Loved you first

di jas_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***








 

Capitolo 1

I never understood
What love was really like
But i felt it for the first time
Looking in your eyes


 
Quel giorno ero esausto. Continuavo a lanciare occhiate all'orologio sperando che così facendo le lancette scorressero più velocemente ma il tempo sembrava non passare più. Avrei finito il turno in sole due ore, ma a me invece sembrava un'eternità. Fortunatamente il locale quel giorno non era molto pieno, c'erano i soliti clienti che occupavano i tavoli più qualche nuova faccia, niente di che.
«Zayn vai a liberare il tavolo 18» mi ordinò Jesse, mentre metteva a lavare alcune stoviglie.
Posai lo straccio che tenevo in mano senza in realtà fare nulla ed obbedii. Presi il vassoio e superai il bancone avvicinandomi ad un gruppo di ragazze che chiacchieravano animatamente tra di loro. Sorrisi gentile prima di prendere i bicchieri e le tazze vuote dal loro tavolo.
«Volete altro?» domandai.
Loro scossero la testa, «come ti chiami?» domandò poi una.
La guardai confuso e allo stesso tempo divertito, «Zayn» risposi poi, mentre raccoglievo l'ultimo tovagliolo.
Le lanciai un'ultima occhiata e poi tornai al bancone.
L'esperienza mi aveva insegnato ad essere gentile sempre e comunque, visto che se mi fossi comportato male lì c'era solo da rimetterci. Non potevo permettermi che le persone pensassero che i camerieri del locale erano antipatici o maleducati, ci voleva un niente a farsi una brutta reputazione che avrebbe portato ad una diminuzione della clientela e che avrebbe messo a rischio il mio posto di lavoro.
«Hai fatto di nuovo colpo, Malik?» domandò Jess divertito, indicando con un gesto della testa il tavolo al quale ero stato.
Mi voltai in direzione delle ragazze e notai che tutte mi stavano letteralmente mangiando con gli occhi, risi prendendo una bottiglietta d'acqua e bevendone un sorso.
«Lo hai fatto apposta, vero?» lo rimbeccai poi.
Lui scoppiò a ridere, «ti fissavano da venti minuti ma tu non te ne sei nemmeno accorto! Dovevo fare qualcosa, no?»
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, tuttavia divertito dal comportamento di Jess che per essere il figlio del capo non era niente male.
«Allora, come si chiamano?» continuò.
«Non gliel'ho chiesto» mi strinsi nelle spalle.
Jess posò con enfasi i cucchiaini che stava asciugando nel portaposate e si voltò a guardarmi quasi incredulo, «stai scherzando spero! Dovevi conoscerle e poi presentarmele! Oddio Zayn sei un caso perso!» esclamò prendendosi i capelli tra le mani.
In quel momento il campanello che annunciava l'arrivo di un nuovo cliente suonò e vidi Molly varcare la porta del locale, bellissima come sempre.
«Ecco appunto» sentii Jess borbottare.
«Ciao Zayn!» esclamò Molly sorridente, avvicinandosi al bancone.
Ricambiai il saluto e la osservai in silenzio, in attesa della sua ordinazione.
Solo dopo avermi osservato per bene si decise a parlare.
«Due cappuccini e due brioche» disse, «tra poco dovrebbe arrivare Victoria» aggiunse poi, probabilmente decifrando la mia confusione visto che lei era da sola ed aveva ordinato per due.
Annuii e presi due piattini sui quali misi le brioche mentre Jess si era messo a fare i cappuccini.
«Ti sei fatto la barba?» mi domandò Molly, avvicinando ulteriormente il suo viso al mio, e guardandomi attentamente.
Quella ragazza era un vero uragano di energia, e a volte mi spaventava per quanto fosse spontanea e schietta.
Deglutii, da quella distanza riuscivo a scorgere bene le piccolissime lentiggini che le coprivano il naso e le sfumature più scure delle sue iridi azzurre. Sentii un brivido percorrermi la schiena e il battito del cuore accelerare lievemente. Era quello l'amore? Probabilmente no.
Annuii lievemente, «stamattina» mormorai.
«Hai fatto bene, quei baffi da talebano non ti stavano molto bene, anche se in realtà tu sei bellissimo sempre e comunque» mi sussurrò divertita, prima di andarsene a sedersi ad un tavolo.
«Tutto bene nelle mutande?» mi domandò Jess sorridendomi beffardo e dandomi un colpo sul cavallo dei pantaloni.
Balzai all’indietro coprendomi la parte colpita, «ma sei scemo?»
Lui scoppiò a ridere, lo ignorai ed appoggiai i due cappuccini sul vassoio, «se non ti sei ancora preso un cartone è perché non voglio essere licenziato» borbottai.
«Dai Zayn, si vede lontano un miglio che ti piace, e tu piaci a lei credo che non possa dirtelo più chiaramente di così. Cos'aspetti a chiederle di uscire?»
«Fatti i cazzo tuoi» ribattei scorbutico, avvicinandomi al tavolo di Molly per portarle le ordinazioni.
Lei alzò lo sguardo dal cellulare col quale stava armeggiando e mi sorrise cordiale, ricambiai titubante e mi allontanai di lì per sparecchiare un tavolo che altri clienti avevano appena lasciato.
Molly era troppo per me.
Troppo bella, troppo schietta, troppo solare, troppo espansiva, troppo... Troppo.
La conoscevo da una vita ormai e sapevo che anche lei non mi era indifferente, non ero così ingenuo da non capirlo, ma mi metteva paura in un qualche strano modo. Mi spaventava, avevamo due caratteri completamente diversi. Io ero riservato e silenzioso, lei era quasi logorroica e così espansiva e imprevedibile che ogni volta che la vedevo non sapevo mai cos'aspettarmi.
Ero tornato al bancone ad asciugare le stoviglie, quando nel bar entrò anche Victoria.
La salutai soprappensiero, mentre mettevo una tazza al proprio posto per poi perderne un'altra.
«Eh?» sentii Molly strillare.
Sussultai e per poco la tazza non mi cadde dalle mani, mi voltai a guardare le ragazze confuso e dallo sguardo di Victoria lei doveva essere terrorizzata. Beh, non la biasimavo.
«Certo che una più schizzata non potevi scegliertela» mi prese in giro Jess.
Lo guardai truce, «hai finito?»
«Ho appena iniziato. Quando ha gridato per poco non facevo cadere un piatto per terra» spiegò divertito.
Risi, «non sei l'unico. Molly è pazza» commentai, avvicinandomi poi al suo tavolo.
«Ragazze volete qualcos'altro?» domandai.
Victoria scosse la testa, «no grazie.»
«Te» fu invece il commento di Molly
Mi limitai a ridere, per nascondere l'imbarazzo di quella situazione, Molly mi disorientava.
«Vi siete divertite alla festa?» domandai poi, cercando di cambiare argomento.
«Che festa?» chiese subito Victoria, allarmata.
«Quella di Louis.»
«Eri a quella festa?» strillò lei quasi.
Annuii sorridente, chiedendomi cosa ci fosse di così strano. Non andavo a letto con tutte come Louis o altri ma anch'io mi divertivo il sabato sera. «A proposito, mi sembravi abbastanza brilla, ti sei ripresa?» domandai.
Victoria strabuzzò gli occhi, «che cosa mi hai vista fare esattamente?»
Mi ci volle un attimo per ricordare bene gli avvenimenti cronologici di quella serata dato che ero un po' brillo. «Beh, ti ho vista bere, poi ballare con Niall Horan, quello irlandese, e poi...»
In quel momento qualcuno da un tavolo vicino al nostro mi chiamò, annuii nella sua direzione poi tornai a guardare Victoria, in attesa di una risposta. «Arrivo subito» l'avvertii andando all'altro tavolo. Presi velocemente le ordinazioni che passai a Jess e poi tornai dalle ragazze.
«Cosa stavi dicendo?» mi domandò subito Victoria, impaziente.
Mi grattai la nuca, cercando di ricordare, «ah sì, poi ti ho visto che venivi trascinata su per le scale da Liam Payne. È il tuo ragazzo?»
«Eh?» strillò incredula, «certo che no! È... Chi è Liam Payne?»
Scoppiai a ridere, seguito da Molly, che nel frattempo non mi aveva mai tolto gli occhi di dosso.
«Non sai chi è Liam?» domandai divertito, ma com'era possibile? Ero certo di averli visti insieme.
Victoria scosse la testa, «ma non ti ricordi proprio niente di quella sera?» chiesi.
«No, nulla» fu la sua risposta.
Le sorrisi rassicurante, sapevo che Victoria era una ragazza molto tranquilla e con la testa sulle spalle. Potevo solo immaginare quanti problemi si fosse fatta per aver bevuto un bicchiere di troppo.
«Dai, non sei la prima e neanche l'ultima» cercai di confortarla, «ora scusate ma devo tornare al lavoro, ciao ragazze» le salutai, tornando al mio lavoro.
Mi sentii lo sguardo di Molly addosso, mentre tornavo a bancone, e questo fu confermato da Jess che non si risparmiò per niente.
«Dovresti chiederle di uscire» ribadì.
«Tu dovresti chiudere la bocca e continuare a lavorare» ribattei.
«Non mi sembra che sia stato io quello che ha parlato per dei buoni cinque minuti con delle clienti» disse trionfante.
«Te l'ho detto, solo perché sei il figlio del capo» gli ricordai.
Jess ignorò i miei commenti, «oh guarda, la tua anima gemella si è alzata. Mi sa che sta scappando.»
La guardai salutare velocemente Victoria e poi uscire dal locale, senza nemmeno salutarmi.
«Malik chiama Terra!» esclamò Jess, sventolandomi una mano davanti al viso.
Sussultai e lo fulminai con lo sguardo,  «vorrai dire Terra chiama Malik» precisai.
«Non facciamo i precisini eh» mi ricordò lui, «e vai a portare il conto alla Fanning» disse allungandomi lo scontrino.
Lo presi e mi avvicinai al tavolo con ancora in testa le parole di Jess.
«Paghi tutto tu?» domandai divertito, appoggiando il conto sul tavolo.
Victoria fece una smorfia strana, ed io risi, tipico di Molly.


