si spalancarono, Kadeam aveva fatto in modo che io avevo ancora le mie amate ali. Confesso che mi affaticai più delle altre volte. Mi aspettavano tempi duri ne ero certo
-Erik adesso scappiamo da qui!!-
Isobel varcò per prima la porta, io mi fermai a pochi passi, mi girai un’ ultima volta indietro e vidi Kadeam che correva verso Amentia, l’aria spostata attorno a lui divenne pian piano fumo, che lo avvolse completamente. Quando il fumo si diradò ne uscì un lupo fatto di solo fumo, ma non si fermò qui, in un quasi battito di ciglia quel lupo di fumo crebbe di dimensioni, quasi era al pari di Amentia. Io fui fiero e capii che io lo sempre limitato un po’… ed ero felice che lui poteva sfogarsi.
-Presto Erik!!-
Isobel irritata mi richiamò.
-A presto Kadeam….-
Varcai la porta. Eravamo al punto di inizio, fuori la distrutta scuola. Ad aspettarmi impazienti c’erano Uesugi e Brigax.
-Erik!!-
-Oh Erik!! Ci hai fatto penare-
Ci riabbracciammo come se non ci vedevamo da mesi.
-Isobel!! Shimo è rimasto lì!!-
-Tranquillo è qui! Arapem sut Shimo-
Scosse il mantello e apparve Shimo.
-Pensavate che vi eravate liberati di me eh? Hahaha-
Nessuno di noi gli degnò risposta.
-Isobel perché mi hai mandato lì giù!!?-
-La dea della fortuna e della preveggenza mi ha incaricata personalmente di mandarti all’ inferno per salvare Shimo…-
-Non potevi andare tu?-
-No. Dovevi incontrare tuo padre e separarti da Kadeam. Il destino a volte è scritto e per attuarlo ha bisogno di aiuto-
I miei amici increduli dissero
-Cosa!!? Kadeam non è più in te!?-
-Cosa hai combinato!?-
-Ragazzi calma… per il momento le nostre strade si sono separate-
-Dimenticavo… come al solito. La dea vuole conferire con voi. Sa delle vostre domande e vuole darvi risposta. Si trova oltre l’isola Feng nella contea di Metreal, si fa chiamare Hope-
Uesugi entusiasta disse
-Quindi la prossima tappa è Feng!?-
-Si Uesugi, potrai riabbracciare la tua amata corazza-
-Si!! Finalmente! Presto che aspettiamo ripartiamo-
-Tu Isobel… cosa farai adesso?-
-Ritorno all’ inferno poi mi metto in viaggio per trovare una coppa-
-Che c...-
Prima che io potei finire di parlare lei mi interruppe mettendomi una mano sulla fronte
-Il destino è intrecciato a maglie fini…-
Lasciandomi con l’amaro in bocca lei scomparve nel vento.
-Ragazzi la via per Feng?-
-Dobbiamo riprendere la barca e seguire le correnti del nord fino all’ isola di Feng-
-Ripartiamo!-

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Capitolo 11
*** Capitolo11°- Terra natia- I fili ***


Come suggerito da Uesugi risalimmo le correnti ascensionali del nord con la minima fatica fino ad arrivare all’ isola principale di Feng, dopo circa dieci giorni di viaggio. Sbarcammo dalla nostra fida barca. Uesugi andò avanti facendoci strada e noi lo seguimmo, ed io gli feci una domanda
-Uesugi…-
-Dimmi Erik-
-Volevo chiederti da un paio di giorni… ma Leira e Kaera? Le due…-
Si fermò bruscamente. Brigax intervenne bisbigliandomi
-Kaera… era diventata sua moglie…-
-Zitto! Devi stare zitto!-
Si girò verso di noi, solcando le sue guance con le lacrime.
-Guidavamo una delle battaglie contro quell’ essere che ha insinuato il dubbio nel nostro popolo. Noi due soli con un pugno di uomini come potevamo!? Ci hai abbandonato!! Se tu eri qui niente di tutto questo poteva accadere! E’ colpa tua!-
Abbassai la testa e lo andai ad abbracciare. Pianse sulla mia spalla, quando un guerriero di grande forza, come lui, piange il suo essere non diminuisce di coraggio, no, al contrario, aumenta. Combattere per il proprio amore, ideale o per altri rende un guerriero re di se stesso.
-So delle mie colpe…  non sono stato al fianco di nessuno… ma...-
Stavo per finire la mia frase quando lui si staccò da me e mi spintonò, dalla sua spalla colava del sangue. Improvvisamente Uesugi fu tirato via, come se qualcuno lo avesse preso da dietro e ritraendolo a se.
-Erik attento!-
Una specie di corda con punta di ferro, molto acuminata, si dirigeva verso di me a grande velocità, forse era stata lei a conficcarsi nella spalla di lui e a tirarlo via. Brigax si gettò davanti a me, facendosi prendere al mio posto, lo teneva stretto al collo. Tese una mano verso di me ma io non feci in tempo ad acchiapparlo. Con un gemito disse.
-Scappa… -
La corda stava ritornando all’ attacco, io non volli neanche difendermi. Non sapevo quali poteri avevo e quali non avevo e per non rischiare scappai da codardo. Spalancai le ali e volai via. Mi guardai spesso indietro per vedere se mi inseguiva e quando fui convinto di essermi messo in salvo, risalii l’ albero più alto della foresta e mi sedetti sul ramo più alto. Il cielo si chiudeva e ingrigiva, la pioggia cadeva scrosciante, gli animali cercavano rifugio ma oltre la pioggia la luce tenue dei tre soli scompariva, la sera stava diventando la padrona del firmamento.
-Ripensandoci… io avevo il controllo del fuoco, dell’ acqua, e del vento…. Proviamo a richiamarli….-
Stesi il braccio davanti a me aprendo la mano e dissi con forza
-Ignis!!- riprovai –Ignis!! Niente… non suddece niente –
Mi feci prendere un po’ dallo sconforto ma tentai con un’ altro elemento
-Bula ventus!!! Ventus!! Niente… Kadeam mi ha prosciugato… Mi rimane solo da provare con l’ acqua. Aqua borrire!!-
Con mia grande sorpresa nella mia mano si creò una sfera d’acqua.
-Ho un’ idea… Io certamente mi affaticherò creando sempre queste sfere… mi farò aiutare dalla pioggia in corso che alimenterà i miei colpi dandogli più potenza. Devo solo trovare le mura di Feng-
Mi alzai in piedi e mi gettai nel vuoto a metà dal suolo spalancai le ali risalii verso l’ alto. Volai per un po’ affaticandomi per la pioggia che bagnava le mie ali, ma dovevo per forza volare perché era una lotta contro il tempo se volevo che la pioggia mi aiutasse. Scorsi nella foresta un fiumiciattolo, mi abbassai  di molto, fino a toccare con le mie dita la superficie dell’ acqua. Arrivai alle porte di Feng. Ma con mia sorpresa Feng non era confinata in quelle piccole mura spazio-dimensionali, piccole fuori e grande all’ interno, no Feng era oltre un’ alta montagna, stessa montagna che un tempo offriva ospitalità alle tribù delle due sorelle nei tempi in cui i serpenti fuoriuscivano dalle acque del lago. Feng era davanti a me, ma mancava ancora molto prima di poter arrivare a quello che è o era il castello degli Shui.
-Tutto distrutto… quelle case così pittoresche, di diversa fattura… Primo centro popolato di Imshan, ricco di culture primordiali della Terra… Ed ora è tutto distrutto. Il dubbio si insinuò e fu la condanna di Feng…-
Sotto l’ incessante pioggia atterrai al suolo decidendo di proseguire a piedi. Non ritrassi le ali per precauzione. Camminai a lungo tra quelle che un tempo erano le abitazioni e negozi di gente felice, invece oggi sono solo un mucchio di macerie di pietre e polvere. A fatica riconobbi le strade, ma alla fine in un modo o nell’ altro arrivai a palazzo; con mia grande gioia il castello era immutato quasi come se le catastrofi del regno o naturali non lo avessero sfiorato nemmeno per un secondo.
-Eccomi. Sono arrivato-
Dall’ alto sentii urla ben distinte, era Brigax.
-Siamo qui!!!-
Non ci pensai due volte, spalancai le ali e presi il volo dirigendomi verso l’ alto da dove provennero le sue urla. Ero in piedi sulla finestra, ero in equilibrio su di essa. Li vidi. Erano la posti in un’ angolo della stanza dov’ erano confinati. Brigax era davanti Uesugi impugnando il suo arco e puntandolo davanti a sé, l’ altro davanti invece aveva la spada sguainata impugnata da tutte e due le sue mani, e dall’ alto della sua fronte una linea rossa gli colava fino al mento raccogliendosi e poi infine cadendo a terra formando una microscopica pozza di sangue. Nella stanza c’erano più ombre di quante ne dovevano essere e la paura pervadeva, ben visivamente, i loro corpi.
-Erik!! Scappa!! È una trappola!-
Le ombre si accumularono davanti a me e da loro ne uscì una figura totalmente incappucciata e col volto abbassato, ma esso quando alzò la testa vidi uno scheletro con ancora attaccati piccoli lembi di carne e muscoli, nei suoi occhi c’ era la magrezza e l’ avidità. Aprì la sua bocca a fatica, perché le due labbra erano come incollate, dalla sua bocca ne uscì aria fetida si avvicinò al mio orecchio e mi disse.
-La bilancia ti è sfavorevole… sento il tuo cuore-
Spostai lo sguardo attonito verso di lui, lo vidi sorridere. Mi poggiò le mani sul petto e mi spinse giù dalla finestra. Il fiato mi mancò, non riuscii a reagire. Lui si lanciò dalla finestra atterrando su di un tetto vicino. I miei amici si affacciarono alla finestra impotenti a tutto questo. Atterrai di schiena al suolo alzando un gran polverone. La creatura non morta rovistò nella sua logora tunica cacciando una piccola bilancia d’ oro. Disse urlando quasi con tono isterico.
-Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un danaro! Olio e vino non siano sprecati! Avido, avido e ancora avido!. Sono Carestia. Primo guerriero dei quattro. La bilancia è il mio segno di vittoria!-
Il guerriero e l’ arciere rimasero impauriti con occhi attoniti, la pioggia scrosciante che cadeva dall’ alto lavava le case e dava percorso al mio sangue fino alle fognature. Loro due presero una scelta si gettarono dalla finestra e con salti, paragonabili a quelli che fa un gatto tra un tetto ed un’ altro, vennero da me. Brigax si sedette vicino a me prendendo la sua testa e poggiandola sulle sue gambe, Uesugi forte e etico come al solito trattenne alcune lacrime, ma alcune di esse sfuggivano al suo controllo.
-No!! Erik… Non può finire così il nostro viaggio!!!-
Le sue urla disperate richiamarono un boato tutt’ attorno a noi. Il cielo piangente si schiuse, dalla luna partì un raggio così potente e veloce che quando venne al suolo fece un piccolo cratere. Quando la luce del raggio si dissolse ne uscì una donna forse poco più che ventenne dai lunghi capelli color della sabbia. I suoi abiti ricordavano quelli delle antiche sacerdotesse romane, e nei suoi capelli un diadema e da esso cadevano fino a mezzo busto dei ciondoli adornati di pietre purpuree. Non appena Carestia la vide si alzò in piedi e smise di ridere istericamente. La donna era in piedi e guardava fisso Carestia.
-Carestetum seth portad ound scep-
-Curansi so do com!!-
Era una lingua estranea e incomprensibile a tutti noi. Con un verso di disprezzo si girò verso di noi e disse
-Per questa volta avete vinto!-
Impugnò la bilancia e la alzò al di sopra della sua testa, un fumo nero partì dai suoi piedi attorcigliandolo a lui completamente e scomparve nel nulla. Uesugi con tono aggressivo rivolse parola alla donna
-Chi sei!?!-
Ma ella parlò a Brigax
-Allontanati da lui elfo! Ancora non è il suo tempo, io lo so-
-Allontanatevi! Fidatevi di me, sono Hope, la dea-
Con grande sorpresa avevamo trovato la dea che tanto voleva parlare con noi. Brigax lasciò la mia testa poggiandola per terra e loro due si allontanarono di qualche passo.
-Non preoccupatevi non è morto, il suo tempo ancora non è venuto. È soltanto svenuto. Devo riavviare i sei punti base del suo corpo-
Chiuse la mano destra lasciando alzato solo due dita, unendole. Con le sue dita mi toccò il ginocchio destro e poi quello sinistro. Quando lo faceva si sentiva il suono flebile delle ossa scricchiolanti. Continuò toccandomi il gomito sinistro e poi quello destro. Chiuse anche l’ altra mano tenendo alzata le due dita. Contemporaneamente con le dita, delle due mani, toccò la mia fronte ed il mio cuore, e di colpo sobbalzai da quel sonno aspirando aria e tossendo come se ero appena uscito dalle profondità marine e da un’ annegamento
- Dov’ è….Dov’è !!-
Hope si rivolse a loro due che rimasero impietriti dal mio risveglio.
-Non perdete tempo! Uesugi va a prendere la tua corazza! Brigax va con lui. Sarai la sua scorta!-
Loro due rimasero impalati a fissarla
-Forza!! Cosa aspettate!? Un’ invito formale!!?-
Si spaventarono sentendola urlare
-Si, andiamo-
Corsero al castello. Rimanemmo io e lei da soli. Lei si sedette a fianco a me ed io feci la stessa cosa.
-Tu sei Hope, il destino...-
Interruppe il discorso con una breve pausa e da un lungo sospiro
-Già… e tu sei Erik. Seguo da molto il tuo filo-
-Filo?-
-Hai mai sentito parlare del destino come di un tessuto intrecciato da migliaia di fili?-
-Si, è un’ espressione comune definire il destino in questo modo….-
-Ogni singolo filo dall’ inizio alla sua fine rappresenta la vita di ogni essere vivente, esso sia un’ umano come te, un’ elfo o qualunque creatura magica vivente, compresi gli animali, sono tutti in un’ unico telaio. Ma da un po’ di tempo…-
Abbassò lo sguardo e sospirò ancora
-Cos’ è successo?-
-Il telaio della vita sta diminuendo il suo volume-
-Ti riferisci alle creature di Imshan? Ora che ci penso ne abbiamo incontrati pochissimi…-
-Hai colto il punto. I popoli di Imshan sono quasi estinti ormai… Al loro posto ci siete voi essere umani-
-Ma dimmi tutto questo perché?-
-Il perché lo devi trovare da solo. Io posso darti due indizi il primo è utopia. Ed il secondo il più importante…-
Si avvicinò al mio volto prendendolo nella sua mano, avvicinò la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrò l’ultima verità. Il mio sguardo era colmo di rassegnazione, sconforto, dolore e stupore. Si staccò da me e continuò con le sue parole
-Il Tribunale è attivo dall’ alba dei tempi. Io creavo il filo del destino di ogni vita e piccole tracce di bene lungo il cammino e loro creavano le opportunità sia di bene e di male creando il giusto equilibrio nelle coscienze. Ma da quando ci fu quell’ evento tutto è cambiato. La tela si è annodata in più punti, i destini si sono accavallati ed io ho perso il controllo del fato, non potendo neanche intervenire loro hanno preso il sopravvento…. E quello che vediamo oggi ne sono i risultati-
In quel momento vennero Brigax e Uesugi, Hope si rivolse a loro
-Oh bene, vedo che hai trovato la bolla che contiene la tua corazza-
-Uesugi è la corazza della guerra contro Dominik?-
-Si è lei-
-Ragazzi miei… So che avete delle domande da farmi-
-Se permettete inizio io-
Disse Brigax
-Io vorrei sapere se i pochi imshani che sono rimasti in vita non verranno uccisi anche loro…-
-I popoli che sono rimasti sono pochi e fortunati. Le forze non li abbandoneranno-
-Hope io invece vorrei sapere il Tribunale dov’è e tutti i nostri amici se sono vivi-
-Sono tutti sospesi tra la vita e la morte. I loro corpi sono imprigionati dal Tribunale nella terra di Horus e le loro menti sono sveglie ma anche addormentate-
-Ed il Tribunale? È nella terra di Horus ma essa dov’è-
-Caro Uesugi, impetuoso come al solito…. Non credi che se io te lo direi sarebbe troppo facile. Dovete liberare le isole di Imshan dal male in modo che le isole inabitate si possano popolare di creature meravigliose. Però sappiate tutti e tre che la terra di Horus è più vicina che mai!-
Si alzò in piedi si spolverò le gambe e mi porse la mano per aiutarmi ad alzare. Quando fui alzato mi chiese
-Erik ma a te piace essere uno spadaccino? Ora che Kadeam non è più in te non hai voglia di intraprendere un percorso… diverso? Di trovare il tuo destino in un altro modo-
-Bhè io a quanto ne sapevo Kadeam era un’ ottimo conoscitore delle spade e delle arti magiche, che io amavo molto…-
-Infatti usavi molto magia unita alla spada-
-A differenza di Uesugi che usa prevalentemente la spada-
-Bhè…. Potendo scegliere mi piacerebbe diventare un mango ma che sa anche usare le arti del combattimento….-
-Per questo motivo io sono qui! Ho letto il tuo destino ancora e c’era un piccolo filo azzurro che intrecciava il tuo. I piccoli fili di diverso colore intrecciato al filo vitale delineano abilità nuove, vecchie e presenti-
-A proposito di questo…. Isobel ci ha detto che tu eri nella contea di Metreal-
Sbuffò esasperata e disse
-Quella ragazza da quando perse metà del suo cervello ricorda le cose in mal modo o non le ricorda affatto… A Metreal c’è lei e la vostra prossima tappa-
Noi tre ci incuriosimmo e Brigax gli chiese spiegazioni
-Ecco perché è sempre smemorata… Ma che gli è successo?-
-Suo fratello, Morte, uno dei cavalieri del Tribunale-
Io intervenni e dissi
-Gli scagnozzi del Tribunale sono Carestia, Morte, Peste e Guerra!?-
-Esatto Erik….-
-Come li conosci Erik?-
-Sulla Terra sono protagonisti di miti e leggende…-
-Ragazzi torniamo a noi! Erik sei sicuro che vuoi diventare un mago?-
-Si, ne sono sicuro…. Lo voglio-
-Erik hai la conoscenza di cosa accade nel rito?-
-Si ne sentii parlare vagamente da Principessa-
Si rivolse a Brigax e Uesugi
-Ragazzi…. Dopo il rito vi dirò cosa fare-
Loro accettarono senza far obbiezione
-Erik dammi la tua spada-
Estrassi dalla fondina la spada e la porsi a Hope. Lei con i palmi della sua mano mi toccò il torace e la pancia e disse-
-Le rune della forza interiore. Undarem set ocrum daes-
Improvvisamente le sue due mani affondarono nel mio petto e nella mia pancia, quei due punti divennero quasi trasparenti e si videro due piccole sfere di colore rosso. Si sprigionò, sempre in quei due punti, un potente vento tanto forte che quasi spostava chi veniva colpito.  Il dolore che provavo era lancinante e altrettanto erano le mie urla, infatti, Brigax voleva intervenire ma lei gli urlò a fatica di fermarsi.
-Fermati!! Elfo fermati!!-
Ritornò al suo posto e Hope continuò il suo rito
- Il potere ora può essere trasformato, manipolato e intensificato. La magia delle rune Perthro e Norna! Useandrem tes muroac sade-
Mi sentii stringere forte il cuore e la mente. Il potente vento cessò e lei tirò fuori le mani dal mio petto e pancia. Mi sentii mancare e caddi a terra accasciandomi su me stesso. Da lì in poi il buio… e poi… il tutto…

