Hoy me pregunto si amar es asi

di Niley story
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il nuovo lui ***
Capitolo 2: *** Leon ***
Capitolo 3: *** Un nuovo sentimento ***
Capitolo 4: *** Fraintendimenti ***
Capitolo 5: *** La verità brucia ***
Capitolo 6: *** Leon cupido ***
Capitolo 7: *** Il vero Leon ***
Capitolo 8: *** Il passato ritorna ***
Capitolo 9: *** Dissimulare ***
Capitolo 10: *** Rabbia ***
Capitolo 11: *** Leon e...Angie? ***
Capitolo 12: *** La storia di Leon ***
Capitolo 13: *** La festa ***
Capitolo 14: *** Una notte movimentata... ***
Capitolo 15: *** Lyon ***
Capitolo 16: *** L'incubo ***
Capitolo 17: *** Podemos ***
Capitolo 18: *** Il regalo di Violetta ***
Capitolo 19: *** Problemi ***
Capitolo 20: *** Francesca impicciona ***
Capitolo 21: *** Due mesi ***
Capitolo 22: *** Qui gatta ci cova ***
Capitolo 23: *** Dire/Non dire ***
Capitolo 24: *** Incubo o realtà? ***
Capitolo 25: *** La crisi di Violetta ***
Capitolo 26: *** Algo se enciende ***
Capitolo 27: *** Ci sono cose che non si dimenticano ***
Capitolo 28: *** Un ricordo straziante ***
Capitolo 29: *** Nuestro camino ***
Capitolo 30: *** Grease ***



Capitolo 1
*** Il nuovo lui ***


Anche quella mattina mi svegliai di ottimo umore dirigendomi allo studio on beat. Mi chiamo Violetta e ho 17 anni. Vivo a Buenos Aires con mio padre, mia zia Angie, Roberto il migliore amico e collaboratore di mio padre e Olga la nostra adorabile cameriera, che mi tratta come se fossi una figlia. Mio padre e mia zia sono fidanzati, e io frequento lo studio on beat, una scuola per talenti in canto ballo recitazione…e in questa scuola lavora anche mia zia. Mi piaceva andare a piedi fino allo studio on beat, all’inizio è stato un po’ difficile farlo accettare a mio padre…ma per fortuna alla fine ha ceduto. Appena arrivata, Francesca e Camila le mie due migliori amiche mi corsero in contro, abbracciandomi…
 
Francesca: Ciao Vilu!!!
Camila: AAA Non sai che cosa ti dobbiamo raccontare!!!
Violetta: Cosa???
Francesca:  Si dice…che sia arrivato un nuovo ragazzo…
Camila: E che sia bellissimoooo


Risi a quelle parole scuotendo il capo…
 
Violetta: Siete incorreggibili…e comunque vi ricordo che io sto con Diego!
 
Le mie due care e migliori amiche ruotarono gli occhi. A nessuna delle die piaceva Diego…anzi possiamo dire che non lo sopportavano…io e Diego stavamo insieme da tre mesi…avevo deciso di mettermi con lui, per dimenticare il mio primo amore…Thomas…che ora è partito per la Spagna…avevo pensato che avrei sofferto molto per la sua partenza…e invece…ci sono rimasta male e a volte mi manca è vero ma…non posso dire che ho “sofferto” molto…mia zia Angie dice che forse è perché io volevo solo molto bene a Thomas…e che probabilmente non so ancora cosa vuol dire amare.
 
Francesca: Io continuo a non capire cosa ci fai tu con quello!
Camila: Idem!
 
Eravamo vicino all’entrata dello studio on beat quando il rumore di  un motore attira la nostra attenzione. Ci voltiamo di scatto, c’è un ragazzo su una moto. Il suo volto era coperto da un casco…alla sua vista Francesca e Camila sgranarono gli occhi…e mi afferrarono entrambe, le mani.  Me le stavano stritolando.
 
Francesca: Oh mio Dio…quello è…
Camila: è il ragazzo misterioso appena arrivato!
Francesca/Camila: AAAAAAAAAAAAAAAAAA
Violetta: RAGAZZE!
Francesca: Si sta per togliere il casco!
Camila: Finalmente sapremo anche noi se questo ragazzo è così bello come si dice in giro!
Violetta: Siete patetiche!
 
Dissi scuotendo il capo…ma in fondo anche io stavo morendo dalla curiosità di vedere il volto di quel ragazzo. Lo scrutai attentamente, mentre mise il cavalletto alla sua moto. Aveva un paio di jeans scuri, una maglietta bianca e una giacca in pelle nera. Si tolse il casco, e poi scosse il capo per aggiustare il suo ciuffo. Per qualche istante sentì le gambe tremarmi. Posò il casco sotto la sella, e sollevò lo sguardo verso il sole. I suoi occhi verdi brillavano e il suo volto era qualcosa di…perfetto. Era alto, e nonostante fosse osservato da mille persone, sembrava non essersi accorto di niente…o forse, chissà…sarà abituato. I suoi capelli erano di un castano chiaro, che la luce del sole faceva sembrare quasi biondo. Si passò la lingua sulle labbra con lo sguardo basso, sul sedile della sua moto, mentre io Fran e Cami lo guardavamo a bocca aperta, come rapite dalla sua bellezza…
 
Francesca: B-bhe…in fondo…non è così bello come dicono…
Camila: N-no, infatti…
 
Dissero le due nervose, ma sinceramente non gli stavo prestando molta attenzione…
 
Francesca: Lo è molto di più
Camila: Oh si puoi ben dirlo
 
Continuarono loro con sguardo sognante mentre si mordevano il labbro inferiore.  Non riuscivo a rispondere a nessuna delle due…a stento riuscivo ad ascoltarle. Sentivo il mio cuore accelerare man mano che lui si avvicinava…ma stava davvero venendo verso di noi?! No…ci passa davanti come se nulla fosse, senza neanche accorgersi della nostra esistenza e scende le scale dirigendosi verso l’entrata dove c’era Pablo ad aspettarlo a braccia aperte…
 
Pablo: Finalmente! Quanto mi sei mancato!
 
Continuò lui con un sorriso stampato in faccia. Sembra che Pablo lo conosca molto bene…
 
Xxx: Anche tu mi sei mancato molto!
 
Gli rispose il ragazzo sorridendo. Pablo poggiò un braccio intorno alle sue spalle e se lo trascinò dentro…credo di non averlo mai visto così contento da quando lo conosco…che dovrebbe essere più o meno un anno…Nata e Ludmilla, due ragazze dello studio con il quale l’anno scorso non avevamo un buon rapporto, si avvicinarono a noi. Devo dire che le cose erano cambiate dopo lo show di fine anno…Ludmilla e Nata erano diventate nostre buone amiche…
 
Ludmilla: LO AVETE VISTO!?
Nata: Non è bellissimo?!
Francesca: Siii
Camila: Sembrava un Dio!
Ludmilla: Quel ragazzo sarà mio!
Francesca: Si certo come no
Camila: Sogna pure!
Ludmilla: Non scherzo! Via assicuro che cadrà ai miei piedi!
Nata: Pensavo che tu fossi già caduta ai suoi…

Tutte si misero a ridere per le parole di Nata…
 
Francesca: Mi chiedo come mai sia così legato a Pablo
Ludmilla: Io ho sentito parlare Pablo con Antonio qualche minuto fa…e ha detto che era super emozionato perché stava per arrivare suo nipote
Camila: Aspetta, quindi quel ragazzo è il nipote di Pablo?!
Nata: Si sembra che sia il figlio della sorella
Francesca: CHE?! Aaa vi immaginate se frequenterà lo studio on beat?!
Camila: Sarebbe fantastico!
Nata: Lo potremmo vedere tutti i giorni!
Camila: E fare amicizia con lui
Ludmilla: Voi farete amicizia con lui! Perché io diventerò la sua ragazza!
Camila: Certo, certo Ludmilla…sogna pure…
 
Avevo gli occhi fissi su quella porta…dov’era entrato lui insieme a Pablo…la fissavo come incantata immersa nei miei pensieri…
 
Francesca: Vilu tu che ne pensi?
Violetta: …
Francesca: Vilu?
 
Le ragazze mi stavano fissando, Francesca e Camila si scambiarono un sorriso e poi mi si buttarono addosso poggiandosi sulle mie spalle…mi scossero così tanto da farmi tornare con i piedi a terra e io le guardai entrambe…
 
Violetta: Che-che c’è!?
Francesca: Com’è che aveva detto?
Camila: Siete incorreggibili…e poi vi ricordo che io sto con Diego!
 
Disse Camila facendo la mia imitazione mentre io la guardai a bocca aperta, intanto Fran, Nata e Ludmilla se la ridevano…
 
Violetta: Io non faccio così!
Francesca: Invece lo hai fatto!
 
Maxi uno dei nostri migliori amici si avvicinò a noi seguito da Broadway e Andres …
 
Maxi: Di che parlate?
Nata: Del nipote di Pablo…è bellissimo
Camila: Siii è vero!!!
Francesca: E poi ha degli occhi che sono…
Ludmilla: E i capelli
Camila: Vogliamo parlare del suo fisico?
Maxi: Pff…quante moine per uno che manco conoscete…
Broadway: Si esatto
Camila: La vostra è tutta invidia perché…perché…hey come si chiama il nipote di Pablo?
Ludmilla: Questo non lo so in effetti…
Camila: Bhe ad ogni modo…lui è più bello di tutti voi messi assieme!
Francesca: Vero!
 
I ragazzi sembravano infastiditi…più che altro gelosi…a Maxi piaceva Nata, Cami e Broadway avevano rotto da poco, dopo che lui le aveva fatto credere di dover tornare in Brasile per sempre…solo per non farsi lasciare e Andres…bhe a lui non faceva né caldo né freddo…probabilmente non sapeva neanche di cosa stessimo parlando…ad un tratto sentì due braccia circondarmi la vita…mi voltai di scatto trovandomi Diego dinnanzi a me…
 
Diego: Ciao tesoro
Violetta: Diego…non ti ho sentito arrivare…
Diego: Si sono appena arrivato…me lo dai un bacio?
 
Potevo sentire gli sguardi assassini nei confronti di Diego alle mie spalle che provenivano da…si da tutti i miei amici tranne Ludmilla…non capisco il motivo ma proprio Diego non gli scende…
 
Francesca: Andiamo in classe prima che vomiti
Camila: Si infatti!
 
Tutti iniziarono a dirigersi verso l’entrata…
 
Violetta: Andiamo anche noi sai, non voglio arrivare tardi a lezione!
Diego: Prima il bacio se no non ti lascio!
 
Roteai gli occhi e mi avvicinai a lui per baciarlo…un bacio a stampo…ma lui non voleva un bacio a stampo…e di fatti tentò di approfondire quel bacio, ma quando capì che voleva andare anche oltre a quello, infilando la sua lingua nella mia bocca mi staccai dalle sue labbra impedendoglielo…
 
Violetta: Smettila, così no! Te l’ho già detto!!!
 
Diego sbuffò e io mi allontanai tirandolo per il polso…
 
Violetta: Muoviti!
 
Entrammo nell’aula di canto, e ci sedemmo, mentre attendavamo Pablo. C’era anche Angie…io ero seduta sulle gambe di Diego, alla mia destra c’era Francesca e alla mia sinistra Camila. Ludmilla e Nata erano in piedi vicino a Cami, seguivano Maxi Broadway , Andres e Marcos un nostro amico, pazzo di Francesca.
 
Angie: Ragazzi un po’ di pazienza, sono sicura che Pablo arri…
 
Angie non riesce a finire la frase che entra Pablo correndo in aula…
 
Pablo: Scusate il ritardo!
 
Disse tutto sorridente…
 
Angie: Ma dov’eri finito!?
Pablo: Stavo facendo una cosa importante…emm…ragazzi un attimo d’attenzione prego, vorrei presentarvi un bravissimo cantante e ballerino, con davvero tanto talento…e sia chiaro non lo dico solo perché è mio nipote…

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Capitolo 2
*** Leon ***


Vorrei ringraziare Anne, Allegra_, Shanebright e syotai per aver recensito la mia ff e dirle inosltre che appena potrò leggerò summer love e anche stringimi la mano e tutto andrà bene ^-^ intanto vi lascio qui sotto il nuovo capitolo che spero vi piaccia zaooooo

Pablo: Stavo facendo una cosa importante…emm…ragazzi un attimo d’attenzione prego, vorrei presentarvi un bravissimo cantante e ballerino, con davvero tanto talento…e sia chiaro non lo dico solo perché è mio nipote…Leon!

Pablo si spostò nel laterale vicino a Angie mentre parti una musica movimentata, e si udì una voce rap…le ragazze presenti in aula già cominciarono a gridare, quando dalla porta entrò lui…lo stesso ragazzo che avevo visto prima…Leon…come ha detto Pablo…

Leon: Escucha bien *Ascolta bene*
Soy un buen chico que te quiere bien *sono un bravo ragazzo che ti ama*

Era appena entrato e già era riuscito a fare breccia nei cuori delle ragazze che lo guardavano alla sua destra. Cantava dritto guardandole una a una negli occhi. Poi si mise al centro dell’aula, poggiò una mano sul cuore e mosse il suo petto come se stesse per uscirgli da dentro. Era un passo di danza, hip hop se non ero e gli era riuscito benissimo

Mi corazón siempre me dice Tutututu Bo *il mio cuore sempre mi dice tutututu Bo*
En el amor yo soy un eterno buscador *Nell’amore io sono un’eterno cercatore*

Si avvicinò ad una delle ragazze in fondo alla sala al lato opposto al nostro e si inchinò per poi ritornare nel mezzo della sala

Soy un descarado, y yo respondo en todos lados. *Sono uno sfaccio e rispondo a tutti quanti*


A quel punto iniziò a ballare mentre cantava col microfono tra le mani. Lo devo ammettere, era un vero talento come aveva detto Pablo

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!


Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

La sua voce mi faceva venire la pelle d’oca. Le sue labbra poggiate con delicatezza al microfono...i suoi occhi che, anche se non mi guardavano riuscivano ad ipnotizzarmi. Sentivo dei brividi percorrermi lungo la schiena...se fossi stata in piedi probabilmente sarei caduta a terra. Si avvicinò a Ludmilla appena finì il ritornello, le prese la mano sinistra e gliela baciò

Si suena bien, ya no me importa nada *Si suona bene, non mi importa più niente*

Con un giro su se stesso si trovò di fronte a Nata che lo guardava con occhi sognanti mentre lui prese la sua mano destra dandole un bacio anche a lei.

No me importa nada *Non mi importa niente*


Successivamente si avvicinò a Camila che appena lo vide si alzò in piedi e ballò davanti a lui. Il mio cuore cominciò a battere più forte. Si era vicinissimo a me prese la mano di Camila facendola girare su se stessa

Vuelvo a mi casa y me pregunto que me pasa *Torno a casa e mi chiedo che mi succede*
Vuelvo a mi casa, pregunto que pasa *Torno a casa mia, chiedo che succede*


Con un altro passo di danza mi diede le spalle facendo il moonwalk verso destra, fino a trovarsi con le spalle verso Francesca. Si voltò e si chinò per cantare guardandola negli occhi mentre lei gli sorrise, e io osservavo attentamente il suo profilo...

No vine aquí a fastidiar, quiero bailar, ponte a cantar *Non sono venuto qui a dare fastidio, voglio ballare, mettiti a cantare*


Dette quelle parole voltò di scatto la sua testa verso di me. Anche se per un attimo quel suo sguardo così intenso, mi penetrò dentro come se riuscisse a capire cosa stavo pensando. I suoi occhi verdi mi guardavano...erano come una calamita. Lo osservai a bocca aperta mentre poggiò la mano destra sotto al mio mento.

Porque en fin no somos, tan, tan diferentes. *Perché alla fine non siamo, così, così diversi*


E dopo avermi detto quella frase si allontanò nuovamente all’indietro riprendendo a ballare con gli stessi passi di prima, il ritornello.

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!


Continuava a ballare, e ogni tanto mi fissava...

Ser un conflicto esto me hace aún más listo *Essere un conflitto mi rende ancora più pronto*
Soy feliz y tengo todo para dar *Sono felice e ho tutto da dare*
Tal vez romántico, analítico, muy crítico *Forse romantico analitico, molto critico*
Y el crítico, ese soy yo Y todo te lo doy. *E il critico, questo sono io e tutto ti do*


Fran e Cami si alzarono in piedi per ballare al suono della sua voce. Io invece ero immobile sulle gambe di Diego a fissare Leon che cantava. Avevo anche dimenticato di essere seduta sulle gambe di qualcuno...

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

Are you ready for the ride, Let's ready for!

Con un urlo finale e una giravolta su se stesso chiuse la canzone. Tutti applaudirono, alzandosi in piedi, anche io...persino Antonio il direttore dello studio on beat...Invece Diego restò seduto a guardarlo senza dire una parola. Leon sorrise inchinandosi davanti a noi, mentre Pablo gli si stava per avvicinare, ma fu superato da mia zia che correndo abbracciò Leon, quasi stritolandolo...

Angie: Aaa Leon!!! Quanto mi sei mancato!!!!!!!!
Leon: *Ride* Anche tu Angie, ma non è il caso di soffocarmi così!

Ridacchiò lui ricambiando l’abbraccio mentre mia zia iniziò a ricoprirlo di baci sulla guancia sinistra...Francesca si avvicinò al mio orecchio...

Francesca: Tua zia lo conosce?!
Violetta: Così sembra...

Risposi alzando le spalle.

Camila: Dai Fran vieni!

Camila tese la mano destra a Francesca che l’afferrò e si avvicinarono a Leon seguite da Ludmilla e Nata, i ragazzi invece si avvicinarono a me e Diego…

Francesca: Leon…

Leon sciolse l’abbraccio con mia zia per voltarsi verso Francesca e sorridergli, Antonio gli poggiò una mano sulla spalla come per dire “bravo ragazzo” e mia zia teneva le mani poggiare sulla sua spalla sinistra…

Francesca: Ciao, sono Francesca
Leon: Ciao

Francesca gli porse la mano sorridente e lui la strinse ricambiando anche il sorriso. Si sporse per dagli un bacio sulla guancia e Leon non si tirò indietro…

Marcos: Ma…a Francesca piace quel tipo?
Violetta: Pare di si…
Diego: è solo un pallone gonfiato!
Maxi: Guarda chi parla!
Broadway: Non mi sembra il caso di discutere!
Andres: A me sta simpatico!

Anche Camila si presentò dandogli la mano e un bacio, e Nata la seguì a ruota insieme a Ludmilla…

Francesca: Possiamo fare una foto?
Leon: Si certo…

Francesca si mise vicino a Leon e lui si abbassò leggermente per fare in modo che lei scattasse la foto con il suo cell…altre ragazze gli corsero vicino per fare le foto. In meno di un batter d’occhio Leon si trovò circondato da ragazze. Era irritante e mi dava fastidio, lo guardai a braccia consorte. Credo che se ne sia accorto perché mentre sta scrivendo qualcosa a una ragazza alza leggermente lo sguardo verso di me mi sorride e mi fa l’occhiolino, e abbasso lo sguardo per poi voltarmi verso Diego…

Diego: Presuntuoso…
Violetta: Si…hai ragione…
Camila: Leon, diventerai un alunno dello studio?
Leon: Veramente io…
Pablo: Ooo si lo diventerà
Leon: Zio…
Pablo: Stai zitto!
Leon: Io ti voglio bene ma tu sei un grandissimo ro…
Pablo: Lo so! O questo o l’esercito! *lo allontanò dalle ragazze dirigendosi verso la porta*
Leon: Mmm…
Pablo: Te la sei cercata
Leon: Manco fossi finito in prigione…
Pablo: No, peggio sei finito…

Pablo si avvicina all’orecchio di Leon e gli dice qualcosa

Leon: Me lo rinfaccerete a vita vero?
Pablo: SI! Stavi per rimetterci la pelle!

Pablo diede una spinta a quel ragazzo, facendolo uscire fuori dall’aula e poi lo seguì…

Francesca: Guarda sono riuscita a farmi la foto con Leon!

Disse Francesca sorridente mostrando la foto a Camila…

Camila: Anche io prr
Ludmilla: Che nervi! Io non ci sono riuscita! Colpa di quelle mocciose che mi hanno superata…
Nata: Neanche io ci sono riuscita uff
Broadway: Vi rendete conto che state parlando di un ragazzo comune e non di una rock star?!
Francesca: Bello, talentuoso, figo, con stile…no non è un ragazzo comune
Camila: E poi…
Tutte quattro: è bellissimo!
Francesca: Metto la mia foto con lui come sfondo del cellulare!
Marcos: Addirittura?
Francesca: Si! Non siamo una bella coppia?

Chiese Fran mostrandomi la testa, e io scossi capo mentre Marcos che ci era rimasto evidentemente male, abbassò la testa uscendo dall’aula…

Camila: Sta meglio con me
Francesca: Nei tuoi sogni
Violetta: Ma la piantate?! Manco fosse Bred Pitt!
Francesca: Io amo Bred Pitt…ma paragonato a Leon è niente…e poi Leon è più vicino alla nostra età…ed è anche vicino a noi…
Camila: Già perché Pablo se lo è portato!? Che noia!
Francesca: Vilu allora, anche dopo che lo hai sentito cantare, pensi che non sia nulla?
Violetta: Penso che sia un arrogante e presuntuoso!

Diego mi cinse la vita mentre Francesca e Camila ruotarono gli occhi, insieme a Nata…

Diego: E poi la mia Violetta ha occhi solo per me, quella mezza cartuccia e nulla paragonata a me…

A quel punto le mie amiche scoppiarono a ridere…

Francesca: Certo…a te non piacciono quelli arroganti e presuntosi!
Camila: Ovviamente è per questo che stai con Diego…
Nata: Si lui è la modestia fatta persona…
Tutte tre: Hahahaha…
Francesca: Andiamo a cercare Leon?
Violetta: Veramente dovremmo andare a mangiare!
Nata: Potremmo chiedere a Leon di venire a mangiare con noi!
Maxi: Leon, Leon, Leon e basta! Sempre Leon!

Sbottò Maxi furioso uscendo dall’aula…

Violetta: Possiamo andare al restò band e basta?
Francesca: Ok, va bene andiamo!
Violetta: Grazie!

Io e le ragazza avanzammo. C’eravamo solo noi quattro uscivamo dall’aula per poi dirigerci verso l’uscita. Un accumulo di ragazze si era formato intorno alla moto di Leon. Lui era poggiato a questa che sorrideva a parlava con tutte le ragazze, mentre loro povere sciocche che gli cascavano ai piedi gli davano il loro numero di cellulare…

Ludmilla: Che cosa ci fanno tutte quelle mocciose intorno al MIO Leon!?
Francesca: Il mio Leon
Camila: No no no eh, c’ero prima io

Mentre le ragazze continuavano a discutere, io lo stavo osservando. Perché mi sentivo così strana mentre stava cantando? …quel ragazzo provocava qualcosa in me…ma ancora non so dire cosa di preciso…quando tornammo dopo pranzo la moto di Leon non c’era…suppongo che se ne sia andato…meglio così…si…ancora adesso continuo a fissare quel punto vuoto dove poco fa si trovava la sua moto…non so perché…ma sento come un vuoto dentro…un vuoto che non so come colmare…
Quella sera continuavo a girarmi e rigirarmi nel mio letto. La musica…la sua voce mi rimbombavano nella testa e il suo volto era sempre presente davanti ai miei occhi. Perché? Perché continuavo a pensare a lui!? Mi voltai ancora e osservai l’orologio…segnava 00.00 precise. Sospirai e mi alzai dal letto. Mi sedetti alla scrivania e portai la mano destra sul cuore. Ero agitata, nervosa come se…come stesse per succedere qualcosa e…e avevo paura. Qualcosa mi diceva che dovevo uscire, che dovevo andare da qualche parte ma non sapevo dove…mi alzai dalla sedia e aprì l’armadio, presi la prima cosa che trovai. La maglietta bianca con gli arcobaleni e la gonna azzurra con un nastro rosa in vita, indossai le scarpette a stivaletto, la borsetta e uscì silenziosamente fuori. Cominciai a camminare neanche io sapevo dove a testa bassa, senza meta eppure sembrava che sapessi benissimo dove stavo andando. Era buio e lampioni illuminavano a malapena i marciapiedi. Arrivai in fondo al quartiere e voltai a sinistra, continuai dritto senza mai alzare il capo. Faceva freddo e non c’era nessuno per strada. Uscì letteralmente fuori dal quartiere camminando sull’autostrada. Guardai l’orologio al mio polso è un ora che sto camminando, con questa ansia, con questa paura addosso. Notai che sotto i miei piedi non c’era più l’asfalto, c’era terreno. A ogni mio passo la polvere si alzava da terra, mentre assorta in questo pensiero sentì delle voci. Erano voci maschili. Cominciai a dirigermi a passo svelto verso queste, sentendo il battito del mio cuore accelerare sempre di più. Man mano che mi avvicinavo potevo riuscire a distinguere le voci diverse e scandire bende le parole.

Xxx: SEI UN’IDIOTA!
Xxx: QUESTI NON SONO AFFARI TUOI!

Sgranai gli occhi al suono di quella voce…l’avevo riconosciuta benissimo…era la voce di Leon. Ero nascosta dietro la porta di una specie di capanno. Leon era davanti a me di spalle, e dinnanzi a lui c’erano cinque ragazzi.

YYY: Sei diventato un pappamolle
Leon: Non capisco perché questo dovrebbe importare a te!
FFF: Stammi a sentire cretino, te lo chiederò solo un’ultima volta, accetti di tornare nel giro?
Leon: NO!

Il tono di Leon era deciso, fermo e chiaro. Aveva scandito perfettamente quel monosillabo.

CCC: Come vuoi imbecille…ma è ovvio che questa te la sei cercata

Quel ragazzo che si trovò davanti a Leon gli sferrò un pugno...dato che lui è di spalle non riesco a vedere bene dove, ma a giudicare dal fatto che lui si piega in due suppongo si tratti dello stomaco. Portai la mano destra sul cuore, quando lo sentì perdere un colpo, come se quel pugno fosse arrivato a me. Con la mano sinistra Leon sferra un pugno allontanando quel tizio da lui, ma immediatamente gli altri quattro cominciano ad andargli addosso. Cinque contro uno…era una cosa davvero meschina e sleale, Leon cercava di difendersi ma a parte qualche pugno non riusciva a fare molto…non sapevo che fare, ero lì tremante senza sapere se reagire o meno se andargli in contro o se avrei peggiorato la situazione. Feci scivolare lentamente la mano dal mio cuore fino a far tornare il braccio dritto che scendeva lungo la vita, e presi la mia decisione…

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Capitolo 3
*** Un nuovo sentimento ***


Feci scivolare lentamente la mano dal mio cuore fino a far tornare il braccio dritto che scendeva lungo la vita, e presi la mia decisione…feci un sospiro e vidi che quei tizi si allontanarono e a quel punto cosi verso di lui chinandomi a terra…

Violetta: Leon!

Leon mi guardò, aveva un’espressione sorpresa, con il sangue e gli scendeva da vicino al labbro. Si reggeva sul gomito sinistro osservandomi…

Leon: Tu…tu sei la ragazze dello studio…ah!

Si portò la mano destra vicino al labbro, credo che gli faccia molto male.

Leon: Vattene!

Violetta: No i-io…voglio aiutarti!

Leon: Se vuoi aiutarmi davvero, vattene!

Mi guardò profondamente negli occhi, ringhiandomi quasi contro…

Violetta: Ma…

Leon: Niente ma! Stanno per tornare e se ti trovano con me avrò più problemi

Violetta: Chiamo Pablo

Presi il mio cellulare quando sentì una stretta sul mio braccio sinistro…

Leon: Non ci provare…vattene e fa finta di non avermi mai visto.

Mi diede una spinta facendomi letteralmente cadere a terra, quando sentimmo entrambi dei rumori provenire dalla mia sinistra…ancora una volta lui si voltò verso di me, e con un tono che non accettava negazioni mi ripetette…

Leon: VATTENE! ORA!

Mi girai di scatto verso di lui. Me lo aveva davvero ordinato eppure…i suoi occhi sembrava me lo stessero supplicando. Mi alzai velocemente in piedi ancora tremante osservandolo…restai ferma per qualche frazione secondo, fino a quando non mi gridò di nuovo di andarmene e a quel punto mi voltai iniziando a correre il più lontano possibile. La mia vista stava diventando sfocata, solo a quel punto mi accorsi di stare piangendo. Quel ragazzo è solo uno stupido! Io volevo aiutarlo e lui…ma perché!? Perché!?...Stanca di correre entrai in un vico, poggiai il capo contro al muro e scivolandoci contro mi sedetti a terra. Poggiai le braccia sulle mie ginocchia e il capo su di esse. Perché non si è fatto aiutare? Che cosa volevano quelli da lui? Cosa gli staranno facendo adesso?...la mia testa era offuscata dall’immagine di quei tizi che continuavano a picchiarlo. Portai le mani alla testa, facendo sbattere questa più volte contro il muro. Perché lui mi faceva così male? In fondo non lo conoscevo nemmeno…e allora perché soffrivo tanto per lui? Osservai il mio orologio segnava le 3:00…avrei voluto tornare a casa ma non sapevo come fare. Presi il cellulare e digitai il numero di Roberto, che tutto assonnato poverino, mi rispose…

Roberto: Pronto?...

Violetta: Roberto, sono Violetta…

Roberto: Vio-Violetta?! Ma come…dove sei1?

Violetta: Ho bisogno che tu mi venga a prendere ma per favore non dire nulla a mio padre o a Angie…

Roberto: Che?! Ma come venirti a prendere?! Violetta Castillo! Dimmi subito dove sei…

Mi guardai in torno in cerca di qualche indicazione…quando vidi un cartello…

Violetta: Sono nel "bivio" al 207

Roberto: Il bivio?! Ma mi spieghi che ci fai lì!?

Violetta: è una lunga storia Roberto per favore vieni a prendermi senza fare domande…

Roberto: Va bene, non muoverti!

Attaccai il telefono alzandomi da terra. Continuavo ad esse poggiata a quel muro attendendo con ansia che Roberto arrivasse. Avrei dovuto essere spaventata, terrorizzata…una ragazza tutta sola alle tre di notte in un luogo che non conosce…e invece ero solo preoccupata…preoccupata per quel grandissimo imbecille che avevo lasciato disteso a terra. In fondo…ha detto che io per lui sono solo un intralcio…non riesco a dimenticare il suo sguardo…i suoi occhi supplichevoli…e la paura che ancora adesso ho…che gli possa succedere qualcosa…Roberto arrivò e io salì in macchina velocemente. Cominciò a farmi la predica…una predica che non stavo ascoltando, ad un tratto lui se ne accorse e decise di lasciare perdere. Tornammo a casa e io corsi in camera mia. Mi distesi sul letto osservando la finestra…la osservai per molto tempo, con lo stesso chiodo fisso in testa. Il iniziò a sorgere, e a malavoglia mi alzai dal letto facendo leva sulle braccia. Guardai l’orologio che segnava le 7:00 del mattino. Andai in bagno e mi feci una doccia. Indossai gli stessi vestiti che avevo prima e poi scesi a fare colazione…

Violetta: Buongiorno…

Il tono della mia voce era spento e strozzato, per quanto io cercassi di nasconderlo…

German: Buongiorno tesoro, c’è qualcosa che non va?

Violetta: No…nulla

Mi sforzai di dire con un sorriso a mio padre sedendomi accanto a Angie…

Angie: Vilu hai dormito bene?

Violetta: Benissimo…

Dissi osservando la mia tazza. Alzai ti poco lo sguardo e notai che Roberto mi fissava…si era normale credo che volesse delle spiegazioni…

Violetta: Papà, può accompagnarmi Roberto allo studio? …Oggi non mi va di farmela a piedi…

German: Certo tesoro, non ci sono problemi

Dopo aver fatto colazione andai in macchina con Roberto e gli chiesi scusa per la sera precedente e gli dissi che ero uscita per prendere una boccata d’aria ma che avevo finito col perdermi. Roberto non ci credette molto ma decise comunque di non farmi domande, e per questo lo apprezzavo. Entrai allo studio e mi avvicinai alle ragazze che parlavano sedute a terra nell’aula di danza…

Francesca: Si è vero

Violetta: Ciao…

Camila: Ciao Vilu!

Violetta: Di che parlate?

Chiesi sedendomi in mezzo a Francesca e Camila.

Ludmilla: Del mio ragazzo ovviamente!

Nata: Ludmilla te lo abbiamo già detto mille volte…

Ludmilla: Non ancora Naty…non ancora…

Da ciò che dicevano era facile intuire di cosa stessero parlando…

Francesca: Voi dite che oggi Leon viene?

Camila: Si io ci spero

Nata: Potremmo andare a chiederlo a Pablo

All’improvviso una pallina rimbalzò forte nell’aula. Tutti scattarono in piedi, noi comprese mentre Gregorio entrava nell’aula…

Gregorio: Insomma, è una sala di ballo signorine non di pettegolezzi, qui ci si esercita per BALLARE!

Ci disse scandendo bene le parole. Sospirai. Ognuno di noi si mise al suo posto e iniziammo con gli esercizi di riscaldamento. Nonostante ballare fosse una delle cose che amavo, oggi ero letteralmente fuori, e ciò fece arrabbiare non poco Gregorio...non posso dargli torno non ne facevo una giusta e andava a finire addosso alle altre ballerine e ballerini…

Gregorio: Aaa stooop!!!

Gregorio fece rimbalzare la pallina da tennis contro lo stereo facendolo spegnere…

Gregorio: Signorina Violetta?

Violetta: S-si?

Gregorio: Lei vuole rovinarmi la coreografia?

Violetta: N-no…

Gregorio: E allora per favore…ESCA SUBITO DI QUI! Oggi non riesce a fare neanche un semplice plie!

Violetta: Mi dispiace…

Gregorio: Fuori!

Francesca e Camilla stavano per ribattere contro Gregorio ma io alzai la mano facendo cenno di no col capo. Non era il caso che Gregorio si arrabbiasse anche con loro, inoltre non avevo tutta questa voglia di ballare oggi. Uscì fuori dall’aula avvicinandomi senza neanche accorgermene a quella dei professori, dove c’era solo Pablo…

Pablo: Si certo…ma no che dici…sta tranquilla…sono sicuro che non è così Leon-Leon starà benissimo…ma si certo….no, ascolta ora…ora esco anche io dallo studio e lo cerco va bene?...Si Cinzia ma tu ti devi calmare…ovvio…ok un bacio sorellina, ciao.

Pablo aveva la faccia distrutta. Poggiò le mani sulla cattedra chinando il capo…stava davvero male…io ero poggiata allo stipite della porta senza sapere che fare…strinsi il pugno con la mano destra e sollevandola diedi due colpi alla porta attirando la sua attenzione…

Pablo: Avanti è ape…Violetta…

Violetta: Ciao Pablo…

Dissi avvicinandomi a lui. Pablo sospirò

Pablo: Ciao Vilu…

Si sedette sulla sedia portandosi due dita destre agli occhi per strofinarli.

Violetta: Io…ho sentito in volontariamente…la discussione…

Pablo: La discussione? Ah quella con mia sorella…

Violetta: Si…che…che è successo con Leon?

Pablo: Lui…lui è scomparso…

Violetta: Come scomparso!?

Pablo: Questa sera non è tornato a casa…e mia sorella e mio cognato lo stanno cercando da per tutto…

Violetta: Oh no, chissà cosa gli hanno fatto…

Pablo: Che!? Cosa gli hanno fatto chi?!

Alzai di scatto il capo che avevo abbassato pochi secondi fa pensando ad alta voce…ops…questo forse non avrei dovuto lasciarmelo scappare…ma ero troppo preoccupata per tacere…

Pablo: Tu ieri sera hai visto Leon?

Violetta: Si…era con degli strani ragazzi che lo stavano picchiando

Pablo: DOVE?!

Violetta: Vicino a un posto chiamato bivio ma…era bivio 207 e non credo di ricordare la strada

Pablo: Non importa ho il navigatore grazie Violetta…

Pablo era molto preoccupato, lo potevo capire dal suo sguardo, scattò velocemente appena gli dissi la via ma per fortuna riuscii a prendergli il braccio facendolo girare…

Violetta: Portami con te, ti prego sono in pensiero da ieri sera…

Pablo mi guardò un po’ dubitoso, ma il mio sguardo compassionevole e la sua fretta riuscirono a favorirmi, convincendolo. Entrai nella sua macchina sedendomi al suo fianco mentre velocemente digitò sul navigatore tutte le informazioni che sapevamo…durante il tragitto gli raccontai tutto ciò che era successo quella notte. Nel giro di trenta, trentacinque minuti arrivammo in quel luogo…ora che lo guardavo con la luce del giorno, sembrava una pista di motocross…a giudicare dalle moto che si trovavano vicino a un capannone…

Pablo: Era qui?

Violetta: Si, ma dov’è!?

Mi guardavo intorno…dannazione non lo vedevo, fino a quando Pablo non gridò un "eccolo" indicandolo. Corse velocemente verso il corpo di Leon che era disteso a terra e io lo seguì il più velocemente possibile, per quanto mi fosse concesso dalle mie scarpe. Leon era disteso con la schiena a terra. Pablo prese saldamente i bordi del colletto della sua giacca di pelle e lo scosse bruscamente…

Pablo: Leon! Leon!

Leon strinse gli occhi, e anche i denti per poi aprirli lentamente…

Leon: Zio…

Disse con una voce al quanto assonata…

Pablo: Santissimi lumi Leon…

Pablo poggiò la mano destra dietro al capo di Leon stringendolo a se…

Leon: Zio fa piano! Stavo solo dormendo!

Pablo sciolse l’abbraccio guardandolo male, mentre lui si reggeva sui gomiti.

Pablo: DORMENDO?! A casa TUA dovresti DORMIRE! NON NEL MEZZO DI UNA STRADA!

Leon: Aha…come mi hai trovato?

Pablo: è stata Violetta…

Disse Pablo indicandomi con il capo, e lui sollevò leggermente lo sguardo guardandomi male.

Leon: Tu i fatti tuoi no eh?

Gli feci un sorriso falso guardandolo.Ora che lo stavo osservando in faccia, potevo chiaramente vedere che era conciato peggio di quanto ricordassi…forse lo avevano picchiato ancora…vederlo così mi stava facendo sentire male…ma è possibile stare così per una persona che neanche conosco?...Pablo lo aiutò a rialzarsi da terra facendolo poggiare a lui…

Leon: Non…non potevo tornare a casa in questo stato…a mamma sarebbe venuto un’infarto…e papà avrebbe finito di ammazzarmi…

Pablo: Si ma una telefonata potevi farla! Potevi dire "dormo da un amico" e poi chiamavi me! Idiota!

Leon: Potevo cavarmela da solo anche se tu non saresti venuto…

Pablo: Si certo! E io e i tuoi avremmo continuato a impazzire, credendoti scomparso!

Leon abbassò il capo mentre camminava a fatica. Dopo un po’ di esitazione decisi di avvicinarmi a lui prendendogli il braccio sinistro e poggiandolo intorno al mio collo per aiutarlo. Lui non disse una parola. Pablo aprì lo sportello posteriore e lo aiutò a sedersi dentro, e poi chiese a me di sedermi al suo fianco. Entrati in macchina prese l’auricolare cercando di chiamare la famiglia di Leon…

Pablo: Dannazione sempre la segreteria *sente il segnale acustico* Cinzia sono Pablo, Leon è con me…

Mentre eravamo in macchina lui era seduto al lato destro e io a quello sinistro. Lo stavo osservando…anche con tutti quei graffi riuscivo a vedere la sua bellezza…

Leon: Perché mi fissi?

Mi chiese di botto senza neanche guardarmi. Io abbassai immediatamente lo sguardo…

 

Violetta: Emm…io non ti sto fissando!

Leon: Bugiarda

Violetta: Non avrei nessun motivo per farlo!

Dissi facendo la parte dell'offesa. Stargli accanto mi rendeva nervosa, mi faceva tremare, e allora stesso tempo...mi faceva stare bene...Arrivammo davanti a un palazzo…credo che sia quello dove si trova l’appartamento di Pablo. Aiutò Leon ad alzarsi e scendere dalla macchina per poi dirigerci verso il palazzo. Prendemmo l’ascensore terzo piano. Appena entrati ci trovavamo nel salotto. Pablo fece sedere il nipote sul divano e poi fissò lo schermo del suo cellulare mentre io mi accomodavo sul divano accanto…

Pablo: Incredibile! Ne trovi uno e ne perdi due…vado a casa tua a cercare i tuoi, non muoverti di qui…

Disse guardando Leon che non lo degnò di uno sguardo…

Pablo: Violetta, mi fido di te…

Disse dirigendosi verso l’uscita…che?! Un attimo non ho capito, vuole lasciare me e lui SOLI?! QUI?!...Mi alzai di scatto in piedi...

VIoletta: Aspetta Pablo, non vorrai mica lasciarmi da sola con questo qui?!

Pablo: Mi dispiace non ho alternative, torno quanto prima ciao!

Senza ascoltare una mia risposta uscì di casa lasciandomi con le parole in bocca. Fissai la porta per qualche secondo poi guardai Leon. Aveva il piede destro poggiato sul bordo del tavolino dinnanzi a lui e prese il telecomando che era sul mobiletto alla sua destra vicino al divano e accese la televisione. Si portò la mano sinistra al labbro toccandosi la ferita...credo che gli faccia molto male...

Violetta: Non...dovresti toccarla...potrebbe farti infezione...

Leon: E allora?

Violetta: Bhe...ti...ti fa molto male?

Leon: No...

Sospirai osservandolo mentre a fatica riuscì a levarsi la giacca. Aveva dei lividi anche sulle braccia...probabilmente anche sulla schiena. Mi alzai e mi diressi nel corridoio in cerca del bagno. Aprì la prima porta a destra...bingo! Al primo colpo. Mi guardai intorno...dove poteva tenere Pablo le medicazioni...aprì il mobiletto che era sopra al lavandino. Presi l'ovatta e il disinfettante...vidi anche una fascia...non so com'è conciato sulla schiena forse mi servirà...tornai nel salotto ed era esattamente dove lo avevo lasciato, non che avessi qualche dubbio. Posai la roba che avevo preso sul tavolino, dove teneva ancora poggiato il piede. Con entrambe le mani gli sollevai la gamba facendogli poggiare il piede a terra...

Leon: Hey ma che stai facendo!?

Leon mi guardò stranito...comprensibile...presi il disinfettante e un batuffolo di ovatta...

Violetta: Ti disinfetto la ferita...

Leon: N-non ce ne bisogno...

Disse lui guardandomi con una faccia tra l'imbarazzo e il confuso...

Violetta: Chiudi il becco...

Provai a poggiare il battuffolo di ovatta vicino al suo labbro ma lui indietreggiava sempre di più con la testa, impedendomelo...

Violetta: LEON!

Leon: Brucia!

Violetta: Ma se non te l'ho neanche messo!

Leon: Si ma lo so che brucia!

Violetta: Non fare il bambino e sta fermo!

Leon: Mmm...

Sospirò rassegnato. Alzò il capo guardandomi mentre io ero in piedi tra le sue gambe. Posai la mano sinistra sotto al suo mento sollevandoglielo e facendolo voltare leggermente verso destra, mentre con l'altra mano gli tamponai la ferita. Si voltò di scatto al tocco dell'ovatta vicino al suo labbro, allontanando il viso dalla mia mano...

Violetta: Leon!

Leon: Ma brucia!

Violetta: Lo so, ma devi resistere!

Roteò gli occhi e con la mano sinistra gli ripresi il volto. Strinse i denti e chiuse gli occhi mentre passavo con delicatezza il pezzo di ovatta sul suo labbro. Ora che ci penso...non sono mai stata così vicino a lui. Guardai con attenzione ogni centimetro del suo viso...e posso confermare quello che pensavo ieri...ha un viso perfetto, anche così con tutti questi graffi. Si era bellissimo, in fondo le capisco tutte quelle ragazze che stravedono per lui...lui è...così...così...mi mancano le parole...ho di nuovo quella strana sensazione che mi percorre la schiena, come un brivido. Posso sentire il battito del mio cuore accellerare e risuonarmi nelle orecchie e nella testa.

Leon: Fatto?

Leon non si era mosso di un centimentro, ma aveva aperto gli occhi notando che ero rimasta ferma impalata a fissarlo, con la mano destra sospesa in aria. La suo voce mi fece tornare con i piedi a terra, e non sapendo cosa rispondere per il nervoso iniziai a balbettare...

Violetta: Emm...si, no cioé...io...tu...si ho finito...le-levati la maglietta...

Leon: Non posso...

Violetta: Te-te l'ho già spiegato le ferite devono essere di...

Leon: Si lo so, ma...non riesco a levarla...devi farlo tu...

Ok...devo definitivamente calmarmi perché sto male. Mi sento andare in fiamme e non so che fare...bhe...io...devo togliergli la maglietta...si...è...per una giusta causa non ho alternative...giusto?...deglutì prima di poggiare le mani ai bordi della sua maglietta. La sollevai lentamente per non rischiare di urtarlo e fargli male. Alzò il braccio destro e con un pò più di fatica quello sinistro. Posai la maglietta sullo schienale del divano per poi osservare il suo petto nudo davanti ai miei occhi. Wow...si ho detto wow...cioé non l'ho detto ad alta voce per fortuna però l'ho pensato...cioè...lui è...perfetto. Voglio dire ha degli addominali che sono...wow...non sono esagerati ne sono invisibili ovviamente...ma che cosa cavolo sto pensando!? No no Violetta concentrati...il suo petto...ha dei lividi ma per fortuna mi pare nulla di grave...tranne dove tiene la mano, sulla parte sinistra dell'addome. Ha un graffio. Presi un altro batuffolo di ovatta e mi chinai sedendomi sui talloni dei miei piedi, mentre passavo il pezzo di ovatta sulla ferita...

Leon:Ahi...basta ti prego...

Violetta: Solo un altro pò ho quasi finito...

Dissi cercando di restare quanto più lucida possibie...la verità è che ero agitata...non sapevo che fare, non sapevo che dire, non sapevo come comportarmi...l'unica cosa che sapevo è che mi stavo innervosendo ed ero quasi sicura di essere del tutto rossa. Perché Leon mi faceva questo effetto?...Non mi sono mai sentita così con nessun'altro...io non capisco cos'è questo sentimento...ma so che sta prendendo possesso di me, facendomi perdere il controllo del mio corpo.

Violetta: Finito...

Mi alzai in piedi e subito mi sentii afferrare per il polso destro...



 

Angolo autrice
Holaaaa...alloooraaa vi è piaciuto questo nuovo chappy? Spero di siiii e siate sincere quante di voi avrebbero voluto essere al posto di Vilu a medicare Leon? *---* Io sono tra queste :Q_________
*Si schiarisce la voce* torniamo serie puhaahahha si certo come no serie...allora ringrazio tutte quelle che leggono la mia storia, che la mettono tra le preferite/seguite ma soprattutto a voi che la recensiteee grazie di cuoreee <3 :-*


Zaoooo by Riri ù_ù






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Capitolo 4
*** Fraintendimenti ***


Violetta: Finito...

 

Mi alzai in piedi e subito mi sentii afferrare per il polso destro...non mi diede il tempo di voltarmi per guardarlo, con uno scatto si alzò in piedi e poggiò delicatamente le sue labbra sulla mia guancia destra. Sgranai gli occhi mentre sentivo le guance andarmi a fuoco. Lentamente si stacco e sussurrò al mio orecchio un semplice "grazie" per poi lasciarsi cadere all'indietro sul divano, sciogliendo la presa sul mio polso. Non riuscivo a dirgli nulla, neanche uno stupido prego, ero come intontita...pietrificata. Abbassai lo sguardo senza dire nulla e presi la roba dal tavolino per riportarla in bagno. Quando entrai mi guardai allo specchi...avevo davvero le guance rosse. No non potevo farmi vedere così da lui...non capisco perché mi faccia questo effetto...osservo le mie mani...sento come un formicolio...ma perché???...sento il rumore della porta e tiro un sospiro di sollievo...Pablo deve essere tornato. Mi diressi in cucina e lo vidi parlare con Leon in piedi al suo fianco destro, mentre lui era sempre seduto sul divano...

 

Pablo: Quindi ho detto ad entrambi che per questa settimana avresti dormito da me...

Leon: Aha...e mamma?

Pablo: Mamma? Era nel panico, mamma non sai che ho dovuto fare per convincerla a non venire, dovresti chiamarla almeno!

Leon: Ma poi si mette a parlare e parlare...

Pablo: E tu le rispondi e rispondi...

 

Li osservai e mi misi a ridere guardandoli discutere. Pablo si voltò verso di me, credo che mi abbia sentito...e anche Leon mi sta guardando...

 

Pablo: Ah Vilu ho chiamato tua zia, tra poco dovrebbe esse...

 

Neanche il tempo di finire la frase che udiamo il suono del campanello...

 

Vioeltta: Vado io...

 

Mi diressi a passo svelto verso la porta...mi sentivo lo sguardo di Leon addosso e questo mi rendeva ancora più nervosa di quanto già non lo fossi...aperta la porta mia zia entra in casa come un razzo, senza neanche salutarmi...manco fossi invisibile...

 

Angie: Leon!

 

Si dirige verso il divano e abbraccia Leon che è ancora a dorso nudo...io chiusi la porta e mi avvicinai...ma non troppo...ero dietro a Pablo mentre mia zia era seduta sul braccio del divano continuando a stritolare Leon...

 

Leon: Piano Angie...

 

Lo supplicò lui a occhi chiusi...poverino doveva fargli davvero molto male...

 

Angie: Oh...scusa tesoro*scioglie l'abbraccio*...come stai?

Leon: è tutto ok...

Angie: Sicuro?

Leon: Si

Angie: Giuro che se scopro chi è stato, si può definire morto e non mi importa che sia un ragazzo!

Leon: Grazie Angie ma non ce ne bisogno...

Angie: Si invece! La prossima volta...

Pablo: Prossima volta? Oh no, non ci sarà nessunissima prossima volta, te lo assicuro...

Leon: Questo è una sorta di avviso tipo "sei agli arresti domiciliari?"

Pablo: Oh si, contaci!

Leon sbuffò roteando gli occhi e voltando lo sguardo dall'altra parte...

Angie: Dov'è Violetta?

 

Chiese mia zia guardandosi intorno...ah bene allora si ricorda che esisto...uscì da dietro Pablo e feci un cenno a mia zia con la mano per salutarla e un sorriso come per dire "hey ti sei ricordata"...mentre Pablo mi aveva indicata con pollisce sinistro...

 

Angie: Oh...ciao...

Pablo: Violetta, lo hai medicato tu Leon?

 

Mi chiese Pablo osservando il nipote che teneva il capo chino...

 

Violetta: S-si...

Pablo: Fantastico, grazie mille! Spero che tu l'abbia ringraziata signorino...

Leon: Altrimenti che? Mi sculacci?

Chiese lui voltando lo sguardo verso lo zio...

Pablo: Non provocarmi Leon, non provocarmi...

Angie: Bene...allora Vilu, andiamo perché è già tardi e tuo padre ci ammazza...

 

Annuì col capo alle parole di mia zia...aveva ragione. Diede un bacio sulla guancia a Leon dicendogli "guarisci presto" e Leon le sorrise, poi salutò Pablo...io invece salutai SOLO Pablo...e poi me ne andai con mia zia. Ero in camera mia a fissare il soffitto. Come un flashback mi è apparsa l'immagine di me che tolgo la maglietta a Leon...e poi la sua mano sul mio polso...lentamente sento i miei occhi chiudersi...e prendo sonno...con impressa davanti ai miei occhi, ancora quell'immagine di Leon a dorso nudo...e sogni d'oro a me...la mattina seguente mi svegliai a orario normale, feci colazione come al solito e mi diressi allo studio...Pablo era già arrivato, anche le ragazze, stavano parlando animatamente davanti l'aula di danza...per fortuna non mi avevano ancora vista...corsi da Pablo poggiandogli una mano sulla spalla...

 

Pablo: Violetta! Ciao!

Violetta: Ciao Pablo...

Pablo: Posso esserti utile?

Violetta: Ecco...io...volevo solo sapere se...se Leon stava meglio...

Pablo: Si, si molto meglio pensa che oggi riusciva a parlare senza toccarsi ogni cinque secondi il labbro...

Violetta: Meno male...

 

Dissi spontaneamente tirando un sospiro di sollievo, mentre Pablo sorrideva...un attimo...perché mi preoccupavo così tanto per quell'imbecille che neanche conoscevo!? O.O

No no no no...

 

Violetta: Emm...Pablo?

Pablo: SI?

Violetta: Un favore si?

Pablo: Si, dimmI

Violetta: Non dire a Leon che ho chiesto di lui, ti prego...

Pablo: Va...bene...

Pablo mi guardò confusò mentre io gli sorrisi ringraziandolo e poi mi diressi verso le ragazze...

Francesca: Chiediamolo a Pablo!

Violetta: Che cosa?

 

Chiesi intromettendomi nella discussione delle mie due amiche e Nata e Ludmilla

 

Camila: Se Leon oggi arriva!

Violetta: No, lui non può pe...

 

Fu in quel momento che mi resi conto di stare parlando...come dire...troppo...le ragazze mi guardavano con una faccia interrogativa...non so se è perché non hanno capito cosa stavo per dire o...perché si stanno chiedendo come io faccia a saperlo...ma speravo tanto la prima...

 

Camila: Lui non può pe?

Francesca: Perché Leon non può venire?

 

Colpita e affondata...ma perché devo sempre avere questa "fortuna"?! Ma certo! Perché non penso prima di aprire bocca...aspetta, lo so!

 

Violetta: Perché sarebbe solo una rottura di scatole! I-io non lo sopporto!

Francesca: *Rotea gli occhi* E io che pensavo sapessi qualcosa che noi non sapevamo

Camila: Mi hai fatto prendere un colpo!

Ludmilla: Tesoro, solo perché tu non lo sopporti, non vuol dire che dobbiamo non sopportarlo anche noi

Camila: Si infatti sono d'accordo con Ludmilla...*si ferma un attimo a pensare* e ti odio per avermelo fatto dire!

Francesca: Dai andiamo!

Francesca prese la mano di Camila e si diressero verso Pablo seguita da Ludmilla e Nata. Io le seguii a poca distanza...

Francesca: Pablo!

 

Lo chiamò lei con il suo sorriso radioso, e quando Pablo si voltò gli fece ciao con la mano destra...

 

Pablo: Ciao ragazze...

 

Pablo sembrava confuso ma sorridente...

 

Francesca: Ascolta Pablo...tuo nipote...

Camila: Leon

Francesca: Si precisamente...Leon...

Ludmilla: Ah insomma! Quando arriva?

 

Sbottò Ludmilla da dietro Cami...

 

Pablo: Leon?

Francesca: Si...

Pablo spostò lo sguardo su di me, evidentemente per sapere se avevo detto lo qualcosa, ma io scossi il capo...

Pablo: Emm...no, non arriva...

Ludmilla: Come non arriva?!

Pablo: Deve aiutare il padre con delle cose e quindi comincerà gli studi qui...la settimana prossima...

Le ragazze cominciarono a lamentarsi mentre si allontanavano da Pablo e io le seguii....

Violetta: Ooo andiamo, non fatene una tragedia!

Camila: Ma è una tragedia!!!

Jaky: Hey svelte tutte in aula di danza!

 

Ci ordinò la nostra insegnante di danza...si avevamo due insegnanti di danza, Jaky e Gregorio...e se ve lo state chiedendo...no nessuno dei due è carino e gentile e tra l'altro...stanno sempre a litigare, SEMPRE...insopportabili...quando tornai a casa il pomeriggio mia zia stava uscendo per andare a trovare Leon...mi chiese se volevo andare con lei e senza pensarci due volte, le risposi di no...non mi andava di vederlo...io...non lo sopportavo...cioé non lo sopporto...a distogliermi dai miei pensieri è il cellulare che suona...lo presi e risposi senza neanche guardare chi fosse...

 

Violetta: Pronto?

Xxx: Ciao tesoro!

Violetta: Diego...

Diego: Mi manchi tantissimo sai?

Mi manchi tantissimo? Ma se ci eravamo salutati un'oretta fa fuori allo studio...bha...

Violetta: Emm...scusa è che sto lavorando a una canzone e...avrei un pò di fretta...

Diego: Così di fretta da non poter neanche uscire col tuo ragazzo?

Vioeltta: No scusa, ciao

 

Senza neanche aspettare la sua risposta, attaccai il telefono e lo posai sul tavolo. Non so perché ma ultimamente Diego mi dava su i nervi...era più appicicoso del solito e non capisco il motivo...ad ogni modo, il mio chiodo fisso, il pensiero che non riuscivo a cacciare via dalla mia testa...era lui...Leon...vorrei sapere come sta...ma allo stesso tempo, lui non dovrebbe saperlo...no non voglio...aaa che nervi! Ma insomma perché mi preccupavo tanto per quell'imbecille!? Neanche lo conosco, non ha senso! Scossi il capo abbassandolo sul mio diario e mi accorsi di aver scritto qualcosa...così...senza neanche rendermene conto, c'era scritto il suo nome...Leon....devo stare davvero male per scrivere il suo nome senza rendermene conto. Di scatto chiusi il diario, allontanandolo dsa me...dovevo trovare un modo per distrarrmi...mi alzai, misi la musica e iniziai a ballare...ma il suo pensiero continuava a tortutare la mia mente...quando mia zia rientrò la osservai, sembrava allegra credo che Leon stia meglio...spero...ma non mi va di chiederglielo, nessuno deve sapere...altrimenti penserebbero che io...che io provi qualcosa per lui e invece non è così, neanche lo conosco...no, infatti...anche il giorno successivo mia zia andò da Leon...e quello dopo...e quello dopo ancora, tranne sabato e domenica. Arrivamo al luendì ed io ero allo studio con le ragazze...

 

Francesca: Finalmente! Oggi rivedremo Leon!

Ludmilla: Il mio ragazzo!

Camila: Nei tuoi sogni!

Nata: Uuu guardate sta entrando!

 

Alle parole di Nata tutte, io comepresa voltammo lo sguardo verso l'entrata. Leon entrò dalla porta principale guardandosi intorno dietro di lui spuntò Pablo che diede una pacca sulla spalla avvicinandosi alla porta della sala insegnanti, dove ad aspettarlo c'erano Antonio e Beto. Francesca e Camila mi presero sotto il braccio e di corsa si avvicinarono a Leon trascinando anche me, che per correre al loro passo stavo per cadere...

 

Francesca: Ciao Leon!

 

Leon che aveva lo sguardo voltato verso lo zio si girò di scatto al ricachiamo di Francesca. Spostò velocemente lo sguardo da lei a me per qualche secondo per poi guardare di nuovo Francesca...

 

Leon: Ciao...Fra...ncesca?

Francesca: *sorride* Si te lo sei ricordato

Leon: Certo, ricordo sempre i nomi delle ragazze che mi colpiscono

 

Don Giovanni da strapazzo! Lo guardai male mentre sorrideva a Francesca e credo che lui se ne accorse, passò lentamente lo sguardo su Camila, scrutando anche me...

 

Leon: Camila giusto?

Camila: Sii

 

Disse Camila tendendogli la mano che lui bacui galantemente...pff...pagliaccio! Presuntuoso!...

Ludmilla spinse bruscamente sia me che Camila per passare tra noi, porse la mano a Leon...che la osservò quasi ridendo...

 

Ludmilla: Ciao Leon...

Leon: Ciao....

 

Inizialmente Leon era un pò confuso...forse non si ricordava il suo nome...poi le prese la mano e la baciò...ma lo faceva con tutte! Era insopportabile! Non lo reggo! Non lo sopporto! Mi fa venire una voglia matta di...di...strozzarlo!

 

Leon: Ciao Nata

 

Disse osservandola mentre lei guardava timidamente il pavimento. Alzò il capo di scatto e sorrise nervosamente a Leon...

 

Nata: C-ciao Leon...

 

Roteai gli occhi quando Pablo chiamò suo nipote...FINALMENTE!

 

Leon: Scusate, devo andare ci si vede...

 

Le ragazze lo salutarono mentre lui si avvicinò allo zio, che gli mise una mano sulla spalla mentre parlava con Antonio e Beto, che gli dicevano qualcosa. Incredibile! Aveva praticamente fatto finta di conoscermi! Dopo tutto quello che ho fatto per lui! Eravamo ancora ferme sullo stesso punto a fissarlo quando la voce di Maxi alle nostre spalle, ci riportò con i piedi a terra...

 

Maxi: Ma dico io...vi rendete conto che siete patetiche?

Broadway: Maxi ha ragione! Sbavate dietro uno che neanche conoscete!

 

Mi avvicinai ai ragazzi a braccia incrociate e poi mi voltai verso le mie amiche...

 

Violetta: Sono perfettamente d'accordo con loro! Smettetela di stargli dietro!

Ludmilla: Scusate...nessuno ha chiesto la vostra opinione...e comunque è vero voi tre dovreste smetterla di stargli dietro, in fondo è il mio ragazzo

Camila: Se non la smetti con questa storia, ti strappo tutti i capelli da testa!

Francesca: Calma Cami!

Camila: Ma la senti? è insopportabile!...

Francesca: Calma!...

Andres: Andiamo in aula?

Maxi: Si muoviamoci che tra poco inizia la lezione...

 

Ci voltammo tutti quanti per dirigerci verso l'aula, quando mi sentì prendere il polso...mi voltai e...

 

Violetta: Diego!

Diego: Hey bambola! Come va la canzone a cui stavi lavorando?

Violetta: Ti ho già detto che non mi piace che mi chiami ba...canzone? Ooo la canzone....si...la canzone...bene...bene...andiamo!

 

Mi voltai tenendo la sua mano e con la coda dell'occhio vidi Leon che ci stava fissando. Il suo sguardo mi faceva sentire in imbarazzo...sembrava quasi che avesse una dote per questo!

 

Pablo: Andiamo Leon

Leon: Si

 

Mentre ero seduta a parlare con le ragazze, entrò Leon insieme a Pablo...

 

Pablo: Leon prendi posto

 

Leon si guardò intorno, Ludmilla spinse via Nata dalla sedia accanto a lei, facendola cadere addosso a Maxi, mentre Francesca, con l'aiuto di Camila, fecero alzare Diego che era seduto accanto a me. Francesca si mise al posto di Diego...

 

Ludmilla: Leon vieni a sederti qui accanto a me...

Francesca: No no Leon guarda c'è un posto libero in mezzo a noi

Camila: Si vieni qui

 

Disse Cami battendo la mano sulla sedia...

 

Ludmilla: L'ho detto prima io!

Francesca: Sono sicura che Leon preferisce stare in mezzo a noi!

 

Leon guardò confuso le tre ragazze e poi voltò lo sguardo verso lo zio, quasi come a suppliare un "aiuto"

 

Pablo: Ok, silenzio! Leon, siediti in mezzo a Maxi e Marcos lì

 

Disse Pablo indicando il posto dov'era seduta Nata, che si alzò e riprese il suo posto. Francesca sbuffò tornando al suo posto e Diego la guardò male e tornò a sedersi accanto a me...non che Francesca abbia notato il suo sguardo. Leon prese posto e si tolse la giacca poggiandola sullo schienale della sedia. Sentivo lo sguardo di Diego addosso, mentre Leon guardava lo zio. Voltai lo sguardo verso Diego che mi sorrise, ricambiai e poi mi voltai verso Pablo che prese la parola...

 

Pablo: Bene...allora ho deciso di assegnarvi un compito di gruppo...avete...due settimane di tempo per comporre una canzone...

Ludmilla: *alza la mano*

Pablo: Si Ludmilla?

Ludmilla: Io potrei fare un duo con Leon!

Francesca: No, no Leon è in squadra con me

Camila: E con me vero Pablo?

Pablo: Emm...no, allora...Ludmilla, tu sei con Nata e Diego...Francesca, Camila voi due siete insieme a Violetta...mentre mio nipote, Leon...

Leon: Starà da solo, vero zio?

Pablo: Aha, certo...starà con Maxi, Broadway, Andres e Marcos

 

Vidi Maxi e Broadway fare delle facce distorte...evidentemente l'idea non gli andava molto a genio...ad un tratto la voce di Marcos che si era alzato in piedi distrasse tutti...

 

Macos: Scusate l'interruzione...

 

Aveva un giubbotto di pelle simile a...no che dico...identico a quello di Leon, e comnciò a camminare attegiandosi a divo, dirigendosi verso Francesca...

 

Marcos: Hey pupa, allora che ne dici? io tu e il mare si?

Francesca: Ma sei suonato?

Leon: Ma...quella è la mia giacca?!

 

Chiese Leon notando che non c'era più dietro la sua sedia. Marcos sbiancò di colpo togliendosela velocemente...

 

Marcos: Emm...forse...

Leon lo guardò male scattando in piedi dirigendosi verso di lui...

Leon: DAMMELA!

 

Marcos sorrise innocentemente tendendo la giacca a Leon che gliela strappò letteralmente di mano. Francesca roteò gli occhi alzandosi in piedi...

 

Francesca: Scusalo Leon...ha dei problemi mentali...

Leon: Si, me ne sono accorto...ah...e se vuoi imitarmi, non chiamare mai più una ragazza pupa, io non lo farei mai è una mancanza di rispetto

 

Osservai Leon allontanarsi e Marcos gli corse dietro...io mi alzai con calma, quando Francesca con occhi sognanti attirò l'attenzione di noi ragazze...

 

Francesca: Lo avete sentito? Lui non chiamerebbe mai una ragazza pupa, perché è una mancanza di rispetto *-*

Camila: Si, Leon è davvero un galantuomo!

Nata: Si sono d'accordo

Ludmilla: Aha...ma non vi illudete...sarà mio!

 

Sbuffai alle parole di Ludmilla, e notai Cami roteare gli occhi. Io uscì per prima dalla sala e le ragazze mi seguirono. Ci fermammo poi fuori alla porta dell'aula a parlare, notai Marcos che diede una mano sulla spalla a Leon per farlo voltare. Ma perché continuavo a fissarlo? Neanche si capiva cosa stavano dicendo da qui...

Marcos: Non volevo prenderti in giro!

Leon: Non sembrava!

Marcos: No, ascolta...io sono innamorato di Francesca da quando la conosco...ma lei no!...Allora visto che tu le piaci ho pensato di diventare come te...

Leon: Francesca?...

Marcos: Si...

Leon: Mmm...va bene, se non mi stavi prendendo in giro ti aiuto...

Marcos: Che!? Ma sei serio?

Leon: Si certo...se ci tieni così tanto perché non dovrei...

Marcos: Grande! Allora vuoi che dica i suoi idoli?

Leon: Aha...no! Non mi interessa...Marcos per conquistare Francesca, non devi cercare di essere una persona che non sei...devi essere te stesso...Francesca è una ragazza romantica...potresti cantarle una serenata...

Marcos: Tu pensi che si accorgerebbe di me?

Leon: Si perché no...dai vieni con me così ne parliamo meglio e ti aiuto...

Marcos: Grande! Grazie Leon!

Leon: Figurati...

 

Anche quella sera ero nel mio letto, a fissare il soffitto. Leon...Leon...Leon...quel nome non faceva che rimbombarmi nella testa...era diventata un'ossessione per me. A pranzo, a cena, mentre studiavo mentre componevo...non facevo che pensare a lui...e a come mi aveva trattata....aveva davvero finto che io non esistessi...poteva almeno dirmi un ciao e invece...niente...ma in fondo...perché dovrebbe importarmi? Qulasiasi cosa abbia a che fare con Leon non mi interessa...NO!...Il giorno seguente quando arrivai vidi Francesca che parlava come una mitraglietta, mentre Camila annuiva col capo...mm...no non la sta ascoltando direi...

 

Violetta: Che succede?

Camila: Violetta! Finalmente!!!

 

Camila si alza di scatto e mi abbaccia mentre Fran mi fissa con due occhioni spalancati e un sorriso a trentadue denti, dipinto in volto...

Camila: Non la sopporto più sta a raccontarmi la stessa cosa da tre ore!

 

Francesca: Ma è importante!

Violetta: E di cosa si tratta?

Francesca: Ooo sapevo che lo avresti chiesto!

Camila: Oh no...sta per ricominciare...vado al distributore, ho sete!

Camila fila via prima che una di noi possa risponderle, mentre Fran mi prende per il polso facendomi sedere sulla panchina dov'era poco fa con Camila...

Francesca: Allora, ieri sera Leon è venuto fuori alla mia finestra...

Violetta: Eh?!

Francesca: Ooo Vilu è stato tutto così romantico! E la serenata! Indimenticabile, una canzone tutta per me capisci!? Ma non una canzone qualunque, già fatta, una canzone tutta per me! Una dichiarazione!!! Aaa non do sdove cominciare, e poi...

 

Ad un tratto ero diventata sorda. Le mie orecchie cominciarono ad otturarsi...avete presente quando siete sott'acqua e non riuscite a sentire niente? Ecco...era così che mi sentivo io in quel momento. Avevo lo sguardo perso nel vuoto, mentre Fran continuava a parlare alla stessa velocita di una mitraglietta. Il mio sguardo era perso nel vuoto...sentivo il cuore andarmi in pezzi e un nodo alla gola. Leon aveva cantanto una serena...a Francesca...la mia migliore amica...in quel momento volevo sprofondare...sbattetti più volte le palpebre sentendole inumidirsi...no...no che mi prende?! CHE CAVOLO MI PRENDE!?...Sento il cuore andare in frantumi, lentamente...ho un senso di vuoto che non riesco a spiegarmi...ero come "fuori dal mondo" in un silenzio assulto...la testa cominciò a girarmi...a quel pensiero...lei e Leon stavano insieme...Lei e Leon...respirai sempre più affanatamente senza spiegarmi il motivo quando dalla porta entra lui, Leon. Un gruppo di ragazze gli corre vicino scattando delle foto, e lui le lascia fare. MA CHE FACCIA TOSTA! PRIMA FA ILLUDERE LA MIA MIGLIORE AMICA, E POI ANCHE TUTTE QUELLE ALTRE?! NO LEON NON TI PERMETTERO' DI SPEZZARE I LORO CUORI!...Sentivo che la tristezza che poco fa mi stava per divorare si stava trasformando in rabbia...

 

Francesca: Vilu...ma mi stai ascoltando?

Violetta: Tranquilla Fran! Non permetterò a quell'idiota insensibile di farti questo!

Francesca: Eh?

 

Mi alzai sicura di me,e strinsi i pugni. Non so cosa mi sia preso poco fa, e non so descriverlo con le parole...ma ora sono certa di voler ammazzare Leon. Mi diressi verso di lui mentre le ragazzi allontanavano, e quando voltò il suo sguardo verso di me...gli sganciai un ceffone in piena faccia con la mano destra. Leon mi guardò pietrificato portandosi la mano sinistra sulla guancia dolorante...BEN TI STA!....Francesca si era portata entrambe le mani alla bocca e aveva sgranato gli occhi...

 

Violetta: SEI UN'INSENSIBILE! UN GRADASSO! TI SEMBA COSì DIVERTENTE ILLUDERE LE RAGAZZE, FACENDOLE INNAMORARE DI TE SOLO PERCHE' SEI BELLO!?

 

Eh!? No un attimo che ho detto? Bello?!...nono mi sono sbagliata si...eppure per qualche strana ragione i miei occhi continuavano ad essere umidi...

 

Violetta: DOVRESTI VERGOGNARTI! MA NON TI PERMETTERO' DI FAR SOFFRIRE ANCHE LA MIA MIGLIORE AMICA!

Francesca: Vilu...ma...che vai farneticando?

 

La voce di Francesca era tremante, e nervosa...mentre mi guardava. Mi voltai verso di lei guardandola negli occhi...

 

Violetta: Stammi a sentire, è per il tuo bene! Lui non fa per te fidati!

 

D'un tratto la voce di Marcos alle spalle di Francesca risuona nella mia testa...

 

Marcos: NO! Non è vero Fran non crederle! Io faccio per te!

 

Disse Marcos correndo piombandosi davanti a noi, dopo aver parlato con Francesca si volta verso di me con un'espressione confusa...

 

Marcos: Credevo di esserti simpatico...

Violetta: Ma tu mi sei simpatico Marcos! Marcos! Ecco vedi Fran, dovresti uscire con lui! Non con questo imbecille di LEON!

Leon: Fran, porta la tua amica da un medico credo che ne abbia bisogno!

 

Disse lui in tono nervoso e arrabbiato...nervoso e arrabbiato!? LUI?! MA PER FAVORE! ERA L'ULTIMA PERSONA AL MONDO CHE POTEVA SENTIRSI COSì!

 

Francesca: Vilu ma...io sto con Marcos...

 

Sgranai gli occhi alle parole di Francesca..che!? Ero diventata sorda del tutto o ha detto che sta con Marcos?! Na...non può essere...lei...Marcos...un attimo...allora...Leon...

 

Violetta: Scherzi?

Francesca: No...ti stavo raccontando di come Leon ha aiutato Marcos a scrivermi una serenata per conquistarmi...

Marcos: E ieri l'abbiamo cantata fuori casa di Fran...aspetta...tu avevi capito che Leon e Fran...

 

Sorrisi innocentemente voltando letamente lo sguardo da Marcos a Francesca, per poi tornare su Marcos e finire su Leon che era quello che mi preoccupava di più...ooo si...era incazzato nero...e mi guardava con uno sguardo leggermente assasino...però...anche se ero in imbarazzo...mi sentivo meglio...quell'enorme peso che avevo sul cuore, quella rabbia, quella maliconia, quel senso di vuoto...sembravano essersi dissolsi in meno di un secondo...Marcos scoppiò a ridere avvicinandosi a Leon, gli poggiò la mano sinistra sulla spalla...

 

Marcos: Leon e io siamo diventati amici!!!

 

Marcos gli diede due colpetti abbastanza forti sulla costola sinistra con la mano destra...era lo stesso punto dov'era fasciato...si...lo ricordavo benissimo...era lì che gli faceva male. Infatti lo vidi chiudere gli occhi e stringere i denti mentre abbassava il capo. Io presi alla svelta il polso di Marcos senza pensarci due volte e lo allontanai da Leon...

 

Violetta: Ma sei scemo!? GLI FA MALE!

 

Gridai senza neanche rendermene conto, avevo poggiato delicatamente la mia mano sinistra sulla ferita guardando il volto di Leon che era chino...

 

Violetta: Tutto ok?

 

Gli chiesi guardandolo, e lui lentamente alzò lo sguardo incrociando il mio...ma non mi diede risposta...

 

Marcos: Scusa Leon...non sapevo che lì ti fossi...

Leon: Tranquillo...non importa...

Francesca: Si ma...Vilu, tu come facevi a saperlo?

 

Oh-oh...ecco...questa è una bellissima domanda...e ora che le dico?

 

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Capitolo 5
*** La verità brucia ***


Oh-oh...ecco...questa è una bellissima domanda...e ora che le dico? Mentre sono nel panico più totale, cercando alla svelta una risposta nella mia testa, la voce di Leon mi spinge a voltarmi verso di lui...

Leon: Ho fatto un'incidente con la moto...qui vicino e...Violetta mi aveva visto da lontano...così lei e mio zio mi hanno soccorso e aiutato a salire in macchina...

Francesca: Ah...

Leon: Potreste evitare di dirlo agli altri? Non mi piace essere sulla bocca di tutti

Marco: Certo! Sta tranquillo non diremo nulla!

Leon: Grazie...

Mi aveva praticamente salvato. Con delicatezza posò la sua mano destra sul mio polso per togliermi il braccio dal suo petto, alzai lo sguardo per guardarlo negli occhi. Avrei voluto dirgli grazie ma con Marco e Fran davanti...bhe non era molto facile...però credo che lo abbia capito, mi sorride e annuisce col capo come per dire "di niente" Si allontana da me e io lo seguo con lo sguardo...si poggia alla porta dell'aula di canto, osservandone l'interno...se ne sta sempre per i fatti suoi...non so perché continuo a fissarlo...

Francesca: VILU!

Violetta: Eh?! Che cosa?!

Le chiesi voltandomi di scatto quando la sentì urlare il mio nome...

Francesca: Ma sei sorda? Ti sto chiamando da tre ore!

Vioeltta: A me?

Francesca: Si a te!

Violetta: Che-che c'è?

Vidi un sorriso estendersi lentamente sul volto della mia migliore amica mentre incrociò le braccia...

Francesca: Ti piace!

Violetta: Cosa!!? NO!

Ad un tratto il mio tono di voce era inspiegabilmente cambiato...era diventato come...un falsetto...

Francesca: Dai ammettilo!

Violetta: Ho detto di no!

Francesca: Stai mentendo, hai la voce acuta!

Violetta: *mi schiarisco la voce* N-no...

Francesca: Continui a mentire!

Violetta: Francesca, smettila!

Francesca: Andiamo! Stai pensando a lui da quando l'hi visto!

Vioeltta: No invece!

Francesca: Si invece! Altrimenti come faresti a sapere di chi sto parlando, se non ho neanche fatto il nome?

Violetta: Nome? Che nome? Di chi stiamo parlando?

Francesca: Hahaha bel tentativo!

Violetta: Ma smettila!

Dissi dandole una leggera spinta mentre lei continuava a ridere...

Violetta: Dov'è il tuo ragazzo?

Cercai di cambiare argomento il più dissimulatamente possibile...sperando che ci cascasse...

Francesca: è andato a lezione, ti ha anche salutato, se non fossi stata così attenta ad osservare Leon lo avresti sentito!

Continuò ancora lei ridacchiando...

Violetta: Ti odio!

Francesca: Lo so, lo so la verità fa acqua

Violetta: Brucia Fran, si dice la verità brucia

Francesca: In effetti...detto così ha più senso...

Violetta: Già! Andiamo!

Spinsi Fran, fino ad arrivare vicino all'aula di canto, quando Pablo ci superò. Stava per entrare nell'aula ma Leon lo fermò...Fran continuava a parlarmi ma io cercai di sentire cosa stava dicendo Leon...

Leon: Zio per favore!

Pablo: No Leon te l'ho detto farai il lavoro con i ragazzi!

Leon: Ma i ragazzi non mi sopportano!

Pablo: E tu impara a farti sopportare!

Leon: Non posso loro...sono troppo diversi da me!

Pablo: No Leon...quelli con cui te la facevi prima erano troppo diversi da te, ma loro...loro sono uguali a te...

Leon: Loro sono dei bravi ragazzi

Pablo: Anche tu lo sei!

Leon: Io...

Pablo: Tu niente Leon, questo è il mio studio e fai quello che ti dico io! Ho detto che devi fare l'esercizio con i ragazzi, e farai l'esercizio con i ragazzi...

Leon guardò male lo zio e diede un pugno alla porta entrando nell'aula. Pablo sospirò prima di seguirlo...mi voltai verso Francesca e notai che non stava più parlando...al contrario mi stava fissando in silenzio, sbattendo le palpebre.

Violetta: Che-che c'è?

Francesca: Hai una bella faccia tosta se mi continui a dire che ti è indifferente eh...

Francesca scrollò le spalle e mi superò entrando nell'aula. La guardai a bocca aperta non mi aveva neanche lasciato continuare la frase...no mi faceva innervosire! Come poteva pensare che...si ok lo ammetto che...che mi incuriosiva un pò Leon ma...allo stesso tempo lo odiavo! Si lo odiavo perché era insopportabile! Scontroso! Egoista! Saccente! e vanitoso!...E allora perché continuavo a preoccuparmi per lui? Davvero arrivavo a un certo punto in cui non riuscivo più a cpaire neanche me stessa. Sospirai per poi entrare in aula...mi sedetti vicino a Fran. I ragazzi erano seduti al mio fianco, mentre Leon se ne stava per conto suo, non molto distante da suo zio...

Pablo: Bene ragazzi, oggi faremo dei semplici esercizi di vocalizzazione...

Leon roteò gli occhi per poi dirigersi verso l'uscita...

Pablo: Leon ti serve qualcosa?

Leon: Devo andare...

Pablo: No io non credo...siediti lì vicino a Violetta...

Che?! Vicino a chi?! Spalancai gli occhi alle parole di Pablo, mentre Leon lo guardò male...

Leon: Devo...

Pablo: VAI!

