Kyoto Master League.

di Blzbp91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno alle origini! ***
Capitolo 2: *** Una capo palestra perfetta! ***
Capitolo 3: *** Complicità. ***
Capitolo 4: *** Le debolezze di un capo palestra. ***
Capitolo 5: *** Il significato dell'amicizia. ***
Capitolo 6: *** L'amore non è una cosa semplice. ***
Capitolo 7: *** L'eterno ritorno. ***
Capitolo 8: *** Nessuno può star solo. ***
Capitolo 9: *** La tensione è una brutta bestia! ***
Capitolo 10: *** La decisione. ***
Capitolo 11: *** La saggezza di Gary. ***
Capitolo 12: *** Attrazioni fatali! ***
Capitolo 13: *** Ricordi e chiarimenti. ***
Capitolo 14: *** Comunicazione ufficiale. ***
Capitolo 15: *** Contrasti. ***
Capitolo 16: *** La trappola. ***
Capitolo 17: *** Vermillion city. ***
Capitolo 18: *** Un nuovo arrivo. ***
Capitolo 19: *** Incontri anticipati. ***
Capitolo 20: *** L'intervista. ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO SPECIALE: Harrison ed Emy sulla riva del Lago Argento! ***
Capitolo 22: *** Ash vs Claire! ***
Capitolo 23: *** Gary vs Ray! ***



Capitolo 1
*** Ritorno alle origini! ***


Nota dell’autrice (piuttosto emozionata XD) - Ecco, la mia emozione è dovuta al fatto che finalmente sto scrivendo una fanfiction relativa a un anime che adoro da quando avevo otto anni (domani ne compirò ventuno, fate voi! xD)!
Piccola precisazione: nella mia storia è presente un nuovo personaggio, Emy. Faccio qualche anticipazione: Emy è stata compagna di viaggio di Ash insieme a Misty e a Brock nelle saghe di Kanto e di Johto. E’ la capo palestra di Viridian City e allena pokémon di fuoco. Ulteriori notizie importanti vi saranno fornite nel corso della storia. Buona lettura! :*
 
- Nonostante siano trascorsi dieci anni, Pallet Town non è cambiata. Insomma, è il solito paesino che nessuno conosce, ma che improvvisamente diviene l’ombelico del mondo quando qualcuno che ci abita fa qualcosa di eclatante, non importa se l’azione in questione sia negativa o positiva: potrebbe trattarsi di un omicidio, di un miracolo o … di un allenatore di pokémon che è convinto di essere il più forte di tutti ma che in realtà è una schiappa … in conclusione: Pallet Town è diventata famosa per un eterno fallito … o … se si vuol essere più clementi, per un comico! - A parlare, e poi a ridere di gusto, era un ragazzo dai folti capelli castani che, seduto su una panchina situata in un’ampia prateria, la quale comprendeva nel proprio spazio un laboratorio scientifico, derideva sfacciatamente un suo coetaneo dai capelli neri, assai infastidito dall’ironia pungente dell‘interlocutore.
 
- Certo, dopo aver viaggiato per tutta la notte, non potevo chiedere un benvenuto migliore … sapevo che ti avrei incontrato, Gary, ma speravo vivamente che non fossi il primo! -
- Oh, in un modo o nell’altro, sono sempre il primo, Ash. -
- Non mi va di controbattere, sono molto stanco. Ma non finisce qui! -
- Potresti dire che anni fa mi hai battuto, vorrei però ricordarti che avevamo tredici anni o giù di lì … adesso sto per diventare un ricercatore di pokémon di notevole importanza … ovvio, non sono ancora ai livelli di mio nonno, ma la strada è lunga e ho circa cinquant’anni in meno a lui … -
 
La porta principale del laboratorio fu aperta da un ragazzo dai capelli corvini, con una fascia arancione tra gli stessi: 
 
- Gli anni passano, ma Ash Ketchum e Gary Oak non cambiano: hanno così tanta vitalità da riuscire a litigare anche alle otto del mattino! -
- Ehi, Tracey, che piacere vederti! - Esclamò il ragazzo che era stato preso in giro da Gary.
- Ciao, Ash! Che bella sorpresa! Non credevo fossi da queste parti … -
- E’ stata un’improvvisata, poi ti spiegherò meglio … -
- E’ tornato dalla mamma, come sempre, da perdente … - Aggiunse Gary.
- Zitto, idiota! - Replicò Ash.
- Ehi, smettetela … - Intervenne Tracey, piuttosto rassegnato.
- E’ lui che mi provoca … - Rispose Ash, indicando Gary.
- Sii superiore, no? - Ridacchiò il soggetto preso in considerazione.
 
Tracey cambiò discorso:
 
- Seriamente, campione. Come mai sei qui? Spero che stavolta ti intratterrai un po’ di più rispetto agli altri anni! -
- Beh, sì, in realtà è così. Ci sono tante cose di cui devo parlarvi … ma il professor Oak dov’è? - Chiese il moro, guardandosi attorno.
- E’ a Viridian city per delle faccende piuttosto urgenti. - Gli rispose Gary.
- Ah, capisco … - Disse Ash deluso.
- Beh? E’ necessaria la presenza del professore per parlare? Dai, raccontaci degli ultimi viaggi! - Esclamò Tracey.
- Non so nemmeno da dove cominciare! - Disse Ash, entusiasta.
- Ehi, ma il tuo topo giallo dov’è? - Chiese Gary, notando l’assenza di Pikachu.
- E’ già andato a casa, era stanchissimo. - Rispose Ash.
- Almeno sei stato in grado di insegnare ai tuoi pokémon il senso dell’orientamento … ma sai, questo non basta a vincere le gare! - Commentò Gary, assai ironico.
 
I due rivali ripresero a rintuzzarsi.
 
- E’ inutile … non cambieranno mai! - Concluse Tracey, assistendo a quel comico teatrino.

Continua ... 

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Capitolo 2
*** Una capo palestra perfetta! ***


- Blastoise, usa idropompa! -
- Vulpix, usa agilità! Schiva l’attacco! -
- Maledizione! Blastoise, pistolacqua! -
- Ripeti ciò che hai fatto prima, Vulpix! -
- Dannazione … -
- Le cose si mettono male, Maurice! Vulpix, iper raggio! -
 
La palestra di Viridian city era più infiammata che mai: in quella torrida mattinata, a combattere, vi erano Maurice da Violet city e ovviamente lei, Emy Fox, la capo palestra.
 
- Blastoise, no! - Urlò il ragazzo, piuttosto preoccupato, avendo notato che il suo pokémon era in gravissima difficoltà.
- Vulpix, finiscilo! Usa botta! - Emy ordinò al suo fedele pokémon di mettere fine a quell’incontro.
 
- Blastoise non è più in grado di combattere. Vince Emy, la capo palestra di Viridian city! - Esclamò l’arbitro, avendo constatato le pessime condizioni di Blastoise.
 
- Grande! - La ragazza fece un piccolo salto in seguito alla propria vittoria, poi andò ad abbracciare Vulpix.
- Che disastro … - Disse Maurice, osservando il proprio pokémon esausto.
- La tua tattica non è vincente, Maurice. - Affermò Emy.
 
Il ragazzo si limitò a fissarla per qualche secondo, piuttosto irritato. Poi le rispose:
 
- Il fatto che tu abbia trionfato, non ti autorizza a umiliarmi ulteriormente. -
- In realtà stavo cercando di darti un consiglio. Scommetto che eri convinto di sconfiggermi perché hai utilizzato un pokémon d’acqua. Beh, le cose non vanno così, altrimenti gli incontri risulterebbero assai noiosi. La tecnica è alla base di tutto … un tipo acqua può essere schiacciato da uno di fuoco o da uno di terra. - Concluse la ragazza.
- Grazie mille, ma non ho bisogno dei tuoi insegnamenti … hai vinto la battaglia, ma non la guerra, Emy Fox! - Il ragazzo, dopo aver ritirato il proprio Blastoise nella sfera poké, abbandonò la palestra.
 
Emy era una bella ragazza: alta e longilinea. La sua carnagione,
 incredibilmente chiara, dava vita a un forte contrasto con i lunghi capelli color mogano e con gli intensi occhi azzurri. Indossava una maglietta rossa attillata, un paio di jeans classici e delle scarpette da ginnastica bianche.
 
- Alcuni allenatori sono davvero presuntuosi! Non solo sottopongono i loro pokémon a sforzi inammissibili, ma hanno anche il coraggio di rifiutare consigli utili da chi ne capisce più di loro … - Emy, nell’affermare ciò, guardò il suo Vulpix e gli sorrise: - Sei stato meraviglioso! Per questa vittoria schiacciante, ci meritiamo un bel gelato! Andiamo! -
 
- Emily! - Nel momento in cui la ragazza aveva iniziato a camminare, nella palestra entrò qualcuno: solo una persona poteva chiamarla col suo nome completo!
 
Un uomo dai capelli scuri, da occhiali molto spessi e con addosso un lungo camice bianco nonostante il caldo di quel giorno, si era rivolto alla ragazza.
 
- Ciao, papà! Qual buon vento ti porta qui? - Rispose Emy un po’ nervosa.
- Ti ho ascoltato, sai? Dove credi di andare? - L’uomo avanzò verso la capo palestra.
- Hai sentito bene, vado a prendere un gelato perché ho fame e perché sto morendo di caldo! C’è qualcosa di male in quello che faccio? -
- Dovresti rimanere in palestra … arriveranno altri allenatori! - Esclamò l’uomo.
- Ma non credo proprio! Chi vuoi che venga? Oggi gli allenatori sono al mare a rilassarsi! Maurice è un caso perso, è la quarta volta che cerca di battermi, ormai viene almeno una volta a settimana … -
- In ogni caso, devi rimanere in palestra. Anche se non si presenta alcuno! - L’uomo rimproverò la figlia.
- La smetti di controllarmi? Ho ventidue anni, la palestra è mia, so bene quello che devo fare! Adesso, levati dai piedi! - La ragazza rispose in maniera assai scortese al padre.
 
Una terza persona subentrò in quel luogo:
 
- Suvvia, Rupert, non essere così severo con lei … - Un uomo anziano, dai capelli brizzolati, con un camice analogo a quello del padre di Emy, si presentò improvvisamente.
- Professor Oak, che piacere rivederla! - Esclamò Emy.
- Professore, per favore, ne stia fuori … - Disse il padre della ragazza.
- Non mi permetterei mai di intromettermi nelle vostre faccende di famiglia, ma credo  che non sia necessario essere così rigido con Emy: ormai è appurato che sia la capo palestra più forte di Kanto … e … non solo. -
 
Emy rivolse un grande sorriso all’anziano.
 
- Sì, Emy è l’orgoglio di questa città. Ed è proprio per questo che deve assumere un atteggiamento da professionista! - Controbatté Rupert.
 
Emy tornò seria, sperando in un ulteriore intervento di Oak. 
 
- Andiamo, Rupert … -
- No, papà ha ragione. Anzi, professore, sono davvero contenta che lei sia qui! E’ da tanto che non la vedo! - Emy cambiò tutt’un tratto per non dare soddisfazione a Rupert.
- Anche a me fa molto piacere rivederti, Emy. -
- Come mai da queste parti? - Emy instaurò una discussione col professore, tentando di escludere il padre dalla stessa.
- Oh, sai, solite ricerche. Al laboratorio un pokémon ha contratto una singolare malattia, avevo bisogno del parere di un medico e quindi sono venuto qui per consultare tuo padre, che come sempre ha trovato la soluzione! -
 
Rupert Fox era considerato il migliore medico di pokémon della regione di Kanto. Molte medicine rivolte ai mostriciattoli tascabili erano state create da lui.
 
- Professor Oak, che ne dice, pranza da noi? - Intervenne Rupert.
- Ti ringrazio per l’invito, però devo tornare urgentemente a Pallet. - L’uomo, poi, si rivolse ad Emily: - Figliola, in realtà sono qui anche per chiederti un favore. -
- Oh, mi dica. Di cosa si tratta? -
- Ieri ho parlato con Misty, ci siamo sentiti telefonicamente. Mi ha detto che il suo Gyarados non sta bene e le ho promesso di portarle delle alghe curative in questi giorni. Purtroppo sono sopraggiunti altri problemi al laboratorio e anche Tracey è molto impegnato. Dato che lei è la tua migliore amica, potresti consegnargliele tu? -
- Certo, professore! - Rispose Emy raggiante.
- Meno male, mi hai salvato! - 
- In realtà, è lei che mi ha fatto un favore! A causa dei nostri impegni, io e Misty ci vediamo molto poco … sarà anche un pretesto per trascorrere del tempo con lei! -
- Bene, confido in te, allora! -
- Grazie, professore! - Senza nemmeno pensarci due volte, Emy corse come un razzo per dirigersi a Cerulean city.
 
- Ma … - Rupert tentò di dire qualcosa, ma il professor Oak lo interruppe.
- Suvvia, Rupert, non fare così. Vedrai che dopo aver trascorso una giornata con Misty, Emy tornerà più carica ed energica di prima. Il loro rapporto è davvero speciale e non puoi privarla di una cosa tanto importante. Ora devo davvero scappare, è stato un piacere rivederti. -
 
Rupert, con espressione inebetita, rimase immobile al centro della palestra, mentre scrutava Oak che lentamente si allontanava per tornare a casa.

Continua ... 

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Capitolo 3
*** Complicità. ***


- Beh, le estati afose hanno i propri vantaggi: di questi tempi le strade sono deserte! - Emy sfiorava i cento chilometri orari mentre sfrecciava sull’autostrada che l’avrebbe condotta a Cerulean city.
- Vuuulpix! - Il pokémon, seduto affianco all’allenatrice, sembrava davvero contento.
- Anche tu sei felice, Vulpix, vero? Non vedo l’ora di vedere Misty, mi manca così tanto! Tra cinque minuti arriveremo! -
 
Usciti dall’autostrada, Emy e Vulpix si ritrovarono nella periferia della loro meta.
- Ora che ci penso, non sono mai giunta a Cerulean con la macchina: non conosco queste vie! Poco male, chiederemo a qualche passante! - La ragazza intravide una signora anziana che, tranquillamente, camminava sul marciapiede di quella strada isolata.
- Chiedo scusa, per la palestra Hanada? - La ragazza, frenando, fece capolino dal finestrino.
- Devi andare sempre dritto, tesoro, il centro non è molto lontano! -
- Grazie, è stata molto gentile! -
 
Una volta ottenute le informazioni necessarie, Emy seguì la strada, fino a quando non si trovò proprio di fronte alla palestra di Cerulean city.
- Finalmente! - Esclamò la ragazza raggiante.
 
Parcheggiata la macchina in un’area spaziosa nei paraggi dell’edificio, Emy e Vulpix scesero dalla vettura e a grandi passi raggiunsero la palestra.
 
Entrarono silenziosamente nella sala principale della grande struttura: in quel momento Misty era impegnata a disputare un incontro piuttosto intenso.
 
La capo palestra indossava una camicia azzurra che le arrivava fin sopra le ginocchia; i suoi capelli erano cresciuti e le accarezzavano dolcemente la schiena.
 
- Golduck! Idropulsar! - Misty era sempre molto decisa quando combatteva.
- Espeon, codacciaio! - L’allenatrice avversaria era molto tesa.
- Golduck, evita il colpo e usa sfuriate! - 
 
Il pokémon di Misty era assai aggressivo, tant’è vero che nel giro di pochi secondi mise K.O. l’avversario. Un finale inaspettato, avendo tenuto conto dell’abilità dell’altra ragazza.
 
Prima che l’arbitro intervenisse a decretare la vittoria di Misty, Emy spuntò all’improvviso, esclamando:
 
- Espeon non è più in grado di combattere! Vince Misty, la capo palestra di Cerulean city, nonché la più figa di Kanto! -
 
Misty fu molto sorpresa nel vedere Emy. Dopo qualche istante di esitazione, felicissima, si diresse verso l’amica per stringerla in un lunghissimo abbraccio.
 
- Emy! Come sono felice che tu sia qui! Ciao, Vulpix! -
- E lo dici proprio a me?! - Ribatté l’amica. Vulpix fece le feste alla rossa.
- Ehi, ma che sta succedendo? - La ragazza che era stata sconfitta non riusciva a capire il significato di quei gesti.
- Oh, ragazzina, scusami se sono intervenuta in un momento un po’ delicato per te. Sei davvero forte, ma non sei ancora ai livelli di Misty, quindi … ritenta! - Emy, col suo solito fare arrogante e sicuro di sé, intimò alla ragazza di tornare una volta futura.
 
Piuttosto risentita, l’avversaria abbandonò la palestra.
 
- Emy, non ci posso credere! E’ una vita che non ci vediamo! - Misty sembrava davvero frenetica.
- Ho colto la palla al balzo per venire a trovarti! Ti ho portato queste! - Emy consegnò le alghe curative a Misty.
- Oh … grazie, Emy! Hai … hai incontrato il professor Oak? Sei stata a Pallet?! - Misty aveva inserito molta enfasi nelle proprie domande. 
 
Emy le rivolse un sorriso ironico:
 
- Ehi, calma, maestra di pokémon d’acqua! No, non sono stata nel paese natale dell’amore della tua vita … il professor Oak era a Viridian city stamattina. Mi ha spiegato che non poteva portarti le alghe per degli imprevisti che sono sorti successivamente … così ho colto l’occasione per incontrarti! -
- Ah … - Misty sembrava un po’ delusa.
- Dimmi un po’, cos’ha Gyarados? - Chiese Emy, guardandosi attorno. 
- Oh, Gyarados è nell’acquario … credo sia febbre … anche se dura da un po’ di giorni … ero molto preoccupata, così ho chiamato il professore … però sembra che stia meglio … -
- Ah, meno male. Beh … cosa si dice in giro? - 
- Nulla di nuovo … - Rispose Misty, quasi annoiata.
- Le tue sorelle non ci sono? -
- Sono … -
- … a fare shopping! Che novità! - Emy interruppe Misty, conoscendo alla perfezione cosa l’amica volesse dire. Le due risero simultaneamente.
- E’ così scontato? - Domandò Misty, continuando a ridere.
- E’ scontato il fatto che io anticipi le tue affermazioni, dato che siamo costrette a sopportarci da dieci anni! - Esclamò Emy.
- Hai ragione! - Concluse l’allenatrice di pokémon d’acqua.
- Certo che gli allenatori hanno un bel coraggio a sostenere incontri di questi tempi … il sole mi sta sciogliendo come se fossi una candela … o neve … vedi tu qual è la metafora che più si confà a ciò che ho detto! -
Misty sorrise e rispose all’amica: - Vero, ma fortunatamente la palestra è piuttosto fresca, a differenza della tua! -
- Dovrei far installare dei condizionatori, anche se penso che l’immagine della palestra ne risentirebbe e non poco … ah, sono semplicemente esaurita! -
- Ti manca Harrison, non è vero? - La domanda di Misty poteva essere paragonata a un fulmine a ciel sereno.
 
Harrison era l’allenatore che alla Conferenza Argento aveva battuto Ash; un ragazzo dolce, generoso, affidabile, di buon cuore. Erano queste le caratteristiche che avevano fatto perdere la testa a Emy.
 
In realtà, nemmeno Harrison era rimasto indifferente al fascino della giovane capo palestra: i due avevano trovato un’intesa perfetta sin dal primo momento del loro incontro.
 
Conclusasi la Conferenza Argento, Harrison aveva deciso di intraprendere un nuovo viaggio a Kanto, promettendo a Emy che sarebbe andato da lei una volta giunto a Viridian city … per sconfiggerla in un incontro di pokémon.
 
La ragazza sembrò piuttosto delusa quando conobbe le effettive intenzioni di Harrison: evidentemente l’avvenente allenatore la considerava una valida sfidante. E nulla più.
 
Cinque mesi più tardi, Harrison giunse a Viridian city. Il suo primo pensiero fu rivolto a Emy, infatti la prima tappa del ragazzo fu proprio la palestra della città smeraldo.
 
La capo palestra fu fin troppo sorpresa nel vedere Harrison nella  sua palestra, credeva che l’ex sfidante di Ash  avesse dimenticato la sua promessa.
 
In conclusione, i due non si sfidarono mai in un incontro di pokémon; Harrison confessò a Emy di doverle parlare. Le disse che in quei cinque mesi trascorsi dalla Conferenza Argento non aveva fatto altro che pensare a lei, alla sua sorprendente personalità, alla sua abilità di allenatrice, alla sua presenza … elementi che gli erano mancati tanto, troppo.
 
Emy rimase sconvolta dalla dichiarazione di Harrison. Non se l’aspettava.
 
Fu proprio da quel giorno che i due iniziarono a stare insieme, fu da quel giorno che diedero inizio a una coinvolgente storia d‘amore … che durava ancora, da ben sette anni.
 
- In tutta onestà, le cose con Harrison non vanno molto bene. - Concluse Emy, la quale si era incupita dopo aver risposto alla domanda postale dalla sua migliore amica.
- Oh … mi dispiace … come … come mai? E’ successo qualcosa? - Misty era davvero preoccupata: voleva un grandissimo bene a Emily e vederla in quello stato le faceva male. Inoltre, adorava quella coppia: avrebbe voluto vivere una relazione così, con una persona che le stava particolarmente a cuore …
- No, niente di particolare, Misty. Purtroppo Harrison è sempre in viaggio e io mi sono stancata di stare a contatto con lui due volte all’anno, se mi va bene. -
- Credevo che avessi accettato questa situazione … -
- Ho cercato di convincere me stessa … con scarsi risultati, come puoi vedere. -
- Emy, capisco che Harrison ti manchi molto, ma lui ti ama … e tu ami lui … non buttate all’aria ciò che di più importante possedete … -
- Non ho detto che voglio lasciarlo, Misty. E’ solo che … sto più male che bene, ecco tutto. -
- Mi dispiace, amica mia. - Misty, incondizionatamente, abbracciò l’amica, che ricambiò affettuosamente.
- Meno male che ci sei tu! - Emy strinse la presa.
- Dai, non stare così! - Le due si sciolsero dall’abbraccio e si sorrisero a vicenda.
 
Emy tentò di cambiare discorso:
- E dimmi … hai sentito Ash? -
- No … - Questa volta era stata Misty a rattristirsi.
- Uhm, a quanto pare è sempre il solito. - Emy tornò a sorridere in maniera ironica.
- Ormai ho perso le speranze, Emy. E mi va bene così. - Misty dedicò all’amica il migliore dei suoi sorrisi.
- Tu dici? Io non credo. -
- Cosa vuoi che ti dica? Non si può ottenere tutto quello che si vuole … -
- Un giorno finirete insieme, me lo sento. -
 
Misty sorrise ulteriormente. Emy sapeva sempre come tirarla su di morale.
 
- Grazie ancora. -
- Di nulla. Comunque, visto che gli uomini sono la nostra disgrazia, che ne dici se andassimo a mangiare un gelato? E’ da stamattina che ne voglio uno, ma mio padre, come al solito, mi ha ostacolato! -
- E’ sempre il solito! -
- Sempre! Ma dato che adesso è a Viridian e io sono a Cerulean … non può vedermi, né sentirmi! -
 
Emy trascinò Misty fuori dalla palestra, consapevole che avrebbe trascorso la  migliore giornata di quella pesante e pensierosa estate.

Continua ... 

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Capitolo 4
*** Le debolezze di un capo palestra. ***


Quella mattina il sole era particolarmente forte e alto a Pallet Town.
Nel laboratorio del professor Oak, tra gli avanzati macchinari finalizzati ad analizzare i pokémon e tra le scartoffie del più grande ricercatore di poket monsters di tutti i tempi, vi erano Ash, Gary e Tracey che facevano colazione.
 
Ash era impegnato a raccontare ai suoi amici le avvincenti e strabilianti avventure trascorse nelle numerose regioni che aveva visitato negli ultimi anni:
- Quindi ad Unima gli allenatori sono fortissimi … - Commentò Tracey, dopo aver ascoltato le parole dell’amico viaggiatore.
- Davvero tanto, Tracey! - Esclamò Ash, dopo aver bevuto un bicchiere di latte.
- Credo che rispetto ad Ash, tutti siano più forti! - Gary stava dando nuovamente sfogo alla sua ironia; quando si parlava di Ash, era inevitabile che effettuasse determinate affermazioni.
- Diventi noioso, dopo un po’. - Questa sì che era una novità: ogni volta che Gary apriva bocca, Ash diveniva molto irascibile. Adesso, invece, era riuscito a rispondergli in maniera tranquilla.
- I tuoi viaggi ti hanno reso più maturo. Almeno quello … - Perfino Gary aveva notato e ammesso il cambiamento, seppur velatamente, come era solito fare lui.
 
Tracey, per evitare che nascessero ulteriori scontri tra i due, pose ad Ash nuove domande:
- Ash, hai sentito qualcuno di questi tempi? -
 
Il moro sembrò cadere dalle nuvole. Poi torno coi piedi per terra:
 
- No, in realtà no … tu? - Ash esitò nel fare quella domanda a Tracey.
- Sì, la settimana scorsa ho chiamato Emy! - Tracey sorrise; il ragazzo aveva sempre ammirato la capo palestra di Viridian city.
- Non m’interessa … - Rispose Ash sarcastico: da sempre aveva avuto un rapporto molto travagliato con Emy; lei era come una sorella maggiore per lui. I due, però, litigavano spesso, in quanto non si sopportavano in parecchie occasioni. Emy era dell’idea che Ash fosse troppo presuntuoso e precipitoso, nonché decisamente immaturo per affrontare determinate situazioni. Ash, dal canto suo, si infuriava quando Emy, a tutti i costi, voleva dispensargli consigli, in quanto il giovane allenatore affermava che fosse una strategia della ragazza per mostrare la sua bravura e non un modo per aiutare realmente gli altri.
- Quella sì che è una tosta. Sei stato fortunatissimo ad aver viaggiato con lei, Ash … di sicuro ti ha insegnato tantissime cose! - Esclamò Gary.
- Negativo. - Rispose Ash, secco.
- Sono pienamente d’accordo con Gary: Emy è intelligente, perspicace, forte, abile e… dannatamente bella! - Tracey sospirò, mentre i suoi occhi assumevano la forma di due cuori.
- Mi dispiace distruggere le tue illusioni, Tracey, ma Emy ha il ragazzo da ben sette anni! - Affermò Ash, timoroso della reazione dell’amico.
- Lo so, lo so … - Rispose Tracey piagnucolando.
- Ah, Harrison … - Gary sorrise. Ricordava di aver viaggiato con lui da Johto a Kanto, seppure per breve tempo. Il giovane ricercatore ricordava che Harrison aveva un debole per Emy. Non faceva altro che parlare di lei.
 
- Ah, tu lo conosci, Gary. - Affermò Ash.
- Sì … beh, ricordo che era parecchio preso da Emy Fox. Evidentemente, ha ottenuto quello che voleva. - Concluse. Poi bevve una tazza di caffè.
- Ha davvero fegato, Emy è una persona difficile da gestire … - Affermò Ash.
- E Misty invece? - Tracey pronunciò quella domanda con un tono abbastanza alto, il che fece sobbalzare Ash.
- M-Misty? - Balbettò l’allenatore.
- Sì, Misty. - Sorrise Gary.
- Non so … non so se Misty … sia difficile da gestire! - Rispose Ash, imbarazzato.
- Ash, non ti ho mica chiesto questo! - Tracey rise. - Mi chiedevo se l’avessi sentita! -
- Ah … no … è da tanto che non sento Misty … - Ash sembrava un po’ triste.
- Ma Misty non era la tua ragazza o qualcosa del genere? - Chiese Gary, sapendo di pigiare un tasto dolente.
- Misty non è mai stata la mia ragazza. - Rispose prontamente Ash.
- Già, dimenticavo … Ash Ketchum ignora le ragazze! - Gary esplose in una fragorosa risata.
- Cretino, sai che non è così! - Ash si arrabbiò. Tracey seguì a ruota Gary.
- Dai, si scherza … - Gary frenò la propria ilarità.
 
Nel frattempo, a Cerulean city, Emy e Misty erano impegnate a divertirsi, girando in città tra negozi, boutique e giardini. Dopo aver acquistato due gelati, le due si sedettero su una panchina situata all’uscita della villa comunale della città:
 
- Sai chi non sento da una vita? Brock! - Emy intavolò un nuovo discorso.
- Io invece lo vedo spesso, ultimamente trascorre molto tempo a Cerulean city. - Aggiunse Misty.
- Cosa?! Ma che stronzo! E dire che Viridian è più vicina di Cerulean! - Emy sembrava davvero arrabbiata: il suo rapporto con Brock era speciale. Lo adorava.
- Ah, forse non sei a conoscenza della novità delle novità! - Sogghignò Misty.
- Quale novità? - Emy osservò la sua amica con aria interrogativa.
- Brock si è fidanzato! - Affermò Misty.
- OH, MIO DIO! - Emy non poteva crederci.
- E’ un evento piuttosto recente! - Cominciò Misty, mangiando il gelato. - E’ una ragazza di Cerulean, si chiama Lea. Vedessi quant’è carina! -
- Ah, ora si spiega il perché della presenza di Brock nella città azzurra! - Osservò Emy.
- Credo che sia quello che sta meglio! La sua attività in palestra va alla grande e ha una ragazza non molto distante da Petwer city! -
- Beato lui … - Sospirò Emy.
 
Improvvisamente, le due ragazze sentirono una melodia orecchiabile.
 
- Oh, è il mio cellulare. - Disse Emy, frugando nella tasca sinistra dei suoi jeans.
- Rispondi, magari è una chiamata importante! - Suggerì Misty.
- Infatti lo è! - Esclamò Emy ad alta voce, leggendo il nome del chiamante sul display del proprio telefonino. - Pronto, Harrison?! -
- Ehi, tesoro mio! - Una voce magnetica ma allo stesso tempo estremamente dolce, catturò l’attenzione dell’allenatrice di pokémon fuoco.
- Che … che sorpresa, Harrison! - 
- C’è qualcosa che non va? Sembri strana …- L’entusiasmo del ragazzo calò.
- Eh … no, no, assolutamente! E’ che sono un po’ sorpresa, non mi aspettavo di sentirti … -
- Forse perché sono sempre io quello che chiama? Non ti mangio mica, se ogni tanto alzi la cornetta per sentirmi! - Il ragazzo rise lievemente, nonostante la sua allegria celasse una gran tristezza: era sensibile agli sbalzi d’umore della propria fidanzata.
- Ma, amore … cosa dici! Fosse per me, ti chiamerei tutti i giorni e a tutte le ore … però, sai … gli impegni della palestra … - Emy farfugliò qualcosa di insensato.
- Oh, me ne rendo conto … poverina, dovrei tenere in considerazione il tuo gran daffare … - La voce di Harrison si addolcì ulteriormente.
 
Ciò uccideva Emy. Era ben consapevole di quanto fosse incommensurabile l’amore di Harrison nei suoi confronti. Purtroppo, da circa un anno, la ragazza si era resa conto che qualcosa era mutato. E sensibilmente, anche.
 
Emy non amava più Harrison. Quel rapporto così distante, così sofferto, così incessantemente agognato, l’aveva atterrita.
 
Sette anni prima, sapeva bene a cosa andava incontro; ma era convinta che il suo affetto nei confronti di quel ragazzo meraviglioso l’avrebbe aiutata a superare qualsiasi ostacolo.
 
Il tempo le insegnò che le cose non vanno così. E che i rapporti devono essere vissuti, non sperati, pensati, desiderati.
 
Emy e Harrison non avevano mai vissuto realmente. Non insieme. Non come una coppia.
 
La ragazza sapeva bene che doveva decidere. Una volta per tutte. Fino a quel momento aveva finto. Si sentiva schifosamente colpevole, perché continuava a volere tantissimo bene a quel ragazzo che sette anni prima le aveva rubato il cuore.
 
In quei giorni, continuava a scervellarsi sul quando e come dirglielo. Voleva trovare un modo per non ferirlo. Era cosciente del fatto che ciò era matematicamente impossibile.
 
- Non ti preoccupare, Harrison … scusa, è che sono un po’ stanca … adesso nemmeno sono in palestra … - La voce di Emy si incrinò: quasi le veniva da piangere. Misty notò il repentino cambiamento d’umore dell’amica.
- Oh, e dove sei? - Chiese Harrison meravigliato: da quando Emy aveva concluso il viaggio con Ash, Misty e Brock, raramente si muoveva da Viridian city.
- Sono a Cerulean city. In compagnia di Misty … -
- Ah, Misty! Salutamela! - Harrison adorava Misty. Col trascorrere degli anni, aveva riconosciuto in lei una sincera e vera amica.
- Sì … senti, ti va se ci sentiamo più tardi? -
- Non sarà necessario sentirci: sono in viaggio per Viridian city! - Esclamò il ragazzo, sprizzando contentezza da tutti i pori.
- Oh … fa … fantastico! - Emy fu pervasa da una sensazione di ansia.
- Sarò da te verso le dieci di stasera! Mica ti intrattieni a Cerulean fino a domani, vero? - Chiese il ragazzo, sperando in una risposta negativa.
- No, no! Sono a Cerulean perché il professor Oak mi aveva chiesto di portare delle medicine a Misty! Tornerò sicuramente in serata! -
- Perfetto! Non vedo l’ora di stare con te … - La voce di Harrison divenne ancora più calda.
- La batteria del cellulare si sta scaricando! A dopo, ciao! - Emy riattaccò il cellulare, dicendo una grande menzogna.
 
Misty la osservò con un’espressione cupa. Emy sospirò.
 
- Emy … - L’allenatrice di pokémon d’acqua non sapeva cosa dire per risollevare l’amica.
- Chissà, forse è solo un periodo no … - Sussurrò.
- Credo che ci sia dell’altro. - Affermò Misty, decisa.
- Come? - Emy finse di non capire. Mentiva ancora.
- Siamo amiche da anni, Emy! Se c’è qualcosa che non va, devi dirmelo! Io posso e devo aiutarti! - Misty le accarezzò un braccio.
- Non c’è molto da dire, Misty … il tempo cambia le cose … e non sono più sicura dei miei sentimenti nei confronti di Harrison … come se non bastasse, entro le dieci di stasera sarà a Viridian … - Disse Emy, molto sconfortata.
- Ho capito bene? Tu non ami più Harrison? - Domandò Misty, molto diretta.
- Non lo so … la lontananza rovina tutto. -
- Dovresti parlargliene! - Con quest’affermazione, sembrò che Misty volesse rimproverare Emy.
- Lo so, ma non è così facile! - Rispose Emy, un po’ irritata.
- Ma … come è iniziato? Non posso credere che i tuoi sentimenti siano mutati da un giorno all’altro! - Misty non riusciva a farsene una ragione.
- Infatti non è stato così … il cambiamento è stato abbastanza graduale. In realtà, non ho mai voluto accettarlo … sapevo sin dall’inizio che io e Harrison avremmo dovuto affrontare tanti ostacoli … è che man mano l’entusiasmo è diminuito! E poi … poi … non saprei come spiegarlo … - Emy poggiò una mano sulla fronte, in segno di disperazione.
- Mi stupisco di come tu gli abbia nascosto tutto … eppure, il vostro è un rapporto schietto … -
- Lo era. La lontananza fa venire meno aspetti … scontati … e così è stato anche per noi. Non so se sia possibile riparare tutto questo … -
- Io credo di sì. - Misty le sorrise, porgendole la sua mano. - Io ho sempre ammirato te e Harrison, siete una bellissima coppia. I momenti di difficoltà ci sono ed esisteranno sempre … ma questo non significa che non possano essere superati! -
- Io … non lo so … forse rivederlo mi farà cambiare idea … - Emy provava a convincere se stessa, un’operazione in cui si era cimentata parecchie volte da quando aveva intrapreso la relazione amorosa con Harrison.
- Ehi … mi è venuta un’idea! - Esclamò Misty, sorridendo.
- Che idea? -
- Ti va se stasera vengo a Viridian city insieme a te? Ti sosterrò, se ne avrai bisogno. -
- Mi farebbe davvero molto piacere, Misty, ma hai i tuoi impegni con la palestra … così come io ce li ho con la mia! - Emy si buttò ulteriormente giù, pensando alla pesantezza e alla pedanteria di suo padre che le stava continuamente addosso.
- Sì, è vero. Però noi siamo capi palestra modello, non ti pare? Abbiamo sempre adempiuto ai nostri doveri e qualche giorno di vacanza potrebbe servirci … - 
- Non hai tutti i torti. Ma preferisco scontrarmi con diecimila allenatori, piuttosto che sorbire le insopportabili prediche di mio padre … - Disse Emy in maniera sarcastica.
- Tuo padre non ci sarà nei prossimi giorni! - 
- Eh?! - Emy credeva che Misty fosse una vera e propria fucina di sorprese.
- L’ho saputo indirettamente dal professor Oak: tuo padre sarà a Pallet! -
- A fare cosa? -
- Che domande, a fare un controllo di routine ai pokémon presenti al laboratorio … dato che ce ne sono molti, impiegherà parecchio tempo! - 
- Non ne ero al corrente, come al solito. - Mugolò Emy.
- E’ una bella notizia per te, no? - Misty sorrise comprensivamente all’amica.
- No che non lo è! - Strillò Emy.
- Ehi, mi fai paura! - 
- Cosa?! Non dirmi che già hai dimenticato … - Emy interruppe la frase, stupita dal vuoto di memoria di Misty.
- Cosa avrei dimenticato? -
- Misty, dopodomani c’è la Conferenza dei capi palestra per l’elezione dei Super Quattro che dovranno essere presenti alla Lega di Kyoto! A Pallet! -
 
Misty trasalì. Aveva totalmente dimenticato quell’impegno. E soprattutto, aveva totalmente scordato che sarebbe dovuta giungere a Pallet! Città natia di Ash!
 
- E’ vero! - Urlò l’esperta di pokémon d’acqua.
- Non ci posso credere, Misty! Allora è vero che stai dimenticando Ash! Come hai potuto farti sfuggire una cosa del genere? - Emy stentava a riconoscere la sua migliore amica.
- La mia dimenticanza non è così sorprendente, a pensarci bene. - Misty sorrise.
- Perché? - Emy non capiva.
- Immagino che tu volessi alludere a una mia presunta agitazione … ma non è così … d’altra parte, non credo che Ash sia a Pallet … -
- Sì, ma … Pallet Town è parte di Ash! -
- Ormai non più … Ash è cittadino del mondo! -
- Questa potevi risparmiartela. -
- E’ la verità … Ash era molto legato a Pallet! Poi, da Hoenn in poi … -
- Poi, da quando tu non hai più viaggiato con lui, Ash è cambiato. - Concluse Emy.
- Forse è sempre stato così strafottente. -
- Io credo che sia solo idiota. Un giorno, quando i suoi neuroni si evolveranno come fanno i suoi pokémon, si accorgerà che ti vuole davvero bene. - Emy, mentre parlava a Misty, accarezzava il suo Vulpix, che nel frattempo si era addormentato.
- Dubito che questo possa realmente accadere. - Affermò Misty scoraggiata.
- Io credo che Ash abbia sentito molto la tua mancanza … la mia no di certo! -
 
Seguirono attimi di silenzio, fino a quando Misty non sgranò gli occhi.
 
- Ehi, guarda chi c’è lì! - La rossa indicò un punto indefinito.
- Uh? Lì dove? Ti ricordo che sono miope e che anche le lenti a contatto non mi fanno vedere perfettamente! - Emy cercava di mettere a fuoco, ma non aveva ancora scorto qualcosa o qualcuno d’interessante.
- E’ Brock! - Misty si alzò dalla panchina per raggiungere l’amico.
- Oh, per l’amor del cielo! Brock! - Emy ripeté a gran voce il nome dell’amico affinché quest’ultimo la sentisse. Dopo pochi secondi, il ragazzo si voltò, notando la presenza delle sue amiche di sempre.
 
- Ragazze! - Brock corse verso Emy, abbracciandola in maniera calorosa.
- Fratellone! Come stai? - Emy ricambiò l’abbraccio. Il suo malumore era sparito del tutto.
- Io alla grande! Tu, campionessa? -
- Oh, beh, si tira avanti! -
- Ehi, Brock! - Misty raggiunse gli amici successivamente.
- Ciao, Misty! -
- Sei davvero un maleducato, hai lasciato Lea lì in fondo! - Misty osservò il punto in cui aveva intravisto Brock per la prima volta in quella giornata: c’era una ragazza molto graziosa, assai minuta ed esile, con capelli e occhi cerulei. Timidamente, la stessa osservava i tre amici da lontano.
- Lea, amore mio, scusami se ti ho lasciato qui! - Brock tornò indietro per raggiungerla.
- Non ti preoccupare, Brock … chi è quella ragazza accanto a Misty? - Chiese Lea, timorosa.
- E’ Emy, l’amica di cui ti parlo sempre! Vieni, che te la presento! - Brock prese la mano di Lea per farla giungere da Emy e Misty.
- Ciao, Lea! - Misty salutò la ragazza in maniera affettuosa.
- Ciao, Misty! - Lea, poco dopo, si rivolse a Emy, presentandosi: - Piacere, sono Lea. Brock mi ha parlato tanto di te! -
- Il piacere è tutto mio, Lea. Io sono Emily! -
- Emy, non ci credo! Hai lasciato la tua amata Viridian city! - Esclamò Brock: anche lui era a conoscenza di quanto Emy fosse legata alla sua città.
- In realtà sono qui perché il professor Oak mi ha chiesto un favore, dovevo consegnare delle alghe curative a Misty! -
- Anche tu conosci il professor Oak?! E’ fantastico! - Lea subentrò nel discorso.
- Oh, sì, è una persona che ammiro moltissimo! Ho parlato con lui proprio oggi, è venuto a Viridian city per far visitare un pokémon a mio padre, che è medico! -
- Davvero fantastico! - Il tono di voce di Lea aumentò.
Brock sorrise: - Lea è una grande fan del professore. Le piacerebbe diventare ricercatrice di pokémon! -
- Oh, obbiettivo ambizioso! - Commentò Emy: - Solo pochi riescono … chi si impegna realmente, ce la fa! -
- Oppure, basta essere nipoti del più grande ricercatore di sempre … - Ribatté Lea.
 
Emy la guardò con aria interrogativa.
- Ah! Ti riferisci a Gary Oak? Il nipote del professor Samuel! -
- Sì, proprio lui. Non lo sopporto, è un gran presuntuoso! - Esclamò Lea.
- Beh, Gary è un tipo un po’ presuntuoso, senza dubbio. Ma è anche molto preparato. - Concluse Emy.
- Tu dici? - Le chiese Lea.
- Sì, indubbiamente! -
- E come lo sai? - La ragazza di Brock, che sembrava tanto innocua, continuava ad incalzare.
- Beh, come ti ho detto prima, mio padre lavora spesso con il professor Oak e mi svela molti segreti delle loro ricerche e dei loro studi … e in questi ultimi un ruolo fondamentale viene svolto proprio da Gary stesso! -
 
Lea osservò Emily in maniera poco convinta.
 
- Emy ha ragione, Lea. Gary è un valido elemento, ma questo non significa che non lo possa diventare anche tu! - Disse Brock.
- Speriamo … - Concluse la ragazzina.

Misty cercò di parlare d’altro:
 
- Dove andavate di bello? -
- Ero andato a prenotare i biglietti per Pallet per dopodomani … non ho proprio voglia di andare alla Conferenza dei capi palestra …- Piagnucolò Brock.
- A dire il vero nemmeno io. - Aggiunse Emy. - Fra l’altro, le regole stabilite quest’anno sono a dir poco strambe. -
- Perché? - Chiese Misty.
- Certo che sei proprio disinformata! - Commentò Emy. Misty la fulminò con lo sguardo.
- Emy ha ragione, Misty. - Sospirò Brock.
- Ma … perché? - Chiese Misty molto curiosa.
- In pratica, ci sarà una commissione che sceglierà i nuovi Super Quattro … tra i capi palestra. - Concluse Brock.
- Cosa?! - Misty sobbalzò.
- Già! - Esclamò Emy, altamente scocciata. - Fino a qualche anno fa, i Super Quattro erano scelti tra validi allenatori che non dovevano essere necessariamente capi palestra … quindi questi ultimi erano liberi di svolgere tranquillamente il loro lavoro! Se poi un capo palestra voleva elevarsi e diventare uno dei Super Quattro, doveva superare determinate prove … ma era un titolo che si otteneva solo ed esclusivamente in base alla propria volontà! D’ora in avanti invece, i Super Quattro dovranno essere necessariamente capi palestra … -
- Questo vuol dire che tutti noi corriamo il rischio di diventare … - Misty si bloccò.
- Sì, hai capito bene. - Brock sospirò nuovamente.
- Scusate, essere uno dei Super Quattro non dovrebbe rappresentare un traguardo gratificante? - Chiese candidamente Lea.
- NO! - Risposero all’unisono i tre capi palestra. Lea sembrò piuttosto spaventata.
- Perché? -
- Perché la vita dei Super Quattro è altamente stressante! - Rispose Brock: - Interviste, servizi fotografici … insomma, sono delle star! -
- E non dovrebbe essere un’esperienza positiva? - Chiese ancora Lea.
- Beh, dipende dai punti di vista … personalmente, odio la vita mondana. - Misty rispose alla fidanzata di Brock.
- Lo stesso vale per me. - Disse il suo compagno.
 
Emy tacque.
 
- Emy, anche per te è lo stesso? - Lea si rivolse alla specialista del fuoco.
 
Emy continuò a rimanere in silenzio per qualche secondo, poi si apprestò a rispondere alla domanda della ragazza turchina:
 
- La mia motivazione non è la stessa di Brock e di Misty. Per me è già un peso essere capo palestra, figuriamoci se dovessi diventare una dei Super Quattro! -
- Pensavo che un capo palestra svolgesse il proprio compito con amore, passione e dedizione! - Affermò Lea.
- Non hai tutti i torti. E’ che è un mestiere assai stancante. Nel mio caso, sono stata addirittura costretta a diventare capo palestra. Se avessi avuto la possibilità di scegliere, mi sarebbe piaciuto diventare allevatrice di pokémon! -
- Non me lo sarei mai aspettato! Eppure tu … sei considerata una dei capi palestra più forti! - Lea non poteva credere alle sue orecchie.
- E’ complicato da spiegare, Lea. Tutto dipende da come si viene cresciuti. Parlando a titolo personale, i miei genitori mi hanno inculcato sin dagli esordi della mia esistenza l’idea di diventare una grande allenatrice di pokémon. Quando si è bambini, non si è coscienti delle proprie azioni. Ci si fa guidare da chi è più grande di noi. Da chi si prende cura di noi. I genitori, appunto. A nove anni ero già capo palestra … e quindi … ho semplicemente continuato. -
- Cavoli, che storia. -
 
Brock e Misty erano al corrente delle emozioni di Emy e del risentimento che quest’ultima nutriva nei confronti del padre. Conoscevano bene l’arrivismo di Rupert. Nonostante Emy fosse adulta e vaccinata, non aveva mai espresso esplicitamente la sua volontà di smettere di essere una capo palestra.
 
- Se i media venissero a conoscenza di ciò che ti ho detto, creerebbero delle vere e proprie soap operas! Bocca chiusa, Lea, mi sono aperta a te perché sei la ragazza di Brock! - Emy strizzò l’occhio.
- Stai al sicuro. - Commentò la ragazzina.
- Comunque, nemmeno a me piace la bella vita. - Aggiunse Emy, sorridendo.
- Non vorrei sembrare guastafeste, Emy, ma tu sei una potenziale prescelta … - Brock si rivolse alla sua amica.
- Lo so bene, Brock. Ma spero che la commissione avrà un po’ di buon senso. La palestra di Viridian city è considerata un vero e proprio gioiello, no? Se io me ne andrò, chi mi sostituirà? D’altra parte, ci sono tanti altri bravissimi capi palestra che potrebbero diventare i nuovi Super Quattro, non vedo perché dovrebbero scegliere proprio me … -
- Perché sei tra i migliori e questo è un dato di fatto. - Intervenne Misty.
- Siamo tutti bravi, ragazzi. E’ solo che i pokémon di tipo fuoco sono quelli che più attirano le persone. Vanno di moda! - Rispose Emy.
- Non essere modesta … - Replicò Brock.
 
Emy fece una smorfia di disapprovazione.
 
- Ragazzi, io ho fame. Che ne dite, andiamo a mangiare qualcosa tutti insieme? - Domandò Misty, dopo aver sentito il proprio stomaco borbottare.
- Oh, per me va bene. D’altra parte, Harrison mi ha fatto andare di traverso il gelato … - Disse Emy.
- Sei impazzita o cosa? - Ovviamente anche Brock era a conoscenza del suddetto fidanzamento.
- Sei la persona meno indicata a contraddirmi in questo settore. Tu, che la felicità l’hai trovata sin dal primo momento! -
- Basta così! - Misty intervenne, cercando di evitare di dar vita a inutili discussioni.
 
Dopo, i quattro si diressero verso un fast food nelle vicinanze della palestra, pronti a rifocillarsi e a saziare i propri stomaci.

Continua ... 

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Capitolo 5
*** Il significato dell'amicizia. ***


- Eh? La Conferenza dei capi palestra? - Chiese Ash, come se non ne avesse mai sentito parlare.
- Esattamente. Si terrà dopodomani, qui, a Pallet. Ma tu … tu non sai cos’è la Conferenza dei capi palestra, vero? - Domandò Gary ad Ash, con un’evidente aria di sufficienza.
- Da quello che posso intuire, si tratta di una riunione tra capi palestra … ciò che mi sfugge è lo scopo! - Disse Ash, cercando di capirne di più.
- Mi sorprende che tu sia disinformato, Ash! Quest’anno, dopo un decennio dall’ultima volta, si terrà la Kyoto Master League, il torneo di pokémon più importante al mondo! Quindi, per l’occasione, i capi palestra di tutto il pianeta si riuniscono per stabilire la nuova squadra dei Super Quattro! - Spiegò Tracey in maniera molto chiara.
- La Kyoto Master League … - Sussurrò Ash con aria sognante. - come mi piacerebbe ricevere un invito per parteciparvi! -
- E’ impossibile, non rientri tra le cento persone ritenute i migliori allenatori della Terra … - Gary, brutalmente, fece tornare Ash coi piedi per terra.
- Ne ho parlato con Emy la settimana scorsa! A quanto pare, per quest’edizione hanno deciso di rinnovare le regole … - Affermò Tracey, pensieroso.
- In che senso? - Gary sembrava piuttosto interessato.
- In passato, il compito dei capi palestra, insieme a una specifica commissione, era quello di valutare gli allenatori che avevano partecipato all’edizione precedente e scegliere chi tra loro avrebbe fatto parte dei Super Quattro. Adesso, invece, i capi palestra dovranno essere presenti per un unico motivo … essere votati! Quattro capi palestra verranno scelti per formare il nuovo team dei Super Quattro! -
- Incredibile! - Esclamò Gary.
- Non mi sembra una cosa tanto sensata … - Commentò Ash.
- Credo che l’intento della Lega sia stato quello di velocizzare i procedimenti e le pratiche burocratiche … - Tracey cercò di trovare una soluzione.
- No, Tracey. E’ una questione di interessi e basta. - Disse Gary.
- Che vuoi dire? - Gli chiesero Ash e Tracey all’unisono.
- E’ solo un modo per promuovere ulteriormente le carriere dei capi palestra … alcuni di loro sono considerati vere e proprie celebrità! - 
- Come … - Tracey stava pensando a quale capo palestra Gary si riferisse.
- Come Emy Fox. - Concluse Gary.
- Perché la Lega dovrebbe prendere a cuore gli interessi personali dei capi palestra e non occuparsi dei pokémon? I protagonisti, in fin dei conti, sono loro! - Ribatté Tracey.
- Le leghe non hanno mai tutelato gli interessi dei pokémon stessi. Semmai, i pokémon rappresentano il pretesto che permette loro di arricchirsi sempre di più. Io la penso così, è anche per questo che ho smesso di allenare. - Spiegò Gary, alzandosi dalla sedia e sgranchendosi le braccia.
- A questo punto, ogni allenatore dovrebbe definirsi “ rassegnato “. - Gli interventi di Ash stupivano Gary e Tracey sempre di più. Qualche anno prima, il moro non sarebbe stato in grado di formulare pensieri così acuti.
- I pokémon sono senza dubbio una componente importante. Quello che voglio dire è che si preferisce speculare piuttosto che far sì che gli incontri si svolgano nella maniera più trasparente e limpida possibile. - Replicò Gary.
- E’ triste, allora. - Disse Ash, secco.
- La Lega è organizzata dagli uomini, non dai pokémon, Ash. Comunque, sia chiaro, la mia è una personalissima congettura. Chissà, magari il fatto che tutti i presidenti di tutte le leghe siano ricchi sfondati è solo un puro caso … -  .
 
I ragazzi terminarono il discorso. Gary tornò a sedersi, concentrandosi su degli appunti che aveva abbozzato la sera precedente. Tracey iniziò a disegnare l’ennesimo pokémon sul suo taccuino e Ash … Ash rimase semplicemente turbato a causa delle parole dell‘eterno rivale. Si limitò ad appoggiarsi al muro, fissando un punto indefinito dalla finestra.
 
Intanto, a Cerulean city, gli argomenti trattati da Misty, Brock, Emy e Lea potevano ritenersi sicuramente più fatui.
 
- Incredibile! Cinque anni fa un Torchic ti ha bruciato i capelli? - Chiese Lea a Emily, mentre il gruppetto era seduto vicino a un tavolo di un piccolo fast food.
- Sì, è stata un’esperienza terribile. Ero a Hoenn per la prima volta, avevo deciso di andare a trovare Ash, Brock e i suoi nuovi amici. Quel Torchic era adorabile, mi era sembrata una buona idea catturarlo, essendo anche un pokémon di fuoco! Ma decise di attaccare i miei capelli, piuttosto che i miei pokémon … - Emy ricordava uno dei momenti più tragicomici della sua vita, mentre addentava un cheese burger.
- Emy, hai dei capelli stupendi! Stento a credere che siano stati bruciati! - Ribatté Lea.
- Purtroppo è successo davvero. E’ un ricordo lontano … nel frattempo, i miei capelli sono cresciuti e hanno raggiunto la lunghezza di un tempo! -
- Io adoro i capelli lunghi, ma i miei sono ingestibili … - Disse Lea.
- Io credo che questa acconciatura corta ti doni molto! - Intervenne Misty.
- Sì, è vero. - Aggiunse Emy.
 
Lea arrossì leggermente: Emy e Misty erano delle ragazze straordinarie; le loro doti di allenatrici di pokémon erano assai rinomate. Eppure la loro semplicità e la loro purezza trasparivano a primo impatto.
 
- Tu, Brock … è da anni che non cambi taglio di capelli! Originalità, su! - Disse Emy rivolgendosi al proprio migliore amico.
- Sono affezionato alla mia pettinatura! - Rispose Brock piccato.
- Dai, scherzavo! In effetti, stai bene così. -
- Brock è sempre lo stesso da dieci anni! - Esclamò Misty.
 
I ragazzi risero di gusto.
 
- E’ davvero un piacere trascorrere del tempo con voi, ragazze. - Disse sinceramente Lea.
- Anche tu sei molto simpatica. - Rispose Emy.
- Emy, forse potrò sembrare invadente e inopportuna … ma … ce l’hai il ragazzo? - Lea credeva di essere entrata fin troppo in confidenza.
 
Quella domanda.
Quella parola.
 
La verve di Emy precipitò.
 
Il chiodo fisso.
 
- Oh … sì, certo che ce l’ho! -
- Sono sicura che sarà un bellissimo ragazzo, degno di te! E, oltretutto, intelligente, simpatico, spigliato! -
- Sì … -
- Sì, Harrison è proprio così, Lea. Emy è molto fortunata. Io, invece, come ben sai, sono ancora single! - Misty subentrò in quell’interrogatorio per portare in salvo Emy, che, accortasene, le rivolse uno sguardo pieno di gratitudine: ogni volta che spuntava il nome “ Harrison “, la felicità e la spensieratezza la abbandonavano in un battibaleno. 
- Questa è una cosa che proprio non riesco a spiegarmi, Misty! - Lea aveva rivolto la propria attenzione sulla sirena maschiaccio di Cerulean. 
- Addirittura? - Misty rise divertita.
- Sì, perché anche tu hai le stesse qualità di Emy! Siete entrambe bellissime! E non solo esteriormente! - Lea pareva decisamente convinta delle sue constatazioni.
- Ti ringrazio, Lea. In questi anni sono stata fidanzata varie volte, ma ho capito che nessuno andava bene per me. -
- Come dovrebbe essere il tuo ragazzo ideale, Misty? - Lea: l’invadenza in carne ed ossa!
- Credo che dovrebbe essere come Harrison, non è vero Misty? - Stavolta, era Emy che aveva prestato soccorso alla sua amica.
- Eh … sì … Harrison è … perfetto! - Concluse Misty. C’era parecchio imbarazzo nelle sue espressioni facciali e Lea dovette comprenderlo, infatti fu repentina nel discutere d’altro.
- E’ stato un vero piacere mangiare con voi, ragazze. Ora, però, io e Brock siamo costretti a scappare … ricordi quella commissione? - Lea si rivolse al proprio fidanzato.
- Oh, è vero, l’avevo rimosso dalla mia mente … che stupido che sono! -
- Quale commissione, Brock? - Domandò Emy, non molto convinta.
- Io e Lea stiamo andando a comprare un regalo. -
- A chi? - Chiese Misty, curiosando in maniera evidente.
- Ad Ash Ketchum! - Esclamò Lea.
- EH?! Ash Ketchum?! - Strillarono all’unisono Emy e Misty.
 
Lea strabuzzò gli occhi per la loro reazione.
 
- C’è qualcosa che non va, ragazze? -
- No, Lea, assolutamente … - Rispose Misty, cercando di ricomporsi.
- Quel deficiente non si fa vedere e sentire da anni e tu hai il barbaro coraggio di fargli un regalo? Sei uno stupido, Brock! - Le parole di Emy erano colme di rabbia.
- Emy, non dire così … il rapporto tra me e Ash è diverso rispetto al vostro. - Brock tentò di giustificarsi e di ripararsi dall’ira della ragazza.
- Non dire cazzate! Sappiamo benissimo quanto può essere insensibile e opportunista quel moccioso! - Ribatté Emy.
- Non è più un moccioso, ha venti anni. - Disse Brock.
- Emy, Misty! Ash vi ha fatto qualcosa di male? - Chiese la ragazza dai capelli azzurri.
- No, Lea. Nulla … - Rispose dolcemente la rossa.
- Allora perché Emy si agita in questo modo? -
- Perché … - Misty non continuò la causale. In un lampo, il suo cervello smise di connettere. Ash.
 
Nient’altro che lui. 
 
- Misty! - Emy interruppe quello strano fenomeno che si stava sviluppando nelle sinapsi della specialista di pokémon d‘acqua.
- Oh! - Misty aveva un’espressione assai confusa.
- Perché mi guardi così? - Chiese Emy, non capendo cosa le stesse passando per la testa.
- Ehm … no, niente! Però, Emy, è tempo sprecato parlare di Ash. E soprattutto è inutile arrabbiarsi per quello che ha fatto e per quello che non ha fatto. -
 
Emy rimase attonita. Non riteneva possibile che Misty potesse affrontare l’argomento “ Ash ” in maniera così pacata.
 
- Non ti riconosco più! - Esclamò Emy. Misty rimase impassibile.
- Ehm … ragazze … si è fatto davvero tardi … io e Lea dobbiamo andare … è stato un piacere riveder … - Brock voleva aggiustare l’irreparabile.
- Risparmia queste frasi di circostanza, almeno. - Emy lo interruppe.
- Ciao! - Brock, improvvisamente, e in modo piuttosto irritato, prese Lea per la mano e insieme si diressero verso l’uscita.
 
- Ma che ti è preso, Emy? - 
- Misty, non ho voglia di parlarne. Discorso chiuso! Allora, la tua proposta è ancora valida? -
- Quale proposta? -
- Ti dico solo due parole: Viridian city! -
- Oh! Ce … certo! Ci sono! -
- Bene! Allora andiamo! Regola numero uno … nonché unica … non voglio più parlare di Ash Ketchum! -
- Va bene … -

Continua ... 

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Capitolo 6
*** L'amore non è una cosa semplice. ***


Nota dell'autrice - Questo capitolo mi piace e non poco! *w* Spero di aver soddisfatto le vostre esigenze di lunghezza! XD La storia entra davvero nel vivo, ragazzi! E ho intenzione di scrivere il più a lungo possibile, perché  " Kyoto Master League " mi prende troppo! <3 Piccola precisazione: il titolo del capitolo non ha nulla a che vedere con la canzone di Tiziano Ferro, anzi, ho da poco scoperto l'analogia ... -.- i miei gusti musicali sono lontani anni luce da queste robette! XD I love rock'n'roll!
Aspetto taaaaaaaaaaaaanti commenti! u.u Non deludetemi! :') <3


Misty ed Emy, seguite da Vulpix, rientrato nella propria sfera poké, dopo lo spiacevole scontro verificatosi in seguito alla rivelazione di Lea e di Brock sul regalo di Ash, erano salite nella stessa macchina con cui Emy era giunta a Cerulean. Questa volta la direzione era il precedente punto di partenza: Viridian city.
 
- Quell’idiota! Quello stronzo! Quel farabutto! - Emy, assai disattenta nel guidare, continuava a sbraitare.
Misty sospirò: - Non avevi detto che la unica e prima regola era “ non parlare di Ash Ketchum per nessuna ragione? “ -
- Non ce l’ho col moccioso! Ce l’ho con Brock! -
- Che ti ha fatto Brock? -
- E’ uguale ad Ash! -
- Uguale ad Ash?! Emy, forse stai esagerando! -
- Brock era il mio migliore amico … ci siamo sempre promessi reciprocamente di non perderci di vista! Così non è stato! Ma l’ho accettato lo stesso … infatti mi ha fatto piacere rivederlo dopo tanto tempo, non m’importava che non si fosse fatto sentire per mesi … il sangue mi è letteralmente ribollito nelle vene quando Lea ha detto che sarebbero andati a comprare un regalo ad Ash! Ciò sta a significare che Brock, quando vuole, sa come mantenere stretti e compatti i rapporti! Allora perché non l’ha fatto anche con me, visto che il mio compleanno cade solo due settimane prima di quello di Ash?! - Emy era furiosa; i suoi periodi non erano ben scanditi a causa del tono di voce troppo elevato.
 
Misty si rattristì nel vedere la propria migliore amica in quelle condizioni.
 
- Ash e Brock hanno viaggiato molto più tempo insieme. Forse il loro è un legame speciale … -
- Non me ne frega, Misty! Non è il tempo che determina l’importanza di un rapporto! Prendi me e Harrison! Stiamo insieme da sette anni. Secondo la tua teoria, dovremmo essere prossimi al matrimonio, no? Invece va tutto uno schifo! - Involontariamente, Emy spinse il piede destro sull’acceleratore, facendo correre in maniera spropositata il proprio autoveicolo.
- Emy, attenta! - Urlò Misty, spaventata dal brusco cambiamento di velocità.
- Scusa, non volevo … - Emy rimediò rallentando.
- Calmati, per favore! - Misty la implorò.
- E va bene … -
 
Fortunatamente, le due allenatrici riuscirono ad arrivare a Viridian city sane e salve; la strada era sgombra ed Emy si era decisa a guidare in modo normale.
 
- Mamma sarà molto contenta di vederti! - Esclamò Emy rivolgendosi a Misty, mentre scendevano dalla macchina.
- Anche io, è da tanto che non vengo a Viridian! -
- Sai che ore sono? Il mio cellulare si è realmente scaricato … - Chiese Emy, constatando di non avere con sé alcuno strumento in grado di informarla riguardo l’orario.
- Sono le due e un quarto … perché? - Misty consultò il suo pokégear.
- Ah … Harrison non è proprio prossimo a venire … meglio così … -
 
Le ragazze, in silenzio, avanzarono di qualche metro; si trovarono di fronte alla villetta di Emy e quest’ultima non esitò a spingere la porta d’ingresso.
 
- Mamma, sono a casa! Guarda un po’ chi ho portato! -
 
La prima stanza della casa era un salotto piuttosto grande e di collocazione centrale; era forse l’aerea più curata e affascinante dell’abitazione stessa. La mamma di Emy era conosciuta per il gusto che aveva nell’arredare gli interni.
 
Emy sgranò gli occhi.
 
Sul divano color verde bottiglia posto al centro del salone, era seduto un ragazzo biondo. A giudicare dall’aspetto, era sicuramente reduce da un lungo viaggio.
 
- A farvi la sorpresa sono stato io, eh? - Rispose lui. Sprizzava entusiasmo da tutti i pori.
- Oh … Harrison … - Emy rimase immobile. La sua espressione era neutra: dalla stessa trapelava né felicità, né tristezza. Ma Harrison sembrò non curarsene.
- Amore mio! - Il ragazzo si precipitò ad abbracciare la propria amata, fino a stritolarla.
- Harrison, non respiro! - Urlò Emy con voce roca.
- Scusami! E’ che … sono troppo, troppo contento di essere qui con te! Mi sembra un sogno … - Non esagerando, Harrison aveva gli occhi lucidi.
 
Misty osservava la scena da esterna. La situazione in cui si era cacciata Emy pareva davvero complicata. Harrison viveva per Emy, questo era fuori discussione. Bastava un semplice gesto, un misero sguardo, una sola parola per capire che quel ragazzo avrebbe sacrificato la propria vita per la sua fidanzata.
 
Emy se ne rendeva conto o no? Nel secondo caso, trovare una soluzione sarebbe stato sicuramente più semplice. Se invece Emy fosse stata davvero consapevole della specialità di Harrison, e nonostante ciò rimanesse comunque sulle proprie posizioni, quella vicenda sarebbe finita tragicamente. In ogni modo.
 
- Misty, ciao! - Harrison spostò il proprio sguardo sulla sua vecchia amica.
- Ciao, tesoro! Che piacere vederti! - Misty e Harrison si abbracciarono in maniera fraterna. A dirla tutta, il fatto che Misty fosse più entusiasta di Emy nel rivedere Harrison era fin troppo palese.
 
- Credevo che tornassi più tardi! - Esclamò Emy.
- Oh, in realtà anche io! - Disse Harrison, sciogliendosi dall’abbraccio con Misty.
- E … ? - Emy era curiosa di conoscere la motivazione che aveva anticipato l’arrivo di Harrison e che quindi l’aveva resa impreparata psicologicamente.
- Beh, è lungo da spiegare, amore … ho utilizzato delle scorciatoie! Meglio così, no? - Harrison riabbracciò Emy, che a stento ricambiò.
- Sì … -
- Ehi, c’è qualcosa che non va? - Harrison si rivolse dolcemente a Emy, osservando i suoi profondo occhi blu. - Misty, è successo qualcosa? -
- No, Harrison, abbiamo avuto una mattinata stancante, Emy ha dovuto guidare due volte. - La prontezza di Misty non si smentiva mai.
- Ah, capisco … Emy, dovresti riposarti! Ti accompagno a letto, va bene? -
- Sto bene, Harrison, non preoccuparti. Piuttosto, mamma dov’è? Sei solo a casa? -
- Tua madre è uscita, era davvero felice quando mi ha visto! Così contenta che è andata al supermarket che fa orario continuato a comprare tante cose buone per festeggiare tutti insieme! -
 
Altro problema catastrofico: Alicia, la madre di Emy, stravedeva per Harrison. E cosa ancora più grave, Rupert Fox, il padre rompipalle per eccezione, non era da meno! Se Emy avesse deciso di lasciare Harrison, Rupert non glielo avrebbe mai perdonato, dal momento che era dell’opinione che l’allenatore di Hoenn constasse di tutti i requisiti necessari per essere un bravo fidanzato. In realtà, il medico non aveva torto.
 
Che fosse Emy quella sbagliata?
 
- Io nemmeno ho fame! - Esclamò Emy scocciata.
- Dai, tesoro, non fare così! Ci sono io qui con te! E non m’intratterrò per due settimane! Ma per ben tre mesi! - Harrison non diede una notizia qualunque. Harrison annunciò LA notizia!
 
Tre mesi?
 
Probabilmente, se Emy avesse accumulato tutti i giorni trascorsi con Harrison nel corso di quei sette anni di fidanzamento, gli stessi nemmeno avrebbero formato tre mesi.
 
- Ma è fantastico! - Esclamò Misty: poteva essere una buona occasione per Emy per far luce sui propri sentimenti, offuscati e assopiti a causa delle prolungate assenze di Harrison.
 
- Tre mesi? Ti senti bene? Hai deciso di prenderti una pausa così lunga? - Chiese Emy, del tutto scioccata.
- Pausa? Stai scherzando, spero! Sai bene che sono un automa da questo punto di vista … comunque ve lo spiegherò quando pranzeremo! Sono così felice! - Concluse Harrison.
- Sono le due e mezzo … mamma ancora deve tornare a casa … ha intenzione di farci mangiare alle quattro? - Si lamentò Emy.
- Non fai altro che piagnucolare, sorellona! - A fare ingresso fu una ragazza di circa diciotto anni: lei ed Emy erano due gocce d’acqua. La ragazza in questione, però, aveva i capelli più corti.
- Hai proprio ragione, Kristie! - La sosia di Emy fu seguita da … un’ulteriore persona fatta con lo stampino. Un’adolescente di circa sedici anni, con i capelli legati.
- Le sorelle Fox al completo! Kristie, Agata! Come state? - Chiese Misty, che conosceva le sorelle di Emy alla perfezione.
- Ciao, Misty! Noi stiamo benissimo, e tu? - Kristie sembrava molto gentile.
- Sempre più favolosa, Misty! - Commentò Agata.
- Anche io sto bene! Agata, sei troppo gentile! -
- Misty! Che bello vederti! - A entrare, fu una giovane donna. E’ opportuno specificare che anche lei era parecchio somigliante a Emy? 
- Alicia! Ciao! - Misty la salutò calorosamente.
- La famiglia è quasi al completo, a quanto pare … - Sussurrò nervosamente Emy.
- Tesoro, ciao! A quanto pare, oggi ci siamo tutti! Rupert dovrebbe tornare a momenti … preparerò il pranzo in men che non si dica! - Alicia si diresse subitaneamente verso la cucina, lasciando il resto della famiglia, Misty ed Harrison nel famoso salotto.
- Che stanchezza, mamma ha comprato di tutto e di più! - Esclamò Kristie, gettando se stessa sul divano color verde bottiglia.
- Se non ci fossimo state noi, chissà come avrebbe fatto a portare tutta quella roba! Emy, tu dov’eri? - Chiese Agata, imitando la seconda sorella maggiore.
- E’ la decima volta che lo spiego nell’arco di questa giornata: ero a Cerulean city perché il professor Oak mi ha incaricato di portare delle alghe curative a Misty! -
- Molto nobile da parte tua, ma papà ha acconsentito? - Chiese Kristie, ridendo sotto i baffi.
- Probabilmente avrebbe voluto che fossi rimasta in palestra, cosa piuttosto insensata dato lo scemare sempre più notevole degli allenatori! -
- La palestra sta forse fallendo? - Chiese Agata, che si divertiva a punzecchiare la sorella.
- Fa caldo, idiota! Magari fallisse! - 
- Lo dico a papà! - Malignò Kristie. Le due sorelline, incuranti di Misty e di Harrison, misero sotto torchio Emy.
- Non ho proprio voglia di essere presa per i fondelli! - Emy iniziò a innervosirsi.
- Tesoro, calma! - Harrison le accarezzò un braccio con l’intenzione di placarla.
- Harrison, è un vero piacere vederti! - La famiglia Fox era definitivamente al completo: a rincasare per ultimo fu Rupert.
- Signor Fox, il piacere è tutto mio! -
- Come stai, figliolo? - Chiese Rupert, mentre era impegnato a liberarsi dal camice.
- Alla grande, anche se sono un po’ stanco! Lei? -
- Sto bene anche io. Oggi avremo l’onore di averti a pranzo, che bello! - Rupert era molto più disteso nei confronti di Harrison. La severità mostrata verso la figlia maggiore sembrò svanire nel nulla.
- Ho da raccontarle molte cose! Appena Alicia preparerà il banchetto, daremo inizio al catalogo degli aneddoti! -
 
Rupert e Harrison risero. Andavano d’accordo. Molto d’accordo. Terribilmente d’accordo. Quell’intesa spaventava ulteriormente Emy. Rendeva il suo stato d’animo ancora più scombussolato di quanto non lo fosse già. Il suo coraggio nel rivelare le sue vere emozioni veniva sempre meno.
 
In fondo, non era la ragazza coraggiosa e spavalda che tutti credevano di conoscere.
 
Alicia era un’ottima cuoca e oltre a essere abile nel preparare le pietanze, era in grado di cucinare davvero velocemente.
Dopo venti minuti, i presenti erano tutti a tavola:
 
- Harrison, tesoro, spero che ciò che ho cucinato ti piaccia! - 
- Alicia, è squisito, come sempre! Sei la migliore! -
- Davvero complimenti, Alicia. Io odio i peperoni, ma questa insalata è buonissima! - Aggiunse Misty.
- Se lo dici tu che detesti i peperoni, Misty, ci credo per davvero! - Rispose Alicia compiaciuta.
- Allora, Harrison, oltre ai soliti episodi che rappresentano la routine per un viaggiatore come te, hai qualcos’altro da raccontare? D’importante, intendo. - Rupert interruppe le banalità espresse sul cibo per concentrarsi su ambiti più seri.
- Sì, in realtà sono un po’ emozionato … c’è una cosa molto importante di cui vorrei informarvi … - Harrison pareva teso, imbarazzo ed emozionato. 
- Che ti prende, Harry? Hai messo incinta Emy? - Domandò Agata in maniera indiscreta. Peccato che nel giro di un secondo si ritrovò catapultata nel lato opposto della cucina a causa di un fortissimo pugno da parte della sorella maggiore.
- IDIOTA! Nemmeno sarebbe stato possibile, per una questione di logica e di tempo! Harrison manca da mesi! -
 
Gli altri risero per la battuta poco delicata di Agata. Anche Rupert: era decisamente più accondiscendente con le figlie minori.
 
Chissà perché pretendeva il massimo solo da Emy.
 
- Tornando al punto … ecco … è una splendida notizia e io non so davvero da dove cominciare … - Harrison continuava a essere impacciato.
- Se è una bella notizia non c’è alcuna cosa di cui preoccuparsi, Harrison! - Alicia gli sorrise.
- Infatti, sicuramente hai raggiunto qualche splendido traguardo nella tua carriera di allenatore! - Aggiunse Agata.
- Dai, Harrison, sputa il rospo! - Concluse Misty.
 
Emy era l’unica davvero preoccupata della titubanza di Harrison; di solito il suo fidanzato era una persona parecchio decisa e risultava così incerto solo quando era sul punto di confessare qualcosa di spiacevole.
 
- Bene … voi, qui presenti … siete i primi a saperlo. - Harrison si bloccò e prima di continuare a parlare, guardò intensamente Emy. - Ho ricevuto un invito di partecipazione alla Kyoto Master League. -
 
Silenzio.
Stupore.
Ammirazione.
Meraviglia.
Sorrisi.
Esultanza.
Congratulazioni.
Complimenti.
 
Nel giro di pochi secondi, si generò un caos senza precedenti.
 
- Harrison, ma è magnifico! Questo vuol dire che sei considerato uno dei migliori allenatori di pokémon al mondo! - Alicia corse ad abbracciarlo.
- Davvero notevole, figliolo! Complimenti, congratulazioni! E’ per questo che dobbiamo festeggiare! - Rupert si limitò a dargli una pacca sulla spalla: tenendo conto della sua freddezza, era il massimo che potesse fare per esprimere la sua stima nei confronti di Harrison.
- Sei un grande, amico mio! - Disse Misty.
- Ho un cognato davvero in gamba! - Esclamò Agata.
- Un portento a dir poco … - Commentò Kristie.
 
Harrison era al settimo cielo. Adorava ricevere complimenti dalle persone che amava.
 
Già, le persone che amava.
 
Istintivamente, il ragazzo si girò per osservare la propria fidanzata, ancora pietrificata dalla notizia:
 
- Emy, hai sentito?! E’ un invito a partecipare alla lega più importante del mondo! -
- Sì, Harrison, ho capito. Complimenti vivissimi. - Gli rispose Emy, in maniera posata.
- “ Complimenti vivissimi “? E’ tutto quello che sai dire? - Per la prima volta da quando era venuto, Harrison si era mostrato seccato per l’atteggiamento scostante di Emy.
- Sì. Ok, sei stato invitato. Invitato, Harrison, invitato. Niente di più, niente di meno. La scalata verso il successo è appena cominciata. Se vorrai gloria, dovrai partecipare e vincere! E non è finita qui! Dopo ci sono i Super Quattro ad aspettarti! -
- Ma non eri tu quella che mi ha insegnato che ogni traguardo, seppur piccolo e magari apparentemente insignificante, deve essere preso in considerazione? Sono cosciente al cento per cento di non aver vinto la Lega, nemmeno vi ho partecipato! Ma sono stato scelto tra milioni e milioni di allenatori! Capisci, Emy? Questo è grandioso! - Harrison cercava di coinvolgere Emy nel proprio entusiasmo, ma invano.
- Rimango sempre della mia idea. Invece di festeggiare rimpinzandoti di cibi grassi e malsani, va’ fuori e inizia gli allenamenti. Non vorrei che il tuo esordio alla Lega sia da principiante impreparato! - Detto ciò, Emy si alzò bruscamente dalla sedia per dirigersi verso il salotto e sbracarsi sul divano.
- I piatti che cucino non sono grassi e malsani! - Ribatté Alicia.
 
Emy non le rispose.
 
- Davvero non ti capisco … - A Harrison era passato l’appetito; perché Emy si comportava così?
- Possiamo chiudere questa stupida discussione qui, per favore? - Chiese Emy, mentre osservava attentamente le doppie punte dei propri capelli, un chiaro gesto di disinteresse nei confronti di Harrison.
- Nessun problema. Parleremo d’altro. - Altra caratteristica tipica del biondino: la capacità di non incazzarsi.
 
L’opposto di Emy Fox.
 
Come ci riusciva Harrison? Come?
 
- Harrison ... dai, racconta qualcos'altro delle tue avventure! - Kristie smorzò l’atmosfera tesa che si era venuta a creare in seguito alla dimostrazione dei modi poco raffinati di Emy. Harrison le sorrise.
 
Sorrise.
 
Per l’ennesima volta.
 
Misty, Alicia e Rupert s’incupirono: Emy non aveva nessuna buona ragione per trattare in maniera così becera Harrison. Il ragazzo aveva fatto nulla di male.
 
Se non scegliere di diventare un allenatore di pokémon.
 
Nel frattempo, a Pallet Town, il laboratorio aveva avuto modo di accogliere un’altra persona, nonché il proprietario stesso.
 
- Nonno, mi stavo preoccupando. Hai tardato a venire. - Disse Gary rivolgendosi al suo parente, pur non degnandolo di uno sguardo, visto che era ancora impegnato a studiare i propri appunti.
- Professor Oak! Salve! - Ash era molto legato al professore, fu molto contento della sua entrata in scena.
- Ash, ciao! Gary, hai ragione, ma mi sono intrattenuto con Rupert  … -
- Ah, allora è vero che era a Viridian city! - Esclamò Ash, ricordandosi della spiegazione di Gary relativa all’assenza dell’anziano.
- Gary non dice bugie, Ash! - Intervenne Tracey.
- Gli dai anche credito, Tracey? - Domandò Gary, impassibile.
- Su, su. State buoni! - Il professore cercò di immedesimarsi nel paciere della situazione.
- Sembri piuttosto stanco, nonno. Siediti! - Suggerì Gary al nonno.
-  Hai ragione, nipote. E’ stata una mattinata frenetica … fortuna che c’era quella santa ragazza! -
- Chi? - Chiese Tracey.
- Emy! La figlia di Rupert, ovviamente! Sapete, Misty mi aveva chiesto delle alghe curative per il suo Gyarados, così Emy si è offerta di portargliele al posto mio. Che tesoro! -
- Ha incontrato Emy? Che fortuna … - Disse Tracey sognante.
- E’ davvero in gamba, quella ragazza. Lei e Misty sono due persone eccezionali! - Disse il professore soddisfatto.
 
Ash provò una singolare sensazione: nostalgia.
Sia per Emy che per Misty. Seppur in maniera diversa.
Ricordava la prima come una ragazza scontrosa, poco sensibile, polemica e all’occorrenza anche maleducata. Sapeva, però, che era una delle persone migliori che avesse mai conosciuto. Probabilmente era quella che più di tutti gli aveva insegnato non solo a combattere, ma anche a vivere.
 
Misty … l’argomento Misty rappresentava un punto interrogativo.
Da quando se n’era andata sette anni prima, Ash si era reso conto di quanto la rossa fosse fondamentale per lui. I suoi modi bruschi, ma allo stesso tempo così dolci; il suo viso così tirato, ma allo stesso tempo così paradisiaco; i suoi occhi scintillanti, ma allo stesso tempo così profondi.
 
Ash non si spiegava cosa provava quando in mente gli veniva Misty. Sapeva solo che era dolce misto ad amaro; felicità mista a tristezza; gioia mista a dolore.
 
Ossimori indecifrabili.
 