 

-




Eccomi qua con una nuova storia!
Questo è uno Spin-off della mia long in corso, Right side, wrong bed, che si concentrerà su Molly e Zayn, ovviamente uù
E' una cosa un po' così che mi è venuta in mente ascoltando Loved you first e durerà pochissimi capitoli, cinque, forse sei,  non di più.
Nonostante ciò spero che vi possa coinvolgere, sarà interamente dal punto di vista di Zayn, volevo cambiare un po', perché dobbiamo essere sempre noi ragazze a raccontare le cose? ahahaha
Jesse me lo immagino come Milo Ventimiglia, il Jesse di Una Mamma Per Amica, nipote di Luke e... Niente, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto!
Gli aggiornamenti saranno un po' discontinui, nonostante abbia già quattro capitoli pronti aggiornerò in base alla long - che vi consiglio di leggere se non lo fate già per capire meglio anche questa - per evitare di spoilerarvi qualcosa :)
Alla prossima, fatemi sapere che ne pensate!
Jas



 




 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***








 

Capitolo 2

Girl it should be me
Driving to your house
Knocking on your door
Kissing you on the mouth


 
Uscii dal locale ormai vuoto e le parole di Jess mi ronzavano ancora in testa.
Era ripetitivo quel ragazzo, insistente, asfissiante, e chi più ne ha più ne metta, solitamente però le sue parole mi entravano da un orecchio e uscivano dall'altro. Quella volta invece non riuscivo a liberarmene, era come uno sciame d'api che mi inseguiva mentre camminavo per i marciapiedi semi deserti, diretto verso casa.
Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans notando con dispiacere che quella che avrei fumato sarebbe stata l'ultima. La portai alle labbra e buttai il pacchetto ormai vuoto in un bidone della spazzatura lì accanto. Presi l'accendino ed accesi la sigaretta, aspirando avidamente la prima boccata di fumo.
Chiusi gli occhi per un istante, lasciando che il sapore di tabacco mi invadesse la bocca e la gola, prima di espirare.
Non riuscivo a fare altro che pensare a Molly, e mi resi conto che forse Jess aveva ragione. Ero un fifone e dovevo chiederle di uscire anche se credevo che non fosse il mio tipo, cos'avrei avuto da perdere? Per quello per cui le parlavo in quel momento nulla, se fosse andata bene, bene, se no, amici come prima. Sempre che fossimo amici. Quando arrivai all'incrocio al quale avrei dovuto proseguire diritto per andare a casa mia, decisi di svoltare a destra, avrei allungato leggermente il tragitto ma almeno sarei passato da Molly e l'avrei convinta ad uscire con me.
Mi fermai da un tabacchino che era di strada per comprare le sigarette, aprii la porta titubante e un signore anziano mi scrutò da sopra la montatura dei suoi occhiali.
«Posso aiutarti, figliolo?» domandò gentile.
«Sì, mi potrebbe dare due pacchetti di Marlboro rosse?»
«Mi serve un documento d'identità» annunciò serio.
Mi trattenni dal ridere, nessuno mi aveva mai chiesto un documento d'identità, nemmeno quando ero ancora minorenne, e ora un vecchietto non credeva che fossi maggiorenne?
Presi il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans e gli porsi la mia carta d'identità, sorridendo trionfante.
Il signore la scrutò con minuzia, come per accertarsi che quello fossi veramente io, prima di allungarmi restio i due pacchetti di sigarette. Li afferrai con una smorfia vittoriosa e gli lasciai i soldi contati al centesimo sul bancone prima di uscire. Presi subito una sigaretta e me l'accesi, solitamente non fumavo molto ma in quel momento ero nervoso e la nicotina era un buon tranquillante. Notai che le villette davanti alle quali mi stavo incamminando erano simili a quella in cui abitava Molly, mi resi conto che dovevo essere quasi arrivato a destinazione nonostante non mi ricordassi di preciso in che via abitasse.
Mi fermai un attimo sul ciglio della strada per guardare dove fossi esattamente, e cercare di ricordare la casa di Molly, dopo averci riflettuto per alcuni secondi decisi di proseguire dritto nonostante non fossi propriamente certo che quella fosse la direzione giusta.
Dopo alcuni minuti di cammino - in cui mi stavo convincendo sempre più di aver sbagliato strada - notai due figure sfuocate ferme davanti alla porta di una casa. Mi era impossibile riconoscerle, nonostante non fosse tardi, a causa del fitto manto di nubi che copriva il cielo era già buio e le luci fioche dei lampioni non illuminavano abbastanza. Li ignorai semplicemente continuando a camminare diritto, convinto che prima o poi da qualche parte sarei arrivato. Lanciai un ultimo sguardo a destra, verso quelle due figure, che erano passate dall'essere pericolosamente vicine, al baciarsi. Nonostante non dovessero essere affari miei mi ritrovai ad osservarli cercando di vederli in faccia per sapere se li conoscevo o meno. Quando i due si staccarono la ragazza mi guardò chiaramente e in quel momento la riconobbi: era Molly.
Mi arrestai come paralizzato, il suo compagno - probabilmente notando che lei stava guardando altrove - si voltò per un attimo nella mia direzione. Poi tornò a guardare Molly, le lasciò un veloce bacio a stampo sulle labbra, che non mi parve lei ricambiò, e si avvicinò alla sua macchina parcheggiata sul ciglio della strada. Mi salutò sorridente con un cenno del braccio, ricambiai titubante e lo guardai andare via prima di tornare ad osservare Molly che non si era mossa di un millimetro.