Lo interuppe subito Pablo con un tono che non accettava repliche. Leon abbastanza infuriato si diresse verso di me e si sedette al mio fianco...dopo qualche secondo si voltò di scatto

Leon: Mi spieghi continui a fissarmi?

Eh?...Che ha detto?

Violetta: Che-cosa?!

Leon: Smettila mi rendi nervoso!

Violetta: Pff...presuntuoso! Non ti stavo guardando! Non ne avrei motivo!

Leon: Sicura?

Violetta: CERTO!

Leon: Strano, perché non mi togli gli occhi di dosso!

Era così sfacciatamente sicuro di se e di ciò che stava dicendo! Ma non è vero! Non lo sto fissando...cioé...non da molto...insomma io...non ha ragione lui giusto?...

Pablo: Leon, Violetta vorreste per favore renderci partecipi della vostra interessantissima discussione?

Leon: Preferiremo di no, sai sono coso private...

Rispose subito lui ironico allo zio...

Pablo: Allora potreste gentilmente lasciarle per dopo?

Leon: Ogni tuo desiderio è un ordine zio

Pablo: Perfetto!

Si stavano provocando a vicenda...e non so il motivo. Quando suonò la campana Leon si alzò come una scheggia, dritto verso la porta, ma Pablo gli afferrò il braccio...con un solo sguardo si capirono al volo. Leon si liberò dalla stretta dello zio e si avvcinò ai ragazzi...

Leon: Hey...oggi proviamo per la canzone...

Maxi: Cos'è un ordine?

Leon: Fate quello che volete!

Si stava voltando per andarsene ma Andres gli prese il braccio...

Andres: A-aspetta ma...dove...dove ci vediamo?

Leon: A casa mia...dammi il telefono ti scrivo l'indirizzo...

Maxi: Scrivilo a me, lui potrebbe fare qualche guaio e cancellarlo...e scrivimi anche il tuo numero di telefono

Riconsegnato il cellulare a Maxi, Leon lanciò uno sguardo allo zio che sorrise soddisfatto e poi uscì dall'aula. Era nervoso, agitato...c'era qualcosa che non andava me lo sentivo...Stavo per uscire anche io quando Ludmilla mi si fiondò davanti...

Ludmilla: Ciao Vilu!

Violetta: Ludmilla...

Cercai di andarmene ma seguì il mio stesso movimento per bloccarmi ancora...

Violetta: Posso esserti utile?

Ludmilla: Si...mi piacerebbe sapere di cosa stavate parlando tu e Leon...

Aaa ma allora è del tutto ossessionata da lui!

Violetta: Ci stavamo insultando, perché io non lo sopporto, come lui non sopporta me! Fine!

Ero nervosa!...Ludmilla mi rendeva nervosa! Leon mi rendeva nervosa! Qualcuno mi può spiegare perché cavolo mi deve trattare così?! Prima fa il carino e mi da un bacio per ringraziarmi, poi fa finta di non conoscermi, poi mi salva da Francesca e ora mi provocava! Non so perché mi preoccupavo tanto per quell'idiota...però...mi faceva male essere tratta così da lui.

Il pomeriggio Leon era a casa da solo...fino a quando verso le 15:30 qualcuno non bussò alla sua porta...a mala voglia si alzò dal divano sul quale era steso e andò ad aprire...

Leon: Marco...sei in anticipo!

Marco: Già! Sorpresa! Come va?

Disse il ragazzo dai capelli neri entrando senza neanche chiedere il permesso, dopo aver scompigliato i capelli a Leon...

Leon: Meglio quando nessuno mi tocca i capelli!

Marco: Bella casa!

Continuò lui ingorando le parole del padrone di casa...

Leon: Grazie!

Marco: Dov'è la tua camera?

Leon: Di sopra ma...ci esercitiamo qui nel salone...

Marco: Perchè?

Leon: Perché...gli strumenti sono qui!

Marco: Io non li vedo...

Leon si avvicinò al cammino e premette un pulsante. Questo si girò aprendosi...

Marco: WOW!

Leon: Si, vieni...

Marco entrò in quella stanza che era nascosta dietro al muro. Era una stanza piena di strumenti musicali, un televisore al plasma di 63 pollici, due divani, un palcoscenico e i migliori strumenti che si potessero immaginare.

Marco: QUESTO è IL PARADISO!

Leon: Aha...no in realtà è il mio salone personale...

Marco: Tu hai un salone personale!?

Leon: Già...le mura sono insonorizzate, così quando voglio suonare i miei non rompono

Marco: Sei un genio!

Leon: Se lo dici tu...

Il rumore del campanello porta Leon a voltarsi verso l'uscita. Ma prima guarda fisso negli occhi Marcos e lo indicò con l'indice destro...

Leon: Non toccare niente!

Marco: Ma io volevo...

Leon: Non farlo!

Marco: Ma se non sai neanche che...

Leon: Ho detto non farlo!

Marco: Però volevo solo...

Leon: Non toccare

Marco: Ok, va bene!

Leon uscì e andò verso la porta. Quando l'aprì si trovò davanti Maxi, Broadway e Andres...

Andres: Ciao Leon!

Maxi: Ciao!

Broadway: Ciao

Leon: Ragazzi...prego, accomodatevi...

Andres: Che bella casa!!!

Leon: Già...venite andiamo di là...

Leon portò i ragazzi nella stanza dov'era Marco, e con un pulsante girò la parete...

Maxi: WOW!

Andres: è un passaggio segreto? Come i sotteranei nei castelli?

Broadway: Se questo è un sotteraneo...io ci vivo volentieri...

Marco aveva un basso tra le mani e stava per suonarlo...

Leon: NO!!!

Leon mise le mani sulle corde del basso per non permettere a Marco di suonarlo...

Marco: Ma perché no?!

Leon: Perché il volume dell'impianto è al massimo e se suoni ci stoni i timpani, è per questo che ti ho detto di non toccare niente!

Marco: Ooo....ora capisco...

Maxi: Leon posso vivere qui sotto?

Leon: Non credo sia il caso...

Broadway: Così però non vale! Non è uno scontro alla pari!

Disse Broadway sedendosi sul divano...

Leon: Scusa?

Broadway: Questa è la ciliegina sulla torta! Quando Camila lo vedrà ti cadrà ai piedi!

Maxi: Bhe...Anche io in questo momento gli cadrei ai piedi...

Leon: Camila....a te piace Camila?

Broadway: No io sono innamorato di Camila! Ma tu me la stai portando via!

Maxi: Bhe, come anche Nata...

Disse Maxi chinando il capo...Leon rise scuotendo la testa...

Leon: Sciochezze...Nata è pazza di te si vede lontano un miglio sta aspettando che tu faccia la prima mossa e Camila...non ti rendi conto che fa di tutto per farti ingelosire?

Broadway: Ci prendi in giro?

Leon: No io *senza guardare indica Andres e Marco che aveva una chitarra e un basso tra le mani* State fermi metteteli apposto!...

Marco e Andres: *si guardano confusi*

Leon: Ascolta, a me non interessa Camila...ne tanto meno Nata...e io non interesso a loro!

Maxi: Ma se ti sbavano dietro tutto il giorno!

Leon: Si, perché io sono la novità! Datemi retta...

Marco: Si è vero dategli retta, è riuscito a farmi fidanzare con Fran!

Maxi: Sul serio!?

Broadway: Ma allora fai anche i miracoli!

Marco: Hey guarda che io sono qui!

Andres: Leon fa i miracoli?! Mi trovi una ragazza?! Vorrei che fosse Selena Gomez si?

I ragazzi risero alle parole di Andres, Leon scosse il capo e poi guardò Broadway e Maxi...

Leon: Volete conquistare Cami e Nata? Allora scriviamo la canzone, vi dirò cosa fare...

Maxi: Forte! Sai...non sei così male in fin dei conti...

Leon: Grazie, Andres lontano dalla batteria!

Disse ancora una volta senza guardarlo. Andres era rimasto con le mani sospese stringendo le bacchette della batteria....intanto...

Quel giorno cercai di evitare persino Diego...non mi andava di vederlo...stavo male...si...male...e non so il perché...appena finito di mangiare, la sera corsi in camera mia...quel giorno ero di poche parole...

Violetta: Non ti sopporto! Sei un un...grr...ma guarda qui! Mi fai pure parlare sola! CHE NERVIIIII

La porta della mia stanza si aprì lentamente e io mi girai di scatto...

Violetta: NON SI BUSSA PIU'!?

Mia zia che era appena entrata mi guardò con gli occhi spalancati...comprensibile...non mi aveva mai visto sclerare...emm...si...

Violetta: Emm...scusa zia...io...non...

Angie: No...figurati io...la prossima volta busso...

Violetta: No, tu...non è necessario...

Angie: Tutto ok?

Violetta: Si...

Angie: Hai...litigato...con Diego?

Violetta: No no...

Angie: Con...Leon?...

Ecco...tasto dolente...

Violetta: MA PERCHE' PENSATE TUTTI CHE IO ABBIA QUALCOSA A CHE FARE CON QUELL'IMBECILLE EH?! PERCHE'?!

Chiesi massacrato il cuiscino a forma di cuore che avevo tra le mani...

Angie: Emm...Vilu...perché non ti siedi? Così ne parliamo...mi sembri...agitata...

 

Mia zia poggiò le mani sulle mie spalle costringendomi a sedermi sul divano...

Angie: Che hai?

Violetta: *sospirai* Leon mi fa impazzire! Prima mi tratta male, poi bene, poi bene e poi male, poi mi ignora, e poi è carino e poi mi insulta mi capisci?

Angie: E perché ti interessa tanto l'atteggiamento di Leon nei tuoi confronti?

Guardai mia zia a bocca perta, mentre il suo sguardo indagatore mi diceva che si era già messa strane idee in testa...

Violetta: NO!

Dissi subito chiaramente e mia zia scoppiò a ridere...

Angie: Ma no cosa?

Violetta: Levati quel pensiero dalla testa! Ho detto di no!

Angie: Ora sai leggere nel pensiero?

Violetta: Zia!!!

Angie: Hahaha...ok ma per capire che lo stavo pensando devi averlo pensato anche tu!

La fulminai con lo sguardo e lei cercò di tornare quanto più seria possibile...

Angie: Ok...dimmi che cosa provi quando Leon ti si avvicina...

Che cosa provo quando Leon mi si avvicina? Bella domanda...da dove comincio? Oh, aspetta...lo so...

Violetta: Disgusto!

Angie: Disgusto?

Violetta: Si! Andiamo siamo sincere fa pena!

Angie: Tu...stai dicendo...che Leon è brutto giusto?

Violetta: Precisamente!

Emm...quanto potevo essere credibile da uno a dieci?

Angie: Aha...ti senti bene?

Violetta: Io si!

Angie: No perché credo che tu abbia bisogno di una visita oculistica!

Violetta: Io ci vedo benissimo!

Angie: Ok allora dimmi quante dita sono queste! *Mi posiziona tre dita davanti*

Violetta: Tre!!!

Angie: E hai visto gli occhi di Leon di che colore sono?

Violetta: Verdi!

Si...verdi...mi chiede se li ho visti...io ho praticamente stampata la loro immagine davanti ai miei...

Angie: E hai mai visto il suo fisico?

Violetta: Bhe non è diverso da quello di tanti altri!

No ok mi ci ero anche fermata a osservarlo quando gli ho tolto la maglietta...

Angie: Tanti altri? Si vede che non lo hai mai visto come l'ho visto io...

Disse mia zia roteando lo sguardo sul pavimento...eh?! che ha detto!?

Violetta: No scusa perché tu come lo hai visto!?

Angie: I-io?

Violetta: SI TU!

Dissi incrociando le braccia mentre mi alzai sulle ginocchia sopra il letto...

Angie: CHE SONNO!

Violetta: NOOO!

Angie: Si, si si io ho tanto sonno *sbadiglia* vado a letto ciao tesoro!

Violetta: ZIA! TORNA QUI! ZIA TI ORDIONO DI...

Troppo tardi, mi ha dato un bacio sulla fronte e se l'è svignata! Aaa ma quando ti prendo!...un'attimo...e se...mia zia e Leon avvessero avuto una storia?...Naaa lei è più grande di lui! Mia zia non...naaa non può essere...però ha detto che...no, no no...sicuramente no....e allora perché ha...no devo smetterla! Mi buttai sopra al mio letto...chiusi gli occhi e mi addormentai...con il solito pensiero che oramai mi tormentava tutte le notti...il giorno seguente scesi a fare colazione...per qualche strano motivo ero di buon'umore...posai l'indice sulle mie labbra, ricordando ciò che avevo sognato...

*sogno* poggia due dita sotto al mio mento e poi con le sue morbide labbra preme sulle mie *fine sogno*...

Angie: Buongiorno Vilu!

Disse mia zia scuotendomi visto che ero rimansta in piedi davanti alla tavola come una perfetta idiota...

Violetta: Zia! Buongiorno!

Mi avvicinai al tavolo per fare colazione come al solito, persa nel mio mondo...finita la colazione mi diressi verso lo studio On Beat! Appena entrai mi guardai intorno per cercare le ragazze ma...

Violetta: Non ci credo!

L'unica cosa che spiccava davanti ai miei occhi erano delle ragazze con delle maglietta con sopra la faccia di LEON?! MA STIAMO SCHERZANDO?! E lui in mezzo a loro tutto che sorrisedva e si lasciava fotografare ma...SIAMO IMPAZZITI!?

Violetta: Hey! Questo è uno studio di arti! Non di stupidissimi fun club! Quindi siete pregate di farle fuori queste moine!

Xxx: Scusa?! Noi siamo tutte ragazze che fanno parte dello studio, inoltre tesoro, ti faccio notare che tu non sei nessuno per parlarci così!

Violetta: SCUSA?!

No ora questa finta bionda la prendo per i capelli, come si permette di parlarmi così?!

Xxx: Leon, tesoro...le diresti qualcosa?

TESORO?! LEON?! Ma dico io...è SCEMA?! MANCO LO CONOSCE!!! Gli prende la mano mentre lui avanza verso di me...no Leon non provare a dirmi qualcosa perché questa è la volta buona che ti mollo un ceffone!

Leon: Ecco...Vedi Carolina io credo...che Vilu abbai ragione...

Ok ecco ora si che si prende un...eh? Aspetta...ho ragione?

Leon: Casomai ci vediamo fuori eh?

Cartole: Certo Leon qualsiasi cosa tu voglia

Leon le sorride sfacciatamente davanti ai miei occhi e LE FA ANCHE L'OCCHIOLINO!!! E lei che gli sorride da PERFETTA EBETE qual'è! E poi osa voltarsi verso di me e guardarmi storto! Mocciosa! Se qui c'è qualcuno che ha torto sei! E sei pure imbecille...ad un tratto sento una voce calda sussurrare al mio orecchio mentre fisso quella cretina...quella voce mi fa venire i brividi...

Leon: Io ti ho dato ragione...ma tu doresti cercare di nascondere almeno un pò la tua gelosia...

COSA?!...Lo sentii ridere soddisfatto mentre usciva dallo studio...CHE?! IO GELOSA?! IO!? GELOSA?! DI LUI!??! MA STIAMO SCHERZANDO?!?! HAHAHAHAHAHAHA è LA COSA PIU' RIDICOLA CHE ABBIA MAI SENTITO!!! MA POI COME CAVOLO SI PERMETTE DI...

Violetta: LEON!!!

Corsi anche io verso l'entrata, e per quanto mi fosse possibile, con le mie scarpe iniziai a correre...si stava dirigendo verso il bosco...

Violetta: SEI IDIOTA O CHE COSA?! IO NON SONO GELOSA!!!

Dissi continuando a stargli dietro mentre lui avanzava...

Leon: Hahah si certo...

Violetta: Guarda che dico sul serio! Semplicemente amo lo studio! e NON MI PIACE CHE DIVENTI UN LUOGO QUALUNQUE DOVE MOCCIOSE COME QUELLE FACCIANO CASINO!

Leon: Si farò finta dicrederti!

Violetta: GUARDA SBRUFFONE CHE TU MI SEI INDIFFERENTE! Mi stai sentendo Leon?...Tu non mi fai ne caldo ne freddo! Imbecille!

Sospirai dopo essermi sfogata, stavo per voltarmi e tornare indietro quando mi sentii afferare il braccio. Mi porto davanati a lui e avanzò verso di me, io indietreggiai fino a poggiarmi al tronco di un albero...

Leon: Ma davvero Vilu io ti sono indifferente?

Me lo chiese avvcinando il suo volto al mio facendo sfiorare il suo nosa con il mio, e poggiando il braccio sul tronco sulla quale ero poggiata. Il suo sguardo è così fissi, così penetrante così...non so come descriverlo.

 

*Angolo autrice*

Hola chicaass...eccomi qui con un nuovo capitolo...ancora una volta spero che vi piaccia e vi continuo a ringraziare per i vostri commenti, sono fantastici sul serio non potete immaginare quanto li apprezzo...ma soprattutto ringrazio syontai che mi fa morire sempre dal ridere con i suoi commenti e Allegra_ perché commentate sempre, sul serio grazie mille ^-^

Spero che continuerete a seguire la ff e che anche questo capitolo vi sia piaciuto...fatemi sapere a prestooo ;-)

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Capitolo 6
*** Leon cupido ***


Leon: Ma davvero Vilu io ti sono indifferente?

Me lo chiese avvcinando il suo volto al mio facendo sfiorare il suo naso con il mio, e poggiando il braccio sul tronco sulla quale ero poggiata. Il suo sguardo è così fisso, così penetrante così...non so come descriverlo. Mi morsi il labbro inferiore istintivamente e miei occhi si posarono sulle sue labbra...le sue labbra così perfette che sembrava mi stessero chiamando. La sua mano sinistra si posò sul mio vetre, e scivolò fino ad arrivare dietro la mia schiena, mentre l'altro braccio era ancora poggiato al tronco. Il battito del mio cuore cominciava ad accellerare. Sentii il braccio intorno alla mia vita stringersi ancora di più fino a far toccare il mio petto con il suo. Le mie mani si posarono delicatamente sulle sue spalle mentre cominciai a sentire il suo respiro infrangersi sul mio collo. Stava chinando il capo verso l'incavo di questo fino a posarci sopra le sue labbra. A quel contatto chiusi gli occhi...le mie gambe tremanti stavano per cedere, ma la stretta del suo braccio intorno alla mia vita era così salda che ero sicura che non sarei caduta. Continuò con le sue labbra a risalire il mio collo, mentre il mio fiato diventava sempre più corto. Mai in tutta la mia vita ho provato emozioni così forti come quelle che sto provando adesso. Inarcai il collo all'indietro mentre le sue labbra arrivarono alla mia guancia. Le sue labbra sfiorarono le mie. Aprì leggermente gli occhi, di poco per guardare le sue labbra che continuavano a torturare le mie. I suoi occhi miravano ai miei, e lentamente si abbassarono sulle mie labbra. Avevo la pelle d'oca e allo stesso tempo mi sentivo ribollire...finalmente sento le sue labbra posarsi sulle mie delicatamente per poi premere gradualmente di più. Chiusi istintivamente gli occhi mentre le mie braccia avvolsero il suo collo. Sentivo le sue labbra muoversi sulle mie in modo sempre più passionale, un modo che mai in tutta la mia vita avevo provato. Prima ancora che potessi rendermene conto la sua lingua stava giocando con la mia, mentre ero alzata sulle punte dei piedi continuando a stringermi a lui. Era come se sentissi un bisogno disperato delle sue labbra...non capivo...non avevo mai permesso neanche a Diego questo tipo di bacio ma lui...lui...era...assurdo...non trovo le parole per spiegarlo. Il suo petto mi spinge a poggiare ancora una volta la schiena contro quell'albero. Il respiro inizia a mancarmi letteralmente...ora so cos'è "un bacio che lascia senza fiato". Lentamente si separò dalle mie labbra e io poggiai i piedi a terra. Si allontanò con un sorrisetto sodisfatto sulle sue labbra che mi stava facendo tornare con i piedi a terra. Era come essermi svegliata da un sogno...e il suo sorriso mi faceva innervosire...lui...lui era riuscito ad ottenere quello che voleva! Lui...lui...mia aveva baciata e io...io come una perfetta idiota non ho fatto il minimo movimento per impedirlo...

Leon: Indiferrente eh Vilu?

Continuò a ridere mentre si allontanava da me...

Leon: Ci vediamo domani...Violetta...

Nella sua voce era perfettamente udibile un tono ironoico che mi dava sui nervi!...ma allo stesso tempo non trovavo la forza di rispondergli o di arrabbiarmi. Si allontanò fino ad arrivare alla sua moto, si mise il casco e se ne andò...mi poggiai nuovamente al tronco dell'albero e mi lasciai cadere a terra. Mi aveva baciato...poggiai due dita della mano destra sulle mie labbra...la cosa che più mi premeva...era dover ammettere che quel bacio mi era piaciuto...mi era piaciuto eccome...per un attimo mi era sembrato di stare volando...vorrei tanto dire che la prossima volta non ci cadrò...ma mentirei a me stessa...perché ancora adesso sentivo il tremendo bisogno di sentire ancora le sue labbra sulle mie.

Leon tornò a casa e poggiò il casco sul mobiletto dell'entrata...dalla soglia della cucina uscì la madre...

Cinzia: Leon per favore non lasciare le tue cose in giro!

Leon: Mamma, rilassati! E' solo un casco!

Leon roteò gli occhi e si diresse verso il cammino. Premette il pulsante per aprire l'accesso al suo "salone privato"...che di privato non aveva più molto...

Leon: Ma cosa...Marco!? Maxi?! Broadway?! Andres!? Che cosa ci fate voi qui!?

Maxi: Bhe ora siamo amici!

Andres: Si e-e gli amici stanno sempre insieme!

Leon: Aha...e chi lo ha stabilito?

Marco: Daiii Leon non essere pignolo, pensiamo alla canzone!

Leon voleva mostrarsi infastidito da quel gesto...ma in realtà era solo stranito...non sapeva bene come comportarsi...non con loro...loro erano diversi dai suoi ex "amici"...ma in fondo i ragazzi lo avevano capito che Leon aveva apprezzato quel gesto...finito di provare i ragazzi si gettarono a peso morto sui divani. La madre di Leon portò loro dei bicchieri di succhi di frutta e per spuntino un pancarré con la nutella..

Maxi: La canzone è venuta benissimo!

Leon: Si ovvio, l'ho scritta io

Marco: Non vantarti solo perché hai fatto la maggioranza del lavoro eh...

Maxi: Però la mia idea della parte remixata è forte no?

Leon: Si certo

Broadway: Non vedo l'ora di cantarla...Leon tu dici davvero che se faccio così riesco a guadagnare putni con Cami?

Leon: Certo Broadway tranquillo, Camila è già tua

Andres: E a me?

Marco: Bhe Andres arriverà anche per te la ragazza che ti ruberà il cuore, tranquillo

Maxi: Ma sentitelo, parla l'esperto

Marco: Bhe modestamente ho una ragazza da favola

Leon: Si è vero grazie a me, è vero

Tutti risero alle parole di Leon...

Marco: Ci sarei riuscito anche senza di te prr

Broadway: Si certo avrebbe interpetato l'uomo ragno e si sarebbe anche fatto male *tutti ridono tranne Marco che lo guarda male e Andres*

Andres: Io, io posso io?

Marco: Puoi tu cosa Andres?

Andres: Posso essere io l'uomo ragno?

Leon: Aha...sai che facciamo Andres?

Andres: Che facciamo?

Leon: Rifacciamo le prove per domani, in modo che tutto sarà perfetto per Maxi e Nata...Marco tu a Fran dovrai...

Marco: Io? Ma io Fran l'ho conquistata non mi serve più..

Leon: Vuoi che Francesca si arrabbi con te?

Marco: N-no...

Leon: E allora fai quello che ti dico, perché altrimenti si infurierà...

Marco: Ma non devo fare come fai tu che fai cadere le ragazze ai tuoi piedi con...

Leon: No, no no no...questo lo posso fare solo io, e Andres...se gli riesce...se lo fate voi litigherete solo con le ragazze...

Marco: E se canto e basta?

Leon: Fran ti rimporverà dicendoti quanto poco romantico tu sia stato e che in accettabile che...bhe insomma per farla breve si arrabbierà

Broadway: Ecco quindi ascolta Leon...

Maxi: Leon, Leon questo a Nata va bene?

Leon: Si certo Maxi però devi anche...

Per tutto il giorno non ho fatto altro che pensare a Leon...ogni giorno che passava era sempre peggio per me...era inutile mentire...lui era riuscito ad entrare nella mia vita...lui ormai ne faceva parte...e la cosa peggiore è che sentivo di non poter fare niente per cacciarlo. Leon...perché sei diventato così importante nella mia vita?...così da un giorno all'altro...eppure allo stesso tempo vorrei tenerti lontano...perché mi fai paura...o meglio...ciò che provo per te mi fa paura...è questo quello che tutti chiamano amore?...amare è così?...presi il mio diario e inizia a scrivere una pagina, quando poi mi venne in mente che avevo un modo migliore per sfogarmi...mi alzai e mi sedetti al piano iniziando a comporre una melodia, con delle parole che mi vennero così spontaneamente...come se quella canzone fosse già stata scritta. La voce di Olga annunciava che la cena era pronta, così scesi a cenare. Il giorno seguente come mio solito dopo colazione filai dritta allo studio on beat, e incrociai le ragazze...

Francesca: Buongiorno!

Violetta: Ciao Fran, ciao Cami...

Camila: Ciao Vilu!

Francesca: Lo sai, oggi i ragazzi canteranno la canzone che hanno scritto!

Camila: Io non vedo l'ora di ascoltarla!

Francesca: Si anche iooo

Xxx: Il mio Lion farà sicuramente ombra a tutti gli altri

Mi voltai al suono di quella voce...Ludmilla!...

Violetta: Il tuo Lion? ma per favore, a stento si ricorda come ti chiami

Ludmilla: è solo questione di tempo!

Violetta: Aha...

Ludmilla mi guardò male quando le urla delle ragazze che erano vicino la porta attirarono la nostra attenzione. Era "il fun club" di Leon che era appena entrato accompagnato da Maxi e Marco.

Carolina: Buongiorno Leon

Leon: Ciao Carol

Le fece l'occhiolino per poi allontanarsi parlando con Maxi e Marco. Carol...ora dava pure soprannomi...ditemi un pò voi se non è insopportabile!...

Violetta: Sono assurde!

Ludmilla: Per una volta sono d'accordo con te! Dovrebbero smetterla di stare dietro al mio Lion! Perdono solo tempo perché l'unica che a lui interessa sono io...

Violetta: Continui con questa storia?!

Le chiesi innevosendomi voltandomi verso di lei...

Ludmilla: Si certo!

Violetta: Ma per favore! Apri gli occhi Ludmilla a Leon non interessi!

Ludmilla: Scusa?
Violetta: Non sei il suo tipo!

Ludmilla: Ah no? E chi sarebbe il suo tipo tu?

Violetta: Io...senti so solo che tu non fai per lui ok?...sei troppo viziata ed egocentrica per stare con uno come Leon!

Ad un tratto la voce di Leon che si era avvicinato a noi con Maxi e Marco attira la nostra attenzione

Leon: Perché gridi il mio nome nel mezzo del corridoio come una furia? Non sono neanche arrivato e già ti ho fatto arrabbiare?

Maxi: Wow Leon, mi congratulo detieni il recordo, perché per far arrabbiare Violetta ce ne vuole eh...

Guardai malissimo Maxi che stava ridendo, ma appena incrociò il mio sguardo tacque di colpo...poiggiai le mani sui fianchi e mi avvicinai a Leon...

Violetta: Sai benissimo che il motivo per essere infuriata con te ce lo avrei eccome!

Un sorriso provocatorio si estese sul suo volto...

Leon: Io? Non so di cosa stai parlando e poi, ricorda, io ti sono indifferente!

Scoppiò a ridere oltrepassandomi per entrare in classe seguito dai ragazzi...

Violetta: LEON!!!

Stavo per entrare nell'aula quando sento afferrami il polso e alloa mi volto...

Violetta: Diego...

Diego: Vilu mi dici che ti prende?

Violetta: A-a me? Proprio niente...

Diego: Niente? Sono due giorni che non ci vediamo, non mi chiami non rispondi alle chiamate...

Violetta: I-io...ho avuto molto da fare...

Francesca: Pablo è entrato in aula muoviamoci!

Francesca mi prese il polso tirandomi con lei in classe e io mi misi sotto al suo braccio...per poi avvicinarmi al suo orecchio

Violetta: Grazie...

Francesca: No non ringraziarmi perché dopo ti torturerò fino a quando non mi racconterai tutto...

Oh no...quando Francesca vuole sapere "tutto" intende davvero "tutto" e fidatevi...anche se una cosa non vuoi dirgliela te la fa dire. Roteai gli occhi sedendomi al suo fianco. Leon era in piedi al centro dell'aula con Maxi, Marco, Broadway e Andres...Diego gli urta di proposito la spalla. Leon si gira, credo che stia per parlargli ma Maxi gli prende il braccio facendolo voltare e gli dice qualcosa. Diego mi si avvicina e si siede alla mia destra. Alla mia sinistra ci sono Francesca e Camila, vicino a loro Nata e Ludmilla e vicino la porta c'era il "fun club" di Leon...patetico...

Pablo: Bene, un'attimo d'attenzione prego...adesso, i ragazzi ci canteranno la canzone che hanno scritto loro tre si?

Marco: Si!

Pablo: Ok musica!

Maxi mette play vicino al computer e preme dei tasti per aggiungere altri suoni. Intanto Marco, Leon, Broadway e Andres ballavano al centro della pista con una coreografia perfettamente studiata...con un salto Leon va al centro della pista superando gli altri che formano un mezzo cerchio intorno a lui...

Leon: No quiero que nadie me diga lo que tengo que hacer *Non voglio che nessuno mi dica ciò che devo fare*
Ragazzi: Los chicos no lloran, Los chicos no lloran *i ragazzi non piangono, i ragazzi non piangono*

So che avevano appena iniziato, so che era sciocco...ma anche se non mi stava guardando ero impnotizzata dalla sua figura...Con un passo indietreggia mettendosi al posto di Marco che passa al centro...

Marco: Quiero gritar, quiero escribir tu nombre en una pared *Voglio gridare, voglio scrivere il tuo nome sul muro*
Ragazzi: Los chicos no lloran, Los chicos no lloran *i ragazzi non piangono, i ragazzi non piangono*

Ancora una volta Leon torna al centro...

Leon: Mi padre grita, otra vez, no quiero escuchar *Mio padre girda, di nuovo, non voglio ascoltare*
Andres: Nadie nos puede entender *Nessuno ci può capire*
Broadway: Nadie sabrá lo que estoy sintiendo sólo y triste aquí sin tu amor *Nessuno saprà ciò che sto provando solo e triste qui senza il tuo amore*

A quella parole Broadway scivola fino ad arrivare ai piedi di Camila e le porge un girasole. Camila resta a bocca aperta da quel gesto e afferra il fiore sorridendo a Boradway...

Leon: Voy a romper todas las reglas que nos pongan aquí *Romerò tutte le regole che ci impongono qui*

Leon si avvicina a Maxi...

Leon: *all'orecchio* Va da Nata, qui faccio io...

Non riesco a capire ciò che si dicono però Maxi si allontana e Leon preme qualche tasto sul computer e la base comincia ad andare sola...

Maxi: Lo haré por ti, porque me importas, por tu forma de ser *Lo farò per te, perché ci tengo, per il tuo modo di essere*

Maxi si avvicino a Nata le diede un bacio sulla mano e poi le porse una rosa rossa. Nata arrossì leggermente sorridendo a Maxi...sembrava tutto perfettamente studiato...

Leon: Huyamos juntos tú y yo, no quiero escuchar *Fuggiamo insieme tu ed io, non voglio ascolare*

Gli occhi di Leon incrociano i miei per una breve fraziene di secondo, e alla seconda frase della canzone di avvicina a Carolina...le prende la mano e la fa girare su se stessa, e lei si attacca come una piovra al suo collo lasciandogli una bacio sulla guancia

Marco: Cierra los ojos y dime, dime que ves *Chiudi gli occhi e dimmi, dimmi che vedi*

Marco si avvicinò lentamente a Fran e si chinò per guardarla negli occhi per poi porgerle un tulipano rosso, e lei ovviamente sorrise...ora era il pezzio di Broadway stava per guardare alla sua destra ma Leon gli si avvicina e gli dice qualcosa

Leon: *Sussurra all'orecchio* è il tuo pezzo guarda Cami...
Broadway: *annuisce* Me estoy sintiendo sólo y triste aquí sin tu amor *Mi sto sentendo solo e triste qui senza il tuo amore

Ragazzi: Los chicos no lloran, Los chicos no lloran *i ragazzi non piangono, i ragazzi non piangono*
Leon:
No quiero que nadie me diga lo que tengo que hacer *Non voglio che nessuno mi dica ciò che devo fare*
Ragazzi: Los chicos no lloran, Los chicos no lloran *i ragazzi non piangono, i ragazzi non piangono*
Marco: Quiero gritar, quiero escribir tu nombre en una pared *Voglio gridare, voglio scrivere il tuo nome sul muro*
Ragazzi: Los chicos no lloran, Los chicos no lloran *i ragazzi non piangono, i ragazzi non piangono*

I ragazzi stavano davvero dando spettacolo...tutte le ragazze li guardavando...ma soprattutto guardavano lui...Ludmilla ballando gli si avvicinò e gli tese la mano che lui baciò senza pensarci due volta lasciandole anche uno sguardo...questa cosa era irritante e parecchio...ad un tratto lo vidi avvicinarsi a me...sentivo lo sguardo Diego ardere di gelosia ma non riuscivo a voltarmi di lui...non ora che Leon mi fissava dritto negli occhi...si abbassò sui talloni per osservarmi bene negli occhi

Leon: Voy a romper todas las reglas que nos pongan aquí *Romperò tutte le regole che ci impongono qui*

I suoi occhi verdi erano così intensi che sembrava ti stessero parlando. Lo abbassai leggeremente ma lui poggiò due dita sotto al mio mento facendomelo sollevare

Leon: Lo haré por ti, porque me importas, por tu forma de ser *Lo faro per te, perché ci tengo, per il tuo modo di essere*

Mi si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia. Diego scatto in piedi e così anche Leon guardandolo. Diego gli afferro il colletto del giubbino, lui prese il polso di Diego e sorrise...avevo paura...paura che si prendessero a pugni...ma Leon poggia il suo piede destro dietro la gamba di Diego facendolo cadere seduto sulla sedia e poi si allontana...Diego stava per rialzarsi e andargli incontro ma io lo fermai...

Violetta: No, Diego non ne vale la pena...

Strinsi la mano di Diego per cercare di calmarlo...

Ragazzi: Los chicos no lloran, Los chicos no lloran *i ragazzi non piangono, i ragazzi non piangono*

Andres: No quiero que nadie me diga lo que tengo que hacer *Non voglio che nessuno mi dica quello che devo fare*
Ragazzi: Los chicos no lloran, Los chicos no lloran *i ragazzi non piangono, i ragazzi non piangono*
Maxi: Quiero gritar, quiero escribir tu nombre en una pared *Voglio gridare, voglio scrivere il tuo nome sul muro*
Ragazzi: Los chicos no lloran, Los chicos no lloran *i ragazzi non piangono, i ragazzi non piangono*

Maco: Voy a romper todas las reglas que nos pongan aquí *Romperò tutte le regole che impongono qui*
Broadway: Lo haré por ti, porque me importa tu forma de ser *Lo farò per te, perché ci tengo, per il tuo modo di essere*
Leon: Wuhoo

I ragazzi si misero al centro della pista, Leon a braccia incrociate alla sua destra Marco e Maxi alla sua sinistra Broadway e Andres...Tutti si alazarono in piedi ad applaudire appena avevano finito, tranne me e Diego che restammo seduti mano nella mano. Fissai il pavimento per qualche istante per poi alzare lo sguardo e incrociare gli occhi di Leon fissi su di me. Ma non stava ridendo questa volta...si voltò verso Maxi e si diedero la mano per poi toccarsi con la spalla come se fosse un saluto...Le ragazze corsero subito addosso a Leon e io uscì dall'aula senza più degnarlo di uno sguardo tirandomi Diego...

Diego: è un pallone gonfiato!
Violetta: Ignoralo!

Dissi prontamente con tono chiaro...mi aveva fatto innervosire! Che novità eh?

Diego: Senti ti va se oggi andiamo...
Francesca: No! Non le va

Disse Fran arrivando alle mie spalle e mettendosi sotto il mio braccio...

Franceca: Oggi dobbiamo provare la canzone...

Canzone? Quale canzone...oh giusto! La canzone per l'esercizio di Pablo...

Violetta. Si è vero ci manca ancora una parte...
Diego: Va bene...allora ti chiamo...

Diego roteò gli occhi...ho come l'impressione che come Francesca non sopporta lui, lui non sopporta Francesca...mi si avvicinò per baciarmi, ma istintivamente mi scostai e gli diedi un bacio sulla guancia...mi guardò in modo stranito...come biasimarlo...

Violetta: Emm...io...
Francesca: Ciao Diego!

Prima che possa aggiungere altro Francesca mi tira via...

Violetta: Ahi!Fran fa piano!
Francesca: Scusa ma è peggio di una piovra!...Comunque oggi si va a casa di Maxi!
Violetta: Che!? Ma non dovevamo...
Francesca: Lui e Nata stanno insieme, e anche Broadway e Cami...festeggiamo l'evento tutti inisieme da lui...
Violetta: Ma serete tutte coppiette...
Francesca: No saremo tutti amici quindi ci vieni si o si...
Violetta: E se dicessi a Diego di...
Francesca: Vilu, sai che Maxi non sopporta Diego! Gli faresti solo un torto!
Violetta: *sospirai* Va bene...
Francesca: Perfetto...visto che carino Marco? Mi ha dato un tulipano rosso, e quando cantava lui mi guardava sempre...

Sorrisi all'espressione di Francesca...si vedeva che era felice, aveva praticamenet un sorriso a trentadue denti mentre osservava il fiore...anche io avrei voluto sentirmi come lei...ma nella mia testa c'era solo confusione. Quel giorno Francesca venne a mangiare a casa mia, e dopo finito iniziammo a provare la canzone che avevamo scritto anche con Cami...verso le 15:00 uscimmo di casa e ci dirigemmo da Maxi...

Francesca: Ok...come sto?
Violetta: Per la tdecima volta Fran...bene!

Si certo decima....ho perso il conto dopo la quindicesima...

Francesca: Ok!

Francesca sospira e poi bussa il campanello. Ad aprire è proprio Maxi...

Maxi: Hey ragazze venite! Mancavate solo voi!
Francesca: Visto? Te lo avevo detto!
Violetta: Tu mi hai detto niente!
Francesca: Vero...per l'ho pensato...
Maxi: *ride* Dai entrate...

Quando entriamo, Maxi ci fa strada fino al salano. Ero già stata altre volte qui, è una casa bella grande...tutti erano stesi sul divano...

Francesca: Ciao amoreee

Marco sorrise a Francesca che si diresse verso di lui sedendosi sulle sue gambe e dandogli un bacio...

Leon: Sai, credo che al tuo ragazzo serva un guinzaglio...

Quella voce...no!..vi prego no!...voltai lo sguardo al divano che era sulla sinistra e vidi Leon con le braccia incrociate che rideva...che ho fatto di male per trovarmelo da per tutto?

Violetta: E tu che ci fai qui!?
Leon: Mi ha invitato Maxi!
Maxi: Leon è uno di noi ora!
Violetta: Ma devvero? Leon si e Diego no?
Camila: Leon è simpatico Diego no quindi...
Marco: Già...
Leon: Dai Vilu se ti sei messa con un'imbecille non è colpa nostra!
Violetta: Per te sono Violetta!
Leon: E da quando? Perché ti ho già chiamato altre volte Vilu...
Violetta: Però ti ho detto che...
Leon: *Gli suona il cellulare* Scusa *risponde* Carolina!! Ciao...

Lo guardai a bocca aperta è un...un...trglodita messicano!

Violetta: TI FACCIO NOTARE CHE STAVI PARLANDO CON ME!
Leon: No no nessuno di importante...si certo Carol...
Violetta: LEON!
Leon: Quando?...
Violetta: GRR!!!

Avevo i nervi a fior di pelle, e i miei cari amici se la ridevano sotto i baffi...RIDEVANO! Capite? Assurdo! Li ammazzerei tutti...a passo svelto e infuriata mi dirigo verso la cucina che è vuota. Sbatteti la borsa sul mobile vicino il piano cottura. Perché riusciva sempre a farmi venire il nervoso!? E perché loro RIDONO?!...

Leon: Lo sai sei ancora più attraente quando sei gelosa...

Mi voltai di scatto...ah ma bene io...io faccio il possibile per allontanarmi da lui e lui mi segue. è poggiato all'uscio della porta con le braccia incrociate e il suo solito sorrisino che mi dava su i nervi...

Violetta: Lasciami in piace Leon!

A passo svelto e con lo sguardo chino mi dirigo verso l'uscita ma lui poggia le sue mani sulle mie braccia facendomi indietreggiare e costringendomi ad alzare lo sguardo per guardarlo negli occhi...

Leon: E se io non volessi?

 

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Capitolo 7
*** Il vero Leon ***


Leon: E se io non volessi?
Violetta: Leon...

Leon: Che c'è?

Violetta: I-io...allontanati!

Il mio tono era tremante...si perché la sua vicinanza mi innervosiva. Si avvicinava sempre di più ridendo, facendomi indietreggiare fino a quando non toccai il mobiletto vicino al piano cottura...Poggiò le mani intorno alla mia vita e mi guardò fisso negli occhi...

Leon: Vilu stai calma...

Me lo dice con un tono così pacato, che riesce a farmi calmare. Mi fissa negli occhi, lentamente si avvicina e mi da un bacio sulla fronte. Quando vuole sa essere così dolce...non so perché...ma mi è tornato alla mente il momento in cui mi diede un bacio sulla guancia. Poggia le mani sui miei fianchi e mi solleva come se fossi una piuma per farmi sedere sul mobiletto. Io ho le mani intorno al suo collo, mentre il suo volto si avvicina al mio...

Leon: Io non ti farei mai niente che tu non vuoi...

Lo dice con un tono così basso, da sembrare un sussurro. Sento il suo fiato caldo infrangersi sulle mie labbra, e un desiderio che cresceva dentro di me di baciarlo. Posai la mano destra sulla sua guancia mentre lui faceva sfiorare le nostre labbra. Era incredibile quanto lui fosse perfetto. Si...Leon era perfetto...non ho mai provato con nessuno il desiderio, l'impulso di baciarlo...ma lui...lui me lo faceva desiderare. Mi specchiai nei suoi occhi verdi e senza accorgermene nemmeno, fui io ad abbreviare le distanze tra noi. Lo baciai in un modo spontaneo, quasi...quasi famelico...si avevo tantissima voglia di toccare quelle labbra e lo feci. Lui ricambiò il bacio tenendo ancora le mani sui fianchi. Le mie mani cominciarono a giocare tra i suoi capelli. Sentì la sua mano sinistra scendere fino ad arrivare alla mia coscia e accarezzarla. Aveva un tocco così delicato che mi faceva impazzire. Socchiuse la sua bocca e in un secondo le nostre lingue si stavano intrecciando...ma la cosa che più mi stupiva era che questa volta avevo fatto tutto io, da sola. Arrivai al punto di rimanere senza fiato ma non mi importava, se non fosse stato per lui che senza neanche farmene rendere conto si era spostato a baciare il mio collo, probabilmente non me ne sarei neanche accorta. Chiusi gli occhi mentre le mie braccia avvolgevano il suo collo. Il mio cuore batteva a mille allora. Feci scivolare la mano sinistra fino alla sua guancia per poi arrivare sotto il mento. Gli sollevai il volto con il palmo della mano per specchiarmi nei suoi occhi. Stavo ansiamando...stavo tremando...ma ancora non ne avevo abbastanza. Premetti le mie labbra sulle sue tenendogli il volto tra le mani. La sua mano destra si srtingeva intorno alla mia vita attirandomi verso di lui e allo stesso tempo la sua mano sinistra continuava a scorrere lungo la mia gamba. Un rumore ci fece staccare di scatto voltandoci verso l'entrata. C'era una donna sui 26-27 anni...a giudicare dal suo abbigliamento doveva essere la cameriera, aveva fatto cadere il succo della brocca che reggeva in mano a terra...scesi velocemente dal mobiletto a testa bassa, nascondendomi dietro le spalle di Leon...

Xxx: Santo cielo, perdonatemi sono davvero sbadata...

La osservai con la coda dell'occhio, non ne sono sicura ma stava sorridendo a Leon...

Leon: Vuole una mano?

Disse Leon mentre stava per avvicinarsi a lei ma io gli presi il braccio destro tenendolo stretto a me...

Xxx: No tesoro tranquillo...

Tesoro?! Ok ora avevo la conferma del fatto che questa ci stava provando, con uno più piccolo di lei!!!! Ok che Leon è bellissimo, ma ciò non le da il diritto di provarci...

Violetta: Andiamo dagli altri Leon...

Lo tirai ancora per il braccio uscendo dalla cucina, sentendomi gli occhi di quella vecchia scorfana addosso...ok magari non vecchia...e neanche scorfana...ma mi infastidiva...

Violetta: Hai visto quella vecchia befana come ci provava con te?

Leon: Bhe, vecchia befana non direi...comunque no, in effetti non ci ho fatto caso...

Mi disse guardandomi mentre tratteneva una risata...

Violetta: Ah no?! E perché stai ridendo?!

Leon: Bhe...per la tua gelosia...

Che?!!?

Violetta: Prego!? Io non sono gelosa!

Leon: Io dico di si...

Violetta: E IO DICO DI NO!...Lasciami in PACE LEON!

Anche se non lo stavo guardando ero sicura del fatto che stesse sorridendo trionfate...idiota! Entrai in salone e mi sedetti sul divano vicino a Marco e Fran che era ancora sulle sue gambe...

Francesca: Che hai?

Violetta: NIENTE!

Le dissi con tono fermo fulminandola con lo sguardo...Leon entrò nel salone e si sedette di fronte a me sulla poltrona vicino a Maxi...

Maxi: Hey Leon ho una domanda per te

Leon: Che domanda?

Maxi: Cosa si prova ad essere corteggiato dalla raga...*Nata lo guarda* emm...da quella che tutti pensano sia la ragazza più bella del collegio...

Leon: Parlate di...Carolina?

Marco: Ovvio!

Francesca si voltò verso Marco con uno sguardo a dir poco omicida...lui sorrise innocentemente alzando lo spalle...

Marco: Lo sai che ti amo?

Francesca sorrise annuendo col capo con uno sguardo che diceva "meglio per te"...A stento trattenni una risata...

Leon: Bhe che dire...è carina ma non posso accontentare solo lei quando ho un'intero istituto ai miei piedi

Tutti scoppiarono a ridere tranne me che lo guardai male...

Francesca: Che presuntuoso che sei!

Leon: In realtà sono onesto

Violetta: Pallone gonfiato!

Camila: Leon, che ne pensi di Diego?

Leon: Chi?

Francesca: Diego, il ragazzo di Violetta...quello che tu hai messo apposto oggi pomeriggio

Disse Francesca ridendo, la guardai a bocca aperta, lo diceva come se fosse contenta di ciò che Leon avesse fatto...anche se conoscendola, si era contenta...

Leon: Ah quello...è un emerito imbecille, hai presente il proverbio che dice can che abbaia non morde? Ecco Diego abbaia ma non morde...

Disse ridendo e tutti lo seguirono...posai subito il mio sguardo minaccioso su Leon

Violetta: Non insultarlo! Non è neanche qui per difendersi!

Leon: Mi hanno solo chiesto un parere e io ho risposto!

Mi guardò con aria di sfida poggiando i gomiti sulle sue gambe per avvicinarsi...

Maxi: Emm...chi ha fame?

Marco: IO!

Andres: Anche io!

Tutti: Si infatti, ho fame...

Maxi: Bene, andiamo a mangiare...

Ci alzammo tutti dirigendoci verso la cucina, io e Leon per ultimi. Passammo la giornata parlando e giocando e Leon non faceva che provocarmi, sembrava lo facesse apposta! Appena entrai in camera mia sbattetti la porta, non avevo fame per cui decisi di non scendere a mangiare...ero stressata...SI PER COLPA SUA!...Dovevo trovare un modo per sfogarmi, il primo impulso sarebbe quello di rompere tutto, ma poi decido di fare un respiro profondo e sedermi al piano...iniziai a comporre una canzone, con un ritmo abbastanza aggressivo...avevo una scarica di adrenalina da tirare fuori e lo feci...qualche sera fa avevo composto te creo...avevo pensato di poter cantare quella domani allo studio...ma ora...ora so cosa devo cantare...si...cantarglielo in faccia, mi aiuterà...Mentre andai a mettermi sotto le coperte sentii un rumore provenire dalla finestra...la osservai da lontano...sembrava tutto normale...mi infilai sotto le coperte e mi addormentai. Il giorno dopo allo studio on beat...

Pablo: Bene, molto bene ragazzi, finito con gli esercizi di riscaldamento vocale, qualcuno vuole cantare?

Alzai la mano sorridente alle parole di Pablo, cosa che fece anche Ludmilla...ovviamente...

Pablo: Si, Violetta vieni prima tu

Violetta: Grazie Pablo!

Ludmilla: Ma...Pablo!

Pablo: Ludmilla fa silenzio, prego Vilu...

Violetta: Grazie...Fran, Cami mi accompagnate?

Francesca/Camila: Certo! *si alzano*

Diego non c'era...aveva lezione con Beto...avrei voluto che anche Ludmilla l'avesse avuta perché i suo continui sguardi fulminei mi snervano!...Feci partire la base incisa sul disco e guardai fisso Leon...

Violetta: Dices cosas *Dici cose*
Tontas a veces *Stupide a volte*

Leon era in piedi con le braccia incrociate come suo solito poggiato alla parete che mi guardava col capo basso...


Violetta: Cuando estamos *Quando siamo*
En casa de tus amigos *A casa dei tuoi amici*
Me tratas mal *Mi tratti male*
Te crees cool *Ti credi cool*
Y despues que me humillas vienes *E dopo avermi umiliata vieni*
Hasta aca *fino a qui*
A suplicar *A supplicare*
Y dices cosas *E dici cose*
Tontas que me hacen reir *Stupide che mi fanno ridere*
Te arrastras por el suelo gritando te quiero *Strisci per terra gridando ti amo*

Si certo...magari mi supplicassi perdono strisciando e dicendomi che mi ami...


Francesca/Camila: Gritando te quiero *Gridando ti amo*
*Violetta: Eres un payaso que me va a matar *Sei un pagliaccio che mi ucciderà*

Tutte tre: Eres un tonto *Sei uno stupido*
Un chico malo *un cattivo ragazzo*
Pero me tocas y me haces volar *ma mi tocchi e mi fai volare*
Un pobre loco *Un povero pazzo*
Mal educado *Maleducato*
Que tan solo con un beso me atrapa *Che con un solo bacio mi prende*

Si è vero...è maledettamente vero...per quanto io provi ad oppormi a te, tu l'hai sempre vinta....

Violetta: Yo no quiero ser una chica que *Io non voglio essre una ragazza che*
se humille por amor *Si umilia per amore*
A los chicos como tù *Ci sono ragazzi come te*
Habría que olvidar *Dovrei dimenticarli*

Si dovrei dimenticarli...e dimenticarti soprattutto...ma non ci riesco, è più forte di me...non posso dimenticarti...perché ormai sei parte di me...


Violetta: Mis amigas me piden que no piense en ti *Le mie amiche mi chiedono di non pensare a te*
Mis padres me ofrecen el cielo y la tierra *I miei genitori mi offrono il cielo e la terra*
Si puedo dejar de quererte asi *se posso smettere di amarti così*
Aunque haga mal *Anche se fa male*
Aunque me olvides y luego me llames *Anche mi dimentichi e poi mi chiami*
Pidiendo más y más de mi *Chiedendo sempre più di me*
Como si no me doliera que fueras asi *Come se non mi ferisse il fatto che sei così*
Te arrastras por el suelo gritando te quiero *Strisci per terra gridando ti amo*

Francesca e Camila si lanciano uno sguardo...credo di averle confuse dicendo che loro mi chiedono di non pensare a te...l'ho fatto apposta...non potevo permettere loro di capire che la canzone non era per Diego...ma chissa' se tu hai capito che mi riferisco a te...


Francesca/Camila: Gritando te quiero *Gridando ti amo*
*Violetta: Eres un payaso que me va a matar *Sei un pagliaccio che mi ucciderà*

Tutte tre: Eres un tonto *Sei uno stupido*
Un chico malo *un cattivo ragazzo*
Pero me tocas y me haces volar *ma mi tocchi e mi fai volare*
Un pobre loco *Un povero pazzo*
Mal educado *Maleducato*
Que tan solo con un beso me atrapa *Che con un solo bacio mi prende*
Yo no quiero ser una chica que *Io non voglio essre una ragazza che*
se humille por amor *Si umilia per amore*
A los chicos como tù *Ci sono ragazzi come te*
Habría que olvidar *Dovrei dimenticarli*

Eres un tonto *Sei uno stupido*
Un chico malo *un cattivo ragazzo*
Pero me tocas y me haces volar *ma mi tocchi e mi fai volare*
Un pobre loco *Un povero pazzo*
Mal educado *Maleducato*
Que tan solo con un beso me atrapa *Che con un solo bacio mi prende*
Yo no quiero ser una chica que *Io non voglio essre una ragazza che*
se humille por amor *Si umilia per amore*
A los chicos como tù *I ragazzi come te...*

Eres un tonto *Sei uno stupido*
Un chico malo *un cattivo ragazzo*
Pero me tocas y me haces volar *ma mi tocchi e mi fai volare*
Un pobre loco *Un povero pazzo*
Mal educado *Maleducato*
Que tan solo con un beso me atrapa *Che con un solo bacio mi prende*
Yo no quiero ser una chica que *Io non voglio essre una ragazza che*
se humille por amor *Si umilia per amore*
A los chicos como tù *Ci sono ragazzi come te*
Habría que olvidar *Dovrei dimenticarli*

Appena finisce la canzone tutti applaudiscono anche lui...sorrido timidamente guardando Pablo che si avvicina a me...

Pablo: è Bellissima Vilu!

Violetta: Grazie Pablo...

Pablo: Questo si che si chiama esprimere le proprie emozioni! Voglio che prendiate esempio da lei e scriviate le vostre canzoni esprimendo le vostre emozioni! Su andate, la lezione è finita!

Uscimmo tutte quante fuori e le ragazze mi tempestarono di domande...non so perché ma qualcosa mi diceva che Francesca aveva capito che la canzone era destinata a Leon e non a Diego...era passato un mese e io e Leon continuavamo a litigare ogni volta che ci vedavamo...a giudicare dal suo comportamento sembra che non abbia capito proprio un bel niente...ovviamente! Idiota!...Come ho potuto pensare che ci arrivasse...intanto allo studio si era sparsa la voce che la canzone "chico malo" fosse per Diego e avendola ascoltata divenne ancora più tartassante, cominciò a chiamarmi più volte per paura di ferirmi come dico nella canzone e a prestarmi più attenzioni di prima diventando quasi soffocante. Leon era ormai entrato ufficialmente a far parte del gurppo, i ragazzi non lo lasciavano mai solo e anche alle ragazze stava simpatico, ciò stava a significare che dovevo sopportarlo 24 ore su 24...e 24 su 24 mi provocava e 24 ore su 24 litigavamo, mi stressavo e mi faceva salire il sangue al cervello!...Quella mattina appena finito di fare colazione mi diressi verso lo studio di pessimo umore...chissà perché...

*Flashback*

Eravamo tutte a casa di Maxi alle 21:00 e stavamo guardando un horror...mi sto mangiando le unghie per la paura quando sento due mani fredde sui miei fianchi...mi voltai di scatto e mi ritrovai Leon con una maschera identica a quella dell'assassino nel film sul volto. Gridai come un matta mentre lui rideva...

*fine flashback*

E GRAZIE A LEON! NON ERO RIUSCITA A DORMIRE!!! GRRR TI AMMAZZEREI! Mentre sto camminando prendo una storta e il tacco della mia scarpa si rompe...

Violetta: Oh no...no no no no

Presi il tacco da terra osservandolo...era spezzato...vi rendete conto?! SPEZZATO!? Sentì il rombo di una moto alle mie spalle e mi voltai...

Violetta: LEON!

Leon: Serve un passaggio?

Violetta: NO GRAZIE!

Mi voltai in avanti e ripresi a camminare mentre lui mi seguiva lentamente con la sua moto...

Leon: Sei ridicola se cammini così...

Violetta: FATTI MIEI!

Leon: Prenderai una storta! E tu sei un'artista! Inoltre pensa alla ramanzina che riceveresti da Gregorio...hai davvero così tanta voglia di sorbirtelo?

Bhe...pensandoci bene...no...di sorbirmi Gregorio non ne avevo alcuna voglia...però non volevo neanche darla vinta a lui...

Leon: VIOLETTA!

Violetta: AAA E VA BENE!

Sbuffai e mi avvicinai alla sua moto sedendomici sopra...si tolse il casco e lo poggiò sulla mia testa abbassando anche la visiera

Leon: stringiti forte...

Poggiai le mani intorno alla sua vita e mi strinsi a lui. Non ero mai andata su una moto prima d'ora...e devo dire che è una sensazione fantastica...sento l'ebbrezza del vento fiorare la mia pelle i miei piedi sospesi, poggiati sui pedalini mi fanno uno strano effetto...come se stessi volando...chiusi gli occhi lasciandomi andare a quella sensazione...fino a quando la moto non si fermò...

Leon: Siamo arrivati

Scese dalla moto e mi porse la mano, l'afferrai e mettendomi in piedi mentre toglievo il casco notai...

Violetta: Ma...non siamo allo studio on beat...

Leon: Non esattamente...vieni

Mi aveva portaa davanti a un negozio di scarpe...entrammo dentro e mi guardai intorno...

Leon: Scegline un paio...

Violetta: Cosa?!

Leon: Non puoi andare allo studio con quelle scarpe, avresti difficoltà a camminare...scegli un paio di scarpe, te le regalo io...

Violetta: Ma...non è necessario basta andare a casa e...

Leon: Neanche per sogno...ti ho portato qui per farti prendere un paio di scarpe, quindi prendi un paio di scarpe o lo scelgo io

Sorrisi alle sue parole...era così dolce...perché doveva fare così?! Non si rendeva conto che mi rendeva ancora più difficile odiarlo?...

Violetta: Grazie Leon...

Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia...lui mi sorrise...non un sorriso soddisfatto o provocatorio...un sorriso dolce...

Violetta: Vieni andiamo!

Lo tirai per il braccio ma quasi rischiavo di cadere per colpa delle scarpe. Leon mi aveva cinto la vita con il suo braccio sinistro....

Leon: Tutto ok?

Violetta: I-io...si...

Eravamo molto vicini...alzai lentamente lo sguardo incrociando il suo...

Leon: Posso...posso farti una domanda?

Violetta: Si certo...

Leon: Quella canzone..."chico malo"...non l'hai scritta per Diego...l'hai scritta per me, vero?

Spalancai gli occhi guardandolo...lui...lui lo aveva capito...eppure...non me ne ero resa conto...si ma...ora chi glielo dice che è vero...abbassai lo sguardo imbarazzata...dirgli di si sarebbe stato come ammettere di essermi innamorata di lui...e non è così...no...

Leon: Secondo me quelle ti starebbero bene...

Leon si allontanò da me avvicinandosi a un paio di ballerine rosa con sopra un fiocco e una corona luccicante...

Violetta: Che belle! Che numero sono?

Loen: 37

Violetta: Fammele provare!

Leon mi sorrise e si chinò porgendomi la scarpa. Tolsi quella che avevo e appoggiandomi alla sua spalla mi mantenni in equlibrio mentre lui me la fece indossare...

Leon: Ti piace?

Violetta: Si sono bellissime!

Dissi guardandole...

Leon: Bene allora è deciso prendiamo queste!...Signore!

Leon chiamò il commesso mentre io sorrisi guardando le scarpe...

Dopo qualche minuto Leon tornò con in mano l'altra scarpa...

Leon: Ecco le ho già pagate ora sono tue...dammi quelle rotte le mettiamo nella busta...

Violetta: Grazie Leon!

Leon: Mi hai già ringraziato, non occorre che tu lo faccia ogni cinque secondi

Violetta: Ma che antipatico!

Leon mi fece le linguaccia e io risi a quel gesto...

Leon: Andiamo o vuoi vedere altro?

Violetta: No possiamo andare...

Presi la mano di Leon e uscimmo fuori dal negozio...

Leon: Ti va se facciamo un giro per la piazza?

La piazza...non ero mai stata alla piazza...di solito sono sempre allo studio o a casa, o a casa di amici ma...mai nella piazza...assurdo eh?...

Violetta: Si andiamo...

Camminammo lungo il marciapiede, la piazza era piena di gente e piena di negozi...c'era una fontana al centro assolutamente bellissima...

Violetta: Aspetta Leon! Guarda!

Tirai Leon per la mano e corsi davanti una vetrina dove c'era un vestito rosa chiaro davvero carino, intonato con le mie scarpe. Era corto, poco sopra al ginocchio, a giromaniche e la gonna era fatta con i voile

Leon: Ti piace?

Violetta: Si...è bellssimo...dovrei venire in piazza per il fine settimana...

Leon: Mmm....no...carpe diem!

Violetta: Cogli l'attimo?

Leon: Vieni

Entrammo dentro al negozio e Leon mi fece provare il vestito e me lo comprò...ma non solo quello...Leon accontentò ogni mio capriccio qualsaisi cosa io volevo lui me la dava...andammo a mangiare un panino al burger king e poi continuammo la nostra passeggiata...stava portando cinque o sei buste nella mano destra, mentre la sinistra era intrecciata alla mia...

Leon: Aspetta ho sete...

Leon si avvicinò vicino a una fontanina di quelle che tu premi e il getto d'acqua esce sopra. Poggiò le buste a terra per non bagnarle, avvicinò la sua bocca alla fontana e sorseggiò l'acqua fresca...le punte dei suoi capelli furuno bagnate dall'acqua...il suo volto era qualcosa di angelico e perfetto...

Leon: Vuoi provare?

Violetta: Provare a fare cose?

Leon: A bere dalla fontana...o hai paura di schizzarti tutta? imbranata come sei...

Violetta: CHE COSA?! Io non mi schizzo tutta!!!

Leon: Bhe vediamo...

Mi avvicinai alla fontanina per bere sorseggiai l'acqua fino a quando Leon non mise la mano sul getto schizzandomi l'acqua addosso...

Violetta: HEYYY

Leon: Hahahaha....visto? Lo avevo detto io che sei imbranata

Violetta: Così non vale!!!

Leon: io dico di si...

Violetta: Leon!!!

Iniziai a rincorrerlo, quando fummo vicini all'enorme fontana lo spinsi per farcelo cadere dentro, ma la cosa non andò come previsto. Prese il mio polso e così entrambi finimmo nella fontana...

Leon: Sia chiaro, è solo colpa tua!

Violetta: Ma non è vero!

Leon: Si invece!

Leon si alzò e mi tese le mani aiutandomi ad alzarmi...ci avvicinammo a le buste che lui prese...in queste c'era anche la mia borsetta...il mio telefono iniziò a squillare e io lo presi...Guardai il display...DIEGO!...ANCORA!...Staccai la chiamata e riposai il telefono...presi la mano di Leon e continuammo la nostra passeggiata. Dopo un paio d'ore riuscimmo ad asciugarci...anche se i capelli...non del tutto...verso le 20:00 Leon mi riportò a casa...

Leon: Vuoi che entri a spiegare a tuo padre perché abbiamo fatto così tardi?

Violetta: No, no se sa che ero con un ragazzo è ancora peggio...

Leon: Sicura?

Violetta: Si...grazie...

Leon: Allora vado...

Violetta: Si certo...*Leon si volta* Leon aspetta!

Leon: Si?

Violetta: Grazie...ho passato...una delle giornate più belle di tutta la mia vita...

Mi avvicinai e gli lasciai un bacio sulla guancia, lui mi sorrise facendomi l'occhiolino per poi montare in sella alla sua moto...si...era inutile negarlo...io ero innamorata di Leon...lui riusciva a farmi brillare. Corsi in casa sorridente, mio padre mi sgridò ma io non riuscivo ad ascoltarlo...

Violetta: Tutto quello che vuoi tu papà ti voglio bene!

Mi avvicinai a lui e gli scoccai un bacio sulla guancia per poi chiudermi in camera e buttarmi sul letto...inutile dire che quella sera dormii come un angioletto...l'indomani avrei detto a Leon ciò che provo per lui...si ormai avevo deciso...e soprattutto non avevo più dubbi...ciò che provo per lui...è amore...il giorno seguente mi svegliai e indossai una maglietta bianca con su scritto Pop girl, in giallo e rosso, una gonna azzurra e le ballerine del giorno precedente...tutti vestiti nuovi comprati da...bhe si...da Leon...andai verso lo studio, le ragazze stavano parlando e io sorrisi dirgendomi verso di loro...

Violetta: Buoongironoooo

Francesca: Hey...buon giorno a te

Camila: Cos'è questo sorriso sfolgorante a trentadue denti?

Violetta: Sorriso sfolgorante?

Camila: Si

Violetta: *rise* Non so di cosa stai parlando

Francesca: Si certo, lei non lo sa...

Camila: No, ovviamente!

Scoppiai a ridere quando vidi entrare dalla porta una ragazza, che non avevo mai visto prima. Aveva degli stivali neri lunghi fino al ginocchio con i tacchi, un paio di pantaloncini di jeans scuri con una catena sul fianco destro una maglietta nera con una scritta argentata "Diablo"...e un giubotto di pelle nero con le borchie sulle spalle. Aveva dei capelli lisci, castani e lunghi raccolti in una coda, e all'apparenza legati proprio con i capelli. Tutti i ragazzi si voltarono a guardarla...bhe di certo una così non passa inosservato...Ludmilla, Nata e i ragazzi si avvicinarono a noi

Ludmilla: E quella chi è?!

Maxi: Non lo so...ma è bellissima...

Nata: SCUSA?!

Maxi: Emm...non più bella di te tesoro mio, è ovvio, luce dei miei occhi...

Camila: Broadway ti do dieci secondi per chiudere la bocca se no ti ammazzo!

Broadway: Che?! Ma no amore, lo sai che io ho occhi solo per te...

Camila: Meglio così!

Non so perché...ma quella ragazza non mi piaceva per niente...si avvicinò verso di noi a passo svelto...fino a fermarsi dinnanzi a me...

Xxx: Conoscete Leon?

Maxi: Si certo!

Guardai male Maxi che indietreggiò...

Violetta: E tu chi sei?...

Xxx: La sua ragazza

Sentì il mondo crollarmi addosso in quel momento...no...non è possibile...se questo è un'incubo vi prego di svegliarmi, perché sento il mio cuore andare in frantumi

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Capitolo 8
*** Il passato ritorna ***


Violetta: E tu chi sei?...

Xxx: La sua ragazza

Sentì il mondo crollarmi addosso in quel momento...no...non è possibile...se questo è un'incubo vi prego di svegliarmi, perché sento il mio cuore andare in frantumi...

Leon: La mia ragazza? Davvero? Che strano ero convinto di averti lasciata l'anno scorso, ma se non l'ho fatto posso sempre farlo adesso!

La voce di Leon dietro di noi ci spinse a voltarci. Era fermo a braccia consorte, finita la frase ci superò tutti mettendosi davanti a me trovandosi faccia a faccia con quella ragazza...Sorrisi alle parole di Leon e guardai quella ragazza con aria provocatoria...chi si crede di essere per venire qui e dire di essere la sua ragazza quando poi non è vero?!...

Xxx: Leon andiamo non fare l'infantile...

Leon: Io non sono infantile Lara! Ti sto semplicemente dicendo la verità!

Lara: Vorresti farmi credere che ora fai parte di questo mondo?

Leon: Si esatto!

Lara: Hahaha ma per favore Leon...guardati intorno...questi sono tutti bravi ragazzi, figli di papà o cocchi di mamma...questo mondo non fa per te...tu non sei un bravo ragazzo e lo sai benissimo...

Vidi le mani Leon chiudersi, stringendosi in dei pugni...ormai lo conoscevo bene...e questo era il segno che si stava innervosendo...

Lara: Vieni con me! Continuiamo quello che abbiamo iniziato, io e gli altri siamo disposti a riammetterti nel gruppo!

Leon: Ho detto di no Lara!

Lara: Leon queste persone non ti conoscono...loro non sanno come sei fatto veramente...sono sicura che se glielo raccontassi...tu rimarresti solo!

Leon: Smettila!

Lara: Perché? è la verità...loro non ti accetterebbero mai! Noi! Noi siamo gli unici che ti accettano per come sei!

Violetta: TACI!!!

Quella ragazza mi stava davvero dando su i nervi! CHI CAVOLO CREDI DI ESSERE?!...avvolsi le braccia intorno al braccio destro di Leon mentre guardavo quella vipera...no non me lo avrebbe portato via...

Violetta: Tu non sai niente di Leon!

Lara: Hahah Io ho passato quattro anni con Leon, credo di saperne molto più di te mocciosa...

Si...è vero...lei ha passato quattro anni con Leon...e conoscerà sicuramente il suo passato...e dire che ciò non mi brucia sarebbe una bugia...stringo i denti guardandola ancora negli occhi mentre lei sorride trionfante...si...non so cosa dire...

Pablo: Che sta succedendo qui?!

Pablo si avvicina a noi squadrando Lara da capo a piede...al suo fianco c'era mia zia Angie...

Pablo: E tu chi sei?

Lara: Leon dai vieni *gli tende la mano*

Pablo: Scusa ti sto parlando!

Angie: *sottovoce* è Lara...

Ma che faccia tosta! Ignora persino Pablo! Stringo di più la stretta sul suo braccio per cercare di trattenerlo. Ad un tratto vedo anche Francesca muoversi e prendere l'altra mano di Leon...

Francesca: Non so chi tu sia! Ma so chi è Leon! E ti posso assicurare che noi qui lo abbiamo accettato!

Marco: Credi di conoscere il vero Leon? Non so se conosciamo lo stesso Leon...forse noi conosciamo quello nuovo...ma sai una cosa? Non ci fa differneza perché noi gli vogliamo bene!

Lara: Voi non sapete NULLA DI LUI!

Pablo: Signorina la pregherei di uscire...ORA!

Lara: *guarda male Pablo* Ci vediamo stasera al solito posto Leon!

Lancia un ultimo sguardo a Leon che la osserva andarsene a denti stretti, vicino all'entrata c'erano altri tre ragazzi...credo di averli già visti...si sono quelli che avevano picchiato Leon...

Francesca: Leon?...

Leon: Io...grazie a tutti raagzzi...ma ora...vorrei stare da solo...

Si volta verso di me, mentre i miei occhi lo supplicavano di restare. Lasciai scivolare le mie braccia mollando la presa mentre lui si stava avviando verso l'uscita...

Pablo: Dove vai?

Leon: A fare un giro...

Maxi: Leon!

Leon: Si?

Maxi: Dopo vieni al resto' band?

Leon: No, non mi va...scusatemi...

Stavo per andargli dietro ma qualcuno mi prende il polso...mia zia...

Angie: Lascialo stare...ha bisogno di stare da solo...

Perchè?...perché ora che tutto stava andando per il verso giusto quella lì doveva arrivare e rovinare tutto?!...Quel pomeriggio fu un disastro per me...non riuscivo ad essere concentrata...continuavo a osservare la porta dell'entrata nella speranza di vederlo entrare. Ho perso il conto delle volte che sono caduta ma neanche gli altri riuscivano a dare il cento per cento...anche se a differenza mia non cadevano a terra...al resto' band l'unico rumore che si udiva era quello delle bollicine nella bibita di Andres che continuava a fare soffiando nella cannuccia...

Maxi: Leon sembrava molto turbato...

Marco: E se andassimo a casa sua e combinassimo qualche disastro?

Andres: Ma-ma se si arrabbia non è peggio?

Broadway: Se si arrabbia sarà troppo impegnato ad ammazzare noi per pensare a quella...quindi...non sarebbe così male...

Francesca: Io credo che sia meglio lasciarlo in pace...come ha detto Angie...

Camila: Non so...Vilu tu che dici?

Violetta: ...

Camila: Vilu?

Francesca: Violetta!

La voce di Francesca mi distoglie dai miei pensieri...mi volto di scatto verso di lei notando che non è l'unica a fissarmi...

Violetta: Che-che c'è?

Francesca: Stiamo parlando di Leon...i ragazzi vogliono andare a casa sua...

Violetta: Conoscendolo non è a casa adesso...se vuole stare da solo non lo fa di certo a casa con i genitori che lo rimbombano di domande...

Nata: Senti...ma tu sai chi è quella ragazza?

Violetta: No e non mi interessa! L'unica cosa che mi interessa è che stia lontana dal MIO Leon!

Francesca: Il "TUO" Leon?

Guardai Francesca con occhi spalancati...Che?!...oh si...avevo davvero detto il MIO Leon? E avevo anche calcato la parola MIO?!...Emm...e da qui ora come ne esco?

Violetta: da...Leon...

Francesca: Hai detto il MIO Leon

Camila: Si è vero

Maxi: Ti abbiamo sentito tutti non puoi negarlo

Marco: è la parola di uno contro sette

Violetta: I-io...

Diego: Ciao amore!

La voce di Diego proviene dalle mie spalle. Mi abbraccia circondandomi il collo...non sono mai stata più contenta di vederlo...ha avuto un tempismo perfetto direi...Francesca rotea gli occhi guardando i ragazzi...

Diego: Allora, oggi potremmo andare...

Violetta: No Diego scusami ma non mi va...

Diego: Ma non hai neanche sentito dove...

Violetta: Si lo so ma...non mi va di uscire e basta...scusa...

So che avevo trattato malissimo Diego...ma il fatto è che non riuscivo a pensare a nient'altro che non fosse Leon...mi alzai dal tavolo e uscì dal locale dirigendomi verso casa...andai a letto senza cenare, non ne avevo voglia...fissavo la sveglia sul mio cmodino...l'orario che cambiava ad ogni minuto...ti aspetto questa sera al solito posto...questa frase non vuole darmi tregua...non so cosa darei per sapere qual'è questo posto...e soprattutto per sapere se lui adesso è con lei...provai a voltarmi dall'altra parte ma ancora una volta i miei occhi non ne vollero sapere di chiudersi...quella notte la passai continuando a rigirarmi nel letto senza sosta, a fissare le luci blu della sveglia che segnavano l'orario, piena di ansia, nell'attesa che arrivasse domani...e con la speranza di vederlo allo studio...ma il giorno successivo quella speranza è andata in fumo...

Francesca: Non è venuto...

Disse Francesca mentre io continuavo a fissare l'entrata...

Violetta: Già...

Camila: E se chiediamo a Pablo?

Violetta: Si, vado io!

Prima che le mie amiche potessero aggiungere un'altra parola mi alzai dalla cubo sul quale ero seduta vicino a Cami e mi diressi verso Pablo...

Violetta: Pablo?

Pablo: Si?

Violetta: Scusa il disturbo...ma...come mai Leon oggi non è venuto?...

Pablo: Vilu...Leon questa sera non è tornato a casa...io ho detto a mia sorella che ha dormito da me per non spaventarla ma...non so dove sia...speravo di trovarlo qui questa mattina...

Violetta: Capisco...grazie dell'informaizone...

Pablo: Figurati...

Questa storia non mi piace per niente...chiamatelo sesto senso, chiamatelo sensazione o come volete voi...ma sento che Leon ha deciso di incontrarla...e questo mi da una profonda angoscia...Inutile dire che anche quella giornata fu uno schifo...ero a casa sul mio letto pensando dove potesse essere lui quando il mio cellulare squillo'...senza guardare il display risposi...

Violetta: Diego ascolta io...

Francesca: Non sono Diego...

Violetta: Farn...

Francesca: Ciao...

Violetta: Ciao...ti serve qualcosa?

Francesca: No...in realtà ho chiamato...perché ho pensato che tu volesse sfogarti...

Violetta: Io?...No Fran sto bene...

Francesca: Vilu non mi mentire, ti conosco...tu ci tieni molto a Leon non è così?...

Violetta: Ma no! Io...

Francesca: Dai Vilu non mentire...da qual giorno sei sempre più depressa e spesso assente...sei altrove e non serve un'indovino per capire che il tuo motivo è lui!

Violetta: Non lo so Fran...io...sono sempre più confusa...

Francesca: Non è confusione Vilu...è orgoglio...sei troppo orgogliosa per ammettere di esserti innamorata di Leon...

Violetta: ...

Francesca: Ascolta, tu sei l'unica che può riuscire a farlo ragionare...quindi cercalo, trovalo e fagli capire che per noi lui è importante...e non ci importa nulla del suo passato...ok?

Violetta: Ok...

Francesca: Allora ci sentiamo...

Violetta: Si a domani...e...grazie Fran...

Francesca: *sorride* Di nulla

Entrambe mettemmo giù...trovare Leon...si ma dove cercavo?...il solito posto...pensandoci bene...c'è un posto dove Leon potrebbe essere...si...in fondo quei ragazzi erano loro...forse...si! Stasera proverò ad andare lì...spero tanto di poterlo trovare...ero così preoccupata...e ansiosa...dovevo andare questa notte...al buio mentre tutti dormivano...ovvio altrimenti mio padre non me lo avrebbe mai e poi mai permesso...ma io dovevo andare! Avevo assolutamente bisogno di vederlo...spero solo di non sbagliarmi. Alle due di notte mi alzai dal letto già vestita...cercai di fare quanto meno rumore possibile e sgattagliolai fuori di casa...mi diressi verso quella vecchia pista di motocross...a passo veloce...non so perché ma ricordavo bene quella strada...questa volta ci mi meno di un'ora per arrivare...non so forse per il passo più svelto...quello che è sicuro è che sto morendo di freddo...ma come mi è venuto in mente di uscire alle due di notte con una maglietta a giromaniche e una gonna?...arrivata alla pista vedo l'ombra di una ragazzo di spalle, è seduto sul recinto che fissa qualcosa che abbia credo tra le mani...mi avvicino ancora di più quanto basta per riuscire a identificare quella sagoma...

Violetta: Leon!

Sentendo pronunciare il suo nome si volta verso di me...noto che tra le mani ha un pezzo d'erba che lascia cadere a terra mentre si dirige verso di me...

Leon: Violetta! Che ci fai qui!? Sei impazzita?!

Non potei fare a meno di sorridere quando lo vidi, gli andai in contro e lo abbracciai facendolo tacere. Inizialmenete stette fermo e paralizzato e dopo poco sentì le sue braccia posarsi dietro la mia schiena per ricambiare l'abbraccio...

Leon: Non devi farlo mai più...è pericolosissimo per una ragazza come te venire qui tutta solo a quest'ora di notte...

Me lo sussurra all'orecchio con un tono così dolce da farmi sciogliere, lo giuro...sciolsi l'abbraccio e mi strinsi nelle braccia c'ercando di riscaldarmi...lo guardai dritto negli occhi, mentre sentivo i miei lacrimarmi per il freddo...

Violetta: Io...avevo bisogno di vederti...

Leon: Aspetta...*si toglie la giacca* Vieni metti questa....

Violetta: Ma no tu...

Leon: Ho detto metti questa! E non discutere sempre!

Violetta sorrisi a quelle parole e indossai il giubotto di pelle. Lui mi si avvicinò e mi strinse a se strofinando le sue mani dietro la mia schiena per riscaldarmi...

Leon: Andiamo nel fienile lì siamo al coperto

Violetta: Si...

Leon mi prese la mano e mi portò in un fienile abbastanza mal ridotto...era buio e c'era tanta paglia...premette un tasto e una lampadina che era appesa al soffitto illuminò di poco quel posto...

Leon: Perché sei venuta fino qui?

Bella domanda...da dove avrei dovuto cominciare?...

Violetta: Io...Leon...ieri sera...ti sei visto con Lara?...

Leon: *Scrolla le spalle* si ma questo cosa c'entra?...

Ecco lo sapevo...mi avvicino a lui per guardarlo bene negli occhi...

Violetta: Perché?

