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Lista capitoli: Capitolo 1: *** All my tears have been used up *** Capitolo 2: *** So tired to share my nights *** Capitolo 3: *** And if somebody hurts you ***
Niall Horan è quel genere di persona che sembra non avere
preoccupazione alcuna al mondo. Saranno quegli occhi di un azzurro infinito, o
lo sguardo spensierato, o il fatto che non riesca a stare fermo per più di
cinque secondi, o la sua capacità di concentrazione praticamente inesistente.
Solo qualcuno - Harry, Sean, Greg - sa che, in realtà, Niall
è molto più intelligente di quello che dà a vedere e che la sua è una scelta,
chiudere fuori tutto quello che di brutto c'è al mondo – perché sono davvero
tante cose, troppe -, tutto quello che fa male, e non preoccuparsi troppo.
Ha dovuto farlo, per sopravvivere; perché forse lui ha la
pelle un po' troppo sottile; perché forse è troppo sincero e così come lo vedi,
senza significati nascosti, sempre con tutte le carte scoperte sul tavolo. È
che gli altri non sono così, il mondo non va così e per questo a lui tutto fa
un po' più male e per questo ha imparato a non dare importanza a niente.
Niall è una delle poche persone che riesce benissimo ad
avere compartimenti stagni nella mente, a lisciare le pieghe della vita, a non
prendere sul serio le cose stupide, a ridere di tutto o quasi e a mettere
sempre tutto in prospettiva.
Ma Niall una preoccupazione ce l'ha, e al momento è in piedi
davanti a lui e indossa solo un paio di boxer di Iron Man e uno sguardo
malizioso che gli illumina gli occhi scuri.
È iniziata il giorno in cui Liam si è messo ufficialmente
con Danielle.
È tornato a casa, la villa che loro cinque condividono da un
po’, con un sorriso felice e gli occhi nocciola leggermente brilli. Vestito di
tutto punto, oltretutto, camicia azzurra stranamente ben stirata, jeans scuri e
ai piedi delle scarpe nere piuttosto eleganti, invece delle solite Converse
sbiadite e rovinate. Zayn, l'unico ancora sveglio, buttato sul divano – no, non
lo stava aspettando -, non ha avuto il coraggio di chiedergli se avesse bevuto:
un no, aveva pensato, lo avrebbe distrutto definitivamente. Ma il peggio doveva
ancora venire.
«Mi sono fidanzato, Zay» aveva detto quello ignaro di tutto con
un sorriso raggiante e le piccole increspature ai lati degli occhi «Lei è
bellissima e simpatica e fantastica e bellissima e...» si era interrotto per un
momento, sorridendo come se gli stesse per rivelare un segreto «la amo».
Zayn era stato risucchiato dal pavimento sotto di lui. Era
precipitato per un tempo interminabile con l'eco di quelle parole orribili
nelle orecchie. Quando si era schiantato al suolo, poi, «Bene» aveva detto
semplicemente, sforzandosi di sorridere con i muscoli del viso irrigiditi. Se
n'era andato poco dopo con una scusa che Liam nemmeno aveva sentito, lasciandolo
a sorridere come uno stupido alla stanza vuota e aveva salito le scale che
portavano alle camere da letto.
Quella di Niall era semplicemente più vicina alle scale
della sua.
Zayn aveva pensato che sarebbe crollato, che avrebbe avuto
uno dei suoi sempre più frequenti attacchi di panico, o iniziato a piangere
senza smettere, mai più. Invece era entrato dalla porta e si era avvicinato a
Niall che, stupito dal suo ingresso si era al alzato dal letto strofinandosi
gli occhi, e l'aveva baciato. Non sapeva perché, non sapeva cosa stesse
facendo, aveva solo bisogno di non pensare. Si era dato dell'idiota, perché che
modo era quello di risolvere il suo dolore, sostituire la labbra di Liam con
quelle di un altro; ma poi Niall aveva risposto al suo bacio e prima ancora che
avesse il tempo di stupirsi era disteso sul suo letto senza più niente addosso
tranne lui.
È iniziata così ed è continuata con uno schema
disgustosamente ed esplicitamente fisso e collegato alle avventure amorose di
Liam. Era successo ancora quando lui aveva regalato un anello a Danielle,
quando l'aveva portata a Parigi sulla torre Eiffel, quando aveva confessato
anche agli altri che era una cosa seria. E poi sempre più spesso: anche ogni
volta che Liam si dichiarava “non più single” in un'intervista - praticamente
ogni giorno - o che rifiutava le avances di una ragazza a caso tra le mille che
gli facevano proposte di ogni tipo ogni giorno.