Non avevo idea di che cosa fare, se parlarle e fare finta di niente oppure continuare per la mia strada e fare finta di niente.
La salutai con la mano, sforzandomi di sorridere, e lei fece lo stesso. Rimasi per un secondo a dondolarmi da un piede all'altro e poi ripresi a camminare, diretto verso casa.
Com'era possibile che una ragazza come Molly si mettesse con uno come Niall?
Non che lui fosse un cattivo ragazzo, ma aveva un accento ridicolo, si tingeva i capelli di biondo - anch'io una volta mi ero fatto io ciuffo biondo ma era stato per una scommessa persa - e poi quello lì andava con qualunque essere vivente e non che avesse un buco. Alla festa di Louis lo avevo visto provarci con svariate ragazze, tra cui Victoria, e alcuni giorni dopo metteva la lingua in bocca a Molly? La mia Molly?
In preda a tutti quei pensieri mi accorsi solo dopo averla superata di alcuni passi di essere arrivato a casa, decisi di non entrare e mi appoggiai al muretto fumando l'ultima sigaretta prima di rientrare in quella gabbia di matti.
Riuscivo a sentire Safaa gridare persino da lì e mi chiesi cosa potesse essere successo di così eclatante da spingerla a starnazzare come una gallina. Probabilmente Waliyha le aveva ancora nascosto una bambola o qualcosa del genere, a differenza delle altre volte però, io non ero per niente dell'umore di fare da paciere, così non appena finii la sigaretta entrai in casa il più silenziosamente possibile cercando di sgattaiolare in camera mia.
«Zayn sei tu?» sentii mia madre domandare dalla cucina.
Alzai gli occhi al cielo ed indietreggiai, «sì sono io!»
«Apparecchi la tavola per piacere?»
Quattro donne in quella casa e doveva essere il sottoscritto - reduce da cinque lunghe ore di lavoro - a mettere tavola?
«Ma Waliyha?» mi lamentai.
«È a cena da una sua amica.»
«Doniya?»
«Sta studiando, tra alcuni giorni ha un esame, non disturbarla.»
Sbuffai, «Safaa?»
«Tesoro è piccola, forza non farti pregare!»
Alzai gli occhi al cielo ed entrai in cucina dove mia madre mi sorrise premurosa e si sporse lievemente verso di me per farsi dare un bacio sulla guancia.
Mi avvicinai scocciato ma senza riuscire a trattenere un sorriso da quell'atteggiamento, «sei il mio figlio preferito, lo sai?»
«E anche l'unico» le ricordai, prendendo i piatti dalla credenza.
Vidi mia madre alzare gli occhi al cielo, «sei sempre il solito, lo sai?»
Annuii in silenzio, piegando con premura i tovaglioli.
«Allora, com'è andata la giornata?» mi domandò poi.
Alzai le spalle, «bene.»
«Jess?»
Spostai lo sguardo da ciò che stavo facendo a mia madre, «perché ti interessa di Jess?»
Lei mi guardò confusa e poi scoppiò a ridere, appoggiando il coltello col quale stava tagliando la cipolla.
«Non dirmi che stai ancora pensando a quella storia!»
«E tu non sminuire così le cose, sono rimasto traumatizzato!» mi difesi, avvampando al solo ricordo di quel spiacevole episodio.
Era una domenica, e io e Jess avevamo deciso di passarla a casa mia a giocare ai videogiochi per tutto il pomeriggio. Mentre veniva umiliato per l'ennesima volta a Need For Speed eravamo stranamente finiti di parlare di ragazze e, oltre che parlare di Molly, Jess aveva fatto commenti non molto educati su mia madre, nell'esatto istante in cui lei rientrava a casa dal supermercato.
Si era messo a blaterare su quanto l'attizzasse e si era messo a chiedersi come facesse una “figa” come lei a stare con un uomo come mio padre. Ovviamente si era dimenticato di star parlando con suo figlio, aveva finito per prendersi un cazzotto - fortunatamente lo avevo preso di striscio se no l'avrei rovinato - e mia madre aveva gridato spaventata, rendendoci noti della sua presenza.
Io avevo cercato di fare finta di niente, Jess era diventato rosso come un peperone e mia madre ci aveva riso sopra. Ovviamente aveva continuato a fare battutine inerenti all'episodio da allora, nonostante sapesse bene quanto mi desse fastidio.
«Zayn siete dei ragazzi! È normale che abbiate gli ormoni impazziti! Tu piuttosto? Qualche ragazza?»
Avvampai all'istante e misi i bicchieri sul tavolo, giusto per dare le spalle a mia madre ed evitare che mi vedesse in faccia rosso.
«Niente di che» borbottai, mentre l'immagine di Molly avvinghiata a Niall mi occupava la mente.
Cercai di scacciare quegli scomodi pensieri, io e lei non eravamo assolutamente niente quindi ognuno di noi era liberissimo di fare qualunque cosa volesse. Allora qual era il problema?
«Fammi indovinare...» disse mia madre, «ti piace quella Molly, vero?»
Mi voltai di scatto, sorpreso dalle parole di mia madre.
«E tu come fai a saperlo?» strillai spaventato, con la voce più alta di un'ottava.
Mia madre si strinse nelle spalle riprendendo a girare il soffritto nella padella, «mah, niente. Un giorno ho sentito te e Jess parlarne.»
Mi presi i capelli tra le mani, rendendomi conto che prima o poi avrei preso quel ragazzo per il collo e non lo avrei più mollato.
«Lei...» dissi incerto, «lei non è nessuno.»
Ma quelle parole sapevano di bugia anche a me.