O chissà cos’altro …
 
- Ash, che ti prende? Sembri piuttosto pensieroso. - Osservò il professore.
- Eh? Ah … no, nulla … -
- Scommetto che ti mancano le tue amiche! - Sempre preciso, professore!
- No, ma che dice! - Ash arrossì. Per Misty.
- Ti do una bella notizia: dopodomani si terrà la Conferenza dei capi palestra, in vista della Lega di Kyoto. Ci saranno tutti i tuoi vecchi amici: Misty, Emy e Brock! -
- Sì, lo sapevo … -
- E’ probabile che Emy sarà qui già domani. Chiama lei e Misty entro stasera, così vi metterete d’accordo per vedervi! -
- Sì … - 
- Ora, scusatemi ragazzi, ma vado a riposarmi un po’. Ci vediamo più tardi! - Il professor Oak lasciò la stanza per andare a dormire nel suo comodo letto.
- Ragazzi, è ora di mangiare. Preparerò qualcosa di veloce, vi va? - Propose Tracey.
- Fai per te e Gary, Tracey, io torno a casa. Sono qui e non ho ancora visto mia madre! Ah, se volete venire da me, siete i benvenuti! - Ash invitò sia Tracey che Gary.
- Grazie per l’invito, Ash, ma abbiamo parecchie faccende da sbrigare … - Disse Gary.
- Come volete. A più tardi! -
 
Nel giro di cinque minuti, Ash percorse il viottolo disegnato sull’immensa prateria nella quale era immerso il laboratorio di Oak. Era curioso il fatto che quella strada fosse fatta apposta per collegare l’abitazione del professore alla zona dove era situata la casa di Ash.
 
- Mamma, sono a casa! - Esclamò il moro, tirando la porta principale.
- Pika! - A saltargli addosso, per primo, fu Pikachu.
- Ehi, amico mio! Riposato bene? - 
- Ash, che felicità vederti! - Delia strinse i propri arti superiori attorno al collo del figlio.
- Mamma, ciao! Ti trovo bene! -
- Sì, ero preoccupata, credevo fosse successo qualcosa! -
- Tranquilla, mamma, è lo stomaco che mi ha portato qui! -
- Sei sempre il solito! Già è pronto! -
- Che bello! Quanto mi mancavano le tue leccornie! - Ash non ci pensò su due volte: era pronto a soddisfare la sua fastidiosa fame.
- Ash! Prima di iniziare a mangiare, prendi questa! - Delia porse al figlio una lettera, sigillata da uno stemma a forma di sfera poké.
- Uh? Chi me la manda? - Ash scrutò attentamente l’oggetto.
- Non so, non c’è scritto niente … -
- Poco male, apriamola! -
 
Frettolosamente, Ash strappò la busta e in qualche istante assimilò ciò che vi era scritto a caratteri cubitali.
 
- NON CI POSSO CREDERE! -
 
Nello stesso momento, a Viridian city, Misty ed Emy si trovavano nella camera da letto di quest’ultima.
 
- Mi ha chiamato un tizio della Lega, a quanto pare dovremo essere a Pallet già domani. - Disse Emy, appoggiata al proprio letto, mentre era seduta sul pavimento.
- Domani? Potevano avvertirci prima! - Esclamò Misty, assai infastidita.
- Se è per i bagagli non preoccuparti, ho tutto l’occorrente che ti serve. Ti presterò qualsiasi cosa tu voglia! Ho anche uno spazzolino di riserva … -
- Grazie, Emy, mi faresti un favore enorme! Tornare a Cerulean city sarebbe davvero stressante … -
- Non se ne parla minimamente. Questi della Lega hanno rotto già abbastanza … -
- Qualche giorno e saremo libere! -
- A meno che non verremo scelte per far parte dei Super Quattro. - Aggiunse Emy sarcasticamente.
- Non credo che succederà … è vero, siamo considerate tra le migliori, ma … Emy, ci sono capi palestra provenienti da tutto il mondo! -
- Diranno lo stesso … -
- Non possiamo ipotizzare alcunché … nemmeno li conosco, molti di loro … -
- Su, muoviamoci con queste valigie … ah, pernotteremo in un hotel di Pallet … non è molto distante dal laboratorio del professor Oak … - Emy informò Misty.
- Va bene! - Rispose Misty.
 
Al piano di sotto, Harrison aiutava Alicia a lavare i piatti:
 
- Emy, come al solito, se n’è lavata le mani … - Affermò la madre, mentre strofinava il sapone sui piatti.
- Lavare i piatti è una delle cose che Emy odia in assoluto, non la biasimo! - Rispose Harrison, mentre, gentilmente, la aiutava.
- Harrison, ti chiedo scusa per prima. - Disse Alicia seria, riferendosi allo strano atteggiamento della figlia.
- Figurati, Alicia. Ero preparato. Certo, mi sarei aspettato un'Emy non così … diversa. -
- Cosa vuoi dire? -
- Ho notato che negli ultimi tempi mi ha trascurato e non poco. Se non la chiamavo io, lei non si faceva sentire! Quando, quelle rare volte, parlavamo al telefono era strana e poco naturale. Inizialmente ho collegato questo atteggiamento allo stress provocato dal suo compito di capo palestra … ma, Alicia, sono convinto che ci sia dell’altro. -
- Di che tipo, Harrison? -
- Non lo so … forse soffre per la lontananza che ci costringe a non vederci come una normale coppia di innamorati  … ho deciso che più tardi le parlerò, faccia a faccia … senza se e senza ma. Le porrò domande dirette e dovrà spiattellare tutto. -
- Fai bene … tutti i nodi vengono al pettine … -
- Mamma, dov’è il mio vestito verde? - Chiese Emy, scendendo dalle scale.
- Tesoro! - Esclamò Alicia, non aspettandosi che Emy apparisse.
- Che c’è? Parlavate di me? - Chiese Emy, guardandoli sospettosa.
- Assolutamente no! Comunque, è nell’armadio di Kristie … -
- Nell’armadio di Kristie? Perché mai quella dovrebbe avere il mio vestito?! -
- Quello che ti regalai io, vero? - Chiese Harrison.
- No! -
 
Altro colpo incassato.
 
Mancava poco e la goccia avrebbe fatto traboccare il vaso.
 
- Tesoro, avete così tanti vestiti che mi confondo quando li stiro e li metto al loro posto! -
- Beh, cerca di stare più attenta … vado sopra, io e Misty stiamo preparando le valigie! Domani andiamo a Pallet! -
 
In cucina calò il silenzio.
 
- Alicia, devo parlare con Emy. Ora! - Esclamò Harrison.
 
- Allora, trovato? - Chiese Misty mentre piegava delle maglie sul letto di Emy.
- Sì, ce l’aveva quell’ebete di mia sorella … - Rispose Emy col vestito verde in mano.
- Ragazze, scusate. - Harrison fece irruzione nella stanza.
 
Sia Emy che Misty si voltarono improvvisamente.
 
- Sì? - Chiese Emy, con tono di sfida.
- Mi dispiace interrompervi, ma ho urgente bisogno di parlare con te, Emy. -
- Dimmi. -
- No, da soli. -
- Non è molto corretto nei confronti di Misty. -
- Emy, dovete parlare! - Esclamò la ragazza.
 
Emy inarcò le sopracciglia in segno di contrarietà.
 
- Va bene, io e Harrison andremo a fare una passeggiata. Tornerò a breve. -
 
I due fidanzati uscirono dalla stanza, lasciando Misty sola.

Continua ... 

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Capitolo 7
*** L'eterno ritorno. ***


Nota dell'autrice - Scrivere, scrivere, scrivere. xD Giornata tipo di Bilzibup: studio - pranzo - studio - palestra - cena - scrivere - uscire - scrivere - dormire. XD Non so come sia possibile fare tutto ciò in ventiquattro ore °_°, ma SCRIVERE è la mia valvola di sfogo e mai come ora ne ho davvero bisogno. XD
Allora, in questo capitolo, FINALMENTE, Ash avrà un primo contatto con gli altri protagonisti della storia. A breve ci sarà una reunion generale, la quale darà vita a nuovi intrecci tra i personaggi. ;) In ogni caso, niente spoiler. u_u
Ho scelto questo titolo ispirandomi, ovviamente, al grande Nietzsche: tutto, inevitabilmente, torna. Ed è proprio quello che succederà ad Ash.
Gli anni passano, ma certe emozioni sono sempre le stesse, se dai loro la possibilità di essere rivissute ... :)
Buona lettura!

- Ash, tutto ok? - Chiese Delia, preoccupata per l’agitazione mostrata dal figlio.
 
Ash stava tremando. Continuava, però, a tenere tra le mani la lettera che aveva suscitato in lui una reazione così plateale. 
 
- Mamma … -
- Figliolo, dimmi! - Delia era bramosa di sapere.
- E’ un … -
- Un? -
- UN INVITO PER LA KYOTO MASTER LEAGUE! - Urlò Ash.
 
Nella piazza principale di Viridian city, i ragazzini si divertivano a tirare gavettoni ai passanti: gesto non propriamente cortese, ma di sicuro assai rinfrescante! 
 
- Emy, ti senti meglio, adesso?! - Strillò un bambino, sbellicandosi dalle risate, dopo aver praticamente annaffiato la capo palestra del luogo.
- Marmocchio che non sei altro! Te la farò pagare! - Replicò Emy, totalmente zuppa d’acqua.
 
Il bimbo, insieme ad altri compagni, continuò a deridere Emy. Poco dopo, il gruppetto si allontanò per evitare di dover fronteggiare la ragazza in un incontro di pokémon: sapevano bene quanto fosse suscettibile.
 
Nonostante non fosse dell’umore giusto, Harrison si fece scappare una lieve risatina:
 
- Dai, almeno non potrai lamentarti per il caldo! -
Emy gli sorrise a sua volta: - Già … -
 
Silenzio.
Silenzio imbarazzante. 
 
- Ecco … ti va … se ci sediamo da qualche parte? - Chiese Harrison.
- C’è una panchina proprio lì. - Rispose Emy, indicando un punto preciso dello spiazzo.
- Va bene … - I due si avvicinarono all’oggetto avvistato da Emy e si sedettero.
- Allora? Di cosa devi parlarmi? - Chiese Emy direttamente.
- Di nulla in particolare, a dire il vero … vorrei capire il motivo della tua stranezza. -
- Sono mai stata normale, io? -
- Emy, per favore … -
- Comunque non c’è alcunché di preoccupante, Harrison. Sono semplicemente stanca. A causa della palestra. -
- Solo a causa della palestra? -
 
Emy si bloccò. Harrison, forse, aveva capito tutto.
Come era solito fare lui.
 
- Sì. -
 
Bugiarda.
 
- Beh, non sembra proprio. Sembra, in realtà, che tu ti sia stancata di me. -
- Una cosa del genere non potrebbe mai accadere. -
 
Molto bugiarda. 
 
- Allora perché ti comporti male con me? -
- Non lo faccio solo con te. Ma con tutti. Ti chiedo scusa. -
- Dovresti essere abbastanza matura per capire che non puoi scaricare i tuoi problemi sugli altri. Piuttosto, dovresti aprirti. Chiudendoti in te stessa, non risolvi nulla, Emy! Parlami! Solo così, io potrò aiutarti … -
 
Reazione contraria. Emy smise di fiatare.
 
- Ecco … - Sospirò Harrison.
 
Emy chiuse la bocca e pareva intenzionata a tenerla serrata fino a quando quella discussione non sarebbe terminata.
 
Improvvisamente, Harrison le afferrò entrambe le mani. Era in vena di soliloqui:
 
- Ascolta … so che non sono un fidanzato presente … come ben sai, la mia carriera di allenatore di pokémon non me lo permette … io giro per il mondo, tu sei una dei capi palestra più forti … siamo entrambi estremamente impegnati … sette anni fa non potevamo prevedere questo … eravamo dei ragazzini, Emy, avevamo solo quindici anni! Certo, tu eri bravissima già allora, eri conosciuta a Kanto … adesso il tuo nome è famosissimo, anche in America parlano di Viridian city … grazie a te! Quanto a me … ero ammirato perché, pur essendo un adolescente, ero riuscito ad arrivare in semifinale a un torneo così importante come quello della Conferenza Argento … ora sono considerato tra i cento migliori della Terra … le nostre vite non possono essere paragonate a quelle di giovani “ normali “ … credevo che fossi abbastanza matura da capirlo, forse non è come credevo … - 
 
Emy non riuscì a controbattere, in quanto nel giro di mezzo secondo i due ragazzi furono interrotti da … 
 
- Preparatevi a passare dei guai! -
- Dei guai molto grossi! -
- Proteggeremo il mondo dalla devastazione. -
- Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione. -
- Denunceremo i mali della verità e dell’amore. -
- Estenderemo il nostro potere fino alle stelle. -
- Sono Jessie! -
- E io James! -
- Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce! -
- Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere! -
- Miao, proprio così! -
 
- Il Team Rocket! Cavoli, è da anni che non vi vedo! Il vostro motto è sempre lo stesso? - Domandò Emy in tutta calma.
 
Vi fu una caduta generale da parte di Jessie, James e Meowth! 
 
- Mocciosa eri e mocciosa rimani! Il nostro motto dovrebbe incuterti timore! - Replicò Meowth.
- E comunque, se ci stai accusando di poca originalità, il motto l’abbiamo cambiato eccome! - Aggiunse Jessie.
- Siamo ritornati alle origini solo per renderci riconoscibili! - Concluse James.
- Oh, cielo! Le vostre abitudini non sono minimamente cambiate! - Disse Emy, incrociando le braccia.
- A quali abitudini ti riferisci? - Domandò Meowth.
- Rompere le scatole nei momenti meno opportuni! - Ribatté la ragazza piuttosto arrabbiata.
- Abbiamo interrotto un’adorabile scenetta romantica? - Jessie canzonò Emy.
-  Non proprio, ma siete di troppo comunque. - Rispose Emy.
- Emy, cara, per il Team Rocket non esistono momenti inopportuni per agire. Ora sganciate i vostri pokémon! - Minacciò James.
- Perfetto, diamo inizio alla solita commedia! - Emy cacciò dalla tasca sinistra dei suoi jeans una sfera poké.
- Emy, ma questi sono quei tipi … - Harrison fu interrotto dalla ragazza.
- Non ricordo in che circostanza tu li abbia conosciuti, Harrison, di sicuro alla Conferenza Argento. Ma vedi, questi tizi mi hanno rotto l’anima per ben tre anni, ogni santo giorno! A quanto pare, siamo tornati ai vecchi tempi! -
- Dobbiamo farli fuori! - Disse Harrison, prendendo anch’egli una propria sfera poké.
- Se vogliamo risolvere i nostri problemi, credo proprio di sì! - Esclamò Emy.
- Oh, oh! C’è aria di crisi? - Sogghignò Jessie.
- Poveri ragazzini, e dire che anni e anni fa sembravano così innamorati! - La seguì Meowth.
- Tutte le cose belle hanno una fine, a quanto pare! - James rincarò la dose.
- Adesso basta! Sapete che vi dico? Mi era mancato farvi saltare in aria per l’ennesima volta! Vulpix, scelgo te! - Emy lanciò la propria sfera poké, dalla quale uscì Vulpix.
- Blaziken, scelgo te! - Harrison corse in aiuto di Emy.
- Woobat, vai! - Urlò Jessie.
- Yamask, scelgo te! - Disse James.
 
I pokémon del Team Rocket si trovavano di fronte a quelli di Emy e di Harrison.
 
- Dal momento che non ho voglia di perdere tempo, userò, anzi, useremo le maniere forti! - Affermò Emy.
 
Nei combattimenti di pokémon, i due fidanzati si capivano al volo. Forse solo in quelli!
 
- Oh … sì! - Harrison aveva capito cosa volesse intendere Emy.
- Blaziken, Vulpix, FUOCOBOMBA! - Urlarono all’unisono i due allenatori.
 
I pokémon obbedirono senza problemi, dando vita a una vampata sensazionale che si scagliò contro il Team Rocket stesso.
 
- IL TEAM ROCKET E’ PRONTO A PARTIRE ALLA VELOCITA’ DELLA LUCE! - Urlò il trio, con pokémon annessi, mentre spiccava il volo.
- Ricordavo che fossero scarsi, ma non a tal punto! - Disse Emy, seguendo il lunghissimo salto dei tre nel cielo.
- Non dimenticare che hai usato la mossa di fuoco più potente … o meglio, abbiamo usato … - Aggiunse Harrison.
- Vulpix, rientra. -
- Anche tu, Blaziken. -
 
Chiusa la parentesi “ Team Rocket “, calò, di nuovo, il silenzio.
 
- Ehi, sei stata grande! - Esclamò Harrison, porgendo la propria mano a Emy.
 
La ragazza rimase confusa da quel gesto. Poi sorrise.
 
- Anche tu. - Emy strinse la mano di Harrison.
- Spero … spero che tu abbia capito. - Iniziò Harrison, riallacciandosi al discorso precedente.
- Non ci sono problemi, Harrison. - Disse la ragazza.
- Come? Non ci sono problemi? - Chiese Harrison sbigottito.
- No. Ho sentito molto la tua mancanza. Hai ragione, la lontananza è devastante. Ma ciò che conta, è che tu adesso sia qui, no? - 
- Sì, sono qui. Ma non sarà per sempre! E’ probabile che dopo la Kyoto Master League tornerò a viaggiare! -
- Non siamo ragazzi normali … l’hai detto tu. La nostra vita è proiettata al futuro: incontri galattici, lotte spaziali … tutto questo è … grandioso! Ma non durerà per sempre, Harrison. Quindi, possiamo scegliere di aspettare, pur perdendo molto … perché certi momenti non tornano indietro o … -
- O? - Chiese Harrison impaziente.
- Niente, lascia stare. Le paranoie non mi sono mai piaciute. Saranno il tempo e la nostra volontà a decidere. -
 
Harrison si avvicinò a Emy, s’inginocchiò e le strinse entrambe le mani:
- Emy, io ti amo. Vorrei che tu lo capissi una volta per tutte. -
- L’ho sempre saputo. -
- E so per certo che anche tu mi ami! Tu mi hai sempre dato dimostrazioni concrete … so di poter contare su di te … e non sarà di certo uno stupido periodo di confusione a farci separare. Sai, io sono convinto … di una cosa … -
- Cosa? - Chiese Emy, fissando Harrison. 
- Se tu venissi scelta per far parte della squadra dei Super Quattro … sono davvero SICURO … che rifiuteresti … perché non mi metteresti mai i bastoni tra le ruote! -
 
Un momento.
Harrison scherzava o faceva sul serio?
Se era uno scherzo, non era per niente divertente.
 
- Oh … - Emy rimase attonita.
- Vero? - Chiese speranzoso il ragazzo.
- Sì … -
 
Stupida.
Bugiarda.
 
Perché Emy voleva complicare ulteriormente le cose?
 
- Ne ero sicuro! - Harrison abbracciò la propria ragazza, poi la baciò sulle labbra. - Emy, ti prometto che vincerò la Kyoto Master League! -
 
Vuoto.
 
Giunse velocemente l’ora di cena.
A Pallet Town era festa.
Delia, al pari di Alicia, se la cavava davvero bene in cucina.
 
Ash era considerato uno dei migliori allenatori in circolazione. Altrimenti non avrebbe mai ricevuto un invito per la lega più importante del mondo!
 
Per l’occasione, a casa Ketchum, erano stati invitati Tracey, Gary e il professor Oak.
 
- Sono davvero fiero di te, Ash! - Commentò Samuel, intento a gustare un pezzetto di torta salata.
- Ora, però, non montarti la testa … - Aggiunse Gary.
- Devi dare il meglio di te! - Esclamò Tracey.
- Mio figlio! E’ eccezionale! - Cinguettò Delia.
- Pika! - Concluse Pikachu.
- Grazie a tutti. Nemmeno io ci credo ancora! - Disse Ash un po’ imbarazzato.
- Ash, hai fatto quello che ti ho suggerito oggi? - Gli chiese il professore.
- Eh? Cosa, professore? -
- Ma insomma, Ash! Non sei affatto un buon amico! - Lo riprese Oak.
 
Il moro ricordava fin troppo bene il consiglio del professore: chiamare Misty ed Emy!
Ash voleva farlo. Sarebbe stato contentissimo. C’era un problema, però.
 
Come avrebbero reagito Misty ed Emy?
 
Conoscendole, Ash sapeva benissimo che erano risentite nei suoi confronti. D’altra parte, avevano perso i contatti da anni!
 
Eppure Ash era convinto che un filo, seppur minimo, li legava ancora … 
 
- E’ davvero un peccato. Misty ed Emy sono delle ragazze così care! - Mugugnò Delia.
- Beh, si sa che Ash si fa scappare ciò che di più prezioso c’è … - Chissà chi era che aveva fatto quest’osservazione? 
- Gary, fatti gli affari tuoi! - Ribatté Ash.
- Ash, secondo me un tentativo potresti farlo! - Suggerì Tracey.
- Vorrei tanto, Tracey, ma ho timore … che non vogliano saperne più niente di me … - Osservò Ash, piuttosto sconsolato.
- Ash, perché non vi sentite più? - Chiese Oak.
- Per tante ragioni, professore … o forse per nessuna … è faticoso essere in viaggio e rimanere in contatto con i propri cari. A stento ci riesco con mamma! Poi Misty ed Emy sono comunque molto indaffarate e quindi … -
- … i rapporti si sono affievoliti sempre di più. - Concluse Gary.
- Esattamente. - Aggiunse Ash.
- Il videotelefono è di là, Ash. - Disse Delia.
- Eh?! - Ash sperava vivamente che il discorso fosse chiuso.
- Dai, Ash, non farti pregare. Sono sicuro che Misty ed Emy saranno contentissime. - Disse Gary, consapevole di colpire Ash in un punto sensibile.
 
Il corvino si sentì messo alle strette.
 
- E va bene. Avete ragione. Credo che anche Misty ed Emy debbano sapere dell’invito che ho ricevuto. Sono state le mie prime compagne di viaggio … -
 
Ash si diresse verso il videotelefono.
Ebbe qualche attimo di esitazione.
Chi avrebbe dovuto chiamare per prima?
Ovviamente, ignorava che Misty fosse ospite di Emy.
 
- Chiamerò prima Emy! Ricevere un rifiuto da lei sarà meno doloroso … piuttosto che riceverlo da Misty. - Pensò Ash.
 
Il ragazzo consultò la rubrica telefonica di Delia, trovò il numero di casa Fox e lo digitò sulla tastiera.
 
Sullo schermo apparve Kristie. 
 
- Salve, qui è casa Fox! Oh, Ash! Che sorpresa incredibile! - Esclamò la ragazza.
- Ehi, Kristie. Come butta? -
- Non ci posso credere, sei … sei diversissimo! -
- Cresciuto forse! All’inizio, mi son detto: “ Oh, ecco Emy! “! -
- Davvero? Beh, lo prendo come un complimento! -
- Non saprei! -
 
I due risero di gusto.
 
- Dimmi, è Emy che stavi cercando? -
- Sì … in realtà sì … -
- Purtroppo al momento non è in casa! E’ uscita con Harrison un paio d’ore fa ... -
- Oh, Harrison è lì? - Chiese Ash stupito. Sapeva bene che il ragazzo era molto più girovago di lui.
- Sì! E non conosci la notizia delle notizie! Ha ricevuto un invito per la Kyoto Master League! Non è meraviglioso, Ash?! - 
 
Ash sussultò. Harrison sarebbe stato un suo potenziale rivale.
 
- Sì, fantastico … -
 
Mentre Ash e Kristie parlavano, Misty si trovò per puro caso a passare proprio nel campo visivo del moro.
 
Entrambi rimasero esterrefatti.
Misty si chiese perché Ash stesse parlando con Kristie.
Ash si chiese perché Misty si trovasse a Viridian city!
 
- Oh, Ash, hai visto che sorpresa? Misty è qui con noi, vuoi salutarla? -
 
Nonostante ci fosse lo schermo di mezzo, Ash e Misty non smettevano di fissarsi.
 
Ancora una volta, Ash fu assalito da quella insolita sensazione.
 
Kristie si rese conto di essere di troppo.
 
- Ehm … Misty, lascio la cornetta alzata, ok? - Kristie si tolse dalla postazione e tornò in camera sua.
 
Misty, a passi molto lenti, si avvicinò all’apparecchio telefonico. Non aveva smesso, nemmeno per un minuto, di guardare Ash. Il ragazzo non era stato da meno.
 
- Ciao … ciao Ash! - Il volto di Misty s’illuminò.
- Ehi … Misty! Che bello rivederti! -
 
Misty si sedette, poi prese fiato.
 
- Oddio … saranno … saranno anni che non ci vediamo! - 
- Scommetto che hai avuto uno shock nel vedermi così cresciuto! -
- No … in realtà no … ho sempre seguito i tuoi incontri in tv e quindi, in questi anni, ho avuto modo di seguire i tuoi progressivi cambiamenti fisici … forse, sei tu quello scioccato nel vedermi! -
 
Ash era così intrappolato nella sua stessa ansia al punto di non notare quanto Misty fosse diventata un’altra: era … era semplicemente fantastica. I suoi lineamenti si erano addolciti ulteriormente ed erano resi ancora più luminosi grazie al leggero make up applicato sul viso. I capelli erano sciolti e non più raccolti in quella codina di cavallo laterale. Il fisico, beh, il fisico … 
 
- Ash, cosa stai fissando? - Gli chiese Misty assai indispettita.
- Eh? Io? Oh? Niente! -
- Misty?! - Quella voce era davvero familiare.
 
Emy era appena tornata a casa. E con lei c’era Harrison.
 
- Emy! - Esclamò Misty.
 
Emy osservò il videotelefono. Non credeva ai propri occhi.
 
Ash Ketchum? Che parlava con Misty?
Dal videotelefono di casa sua?
 
- Ehilà, Emy! Ciao, Harrison! - Salutò Ash, un po’ intimorito.
- Ehi, Ash! - Harrison rispose con un gran sorriso.
- Ash Ketchum! - Emy richiamò l’attenzione a sé.
- Emy Fox! - Ash la imitò.
- Vergognati! - Replicò la ragazza.
- Ecco, lo sapevo … - Pensò Ash.
- Utilizzi lo stesso berretto da dieci anni! -
 
Caduta generale da parte di Ash, Misty e Harrison.
 
- Sei impazzita o cosa?! - Domandò Ash, rialzandosi.
- Beh, l’originalità non è mai stata il tuo forte! Inoltre, si vede che la tua scatola cranica non si è ingrandita di un millimetro da quando avevi dieci anni!- Ribatté Emy.
- Cos’hai da ridire sul mio cappello?! Battuta squallida, comunque! - 
- Nulla, nulla … non essere permaloso, dai!-
- E’ davvero bello vedervi uniti come una volta, ragazzi! - Esclamò Harrison.
- Bei tempi andati! - Commentò Emy.
- Credevo che foste infuriate con me! - Spiegò Ash.
- Caro, il mondo non gira attorno a te! - Disse Emy.
- Io sì! Sono infuriata con te, Ash Ketchum! - Urlò Misty.
- Perché lui è importante per te! Per me, invece, non conta un emerito caz … -
- Emy! - Harrison la interruppe.
- Sempre gentile! - Disse Ash.
- Comunque, Ash Ketchum, credo che sarai ben felice di sapere che io e Misty domani saremo a Pallet Town! Ah, e anche Brock, ovviamente … ma sai, ho litigato con lui! - Disse Emy.
- Eh? Hai litigato con Brock? Credevo che non vi sentisse da secoli! - Rispose Ash.
- Infatti ci siamo incontrati fortuitamente … -
- Perché poi? -
- Non t’interessa. - Rispose Emy, secca.
- Che palle che sei! -
- Ragazzi, la cena è pronta! - Alicia interruppe quel simpatico teatrino.
- Oh, arriviamo, Alicia! - Harrison corse in cucina.
- Beh, la conversazione finisce qui, Ketchum, ma non disperare: purtroppo, e sottolineo, purtroppo, saremo costretti a vederci domani! - Emy seguì Harrison.
 
Questa volta, i superstiti nella conversazione, furono Ash e Misty.
 
- Ash … sono davvero, davvero felice! - Disse la ragazza.
- Anche io … e parecchio sollevato, anche. Credevo che mi odiaste … -
- Non ti ho mai odiato, Ash! Certo, è stato brutto non sentirti per tutto questo tempo … credevo … credevo che ti fossi dimenticato delle persone che ti vogliono davvero bene … -
- No, Misty … io … io … -
- Misty! La cena è pronta! - Emy chiamò l’amica dall’altra stanza.
- Ash, devo staccare! -
- Va bene … avremo un’altra occasione per parlare … e ti assicuro che sarà molto presto! -
 
Misty sorrise. 
 
- Ci vediamo domani, Ash! -
 
La videochiamata fu interrotta.
 
In fin dei conti, non era stato poi così difficile.
 
Ash si era tolto un peso dallo stomaco.
 
Emy era sempre la solita. Ma Ash la conosceva e sapeva benissimo che sotto sotto le aveva fatto piacere sentirlo.
 
Misty …
 
Il solito punto interrogativo.
 
Una cosa, però, era certa.
 
Misty, per Ash, significava felicità.
 
Niente più ossimori indecifrabili.
 
Felicità e basta!
 
Tornato in cucina, l’allenatore trovò gli altri in attesa.
 
- Allora, com’è andata? - Chiese il professor Oak.
- Benissimo! - Ash allargò la bocca, mostrando un sorriso a trentadue denti.
- Che ti avevo detto? Dovresti seguire più spesso i miei consigli! - Esclamò il professor Oak.
- Ha ragione! - Esclamò il moro. 
 
Era davvero una Pasqua!
 
Gary, invece, sembrava immerso nei propri pensieri.
 
L’indomani non tardò ad arrivare.
 
Misty ed Emy avevano preso il primo bus per Pallet Town; nel giro di due ore, sarebbero arrivate.
 
- Proprio non riesco a capire perché abbia deciso di chiamarti! - Misty ragionava ad alta voce, riferendosi, ovviamente, ad Ash.
- Sei gelosa, Misty? - Chiese Emy, non curante dell’argomento.
- Per niente! E’ che sto cercando di collegare … -
- Sprechi tempo. Ash Ketchum non ha un’intelligenza tale da programmare duplici finalità o da far sorgere sospetti. Adesso, gentilmente, finché puoi, riposa, perché stanotte non abbiamo dormito! -
- Io credo che Ash sia molto maturato! -
- Al pari di una mela? Magari, è diventato marcio. -
- Dico sul serio, Emy! Quello di ieri, non era il solito Ash! -
- Era lui, con circa trenta cm in più … di altezza, s’intende. Non credo che lì dove non batte il sole sia cresciuto rispetto a dieci anni fa! - Emy cominciò a ridere fragorosamente.
- Emy! - Misty arrossì.
- E dai, Misty, hai quasi venti anni! Ti scandalizzi ancora? -
- No … però … aaaah, ma che pensieri mi fai fare! -
- C’è poco da fantasticare … è l’immaginazione quella che conta, la realtà sarebbe fin troppo deludente! - Emy rise ancora.
 
Misty era diventata paonazza. Così, fu pronta a cambiare argomento.
 
- Ieri com’è andata con Harrison? -
- Malissimo. - Rispose Emy, impassibile.
- Eh? Perché? Sembravate tranquilli, quando siete tornati a casa! E anche a cena, addirittura scherzavate! -
- Calma apparente. -
- Se le cose vanno male come dici, perché sei così calma? -
- Perché finalmente ho capito che non sono io quella sbagliata. O almeno, non sono l’unica che ha difetti. -
- Che ragionamento stupido, Emy … nessuno è perfetto! -
- Credevo che Harrison lo fosse. Pensa, mi ha praticamente implorato, seppur in maniera molto abile, di rifiutare di entrare nella squadra dei Super Quattro, nel caso in cui me lo chiedessero! -
- Cosa?! - Misty strabuzzò gli occhi.
- Hai capito bene, Misty. Ha iniziato a parlare da solo, facendo girare il discorso intorno al presunto amore che provo per lui. E’ convinto che, se mi dovessero chiedere di entrare a far parte dei Super Quattro, io rifiuterei. Per lui. Per non mettergli i bastoni tra le ruote, visto che, se dovesse vincere la Lega, dovrebbe scontrarsi con me, ipotetica Super Uno, Due, Tre o Quattro. -
- Emy, non ci credo! -
- Oh, credici eccome! -
- Però … però forse Harrison non ha tutti i torti! Non fraintendermi, non condivido il suo ragionamento! Ma … a te non entusiasma l’idea di entrare nel gruppo dei Super Quattro, giusto? -
- Non rifiuterei. -
- Perché? -
- Mi rendo conto che è un lavoro molto più duro di quello di un capo palestra, ma sarà sicuramente più eccitante. E poi, non sarà per sempre, ma solo per questa occasione! La prossima lega mondiale si terrà tra dieci anni e io non so se riavrò un’opportunità simile … a conti fatti, mi conviene. Visto che è stato deciso che la mia carriera sarà quella di capo palestra, che sia una carriera sfavillante! -
- Oh … - Misty davvero non comprendeva l’essere lunatica di Emy. 
- Adesso, se non ti spiace, schiaccio un pisolino. Good night, Misty, sweet dreams! -
 
Emy iniziò a ronfare sin dal primo momento e pareva disturbare i presenti nel bus.
 
- Ehm, perdonatela … è molto stanca! - Si giustificò Misty, con tanto di gocciolona sulla fronte.
 
Trascorse le due ore, le ragazze furono fermate allo stazionamento dei bus, che non distava molto dall’hotel dove avrebbero soggiornato.
 
- Stavo pensando che potremmo posare i bagagli e andare dal professor Oak! - Disse Misty.
- Certo, non c’è problema. - Emy accolse la proposta della rossa.
 
L’albergo era modesto, né troppo grande, né troppo piccolo. Il suo vantaggio consisteva nel fatto che si trovava in una zona abbastanza centrale.
Posati i bagagli e disfatti alla bene e meglio, Misty ed Emy si diressero verso lo studio del professor Oak.
 
- Oh, cavoli! - Esclamò Misty, mentre camminava.
- What’s wrong? - Chiese Emy.
- Ho dimenticato quelle pratiche da consegnare per la Lega! -
- Oh, ti converrà tornare in albergo. Andiamo insieme, se vuoi. -
- No, non preoccuparti. Vai dal professore, io ti raggiungerò dopo! -
- Ok, Misty! -
 
La rossa si allontanò, facendo proseguire solo Emy.
 
La specialista di pokémon di fuoco bussò alla porta del laboratorio.
Ad aprirle, dopo qualche minuto, fu Gary, che sembrava parecchio assonnato.
 
- Ehm, forse sono d’impiccio! - Esclamò Emy.
 
Quando Gary vide Emy davanti a sé, cercò di ricomporsi:
 
- Oh, ma figurati … ciao, Emy. -
- Gary, il professor Oak è qui? - Chiese, sbirciando il laboratorio dall’esterno.
- No, in realtà no … credo stia alla sede dove stanno allestendo la Lega … non so che cavolo c’entri, lui … -
- Il professore è peggio del prezzemolo! Ma d’altra parte è uno degli uomini più potenti e preparati della regione di Kanto, non bisogna stupirsi! -
- Alla sua età dovrebbe smetterla di fare una vita così movimentata … oh, che maleducato che sono … entra pure, se vuoi! - 
- Oh, grazie, non avrei mai ripercorso tutta la strada al contrario! -
 
Gary rise fragorosamente.
 
- Eppure ho sempre pensato che fossi una tipa atletica. - Il ragazzo chiuse la porta.
- Lo sono eccome! Ma non ho dormito bene stanotte e quindi sono un po’ stanca. -
- Oh, accomodati pure, allora. O se vuoi, c’è il mio letto. -
 
COSA? 
 
Emy assunse un’espressione molto stranita.
 
- Ah. -
- Oh, non fraintendere! C’è anche la stanza degli ospiti! - Gary cercò di rimediare.
- No, Gary, non preoccuparti, va tutto alla grande! -
 
Cosa stavano blaterando entrambi?
 
- Emy! - Tracey spuntò all’improvviso, era ancora in pigiama.
- Oh, ciao, Tracey! -
- Che piacere immenso averti qui, al laboratorio! - Tracey versione adulatore mode: on.
- Addirittura! - Sorrise la ragazza.
- Posso offrirti qualcosa? - Chiese Gary.
- No, grazie! - Emy si sedette su uno sgabello.
- Così, domani, è il grande giorno! - Esclamò Tracey.
- Già … in tutta onestà, non vedo l’ora che tutta questa tiritera finisca! - 
- Sei molto diversa da come appari … - Commentò Gary.
- Oh, che vuoi dire, Gary? - Chiese Tracey.
- Gary crede che io sia sportiva, piena di energie e intelligentissima … invece sono solo una povera disperata con circa dieci ore di sonno in arretrato! -
 
Gary rise nuovamente, seguito da Tracey ed Emy stessa.
 
- Non credevo nemmeno che fossì così simpatica … pensavo fossi una di quelle tipe serie … - Aggiunse il castano.
- Uhm, lo pensano in tanti e non capisco ancora il perché! - Osservò Emy.
 
Dopo qualche secondo, il professor Oak era tornato.
 
- Emy! - 
- Professor Oak! Rieccomi qui! - Esclamò la ragazza raggiante.
- Sono felice che tu sia qui! C’è anche Misty? -
- Sì, verrà a breve, aveva dimenticato del materiale sulla Lega in albergo. - Spiegò Emy.
- Ieri Ash si è finalmente deciso a chiamare te e Misty! - Il professore rise.
- Non aveva il coraggio? - Chiese Emy.
- Sai, credo che Ash sia ancora molto immaturo per affrontare al meglio determinati rapporti … soprattutto quelli riguardanti il gentil sesso … -
- Lo è sempre stato. Certo, è preoccupante che lo sia ancora a venti anni suonati! - Ridacchiò Emy.
- Oh, sono perfettamente d’accordo. - Aggiunse Gary.
- Ash stravede sia per te che per Misty. Anche se in maniera differente. - Sorrise il professore.
- Mi faccia indovinare: io rappresenterei una sorella maggiore per Ash, mentre Misty … beh, Misty è la ragazza di cui Ash è innamorato da quando aveva dieci anni, peccato che non se ne sia mai reso conto! - 
- Bravissima! - Il professore si complimentò con Emy.
- Professore, ho viaggiato con Ash per più di tre anni: sono un’ottima osservatrice! -
- Spero che riuscirà a rendersene conto … - Disse il professore.
- Lo farà, se stimolato a dovere. Tre anni non sono serviti a nulla … - Emy incrociò le braccia.
- E’ senza speranze, Emy. Non credo che riuscirai a smuovere qualcosa dentro di lui … - Disse Gary, sorseggiando una tazza di caffè.
- Un conto è avere dieci anni e un conto è averne venti, non credi? - Ribatté Emy.
- … e un altro conto è chiamarsi Ash Ketchum! - Rispose Gary.
 
Emy rise tantissimo.
 
- Certo che è simpatico suo nipote, professore! - Disse Emy, rivolgendosi a Oak.
- Lo so, lo so. - Anche il professore rideva.
 
- Salve a tutti! - Misty, trafelata, entrò nel laboratorio.
- Misty! - Tracey corse ad abbracciarla.
- Tracey! Che cosa bella rivederti! - Misty ricambiò affettuosamente.
- Misty! Spero che le alghe curative abbiano sortito gli effetti sperati! - Disse il professore.
- Decisamente! Gyarados sta molto meglio, ma aveva cominciato a riprendersi già da prima! -
- Ne sono davvero felice! Oggi pomeriggio dovrete essere all’Altopiano, vero? - Chiese il professore.
- Sì, ma è stata una perdita di tempo quella di farci venire così presto … dobbiamo consegnare solo alcune carte … - Disse Emy.
- Emy, non ti vedo molto entusiasta. E dire che sei tra le favorite! - Rise il professore.
 
Emy si limitò a sorridere, Misty la osservò: a quanto pare, davvero non le sarebbe dispiaciuto diventare una dei Super Quattro.
 
- Emy, il professore e gli altri sono al lavoro, forse risultiamo d’intralcio … che ne dici, andiamo a casa di Ash? Saluteremo anche Delia! - Propose Misty.
- Potete rimanere qui quanto volete.- Aggiunse Oak.
- Non si preoccupi, professore. Per quanto mi riguarda sono venuta anche per salutare Delia. - Disse Emy.
- Va bene, semmai ci vediamo più tardi. - Concluse Samuel.
 
Emy e Misty salutarono. Uscirono dal laboratorio e si trovarono a percorrere il viottolo che aveva come punto d’arrivo casa Ketchum.
 
- Delia, come mi è mancata … spero che, vedendomi, si ricorderà che la caprese è il mio dolce preferito! - Esclamò Emy.
Misty assunse un’espressione sarcastica: in fondo, Emy, una cosa in comune con Ash, ce l’aveva: la passione per il cibo!

Continua ... 

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Capitolo 8
*** Nessuno può star solo. ***


Nota dell’autrice - Ecco a voi un nuovo capitolo! *-* Anche questa volta sono parecchio soddisfatta! ^^ Piccola precisazione (e anticipazione XD): più avanti c’è una scena in cui Emy e Ash parlano; Ash chiede alla ragazza se Misty abbia avuto dei fidanzati, mentre lui era in viaggio. Emy gli fa un elenco delle relazioni amorose della rossa, focalizzando l’attenzione su un ragazzo, Michael. Se qualcuno ha giocato a Pokémon Oro/Argento/HeartGold/SoulSilver, noterà che c’è un’analogia con questi videogiochi: ricordate quando, una volta giunti a Kanto, per sfidare Misty, la si doveva andare a pescare sul promontorio di Cerluean City?! E che in quell’occasione, la nostra eroina era in dolce compagnia?! Mi sono sempre chiesta CHI fosse quel tizio (che poi, fra l’altro, scappa pure -.-) … è vero che tra videogiochi e anime non ci sono punti in comune di questo genere (altrimenti i personaggi di Misty e Brock dovrebbero essere presenti in tutto il videogioco, almeno per quanto riguarda Blu, Rosso, Verde Foglia, Rosso Fuoco e Giallo! XD Nemmeno in Ash Gray, che segue pedissequamente la storia del nostro “ campione “, sono presenti!), ma ho sempre pensato che potesse costituire un indizio … poi, chissà!
Il titolo è semplice da spiegare: la storia è incentrata sui RAPPORTI. Sembra così scontato da dire … ma … quanto sono stupide quelle persone che affermano che “ TUTTI SONO UTILI E NESSUNO E’ INDISPENSABILE “ ?
Che visione triste della vita.
Buona lettura!
 
- Ragazze! Che bello rivedervi! - Delia Ketchum aveva adorato Emy e Misty sin dal primo momento: credeva che le due costituissero un’ottima guida per il figlio; Misty era coetanea di Ash, ma mentalmente era davvero parecchio avanti rispetto a lui; Emy, invece, era più grande del moro di due anni, nonostante ne dimostrasse almeno cinque in più. E’ proprio per questo motivo che a Delia non erano mai andate a genio Vera, Lucinda e Iris: le considerava troppo frivole e immature.
 
- Il piacere è tutto nostro, signora Ketchum! - Esclamarono all’unisono Misty ed Emy, trovandosi ancora sulla soglia della porta.
- Entrate, ragazze! Ho proprio voglia di fare quattro chiacchiere con voi! - Disse Delia facendo la cerimoniosa.
- Finalmente una chiacchierata tra donne! - Affermò Emy. 
 
Le tre si sedettero in cucina. Delia preparò del tea e offrì delle fette di torta.
 
- La caprese di Delia Ketchum! Oh, lei mi ha letto nel pensiero! - Esclamò Emy alla vista del suo dolce preferito.
- E’ stata una fortuna! Sono stata avvisata del vostro arrivo troppo tardi, altrimenti l’avrei preparata apposta per te, Emy! - Sorrise la donna.
- Sempre troppo gentile! Avrei voluto che Ash avesse ereditato molto di più da lei … -
 
Le tre risero.
 
- Allora, ragazze, cosa mi raccontate? - Chiese Delia.
- A Cerulean city è tutto ok, in palestra nessuna novità. - Rispose Misty.
- Anche a me lo stesso, sono solo un po’ scocciata per questa conferenza che si terrà domani … - Aggiunse Emy.
- E con i ragazzi? - Delia rivolse loro un occhiolino.
 
DELIA IMPICCIONA!
 
Le due arrossirono.
 
- Oh, ehm … io sto sempre con lo stesso, Harrison! Quello alto, biondo, con gli occhi chari … - Iniziò Emy.
- E’ davvero un bel legame il vostro, si vede che siete innamorati! - Esclamò la madre di Ash.
- Ehm … sì, davvero tanto! - L’imbarazzo di Emy tornò di nuovo a galla.
- E tu, Misty? - 
- Io … ecco, io … sono single! -
- Capisco. - Concluse Delia.
- Ma … Ash dov’è? - Chiese Emy, che solo allora si era accorta della sua assenza.
- Oh, Ash è ancora a letto. Che poltrone che è … - Rispose Delia rassegnata.
- Io direi di andare a svegliarlo. - Propose Emy.
- Beh, in effetti sì, siete venute proprio per lui … - Aggiunse Delia.
- Sbagliato, signora Ketchum. Questa affermazione, tutt’al più, può valere per Misty. Io sono venuta solo per lei! - Replicò Emy.
 
Delia rise: - Sei sempre la solita! -
 
- Misty, visto che i miei modi di buttare Ash giù dal letto si rivelerebbero fin troppo turbolenti e brutali, che ne dici se andassi tu? - Misty colse tutta la malizia presente nella domanda (trappola) di Emy.
- Ehm … certo! Vado di sopra! - Misty si affrettò a salire, con l’unico fine di fuggire da quella situazione imbarazzante che Emy aveva generato.
 
Andiamo, era così palese che Misty fosse ancora invaghita di Ash! Ma “ invaghita “ era il termine giusto? 
 
Misty era INNAMORATA di Ash.
 
Emy lo sapeva. Delia, che scema non era, l’aveva intuito chissà da quanto.
 
Da anni, probabilmente.
 
Misty notò che la porta della camera di Ash era chiusa; l’aprì cercando di non far rumore.
 
La stanza era completamente al buio. La ragazza non volle accendere la luce artificiale, sapeva bene che poteva essere un gesto assai fastidioso.
 
Ricordava, però, dove era situato il letto: nella parte sinistra della camera.
 
A piccoli e lenti passi, Misty portò se stessa verso quella direzione. Non si accorse, però, di una sfera a forma di Voltorb che si trovava a terra. La poverina, a causa del giocattolo, inciampò, cadendo a peso morto sul povero Ash, ancora sognante e ignaro di tutto.
 
- ODDIO! - Ash urlò, dopo aver accusato anche un discreto dolore alla spalla, visto che dormiva in posizione fetale.
- Ash! - Esclamò Misty, praticamente sdraiata sul ragazzo.
- Mi … Misty?! - Ash era totalmente confuso.
- Scusami! Io volevo svegliarti! Ma sono inciampata su non so cosa che … - Misty parlava ad alta voce, ma il buio non le permetteva di vedere il suo interlocutore.
- Oh, figurati … mamma mia, che spavento … - Ash era affannato.
- Perdonami, Ash! Ti ho fatto prendere un bello spavento … - La voce di Misty era sottile e dolce.
- Non preoccuparti, Misty! Più che altro … non riesco a vederti! - I due scoppiarono a ridere per l’assurdità di quella situazione.
 
Improvvisamente, però, il lampadario si accese; e solo allora si resero conto di quanto fossero terribilmente vicini.
 
- Che state combinando, voi due? - A illuminare la stanza era stata Emy, la quale, all’entrata, osservò i due con aria interrogativa.
 
In effetti, quella scena poteva essere fraintesa molto facilmente!
 
- No, ti possiamo spiegare! - Replicò Misty.
- Ma figurati, non devi darmi spiegazioni! Anzi, se volete, tolgo il disturbo! - Ribatté Emy.
- Misty è inciampata sulla mia sfera a forma di Voltorb! - Spiegò Ash.
- Ah, capisco. Forse non voleva disturbarti accendendo la luce. Io, invece, non mi sono fatta il minimo problema! - Ridacchiò Emy.
- Che tempismo, poi! - Aggiunse Misty.
- Non lo definirei tempismo, tesoro. Io e Delia stavamo parlando e all’improvviso si è sentito questo fracasso esagerato, così sono venuta a controllare che fosse tutto apposto. L’importante è che non vi siete fatti male. A dopo, guys! - Emy lasciò Misty e Ash nuovamente soli.
 
Ci fu un interminabile silenzio.
 
Misty si voltò verso Ash, il quale già la stava fissando.
 
La ragazza arrossì. Non riusciva a scrollarsi di dosso la vergogna per ciò che era successo.
 
Ma perché? Erano grandi amici. Avevano molta confidenza.
 
Forse, erano trascorsi troppi anni …
 
- Misty, va tutto bene? - Chiese Ash in maniera premurosa.
- Sì, Ash. Scusami ancora … -
- Ehi, è l’ennesima volta che ti scusi! Quasi non ti riconosco! - Sorrise Ash.
 
Già. Lo stesso sorriso che l’aveva fatta innamorare.
 
Le guance di Misty avvamparono ulteriormente. Ash, per quanto fosse idiota, non poté non notare il cambiamento radicale del colore della cute di Misty.
 
- Oh … forse è meglio scendere da Delia ed Emy! - Affermò la rossa.
- Sì … certo … - Ash si alzò dal letto e, insieme a Misty, raggiunse Delia ed Emy.
 
Le due erano nella stessa, precedente postazione.
 
- Ash, tutto ok? Credevamo che fosse successo qualcosa! - Esclamò Delia con una leggera preoccupazione.
- Non preoccuparti, mamma, è stato solo un piccolo incidente! - Rispose Ash con parecchio imbarazzo.
- E’ incredibile. - Iniziò Emy. - Sei diventato davvero altissimo! Ricordo ancora i tempi in cui ti prendevo in giro perché eri molto più basso di me … -
- Beh, quei tempi sono finiti, cara! - Rispose Ash, compiaciuto.
- Purtroppo, oserei dire. Mi divertivo davvero tanto … - Sospirò Emy.
- Oh beh, anche io. In realtà, credo che siano stati i migliori … - Affermò Ash con nostalgia.
 
Misty ed Emy si guardarono, poi osservarono il moro con stupore.
 
Entrambe sorrisero. 
 
- Siete davvero un bel gruppo … peccato che manchi Brock! - Sospirò Delia.
- A proposito, vuoi spiegarmi perché hai litigato con Brock?! - Chiese Ash con un’immane curiosità.
- Ripeto: non sono fatti tuoi. - Rispose Emy in maniera gelida: il ricordo di Brock l’aveva resa nuovamente nervosa.
- Emy, ricordo che tu e Brock eravate particolarmente legati. - Intervenne Delia.
- Sì, signora Ketchum, ho sempre considerato Brock come il mio migliore amico … una persona meravigliosa! Ma sa, le cose cambiano … ci si dimentica, degli amici. -
- Mi dispiace … - Aggiunse Delia con una nota di tristezza.
- Non si preoccupi! Se il legame tra me e Brock è abbastanza forte, la nostra amicizia tornerà ad essere quella di un tempo! - Esclamò la specialista del fuoco. Delia le accennò un sorriso.
 
Il cellulare di Emy squillò.
 
Era Harrison.
 
La ragazza sospirò, prima di rispondere:
 
- Pronto? - 
- Ciao, tesoro. Buongiorno! - Rispose Harrison. Sembrava pimpante.
- Ciao, come va? - Emy si sforzò di essere cordiale.
- Tutto bene! Sono in macchina, la conversazione sarà breve. -
- Oh, e dove stai andando? -
- A Pallet! -
- Cosa?! - Emy urlò così tanto che Misty, Delia ed Ash si spaventarono e di brutto anche.
- Sì, non hai letto il giornale o guardato il tg? - Chiese Harrison.
- No … perché? -
- Tutti gli allenatori chiamati per la Kyoto Master League dovranno presentarsi a Pallet entro una settimana … dato che tu sei già lì, ho pensato di anticiparmi, così trascorreremo più tempo assieme! Te l’ho promesso … -
 
Harrison era meraviglioso, come sempre.
 
Purtroppo. 
 
- Tesoro, sei davvero gentilissimo! Ma mi dispiace disturbarti … - Farfugliò Emy.
- Per me è un piacere, lo sai bene! -
- Tra quanto sei qui? Io sono a casa di Ash! -
- Tra cinque minuti! - Esclamò Harrison entusiasta.
- Oh! - Altro urlo da parte di Emy.
- Ehi, contieni la contentezza! Ci vediamo tra poco! - Chiamata interrotta.
 
Emy fissò il telefonino per qualche istante, fino a quando non udì la voce di Misty:
 
- Era Harrison? -
- Sì, proprio lui. -
- E sta venendo qui? - Chiese Delia.
- Sì. A quanto pare, i partecipanti alla Kyoto Master League dovranno recarsi a Pallet entro questa settimana … -
- Ragazze … - Iniziò Ash.
- Sì? - Chiesero Emy e Misty all’unisono.
- In realtà ieri ho chiamato Emy per un motivo per ben preciso, ma poi non ho avuto modo di dirvi che … -
- Che? - Emy e Misty inarcarono le proprie sopracciglia.
- SONO STATO INVITATO ANCHE IO! - Urlò Ash.
 
Silenzio.
 
- Dove? - Chiese Misty.
 
Caduta da parte di Ash! 
 
- Ma come dove? Alla Kyoto Master League! - Ribatté Ash infastidito.
- Ash, ma è meraviglioso! - Esclamò Misty: quasi non riusciva a contenere la propria contentezza!
- Cosa?! Certo che è caduta proprio in basso, questa Lega! - Emy era parecchio meravigliata.
- Idiota! - Controbatté Ash.
- Sarà davvero interessante, questa Lega. Anche Harrison è stato invitato. - Aggiunse Misty.
- Sì, lo so … - Disse Ash.
- Uh? Come fai a saperlo? - Chiese Emy.
- Me l’ha detto tua sorella ieri, quando le ho parlato tramite videotelefono. - Rispose Ash.
- Ah, interessante. Beh, c’è una piccola probabilità che sarete nuovamente sfidanti … - Replicò Emy.
- Sì, lo so bene. - Rispose Ash.
 
In quel momento, bussarono alla porta.
 
- Sarà Harrison. - Affermò Emy.
- Vado ad aprirgli! - Delia si affrettò a raggiungere la porta: una volta aperta quest’ultima, constatò che il nuovo ospite era proprio Harrison.
- Salve, signora Ketchum! E’ da un po’ che non ci vediamo! - Harrison era sempre molto gentile.
- Harrison! Che bello vederti! Emy aveva previsto che fossi tu! Prego, accomodati! - Delia gli fece strada.
- Salve a tutti! - Esclamò Harrison, dopo aver visto Ash, Emy e Misty.
- Ehi, ciao, amico mio! - Ash si avvicinò a Harrison e i due si strinsero la mano.
- Ciao, Ash! -
- Chiamami pure rivale numero uno! - Ribatté il moro.
- Oh? Non ci credo, sei stato invitato anche tu! - Harrison era incredulo.
- Esattamente, e ti posso assicurare che, in caso di sfida tra me e te, non andrà a finire come alla Conferenza Argento! -
- Staremo a vedere! -
- Sembrano molto determinati! - Esclamò Misty.
- A quanto pare … - Aggiunse Emy.
- Ragazzi, che ne dite se oggi pranzaste qui? - Chiese Delia in maniera molto accomodante.
- Certo! - Esclamarono tutti all’unisono.
 
Mentre Delia era impegnata a cucinare, Misty e Harrison le davano una mano. Emy, invece, era uscita per prendere un po’ d’aria fresca. Si sedette su uno dei gradini che anticipavano la porta d’ingresso di casa Ketchum.
 
Ash la raggiunse dopo qualche minuto:
 
- Ehi, Emy, disturbo? -
- Uh? No, Ash. - 
- Posso sedermi accanto a te? -
- Certo! E’ casa tua. - Rise Emy.
 
Ash si sedette, ma rimase in silenzio.
Emy conosceva bene l’amico: sapeva che quel suo atteggiamento corrispondeva alla sua incapacità di dire qualcosa di imbarazzante.
 
- Beh? C’è qualcosa che non va? - Chiese Emy.
- No … in realtà … volevo chiarire ciò che è successo prima … con Misty. -
 
Emy sbuffò sonoramente:
 
- Ash, perché continuate a scusarvi? A me non può fare che piacere! -
- Sì, ma sai … non vorrei che ci fossero fraintendimenti … -
- Conosco Misty come le mie tasche … semmai dovesse succedere qualcosa tra di voi, sarei la prima ad essere informata! -
- Fantastico … - Commentò Ash, in maniera sarcastica.
- Sono la sua migliore amica. Ricordi questo, no? -
- Certo … senti, Emy … c’è una domanda che vorrei farti … - Balbettò Ash.
- Ovvero? -
- Visto che sei amica di Misty … insomma volevo sapere … qualcosa di ciò che è successo durante questi anni, mentre io ero in viaggio … -
 
Emy fissò Ash per qualche secondo, poi gli rise praticamente e sfacciatamente in faccia.
 
- Che cavolo ridi?! Ah, sapevo di non poterti fare una domanda del genere! - Ash arrossì.
- Sei il solito tordo, Ketchum! Come faccio a riassumerti ciò che è successo in sette anni?! -
- Vabbè, a linee generali … uffa, non aggredirmi sempre! -
- Ma sii più preciso! C’è qualcosa di specifico che vuoi sapere? -
- Sì. Misty ha avuto dei ragazzi? - Ash fu molto diretto e deciso, nonostante l’evidente rossore sulle goti.
 
Emy non credeva alle sue orecchie.
 
- Ash, non so se l’hai notato, ma Misty è diventata una ragazza stupenda. In realtà, è sempre stata bellissima. Adesso, però, è una donna. Inoltre, non è solo bella, ma è anche intelligente, perspicace, spregiudicata e abilissima con le lotte di pokémon. Ora, rispondi alla tua domanda da solo. -
 
Ash si scoraggiò e non poco.
 
- Adesso è fidanzata? - Chiese timoroso.
- No, adesso no. Oh, intendiamoci: Misty ha avuto diversi ragazzi ma al massimo saranno stati due o tre … -
- E chi sono? Dai, racconta. - Incalzava Ash.
- Come sei invadente! - Ribatté Emy.
- Ti prego … - Ash supplicò l’amica.
- Ok. Partirò dalle origini. Il primo si chiama Georgio. Diede un appuntamento a Misty al Faro di Cerulean city, per dirle che gli piaceva e che voleva uscire con lei. Misty rifiutò, in quanto disse che c’era qualcun altro nel suo cuore … Georgio, saputo questo, non insistette, ma anzi, cercò di starle vicino … in un certo senso, aveva capito che Misty non stava bene. Hanno trascorso parecchie giornate insieme, fino a quando Misty ha deciso di seguire il cervello piuttosto che il cuore, dandogli un’altra chance. D’altra parte, era un ragazzo adorabile … -
- E poi? - Chiese Ash, dopo l’interruzione di Emy.
- Poi le cose non sono andate come Georgio sperava. La loro relazione è durata quattro mesi. Misty, inizialmente, credeva di aver trovato la felicità. Poi, inaspettatamente, la persona di cui è sempre stata innamorata le è tornata in mente … e quindi, per il bene suo, ma anche per quello di Georgio, ha deciso di essere sincera … -
- E questo Georgio come l’ha presa? -
- Malissimo. Il giorno dopo, è andato via da Cerulean city. Di lui, nessuna notizia. -
- Ah … e … gli altri? -
- Ha avuto una breve relazione con un certo Maurice, un tizio che è venuto a sfidarmi in palestra non so quante volte … di splendido aspetto, senza dubbio. Ma ha le palle di fieno in testa, addirittura a confronto tu sei migliore di lui! -
- Ehi! - Si lamentò Ash.
- Evidentemente Misty ha un debole per i tizi dalle sinapsi bacate. Comunque, fortunatamente, grazie ai miei consigli, si è resa conto di quanto Maurice fosse poco adatto a lei. E’ per questo che lui mi odia, Misty gli piaceva davvero tanto! Però, ogni volta che viene in palestra, gli do il ben servito, è molto scarso con i pokémon … -
- Finiti qui? -
- No. Non ti ho parlato del più importante. - Rispose Emy.
- E … chi sarebbe? - Chiese Ash. Voleva scoppiare dalla curiosità e dal dolore: non credeva che Misty potesse essere stata toccata da qualcun altro. Non sapeva perché, ma il solo pensiero gli dava troppo fastidio.
- Un certo Michael … quella volta Misty volle mantenere il segreto. Non parlò di Michael nemmeno a me. - Disse Emy, ricordando la vicenda.
- Come mai? - Ash continuava l’interrogatorio.
- Ancora oggi non mi è del tutto chiaro, Ash … credo che con Michael, Misty stesse davvero bene. Un giorno, ero a Cerulean city con Kristie, dovevamo fare degli acquisti … in realtà questa era la scusa ufficiale, perché mia sorella aveva un appuntamento con un ragazzo e mi aveva chiesto di accompagnarla … era parecchio nervosa … il tipo le disse di venire sul promontorio di Cerulean, che, non so se lo sai, è un posto dove si riuniscono tutte le coppiette … io accompagnai Kristie fin lì, poi me ne sarei andata ovviamente … peccato che qualcosa attirò la mia attenzione … -
- E cioè? -
- Mi sembra ovvio, no? Misty che amoreggiava con quel tipo! -
- Oddio! - Ash sussultò.
- Non ti stupire, Ash Ketchum. Tu non eri presente! -
- Lo so, ma … non mi sarei mai aspettato una cosa del genere! -
- Beh, non dirlo a me. In quella circostanza litigai con Misty. Ero convinta che noi ci dicessimo tutto … poi però la compresi. -
- Perché? -
- Perché è una storia complicata. Michael e Misty erano diventati prima amici, poi fidanzati. Sono stati insieme per ben tre anni! In pratica, si sono lasciati l’anno scorso! -
- Tre anni?! Ma è tantissimo! - Esclamò Ash.
- Non urlare! Non vorrei che Misty sapesse che ti ho spifferato tutta questa roba! - Emy tappò la bocca ad Ash.
- Sì, scusa … ma … io … davvero, è incredibile! Sono stato assente per così tanto tempo ed è successo di tutto e di più … -
- Non sei l’unico che vive, Ash. Dovevi aspettartelo! -
- E non sai perché si sono lasciati? -
- Misty non l’ha mai spiegato chiaramente … ma io credo di sapere quale sia il motivo … -
- E qual è? -
- Oh, adesso basta, Ash! Mi stai sommergendo di domande! Non puoi ottenere tutto in maniera così facile! Per una volta, sforzati! Già ti ho detto fin troppo … -
- Hai ragione, grazie Emy. Sei una vera amica. -
- Ash, perché ti interessa così tanto Misty? Non mi sembra che in passato lei ti stesse a cuore … -
- Questo non è vero, Emy! E’ una grossa bugia! - Protestò Ash.
- Non hai mai dimostrato chissà che! Comunque meglio chiudere il discorso qui, ne parleremo meglio un’altra volta … - Emy si alzò e rientrò in casa: - vado a dare una mano a tua madre! -
 
Ash rimase immobile, seduto sul gradino. Emy gli aveva fornito notizie scioccanti! Misty aveva avuto una vita sentimentale piuttosto movimentata, mentre lui era in giro per il pianeta! Ma di cosa si meravigliava? Misty aveva tutte le carte in regola per essere una ragazza ambita e ammirata …. Era lui, quello che viveva fuori dal mondo …
 
Quando Emy entrò in cucina, Misty si avvicinò a lei, sussurrandole qualcosa:
 
- Di cosa stavate parlando, tu ed Ash? -
- Niente di particolare … soliti discorsi monotoni di Ash … - Rispose Emy.
- Capisco … - 
- Sii fiduciosa. - Affermò Emy.
- Eh? - Misty non capì.
- Dico davvero. Sii fiduciosa. Ciò che hai sempre desiderato, presto l’otterrai. -
 
Emy si allontanò dall’amica per raggiungere Delia e per aiutarla a tagliare le zucchine.
 
Misty la seguì con lo sguardo.
 
Cosa voleva dire?
 
Durante il pranzo, si parlò principalmente della Lega:
 
- Uhm, e quali sarebbero le regole di questa Lega? - Chiese Delia, curiosa.
- Non sono molto diverse da quelle delle altre leghe pokémon … il torneo in sé si svolge sempre allo stesso modo … e chi vince dovrà poi battere i Super Quattro, che verranno scelti tra i capi palestra che domani parteciperanno alla Conferenza … non mi sono ancora chiari i criteri di scelta, probabilmente si ricorrerà alla votazione, anzi è sicuro … beh, queste sono le regole! Prima i Super Quattro non erano necessariamente capi palestra, ma allenatori scelti dalle precedenti edizioni! - Spiegò Emy.
- Capisco … come mai c’è stato questo cambiamento relativo ai capi palestra? - Chiese Delia.
- Non saprei … ci sarà spiegato tutto domani! Probabilmente perché i capi palestra allenano pokémon di un determinato tipo … ciò vale anche per i Super Quattro! Da questo punto vista non è una scelta così poco sensata … - Commentò Emy.
- Ma i capi palestra sono obbligati ad accettare? - Chiese Ash.
- Beh, di certo non possono puntarti una pistola alla fronte. - Aggiunse Misty: - Un capo palestra, se non vuole, può anche rifiutare. -
- Voi cosa fareste, nel caso veniste scelte? - Chiese Ash. Harrison sorrise, convinto di conoscere la risposta di Emy.
- Da premettere che non credo che, tra tanti capi palestra, verrei scelta … nel caso in cui ciò accadesse, rifiuterei. Preferisco concentrarmi sulla mia palestra. - Rispose Misty.
- Sono della stessa opinione. - Emy si accodò piuttosto velocemente a Misty, la quale le lanciò uno sguardo di disapprovazione, visto che conosceva la verità. Ma Emy sembrava piuttosto tranquilla.
- Perché, Emy? - Chiese Delia.
- Perché quoto Misty, già stare in palestra è una tortura, figuriamoci diventare una del team dei Super Quattro. -
- In realtà, Emy non mi metterebbe mai in difficoltà! - Aggiunse Harrison, orgoglioso.
 
Emy gli sorrise forzatamente. Misty continuava a non essere d’accordo con quella farsa: di certo, però, non poteva confessare la verità! Era una questione troppo delicata. Più che altro, si chiedeva dove volesse arrivare Emy.
 
- Sbaglio o hanno bussato? - Chiese Harrison, voltandosi verso la porta d’ingresso.
- Non sbagli, vado io. - Ash si alzò e si diresse verso la porta: quando la aprì, fu molto sorpreso di vedere chi aveva di fronte!
- Sorpresa! -
- Brock! - Esclamò Ash. - Amico mio! - I due si abbracciarono.
 
Accanto a Brock c’era anche Lea. Ash la conosceva.
- Ciao! - L’allenatore salutò la ragazza, che ricambiò calorosamente. 
- Vorrei salutare tua madre! - Disse Brock.
- Certo, venite pure! - Ash condusse Lea e Brock nella cucina. L’allenatore di pokémon roccia fu molto sorpreso nel vedere Emy e Misty, le quali non furono da meno.
- Toh, guarda chi si vede! - Esclamò Emy, in maniera sarcastica.
- Ehi, Brock! - Harrison lo salutò.
- Ciao, Harrison! Come va? - Brock ignorò Emily.
- Molto bene, a te? -
- Non c’è male, grazie. -
- Harrison, che fai? Ti allei col nemico? - Chiese Emy, lanciando uno sguardo infuocato al proprio ragazzo.
- Nemico? - Harrison ignorava quello che era successo tra Emy e Brock.
- Nulla di grave, Harrison. Emy è la solita bimbetta capricciosa. - Aggiunse lo scuro di pelle.
- Io capricciosa? Ma come ti permetti? - L’atmosfera s’infiammò.
- Dai, ragazzi, calma! Emy, cerca di sistemare le cose … non è successo nulla di grave … - Affermò Misty.
- Zitta tu! Voi non potete capire! - Emy tornò a fissare Brock, il cui sguardo non sembrava per niente comprensivo: forse anche lui aveva sofferto per la reazione di Emy.
- Non voglio dar vita a situazioni spiacevoli, la discussione è rimandata a un’altra occasione, Emily. - Brock, dopo aver detto questo, iniziò a rivolgersi cordialmente nei confronti degli altri presenti, Harrison compreso.
 
Ovviamente Emy non gradì, motivo per il quale uscì dalla stanza e andò a farsi un giro.
 
- Che idiota! Se gli altri sapessero, mi darebbero ragione! - Emy sbraitava a voce alta e, senza accorgersene, era arrivata nei pressi del laboratorio di Oak. 
 
Da lì scorse un piccolo ruscello vicino al quale stazionavano dei Poliwag. La ragazza lo raggiunse, si sedette e iniziò a scagliare piccoli sassi nel ruscello stesso, mentre, accovacciata, teneva il proprio capo appoggiato alle ginocchia.
 
- Qualcosa non va? - Mentre Emy era immersa nei suoi pensieri, si avvicinò qualcuno. 
- Oh, ciao Gary! - Emy si voltò per salutarlo.
- Non hai risposto alla mia domanda … - Disse il ragazzo, avvicinandosi a lei.
- Già, sono furibonda! - Esclamò Emy molto arrabbiata.
- Come mai? - Chiese lui, sedendosi accanto a lei.
- Ho avuto un diverbio con Brock e sono sicurissima di aver ragione! Lui, però, sfruttando il fatto che gli altri non sanno cosa è realmente successo tra noi, fa la parte del superiore, ignorandomi! Misty, poi, che lo avalla pure … -
- Ti va di raccontarmi quello che è successo? - Chiese Gary, in maniera comprensiva.
- Non c’è un episodio ben preciso … ho sempre tenuto tanto a Brock, lo consideravo e lo considero ancora il mio migliore amico! Ma, da quando sette anni fa mio padre mi ha costretto a tornare a Viridian city, il nostro rapporto si è incrinato. Anzi, non è il termine giusto questo! Magari fosse successo qualcosa di brutto e fosse peggiorato, sarebbe stato un processo più naturale! La verità è che la nostra amicizia è venuta meno sempre di più … il rapporto si è … come dire … afflosciato … -
- Purtroppo i rapporti sono destinati a cambiare, o in meglio o in peggio. Non voglio dare ragione a Brock, ma mi rendo conto che stando in viaggio, è difficile sentirsi tutti i giorni con i propri amici … soprattutto con quelli con cui hai viaggiato e con i quali sei stato a contatto ventiquattro ore su ventiquattro! - Rispose Gary.
- Sì, Gary, hai ragione, ma non è solo questo! Il tuo ragionamento è giusto, ma se Brock fosse una persona imparziale, un comportamento del genere dovrebbe valere per tutti! Il 22 maggio è il compleanno di Ash e Brock gli ha fatto un regalo … il mio invece è l’8 maggio e non si è nemmeno degnato di farmi gli auguri … lo so, forse è una stronzata enorme, ma mi sono sentita trascurata, dimenticata e … soprattutto ferita! Chiamami pure infantile, non me ne importa! -
 
Gary osservò Emy: si stava sfogando come non mai. Con lui!
 
Possibile che dimostrasse le sue debolezze in maniera così … ingenua?
 
Gary osservò il ruscello per qualche istante, poi rispose alla ragazza:
 
- Emy, mi dispiace davvero tanto. Non credo che tu sia infantile, anzi … sei una persona schietta e sincera e lo ammiro molto. Brock ha indubbiamente sbagliato, ma probabilmente ha avuto una dimenticanza … anche io sto male quando i miei cari dimenticano il mio compleanno, ma non è una vera e propria dimostrazione d’amicizia … pensa che ci sono persone che mi odiano ma che fanno buon viso a cattivo gioco … e quindi gli auguri me li fanno lo stesso! Io credo che se tu fossi stata in difficoltà, Brock non avrebbe esitato ad aiutarti … e poi ripeto, stando sempre in viaggio, è normale che ci si senta poco … -
- Sì, ma … -
- Ti piace stare al centro dell’attenzione, vero, Emy? - Chiese Gary.
- Cosa?! -
- E’ una mia idea, ma d’altra parte, è più che legittimo da parte tua … tu sei così … così … -
 
Emy, inspiegabilmente, arrossì.
 
Le parole di Gary furono interrotte da una voce che proveniva da lontano:
 
- Emy! Dove sei?! -
- Oh, questo è Harrison! - Esclamò Emy, ancora più esasperata.
- Harrison è qui? Colgo l’occasione per salutarlo. - Gary si alzò.
- No, per favore! - Urlò Emy.
 
Gary si voltò di scatto. Cosa significava quel “ no, per favore “?
Il ricercatore guardò il volto dell’allenatrice per qualche istante, in attesa di una risposta.
 
- Scusami, non farci caso … non mi sento molto bene … - Emy si alzò di scatto, sorpassò Gary e si diresse verso Harrison, che iniziava a essere intravisto.
 
- Ehi, che fine avevi fatto? - Chiese Harrison, avvicinatosi ad Emy.
- Nulla, avevo voglia di stare un po’ da sola. - Rispose lei freddamente.
- Ehi, Harrison! - Gary si avvicinò alla coppia.
- Oh … ciao, Gary! E’ da anni che non ci vediamo! - Harrison non riusciva a capire perché Gary ed Emy si trovassero nello stesso luogo.
- In effetti sì … sempre più affascinante! - Esclamò Gary, con tono scherzoso.
- Magari! - Controbatté Harrison.
- Emy era seduta in riva al ruscello, le ho chiesto se andasse tutto bene, ma a quanto pare voleva stare un po’ da sola, quindi nulla di grave, giusto Emy? - Domandò Gary, facendole un occhiolino in segno d’intesa.
 
Gary l’aveva coperta; aveva capito che, forse, non aveva tanta voglia di parlare dei suoi problemi con gli altri.
 
- Sì … proprio così … - Sussurrò la ragazza.
- Grazie per averla tenuta d’occhio, Gary. Questa zona è un po’ isolata. - Disse Harrison, avvolgendo Emy in un abbraccio.
- Figurati, qui c’è il laboratorio … ci sono sempre io nelle vicinanze. Beh, ora torno a lavorare … è stato un piacere averti visto dopo tanto tempo, Harrison! Ah, ho sentito dire in giro che sei stato invitato alla Kyoto Master League … che dire: in bocca al lupo! - Gary salutò e si diresse verso il laboratorio.
- Crepi … - Rispose Harrison.
 
Emy non proferì parola. Osservò Gary per qualche istante.
 
Gary. Sì … Gary Oak.
 
- Allora, vuoi spiegarmi cos’è successo con Brock? - Insistette Harrison.
- Un’altra volta. Adesso devo andare in albergo a ritirare dei documenti … -
 
La ragazza, in silenzio, si allontanò, mentre Harrison, lì impalato, la seguiva con gli occhi.
 
- Arriverà il giorno in cui ti capirò al cento per cento, Emily … - Sussurrò il ragazzo.

Continua ... 

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Capitolo 9
*** La tensione è una brutta bestia! ***


Nota dell’autrice - Chiedo scusa per il ritardo, ma ho impiegato parecchio tempo a correggere e a revisionare i capitoli precedenti, dal momento che erano presenti errori di battitura e di distrazione … se, leggendo, trovate qualcosa del genere, segnalatemelo … provvederò subito! XD Ho poi uniformato il font per tutti i pezzi della storia! ^^ Tornando a noi, il suddetto capitolo è decisamente di snodo. E’ fondamentale, insomma. Notare l’idea di chiamare il presidente della Lega “ Satoshi Tajiri “, uahahahah. U_U Ero indecisa tra lui e Takeshi Shudo, ma quest’ultimo, in pace all’anima sua, era contrario alla pokéshipping, quindi … proprio no! Ù.ù Non voglio perdermi in troppe parole, quindi, buona lettura! *o* <3
Ps: capitolo non molto lungo, ma pokéshipposo. u.u
 
Emy era stata messa in ridicolo dalla flemma di Brock, davanti agli occhi di Ash, di Misty, di Delia, di Harrison e di Lea: l’indole esplosiva della ragazza non sempre portava a risultati ottimali. E si vedeva!
 
Umiliata e moralmente sconfitta, aveva lasciato casa Ketchum, nonostante gli inutili tentativi di trattenerla esperiti da Misty e da Harrison.
 
- Idiota … ma non disse che sarebbe arrivato a Pallet direttamente domani? Disgraziato … -
 
Senza nemmeno rendersene conto, Emy aveva raggiunto un piccolo ruscello colmo di Poliwag, nelle vicinanze del laboratorio del professor Oak. Lì, si era fermata per fare una sosta, ma rimase sola per poco: per uno strano scherzo del destino, quel pomeriggio Gary si immedesimò nel confidente più intimo della ragazza; senza contare che il suddetto confidente era sul punto di rivelarle qualcosa di … interessante. In quel momento, però, a spezzare tal momentaneo sodalizio fu Harrison.
 
Dopo, Emy si diresse all’Altopiano per consegnare dei documenti relativi alla Lega; poi tornò in albergo e si infilò sotto le coperte, nonostante fossero solo le sette di sera.
 
- Inutile … ha spento il cellulare … è irraggiungibile … - A casa di Ash, i presenti erano in pensiero per la loro amica. Misty aveva provato a mettersi in contatto con lei telefonicamente, ma con scarsi risultati.
- E’ un’immatura … certe volte mi fa davvero perdere le staffe! - Esclamò Harrison, con una punta di rabbia.
- Scusate, la colpa è anche mia … conoscendola, avrei dovuto far finta di niente … - Affermò Brock molto dispiaciuto.
- No, ma figurati, Brock … è lei che deve capire che ormai non è più una bambina. - Aggiunse Harrison.
- Sì, amore, tu non c’entri! - Disse Lea.
- Che brutto affare … e dire che prima era così distesa! - Disse Delia.
- Ragazzi, vi state agitando fin troppo: è da anni che non viaggio con Emy, ma la conosco bene. - Intervenne Ash.
- Che vuoi dire? - Domandò Harrison.
- Sappiamo bene che è una persona altamente egocentrica … per quanto lei accusi continuamente me di esserlo! Ora è arrabbiata perché è stata contraddetta, o ancora peggio, ignorata … datele il tempo di metabolizzare e giungere alla conclusione che non è superiore ad alcuno e vedrete come tornerà la Emy di sempre! -
- Ash, la tua saggezza mi stupisce! - Esclamò Misty, in stato di ammirazione.
- Beh, dopo sette anni, qualche progresso l’ho fatto anche io! - il moro sorrise alla rossa.
- E va bene … aspetteremo che sia lei a farsi viva. - Concluse Harrison.
 
Gli altri annuirono.
 
Più tardi, Brock e Lea salutarono, diretti nello stesso albergo in cui, in quel momento, Emy stava dormendo. Delia aveva proposto sia a Harrison che a Misty di pernottare a casa.
 
- E’ davvero un pensiero gentile da parte sua. - Disse Harrison.
- Già, sarebbe stato un vero problema tornare in hotel … Emy non mi avrebbe fatto entrare … - Aggiunse Misty.
- Siete i benvenuti, ragazzi! Harrison, tu sistemati sul divano in soggiorno, è ampio e spazioso, starai nella comodità più assoluta! Misty, tu vai pure in camera di Ash. - Disse Delia fornendo istruzioni.
- E Ash? - Domandò Misty.
- Non preoccuparti, Misty! Dormirò accanto a te … nel sacco a pelo, s’intende! - Intervenne Ash.
 
Il viso di Misty assunse le sembianze di un pomodoro: lei e Ash avevano dormito svariate notti insieme, perché in quel momento era pervasa da una forte sensazione di imbarazzo? 
 
Il tempo trascorso si faceva sentire …
 
- Va bene … non c’è alcun problema … - Acconsentì la rossa.
- Benissimo. Andate pure, ragazzi. Io finisco di lavare le posate e vado a letto. - Concluse Delia, dirigendosi di nuovo in cucina.
 
Misty e Ash si lavarono, s’infilarono i rispettivi pigiami (Misty aveva preso in prestito uno da Delia, visto che quello di Emy era in albergo) e andarono in stanza.
 
- Attenta a non inciampare, stavolta! - Scherzò Ash.
- Non accadrà! - Rispose prontamente Misty.
 
La ragazza si sistemò nel letto, Ash si sdraiò sul sacco a pelo: entrambi guardavano il soffitto, nonostante vi fosse assenza di luce.
 
- E’ proprio tipico di noi … guardare in alto … certo, durante i nostri viaggi contemplavamo le stelle … ora dobbiamo accontentarci di una parete! - Iniziò Ash.
- Tranquillo, ci sono abituata … mi accade ogni sera a Cerulean city … - Rispose Misty manifestando nostalgia.
 
Ash sospirò. Poi tornò a parlare:
 
- Non prendermi per pazzo, Misty … ma … mi sei davvero mancata, in questi anni! -
- Cosa?! - Misty sobbalzò.
- Ho incontrato tanti nuovi amici … ma nessuno è paragonabile a te! Il nostro è un rapporto speciale … -
 
Un momento. 
 
Misty sognava o era desta?
 
Ulteriore quesito:
 
… quello che stava parlando era Ash o un alieno proveniente da chissà quale bizzarro sistema solare? 
 
- Ash … non mi sarei mai aspettata … - Il ragazzo la interruppe.
- Mi mancavano le tue ramanzine … le tue scenate isteriche … la tua fifa alla vista di un coleottero … scusa, ti starò confondendo … è che avevo il bisogno di dirtelo. E lo faccio perché ora non ti sto guardando in volto, altrimenti mi bloccherei come un cretino. Buonanotte, Misty. -
 
Dopo ciò, silenzio.
 
Un silenzio voluto.
 
Perché quella notte, Misty non chiuse occhio.
 
Nemmeno per un minuto.
 
Il gran giorno era arrivato.
 
Capi palestra provenienti da tutto il mondo si dirigevano verso l’Altopiano della modesta cittadina: lì era presente un grande edificio molto moderno. L’entrata era contornata da una moltitudine di sfere poké giganti.
 
- Non vedo l’ora che questa giornata passi … - Emy, svogliatamente, avanzava verso l’imponente struttura, facendosi spazio tra numerosi capi palestra e giornalisti.
 
Aveva scelto un abbigliamento ideale per camuffarsi: cappello di paglia, occhiali da nerd e un lungo mantello marrone che nascondeva il suo corpo statuario.
 
Entrata senza problemi nell’edificio, esibì al controllore la propria scheda d’identità, che attestava la sua qualifica di capo palestra.
 