È crudele e distruttivo come, dopo, finiscano sempre a
parlare di Liam. Ed è sempre Niall a tirare fuori l'argomento.
Persino e soprattutto quando «Si è lasciato con Danielle,
uh?» inizia Niall dal nulla fissando il soffitto con il solito tono casuale e leggero,
anche se quella frase gli pesa come un macigno. Vorrebbe essere capace di
pronunciarla in modo amaro, o perlomeno farsi prestare per una volta il tono
sarcastico di Louis; vorrebbe fargli male con quelle parole, ferirlo come lui
lo ferisce con i suoi silenzi, ma sa di non esserne capace.
Ciononostante, sente il corpo disteso di fianco a lui
sobbalzare e irrigidirsi a quella sua uscita. Zayn sbuffa: «Già» risponde
svogliato dando un tiro alla sigaretta che tiene in mano. Niall ormai ha
rinunciato a chiedergli di non fumare a letto e non ammetterebbe mai che ormai
l’odore del fumo e del profumo di Zayn sui suoi stessi vestiti lo fanno
sorridere come un’ebete quando l’altro torna nella sua stanza. Niall fissa nella
penombra le lunghe ciglia scure di Zayn che gli accarezzano le guance in modo
così delicato che vorrebbe piangere. Ma non può, deve capire. «Ma non gli dirai
niente» insiste.
Gli fa male il cuore. E il profumo di Zayn che aleggia
ancora sulla sua pelle non è d’aiuto. Da troppo tempo è stretto in un limbo tra
le due possibilità – che Zayn dica a Liam di essere innamorato di lui e che non
glielo dica – e ciascuna di queste è comunque terribile e deleteria per lui.
Insiste perché se solo capisse qualcosa in più di questa
storia allora potrebbe arrendersi, smettere di sperare, confinare anche questa cosa
in quello spazio della sua mente - del suo cuore - in cui niente importa. In
cui niente fa male. Non che non veda come Zayn guarda Liam: sarebbe impossibile
non accorgersi dell'amore incontaminato ed immenso che prova per lui. Zayn non
gliel'ha mai detto, non gli ha mai rivelato esplicitamente che è innamorato di
Liam. Sono scivolati in quell'abitudine senza spiegazioni, ma Niall non ne ha
avuto bisogno. Gli indizi sono grandi come grattacieli, semplicemente non
poteva ignorarli.
C'è una cosa sola che lo turba ancora, una sola che non gli
permette di lasciare andare, che lo tiene ancorato a quello che prova per Zayn,
alla sua unica preoccupazione.
«Perché non glielo dici, ora?» mormora con una fitta al petto, occhi limpidi e
terrorizzati. Guarda altrove per non farglielo vedere. Per non mostrargli che non
vuole che finisca, ma che continuare così lo sta distruggendo. Perlomeno, se
Zayn stesse con Liam si potrebbe rassegnare, si dovrebbe rassegnare. Morirebbe,
ma porrebbe fine a quella tortura.
C’è un attimo di silenzio in cui Zayn si morde l’interno
della guancia. Poi, la sua risatina amara lo fa precipitare: «Non c'è niente da
dire» commenta secco.
2.
È tardi, in tutti i sensi, quando Niall finalmente si
confida con Harry. Va nella sua camera alle tre di notte di un sabato sera
qualsiasi, dopo che Liam ha portato a casa e nella sua stanza una ragazza
abbordata al club e dopo che Zayn è entrato e uscito da quella di Niall.
Harry è assonnato, indossa solo un paio di boxer e una
maglietta stropicciata e ha i capelli più spettinati del solito quando apre la
porta. Poi però scruta Niall per un secondo e immediatamente spalanca gli occhi
e all’improvviso è sveglissimo. Lo fa entrare, chiude la porta, accende
l’abatjour a fiori che tiene sul comodino e gli offre una tazza di tè, anche se
nella sua stanza non c’è un bollitore né del tè e anche se quella è casa di
entrambi.
Niall inizia a parlare, racconta e racconta e Harry sta in
silenzio ad ascoltarlo, annuendo di tanto in tanto e spalancando gli occhi
verdissimi nelle parti più inaspettate.
Quando Niall finisce e vede la reazione di Harry gli si
riempiono gli occhi di lacrime e il cuore di calore e si chiede perché non
l'abbia fatto prima. Harry non ride, non gli urla contro – per il suo bene –
come farebbe Louis, non gli spezza il cuore come fa Zayn con i suoi
silenzi. Lo guarda stupito e poi si avvicina a semplicemente lo avvolge con le
sue braccia lunghe e lo stringe così forte che sembra voglia spremere fuori il
dolore dal suo corpo.