-




Ciaociaociaociao!
Eccomi qua con il secondo capitolo, avevo ho deciso di postarlo subito perché qui non si spoilera niente di Right side, wrong bed e quindi eccolo qua hahaha
In realtà dovevo aggiornare domenica ma non mi andava efp, nemmeno cinque minuti fa andava, ora sembra di sì, speriamo perché devo aggiornare anche tutte le altre storie HAHAHA
Fatemi sapere che ne pensate, lo so che probabilmente odierete Niall ma lasciatelo stare povero nani ♥ AHAHAHA
Il prossimo aggiornamento arriverà mooooolto più in là, quando posterò il 13 della long, quindi godetevi questo capitolo :D
Grazie millissime per le recensioni, per aver aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate e grazie a @
bestwritersEFP per la pubblicità! :)
Jas

P.S. Mi sono dimenticata di dirlo nello scorso capitolo perché sono svampitissima ma il banner me l'ha fatto Egg___s (scusa Agh çç)




 




 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***








 

Capitolo 3

I’ve been waiting
All this time to finally say it
But now I see your heart’s been taken
And nothing could be worse


 
«Allora oggi pomeriggio maratona di videogiochi a casa tua?» domandò Jess mentre puliva il bancone con una spugna.
Scossi la testa togliendomi il grembiule e lavandomi le mani, esausto da quella mattinata passata a servire cappuccini e brioches ai clienti che avevano occupato i tavoli del locale sin dalle prime ore di quella domenica. Dopo tre ore, quello era il primo momento in cui potevo scambiare quattro parole con Jess ad eccezione di "porta quest'ordine al tavolo dieci".
«Non posso» sospirai consolato, prendendo uno straccio per asciugarmi, «Louis mi ha costretto ad andare al luna park con lui siccome Harry gli ha dato buca per un motivo a me ancora sconosciuto» spiegai.
«E io cosa faccio oggi?» domandò corrucciato.
 Risi e mi strinsi nelle spalle divertito, «non so, trovati qualche ragazza» buttai lì, mentre mi dirigevo sul retro per prendere una cassa di lattine di coca-cola.
«A proposito di ragazze!» esclamò Jess seguendomi, «com'è a data con Molly ieri sera?»
Sospirai mentre gli allungavo una cassa, «lasciamo perdere...»
«Perché?» chiese, visibilmente preoccupato.
Appoggiai con un tonfo le lattine sul bancone, prima di voltarmi verso Jess ed aspettare un attimo prima di parlare.
«Ieri sera sono andato a casa sua» cominciai, «e...»
«E...?»
Jess pendeva letteralmente dalle mie labbra, risi leggermente vedendo la sua espressione da pesce lesso, in attesa che continuassi.
«L'ho vista baciarsi con Niall» dissi d'un fiato, abbassando lo sguardo dispiaciuto.
Jess stette in silenzio, troppo sorpreso per dire qualunque cosa.
«Già» continuai allora io, schioccando la lingua sul palato, «questa è la stessa reazione che ho avuto io.»
«Ma... Stanno insieme?» domandò lui.
«Non so, ma presumo. Insomma...» borbottai io.
«Forse è stato solo un bacino così» cercò di sminuire, «insomma, non è che se baci un ragazzo o una ragazza è perché siete fidanzati!»
«Però almeno ti piace!» ribattei io.
Jess stette in silenzio un attimo, mentre rifletteva.
«Beh, tecnicamente non credo. Insomma, forse le piace anche Niall ma non vuol dire che non possa piacerle anche tu! Solo che qualcuno fa finta di niente allora è ovvio che lei si sia scoraggiata e abbia cercato altrove!»
«Beh, se si è scoraggiata per così poco allora vuol dire che non le piacevo abbastanza» dissi io deciso, mentre prendevo un vassoio e ci appoggiavo due spremute d'arancia.
«Zayn, è dalla prima superiore che ti muore dietro!» esclamò Jess, ma io lo ignorai mentre uscivo dal bancone per portare le ordinazioni al tavolo.
«Prima superiore!» ribadì lui, alzando ulteriormente la voce e non preoccupandosi dei clienti che ci guardavano confusi.
 