Leon: Diciamo...che avevo una discussione in sospeso con lei e...altre persone...

Violetta: Che persone?

Leon: Persone, Violetta!

Ci fu qualche istante di silenzio...ma poi ripresi la parola...

Violetta: La rivedrai?

Leon: Non lo so ancora...

Violetta: Ti prego no...

Leon: Perché?

Violetta: Lei...lei ti fa stare male ti fa credere di essere cattivo e...

Leon: Tu che ne sai?...Chi ti dice che lei non abbia ragione?...E se fossi davvero un cattivo ragazzo?...

Violetta: No...il Leon che conosco io non è un cattivo ragazzo...

Leon: Potrebbe non essere il vero Leon...

Violetta: Non sei il tipo di persona che finge di esser chi non è solo per piacere agli altri...

Leon: Perché ne sei così convinta?

Mi si avvicna ancora di più eravamo vicinissimi, faccia a faccia...

Violetta: Perché il mio cuore non può sbagliarsi...

Leon: Tu non sai cos'ho fatto in passato...

Violetta: E non mi interessa saperlo...io mi sono innamorata di questo Leon, e qualsiasi cosa abbia fatto quello del passato, riguarda il passato!...Anche i ragazzi la pensano come me, Francesca mi ha detto di dirti che...

Leon: Aspetta che hai detto?

Violetta: Che anche i raga...

Leon: No no no...prima...

Violetta. Che non mi interessa il tuo passato...anche se in realtà mi interessa ma non voglio forzarti e non cambierà ciò che...

Leon: No Vilu...dopo...tu hai detto...hai detto che ti sei innamorata di me?

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Capitolo 9
*** Dissimulare ***


Leon: No Vilu...dopo...tu hai detto...hai detto che ti sei innamorata di me?
Violetta: Io...si...l'ho detto...

Chinai il capo arrossendo leggermente...glielo avevo detto davvero?...si lo avevo fatto...

Leon: Questo...non va bene...

Alzai di scatto la testa per guardarlo...aveva gli occhi chiusi e le mani sul volto...perché? Perché non andava bene?...perché lui...lui non mi amava?...il solo sfiorare questo pensiero mi faceva venire i brividi...è vero...non avevo mai pensato all'ipotesi...di essere io quella di cui lui non è innamorato...che cosa faccio? Mi sento una stupida...chinai nuovamente il capo iniziando a balbettare, rompendo il silenzio...

Violetta: I-io...posso...cioé...se tu non provi lo stesso io...i-io...

Non sapevo cosa dire, era in preda ad una crisi isterica quando sento le sue mani poggiarsi sulle mie spalle e guardarmi negli occhi...

Leon: Non ho mai detto questo...

Cioé?...lui...non capisco mi sta dicendo che mi ama?...

Violetta: Non capisco...

Risposi confusa reggendo il suo sguardo...

Leon: Violetta...io e te non possiamo stare insieme...anche se...
Violetta: Perché no?
Leon: Io non sono fatto per te! Hai bisogno di qualcuno che non ti mette in pericolo...di qualcuno che ti ami, che ti protegga di...

Mi avvicinai a lui non lasciandolo finire di parlare e poggiai le braccia intorno al suo collo, spingendolo a togliere le sue dalle mie spalle e lo guardai negli occhi...

Violetta: Tu mi ami?
Leon: Violetta io sto dicendo che...
Violetta: Rispondi solo si o no...
Leon: *sospira*...si...
Violetta: è solo questo che mi interessa...

Prima che potesse aggiungere un'altra parola, attaccai le mie labbra alle sue e con uno slancio mi sollevai da terra avvolgendo le gambe intorno alla sua vita. Immediatamente sento la sua mano destra sulla mia schiena e quella sinistra sulla coscia per non rischiare di farmi cadere...non so cosa mi sia preso, non sono mai stata così "intraprendente" ma più sentivo le sue labbra sulle mie più ne avevo voglia...sentì la sua lingua premere sul mio palato asseccondai ogni suo movimento, la sua stretta sulla mi gamba e dietro la schiena erano ben salde...lentemente mi sento poggiare su qualcosa di moribido credo che sia la paglia...la mia mano destra scivola sulla sua guancia, mentre la mano sinistra di lui arriva alla mia vita. Le mie mani scendono dalle sue spalle alle sue braccia, posso setire perfettamente i muscoli del suo braccio...sembra che abbia completamente perso il controllo...poggio le mani sulla sua vita e non so neanche io come ma ad un tratto mi ritrovai a toccari i suoi addominali. Per un secondo le nostre labbra si staccarono e lui si tolse la maglietta lanciandola non molto distante da noi...aveva un fisico a dir poco perfetto...mi guardò negli occhi ancora per un pò mentre io mi morsi il labbro inferiore ammirando la perfezione del suo corpo...poggiò la sua testa nell'incavo del mio collo cominciando a lasciarmi dei baci, chiusi gli occhi lasciano uscire dalle mie labbra un sospiro di piacere...non avevo più freddo...no ora avevo caldo...ma non volevo togliermi la sua giacca di dosso...mi piaceva troppo avere qualcosa di suo sulla mia pelle...a parte lui ovviamente. Sentivo il suo petto posarsi con delicatezza sul mio per non schiacciarmi. Mentre arrivò a baciarmi sul mio petto sentì la sua mano sinistra sotto la maglietta posata sul mio vetre...quel tocco così delicato, così caldo...mi faceva impazzire...

Violetta: Le-Leon...

Riuscì a dire con un filo di voce e lui tornò su per specchiarsi nei miei occhi...mi sorride...Dio quanto bello...mi si avvicinò lentamente per prendere di nuovo possesso delle mie labbra...mi sento avvampare non so per quanto riuscirò a resistere...nella mia testa inizio ad avere scene non molto "caste" di noi due...le nostre gambe sono intrecciate con le sue labbra riesce a lasciarmi un segno sul petto e farmi gemere a quel gesto...sento il suo fiato caldo risalirmi per tutto il collo, arriva al mio orecchio e mi morde il lobo con delicatezza per poi sussurrarmi con voce calda

Leon: Sarà meglio smettere...
Violetta: I-io non voglio...

Lo sento ridere ma non in modo sfacciato...in modo...dolce...

Leon: Neanch'io...ma se continuo non sarò più capace di fermarmi...e non voglio che la nostra prima volta sia così...e soprattutto qui...

Mi lascia un ultimo bacio sul collo, uno sulla guancia e uno sulle labbra. I miei occhi si riaprirono lentamente...

Leon: Vieni qui...

Mi tirò a se facendomi poggiare il capo sul suo petto nudo e caldo...mi strinse a se strofinandomi dietro la schina per farmi prendere calore non sapendo che io ero già abbastanza accaldata di mio...mi diede un bacio sulla testa mentre la sua mano mi accarezzava i capelli....

Leon: Vuoi davvero stare con me?
Violetta: Si Leon, lo voglio...

Non avevo dubbi, ormai ne ero sicura...

Leon: Okey...però...non lo deve sapere nessuno...
Violetta: Co-cosa? E perché?
Leon: Perché non voglio che Lara lo scopra...

Lo guardai male incrociai le braccia...

Violetta: No fammi capire! E perché LARA non dovrebbe scoprirlo?!

Leon mi guardò e rise, ma cosa ci trova di così tanto divertente vorrei capire COSA?! SPIEGATEMELO!...

Violetta: PERCHE' RIDI?!

Gli chiesi irritata da quel suo atteggiamento, mi guardò e sorridendo si avvicinò al mio volto...

Leon: Perché quando sei gelosa sei ancora più bella...

Arrossii chinando il capo...

Violetta: B-bhe però n-non mi hai ancora risposto!
Leon: Perché non voglio che Lara o altre persone ti usino per ricattarmi e soprattutto non voglio che ti coinvolgano in cose...non buone diciamo...
Violetta: Solo per questo?
Leon: Solo per questo!
Violetta: Mmm...domani vieni con me allo studio?
Leon: Io...non lo so ecco...
Violetta: Leon! Per favore, Pablo è super preoccupato...ha detto ai tuoi genitori che stavi da lui a dormire ma non so per quanto ci crederanno!
Leon: *sospira* okey va bene...domani ti accompagno allo studio...
Violetta: E frequenti le lezioni
Leon: E freque...ma io non vo...
Violetta: Leon!
Leon: *sbuffa* E frequento le lezioni...
Violetta: Bravo!

Sorrisi e mi avvicinai alle sue labbra per lasciargli un bacio a stampo. Chiusi gli occhi e mi addormentai accoccolata, tra le sue braccia...l'unico posto dove mi sentivo davvero al sicuro...salle fessure del legno, la luce del sole puntò dritta sui miei occhi...li aprì lentamente ancora assonnata per poi richiuderli...sento delle labbra posarsi dolcemente sulla mia fronte...e poi sussurrarmi all'orecchio...

Leon: Tesoro, credo che sia ora di andare...
Violetta: Mmm...no cinque minuti...
Leon: Tuo padre non dirà niente?
Violeta: No mio padre...

Mio padre?! Scattai alla svalta sollevando il busto da terra...

Violetta: Mio padre!!! O santo cielo! Se si sveglia e non mi trova a casa mi ammazza!
Leon: Tranquilla mi metto la maglietta e ti porto a casa...con la moto non è molto distante...
Violetta: Dici? Oh ok..

Si ok...il corno! Ero super nervosa, presi il mio cellulare e guardai l'orario, segnava le 6:30...saremo davvero riusciti ad arrivare a casa in trenta minuti?....

Leon: Vieni

Leon mi tende la mano e io l'afferrai alla svelta. Ci dirigemmo verso la sua moto, mi mise il casco e salimmo in sella...strinsi le braccia intorno alla sua vita sentendo il suono del motore...era bello passeggiare in moto di prima mattina...la strada era praticamente vuota era come se ci fossimo solo noi...prima che me ne rendessi conto eravamo davanti al cancello di casa mia...scesi nervosamente e mi tolsi il casco dandolo a Leon...

Violetta: Okey...sono pronta...
Leon: Io dico che dimentichi qualcosa...

Lo guardai sorridendo e mi avvicinai per dargli un veloce bacio a stampo poggiando le braccia intorno al suo collo, lui sorrise e mi guardò

Leon: Si ma non intendevo questo...

Vidi i suoi occhi puntati su di me scendere lentamente su ciò che indossavo...giusto...la sua giacca...

Violetta: No...

Scossi il capo guardandolo...

Leon: No cosa?
Violetta: Non te la do *risi*
Leon: Come non te la do? Hai voglia di perdere tempo?
Violetta: No ma voglio tenerla io!
Leon: Se la tieni tu qualcuno la vede e finisce male dai Vilu dammi la giacca...
Violetta: Mm...va bene! Ma dopo me la ridai!
Leon: Fino a quando non arrivaimo allo studio...e comunque secondo me faresti meglio ad entrare dalla finestra...arrivi derettamente nella tua stanza se ti arrampichi sull albero
Violetta: Giusto quell'enormo albero che...aspetta...e tu che ne sai?
Leon: *ride* Diciamo che quando dormi sei molto carina

Sgranai gli occhi guardandolo, ecco cos'era quel rumore che sentii quella sera!

Leon: Dai svelta, va dentro e poi esce...ti porto a fare colazione in un bar non molto distante dallo studio si?
Violetta: ok!
Leon: Aspetta, ti aiuto ad arrampicarti non sia mai che cadi...
Violetta: Mi hai presa per un'imbranata?!
Leon: No...il punto è che tu sei imbranata!
Violetta: Cosa!?? Ma non è vero!
Leon: E invece si ma vieni...

Poggiò le braccia sul tronco di un albero inziando a dondolarsi fino ad arrivare a poggiare i piedi su quello accanto. Poi mi tese le braccia e mi sollevò facendomi sedere su questo fino ad arrivare alla mia finestra...mi aiutò ad entrare e mi fece un occhiolino prima di andarsene e io restai incantata a fissare la finestra quando sentii il rumore dei passi di mio padre e corsi velocemente sotto le coperte togliendo solo le scarpe...mio padre mi si avvicinò e mi accarezzò i capelli...

German: Tesoro, svegliati devi andare allo studio, così farai tardi...
Violetta: Mm...si papà ora mi sveglio...

Gli dissi con la voce assonnata più credibile che potessi assumere...

German: Va bene ti aspetto di sotto...

Mi diede un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza...scattai immediatamente in piedi e mi diressi verso il bagno, feci una doccia veloce e mi c ambiai i vestiti. Quando scesi di sotto vidi tutti seduti a tavola...feci un sorriso a tutti e li salutai con un "buongiorno" per poi dargli un bacio sulla guancia

Angie: Ma che carina che siamo stamattina, per non parlare del tuo ottimo umore direi...
Violetta: Naaa zia che dici?

Chiesi imbarazzata senza smettere di sorridere...

German: Si...Violetta questa gonna non ti sembra troppo corta?
Violetta: La gonna? No è perfetta! Allora io vado!
Angie: Come io vado?
German: Siediti fa colazione e poi vai...
Violetta: No è che...sono rimasta d'accordo con Fran e Cami che avremmo fatto colazione insieme oggi...
Olga: Bhe ma falle venire qui posso cucinare per tutte eh tesoro?
Roberto: Olga! Io credo che anche Violetta abbia bisogno del suo spazio vitale
German: Ma che spa...
Violetta: Si precisamente! Grazie Roberto, allora vado! Ciao papà, zia, Roberto, Olga...

Corsi fuori ma vidi che Leon non c'era più...ma dov'era finito? Possibile che se ne fosse andato? Il suono della sua moto mi rimbomba nelle orecchie e così mi volto di scatto...

Violetta: Hey dove sei stato?
Leon: A casa a farmi una doccia e cambiarmi...e prendere l'altro casco...tieni *mi tende il casco*
Violetta: Grazie *lo presi e mi avvicinai a lui* ma...non ti stai scordando qualcosa?

Leon sorrise e si avvicinò dandomi un bacio a stampo sorridendo...

Violetta: Aha...ma non intendevo questo...

Dissi posando lo sguardo sul suo giubbotto di pelle, lui sorrise e se lo tolse, io lo indossai e salì sulla moto. Leon mi portò in un bar non molto distante da casa mia era carino dentro, il pavimento era in marmo nero il soffitto era piono di faretti blu i tavoli rotondi e le poltroncine rosse dove sedersi...

Leon: Cornetto con la nutella e latte?
Violetta: Si
Leon: Due cornetti con la nutella e due bicchieri di lette a quel tavolo
Cameriere: Subito!
Leon: Vieni...

Ci avvicinammo ad un tavolo, ci sedemmo sui divanetti uno di fronte all'altro...

Violetta: è carino qui...
Leon: Vero?
Violetta: Si...

Una cameriera si avvicinò a noi porgendoci i cornetti e i bicchieri e lanciò uno sguardo a Leon, uno sguardo, sgranai gli occhi guardandola...era una ragazza giovane che doveva avere la nostra età, capelli lunghi lisci e biondi abbastanza alta...gli sorrise e gli porse il numero e poi andò via...

Violetta: No, non ci posso credere l'hai vista?
Leon: *prende il latte e inizia a berlo* visto cosa?
Violetta: Come ti ha guardato quella!
Leon: Quella...la cameriera?
Violetta: SI!
Leon: No mi dispiace ero impegnato a fissare altro...
Violetta: Cioé?
Leon: *sorride* Te...

Sorrisi lentamente a quella affermazione chinando il capo...il mio nervosismo sparì in meno di un secondo...

Leon: Vilu?
Violetta: Si?
Leon: Ricorda che allo studio c'è anche il mio fun club e...se reagisci così a ogni ragazza che mi si avvicina...nascondere la nostra relazione sarà abbastanza complicato

Lo guardai a bocca aperta...cioé stava insunando che io ero gelosa?! IO?!

Violetta: IO NON SONO GELOSA!
Leon: Hahaha no è vero non lo sei!
Violetta: E NON DARMI RAGIONE SOLO PERCHE' NON VUOI CHE URLI!
Leon: No non lo farò
Violetta: LEON!
Leon: Hahahaha scusami non ce la faccio

Continuò a ridere e io lo osservai...cavolo è bellissimo quando ride così...e poi anche se mi sta sfottendo...il suo sorriso è così contagioso che fa ridere anche me...

Leon: Dai andiamo!
Violetta: Si eccomi!

Andammo allo studio ed entrammo separati prima io e poi sarebbe entrato lui...

Violetta: Buongiorno!
Francesca: Hey siamo di ottimo umore oggi eh?
Violetta: Si!
Marco: Ragazze non è che sapete qualcosa di Leon?
Violetta: Tranquillo Marco sono sicura che oggi arriva!
Camila: Sembri molto sicura
Violetta: Certo!
Maxi: Speriamo...

Ad un tratto si sentirono le ragazze urlare e immediatamente ci voltammo tutti verso la porta...Leon era appena entrato...e ovviamente il suo fun club gli è corso incontro...insopportabili!

Francesca: Leon!
Maxi: Finalmente! Come lo sapevi Vilu?
Violetta: Intuito...
Francesca: Aha...certo come no...
Camila: Poi parleremo del tuo "intutito"

Stavamo per avvicinarci a lui ma Pablo ci precede...

Pablo: LEON!!!
Leon: Zio...posso spiegare...
Pablo: è QUELLO CHE DEVI FARE! NEL MIO UFFICIO! ORA!
Leon: Si zio...scusate principesse...il dovere mi chiama...

Principesse?!...Ah no questo non glielo permetto! Poi ne riparleremo!...Saltò la prima ora di lezione...suppongo sia perché è con Pablo...appena entrò alla seconda ora, quella di Angie le lo abbracciò...

Angie: Finalmente! Leon tutto ok?
Leon: Si tranquilla
Maxi: Hey amico*lo abbraccia*
Leon: Maxi!

Leon si avvicinò a noi e salutò tutti abbracciandoli e con un bacio sulla guancia tranne me...

Leon: Violetta!
Violetta: Leon...

Usammo un tono distaccato ma lentamente ci sorridemmo e lui mi fece l'occhiolino per poi sedersi tra Maxi e Francesca...passate le cinque ore di lezione lo vidi vicino al suo armadietto e mi avvicinai...

Violetta: Così sono tutte delle principesse eh?...
Leon: *ride* Naaa tu non sei una principessa...
Violetta: Ah no?
Leon: No...

Si avvicinò al mio orecchioe mi sussurrò dolcemente...

Leon: Tu sei LA principessa...la MIA principessa

Mi lasciò un bacio sulla guancia e poi si allontanò e io gli sorrisi...avevo così tanta voglia di baciarlo...qualcosa cadde dal suo armadietto e io mi chinai per raccoglierlo...era una busta lilla...c'era scritto per Leon...era una lettera...

Violetta: Credo che una delle principesse ti abbia scritto una lettera!

Dissi irritata e scocciata allo stesso tempo da quel gesto e ancora una volta lui rise prendendo la busta dalle mie mani...

Leon: Grazie...

L'aprì mentre con la coda dell'ochio continuava a guardare me che ero con le braccia incorciate fingendo di essere offesa...Il suo sorriso scomparve lentamente mentre leggeva quella lettera e io non potei fare a meno di voltarmi verso di lui abbastanza preoccupata...

Violetta: Che c'è?...
Leon: ...
Violetta: Leon chi te la manda?
Leon: Lara...

Lara...di nuovo lei...no! Non la sopporto!

Violetta: Che cosa vuole!?
Leon: Vedermi...questa sera...alla pista...
Violetta: DI NUOVO!? NO!
Leon: Violetta io...
Violetta: Leon ti prego no!...dimmi che non ci andrai...ti prego

Lo supplicai prendendogli le mani...non volevo...no avevo un pessimo presentimento...e fino ad ora non mi sono sbagliata...non doveva andarci...no...doveva restare con me...


Angolo autrice:
Ragazze ci tengo davvero tanto a continuare a ringraziarvi per i vostri commenti e per il fatto che continuate a seguire la mia ff...ora che la scuola è finita potrò provare a scrivere un cap al giorno sono fortunata XD
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirla ;-)...questo è stato un cap con molte scene Leonetta e vi assicuro che ce ne saranno molte altre...Al prossimo cap chicaaaaassssssssssssssssss

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Capitolo 10
*** Rabbia ***


Violetta: Che cosa vuole!?

Leon: Vedermi...questa sera...alla pista...

Violetta: DI NUOVO!? NO!

Leon: Violetta io...

Violetta: Leon ti prego no!...dimmi che non ci andrai...ti prego

Lo supplicai prendendogli le mani...non volevo...no avevo un pessimo presentimento...e fino ad ora non mi sono sbagliata...non doveva andarci...no...doveva restare con me...

Leon: Violetta io...

Violetta: Leon...ti prego no...

Leon: Mi dispiace...

Violetta: PERCHE'?!

Leon: è importante...

Violetta: è importante?...e io non lo sono?

Leon: Sai benissimo che non è così!

Violetta: No non lo so...quando si tratta di scegliere tra me e Lara tu continui a scegliere lei!

Leon: Non è questione di scegliere lei...io...quando incontro Lara non ci siamo solo noi...

Violetta: Ah no? E chi c'è sentiamo?

Leon: Altre...persone che...che tu non conosci...

Violetta: E che fate?

Leon: Parliamo...

Violetta: Perfetto allora non ci saranno problemi se vengo anche io!

Leon: Scordatelo!

Violetta: Perché no?!

Leon: Perché è pericoloso!

Violetta: Da quando parlare è pericoloso!

Leon: Da sempre con certe persone!

Violetta: Leon...non andare

Leon: Mi dispiace...

Violetta: Allora non provare mai più ad avvicinarti a me!

Me ne andai di fretta e furia scontrandomi petto a petto con...

Violetta: Diego!

Diego: Hey Vilu ti sta...

Non gli lasciai finire la frase, presi il suo volto tra le mie mani e lo baciai cosciente del fatto che Leon ci stava guardando...Diego strinse le sue mani sulla mia vita...ancora una volta tentò di approfondire il bacio ma io avevo qualcosa che mi frenava dal farlo. Allontanai le mie labbra dalle sue lo guardai sorridendo e lui ricambiò...Sentì il rumore dell'armadietto di Leon essere sbattuto e lo vidi passare dietro di Diego lanciandomi uno sguardo glaciale...

Diego: Wow Vilu è...è stato il bacio più bello e passionale che tu mi abbia mai dato...

Forzai un sorriso guardando Diego e poi mi allontanai...ma lui mi seguì e mi afferrò il polso...

Diego: Aspetta tesoro oggi ti va di andare...

Violetta: No Diego...scusa ma oggi devo vedermi con le ragazze...

Diego: Capito...

Entrai nell'aula di danza avevamo lezione con Jakie...Vidi Leon parlare con Maxi e Marco mentre mi guradava male. Gli feci un sorrisetto falso prima di avvicinarmi a Francesca e Camila...

Francesca: Hey tutto okey?

Violetta: Certo! Perché?

Camila: Bhe tu e Leon...vi siete lanciati uno sguardo che...

Violetta: Gli sguardi che ci lanciamo io e Leon sono sguardi d'odio! Perché noi ci odiamo ok?

Francesca/Camila: Okey...

Credo che il mio nervosismo sia abbastanza evidente dato che Francesca e Camila hanno un'espressione come dire..."spaventata"...si ma non l'ho fatta apposta...non riesco a distogliere lo sguardo da quello di Leon, che a sua volta mi guarda tutto incazzato...ceeertooo perché è lui quello che deve essere incazzato! NON IO!!!

Maxi: Leon ma ci stai ascoltando?

Leon: Io lo dico sempre! Le ragazze portano solo guai!

Maxi/Marco: Eh?!

Leon: Vogliono fare quello che dicono loro e poi vorrebbero condurre la relazione...e se non gli dai quello che vogliono vanno da un altro!...ma per favore!

Marco: Sono quasi sicurodel fatto che tu non hai una ragazza...quindi...di che parli?

Maxi: Di quella Lara?

Leon: *si volta verso Maxi distogliendo lo sguardo da Violetta* Lara? Che c'entra Lara?...

Maxi: Non lo so

Jakie: Va bene ragazzi tutti in posizione, il riscaldamento è finito, si prova!

Iniziammo a ballare la coreografia di Jakie utilizzando i sentimenti da lei richiesti...

Jakie: Rabbia!

Oh si Jakie, fidati questo sentimento lo posso fare meglio di chiunque altro qui dentro...

Jakie: Mmm...lasciate solo Leon e Violetta in pista

Non so perché Jakie fece quella richiesta ma comunque tutti si spostarono nei laterali lasciando solo noi due in pista...

Jakie: Violetta, Leon continuate ad esprimere lo stesso sentimento ma con un free style, anzi guardatevi negli occhi e ballate insieme

Mi voltai verso di lui e lui fece lo stesso, eravamo faccia a faccia facendo un ballo tipo jazz, quando mi prende la vita mi solleva e metto le mani sulle sue spalle, poggiai le gambe intorno alla sua vita per un secondo fino a quando non mi sollevò nuovamente in alto facendomi fare un salto e lanciandomi in modo da farmi cadere in piedi...e tutto ciò senza mai smettere di fissarci...e Jakie fermò la musica...

Jakie: Molto bene! Questa si che è rabbia, ragazzi voglio che prendiate esempio e lavoriate su questo sentimento, può uscire fuori una grande coreografia!

Io e Leon ci lanciammo un ultimo sguardo prima di uscire dall'aula...mi faceva venire un nervoso quel ragazzo! ASSURDO! Ci potete credere? Sono stata arrabbiata tutta la giornata! Per non parlare delle risposte che ho dato a mio padre...

German: Tesoro perché non mangi?

Violetta: Forse perché non ho fame! Ma insomma! Devo fare sempre tutto quello che dire voi!? SE NON VOGLIO MANGIARE IO NON MANGIO E NESSUNO PUO' DARMI DEGLI ORDINI SU QUESTO!

Mi diressi in camera mia prima ancora che lui potesse aprire bocca e sbattetti la porta...definitivamente litigare con Leon mi faceva male...presi il mio diario e cominciai a scrivere della pessima giornata che avevo avuto e poi mi infilai sotto le coperte per dormire...nonostante fossi arrabbiata non ci misi molto ad addormentarmi...stavo sognando...ero in un luogo abbastanza familiare e avevo freddo...molto freddo...sento delle voci e mi avvicino...era la pista di motocross...ed era affollata, c'era tnatissima gente che gridava "vai, dai, forza!"...e la pista era illuminata da alcune luci...lentamente mi avvicinai al recinto per farmi spazio...stavano facendo una gara di moto...Dietro ogni pilota c'era una ragazza seduta di spalle, erano legati con delle cinte...sono tutti senza casco...il che è alquanto pericoloso...il faro di una moto in particolare attira la mia attenzione...mi acceca per qualche secondo fino a quando non riesco a vedere chi è alla guida...

Violetta: LEON!!!

Gridai, dietro di lui c'era Lara, si voltò verso di me nello stesso momento in cui c'era una rampa, lo vidi sollevarsi dalla moto e piombare sul suolo mentre io in lacrime continuavo a gridare il suo nome. Mi alzai dal letto di scatto...

Violetta: LEON!!!

Portai le mani alle mie guance...stavo piangendo...guardai l'orologio le 2:30 del mattino...presi il mio telefonino e digitai il suo numero, mentre avevo il cuore che mi batteva a mille per la paura...

Leon: Credevo che fossi arrabbiata...

So che sempra stupido ma sentire la sua voce riesce ad infondermi una calma assolutamente inspiegabile...il battito del mio cuore torna regolare mentre io tiro fuori un sospiro di sollievo...grazie al cielo...

Leon: Che hai?

Violetta: Niente...solo che...non mi piace litigare con te...

Leon: Neanche a me piace...ma ti ho già detto che ho delle faccende in sospeso con Lara e altre persone e...se vuoi stare con me...ho bisogno che tu ti fida di me incondizionatamente...

Violetta: I-io...mi fido di te...è solo che ho paura...

Leon: Paura di che?

Violetta: Paura...che lei possa portarti via da me...

Leon: Lara è stato uno degli errori più grandi di tutta la mia vita...e ti posso assicurare che non sono così stupido da scarci di nuovo...

Violetta: Però...però sei andato a quell'incontro...

Leon: Si...ci sono andato...e ci andrò ogni volta che mi chiederanno di farlo...

Violetta: Perché?

Leon: Dirtelo significherebbe metterti in pericolo...quindi non lo farò...

Violetta: Va bene, sai cosa?...mi basterebbe solo averti al mio fianco, adesso e sentire la tua voce qui...vicino a me...ma so che...che questo non è possibile adesso...

Leon: No...è vero...non è possibile...a meno che tu non apra la finestra...

Violetta: Che cosa?!

Lo sentii ridere e attaccò il telefonino cosa che feci anche io, per poi alzarmi in fretta e furia e avvicinarmi alla finestra. Lo vidi in piedi sul ramo di un albero, poggiato con la schiena al tronco, aprì immediatamente la finestra e lo guardai ridendo...

Violetta: Tu sei pazzo!

Leon: Probabile...permesso...

Si avvicino alla finestra e ci si sedette sopra mentre io mi spostai. Cadde con la schiena sul pavimento mentre io scoppiai a ridere...

Leon: Lo sai che adoro quando ridi ma in questo istante sarebbe apprezzata una mano

Mi tese le mani e le afferrai, ma invece di farsi aiutare per sollevarsi, tirò me verso di lui fino a far scontrare il suo petto con il mio...

Violetta: Che fai?

Leon: Lo sai che questo pigiama ti sta benissimo?

Violetta: Ah si?

Leon: Si

Prima che potessi dire un'altra parola, sentì le sue labbra posarsi sulle mie. Inutile dire che ricambiai immediatamente quel bacio. Avvolsi le braccia intorno al suo collo mentre lo sentivo sollevarsi con il busto. Ero seduta sulle sue gambe mentre lui continuava a baciarmi e le sue mani circondavano la mia vita. Quel bacio era così desiderato da entrambi che divenne famelico. Lentamente rallentammo il ritmo fino a quando le sue labbra non si staccarono dalle mie per scendere sul mio collo. I suoi baci così caldi, umidi e passionali che mi fanno ribollire il sangue nelle vene...senza rendermene conto iniziai ad ansimare, continuando a tenere gli occhi chiusi. Leon mi sollevo da terra senza mai smettere di baciarmi. Mi poggio delicatamente sul letto allontanando le sue labbra dal mio collo. Aprii gli occhi e mi ritrovai i suoi puntati addosso...

Leon: Lo so che te l'ho già detto ma...sei bellissima

Sorrisi alle sue parole e avvicinai il mio volto al suo orecchio...

Violetta: Anche tu...e sai una cosa?...non mi stancherò mai di sentirtelo dire

Questa volta fui a posare le mie labbra sul suo collo, come aveva fatto lui con me pochi istanti fa. Tenevo la mia mano destra sul suo collo mentre continuavano a baciare la parte restante. I suoi occhi erano chiusi e con delicatezza gli sfilai la giacca, e la posai sulla sedia accanto al mio letto. Le sue labbra si posarono sulla mia spalla spingendomi a separare le mie da lui e a farmi stendere lentamente sul letto. Si tolse le scarpe e con un gesto veloce coprì entrambi con la coperta del mio letto dal bacino in giù...sentivo i polpastrelli delle sue dita sfiorare il mio vetre entrando sotto la maglietta aprì gli occhi e presi il suo viso tra le mani per riportarlo alla mia bocca. Non so perché ma all'improvviso ebbi l'impulso di togliergli la maglietta, e lui mi assecondò...si avvicinò al mio orecchio e morse il lobo per poi sussurrarmi...

Leon: Mi fai impazzire...posso...

lo sentì sollevare di poco la mia maglietta e capii le sue intenzioni e così annuì col capo. Tolta la mia maglietta, fissò il mio corpo per qualche secondo...io chinai il capo leggermente imbarazzata...in quel momento avrei tanto voluto leggergli nel pensiero per capire cosa stava pensando...

Leon: Sto pensando...che sei la perfezione

Alzai di scatto lo sguardo a quelle parole...era riuscito a capire cosa stessi pensando senza neanche aver bisogno del mio sguardo. Gli sorrisi mentre con l'indice destro iniziai a disegnare i tratti del petto...lui mi osservava dolcemente mentre io continuavo a fissare e calcare quei tratti che mi avevano impnotizzato...

Violetta: Anche tu sei perfetto...

Dissi senza neanche pensarci. Sentì il suono del suo sorriso per poi sentir poggiare le sue labbra sulla sulla mia pancia. Ansimai mentre lui continuava a baciare tutta la parte del mio corpo. Arrivò al mio petto e continuò a salire fino a prendere di nuovo possesso della mia bocca...sentì le sue mani detro la mia schiena che spontaneamente inarcai per avvicinarmi ancora di più a lui. Continuammo a biaciarci e a lasciare che le nostre lingue collabborassero a rendere quel bacio più profondo...senza che noi ce ne rendessimo conto la porta della mia stanza si aprì e...

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Capitolo 11
*** Leon e...Angie? ***


Emm...allora come prima cosa mi scuso per il ritardo XD...Ad ogni modoooo ecco qui per voi il cap 11 ù_ù

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Xxx: *accende la luce* Vilu!!! e...Leon?!

Io sbiancai al suono di quella voce mentre Leon si staccò dalle mie labbra in modo calmo e tranquillo come se la cosa non lo avesse toccato per niente...

Violetta: Zia!!!
Leon: Ciao Angie...
Angie: Ma cosa...che state...oh mio Dio...
Leon: A differenza di ciò che può sembrare sotto siamo ancora vestiti
Angie: Ci mancherebbe!
Leon: *Ride* Non essere gelosa perché non sei l'unica a vedermi a dorso nudo
Angie: *Ride* Non provocarmi Leon! Vengo lì e ti prendo a schiaffi

Guardai prima Leon per le sue parole e poi mia zia per la risposta...perché sono così in confidenza?! Non riuscivo a darmi una spiegazione...

Angie: Hey ma...sei andato in palestra? I tuoi muscoli son cresciuti
Leon: Si per un pò ci sono andato poi mi sono annoiato...

mi schiarii la voce per attirare la loro attenzione mentre cercavo di alzare le mie lenzuola e mia zia mi guardò...ero l'unica a sentirmi in imbarazzo?

Angie: Se arriva tuo padre e vi vede così sei morta!
Violetta: Lo so zia! Per questo non deve vedermi!ù
Leon: Ma che stai facendo?

Chiese Leon guardandomi negli occhi mentre cercavo di alzare le lenzuola fino alle sue spalle...

Violetta: Sto...cercando di coprirmi
Leon: Coprirti o coprirmi?

Disse sul punto di ridere

Violetta: Coprirti-mi...coprirmi
Leon: *Ride*
Angie: Va bene mi lascio, Leon non andate oltre!
Leon: Ciao Angie!
Angie: Buona notte

Disse mia zia spegnendo la luce e roteando gli occhi mentre usciva dalla mia stanza chiudendo la porta. Immediatamente Leon tornò con le labbra sul mio collo e io alzai la testa all'indietro lasciandolo fare. Era più forte di me, era come se perdessi il controllo del mio corpo. Strinsi le braccia intorno al suo collo e sentivo ancora le sue dita premere con delicatezza sui miei fianchi. Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da tutte quelle emozioni che solo lui riusciva a farmi provare. Baciò il mio ventre fino a salire su arrivando al mio orecchio e senza rendermene con ansimavo sempre più forte...

Leon: Ti amo

A quel punto aprii gli occhi per guardarlo. Dio mi faceva impazzire. Poggiai le mani sul suo volto e mi avvicinai per baciarlo. Sentivo la sua mano sinistra accarezzarmi la gamba e con una spinta riuscì a farlo girare mettendomi io sopra di lui mentre continuavo a baciarlo con foga. Lentamente ripresi fiato staccandomi dalle sue labbra ma continuando comunque a tenerle molto vicino...

Violetta: Anche io ti amo Leon...

Mi alzai restando seduta sulla sua pancia e lui mi sorrise accarezzandomi la guancia sinistra e io ricambiai. Si alzò a mezzo busto per guardarmi negli occhi

Leon: Lo sai, sei la prima ragazza in in tutta la mia vita che sento di amare...
Violetta: Anche io Leon...prima di conoscerti...non sapevo cosa fosse l'amore

Mi sorrise e mi baciò nuovamente. Un bacio dolce a fior di labbra...

Leon: Vuoi che dorma accanto a te o me ne vado?

Poggiai le braccia intorno al suo collo, che domanda stupida era quella?

Violetta: Ovviamente voglio che tu dorma accanto a me
Leon: Non hai paura che tuo padre ci scopra?
Violetta: è eccitante il pericolo...e poi accanto a te non ho paura di niente

Dissi per poi avvicinarmi a lui e baciarlo. Lui sorrise mentre si stendeva nuovamente con me sopra di lui. Dopo quel bacio lo guardai un ultima volta negli occhi per poi poggiare il capo sul suo petto. Sentivo la stretta delle sue braccia intorno la mia vita e mi sentivo protetta, al sicuro. Così chiusi gli occhi e mi addormentai. La mattina seguente sentì qualcos di morbido posarsi con delicatezza sulle mie labbra. Aprì lentamente gli occhi e sorrisi quando vidi che si trattava delle labbra di Leon. Avvolsi le braccia intorno al suo collo per ricambiare quel bacio e quando si allontanò mi sorrise...

Leon: Buongiorno principessa
Violetta: Adoro svegliarmi così
Leon: Anche io dolcezza, ma ora dobbiamo muoverci
Violetta: Non ho voglia di alzarmi dal letto

Dissi guardandolo e mordendomi il labbro inferiore mentre i miei occhi cadevano sul suo petto

Leon: Mi dispiace tesoro ma lo dovrai fare

Detto questo mi prese in braccio alzandomi dal letto e portandomi vicino la porta del bagno per poi poggiarmi delicatamente a terra e io risi.

Violetta: Va bene, e che fai mentre io mi faccio la doccia?
Leon: è un invito a fare la doccia con te?
Violetta: No scemo!

Dissi ridendo e colpendogli la spalla per spingerlo, cosa inutile perché non si mosse di un centimetro

Leon: Vado a casa mia e mi cambio
Violetta: E poi mi vieni a prendere?
Leon: Aha...
Violetta: Okey
Leon: Okey

Mi avvicinai a lui per dargli un bacio a stampo e poi allontanarmi e per guardarlo

Leon: Lo sai se non chiudi la porta del bagno sarà difficile che io me ne vada
Violetta: Bhe non è che io abbia tutta questa voglia di farti andare via

Dissi guardandolo quando da fuori si sentirono dei passi...e una voce maschile chimarmi...mio padre!

Violetta: Oh no papà!
Leon: Io vado ciao
Violetta: Cia...

Mi diede un altro bacio a stampo per poi prendere la sua maglietta dal pavimento e correre verso la finestra e con un salto sparì. La porta della mia stanza si aprì allo stesso tempo...

Violetta: Papà! Non si usa più bussare?
German: Ah bhe scusami tesoro credevo che stessi ancora dormendo
Violetta: No, per favore esci fuori mi devo cambiare
German: Non ti serve niente? Devo andare?
Violetta: Si grazie!
German: Va bene calma!

Mio padre uscì fuori e io andai nel bagno a farmi una doccia. Quando uscì aprì il mio armadio e indossai una gonna panna di pizzo con il tulle sotto e una maglietta bianca con un cuore sopra dello stesso colore della gonn con su scritto in nero love in corsivo. Misi le scarpe e prima di scendere mi guardai intorno...notai la giacca di Leon sulla mia sedia e mi avvicinai per prenderla...ha ancora il suo profumo...non potei fare a meno di sorridere e la indossai...scesi le scale e presi una fetta biscottata per poi dirigermi verso la porta

Violetta: Buongiorno!
German: Tesoro! Siediti a fare colazione!
Violetta: Emm...no papà vado al bar con Fran e Cami
German: Di nuovo? Ma non si mangia più normalmente qui?
Angie: Dai German lasciala stare

Disse mia zia per poi alzarsi e avvicinarsi a me...

Angie: Esci con Leon?
Violetta: Si perché?
Angie: Ma...non stai con Diego?
Violetta: è una lunga storia zia, te lo racconto stasera
Angie: Aha...

C'era qualcosa nel tono di voce e nell'espressione di mia zia...non era felice per me...sembrava...preoccupata...perché?...di sicuro non perché non le piaceva Leon, da quello che ho visto gli vuole molto bene...e se mia zia fosse gelosa?...se Angie fosse innamorata di Leon?...no no no no che sto dicendo? Lei è mia zia! è più grande di Leon...anche se solo di cinque anni...ma no...no non può essere...uscì di casa e sorrisi appena vidi che Leon era già lì pronto ad aspettarmi...

Leon: Quella è la mia giacca?
Violetta: Aha...

Rise per poi tnedermi il casco. Lo indossai e facemmo come il giorno precedente. Andammo a fare colazione, gli diedi la giacca e poi arrivammo allo studio separati...ero con le ragazze e guardammo tutte quante Leon entrare dalla porta e il solito fun club di ragazze urlanti andargli incontro...patetiche!

Ludmilla: Leon si fa ogni giorno più bello
Violetta: Si lo puoi ben dire

Non mi resi conto nemmeno di quello che dissi, so solo che ad un tratto mi ritrovai gli occhi di Francesca, Camila, Ludmilla e Nata addosso.

Violetta. Emm...cioé lo puoi ben dire che è sempre più presuntuoso! E solo per la sua bellezza! pff!

Ludmilla: Presuntuoso o meno resta perfetto per me!

Disse sorridendo riprendendo a fissarlo...non la sopportavo era così fissata con Leon che mi dava su i nervi! E poi ecco Leon avvicinarsi a noi. Camila gli diede un bacio sulla guancia per salutarlo e anche Nata mentre Ludmilla...

Ludmilla: Ciao Lyon!

Disse saltandole praticamente addosso e avvolgendo le braccia intorno al suo collo come una piovra...

Ludmilla: Come stai!?

Chiese urlando mentre lo strangolava

Leon: Emm...bene Ludmilla ma...
Violetta: Non vedi che lo stai strozzando? Lascialo respirare!

Dissi prendendo il braccio di Ludmilla allontanandola da lui...ancora una volta gli sguardi meravigliati delle ragazze erano su di me...e io fissai il pavimento...

Francesca: Ciao Leon

Disse lei sorridendogli per poi dargli un bacio sulla guancia e abbracciarlo. L'abbraccio di Francesca era più normale, e Leon sorrise ricambiandolo.

Francesca: Ma vai in palestra?

Chiese Fran ancora tra le sue braccia mentre gliele toccava...

Leon: Si cioé ci andavo
Francesca: Wow sei
Violetta: Si Fran abbiamo capito

Dissi prendendo il suo polso per allontanare anche lei da Leon. Cioé gli stava appiccicata da ore!...no okey ore no ma da un minuto come minimo si!

Maxi: Hey Leon anche tu hai leizone con Beto?

Chiese Maxi arrivando alle sue spalle

Leon: Si perché?
Maxi: Ce l'ho anche io ci andiamo insieme?
Leon: Si okey...ci vediamo ragazze
Ragazze: Ciao!

Maxi si portò via Leon, e io corsi nell'aula di Gregorio per evitare domande delle ragazze

Francesca: Hey no! Aspetta!!!

Disse Fran correndomi dietro e raggiungendomi. Mi prese il braccio mentre continuavamo a camminare...

Francesca: Com'è che sei così gelosa di Leon?
Violetta: Che?! Io?! Gelosa?!!? Hahahah

Iniziai a ridere nervosamente e...si anche eccessivamente...sembravo un'oca...

Francesca: Okey smettila di ridere!

Disse le seria non sopportando la mia ristata...la capisco non la sopportavo neanche io...

Francesca: Tanto prima o poi me lo dirai...

Aha...contaci Fran...sembrava quasi una minaccia...mi sentii afferrare il polso e mi voltai...e prima che potessi pronunciare il nome della persona che avevo davanti, questa mi interruppe...ovviamente...

Violetta: Ludmi...
Ludmilla: Che fai?
Violetta: Mi preparo per la lezione prima che arrivi Gregorio e ci ammazzi
Ludmilla: No non mi riferisco a questo! Tu cerchi di ostacolare la mia storia Leon!

Storia?! Ma quale storia?! Quella nella sua testa?!...Datele il numero di un buon opsicologo per favore...

Ludmilla: Non ti devi intromettere tra me e il mio futuro ragazzo!

Futuro ragazzo?! No ora scoppia a ridere...oh Ludmilla se solo sapessi che Leon appartiene a me...e che non te lo cederei neanche tra cent'anni dovessi lottare con le unghie con i denti per tenerlo!

Violetta: Va bene Ludmilla, l'ho fatto solo perché volevo che tu guadagnassi punti con lui e quello non era il modo giusto ma se non vuoi più che io ti aiuti va bene...

Dissi annuendo col capo e sorridendole

Ludmilla: Oh....emm...va bene...

Mi si allontanò sbattendomi i suoi capelli in faccia...capelli che in quel momento avrei usato volentieri per pulire il pavimento!...no ma che sto dicendo?!...Non sono mai stata così...aggressiva...però sento qualcosa pulsare nelle mie vene quando la sento parlare così...definitivamente posso affermare che oltre l'amore, adesso so benissimo che cos'è la gelosia...ora dovrò solo riuscire a dominarla...come se fosse cosa da niente...se certo...finita l'ora di lezione con Gregorio mi diressi verso l'aula di Beto dove vidi uscire Maxi e Braco seguiti da altri ragazzi. Mi poggiai alla porta aspettando che Leon uscisse ma...non uscì. Stavo per andarmene quando qualcuno mi tira per il polso e mi fa entrare. Era Leon che mi cinse la vita facendomi poggiare al mure e chiudendo la porta con il piede. Gli sorrisi e lui poggiò la sua fronte sulla mia...

Leon: Cercavi qualcuno?
Violetta: Leon è pericoloso! qui possono vederci

Dissi ridendo mentre istintivamente le sue braccia avvolsero il suo collo

Leon: Non hai detto anche tu che il pericolo è eccitante?

Prima che potessi rispondergli si impossessò delle mie labbra facendomi chiudere gli occhi e ricambiando. So che è stupido ma amo il suo modo di riuscire a possedermi, di farmi sentire sua, di farmi sentire intoccabile per chiunque altro. Le sue labbra continuavano a muoversi famelicamente sulle mie e io non potei fare a meno di ricambiare e stringere di più la stretta intorno al suo collo per sentire il suo petto posarsi sul mio. Il forte rumore della porta ci spinge a smettere di baciarci e dedicare la nostra attenzione alla persona che era entrata...cominciavo davvero ad odiarla per questa continua interruzione...

Violetta: Zia!
Angie: Scusatemi ma...dobbiamo parlare...

Leon fece scivolare le mani dalla mia vita mettendosi dietro di me e abbracciandomi da dietro, per poi poggiare il mento sulla mia spalla...

Violetta: Emm...si...suppongo tu voglia parlare di ieri sera...

Dissi imbarazzata chinando il capo...

Angie: No...voglio parlare con Leon
Violetta: Oh...va bene di che cosa?
Angie: è una cosa che riguarda solo me è lui...
Violetta: Ma io...
Angie: Per favore Vilu...

Mi disse lei indicando la porta con il capo. Leon mi lasciò lentamente la vita. Ero confusa...guardai un ultima volta Leon e poi mia zia per poi uscire...Appena io uscii mia zia chiuse la porta. Mi allontanai da questa cominciando a camminare nervosamente in cerchio nel mezzo del corridoio...ma cos'avranno da dirsi di così importante?! Perché io non potevo ascoltare?!...sono chiusi lì dentro da ormai tre minuti minimo pensai fissando il mio orologio...se che non è corretto origliare ma...non ce la facevo. Avvicinai il mio orecchio alla porta mentre dal rettagolo trasparente di questa potevo vedere mia zia camminare nervosamente avanti e indietro

Leon: Angie puoi stare tranquilla!

Disse lui prendendole le spalle per farla fermare...

Leon: Ti ho detto che Vilu non sa niente...

Niente di cosa?...mia zia sospira e gli sorride...

Angie: Sai...in questo momento avrei bisogno di un tuo abbraccio...

Sentì un nodo alla gola quando vidi Leon sorriderle e abbracciarla mentre lei ricambiava. Presi coraggio e aprì la porta entrando nella stanza...mi fermai a pochi passi da loro e incrociai le braccia al petto

Violetta: SI PUO' SAPERE COS'è CHE NON SO!?

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Capitolo 12
*** La storia di Leon ***


Violetta: SI PUO' SAPERE COS'è CHE NON SO!?

Angie e Leon sciolgono immediatamente l'abbraccio e mi guardano per poi lanciarsi uno sguardo tra loro...

Violetta: ALLORA?!

Chiesi ormai nervosa. Avrei voluto piangere in quel momento...mi innervosiva il fatto che loro avessero un segreto che io non potevo sapere...il fatto che loro erano così intimi...avevo bisogno di una spiegazione...e quei due continuavano a non parlare!

Angie: Violetta ti prego sta calma e abbassa la voce...

Violetta: ABBASSARE LA VOCE?! IO URLO QUANTO MI PARE!

Leon: VIOLETTA!

Violetta: CHE VUOI!?

Leon: SMETTILA DI URLARE COSì A TUA ZIA!

Che cosa?! Smettila di urlare così a tua zia?! Si avvicinò a me per prendermi il polso che ritrassi brusccamente

Violetta: NON TOCCARMI! TU NON SEI NESSUNO PER DIRMI COSA DEVO FARE!

Leon: VIOLETTA!

Mi sentì prendere entrambi i polsi da dietro, mi costringeva a tenere le braccia incrociate al mio petto mentre io cercavo di dimenarmi muovedomi il più possibile, ma l'unica cosa che ottenevo era far sbattere la mia schiena contro il suo petto; si perché la sua stretta sui miei polsi era troppo salda per me

Violetta: LASCIAMI!

Leon: Violetta ora calmati!

Me lo aveva ordinato come se fosse un comado. Con un tono fermo e calmo al mio orecchio. Non mi stava più sgridando. Dannazione! Perché doveva riuscire sempre ad avere il controllo su di me?! Sentivo ancora il suo respiro vicino al mio orecchio...lentamente mi lasciò i polsi e poggiò le mani sui miei fianchi, stando sempre dietro di me.

Leon: Ora seguimi a una certa distanza per non destare sospetti, ma mantieni la calma!

Vidi mia zia annuire col capo, credo che Leon le abbia fatto qualche cenno. Sento le sue mani allontanarsi da me e il suono dei suoi passi che si dirigono verso l'uscita...io ho ancora gli occhi su Angie che mi guarda senza dire una parola. Mi voltai verso la porta e uscì dalla sala. Leon era vicino l'uscita; mi lanciò uno sguardo prima di riprendere a camminare e io gli andai dietro. Prese la sua moto, tolse il cavalletto e cominciò a trascinarla a piedi dirigendosi nel bosco. Io continuai a seguirlo fino a quando non si fermò. Eravamo abbastanza lontani dallo studio; si sedette sulla sua moto e mi tese il casco

Leon: Mettilo

Incociai le braccia guardandolo. Ero arrabbiata perché avrei dovuto starlo a sentire?...Sospirò e mi tese nuovamente il casco come per dirmi "mettitelo"ma senza aprire bocca. Roteai gli occhi e presi quello stupidissimo casco; lo indossai e salì dietro di lui sulla moto. Entrammo all'interno di un'enorme villa, suppongo che sia casa sua. Posa la moto in garage. Appena spegne il motore scendo dalla sella e gli butto il casco a terra...lo sentì mormorare un "che nervi che mi fai venire" mentre si chinava a raccogliere il casco e uscì dal garage attendendo che lui mi facesse strada. Prese le chiavi dalla tasca dei pantaloni e aprì la porta...

Leon: Prego...

Disse lasciandomi entrare per prima. Era una casa bella grande è molto luminosa...chiuse la porta alle spalle e mi si avvicinò

Leon: I miei sono fuori per lavoro, tornano la settimana prossima quindi possiamo parlare senza interruzioni...vieni

Disse avvicinandosi alle scale. E io lo seguii silenziosamente, aprì la porta di una camera facendomi accomodare...suppongo fosse la sua. Era tutta blu, vicino al muro c'era un letto a una piazza e mezza e due comodini ai lati bianchi...anche l'armadio era bianco. Mi voltai verso di lui, si tolse la giacca poggiandola su una sedia che era vicino la porta; accanto alla sedia c'era una scrivania bianca con il computer e sopra delle mensolette dello stesso colore. Aveva dei modellini di moto poggiati sopra...si sedette sul suo letto mentre io osservavo quelle moto...

Leon: Allora ti sei calmata?

Mi voltai verso di lui guardandolo male per fargli intuire la risposta. Sospirò per poi allungare il braccio e prendermi il polso per trascinarmi sul letto. All'inizio cercai di opporre resistenza...ma poi capii che era inutile, era parecchio più forte di me. Mi sedetti di fronte a lui nella sua stessa posizione seduta su una gamba mentre il piede dell'altra era poggiato a terra.

Leon: Sai che se non parli non posso rispondere alle tue domande vero?

Feci un sospiro per poi guardarlo negli occhi

Violetta: Che cosa c'è tra te e Angie?

Leon: Uuu sei gelosa?

Chiese sul punto di ridere e io lo guardai male. Immediatamente la sua risatina scomparve e tornò serio

Leon: Io e Angie siamo solo amici

Violetta: Da quanto?

Leon: Da un pò...

Violetta: Un pò quanto?

Leon: Conosco Angie praticamente da quando sono nato...è come se fosse una zia per me...

Violetta: Una zia? E quell'abbraccio?

Leon: Diciamo che abbiamo qualcosa che ci accomuna...che ci ha fatto diventare più amici...

Violetta: Che cosa?

Leon: Questo non te lo posso dire

Violetta: Invece me lo dirai!

Leon: Violetta ti avevo detto che non ti avrei messo in pericolo

Violetta: Leon io ho bisogno di saperlo!

Lo supplicai guardandolo negli occhi...mentre potevo sentire chiaramente i miei inumidirsi

Leon: Vilu...se te lo dico...ti prego non costringermi a...

Violetta: No Leon sono io che ti prego! Dimmelo!

Ancora una volta lo pregai poggiando la mia mano sinistra sulla sua. Lo vidi sospirare guardando il pavimento e poi tornare a me...

Leon: è una lunga storia...

Violetta: Ho tutto il tempo che vuoi

Leon: Potresti...cambiare il tuo modo di vedermi dopo che te l'avrò raccontata...potresti avere paura di me...

Violetta: No...

Dissi scuotendo il capo sicura di ciò...mai e poi mai avrei potuto avere paura di lui, perché lui è la mia fortezza. Sospirò ancora e distolse lo sguardo da me

Leon: Otto anni fa...avevo 13 anni...andavo in una scuola privata...ma non riuscivo ad inserirmi...non sono mai stato un ragazzo molto socievole...nella scuola accanto alla mia ce ne era un'altra...abbastanza malridotta...c'era una ragazza che mi colpì molto...era diversa dalle altre. Se ne stava sempre per i fatti suoi e se qulcuno le faceva qualcosa lei reaggiva in modo abbastanza aggrassivo...

Il suo sguardo mentre stava raccontando era rivolto alla porta, perso nel vuoto...devono essere ricordi al quale non pensa molto volentieri...

Leon: Quella ragazza era Lara...un giorno mi feci coraggio e le chiesi di uscire...lei mi rise in faccia...diceva che un moccioso ricco e viziato figlio di papà non sarebbe mai potuto uscire con lei...io le dissi che non era vero, che non ero un ricco e viziato figlio di papà...e lei disse che glielo dovevo mostrare

Chinò il capo guardando il pavimento...lui era fermo in silenzio...questo suo comportamento mi rendeva nervosa...

Violetta: Qui-quindi?

Leon: Mi portò su una pista di motocross...qui c'era Drake suo fratello maggiore...aveva vent'anni...ricordo che appena lo vidi pensai "da grande voglio essere come lui"...era uno che se ne fregava di ciò che pensava la gente...uno che amava il pericolo...e le moto...Lara disse...che se volevo davvero uscire con lei dovevo di mostrarle di essere coraggioso come loro. Il fratello mi passò le chiavi della sua moto...Lara voleva che facessi un giro completo della pista...così presi le chiavi e salì sulla moto...e com'era prevedibile non riuscivo a controllarla...persi l'equilibrio ancor prima di arrivare alla curva e caddi a terra insieme alla moto. Drake corse subito verso di me e prese la sua moto per poi sgridarmi, mentre Lara rideva...mi si avvicinò e mi tese la mano..."sei uno forte" mi disse..."vieni stasera qui, diamo una festa"

Violetta: Una festa?...

Leon: Si...a quella festa c'erano tanti ragazzi della mia età, amici di Lara...ma la maggior parte erano adulti...qui incontrai la fidanzata di Drake...e rimasi stupito quando vidi che era Angie...

Violetta: Angie?! Mia zia?!

Leon: Si...a quei tempi però non si vestiva come la vedi ora...aveva un look...simile a quello di Lara

Mia zia Angie vestita con mini gonne di pelle, pantaloni attillati e ombelico da fuori?...è un'immagine che proprio non riesco ad avere...

Leon: Cominciai a frequetare quel posto sempre più spesso...e a frequentare gli amici di Lara...andavamo in giro e rubavamo...qualsiasi cosa ci capitasse a tiro...dalle caramelle ai soldi...e riuscivamo sempre a passarla liscia. Drake mi diede lezione di motocross e un anno dopo cominciai a partecipare a delle gare che venivano organizzate lì...anche Angie ci partecipava...io e lei avevamo fatto un patto...io non dicevo che lei frequentava quel posto e lei non diceva che lo frequentavo io...mi veniva a prendere fuori scuola per portarmi lì...eravamo come...in una comitiva capisci?

Violetta: Si...

Continua ad evitare il mio sguardo limitando il suo tra la porta e il pavimento...l'infanzia di Leon doveva essere stata davvero difficile...un ragazzo che ruba a soli 13 anni...

Leon: Un anno dopo ero un'altra persona...

Violetta: Cosa vuol dire?

Chiesi non capendo il significato di quella frase...

Leon: Ero aggressivo...molto aggressivo trattavo male persino i bambini e le ragazze...se qualcuno mi urtava per sbaglio e mi diceva "stai attento" finiva in una rissa...per me il mondo era tutto nero...c'era solo una cosa che mi faceva sentire vivo...il motocross...il giorno del mio 14° compleanno Drake mi regalò una moto e mi propose di partecipare alla mia prima corsa...ma non erano corse come le altre...erano corse clandestine...si facevano molti soldi...ogni sera c'era una corsa e...ogni sera i pericoli da correre erano maggiori...come saltare in un cerchio di fuoco o...superare una vasca piena di squali...cose così...

Violetta: Voi rischiavate la vita...per delle stupide corse?!

Leon: Si...a volte si ogranizzavano anche corse a coppie...Angie correva con Drake...e io con Lara...fino a quando tre anni dopo...non scoprì che Drake era uno stronzo...

Violetta: Perché?

Leon: Perché tradiva Angie...cambiava ragazza ogni sera...io non potei fare a meno che dirglielo...le volevo troppo bene...

Mia zia Angie...tradita?...come si poteva tradire una persona così buona come mia zia?

Violetta: Perché lo ha fatto?

Leon: Perché era fatto così...era un poco di buono...sapeva solo ubriacarsi e...drogarsi...e guadagnarsi soldi con le corse clandestine...e io ero un suo discepolo

Violetta: Anche tu ti drogavi?

Leon: No...mi ubriacavo...però...

Violetta: Però?

Leon: Facevo dei lavoretti per Drake...ma non ho mai preso droga...

Violetta: Facevi le corse clandestine?

Leon: Si...Angie lasciò il gruppo quando le dissi la storia di Drake...e voleva che lo facessi anche io...ma non potevo...

Violetta: Perché?

Leon: Perché ero uno dei corridoi migliori...partecipavo a tutte le corse...io amavo fare quelle corse...poi arrivarono loro...

Violetta: Loro chi?

Leon: I black...erano un gruppo di corridori molto temuti che ci sfidarono...ma non era una corsa come tutte le latre...

Violetta: Che cosa vuoi dire?

Leon: Era una corsa diversa...avrebbe vinto...l'ultimo che sarebbe rimasto in vita

Violetta: CHE-CHE COSA?!

Rimasi scioccata da quelle parole, che cosa vuol dire una gara in cui avrebbe vinto l'ultimo che sarebbe rimasto in vita?!

Leon: Quello che hai sentito...io e Drake contro due di loro...

Violetta: E...avete vinto voi?

Leon: Non esattamente...

Lo vidi portarsi le mani alla testa...doveva essere successo qualcosa...qualcosa che lo aveva scoinvolto...

Leon: Si udì lo sparo della pistola che annunciava l'inizio della corsa...e poi...non si capì più nulla...si correva solo a destra e sinistra...uno di loro mi stava per venire addosso...riuscì ad evitarlo facendolo andare a sbattere contro lo steccato...nella mia testa rimbombavano i suoni delle voci che gridavano "a morte" o "ammazzalo" e i motori delle moto che venivano portati alla massima potenza. Uno di loro riuscì a buttare Drake giù dalla moto...e l'altro...

Leon si bloccò non riusciva a parlare...era come se avesse un groppo alla gola. Non potevo vederlo in quello stato mi faceva male...

Violetta: Basta, lascia stare va bene così!

Leon: No...non va bene così...l'altro...gli passò sopra con la moto due volte davanti ai miei occhi...e io non potevo fare nulla per aiutarlo...nulla...mi sentivo stupido e impotente...ero sicuro che sarei morto...non avevo chance...non avevo mai visto nessuno così spietato...nenache Drake...continuavo a fissare il suo corpo a terra, ciò mi fece perdere l'equilibrio della mia moto...e caddi...

Stava piangendo...non potevo vederlo dato che le sue mani gli coprivano il viso, ma potevo intuirlo dal suo tono di voce...mi avvicinai di più a lui e mi strinsi al suo braccio...

Leon: Uno di loro stava per venirmi addosso quando...quando...il suono delle sirene della polizia fermò tutto...tutti cominciarono ad andare nel panico e a scappare...tutti...non rimase nessuno...io non avevo le forze di rialzarmi...chiusi lentamente gli occhi...e quando mi svegliai ero in ospedale con una gamba ingessata...

Poggiai il dorso della mia mano sulla sua guancia...non ce la facevo...non potevo vederlo così...faceva male anche a me...troppo male...lo tirai verso di me per faargli posare il capo sul mio petto stringendolo forte con gli occhi chiusi mentre lui continuava a piangere.

Violetta: Mi dispiace, mi dispiace, ti prego perdonami

Continuai a supplicarlo...doveva essere stato davvero difficile per lui raccontarmi una cosa del genere...ma lo aveva fatto...lo aveva fatto solo per me...sentì la sua mano posarsi sulla mia guancia e riaprì gli occhi...

Leon: Perdonarti? E di cosa?

Violetta: Di averti fatto ricordare il momento più brutto della tua vita...non volevo io non...

Prima che potessi aggiungere altro sentì le sue labbra posarsi sulle mie. Era una bacio a stampo, lentamente si staccò guardandomi negli occhi

Leon: Non l'ho mai raccontato a nessuno...neanche a Angie...lei sa solo che Drake è morto durante una corsa e che io sono andato fuori strada...non glielo devi dire...

Violetta: Non lo farò

Dissi scuotendo il capo

Leon: Lo so, mi fido di te...è strano ma...parlarne mi ha...mi ha tolto un peso dal cuore...

Gli sorrisi accarezzandogli la guancia

Violetta: Ne sono contenta

Leon: Ti amo

Violetta: Anch'io

Mi avvicinai a lui e lo baciai. Lentamente lo spinsi facendolo stendere sul letto mentre il nostro bacio diventava sempre più profondo. Le sue mani si poggiarono delicatamente sulla mia vita e man mano quello che era cominciato come un bacio dolce e romantico diventò un bacio pieno di desiderio. Socchiuse la bocca permettendo alla mia lingua di unirsi alla sua. Quando il fiato di entrambi arrivò al capolinea ci separammo. Avevo la fronte poggiata sulla sua e gli occhi socchiusi mentre riprendevo fiato...

Violetta: Voglio essere tua Leon

Dichiarai in quel momento...

Leon: Vuoi dire...

Violetta: Fammi tua

Dissi ribaddendo bene il concetto

Leon: Sei sicura?

Violetta: Si

Dissi annueno col capo. Sentì le sue labbra premere nuovamente sulle mie e con una sua spinta mi ritrovai sotto di lui. Sentivo il cuore battere a mille...la mia prima volta...e con l'unico ragazzo che abbia mai amato e continuerò ad amare per tutta la mia vita. Posai le mani sui bordi della sua maglietta togliendola appena le nostre labbra si staccarono. Sentivo le sue mani muoversi sui miei fianchi sotto la maglietta facendomi rabbrividire. Tenevo la mano sinistra sul suo collo e l'altra dietro la sua testa. Continuavamo a baciarci con foga in un modo assurdo, come se uno fosse l'aria dell'altro. Mi tolse maglietta lentamente per poi guardare il mio busto. Entrambi stavamo ansimando e cercando di recuperare fiato; si chinò sul mio collo e inziò a baciarlo lentamente. Chiusi gli occhi godendomi quella sensazione bellissima...quella sensazione che mi faceva sentire amata...amata e desiderata da lui...non so dove trovai il coraggio ma posai le mani sui bottoni dei suoi jeans in modo automatico sbottonandoglieli e lui li tolse. Inarcai la schiena quando sentii le sue labbra scendere lungo tutto il mio corpo arrivado al bordo della mia gonna. Non posso neanche spiegarvi quanto lui riesca a essere dolce e delicato anche in questo momento. Sfila lentamente la mia gonna mentre il battito del mio cuore diventa ancora più forte, si lo sentivo uscirmi dal petto. Eravamo rimasti in intimo continuavamo a baciarci sentendo il calore dei nostri corpi aumentare sempre di più. Tornò a dedicarsi alle mie labbra, baciandole e facendole combaciare perfettamente con le sue. Stavo tremando come una foglia, non per paura, non perché avevo freddo...ma per l'emozione. Più il tempo passava più quel momento mi sembrava magico e perfetto. Mi baciò la guancia e poi si avvicinò al mio orecchio...non avevo mai sentito il suo fiato più caldo di quanto lo fosse adesso

Leon: Se vuoi fermarti dillo adesso...perché non te lo chiederò più...

Violetta: No Leon, lo voglio davvero

Dissi annuendo col capo per poi voltarmi verso di lui e guardarlo negli occhi. Mi sorrise e tornò a baciarmi mentre la sua mano sinistra salì lungo il mio braccio abbassando una delle bretelline del reggiseno. Poggiò le sue labbra sulla mia spalla mentre l'altra mano mi liberò anche dell'altra spallina. Portò una mano dietro la schiena e con un gesto aprì il gancetto togliendomi il reggiseno. Ancora una volta restò a guardare il mio busto, questa volta completamente nudo davanti ai suoi occhi.

Leon: Sei...la perfezione...

Gli sorrisi a quelle parole mentre stavo ansimando, lentamente chinò il capo sui miei seni baciandoli e facendomi avvampare. Un lieve gemito uscì dalle mie labbra non potendo essere trattenuto. Le mie mani erano poggiate sulle sue spalle quando lui salì per baciarmi ancora; sul suo petto iniziando a disegnare i tratti dei suoi addominali con i polpastrelli delle dita e lentamente si spostarono sui suoi fianchi fino ad arrivare ai suoi boxer che tolsi con facilità. Intanto la sua mano destra continuava ad accarezzare freneticamente la mia coscia che era poggiata al suo fianco fino a liberarmi dell'ultimo indumento rimasto. Mi guardò un ultima volta negli occhi sussurrandomi un "Ti amo" al quale risposi "Anche io ti amo Leon" per poi posare le sue labbra sulle mie e lentamente entrò in me. Sgranai gli occhi sentendo di stare per urlare dal dolore ma le sue labbra non me lo permettevano...forse era per questo che continuava a baciarmi. Strinsi le braccia intorna al suo collo ancora più forte non volevo che si fermasse. Lentamente il dolore che provavo si trasformò in piacere mentre lui cominciava a muoversi sempre di più dentro di me. Ora eravamo una cosa sola. Le sue labbra si staccarono quando entrambi finimmo il fiato. La stanza iniziò ad essere invasa dai suoni delle nostre voci. Una cosa inevitabile per il piacere che stavo provando. "Leon" era l'unica parola che riuscivo a pronunciare. Vidi il sudore iniziare a scendere dalla sua fronte, e anche dal mio corpo, lo potevo sentire. Arrivamo al culmine del piacere e lentamente uscì da me per poi distendersi al mio fianco. Nessuno dei due poteva parlare, nessuno dei due aveva le forze ne la voce per farlo. Quando sentì di poter muovere nuovamente il mio corpo con quel poco di energia che avevo ripreso mi avvicinai a lui poggiando il capo sul suo petto sentendo i battiti accellerati del suo cuore...

Violetta: è stata...la notte più bella della mia vita...

Riuscì a dire tra un respiro e l'altro

Leon: Anche la mia

Disse lui per poi baciarmi la fronte e tenere stretta la mia mano sinistra nella sua...e con il suono del battito del suo cuore mi addormentai. Il giorno seguente mi svegliai grazie alla luce del sole che entrò dalla finestra. Mi guardai intorno...ero in una stanza tutta blu...allora non era stato un sogno...sorrisi al ricordo di quella notte e poi mi resi conto che Leon non era al mio fianco...

Violetta: Ma dove...

Prima che potessi finire la frase entrò Leon in camera vestito solo e sottolineo SOLO con un paio di boxer e con un vassoio; mi sorrise e io ricambiai.

Leon: Buongiorno amore

Mi disse per poi darmi un bacio sulla guancia e poggiarmi il vassoio sulle gambe, mentre io mi coprivo con il lenzuolo azzurro del suo letto. Si sedette di fronte a me e io guardai il vassoio, c'erano due caffellatte e due cornetti con la cioccolata nel vassoio

Leon: Se vuoi c'è anche il succo di sotto te lo vado a prendere e se vuoi altro dimmelo

Violetta: In effetti...c'è qualcosa che manca...

Leon: Cosa?

Gli sorrisi facendogli segno con l'indice destro di avvicinarsi a me e lui sorrise. Sfiorò le mie labbra e io lo baciai poggiando la mano sinistra sulla sua guancia. Ecco, questo per me è un buongiorno perfetto. Tornò a sedersi di fronte a me e prese un bicchiere con il caffellatte tendendomelo...

Violetta: Grazie!

Leon: Prego!

Iniziai a sorseggiarlo senza però distogliere gli occhi da lui...era perfetto...ed era mio...era solo MIO. Quello che è successo ieri sera è stato qualcosa di...è incredibile che non riesca a trovare le parole per descriverlo...se papà lo venisse a sapere io e Leon saremo praticame...

Violetta: OH NO! PAPA'!

Dissi di colpo rendendomi conto del fatto che non lo avevo avvisato che non sare tornata a casa...

Leon: Papà?

Violetta: Lui non sa che sono qui! Non l'ho avvisato! Mi avrà fatto mille chiamate, nooo voglio morieee sono sicura che mi ammazza

Cominciai a parlare velocemente presa dal panico più totale immaginandomi già qualcosa come tipo 102 chiamate perse...

Violetta: DOV'E' IL MIO CELLULARE!?

Leon: Sarà qui sul povimento da qualche parte, calmati...*osserva il pavimento*

Violetta: CALMARMI!? Come si vede che non conosci mio padre

Leon: Eccolo!

Leon prese il cellulare da terra e me lo tese; immediatamente lo presi terrorizzata da ciò che avrei trovato scritto sopra. Lo sbloccai e lessi 2 chiamate perse...2?!...solo 2 chiamate perse?!...controllai e le due chiamate erano di Angie...

Violetta: Non mi ha neanche chiamato...

Leon: Bhe non è meglio così?

Violetta: Si! Ma Angie mi ha chiamato due voltte

Leon: Allora richiamala

Disse prendendo un cornetto e spostandosi per stendersi vicino a me. Si...dovevo chiamare Angie. Digitai il suo numero e poi misi il cellulare vicino all'orecchio...uno squillo...due squilli...e...

Angie: Pronto?

Violetta: Angie!

Angie: Vilu! Finalmente!

Violetta: Come stai?

Angie: Come sto!? Preoccupata! Potevi almeno avvisarmi che dormivi fuori

Violetta: Ma io volevo avvisarti solo che...che...

Le parole mi si bloccarono alla gola quando sentì le labbra di Leon sulla mia spalla destra e salire fino al mio collo, risi cercando di allontanarlo, non riuscivo a parlare se faceva così!

Angie: Solo che...cosa?

Violetta: Eee...il tempo...

Angie: Il tempo?

Violetta: Leon, dai non riesco a parlare così!

Risi, cosa che fece anche lui per poi tornare a mangiare il suo cornetto...

Angie: Vilu ci sei?

Violetta: Si, si ci sono...dicevo che non ho avuto il tempo di avvisarti...

Angie: Aha...hai dormito con Leon?

Violetta: Eee...*mi schiarii la voce* si...

Angie: *Ride* okey ascolta ho detto a tuo padre che saresti rimasta a dormire da Francesca

Violetta: Per questo non mi ha chiamato?

Angie: Si esatto

Violetta: Ooo Angie sei la zia migliore del mondo!

Angie: Lo so!

Violetta: E...devo chiederti scusa per come ti ho trattato...non te lo meritavi...ti prego scusami...

Angie: Tranquilla...difendevi solo ciò che è tuo no?

Violetta: Si!

Dissi con sicurezza voltandomi a guardare Leon...

Violetta: Difendevo solo ciò che è mio!

Angie: Bene, ci vediamo a lezione

Violetta: A dopo zia, ti voglio bene

Angie: Anche io tesoro *Attacca*

Leon: E che cos'è che è tuo?

Violetta: Tu sei mio!

Dissi per poi avvicinarmi alle sue labbra e baciarlo, lui mi cinse la vita e continuammo a baciarci fino a qunado non mi sedetti sulle sue gambe per fare colazione e succcessivamente mi andai a lavare. Misi gli stessi vestiti di ieri dato che non avevo molte alternative e poi con la sua moto ci dirigemmo verso lo studio. Si fermò nello stesso punto dove ieri mi "costrinse" a seguirlo, nascosti tra gli alberi e scesi dalla moto.

Leon: Mi dispiace principessa dovrai camminare a piedi

Violetta: Mmm...non posso portare io la moto?

Leon: *ride* ma anche no

Violetta: Va bene...e un bacio lo posso avere?

Leon: Mmm...si quello si

Disse sorridendo e io mi avvicinai, poggiando le braccia sulle sue spalle per poi baciarlo quando una voce catturò la nostra attenzione...

Xxx: LEON E VIOLETTA?!




*Angolo autrice*

Hahahaha mi avete fatto morireee sono riuscita a far credere a tutte voi che Leon e Angie avessero avuto una storia, mi avete fatto morire dalle risate con i vostri commenti che come al solito vi ringrazio di averli scritti. Ora sapete la storia di Leon e perché lui e Angie sono amici così "intimi"......Mi fa davvero piacere che continuiate a seguire questa storia e spero che anche questo cap vi sia piaciuto
Un saluto a tutti i lettoriiii 
kiss kiss <3
Zao!

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Capitolo 13
*** La festa ***


Xxx: LEON E VIOLETTA?!
Leon/Violetta: FRANCESCA!!!
 
Gridammo all’unisono mentre lei ci guardava con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Nessuno disse una parole, l’indice destro di Fran continuava a muoversi velocemente tra me e lui mentre cercava di spiaccicare una parola
 
Francesca: Tu…lui…tu…TU!
 
Concluse lasciando il dito puntato verso di me e guardandomi male…
 
Violetta: Posso spiegare!
 
Dissi alzando le mani in segno di difesa…l’espressione arrabbiata di Francesca pian piano sparisce e si trasforma in un sorrise…lancia un urlo e poi comincia a saltare battendo le mani…
 
Francesca: Aaa siiiiiiiiiiiiiii…io lo sapevo!!! SI SI SI SI!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Cominciò a correre verso di noi e ci abbracciò per poi guardarci ancora
 
Francesca: Tu…lei…tu AAAAAAAAA
 
Gridò ancora abbracciando Leon per poi cominciare a camminare intorno a noi facendoci davvero girare la testa mentre continuava a parlare come una mitraglietta…
 
Francesca: Non ci posso credere! Ma quanto siete belli!!! Ecco perché eri gelosa! Siii io l’ho detto che eri gelosa! Bhe è normale essere gelosi siete innamorati…e poi ti devi sbarazzare di Diego, vuoi che lo scarichi io per te?...stavo pensando vi siete innamorati fin dalla prima volta in cui vi siete visti no?...Bhe si certo è ovvio avrei dovuto capirlo perché…
 
Leon riesce a prenderle il polso e portarla di fronte a lui poggiandole le mani sulle spalle
 
Leon: Ora fai un bel respiro, prendi fiato e smettila di parlare come una mitraglietta si?
 
Leon la fissava dritto negli occhi e lei lo guardava come ipnotizzata…allora non fa questo effetto solo su di me…la vedo calmarsi e sorridere mentre annuiva col capo. Leon roteò gli occhi tirando un sospiro di sollievo mentre si poggiò sulla sua moto…
 
Violetta: Francesca non lo devi dire a nessuno…
Francesca: Ooo nooo non chiedermi questooo
Leon: No Fran non è uno scherzo, questa storia deve restare un segreto…
Francesca: Mmm…va bene…però potevate dirmelo eh!
 
Risi vedendo il suo broncio e l’abbracciai
 
Violetta: Non ti preoccupare prima o poi te lo avrei detto!
 
Il suo broncio sparì di colpo tornando sorridente
 
Francesca: Va bene allora ti perdono!
Leon: Io vi lascio okey?
 
Sorrisi a Leon annuendo col capo e lui ricambiò facendomi un occhiolino mentre Francesca lo salutava con la mano e lui partì con la moto…
 
Francesca: Devi raccontarmi tutto!
 
Disse poi voltandosi verso di me e afferrandomi il polso. Risi scuotendo il capo e ci incamminammo insieme verso lo studio. Durante il tragitto raccontai a Francesca della mia dichiarazione a Leon vicino a una pista di motocross ovviamente tralasciando i dettagli…le ho detto che è una pista dove Leon va per allenarsi…arrivate allo studio vidi Diego e immediatamente gli presi il braccio…
 
Violetta: Diego! Ti devo parlare!
Diego: Va bene! Parliamo!
 
Il suo tono era strano…sembrava arrabbiato….mi voltai verso Francesca e stava guardando male Diego…
 
Violetta: Fran scusa, vorrei parlargli in privato…
Francesca: Si certo fa pure!
 
Disse incrociando le braccia al petto guardandomi mentre io e Diego la stavamo fissando…
 
Violetta: Francesca?
Francesca: Si?
Violetta: Ci lasci da soli?
Francesca: oh! Si! Si certo
Violetta: Grazie
 
Francesca mi sorrise salutandomi con la mano e io ricambiai mentre se ne va avvicinandosi a Maxi e Broadway.
 
Diego: Allora che sta succedendo?!
Violetta: Che vuoi dire?
Diego: Ti mando dei messaggi e non rispondi, ti chiamo e attacchi, ti invito ad uscire e rifiuti!
Violetta: Si…è vero…
 
Ammisi chinando il capo quando in mezzo a noi passa una persona…era Leon che dicendo “permesso” passa tra me e Diego lanciandomi uno sguardo che io ricambiai. Lo vidi dirigersi verso i ragazzi e dare la mano a Maxi…quanto era bello…
 
Diego: Violetta!
 
Ma chi è che mi disturba mentre…volto il capo…oh…giusto…Diego…mi schiarii la voce…
 
Violetta: I o credo…che dobbiamo lasciarci…
 
So che Leon mi aveva chiesto di non farlo per non destare sospetti…ma non mi sembra giusto usare Diego e soprattutto dopo quello che è successo ieri sera…non me la sento di ingannarlo…
 
Diego: Perché?
 
Perché sono innamorata di Leon?...emm…no, no questa non è una risposta da dargli…
 
Violetta: Perché…ho capito di non essere innamorata di te…tu lo sapevi benissimo che stavamo insieme perché volevo che mi aiutassi a dimenticare Thomas…
Diego: Si te l’ho proposto io…
Violetta: Bhe…non voglio più…ho capito che è inutile…e stare insieme servirà solo a farti soffrire…
Diego: Va bene…fa come vuoi!
 