«Oh, Niall» gli sussurra tra i capelli in modo così
comprensivo che a Niall per un secondo passa per la testa che lui sappia. Non
quello che è successo – gliel’ha appena raccontato –, ma che sappia cosa
vuol dire, che l’abbia provato sulla sua pelle.
Cazzo. Louis.
È questo, insieme a tutto il resto, che lo porta al limite e
lo fa crollare: avvolto dal suo calore, con la consapevolezza che anche il suo
migliore amico stia male e che lui non ne sapesse niente, senza quasi nemmeno
accorgersene scoppia a piangere e realizza tutto in un momento che non può più
fingere che non gli importi, non ce la fa proprio più, non con questo.
Harry gli accarezza le schiena finché non si calma,
stringendolo più delicatamente; poi si stacca, lo fa sedere sul letto e inizia
con le domande.
«E da quanto tempo sei innamorato di lui?» chiede dal nulla,
il che sorprende un po’ Niall perché non ha mai confessato niente del genere,
ma il suo pianto liberatorio deve aver fatto capire a Harry più di quanto
pensava. Più di quanto abbia mai ammesso, anche a se stesso.
Si fissa le unghie delle mani: «Non so» risponde e subito
dopo aggiunge «Dalla prima volta che è successo» fa una pausa «Forse da prima» mormora
quasi come sconfitto da qualcosa di invisibile, qualcosa che gli pesa sul petto
e lo lascia respirare appena da troppo tempo, nonostante i suoi occhi e il suo
sorriso siano sempre gli stessi. Niall è, prima di tutto, un bravo attore, e
l’ha scoperto sulla propria pelle.
Harry annuisce guardando dritto davanti a sé senza fissare
lo sguardo su niente in particolare. È seduto sul materasso di fianco a Niall,
con il busto piegato in avanti e ha le mani intrecciate sopra le ginocchia. Riflette
ancora per un attimo, poi si volta verso di lui, lo guarda negli occhi costringendolo
a girarsi solo con il proprio sguardo e gli dice: «Sai che non accadrà mai,
vero?»
Niall lo fissa stupito, occhi immensi, e si accorge che, no,
non lo sa; che per quanto in realtà lo sappia e si sforzi di
convincersene, c'è ancora una parte di lui che si aggrappa a una flebile
speranza che Zayn prima o poi si stanchi di autodistruggersi per una storia
impossibile e si accorga di lui. Sentirselo dire da Harry è catartico e
doloroso ma dovuto da molto tempo.
«Scusa, amico» continua Harry comprensivo, torturando con le
mani i lembi della maglia bianca già sgualcita che indossa «Ma lo devi sapere.
Zayn è… spezzato. Ha sprecato tutto il suo amore, tutte le sue lacrime, tutte
le sue canzoni su Liam. Non è che non voglia, non sei tu», sospira «È che non
può, semplicemente, amare nessun altro».
C'è un "ma" che affiora testardo sulle labbra di
Niall, ma lo ricaccia indietro. Lascia che le parole di Harry si sedimentino
nel suo cervello e anche nel suo cuore. Zayn non può amare nessun altro.
Se le ripete come un mantra in testa finché non le impara a memoria.
Quella notte, Niall chiude a chiave la porta della sua
stanza.
Note
di Summer
Una Ziall??? Ma da quando scrivo Ziall? Boh,
da mai, ma mi è venuta così. C’è anche una continuazione, anche se non l’ho
ancora rivista, ma sì, be’, c’è e la pubblicherò (che voi lo vogliate o no,
muahahahhah!).
La canzone è quella che Liam una volta ha
dichiarato di amare su Twitter, ed è bellissima e tristissima (proprio come
questo Niall, sigh).
Che dire. ‘notte e commentate se vi va che
sono sempre in cerca di consigli! Sum
And I wanna
kiss you, make you feel alright
I'm just so tired to share my nights
È sveglio, sdraiato sul letto a pancia in su a fissare il
soffitto, ripensa a tutte le volte in cui Zayn è stato proprio tra quelle
lenzuola, quando sente la maniglia abbassarsi e un imprecazione soffiata tra i
denti quando la porta non si apre.
«Niall» dice la voce di Zayn dall'altra parte e Niall cerca
di fingere con se stesso di non aver sentito, ma quando l’altro inizia a
bussare sempre più forte alla porta non può più farlo. Mette la testa sotto al
cuscino, ma all'ennesimo «Niall» è costretto ai suoi stessi nervi, più che da
altro, a cedere. Si alza di scatto dal letto, ma all’ultimo momento, la mano
già sulla maniglia, ci ripensa. Appoggia la testa contro la porta, chiude gli
occhi e sospira. Prova a cancellare tutta la rabbia, tutto il dolore, tutto
l’amore che sente. Prova a rinchiuderli in uno spazio della mente, prova a
sorridere, ma non ci riesce. È come se tutti i muscoli del suo viso fossero
bloccati. Respira forte, come per convincersi di essere ancora vivo. Quando gli
sembra di sentire un eco di quel suo sospiro dall’altra parte della porta, gli
crolla il mondo addosso.