«Io sulla ruota panoramica non ci salgo!» esclamai, mentre Louis mi trascinava a forza tra le persone che affollavano il luna park.
«Dai dai dai dai ti prego ti prego ti prego ti prego!»
«Soffro di vertigini! Lo vuoi capire sì o no?» strillai, ormai allo stremo delle forze.
«E allora perché sei venuto?» mi accusò quasi Louis, senza tuttavia arrestarsi.
«Devo ripetere la scenata che mi hai fatto al telefono?» lo minacciai, abbassando notevolmente il tono di voce.
Lui si irrigidì e mollò la presa dal mio braccio ormai indolenzito, «questo è un colpo basso, non vale» borbottò.
Sorrisi trionfante mentre mi massaggiavo il bicipite diventato insensibile, ma vedendo l'espressione da cane bastonato di Louis la mia espressione cambiò.
«Dai non fare il bambino» lo ripresi.
«Non sto facendo il bambino» bofonchiò lui, corrucciato, «ma non vuoi salire sulla ruota con me, cosa dovrei fare?»
Sospirai alzando gli occhi al cielo, e vedendo quanto quell'aggeggio arrivasse in alto mi venne un brivido. Lanciai un altro sguardo a Louis, a cui sembrava fosse morto il gatto, e sospirai.
«Okay ti accompagno» cedetti infine, mentre mi mettevo in fila per salire.
Louis mi rivolse un sorriso a trentadue denti prima di stritolarmi come una piovra e schioccarmi un rumoroso bacio sulla guancia.
«Bleah che schifo!» esclamai, pulendomi con la sua maglietta, «riserva certe smancerie per le tue conquiste!»
In quel momento una delle due ragazze che erano davanti a noi si voltò facendo un passo nella direzione di Louis ma prima che potesse spostarsi, le venne addosso.
«Scusa!» esclamò lei.
«Victoria?» domandai sorpreso, riconoscendo la ragazza solo in quel momento
Lei si voltò di scatto verso di me, «Zayn!»
In quel momento anche Molly, che riconobbi al suo fianco, si voltò.
La osservai incantato per un attimo, prima di riprendermi e chiedere loro cosa ci facessero lì.
«Molly mi ha praticamente obbligata a salire sulla ruota panoramica» spiegò brevemente Victoria, l'amica tirò un colpo sul braccio ed io risi godendomi la scena alquanto buffa.
«Beh, non sei l'unica, Louis ha fatto la stessa cosa con me» la tranquillizzai.
Victoria si voltò di scatto verso Louis, guardandolo confusa e pensierosa.
«Che idiota, mi sono dimenticato di presentarvi, Lou, loro sono Molly e Victoria, ragazze, lui è Louis» aggiunsi.
«Louis... Tomlinson?» chiese Victoria, titubante.
Lui inarcò le sopracciglia piacevolmente sorpreso dalla domanda, «sì!» esclamò, «non dirmi che dovrei conoscerti e che ho fatto una figura di merda» aggiunse poi, passandosi una mano tra i capelli, già spettinati di per loro.
Victoria scosse la testa, «tranquillo, è solo che... Molly mi ha parlato molto di te!» squittì, battendo una pacca sulla spalla della mia amica.
Guardai prima Molly che sembrava volesse uccidere Victoria da un momento all'altro, poi Louis che non dava l'impressione di aver ben capito cosa stesse succedendo e poi di nuovo Molly.
«Sì beh, le ho parlato di te perché... Fai le feste migliori del mondo!» spiegò Molly, «insomma, chi non ama le tue feste?»
«Victoria e Molly erano anche alla tua ultima festa» aggiunsi io.
Louis parve piacevolmente sorpreso, «davvero?» domandò.
«Sì beh... Mi sono divertita» farfugliò Victoria.
Lou sorrise gentile, «ne sono felice, mi dispiace non averti vista quella sera!»
Era il solito.
«Perfetto!» intervenne Molly, fin troppo esuberante, «che ne dite se salissimo sulla ruota ora?»
«Lou, hai trovato le compagne di avventure!» mi affrettai ad esclamare, «io rimango qua con i piedi ben saldi sul suolo terrestre ad aspettarvi. Che ne dici?»
«Come, non vieni?» domandò Molly, sorpresa.
Scossi la testa, «preferirei nuotare con gli squali.»
«Esagerato!» mi accusò Louis, alzando gli occhi al cielo.
«Ora che ci penso, comincio a non sentirmi molto bene» osservò Molly, portandosi una mano sulla fronte.
La guardai preoccupato, «stai bene? Non è che hai preso l'influenza?»
«A giugno?» intervenne Louis.
«Sì certo, tu hai preso qualcos'altro, mica l'influenza!» esclamò Victoria, dandole una leggera spinta.
Molly la guardò truce, ma non ebbi tempo di indagare su quello sguardo perché la voce di Louis interruppe i miei pensieri.
«Quindi direi che siamo rimasti soli» osservò Louis, rivolgendosi a Victoria.
Lei gli rivolse un sorriso incerto, prima di fulminare Molly con un'occhiata breve ma intensa.
 
«Stai con Niall?» domandai, dopo un tempo indeterminabile passato a chiacchierare di tutto ma allo stesso tempo di niente.
Molly per poco non si strozzò con la coca cola che le avevo appena offerto, «cosa?» strillò, con la voce ancora incrinata.
Mi strinsi nelle spalle, «vi ho visti baciarvi l'altro giorno, insomma, non che vi stessi pedinando o spiando, solo che passavo da quelle parti e...» volevo chiederti di uscire ma tu eri troppo occupata a limonare con quell'irlandese che a malapena parlare l'inglese,  «mi è caduto l'occhio» conclusi.
Vidi Molly respirare profondamente, probabilmente alla ricerca delle parole giuste, quelle che mi spezzassero il cuore meno possibile.
«Ecco... Vedi... Io...»
«Non sono affari miei, fai finta che non ti abbia mai posto questa domanda» intervenni, bloccandola.
Non volevo sapere cos'era o non era successo tra loro. Se stavano insieme oppure no, non ero nessuno per comportarmi da geloso né tantomeno farmi gli affari altrui. Avrei continuato a fare quello che avevo sempre fatto e cioè nascondere a tutto e tutti ciò che provavo, continuare a comportarmi da bravo cameriere con Molly e sentire le mie ginocchia tremare ogni volta che mi sorrideva.
«Lo vuoi quel pupazzo?» le chiesi a un certo punto, quando passammo davanti ad una bancarella del tiro a bersaglio.
Molly bevve rumorosamente un sorso della sua coca cola, che probabilmente era giunta alla fine, e piegò leggermente alla testa a sinistra analizzando l'orso enorme che le stavo indicando.
«È impossibile da prendere» osservò poi.
«Non ti ho chiesto se io sono in grado di vincerlo oppure no, ti ho chiesto se lo vuoi» precisai.
Molly alzò gli occhi al cielo divertita, «se ti dicessi di sì, tu saresti in grado di farmelo avere?»
Le sorrisi beffardo senza proferire parola ma cercai nelle tasche dei miei pantaloni un po' di spiccioli.
«Tu non sai con chi stai parlando, sono un cecchino» dissi, con una punta di vanità nella voce.
Sentii Molly ridere, la sua voce così squillante e cristallina mi arrivò alle orecchie come un suono soave, che non mi sarei mai stancato di ascoltare.
«Nel caso avessi bisogno di far fuori qualcuno, saprei a chi chiedere» mi stuzzicò, divertita.
Tipo Niall Horan? Qualcuno a caso, pensai, ma non lo dissi.



-




Eccomi qua, col capitolo successivo!
Vi avevo avvertite che gli aggiornamenti non sarebbero stati costanti ma avrebbero seguito i fatti di Right side, wrong bed, infatti non so dirvi quando posterò il prossimo! ahaha
Nel frattempo godetevi questo, scusate per la fretta ma devo andare a studiare! haha
Fatemi sapere che ne pensate e grazie mille per le recensioni e i complimenti che mi fate! :) 
Alla prossima,
Jas



 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***








 

Capitolo 4

 

Could've been where he is standing
That’s what hurts the most,
Girl, I came so close
But now you’ll never know
Baby, I loved you first

