you are my hero, Lou.

di __hOpe
(/viewuser.php?uid=214404)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- An angel? ***
Capitolo 2: *** 2- Somebody save me. ***
Capitolo 3: *** 3- Why? ***
Capitolo 4: *** 4- Help me! ***
Capitolo 5: *** 5- Shit. ***
Capitolo 6: *** 6- Stupid Eleanor. ***
Capitolo 7: *** 7- Calls issues. ***



Capitolo 1
*** 1- An angel? ***


1- An angel?

Sentì un rumore fastidioso che disturbò i suo sonno facendolo svegliare. Aprì lentamente gli occhi e vide che era la sveglia che suonava, erano le 7:00 e doveva prepararsi per andare a scuola, altrimenti sarebbe arrivato in ritardo. 
Ma, la verità era che a Marcel non importava di arrivare in ritardo, lui non voleva proprio andarci a scuola il che era diverso. E perchè doveva? Per essere preso ancora in giro dai suoi compagni? Era stanco di essere vittima di bullismo solo perchè era un ragazzo timido, con gli occhi verdi, i capelli ricci sempre tirati all'indietro, con gli occhiali e le fossette quelle poche volte che sorrideva. Perchè in quella scuola non aveva nessun motivo per sorridere. Di malavoglia si alzò dal letto e andò verso il bagno.  Dopo essersi lavato e vestito scese al piano di sotto dove lo aspettava sua madre, Anne. Il riccio si sentiva così fortunato ad avere una madre come la sua, riusciva sempre a farlo stare bene. 
Come al solito Anne gli aveva preparato la colazione, latte e cereali come piaceva a lui. Il risveglio era sempre così piacevole, era a scuola che iniziavano i problemi. Finì la sua tazza di cereali e dopo aver salutato sua madre uscì di casa con lo zaino in spalla andando in direzione della scuola. La cosa che odiava di più di se stesso era che non era mai riuscito a dire a nessuno che a scuola lo prendevano in giro torturandolo in ogni maniera. Non lo sapeva nessuno, perchè lui preferiva tenersi tutto per se. 
E il motivo era ben evidente, si vergognava di se stesso. Già, perchè forse se fosse stato diverso, meno timido, meno impacciato le cose sarebbero andate diversamente e gli altri si sarebbero comportati in modo diverso con lui. 
Bene, per modo di dire ovviamente, era già arrivato davanti al cancello, non aveva voglia di entrare, proprio nulla. Ma non poteva saltare la scuola, perciò prese un gran respiro e oltrepassò il cancello. Quanto avrebbe voluto avere i super poteri, in particolare uno. Quello dell'invisibilità, già gli sarebbe stato davvero utile.
Se nessuno era in grado di vederlo nessuno poteva fargli del male o prenderlo in giro. Ma magari le cose fossero così semplice, perciò gli toccava affrontare quell'inferno. 
Ed ecco che due individui il doppio di lui gli bloccarono la strada.
<< ciao Marcel, bungiorno. Allora mi hai fatto la relazione di chimica come ti avevo chiesto? >> gli chiese il primo facendogli un mezzo sorriso. 
Marcel deglutì tremando appena aprendo lo zaino e prendendo dei fogli per poi porgerglieli. << ecco >> balbettò richiudendo lo zaino tenendo lo sguardo basso.
<< grazie mille! >> disse l'altro soddisfatto prendendo soddisfatto i fogli e sfogliandoli << se non prendo una A verrò a cercarti. >> guarda il riccio tirandogli uno spintone facendolo cadere per terra mentre l'altro rideva di gusto osservando la scena. 
'Che vita da cani' pensò Marcel alzandosi da terra e smettendo di tremare vedendo che i due stavano per entrare a scuola. Per quanto tempo avrebbe resistito così? 
La campanella suonò perciò si precipitò di corsa dentro entrando subito in aula. Come al solito tutti gli altri avevano il banco doppio e a lui toccava il singolo. Silenziosamente raggiunse il fondo delle classe dove di solito si trovava il suo banco, ma non lo trovò. Al suo posto c'era un altro banco doppio, perciò questo poteva voler dire solo una cosa... In classe sarebbe arrivato un nuovo ragazzo o una nuova ragazza.
Il riccio non nascose che la cosa lo elettrizzava, magari avrebbe finalemente trovato un amico e non sarebbe più stato così solo. Sospirò e si sedette prendendo i libro si storia e sfogliandolo mentre pensava ''oh andiamo, non ti fa bene pensare queste cose. Sai che non accadrà, non lo vedi che non piaci a nessuno?''.
Un chiacchierio improvviso disturbò i suoi pensieri, perciò alzò lo sguardo cercando di capire cosa fosse stato a scatenare tutte quelle voci. Sistemò gli occhiali e guardò verso la porta, quando lo vide. Era il ragazzo più bello che avesse mai visto, sorrideva. Sembrava un angelo, il suo cuore iniziò a battere velocemente e diventò rosso in viso. Che gli stava succedendo?
Tutto quello che gli stava intorno improvvisamente sparì quasi per magia, c'erano solo lui e il ragazzo dagli occhi color del cielo. Non riusciva a smettere di guardarlo, era più forte di lui. 
Intanto la professoressa balbettava qualcosa che ovviamente il riccio non ascoltava minimamente quando sentì uscire dalla bocca dell'insegnate un nome ''Louis Tomlinson'' e vide che il ragazzo fece un cenno di saluto verso la classe, perciò capì che quello doveva essere il suo nome. Louis Tomlinson pensò, che bel nome. 
E quando vide che il ragazzo stava attraversando l'aula per sedersi accanto a lui si strinse in un angolino del banco con lo sguardo basso e il cuore che ancora non smetteva di battere così velocemente.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2- Somebody save me. ***


2- Somebody save me.