Si decide ad aprire la porta.
Qualche volta, Zayn è ubriaco quando entra nella sua stanza.
Nel buio sbatte sempre contro il tavolino di legno, impreca con quel suo
accento che diventa più marcato con l'alcool e poi ridacchia con quella sua
risata acuta, da ragazzino. Niall, stupidamente, pensa che sia la cosa più
adorabile del mondo. Poi si sposta e lascia che Zayn si sieda sul bordo del
letto e lo fa sdraiare di fianco a sé, mentre quello continua a ridacchiare
perso nel suo mondo.
Quelle sono le uniche volte in cui Zayn permette a Niall di
abbracciarlo e di appoggiare la testa sul suo petto, per sentirne il battito
accelerato. Una volta, dopo essersi scolato una bottiglia intera di vodka,
finita poi ovviamente sul pavimento della stanza di Niall, Zayn gli ha persino
detto «Ti voglio bene» appena prima di addormentarsi. Be', ha detto «I love you», ma Niall sa bene che non lo intendeva in quel senso.
Poche ore prima di questo, Liam aveva litigato e poi
fatto pace con Danielle al telefono, camminando per tutto il tempo per il
salotto, incurante dello sguardo cupo di Zayn fisso su di lui. Niall si ricorda
persino che maglia indossava Zayn quel giorno.
Un'altra volta, una fan aveva lasciato il suo numero a Liam e Liam non aveva accartocciato
e buttato il foglietto, ma l’aveva ripiegato accuratamente e messo nella tasca
dei jeans. Quella sera, prima di presentarsi alla porta di Niall, Zayn aveva
fatto a gara con Harry a chi avrebbe retto più shots
di tequila. Aveva perso.
Quella volta sono stati tutta la notte a guardare il soffitto e a parlare.
Zayn, più loquace del solito, gli aveva raccontato schernendosi che se non
fosse stato famoso avrebbe voluto fare l'insegnante di inglese e si era stupito
quando Niall, invece di mettersi a ridere di lui e con lui gli aveva detto:
"È una bella cosa-.
Altre volte hanno solo dormito, perché Zayn era davvero
troppo sbronzo per fare altro. E a Niall è andata bene così: ha dormito meglio
di tutte le altre notti, con il respiro forte e regolare di Zayn al suo fianco,
il suo calore vicino e i suoi gomiti ossuti nel fianco.
Sono state le uniche volte in cui Zayn ha dormito nel letto di Niall tutta la
notte. Le uniche in cui si sono svegliati insieme.
In fondo, se ci pensa bene, le volte in cui Zayn è ubriaco
sono le volte che Niall preferisce.
Ed è forse la cosa più triste dell’universo.
«Che cazzo c'è?» sbotta quando la porta non è ancora aperta
del tutto, fissando Zayn con sguardo rabbioso «Che cosa ha fatto stavolta Liam?» aggiunge tra i denti, sfidandolo con gli occhi «Si è
rimesso con Danielle? Ha portato a casa un’altra ragazza? Ha guardato una cazzo
di tizia sulla copertina di un giornale?? Cosa?!?»
Da quando è single, Liam passa
praticamente tutte le sere fuori in qualche club. Da quando Liam
è single, Zayn passa praticamente tutte le notti in camera di Niall.
Zayn ha gli occhi cerchiati di nero spalancati su di lui,
indifesi, e i capelli flosci che gli ricadono sulla fronte ed è bello da far
male. Abbassa lentamente gli occhi sulle sue mani come per cercare una risposta
e solo allora Niall nota che c’è qualcosa di rosso. Per un attimo non riesce a
mettere a fuoco e ancora ha sulla lingua la voglia di urlare, di dirgli di
andarsene, di sbattergli la porta in faccia. Poi però realizza.
Sangue.
La mano destra di Zayn ha le dita piegate come se non
riuscisse ad aprirla ed è ricoperta di sangue. Niall fa in tempo a vedere le
nocche sbucciate e il tremore delle dita, della mano, di tutto il corpo del
ragazzo; poi reagisce. Lo tira per un braccio dentro la stanza e chiude la
porta con una mano, mentre con l’altra, senza lasciarlo, lo fa sedere sul bordo
del letto. Zayn sembra sconvolto, non dice una parola e segue Niall docilmente,
come non farebbe mai in una situazione normale. Basta pochissimo però perché il
suo sguardo ritorni duro, scontroso, pieno di dolore.