 «Zayn hai fatto colpo!» esclamò Jess, dandomi una pacca sulla spalla mentre tagliava a metà un panino.
Era mezzogiorno passato, il locale stava cominciando ad affollarsi dei soliti impiegati d'ufficio che volevano un panino nella pausa pranzo,  e tra un'ordinazione e l'altra Jess era riuscito a farmi il terzo grado sulla domenica passata con Molly.
«Non ho fatto un bel niente» borbottai, allontanandomi dal bancone per servire due clienti.
Non potevo negare che quella fosse stata una delle giornate migliori della mia vita, e nono stavo per niente esagerando coi termini.
Molly era così solare e divertente e spontanea e... Sospirai incurvando leggermente le spalle mentre porgevo le ordinazioni a due signori vestiti in giacca e cravatta che mi guardarono confusi.
Li ignorai e senza proferire parola mi allontanai.
«Vi siete baciati?» domandò Jess, appoggiandosi al muro e guardandomi curioso di sapere.
Non gli risposi considerando quella domanda inutile, mi diressi nel retro del negozio alla ricerca della mia felpa, nella quale doveva esserci il pacchetto di sigarette che avevo comperato quella mattina.
Dopo alcuni minuti di ricerca nel buio pesto dello sgabuzzino trovai ciò di cui avevo bisogno e senza dire nulla a Jess uscii dal locale per fumare la sigaretta che mi meritavo dopo tre ore di lavoro ininterrotto.
Mi appoggiai alla vetrina del bar e osservai per un attimo le persone che camminavano velocemente sui marciapiedi prima di portarmi la cicca alla bocca ed accendermela.
Aspirai lentamente la prima boccata di fumo e chiusi gli occhi, immediatamente il mio pensiero tornò a Molly, cosa che succedeva più del solito ultimamente. Alla sua risata, le sue smorfie strane, la sua voce suadente che mi parve di sentire anche in quel momento.
Aprii gli occhi di scatto, «Molly!» gridai spaventato, trovandomi la ragazza ad un palmo dal naso che mi sventolava una mano davanti agli occhi.
Lei mi guardò sorpresa, «sei sicuro di star fumando tabacco?» domandò preoccupata.
Risi cercando di nascondere il nervosismo e solo in quel momento mi accorsi del ragazzo alle sue spalle.
Niall alzò una mano in segno di saluto, che io ricambiai con un cenno del capo.
Molly si strinse nelle spalle improvvisamente in imbarazzo, «siamo venuti a mangiare qualcosa» mormorò, come per giustificarsi.
Annuii, «c'è Jess dentro, io sono in pausa sigaretta» scherzai, alzando la mano destra per mostrarla, «andate pure.»
Per un momento mi parve che Molly stesse per dire qualcos'altro, alla fine annuì soltanto ed aprì la porta del locale sparendo poi dentro di essa, seguita da Niall.
Mi passai lentamente una mano sul viso prima di fare un altro tiro dalla sigaretta, con tutti i posti che esistevano quei due dovevano venire proprio lì a mangiare?
Molly non capiva proprio niente, pensai. Oppure non le interessavo minimamente. Se no perché comportarsi così?
Buttai la sigaretta non ancora finita e la calpestai con un piede, mi voltai alla mia sinistra sentendomi osservato, un senzatetto mi guardava interrogativo.
«Che c'è?» domandai rude.
Lui indicò la sigaretta fumata a metà che giaceva per terra, feci una smorfia strana e lo ignorai, prima di aprire la porta con foga e dirigermi velocemente verso il bancone.
Se ero così indifferente a Molly allora anch'io avrei fatto l'indifferente, decisi.
«Hai visto chi è arrivato?»
Jess non perse tempo nel ricordarmi quanto facesse schifo la mia vita amorosa.
«Non mi interessa» dissi risoluto, svuotando con troppa foga la macchinetta del caffè, «ha trovato la sua anima gemella.»
Jess scoppiò a ridere, «chi? Horan?»
Mi strinsi nelle spalle e non risposi, limitando a prendere tre piattini e metterli su un vassoio vuoto.
«Niall è un buzzurro malato di calcio, donne e Irlanda. Lui e Molly non starebbero bene insieme nemmeno in un universo parallelo!»
Lo guardai per un secondo apatico, cercando di capire perché Jess prestasse sempre così tanta attenzione sulla mia vita amorosa. Forse perché l'ultimo bacio che aveva dato era stato alla bambola gonfiabile che aveva scambiato per una ragazza a capodanno, talmente era ubriaco.
Gli presi molto poco delicatamente il viso con una mano e gli voltai la testa in direzione di Molly e Niall che chiacchieravano animatamente seduti ad un tavolo, «guarda, stanno insieme» dissi soltanto, «e sembrano anche molto affiatati.»
Jess assottigliò lo sguardo fino a quando i suoi occhi non mi parvero chiusi completamente, «a proposito, devono ancora ordinare. Ci pensi tu?» sibilò.
Gli lanciai un'ultima occhiata in cagnesco prima di avvicinarmi a loro, «stronzo» borbottai.
«Come scusa?» domandò Molly confusa, alzando la testa dal menù.
Scossi la testa scrivendo sulla cima del taccuino il numero del loro tavolo, «scusa, stavo parlando con Jess» dissi freddo. «Che prendete?»
«Io voglio un hamburger con il supplemento di bacon, formaggio e... Ce le avete le cipolle?» domandò Niall.
Annuii, cominciando a scrivere tutto.
«Bene. Vorrei anche una porzione grande di patatine e due toast, con la maionese. Ah, e anche un po' di alette di pollo fritte se ci sono» continuò. «E da bere una coca cola. Grande, mi raccomando.»