L’uomo, grande, grosso e pelato, la fece passare, indicandole la sala dove si sarebbe tenuta la conferenza.
 
Sembrava un anfiteatro: i posti a sedere erano posizionati a forma di imbuto in ordine decrescente. Al centro della sala, nonché nella sezione inferiore della stessa, vi era una lunga cattedra con accanto dieci sedie. Dietro la grande scrivania c’era un moderno proiettore.
 
- Emy! - Una voce rimbombò in quello spazio enorme. Era presente una sola persona: Misty.
- Uh, ciao. - Rispose Emy freddamente.
- Potevi sforzarti di rispondere al telefono, ieri. - Ribatté la rossa.
- Misty, per favore, evita! -
- Evita un corno! -
 
La discussione delle ragazze fu interrotta dall’ingresso di centinaia di capi palestra. 
 
In poco tempo lo spazio adibito alla conferenza divenne caotico, nonostante tutti avessero trovato il proprio posto celermente.
 
- Sarà meglio posizionarci … rimanderemo la conversazione dopo questa pagliacciata … - Affermò Emy, sedendosi.
 
Misty sbuffò e si collocò accanto a lei.
 
Dal lato opposto della sala, s’intravedeva Brock, affianco a Iris, altra compagna di viaggio di Ash.
 
Pochi minuti più tardi, entrarono in scena nove uomini abbastanza anziani, tutti in giacca e cravatta; e una donna sulla trentina che indossava un tailleur nero.
 
Questi presero posto in cattedra.
 
L’uomo più anziano, un vecchietto pelato, con occhiali rotondi e baffi canuti, si rivolse ai capi palestra mediante microfono:
 
- Signore e signori, salve a tutti. Sono Satoshi Tajiri, il presidente della Kyoto Master League. Credo che voi tutti sappiate il motivo per cui siete qui: oggi, quattro di voi saranno scelti per formare la nuova squadra dei Super Quattro, in occasione del torneo mondiale che comincerà tra tre mesi. Prima di iniziare, permettetemi di effettuare un discorso introduttivo e di offrirvi una visione generale della lega più famosa del mondo. Cominciamo dal nome: il torneo lo prende della famosa città giapponese; proprio lì, infatti, vi fu la prima edizione di quest’evento … nel 1892, precisamente! Non so chi di voi sarà il nuovo beniamino di quest’anno, ma vi chiedo di comportarvi nel modo più professionale possibile! Dunque … passiamo alle cose serie … come di tradizione, sono stati selezionati cento allenatori … abbiamo consultato i dati informatici di tutte le leghe di tutto il mondo e abbiamo scelto quelli che riteniamo migliori … attualmente, gli interessati sanno di essere stati invitati. Dovranno superare uno scoglio durissimo, che è quello dei combattimenti. Tutti saranno rivali di tutti, per intenderci. Il migliore tra questi cento, otterrà il diritto a sfidare il team dei Super Quattro. Ed è proprio per questo, che vi chiedo la massima professionalità: la Lega ha un livello qualitativo estremamente alto e intendiamo mantenerlo. Per sempre! Ora … bando alle chiacchiere … la conferenza sarà molto più breve di quanto abbiate immaginato … ci sono tantissimi capi palestra qui! Certo, molti non sono potuti venire o hanno rifiutato … ma ne siete davvero parecchi, come potete vedere! Sarebbe stato controproducente fare una selezione tra così tante persone in questa sede … è per questo motivo che abbiamo lavorato anticipatamente: qui ho una lista di dieci capi palestra. Quelli più operosi! In pratica, abbiamo utilizzato lo stesso sistema previsto per gli allenatori … come sapete, ogni palestra ha l’obbligo di inviare ogni anno alla sede centrale della Kyoto Master League il computo delle vittorie e delle sconfitte mensili … sarete bravi nel dedurre che sono stati selezionati quelli che hanno collezionato più vittorie! E, in particolar modo, ne abbiamo selezionati dieci! Io, adesso, farò i nomi dei prescelti: dopodiché vi saranno fornite delle schede, dove apporrete il vostro voto. Ovviamente i primi quattro tra i dieci che avranno ricevuto più voti, andranno a formare il nuovo team dei Super Quattro. E’ opportuno specificare che questi dieci sono allenatori di tipi diversi! Una volta votati i quattro … beh … avete avuto tutto il tempo per riflettere se accettare o meno. Quindi, quando io farò i nomi di ciascuno di voi, limitate a rispondere: “ accetto “ o “ rifiuto “. Nel caso in cui tutti e quattro rifiuteranno o lo farà anche uno solo, passeremo agli altri capi palestra presenti negli abitacoli alti della classifica da noi stilata. E ricominceremo a votare.  E’ tutto chiaro, campioni?! -
- Sì! - Dissero in molti.
- Oh, mio Dio … chi l’avrebbe mai detto … a breve, sapremo il responso … - Commentò Emy.
- Non eri tu quella che voleva finire presto? - Domandò Misty.
- Sì … ma … non so perché, sono particolarmente in ansia! - Rispose la ragazza del fuoco.
- Direi di cominciare subito … - Satoshi si fece passare un foglio dalla donna della commissione. Si sistemò gli occhiali e iniziò a leggere.
- Angelo di Ecruteak city! Pokémon di tipo spettro; Chiara da Goldenrod city! Pokémon di tipo normale; Alice di Fortree city! Pokémon di tipo volante; Misty di Cerulean city! Pokémon di tipo acqua; Bianca di Snowpoint city! Pokémon di tipo ghiaccio; Emy di Viridian city! Pokémon di tipo fuoco;  Sandra di Blackthorn city! Pokémon di tipo drago; Camelia di Raimon city! Pokémon di tipo elettrico; Raffaello di Azalea town! Pokémon di tipo coleottero! E per finire … Brock di Pewter city! Pokémon di tipo roccia. -
- Oh, cavolo. - Sospirò Emy.
- Incredibile! Tra questi dieci ci siamo io, tu e Brock! - Commentò Misty euforica.
- In questo momento i nostri collaboratori vi stanno distribuendo le schede e le matite per votare … è opportuno farvi notare che in quella che vi è stata consegnata non è presente il vostro nome … dovrete per forza votare un altro capo palestra e non  voi stessi! Avete cinque minuti per farlo … VOTATE! -
 
Nel giro di poco tempo, i capi palestra compilarono le rispettive schede.
 
Queste ultime furono poi consegnate alla commissione.
 
- Impiegheremo circa un’ora per effettuare il computo … nel frattempo, siete invitati a uscire dalla sala! -
 
I capi palestra si alzarono e abbandonarono il luogo della conferenza.
 
- Non ci posso credere! Sono considerata … forte … - Disse Misty, rivolgendosi a Emy.
- Che ti dicevo? E voi che non fate altro che elogiare me … sei quarta in classifica, io sesta … -
- Non credo fossero ordinati in base alla bravura, quanto alla quantità delle vittorie … la città di Angelo è molto più visitata rispetto alle nostre, e anche quella di Chiara! Ricordi? -
 
- Ehi, ragazze! - Emy e Misty si voltarono: tra la folla, c’era Brock che le cercava.
- Roba da non credere, Brock! - Esclamò Misty, abbracciandolo.
- Hai ragione! E’ davvero una soddisfazione! - Rispose il ragazzo.
- Ecco due degli aspiranti Super Quattro … - Commentò Emy sarcasticamente.
- Oh, no. Nel caso dovesse succedere, rifiuterei. Ma sono davvero contenta di essere così in alto! - Rispose Misty.
- Emy, tra noi, sei tu quella che merita di diventarlo. - Iniziò Brock.
- Oh! Dal “ mettere in ridicolo Emy davanti a tutti “ siamo passati al “elogiare Emy davanti a Misty “? - L’acidità di Emy era fin troppo evidente.
- Non voglio litigare con te. Possiamo ricominciare, per favore? - Chiese Brock, sfiorandole dolcemente entrambe le braccia con le proprie mani.
- Rimandiamo, Brock. In questo momento, sono incapace di intendere e di volere. - Emy si voltò verso la struttura della conferenza.
 
Misty e Brock avevano capito: era il momento della prova del nove.
 
Ed Emy era terrorizzata.
 
Super Quattro, questi sconosciuti … ancora per poco.

Continua ... 

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Capitolo 10
*** La decisione. ***


Nota dell’autrice: probabilmente questo capitolo è ancora più incisivo di quello precedente (il titolo è emblematico XD), infatti ho deciso di dividerlo ed è stato meglio … ho potuto descrivere più dettagliatamente le varie situazioni! ^^
BUONA LETTURA! <3
 
Trascorsa l’ora, i capi palestra furono invitati ad entrare nuovamente nella sala.
 
La conferenza doveva continuare. O meglio, doveva terminare.
 
Mancava poco all’elezione dei Super Quattro. 
 
- Perché sento le farfalle nello stomaco? Non credo di essermi innamorata di Satoshi, è un po’ troppo avanti con gli anni per me … - Disse Emy.
- Hai sempre la possibilità di rifiutare. - Rispose Brock.
- Niente ansia, per favore. - Ribatté Emy.
- Ragazzi, è inutile fare congetture! Entriamo … e sentiamo qual è il responso! - Concluse Misty.
 
Poco dopo, tutti coloro che erano stati coinvolti in quella faccenda, presero nuovamente posto.
 
Non era cambiato granché: la commissione era sempre lì, dietro quella scrivania chilometrica.
 
- Bene, signore e signori. Abbiamo deciso relativamente ai potenziali Super Quattro. Rimembro le regole: vi chiameremo uno alla volta; rispondete con “ accetto “ o “ rifiuto “ a seconda delle vostre intenzioni. In caso di recesso, faremo riferimento agli altri capi palestra presenti nelle posizioni più alte in classifica e ripetiamo la votazione. - Parlò Satoshi.
- Beh, che si muovano almeno … - Pensò Emy.
 
Questa volta, a prendere il microfono, fu la donna con il tailleur nero.
 
- Salve a tutti! Mi chiamo Kasumi Tokigawa. Sono l’amministratrice delegata. Adesso vi elencherò i capi palestra che abbiamo scelto. Rispondete con “ accetto “ o “ rifiuto “. -
 
Tensione.
 
- Dunque … primo dei Super Quattro: ANGELO, l’allenatore di pokémon di tipo spettro. -
 
Il ragazzo biondo si alzò dalla propria sedia.
 
Aveva uno sguardo fiero e compiaciuto.
 
- Accetto. - Affermò pacatamente.
 
- Angelo, siamo davvero felici di annunciare che sarai il primo dei Super Quattro ad essere affrontato dal campione del torneo! - Rispose Satoshi.
 
- Il piacere è mio. - Il ragazzo tornò a sedersi, circondato da capi palestra che lo riempivano di complimenti.
 
- secondo dei Super Quattro: CHIARA, l’allenatrice di pokémon di tipo normale. - Disse Kasumi.
 
- Accetto molto volentieri! Che bello! - La ragazza schizzò dal suo posto: la sua contentezza era parecchio evidente. Qualcuno si lasciò scappare un commento cattivo: Chiara era molto invidiata, sia per la bellezza che per la bravura.
 
- E’ un piacere, Chiara! Siamo molto contenti di annunciare che sarai la seconda dei Super Quattro ad essere affrontata dal campione del torneo! - Ribatté Satoshi.
 
- E’ un sogno! - Anche Chiara si sedette.
 
-  Terzo dei Super Quattro: RAFFAELLO, l’allenatore di pokémon di tipo coleottero! - Continuò Kasumi.
 
La sala esplose in un boato: Raffaello era una persona amabile, uno tra i più apprezzati.
 
- Accetto! - Rispose il ragazzo sorridendo.
 
- Siamo molto contenti di annunciare che sarai il terzo dei Super Quattro ad essere affrontato dal campione del torneo, Raffaello! - Ripeté Satoshi.
 
Raffaello seguì Angelo e Chiara.
 
- Bene. Ora è il momento di leggere il nome dell’ultimo dei Super Quattro. Voglio specificare che questo ha una responsabilità più grande rispetto agli altri tre: sarà colui o colei che determinerà la vittoria o la sconfitta del campione del torneo! - Disse solennemente Kasumi.
 
Silenzio.
 
Poi continuò:
 
- Il quarto dei Super Quattro è  … ! -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nel frattempo, a casa di Delia e di Ash, vi era un ospite d’eccezione … 
 
- Mamma, hanno bussato! - Urlò Ash, mentre era sul letto a leggere una rivista.
- Vado subito! - Delia si apprestò ad aprire la porta.
 
- Ciao, Delia! - 
 
- Oh, Rupert! Da quanto tempo! Vieni, ti preparo un caffè! -
- Come sei gentile! Scusa se ti ho disturbato, immagino che a quest’ora tu sia impegnata con le faccende di casa … - Disse Rupert seguendo Delia.
- Ma no, non preoccuparti. Mi piace ricevere persone! Fortuna che questi giorni sono parecchio movimentati! Vieni in cucina, di là c’è Harrison che dorme! -
- Oh, Harrison è qui? Non lo sapevo … - Rispose Rupert, ignaro.
- Sì, ieri abbiamo cenato qui e si è fatto tardi! - I due si sistemarono in cucina, mentre Delia si accingeva a preparare del caffè all’uomo.
- Mia figlia Kristie mi ha detto di Ash … complimenti! Anche lui è stato scelto … - Iniziò Rupert.
- Sì, che felicità incredibile! Lui ed Harrison sono il nostro orgoglio! - Rispose Delia, contentissima.
- Sono davvero in gamba … spero che facciano grandi cose … Ash è un carissimo ragazzo, è uno dei migliori amici di Emy … Harrison … beh, Harrison è come un figlio per me! - Affermò Rupert.
- Sai, Rupert, sono davvero una bella coppia … - Rispose Delia.
- Emy ed Harrison, dici? - Domandò Rupert, conoscendo la risposta. La sua espressione era piuttosto sicura. Non sapeva se vantarsi più di Emy o del ragazzo.
- Sì … è da tanto che stanno insieme. Si sposeranno di sicuro! -
- Beh … io non ne sarei così certo, Delia … certo, Harrison è un ragazzo meraviglioso e io sono felicissimo che mia figlia abbia incontrato un uomo come lui … mi dispiace dirlo, ma Emy non lo merita … è troppo egoista, mia figlia … - Sospirò Rupert, assumendo un’espressione pensierosa.
- Emy non è molto espansiva, ma è tanto una cara ragazza … - Ribatté Delia.
- Già … ora è alla conferenza … speriamo bene … -
- Che intendi dire, Rupert? -
- Beh … in realtà non lo so nemmeno io … sono sicuro che sarà stata scelta per entrare nel team dei Super Quattro … da un lato mi farebbe piacere se accettasse, perché se lo merita … e un titolo del genere gioverebbe alla sua carriera … ma dall’altro … nel caso in cui non rifiutasse … sarà inevitabilmente considerata un ostacolo da Harrison stesso … -
- Harrison dovrebbe essere sportivo … - Rispose Delia.
- Lo so. Ma la posta in gioco è davvero alta … Delia … in ogni caso, in qualsiasi caso … io cercherò di fare da equilibratore tra i due … sono ancora così giovani … non voglio che non si rendano conto della grandezza che possiedono. -
- E’ vero … -
 
Dopo pochi secondi, a raggiungerli fu proprio Harrison:
 
- Oh, ma che sorpresa! - Esclamò il ragazzo.
- Ehi, campione! Come andiamo? - Domandò Rupert.
- Alla grande! Ieri ero davvero stanchissimo … signora Ketchum, le chiedo scusa se ho dormito fino a tardi … - Si giustificò Harrison, arrossendo leggermente.
- Non preoccuparti, non ho voluto disturbarti! - Replicò Delia.
- Grazie … novità dalla conferenza? - Chiese il ragazzo.
- Nessuna … ma comunque, Harrison, i capi palestra hanno l’obbligo di mantenere il segreto per due giorni … dopodomani ci sarà l’annunciazione ufficiale del team dei Super Quattro … se si scopre che uno di loro ha parlato, è la fine … verranno squalificati … - Spiegò Rupert.
- Ah, capisco … ma … Emy me lo dirà lo stesso, non sono così stupido da andare a dirlo in giro! - Ribatté Harrison.
- Harrison, due giorni di attesa sono molti, me ne rendo conto … potremmo definirli asfissianti! Ma è meglio rispettare le regole … - Intervenne Delia.
- Uhm … avete ragione … e va bene … - Rispose Harrison un po’ deluso.
- Hai programmi per oggi? - Chiese Rupert.
- In realtà no … perché? - Chiese il biondo.
- Avevo pensato di andare a prendere Emy dopo la conferenza … e con lei anche Misty, se stanno insieme. Vuoi venire anche tu? -
- No … meglio di no … - Sospirò Harrison visibilmente dispiaciuto.
- Perché? - Chiese Rupert stupito.
- Ieri c’è stata una discussione tra Emy e Brock … qui, a casa di Ash … lei se n’è andata e l’ho trovata vicino a un ruscello, nelle vicinanze del laboratorio di Oak … ho cercato di calmarla, ma senza risultati … - Rispose Harrison.
- Capisco … quella ragazza è un tornado … - Osservò Rupert.
- Emy è fatta così, non ho intenzione di starle addosso … quando avrà bisogno di me, io sono qui. - Harrison sorrise e Rupert lo guardò soddisfatto:
- Non potrei desiderare di meglio per la mia primogenita, Harrison. -
- Esagerato … ora scusate, ma vado in camera di Ash … è da tanto che non chiacchieriamo un po’! Con permesso! - Harrison si allontanò da Rupert e da Delia per raggiungere il suo vecchio rivale, che, come già detto, si trovava in camera a leggere una rivista.
 
- E’ un ragazzo d’oro … - Disse Delia.
- Già … fin troppo. - Concluse Rupert.
 
 
 
- Uhm, riviste compromettenti, eh? - Chiese Harrison, afferrando la rivista “ hot “ che Ash stava sfogliando.
- Ehi! - Il ragazzo divenne paonazzo.
- Non credevo ti divertissi con ‘sta roba, Ash! Meglio che allenare i pokémon, eh?! - Harrison rise sonoramente.
- Sarà il nostro segreto, da oggi in poi! - Urlò il ragazzo.
- Certo, amico mio, non lo dirò a nessuno … dovresti saperlo, non sono il tipo! -
- Lo so … di te posso fidarmi! -
 
Harrison si sedette sul letto:
 
- E’ da un po’ che non ci vedevamo … è tutto ok? Raccontami qualche novità! - Disse il biondo.
- Eh, a dire il vero … non saprei da dove cominciare! - Rispose Ash, cascando a peso morto sul letto.
- A chi lo dici! Eppure, cosa darei per avere una vita un po’ più tranquilla … - Commentò Harrison.
- Sai? E’ proprio quello a cui stavo pensando qualche giorno fa … abbiamo viaggiato per anni … in effetti, comincio a sentire la nostalgia della normalità … e per dirlo io! - Aggiunse Ash.
- Non è mai troppo tardi, Ash! Siamo giovani … non cambierei nulla del mio passato … ma ho comunque dei rimpianti. -
- Del tipo? -
- Emy. - Sospirò Harrison.
- Perché? Cos’è successo con Emy? -
- E’ complicato da spiegare, Ash … stiamo insieme da sette anni … ma … è come se non ci conoscessimo … io non riesco proprio a comprenderla … d’altra parte, non ho avuto occasione di averla vicina … io ero sempre lontano da lei … e questo … beh, questo lo sto pagando. Con gravi conseguenze … -
- Non dire così, Harrison. Emy ti ama! Ha modi bruschi e mascolini, ma nutre forti sentimenti per te, altrimenti ti avrebbe lasciato molto prima. - Osservò Ash.
- Sì, ma … ecco … c’è una cosa che mi ha turbato … e vorrei parlarne con qualcuno. - Harrison non era perfetto. Harrison aveva bisogno di sfogarsi.
- Dimmi tutto, amico. - Ash era pronto ad ascoltarlo. 
- Allora … da premettere che è da un po’ che lei è strana … è fredda, è scostante … e ciò è dovuto al fatto che ha sofferto molto per la lontananza che ci ha separato… il che ci può anche stare, la comprendo … addirittura mi sento in colpa per aver contribuito in maniera decisiva al suo malessere … - 
- Vai avanti. - Ash incitò l’amico.
- Poi ieri … è successa una cosa e … non so, non faccio altro che pensarci. Quando Emy ha litigato con Brock ed è uscita da casa tua, sono andato a cercarla … l’ho trovata dopo una ventina di minuti … sai, dove c’è quel ruscello vicino al laboratorio di Oak … -
- Ah sì, quello pieno di Poliwag … - Disse Ash.
- Esattamente. Ecco, lei … lei era lì … io l’ho vista, ma non l’ho chiamata subito … - Harrison s’interruppe.
- Perché? - Chiese Ash, non capendo.
- Perché era con Gary. -
 
Shock!
 
- Cosa?! - Ash sgranò i suoi occhi color nocciola.
- Sì … erano seduti in riva al ruscello, uno affianco all’altra … non facevano nulla di male … ma … ho notato che Emy era diversa … parlava fittamente con Gary, che l’ascoltava attentamente. Sono stati a parlare per un bel po’. Più parlavano e più Emy sembrava sollevata. Poi, dopo un po’, mi sono deciso a gridare il suo nome … -
- Gary?! Ma … è … assurdo! - Ash non poteva crederci.
- Ripeto Ash, niente di cui accusarli … però … ho uno strano presentimento … non so spiegarlo … ho avuto l’impressione che Emy fosse felice … che fosse lei stessa. Con Gary. - Concluse il ragazzo di Hoenn.
- Quel cretino! Deve sempre immischiarsi in cose che non gli competono! - Sbottò Ash.
- Tu lo conosci meglio di me … sai se nutre interesse nei confronti di Emy? - Chiese Harrison, ansioso ma allo stesso tempo curioso di recepire la risposta.
- Uhm … quando in questi giorni abbiamo parlato, lui mi ha detto che sono stato fortunato a viaggiare con lei, perché è una persona in gamba … ma credo che si riferisse alle sue doti di allenatrice … poi, sai … Gary è un tipo piuttosto enigmatico da questo punto di vista … non sai mai cosa gli piace e non … più che altro, Tracey è un ammiratore di Emy … la trova bella, intelligente, sicura di sé e tant’altro. - Rispose Ash.
- Capisco … beh, comunque Gary non mi convince. Per quanto possibile, cercherò di tenerlo d’occhio. -
- E io ti darò una mano! - Ash sorresse moralmente l’amico.
- Grazie, Ash. Sei grande! -
 
Ash osservò Harrison, notando quanto fosse acuto e risoluto.
 
Esitò un po’, ma poi gli si rivolse:
 
- Harrison … già che ci siamo … visto che l’argomento è quello “ ragazze “ … c’è una cosa che vorrei chiederti … -
- Oh, dimmi, Ash! - Rispose Harrison, mostrandosi disponibile.
- Ecco, tu forse ne capisci più di me … è da un po’ di tempo che mi sento … strano … o qualcosa del genere … -
- Sii più preciso, Ash. Che intendi per strano? - Chiese Harrison.
- Sono strano quando c’è Misty! - Replicò Ash tutt’un fiato.
- Ah, Misty? Ma quello l’avevo notato da molto tempo … - Rispose Harrison, senza stupore.
- Cosa?! -
- Ash, è abbastanza evidente … ti piace Misty, non è così? -
- Io … io … sì, mi piace Misty. - Sospirò sensibilmente Ash, come se avesse appena concluso una grossa impresa.
- Beh, amico mio, cosa aspetti? -
- Non lo so … è che non so come comportarmi … -
- Eppure so che negli ultimi tempi ti sei dato da fare … - Affermò Harrison maliziosamente.
- Sì, ma con Misty è diverso! - Ash arrossì.
- Di’ un po’, ad Unima ci sono belle donne? E’ lì che hai dato il  meglio di te, non è così? O erano solo invenzioni di Kristie? E’ incredibile quella ragazza! - Harrison rise.
- Ah, già … Kristie è amica di Iris … no, in realtà … c’è stata una storia travagliata con Lucinda … - Mormorò Ash.
- Ah, la famosa Lucinda. - Disse Harrison. 
- “ Famosa “? - Chiese Ash.
- Sì, Kristie ne parlava spesso … non sapevo, però, che aveste avuto una relazione! Comunque, come al solito, Emy inveiva contro di lei … -
- Come mai? -
- Perché Emy ha sempre sperato che tu e Misty finiste insieme … quando seppe di Lucinda, cominciò ad apostrofarla in tutti i modi! Inoltre la considerava troppo piccola per te … le stesse reazioni di ira si presentavano quando Misty trovava qualcuno … -
- Oh, ti prego, non mi parlare dei numerosi fidanzati di Misty, che Emy già ci ha dato dentro! - Ribatté Ash.
- Ma no, figurati! - Rise Harrison. - Perché è andata a finire male con Lucinda? -
- Come hai detto tu, era troppo mocciosa e immatura … però … era brava a … -
- Quello l’avevo immaginato! - Harrison interruppe Ash.
- Ecco. Ho deciso di chiudere. Anche perché ultimamente mi veniva sempre in mente lei … Misty, intendo … -
- C’è qualcosa che ti blocca, Ash? -
- Sì. Il fatto che sono stato così idiota da considerarla amica per anni. -
- E’ così che iniziano i grandi amori! -
- Il punto è un altro, Harrison! Io ero convinto che Misty non mi piacesse perché la vedevo come un’amica! In realtà, io l’ho sempre considerata come un qualcosa di etereo, di intangibile … di sacro. Sono stato uno stupido, non me ne sono mai reso conto! Ah, che pasticcio! - Esclamò Ash, mettendosi le mani nei capelli.
- Beh, ci sarà stato un momento preciso in cui ti sei accorto che ti sbagliavi, no? -
- Sì … quando ho visto qualche sua intervista in tv … non credevo ai miei occhi … come ho fatto a non rendermi conto di aver viaggiato con una ragazza così bella per tutti questi anni? E quella voce, così dolce … il suo viso … non ci capisco niente! -
- Può capitare, Ash … ma non è mai troppo tardi per rifarsi! Almeno, fino a quando lei non troverà qualcun altro … -
- Tu dici?! - Domandò Ash, terrorizzato.
- Dai, scherzo! Vedi, io ho una mia idea a riguardo …
- E qual è, Harrison? -
- Misty è innamorata di te. -
- Impossibile! - Esclamò ulteriormente Ash.
- E invece sì. Lo pensa anche Emy, che è la sua migliore amica. Misty è sempre stata innamorata di te, Ash! Me ne resi conto anche quando c’incontrammo per la prima volta … alla Conferenza Argento … -
- Io … ieri … ho provato a dirle qualcosa … giusto per fare un tentativo … per non perderla … le ho detto che mi è mancata. -
- E’ un buon inizio! Ma non basta … -
- Tu come hai fatto con Emy? -
- Con Emy? -
- Sì … quando … vi siete messi insieme … -
- La nostra situazione è diversa, Ash … eravamo piccoli … adolescenti … io rimasi rapito da lei … e non esitai a dirigermi a Viridian city il prima possibile … sai com’è … sono una persona molto decisa in tema sentimentale … -
- T’invidio … io non so da dove cominciare … -
- Ed è qui che sbagli, Ash. Tu e Misty siete speciali. Insieme. Avete viaggiato per anni. Lei è stata la tua prima, vera amica. Fai della spontaneità la tua arma di forza! - Harrison, dopo aver pronunciato queste parole, si alzò.
- La spontaneità … la mia arma di forza? -
- Sì … devi pensare a lei come una persona tua. Una persona con cui non hai inibizioni. Perché nonostante sia passato del tempo, il vostro rapporto non si è scalfito. Bisogna essere coraggiosi e prendere atto di ciò. -
- Sei un grande, Harrison … grazie. -
- Grazie a te, amico mio! Comunque ora vado giù, non mi sembra corretto lasciare Rupert da solo con tua madre … gradisce molto la mia compagnia. A dopo! - 
- Va bene! A dopo! - Ash gli sorrise.
 
Intanto, nelle vicinanze di casa Ketchum, un pittoresco trio si aggirava con disinvoltura tra le stradine di Pallet …
 
- Quella mocciosa! L’ho sempre odiata! - Esclamò Jessie.
- La sua volpe è sempre più forte, però! - Ribatté James.
- Sì, ma lei è un’antipatica, acida e odiosa! - Replicò la ragazza.
- Smettetela di pensare a lei, vorrei ricordarvi che il nostro obbiettivo è il topastro giallo del moccioso numero uno! - Intervenne Meowth.
- Sì, hai ragione … - Aggiunse Jessie con disinvoltura.
- Oh, sta squillando il cellulare! - Esclamò James.
- Chi è? - Chiese Meowth.
- E’ il capo! Giovanni! - Gridacchiò Jessie, guardando il display.
- Oh, era solo uno squillo … - Disse James deluso, dopo che la suoneria smise di diffondersi nell’aria.
- Hai ricevuto un messaggio! - Esclamò Meowth, indicando il cellulare.
- Vi aspetto dopodomani mattina alla base segreta di Pallet. Dobbiamo parlare di una questione molto importante. Giovanni. - James lesse il messaggio.
- Uhm … chissà di cosa si tratta! - Chiese Jessie, guardando con aria interrogativa James e Meowth.
 
Nessuno, però, riuscì a dare una risposta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Emy correva.
 
Sembrava una macchina, un treno. 
 
Quasi volava.
 
Emy, un aereo?
 
Ci mancava poco.
 
Poco dopo il termine della conferenza, era sfrecciata a tutta velocità verso l’uscita, non curando Misty e Brock, che nemmeno si erano accorti del suo scatto.
 
Pochi minuti più tardi raggiunse il ruscello dei Poliwag.
 
Si fermò. Appoggiò le mani sulle proprie ginocchia, in segno di stanchezza.
 
Aveva davvero esagerato! 
 
A momenti, sarebbe stata fatta prigioniera di una crisi respiratoria.
 
- I Poliwag ti ispirano sicurezza? -
 
Era di nuovo lui.
 
Non c’era bisogno di parole, tra loro.
 
Avevano capito che il loro mondo era quello.
 
Il ruscello dei Poliwag.
 
- Gary … io … - Emy non riuscì a finire la frase a causa del fiatone.
 
Il ragazzo le si avvicinò, sedendosi nello stesso punto della volta precedente.
 
- Rilassati, Emy. Potresti sentirti male … avanti, siediti. -
 
La ragazza seguì il consiglio del castano.
 
- Il cuore mi batte a mille … - Commentò lei.
- Non mi sbagliavo, però … sei atletica! - 
- Gary … - Emy era seria.
- Dimmi. -
- Ho accettato. -
- … -
- Sono la quarta dei Super Quattro. E’ ufficiale. Angelo, Chiara, Raffaello ed Emy. Questi sono i Super Quattro. Io sono l’ultimo gradino da affrontare. -
- Inizi a infrangere le regole … non dovresti dirlo a nessuno fino ai prossimi due giorni … -
- Avevo il bisogno di dirtelo … sei l’unico che lo sa … -
- Manterrò il segreto. - Gary le sorrise. Emy ricambiò, ma tornò di nuovo pensierosa.
- Ora, però, sono nei guai. - 
- Per Harrison, eh? -
- Sei un mago. -
- Non ci vuole chissà quanto … stai tranquilla, Emy. Se Harrison ti ama, non darà vita a litigi inutili. -
- Lui mi lascerà, Gary! -
- Non puoi esserne sicura. -
- Lo so, perché Harrison è un’ottima persona. Il suo sogno è quello di diventare il più grande allenatore di tutti i tempi. Io non ho fatto nulla per aiutarlo. Anzi. Potrei distruggere questo sogno. Al contrario, lui avrebbe rifiutato, al posto mio. -
- Ormai quel che è fatto è fatto … non puoi tirarti indietro … però … sarebbe egoista da parte sua impedirti di fare una cosa per un proprio tornaconto, non pensi? -
- Per me non è così importante … il mio è un puntiglio … uno stupido puntiglio … ma perché? Perché ho scelto Harrison come bersaglio delle mie insoddisfazioni? - Emy iniziò a piangere.
 
Gary, in silenzio, le pose un braccio attorno alle spalle.
 
Dopo qualche minuto, tra i singhiozzi della ragazza, fiatò:
 
- Emy, tu non ami Harrison. -

Continua ... 

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Capitolo 11
*** La saggezza di Gary. ***


Nota dell'autrice - Nuovo capitolo sfornato e appena concluso! Non mi dilungherò molto, purtroppo i libri mi chiamano. O meglio ... mi costringono a dirigermi verso di loro. -_-
Ciò che ho scritto mi piace. Spero che gradirete. Alla prossima!


La giornata della conferenza fu parecchio frenetica, ma trascorse piuttosto in fretta.
 
Molto più velocemente di qualsiasi previsione.
 
- Ehi, Emy … sveglia … - Gary scosse il corpo di Emy, che si era addormentata su un pezzo di erba fresca situato vicino al ruscello. 
- Uh? Oh … Gary … - La ragazza farfugliò qualcosa. Si era appena svegliata.
- Hai il sonno pesante, eh? - Gary sorrise: smise di toccarla e si concentrò a osservare due Poliwag che giocavano.
- Ma … da quanto tempo sono qui? - Emy diede un’occhiata al cielo: c’erano tantissime stelle. - Cavoli! E’ … è sera! Sono crollata! - 
- Sì, non volevo svegliarti … sembravi stanca … - Disse Gary.
 
Emy portò una mano al viso: era umido.
 
Era stata l’erba a renderlo bagnato o … quel pianto disperato?
 
- Io devo tornare a casa di Ash! Gli altri saranno in pensiero … sono praticamente scappata dalla conferenza … - Piuttosto in ansia, la ragazza si alzò repentinamente.
- Lo so, Emy. Ma sarà meglio che ti accompagni. - Gary imitò la ragazza.
- No, Gary, meglio di no. Scusami se ti ho rubato tutto questo tempo … - Emy abbassò leggermente la testa in segno di perdono.
- E’ un piacere per me. - Rispose lui, deciso.
 
Emy si meravigliò: da dove spuntava tutta quella determinazione? Fissò il giovane scienziato per qualche secondo, ma poi non riuscì a reggere il suo sguardo.
 
Diventò rossa. Gary lo notò subito.
 
- Grazie di tutto! - 
- Hai paura che qualcuno fraintenda? - Il ragazzo non amava i fronzoli.
- No! - Rispose prontamente Emy: peccato, però, che dalla sua negazione trasparisse una massiccia dose di falsità.
- Sì. -
 
Emy assunse un’espressione dispiaciuta.
 
- Scusami, Gary. Ma non posso continuare a ferire le persone che mi amano. Io già … ho esagerato. -
 
Il nipote di Oak sospirò: 
 
- Ti va se ti seguo da lontano? Non mi va di lasciarti andare da sola, ci sono malintenzionati in giro … -
- Va bene … non farti vedere, però … -
- Sarò attento. -
 
Emy sorrise ulteriormente. Con un cenno di mano salutò Gary e iniziò a camminare a passo svelto.
 
- Ma cosa sto facendo?! - Pensò la ragazza tra sé e sé.
 
In pochi minuti raggiunse casa Ketchum. Esitò un po’ prima di bussare.
 
Prima di concretizzare la sua azione, fu interrotta dalla presenza di qualcuno, che le si manifestò alle spalle:
 
- Emily! - 
 
Ancora? Chi poteva chiamarla in quella maniera? 
O il padre o … Brock, visto che l’aveva fatto nell’ultimo litigio. Ad Emy non era sfuggito.
 
- Papà! - Esclamò lei.
- Finalmente sei a casa. Che fine avevi fatto? - Sembrava che Rupert volesse rimproverarla.
- Papà, non ho voglia di rispondere a queste domande … - Emy bussò alla porta.
 
Rupert si impensierì.
 
- Hai ragione, scusa, forse sei stanca … -
- Elimina il “ forse “. -
 
Dopo questa breve conversazione, Misty aprì.
 
- Emy! Sei qui! Giusto in tempo per la cena! - La capo palestra di Cerulean non sembrava preoccupata, né arrabbiata.
- Ciao, Misty … -
 
La rossa la osservò:
 
- Uh? Hai dell’erba attaccata alla canotta o sbaglio? Che hai fatto? Hai usato “ rotolamento “? - Ridacchiò.
- Oh … - Emy si sbrigò a toglierla. Misty si accorse dell’imbarazzo dell’amica.
- Dai, entra! Oh, c’è anche lei, signor Fox! Andiamo a mangiare! -
 
Misty, Emy e Rupert entrarono in cucina, dove erano presenti Delia, Ash, Brock, Lea, Harrison e il professor Oak.
 
- Buonasera a tutti! - Esordì Emy. Gli altri ricambiarono calorosamente. Tranne Harrison: sembrava si fosse isolato in un mondo …proprio.
 
Addirittura Brock era stato gioviale.
 
- Dai, Emy! Almeno tu, dicci chi sono i Super Quattro! - Chiese Ash, impaziente.
 
Emy, istintivamente, guardò Harrison: per quanto non avesse parlato, nei suoi occhi affiorava la cupidigia di scoprire chi fossero i prescelti.
 
- Mi dispiace, Ash, ma non posso infrangere le regole. - Rispose lei.
- Che palle! Di noi vi potete fidare! - Ribatté il moro.
- Tra quarantotto ore già saprai chi sono … e poi, cosa importa? Prima di pensare al team dei Super Quattro, dovresti concentrarti sull’allenamento per fronteggiare il torneo! E non parliamo di poche persone! - Concluse Emy.
- Sì, hai ragione … - Mugugnò Ash. Pikachu cercò di consolarlo.
- Dai, ragazzi, bando alle chiacchiere, si mangia! - Esclamò Delia.
 
Prima che fossero messe le pietanze a tavola, Harrison si alzò e si avvicinò alla propria fidanzata:
 
- Non mi sento molto bene, ti va di accompagnarmi fuori? -
- Uh … sì. - Rispose Emy.
 
I due uscirono, abbandonando gli altri all’ennesima abbuffata: erano così assorbiti dal cibo che nemmeno avevano fatto caso a Harrison e a Emy che si erano isolati!
 
Harrison si sedette sugli stessi gradini su cui Emy e Ash avevano conversato riguardo la vita amorosa di Misty.
 
La ragazza si collocò affianco a lui.
 
- Cos’è che non va? - Chiese lei, in maniera premurosa.
- Ho un po’ di nausea … forse è la tensione … boh … - Rispose lui.
- Dovresti riposare … - Propose la ragazza.
- E’ che non mi va … stamattina ho dormito fino a tardi e ora chissà quando mi verrà sonno … - Emy sorrise: era da un po’ che non stavano così … bene. Dopotutto, le piaceva prendersi cura di Harrison.
- Possiamo fare tutto ciò che vuoi! - Disse lei.
- Domani torni a Viridian? - Harrison cambiò totalmente argomento.
 
Non era in vena.
 
Emy non sapeva come rispondere: in qualità di membro dei Super Quattro, aveva l’obbligo di rimanere a Pallet fino alla fine della Kyoto Master League.
 
- No … starò qui per qualche giorno … e anche Misty e Brock … -
- Ne sono felice. - Harrison sorrise. Poi continuò: - Senti, c’è una cosa di cui vorrei parlarti … -
 
Ansia.
 
Di cosa poteva trattarsi?
 
Dei Super Quattro? E che noia. 
 
- Dimmi, Harrison. - 
- Tu … sei amica di Gary? -
 
Un attimo.
 
Cosa significava quella domanda?
 
Rettifica: cosa significava quell’ASSURDA domanda?
 
Emy accusò uno strano dolore allo stomaco. Il classico male causato da un calcio in zone delicate come quelle.
 
- Harrison, ma … che ti salta in mente? - Chiese la ragazza.
- Scusa se te lo chiedo … non ho doppi fini, sia ben chiaro … è che noi non parliamo mai di queste cose … chissà, magari tu hai qualche nuovo amico e io non lo so … -
 
Dove cavolo voleva arrivare?
 
- Conosco Gary da anni, ma non lo considero un amico! -
- E … cosa significa per te? - Harrison si addentrava sempre di più.
- Un conoscente! - Rispose Emy, irritata.
- Oh, scusa … ti sei arrabbiata … -
- Non sono arrabbiata! Vorrei capire il perché di questa domanda senza senso! - Ribatté Emy, gesticolando nervosamente.
- Perché tu e Gary eravate insieme … ieri … - 
- Hai sospetti? - Domandò lei, alzando la voce.
- Emy, ho totale fiducia in te! E’ che ho paura di perderti! Io non sono una persona presente nella tua vita e non è da escludere che qualcuno possa sostituirmi! -
- Allora divienilo: sii presente! - Ribatté Emy, ancora più contrariata.
- Ma … non è facile … -
- E’ che tu non vuoi. -
- Ma Emy, ho un obbiettivo, io! -
- Non si può pretendere tutto nella vita, Harrison! -
- Lo so, ma tu nemmeno collabori. -
- Io non collaboro? - Emy rise dopo quell’affermazione. - Come puoi dire una stronzata così grande? Harrison, è da sette anni che aspetto! O meglio, che ti aspetto! -
- Pensi che io sia stato meglio?! Cosa dovevo fare? Rimanere a Viridian city? Per cosa? Non è nemmeno la mia città d’origine! -
- E io, invece? Avrei dovuto seguirti vita natural durante? -
- L’hai fatto con Ash, Misty e Brock! -
 
Emy guardò Harrison disgustata:
 
- Non capisci … erano altri tempi! Harrison, avevo dodici anni! Ero una bambina! Adesso sono adulta e ho delle responsabilità! -
- Anche io le ho … -
- Allora non possiamo stare insieme! - Esclamò Emy.
- No, questo mai! -
-  Sei un bambino, Harrison. Sii realista, una volta tanto. E non ti stupire quando qualcuno compie determinate azioni … -
- Ehi, a cosa ti riferisci? - Chiese Harrison.
- Lo capirai. - Di scatto, Emy si alzò. Poi, senza indugiò, rientrò in casa.
Harrison continuava a stare seduto, immobile: qual era il significato di quelle parole minacciose?
 
- Emy, è successo qualcosa? - Chiese Rupert mentre tutti mangiavano: erano ancora occupati a sprofondare i propri visi nelle ciotole; Emy era da poco entrata in cucina.
- Nulla. - Rispose seccamente. Si sedette e iniziò a cibarsi anche lei.
- Harrison dov’è? - Chiese Ash, distraendosi dal piatto per un secondo.
- Fuori. -
- Perché non entra? - Chiese ancora.
- Chiedilo a lui. -
 
Gli altri si guardarono contemporaneamente: perché tra quei due non c’era mai un po’ di tranquillità?
 
- Vado a cercarlo … - Misty si alzò per uscire. Aveva un brutto presentimento.
- Aspetta, Misty, ti accompagno. - Ash la seguì.
 
Emy rimase impassibile, continuando a mangiare come se nulla fosse accaduto.
 
Quando i due aprirono la porta, Harrison non c’era.
 
L’area compresa nel loro campo visivo era deserta.
 
- Dove sarà andato? - Chiese Ash.
- Non lo so, ma … forse sarà meglio andare in giro a vedere dove si è cacciato … - Propose Misty.
- Sì. - Concluse Ash.
 
Ash e Misty s’incamminarono verso il centro di Pallet, dovendo passare necessariamente fuori il laboratorio del professor Oak.
 
- Che sia qui? - Ash ragionava ad alta voce: la casa di Oak gli aveva fornito un ottimo suggerimento.
- Perché dovrebbe essere qui? Il professore è da te, Ash! - Lo riprese Misty.
- Sì, ma … qui c’è Gary. -
- Gary? Cosa c’entra Gary? - Misty non trovava alcun nesso di causalità.
- Misty … - Mormorò Ash.
 
La ragazza non capiva. Perché Ash si era incupito improvvisamente? 
 
- Dimmi. -
- Oggi, quando voi eravate alla conferenza … ho parlato con Harrison … è preoccupato che ad Emy possa piacere Gary e ... viceversa. -
- Cosa?! - Misty non poteva credere alle proprie orecchie. - Ma Ash, è impossibile! Emy e Gary a stento si conoscono! -
- A quanto pare no … - Disse Ash.
- Come no! Ti posso assicurare che in questi anni loro non hanno intrattenuto alcun tipo di legame, nemmeno di amicizia! Perché Harrison dovrebbe dubitare di Gary? -
- Pare che quando Emy scompare, si rifugi lì. - Ash, da lontano, indicò il ruscello dei Poliwag.
- Eh? Io non sono informata … - Aggiunse Misty.
- Evidentemente, da quando è qui, è particolarmente a disagio. Questo è un posto molto isolato … però Harrison ha visto Emy e Gary parlare. -
- Harrison è il solito esagerato! Non stavano mica facendo sesso all‘aria aperta! -
- Non è questo … Misty, io non sono bravo a spiegare le cose. Ma mi fido di Harrison e mi fido delle sue intuizioni. - Concluse il moro.
 
Misty lo guardò con poca convinzione.
 
Che Ash avesse ragione?
 
Che Harrison avesse ragione?
 
- Ash, sarà meglio riprendere a cercarlo … -
- Per favore, Misty, proviamo a chiedere a Gary se sia passato di qui! -
- E va bene, se insisti così tanto! - La rossa si arrese.
- Grazie. -
 
I due si diressero verso il laboratorio; Ash era sicuro di trovarsi sulla strada giusta.
 
Misty pigiò il tasto del citofono. 
 
Gary aprì la porta d’ingresso; sembrava piuttosto meravigliato di vedere i due amici di vecchia data lì, in tarda serata.
- Ehi, ragazzi. Buonasera! - Disse il castano.
- Ciao, Gary. - Ash e Misty lo salutarono simultaneamente.
- Cosa succede? Come mai siete qui? E’ un po’ tardi … -
- Gary, dobbiamo chiederti una cosa: hai visto Harrison da queste parti? - Domandò Ash.
- Harrison? - Gary era ancora più stupito. - No, l’ho visto ieri pomeriggio. Perché? -
- Ha litigato con Emy e ora è sparito. Siamo in pensiero per lui. - Spiegò Misty.
- Ah, capisco. - Questa volta, Gary non si impressionò tanto.
- Beh … ho fatto un buco nell’acqua … se lo vedi, chiamaci. - Disse Ash.
- E’ inutile, ragazzi. -
 
Inutile?
 
Perché era inutile? 
 
- Eh? - Misty sembrò infastidita da quella frase da disfattista.
- Ho detto che è inutile, Misty. - Ripeté Gary con una pacatezza invidiabile. 
- Saresti così gentile da motivare le tue ambigue affermazioni? - Ribatté la rossa.
- Harrison sta trascorrendo un brutto momento, ma è meglio che si metta l’anima in pace … - Disse Gary.
- Allora è vero, sai qualcosa! - Esclamò Ash.
 
Bingo!
 
- Cosa dovrei sapere? Ultimamente parlo spesso con Emy … e so che lei vuole un gran bene al suo ragazzo, ma ha smesso di amarlo da un bel po’! -
- Gary, ritira subito quello che hai detto! - Misty lo aggredì verbalmente.
- Cosa ho detto di male, Misty? La verità, forse? Fa molto male, eh? Ma voi … voi cosa c’entrate? Perché prendete così a cuore questa storia? -
- Emy e Harrison sono miei carissimi amici. Sono una coppia stupenda. Le tue sono solo calunnie, sono solo stupide illazioni! Non ti permetto di malignare in maniera così esplicita! Chissà, forse sei solo invidioso! - Ribatté Misty.
- Invidioso? Di cosa? Credimi, non ho motivo di essere invidioso! E se proprio vuoi saperlo, pel di carota, Emy parla molto più con me che con voi tutti messi assieme! Sai perché? Le state esageratamente addosso! Pretendete l’impossibile da lei! Vorreste che fosse perfetta! Ma chi cazzo è perfetto? Nessuno! Quindi, lasciatela in pace! - Questa volta era stato Gary a scaldarsi.
 
Misty si ammutolì.
 
Cosa diavolo stava accadendo?
 
Da quando Gary ed Emy erano così … intimi?
 
Certo, lei e Ash non avevano alcuna prova di ciò; ma dalle parole di Gary, trapelava una conoscenza decisamente profonda di Emy.
 
- Io … io non so davvero cosa dire … davvero Emy ti ha detto che non ama più Harrison? - Domandò Misty, tremando leggermente.
- E’ stata una mia affermazione. Lei mi ha dato ragione. Ha detto che le piace parlare con me perché sono l’unica persona che la capisce davvero! E che non nutre aspettative assurde … Emy è un essere umano, è debole, è fragile! Sono sicuro che se lei si fosse confidata con voi, per dirvi che i suoi sentimenti erano cambiati, le avreste additato la colpa di tutto! Ma sapete, ragazzi: i rapporti cambiano! Non possiamo pretendere che rimangano immutati. Lo stesso è successo a lei! Viene considerata come una despota, egoista, egocentrica. Harrison, invece, è la vittima della situazione. Ma stiamo scherzando? Non credete che sia parecchio egoista pretendere che la propria ragazza sia costantemente fedele, innamorata e devota, nonostante debba aspettare chissà quanti anni prima di avere un normalissimo contatto fisico e morale col proprio fidanzato? Ditemi, è normale? Dimmi, Misty: se tu fossi fidanzata con Ash da anni, e lui viaggiasse di continuo in giro per il mondo senza dedicarti nemmeno un po’ di tempo, tu saresti felice? Rispondimi, Misty! -
 
Sia Misty che Ash arrossirono per l’esempio illustrato da Gary.
 
Comunque, Misty sapeva che Gary aveva ragione. Totalmente ragione.
 
Anzi, a dirla tutta, non era prioritario essere fidanzati.
 
In tutta sincerità, Misty aveva provato un’enorme nostalgia per Ash in quegli anni, nonostante fossero solo amici.
 
Semplici amici … 
 
- Harrison la ama, Gary. - Intervenne Ash.
 
Certo, aveva ascoltato  il suo rivale. Molto attentamente!
 
- Ma non farmi ridere, pivello! Va bene, le ripete continuamente che la ama. Ma a fatti? Come dimostra il suo amore? Seguendo ossessivamente i propri obbiettivi alienando tutto ciò che fa parte della vita reale? Che bella dimostrazione d’amore, mamma mia! -
 
Le parole di Gary erano schiaccianti.
 
E di ciò erano consapevoli sia Ash che Misty.
 
Al cento per cento.
 
- Ciò che dici è in parte giusto. Quel che è fatto, è fatto. Ora spetta a Emy concludere la vicenda … - Commentò Misty.
- Concludere la vicenda? Cosa vuoi dire, Misty? - Chiese ingenuamente Ash.
 
Misty sorrise amaramente. 
 
- E’ da un po’ che avevo questo sospetto … anche a me è balenato per la mente che i sentimenti di Emy nei confronti di Harrison fossero cambiati … certo, non credevo che questo mutamento si sarebbe sviluppato in maniera così radicale … ma è successo … ormai è inutile attribuire la colpa o a lui o a lei … è andata così … e quando qualcosa si rompe, è difficile ricostruirla … non sarà mai intatta come prima … Gary ha ragione: i rapporti, di qualsiasi natura, non sono a prova di infrangibilità … dato che ormai è appurato che l’amore da parte di Emy è terminato, deve solo trovare il coraggio di dirlo ad Harrison, cercando il modo più congeniale per farlo soffrire il meno possibile. -
- Ehi, Misty! Frena un attimo! Io ho parlato con Harrison stamattina! Lui sacrificherebbe la vita per Emy! Davvero, è un grande! Lo pensa anche mia madre! Poi c’è Rupert che lo adora e tutta la famiglia di Emy … insomma, sarebbe un disastro … -
- Credi che Emy non abbia pensato a tutto questo, Ash? - Intervenne nuovamente Gary. - Non è tanto facile. -
- Sì, lo so, però … -
- Però? - Domandò Gary.
- Non può rimanere in bilico. - Concluse Ash.
- Appunto. E’ per questo che deve prendere una decisione. Una volta per tutte. O decide di stare con Harrison, impegnandosi a ricostruire la loro relazione, essendo però consapevole di continuare il calvario che le ha fatto compagnia durante questi anni … o rompe. - Gary fu glaciale.
- E’ vero … - Aggiunse Misty.
- Meno male, sei una persona con la quale si può ragionare … - Disse il nipote di Oak, rivolgendosi alla rossa.
 
Misty era triste perché Gary aveva colto il nocciolo della questione.
 
Perfettamente.
 
- Quindi … che si fa? - Chiese Ash.
- Proprio niente. Sono affari di Emy. Noi stavamo solo commentando. Se posso fare un’osservazione, siete parecchio parziali come persone e come amici. Dovreste avere una mentalità più aperta e non vedere solo il buono che c’è in qualcuno … -
 
Misty e Ash non risposero, nonostante Gary attendesse una replica.
 
Il castano continuò:
 
- Io ho finito. Sarà meglio che vada a dormire. Ah, ovviamente, se dovessi vedere Harrison, sarete i primi ad essere avvisati, d’accordo? -
- Sì … grazie Gary. E scusa per l’attacco. - Rispose Misty.
- Figurati, Misty … è doloroso vedere storie che finiscono, ancora di più di non vedere storie mai cominciate. Tu ne sai qualcosa, vero? -
 
Stronzo.
 
Stronzo immane.
 
- Eh? - Ash, ovviamente, non capì.
- Ma … io … - Misty non trovava le parole giuste. La sua mente era annebbiata.
- Buonanotte, ragazzi. - Gary, fulmineamente, chiuse la porta.
 
Istanti di nulla.
 
- Gary è sempre il solito. - Disse Ash.
- No. Questa proprio non gliela perdono. Storie mai cominciate, eh? Staremo a vedere, Gary Oak! - Esclamò Misty ringhiosa.
- Ehi, Misty! Che ti prende? - Le chiese Ash.
- Nulla … diciamo che ho accettato una sfida. -
 
Ash continuava a non capire. Era ora di tornare a casa. Harrison era grande e vaccinato. Avrebbe fatto ritorno da solo. Dopo le parole di Gary, sembrava ridicolo cercarlo.
Mentre percorrevano il sentiero all’inverso, Ash pensava ancora ai discorsi intricati di Gary.
 
- Misty. - Iniziò.
- Cosa c’è, Ash? -
- Tu credi veramente che a Gary piaccia Emy? -
- C’è bisogno anche di domandarlo? - Aggiunse Misty, assai ironicamente.
- Allora non sei più così stupita! I sospetti di Harrison non erano infondati! -
- No, mi hai aperto gli occhi. Avevi ragione: Harrison ci ha visto bene. -
- Quindi, è evidente che gli piaccia. -
- Molto. -
- Tu credi che quando qualcuno piace a una persona … si nota? -
 
Domande strambe di Ash.
 
Misty si sentiva PARECCHIO presa in considerazione.
 
- Ash, è una domanda che non ha risposta … c’è chi riesce a nasconderlo … chi invece è un libro aperto … varia da persona a persona! -
- Capisco … - Il ragazzo tornò a riflettere.
- Quando ti piace una persona, tu lo fai notare? - Chiese Misty.
 
Domande impertinenti di Misty.
 
Ash si sentiva preso PARECCHIO in considerazione.
 
- Ehm … non saprei … è una domanda che si dovrebbe porre agli altri … -
- Oh, quindi qualcuno ti è piaciuto o ti piace ancora! Non l’avrei mai immaginato … -
- Perché? - Chiese Ash, un po’ offeso.
- Perché ho sempre creduto che fossi troppo preso dalla tua carriera di allenatore per pensare alle ragazze … -
- Beh … durante i primi anni ero un bambino, è normale che pensassi solo ai pokémon … -
- Oh, sono stata sfortunata, Ash! Avrei proprio voluto vederti all’opera … -
- All’opera? -
- Sì, con le donne. -
- Avresti visto un Ash superficiale. -
- Ah, quindi sei superficiale? -
- Con le ragazze normali, sì. Con la ragazza che davvero mi piace, no. -
 
Decisione intensa.
 
Messaggi subliminali o qualcosa del genere.
 
Misty non si perse d’animo e cercò di mantenere la calma.
 
Voleva scavare, più che poteva.
 
Avrebbe mai ricavato qualcosa di utile?
 
Da Ash Ketchum, poi?
 
- Ah, c’è una ragazza che ti piace … quante rivelazioni, Ash! -
- E’ così strano? -
- No … sono felice per te … spero che sia un amore corrisposto … -
- Non lo so. Viaggio, lei è lontana da me. -
- Mi dispiace … -
- Ciò che mi fa arrovellare il cervello è il dubbio di piacerle o no. -
- Chiediglielo direttamente! -
- E’ troppo difficile! Io e lei abbiamo un rapporto troppo stretto … e se la risposta fosse negativa, non me lo perdonerei mai … quindi preferisco non muovermi di un millimetro. -
 
Forse Misty si stava illudendo, ma cominciava davvero a credere che Ash parlasse di lei.
 
I pezzi del puzzle s’incastravano alla perfezione.
 
- Nella vita è sempre meglio osare, Ash … i rimpianti sono così pesanti da portare sulle spalle … - 
- Tu ne sai qualcosa? -
- Sì … -
- Quindi anche a te piace qualcuno! -
- Sì … -
- E chi è? -
- Non t’interessa! -
- E dai! -
- Va bene, te lo dirò solo dopo che tu mi avrai detto chi è che ti piace. -
- Non se ne parla neanche! -
- Ok, allora scordatelo! -
- Che palle, Misty. Mi piacerebbe sapere qualcosa di te! -
- Ah, sì? E cos’è che vuoi sapere? -
- Durante questi anni in cui sono stato lontano, sei stata con qualcuno? -
 
Perché Ash poneva domande di cui già conosceva la risposta?
 
- Sì … -
- Chi? -
- Sei peggio di un pubblico ministero, Ash! -
- Dai, Misty! Sono curioso! -
- E va bene … - Sospirò la ragazza.
 
I due si fermarono. Erano a circa trenta metri distanti da casa.
 
- Sto aspettando! -
- Sono stata con un ragazzo di nome Georgio e uno di nome Maurice. Contento ora? -
 
Bene.
 
No, per niente.
 
Domanda spontanea, che a fatica riuscì a trattenersi nella bocca di Ash.
 
“ E Michael? “
 
Michael doveva essere il colpo di scena. Certo, il moro già lo sapeva. Ma sentire un racconto da Misty in persona, sarebbe stata tutt’altra cosa.
- Solo due ragazzi? - Chiese Ash. Forse aveva dimenticato Michael. Forse non era così importante per lei! 
- Sì, solo due ragazzi. -
- Confermi? -
- Che noia che sei! Sì, solo due ragazzi. -
- Va bene … -
- Tu, invece? - Oggetto dell’attenzione era divenuto Ash.
- Eh?! - Il ragazzo trasalì. Beh, se lui poteva fare interrogatori, perché Misty non poteva cimentarsi nell’investigatrice della situazione?
- Dai, su … anche io sono molto curiosa! -
 
Ash rimase in silenzio per qualche attimo. 
 
Osservò fittamente la sua amica di sempre, prima di ricominciare ad aprir bocca … 
 
- Misty, io … -
 
Delia e Lea erano impegnate a pulire la cucina, Rupert e il professor Oak guardavano un documentario scientifico in tv. I due professionisti erano seduti sul divano nel soggiorno e sembravano piuttosto applicati.
 
Emy e Brock si sedettero su alcune sedie sparse per il salotto, che non si trovavano molto distanti dal televisore.
 
Rupert ammonì la figlia con lo sguardo, ancor prima di rimproverarla a parole:
 
- Emily, perché non vai in cucina ad aiutare Delia e Lea? -
- Non se ne parla, papà. Odio vedere tutto questo maschilismo così concentrato in una sola stanza. Sono un elemento di equilibrio. -
 
Oak rise: - Emy ha ragione, dovremmo aiutare tutti Delia e Lea. -
 
Rupert, come al solito, non fu contento dell’esternazione della sua pargola.
 
Emy non sembrò curarsene. Approfittò dell’assenza di Lea per rivolgersi a Brock in tutta naturalezza:
 
- Ehi, mi dispiace per quello che è successo. -
- Dispiace anche a me. - Ribatté lo scuro di pelle.
- Sai? Non ne vale la pena … - Aggiunse lei.
- Infatti … Emy, ti chiedo scusa. Ho sbagliato. Hai ragione, non sono stato un buono amico. Ma sbagliare è umano, no? Che ne dici, mi dai un’altra chance? -
- Certamente! - I due sigillarono la pace appena stipulata facendo scontrare lievemente i propri pugni: era un loro modo di mostrare quel legame indistruttibile che li univa. Da sempre.
- E’ così, che si comporta un membro dei Super Quattro. - Affermò Brock, abbassando la voce il più possibile.
 
Emy gli sorrise. Poi, inspiegabilmente, pose tutta la sua attenzione sul documentario trasmesso il tv.
 
Quale modo migliore per sopprimere quel senso di tristezza così inspiegabile?

Continua ... 

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Capitolo 12
*** Attrazioni fatali! ***


Nota dell’autrice - Vi avverto: questo capitolo è lunghissimo! O.O Un saluto speciale a KP90, pokéshippa93, kaede93 e PokemonMaster97 che commentano sempre la mia fanfic! *-* Grazie, grazie, grazie! :’)
Buona lettura! :D
 
Quella sera, Ash e Misty avevano esplorato una buona porzione della città di Pallet, intenzionati a ritrovare Harrison, misteriosamente scomparso. Durante il tragitto, il moro aveva pensato di rivolgersi a Gary, memore delle parole piene di sospetto di Harrison sul conto del giovane ricercatore. In effetti, Ash era stato parecchio sagace, sorprendendo addirittura Misty: Gary era a conoscenza di particolari notevolmente scottanti relativi alla relazione tra Harrison ed Emy. In parole povere, aveva rivelato ai due amici che Emy provava solo affetto nei confronti del suo compagno e niente più.
 
Scioccati e dispiaciuti, Ash e Misty avevano deciso di tornare a casa; mentre camminavano tranquillamente, il ragazzo aveva iniziato a porre domande insolite alla rossa, la quale, non era stata da meno. La conversazione, insomma, aveva raggiunto l’apice.
 
Ash e Misty stazionavano nei paraggi di casa Ketchum.
 
La ragazza era in piedi, con le braccia conserte e con un’espressione divisa tra la noia e l’autoritarismo. Ash, invece, era seduto sull’erba a gambe incrociate.
 
- Insomma. E’ da mezzora che siamo qui. Perché mi stai trattenendo? Cosa c’è di così spaventoso e orribile tanto da non riuscire a farti proferire parola? - Domandò Misty all’amico, piuttosto irritata.
- Non è così facile da spiegare! - Piagnucolò Ash. Misty sospirò, cercando di ragionare:
- Dunque, mi hai chiesto se avessi avuto fidanzati, e ti ho risposto. E’ questo che ti turba? Ash, ho venti anni! E’ normale che abbia avuto delle relazioni! -
- Perché non sei sincera con me, Misty? - Ash era esasperato.
 
Misty si pietrificò. Ciò nonostante, tentò di mantenere la calma.
 
- Cosa intendi dire? - Fece la finta tonta.
- E va bene, te lo dirò. Mi dispiace per Emy, ma davvero non riesco a stare zitto … -
 
Emy? Cosa c’entrava lei?
 
Un momento …
 
- Ash, cosa ti ha detto Emy? - Chiese Misty, nonostante conoscesse alla perfezione la risposta.
- Mi ha detto che sei stata con un ragazzo di nome Michael, oltre che con Georgio e con Maurice. - Rispose lui, secco. Poi continuò: - E so … che è stato molto importante per te. -
 
Misty non esplose. Era solo un po’ amareggiata, forse.
 
Si abbassò per sedersi accanto ad Ash, nella stessa posizione del ragazzo.
 
- Perché tu ed Emy parlate dei miei ex fidanzati? - Chiese la rossa con distensione.
- Ti prego, Misty, non arrabbiarti con lei! Sono stato io a travolgerla di domande … ero davvero curioso. - Ash tentò di proteggere Emy.
- No, non sono arrabbiata con Emy, tranquillo. Di certo non litigherò con lei per questo. So bene che non andrebbe a strombettare i fatti miei al primo che le capita a tiro … tu sei uno fidato, Ash. E’ che mi sento un po’ in imbarazzo perché ti ho detto una mezza bugia. Sei diventato davvero scaltro col trascorrere degli anni, complimenti! - Esclamò Misty arrossendo leggermente, mentre portava la mano destra dietro la nuca.
- Che bisogno c’è di mentirmi, Misty? - Chiese candidamente Ash.
- E’ che non mi va di parlare di Michael. - Rispose semplicemente lei.
- Come mai? -
- Non credevo che, uscendo per andare a trovare Harrison, ci saremmo imbattuti in discorsi simili … fra l’altro, non è proprio nel nostro stile … nel senso … non ti ho mai parlato di cose di questo tipo! -
- C’è sempre una prima volta! - Esclamò Ash, forse con voce fin troppo alta.
 
Misty sorrise.
 
- Sì, hai ragione … beh, scusa, allora. Non avrei dovuto omettere un fatto importante come questo … -
 
Fatto importante?
 
Allora Emy aveva ragione! A quanto pare, esisteva realmente qualcuno che era stato in grado di conquistare il cuore di Misty.
 
- Se vuoi, puoi parlarmene. O ti scoccia? -
- No. Mi piace parlare con te. - Misty rivolse ad Ash un sorriso traboccante di contentezza, ma allo stesso tempo colmo di tranquillità. Immotivatamente, il moro divenne rosso carminio.
- … dimmi, allora. -
- Ho conosciuto Michael qualche anno fa, venne in palestra per sfidarmi in un incontro. Era davvero molto forte, infatti fui sconfitta. Tu mi conosci, sai bene che sono una persona molto sportiva, ma non sopporto quelli privi di umiltà. Michael sembrava davvero pieno di vanità! - Misty si stizzì nel parlarne: evidentemente non le era del tutto indifferente. Non ancora.
- Poi? -
- Poi, non so perché, iniziò a venire in palestra tutti i giorni … credevo che fosse partito per continuare il suo viaggio … -
- Perché veniva in palestra? -
- Inizialmente continuava a canzonarmi … lo ignoravo, non c’è arma migliore della non curanza. Infatti ne fu colpito. Faceva di tutto per attirare la mia attenzione. Era arrogante, sopraffattore, dominatore. Voleva vincere, sempre. -
- Stento a credere che tu possa essere stata con un ragazzo così. - Concluse Ash.
- Beh, forse non mi crederai … ma era tutta apparenza. Michael è un ragazzo meraviglioso: dolce, sensibile, affettuoso, generoso, disponibile, altruista e … tanto altro … ebbe modo di mostrarmi la sua vera natura solo col trascorrere del tempo … -
- Dalla tua descrizione sembra un rammollito … - Ribatté Ash con una nota di disapprovazione.
- Nulla di più sbagliato. Sai, Ash? Ti assomiglia molto! -
 
Quest’affermazione fece rabbrividire l’allenatore di Pallet.
 
- Mi assomiglia?! In che senso? -
- Quando lo conobbi, pensai subito a te! Ricordo quando eri un allenatore alle prime armi e credevi di avere il mondo nelle tue mani! Il tuo entusiasmo, la tua gioia, la tua purezza … sono caratteristiche che non hai mai perso e che ti hanno sempre contraddistinto! -
 
Ash arrossì, assai compiaciuto da quelle parole. Misty finì la frase:
 
- Anche Michael è così! -
 
Ecco, la felicità di Ash era svanita in un battibaleno.
 
- Ogni persona è diversa dall’altra. - Replicò il ragazzo.
- E’ vero! Ma vi somigliate, ci sono molte affinità! Inoltre è testardo, cocciuto, determinato … -
 
Ash e Misty rimasero in silenzio per qualche secondo. Fu il moro a prendere l’iniziativa:
 
- Queste qualità ti hanno fatto innamorare di lui, eh? -
- Non lo so, Ash. - 
 
Non si aspettava una risposta così incerta.
 
- Non lo sai? -
- No. Sono stata con Michael parecchi anni, ma non sono sicura che il nostro fosse amore. Da parte sua, lo era di sicuro … -
- Ora capisco perché tu ed Emy andate d’accordo. - Commentò sarcasticamente Ash.
 
Misty scosse la testa. 
 
- Anni fa, Emy amava follemente Harrison. Ed è proprio perché era persa di lui che ha sofferto fino all’inverosimile. Il dolore è stato così forte che l’ha indotta a razionalizzare la sua relazione: ha cercato un equilibrio interiore e l’ha trovato. Insomma, ha imparato a fare a meno di Harrison, per il proprio bene. Per me, invece, è stato diverso. -
- Perché? - Ash insisteva con le sue numerose domande.
- Ero un po’ scettica, quando Michael mi chiese di diventare la sua ragazza. Ero ben consapevole che lui fosse cotto di me e non volevo ferire i suoi sentimenti. Poi, però, mi resi conto di quanto fosse straordinario … nessuno si era mai preso cura di me in quel modo … era dolcissimo … divenne un pilastro fondamentale nella mia vita … e questo per diversi anni … -
- Giuro che è l’ultima domanda: come mai è finita? -
 
Misty socchiuse gli occhi: pareva che i ricordi la dilaniassero. 
 
- E’ finita per volontà mia, Ash. - 
- Perché? -
- Non avevi detto che avevi finito con le domande? -
- Eh? Sì, scusa hai ragione … ma la tua risposta è incompleta. -
 
Misty sorrise lievemente, dopodiché rispose all’amico:
 
- E’ vero … meriti una risposta più ragionevole. Ash, è difficile da spiegare, a volte me lo chiedo anche io. Perché ho lasciato Michael? Non lo so. So solo che durante quegli anni, non ho mai avuto la certezza completa e definitiva di amarlo. Ed è grave, fidati. Forse, a distanza di tempo, ho trovato una risposta … -
- Lo amavi. - Affermò Ash. Misty lo guardò con aria interrogativa:
- Uhm, non sei così cervellone come credevo fino a qualche minuto fa. Al contrario, Ash, credo di non averlo amato. Mai . Altrimenti avrei fatto di tutto pur di continuare a stare con lui, no? -
- In effetti … - Rispose Ash, seguendo il ragionamento di Misty.
- Credevi che fosse successo qualcosa di particolare tra noi? Un tradimento? Un comportamento scorretto? No, niente di tutto questo. Michael mi ha sempre trattato benissimo. -
 
Misty terminò il suo discorso, distendendosi sull’erba soffice e lasciandosi accarezzare dalla leggera brezza di quella sera. Ash, invece, era intrappolato in una rigidità oscura.
 
Ripensò alle parole di Misty: “ Michael mi ha sempre trattato benissimo “.
 
Sbuffò: era evidente che il paragone con lui non sussistesse.
 
- A cosa pensi, Ash? - Chiese Misty, mentre strofinava le braccia sull’erba.
- A nulla, Misty. -
- Non mi va di parlare di Michael … ah, giusto per precisare, è una storia chiusa. Non penso più a lui. Gli voglio ancora molto bene, ma non mi manca. -
 
Perché Misty si stava giustificando? 
 
- Sono contento per te. - Fu tutto quello che Ash riuscì a dire.
 
La ragazza si alzò di scatto, assumendo la posizione precedente.
 
- E tu, Ash? Hai avuto ragazze? A quanto pare, sì! -
 
Ancora quell’odiosa domanda!
 
Non poteva fuggire ogni volta … 
 
Della serie: i nodi vengono sempre al pettine!
 
- Sì, Misty. Vuoi parlarne? - Disse Ash svogliatamente.
- Non sei costretto, eh! E’ che non mi sembra corretto … io ti ho raccontato i fatti miei e ora tu mi racconti i tuoi! -
- Non sono costretto, eh? - Ash sorrise: Misty era la solita dispotica.
- Fa’ come vuoi! - Esclamò lei, con finto disinteresse.
- Ne parlerò … sono una persona onesta! -
- Ti sto ascoltando. -
- Ricordi Lucinda? Quella ragazza che viaggiava con me … - La voce di Ash si abbassò notevolmente.
- Certo. - Misty si irrigidì.
- Non credo che sia proprio corretto dire che sono stato con lei … insomma, una storia … strana … superficiale … -
- Te la scopavi solo, insomma. - Disse Misty, sbadigliando.
 
Ash sussultò: quanto poteva essere sfacciata?!
 
- Ma … Misty … -
- Ho indovinato? - Chiese gelidamente lei.
- Non sono un animale! - Ribatté Ash.
- Ok, qualche bacino, qualche carezza e qualche … -
- Misty, per favore! - Ash aveva lo stesso colore del fuoco.
- Non voglio conoscere i dettagli, Ash. - Disse lei. La sua espressione era piena di acredine.
 
Che fosse gelosa?
 
- Non ho molto da raccontare … era davvero una storiella ridicola … ho deciso di lasciar perdere proprio perché è una mocciosa, infantile, immatura … a dirla tutta, l’ho fatto anche per il suo bene! Era completamente innamorata di me! - 
- Le bambine non si innamorano, Ash. Al massimo, s’infatuano. -
- Parli tu che non sei mai stata innamorata … -
- E questo chi te l’ha detto? -
- Se non hai amato Michael, col quale sei stata tanto tempo, allora … - Ash non terminò la frase. Misty scoppiò a ridere:
- Ash Ketchum, non finirai mai di sorprendermi! - Misty si alzò, stiracchiandosi. 
- Perché? - Ash non capiva.
- Sei unico! - Esclamò lei. Ash continuava a non comprendere.
- Lo prendo come un complimento. -
- Assolutamente sì! - Misty sembrava molto decisa: in realtà, nemmeno lei conosceva il motivo di quella sicurezza. - Comunque io entro, comincia a far freddo. -
 
La ragazza avanzò verso casa Ketchum a passi cadenzati. Poco prima di aprire la porta, si fermò:
 
- Ash. -
 
Il ragazzo era ancora seduto a terra, mentre fissava Misty allontanarsi.
 
- Cosa c’è? -
- Per la cronaca, io sono sempre stata innamorata di una persona. Sempre. Ininterrottamente. E non è Michael. Quindi posso permettermi di giudicare. E, aggiungo: è una persona che amo da quando avevo l’età di Lucinda. Ma sai, io non ero una bambina … sono cresciuta in fretta. -
 
Senza nemmeno voltarsi, la ragazza entrò in casa, lasciando Ash solo.
 
Confusione.
 
Confusione totale.
 
Per quella sera, poteva bastare!
 
Misty sapeva fin troppo bene di non aver amato Michael … altro che dubbi.
 
Certezze inoppugnabili.
 
Quando Misty s’introdusse in casa, il professor Oak e Rupert erano già andati via.
 
Delia era andata a dormire, Brock e Lea avevano fatto ritorno in albergo.
 
Sul divano, nel famoso soggiorno, troneggiava Emy: la sua aria, però, non era altrettanto trionfante.
 
- Va tutto bene? - Chiese istintivamente Misty.
- Che dici? - Aggiunse Emy, indicando il proprio viso. Con l’altra mano manteneva il cellulare.
 
Misty si sedette accanto all’amica:
 
- Io e Ash siamo andati a cercare Harrison. -
- Lo so. -
- Non è ancora tornato? -
- No. -
- Eppure è tardi! Non hai sue notizie? -
- Sto provando a chiamarlo, ma risulta irraggiungibile … - La ragazza sospirò.
- Emy, sei preoccupata? -
- Sì, Misty. Mi sono cacciata in un casino epico. -
- Emy, senti … - Misty attirò l’attenzione dell’amica.
- Dimmi. -
- Ti va … se parliamo un po’? - Prima che Emy rispondesse, Ash entrò in casa.
 
Capì di aver interrotto qualcosa d’importante. 
 
- Oh, sarà meglio che vada in camera mia. - Affermò il moro.
- No, resta pure, se vuoi. - Disse Emy.
 
Strano. Di solito non gradiva la presenza di Ash.
 
- Ah, meglio così. Non ho molto sonno. - Il ragazzo si sedette su una delle sedie sparse nella stanza.
- E’ meglio se ci sei anche tu, Ash. - Disse Misty. Ash capì: si riferiva alla conversazione intrattenuta con Gary poco tempo prima.
- Che succede, ragazzi? - Chiese Emy spazientita.
- Harrison? - Ash rispose con un’altra domanda.
- Sparito. Totalmente sparito. Forse ci siamo anche lasciati. - Affermò la ragazza.
- Cosa?! - Ash e Misty erano esterrefatti.
- Vi prego, non chiedetemi spiegazioni, è complicato. Piuttosto, voi … -
- Prima siamo andati a cercare Harrison. - Disse Ash. 
- Lo so, Misty me l’ha detto. Avete guadagnato o ricavato qualcosa? -
- Abbiamo parlato con Gary. - Aggiunse il moro.
 
Emy sgranò gli occhi.
 
- Gary? Come sarebbe a dire? - Chiese lei contrariata.
- Emy, ascolta. Non so come dirtelo, ma Harrison teme che Gary possa distrarti da lui … - La semplicità di Ash era disarmante.
- Ancora con questa storia? Basta, vi prego. -
- Cosa? Harrison te ne ha parlato? - Chiese Misty.
- Proprio stasera. Sapete? Ho superato il limite. - La ragazza si alzò.
- Uh? - Ash la osservò.
- Lo dico una volta per tutte anche a voi: sono stanca! Ho aspettato Harrison per anni e lui pretende che lo faccia ancora. Forse non sono abbastanza forte, ma è davvero troppo per me. E’ il mio fidanzato, giusto? Concretamente non è così. Io dovrei stare bene e invece soffro. Ho riflettuto a lungo e dopo sette anni di ingiustizie, di afflizione e di pianti, è arrivato il momento di chiudere il capitolo. Ah … per quanto riguarda Gary … se anche voi insinuate qualcosa, siete pregati di non farvi prendere a calci. E’ l’unica persona che mi ha realmente capito e con la quale mi sono confrontata in maniera spontanea e trasparente. -
 
Emy si diresse in cucina per bere un bicchiere d’acqua.
 
- Devi fare quello che senti davvero, Emy. - Aggiunse Misty.
- Sì, ma l’ho capito tardi. -
- Non è mai troppo tardi. - Misty sorrise. Emy ricambiò a stento.
- In ogni caso, Harrison mi sta davvero a cuore. Devo sapere che fine ha fatto. -
- Ti sta a cuore quanto Gary? - Ash intervenne con una domanda inopportuna, che spiazzò sia Misty che Emy. Quest’ultima non si fece intimorire:
- Ash, vedo che perseveri nel conservare la tendenza a dire cose insensate. -
- Rispondimi. - Ribatté lui, deciso.
- Non sono affari tuoi. - Emy, incredibilmente irritata, gli diede le spalle, iniziando a parlare con Misty.
- Dunque, cosa facciamo? - Chiese Misty.
- Non so. Vorrei cercarlo. -
- Già siamo andati prima. - Intervenne Ash.
- Sei pregato di starne fuori. -
- Ragazzi, smettetela! - Disse Misty. - Per favore, non complichiamo le cose! -
 
Ash ed Emy si guardarono con astio, ma dopo la smisero.
 
In effetti, non era la situazione adatta per dar vita a discussioni futili.
 
- Sì, ho capito, avete cercato Harrison prima. Non l’avete trovato, però. E’ probabile che, cercandolo in tre, abbiamo più possibilità di scoprire dove si sia cacciato. -
- Hai ragione. Ma ormai è notte fonda … - Disse Misty, osservando l’orologio del pokégear.
- Emy, Pallet non è una metropoli. L’avremmo trovato se fosse stato da queste parti, fidati. - Aggiunse Ash.
- Appunto, non è da queste parti. Utilizzerò il mio Charizard per andare a cercarlo. Fare la caccia al tesoro dall’altro renderà tutto più semplice. -
- Se lo dici tu … ma non credo che Harrison abbia fatto qualche pazzia … non è il tipo … - Concluse Ash.
 
Prima che Emy replicasse, qualcuno batté le proprie mani vicino la porta.
 
- Chi sarà a quest’ora? - Chiese Misty, leggermente preoccupata.
- Ragazzi, sono io! - Dall’esternò si udì la voce di Harrison.
 
Emy tirò un sospiro di sollievo: - Meno male. -
 
Ash corse ad aprirgli.
 
- Ehi, dov’eri andato? - Chiese Ash. - Eravamo in pensiero. -
- Tranquillo, avevo bisogno di fare due passi. - Entrato, si trovò di fronte ad Emy. Le rivolse uno sguardo truce.
- Hai qualcosa da dire, Harrison? - Chiese lei.
- Nulla, Emy. Credo che dovresti renderti conto di quanto le tue parole possano essere accostate a lame taglienti. - Il ragazzo salì per andare in bagno.
 
Ash, Misty ed Emy rimasero imbambolati nel soggiorno per qualche minuto.
 
Quanto era stato graffiante? 
 
- Sarà meglio che vada a dormire. - Disse Emy, dirigendosi verso l’uscita.
- Ehi, dove vai? - Chiese Misty.
- In albergo. E anche tu dovresti. -
- Ah, già … l’albergo. -
- Ragazze, potete dormire qui. - Disse Ash.
- Non hai posti letto infiniti, Ash. Non preoccuparti. Andrò con Charizard. Allora, Misty, vuoi venire? -
- Oh … sì, certo … non voglio che tu vada da sola … -
- Bene! Allora ci vediamo domani, Ash. Buonanotte. - Disse Emy, uscendo dalla casa. Quando fu all’esterno, lanciò una poké ball, dalla quale si manifestò uno splendido esemplare di Charizard.
 
Nel frattempo, Ash accompagnava Misty sulla soglia della porta.
 
- Sicura di non voler rimanere qui? -
- Ash, vorrei tanto, ma non me la sento di lasciare Emy sola. E’ molto vulnerabile in questo periodo. -
- Hai ragione … -
- Grazie di tutto, Ash. - Disse Misty, fermandosi sull’uscio e inchinandosi leggermente.
- Per cosa? -
- Per non cambiare mai. E’ stato davvero bello trascorrere la serata in tua compagnia. -
 
I due si sorrisero.
 