«Cos’è successo?» chiede Niall con il tono più dolce che lui
stesso abbia mai sentito uscire dalla sua bocca e le sopracciglia di Zayn si
corrugano quasi istantaneamente.
«Niente» risponde quello distogliendo lo sguardo e fingendo
di fissare interessato le lenzuola.
Niall sbuffa e mugugna qualcosa mentre si allontana,
nonostante tutto a malincuore, da lui.
Dopo qualche minuto, si trova a pensare che c’è un limite
anche alla sindrome della crocerossina, e questo viene decisamente superato
quando ti trovi letteralmente a fare da infermiere ad una persona. Intanto che
questi pensieri gli passano per la mente, Niall guarda sconcertato le sue mani
che sorreggono quella insanguinata di Zayn e che, non sa nemmeno lui come, la
puliscono e poi la fasciano con delle bende bianche sterilizzate che ha trovato
per pura fortuna sfacciata in una vecchia scatola per le emergenze.
«Mi sono arrabbiato» mormora all’improvviso Zayn e Niall
sobbalza lievemente, tirando troppo la benda. Zayn fa una smorfia di dolore, ma
Niall non è sicuro a cosa sia dovuta.
«Con il muro della mia stanza» prosegue quello e la frase
finisce in una specie di sorriso amaro, che si trasforma in una risatina e poi
in uno sbuffo stanco. Le dita della mano sana di Zayn tracciano linee che solo
lui può vedere sulla superficie liscia e candida del lenzuolo. Tutto tace,
tutto rimane per un attimo sospeso e non c’è niente tranne Niall che tiene tra
le sue mani quella ferita dell’altro.
Poi il biondo scuote la testa, sperando di riscuotersi anche
da quell’apatia dolorosa in cui era caduto. Quello di Zayn che si fa del male
fisico a causa di un dolore non fisico non è un pensiero che pensa di riuscire
a sopportare. E non è nemmeno la prima volta che succede, a quanto sembra dalla
moltitudine di quadri di dubbio gusto che ricoprono le pareti della stanza di
Zayn e che Niall fa finta di non associare alla cosa.
«La devi smettere» dice rabbioso e spera che la sua
preoccupazione non traspaia, spera che tutta la sofferenza che prova non
straripi dai bordi di quella frase.
Non sente più niente, fino a quando «Sì, sì, la smetterò» farfuglia
Zayn contro le sue labbra mentre cerca goffamente di liberarlo dalla maglia
bianca lisa e stropicciata con la quale avrebbe dovuto dormire.
***
Dopo, Zayn non lo
guarda in faccia nemmeno per un secondo. Va in bagno e poi, quando esce, si
mette seduto sul bordo del letto, dando le spalle a Niall, il busto curvato in
avanti.
«Hai chiuso la porta a chiave» mormora in tono piatto.
Niall respira forte e apre la bocca per rispondere, non sa cosa dire. Si alza
dal letto sul quale era sdraiato e prende a passeggiare per la stanza di fronte
a Zayn. «Sì, be', non volevo essere disturbato» dice gesticolando come per
giustificarsi, dimenticandosi del modo in cui poche ore prima ha aggredito
verbalmente Zayn e del vero motivo della sua risoluzione. Di solito, in
situazioni normali, odia rispondere male, far star male gli altri anche solo a
parole; non ne è proprio capace. Forse perché sa quanto male fanno le parole,
sa quanto male fanno a lui.
«Da... me?» chiede Zayn alzando lo sguardo su di lui, tutto occhi limpidi e
smarriti che brillano nel buio. E, cazzo, è così fragile e indifeso e, sì, spezzato, che Niall per un attimo
vorrebbe solo stringerlo tra le braccia e dargli tutto quello che vuole, che
sia il suo corpo, il suo cuore, la sua anima, un vagone di orsetti di peluche,
il mondo intero, solo per farlo stare meglio. Solo per non vedere mai più
quegli occhi stanchi e infelici e delusi. Ma poi si ricorda delle parole che
Harry gli ha mormorato all’orecchio poche ore prima, salutandolo con un
abbraccio sulla porta della sua stanza, «Lui non si merita questo, ma neanche
tu». Distoglie gli occhi e con il tono più freddo che riesce a trovare dice:
«Non é giusto. Questa cosa tra di noi, non è giusta».
Zayn si allontana un po' con il busto, come se fosse stato colpito da qualcosa.