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Capitolo 12
*** Capitolo12°- Loro o gli altri ***


Ero svenuto non so per quanto tempo e non so neanche il motivo. L’ultimo ricordo era Hope che toglieva la mano dal mio addome, ma quando ero in quello stato sognavo io che ero in un posto immerso nelle nuvole, cielo e soli si sovrapponevano, gli elementi base dell’ universo ballavano attorno a me. Erano dei piccoli omini brillanti con le mani sfioravano il mio volto. Mi prendevano le mani e ognuno di loro metteva una piccola stella sul mio palmo, ed io infine le inghiottii. Ero di nuovo sveglio. Intorno a me c’era Brigax, Uesugi e Isobel. Loro tre erano attorno a me come per proteggermi e ben presto capii perché di quella formazione, eravamo in una gigantesca grotta con la volta stellata e le pareti semi ghiacciate. I tre si alternavano di posizione e di attacco, c’erano creature di terra e d’aria,ci attaccavano. Isobel si accorse che io avevo ripreso conoscenza mi si avvicinò, portò il suo dito alla mia fronte, e disse
-La conoscenza ti libererà-
Quando la punta del suo dito toccò la mia fronte ed ebbe finito di dire la sua frase nella mia mente vidi come un film visto attraverso gl’ occhi degl’ altri. La situazione era analogo al mio ultimo ricordo, solo che ora so come sono andati i fatti fino al mio risveglio. Brigax e Uesugi erano contrariati da quello che aveva fatto Hope, lei mi aveva ucciso per completare il rito ed io di quello ne ero a conoscenza ma accettai lo stesso, Hope li fermò prima che loro potessero ucciderla.
-Vi prego fermatevi non è ancora detta l’ultima parola-
-Dicci cosa ti è passato per la mente!-
-Sono il destino, ho deviato il corso delle cose per far sì che Erik possa diventare un’ incantatore ma questo comporta alla morte; ma la morte non lo toccherà per le prossime ventiquattro ore-
-Dicci cosa dobbiamo fare-
-Dovete andare a Metreal lì c’è Isobel che vi aspetta, dovete andare nelle lande sotterranee dell’ isola e nel punto più basso dovete prendere la coppa di Anteone, essa darà nuova vita a Erik. Se sarete tentati di bere le sue acque pregate che le vostre menti siano tanto forti da persuadervi-
-Se no cosa può accadere?-
-Chi non è stato toccato dalle rune, e morto per colpa loro, beve l’acqua di Anteone il proprio corpo si dissolverà in vapore. Presto andate. Non guardatemi con differenza vi prego perdonatemi-
Uesugi mi caricò sulle sue spalle e Brigax disse
Dov’è Metreal, Hope?-
-Seguite la via indicata da quella stella-
Alzò la mano verso il cielo e indicò la stella più luminosa
-E’ sera non preoccupatevi farò in modo che la stella vi guidi e che voi possiate sempre vederla… avete il destino dalla vostra parte-
-Allora partiamo subito-
Hope si trasformò in un fumo lucente e salì fino al cielo avvolse la stella che ci doveva guidare e la rese più luminosa che mai. Correndo più veloci che potevano, scavalcando fango, pietre e passandomi da una schiena all’ altra uscimmo da Feng. Finimmo sulla riva dell’ isola di Feng, davanti a noi c’era un’ enorme fiume in piena che ancora dopo la pioggia continuava a scrosciare forte e impetuoso. Ma comunque loro due passo dopo passo evitando le rapide del fiume e tenendomi legato con corde a loro oltrepassammo il fiume. Era incredibile come loro due rischiassero la vita per me. L’isola Feng di media grandezza era divisa in un’ angolo da un fiume e oltre c’era la contea di Metreal. Ad aspettarci c’era Isobel spogliata delle sue vesti da morte. Non si salutarono nemmeno e corsero verso le montagne. Entrammo in una grotta corsero più veloce che potevano.
-Isobel!!-
-Si?-
-Quanto manca prima allo scadere delle ore?-
-Due ore circa-
-Cosa!?!?-
-Il tempo su Imshan è tiranno, ma manca poco alla sala di Anteone-
Passai più volte tra la schiena di Brigax e quella di Uesugi, era incredibile di quanta forza dimostrassero. Camminammo per molto sotto la guida di Isobel. Arrivammo alla grotta di Anteone lì mi fecero bere dalla coppa e la distrussero. Il resto è passato. Grazie al tocco di Isobel sono riuscito a vedere tutto quello che era accaduto mentre io ero morto. Mi alzai in piedi, guardai i miei palmi e le sfere elementari dell’ acqua, fuoco, terra e del vento erano lì pronte per essere usate. Le orde di mostri che accorrevano o già che c’erano addosso si fermarono e pian piano indietreggiavano, impauriti. Rialzai lo sguardo verso di loro, e dissi.
-Eccomi sono tornato. Il vento-
Dai miei palmi nacquero due turbini di vento. avvolsero l’ intera grotta non permettendo a nessuno di scappare.
-Ora il fuoco! Brucia e carbonizza!-
Nella mia mano destra sciolsi il legame con il vento e creai un turbine di fuoco. Unii le mie mani davanti a me, ed esse si avvolsero di fuoco, alzai le mani sopra la mia testa e le sciolsi portandole alle due estremità. Il vento che circolava vorticosamente in tutta la grotta si unì al fuoco, le creature abominevoli che erano a guardia della grotta perirono tutte.
-Terra! Acqua!-
Controllai la terra e l’ acqua, li unii e creai il fango e coprii i cadaveri.
-Mi sento come rinato, come se Kadeam fosse ancora dentro di me-
-Che poteri hai Erik!?-
-Io sento in me i quattro elementi-
-Ragazzi vi consiglio di andarcene da qui-
-Si Isobel, andiamocene da qui-
Corremmo veloce come il vento invernale fuori dal monte capovolto.
Fummo fuori sani e salvi. Io dissi rivolgendomi alla grotta
-Crolla!-
Ed ella crollò su se stessa, così che nessuno potrà andare alla grotta di Anteone e non ci saranno vittime
-Ragazzi… io devo andare…-
-Dove devi andare Isobel?-
-Devo andare da Hope, per una missione. Ma non preoccupatevi di sicuro ci rincontreremo-
-Va bene… Allora a presto Isobel-
-Ciao Isobel-
Isobel si vestì delle spoglie di morte e disse
-Come al solito dimentico le cose… Erik dammi la tua spada da ora non sarai più un guerriero ma un’ incantatore-
Estrassi dalla fondina la mia spada e glie la porsi, lei la prese dall’ impugnatura e la infilò in una delle tasche del suo velo da morte e da un’ altra tasca pian piano estrasse un bastone alto poco più di me. Era fatto di legno e di notevole spessore, dalla punta inferiore fino alla sommità del bastone c’erano due spirali che lo decoravano e impreziosivano, invece, sulla punta c’era una scultura incastonata raffigurante uno spicchio di luna. Me lo porse e disse
-Questo è il bastone di Crown, pur essendo un’ arma trafugato e deturpato è ottima per attacchi magici e se usata come un bastone fa anche molto male. Hahaha-
-Grazie Isobel! Ma cosa intendi con trafugato e deturpato?-
-Molti anni fa a Vevez ci furono delle rivoluzione e nel trambusto alcune anime hanno rubato la pietra che è al centro dello spicchio di luna e l’ hanno gettata oltre i portali di Vevez… e da allora è andata persa, ma chissà se voi lo trovate-
-Capito Isobel… Grazie ancora!-
-Brigax amico mio alla prossima isola principale ci sarà il ladro della tua corazza ed arma-
-Sul serio? Allora ripartiamo!-
-No non ancora! Tu Uesugi e tu Erik con queste corazze siete troppo leggeri-
-Ma ci protegge questa loro “pesantezza”-
-Non ti preoccupare Uesugi…. Lasciate fare a me. Le difese delle vostre corazze rimarranno tali ma la forma cambierà…. E poi sta arrivando il periodo caldo quindi è anche meglio-
Schioccò le dita e due fumi ci avvolsero, quando i fumi si dissolsero la corazza di Uesugi era di colore nero con rifiniture d’oro. I calzari erano degli stivali lunghi fino a sotto il ginocchio e per separare i pantaloni a palloncino dai calzari c’era una piccola fascetta d’oro. La cotta di maglia, ferro battuto, metteva in evidenza il fisico prestante di Uesugi. La testa e le braccia erano completamente nude. Invece la mia non era una propria e vera corazza, io avevo una casacca di colore bianco e di stesso colore i pantaloni; in vita avevo una cintura legata ad un lato dei fianchi dei lembi di stoffa che cadevano lungo la gamba, erano coperti da talismani appiccicati ad essa. Per coprirmi avevo una lunga vestaglia nera. Non mi piaceva molto ma ne ero lo stesso contento.
-Wow… grazie…-
-Lo so che non ti piace, ma comunque è un’ inizio. Forse più in la ne riceverai un’ altra. Come anche voi due riceverete doni da me o dai dei che salverete-
-Di cosa stai parlando!?-
-Gli dei legati ai ricordi di Erik sono liberi ma i pochi dei che rimangono sono fatti prigionieri dal Tribunale-
-Dobbiamo salvarli tutti!-
-Si, un mondo senza credenze è un mondo nullo. Nuovi e vecchi imshani hanno bisogno di loro-
-Ben detto Uesugi. Ma ora dovete sapere che la prossima isola è quella dei deserti di Xenus ed è lì che c’è il generale che ha rubato i tuoi averi, Brigax-
-D’ accordo allora portaci lì per favore-
-Scordatevelo. Siete arrugginiti e ancora inesperti. Ci sono delle piccole isole non molto lontane da qui, voi andrete lì ad allenarvi-
Prima che noi potemmo controbattere la sua decisione lei schioccò le dita e noi scomparimmo nel nulla per poi ricomparire in quelle isole nominate da lei. Io, come gli altri ero da solo, ero in una foresta e nello scenario c’era alto, imponente e spaventoso un gigantesco vulcano. Brigax era in un’isola rocciosa con dell’ enormi creature volanti. Uesugi era in un’ isola dominata da due tribù indigene. Le nostre prime parole lì furono comuni in tutti e tre…
-Ohh no!!! Isobel!!!-