- Anche per me. E, pure tu, Misty … non cambiare mai … - Mormorò Ash, abbassando il capo.
- Mai! - Esclamò lei, assumendo un’espressione solare.
 
- Misty, ci muoviamo? - Chiese Emy, già in groppa al suo Charizard.
- Certo! Ciao, Ash … a domani! -
 
Ash la salutò con la mano.
 
Nemmeno il tempo era riuscito a cambiare quel magnifico rapporto.
 
- Ash? - Quando l’allenatore rientrò in casa, c’era Harrison ad aspettarlo sulle scale.
- Ehi, Harrison! Stasera preferisci dormire in camera mia? - Chiese Ash, chiudendo la porta.
- No, sul divano sto benissimo, non preoccuparti. Inoltre non ho molto sonno … - Sospirò. 
- Nemmeno io. - Aggiunse Ash. Dopo disse: - Che fine avevi fatto? Io e Misty siamo andati a cercarti … -
- Non spettava a voi, Ash. - Harrison sorrise in maniera malevola.
- Emy stava uscendo ora … era in ansia … -
- Cosa importa? Stasera è stata fin troppo chiara … -
- Che intendi dire? - Chiese Ash, fingendo di ignorare la situazione.
- Credo che sia finita, amico mio. Sono sicuro che Emy sia intenzionata a lasciarmi. - 
 
Gli occhi di Harrison erano lucidi, per  quanto cercasse di non darlo a vedere.
 
- Ma cosa dici? -
- So di non sbagliare. -
- Dovresti parlarle. -
- E’ troppo tardi per parlare, Ash. Anzi, è inutile. Dovevo agire diversamente. Ho fallito. O forse abbiamo fallito entrambi, chissà … -
- Harrison … anche io ho notato qualcosa di strano in lei … ma credo che non dovresti essere così arrendevole … tu ami Emy, vero? -
- Sì. -
- Faresti qualunque cosa per lei? -
- Sì. -
- Allora fai l’impossibile, Harrison. Non puoi lasciartela scappare.  Io ho capito e quindi so quanto lei sia fondamentale per te. Devi provarci, devi rischiare! I rimpianti sono un peso difficile da sopportare … e i rapporti … beh, i rapporti cambiano … non sono a prova di infrangibilità … a prescindere dalla loro natura. -
 
Harrison spalancò gli occhi. 
 
- Ash, quanta assennatezza. -
- Il merito è tutto di Misty. -
 
Harrison divenne meno malinconico.
 
- Sei un grande. Farò del mio meglio. -
 
 
Ash poggiò una mano sulla spalla di Harrison:
 
- Tu sei un campione. Riesci sempre ad ottenere quello che vuoi, Harrison. -
 
Il giorno dopo, Misty ed Emy si svegliarono di buon’ora.
Dopo aver fatto colazione nell’apposita sala all’interno dell’hotel, decisero di fare una passeggiata nel centro di Pallet: i saldi erano appena cominciati.
 
Mentre osservavano le vetrine luccicanti, Misty rivolse la parola all’amica:
 
- Emy, ora dovrai rimanere a Pallet fino alla fine di settembre, giusto? -
- Sì, Misty. Tu, invece? Quanto vuoi rimanere ancora? D’altra parte, non hai alcun obbligo a restare qui … -
- In realtà sì. -
- Ah, sì? Perché? -
- Ieri non hai aspettato che finisse la conferenza … i Super Quattro hanno dei sostituti. E io faccio parte del team dei sostituti. -
Emy rimase a bocca aperta: - Che sorpresa! Siamo i Super Otto, quindi? -
 
Misty rise. 
 
- No. Diciamo che voi siete la rosa e noi le riserve. E’ stato scelto tutto in base alla votazione. D’altra parte, potrebbe capitare che uno di voi abbia un imprevisto. In quel caso, entreremmo in gioco noi. -
- E … chi sono gli altri? -
- Uhm … Brock, Bianca e Alice. -
- E’ una buona idea, in fin dei conti. -
- Sì. -
- Sai? Quest’anno sono state preferite le donne. -
- E’ una bella soddisfazione! - Esclamò Misty, strizzando l’occhio.
- Oh, un’altra cosa: come siete posizionati? -
- Brock è il primo sostituto. Bianca la seconda. Io sono la terza e Alice la quarta. -
- Quindi, nel caso in cui non partecipassi, mi sostituirebbe quest’Alice … non so molto su di lei … -
- Allena pokémon di tipo volante. -
- Ah … -
- Non accadrà, Emy. Sarai la star del torneo, me lo sento! -
 
Emy sorrise a Misty. 
 
La mattinata sembrava piatta e ordinaria. Fino a quel momento. 
 
- Oh, oh … - Misty fu attirata da qualcuno, ma non appariva gioiosa.
- Che c’è? - Chiese Emy in maniera apatica.
- Guarda chi si trova di fronte a noi. - Misty indicò una persona tra la folla.
 
Gary camminava nel senso opposto: aveva una t-shirt bianca, jeans strappati e scarpe da ginnastica abbinate alla maglietta. Portava delle buste con sé.
 
Emy sbiancò.
 
Tra tutta quella gente, proprio lui doveva incontrare? 
 
- Vai a salutarlo, ti aspetto qui. - Disse Misty. Era infastidita. Molto.
- Tu non vieni? - Chiese Emy, dando per scontato che sarebbero andate da lui insieme. 
- No, non mi va. E’ un tipo molto antipatico, a mio avviso. -
- Non credevo che avessi quest’opinione di lui. -
- Un giorno te lo spiegherò. Vai! - Le ordinò Misty.
 
Di certo Emy non si offese. 
In cuor suo, non aspettava altro: che Misty le dicesse di andare a parlare con Gary. 
 
- Ehi! - La ragazza lo salutò a distanza di qualche metro.
- Guarda un po’ chi si vede in giro! - Il ragazzo si avvicinò all’ultima dei Super Quattro. Salutò Misty da lontano, come se nulla fosse accaduto. La rossa rispose, nonostante fosse visibilmente annoiata da quel gesto.
- Sei andato a fare shopping? - Chiese Emy, lanciando un’occhiata alle buste.
- Oh, sì … il mio armadio è piuttosto deprimente negli ultimi tempi. Ho poco tempo per dedicarmi a me stesso. -
- Credo che sia la prima volta che ti vedo senza camice da quando sono qui! - Esclamò lei.
- Tu, invece, hai molto gusto nel vestire, Emy. -
 
Quel complimento le fece piacere. 
 
- Ah, lo pensi davvero? Grazie, Gary! -
- Figurati! Esprimo sempre ciò che penso … comunque … com’è andata ieri sera? -
 
Emy tornò ad essere afflitta:
 
- Non proprio alla grande, ma … va bene così, Gary. So cosa voglio. E so che devo cacciare gli artigli per tutelarmi. -
- Sono contento che i miei consigli ti abbiano aiutato. -
- Non sai quanto! -
 
Gary smise di parlare. Diede un rapido sguardo a Misty, occupata a studiare le vetrine in ogni minimo dettaglio. 
 
- Sarà meglio che vada. Non voglio che Misty aspetti. -
- Sì … - Persino Emy si rese conto di quanta delusione ci fosse nella propria affermazione.
- Ora dovrai rimanere a Pallet fino alla fine della Lega. Ti hanno imprigionata! - Gary intavolò un nuovo discorso, suscitando la meraviglia di Emy.
- Beh … sì … dalla prossima settimana dovrò allenarmi duramente per i prossimi tre mesi … mi sono giocata l’estate … -
- Non preoccuparti. Sono contento che tu sia a Pallet, ci faremo compagnia. Per quest’anno, sogneremo il mare insieme! -
 
Rossore. 
 
- Ci conto! Non mi va di rimanere sola … -
- Andiamo! Non sarai mai sola. Misty ti farà compagnia, no? E anche Ash … Brock, magari … -
- Sì, fortunatamente Misty e Brock sono stati inseriti nella squadra di riserva, quindi anche loro hanno il dovere di rimanere a Pallet fino alla fine di settembre. L’ho appreso solo stamattina. Ash non fa testo! -
 
Entrambi scoppiarono a ridere.
 
- Mi pare di capire che fino alla prossima settimana sarai totalmente libera … te lo meriti … queste giornate ti hanno stressato fino al midollo … -
- Puoi ben dirlo! -
 
- Emy! - La voce di Misty echeggiò nell’aria: la stava richiamando alla base.
 
- Adesso devo veramente andare! - Esclamò Emy.
- Sì, certo … vai pure. -
- Buona giornata, Gary. - Emy si voltò e iniziò a incamminarsi.
- Emy! - Il ragazzo attirò la sua attenzione, facendola voltare. Per l’ennesima volta. - Se hai tempo da perdere, vieni a fare visita al ruscello una volta tanto. -
 
E’ impossibile descrivere la larghezza del sorriso che si materializzò sul volto della ragazza.
 
- Lo farò senz’altro, Gary! -
 
Il giovane ricercatore sfoggiò la sua dentatura perfetta, poi tornò a camminare per conto suo.
 
Quando Emy raggiunse nuovamente Misty, quest’ultima notò come la propria migliore amica fosse notevolmente lieta.
 
- Beh? Che ti ha detto? - Chiese Misty, con le solite braccia conserte.
- Nulla di che … ma … perché quest’atteggiamento avverso nei confronti di Gary? Ti ha detto qualcosa di male ieri sera? -
- Niente, niente. - Ovviamente la rossa non aveva minimamente tollerato quello che il castano aveva detto la sera precedente. E dire che pochi minuti prima l’aveva apprezzato per le sue impeccabili deduzioni!
 
“ E’ doloroso vedere storie che finiscono, ancora di più di non vedere storie mai cominciate. Tu ne sai qualcosa, vero, Misty? “
 
Che soggetto spregevole!
 
- A me non sembra … - Aggiunse Emy, poco convinta. - Credevo che nutrissi simpatia per lui. -
- Non proprio. - Misty si mantenne sul vago.
- Io, invece, credo che sia sublime. -
- Sublime?! Addirittura?! -
- E’ il primo termine di associazione che mi è passato per la testa … -
- Niente di più sincero, fidati! - Esclamò ironicamente Misty.
- E’ ancora presto per giudicare … anche se lo conosco da anni, non ho avuto modo di stare a stretto contatto con lui … -
- E’ sempre meglio essere prudenti … ma comunque … non ho ancora capito se tra te e Harrison sia finita o no. -
- Credo di sì. Ma dobbiamo parlarne direttamente. Senza se e senza ma. -
- Brava, così mi piaci. -
- Pensavo che ti dispiacesse. -
- Cosa? -
- Il fatto di rompere con Harrison. -
- E infatti mi dispiace. - 
- Allora perché m’incoraggi? -
- Perché questa faccenda è terribile. Per entrambi. -
- Per me lo è da sette anni. -
- Non dire così. Pensa anche a ciò che di buono c’è stato. -
- … -
- Quando gli parlerai? -
- Oggi. Tu, invece, quando dirai ad Ash che vuoi fartelo? -
- Eh?! Ma che cavolo dici? -
 
La calma di Emy era impressionante:
 
- Smettila di fare la miss-so-tutto-io! - Esclamò Emy.
- Non è mia intenzione! - Replicò Misty.
- Lo fai inconsciamente! Comunque, entriamo in quel negozio. - Emy indicò una vetrina.
- Perché proprio quello? -
- Perché vende vestitini adorabili. -
- Hai intenzione di fare acquisti? -
- Sì, altrimenti non saremmo qui, ti pare? -
- Di solito non indossi vestitini. -
- Perché non si presenta mai l’occasione. -
- Allora sono inutili! -
- Fino ad ora sì, sarebbero stato inutili e inutilizzati. -
- E d’ora in poi? -
 
Istanti di silenzio.
 
- D’ora in poi, Misty, la musica cambia! -
 
Emy afferrò la mano della rossa, per trascinarla con forza in quella graziosa botique.
 
Delia era andata da sua madre: la nonna di Ash si era beccata una brutta polmonite, nonostante non facesse poi così freddo.
 
A casa erano presenti il moro e Harrison. 
 
Per la precisione, il primo si era svegliato tardi, come al solito:
 
- Ehilà! - Salutò Harrison mentre scendeva dalle scale; intanto il biondo era impegnato a consultare il suo pokégear.
- Ciao, Ash! Dormito bene? -
- Abbastanza … che fai? -
- Nulla di che, stavo cercando delle informazioni sulla Lega … ma a quanto pare tutto tace. - Il ragazzo sospirò dispiaciuto.
 
Ash gli si avvicinò, sedendosi su una delle solite sedie:
 
- Harrison, secondo te chi sono i Super Quattro? -
 
Il biondino non parlò. La sua espressione era più che eloquente.
 
- Credi che ci sia Emy tra loro? - Chiese Ash.
- Io … io non credo che sia arrivata a questo punto … -
- Emy è molto forte, Harrison. Sono sicuro che sarà stata almeno interpellata. -
- Sicuramente. Sai, penso che la stessa cosa sia successa a Misty e a Brock. Anche loro potrebbero far parte del team dei Super Quattro. -
- Indubbiamente. - Concluse Ash.
-  Però … Emy mi aveva detto che se fosse stata scelta, avrebbe rifiutato. -
- E’ probabile che l’abbia fatto, Harrison. -
- Già … -
- Per il resto, hai notizie sugli altri novantotto chiamati? -
- No, Ash … credimi, è un mistero fittissimo. Domani sapremo chi sono i Super Quattro … poi nei giorni successivi si apriranno le danze … verrà spiegato tutto nei minimi dettagli … -
- Possibile che non sia rintracciabile alcuna indiscrezione? -
- Certo che sì. Si dice che abbiano allestito un campus dove noi partecipanti ci dovremmo allenare, ma non ne sarei così sicuro … -
- In fin dei conti, siamo tutti rivali … hanno intenzione di farci fraternizzare? -
- Sono voci di corridoio, Ash … finché non saranno i rappresentanti della Lega a parlare, tutto sarà incerto … nel frattempo, è bene mettersi all‘opera … -
- Sì … hai ragione … -
 
- Quanti vestiti! - Misty osservava Emy che, decisa, si dirigeva verso la cassa con un bel malloppo di stoffa in mano.
- Sono molto carini, vero? - Domandò Emy con una punta di soddisfazione.
- Molto … ti donano, ma … non è nel tuo stile! -
- Lo so, sono sempre stata una sportiva, ma è il momento di mettere in risalto la mia femminilità! E anche tu dovresti, Misty … -
- Cosa vuoi dire? - Chiese la rossa sbuffando.
- Voglio dire che sei una bellissima ragazza e dovresti valorizzarti di più! -
- Emy, fino a ieri hai indossato unicamente jeans e magliette! -
- Fino a ieri … oggi è un altro giorno, Misty! - Emy, allegramente, pagava, mentre la commessa la osservava con espressione stranita.
 
- Qui gatta ci cova … - Disse Misty tra sé e sé.
 
- Senti, Misty, non è che mi faresti un favore? - Chiese la ragazza di Viridian, con un notevole numero di buste in mano.
- Dimmi. - Rispose Misty in modo seccato.
- Ho delle commissioni da fare, immagino che tu sia stanca per seguirmi. Ti va di portare le buste in albergo?! - Chiese Emy con gli occhi pieni di speranza.
- Sono diventata la tua facchina?! -
- Dai, dai, dai! -
- E va bene! - Misty strappò le buste dalle mani dell’amica. - A patto che tu mi faccia provare qualcuno di questi splendidi abiti. -
- Quando vuole, signorina Yawa. Ciao! - Emy, come un fulmine, uscì dal negozio: quella di scattare alla velocità della luce, era una sua peculiare caratteristica!
 
Sarebbe stata un ottimo membro del Team Rocket, in un certo senso!
 
Il punto è che odiava correre: tra tutti gli sport, era quello che più detestava.
 
Ma …
 
… era anche quello che, in un breve lasso di tempo, le permetteva di raggiungere i posti che più desiderava.
 
Nel giro di una quindicina di minuti, raggiunse il ruscello dei Poliwag.
 
Respirò profondamente. Almeno, in quel modo, poteva bruciare parecchie calorie.
 
Si stese sull’erba: ormai era diventata un’abitudine.
 
Un Poliwag si sistemò accanto a lei, in cerca di coccole.
 
- Ma quanto sei carino! Sei dolcissimo! - Emy accarezzò la piccola creatura, che ricambiò il suo affetto, rannicchiandosi vicino alle sue gambe. 
 
- I pokémon di fuoco sono la tua specialità … ma te la cavi bene anche con quelli d’acqua! -
 
Era di nuovo lui.
 
- Gary! - Esclamò Emy radiosa.
 
- Credevo che saresti venuta, ma non così presto! -
 
La ragazza arrossì: in effetti, si erano visti un paio d’ore prima.
 
- Adoro questo ruscello. Mi rilassa. - Si giustificò la ragazza.
- Lo so! - Gary si sedette accanto ad Emy, nonostante lei fosse ancora a terra. Resasi conto della presenza del ragazzo, si alzò di scatto.
- Non c’è bisogno che ti alzi! - Esclamò Gary ridendo: aveva notato l’imbarazzo di Emy.
- No, sarà meglio non stare a contatto con l’erba … si attacca ai vestiti! - La ragazza ricordò l’osservazione di Misty.
 
Gary le rivolse un sorriso.
 
Era … bello.
 
O meglio, erano belli.
 
Lui. E il suo sorriso.
 
- Quando sei nata, Emy? - Chiese Gary.
- A maggio. L’otto, per la precisione. Te lo dissi, no? -
- Sì ... beh, in ogni caso, auguri posticipati! -
- Sì. Il mio compleanno cade due settimane prima di quello di Ash, che è domani … grazie! -
- Però tu sei più grande di Ash, vero? - 
 
In quel momento, Emy pensò che Gary fosse coetaneo di Ash. Ciò significava che era più grande di lui di due anni. 
 
- Sì … ho compiuto ventidue anni … - Sembrava quasi vergognarsene. - Tu, Gary? -
- Sono nato a dicembre … l’otto dicembre … -
- Sei addirittura più piccolo di Ash! - Esclamò Emy.
- No, dicembre dell’anno precedente rispetto a quello della nascita di Ash … -
 
Questo significava che Emy era circa un anno e mezzo più grande di Gary.
 
- Sembri più grande, sai? - Disse lei.
- Sì, me lo dicono tutti … -
- Quindi, se Ash ha iniziato il suo viaggio quando aveva quasi undici anni, tu andavi già per i dodici! Avresti potuto iniziare molto prima! -
- In realtà non mi sentivo pronto … -
- Pensa che io sono diventata capo palestra quando avevo nove anni! E’ terribile … -
- Molto precoce … - Osservò Gary.
- Beh, mio padre questo voleva … -
- Rupert … è una persona che apprezzo molto. - Disse Gary, distendendosi.
- Non lo conosci … - Commentò Emy sarcasticamente.
- Parla molto di te … ti vuole un gran bene, Emy. -
- Lo so, è mio padre … ci mancherebbe! -
- Parla molto più di te che di Kristie e di Agata! -
- Perché non allenano pokémon! Kristie non sa nemmeno cosa siano, va al liceo e prende ottimi voti, eppure questo non sembra destare l’attenzione di mio padre … Agata fa la coordinatrice, attività che non gli interessa! -
- E’ bello che tu voglia parlare con me. -
- Eh?! -
- Parliamo molto. Mi piace! -
- Oh, ehm … sei una persona così intelligente, Gary! -
- Anche tu non sei da meno … di’ un po’ … -
- Cosa? -
- Ti piace il sushi? -
- Adoro il sushi! -
- A Pallet ha aperto un sushi bar che sta andando alla grande … domani sera potremmo andarci, se ti va … -
 
Esitazione.
 
- Oh, è una bella idea. -
- Emy, se non vuoi, fa nulla. -
- No, Gary! Mi farebbe tanto piacere! -
- Guarda che t’invito come amica … anzi, se vuoi, fa’ venire pure Misty, Ash, Brock … la ragazza di Brock … insomma, chi vuoi! -
- Oh … -
- Credi che a Harrison possa dare fastidio? -
- Non m’interessa di Harrison. - Affermò lei decisa.
- L’hai lasciato? Prima non abbiamo approfondito il discorso … -
- Non ancora … - Sospirò.
- Mh? Sei ancora indecisa … -
- Ieri sera abbiamo avuto una discussione, ma c’erano gli altri … non volevo creare drammi … -
- Ieri Misty e Ash sono venuti qui … -
- Lo so. -
- Credono che io voglia complottare contro Harrison … non capiscono che il disagio proviene da te. -
- Misty l’ha capito. Ash, non saprei. E’ amico di Harrison, è probabile che sarà dalla sua parte. -
- Ash è soprattutto tuo amico. -
- Sì, ma sai, siamo parecchio incompatibili. -
- Allora hai ragione … parteggerà per Harrison … -
- Non me ne importa, Gary. Voglio solo mettere un punto. E basta. Delle conseguenze … -
 
Gary interruppe Emy, prendendola per mano.
 
Un gesto decisamente inaspettato.
 
- Non dire che non te ne frega. Devi tener conto delle conseguenze, Emy. Pensaci bene. -
 
Perché Gary parlava così? 
Emy credeva che lui fosse attratto da lei.
Almeno un po’ … in quel caso, l’avrebbe incoraggiata a mandare tutto al diavolo …
 
- Sì … -
- Harrison, devo andare dal professor Oak , voglio dare un‘occhiata ai pokémon in vista della Lega. Ti va di accompagnarmi? - Ash era pronto ad uscire. Aveva proposto a Harrison di andare da Oak, nonostante l’allenatore di Hoenn fosse ancora impegnato a cercare informazioni tramite il proprio pokégear. 
- Non so se sia una buona idea … - Commentò sarcasticamente. Ovviamente, la sua ironia era riferita a Gary.
- Harrison, così facendo non farai altro che dargliela vinta. Sii superiore! -
 
Manifestazioni di saggezza estrema provenienti da Ash Ketchum. 
 
- Come al solito, amico mio, hai fatto centro! Hai ragione, uscire mi farà bene … -
 
Ash fu molto soddisfatto, era riuscito a convincere Harrison, nonostante fosse giù di morale.
 
- Dai, andiamo! - Esclamò Ash.
 
I due, mentre camminavano, si divertivano a schernire Gary:
 
- In tutta onestà, Harrison, non vedo perché dovresti preoccuparti tanto per Gary. E’ un idiota in confronto a te! -
- Io credo che sia un idiota e basta, Ash … -
- Anche! - Ash rise, seguito dall’amico.
- Quanti anni ha Gary? -
- Uhm … sei o sette mesi in più a me … -
- E’ anche più piccolo di Emy … - Commentò Harrison, camminando con le mani nelle tasche.
- Sì, anche se sembra più grande … -
- E’ vero … -
Intenti a parlare, Ash e Harrison furono subito attirati da una scena interessante.
 
Quale, il relativo sfondo?
 
Ovvio. Il ruscello dei Poliwag.
 
Emy e Gary erano lì, a parlare fittamente, come succedeva da un po’ di tempo.
 
- Come non detto. - Affermò seccamente Harrison.
 
Ash l’osservò preoccupato: aveva notato che il suo amico ribolliva dalla gelosia.
 
- Ehi, Harrison! Non fare pazzie. -
- Pazzie? Non è da me. -
- Appunto! Ma allora perché cammini verso di loro? In modo così minaccioso? -
 
Harrison avanzava e parlava contemporaneamente: - Intendo solo salutarli. -
 
- Speriamo bene … - Sussurrò Ash.
 
Emy e Gary erano così impegnati a parlare che non avevamo minimamente scorto la presenza di Ash e di Harrison (o almeno così sembrava): quest’ultimo voleva sorprenderli di spalle.
 
- Però, devo dire che hai davvero un passo felpato … - Iniziò Gary. Emy non capì. Solo dopo quest’affermazione, comprese che quelle parole non erano rivolte a lei. Ma a Harrison, appunto, sbucato all’improvviso chissà da dove. 
 
Il ragazzo proveniente da Hoenn si meravigliò: Gary possedeva un ottimo udito.
 
- Ero venuto qui a salutarvi. - Rispose seccamente. Nel frattempo, a raggiungerli, venne anche Ash.
- Oh, ma come sei gentile. - L’ironia di Gary era irritante.
 
Emy appariva piuttosto preoccupata.
 
- Ciao! - Esclamò Ash, cercando di smorzare la pesantezza di quell’atmosfera.
- Oh, Ash, ci sei anche tu. Come andiamo? - Chiese Gary in maniera tranquilla.
- Bene, grazie … tuo nonno? E’ al laboratorio? Dovrei controllare i miei pokémon … - - Uh, sì, è in casa. -
- Perfetto … Harrison, mi segui? - Ash voleva mettere fine a quello strazio.
 
O sarebbe finita male!
 
Dal canto suo, Harrison non rispose. 
 
- Harrison, Ash ti ha fatto una domanda. - Affermò timorosamente Emy.
 
Era quella più a rischio di tutti.
 
- Non sono sordo. - Ribatté Harrison.
- Allora degnati di rispondere al tuo amico … - Commentò Gary.
 
Harrison si girò verso Ash: - Ash, va’ pure, io devo allenarmi. -
- Oh … - Ash cercava di capire quali fossero le intenzioni di Harrison.
- Allenarti? Di certo non lo farai qui … - Replicò Gary, alzandosi. - Questo ruscello è una piccola oasi naturale. -
- Già. L’oasi che ti permette di provarci con le ragazze altrui, vero? -
Atmosfera calda.
 
Ash ed Emy rimasero sbigottiti.
 
Al contrario, Gary aveva previsto un attacco simile.
 
- Fammi indovinare, Harrison … vuoi allenarti … con me? -
- Esattamente. Gary Oak, ti sfido in un incontro di pokémon! -
 
- Harrison! - Urlò Emy.
 
Ma cosa gli prendeva?
 
Il castano rimase impassibile.
 
- Un incontro di pokémon, eh? - Chiese Gary.
- Sì. - Rispose Harrison deciso.
- Ragazzi, smettetela! Basta parlare per risolvere le … -
- Ash, silenzio! - Strillò Harrison: era … diverso. Completamente trasformato.
- Infatti, non sono affari tuoi. - Aggiunse Gary.
- Gary, non accettare! Non ha senso questo incontro! - Ribatté Emy.
- Non posso tirarmi indietro, cara. -
 
Ci furono istanti di silenzio misto ad ansia, a paura e a tensione.
 
Gary tornò a parlare presto: 
 
 Harrison, accetto la tua sfida. Ma, se vuoi, possiamo rimandare … tanto ci sfideremo presto … perché … -
 
Perché?
 - … anche io sono stato chiamato per partecipare alla Kyoto Master League! -
 
Quanto poteva essere inutile scervellarsi per capire se Emy fosse nel team dei Super Quattro, quando si aveva avuto la conferma che un potenziale rivale in amore poteva esserlo anche nel torneo di pokémon più importante del mondo?
 

Continua ... 

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Capitolo 13
*** Ricordi e chiarimenti. ***


Lo stupore divenne il protagonista assoluto di quella giornata.
 
Ash, Harrison ed Emy impiegarono un bel po’ di tempo a realizzare ciò che avevano appena ascoltato.
 
Il moro, pronto a dirigersi verso il laboratorio per andare da Oak, si era voltato di scatto; Harrison sbarrò i suoi grandi occhi blu; Emy, ancora seduta per terra, rimase a bocca aperta per almeno qualche minuto, fissando in maniera intensa la fonte di tutto quello sbigottimento: Gary.
 
- Cosa? - Il primo a parlare fu Ash. - Ma tu … tu non alleni più i pokémon! Da una vita! -
- Ufficialmente, sì. Ufficiosamente, no! - Replicò il castano.
 
Emy chinò il capo: si sentiva delusa.
 
Aveva aperto il proprio cuore a Gary più volte; credeva che lui fosse un ottimo confidente, una persona sincera, un ragazzo onesto.
 
Era l’unico che sapeva, oltre a quelli direttamente coinvolti come Misty e Brock, che lei era entrata a far parte del team dei Super Quattro.
 
Perché non le aveva comunicato una notizia così importante?
 
Potevano diventare rivali … nel campionato di pokémon più prestigioso del mondo, per di più …
 
Harrison non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
 
Già, mai e poi mai …
 
L’allenatore di Hoenn guardò velocemente Emy, carpendo il suo disagio. Dopo, si rivolse nuovamente al nipote di Oak:
 
- Con Emy parli molto spesso, ma a quanto pare sei molto riservato su ciò che ti riguarda in modo così personale! - 
- Non credo che siano affari tuoi, Harrison. -
- Bada a come parli, Gary Oak. -
- Non capisco cosa intendi dire … -
- Emy è la mia ragazza! Tutto ciò che ha a che fare con lei mi sta a cuore! -
 
Gary rise fragorosamente:
 
- La tua ragazza? E’ un rapporto a senso unico, il vostro? - Gary si voltò nella direzione di Emy: ovviamente, faceva riferimento alle sue considerazioni precedenti. Sapeva che la ragazza era intenzionata a lasciare Harrison.
 
Ma dopo la slealtà di Gary, Emy era ancora sicura di quello che prima aveva affermato con convinzione?
 
La sua espressione segnalava paura, perdizione.
 
Sollecitamente, Emy si alzò e corse verso Harrison, abbracciandolo.
 
- Ti prego, basta così … - Gli sussurrò.
 
Ulteriore conferma: lo stupore era diventato davvero il protagonista supremo di quella giornata!
 
Gary si immobilizzò; impossibile descrivere cosa gli passava per la testa in quel momento. Impossibile descrivere la sua reazione a quel gesto di Emy!
 
Cosa diavolo significava?
 
Cosa provava Emy realmente? Era insicura?
 
O magari era semplicemente falsa e ipocrita?
 
Sul volto di Harrison apparve un sorriso di soddisfazione:
 
- Allora, accetti la mia sfida? - Chiese il biondo, con una pokéball in mano; con l’altro braccio cingeva Emy, visibilmente spaventata … o … qualcosa del genere.
 
Gary si passò una mano tra i capelli: - Non è più necessario. - Dopo lanciò un’occhiataccia ad Emy, che non si sforzò nemmeno di ricambiare. In alcun modo. - Scusate, ora torno in laboratorio. Ash? Avevi bisogno di mio nonno, vero? E’ per i pokémon? Rivolgiti pure a me, se vuoi … - 
 
In quell’arco di tempo, Ash era stato un semplice spettatore! Quanti intrighi, quanti colpi di scena! Sembrava una soap opera  a tutti gli effetti ed Emy era degna del ruolo da protagonista.
 
- Ehm … Gary, non c’è problema … possiamo rimandare … poi proprio di te non potrei fidarmi, visto che, a quanto sembra, siamo ancora più rivali di prima! -
- Come vuoi. Buona giornata, ragazzi. - In poco tempo, Gary raggiunse il laboratorio, lasciando i tre amici nei pressi del ruscello.
 
- Che bastardo! - Esclamò Harrison, in direzione del laboratorio.
- Abbassa la voce! - Ribatté Emy. 
- Col cazzo! Non solo ha cercato di fregarmi la ragazza, ma pretende pure di fare lo sfrontato! Con me! Evidentemente non mi conosce bene! -
- Calmati, Harrison! Gary è sempre stato così, non è una novità … - Ash s’inserì nel discorso.
- Non me ne importa! Sono davvero contento che parteciperà alla Lega, gli darò una bella lezione! -
- La finiamo? - Disse Emy.
 
Harrison si fiondò ad abbracciarla:
 
- Non sai quanto sono stato in ansia. Ti prego, non litighiamo più. Credevo che volessi lasciarmi … -
 
Punto e a capo.
 
- Credo di essere il terzo incomodo, ragazzi … - Commentò Ash, con tanto di gocciolina sulla fronte.
 
Emy si divise bruscamente da Harrison, arrivando quasi a spintonarlo.
 
- Non ce la faccio più! - Strillò la ragazza con una nota di isteria, riprendendo a camminare velocemente.
- Emy! - Harrison tentò di seguirla, ma fu fermato da Ash. - Lasciami andare! -
- Harrison, calmati! - Ribatté il moro.
 
Nel frattempo, Emy era lontana; non si vedeva più.
 
Harrison sospirò: - Perché mi hai fermato? -
- Perché devi smetterla di essere così impulsivo! - Che Ash Ketchum! 
- Ash, è più forte di me … Emy … per me … è … -
- E’ la persona più importante della tua vita, lo so. Ma con questo atteggiamento, non andrai lontano. Credo che Emy sia molto confusa, Harrison. Dovresti starle lontano per un po’. - Ash s’interruppe, forse le sue parole erano state troppo dure. Poi ricominciò: - Adesso vado dal professor Oak. Mi segui? -
- No, starò qui per un po’. - Rispose con lui con voce grave. - Scusa, Ash. -
- Non devi scusarti, Harrison. Lo dico per te. - Ash seguì lo stesso percorso di Gary.
 
Quando entrò in laboratorio, il professor Oak era al telefono: fece cenno al ragazzo di aspettare.
 
- Dimmi, Ash. Sei costretto a rivolgerti a me! - Gary sbucò dal nulla.
 
Il bruno gli rivolse uno sguardo poco amichevole: - Gary, a te piace Emy, vero? -
 
Ultimamente Ash era molto diretto nel porre le domande …
 
- Avete usurato la mia pazienza con questa storia, Ash. - Ribatté Gary, sempre impassibile.
- Rispondimi! - Lo prese per il colletto della maglietta.
 
Il professor Oak, nonostante stesse conversando, dopo aver visto quella scena, intervenne:
 
- Cosa sta succedendo qui?! Smettetela! - L’anziano, con rischi annessi, separò i due. - Ma insomma! Che cosa vi prende?! -
 
- Niente! - Esclamò Gary a gran voce, facendo due passi indietro. - Scusa, nonno. Non succederà più. -
- Voglio ben sperare! - Ribatté Oak in maniera polemica, poi osservò Ash: - Che ti è venuto in mente, Ash? E’ per una ragazza? Per Misty? Per Emy? - Il lato pettegolo di Samuel Oak emergeva pian piano.
 
Ash e Gary arrossirono nella stessa maniera:
 
- Emy?! Bleah, che schifo! Non mi avvicinerei a lei manco morto! - Esclamò Ash.
- Non ho interesse nei confronti di Misty … - Aggiunse Gary.
- Oh, perfetto. Ash, non c’è motivo di essere così agitato. Gary, ti piace Emy da quel che ho capito, ma è già impegnata. Mi rendo conto che è una ragazza adorabile, ma … - - Basta così, nonno! - Gary stoppò il proprio parente, anteponendo un braccio a se stesso.
- Allora è vero che ti piace! - Continuò Ash.
- Smettetela! - Gary sembrava veramente nervoso.
- Sfasciacoppie che non sei altro, fatti sotto! - Ash si gettò nuovamente su Gary, dando vita a una nuova azzuffata.
- Basta! Ho detto basta! - Urlò il professore.
 
L’atmosfera si accendeva sempre di più!
 
In quel momento, nelle vesti di deus ex machina, arrivò Misty, quasi come se fosse stata avvertita da qualcuno che lì stava succedendo l’imprevedibile.
 
- Ragazzi! - Esclamò lei.
 
Ash, Gary e il professor Oak si fermarono. Finalmente.
 
- Ma che sta succedendo?! - Aggiunse la ragazza.
- Niente! Andiamo, Misty! - Ash si diresse verso lei, le prese la mano e la trascinò fuori. Tutto questo accadde nel giro di tre secondi.
 
- Gary, saresti così gentile da spiegarmi? - Chiese Oak affannando.
- Nonno, ho da lavorare! Basta, discorso chiuso! - Gary, visibilmente nervoso, andò in camera sua, chiudendo fortemente la porta per non essere disturbato. 
 
- Ash, sono nel pallone. Voglio sapere perché stavate litigando! - Ash e Misty percorrevano il sentiero, con la mano di lui che stringeva vigorosamente quella di lei.
- Misty, scusa, sono troppo arrabbiato! Non sopporto Gary! E’ un arrogante, un bugiardo! Giusto per avvisarti, è stato invitato anche lui alla Lega … -
- Eh?! - Misty si stoppò, spalancando gli occhi. - Ma lui non è più un allenatore! Com’è possibile?! - I due si separarono.
- Che ne so?! Se non fosse stato per Harrison … -
- Ash, per favore, spiegami cosa è successo. -
 
Anche il moro si fermò.
 
- Ero a casa con Harrison. Siamo andati al laboratorio per i miei pokémon e abbiamo visto Gary ed Emy vicino al ruscello. Harrison è andato fuori di testa e ha sfidato Gary in un incontro di pokémon. Gary ha risposto che non ce n’era bisogno perché si sarebbero incontrati in futuro, visto che anche lui è stato invitato alla Lega. Evidentemente non l’aveva detto ad Emy, che, inspiegabilmente, l’ha abbandonato e si è gettata tra le braccia di Harrison. Un casino, insomma. -
 
Nella testa di Misty rimbombarono le parole di Emy:
 
“ Ho delle commissioni da fare, immagino che tu sia stanca per seguirmi. Ti va di portare le buste in albergo?!  “
 
Ecco quali erano le “ commissioni “. 
 
Gary Oak! 
 
- E’ … è assurda, questa situazione. Emy dovrebbe finirla … le parlerò, appena posso … -
- E’ Gary quello che m’innervosisce … - Aggiunse Ash.
 
 
 
- E così t’innervosisco? - La voce di Gary echeggiò lungo il sentiero, seguita dall’entrata in scena di un Umbreon.
 
Ash e Misty si girarono improvvisamente. 
 
- Tu?! Che ci fai qui? - Chiese Ash, quasi ringhiando.
- Visto che non mi sopporti, facciamola finita qui, come ai vecchi tempi. -
- Vuoi sfidarmi per caso? - Domandò il moro.
- Beh, quell’idiota del tuo amico mi aveva fatto venire voglia di un incontro … ma davvero, non vale la pena con uno come lui … è così misero … -
- Come ti permetti?! Harrison è un mio carissimo amico! -
- Appunto, Ash. I simili vanno d’accordo tra loro … -
- Razza di idiota! - Esclamò Ash.
- Ash, per favore, andiamo via! - Disse Misty.
- Non se ne parla nemmeno! Avanti, combattiamo! -
- Perfetto. Io sono qui! -
 
 
I due si allontanarono proporzionalmente, in modo tale da creare uno spazio dove combattere.
 
- Tauros, scelgo te! - Ash lanciò una pokéball, mandando in campo il suo pokémon toro.
- Oh, uno dei tuoi tanti Tauros! Scelta piuttosto azzardata … - Ribatté Gary.
- Smettila di fare il saputello! -
- Posso farlo, Ash. Questo Tauros ha trascorso molto più tempo con me … piuttosto che con te! -
 
In effetti, i Tauros di Ash stazionavano al laboratorio di Oak da anni.
 
- E’ pur sempre un mio pokémon! Tauros, attacco azione! -
 
L’incontro era iniziato! 
 
- Che mossa stupida! Umbreon, doppio team! -
 
Il pokémon di Gary si moltiplicò in pochi istanti.
 
- Che velocità! - Esclamò Misty.
 
Il Tauros di Ash sembrava piuttosto confuso: si trovò accerchiato da una moltitudine di Umbreon, nonostante fosse solo un’illusione.
 
- E questo non è niente, Misty! Umbreon, palla ombra! -
 
Il pokémon notturno scagliò un attacco violentissimo, che colpì Tauros in pieno.
 
- Tauros! - Esclamò Ash.
- Credo che tu sia peggiorato col tempo, Ash! - Esclamò Gary.
- L’incontro è appena iniziato! Tauros, alzati! Attacco riduttore! -
 
L’effetto doppio team era ormai terminato e Tauros non ebbe problemi a colpire Umbreon, colto alla sprovvista da una ripresa così veloce dell‘avversario.
 
- Mh, niente male. - Commentò Gary.
- Non credere di essere l’unico bravo, qui! - Disse Ash.
- Non sarà sufficiente a mettere al tappeto Umbreon! Umbreon, attacco rapido! -
 
Nel giro di pochi istanti, Tauros fu nuovamente colpito. 
 
- Quell’Umbreon è agilissimo! E nonostante abbia una forma fisica perfetta, ha dei muscoli molto sviluppati! - Commentò Misty.
- Sì, altrimenti non si spiegherebbe la sua forza … - Rispose compiaciuto Gary.
- Ash, Tauros è troppo lento per seguire Umbreon. Ti conviene pazientare, cogliere il momento giusto e sferzare un attacco potente! - Suggerì la rossa al suo amico.
- Lo so, ma è davvero difficile capire la sua posizione … Gary deve averlo allenato giorno e notte! - Rispose.
- Non c’ altra soluzione … - 
- Hai ragione, Misty. Tauros, resta fermo! - Ordinò Ash.
- Tattica antica, obsoleta … e da principiante, oserei dire! Ash, avresti dovuto fare una scelta migliore! Da principio … - Disse Gary.
- Fatti gli affari tuoi. L’incontro è ancora aperto! - Ribatté il moro.
- Già … ancora aperto … ancora per poco, vorrai dire! -
- Maledetto! - Disse Ash tra sé e sé.
- Umbreon, malosguardo! -
 
Tauros stringeva gli occhi in segno di sofferenza, i suoi muscoli erano eccessivamente contratti. Non riusciva a muoversi.
 
- Cosa sta succedendo? - Chiese Ash spaventato.
- Malosguardo … è una mossa che impedisce di scappare! - Misty istruì Ash.
- Ah … non la conosco … è mai possibile? - Domandò Ash incredulo.
- E’ una mossa tipica dei pokémon di tipo buio e di tipo spettro … - Misty era molto preparata, non solo sui pokémon d’acqua.
- Ho trovato! Tauros, introforza! -
 
Il pokémon toro attinse da se stesso un’energia incredibile, che fu sufficiente a liberarlo da quella terribile sensazione di soffocamento.
 
La situazione era diventata di nuovo quella di partenza. 
 
- Accidenti, è la prima volta che vedo un pokémon capace di liberarsi da questa mossa! - Esclamò Gary. Anche il suo Umbreon sembrava spaesato.
- Sei grande, Ash! - Esclamò Misty.
- Le tue certezze sono andate in frantumi, Gary? - Domandò Ash, compiaciuto del lavoro svolto.
- Fossi in te non canterei vittoria. Preparati al peggio! Umbreon, accumula energia! -
 
Umbreon si pose in un punto preciso. Non si muoveva, ma brillava di luce propria.
 
- Un pokémon di tipo buio … che emana luce? - Misty non poteva credere ai suoi occhi.
- Non capisco cosa voglia fare … - Sussurrò Ash. 
- Ti converrà agire prima che contrattacchi! - Disse Misty.
- Hai ragione! Tauros, attacco riduttore, di nuovo! -
 
Il pokémon eseguì l’ordine del proprio padrone, ma la luce di Umbreon funse da riflesso; era così forte e spessa che respinse Tauros, facendolo indietreggiare.
 
- E’ assurdo … che diavolo sta combinando? - Commentò Misty.
- Basta così, Umbreon! - Esclamò Gary. Il pokémon tornò come nuovo. Sembrava che fosse stato appena curato dall’infermiera Joy.
- Forse ha utilizzato la ripresa? E’ una tecnica che usa il mio Staryu! - Ragionò Misty.
- Siete due incompetenti, fatevelo dire … - Disse Gary sorridendo.
- Ehi, come ti permetti? - Ash era furioso.
- Ash, non badare alle sue offese! Concentrati sull’incontro! - Lo sollecitò Misty.
- E’ vero … sono troppo agitato … devo trovare un modo per capire qual è il punto debole di Umbreon … cavoli, è davvero ben addestrato … -
- Umbreon, di nuovo! Doppio team! -
 
Il pokémon di Gary saltellava da un angolo all’altro, creando svariate copie di se stesso.
 
- Incredibile … non ho mai visto un doppio team così … perfetto! - Commentò Misty.
 
 
- Che … che sta succedendo? - 
 
 
Durante l’incontro, arrivò Emy. Aveva gli occhi gonfi, probabilmente causati da un lungo pianto.
 
- Emy! - Esclamò Misty, raggiungendo l’amica. Ash e Gary notarono la presenza della ragazza, ma non sembravano affatto interessati a lei.
 
Erano troppo concentrati sull’incontro.
 
- Perché stanno combattendo? - Chiese Emy, fissando Umbreon e Tauros.
- Gli effetti di una rivalità secolare … Ash vuole difendere Harrison … ma credo che sia solo un pretesto per continuare a sfidare Gary … è particolarmente nervoso quando sostiene un incontro con lui … - Disse Misty, osservando i due ragazzi.
- Sarà meglio che se ne faccia una ragione, anche lui è stato chiamato … -
- … per la Lega, lo so. Ash me l’ha detto. -
- Io ignoravo totalmente una cosa del genere … - Disse Emy, con voce estremamente bassa.
- Non è una persona così affidabile come pensavi … - Aggiunse Misty.
- Non mi va di parlarne. Dai, seguiamo l’incontro … - Concluse Emy.
 
 
- Tauros, non ti muovere! Cerca di difenderti il più possibile, rafforzatore! - Disse Ash.
- Non puoi fare altro che stare sulla difensiva. La velocità di Umbreon stordisce il tuo Tauros. - Disse Gary a braccia conserte.
- Non rilassarti troppo, Gary. - Gli suggerì Ash.
- Non mi rilasso. Sai, caro, l’illusione è la mia specialità! -
 
Queste parole colpirono sia Misty che Emy.
 
- Quello che ha detto è molto significativo … - Disse Misty rivolgendosi all’amica.
- Già … -
 
- Tauros, continua a difenderti! -
- Oltre ad essere incapace, sei pure noioso! I duelli dinamici non fanno per te! Umbreon, attacco graffio! -
 
Con una celerità sorprendente, Umbreon si lanciò su Tauros, lacerandogli il dorso.
 
Il pokémon di Ash gemette per il dolore.
 
- Maledizione! - Esclamò il moro.
 
- Certo che Gary è davvero forte … - Commentò Emy.
- Molto. E’ migliorato parecchio dalla Conferenza Argento. - Aggiunse Misty.
- Beh, sono trascorsi sette anni … si sarà allenato molto, qui, a Pallet. - 
 
- Umbreon, finiscilo! -
- No! Tauros, attacco incornata! -
 
Questa volta fu il pokémon di Ash a ferire quello di Gary.
 
- Non basta! Umbreon, ripresa! Vedi, Misty? Questa è la tecnica della ripresa! - Disse il castano rivolgendosi alla rossa.
 
- Eh? - Emy non capì.
- Niente. La capacità di Gary è l’illusione, no? - Commentò Misty sarcastica.
 
- Non è leale! - Sbuffò Ash, sbattendo i piedi per terra.
- Non fare il moccioso! E’ una tecnica legittima a tutti gli effetti! Umbreon, continua ad accumulare energia! -
 
- Di questo passo, Ash sarà presto fuori gioco … - Disse Emy.
- Già … è stato troppo precipitoso nello scegliere Tauros … avrebbe dovuto usare Pikachu … -
- Dov’è Pikachu? - Chiese Emy.
- A casa … - Sospirò Misty.
- Ash dovrebbe prendersi più cura di Pikachu, ho notato che è ingrassato. - Osservò Emy.
- Da quando è tornato dall’ultima regione, non fa altro che riposarsi … e i risultati si vedono! - Concluse Misty.
 
- Tauros, attacco rapido! - Urlò Ash.
- Quel toro impacciato conosce il concetto di rapidità? E’ il momento di farla finita! Umbreon, IPERAGGIO! -
 
Umbreon saltò in aria ed emanò un raggio di energia colmo di potenza, che prese in pieno Tauros.
 
- No, Tauros! - Esclamò Ash.
 
- Oh, Dio … è impazzito? Rischia di danneggiarlo seriamente così! - Strillò Misty.
 
Il pokémon di Ash era steso a terra, immobile. Era ovvio che fosse esausto.
 
- Come non detto … - Commentò Emy.
 
- Sei stato grande, Umbreon! - Esclamò Gary, abbracciando il proprio pokémon.
- Tauros … sei stato bravo. - Disse Ash, un po’ deluso.
- Allora, Ash … spero che adesso terrai la bocca chiusa per un po’ … se hai qualcosa da dire, rivolgiti al diretto interessato. - Iniziò Gary, facendo rientrare Umbreon nella propria sfera poké.
- Credo di essere stato fin troppo schietto prima! - Controbatté Ash, intento ad accarezzare il suo Tauros.
- Allora è inutile continuare a polemizzare con la tua amichetta … - 
- Sarà meglio andare. - Disse Ash. Anche lui fece rientrare Tauros nella sfera.
- Bene. Ci si vede in giro, ragazzi. - Gary voltò le spalle per andarsene, ma si fermò poco dopo. - Emy? -
 
La ragazza si meravigliò nel constatare che Gary volesse ancora parlarle.
 
- Dimmi. -
- Ti rinnovo l’invito per il sushi bar. Non domani, stasera. Vorrei parlarti. Possibilmente io e te, da soli. Se non verrai, beh, mi riterrò giustificato nel trarre mie personalissime conclusioni … insomma, immagino che il motivo che ti frena a fare determinate cose sia Harrison. Quindi … se vorrai venire … stasera, al ruscello, alle nove. Ok? -
- Va bene … -
- Perfetto. Ciao, ragazzi. -
 
 
 
- Che smacco … e che umiliazione! - Disse Ash, inginocchiandosi.
- Non farla così tragica … - Aggiunse Emy spazientita.
- E’ davvero fenomenale … Ash, devi allenarti il più possibile per riuscire ad arrivare ai suoi livelli. - Suggerì Misty.
- Eh? Vuoi dire che non sono bravo quanto lui? -
- Non ho detto questo, ma devi comunque impegnarti! -
- Grazie per il supporto, Misty! -
- Ehi, calmati! -
- Sei tu che hai cominciato! Mi hai dato dell’incapace! -
- Io non ti ho dato dell’incapace! -
- Sì! -
- No! -
- Sì! -
- No! -
- Sì! -
- No! -
- SMETTETELA! - Gridò Emy intromettendosi tra i due. - Mi scoppia la testa! -
- Sì, scusa, hai ragione. - Risposero Misty ed Ash all’unisono.
 
Emy sospirò.
- Bisogna imparare ad accettare le sconfitte. Torno in albergo. Misty, vieni? - 
- In realtà vorrei stare un po’ in giro … -
- Ok. Ash. Te l’affido. Divertitevi. - L’allenatrice di Viridian si dileguò nuovamente.
 
 
- Ash, non intendevo dire quello … il fatto che tu sia stato chiamato per partecipare alla Lega più prestigiosa del mondo, è solo un ulteriore modo per metterti alla prova! -
- Lo so, Misty … scusa se sono stato brusco … -
- No, ti capisco. Siamo molto simili da questo punto di vista. -
- Siamo simili da molti punti di vista. - Sorrise Ash, seguito dalla ragazza.
- Senti, ho un’idea: potremmo allenarci un po’, se ti va. -
- Hai ragione, Misty. Il punto è che … - Ash non terminò la frase.
- Che problema c’è, Ash? -
- Non so se sei stata scelta per diventare una dei Super Quattro … se così non fosse, è inutile restare qui … anche se mi farebbe davvero piacere! -
 
Misty alzò gli occhi al cielo, poi si rivolse nuovamente ad Ash: 
 
- Ti svelerò un segreto, ma se trasgredisci, sarai punito severamente! -
- Dimmi! - Esclamò Ash con curiosità.
- Non sono nel team dei Super Quattro … sono nel team dei sostituti dei Super Quattro. Quindi ho l’obbligo di rimanere a Pallet fino alla fine di settembre. Acqua in bocca, Ash: potrei finire nei guai. -
 
Ash fu davvero felice per quella notizia:
 
- E’ fantastico, Misty! Sono contento che tu rimanga qui! -
- Hai visto? Potrò aiutarti! -
- Sei davvero eccezionale, Misty. -
- Non esagerare! - Esclamò la rossa, leggermente imbarazzata.
- Beh, se a te va bene, possiamo iniziare subito! Ad allenarci, intendo. -
- Per me va bene! Ma tieni conto del fatto che c’è una remota possibilità che potremmo sfidarci! -
- Ok! -
 
I due allenatori si posizionarono per dare vita a un nuovo scontro.
 
- Sarà un incontro uno contro uno, va bene? - Chiese Ash.
- Perfetto. Io scelgo Corsola! - Misty lanciò una pokéball, dalla quale si materializzò il pokémon dalle sembianze di un corallo.
- Vai, Snivy! Scelgo te! - Ash decise di utilizzare un pokémon di tipo erba.
- Beh, hai fatto una scelta migliore rispetto a quella di prima. - Commentò Misty.
- Questa volta mi farò valere! Snivy, frustata! -
- Corsola, usa protezione! -
 
Il pokémon di Misty si difese in maniera eccellente. 
 
- Accidenti! - Imprecò Ash.
- Sei troppo impulsivo, cerca di mantenere la calma! - Lo corresse Misty.
- Snivy, aumenta la velocità! Poi, usa tossina! - Ash cercava di farsi valere.
- Corsola, spostati! - 
Per quanto fosse di costituzione tarchiata, Corsola riusciva a muoversi con molta agilità.
 
Ciò nonostante, Snivy riuscì a colpirlo. 
 
- Corsola, ripresa! -
- Vedo che è una tecnica che ti piace molto! - Commentò Ash.
- E’ molto efficace! Corsola, azione! -
 
Ash si era distratto per un momento, e quindi Corsola riuscì a colpire Snivy.
 
- Oh, no! - Esclamò il moro.
- Corsola, è il tuo momento! Idropompa! -
 
Finito. Ancora una volta.
 
Snivy perse tutte le proprie forze.
 
- Ma … non è possibile! -
- Bravo, Corsola! - Esclamò Misty con contentezza.
- Ma che cavolo! Allora è vero che sono un incapace! Snivy, rientra, hai fatto del tuo meglio … -
- Corsola, rientra anche tu. -
 
L’allenatrice di pokémon d’acqua si avvicinò cautamente ad Ash.
 
- Avevi ragione. - Piagnucolò il ragazzo.
 
Misty scosse la testa: - Ti sbagli. -
- No che non sbaglio. E nemmeno tu. -
- Ash, non ho mai detto che sei incapace. E’ che ultimamente mi sembri … distratto. Hai la testa fra le nuvole per caso? -
- Io? -
- Sì, tu! -
- Non lo so … sono normale … -
- Non credo, Ash.  Davvero, sei strano. Mi sembra che tu abbia perso l’entusiasmo. -
- Questo mai! -
 
Misty lo fissò per qualche secondo: sapeva che, così facendo, avrebbe ricavato qualcosa.  Ash sospirò:
 
- Uffa, riesci sempre a capirmi alla perfezione, anche a distanza di anni … - Disse Ash, quasi divertito.
- Quindi c’è qualcosa che non va. Lo sapevo! -
- Ho paura, Misty. - Disse Ash piuttosto velocemente.
- Paura? - Misty sbatté le palpebre.
- Sì. Della Lega … paura fondata … non sono all’altezza … -
- Ash, non dire così! - Disse Misty, scuotendo il corpo del ragazzo. - Non è vero! -
- Gary mi ha battuto … tu mi hai letteralmente stracciato … è vero, siete forti … ma non oso immaginare se … dovessero sfidarmi Emy o Harrison … -
- Ash, invece di piagnucolare, devi impegnarti! Non risolvi niente in questo modo! Prima Emy ha detto che ha notato che Pikachu è ingrassato! -
- Eh? Davvero? - Ash sapeva quanto potevano essere reali le affermazioni di Emy.
- Sì … forse conduce una vita un po’ sedentaria, non credi? -
- Ultimamente sì … -
- E allora forza! Andiamo a casa a prenderlo! E alleniamoci! -
 
Quanta decisione, Misty Yawa. 
 
Ash la guardò stupito, poi le sorrise:
 
- Hai ragione! Sono pur sempre Ash Ketchum! -
 
Misty prese Ash per mano e insieme si diressero verso la casa del ragazzo.
 
Che strano … quella sensazione era familiare ad Ash … 
 
Non conosceva bene il motivo … ma gli venne in mente un momento ben preciso …
 
Circa dieci anni prima, Misty aveva compiuto lo stesso gesto ad una festa … ed era bellissima.
 
Lo yukata le donava tantissimo e i capelli sciolti le davano un’aria decisamente più femminile …
 
Che grandi tempi, quelli … 
 
- Ash? - Misty lo riportò alla realtà.
- Uh? -
- Che succede? -
- No, niente … pensavo. -
 
Erano ancora mano nella mano. 
 
- A cosa? - La curiosità di Misty non aveva fine.
- Se te lo dicessi, scoppieresti a ridere. - Disse lui, sorridendo teneramente.
- Perché? - Chiese Misty stupita.
- Perché ricordo sempre momenti del passato! -
 
Wow.
 
- Del passato? -
- Sì … quando viaggiavamo io, tu, Brock ed Emy. -
 
Solo in quel momento i due si resero conto di essere uniti. 
 
Arrossirono violentemente. 
 
- Oh … ehm … e cosa precisamente? -
 
Di certo non poteva dirle di quell’episodio! Chiunque avrebbe ricordato la sua espressione da pesce lesso … ma in quell’occasione fu davvero impossibile resisterle … 
 
- Varie cose, Misty … le notti nei boschi, le corse per arrivare nelle città, le medaglie vinte … - I due ripresero a camminare, stavolta uno affianco all’altra. 
- Sono ricordi parecchio lontani … eravamo dei bambini. -
- Beh, sì. Ricordi? Credevamo che Emy e Brock fossero dei giganti in confronto a noi! -
 
Misty rise sonoramente:
 
- Hai ragione! Erano altissimi! Ma il più basso sei sempre stato tu! -
- Beh, non più. - Rispose Ash, eccessivamente compiaciuto. - Ora sono il più alto di tutti, l’unico che mi supera è Harrison. -
- Ma non darti tante arie! -
- Ce l’hai con me perché sei rimasta una nanetta, Misty? - Chiese Ash, ridendo.
- Ehi, non sono una nanetta! - Rispose lei indispettita.
- Un po’, dai! - Ash continuò a ridere e Misty non poté non imitarlo: la sua risata era così contagiosa. Era la stessa di dieci anni prima. - Ne abbiamo passate davvero troppe insieme, Misty … davvero, rimpiango i tempi in cui viaggiavamo insieme … -
- Mancano anche a me, Ash. Però tu sei stato fortunato … hai incontrato e conosciuto tante altre persone … ti sei fatto nuovi amici! Credimi, è molto meglio che stare seppelliti in palestra … -
- Sì, però … non è mai stato lo stesso … - Disse Ash, tornando serio.
- Che intendi dire? -
- Misty, quelli sono stati gli anni più belli della mia vita. Insieme a te, a Brock e ad Emy. Ho sofferto tantissimo quando ci siamo separati … è vero, ho conosciuto molte altre persone, ma voi siete quelli che mi hanno seguito sin dall’inizio … le prime emozioni, che sono anche le più belle, le ho condivise con voi … continuo a sentirmi con Vera, con Max e con gli altri, ma … non c’è storia, Misty. Voi siete il meglio del meglio. -
 
Misty era attonita. Ash aveva fatto progressi sensazionali.
 
- Ash, quello che hai detto è bellissimo.  Io … io credevo che tu … -
- Non vi ho mai dimenticati … ricordo quando Emy fu richiamata da Rupert a Viridian city … lo sai, io ed Emy non siamo mai andati molto d’accordo … ma mi dispiacque davvero tanto quando mi disse che il padre le aveva detto che doveva tornare … in quel momento mi resi conto che lei mi aveva insegnato tantissimo, nonostante mi rimproverasse di continuo. Con te e Brock … è stato ancora più straziante. Con te. Con te, Misty. -
 
Dove voleva arrivare?
 
- Ash, ma … - La rossa fu nuovamente interrotta dal suo amico.
- Tu sei stata la mia prima compagna di viaggio … sai? Non mi pento di aver distrutto la tua bici … e … non ti nego … che avrei voluto che fosse stata carbonizzata ancora per un po’. Chissà, magari in questo modo, non saresti tornata a Cerulean city. -
 
Cavoli!
 
Da quando Ash Ketchum era capace di formulare tali pseudo dichiarazioni? 
 
- Ash … io … io … -
- Già ti avevo detto che mi eri mancata, Misty. Non stupirti così, che sennò m’imbarazzi … - Disse Ash, chinando il capo.
- No, scusa, è che … sono contenta, Ash. - Improvvisamente gli occhi di Misty divennero lucidi.
- Ehi, ho detto qualcosa di sbagliato? - Chiese Ash timoroso.
 
Misty non disse nulla. Si avvicinò al ragazzo e lo strinse in un abbraccio calorosissimo.
 
Piangeva. Ma per cosa poi?
 
Fino a un istante prima era tranquillissima …
 
- Ash … -
 
Il ragazzo era rimasto totalmente spiazzato. Un brivido gli aveva solcato prepotentemente la schiena e i suoi nervi sembravano paralizzati.
 
Misty emanava un profumo squisito, gli ricordava l’odore del mare.
 
In realtà, il mare gli ricordava Misty.
 
Ogni volta che si trovava in una zona balneare, pensava a lei.
 
L’elemento dell’acqua lo riconduceva a lei.
 
E si sa, l’acqua è presente ovunque … o quasi.
 
Ma di certo Ash non girava tra i deserti … 
 
Lentamente, il moro alzò le braccia e delicatamente le sfiorò la schiena: era così minuta, così magra …
 
- Misty … va … va tutto bene, stai tranquilla. -
 
La ragazza continuava a stringerlo forte.
 
- Ash, abbracciami. Mi sei mancato. -
 
Erano le otto di sera.
Il crepuscolo rendeva Pallet davvero incantevole: sembrava il dipinto di un artista.
 
A casa Ketchum tutto taceva. Almeno, fino a quel momento …
 
Delia stava preparando la cena e per l’occasione aveva invitato anche Misty, Brock, Lea, Tracey, Harrison, il professor Oak ed Emy.
 
- Emy, tesoro! Cominciavo a preoccuparmi! - Delia andò ad aprire la porta ad Emy e fu colta alla sprovvista dall’immagine della ragazza: indossava un grazioso abito verde, una borsetta beige e delle scarpe con la zeppa della stessa tonalità dell’accessorio. - Emy, sei fantastica! -
- Grazie … signora, Ketchum. - Emy ringraziò Delia, arrossendo sensibilmente.
- Tu e Misty siete due ragazze stupende, dovreste valorizzarvi così più spesso! Dai, entra, la cena è quasi pronta! -
- Veramente sono venuta per scusarmi … - Mormorò Emy, rimanendo immobile, col capo abbassato.
- Scusarti? Per cosa? - Chiese Delia meravigliata.
- Purtroppo non sarò a cena stasera … ho preso un impegno … -
- Non preoccuparti, Emy! Per così poco? -
- Beh, lei è sempre così gentile … -
- Davvero, non farti problemi. Immagino che tu abbia un appuntamento importante. - Insinuò Delia strizzando l’occhio.
 
No. Pensava che dovesse vedere Harrison? Per niente! Oltretutto, sarebbe sicuramente stato presente a cena. 
 
- No! - Si difese Emy, agitando le mani. - Ho un appuntamento di lavoro, se così si può definire. -
- Capisco … beh, in ogni caso, divertiti. Farai girare la testa a chiunque ti guarderà! -
- Sempre troppo buona. Buona serata, signora Ketchum. E scusi ancora. -
- Ciao, Emy! Non dimenticare quella faccenda di stasera, ok? -
- Non lo farò! -
 
La ragazza, elegantemente agghindata, si allontanò da casa Ketchum per raggiungere il ruscello.
 
Aveva deciso di accettare l’invito di Gary. Un invito da amico, ovviamente.
 
Allora perché aveva scelto il vestito più bello che aveva comprato?
 
E perché si sentiva così a disagio?
 
- Che noia, sono in anticipo di un’ora … - Si lamentò la ragazza, osservando il proprio cellulare. 
 
Giunse al ruscello piuttosto in fretta.
 
- Non ho nemmeno il numero di cellulare di Gary … che disdetta … potrei andare al laboratorio e dirgli che sono già pronta, ma c’è il rischio di incontrare il professor Oak o ancora peggio mio padre … aspetterò qui. - Disse ragionando ad alta voce.
- Ma no … anche a me piace anticiparmi! -
 
Gary Oak, specialista a sbucare dal nulla.
 
- Ehi! - L’esclamazione di Emy fu piuttosto innaturale: non fu tanto sorpresa per l’anticipo di Gary; piuttosto, era assai preoccupata per il fatto che la stesse guardando con quel vestito addosso.
- Accidenti, sei incantevole. - Disse il ragazzo in maniera calma ma stupita, squadrandola da capo a piedi più volte.
- Ehm … grazie … -
- Allora, andiamo? Se non ti dispiace, vorrei parlare con te a pancia piena … - Disse il ragazzo.
Emy sorrise lievemente: - Certo. -
 
 
Il sushi bar non era molto lontano dal laboratorio: una volta arrivati, Gary ed Emy ordinarono svariate prelibatezze; erano squisite e per di più arrivarono a tavola molto velocemente.
 
- Ero davvero affamato, poi amo il sushi … - Disse Gary soddisfatto, dopo aver ingurgitato una quantità industriale di riso e pesce crudo.
- Anche io lo adoro. - Aggiunse Emy, ancora intenta a mangiare.
- A proposito di cibo, Emy, ho notato che sei dimagrita. - 
- Uh? -
- Oh, non che prima tu fossi grassa, sia ben chiaro … anzi … sei davvero alta per essere un'orientale! E’ una cosa che ho sempre pensato! -
- Davvero? - Chiese lei, leggermente divertita.
- Sì! Ricordo quando tu, Ash e gli altri viaggiavate … nei primi tempi, intendo … Ash era davvero un puffo! Era addirittura più basso di Misty … tu invece eri persino più alta di me! -
- Beh, non sono una purosangue, Gary. Mia madre ha origini americane e nella sua famiglia sono tutti molto alti. -
- Ah, ora capisco … in effetti, hai qualcosa di occidentale nei tratti … -
- Spero sia un complimento. - Rispose lei, abbassando la voce.
- Certo che lo è! - Ribatté Gary, quasi come se volesse dire che ciò che aveva esternato fosse ovvio.
- Beh, grazie. Anche tu sembri un occidentale. -
- Siamo nella stessa barca, Emy. -
- Wow, davvero? -
- Sì. -
- In effetti, anche per il professor Oak è lo stesso. -
 
Silenzio. 
 
- Allora, immagino che tu voglia delle spiegazioni. - Iniziò Gary.
 
Emy annuì.
- Non volevo compromettere il nostro rapporto. -
- Che intendi dire? - Chiese Emy.
- Beh … so quanto tu stia male per la situazione che si è creata con Harrison … non che io voglia paragonarmi a lui, sia chiaro … però ho notato che sei molto sensibile … non volevo che tu mi considerassi un potenziale rivale … Emy, è un torneo. Certo, stiamo parlando di un titolo mondiale, ma non potrà mai essere tale da compromettere le relazioni umane. E’ per questo che Harrison mi è antipatico. Non è in grado di scendere a compromessi e non si preoccupa minimamente di te. -
- Ti ringrazio, Gary … ma adoro la sincerità prima di ogni cosa. -
- Disse la ragazza che non ha detto al proprio fidanzato di essere una dei Super Quattro. -
 
Cavoli. Gary riusciva a dire la cosa giusta al momento giusto. Sempre.
 
- Emy, vorrei che anche tu fossi sincera al cento per cento. Come ti ho già detto, ho l’impressione che tu sia bloccata da Harrison. Non vivi bene in questo modo. La vita è tua. Dovrebbe essere fiero di avere una ragazza come te e invece vuole imprigionarti in una campana di vetro … è davvero terribile … - Sospirò Gary.
- Stai tentando di farmi il lavaggio del cervello, Gary? -
- No. Sto cercando di esprimere a parole quello che tu pensi realmente, ma che non vuoi ammettere manco a te stessa. -
 
Cavoli. 
 
- Ah … - 
- Comunque, non sono qui per parlare di Harrison, scusa se ho divagato. Ripeto: non ti ho detto che sono stato invitato alla Lega perché non volevo compromettere il nostro rapporto, che è già fin troppo ostacolato … d’altra parte, non facciamo nulla di male e questo mi fa arrabbiare ancora di più. Non prenderla a male, Emy. L’ho fatto in buona fede. -
 
La ragazza sorrise: si incantava ogni volta che Gary apriva bocca. Era un ottimo oratore, ma non aveva nessun fine ingannevole.
 
- Va bene, Gary. Scusa se ho reagito in quel modo, è che a volte sono parecchio impulsiva … -
- Non scusarti, questione chiusa. L’importante è aver chiarito. -
- Certo. -
 
Entrambi sorrisero ed Emy si sentì decisamente più sollevata.
 
Stare con Gary le faceva bene … 
 
Nel frattempo, nei pressi di casa Ketchum, Ash e Misty si godevano il lieve venticello che tirava da est. Peccato che i due si fossero addormentati, uno abbracciato all’altra.
 
La prima a riprendere coscienza fu Misty. 
 
- Mmmmh … - Si strofinò gli occhi e impiegò qualche secondo per realizzare in che situazione si trovava! Distesa sull’erba, di notte e tra le braccia di Ash Ketchum!
 
Un momento. Cos’era successo?
 
Sì, ricordava qualcosa: si erano abbracciati, o meglio, lei aveva abbracciato lui, che a sua volta aveva ricambiato prontamente. Poi, improvvisamente, si era avvicinato un adorabile Oddish che, chissà perché, aveva sparso nell’aria la sua polvere soporifera … 
 
- Oh! Ma è tardissimo … dovremmo essere a casa di Ash! Ash, ehi! Svegliati! - Misty scosse Ash, che si trovava ancora nel mondo dei sogni.
- Uh? Oh … Misty … - Ash vaneggiava.
- Ash, dovremmo essere a casa tua! Tua madre aveva preparato la cena e … -
- Oh … sì … hai ragione … - Ash si rialzò lentamente, si girò verso Misty e arrossì violentemente, dopo aver pensato a ciò che era successo.
- Ehm … dai, andiamo! - Misty imitò il suo amico, si mise in piedi e lo trascinò verso casa sua.
 
Beh, non era poi così tardi … 
 
- Ragazzi, siete arrivati appena in tempo. - Disse Delia, aprendo la porta.
 
Ash e Misty sospirarono, rivolgendosi sguardi d’intesa.
 
In cucina c’erano Brock, Tracey, il professor Oak e Lea. 
 
- Harrison ed Emy dove sono? - Chiese Misty.
- Emy è andata a una sorta di colloquio di lavoro. Avreste dovuto vederla, ragazzi! Era elegantissima … non è proprio da lei! Harrison non so, non l’ho proprio visto oggi. -
- Colloquio di lavoro? - Domandò Ash, quasi a sottolineare la ridicolezza di quella giustificazione.
- Lei così ha detto … - Si difese Delia.
- Sento puzza di bugia … - Commentò Misty.
- Mi dispiace che tra Harrison ed Emy non ci sia il sereno … - Disse Brock.
- E’ una storia vecchia. Ash, andiamo a cercarla? - Chiese Misty.
- Non credo sia una buona idea … non possiamo cercare le persone ogni volta che scompaiono immotivatamente … - Rispose il moro in maniera sarcastica. - Spero solo che Harrison stia bene … -
 
L’allenatore di Albanova era giunto a Viridian city: d’altra parte la città smeraldina era poco distante da Pallet. Ovviamente, fece sosta a casa Fox:
 
- Harrison, che bello vederti! - Esclamò Alicia.
- Ciao, Alicia. -
- Sembri molto stanco. Dai, entra! -
- Grazie. -
 
- Harrison! - Cinguettò Kristie.
- Ehi, tesoro, come va? - Disse Harrison, accarezzandole la testa.
- Uffa, Harrison, non sono più una bambina! - Si lamentò lei, incrociando le braccia.
- Per me lo sarai sempre, piccola. -
 
Kristie assunse un’espressione piuttosto contrariata: in fin dei conti, era più piccola di Emy di soli quattro anni!
 
- Rupert è ancora a Pallet, immagino. - Disse Harrison, rivolgendosi ad Alicia.
- Ovviamente sì … - La donna sembrava molto triste.
- E’ dura, Alicia, me ne rendo conto. Quell’uomo è sempre immerso nel proprio lavoro … -
- Sì, fin troppo, Harrison. -
- Immagino che adesso starà a Pallet per un bel po’, considerando che c’è Emy lì … -
- E’ il motivo principale. - Aggiunse Kristie con disappunto.
- E Agata? Dov’è? -
- Da un’amica … - Rispose la sorella.
- Uhm, capisco. -
- Harrison, vuoi unirti a noi? Tra poco è pronta la cena. - Disse Alicia con contentezza.
- E’ un’ottima idea. Prima, però, posso fare una telefonata? -
- Certo! -
 
Il ragazzo si avvicinò al videotelefono, si sedette e compose un numero. 
 
- Ciao, è da tempo che non ci sentiamo … è da un po’ che ci sto pensando, ma credo di avere davvero bisogno del tuo aiuto. -
- Emy, devi tornare? - Chiese Gary, dopo aver pagato il conto. 
- Ehi, che storia è mai questa?! Dobbiamo dividere! -
- Non se ne parla nemmeno! Sono un gentiluomo, io. -
- Mi metti in imbarazzo. -
- Non è mia intenzione … dai, la prossima volta offrirai tu, va bene? -
- Se ci sarà una prossima volta … - Aggiunse Emy, parlando con dispetto.
- Ci sarà, mi piace molto stare con te. -
 
Tuffo al cuore.
 
- Comunque sì, devo tornare … anche se mi aspetterà un interrogatorio di terzo grado … -
- Da parte di chi? -
- Di Misty. Di Harrison, non so. Non so nemmeno se sia a casa di Ash. Ma poco importa, eluderò le domande. -
- Non devi spiegazioni ad alcuno. Hai ventidue anni, sei una vecchietta … -
- Ehi! Come ti permetti?! -
 
Gary rise fragorosamente:
 
- Dai, sto scherzando … sembri più piccola. -
- Non è vero! -
- Il fatto che tu sia alta non vuol dire proprio nulla. Hai un viso molto infantile … -
- Affermazione molto distante da quello che potrebbe definirsi un complimento! -
- Già te ne ho fatto uno prima … e credimi … non mi piace fare complimenti … se non quando è strettamente necessario. Dai, andiamo, ti accompagno. -
 
Gary si avviò verso l’uscita, ma Emy non si mosse.
 
- Gary! - Lo chiamò.
- Uh? - Il ragazzo si voltò.
- E’ davvero una bella serata … vorrei fare una passeggiata, se ti va … -
Il castano ebbe un attimo di esitazione mista a meraviglia, poi le sorrise: - E va bene. -
 
La ragazza sorrise.
 
Si prospettavano ore piacevoli.
 
- Trovato? - Chiese Misty, rivolgendosi ad Ash, spaparanzato sul divano.
- No … ho provato a chiamarlo, ma non risponde … in ogni caso, non credo che ci sia bisogno di preoccuparsi … - Rispose il moro, riferendosi a Harrison, volatilizzatosi per la seconda volta. - mi chiedo fino a quando continueranno così … -
- Non credo per molto. - Rispose Misty decisa.
- Perché? -
- Oh … ehm … impressione! - 
- Uhm … -
- Ash … potresti venire in cucina? - Chiese lei.
- Perché? -
- Dai, vieni. -
- Uffa, non ho voglia di alzarmi … -
- Sei un pigrone! -
- Dai, Misty, perché non rimani a farmi compagnia? - Chiese il ragazzo, facendo gli occhi dolci.
- Ash Ketchum, ho bisogno che tu venga in cucina! - Disse lei in modo impetuoso.
- Non ho voglia! Sono stanco e non mi alzerò da qui! - Ribatté il moro con testardaggine.
- Bene! A mali estremi, estremi rimedi! - Aggiunse la rossa, poggiando i propri pugni sui fianchi. - Pikachu! -
- Eh? Pikachu? - Domandò Ash.
 
Il topo elettrico fece irruzione nella stanza e senza nemmeno ascoltare il padrone, lo colpì con un elettroshock non indifferente.
 
- AAAAAAAAAAAAAH! Ma siete impazziti o cosa?! - Chiese Ash, leggermente carbonizzato in seguito a quell’attacco.
- Se solo tu ascoltassi quello che ti dico … - Rispose Misty.
- Sei una dittatrice! E tu Pikachu, un traditore! - Ribatté il moro massaggiandosi la testa.
- Allora? Vuoi alzarti o desideri un’altra dose massiccia di pura elettricità? - Chiese Misty.
- Vengo, vengo. - Piagnucolò Ash, alzandosi nonostante gli acciacchi.
- Dai, non te ne pentirai … - Disse Misty, prendendolo a braccetto.
- Pika! - Esclamò Pikachu.
 
La ragazza condusse Ash in cucina, ma la luce era spenta.
 
- Uh? Che succede qui? Il buio mi agita … - Disse il moro.
- Abbi un po’ di pazienza! - Lo rimproverò Misty: fulmineamente, gli coprì gli occhi con un fazzoletto.
- Ehi! Che stai facendo? -
- In silenzio, Ash Ketchum, è questione di minuti. - Controbatté Misty, osservando il suo pokègear.
- Tu sei tutta matta … -
 
Dopo due minuti, la ragazza lo liberò e accese la luce: in cucina vi erano Delia, Brock, Lea, Tracey e il professor Oak. Sul tavolo, una torta al cioccolato, con la scritta in bianco “ Tanti auguri Ash “.
- Buon compleanno! - Dissero tutti all’unisono.
- Pika! - Aggiunse Pikachu.
 
Ash sembrava assai frastornato: fu un bellissimo gesto! Fra l’altro aveva completamente dimenticato che fosse il suo compleanno! 
 
- Ragazzi … io … - Non sapeva davvero come commentare ciò che stava davanti ai suoi occhi.
 
- Tesoro, sei un adulto ormai! - Esclamò Delia con le lacrime agli occhi.
- Buon compleanno, figliolo! - Disse il professor Oak.
- Auguri, campione. - Aggiunse Brock.
- Tanti auguri, Ash! - Esclamarono Tracey e Lea.
- Davvero tanti auguri, Ash. Ormai ci conosciamo da dieci anni. - Gli sorrise Misty.
- Grazie … grazie di cuore … - Rispose il ragazzo, esplicitamente emozionato.
 
All’improvviso, qualcuno bussò.
 
- Vado io! - Disse Misty.
 
Quando aprì la porta, lì trovò Emy, piuttosto affannata.
 
- Appena in tempo! - Esclamò Misty con una nota di rimprovero.
- E’ mezzanotte! Che cavolo vuoi? Sono sempre puntuale! - Replicò Emy, entrando frettolosamente in casa. Repentinamente raggiunse la cucina. - Tanti auguri, Ash! -
- Grazie, Emy! - Rispose il moro.
 
Gli altri spostarono l’attenzione da Ash alla ragazza di Viridian, scrutando in maniera dettagliata il suo abbigliamento.
 
- Oh, non fate caso a questo straccio di vestito, sono la Emy di sempre! - Esclamò lei, piuttosto imbarazzata.
- Straccio di vestito? Ma sei … sei bellissima, Emy! - Aggiunse Tracey, letteralmente in trance.
- Sei adorabile, Emy. - Aggiunse il professor Oak.
- Il professore ha ragione, stai benissimo! Beh, il professore dice sempre la verità - Disse Lea, in stato di ammirazione nei confronti sia dell’anziano che di Emy.
 
Brock sorrise.
 
- Grazie a tutti, ma ora dobbiamo festeggiare Ash! - 
- Per me sei sempre una scorfana! - Esclamò il festeggiato, che nel giro di un istante, si ritrovò un bombolone di dimensioni bibliche sulla testa.
- Ash! - Esclamò Misty, soccorrendolo.
- Brutto idiota che non sei altro, guarda te stesso prima di giudicare gli altri! - Ribatté Emy, fermata da Brock.
- Dai, ragazzi, mangiamo la torta! - Disse Delia, divertita dalla situazione.
- Una notizia positiva! - Esclamò Ash, ancora imbambolato a causa del colpo dell’amica.
 
A casa Ketchum c’era aria di festa: Ash aveva finalmente venti anni.
 
- Colloquio di lavoro, eh? - Chiese Misty a Emy, offrendole una fetta di torta.
- Eh?! Ho detto “ motivi di lavoro “ o qualcosa del genere … - Si difese la ragazza.
- Da quando Gary è un tuo collega? - 
- Come hai fatto a capire che sono uscita con lui?! -
- Ormai ti conosco fin troppo bene, Emy Fox! Smettila di raccontarmi balle. -
- Te l’avrei detto, se ti avessi trovato a casa! Ma c’era solo Delia! Di certo non potevo dirle di Gary … non sei d’accordo con me? -
- Ok, giustificata. Ma di che natura sono questi “ appuntamenti “? -
- Di natura puramente amichevole. Io e Gary siamo amici. - Disse prontamente Emy.
- Uhm … e va bene … - Concluse Misty, quasi a volerla giustificare.
 
Entrambe sorrisero e ritornarono a festeggiare.
 
Nel frattempo, a Hoenn, precisamente ad Albanova, in una casa situata nel centro della città, una ragazza era impegnata a preparare una valigia.
 
I suo capelli erano di un bellissimo biondo cenere, lisci e lunghi. Aveva due occhi blu così grandi da essere paragonati ad enormi fanali. Per essere un’orientale, godeva di una statura non indifferente. Indossava una camicetta azzurra a maniche corte, dei pantaloncini e delle ballerine blu, che le mettevano in evidenza le gambe magre e affusolate.
 