Poi i suoi occhi cambiano espressione; si alza da letto e alza una mano
agitandola nell’aria mentre mormora «Ok». Apre la porta ed esce; se ne va,
semplicemente e Niall chiude gli occhi per non vedere, per non sentire, e li
riapre solo quando la porta della camera di fianco alla sua si chiude
sbattendo. Poi, permette alle ginocchia di cedergli e cade sul pavimento, dove
rimane raggomitolato come faceva da bambino quando voleva andare in campeggio e
nessuno lo poteva portare.
4.
È mattino e come al solito, quando Niall si sveglia
stropicciandosi gli occhi nella tenue luce che entra dalla finestra, Zayn non
c'è. In più, stavolta, Niall è sdraiato sul pavimento. La schiena gli fa male e
per qualche motivo sente gli occhi gonfi e pesanti. Il profumo di Zayn, tabacco
e shampoo, aleggia ancora nella stanza e gli fa male alle narici. Gli viene da
vomitare. È quando si tira su a fatica ed esce dalla sua stanza diretto al piano
di sotto per cercare qualcosa da mangiare - o forse solo per scappare da lì -
che li sente.
«Cosa hai fatto?» dice la voce di Harry, minacciosa come non
l'ha mai sentita. Da dove si trova, in cima alle scale, può assistere alla
scena che si sta svolgendo oltre la porta che dà sulla cucina senza essere
notato. Harry si rivolge a qualcuno che Niall non riesce a vedere; si china
minaccioso con tutta la sua altezza su qualcuno e gli punta contro un dito, gli
occhi infuocati. Niall rabbrividisce e pensa che probabilmente Louis ha di
nuovo finito i suoi cereali preferiti.
«Cosa gli hai fatto
ieri sera?» specifica Harry sempre più animato e Niall sobbalza. Ora ha paura
di aver capito a cosa si sta riferendo. E a chi si sta rivolgendo.
«Lasciami in pace, Harry» dice infatti una voce profonda e
triste. Zayn fa il suo ingresso nella visuale di Niall, facendo il giro del
bancone al centro della cucina e prendendo con nonchalance studiata unoscone da un
piatto.
«Aha, ti piacerebbe» insiste Harry
con una risatina cattiva «Dimmi cos'è successo, cosa gli hai fatto ancora!»
«Tu non sai niente! » ribatte allora Zayn guardandolo
finalmente negli occhi «Come osi... »
Harry ha gli occhi enormi e sembra a un passo
dall'impazzire: «Ero qui ieri sera, ho sentito tutto! E poi so tutto! Tutto hai
capito? Ne so persino più di te!»
Zayn spalanca gli occhi sconcertato e sta per ribattere,
quando Niall sente un'altra voce intromettersi: «Poco casino, qui c'è gente che
vorrebbe dormire! » esclama scherzoso quello che non può che essere Louis.
Niall lo vede apparire nella stanza dallo spiraglio della porta, scalzo e con
indosso un paio di pantaloni della tuta e una maglia nera e vede la sua
espressione giocosa cambiare immediatamente quando lancia uno sguardo nella
direzione di Harry.
«Cosa succede? » chiede allora incuriosito e lievemente
preoccupato, senza staccare gli occhi tesi di dosso da Harry.
«Chiedilo a lui» sbotta questo indicando Zayn che ora volta
le spalle a entrambi, intento a masticare svogliatamente la sua colazione.
«È lui che fa continuamente casini» aggiunge Harry «È lui
che sta male e deve far star male anche tutti gli altri con... »
Zayn si volta di scatto e sbatte il palmo sul marmo del
bancone: «Adesso basta! Come ti permetti? » sputa fuori «La permanente deve
averti dato alla testa, ragazzin... »
«Come mi permetto? » replica Harry gesticolando «Sei solo un
idiota viziato che vuole sempre e solo quello che non può avere! » continua
mentre Zayn lo fissa con uno sguardo che potrebbe incenerirlo. Harry però
continua: «Sei uno stronzo egoista, un narcisista che pensa solo a se stesso e
mai agli altri, un insicuro che ha bisogno della costante approvazione di
qualcuno…»
Zayn china la testa, sbriciolando con le dita la brioche e
fingendo di non ascoltare. Poi la rialza ma fissa il muro alla sua sinistra,
scuotendola leggermente senza più rabbia ma solo desolazione.
«E a cui non interessa» continua Harry imperterrito «se
ferisce questo qualcuno perché tanto è lui l'unico che importa... »
«Ora basta, Haz».