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Capitolo 13
*** Capitolo 13°- La mente, il corpo, la vista ***


Ci ritrovammo da soli, divisi. I tre soli sparirono nel cielo notturno. Quanto segue mi fu raccontato ed io lo ridico. Calata la notte sulle isole trovammo un posto dove poterci riposare e mangiare, non ero e non riuscirò mai ad abituarmi ai ritmi di Imshan e forse non dormivo e ne mangiavo da giorni terrestri eppure ero fresco come una rosa, ma comunque decisi di accamparmi. Le notti imshane erano lunghe e quando ci risvegliammo era ancora piena notte e attorno a noi c’erano facce ben poco felici. Uesugi si ritrovò trasferito dal suo giaciglio ad un villaggio forse non molto lontano gremito da indigeni; Brigax era in un nido grande mille volte quello di una rondinella, forse quando decise di dormire lì non se ne accorse, ben presto vide chi erano i proprietari di quel nido; ed io mi trovai circondato da bestie, sembravano incroci di creature terrestre e di animali di Imshan, ringhianti contro di me. Tra le bestie si aprì un varco con passo fiero e orgoglioso venne verso me un leone, criniera bruna vestita di una corona di roveri, piccole orecchie e corna di alci, dal muso pendevano due lunghe zanne. Al suo passaggio le bestie si inchinavano. Pensai che era il re dell’ isola venne verso di me e disse
-Sono Rendreos, figlio di Ishmal il precursore. Prima che ti dia in pasto al popolo dimmi tu chi sei-
L’ accoglienza fu uguale anche con Uesugi. I suoi indigeni che sembravano i figli di’ antichi aztechi si comportarono nello stesso modo delle mie bestie. Avevano lance e archi puntati contro di me e aprendo un varco fecero passare il re.
-Sono Fenfil II nipote del re-dio. Chi sei tu? Ti hanno mandato loro?-
Mi puntò la sua spada alla gola e disse
-Parla o muori-
Diverso fu il risveglio di Brigax. In quel gigantesco nido sovrastavano tre enormi uccelli, piume dai colori acrilici, lunghi becchi affilati e possenti artigli, volavano in circolo sulla sua testa. Dalla mia isola si sentì un potente terremoto, il vulcano sbuffò fumo nero.
-Presto mio popolo! Mettetevi a riparo. Orsi prendete il mago-
Mi feci prendere. Tutti loro correvano di qua e di là per trovare un riparo. Pensai subito che la causa della loro inquietudine fosse il vulcano, forse era in procinto di eruttare. I due orsi seguivano Rendreos fino ad una grotta, forse era la sua tana. Mi gettarono a terra tra le sue grandi zampe.
-Parla! Tu mago, sei tu il responsabile?-
-Di cosa?-
-Solo tu, mago, hai il potere di spaccare la mia isola in due parti-
Risposi le mie difese violentemente
-Sono mago da poco! E la tua isola è afflitta da quel vulcano! Scappate prima che egli si risvegli e vi travolga tutti-
-Stolto! La tua insolenza la punirò ben volentieri-
I due orsi mi ringhiarono contro ed erano pronti a saltarmi addosso.
-Fermi non sprecate le forze per lui. Andate ad aiutare gli eremiti e gli anziani!!-
-Subito padron Rendreos-
-Tu stai qui penserò dopo cosa fare di te-
Fece un salto sorpassandomi passante sopra la mia testa. Mentre io rimasi fermo nella grotta a decidermi su cosa fare Brigax era sott’ attacco da parte di quegl’ enormi uccelli.
-Arghh!! Non riesco a colpirli! Sono troppo veloci-
Uno di quegl’ uccelli volò in picchiata verso di lui, purtroppo non fece in tempo a schifare il loro becco che fu afferrato.
-Lasciami!! Lasciami!!-
Più frecce scagliò contro il suo petto, inutilmente però. Lo portarono in alto, sino alla vetta che sfiorava le nuvole. C’ era un piccolo altare lì lo lasciarono cadere. Ad accoglierlo un monaco incappucciato, puntandogli la spada alla fronte disse con sdegno
-E’ un luogo proibito agl’umani… non lo sapevi..-
-Quelle gigantesche bestie… loro mi hanno portato fin qui-
Si accorse del suo arco e lo prese, analizzandolo minuziosamente.
-Quindi sei un’ arciere. Ottimo arco non ne vedo di fatti così bene da molto tempo-
Si alzò in piedi e dando la mano disse
-Io sono Brigax…-
Prima che poté continuare la sua presentazione il monaco lo fermò e disse.
-Puoi essere chi vuoi tu. Ma da qui te ne devi andare. Da troppo tempo quegl’ uccelli portano al mio cospetto fantomatici arcieri, millantatori di occhio e agilità-
-Mettimi alla prova se non supererò i tuoi obbiettivi me ne andrò via-
-Come vuoi tu-
Gettò a terra la sua veste a terra e dalla sua schiena sfoderò un’ arco di legno bianco, creò una freccia, puntò l’obelisco dell’ altare e scoccò la sua freccia
-Più in alto della mia. Avanti fammi vedere il tuo essere arciere-
Gli gettò l’arco ai suoi piedi, lui lo prese e creò una freccia.
-Sai anche tu creare frecce?-
Non gli rispose, lo sorrise soltanto. Intanto che Brigax tentava nel suo compito Brigax era nel villaggio tribù.
-Allora ti hanno mandato loro?-
-Loro chi!?-
-La tribù non morta-
-Tribù non morta!?-
-Quattro stagioni fa eravamo nelle nostre terre, selvagge e indomabili, si aprì una finestra di luce ed un gruppo della nostra tribù l’ha oltrepassata. Prima che anche gl’ altri si instaurassero qui con noi la finestra si chiuse e noi rimanemmo qui a vivere fino a quando quattro lune fa un gruppo di cinque di quelle persone sono arrivate qui nella nostra nuova isola-
-Cosa ne sapete di loro?-
-I nostri migliori guerrieri hanno sfidato, uno ad uno, il loro miglior guerriero…. Ma ahimè… sono tutti morti… uno solo decapitò quell’ imponente guerriero, ma lui non cadde a terra e gl’ altri non fecero cenno di sorpresa-
-Quindi lo aveva decapitato ma lui non era morto e ha continuato a camminare-
-Esatto… un non morto-
-Quanti guerrieri ti sono rimasti-
Si girò indietro e indicò con la mano la tribù.
-Le donne? Gli anziani? O i bambini? Ormai sono rimasto solo io…. Quando il secondo solo sarà alto nel cielo io andò da loro e li affronterò-
Uesugi lo squadrò da capo a fondo e quello che vedeva era solo un’ anziano appeso al suo bastone da re, prese coraggio e disse
-Allora ci andrò io. Non accetto un no come risposta-
Il suo  volto si illuminò di gioia e disse.
-Si giovane guerriero. Ma io comunque vorrei aiutarti… seguimi…-
Andarono in una capanna, il capo tribù spostò la tenda per farlo entrare e dopo di lui entrò.
-Lo sento nelle ossa che il tuo corpo è prestante e forte, sei abile con la spada questo lo si capisce dai piccoli tagli e crepe nella tua arma e corazza. Quindi io ti posso insegnare solo una tecnica tramandata dalle tribù del mio vecchio mondo da padre in figlio. I miei guerrieri non hanno avuto opportunità di impararla ma tu hai un ottimo connubio di quello che è un vero guerriero-
-Sono pronto-
-Raccogliamoci in meditazione, raggiungiamo il luogo dove vivono nella morte i miei avi. Lì ti insegnerò la mia arte-
Ritornando anche a me, io ero rimasto da solo e con l’ordine di rimanere lì fermo nella grotta. Ovviamente feci di testa mia e raggiunsi Rendreos. Le bestie più grandi aiutavano le più piccole. Il re si accorse di me.
-Giovane mago!! Aiuta la mia gente!!-
Mi trascinò col suo sguardo a guardare il vulcano ed esso stava per eruttare.
-Pensa… pensa Erik!!-
La lava era iniziata a scendere dalla sua bocca, ed insieme ad essa una nuvola di nero fumo intrisa di lapilli si espandeva.
-Pensa!! Sono un mago… forse sono in grado di usare telecinesi. Prova a pensare a quando la usavo prima che Kadeam se ne andasse… su!! Forza!!-
-Mago!!-
Rendreos voleva farmi vedere di una piccola creatura incastrata tra i rami, ma io raccogliendomi in me stesso chiusi  gl’ occhi.
-Tele… tele.. Ma si!!-
Riaprii gl’occhi e mi accorsi di Rendreos che correva a aiutare quella piccola bestia.
-Telekinesis!!-
Puntai la mano verso loro due, mentre lo dicevo.
-Fantastico!! Ci riesco!! Telecinesi!-
Controllai i corpi loro due corpi e li sbalzai più lontano che potevo, fino a metterli in salvo.
-Mago!! Sta attento!!-
-Ora, vulcano veniamo a noi. Mi serve un piano d’ azione-
Risvoltai le maniche della tunica e pensai velocemente un piano.
-Devo portare la lava nel mare così da spegnerla. Pensa Erik… una formula… Ma sì!! Fracturam terre!-
Picchiai con la punta del bastone il suolo e dalle radici del vulcano si aprì una breccia tanto lunga che finiva con lo sboccare nel mare. Pensai subito di aver salvato la situazione ma il re mi disse con tono nervoso
-Mago!! Guarda nel fianco del vulcano si è aperta un’ altra bocca-
-Allora userà la stessa tecnica-
-No!! Divideresti a metà l’ isola. Forza mago.. crediamo tutti in te-
Le bestie si misero tutte dietro di me, formando un’ unico gruppo compatto. Rendreos si mise al mio fianco. La sensazione di disagio e di paura saturava l’aria.
-Avanti mago… noi tutti crediamo in te…-
La lava lenta e inesorabile colava.
-Devo prendere la situazione in mano-
Puntai il mio bastone verso la colata di lava e dissi.
-Telekinesis saxa liquefacta!!-
Muovendo il mio bastone presi il controllo della lava. Quindi ad ogni movimento del bastone la lava lo imitava. Lo sforzo era enorme, quasi insostenibile ma l’ideale di salvare tutte quelle creature mi dava forza e speranza. La lava che fuoriuscì da quella piccola bocca era di tre volte superiore della lava colata dalla bocca principale. La raccolsi tutta in un’ unico enorme vortice di lava. Stavo per svenire.
-Forza mago!! Forza!!-
L’incitamento di tutti loro che credevano in me era formidabile, mi diedero le forze per affrontare il mio sforzo. Era finito il tempo di piangersi addosso per l’assenza di Kadeam, ora la mia vita gira attorno a chi mi ama.
-Sondeos akreos duma!-
I miei occhi si illuminarono di una luce abbagliante, quei fasci di luce abbagliarono le creature tanto da doversi coprire gl’ occhi. La lava era mia, la controllavo alla perfezione. La portai fino a me tanto da potermici avvolgere in una sfera di magma. In mia contemporanea Brigax scoccava ancora frecce per colpire il suo bersagli in innumerevoli tentavi alla fine ci riuscì.
-Elfo benvenuto nelle grazie degl’ Arcieri del passato. Prendi una pietra Iknos fondila ad una freccia e squarcia il velo del Tribunale-
-Ehy cosa sai di loro!-
Il monaco o chiunque era scomparve, Brigax si girava in continuazione per cercarlo ma fu tutto in vano. Si sedette per terra incrociando le gambe, posò davanti a sé l’ arco e una freccia che aveva creato e la pietra Iknos. Scrutando tra la forma della pietra si potevano vedere ed udire i grandi arcieri del passato che hanno dato loro stessi nelle battaglie primordiali, con un dito toccò la pietra ed una luce sprigionata da essa avvolse l’ elfo. Uesugi aveva iniziato il suo piccolo addestramento e stava combattendo da molto contro l’immortale, parecchi furono i colpi mortali inferti da ognuno di loro due ma erano tanto bravi che nessuno dei due aveva ferite o vestiti stracciati ma la fatica era troppa e evidente.
-Sei molto bravo-
-Oh, anche tu-
-Peccato che debba finire…-
-Mh!?-
Uesugi lanciò la spada in aria unì le mani in una sfera aperta. L’ immortale si fiondò contro di lui perché  voleva fermarlo ma era troppo tardi la tecnica era quasi alla fine
-A mai più rivederci. Fuldamen set corrent!-
La spada era ferma in aria e da essa cadevano a pioggia potenti saette blu. Lacerarono le carni e gl’organi della creatura fino a rivelare un piccolo organo ancora pulsante, Uesugi prese un piccolo coltellino e lo infilzò. D’ un tratto le carni e quel piccolo organo si frantumarono sino a divenire polvere.
-L’ immortale non era così immortale. Sapevo del loro punto debole. Voi, li giù, ve ne andrete d’ accordo?-
Le altre creature non rispondevano da tanto che avevano paura e tremanti dissero
-Si ce ne andremo-
Una di loro lanciò una piccola palla a terra e rompendosi sprigionò fumo e quando si dissolse loro erano spariti.
-Bene non dovrebbero più darvi fastidio-
Dal nulla Hope comparve e lui disse
-Finalmente! Raggiungiamo gl’ altri-
Lei annuì, lo prese sotto braccio e scomparvero insieme avvolti da una luce. A prelevare Brigax fu Isobel
-Ciao Brigax! Vedo che hai incontrato lo spirito di Iknos-
-Si… penso fosse lui-
Loro due scomparvero nel nulla. Brigax e Uesugi si ritrovarono di nuovo insieme in una piccola spiaggia.
-Brigax!!!-
-Uesugi!!!-
Si abbracciarono affettuosamente, come se non si vedessero da anni.
-Cosa hai fatto all’ arco!!-
Il suo arco era diventato di colore blu scarlatto.
-Oh… penso sia stato Iknos-
-Capisco… Brigax ma Erik era con te?-
-No.. io pensavo fosse con te-
-Ragazzi Erik sta arrivando-
Aggiunse Hope. Dal celo una tromba d’ aria si abbattè davanti a noi, il vento così impetuoso si trasformò in una tromba di fuoco.
-Oh su Erik! Smettila di esibirti-
Da quella tromba d’ aria si sentì la mia voce
-Oh su dai… sapete che amo usare i miei poteri facendo scena-
Dissolsi il fuoco facendomi vedere. Tutti loro rimasero a bocca aperta.
-Ma.. ma cosa hai fatto agl’ abiti!?-
Il mio cambio di abito rispecchiava in pieno il mio nuovo potere e controllo verso gli elementi naturali. L’ avorea casacca copriva il mio addome e braccia e i pantaloni a palloncino in tinta uguale ricoprivano la metà della mia gamba. Indossavo, da sopra, una specie di poncho fatto di pelle e oro, con fiamme sulle maniche e rombi sulle spalle e sul petto. due catene di anelli scendevano da quella specie di poncho sino al cinturone dove al centro c’ era una piccola testa, dal cinturone in giù cadevano quattro larghe strisce di piastre di ferro dorato con rune incise. Per finire gli stivaloni con piccoli decori.
-Ho un rinnovato controllo sugl’ elementi della natura e il aspetto lo conferma...-
-Ragazzi mi dispiace essere d’ intralcio con la vostra ammirazione verso di Erik ma dobbiamo parlare…-
Hope era più seria del solito
-Le vostre strade si separano qui-
Noi tre logicamente fummo contrariati ed alzammo la voce.
-Perché!!-
-No! Ma cosa dici!!-
-Calmatevi! È inutile rimanere ancora insieme, voi tre siete inesperti nonostante che questo è il vostro secondo viaggio! Le vostre tre strade alla fine si ricongiungeranno! Non potete contraddirmi se voglio posso farvi morire in quattro secondi, non c’è dio che tenga. Dovete darmi retta-
Isobel prese il volto di Hope stringendolo tra le sue braccia, la dea scoppiò a piangere.
-Su Hope… Presto sarà di nuovo con te… Vai via qui ci penso io…-
La lasciò e lei scomparve.
-Hope ci tiene molto a questa missione-
-C’è qualcuno di lei caro alla fine del viaggio?-
-Si… esatto Erik… il Tribunale sono un gruppo di tre anime, Vita, Morte e Corpo-
-Ma Morte non è tuo fratello e anche uno dei cavalieri al loro servizio-
-Si esatto… Morte è un cavaliere ma lui è stato scelto dal Tribunale precedente, ed ora fa parte della triade del Tribunale pur mantenendo il nome di uno dei cavaliere-
-Quanti Tribunali esistono Isobel!-
-Brigax…. Il Tribunale sono entità spiritiche che intercedono al mondo di Imshan grazie a dei corpi strappati con la forza dal proprio destino. Hope e gl’ altri dei non possono opporsi a questa scelta le forze del Tribunale sono aldilà di ogni possibilità di loro-
-Ma quando è iniziato la discesa al degrado del Tribunale…. In fondo loro sono entità neutre che interagiscono con gli dei-
Prima che Isobel potesse rispondere alla domanda di Uesugi io la fermai e dissi
-Questo lo scopriremo solo alla fine del viaggio. Ricordate i nostri amici non sono stati così fortunati come voi due. Loro sono prigionieri e con loro c’è Shimo… mio nonno-
-Si, Erik ha ragione non possiamo perdere tempo qui dobbiamo rimetterci in marcia, anche essendo separati-
-Bene. Questo è lo spirito giusto… Ditemi quante dimensioni ci sono…-
-Sono otto. La dimensione della Terra, Imshan, Vevez, la dimensione degli dei-
-La dimensione dei titani, dei demoni, infernale, l’eclisse, degl’ astri…-
-Bravi, ma esiste un’ altra dimensione quella del Tribunale-
-Come possiamo raggiungerla quella dimensione… per altre c’è o la morte o dei portali-
-Non preoccupatevi. Esistono dei portali creati dagli dei e nascosti alle creature-
-Va bene… dicci dove sono…-
-Tu Erik devi andare a nord fino ai confini di Istaria da lì troverai da solo la strada per la nona dimensione, tu Uesugi andrai verso la grotta del serpente percorrila, arriva alla fine e lì incontrerai qualcuno che può aiutarti…. Vi tele porterò a metà via, dovreste impiegarci tutti e due a metà via… Ci rivedremo lì. Mi raccomando state attenti e usate le ali, il viaggio è lungo. Fasceum laoches-
Un fascio di luce ci avvolse e ci fece scomparire da quella spiaggia. Brigax perplesso disse
-Ma Isobel… ed io?-
-Vieni fatti svelare un segreto… Hai ancora la tua tracolla?