Una donna, di circa quarant’anni, molto simile alla ragazza, entrò nella sua stanza:
 
- Meredith, tesoro, è tardi. Perché non vai a dormire? - Chiese timorosa.
- Non se ne parla, mamma. Stanotte devo partire. - Rispose lei, senza guardarla: era troppo impegnata a riempire la valigia di vestiti.
- Stanotte?! Tra quanto?! - Chiese la donna, alzando la voce.
- Alle tre di notte. C’è un traghetto per Vermillion city. Non posso perderlo. -
- Sei tornata stamattina. E’ da un anno che io e tuo padre non ti vediamo. Già vuoi ripartire?! -
- Mamma, Harrison ha bisogno di me. Mi ha chiamato due ore fa ed era letteralmente disperato per colpa di quella stronza di fidanzata che si ritrova. Finalmente ho la possibilità di metterla k.o. -
- Tesoro, dovresti smettere di avercela tanto con Emy … -
- Stai scherzando, vero? Ha rovinato la vita a mio fratello … a tuo figlio, mamma. Come puoi giustificarla? Secondo fonti parecchio attendibili, è entrata a far parte del team dei Super Quattro. Devo sconfiggerla, costi quel che costi. Ma prima, in ogni caso, devo darle una bella lezione. Domani mattina sarò a Pallet, a quanto pare è lì che si trova. -
- Sono così fiera di te e di Harrison … siete stati entrambi invitati alla Lega … io e tuo padre siamo davvero orgogliosi di voi, Meredith … -
- Harrison è un bravissimo allenatore ma è emotivamente debole. Non posso lasciarlo solo in una situazione così delicata. Non gli ho detto che molto probabilmente Emy è nel team dei Super Quattro. Ha detto che se così fosse, ci rimarrebbe malissimo. Io sono sicura che lei ha accettato. Si è ormai stufata di Harrison ed è evidente. Su questo non ci piove, mamma. Peccato che lui sia l’unico che non se ne sia accorto. O forse non vuole. Proverebbe un dolore incommensurabile. -
- Meredith … -
- Ecco, ho finito. - Disse la ragazza, chiudendo la valigia e trascinandola. - Ora vado. Tornerò. Sarei stata comunque costretta ad andare a Pallet. E’ lì che dovrò allenarmi per i prossimi mesi. Sarà meglio che mi anticipi, però. Harrison sta davvero male. Spero che tu e papà veniate. -
- Di sicuro, tesoro. Presto. Molto presto. - La donna abbracciò la figlia.
- Vado. Ciao, mamma. Salutami papà e spiegagli la situazione. Stammi bene. -
 
Meredith uscì dalla villa: i suoi occhi blu ardevano di rabbia.
 
- Nessuno ha il diritto di ferire mio fratello … nemmeno tu, Emy Fox. -

Continua ... 

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Capitolo 14
*** Comunicazione ufficiale. ***


Nota dell’autrice -> Altro capitolo chilometrico xD … ormai mi sono ridotta a scrivere nelle ore piccole … non faccio altro che studiare tutto il giorno o.o. Che brutta fine che ho fatto. XD Spero che quanto segue vi piaccia! ^^ Un saluto a tutti quelli che mi seguono! *-* Buona lettura!
 
 
22 maggio.
 
 
Il fatidico giorno era finalmente giunto.
 
 
La sera precedente, allo scoccare della mezzanotte, a casa Ketchum si era tenuta una festicciola a sorpresa in onore di Ash e del suo ventesimo compleanno: un gesto indubbiamente toccante e pieno di affetto, che fece quasi commuovere l’allenatore di Pallet.
 
Il calore dimostratogli dalla madre, dal professor Oak e dai suoi amici fu in grado di distrarlo dalla Lega, anche se per poco tempo … 
 
Sembrava che il destino si fosse divertito a far coincidere il compleanno del protagonista con la comunicazione ufficiale dei componenti del team dei Super Quattro.
 
 
 
 
 
 
 
 
- Chissà cosa deve dirci il capo … - Disse James, camminando sul sentiero vicino al laboratorio del professor Oak. 
- Di sicuro vuole proporci qualche piano in vista della Lega più importante del mondo … - Aggiunse Jessie.
- In effetti ci saranno tantissimi pokémon fortissimi e io non vedo l’ora di impossessarmene! - Concluse Meowth, assetato di potere.
- Niente chiacchiere, muoviamoci! - Disse Jessie.
 
Il trio velocizzò la camminata, bypassò la struttura scientifica di Oak e avanzò fino ad inoltrarsi in un circoscritto ma fitto bosco.
 
- Il capo è sempre un genio nello scegliere le basi segrete! - Esclamò James in maniera sarcastica, mentre si guardava attorno.
- Pivello! Pazienta … - Rispose Jessie, chiudendo gli occhi. Chissà perché sembrava parecchio assorta nei suoi pensieri.
 
Dopo pochi secondi, il terreno sottostante ai loro piedi si smaterializzò, facendoli sprofondare in una buca; in realtà, più che una buca, poteva definirsi un tunnel. Tra le urla, lo sgomento e lo spavento, arrivarono alla fine di quello scivolone assurdo, trovandosi in una stanza più che accessoriata.
 
- Ribadisco … è un super genio! - Esclamò James, mentre era a pancia a terra.
- Ma insomma! Indosso pur sempre una minigonna! - Disse imbarazzata Jessie, dopo essersi accorta di essere caduta con le gambe sulla testa del suo amico.
- Tanto nessuno ti guarda! - Sogghignò Meowth.
- Gatto pestifero! - Esclamò Jessie arrabbiata. Meowth le rispose con una linguaccia.
 
- Quando la finirete di comportarvi in maniera così infantile?! - In fondo alla stanza, nella penombra, si celava un uomo piuttosto robusto e ben vestito, intento ad accarezzare un Persian: Giovanni.
 
- Capo! - Esclamarono i tre.
- Stranamente siete in orario … è davvero un miracolo. - 
- Peeeersian! - Il pokémon di Giovanni gli faceva continuamente le fusa.
- Quanto lo odio! Gattaccio spelacchiato! - Disse Meowth tra sé e sé, riferendosi all’altro felino.
- Allora, capo. Come mai tutta quest’urgenza? E’ successo qualcosa? - Chiese Jessie irrigidendosi e dandosi un tono.
- Beh … non esattamente. - Rispose Giovanni, reprimendo un sorriso.
- Allora perché siamo qui? - Domandò James, mentre contemplava le sofisticate apparecchiature presenti in quell’area.
- Ho ascoltato i vostri discorsi attraverso delle cimici: avete indovinato; vi ho chiamato per la Lega, che inizierà a breve. - Spiegò Giovanni.
- Oh … la Kyoto Master League … - Disse Meowth.
- Sì. Ci saranno gli allenatori più forti del mondo, mi sembra inutile sottolinearlo. Ma … c’è dell’altro … - 
 
Jessie, James e Meowth osservarono sbigottiti Giovanni: doveva trattarsi di un piano realmente diabolico. Solitamente non venivano mai convocati.
 
- Siamo a tutte orecchie. - Disse Jessie.
- Dunque, ho delle faccende da sbrigare, ma questo non vi interessa. Vi basterà sapere che, per tali operazioni che mi attendono, mi serve una squadra di pokémon variegata ed eterogenea. -
- Faccende? - Chiese James con aria interrogativa.
- Ho detto che non è affar vostro. - Ribatté Giovanni.
- Chiedo scusa … - Concluse il ragazzo.
- Sono compiti che non vi competono in alcun modo, è inutile che io ve li illustri. La missione che vi affido consiste nel catturare determinati pokémon, dei quali ho stilato una lista. - Disse pacatamente Giovanni.
- Una … una lista? Addirittura? Credevamo che tutti i riflettori fossero puntati sul pikachu del moccioso … - Commentò Meowth.
- E’ un topo elettrico estremamente forte, ma non è sufficiente per quello che devo fare. Sono dieci i pokémon che voglio e che voi dovrete ottenere per poi consegnarmeli. -
- Quali sono? - Chiese Jessie. 
- Il Pikachu di Ash Ketchum; il Gyarados della ragazza con i capelli rossi; lo Steelix del ragazzo di carnagione scura; il Vulpix della capo palestra di Viridian city; il Blaziken del fidanzato della capo palestra … e poi … l’Umbreon, il Blastoise, l’Arcanine, il Pidgeot e lo Skarmory del nipote di Oak. -
- I pokémon del nipote di Oak? - Chiese Meowth. - Pensavo che fosse un ricercatore … -
- La sua è una sorta di copertura. E’ un allenatore fenomenale. - Disse Giovanni ghignando.
- Eppure fu sconfitto dal moccioso molti anni fa … - Aggiunse Jessie.
- Alla Conferenza Argento. Allora era ancora molto inesperto. E, a dirla tutta, troppo presuntuoso. E’ tornato a Pallet parecchi anni fa e non ha mai smesso di allenarsi. Credetemi, l’ho tenuto d’occhio per tantissimo tempo. Ho aspettato che raggiungesse l’apice della sua potenza e … beh … direi che ci siamo. - Concluse il capo con aria soddisfatta.
- Sarà difficile sottrargli ben cinque pokémon … comunque pare che le ragazze siano le più forti al momento, capo. Intendo: pel di carota e miss prepotenza. - Disse Meowth.
- La capo palestra di Cerulean city non possiede molti pokémon, ma quel Gyarados è davvero fuori dal comune. La capo palestra di Viridian city è molto abile, ho osservato anche lei in questi anni. Non mi piace, però, il modo in cui allena i suoi pokémon. Non ha un talento innato: è stata solo fortunata a catturare pokémon già forti di per sé. In quei casi, gli allenatori non sono costretti a fare parecchi sforzi. Inoltre è parecchio svogliata ed eccessivamente distratta dai ragazzi, non ha carisma. Comunque, ripeto: necessito di una squadra assai eterogenea. Non posso circondarmi solo di pokémon d’acqua e di fuoco. Il nipote di Oak, invece, possiede pokémon di tutti i tipi. Non potevo chiedere di meglio! - Esclamò l’uomo.
- Bene … quindi dobbiamo escogitare un piano per rubare questi pokémon … - Ragionò Jessie.
- Non abbiate fretta. Se fino ad ora abbiamo fallito è perché siamo stati precipitosi. E’ da un po’ che non vi fate vedere: Ketchum e gli altri staranno pensando che dopo anni e anni vi siete arresi … vi darò io le istruzioni volta per volta. La Lega inizierà tra tre mesi. Abbiamo molto tempo per programmare tutto ciò che poi attueremo. Dovrete essere pronti a tutto, quei pokémon mi servono. Vi ho chiamato per farvi preparare psicologicamente. Mi raccomando, non accetto fallimenti. Sarete richiamati alla base nei prossimi giorni. -
- Sì, capo. - Affermò il trio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Tanti auguri, Ashy-boy! - Emy, in maniera piuttosto pimpante, si precipitò nella stanza del moro, pronta a privarlo delle coperte che lo avvolgevano.
- Uh? Oh … le coperte … Emy … - Ash, molto assonnato, cercò di tirarle verso di lui.
- Ma dai! Siamo a maggio, fa caldo, è quasi estate! E poi oggi è il tuo compleanno, non dovresti trascorrerlo a dormire, Ashy-boy! -
- Eh? Ashy-boy? La smetti di chiamarmi come fa Gary?! - Ringhiò il moro piuttosto irritato.
- E’ un nomignolo simpatico, non lamentarti di continuo … Ashy-boy! -
- Smettila! - Ash iniziò a rincorrere l’amica per tutta la stanza, accompagnato dall’intento di colpirla con un cuscino. 
- Ashy-boy, Ashy-boy, Ashy-boy! - Emy continuava a canzonare Ash che, senza risultati, continuava a starle dietro.
- Non so chi è più odioso tra voi due … mi arrendo … - Mormorò il ragazzo, cascando a peso morto sul letto. - Ma gli altri? -
- Uhm, tua madre è da tua nonna, Brock è in albergo con Lea, il professor Oak e Tracey in laboratorio e Misty … beh, Misty è andata a prendere un regalo per te! -
- Eh?! Misty mi ha fatto un regalo? - Chiese Ash piuttosto sorpreso.
- Beh, sì, sai che tiene a queste ricorrenze, Ashy-boy. - Disse Emy, sedendosi sul letto di Ash.
- Basta … te lo chiedo per favore … -
 
In quel momento, bussarono alla porta di casa Ketchum.
 
- Chi cavolo sarà? - Chiese Ash scocciato.
- Non ne ho idea, vai ad aprire tu, Ashy-boy. Io devo farmi una doccia! - Emy uscì dalla stanza, saltellando in direzione del bagno.
- Che lunatica che è … un giorno ha l’espressione di una che deve andare ad un funerale e in un altro sprizza energia da tutti i pori … - Mormorò Ash scendendo dalle scale.
 
Quando aprì la porta, il giovane si trovò di fronte a una ragazza molto carina: era sicuramente una sua coetanea; carnagione chiara, occhi blu, capelli biondi e lunghi … davvero adorabile! Con lei portava una valigia. 
 
 - Uhm … ciao. Posso darti una mano? - Chiese Ash. Era la prima volta che vedeva quella persona. Cercava di ricordare se l’avesse già incontrata, ma la sua memoria fece cilecca.
- Ciao! - Esclamò lei, fin troppo pimpante. - Tu devi essere Ash, vero? -
- Oh … sì … ma … tu chi sei? Ci conosciamo? - Chiese il ragazzo.
- In realtà no. Possiamo rimediare, vero? Io sono Meredith! - La ragazza, con un enorme sorriso sulle labbra, tese la propria mano all’allenatore.
- Piacere, Meredith, ma … non ho capito se posso aiutarti in qualcosa o meno. - Ash sancì la conoscenza.
- Non hai ancora capito chi sono? Che cosa buffa! - Disse la ragazza, mentre rideva sonoramente.
- No … però … effettivamente … mi ricordi qualcuno … -
- Sono la sorella di Harrison, Ash! -
- Oh! Caspita, è vero! Siete praticamente identici! - Sorrise il moro. - Accomodati pure, se vuoi. -
- Grazie! Ho fatto un lungo viaggio e sono davvero stanca … - Disse la ragazza facendosi spazio.
- Oh, come mai? Comunque non ho notizie di Harrison … è da ieri pomeriggio che non lo vedo … - Aggiunse Ash un po’ preoccupato.
- Non preoccuparti, è a Viridian city. - Disse la ragazza, poggiando la valigia a terra.
-  Ah, meno male. Aspetta, ti aiuto. - Disse Ash, trascinando il bagaglio in cucina.
- Grazie, Ash! Sei davvero molto caro! Harrison mi ha parlato così tanto di te! - Cinguettò Meredith battendo le mani.
- Io e tuo fratello siamo grandi amici! - Rispose il moro.
- Non lo metto in dubbio! Si vede che sei un bravo ragazzo. Posso sedermi? - Chiese Meredith indicando una sedia. -
- Certo, fa’ pure! - Rispose Ash.
- Grazie mille! Di’ un po’, Ash, mio fratello è col morale a terra, vero? - Quella domanda sembrava voler intavolare un nuovo discorso.
- Uh? A cosa ti riferisci? - Ash cercò di fare lo gnorri.
- Beh, ci conosciamo da appena cinque minuti ma ho capito che c’è un feeling speciale tra di noi … - Meredith strizzò l’occhio in maniera maliziosa e ciò suscitò imbarazzo in Ash.
- Ehm … dicevi? - Chiese il moro, eludendo quella provocazione.
- Dicevo che si vede che siamo in sintonia e quindi mi sento di dirti tante cose, Ash … ovviamente, riguardo mio fratello! Sai, Harrison è un ragazzo straordinario, non esistono persone così buone, ingenue, sincere, limpide, trasparenti e tutto ciò che di positivo può esistere in questo mondo. Arriverò al dunque: non credi che la sua ragazza sia davvero inadatta a lui? - Domandò Meredith, quasi a voler ottenere l’approvazione di Ash.
- Emy? - Chiese lui.
- Sì, proprio lei! Stanno insieme da ben sette anni, quattro mesi e cinque giorni! - Borbottò Meredith, facendo volteggiare nell’aria l’indice della sua mano destra.
- Ah … - 
- Insomma, Ash, immagino che anche tu converrai col me nel dire che Harrison merita molto di più! Scusa se sono così diretta, ma la sincerità è il mio forte, sai? - Incalzò Meredith.
- Ehm, Meredith … non sono affari miei … -
- Ma un giudizio obbiettivo puoi comunque darlo! - Insistette lei.
- Ecco, io … -
- Dai, dai! - Disse la ragazza, avvicinandosi sempre di più.
 
Il confronto fu interrotto da Misty, che, avendo le chiavi di casa, riuscì ad arrivare in cucina senza bussare alla porta.
 
- Ehm … buongiorno. - Disse la rossa, mentre teneva un pacco regalo in mano.
- Wooooooooooo! - Esclamò Meredith. - Tu devi essere Misty, la famosa sirena maschiaccio! -
- Eh? - Misty fu parecchio irritata da quella osservazione: anni prima veniva definita un maschiaccio solo perché non era femminile quanto le sue sorelle. Ma adesso le cose erano cambiate! - Ehm … sì … diciamo di sì. -
- Sono una tua grandissima fan, adoro i pokémon d’acqua! - Meredith prese le mani della capo palestra, in segno di ammirazione.
- Oh, davvero? - Nonostante il complimento e l’atteggiamento apparentemente amichevole, Misty percepiva qualcosa di strano proveniente da quella ragazza.
- Sì, è per questo che non sono mai venuta a sfidarti quando viaggiai a Kanto! Fu l’anno più bello della mia vita … che emozione … la vostra regione è stupenda e  tornare è sempre un piacere immenso per me! -
- Oh, capisco … ma tu … chi sei? -  Chiese la rossa.
- Mi chiamo Meredith, sono la sorella di Harrison! Ci somigliamo molto, vero? -
- Accidenti! - Solo in quel momento Misty scorse l’incredibile somiglianza.
- Fattelo dire, Misty: sei fantastica! Fine, gentile, elegante … non come certe femmine di mia conoscenza … e dico femmine perché c’è differenza con le donne! - Meredith strizzò nuovamente l’occhio, quasi a cercare una specie di intesa con la rossa.
 
Ash e Misty osservavano quella ragazza in maniera stralunata: a primo impatto sembrava molto diversa dal fratello.
 
Troppo, forse.
 
- Meredith, giusto? Non credevo che Harrison avesse una sorella … Emy non mi hai mai parlato di te. - Disse Misty.
- Oh, beh, non c’è da meravigliarsi. - Affermò Meredith.
- Eh? In che senso? - Chiese la rossa.
- Beh, Emy è molto gelosa di me, soffre di complessi di inferiorità … crede che Harrison sia troppo attaccato a me … ha paura di essere spodestata dal suo ruolo di fidanzata-che-primeggia-in-tutto. Ma, don’t worry, ormai ci ho fatto l’abitudine! - Esclamò Meredith con voce squillante.
- In effetti non mi sorprenderei sei Emy facesse una cosa del genere, è così egocentrica … - Commentò il moro.
- Ash! - Lo riprese Misty.
- Che c’è? Non è forse la verità? - Rispose lui ponendo un’ulteriore domanda.
- Oh, Ash! Sono perfettamente d’accordo con te! Non sai quanto hai ragione! Si vede che sei un ragazzo spigliato e intelligente! L’ho detto sin dall’inizio che tra di noi si è instaurato un feeling stupendo! - Disse Meredith con gli occhi a cuoricino.
- Un feeling stupendo, eh? - Ripeté Misty a denti stretti, estremamente gelosa. Meredith se ne accorse:
- Oh, scusa, Misty! Non sapevo che tu e Ash foste fidanzati! A quanto pare gli hai comprato un regalo! Per che è occasione è? Dai, dai! Aprilo! Sono curiosa! -
- Ash non è il mio ragazzo! - Esclamò l’allenatrice di pokémon d’acqua con rabbia.
- Oh, amore non corrisposto? Vorrei consolarti e comprenderti, ma non mi è mai capitata una cosa del genere! Non saprei che consigli darti! -
 
L’incazzatura di Misty era salita alle stelle! Conosceva quella ragazza da due minuti e già la reputava insopportabile!
 
E dire che Harrison era così affabile, docile e riservato!
 
- Chiedo scusa … devo andare in bagno. - Disse Misty assai nervosa.
- Aspetta, Misty! E’ occupato, c‘è Emy. Sta facendo la doccia. - L’avvertì Ash.
- Ah … dovrò aspettare allora. -
- Oooooh, Emy è qui?! Ma che coincidenza! - Esclamò Meredith, facendo la finta ingenua. - Pensavo che fosse a Viridian city! -
- No, Emy è qui … ci siamo intrattenute per la Conferenza dei capi palestra … - Spiegò Misty.
- Oh, già … tra qualche ora ci sarà la comunicazione ufficiale dei Super Quattro … non vedo l’ora di sapere chi saranno … così organizzerò al meglio la mia squadra! - Esclamò Meredith decisa.
- Oh … - Misty strabuzzò gli occhi.
- Questo vuol dire … che tu … - Ash non terminò la propria frase.
- Beh, sì, sono stata chiamata per partecipare alla Lega! Anche tu, Ash? -
- Oh … sì …-
- Non posso che augurarti buona fortuna allora! Ne avrai bisogno … - Il tono della ragazza mutò sensibilmente, il che impressionò sia Ash che Misty.
 
- Ash? Sei al piano di sotto? - Dal bagno echeggiò la voce di Emy.
- Oh, eccola qui, la mia dolce cognatina! - Ghignò Meredith.
- “ Dolce cognatina “? - Ripeté Misty con disgusto. Quanto poteva essere finta quella ragazza?
- Certo! Mi raccomando, tutti zitti! Voglio farle una sorpresa! -
 
Emy scese dalle scale con addosso un accappatoio bianco, un asciugamano tra i capelli e … della crema verde spalmata sul viso, che lasciava scoperti solo occhi e bocca.
 
Nonostante l’involontario camuffamento, si poté intravedere la sua espressione a dir poco sgomenta nell’aver capito chi aveva di fronte.
 
La ragazza si immobilizzò su un gradino.
 
- Ma buongiorno! - Cinguettò Meredith con fare amichevole.
- Meredith?! - Esclamò Emy, quasi con … terrore.
- Oh, in carne ed ossa. Complimenti per il look, Em. Nice outfit! -
- Cosa ci fai qui? - Chiese Emy, per niente contenta. Nel frattempo, aveva raggiunto la sorella di Harrison, Misty ed Ash.
- Ma come? Non lo sai? - Dalla tasca degli shorts estrasse un pezzo di carta: era proprio un invito per la Lega. - Sono stata invitata anche io, ma credo che fosse scontata come cosa, no? -
- Accidenti … - Ribatté Emy con fare sarcastico. - Mancavi solo tu. -
- Non per rovinare l’effetto sorpresa ad Ash, Em, ma in giro si dice che sarai tu una dei Super Quattro! Oh, povero Harrison … -
- E’ vero quello che dice, Emy? - Chiese Ash, cercando di carpire informazioni.
- Ho ancora l’obbligo di tenere la bocca chiusa, Ash … - Rispose l’allenatrice di Viridian city.
- Io mi sono rivolta a fonti attendibili, e poi la tua è un’affermazione implicita, Em. Ormai ti conosco così bene! Addirittura meglio di mio fratello Harrison! -
 
-  Io torno in albergo … - Disse Emy, girando le spalle.
- Di già?! Non vuoi vedere il regalo che Misty ha fatto ad Ash? - Chiese Meredith.
- Magari Misty glielo vuole dare lontano da occhi indiscreti … - Rispose Emy, trascinando la biondina fuori dalla stanza.
- Ehi, mi fai male! -
 
Emy portò Meredith in un’altra camera, sia per garantire un po’ di privacy ad Ash e a Misty, sia per porle qualche domanda:
 
- Allora? Perché sei qui? - Chiese Emy, con aria piuttosto intimidatoria.
- Devo partecipare alla Lega! - Rispose Meredith con fare angelico.
- Certo! - Esclamò Emy, non credendole.
- Ok, già ho perso la pazienza, quindi passerò alle maniere forti: che hai fatto a Harrison? - Meredith, da cucciolo bastonato, si trasformò in una vera e propria iena.
- Che ho fatto? Un bel niente! -
- Oh, ma non credo proprio! Harrison è molto triste, sai? -
- Sai dov’è? -
- A casa tua. -
- A casa mia? -
- Beh, sì. E’ la sua seconda famiglia. -
- Quando l’hai saputo? -
- Mi ha chiamato ieri, Em. E’ disperato, per te. -
- Disperato? -
- Sì. Soffre per amore, povero il mio fratellino. -
- Meredith, credo che tu non sia al corrente di tutto. -
- Non ne ho bisogno. Conosco mio fratello e … conosco te. -
- Cosa vuoi dire? -
- Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. -
- Sempre gentile. Comunque, Meredith, questa volta non ti permetterò di intrometterti tra me e Harrison. -
- Ah, davvero? -
- Davvero. -
- Staremo a vedere. Io so che tu sei entrata nel team dei Super Quattro, quindi dovrai rimanere qua ancora per molto. Io sono stata invitata alla Lega e ho l’obbligo di allenarmi qui, a Pallet. Lo stesso vale per Harrison. Siamo destinati a stare a stretto contatto, Em. -
 
Emy indietreggiò leggermente: sapeva quanto quella persona poteva essere perfida.
 
- Staremo a vedere. - Affermò l’allenatrice di Viridian.
- Oh, ovviamente. Adesso vado nella casa che ho fittato per i prossimi mesi. Sayonara, baby! - Meredith corse in cucina a prendere la valigia.
- Questa non ci voleva! - Esclamò Emy.
 
 
- Scusate se ho invaso la vostra privacy, ragazzi. Ci vediamo! - Meredith uscì di casa, trasportando il bagaglio con sé. 
- Ciao … - La salutò Ash. Misty sembrava parecchio seccata.
- Che tipa! - Esclamò la rossa, dopo essersi accertata dell’assenza di Meredith.
- Stento a credere che sia la sorella di Harrison! - Aggiunse il moro.
- Bah … comunque … tornando a noi … buon compleanno, Ash! - Misty stese le braccia verso l’amico: gli pose il pacchetto davanti ai suoi occhi!
- Grazie Misty, non dovevi. - Il ragazzo arrossì non poco.
 
In quel momento Delia tornò a casa.
 
- Oh … - Misty guardò Ash terrorizzata.
- Non preoccuparti, lo aprirò dopo, in camera mia. - Le sorrise. Lei ricambiò.
- Buongiorno, ragazzi! - Salutò Delia. Misty e Ash ricambiarono.
 
Dopo poco, Emy tornò da loro:
 
- Ragazzi, io esco, vado a fare delle commissioni. -
- Le famose commissioni. - Commentò Misty ironica.
 
Emy arrossì. 
 
- Tornerò per pranzo. - Aggiunse la specialista del fuoco.
- Ok … stai attenta. - Disse Misty ridacchiando.
- Idiota … - Ribatté Emy, uscendo di casa.
 
- Sai, comincio davvero a credere che Emy faccia parte dei Super Quattro. Esce sempre a fare commissioni … - Disse Ash, osservando la porta ormai chiusa.
 
Misty colpì Ash con un pugno in testa: - Magari fosse così presa dalla Lega! -
- Ohi … che ho fatto di male? - Chiese Ash: ultimamente riceveva spesso botte.
- Niente … scusa se me la prendo con te … comunque … esco anche io, quando apri il regalo, fammi sapere se ti piace! -
- Ehi, ma sei uscita poco fa! - Ribatté Ash.
- Esco di nuovo, problemi? - Domandò Misty assai nervosa.
- Ehm … no. -
- Va bene. Ti saluto, allora. - Anche la rossa uscì di scena.
- Ma che le è preso? -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Misty è convinta che io voglia andare da Gary … non sa che ho una fame da lupi e che ho voglia di un bel panino pieno di schifezze! - Mentre passeggiava, Emy scorse un venditore ambulante di cibarie varie. - Oh, quello fa proprio al caso mio! -
 
A passo svelto, la ragazza si avvicinò alla paninoteca ambulante:
- Salve! Gradirei un panino con melanzane, funghi, provola, patatine fritte, ketchup, maionese e tabasco! - Esclamò Emy raggiante, pregustando quel ben di Dio che aveva ordinato.
- Arriva subito, signorina! - Rispose l’addetto.
 
- Wow, e così sei una buona forchetta, eh? -
 
Era incredibile. Come cavolo faceva Gary Oak ad essere onnipresente?
 
Magari era uno stalker!
 
- Oh … Gary! Ciao! - Emy salutò il nipote di Samuel. Era piuttosto imbarazzata: mai e poi mai avrebbe voluto che Gary conoscesse i suoi gusti, parecchio discutibili, sul cibo.
 
- E’ incredibile, in un modo o nell’altro ci incontriamo sempre, io e te. - Ancora una volta il ragazzo sfoggiò la sua dentatura perfetta. Indossava il solito camice.
- Infatti … - Sorrise la ragazza.
- Ecco a lei, signorina! - Disse il venditore porgendole il panino, dal quale colava tantissima maionese.
- Ehm … mi scusi, ho un dolore terribile allo stomaco, glielo pago lo stesso, ma se lo tenga. - 
 
Gary scoppiò a ridere: era evidente che Emy si vergognasse a ingurgitare quell’ammasso di calorie davanti a lui.
 
- Sei davvero un personaggio! - Esclamò il castano.
- E’ inutile ridere! Lo faccio per la linea! - Ribatté Emy arrossendo.
- Linea? E dire che ti stavo apprezzando … non sopporto le ragazze magre che dicono di essere grasse. - Disse Gary squadrando Emy da capo a piedi.
- Io non ho mai detto di essere grassa! - Protestò la ragazza.
- Diciamo che era sottinteso. In tutta onestà, Emy, Madre Natura è stata fin troppo generosa con te. Se sei abituata a mangiare tutte queste porcherie e continui a rimanere comunque così atletica e asciutta, beh, sei davvero fortunata. Ma fa’ attenzione: non è salutare mangiare in questo modo. -
 
Altri complimenti da parte sua.
 
- Gary! Sembri mio padre. -
- Lo dico per il tuo bene. -
- Che palle! -
- Ehi, signorina, ricorda le buona maniere. -
- Le conosco … signorino. -
- Adoro il tuo senso dell’umorismo, Emy. -
- Ed io il tuo, Gary. -
 
I due sorrisero, poi calò il silenzio.
 
Per la prima volta, Emy notò una buona dose d’imbarazzo nel volto di Gary.
 
- Senti, Emy … oggi c’è la comunicazione ufficiale, vero? -
- Oh? Sì … proprio così. - Rispose lei con un velo di tristezza.
- So che non è il luogo adatto … e nemmeno il momento, a pensarci bene … però … so già che ci saranno reazioni negative … -
- Lo so bene, Gary. -
- Sì, ecco … io ci sono, ok? - Il ragazzo arrossì.
- Come? -
- Hai capito bene. Ci sono Emy. E voglio esserci. Per te. -
 
Caspiterina.
 
Sentir parlare Gary in quel modo era quasi surreale.
 
Un’altra sua sfaccettatura … un’inedita sfumatura della sua nebulosa personalità.
 
- Gary, io ti ringrazio … -
- Sarò sincero … ieri sera sono stato benissimo e … vorrei trascorrere ancora tanto tempo … insieme a te … sei così diversa dalle altre ragazze … insomma … tu … -
- Gary. Per favore! - Lo supplicò Emy.
- Cosa? - Chiese lui spaventato.
- Io … io non sono pronta per un discorso del genere … scusami … non te lo meriti … -
- No, Emy, non devi scusarti. Sono io quello che dovrebbe chiedere perdono. -
- Per nulla. Mi hai aiutato tanto. -
- Hai un ragazzo, Emy. -
 
Dichiarazione implicita? 
 
Emy sorrise sarcasticamente.
 
- Credimi, Gary. Ce l’ho ancora, sì. Ma per poche ore. Aspetta che venga rilasciata la comunicazione ufficiale della composizione del team dei Super Quattro … dopodiché sarò automaticamente single! -
 
Gary attese qualche istante prima di controbattere:
 
- Sai, vorrei tanto dirti che mi dispiace, ma è l’esatto contrario. -
 
Shock. 
 
- Beh … viva la sincerità. - Rispose Emy, apparentemente tranquilla.
- Sempre. Dovrebbe essere alla base di tutto. Mi dispiace di averti mentito per la questione della Lega. Ti prometto che non succederà più. -
- Sei gentile, Gary. -
- No … non sono gentile. -
- Oh … -
- Emy, sarà meglio che vada ora. Quando stai male, vieni al ruscello. Io ci sarò. -
- Grazie … grazie davvero. -
- Ora devo proprio andare, però … aspetta un attimo … - Gary frugò nelle tasche del proprio camice: vi trovò un biglietto da visita e lo porse ad Emy. - Tieni. -
- Wow, un biglietto da visita di Gary Oak … indirizzo, e-mail, numero di cellulare e numero di pokégear … sei molto professionale! - Esclamò Emy con una punta di ironia.
- Se vuoi vederla così, non può che farmi piacere. Sarebbe stato molto indelicato chiedere il tuo numero di cellulare, così … ho proceduto all’inverso. -
- Ti manderò un messaggio con il mio numero. -
- Perfetto. Ci vediamo, allora. - Gary voltò le spalle e proseguì per la sua via.
 
- E’ davvero un ragazzo sorprendente … - Sussurrò Emy, sorridendo al biglietto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Signore e signori, buon pomeriggio a tutti! Finalmente ci siamo: è giunto il momento di svelare chi sono i Super Quattro scelti per la Lega di Kyoto! - La voce della giornalista si diffuse dalla tv alla cucina, mentre Delia era intenta a cuocere la pasta.
 
- Cavoli, non sono qui per sentire questi stupidi convenevoli! Dai, dimmi chi sono i Super Quattro! - Ash diede vita a una situazione senza dubbio comica: non solo si era posizionato a due centimetri dallo schermo, ma per l’emozione e per l’ansia aveva letteralmente abbracciato l’apparecchio audiovisivo!
- Dire che sei ridicolo è dire poco. Inoltre, sei presuntuoso. - Aggiunse Emy, da poco tornata a casa.
- Non è il momento delle prediche! - Ribatté il moro, ancora ancorato al televisore.
- Forse ti sfugge un piccolissimo e irrilevante particolare, e cioè che prima di arrivare ai Super Quattro, dovrai battere una miriade di allenatori. -
- Lo so, lo so! Ma il mio obbiettivo sono loro! L’ultimo soprattutto … dovrò carbonizzarlo! Dico bene, Pikachu? - Domandò Ash al suo fedele topo elettrico.
- Pika! -
 
- Carbonizzarlo, eh? - Emy inarcò un sopracciglio, sentendosi presa parecchio in considerazione.
 
- Ash, non starai esagerando? In fondo è solo un torneo … - Tracey cercò di sdrammatizzare quella situazione tragicomica.
- Solo un torneo? Tracey, ti rendi conto delle bestialità che escono dalla tua bocca con la medesima veemenza di un fiume in piena? Oddio, non ce la posso fare! - Esclamò il moro.
- Da quando sei un poeta mancato? - Chiese Misty con tono sarcastico.
- Ragazzi, vi prego! - Supplicò Ash.
- Dunque! - Sembrò quasi che la giornalista volesse catturare l’attenzione attorno a lei. - Sono ben consapevole del fatto che una comunicazione del genere sia di fondamentale importanza … aprite bene le orecchie, telespettatori! - La giovane professionista dai lunghi capelli biondi, da un sorriso smagliante e da un tailleur marrone, si stava preparando a parlare.
- Oh, cristo. Questo è il minuto più lungo della mia esistenza. - Disse Ash.
- Il team dei Super Quattro è composto da: Angelo di Ecruteak city! Allenatore affascinante, algido e composto: la sua specialità sono i pokémon di tipo spettro!
- Angelo! - Esclamò Ash.
- Che bono che è. - Commentò Emy, rifacendosi gli occhi.
- Ehi! - Misty la riprese. - Deciditi, principessa: hai fin troppi pretendenti prostrati ai tuoi piedi! -
- Chiamali pure rospi, Misty. - Rispose la ragazza ridendo.
- Il secondo membro dei Super Quattro è Chiara di Goldenrod city! Spigliata, intelligente e decisa! Queste le sue caratteristiche! Allena pokémon di tipo normale! - Continuò la giornalista.
- Wow, è davvero un amore! - Commentò Tracey.
- Due capi palestra che ho battuto, forte! - Commentò Ash speranzoso.
- Il terzo membro dei Super Quattro è Raffaello di Azalea town! Il folletto dei capi palestra, ma non per questo meno temibile degli altri! Specialista in pokémon coleottero. -
- Raccomandato … - Commentò Tracey.
- Perché mai? - Chiese Misty.
- Ce ne sono di più forti, Misty! -
- Oh, beh, il solo pensiero che dei coleotteri saranno presenti alla Lega mi fa venire la nausea! - Ribatté la rossa.
- Ehi, silenzio! Stanno per svelare l’ultimo! - Disse Ash.
 
Tensione alle stelle.
 
Delia, Ash e Tracey sembravano piuttosto interessati alla trasmissione: d’altra parte  ignoravano totalmente quello che era accaduto alla Conferenza.
 
Misty ed Emy, invece, erano fin troppo consapevoli di quello che sarebbe stato il verdetto.
 
- Il quarto membro dei Super Quattro è Emy da Viridian city! Considerata la capo palestra più forte di Kanto, nonché degna erede del maestro del fuoco Blain, sarà l’ultimo ostacolo da superare per colui/colei che arriverà fino alla fine! Solo chi la sconfiggerà potrà ritenersi campione del mondo! Allena pokémon di tipo fuoco! Il team di riserva è composto da Brock di Petwer city, Bianca di Snowpoint city, Misty di Cerulean city e Alice di Fortree city! Per maggiori informazioni potete consultare il sito ufficiale della Kyoto Master League! La composizione ufficiale del team dei Super Quattro è reperibile da adesso! Alla prossima! -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Lo sapevo. -
 
Harrison, Alicia, Kristie ed Agata erano in casa Fox, incollati alla tv.
 
I loro sospetti, purtroppo, non si rivelarono infondati.
 
- Non ci posso credere! Emy è nel team dei Super Quattro! E per giunta è l’ultima! - Esclamò Kristie.
- Poteva almeno dirlo. - Aggiunse Agata.
- Ragazze, non dite così. Emy aveva l’obbligo di non parlare. - Concluse Alicia.
- Mamma! - Sbottò Kristie. - Non l’avremmo detto a prescindere! E poi sapeva che Harrison partecipa alla Lega! Non ha avuto un minimo di tatto, come sempre. - La sorella di Emy rivolse uno sguardo di apprensione ad Harrison, seduto e immobile.
- Tesoro, hai ragione … ma mettiti nei panni di Emy … forse ha cercato un modo per facilitare le cose … pur non risolvendo chissà che … - Ribatté Alicia.
- Harrison! Sei molto arrabbiato, vero? - Chiese Agata con timore.
 
L’allenatore di Albanova fu riportato alla realtà: da quando era stata rilasciata la comunicazione, era stato catapultato in un’altra dimensione.
 
Dunque, era vero.
 
Non aveva ragionato in malafede quando gli era frullato per la testa che Emy potesse essere una dei Super Quattro.
 
“ Sei un bambino, Harrison. Sii realista, una volta tanto. E non ti stupire quando qualcuno compie determinate azioni … “
 
Aveva compreso il significato di quelle parole … ma perché aveva l’impressione che Emy avesse voluto fargli un dispetto? O meglio, un torto?
 
In fondo, nonostante fosse consapevole di essere pieno di difetti, Harrison si era sempre comportato bene con lei … l’aveva rispettata in ogni occasione … protetta da ogni pericolo.
 
Qual era la sua colpa? Essere un allenatore di pokémon che viaggia per accrescere la propria esperienza?
 
L’amore è ciò che di più importante esista, ma non può uccidere i sogni che si coltivano da quando si era bambini …
 
- Harrison, per favore, di’ qualcosa! - Esclamò Kristie, scuotendolo leggermente.
- Kristie, fa’ piano! - La riprese Alicia.
- Oh … - Harrison fissò per qualche secondo Kristie, che a sua volta lo ispezionava con i suoi enormi occhi azzurri. - Ehi, tranquille. Sto bene. -
 
Bugia.
 
- Oh, Harrison! Non sai quanto sono mortificata per mia sorella! Che disgraziata che è! - Controbatté Kristie in maniera sinceramente isterica.
- Kristie, non c’è bisogno di essere così agitata. - Rispose Harrison in maniera ferma.
- Uh? - Kristie si stoppò.
- Davvero … Emy ha fatto la sua scelta … avrà avuto le sue buone ragioni … -
- Ma, Harrison! - La ragazza cercò di protestare.
- Non oso immaginare come abbia reagito papà … - Aggiunse Agata.
- Spero che non si creeranno drammi inutili. - Concluse Alicia.
- Papà fa bene ad arrabbiarsi! - Ringhiò Kristie. - E’ la solita egoista! -
- Kristie, Emy ha ventidue anni. E’ adulta, è responsabile delle sue azioni. - Replicò Alicia.
- Sì, mamma, ma ti pare consono il suo comportamento? -
- Non abbiamo il diritto di giudicarla, tesoro. - Alicia cercò di placare Kristie, pur non riuscendoci. - Credo proprio che, per evitare disastri, andrò a Pallet … -
- Oh? Dici davvero, Alicia? - Chiese Harrison.
- Devo … saranno giorni difficili per Emy … non mi va di lasciarla sola. -
- Mamma! - Urlò Kristie, con tono di disapprovazione. - Perché dovresti compatirla? Non si è nemmeno degnata di dirci una cosa così importante! Ha praticamente mentito a noi, ha mentito a Harrison! -
- Tesoro, so che sei arrabbiata con Emy e che sei dispiaciuta per Harrison … ma non mi va di lasciarla sola in un momento così delicato. Immagino la reazione che potrebbe avere vostro padre. In realtà non so se ne potrebbe essere felice o meno. Ma è meglio essere previdenti. -
- Se vuoi andare a Pallet, fai pure. Io non ti seguirò. Devo rimanere a casa a studiare per le interrogazioni e per gli esami che mi attendono nei prossimi mesi. Non posso stravolgere i miei piani per gli stupidi colpi di testa di mia sorella! - Ribatté Kristie.
- Ti prego, Kristie, cerca di essere ragionevole. Capisco che tu ti senta delusa, forse vorresti che Emy nutrisse più fiducia nei nostri confronti … ma tutta quest’arrabbiatura mi sembra davvero ingiustificata! - Il tono di Alicia era diventato più severo.
- Come vuoi, terrò la bocca chiusa. Ma, per favore, non costringermi ad andare a Pallet Town con te. Davvero. A prescindere dalla poca stima che provo nei confronti di Emy, non posso muovermi da casa. Ho tantissimo da studiare. Certo, voi lo dimenticate di continuo perché siete troppo presi dalla carriera di Emy, ma le cose stanno così! I libri ci sono e io devo studiare! Devo pensare al mio, di percorso. -
- Beh, grazie per farmi andare a Pallet Town da sola. Anche se venisse Agata con me, sarei molto in apprensione per te. Mi scoccia lasciarti sola in casa. - Disse Alicia.
- Smettila di essere così protettiva nei miei confronti. Emy ed Agata hanno iniziato a viaggiare e ad essere totalmente autonome quando erano praticamente delle bambine. Ho diciotto anni, so badare a me stessa, non ho bisogno delle tue cure e delle tue direttive. Davvero, mamma. Se ritieni giusto andare da Emy, vai. Ma lascia stare me! - Esclamò la ragazza.
 
Alicia sospirò: - Va bene. Sappi, però, che sarò costantemente in ansia per te. Chiudi bene tutte le porte. Andrò a Pallet tra qualche ora. -
- Scusate per l’intromissione. - Iniziò Harrison, che fino a quel momento aveva taciuto. - Ho una proposta da farvi: tra qualche giorno anche io dovrò andare a Pallet, visto che sono obbligato ad allenarmi lì. Per il momento, però, preferirei non vedere Emy. Quindi, Alicia, se per te va bene, posso rimanere io con Kristie. -
 
La secondogenita di Rupert e di Alicia avvampò.
 
- Ma no, Harrison, non è necessario! Non voglio disturbarti! - Esclamò la ragazza.
- Figurati. Faresti tu un favore a me. Non sono pronto a vedere tua sorella … non ancora … sono davvero sottoshock e isolarmi un po’ mi farà bene … - Mormorò tristemente il ragazzo.
 
Quanto poteva sentirti tradito.
 
- Grazie, Harrison. Sei adorabile, come sempre. - Alicia gli sorrise dolcemente.
- E’ il minimo che posso fare per voi. - Rispose il ragazzo.
- Agata, andiamo al piano di sopra, prepareremo i bagagli. - Disse la donna rivolgendosi alla figlia minore.
- Sì, mamma. - Le due andarono in un’altra stanza, lasciando Kristie e Harrison da soli.
 
- Harrison, come puoi accettare una cosa del genere? Emy ti tratta malissimo! -
- Lo so, Kristie. E’ inutile ricordarmelo … ne sono perfettamente consapevole. -
- Dovresti cantargliene di santa ragione! La verità è che sei troppo buono … - Sospirò Kristie.
- Ti ringrazio per il sostegno, ma non ho voglia di discuterne. Possiamo cambiare argomento? -
- Oh, certo … -
 
Fu scelto il silenzio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Congratulazioni, Rupert. - Samuel Oak, prendendo un bitter dal frigorifero, si diresse verso il suo collega che, a dir la verità, non pareva particolarmente entusiasta.
- Oh, grazie … -
- Andiamo, Rupert! Cos’è quel muso lungo? Bisogna festeggiare! Credevo che fossi contento per Emy … essere un membro dei Super Quattro è così gratificante … niente a che vedere con la qualifica di capo palestra. -
- Sono molto contento per mia figlia, professore. Il problema è un altro. -
- Quale? -
- Harrison. -
- Ah, Harrison, il fidanzato di Emy. Anche lui è stato chiamato per partecipare alla Lega. E’ un bel groviglio. -
- Già … sa, professore, mi dispiacerebbe davvero tanto se le cose tra loro si compromettessero in maniera irreparabile. Voglio bene a Harrison, è come un figlio per me. -
 
- Signor Fox. - Gary subentrò nella stanza, nonostante avesse origliato i discorsi di Rupert e Samuel dalla sua camera. In realtà, fu costretto ad ascoltarli, dal momento che quel laboratorio era fin troppo sonorizzato.
- Ciao, Gary. - Rupert gli sorrise. - Come andiamo? -
- Abbastanza bene, grazie. Lei come sta? -
- Si tira avanti. Pronto per la Lega? -
- Manca ancora un po’ di tempo. Mi alleno, come sempre. -
- Emy è una dei Super Quattro. So che voi siete amici, vi ho visto spesso insieme. - Gary carpì del fastidio in quelle parole, ma mantenne comunque la calma.
- Sì, l’ho saputo. In tutta onestà, non avevo alcun dubbio. E’ così talentuosa e carismatica … era ovvio che sarebbe stata scelta per far parte del team dei Super Quattro. Sia ben chiaro, questo non pregiudicherà la nostra amicizia. Sono una persona sportiva. -
 
Colpo incassato. 
 
- Sono contento che Emy abbia qualcuno con cui parlare, Gary. Sai, solitamente lei non si apre facilmente con le persone … nemmeno con Harrison … -
- Non posso che esserne felice, signor Fox. Emy è una cara ragazza. -
- Già … -
 
A parlare, questa volta, fu Samuel: - Appena sarà possibile, andrò a congratularmi con Emy, Misty e Brock. Anche loro sono stati bravi . -
- Sono a casa di Ash. - Aggiunse Rupert.
- Sì, lo so. Se volete, quando finiamo, possiamo andare. - Disse Oak.
- Va bene. - Concluse Rupert. - Vieni anche tu, Gary? -
 
- Certamente. -
 
 
 
 
 
 
- Non ti avrei scannato se tu me l’avessi detto! - Esclamò Ash con tono polemico, rivolgendosi, ovviamente, ad Emy: la protagonista di quella giornata fu lei. Inevitabilmente.
- Sei di un’ottusità immane! Cosa sarebbe cambiato? Me lo spieghi? E poi, te lo ripeto per l’ennesima volta: ho avuto l’obbligo di non parlare fino ad oggi! E come me anche Brock e Misty! A loro non dici nulla, Ash Ketchum? - Domandò Emy, visibilmente irritata.
- Emy, siamo amici da una vita. Credevo che ti fidassi di me. - Rispose Ash.
- Certo, amici da una vita. Bell’amico che sei! Ti ho dato per disperso per anni! -
- Potrei dire lo stesso di te! -
- Avevo i miei impegni con la palestra! -
- E io non potevo farmi sentire perché viaggiavo in regioni lontanissime! -
- Già, troppo preso dai tuoi sogni di gloria per pensare alle persone che ti vogliono bene! -
 
- Ragazzi, smettetela! - Intervenne Tracey.
- Dillo al tuo amico, nonché futuro pokémon master dei miei stivali. - Replicò Emy.
- Ash, Emy ha ragione. Non sarebbe cambiato granché se lei te l’avesse detto prima. Inoltre era impossibilitata nel farlo. - Aggiunse Delia, cercando di placare gli animi.
- Voi non potete capire! - Esclamò capricciosamente Ash.
- E’ inutile pensare a quello che è successo. Ora lo sai. Regolati di conseguenza! - Disse Misty.
- Sì … è vero … devo dare il meglio di me in questi tre mesi … mi allenerò giorno e notte! - Esclamò il moro stringendo i pugni.
- Questo è lo spirito giusto! - Misty sorrise al suo amico. Il broncio, inspiegabilmente, le era passato.
- Ora, gentilmente, potreste lasciarmi in pace? E’ stato appurato che sono una dei Super Quattro, bene. Cos’è? Un delitto? -
- E’ inutile discuterne, non capiresti il mio punto di vista. - Rispose Ash.
- E tu non comprenderesti il mio, Ash.. - Replicò Emy.
- E con Harrison? Come pensi di fare? - Chiese il ragazzo con esplicita invadenza.
- Fatti miei! -
- Proprio non ti capisco … -
- Io non capisco te, Ash! E non capisco manco Harrison. So che questo torneo sia fondamentale per voi, è un’occasione più unica che rara; ma trovo assurdo che abbia una rilevanza tale da mettere a repentaglio le vostre relazioni personali! - Borbottò Emy.
- Io non voglio rovinare la nostra amicizia, il mio ragionamento è semplicemente opposto al tuo: visto che siamo amici e che quindi un rapporto personale ce lo abbiamo, perché non me l’hai detto prima? Dai, Emy, questa storia del divieto di parlare è ridicola! Io non ti avrei mai messo nei guai. - Mormorò Ash.
La ragazza sospirò, ai limiti della pazienza di cui disponeva: - Va bene, avrò anche sbagliato, sarò stata troppo rigida. Però è normale che io abbia delle riserve a parlare, Ash. Sono davvero intimorita dalle vostre reazioni. Harrison aveva deciso che, a priori, io non avrei accettato di far parte del team. -
- Anche questo è sbagliato, ma col dialogo si risolvono parecchie cose. - Intervenne Misty.
- Non è il nostro caso, Misty. Ormai è troppo tardi, no? Adesso Harrison già mi odia, me lo sento. Le cose dovevano andare così e io non ho rimpianti. -
- Emy, non essere così precipitosa, per favore. - Delia subentrò nel discorso.
- Che vuole dire, signora Ketchum? - Chiese la diretta interessata.
- Non permettere che un torneo ti faccia rompere con un ragazzo splendido come Harrison, a prescindere dall’importanza di esso. -
- La ringrazio per l’interessamento, signora Ketchum. Tra me e Harrison già c’erano problemi: il torneo non è stato altro che la goccia che ha fatto traboccare il vaso. -
- Mi dispiace … -
- Non si preoccupi. A questo punto, è meglio che le nostre strade si dividano … - Mormorò Emy, facendo spallucce.
 
Ash, Delia, Misty e Tracey provarono molta compassione per Harrison in quel momento. Dovunque egli fosse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Bene, io vado. Kristie, fa’ attenzione. Harrison, te l’affido. - Alicia aveva preparato una valigia ed era sul punto di partire per Pallet insieme ad Agata.
- Tranquilla, mamma. - Rispose Kristie.
- Farò del mio meglio. - Aggiunse Harrison con un lieve e forzato sorriso.
- Abbiate cura di voi, ragazzi. Kristie, non so quando tornerò. -
- Non preoccuparti, quando avrò finito di studiare, ti raggiungerò a Pallet. -
- Pensavo che non volessi venire. -
- Non voglio darti altre preoccupazioni. Per quelle è sufficiente mia sorella. -
- Oh, tesoro. - Alicia abbracciò calorosamente la figlia. - Ti voglio bene. -
- Anche io, mamma. - 
 
La donna si staccò dalla ragazza per rivolgersi a Harrison:
 
- Harrison, mi dispiace per quello che è successo. E’ stato un colpo davvero duro per te. Sappi, però, che a prescindere da come vadano le cose … tu rimani sempre uno di famiglia. -
- Ti ringrazio, Alicia. Siete molto importanti per me. - Rispose il ragazzo.
- Bene. Noi andiamo. - Disse la donna. - Abbiate cura di voi. -
- Ciao! - Salutò Agata.
- Ciao. - Rispose Kristie. Harrison sorrise alle due.
 
Una volta uscite di casa, Kristie chiuse la porta, ma non ebbe il coraggio di voltarsi verso il suo nuovo coinquilino: infatti rimase immobile.
 
- Qualcosa non va? - Domandò Harrison, notando la poca naturalezza della ragazza.
- No, niente. - Kristie, piuttosto imbarazzata, si diresse verso la cucina, evitando di incrociare lo sguardo di Harrison.
- Kristie. - Il ragazzo la seguì. - Spero che non ti dispiaccia la mia presenza. Conosco tua madre e so quanto è apprensiva. -
- Figurati … -
- In ogni caso, fa’ come se non ci fossi. Hai qualche impegno? - Chiese Harrison cercando di essere gentile. - Prima sembravi piuttosto tesa. -
- Oh, devo studiare … per le interrogazioni a scuola, sai. -
- Ah, già. Dimentico sempre che tu vai a scuola. -
- Eh, sì. - Rispose Kristie un po’ piccata. - Dato che non sono un’allenatrice di pokémon, non sono degna di attenzioni. Non è così, Harrison? -
- Oh … no, che dici! Mi hai frainteso. Non intendevo questo. -
- Non ce l’ho con te, ma con la mia famiglia. Nonostante io dia il meglio di me a scuola, non vengo considerata quanto Emy o Agata … proprio perché non ho a che fare con i pokémon. Ma, ok, non mi va di parlarne. Vado a studiare, a dopo! - Repentinamente Kristie salì al piano di sopra, dileguandosi.
 
 
- Cominciamo bene … - Sussurrò Harrison.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Ci avrei scommesso le ovaie! Davvero! - Meredith era in un bar di Pallet, appoggiata al bancone mentre sorseggiava un drink. La sua attenzione, così come quella di tutti i presenti nel caffè, era stata attirata dalla tv posta in un angolo del soffitto.
 
- Sono davvero contento. C’è una capo palestra di Kanto pronta a far valere l’onore della nostra regione! - Esclamò il barista con contentezza.
- Spero che tu stia scherzando. - Ribatté Meredith, colpendolo con uno sguardo parecchio tordo.
- Perché dovrei scherzare? E’ piacevole sapere che ad un torneo così importante ci saranno tante belle ragazze! -
- Per la cronaca, io sono stata invitata a partecipare alla Lega! - Meredith pronunciò questa frase ad alta voce, facendo svolazzare il suddetto invito.
- Cavoli! Devi essere una forte! - Esclamò il barista. Tutti gli altri si voltarono nella direzione della ragazza.
- Beh, non sono presuntuosa, ma sono specializzata in pokémon di acqua e in pokémon di ghiaccio. Un’accoppiata a dir poco vincente. I pokémon di acqua sono forti contro tutti i pokémon esistenti, eccetto quelli di erba e quelli elettrici. E’ pur vero, però, che quelli di erba sono deboli con quelli di ghiaccio e quelli elettrici accusano attacchi come bora o gelo raggio. Il mio team è invincibile! - Esclamò Meredith, pavoneggiandosi non poco.
 
Le persone attorno a lei cominciarono a nutrire una profonda ammirazione nei confronti della ragazza, nonostante la superbia fin troppo evidente.
 
- E’ un’ottima tattica. Ma se gli incontri dipendessero solo dai diversi tipi di pokémon, sarebbero davvero molto noiosi. Emy dei Super Quattro e Misty di Cerulean city lo ripetono molto spesso durante le interviste. - Replicò il barista, cercando di ridimensionare la prosopopea di Meredith.
- E’ scontato che i miei pokémon siano specializzati anche in altre tecniche. Queste sono nozioni elementari e io, con tutto il rispetto possibile, sono stata invitata alla Lega più famosa del mondo. Un motivo ci sarà, no?! - Sospirò con aria di sufficienza e di superiorità.
- Va bene, campionessa. - Concluse il barista con fare ironico.
- Dai, non essere timido. Vuoi un mio autografo?! -
- Uhm … preferisco chiedertelo quando sarai sul podio … e, precisiamo, sul gradino più alto! - Questa risposta lasciò di stucco la sorella di Harrison: di solito esercitava un certo fascino sui  ragazzi e l’atteggiamento di quel tipo la infastidiva terribilmente.
- Sarà meglio che vada! Ah, per la cronaca, questo Bloody Mary era imbevibile! Dovresti fare un po’ più di pratica, carino! Oh, ma che dico. Bruttissimo! - Dopo aver esteriorizzato tutta l’acredine contenuta in se stessa, Meredith abbandonò il luogo.
 
I presenti si guardarono tra di loro divertiti.
 
- La solita ragazzina carina ma presuntuosa … non farà molta strada … - Mormorò il ragazzo dietro il bancone, facendo fare qualche piroetta a una bottiglia di vodka.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Contrariamente alle aspettative, il trambusto creatosi per la comunicazione relativa al team dei Super Quattro si vanificò prima del previsto. 
 
A casa di Ash primeggiava la tranquillità: Delia guardava la tv, Ash schiacciava un pisolino, Tracey fece ritorno in laboratorio ed Emy e Misty erano in soggiorno sedute sul divano.
 
- Emy. - Iniziò Misty.
- Mh? -
- Perché non mi hai mai detto che Harrison ha una sorella? -
- Sapevo che me l’avresti chiesto. -
- Ho sempre creduto che Harrison fosse figlio unico. -
- Diciamo che col tempo mi sono convinta di ciò. -
- Perché? -
- Perché non sopporto Meredith. -
- Sì, l’ho capito. E’ per questo che non mi hai mai parlato di lei? -
- Sostanzialmente sì. Credimi, Misty, è una persona terribile. E’ capace di tutto. E’ morbosamente attaccata al fratello … infatti mi ha odiato sin dall’inizio. -
- Il mio istinto mi suggerisce lo stesso. -
- Hai un buon intuito. -
- Non pensare che io sia ossessionata, ma appena l’ho vista, ho avuto come l’impressione che ci volesse provare con Ash! -
- Non stupirti. Meredith ci prova col mondo. -
- Addirittura! -
- Te lo garantisco. E’ una pseudo ninfomane. -
- Assurdo! Eppure sembra così innocente d’aspetto. Inoltre Harrison è … talmente … -
- Diverso? In effetti, ma tra fratelli capita. Prendi te e Daisy, prendi me e Kristie. -
- E’ vero … hai qualche aneddoto da raccontarmi su Meredith? -
- Non ora. E’ stressante perfino raccontarli. -
- Però deve essere una brava allenatrice, è stata invitata a partecipare alla Lega. -
- Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, sì. Non è niente male. Poi allena pokémon d’acqua, proprio come te. Ah, e anche pokémon di ghiaccio. -
- Ottima accoppiata. -
- Sì, poi, inutile negarlo … è anche molto carina … -
- E’ identica a Harrison! -
- Due gocce d’acqua. Mi allenerò davvero alla grande, non ho intenzione di dargliela per vinta! -
- Hai paura di lei solo perché allena pokémon d’acqua? -
- Certo che no! - Esclamò Emy un po’ infastidita. - Sai come la penso in proposito, il tipo di un pokémon non determina una vittoria o una sconfitta … ma è comunque un vantaggio. -
- Sì, è vero. -
- Sarà meglio che vada. -
- Dove? -
- …da Gary. -
- Ah. - Misty fu stupita dalla tempestiva sincerità di Emy.
- Torno più tardi, ok? -
- Va bene. -
- A dopo. -
- A dopo. -
 
Emy si appropinquò alla porta: qualcuno bussò un istante prima che lei uscisse.
 
- Oh? Chi sarà a quest’ora? - Nonostante la ragazza fosse convinta di aver terminato la propria giornata, appena aprì la porta si rese conto che si era sbagliata: - Mamma?! Agata?! -
- Oh, tesoro! - Alicia si gettò morbidamente sulla figlia. Sembrava quasi che volesse piangere.
- Perché siete qui? - Chiese Emy in preda alla confusione.
- Mamma era preoccupata per te, così ha deciso di venire qui per assisterti! - Spiegò Agata.
- Signora Fox! Agata! - Misty raggiunse l’amica e le consanguinee di quest‘ultima.
- Ciao, Misty! - Esclamò la sorella di Emy.
- Oh, Misty, anche tu sei qui! - Disse Alicia, cercando di ricomporsi. - Complimenti, cara. -
- Grazie, ma non sono io quella che deve ricevere i complimenti! - La rossa ruotò il proprio capo verso la sua migliore amica.
- Oh, per piacere, per oggi ne ho abbastanza. - Borbottò Emy.
Alicia pose le sue mani sulle spalle della primogenita: - Amore mio, sono davvero tanto orgogliosa di te. Sei la mia gioia. Ma ho pensato che questa notizia potesse creare polveroni inutili e quindi … eccomi qua. -
- Sei gentile, mamma. Ma credimi, è tutto ok. Ti sei scomodata fin troppo. -
- Non preoccuparti, piccola. Io ed Agata c’intratterremo qui per qualche giorno. -
- Oh, capisco. Kristie? -
- E’ a casa. - Rispose Alicia.
- Da sola? - Chiese Emy inarcando un sopracciglio.
- In verità è con Harrison. Si è offerto di darle un’occhiata. Sai, lui non era pronto a venire qui … è rimasto molto scosso … insomma … hai capito, no? -
- Sì, niente di nuovo. Ha avuto reazioni eccessive? -
- No, tesoro. Però si vedeva che era parecchio provato. -
- Alea iacta est. Indietro non torno. Un giorno di questi gli parlo. -
- Per ora non è il caso. -
- Lo so, mamma. A questo punto, sarò sincera. La storia con Harrison è giunta al capolinea. Voglio dire … lascia perdere la Lega e tutto quello che le concerne. E’ che io … -
- Tesoro, avevo capito che tra voi le cose non funzionavano più. O meglio, avevo capito quanto tu soffrissi a causa della sua costante mancanza. Se tu ritieni giusto porre fine alla vostra relazione, io ti appoggerò. Anche se adorerò sempre quel ragazzo … - Mormorò Alicia singhiozzando.
- Oh, ti prego, non piangere … grazie, mamma. Sono contenta ..almeno tu mi sostieni. -
- Cosa che non faccio io, ad esempio. - Intervenne Agata.
- Non avevo dubbi. Ho assecondato i vostri desideri per anni, pur essendo consapevole di non resistere all’infinito. So bene quanto siete legate a Harrison, ma continuare a stare con lui è una farsa bella e buona. -
- Hai idea di come reagirà papà? - Chiese Agata, cercando di intimorire la sorella.
- Agata, può anche cacciarmi di casa e disconoscermi come figlia. Non può influire sulla mia vita. -
- Alicia! Cosa succede? - Il parlottare delle donne richiamò anche Delia.
- Ciao, Delia! - La donna aveva il viso rigato dalle lacrime.
- E’ successo qualcosa? - Chiese la mamma di Ash.
- Nulla … un turbinio di emozioni che non riesco a spiegare … - Sussurrò la donna asciugandosi gli occhi alla bene e meglio.
- Scusi, signora Ketchum. - Sospirò Emy.
- Non preoccuparti, Emy. Porto mamma in cucina, così si calmerà un po’, va bene? -
- Grazie, signora Ketchum. E’ un’ottima idea. Io stavo per uscire … -
- Oh, vai pure, se devi. - Aggiunse Alicia. - Però, Emy, prima di andare … promettimi una cosa. -
- Cosa dovrei prometterti? -
- Ti asseconderò in qualsiasi tua scelta … rompi pure con Harrison se lo ritieni necessario … ma ti prego … rimani in buoni rapporti con lui … non sopporterei di vederlo escluso dalla nostra famiglia … vorrei che ci fosse armonia, come sempre e … - La frase fu interrotta da un altro pianto disperato.
- Vedrò quello che si può fare. Adesso vado. A dopo. - Emy se ne andò, non curante dello stato della madre.
 
Agata seguì Delia e la madre, visibilmente preoccupata per quest’ultima.
 
- Sarà meglio che vada da Ash … - Misty, rimasta sola, si avviò verso la camera del ragazzo.
 
Quando entrò nella stanza, Ash era steso sul letto. Dormiva profondamente.
 
Misty notò che sulla scrivania c’era il suo regalo. Il moro non l’aveva ancora scartato.
 
La ragazza si sedette accanto a lui: quanto era dolce mentre dormiva. E’ vero, aveva appena compiuto vent’anni ma il suo viso conservava quell’espressione da eterno bambino che non avrebbe mai perso.
 
Quell’atteggiamento candido che l’aveva fatta innamorare perdutamente …
 
Perché Misty era innamorata di Ash?
 
Lo amava per una miriade di pregi: era generoso, genuino, sincero, ingenuo, determinato … e avrebbe dato la vita per le persone che amava.
 
 
Istintivamente, Misty gli accarezzò il volto, sfiorandogli le guance e i capelli. Nonostante la delicatezza del gesto, Ash si svegliò piuttosto velocemente.
 
Parecchio imbarazzata, Misty ritirò la propria mano.
 
- Uh? Oh … Misty … - Ash si accorse della presenza della sua amica. E le sorrise dolcemente.
- Ehi, ben svegliato. - Rispose lei, ridendo leggermente.
- Che sonno … - Commentò il ragazzo strofinandosi gli occhi. - L’adrenalina che ho accumulato prima è scesa a picco. -
- E’ normale, Ash. E’ biologico. -
- Sì … Emy aveva ragione … la mia premura era immotivata … non è cambiato perfettamente nulla … in ogni caso mi sarei dovuto impegnare. -
- E’ così che si fa, Ash. -
 
Il ragazzo le sorrise, poi si voltò verso la scrivania e più precisamente nella direzione del regalo.
 
- Finalmente posso scartare il tuo regalo! -
- Potevi farlo anche prima. -
- Volevo che ci fossi tu. -
 
Che carino …
 
Ash si alzò dal letto, si diresse verso la scrivania e prese il pacchetto: era davvero grazioso; la carta regalo era azzurra e il fiocco rosso. Quei colori gli ricordavano proprio Misty.
 
- Dai, avanti, aprilo. - Misty incitò Ash.
- Sì, lo sto facendo. E’ che mi dispiace rovinare una confezione così bella. - Dopo qualche minuto, Ash aprì il pacchetto: c’era un braccialetto di caucciù con delle applicazioni di una pietra grezza ma notevolmente bella. - Cavoli, ma … è bellissimo, Misty. -
- Sono felice che ti piaccia, Ash. -
- Che materiale è? -
- Il braccialetto è di caucciù … questi, invece … beh, sono dei frammenti di pietra lunare. - Sorrise la ragazza.
- Cosa?! Misty, ma ti sarà costato un occhio della testa! -
- Non dire sciocchezze! So che adori i braccialetti etnici, quindi l’intenzione originaria era quella … quando poi ho visto questo e mi è stato detto che la pietra che vi è applicata sopra è quella lunare … beh, ho pensato a una delle nostre prime avventure! -
 
Ash ricordava alla perfezione l’episodio a cui Misty si riferiva: lui, lei e Brock erano diretti al Monte Luna, dove trovarono una gran quantità di Clefairy in difficoltà. In quell’occasione avevano conosciuto uno scienziato squinternato e il Team Rocket, come al solito, aveva dato parecchio filo da torcere. 
 
Era un principiante a tutti gli effetti, possedeva solo una medaglia! 
 
Quanti ricordi … 
 
- Grazie … - Perso nei propri frammenti di memoria, Ash si avvicinò a Misty: in realtà non fu chiaro cosa volesse fare, tant’è vero che la stessa ragazza sembrò piuttosto intimorita.
- Ehi, così m’imbarazzi. - Ribatté lei, girando bruscamente la testa. 
 
I capelli le ricadevano morbidi sulle spalle; gli occhi color smeraldo luccicavano stimolati dalla luce che filtrava dalle finestre; la posizione del capo mostrava la perfezione dei suoi delicatissimi lineamenti.
 
- Sei bellissima, Misty. -
 

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Capitolo 15
*** Contrasti. ***


Nota dell’autrice -> Ehilà! Come va? Eccomi qui con un capitolo nuovo di zecca … in realtà non mi garba come gli altri, soprattutto perché non ho avuto modo di prolungarlo più di tanto! Pazienza! Purtroppo questi maledetti esami non mi permettono di dedicarmi alla scrittura come vorrei … ogni tanto mi pento di essere una studentessa di giurisprudenza … -_-’ maledetti mattoni! 
Comunque, se vi piace la mia storia, vi consiglio di dare un’occhiata a questo video che ho trovato su utube: http://www.youtube.com/watch?v=w4GQJYEPBuQ ! Va bene che è un fake, ma cavoli, Gary e Harrison! Rivali! XD Proprio come vuole la mia ff! U_u Senza contare i Muse in sottofondo … Knights of Cydonia … *___* per chi non lo sapesse, i Muse sono il mio gruppo preferito! *O*
Lode a chi ha montato questo video! :D 
Buona lettura, giovani! Aspetto le vostre recensioni! ^^
 
- Ehi, ragazzi! - Agata irruppe nella stanza di Ash: ben presto si rese conto di non aver scelto il momento più adatto, ma ormai era troppo tardi per indietreggiare. - Oh, ho forse interrotto qualcosa? -
 
La sorella di Emy aveva notato che Ash e Misty erano notevolmente vicini: che stessero per baciarsi? Ma no, Ash non era così sfacciato! Se avesse voluto compiere un gesto simile, di sicuro avrebbe chiuso la porta a chiave, al fine di evitare di essere oggetto di sguardi indiscreti.
 
Ash e Misty: la coppia non coppia.
 
Agata conosceva abbastanza bene il ragazzo: aveva viaggiato con lui nella regione di Hoenn; gli voleva un gran bene perché lo considerava un vero e proprio mentore. 
 
Fu Ash a spronarla ad intraprendere la carriera di coordinatrice di pokémon.
 
Agata conosceva Ash anche grazie ad Emy: quest’ultima parlava molto spesso dei suoi viaggi e non di rado sottolineava che era rimasta molto colpita da come il rapporto di Ash e Misty, nel corso degli anni, si fosse evoluto.
 
Secondo il racconto di Emy, inizialmente i due non si sopportavano: Misty era parecchio acida e scorbutica con Ash, non faceva altro che ricordargli che doveva risarcirla per la bici che Pikachu aveva carbonizzato. Ciò nonostante, con il trascorrere incessante del tempo, l’acredine della ragazza si era man mano appianata, fino a scomparire del tutto, per far posto a un sentimento molto solido.
 
Emy diceva sempre che Misty aveva provato una forte amicizia per Ash … fino a un certo punto. Era convinta che lei lo amasse, per quanto non l’avesse confessato esplicitamente ad alcuno.
 
- Oh, no, Agata! Figurati! - Esclamò Misty con una buona dose d’imbarazzo.
- Ehi, Agata! Che sorpresa! - Aggiunse Ash, spostando l’attenzione sulla parente di Emy.
- Che piacere vederti, Ash! - Agata abbracciò il ragazzo.
- E’ da una vita che non ti vedo! Credevo che fossi in viaggio per continuare la tua carriera di coordinatrice. - 
Agata si scostò da lui: - Sì, ma ho deciso di prendermi una pausa. Per qualche mese sarò a casa. Inoltre, i contest sono sospesi in occasione della Lega. -
- Come mai? - Chiese Misty.
- Beh, molti coordinatori sono anche allenatori, quindi viene data loro la possibilità di allenarsi. -
- Capisco … quindi ci saranno anche coordinatori alla Lega? - Chiese Ash con poca convinzione.
- Probabile, ma non ne sono sicura. - Rispose Agata. - Pronto a diventare un campione, Ash? -
- Puoi ben dirlo! - Disse il moro con entusiasmo.
- Sono sicura che darai il meglio di te, come sempre! - Ribatté Agata. - Dovrai vedertela con mia sorella, però … - La sua espressione era … disgustata.
- Già. Tu lo sapevi, Agata? - Chiese Ash.
- Ovviamente no, Ash. Emy sa come tenere la bocca chiusa quando le conviene … -
- Credevo che voi, i familiari, lo sapeste … - Aggiunse il moro.
- Ti sbagli. Sta toppando di continuo e alla grande. - Replicò Agata.
- Agata, so che per te la notizia è nuova di zecca, ma devi credermi … Emy era molto combattuta … insomma, questa elezione le ha creato e le creerà ancora tanti problemi … come Harrison … - Intervenne la rossa.
- Stai scherzando, Misty? L’hai sentita prima, mentre parlava con mia madre, vero? - Domandò Agata aggredendo l’amica.
- Sì, ma … -
- Si è comportata malissimo con tutti noi … con Harrison, soprattutto …  - Sospirò Agata. - Sono sicura che se la intende con qualcun altro! -
- Eh?! Agata, ma che insinui?! - Chiese Misty a voce alta, terrorizzata dal sesto senso della ragazza.
- Impressione! - Esclamò Agata facendo spallucce. - Credimi, non sbaglio mai. Poi la conosco così bene … beh, scusate se mi sono intromessa, sono stata un po’ indiscreta. Ci vediamo in giro, io e mia madre staremo qui per un po’ di giorni. - In poco tempo, la ragazza uscì dalla stanza.
 
- Ehm, sarà meglio che vada anche io. - Misty, frettolosamente, seguì la ragazza: era ancora troppo confusa per quello che era accaduto lì, qualche minuto prima.
- Ma, Misty … ! - Il ragazzo cercò di intrattenerla, ma fu troppo lento.
 
Ash le aveva detto che era bellissima.
 
No, era decisamente troppo!
 
Cos’altro doveva aspettarsi?
 
Non che non le facesse piacere, ovviamente …
 
Totalmente frastornata, Misty tornò da Delia e dalle altre: Alicia si era finalmente calmata, nonostante avesse ancora il viso imbrattato dal trucco colato, Delia era impegnata a consolarla e Agata si era da poco unita alle due.
 
- Va tutto bene, signora Fox? - Chiese Misty.
- Sì, cara … scusatemi … - Rispose la donna con voce roca.
- Non preoccuparti, Alicia. - Ribatté Delia, dolce e disponibile come sempre. 
- Vedrà che andrà tutto per il meglio! - Esclamò Misty, cercando di rassicurarla. La donna accennò un sorriso.
 
In quel momento, Ash entrò in cucina: lo stupore fu subito visibile sul suo viso; Agata gli aveva detto che era lì con sua madre, ma per quale motivo quest’ultima aveva il volto quasi completamente coperto da fiumi di eye-liner? 
 
- Oh, Ash! Che bello rivederti! Come sei diventato bello! Che vergogna, non guardarmi! - Esclamò Alicia quando notò la presenza del ragazzo, coprendosi gli occhi con le mani.
- Salve, signora Fox … quanto tempo! E’ successo qualcosa? - Chiese il ragazzo, cadendo dalle nuvole.
- Ne parleremo più tardi, tesoro. - Intervenne Delia.
- Oh, ok … -
- C’è qualcuno fuori la porta … - Continuò la madre di Ash, guardando dalla finestra della cucina. - E’ una ragazza bionda, alta e magra … che bella! -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Emy si trovò fuori il laboratorio del professor Oak.
 
Il ruscello dei Poliwag non era molto lontano, ma quella volta aveva deciso di andare a chiamare Gary direttamente, nonostante potesse contattarlo con molti mezzi elettronici.
 
- Bah … non ho problemi se aprirà il professor Oak … - Disse la ragazza tra sé e sé. - Io e Gary siamo amici. Ottimi amici. -
 
Le masturbazioni mentali della capo palestra furono bruscamente interrotte da una visione decisamente indesiderata.
 
No, non era il professor Oak quello che aveva aperto.
 
Non era lui quello che era apparso sull’uscio come un demone.
 
Non era Tracey.
 
Non era manco Gary, sfortunatamente.
 
- Papà?! - Quanto poteva essere stata leggera Emy? Per quale assurda motivazione non aveva minimamente considerato e ricordato che suo padre fosse proprio lì, al laboratorio scientifico di Samuel Oak?
 
Sapeva di avere la testa tra le nuvole, ma non fino a quel punto.
 
- Emily! - Esclamò l’uomo ad alta voce. Non sembrava arrabbiato. - Che ci fai qui? Entra pure, tesoro. -
 
Va bene. L’aveva chiamata “ Emily “, ma pure “ tesoro “, che implicava, quasi sicuramente, assenza di arrabbiatura.
 
- Oh, ok … - Che strano atteggiamento. 
 
Emy si aspettava una reazione improponibile da suo padre, anche solo per non avergli detto in anticipo di essere una dei Super Quattro.
 
La tensione fu smorzata dalla presenza di Samuel e di … Gary, il cui volto s’illuminò alla vista della ragazza: cosa, questa, che non passò inosservata:
 
- Ehi, Emy! - Esclamò il ragazzo con contentezza. - Congratulazioni! - Nonostante già sapesse tutto.
- Oh … eh … oh … grazie … io … - La ragazza bofonchiò versi incomprensibili.
- Felicitazioni, cara. Sono orgoglioso di te. Più tardi saremmo venuti a casa di Ash a complimentarci con te! - Aggiunse il nonno di Gary.
- Grazie professore, è esageratamente gentile. - Commentò la ragazza in balia dell’imbarazzo.
 
Rupert le poggiò una mano sulla spalla: - Dicevano che mia figlia è la capo palestra più forte di Kanto: si sbagliavano; è una maestra di pokémon! -
- Oh, papà … - Totalmente inebetita, Emy cercò di osservare attentamente il padre: che diavolo succedeva? Anche lui era felice? E Harrison? Il suo figlio “ adottivo “?
- Tesoro, sono davvero fiero di te. - Concluse Rupert con tono pacato. Emy, decisamente più sollevata, gli rivolse un gran sorriso.
- Grazie, papà. -
- Propongo di festeggiare stasera! Che ne dite se preparassi del ramen? - Chiese Samuel con parecchio entusiasmo. - Inviteremo anche gli altri! -
- E’ un’ottima idea! - Disse Rupert sorridendo.
- Ramen? Non è che mi piaccia tanto … ah, papà … - Intervenne Emy.
- Sì? -
- Mamma ed Agata sono qui. - Disse la ragazza.
- Oh, davvero? Perché? - Chiese Rupert assai sorpreso.
- Lasciamo perdere … - Sospirò Emy.
- Credo di aver capito. E’ per Harrison, vero? - Chiese l’uomo.
- Uh? Eh … più o meno …-
- Ne parleremo più tardi, Emy. Sono contento per te, ma è un discorso che dovremo comunque affrontare. -
 
Come non detto.
 
Gary, seppur a distanza, offrì alla ragazza una massiccia dose di conforto: il suo sguardo era parecchio significativo. Emy lo percepì e lo ringraziò con la stessa arma.
 
Nonostante quello spiacevole avvertimento, Emy trascorse l’intero pomeriggio in compagnia del padre, di Samuel e di Gary, divertita dalle provette utilizzate per i loro bizzarri esperimenti scientifici.
 
 
 
 
 
 
 
 
Verso ora di cena, a Viridian city la situazione generale era decisamente più depressa e sottotono …
 
Erano le nove: Kristie aveva da poco chiuso i libri. Stava studiando davvero parecchio per le ultime interrogazioni e per gli esami di ammissione all’università.
 
Nessuno considerava realmente i suoi sforzi, ma lei credeva davvero nei suoi sogni, nei suoi obbiettivi …
 
Alzatasi dalla sedia, dopo ore di inarcamento forzato sulle sudate carte, stiracchiò le braccia e si gettò pesantemente sul letto, facendo un piccolo rimbalzo.
 
- Che stanchezza … mi tocca anche preparare la cena … da domani dovrò pure occuparmi delle faccende di casa … la mancanza di mamma si fa sentire … che noia! - Dopo i suddetti pensieri, Kristie si alzò e molto svogliatamente si diresse verso la cucina per cibarsi: nonostante la pigrizia, la fame si faceva sentire eccome!
 
Entrata nella stanza, si trovò davanti a una scena imprevista: Harrison seduto vicino al tavolo, con la testa e le braccia poggiate su quest’ultimo.
 
Singhiozzava. Quasi impercettibilmente, ma singhiozzava.
 
- Harrison! - Strillò Kristie, non riuscendo a contenere l’istinto di soccorrerlo.
 
Il ragazzo non le rispose: continuò, miseramente e sommessamente, a piangere.
 
- Harrison, per l’amor di Dio! Che ti è successo?! - Kristie si avvicinò al ragazzo, accovacciandosi vicino a lui. - Ti prego, rispondimi! -
 
Non che Kristie se lo aspettasse, ma stranamente Harrison smise di piangere, elevando il proprio volto, invaso dalle lacrime, verso di lei.
 
Le fece davvero male.
 