La voce di Louis è tranquilla e pacata ma ferma e decisa e
qualcosa nel suo tono convince Harry a interrompere la sua filippica. È che Harry
ne sa molto di più di tutti di questa storia, ma forse Louis è più incline a
capire le situazioni. Infatti, scruta preoccupato il viso di Zayn ancora per un
attimo; poi prende Harry per un braccio e lo spinge fuori dalla cucina e poi su
per una rampa di scale verso l'altro lato della casa, dove ci sono le loro due
camere da letto.
Harry protesta lievemente, «Ma Lou,
lui ha», ma «Lo so, Haz, lo so. Ma ora lascialo stare»
replica Louis con voce tranquilla e Harry gli permette di portarlo via. Zayn,
rimasto solo in cucina, ignaro di essere osservato da Niall, lascia cadere la
testa finché il mento non tocca il petto. Poi si passa una mano sugli occhi
come se gli facessero male e Niall potrebbe giurare di vedere qualcosa di
bagnato luccicare sulle sue dita.
And if somebody hurts you, I wanna fight But my hands been broken, one too many times So I’ll use my voice, I’ll be so fucking rude Words they always win, but I know I’ll lose
4.
Passa qualche giorno di relativa tranquillità, in cui Niall
smette di suonare la sua chitarra e Zayn fuma più del solito, chiuso nella sua
camera. Lui e Harry non si rivolgono più la parola da quel giorno.
È Niall, tanto per cambiare, che una di quelle sere bussa
con forza alla porta di una stanza da letto della casa, ubriaco da far schifo dopo
una serata fuori con Louis. E Niall non si ubriaca mai, un po' perché per
arrivare a quel punto per lui ci vuole una quantità ridicola di alcol e un po'
perché di solito è in pace con se stesso, non ha niente da dimenticare e non ha
bisogno di aiuti esterni per essere più sciolto o per divertirsi davvero.
Qualcosa è diverso, stasera: qualcosa gratta dentro di lui e non lo lascia
stare, non gli permette di divertirsi, di vivere, di respirare.
Niall ha anche Lindsay, con la quale ogni tanto tenta di
distrarsi, ma non bastano due cuori spezzati a farne uno intero. Lindsay
avrebbe un ragazzo, che però è andato a studiare lontano, e sta tentando – non
nel migliore dei modi, in effetti - di far funzionare a distanza una storia che
a Niall sembra già spacciata. Gli piace, Lindsay, ma i capelli di un colore
troppo simile a quello dei suoi e occhi troppo più chiari del castano ambrato
che lui non riesce a evitare di vedersi davanti ogni volta che chiude gli occhi
per baciarla. Cercano di distrarsi in qualche modo, entrambi, e questa sera in
particolare hanno cercato di distrarsi nel bagno degli uomini del pub, ma come
al solito non è servito a niente, se non a procurare a Niall un livido a forma
di lavandino sul fondoschiena. Quando escono dal bagno, Lindsay ha ancora gli
occhi tristi di chi pensa troppo a qualcuno che non c’è e Niall è ancora
incazzato nero con il mondo.
Quindi si ritrova a bussare forte a quella maledetta porta,
con una voglia di urlare contro qualcuno che non ha mai avuto prima.
«Vaffanculo!» urla non appena la porta si apre. Un Liam
assonnato e in pigiama azzurro gli si presenta davanti agli occhi appannati.
«Vaffanculo…» ripete a voce più bassa ma con lo sguardo in fiamme «Sei solo uno
stronzo e un idiota che non vede quello che ha davanti al naso... Quello che
potrebbe avere» gli dà uno spintone con entrambe le mani e lo costringe a fare
qualche passo indietro, rientrando in camera. Liam lo guarda con gli occhi e la
bocca spalancati per lo stupore ma non reagisce. Un po' perché è preso alla
sprovvista (non ha mai visto Niall in quello stato - no, non ubriaco: disperato)
e un po' perché sa che, se si comporta così, dev'esserci dietro una ragione
seria. Se fosse stato chiunque altro a comportarsi così, probabilmente
sarebbe già appeso al muro con le mani di Liam strette al collo e i piedi a
mezz’aria.
«Sei. Uno. Stupido. Coglione» sbiascica ancora Niall con gli
occhi che sono diventati due fessure «Perché non… non te ne accorgi e non lo
vuoi! E non vedi che lui è così meraviglioso e cazzo, non so com'è successo ma
io» si interrompe per prendere aria, ma sembra più un sospiro «io mi sono
innamorato di lui e lui...» la voce gli si spezza e diventa improvvisamente bassa,
un soffio rauco e doloroso, le spalle cadono in avanti come se fosse un
palloncino che si è sgonfiato «… lui vuole te» mormora «solo te».