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Capitolo 14
*** Capitolo14°- Il viaggio è al culmine ***


Ero stato appena separato dagl’ altri la tensione era molta in me perché io potevo contare su di loro e loro su di me, la considerai come un’ ennesima prova. Aprii le ali e incominciai a volare sulle lande ghiacciate di Istaria, non sapevo dove andare e ne come poter raggiungere la porta per la nona dimensione, la mia destinazione. Le lande erano vastissime ricche di colli, picchi, valichi, alberi rinsecchiti e piccoli arbusti tutto ricoperto di un manto innevato. Volai per ore e ore finché le mie ali non smisero di sbattere dalla stanchezza. Continuai a piedi, camminando frettolosamente verso una destinazione con strada ignota. Tra un’ avventura ed un’ altra, precedente ad ora, riuscivo sempre a ritagliare qualche minuti per accendere un fuoco e mangiare qualcosa coi miei amici, ma in una situazione  come questa non riuscivo a mangiare anche se i morsi della fame erano accesi in me. I miei pensieri andavano viaggiando da sé. La luce dei tre soli si affievolì lentamente, finché delle nuvole nere non li nascosero. La temperatura scese di molto, ed una forte bufera si abbatté sulle lande ed io che mi trovavo lì stanco ed affamato cercai un piccolo riparo tra degl’ alberi creai una sfera di fuoco per attingere al suo calore ma non riuscii a fare di più il freddo mi aveva congelato. Svenni, socchiudendo gl’occhi vidi una piccola sfera di lice venire verso di me e dissi borbottando
-No… Isobel… non puoi prendere la mia anima adesso…-
Quando mi risvegliai ero in una grotta davanti ad un fuoco scoppiettante con attorno del pesce infilzato da un bastoncino, cuocevano ed abbrustolivano. Mi guardai attorno con scatti furtivi, presi il mio bastone magico e cercai di uscire dalla grotta ma quando fui sull’ uscio della grotta vidi che la bufera era troppo aggressiva ed era impossibile sia camminare e tanto meno volare. Una voce mi chiamò dalle mie spalle.
-Ehy… giovane mago…-
Mi girai ed ebbi paura tanto che feci un passo indietro.
-Non preoccuparti… vieni anche tu dalla Terra?-
Quel piccolo yeti sembrava innocuo ed io mi rassicurai. Mi accovacciai abbassandomi al suo sguardo, gli posai la mano sulla testa e gli chiesi
-E tu chi sei piccolina-
Lei arrossendo disse
-Io sono Yima… e tu chi sei?-
-Io sono Erik-
Un’ altro yeti stava arrivando verso di noi, mi alzai in piedi per presentarmi ma fui accolto con un bastone chiodato puntato al collo
-Yima allontanati!-
-Papà lui lo ha salvato mamma-
-Quindi tu dovresti essere il giovane che mia moglie, e Yima, ha salvato prima-
-Mhh.. penso proprio di si-
Tolse dal mio collo la sua arma, prese sulle spalle la figlioletta e si rivolse verso di me con tono quasi scocciato.
-Su, seguimi-
ci addentrammo nella caverna seguendo una galleria illuminata da un muschio fosforescente di colore blu. Man mano che scendevamo di livello l’umidità diminuiva
e anche il freddo con esso. Dopo un po’ arrivammo ad un’ immensa città rigogliosa di verde e di luce solare, lì vivevano gli yeti del nord. Il padre lasciò andare la figlia con altri piccolo yeti a giocare. Venne verso di me colei che mi ha portato in salvo.
-Buonasera giovane ragazzo… Io sono Genda-
-Grazie che mi hai salvato… pensavo di non potercela fare più. Comunque io sono Erik… piacere mio-
-Volete rimanere ancora qui a parlare!?-
-Yasil puoi pure andare, qui ci penso io-
-Se hai bisogno urla ed io verrò e lo ucciderò con le mie mani! Hahaha-
-Prova solo ad avvicinarti-
-Su ragazzi…, Yasil va su-
Si allontanò da noi. Prendemmo il cammino verso, penso, il centro cittadino.
-Allora Erik come mai sei in questa landa innevata?-
Dovrei trovare la una specie di porta che mi conduca alla nona dimensione-
-Non sono sorpresa… sono in molti che vengono da queste parti per entrare nella dimensione del Tribunale per udienza. Vieni con me allora…-
Entrammo in quella che forse era una cattedrale, ma era completamente vuota e lasciata al tempo. Al centro della sala principale, sul soffitto, c’era un rosone o almeno quello che ne rimaneva che dava spiraglio di luce che illuminava una stele megalitica.
Genda toccò alcuni simboli che si illuminarono e mi disse
-Io voglio darti qualche piccolo consiglio che non ho mai dato a nessuno… questa porta dimensionale non ti condurrà direttamente alla terra di Horus cioè quella del Tribunale, ma ti condurrà alla terra degl’ astri cioè l’ottava dimensione. Da lì in poi non so come andrà a finire ma molti di quelli che sono andati li senza sapere dove sarebbero andati a finire sono quasi impazziti… credendosi che nessuno mai sarebbe andato a salvarli. So che non è un consiglio o altro ma ci tenevo a dirti che se succederà qualcosa io saprò dove sei e saprò come ritrovarti-
Rimasi quasi sbigottito l’ abbracciai e disse
-Grazie Genda…-
Sfoderai il mio bastone ma Genda mi fermò e mi lanciò una piccola pietra di colore rosso
-Questa penso che ti servirà-
La presi al volo e non ebbi neanche il tempo di ringraziarla che Genda mi spinse verso la stele e finii per attraversarla. Lei dall’ altra parte urlò talmente forte che la capii chiaramente disse
-Crown!!-
Capii che quella era la pietra che cercavo per completare la mia arma, la gemma di Crown. La misi nell’ incavo della luna ed essa rimaneva al suo punto levitando e brillando. Avevo appena attraversato la porta di Istaria ed ero nella dimensione numero otto, quella degl’ astri. Il paesaggio era come quello di una fotografia sui miei vecchi libri scolastici, raffiguranti l’ universo. Un telo nero vicino ma di lontananza infinita con stelle e nebulose. Come fantasmi incorporei le costellazioni del cavallo e della tarantola mi venivano incontro, sfoderai la mia arma e mi tenni pronto per ogni evenienza. Il cavallo nitrì più volte con gl’occhi color del fuoco venne verso di me e disse senza muover labbra
-Sospira, il tuo viaggio è al culmine. Siamo le costellazioni. Da qui in avanti saremo noi a guidarti-
-Io sono Tarantola e lui è Cavallo-
-Sei arrivato nell’ universo delle stelle. Da qui puoi muoverti dove vuoi all’interno del firmamento magico, malato e delle morti-
Tarantola tesse una piccola ragnatela e con le sue zanne me la porse. Cavallo nitrì più forte ancora e disse
-Guarda! Questa è la Terra. E questa è la tua città, ricordi?-
-Si… ero considerato pazzo, ero un nessuno, un dimenticato. Mio nonno Shimo mi ha tirato fuori da lì. I miei ricordi… solo ripensandoci….-
-I tuoi ricordi. Ricordi di un’ anima persa e abbandonata, grazie a te gli dei sono stati segregati al loro interno, grazie a te Imshan ha vissuto anni bui, grazie a te Imshan si è divisa. Ed il telo di Hope si è lacerato e gli umani con la loro malattia di avidità stanno infettando il nostro mondo-
-Lo so. La colpa è solo mia. La colpa di tutto è soltanto la mia. Ma ditemi voi somme creature io e Shimo dovevamo rincontrarci-
-Hahaha. Guarda nella ragnatela-
Come un filmato era proiettato su di essa e Tarantola raccontava
-I quattro cavalieri, Carestia Morte Peste e Guerra, lo hanno catturato tu sei riuscito a scappare ma guarda cos’è successo dopo. Erano proprio qui loro quattro in formazione sui loro cavalli e trainavano legato Shimo, galopparono sulla via lattea. Ormai era mosso dai sensi umani delle virtù e sapendo che tu eri salvo non volle reagire ma due fulmini si abbatterono ai due suoi lati, come corridoi Sandega e Akuma correvano impugnando le loro armi e avvolti da venti e fiamme. Tagliarono la corda che legava Shimo, fecero sbandare quei cavalli infernali dandosi tempo per scappare-
-Quindi loro due hanno aiutato Shimo a scappare?-
-Si-
-Dimmi allora Tarantola dove si trova-
Si intromise Cavallo
-Sono ad Horus scandagliano le dimensioni in cerca di quelli che erano gli dei-
-Ma gli dei come i miei amici sono prigionieri del Tribunale-
-Hahaha. Lo erano!-
-Cosa vuoi dire Cavallo!-
Puntai verso di loro il mio bastone, ma mi sentivo ugualmente impotente dinanzi a creature di immane dimensioni
-Fermo con quell’ arma. Giovane ragazzo affrettati la paura ti è amica, il risentimento nemico-
-La forza un’ aiuto, l’intelligenza è tua-
-Vi prego Ditemi la via per la dimensione del Tribunale-
Cavallo nitrì ancora un’ ultima volta e dissolvendosi pian piano disse
-Il Cigno sta arrivando lui ti accompagnerà nel tuo viaggio in quest’ univero-
Si dissolse completamente riprendendo posto nel firmamento come punti stellari fissi e immobili.
-Erik, fa presto. I miei occhi da aracnide possono vedere cosa sta accadendo ad Horus e non è un bello spettacolo-
Tarantola si dissolse come Cavallo. Venne Cigno che chinò il capo fiero e disse
-Sono il cigno puro è il mio cuore puro è il mio spirito le altre costellazioni ti aspettano-
Chinai il mio busto in segno di rispetto e gli salii in groppa. Mentre prendemmo quota pensai in me stesso
-Qualunque cosa voi stiate facendo, qualunque battaglia stiate affrontando io sto arrivando, resistete-
Arrivammo davanti alle costellazioni del Leone, fiero e potente, e quella della Bilancia, ferma e imparziale. Cigno mi fece scendere ed io mi avvicinai al Leone.
-Leone ti prego dimmi la via-
Egli mi ruggì violentemente contro tanto che l’urto mi fece indietreggiare e mi protessi con le braccia il volto
-Io non ho paura di te! Il mio cuore è pure, la mia anima anche e il mio intento è nobile-
-Questo lascialo stabilire a me. Hahaha. Dal chiodo di Bilancia che fissava i due bracci si proiettò un’ ombra con tanta velocità puntando al mio petto. L’ombra si conficcò nel mio petto e tirò fuori il mio cuore, io incredulo non sentii dolore e ne paura, ero freddo e impassibile.
-E’ da ammirare la tua freddezza, derivata dal tuo intento forse. L’ ombra che ti ha strappato il cuore peserà il tuo cuore con una scintilla di una delle mie stelle. Dimmi il perché il tuo cuore è puro-
-Il mio cuore lo è nei sentimenti-
-I sentimenti! Hahaha. È una cosa pacchiana inutile-
-No, sono i sentimenti che mobilitano il mio cuore e quello degl’ altri-
-Allora sono i tuoi sentimenti ad essere nobili e puri. In quella scintilla che io ho prestato sono racchiusi i sentimenti negativi degl’ ex abitanti di Imshan verso coloro o colui che hanno favorito la divisione del loro pianeta e dando a loro morte e estinzione. Bilancia il via alla pesatura-
I due piatti oscillavano fino all’ assestamento. Leone rimase a bocca aperta e disse.
-Il tuo cuore è più in alto della mia scintilla. Hahaha. Andate avanti le ultime costellazioni che vogliono testarvi sono lì-
-Addio Leone-
-Forse lo è-
Scomparvero anche loro. Ritornai in groppa di Cigno e andammo ancora avanti. Nel nostro volo le costellazioni dello Scorpione, Granchio, Toro, Aquila, Lince e Lucertola ci salutavano e mi incoraggiavano. Arrivammo a quella che era una piccola isola nello spazio aperto dove c’era un’ enorme porta e due figure che forse mi aspettavano.
Cigno mi lasciò davanti a quelle due figure e scomparve, dissolvendosi nelle nubi.
Mi avvicinai a loro due che a loro volta mi dissero.
-Io sono Uomo-
-Ed io Elfo. Dicci tu cosa vuoi-
Mi puntarono le loro spade contro
-Devo arrivare alla nona dimensione. Devo parlare col Tribunale. Sono Erik figlio di Dominik e nipote di Shimo fatemi passare ve ne prego-
-Avevamo sentito dire che Shimo si era unito carnalmente con una mortale ed ella abbia avuto un figlio-
-E sapevamo che Dominik si era separato dal suo demone interiore-
-E quest’ ultimo ha seminato morte su Imshan, e l’originale ti ha cresciuto-
-Si è questa la mia storia-
-Io sono Uomo, rappresento il genere umano-
-Ed io, come già detto, sono Elfo rappresento le creature magiche di Imshan-
-Molti sono gli affronti fatti agl’ umani-
-E altrettanti quelli a noi creature magiche-
-Lo so, so delle mie colpe verso Imshan. Ma io agl’ umani non ho fatto nulla-
Uomo mi disse alzando la voce
-La tua famiglia! La tua famiglia… hai scelto te stesso a loro-
-Perdonatemi… fatemi passare ve ne prego-
-Daccene motivo-
-La mia battaglia comprende le sorti delle creature magiche. Ristabilirò l’ ordine e il giusto fato?-
-E il tuo mondo!? Noi umani cosa faremo delle tue lotte?-
-Gli uomini sono perfetti nell’ imperfezione, scellerati nell’ intelligenza io ormai non mi sento più parte di loro e ne di Imshan. Ho commesso troppi errori per essere in pace con me stesso-
-Sai del patto, giovane Erik?-
-Si, Hope me lo ha detto-
-Sai cosa devi fare?-
-Si, lo so-
Seguirono alcuni interminabili secondi quando Elfo disse
-Sappiamo che hai passato la prova di Leone e Bilancia, Cavallo e Tarantola e le altre costellazioni sono con te-
-Sappiamo cosa hai intenzione di fare e i tuoi sentimenti, cosa fondamentale per una persona-
Scomparvero nel nulla dando posto a due statue ma le loro voci si udirono ancora e solenni dissero
-Puoi procedere. Da questa porta entrerai nella terra di Horus-
-Quando te la troverai davanti non demordere. Sono solo anime prese da entità sovrannaturali-
Non capii di chi parlavano. L’ imponente cancellata si aprì sprigionando una luce abbagliante. Camminai verso di lei, mi avvolse come un caldo abbraccio. Quando ne fui uscito ero ad Horus. 