- Harrison! - Esclamò Kristie.
- Scusa … non avevo sentito … che tu … fossi scesa … - Rispose lui con voce flebile.
- Non devi scusarti! Ti preparo una camomilla, aspetta … - In maniera fin troppo frettolosa, Kristie si avvicinò ai fornelli, pronta a cercare qualche metodo in grado di calmare Harrison.
- Grazie, Kristie … sei gentile … - Aggiunse il ragazzo: sembrava meno disperato rispetto a qualche minuto prima. Forse la presenza di Kristie l’aveva tranquillizzato, seppur inconsciamente.
- La camomilla sarà pronta tra qualche minuto! - Disse Kristie con vigore, ancora visibilmente preoccupata per Harrison.
- Grazie … -
- Non è necessario ringraziarmi, Harrison! Ti prego, dimmi cosa è successo! -
- Nulla … -
- Come nulla?! - Rispose Kristie, in quel momento irritata. - Non puoi rispondermi in questo modo, dopo che ti ho sorpreso in lacrime! -
- Che umiliazione … una ragazza che mi vede piangere … -
- Umiliazione? Oh, ma che dici? Tutti possiamo piangere! Vorrei solo capire la ragione … -
 
Harrison girò la testa di lato, assumendo un’espressione ancora più triste della precedente. Non rispose a parole, ma quel gesto valeva molto più di qualsiasi formulazione verbale:
 
- E’ per Emy, non è così? - Domandò Kristie, apparentemente fredda, mentre gli versava la camomilla in una tazza.
- Sì … è per lei … -
Kristie sorrise amaramente: - Sono io a chiederti scusa. Sono stata davvero stupida a chiederti il perché di questo tuo stato d’animo … -
- No … tu … non c’entri … -
- Già, come sempre. Ecco a te la camomilla. - Disse Kristie, porgendo la tazza al ragazzo.
- Grazie … - Harrison soffiò sulla camomilla, scottava troppo per essere bevuta.
- Comunque, se posso esprimere la mia, trovo assai discutibile l’atteggiamento di mia sorella nei tuoi confronti. Ma non è ancora finita tra voi due, giusto? Perché crucciarsi così tanto? La speranza è sempre l’ultima a morire, Harrison! - Intervenne Kristie con delle odiosi frasi da circostanza.
- Ti sbagli. E’ finita. - Rispose lui, sorseggiando lentamente la camomilla.
- Per caso ti ha chiamato? Oh, non dirmi che ti ha lasciato telefonicamente! Sarebbe davvero troppo! - Ringhiò Kristie con rabbia.
- Acqua … - Sospirò Harrison. - Sono io che intendo rompere i ponti con lei. -
- Eh? - Kristie non credeva alle proprie orecchie: quella sì che era una notizia.
- Appena avrò modo di parlarle, le comunicherò la mia decisione. Non ho intenzione di odiarla … saremo semplici conoscenti … ma questa sua freddezza, questo suo atteggiamento distaccato … mi stanno semplicemente uccidendo. -
 
Harrison si stava confidando con Kristie.
 
Un passo in avanti.
 
- Senti, Harrison … ti ho già detto che mia sorella si è comportata davvero male in quest’occasione, ma … se l’atteggiamento freddo e distaccato di cui tu parli dipendesse dal nervosismo e dalla tensione dettati dalla Lega e da tutti gli annessi e connessi? Capisco che per te è una cosa importantissima, io non so nulla di pokémon, ma mi rendo conto che è fondamentale questo torneo … anche se ciò che ha fatto Emy non è giustificabile, non c’è alcuna speranza di risanare il rapporto? In fin dei conti state insieme da una vita e sarebbe un duro colpo per entrambi … -
- Kristie … non sai quante volte ho pensato quello che tu mi stai dicendo … ho sempre giustificato Emy, credendo che questo suo cambiamento fosse solo momentaneo … ma non è stato così … io credo che lei non sia più innamorata di me … e in fondo, non è una cosa così impensabile … siamo stati lontani per tantissimo tempo e questo ha influito parecchio sul nostro rapporto … inoltre, non sono stupido. Ho capito che c’è qualcun altro nella sua testa … -
- Cosa?! Harrison, forse stai viaggiando troppo con la fantasia! - Kristie ammonì il ragazzo.
- Fidati. Ho avuto modo di constatarlo con i miei stessi occhi. -
- Di chi si tratta? -
- Questo non posso dirlo … mi dispiace, Kristie … -
- Oh … ok… ma, Harrison, non so quanto servirà … in questi anni … Emy non ha provato interesse per alcuno … se non per te … -
- Lo so. Non metto in dubbio la sua fedeltà. Non voglio dire che mi ha tradito. E’ che … ho capito che ha bisogno dei suoi spazi. Io non trovo collocazione in questo contesto. Nel suo contesto. -
- Ecco, io … non so che dire … - Rispose Kristie.
- Possiamo chiudere l’argomento qui, se vuoi. Grazie per avermi ascoltato, Kristie. - Per la prima volta in quella serata, Harrison aveva sorriso.
- Di nulla. - Rispose Kristie, arrossendo leggermente.
- Davvero, non pensiamoci più … adesso che mi sono sfogato, mi sento molto più leggero! - Harrison cambiò nel giro di pochi istanti: pareva davvero energico.
 
Bah!
 
Kristie rimase letteralmente interdetta. Non conosceva il lato lunatico di Harrison. Ma era contenta che non piangesse più.
 
- Bene! - Rispose lei, altrettanto raggiante. - Che dici, prepariamo qualcosa da mangiare? Il mio stomaco brontola … -
- Certo! - Rispose lui. - Ti va del ramen? Ne vado matto … -
- Anche io lo adoro! - Commentò Kristie con sguardo sognante.
- Oh, davvero?! E’ incredibile! A Emy non piace molto … - Harrison tornò ad essere pensieroso.
 
Kristie lo fissò per qualche secondo, poi sbottò:
 
- Ehi! Avevamo detto che avremmo chiuso l’argomento! - 
- Hai ragione! - Disse Harrison correggendosi. - Il ramen è ciò che di più buono c’è al mondo e chi non lo mangia non capisce un emerito tubo! -
- Così si fa! -
 
Sia Harrison che Kristie scoppiarono a ridere: il malumore del ragazzo sembrava solo un lontano ricordo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- E’ stato molto gentile da parte del professor Oak invitarci a cena! - Iniziò Alicia, mentre camminava lungo il solito percorso: si era ripresa a vista d’occhio.
- Sì, è così orgoglioso dei nostri ragazzi! - Aggiunse Delia, seguendo l’amica.
- Non vedo l’ora di mangiare quantità industriali di ramen! - Esclamò Ash in modo sognante.
- Sarà meglio che tu ci vada piano, campione! - Commentò Misty in modo sarcastico.
- A me non piace il ramen! E nemmeno ad Emy … - Disse Agata con meno entusiasmo. Poi si rivolse alla ragazza che camminava accanto a lei: - A te, Meredith? Piace? -
- Non immagini quanto! E’ senza dubbio una delle mie pietanze preferite! Spero, però, di non dare alcun fastidio al professor Oak! - Esclamò la ragazza con la solita aria innocente.
- Sta’ tranquilla, tesoro! Sono davvero contenta di averti rivisto! - Esclamò Alicia.
- Non lo dica a me, signora Fox! Mi dispiace solo che Kristie non stia con noi … ah, e anche se non vuole rivelarmi il motivo, non voglio vederla piangere! Mai più! Intese? -
- Vabene, cara. - Ripose Alicia con un bel sorriso. - . A proposito, salutami i tuoi, ok? - 
- Va bene, signora Fox! -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Certo che sono proprio dei ritardatari … - Disse Emy sospirando, mentre guardava l’orologio.
- Dai, dieci minuti non sono poi così tanti! - Esclamò Gary.
- Uhm … hai ragione … è che sono un po’ nervosa … Gary, posso utilizzare il telefono, per favore? - Domandò la ragazza; approfittò della situazione: il padre, Oak e Tracey erano in cucina alle prese con il ramen.
- Oh, certo … per caso … per caso … - Esitò il ragazzo.
- Sì, Gary, voglio chiamare Harrison. -
- Ok … ti lascio sola, allora. Il telefono è lì. - Il castano indicò un’apparecchiatura audiovisiva, posta in un angolo della casa piuttosto isolato.
- Grazie. -
 
Emy si sedette sullo sgabello posto nelle vicinanze dell’apparecchiatura: sospirò profondamente, poi digitò un numero.
 
Dopo qualche secondo rispose Kristie.
 
- Salve, qui è casa Fox! Oh … - L’espressione della diciottenne si inasprì alla vista della sorella maggiore.
- Ciao, Kristie. Senti, vado piuttosto di fretta. So che è Harrison è a casa. Saresti così gentile da passarmelo? -
- Assolutamente no! - Ringhiò la giovane.
- Come sarebbe a dire? - Emy sembrava molto infastidita.
- Non puoi pensare sempre e solo a te stessa, Em! Mi dispiace, ma non se ne fa nulla! -
- Smettila di intrometterti in affari che non sono tuoi! - Ribatté Emy.
- Cosa succede qui? - Sullo schermo apparve Harrison: pareva piuttosto provato.
- Harrison! - Esclamò Kristie, volgendosi verso di lui.
- Harrison, ho bisogno di parlarti! - Disse prontamente Emy.
 
Il ragazzo non parlò, nonostante guardasse intensamente la sua interlocutrice.
 
- Harrison … - Ripeté Kristie.
 
Emy continuava a fissarlo con aria decisa.
 
- Non ho intenzione di discutere con te mediante un videotelefono … dammi un’ora e sarò a Pallet. - Concluse Harrison.
- Sei impazzito?! - Kristie era incredula.
- Va bene, ti aspetto. Utilizza pure la macchina di mia madre. A dopo. -

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Capitolo 16
*** La trappola. ***


- Buona sera a tutti! - Esclamò Delia, entrando nel laboratorio insieme agli altri.
- Benvenuti! - Rispose Oak in maniera cordiale. - Vi stavamo aspettando. -
- Salve, professore. Io sono Meredith, la sorella di Harrison. Piacere di conoscerla! - La ragazza si posizionò di fronte allo scienziato, in modo tale che quest’ultimo potesse osservarla attentamente.
- Il piacere è tutto mio, Meredith. Sei una ragazza graziosa e per di più molto somigliante a Harrison. - Rispose l’uomo.
- La ringrazio. - Concluse lei.
- Ehi, accomodatevi pure! - Disse Tracey con contentezza. Si stupì quando notò la presenza di Meredith: non l’aveva mai vista.
- Ciao. Tu devi essere Tracey, vero? Io sono Meredith! E sono la sorella di Harrison! -
- Oh … piacere mio, Meredith … - Anche l’assistente di Oak divenne vittima del fascino prorompente della biondina.
 
In quel preciso istante, Emy e Gary, provenienti da due direzioni diverse, a passi piuttosto svelti, avanzarono verso l’uscita. 
 
- Oh … - Emy si fermò quando si accorse che anche Meredith era lì: cosa diavolo ci faceva?
- Ehi! - Esclamò la sorella di Harrison con un’esplicita nota di soddisfazione. - E’ da tanto che non ci si vede, eh? - Ironia fastidiosa.
 
Gary, dal canto suo, aveva imitato la capo palestra di Viridian city: non era di certo l’unico che aveva percepito la novità, ma perché tra Emy e quella ragazza aleggiava un’angosciante tensione?
 
Emy, nonostante fosse visibilmente irritata da Meredith, la ignorò: - Chiedo scusa a tutti, devo uscire. Ci vediamo più tardi. -
- Eh? Uscire? Dove devi andare? - Chiese Ash con aria interrogativa.
- Non sono affari tuoi! - Rispose la ragazza in malo modo.
- Oh, va bene … ma calmati … - Vi furono attimi di silenzio e di smarrimento da parte dei lì presenti ed Emy divenne, ancora una volta, oggetto dell’attenzione di tutti.
 
- Papà! - Esclamò Agata, quando anche Rupert, uscito dalla cucina, si unì agli altri.
- Oh, Rupert! - Alicia si gettò tra le braccia del marito, il quale fu molto contento di vedere la sua famiglia, ma  nel contempo attirato da quella insolita situazione. 
- Alicia, Agata … che bello, siete qui … ma … che sta succedendo? -
- Papà, esco un attimo. Niente domande, niente rimproveri. Niente di niente! - Dopo questa esclamazione, Emy afferrò violentemente la maniglia della porta e corse fuori.
- Emy! - Strillò Misty.
- Ma dove va? - Chiese Tracey.
- E’ impazzita! - Rupert cercò di inseguirla, ma fu trattenuto fisicamente da Gary.
- Aspetti un momento, signor Fox! -
- Cosa vuoi, tu? Lasciami andare! -
- Rupert! - Esclamò Alicia, visibilmente preoccupata.
- Sarà meglio che vada da lei! - Disse Misty, imitando il padre di Emy.
- Cavoli … fermati! - Urlò Gary con stizza.
- Fermarmi? Gary, chi sei per dirmi cosa devo fare? - Misty, decisamente adirata, iniziò a seguire Emy.
- E’ pericoloso … è pericoloso che due ragazze stiano in giro a quest’ora! Voi rimanete qui! - Ash fece lo stesso. Ovviamente la sua preoccupazione era rivolta soprattutto a Misty: sapeva bene quanto Emy potesse essere un maschiaccio e come fosse in grado di difendersi. Molto meglio di un uomo forzuto e nerboruto!
- Vengo pure io! - Agata seguì a ruota il ragazzo, mentre gli altri assistevano totalmente attoniti a quella fuga collettiva.
 
Gary ammorbidì la presa, liberando definitivamente Rupert: quest’ultimo era scuro in volto e pareva davvero imbestialito nei confronti del castano.
 
- Mi scusi, signor Fox, ma … permetta che vada io. Ho i miei pokémon con me. Pallet non è il massimo della sicurezza e in caso di furti e di rapine saprei come tutelarmi … -
 
Alicia e Delia osservarono la scena completamente ammutolite: troppi eventi si erano susseguiti nel giro di pochi secondi. Perché Emy era così brava a creare tutto quel trambusto insopportabile in un lasso di tempo minimo? 
 
Oak sospirò: riteneva quelle ragazzate fuori luogo e ridicole. 
 
Ma potevano definirsi realmente tali?
 
- Professore … - Mormorò Tracey: il ragazzo credeva che Samuel sapesse sempre, in ogni occasione, cosa fosse giusto fare.
 
- Chiedo scusa se m’intrometto. - Iniziò Meredith, apparentemente più lucida rispetto agli altri. - Non capisco perché vi preoccupiate così tanto. In fin dei conti Emy è semplicemente uscita. Tornerà a breve, no? -
- Meredith. - Continuò Rupert, contrariato dalla leggerezza della ragazza. - Albanova è molto più tranquilla e pacifica di Pallet Town, fidati. -
- Ah … beh, ma lei ha i suoi pokémon con sé … - Ribatté la bionda, mentre stringeva nella propria mano una sfera poké.
- Non è una giustificazione. A Pallet siamo abituati a stare all’erta. Non so se ne sei al corrente, ragazza, ma in giro si dice che qui ci sia una delle più influenti basi segrete del Team Rocket. - Aggiunse Gary.
- Saranno solo leggende metropolitane. E comunque, cosa potrebbe mai pretendere il Team Rocket da una ragazzina come Emy? - Domandò Meredith con fare provocatorio.
- Ragazzina? Spero che tu stia scherzando. Prima di tutto, non è una ragazzina. Ha ventidue anni. Inoltre … ora è una dei Super Quattro. I suoi pokémon sono una preda piuttosto appetibile per il Team Rocket. Per favore, ragiona prima di sparare stronzate! -
- Gary! - Esclamò Tracey, cercando di calmare il giovane ricercatore: quando andava in escandescenza, poteva risultare micidiale.
- Comunque, per piacere, rimanete qui. Io vado con gli altri. Emy sembrava in ansia. - Anche il castano varcò l’uscita.
 
- Rupert! - Alicia richiamò il marito, nella speranza che potesse fornirle una soluzione istantanea.
- Tranquilla, tesoro. Ci sono i ragazzi e i loro pokémon lì fuori. - Disse lui con espressione neutra.
- Alicia, non c’è motivo di agitarsi. Se non rientrano entro mezzora, usciremo a cercarli … - La consolò Oak.
- Va bene … - Rispose la donna: era stata una giornata di forti emozioni per lei.
- Se lo lasci dire, professore: suo nipote è un gran maleducato! - Disse Meredith a voce alta.
- Oh … ti prego di scusarlo, a volte è un po’ troppo impulsivo … - Colmo d’imbarazzo, Samuel cercò di giustificare il suo parente, nonostante il risentimento di Meredith sembrasse imperturbabile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Emy! Emy! - Misty e Ash correvano, cercando di reggere il passo della loro amica, che sfrecciava, come suo solito, alla velocità della luce.
- Che testa calda! - Esclamò Agata, che si trovava un po’ più indietro.
 
Improvvisamente Emy si fermò.
 
- Oh, finalmente! - Iniziò Misty, piuttosto seccata.
- Ma insomma, cosa volete?! - Urlò quella dei Super Quattro, scagliandosi verbalmente contro i suoi amici.
- Datti una calmata! - Aggiunse Agata, frenandosi. - Non puoi uscire così, senza avvisarci! E’ davvero scorretto e poi dalla tua faccia sembrava che fosse successo chissà cosa! -
- Non. Sono. Affari. Vostri! Mettetevelo bene in testa! - Ribatté la sorella di Agata, scandendo lentamente le parole.
- Emy! - Anche Gary era giunto a destinazione. 
- Gary! - L’ira di Emy si placò. - Anche tu qui. Grazie per l’interessamento, ma non ne ho bisogno. Devo vedere Harrison! -
- Harrison? - Domandò Ash con stupore. - Ma non è a Viridian city? -
- Sì … ma … dobbiamo parlare. E, scusatemi, ma sono questioni mie e sue. Non dovreste stare qui! - Esclamò la ragazza con esasperazione.
- Oh … - Misty si pentì di averla seguita. - Scusa, Emy … -
- Sapete, anche io ho una vita privata. Quindi, tranquilli. Andate pure … oh … - Emy interruppe quello che voleva essere un ordine. All’orizzonte si materializzò una macchina nera.
- Quella non è l’automobile di mamma? - Chiese Agata, spaventata per un possibile furto.
- Sì, ma … c’è Harrison alla guida. - Rispose Emy amareggiata. 
 
Il momento della verità era arrivato.
 
- Non è solo, a quanto pare … - Mormorò Gary, socchiudendo gli occhi a fessura: scorse una figura  indefinita accanto a Harrison.
 
Quest’ultimo scese dalla macchina con esitazione: si era reso conto di avere gli sguardi di tutti su di sé.
 
- Harrison! - Esclamò Emy.
 
Il ragazzo assunse un’espressione indecifrabile; dopo di lui apparve Kristie: sembrava eccessivamente stressata.
 
- Kristie! Cosa ci fai tu qua?! - Domandò Agata incredula.
- A quanto pare la cosa ti dà fastidio, eh? - Ribatté la sorella con ironia sottile e tagliente.
- No, è che … sono sorpresa di vederti con Harrison. - L’affermazione di Agata fece, inevitabilmente, arrossire Kristie.
- Avevo paura di rimanere sola in casa. - Spiegò la studentessa.
 
Harrison si era ormai avvicinato ad Emy, ma continuava a non fiatare.
 
- Ragazzi, siamo davvero di troppo … sarà meglio andare. - Disse Misty.
Ash si accodò alla rossa: - Sì, hai ragion … AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -
 
Tonfo.
 
Fu una sensazione terribile.
 
Ash non terminò la sua frase. L’avrebbe fatto, se il terreno sotto i suoi piedi non fosse venuto meno.
 
Il moro e Misty erano situati in un punto preciso, concentrato, individuato. Probabilmente il loro peso era stato tale da far cedere le zolle sottostanti ai loro corpi.
 
Qualcuno aveva teso una trappola.
 
Intenzionalmente? O no?
 
E soprattutto …  chi?
 
Per chi, poi?
 
- Oddio, Ash! Misty! - Esclamò Agata terribilmente spaventata. - AAAAAAAAAAAAAAAAAH! - 
 
Doppietta.
 
Un’altra trappola. Un’altra buca. Un’altra vittima.
 
- Agata! - Urlò Emy in preda al terrore.
 
- NON MUOVETEVI! - Esclamò Gary, irrigidendo le braccia orizzontalmente. - Se ci muoviamo, rischiamo di fare la stessa fine! -
- Ma che cavolo dici, Gary?! Oddio, Agata! - Emy fu mossa dall’impulso di salvare la sorellina e avanzò verso la buca dove era cascata la coordinatrice di pokémon.
- Emy, fermati! - Harrison, senza pensarci due volte, la seguì.
 
Troppo tardi.
 
I due si avvicinarono a Gary e … il risultato fu lo stesso.
 
Non c’è due senza tre.
 
Silenzio.
 
I fossi erano decisamente profondi.
 
- Cristo benedetto! E adesso?! - Kristie era rimasta sola. O meglio, era l’unica che ancora non era sprofondata in chissà quale abisso terreno. - Se mi muovo, rischio di cadere anche io … oltretutto, non c‘è alcuno con me! Che disastro! Ma che diavolo sta succedendo? AIUTO! - La ragazza, in un impeto di coraggio, corse a grandi passi  e con grandi abilità e grazia bypassò le cavità che si erano da poco formate.
 
Probabilmente le trappole erano finite. Kristie era ancora tutta intera.
 
- Ma chi può essere così crudele da tendere una trappola del genere? Solo uno psicopatico può elaborare meccanismi così diabolici! Aiuto! - Con tutta la velocità possibile, Kristie si diresse verso il laboratorio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Misty! Misty! - Il volto di Ash era completamente sporco di terra: condizione tutto sommato sopportabile, visto che era perfettamente consapevole di aver appena rischiato la vita, nonostante lo shock notevole.
 
La rossa aveva perso i sensi: riportava dei graffi sul viso; fortunatamente nulla di grave.
 
- Uh … oh … Ash … - Misty farfugliò parole incomprensibili, ma ad Ash non importava: ciò che contava è che avesse ripreso conoscenza.
- Misty? Stai bene? - Chiese il moro, stringendole una mano.
- Potrebbe andare meglio … - Mormorò la sirena maschiaccio alzandosi faticosamente.
- Ehi, non sforzarti! Rimaniamo seduti! - I due si accovacciarono, ancora doloranti per quell’improvviso e inaspettato capitombolo.
- Ash … ma cosa … - Misty si guardò attorno: dovevano trovarsi davvero in profondità! A mala pena riuscì a intravedere Ash: l’unica fonte di illuminazione era la luna. - Dio, che schifo! Chissà quanti insetti ci saranno qui! -
- Misty, gli insetti sono l’ultimo dei nostri problemi … - Commentò Ash.
- Hai ragione, ma … come facciamo ad uscire da qui? - Domandò lei con preoccupazione.
- Non saprei … non ho Pikachu con me, né pokémon volanti. - Rispose Ash, cercando di rimanere controllato: era a dir poco terrorizzato.
- E adesso? - Chiese Misty, sul punto di scoppiare in un pianto disperato.
- Ehi, calma. - Le ordinò Ash, nonostante il tono della sua voce fosse molto dolce e accomodante. - Troveremo un modo. Sono sicuro che gli altri verranno a soccorrerci! Tranquilla, Misty. Stiamo insieme. -
- Sì … -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Fearow, scelgo te! - Agata fu decisamente più risoluta: sfortunatamente non si trovò affianco alcun compagno in quella disavventura, ma fu fortunata nell’aver portato i propri pokémon con sé. - Fearow, dobbiamo risalire molto lentamente. Questo tunnel è molto stretto e tu sei troppo grande per volare liberamente. Mi raccomando, piano! -La ragazza montò il pokémon airone, che eseguì la direttiva.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Emy! Emy, mi senti? - Harrison era diventato vittima di un’angoscia terrificante: la sua (ex?) ragazza non rispondeva ai suoi richiami: che avesse subito qualche trauma irreparabile? - Ti prego, di’ qualcosa! -
- E’ inutile gridare … - Sospirò Gary, il quale, nonostante la situazione decisamente anomala, continuava a rimanere impassibile. - Ha perso momentaneamente i sensi. Si riprenderà a breve. -
- Chi ti fornisce queste certezze? - Domandò Harrison con rabbia. 
- Scusami, Harrison: chiamasi esperienza. -
- Sei un ricercatore, non un medico. - Ribatté il biondo.
- Staremo a vedere … - In seguito al dibattito, Emy aprì lentamente i propri occhi. - Visto, che ti dicevo? -
- Emy! - Harrison ignorò volutamente Gary. - Meno male, stai bene! - Il ragazzo manteneva il capo della capo palestra di Viridian city in grembo.
- Oh … Harrison … ma … che diavolo è successo? - Domandò lei, scostandosi dall’allenatore e massaggiandosi la nuca. - Ho un mal di testa terribile … -
- Qualcuno ci ha teso una trappola … o almeno così pare … - Spiegò Gary.
- Una trappola? - Domandò lei.
- Non so se sia stato intenzionale e se uno scherzetto del genere fosse rivolto proprio a noi ma … ciò che è sicuro è che qualcuno era in vena di dispetti stasera. Ci vuole molto olio di gomito per scavare buche così profonde … - Continuò il castano.
- Ma … dobbiamo assolutamente uscire da qui! Ci chiederemo dopo chi si è divertito ad incastrarci. - Ribatté Emy.
- Sì … potremmo usare i pokémon … il mio Pidgeot, per esempio … il punto è che qui è molto stretto … se facessi uscire Pidgeot dalla sfera poké, rimarrebbe schiacciato … -
- Lo stesso vale per il mio Charizard … - Disse Emy.
- E per Blaziken. - Concluse Harrison. - Quindi che si fa? -
- L’unica soluzione è ampliare quest’area … dovremmo scavare e abbattere queste pareti di terra … ma è rischioso … perché facendo venir meno la terra sottostante … - Gary s’interruppe e poi guardò in alto. - … potremmo rischiare di essere seppelliti vivi. Le zolle, non avendo una base, precipiterebbero giù, attirate dalla forza di gravità … -
- Niente spiegazioni ricercate, scienziato dei miei stivali! - Esclamò Harrison.
- Harrison! - Lo riprese Emy. - Non mi sembra il caso di litigare … qui, adesso! -
- Scusa, hai ragione … il biondo tornò ad essere un docile agnellino.
- Beh, che dire … proviamo a buttar giù le pareti … è vero, potrebbe caderci della terra in testa … ma non in quantità tale da impedirci di respirare … - Continuò Gary, indifferente alle provocazioni di Harrison.
- Sono pienamente d’accordo. Su, muoviamoci! - Emy grattò la terra con le proprie unghie, dando vita a un piccolo incavo.
- Esattamente. - Disse Gary osservando il gesto. - Dovremo impegnarci a fondo, però.  Via! -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Fa freddo qui… - Misty intrecciò le proprie braccia intorno al suo torace; sembrava quasi che si stesse abbracciandosi da sola.
- Misty! - Esclamò Ash. Il ragazzo si spogliò del proprio cardigan per porgerlo alla ragazza. - Tieni, io sto bene. -
- Ash, non ti … -
- Prendilo. -
- Ok. -
 
Misty si accovacciò ulteriormente, riscaldata dal golfino di Ash.
 
- Va meglio? - Chiese Ash, sorridendo leggermente.
- Sì, molto. E’ da quando avevi dieci anni che ti piacciono i cardigan … - Disse lei ridacchiando: era decisamente più distesa.
- Sì, li trovo molto comodi. - 
- Il tuo stile non è proprio cambiato! -
- Io non sono cambiato! -
- Già! -
 
Quiete.
 
- Senti, Misty … - 
 
Ecco.
 
La ragazza conosceva bene quell’intonazione: Ash la utilizzava quando doveva proclamare qualcosa d’importante!
 
- Dimmi. -
- Oggi … oggi siamo stati interrotti da Agata. -
- Oh … in effetti sì … -
- Non so se sia stato un bene o un male. - Disse lui ironicamente.
- Perché? -
- Beh … sono riuscito a dirti una cosa che pensavo da molto tempo … avrei voluto continuare, ma … non so fino a che punto posso ritenermi così coraggioso … -
- C’è qualcosa di terribile che devi dirmi? - Domandò Misty, cercando di distendere l’atmosfera.
- Non so se possa essere definita tale … - Mormorò il ragazzo.
- Ash … - Sospirò Misty. - E’ da dieci anni che ci conosciamo. Abbiamo un certo rapporto e … -
- E? -
- Beh, siamo amici … per anni non ci siamo sentiti, ma per me non è cambiato granché … vorrei solo che tu ti aprissi di più … ma forse chiedo troppo … -
- Io ho sbagliato. -
- Cosa vuoi dire? - Chiese Misty.
- Ecco … io mi vergogno delle mie azioni. In questi anni in cui non siamo stati in contatto, mi sono reso conto di quanto tu fossi importante … ma non ho mai parlato … mi ritrovo a confessarti le mie emozioni solo adesso … e credo che sia troppo tardi … -
- Ash! -
- Misty, sarò sincero … -
 
Groppo in gola.
 
Nessuna via di fuga, nessun imprevisto, nessun ficcanaso pronto a interrompere la conversazione.
 
- Sincero? -
- Sì … ricordi quando viaggiavamo insieme? -
- Certo. -
- Ti ho già detto che è stato uno dei periodi più belli per me … ecco … io, a quei tempi, ero un bambino … certo, attualmente non mi ritengo un adulto … ero esageratamente concentrato sul mio obbiettivo di diventare maestro di pokémon … non voglio giustificarmi, ma credo che fosse comprensibile … tu sei sempre stata accanto a me e io come un idiota non l’ho mai capito … in realtà, sono sempre stato un grande egoista … credevo che il vostro aiuto fosse scontato … mi riferisco anche a Emy e a Brock … però tu eri quella più vicina a me … quando stavo male e cercavo di non darlo a vedere, eri l’unica in grado di accorgersene … quando, per un mio problema, cercavo conforto, Emy mi mandava a quel paese, dandomi del piagnone, mentre Brock si limitava a consolarmi in maniera superficiale e poco incisiva … tu … insomma … tu eri quella che riusciva a tirarmi su, ogni volta … il punto è che io non ho mai dato importanza a questo … non ho mai capito quanto il tuo supporto fosse fondamentale … mi deprimevo, poi stavo bene e ok … ero felice. Ma non mi rendevo conto di dover esserti riconoscente … ti chiedo scusa per questo, perché so che ti ho fatto soffrire. -
- Oh … - Misty aveva ascoltato ogni singola parola, facendole proprie e non volendole più lasciarle andare. - Ash … -
- Sei sempre stata il mio angelo custode, Misty. Ma ero troppo immaturo per capirlo … per comprenderlo … poi … te ne sei andata … com’è che si dice? Ti rendi conto dell’importanza di una persona quando ne senti la mancanza … io … sono stato sorpreso da me stesso … sapevo che senza di voi non sarebbe stato più lo stesso … sapevo che si era chiuso un ciclo … Brock è tornato a viaggiare con me e ne sono stato felice … ho sentito la mancanza di Emy, indubbiamente, ma … tu … tu, Misty … io non dico bugie quando ti confesso che ho trascorso notti intere a piangere. Eri diventata un miraggio per me … un’immagine lontana ed irraggiungibile … ed era fottutamente insopportabile, credimi. Soprattutto perché fino a poco tempo prima … tu eri mia. -
 
Shock.
 
- Insomma … tu c’eri … per me. Solo ed esclusivamente per me. Ero geloso di te senza nemmeno saperlo. Più trascorrevano i giorni e più mi rendevo conto di quanto sei speciale … ti sembrerò ridicolo, vero? O magari penserai che sono uno stronzo … uno stronzo che dopo dieci anni viene a vomitarti addosso questo fiume di parole sconnesse e senza senso … beh, ti chiedo scusa anche per questo. -
 
Misty si sfilò il golfino di Ash: il suo corpo era diventato bollente.
 
Sarebbe stata in grado di reggere ancora? 
Per il momento il silenzio sembrò essere l’arma migliore.
 
- Secondo te … è possibile amare una persona, senza esserne del tutto coscienti? -
 
Domanda da un milione di dollari.
 
- Ash … io … -
- A me è capitato. Dieci anni fa ti ho incontrato per la prima volta. A distanza di tutto questo tempo, siamo ancora qui, insieme. In una buca profonda chissà quanti metri, sporchi di terra e di fango, feriti, forse a rischio di vita. Ma insieme. E tu, Misty, sei bellissima. Te lo ripeto, ancora: sei bellissima. Sei incantevole, sei meravigliosa. Sei stupenda. Non ti nego che quando sei accanto a me provo disagio … dieci anni fa non avrei minimamente concepito l’idea di volerti … di desiderarti … era una cosa che volevo ottenere a tutti i costi, ma non ne ero cosciente. So che è complicato da spiegare, ma è un contrasto che ha caratterizzato gran parte della mia adolescenza. Credevo di considerarti come una sorella, ma … io ti ho sempre voluto. E ti desidero, tuttora. Ti voglio, Misty. -
 
Incredibile. Davvero incredibile.
 
Misty continuò con il silenzio, ma non riuscì a reggere il peso di quelle emozioni che la stavano investendo come un uragano scatenato.
 
Le lacrime irrigavano il suo volto … senza pietà. Senza alcun cenno di arrestarsi.
 
- Misty … io … - Ash si dispiacque. Era mortificato. Non voleva farla piangere. Si era reso conto della consistenza delle sue parole, ma doveva farlo. Tolto il dente, tolto il dolore.
- Tu … tu non immagini … quanto io abbia sofferto per te e … quanto abbia atteso questo momento … - Sussurrò la ragazza tra un singhiozzo e l’altro.
- Misty … -
- Io sono sempre stata attirata da te … di sicuro non abbiamo avuto un approccio amichevole … come poteva esserlo? Mi hai distrutto la bici! Poi, però … le cose sono cambiate … ricordo ancora quando il tuo Caterpie si evolse in Metapod … eri così felice … così puro, così candido. In quel momento capii di non aver mai incontrato alcuno come te … attirasti la mia attenzione, mi incuriosivi … è per questo che ti ho seguito … è vero, inizialmente anche per il danno alla bici, ma … volevo fare amicizia con te … poi, però … a distanza di quasi un anno … ho iniziato a provare qualcosa di molto più forte … ero diventata gelosa e possessiva nei tuoi confronti … a differenza tua l’avevo percepito, ma non volevo ammetterlo a me stessa. Mi ripetevo di continuo: “ Non può piacermi Ash! In fin dei conti è un bambino! “ … ma non sono riuscita a sopraffare i miei sentimenti … quando viaggiammo nell’arcipelago Orange, il mio cuore scoppiava di continuo … mi bastava un tuo sguardo, un tuo sorriso … per migliorarmi la giornata … ricordi quando giungemmo all’isola di Trovita? C’era quel capo palestra, Rudy … mi riservava molte attenzioni, a differenza tua, che sembravi non curarti di me … c’è una cosa che non ti ho mai detto: Rudy mi propose di rimanere con lui e la sorellina presso l’isola di Trovita. -
- Cosa? - Ash non poteva credere alle sue orecchie. 
- Sì … me lo propose quando m’invitò a cena … fui molto titubante … ero contenta all’idea che ci fosse qualcuno interessato a me … ma io … non volevo lasciarti. - Misty pianse ancora più forte.
- Misty … - Ash si stava maledicendo da solo: era stato un emerito beota in passato e forse lo era ancora per non essersi reso conto di tanta abbondanza di sentimenti.
- Quando feci la mia scelta … realizzai che il mio cuore ti apparteneva. Ma mi rassegnai: non avrei mai potuto confessartelo … non l’ho mai fatto con alcuno … nemmeno con Emy, ma … lei l’aveva capito … sai quanto può essere intuitiva Emy, no? Non posso mai dimenticare le sue parole: “ Misty, continuando in questo modo ti ucciderai “. Aveva ragione. Mi proponevo sempre di parlarti, ma avevo paura che così facendo avrei compromesso tutto: la nostra amicizia, il nostro rapporto … ciò che di più caro avevo. E mentre continuavo ad essere indecisa sul da farsi, il tempo trascorreva inesorabile … fino a quando son stata costretta a tornare a Cerulean city. Ma sai, Ash … ho sofferto anche lì … -
- Continua. -
- I primi giorni furono terribili. In quel periodo mi vedevo spesso con Emy … ti sembrerò egoista … ma ti dico che mi andava di vederla solo perché mi ricordava le nostre avventure … e perché è una brava consolatrice … ma altrimenti … io non avrei voluto vedere alcuno … se non te, Ash. Sono trascorsi gli anni e io, dolorosamente, ho cercato di metterci una pietra sopra. Non sono una persona fatalista, ma ero giunta alla conclusione che fosse stato il destino a decidere che le cose fossero andate così … lo stesso destino che ci ha fatto incontrare. Ho cominciato a frequentare dei ragazzi … con uno di loro sono stata svariati anni, ma … l’ho lasciato. Per te, Ash Ketchum! Ho lasciato Michael per te! IO TI HO SEMPRE AMATO E NON SMETTERO’ MAI DI FARLO! -
 
Le urla stridule di Misty cessarono di propagarsi nell’aria perché debellate dal suo pianto.
 
Ash era rimasto di stucco.
 
Cosa doveva fare?
 
Istinto, null’altro.
 
Il moro si avvicinò lentamente a Misty, che tremava terribilmente.
 
- Scusami, scusami per tutto … ti prometto, Misty, che da oggi in poi mi prenderò cura di te … me lo permetterai? -
 
La ragazza voltò la testa nella direzione del viso di Ash: sapeva bene di non dare un bello spettacolo in quel momento, ma poco importava.
 
- E’ quello che desidero da dieci anni … - Sussurrò lei timidamente.
 
Ash chiuse gli occhi e poggiò le proprie labbra su quelle della ragazza.
 
I due si unirono in un bacio appassionato, ma nel contempo estremamente dolce.
 
La ragazza afferrò la testa di Ash con entrambe le mani, per attirarlo maggiormente a sé: dal canto suo, il ragazzo le poggiò un braccio sulla schiena e con l’altra mano le accarezzò i morbidi e fluenti capelli.
 
Quanta passione repressa poté esplodere come un vulcano in eruzione, in quel momento?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Va bene, capisco che dobbiamo collaborare, ma vorrei ricordarvi che sono una donna e che come tale una volta alla settimana vado dall’estetista, ergo mi sottopongo ad una manicure lunga e complessa … - Sibilò velenosamente Emy, stanca di raschiare la terra.
- Quando usciremo da qui, potrai permetterti tutti i trattamenti estetici che vuoi. - Concluse Gary che, instancabilmente, continuava a scavare.
- Ok, ma non sarebbe meglio fare una pausa? - Propose lei con sguardo malizioso.
- Concordo … - Sospirò Harrison, gettandosi a terra. - Sono stanco morto. -
- E’ stata una lunga giornata … - Commentò lei, sedendosi accanto al biondo.
- Io continuo. - Disse Gary gelidamente.
- No, per favore. Mi fai sentire in soggezione. - Ribatté Emy.
- Affari tuoi. - Replicò il castano.
- Cos’hai? - Chiese Emy. - Ti ho fatto qualcosa? -
- Sì. Sei troppo impulsiva. Se non fossi uscita come un fulmine in quel modo, ora non saremmo qui. -
- Parla per te. Sarei uscita in ogni caso per incontrare Harrison, con o senza fretta. -
- Fa’ un po’ come ti pare … -
- Gary! - Esclamò Emy in maniera capricciosa: odiava essere ignorata.
- Tranquilla, per favore. Ci siamo quasi. Pidgeot non dovrebbe avere problemi a volare, ora … -
- Io credo che sia ancora troppo stretto. - Commentò Harrison.
- Tu dici? - Domandò Gary.
- E’ per essere sicuri al cento per cento. Non vorrei che il tuo Pidgeot rimanesse ferito per disattenzione. Però Emy ha ragione, fermati un po’. Abbiamo tutta la notte per … scavare … - 
- Va bene … - Gary si sedette di fronte ai due e, com’era prevedibile, si venne a creare un’imbarazzante atmosfera. - Oh, fate come se non ci fossi … so che dovevate discutere … -
- Sei impazzito?! - Chiese Emy arrossendo.
- Beh, vuoi parlare d’altro allora? - Domandò il nipote di Oak.
- Ecco, io non so che tipo di discorsi potrei intrattenere con voi due messi assieme … non ho proprio idea di cosa dire … -
- Inizio io, allora. Complimenti per essere diventata una dei Super Quattro e congratulazioni per l’incredibile capacità che hai nel dire bugie. - Esordì sarcasticamente Harrison.
- Harrison, per favore! Non cominciamo! - Ribatté Emy.
- Dovresti vergognarti. Avevi detto che avresti rifiutato. -
- Non sei nessuno per dirmi cosa devo fare. La vita è mia e decido io! -
-  Va bene, ma allora non dire bugie. -
- Se ti avessi detto la verità, ne avresti fatto un dramma come stai facendo adesso! -
- Dramma per dramma … tanto vale dire la verità, no? -
- Troppo facile parlare così … sei pregato di metterti un attimo nei miei panni! -
- E tu nei miei! -
- Tu sei solo un egoista! -
- E tu una bugiarda! -
- Egoista che non ha fatto altro che abbandonarmi durante questi anni! -
- Non so quante volte ti ho proposto di seguirmi! -
- Vedi? Vuoi sempre decidere per me! -
- Però viaggiavi con Ash e gli altri! -
- Ancora con questa storia?! Basta! -
- … avete intenzione di litigare ancora per molto? - Domandò Gary, che li osservava con espressione divertita.
- E’ lui che hai iniziato! - Replicò Emy.
- Sei tu che hai dato vita a tutto questo casino! - Aggiunse Harrison.
- Ragazzi … una volta che saremo usciti di qui, potrete scannarvi quanto volete. Attualmente, ritengo che Pidgeot sia in grado di volare in uno spazio come questo. E anche Charizard, Emy. Quindi uscirete prima tu e Harrison e io vi seguirò a ruota. Ok? -
- Ok … - Rispose lei un po’ delusa. Gary si comportava diversamente dal solito; probabilmente la presenza di Harrison lo frenava ad essere quello di sempre. - Vai, Charizard! -
 
Il pokémon drago si concretizzò dalla sfera poké. 
 
- Charizard, porta me e Harrison via da questo posto. Fa’ attenzione, è piuttosto stretto … - Harrison e Emy si arrampicarono sul dorso del pokémon che in breve tempo prese quota.
 
Quando Charizard non fu più visibile all’orizzonte, Gary chiamò Pidgeot, che subito spiccò il volo per portare il proprio allenatore in salvo.
 
Nel giro di pochi minuti sia Charizard che Pidgeot tornarono a veder le stelle e con loro anche Gary, Harrison ed Emy.
 
- E’ stato molto più facile del previsto. Sei stato grande, Pidgeot. - Disse Gary, accarezzando il pokémon che ricambiò l’affetto.
- Grazie anche a te, Charizard. - Dissero all’unisono Emy e Harrison.
 
In quel preciso istante, dalla buca adiacente saltò fuori Agata con il proprio Fearow:
 
- E’ stata un’impresa, ma alla fine ce l’ho fatta! - Esclamò la coordinatrice.
- Agata! Stai bene? - Chiese Emy abbracciandola. - Ero così preoccupata! -
- Io sì, sorellona … ma Kristie? Misty? Ash? -
- Dobbiamo tirarli fuori! Charizard, percorri quella cavità! - Ordinò Emy. Il pokémon scese nuovamente sottoterra.
- Certo che ce la siamo vista brutta … - Commentò Agata. - Abbiamo rischiato di fratturarci le nostre belle testoline! -
- Ma … Kristie dov’è? - Chiese Harrison visibilmente teso.
- Misty ed Ash non esistono per te? - Domandò Emy.
- Sì, ma … mi sentirei terribilmente in colpa se le succedesse qualcosa … lei è venuta qui per me … - Rispose Harrison. 
- Per te? - Ripeté Emy non molto convinta.
- Ragazzi, ecco Charizard! - Il drago, da vero eroe, portava sulle spalle, nello spazio compreso tra le ali, Misty ed Ash: sembravano stanchi e provati, ma in ogni caso sani e salvi.
- Ash, Misty! Kristie dov’è? - Chiese Harrison.
- Non lo so … - Disse Ash ancora stravolto.
- Baka! - Esclamò Emy. - Non può essere caduta nella loro stessa trappola … l’avremmo vista … poi se Kristie è così stupida da lanciarsi in una piscina senz’acqua … non saprei … -
- Sono qui! - Kristie raggiunse gli altri e con lei c’erano anche il professor Oak, Delia, Tracey, Alicia, Rupert, Brock, Lea e Meredith.
- Ragazzi! - Esclamò Alicia con furore. - Che bello vedervi! State bene! -
- Per l’amor del cielo … - Mormorò Delia decisamente frastornata.
- Ma … chi ha scavato queste buche nei pressi del mio laboratorio?! - Domandò Oak irritato.
- Qualche furfante … - Rispose Rupert.
- Ragazzi! - Urlarono Brock e Lea: erano arrivati a casa del professore proprio nel momento in cui Kristie stava raccontando l’accaduto a Samuel e agli altri.
- Ehi, Brock. - Rispose Gary, unico raziocinante. - Va tutto bene. -
- Meno male! Consiglio di tornare in laboratorio! - Aggiunse Tracey.
- Che spavento inutile … la colpa è sempre tua, Emy! - Polemizzò Meredith.
 
Emy nemmeno le rispose.
 
- Ehi, Meredith! - Il fratello si avvicinò a lei.
- Harrison! Che spavento che mi son presa! Meno male che sei ancora tutto intero … -
- E’ un piacere vederti, sorellina. - Dopo poco, Harrison si voltò verso Kristie: - E’ tutto ok? Devi esserti spaventata molto … -
- Eh … oh … ecco, io … io sono riuscita ad evitare queste trappole e ho pensato di andare ad avvisare gli altri … -
- Sei stata in gamba, Kristie. - Sorrise Harrison.
- Oh, grazie … - La ragazza arrossì.
- Kristie, sono felice che tu stia bene. Sei davvero una grande, a differenza di quell’imbranata di tua sorella. - Aggiunse Meredith.
- Grazie anche a te, Meredith … -
- Dai, torniamo in laboratorio! - Esclamò Rupert facendo il capogruppo. Tutti lo seguirono. Di sicuro la struttura scientifica era un luogo sicuro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Giunti al laboratorio, gli sfortunati si medicarono contusioni, graffi e ferite.
 
- Harrison, lascia che ti aiuti. - Disse gentilmente Meredith.
- Grazie, sorellina. -
- Professore, ha del disinfettante, per favore? - Chiese Misty.
- Certo, te lo prendo. - Rispose Oak.
- Sono davvero scioccata, ragazzi … avete rischiato e di brutto anche! - Esclamò Lea con la sua voce acuta.
- Già … mi chiedo chi sia stato … se lo sapessi, gliela farei pagare … - Aggiunse Gary.
- Che sia opera del Team Rocket? Le buche sono una specialità di quei mascalzoni … - Osservò Brock.
- Dubito … - Sospirò Ash. - E’ da tempo che non ci perseguitano. -
- Non mi stupirei se tornassero a romperci le scatole … ultimamente io e Harrison li abbiamo visti … ma forse è solo caso … - Commentò Emy.
- A prescindere dall’identità del colpevole, deve trattarsi sicuramente di un nullafacente … avrà impiegato ore e ore per scavare fossi così profondi! - Esclamò Kristie.
- Oltretutto senza che nessuno se ne accorgesse … - Continuò Agata.
- Una genialata fatta di notte. - Concluse Alicia.
 
- Mi dispiace che la serata sia andata in questo modo, professore, ma devo proprio andare adesso. - Disse Meredith facendo un piccolo inchino.
- Oh, ma figurati, cara. - Rispose il professore.
- Sa, anche io sono stata invitata per la Lega e devo allenarmi! -
- Congratulazioni! Buona fortuna, allora! -
Meredith gli sorrise in maniera stucchevole, poi si rivolse al fratello: - Harrison, vieni con me? -
- Oh … beh, credo che tornerò a Viridian city con Kristie. -
- Capisco … ci sentiamo in questi giorni allora! Buonanotte a tutti! - La ragazza uscì dal laboratorio, salutata dagli altri.
- Ehi, stai attenta. - L’avvertì Harrison.
- Don’t worry, bro! - Meredith percorse il sentiero facendo uscire da una sua sfera poké un Golduck.
- Beh, sarà meglio che vada anche io … - Aggiunse Harrison. - Emy, mi dispiace se non siamo riusciti a parlare. E mi dispiace anche per non poter mangiare il ramen del professore … -
- Fa nulla, Harrison. Sarà per un’altra volta. -
- Ok … tra qualche giorno sarò di nuovo a Pallet … ci vediamo presto. -
- Va bene. -
- Kristie, andiamo? - Domandò Harrison rivolgendosi alla sorella minore di Emy.
- Certo. - Rispose lei sorridendogli.
- Harrison. - Rupert lo chiamò.
- Signor Fox, mi dica. -
- Alicia mi ha detto che sei a casa nostra. Grazie per prenderti cura di Kristie. -
- Si figuri, signor Fox. Ora dobbiamo andare. Ci vediamo nei prossimi giorni! -
 
Harrison e Kristie si stavano avviando verso la porta per uscire, ma si meravigliarono quando incontrarono sul proprio cammino una persona di loro conoscenza.
 
Un uomo piuttosto anziano, probabilmente coetaneo di Oak, calvo e parecchio eccentrico nell’abbigliamento sorrideva felicemente a Kristie.
 
- Nonno! - Esclamò la ragazza abbracciandolo calorosamente. 
- Figliola! - Rispose lui con entusiasmo, poi si voltò verso Harrison. - Giovanotto! E’ da tempo che non ci si vede, eh? Come sta il tuo Blakizen? Gli hai insegnato “ turbo fuoco “? -
- Oh … signore … è un piacere rivederla … - Harrison era parecchio impacciato: sembrava che provasse una grande ammirazione nei confronti dell’uomo.
- Papà! - Alicia fu attirata dai rumori provenienti dall’ingresso. - Cosa ci fai qui? -
- Tesoro mio, che piacere rivederti! - L’arzillo vecchietto si diresse verso la figlia per mostrarle il suo affetto.
- Sono contentissima di vederti, ma … come mai sei qui?! Sai che non dovresti fare sforzi esagerati! Sei il solito testardo! - Lo rimproverò Alicia.
- Suvvia, figliola. Sono giovane dentro, dovresti saperlo! - Rispose lui ridacchiando, seguito da Kristie. - Allora, dov’è la mia seguace? -
- Ehm … è in cucina, papà. Sapessi che è successo … - 
- Me lo dirai dopo, Alicia. Devo congratularmi con mia nipote. -
- Emy! - Alicia chiamò la figlia: quest’ultima e gli altri si accorsero della presenza dell’uomo e gli andarono incontro.
- Nonno! - Dissero Emy e Agata all’unisono. 
- BLAIN! - Aggiunsero gli altri.
 
Giusto, Blain: il capo palestra di Cinnabar Island!
 
Originale, stravagante, imprevedibile: queste le sue principali caratteristiche.
 
Blain aveva origini occidentali, ma crebbe nella regione del Kanto sin da quando aveva tre anni, in seguito ad un trasferimento dei suoi genitori.
 
A dieci anni intraprese un viaggio per diventare allenatore di pokémon: il suo starter fu un adorabile Charmender.
 
Allenatore di grandissimo talento, impiegò poco tempo a rendere il suo nome famoso.
 
All’età di quindici anni fondò la sua palestra a Viridian city, città in cui i suoi genitori avevano trovato dimora.
 
Nella medesima città Blain conobbe Cloe: ragazza tanto bella quanto autoritaria, abile allenatrice di pokémon, decisa più che mai a sconfiggere il capo palestra.
 
Folgorato dall’avvenenza della donna, Blain si rifiutò di sostenere un incontro con lei: ciò fu questione di vari battibecchi, che però sfociarono ben presto in una duratura e stabile relazione, sigillata definitivamente da un atteso e aspettato matrimonio.
 
Entrambi ventenni, Blain e Cloe diedero alle luce due gemelli: Alicia e Mark.
 
La prima mostrò subito un’evidente predisposizione per l’allenamento di pokémon di fuoco; il secondo non fu da meno: Mark esplorò parecchie regioni giapponesi ed ebbe modo di errare anche in America; non a caso era considerato uno dei migliori allenatori del mondo.
 
Cloe era natia di Cinnabar Island: Blain l’aveva visitata solo una volta e ne era rimasto incantato: fu per questo motivo che traslocò nella suddetta, lasciando ad Alicia la possibilità di diventare capo palestra di Viridian city. A Cinnabar Island Blain fondò una nuova palestra. La sua fama era davvero notevole.  Fece parte sia del team dei Super Quattro nazionale, che di vari di tipo nazionale e regionale.
 
- Emy, dolcezza mia! - L’uomo si avvinghiò alla ragazza. - Sei una tosta, eh! Continua così! -
- Blain, è davvero bello vederti! - Intervenne Rupert.
- Non per me, Rupert. - L’allegria era un’altra delle connotazioni principali del nonno.
- Ma … da dove vieni? Da Cinnabar Island? - Chiese Emy.
- Sì, tesoro. Dovresti venirmi a trovare, ormai la città è tornata come nuova. -
 
Blain si riferiva a un incidente accaduto otto anni prima: Cinnabar Island era adiacente un vulcano, il quale generò una terribile eruzione, provocando parecchi danni all’isoletta turistica; una disgrazia che provocò spavento, sangue e morti.
 
Blain e Cloe ne uscirono sani e salvi, ma la palestra fu completamente distrutta.
 
Solo a distanza di molto tempo le cose tornarono alla normalità. 
 
- Sì, hai ragione … l’ultima volta che sono venuta a Cinnabar è stato dieci anni fa. Ricordi? -
- Certo, Emy. Come dimenticare. A proposito, campione. - Blain si voltò nella direzione di Ash, ricordando il loro incontro. - Immagino che tu sia stato chiamato per partecipare alla Lega, no? -
- Sì, Blain. E non vedo l’ora di dare il meglio di me! -Esclamò il moro.
- Ad maiora, ragazzo. Sei un tipo in gamba, ma la mia nipotina è un osso duro! -
- A proposito, nonno. Non ti ho visto alla Conferenza … - Disse Emy.
- Ma che non mi rompessero le palle! - Esclamò Blain gesticolando con insofferenza: gli altri sorrisero; era davvero singolare. - Sono stato così tante volte un membro dei Super Quattro … basta così! -
- Deve essere un’esperienza emozionante, però. - Aggiunse Misty.
- Indubbiamente, tesoro. Ma nemmeno così esaltante come si crede. -
- Papà! E’ per Emy che sei venuto? - Chiese Alicia.
- Ovvio che sì! Ma non solo … la Lega mi ha chiesto una mano ed eccomi qui. -
- Una mano? - Chiese Emy.
- Sì. Dovrò un po’ coordinare il tutto, te lo spiegherò meglio in questi giorni. - Le spiegazioni di Blain erano sempre nebulose.
- Quindi verrai anche tu a Pallet! - Dedusse Brock.
- Esattamente, ragazzo. In questi giorni la Lega diffonderà notizie più precise. Con me ci sarà anche tua madre, Alicia. -
- Oh, che bello. E’ da tanto che non vedo la mamma. - Disse Alicia contenta.
- Anche la nonna sarà qui? Wow, prevedo faville … - Aggiunse Emy con meno entusiasmo.
- Mia moglie è una bisbetica, Emy, credo che sia un dato di fatto. Ricorda, però, che è da lei che hai ereditato il tuo terribile caratteraccio! -
Risate generali, fatta eccezione per Emy!
 
- Sei davvero troppo simpatico … - Mormorò la ragazza.
- Dai, non fare la permalosa! Comunque non credevo di trovare tutta la famiglia Fox qui! E’ stato un colpo di fortuna. Harrison, mi riferisco anche a te, eh! Quanto ci vuole per il matrimonio con Emy? -
 
Imbarazzo.
 
- Ehm … ancora un po’. - Concluse il ragazzo.
- Mi raccomando, voglio pronipotini rigorosamente maschi! Ho la disgrazia di avere solo nipoti femmine! -
- Nonno! - Esclamò Emy imbarazzata.
 
Gary osservava il vecchio con espressione irritata: non sopportava quelli che a tutti i costi volevano essere al centro dell’attenzione.
 
- Blain, abbiamo preparato del ramen. Vuoi unirti a noi? Anche se Harrison e Kristie stanno andando via … - Propose Oak.
- Nuova coppia all’orizzonte? - La curiosità di Blain si rivolse alla seconda nipote, che ricambiò con uno sguardo assassino, sufficiente a zittire l’anziano parente. - Come non detto! Comunque, Samuel … accetto volentieri! -
- Noi andiamo, allora … - Disse Harrison. - E’ stato un piacere vederla. Comunque Kristie non è la mia ragazza: deve studiare per gli esami e io le do un’occhiata. Alicia e Agata sono qui per sostenere Emy, mentre Rupert sta lavorando con Oak. -
- Sei sempre molto preciso, Harrison. Sono proprio contento che entrerai a far parte della nostra famiglia! -
 
Era stupido o cosa? 
 
Harrison e Kristie tornarono a Viridian city, dopo aver salutato gli altri.
 
La cena fu consumata in breve tempo e incentrata sui discorsi di Blain.
 
Poco dopo Brock e Lea se ne andarono per andare a Petwer city; i rimanenti aiutarono Oak a lavare i piatti e a sistemare la cucina.
 
- Era davvero squisito il ramen! - Commentò Blain.
- Lei è davvero un uomo simpatico! - Aggiunse Tracey.
- Ti ringrazio per il complimento, ragazzo! -
 
Dopo aver riassettato la cucina, Rupert andò a dormire e Alicia e Agata tornarono nell’albergo dove alloggiarono, che era lo stesso dove pernottava Blain, che le seguì.
Misty ed Emy fecero la stessa cosa. Delia tornò a casa con Ash, mentre Gary e il professore rimasero ovviamente al laboratorio.
 
Le due ragazze si diressero verso la loro meta sulle spalle di Charizard per ragioni di sicurezza:
- Capitano tutte a noi … - Borbottò Emy, visibilmente spazientita.
 
Misty rispondeva a monosillabi, il che succedeva solo quando era arrabbiata, triste o … imbarazzata.
 
- Ehi, che ti prende? - Chiese Emy, molto indispettita dall’atteggiamento poco ordinario dell’amica.
- Ecco … vedi … io … -
- Sei ancora scioccata per l’incidente? Ti capisco. Pensa a me che sono caduta insieme a Gary e a Harrison. Combinazione perfetta! -
- Emy … -
- Mh? -
- Io e Ash … ci siamo baciati … -
 
Il Charizard di Emy emise un boato senza precedenti e le due ragazze rischiarono di perdere l’equilibrio.
 
- Misty, cavoli! Non puoi darmi notizie del genere mentre siamo sospese in aria su Charizard! - Esclamò Emy reggendosi forte.
- Scusate … - Disse Misty affossando la testa nelle spalle.
- Ma come è successo? Che ti dicevo, io? Lo sapevo che sareste finiti insieme! Congratulazioni, Misty! - Emy era parecchio felice per la sua amica.
- Grazie, ma … non so se stiamo insieme, insomma … è successo tutto così in fretta … -
- Ma dai! Si vede lontano un miglio che piaci ad Ash … -
- Tu dici? -
- Dico? E’ da dieci anni che lo dico! Il punto è che molto spesso è difficile ammettere a se stessi certe cose, Misty. Soprattutto per quel che riguarda i sentimenti. -
- E’ vero … -

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Capitolo 17
*** Vermillion city. ***


Nota dell'autrice - Hola! Prima di tutto, chiedo scusa se non ho risposto alle vostre recensioni: in questi giorni sono stata DAVVERO impegnata con un esame all’università … e non è finita! Ne ho un altro tra dieci giorni … fortunatamente diritto del lavoro è andato bene, ho preso 30! *_* Credetemi, ero davvero di cattivo umore: ero convinta che sarei stata bocciata! Invece è andato tutto per il meglio … eh sì, sono un bel po’ ansiosa! Comunque, adesso posso dedicarmi maggiormente alla scrittura … e ieri, mentre oziavo in maniera abbastanza evidente, ho guardato due puntate di pokémonB&W su k2: in tutta sincerità? Era da anni che non lo facevo! E vi dirò: mi è piaciuta molto la prima puntata! La capo palestra punk, Velia, era incredibilmente forte! O.o La seconda, beh … mi ha dato un po’ fastidio vedere Porcinda. Ma un personaggio che apprezzo molto è Camilla! Altra grande campionessa! Ye, girl power! XD Bando alle ciance, ecco a voi il diciassettesimo capitolo! La lega inizierà presto … non subito, ma presto! Infatti ho deciso di accelerare un po’ i tempi … ma non troppo … u.u Buona lettura!
 
Trascorsero vari giorni dall’incidente delle fosse; la suddetta esperienza segnò in maniera abbastanza netta Ash e gli altri, ma non così profondamente da provocare in loro crisi di panico o di paura: d’altra parte i ragazzi, nel corso degli anni, avevano ottenuto una solida esperienza grazie alle trappole continuamente tese dal Team Rocket e dalle altre organizzazioni criminali che avevano provato ad ostacolarli; quei recenti tranelli non avevano costituito di certo una novità.
 
- Buongiorno! - Esclamò Misty, aprendo la finestra e facendo filtrare la luce del sole nella stanza d’albergo dove lei ed Emy alloggiavano da circa dieci giorni.
- Uh … oh … - Al contrario della rossa, Emy non sembrava poi così pimpante: si trovava ancora a letto. - Mi spieghi perché mi hai svegliato? Mi sono addormentata appena due ore fa … maledetta insonnia … -
- Emy, ho delle cose importanti da comunicarti! - Esclamò Misty, cercando di assumere un’espressione autoritaria.
- Se riguardano altri dettagli relativi alla tua ormai decollata relazione sentimentale con Ash Ketchum, passo. - Mormorò Emy, postasi in posizione fetale.
Misty arrossì: - Ma che dici?! E’ per la Lega! -
- Uh? La Lega? - Emy le prestò maggiore attenzione.
- Sì … quando sono andata a fare colazione, ho ascoltato qualche notizia alla radio … a quanto pare c’è stato un cambiamento di programma … -
- Cioè? -
- La Lega si terrà a Vermillion city. - Concluse Misty.
- Eh? Vermillion city? - Emy era parecchio meravigliata.
- Sì, non so perché … probabilmente per questioni organizzative … - Misty fece spallucce.
- Quindi anche il raduno dei partecipanti si terrà lì? - Domandò Emy.
- Sì, verranno allestiti dei campus dove gli allenatori potranno esercitarsi … singolarmente, ovviamente! -
- Wow … quindi è stato inutile soggiornare qui, a Pallet … -
- Non per me. - La rossa strizzò l’occhio ad Emy, che alzò gli occhi al cielo, resasi ormai conto di aver perso totalmente l’amica.
- Più tardi parlerò con Tajiri in modo da avere delucidazioni … così magari informerò gli altri … - Disse Emy.
- Non è necessario, gli interessati sanno già tutto, ho appena sentito Ash … mi ha detto che farà passaparola a Harrison e compagnia. -
- Harrison e compagnia, eh? Credi che quel beota del tuo pseudo ragazzo si preoccuperà di avvisare Gary? -
- Beh, questo non lo so, ma Gary è sempre molto informato … - Si giustificò Misty.
- Non è una buona ragione per non avvertirlo! - Emy ammonì Misty, che le rivolse un sorriso ironico.
- Ti sta molto a cuore Gary, non è così? -
- Misty, per favore … -
- Emy, so che sei in pensiero per Harrison, d’altra parte tra di voi c’è ancora un grande punto interrogativo … ma tu piaci tanto a Gary … e se con Harrison è finita, non vedo perché non potresti ricominciare … -
- Non eri tu quella che difendeva Harrison ad ogni costo? Comunque mi lascerò con Harrison … e quando accadrà, vorrò stare da sola per un po’. Ah, per la cronaca, il fatto che io piaccia a Gary è solo una tua impressione … -
- Ma non è vero! -
- Sì … sai, è un tipo difficile da interpretare … prima ci sentivamo spesso … da quando siamo finiti in quelle buche è svanito nel nulla … si era arrabbiato con me perché sono uscita all’improvviso dal laboratorio di suo nonno … - Spiegò Emy dispiaciuta.
- E’ evidente che si preoccupa per te, Emy. - Misty incoraggiò l’amica.
- Sarà … ma … ora non voglio pensare a lui. Tu, piuttosto? Che stai combinando con Ash? -
Misty avvampò nuovamente: - A dire il vero nemmeno noi ci siamo visti da quella sera … ci sentiamo telefonicamente … tutto qui. -
Emy inarcò un sopracciglio: - E? -
- Non lo so … - Sospirò Misty preoccupata. - Ti ho già raccontato tutto, Emy. Dobbiamo vederci. Anche se dubito che avremo del tempo … saremo entrambi impegnati per la Lega … -
- Qual è il problema? Avete l’opportunità di stare insieme, nello stesso luogo … dopo anni e anni di lontananza … -
- Sì, ma … non voglio intralciare Ash. -
- Che vuoi dire, Misty? -
- Beh … non sono nel team dei Super Quattro, ma sono una riserva … è possibilissimo che io possa gareggiare … se … insomma … se la Lega scoprisse la relazione tra me ed Ash … non so … forse potrebbero sorgere dei problemi. -
- Non credo. - Disse Emy. - D’altra parte, anche io sto ancora con Harrison … se lui non fosse stato così egoista, avremmo lottato comunque … la dimensione sentimentale non si ripercuote sul campo di battaglia! -
- E se Tajiri e gli altri dell’amministrazione fossero contrari? - Chiese Misty.
- Oh, andiamo … quante paranoie! -
- Comunque sei l’unica che sa di me e di Ash … manterrai il segreto? -
- Ovvio che sì! - Rispose Emy, leggermente offesa.
Misty  le sorrise: sapeva che poteva fidarsi della sua migliore amica: - Grazie. -
Emy ricambiò.
Nel frattempo, non molto lontano … 
 
- Brock, io esco. Ci vediamo più tardi! - Lea era deliziosa, come al solito: vestita di tutto punto, si accingeva ad uscire dalla stanza del hotel dove si trovava insieme al suo fidanzato.
- Mh? Dove vai? - Chiese il ragazzo, in procinto di indossare una maglia.
- Al laboratorio del professor Oak! Giorni fa gli ho chiesto se potevo assistere a uno dei suoi esperimenti e mi ha detto di sì! Sai quanto lo stimo, no? A dopo! - La ragazza dagli occhi blu congedò in un battibaleno il suo innamorato, il quale, onestamente, non ne fu proprio contento.
- E io che avevo voglia di coccole … - In maniera piuttosto sconsolata, Brock abbracciò il proprio cuscino, quasi a voler sopperire a una profonda mancanza di affetto!
 
In poco tempo Lea raggiunse la struttura scientifica di Oak: il professore stava osservando un Mudkip dormiente.
 
- Salve! - Lea aumentò il proprio tono di voce.
- Lea, sei qui! - Samuel l’accolse cordialmente. 
- Sì, ho aspettato questo giorno molto impazientemente! -
- Addirittura! - Oak rise. - Immagino che tu abbia una grande passione per i pokémon. -
- Grandissima! Come le dissi, diventare ricercatrice è il mio sogno! -
- Sembri una ragazza determinata, sono sicuro che ce la farai. -
- Ah, professore, le chiedo scusa se potrò sembrarle invadente, ma in realtà sono qui anche per questo! -
- Dimmi pure, Lea. -
- Ecco … io la seguo da anni! In televisione, alla radio … i suoi studi mi affascinano molto ed è anche grazie a lei se ho deciso di intraprendere questa strada! Sa, io studio molto e ho ottenuto parecchi titoli e riconoscimenti, nonostante la mia giovane età … ma mi rendo conto che sono solo pezzi di carta … sì, sono gratificanti e anche molto … ma equivalgono a zero se confrontati a un ipotetico tirocinio qui, al laboratorio di Pallet. Insomma, professore … la mia domanda è … posso diventare sua assistente? - Gli occhi della ragazza brillavano di speranza.
Oak fu un po’ sorpreso: quella determinazione mal si conciliava con l’aspetto innocuo e dimesso di Lea. - Sono onorato, Lea. Non sapevo che studiassi in maniera così energica. Comunque sono sempre favorevole al progresso della ricerca e sono dell’opinione che elementi validi come te non vadano scartati. Magari nei prossimi giorni esaminerò questi titoli che possiedi, ma mi fido di te, si vede che sei una brava ragazza. Per me va bene. -
- Grazie, professore! - La ragazza di Cerulean city era a dir poco entusiasta.
- Però non potremo iniziare subito … sarò molto impegnato in questi mesi … devo collaborare con il dottor Fox per un progetto molto importante … e quindi sarò a Viridian city … in ogni caso, nonostante la Lega, mio nipote continuerà a vigilare sul laboratorio! Ti affido a lui per il momento! -
 
Felicità svanita!
 
Lea non sopportava Gary: in realtà lo invidiava per il solo fatto che avesse avuto una fortuna a dir poco … spropositata.
Gary era il nipote dello scienziato di pokémon più famoso e preparato di tutti i tempi.
 
Non poteva tollerarlo.
 
- Oh … ma si figuri, professore … posso aspettare, non c’è problema … -
- Non ti preoccupare, così ti ambienterai … forse Gary ti intimidisce un po’, ma mio nipote ha un cuore d’oro … -
- Oh, va bene … -
- Comunque l’esperimento inizierà tra un’ora circa … c’è stato un guasto al macchinario e ho dovuto chiamare il tecnico per farlo riparare … se vuoi puoi aspettare qui o, in alternativa, andare a fare un giro, se ti annoi! -
- Ah … ehm … in realtà stavo pensando che per l’euforia non ho fatto colazione, quindi credo proprio che rimedierò! -
- Va bene. A dopo, Lea! -
 
La ragazza di Brock si avviò verso una caffetteria non molto distante dall’abitazione della famiglia Oak.
 
La contentezza era calata a picco.
 
- Che disdetta … Gary Oak … uno dei miei principali rivali, in pratica … se non il primo … - Entrata nel locale, Lea incontrò Meredith, che percepì la sua presenza. Come al solito la bionda attirava l’attenzione di chiunque le passasse accanto.
- Ehilà, Lea! -
- Oh … Meredith … la sorella di Harrison … ciao! -
- Sono arrivata proprio in questo istante, facciamo colazione assieme? - Domandò Meredith, col suo solito fare civettuolo.
- Certo, anche io devo mangiare. - Lea sorrise lievemente.
- Beh, sediamoci allora! - Occupati i posti, Lea puntò il proprio sguardo verso il basso: il suo malumore era evidente.
- Mh? Qualcosa non va? - Chiese innocentemente Meredith.
- Oh … beh, più o meno … sono un po’scossa … -
- Come mai? Hai litigato con Brock? - 
- Oh! No. Brock non c’entra … -
- Allora cos’è successo? Scusa se sono impicciona, ma hai un aspetto davvero malandato! Una ragazza così carina dovrebbe avere il sorriso stampato in faccia … due cornetti e due cappuccini, grazie! - Esclamò Meredith, decidendo anche per Lea. - Scusa il mio autoritarismo, ma sei troppo smunta. Hai bisogno di energie. Comunque, esponimi il tuo problema, cercherò di aiutarti. -
Lea fu colpita dalla disponibilità di Meredith; a primo impatto l’aveva classificata come una “ snob “: - Beh … sono andata dal professor Oak per chiedergli di diventare la sua assistente … ha accettato, ma a quanto pare per un po’ di tempo dovrò sottostare alle dipendenze del nipote … e … insomma … non sono tanto contenta per questo … avrei voluto collaborare col professore sin dall’inizio … - Spiegò Lea gesticolando nervosamente. 
- Nipote? Intendi quel disgraziato di Gary Oak? - Chiese Meredith ridendo cinicamente.
- Sì, proprio lui … -
- Come non capirti … - Commentò Meredith, osservando attentamente Lea, leggermente intimorita da quello sguardo perso.
- Tu … tu lo conosci? -
- Non esattamente. - Rispose Meredith. - L’unica volta che gli ho parlato, mi ha praticamente offeso, comportandosi da autentico cafone! E dire che non avevo detto chissà che … è solo un esaltato … -
- Io l’ho sempre immaginato così! - Aggiunse Lea, contenta che anche Meredith provasse disprezzo per Gary.
- E’ successo la sera dell’incidente delle buche, poco prima che tu e Brock veniste a casa del professore … mi sono pentita di non avergli risposto … nessun ragazzo dovrebbe rivolgersi in maniera così scortese a una donna … e dire che, a quanto pare, riscuote parecchio successo … -
- Non è brutto, ma … è  antipatico. -
- Decisamente. Fra l’altro, io lo detesto anche per altri motivi … -
- Quali? - Questa volta fu Lea a porre una domanda scottante.
Meredith contrasse i muscoli della bocca: - Diciamo che sta distruggendo mio fratello Harrison. - 
- Oh … il ragazzo di Emy. -
- Così pare. -
- Ma … non capisco … -
- Vedi, Lea. Purtroppo ci si innamora sempre delle persone sbagliate. Mio fratello dovrebbe lasciar perdere quella strega di fidanzata che si ritrova! -
- Ah … Emy non ti piace? -
- No! -
- Ehm … domanda stupida. -
- Non preoccuparti, la cosa è reciproca. - Sorrise Meredith. - Emy può lasciare Harrison quando vuole, questo è poco ma sicuro … ma non la passerà liscia! -
- Oh … che intendi fare? -
Meredith rise maleficamente: - Beh, tanto per cominciare … può dimenticare il suo nuovo principe azzurro. -
- Ga … Gary? -
- Sì. Non permetterò che quei due inizino a fare i piccioncini davanti a mio fratello! A costo di mettermi in mezzo! A costo di diventare la nuova ragazza di Gary. -
- Ma è assurdo! - Esclamò la fidanzata di Brock.
- Il fine giustifica i mezzi, cara e piccola Lea. -
- Oh … -
- Ti prego … - Meredith le spostò una ciocca dietro l’orecchio. - Non sottovalutarmi. Detesti Gary, vero? Allora perché non ci alleiamo? -
- Ma, Meredith … mi sembra davvero scorretto … -
L’espressione di Meredith divenne severa:
- Vuoi o non vuoi diventare l’unica assistente di Samuel Oak? -
- Ecco … io … -
 
 
 
 
 
Nello stesso momento, Harrison era a casa di Emy: seduto sul divano, si godeva un telefilm in tv.
 
- Sono a casa! - Kristie s’introdusse nell’abitazione piuttosto freneticamente. Indossava l’uniforme scolastica e aveva una cartella con sé.
- Ehi! - Harrison si rivolse verso di lei. - Com’è andata l’ultima interrogazione? -
- Benissimo! - Esclamò Kristie raggiante. - Finalmente sono libera! Che serenità! - La giovane, dopo aver gettato il porta-libri a terra, si sdraiò sullo stesso appoggio di Harrison.
- Sono contento per te. Ah, se hai ancora bisogno di qualche aiuto in matematica, non esitare a chiedere! - Harrison le sorrise radiosamente.
- Grazie davvero, Harrison. Se tu non mi avessi aiutato, non so come avrei fatto … probabilmente la mia A sarebbe una D a quest’ora! Non sapevo fossi così bravo nelle materie scientifiche … - Commentò Kristie, osservandolo dal basso.
- Invece sono molto portato, mi hanno sempre appassionato! -
- Wow, che scoperta! Beh, ho sempre pensato che fossi un intelligentone, ma non fino a questo punto! -
- Ti ringrazio, Kristie! - Harrison rise fragorosamente.
- Novità? Ha chiamato qualcuno? - Domandò la ragazza.
- Nessuno … però sì, ci sono delle novità. La Lega si terrà a Vermillion city. -
- Oh? Vermillion city? Perché? - 
- Non lo so, Kristie … la notizia è stata diffusa stamattina … -
- Quindi … quindi ora dovrai trasferirti a Vermillion … - La delusione nella voce di Kristie era fin troppo evidente.
- No, non credo. -
 
Oh. Stupore!
 
- No? - Kristie era felice per quella risposta negativa, ma non ne capiva la motivazione.
- Teoricamente dovrei stare lì … saranno allestiti dei campus dove i partecipanti potranno allenarsi … ma non mi piace come idea! Se devo fortificarmi, preferisco farlo lontano da occhi indiscreti! -
- Credo che ci saranno le dovute protezioni … -
- Beh, sì … ma non si sa mai. -
- Però, sai … Vermillion city è una città stupenda! Probabilmente la più bella di Kanto! -
- Indubbiamente. - Rispose Harrison. - Ma preferisco restare qui, con te. -
 
Rivelazione!
 
- Eh? -
- Sì, insomma. Volevo ringraziarti. Ero molto giù nei giorni scorsi … a causa di Emy … però stando con te mi sono ripreso … certo, sono ancora dispiaciuto … ma … il pensiero di lasciarla non mi fa più male. Ho capito che non siamo fatti per stare insieme. -
- Harrison … -
- Ne sono ancora innamorato … ma non posso continuare a farmi travolgere dalle emozioni. I tuoi discorsi mi hanno reso una persona più razionale … mi hai migliorato. Grazie, Kristie. -
- Ma … figurati! - Rispose la ragazza con una buona dose d’imbarazzo.
- Comunque sono contento che ora tu non sia più stressata a causa degli esami. Visto che ho deciso di rimanere a Viridian city, qualche volta potremmo uscire a fare un giro, che ne dici? -
- Oh … certo … -
- Perfetto! - Harrison rivolse nuovamente la propria attenzione alla tv. - Ah, guarda questo telefilm, è fortissimo! -
- Sì … -
 
Kristie fissò l’apparecchio visivo in maniera assente: fu letteralmente travolta da un’ondata di beatitudine.
- Ciao, Brock! - Delia accolse il ragazzo in casa: quest’ultimo aveva deciso di uscire, dopo essere stato piantato in asso dalla ragazza.
- Salve! Ash è qui? -
- Certo, è in camera sua. Va’ pure! -
 
Brock raggiunse la camera dell’amico e aprì la porta senza bussare: Ash era al pc.
 
- Ehilà! -
- Ciao, Brock! Che sorpresa! - Esclamò Ash salutandolo con contentezza.
- Che si dice? E’ da qualche giorno che non ci vediamo. -
- Tutto bene … a te? -
- Tutto regolare. -
- Hai saputo della Lega? - Domandò Ash.
- Sì, si terrà a Vermillion city. Chissà perché! -
- Non ne ho idea … è una vera e propria scocciatura … avrei preferito rimanere a Pallet … - Mormorò Ash, continuando a navigare in internet.
- Vermillion city è una bellissima città, ricordi quando anni e anni fa sfidasti Lt. Surge? -
- E chi se lo scorda! - Sorrise Ash. - Chissà se è ancora capo palestra … vorrei proprio andare a salutarlo! -
- Certo che lo è, lo vidi alla Conferenza. -
- Inizialmente ebbi l’impressione che fosse un maniaco sessuale: ricordi che approccio assurdo ebbe con Misty? - Domandò Ash un po’ infastidito.
- Certo che sì! - Brock rise. - E dire che allora Misty aveva solo dieci anni. -
- Vero … ma era già stupenda. -
 
Brock sospirò: - Sei proprio innamorato, eh? -
- E’ difficile da spiegare, ma comunque … sì … -
- Sono felice per voi. E’ da anni che io ed Emy non facciamo altro che spronarvi, seppur implicitamente! -
- Sono stato un po’ tonto in passato. - Si giustificò Ash, portando una mano dietro la testa. - Ma adesso sono consapevole della fortuna che ho. -
- Tua madre lo sa? - Domandò Brock.
- No. Per il momento le uniche persone che ne sono a conoscenza siete tu ed Emy. Misty vuole mantenere il segreto per un po’, non so perché … -
- Ah, le donne! - Esclamò Brock.
- Comunque, cambiando argomento … mi stavo informando sui partecipanti alla Lega … a quanto pare ci sono pure Ritchie, Paul e Diapo … gli altri non li conosco … -
- Ci sono tutti i tuoi rivali, Ash. - 
- Sì … e saranno più forti che mai … durante questi giorni mi sono allenato duramente e continuerò a farlo fino a quando la Lega non inizierà … -
- Questo è lo spirito giusto! -
 
- Dove vai? - Chiese Misty, mentre osservava una Emy gironzolante in biancheria intima alla ricerca di indumenti da indossare.
- Da Tajiri. - Disse lei, prendendo dei jeans da un cassetto.
- Eh? E perché? Ti ho già detto tutto! -
- Sì, e ti ringrazio, ma c’è bisogno anche di interesse personale. In tutta onestà, ultimamente, mi sono fatta trascinare dai miei affari personali in maniera eccessiva. E’ il momento di comportarsi in maniera professionale. - Spiegò Emy, mentre indossava i jeans.
- Oh, sì, certo … capisco … -
- Tornerò per ora di pranzo. Oggi mangiamo fuori? Ho voglia di sushi! Ah, se vuoi procreare con Ash, hai il mio permesso! -
- Emy! - Misty arrossì: quanto poteva essere sfacciata la sua migliore amica? Era una domanda che si poneva spesso.
- Beh, direi che sono pronta. - Concluse Emy specchiandosi. - Ci vediamo più tardi! Piccolo appunto: se dovete fare sesso, solo nel tuo letto! Intese? -
- Ok … ciao! - Rispose Misty, ancora imbarazzata per le pesanti allusioni di Emy.
 
Emy raggiunse la sede in cui si era tenuta la Conferenza dei capi palestra: sapeva che Tajiri si trovava lì.
 
Ancora una volta, all’entrata, le chiesero un documento di riconoscimento: la cosa curiosa fu che il controllore era lo stesso dell’occasione precedente.
- Questo mi fa pensare che ho un aspetto molto comune! - Esclamò Emy, credendo che il signore non la ricordasse.
- Negativo, signorina. So benissimo chi è lei, ma sono costretto a eseguire questi controlli di routine con chiunque oltrepassi questa soglia. Anche con il signor Tajiri. - Controbatté lui, impassibile.
- Oh, capisco … mi perdoni, allora, non volevo dubitare di lei! -
 
L’uomo chinò leggermente la testa e lasciò libero il passaggio.
 