Il ragazzo gli sorrise porgendogli la mano << sono Louis, piacere di conoscerti... >> e vide che il riccio rimase fermo, immobile con la testa bassa e capì che evidentemente era troppo timido. << mh, non importa >> mormorò scrollando le spalle e sorridendogli di nuovo.
<< abbiamo un anno intero per far conoscenza infondo, no? >> aggiunse prendendo il libro di storia ascoltando la professoressa che intanto aveva iniziato a spiegare l'argomento nuovo.
Marcel rimase completamente spiazzato dal suo comportamento. Non lo aveva insultato, non gli aveva dato dello stupido nonostante sapeva di essersi comportato in maniera strana, ma nulla. Louis gli aveva sorriso ben due volte e gli aveva anche fatto intendere che voleva fare amicizia con lui. Oltre ad essere il ragazzo più bello che avesse mai visto in vita sua era anche così dolce e carino con lui come non lo era mai stato nessun altro. 
Allora la prima impressione che aveva avuto di lui non era affatto sbagliata, quel ragazzo era davvero un angelo. Rimase qualche istante ad osservarlo ma si costrinse subito ad ascoltare la spiegazione dell'insegnate o almeno a provarci visto che l'unica cosa che riusciva a fare in quel momento era pensare a Louis, il ragazzo che aveva accanto. Non poteva guardarlo troppo altrimenti lui se ne sarebbe accorto e la cosa sarebbe diventata troppo imbarazzante anche se, in parte già lo era. 
Averlo vicino lo rendeva nervoso, il rossore sulle sue guance non voleva proprio scomparire e in breve prese anche il tic di tamburellare le dita sul libro.
''Oh Marcel, andiamo controllati!'' si ordinò, ma come poteva? era impossibile. Lui era lì e la tentazione di rimanere tutto il tempo ad osservare ogni minimo particolare del suo viso perfetto era troppo grande. Guardò l'orologio che aveva al polso, mancava circa mezz'ora al termine della lezione di storia. Beh, magari al suono della campanella avrebbe provato a presentarsi a lui, almeno così avrebbe fatto di meno la figura dell'idiota. 
Il tempo sembrava non passare mai, quello era forse la mezz'ora più lunga della sua vita. La professoressa continuava a parlare, parlare  e lui non poteva far altro che annuire almeno così avrebbe dato l'impressione di ascoltare. Non aveva la più pallida idea di quale fosse l'argomento. Così abbassò lo sguardo verso il libro di Louis per vedere almeno la pagina quando si accorse che Louis aveva il viso rivolto verso di lui, e che lo stava guardando.
Improvvisamente non erano solo le guance ad essere rosse ma tutto il viso. Gli sorrise appena e abbassò subito lo sguardo rimanendo per tutto il resto della lezione a fissare il libro facendo finta di leggere qualcosa. Suonò la campanella e Marcel non era più tanto sicuro di volersi presentare al suo nuovo vicino di banco, ma l'avrebbe dovuto comunque fare prima o poi. Prese tutto il coraggio che aveva, si sistemò gli occhiali e dopo essersi schiarito la voce si voltò verso di lui mormorando a voce bassa << comunque io mi chiamo Marcel >> e subito dopo mi ritrovai a guardare il pavimento.
<< Marcel? >> ripetè lui voltandosi verso il riccio e alzandogli il viso con un dito per costringerlo a guardarlo. I suoi occhi pensò e il suo cuore riprese a battere forte, non riusciva a resistere al suo sguardo era più forte di lui.
Quando l'altro capì che lui non avrebbe parlato aggiunse << mi piace >> e gli sorrise ancora.
A Marcel vennero gli occhi lucidi, si stava innamorando di quel sorriso. << ti ringrazio >> mormorò  a stento e si sorprese di se stesso per essere riuscito a dire qualcosa di sensato. 