È deluso…e arrabbiato…lo capisco…e non lo biasimo…mi avvicino a Maxi, Leon, Francesca che è sotto al suo braccio e Broadway…
 
Violetta: Di che parlate?
 
Chiesi mettendomi tra Francesca e Broadway
 
Maxi: Della festa!
Violetta: Quale festa?
Francesca: I genitori di Leon tornano la settimana prossima e così abbiamo pensato di organizzare una festa questa sera a casa sua!
Broadway: Così possiamo passare del tempo insieme e divertirci
Francesca: Si ma ci sono volute tre ore per convincere Leon!
Leon: Siamo arrivati a un compromesso…se si rompe qualcosa paga Fran!
Francesca: Heyyy no aspetta non vale! Cioè chi rompe paga perché io!?
Leon: Perché l’idea della festa è stata tua!
 
Tutti iniziarono a ridere me compresa, prendendo in giro Fran che cercava di difendersi ma veniva da ridere anche a lei…non mi dava più molto fastidio il fatto che stesse con vicina a Leon, perché ora lei sapeva che era mio e so che è la mia migliore amica e non mi tradirebbe mai.
 
Maxi: Allora è deciso! Stasera festa a casa di Leon!
Marco: Davvero?
 
Chiese Marco spuntando da dietro di Fran. Appena Francesca lo vide gli saltò al collo abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia…erano davvero una bellissima coppia non posso fare a meno di sorridere vedendoli; sento uno sguardo addosso e alzando il capo incrocio quello di Leon che mi stava fissando.
 
Camila: Ragazzi venite, Jakie vuole che ci muoviamo ad andare in aula
Maxi: Allora muoviamoci vi prego! Non ho voglia di sentirla nelle orecchie di prima mattina!
Leon: Si ha ragione Maxi…
 
Maxi e Broadway si diressero per primi, dietro di loro c’erano Fran sotto al braccio di Marco e in fine c’eravamo io e Leon che ci lanciammo uno sguardo e poi mi prese la mano mentre entravamo in aula. È un gesto molto semplice…forse insignificante…ma non per me…adoro il fatto che mi abbia preso la mano…è sciocco ma riesce a farmi sorridere, fino a quando non entriamo in aula e me la lascia…finita la lezione Francesca mi prende per il braccio portandomi fuori dall’aula quasi a razzo…
 
Francesca: Cosa vi siete detti tu e Diego?
Violetta: Bhe…ecco…io…l’ho lasciato…
Francesca: CHE?!
Violetta: Ecco non mi sembrava corretto che…
Francesca: Questo non è un segreto vero?
 
Mi chiese lei con un sorriso smagliante e gli occhi che le brillavano…era…come dire…inquietante…
 
Violetta: Emm…n-no…però…
Francesca: AAAAAA
 
Continuo lei gridando battendo le mani…mi spaventava quando faceva così…cominciò a fermare tutti i ragazzi che le passavano accanto dicendo “Vilu e Diego si sono lasciati!” oppure “Hey lo sai la novità? Violetta e Diego si sono lasciati finalmente!”…lo diceva anche a persone che non conoscevamo…fino a quando non arrivò Cami e afferrò anche lei per il braccio
 
Francesca: Violetta ha lasciato Diego!
Camila: COSA?!?! NO!!!
 
Disse Cami incredula sul punto di sorridere
 
Francesca: Si!!!
Camila: Non ci credo!
Francesca: Ma è così!
Camila: Nooo
Francesca: Siii
Camila: No!
Francesca: Cami ti ho detto di si! Smettila di contraddirmi!
Camila: Hai ragione…AAAA
 
Cominciò a gridare anche lei prendendo le mani di Francesca iniziarono a saltare entrambe…
 
Violetta: Siete matte…
Francesca: Ma no Vilu siamo solo contente per te!
Camila: Era ora che ti rendessi conto che lui non era per te!
Francesca: Bene! Ora parliamo della festa di stasera!
 
Disse Fran per poi prendere me e Cami sotto braccio iniziando a camminare…
 
Francesca: Cosa vi mettete?
Camila: Io ho pensato che potremmo andare a fare shopping no?
Francesca: Ooo si!!! Questa è musica per le mie orecchie!
 
Risi alle parole di Francesca quel pomeriggio andammo in piazza e cominciammo a girare per i negozi comprando davvero di tutto e di più…e non solo i vestiti per la festa…
 
Camila: Dove andiamo a prepararci?
Violetta: A casa mia…mio padre mi ammazza se non mi faccio vedere nemmeno oggi…
Camila: Okey! *Avanza*
Francesca: Ferma! *mi afferra il braccio* cosa vuol dire nemmeno oggi?
Violetta: Emm…facciamo così se mio padre domanda…io ho dormito a casa tua si? Si! Perfetto!
 
Sorrisi nervosamente annuendo col capo e raggiungendo Camila prima che Fran potesse iniziare il suo interrogatorio…Appena arrivate a casa mio padre mi venne incontro e mi abbracciò
 
German: Finalmente!
Violetta: Papà…che succede?...
German: Come che succede? Stai fuori un giorno intero e poi mi chiedi che succede!?
Violetta: Si va bene…hai ragione…e…stasera vado a una festa
German: CHE!?
Francesca: La prego German non dica di no!
Camila: Saremo solo alcuni amici intimi
German: Come amici in intimo!?
Violetta: No, no papà non amici in intimo, amici intimi!
German: Ma che differenza fa!? SCORDATELO!
Francesca: La prego German saremo tutte ragazze!
 
Guardai Francesca capendo le sue intenzioni…
 
Camila: Come tutte ragazze? No ma…AUUU!!!
 
Pestai il piede a Camila prima che aggiungesse un’altra parola
 
German: E sarete vestite?...
Francesca: Certo! Abbiamo anche comprato i vestiti!
Violetta: Papà amici intimi vuol dire amici “stretti”
Francesca: Migliori amici
Camila: Si questo…
German: E dov’è la festa?...
 
Io e Francesca ci guardammo…non potevamo dire che era a casa sua…se sarebbe venuto a controllare sarei morta…
 
Francesca: A casa di Brenda!
Camila: Chi è Brenda?
 
Guardai Camila con una faccia come per dire “stiamo mentendo appoggiaci maledizione!!!”
 
Camila: Ooo Brenda!!! Giusto!! La nuova arrivata!
Violetta: Si, si è una nuova compagna dello studio e ha organizzato una festa per farsi delle amiche…ti prego papà non dirmi di no…
 
Lo supplicai facendogli gli occhi dolci e incrociando le mani per pregarlo, cosa che fecero anche Fran e Cami
 
Camila/Francesca: Si la prego German non le dica di no!!!
German: *sospira* E va bene!
Ragazze: SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
 
Gridammo all’unisono per poi saltare al collo di mio padre abbracciandolo. Mio padre sorrise ricambiando il nostro abbraccio e poi dandomi un bacio sulla fronte…
 
Francesca: Non si preoccupi di venirla a prendere…ci penserà mia madre e poi può dormire a casa mia se si fa tardi…
German: Come tardi?!
Camila: Bhe non ci saranno ragazzi quindi…che problema c’è?
German: Mmm…va bene...
Francesca: Perfetto! Noi ora andiamo a prepararci
Camila: Si andiamo!
 
Io e le ragazze salimmo di sopra e iniziammo a prepararci indossando tutta la roba che avevamo comprato anche se…per la festa avevamo già deciso cosa indossare…Camila aveva comprato un vestito nero molto carino mentre Fran ne aveva uno rosso che le stava assolutamente benissimo! E infine il mio era un vestito nero e dorato molto attillato che arrivava fin sopra le ginocchia…mi specchiai…non vedevo l’ora che Leon mi vedesse con questo vestito! Sentimmo bussare alla porta e una voce femminile ci chiese il permesso di entrare…
 
Violetta: Entra zia!
 
Dissi sorridendo mentre parlavo con le ragazze dei nostri vestiti e mia zia rimase a bocca aperta quando ci vide
 
Violetta: Ti piacciono?
 
Chiesi mettendomi le mani sui fianchi mostrandole il vestito, cosa che fecero anche Francesca e Camila…
 
Angie: Siete bellissime!!! E questi vestiti sono wow!...ma non sono un po’ troppo per una festa solo ragazze?
 
Chiese mia zia con un tono di ironia avendo capito perfettamente che non saremmo andate a una festa di sole ragazze…tutte quattro ridemmo alle sue parole…
 
Angie: Siete stupende…ma non avete pensato a una cosa…
Violetta: I miei capelli sono in disordine? *mi toccai i capelli*
Francesca: Non ho dimenticato le scarpe vero? *si guarda le scarpe*
Camila: Sapevo che questa collana non andava bene!
Angie: No, no ragazze calma!
 
Credo che fosse abbastanza evidente che la sua affermazione ci aveva mandato nel panico…
 
Angie: Quello che volevo dire è…che tuo padre non vi lascerà mai uscire di casa vestite così…non è stupido…
 
Sgranai gli occhi…è vero! Come ho fatto a non pensarci? Se mio padre mi vede conciata così mi chiude in camera e non mi fa uscire fino a 28 anni! Dissi sedendomi sul mio letto. Cami e Fran si lanciarono uno sguardo di delusione…come la capivo…
 
Angie: Dai non fate quelle facce…e per questo che c’è zia Angie no?
 
Chiese mia zia sorridendo mentre si avvicinò all’armadio e ci lanciò tre felpe…
 
Angie: Cominciate a mettervi queste ora vedo cosa possiamo fare per la parte di sotto…vi accompagno io alla festa così in macchina potrete levarvi i vestiti, ah e le scarpe…mettete quelle da ginnastica o un paio di ballerine e portatevi appresso quelle che avete
 
Continuò mentre frugava nel mio armadio; io Fran e Cami ci guardammo sorridendo, mia zia era assolutamente un genio! A me diede da indossare la mia gonna di tulle rosa lunga fino al ginocchio che copriva perfettamente il vestito, a Fran ne diede una uguale solo che era azzurra, mentre per Cami prese una delle sue gonne floreali che arrivavano fino alla caviglia. Io misi le mie converse, mentre Fran e Cami indossarono le ballerine…prendemmo una borsa nera abbastanza grande dove mettemmo le scarpe. Mia zia ci sorrise vedendoci soddisfatta del suo lavoro…bhe impossibile non esserlo! Eravamo perfette!...
 
German: Ma quanto siete carine!
 
Disse vedendoci scendere dalle scale…oh papino se solo sapessi quanto siamo DAVVERO carine…mi uccideresti…
 
Violetta: Grazie papà
 
Dissi abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia per salutarlo, cosa che fecero anche Francesca e Camila. Quando entrammo in macchina di mia zia iniziammo a toglierci i vestiti e posarli nella borsa dove avevamo messo le scarpe. E ci aggiustammo un po’ i capelli…eravamo davvero tutte euforiche!...ogni cosa doveva essere perfetta e cominciammo a farci mille problemi mentre mia zia continuava a ripeterci che eravamo perfette…finalmente il nervosismo sparisce quando ci troviamo davanti alla casa di Leon. Ci prendiamo per mano e Francesca bussa il campanello. Ad aprirci e proprio Leon. Indossa dei pantaloni bianchi e stretti con una camicia nera sbottonata ai primi tre bottoni…è davvero sexy. Francesca entra per prima salutandolo con un bacio e la segue Camila e per ultima entro io…
 
Leon: Che bellezze, sono arrivate le regine della festa?
Francesca: Proprio così! E ora con permesso vado a cercare il mio principe!
Leon: Credo sia vicino alle patatine…invece Broadway l’ho visto sulla pista
Camila: Grazie Leon!
 
Francesca e Camila si allontanano lasciandoci soli e finalmente gli occhi di Leon si posano su di me…
 
Leon: Wow
 
Dice spiazzato mentre mi guarda…credo di averlo sorpreso data la sua espressione…sorrisi soddisfatta dell’effetto ottenuto mentre mi morsi il labbro inferiore per provocarlo mi si avvicinò per baciarmi ma io posai una mano sul suo petto fermandolo…
 
Violetta: Non qui tesoro…ci vedono tutti…ah e…chiudi la porta…
 
Dissi allontanandomi da lui trattenendo una risata…per una volta ero io ad avere in pugno lui e non il contrario. Mi avvicinai al tavolo e presi un bicchiere di punch. Quell’insopportabile di Caroline si avvicinò a Leon e cominciò a flirtare con lui, ma Leon non la degnò neanche di uno sguardo mentre parlavano perché i suoi occhi erano impegnati ad osservare me…
 
Francesca: Ora sarà una impressione ma…ti sta spogliando con gli occhi…
 
Disse ridendo e io feci lo stesso tenendo sempre il bicchiere vicino alla bocca, non potevo guardare Francesca ero troppo impegnata a reggere lo sguardo di Leon per provocarlo…
 
Francesca: No! Non posso crederci…Vilu guarda!!!
 
Dissi Francesca prendendomi il braccio e io seguii il suo sguardo…sgranai gli occhi…Diego e Ludmilla si stavano baciando?!...Scoppiammo a ridere entrambe…ero contenta per Diego…ma soprattutto perché ora Ludmilla sarebbe stata lontana da Leon! Grazie al cielo!
 
Francesca: Senti io torno da Marco la va bene?
Violetta: Si okey tranquilla
 
Rivoltai lo sguardo nella stessa direzione di prima ma Leon non c’era…cominciai a guardarmi intorno cercando di trovarlo…
 
Xxx: Ciao bellezza ti va di ballare?
 
Mi chiese un ragazzo che neanche conoscevo ma io non lo guardai nemmeno…
 
Violetta: No scusami ho da fare
 
Dissi continuando a guardarmi intorno
 
Xxx: Dai piccola solo un ballo
 
Stavo per rispondere nuovamente a quel ragazzo, questo volta guardandolo ma una voce dietro di me mi anticipa…
 
Leon: Vuoi che ti mostri l’uscita?
 
Chiese avanzando e mettendosi tra me e lui…
 
Xxx: N-no
Leon: E allora se fossi in te toglierei il disturbo
 
Il ragazzo se ne andò e io guardai la scena senza dire nulla. Leon continuò a tenermi le spalle fino a quando quel ragazzo non spari dalla visuale…questa volta era lui quello geloso…wow questo mi lusinga…sorrisi mentre lui si voltò a guardarmi, scossi il capo e lui mi fece segno di seguirlo dirigendosi verso la cucina. Aspettai qualche secondo e poi entrai anche io…aprì la porta ma sembrava non ci fosse nessuno quando all’improvviso la sento sbattere; mi volto di scatto e vedo Leon vicino alla porta che mi guarda con un sorrisetto come dire…malizioso?
 
Leon: Finalmente soli
Violetta: Ma…la nostra storia non doveva essere segreta? Lo dico perché quella che hai fatto prima si chiama scenata di gelosia
 
Dissi indietreggiando mentre lui si avvicinava a me. Non vedendo dove andavo andai a sbattere contro il mobiletto vicino al piano cottura, voltai un attimo lo sguardo per vedere che avevo urtato e quando lo rivoltai mi ritrovai Leon a un soffio dal mio naso. Mi prese i fianchi e come se stesse sollevando una piuma riesce a sollevarmi da terra per farmi accomodare su quel mobiletto, mentre io tengo le mani sulle sue spalle…fece sfiorare il naso con il mio e poi le nostre labbra…
 
Leon: Quando impazzisco non rifletto…e tu mi fai impazzire
 
Disse per poi avventarsi sulle mie labbra. Sentivo le sue mani dietro la mia schiena tirarmi verso di lui e io lo assecondavo facendo scontrare il mio petto con il suo mentre la mia mano destra vagava dietro la sua chioma. Lo amavo con tu me stessa, e mi stava facendo impazzire. Continuava a baciarmi con foga senza riprendere fiato mentre la sua ma destra continuava ad accarezzarmi famelicamente la gamba. Non so come fa ma riesce a provocarmi un piacere immenso con dei piccoli gesti come questo. Ad un tratto sentimmo un rumore provenire da fuori e ci staccammo…
 
Violetta: Cos’è stato?!
Leon: Non lo so…devo andare a vedere
Violetta: Leon aspetta!
 
Dissi prendendogli il braccio riportandolo a me. Posai due dita sulle sue labbra togliendogli il mio rossetto rosso. Lui mi sorrise con un ultimo sguardo prima di dirigersi fuori, io presi lo specchietto per controllare le mie labbra e tolsi quello che era finito sopra; successivamente uscì anche io e vidi…




il vestito di Cami:

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il vestito di Fran:

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il vestito di Vilu:

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Capitolo 14
*** Una notte movimentata... ***


Leon: PRIMO CHE CAVOLO CI FATE QUI?! SECONDO ERA NECESSARIO ROMPERE IL VASO?! E TERZO VI VOGLIO FUORI DI QUI!
 
Guardai male i quattro nuovi entrati e Francesca mi si avvicinò…
 
Francesca: Ma quella è la ragazza che venne allo studio?
Violetta: Si…è Lara
 
Dissi senza staccare gli occhi da quel gruppetto…
 
Lara: Non ti scaldare tanto! Quello del vaso è stato un’incidente! Ho bisogno di parlarti!
Leon: Ma io non voglio!
Lara: Questo non è un problema, andiamo ragazzi…
 
Tocca la spalla a Leon dirigendosi verso le scale e quei tre la seguono. Leon sbuffa e chiude la porta…per poi voltarsi verso tutti noi…
 
Leon: Non è successo niente, la festa può continuare
 
Disse abbastanza incazzato…si stava dirigendo verso le scale ma quando arrivò al mio fianco lo fermai posando una mano sul suo petto…
 
Violetta: Dove va?
Leon: A vedere che vogliono…
Violetta: No resta qui…fa come se non ci fossero…
 
Dissi avvolgendo le braccia intorno al suo collo ma lui me le tolse…
 
Leon: Violetta non posso, quelli sono capaci di sfasciarmi una casa si?
Violetta: Allora vengo con te…
Leon: Sognatelo! Non devono sapere che tu sai, te l’ho già detto è pericoloso quindi resta qui, balla, divertiti, chiacchiera con le tue amiche…fa quello che vuoi, ma non mettere piede di sopra
 
Il suo tono non ammetteva obbiezioni era stato abbastanza chiaro. Salì le scale mentre io lo seguii con lo sguardo gradino per gradino…mi sentii tirare il braccio e mi voltai distrattamente verso Francesca
 
Violetta: Che c’è?!
 
Dissi abbastanza snervata
 
Francesca: Andiamo ad origliare?
Violetta: Che?! Sei matta?! Leon mi ammazza!
Francesca: Ma per ammazzarti deve scoprirti no?
 
Bhe…Francesca aveva ragione…e poi in fondo sono loro che non devono sapere che io so…quindi teoricamente non farei chissà che origliando…però…se Leon mi scopre diventerà una furia dato lo sguardo di prima…
 
Violetta: No, no Fran davvero non voglio litigare con Leon…
Francesca: Uffa…come vuoi…però io ci vado! Ciao!
Violetta: No no France…
 
Troppo tardi…Francesca era già corsa verso le scale. Mi guardai intorno…bhe dovevo andare a riprendere Francesca no?...Non potevo lasciarla di sopra…no…infatti…feci una corsa verso le scale e salì di sopra…osservai il corridoio era vuoto quando all’improvviso sento un “BU!” dietro alle mie salto dal pavimento e voltandomi vedo Francesca che ride come una matta
 
Violetta: Scema!!!
Francesca: Hahaha scusa non ho resistito! Sapevo che saresti venuta!
Violetta: Sono venuta solo a prendere te!
 
Dissi incrociando le braccia e guardandola con aria di rimprovero, come se la cosa fosse vera…cioè è vera…si io sono venuta qui solo per prendere lei…
 
Francesca: Aha…qual è la stanza di Leon?
Violetta: La seconda a destra…
Francesca: Ok vieni!
 
Entrammo nella prima stanza a destra ovvero il bagno…Francesca chiuse la porta a chiave e poi entrambi ci avvicinammo alla parete che posando l’orecchio su di essa…
 
Francesca: Cavoli questi muri sono troppo fitti!
Violetta: Già non si sente niente!!!
 
Ad un tratto sentimmo bussare alla porta del bagno e in coro gridammo…
 
Violetta/Francesca: Occupato!!!
Xxx: Ma devo andare in bagno!
 
Supplicò quasi una voce maschile
 
Francesca: Ooo andiamo sei adulto e vaccinato trattienitela!
 
Gridò Francesca burberamente e poi si sedette sul bordo della vasca da bagno…
 
Violetta: Che facciamo?
Francesca: Non abbiamo alternative…dobbiamo origliare da vicino alla porta!
Violetta: Ma è troppo pericoloso!
Francesca: Lo so ma…*bussano di nuovo alla porta* Aaa ma perché non vai fuori e la fai vicino un albero?! Qui c’è gente che ha dei seri problemi!!!
 
Gridò ancora con tutta la finezza di questo mondo
 
Violetta: Ma se lasciamo stare?
Francesca: Dunque il tuo ragazzo è chiuso in una stanza, la sua stanza da letto per essere precisi, con la sua ex ragazza e tu…non muori dalla voglia di sapere che sta succedendo? *bussano di nuovo alla porta* Privacy grazie!!!
 
Bhe ora Francesca mi aveva fatto diventare nervosa più che curiosa…si io mi fido di Leon ma di quella piovra neanche un po’!
 
Violetta: Ok mi hai convinta! E porta sia!
Francesca: Bene!!!
 
Disse Francesca alzandosi in piedi e battendo le mani, ci dirigemmo verso la porta e l’aprimmo. Dinnanzi a noi c’era Leon che ci osservava con un sorrisetto che diceva “beccate” stampato sul volto, le braccia incrociate al petto e un piede poggiato sul muro dietro di lui…io e Francesca facemmo un sorriso innocente che non credo ci riuscì molto bene dato che lo sguardo di Leon divenne serio e scosse il capo…
 
Francesca: N-noi…eravamo nel bagno…
Leon: Aha…
Violetta: S-si…non-non penserai che siamo venute qui per origliare la tua conversazione con Lara no?
 
Dissi ridendo nervosamente e Francesca mi diede una gomitata
 
Leon: Nooo voi due? Non lo fareste mai no?
 
Disse con tono abbastanza ironico e direi…inquietante in quel momento…
 
Leon: Francesca?
Francesca: Si?
Leon: Vattene!
Francesca: Vuoi che me ne vada dalla casa o..
Leon: No, non dalla casa, vai di sotto alla festa e divertiti, fingi di non essere mai stata qui e io fingerò di non averti visto
Francesca: *si schiarisce la voce* si Leon…
 
Ma perché oltre che bello doveva essere anche così sveglio?!...Presi il braccio di Francesca facendole segno di no con la testa…in qualsiasi altra circostanza avrei fatto carte false per stare da sola con Leon…ma ora no…lei scrollò le braccia e liberandosi dalla mia stretta filò di sotto…bell’amica!...dopo mi sente!
 
Leon: E tu?
Violetta: I-io che?
Leon: Mi spieghi perché lo hai fatto?
Violetta: I-io non volevo è stata Fran a convincermi!
Leon: Ma tu dovresti avere fiducia in me!
Violetta: No aspetta non confondiamo le cose! Io ho fiducia in te!
 
Dissi decisa, si ero sicura di quello che avevo detto…
 
Leon: E allora perché sei venuta a spiarmi…
Violetta: Perché non mi fido di lei…ho paura che lei possa farti venire di nuovo voglia di correre…e io non voglio…
 
Mi avvicinai a lui e avvolsi le braccia intorno al suo collo attirandolo a me. Lui mi guardò ancora un po’ dubitoso poi sciolse le braccia e posò le mani sulla mia vita…
 
Leon: Sei tremenda lo sai?
Violetta: Solo perché ti amo
 
Dissi avvicinandomi alle sue labbra per baciarlo. Lo attirai verso di me e mi appoggiai con la schiena allo stipite della porta, la mia mano destra si intrecciò tra i suoi capelli mentre la stretta sulla mia vita si faceva sempre più salda, la sua lingua premette sul mio palato facendomi inarcare la testa approfondendo quel bacio. Iniziai ad ansimare e quando lui si staccò bruscamente con uno scatto dalle mie labbra capii di essere senza fiato. Lo guardai negli occhi e gli accarezzai la guancia…
 
Leon: Forse è meglio se torniamo di sotto…
Violetta: Si…certo…lo sai…mio padre sa che dormo da Francesca
Leon: Quindi puoi fare tardi?
Violetta: Posso fare tardi oppure posso restare per aiutarti a ripulire
Leon: Chi ti ha detto che ho intenzione di ripulire? Domani mentre io sarò allo studio chiamerò un impresa di pulizia
Violetta: Ah va bene allora è inutile che io resti…
 
Dissi fingendo di essere offesa
 
Leon: Ho detto che non voglio che tu resti a pulire…non che non voglio che tu resti a dormire…
 
Disse lasciandomi un bacio sul collo. Sorrisi chiudendo gli occhi e mordendomi il labbro…
 
Leon: Scendi prima tu
Violetta: Okey
 
Dissi lanciandogli un ultimo sguardo per poi scendere. Qualche minuto dopo scese anche lui e credo che nessuno si sia accorto di niente…Francesca mi si avvicinò…
 
Violetta: No dico, bell’amica che sei eh!
Francesca: Bhe…ho pensato che volevate un po’ di privacy
 
La guardai male…ma quanto è bugiarda!...
 
Francesca: Emm…guarda quella vipera di Carolina è riuscita a trascinarlo sulla pista da ballo!
 
Guardai nella direzione di Francesca…l’avevo capito che lo aveva detto per distrarmi ma non potevo non guardare…
 
Violetta: CHE NERVI! Mi fa venire una voglia matta di prenderla per i caperli e usarla come scopa per pulire il pavimento!
Francesca: Uuu…aggressiva…
 
Disse Francesca quasi terrorizzata e io mi voltai verso di lei lentamente…
 
Violetta: L’ho detto ad alta voce?
Francesca: Si lo hai fatto
Violetta: è imbarazzante
Francesca: Guarda il lato positivo l’ho sentito solo io…
Violetta: Aha…
 
Dissi mentre ritornavo con lo sguardo su di loro…
 
Francesca: Senti che Leon è il ragazzo più bello dello studio lo sanno tutti no?
Violetta: Si e allora?
Francesca: Non c’è niente di male se vai vicino e balli con lui…cioè tutte le ragazze vogliono ballare con lui e non per questo sono le “sue ragazze” capisci?...
 
In pratica Francesca mi stava dicendo che sarei dovuta andare a ballare con lui e che tanto non avremmo destato sospetti…non so se è vero…non credo sia vero…ma comunque fingerò di crederlo perché sono stanca che quella smorfiosa ci provi così spudoratamente con il MIO ragazzo! Mi avvicinai a loro e diedi una leggera spinta con la spalla a Carolina...
 
Carolina: Hey ma che vuoi?!
Violetta: Cambio turno baby, lui non è solo tuo!
Carolina: Scusa!?
Violetta: Quello che hai sentito!
 
E ora vattene perché tra poco ti prendo a calci nel sedere e ti assicuro che sto morendo dalla voglia di farlo da un po’…
 
Leon: Signorine calma per favore…Carol mi fai ballare con lei?
Carolina: Certo Leon…
 
Gli sorrise e poi dopo avermi lanciato uno sguardo disgustato si allontanò…ma che c***o vuole quella?!...mi voltai verso Leon guardandolo male con le mani sui fianchi…
 
Leon: Che c’è?
Violetta: Che c’è!? Gli dovevi chiedere il permesso?!
Leon: *ride* Sono un gentiluomo
Violetta: No sei uno stronzo!
 
Dissi per poi dargli le spalle, stavo per andarmene ma lui mi prese il polso e mi attirò a se facendo scontrare i nostri petti. All’improvviso partì una baciata “aventura-obsesion”…lui si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò “lo sai che sei davvero sexy quando ti ingelosisci?” Avrei voluto allontanarlo da me, respingerlo ma non ci riuscivo. Sentii la sua mano sinistra sulla mia schiena, la sua mano destra prendere la mia e appena iniziarono le parole mi fece ballare. Lo guardai male mentre lui continuava a ridere, ma che ti ridi?! Vorrei capire…mi fece girare su me stessa…sapeva ballare anche questo stile di ballo…era incredibile i miei piedi si muovevano da soli grazie al suo corpo. No…non potevo avercela ancora per molto por lui…soprattutto se continua sussurrarmi parole come “sei bellissima” o ancora “sai che amo pensare che tu appartieni solo a me?”…parole stupide forse…ma che mi facevano sentire davvero sua…e amata da lui…il resto della serata trascorse tranquillo…soprattutto perché Leon ballava solo con me…o con Fran e Cami ma…loro erano le mie migliori amiche quindi…e poi con ti ragazzi…anche se alcune volte più che ballare facevano gli idioti facendoci ridere tutti. Verso le due se ne andarono, Leon era vicino alla porta a salutare Francesca e Marco…e io mi tolsi le scarpe dato che non reggevo più i tacchi
 
Leon: Allora ci si vede domani! *Da la mano a Marco*
Marco: Certo fratello!
Francesca: Buona notte! *si avvicina e da un bacio a Leon*
Leon: Notte Fran
Violetta: Notte ragazzi *salutai con la mano*
Marco/Francesca: Notte Vilu!
Leon: *Chiude la porta* Fine!
Violetta: Si ora possiamo sistemare!
Leon: Che?! *ride* scordatelo, te l’ho detto domani chiamo l’impresa di pulizia…tanto è solo il salotto, le altre camere le avevo chiuse a chiave…a parte il bagno…
Violetta: Sei uno sfaticato! *risi*
Leon: E ne vado fiero!...sono stanco voglio dormire dai Vilu posa quei bicchieri!!!
 
Lo guardai scuotendo il capo mentre posai i bicchieri di carta sul tavolino del salotto…
 
Violetta: è incredibile quanto tu sia pigro sei un pappamolle
Leon: Cosa?!
Violetta: Hai sentito!
Leon: No, no aspetta pigro si…scansafatiche anche…ma pappamolle no…
 
Disse avvicinandosi pericolosamente a me e io indietreggiai ridendo…
 
Violetta: Ooo si invece…
Leon: No! E te lo dimostro!
Violetta: No…AAA!!!
 
Leon mi prese in braccio con una sola mossa e urlai mentre scoppiavo a ridere. Poggiai le braccia intorno al suo collo per paura di cadere…
 
Leon: Ripetilo se ne hai il coraggio
Violetta: No, no no ti prego mettimi giù
 
Cercai di supplicarlo ridendo e intanto lui scuoteva il capo e poi iniziò a correre con me in braccio che gridavo, mi portò nella sua stanza e mi fece poggiare i piedi a terra…
 
Leon: E guai a te la prossima volta che lo dici!
Violetta: *risi* Va bene…mi sbottoni la lampo del vestito?
 
Gli chiesi dandogli le spalle e togliendomi i capelli dalla schiena. Sentì la sua mano sinistra posarsi delicatamente sul bordo superiore del vestito e mentre con la sinistra calò lentamente la cerniera. Prima che potessi dire “grazie” o fare un minimo movimento, sentii le sue labbra posarsi dietro sul mio collo, un brivido percorrermi lungo la schiena che stava per essere sfiorata dalle sue labbra. Chiusi gli occhi senza neanche rendermene conto e mentre continuava a baciarmi la schiena le sue mani calarono le bretelle del vestito facendolo scivolare via. Mi voltai verso di lui e posai le mani sul colletto della sua camicia attirandolo a me mentre iniziai a baciarlo indietreggiando. Le sue mani si posarono sulla mia vita mentre io gli sbottonavo lentamente i bottoni della sua camicia…
 
Leon: Hai sonno?...
 
Mi chiese senza neanche smettere di baciarmi…
 
Violetta: No…ma tu hai detto che lo avevi…
 
Dissi sbottonandogli l’ultimo bottone per poi togliergli la camicia, e le nostre labbra continuavano ad essere freneticamente attaccate l’una all’altra.
 
Leon: Ora non più…
 
Disse facendomi cadere sul letto e lui sopra di me mentre continuava a baciarmi e io risi avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Lentamente sentì la sua lingua entrare nella mia bocca alla ricerca della mia, si contrarono e iniziarono a giocare insieme come le nostre labbra. La sua mano sinistra percorse tutto il mio fianco facendomi tremare. Si…il suo tocco riusciva a farmi tremare, a farmi avvampare e a farmi desiderare di essere sua. Posai le mie mani sulle sue spalle e le feci scendere sulle sue possenti braccia con la quale faceva leva per non schiacciarmi. Risalii con le mani le sue spalle e poi percorsi il suo petto. Le sue labbra si staccarono dalle mie per lasciarmi respirare mentre ansimavo e si posarono dietro al mio orecchio facendomi voltare la testa. Intanto le mie mani erano riuscite a raggiungere la cinta dei suoi pantaloni che sbottonai facilmente per poi toglierglieli quando tornò a baciarmi sulle labbra. Ora eravamo rimasti entrambi in intimo. Mi morse il lobo dell’orecchio destro e intanto la sua mano scivolò dietro la mia schiena sganciandomi il reggiseno. Si chinò delicatamente a baciare il mio petto mentre io continuavo a tenere gli occhi chiusi e ansimare godendomi quel momento. Quando arrivò al bordo del reggiseno, con i polpastrelli delle dita fece scivolare le bretelline togliendomelo del tutto e lasciandolo cadere ai piedi del letto. Poi si allontanò dalla mia pelle e sentendomi osservata voltai lo sguardo verso di lui aprendo gli occhi. Mi morsi il labbro guardandolo…si amavo ammirare il suo corpo perfettamente scolpito e nudo sopra di me…e posso dire lo stesso di lui dato lo sguardo e il sorrisetto malizioso dipinto sul volto…posai le mani sul suo volto avvicinandolo a me per riprendere a baciarlo e finalmente sentii il suo petto entrare in contatto con il mio. Mi lasciai scappare un lieve gemito a quel contatto e credo che lui se ne accorse perché rise continuando a baciarmi. Le sue mani continuavano a muoversi in modo frenetico sul mio corpo facendo si che sentissi sempre più caldo e i battiti del mio cuore accelerarono sempre di più…quando le sue labbra scesero sul mio petto posai le mani sulle lenzuola che ci stavano coprendo…si fermò sui miei seni facendomi gemere mentre sgranai gli occhi e strinsi le lenzuola tra le mie dita. Era incredibile come il mio corpo si muovesse da solo assecondando ogni suo gesto. Il cuore sembrava uscirmi dal petto mentre riuscivo solo a sussurrare “L-Leon…” con il fiato sempre più corto. La mia voce invase la stanza quando lui si avvicinò al mio orecchio e con una voce roca da far impazzire chiunque mi sussurrò “Voglio fare l’amore con te” annuì col capo non riuscendo a parlare e con la mano sinistra mi sfilò lentamente anche l’ultimo indumento rimasto…cosa che feci anche io con il suo aiuto e con modo abbastanza meno lento…le sue mani percorsero le mie braccia fino ad arrivare ai polsi, li prese e li fece poggiare vicino al mio volto e poi fece intrecciare le mie mani con le sue. Fece sfiorare i nostri nasi e lentamente entrò in me facendomi chiudere il più possibile. Una volta entrato in me stette fermo e io mi rilassai man mano quando ad un certo punto mi disse nell’orecchio “aprili”…feci come mi aveva detto e mi specchiai nei suoi occhi…i suoi bellissimi occhi. Mi sorrise e io ricambiai…iniziò a spingere facendomi gemere a ogni spinta mentre lo guardavo negli occhi. Continuava e avvicinandosi alle mie labbra mi disse “Ti amo” per poi baciarmi ancora mentre cercavo con tutta me stessa di soffocare i suoni di piacere che volevano uscire dalla mia bocca. Anche io ti amo Leon…ma in questo momento non riesco a parlare…sentirci una cosa sola era una sensazione unica, fantastica…il mondo sarebbe anche potuto finire adesso…ma non mi sarebbe importato perché io ero con la persona che amo…ed eravamo solo io e lui. Tra i nostri baci e le nostre voci che invasero la stanza entrambi raggiungemmo il culmine. Eravamo sudati e senza forze. Chiuse gli occhi mentre era ancora sopra di me cercando di riprendere fiato…è stupido ma per me era una visone angelica…uscì lentamente per non farmi male e ci riuscì. Si distese al mio fianco e io mi poggiai su di lui. La sua mano sinistra era sulla mia vita, nonostante fosse stanco…le stretta era sempre forte…come se non volesse lasciarmi andare…mi diede un bacio sulla fronte… e poi mi disse…”Ogni volta con è come se fosse la prima” Sorrisi e finalmente riuscendo ad aprire bocca dissi…
 
Violetta: Ti amo
Leon: Anche io piccola
 
Stava per baciarmi ma un rumore assordante fece saltare entrambi dal letto.
 
Leon: Che cos’è stato?...
Violetta: I-io…n-non lo so…
Leon: Sembravano le pentole…viene dalla cucina…
Violetta: Sono entrati i ladri?...
Leon: Non lo so…tu resta qui e chiuditi dentro con la chiave…
 
Disse mentre si metteva seduto infilandosi i boxer e io gli presi il braccio…
 
Violetta: No Leon ti prego non lasciarmi da sola…ti prego…
 
Lo stavo implorando…non volevo rimanere da sola in quella camera…avevo paura…e soprattutto avevo paura che potesse succedere qualcosa a lui…
 
Leon: Va bene, vieni con me ma stammi dietro…
Violetta: Si…
 
Lui si alzò da terra io misi i miei slip e presi la sua camicia da terra infilandola e abbottonandola…com’era prevedibile mi andava lunga come un vestito. Scendemmo cautamente le scale e lui teneva il suo braccio destro davanti a me per dirmi di indietreggiare…ma io praticamente lo ignoravo e stavo dietro con entrambe le braccia intorno al suo destro…i rumori provenivano proprio dalla cucina dato che man mano che ci avvicinavamo a questa, i suoni erano sempre più percepibili…era buio e non si vedeva niente…Leon afferrò qualcosa una padella credo…e…

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Capitolo 15
*** Lyon ***


Lui si alzò da terra io misi i miei slip e presi la sua camicia da terra infilandola e abbottonandola…com’era prevedibile mi andava lunga come un vestito. Scendemmo cautamente le scale e lui teneva il suo braccio destro davanti a me per dirmi di indietreggiare…ma io praticamente lo ignoravo e stavo dietro con entrambe le braccia intorno al suo destro…i rumori provenivano proprio dalla cucina dato che man mano che ci avvicinavamo a questa, i suoni erano sempre più percepibili…era buio e non si vedeva niente…Leon afferrò qualcosa una padella credo…e…
 
Leon: *Accede la luce* No…no no no noooooo
 
L’intera cucina era sporca di…fango…dal pavimento ai mobili…sul mobiletto che era vicino al piano cottura c’era un cucciolo tenerissimo che si stava stropicciando l’occhio destro con la zampetta…
 
Violetta: Ooo guarda che carinoooo
 
Dissi correndo verso il cagnolino bianco grigio e nero e prendendolo in braccio, era tutto sporco di fango…
 
Leon: No…Vilu! Non prenderlo in braccio con la mia camicia è tutto sporco!...mia madre mi ammazza…
Violetta: Dì ciao a Leon cucciolotto, ciao
 
Dissi muovendo la zampetta del cagnolino. Leon scostò lo sguardo esasperato dalla cucina al cucciolo che era tra le mie braccia e il suo broncio divenne uno sguardo dolce e intenerito…
 
Leon: è un cucciolo di akita americano…
 
Disse prendendolo in braccio
 
Violetta: Lo teniamo? Daiii Leooon
Leon: Come prima cosa lo laviamo!...guarda che ha combinato *guarda la cucina*
Violetta: Bhe le imprese di pulizia puliscono anche le cucine non solo i salotti
Leon: Si hai ragione…andiamo a lavarlo…
Violetta: Come lo laviamo?
Leon: In giardino nella bacinella con l’acqua e il bagnoschiuma…dovremmo usare il nostro…è nel bagno della mia stanza lo vai a prendere?
Violetta: Si!
 
Presi il bagnoschiuma e poi andai in giardino. Vidi Leon cercare di tenere fermo il cane che si muoveva nella bacinella, ma Leon era più forte…
 
Leon: E sta fermo ti ho detto!
Violetta: Leon!
 
Lui si voltò verso di me e mi porse la mano, gli misi il bagnoschiuma e lui iniziò a lavare il cane che sembrava iniziare ad apprezzare il tocco di Leon…bhe come biasimarlo…appena Leon finì e lo lasciò saltò fuori dalla bacinella e iniziò a scrollarsi gettando l’acqua addosso a me e Leon
 
Violetta: Aaa nooo
Leon: Sta fermo!
 
Iniziò a correre e camminare vicino al bordo piscina
 
Leon: No! Vieni qui!
Violetta: Lyon!!! Torna qui!
Leon: Come lo hai chiamato scusa?
Violetta: Lyon
Leon: E perché Lyon?
Violetta: Perché mi piaceva…ora vogliamo continuare a parlarne o lo prendiamo prima che entri in casa tutto bagnato?
Leon: Prendiamolo!
 
Annuì alle sue parole e corremmo dietro a Lyon…perché avevo deciso di chiamarlo Lyon? Bhe perché somigliava al nome “Leon”…e io amavo quel nome. Ci fece correre intorno alla piscina e poi salì sulle scale per entrare in casa ma Leon riuscì a prenderlo e lo sollevò di peso giusto in tempo
 
Leon: Preso!
Violetta: E ora che facciamo?
Leon: Vai a prendere il phon dal bagno e lo asciughiamo
Violetta: Ok!
 
Feci come ordinato da Leon e andai a prendere il phon e mentre lui lo teneva io lo asciugavo. Finito ciò lo diede in braccio a me e tornammo in camera sua…
 
Leon: Sono distrutto!
 
Disse buttandosi a peso morto sul letto. Io sorrisi e mi sedetti per poi lasciare il cane sul letto e mi stesi accanto a Leon 
 
Leon: Dormi con la mia camicia?
Violetta: Bhe devi ammettere che anche se a te sta bene a me ste meglio
 
Dissi annuendo col capo e lui sorrise per poi darmi un bacio a stampo…
 
Leon: A te sta bene qualsiasi cosa…ora però dormiamo ti prego, sono stanco morto!
 
Risi alle sue parole e poggiai il capo suo petto abbracciandolo. Le sue braccia cinsero entrambe la mia vita e io mi addormentai col sorriso sulle labbra. Dormire tra le sue braccia mi faceva sempre sentire protetta e il suo dolce profumo che invadeva le mie narici mi dava un senso di pace, il suo corpo caldo…e il suono del suo cuore che batteva alla stessa velocità del mio…mi facevano da ninna nanna…infatti crollai in un sonno profondo in meno di cinque minuti…la luce del sole che entrava dalla finestra mi accarezzò il volto accecandomi gli occhi…li aprii lentamente sentendo lo stesso profumo con il quale mi ero addormentata, quello di Leon…sorrisi e sbattetti più volte le palpebre per poi guardare la sveglia. Segnava le 10:30, mi alzai con la schiena dal letto…o meglio dal petto di Leon togliendo il suo braccio che era ancora intorno alla mia vita e mi stiracchia alzando le braccia in alto, feci uno sbadiglio e strofinandomi l’occhio destro guardai di nuovo la sveglia…lentamente il mio sguardo si spostò sul volto del ragazzo che amo…era così dolce quando dormiva. Avevo dormito con la sua camicia…presi il colletto e lo portai vicino al mio naso…come pensavo ha ancora il suo profumo…mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia, anche Lyon si era svegliato ed era in piedi sul letto che scodinzolava la sua coda…
 
Violetta: Shh
 
Dissi facendogli segno con il dito di fare silenzio. Guardai ancora Leon, stava ancora dormendo…sorrisi e presi Lyon in braccio per poi scendere di sotto nella cucina. Poggiai Lyon a terra e presi una pezza per pulire alcune macchie di fango che erano sui mobili grazie al nostro nuovo cagnolino…poi presi un vassoio, preparai due cornetti con la nutella e due tazze di latte caldo per poi tornare di sopra seguita da Lyon. Posai il vassoio sulla parte sinistra del letto dove avevo dormito io e mi sedetti a cavalcioni sulla pancia di Leon facendo attenzione a fare piano. Posai le mani sul suo stomaco e percorsi tutto il suo petto fino ad arrivare alle spalle. Mi chinai e gli lasciai un bacio sulla spalla destra e poi sul suo petto, sentii la sua mano destra posarsi sulla mia coscia e mentre gli lasciai un bacio sul collo vidi un sorriso estendersi sul suo volto…
 
Violetta: Buongiorno
 
Dissi a un soffio dalle sue labbra per poi dargli un profondo bacio a stampo…
 
Leon: Buongiorno bellissima
 
Disse per poi aprire lentamente gli occhi, si stiracchiò aprendo le braccia e guardò la sveglia per poi tornare a guardare me. Mi sorrise e mi spostò i capelli del lato sinistro dietro l’orecchio io ricambiai il sorriso. Il suo sguardo si spostò verso la sua sinistra e vide il vassoio con la colazione…
 
Leon: L’hai fatta tu?
Violetta: No l’ha fatta Lyon!
 
Dissi guardando il cane che era dall’altro lato del letto a guardarci e scodinzolare la coda e poi abbaiò contento…sia io che Leon ridemmo guardandolo. Fece leva sulle sue braccia e si alzò poggiando la schiena sulla spalliera del letto e piegò la gamba sinistra facendomi da schienale. Io restai seduta su di lui e allungai il braccio per prendere uno dei cornetti.
 
Violetta: Vuoi?
 
Lui annuì con la testa presi un pezzetto di cornetto per poi avvicinarlo alle sue labbra, mi veniva ridere, lui aprì la bocca e io gli diedi il pezzetto di cornetto ritirando in fretta la mano prima che mi desse un morso. Poi presi un altro pezzetto e me lo mangiai
 
Leon: Sei un imbrogliona!
 
Disse ridendo e io lo guardai…
 
Violetta: Perché!?
 
Chiesi fingendo di non saperlo…
 
Leon: Sai benissimo perché mi hai dato la parte di avanti perché era vuota e ti sei presa tu quella con la cioccolata
Violetta: Non è vero
 
Dissi ridendo mentre prendevo un po’ di cioccolata con il dito medio per poi mettermelo in bocca
 
Leon: Ah no?
 
Scossi il capo mentre lo guardai…e poi dopo aver leccato la cioccolata dal dito ne presi un altro po’…
 
Violetta: Vuoi la cioccolata?
Leon: Si!
Violetta: Tieni!
 
Dissi sporcandogli il muso con la cioccolata e poi scoppia a ridere mentre lui si leccava le labbra…
 
Leon: Questa me la paghi…
Violetta: No…
Leon: Siiii
 
Scoppiai a ridere a causa sua che iniziò a farmi il solletico con la mano sinistra mentre la destra teneva saldamente la mia vita per non farmi muovere…
 
Leon: Chiedi perdono
Violetta: Hahahaha n-no hahahaha…
Leon: Sicura? Io continuo eh…
Violetta: Hahaha pe-pe hahaha…rodono hahaha
Leon: Non ho sentito
Violette: Perdonooo hahaha
 
Gridai ormai con le lacrime agli occhi mentre lui mi fissava con un sorriso stampato in faccia. Avvicinai il dito ancora sporco di nutella alle sue labbra e lui aprì la bocca per leccarlo e allo stesso tempo teneva gli occhi puntati su di me. Ritirando il mio dito avvicinai le mie labbra alle sue per baciarlo e lui ricambiò. Gli circondai il collo con le mie braccia stringendomi di più a lui permettendo ai nostri corpi di toccarsi. Amavo le sue labbra, amavo baciarle e soprattutto amavo lui…fosse stato per me saremmo potuti stare così in eterno. Quel bacio era partito come un bacio passionale e così stava continuando ad essere…sempre più carico di passione…e di desiderio…le nostre lingue giocavano intrecciandosi l’una con l’altra…le sue braccia cinsero sempre di più la mia vita e il suo telefono maledetto interruppe quel momento…
 
Violetta: Non rispondere…
 
Dissi continuando a baciarlo…
 
Leon: Devo farlo…se…sono i miei…dopo…rompono…
Violetta: Mmm…va…bene…
 
A malavoglia mi separai dalle sue labbra, cosa che fece anche lui per poi allungare il braccio e prendere il suo cellulare…
 
Leon: Pronto?
Xxx: Mi dici DOVE SEI!?
Leon: Zio Pablo?
 
Sorrisi sentendo che era solo Pablo e mi avvicinai al suo petto per baciarlo e poi salii all’incavo sinistro del suo collo e continuai a risalirlo lasciandogli una scia di baci…
 
Pablo: Si zio Pablo! Mi dici dove cavolo sei Leon?!
 
Potevo sentire la voce di Pablo un tantino nervoso dal telefono…Leon sorrise per i miei baci e non rispondeva  a Pablo….
 
Pablo: LEON!
Leon: Che?! Ah…emm…sono a casa…
 
Disse chiudendo gli occhi e ancora una volta io sorrisi sulla sua pelle…mi piaceva fargli provare piacere come lui faceva con me, aprì un secondo gli occhi e poi li richiuse dandomi un leggere morso sul collo facendomi ridere…
 
Pablo: Come a casa? Non mentirmi Leon! Dimmi dove sei e con chi sei!
 
Poggiai la mano sotto al suo mento per guardarlo negli occhi e lo ripresi a baciare esattamente come stavamo facendo prima che suonasse quello stupido cellulare…
 
Pablo: LEON!!!
Leon: Che palle…
 
Disse staccandosi velocemente dalle mie labbra…
 
Leon: Zio ti ho detto che sono a casa!
Pablo: Dovresti essere allo studio a quest’ora!
Leon: No oggi no…ho dormito poco e sono stanco…
Pablo: E dovrei crederti quando dici che sei a casa?
 
Tolsi il telefono da mano a Leon e lo presi…
 
Violetta: Pablo?
Pablo: Violetta?!
Violetta: Si sono io…
Pablo: Ma cosa…sei con Leon?
Violetta: Emm...si…
 
Leon mi stava baciando il collo come facevo io poco fa e ridendo lo lontanai…
 
Violetta: Ti volevo dire di stare tranquillo che abbiamo davvero fatto tardi…
Pablo: Ma…aspetta mi sono perso qualcosa…tu hai dormito a casa di Leon?...
Violetta: Emm…si…e oggi nessuno di noi due verrà allo studio scusa, ciao!
 
Dissi attaccando velocemente il cellulare e lasciandolo cadere sul letto…
 
Violetta: Che facciamo?
Leon: Finiamo la colazione, andiamo a farci una doccia e poi andiamo da una parte!
Violetta: Che parte?
Leon: Non te lo dico!
Violetta: Come non te lo dico?!
 
Leon rise e prese una tazza di latte iniziando a berla…
 
Violetta: No ora me lo dici!
Leon: Niente da fare!
Violetta: Leon!
Leon: Ti ho detto di no
 
Posa la sua tazza vuota sul vassoio e prese il cornetto a morsi…
 
Violetta: Daiii dimmelooo
Leon: No, prendi
 
Prese la tazza di latte e l’avvicinò alla mia bocca e io la presi iniziando a berla prima che lui me la rovesciasse addosso…che tra l’altro…il danno lo avrebbe fatto alla sua camicia ù-ù…Finito di fare colazione Leon, senza preavviso si girò facendomi finire con la schiena sul letto e mi diede un bacio a stampo…
 
Leon: Dai muoviamoci!
 
Si alzò e prese il vassoio per portarlo di sotto…
 
Violetta: Uffa!!! Non mi vuole dire dove andiamooo
 
Dissi stesa sul letto guardando Lyon…con voglia zero mi alzai dal letto, presi una delle mie molette da sopra al comodino per alzarmi i capelli e parii la porta del bagno e preparai il bagnoschiuma e il resto quando mi venne in mente una cosa…
 
Violetta: Leooon
 
Dissi aprendo la porta lo vidi in piedi vicino al letto a sistemare il cuscino…wow…ci aveva messo due secondi a rifarsi il letto
 
Leon: Che c’è?
Violetta: Mi serve un asciugamano grande
Leon: Ti prendo l’accappatoio di mia madre aspetta…
Violetta: Aha…
 
Aspettai Leon che in poco tempo tornò con un accappatoio bianco lungo fino al ginocchio. Lo presi e senza togliere lo sguardo da lui lo posai sulla lavatrice…
 
Violetta: Grazie!
 
Dissi avvicinandomi a lui e mettendo le braccia intorno al suo collo…
 
Leon: Prego…
 
Lui mi sorrise…mi avvicinai alle sue labbra e lo bacia, con un salto avvolsi le gambe intorno alla sua vita e immediatamente sentì la sua mano sinistra dietro la mia schiena e la destra sotto la gamba per reggermi…mi fece poggiare allo stipite della porta del bagno per poi spostarsi e farmi sedere sulla lavatrice. Continuammo a baciarci con foga, le mie mani si spostarono dalla sua testa al suo volto…sentivo la sua mano destra sbottonarmi la camicia mentre la sinistra era sulla mia schiena sotto di questa…
 
Leon: Facciamo…la doccia…insieme?
 
Chiese ansimando come me e io risi a quelle parole mentre mi tolse la camicia mettendola nella cesta dei panni sporchi a terra la lavatrice…
 
Violetta: Dubito…fortemente…che faremo…la doccia…
 
Dissi tra un bacio e l’altro…era incredibile…era come se non ci mancasse mai il respiro…come se non avessimo mai abbastanza…e in fondo…era così…
 
Leon: Vero…meglio…che me ne vada!
 
Si allontanò da me ma io gli presi il braccio facendolo riavvicinare…
 
Violetta: Ho detto che dubito che faremo la doccia, non che non voglio farla
 
Mi si avvicinò nuovamente per baciarmi e mi prese in braccio come poco prima, quando fummo sotto la doccia ci togliemmo anche ciò che restava per poi aprire l’acqua…fredda(specifichiamo)…e anche se era difficile da credere dopo un oretta, tra baci e carezze eravamo riusciti a fare una doccia. Quando uscimmo misi l’accappatoio della madre e lui invece il suo…mi avvicinai allo specchio e guardai il mio riflesso e tolsi la molletta…
 
Violetta: Ho tutti i capelli gonfi!
 
Dissi toccandomeli…lui mi cinse la vita da dietro e mi diede un bacio sul lato destro della testa…
 
Leon: Per me resti sempre bellissima
 
Sorrisi guardandolo mentre si allontanava e uscì dal bagno…presi il pettine aggiustandomi i capelli per quello che potevo…in fondo erano mossi…e poi uscì dal bagno quando mi venne in mente una cosa…
 
Violetta: Leon!
Leon: Si?
Violetta: Io non ho niente da mettermi!
 
Dissi ricordando che ieri ero venuta con un vestito per la festa…ero praticamente già entrata nel panico…lui mi guardò dopo essersi abbottonato la cinta dei pantaloni
 
Leon: Mmm…tu dici?
 
Disse lui prendendo una busta dal suo armadio. Lo guardai interrogativamente e lui me la tese. C’era un jeans scuro e stretto con del dorato sulla parte di avanti…era bellissimo e una maglietta bianca, lunga con un cuore rosa e su scritto “pretty” in nero e un cinturino in vita dorato…erano bellissimi ed erano nuovi!
 
Violetta: Oh mio Dio!
Leon: Ti piacciono?
Violetta: SIIIIIIII
 
Gridai saltandogli letteralmente addosso abbracciandolo e lui ricambiò…
 
Leon: Hey koala così mi strozzi
 
Disse ridendo e io posai i piedi a terra…
 
Violetta: Grazie è…
Leon: Lo so! Ti o preso anche le scarpette!
 
Disse mostrandomi un paio di adidas blu scure con le strisce laterali due rosse e una bianca…
 
Violetta: Ma quando lo hai comprate?
Leon: Ieri…tu eri con le ragazze e io in giro a comprare delle cose con i ragazzi e poi bhe…ho visto questi e ho pensato a te…
Violetta: Sei un amore!
 
Dissi mordendomi il labbro inferiore mentre lo guardavo…era così dolce…e allo stesso tempo…sexy…ed era…wow…si…wow è un aggettivo che lo descrive bene…lui era sorprendete…mi vestii di fretta e furia per provare i vestiti mentre lui guardava le sue camice e le magliette per vedere cosa mettersi…alla fine prese una maglietta bianca semplice e la indossò mentre io avevo già finito e mi stavo specchiando con i miei nuovi…e aggiungerei fantastici vestiti! Lui mi guardava con il sorriso sulle labbra…anche se non lo stavo vedendo lo potevo avvertire…
 
Leon: Però…sai che manca ancora qualcosa?
Violetta: Che cosa?!
 
Chiesi sbiancando mentre voltavo lo sguardo verso di lui…immediatamente toccai i miei capelli…
 
Violetta: I capelli sono un disastro no?
Leon: *ride e scuote il capo* Chiudi gli occhi
Violetta: Leon!
Leon: Chiudili!...
 
Feci come mi aveva ordinato e chiusi gli occhi…ad un tratto sentii prendermi la mano destra…mi stava mentendo qualcosa addosso…credo che fosse una giacca…
 
Leon: Aprili…
 
Mi guardai allo specchio ed avevo una fantastica giacca di pelle nera corta sulla vita…era simile alla sua molto semplice ma bellissima…e ovviamente femminile…lanciai un urlo per poi voltarmi verso di lui e abbracciarlo…non so cosa avessi fatto per meritarlo…ma avevo il fidanzato più bello, più dolce, più romantico, più perfetto e più tutto del mondo!!!(vi rendete conto che aveva anche gusto nello scegliere i vestiti?!) Mi cinse la vita e mi sollevò facendomi girare per poi posarmi delicatamente a terra…
 
Leon: Ti piace?
Violetta: Se mi piace? L’ADORO!
 
Dissi guardando la giacca…ed era vero…l’adoravo…
 
Leon: Bene ora andiamo!
Lyon: Wolf! Wolf!
Leon: Si sta tranquillo vieni con noi!
Violetta: Dove andiamo?
Leon: Ti ho detto che non te lo dico, prendi Lyon in braccio
 
Disse mettendosi la giacca e io eseguii gli ordini…uscimmo fuori di casa e lui la chiuse a chiave…digitò il numero dell’impresa di pulizia mentre ci dirigevamo verso il garage…salimmo sulla moto dopo aver messo il casco, lui davanti e io dietro con la mano sinistra intorno la sua vita mentre nella destra tenevo stretto Lyon tra me e lui…Mise in moto e uscimmo fuori dal cancello di casa sua verso…verso…uffaaaa non mi aveva detto verso dove!!!...ma va bene…non potevo chiederglielo mentre guidava la moto…Lyon era paralizzato, poverino credo che avesse così tanta paura che restò fermo per tutto il viaggio…Appena arrivammo scesi dalla moto e poggiai Lyon a terra…mi tolsi il casco ammirando il “Real center” il centro commerciale più grande di tutta Buenos Aires…
 
Violetta: Wow!
 
Dissi guardandolo…non lo avevo mai visto così da vicino…sapevo che era grande ma insomma…ad un tratto mi accorsi Lyon si stava allontanando camminando per fatti suoi…
 
Violetta: Hey no! Lyon!!!
 
Iniziai a corrergli dietro mentre Leon sistemava la catena alla moto e i caschi…
 
Violetta: Lyon!!!
Leon: LYON! VIENI QUI…SUBITO!
 
Detto fatto…Lyon corse vicino a lui tutto ubbidiente si mise a cuccia a terra ai piedi di Leon…lui sorrise e si chinò per accarezzarlo ed ecco che il cagnolino gli fa le feste…
 
Leon: Bravo Lyon!
Violetta: No dico! Se non fosse per me tu staresti in mezzo alla strada eh cane ingrato!
 
Dissi incrociando le braccia al petto guardandolo, Leon scoppiò a ridere e si alzò in piedi dirigendosi verso di me…
 
Leon: Dai andiamo!
 
Mi mise la mano destra intorno alla vita facendomi girare verso il centro commerciale e io posai entrambe le mie braccia intorno alla sua vita camminando al suo fianco…Lyon invece camminava tutto fiero col capo alto e muovendo la coda al lato sinistro di Leon…ma tu guarda questo cane…mi faceva ridere…era come se fosse fiero di essere il cane di Leon…che poi era anche mi ma credo che per lui il padrone sia Leon…entrammo nel centro commerciale…il soffitto era immenso sembrava irraggiungibile, c’erano 4 piano (incluso il piano terra) e centri commerciali ovunque…ma non solo…gelaterie, negozi di animali, fast food, ecc…e bhe chi più ne ha più ne metta…ma la cosa più bella per me…era che potevamo finalmente comportarci come una coppia in pubblico…si perché nessuno ci conosceva lì…e questo per me era una cosa davvero fantastica…
 
Violetta: Dove andiamo?
Leon: Come prima cosa in un negozio di animali…
Violetta: Perché?
Leon: Dobbiamo assicurarci che Lyon non appartenga a nessuno, quindi che non abbia un microchip e in tal caso comprare un collare, un guinzaglio e il cibo che è a digiuno
Violetta: Si è vero!
 
Dissi ridendo…entrammo in un negozio di animali e Leon prese in braccio Lyon posandolo sul bancone…
 
Leon: Ho trovato questo cane e vorrei sapere se appartiene a qualcuno…potrebbe per favore controllare se ha un microchip?
Xxx: Certo!
 
L’uomo prese una macchinetta e la passò su tutta la schiena di Lyon mentre Leon gli accarezzava la testa per farlo stare fermo…
 
Xxx: Non appartiene a nessuno!
Leon: ok grazie allora ho bisogno di un guinzaglio e un collare e…
 
Leon fece praticamente tutta la lista…comprò anche una specie di sedile da mettere vicino la moto per farlo mettere dentro…mi veniva da sorridere guardandolo…era davvero contento di avere un cane anche se ieri sera faceva il pignolo…prese un guinzaglio rosso con una medaglietta sul quale fece incidere il suo nome…intanto Lyon iniziava a mangiare le crocchette dalla scodella…doveva essere affamato le stava divorando…Leon prese solo il collare e il guinzaglio e chiese se il resto potevamo passare a prenderlo all’uscita e il commesso ci disse che non c’erano problemi…quando uscimmo la mia mano sinistra era intrecciata a quella di Leon mentre legato al polso della mano destra tenevo Lyon…
 
Violetta: Leon guarda quel vestito!!!
 
Dissi indicandolo e correndo verso la vetrina…era un vestito elegante, blue monospalla, corto davanti e lungo dietro ed era scollato sulla schiena.
 
Leon: Dai entriamo
 
Dessi Leon facendomi segno col capo, gli sorrisi e annuii, entrammo nel negozio, mi provai il vestito e comprai…o meglio Leon me lo comprò…nonostante gli avessi detto di avere i soldi…ma lui è fatto così…andammo a mangiare un panino in un fast food, intanto chiamò mio padre e io gli dissi che restavo da Francesca perché avevamo un compito da fare e sarei tornata stasera…poi continuammo a girare nei negozi…comprammo tanti di quei vestiti che avevo perso il conto…in pratica ci eravamo rifatti l’armadio…mentre camminava notai una cabina di quelle dove si inserisce la moneta e ti scattano le foto…
 
Violetta: Leon guarda!!!
 
Dissi indicandola e trascinandolo, lui sorrise ed entrammo nella cabina, si sedette sulla sedi e io sul sue gambe…aspettammo che quel coso scattasse però voltando leggermente lo sguardo mi persi ad ammirare il suo profilo…era perfetto…gli diedi un bacio sulla guancia e in quel momento la macchina iniziò a scattare le foto, lui sorrise si voltò verso di me premendo sulle mi labbra, io cambiai lasciandomi trasportare e posai le braccia intorno al suo al collo ricambiando il bacio. La macchinetta finì di scattare le foto ma noi continuammo a baciarci per un po’ fino a quando Lyon non rompe con i suoi abbai…
 
Violetta: Cuccia tu! Ti avviso che lui è m io eh!
 
Dissi riferendomi a Leon mentre mi alzavo dalle sue gambe…uscimmo fuori dalla cabina e presi la striscia fotografica che ritraeva cinque foto, una dove io davo un bacio a Leon, un’altra dove ci guardavamo entrambi e stavamo ridendo, un’altra dove lui si avvicina e mi bacia, un’ altra dove ci stiamo baciando e l’ultima dove io avevo le braccia intorno al suo collo e…si ci stavamo baciando…sorrisi mettendola nella mi borsetta…nuova specifichiamo u.u e poi continuammo a camminare…
 
Leon: Lo vuoi il gelato?
Violetta: Si!
 
Mentre ci dirigevamo verso la gelateria notai che un gruppetto di cinque ragazza stava squadrando il MIO ragazzo da capo a piede…sentivo il sangue che stava già per ribollirmi nelle vene quando mi venne in mente una cosa…noi non siamo allo studio…e io qui posso fare quello che voglio…mi misi davanti a Leon facendolo fermare, lui mi guardò interrogativamente io gli sorrisi e posai le mani sul suo volto per poi alzarmi sulle punte e baciarlo con passione…come avrei goduto se in quel gruppetto ci fosse stata anche Carolina e il suo fun club…Leon rise sulle mie labbra ma ricambiò ugualmente il bacio e posò le mani sulla mia vita stringendomi a se…ecco…io ero sua…e lui era mio…e amavo il fatto di poterlo dimostrare…sentivo quelle ochette confabulare un “non è giusto” “ma guarda che fortuna” “vorrei essere al suo posto” “guarda come la stringe”…si erano gelose…ma non potevano fare niente mentre io si! Alla faccia vostra brutte streghe!...ok brutte no…ma streghe si e anche oche ù_ù…Leon è solo mio! Quando ci separammo lui mi sorrise prendendomi la mano mi trascinò in gelateria…avevamo visitato praticamente tutto il centro commerciale, erano le 18:30 e dopo aver preso la roba al negozio di animali andammo vicino la moto. Leon montò quel coso per mettere Lyon sopra e poi partimmo diretti verso casa mia…Quando arrivammo Leon mi accompagnò fino alla porta…
 
Violetta: Quando tornano i tuoi?
Leon: Tra tre giorni
Violetta: Allora questa sera potresti venire da me…
Leon: Non posso lasciare Lyon da solo
Violetta: Bhe…porta anche lui no?
 
Leon mi guarda mordendosi il labbro inferiore probabilmente per trattenere una risata…
 
Violetta: Ti prego…ti prego ti prego ti pregooo
 
Lo supplicai e lui sorrise annuendo col capo
 
Leon: Tutto quello che vuole la mia principessa
Violetta: Aaaa siiiiii
 
Gli saltai addosso per dargli un bacio a stampo e lui mi avvolse dolcemente la vita ricambiando, io tenevo le gambe piegate, sollevate dal pavimento, prima che ce ne rendessimo conto la porta di casa si aprì…
 
Xxx: VIOLETTA!!!!!!!!
 
Posai immediatamente i piedi a terra staccandomi da Leon anche lui terrorizzato dalla voce di…
 
Violetta: Papà!!!!







questo è Lyon:

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e questo è il vestito blu:

 photo BCE405_zps42edfbd9.jpg

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Capitolo 16
*** L'incubo ***


Xxx: VIOLETTA!!!!!!!!
 
Posai immediatamente i piedi a terra staccandomi da Leon anche lui terrorizzato dalla voce di…
 
Violetta: Papà!!!!
 
Sbiancai di colpo vedendo mio padre davvero…come dire…incazzato?...il suo sguardo assassino passò velocemente da me a Leon…io deglutì…sentivo che il mio cuore aveva perso un battito per la paura…
 
Leon: Piacere, Leon Vargas
 
Disse lui tendendogli la mano apparentemente tranquillo…ma come fa? Io sto tremando dalla paura…mio padre non gli prende nemmeno la mano e continua a guardarlo con uno sguardo omicida…in lontananza vedo mia zia che ci nota da lontano e io la imploro con lo sguardo di venie a salvarci. Lei sgranò gli occhi capendo la situazione e ci venne subito in contro…
 
Angie: Leon!!! Ma che bella sorpresa!!!
 
Disse abbracciandolo e Leon abbassò la mano che teneva tesa ancora verso mio padre piuttosto confuso…
 
Leon: Angie…
Angie: Non pesavo che saresti venuto a trovarmi così presto!!!
German: Angie! Conosci questo ragazzo?
Angie: Si ,si si lui è un mio amico!
German: E perché questo TUO AMICO stava baciando MIA FIGLIA?!
Leon: Perché sono il suo ragazzo
 
Io e Angie voltammo di scatto lo sguardo verso Leon come per dire “MA SEI PAZZO?!”
 
German: SCUSA??!?! PUOI RIPETERE?!
Leon: *Sospira* piacere sono Leon Vargas e sono il ragazzo di sua figlia
Violetta: LEON!!!
 
Dissi dandogli uno schiaffo sul braccio..
 
Leon: Che c’è? È la verità, io non sopporto le bugie e credo che tuo padre anche sia un uomo alla quale non piacciono le bugie o mi sbaglio signore?
German: Eh?! Bhe è ovvio! Tu vai in camera tua!
 
Disse mio padre indicandomi con lo sguardo…
 
Violetta: Ma papà…
German: Ma papà NIENTE! VAI IN CAMERA TUA!
 
Guardai Leon che mi fece un cenno con il capo…probabilmente non sapeva ancora contro cosa stava andando…mi diressi all’interno della casa a passo lento…
 
German: E tu signorino entra! Io e te dobbiamo parlare!
Leon: Volentieri ma…ho un cane, non le da fastidio se viene anche lui?...sa non posso lasciarlo da solo fuori
 
La sua voce era così tranquilla…ma come cavolo faceva!?!??! Mi fermai sopra alle scale e mi sedetti continuando a guardare la scena…non potevo davvero andarmene in camera mia…
 
German: Emm…no va bene prendi il cane
Leon: Grazie!
 
Leon andò a prendere Lyon e poi entrò seguito da mia zia. Tutti e tra si diressero in salotto, dove c’era Roberto con un computer a fare non so cosa e non mi importa…Leon poggia Lyon a terra…e lui inizia a salire le scale arrivando da me che lo prendo in braccio e lo poggio sulle mie gambe…
 
Violetta: Ooo Lyon sono terrorizzata e se mi ammazza? O peggio…ammazza Leon!
German: Certo che tu hai proprio una bella faccia tosta eh! Vieni e qui e mi dici sono il fidanzato di sua figlia! Ma dico ti sembra normale?
Leon: Non mi ha dato il tempo di organizzare la cena quindi..
 
Cena?! Ma di che cavolo sta parlando?!
 
German: Cena?!
Leon: Certo, avevo pensato di presentarmi in modo più formale ma…non me ne ha dato il tempo…
Roberto: Leon?
Leon: Roberto! Ciao!
Roberto: Ciao Leon!
 
Roberto si alzò dal divano posando il computer su di esso e si avvicinò a stringere la mano e poi abbracciare Leon…
 
German: Vi conoscete?
Roberto: Certo German! Lui è Leon Vargas! È il figlio di Alvaro Vargas!
German: Alvaro? Il mio amico Alvaro?
Roberto: Si esatto!
 
Amico?...ha detto amico si? Non nemico?...no ok non posso ancora esultare…
 
German: Bene…mi fa piacere conoscerti…Ma non mi fa piacere che TU sia il ragazzo di MIA FIGLIA!
 
Ecco appunto…
 
Leon: Posso capirlo…io non ho una figlia…ma ho una sorella minore, Cielo…ha otto anni e sono molto geloso di lei…quindi la capisco e la rispetto…anche se Violetta ha diciassette anni
 
Ma a che gioco stava giocando Leon?...ti prego basta trova un modo per andartene Leon stai tirando troppo la corda!...Roberto tornò sul divano a sedersi…
 
Leon: Però purtroppo al cuor non si comanda…sarà stato anche lei giovane no?
German: Bhe si ma…
Leon: Allora dovrebbe sapere benissimo cosa vuol dire amare una ragazza…
 
Disse Leon sedendosi sul divano accanto a Roberto…per fortuna non ero l’unica ad essere nervosa! Infatti vedevo mia zia Angie dietro mi padre con un braccio sotto al petto il gomito dell’altro su di esso e mangiarsi le unghie con la mano destra
 
Leon: Però la veda in questo modo…si è innamorata di me…che credo di essere un bravo ragazzo no?
German: Bhe…si in fondo sei il figlio di Alvaro…
Leon: E ora voglio farle una domanda…se quando era giovane…il padre della donna che lei ama le avrebbe detto di stare lontano da lei…perché era molto geloso della figlia…lei che avrebbe fatto? Avrebbe ubbidito?...
German: Bhe…io…s-si…
Leon: Si?...allora mi scusi ma credo che non l’amava abbastanza…oppure mi sta mentendo no?
German: Bhe…insomma…
Leon: Allora io sto parlando sinceramente con lei…e credo che entrambi siamo abbastanza grandi per parlare in modo sincero no?...Mi risponda davvero, avrebbe rinunciato a lei?...
German: No…
Leon: Quindi lei capisce che opporsi a me e sua figlia sarebbe una fatica inutile…perché noi continueremo a stare insieme…e se lei non lo accetta Vilu potrebbe allontanarsi da lei…perché Vilu non ha otto anni…inoltre tra un po’ sarà il suo compleanno e lei…diventerà maggiorenne…e io non credo che voglia avere sua figlia contro no?
Roberto: Scusate se mi intrometto…German questo stupido computer è rotto! Non posso accedere ai conti!!! Guarda si è inceppato!!! *da dei colpetti al computer*
German: Nooo come inceppato?!
Leon: Roberto permetti?...
Roberto: SI certo!
 
Roberto passa il portatile a Leon e mio padre si siede sul braccio del divano vicino a lui e comincia a premere dei tasti…dopo qualche minuto…
 
Leon: Ecco qui! Questi sono i conti…*passa il portatile a Roberto*
Roberto: Oh…grazie!
German: Lo vedi che sei un buon annulla?! Ma perché ti pago? Impara da Leon! Grazie Leon per averglielo fatto vedere…*abbassa la voce*sai com’è lui è un po’ anziano…glielo avrei fatto vedere io come si sbloccava ma ho pensato che poi si sarebbe sentito una nullità…
Leon: Certo…
Roberto: Io ti sento German!
Leon: Con permesso, allora visto che abbiamo chiarito io andrei di sopra a salutare sua figlia…
German: Certo Leon! Puoi anche restare qui a mangiare
 
Che?! Mio padre ha invitato un ragazzo qui a mangiare?! Il mio ragazzo?! Datemi un pizzicotto sto sognando…Leon salì le scale a due a due avvicinandosi a me che posai Lyon sulla scala e mi alzai immediatamente in piedi per abbracciarlo…lui ricambiò l’abbraccio e poi mi sussurrò…
 
Leon: Andiamo in camera tua perché se ci baciamo qui mi toccherà fare di nuovo un discorso intero a tuo padre!
 
Risi e annuì col capo prendendogli la mano e portandolo in camera mia. Mi alzai sulle punte e iniziai a baciarlo tenendo il suo volto tra le mani e lui mi cinse la vita
 
Lyon: Wolf! Wolf!
Violetta: Ooo smettila di essere geloso, abbiamo già chiarito che prima di essere tuo lui è mio
 
Dissi facendo la linguaccia al cane che mi guardò male…pff guarda un po’ tu se ora mi devo mettere a litigare anche con un cane…
 
Violetta: Sei incredibile! Hai raggirato mio padre!
Leon: Si ammetto di avere una buona parlantina…*Fa l’occhiolino*
Violetta: Ti amo
Leon: Anche io!
 
Ci sorridemmo e riprendemmo a baciarci ma qualcuno era entrato in camera e si era schiarito…meglio schiarita la voce per farci separare…
 
Violetta: Zia!
Angie: Bhe scusate ma almeno la porta chiudetela! Così tutta la fatica di Leon sarà sprecata!
Violetta: Bhe si questo è vero…
Angie: Che a proposito tu potresti fare l’avvocato con la tua parlantina eh!
Leon : Si?
Angie: Si si…te ne stai zitto zitto ma quando è il momento di parlare fai tacere tutti eh?
Leon: Modestamente!
 
Tutti e tre ridemmo quando Olga annunciò che la cena era pronta…com’era prevedibile a tavola mio padre riempì Leon di domande…alla quale il mio ragazzo seppe rispondere prontamente…devo dire che ero più tranquilla…Leon sembrava saper gestire la cosa…
 
German: Una domanda, a te Violetta…
Violetta: Si?
German: Tu mi hai detto che oggi eri da Francesca…mi hai mentito!?
 
Oh-oh…perché mio padre deve avere la memoria di ferro nei momenti meno opportuni?!...
 
Leon: Oh no…lei era da Francesca ma siccome si era fatto tardi non volevo che tornasse a casa da sola, non mi sembrava prudente quindi sono passato a prenderla…
German: Ah si?
Leon: Si certo
German: Ottima idea! Davvero! Bravo Leon!
Leon: Si figuri
 
Era incredibile quanto riuscisse a recitare bene! Poteva fare l’attore…e io che mi innervosivo in meno di due secondi…
 
Leon: Bene…con permesso me ne torno a casa…*si alza*
German: Si certo! Sono già le dieci non vorrei che si facesse troppo buio
Leon: Si appunto…
German: Ti accompagno alla porta…*si alza*
Violetta: No papà lo accompagno io
 
Dissi alzandomi anche io dalla sedia…
 
German: No tesoro, stai comoda faccio io
Violetta: No papà ti ho detto che vado io
German: Ma io ti ho detto che…
Angie: German!!! Siediti!!!
German: Si cara…
 
Mio padre si sedette come un cagnolino ubbidiente e mia zia mi fece l’occhiolino…io le sorrisi per ringraziarla e poi mi diressi verso la porta con Leon…
 
Leon: Lyon! Vieni qui dai!
 
Lyon fece una corsa scendendo le scale, suppongo che fosse in camera mia e arrivò ai piedi di Leon che lo prese in braccio…
 
Leon: Allora ci vediamo domani…*sottovoce* o meglio tra qualche minuti*
Violetta: *sorrisi* Si certo tesoro
 
Mi avvicinai e gli diedi un veloce bacio a stampo e poi chiusi la porta…
 
Violetta: Bhe con permesso…me ne vado in camera mia…ho molto sonno
German: Certo piccola
Violetta: Notte papà, notte zia, notte Roberto, notte Olga
Tutti: Notte Vilu
 
Diedi un bacio sulla guancia a tutti quanti e corsi in camera mia, entrai e la chiusi a chiave…andai in bagno a lavare i denti e mettermi il pigiama, poi corsi vicino alla finestra e vidi Leon seduto sul tronco dell’albero con Lyon sulle gambe…sorrisi e aprii la finestra…
 
Leon: Sai credo che Lyon soffra di vertigini…non ha fatto altro che infilare il muso nella mia giacca per non guardare giù
 
Risi a quelle parole mentre lui si avvicinava, mi porse Lyon che io presi poggiandolo a terra e poi entrò dentro…
 
Leon: Ciao…
Violetta: Ciao…
 
Mi si avvicinò poggiando le braccia intorno alla mia vita, le sue labbra si avvicinarono a le mie iniziando a baciarmi dolcemente…le mie mani erano poggiate sulle sue braccia…mi fece indietreggiare fino a farmi cadere sul letto…sentii la sua lingua premere sul mio palato e inarcai il capo all’indietro…gli tolsi la giacca con il suo aiuto e la poggiai sulla sedia accanto al letto…si spostò sulla mia guancia per poi scendere sul mio collo inumidendolo dai suoi baci…chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da quelle piccole attenzioni così dannatamente piacevoli, che solo lui sapeva darmi. Istintivamente alzai la gamba sinistra all’altezza del suo fianco e lui iniziò ad accarezzarmi la coscia muovendo lentamente su e giù la sua mano…senza neanche pensarci presi i bordi della sua maglietta e gliela sfilai gettandola a terra e con una mossa capovolsi la situazione mettendomi sopra di lui…lui mi guardò con un sorrisetto malizioso e inarcando un sopracciglio come se volesse dire “wow” mi chinai su di lui e lo baciai con foga mentre le sue mani iniziarono a scorrere delicatamente dietro la mia schiena alzandomi di poco la maglietta dei pigiama…con una spinta finì nuovamente sotto di lui senza mai staccare le nostre labbra…entrambi rimanemmo senza fiato e lui si staccò da me poggiando la sua fronte sulla mia…
 
Leon: Non scordare che non siamo a casa mia…qui abbiamo dei freni…
Violetta: Lo so…
 
Dissi ansimando…lui sorrise e poi si stesse al mio fianco con la grazia di un elefante facendo rimbalzare il materasso…mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia…
 
Leon: Buona notte…
 
Mi sussurrò per poi poggiare il capo sul mio petto…sorrisi accarezzandogli i capelli e gli diedi anche un bacio sul capo…
 
Violetta: Notte Leon…
 
Passarono due mesi…io e Leon continuavamo a stare insieme di nascosto e devo dire che col passare del tempo questa cosa iniziava a pesarmi…inoltre il tempo da passare insieme scarseggiava sempre di più, allo studio dovevamo essere praticamente due estranei…all’uscita potevamo stare si e no due ore insieme perché mio padre diventava stressante…e la sera…già la sera…in una settimana veniva più o meno tre o quattro volte…bhe lo capisco…immagino che sia stanco a fine giornata…però…non so avevo come uno strano presentimento…quella sera avevo appena finito di scrivere sul mio diario…chiusi gli occhi e mi addormentai…quel sogno…o meglio quell’incubo…continuava a perseguitarmi…Sono sulla pista di moto…mi faccio spazio tra la gente…il faro…il faro della sua moto…Lara dietro di lui…io lo chiamo…lui si gira ed ecco vola via dalla moto per poi sbattere sul suolo…ancora una volta mi svegliai di soprassalto…sono due settimane che questo sogno a ripreso a perseguitarmi…l’orologio segna le tre…sospirai lasciandomi di nuovo cadere sul mio letto e mi addormentai…il giorno seguente i genitori di Leon sarebbero stati fuori tutto il giorno e siccome i ragazzi lo sapevano avevano proposto di passare un po’ di tempo tutti insieme a casa sua dato che aveva la piscina…e così fu…Francesca e Camila mi vennero a prendere con la macchina di Luca che ci accompagnò da Leon…Quando arrivammo aprì Maxi che era già in costume…
 
Maxi: Hey ragazze venite siamo tutti fuori!
 