Emy si guardò attorno ma fu confusa da un numero indefinito di porte.
 
- Uhm … chissà se c’è una reception in questo posto … - Emy si sentiva spaesata: quella struttura era mastodontica, dispersiva e raggelante. Insomma, non trasmetteva sicurezza: durante la Conferenza il suo vuoto fu colmato da innumerevoli capi palestra e quindi l’atmosfera non risultò così angosciosa.
- Cerchi qualcuno, Emy Fox? -
 
La ragazza si voltò: che fortuna! Era proprio il signor Tajiri. L’uomo le sorrideva amabilmente.
 
- Oh, signor Tajiri! Salve! In realtà cercavo proprio lei! -
- Che coincidenza! - Rispose lui. - Vieni, andiamo nel mio ufficio. Sei stata previdente: ti avrei chiamato tra poco. -
 
La ragazza seguì l’uomo: l’ufficio non era molto lontano, anzi: era una delle prime porte a cui Emy aveva intenzione di bussare.
 
- Desideri un caffè? Un tea? Un bicchiere d’acqua? - Domandò Tajiri chiudendo la porta.
- No, grazie. - Rispose Emy, guardandosi attorno: quella stanza era colma di trofei.
- Accomodati pure. - Disse Tajiri, indicando una sedia posta vicino la cattedra.
 
Emy eseguì l’ordine. Quando anche Satoshi prese posto, la discussione iniziò:
 
- Dimmi Emy. Come posso aiutarti? - Chiese Tajiri intrecciando i pollici.
- Sono venuta a conoscenza dello spostamento relativo alla Lega … si terrà a Vermillion city, giusto? -
- Esattamente. Chiedo venia a te e agli altri. Avrei dovuto avvisarvi prima. -
- Si figuri. Ci sono altre novità? -
- Sono stati allestiti dei campus, lì. Sai anche questo, no? -
- Sì … mi chiedevo … mi chiedevo il perché … di questa scelta … -
- E’ una scelta strategica. Vermillion city è la punta di diamante di Kanto per quel che riguarda il turismo … insomma, la Lega doveva essere celebrata in un posto degno … Pallet Town è una ridente e carina cittadina, ma non all’altezza da ospitare un evento del genere. -
- Capisco … beh, su questo ha ragione. -
- Credo che tu sappia, Emy, che attorno alla Lega c’è un bel po’ di business. Insomma, non prendiamoci in giro: sappiamo tutti quanti sponsor sono stati adoperati per questa edizione … -
- Io non lo so, a dire il vero. Ma immagino che siano molti. -
- Davvero tanti. - Sorrise Tajiri soddisfatto. - Questa edizione farà faville. -
- Beh, grazie per le informazioni allora … volevo accertarmi personalmente di questi cambiamenti … -
- Hai fatto benissimo. D’altra parte sei il caposquadra dei Super Quattro. -
- Eh, sì … -
- Dimmi un po’, Emy. Conosci i tuoi colleghi? -
- Certo che sì! Anche se li ho incontrati molti anni fa … -
- Quando viaggiavi con Ketchum, eh? -
- Oh … sì … ma … lei come fa a saperlo? -
- So molte cose. - Satoshi rise. - Infatti, Emy, voglio parlarti anche di questo. Per favore, ascoltami. -
- Va bene. -
- So che tu e Ketchum avete viaggiato per anni. Ho raccolto molte informazioni su questo ragazzo: è davvero in gamba. Sembra che sia protetto da un’aura speciale … salta subito all’occhio! Gli hai fatto compagnia durante le avventure di Kanto e di Johto, dico bene? -
- Sì. - Emy non capiva dove Tajiri volesse arrivare.
- E’ in quell’occasione che hai conosciuto Raffaello, Angelo e Chiara. D’altra parte sono tutti e tre capi palestra di Johto. Come mai non hai continuato a viaggiare con Ketchum? -
- Beh, perché prima di partire per Johto avevo nuovamente interrotto la mia attività di capo palestra … in quel momento volevo viaggiare … così promisi a mio padre che una volta conclusasi la Conferenza Argento, sarei tornata a Viridian city … e infatti così è stato … da allora, per sette ininterrotti anni, non ho più smesso. -
- Molto ammirevole. Fra l’altro eri una bambina. Già all’epoca eri responsabile, complimenti. -
- Non tanto, a dire il vero … certo, ho rinunciato a una delle mie più grandi passioni per adempiere ai miei doveri … ma per tre anni la palestra di Viridian city è stata gestita da mia madre … -
- Alicia, altra grande allenatrice. -
- Sì, certo. -
- Girano molte informazioni su internet … voi dei Super Quattro siete delle vere e proprie star … e anche i partecipanti non sono da meno! -
- Beh, mi fa piacere che almeno girino notizie vere! - Rispose Emy ridendo leggermente.
- Bene … quindi tu e Ketchum siete grandi amici … fra l’altro con voi c’erano Misty e Brock, le riserve … -
- Esattamente. Comunque sì, io e Ketchum siamo amici, ma non migliori amici … insomma, gli voglio bene, ma ci rintuzziamo spesso. -
- Capisco. E dimmi. Cosa mi dici di Harrison, l’allenatore di Albanova? Lo conosci bene, vero? -
 
Gelo. 
 
- Oh … ehm … sì. - 
- In che rapporti sei con lui? L’hai conosciuto a Johto? E in che occasione? -
 
Emy si sentì in difficoltà. Tentennò per qualche istante, poi riprese a parlare:
 
- Mi scusi, signor Tajiri. Prima di rispondere a queste domande, vorrei capire perché sono così importanti. -
Satoshi la ignorò: - Harrison è il tuo ragazzo, vero? -
- Beh, questo non lo so. -
Tajiri rise: - Non lo sai? -
- No, perché è un periodo parecchio particolare per noi due. -
- In ogni caso, devo avvertirti Emy: non accetto che un partecipante alla Lega intrecci una relazione amorosa con uno dei Super Quattro. -
- Eh? -
- Hai sentito bene. -
- Ma … perché? -
- Perché non avrebbe senso combattere. Se tu dovessi scontrarti con Harrison, lo agevoleresti. Insomma, non possiamo svalutare il prestigio della Lega per delle bazzecole sentimentali. -
Emy si irrigidì: - Non sono bazzecole, signor Tajiri. E comunque, se proprio lo vuole sapere, io e Harrison ci stiamo lasciando. Ma anche se fossimo rimasti in buoni rapporti, io avrei combattuto normalmente con lui, a prescindere dalla nostra relazione. -
- Non tutti la pensano come te. - Rispose Tajiri, secco.
- Beh, per me è un’assurdità. Comunque non si preoccupi, davvero. Con Harrison è praticamente finita. E non credo che gli altri tre siano i fidanzati di qualche partecipante, no? -
- Dicono di no, ma dovrò informarmi, non si sa mai. E dovrai aiutarmi, in questo. -
- Eh? Aiutarla? -
- Sì. Se scoprirai che qualcuno dei Super Quattro o anche qualcuno delle riserve frequenta uno dei partecipanti, sarai obbligata a dirmelo. L’allenatore in questione sarà squalificato e gli verrà preclusa la possibilità di partecipare alle edizioni seguenti della Lega! E se verrò a scoprirlo senza che tu me lo dirai, rovinerò anche la tua carriera! -
- Signor Tajiri, sta decisamente esagerando. Amare qualcuno non è un crimine! E per favore! Non mi venga a parlare di prestigio quando la Lega non è altro che un pretesto per guadagnare! -
- Parla piano, signorina. Qua comando io. -
- Già, comanda lei. Ma le ricordo che sono una dei Super Quattro. Ho la coscienza pulita, lei non può licenziarmi senza una giusta causa! Quindi per il momento ha le mani legate! Il mio compito è quello di sfidare il vincitore della Lega … e basta! Di certo non m’intrometterò nella vita personale dei miei colleghi, né in quella dei partecipanti. Se è così intenzionato a spazzare via qualsivoglia relazione, anche se amichevole, tra i soggetti coinvolti nella Lega, lo faccia pure! Ma non mediante me! Si munisca di un’agenzia investigativa e, soprattutto, controlli il regolamento! Perché io l’ho studiato attentamente in questi giorni e non mi pare che ci siano divieti rivolti all’amore … con permesso! - Bruscamente, Emy si alzò e si diresse verso la porta per uscire.
- Hai un bel caratterino. - Disse Tajiri, ancora seduto sulla sua poltrona. - Ho trovato pane per i miei denti. -
- Io non so cosa vuole da me. Ma la prego, mi lasci fuori dai suoi giochi sporchi! E soprattutto, stia lontano da Harrison. Non le permetterò di discriminarlo. E’ un allenatore validissimo e ha tutte le carte in regola per vincere la Lega. Se lo faccia dire da me: sa, nonostante l’amore sia una bazzecola, con Harrison sono stata sette anni. - Emy aprì la porta e uscì, lasciando Satoshi Tajiri solo: la sua espressione era un misto tra l’attonito e il divertito.
- A quanto pare ci sarà da divertirsi … - Mormorò tra sé e sé l’uomo.
 
 
- Che uomo viscido! - Esclamò Emy, uscendo dalla struttura. Era rimasta molto turbata da quelle parole: avrebbe preferito rimanere in albergo. Anche se, probabilmente, Satoshi le avrebbe fatto quel discorso in un’altra occasione.
 
Mentre camminava con passo deciso, Emy s’imbatté in Gary.
 
Che coincidenza … ormai tutte le volte che usciva, lo incontrava!
 
Che il destino si divertisse?
 
- Oh, ciao. - Gary salutò la ragazza, una volta accortosi della sua presenza.
- Ciao. - Rispose lei freddamente, bypassandolo con molta nonchalance.
- E’ successo qualcosa? - Domandò Gary, che nel frattempo si era fermato.
- Nulla che possa interessarti. -  Emy era a dir poco velenosa.
Gary sospirò: - M’interessa eccome se riguarda te. Sei troppo nervosa ultimamente. -
- Ah, non sapevo t’interessasse di me! E’ davvero una scoperta! -
- Che vuoi dire? Ti ho forse fatto un torto? - Domandò Gary leggermente irritato.
- Beh, è da giorni che mi eviti! Vorrei capire perché. -
- Sono arrabbiato con te, Emy. -
- Questo l’avevo capito. -
- Non mi è affatto piaciuto il tuo comportamento, quella sera … -
- Gary, per favore, non ho voglia di litigare. Comunque io mi comporto come mi pare, non devo dar conto ad alcuno … o sbaglio? -
- No, non sbagli. -
- Insomma, non riesco proprio a comprendere cosa ti abbia dato fastidio! Ero nervosa perché avrei dovuto lasciare Harrison e non avevo la minima idea di cosa dirgli … -
- Lascia perdere … - Commentò Gary spazientito.
- Ma insomma, Gary! Se dobbiamo discutere, tanto vale farlo da persone adulte! -
- Non ora, scusa ma non ne ho voglia. Qua, quella che dovrebbe essere più matura, sei tu. Ti dico la mia opinione: non sei gentile con le persone che ti trattano bene e che ti amano. Questo non mi piace! Sei arrogante ed egoista … in quel momento hai pensato solo a correre da Harrison per risolvere una questione tua … senza minimamente pensare agli altri che si preoccupavano per te a causa del tuo strano atteggiamento … mi hai deluso … -
- Ma … Gary! -
- Devo andare adesso … ciao. -
Gary si allontanò senza troppe cerimonie.
 
- Ma che tipo! - Esclamò Emy. - Non sta bene con la testa?! -
 
- Emy! - Chi era stavolta?
 
- Agata? - Emy osservò sua sorella che correva in maniera frenetica: - Presto, la mamma si è sentita male! E’ in ospedale! - Urlò Agata disperata.
- Eeeeeh?! Che è successo?! -
- Non lo so, è svenuta! Presto, vieni! -
- Cosa?! - Domandò Gary, che era ancora nei paraggi.
 
I tre iniziarono a correre nella stessa direzione.
 
Che giornata orribile si era prospettata.

Continua ... 

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Capitolo 18
*** Un nuovo arrivo. ***


Nota dell’autrice - Eccoci di nuovo qui! Due avvertimenti: il seguente capitolo è piuttosto striminzito; questa maledetta sessione autunnale è finalmente terminata e gli esami sono andati molto bene! Ora posso godermi un po’ di relax! *_* Il tanto agognato dolce far nulla, aaaah, che felicità! Comunque, dicevo … questo capitolo è stato parecchio sofferto, perché elaborato tra uno sclero e l’altro: non avete idea di quanto sono nevrotica mentre sono sotto esame! E’ per questo che ho deciso di lasciarlo così com’è. Seconda precisazione: avrete notato che fino ad ora ho dato ampio spazio al personaggio di Emy: come sapete deriva dalla mia fantasia e per questo è più svantaggiato rispetto agli altri. Avevo quindi pensato di evidenziare la sua presenza in modo tale da rendere chiara la sua personalità e spero di esserci riuscita! Detto questo, dal prossimo capitolo in poi, verrà mostrata maggiore attenzione sugli altri protagonisti. ^^ Un’ultima cosa: credo che i vecchissimi fan dell’anime si ricordino del dottor Proctor! XD Quella puntata mi ha fatto sbellicare! Se il nome non vi dice nulla, cercate l’episodio in streaming: “ Una mela di troppo! “
Buona lettura! ^________^
 
Emy, Gary e Agata, vittime di una terribile preoccupazione, salirono sul primo taxi della fila presente su una delle strade principali di Pallet Town e si diressero verso l’ospedale.
 
In poco tempo raggiunsero la modesta struttura sanitaria: a primo impatto dava l’idea di essere un grande appartamento, se non fosse stato per l’imponente scritta e per la ben evidente croce rossa.
 
Entrati, Emy si rivolse a un infermiere: sembrava impegnato a consultare dei fogli che aveva tra le mani. La ragazza chiese di sua madre, Alicia Fox, e l’uomo le indicò una stanza, dicendole che avrebbe dovuto aspettare il dottore.
 
L’attesa era snervante: i ragazzi erano lì da circa mezzora.
 
- Ho avvertito Kristie. - Disse Agata, seduta su una di quelle sedie poste in successione tipiche degli ospedali. - Sarà a Pallet il prima possibile. -
Emy, appoggiata al muro, non rispose: la sua espressione era fin troppo eloquente. 
- Il dottore! - Esclamò Gary, vedendo un uomo col camice uscire dalla stanza dove c’era Alicia: lui e Agata si alzarono di scatto.
- Oh, siete voi i parenti della signora Fox? - Chiese l’uomo. Era molto giovane e attraente.
- Ma lei … - Emy riconobbe il medico. L’aveva incontrato parecchi anni prima. - Proctor! Dottor Proctor! -
- Uh? Ci conosciamo signorina? Oh … accidenti … - L’uomo era chiaramente rapito dall’aspetto fisico della capo palestra di Viridian city. - Sei Emy Fox … dei Super Quattro! -
- Sì, sono io! Non si ricorda di me? Ci siamo incontrati tanti anni fa! Io e i miei amici l’abbiamo aiutata a curare dei pokémon! -
- Ma certo! - L’uomo rise. - Come dimenticare quell’episodio! Come sta la tua amica? Molto carina anche lei! -
- Insomma, dottore! - Intervenne Agata. - Ci dia notizie di nostra madre! -
- Un’altra graziosa fanciulla … - Commentò il professionista divertito. - Non preoccupatevi, sta bene. -
- Sia ringraziato il cielo … - Mormorò Agata, sedendosi di nuovo.
- Ma allora cos’è successo? Un calo di zuccheri? Un abbassamento di pressione? - Domandò Gary.
- Infatti … è svenuta all’improvviso … nei giorni scorsi è stata bene … - Aggiunse Emy.
- Ragazzi. - Iniziò il dottore. - E’ una notizia un po’ delicata da comunicare. -
- Cioè? - Domandarono Emy, Gary e Agata con una divorante curiosità.
- Vostra madre è alla settima settimana di gravidanza. -
 
 
- Siamo quasi arrivati a Pallet! - Harrison, alla guida della macchina nera di Alicia, non esitò a schiacciare l’acceleratore. - Tranquilla, Kristie. Andrà tutto bene! -
Al suo fianco c’era la secondogenita di Rupert: - Lo spero, Harrison. Sono davvero in pena … -
- Ancora un po’ di pazienza. Cinque minuti e saremo da tua madre. -
 
Harrison era eccellente nel mantenere le promesse: in pochi minuti i due ragazzi si trovarono nelle vicinanze dell’ospedale. 
 
- Parcheggio e scendiamo. - Aggiunse Harrison, mentre calcolava le misure per posizionare l’autovettura tra altre due.
- Sì … - Rispose Kristie con un filo di voce.
- Dai, andiamo! - Esclamò Harrison, spegnendo il motore e tirando il freno di stazionamento.
 
Per il biondino e la sua amica non fu difficile trovare Emy, Gary e Agata, dato che erano vicini all’ingresso.
 
- Guarda, stanno parlando con un medico! - Disse Harrison, notando la presenza del dottor Proctor.
- Sì, andiamo ad ascoltare cosa dice! - Concluse Kristie.
 
- Ehi! - Esclamò Agata. - Ci sono Kristie e Harrison. -
- Uh? - Emy si voltò improvvisamente: non aveva fatto caso a loro, era troppo assorbita dalle parole di Proctor.
- Ciao! - Disse Kristie con fare frettoloso. - Dov’è la mamma? -
- Oh, un altro membro della famiglia … che adorabile ragazza! - Il dottore apprezzò, come al solito.
- Prego? - Kristie arrossì.
- Tranquilla, piccola. Tua madre sta bene. - Il dottore, poi, si rivolse a Harrison: - Scusate, ma quanti figli siete? -
- Credo che ci sia stato un equivoco, Proctor! La signora Fox ha solo tre figlie e sono Emy, Kristie e Agata! - Rettificò Gary.
- Oh, che sciocco. Pensavo che foste tutti consanguinei. Beh, ti correggo, ragazzo: tra poco la famiglia si allargherà ulteriormente! - Esclamò il dottore.
- Come sarebbe a dire? - Domandarono Harrison e Kristie, completamente attoniti.
- La signora Fox è in dolce attesa. E’ alla settima settimana di gravidanza. Ho comunicato il lieto evento alle tue sorelle pochi minuti fa. -
- Mamma … mamma è incinta? - Kristie si rivolse alle sorelle.
- A quanto pare sì. - Affermò Emy sospirando. - Chi l’avrebbe mai detto? -
- Ragazze, perché vi meravigliate così tanto? Vostra madre è molto giovane. - Intervenne il medico.
- Sì, è vero … ma sa, non credevamo che volesse un altro figlio … io sono l’ultima di casa e ho sedici anni … - Mormorò Agata.
- Non è detto che l’abbia voluto. Può essere il solito incidente di percorso … - Ridacchiò il dottor Proctor.
- Potremmo parlare con nostra madre, per favore? - Chiese Kristie con determinazione.
- Attualmente è impossibile, è ancora convalescente, ma si rimetterà presto. - Ribatté il medico.
- Va bene … - Concluse Kristie.
- Ma cosa è saltato in mente a mamma e a papà?! - Disse Emy con un filo di rabbia.
- Dovrebbe essere una bella notizia, perché ti agiti tanto? - Chiese Harrison, affrontando la caposquadra dei Super Quattro.
 - Tu cosa ci fai qui? - Emy rispose con un’altra domanda.
- Stai scherzando? Sai bene quanto voglio bene ad Alicia, è una seconda madre per me. E poi, credevi che avrei lasciato Kristie da sola? -
- Devo dire che sei diventato davvero premuroso, Harrison! -
- E’ una dote che mi appartiene … sono premuroso anche con le persone che non lo meritano … figuriamoci con quelle che sono degne di essere trattate in un certo modo. -
- Harrison! - Esclamò Kristie. - Per favore, non litigate! Non qui, non ora! -
- Sono d’accordo con … Kristie, giusto? Ma insomma, quanti anni avete? - Proctor ammonì Emy e Harrison.
- Scusi … - Dissero Emy e Harrison all’unisono.
- Bravi! Mostrate maturità … comunque … vostro padre dov’è? - Chiese il medico.
- Non lo sappiamo! - Esclamarono le tre sorelle in maniera esasperata.
- Non lo sapete? - Domandò Gary. - O è a Viridian city o è a Pallet! -
- E’ molto difficile rintracciarlo … - Commentò Emy.
- Chiamatelo! - Ordinò Harrison. - Altrimenti lo farò io. Non credo che Rupert ne sia al corrente. -
- Rupert … oh! Vostro padre è Rupert Fox! E’ un medico che cura i pokémon! - Aggiunse il dottor Proctor. 
- Sì, proprio lui. Ha il diritto di essere avvertito. - Disse Harrison, digitando un numero sulla tastiera del proprio cellulare.
- Harrison, non preoccuparti. - Aggiunse Emy. - E’ compito nostro … -
- Oh, se preferisci così, va bene … - Concluse il biondo.
- Ragazzi, io non devo dirvi altro. Potrete parlare con Alicia tra circa un’ora. In ogni caso sono qui in giro, se avete bisogno di aiuto, non esitate a chiamarmi! - Proctor si allontanò, rassicurandoli.
- Beh, tanto vale attendere … - Disse Kristie sedendosi.
- Già. - A seguirla furono Gary e Agata. Emy e Harrison rimasero in piedi.
- Senti, ti dispiace se usciamo? Dovrei parlarti. - Disse Harrison rivolgendosi a Emy.
- Oh, certo. Torniamo subito. - Emy avvertì le sorelle e Gary: quest’ultimo sembrava parecchio preoccupato.
 
All’uscita, Harrison e Emy si sedettero su dei gradini piuttosto malconci.
 
- Non mi convincono molto … - Iniziò Emy, scrutandoli attentamente.
- Possiamo spostarci, se vuoi. - Propose Harrison.
- No, qui va benissimo. -
- Perfetto … ascolta, Emy. Scusa se vado subito al sodo, ma … devo porti una domanda diretta. -
- Dimmi pure. -
- Che intenzioni hai con me? -
- Certo che quando vuoi, sai essere davvero deciso. -
- Sai benissimo che lo sono sempre. Allora? -
- Harrison, sarò trasparente anche io … credo che sia finita … -
- Credi? - Il ragazzo si lasciò sfuggire una piccola risata.
- Beh … devo ascoltare anche te … qual è la tua opinione in merito? -
-  Anche se parlassi, tu non cambieresti idea, no? -
- No … però … vorrei discuterne, ecco tutto. -
- E’ il momento ideale. Comunque, Emy, le tue intenzioni mi sono chiare già da parecchio tempo. Ciò nonostante, ci sono ancora molti enigmi che non riesco a risolvere … -
- Enigmi? -
- Sì … accetto e rispetto la tua scelta … ma vorrei sapere perché non mi ami più. -
 
Il tono di Harrison era così candido e disarmante che Emy si sentì morire dentro.
 
- Harrison … io sono ancora molto confusa. Anche se fossi disposta a mettere una mano sul fuoco circa i miei sentimenti per te, sarebbe comunque difficile continuare questa relazione … mi sei mancato molto in questi anni … ne ho sofferto. -
- Come immaginavo. - Sospirò l’allenatore di Albanova. - Hai tutte le buone ragioni per terminare questo percorso … -
- Spero di essere stata esauriente. -
- Sì, ma ci sono altre domande che vorrei porti. -
- Spara. -
- E’ anche per Gary? -
 
Shock.
 
- Assolutamente no. - Emy stessa si stupì della freddezza della propria risposta. 
- Oh … va bene … - Harrison rimase deluso da quel no secco. Probabilmente si era sbagliato sul conto del giovane ricercatore.
- C’è altro che vuoi sapere? - Domandò Emy, apparentemente calma, mentre fissava il vuoto.
- No … è tutto apposto. Però … ecco … io devo dirti delle cose … -
- Uh? -
- Oh, niente di grave, eh. Ora come ora non posso cambiare la realtà … e mi sta bene, davvero bene! Il punto è che se non ti dicessi queste cose … i rimpianti mi assalirebbero … -
- Dimmi … -
- Era da un po’ che avevo capito che non stavi bene … ma sono stato un codardo … non ero in grado di ammetterlo nemmeno a me stesso … è andata come è andata, quindi me lo merito … ma sappi che … se tu avessi continuato ad essere serena o se, quanto meno, avessi finto di esserlo … io ti avrei chiesto di sposarmi. -
 
Cavoli.
 
Nella mente di Emy si materializzò una sola parola: matrimonio!
 
- Harrison, ma … -
Il ragazzo la interruppe: - Scusa, non voglio che tu ti faccia alcuna paranoia … ma dovevo dirtelo. Io sono ancora molto innamorato di te … ma è un sentimento che, ora, non avrebbe senso nel contesto in cui ci troviamo … attualmente le nostre strade sono destinate a separarsi … è un momento in cui dobbiamo concentrarci su noi stessi: tu sei una delle allenatrici più forti del mondo e la tua affermazione in questo campo è sempre più crescente … io … ho finalmente la possibilità di realizzare il mio sogno! - Harrison terminò la frase, guardando intensamente la sua ormai ex fidanzata. - Capisci cosa intendo? -
- Harrison … - Mormorò Emy.
- Ah! C’è dell’altro. Ti ho detto che sono innamorato di te … quindi non riesco ancora a guardare il mondo in maniera razionale! Però c’è una parte di  me che mi sta spingendo in una certa direzione … una direzione che mi rende felice e che fa scomparire la mia depressione! Almeno per qualche istante … ora è presto per pensare a una nuova compagna, ma … chissà. -
 
Quelle parole ferirono terribilmente Emy.
Cosa stava cercando di comunicare Harrison utilizzando quel linguaggio elaborato?
Che già aveva trovato un’altra?
 
- Qualunque decisione prenderai, io sarò felice per te. - Affermò Emy con voce flebile: il suo capo era chinato. Temeva di scoppiare a piangere da un momento all’altro.
- Lo stesso vale per me. Sono sicuro che troverai qualcuno che sarà in grado di darti quello di cui io ti ho privato … -
- Tu non mi hai privato proprio di un bel niente … sono state le circostanze a farlo … è ben diverso … -
- Ciò che conta è l’esito, Emy. -
- Sì … hai ragione … -
 
I due si alzarono contemporaneamente e ne rimasero stupiti: era evidente che entrambi avevano compreso che la fine della conversazione (e della relazione) era giunta.
 
- Adesso … in che rapporti saremo? - Domandò Emy.
- Io non voglio litigare con te. Però, per il momento, preferisco starmene in disparte … -
- Sì … è comprensibile. - Emy sorrise amaramente.
- Oggi voglio salutare Alicia … e farle gli auguri … sono davvero contento per voi … spero che questa volta sarà un fratellino! -
- Già … -
- Poi mi allenerò duramente … ci vedremo direttamente alla Lega. -
- Sì … scusa, Harrison … ho ricordato che devo sbrigare un affare urgente … tornerò da mia madre più tardi … ci … ci salutiamo qui? -
- Oh … va bene … è qualcosa di grave? -
- No, assolutamente. - La voce di Emy diventava sempre più grave.
- Emy … - Mormorò lui, più serio che mai.
- Sì? -
- Sappi … sappi che non dimenticherò mai questi sette anni trascorsi insieme a te … è stato il periodo più bello della mia vita, nonostante non ce lo siamo goduto a dovere … se io sono quello che sono, lo devo soprattutto a te. Grazie. -
- Lo stesso vale per me … ci …ci vediamo alla Lega, Harrison. -
 
Fu un attimo: Emy era tranquillamente paragonabile a una velocista; e in quell’occasione, forse, avrebbe potuto stabilire qualche importante record.
 
- Harrison … grazie di tutto … - Mormorò, tra una lacrima e l’altra, mentre sforbiciava impetuosamente le gambe.
 
Harrison si rese conto della situazione: era finita. Definitivamente e ufficialmente.
Fissò il terreno per qualche minuto: sarebbe riuscito a cancellare totalmente l’immagine di Emy dalla propria mente?
 
- Allora? - A interrompere i suoi pensieri fu Gary, concretizzatosi dal nulla.
Harrison sorrise; in quel momento non riusciva a provare rancore nei confronti del castano … d’altra parte perché avrebbe dovuto? Non era accaduto alcunché tra lui ed Emy, stando alle parole della ragazza.
- E’ finita. - Rispose Harrison. - Forse è meglio così. -
- Se lo dici tu … - Aggiunse Gary.
- Senti. - Iniziò Harrison, voltandosi verso il nipote di Oak. - Prenditi cura di lei. -
- Eh? - Gary si aspettava di tutto, ma non una risposta simile!
Harrison gli poggiò una mano sulla spalla: - Scusa, sono ancora un po’ scioccato. Comprendimi. Vado a salutare Alicia, poi torno a Viridian city. -

Continua ... 

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Capitolo 19
*** Incontri anticipati. ***


Nota dell’autrice - Salve a tutti! Come va? A me abbastanza bene! In questi giorni ho riposato e ieri ho iniziato nuovamente a studiare … che tristezza! Fortunatamente mancano ancora vari mesi per i prossimi esami, quindi posso dedicarmi maggiormente ai miei interessi, tra cui la scrittura! Questa volta sono stata davvero veloce! Prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che, costantemente, commentano la mia fan fiction! Grazie, grazie, grazie! E’ per merito vostro che mi sento stimolata a scrivere e a creare nuovi intrecci che potrebbero stupirvi … se nessuno recensisse, ammetto che un po’ sarei dispiaciuta! Ma è normale, no? Preferisco pareri negativi all’indifferenza, anche perché adoro confrontarmi con gli altri! Fra l’altro ho notato che sempre più persone seguono la mia storia e la inseriscono tra le preferite … ringrazio anche voi! Prometto che farò sempre del mio meglio! Dunque, questo capitolo è molto importante: ho inserito nuovi personaggi (e credo che alcuni di voi gradiranno XD) e un colpo di scena che potrebbe lasciarvi di stucco! U_U Ok, meglio non esagerare, non vorrei riempirvi di aspettative e poi lasciarvi delusi! XD Quindi, d’ora in poi starò zitta, cosa che mi risulta piuttosto difficile visto che sono parecchio loquace! XD A proposito di pokémon, a quanto pare N apparirà nell’anime! :O E non so dove ho letto che vogliono arrivare fino alla settima generazione! Secondo me vogliono raggiungere la quota di mille pokémon … e dire che all’inizio erano solo 151! Mah, è ancora tutto da vedere! Un’ultima cosa: chiedo scusa per eventuali errori! Ultimamente mi trovo a rileggere i capitoli di questa fan fiction e mi rendo di fare un sacco di errori di distrazione! E’ per questo che li correggerò! Alcuni sono davvero assurdi, ma dove ho la testa? XD In ogni caso, se doveste notarli, ditemelo! Provvederò quanto prima! Poi, n'ultimissimissima cosa (giuro)! xD Ho pubblicato una flashfic, andate a darle un'occhiata se vi va! ^^ Buona lettura!
 
- Mamma, come ti senti? -
 
Trascorsero diversi giorni.
 
Che Alicia avesse iniziato il periodo di gestazione era cosa ormai nota e tutti erano molto contenti per lei; sfortunatamente la donna aveva da sempre sofferto di anemia e quindi era stata costretta a rimanere in ospedale oltre il tempo necessario.
 
- Tesoro, che bello vederti! - La donna sembrò meno pallida quando si accorse della presenza della figlia Agata.
- Scusa se ieri non sono venuta con Emy, ma a casa di Ash ho trovato Vera e Drew … mi hanno fatto una sorpresa … hanno saputo di te e sono davvero felicissimi … - Disse Agata.
- Vera, Drew! Come stanno? E’ da tanto che non li vedo … come mai sono a Pallet? Immagino per incoraggiare Ash … possono venire a trovarmi quando vogliono. Non ho ancora avuto modo di complimentarmi con quei due ragazzi … stanno così bene insieme … - Continuò la donna.
- Riferirò! - Esclamò Agata.
- Signora Fox. - Un’infermiera subentrò nella conversazione, seppur con discrezione. - Ha visite! -
- Oh, chi sarà mai? - Domandò la donna.
- Figlia! - Come era potuto mancare fino a quel momento? Blain! 
- Papà! - Esclamò Alicia con contentezza. - Pensavo non venissi più! -
- Impossibile! Non potevo lasciarti sola in un momento così delicato! Quindi hai deciso di sfornare un altro nipotino, eh? Brava! -
- Sei sempre il solito, nonno! - Esclamò Agata, ridendo divertita.
- Ehi! Sono solo al settimo cielo! E speriamo che sia maschio, stavolta! -
- Smettila di gufare … sei il solito bisbetico, antipatico, ridicolo vecchiardo! - A intervenire, questa volta, fu una donna: anziana, ma molto bella. Possedeva un fascino peculiare che la contraddistingueva dalle altre; nonostante i capelli grigi, la sua alterigia sembrava non conoscere limiti.
- Ciao, nonna! - Esclamò Agata.
- Ciao, tesoro. Diventi sempre più bella. - Rispose la donna, accarezzando i capelli della ragazza. Si rivolse poi ad Alicia: - Va tutto bene? -
- Ora che siete qui, sì! - Disse lei sorridendo. 
- Sappi che puoi contare su di noi. - Aggiunse la donna.
- Grazie, mamma … - Concluse la gestante.
- Non mi escludete! Cloe, come ti permetti di rivolgerti in questo modo a me, tuo marito? - Protestò Blain.
- Taci, stupido! - Esclamò la donna in maniera acida. - Tuo padre più diventa vecchio e più diventa irritante! -
Alicia sorrise: - Dai, smettete di litigare. Almeno oggi! Ho un mal di testa atroce … -
- Oh, scusami. Capito Blain? Sta’ zitto! - Ordinò l’anziana.
- Guarda che fino ad ora sei stata tu a sbraitare! - Ribatté l’uomo.
Agata guardò la madre: entrambe risero. Quei due non erano cambiati.
 
 
 
- Buongiorno! - Nello stesso momento, Misty aveva raggiunto la casa di Ash: in quell’istante il ragazzo era solo.
- Ciao, Misty! - Ash, aperta la porta, fece capolino e guardò prima a destra e poi a sinistra; con molta attenzione, trascinò letteralmente la ragazza in casa; poi la baciò.
- Avevo dimenticato cosa significasse baciarti, sai? - Disse Misty divertita, dopo essersi staccata dal suo amato.
- Io no … - Ash strinse a sé la rossa. - Hai saputo di Alicia? E’ incinta! -
- Certo che sì! Che sorpresa … quando Emy me l’ha detto, non ci credevo! - Esclamò Misty sedendosi sul divano; la ragazza fece cenno ad Ash di collocarsi accanto a lei.
- Poverina, però! Quando sono andato da lei in ospedale, era piuttosto malmessa … - Commentò Ash, abbracciando la capo palestra di Cerulean.
- Già … infatti Emy è molto preoccupata … non credevo che Alicia fosse così giovane … ha avuto la sua prima figlia a diciassette anni … -
- Addirittura?! - Domandò Ash completamente stupito. 
- Già … sai, Alicia è una donna straordinaria: è simpatica, dolce e poi è molto comprensiva … Emy e le sorelle possono confidarsi liberamente con lei … quando in questi giorni sono andata a trovarla, abbiamo parlato molto … ah, a proposito! Mi ha fornito informazioni molto interessanti sulla Lega, ma credo che tu già le conosca, no? I telegiornali sicuramente ne hanno parlato … -
- No! Sono all’oscuro di tutto! - Esclamò Ash allarmato.
- Tranquillo! - Misty poggiò la propria testa sul petto del corvino. - E’ evidente che non è ancora arrivato il momento per comunicarlo … sintetizzo: si terranno degli incontri anticipati. -
- Incontri anticipati? - Ripeté Ash attonito: chissà se si era allenato abbastanza per fronteggiarli! In quel periodo la sua paura più grande era quella di non essere all’altezza dei suoi potenziali sfidanti; timore non del tutto infondato, visto che era ben consapevole di dover affrontare allenatori di  notevole qualità.
- Sì … saranno anche eliminatori. La Lega vera e propria si terrà tra due mesi; eppure Tajiri e company hanno avuto quest’idea all’ultimo minuto … mi chiedo perché … comunque dei cento partecipanti ne verranno eliminati dieci … -
- Dieci? Ma scusa, com’è possibile? -
- Non lo so, Ash. Probabilmente i gareggianti saranno sorteggiati … non posso garantirtelo con sicurezza! Sta di fatto che mi sembra una situazione parecchio strana! Eppure Satoshi Tajiri sembra così affidabile … qualche giorno fa Emy andò a parlare con lui … -
- Uh? Le ha detto qualcosa di rilevante? - Chiese Ash.
- Mistero! - Esclamò Misty esasperata. - Hanno parlato nel medesimo giorno in cui Alicia è stata ricoverata in ospedale … Emy era parecchio nervosa … inizialmente credevo fosse per la madre … ma poi … ho capito che la vera ragione era Satoshi. Emy era andata da lui per ottenere delucidazioni sulla questione di Vermillion city … ma non so bene come sia andata a finire … quando le ho chiesto come fosse andato l’incontro, è stata parecchio scortese con me … mi ha detto che non sarebbe andata mai più da Tajiri perché è un cafone. Ho cercato di estorcerle una risposta, ma invano … comunque, era davvero incavolata! Chissà che è successo … spero che Tajiri non sia un maniaco! Non ricordo dove, lessi qualcosa del genere … -
- Andiamo, non esagerare! Sai bene quanto Emy possa essere antipatica con chiunque, anche con il presidente della Lega! - Ash sminuì il discorso di Misty.
- Beh … spero che sia come dici tu. Sinceramente il comportamento di Emy è stato molto strano … solitamente parliamo, ci confidiamo … quando ho intavolato il discorso “ Tajiri “, si è alterata troppo! Qui gatta ci cova, secondo me … -
- Prova a parlarle quando si sarà calmata, vedrai che saprà risponderti. - Ash rassicurò Misty, dandole un bacio sulla fronte; poi si alzò per andare in cucina: - Mia madre sarà qui a momenti … - Il ragazzo sembrava dispiaciuto: non aveva tutti i torti; in presenza di altri, che non fossero Brock ed Emy, non poteva comportarsi in maniera naturale con Misty, dal momento che quest’ultima aveva espresso il desiderio di mantenere segreta la loro relazione.
- Ash, scusami … sai che sono parecchio titubante … non voglio … -
- Non preoccuparti, Misty. Anche io voglio procedere coi piedi di piombo. - Ash interruppe la rossa. - E poi hai ragione. E’ probabile che possano esserci problemi con la Lega. Sai, non mi stupisco più, ormai! Quindi, sarà meglio continuare così … in questi casi è meglio essere prudenti! - Il moro sorrise e Misty contraccambiò.
- Va bene … io aspetterò. - I due si abbracciarono per un’ultima volta, prima che Delia rincasasse.
 
 
 
- No, ti prego! Basta ramen! Non posso tollerarlo anche di mattina! - Kristie, appena svegliatasi, aveva assunto un’espressione terrorizzata nell’osservare che, anche alle nove del mattino, Harrison era ben disposto a divorare quei succulenti e appetitosi spaghetti: squisiti, senza dubbio; ma non quando lo stomaco non è ancora biologicamente preparato!
- Certo che tu non sei proprio una buona forchetta! - Harrison, tra un boccone e l’altro, rimproverò la sorella di Emy. - Credevo che fossi una fan sfegatata del ramen … -
- Lo sono, infatti! Ma mi è impossibile mangiare spaghetti … ora! - Ribatté lei.
- Ecco, vedi? Ho ragione io! -
- Ma smettila! - Kristie, che in mano aveva un cuscino, lanciò quest’ultimo verso il ragazzo, che divertito, ripeté il gesto. - Che mira scarsa! -
- Non credo proprio! - Kristie lo rincorse, mentre lui fuggiva dalla ragazza: durante quelle giornate scherzavano, giocavano e ridevano di continuo. Harrison e Kristie si conoscevano da anni, ma non avevano avuto modo di approfondire in maniera così netta il loro rapporto: durante quelle ore, trascorse in solitudine e in intimità, avevano compreso di avere molto in comune.
- Ehi, hai sentito? - Domandò Kristie, voltando la sua testa verso la tv.
- Cosa? - Harrison si arrestò.
- Stanno parlando della Lega … incontri anticipati o qualcosa del genere … -
- Ah sì. - Harrison sospirò. - Ho letto la notizia su un forum in internet ieri sera … a quanto pare non sono solo voci … che palle! -
- Perché hanno organizzato questi incontri? - Domandò Kristie. - Non era stato deciso tutto da principio? Che razza di disorganizzazione! -
- Sì, è molto strano … fra l’altro senza nemmeno un po’ di preavviso … si terranno tra pochi giorni … saranno eliminati dieci allenatori … mi chiedo in base a quale criterio verranno sorteggiate le persone che dovranno sfidarsi! -
- C’è qualcosa sotto, per caso? Mia sorella sarà sicuramente informata … -
Harrison sorrise: - Lascia stare, già ti ho spiegato come stanno le cose … -
- Avevate detto che volevate mantenere rapporti civili, no? Perché non la chiami? E’ legittimo che tu sia preoccupato, Harrison! Molte volte anche i telegiornali toppano … secondo me dovresti consultarti con lei, sono sicura che sarà ben felice di aiutarti! -
- No, Kristie, davvero … non è il caso! Mi rendo conto che sta attraversando un periodo particolare e non voglio disturbarla … fra l’altro avevamo detto che ci saremmo rivisti alla Lega, possibilmente da sfidanti … se la contattassi, penserebbe che sono ancora innamorato di lei … beh, in parte è così, ma insomma … non voglio dar vita a fraintendimenti. Capisci cosa intendo, vero? -
- Sì, certo … - Rispose Kristie un po’ delusa. - Beh, sospettavo che non volessi rivederla a breve. Quindi se andrò a Pallet Town, non potrai accompagnarmi … -
- Certo che sì! - Harrison si affrettò a rassicurare Kristie. - Verrò con te tutte le volte che vorrai vedere tua madre. A proposito, come sta? -
- Bene … poco fa Agata mi ha inviato un sms … anche i nonni sono andati da lei … -
- Anche Cloe? - Domandò Harrison stupito.
- Sì, il nonno disse che a breve sarebbe venuta anche lei, ricordi? Ah, il nonno! Ultimamente è parecchio in contatto con Tajiri! Fa parte del team organizzativo della Lega! Potremmo chiedere a lui! -
- E’ una buona idea, Kristie … comunque ciò che è certo è che questi incontri anticipati si terranno … anche se conoscessimo il perché, non potrei di certo evitarli, se non con una buona dose di fortuna … probabilmente è solo un modo per mettere alla prova i partecipanti … e io sono disposto a tutto pur di vincere! -
- Bravo, è così che si fa! - Kristie incoraggiò il ragazzo: quest’ultimo le rivolse un sorriso radioso. Kristie non poté fare a meno di arrossire: aveva sempre avuto un debole per il biondino, ma aveva imparato a vivere nella rassegnazione più totale; mai e poi mai avrebbe immaginato che la coppia Harrison/Emy avrebbe potuto frantumarsi. E soprattutto non aveva ritenuto minimamente possibile che Harrison si sarebbe ripreso così presto! Certo, era ancora molto legato ad Emy e lo si notava … ma riusciva a sorridere e questo era già un gran traguardo! Sembrava che il vento soffiasse in favore della scolaretta …
- Dunque … dov’eravamo rimasti? - Chiese Harrison, che iniziò nuovamente a correre. Kristie non poté fare a meno di reggere il gioco.
 
 
 
- Due caffè, grazie! - Meredith e Lea si trovavano nello stesso bar in cui si erano incontrate qualche giorno prima. - Spero che ti piaccia, il caffè! - Esclamò Meredith.
- Oh … sì … abbastanza … - Aggiunse Lea, timorosa.
- Bene, prima di tutto ti ringrazio per essere venuta. - Disse Meredith, osservando le proprie mani: erano particolarmente lunghe e affusolate, come il resto del suo fisico. - Sei davvero convinta di voler intralciare Oak, Lea? -
- Ce … certo! - Esclamò la ragazza, cercando di mostrare sicurezza. - Non mi tirerò indietro, se è questo che vuoi dire. Sono disposta a tutto. -
- Mi stupisci, ragazzina! - Disse Meredith, sorseggiando il caffè che le avevano appena servito. - Credevo fossi molto più arrendevole e accondiscendente … invece dietro quel visino delicato si nasconde una donna d’acciaio! Sono fiera di te! -
- Ti ringrazio, Meredith … quando mi metto in testa una cosa, nessuno riesce più a toglierla … so che è scorretto comportarsi slealmente … ma stiamo parlando di Gary Oak, una persona che non ha dovuto sgomitare per arrivare dove è ora … quindi mi sento giustificata nell’agire in un certo modo! -
Meredith scoppiò a ridere: - Brava, bravissima, Lea! Ho sempre detto che bisogna temere le persone che a primo impatto sembrano buone, generose e innocenti … proprio come te! So che di mio fratello non te ne frega, però nel mirino abbiamo gli stessi soggetti … sono stata fortunata ad incontrarti! -
- Beh, non esattamente … Emy è una brava ragazza … non ce l’ho con lei … -
- Fa lo stesso. Sai perché sono venuta a Pallet? -
- Per la Lega? - Tentò Lea, credendo che quella domanda postale fosse retorica.
- Anche. - Sorrise Meredith. - Ma non è il motivo principale. Qualche settimana fa ho ricevuto una chiamata da mio fratello … era davvero disperato per quella sgualdrina! Mi disse che aveva capito che c’era qualcosa tra lei e Gary … io inizialmente non gli ho creduto! Poi, però, quando l’ho visto piangere … ho compreso che quella mezza calzetta faceva sul serio! Harrison mi ha chiesto esplicitamente di creare problemi … non è proprio da lui, si vede che è al limite … -
- Harrison ha davvero detto questo? - Chiese Lea totalmente stupita.
- Sì, e ripeto: non è da lui. E’ una persona molto leale, ma è ben consapevole del fatto che in guerra e in amore tutto è concesso! Sai, io potrò sembrarti una megera … ma non è così. Agisco in questo modo per proteggere le persone che amo. Mio fratello è la persona più importante per me. Siamo cresciuti insieme. Ho sofferto molto quando è partito per diventare un allenatore di pokémon. All’epoca ero una bambina … e sapevo bene che non avrei retto quella situazione … i miei genitori sono persone meravigliose, ma Harrison era una presenza fondamentale per me … fu così che decisi di partire anche io! Almeno avrei avuto più possibilità di incontrarlo! Credimi, da bambina non avevo mai sognato di diventare un’allenatrice di pokémon, ma poi così è stato. Solo per essere, in qualche modo, più vicina a Harrison … e anche per essere alla sua altezza! - Concluse Meredith, poggiando la tazzina sulla superficie del tavolo.
Lea la osservò a bocca aperta: non poteva credere che dietro tutta quella freddezza fossero celati sentimenti così profondi! 
- Con questo non voglio dire che sono pentita della strada che ho intrapreso, eh! Né ho intenzione di dipingermi quale una vittima … so bene di essere una cattiva persona, ma è la mia indole … per quanto molto spesso io agisca gratuitamente in maniera sbagliata, ci sono anche delle volte in cui penso che la mia cattiveria possa servire a qualcosa di buono … in questo caso proteggere Harrison … scusa per questi ragionamenti contorti! Raramente mi apro così con le persone … tu mi sembri davvero una brava ragazza … e un po’ mi sento colpevole di averti coinvolto in questa faccenda … ma quando sarà tutto finito, saremo più felici entrambe, no? -
- Sì … hai ragione … in fondo, agiamo a fin di bene … - Disse Lea.
- Bene! Dobbiamo programmare il nostro piano! Prima di tutto, non so se Harrison ed Emy si siano già lasciati … non sento mio fratello da giorni! Stamattina, però, mi ha inviato un sms … ha scritto che deve parlarmi! Io cercherò con tutte le mie forze di far cadere Gary Oak ai miei piedi … e credimi, so come si conquista un uomo, a differenza di quel maschiaccio … quando sarà una mia preda, senza via di scampo, lo convincerò a cederti il posto … o, almeno, a riservartene uno di fondamentale importanza! Sono una forza, vero? -
- Sì … non fa una piega questo piano, ma … io? Cosa devo fare? -
- Per ora nulla, Lea! Sai, stavo pensando che potrei mettere i bastoni tra le ruote a quei due anche senza far scendere in campo il mio fascino … un’altra mia specialità è quella di creare fraintendimenti tra le persone! Nel caso in cui riuscissi ad allontanarli in maniera così semplice … sarai tu a dover sedurre Gary! -
- Cosa?! Ma sei impazzita, Meredith?! - Lea alzò la voce al punto tale che gli altri presenti si voltarono nella sua direzione. - Ehm, scusate … - La giovane contrasse l’intero proprio corpo: sembrava ancora più piccola di quanto lo fosse realmente.
- Oh, capisco. Il problema è Brock, vero? Beh, tesoro, sai che ti dico? Mai fidanzarsi prima di raggiungere i propri obbiettivi! Potrebbe essere deleterio per qualsiasi relazione … se tieni davvero ai tuoi sogni, dovrai essere disposta a rinunciare a Brock! Credevo che un’arrivista come te fosse pronta a una perdita del genere … -
- Io non sono un’arrivista! - Replicò Lea. - E’ che mi sembra assurdo quello che stai dicendo! Perché mai dovrei rinunciare a Brock? E’ vero, non mi sono fatta scrupoli a collaborare con te per colpire una persona che non mi sta a genio … ma non puoi chiedermi di andare contro la persona che amo! E’ davvero troppo! Ho sbagliato a fidarmi di te! - Ancora una volta, Lea attirò l’attenzione delle altre persone.
- Ehi, calmati, Lea … se il piano non ti garba, possiamo idearne un altro … non c’è problema, davvero! Scusa, non ho tenuto conto dei tuoi sentimenti … sono stata una stupida! Ti prego, non te ne andare. Discutiamone con calma. -
- E va bene … - Lea si calmò nuovamente.
- Ecco, lo dicevo io. Quelle come te sono le avversarie più temibili. E’ dura fronteggiarvi, ma è anche stimolante. Non c’è fretta … mi pare di capire che tieni molto al tuo Brock … ti invidio, deve essere bello essere ricambiati, quando si è innamorati di qualcuno … -
- Stento a credere che tu sia capace di innamorarti, Meredith … -
- Cosa? Che vuoi dire? - Domandò la bionda, spiazzata da quell’affermazione.
- Sei così cinica e calcolatrice … certo, mi rendo conto che sfrutti la tua cattiveria per aiutare chi ti sta a cuore … ma non è assolutamente una buona giustificazione! Nemmeno in questo modo, potresti avere una relazione stabile con qualcuno … -
- Ora stai esagerando. Oltre a essere polemica, fai anche la sapientona. Credo che possa bastare. - Meredith si alzò. - Comunque la mia proposta è sempre valida. Pensaci, davvero. Io e te possiamo fare grandi cose insieme. Ah, il caffè te lo pago io. Ciao, Lea! -
 
Meredith si dileguò in un istante: un’uscita degna di lei, data la sua natura sfuggente e poco chiara. Lea sospirò: l’angoscia la invase senza ritegno. Ormai era sicuro: si era cacciata in un bel guaio; e, probabilmente, non avrebbe avuto la forza di uscirne indenne.
 
 
 
Il Team Rocket era un’organizzazione estremamente seria; nonostante ciò fosse un dato di fatto, Ash e i suoi amici erano ormai giunti alla conclusione che, in fondo, Giovanni e i suoi subordinati non erano poi così tanto temibili, visto che su questi ultimi avevano sempre avuto la meglio. Jessie e James, rispetto ai veri fedeli di Giovanni, erano delle schiappe; ma il capo era affettivamente legato a loro e non smetteva mai di prenderli in considerazione, a prescindere dalla scarsità dei risultati.
 
- Sono felice che alla fine tu abbia deciso di venire qui. - Disse Giovanni sorridendo in maniera maligna, mentre era comodamente seduto sulla sua costosa poltrona. Persian era più lucente che mai: chissà quante cure e attenzioni gli riservava. L’uomo continuò: - Ho saputo che a breve diventerai di nuovo padre … congratulazioni, Rupert! Spero che stavolta sarà un bel maschietto … le donne non fanno altro che danni … -
- Perché mi hai chiamato? - Incredibile, ma vero: Rupert Fox stava avendo un dialogo con Giovanni del Team Rocket; erano nella base segreta di Pallet e sembrava che stessero piuttosto in confidenza; di sicuro quella non era la prima volta in cui si erano incontrati!
- Era da molto che non ricevevo tue notizie. Credimi, mi dispiace molto. Un tempo eravamo così affiatati … da quando accadde quell’incidente con Mewtwo … sei sparito … nonostante io ti avessi cercato … ma sono felice che, dopo numerose chiamate, tu sia giunto qui … saresti così gentile da spiegarmi il perché? -
- Ti conosco bene, Giovanni. - Sospirò Rupert. - Ho sempre detestato le tue vendette trasversali, anche quando erano rivolte a persone che non conoscevo; pensavo che ti saresti comportato nello stesso modo anche con me … non ti avrei mai permesso di far del male a mia moglie o alle mie figlie … -
- Non sono così sadico … o forse sì. - Giovanni rise sguaiatamente.
- Non sei cambiato a quanto vedo. Io non tornerò a lavorare con il Team Rocket, sia ben chiaro. E se proprio dovrai prendertela con qualcuno, fallo con me. Non con la mia famiglia.  Inoltre … smettila di scavare buche. Le mie figlie hanno rischiato. -
Il cattivo rise: - Nemmeno se ti facessi un’offerta che non potresti rifiutare? -
- Smettila di citare frasi di film da Oscar. - Rupert sorrise: - Ho detto di no. A quei tempi ero giovane e inesperto. Ammetto che il progetto relativo a Mewtwo mi aveva attirato e non poco … credevo che mi avrebbe donato gloria, successo e fama … ma le cose non andarono come avevo sperato … a causa tua e del dottor Fuji ho trascurato la mia famiglia … e ho rischiato la vita. -
- Infatti è da quel giorno che mi hai tradito. - Precisò Giovanni.
- Non ti ho tradito. Ho semplicemente imparato a scindere il bene dal male. Non me ne volere, siamo entrambi uomini adulti: la mia famiglia è la mia priorità. -
- Sei davvero un ottimo padre, ma lo eri anche allora o sbaglio? All’epoca dell’incidente le tre marmocchie già esistevano … -
- Ho sbagliato. Esse sono all’oscuro di tutto. Se mia moglie e le mie figlie sapessero la verità, probabilmente non mi guarderebbero più in faccia. E’ per questo che ho cercato in tutti i modi di redimermi. Volevo eliminare lo sporco di cui mi ero macchiato. Ci sono riuscito. Non ho intenzione di tornare indietro. -
- Posso ricattarti, ne sei consapevole, vero? - Giovanni provocò il dottore.
- Fa’ quello che vuoi. Se devi sfogarti, fallo con me. Ma non azzardarti a prendere di mira mia moglie o le mie figlie. Attualmente ho altro a cui pensare. Le mie figlie devono scegliere per il loro futuro e … c’è una nuova vita che dovrò accogliere. Voglio farlo serenamente, senza problemi. -
- Dici davvero? - Domandò Giovanni con fare di sfida.
- Sì. - Rispose Rupert in maniera decisa. - Non collaborerò con te. Non tradirò mai la mia primogenita; non modificherò geneticamente i suoi pokémon per incattivirli … dopo che hai cercato di privarla della vita, facendo cadere lei e gli altri in quelle cavità … mi fai schifo … -
- Mi dispiace, ma non credo che sarà così. - Il delinquente, dopo aver pigiato un tasto di un telecomando posto accanto alla poltrona, innescò una trappola simile a quella in cui erano caduti Ash e gli altri vari giorni prima. Le urla di Rupert furono ben udibili, ma divennero sempre più lontane fino a svanire del tutto.
- Queste sì che sono trappole. - Commentò Giovanni, mentre accarezzava Persian e osservava il tunnel profondo che si era formato, nel quale Rupert era precipitato.
 
 
 
- Buongiorno, professore! - Emy era giunta al laboratorio di Samuel Oak: quest’ultimo, come al solito, era impegnato a studiare e a osservare i pokémon; in quel frangente nutriva un Oddish.
- Ciao, Emy! Sei qui per Gary? - Domandò l’uomo.
- Proprio così … - Affermò la ragazza con lieve imbarazzo. - Dov‘è? -
- E’ in camera sua … sta studiando dei documenti in vista di una ricerca … -
- Ah, strano. Credevo che fosse in giro ad allenarsi. -
- Sai, mio nipote è straordinario. Riesce a conciliare senza problemi gli allenamenti e lo studio … non capisco come faccia a non stancarsi. -
- La genialità è di casa, professore! -
- Sei sempre troppo gentile, Emy. Ah, senti un po’: tuo padre? -
- Uh, papà? Se non è qui con lei, probabilmente è in ospedale da mamma. -
- Già, vero. Capisco il momento, è davvero molto emozionato. -
- Beh, sono felice che questa gravidanza lo abbia avvicinato nuovamente a mia madre. Purtroppo non è mai a casa, anzi: è sempre in giro per lavoro! -
- E’ anche colpa mia, faccio troppo affidamento su tuo padre … ma è un professionista troppo in gamba per non essere considerato. Cercherò di essere meno invadente d’ora in poi, anche se dovremo collaborare a un progetto importantissimo. -
- Progetto importantissimo? -
- Sì, non lo sapevi? -
- Papà non parla molto del suo lavoro con noi … si limita solo a bacchettarci le mani quando non abbiamo voglia di adempiere ai nostri doveri! -
Oak rise: - Sono sicuro che ve ne parlerà. A Viridian city sono stati trovati dei resti di pokémon non identificati … probabilmente sono stati sottoposti a modifiche genetiche … ma è solo un’ipotesi … -
- Eh? A Viridian city? - Domandò Emy con meraviglia.
- Esattamente … io e tuo padre siamo stati contattati dal Comitato Nazionale del Pokémon … erano molto preoccupati per quest’evento! In realtà non sono ancora informato a dovere … io e tuo padre ci recheremo a Viridian city quanto prima … -
- Roba che scotta, insomma! Pokémon geneticamente modificati! Sembra una trama avvincente per un buon film … comunque papà dovrebbe parlare di più … insomma, è stato chiamato dal Comitato Nazionale del Pokémon, è considerato un pezzo grosso! Non capisco perché non condivide i suoi successi con la propria famiglia … non lo capirò mai … è così enigmatico, quell’uomo … -
- Ognuno ha il proprio carattere … ciò che davvero conta è che Rupert farebbe di tutto per voi. Lavora incessantemente per te, Alicia, Kristie, Agata e … per il vostro futuro familiare. -
- Lo so bene, però … mi piacerebbe comprenderlo meglio. -
- Hai ancora tanto tempo per farlo. -
- Grazie, professore. E’ sempre rassicurante parlare con lei … però ho già disturbato abbastanza. Sarà meglio che vada da Gary … -
- Non disturbi mai. Va bene, ci vediamo dopo. -
 
Emy entrò nel laboratorio, salendo sui gradini della scala a chiocciola posta al centro della sala scientifica: si trovò direttamente nella stanza di Gary, una specie di mansarda.
- Peccato che non esista una porta qui, altrimenti ti direi che sei molto maleducata. - Iniziò Gary, mentre concentrava le proprie energie sugli appunti sparpagliati sulla scrivania. 
- Prenditela con l’architetto/ingegnere del laboratorio, non di certo con me! - Replicò Emy in maniera non propriamente gentile.
- Dai, accomodati. - Gary invitò Emy a sistemarsi: la ragazza non aveva mai visto la stanza di Gary; in effetti non era speciale: molto spoglia, molto sobria; neutra, insomma.
- La tua cameretta è priva di personalità! - Esclamò Emy con fare provocatorio. 
- Cameretta? - Ripeté Gary, credendo che quel modo di chiamare la sua stanza fosse molto femminile e poco appropriato.
- Quello che è! -
- Capirai, alla fine mi serve solo per dormire e per studiare. -
- Dici davvero? Io invece sono sempre stata molto attenta all’arredamento della mia cameretta … credo che sia un riflesso della mia personalità. -
- Interessante. - Disse Gary con fare ironico, mentre dava ancora un’occhiata alle scartoffie. Emy si irritò particolarmente:
- Farò finta di prenderti sul serio. Non mi va di litigare di nuovo! Sei così pesante! Ci son voluti giorni affinché tu tornassi a parlarmi civilmente … -
- Assumiti le tue responsabilità, signorina! Però vedo che stai migliorando … -
- Beh, diciamo di sì … devo ringraziare mia madre. Se quel giorno non fosse stata portata d’urgenza in ospedale, ora io e te non staremmo qui a parlare come due amici di vecchia data! Comunque ... i preliminari? -
- E‘ una proposta? - Domandò Gary con aria maliziosa.
Emy arrossì: - Ma sei un maniaco! Intendevo gli incontri anticipati della Lega, stupido! -
- Avevo capito, idiota …  che ben vengano. Anche se sono molto scettico a riguardo. Incontri anticipati eliminatori … non ha molto senso … perché l’amministrazione della Lega ha adottato una scelta del genere? Proprio non me lo spiego … dovresti fare quattro chiacchiere con Tajiri … -
- Non se ne parla! - Esclamò Emy alzando la voce. - Non parlo con quello schifoso! -
- Non capisco perché provi tanto astio nei suoi confronti. E’ simpatico. -
- Che ne sai, tu?! Manco lo conosci! -
- Almeno spiegami perché è così terribile … -
- Non mi va. Dopo la Lega ti spiegherò tutto. -
- Non dirmi che ci ha provato con te … - Gary scoppiò a ridere. 
- Ma che cavolo vai dicendo?! Se l’avesse fatto, a quest’ora non sarebbe vivo, fidati! -
- Beh, sì … sei molto violenta, quando vuoi. In ogni caso se dovesse fare il viscido, avvertimi subito … a prescindere dai nostri ruoli all’interno della Lega, non può assolutamente molestare una ragazza … -
- Non ho bisogno del tuo aiuto! - Affermò Emy, arrossendo nuovamente. - E’ semplicemente antipatico, ecco tutto … e sicuramente poco adatto a fare il presidente della Lega … ma forse tutti sono così … -
- E’ quello che ho sempre pensato … ne parlai con Ash e con Tracey … i presidenti delle leghe tutto fanno fuorché interessarsi ai mostriciattoli tascabili! -
- E’ davvero uno schifo … - Commentò Emy, abbassando la voce.
- Lo so, ma non abbiamo altra scelta … -
- Parli come se il fatto non fosse il tuo! -
- No, non è questo! - Gary si difese. - E’ il mio principale obbiettivo per il momento … insieme alla ricerca. -
- Sei proprio un secchione, eh? Si vede che ti piace studiare. -
- Molto. In realtà mi è sempre piaciuto. Anche quando viaggiavo, studiavo molto. Sapevo molte cose sui pokémon e questo mi permetteva di essere avvantaggiato negli scontri. Oggi, a vent’anni, nutro ancora forti dubbi sul mio futuro … adoro fare ricerche sui pokémon e il lavoro del nonno mi piace tantissimo … ma non ti nego che dentro di me domina un senso di riscatto non indifferente … qualche volta penso ancora alla mia sconfitta alla Lega di Johto! E’ vero, sono trascorsi sette anni … ma ricordo che ero davvero ardente, in quel periodo! Il lato negativo della ricerca è che ci si abitua alla staticità … fare l’allenatore di pokémon è continuamente stimolante … sono un po’ combattuto … è per questo che ho deciso di intraprendere entrambe le strade, per quanto possa essere faticoso … -
- Sei ammirevole … reggi dei ritmi pesantissimi … fossi al tuo posto, crollerei! -
- Non dire così, Emy. So bene che puoi essere molto forte. La forza più potente di cui possiamo disporre è la volontà: solo con quella si va avanti. -
- Sì, è vero, hai ragione … -
- Di’ un po’ … con Harrison? - Gary cambiò totalmente argomento.
- Eh? Oh, beh, ecco … noi … ci siamo lasciati. -
- Lo so. - Disse Gary con calma. - Mi chiedevo se ci fossero stati risvolti … -
- No. La nostra decisione è definitiva. -
- Mh, capisco. - Affermò il castano. - Almeno adesso potrai dedicarti con serietà alla Lega … -
- Già … -
 
 
 
- Vera e Drew sono qui? - Domandò Misty: era ancora nell’abitazione dei Ketchum.
- Sì, sono venuti a salutare Ash! - Spiegò Delia, intenta a disporre del cibo sugli appositi scaffali. - Sapevi che quei due stanno insieme? Sono davvero carini. -
- Non li conosco molto bene … li ho visti una volta e ho subito pensato che fossero una coppia … - Rispose Misty.
- Misty, ti va se andiamo a salutarli? - Domandò Ash.
- Certo! Mi farebbe davvero piacere! - Rispose la rossa con entusiasmo.
- Andiamo, allora! A quest’ora saranno al centro medico … -
- A Pallet c’è un centro medico? - Domandò la ragazza.
- Sì, è nuovo di zecca. Ormai anche la piccola e modesta Pallet si è modernizzata … -
- Bene. Sono pronta! -
 
I due si avviarono verso la meta: non era molto lontana da casa Ketchum. Durante il tragitto Ash e Misty si comportarono da amici: d’altra parte Pallet era un piccolo paesino e le voci giravano piuttosto velocemente.
 
La loro relazione era un segreto. E doveva esserlo ancora per un po’. 
 
- Ecco! - Esclamò Ash, indicando una struttura a forma di uovo.
- Oddio, ma … sembra … -
- Un ovale? - Domandò il ragazzo ridendo.
- Un uovo, più che altro! - Lo corresse la ragazza.
- Beh, sì. Un design piuttosto infelice, ma che importa? Dai, andiamo! -
 
Misty non poté fare a meno di ridere: quella bizzarra forma le ricordava il suo piccolo Togepi, evolutosi poi in Togetic … chissà come stava.
 
- Ash, Misty! - Entrati, i due ragazzi furono subito chiamati da una bellissima ragazza dai capelli color cioccolata: i suoi occhi avevano il colore del mare.
- Ma quella è Vera! Cavoli, è diventata bellissima! - Esclamò Misty.
 
Ash non fiatò: effettivamente Vera era gradevole d’aspetto, ma non la considerava migliore di Misty! Evitò di fare qualsiasi apprezzamento, non voleva ferire la sua nuova compagna … fra l’altro considerava Vera come una sorella e nulla più.
- Ehi, ragazzi! Misty, come stai? - Domandò la castana con una voce molto acuta.
- A meraviglia, tu? Caspita … ho appena detto ad Ash che sei diventata uno schianto di ragazza! - Rispose Misty.
- Non esagerare, dai! Poi tu non scherzi mica! Io sto bene! - Ribatté Vera. Entrambe risero.
- Drew non c’è? - Domandò Ash. 
- Non lo so, è sparito! Era qui fino a un attimo fa … - Disse la ragazza guardandosi attorno.
- Sono qui, stupida! - Un giovane altrettanto bello, con insoliti capelli verdi, diede un buffetto sul collo della castana. - Sei cieca o cosa? -
- Ehi, non ti avevo visto! Sei tu che ti dilegui all’improvviso! -
- No, sei tu che hai sempre la testa tra le nuvole … scusala, Misty, è una babbea. -
- Drew! - Misty lo riprese, anche se era parecchio divertita da quella scenetta. - Siete davvero molto simpatici! -
- Non credevo che litigaste in questo modo! Mi ricordate qualcuno … - Ash guardò Misty con complicità. 
- Beh, tu eri così presuntuoso, era ovvio che m’incavolassi! E non dimenticare che mi hai distrutto una bicicletta! - Ribatté la rossa.
- Anche a me! - Si aggiunse Vera.
- Oddio, basta! Sarebbe stato meglio se fossi stato zitto. - Tutti risero: Ash era davvero contento di essere circondato da amici di vecchia data e … non solo.
- Come mai da queste parti? - Domandò la capo palestra di Cerulean.
- Siamo di passaggio. - Spiegò Drew. - Non so se lo sai, ma ormai viaggiamo insieme, visto che siamo … ehm … una … aspetta, non mi viene in mente la parola … -
- Coppia! - Aggiunse frettolosamente Vera. - Non è necessario fare tutto questo mistero! -
- L’avevo intuito, ragazzi! - Disse Misty con molta calma. I due fidanzatini arrossirono.
- Comunque … - Continuò Drew, schiarendosi la voce. - attualmente i contest sono sospesi e quindi abbiamo deciso di fermarci qui. Vera voleva fare il tifo per Ash … -
- Abbiamo da poco saputo degli incontri, si terranno tra qualche giorno … - Aggiunse la ragazza. - Ash, chissà se gareggerai! -
- Non lo so … non ho capito molto bene questa storia degli incontri … -
- Comunque andrà, sei sempre disposto a vincere, no? - Domandò Drew, aggiustandosi il ciuffo.
- Questo è ovvio! - Esclamò il moro.
- Ragazzi, che ne dite di andare a fare un giro? - Domandò Vera.
- Ottima idea! - Disse Misty. - Un po’ di shopping non può che farci bene! - Le due, parecchio affiatate, s’incamminarono verso l’uscita.
- Chi ha mai parlato di shopping? - Domandò Ash impaurito: in base alle sue esperienze, sapeva bene quanto quelle due potevano essere pericolose quando si trattava di compere.
- Ma che ne so? - Disse Drew infastidito. - Ormai è troppo tardi, non possiamo opporci! - A malincuore, ben consapevoli di ciò che li aspettava, Ash e Drew seguirono le loro amate.
 
 
 
- Cosa … cosa hai intenzione di farmi? - Rupert era legato con una corda molto spessa: era stato gettato a terra da due uomini coperti in volto che gli facevano da guardia. Giovanni assisteva alla scena divertito.
- Non avresti dovuto essere così leggero … credevi davvero che, dopo aver abbandonato il Team Rocket, ti avrei perdonato? Che ingenuo … pensavo mi conoscessi meglio … -
 
Rupert e Giovanni. Giovanni e Rupert.
 
Un sodalizio tanto improbabile, quanto possibile.
 
Giovanni era il capo supremo del Team Rocket: un mafioso a tutti gli effetti.
 
Rupert era il medico di pokémon più conosciuto della regione di Kanto.
 
Giovanni era ben consapevole delle doti dell’uomo: fu per questo che cercò di avvicinarlo al proprio ambiente.
 
Inizialmente, stabiliti i primi contatti, Rupert si rifiutò: era un uomo di principio; credeva che mai e poi mai avrebbe collaborato con un pezzo da novanta come Giovanni.
 
Quest’ultimo era parecchio insistente, voleva che Rupert facesse parte del suo team a tutti i costi;
 
Il medico era praticamente marcato da Giovanni, ma non aveva mai parlato ad alcuno di questa situazione.
 
Un giorno il capo del Team Rocket si presentò nello studio di Rupert: gli disse che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui si sarebbero visti. Rupert rimase stupito da quell’affermazione: non ci credeva! Giovanni era stato così insistente durante quegli anni … gli sembrava impossibile che avesse desistito all’improvviso.
 
Ma quella volta non fu come tutte le altre.
 
Giovanni fu molto cordiale in quell’occasione: disse a Rupert che il suo team scientifico stava lavorando a un progetto molto interessante.
 
La parola magica fu “ genetica “.
 
Rupert era un grande appassionato di genetica e Giovanni lo sapeva bene.
 
Il malavitoso parlò chiaro: il team stava lavorando alla creazione del pokémon più potente del mondo. 
 
Rupert si chiese se ciò fosse scientificamente possibile.
 
Non era da escluderlo.
 
Giovanni spiegò al medico che i suoi scienziati erano partiti da una cellula del pokémon leggendario Mew, e che dalla stessa avrebbero tratto il DNA del pokémon feto.
 
Per quanto Giovanni non fosse un esperto in materia, le sue parole furono davvero molto convincenti.
 
Rupert accettò, spinto da una strana e oscura forza.
 
Il giorno stesso si recò alla base segreta del Team Rocket di Viridian city. Fu lì che si svolsero le prime ricerche. In quel contesto Rupert conobbe il dottor Fuji, coordinatore dell’intero progetto.
 
Rupert conosceva il dottor Fuji di vista: anche quest’ultimo viveva a Viridian city; sapeva che Fuji era stato lasciato dalla moglie a causa della morte della loro figlia, Amber. In realtà Fuji era considerato alla stregua di un esaltato, dal momento che, in seguito alla morte della sua bambina, si era posto come obbiettivo farla tornare in vita.
 
Trascorsero vari mesi e Rupert era diventato un membro del team a tutti gli effetti: era quello che stava maggiormente in contatto con Fuji; si chiedeva come un uomo così sensibile e altruista potesse lavorare per un’associazione a delinquere: domanda che risultava stupida, appena pensava che anche lui era nella sua stessa situazione.
 
Più volte Fuji si era confidato con Rupert: gli aveva parlato della moglie che lo aveva lasciato, della deceduta Amber, ma soprattutto del suo scopo: quello di farla rivivere. 
 
Rupert era l’unico che sapeva che Fuji stava lavorando a un progetto parallelo: quello di far tornare la bambina da lui.
 
Giovanni ignorava ciò. Se ne fosse venuto a conoscenza, avrebbe licenziato Fuji in un battibaleno. E’ per questo che Fuji pregò Rupert di mantenere il segreto.
 
Nel frattempo, i lavori per il progetto di clonazione del pokémon Mew procedevano alla grande: gli scienziati, sotto la guida di Rupert e di Fuji, erano riusciti a dar vita al pokémon più potente della storia: Mewtwo.
 
Purtroppo il dottor Fuji non riuscì a riportare in vita sua figlia e se ne disperò; Rupert cercò di farlo ragionare: era impossibile clonare un essere umano. Nonostante questo fallimento, erano comunque riusciti a creare il pokémon più forte di tutti i tempi.
 
La felicità del Team Rocket non durò a lungo: Mewtwo, disgustato dall’egoismo di Giovanni, il quale lo aveva sfruttato per i suoi sporchi scopi, diede ben presto prova della sua forza, distruggendo il laboratorio dove era nato: fuggì, credendo che tutti gli uomini fossero delle bestie.
 
Nell’ultima fase di creazione di Mewtwo gli scienziati si trovavano a New Island: a causa di un’esplosione generata dalla potenza del pokémon psichico, morirono quasi tutti, tranne Giovanni, Rupert e il dottor Fuji, i quali riuscirono a evacuare la struttura grazie a speciali sistemi di salvataggio.
 
Fu da quel momento che Rupert decise di dissociarsi completamente dal team Rocket: aveva rischiato troppo. Non voleva mettere a repentaglio né la propria vita, né l’incolumità della sua famiglia.
 
Comunincò la sua decisione a Giovanni, senza se e senza ma. Il capo lo minacciò ma Rupert non diede peso alla cosa: i due non si videro mai più fino alla cattura del medico da parte del malavitoso.
 
Durante quegli anni, che furono circa dieci, Rupert non ebbe più notizie di Mewto, né del dottor Fuji. Seguiva le vicende del team Rocket grazie al telegiornale e ai quotidiani: faceva di tutto pur di tutelare i suoi cari.
 
Una cosa era sicura: mai e poi mai avrebbe immaginato che sua figlia, insieme ai suoi amici, poco dopo la fuga di Mewtwo, si sarebbe trovata ad affrontare quest’ultimo, nonostante il pokémon fosse stato in grado di cancellare dalle loro menti quella incredibile esperienza.
 
- Ora lavori per quello stupido di Oak, eh? Hai sbagliato, Rupert … devi pagare! -
 
 
 
- Ti ringrazio per essere venuta a trovarmi. Ci vediamo agli incontri anticipati. - Disse Gary, facendo strada ad Emy.
- Senz’altro! - Rispose la ragazza.
- Ciao, Emy. - Disse il ragazzo, giunto alla porta.
- Ciao! - Emy si allontanò dalla struttura, salutando Oak con la mano.
 
La ragazza si diresse verso l’ospedale per andare dalla madre: l’infermiera di turno riconobbe Emy.
 
- Emy, sei qui! - Esclamò Alicia, debole come al solito.
- Sì, mamma. Sei sorpresa, non è così? - Domandò la ragazza sorridendo.
- Che peccato, i nonni sono appena andati via … -
- Oh, mi dispiace. Dovrei parlare col nonno per chiedergli una cosa della Lega … -
- Parli degli incontri anticipati? -
- Sì, come lo sai? -
- Sono informata e poi ne ho parlato anche con tuo nonno e con Misty. A quanto pare si dovranno presentare tutti gli allenatori … venti di loro verranno sorteggiati … dovranno battersi a due a due … chi perde, verrà sconfitto … -
- Ma che senso ha? Davvero non me lo spiego … -
- Chiedilo a Tajiri, tesoro … sei la caposquadra dei Super Quattro, hai il dovere di farlo. -
- Mamma, io non ho intenzione di andare da quello! -
- Perché? -
- Perché è … antipatico! -
- Tesoro, nel mondo del lavoro è così! Il tuo datore sarà sempre detestabile, ma non per questo dovrai esimerti dal compiere i tuoi doveri!-
- Sì … ma … -
- Ma? -
- Niente … - Emy sospirò e si sedette su una sedia. - Hai ragione, devo andare da lui … che seccatura … -
- Sii professionale: chiedigli il perché, lui ti risponderà e … grazie e arrivederci! -
- Già … ah, mamma, per caso papà è passato da te? -
- No, non lo sento da ieri … -
- Ah, capisco … chissà dove si è cacciato … quell’uomo ha la capacità di scomparire da un momento all’altro … -
- In questi giorni è molto presente … evidentemente oggi non poteva sottrarsi ai suoi impegni … -
- Sì, è probabile … comunque grazie per le informazioni … io vado da Tajiri … riguardati, mi raccomando. -
- Tranquilla, tesoro. Va’ pure. -
 
Emy uscì dalla stanza e si diresse verso l’uscita:
 
- Che noia … non mi va di parlare con Tajiri … - 
- Ehi, collega! - All’uscita della struttura ospedaliera c’era un ragazzo: alto, prestante, palestrato, con folti e rossi capelli ricci.
- Uh? - Emy, che era miope, non aveva capito chi fosse, ma era sicura che quell‘individuo si stesse rivolgendo a lei.
- E’ da un po’ che ti cerco, finalmente ti ho trovata! - Il tizio si avvicinò: ma certo, ora era tutto più chiaro!
 
Vulcano, strabiliante allenatore di pokémon di fuoco, nonché membro dei Super Quattro della regione di Sinnoh.
 
- Vulcano! - Esclamò Emy.
- In persona! - Aggiunse il ragazzo. - Ti prego, non considerarmi uno stalker … ti cercavo da giorni e ti ho vista uscire dal laboratorio del professor Oak … sei entrata in quest’ospedale e ho preferito non disturbarti, così ti ho aspettato all’uscita! -
- Oh, grazie, molto gentile … che fortuna! Ti conosco solo per la tua fama e provo grande ammirazione nei tuoi confronti! Sei un vero e proprio modello da seguire! Sai, mi sento un po’ imbarazzata … -
- Scherzi! Il piacere è tutto mio! Fino a prova contraria, sei tu quella che è considerata una degli allenatori più forti del mondo! -
- Sì, ma tu hai molta più esperienza di me e ti seguo sin dagli inizi! Comunque, come mai mi stavi cercando? -
- Beh, non so se tuo nonno ti ha avvisato, ma anche io, come lui, faccio parte del team organizzativo della Lega! Volevo dirti che tra cinque giorni si terranno gli incontri anticipati a Vermillion city e tu dovrai essere presente, anche perché dovrai partecipare a una conferenza stampa insieme agli altri tre del team dei Super Quattro … ho preferito avvertiti in tempo in modo tale da permetterti di organizzarti al meglio! -
- Ah … sei gentile, Vulcano! In realtà stavo andando da Tajiri per discutere di questi incontri anticipati … insomma, tu sei d’accordo? Per me sono senza significato! Perché mai devono essere eliminati dieci allenatori ancor prima che la Lega inizi? -
- Non credo che né io, né tu ci troviamo in una posizione tale da poterci opporre alle scelte di Satoshi … in verità non ho parlato con lui e quindi non posso rispondere alla tua domanda … ah, è inutile andare da lui … attualmente è a Vermillion city … se vorrai parlargli, dovrai attendere un po’. -
- Ho capito … va bene, grazie per le informazioni. -
- Figurati! Per qualsiasi cosa, rivolgiti pure a me! Questo è il mio numero! - Il ragazzo le porse un biglietto, nello stesso modo in cui lo fece Gary.
- Grazie … -
- Ora vado! Ci vediamo, collega! - Il ragazzo si allontanò fino a confondersi tra le persone.
- Cavoli, Vulcano dei Super Quattro! Prima che mi mettessi con Harrison, ero innamorata persa di lui! Ero proprio un’adolescente stupida! Certo, non si può negare che è carino … e poi allena pokémon di fuoco! Mi sembra un tipo affidabile, d’ora in poi mi rivolgerò a lui! -
 
 
 
- Pronto, Meredith? -
- Harrison, che sorpresa! - I due fratelli avevano iniziato una conversazione telefonica.
- Devo parlarti. -
- Dimmi. -
- Per la questione di Emy … lascia perdere. So che ti ho espressamente chiesto di mettere in difficoltà lei e Gary, ma adesso è finita, ci siamo lasciati … può fare quello che vuole … -
- Oh, mi dispiace … o meglio, no, non mi dispiace affatto. Comunque va bene, non m’intrometterò. -
- Grazie. Adesso ti saluto, le batterie del mio cellulare si stanno scaricando. -
 
Il dialogo fu breve, chiaro e coinciso, ma nemmeno la chiarezza di Harrison avrebbe arrestato la perfidia di Meredith. 
 
- Può fare quel che vuole, eh? Scordatelo, fratellino! -
Continua ...
 