Il professore di fisica entrò dalla porta iniziando immediatamente ad urlare, perciò in pochi secondi la classe divenne più silenziosa di un cimitero. 
Le ore passavano e tra il riccio e il ragazzo ad ogni cambio dell'ora avveniva uno sprazzo di conversazione. Arrivò l'ora del pranzo, Marcel al suono della campanella si alzò dirigendosi verso la mensa, solo come al solito. 
Entrato in sala mensa andò a fare la fila e dopo essersi preso il vassoio con il suo pranzo si mise alla ricerca del suo solito tavolo. Era infondo alla mensa, aveva il tavolo con una gamba più corta dell'altra e c'era solo una sedia, quella dove lui si sedeva ogni giorno. Andò a sedersi come al solito lì e iniziò ad addentare la sua fetta di pizza, quando sentì lo straziante rumore di una sedia strascicata andare verso la sua direzione. Istintivamente si voltò e vide Louis, che diavolo ci faceva lì? pensò.
Vide che mise la sedia affianco alla sua e che poi si sedette, sorridendogli di nuovo. 
<< io sono solo non conosco nessuno, tu sei solo.. perciò ho pensato di pranzare insieme! >> disse quasi euforico il ragazzo dagli occhi color del cielo. 
<< ohw, certo ottima idea.. >> mormorò l'altro iniziando a spezzettare la propria pizza e a mangiarla lentamente mentre con la coda dell'occhio lo osservava.  Era così bello... E aveva un modo tutto suo di mangiare, perchè prese il suo panino e lo aprì eliminando le due foglie di lattuga e la fetta di pomodoro per poi richiuderlo, spezzettarlo in tanti piccoli pezzi e iniziare finalmente a mangiarlo. Si accorse che Marcel lo osservava perciò si giustificò << beh, devi sapere che io non amo molto i pomodori e tanto meno la lattuga perciò.. >> e riprese a mangiare. 
Il resto della giornata scolastica trascorse velocemente, l'ultima campanella suonò era ora di tornare a casa. Ma, stranamente stavolta Marcel non era per nulla felice di andare via da scuola. Tuttavia salutò Louis, per fortuna stava facendo progressi ora riusciva a parlargli più o meno anche se arrossiva ancora e il suo cuore batteva forte quando gli stava vicino, ma probabilmente queste cose non sarebbero cambiate mai.
Uscì da scuola e andò in direzione del cancello quando qualcuno gli diede uno spintone facendolo cadere per terra e Marcel sapeva già chi fosse stato senza il bisogno di girarsi. E infatti quando si voltò ebbe la conferma di avere ragione. L'individuo di fronte a lui sogghignava soddisfatto di averlo fatto cadere. Aveva in mano dei fogli, sistemò meglio gli occhiali sul naso e si accorse che quella era la relazione di chimica che gli aveva fatto.
<< non ci siamo proprio Marcel, ti avevo detto espressamente che volevo prendere una A e invece! >> disse l'individuo il doppio di lui tirandogli addosso i fogli. Il riccio li prese e li raccolse e poi lesse ''B+'' deglutì iniziando a tremare, non gli aveva fatto prendere abbastanza. E ora era nei guai, nei guai fino al collo. Era terrorizzato, così spaventato da non riuscire a muovere nemmeno un muscolo. Quando quello lo sollevo prendendolo per la camicia.
<< non hai idea di quello che ti aspetta ora. >> sogghigna tirandogli un pugno in un occhio, quando qualcuno urla << sta fermo! >> e libera il riccio dalla presa dell'altro << non ti azzardare a toccarlo >> dice mettendosi davanti a lui per coprirlo. 
Marcel era troppo sconvolto e terrorizzato dalla situazione, si strofinò gli occhi iniziando a tranquillizzarsi quando riconobbe il ragazzo che gli stava di fronte per proteggerlo, era Louis.
https://fbcdn-sphotos-d-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/529814_216411548512003_880216323_n.jpg