Ed era davvero così…c’erano anche Diego e Ludmilla…da quando stavano insieme non erano più così tanto…sgradevoli…erano stesi insieme sulla stessa sedia sdraio a baciarsi…un po’ l’invidiavo…mi sarebbe piaciuto fare la stessa cosa…Leon era in piscina a schizzarsi l’acqua con Marco Andres e Broadway, quando ci vide uscì fuori e si avvicinò a noi…
 
Leon: Hey ciao bellissime!
Francesca: Ciao Leon!
Camila: Hey!
 
Francesca e Camila gli diedero un bacio sulla guancia…
 
Leon: Ci sono sedie sdraio per tutti quindi scegliete quella che volete…
 
Le mie amiche si lanciarono uno sguardo e poi sorrisero iniziando a correre verso le sedie…io restai incantata davanti al petto di Leon…si è vero che non è la prima volta che lo vedo ma…ogni volta mi sembra come se lo fosse…lui mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia tutto bagnato…
 
Leon: Ciao!
Violetta: Ciao…
Leon: Vieni a fare un bagno?
Violetta: Si, sistemo prima la borsa
Leon: Ok!
 
Mi fece l’occhiolino e poi si tuffò in acqua, io posai la mia borsa sulla sedia accanto a quella di Francesca…
 
Camila: Hey avete visto quel materasso enorme?
 
Camila ci indicò un materassi gonfiabile nero matrimoniale, io e Fran sorridemmo intuendo quale fosse l’idea di Cami…prendere il sole nel messo della piscina era il massimo! Prendemmo il materassino e ci stendemmo tutte tre sopra chiudendo gli occhi per prendere il sole…l’acqua della piscina ci cullava trasportandoci da una parte all’altra, quando ad un tratto sentiamo di esserci fermate…Aprimmo gli occhi e vedemmo Leon, Marco, Maxi Andres e Broadway che tenevano fermo il materassino…
 
Leon: No dico…ma voi state scherzando?
Camila: Perché?
Broadway: Come perché?
Andres: è evidente no?
Maxi: Non potete mettervi a prendere il sole sul materassino…
Francesca: E perché no?
Marco: Bhe perché ci rendete troppo facile fare questo…
 
Tutti e quattro si misero a un lato del materassino e lo sollevarono facendolo capovolgere e facendo finire noi in acqua. Anche sott’acqua si udivano le risate dei ragazzi sodisfatti e contenti di ciò che avevano fatto…Diego Ludmilla e Nata ridevano guardandoci dalle loro sedie mentre io Fran e Cami guardammo i ragazzi allibite da ciò che avevano fatto…io iniziai a tossire per l’acqua che avevo bevuto e Leon mi si avvicinò preoccupato posando le mani sui miei fianchi…
 
Leon: Hey hey Vilu tutto ok?...Vilu…
 
Oh Leon tu non immagini neanche quanto starò bene tra poco, poggiai le mani sulla sua testa e feci leva facendolo finire sott’acqua ridendo
 
Diego: Qui ci vuole un po’ di musica no?
 
Diego allungò la mano e fece partire la canzone “si es por amor” che avevamo scritto io e Ludmilla per un compito di Pablo, poi prese Ludmilla in braccia che iniziò a gridare come una pazza…
 
Ludmilla: DIEGO!!! TI HO DETTO DI NON PROVARCI! DIEGOOOO
Diego: Pistaaaaaaa
 
Diego si gettò in acqua con Ludmilla in braccio e tutti scoppiarono a ridere…io mi sentì prendere dalla caviglia e chiusi immediatamente la bocca e il naso…Leon mi aveva tirato giù, prese il mio polso facendomi urtare con la schiena sul fondo della piscina e si mise sopra di me guardandomi sorridendo, io scossi il capo e lui mi si avvicinò per baciarmi…posai la mano destra sulla sua guancia ricambiando il bacio e quando si scostò riemerse lui per primo e io dopo…quando salimmo in superfice vedemmo Nata presa per le braccia da Maxi e Marco le teneva i piedi…
 
Nata: No no per favoreee ragazii no no no…vi supplico!!!
Maxi/Marco: Uno, due tre!!!
 
E fu così che gettarono Nata in acqua e poi con due tuffi si gettarono anche loro…iniziammo a giocare buttandoci l’acqua e farne di tutti colori con la musica ad alto volume, giocavamo col palone gonfiabile, facevamo a gara per appropriarci del materasso, i ragazzi che si sfidavano in continuazione tra gare di nuoto e gare di apnea…e poi tutti a ballare sia in acqua che sul bordo piscina…e Lyon che voleva prendere la palla per bucarla ma non aveva il coraggio di entrare in acqua…mi faceva morire dal ridere…poi vollero a tutti i costi fare una piramide Andres Marco e Broadway si erano messi alla base poi salì Maxi e Leon e Diego iniziarono a litigare per chi doveva stare sopra tutto salendo sopra le schiene degli altri e facendo crollare la piramide…ovviamente noi ragazze non potemmo fare altro che deriderli e umiliarli…ma non è stata una grande idea dato che loro sono più forti di noi e non ci hanno messo niente a farcela pagare…quella giornata volò letteralmente e scattammo tante di quelle foto da poterci fare un book…si erano fatte le 18:30 e ci stavamo asciugando…io entrai in cucina con il pareo in vita e presi l’acqua dal frigo ma quando mi voltai mi trovai faccia a faccia con Leon…
 
Violetta: Hey…
Leon: Che fai?...
Violetta: Ho sete
 
Dissi mostrandogli la bottiglia d’acqua, presi un bicchiere e lo riempii e sorseggiai l’acqua che era davvero congelata…quando sentii le labbra calde di Leon posarsi sulla mia spalla sinistra…chiusi gli occhi posando il bicchiere sul mobiletto e mi voltai verso di lui che non mi diede neanche il tempo di parlare iniziando a baciarmi…mi cinse la vita con le sue braccia e io ricambiai stringendogli il collo…con una mossa mi sollevò da terra facendomi sedere sul mobiletto…
 
Leon: Lo sai che sei una tentazione per me?
Violetta: Anche tu…
 
Dissi guardandolo negli occhi mentre le nostre labbra si sfiorarono…
 
Leon: Sai domani che facciamo?
Violetta: Cosa?
Leon: Passiamo tutta la giornata insieme…
 
Sorrisi a quelle parole…era da tanto che non passavamo davvero tutta una giornata insieme…e questa notizia non poteva che rendermi felice…si un giornata come quella che avevamo trascorso al centro commerciale…dove non c’era niente e nessuno ad impedirci di stare insieme…cominciavo a credere che lui non sentisse la mancanza di quei momenti ma ora mi aveva fatto capire che mi sbagliavo…avrei voluto gridare di felicità…presi il suo volto tra le mani e lo baciai in modo ancora più passionale di prima…
 
Violetta: Non vedo l’ora…
Leon: Neanche io!
 
Mi si avvicinò ancora rubandomi un altro bacio…e poi mi tese la mano per farmi scendere e tornare dagli altri…quella sera ero così nervosa ed eccitata che non riuscivo a dormire…non sapevo neanche cosa mettermi…o dove mi avrebbe portata…aaa perché non gliel’ho chiesto?!...bhe capirai…conoscendolo non me lo avrebbe detto comunque…quella sera mi addormentai con il sorriso sulle labbra…andai a dormire presto perché mi sono detta, prima vado a dormire prima sarà giorno!...chiusi gli occhi…dopo un po’ riuscii a prendere sonno…dormivo tranquillamente quando…di nuovo…di nuovo quello stupidissimo sonno che mi fece svegliare di scatto…ogni volta è sempre la stessa storia…e sento un nodo alla gola…ho una voglia matta di chiamare Leon ma ho paura di svegliarlo…no devo stare calma…non è successo niente…Leon ora è nel suo letto a dormire…sospirai cercando di autoconvincermi di questa cosa…mi alzai dal letto e andai in cucina a prendermi un bicchiere d’acqua…anche se in realtà avevo bisogno di una camomilla per come stavo…ad un tratto sentii un rumore strano…un rumore familiare…si erano delle scarpe…o meglio il tacco di un paio di scarpe…stranita da questo rumore mi avvicinai al salotto e accesi la luce…vicino la porta di casa con un paio di pantaloni neri in pelle attillati, un top dello stesso colore, un gilet di jeans chiaro a giromanica e un paio di scarpe con il tacco sempre nere c’era…
 
Violetta: Angie!!!
Angie: Violetta!!!


*Angolo autrice*
Si ogni tanto ce lo metto anche io xD...bhe non so voi ma sinceramente non mi è piaciuto molto com'è venuto questo capitolo...ma mi farò con il prossimo lol...ad ogni modo spero che continuerete a seguire la fan fiction =D....e bhe...se vi state chiedendo cosa fa Angie...no non so che dirivi...cioé io so cos a fa ma non posso dirvelo...e va bhe come al solito ringrazio tutte voi che commentate *-*
Ora vi lascio e vi avviso di non dimenticare mai il famoso incubo di Violetta...e poi capirete il perché...ma per ora...misteroooooo hahaha no ok sto fatta vi lascio zaoooooooo <3

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Capitolo 17
*** Podemos ***


Violetta: Angie!!!
Angie: Violetta!!!
 
Guardai mia zia da capo a piede…non potevo credere che fosse davvero lei…anche lei sembrava sconvolta dal fatto che l’avessi scoperta, mi guardava paralizzata senza saper cosa dire.
 
Angie: Ti prego, ti prego non dire nulla a tuo padre!
Violetta: N-no ma che fai vestita così?! E…dove vai?
Angie: I-io…devo fare una cosa molto importante…
Violetta: Così?!
 
Chiesi guardandola ancora da capo a piede e lei annuì…
 
Violetta: Ma quando torni?
Angie: Quando ti sveglierai io sarò già qui tranquilla…
Violetta: E…non posso sapere dove vai?
Angie: No…scusami…ma no…
Violetta: Ok…come vuoi…
Angie: Non dirai nulla a German vero?
Violetta: No, no tranquilla non dirò nulla a…a mio padre…
Angie: Grazie!
Violetta: Figurati è il minimo con tutto quello che fai per me…
Angie: Sul serio è molto importante
Violetta: Aha…
Angie: Vado!
Violetta: Ciao zia…
 
Mia zia uscì leggermente agitata e forzando un sorriso. Mi chiedevo dove andasse vestita così…posai il bicchiere vuoto in cucina e tornai in camera mia per addormentarmi, sperando di non fare lo stesso incubo di sempre. Il giorno seguente, mi svegliai piena di energie! Per fortuna quell’incubo fu rimpiazzato da un’armoniosa melodia che ancora mi ronzava nella testa, ma non avevo tempo per pensarci. Andai in bagno a cambiarmi e poi tirai fuori tutti i vestiti che avevo comprato con Leon al centro commerciale, ne provai più di uno alla fine optai per la minigonna blu, la maglietta a mezzemaniche bianca, la giacca rosa pallido e le ballerine dello stesso colore. Scesi le scale sorridente sperando di trovare Angie a tavola a fare colazione…la storia di ieri mi aveva preoccupato; e per fortuna così fu.
 
Violetta: Buongiorno a tutti!
 
Dissi avvicinandomi a mio padre, a Angie, a Roberto e poi a Olga per dargli un bacio e poi mi sedetti al mio posto vicino a mio padre, presi una fetta biscottata e ci misi la nutella sopra per poi dargli un morso…
 
Angie: Buongiorno! Ma quanta allegria di prima mattina eh?
Violetta: Siii
Angie: Chissà perché…
Violetta: Chissà!
 
Io e mia zia ci guardammo e poi scoppiammo a ridere, anche mio padre rise ma era evidente che fingeva…
 
German: Perché?
 
Ecco appunto…
 
Violetta: Perché è una bellissima giornata papà! Il sole è alto, gli uccelli cinguettano e tutto il mondo è pieno di colori!!!
German: Ti senti bene tesoro?
Violetta: Mai stata meglio!
 
Mi arrivò un sms sul cellulare da “Leon <3” lo aprii e lo lessi “sono qui fuori, fa con calma posso aspettare ;-)” tu forse puoi aspettare, io no! Mi alzai in piedi e strofinai le man per pulirle dalle briciole
 
German: Ma dove vai?
Angie: Ma come German, non avrai pensato che si è vestita così bene solo per fare colazione con noi?!
Violetta: No infatti!
German: Va bene ma dove vai?
Violetta: Al parco con Leon e ah…è probabile che faccia tardi, in tal caso avviso te zia!
Angie: D’accordo!
German: No come d’accordo?!
Violetta: Ciao a tutti!!!
Angie: Ciao tesoro!
German: Ma come ciao!? Io sto parlando!
Angie: Finisci di mangiare German, Olga deve sparecchiare non ha tutto il giorno!
 
Presi la mia borsetta e corsi fuori casa, Leon mi aspettava fuori al cancello seduto sulla sua moto con un casco rosso nella mano destra e uno blu poggiato davanti a lui. Mi sorrise e io gli andai in contro, posai le mani sulle sue guance e gli diedi un bacio a stampo.
 
Violetta: Dove mi porti?
Leon: è tutta una sorpresa principessa!
 
Mi disse tendendomi il casco…ormai avevo imparato che era inutile cercare di forzarlo, se era una sorpresa non me lo avrebbe mai detto quindi misi il casco e salii sulla moto con destinazione solo lui sa dove…Mi portò davanti a una struttura tutta di vetro, sembrava un diamante al contrario…
 
Violetta: Ma dove siamo?
 
Chiesi togliendomi il casco…
 
Leon: Ora vedrai, dammi il casco…
 
Feci come mi aveva detto lui mentre continuavo ad osservare quell’enorme edificio, ad un tratto mi prese la mano e mi trascinò all’interno…
 
Violetta: Brr…qui dentro si gela!
Leon: Bhe direi di si
 
Disse lui ridendo, si avvicinò a un uomo gli diede dei soldi e lui ci lasciò entrare…ci ritrovammo di fronte alla posta di pattinaggio più grande che io avessi mai visto in tutta la mia vita e dall’alto scendevano dei fiocchi di neve artificiali…
 
Violetta: Wow!
Leon: Ti piace?
Violetta: è bellissimo!
Leon: Dai andiamo a prendere i pattini!
 
Oh-oh…problemi in vista…
 
Violetta: No aspetta! Io ho un’idea migliore!
Leon: Che idea?
Violetta: Tu pattini e io ti guardo da qui eh?
Leon: *ride* Non sai pattinare?
Violetta: Si! Certo che so, no non è vero non so pattinare…
 
Dissi alla fine chinando il capo…
 
Leon: Dai vieni, andiamo
Violetta: Ma Leon…
Leon: Andiamo!
 
Mi trascinò in una stanza piena di pattini e prese due paia una per me e una per lui. Ci sedemmo su una panchina vicino la pista e poi lui si alzò in piedi e mi guardò tendendomi le mani…
 
Leon: Vieni andiamo
Violetta: No Leon, davvero è stato un gesto molto carino ma io non vo…
Leon: Hey! Ti fidi di me?
 
Quando mi specchiavo nei suoi stupendi occhi verdi, non riuscivo mai ad oppormi erano come una calamita per me…
 
Violetta: Si
Leon: E allora vieni!
 
Mi tirò per le braccia facendomi alzare dalla panchina, il mio petto si scontrò con il suo e lui mi cinse la vita. Lo guardai posando le mani sul suo petto e lui mi sorrise per poi girarmi intorno senza lasciare la mia vita…
 
Violetta: Che-che fai?
Leon: Fidati!
 
Si mise dietro di me, teneva la mano sinistra intorno la mia vita mentre con la destra reggeva la mia mano.
 
Leon: Devi tenere il corpo leggermente in avanti
 
Disse facendomi piegare come diceva lui…
 
Leon: Ora devi fare un passo per volta, prima il destro e poi il sinistro, ma non tenere i piedi dritti
 
Mi sussurrava tutto ciò che dovevo fare nell’orecchio ed io cercavo di prenderlo alla lettera; pattinare non era niente male…anzi…iniziava a piacermi…e non solo perché era Leon che me lo stava insegnando…anche se ciò contribuiva in parte…
 
Leon: Visto è facile?
Violetta: Io...si!!!
 
Ad un tratto mi accorsi che Leon mi aveva lasciata e cominciai ad agitarmi…
 
Violetta: Leon!!!
 
Dissi tornando eretta con la schiena e cercando di voltarmi…pessima idea…
 
Leon: Violetta!
 
Persi il controllo dei pattini e caddi all’indietro. Chiusi gli occhi immaginando già il dolore che avrei provato toccando il suolo congelato…però non accadde. Ero caduta su qualcosa di morbido…e non era neanche freddo. Sentivo qualcosa dietro la mia schiena come un braccio che mi stava avvolgendo…aprì lentamente gli occhi e voltando lo sguardo a destra incrociai quelli di Leon…
 
Leon: Stai bene?
Violetta: Ma-ma tu-tu come…
Leon: Ho i riflessi pronti! Ho fatto una corsa e mi sono gettato in scivolata…ti ho detto che potevi fidarti di me
 
Lo guardai a bocca aperta, lui aveva rischiato di rompersi una gamba…solo per non farmi fare male.
 
Leon: Allora? Stai bene?
 
Sorrisi e presi il suo volto tra le mani per baciarlo con un profondo bacio a stampo e lui ovviamente ricambiò.
 
Leon: Sai ora dovremmo alzarci
Violetta: Io sono comoda
Leon: Si ma il mio posteriore si sta congelando eh!
 
Risi alle sue parole e poi con mia sorpresa mi prese in braccio sollevandosi in piedi per poi poggiare me a terra
 
Violetta: Wow il mio fidanzato è superman!
Leon: Non bisogno essere superman per alzare una piuma come te
 
Disse prendendomi la vita per farmi sollevare nuovamente i piedi da terra per poi cominciare a girare su se stesso…
 
Violetta: No Leon! Così mi gira la testa!!!
 
Ridacchiai tenendo strette le braccia al suo collo. Successivamente riprendemmo le mie lezioni di pattinaggio sul ghiaccio e nonostante parecchie botte…che ha preso tutte Leon per me, alla fine imparai a pattinare, anche se non come lui…ma dettagli! Dopo la pattinata andammo a mangiare qualcosa in un fast food, successivamente facemmo un giro nella piazza dove c’erano dei comici che stavano dando uno spettacolo, erano davvero divertenti! Finito lo spettacolo Leon mi prese la mano e mi portò verso la mano; ci salimmo sopra e mi portò in una specie di bosco pieno di alberi.
 
Leon: Vieni, da qui bisogna proseguire a piedi
Violetta: Ma dove siamo?
Leon: Ora vedrai..
 
Disse scendendo e poi tendendomi la mano. Come al solito sistemava la moto mentre io mi guardavo intorno e poi mi prese la mano…
 
Leon: Chiudi gli occhi
Violetta: Leon!
Leon: Chiudili!
 
Sospirai e poi chiusi gli occhi come mi aveva ordinato lui. Non so dov’eravamo ma sentivo il suono degli uccelli. Lui mi teneva la mano destra, io cercavo di camminare senza inciampare da nessuna parte cosa alquanto difficile direi se non fosse per lui che è sempre pronto a prendermi. Finalmente il terreno sotto i miei piedi non è più terra è…è…non so cosa sia però scricchiola ma almeno è piatto.
 
Violetta: Leon dove siamo?
Leon: Ora puoi aprire gli occhi sai?...
 
Feci come mi aveva detto…aravamo su un pontile e c’era una piccola barca di legno con i remi…guardai Leon come per dirgli “è per noi?” e lui annuì sorridendomi e facendomi segno con la testa di avvicinarci…
 
Violetta: Non ci posso credere!
Leon: Dovresti farlo!
 
Leon salì sulla barca e poi mi tese la mano per aiutarmi a salire. Lui iniziò a remare mentre io sfioravo l’acqua gelata del lago con le punte delle dita…era una sensazione così delicata e stupenda, e la leggera brezza del vento rendeva il tutto ancora più magico. Mi sentivo osservata e così alzai lo sguardo per guardare Leon…
 
Violetta: Perché mi fissi?
Leon: Perché sei bellissima
 
Arrossii leggermente chinando il capo e lui sorrise.
 
Violetta: Sai Leon…quando siamo insieme…mi sembra che tutto sia possibile…
Leon: Perché è così…noi possiamo fare tutto insieme…possiamo dipingere l’anima a colori, possiamo gridare, possiamo volare senza avere le ali o essere il testo della mia canzone e scolpirmi nella tua voce
 
Quelle parole…sentii come un campanello suonarmi nella testa…la melodia che avevo sognato…
 
Violetta: Dove hai preso queste parole?
Leon: Io…non lo so perché?
Violetta: Perché io…io le ho sognate…
Leon: Davvero?
Violetta: Si
Leon: Anche io
 
Ci guardammo negli occhi e ci sorridemmo per poi iniziare a cantare
 
Violetta/Leon: Podemos pintar colores al alma podemos gritar iee, podemos volar sin tener alas ser la letra en mi cancion y tallarme en tu voz
 
Era incredibile, il nostro amore era così forte da permetterci anche di sognare insieme…una canzone tutta nostra che solo noi conoscevamo…la nostra canzone…
 
Leon: No soy el sol que se pone en el mar, no se nada que este por pasar…no soy un principe azul…Tan solo soy
Leon/Violetta: Pero hay cosas que si se, ven aqui y te mostraré en tus ojos puedo ver lo puedes lograr prueba a imaginar…Podemos pintar colores al alma podemos gritar iee, podemos volar sin tener alas ser la letra en mi cancion…no es el destino ni la magia que vino por mi lo imaginamos y la magia te trajo hasta aquiii
Violetta: Podemos pintar
Leon/Violetta: colores al alma podemos gritar iee, podemos volar sin tener alas ser la letra en mi cancion… Podemos pintar colores al alma podemos gritar iee, podemos volar sin tener alas ser la letra en mi cancion y tallarme en tu voz
 
E come se ad un tratto tutto nella mia vita avesse un senso. Ogni cosa è al suo posto, quando sono con lui l’armonia regna sovrana e sento che il mondo…il mondo è qualcosa di stupendamente perfetto…come lui. Entrambi ci sorridemmo e ad un tratto la barca si fermò…
 
Leon: Ecco, qui va bene!
Violetta: Qui va bene?
Leon: *annuisce* Vieni
 
Leon si avvicinò al centro della barca sedendovisi sopra e io mi avvicinai a lui
 
Leon: Guarda!
 
Disse indicandomi il tramonto. Era bellissimo, cioè ne avevo visti di tramonti ma mai così vicini e soprattutto così belli. Restai a bocca aperta a fissare quel bellissimo paesaggio e le anatre che spiccavano il volo facendo fluttuare in aria alcune gocce di rugiada…era uno spettacolo bellissimo. Sentii qualcosa di caldo sulle spalle e vidi che Leon aveva avvolto entrambi in una coperta. Gli sorrisi e poggiai il capo sulla sua spalla destra…
 
Violetta: Credo…di non aver mai visto niente di più bello…
Leon: Io lo vedo ogni volta che vedo te
 
Disse di pronta risposta. Mi voltai verso di lui guardandolo negli occhi, qualsiasi cosa facesse o dicesse riusciva sempre a lasciarmi senza parole. Sfiorai i suoi capelli con la punta delle dita e lui si chinò lentamente verso di me per baciarmi. Chiusi gli occhi lasciandomi avvolgere dalle sue braccia che cinsero la mia vita. Ricambiai quel dolce gesto posando le braccia intorno al suo collo mentre lentamente mi spingeva a stendermi sulla braca. Continuava a baciarmi dolcemente facendomi venire la pelle d’oca come solo lui sapeva fare, sentii il dorso della sua mano destra percorrere l’interno del mio braccio facendomelo separare dal suo collo. Arrivò al palmo della mia mano e poi fece intrecciare le nostre dita senza mai smettere di baciarmi. Lentamente si separò dalle mie labbra ma continuò comunque a guardarmi negli occhi…
 
Leon: Ti amo
Violetta: Anch’io ti amo Leon
 
Dissi accarezzandogli il volto con l’altra mano. Mi sorrise poi poggiò il capo sul mio petto…
 
Leon: Sai, adoro ascoltare il battito del tuo cuore…
Violetta: Si…so cosa vuoi dire…anche io adoro ascoltare il tuo
 
Dissi accarezzandogli dolcemente i capelli.
 
Leon: Ti va se ci riposiamo un po’ qui?...
Violetta: Si…
 
Entrambi chiudemmo gli occhi, le nostre mani ancora intrecciate e un sorriso dipinto sul volto, cullati dalle onde del lago…Non so per quanto tempo restammo così so solo che a svegliarmi è stato lui con un bacio sulla mia spalla, poi sulla guancia e infine sulle labbra…
 
Leon: Dai dormigliona svegliati…
 
Sorrisi al suono della sua voce e vidi che eravamo già vicino il pontile. Osservai il cielo che era praticamente buio…
 
Violetta: Che ore sono?
Leon: Le otto, vieni andiamo!
 
Mi tese la mano e mi aiutò ad alzarmi, ero ancora mezza addormentata e mi posai sulla sua spalla, intuendo la cosa mi prese in braccio per salire sul ponte poi mi posò delicatamente a terra e mi tolse la coperta…
 
Violetta: Nooo la coperta no, ho freddo
 
Dissi strofinandomi gli occhi sempre poggiata a lui…
 
Leon: Ma la coperta non è nostra tesoro mio, prendi questo
 
Si tolse la giacca e me la fece indossare per poi stringermi a se mentre camminavamo…
 
Leon: Sei pronta per l’ultima sorpresa?...o sei troppo stanca e ti porto a casa?
 
Mi svegliai di colpo a quelle parole e lo guardai negli occhi…
 
Violetta: Quale ultima sorpresa?
 
Lui rise e mi disse di salire sulla moto o così feci. Ero davvero curiosa di sapere dove mi avrebbe portata. Ad un tratto vidi delle luci enormi multipli colori e tantissima gente. Parcheggiò la moto e io continuai a fissare incantata quel posto che sembrava il paese delle meraviglie, ora che lo osservavo bene avevo capito dov’eravamo…quel posto lo avevo sempre visto solo in fotografia o in televisione.
 
Violetta: OH MIO DIO SIAMO AL LUNA PARK!!!!!
 
Gridai saltellando come una bambina di tre anni e saltai al collo del mio ragazzo abbracciandolo, lui rise di gusto guardandomi io non facevo altro che saltare guardare quel posto.
 
Violetta: ANDIAMO! ANDIAMO! ANDIAMOOO!!!
 
Continuai a gridare e per poi prendere la mano di Leon e correre verso l’entrata.
 
Leon: Hey principessa sta calma!
Violetta: Calma? SIAMO IN UN LUNA PARK!!!
 
Continuai a gridare euforica con un sorriso a trentadue denti. Intrecciò la sua mano nella mia e cominciammo a camminare per il luna park…
 
Violetta: Aaa Leon guarda!!! La ruota panoramica!!! Facciamo un giro?
Leon: Emm…vieni ti prendo un peluche…
 
Leon mi trascinò vicino alla bancarella del tiro a bersaglio
 
Leon: Ci può dare due fucili?
Xxx: Certo, ecco a lei sono 10 pesos
Leon: Grazie! Prendi…
Violetta: Che devo fare?
 
Chiesi elettrizzata da quel gioco…
 
Leon: Devi cercare di colpire quelle oche che si muovono, più ne colpisci più punti fai e con i punti puoi vincere un peluche
Violetta: Aaa anche quello?
 
Dissi indicando un orso rosa alto un metro circa…
 
Leon: Bhe si…
Violetta: Ok!!! Allora forza! A vincere l’orso Leonetta!
Leon: L’orso Leonetta? Neanche è tuo e già gli hai dato un nome?
Violetta: Si!
 
Iniziai a mirare a quelle stupide papere che non si lasciavano prendere!!! Ma che odiose!!!
 
Violetta: Ma volete stare ferme?!!?
Leon: Hahaha io dico che neanche se stessero ferme tu le colpiresti hahaha
Violetta: Mmm…
 
Lo guardai male e puntai il fucile verso di lui lanciandogli una delle palline in testa
 
Leon: Ahi! Guarda che fa male!
Violetta: Appunto! E comunque questo gioco è truccato ù_ù
 
Dissi posando il fucile sul bancone
 
Leon: Ah si? Tu dici?
 
Chiese lui guardandomi con un’aria di sfida, incrociai le braccia al petto e annuì sicura di me e lui rise puntando il fucile verso le papere. Aveva 50 colpi a disposizione e aveva abbattuto 50 papere!!!
 
Leon: Hahaha truccato eh?
Violetta: Era il fucile!
Leon: Si certo!
Xxx: Congratulazioni sono 150 punti! Prosegue o si ferma?
Leon: Quanti punti ci vogliono per l’orso rosa?
Xxx: 150
Leon: Allora mi fermo!
Violetta: AAA HAI VINTO L’ORSO ROSA!!!
 
Dissi abbracciandolo, lui sorrise e me lo tese. C’era una bambina vicino la bancarella che era seduta a terra e piangeva, era con la madre credo, che cercava di consolarla…
 
Xxx: Dai tesoro andiamo su qualche giostra…
Bambina: Ma i-io lo volevo…
 
Sia io che Leon guadammo quella bambina con i riccioli neri raccolti in due codini. Leon le si avvicinò e si chinò in ginocchio toccandole la testa…
 
Leon: Cos’è che vuoi piccola?
 
La bambina guarda Leon con gli occhi spalancati ancora singhiozzante e poi timidamente dice “l’orso viola”
 
Leon: Ok allora che orso viola sia!...Signore un’altra partita per favore!
 
Com’era prevedibile Leon vinse anche il peluche alla bambina, facendola saltare di gioia, era rimasto l’ultimo orso grande ed era bianco, decise di vincere anche quello per portarlo a Cielo, la sua sorellina. Lasciammo i peluche giganteschi alla bancarella chiedendo al commesso di tenerceli. Leon mi riprese la mano e cominciammo a camminare...
 
Violetta: Leon andiamo sulla ruota panoramica?
Leon: Vieni andiamo nella casa degli specchi…
 
Cos’è sono diventata invisibile?...Bha ad ogni modo facemmo un giro nella casa degli specchi, ed è voluto entrare a tutti i costi anche in quella degli orrori, che mi fece urlare ad ogni attrazione mentre lui rideva, l’unica cosa positiva è che ogni scusa era buona per stringermi a lui. Dopo andammo sulle montagne russe e anche se all’inizio non mi sembrava la migliore delle idee lo trovai così divertente che quando mi propose di fare un secondo giro gli dissi di NO!...Prendemmo lo zucchero filato, non lo avevo mai mangiato, era appiccicoso, buono e soffice, mi ricordava le nuvole.
 
Violetta: Leon ora andiamo sulla ruota panoramica?
Leon: *sospira* Ci tieni proprio tanto eh?
Violetta: Si!
Leon: Va bene!
 
Finalmente andammo sulla ruota panoramica e devo dire…che era ancora più bella di quello che mi aspettavo. Guardavo ipnotizzata Buenos Aires illuminata da tutte quelle luci vista dall’alto, le persone sembravano delle formichine, mi faceva impazzire!!!
 
Violetta: Leon! Leon vieni guarda che bello!!!
Leon: Si si è bellissimo
 
Mi voltai verso di lui agitava nervosamente la gamba e teneva la testa alta fissando il soffitto…
 
Violetta: Ma non lo hai neanche visto!
Leon: Si invece!
 
Continuava a stare fermo in quella posizione senza neanche guardarmi in faccia, voltai un’altra volta lo sguardo verso il basso e poi guardai di nuovo Leon…
 
Violetta: Leon?...tu soffri di vertigini?
Leon: N-no…
 
Sorrisi avvolgendo le braccia intorno al suo collo e sedendomi sulle sue gambe
 
Violetta: Amore?
Leon: Si?
 
Disse chinando lentamente il capo per guardarmi, era molto rigido e io lo avevo avvertito…
 
Leon: Ok…si soffro di vertigini
Violetta: Scemo! Perché non me lo hai detto?!
Leon: Perché tu ci tenevi tanto!
Violetta: Si ma non se questo ti fa stare male!
Leon: A te le montagne russe non hanno fatto bene!
Violetta: Si ma tu ma tu mi tenevi la mano quindi non avevo paura!
Leon: Mi fa piacere
 
Disse sorridendo debolmente…gli era difficile anche parlare, era davvero un cucciolo!
 
Violetta: Sai forse so come distrarti
Leon: Qui sopra? La vedo un po’ difficile che qualcosa possa distra…
 
Prima he continuasse la frase premetti le mie labbra sulle sue baciandolo passionalmente ma soprattutto con amore. Sentivo il suo corpo rilassarsi man mano, le sue braccia stringere sempre di più la mia vita. La sua lingua entrò lentamente nella mia bocca scontrandosi con la mia. Continuammo a baciarci in modo sempre più passionale eravamo così concentrati che non ci rendemmo conto che la ruota si era fermata, fino a quando l’uomo della ruota non picchiettò sulla spalla di Leon facendosi separare
 
Leon: Si?
Xxx: Il giro è finito!
Leon: oh…facciamo un altro giro vuoi?
 
Disse guardandomi e io scoppiai a ridere annuendo col capo, pagò l’uomo e riprendemmo a baciarci fino alla fine del giro. Era mezzanotte e quando tornai a casa mio padre non fu molto entusiasta…ma niente poteva farmi cambiare umore! Quello era stato uno dei giorni più belli di tutta la mia vita. Il mese successivo arrivò il giorno del mio compleanno. 18 anni! Ero davvero nervosa. Avevo deciso di indossare il vestito blu che avevo comprato con Leon al centro commerciale e che ancora non avevo mai indossato e un paio di scarpe blu aperte con il tacco e degli strass. Francesca e Camila arrivarono già alle 17:00 per aiutarmi a organizzare tutto! Avevo paura che non venisse nessuno ma già verso le 21:15 la sala era piena!...si piena di persone, piena di parenti, piena di amici…ma lui non c’era…continuavo a guardare quella porta nervosamente sperando che arrivasse. Francesca intuendo il motivo del mio nervosismo mi si avvicinò…
 
Francesca: Sta tranquilla, sono sicura che arriverà!
Violetta: Oh Fran e se se ne fosse dimenticato?
Francesca: Vilu! Stiamo parlando di Leon! Lui non dimenticherebbe mai una cosa così importante!
Violetta: No, no hai ragione!
Francesca: Ovvio che ho ragione! Vado a prendere i pop corn dalla cucina sono finiti
Violetta: Ok! *Francesca si allontana*
Camila: Vilu!
Violetta: Cami! Maxi!
Maxi: Hey ma Leon?
Camila: Non dirmi che non lo hai invitato!
Violetta: Si io…
 
Francesca mi interruppe arrivando da dietro e afferrandomi il braccio sorridente...
 
Francesca: Ospite speciale in cucina!
 
Disse sussurrandomelo all’orecchio tutta euforica. Le sorrisi e corsi in cucina, spalancai la porta come un uragano e vidi Leon vicino al frigorifero con una mela in mano…
 
Leon: Hey scusa il ritardo ho dovuto…
 
Non gli lasciai finire la frase è corsi ad abbracciarlo finalmente!
 
Violetta: Credevo che non saresti più venuto!
Leon: Non avrei mai potuto perdermi la festa della mia principessa! E tra l’altro, sei sempre la più bella
 
Disse guardandomi da capo a piede. Gli sorrisi avvicinandomi a lui e accarezzandogli la faccia quando vidi un graffio abbastanza profondo vicino al sopracciglio sinistro e lo sfiorai con il pollice
 
Leon: Ah!!!
Violetta: Come te lo sei fatto?
 
Chiesi iniziando ad innervosirmi immaginando la risposta…
 
Leon: I-io sono caduto…a casa stavo rincorrendo Lyon e…
Violetta: LEON NON MENTIRMI! COME TE LO SEI FATTO?!

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Capitolo 18
*** Il regalo di Violetta ***


Leon: I-io sono caduto…a casa stavo rincorrendo Lyon e…
Violetta: LEON NON MENTIRMI! COME TE LO SEI FATTO?!
 
Ero nervosa, furiosa dal comportamento di Leon e avevo paura, si paura che fosse tornato in quello stupidissimo giro di motociclisti.
 
Violetta: Sei stato con Lara fino ad ora no? Per questo sei arrivato tardi?
Leon: NO! Ti giuro che oggi Lara non l’ho neanche vista!
 
Si avvicinò a me e mi guardò negli occhi…sembrava sincero e feci un sospiro per calmarmi.
 
Violetta: Mi vuoi dire come ti sei fatto quel graffio?
Leon: Sono caduto dalla moto…
Violetta: Caduto dalla moto? Quindi stavi correndo! Stavi facendo una corsa?
Leon: No stavo solo correndo! E smetti di farmi il terzo grado sembri mia madre e non lo sopporto!
Violetta: SCUSAMI TANTO SE M PREOCCUPO PER TE!
Leon: TI HO DETTO CHE NON è NECESSARIO!
 
La porta della cucina si spalancò ed entrò Francesca correndo agitata verso di noi.
 
Francesca: HEY!!! Smettetela di urlare! Le vostre urla si sentono fino a fuori
Angie: *entra* Che succede? Perché state gridando?
 
Chiese mia zia con un bicchiere di champagne nella mano destra anche lei agitata dalle nostre urla.
 
 
Leon: Violetta sta facendo un casino enorme solo per uno stupido graffio!
Angie: Quello sulla fronte?
Leon: Si!
Violetta: E tu che ne sai?!
 
Chiesi voltandomi di scatto verso mia zia. Lei spalancò gli occhi guardandomi e poi guardò Leon, tornò su di me mi sorrise portò il suo bicchiere alla bocca e uscì fuori abbastanza agitata direi…ciò non faceva altro che rafforzare il mio pensiero. Mi voltai ancora una volta verso Leon guardandolo furiosa. Avevo la mano destra poggiata sul fianco e la sinistra sul mobiletto vicino a me.
 
Leon: Se vuoi che me ne vada ti basta dirlo
Violetta: No! Non voglio che tu te ne vada, voglio che tu mi dica che cavolo state combinando su quella pista!
Francesca: Che pista?
Violetta: La pista di motocross!
Francesca: C’è una pista di motocross?!
Leon: Urlalo più forte la gente lì fuori non ti ha sentito!
 
Si forse avrei dovuto fare più attenzione a ciò che dicevo ma in realtà non stavo neanche guardando Francesca, ero concentrata a guardare quell’imbecille del mio ragazzo! La porta si aprì nuovamente ma nessuno si mosse di un centimetro per vedere chi fosse entrato.
 
Maxi: Hey Leon!!! Sei arrivato!
Leon: Ciao Maxi!
 
Maxi si avvicinò a Leon e si diedero la mano per poi abbracciarsi…
 
Maxi: Bhe fate qui?
Leon: Niente, mi stavo solo scusando con Vilu per il ritardo…
 
Disse guardando me negli occhi...
 
Maxi: Capisco bhe, vieni la festa è di là, non ti dispiace se te lo rubo vero Vilu? Tanto neanche lo sopporti
Violetta: NO CERTO!
 
Dissi forzando un sorriso e Maxi si portò fuori Leon. Sbattetti furiosa le mani sul tavolo quando sentii le mani di Francesca poggiarsi sulle mie spalle
 
Francesca: Sta calma! È il tuo 18° compleanno Vilu! Te la devi godere al massimo e non arrabbiarti ok?
Violetta: Si ma hai visto che…
Francesca: Okeeeyyy???
Violetta: *sorrisi* Ok!
Francesca: Perfetto! Andiamo!
 
Francesca mi portò fuori dove tutti stavano ballando e si stavano divertendo, io e Leon ci lanciavamo dei sguardi furiosi senza neanche parlarci. Io mi divertivo con le mie amiche e lui con i suoi amici. La mia festa nonostante tutto è stata divertente, abbiamo anche cantato al karaoke io Fran e Cami abbiamo cantato Codigo amistad e i ragazzi are you ready for ride. Anche se lo odiavo con tutta me stessa (se certo come no fingiamo che sia convinta di ciò) mi era difficile non guardarlo mentre cantava, soprattutto perché con i suoi passi mi faceva davvero impazzire; era inutile negarlo lui era riuscito anche a farmi sbollire la rabbia mentre cantava per me…si cantava per me, guardandomi fisso negli occhi. A mezzanotte Leon mi si avvicinò, ma non potevo perdonarlo così in fretta quindi me ne stetti sulle mie immaginando già che venisse a chiedermi scusa.
 
Leon: Senti io…me ne vado
 
Sgranai gli occhi guardandolo cioè non solo era venuto tardi ma ora se ne andava?!
 
Violetta: Non aspetti neanche la torta?!
Leon: Perché dovrei? In fondo sei anche arrabbiata con me, non ha senso che io resti qui!
Violetta: Ah bene! È così che la vedi?
Leon: Si
Violetta: Perfetto! Allora ciao! L’uscita sai dov’è!
Leon: Certo…
 
Mi diede un bacio sulla guancia ma io mi scostai rapidamente voltando lo sguardo dall’altra parte e incrociando le braccia al petto. Lui si allontanò e quando fui sicura che non mi stava guardando mi voltai verso di lui vedendolo uscire dalla porta. Non potevo crederci se ne era andato davvero! Oh Leon questa non te la perdono! Mi veniva da piangere, perché è così stupido?! Perché deve farmi questo il giorno del mio compleanno?! Già era difficile accettare il fatto che dovessi fingere di non essere la sua ragazza e ora pure il suo comportamento di m****a!
 
Francesca: Hey Vilu tutto ok?
Violetta: No, ti prego prendiamo la torta e facciamola finita! Questa festa mi ha stufata!
Francesca: Ok, come vuoi
 
Senza fare domande Francesca mi assecondò; non vedevo l’ora che tutto questo casino finisse, volevo andare a letto e dimenticarmi di come si era comportato quel cretino! Mi portai la mano destra sulle guance velocemente per togliere le lacrime che stavano scendendo. Francesca e Camila portarono fuori la torta fatta da Olga, una torta di due piani al cioccolato, stupenda! Fatte le foto e finita la torta ognuno tornò a casa sua, Francesca e Camila rimasero per ultime e si erano anche offerte di aiutarmi a pulire, che carine…ma le ho detto che non avevo intenzione di pulire, ci avrei pensato domani; ora ero stanca morta, diedi un bacio a mio padre, Angie, Roberto e Olga per salutarli e andai in camera mia. Chiusi la porta e poggiandomi con le spalle a questa guardai il mio polso, l’unica cosa bella di quella festa, un bracciale con le lette V F e C, me lo avevano regalato le mie migliori amiche, un braccialetto in oro bianco con le nostre lettere iniziali e un diamantino su ognuna di esse.
 
Xxx: Carino! Te lo hanno regalato Fran e Cami?
 
Alzai di scatto la testa e vidi Leon seduto sulla mia finestra che mi stava fissando con il mio diario tra le mani
 
Violetta: LEON!!!
 
Dissi dirigendomi a passo svelto verso di lui e togliendogli…meglio, strappandogli il diario da mano.
 
Leon: Sta calma! Non l’ho neanche aperto e non pensavo di farlo
Violetta: Bhe me lo auguro! Sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso dopo quello che hai fatto stasera!
 
Lo vidi sospirare e poi fissare il pavimento. Posai il mio diario nel cassetto del mobiletto e lo guardai
 
Violetta: Da quanto sei qui?
Leon: Da quando sono uscito dalla porta
Violetta: Che?! Tu sei qui dentro da un’ora?!
Leon: E 17 minuti!
Violetta: E che hai fatto per tutto questo tempo?!
Leon: Bhe niente, mi sono guardato intorno, ho visto le foto che avevi nell’album sul comodino, mi sono messo a leggere il tuo riassunto sulla divina commedia che a proposito è noioso!
Violetta: è un tema di letteratura! Non poteva essere comico!
Leon: *Scrolla le spalle e poi mi sono messo a leggere il libro delle frasi…l’ho letto tutto! Quello mi è piaciuto! Amore è un fumo levato col fiato dei sospiri; purgato, è fuoco scintillante negli occhi degli amanti; turbato, un mare alimentato dalle loro lacrime. Che altro è esso? Una follia discreta quanto mai, fiele che strangola e dolcezza che sana.
 
Lo guardai sul punto di ridere mentre camminava per la stanza recitando quella frase. Alla fine non ce la feci e mi misi davvero a ridere per le smorfie che faceva. Lui mi sorrise guardandomi e poi mi si avvicinò; mi schiarii la voce guardandolo
 
Violetta: William Shakespeare, Romeo e Giulietta so a memoria ogni frase di quel libro
Leon: Chissà perché lo immaginavo!
Violetta: Allora , mi spieghi che ci fai qui?
Leon: Bhe non ti ho dato ancora il mio regalo di compleanno
 
Incrociai le braccia voltando lo sguardo dall’altra parte.
 
Violetta: Sono ancora arrabbiata con te!
Leon: Tu dammi un po’ di tempo…e io saprò farmi perdonare
 
Rabbrividii sentendo la sua stretta sulla mia vita e le sue labbra calde poggiarsi sul mio collo. Mi aveva sussurrato quelle frasi all’orecchio sinistro per poi mordermi il lobo. Avrei tanto voluto opporre resistenza ma non ce la facevo, era più forte di me. Posai le mani sul suo petto mentre lui continuava a baciarmi il collo; sentii uno scatto come qualcosa che si apre, chinai lo sguardo e vidi un cofanetto blu nella sua mano sinistra. All’interno c’erano due collane, un cuore spezzato con le nostre iniziali, alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi come per dire “COSA?!” ma non un “COSA?!” triste, un “COSA?!” Sorpreso e sconvolto.
 
Violetta: Leon sono…
Leon: Banali, lo so
Violetta: NO! BELLISSIME!
 
Dissi guardando le collane in oro bianco. Le nostre lettere erano incise con dei diamantini piccoli, e io non smettevo di guardarle…
 
Leon: Posso?
 
Disse indicando le collane e io annuì contenta ed euforica direi. Mi voltai dandogli le spalle e alzai i capelli mentre lui mi metteva la collana con la lettera L. Mi voltai di nuovo verso di lui toccandomi la collana e guardandola come ipnotizzata; lui mi guardava sorridendo mentre si stava agganciando l’altra parte del cuore
 
Violetta: è il regalo più dolce che potessi farmi
Leon: Si ma è anche banale
Violetta: Ti ho detto di no!
Leon: Però io ho detto di si! Quindi andiamo a prendere il resto del regalo!
 
Disse tendendomi la mano, e io lo guardai a bocca aperta.
 
Violetta: I-il resto del regalo?
Leon: Si, ma portati una giacca fuori fa fresco
Violetta: Cos’hai in mente?
Leon: Dovresti averlo capito che non rivelo mai le sorprese
 
Sorrisi e annuii col capo. Corsi vicino l’armadio e indossai la mia giacca di pelle, morivo dalla curiosità di sapere cosa avesse fatto, avevo il cuore che mi batteva a mille allora; Leon era sempre così imprevedibile. Gli presi la mano e uscimmo dalla finestra, lui mi prese in braccio anche perché per me era già complicato normalmente scendere un albero, figuriamoci con le scarpe col tacco. Mi portò fino alla moto e poi tirò fuori una benda.
 
Violetta: Stai scherzando!?
Leon: No
Violetta: Leon!
Leon: Shhh, zitta e fidati
 
Sbuffai mentre lui mi mise la benda; mi fece salire sulla moto dietro di lui e io mi tenni più stretta del solito dato che non vedevo dove cavolo stavamo andando! E il casco non semplificava la cosa. Dopo un po’ la moto si fermò
 
Violetta: Posso togliere la benda?
Leon: No
 
Misi le mani davanti per cercare l’appoggio di Leon per sollevarmi ma lui mi prese in braccio e spontaneamente misi le braccia intorno al suo collo
 
Violetta: Ma dove siamo!?
Leon: Ancora un po’ e lo scoprirai
 
Mi posò delicatamente a terra e mi sentii sprofondare nel pavimento
 
Violetta: Wuho! Leon?!
Leon: Calma, non ti preoccupare
 
Facile a dirsi, non lo sentivo neanche più vicino a me…
 
Leon: Posso?
 
Avvertii le sue mani vicino le mie caviglie e intesi che volva togliermi le scarpe
 
Violetta: Bhe…si ok…
 
Non ci stavo capendo praticamente nulla. Mi tolse le scarpe e capii che eravamo sulla spiaggia; mi prese la mano ed iniziò a trascinarmi fino a non so dove, poi mi prese di nuovo in braccio iniziò a scavalcare degli scogli suppongo. Finalmente dopo poco ci fermammo
 
Leon: Sei pronta?
Violetta: Si si siiii
 
Dissi morendo dalla curiosità di vedere cosa avesse fatto. Mi tolse la benda e rimasi a bocca aperta nel vedere un tavolo fluttuare sull’acqua…
 
Violetta: Ma-ma cosa…come, cioè eh?!
 
Lui rise e si avvicinò al mare iniziando a…mi fa strano dirlo ma a camminarci sopra. Io lo guardai a bocca aperta senza riuscire a spiaccicare una parola mentre lui rideva e mi tese la mano
 
Leon: Dai vieni!
Violetta: Ma…come fai?
 
Chiesi afferrando la sua mano e avvicinandomi a lui; guardando meglio notai che c’era una pedana trasparente di plastica che conduceva fino a quel tavolo
 
Leon: è una pedana che ho montato apposta…no aspetta l’ho fatta montare altrimenti non sarebbe così stabile
 
Ridemmo entrambi mentre continuavamo a camminare scalzi sopra quella pedana di plastica. Avevamo lasciato le scarpe sulla sabbia, io continuavo a fissare quella pedana mentre camminavamo. Eravamo arrivati dov’era il tavolo, lì la pedana era bella grande fatta a forma di cerchio, c’era anche una tastiera. Guardai la candela e il vassoio coperto che erano sul tavolo
 
Violetta: Che c’è qui sotto?
Leon: Qualcosa che mi è costato davvero molta fatica fare, quindi apprezza lo sforzo!
 
Leon sollevò il vassoio, c’era un muffin con su scritto “Ti amo” e una candela
 
Leon: Ora soffia ed esprimi un desiderio!
 
Lo guardai dolcemente come per dirgli “Grazie” e poi soffiai esprimendo il mio desiderio…Volevo stare con Leon per tutto il resto della mia vita e oltre!...dopo aver soffiato mi avvicinai a lui e lo baciai sulle labbra avvolgendo il braccio sinistro intorno al suo collo. Cercai di trasmettergli tutto l’amore che provavo per lui e la gioia che mi stava facendo sentire in quel momento. Era tutto così magico e perfetto, neanche in una fiaba sarebbe potuto essere più perfetto di così. Lui mi ci cinse la vita ricambiando il bacio, mi fece socchiudere le labbra per rendere quel bacio ancora più profondo. Mai in tutta la mia vita avrei pensato che amare una persona ti facesse sentire così bene, così speciale, così…amata. Quando ci separammo sorridemmo entrambi e io misi il muffin all’altezza delle nostre labbra
 
Violetta: Sai mi sembra quasi un peccato mangiarlo
Leon: Bhe ma se vuoi lo mangio io
Violetta: NO!!!
 
Dissi ridendo allontanandolo dalla sua bocca
 
Violetta: Prima voglio fargli una foto
Leon: Al muffin?
Violetta: Si al muffin dammi il tuo cellulare
Leon: Ok…
 
Feci la foto al muffin con il suo cellulare e poi mi posai sul suo petto per scattare una foto anche a noi…
 
Leon: E questo perché?
Violetta: Perché adoro avere delle foto come ricordi
Leon: Allora ho una foto migliore da fare
 
Disse prendendomi il cellulare da mano, lo allontanò da noi e mi baciò per poi scattare una foto del bacio…
 
Leon: Vedi? È bella
 
Sorrisi sedendomi sul tavolo e annuii mentre mangiavo il muffin
 
Violetta: Ti è venuto bene! Dovresti farlo più spesso
Leon: Si? Fa assaggiare
Violetta: No
Leon: Come no?
Violetta: è mio!
Leon: Fammi dare un morso!
Violetta: Uno piccolo!
 
Dissi avvicinando il muffin alle sue labbra, lui annuì ma non gli diede un morso piccolo quindi allontanai immediatamente il muffin da lui e gli diedi uno schiaffetto leggero sulla guancia e poi guardai la tastiera
 
Violetta: Perché hai portato anche la tastiera?
Leon: Perché…ho pensato che potessimo cantare insieme la nostra canzone
 
Sorrisi e annuii mentre lui si avvicinava alla tastiera. Posai la carta del muffin sul tavolo e mi avvicinai alla tastiera; lui iniziò a suonare le note di podemos
 
Leon: No soy ave para volar y en un cuadro no se pintar no soy poeta escultor…tan solo soy lo que soy
 
Lo guardai cantare mentre lui mi fissava negli occhi, il mio cuore sembrava battere allo stesso tempo della musica; è una sensazione che neanche riesco a spiegare con le parole, ma è stupenda. I nostri occhi brillavano come le numerose stelle che c’erano quella sera in cielo. Al ritornello mi unii inevitabilmente alla sua voce, la sua bellissima voce. Ma questa è la realtà? Perché non mi sembra possibile io…io se in questo momento non mi stessi specchiando nei suoi occhi giurerei di stare sognando. Quando finimmo di cantare continuammo a guardarci con lo stesso sorriso da innamorati che avevamo avuto per tutta la canzone.
 
Leon: Ti va di fare una follia?
 
Mi chiese scrutando il mio sguardo
 
Violetta: Una follia più grande di essere sulla spiaggia alle due e mezza di notte?
 
Chiesi chiedendomi in mente quale folli più grande di quella potesse esistere e lui mi guardò come per dire “Ooo si!” ; si tolse la giacca e poi la maglietta, fu allora che capii
 
Violetta: Oh no!
Leon: Oh si!
Violetta: Stai- stai scherzando!? Vuoi fare il bagno a quest’ora?!
Leon: Daiii suuu
Violetta: No! Hai visto il mio vestito!?
Leon: Per domani si asciugherà
Violetta: No
Leon: Come vuoi!
 
Finse di stare per gettarsi in acqua ma poi tornò indietro mi prese in braccio e mentre gridavo si gettò a mare con me in braccio ovviamente…avrei dovuto aspettarmelo. Quando riemergemmo lui scosse il capo come un cane gridando un euforico “Wuhuuu” mentre io volevo essere arrabbiata ma non ci riuscivo; scoppiai a ridere cingendogli il collo.
 
Leon: Questo vestito sembra fatto apposta per te sai?
Violetta: Ah si?
Leon: Si
 
Si avvicinò alle mie labbra e iniziò a baciarmi con foga. L’acqua era gelida e sentivo di avere la pelle d’oca, credo che lui se ne accorse
 
Leon: Vuoi salire?
 
Mi chiese sussurrando a un soffio dalle mie labbra e io annuii riprendendo a baciarlo. Le gambe gli circondarono la vita mentre lui nuotava verso la riva. Mi prese in braccio tenendo la mano sinistra dietro la mia schiena e la destra sulla mia coscia. Stava camminando ma non sapevo dove. Ad un tratto avvertivo di essere entrata in un posto luminoso e delicatamente Leon mi stava facendo stendere. Aprii lentamente gli occhi mentre stavo ansimando e le sue labbra non trascuravano neanche una parte del mio corpo. Vidi delle candele intorno a noi, eravamo in una specie di tenda di tela bianca su un materassino dello stesso colore, c’era anche una coperta. Sorrisi mentre le mie mani si intrecciavano tra i suoi capelli e lui scese a baciarmi il petto. “Hai pensato proprio a tutto eh?”; riuscii a dire con il cuore che mi batteva a mille a l’ora. Non era la prima volta, ma era tanto che non lo facevamo e poi, l’emozione che mi faceva provare erano sempre così forti che riuscivano a farmi perdere il controllo di qualsiasi pensiero potessi avere. Sentivo il mio corpo iniziare a tremare come una foglia, mentre le sue dita con delicatezza mi sfilano le bretelle del vestito fino a togliermelo di dosso. Si avvicinò al mio orecchio e mi dissi “so che ti avevo detto che quel vestito ti stava benissimo, ma per me così sei ancora più bella” risi scuotendo il capo, ma non riuscii a parlare poiché le sue labbra si impossessarono delle mie. Le mie mani si posarono sui suoi fianchi scendendo lentamente verso i jeans; glieli sbottonai finendo col far restare entrambi in intimo. Sentivo la coperta alzata dalla sua mano sinistra sopra di noi in un gesto delicato, come solo lui sapeva fare. Separandosi lentamente dalle mie labbra mi guardò negli occhi, mentre il dorso della sua mano destra percorse il mio collo fino ad arrivare ai capelli ancora bagnati. “Sei perfetta” mi disse facendo infrangere il fiato caldo sulle mie labbra, e tra un respiro e l’altro riuscii a dirgli “anche tu”. Riprese a baciarmi tenendo le mani sul mio volto. Le mie iniziarono a muoversi dietro la sua schiena fino ad arrivare alle spalle; le feci scivolare in avanti su tutto il suo petto mentre la sua mano destra scese dalla mia guancia, alla mia spalla percorrendo tutti il mio braccio arrivando al polso. Ancora una volta le sue labbra si spostarono sulla mia guancia mentre sentivo il calore ribollirmi nel sangue. Si avevamo solo iniziato e stavo già per esplodere, quella sera tutto era nostro, il tempo, il luogo, l’amore…non c’era fratta, non c’era paura di essere scoperti, c’eravamo solo noi in un momento magico. So che ho ripetuto questa frase più volte, ma è che sto cercando ancora di autoconvincere me stessa di non stare vivendo un sogno, perché a questo punto non lo sopporterei. Prima che me ne rendessi conto aveva sganciato la chiusura del reggiseno e il suo petto nudo si poggiò pian piano sul mio facendomi gemere lievemente. Amavo sentire i nostri corpi entrare in contatto, era una sensazione così piacevole che mi faceva sentire legata a lui. Mi baciò il mento per poi soffermarsi come suo solito sull’ultima parte da lui scoperta facendomi gemere di piacere, intanto le due dita della mano destra giocavano con l’elastico dell’ultimo indumento che mi era rimasto “L-Leon!” dissi ormai arrivata al capolinea e lui capii immediatamente. Mi tolse anche ciò che era rimasto e io feci lo stesso con lui. Prese i miei polsi e li portò sopra al mio capo tenendoli stretti. Io non potevo più dire una parola ormai e lui tornò a specchiarsi dentro di me. Stava contemplando il mio volto, lo avevo capito…mi sorrise e lentamente entrò in me; gemetti ancora più del solito mentre i miei occhi lo supplicavano di continuare. Quella notte facemmo l’amore più di una volta arrivando davvero al punto di non riuscire a fare movimenti. Sentivo ogni parte del mio corpo pulsare, entrambi eravamo sudati e stremati. Chiuse gli occhi lasciandosi cadere al mio fianco. Anche io avevo gli occhi chiusi mentre cercavo di recuperare fiato. Cosa non molto facile devo dire ma ne era valsa la pena. Deglutii appena riuscii a muovermi e ancora ansimando posai il capo sul petto di Leon e poi chiusi gli occhi, mentre lui mi cinse la vita con il braccio sinistro. La mattina seguente mi svegliai ancora stanca e senza energie. Sentii il profumo di Leon e sorrisi ricordando la notte precedente. Guardai la colla al suo collo e poi toccai la mia. Accarezzai il suo volto sfiorando nuovamente quella cicatrice, non mi piaceva per niente, anche se era solo un graffio, mi faceva davvero rabbia pensare a come se la potesse essere fatto. Ma parlarne per ora sarebbe servito solo a farci discutere. Mi avvicinai al suo petto e gli lasciai un bacio e poi poggiai il mento su di esso guardandolo. Era bellissimo anche quando dormiva. Lo vidi muoversi e allontanai la mia mano dai suoi capelli temendo di averlo svegliato. Sollevò il capo dal materasso per poi poggiarlo sul mio petto continuando ad abbracciarmi. Sorrisi tornando ad accarezzargli i capelli…
 
Violetta: Sei sveglio?
 
Gli sussurrai senza muovermi e lui annuì col capo.
 
Violetta: Posso farti una domanda?
 
Annuì ancora col capo…
 
Violetta: Quando…quando potremmo dire a tutti quanti che stiamo insieme?
 
Sollevò la testa dal mio petto e arrivò all’altezza del mio viso per guardarmi negli occhi; sembrava quasi dispiaciuto e non so perché mi faceva sentire in colpa, ci fu qualche secondo di silenzio
 
Violetta: Lascia stare io…
Leon: Tra due mesi…se tutto va bene
 
Due mesi?! Perché? Cosa sarebbe cambiato tra due mesi? E poi che cavolo voleva dire “se tutto va bene?!”
 
Violetta: Perché due mesi? E che significa “se tutto va bene?!”
 
Mi sorrise e poi diede un bacio sulla fronte
 
Leon: Fidati di me!
 
Il suo cellulare squillò e lui lo prese velocemente…
 
Leon: Pronto?...Angie?...si è qui con me…lo so che sono le undici, si ora la porto a casa e si cambia e andiamo allo studio…ok…ciao!
Violetta: Che ha detto?
Leon: Che tuo padre sa che se uscita presto per andare allo studio quindi non ti devi far vedere a casa
Violetta: Ok!
Leon: Andiamo?
Violetta: Si!
 
Ci vestimmo velocemente e andammo a prendere le giacche e le scarpe da dove le avevamo lasciate. Leon mi portò a casa per farmi fare una doccia e farmi cambiare, cosa che fece anche lui e poi andammo allo studio. Appena arrivata cosi da Francesca e Camila che mi avevano fatto 10 chiamate poverine…
 
Francesca/Camila: VILU!!!
Francesca: Dove sei stata?!
Camila: Eravamo in pensiero!
Violetta: Scusate, non ho sentito la sveglia!
 
Dissi facendo un sorriso innocente; dalla porta entrò Leon che questa volta non fu accolto dal suo fun club ma da Pablo…
 
Pablo: Finalmente eh!
Leon: Scusa zio non volevo è che…
Pablo: è che? Che Leon?!
Leon: Non ho sentito la sveglia!
 
Pablo lo guardò male, Francesca si voltò di scatto verso di me con un sorriso malizioso pensando a posso immaginare cosa, io le sorrisi e annui e lei fece un “silenzioso urlo” abbracciandomi.
 
Camila: Che strano, sia tu che Leon non avete sentito la sveglia
 
Disse Camila leggermente confusa e io e Francesca ridemmo
 
Violetta: Dai andiamo a lezione che è meglio!
 
La lezione di Jakie e Gregorio fu come al solito uno stress, chi diceva di fare una cosa, chi un altro, ma che cavolo mettetevi d’accordo! Non siamo i vostri burattini!!! Grr che nervi! Verso le 14:30 ero seduta su una panchina non molto distante dallo studio al quale davo le spalle e mi misi a bere litri d’acqua dalla mia bottiglina. Ad un tratto sentii due mani coprirmi gli occhi, sorrisi immaginando di chi fossero
 
Xxx: Chi sono?
Violetta: Leon!
 
Dissi sorridendo, però lentamente mi resi conto che quelle mani non erano quelle di Leon…
 
Xxx: Leon?! E chi è Leon!? *le toglie le mani da davanti agli occhi e la guarda*
Violetta: TU?!!?
 

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Capitolo 19
*** Problemi ***



*Piccola nota: Come sapete la ff è sempre scritta in prima persona dal punto di vista di Vilu, ma da questo cap in poi ho avuto la necessità di scrivere anche in terza persona. Credo che comunque si capisca quando parla Vilu e quando in terza persona ma se pensate che sia troppo confusionario ditemelo e cercherò di risolvere xD. Avevo anche pensato di farlo al punto di vista di Leon però mi sono accarta che non potevo perché ci sono cose nei pensieri di Leon che il lettore non può ancora sapere ù_ù...però come ho detto se pendate che sia confusionario ditemelo e troverò un'altra soluzione xD. Grazie a tutti voi che leggete e soprattutto recensite la mia ff ^-^

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Violetta: TU?!!?
 
Sgranai gli occhi alla visione di quel sorriso così dolce che non vedevo da quasi più di un anno, quegli occhi azzurri che da tanto tempo non vedevo. Mi lanciai di slancio verso di lui abbracciandolo.
 
Violetta: Thomas!!!
 
Thomas sorrise ancora di più ricambiando l’abbraccio. Intanto davanti all’entrata dello studio on beat, c’era qualcuno che stava osservando quella scena da lontano, in silenzio. Questo qualcuno era Leon, Francesca uscì dallo studio e si diresse verso destra senza notarlo neanche, fu Leon che voltò leggermente lo sguardo e la vide
 
Leon: Ciao Fran
 
Francesca si fermò e tornò indietro guardando Leon, gli sorrise gli diede un bacio sulla guancia mentre Leon continuava a fissare Violetta e Thomas
 
Francesca: Scusa, non ti avevo visto!
Leon: Figurati, sai chi è quello?
 
Francesca guardò nella stessa direzione puntata dallo sguardo di Leon.
 
Francesca: Non posso crederci! Thomas!!!
 
Disse Francesca sorridendo e Leon voltò lo sguardo verso di lei.
 
Leon: Chi è Thomas?
Francesca: Thomas è stato il primo amore di Vilu! Prima di Diego stava con lui, si era messa con Diego solo per dimenticarlo
Leon: Quindi hanno avuto una storia importante
Francesca: Si bhe più o meno cioè…aspetta, no!
Leon: No cosa?
Francesca: Non penserai davvero che Vilu sia ancora innamorata di Thomas!?
Leon: E chi può dirlo!
Francesca: N-no Leon! Leon!! Leon!!!
 
Leon si era diretto verso l’interno dello studio, Francesca voltava velocemente lo sguardo da lui e Vilu e Thomas no sapendo dove andare. Alla fine sbuffò e decise di non intromettersi in quella faccenda, almeno per ora…
 
Violetta: Dimmi come stai?!
Thomas: Bene e tu?
Violetta: Bene!
Thomas: Sei ancora più bella
 
Thomas mi accarezzò la guancia sinistra guardandomi negli occhi e io gli sorrisi leggermente imbarazzata
 
Thomas: Auguri per ieri! Ho cercato di arrivare in tempo ma…
Violetta: No Thomas, non ti devi scusare ma…come mai sei qui?
Thomas: Sono venuto qui per te!
Violetta: P-per me?!
 
Chiesi sgranando gli occhi, speravo tanto che non intendesse dire ciò che pensavo volesse dire.
 
Thomas: Si, non riuscivo più a starti lontano
Violetta: Ehm…*guarda l’orologio* Tra poco inizia la lezione di Pablo! E devo assolutamente andare allo studio!
Thomas: Vengo con te!
Violetta Ehm…ok…
 
Intanto Leon era nell’aula di musica con la chitarra tra le mani
 
Leon: Es como tener dos vida aun mas uno me da el ague y el otro el aire yo mezclar porque no juntar mis dos pasiones en un solo lugar! Es como tener dos vida aun mas uno es mi fuerza y el otro mi arte yo quiero mezclar porque no juntar mis dos pasiones en un solo lugar!
Pablo: Wow che grinta!
 
Disse Pablo soddisfatto del nipote mentre entrava nell’aula; Leon sorrise debolmente guardandolo come per ringraziarlo, Pablo sapeva intuire quando qualcosa non andava.
 
Pablo: Hey tutto apposto?
Leon: Si, certo zio!
 
Leon forzò un sorriso e poi si alzò, stava per uscire ma Pablo gli prese il braccio per farlo voltare
 
Pablo: Tu sai che puoi sempre contare su di me si?
Leon: Certo zio, grazie!
 
Pablo lasciò scivolare la sua mano dal braccio di Leon; è sempre stato un ragazzo difficile che trova difficoltà ad aprirsi e lui lo sapeva, Leon non mostrava mai ciò che provava. Violetta e Thomas entrarono insieme allo stesso tempo in cui Leon usciva dall’aula di musica e Francesca da quella di danza. I quattro si scontrarono al centro dello studio
 
Violetta: Leon!!!
 
C’era qualcosa di strano nel viso di Leon, per un attimo ho avuto come l’impressione che mi avesse fulminata e io ero già nervosa di mio…
 
Violetta: Posso presentarti un mio vecchio amico? Thomas! Thomas lui è Leon
Thomas: Il famoso Leon! Ciao!
Leon: Ciao!
 
Thomas tese la mano verso Leon e lui l’afferrò facendo un sorriso che non mi piaceva per niente.
 
Thomas: Wow bella stretta!
Leon: Grazie!
 
Disse Leon guardandolo negli occhi mentre Thomas sembrava leggermente confuso. Francesca sorrise nervosamente e prendendo il polso di Leon fece sciogliere la stretta di mano tra i due.
 
Francesca: Thomas!!! Che bello che tu sia qui!!!
 
Disse lei abbracciandolo e io lanciai uno sguardo a Leon che ricambiò; perché ho come l’impressione che Leon sappia che io e Thomas siamo stati insieme?
 
Thomas: Francesca!!! Quanto tempo!
Francesca: *scioglie l’abbraccio* Come stai?!
Thomas: Bene e tu?
Francesca: Bene!
Thomas: Sai mi sono mancati i tuoi proverbi mai azzeccati
Francesca: Si? Che carino! *gli da uno schiaffo sul braccio* Senti ti va se andiamo dagli altri?
Thomas: Non te la prendere ma preferirei stare con Violetta
 
Vidi Leon sorridere come per dire “ma va non mi dire” e questa era la conferma che sapeva. Con quel sorriso si voltò verso Fran che continuava ad essere evidentemente nervosa e io più di lei.
 
Francesca: Eh eh…allora Leon mi accompagni tu in classe?
Leon: Andiamo!
 
Disse Leon categorico passando davanti a me e Thomas, Francesca ci salutò con la mano e corse verso Leon mettendosi sotto il suo braccio.
 
Thomas: Quel Leon è strano
Violetta: Strano? No! Andiamo!
 
Dissi dirigendomi anche io nell’aula di Pablo
 
Francesca: Dai sta calmo!
Leon: Sono calmissimo!
Carolina: Ciao!
Leon/Francesca: Ciao!
Carolina: Come siete uniti!
 
Disse Carolina notando il braccio di Francesca sotto quello di Leon
 
Francesca: Problemi?
 
Disse Francesca sfoderando un sorriso come per dire “che vuoi?!”; io ero appena entrata e osservavo la scena da lontano con Thomas al mio fianco
 
Carolina: No semplicemente che non pensavo che fossi anche tu una fan di Leon
Francesca: Perché io non sono una fan sono molto di più, sono una sua amica!
 
Brava Fran vai così! Mettila apposto!
 
Leon: Ragazze! Per favore! Oggi non sono dell’umore di sentir discutere nessuno, quindi Carolina ti prego, lasciaci soli
Carolina: Certo Leon!
 
Carolina sorrise a Leon e fulminò Fran con lo sguardo che la salutò con la mano destra muovendo le dita.
 
Francesca: Hey ma Marco dov’è?
Leon: Non qui a quanto pare
Francesca: Strano, provo a chiamarlo!
 
Francesca tolse il braccio da sotto quello di Leon e prese il suo cellulare, credo che stesse chiamando qualcuno, ad un tratto sentii sussurrarmi un “che fai?” all’orecchio e mi voltai di scatto verso Thomas
 
Violetta: Emm…niente aspetto Pablo!
Ludmilla: Thomas?!
 
Sia io che Thomas ci voltammo verso la porta al suono della voce squillante di Ludmilla che corse ad abbracciare Thomas scatenando l’ira di Diego che era dietro di lei.
 
Thomas: Ciao Ludmilla!!! Era da tanto che non ci si vedeva eh?
Ludmilla: Si!!!
Diego: Si davvero tanto! E si stava anche davvero tanto bene!
 
Disse Diego prendendo il polso di Ludmilla facendola indietreggiare dietro di lui.
 
Thomas: Voi due…
Diego: Si!
Thomas: Oh…congratulazione!
Diego: Grazie! Andiamo Ludmilla!
 
Ludmilla scrollò le spalle, credo che fosse contenta del comportamento geloso di Diego; la capisco anche io in fondo avrei voluto che Leon facesse così ma so che non poteva. I due si allontanarono dopo che Diego fulminò Thomas con lo sguardo e si misero nell’angolo destro della sala il più lontano da noi e poco di stanti da Leon e Francesca.
 
Francesca: Che strano non mi risponde!
Leon: Vuoi provare con il mio?
Francesca: No lo vado a cercare!
Leon: No è troppo tardi
 
Vidi Leon prendere il polso di Fran e sussurrarle qualcosa all’orecchio e poi entrambi voltarono lo sguardo verso la porta, io feci la stessa cosa e vidi entrare Pablo
 
Pablo: Salve ragazzi!
Thomas: Ciao Pablo!
Pablo: Thomas!!! Ma che bella sorpresa!!! *lo abbraccia* Che ci fai tu qui?
Thomas: Bhe…c’è la possibilità che mi trasferisca qui se…se tutto va bene!
 
Disse Thomas lanciandomi uno sguardo e io voltai il mio verso Leon che continuava a lanciare degli sguardi minacciosi a Thomas, che fortunatamente non lo aveva notato.
 
Pablo: E dimmi vuoi partecipare alla lezione?
Thomas: Si mi piacerebbe!
Pablo: Ok! Allora su mettiamoci a lavoro!
 
E quella fu la lezione più lunga della mia vita! Thomas cantò entre tu y yo al centro dell’aula continuando a guardare me, il che irritava non poco Leon che era con le braccia incrociate a guardarlo. Vidi Diego avvicinarsi a lui mentre Thomas cantava e io cercavo di sorridere in modo più naturale possibile. Leon e Diego parlavano tenendo sempre lo sguardo su Thomas
 
Diego: è insopportabile!
Leon: Lo puoi ben dire!
Diego: Ma poi chi cavolo si crede di essere?! Viene qui dopo più di un anno a romperci le scatole!
Leon: Che sai di lui?
Diego: Che tutte le ragazze gli andavano dietro, Violetta, Francesca…e Ludmilla!...ma lui aveva occhi solo per Violetta
Leon: Si questo l’ho capito
Diego: Se vuoi pestarlo fammi un fischio eh
Leon: Perché dovrei?
Diego: Perché ti sto osservando e ho capito che non sono l’unico che muore dalla voglia di prenderlo a pugni
 
Vidi Leon voltare lo sguardo verso Diego e lui ricambiò, poi si sorrisero e si battettero il pugno con le mani. Avrei tanto voluto sapere cosa si stavano dicendo.
 
Pablo: Leon, Diego volete renderci partecipi della vostra discussione?
Leon: Emm…*sottovoce* sai improvvisare una canzone?
Diego: Si perché?
Leon: Volevamo farti sentire una canzone che abbiamo scritto insieme e volevamo anche un consigli
Pablo: Bhe certo! Mi fa piacere!
Diego: Aspetta con che ritmo?
Leon: Usiamo la base della canzone che hai sentito a casa mia la settimana scorsa
Diego: Quella che hai fatto tu?
Leon: Si!
Pablo: Prego!
Leon: Si certo! *si avvicina allo stereo*
Diego: *Gli va dietro* Tema?
Leon: Io dico che un tema in comune su due piedi ce lo abbiamo entrambi
 
Leon guardò Thomas e Diego fece lo stesso e poi sorrise. Non mi piaceva per niente come stava andando quella situazione, mi stava stressando sempre di più. La musica partì e Leon e Diego erano al centro della sala con i microfoni tra le mani uno di spalla all’altro
 
Leon: Escuchame una cosita *Ascolta un paio di cose*
Ahora te voy a explicar *Adesso io ti spiegherò*
No mires para otro lado *Non guardare dall’altra parte*
Mirame fijo para empezar. *Guardami fisso per cominciare*

Diego: A mi me gustan las cosas con sal *A me mi piaccion le cose con il sale*
Que no lastimen y sean de verdad *Che non feriscano e siano sincere*
Que no me aburra y me agan soñar *Che non mi annoino e mi facciano sognare*
Que tengan ritmo Hip Hop cha cha cha *Che abbiano ritmo hip hop cha cha*

Leon: Esta Es Mi Casa No Quiero Pelear *Questa è casa mia e non voglio litigare*
Con mucho stilo me gusta bailar *Con molto stile mi piace ballare*
Tu olor a malo no llega hasta aca *Il pessimo odore non arriva fino a qui*
No, no mi señoreste no es tu lugar *No, no mio signore questo non è il tuo posto*
 
La canzone era una chiara provocazione per Thomas! Ludmilla sorrideva guardando Diego e Leon e anche Francesca, perché ridete?! Io non ci trovo nulla da ridere! Io mi sto solo agitando! E TANTO!!!

Leon/Diego: Tus intenciones a mi no me van *Le tue intenzione a me non mi vanno*
Ya me di cuenta de cual es tu plan *Ho già capito qual’ è il tuo piano*
Eso no se hace *Questo non si fa*
Tus intenciones a mi no me van *Le tue intenzione a me non mi vanno*
Aqui en mi mundo no vale engañar *Qui nel mio mondo non vale l’inganno*
Eso no se hace aha *Questo non si fa aha*

Diego: Cuidado caramelita *Stai attento dolcezza*
Yo no te quiero repetir *Io non te lo voglio ripetere*
Si te metes con mi chica *Se ci provi con la mia ragazza*
aiaiaiai Te vas a tener que ir *aiaiaiai te ne dovrai andare*

Leon: Y no quisiera que te vaya mal *E non la prendere a male*
Pero esa no es la manera de actuar *ma questo è il nostro modo di fare*
Jugando sucio no sirve ganar *Giocare sporco non serve a vincere*
Ojala aprendas a amar de verdad *Spero che impari ad amare davvero*

Leon/Diego: Tus intenciones a mi no me van *Le tue intenzione a me non mi vanno*
Ya me di cuenta de cual es tu plan *Ho già capito qual’ è il tuo piano*
Eso no se hace *Questo non si fa*
Tus intenciones a mi no me van *Le tue intenzione a me non mi vanno*
Aqui en mi mundo no vale engañar *Qui nel mio mondo non vale l’inganno*
Eso no se hace aha *Questo non si fa aha*


Leon e Diego conclusero al centro della pista come avevano iniziato e si diedero un pugno con le mani.
 