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Capitolo 15
*** Capitolo15°- Horus- Tappa finale Parte I ***


Sembrava quasi un mondo astratto. Horus era una vastissima landa pianeggiante con colline e monti cobaltici all’ orizzonte. Sparsi un po’ ovunque c’erano macerie di antiche case, imponenti costruzioni e svariati templi.
-Eccomi, sono ad Horus dopo molto tempo finalmente sono arrivato. Ora devo cercare la triade del Tribunale-
Del fumo apparì davanti a me, si spiralizzò trasformandosi in un cobra dotato di quattro braccia.
-Ho sentito bene? Devi trovare il Tribunale-
Ghignò più volte. Decisi di ignorare la mia diffidenza verso di lui
-Emh.. si… lo sto cercando-
Con la s sibilante mi disse
-Seguimi, presto-
Strisciò a terra dandosi slancio con le sue quattro zampe. Era molto veloce e decisi di seguirlo volando. Arrivammo sino ai piedi di un monte che quasi si perdeva nelle nubi.
-Vola in cima li troverai il palazzo del Tribunale. Hahaha buona fortuna giovane eroe-
Volai verso la cima a gran velocità, l’ aria diveniva sempre più rarefatta e aumentava il freddo. Fui in cima, la nebbia era pesante. Il mio respiro era affannato ma c’era qualcosa che non mi quadrava, c’era qualcun altro con me.
-Chi c’è!-
Presi il mio bastone e mi tenni ancora una volta pronto. La nebbia fu squarciata in più punti da una catena diretta velocemente verso di me, ne erano quattro. Due si attorcigliarono alle mie braccia mi strattonarono fino a farmi cadere con le ginocchia a terra, stavo per usare la telecinesi con le mie mani ma le altre catene mi chiusero le mani in una stretta di ferro.
-Avanti fatevi vedere. Carestia, Guerra, Peste e Morte.
-Ammittere spem. Giovane Erik sei arrivato fin qui. Peste dilata il velo di nebbia-
-Si Morte-
Dissolse tutta la nebbia roteando il polso. Eliminando la nebbia si potè vedere una sorta di altissimo gazebo fatto interamente di pietre bianche e colonne, lasciando lascando scoperto il davanti. I quattro cavalieri erano tutti in formazione e mi tenevano legato.
-Slegatemi ragazzi, facciamo una rimpatriata tra vecchi amici-
-Hahaha vedo che il senso di spirito non se ne è mai andato?-
-Peste reggimi la mia catena-
-Con piacere Morte-
Peste porse la catena a Morte. Ne approfittai perché la presa sul mio braccio si allentò e riuscii a liberare tutto il braccio destro compreso la mano.
-Ragazzi ora tocca a me-
Creai un’ onda d’urto facendo cadere a terra i quattro cavalieri. Mi liberai anche l’ altro braccio. Presi il bastone di Crow ed ero pronto a combattere. Ma i cavalieri erano troppo rilassati e sorridevano e ridevano. Piantarono le loro spade a terra
-Cosa avete intenzione di fare!?-
Congiunsero le mani e dissero una specie di preghiera con il tono di una cantilena.
Davanti a loro si creò un cerchio viola e da esso si elevava una luce che andava fino al cielo, capii cosa stavano facendo e volevo fermarmi
-No, lei no!! Andros setum!!-
Creai un vortice di fuoco che li avvolse ma quando si dissolse vidi che la luce sprigionata dal cerchio li aveva protetti. Morte compiaciuto disse
-Hahaha. Puris Amentia vieni a noi!!! I tuoi padroni ti chiamano-
Dal cerchio uscì parte della criniera, poi la testa, un mezzo busto e le braccia così lei aiutandosi con esse si tirò fuori del tutto.
-Ma Isobel e le morti l’avevano eliminata!-
-Hahaha no! Le morti l’hanno fermata temporaneamente-
-Amentia distruggi questo ragazzo! Hahaha-
Si staccò due costole dal petto per usarle come spade, ed incominciava a colpirmi con esse ripetutamente. Io cercai in ogni modo di contrastare le sue spadate, usai il bastone di Crow come una spada o anche creando barriere. Tra salti e schivamenti mi affaticai molto, ebbi l’affanno.
-Che c’è Erik, sei già stanco!?-
-Morte non sfidarmi, te ne pentiresti-
Morte e Peste sfoderarono le loro abominevoli spade e venivano contro di me a gran velocità, feci appena in tempo di creare una barriera ma loro erano già su di me pronti a distruggerla. Iniziò con piccole crepe quasi impercettibili poi aumentarono sino a far spaccare del tutto la barriera, io caddi a terra lasciando cadere anche il mio bastone. Avevo le loro spade puntate alla gola. Quasi pensai che forse stavo fallendo la mia missione, ma in un attimo una freccia era stata scoccata a grande velocità. Colpì in pieno il polso di Morte, facendogli cadere la spada, i due cavalieri si distrassero ed io colsi l’occasione raccolsi il bastone di Crow e colpii i loro volti. Mi allontanai di una decina di metri.
-Chi è stato!! Esigo una risposta!!-
Morte era infuriato, quasi alle sue grida la terra tremeva. Peste e Morte congiunsero le loro mani creando un’ unica sfera di colore violastra, essa sprigionava piccole scintille nere che si disperdevano nell’ area circostante. Io non seppi come contrastarli perché ero stanchissimo e creai varie barriere con tutti gl’elementi a mia disposizione per difendermi ma ero certo che non potevo fermare o la sfera o l’esplosione che ne causerà. La lanciarono contro di me, io tenni duro strinsi i denti e la mia arma. Chiusi gl’ occhi. Passarono molti secondi ed io non accusai colpi e ne sentii esplosioni, pian piano riaprii gl’occhi fino a spalancarli del tutto dallo stupore. Due figure incappucciate ed irriconoscibili erano davanti a me che avevano quel probabile fatale colpo scorsi la lama di una falce e di una spada. Dall’ alto una terza persona si lanciò a grande velocità con la spada sguainata verso il basso, puntava la testa di Amentia. Carestia e Guerra tentarono di fermare la caduta libera di questa terza persona, ma essa fu talmente abile a schivare i loro colpi, che consistevano in del fuoco fatuo. La guardiana Amentia alzò la testa per guardarlo e si protesse la testa con il suo braccio, ma quella persona con la sua potente spada trafissero in pieno il braccio della guardiana, trapassandolo in pieno, finendo sulla sua fronte. Alla fine trapassò sia il braccio della guardiana e sia la sua testa spaccandola a metà. Ella cadde a terra, io non potevo mai crederci, se qualcuno mi avesse raccontato che c’era qualcuno in grado di eliminarla. Mi ricredetti. Quella potente persona quasi accompagnò il cadavere di Amentia verso il suolo, e quando lui o lei mise piede a terra sprigionò una tale energia che sembrava quasi il monte crepasse. Silenzioso e veloce il vento si alzò lasciando come un’ombra libera da essa una quinta persona se ne stava ferma senza prendere armi era a metà tra me e quel guerriero che ha ucciso la guardiana. I cavalieri si addentrarono nel sentiero della paura, si radunarono in gruppo e Carestia disse
-Chi siete o voi creature incappucciate-
-La vostra potenza l’ ammiriamo, unitevi al Tribunale e loro saranno misericordiosi con le vostre sorti-
La cima del monte era enorme aveva ospitato quella creatura infernale da viva e da morta, poi c’eravamo io, i quattro cavalieri e quelle cinque figure. Io non osai abbassare le mie difese, anzi mi tenni pronto anche a scappare.
-Rispondete stolti! Chi siete!-
Una freccia fu scoccata con obbiettivo raggiunto, la testa di Peste. Da dietro una delle colonne del gazebo una figura ombrosa si rivelò e con tono imponente disse
-Stolti noi non siamo. Saremo coloro che prenderanno le vostre putride carni e le rispediremo all’ inferno. Il nuovo imperatore infernale ha già pronto un nuovo specchio per voi quattro, e lo pregherete ogni momento di diminuire la durezza della vostra pena.
Peste staccò la freccia dal suo cranio e la spezzò in due parti.
-Rivelatevi se ne avete coraggio!-
Io mi rilassai, sciolsi le barriere, misi le mani sulle spalle di quelle due figure davanti a me e dissi con tono felice
-Isobel, Uesugi via i cappucci-
Si scappucciarono ed erano proprio loro due, loro mi sorrisero semplicemente. Gridai verso quella figura vicino le colonne un nuovo invito
-Brigax! Amico mio. Vieni qui-
Si spostò dal suo piccolo nascondiglio facendosi illuminare dalla luce.
-Ti ha trasportata il vento a quanto pare… Hope… amica mia-
Si scappucciò e disse come se nulla fosse
-Ciao Erik-
Mi avvicinai a quel personaggio che ha ucciso Amentia, lo abbracciai. E dolcemente mi disse
-Te lo avevo detto che non ti avrei abbandonato…-
Lo liberai dalle mie braccia e si scappucciò, era Kadeam. Morte si rivolse a sua sorella con tono di sfida e derisione dicendogli
-Sorella cara, a quanto pare ti sei messa in un tal gruppo, mi dispiace quasi doverti distruggere. Ma il Tribunale è stato chiaro il gruppo di Erik va estirpato, sino all’ ultimo membro-
-Signori spostiamoci nella dimensione dell’ astri e diamo una lezione a questo branco di marmocchi. Guerra fa tu gl’ onori di casa-
-Con molto piacere Morte. Ucraem set astreum-
Un velo nero ci avvolse tutti e ci trasportò nella dimensione degl’ astri, ma non sapevano che io ero passato di la prima di arrivare al monte.
-Guerra, Peste, Carestia uniamo i nostri poteri e facciamo vedere a questi qui di cosa siamo capaci-
-Dalla malattia nasco, sono Peste-
Si dissolse in una piccola fiammella
-Tra rivali nasco, sono Guerra a vostra disposizione-
-faccio appassire il grano e morire i buoi, sono Carestia. La vostra fame-
Anche loro due si dissolsero in una piccola fiammella.
-Ed io son Morte il vostro incubo finale-
Raccolse quelle piccole fiammelle e le inghiottì una dopo l’ altra.
Isobel gridò a noi altri
-Tutti in formazione!!! Morte si sta preparando.
Con tono franco e disperato si rivolse a suo fratello Morte
-Oh fratello mio… cosa sei diventato..-
Morte le sorrise ma ben presto quel sorriso o ghigno scomparve in una cortina di fumo. Il fumo salì sempre di più verso l’ alto, arrivò fino a cento piedi d’ altezza. La cortina di fumo prese forma dando vita a quello che era il nuovo Morte. Uno scheletro dalle ossa nera e dalle lacere carni penzoloni, la corazza gli copriva solo parte del torace e delle spalle era per lo più placche di ferro nero arrugginito e in più punti bucato da antiche rotture, il sotto era un gonnellino lacero e pieno di lembi aggiunti.
con tono cupo e profondo disse
-Sono la somma dei sommi, sono il cavaliere errante. Porto la guerra dovuta a peste e carestie e alla fine raccolgo i miei sforzi divorando anime. Hahahaha-
Quando rideva si potevano scorgere putridi cadaveri e ossa frantumate che gli uscivano dalla bocca e scendevano lungo le sue ossa. Indietreggiammo di pochi passi più volte eravamo scoraggiati ma comunque pronti allo scontro.
-Ragazzi  tenetevi pronti, spalancate le ali, colpite duro e colpite agl’occhi-
-Si Hope-
Io, Brigax, Uesugi e Kadeam aprimmo le nostre ali. Noi cinque ci alzammo da terra e per dirigerci verso il suo cranio. Morte creò due spade e disse
-Fatevi avanti. Hahaha-
Dalla sua bocca sputò lunghe lingue di fuoco e quel colpo ci fece distogliere la concentrazione facendoci fermare o indietreggiare, Morte ne approfittò e con le sue possenti spade ci travolse con tale furia che quasi sembravamo incollati ad esse. Ci scaraventò via, per fortuna eravamo nell’universo degl’ astri e quindi terre o muri non c’erano e quindi i danni furono solo uno veloce stordimento. Più volte attaccammo in gruppo e ugualmente modo fu il finale in tutti gl’ attacchi.
-Hahahaha non ce la farete mai!-
Con passo da gigante Morte stava venendo verso di noi per darci il colpo finale. Uesugi gridò
-In cerchio!! In cerchio!! Alzate le barriere!!!-
Ascoltammo Uesugi. Ognuno di noi creò una barriera, così da crearne una potente barriera. Con lentezza ma di gran forza Morte incominciò a colpire la barriera con le sue spade.
-Isobel crea un varco per Vevez, fa scappare Erik!-
-No, Hope non voglio-
-Erik ti copriamo noi!-
-No Brigax non vi abbandonerò-
-Erik sei più importante! Devi raggiungere il Tribunale!-
Stavo ancora dando risposta negativa, ma mi interruppi perché delle potenti saette colpirono Morte facendolo cadere a terra. Dall’ alto degl’ astri si udì un potente nitrito ed io urlai verso quel verso
-Cavallo!!-
Era davvero Cavallo. Ma al suo fianco c’era anche Tarantola ed entrambi gl’ astri trainavano due grandi carri, uno ciascuno. Sempre più saette provennero da uno dei carri colpendo Morte. I due astri coi loro carri si avvicinarono sempre di più fino a posarsi davanti a noi cinque. Le persone che ne scesero erano tra quelle più importanti per me. Dal carro di Cavallo scesero Xenus, Nuemel, Chaneri e Uomo; dal carro di Tarantola Kira, Elfo, e con mia grande gioia Shimo, Sandega e Akuma. Noi tutti ne approfittammo dello svenimento di Morte per riabbracciarci. Ma un’ ultima persona scese dal carro di Tarantola e non appena lo vidi gli puntai il bastone di Crow alla gola e gli dissi
-Tu demone malvagio. Cosa ci fai qui, Kadeam ti ha rinchiuso nello specchio-
Morte in tanto si era ripreso, si era rialzato interrompendo il discorso
-Quanti ne siete adesso!? Hahaha morirete tutti ugualmente. Hahaha-
Shimo rivolgendosi a Sandega, Hope e Akuma disse
-Ragazzi, sfoderate le armi. Il suo punto debole è la testa quindi puntate lì-
Gli dei sfoderarono le loro armi magiche e in gruppo incominciarono ad attaccare ed atterrare Morte. Lo inginocchiarono ognuno di loro lo teneva ben fermo. Akuma e Hope gli tennero gl’ arti inferiore mentre Sandega e Shimo gl’ arti superiori.
Io diedi ordini ben precisi in modo da eliminare il più veloce possibile Morte.
-Ragazzi!! Uniamo i nostri poteri! Distruggiamo Morte-
-Sapete ancora come si sfoderano le ali vero?! Hahaha-
Mi risposero aprendo le ali, prendemmo tutti le nostre mani e volammo verso la sua testa e costole in modo che lui non si possa più riprendere. In tutto l’ universo c’erano pezzi di Morte che fluttuavano ovunque. Stava per essere distrutto. Isobel era davanti ai suoi luridi occhi pronta a scagliare il colpo finale. Io tenevo fermo il collo di Morte e vidi Dominik seduto che guardava la nostra battaglia, lo guardavo con occhi rassegnati al pensiero che lui non era mio padre ma solo un demone. Morte con voce roca e affaticata disse ad Isobel
-Avanti sorella… sappiamo tutti e due che puoi far sparire in un colpo questa gente… non facciamo parte della loro vita. Avanti unisciti al Tribunale-
Lei gli appoggiò la falce in mezzo agl’ occhi e disse
-Liberatelo!-
-Cosa Isobel!? Non possiamo-
-Per favore Hope… liberatelo-
Dal nulla si sentì una voce profonda e femminile riferendosi a Morte
-Poveri miserabili. Vi abbiamo donato potenza ed immortalità e anche la possibilità di unirvi sotto un’ unico corpo. E voi vi siete fatti mettere fuori gioco!? Vi pentirete-
Dall’ alto dell’ universo scese a gran velocità una catena, prese in pieno la testa di Morte trafiggendolo da parte a parte. Il suo corpo si bloccò e liberò cenere disintegrandosi. Tutto questo era accaduto in pochi secondi sotto i nostri sguardi attoniti. Dominik si alzò sparì nel nulla per poi rimateriallizzarsi in mezzo a noi. Si aprì uno squarcio che affacciava sulla terra di Horus, decine di catene si diressero verso di noi a gran velocità per afferrarci ma Dominik fu tempestivo, alzò le braccia in aria e creò una bolla, avvolgendoci in essa ci protesse. Le catene si limitarono ad agganciare la bolla e a trascinarci ad Horus. Quando fummo dall’ altra parte eravamo di nuovo sulla cima del monte dove c’era quel gazebo di pietre bianche. E proprio da quel gazebo che una figura femminile vestita da capo a piede con un’ unica tunica del color del cielo si fece avanti, mostrandosi ma nessuno poteva guardare i suoi occhi. Era ferma lì sotto a quella costruzione; leggiadra come l’aria scese i pochi scalini, il vento faceva fluttuare la sua veste in una danza maestosa. Con passo lento ed aggraziato venne verso di noi, tutti noi potevamo sentire le nostra ossa scricchiolare al sol suo movimento. Tutto questo era dovuto alla costrizione dei nostri movimenti, eravamo immobili, fermi solo il respiro continuava. Quando fu davanti a noi disse
-Voi li giù eravate nostri prigionieri…. Tu giovane umano, ultimo dei Feng…. Per arrivar sin qui sei passato per le grotte del serpente via mortale dei vivi per l’ inferno-
Indico con la mano protesa verso Kadeam