Questa fan-art è un qualcosa di meraviglioso e ci calza a pennello, perciò eccola qua!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3- Why? ***


3- Why?

L'occhio gli faceva male, lo sfiorò con la mano e si accorse che si stava gonfiando. Ben presto avrebbe avuto tutto l'occhio nero.
Ma ora non era questo l'importante, il riccio sapeva bene che Louis con quel gesto avventato si era cacciato nei guai, in grossi guai. Perchè quella specie di rinoceronte che avevano di fronte non aveva pietà per nessuno. Ma perchè l'aveva fatto? si chiese iniziando a tremare di terrore per il ragazzo che aveva di fronte, non voleva che l'altro facesse del male a Louis.
Intanto l'individuo si avvicinò a loro rosso in viso dalla rabbia << tu! >> puntò un dito verso di Louis << come hai osato intrometterti? >> disse pronto a sferrargli un pugno, ma per fortuna il ragazzo dagli occhi del color del cielo bloccò il suo pugno prima che potesse raggiungergli il viso. << ma cosa sono queste maniere? sono appena arrivato in questa scuola e così mi dai il benvenuto?  e poi lui è mio amico e nessuno deve toccarlo >> gli sorrise.
Marcel era completamente sconvolto, non aveva mai visto nessuno affrontare quel bullo in quel modo. E poi Louis lo stava facendo con una tale calma e tranquillità, come faceva? Era così sicuro di se. Mai in vita sua aveva incontrato un ragazzo così, forse perchè lui era unico?
L'individuo ancora più furioso afferrò il ragazzo iniziando a strattonarlo e riprovando a tirargli un pugno, ma stavolta nello stomaco. Fortunatamente l'altro riuscì a bloccarlo di nuovo, stavolta però non si limitò solamente a bloccare il colpo ma gli rispose. Agilmente gli afferrò il pugno avvicinandosi a lui e mettendogli il braccio dietro la scena costringendolo ad inginocchiarsi << vedo che non ci siamo capiti >> disse tranquillamente Louis tenendolo fermo in quella posizione. << Non osare infastidire mai più il mio amico, ok? >> e il bullo quasi terrorizzato, rimasto sconvolto perchè finalmente aveva trovato qualcuno che gli teneva testa in fretta e furia si alzò senza dire nulla e andò via di corsa. 
Louis sorrise soddisfatto, non li avrebbe infastiditi più o almeno lo sperava.
Marcel si cacciò gli occhiali accarezzandosi l'occhio che gli faceva sempre più male. << ti fa molto male? >> gli chiese dolcemente l'altro avvicinandosi a lui e accarezzandogli la fronte.
Il riccio sentì le sue guance arrossarsi per quel gesto, il cuore riprese a battergli velocemente e lui rimase immobile riuscendo a malapena a balbettare << n- non molto >>
Louis gli sorrise esaminando il suo occhio << ascolta, ti va di venire da me? ci mettiamo un pò di ghiaccio >> 
L'altro, senza pensarci due volte sebbene imbarazzato di andare a casa sua annuì << oh, si va bene. >>
Perciò i due si incamminarono in direzione della casa, Louis non doveva abitare molto lontano visto che stavano andando a piedi e infatti dopo un quarto d'ora circa arrivarono davanti ad una grande villa. Il cancello era enorme, di colore nero. Louis prese le chiavi e lo aprì, Marcel entrò velocemente e si ritrovò davanti un giardino enorme. Cera pieno di fiori di tutti i colori e poi affianco all'enorme casa si trovava una quercia, doveva essere secolare, perchè era enorme. Entrambi andarono verso la villa, salirono i gradini e entrarono in casa. Il riccio non aveva mai visto una casa così bella e lussuosa in tutta la sua vita. Il ragazzo chiuse la porta e gli sorrise << ti piace la mia casa? >> e l'altro si limitò semplicemente ad annuire.
<< vieni >> gli sorrise guidandolo verso una stanza che poi si rivelò essere la cucina. Marcel si sedette su una sedia osservando Louis che apriva il congelatore, prendeva dei cubetti di ghiaccio e li metteva su un panno coprendoli, per poi avvicinarsi a lui e porgerglieli. 
<< ecco.. >> gli sorrise << tienilo sull'occhio, almeno si gonfierà di meno >> si sedette vicino a lui e lui osservandolo << Marcel, perchè quel ragazzo voleva farti del male? >> mormorò voltandosi verso di lui e provando a guardarlo negli occhi. Il riccio però iniziò a tremare e abbassò immediatamente lo sguardo, non era pronto a raccontargli che a scuola era sempre vittima di bulli, non ce la faceva. Fortunatamente Louis se ne accorse così aggiunse << non importa, me ne parlerai più tardi. >> 
Gli vibrò il cellulare, così lo prese dalla tasca e rispose ad un messaggio. Poi si alzò lasciando il cellulare sul tavolo rivolgendosi verso il riccio << vado un attimo nell'altra stanza, torno subito! >> disse uscendo dalla porta, Marcel continuò a tenersi premuto il panno sull'occhio quando sentì nuovamente il cellulare vibrare. Lo schermo si illuminò e lui non riuscì a fare a a meno di dare un'occhiata e lesse 'Eleonor: ti amo anch'io Lou e mi manchi tanto.''
Louis, il ragazzo dagli occhi color del cielo era fidanzato? non poteva crederci, il suo angelo, il ragazzo più bello che avesse mai visto era già impegnato? Gli cadde dalle mani il panno e improvvisamente dai suoi occhi iniziarono a scorrere delle lacrime, era innamorato di quel ragazzo. Perchè? Perchè? ad essere ignorato da tutti poteva resistere, riusciva anche a sopportare i bulli ma questo, questo era troppo.
Si alzò dalla sedia correndo in direzione della porta e uscendo da quella casa, gli era caduto il mondo addosso.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4- Help me! ***


4- Help me!