«Io un toast e dell'acqua» mormorò Molly.
Annuii e senza nemmeno guardarli in faccia mi allontanai di lì e appoggiai il foglio delle ordinazioni sul bancone  mentre preparavo le bevande.
«Sbaglio o Niall Horan mangia come un esercito di lottatori di sumo?» osservò Jess, analizzando ciò che avevo scritto.
Mugugnai qualcosa mentre versavo la coca cola nel bicchiere rigorosamente grande e prendevo una bottiglietta d'acqua.
«Cazzi suoi» dissi, tornando al suo tavolo per portare le bevande.
Non appena arrivai, sia Molly che Niall si zittirono, lanciai un'occhiata veloce alla bionda che invece aveva lo sguardo basso, fisso sulle sue mani legate in grembo.
«L'altra roba arriva tra un attimo» dissi, giusto per non andarmene senza proferire parola, con un pizzico di accidia nella voce.
In quel momento avrei voluto tanto prendere a pugni quel l'irlandese dall'accento odioso che la stava solo sfruttando.
Molly era una ragazza intelligente e spigliata, come poteva farsi prendere in giro così? La reputazione di Niall era ormai nota a chiunque, bastava andare a tre feste per capire che tipo fosse visto che lo incontravi con tre ragazze diverse. Davo loro tempo una settimana prima che si lasciassero, ne ero certo, Horan non era il tipo adatto ad una relazione seria e Molly non era la ragazza che andava con chiunque. Allora perché erano insieme? Perché Niall l'aveva baciata, ci usciva insieme, mentre io continuavo ad essere l'amico, oppure il cameriere e non il suo ragazzo?
Sbuffai e senza pensarci presi un'altra sigaretta, pronto ad uscire per fumarla.
«Ehi ehi! Dove scappi? La pausa l'hai già fatta un quarto d'ora fa!» mi riprese Jess.
Lo ignorai con un'alzata di spalle ed uscii dal locale sbattendo la porta.
Mi portai la sigaretta alle labbra e l'accesi sentendomi di nuovo lo sguardo del senzatetto addosso, lo osservai con la coda dell'occhio e la mia ipotesi fu confermata.
Sorrisi mentre cercavo nella tasca dei jeans l'intero pacchetto, lo aprii e nonostante fosse quasi pieno glielo diedi.
«L'accendino ce l'hai?» domandai.
Lui annuì poi tirò fuori dalla tasca della giacca sgualcita un pacchetto di fiammiferi.
«Hai ragione, i fiammiferi fanno più effetto ma nel caso di bisogno...» dissi, porgendogli comunque il mio accendino.
Il senzatetto sorrise, mostrandomi una bocca sdentata, poi indìco un punto alle mie spalle.
Mi voltai lentamente e sussultai nel vedere Molly lì in piedi, a braccia conserte, che mi osservava.
Mi ravvivai i capelli e presi un'alta boccata dalla sigaretta, senza toglierle gli occhi di dosso.
Lei si mise le mani in tasca e cominciò a dondolarsi lentamente da un piede all'altro.
«Che c'è?» chiesi a un certo punto, quando capii che lei non avrebbe proferito parola.
«Stai bene?» disse lei, sinceramente preoccupata. «Sei strano oggi...»
Aggrottai le sopracciglia e mi trattenni dallo scoppiare a riderle in faccia, era sulla strada sbagliata.
«Certe persone mi danno sui nervi, tutto qua. Non le reggo» dissi, stringendomi nelle spalle.
Molly mi guardò sorpresa, «s-stai parlando di me?» sussurrò, impaurita.
Non riuscii a non sorridere e scossi la testa abbassando lo sguardo, «come ti vengono in mente certe cose?»
La vidi tirare un sospiro di sollievo, «e di chi stai parlando allora?»
Presi un respiro profondo, incerto se dirle la verità oppure no. Cosa sarebbe cambiato infondo? Mi sarei solo reso ridicolo ai suoi occhi, lei aveva Niall ed io ero solo... Io ero solo Zayn.
Alzai lo sguardo sui suoi occhi blu che mi scrutavano arzilli e curiosi come al solito, ma c'era un'altra luce in essi, sembrava... Preoccupata? Le sopracciglia erano leggermente aggrottate così come il naso, coperto da alcune minuscole lentiggini che le donavano un'aria sbarazzina.
Non riuscii a non increspare le labbra nel vederla poi scossi lievemente la testa, liberandomi da quei pensieri.
«Nessuno» dissi poi.
Molly sbuffò, io finii la mia sigaretta con un ultimo tiro e poi la buttai per terra calpestandola con un piede per spegnerla.
Feci per superarla, ma lei mi prese inaspettatamente per mano e mi bloccò. Mi voltai a guardarla sorpreso, era più vicina di quanto aspettassi.
«Sei arrabbiato con me?» sussurrò quasi, timorosa.
Scossi la testa, «no» mormorai.
«Allora che c'è? Mi rivolgi a malapena la parola oggi.»
«È Niall che...» sospirai, mi sentivo un vero e proprio idiota in quella situazione, cos'avrei guadagnato dicendole che ero geloso fino al midollo?
«Dai Molly, è un cretino. Insomma, ci ha provato pure con la tua migliore amica quando era ubriaca! Non ti dice niente tutto ciò? Come fai a stare con un idiota del genere?» sbottai, senza riuscire a trattenermi.
Molly mi guardò sorpresa, era evidente che non si aspettava quelle parole, in realtà nemmeno io.
«Uno, non è il mio ragazzo. Due, è simpatico e divertente, mi fa ridere, mi fa stare bene. Che c'è di male?»
Rimasi spiazzato da quelle parole, «ti meriti di meglio, Molly, tutto qui» mormorai, prima di rientrare.