Thomas: Diego già lo sapevo…però credo di non piacere neanche a quello nuovo
Violetta: Naaa è solo una canzone!
 
Dissi sorridendo nervosamente mentre tutti applaudirono Leon e Diego. Che soddisfatti continuavano a ridere mentre tornavano al loro posto
 
Diego: è stato forte!
Leon: Un bello sfogo liberatorio direi!
Diego: Oh si! Dobbiamo farlo più spesso!
 
 
Finita la lezione la campanella suonò e tutti uscirono fuori. Vidi Leon e Diego continuare a parlare mentre si dirigevano verso l’uscita e Ludmilla andargli dietro. Francesca invece sfrecciò di corsa cominciando a girare le aule dello studio. Entrai nell’aula di musica che era vuota. Tirai fuori un sospiro di sollievo non ne potevo più di tutta quella tensione. Mi avvicinai alla tastiera e presi il mio cellulare per inviare un sms a Leon “vieni nell’aula di musica”; posai le mani sulla tastiera e iniziai a suonare hoy somos mas. Mentre stavo suonando la tastiera una mano copre i miei occhi. Sorrisi ma non ebbi il tempo di aprirle perché le labbra di lui si posarono sulle mie.
 
Intanto Leon si stava dirigendo nell’aula di musica con il cellulare tra le mani e l’sms di Vilu aperto. Si fermò davanti all’aula vedendo Violetta e Thomas che si baciavano. Annuì col capo pensando che probabilmente ora aveva tutto chiaro. Posò il cellulare nella tasca destra posteriore e si voltò per dirigersi verso l’uscita ma si scontrò con qualcuno, con Pablo
 
Pablo: Hey cos’ è quella faccia, tutto ok?
Leon: Si, si zio sta tranquillo!
 
Leon forzò un sorriso e uscì fuori dallo studio
 
C’era qualcosa che non andava. Non sentivo i soliti brividi, quella solita passione travolgente, tutto…tutto questo mi ricordava qualcosa; si avevo già provato questa sensazione. Aprii lentamente gli occhi e volevo morire quando vidi che la persona che stavo baciando era Thomas. Gli diedi una spinta allontanandolo da me e misi la mano destra sulle mie labbra
 
Violetta: MA CHE FAI!?
Thomas: I-io credevo che fosse chiaro che…
Violetta: No!!! No Thomas non so cosa ti è sembrato chiaro ma io non voglio tornare con te!!!
 
Riuscii a dire mentre delle lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi pensando già a come avrei potuto dirlo a Leon.
 
Thomas: Io sono tornato dalla Spagna per te!
Violetta: Allora tornatene in Spagna! Io sono andata avanti con la mia vita e tu non puoi venire qui e sconvolgermela come se nulla fosse!!!
 
Uscii furiosa dall’aula e vidi Pablo.
 
Pablo: Vilu tutto ok? Perché stai piangendo?
Violetta: Nulla! Hai visto Leon?
Pablo: Se n’è appena andato
 
Sgranai gli occhi alle sue parole. No ti prego dimmi che non è come penso. Presi il mio cellulare e iniziai a chiamarlo dirigendomi verso l’uscita.
 
 
Leon continuava a staccare le chiamate di Vilu; arrivò fino a una panchina dove vide Francesca piangere. La guardò senza sapere cosa fare ma poi decise di sedersi al suo fianco.
 
Leon: Fran?
 
Francesca non rispondeva, continuava a tenere il suo volto coperto dalle mani mentre piangeva e i gomiti sulle sue ginocchia. Leon poggiò timorosamente la mano destra sulla sua schiena e Francesca si gettò sul suo petto continuando a piangere. Leon l’abbracciò lasciando che Francesca continuasse a piangere non sapendo ancora cosa fare. Dopo qualche minuto il pianto di Francesca si calmò diventando sempre più silenzioso
 
Leon: Fran…dai non fare così, o almeno dimmi perché piangi. Io non posso vederti così
 
Lentamente Francesca si allontanò dal petto di Leon e portò la sua mano destra alla guancia per asciugarsi le lacrime. Respirava a singhiozzi, e i suoi occhi erano tutti rossi e gonfi dalle lacrime che aveva versato
 
Francesca: I genitori di Marco…sono venuti qui con una ragazza…e hanno detto…hanno detto che è la sua promessa sposa
 
Disse Francesca scoppiando di nuovo a piangere. Leon le mise una mano sulla schiena per rassicurarla
 
Leon: Aspetta ma, hai parlato con Marco?
Francesca: Parlare con Marco!? QUANDO?! QUANDO LA STAVA BACIANDO?!
 
Francesca pianse più forte e Leon l’abbracciò.
 
Leon: Ok, basta piangere ora andiamo da una parte!
 
Leon le asciugò le lacrime con il pollice della mano sinistra e la fece alzare prendendole la mano.
 
Francesca: Do-dove andiamo?
Leon: Questa è una sorpresa! Ma devi smettere di piangere e farmi un sorriso altrimenti ti lascio qui!
 
Disse mentre continuavano a camminare. Francesca sorrise guardando Leon che ricambiò mentre si dirigevano nel bosco. Il cellullare di Leon continuava a squillare e lui continuava a staccare. I due arrivarono vicino alla moto.
 
Francesca: Perché non rispondi?
Leon: Perché non mi va, ora ho una cosa più importante da fare
 
Disse Leon porgendole il casco. Francesca sorrise indossandolo e poi salì sulla moto dietro di Leon. Era la prima volta che saliva su una moto e le piaceva. Se chiudeva gli occhi aveva la sensazione di volare. Fu così immersa in quel pensiero che non si accorse nemmeno che la moto si era fermata
 
Leon: Vuoi restare lì ancora per molto?
 
Chiese Leon ridendo mentre scendeva dalla moto. Francesca aprì gli occhi di colpo togliendosi il casco e dandolo a Leon. Si guardò intorno, erano circondati da alberi
 
Francesca: Ma dove siamo?
Leon: Sempre nel bosco, vieni!
 
Leon camminò avanti e Francesca lo seguì fino ad arrivare ad une enorme albero. Leon allungò un braccio per arrampicarcisi sopra e Francesca lo guardò come per dire “sei matto?”
 
Leon: Dai vieni! *le tende la mano*
Francesca: No, no Leon sul serio non è il caso, io soffro di vertigini
Leon: Anch’io ma qui non è altissimo fidati! Dai vieni
 
Francesca sospirò e poi gli prese la mano. Si arrampicarono fino ad arrivare alla metà. Leon era in piedi su un tronco leggermente più alto di quello dove si trovava Fran.
 
Leon: E ora…guarda là
 
Disse Leon voltando lo sguardo verso la sua sinistra. Francesca lo seguì con lo sguardo e vide il tramonto calare su Buenos Aires. Vista da lì su era uno spettacolo davvero bellissimo. I suoi occhi si illuminarono a quella visione e sorrise.
 
Francesca: Wow!
Leon: Già! È un bello spettacolo
Francesca: è stupendo!
 
A distogliere i due da quel paesaggio fu il cellulare di Leon che squillò ancora una volta. Francesca lo osservò, questa volta Leon rispose.
 
Leon: Pronto?...Si Lara dimmi…si…CHE COSA?! Ma non erano in Messico?!...capisco, bhe questa non ci voleva…si…io no…si certo…bhe è normale genio!...Quando fai così sei insopportabile giuro che mi fai venire voglia di ammazzarti!...aha!...Domani mattina…no stasera ho da fare…si domani, verso le sette di mattina…no non devo….ok allora a domani ciao!
 
Francesca aveva ascoltato attentamente quella conversazione e appena vide Leon riattaccare voltò lo sguardo verso il paesaggio
 
Francesca: Chi era?...se posso sapere
Leon: Lara
Francesca: Oooh…credevo che non la sopportassi
Leon: E infatti e così ma abbiamo delle cose da risolvere insieme
Francesca: Quali cose?
Leon: Bhe c’è…ma che mi fai dire?! Fatti gli affari tuoi Fran!
Francesca: Va bene!!! Ma sta calmo!!! Che burbero che sei!
Leon: *china il capo* Posso farti una domanda?
Francesca: Certo!
Leon: Tu credi dei segnali?
Francesca: Quali segnali?
Leon: Quelli della vita, quelli che ti suggeriscono di fare una cosa, tu ci credi?
Francesca: Ecco io…non lo so, forse si, perché?
Leon: Perché questa giornata per me è stata davvero piena di segnali
Francesca: Che intendi dire?
Leon: *sorride* Niente! Dai andiamo ti porto a casa!
 
Leon iniziò a scendere dall’albero tendendo sempre la mano a Fran per aiutarla
 
Francesca: Non so se ho voglia di tornare a casa
Leon: E dove vorresti andare?
Francesca: Non lo so ma non a casa! Dovrei subirmi la predica di mia madre che mi aveva detto di non mettermi con Marco e il suo insopportabile “te lo avevo detto” e Luca che ovviamente dovrà intromettersi e dargli ragione…non credo che riuscirò a sopportarli…
 
I due avevano messo piede a terra e si stavano dirigendo verso la moto.
 
Leon: Vuoi venire a stare da me?
 
Francesca alzò di scatto la testa guardando Leon
 
Francesca: Dici sul serio!?
Leon: Certo! Puoi dormire in camera di mia sorella e mia sorella dorme con me
Francesca: Ai tuoi non darà fastidio?
Leon: No, loro sono contenti quando porto degli amici a casa quindi…
Francesca: Tu mi stai salvando la vita!
Leon: *ride* Figurati
Francesca: No sul serio!
 
I due risero e arrivati alla moto si diressero verso casa
 
Avevo passato tutta la mia giornata a lasciare messaggi nella segreteria di Leon! Eravamo tutti a tavola a mangiare; emm…si cioè loro mangiavano io…
 
Violetta: Leon per favore ho perso il conto dei messaggi che ti ho lasciato
German: Violetta!!! Per favore siamo a tavola potresti mangiare?!
Violetta: No grazie, pensandoci non ho fame!
 
Dissi alzandomi da tavola. Provai ancora a richiamare Leon ignorando mio padre che mi parlava e Angie che cercava si zittirlo. Aprii la porta di camera mia mentre continuavo a parlare con il telefono…
 
Violetta: Leon ti prego! Non ti supplico! Ti scongiuro! Richiamami appena senti questo messaggio!
 
Chiusi la porta stremata poggiandoci la fronte sopra. Mi voltai lentamente e vidi Leon seduto sulla finestra. Sorrisi appena lo vidi e gli andai in contro per abbracciarlo
 
Violetta: Finalmente Leon!!! Posso spiegarti tutto! Ti giuro che non è come sembra!
Leon: Se sono qui è perché dobbiamo parlare e se non ti ho risposto al cellulare è perché credo che alcune cose debbano essere discusse faccia a faccia
 
Il suo tono era freddo e scostante. Non aveva neanche ricambiato il mio abbraccio. Lo sciolsi per guardarlo negli occhi e prima che lui potesse aggiungere una parola gli dissi
 
Violetta: Prima che tu inizi, ti prego fa parlare prima me, ti prego!

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Capitolo 20
*** Francesca impicciona ***


 Violetta: Prima che tu inizi, ti prego fa parlare prima me, ti prego!
 
Lo vidi sospirare mentre mi guardava e io allora iniziai a parlare cercando di tenere un tono quanto più calmo mi fosse possibile nonostante fossi nervosa.
 
Violetta: è stato lui a baciarmi, i-io inizialmente credevo che fossi tu però poi mi sono accorta che non sentivo niente, non provavo le solite emozioni che solo tu riesci a farmi provare…ho aperto gli occhi e ho visto che era Thomas e gli ho dato immediatamente una spinta!
 
Dissi guardandolo negli occhi e lui annuì col capo. Non sapevo che altro dire e quel silenzio mi rendeva sempre più nervosa.
 
Violetta: Leon!
Leon: Che c’è?
Violetta: Dì qualcosa!
Leon: è che…sto pensando alle parole giuste
Violetta: Non fare giri di parole!
Leon: Ok! Noi dobbiamo finirla qui!
 
A quelle parole sentii il mondo crollarmi addosso. Scossi lentamente mentre i miei occhi iniziarono già ad inumidirsi.
 
Violetta: No…
Leon: Mi dispiace
Violetta: Ti prego no, credimi! I-io non l’ho…io…
 
In quel momento avrei tanto voluto avere Thomas davanti per ammazzarlo. Sentivo il mio cuore rallentare, perdendo battiti man mano e un nodo alla gola che non mi permetteva di respirare
 
Leon: Aspetta, non fraintendere, io ti credo!
Violetta: Tu-tu mi credi? E allora perché vuoi lasciarmi?! Non capisco!
 
Ero come in preda a una crisi. Sentivo le lacrime scendermi dal visto una dietro l’altra
 
Leon: Mi dispiace!
Violetta: COSA TI DISPIACE?!
Leon: CREDEVO CHE POTESSIMO STARE INSIEME! CREDEVO DI POTERTI DIFENDERE MA NON è COSì!
Violetta: CHE COSA CAVOLO SIGNIFICA?!
Leon: SIGNIFICA CHE è FINITA E BASTA!!!
Violetta: NON PUOI DIRMI CHE è FINITA E BASTA!!!
Leon: SI INVECE E LO STO FACENDO QUINDI SMETTILA!
 
Il silenzio tornò di nuovo a regnare sovrano. Portai le mani sul mio viso per coprirmi il volto mentre continuavo a piangere, mi diressi verso il mio letto e mi ci sedetti sopra poggiando i gomiti sulle mie ginocchia. Lui era ancora lì seduto sulla mia finestra con il piede sinistro su di essa e il destro pendolante all’interno della mia stanza, il capo poggiato sullo stipite della finestra e lo sguardo rivolto verso il soffitto
 
Leon: è per il bene di entrambi fidati, tu con me non sarai mai davvero felice, per un motivo o per un altro presto o tardi io ti farò soffrire
Violetta: *Tolsi le mani dal volto* CERTO! PERCHE’ ORA MI STAI FACENDO SORRIDERE NO?
Leon: No, ma è niente paragonato al dolore che potresti provare stando con me, sarei costretto a mentirti a nasconderti delle cose e…e so già che tu non le reggeresti, anche perché la sincerità è fondamentale nei rapporti e io per ora non posso averne uno
Violetta: Perché?
Leon: Te l’ho detto perché ci sono cose che…
Violetta: No voglio dire…perché ti ostini a tenermele nascoste!
Leon: Per il tuo bene
Violetta: Smettila di pensare al mio bene! E chiedimi cosa voglio! Ho 18 anni non trattarmi come una bambina!
Leon: La cosa migliore per te sarebbe dimenticarti di tutto ciò che c’è stato tra noi
 
Sgranai gli occhi alle sue parole, lui continuava a non guardarmi. Come poteva chiedermi una cosa del genere?! Ma si rendeva almeno conto di ciò che stava dicendo o apriva la bocca per dargli fiato?!
 
Violetta: E tu ci riesci Leon? Tu riesci a dimenticare la prima volta che ci siamo baciati? La prima volta insieme, e tutte le altre!!! tu-tu riesci a cancellare i momenti più belli della nostra vita?!
Leon: *deglutisce* Addio
 
I miei occhi erano ancora lucidi, ma dato che le lacrime erano scese potevo vedere con più chiarezza. Vidi una lacrima solitaria scendere sul suo viso. Lui si, lui era davvero bravissimo a mascherare i suoi sentimenti. Ma io sapevo che mi amava. Quello che abbiamo passato non è stata solo un’avventura ne sono più che sicura. Ma perché cavolo doveva fare così!? Perché?! Mi gettai sopra al letto lasciando sfogo a tutta la mia rabbia, ai miei nervi alla mia crisi…si avevo avuto un attacco di crisi e non volevo che nessuno si avvicinasse a me in quel momento, nessuno.
 
Leon si avvicinò alla sua moto quando la voce di Angie fece il suo nome
 
Angie: Leon!
 
Lui si voltò senza avvicinarsi
 
Angie: Hai parlato con Lara?
Leon: Si…
Angie: E…l’hai lasciata?
Leon: Si
Angie: *Annuisce* Hai fatto la cosa giusta! È per il suo bene, lo hai fatto perché la ami
Leon: Si…ma tu continua a ricordarmelo perché altrimenti potrei fare qualche scemenza
 
Angie annuì e Leon indossò il suo casco per poi salire sulla sua moto. Alzò la visiera del suo casco aveva delle lacrime da far sparire dal suo viso e solo il vento poteva aiutarlo a risolvere quel problema velocemente. Ma il fatto che stava morendo dentro…quello neanche una bufera l’avrebbe spazzato via. Arrivò sotto la finestra della sua stanza, posò la moto e salì la scaletta che come al solito teneva posizionata per entrare dalla finestra. Quando entrò però con sua sorpresa si ritrovò Francesca seduta sul suo letto sulle ginocchia ad aspettarlo mentre la sorellina stava dormendo tranquillamente sotto le coperte
 
Leon: Sono le due di notte dovresti essere a dormire
Francesca: Anche tu, ma non solo non stavi dormendo non eri neanche qui
Leon: Touché
Francesca: Tua sorella è venuta a chiamarmi perché tu non c’eri e aveva paura non sapendo dov’eri così l’ho rassicurata e poi i tuoi genitori sono venuti a controllare che tu fossi qui e mi sono messa sotto le coperte e credo ci siano cascati
Leon: *annuisce col capo* grazie
Francesca: Figurati…ora mi dici dove sei stato?
Leon: Fatti tuoi no?
Francesca: Se non avessi una faccia da cane bastonato si ma visto che…bhe…non hai una bella cera
Leon: Sono stato da Vilu
 
Leon sospirò per poi posare il casco sulla sua scrivani e avvicinarsi al letto sedendosi di fronte a Francesca
 
Leon: Ci siamo lasciati
Francesca: Cosa?! Però no non è possibile! Perché?!
Leon: Perché ho avuto tre segnali
 
Francesca ricordò il momento in cui lei e Leon erano sull’albero e lui le aveva chiesto sei credeva nei segni.
 
Francesca: Quali segnali?
Leon: Bhe l’arrivo di Thomas è stato il primo, poi c’è stato il loro bacio
Francesca: Bacio?! Vilu e Thomas?!
Leon: SI
Francesca: Aspetta però non arrivare a conclusioni affrettate! Violetta ti ama! Lascia che ti spieghi! Sono sicura che lei non voleva o che…
Leon: Credeva che fossi io…poi quando ha aperto gli occhi e si è accorta che era Thomas l’ha allontanato con una spinta
Francesca: Vedi?! È come dico io! Lei ti ama e…
Leon: Lo so! Ma…conosci il detto se ami qualcuno lascialo libero?
Francesca: Si…
Leon: E io ho dovuto lasciare Vilu per il suo bene
 
Ci furono dei secondi di silenzio entrambi tenevano il capo chino fissando il materasso quando a Francesca venne in mente una cosa
 
Francesca: Hai detto che ci sono stati tre segnali, qual è stato il terzo?
Leon: Questo non te lo posso dire
Francesca: Perché no?
Leon: Buona notte Fran
 
Leon andò in bagno mentre Francesca sbuffò e incrociò le braccia al petto stendendosi vicino a Lila; Leon si tolse la maglietta, mise il pantalone del pigiama e la sua canottiera bianca e quando uscì vide Francesca distesa sul suo letto e si mise al lato opposto lasciando Cielo al centro. Quando si mise a letto vide che gli occhi di Francesca erano aperti
 
Leon: Non avevamo detto che tu dormivi in camera di Cielo?
Francesca: Non mi muovo di qui finché non mi dici il terzo motivo!
Leon: Allora buona notta!
 
Leon fece avvicinare Cielo a se stringendola con il braccio destro e chiudendo gli occhi mentre Francesca continuava a sospirare sempre più forte per farsi sentire ma ciò non servì a molto; il giorno seguente erano le nove quando qualcosa continuava a picchiettare sulla guancia di Leon sempre più forte. Ad un tratto il ragazzo essendosi svegliato anche senza aver aperto gli occhi capii di cosa si trattava
 
Leon: FRANCESCA!!!!
 
Disse infuriato alzandosi a mezzo busto e guardando la ragazza che era seduta sul suo letto a gambe incrociate e poco prima lo stava prendendo a schiaffi
 
Francesca: Buongiorno! Sta calmo!
Leon: Sta calmo?! Vediamo se tu dormi e io ti prendo a schiaffi per farti svegliare tu stai calma?
Francesca: no ma tanto tu non puoi picchiarmi perché sono una ragazza
Leon: Non provocarmi! Non posso prenderti a schiaffi ma posso sempre farti il solletico
Francesca: Vado a fare colazione ciao!
Leon: Ecco!
 
Francesca uscì dalla stanza e Leon si ristese sul letto. Ma neanche il tempo di chiudere gli occhi che il suo cellullare iniziò a suonare.
 
Leon: MA CHE CAVOLO!!!
 
Leon si portò le mani sul viso strofinando gli occhi, Francesca era tornata per avvertire Leon che la madre aveva detto di scendere a fare colazione ma si fermò sulla soglia della porta quando sentii la chiamata…
 
Leon: LARA CHE VUOI?!...SI!!!...Ma che cavolo dico io! Lo sai che non sono mattiniero no?!...Si per me le nove è presto!...sei una rompi palle…ho capito vengo! Non c’è bisogno che mi fai la predica ciao!
 
Leon attaccò il telefono e fece segno di lanciarlo verso la finestra ma poi ripensandoci lo poggiò sul comodino, fu a quel punto che Francesca entrò nella stanza
 
Francesca: Leon tua madre vuole che scendi a fare colazione
Leon: Si eccomi!
 
Leon si alzò in piedi e seguì Francesca giù dalle scale
 
Mi alzai alle nove, andai a farmi una doccia e poi aprii il mio armadio. Misi una gonna azzurra ad alta vita e una maglietta mono spalla rosa chiaro con su scritto “dance” le convers azzurre e la giacca di pelle. Mi guardai allo specchio c’era una catena al mio collo, una catena dal quale pendeva un ciondolo che tenevo sempre nascosto sotto le magliette ma oggi…oggi ho deciso di mostrarlo. Era la parte di cuore con la lettera L. Ora non stavamo più insieme non poteva impedirmi di nascondere la collana ne nulla! Scesi di sotto come mio solito per fare colazione e poi mi diressi allo studio.
 
Finito di fare colazione anche Leon andò a lavarsi e si vestii di fretta, mentre prendeva il casco, il portafoglio e le sue cose Francesca entrò nella sua stanza
 
Francesca: Andiamo insieme allo studio?
Leon: Oggi non vengo allo studio
Francesca: Non vuoi incontrare Violetta?
Leon: Ho da fare
Francesca: Secondo me dovreste tornare insieme!
Leon: Ti ho detto che ho da fare!
Francesca: Da fare cosa?
Leon: Non sono fatti tuoi Fran! Ciao!
 
Leon le diede un bacio sulla guancia e filò fuori dalla porta. Francesca sospirò scuotendo il capo e posando le mani sui fianchi.
 
Francesca: E se lo seguo?...no non posso seguirlo!...però io sono l’unico collegamento tra Leon e Vilu adesso…no no se Leon mi scopre mi ammazza…
 
Francesca si morse il labbro inferiore e poi osservò la scrivania, c’era un mazzo di chiavi sopra si avvicinò e le prese.
 
Francesca: Ma queste sono le chiavi di Leon! Ma che idiota!
 
Francesca iniziò a correre fino ad arrivare alla porta e aveva Leon davanti a lei
 
Francesca: LE…*Guarda di nuovo il mazzo di chiavi e poi sorride dicendo sottovoce* Leooon…Leooon
 
Leon non la sentì ovviamente e uscì fuori dal cancello
 
Francesca: Ops, non mi ha sentito vorrà dire che gliele porterò!
 
Disse Francesca vedendo un taxi ed entrandoci dentro.
 
Francesca: Per favore segua quella moto, il mio amico si è dimenticato le chiavi di casa
 
L’autista guardò un po’ dubitoso Francesca e poi iniziò a seguire Leon.
 
Francesca: Ma dove cavolo sta andando?
Austista: Mi devo fermare?
Francesca: No, no lei continui pure a seguire grazie!
 
L’auto si fermò davanti a un’insegna con su scritto “Motocross”
 
Autista: Da qui non vado oltre, ci sono i motociclisti
Francesca: Ok, va benissimo grazie!
Austista: Signorina!
Francesca: Che?
Autista: I soldi!
Francesca: Oh…giusto!
 
Francesca diede i soldi all’autista e poi uscì dalla macchina iniziando a correre sperando di non perdere di vista Leon; il punto è che senza rendersene conto arrivò proprio alle spalle di Leon. Per non farsi vedere si chinò a terra e iniziò a gattonare fino a una vecchia catapecchia di legno mentre Leon camminava tranquillo. Arrivata dietro la catapecchia Francesca si alzò ma vide dietro di se arrivare Lara con gli stessi tre ragazzi della festa e allora entro nella casetta per nascondersi. La porta della casetta era spalancata e lei si era nascosta al suo interno mentre spiava tutto. Vide Leon mentre parlava con una ragazza alta e bionda di spalle. Indossava dei leggins neri un paio di stivali corti di camoscio una minigonna rossa a quadri e un top nero. Quando la ragazza si voltò per salutare Lara e i tre ragazzi Francesca rimase a bocca aperta nel vedere che quella era Angie.
 
Leon: Allora?
Lara: Stanno venendo qui!
Angie: Ma tu sei proprio sicura Lara?
Lara: Si certo Angie! In Messico hanno festeggiato appena se ne sono andati!
Leon: Ovviamente…
Angie: Ok! Potremmo proporgli una gara a coppie! Sono un po’ fuori allenamento ma posso correre io con Leon
Peter: Perché una gara all’ultimo sangue no? È così che è cominciato tutto!
Leon: SI ED è COSì CHE DRAKE CI HA RIMESSO LA PELLE! E STAVO PER FARLO ANCHE IO!!!
Peter: …
Leon: *vede Lara chinare il capo* Scusa…non volevo
Lara: No è ok! Allora l’idea della gara a coppie è buona, ma corro io con Leon, sono più in allenamento
Leon: Si Lara ha ragione, senti ma allora ho meno di due mesi?
Lara: Tecnicamente si perché se tutto va come previsto i black si fermeranno a sterminare i motociclisti di tutte le zone prima di arrivare qui
Leon: E come facciamo ad essere sicuri che tutti accetteranno?
Lara: Ci ho già parlato io e mi sono messa d’accordo, ma gli ho detto di non fare sfide all’ultimo sangue perché avrebbero perso
Leon: Bene…perfetto, allora noi…
 
Francesca continuando a sporgersi sempre di più cominciò a far cadere tutti ferri che erano ammucchiati vicino a lei nel capanno e per evitare che le andassero addosso si scostò finendo proprio davanti all’entrata. Al rumore chiassoso dei ferri tutti quanti si voltarono verso di lei. Leon la guardo confuso
 
Leon: FRANCESCA?!
 
Francesca saltò al suono del suo nome, guardò Leon e rise nervosamente per poi sollevare le chiavi che aveva nella mano destra scuotendole
 
Francesca: Hai dimenticato…le chiavi eh eh
 

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Capitolo 21
*** Due mesi ***


 Leon si portò la mano destra alla tempia scuotendo il capo
 
Lara: è una tua amica?
Leon: Si purtroppo!
Angie: Da quanto sei qui Francesca?
Francesca: Da un po’ di tempo e…ho anche un po’ di domande
 
Disse Francesca avanzando verso il gruppo, si fermò vicino a Leon nel mezzo tra lui e Angie
 
Francesca: Tanto per cominciare chi sono i black?
 
Leon alzò di scatto lo sguardo verso di lei guardandola negli occhi
 
Leon: NON SONO AFFARI TUOI! NON DOVRESTI NEANCHE ESSERE QUI! LO CAPISCI QUESTO?!
Francesca: Ok non ti scaldare!!! Vorrà dire che parlerò con Vilu e faremo due più due insieme!
 
Francesca si voltò pronta ad andarsene, ma una mano molto forte le afferrò il braccio sinistro facendola voltare
 
Francesca: Ahi!!!
Leon: NON-TI-AZZARDARE!
 
Disse Leon scandendo bene quelle parole
 
Francesca: Leon mi stai facendo male!!! Lasciami!!!
 
Francesca non aveva mai visto Leon così serio e duro, meno nei suoi confronti. Iniziai addirittura a farle paura. Lentamente la stretta sul braccio di Francesca divenne sempre più debole fino a lasciarla
 
Leon: Scusa…ma non devi dire nulla a Violetta!!!
Angie: Francesca ascoltami, Leon ha lasciato Violetta proprio per non metterla in pericolo, e se tu le racconti tutto la nostra sarà stata solo una fatica inutile
Lara: Cosa?! Ma di che state parlando? Chi è Violetta?
Leon: Niente Lara fatti i fatti tuoi!
 
Disse Leon senza degnarla di uno sguardo, era ancora occupato a fissare Francesca
 
Angie: Ti prego prometti che non dirai nulla
Francesca: Ok…ma posso farti una domanda?
Angie: Dimmi
Francesca: *sorride* Me la presti quella gonna?
Angie: Te la regalo insieme a tutto il resto delle cose che ho ha casa appena questa storia sarà finita!!!
 
Disse Angie sospirando, sembrava davvero esausta di quella situazione
 
Francesca: Già…mi spiegate meglio la situazione
Lara: Tu ti sei appena cacciata in un guaio
Francesca: Che?!
Lara: Si hai capito bene! Venendo fino a qui ti sei messa nei guai da sola!
Leon: No possiamo ancora salvarla se si allontana da noi!
Francesca: No, no un attimo! Io voglio venire a vedere quella corsa che si terrà tra due mesi!
Leon: NO!
Francesca: Si! Altrimenti dico tutto a Vilu!
 
Disse Francesca decisa incrociando le braccia. Non lo faceva perché voleva essere impicciona ma perché ci teneva davvero a Leon, ormai lo considerava il suo migliore amico e quando Francesca si affeziona a qualcuno lo fa con tutto il cuore.
 
Leon: Che fai ricatti!?
Francesca: Si!
Angie: Va bene calma!!!...Francesca sei sicura di quello che stai dicendo?
Francesca: Si
Leon/Lara: MA ANGIE!!!
Angie: Non abbiamo alternative! Se lo dice a Violetta poi avremmo due persone a cui badare! Non una!
 
Francesca sorrise sodisfatta battendo le mani mentre Lara e Leon si lanciarono uno sguardo di resa per poi sospirare.
 
Francesca: Ora, ripeto chi sono i black?
Angie: Sono un gruppo di motociclisti con il quale abbiamo un vecchio conto in sospeso
Leon: Ci stanno cercando da tempo, o meglio mi stanno cercando da tempo e mi hanno trovato. Ho solo un modo per liberarmi di loro e chiudere per sempre questa storia e cioè sfidarli e batterli!
Angie: Non potevo ne volevo che Leon affrontasse questa storia da solo, quindi ho deciso che avrei partecipato anche io ritornando nel circolo fino a quando questa storia non sarà chiusa e tutti potremmo vivere in pace chiudendo uno straziante capitolo della nostra vita!
Francesca: Cioè?
Angie: Vieni con me Francesca, ti racconto tutto
 
Francesca e Angie si allontanarono dal gruppo
 
Peter: è carina!
Leon: Non pensarci nemmeno idiota!
Lara: Senti, ci possiamo fidare?
Leon: Si Francesca è una persona affidabile, noi…noi ora dobbiamo solo concentrarci ed allenarci
Lara: Ok! Andiamo sulla pista e ti cronometro?
Leon: Si dai!

 
 
Entrai allo studio e com’era prevedibile avevo tutti gli occhi puntati addosso. Poco male, vidi Marco avvicinarsi a me a passo svelto, sembrava allarmato
 
Violetta: Hey che succede?
Marco: Hai visto Francesca? Devo parlarle e non mi risponde al cellulare!
Violetta: No, aspetta provo a chiamarla io!
 
Presi il cellulare e digitai il numero della mia migliore amica che ormai conoscevo a memoria
 
Francesca: Ora capisco, quindi se Leon li batte potrete finalmente vivere in pace!
Angie: è quello che speriamo!
Francesca: *suona il cellulare* Scusa…*guarda il display e risponde* Ciao Vilu!
Violetta: Fran! Marco ti sta cercando dice che vuole parlarti
Francesca: Dì a quel traditore CHE NON HO NESSUNA VOGLIA DI ASCOLTARLO!
 
Stavo per riferire il messaggio a Marco quando sento il rumore del motore di una moto
 
Violetta: Fran ma dove sei?!
Francesca: Emm…a fare una cosa molto importante ciao!
 
Prima ancora che potessi ribattere mi staccò il telefono in faccia. In faccia capite!? Guardai Marco che mi fissava speranzoso
 
Violetta: Non so cosa le hai fatto ma non vuole parlare con te, ora dimmi hai visto Leon?
Marco: No…
 
Vedo Marco allontanarsi col capo chino, poverino in fondo mi fa pena. Cominciai a guardarmi intorno cercando Leon ma non lo trovavo da nessuna parte. Non so perché ma non era allo studio.
 
Francesca era vicino a Lara ad osservare Leon che correva
 
Francesca: Wuhuuu vai così Leon!!!
Lara: NON GRIDARE!!!
Francesca: Scusa!!!
 
Disse Francesca facendo una smorfia per poi roteare gli occhi. Leon si fermò davanti a loro
 
Leon: Lara bisogna rivedere i freni
Lara: Ok, ma tu quando prendi la curva non allargarti così tanto!
 
Leon roteò gli occhi mentre Lara prese la sua moto. Francesca e Leon restarono soli ed iniziarono a camminare lungo la pista
 
Francesca: Dopo la gara, tornerai con Vilu’
Leon: Devo prima vedere se vorrà vedermi…
Francesca: Lei ti ama, infatti mi chiedo perché tu non le racconti tutto cioè l’importante è che lei stia lontana dalla pista no? Perché complicate le cose?
Leon: Perché Violetta non starebbe lontana dalla pista! La conosci meglio di me e dovresti saperlo!
Francesca: Bhe si però…
Leon: Però niente! Se l’ho lasciata è stato per il suo bene, fidati
 
Leon si allontanò lasciando da sola Francesca che sospirò guardandolo. Era così evidente che stava male ed era sicurissima che Vilu non era da meno. Intanto allo studio…
 
Ero nell’aula di musica alla lezione di Beto con i miei amici e mi guardavo intorno cercando voi sapete chi… ma niente non c’era.
 
Camila: Vilu!!! Che bella la collana che porti al collo
 
Disse Camila portando una mano vicino alla collana e io le sorrisi debolmente
 
Camila: Perché la lettera L?
 
Chiese lei giustamente.
 
Camila: Aspetta lo so! È la L di love!!!
 
Disse lei entusiasta e io scossi il capo
 
Violetta: è la L di Leon
Camila: Che?!
 
L’avevo lasciata spiazzata, a bocca aperta…prevedibile.
 
Violetta: Me l’ha regalata al mio compleanno
Camila: Perché solo metà cuore?
Violetta: L’altra metà ce l’ha lui
Camila: Ma sembra una cosa da fi…
 
Annuì leggermente con il capo mentre Camila parlava e fu allora che capii…bhe si dopo aver pensato per qualche secondo perché stessi annuendo.
 
Camila: OH MIO DIO!
Violetta: Già!
Camila: QUANDO!??! COME?!?! DIMMELO!!!
 
Camila era diventata tutta euforica, mi faceva ridere e mi faceva ricordare Francesca, già Francesca continuo a pensare a quel suono che ho sentito attraverso il cellulare. Ma dov’era?! Possibile che fosse con Leon? Naa non può essere; scossi il capo cacciando via quel pensiero e poi guardai di nuovo Camila
 
Violetta: Dopo ti racconto, sai perché Francesca ce l’ha con Marco?
Camila:*scrolla le spalle* no
Violetta: Che strano!
 
Intanto alla pista di motocross, Leon osservava la sua moto che in quel momento era sotto la custodia di Lara. Nella mano destra teneva la sua parte del cuore con la lettera V e continuava a fare rumore facendo strofinare  l’aggancio del ciondolo con la catena. Francesca si avvicinò notando la collana.
 
Francesca: Sei nervoso eh?
Leon: Chiedimelo quando quegli imbecilli saranno ancora più vicini!
Francesca: Non mi riferisco alla corsa. Sei nervoso perché non sai se hai fatto la cosa giusta con Violetta!
Leon: *Ride nervosamente* Ma per favore!
Francesca: Parla con lei!!!
Leon: NO! E tu stanne fuori!
 
Francesca alzò gli occhi al cielo sbuffando, perché doveva essere così orgoglioso, testardo e stupido?! Non riusciva a capirlo. Finita la giornata Leon l’accompagnò a casa sua dicendole che il giorno seguente sarebbe passato a prenderla per andare allo studio.

 
 
Non avevo fame, mi sentivo solo stanca, delusa, depressa e triste. Andai in camera mia e mi gettai sul letto; il mio letto…se affondavo la testa nel cuscino potevo ancora sentire il suo odore. Quanto mi manca. Avevo detto a me stessa che sarei stata forte e che lo avrei riconquistato ma come faccio ad essere forte se senza di lui sono così debole? Ogni cosa, ogni luogo, qualsiasi cosa io faccia…mi fa pensare a lui. Presi il mio diario e iniziai a sfogliarlo quando arrivai alla pagina che custodiva la striscia fotografica di quel bellissimo giorno al centro commerciale. Mi morsi il labbro inferiore sorridendo a quel ricordo. Presi il telefono e digitai il numero che corrispondeva al numero di Leon nelle chiamate rapide. Sapevo già che non mi avrebbe risposto ma sentivo il bisogno di provarci.
 
Leon osservò il suo display sospirò guardando la foto apparsa sul suo cellulare e dopo aver premuto il tasto verde posizionò il cellulare vicino all’orecchio
 
Sgranai gli occhi, non potevo crederci aveva risposto! Rimasi muta per qualche secondo come lui non sapendo da dove iniziare ma alla fine fu lui a rompere il silenzio
 
Leon: Che c’è?
 
È così stupido che il solo suono della sua voce riesca a farmi battere il cuore e mi faccia venire voglia di piangere allo stesso tempo, eppure è così.
 
Leon: Violetta così ti stai solo facendo del male lo capisci questo?
 
Io mi sto facendo del male? No! Tu! Tu mi stai facendo del male allontanandoti da me!
 
Leon sospira e chiude gli occhi mentre iniziò a sentire un suono dall’altra parte del cellullare. Sentiva come se il suo cuore fosse nelle mani di qualcuno che lo stesse stritolando al sentire il rumore dei singhiozzii di Violetta che cercava ancora di trattenere le lacrime.
 
Leon: Violetta non devi…
 
Le parole gli si fermavano alla gola, sentiva che se avrebbe continuato quella conversazione avrebbe potuto fare qualcosa del quale poi si sarebbe pentito, sentiva che se sarebbe continuato ad ascoltarla avrebbe finito con il prendere la moto e andare da lei arrampicandosi su quello stupidissimo albero per abbracciarla, baciarla e dirle che sarebbe stato per sempre con lei ma lui non poteva; non poteva permettersi una debolezza del genere non dopo lo sforzo che ha dovuto fare per lasciarla. Strinse gli occhi il più possibile allontanando il telefono dal suo orecchio e premette il tasto rosso per staccare la chiamata. Fu un movimento forzato, come se la sua mano si opponeva a fare una cosa del genere ma alla fine ci riuscì.
 
Lasciai cadere il mio cellulare a terra e affondai la testa sul mio cuscino iniziando a piangere sempre più forte, ma non volevo che qualcuno mi sentisse quindi cercavo di soffocare la mia voce grazie a quel cuscino. Non so quando, non so come, ma mi ero addormentata sul mio letto. Quando mi svegliai avevo gli occhi che mi bruciavano ed ero ancora vestita. L’ultima cosa che mi ricordo era che stavo piangendo sul mio cuscino. Quel giorno non avevo definitivamente voglia di andare allo studio ma nonostante ciò mi alzai e trovai la forza di andarci. Misi le prime cose che trovai nell’armadio senza neanche guardarmi allo specchio e uscii di casa. Si questa volta non ho fatto neanche colazione e non mi sono nemmeno fermata a salutare ho semplicemente detto “vado allo studio” e sono fuggita prima che mio padre potesse proferire parola. Quando arrivai andai verso Camila che mi guardò con gli occhi spalancati
 
Camila: Vilu ma che faccia! Ti senti bene?! Sembri uno zombie!!!
Violetta: S-si io ho…solo un po’ di sonno
 
Dissi strofinandomi l’occhio sinistro; ecco che Marco si avvicina a noi ed entrambe immaginavamo cosa volesse
 
Marco: Ragazze avete visto…
Violetta/Camila: No!
 
Rispondemmo noi all’unisono. Ieri ci aveva fatto quella domanda trentamila volte!
 
Camila: Aspetta un attimo…si!
 
Disse Camila indicando l’indice sinistro la porta. Sia io che Marco ci voltammo verso questa e vedemmo Leon e Francesca che stavano ridendo. Ma perché stavano ridendo? E come mai erano arrivati insieme? Marco si precipitò verso di loro
 
Marco: Francesca ti devo parlare!
Leon: Vi lascio so…
Francesca: *prende il braccio di Leon* NO! Non ti voglio ascoltare!
Marco: Ti prego Francesca è importante io…
Francesca: Importante?! Dovevi pensarci prima! Ora è troppo tardi
 
Vidi Francesca trascinare Leon nell’aula di canto lasciando il povero Marco davanti alla porta con le parole in bocca.
 
Camila: Da quando Francesca e Leon sono così amici?!
Violetta: Non ne ho idea! Andiamo!
 
Presi la mano di Camila ed insieme entrammo nell’aula di canto. Leon e Francesca se ne stavano lì in un angolino per i fatti loro a ridere e scherzare. Mi faceva innervosire questa situazione! Mi devo calmare, non posso essere gelosa della mia migliore amica. Eppure c’era così tanta confidenza tra loro che era difficile per me non essere gelosi.
 
Pablo: Buongiorno!
 
La voce di Pablo mi scosse dai miei pensieri e mi voltai a guardare lui.
 
Pablo: Dunque, devo dire che sono rimasto abbastanza soddisfatto dell’ultimo lavoro che avete fatto, quindi ve ne voglio assegnare un altro! Allora questa volta sarà a coppie. Dunque Diego e Ludmilla, Nata e Marco, Camila e Maxi, Andres e Broadway, Leon e Francesca
 
Francesca saltò contenta per poi abbracciare Leon che le sorrise e ricambiò l’abbraccio dandole un bacio sulla guancia. Ma che cosa stava succedendo!? Ero io ad avere le allucinazione per la gelosia oppure erano loro che erano diventati TROPPO intimi?!
 
Pablo: Violetta mi hai sentito?
 
Camila mi diede una gomitata e io la guardai per poi spostare lo sguardo verso Pablo
 
Violetta: Che-che cosa?!
Pablo: Ti avevo messo in coppia con Thomas ma siccome lui ha deciso di ritornare in Spagna e lasciare di nuovo lo studio ti do la possibilità di scegliere a quale gruppo unirti
Violetta: I-io preferire comporre da sola
Pablo: Sicura?
Violetta: Si certo!
 
Dissi annuendo rapidamente con il capo. Pablo approvò la mia decisione. Appena la lezione finì vidi Leon e Francesca uscire per primi dall’aula. Camila mi passò davanti e io le presi il polso per fermarla.
 
Camila: Si?
Violetta: Anche a te sembra che Leon e Francesca siano diventati molto intimi o è solo una mia ossessione?
Camila: Bhe…Francesca oggi non si è neanche avvicinata a noi!
Violetta: Quindi non è una fissa che ho io!
Camila: Bhe però aspetta perché si comportavano come me e Maxi che siamo amici da tutta una vita! Quindi non ti fissare troppo ok?
Violetta: Ok, vieni con me a parlare con Fran?
Camila: Si certo!
 
Uscimmo dall’aula e vedemmo Leon, Francesca e Marco discutere. Leon era davanti a Francesca come per dividere i due.
 
Leon: Dai Marco non insistere ti ha detto che non vuole parlare
Marco: Ma si tratta di un minuti!
Francesca: MA ALLORA SEI SCEMO?!
 
Io e Camila ci lanciammo uno sguardo e poi ci avvicinammo al gruppetto
 
Francesca: NO! NON ESISTE! NON CI PARLO PIU’ CON TE!!!
Violetta/Camila: Francesca!!!
 
Francesca si voltò verso di noi, sembrava parecchio arrabbiata e la causa era evidente, era il motivo che non conoscevamo.
 
Violetta: Possiamo parlarti un attimo in privato?
 
Francesca annuì col capo allontanandosi dai due ragazzi, prima di seguirla lanciai uno sguardo a Leon che ricambiò. I suoi occhi erano spenti e freddi come non li avevo mai visti prima dall’ora. Camila mi tirò per il polso andando dietro a Francesca.
 
Francesca: Che c’è?
Camila: Cos’è successo con Marco?
 
Francesca ci guardò e poi scoppiò a piangere abbracciandoci. Io e Camila ci guardammo in silenzio e senza aggiungere parola ricambiammo l’abbraccio. Francesca stava davvero male, mi chiedevo cosa fosse successo ma non volevo aggiungere parola. In quel momento l’idea che mi ero fatta poco fa di Leon e Francesca insieme mi sembrava così stupida e insensata e mi faceva sentire anche in colpa. Come ho potuto credere che la mia migliore amica potesse farmi un torto del genere?! No non sarebbe stato da Francesca. Finalmente dopo essersi calmata, Francesca ci spiegò cos’era successo e io non potevo davvero credere che Marco le avesse fatto una cosa del genere. Sia io che Camila non sapevamo cosa dire se non appoggiarla ovviamente. Dopo un po’ arrivò Leon che tese la mano a Fran dicendole “andiamo?” e lei annuì. Io e Cami ci lanciammo l’ennesimo sguardo confuso della giornata. Francesca ci diede un bacio e si allontanò con Leon salendo sulla sua moto. Non riuscivo ancora a capire come e quando si era creato questo legame. Passarono i giorni a casa stavo sempre peggio, non avevo voglia di fare niente, ne di mangiare, ne di giocare, ne di scrivere sul mio diario. Mi mettevo lì con una sedia davanti alla finestra osservando quell’enorme albero nella speranza che prima o poi arrivasse lui. Ma lui non arrivava mai…purtroppo. Continuavo a vederlo allo studio a ridere e scherzare con Francesca ma non solo, anche con i ragazzi e con Cami ma con me…neanche una parola ed era evidente il modo in cui cercava di evitare il mio sguardo. La sua freddezza mi faceva sempre più male come un pugnale di ghiaccio conficcato nel cuore. Non lo sopportavo, era un tormento. Mentre stavamo uscendo dall’aula di danza presi il polso di Francesca per farla voltare verso di me.
 
Violetta: Possiamo parlare?
Francesca: Certo!
 
Ci sedemmo a terra nell’aula quando tutti se ne uscirono.
 
Violetta: Ho notato che tu Leon siete diventati molto amici…
 
Dissi a capo chino un po’ nervosa, Francesca invece sembrava del tutto tranquilla
 
Violetta: Lui…ti parla mai di me?
 
Francesca sospirò e mi prese le mani
 
Francesca: Vilu non devi avere dubbi sul fatto che Leon ti ami perché è così! Se ti ha lasciato è solo perché vuole proteggerti ma tra due mesi tutta questa tortura sarà finita! E potrete finalmente stare insieme
 
Lei mi sorrise e io alzai di scatto il capo a quelle parole…Due mesi…di nuovo quella parola
*flashback*
Violetta: Quando…quando potremmo dire a tutti quanti che stiamo insieme?
 
Sollevò la testa dal mio petto e arrivò all’altezza del mio viso per guardarmi negli occhi; sembrava quasi dispiaciuto e non so perché mi faceva sentire in colpa, ci fu qualche secondo di silenzio
 
Violetta: Lascia stare io…
Leon: Tra due mesi…se tutto va bene
*fine flashback*
 
Violetta: Perché?
Francesca: Perché cosa?
Violetta: Perché due mesi Francesca? Che cosa succede tra due mesi?!
 
La guardai fisso negli occhi nella speranza che mi rispondesse mentre lei deglutì reggendo il mio sguardo. Aveva una faccia preoccupata e ciò mi metteva agitazione.

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Capitolo 22
*** Qui gatta ci cova ***


La guardai fisso negli occhi nella speranza che mi rispondesse mentre lei deglutì reggendo il mio sguardo. Aveva una faccia preoccupata e ciò mi metteva agitazione.
 
Violetta: Francesca!!!
Francesca: Scusami Vilu non te lo posso dire! Se lo faccio Leon mi ammazza
Violetta: E SE NON LO FAI TI AMMAZZO IO!
Francesca: Scusa!
 
Francesca alzò le spalle per poi filare via. Odio quando fa così! Odio il fatto di non sapere che cosa succederà tra due mesi!!! Il giorno seguente Francesca cercava sempre di deviare l’argomento “due mesi” e ciò vi assicuro che mi faceva snervare in una maniera assoluta! Marco se ne andava in giro per le aule senza mai scollare lo sguardo da Francesca, poverino mi faceva pena aveva la faccia di un cagnolino bastonato. Io e le mie migliori amiche stavamo per andare nell’aula di ballo quando Francesca mi prende il polso facendomi voltare verso di lei e anche Camila si ferma vicino a noi.
 
Francesca: Vilu dovresti nascondere la collana sai…
Violetta: Perché? Io e lui non stiamo più insieme!
Camila: Si è vero e questo sarebbe un motivo in più per non portarla proprio!
Francesca: So che fai così perché vuoi fare un dispetto a Leon ma così non serve a niente, se non a farlo arrabbiare
Camila: E a quel punto litigherete ancora di più
Francesca: Quindi ti prego abbi pazienza e rifletti su quello che fai, non è una buona idea provocare così Leon
 
Chinai lo sguardo. È che io proprio non sapevo che fare, dove andare a parare, come cavolo attirare la sua attenzione e ciò mi snervava. Francesca e Camila avanzarono verso l’aula di musica e io le seguii mentre mettevo la collana al suo posto, sotto la maglietta. Mentre entrai nell’aula mi imbattetti in qualcuno
 
Violetta: Scusa
Leon: Non fa niente
 
Quando alzai il volto vidi che era Leon, ma lui non mi guardò, avanzò ed entrò in aula. Rimasi ferma sulla soglia della porta per qualche secondo come un’imbecille a fissarlo e poi entrai anche io. Era passato un mese e io non facevo altro che sentirmi sempre più sola. Ogni tanto mi svegliavo la notte a causa di quell’orrendo incubo che mi perseguitava. Sospirai e mi sedetti sul mio letto poggiando la schiena sullo schienale. Presi il mio cellulare e osservai il numero di Leon con la sua foto. Mai avrei pensato di poter sentire tanto la mancanza di una persona. Tra l’altro ultimamente non facevo altro che mangiare schifezze e la cosa peggiore era che ne ero perfettamente cosciente. Sospirai e poi inviai un sms a Francesca “Sei sveglia?” sperai tanto che mi rispondesse a quel messaggio avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno; anche se sapevo che il vuoto di Leon era impossibile da far colmare a qualcun altro. Finalmente il display del mio cellulare si illuminò. “Certo perché le persone normali alle due di notte sono sveglie no? -.-‘’ ” risi leggendo l’sms di Fran e poi le risposi “Scusa…ma ho bisogno di parlare” questa volta la risposta arrivò velocemente “e non puoi aspettare domani?” “no è importante” “va bene, che c’è?” sospirai e risposi anche a quel messaggio “ho paura” “paura di cosa?” “paura che lui non mi ami più” questa volta la risposta non arrivò velocemente come le altre ma ci mise tempo così le inviai un altro sms. “Fran ti sei addormentata?” e fu proprio allora che mi arrivò un messaggio in contemporanea. “Non essere stupida, lui ti ama più della sua stessa vita! E se hai tutti questi dubbi io te lo dimostrerò!” sospirai leggendo quel messaggio, Fran era riuscita a calmarmi anche se non del tutto. Stavo per ristendermi al letto quando il suono del mio cellullare mi avvisò di un altro sms “Ma dico io, non solo mi sveglio nel cuore della notte per farti sfogare e pretendi pure che ti risponda velocemente? Ma va a dormire va! Notte scema ti voglio bene <3” risi e le risposi “anche ioo <3 Notte”. Il giorno seguente ci fu il solito tram-tram, sveglia, colazione, studio, casa. Mi avvicinai al pianoforte che era in camera mia, il mio unico modo di sfogarmi era la musica, e lui era la mia ispirazione. Posai le dita sui tasti del pianoforte che cominciarono a muoversi automaticamente come se già sapessero che cosa volessi suonare e le parole mi uscirono spontanee…
 
Violetta: Entonces llegaste vos *E allora arrivasti tu*
con tus aires de señor *Con le tue arie da signore*
y sin pedirme permiso *e senza chiedermi il permesso*
me robaste el corazón. *mi rubasti il cuore*

No queda un solo rincón *Non è rimasto neanche un angolo*
sin invadir con tu olor *senza essere invaso dal tuo odore*
Me tocaste y ya sabías *mi hai toccato e già sapevi*
que en tus redes yo caía. *che nella tua rete sarei caduta*

No te importa *Non ti importa*
que me muera de dolor *che io muoia di dolore*
que te mire y sienta que hoy sos *che ti guardo e sento che oggi sei*
el hombre de mi vida. *l’uomo della mia vita*

No te importa, *Non ti importa*
y ya no lo niegues más *e non lo negare più*
vos no me podes cuidar, *tu non puoi prenderti cura di me*
nadie cura mis heridas, nadie más. *nessuno cura le mie ferite, nessuno più*
Nadie más. *Nessuno più*

Ya no hay sueños rosas, no *Oramai non ci sono più sogni rosei, no*
cada día hay más tristezas. *ogni giorno c’è più tristezza*
Que lejos estoy del cuento, *Che lontana sono dalla fiaba*
ni príncipe ni princesa. *Ne il principe ne la principessa*

Quisiera escuchar tu voz *Vorrei ascoltare la tua voce*
diciendome con amor *dicendomi con amore*
que querés estar conmigo *che vuoi stare con me*
pero es sólo una ilusión. *ma è solo una illusione*


No te importa *Non ti importa*
que me muera de dolor *che io muoia di dolore*
que te mire y sienta que hoy sos *che ti guardo e sento che oggi sei*
el hombre de mi vida. *l’uomo della mia vita*

No te importa, *Non ti importa*
y ya no lo niegues más *e non lo negare più*
vos no me podes cuidar, *tu non puoi prenderti cura di me*
nadie cura mis heridas, nadie soy. *nessuno cura le mie ferite, nessuno sono*

Estoy extrañando tus besos *Sentendo la mancanza dei tuoi baci*
y pensando sólo en eso *e pensando solo a quello*
que no me deja olvidar *che non mi lascia scordare*
que esta es mi vida. *che questa è la mia vita*

Extrañando los días *Sentendo la mancanza di quei giorni*
en los que me querías *in cui tu mi amavi*
y yo era tu amor. *e io ero il tuo amore*

No te importa *Non ti importa*
que me muera de dolor *che io muoia di dolore*
que te mire y sienta que hoy sos *che ti guardo e sento che oggi sei*
el hombre de mi vida. *l’uomo della mia vita*

No te importa, *Non ti importa*
y ya no lo niegues más *e non lo negare più*
vos no me podes cuidar, *tu non puoi prenderti cura di me*
nadie cura mis heridas, nadie más. *nessuno cura le mie ferite, nessuno più*
Nadie más. *Nessuno più*


Prima che me ne potessi rendere conto il mio viso era pieno di lacrime. Mi alzai dal pianoforte e mi sedetti sedetti sul mio letto; iniziai a sfogliare il mio diario rileggendo le pagine che parlavano della mia storia con Leon, di quei momenti in cui eravamo davvero felici. Mi rendeva felice leggere e ricordare quelle cose, ma allo stesso tempo avevo un vuoto dentro nel ricordare quel dannatissimo bacio e la sua voce che mi abbandona per sempre. Chiusi il diario stringendolo al petto e poi mi chiusi gli occhi rannicchiandomi sopra al mio letto. Avevo la testa così pesante, mi faceva un male terribile, anche se niente poteva superare il dolore che stava provando il mio cuore.
 
Leon era seduto a terra nel capannone con il cellulare tra le mani, la schiena poggiata al muro vicino la porta e gli occhi chiusi. Francesca sorrise mentre entrava e lo guardò, poi le venne in mente una cosa…
 
Francesca: Leon?
Leon: …
Francesca: Leon?
 
Sfoderò un altro sorriso e gli si avvicinò. Guardò il display del cellulare che aveva tra le mani, c’era una foto di Violetta. Sapeva che non se l’era dimenticata. Guardò il collo di Leon e vide una catenina. Facendo attenzione a non svegliarlo avvicinò due dita della mano sinistra per poter tirare fuori dalla maglia quella catenina e ci riuscì. Come pensava era la metà del cuore che aveva la lettera V. Prese il suo cellulare e scattò una foto per poi inviarla a Vilu. Mise il cellulare in tasca e con la massima attenzione rimise la collana come stava, ma Leon…
 
Leon: Mm…che stai facendo?
 
Francesca sorrise nervosamente mentre Leon si stava strofinando l’occhio sinistro. Per fortuna era già riuscita a mettere la collana come stava.
 
Francesca: I-io…stavo prendendo il tuo cellulare
Leon: Perché?
Francesca: Perché…i cellulare emanano radiazioni! E tu stavi dormendo e quindi…
Leon: Lascia perdere va…
Francesca: Si!
Lara: Leon! Vieni ad aiutarmi con la moto
Leon: Per favore no?
Lara: Dai!!!
 
Leon sospirò e si alzò in piedi anche se con malavoglia . Si avvicinò alla moto con la quale era appena entrata Lara per aiutarla. Intanto un ragazzo entrò nel capanno
 
Peter: Francesca mi aiuti tu a riportare le moto dentro? Sono due e facciamo prima se mi aiuti
Francesca: Si certo!
Leon: Hey Pitt!
Peter: Si?
Leon: Non ci provare nemmeno con lei!
Peter: *Ride* no sta tranquillo!
Lara: Ti piace?
Leon: Cosa?
Lara: Francesca
Leon. Lei è la mia migliore amica
Lara: E…niente di più?
Leon: No assolutamente, perché?
 
Lara sospirò per poi avvicinarsi a Leon
 
Lara: Non faccio altro che chiedermi cosa sarebbe successo se noi due stessimo ancora insieme
Leon: Che cosa?!
Lara: E se ce provassimo di nuovo Leon?...Forse…forse questa volta potrebbe andare meglio
 
Francesca stava entrando nel capanno quando vide Lara chiudere e avvicinarsi lentamente a Leon per baciarlo. Restò paralizzata guardando quella scena. Leon sospirò e chiuse gli occhi per poi dire…
 
Leon: Lara non ti illudere!
 
Il tono che aveva usato, era un tonno freddo, distaccato e duro che non ammetteva repliche. Lara di fatti aprì immediatamente gli occhi per guardarlo. Francesca sorrise a quelle parole e prese il suo cellulare iniziando a registrare la scena.
 
Leon: Io e te non potremo mai tornare insieme
Lara: Ma io sono cambiata io…
Leon: Lo so! E lo apprezzo molto credimi ma…non è per te, è per me. Ho conosciuto un’altra ragazza e mi sono innamorato di lei. Sto aspettando con ansia che arrivi quel dannatissimo giorno per poter tornare a starle vicino ed avere una vita normale
 
Lara annuì silenziosamente chinando il capo…
 
Lara: Non c’è nulla che io possa fare per farti cambiare idea?
Leon: Mi dispiace ma anche se lo volessi, non potrei…il mio cuore appartiene solo a una ragazza adesso…
Lara: O-ok va bene! Sistemiamo la moto
 
Lara si allontanò da Leon andando dall’altra parte della moto leggermente in imbarazzo. Francesca fermò il video poi mise il cellulare nella tasca.
 
Leon: Bisogna cambiare i cerchioni della moto slittano troppo
Lara: Emm…si ok, dico a Micol e Peter di andarli a comprare
Leon: Si
 
Lara uscì fuori dal capanno, Francesca si avvicinò a Leon senza che lui se ne rendesse conto
 
Francesca: Ti manca tanto, vero?
Leon: Si
 
Resosi conto di ciò che ha detto Leon si voltò di scatto
 
Leon: Francesca! Tu…tu da quanto sei lì?
Francesca: Da un po’
Leon: I-io…devo provare la moto, mi cronometri tu?
Francesca: Certo! Dammi il cronometro
Leon: è lì prendilo!
Francesca: Ok
 
Leon andò sulla moto e corse verso la pista mentre Francesca si diresse verso lo steccato per cronometrarlo. Leon partì e lei era concentrata a fissarlo. Spostava costantemente il suo sguardo da Leon al cronometro. Era così immersa in ciò che stava facendo che non si accorse che qualcuno aveva posato la mano sulla sua spalla.
 
Xxx: Francesca!
 
Francesca si voltò di scatto riconoscendo quella voce
 
Francesca: Marco?!?! Che cosa ci fai tu qui!!!
Marco: Ho bisogno di parlarti!
Francesca: Ma come cavolo ci sei arrivato?!
Marco: Vi ho…seguito…possiamo parlare?
Francesca: NO CHE NON POSSIAMO PARLARE!!! E poi ora ho da fare!
 
Francesca si voltò nuovamente verso Leon e guardò il cronometro…
 
Marco: Francesca se tu mi dessi solo…
Francesca: Vattene!!!
 
Francesca gli diede una spinta col braccio destro mentre sentiva i suoi iniziare ad inumidirsi. Lei non voleva piangere, non davanti a lui almeno. Marco si allontanò e lei chinò il capo asciugandosi le lacrime. Ad un tratto sentì il rombo di una moto alle sue spalle e si voltò di scatto. Era Marco che aveva preso una delle moto e poi iniziato a correre verso la pista
 
Francesca: MARCO!!!
 
Gridò lei spaventata. Sapeva benissimo che Marco non sapeva portare una moto. Leon sentì il grido di Francesca e di fermò guardandola. D’un tratto vide passare davanti a lui un altro ragazzo sulla moto senza casco. Capì subito che si trattava di Marco, mise in moto e cominciò ad accelerare per raggiungerlo; riuscì ad affiancarlo.
 
Leon: Mi spieghi che c***o stai facendo!?!?
Marco: I-io volevo attirare l’attenzione di Francesca e ho-ho pensato…come cavolo si ferma questo coso LEON?!
 
Marco era agitato e questo Leon lo aveva capito. Posizionò prontamente la mano destra vicino al freno della sua moto e allungò la mano sinistra per arrivare a quella di Marco; le premette entrambe contemporaneamente prima che entrambi andassero a sbattere contro lo steccato. Marco restò paralizzato mentre Leon sfilò rapidamente le chiavi dalla moto di Marco.
 
Leon: Peter!!! Gli ho detto mille volte di non lasciare le chiavi vicino alle moto, che imbecille!
Francesca: Marco!!!
 
Francesca corse velocemente verso Marco con le lacrime agli occhi. Il ragazzo era ancora spiazzato e non capiva cosa fosse successo. Francesca lo guardò negli occhi e poi gli saltò al collo per abbracciarlo. Dopo qualche secondo Marco incrociò gli occhi di Leon che probabilmente in quel momento voleva ammazzarlo per ciò che aveva fatto. Marco gli sorrise nervosamente, un po’ perché era spaventato dalla sua espressione e un po’ perché voleva ringraziarlo per avergli salvato la vita. Pian piano ricambiò l’abbraccio di Francesca che stava ancora piangendo. Ad un tratto si allontanò di scatto da lui e gli diede un ceffone in piena faccia lasciandolo sorpreso…
 
Francesca: NON TI AZZARDARE MAI PIU’ A FARE UNA COSA DEL GENERE HAI CAPITO?!
 
Continuò Francesca guardandolo con gli occhi gonfi. Marco annuì lentamente col capo e lei lo abbraccio di nuovo
 
Leon: Tutto molto commovente ma ora allontanati da quella moto e non ti avvicinare mai più a una di queste se non sai usarle!!!
 
Disse Leon guardando i due. Francesca si allontanò e Marco annuì alle parole di Leon per poi scendere dalla moto.
 
Leon: Vado a riportare queste al loro posto
 
Annunciò Leon prendendo la moto che aveva usato Marco, i due annuirono e lui si allontanò lasciandoli da soli.
 
Marco: Adesso…mi puoi ascoltare?
 
Francesca sorrise e annuì col capo.
 
Marco: Ascoltami, i miei genitori volevano che io sposassi quella ragazza Tiara, è una cosa che vogliono da quando siamo piccoli e appena lei mi ha visto mi ha baciato! Io sono rimasto paralizza, non sapevo che fare, non me lo aspettavo perché mi ero completamente dimenticato di lei, perché…l’unica ragazza a cui pensavo eri tu…perché io amo solo te. E sai l’ho detto anche a Tiara e ai miei genitori e anche se non l’hanno presa benissimo a me non importa perché…perché io voglio stare con te Fran! Solo con te! Ti amo e sei la cosa più importante di tutta la mia vita.
 

Francesca sorrise e gli si fiondò addosso posando le sue mani sul volto di Marco per poi regalargli un bellissimo bacio pieno di passione dolcezza e soprattutto amore. Marco sorrise ricambiando quel bacio cingendole la vita. Leon osservava da lontano quella scena. Chiuse gli occhi e strinse nella mano destra il ciondolo che portava al collo. Era felice per Marco e Francesca, ma allo stesso tempo quella scena gli faceva ricordare la sua Violetta. Era sempre più difficile riuscire a mascherare ciò che provava, sempre più difficile vederla con quella sguardo
triste e sopportare la consapevolezza che la colpa era solo sua.
 
La voce di Olga che era appena entrata nella mia stanza mi svegliò dal sonno in cui ero caduta.
 
Olga: è pronta la cena tesoro
Violetta: Si va bene adesso arrivo
 
Olga mi sorrise poi uscì dalla mia stanza. Presi il mio cellulare e vidi che c’erano due mms di Fran. Aprii il primo che diceva “ti avevo detto che te lo avrei dimostrato? Ed ecco qui ù_ù” scesi più in basso e vidi una foto di Leon che si era addormentato. Al collo portava ancora la nostra collana, e tra le mani aveva il suo cellulare con una mia foto. Sorrisi guardandolo, era un amore. Sfiorai con l’indice destro la sua foto come se potessi toccargli i capelli. Scossi il capo e poi aprii l’altro il mms che diceva “prova numero due ù_ù” continuavo a chiedermi perché continuasse la faccina “ù_ù” mi dava su i nervi. C’era un video di Leon e Lara. Premetti play e lo vidi. Leon stava parlando di me. Cioè non ha fatto il mio nome ma credo che stesse parlando di me…ha detto che mi ama. Mi morsi il labbro inferiore guardandolo, quanto avrei voluto baciarlo in quel momento…palando di baciare Lara aveva provato a baciare Leon, IL MIO LEON!!! Giuro che se lo fa di nuovo vado fino alla pista di motocross e la prendo per i capelli!!!...un momento…la pista di motocross?...osservai bene il video…si quella è proprio la pista di moto crosso, riconosco il capanno. Ma perché Leon era alla pista di motocross, e soprattutto perché era lì con Lara?! L’mms me lo ha inviato Francesca vuol dire che c’era anche lei. Questa storia non mi piace neanche un po’ qui gatta ci cova…

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Capitolo 23
*** Dire/Non dire ***


Il giorno seguente stavo morendo di sonno, infatti facevo fatica a reggermi in piedi, non so neanche io quante persone ho urtato durante il tragitto. Arrivata allo studio la cosa continuò urtai una coppia che si stava baciando davanti l’entrata e dissi “scusate” senza neanche guardarli quando sento la voce di Francesca che dice “Hey! Vilu!!!” mi voltai di nuovo verso la coppietta felice e vidi che erano Francesca e Marco.
 
Violetta: Ma voi due non…
Marco: Si!
Violetta: E adesso avete…
Francesca: Si!
 
Entrambi avevano un sorriso smagliante e si lanciavano degli sguardi davvero dolci. Forzai un sorriso e dissi “sono contenta per voi” per poi voltarmi e andare a sbattere contro l’ennesima persona della giornata
 
Violetta: Scusa…
 
Dissi alzando lo sguardo e poi incrociai suoi occhi. Era Leon. Restai ferma a fissarlo, cosa che fece anche lui. I suoi occhi erano così tristi. Era come se volesse dirmi qualcosa ma non lo faceva. Mi fissò da capo a piede e poi lanciò uno sguardo a Francesca e Marco alle mie spalle per poi andarsene. Non riuscivo a capire il senso di quel comportamento; stavo per chiamarlo ma sento una mano sul mio polso destro. Mi volto e incontro lo sguardo dolce di Fran che scosse il capo con un sorriso molto debole, come se volesse dirmi “lascia perdere è inutile”. Chinai il capo guardando il pavimento e Francesca mi trascinò lontano con lei.
 
Francesca: Hai visto quello che ti ho mandato ieri?
Violetta: Si…
Francesca: Bhe e allora?
Violetta: Francesca perché eravate alla pista di motocross?
Francesca: Che importa questo?
Violetta: Importa a me, dimmelo!
Francesca: Non posso…resisti Vilu manca solo un mese!
Violetta: Già un mese! Per non so cosa!
Francesca: L’importante è che dopo questo mese voi due potrete tornare insieme
Violetta: Aha…fammi un favore rispondi almeno a questo, Leon non deve fare una corsa clandestina di motocross vero?
Francesca: COSA?!
Violetta: Rispondi!
Francesca: N-no!
 
Sospirai e poi decisi mi diressi nell’aula di canto con lei dietro.
 
Pablo: Buongiorno a tutti ragazzi! Allora oggi vorrei iniziare a sentire alcuni di voi per il compito che vi avevo affidato, Leon e Francesca?
Francesca: Ci manca solo una piccolissima parte possiamo venire domani?
Pablo: Va bene allora…Violetta?
 
Alzai di scatto il capo quando sentii pronunciare il mio nome. Non sapevo se era il caso di cantare ora, con la testa affollata di pensieri e di tormenti ma decisi ugualmente di alzarmi e dirigermi verso Pablo a capo chino.
 
Pablo: Prego!
 
Disse lui con un sorriso smagliante. Io mi avvicinai al microfono fissando le mie mani, mentre partì la musica che avevo composto io stessa.
 
Violetta: Page con monedas, *Ho pagaro in monete*
aquel chupetin,sentada *quel lecca-lecca, seduta*
esperando que vengas *aspettando che tu venissi*
por mi *da me*

Llegaste con flores *Sei arrivato con dei fiori*
me hiciste reir me diste *Mi hai fatto ridere, mi hai dato*
mil besos,amarte o *mille baci amarti o*
morir *morie*
 
*Flashback*
Sospirai dopo essermi sfogata, stavo per voltarmi e tornare indietro quando mi sentii afferrare il braccio. Mi porto davanti a lui e avanzò verso di me, io indietreggiai fino a poggiarmi al tronco di un albero...
 
Leon: Ma davvero Vilu io ti sono indifferente?
 
Me lo chiese avvicinando il suo volto al mio facendo sfiorare il suo naso con il mio, e poggiando il braccio sul tronco sulla quale ero poggiata. Finalmente sento le sue labbra posarsi sulle mie delicatamente per poi premere gradualmente di più. Chiusi istintivamente gli occhi mentre le mie braccia avvolsero il suo collo. Sentivo le sue labbra muoversi sulle mie in modo sempre più passionale, un modo che mai in tutta la mia vita avevo provato. Prima ancora che potessi rendermene conto la sua lingua stava giocando con la mia, mentre ero alzata sulle punte dei piedi continuando a stringermi a lui.
*fine flashback*

no creo que pueda volver a *Non credo che posso *
empezar,no creo que pueda *ricominciare, non credo che posso*
volver a olvidar si te ame fue *ridimenticare, se ti ho amato è stato*
hasta llorar,si te ame fue sin *fino a piangere, se ti ho amato è stato senza*
pensar si te ame fue como pude *pensare, se ti ho amato è stato come ho potuto*
como te pude amar *come ti ho potuto amare*

lara lara lara la lara lara la
 
*Flashback*
Leon: è per il bene di entrambi fidati, tu con me non sarai mai davvero felice, per un motivo o per un altro presto o tardi io ti farò soffrire
*fine flashback*

un dia dijiste que no era feliz *un giorno mi hai detto che non eri felice*
que tarde o temprano me harias *che presto o tardi mi avresti fatto*
sufrir,me diste las cosas que *soffire, mi hai dato le cose che*
te regale y no me dijiste por que *che ti ho regalato e non mi hai detto il perché*
por que *perché?*
 
La mia vista cominciava ad essere sfocata, sentivo di stare per scoppiare a piangere lì davanti a tutti.
*flashback*
Leon: La cosa migliore per te sarebbe dimenticarti di tutto ciò che c’è stato tra noi
*fine flashback*
Sott’occhio il mio sguardo era rivolto a lui anche se sempre col capo chino e lui non mi toglieva gli occhi di dosso

no creo que pueda volver a *Non credo che posso *
empezar,no creo que pueda *ricominciare, non credo che posso*
volver a olvidar si te ame fue *ridimenticare, se ti ho amato è stato*
hasta llorar,si te ame fue sin *fino a piangere, se ti ho amato è stato senza*
pensar si te ame fue como pude *pensare, se ti ho amato è stato come ho potuto*
como te pude amar *come ti ho potuto amare*

quizas me creas si te digo que *forse mi credi se ti dico che*
no hay mas o quizas descubras *non provo più niente o forse scopri*
mi verda… *la mia veri…
 
Ebbi un nodo alla gola che mi impedì di continuare e mi fermai.
 
Pablo: Hey Vilu tutto ok?
 
Mi morsi il labbro inferiore e scossi il capo guardando Pablo, sussurrai un “mi dispiace” e corsi fuori dall’aula portandomi la mano sulle labbra
 
Francesca voltò lo sguardo verso Leon che era seduto al suo fianco
 
Pablo: Emm…va bene riprendia…
 
Pablo non ebbe il tempo di finire le parole che vide il nipote scattare in piedi e dirigersi verso la porta.
 
Pablo: Ma Leon dove…
 
Leon arrivo vicino la porta andando nella stessa direzione di Violetta ma una mano sul suo petto lo bloccò. Era la mano di Angie che scosse lentamente il capo. Leon la guardò negli occhi per qualche secondo poi guardò Violetta entrare in un aula e provo di nuovo ad avanzare la mano di Angie continuava a bloccarlo. Ancora una volta i due si guardarono negli occhi, Leon diede un pugno con la mano sinistra allo stipite della porta e poi si diresse verso l’uscita.
 
Pablo: Hey ma cosa…
Angie: È una lunga storia Pablo poi ti spiego!*si allontana*
Pablo: Ok…possiamo…
Francesca: Scusa Pablo devo andare!
Pablo: Come devo andare ma dove…
Francesca: Ciao!
 
Francesca uscì velocemente dall’aula dirigendosi verso l’uscita.
 
Ero seduta a terra con le ginocchia al petto e il volto coperto, poggiando la fronte sulle mie ginocchia. Sentii il rumore della porta dell’aula aprirsi e una mano poggiarsi sul mio braccio. Alzai lentamente lo sguardo e incrociai quello di mia zia. L’abbracciai mentre continuavo a piangere. Perché dovevo stare così male? Perché?
 
Leon arrivò vicino alla sua moto, prese il casco e cercò di aprire velocemente la chiusura ma non ci riuscii. Scaraventò il casco a terra, portò le mani sulla testa guardandosi intorno e poi iniziò a prendere a calci un albero più volte.
 
Francesca: Hey! Hey!!! SMETTILA LEON!!!
 
Francesca gli si avvicinò cercando di prendergli il braccio per calmarlo ma con una spinta brusca l’allontanò rischiando quasi di farla cadere a terra. Leon la guardò per qualche istante, poi si sedette ai piedi dell’albero; teneva ancora la testa fra le mani e i gomiti poggiati sulle ginocchia
 
Leon: I-io…sono stanco di essere quello forte, sono stanco di tenermi tutto ma…devo farlo, si devo farlo per lei
 
Leon fissava il prato verde che era a terra come se stesse parlando da solo. Francesca lo fissava, scosse il capo mordendosi il labbro inferiore. Gli si avvicinò e si sedette sulle ginocchia per guardarlo negli occhi. Erano lucidi e sembrava che stesse cercando di reprimere quelle lacrime chissà da quanto. Francesca gli prese il volto tra le mani costringendolo a guardarla negli occhi.
 
Francesca: No Leon, adesso basta essere forti, non serve a niente per nessuno, basta…
 
Leon scoppiò a piangere e Francesca lo abbracciò facendogli poggiare la fronte sulla sua spalla. Non lo aveva mai visto così, Leon è sempre stato quello forte, quello duro, quello freddo, e ora…ora sembrava un bambino di cinque anni alla quale hanno rubato le caramelle. Francesca avrebbe tanto voluto fare di più, avrebbe voluto che lui e Vilu si parlassero perché era convinta che se questo fosse accaduto tutto si sarebbe risolto, ma Leon era così testardo. Intanto nell’aula di musica…
 
Angie: Tesoro, sono sicura che anche questa passerà
Violetta: No zia, non è una cotta io sono innamorata di lui capisci? I-io non posso più vivere senza…io ho bisogno di lui
Angie: Va bene ma…dagli un po’ di tempo, qualche settimana qualche…
Violetta: Tempo?! Zia è passato un mese!!! E io non ce la faccio più a vederlo e…e…non posso fare nulla, non posso toccarlo, non posso baciarlo non…non ce la faccio più ho bisogno di lui
Angie: Resiti! Ce la puoi fare!
 
Mia zia mi abbracciò di nuovo. Certo, è facile dire resisti, che ne sa lei di quello che sto provando io, che ne sa lei di quanto io mi senta vuota e sola in questo momento…si sola, è strano come un mondo così pieno di persone possa sembrare deserto quando la persona più importante della tua vita ti è lontana. Si, è davvero strano.
 
Quel pomeriggio Francesca pranzò a casa Vargas poiché aveva le prove da fare con Leon. Verso le 15:00 arrivò anche Marco. Tutti e tre erano nella camera di Leon a provare la canzone
 
Francesca: A-a-a-a empezar la fiesta A-a-a-a alcanzemos las estrellas ah…peinarse y maquillarse los nervios a flor de piel! Es en el escenario donde a mis sueños veo nacer .Oye mi corazón como se acelera cuando el público espera, no. Nada me va a parar Que sube el telón Chicas, comienza la función
 
Finita la canzone Marco applaudì e Francesca sorrise avvicinandosi a lui e sedendosi sulle sue gambe
 
Francesca: Ti è piaciuta?
Marco: Moltissimo!
Francesca: Si io e Leon siamo una grande squadra! Vero Leon?
Leon: Certamente! 
 
Leon si avvicina e da il cinque a Francesca che aveva già teso la mano.
 
Francesca: Vado a prendere qualcosa da bere!
Marco/Leon: Ok! *Francesca esce*
Marco: Leon?
Leon: Si?
Marco: Potrei chiederti una cosa?
Leon: Che cosa?
Marco: Mi insegneresti a…a portare una moto?
Leon: Che?! Perché vorresti portare una moto?
Marco: Perché mi piace! Anche se mi stavo suicidando l’ho trovata una cosa adrenalinica e fortissima!
Leon: Ecco io…non so…
Marco: Ti prego Leooonn…Ti pregooo
Leon: Mmm…e va bene! Ma a due condizioni
Marco: Dimmi!!!
Leon: La prima non ti azzardare a fare corse di nessun genere! Meno clandestine
Marco: Ok la seconda?
Leon: Non pensare neanche per un secondo che dopo la prima lezione puoi salire sulla moto da solo, hai bisogno di almeno un mese! Intesi?
Marco: Ok…si va bene, però guarda che non faccio così pena cioè il motorino lo so portare
Leon: Si, il motorino bravo, la moto è un’altra cosa quindi prometti
Marco: Promesso!
Leon: Ok!
 