Marcel era sdraiato sul letto a fissare il soffitto, ormai erano due buone ore che non si muoveva di lì e adirla tutta non aveva intenzione di farlo. 
Era arrivato di corsa a casa, aveva aperto la porta ed era corso subito in direzione della sua camera buttandosi sul letto e iniziando a piangere silenziosamente. Per fortuna Anne era ancora a lavoro. Meglio così perchè lui era distrutto, dopo un'ora buona riuscì finalmente a smettere di piangere e di tremare e trascorse l'ora seguente ad osservare il soffitto e infatti era ancora lì. 
Gli vennero nuovamente gli occhi lucidi e sospirò pensando ''ma che ti credevi Marcel? eh? cosa pensavi che un giorno saresti potuto interessare ad un ragazzo come lui?'' inutilmente cercò di trattenere le lacrime che ripresero a scorrere sul suo viso. Non ce la faceva a vederlo il giorno dopo, non aveva nessuna intenzione di andare a scuola. Sarebbe mancato, sapeva benissimo che non poteva continuare così all'infinito, ma almeno un giorno doveva prenderselo. Altrimenti il giorno seguente non sarebbe stato abbastanza forte e non voleva scoppiare a piangere di fronte a lui. Solo questo gli mancava, rendersi ridicolo agli occhi di Louis.
Il giorno seguente perciò non andò a scuola riuscendo a convincere Anne con la scusa del non sentirsi molto bene, ma era già sera e no aveva nessuna scusa per saltare la scuola anche il giorno seguente. Quella sera andò a letto più tardi del solito, strinse il cuscino che normalmente usava per dormire e chiuse gli occhi addormentandosi pensando al suo Louis.
La mattina seguente si svegliò con gli occhi lucidi, quella notte lo aveva sognato e sembrava tutto così reale. Loro due insieme, mano nella mano e invece... Marcel si costrinse a pensare ad altro, quel giorno tutta la forza che aveva in corpo perchè gli sarebbe servita. Dopo essersi lavato, cambiato e dopo aver mangiato si diresse verso scuola e entrò in classe sedendosi al suo posto.
Ed ecco che qualche minuto dopo arrivò lui, Louis il ragazzo dagli occhi color del cielo. Lui era forte, ce l'avrebbe fatta ripetè a bassa voce Marcel ma quando si ritrovò il ragazzo al suo fianco, seduto vicino a lui si sentì il respiro mancare e gli occhi inumidirsi.
<< ciao, come mai l'altro ieri sei andato via senza nemmeno salutare? >> il riccio cercò di stare calmo in più possibile e si limitò a sussurrare << scusa, un emergenza. Ma nulla di grave, tranquillo! >> e la conversazione si chiuse lì.
La mattinata continuava a scorrere e averlo così vicino a Marcel non faceva affatto bene perchè sapeva che per una minima cosa avrebbe potuto cedere avendo una crisi di pianto.
Per fortuna la mattinata finì senza nessun incidente spiacevole e il riccio al suono dell'ultima campanella uscì dalla scuola andando in direzione di casa sua. Qualcuno però gli toccò la spalla, lui si voltò e vide Louis << ti va di studiare insieme pomeriggio? sai non ho ben capito l'ultimo argomento di matematica >> gli sorrise, e lui come poteva resistere a quel sorriso. 
Stargli vicino era un qualcosa di insopportabile e insostenibile che lo lacerava all'interno perchè sapeva, sapeva che non sarebbe mai potuto essere suo, ma come poteva rifiutare il suo invito? non ce la faceva nemmeno a dirgli di no, ad allontanarlo.
Marcel sospirò cercando di fare una specie di sorriso che non gli riuscì un granchè << certo >> mormorò, << perfetto andiamo >> disse l'altro andando in direzione di casa sua. 
Ora si trovavano in cucina e il riccio stava spiegando all'altro le equazioni cercando di essere il più chiaro possibile essendosi reso conto che il ragazzo dagli occhi color del cielo non era per nulla portato per la matematica. Dopo una buona mezz'ora di spiegazione Louis capì perfettamente come dovevano svolgersi perciò l'altro gli diede varie equazioni per farlo esercitare. Riuscì a svolgerle esattamente e in poco tempo e questa era proprio una soddisfazione per Marcel, sentirsi utile per la persona che amava era una bella sensazione e in parte ripagava quel dolore che provava sapendo che lui era già di un'altra.
All'improvviso si sentì uno strano rumore, il riccio si guardò intorno cercando di capire da dove provenisse quando vide Louis estrarre il proprio cellulare dalla tasca e rispondere ad un messaggio per poi poggiarlo sul tavolo e accarezzandosi le tempie con aria triste.
<< che succede Louis? >> disse d'istinto ritrovandosi ad accarezzargli i capelli, l'altro si voltò verso di lui sospirando << posso dirti una cosa Marcel? >> e lui annuì continuando ad accarezzargli i capelli.
Louis prese un gran respiro e cominciò << Devi sapere che io sto con una ragazza, si chiama Eleonor.. l'ho amata tanto credimi, ma è da un pò di tempo che mi sono accorto di non provare più nulla per lei >> a stendo Marcel riuscì a trattenere la felicità che stava provando nel sentire quelle parole. << Voglio lasciarla, perchè mi sembra una buffonata continuare questa relazione se per me è solo una falsa. Non ce la faccio più! E poi mi sono reso conto che provo un certo interesse anche per i ragazzi capisci? >> disse guardandolo con gli occhi lucidi, sembrava così disperato. Louis stava male e Marcel non poteva vederlo in quelle condizioni, il ragazzo si avvicinò al riccio abbracciandolo all'improvviso iniziando a singhiozzare. L'altro lo strinse a se ricambiando l'abbraccio e accarezzandogli la schiena mentre sentiva il suo cuore battere a rimbazzata per quel contatto. << che devo fare Marcel? poi lei sa che sono bisex e se lo dice ai miei per ripicca? Loro sono tradizionalisti. >> disse e iniziò a piangere. Marcel lo strinse stretto e poi con un fazzoletto gli asciugò le lacrime  sfiorandogli la guancia << ascoltami.. >> mormorò << ti darò una mano io, ora però calmati Lou e non piangere più. >> 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5- Shit. ***


5- Shit.