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Capitolo 16
*** Capitolo15°- Horus- Tappa finale Parte II ***


-Lì hai incontrato lui… diretto discendente di Shimo. Res morte. Eppure eccoli lì. Erik… una volta non ti è bastata allora…-
Dal gazebo una nuova figura si era rivelata. Di doppia pelle corazzata era ricoperto il suo corpo. Il nero elmo gli ricopriva tutta la faccia lasciandogli nemmeno gl’ occhi scoperti. Con la mano destra teneva impugnata la sua spada foderata, come se si tenesse pronto per attaccare. A differenza dei passi della prima i suoi erano pesanti, lasciando perfino profonde orme. Passo lesto e prestante si diresse in poco al fianco della prima chiamandola per nome
-Terrena hai portato tu questo branco di esseri nella nostra dimensione!?-
-Oh… Corpus… Si… sono stata io. Loro tre sono arrivati da soli mentre gl’ altri li hanno liberati lo tre…-
Indico Shimo, Sandega e Akuma.
-Terras continua con il tuo incantesimo incatenante. Non farli muovere!-
Corpus si girò indietro ed urlò il nome di un terzo
-Spiritus!! Vieni!! Abbiamo ospiti.-
La terza ed ultima figura si mostrò. Era vestita di saio bianco ed in vita una corda legata. Si diresse verso di noi con passo fiero e quando si ricongiunse a Corpus e Terras disse.
-Per favore Terras sposta queste creature da un’ altra parte sono ingombranti e sbloccagli la bocca voglio sentire le loro urla quando li scuoierò-
-Come vuoi tu Spiritus… Undred sot com ses…-
I corpi di tutti noi furono scaraventati oltre il bordo del monte, ed eravamo sospesi in aria coi nostri corpi che formavano una x.
-Terras gli hai incatenato mani e piedi?-
-Si… Corpus…-
-Hahaha. Perfetto-
-Terras però fa scendere Erik. Lo voglio qui davanti a me-
-Non fategli del male o ve ne pentirete!!-
-Chi ha osato parlare!-
Corpus si era infuriato dalla sfrontatezza di Uesugi. Ma l’ invito di Uesugi aprì quelli che erano minacce e intimidazioni di tutti gl’ altri, compreso Dominik. Corpus perse la pazienza e pestò violentemente il suo piede sul suolo creando scosse di terremoto.
-Silenzio!! Voi qui non avete potere!! Siamo Corpus, Spiritus e Terras. Siamo il Tribunale! Voi non siete nulla!-
Terras mi portò davanti a loro, facendomi restare in ginocchio. Spiritus mi concesse la parola con un cenno della sua mano.
-Vi prego ristabilite l’ordine su Imshan…-
Corpus il nero mi diede un pugno tanto potente da farmi accasciare a terra. Prese parola Spiritus.
-Voi tutti!! Alzate le vostre teste penzolanti-
Richiamò l’attenzione degl’ altri verso di lui.
-Ascoltate ciò che ho da dirvi. Quest’ uomo sapete tutti il suo recente passato!?-
Uesugi guardò i volti attoniti degl’ altri.
-Io! Io lo so!-
-Allora parla pure, signor Feng-
-E’ stato in manicomio per mezzo di un demone, subalterno dei vostri subalterni-
-Ma non vi sembra strano? Un ragazzo che si sveglia nella notte col torace squarciato in due parte finito in ospedale e sostiene l’esistenza di un mondo magico. Sembrano le parole di una pazzo. Un pazzo che si è fatto del male-
Uesugi non seppe rispondere
-Orsù dimmi tu. Dominik. Dimmi i tuoi ricordi della notte prima della notte-
Indicò quasi con sdegno Dominik ma quest’ ultimo abbassò la testa e non disse nulla. Uesugi si arrabbiò e disse
-Tu, spudorato demone cosa sai che noi dovremmo sapere!?-
Dagl’ occhi del mio corpo accasciato a terra caddero goccia dopo goccia lacrime di amara verità. Singhiozzando dissi.
-E’ colpa mia….-
Nuemel e Chaneri dissero urlando verso di me
-Cosa hai fatto!!-
-Il nostro era un mondo felice!! Se è davvero colpa tua dicci cosa hai combinato-
Spiritus e Corpus risero fragorosamente mentre Terras prendeva parola.
-Hope, nostra amica e forza cooperante. Dì a tutti i tuoi nuovi amici cos’è esattamente successo ai loro regni e mondi. Questi vecchi e stanchi re, che abbiamo recluso qui e liberati da quelli che voi chiamate dei, hanno bisogno di risposte-
Hope sputò a terra in segno di sdegno e disprezzo per la domanda che gli era stata appena posta. Terras corse verso di lei togliendosi da sotto i piedi la nuda roccia. Una sua lama era puntata al collo di Hope in pochi istanti, stava per sgozzarla ma io all’ ultimo secondo gridai di fermarsi.
-Fermati!!! Terras ti prego, fermati-
Terras rinfilò la sua lama nella manica delle sue vesti e ritornò al proprio posto.
-Se nessuno di voi ha il coraggio di parlare allora lo farò io-
Dissi alzandomi da terra. Alcuni dei miei amici che non vedevo da tantissimo tempo non li sentii parlare da quando eravamo nella dimensione degl’ Astri sapevo che loro conoscevano dettagli rilevanti e importanti, per la comprensione del mondo.
-Io!! Io sono stato-
Mi battei fortemente la mano sul petto
-Io… Ho fatto un patto con loro tre. Volevo tornare in vita a qualunque costo-
Corpus rise di gusto e con la spada mi indicò
-Questo ragazzo che voi tutti ammirate, rispettate, amate senza alcun batter di ciglia. Vi ha traditi. Dominik ti ripongo la domanda. Dicci cos’è successo la notte prima della notte. O per meglio dire l’ alba prima della notte così che tutti voi capiate cos’è successo realmente quella notte.
Chaneri prese parola
-Sappiamo tutti com’ è andata. Dominik ha fatto fuori il suo intero esercito usando meteoriti soltanto perché lui non riusciva a concentrarsi. E poi ha dato sfogo ai suoi due demoni in lui, cioè il suo di nascita e quello di Shimo. Trasformandosi in quel demone spaventoso-
Guardò il volto di tutti noi cercando nei loro sguardi conferme.
-Oh poveri sciocchi…. I fatti non sono questi. Erik sbaglio o questo rientrava nei patti? La tua vergogna era tanto grande a tal punto da riazzerare quasi i ricordi di tutti voi, te compreso-
-Se non ti dispiace Corpus prendo io la parola-
-Fa pure Terras-
Terras soffiò davanti a se, il soffiò prendeva quasi colore biancastro e si allargava sempre di più. Fino a creare un cerchio da lì partirono le immagini
-Dominik! Voglio che tu guardi-
Le prime immagine erano quelle del volto di Dominik
-Guardate… questo è Dominik in quella sera che precedeva l’ alba. A difendere la roccaforte c’erano i titani stesse creature create da Erik… in quel momento della creazione dei titani è scattato un conto alla rovescia dentro Erik. Le fila nemiche si erano quasi esaurite come anche le vostre. Erik era sceso in battaglia agguerrito più che mai. Il lato oscuro sia di Kadeam che di Erik si era acceso. Il conto alla rovescia era scaduto. Gl’ occhi di Erik erano completamente neri lacrimando nero sangue. Guardate i loro volti. In Erik il comando e in Dominik la paura. Lui si era accorto che qualcosa in Erik era cambiato, e fu allora che quella piccola scintilla di umanità che il vero Dominik aveva lasciato assopita in lui si accese dando origine ad un nuovo pensiero. La follia della vendetta e del potere si erano spenti-
Le immagini correvano come un film Corpus riprese il racconto
-Ci fu un duello tra Dominik ed Erik a colpi magici e di spada. Ma chiunque che si trovava nei vostri paraggi interveniva, non curandosi del duello considerato solenne da Erik-
-Così richiamò a se le meteore…?-
-Vedo che state incominciando a capire…. Isobel. Eppure quei ricordi che vi sono stati dati sembrano così stupidi eppure voi ci avete creduto come se fosse una mera religione. Pochi istanti separavano le vite di tutti e di tutto dalla morte causata dalle meteore, quindi Dominik intervenne creando bolle protettive trasportando tutte le logioni altrove. A quel punto i titani, con l’aiuto di voi re alzaste la barriera su tutta la vostra roccaforte. Le meteore cominciarono a cadere dal cielo. Enormi e veloci avvolte dal fuoco caddero una dopo l’ altra sul terreno. Crearono crateri colmi di lava e di terra bruciata. Una meteora ti stava per colpire vero Dominik?-
-Si… Isobel mi trasse in salvo-
Corpus si girò verso Isobel e gli sorrise come se aspettasse che lei controbattesse, ma lei non emesse fiato
-Bene mi compiaccio… state imparando che questa è la pura verità. Ma riprendiamo-
Le immagini ripreso il loro corso