Anche quel mese passò in fretta. Leon dava lezioni di motocross a Marco e allo stesso tempo si allenava. All’inizio Francesca non era d’accordo su ciò ma pian piano accettò la cosa. Leon frequentava sempre meno lo studio, il motivo ufficiale era che voleva allenarsi di più, quello vero che aveva paura di vedere Violetta.
 
Un altro mese passò velocemente. Per Leon ero diventata praticamente un’estranea. Neanche più uno sguardo. Il mio unico supporto era Francesca che gli stava sempre accanto e mi mandava sempre messaggi con foto o conversazioni nella quale si dimostrava che Leon mi amava. Ogni sera prima di andare a letto riascoltavo quelle registrazioni una ad una per poter sentire la sua voce. Ormai quello era l’unico modo che avevo per ascoltarlo. Ogni tanto mi capitava durante la notte di sentire il rumore delle foglie dell’albero muoversi; mi sveglio sempre pensando che sopra a quell’albero ci sia Leon, ma non è mai così. Non so perché ma più i giorni passavano più mi sentivo nervosa, come se qualcosa dovesse accadere. Stavo dormendo nel mio letto come tutte le sere e ancora una volta quel sogno mi perseguita. Ma questa volta non riesco a svegliarmi. Porto la mano destra sulla bocca guardando Leon disteso a terra. Scoppio in lacrime e vedo che al mio fianco c’è Francesca, indossa una gonna nere con dei sottili righini bianchi. I capelli raccolti in una coda alta a sinistra, una maglietta argentata a giromanica e un gilet nero di pelle. Anche lei sta piangendo, Marco la sta abbracciando coprendole il volto con il suo petto mentre scioccato china il capo e riesco ad intravedere qualche lacrima scendere dal suo volto, anche lui era vestito in modo diverso dal solito. “LEOOON” Continuai a gridare. Vidi Lara piangere e chinare il capo sul suo petto, mia zia Angie si avvicina e la sposta con delicatezza per poi abbracciarla, le da un bacio sulla fronte e le dice qualcosa all’orecchio, Lara annuisce e si allontana mentre mia zia posa il capo di Leon sulle sue gambe dandogli dei leggeri colpi sul volto. Io lascio cadere quella coperta che ho sulle spalle e corro verso di lui, mi getto a terra piangendo posando l’orecchio sul suo petto all’altezza del cuore e finalmente all’improvviso mi svegliai. Portai entrambe le mie mani sul mio volto che era colmo di lacrime. Mi alzai ed andai in bagno; guardai il mio riflesso nello specchio, mi facevo paura da sola. Avevo gli occhi rossi e gonfi, il viso pieno di lacrime e il naso che colava. Aprii il rubinetto e presi l’acqua fresca tra le mani per poi gettarmela in faccia. Tornai sul mio letto e presi il mio cellulare. So che non dovevo dato che erano le 3:30 di notte ma dovevo farlo, digitai il suo numero preceduto da #31# per non far vedere di chi fosse la chiamata e sperai con tutto il cuore che mi rispondesse. Il telefono continuò a squillare per un momento che mi parve infinito.
 
Leon era assonnato e continuava a girarsi e rigirarsi nel suo letto a causa del fastidioso rumore della suoneria del suo cellulare. Allungò il braccio destro verso il suo comodino toccando ogni cosa gli capitasse sotto mano fino a trovare il cellulare. Lo prese e senza guardare chi fosse e senza aprire gli occhi rispose “Pronto? Chi rompe a quest’ora?”
 
Tirai un sospiro di sollievo e sorrisi nel sentire la sua voce assonnata. “pronto?” ripetette ancora e io staccai posando il cellulare sul mio comodino. Tornai sotto le mie coperte e mi addormentai.
 
Il giorno seguente verso 14:45 Marco e Francesca si diressero alla pista di motocross sulla moto di lui. Proprio così Marco aveva una moto. Era una moto che inizialmente era abbastanza malandata ma dopo che Lara, Leon, Angie e Peter ci misero le mani uscì come nuova e Marco l’adorava. Appena arrivati si tolsero il casco e si diressero verso Leon che lucidava la sua moto.
 
Francesca: Hey hey hey!
 
Francesca sorrise e Marco fece un cenno con la mano destra mentre la sinistra circondava le spalle di Francesca
 
Leon: Hey! Ciao!
 
Leon sorrise e diede la mano a Marco e un bacio a Francesca.
 
Francesca: Allora sei in ansia?
Leon: No…
Francesca: NO!? DAVVERO?! Venerdì farai la corsa e non sei in ansia?!
Leon: La verità? No, non vedo l’ora che arrivi venerdì così potrò fare la finita con questa storia!
Francesca: E tu e Violetta potrete finalmente tornare insieme!!!
 
Disse Francesca battendo le mani
 
Marco: Lui e Violetta?
Francesca: è una lunga storia, poi ti racconto!
Leon: Stasera venite?
Marco: Che si fa stasera?
Leon: Faccio una gara di prova contro Peter e Martin
Marco: Posso partecipare anche io?
 
Chiese Marco con gli occhi che gli brillavano.
 
Leon: Avevamo un patto! Niente gare per te!
Marco: Ma dai!!! Saremo tra amici!!!
Leon: *sospira* Se ti rompi l’osso del collo non voglio sapere niente! Non mi prendo responsabilità!
Marco: Si!!!! *Abbraccia Leon*
Francesca: NO!!! LEON!!!
Marco: Dai amore abbi più fiducia in me!
Francesca: *rotea gli occhi* Giuro che se ti fai anche solo un graffio poi ti do il resto!
 
Disse Francesca dandogli uno schiaffo sul braccio.
 
Leon: Fran ma ieri mi hai chiamato tu con l’anonimo nel mezzo della notte?
Francesca: Io?! No! Non sono scema so che già dormi poco di tuo e poi scordati che mi sveglio la notte solo per sfottere te!
Leon: Bha…
Francesca: Leon?
Leon: Si?
Francesca: Stavo pensando…e se dicessimo tutto a Violetta?
Leon: NO! Non pensarci nemmeno! Con tutto quello che ho fatto per difenderla!? Non ti azzardare!
Francesca: Ma…
Leon: FRANCESCA!
Francesca: E VA BENE!
Leon: Brava!
 
Anche quel giorno Leon non venne allo studio, anche quel giorno la mia agitazione era aumentata e cominciavo a grattarmi nervosamente il braccio sinistro, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. Ero a tavola con mio padre e Angie e guardavo il mio piatto continuando a strofinare la mano destra sull’altro braccio
 
German: Tesoro!!! Così te lo gratti a sangue!
 
Alzai lo sguardo e incrociai quello di mio padre. Sospirai, aveva ragione…
 
Violetta: Scusa hai ragione è che…che sono nervosa!
Angie: Qualcosa non va?
Violetta: I-io non lo so
German: Hai litigato con quel ragazzo?...Leon?
Violetta: No!
 
Non avevo detto a mio padre l a storia di Leon e non avevo intenzione di farlo; è già difficile fargli accettare un ragazzo figuriamoci cosa farebbe se sapesse quanto sto soffrendo per Leon. Mi aveva chiesto più volte se il mio comportamento/umore in quei due mesi fosse cambiato a causa sua, ma io gli avevo detto di no. Non so per quanto ancora avrei retto questa menzogna. Due mesi…sono passati due mesi…due mesi, questa parola continua a rimbombarmi nel cervello, con la voce di Leon con la mia voce con la voce di Francesca. Ero sicura che qualcosa stava per succedere ma ancora non sapevo cosa. Quella sera non riuscivo a prendere sonno, avevo paura che succedesse la stessa cosa della notte precedente. Mi sedetti sulla sedia che affacciava alla finestra fissando L’albero e la strada deserta illuminata solo dalle luci fioche dei lampioni. D’un tratto vidi due moto fermarsi davanti al vialetto di casa mia. Sgranai gli occhi guardandole. Su una c’erano due persone, una delle due portava un vestito largo bianco con dei pois neri. Si tolsero il casco e riconobbi da lontano i volti di Marco e Francesca. Il ragazzo sull’altra moto non aveva bisogno di togliersi il casco perché è stata la prima persona che avevo notato ma comunque lo fece. Vidi mi zia Angie uscire di casa e andargli incontro, diede un bacio sulla guancia a Leon e salutò Marco e Francesca con la mano. Leon le tese il casco rosso, quello che usavo sempre io e lei lo indossò per poi salire dietro di lui sulla moto e partire. Dove cavolo stavano andando?...alla pista certo! Ma a fare cosa?! Perché andavano a quella dannata pista?! Cominciai a mangiarmi l’unghia del pollice destro mentre camminavo girando in tondo al centro della stanza. Mi meraviglio che ancora non si sia fatto un buco. Dovevano essere passati all’incirca venti minuti, dovrebbero essere già arrivati. Presi il cellulare e digitai il numero di Francesca
 
Intanto alla pista, i ragazzi si preparavano per correre
 
Marco: Wuhuuu
Leon: Non cominciare così che mi fai paura!!!
Marco: Tranquillo fratello so portare una moto!!!
 
Francesca sorrise guardandoli, era vicino al recinto con Lara e Angie quando il suo cellulare squillò. Lo prese velocemente e vide che era Vilu e si allontanò dalle due ragazze per rispondere
 
Francesca: Vilu?! Che ci fai sveglia a quest’ora?!
 
I ragazzi misero in moto i motori e appena Lara sparò il botto di inizio i ragazzi iniziarono a correre. Francesca si mise l’indice sinistro sull’orecchio scoperto per sentire meglio la voce di Vilu e si voltò a guardare la gara.
 
Violetta: Che cosa state facendo alla pista di moto?!
 
Sentivo delle urla di ragazzi, ragazzi che ridevano e il rumore dei motore delle moto
 
Francesca: Vilu ma cosa…
Violetta: NO! Non ti azzardare a mentirmi perché vi ho visto quando siete venuti a prendere Angie!
Francesca: Sta calma, ora non posso parlare molto, comunque sta tranquilla non è niente i ragazzi stanno facendo una corsa per divertirsi, Marco ha da poco imparato il motocross…tutto qui
Violetta: Una corsa?! Una corsa clandestina?!
Francesca: No Vilu!!! TI assicuro che non farei mai fare una cosa del genere a Marco!
Violetta: Va bene ti credo ma…domani puoi venire da me?
Francesca: Domani? Domani è venerdì giusto?
Violetta: Si…
Francesca: In realtà dovrei…
Violetta: Ti prego Fran ho bisogno di raccontarti una cosa!
Francesca: Ok vengo!
Violetta: Grazie!!!
Francesca: Di nulla, a domani un bacio ciao
Violetta: Ciao!
 
Com’era prevedibile anche quel giorno Leon non venne, ma questa volta non venne neanche Marco. Per fortuna Francesca si e come promesso venne da me a mangiare. Mio padre fu felice di vedere che avevo portato Francesca a casa per stare in compagnia. Appena finito di mangiare salimmo di sopra entrando nella mia stanza. Francesca iniziò a guardarsi intorno curiosando qua e là
 
Francesca: Era da un po’ che non venivo qui…
Violetta: Già passi tutto il tempo con Leon!
Francesca. C’è un motivo del perché lo faccio!
Violetta: Si ma non vuoi dirmelo
Francesca: Ascoltami Vilu, manca davvero poco no anzi pochissimo e potrò finalmente raccontarti tutto!!! Ma ciliegina sulla torta…tu e Leon potrete tornare insieme!!!
 
Disse cominciando a saltare battendo le mani.
 
Violetta: Mmm…lo spero tanto, io non ce la faccio ti giuro che se non viene neanche domani a scuola vado a casa sua!
Francesca: Ooo che romantico! Ma non ce ne sarà bisogno! Domani viene! Che ore sono?
Violetta: Le 16:15 perché?
Francesca: è che…alle 17:00 devo proprio scappare quindi, perché non mi racconti cosa c’è che non va?
Violetta: Vedi ultimamente mi sento male, sono sempre più nervosa come se avessi un pessimo presentimento mi capisci
 
Fran mi guardò interrogativamente e annuì una volta col capo invogliandomi a continuare.
 
Violetta: C’è un sogno che faccio spesso, sogno Leon che corre, in una corsa clandestina con Lara dietro. Sono legati con una cintura, io mi avvicino allo steccato e li guardo, grido il nome di Leon e lo vedo fare un salto enorme per poi cadere e schiantarsi sul suolo
 
Vidi il volto di Fran sbianchirsi di colpo e lei deglutì.
 
Violetta: Fino ad ora è sempre stato solo questo che ho visto, ma ieri sera è stato peggio
Francesca: Che-che vuol dire peggio?
Violetta: Di solito dopo aver visto Leon cadere mi sveglio, ma ieri no, ieri mi sono voltata alla mia destra e c’eri anche tu abbracciata a Marco. Lara e mia zia che piangevano e io che gridavo mentre correvo verso Leon e posai l’orecchio sul suo petto all’altezza del suo cuore
Francesca: E-e batteva?
Violetta: Non lo so…mi sono svegliata in quel momento.
 
Francesca aveva gli occhi spalancati come se la mia storia l’avesse scioccata.
 
Violetta: Fran tutto ok?
Francesca: S-si i-io…devo andare! Scusami Vilu devo fare una cosa importantissima
Violetta: Si va bene, ti accompagno alla porta
Francesca: N-non è necessario grazie! Scappo! Ciao!
 
Mi diede velocemente un bacio sulla guancia e poi corse via tutta nervosa. Non mi piaceva la sua reazione, stava per succedere qualcosa me lo sentivo. Portai le mani alla testa mentre mi sedevo sul letto, avrei pagato oro per sapere cosa stava succedendo, ma non potevo.
 
Erano le 18:30 e c’era un gran fermento alla pista, tutti sembravano agitati tranne Leon, almeno questo era quello che sembrava. Francesca era arrivata da poco, indossava una gonna nera con dei righini bianchi, una maglietta argentata e un gilet di pelle nero, ai piedi un paio di stivali dello stesso colore con delle borchie e i capelli raccolti in una coda alta a sinistra.
 
Francesca: Leon ti prego!!!
Leon: NO!!!
Francesca: Allora sposta la gara!!!
Leon: Hahaha si certo! Diglielo tu ai black che sposto questa gare solo per uno stupido sogno!
Francesca: Stupido sogno?! Leon Vilu non sapeva niente della corsa!!! Eppure ha sognato questo! Potrebbe essere una premonizione!
Leon: NO!
Francesca: Se almeno tu me la lasciassi avverti…
Leon: NO! NO!! E NO!!! Francesca guardami bene negli occhi, non ti azzardare ad avvisare Violetta della corsa! Intesi?
Francesca: Sei un…
Leon: INTESI?
 
Francesca sbuffò incrociando le braccia e guardò altrove annuendo col capo. Leon si pulì le mani sporche di grasso con uno straccio e poi lo lanciò sul mobiletto e si allontanò. Indossava delle adidas nere con le strisce rosse nei laterali, un jeans nero, una maglietta rossa a mezze maniche e la sua immancabile giacca di pelle. Francesca prese il suo cellulare e osservò il numero di Violetta con la sua foto abbastanza nervosa.
 
Francesca: Che faccio? Che faccio?!...glielo dico non glielo dico glielo dico non glielo dico…in fondo Leon vuole solo proteggerla…si ma lei ha 18 anni! Ha il diritto di sapere che cavolo sta succedendo non è una bambina!...si  però poi Leon mi ammazza…e se succede qualcosa a Violetta?...si però se si avvera il sogno di Violetta sicuramente non mi guarderà più in faccia…aaa che crisi!!! Cosa deve fare una brava amica in questi casi? La chiamo?...

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Capitolo 24
*** Incubo o realtà? ***


Francesca si morse il labbro inferiore fissando il display.
 
Francesca: Scusami Leon! Ma chissà magari un giorno mi ringrazierai!
 
Francesca premette il tasto verde sul display del suo galaxy s2 e lo avvicinò al suo orecchio. Violetta non tardò un secondo a rispondere
 
Violetta: Fran?!
Francesca: Vilu, ascolta devo dirti una cosa molto importante
Violetta: Che cosa?
Francesca: Si tratta di Leon, ma ti prego non mi ammazzare
Violetta: Mi stai spaventando
Francesca: Già, bhe io non dovrei dirtelo ma è che…non so sento il bisogno di farlo
Violetta: Lara e Leon sono tornati insieme?
Francesca: NO!!!
Violetta: E allora che?!
Francesca Ti ricordi quando mi hai chiesto se Leon doveva fare qualche corsa clandestina?
 
Ecco! Io lo sapevo che c’era qualcosa per cui preoccuparmi
 
Violetta: Si…
 
Dissi immaginando già la risposta
 
Francesca: Ti ho mentito!
Violetta: FRANCESCA RUSSO!!!
Francesca: Lo so! Lo so!
Violetta: Dove e quando?!
Francesca: A mezzanotte, alla pista di motocross, Leon gareggerà contro i black
Violetta: CHE COSA?!
 
Scattai di colpo in piedi alzandomi dal letto a quelle parole.
 
Violetta: U- Un’altra gara mortale?! MA È IMPAZZITO?! SE VUOLE MORIRE CHE ME LO DICA LO AMMAZZO IO CON LE MIE MANI!!!
 
Dissi mentre sentivo la rabbia prendere possesso del mio corpo, ma più che rabbia era paura, paura che potesse accadergli qualcosa; la prova di ciò erano le lacrime che lentamente si fecero già spazio sul mio volto rigandomi le guance.
 
Francesca: Gara mortale? No, no sarà una gara a coppie, cioè Leon correrà e Lara sarà seduta sulla moto di lui e saranno legati da una cinta. I black hanno cercato Leon per molto tempo e solo dopo questa corsa lo lasceranno finalmente in pace
Violetta: È per questo che mi ha lasciato? Lu-lui non voleva che i black se la prendessero anche con me…
Francesca: Già è proprio così. Senti io te l’ho detto perché non me la sentivo di nascondertelo soprattutto dopo che mi hai raccontato nel sogno e poi credo che tu sia abbastanza grande da decidere da sola cosa fare
Violetta: Si, grazie Fran! Sei una vera amica
Francesca: Figurati e poi io non ho paura di Leon…ma se non gli dici che ti ho chiamato mi fai un grandissimo favore
Violetta: No tranquilla non gli dirò che me lo hai detto. Sai, ora che me lo hai raccontato mi sento più tranquilla, adesso so cosa devo fare.
Francesca: Ok, ,un bacio ciao
Violetta: Ciao
 
Mentre staccava la chiamata ad un tratto sentì la voce di Angie chiamarla
 
Angie: Fran!
 
Francesca si voltò verso di lei e attese che la raggiungesse. Angie portava un pantalone di pelle delle scarpe argentate, aperte con un tacco vertiginoso e una maglietta zebrata che aveva le maniche aperte a metà.
 
Francesca: Dimmi
Angie: Mi presteresti il tuo cellulare? Dovrei fare una chiamata importante, è questione di secondi
Francesca: Certo!
Angie: Grazie!!!
 
Angie sorrise a Francesca e poi si allontanò per fare la chiamata.
 
Staccai la chiamata e sospirai. Finalmente sapevo tutto. Questo da una parte mi aveva tolto un peso dal cuore ma dall’altra mi aveva fatto capire che il mio sogno poteva essere più reale di quanto mi fosse sembrato. Mi guardai allo specchio per fortuna quelle quattro lacrime erano già sparite. Leon ha dovuto essere forte per tutto questo tempo mascherando i suoi sentimenti e lo ha fatto per proteggermi, ora toccava a me essere forte. Voleva affrontare quella gara? Ok lo accetto se serve a chiudere completamente con il suo passato, ma io sono il suo presente e non può tirarmi fuori così. Deve capire che non sono una bambina immatura, deve capire che quando ha problemi come questo deve parlarne con me perché io voglio affrontarli con lui! Tutta via una parte di me avrebbe voluto ammazzarlo per avermi tenuto nascosto una cosa del genere, ma ho deciso ignorare quella parte e concentrarmi solo su quella che voleva tornare con lui a tutti i costi.
 
Francesca era agitata, ancora non sapeva se aveva davvero fatto la scelta giusta. Continuava a mangiarsi l’unghia del pollice destro mentre stringeva il cellulare nella mano sinistra che teneva sotto al seno. Due braccia le avvolsero la vita da dietro. Era Marco che aveva intuito il suo nervosismo e poggiato il mento sulla sua spalla destra
 
Marco: Hey Fran cos’hai?
Francesca: Ho paura Marco…e se Leon perdesse?
Marco: Leon? Naa ma l’hai visto? Lui è un portento! Li stenderà tutti quanti!!!
Francesca: Tu dici?
 
Marco fece voltare Francesca continuando a tenere le mani sulla sua vita per poterla guardare negli occhi
 
Marco: Ne sono sicuro!
 
Francesca gli sorrise debolmente, lui era così dolce che riusciva a tranquillizzarla; Marco le diede un bacio sulla fronte e lei chiuse gli occhi sorridendo di più, lui continuò dandole un bacio sul naso e poi sfiorò le sue labbra
 
Marco: Ti ho già detto che sei davvero sexy vestita così?
 
Sussurrò lui facendola ridere per poi iniziare a baciarla in modo passionale stringendola a se. Francesca ricambiò il bacio cingendogli il collo, socchiuse le labbra permettendo alla lingua di Marco di avere accesso alla sua bocca rendendo quel bacio ancora più profondo. Intanto Leon si stava ancora allenando. Era spaventato nel rivedere quelle facce anche se voleva nasconderlo, euforico all’idea della corsa, sollevato dal fatto che quella corse avrebbe finalmente messo la parola fine al suo oscuro passato e allegro all’idea di poter tornare presto da Violetta. Aveva deciso che quella sera stessa dopo la gara sarebbe andato da lei a raccontarle tutto. Angie lo guardava preoccupata, aveva paura per lui, lo considerava come un fratello minore e se era rientrata nel giro era solo per aiutarlo ma non vedeva l’ora di chiudere con quella storia. Poco distante da lei c’era Lara anche lei a fissare Leon, ma lei non era preoccupata, lei ora contenta, contenta perché era convinta al 100% che Leon avrebbe battuto i black e avrebbe vendicato suo fratello.
 
L’ora si avvicinava, erano le 22:45 e tutti dormivano in casa; Angie aveva detto che avrebbe lavorato fino a tardi e che quindi non dovevamo aspettarla in piedi ma io sapevo benissimo che aveva del tutto altri progetti. Uscii dalla mia stanza di soppiatto senza fare il minimo rumore, con soli i calzini ai piedi. Mi intrufolai in quella che era la stanza di mia zia e una volta chiusa la porta accesi la luce. Mi guardai intorno per qualche secondo per poi fissare sotto al letto. Mi avvicinai e tirai fuori una valigia, aprendola vidi che c’erano tutti i vestiti che probabilmente mia zia usava quando faceva parte di quel giro…bingo! Non ho neanche dovuto faticare per trovarla. Presi un pantaloncino nero che aveva degli strappi sul davanti che mostravano una toppa bianca cucita apposta all’interno del pantaloncino e una catena laterale. Lo indossai, e poi presi un semplice top rosso scuro a giromanica perfettamente aderente. Presi un bracciale a fascia con delle borchie argentate e lo misi al polso destro. Spensi la luce e aprii la porta tornando in camera mia. Presi degli stivali di camoscio neri che scendevano morbidi fino arrivare poco sopra alle caviglie. Mi guardai allo specchio, mancava solo una cosa e poi sarei stata perfetta. Presi la mia giacca di pelle dall’armadio e uscii di casa. Fuori ad aspettarmi c’era già il taxi che avevo chiamato, entrai in macchina e diedi l’indirizzo al tassista.
 
Leon stava parlando con Lara, Angie, Peter e Martin. Francesca era seduta sopra un contenitore vuote di petrolio e Marco era vicino a lei che la stava baciando. I rombi di alcune moto distrussero quella pace che si era creata. Immediatamente il vociferio che c’era svanì di colpo, anche Marco e Francesca si staccarono di colpo a sentire il suono di quei motori. Leon si diresse verso di loro a passo normale con un’aria di sfida stampata sul volto. Poco dietro di lui a sinistra c’erano Angie e Lara, dietro Peter e Martin Marco si avvicinò affiancandolo a destro e tenendo stretta la mano sinistra di Francesca
 
Leon: Black!
 
Disse come per salutare il loro capo che si faceva chiamare appunto “The black man” originale no? . L’uomo robusto alto e pelato, mosse il collo a destra e sinistra per farlo schioccare. Alla sua destra vi era una donna dai capelli rossi, alta più o meno quanto lui che vestiva come una prostituta. Dietro di lei altri 5 uomini di diverse stature, alla sinistra di Black invece c’erano una donna dai capelli neri, una bionda e ancora altri due uomini. Tutti portavano la stessa giacca di pelle, con scritto “The blacks” sulle spalle.
 
Black: Ciao Leoncino
 
Lo provocò l’uomo ridendo. Leon strinse i denti e ringhiò
 
Leon: LEON! IL MIO NOME è LEON!
 
Scandì bene le parole e l’uomo rise mostrando i suoi denti, per niente un bello spettacolo pensò Leon.
 
Black: Bhe facciamola finita con questa storia! Abbiamo una corsa che ci aspetta!
Leon: Ricordati che questa non è una corsa mortale!
Black: Hahaha Che c’è? Hai paura Leoncino?
Leon: ALLE MOTO ORA!!!
 
I black scoppiarono a ridere e Francesca lasciò la mano di Marco per avvicinarsi a Leon; gli afferrò il braccio destro per poi avvicinarsi al suo orecchio
 
Francesca: Non fare così! Ti stanno provocando e tu ci stai cadendo! Mostrati superiore
 
Leon era già nervoso di suo, ma Francesca aveva ragione, non doveva reagire così alle loro provocazioni serviva solo a dare soddisfazione a loro. Leon sorrise e poi guardò Black
 
Leon: Allora, vogliamo iniziare o preferisci prima bere qualcosa?
Black: Bhe se non te la fai sotto andiamo pure ragazzo!
 
Ancora una volta black e la sua banda scoppiarono a ridere
 
Leon: Sai una volta un uomo saggio disse, gli uomini provocano gli altri rivelando le proprie paure, devo pensare che sia tu a fartela sotto a questo punto giusto?
 
Questa volta a ridere sono stati Francesca, Marco, Peter, Martin e Lara. Angie accennò solo un sorriso guardando Leon. Black invece lo guardò male e stava per andargli addosso ma due dei suoi uomini lo trattennero
 
Leon: Che c’è? Ti piace provocare gli altri ma quando sei tu quello che viene provocato diventi permaloso?
 
Black si liberò dei due uomini e stava nuovamente per avvicinarsi a Leon ma Angie gli si mise davanti alzando la mano destra all’altezza del petto di Black
 
Angie: Non siamo qui per fare a botte ma per correre! Quindi qualsiasi conto in sospeso verrà risolto sulla pista con le moto! Intesi?
 
L’uomo guardò male Angie e poi guardò i suoi uomini
 
Black: Andiamo!
 
Tutti quanti scesero giù in pista. Black si sedette sulla sua moto e di spalle dietro di lui salì la donna dai capelli rossi. Leon era già in sella alla sua moto, Lara era seduta di spalle e stava allacciando la cintura in vita.
 
Angie: Ok Leon! Resta concentrato e non cedere agli insulti lo sai vuole solo provocarti
Leon: Si certo! Tranquilla
Francesca: Facciamo il tifo per te!
Leon: *Sorride* Lo so!
Marco: Hey fratello ricorda! Tu sei il numero uno!
 
Marco diede il cinque a Leon e gli sorrise.
 
Angie: Ok siete pronti?
Leon/Lara: Si!
Angie: Bene!
 
Riconobbi mia zia, Francesca e Marco che erano di spalle e mi avvicinai a loro facendomi spazio tra Angie e Francesca.
 
Leon: VIOLETTA?!
 
Leon sgranò gli occhi squadrandomi da capo a piede, cosa che fecero anche Marco, Francesca e Angie
 
Angie: Vi-Violetta!!! Tu che cosa ci fai qui?!
Violetta: Sono venuta a correre con Leon, me lo tieni tu?
 
Dissi porgendo il cellulare a Francesca che annuì col capo e se lo prese
 
Lara: Scusa?!
Violetta: Quello che hai sentito quindi ora alzati e fammi sedere
Lara: Scordatelo!
Violetta: Come?!
Lara: Quello che hai sentito! Sei solo una mocciosa viziata! E inoltre non saresti capace di fare una cosa del genere! Corro io con Leon!
Violetta: Ok! Stammi bene a sentire CARA! Alza il culo da quella moto e non fartelo ripetere più! Col MIO uomo corro IO!
 
Dissi guardandola negli occhi. Bhe come si dice mali estremi, estremi rimedi. E poi da una grande soddisfazione parlare così a Lara. Vidi Lara aprire bocca e intuendo cosa stesse per dire lo dissi insieme a lei
 
Lara/Violetta: LEON!!!
 
Quando voltai lo sguardo verso Leon vidi che mi stava ancora fissando da capo a piede. Scosse il capo per riprendersi al suono delle nostre voci
 
Leon: Si?
Lara/Violetta: DILLE CHE CORRO IO CON TE!
Leon: Si! No! Corre Lara!
Lara: AH!
 
Disse lei soddisfatta e io guardai Leon
 
Violetta: Voglio correre io!!!
Leon: Scordatelo è troppo pericolo!
Violetta: Bhe ormai sono già qui! I black mi hanno già visto e non ho problemi a dirgli anche il mio cognome così mi trovano quando vogliono!
Leon: Mi stai ricattando?!
Angie: Vilu! Non puoi correre!
Violetta: Angie!!! SMETTILA! Non ho dieci anni! Smettetela di dirmi cosa devo fare! Leon io non voglio ricattarti ma se mi costringi lo farò.
Leon: Che?!...o-ok facciamo una pausa!
Black: CHE?! Neanche abbiamo cominciato!
Leon: Lo so ma devo fare una cosa importante ci metto dieci minuti
Black: Hahaha vuoi solo rallentare la tua fine Leoncino
Leon: Si come dici tu! Lara vuoi sbottonare sta cosa
Lara: Si si un attimo!
 
Disse Lara alzando il tono. Slacciò la cintura e Leon la tolse dandola a lei mentre scendeva dalla moto. Si avvicinò a me e dopo avermi sussurrato un “cammina” mi poggiò la mano dietro la schiena per spingermi a camminare verso il capannanone. Sembrava arrabbiato e nervoso allo stesso tempo anche se voleva apparire calmo. Ma io lo conosco troppo bene. Appena entrammo nel capanno chiuse la porta
 
Leon: CHE COSA CAVOLO TI È SALTATO IN MENTE?!
Violetta: A ME?! E A TE ALLORA?! MI HAI LASCIATO PER NULLA!
Leon: NULLA?! IO CERCO DI TENERTI FUORI DAI MIEI GUAI E TU LO CHIAMI NULLA?!
Violetta: MA NON CAPISCI?!
Leon: MA CHE CAVOLO DOVREI CAPIRE?! FACCIO DI TUTTO PER DIFENDERTI! TI LASCIO, TI ALLONTANO DA ME! E TU CHE FAI?! ROVINI TUTTO!
Violetta: TU NON MI HAI DIFESO AFFATTO! NEL MOMENTO IN CUI MI HAI LASCIATO MI HAI FATTO SOFFRIRE COME UN CANE!
Leon: CERTO! PERCHÉ IO MI SONO DIVERTITO TANTO!
Violetta: NON HO DETTO QUESTO!  
Leon: E ALLORA SPIEGAMI CHE CAVOLO VUOI DIRE!!!
Violetta: CHE SEI STATO UN PERFETTO IDIOTA!!!...Non avresti mai dovuto lasciarmi, così non mi hai aiutato affatto. Ma non capisci? Io ti amo e voglio condividere con te tutto!
Leon: Questo no
Violetta: Questo si!
 
Mi avvicinai a lui continuando a guardarlo negli occhi. Aveva le braccia incrociate al petto e io poggiai le mani su di esse
 
Violetta: Non trattarmi come una bambina Leon. Ho diciotto anni e sono in grado di decidere da sola cos’è meglio per me!
Leon: Tu non hai la minima idea di quanto è pericolosa una gara del genere
Violetta: Forse no! Ma ho le idee chiare e so che voglio stare con te!
Leon: Dopo la co…
Violetta: No Leon! Niente dopo la corsa! Io voglio correre con te! Mi fido di te e so che non mi succederà niente al tuo fianco
Leon: In realtà staresti alle mie spalle
 
Mi corresse lui annuendo col capo e io gli sorrisi; avvolsi le braccia intorno al suo collo costringendolo a sciogliere le braccia. Lo sentivo stava per cedere. Lo leggevo nei suoi occhi che non smettevano di fissare le mie labbra, sapevo che stava morendo dalla voglia di baciarmi e non era l’unico. Sono passati due mesi dall’ultima volta che ci siamo baciati ma a me è sembrata un’eternità. Sentii le sue mani spostarsi dai fianchi a dietro la schiena circondando la mia vita. Mi avvicinai alle sue labbra facendole sfiorare con le mie e immediatamente, dopo il secondo tocco lui iniziò a premere le sue labbra sulle mie e la sua stretta divenne ancora più forte facendo combaciare perfettamente i nostri bacini. Non passarono neanche due secondi che già avvertii la presenza della sua lingua nella mia bocca alla ricerca della mia che non tardò ad arrivare. Continuavamo a baciarci sempre con più foga. Dio solo sa quanto mi sono mancati i suoi baci. Risentire quei brividi l’ungo la schiena, avere di nuovo la pelle d’oca al suo tocco, sentire il mio cuore battere a più di mille all’ora, sentire il suo amore scorrermi nel corpo mi era mancato. Sorrisi sulle sue labbra e con un salto gli saltai in braccio circondandogli la vita con le gambe. Lui mi prese senza mai smettere di baciarmi. Sentivo il fiato venire meno ma in quel momento poco me ne fregava. Non riesco, non posso spiegare la gioia che sto provando in questo momento. Era come se volessimo recuperare tutto il tempo perso in meno di un secondo. Mi poggiò sulla sella di una moto mentre continuava a baciarmi ad un tratto si staccò di colpo poggiando la sua fronte sulla mia. Entrambi stavamo respirando a fatica guardandoci negli occhi. Avevo ancora la bocca semiaperta per riprendere aria e appena vidi le sue labbra risi ma non ebbi il tempo di continuare perché cominciò a chinarsi verso l’incavo destro del mio collo per baciarlo. Chiusi gli occhi lasciandolo fare mentre chinai il capo all’indietro, sussultai dalla sella quando sentii la sua mano destra, fredda andare sotto la maglietta toccando la mia pancia. La mia mano destra invece era tra i suoi capelli che continuavo ad accarezzare. Sentivo la parte destra del mio giubbotto essere tirata, aprii leggermente gli occhi e vidi che Leon la stava tirando per farmi avvicinare di più a lui e poi cercò di togliermela ma posando le mani sul suo collo lo allontanai delicatamente ridendo.
 
Violetta: Hey, hey vacci piano
Leon: Pe-perché?
 
Disse senza fiato e io gli sorrisi
 
Violetta: Perché di là ci sono delle persone che aspettano, abbiamo una corsa da vincere, e quando tutto questo sarà finito potremo festeggiare
 
Dissi avvicinandomi di nuovo alle sue labbra per dargli un bacio.
 
Violetta: Ok?
Leon: Ok!
 
Anche lui sorrise, aveva le labbra rosse e non per il mio lucidalabbra evidentemente ci siamo baciati con un po’ troppa foga, ma un sentimento come il nostro è spesso fuori controllo. Scesi dalla moto e mi sistemai la maglietta, lui mi tese la mano destra e la intrecciai con la mia mentre uscimmo fuori.
 
Black: Era ora pivello!
Leon: Scusa l’attesa! Adesso possiamo iniziare!
Lara: Aspetta! Chi corre con te?
Leon: Violetta!
Tutti: CHE COSA?!
Angie: NO!!!
Violetta: SI!                                                                                                                                                                   
Angie: Leon…
Leon: Non parlare con me! Parla con lei…è lei che decide non noi
Violetta: Esatto!
 
Salimmo sulla moto, lui davanti e io dietro a lui di spalle legata con la cinta. Ero tesa e nervosa, ma il fatto che alle mie spalle ci fosse la persona che amavo mi faceva pensare che tutto sarebbe andato per il meglio.
 
Angie: AI VOSTRI POSTI!
 
Mia zia era in mezzo alle due moto con una bandiera, anche se non potevo vederla potevo sentirla, la sua voce era forte e chiara
 
Angie: UNO! DUE! TRE! VIA!!!
 
Fu tutto in un attimo la moto iniziò a correre velocemente, strinsi le mani intorno alla mia vita e chiusi gli occhi. Avevo paura? Si, ma non paura perché ero lì, paura che il mio sogno si avverasse. Leon superò la moto di Black, lo so perché io lo posso vedere e non ha proprio una faccia allegra. Tentò di accelerare per raggiungere Leon ma non ci riuscii perché arrivammo alla rampa e saltammo per poi proseguire tranquillamente lungo il terreno. Sentivo le voci dei nostri amici gridare per noi e i black ovviamente per loro. Sentii un rumore e poi Leon dire “Dannazione!” per poi rallentare
 
Violetta: Che succede?!
Leon: Succede che sono degli s****i!
 
Black ci superò e Leon riprese velocità; vidi una bottiglia di birra vuota a terra e capii che cosa intendeva Leon, l’avevano buttata apposta per farci rallentare. Riuscimmo a riprendere Black affiancandolo e vidi la donna dai capelli rossi dietro di lui con un coltellino tra le mani. Mi sorrise e io non riuscivo a capire che cosa cavolo volesse fare
 
Leon: NON PROVARCI NEMMENO BLACK! SII UOMO E AFFRONTAMI ONESTAMENTE!!!
 
Gridò Leon allarmato, fu allora che capii il motivo.
 
Violetta: NO! NO!! NO!!!
 
C’era una curva e fu lì che Black approfitto per avvicinarsi a noi e la donna usò il pugnale per rompere la cinta che mi legava a Leon
 
Leon: NO!!!
Violetta: LEON CHE SUCCEDE?!
 
Ci fu un’altra rampa questa volta mi sentii sollevare dalla sella. Lanciai un urlo che mi sembrò interminabile, sentii Leon gridare il mio nome. Leon lasciò cadere la sua moto alzandosi in piedi. Non ho mai avuto così paura in tutta la mia vita. D’un tratto fu come se le mie orecchie si fossero otturate. Sentivo le urla dei nostri amici che gridavano i nostri nome ma era come se fossi in apnea. Chiusi gli occhi e senti il mio viso imbattersi contro il petto di Leon, il suo braccio sinistro cinse la mia vita e il destro la mia schiena. Sentivo che sarei morta, si lo sentivo. Non mi accorsi neanche delle lacrime che stavano scendendo dal mio volto. Siamo rimasti sospesi per pochi secondi, ma giuro che mi sono sembrati anni. Un tonfo annunciò che avevamo toccato terra, ma non mi sembrava vero. Vidi delle luci rosse e blu mentre aprivo lentamente gli occhi ad un tratto mi fu chiaro che erano le sirene della polizia. Alzai pian piano il capo dal petto di Leon osservandole e vidi i poliziotti prendere Black e la sua banda che cercavano di correre a destra e sinistra. Sentivo delle lacrime silenziose rigarmi il viso e incrociai gli occhi di Francesca che aveva la mano sinistra poggiata sulle labbra mentre piangeva. Anche Marco e Angie ci guardavano a bocca aperta con quei due ragazzi e Lara gridò “Leoooon” per poi iniziare a correre verso di noi. Avevo paura di voltarmi a vedere il suo volto ma pian piano lo feci comunque. Lui era lì disteso a terra sotto di me con il capo a terra leggermente inclinato verso la mia destra e gli occhi chiusi. Fu allora, soltanto in quel momento che realizzai cosa fosse successo
 
Violetta: Leon, LEEOOOOOONNNN
 
Cominciai a gridare posando la fronte sul suo petto, allora si il mio pianto non fu più così silenzioso. Cominciai a gridare e poi l’orecchio sul suo petto mentre continuavo a piangere, lo posai al altezza del suo cuore per verificare che battesse ancora e…
 

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Capitolo 25
*** La crisi di Violetta ***


Violetta: Leon, LEEOOOOOONNNN
 
Cominciai a gridare posando la fronte sul suo petto, allora si il mio pianto non fu più così silenzioso. Cominciai a gridare e poi l’orecchio sul suo petto mentre continuavo a piangere, lo posai al altezza del suo cuore per verificare che battesse ancora e…si batteva ancora ma non riuscii ugualmente a fermare il mio pianto. Lara era seduta sulle ginocchia alla mia sinistra, anche Francesca era accorsa vicino a me prendendo la mano sinistra di Leon. Arrivò mi zia Angie e sollevò la sua testa dicendo a noi di spostarci. Marco prese delicatamente Francesca facendola alzare e quei due ragazzi fecero lo stesso con Lara ma io non mi mossi di lì, stringevo la sua maglietta nei pugni della mia mano continuando a piangere. Senti due mani sulla mia vita che cercavano di allontanarmi da Leon ma io mi dimenavo per farmi lasciare. La voce di Marco che mi stava stringendo la vita mi diceva di calmarmi ma io non ci riuscivo. Vidi due uomini avvicinarsi a Leon con una barella, a giudicare da com’erano vestito dovevano essere dei paramedici. Smisi di muovermi guardandoli mentre sollevavano il corpo di Leon posandolo sulla barella. Finalmente le mani di Marco smettono di cingermi la vita. Tutti intorno a me stanno parlando ma io non riesco a sentire niente, è come se avessi il televisore impostato su muto. Angie sta parlando con un poliziotto e con uno dei paramedici e poi la vedo indicarmi con il dito. Il mio sguardo torna di nuovo su Leon che stanno caricando su uno dei camion dell’ambulanza. Stavo per dirigermi verso di lui ma sento due mani posarsi sulle mie spalle, mi volto e vedo il paramedico che poco fa era vicino a mia zia. Osservo di nuovo quel camion e vedo mia zia salirci sopra, il paramedico mi stava parlando ma io non riuscivo a sentirlo, l’unica cosa che mi importava era che mi stava portando nello stesso camion in cui era Leon. Mi fece salire e mi sedette accanto a mia zia continuando a tenere gli occhi sgranati puntati su Leon, ad un certo punto realizzo che il para medico sta disinfettando una stupida ferita sul mio braccio sinistro.
 
Violetta: Sto bene, sto bene STO BENE!!!
 
Comincio a ripetere alzando sempre di più il tono, rompendo la campana di vetro in cui ero chiusa e che non mi permetteva di sentire il minimo rumore. Tolsi il braccio da mano al paramedico
 
Violetta: Pensate a lui!!!
 
Dissi guardando sempre Leon. Non so che faccia avesse il paramedico sono concentrata a guardare il volto di Leon. Sento il mio cuore fermo, come se fossi morta guardandolo così. Sono nervosa, sento di stare per impazzire. Continuo a muovere le mie gambe impazientemente senza rendermene conto, le mie mani sono chiuse in due pugni sopra le mie ginocchia. Angie cerca di poggiare la sua mano destra su quella mia sinistra ma immediatamente la schivo senza guardarla
 
Violetta: Non mi toccare
 
Non ce l’avevo con lei e non sapevo perché mi stavo comportando forse pera proprio colpa del nervosismo ma in quel momento non mi importava. Posarono una mascherina sulla bocca di Leon e presero un paio di forbici iniziando a tagliare la maglietta per poi attaccargli dei fili. Non ci stavo capendo niente me sentivo i nervi pulsarmi alla tempia e in ogni parte del mio corpo. Finalmente arrivammo all’ospedale i due uomini portarono giù la barella con Leon portandola di corsa all’interno, io li seguii a passo svelto cosa che fece anche Angie. Appena entrammo quei due cominciavano a parlare in codice dicendo caso numero non so cosa, codice rosso e bla bla bla. Non so se ne rendevano conto ma così aumentavano la mia crisi. Si crisi, mi sentivo in crisi. Entrarono in una stanza con Leon e quando io e Angie provammo ad entrare uno di loro ci fermò
 
Xxx: Qui non potete entrare dovrete aspettare fuori
 
Senza aspettare risposta ci chiuse la porta in faccia, ma va bene lo accetto se serve a farlo muovere per aiutare Leon. Camminai nervosamente avanti e indietro davanti a quella porta come un cane che fa la guardia alla casa sperando che si aprissero quelle porte e ci arrivassero notizie. Finalmente si aprì e vidi un medico sporgersi da questa e dire “Dottor Sanders venga presto è urgente!”. Un uomo con il camice bianco che parlava con un’infermiera si diresse a passo svelto all’interno della sala ignorando la mia presenza.
 
Angie: Vilu perché non ti siedi?
Violetta: No ora no!
 
Dissi senza guardarla mentre riprendevo la mia camminata. Due poliziotti si diressero verso di noi e mia zia scattò in piedi guardandoli
 
Poliziotto1: Signorina sappiamo che non è il momento ma dovrebbe venire con noi per alcune domande
Angie: Non potrebbe aspettare qualche minuto? Almeno il tempo che arrivino i genitori del ragazzo
 
Li guardai con la coda dell’occhio mentre continuavo la mia camminata mangiandomi l’unghia del pollice destro. I due poliziotti si lanciarono uno sguardo e poi annuirono col capo
 
Poliziotto: Va bene! L’aspetteremo lì
Angie: Grazie!
 
Odio gli ospedali. Tutto questo bianco intorno mi fa venire i brividi per non parlare della puzza di medicina, insopportabile. Sembrava che ogni cosa lì dentro servisse a farmi alterare più di quanto non lo fossi. Vidi Francesca Marco Lara e quei due ragazzi in fondo al corridoio dirigersi verso di noi ma io continuai a non interrompere ciò che stavo facendo
 
Francesca: Angie!!!
Lara: Si sa qualcosa?
Angie: N-no sono lì dentro con Leon
 
Disse mia zia indicando la porta con il pollice destro. La sua voce era tremante credo che nonostante tutto anche lei sia scioccata dall’accaduto anche se non vuole mostrarlo. Francesca si avvicina a me, allunga la mano per posarla sul mio braccio ma io la evito
 
Violetta: Non toccarmi Fran!
 
Dico con tono freddo e distaccato chiudendo gli occhi. Quando li riapro guardandola vedo che ha uno sguardo interrogativo e cercando di mantenere un tono più calmo le ripeto
 
Violetta: Per favore non toccarmi, adesso non è il momento
 
Mi avvicinai alle sedie e mi sedetti su una di queste fissando il pavimento. Sentivo dolori da tutte le parti del mio corpo, ma non all’esterno all’interno come se a cadere a terra da quella moto fosse stata la mia anima e si fosse appena rotta in mille pezzi e ora fossi vuota dentro. Sentii dei passi avvicinarsi a noi e alzai lo sguardo vedendo Pablo seguito dai genitori di Leon. Pablo si fermò davanti a Angie guardandola con un volto abbastanza furioso direi
 
Pablo: MA CHE COSA CAVOLO HAI FATTO!?
Cinzia: DOV’E’ MIO FIGLIO?!
 
Cominciò a gridare la madre di Leon con la voce rotta dal pianto ma il marito posò le mani intorno alle sue spalla tirandola verso di lui per abbracciarla e darle un bacio sulla fronte dicendole di calmarsi. Vidi anche la piccola Cielo che guardava terrorizzata la madre con le lacrime che le scendevano dagli occhi, poverina. Probabilmente non riusciva a capire niente di ciò che stava succedendo e vedere la madre in questo stato la spaventava ancora di più.
 
Angie: Leon, doveva farlo…
Pablo: MA FARE COSA ANGIE?! TI CREDEVO PIU’ RESPONSABILE!!!
Angie: Tu non capisci
Pablo: CHE COSA CAVOLO C’È DA CAPIRE?!
Angie: Lui doveva farlo! Altrimenti non avrebbe mai potuto…
Pablo: NON AVREBBE MAI POTUTO CHE?! UCCIDERSI?!
Angie: NO!!! Se tu mi lasciassi spiegare
Pablo: SPIEGARE?! SI ANDIAMO! SPIEGA!
Angie: Quelli lì non facevano altro che perseguitarlo! Non avrebbe avuto mai pace se non avesse chiuso questa storia con loro, con un’ULTIMA gara. E per mettere fine ai loro tragici spargimenti di sangue ho avvisato la polizia e ora marciranno in galera per il resto della loro vita! Come si meritano!
Pablo: Si? Perfetto! Brava ma qualcosa non è andato secondo i piani perché MIO NIPOTE è finito in ospedale!!!
Angie: LO SO! E…e lo ha fatto per salvare la mia
Pablo: Che cosa?!
Poliziotto1: Signorina adesso potrebbe venire con noi?
Angie: Si, si eccomi
 
Mia zia si allontanò con i due poliziotti e tornai a guardare il pavimento. Intrecciai le mani e posai fronte su di esse chiudendo gli occhi. Ti prego signore non portarmelo via, io ho bisogno di lui. Ancora qualcun altro si avvicina a noi è arrabbiato e molto e lo dimostra gridando fermamente il mio nome “VIOLETTA”. Lo ignoro continuando a pregare il signore che Leon stia bene quando mio padre mi prende prepotentemente il polso facendomi alzare bruscamente dalla sedia “LASCIAMI!!!” gridai istericamente per poi guardarlo negli occhi. Lui mi guardò spiazzato, evidentemente non si aspettava questa reazione. Mi voltai verso la parete davanti a me e ripresi la preghiera e quando la finii sentii mio padre parlare
 
German: Ma sei impazzita?! Non solo ti permetti di uscire nel cuore della notte conciata così ma osi anche alzare la voce con me? Andiamo a casa! Subito signorina!
 
Prese nuova mente il mio polso ma io mi liberai con uno scatto gridando “NON MI TOCCARE!”. Tutti quanti mi guardarono increduli, credo che nessuno si aspettasse una reazione del genere da me.
 
German: Ma che ti prende?
Violetta: Non mi prende niente! Semplicemente resto qui fino a quando Leon non si sveglia
German: Stai scherzando?!
Violetta: No!
German: Violetta sono tuo padre e farai quello che ti dico io! Andiamo a casa ti ho detto!
Violetta: NO!
German: No? Va bene se non vuoi venirci con le buone allora…
 
Mio padre mi si avvicino per prendermi in braccio e io gli diedi le spalle gridando “NO” mi prese per la vita e mi sollevò da terra mentre continuavo a dimenarmi buttando calci e muovendo la testa finché ad un certo punto non gli diedi un morso sul braccio destro. Fu allora che mi lasciò lasciandomi poggiare i piedi a terra e io mi allontanai da lui per guardarlo in faccia. Aveva la mano sinistra poggiata sul suo braccio, sul punto in cui gli ho dato il morso e mi guardò di stucco.
 
Violetta: TI HO DETTO CHE RESTO QUI FINCHÈ NON SI SVEGLIA LEON! QUINDI NON TOCCARMI!!!
 
Gridai ancora una volta mentre due lacrime scesero dal mio volto. Avevo perso completamente il controllo su me stesse e me ne rendevo perfettamente conto ma non importava. Dopo qualche secondo di silenzio a sostenere lo sguardo di mio padre mi sedetti sulla stessa sedia sulla quale ero prima con capo chinato e la testa fra le mani. Mi sembrava di soffocare lì dentro, non so da quanto tempo eravamo lì ma era comunque troppo per i miei gusti. Angie tornò da noi con i due poliziotti e appena vide mio padre lo abbracciò
 
German: Angie ma…non capisco cos’è successo e perché sei vestita così?!
Angie: German è…è una lunga storia
Poliziotto: Signorina, ora tocca a lei mi potrebbe seguire?
 
Il poliziotto si rivolse a me e tutti gli occhi dei presenti anche. Io non risposi stavo sempre ferma con gli occhi sul pavimento
 
Francesca: Vengo prima io se non le dispiace, lei è ancora un po’ scioccata
Poliziotto: Va bene, andiamo!
 
Francesca si allontanò con il poliziotto. Mio padre e Angie parlavano non molto di stanti da me
 
German: UNA CORSA CLANDESTINA!? MA STA SCHERZANDO?!
Angie: È stata lei a voler partecipare
Infermiera: SHHH! Per favore non alzate così tanto la voce! Siamo in un ospedale e c’è gente che sta dormendo a quest’ora
German: Ci scusi
Angie: Ha ragione*l’infermiera si allontana*
German: Questo è troppo! Violetta non vedrà più quel ragazzo!
Angie: Che?! No un attimo Leon non ha nessuna colpa! Dovrebbe essergli grato per aver salvato sua figlia!
German: Se non l’avesse messa in pericolo non ci sarebbe stato bisogno di salvarla!
Violetta: PAPA’ BASTA!
 
Dissi scattando in piedi guardando mio padre e mia zia. Non sopportavo sentire mio padre parlare così di Leon
 
Violetta: Leon non voleva che io partecipassi, ma alla fine ha capito che ha diciotto anni non poteva scegliere per me come fai tu! Ha capito che non sono una bambina e posso decidere da sola! Quindi la colpa di tutto ciò che è successo è MIA!
Lara: Questo è sicuro
 
Lara era seduta su una sedia poco distante da noi con le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso sul pavimento
 
Angie: Lara!
Lara: Che c’è? Ho detto la verità!
Marco: Hey! Non è il momento di discutere! Sul serio! Basta!
Angie: Vilu per favore calmati e torna a sederti ci parlo io con tuo padre
 
Feci come aveva detto mia zia tornando nella stessa posizione di prima ma continuando ad ascoltare la loro conversazione
 
Angie: Ascolti, è andata così, Vilu ha voluto fare quella gara con Leon contro i black, un gruppo di motociclisti spietati e assassini con il quale Leon aveva un conto in sospeso. Dopo questa corsa Leon avrebbe finalmente potuto vivere in pace e abbandonare questo campo per sempre ma loro hanno giocato sporco. Hanno tagliato la cinta che legava Vilu a Leon e quando lui è stato costretto a saltare su una rampa Violetta è praticamente volata via dalla moto. Per impedire che succedesse qualcosa a Vilu, Leon si è sollevato dalla moto e con un salta l’ha lasciata andare facendola schiantare per terra. Mentre Vilu stava candendo è finita con il capo sul petto di Leon che l’ha stretta a se e poi si è dato una spinta con la testa in modo da cadere lui sul suolo e non far succedere nulla a Violetta e così è stato. Ecco com’è andata
 
Sentir raccontare di nuovo tutto mi faceva apparire di nuovo davanti agli occhi i ricordi di quell’accaduto come se lo stessi rivivendo una seconda volta.
 
Lara: C’è una cosa che però non capisco, la polizia come ha fatto a scoprirci?
Angie: Sono stata io a chiamarla e a mettermi d’accordo con loro poco prima della corsa, sono una banda di assassini ricercati in tutto il mondo e volevo mettere la parola fine ai loro spargimenti di sangue, ora avranno ciò che si meritano…l’ergastolo a vita.
 
Provavo un grande odio per quelle persone e speravo davvero con tutto il cuore che avrebbero avuto l’ergastolo a vita. Anche se il mio primo istinto sarebbe quello di andare nella loro cella mentre dormono e ammazzarli uno ad uno con un coltello, si lo stesso che hanno usato loro. Mio padre si siede silenziosamente vicino a me senza dire una parola
 
Violetta: Sarei dovuta esserci io su quel letto
German: Evidentemente lui tiene alla tua vita più di quanto tiene alla sua
 
Sgranai gli occhi ancora puntati sul pavimento; non potevo credere che mio padre avesse davvero detto e soprattutto capito una cosa del genere. La sua mano sinistra si posò sulla mia destra e lentamente voltai lo sguardo verso di lui. Mi sorrise debolmente, davvero mio padre aveva capito il legame che c’era tra me e Leon? Lo abbracciai ricominciando a piangere mentre i ricordi di Leon iniziarono a passarmi velocemente per la mente. E quegli stupidissimi dottori che non si decidono ad aprire quella c***o di porta e dirci che succede mi facevano salire il sangue al cervello. Mio padre mi diede un bacio sulla fronte e mi sussurrò un “andrà tutto bene” ma io questa frase non volevo sentirla da mio padre, perché non la volevo come speranza la volevo come certezza, la volevo da uno di quegli stupidissimi medici. Anche Francesca tornò e a quel punto fui ad andare con i poliziotti, volevo levarmi questo peso il prima possibile. Hanno voluto che raccontassi l’accaduto, da quanto tempo conoscevo i black, se li avevo già visti, se sapevo qualcosa in più su di loro e io risposi con attenzione ad ognuna di quelle domande perché volevo davvero che quelli marcissero in carcere. Dopo di me fu il turno di Marco, poi quello di Lara, Peter e Martin. Guardai l’orologio che segnava le 3:10 eravamo qui da più di due ore e io fissavo quella porta ogni due secondi. Finalmente si aprì e lo stesso uomo di prima il dottor qualcosa uscii dalla sala. Immediatamente tutti ci sollevammo dalle sedie e ci avvicinammo a lui.
 
Cinzia: Come sta?
Dottore: Ho…una buona notizia e una cattiva
 
Una delle cose assolutamente stressati dei medici è che sembra ci trovino gusto a farti soffrire dato che per dire una cosa ci mettono tre ore come se fossimo in un gioco a premi e prima di annunciare il vincitore lasciano qualche secondo di silenzio per creare suspance ma qui non c’era proprio un bel niente di bello nel creare quest’atmosfera.
 
Dottore: La buona è che il ragazzo non ha riportato nessun grave danno fisico
 
Tutti tirarono un sospiro di sollievo tranne me che misi le mani sul polso destro del dottore
 
Violetta: E la cattiva? Qual è la cattiva notizia?

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Capitolo 26
*** Algo se enciende ***


Dottore: La buona è che il ragazzo non ha riportato nessun grave danno fisico
 
Tutti tirarono un sospiro di sollievo tranne me che misi le mani sul polso destro del dottore
 
Violetta: E la cattiva? Qual è la cattiva notizia?
Dottore: *sospira* Il ragazzo ha subito un grave danno cerebrale ed è entrato in coma
 
D’un tratto sentii come se il mondo, no anzi l’intero universo mi fosse caduto addosso.
 
Dottore: Se non si sveglia entro quattro settimane significherà coma vegetativo
 
La madre di Leon riprese a piangere aggrappata al petto del marito. Io deglutii e poi mi diressi verso le sedie. Non avevo più neanche le lacrime per piangere. Mi padre mi si sedette accanto e mi abbracciò. Quel giorno fu assolutamente infernale. Marco e Francesca se ne andarono per ultimi. Eravamo rimasti solo io, mio padre, mia zia, la famiglia di Leon e Pablo. Erano le quattro e tutti quanti si erano addormentati, tutti quanti tranne me. I dottori hanno detto che non era il caso di andare a fargli visita adesso e che avremmo dovuto aspettare almeno l’indomani, ma io non ce la facevo più. Mi alzai dalla mia sedie e mi diressi verso la camera di Leon; la aprii lentamente per non fare troppo rumore e una volta entrata la chiusi alle mie spalle. Leon era lì disteso su quel lettino, immobile. Aveva un lenzuolo bianco che lo copriva fino alla metà del petto nudo che aveva, accanto al lettino vi erano due sedie, su quella a destra c’era poggiata la sua giacca di pelle mentre l’altra era vuota. Gli accarezzai la guancia con il dorso della mano destra. Era così strano vederlo lì fermo con una mascherina trasparente che gli copriva il naso e la bocca, collegata ad un tubo bianco. Mi sedetti accanto a lui e lentamente mi stesi al suo fianco, poggiando il capo come mio solito alla parte del cuore. Chiusi gli occhi desiderando di poter sentire presto la sua stretta sulla mia vita alla quale ero abituata, e con il suono del battito del suo cuore mi addormentai. Mi sentii scuotere leggermente e aprendo gli occhi incrociai quelli del dottore di ieri che mi guardò intenerito.
 
Dottore: Non dovrebbe essere qui signorina
Violetta: I-io mi scusi è che…
Dottore: Tranquilla, adesso però deve uscire
Violetta: Si, certo
 
Guardai Leon un’ultima volta per poi alzarmi dal lettino e dirigermi verso l’uscita. Erano le sette e vidi Cielo seduta a terra con il suo Nintendo rosa. Mi avvicinai a lei e mi sedetti al suo fianco
 
Violetta: Già sveglia?
Cielo: Le sedie sono scomode, Leon dice sempre che il pavimento è meglio anche perché c’è più spazio
 
Sorrise debolmente mentre la osservavo, lei invece non mi rivolse uno sguardo era molto concentrata sul display del suo videogioco
 
Violetta: A che stai giocando?
Cielo: Nintendogs. Il mio cane si chiama Leon guarda
 
Alzò il Nintendo per mostrarmi un cane identico a Lyon.
 
Violetta: è un bellissimo nome
Cielo: Ovvio!
 
Tornò a giocare con il suo cagnolino virtuale e io chiusi gli occhi poggiando il capo alla parete sulla quale ero poggiata.
 
Cielo: Vilu?
 
Aprii nuovamente gli occhi guardandola. Se ne stava lì intenta a giocare con lo sguardo assolutamente assorto nei suoi pensieri
 
Cielo: Leon…Leon si sveglierà presto è vero?
 
Fu in quel momento che capii. Cielo non era sciocca, lei aveva già capito tutto senza che nessuno glielo dicesse, semplicemente era bravissima a nascondere ciò che provava e questo mi ricordava tremendamente Leon. Lei stava soffrendo ma non voleva dimostrarlo per non far stare peggio i suoi genitori, così piccola e così forte allo stesso tempo, suppongo che lo abbia imparato da Leon. La strinsi a me spontaneamente e chiusi gli occhi abbracciandola per poi darle un bacio sulla testa
 
Violetta: Certo che è vero! Non devi pensare neanche per un secondo che lui…che lui…che lui ci abbandonerà
 
Lentamente la sentì lasciar cadere il videogioco dalle mani per abbracciarmi e iniziare a piangere silenziosamente. Dopo qualche minuto riuscì a calmarsi, aveva una grande capacità di autocontrollo che a me mancava. Quando tutti furono svegli andammo al bar per fare colazione. Erano le nove quando arrivarono Marco e Francesca, ma non erano soli, c’erano anche Camila, Broadway, Maxi, Nata, Diego, Ludmilla e Andres. Suppongo che Francesca e Marco gli abbiano detto che ha avuto un incidente e ora è in coma.
 
Francesca: Come sta?
Violetta: Nessuna novità per ora, i medici sono dentro
Diego: Ma almeno sappiamo se si risveglierà?
Violetta: è ovvio che si risveglierà!
German: Tesoro? Che ne dici se andiamo a casa ci facciamo una doccia e poi torniamo eh?
Violetta: Io…
German: Ti prego
 
Guardai lo sguardo supplichevole di mio padre e capii che anche lui stava male per quella situazione, così decisi di assecondarlo e così io lui e Angie tornammo a casa.
 
Pablo e Alvaro riuscirono a convincere Cinzia ad andare a casa per cambiarsi anche lei e per far riposare un po’ Cielo. Pablo le portò con se a casa sua mentre Alvaro restò lì con i ragazzi in caso di novità. Appena i medici uscirono e dissero che Leon poteva avere visite Alvaro fu il primo ad entrare. Successivamente fu il turno di Francesca e Marco. Vedere Leon in quello stato faceva venire un colpo al cuore a tutti quanti. Marco e Francesca si avvicinarono silenziosamente, lei si mise alla parte destra del lettino e lui andò a quella sinistra. Francesca prese la mano di Leon e si sforzò di sorridere mentre i suoi occhi iniziarono già ad inumidirsi.
 
Francesca: Lo sai, tu sei…il migliore amico che una ragazza possa avere, mi ricordo della prima volta che ti ho visto quando sei arrivato allo studio. Avevo capito fin da subito che eri una persona speciale e conoscendoti me ne hai dato la conferma. Ti fai sempre in quattro per aiutare gli altri anche se non lo ammetti, fai il duro ma in realtà sei più dolce della cioccolata. Sei una delle pochissime persone che riesce a farmi sorridere anche nei momenti peggiori. Tu metti sempre gli altri davanti a te e le tue necessità perché sei fatto così, sei umile. So che ti chiedo sempre tante cose ma, questa devo chiedertela per forza. Ti prego Leon non ci lasciare, qui abbiamo bisogno tutti di te, Violetta soprattutto!
Marco: Leon, ricordo che quando sei arrivato allo studio hai subito fatto colpo sulle ragazze e io ti invidiavo a morte. Però poi non so come ne quando è successo…ma per me sei diventato come un fratello. Mi hai aiutato a conquistare la ragazza che amavo, mi hai accettato per come sono e hai insegnato a farmi accettare me stesso per come sono. Mi hai fatto capire che per piacere agli altri non devo indossare una maschera ma essere me stesso sempre e comunque, mi hai insegnato tantissime cose fondamentali della vita, ma soprattutto mi hai insegnato a lottare per ciò che voglio. Ora io so che tu vuoi vivere, quindi non deludermi idolo, lotta e vinci!
 
Marco voleva essere forte ma anche dal suo volto scesero silenziose un paio di lacrime mentre guardava Leon sorridente. Si chinò su di lui abbracciandolo per quanto fosse possibile e poi gli sussurrò all’orecchio “senza di te nessuno mi salverà più la vita” disse ridendo, Francesca non riuscì a sentirlo, non solo perché lui lo aveva sussurrato ma anche perché lei era immersa nei suoi ricordi, i ricordi del tempo passato con Leon. Dopo di loro fu il turno di Maxi Nata Diego e Ludmilla. I primi due erano dalla stessa parte dove poco fa era Francesca mentre gli altri due al lato opposto. Il primo a parlare fu Maxi avvicinandosi di più a Leon
 
Maxi: Hey amico come va? Hai ragione domanda stupida, il fatto è che *sospira* non sono mai stato molto bravo con le parole però voglio che tu sappia che per me la tua amicizia è importante. Tu sei uno a cui non piace molto essere al centro dell’attenzione, la tua presenza non si nota molto ma la tua assenza…quella si te lo assicuro. Tu ci sei sempre se qualcuno ha bisogno di te, non c’è neanche bisogno di chiedertelo, mentre i tuoi problemi te li tieni per te ma sai, ho deciso che appena ti risvegli ti faccio una lavata di capo! Perché…perché siamo amici e gli amici affrontano tutto insieme capito?
 
Era un momento così difficile, tutti cercavano di essere forti nessuno ci riusciva davvero. Maxi diede un colpetto leggero con un pugno sulla spalla di Leon come per salutarlo appena finì di parlare. Poi si avvicinò Nata
 
Nata: Leon, ciao…i-io non ho molto da dirti, sono sempre stata una ragazza timida e tu…tu lo sai. Sei stato una delle poche persone che ha capito il mio modo di essere e non mi ha fatto mai sentire “invisibile”. Ricordo all’inizio quando arrivavi e tutte le ragazze ti venivano incontro per salutarti e io me ne stavo lì in disparte a guardarti ma tu, tu mi dicevo “ciao Nata” e io ti sorridevo e ti salutavo. Può sembrare stupido ma quella cosa mi faceva sentire bene perché mi faceva rendere conto che non ero visibile solo per le mie amiche e…e niente spero che tu ti riprenda presto Leon.
Diego: Leon ti dirò la verità fin dal primo momento in cui ti ho visto ti ho odiato a morte. Si perché avevo capito che tu eri una persona diversa dagli altri, una persona che avrebbe potuto far cadere tutte le ragazze dello studio ai suoi piedi compresa Violetta. Però poi ho capito che in realtà ero geloso del fatto che Ludmilla ti venisse dietro. Grazie te ho capito di ci sono davvero innamorato e inoltre recentemente ho scoperto che abbiamo molte cose in comune e che potremmo essere davvero grandi amici. Si tu sei la prima persona della quale sento di voler essere amico, quindi riprenditi in fretta perché…altrimenti non potrai avere il piacere di conoscermi meglio!
 
Diego sorrise e diede anche lui colpetto sulla spalla di Leon come aveva fatto Maxi. Fu il turno di Ludmilla che si avvicinò con gli occhi lucide e un sorriso sul volto per le parole di Diego.
 
Ludmilla: Ciao Leon. È difficile per me parlare di qualcuno che non sia io e tu lo sai. Ho capito subito che eri una persona speciale. Ammetto che la prima cosa a colpirmi di te è stata la tua bellezza, poi il tuo modo di cantare e ballare. Hai un talento grandissimo che io voglio continuare a vedere! Perciò non andare a sprecare il tuo talento in cielo, fallo qui con noi e…e sto dicendo cose stupide e insensate però, una cosa sensata te la voglio dire, ti voglio bene.
 
Ludmilla diede un bacio sulla sua mano e poi la poggiò sulla guancia di Leon come per darlo a lui. Successivamente fu il turno di Camila, Broadway e Andres. La ragazza andò alla parte sinistra del letto mentre i due ragazzi restarono a quella destra. Appena entrata Camila si avvicinò al volto di Leon per lasciargli un bacio sulla guancia.
 
Camila: Ciao! Che strano vederti così. Cioè sei sempre così duro così serio e ora…ora sembri così debole e indifeso. Lo sai, presto faremo il musical di fine anno e abbiamo votato tutti quanti te per il ruolo maschile quindi non puoi deluderci! Leon non so davvero come spiegarti quanto tu sia importante per me e non solo. Da quanto tu sei entrato nelle nostre vite sei riuscito a cambiarci e non in negativo. Noi siamo sempre stato un gruppo unito, ma da quando sei arrivato tu lo siamo stati molto di più
Broadway: Abbiamo scoperto cose gli uni degli altri e questo grazie a te. Tu ci hai insegnato ad essere più uniti di prima sia nel bene che nel male, ci hai insegnato che i fatti valgono più delle parole, si perché tu parli davvero poco ma agisci sempre e molto. Perciò devi guarire presto perché il tuo gruppo ha bisogno di te, non fare l’egoista e torna da noi si? In Brasile si dice eu quero che nella tua lingua vuol dire, ti voglio bene
Andres: I-io…preferisco mettere in pratica quello che mi hai insegnato invece di parlare
 
Disse Andres sorridente per poi avvicinarsi a Leon e abbracciarlo come suo solito in un modo un po’ goffo.
 
Finalmente tornai in ospedale con mio padre ed Angie, ci eravamo fatti una doccia e ci eravamo cambiati. Vidi Camila, Broadway e Andres uscire dalla stanza a capo chino. Era una scena davvero deprimente vedere tutti noi in quello stato. Guardai Francesca come per chiederle con lo sguardo se si potesse entrare e lei mi sorrise debolmente annuendo. Era seduta su una sedia, col capo poggiato sul petto di Marco che la stava stringendo tra le sue braccia. Feci un respiro profondo per poi entrare nella stanza di Leon. Vederlo così con la luce del sole era un effetto ancora peggio. Mi avvicinai forzando un sorriso e gli spostai dei capelli che erano sulla fronte con delicatezza
 
Violetta: Hey tesoro ciao. Lo sai persino così sei…bellissimo.
 
Presi la sua mano destra e la portai all’altezza del mio cuore
 
Violetta: Lo sai, prima di conoscerti io ero convinta di sapere cosa volesse dire amare, ma dal tuo arrivo mi  sono resa conto che quello che fino a poco tempo fa chiamavo amore, era solo affetto. Tu eri appena arrivato, tu eri già riuscito a farmi esplodere il cuore con un solo sguardo, tu mi ha fatto capire cosa vuol dire amare, tu sei riuscito a farti odiare da me...tu sei il mio sinonimo di amore...più cercavo di allontanarmi da te più sentivo la necessità di starti vicino. E ora…ora ho la necessità di sentire te al mio fianco, quindi ti prego Leon non mi lasciare, non ora che tutti si è risolto e finalmente potremmo vivere il nostro amore alla luce del sole si?
 
Mi chinai e gli diedi un bacio sulla fronte chiudendo gli occhi. Quando Leon mi ha lasciato credevo che fosse la cosa peggiore del mondo, credevo che non potesse esistere nessuna sofferenza peggiore di quella ma ora mi sono resa conto che mi sbagliavo perché quella tortura che ero costretta a subire era anche peggio, quel vederlo così impietrito e senza muovere un muscolo era anche peggio, era straziante. Per tutta la settimana non feci altro che stare lì in ospedale, anche mio padre veniva con me e ogni tanto lo sentivo chiudersi nella camera di Leon e parlare con lui di me dicendogli che doveva svegliarsi perché io ne avevo bisogno e perché per lui era diventato come un figlio o cose del genere. Mi faceva sorridere vederlo così. Tutti i pomeriggi venivano i ragazzi dello studio a trovarlo per parlargli, spesso anche Lara e quei due ragazzi, i genitori di Leon e Pablo erano sempre lì, fissi e ogni volta che Cielo entrava nella stanza per parlare con il suo fratellone vedevo i suoi bellissimi occhi verdi brillare, brillare di ammirazione per lui, brillare di gioia e di speranza. Si quei piccoli occhietti vispi e sempre accesi mi facevano una tenerezza incredibile e mi davano una forza unica, forse perché mi ricordavano tantissimo quelli di lui. I giorni sembravano interminabili, mi sembrava di essere in quella situazione da anni, avevo addirittura perso il contatto con la vita reale. Senza neanche accorgermene eravamo già arrivati alla quinta settimana; già Leon era caduto davvero in coma vegetativo. Su iniziativa di Cami tutti insieme iniziammo a scrivere un diario dove giorno per giorno scrivevamo qualcosa a Leon, “glielo daremo appena si sveglia” disse lei come al solito raggiante come se volesse infondere sicurezza a tutti e ci riusciva. Si perché anche se era caduto in coma vegetativo nessuno di noi aveva ancora perso le speranze. Era mercoledì ed erano le 16:30. I ragazzi corsero tutti verso di me sorridenti e io li guardai interrogativamente
 
Francesca: Ho avuto una grandissima idea!
Violetta: Che idea?
Francesca: Canteremo tutti insieme una canzone a Leon!
Marco: La musica è la sua passione! Non può non reagire a uno stimolo del genere!!!
Ludmilla: Soprattutto quando una persona come lui ce l’ha nel sangue!
Violetta: è un’idea fantastica!
 
Dissi ai ragazzi sorridendogli. Cantare, era tanto che non lo facevo e mi mancava e poi cantare per Leon era una cosa che mi faceva davvero eccitare. Si mi piaceva quest’idea e morivo dalla voglia di provarla.
 
Nata: Abbiamo scritto tutti insieme una canzone per lui
Violetta: Una canzone?
Camila: Vieni ti aiuto ad impararla ci metteremo due secondi!
 
Camila mi prese per mano e mi allontanò di poco dal gruppo per aiutarmi ad imparare la canzone che avevano scritto. Non ci mettemmo molto cinque minuti più o meno e al nostro ritorno vedemmo i ragazzi che discutevano con il dottore
 
Francesca: La pregooo
Maxi: Ma che le cosa?!
Diego: è solo una canzone non le stiamo chiedendo di fare una festa in ospedale
Violetta: Che succede?
Nata: Il dottore non vuole darci il permesso di cantare, dice che faremmo troppo casino e c’è gente che deve riposare
Violetta: No, no la prego abbiamo scritto una canzone apposta non può farci questo
Camila: Lei non vuole che Leon si svegli?!
Dottore: Certo che si ma non posso darvi il permesso di fare una cosa del genere
Marco: Uffa!
 
Tutti quanti ci lanciammo degli sguardi rassegnati chinando il capo
 
Dottore: Ora se mi volete scusare devo andare in un altro reparto e starò via per cinque minuti, quindi per cinque minuti non sarò qui, non vedrò ne sentirò nulla per cinque minuti
 
Tutti alzammo il capo alle sue parole e lui ci sorrise facendoci l’occhiolino per poi allontanarsi. Tutti noi scoppiamo di felicità a quelle parole. Il messaggio era chiaro il dottore ci stava dando il permesso di cantare ma senza dare troppo nell’occhio
 
Francesca: Ok dai andiamo! Veloci!
Marco: Si!
 
Entrammo nella stanza di Leon cercando di fare quanto meno rumore. Francesca e Camila si misero ai lati di Leon prendendogli le mani ci posizionammo in cerchio e io ero proprio di fronte a lui. Ci lanciammo degli sguardi prima di iniziare. Eravamo tutti nervosi e una parte di noi voleva credere davvero che quella canzone sarebbe servita a qualcosa. Sospirammo e poi iniziammo a cantare.
 
Ragazzi: Si te sientes perdido en ningún lado *Se ti senti perso da nessuna parte*
Viajando tu mundo del pasado *Viaggiando nel tuo mondo del passato*
Si dices mi nombre yo te iré a buscar *Se dici il mio nome io ti verrò a cercare*

Si crees que todo está olvidado *Se credi che tutto è dimenticato*
Que tu cielo azul está nublado *Che il tuo cielo azzurro è nuvoloso*
Si dices mi nombre te voy a encontrar *Se dici il mio nome io ti troverò*

Es tan fuerte lo que creo y siento * È così forte ciò che credo e sento*
Que ya nada detendrá este momento *Che ormai niente fermerà questo momento*
El pasado es un recuerdo *Il passato è un ricordo*
Y los sueños crecen siempre crecerán *E i sogni crescono sempre cresceranno*

Ya verás que algo se enciende de nuevo *Adesso vedrai che qualcosa si accede di nuovo*
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos *Ha senso provare quando siamo insieme*
Algo se enciende de nuevo *Qualcosa si accende di nuovo*
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos *ha senso provare quando siamo insieme*
Cuando estamos juntos *Quando siamo insieme*
Podemos soñar *Possiamo sognare*

Si no sientes que nadie te espera *Se senti che nessuno ti aspetta*
Que no encontraras la manera *Che non troverai il modo*
Si dices mi nombre yo te iré a buscar *Se dici il mio nome io ti verrò a cercare*

Si crees que es solo un recuerdo *Se credi che è solo un ricordo*
Y que tu interior esta desierto *e che dentro di te c’è il deserto*
Si dices mi nombre te voy a encontrar *Se dici il mio nome ti troverò*

Es tan fuerte lo que creo y siento * È così forte ciò che credo e sento*
Que ya nada detendrá este momento *Che ormai niente fermerà questo momento*
El pasado es un recuerdo *Il passato è un ricordo*
Y los sueños crecen siempre crecerán *E i sogni crescono sempre cresceranno*

Ya verás que algo se enciende de nuevo *Adesso vedrai che qualcosa si accede di nuovo*
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos *Ha senso provare quando siamo insieme*
Algo se enciende de nuevo *Qualcosa si accende di nuovo*
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos *ha senso provare quando siamo insieme*

Ooh oooh ooh oooh

Ya verás que algo se enciende de nuevo *Adesso vedrai che qualcosa si accede di nuovo*
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos *Ha senso provare quando siamo insieme*
Algo se enciende de nuevo *Qualcosa si accende di nuovo*
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos *ha senso provare quando siamo insieme*

Ooh oooh ooh oooh .
 
Per tutta la canzone incrociai gli sguardi pieni di speranza e sorridenti dei miei amici che ogni tanto guardavano Leon come me. Anche io sorrisi mentre cantavo, lo dovevamo fare per Leon. Finita la canzone tutti quanti ci sorridemmo, guardai Francesca che ad un tratto sgranò gli occhi. Non capii e voltai lo sguardo verso Camila che stava facendo la stessa cosa. Lentamente i loro sguardi si chinarono su Leon
 
Francesca: La mano…
Camila: Mi ha stretto la mano, MI STA stringendo la mano!!!
Violetta: CHE COSA?!
 
Tutti quanti ci lasciammo immediatamente le mani avvicinandoci a Leon. È vero stava stringendo le mani di Camila e Francesca
 
Violetta: Oh mio Dio!
Marco: Leon?
 
Lo vidi strizzare gli occhi mentre tutti lo guardavano a bocca aperta. Lentamente i suoi occhi si aprirono, Francesca scoppiò a ridere e piangere allo stesso seguita a ruota da tutti gli altri. Io continuavo a guardarlo sorpresa, non mi sembrava possibile, lo avevo visto immobile e con gli occhi chiusi per tutto quel tempo e ora, ora è qui davanti a me che sbatte le palpebre più volte guardandosi in torno. Porto entrambe le mani sulla mia bocca sorridendo mentre per la prima volta dopo tanto tempo ero contenta di sentire delle dolci lacrime di felicità scivolare sulle mie guance.
 