Il riccio ora stava tornando a casa, era al settimo cielo. Aveva una speranza, ora poteva davvero sperare di avere qualche possibilità con Louis. Da una lato era felice ma dall'altro era triste, aveva promesso di aiutarlo con Eleonor ma la verità era che non aveva nessuna buona idea in mente. Arrivò di fronte casa sua ed entrò, Anne era appena tornata dal lavoro e aveva portato la pizza. Marcel andò subito a salutare la madre abbracciandola e dopo aver cenato lui si diresse di corsa verso la sua stanza. Avrebbe trovato una soluzione a tutti i costi. Si sedette davanti al pc mettendosi le cuffie alle orecchie, ascoltare musica e vedere video idioti lo aiutavano a pensare.
Fissava lo schermo in silenzio iniziando  a pensare ad un Louis più piccolo con questa Eleonor che lui non aveva mai visto. Considerando che lui era bellissimo anche lei doveva esserlo, non sapeva perchè ma la immaginava bionda, poco più bassa di Louis e con gli occhi castani. All'improvviso iniziò ad invidiare questa ragazza immaginaria che si era creato. 
Lei lo conosceva da quando era solo un bambino, era cresciuta con lui ma soprattutto lei aveva avuto l'onore di assaporare le sue labbra. Lei lo aveva baciato, non una  ma un milione di volte. 
La mattina seguente si ritrovò con la testa sulla tastiera del pc, doveva essersi addormentato la notte prima senza accorgersene. Si strofinò gli occhi e andò in bagno, aprì l'acqua della doccia e dopo essersi spogliato vi entrò lavandosi. Ok, la notte prima non aveva avuto nessuna brillante idea per poter aiutare Louis, era troppo impegnato ad invidiare una ragazza che non conosceva. Dunque.. Louis poteva provare a dire ad Eleonor che ora gli interessava un'altra ragazza e che quindi la lasciava per lei, così anche se Eleonor per ripicca fosse andata dai genitori di lui a dirli che il figlio era bisex loro non le avrebbero creduto pensando che lei dicesse questo solo perchè era stata lasciata pensò Marcel mentre si insaponava, e l'idea non gli sembrò tanto male. Quando uscì dalla doccia prese il fono per asciugare i capelli continuando a pensare... Però c'era un problema se Louis usava questa scusa per lasciarla, poi lei avrebbe voluto vedere questa sua nuova presunta ragazza. E lui dove l'avrebbe trovata una ragazza disposta  ad aiutarli? Sospirò triste finendo di asciugarsi i capelli per poi sistemarseli e vestirsi. Quella però rimaneva comunque la soluzione migliore e anche la più sensata. Altre vie d'uscita non ce n'erano. 
Marcel sentì bussare alla porta perciò i suoi pensieri vennero interrotti << tesoro sbrigati o arriverai in ritardo! >> disse una voce dolce, era Anne. << si mamma >> si limitò a dire prendendo lo zaino e uscendo dalla sua camera andando incontro a sua madre e stampandole un bacio sulla guancia << a stasera mamma, ti voglio bene! >> disse e sfrecciò al piano di sotto uscendo di corsa dalla porta.
Non aveva nessuna voglia di correre anche se, se non si sbrigava sarebbe arrivato in ritardo, perciò rallentò la sua corsa limitandosi a camminare a passo lungo. I pensieri che erano stati precedentemente interrotti tornarono a popolare la sua mente, un'altra soluzione c'era certo e forse era la più giusta e la migliore. Dire la verità, anche se poi Eleonor sarebbe subito andata dai genitori di lui a sganciare la bomba, magari inizialmente i genitori ci sarebbero rimasti male ma poi l'avrebbero accettata questa cosa. Però, se Louis non voleva proprio che loro lo sapessero era perchè forse sapeva che non l'avrebbero mai accettato.
Marcel ora era davanti scuola e in lontananza vide il ragazzo dagli occhi color cielo perciò aspettò che lo raggiungesse aspettandolo << ciao.. >> mormorò sorridendogli, << ciao Marcel >> gli rispose l'altro ricambiando il sorriso e entrambi entrarono nella scuola. 
Le prime due ore passarono velocemente e per fortuna la terza era libera, perchè mancava la professoressa. Perciò Marcel spiegò a Louis il suo piano precisando però che c'era quest'unico difetto. Ma, nonostante tutto all'altro il piano sembrò abbastanza buono e caso mai Eleonor avesse voluto vedere questa sua nuova fiamma poi lui una soluzione l'avrebbe trovata al momento. << sei un genio Marcel! >> disse con entusiasmo abbracciandolo e Marcel non pote fare a meno di ricambiare l'abbraccio e di arrossire, si sentiva bene tra quelle braccia. Per un'istante chiuse gli occhi godendosi quell'abbraccio che però fu ben presto disturbato dal suono della campanella.
Le restanti ore di scuola volarono letteralmente, l'ultima campanella suonò e entrambi si precipitarono all'uscita quando Louis si immobilizzò fissando un punto con un'espressione vuota.
Marcel si spaventò e lo strattonò << Lou, Lou che ti prende? >> ma lui non gli rispose facendogli semplicemente cenno di guardare dove guardava lui, così il riccio la vide. Una ragazza con i capelli lunghi castani  e ondulati con in mano un  frappè di starbucks, non c'era alcun dubbio considerando la reazione di Louis, quella doveva essere Eleonor.
Merda!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6- Stupid Eleanor. ***


6- Stupid Eleanor.

<< E ora? >> mormorò a bassa voce Louis sentendo che stava per avere una crisi di panico. Eleanor era lì e evitarla non sarebbe servito a nulla e il piano? ora come avrebbero fatto con il loro piano? era tutto, tutto rovinato. Marcel si accorse che l'altro ora non era in grado di ragionare, perciò ora toccava a lui prendere delle decisioni. Si voltò verso di Louis strattonandolo appena per attirare la sua attenzione << Lou, ascoltami.. ora va da lei ok? comportati normalmente troveremo una soluzione! ok? >> gli disse dandogli un bacio sulla fronte e l'altro sembrò tranquillizzarsi, lo guardò diritto negli occhi sussurrando << grazie Marcel >> e andò verso Eleanor, lui si fidava del riccio. Non sapeva bene perchè ma sentiva che avrebbe potuto sempre fidarsi di lui e che non l'avrebbe mai abbandonato e la cosa lo faceva stare così bene.
 