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Capitolo 17
*** Capitolo15°- Horus- Tappa finale Parte III FINE ***


-La Morte, Isobel, si gettò tra meteore, fuochi e scintille schivandole a fatica. Fu tempestiva perché un meteorite era proprio diretto nel punto in cui Dominik era fermo, lo prese per le braccia e lo portò via a gran velocità, spinti anche dalla forza d’ impatto del meteorite che ormai, aveva colpito la nuda terra. Ti portò in alto, in cima alla barriera dei titani. Lei ti sorreggeva per non farti cadere e di a tutti noi cosa hai detto-
-Erik…-
-Continua ed alza la voce-
Alzò la testa ed urlò con tutta la forza
-Erik tutto questo l’ ho fatto per te!!!-
-Ecco. Hahaha è musica per le mie orecchie-
Alzai la mia testa verso Dominik ed incrociai le sopracciglia in sego che non capii. Non ero l’ unico, nessuno capiva la sua frase. Terras prese parola.
-Manca un tassello. Tutti sanno che Dominik lo ha fatto per il potere. Ma nessuno sa che Dominik umano ha stretto un patto con il suo demone. Loro due si sarebbero separati uno avrebbe cresciuto Erik e stato con la loro amata, Dominik umano, e l’ altro avrebbe cercato la magia, il potere, la fama, la gioia, il denaro per loro due e la loro famiglia questo era il suo demone. Ma quando ad Erik prese il sopravvento Kadeam nella sua peggior forma, il demone si liberò dando origine a quel demone che tutti voi credevate fosse Dominik-
-Il resto è uguale cambiando solo il soggetto da Dominik a Erik. Ed ecco che così si spiega lo squarcio sul torace di Erik-
Intervenni
-C’è da dire un’ ultima cosa…-
Ero ancora a terra e mi girai verso i miei amici incatenati, come me.
-Nel minuto dell’ alba sorgente ho avuto occasione di vedere tutti gli dei e Kadeam, per la prima volta. Il perdono di tutti loro non mi fu d’ aiuto, era troppo quello che avevo fatto e Kadeam lo sapeva. Chiesi udienza a voi del Tribunale….-
Mi interruppero prendendo loro parola
-Il tuo desiderio fu una grande gioia per noi. Ci chiedesti “Vi prego riportatemi in vita. Voglio riparare a quello che ho fatto” noi chiedemmo un prezzo e tu dicesti “A qualunque costo, ve ne prego”. È stato in quel momento che noi tre insieme ti abbiamo donato nuova vita-
-Ma con la tua promessa hai aperto il cancello dei quattro cavalieri. Apribile solo con un desiderio egoistico e di gioia altrui. Da lì in poi il presente è storia-
-Ma adesso basta parlare-
Corpus tirò fuori la sua nera spada e mise la lama sotto al mio collo.
-E’ giunta l’ora di riscuotere ancora una volta i tuoi debiti. Esigiamo la tua anima. Ma non preoccuparti i tuoi amici ti raggiungeranno-
Io non cercai difese ne scappatoie accettavo il mio destino, ma qualcosa stava accadendo. Kadeam e Dominik caddero in trans raccogliendo tutta l’ energia in loro stessi. Avvolti da aloni di fumo dissero
-La precarietà umana è quello che rende umani noi demoni-
-Il mezzo e il fare a qualunque costo per chi ami giustifica il tuo folle amore-
Avvolti totalmente dal fumo esplosero creando onde d’urto in successioni tanto potenti che Terras perse il controllo sul suo incantesimo incatenante. Nessuno perse l’occasione, appena furono liberi scalciarono l’ aria in modo quasi come se stessero camminando nell’ aria. Atterrarono sul piano del monte ognuno di loro sfoderarono le loro armi, chi puntò ai punti vitali di Corpus in modo da tenerlo bloccato, chi invece si occupò di Terras e di Spiritus in modo che non potessero dar fastidio, uomini e dei cooperavano per salvarmi. Sul bordo del monte nuvole nere scesero dal cielo unendosi e creando piccoli tornadi diretti verso di noi. Man mano che erano vicini a noi le nuvole scomparvero mostrando Dominik e Kadeam mano nella mano come un padre ed un figlio.
-Noi non moriremo mai, fin quando il perdono e l’ amore sarà in noi-
-Il fine ed i mezzi non contano. Sono le persone che ci amano ad essere importanti-
Furono davanti a Corpus che spaventato disse
-Noi tre potremmo darvi tutto quello che volete, nuove terre da governare… nuovi popoli… una nuova Imshan…-
Dominik gli mise la mano sul volto e disse
-Questo che tu ci offri possiamo averlo noi da soli, ed il destino è ad opera di Hope e di nessun’ altro-
-All’inferno ho pronte nuove celle. Da lì non potrete mai e poi mai scappare. Exorcist sum serat-
-Addio Corpus. Il tuo nero cuore ti farà da tomba-
La mano posta sulla faccia di lui creò una potente luce che carbonizzò in pieno il corpo di Corpus, solo i suoi vestiti si salvarono. Terras e Spiritus colpirono i loro boia dandosi occasione per scappare. Terras trasportata dal vento correva per salvarsi la vita, Brigax scoccò una freccia che la anestetizzò facendola cadere a terra privi di sensi. Spiritus, mentre correva, cercava nel suo libro una pagina e quando la trovò la strappò dal libro. Fu colpito alle gambe da Nuemel e da Xenus. Esseri mistici tanto potenti messi in ginocchio da un pugno di uomini e dei. Dissi facendomi aiutare a rialzare
-Isobel vendicati giustamente di tuo fratello Morte. Hope anche tu. Noi siamo con voi e non vi giudichiamo. La vendetta dei nostri cari è giustificata da quella che è l’ordinamento superiore-
Isobel si avventò su Terras strappandogli l’ anima e mangiandogliela, Hope creò una scarica di fulmini sul corpo di Spiritus.
-Avevamo paura che loro ci soprafassero-
-Ma uniti siamo riusciti nel nostro intento-
-Esatto. Voi tutti non dovete perdonarmi per ciò che ho fatto. Siete stati strappati dai vostri troni e fatti prigionieri da loro chissà per quanto-
-Noi ce ne andiamo, ritorniamo nell’ olimpo degli dei-
-Andate pure. Meritate un buon riposo, dite ai vostri amici dei che qui su Imshan ci penseremo noi, oggi i re sono tornati!-
-E tu con noi, Erik-
-Si Erik, noi non oseremmo mai scavalcarti-
-Sei nostro amico e non potremmo mai governare senza te che ci consigli-
-Oh… ragazzi…-
Trasportati dal vento e dal fuoco Akuma e Sandega sparirono e con loro anche Hope. Chaneri attirò la nostra attenzione, si era separata dal gruppo e sventolava la pagina del libro strappata
-Portala da noi, Chaneri-
Ci mettemmo in cerchio in modo da esaminarla tutti.
-Kadeam mi sembra una lingua simile a quella dei demoni, prova a leggerla-
-Si… ci provo… il testo recita “ Il destino è stato cambiato. Una promessa ha spalancato la via ai cavalieri.  Ma un barlume è ancora acceso, da quelli che erano gli dei terreni che con magnanimità e fermezza hanno governato il mondo. La promessa col sangue versato darà nuovi risvolti a ciò che si vuole…-
Prima che Kadeam finisse di dire l’ultima frase io lo fermai e dissi
-Il nostro sangue unito darà l’ opportunità al barlume di nascere e di cambiare il mondo-
Chaneri cacciò un coltellino e disse
-Va bene, facciamolo-
Tutti noi compresi Kadeam e Dominik versammo gocce del nostro sangue sulla pagina; procurandoci un taglio sulle nostre mani
-Il regno degl’ angeli caduti divenute bestie immonde colpevoli di aver perso la purezza-
-Le terre e le sabbie ci davano protezione e forza, ora danno solo una tomba ai morti-
-I maestosi porti di Imshan resi distrutti dallo spaccamento della pangea-
-I sacerdoti druidici dispersi e sterminati in tutto il mondo riposino in pace nella madre terra-
-Le sorelle della milizia morte per il loro nuovo re Shui-
-Il regno ultraterreno di Vevez fiera di ospitare le anime delle povere vittime-
-Ho preso io il comando della roccaforte in attesa di Erik-
-Accecato dal potere e dall’ avarizia… Dominik è il mio nome…-
-Anima errante, governatore delle fiamme nere… Sono Kadeam-
-Siamo stati uniti e separati dal destino… -
Fu il mio turno, appena la goccia del mio sangue toccò la pagina una luce abbagliante ci avvolse ed accecò, io dissi sorridendo
-So che vi siete sacrificati e nessuno tranne me lo sa, ma io vi cercherò e troverò statene certi-
Tutto e tutti furono avvolti da quel bagliore di luce. L’intera Imshan fu luminosa come una stella. I regni tornavano al loro antico splendore, gli angeli tornarono angeli, i dittatori morirono ed infine Imshan ridivenne una pangea. Il sacrificio di sangue era servito a qualcosa… io sono Erik questa è la mia nuova storia. Sono in acqua da molti anni, non galleggio ne sprofondo rimango fermo nel cuore dei mari. A volte vedo frammenti di vita che non mi appartengono o anziane persone che mi salutano e pregano per me. Penso di essere in un mare non terreno dove le anime dei morti si immergono per raggiungere Vevez, ma io che non mi muovo e non vado da nessuna parte mi sento perso e sconfortato. I miei ultimi giorni stanno finendo, e questa mia storia mi torna sempre in mente, ho sperato fosse più lunga ma non ci sono riuscito. Il mio corpo si sta dissolvendo…. Immani bellezze e avventure ho vissuto grazie a quel giorno di tanti e tanti anni fa…. Quella ragazza è venuta e mi ha preso per darmi amore e un giusto destino, a volte posso ancora vederla ma non sono sicuro se è qui che vaga o è a Vevez che veglia su di me. Nell’ ombra delle acque ci furono sette tonfi, le acque si scossero. Mani, quattordici mani mi presero con loro e mi tirarono fuori da quel mare di anime… mi avevano trovato, Xenus, Nuemel, Chaneri, Uesugi, Isobel, Kira, Dominik le anime di Kaera e Leira mi presero e mi tirarono fuori. Ammirai la nuova Imshan e il sole che risorgeva. La mia seconda alba su Imshan ed ero con loro. Con l’alba vidi un nuovo periodo di me che sorgeva. Ad aspettarmi fuori c’era mia madre e l’ anima di mio fratello divenuto carne grazie agli dei e Hope. Questa è stata la mia avventura, unito a te Kadeam e noi due a loro vivremo per sempre nelle menti e nei cuori della gente. Questo sono io e questa è la mia redenzione. 

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