Maxi: è VIVO!!!
Diego: LEON!!!
 
Tutti cominciarono a gridare e a fare un baccano enorme, Diego e Marco corsero fuori cominciando a gridare “DOTTORE! DOTTORE!! SI È SVEGLIATO!!!”
 
Francesca: AAAAAAAAAA
Camila: SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII GRAZIE SIGNORE GRAZIE!!!
 
Nessuno di noi aveva ancora accettato per completo quella cosa sembrava un sogno, eppure non lo era Leon era lì davanti a noi con gli occhi aperti. Non posso spiegare la gioia che stavamo provando in questo momento, era come se ci fosse l’alta marea dentro di noi, una marea di emozioni tutte positive, euforia, allegria, gioia così tante che non sapevamo quale esternare per prima, e così davamo sfogo a tutte insieme. Come dice la canzone, qualcosa si è acceso di nuovo, dentro tutti noi la felicità si è riaccesa. Leon si è svegliato.
 
 

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Capitolo 27
*** Ci sono cose che non si dimenticano ***


Tutte le ragazze euforiche cominciano a saltare per la stanza e abbracciarlo. Lui ha l'aria piuttosto confusa. Tutti quanti uscirono fuori dalla stanza gridando di gioia mentre io mi avvicinai a lui che si tolse la mascherina

Leon: Ma...dove sono?
Violetta: No Leon non togliere la mascherina ti prego rimettila
Leon: Leon? Chi è Leon? E tu chi sei?

Il sorriso che era sulle mie labbra sparì di colpo. Non poteva davvero avermi fatto quelle domande. Il dottore entrò velocemente nella stanza seguito da altri medici e due infermiere che mi si avvicinarono per portarmi fuori mentre continuavo a fissare Leon. Fuori Camila e Francesca mi abbracciarono fortissimo con un sorriso stampato sul volto ma io non ricambiai.

Francesca: Heyyy che succede?
Camila: Non so se lo hai capito ma Leon si è SVEGLIATO!
Violetta: Lui non si ricorda più niente
Francesca: Cosa?!
Camila: Che stai dicendo?

Mi feci spazio tra loro due dirigendomi a passo lento verso le sedie e mi sedetti su una di queste. Francesca e Camila si lanciarono uno sguardo e poi mi si avvicinarono.

Francesca: Vilu che significa che lui non si ricorda più niente?
Violetta: Mi ha guardato, e mi ha chiesto chi è Leon e chi sono io
Camila: Ma forse è stato un lapsus
Violetta: No Cami, non hai visto i suoi occhi erano...vuoti. Lui non si ricorda più chi è

Ci fu un attimo di silenzio e tutte tre guardammo il pavimento

Francesca: Sono sicura che è solo una cosa temporanea
Violetta: Dici?
Francesca: Si!

Mi appoggiai sulla spalla di Francesca che mi abbracciò. Tutti quanti erano euforici alla notizia del risveglio di Leon ma solo io, Fran e Cami sapevamo che non avrebbero gioito per molto. Dopo un paio d'ore il dottore uscì e come al solito tutti si fiondarono su idi lui tranne noi tre che lo scoltammo sedute sulle sedie

Cinzia: Possiamo vedere mio figlio?
Dottore: è...complicato
Pablo: Che cosa è complicato?
Dottore: Ascoltatemi, già il fatto che si sia svegliato è un miracolo quindi dovete essere felici per questo
Pablo: Ma?...perché dal suo tono di voce sembra ci sia un ma giusto?
Dottere: *annusce col capo* Ma...ha perso la memoria
Alvaro: Come ha perso la memoria?!
Dottore: Lui non ricorda più chi è

Come previsto tutti i sorrisi che si erano dipinti su quei volti svanirono.

Dottore: No per favore, non fate così. In questo momento ha bisogno di avere molta forza da parte della sua famiglia, ha bisogno che gli stiate vicino e che lo aiutate a ricordare ma non tutti insieme. Lui deve ricordare da solo, un pò alla volta ma non deve vedervi stare male per questo altrimenti potrebbe sentirsi in colpa.

Deglutii mentre tutti si guardavano le scarpe e mi alzai in piedi

Violetta: Va bene! Non ci sono problemi, possiamo vederlo?
Dottore: Si, solo un attimo

Avevo deciso che gli sarei stata accanto e lo avrei aiutato a ricordare, che sarei stata forte per lui e soprattutto che saremmo state insieme. Aveva perso la memoria? Va bene si può recuperare ma sono sicura che ciò che prova per me è così forte che non è svanito. Tutti si voltarono a guardarmi e poi la madre di Leon mi sorrise annuendo; credo che avesse capito anche lei che doevavmo essere forti per Leon. Il dottore tornò da noi, questa volta seguito da Leon. Era da tanto tempo che non lo vedevo in piedi davanti ai miei occhi, e nonostante il viso pallido continuava ad essere bellissimo. Aveva lo sgaurdo perso nel vuoto e cominciò a guardare le persone che lo stavano fissando fino a quando Cielo non gli corse in contro e lo abbraccio, la capisco anche morivo dalla voglia di fare una cosa del genere. Leon abbassò lo sguardo per guardarla e il dottore guardò la madre facendo cenno di no con il capo. Cinzia prese le braccia della figlia con delicatezza allontanandole da lui. Leon le osservò entrambe per qualche minuto, poi riprese a guardare le altre persone soffermandosi su di me. Gli sorrisi e lui ricambiò il sorriso. Il suo bellissimo sorriso smagliante, da quanto non lo vedevo.

Dottore: Che c'è Leon? La conosci?
Leon: No però...però è carina

Chinai lo sguardo ridendo imbarazzata mentre Francesca e Camila scoppiarono a ridere cercando di darmi qualche pizziccotto per stuzzicarmi, Lara roteò gli occhi e sbuffò guardando la scena poco distante da noi. Leon spostò di nuovo lo sguardo verso Cielo

Dottore: Leon, vieni? dobbiamo rientrare
Leon: Si però prima posso abbracciarla?
Dottore: Ma certo

Leon si chinò sorridendo debolmente a Cielo che gli corse in contro per abbracciarlo e questa volta lui ricambiò. Era così dolce non si ricordava di lei ma sono sicura che le voleva già bene e che non voleva farla rimanere male per ciò che era successo prima. Il giorno seguente per la gioia di tutti Leon fu di messo. Il pomeriggio andammo tutti quanti a trovarlo a casa sua. Ad aprire la porta fu la madre lui era seduto sul divano a guardare i cartoni animati con Cielo

Francesca: Ciao campione!

Francesca gli si avvicinò e lo abbracciò sedendosi vicino a lui. Leon ricambiò l'abbraccio sorridendo debolmente

Leon: Ciao em...
Francesca: Francesca! Io sono Francesca ma puoi chiamarmi anche Fran

Disse lei tendendogli la mano e lui la prese annuendo con il capo

Marco: Io sono Marco
Camila: E io Camila!

Marco si avvicinò per dargli la mano e Cami si sedette accanto a Francesca stringendo anche lei la mano a Leon

Maxi: Io sono Maxi!
Nati: Io Nati
Broadway: Io mi chiamo Broadway
Andres: E i-io Andres!
Ludmilla: Ludmilla! Per ricordarlo tieni a mente che fa rima con brilla!
Diego: Io sono Diego
Violetta: E io sono Violetta detta anche Vilu

Dissi per ultima stringendogli anche io la mano come tutti gli altri; lui mi sorrise e socchiuse di poco gli occhi subito dopo

Leon: Violetta

*flashback*
Provai a poggiare il battuffolo di ovatta vicino al suo labbro ma lui indietreggiava sempre di più con la testa, impedendomelo...

Violetta: LEON!
Leon: Brucia!
Violetta: Ma se non te l'ho neanche messo!
Leon: Si ma lo so che brucia!
Violetta: Non fare il bambino e sta fermo!
Leon: Mmm...
*fine flashback*

Vidi che Leon non mi lasciava la mano e allora mi preoccupai

Violetta: Leon tutto ok?
Leon: S-si certo

Mi lasciò velocemente la mano e poi guardò Marco che aveva ripreso la parola

Marco: Allora facciamo quello che sappiamo fare meglio!

Marco si avvicinò a un tasto e lo premette. Immediatamente il muro girò mostrandoci l'accesso a un altro salone

Marco: Dai andiamo!

Prese Leon per il polso che lo guardava sorpreso e tutti lo seguimmo

Leon: Quanti strumenti
Maxi: Ovvio! Questo è il tuo "salone privato" Leon
Broadway: E i muri sono anche insonorizzati sai?
Leon: Io so suonare?
Francesca: Ooo si e sai anche cantare!
Camila: E sei bravissimo a farlo!
Diego: Bhe c'è un motivo se ti abbiamo scelto come protagonista maschile del musical
Leon: Protagonista di che?
Andres: Del musical! Allo studio!
Leon: Che studio?
Violetta: Vedi Leon, tu, io e tutti gli altri frequentiamo lo studio on beat
Leon: On beat?
Maxi: Non ricordi Leon? è grazie allo studio che siamo diventati grandi amici
Marco: Migliori amci!
Leon: Amici
*flashback*

Leon tornò a casa e poggiò il casco sul mobiletto dell'entrata...dalla soglia della cucina uscì la madre...

Cinzia: Leon per favore non lasciare le tue cose in giro!
Leon: Mamma, rilassati! E' solo un casco!

Leon roteò gli occhi e si diresse verso il cammino. Premette il pulsante per aprire l'accesso al suo "salone privato"...che di privato non aveva più molto...

Leon: Ma cosa...Marco!? Maxi?! Broadway?! Andres!? Che cosa ci fate voi qui!?
Maxi: Bhe ora siamo amici!
Andres: Si e-e gli amici stanno sempre insieme!
Leon: Aha...e chi lo ha stabilito?
Marco: Daiii Leon non essere pignolo, pensiamo alla canzone!
*fine flashback*
Marco: Leon è tutto ok?
Leon: Si! Si certo!

Fece un sorriso forzato. Stava mentendo, lo avevo capito, c'era qualcosa che non andava. Sospirò chinando il capo e si sedette sul divano con la testa tra le mani. Ci lanciammo degli sguardi di intesa. Francesca e Camila si sedettero sui due bracci del divano posando i piedi sul sedile

Francesca: Leon, ti puoi fidare di noi
Camila: Non ci devi mentire siamo tuoi amici
Marco: Siamo qui per aiutarti e se c'è qualcosa che non va ce lo devi dire
Maxi: Ricorda che noi stiamo insieme nel bene e nel male! Non tenerti tutto dentro parla con noi

Alzò il capo guardando le persone che gli avevano parlato per poi spostare lo sguardo anche sugli altri; prese fiato prima di iniziare a parlare

Leon: è che io...ho dei flashback, vedo cose, ricordi suppongo...ma sono ricordi che non sento davvero miei. Sono confuso e temo che non recupererò mai la memoria, non del tutto almeno
Francesca: Ma che dici!? Hai appena detto di avere dei flashback questa è una buona cosa!
Marco: Vuol dire che tranamente la tua testa e meno rotta di ciò che sembra
Camila: Si e poi non devi avere fretta di ricordare, i ricordi torneranno da soli man mano
Leon: Si ma per ricordare tutto ci vorrebbe un miracolo
Violetta: E chi ha detto che i miracoli non esistono?
Francesca e Camila avevano preso le mani di Leon mentre parlavano. Lui voltò di scatto lo sguardo su di me quando aprii bocca e io gli sorrisi
Camila: Los milagros ocurren cada día *I miracoli arrivano ogni giorno*
Francesca: si tenemos la fuerza de soñarlos *Se abbiamo la forza di sognarli*
Violetta: si intentamos y volvemos a intentarlo *Se proviamo e riproviamo ancora*
aparecen y transformaran lo deseado. *appariranno e trasformeranno ciò che desideriamo*
Marco: Aprendemos a ser fuertes *Impariamo ad essere forti*
Maxi: las heridas nos duelen en el alma *le ferite ci fanno male nell'anima*
Tutti: con la fuerza del amor nos liberamos *Con la forza dell'amore ci liberiamo*
llega el viento y se lleva las tormentas. *Arriva il vento e si porta la tormenta*
No te rindas *non ti arrendere*
estoy con vos, *sono con te*
no te duermas *non dormire*
estoy con vos, *sono con te*
no te escondas *non ti nascondere*
estoy con vos, *sono con te*
no te pierdas *non ti perdi*
me pierdo yo. *mi perdo io*
Violetta: No te rindas estoy con vos, no te duermas estoy con vos, no te escondas estoy con vos no te pierdas me pierdo yooo...

Sorrisi avvicinandomi a lui mentre cantavo e sedendomi al suo fianco. Lo abbracciai e immediatamente tutti si unirono all'abbraccio e io gli sussurrai all'orecchio in modo che potesse sentire solo lui

Violetta: Non avere paura, lo so che è difficile, ma noi siamo tutti con te non devi avere fretta prima o poi ricorderai

Gli diedi un bacio sulla guancia e finalmente vidi un sorriso sincero estendersi sul suo volto.

Il giorno seguente allo studio tutti erano elettrizzati perché quel giorno Leon sarebbe tornato allo studio. I ragazzi avevano fatto uno striscione con scritto "Bentornato Leon". Tutti a scuola sapevano che aveva avuto un'incidete con il motorino, entrato in coma e perso la memoria. Era inevitabile doverglielo dire in modo che non combinassero disastri. Quando entrò finalmente dalla porta sparammo le pistole con i corandioli e Leon sorrise quando ci vide. Nonostante avesse perso la memoria il suo look era rimasto lo stesso. Maglietta rossa, jeans non troppo stretti strappati sulle ginocchia e la sua indimenticabile giacca di pelle nera. Tutti corremmo ad abbracciallo

Leon: Emm...allora Camila e Francesca
Francesca: Hahahah si però io sono Francesca e lei è Camila
Leon: Ah bene almeno il nome l'ho azzeccato
Marco: E io?
Leon: Matteo?
Marco: La lettera iniziale e quella e anche la finale ma il resto no, Marco
Leon: Giusto! Marco!
Ludmilla: *si schiarisce la voce*
Leon: Il tuo nome ha qualcosa a che fare con brilla...stella?
Ludmilla: Bhe c'eri quasi Ludmilla!
Leon: Ludmilla, *si avvicinata a Nati* il tuo nome invece somiglia a Natale?
Nati: *annuisce e ride* Natalia ma per gli amici Nata
Leon: Ok...Hollywood?
Broadway: Eh no hai sbagliato luogo, Broadway
Leon: Ah giusto! Emm...Il tuo nome inizia con la M giusto?
Maxi: Si sono Maxi!
Leon: Maxi! Già poi...
Diego: Non ti sforzare! Diego
Leon: Diego!
Violetta: E invece...
Leon: Violetta!

Disse baciandomi la mano che gli avevo teso finendo la mia frase. Sorrisi e annuii

Leon: Il tuo nome me lo ricordo
Carolina: Leon!

E ti pareva se non doveva venire a rompere! Roteai gli occhi mentre Leon le rivolse lo sguardo

Carolina: Sono la presidente del tuo fun club e a nome di tutte bentornato! Ci sei davvero mancato!
Leon: Fan club?!
Violetta: Si! Ma ora abbiamo da fare vieni!

Tirai Leon per il braccio e gli altri ci seguirono a ruota.

Leon: Perché ho un fan club? Sono famoso?
Francesca: No diciamo che qui sei popolare
Leon: Violetta senti dopo possiamo parlare un attimo da soli?

Me lo chiese all'orecchio per no nfar sentire agli altri e io sentii il mio cuore accellerare al pensiero di noi due soli. Sorrisi cercando di non dare a vedere la troppa euforia che avevo dentro e annuii col capo.(sinceramente credo di non aver dissimulato molto bene ma ok).

Ci eravamo radunati tutti quanti nell'aula di teatro dato che Pablo ci doveva parlare

Pablo: Dunque, vi ricordo che per lo spettacolo di fine anno metteremo in scena una versione un pò modificata di "Grease"

Tutti quanti gridarono e battettero le mani per la gioia io compresa.

Pablo: Come già sapete la parte del protagonista maschile è di Leon!

Tutti applauderono Leon che sorrise imbarazzato dicendo "grazie" mentre i ragazzi gli davano delle pacche sulle spalle.

Pablo: Il ruolo della protagonista femminile invece, che non sapevate va a...Violetta!

Mi portai entrambe le mani sul viso sgranando gli occhi e iniziando a saltare per la gioia e le mie amiche mi abbracciarono anche loro contente per me

Pablo: Francesca, Camila, Ludmilla, Nati e Emma saranno le migliori amiche di Violetta, Marco, Diego, Maxi, Broadway e Andres saranno i migliori amici di Leon. Apriremo con la canzone Noches de amor originaria del film. Poi con l'incontro dei protagonisti facciamo partire es el momento. Poi le ragazze cantano a Violetta Veo veo e i ragazzi Dile que si a Leon. e in totale ci sono dodici canzoni però ci serve una canzone, la penultima, deve essere una canzone d'amore tra i due protagonisti quindi Leon, Violetta pensate di poter scrivere una canzone in due settimane?
Leon: Emm...io non lo so...cioé non ricordo neanche come si suona...
Pablo: Sono sicuro che se ti metto un piano davanti lo ricorderai di sicuro!
Diego: Si Leon! Abbi fiducia in testo! Tu ce l'hai nel sangue!
Violetta: Sta tranquillo Pablo. Sono sicura che potremmo comporla
Leon: Bhe se lo dice lei...
Pablo: Perfetto!

Successivamente andammo a lezione di canto, poi a quella di ballo e Leon imparò rapidamente i passi per la gioia di Jakie. Poi ci fu la lezione di Beto e fece suonare a Leon il pianoforte. Gli fece suonare una nuova canzone, euforia. Era stupendo vederlo di nuovo suonare. Si applicava molto ad ascoltare ciò che gli diceva Beto, si vede che la passione gli è rimasta. Tutto questo mi dava la forza di credere che Leon si sarebbe ripreso sicuramente presto! Adesso dovavmo dividerci, lui aveva lui aveva l'ora libera insieme ai ragazzi e le ragazze invece avevamo ancora un'altra lezione.

I ragazzi stavano parlando tra l'oro seduti sul muretto fuori lo studio

Leon: è stato fantastico! Quando ho messo i tasti su quel piano è stato come-come se le mie dita si muovessero da sole!
Maxi: Te lo abbiamo detto che ce l'hai nel sangue!
Marco: E poi adesso tu e Violeta potrete passare più tempo insime!
Leon: Già...Violetta, sapete se c'è qualcosa tra di noi? Perché io...io sento di provare qualcosa di forte per lei
Diego: Io sono sicuro che lei sia innamorata persa di te!
Andres: Come persa?! Violetta si è persa? Ma dobbiamo trovarla!
Broadway: Si Andres valla a cercare vicino al distributore e già che ci sei portaci delle lattine di aranciata *gli da i soldi* su su vai
Andres si allontanò e tutti i ragazzi risero. Nessuno di loro si accorse che una ragazza si stava avvicinando. Maxi fu il primo a vederla e il suo volto allegro sparì subito
Maxi: C'è Lara
Leon: Chi?
Lara: Ciao Leon!
Leon: Emm...ciao
Lara: Possiamo parlare un attimo da soli?
Marco: Ma ciao Lara! Si noi stiamo bene grazie per averlo chiesto è davvero carino da parte tua! E tu come stai bene?
Lara: *lo guarda male* Sparite!
Maxi: No se non ce lo dice Leon!
Leon: Emm...ragazzi va tutto bene anche se...non la conosco...
Diego: Va bene vi lasciamo soli, ma tu sta attento a lei eh

Lara sbuffò e i ragazzi si allontanarono. Leon guardò la ragazza interrogativamente, lei gli sorrise debolmente e poi si sedette al suo fianco

Lara: Ti ricordi di me? Ero all'ospedale
Leon: Mi dispiace ho un ricordo davvero fioco
Lara: Va bene, non importa. Io sono Lara
Leon: Lara
Lara: Si. Sai, io sono stata molto importante per te, nella tua vita intendo, ci conosciamo da molti anni
Leon: E perché i miei amici ti hanno trattato con un pò di ostilità
Lara: Perché sono una banda di idioti, loro non mi conoscono e poi hanno paura
Leon: Paura di che?
Lara: Che io ti possa allontanare da loro, perché sanno che tra noi c'è qualcosa di molto forte sai?
Leon: Tra di noi?
Lara: Si Leon, noi siamo stati insieme e sai una cosa? Stavamo benissimo
Leon: Insieme...*flashback*

Leon e Lara camminavano mano nella mano in un negozio di caramelle, sorrisero presero una manciata di caramelle e se le misero in tasca per poi scappare ridendo mentre il negoziante cercava di prenderli con scarsi risultati.

Leon: Dovresti camminare più veloce vecchio!
Lara: Se vuoi ti presto la sedia a rotelle di mio nonno! Hahaha
*fine flashback*

Prima che Leon se ne rendesse conto, Lara gli si stava avvicinando per baciarlo ma lui voltò lo sguardo per evitarla

Leon: No sta ferma
Lara: *apre gli occhi* che-che c'è?
Leon: Non so cosa c'è stato tra noi, però...io adesso sono innamorato di un'altra ragazza
Lara: Che cosa?! Ancora?
Leon: Mi dispiace!

Leon sospirò e si alzò dirigendosi all'interno dello studio. I ragazzi che stavano spiando si fiadorono immediatamente su di lui

Diego: Hai fatto benissimo!
Maxi: Si quella è solo una vipera!
Marco: Speriamo che finalmente lo abbia capito
Leon: Ragazzi scusate, vorrei stare da solo si?
Broadway: Certo! Non c'è problema...

Leon sorrise ai suoi amici per ringraziarli e poi andò nell'aula di musica.

Avevamo finito anche quella lezione e finalmente avrei parlato con Leon. Quando uscii dall'aula non potei fare a meno di notare Lara seduta sul muretto fuori lo studio. Mi avvicinai a lei interrogativamente; aveva l'aria molto pensierosa, quando la chiamai alzò rapidamente il capo

Violetta: Lara?
Lara: Brava Violetta! Complimenti hai vinto tu
Violetta: Che cosa vuoi dire?
Lara: Ho provato a baciare Leon ma lui mi ha respinto. Incredibile, ha perso la memoria quindi non ricorda ciò che gli ho fatto e nonostate ciò non gli importa più niente di me

Sorrisi a quella confessione, non perché mi faceva piacere che lei stesse male ma perché mi faceva piacere che nonostante tutto Leon non l'avrebbe mai scelta, non di nuovo e nel mio cuore c'era una speranza che mi diceva che Leon non l'averebbe mai scelta perché ancora adesso lui amava me.

Violetta: Quello mio e di Leon è amore, il vostro non lo è mai stato, non per lui almeno e l'amore...l'amore è indimenticabile Lara ricordatelo
Lara: Già...tienitelo stretto un ragazzo come lui vale oro
Violetta: Lo farà tranquilla non ho bisogno che me lo dica tu
Lara: Io ti avviso solo, ci si rivede
Violetta: Sinceramente spero di no ma ok!

Si alzò e la sentii ridere alle mie parole mentre si allontanava. Mi guardai intorno; dove poteva essere finito Leon?

Leon era davanti al piano a premere ripetutamente lo stesso tasto. Ad un tratto decise di premere quello successivo, e poi quello dopo, e poi quello dopo ancora. Ad un tratto fu come se un campanellino suonò nella sua testa e premette di nuovo la stessa combinaizone di testi. Lo fece anche una teza volta ma questa cantando

Leon: Podemos pintar

Podemos pintar. Che cosa significava? Fece ancora una volta la stessa cosa cercando di ricrodare cosa stesse succedendo. Ancora una volta ripremette quei tasti ma questa volta non si fermò

Leon: Podemos pintar colores al alma podemos gritar iee podemos volar sin tener alas ser la letra en mi cancion y tallarme en tu voz.

Sentii il suono della nostra canzone. Podemos! Chi la stava suonando?! Solo io e Leon conoscevamo quella canzone. Corsi velocemente verso il suono di quella meravigliosa melodia che conosco a memoria aprii la porta e vidi lui che la stava suonando. Avevo il cuore accellarare mentre lentamente camminai verso di lui che mi guardava. La porta si chiuse da sola. Portai la mano destra sul cuore deglutendo senza distogliere gli occhi da lui

Violetta: Cosa-cosa stavi suonando?

Leon: I-io...non lo so perché?
Violetta: Tu-tu stavi suonando la nostra canzone
Violetta/Leon: Podemos

Mi si avvicinò sorridendo e posò una mano sulla mia guancia accarezzandola

Leon: Sai è da quando ti ho vista che muoio dalla voglia di fare una cosa, posso?

Annuii col capo senza pensarci due volte e lui mi si avvicinò lentamente guardando le mie labbra. Le fece sfiorare con le sue con estrema delicatezza.

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Capitolo 28
*** Un ricordo straziante ***


Leon: Sai è da quando ti ho vista che muoio dalla voglia di fare una cosa, posso?

Annuii col capo senza pensarci due volte e lui mi si avvicinò lentamente guardando le mie labbra. Le fece sfiorare con le sue con estrema delicatezza. Sentii il suo braccio destre avvolgere con delicatezza la mia vita per farsi che il mio petto si avvicinasse al suo facendomi alzare le punte. Bum. Bum. Bum. Il mio cuore batteva sempre più forte, chiusi gli occhi e strinsi tra le mani il bordo del colletto della sua maglietta sperando che le nostre labbra si unissero quanto prima. Il suo naso giocava con il mio, le nostre labbra continuavano a sfiorarsi. Stavo per aprire gli occhi quando la sua bocca si posa sulla mia entrandone in possesso. Aumentai la stretta sulla sua maglia mentre lui continuava a baciarmi con foga. Indietreggiammo quasi correndo fino a che io non finii con la schiena sul muro. Spostai la mano destra sulla sua guancia e sospirai dal naso sentendo di non avere più aria. Dio solo sa quanto mi sono mancate tutte queste emozioni, queste sensazioni, questo tremolio, questa passione, questo amore. Solo lui lo sa. Sento la sua lingua entrare nella mia bocca e unirsi subito alla mia. Con entrambe le braccia intorno alla mia vita mi sollevò da terra di qualche centimetro. Posai anche l'altra mano sul suo viso mentre continuavamo a baciarci fino a quando non decidemmo di riprendere fiato. La mia fronte era posata sulla sua e i nostri fiati caldi si infragevano uno sulle labbra dell'altro. Posò lentamente a terra senza dividere le nostre fronti e cercando di riprendere aria, cosa che stavo facendo anche io.

Leon: *flashback*
Violetta: GUARDA SBRUFFONE CHE TU MI SEI INDIFFERENTE! Mi stai sentendo Leon?...Tu non mi fai ne caldo ne freddo! Imbecille!

Sospirai dopo essermi sfogata, stavo per voltarmi e tornare indietro quando mi sentii afferrare il braccio. Mi porto davanti a lui e avanzò verso di me, io indietreggiai fino a poggiarmi al tronco di un albero...

Leon: Ma davvero Vilu io ti sono indifferente?

Le sue labbra sfiorarono le mie. Avevo la pelle d'oca e allo stesso tempo mi sentivo ribollire...finalmente sento le sue labbra posarsi sulle mie delicatamente per poi premere gradualmente di più. Chiusi istintivamente gli occhi mentre le mie braccia avvolsero il suo collo. Sentivo le sue labbra muoversi sulle mie in modo sempre più passionale, un modo che mai in tutta la mia vita avevo provato. *fine flashback*

Vidi il suo sguardo confuso rivolto verso il pavimento e tenendo sempre le mani sul suo volto glielo alzai in modo da guardarlo negli occhi

Violetta: Che hai? Stai bene?

Mi guardò e sfoggiò uno dei suoi meravigliosi sorrisi

Leon: Mai stato meglio!

Gli sorrisi anch'io e riprese a baciarmi, poi mi prese la mano e mi tirò dietro di lui mentre uscivamo dall'aula. Lo guardai sorridete era davvero bellissimo, se non sapessi che ha davvaero perso la memoria direi che è tornato ad essere quello di prima, ma la cosa che più mi fa stare bene è che continua ad amarmi esattamente come prima solo che adesso non avevamo più niente e nessuno che ci impedisse di amarci alla luce del sole. Vidi Francesca e Camila spalancare gli occhi e lanciarsi uno sguardo, pronte ad urlare come pazze mentre ci dirgevamo verso di loro che erano con i ragazzi.

Ludmilla: Come mai mano nella mano?

Disse lei stuzzicando immaginandosi già la risposta dato il sorriso dipinto in volto

Leon: Io e Violetta stiamo insieme
Francesca/Camila: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!

Francesca e Camila cominciarono a saltare e gridare come due pazze battendosi le mani tra loro e attirando l'attenzione di tutti gli altri alunni e poi si gettarono su di noi per abbracciarci

Francesca: Congratulazioni!!!
Camila: Si!!! Era ora!!!!
Francesca: AAA Ancora non ci posso credere!!!
Carolina: Scusate! Ho capito bene?! Voi due state insieme?

Ooo si Carolina non sai da quanto muoio dalla voglia di rinfacciartelo. Strinsi le braccia intorno alla vita di Leon e poggiai il capo sul suo petto sorridendo alla bionda isterica

Violetta: Si io e Leon stiamo insieme!

Leon mi guardò e mi diede un bacio sulla fronte e la bionda isterica stava per esplodere glielo si leggeva in faccia, se ne ando senza aggiungere altra parola con la faccia verde d'invidia e io e le altre ridemmo.

Diego: Bhe era ora no?
Maxi: Io iniziavo a credere che non ci sarebbero mai arrivati
Marco: Ma no che dite se loro stavano... *Francesca gl da un calcio* Auuuu
Fran!!!
Francesca: *lo guarda male*
Marco: Emm...giusto...
Diego: Leon suppongo che tu non ti ricordi il film di grease
Leon: Emm...no, è importante che io lo veda?
Violetta: Si, lo vediamo insieme oggi pomeriggio va bene?
Leon: Ok!

Il pomeriggio passammo a prendere in affitto il DVD di grese e poi portai Leon sulla spiaggia

Leon: Ma non dovevamo vedere il dvd di grease?
Violetta: E lo faremo!
Leon: Sulla spiaggia? No dico, io avrò perso la memoria ma tu il lume della ragione
Viola: AH AH zitto e cammina!

Dissi tirandolo per il braccio

Leon: Come al principessa desidera

Lo trascinai fino ad una casa in legno che era sul mare e poi gli sorrisi

Leon: E questa?
Violetta: Il proprietario di quel palazzo bianco la tiene in affitto e gli ho chiesto se potevamo usarla per vedere un film e mi ha detto che non c'erano problemi a patto che avremmo lasciato tutto in ordine, così non avremo nessuno che ci disturba mentre lo guardiamo
Leon: Grande idea!
Violetta: Lo so!

Entrammo nella casetta si legno, non era enorme e i mobili erano molto vecchi. C'era un bagno piccolo con la porta e vicino vi era un letto matrimoniale a baldacchino. Non distante vi era un piccolo piano cottura al centro un divano in cuoio rosso antico e davanti al divano un televisore con il lettore dvd. Le uniche due cose moderne qui dentro. Si il televisore era uno al plasma. Posammo le giacche sugli appendi abiti mentre ci guardavamo intorno

Leon: Siamo sicuri qui dnetro o ci cadrà il tetto addosso?
Violetta: Hahaha no tranquillo non credo che corriamo questi pericoli
Leon: Lo spero per te altrimenti mi avrai sulla coscienza

Risi mentre mi chinai vicino al lettore per mettere il DVD; quando mi voltaii vidi Jorge disteso sul divano e sorrisi stendendomi davanti a lui e poggiando il capo sul suo petto. Grease è sempre stato uno dei miei film preferiti. Era stupendo stare di nuovo così vicina a lui e sentire il suo profumo, tutto sembrava perfetto, se non fosse per il fatto che non ricorda tutto ciò che abbiamo passato insieme ma non devo pensarci adesso! Sono sicura che lo ricorderà. Appena finì il film Leon si stiracchiò aprendo le braccia mentre io mi alzai per riporre il DVD nella custodia. Quando mi voltai lo vidi in piedi ancora davanti al divano mentre muoveva il collo a destra e sinistra facendolo schioccare.

Violetta: Non fare così! Mi fai venire il freddo addosso!
Leon: Hahaha per così poco? Non è colpa mia è il divano che è scomodo ho la schiena a pezzi
Violetta: Vuoi che ti faccia un massaggio?
Leon: Questa sarebbe un'ottima idea! Ma la luce qui non c'è? Si è fatto buio

Risi guardandolo e poi mi avvicinai

Violetta: Ci sono dei fiammiferi in quel cassetto basta accendere le candele
Leon: La luce è rotta?
Violetta: Aha

Leon accese le candele che c'erano in casa e poi si fermò in piedi vicino al letto attendendo che mi avvicinassi a lui

Violetta: Togliti la maglietta
Leon: Toglila tu
Violetta: Sei un bambino!
Leon: Lo so!

Mi avvicinai e misi le mani sui bordi della sua maglietta per poi togliergliela

Leon: *flashback*

Violetta: le-levati la maglietta...

Leon: Non posso...

Violetta: Te-te l'ho già spiegato le ferite devono essere di...

Leon: Si lo so, ma...non riesco a levarla...devi farlo tu...

La sollevai lentamente per non rischiare di urtarlo e fargli male. Alzò il braccio destro e con un pò più di fatica quello sinistro. *fine flashback*

Violetta: Leon? Tutto ok?
Leon: Si, si tranquilla

Gli sorrisi e poi chinai lo sguardo sul suo petto nudo. Mi morsi il labbro inferiore era sempre uno spettacolo guardarlo. Con l'indice della mano destra tratteggiai i tratti dei suoi addominali perfetti, era tanto che non lo facevo. Mi sentivo osservata e quindi sollevai lo sguardo vedendo Leon sorridere compiaciuto. Ritrassi in fretta la mano per poi guardarlo interrogativamente

Violetta: Ma che ti ridi? Bha!
Leon: Io dico che lo sai
Violetta: Io dico di quindi zitto

Gli diedi una spinta leggera per farlo sedere sul letto e poi salii su questo mettendomi dietro di lui sulle ginocchia. Poggiai lei mani sulle sue spalle iniziai a massaggiarlo

Leon: Mm...lo sai che hai le mani d'oro?
Violetta: Si me lo dicono in molti
Leon: Come in molti?! A chi hai fatto il massaggio?
Violetta: Hahaha a te mio padre e Roberto qualche volta

Mi avvicinai al suo orecchio e poi gli sussurrai "ma solo a te faccio levare la maglia". Lui rise mentre si stava rilassando e dopo un'oretta mi fermai.

Leon: Perché ti sei fermata?
Violetta: Perché mi sono scocciata!

Dissi per poi sedermi a cavalcioni sulle sue gambe posando le braccia intorno al suo collo. Era tardi e le candele creavano un'atmosfera così romantica e delicata allo stesso tempo illuminando i nostri volti. Lui mi avvolse la vita e avvicinandosi alle mie labbra sussurrò

Leon: Ma io mio mi stavo rilassando
Violetta: Conosco un altro modo per farti rilassare
Leon: Ah si? E quale?

Gli sorrisi e sfiarai le sue labbra con le mie facendogli credere che stavo per baciarlo ma poi scesi nell'incavo del suo collo. Lui chiuse gli occhi mentre io iniziai a baciare ogni centimentro della sua pelle fino ad arrivare al mento mentre le mie unghie sfioravano la sua guancia sinistra. Sospirò mentre afferava i bordi della mia maglietta per poi togliermela. Mi ritrovai la sua boca a un soffio dalla mia "Lo sai, mi fai impazzire" sussurrò prima di avventarsi sulle mie labbra. Continuammo a baciarci e la sua mano destra percorreva tutta la mia schiena più volte facendomi venire la pelle d'oca. Sganciò il gancetto del reggiseno per poi dirmi "il mio corpo si muove da solo quando sono con te". Sorrisi sulle sue labbra e lo feci stendere stando sempre sopra di lui senza mai riprendere fiato "allora lasciati andare" dissi mentre scoprii il letto permettendo ad entrambi di infilarci sotto la coperta. Continuavo a stare sopra di lui e gli baciai e assaporai tutto il suo petto perfettamente scolpito. Arrivai ai suoi pantaloni che sbottonai con estrema facilità per poi farli cadere ai piedi del letto. Sento la sua mano sinistra accarezzarmi la coscia e con una mossa mi finire sotto di lui. La sua lingua passa sulle mie labbra per poi entrare nella mia bocca e far scontrare successivamente anche le nostre labbra. Sgranai gli occhi e gemetti allo stesso tempo quando sentii la sua mano destra premere sul lato sinistro del mio petto. Iniziai ad ansimare mentre lui scese a baciarmi il collo facendomi inarcare la schiena e gettare il capo all'indietro. La sua mano destra fece scivolare via la mia gonna ma non me ne resi neanche conto, ero troppo impegnata a gemere per il piacere che mi stavano facendo provare le sue labbra sul mio petto. Per quanto cercavo di trattenermi i miei sforzi sembravano inutili, quindi ci rinunciai e decisi di godermi quel momento. Le sue mani stavano percorrendo tutte le braccia stringendole quasi, fino ad arrivare ai polsi e tenerli stretti mentre continuava a farmi ribollire il sangue nelle vene passando le sue labbra e la sua lingua su ogni minimo centimetro del mio corpo. Mi tolse anche ciò che restava e io feci lo stesso con lui. Con una spinta non sco come riuscii a tornare sopra di lui. Cominciai a baciarlo con foga e lui faceva lo stesso muovendo le sue mani su tutto il mio corpo. La mia mano destra si intrecciava tra i suoi capelli. Ancora una volta riuscii a prendermi con possesso tra le sue braccia su qualuque parte del mio corpo toccasse facendomi sentire solamente sua e intoccabile per chiunque altro. Mentre le nostre labbra continuavano a premere l'una sull'altra lui entro in me e io sussultai urlando leggermente sulla sua bocca ma solo perché era trattenuta dalla sua. Continuammo a baciarci mentre lui entrava sempre più in fondo. Il mio bacino si muoveva in contemporanea con il suo senza fermarsi per assecondare i suoi movimenti. Tornò sopra di me spingendo ancora più forte facendo gemere entrambi. Le mie unghia torturavano le sue braccia mentre iniziò a mordermi il collo facendomi sgranare gli occhi. Arrivammo insieme ma decise ugualmente di non fermarsi. Stavo impazzendo, ero accecata dal piacere, ogni parte del mio corpo era sudata e bollente e lui non era da meno. Proseguimmo fino ad arrivare allo stremo delle forze. Si lasciò cadere su di me uscendo lentamente e posando il capo sul mio petto. Entrambi eravamo stremati. "Questa non era la prima volta vero?" riuscii a dire lui ancora ansimando. "No" gli risposi non avendo neanche la forza di aggiungere altro. Semplicemente lasciai le mie braccia avvolte intorno al suo collo e chiusi gli occhi "Ti amo" Lo sentii dire. Sorrisi e risposi "anch'io" Per poi lasciarmi andare dalla stanchezza, cadendo in un sonno profondo. Il giorno seguente sentii qualcosa muoversi sul mio petto

Leon: No, no

Aprii gli occhi e vidi Leon agitarsi. Si scostò da me mettendosi dall'altra parte del letto mentre continuava a dimenarsi

Leon: NO NO!!!!!
Violetta: Leon!
Leon: Drake No!

Drake? Oh mio Dio sta ricordando l'incidente. Posai la mano sinistra sulla sua spalla cercando di scuotelo

Violetta: LEON! SVEGLIATI! SVEGLIATI LEON!!! LEON
Leon: Drake, Drake DRAKEEEEEEEEEEEE

Si svegliò di sporassalto, era molto agitato.

Violetta: Leon, sta calmo, va tutto bene

Dissi accarezzandogli i capelli con la mano destra per cercare di calmarlo...

Leon: No, non va tutto bene, chi è Drake?

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Capitolo 29
*** Nuestro camino ***


Violetta: Leon, sta calmo, va tutto bene

Dissi accarezzandogli i capelli con la mano destra per cercare di calmarlo...

Leon: No, non va tutto bene, chi è Drake?

Deglutii a quella domanda e feci scena muta

Leon: Violetta rispondimi! Chi è Drake!?
Violetta: Nessuno di importante
Leon: Non è vero mi stai mentendo!

Ma porca miseria doveva proprio rendersene conto!?

Violetta: Ti prego sta calmo, cos'hai sognato?
Leon: Ero sopra una moto, e c'era anche un'altro ragazzo che correva al mio fianco. Credo che fosse una gara contro altri due, il ragazzo cade a terra e tutti quanti, io compreso gridiamo "Drake"
Violetta: Capisco...
Leon: Io no! Che sta succedendo?!
Violetta: Calmo Leon non è niente di grave
Leon: Per te forse no!
Violetta: Leon...
Leon: Dimmelo!
Violetta: ...Non posso

Dissi chinando il capo. Era un tasto dolente non potevo parlarne, almeno non senza sapere la sua reazione

Leon: Perché?
Violetta: I-io...te lo devi ricordare da solo è così che vuole il medico e così sarà. Ti prego cerca di capire Leon io non voglio che...
Leon: Si va bene, ho capito
Violetta: Davvero?
Leon: Si...
Violetta: Grazie

Mi avvicinai a lui e lo abbraccia e senti la sua mano sinistra sulla mie schiena ricambiando l'abbraccio. Gli diedi un bacio sulla guancia e continuando a tenere le braccia intorno al suo collo lo feci chinare verso di me. Posò le sue labbra sopra le mie baciandomi dolcemente e io ricambiai fino a quando il suo telefono non interruppe Allungò il braccio verso il pavimento stando sempre sopra di me, prese il telefono dalla tasca dei jeans e lesse "mamma" quindi rispose.

Leon: Mamma?...si sto bene, non ti preoccupare...si mamma non c'è bisogno che mi tieni sottocontrollo 24 ore su 24...sono in spiaggia con Vilu...si certo lo studio...ok mamma ciao *attacca*
Violetta: è comprensibile che tua madre ti stia così addosso dopo quello che è successo
Leon: Non ricordo cos'è successo ma preferirei che mi lasciasse respirare

Sorrisi tenendo il suo volto tra le mie mani e avvicinandolo a me per baciarlo

Leon: Dovremmo...lavarci...per...andare...allo...studio

Disse lui tra un bacio e l'altro e io risi sulle sue labbra

Violetta: Allora chi va prima a fare doccia?

Chiesi allontanando di poco le mie labbra dalle sue

Leon: Se la facciamo insieme risparmiamo acqua e tempo
Violetta: Hahaha hai perso la memoria ma non le abitudini eh?

Mi sorrise e riprese a baciarmi, strinsi le gambe introno alla sua vita e lui si alzò dal letto tenendo la mano sinitra dietro la mia schiena e con la destra reggeva il lenzuolo che avvolgeva entrambi. Si diresse verso il bagno e li fece cadere il lenzuolo a terra per poi entrare nella doccia e poggiarsi con la schiena su una delle pareti di questa. Lentamente le nostre labbra si separarono e ci guardammo negli occhi

Leon: Lo so che te l'ho già detto...ma ti amo
Violetta: Non mi stancherò mai di sentirtelo dire e di ripeterti che anche io ti amo

Dissi i per poi ritornare sulle sue labbra. Tra baci, carezze e acqua ci facemmo una doccia e poi uscimmo. Lui aveva l'asciugamano in vita e io su tutto il corpo fino alle ginocchia. Mi stavo pettinando davanti allo specchio i capelli bagnati quando sento la sua stretta sulla mia vita. Poggia il mento sulla mia spalla e guarda il nostro riflesso nello specchio

Leon: Posso farti una domanda?
Violetta: Ma certo!

Dissi guardandolo e posando le mie mani sulle sue

Leon: La collana che porti al petto, io ne ho una uguale con la letta V, che cosa significa?

Sorrisi a quella domanda e guardai la mia collana

Violetta: La tua V sta per Violetta e la mia L sta per Leon, è un regalo che mi hai fatto tu al mio compleanno

Dissi voltandomi verso di lui e posando le braccia intorno al suo collo

Leon: E perché le portavamo nascoste?
Violetta: Perché prima il fatto che stavamo insieme era un segreto...
Leon: Perché?
Violetta: Adesso vuoi sapere troppe cose
Leon: Ok...ma ora possiamo anche portarla fuori la collana?
Violetta: Si

Dissi felice della domanda e annuendo col capo. Lui ricambiò il sorriso e mi diede un bacio sulla guancia per poi allontanarsi. Mi vestii cosa che fece anche lui e poi insieme uscimmo fuori dalla casa prendendo anche il DVD.

Violetta: Cavoli! Siamo in ritardo!
Leon: Tu pensi che mio zio ci ammazzerà?
Violetta: Di certo non lo escludo!
Leon: Se avessi una moto arriveremmo prima!
Violetta: U-una moto?
Leon: Si...parlando di questo sai che ne ho vista una in garage? Chissà di chi è...devo chiedere a mio padre se posso prenderla!
Violetta: Emm...si...forse...

Non sono sicura che sia una buona idea che lui torni in sella a una moto, ma del resto se è una sua passione come la musica, è inevitabile. Entrammo in aula di teatro correndo e ci chinammo per camminare in basso e non farci vedere mentre Pablo parlava.

Pablo: Ok e poi in questo punto, Leon e Violetta si alzano in piedi e mi dicono se hanno già iniziato a comporre la canzone

Io e Leon che stavamo praticamente quasi gattonando mano nella mano ci alzammo in piedi e guardammo Pablo sorridendo innocentemente

Violetta: Emm...non ancora, ma abbiamo visto grease
Pablo: Ok ma vi pregherei di arrivare in classe IN ORARIO! Si?
Violetta/Leon: Scusaci Pablo/zio
Pablo: A sedervi su

Mi sedetti vicino a Francesca e Leon accanto a me.

Francesca: Dove siete stati?
Violetta: Emm...in un posto
Francesca: E ci avete passato anche la notte?

Chiese lei per provocarmi e io la guardai male trattenendo una risata

Violetta: Fran!!!
Francesca: Che c'è?! Ho visto che avete anche le collane al collo in bella vista
Violetta: Non abbiamo più motivo per nasconderci
Francesca: Scommetto che sei al settimo cielo!
Violetta: Siii Fran! L'unica cosa che vorrei è che si ricordasse di tutto ciò che abbiamo trascorso insieme
Francesca: E lo farà! Dagli tempo
Pablo: E...Violetta, Francesca volete renderci partecipi della vostra conversazione?
Francesca: Emm...certo! Il musical sarà un successo!!! Questa era la nostra conversazione
Pablo: Mmm...allora ascoltate qui dato che parliamo della stessa cosa GRAZIE! Dunque come stavo dicendo...

Quella giornata trascorse velocemente. Il pomeriggio andai a mangiare a casa di Leon dato che dovevamo iniziare a comporre. Eravamo in camera sua e io ero distesa sul suo letto mentre lui suonava la tastiera

Leon: Ok e che ne dici di questo!

Disse suonando qualche tasto sullo strumento e io scoppiai a ridere

Violetta: Quella già esiste!!! è la vecchia fattoria!
Leon: è romantica!
Violetta: La vecchia fattoria?!

Chiesi con le lacrime agli occhi per il troppo ridere. Lui mi osservò attentamente con il sorriso stampato sul volto e poi iniziò a suonare qualcosa. A quel punto smisi di ridere e mi sedetti sul letto per guardarlo fino a quando non si fermò

Violetta: Come hai fatto?

Chiesi guardandolo a bocca a perta e occhi spalancati

Leon: Fatto cosa?
Violetta: Quella melodia Leon!
Leon: Ah...io...non lo so, Ti ho guardato ridere e mi hai ispirato
Violetta: Va bene ma te la ricordi?

Chiesi speranzosa mentre mi alzai dal letto e mi avvicinai a lui

Leon: Mi pare che fosse...qui*preme un tasto* e poi qui, e qui e qui no questo no
Violetta: No era LA
Leon: Si aspetta...qui. Si era così *suona*
Violetta: Ok aspetta che lo segno, mi piace tantissimi l'inizio di questa melodia
Leon: Anche a me, bhe ho avuto la mia giusta ispiratrice

Sorrisi mentre lui mi sussrò quelle parole all'orecchio

Violetta: Bene! Allora componiamo tutta la melodia e poi pensiamo alle parole ci stai?
Leon: Si certo!

Per tutta la settimana io e Leon non facemmo altro che applicarci su quella melodia che sinceramente mi aveva rapita. Fin dal primo istante in cui lui a suonato la parte iniziale ho sentito il mio cuore battere insieme a quel dolce suono. Era una melodia così armodiosa, dolce e romantica allo stesso tempo. Ogni volta che la suonavamo i nostri occhi brillavano, di quella melodia apperteneva davvero a noi. Eravamo alla seconda settimana e i tempi stringevano eravamo sul suo letto io ero stesa con la testa poco sotto al cucino e i piedi fuori dal letto, lui invece era steso con la testa all'altezza del mio bacino e i piedi alzati infaccia al muro, praticamente al contrario di me.

Leon: Quiero mirarte, quiero so
ñarte, vivir contigo para siempre
Violetta: Para siempre non suona bene
Leon: Allora Vivir contigo...
Violetta: Cada istante! Si e poi quiero abrazarte, quiero amarte
Leon: Bhe ma il fatto di amare è già chiaro quando diciamo pues amor es lo que siento
Violetta: Giusto...allora?
Leon: Besarte
Violetta: quiero abrazarte, quiero besarte
Leon/Violetta: Quiero tenerte junto a mi...pues amor es lo que siento eres todo para mi

Era arrivato mercoledì e dopodomani ci sarebbe stato il grande spettacolo! Finalmente io e Leon scrivemmo anche il pezzo che ci mancava. Quella canzone parlava di noi e di ciò che provavamo l'uno per l'altro, del nostro amore, per questo era stato così facile trovare le parole e adesso per la prima volta avremmo cantanto quella canzone con la melodia. Ero così emozionata!!! Battetti le mani più volte mentre ci alzammo dal letto e Leon rideva avvicinandosi alla tastiera

Leon: Sei pronta?
Violetta: Si!

Leon pov.
Posai le dita sulla tastiera e osservai lo spartito, non che mi servisse, ormai l'avevo imparata a memoria.

Violetta: Tanto tiempo caminando junto a ti *Tanto tempo camminando insieme a te*
Aun recuerdo él dia en que te conoci' *ricordo ancora il giorno in cui ti ho conosciuto*

Era ballissima quando cantava, lei lo era sempre però in questo istante ha un brillio nei suoi occhi che il solo guardarla riesce a farmi emozionare *flashback* Parcheggio la mia moto davanti allo studio mi tolgo il casco, rivolgo lo sguardo verso il sole sentendo già gli occhi delle ragazze addosso. Ce ne sono cinque davanti all'entrata che mi fissano ma solo una di loro attira la mia attenzione, ha i capelli corti, castano chiari e le punte più chiare, gli occhi marroni è di statura media. La ignoro come se nulla fosse proseguendo fino ad arrivare da mio zio Pablo e abbracciarlo *fine flashback* continuai a suonare per non perdere il ritmo e senza che le se ne accorgese strizzai per un'attimo gli occhi non capendo cosa mi stesse succedendo

Violetta: El amo en mi nacio' *L'amore in me è nato*
tu sonrisa me enseño' *Il tuo sorriso mi ha insegnato*
tras las nubes siempre va a estar el sol *dietro le nuvole ci sarà sempre il sole*

Leon: Te confieso que sin ti no se seguir. *Ti confesso che senza te non so più vivere*
Luz en el camino tu eres para mi *luce nel cammino tu sei per me*

Ed era davvero così, lei era diventata la mia guida, la mia luce, la mia speranza, il mio mondo. Non so da quando è successo ma mi sento così legato a lei che sento che non potrei mai farne a meno *flashback*
"Leon!" gridò lei correndo verso di me. Era notte ed ero steso a terra. La guardai sorpreso con il sangue che mi scendeva dal labbro reggendomi sul gomito sinistro "Tu…tu sei la ragazze dello studio…ah!" dissi riconoscendola per poi portarmi la mano destra al labbro che mi faceva male "Vattene!" le ordinai "No i-io…voglio aiutarti!" ribatté subito lei "Se vuoi aiutarmi davvero, vattene!" la spronai guardandola negli occhi e ringhiandole contro *fine flashback* ma perché? Perché l'avevo trattata così?...aspetta...io ero stato picchiato, si...

Leon: Desde que mi alma te vio'
Tu dulzura me envolvio'
Si estoy contigo se detiene el reloj

*flashback* "Hey ma che stai facendo!?" chiesi guardandola stranito seduto sul divano di mio zio. Lei prese un batuffolo di ovatta e il disinfettante "Ti disinfetto la ferita..." "N-non ce ne bisogno..." risposi subito immaginandomi già il bruciore che mi avrebbe recato quella roba *fine flashback* ma che mi prende? Che cosa mi sta succedendo?

Leon: Lo sentimos los dos
Violetta: El corazon nos hablo'
Leon/Violetta: Y al oido suave nos susurro'

Leon/Violetta: Quiero mirarte, quiero soñarte *voglio guardarti, voglio sognarti*
vivir contigo cada istante *vivere con te ogni istante*
Quiero abrazarte, quiero besarte *voglio abbracciarti. voglio baciarti*
Quiero tenerte junto a mi *voglio tenerti insieme a me*

pues amor es lo que siento eres todo para mi *bhe amore è ciò che provo sei tutto per me*
Quiero mirarte, quiero so
ñarte *voglio guardarti, voglio sognarti*
vivir contigo *vivere con te*
Violetta: cada istante *ogni istante*
Leon/Violetta: Quiero abrazarte, quiero besarte *voglio abbracciarti. voglio baciarti*
Quiero tenerte junto a mi *voglio tenerti insieme a me*

tu eres lo que necesito pues lo que siento es amor *tu ciò di cui ho bisogno ciò che provo è amore*

Cerco di apparire il più normale possibile davanti ai suoi occhi per non farla preoccupare e le sorrido debolmente mentre nella mia testa ho il caos più toatale *flashback* "Voglio essere tua Leon" mi disse lei e io la guardai interrogativamente non sapendo se si riferiva a ciò che pensavo "Vuoi dire..." "Fammi tua" riabbadì lei per farmi capire bene il concetto "Sei sicura?" chiesi sperando che la sua risposta fosse positiva però non l'avrei mai forzata e volevo che lei fosse sicura di ciò "Si" rispose annuendo con il capo. Mi avvicinai nuovamente alle sue labbra per baciarla, sensa separarle mai mi stesi su di lei facendola distendere sul letto sotto di me. Il cuore batteva a mille con lei, questa era la prima volta che avevo un contatto con una persona speciale, non era sesso, era amore. Era la prima volta che facevo l'amore con qualcuno, con l'unica ragazza che abbia mai amato e continuerò ad amare per tutta la mia vita. *fine flashback*

Leon: En tus ojos veo el mundo de colores
Violetta: En tus brazos descubri' yo él amor
Leon: Verra' en mi ella lo mismo?
Violetta: Querra él estar conmigo?
Leon/Violetta: Dime que tu lates por mi tambien
"Leon guarda!!!" disse lei indicandomi una cabina dove si fanne le foto inserendo la moneta mi trascinò verso questa ed entrammo al suo interno. Aspettammo qualche secondo e ad un tratto sento le sue labbra sulla mia guancia, la macchina inizia a scattare ma non ci bado, sorriso voltandomi verso di lei per quel gesto e le di edi un bacio sulle labbra, lei ricambiò lasciandosi andare avvoltendomi le braccia intorno al collo, continuammo a baciarci per un po’ fino a quando Lyon non rompe con i suoi abbai…"Cuccia tu! Ti avviso che lui è m io eh!" mise subito in chiaro lei guardandolo *fine flashback*

Leon: Lo sentimos los dos
Violetta: El corazon nos hablo'
Leon/Violetta: Y al oido suave nos susurro'

Violetta: Quiero mirarte, quiero soñarte *voglio guardarti, voglio sognarti*
vivir contigo cada istante *vivere con te ogni istante*
Quiero abrazarte, quiero besarte *voglio abbracciarti. voglio baciarti*
Quiero tenerte junto a mi *voglio tenerti insieme a me*

pues amor es lo que siento eres todo para mi *bhe amore è ciò che provo sei tutto per me*

Davanti ai miei occhi c'è lei che mi sorride avvicinandosi a me e accarezzandomi la guancia, io le sorrido debolmente, intanto nella mia testa ho il caos più totale, milioni di immagine di verse mi stanno apparendo davanti agli occhi, ma non posso fermarmi, no

Leon/Violetta:
Quiero mirarte, quiero soñarte *voglio guardarti, voglio sognarti*
vivir contigo cada istante *vivere con te ogni istante*
Quiero abrazarte, quiero besarte *voglio abbracciarti. voglio baciarti*
Quiero tenerte junto a mi *voglio tenerti insieme a me*

pues amor es lo que siento eres todo para mi *bhe amore è ciò che provo sei tutto per me*
Quiero mirarte, quiero so
ñarte *voglio guardarti, voglio sognarti*
vivir contigo *vivere con te*
Violetta: cada istante *ogni istante*
Leon/Violetta: Quiero abrazarte, quiero besarte *voglio abbracciarti. voglio baciarti*
Quiero tenerte junto a mi *voglio tenerti insieme a me*

tu eres lo que necesito pues lo que siento es amor *tu ciò di cui ho bisogno ciò che provo è amore*

La canzone finisce e la mia vista diventa sfocata

Violetta: Aaaa è stato fantastico non è vero Leon!?

Non riesco a risponderle e porto entrambe le mani alla testa. Mi fa un male tremendo.

Violetta: L-Leon...che ti prende?

Ancora una volta faccio scena muta chiudendo gli occhi e chinandomi verso la tastiera poggiando i gomiti su questa.

Violetta pov.
Vedo Leon contorcersi dal dolore e inizio a preocuparmi, mi avvicino a lui e gli poggio una mano sulla spalla

Violetta: Leon! Leon ti prego parlami! Che hai?! LEON!!!

Finalmente lo vedo aprire occhi, lo fa di scatto e li tiene spalancati.

Violetta: L-Leon?

Mi allontano di poco per poterlo guardare negli occhi e lui volta lentamente lo sguardo verso di me

Violetta: Leon stai bene?

Vedo un sorriso estendersi lentamente sul suo volto mentre io lo guardo ancora confusa. Si dirige verso di me e mi prende in braccio facendomi girare su me stessa girdando "mai stato meglio!" mentre continua a ridere; io istintivamente avvolgo le braccia intorno al suo collo per non cadere. Fa venire da ridere anche a me mentre continuiamo a girare, ma non capisco cosa gli sia preso. Mi tranquilizza vederlo così almeno so che sta bene. Si getta sul letto facendo cadere me sotto in un modo non molto delicato devo dire

Violetta: Tu sei pazzo! Mi gira la testa adesso!
Leon: Si! Sono pazzo di te!

Disse per poi avventarsi sulle mie labbra e baciarmi con foga. Aggrotai la fronte ancora confusa ma ricambiai ugualmente il bacio.

Leon: Lo sai che ti amo?
Violetta: si ma io di più
Leon: No! Io di più!

Si stese al mio fianco mettendo il braccio sotto al mio capo permettendomi di poggiarmi alla sua spalla.

Leon: Senti, ti ricordi di quando ti ho portato sulla barca?
Violetta: Si certo ma perché me lo ricordi?
Leon: Perché penso che lo dovremmo rifare, e anche anche un giro al centro commerciale, potremmo scattarci altre foto
Violetta: Siii mi piacerebbe tantissimo che...

Un'attimo queste sono cose che sono successe prima che lui perdesse la memoria. Mi sollevai di scatto poggiando gli avanbracci sul suo petto per guardarlo negli occhi

Violetta: T-tu c-come...
Leon: Come faccio a ricordarmi?




*Angolo autrice*
Buuu ok magari questo capitolo non è stato un granché ma spero tanto che non abbia fatto totalmente pena xD
Vi scrivo per ringraziarvi (nooo ditelo avanti lo so che non ve lo aspettavate ù_ù) e poi bhe per dirvi che questo è il penultimo capito e per l'ultimo non dovrete aspettare molto perché l'ho già scritto ma ho deciso di dividerlo se no era troppo lungo. E poi...ve bhe continuo il discorso all'ultimo capitolo comunque grazie di cuore a tutte le lettrici, soprattutto a quelle che hanno recensito la storia
Gracias!

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Capitolo 30
*** Grease ***


Violetta: T-tu c-come...
Leon: Come faccio a ricordarmi?

Chiese lui sfoderando un sorriso a tretadue denti mentre le sue mani si posarono con delicatezza sui miei fianchi; annuii quasi scioccata alla sua domanda

Leon: Perché ora ricordo! Ricordo tutto Vilu, ricordo quando ti ho incontrato fuori allo studio, ricordo il nostro primo bacio, la nostra prima volta, il tuo compleanno io ricordo tutto!

Sorrisi di ricambio e posando le mani sul suo volto iniziai a baciarlo. Non potevo assolutamente crederci lui aveva...aveva recuperato la memoria!!! Mi sento al settimo cielo; lo sento girare facendo mettere me sotto di lui e staccandosi dalle mie labbra

Leon: A-aspetta tu...tu come stai?
Violetta: Io?
Leon: Si! L'incidente! A te è successo qualcosa
Violetta: No, non mi è successo niente perché il mio bel principe mi ha salvato!
Leon: Sicura? Nessun gaffio? Nessun livido?
Violetta: Si! Leon!!!

Stava iniziando a controllare ogni parte del mio corpo, alzò i capelli per guardare la fronte e poi osservo con attenzione le mie braccia e io risi avvolgendole intorno al suo collo

Leon: E con i balck? Com'è finita? Ho vinto io?
Violetta: Angie aveva chiamato la polizia, sono riusciti a prenderli tutti e hanno avuto l'ergastolo
Leon: Questo vuol dire che finalmente potrò vivere in santa pace?!

Annuii col capo rispondendo a Leon

Violetta: Leon, dimmi come hai fatto a ricordarti tutto
Leon: è stata una cosa faantastica! Ci siamo messi a cantare la canzone e...ed è stato come rivivere tutto il nostro percorso insieme, il nostro cammino, è stato come vedere un film
Violetta: Aspetta! Ripeti
Leon: è stato come vedere un film
Violetta: No no no prima
Leon: è stato come rivivere tutto il nostro percorso insieme
Violetta: Dopo
Leon: Il nostro cammino?
Violetta: Nuestro camino! è un titolo perfetto per la nostra canzone!
Leon: Noi siamo perfetti per la nostra canzone

Disse per poi tornare a baciarmi; adesso si tutto era perfetto, TUTTO. Mi misi di nuovo sopra di lui continuando a baciarci quando la porta della sua stanza si aprì. Entrambi scattammo seduti sul suo letto, io ero tra le sue gambe e lui aveva poggiato il mento sulla mia spalla sinistra e incrociato le mani intorno alla mia vita. Quando vedemmo che quella che era entrata era solo Cielo con Lyon, tirammo un sospiro di sollievo.

Leon: Cielo!!! Quante volte ti ho detto che non devi entrare in camera mia senza bussare eh!?
Cielo: Emm...questa è la prima
Leon: Non provoraci nemmeno piccolo uragano azzurro

Disse lui alzandosi e dirigendosi verso di lei. Uragano azzurro era un soprannome che le aveva dato Leon, uragano perché quando voleva sapeva rompere a detta di Leon, e azzurro perché il suo nome era Cielo. Da quando aveva perso la memoria si era sempre comportato in modo carino con la sorella, non l'aveva mai cacciata dalla camera ne nulla non sapendo come comportarsi. Cielo lo guardò a bocca aperta sentendo il suo soprannome e lui la prese in braccio cominciando a farle il solletico e farla ridere come una pazza. Lyon abbaiava girando intorno a Leon e scodinzolando la coda

Leon: Non mi provocoare mai più signorina hai capito?!
Cielo: Aaahahahah siiiii
Leon: Si? E tu che hai da ridere?

Chiese rivolgendosi a me che li guardavo seduta sul letto. Il sorriso dal mio volto sparì e alzai le mani come per dire "io non ho fatto insieme"

Leon: Non fare l'innocentina!

Mi prese in braccio sollevandomi di pesso sulla sua spalla destra facendomi scoppiare a ridere. Teneva entrambe in braccio, me sulla sua spalla destra e Cielo invece la teneva per la vita a testa in giù. Entrambe ridavamo e gridavamo di farci mettere giù ma Leon ci ignorava e iniziò a scendere le scale, arrivo al salone e getto entrambe sul divano con la delicatezza di un mammut facendoci rimbalzare su questo per poi sedersi in mezzo a noi e Lyon gli saltò sulle gambe.

Leon: E non provocatemi più!

Disse lui soddisfatto di ciò che aveva fatto e io mi sedetti sistemandomi i capellI

Violetta: Ma se io non ho fatto niente!
Cinzia: Ma insomma!!! Ragazzi cos'è tutto questo baccano che è successo?
Leon: Mamma! Mamma che bello rivederti!

Disse lui alzandosi e andando verso di lei per abbracciarla. Lyon si sedette al posto di Leon continuando a scodinzolare la coda

Cinzia: T-tesoro ti senti bene? Hai la febbre?

Comprensibile, Leon non era il tipo di persona che abbraccia i genitori

Leon: No! Ma voglio le chiavi della mia moto!
CIinzia: C-cosa?!
Cielo: A Leon è tornata la memoria!!!

Disse allegra Cielo saltando in piedi sul divano. Dall'ufficio del padre di Leon uscì proprio lui

Alvaro: Ma cos'è tutto questo baccano?
Cielo: A Leon è tornata la memoria!
Alvaro: Che?!
Leon: Si proprio così! Mamma, papà mi dispiace per tutto quello che vi ho fatto passare ma vi giuro che non succederà più. Ho chiuso con le corse clandestine, io...io ho visto la morte in faccia...per la seconda volta e ho capito tante cose, ma l'unica che so è che voglio vivere e stare con le persone che mi amano

So che dire quelle cose per Leon non doveva essere facile. Lui è sempre stato così orgoglioso che fa davvero molta fatica ad ammettere quando sbaglia; infatti nella seconda parte del discorso ha chinato lo sguardo per non dover essere costretto a guardare il padre negli occhi.

Alvaro: Mi fa piacere sentirtelo dire e spero che questa volta tu sia sincero figliolo
Leon: Si papà te lo giuro! Ora...mi dai le chiavi della moto?
Alvaro: NO!
Leon: Ma...
Alvaro: NIENTE MA! Scordati di quella macchina infernale Leon, tu non metterai mai più piede su una di quelle cose!

Il padre fu categorico con quella frase e senza attendere la risposta di Leon tornò nel suo ufficio. Ma Leon era una testa calda esattamente come lui, quindi lo seguì e sbattete la porta appena fu dentro seguito a ruota da Lyon.

Cielo: E ora?
Cinzia: E ora dobbiamo solamente sperare che non litighino per la moto

Già...inevitabile direi. Il tempo passava e si iniziarono a sentire le urla di Leon e Alvaro. Finalemente dopo un pò queste cessarono e i due i uscirono dall'ufficio, prima il padre e lui dietro e Lyon in seguito.

Leon: Papà! Questa è una cosa assurda!
Alvaro: Tu la vuoi portare la moto o no?

Disse farmandosi con la mano sulla maniglia e Leon disse "Si" e avrebbe continuato la frase se il padre non avesse aperto la porta e fosse uscito. Leon lo seguì ancora una volta seguito dal nostro cagnolino e io Cinzia e Cielo ci lanciammo uno sguardo per poi andargli dietro fino ad arrivare alla moto

Leon: Ridicolo!
Alvaro: Sei in prova per un anno!
Cinzia: Non capisco, che sta succedendo?
Leon: Mi ha messo un microcihp sulla moto per trovarmi ovunque!
Alvaro: Se per un anno mi dimostrerà di essere cambiato allora glielo toglierò!
Leon: Va bene! Adesso mi dai le chiavi?
Alvaro: Tieni

Disse lui cedendogliele

Leon: Grazie! Andiamo Vilu

Leon montò in sella e poi mi tese il casco rosso. Lo indossai e salii dietro di lui. Mise le chiavi nel quadro e la moto partì. Ne era passato di tempo dall'ultima volta che eravamo saliti insieme sulla sua moto. Mi tornavano alla mente tanti ricordi, come la prima volta che era arrivato. Era passato praticamente un anno e ne erano succese di cose in quell'anno, ma soprattuto avevo trovato l'amore della mia vita che giorno dopo giorno non feceva che crescere sempre di più. Arrivammo in un bosco e Leon mi tese la mano per farmi scendere. Intrecciò la sua mano con la mia e cominciammo a camminare.

Leon: Sai ho deciso una cosa
Violetta: Cosa?
Leon: Dirò il mio passato a tutti quanti, i nostri amici intendo
Violetta: Cosa?! Ma non sei costretto
Leon: No ma sento che glielo devo. Loro mi sono sempre stati vicini e meritano la mia fiducia. Tu sei stata la prima e unica persona della quale mi sono fidato con tutto me stesso.
Violetta: Quel ricordo ti fa troppo male
Leon: Non più, adesso ho delle persone fantastiche intorno a me che mi hanno aiutato a vedere il lato bello della vita, e tu...tu sei la più fantastica di tutte, tu sei il lato bello della mia vita

Disse lui per poi cingermi la vita e baciarmi, ricambiai il bacio e avvolsi le braccia intorno al suo collo, lentamente ci lasciammo cadere sul prato finalmente spensierati, senza problemi pronti a vivere il nostro amore. Il giorno seguente tutti furono sopresi di vedere me e Leon arrivare sulla sua moto. Entrammo con le mani intrecciate allo studio e appenna vedemmo Pablo, Leon lo abbraccio senza lasciarmi la mano sinistra

Leon: Zio!!! Che bello rivederti! Mi sei mancato!

Disse dandogli due pacche sulla spalla, Pablo lo guardò confuso come tutti gli altri presenti. Proseguimmo fino ad arrivare alle scale del palco e Leon si sedette sull'ultimo scalino con me al mio fianco

Leon: Fran, Marco, Cami, Maxi, Andres, Broadway, Nati, Ludmilla, Diego potete venire un'attimo qui? Devo parlarvi di una cosa importante.

Tutti si lancaiarono degli sguardi interrogativi e poi si avvicinarono a noi sedendosi sugli scalini.

Leon: Innanzitutto voglio dirvi che voi siete i miei primi veri migliori amici

Disse guardandoli tutti e poi tese la mano a Francesca che la prese, la tirò a sé per abbracciarla e la fece sedere alla sua sinistra.

Leon: E poi che finalmente ho recuperato la memoria

A quella notizia ci fu un'attimo di silenzio e uno scambio di sguardi sopresi mentre io e Leon sorridavamo, dopo di che fu il putiferio tutti iniziarono a gridare e abbracciarono Leon, fu un grande abbaraccio di gruppo anche un pò incasinato, sinceramente mi meraviglio che non ci siamo fatti male visto che soprattutto i ragazzi avevano la stessa grazia di un elefante. Dopo aver festeggiato quel momento Leon prese fiato e iniziò a raccontare il suo pasato. Notai Pablo e Angie sulla soglia della porta che osservavano oscltando indiscreti. Quando arrivò il momento di raccontare l'incidente sentii la mano di Leon stringers di più alla mia e io ricambiai la stretta con entrambe le mani. Leon raccontò anche di ciò che era successo quando è venuto qui, della nostra storia e di ciò che era successo all'ultima corsa per poi concludere

Leon: Il punto è che sono stanco di tutti questi segreti, di dovermi sempre riguardare le spalle da tutto e da tutti, ma voi...mi avete fatto capire che non ce ne era bisogno, perché siete degli amici veri
Marco: Non amici! Fratelli!

Disse Leon buttandosi addosso a Leon per abbracciarlo schiacciando Fran che si trovava nel mezzo. Tutti risero tranne Francesca

Francesca: Marco!!!
Marco: Shh...aspetta Francesca dopo abbraccio anche te, questo è un momento fraterno

Il giorno seguente fu il grande momento lo show! Tutti quanti eravamo nervosi tranne LEON! Io davvero non capisco come faccia! Io cammino avanti e indietro con il terrore di sbagliare qualcosa davanti a tutte quelle milioni di persone che sono lì fuori ad aspettarci e lui qui tranquillo seduto su una delle casse a distendere i muscoli. Ad un tratto mi sento tirare per il polso proprio da lui che continua a stare seduto

Leon: Ti vuoi calmare?!
Violetta: I-io non ce la faccio
Leon: Quando sei nervosa guardami negli occhi e tutto il resto del mondo sparirà

Sollevai lo sguardo, aveva ragione quando mi perdevo nei suoi occhi sembrava che non ci fosse più nessuno a parte noi. Stavo per baciarlo ma arriva Maxi correndo e gli da una pacca sulla spalla seguito dagli altri

Maxi: Allora sei pronto?
Leon: Io sono nato pronto
Marco: Hey ragazzi facciamo quella cosa con le mani che fanno tutte le squadre?
Leon: Naa è da idioti
Maxi: Pienamente d'accordo con Leon
Francesca: Già
Diego: Scordatelo!
Ludmilla: Neanche morta!
Camila: è ridicolo
Marco: Ok! Bastava un no eh
Leon: Ok no! E ora...chi mette la mano sulla mia?

Disse lui tendendo la mano. Tutti ridemmo e io misi la mano sulla sua seguita da tutti gli altri tranne Marco che ci guardò male

Leon: Dai muoviti idiota non abbiamo tutto il giorno!!!

Marco agginse la sua mano e poi insieme gridammo "Por siempre juntos!". Pablo annunciò l'inizio dello show e partì la prima canzone "Noches de amor". Quando salimmo su quel palco, tutto il nervosismo si dissolse, era come se quelle persone non ci fossero, come se fosse una normale prova, in fondo stavamo facendo solo quello che amavamo. Il nostro abbigliamento era simile a quello dei personaggi originali del film. Arrivò il momento di cantare "nuestro camino", sul palco c'eravamo solo io e Leon e sullo sfondo c'erano delle nostre foto insieme dall'inzio dell'anno fino ad oggi. Fu una sorpresa anche per noi era stata opera di Pablo e mia zia. Appena finita la cazone come da copio ci baciammo, ma per noi fu una cosa naturale. Avvolsi le braccia intorno al collo di Leon e lui invece intorno alla mia vita, l'afferò e mi fece girare su me stessa mentre continuavamo a baciarci. Lo sfondo dietro di noi cambiò e c'era quello di un luna park. Tutti i ragazzi tornarono sulla scena per la parte finale

Maxi: Fantastico!
Marco: Ogni cosa è andata a suo posto!
Francesca: E finalmente siamo tutti felici!
Camila: Si ma...se un giorno ci perderemo?
Leon: Questo non succederà mai!

Disse lui avendo un braccio intorno alle mie spalle

Diego: Come fai ad esserne così sicuro Danny?
Andres: Si come fai?
Leon: è semplice! dip da dip da dip do
Tutti: whap de dobby do!!!

Tutti: Por siempre juntos *per sempre insieme*
Rama lama lama daga da dingi ding
Por siempre unidos *per sempre uniti*
Shoobup shoobup shoobup shoobup du dap du dong
Cheng cheng changity cheng shoobup
Siempre va a ser asi...uuh yeah! *Sempre sarà così*
Todos a una *tutti per uno*
Dibi dibi dibi dibi dibi du bab du bab
Nuestra fortuna *La nostra fortuna*
Boogy boogy boogy boogy boogy shoobup shoobup
Chen chen changity chen shoobup
Siempre estaremos igual *Sempre saremo uguali*
Wo wo wo wo wo
El grupo Bailara *Il gruppo ballerà*
Todos se asombraran *tutti si stupiranno*
Que estemos tan unidos *che siamo così uniti*
Pandilla sin igual *Una banda senza uguali*
De la prepa nacional *Di preparazione nazionale*
Nadie podra separarnos uuuh *Nessuno potrà separarci*
Rama lama lama lama daga da dingi dong
Shoobup shoobup shoobup shoobup du dap du dong
Chen chen changity cheng shoobup
Dibi dibi dibi dibi dibi du bab du bab
Boogy boogy boogy boogy boogy shoobup shoobup
Rama lama lama lama daga da dingi dong
Shoobup shoobup shoobup shoobup du dap du dong
Chen chen changity cheng shoobup
Dibi dibi dibi dibi dibi du bab du bab
Boogy boogy boogy boogy boogy shoobup shoobup
Siempre a mi lado *Sempre al mio fianco*
Dibi dibi dibi dibi dibi du bab du bab
todos hermanos *Tutti fratelli*
Rama lama lama lama daga da dingi dong
Chen chen changity cheng shoobup
siempre estaremos undidos *sempre saremo uniti*
Por siempre, unidos *per sempre, uniti*
Por siemrpe, unidos *per sempre, uniti*
Por siemrpe, unidos *per sempre, uniti*

E con quell'ultima canzone ci scatennamo tutti insieme prima che si chiudesse il sipairo. Ci prendemmo tutti per mano e quando il sipario si riaprì vedemmo tutte le persone in piedi per applaudirci mentre noi corremmo verso di loro per fare un inchino. Tutti sembravano felici di quello spettacolo qualcuno gridava addirittura "bis" fu un successo pazzesco! Assolutamente più degli altri anni. Il sipario si richiuse e noi corremmo veloci dietro le quinte per saltare e gridare di gioia tirando fuori tutta quell'adrenaline e quell'euforia che ci aveva trasmesso il nostro pubblico.

Violetta: AAAA Non ci posso credere!!!
Leon. Siamo stati fantastici!!!
Pablo: Lo puoi ben dire!!!

Disse Pablo raggiungendoci dietro le quinte e noi sorridemmo e...si bhe gridammo

Pablo: Silenzio!!! Devo fare un annuncio! Conoscete Randal Kleiser?
Francesca: Se non sbaglio è il regista di Grese
Pablo: Si esatto! Ha deciso di fare una versione modernizzata del film con il cast dell'on beat studio!!!

CHE?!?! AAAAAAAAAA. Un'attimo perché grido in mente se tutti gridando ad alta voce?

Violetta: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

Abbracciai Leon che mi prese in braccio di nuovo come poco fa sul palco

Camila: Quindi andremo in televisione?!
Pablo: Così sembra! Ora se mi volete scusare vado a a discutere con Randal di alcuni dettagli! Bravissimi ragazzi sono fiero di voi!
Marco: Diventeremo famosi in tutto il mondo!
Leon: Si...lo faremo, insime!!!

Tutti quanti ridemmo capendo cosa avesse in mente Leon e cominciammo a ricantare "Por siempre juntos" l'ultima canzone dello show, mentre cantavamo Leon si voltà verso di e mi baciò senza preavviso ma ovviamente la cosa non mi dispiaque neanche un pò, ricambiai il bacio menttedo la mano destra dietro la sua testa e quando ci separammo ci sussurramo un "Ti amo" contemporaneamente all'unisono per poi riprendere a cantare. Insieme.

 

The end

 


*Angolo autrice*

Holaaa ed eccoci quiii all'ultimo e allegro capitolooooooo yeeeaaaa...bhe non vi ringrazierò come al solito perché diventa una cosa morbosa, lo sapete già che se ho continuato questa ff fino alla fine l'ho fatto per me ma anche grazie alla vostra forza cioé al fatto che vi piacesse tanto questa ff e per questo vi ringrazierò all'infinito...in particolare syontai per aver provato (mi dispiace ma mi pare che tu abbia fallito hahaha) a migliorare il mio modo di scrivere. Eh bene anche se questo è l'ultimo cap adesso avrò tempo per scrivere quella ff Jortini che ho già iniziato (Jortini: L'amore non ha età) che credo conosciate tutte. Mi fa davvero piacere che abbiate apprezzato così tanto questa ff e non so se avrà un sequel perché le idee ci sono ma il mio cervello corre sempre troppo in fretta quando si parla di idee per ff non finiscono più e io mi trovo in un manicomio mentale ma ok xD. Spero che vi sia piaciuto e per non essere ripetitiva mi fermo qui, grazie di cuore a tutte ancora una volta un saluto e spero mi seguirete anche sull'altra ff zaoooooooooooo besos a todooosssss :-* 

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