<< Louis, amore! >> urlò la ragazza saltandogli letteralmente addosso << Dio quanto mi sei mancato. >> lo baciò, Marcel era lì che guardava la scena e nonostante sapesse che il ragazzo dagli occhi color del cielo non l'amasse più si sentì il cuore a pezzi. Non ce la faceva  a vedere altro, era troppo per il suo debole e fragile cuore.
Perciò si diresse verso casa, tanto appena gli sarebbe venuta in mente una buona idea per aiutarlo lo avrebbe tranquillamente chiamato. Era incredibile quante cose stessero succedendo in così poco tempo, quante cose stessero cambiando la sua vita. Già, perchè conoscere Louis Tomlinson gli aveva indubbiamente cambiato la vita e poi l'aveva fatto innamorare, per la prima volta.
Arrivato davanti casa entrò e si diresse verso la cucina, lo stomaco gli brontolava perciò decise di prepararsi un panino, dopo esserselo fatto si sedette sulla sedia di fronte al tavolo addentandolo iniziando a pensare, aveva detto che l'avrebbe trovato ed era davvero intenzionato a farlo.
Eleanor non faceva altro che parlare, ma Louis non l'ascoltava era troppo impegnato a mantenere la calma e a cercare di sembrare normale e soprattutto felice di vederla perciò di tanto in tanto si limitava a sorriderle e ad annuire. 
Finalmente arrivarono entrambi davanti casa, lui aprì la porta mormorando << ora abito qui >> le disse chiudendo la porta e facendole fare un piccolo tour della casa. 
<< dov'è la tua camera? >> chiese lei guardandosi intorno curiosa, << è al piano di sopra >> borbottò Louis iniziando a salire le scale. << vieni! >> aggiunse.
Aprì la porta della sua camera e la fece entrare, lei osservò la stanza sorridente curiosando di qua e di là. << mi piace Lou >> lui si costrinse a sorriderle, lei si avvicinò di nuovo e lo baciò sulle labbra. Ora basta pensò Louis seccato, non poteva più continuare così, ricambiò velocemente il bacio e mormorò << tesoro vado un attimo di la, torno subito >> le sorrise cercando di sembrare il più naturale possibile e sfrecciò al piano di sotto chiudendosi nel bagno '' Marcel, ti prego aiutami a trovare una soluzione. Non ce la faccio! '' e inviò l'sms.
Intanto Marcel stava finendo un difficile problema di matematica quando sentì qualcuno aprire la porta, guardò all'orologio e vide che erano solo le sei e mezza perciò non poteva essere sua madre. Si alzò dalla sedia e prese la scopa camminando lentamente verso la porta, chiunque fosse l'avrebbe atterrato tirandogli il manico in testa. 
<< che fai con quella scopa in mano? >> era Anne, probabilmente era tornata in anticipo dal lavoro. << mamma >> sorrise il riccio andandola a salutare e abbracciandola stretta.
<< come mai sei tornata prima? >> le chiese leggermente curioso, << oh tesoro mi ha chiamato tua cugina Alex, verrà a trovarci per un paio di giorni >> gli sorrise. << Alex? >> ripetè lui abbastanza sorpreso. << bene >> si limitò ad aggiungere tornando verso la cucina per finire il suo problema. Alex era la sua cugina preferita, lei e Marcel erano cresciuti praticamente insieme, lui la considerava come una sorella. Era una ragazza molto carina, aveva gli occhi grandi e verdi proprio come quelli del riccio e i capelli neri.
Marcel sentì il cellulare squillare, un messaggio. Era Louis, doveva essere proprio disperato. Sospirò mordendosi il labbro, nulla la soluzione serviva all'istante. Un momento... il riccio ebbe un lampo di genio scrivendo velocemente '' forse possiamo procedere con il piano Lou, però solo stasera potrò darti la conferma! >> inviò il messaggio. Ma, certo Alex! L'arrivo di Alex era una salvazione, poteva far finta lei di essere la sua nuova ragazza. Forse finalmente aveva trovato un modo per cacciarlo dai guai definitivamente.
Louis uscì dal bagno ormai senza sperare che Marcel gli rispondesse quando vide lo schermo del cellulare illuminarsi, lesse l'sms e saltò letteralmente di gioia. Perfetto, se tutto andava bene doveva resistere solo fino a quella sera.
Al settimo cielo salì le scale, doveva andare da Eleanor non poteva lasciarla sola. Arrivato di fronte alla sua camera aprì la porta e la vide, sdraiata sul suo letto con addosso solo le mutandine e il reggiseno, Louis era davvero senza perole e l'unica cosa che riuscì a dire fu << Eleanor?! >> completamente sconcertato.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7- Calls issues. ***


7- Calls issues.


Osservò Eleonor sul suo letto e sentì un improvviso senso di vomito.
Tutto quello stress, quella tensione che aveva avuto da quando lei era tornata, oh quella era l’ultima goccia. La goccia che faceva traboccare il vaso.
Ormai era troppo tardi, così Louis si limitò a piegarsi e vomitò.
 