 

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Capitolo 20
*** L'intervista. ***


Nota dell'autrice - Hi guys! Ecco a voi il ventesimo capitolo! E' da poco più di tre mesi che scrivo questa fanfiction ... e guardate un po' che bel traguardo ho raggiunto (ehm, no o.o n.d.tutti)? Però ... sono felice di trovare sempre il tempo per scrivere. Ciò nonostante, credo che per il ventunesimo dovrete aspettare un po': ho infatti deciso di revisionare questi capitoli che fino ad ora ho scritto, perché, rileggendoli, ho notati vari (non pochi) errori di distrazione ... già l'ho specificato nella nota precedente ... sarà un lavoro arduo (e forse un po' noioso) ma necessario! Mi raccomando: se leggendo trovate degli errori, non fatevi problemi a comunicarmelo! Per il resto, come state? Come avete trascorso questo weekend prenatalizio? Io sabato sono andata allo showcolate in piazza del Plebiscito ... non potete immaginare come ci si sente quando si è immersi tra quintali di cioccolata! Ho acquistato parecchi dolciumi, ma ... non li ho mangiati! Li ho solo portati alla mia famiglia ... cerco di stare a dieta, insomma! Ahahahah! E poi sì, la cioccolata mi piace, ma non è tra i miei cibi superpreferiti ... come la pasta, il sushi e la pizza! Ed ecco che mi viene fame! xD Ieri, invece, sono andata al Comicon di Salerno ... non mi è piaciuto molto, soprattutto perché scarseggiava la materia prima: i fumetti! Niente a che vedere con quello di Napoli, che è, per me, un evento IMPERDIBILE da anni ormai! Ciò nonostante ho rimediato alcuni fumetti che cercavo. A proposito di fumetti, ne voglio segnalare uno che sto leggendo: " Crimson Hero ", della mitica Mitsuba Takanashi, nota per aver disegnato " Lui, il diavolo! " (altro grande manga, a mio avviso). Bene, dopo avervi raccontato i fattacci miei, vi lascio al ventesimo capitolo! Siamo molto lontani dalla fine, vi avviso. u.U Per ora nemmeno la voglio sentire questa parola! XD Buona lettura!

- Buongiorno! Come vi va la vita? State sintonizzati, mi raccomando! Oggi iniziano gli incontri anticipati della lega pokémon più prestigiosa del mondo … per chi tifate? Chi vincerà, secondo voi? Chiamateci al numero … -
- Anche la radio ne parla … pazzesco … - Emy, Agata e Alicia erano dirette a Vermillion city: la prima era alla guida, la seconda seduta affianco alla sorella e la pregna era sdraiata sui sedili posteriori, mentre dormiva beatamente. - Non sarà pericoloso? Voglio dire, sta anche a pancia in giù … - Aggiunse la caposquadra dei Super Quattro, mentre osservava la madre dallo specchietto retrovisore.
- Non sono mai stata incinta … non ne ho idea … - Rispose Agata, impegnata a contemplare il paesaggio dal finestrino.
- Che razza di risposta è questa? Sei nervosa, per caso? - Domandò Emy irritata.
- No, è tutto ok … - Ribatté la più piccola, continuando ad interessarsi di altro. 
- Tu dici? Chissà perché non sembri contenta di venire a Vermillion city … di’ un po’ … è perché ci sono Drew e Vera? -
- Possiamo evitare, per favore? - In quel momento Agata si adirò e non poco.
Emy sorrise ironicamente: - Dite di essere amiche, no? Vuoi davvero starle alla larga  solo perché vi siete innamorate della stessa persona e lei ha avuto la meglio? Credimi, non ne vale la pena. Un’amica è centomila volte più importante di un ragazzo. -
- Lo so, però … non riesco a sopportarli insieme. - Sussurrò Agata.
- La colpa è anche tua. - Sospirò Emy. - Se Drew ti piace così tanto, perché non hai cercato di conquistarlo a tutti i costi? Non mi pare che tu ti sia impegnata molto, anzi … non sto dicendo che dovevi giocare sporco con Vera, ma avresti dovuto parlare chiaro sin dal principio! Magari, adesso, le cose sarebbero andate diversamente … -
- Facile a dirsi … se le avessi svelato i miei sentimenti per Drew, probabilmente saremmo entrate in competizione e avremmo distrutto la nostra amicizia … in fondo va bene così … lei è convinta che io non sia innamorata di alcuno e vive la sua storia nella maniera più felice possibile … è che, attualmente, ancora non me la sento … mi fa male vederli insieme … come se non bastasse, sono così affiatati … -
- Sorellina, dovresti cacciare gli artigli. Non mi riferisco a Vera e a Drew. Il mio è un discorso generale! Sbaglio o fu proprio Drew a proporti di viaggiare con loro a Johto? Perché non li hai seguiti? Sei una persona con grandissime potenzialità, ma tendi inevitabilmente a nasconderle … in questo modo non ti mostrerai mai per quella che sei … e mi dispiace molto. Meriti davvero tanto, tu … -
Agata tornò a guardare l’esterno: erano quasi arrivate a Vermillion city: - Ho paura di non essere accettata per quello che sono realmente … così ho deciso di diventare un libro chiuso. Sono proprio una stupida … -
 
Emy diede un’occhiata a sua sorella: era molto preoccupata per lei. Agata era conosciuta come una ragazza forte, abile ed estremamente orgogliosa; in realtà era dotata di una forte sensibilità, lato del carattere che nascondeva attentamente.
 
- Siamo quasi giunte a Vermillion city. Vedrai che ti sentirai meglio: è una città talmente bella … -
 
 
 
- Come al solito, siamo in anticipo! - Esclamò Brock, mentre, seduto su una panchina nei pressi di un grande stadio, sorseggiava una bibita fresca.
- Forse ci siamo mossi troppo presto! Fra l’altro non dobbiamo nemmeno partecipare, bensì solo assistere … che seccatura … sto morendo di sonno … - Mormorò Misty, mentre sistemava i propri capelli aiutandosi con uno specchietto portatile.
- Credo che sarai destinata ad annoiarti nelle prossime ore … non sperare che il tuo ragazzo sarà puntuale … conoscendolo, dubito fortemente che sarà in grado di presentarsi all’ora stabilita! - L‘amico rise.
Misty arrossì violentemente: - Non è il mio ragazzo! O meglio, non lo so ancora! Ma stai bene attento a non farti scappare una battuta del genere davanti ad altre persone! Da quel che ho capito, solo tu ed Emy sapete di me e lui … -
- Tranquilla … - Disse Brock, smettendo di ridere. - Manterrò il segreto. Ash mi ha spiegato le vostre ragioni … fate bene a stare con gli occhi aperti: Tajiri è un tipo imprevedibile e non so davvero cosa aspettarmi da lui. Ciò che conta, però, è che voi stiate bene. Dovete resistere ancora per qualche mese … -
- Lo so. - Aggiunse Misty, sorridendo. - Ancora non mi sembra vero … -
- E’ bello vedere nuove coppie che nascono … -
- Non lamentarti, tu! La tua ragazza è troppo carina! Finalmente hai deciso di mettere la testa a posto … Lea è così cara, gentile … insomma, è adorabile! -
Brock s’incupì: - Senza ombra di dubbio, ma ultimamente è strana. -
- Perché? - Domandò Misty con stupore.
- Non ne ho la più pallida idea … ciò che è certo, è che trascorre molto tempo con Meredith … un’amicizia inedita … - Spiegò Brock con un po’ di sospetto. 
- La sorella di Harrison? Come si conoscono? - Chiese la rossa.
- Non me lo chiedere. So che spesso escono … -
- Capisco … beh, se ha trovato una nuova amica, ben venga. - Sorrise Misty.
- Sì … certo. - Concluse il castano. - Sarà meglio entrare. Lo staff ci aspetta. -
 
 
 
- E così questo è lo stadio di Vermillion city! - Esclamò Kristie, mentre teneva uno zainetto sulle spalle. - E’ incredibile! Pazzesco! -
- Ora si spiega perché la Lega non poteva essere organizzata a Pallet. - Disse Harrison. - Vermillion city è nettamente superiore. Un po’ mi sento agitato … -
- Dai! Non è detto che dovrai gareggiare! E anche se fosse, so che farai del tuo meglio! - Esclamò Kristie, cercando di incoraggiare l’allenatore.
- Ti ringrazio. - Rispose lui con un grande sorriso. - E soprattutto scusami se ti ho praticamente trascinata qui … ma avevo bisogno del tuo sostegno. -
- Ma … ma dai! Lo faccio con piacere! Su, andiamo! - Kristie avanzò, cercando di tenere nascosto l’imbarazzo che si era materializzato sul suo volto. Harrison la seguì: il ragazzo era parecchio in ansia; era impaziente di partecipare alla Lega, ma allo stesso tempo temeva di deludere le aspettative maturate dai suoi conoscenti. Comunque, a prescindere da tutto, era lì e non poteva di certo tirarsi indietro.
- Kristie, sarà meglio che tu ti riunisca con i tuoi familiari. Chiama tua madre e chiedile dove sono. E’ vero che il tuo posto è in tribuna, ma non si sa mai. Preferisco che tu vada insieme a lei, a tuo padre e ad Agata. -
- Oh … va bene. Anche se non credo che mio padre ci sarà. - Disse lei delusa.
- Perché? - Chiese Harrison.
- Non lo so … si sta comportando in maniera molto strana … per qualche giorno è svanito nel nulla … poi mi ha chiamato quando tu eri in bagno e sembrava particolarmente teso … sembra sorvegliato da qualcuno … ha detto che per un po’ non tornerà e che attualmente è a New Island per delle ricerche … bah, sinceramente sono un po’ preoccupata … non è da lui sparire così … speriamo che stia bene. -
- Sai com’è fatto tuo padre … è uno stakanovista … dovrebbe lavorare di meno … di questo passo andrà incontro a un esaurimento nervoso! -
- Hai ragione, Harrison … spero che lo capisca da solo … -
- Ehi, tranquilla. - Il ragazzo sorrise, accarezzando il viso di Kristie. - Se fosse stato in pericolo, non sarebbe stato così stupido da non far trapelare alcunché, non credi? Il suo turbamento sarà dovuto al fatto che non riesce a comprendere qualche dato che sta analizzando … vedrai che tornerà presto. -
- Grazie … - Kristie sorrise dolcemente a Harrison: era convinta di amarlo. La sua non era una semplice infatuazione. Ammirava l’allenatore di Albanova da quando l’aveva conosciuto e non aveva mai provato disprezzo nei suoi confronti. Ogni suo gesto le pareva nobile, ogni sua parola ricercata, ogni suo sguardo incredibilmente significativo … una semplice cotta sarebbe sparita nel giro di qualche mese; la sua, invece, durava da anni, nonostante lui fosse stato il compagno di vita di sua sorella per molto tempo …
 
 
 
- Sapete, non vedo l’ora che questi incontri inizino! - Esclamò Tracey, mentre era seduto tra Gary ed Ash, decisamente meno entusiasti.
- Io sono un po’ nervoso. - Affermò il moro.
- Io per niente. - Aggiunse Gary.
- Rilassatevi. - Suggerì Oak, impegnato alla guida. - Così non farete altro che perdere la concentrazione. Dico bene, Delia? -
- Il professore ha ragione, ragazzi. - Replicò la donna, seduta accanto allo scienziato. - E’ per questo che ho preparato delle tisane … non so se sia stata felice l’idea di porle in delle borracce … probabilmente avranno perso la loro essenza … - Mormorò Delia frugando nella sua borsa: quest’ultima di sicuro non faceva un baffo a quella di Mary Poppins. D’altra parte Delia era una madre come tante altre: gentile e premurosa.
- No, grazie, signora Ketchum. Io sto bene così. - Disse Gary.
- Non vorrei che mi venisse lo stimolo di andare in bagno in un momento poco opportuno … - Ridacchiò Ash.
- Visto che non volete le tisane della signora Ketchum, posso berle io? - Chiese Tracey speranzoso: le aveva già assaggiate e aveva appurato che fossero ottime.
- Oh, eccoci arrivati! - Disse Oak, avendo scorto un cartello con la scritta “ Vermillion city “. - Non ricordavo che fosse così lontana. -
- Bene! Finalmente ci siamo! Tu sei pronto, Pikachu? - Domandò Ash al suo topo elettrico, accucciato sulle gambe dell’allenatore.
- Pika! - Esclamò il pokémon.
- Non vedo l’ora che questa giornata finisca … - Sussurrò Gary, spazientito dalla grinta del suo rivale.
 
 
 
- Cavoli! Ho fatto bene ad andare dal parrucchiere! A quanto pare ci sarà gente da vendere! Devo dare il meglio di me! Voglio diventare la star di questo evento! I giornalisti mi intervisteranno per la mia bellezza, ma anche per la mia bravura! Due qualità che raramente coesistono in una sola persona! Ma io mi differenzio dalla massa … non credi anche tu? - Dopo essersi pavoneggiata, Meredith si rivolse a Lea: quest’ultima, dimessa e tremante, aveva finalmente fatto la sua scelta; nonostante la scenata iniziale, aveva deciso di collaborare con Meredith per fare fuori Gary Oak. - Preghiamo che Gary sia sorteggiato e sconfitto, no? Anche se in quel caso rinuncerebbe definitivamente alla carriera di allenatore di pokémon e si dedicherebbe solo ed esclusivamente alla ricerca … dato che lo batterò, credo proprio che andrà a cercare conforto da Emy … in quel caso interverrai tu … dovrai farlo tuo! Sono sicura che non saprà resistere ai tuoi occhi … non so se te l’ho mai detto, ma hai degli occhi azzurri davvero stupendi … certo, anche Emy li ha … ma i tuoi sono decisamente più belli. Beh, ti ho ripetuto queste cose non so quante volte, quindi andiamo! - Trionfante, Meredith si diresse verso lo stadio. Lea la seguì. Senza enfasi e con poca convinzione.
 
 
 
- Emy! Sei qui! - Brock e Misty videro entrare la loro amica di vecchia data.
- Ehi, ragazzi! - Esclamò lei felice.
- Noi andiamo a sistemarci in tribuna. - Disse Alicia, salutando Misty e Brock con la mano . - Tra poco ci sarà la conferenza, giusto? Mi raccomando, sii diplomatica! -
- Farò del mio meglio. - Emy sorrise alla madre. Poi guardò Agata: - Stai su! -
- Va bene … andiamo, mamma … -
 
Emy aveva raggiunto Misty e Brock in una sorta di camerino, posto in una zona segreta dello stadio vietata agli spettatori.
 
Quando Agata aprì la porta per uscire, si trovò davanti a Vera e a Drew.
 
- Oh! - La sorella di Emy sussultò.
- Ehilà! Che fortuna! - Esclamò Vera, abbracciando la sua migliore amica. - Non immaginavo di trovarti qui! -
- Nemmeno io … - Disse Agata, visibilmente delusa.
Drew guardò con sospetto la ragazza: - Che hai? - Domandò in maniera molto diretta.
- Nulla. - Disse Agata, rispondendogli acidamente. - Mamma, andiamo? -
- Drew! - Esclamò Alicia, ignorando Agata. - Vera! Che bello, siete qui! -
- Salve, signora Fox. Auguri! - Esclamò il ragazzo dai capelli verdi.
- Grazie, ragazzi! E’ davvero un piacere vedervi! - Disse la donna raggiante.
- Ci dispiace molto … volevamo venire in ospedale, ma … -
- Non preoccuparti, Vera. Sono contenta di avervi visto dopo tanto tempo. State davvero bene insieme, sapete? - 
Vera arrossì visibilmente, mentre Drew cercò di controllarsi: - Verremo a casa sua il prima possibile. - Aggiunse il ragazzo.
- Vi aspetto, allora! Ciao, ci vediamo! - Sia Alicia che Agata uscirono dalla stanza.
- Che strano … sembrava davvero giù di morale. - Notò il ragazzo.
- Sì, è vero … forse vuole evitarmi … - Sospirò Vera parecchio dispiaciuta.
- Ma no! Che dici, Vera? - Intervenne Emy.
- Tu sai qualcosa? - La castana si rivolse alla capo palestra di Viridian city: eccome se sapeva! Ma cosa poteva mai dirle? Che la sua migliore amica era innamorata del suo ragazzo da anni e che non riusciva a dimenticarlo?
- Ehm … no, non sono al corrente dei problemi di mia sorella … ma so che Agata vi vuole molto bene … probabilmente sta attraversando un periodo particolare e preferisce tenersi tutto dentro … sapete bene com’è fatta. - Spiegò la  maggiore.
- Sì, Agata è sempre stata una tipa riservata. - Aggiunse Brock. - Anche se è una persona di cui ci si può fidare al cento per cento. -
- Hai ragione, Brock … ma ho l’impressione che voglia evitare me e Drew … le abbiamo fatto una sorpresa facendoci trovare a casa di Ash … dopo quell’occasione non ci siamo più visti, nonostante stessimo nella stessa città … ho provato a chiamarla … ma non rispondeva, oppure trovava delle scuse per non vederci … vorrei parlarle chiaramente … è la mia migliore amica e non so come pormi nei suoi confronti … ho paura di averle fatto qualcosa di male … però … io credo di essermi comportata sempre bene … -
- Dai, non preoccuparti. - Disse Misty. - Vedrai che le cose si aggiusteranno. -
- Lo spero … - Concluse Vera.
- Chiedo scusa, ragazzi. - Intervenne nuovamente Brock. - Ma dovreste andare a posizionarvi … qui non sono ammessi estranei. Se qualcuno della sicurezza vi trovasse, vi caccerebbe a calci! -
- Sì, che stupidi che siamo! - Disse Vera.
- Le tue idee gloriose … -  Aggiunse Drew con aria di sufficienza. - Dai, andiamo. -
- A dopo, ragazzi! - Vera e Drew uscirono a loro volta.
- Agata mi è sembrata diversa dal solito. C’è qualche problema? - Domandò Brock, rivolgendosi ad Emy.
La sorella sospirò: - Meglio lasciar perdere. Non potremmo comunque intervenire. -
- Oh, qualcuno ha bussato! - Esclamò Misty, dopo aver sentito dei rumori.
- Si può? - Dall’esterno si udiva una squillante voce femminile.
- Prego. - Rispose Brock.
- Oh oh! - Esclamò una ragazza, dopo aver spinto la porta col piede: era vestita piuttosto alla moda e i suoi capelli, corti e cotonati, si contraddistinguevano per un colore parecchio stravagante: il rosa! - Questo è il nostro camerino? Siamo delle star allora! -
- Mah, più o meno. - Disse Emy.
- Ehilà! E’ da un po’ che vi cerco! Dai, andiamo! La conferenza sta iniziando! - Chiara, la terza dei Super Quattro, fu molto sbrigativa e trascinò Emy fuori dalla stanza. - Brock, Misty. Forza, dovete venire anche voi. -
 
La conferenza doveva tenersi in una sala piuttosto ampia, simile a quella dove Misty, Emy, Brock e gli altri capi palestra avevano votato per l’elezione dei Super Quattro.
 
In quel momento era quasi vuota, in quanto erano presenti solo Misty, Brock, Emy, Chiara, Raffaello, Angelo, Bianca, Alice e … Tajiri.
 
Emy s’irrigidì quando notò quest’ultimo, ma cercò di non darlo a vedere.
 
- Siamo al completo a quanto pare. - Disse Tajiri, divertito dall’atteggiamento scostante della caposquadra. - Vi siete già presentati? -
- Conosco tutti, eccetto Bianca e Alice. - Disse Emy.
- Lo stesso vale per me. - Aggiunse Misty.
- Io, invece, conosco tutti! - Concluse Brock.
- E’ un vero piacere rivedervi, ragazze. - Disse cordialmente Angelo.
- Anche per noi lo è! - Rispose raggiante Emy: non a caso era una grande ammiratrice dell’affascinante capo palestra di Johto. Misty disapprovò quell’atteggiamento civettuolo.
- Bene, bando ai convenevoli … tra poco verranno i giornalisti. Mi raccomando, siate discreti nelle risposte. E cercate di non dar vita a polemiche inutili. -
- Va bene! - Esclamò Raffaello.
- Emy. - Tajiri si voltò verso la ragazza: la sua faccia era tutta un ghigno. - Mi riferisco soprattutto a te. In fin dei conti, sei tu la responsabile di tutto. -
- Responsabile di tutto? Credo che lei dovrebbe utilizzare termini più appropriati …- Ribatté polemicamente la capo palestra di Viridian city.
- L’importante è che ci siamo capiti, no? - Controbatté lui, visibilmente infastidito. - Io ho già rilasciato un’intervista. Adesso tocca a voi. Ripeto, fate attenzione: cercate di essere riservati. - L’uomo uscì dalla sala, permettendo ai giornalisti di entrare: questi ultimi erano circa in venti e si accomodarono su alcune sedie poste in successione al centro del luogo stesso. I più audaci scattarono immediatamente delle foto con i loro apparecchi professionali.
- Sarà meglio sederci. - Disse Misty, indicando una cattedra con otto posti.
- Hai ragione. - Disse Bianca. - Dai, ragazzi, andiamo! -
 
Posizionatisi, i giornalisti cominciarono immediatamente con le domande:
 
- Angelo, lei è il primo dei Super Quattro: crede che tale posizione possa determinare maggiori responsabilità rispetto agli altri membri della squadra? - Domandò un uomo in prima fila.
- No, non la penso così. Le responsabilità sono uguali per tutti e quattro. Non dipende dalla disposizione. In ogni caso, cercheremo di fare del nostro meglio. -
- Raffaello, è piuttosto insolito che un allenatore di pokémon coleottero venga inserito in un team così importante. Non ha mai pensato che la Leghe, sia nazionali che regionali, operassero una discriminazione nei confronti di questo tipo? - Chiese un altro, seduto agli ultimi posti. Nel frattempo, le macchine fotografiche producevano una miriade di scatti. Nel frattempo si erano aggiunti anche uomini con delle telecamere.
- Non credo sia opportuno parlare di discriminazioni. E’ che i pokémon coleottero piacciono di meno rispetto a quelli di fuoco, di acqua o di spettro. Sono molto contento di essere stato votato. In qualità di membro dei Super Quattro, ho il desiderio di riscattare i pokémon coleottero, in modo tale che il mondo verificherà una volta per tutte la loro forza. Sono sicuro che rimarrete esterrefatti. - La risposta di Raffaello convinse particolarmente i giornalisti, che già da un po’ avevano attivato i loro registratori o erano impegnati a prendere appunti.
- Chiara, sei considerata una delle capo palestre più carine di Johto. Credi che il tuo bell’aspetto abbia influito sulla tua elezione? Sinceramente. - Domandò una giornalista attempata e intraprendente.
La capo palestra sorrise: - Sono felice se le persone apprezzano il mio bell’aspetto. E’ comunque un biglietto di visita. Ma ciò non significa che non sono brava! Ve lo dimostrerò! -
- Che oca … - Sussurrò Emy a Misty. - e poi, noi non siamo carine? -
- Probabilmente è una sua fan. - La rossa fece spallucce.
- Emy. - Iniziò un giornalista, più anziano degli altri. - Tu sei la caposquadra dei Super Quattro. Questo ci giustifica dal porti le domande più scottanti e antipatiche. -
- Cerchi di non esagerare. - Disse la ragazza, cercando di incutere timore.
- Faccio solo il mio lavoro. - Rispose l’uomo. - Comunque … sono vere le voci che girano su Tajiri? E cioè sul fatto che è contrario a legami di qualsiasi tipo tra i partecipanti alla Lega? -
Emy trasalì: - Mi scusi, potrebbe essere più chiaro? -
- Io credo che lei abbia capito fin troppo bene. -
Emy sospirò: quell’argomento la tormentava da giorni. - Sinceramente non ne sono al corrente. Perché non l’ha chiesto direttamente a Tajiri? -
- Perché è stato parecchio restio nel rispondere. Così ho pensato di chiederlo a lei, che mi sembra molto disponibile. Comunque, anche se non lo sa, può esprimere una sua opinione? Sa, nel caso in cui la voce fosse vera … -
- Beh … non mi sembra una cosa così scandalosa … ammesso e non concesso che due partecipanti della Lega si amino, potrebbero benissimo disputare un incontro: prima di essere innamorati, sono anche degli sportivi. Insomma, se mi sta chiedendo se una situazione del genere potrebbe implicare favoritismi e dirottamenti negli incontri, la mia risposta è no. -
- Che rispostona! Degna di una leader! - Aggiunsa Chiara. Emy le sorrise.
- Lei parla così perché uno dei partecipanti è il suo compagno di vita? - Il giornalista incalzò: le sue, più che domande, erano provocazioni belle e buone.
- Credo che lei si stia sbagliando. Io non ho alcun compagno di vita. - Rispose gelidamente la capo palestra di Viridian city. - E scusi se glielo dico, ma questa non è la sede adatta per discutere di certi argomenti. Rispetti la mia privacy, per favore. -
- Cavoli! Ma sei proprio tosta, tu! - Ripeté Chiara, particolarmente interessata al dibattito.
- Eppure c’è chi sostiene che qualcuno di voi sia sentimentalmente legato a un gareggiante … se così fosse, non sarebbe poi del tutto innaturale pensare a raccomandazioni e vantaggi gratuiti … -
 
Misty sudò freddo: lei non faceva parte della rosa, ma era una potenziale combattente. Che qualcuno avesse sospettato di lei e di Ash? D’altra parte non credeva che qualcun altro del team potesse avere una relazione sentimentale in quell’ambito, eccetto Emy, che però da poco si era lasciata … 
 
- Non ho interesse a intromettermi nella vita privata dei miei colleghi … per quanto mi riguarda ho la coscienza pulita, se così si può dire, e posso confermare lo stesso per i miei amici più cari: Misty, che è single e Brock, che è fidanzato con una ragazza che nulla c’entra con la Lega. Non conosco ancora molto bene gli altri, ma faccio affidamento sul loro buon senso. A prescindere da tutti, anche se ci fossero relazioni amorose, non ci troverei alcunché di male: anzi, sarebbe uno stimolo per confrontarsi e dare il meglio, non credete? -
 
La conferenza terminò abbastanza presto: fortunatamente gli otto se la cavarono piuttosto bene, soprattutto grazie alla dialettica di Emy.
 
- Ehi, lo sai? Mi sei simpatica! - Esclamò Chiara, avanzando verso l’uscita. - Li hai proprio zittiti! Volevano metterci alle strette, ma li hai distrutti! Complimenti, ora capisco perché dicono che sei così in gamba! -
- Sì, sei stata molto brava. - Aggiunse Angelo. - I miei complimenti. -
- Grazie … - Emy si sentì particolarmente felice quando udì le parole del primo dei Super Quattro. Ancora una volta Misty sospirò: la sua migliore amica era irriducibile.
- Dato che siamo una squadra, dovremmo frequentarci più spesso. - Disse Raffaello.
- Sono perfettamente d’accordo. - Affermò Bianca. - Una sera di queste andiamo a bere qualcosa tutti insieme, vi va? -
- Io ci sto! - Esclamò Alicia.
- Anche per noi va bene. - Concluse Brock.
- Bene! Oh, ragazzi! Tra poco iniziano gli incontri! Sarà meglio affrettarci! - Chiara e gli altri presero direzioni diverse, tutti intenzionati a occupare le proprie poltrone.
- Sono bravi ragazzi. - Disse Brock, riferendosi ad Emy e a Misty.
- Sì, non sono male. - Commentò Emy.
- Andiamo anche noi? - Domandò il ragazzo.
- Io devo andare prima in bagno. Emy, mi accompagni? - Chiese Misty.
- Certo. -
- Va bene. Vi aspetto in tribuna. - Brock seguì gli altri membri del team.
 
Giunte in bagno, Misty trascinò Emy in un angolo:
 
- Cos’è questa storia? - Domandò la rossa sottovoce.
- Che storia? -
- Quella di Tajiri e delle relazioni. -
Emy sospirò: - Quello che ha detto il giornalista è vero. -
- Cosa?! Tu come lo sai? -
- Me l’ha detto Tajiri quando sono andata a parlare con lui. -
- Perché non me ne hai parlato? -
- Ero confusa. Insomma, quell’uomo è davvero senza cuore. Lo credevo diverso … scusami … dato che tu e Ash ora state insieme, avrei dovuto avvertirti. -
- No, capisco le tue ragioni. Quindi non scusarti … a quanto pare avevo pensato bene … sarà meglio stare in guardia … ma è una motivazione assurda … -
- Non dirlo a me! Probabilmente Tajiri avrà subito un trauma durante la giovane età. Oppure è pazzo e sadico e basta …  -
- Non saprei risponderti … ora è tutto più chiaro, però. Dovrò comunicarlo anche ad Ash … andiamo, gli incontri inizieranno tra poco. -
 
 
 
- Sai, Rupert, dovresti ringraziarmi. E’ un miracolo che io ti lasci andare. - Giovanni si trovava nel solito covo segreto: con lui c’era il padre di Emy, non più legato e sorvegliato dai gorilla del capo del Team Rocket. - Ricapitoliamo: ora che tornerai alla tua ordinaria e monotona vita, comunicherai ad Oak che non sei più disposto a collaborare con lui per quel famoso progetto … se cerchi una scusa plausibile, non venire da me … inventane una tu. In secondo luogo, brindiamo. - Il malvagio si fece portare da una giovane donna due bicchieri riempiti di champagne. - Il nostro sodalizio è stato finalmente ripristinato. Giovanni porse a Rupert uno dei due bicchieri: il medico aveva lo sguardo spento, perso nel vuoto. Era ben consapevole del futuro che lo attendeva.
- Ho accettato questo compromesso solo per il bene della mia famiglia. - Disse Rupert, prendendo il bicchiere e tracannando lo champagne.
- Ehi, non sei affatto fine. - Ribatté Giovanni guardandolo divertito. - Non importa quali siano le tue motivazioni … ciò che conta è che tu ora … sia qui. -
Continua ...

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Capitolo 21
*** CAPITOLO SPECIALE: Harrison ed Emy sulla riva del Lago Argento! ***


Nota dell'autrice - E dopo circa due mesi, eccomi con il fatidico ventunesimo capitolo! Salve a tutti, ragazzi! Come state? Come vi va la vita? Pensavate che fossi morta? Ebbene, no ... dunque, una piccola premessa: avevo scritto il VERO ventunesimo capitolo, ma mio padre ha cancellato i  miei documenti (per sbaglio, dice lui °_° è troppo imbranato xD) e quindi ho dovuto riscriverlo ... però ... il mio cervello ha elaborato una stramba idea, ovvero una sorta di flashback ... un avvenimento avvenuto nel passato ... ed ecco cosa la mia mente ha partorito, un capitolo leggermente obrobrioso su Harrison e Emy (quando si volevano ancora bene xD). L'importante, comunque, è aver aggiornato! ^^ Dopo questa piccola parentesi, procederò con la storia vera e propria e visto che è da molto che non la leggete, vi preparerò un piccolo riassunto, giusto per non perdere il filo ^^ (così aiuto anche me stessa, perché io tendo a dimenticare xD). In questi giorni ho rivisto le puntate della fine della Conferenza Argento (che, a mio parere, sono tra le più belle *_*) e questo capitolo è ambientato proprio in quel periodo. Buona lettura!

Ciò che segue è avvenuto otto anni prima della Lega di Kyoto.
 
Erano trascorse circa dieci ore dal termine dell’incontro tra Harrison e Jon Dickinson: quest’ultimo era riuscito a sconfiggere Harrison grazie ai suoi potentissimi e ben addestrati pokémon. Nonostante l’allenatore di Albanova avesse lavorato duramente per arrivare così in alto, in quel frangente non poté contare sul suo affidabile Blaziken, gravemente ferito a causa dello scontro avvenuto col Charizard di Ash qualche giorno prima.
 
Quella notte Harrison non riusciva a dormire; si alzò dal letto, uscì dalla stanza dell’albergo dove alloggiava e si diresse verso il lago del Monte Argento; ovviamente, data l’ora, era deserto; ed era proprio quello che voleva.
 
Harrison si sedette in riva al lago, in silenzio. Continuava a fissare la propria immagine riflessa nell’acqua. Sospirò: era molto dispiaciuto per via dell’esito del duello con Jon, ma non voleva biasimare se stesso, né i propri pokémon; tutti loro, dal primo all’ultimo, avevano combattuto egregiamente.
 
- Va bene così …- Mormorò Harrison tra sé e sé. - quella della Conferenza Argento è stata una bellissima esperienza: sono arrivato in semifinale, è un ottimo risultato. E poi, a breve, ricomincerò a viaggiare … -
 
- Harrison? - Qualcuno chiamò il ragazzo; era una voce femminile.
 
L’allenatore di Albanova, piuttosto sorpreso, si voltò e notò la presenza di Emy.
 
Emy e Harrison si erano conosciuti appena una settimana prima e non in circostanze piacevoli: difatti, il semifinalista della Conferenza Argento si era trovato, fortuitamente, in una situazione piuttosto complicata, nella quale aveva avuto modo di conoscere Ash, Misty, Brock ed Emy, in quel momento aggrediti da due tizi che si presentavano come “ Team Rocket “: in quell’occasione, la ragazza di quel duo lanciò una sfera poké contenente un Arbok, il quale, con i suoi aculei velenosi, ferì Emy. Dopo essersi sbarazzati del Team Rocket, Harrison e gli altri trasportarono Emy in ospedale grazie al Blaziken dell’allenatore di Albanova, permettendo alla ragazza di conservare la propria vita. Da quel giorno Harrison diventò amico dei quattro. Sfortunatamente, però, uno dei suoi rivali durante la Lega si scoprì essere proprio Ash, che alla fine, dopo uno strabiliante incontro, fu sconfitto.
 
- Oh, ciao, Emy! - Rispose Harrison sorridendo.
- Disturbo? - Chiese la ragazza timorosa.
- Certo che no. Dai, siediti accanto a me. -
La ragazza sorrise e si avvicinò a Harrison: - Che bel posto! -
- Già. Molto tranquillo, eh? -
- Sì … - Disse Emy. - Nemmeno tu riesci a dormire, Harrison? -
- In realtà no … sai, pensavo all’incontro di oggi … -
- Ah! - Esclamò Emy. - Mi è dispiaciuto davvero tanto che tu abbia perso … meritavi di vincere … certo, Jon Dickinson è un grande allenatore, ma tu non sei stato da meno! -
- Ti ringrazio, Emy. - Rispose Harrison.
- Guarda che lo penso davvero! - Ribatté Emy, fin troppo agitata. - Dimmi … hai preferito far riposare Blaziken per non sforzarlo troppo, non è così? -
- Sì … proprio così … - 
- Immaginavo. - Emy sorrise. - Sai, forse qualche altro allenatore, al posto tuo, non si sarebbe preoccupato a tal punto per il proprio pokémon … il tuo affetto nei confronti di Blaziken vale cento volte più di una qualsiasi vittoria. -
 
Harrison rimase meravigliato da quelle parole: aveva capito subito che Emy era una persona speciale e ciò l’aveva indubbiamente attratto, ma in quel momento comprese che la ragazza addirittura provava una forte ammirazione nei propri confronti. 
 
- E’ vero … d’altra parte essere allenatore di pokémon vuol dire anche questo … -
- Soprattutto questo! -
 
Harrison, grazie alle parole di Emy, si sentì meglio.
 
- Di’ un po’, Emy. L’altro giorno, mentre parlavo con Ash, ho saputo che tu sei la capo palestra di Viridian city. -
- Oh … sì, proprio così! -
- Caspita, che forza! Ma dimmi, se sei una capo palestra, come mai viaggi con gli Ash e gli altri? -
- Oh … beh … è una questione un po’ complicata … -
- Abbiamo tutta la notte per parlarne. -
- Ok! - Replicò Emy. - Vedi, Harrison, io adoro i miei pokémon, però amo anche viaggiare! Tantissimo! Circa tre anni fa, decisi di intraprendere una nuova avventura … volevo conoscere nuovi posti, nuove persone … però mio padre mi si oppose … era contrario alla mia volontà perché temeva che in questo modo la palestra sarebbe stata chiusa … però, dato che mia madre mi ha preceduto in questo compito, mi ha dato la possibilità di partire, dicendomi che mi avrebbe sostituito per un po’. Io, felicissima, iniziai a prepararmi per la partenza. Finché un giorno … -
- Un giorno cosa? -
- … un giorno sono venuti a Viridian city Ash, Misty e Brock. Ash voleva sfidarmi per vincere la medaglia Fiamma. Beh, accettai la sfida, ma perse clamorosamente. Volle una rivincita, ma io rifiutai, avevo fretta di partire! Poi, il famoso Team Rocket irruppe nella mia palestra e stava riuscendo nell’intento di rubare i miei pokémon. Grazie al tempestivo aiuto di Ash, ciò non è successo. Quindi gli diedi un’altra chance, ma perse di nuovo. -
- Devi essere davvero molto forte! - Esclamò Harrison.
- Più o meno! - Continuò Emy. - Comunque, era arrivato il momento dei saluti: loro avrebbero continuato a viaggiare e io, invece, avrei appena iniziato a farlo. Poi Brock mi propose di andare con loro e io accettai! Fra l’altro dissi ad Ash che se fosse stato in grado di vincere almeno sei medaglie, gli avrei dato una terza possibilità. Quindi cominciai il mio viaggio con loro! -
- Cavoli! Vi conoscete da tantissimo tempo, allora! -
- Sì … ma ci fu un’altra interruzione … io e Ash non abbiamo mai avuto modo di terminare il nostro terzo incontro, sempre a causa del Team Rocket … ma decisi comunque di consegnargli la mia medaglia perché, al di là di tutto, è un grande allenatore. Dopodiché tornai in palestra, pressata da mio padre … infine di nuovo a viaggiare con Ash, Misty e Brock più di un anno fa ed eccomi qui! -
- Sono contento per te! Sei riuscita a viaggiare … è questo che volevi, no? -
- Beh … sì … ma tra poco … dovrò tornare a casa. -
- Oh, come mai? -
Emy fece una piccola pausa, poi riprese a parlare: - Quando, un anno fa, sono partita per Johto insieme ad Ash e agli altri, promisi a mio padre che, terminata questa avventura, sarei tornata in palestra definitivamente. Sai com’è … sono una donna di parola … -
- Mi dispiace, Emy. -
- Già, anche a me. Vorrei viaggiare ancora … e soprattutto vorrei continuare a farlo con Ash, Misty e Brock. Loro … loro sono la mia seconda famiglia. -
- Si vede che siete molto legati. -
- Già … grazie a loro, ho imparato così tanto … abbiamo vissuto così tante emozioni insieme … e la nostra amicizia è cresciuta sempre di più! Però, adesso … è giunto il momento di tornare al mio dovere di capo palestra, non posso approfittare così tanto della disponibilità di mia madre … -
Harrison sorrise: - Sarò ben lieto di venire a sfidarti. -
- Come? -
- La prossima regione che voglio esplorare è proprio quella di Kanto. La prima palestra a cui farò visita sarà la tua, Emy! -
- Ok … -
 
-
 
In effetti, fu proprio così. Dopo vari mesi da quella piacevole chiacchierata notturna, Harrison raggiunse Viridian city, entrando nella palestra di Emy, che da un bel po’ aveva ripreso la sua attività di capo palestra.
 
Ma il suo obbiettivo non fu di certo un incontro ufficiale di pokémon.
 
- Emy! - Harrison spalancò le porte della palestra.
- Harrison! - Esclamò lei.
- Finalmente … - Sussurrò lui, piuttosto affannato. - Senti … -
- Dimmi … - Emy l’aveva aspettato tanto. 
- Io … io non voglio più sostenere un incontro con te! - Harrison arrossì visibilmente.
- Cosa? -
- Ecco … vedi … da quando ci siamo separati al Monte Argento … non faccio altro che pensare a te … io sono una persona diretta, quindi … te lo chiedo nel modo più chiaro possibile … vuoi diventare la mia ragazza?! -
 
Continua … 

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Capitolo 22
*** Ash vs Claire! ***


Nota dell'autrice - Yo! Ecco quello che doveva essere il ventunesimo capitolo, stavolta non ci sono stati imprevisti! xD In realtà devo ancora finire di correggere qualche capitolo precedente ... ho segnato gli errori, ma ancora devo correggerli, quindi u.u ho dato precedenza alle novità! ;) Buona lettura, cari! <3

Lo stadio di Vermillion city era gremito.
 
La folla, in delirio, non stava più nella pelle: la lega vera e propria non era ancora cominciata, ma nulla escludeva che quegli incontri anticipati sarebbero stati particolarmente interessanti.
 
- Ash! - Misty, di fretta e furia, si diresse nel camerino del ragazzo.

- Ehi, Misty. - Rispose Ash, sorpreso nel vedere la rossa piuttosto preoccupata. - Qualcosa non va? Hai una brutta cera … -
- Ash, non hai sentito? - Domandò lei, respirando profondamente. - Sei … sei nel primo incontro! E Gary nel terzo … -
- E quindi? - Domandò lui in tutta tranquillità. - Non c’è niente di cui preoccuparsi, Misty. -
- Sì … però … - La ragazza, mentre farfugliava qualcosa, chiuse la porta dietro di sé. - Non è giusto. Sei stato sfortunato … -
- Ehi! - Ash andò ad abbracciarla. - Misty, davvero, va tutto bene. -
- Se lo dici tu … - Sussurrò lei.
- Forse è meglio che tu non stia qui … - Disse Ash.
- E’ vero, hai ragione. Scusa, Ash. Dovevo … dovevo assolutamente vederti. -
- Anche io. Grazie per essere venuta da me. - Mormorò il moro.
 
Misty, dopo aver rivolto un sorriso fugace al ragazzo, uscì piuttosto celermente dalla stanza.
 
Ash tornò ad essere pensieroso: quell’incontro lo spaventava e non poco. Di solito era sempre deciso e determinato, ma non si era mai trovato nella situazione di dover partecipare alla lega più prestigiosa di tutti i tempi. Qualcosa, in lui, si stava smuovendo.
 
- Eh? Claire di Viridian city? - Domandò Alicia, rivolgendosi a Emy.
- Già, a quanto pare sarà la sfidante di Ash. - Rispose la ragazza, mentre osservava lo stadio dal suo posto in tribuna. - Non poteva andare peggio. -
- Claire è un’allenatrice fortissima … darà ad Ash del filo da torcere! - Esclamò Agata.
- Proprio così. - Aggiunse Emy. - E’ una delle poche che mi ha davvero sorpreso in battaglia … -
- Sono felice per Harrison, però. - Sorrise Alicia. - E’ stato escluso da questi incontri, quindi passerà direttamente alla fase successiva. -
 
Kristie sorrise, arrossendo leggermente. Emy notò quello strano comportamento: era sempre più convinta che stesse accadendo qualcosa di strano.
 
- Beh, cosa dovremmo dire di Gary? Dovrà sfidare un allenatore di Sinnoh, un certo Ray. Gode di ottima fama. - Riprese la capo palestra di Viridian city.
- Gary è un bravo allenatore, saprà cavarsela. - Ribatté Alicia.
- Indubbiamente. - Concluse Emy.
 
- Scusate, io … torno subito. - Kristie si alzò subitaneamente.
- Ehi, dove vai? - Domandò Emy.
- Eh … in … in bagno! - La ragazza si allontanò, senza attendere un’eventuale risposta della sorella.
 
Emy osservò la figura della sorella minore allontanarsi sempre di più: c’era davvero qualcosa che non quadrava ed era il suo intuito a suggerirglielo.
 
- Mah … -
 
- Misty dov’è? - Domandò Alicia.
- Non lo so … forse sarà andata da Ash … -
- Perché? -
- Eh? - Emy si rese conto di aver parlato troppo: doveva, a tutti i costi, mantenere il segreto. - Ehm … non saprei … probabilmente per consolarlo o per motivarlo … sono così amici … -
- Tu credi? - Alicia sorrise. - E’ da anni che sono convinta che tra quei due ci sia qualcosa di più di una semplice amicizia! -
- Ma no, mamma, è impossibile! - Negò Emy.
- Ma come? Non lo dicevi anche tu? Li prendevi in giro di continuo! -
- Ehm … sì … ma … erano cose infantili … comportamenti bambineschi … adesso Ash e Misty sono abbastanza maturi per capire i loro sentimenti … se si fossero innamorati reciprocamente, credo che sarebbe successo qualcosa, non pensi? -
- Beh, è probabile che si amino in segreto! -
- Mi viene il vomito solo a pensarci! -
- Emy! - Esclamò Alicia. - Non sarà che ti piace Ash? -
- Ok, vado davvero a vomitare … -
 
Kristie si fece spazio tra la folla e riuscì, in pochi minuti, a raggiungere l’area riservata agli allenatori.
 
- Signorina, desidera qualcuno? - Un addetto alla sicurezza, piuttosto prestante e inquietante, la osservava severamente dall’alto della sua statura.
 
- Ehm … ecco … vede … io … cercavo … - Kristie fu parecchio intimorita da quell’uomo.
- Cercava? - Chiese lui, in maniera molto sbrigativa.
- Me. - Improvvisamente spuntò Harrison. - La ragazza cercava me. Ora se vuole scusarci … - Harrison, in un attimo, prese Kristie per mano e corse verso la sua stanza, non permettendo all’uomo di ribattere. 
 
- Oh, se le cose stanno così … -
 
Kristie e Harrison si rifugiarono nel camerino dell’allenatore.
 
- Harrison, scusa! - Esclamò Kristie, mentre Harrison chiudeva la porta.
- Per cosa? - Domandò lui ridendo. - Ero sicurissimo che saresti venuta. -
- Eh?! - La ragazza arrossì. - Scusami … -
- Ancora? - Domandò Harrison, rivolgendosi verso Kristie. - Scusa tu. D’altra parte oggi non dovresti essere qui. Ma come al solito la tua presenza non fa che portarmi bene e … farmi bene. - Harrison si avvicinò lentamente a Kristie, mandando quest’ultima nel panico più totale. 
- Ehm, Harrison. Devo tornare da mamma e da Emy … -
 
Harrison si fermò, appena udì quel nome: - Ok. - Concluse sospirando.
 
- Sono felice che tu non sia capitato nei sorteggiati. Però, anche se fosse andata diversamente, saresti stato grande! Ne sono sicura! -
- Ti ringrazio … -
- Ora vado! - Kristie si volatilizzò, lasciando Harrison solo.
 
- Uffa … - Mormorò il ragazzo.
 
- Ehi, dov’eri finita? - Domandò Emy, vedendo Misty arrivare verso di lei.
- Ehm … ero andata in bagno. - Rispose lei, osservando Alicia.
- Cos’è questo amore incondizionato per il wc oggi? - Chiese Emy.
- Eh? - Misty le rivolse uno sguardo truce, dopo aver sperato nell’appoggio dell’amica.
- Niente, lascia perdere. - Rispose l’altra alzandosi. - Sarà meglio raggiungere Chiara e gli altri. A quanto pare dovremo commentare gli incontri insieme a non so chi. Che palle. -
- Sbrighiamoci, allora! - Misty seguì Emy.
 
- Insomma, vuoi stare più attenta? - Domandò Misty.
- Scusa, scusa … ero un po’ pensierosa. -
- Per quale motivo? - Chiese nuovamente Misty. 
- Ecco … - Il pensiero di Emy si rivolse alla sorella, ma proprio mentre stava iniziando a parlare fu interrotta da qualcuno.
 
- Ehi, ma quelle sono Misty ed Emy! - Esclamò un ragazzo, a poca distanza dalle ragazza.
- Sì! - Aggiunse un altro. - Caspita, dal vivo sono ancora più belle! -
- Perché non andiamo a conoscerle? - Aggiunse un terzo.
 
- Ehm … - Misty guardò i ragazzi, sembrava piuttosto imbarazzata.
- Credo proprio che dovremmo andare. - Propose Emy.
 
- Lo credo anche io! - Una persona si aggiunse alla conversazione.
- Ehi, Vulcano! - Esclamò Emy, notando la presenza del ragazzo.
- Proprio così! Su, andiamo! - Il ragazzo incitò Misty ed Emy ad allontanarsi da quei tipi piuttosto esaltati. - Ma insomma, ragazze! Vi pare che due membri dei Super Quattro si mettano a gironzolare in mezzo alla folla? E’ pericoloso! -
- Io sono solo una riserva! - Si giustificò Misty.
- Già, ma sei molto, molto, molto bella! Piacere, Vulcano! -
- Ehi! Non fare il cascamorto con la mia amica! - Replicò Emy.
- Perdonami tanto! - Ribatté Vulcano.
- Io sono Misty, piacere! - Disse la ragazza. - Ti conosco di vista. -
- Sì, faccio parte del team organizzativo, Misty. Avanti, seguitemi. -
 
Emy e Misty si avvicinarono a Vulcano per evitare altri fastidi.
 
- Sembra gentile. - Iniziò Misty.
- Abbastanza. - Aggiunse Emy. - Ma evita di flirtare con lui … o riferirò tutto ad Ash, cara! -
- Ehi! Non ho mica flirtato! - Misty replicò velocemente.
- Scema, era per farti arrabbiare! - Emy strizzò l’occhio a Misty, che sospirò: la sua migliore amica aveva sempre voglia di scherzare.
 
- Emy, eri in tribuna con la tua famiglia? - Domandò Vulcano.
- Proprio così! -
- Cavoli! Allora ci sarà anche il dottor Fox, eh? -
- Oh … a dire il vero mio padre è assente da qualche giorno … per motivi di lavoro, suppongo … ma è regolare … sono abituata a vederlo di rado … -
- Capisco … beh, quando torna da te, fammelo sapere, sono un suo grande ammiratore. -
- Ok, Vulcano! -
 
Nel frattempo, a New Island, un luogo praticamente dimenticato dal mondo e parecchio oscuro, inquietante e poco raccomandabile, stava accadendo qualcosa di losco e pericoloso … 
 
- Allora, Rupert. - Iniziò Giovanni, riferendosi all’uomo che, stremato, giaceva a terra, controllato da due uomini gorilla. - Vuoi collaborare con me o no? Ti ricordo che in caso di risposta negativa, non potrai più vedere la tua adorata famiglia … -
 
Rupert non rispose. Non aveva la forza per farlo.
 
- Chi tace acconsente, sai? - Ridacchiò Giovanni, mentre lo osservava dalla sua sontuosa poltrona. - Inoltre, Rupert, non pensare che io sia così perfido … ti darò l’occasione di incontrarti con una vecchia conoscenza … -
 
 
- Gary! - Esclamò Emy, quando intravide il ragazzo in un angolo isolato dello stadio.
- Oh, guarda chi c’è. - Ribatté lui.
- Ehi! - Esclamò Vulcano, mentre vedeva Emy allontanarsi da lui. - Chi è quello, Harrison? -
- Eh? Harrison? - Domandò Misty.
- Sì. Il ragazzo di Emy che partecipa alla Lega, no? O qualcosa del genere … -
- Oh … no … lui non è Harrison. E’ Gary. Gary Oak! Il nipote del professore Oak! Anche lui partecipa alla Lega e sosterrà il terzo incontro. -
- Ah, deve essere un tipo in gamba allora … è  amico di Emy? -
- Sì … - Sussurrò Misty.
 
- Come stai? - Domandò Emy, avvicinandosi al ragazzo.
- Non sto. - Rispose lui sorridendo.
- Ok, domanda stupida e retorica, me ne rendo conto. -
- Ma no, basta il pensiero … -
- Non so davvero cosa dire, Gary. Credimi! So già che darai il massimo. -
Il ragazzo fissò Emy, quasi come se volesse che il suo discorso continuasse. - Sei un grande allenatore, nutro molta fiducia nei tuoi confronti. -
- Ti ringrazio. Farò di tutto pur di sfidarti. -
- E’ proprio quello che mi aspetto da te! -
 - Emy, andiamo? - Domandò Vulcano.
- Oh, sì! Arrivo! Ciao, Gary. Metticela tutta. - La ragazza si allontanò, tornando di nuovo da Misty e da Vulcano.
 
- E’ davvero incredibile … - Pensò il castano. Dopodiché rivolse lo sguardo allo stadio: - Forza, Ash … dai il meglio di te! -
 
- Finalmente! - Esclamò Chiara, spazientita. - Vi stavamo aspettando! -
- Perché sono sempre l’ultima a sapere le cose? - Domandò Emy.
- Perché non sei mai al posto giusto al momento giusto! A differenza di me … - Rispose Chiara pavoneggiandosi.
- Solo io non la sopporto? - Domandò Emy, rivolgendosi a Misty.
- Dai, in fondo è una brava ragazza … - Ribatté la rossa.
- Ragazzi, sarà meglio dirigerci verso la postazione. - Propose Angelo, indicando un punto indefinito.
- Ma certo! - Emy si avvicinò al ragazzo. - Io mi siedo vicino a te, ok? -
- Certo, mi farebbe molto piacere. - Rispose Angelo in maniera cordiale.
- Ma a Emy piace Angelo? - Domandò Brock a Misty.
- Non stupirti, Brock, è la tua versione al femminile! -
- Ehi! - Chiara alzò la propria voce. - Che storia è mai questa? -
- Che storia? - Domandò Emy, avendo capito che la capo palestra di Johto si riferiva a lei. 
- Insomma, fino all’altro giorno eri fidanzata e ora fai la gatta morta con Angelo? -
- Eh, gatta morta?! - Esclamò Emy totalmente scandalizzata.
- Proprio così! - Controbatté Chiara, poggiando le mani sui fianchi. - Chiodo scaccia chiodo, eh? -
- Brutta megera! Guarda che se continui do vita a una rissa! -
- Siete proprio uno spasso, ragazze! - Disse Angelo, in preda alle risate.
- Già. - Aggiunse Raffaello. - E’ proprio un piacere lavorare con voi! Non credevo che si sarebbe instaurato un clima così familiare! -
- Familiare, eh? - Sospirò Misty.
 
- Signore e signori, buongiorno! Tra poco avranno inizio gli incontri anticipati della Lega di Kyoto. Siete pronti? - Una voce metallica echeggiò nello stadio e non ci volle molto tempo per ricevere una risposta. - Io sono Karl, il vostro cronista. Accanto a me ci sono i Super Quattro e i capi palestra Misty, Brock, Bianca e Alice! Ancora qualche minuto e cominceremo! -
- Caspita, che bella vista che c’è da qui! - Esclamò Misty: i ragazzi si erano diretti in una stanza che affacciava proprio sullo stadio.
- Vero, eh? - Karl era un trentenne molto affascinante e carismatico, noto per essere un noto attore cinematografico. - Sono proprio contento di essere in compagnia! -
- In realtà non ho mai fatto la cronista! - Ribatté Chiara.
- Non ti preoccupare! - Rispose Karl. - Dovrete limitarvi a commentare l’incontro … non sempre, solo ogni tanto! -
- Spero di non addormentarmi prima del quinto incontro … - Disse Emy.
- Ma no, non credo. - Aggiunse Raffaello. - Ricorda che qui ci sono gli allenatori più forti del mondo. Ti conviene osservare la loro tecnica per poterli conoscere meglio, dato che uno di loro sarò un nostro diretto avversario. -
- Certo che sei proprio saggio tu, eh? -
- Così dicono. - Concluse Raffaello, sorridendo a Emy.
- Dai, ragazzi, cominciamo. - Karl incitò gli altri. - Eccoci qui! Fatemi sentire se ci siete! - Ovviamente la folla rispose alla richiesta di Karl in pochissimo tempo. - Bene, bene, bene! Gente! La Lega non è ancora iniziata, ma quale modo migliore per scaldarci con questi incontri anticipati? Come ben sapete, sono stati sorteggiati venti allenatori e solo dieci di questi supereranno la fase successiva! Si scontreranno due per volta; ogni allenatore potrà utilizzare un pokémon, non ci sono limiti di tempo! Il primo incontro vede protagonisti due personalità di tutto rispetto! Diamo il benvenuto a Claire di Viridian city! - La folla accolse molto calorosamente Claire, una ragazza così minuta da sembrare una bambina. In realtà, a detta di molti, era tra le allenatrici più forti di Viridian city; Claire era piuttosto bassa e magra: ciò che più saltava all’occhio era la sua eccentrica acconciatura, costellata da mollette e forcine stravaganti. Il volto, completamente tempestato da lentiggini, faceva da cornice a un bel paio di occhi azzurri. - Claire proviene dalla tua stessa città, Emy! - Continuò Karl, rivolgendosi a Emy, mentre il pubblico ascoltava.
- Proprio così. - Disse Emy. - E’ una grandissima allenatrice, oltre ad essere un’ottima persona. Claire sa davvero cosa vuol dire allenare al meglio i pokémon, potenziando al massimo le loro capacità! Era sicura che sarebbe stata invitata alla Lega! -
- Ma Claire, per quanto forte e determinata, dovrà affrontare un altro grande allenatore, che più volte si è distinto per le sue incredibili performance! Diamo il benvenuto ad Ash Ketchum di Pallet Town! - Anche questa volta la folla si fece sentire: Ash scese in campo, apparentemente tranquillo e pacato.
- Ash Ketchum, allenatore di grande esperienza! Ha partecipato a molti tornei e secondo quanto dice il sito della Lega di Kyoto, ha viaggiato per molto tempo con voi, vero, Misty? Vero, Emy? Vero, Brock? -
- Sì. Ash è un grande amico. - Iniziò Brock. - Ma non per questo saremo clementi con lui nel caso dovesse arrivare al punto di affrontarci. -
- Concordo con Brock! Io, in particolar modo, gli serrerò la strada! - Esclamò Emy: fortunatamente tutti stavano riuscendo ad ambientarsi.
- Tu, Misty? Non hai nulla da dire? - Domandò Karl.
- Oh! - Misty sobbalzò. Fino a quel momento non era riuscita a distogliere lo sguardo da Ash. - Certo che sì! Ash è un caro … amico, ma non per questo saremo clementi con lui! -
- E’ quello che ho detto io! - Replicò Brock.
- Oh, un po’ di fantasia, Misty! - La riprese Karl. Nel frattempo gli spettatori, compreso Ash, stavano ascoltando tutto.
- Chiedo scusa! - Esclamò Misty, assumendo lo stesso colorito dei propri capelli. - Ash Ketchum, fa’ vedere di che pasta sei fatto! Che non la passerai liscia! -
 
- Ehm … - Ash pareva parecchio imbarazzato.
- Ehi, tu! - Claire lo chiamò dal lato opposto del campo.
- Dimmi pure. - Rispose Ash con decisione.
- Piacere, mi chiamo Claire. E così tu sei il famoso Ash, eh? Ho sentito parlare bene di te, ma sappi che non riuscirai a sconfiggermi! -
- Lo vedremo! - Esclamò il ragazzo.
 
- Bene! - Karl tornò a parlare. - E’ giunto il momento! -
 
L’arbitro, sceso in campo, continuò dopo Karl: - Gli allenatori possono utilizzare un solo pokémon a testa. L’incontro non avrà limiti di tempo. Cominciate a combattere da ora. Che l’incontro abbia inizio, vinca il migliore! -
 
La folla esplose in un boato incredibile: finalmente si era entrati nel vivo dell’evento.
 
- Luxio, scelgo te! - Claire, in seguito al sorteggio fatto precedentemente, fu la prima a lanciare la sfera poké.
 
- Bene! - Esclamò Karl.  - E così Claire ha scelto Luxio, un pokémon elettrico. Quale sarà la mossa di Ash? -
 
- Un Luxio, eh? Beh, all’elettricità risponderò col veleno! Vai, Muk! - 
 
- Incredibile! Ash ha scelto un pokémon di veleno, Muk! Angelo, cosa prevedi per questo incontro? - Domandò Karl.
- Si prospetta un duello abbastanza equilibrato: Ash dovrà temere l’effetto paralizzante delle scariche di Luxio, mentre Claire dovrà aspettarsi qualche avvelenamento improvviso. Insomma, un risultato piuttosto imprevedibile! -
 
- Luxio, attacco rapido! -
 
- E’ Claire a dare inizio all’incontro! Il suo Luxio è piuttosto veloce! - Aggiunse Karl.
- Fin troppo! - Esclamò Misty.
 
Luxio colpì Muk, ma l’impatto non fu poi così notevole, considerando la consistenza melmosa del pokémon di Ash.
 
- Sembra che non sia successo granché! - Esclamò Karl.
- Non credo che l’intento di Claire fosse quello di colpire Muk con un semplice attacco rapido, quanto di tentare di paralizzarlo … l’alta tensione del corpo di Luxio potrebbe provocare un effetto del genere … - Spiegò Raffaello.
- Vedo che te ne intendi! - Esclamò Emy.
- Ah, insomma! Non sono mica perfetto! -
- Sì, però … dici sempre cose giuste! -
 
- Muk! Veleno gas! - 
 
- Caspita! Sembra che Ash abbia iniziato con le maniere forti! - Disse Karl.
 
- Luxio, salta in alto! -
 
- Incredibile! Sembra che stia volando! - Esclamò Chiara.
 
Il Luxio di Claire si schiantò sul Muk di Ash, provocandogli un danno notevole.
 
- Ehi, Muk! Stai bene? - Domandò Ash al proprio pokémon: quest’ultimo si riprese repentinamente.
 
- Un colpo da vera professionista! Non credi, Brock? -
- Hai ragione, Karl. - Rispose il ragazzo. - D’altra parte, Luxio è molto più veloce di Muk. Questo potrebbe costituire un vantaggio per Claire. -
 
- Puoi ben dirlo! - Esclamò la ragazza, dopo aver ascoltato l’affermazione di Brock. - Luxio, doppio team! -
 
Il Luxio di Claire si sdoppiò in più pokémon, grazie alla sua incredibile velocità.
 
- Muk, rafforzatore! - Ordinò Ash.
 
- Luxio, vai con l’attacco azione! - Aggiunse Claire.
 
Il pokémon di Ash fu colpito in maniera piuttosto violenta da quello di Claire.
 
- Quel Luxio è davvero fenomenale. - Commentò Emy. 
- Puoi ben dirlo! Ash e Muk si trovano in una situazione di stallo! Devono contrattaccare per cambiare le cose! - Aggiunse Karl.
 
- Muk, fango bomba! - Muk colpì Luxio prima che quest’ultimo riuscisse a rendersene conto. Quel colpo a sorpresa mandò la folla in visibilio.
 
- Cosa?! - Claire non credeva ai propri occhi: in quel frangente il Muk di Ash era stato addirittura più veloce del suo Luxio. 
 
Il pokémon elettrico, però, si riprese piuttosto velocemente.
 
- Dannazione! - Esclamò Ash.
 
- Credevi che quel ridicolo attacco sarebbe stato in grado di mettere k.o. il mio Luxio? Pensavo che fossi più forte, Ash Ketchum! - Ribatté Claire.
 
- Non hai visto ancora niente! -
 
- Pare che Luxio non si sia fatto nemmeno un graffio! - Esclamò Karl.
- Non ne sarei così sicuro. - Rettificò Raffaello.
- Eh? - Gli altri lo guardarono con parecchia sorpresa.
- Guardate attentamente Luxio: è vero, si è rialzato senza problemi, ma non notate il suo sguardo? E’ piuttosto sofferente e a tratti arranca! E’ un chiaro sintomo di avvelenamento acuto! -
- Caspita, che diagnosi precoce! - Disse Brock.
- Beh, abituato a stare a contatto coi pokémon coleottero, riesco subito a capire quando un pokémon è sano e quando invece è malato. Mi pare evidente che Luxio sia davvero ben allenato … ma non basta a celare il suo stato reale. -
 
- Se Luxio fosse avvelenato sarei avvantaggiato! Allora la fango bomba non è stata del tutto inefficace! - Esclamò Ash, riacquistando fiducia.
- Non credere che il mio Luxio sia così vulnerabile! Luxio, attacco tuono! - Il pokémon di Claire scagliò una potentissima scarica elettrica sul povero Muk, che fu colpito in pieno.
 
- Muk, attento! - Urlò Ash, disperato.
 
Il pokémon di Ash giaceva a terra, impossibilitato a muoversi a causa della forte tensione elettrica che attraversava il suo corpo.
 
- Molto bene! - Esclamò Claire. - Luxio, finiscilo! Schianto! -
- Non credere che sia finita! Muk, fango sberla! - Il pokémon di Ash, con un grande sforzo, riuscì a colpire Luxio, che ne uscì gravemente ferito.
- Oh, no! - Esclamò Claire.
 
- Caspita! Povero Luxio! - Esclamò Karl. 
- E’ ovvio che ne abbia risentito! Fango sberla è una mossa di tipo terra e quindi efficace contro i pokémon elettrici come Luxio. Ash è stato davvero molto abile a scegliere il momento giusto per attaccare. - Aggiunse Angelo.
 
- Maledizione! - Esclamò Claire rabbiosa. - Credevo che fosse paralizzato! -
 
Nel frattempo, Luxio si indeboliva sempre di più: il veleno continuava a fare effetto sul pokémon.
 
- Bene! Muk, vai con fango sberla! Di nuovo! - Ordinò Ash.
- Luxio, attacco rapido! - Seppur molto meno velocemente rispetto a prima, Luxio riuscì ad anticipare nuovamente Muk, sferrandogli un nuovo colpo.
- Avvelenato o no, il mio Luxio è sempre più veloce del tuo stupido Muk! - Esclamò Claire.
- Staremo a vedere! Muk, fango sberla! -
 
L’incontro continuò con uno scambio di colpi quasi infinito: entrambi i pokémon si indebolivano sempre di più; Luxio era avvelenato e Muk paralizzato. Come era stato anticipato, risultò essere un incontro davvero molto equilibrato, ma comunque estremamente dinamico. 
 
- Chi avrebbe mai detto che i combattimenti sarebbero stati così truculenti fin da ora? - Domandò Chiara. - Sto soffrendo al posto di quei pokémon! -
- Vedi di abituarti. - La riprese Emy. - Ti ricordo che sei una dei Super Quattro e dovrai essere cento volte più cinica rispetto a Claire e ad Ash messi assieme! -
- Sei proprio antipatica! - Sbuffò la ragazza. Emy sorrise in maniera soddisfatta.
 
- Luxio! Fai un ultimo sforzo! Attacco scintilla! - Il pokémon elettrico, raggruppando tutte le sue forze, scaricò tutta la sua potenza su Muk, che, prontamente, riuscì a spostarsi, nonostante l’effetto paralizzante. L’attacco di Luxio scavò una fossa non indifferente; probabilmente, se fosse riuscito a centrare Muk, quest’ultimo avrebbe di certo perso.
 
- Mancato! - Esclamò Ash. - Adesso, Muk! Pantanobomba! - Il Muk di Ash riuscì a colpire in pieno Luxio, troppo indebolito a causa del veleno.
 
- Caspita! Non credevo che il Muk di Ash conoscesse tutte queste mosse di tipo terra! - Esclamò Misty.
- Quel tipo non finirà mai di stupirmi! - Aggiunse Brock.
 
- Luxio non è più in grado di combattere. Il vincitore dell’incontro è Ash Ketchum da Pallet Town! -
- Sì! - Ash, in preda alla contentezza, andò ad abbracciare il suo Muk. - Sei stato grande, amico mio! - Gli spettatori si fecero sentire ancora una volta: molti, a gran voce, gridavano il nome di Ash.
 
- Strabiliante incontro! - Esclamò Karl. - Complimenti Ash, complimenti anche a te, Claire. Sei stata grande. -
 
- Già … Luxio, ritorna … - L’allenatrice ritirò il proprio pokémon nella sfera poké e repentinamente uscì di scena.
 
- Rimanete sintonizzati, ragazzi! - Iniziò Karl. - Come potete vedere, qui non si scherza! Tra mezzora il prossimo incontro! A tra poco! -
 
- Grandioso, Ash! - Esclamò Brock.
- Davvero notevole. - Aggiunse Raffaello.
- Ma dov’è finito Vulcano? - Domandò Emy, guardandosi attorno. - Ci ha portate qui praticamente con la forza e poi se ne va? -
- Io vado! - Esclamò Misty.
- Dove? -
- Da Ash! A congratularmi!  -
- Ehi, ma sei impazzita? - Emy la trattenne fisicamente. - Ti ho già detto che devi darti una regolata, Misty! Non puoi mostrare i tuoi sentimenti così! -
 
- Quali sentimenti? - Domandò Chiara, impicciandosi.
- Non sono affari tuoi! - Esclamò Emy.
- Che palle! Vorrei solo essere vostra amica … -
 
 
 
Ash uscì dallo stadio, voleva a tutti i costi raggiungere Claire che, afflitta, si stava avviando verso un punto imprecisato.
 
- Claire! - Esclamò Ash da lontano. - Aspetta! -
 
La ragazza si voltò e vide Ash correre verso di lei.
 
- Ciao. - 
- Ciao! - Disse Ash. - Senti, so che non ci conosciamo! Però … però volevo dirti che ho davvero temuto di perdere! Sei stata grande! -
- Ti ringrazio, Ash … ma … come puoi vedere … ho perso … non fa niente … sei stato davvero molto più forte di me. -
- Volevo solo farti i miei complimenti! - Esclamò Ash. - Spero che ci incontreremo di nuovo. -
 
La ragazza, che prima aveva assunto un’aria diffidente, in quel momento rivolse un bel sorriso ad Ash. - Lo spero anche io. E spero di batterti! - I due si strinsero la mano, dopodiché Claire si allontanò.
- Ciao, Ash. -
- Ciao, Claire. -
 
 
- Ma insomma, dov’è andato a finire? - Emy, intanto, era impegnata a cercare Vulcano. - Se non sbaglio le stanze del team organizzativo sono accanto alle nostre … vado a dare un’occhiata. -
 
Emy giunse nella zona dedicata ai Super Quattro.
 
- Vulcano! - Emy scorse la figura di un ragazzo alto, dando per scontato che fosse il suo nuovo amico.
- Eh? - Niente di più sbagliato. Il ragazzo in questione, avvicinatosi, si era rivelato Harrison! - Caspita, certo che la tua miopia è piuttosto galoppante! -
- Eh?! Harrison?! - Emy, totalmente impreparata, si trovò davanti al suo ex fidanzato, senza sapere cosa dire e fare.
- In persona. Perché mi ha chiamato Vulcano? -
- Ehm … è il tipo che aiuta mio nonno ad organizzare … è uno dei Super Quattro di … -
- Ah, capito. -
- … -
- Beh? Come stai? -
- Oh. Io bene, tu? -
- Bene. Fortunatamente non sono stato sorteggiato. Ammetto che sarebbe stata una vera e propria scocciatura partecipare a questi incontri. -
- Già … ad Ash è andata bene, eh? -
- Sì, è stato grande, come al solito. Dopo tocca a Gary. -
- Sì … -
- Senti, Emy … -
- Dimmi. -
- C’è … c’è una cosa di cui vorrei parlarti … -
- Cosa? -
- Ecco … in realtà non saprei da dove cominciare … -
 
- Ehi, Emy! - Vulcano, quello vero.
- Ehi! Ti stavo cercando! - Esclamò Emy. 
- Scusa, scusa. - Vulcano guardò Harrison. - Piacere, Vulcano. -
- Piacere, Harrison. - Vulcano si meravigliò: quindi era quello il famoso Harrison.
- Beh, io vado. - Disse Harrison.
- No, aspetta! - Esclamò Emy. - Che dovevi dirmi? -
- Nulla … sarà per un’altra volta! - Harrison si allontanò.
- E così … lui è Harrison … -
- Vedo che il gossip gira, eh? -
- Però … bella coppia. -
- Solo apparentemente. - Sospirò Emy. - Dai, andiamo. Tra poco inizia il secondo incontro. -
 
Continua ... 

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Capitolo 23
*** Gary vs Ray! ***


- E così Harrison è il tuo ragazzo, eh? - Domandò Vulcano, facendo l’impiccione.
- Stai sbagliando completamente strada. - Ribatté Emy in  maniera seccata. - Lo ripeto per l’ultima volta: è il mio ex fidanzato. E’ finita! E non ricomincerà mai più! -
- Eppure vi ho beccati nel bel mezzo di una conversazione intensa e importante! - Esclamò il ragazzo, ridendo di gusto. Ciò rese Emy ancora più nervosa.
- In effetti stava per dirmi qualcosa … ma ignoro completamente l’argomento in questione … non che m’interessi, sia chiaro … -
- Forse vuole tornare con te! Non è la prima volta che succede, sai? -
- Beh, non lo escludo. Mi aspetto di tutto da quella persona o … quasi. -
- E’ così terribile? -
- No, al contrario! - Esclamò Emy. - Non voglio difenderlo e per favore, non pensare che io sia ancora innamorata di lui … è che Harrison è eccessivo in tutto quello che fa. E’ una storia lunga, ma in sostanza non eravamo compatibili. Chissà, forse se entrambi fossimo stati più maturi, le cose sarebbero andate diversamente … -
Vulcano osservò Emy per qualche secondo, fino a quando non espresse la sua: - Sai com’è che si dice? Mai dire mai nella vita! Può succedere di tutto! -
- Già, è proprio quello che mi preoccupa! - Replicò la ragazza ironicamente.
- Mal che vada, c’è sempre il tipetto con cui hai parlato prima! E se finisce tragicamente pure con quello, puoi contare su di me! - 
- Stammi lontano! - Urlò Emy, notevolmente spaventata. La sua reazione divertì non poco Vulcano.
- Dai, stavo scherzando. A proposito, volevo chiederti: Misty è fidanzata? -
- Ancora? Ti ho detto che non devi fare il cascamorto con la mia amica! -
- Ma è meravigliosa, non l’avevo mai vista prima! -
- Sì, ma … -
- Ma? -
- Misty è off limits! -
- Perché? Ha un ragazzo? -
- Ehm … più o meno … -
- Non è un sì! Quindi ho qualche possibilità! -
- Smettila! -
- Sei proprio una polla! - Vulcano rise ancora di più. - Dai, torniamo da Karl e gli altri … - Dopo aver accarezzato la testa di Emy quasi come se quest’ultima fosse un cane, Vulcano e la capo palestra di Viridian city si diressero nuovamente nella stanza che affacciava sullo stadio.
 
- Ehilà, Harrison! - Gary incontrò l’allenatore nello stesso luogo in cui quest’ultimo aveva conversato con Emy. 
- Oh, ciao, Gary. -
- Qualcosa non va? - Domandò il castano.
- No, assolutamente … tu, piuttosto? Tra poco è il tuo turno, eh? -
- Fortunatamente non devo andare a combattere per la mia patria, cerca di essere meno catastrofico … -
- I tuoi modi di fare sono sempre gli stessi, vero? - Domandò il ragazzo di Albanova leggermente irritato. - In ogni caso, in bocca al lupo. Sono sicuro che vincerai. Sei un ottimo allenatore di pokémon. -
- Lo spero vivamente. Ci vediamo allora, ciao. - Gary continuò per la sua strada; Harrison, invece, non si mosse di un millimetro.
- Gary! - Harrison lo chiamò con voce fin troppo alta.
- Sì? - Il ragazzo di Pallet si girò nella direzione di Harrison.
- Niente, lascia perdere … buona fortuna. -
 
 
- Caspita! Quella Giselle è fortissima! - Esclamò Chiara, mentre, estasiata, assisteva al secondo incontro.
- Non so perché, ma mi ricorda qualcuno … - Disse Misty.
- Anche a me! - Esclamò Brock arrossendo. - Non ricordi, Misty? Giselle è quell’adorabile studentessa che abbiamo incontrato agli albori del nostro viaggio! -
- Eh?! - Misty s’irrigidì. - Intendi quella smorfiosa del Pokémon Tech?! -
- Esattamente! - Rispose Brock con aria sognante.
- Chi è questa? - Domandò Emy, aguzzando la vista.
- Una megera! - Esclamò Misty. 
- Non mi pare di averla vista, prima d’ora. - Ribatté Emy.
- Quando l’abbiamo incontrata non ci conoscevamo ancora … comunque piaceva ad Ash e a Brock! - Spiegò Misty con poco entusiasmo.
- Davvero? - Emy osservò nuovamente la ragazza. - In effetti è molto carina. -
- Non ti ci mettere pure tu! - Misty sgridò Emy.
- La gelosia è una brutta bestia, eh? -
 
L’incontro si concluse con la vittoria di Giselle. Dì li a poco sarebbe iniziato l’incontro che avrebbe visto protagonisti Gary e Ray.
 
- Pausa! - Esclamò Chiara. - Angelo, ti va di andare a prendere qualcosa al bar? -
- Certo! - Il ragazzo seguì la capo palestra.
- Angelo è gentile con tutte. - Iniziò Emy. - Anche con una smorfiosa come Chiara … non ho proprio speranze con lui … -
- Hai messo gli occhi addosso ad Angelo, a quanto vedo. - Ribatté Misty.
- No, ma che dici! - Emy si difese. - E’ che l’ho sempre ammirato. Ma dubito che al momento io voglia una relazione stabile! -
- Allora non desiderare di stare al posto di Chiara! - 
- Uffa! - Concluse Emy.
- A quanto pare tra poco tocca a Gary … - Disse Misty.
- Già … - Aggiunse Emy.
- Non sei preoccupata? - Domandò la rossa.
- In realtà no … certe volte stento a credere che Gary sia un essere umano … -
- Eh? - Misty non comprese il significato delle parole dell’amica.
- Insomma, è sempre così impassibile, riesce a mantenere la calma in qualsiasi situazione … lo invidio! Anche se oggi era un po’ teso! -
- Immagino sia normale … -
 
Dopo qualche minuto, Karl prese il microfono e iniziò a parlare:
 
- Pausa terminata! Che inizi il terzo incontro! -
 
In campo entrarono Gary e Ray: quest’ultimo era grosso e massiccio, di certo non aveva un aspetto amichevole.
 
- Che tipo! - Esclamò Emy.
- Di certo poco molto fine. - Sorrise Angelo. Emy arrossì.
- Come è bello quando ride! - Misty le lanciò uno sguardo di disapprovazione.
 
- Gli allenatori possono utilizzare un solo pokémon a testa. L’incontro non avrà limiti di tempo. Cominciate a combattere da ora. Che l’incontro abbia inizio, vinca il migliore! -
 
- Vai, Raichu! - Ray schierò un pokémon elettrico.
- Vai, Umbreon! - Gary si affidò al suo pokémon più fedele.
 
- Un altro incontro imprevedibile! - Esclamò Karl. - Chissà cosa ne uscirà fuori! -
- Staremo a vedere! - Aggiunse Brock.
 
- Umbreon, palla ombra! - Il pokémon di Gary scagliò un primo e potentissimo attacco. Incredibile fu il fatto che bastò quel colpo a mettere k.o. il Raichu di Ray.
 
Ci fu qualche attimo di silenzio, il pubblico rimase sbalordito. Anche l’arbitro esitò prima di esprimere il verdetto:
 
- Ehm … Raichu non è più in grado di combattere. Il vincitore dell’incontro è Gary Oak da Pallet Town! -
 
- Troppo facile. - Gary fece tornare Umbreon nella sfera poké e si dileguò.
 
Anche Ash, che come tutti aveva assistito a quello spettacolo senza precedenti, era rimasto senza parole.
 
- Che forza! - Esclamò Harrison.
 
- Oh … insomma, non c’è nulla da commentare! - Iniziò Karl. - Ragazzi, voi avete qualcosa da dire? -
- Nulla da dire … - Iniziò Angelo. - E’ un grandissimo allenatore, credo sia chiaro. -
 
Emy e Misty erano attonite, soprattutto la prima.
 
- Incredibile … -
 
Gli incontri anticipati occuparono gran parte della giornata. Ash e gli altri, oltre Giselle, non conoscevano gli altri vincitori.
 
Quella sera, Delia aveva invitato tutti a cena.
 
- Gary, sei stato davvero fenomenale. - Esordì Harrison, mentre era seduto su una delle sedie poste in cucina.
- I miei complimenti davvero, Gary! - Aggiunse Kristie, in stato d’ammirazione. - Sei stato bravissimo. -
- Grazie, grazie. - Rispose l’interessato sorridendo. - Non ho fatto niente di che. Credevo che quel Ray fosse più forte, invece è stato molto semplice batterlo. -
- Beh, c’è da dire che hai corso un bel rischio, però. - Intervenne Emy.
- Perché mai? - Domandò il castano.
- Perché il tuo modo di iniziare l’incontro è stato parecchio insolito, se il Raichu di Ray fosse riuscito a schivare l’attacco di Umbreon, quest’ultimo si sarebbe trovato senza energie sin da subito e ciò avrebbe compromesso l’incontro … -
- Non hai tutti i torti. - Ribatté Gary. - Ma chi non risica, non rosica. No? -
 
Emy osservò Gary con aria interrogativa.
 
- Ragazzi, la cena è pronta! - Esclamò Delia.
 
- Oh, ma insomma! - Esordì Ash con una punta di rabbia. - Gary di qua, Gary di là! Vorrei ricordarvi che anche io ho vinto l’incontro! -
- Beh, di sicuro hai faticato più di me! - Aggiunse Gary.
- Beh, di sicuro Claire ha allenato il suo Luxio in maniera superiore rispetto a Ray col suo Raichu! -
- Ash, sei stato grande. - Sorrise Misty. 
 
Il moro arrossì: d’altra parte erano proprio i complimenti di Misty che gli interessavano.
 
- Adesso potete riposarvi. - Disse il professor Oak. - Manca ancora un po’ all’inizio vero e proprio della Lega. -
- Avete dimostrato di essere molto forti, ragazzi! - Concluse Alicia.
- Grazie. - Risposero Ash e Gary all’unisono.
- Alicia. - Iniziò Delia. - Ma Rupert? -
- Non ne ho idea. - Sospirò la madre di Emy. - Pare sia impegnato col lavoro … -
- Mi sembra strano che non si sia fatto sentire. - Disse il professor Oak. - Dovevamo discutere di alcune faccende urgenti … -
- Non è proprio da papà. - Disse Emy. - Dobbiamo preoccuparci? -
- Ma no. - Rispose Oak. - Vedrai che si farà vivo presto. -
 
La serata trascorse piuttosto serenamente. Il primo step verso la Lega era stato compiuto.
 

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