Abbassa gli occhi e Liam sobbalza quasi per la paura fottuta
di aver visto una lacrima cadere sulla moquette blu. E quando Niall rialza lo
sguardo pochi secondi dopo non trova sul volto del ragazzo che gli sta davanti
immobile e in silenzio una qualunque delle espressioni che si sarebbe
aspettato. Anzi, a dirla tutta Liam non lo sta nemmeno guardando. Ha gli occhi
spalancati e confusi fissi su qualcosa alle sue spalle. E Niall ha già capito,
ancora prima di girarsi.
Forse per il suo profumo, forse semplicemente perché ormai avverte
la sua presenza, sempre, tanto è abituato a farci caso.
«Niall» fa una voce roca e profonda alle sue spalle, ma
Niall non si gira, rimane testardamente nella stessa posizione a fissare Liam finché
due mani non lo afferrano delicatamente e lo costringono a voltarsi.
«Andiamo via» gli dice Zayn con voce bassa e conciliante,
mentre Niall chiude gli occhi per non vedere la pena che il ragazzo sicuramente
prova per lui dipinta sul suo viso.
In questo modo però non vede neanche lo sguardo che Zayn
rivolge a Liam da sopra la spalla mentre lo porta fuori. Somiglia tanto a un
addio.
Zayn letteralmente trascina Niall in silenzio in corridoio e
poi in una stanza, una mano calda appoggiata sulla schiena e l'altra che gli
tiene un braccio e Niall è fin troppo conscio dei punti in cui tocca la sua
pelle. Si accorge solo in un secondo momento, dall'odore di fumo e colonia, che
la camera in cui sono entrati non è la sua. Zayn chiude la porta dietro di loro
e lo aiuta a mettersi a letto. Nel suo letto. È una serata di prime volte.
A Niall gira la testa e i suoi pensieri sono appannati, ma
prima di addormentarsi, esausto per l’alcol e per il sovraccarico di emozioni,
riesce a sbiascicare «Hai sentito tutto» ed è più una constatazione che una
domanda, per questo forse Zayn non risponde. Semplicemente si accoccola di
fianco a lui e nasconde la faccia nell'incavo tra la spalla e il collo di
Niall, mormorando solo: «Domani».
5. Quando Niall si sveglia la mattina dopo, sente prima di tutto la
bocca secca e il bisogno impellente di bere cinque o sei litri d'acqua; poi,
ricordandosi di non essere nella propria camera, si accorge anche di avere
gambe e braccia che non sono le sue - sono troppo scure e magre - attorno al
corpo. Il fatto che Zayn lo stia abbracciando, petto caldo contro la sua
schiena e labbra appoggiate alla sua nuca, lo rende più felice di quello che
dovrebbe.
La terza cosa che sente è rabbia per non essere una di quelle persone che
dimenticano tutto quello che succede mentre sono ubriache. Quello che è
successo la sera prima è impresso nella sua mente come una serie di fotografie
ad alta definizione. Si ricorda di aver mischiato birra, rum e coca, tequila e
poi ancora birra con Louis; di aver chiamato Harry perché li venisse a
prenderli per riportarli a casa sani e salvi; di essere andato da Liam, dopo
essersi rigirato a letto per interminabili minuti e di avergli urlato contro;
di avergli svelato che Zayn è innamorato di lui e di aver detto...
Oh, merda.
Niall si ricorda tutto della sera prima, ma la sua mente deve aver bloccato e
rimosso quella che effettivamente era la parte più importante.
Liam sa che Zayn è innamorato di lui.
E Zayn sa che Niall...
Non riesce nemmeno a pensarlo.
Eppure, nonostante questo, Zayn ha detto il suo nome, quando è apparso sulla
porta, non quello di Liam. Ha portato via lui e ha passato la notte con lui,
non con Liam.
Niall non vorrebbe che accadesse, fa di tutto per evitarlo, ma una lieve
fiammella di speranza gli si accende nel cuore, ridando vita alla brace che si
nasconde sotto quella che ha sempre pensato essere solo e soltanto cenere.
Note di Summer
‘Sera. Scusate, voi che seguite ancora questa
storia, per l’estremo ritardo con cui posto, la verità è che ultimamente sono
stata un po’ fuori… dal giro (non sto più leggendo né scrivendo), dal mondo, da
tutto. Trovarmi una mail che diceva che avevo una recensione stasera è stato un
po’ strano: l’ho letta, mi ha fatto strapiacere (come tutte le precedenti) e in
più ho anche pensato “Dio, quanto odio leggere una storia che poi viene
lasciata in sospeso”… sicché mi sono ricordata che in realtà un altro capitolo
di Another Love l’avevo scritto e mai postato, perciò… eccomi qui. Lo posto senza
farvi nessuna promessa ma spero vi piaccia lo stesso :P