Qualcuno suonò alla porta ‘’ è arrivata, è arrivata ’’ pensò esaltato Marcel
<< mamma, vado io! >> urlò scendendo le scale di corsa e andando ad aprire la porta senza nemmeno chiedere prima chi fosse, immaginando di già chi doveva essere e infatti non si sbagliò.
<< Alex! >> sorrise abbracciando la cugina.
<< Il mio riccio preferito >> rispose ricambiando l’abbraccio. << Dov’è la zia? >> chiese lei entrando in casa e poggiando la valigia sull’uscio.
Alex salutò la zia e tornò da Marcel tutta sorridente e soddisfatta
<< cugino come sei cresciuto, sarai quasi due metri >> Il riccio rise e alzò le spalle arrossendo appena, certo lui e la cugina erano molto intimi ma era da un po’ che non si vedevano, si erano un po’ persi e beh non sapeva proprio come intavolare l’argomento per chiederle quel favore.  ‘’oh andiamo Marcel’’ si disse tra se, prese un respiro e quando entrambi furono in camera sua si rivolse verso la cugina sussurrando appena  << Alex.. >> arrossì << posso chiederti un favore? >>
<< ma certo tesoro! >> esclamò lei sedendosi accanto a lui, << che succede? >>
Marcel si sistemò gli occhiali e disse fissando il pavimento << ecco, ho conosciuto un ragazzo a scuola è bellissimo e beh, lui vuole lasciare la ragazza e beh la situazione è un po’ complicata.. >> mugugna mettendo le mani tra la testa scuotendo la testa.. >>
Alex soffocò una risatina << fammi indovinare, ti piace? >> chiese senza nemmeno dargli il tempo di rispondere e aggiunse << che ti serve che faccia, mh? Per il mio cuginetto preferito questo e altro >>
Marcel si sentì sollevato ascoltando quelle parole e sfoderò uno dei suoi più bei sorrisi.
 
<< Lou, maledizione! Hai rovinato tutto! >> sbuffò Eleonor decisamente seccata infilando di fretta la maglia e i pantaloni osservando inorridita quello che  lui aveva combinato.
Scosse la testa uscendo dalla camera aggiungendo << qualcuno qui dovrà pulire, e non sarò io >> chiuse la porta e scese le scale andando al piano di sotto.
Appena lei se ne andò Louis scoppio in una rumorosa risata e si sentì anche sollevato, contro ogni previsione era riuscito a cavarsela egregiamente. Scese al piano di sotto incrociando lo sguardo di Eleonor che lo aspettava sul divano
<< Louis Tomlinson, abbiamo bisogno di parlare. >> disse con tono severo.
Trattenne un sorrisetto, il fatto che lei gli volesse parlare non stava a preannunciare nulla di buono, bene.
<< Aspetta che pulisco di sopra e torno >> sospirò il ragazzo dagli occhi color del cielo andando a prendere l’occorrente per pulire e salendo di sopra.
 
Intanto Marcel aveva spiegato tutto alla cugina che era disposta ad aiutarlo anche dopo che lui le aveva spiegato il piano.
<< ti voglio bene Alex >> disse lui prendendo il cellulare << davvero non sai quanto! >> aggiunse uscendo dalla propria camera e digitando il numero di Louis aspettando che rispondesse.
 
Eleonor aspettava con ansia che l’altro tornasse da lei per potergli finalmente parlare seriamente, lo vedeva strano. Doveva per forza esser ci qualcosa che non andava. Altrimenti non si spiegava.
Accavallò le gambe sbuffando seccata quando sentì uno strano rumore provenire dalla cucina, incuriosita si alzò per andare a vedere cosa fosse che faceva questo baccano. Entrata in cucina vide sul tavolo il cellulare di Louis e si avvicinò, c’era una chiamata in arrivo da un numero che lei non conosceva. Prese il telefono e andò verso le scale urlando << Tesoro, c’è qualcuno che ti sta chiamando, rispondo? >>
Chiese, appena Louis la sentì si precipitò di corsa fuori dalla sua stanza in allerta
<< Eleonor chi è? >> chiese guardingo
<<è un numero che non conosco… >>
Maledizione pensò il ragazzo dagli occhi color del cielo, doveva essere Marcel se lei avesse risposto avrebbe rischiato di rovinare tutto.
<< Eleonor, cara, amore mio dammi il telefono >> facendo carpire una cerca preoccupazione nelle sue parole e ovviamente lei se ne accorse.
<< Tranquillo amore, rispondo io >> rispose lei cliccando il tasto verde e aspettando in silenzio che la persona dall’altro lato del telefono parlasse.
 
Marcel attese qualche minuto che lui rispondesse ma nulla, probabilmente era Eleonor non gli lasciava nemmeno un momento di tregua. Ma, proprio quando stava per chiudere la chiamata lui rispose, il riccio sorrise esaltato e non riuscì a trattenersi tanto che era felice perciò disse quasi tutto ad un fiato
<< Lou, so come fare… il piano è pronto! >>
 
Eleonor si poggiò al muro confusa << Pronto, ma tu chi sei?>>
 
<< Oh merda! >> si lasciò scappare Marcel tappandosi la bocca.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2017328