 

-




Heeellooo!
Ho appena finito di scrivere l'ultimo capitolo di questa storia, e sono felicissima perché ho fatto una fatica boia a scriverlo, però ce l'ho fatta! :D
Detto ciò, vi dico soltanto che il prossimo aggiornamento sarà col capitolo 19 di RSWB (mi pare...) perché vorrei evitare spoiler, e il prossimo capitolo sarebbe anche l'ultimo ahahaha
Vi ringrazio moltissimissimo per le recensioni che mi avete lasciato nello scorso capitolo, nonostante questo sia solo uno spin-off, sono felice che vi stia piacendo :)
Detto ciò, alla prossima! 
Jas




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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***








 

 

Capitolo 5

First touch
The first kiss
First girl who made me feel like this
Heartbreak
It’s killing me
I loved you first, why can’t you see?

 
La musica mi faceva fischiare le orecchie e l’aria leggera che c’era quella sera mi faceva venire la pelle d’oca.
Avevo abbandonato la mia maglietta a maniche corte sul divano non appena ero arrivato, carico per la serata che si prospettava e del bagno nella piscina di Louis che ero convinto di fare, tuttavia quando ero arrivato al giardino la situazione che mi si prospettava non era delle migliori e avevo cambiato idea.
Mi ero diretto verso il “bar” ed avevo ordinato una birra che tuttavia giaceva ancora intatta nel bicchiere di plastica che tenevo in mano.
Jess muoveva la testa a ritmo, osservando attento le numerose ragazze in bikini.
«Attento che hai un po’ di bava» lo presi in giro, facendo finta di pulirgli la bocca.
Lui mi fulminò con lo sguardo, «stai zitto tu, con le infradito, mi sembri una donna.»
Alzai un sopracciglio e lo guardai, «siamo ad una festa in piscina, e ti consiglio di guardarti in giro e contare quanti maschi indossano le infradito, e quanti invece le All Star come te.»
Jess mi ignorò, sapendo che era in torto, mi rivolse il suo dito medio e poi bevve un sorso dello strano cocktail che aveva in mano.
Io osservai il contenuto del mio bicchiere, la schiuma della birra era ormai sparita, in realtà non mi andava minimamente di bere così appoggiai il mio drink su un mobile lì accanto.
«Guarda chi c’è» disse Jess, indicando un punto indefinito dall’altro lato della stanza.
Seguii la direzione del suo dito e i miei occhi si posarono su una stupenda ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, stretta in un sexy vestito blu scuro.
«Ora chi è che ha la bava alla bocca?» mi prese in giro.
Gli tirai una gomitata sul fianco senza tuttavia distogliere lo sguardo da Molly che parlava allegramente con una ragazza di cui non sapevo il nome ma che conoscevo di vista.
Sembrava felice, non preoccupata come alcuni giorni prima, quando era arrivata al locale con Niall e quando mi aveva parlato mentre ero uscito a fumare.
Solo in quel momento mi ricordai dell’irlandese e mi chiesi come mai non fosse con lei.
«Niall?» domandai, distratto.
Jess si strinse nelle spalle, «non ne ho idea, però io ho appena visto una stangona rossa andare verso la piscina, il mio istinto felino mi dice di rincorrerla.»
Scoppiai a ridere a quelle parole, «non fare figure di merda, mi raccomando» dissi divertito.
Jess mi fulminò con lo sguardo, «tu piuttosto, quando ti rivedo voglio sentirti dire che hai parlato con Molly e che le hai  detto ciò che devi dirle.»
Sospirai rassegnato dagli inutili tentativi del mio amico di convincermi a confessare i miei sentimenti. Mi conoscevo troppo bene e non l’avrei mai fatto, non era nella mia persona espormi così tanto, correre dei rischi.
«Certo…» dissi, più per fare un favore a Jess che perché ci credessi veramente.
Lo seguii con lo sguardo addentrarsi nella folla, poi tornai a guardare Molly, e per un attimo i nostri sguardi si incrociarono.
Mi sentii improvvisamente in imbarazzo, con indosso quel costume verde fosforescente e un paio di infradito, ma, ancora peggio, senza maglietta.
Mi sforzai di sorridere, incerto, e Molly fece lo stesso. Alzò il braccio sinistro in segno di saluto, ricambiai sventolando la mano destra prima che qualcuno, nascosto dalla gente che che ballava, la trascinasse via da me.
Improvvisamente la birra che avevo abbandonato poco prima divenne invitante, la presi e la finii tutta d’un sorso, poi me ne andai in giardino alla ricerca di qualcuno a cui scroccare una sigaretta.
Un tizio mai visto era appoggiato ad un muretto ed aveva in mano un pacchetto di Marlboro. Mi avvicinai tranquillo, cercando di assumere l’aria più simpatica che riuscissi ad imitare, e mi sedetti accanto a lui.
«Non è che hai una sigaretta?» domandai.
Questo annuì di malavoglia e mi porse il pacchetto, presi una cicca e poi pure l’accendino che mi stava offrendo.
«Grazie» dissi, dopo aver aspirato il primo tiro.
Il tipo si strinse nelle spalle, indifferente, e continuò a scrutare la folla apatico, come aveva fatto fino ad allora.
Rimanemmo così per un tempo che mi parve infinito e quando giunsi a metà sigaretta circa, decisi di parlare.
«Ti stai divertendo?» chiesi, dato che era la prima cosa che mi era venuta in mente.
Il ragazzo annuì, ma se con la testa diceva di sì, la sua espressione suggeriva tutt’altro.
Poi notai che il suo sguardo si era fermato su una ragazza che mi pareva si chiamasse Stephanie, del secondo anno, intenta a parlare con un fusto dalla pelle abbronzata.
Battei una mano sulla spalla del ragazzo in tono amichevole, «ti capisco» dissi soltanto, e in quel momento notai Molly attraversare il giardino da sola.
«La vedi quella bionda?» sussurrai, indicandola con un cenno della testa.
Il ragazzo non rispose, tuttavia lo vidi annuire flebilmente, così continuai, «sono nella tua stessa situazione.»
 
La festa stava giungendo alla fine, non avevo idea di che ore fossero né di dove fossero Jess o Molly, l’unica cosa che sapevo era che mi ero fatto un nuovo amico.
Il ragazzo con cui avevo tenuto un monologo per un quarto d’ora circa aveva un nome, e questo era John. Dopo che gli avevo mostrato Molly era stato in silenzio per altri cinque minuti, poi dal nulla si era voltato nella mia direzione e mi aveva porso la mano dicendo semplicemente “John”, io l’avevo stretta, presentandomi.
Da lì aveva iniziato a parlare a raffica della sua vita, della scuola che frequentava, della sua famiglia, della ragazza che gli piaceva e del perché si trovasse in una festa nella quale non conosceva nessuno.
L’aveva fatto solo per vedere Stephanie, per cercare di avvicinarsi a lei, tuttavia senza successo.
Anch’io mi ero sfogato, era bello parlare con qualcuno che non conosceva nulla di te, ad eccezione di quello che tu decidevi di dirgli, e che non ti giudicava.
John era stato in silenzio, gli veniva bene, ad ascoltarmi, fino a quando non avevo notato che Stephanie era rimasta sola. A quel punto l’avevo costretto ad alzarsi ed avvicinarsi a lei con una scusa qualunque, e presentarsi.
E così aveva fatto. Le aveva parlato, e lei gli aveva sorriso, e si erano stretti la mano e lui le aveva indicato l’interno della casa, probabilmente le aveva offerto da bere, e poi erano spariti dalla mia vista. Ed ero rimasto da solo.
Chiusi gli occhi per un secondo passandomi le mani sul viso e quando li riaprii notai Molly, senza scarpe e con i capelli leggermente scompigliati, avvicinarsi e sedersi accanto a me.
«Ciao» dissi dopo un attimo, nel quale lei non aveva spiccicato parola.
Lei si voltò nella mia direzione, mi guardò negli occhi e poi spostò lo sguardo sul mio dorso nudo. Notai la sua espressione irrigidirsi, e pure io avvampai, improvvisamente a disagio.
Poi però lei tornò a guardarmi negli occhi e il mio cuore prese a battere ancora più forte, perché peggio di Molly che ti guardava il petto, era Molly che ti trapassava l’anima con quegli occhi color ghiaccio.
«Ho lasciato Niall» disse poi, di punto in bianco.
Inarcai involontariamente le sopracciglia, quella sì che era una bella notizia, e pure sorprendente.
«Mi dispiace» mi sforzai di dire, nonostante non fosse per nulla così.
Molly socchiuse la bocca, come se stesse per dire qualcosa, ma poi si bloccò. Attese un secondo, prima di parlare. «Non è vero» commentò, divertita.
Increspai le labbra, «hai ragione» ammisi.
Lei annuì abbassando lo sguardo, e poi tornò a guardare davanti a sé.
La osservai con la coda dell’occhio, senza destare sospetti.
Feci scendere lo sguardo dalla sua fronte spaziosa al suo sguardo perso, al suo nasino leggermente all’insù fino ad arrivare alle sue labbra rosee e dischiuse.
Dovetti deglutire per darmi un contegno, e cominciai ad agitarmi sul posto.
Molly era bellissima, ed io ero cotto, e il mio cuore che martellava nel petto, e il mio respiro mozzato ne erano la prova.
«Molly» la chiamai, deciso.
Dovevo dirglielo, pensai, non c’era altra scelta.
Non riuscivo più a portarmi dentro un peso che ogni giorno diventava sempre maggiore, un sentimento che aumentava ogni volta che quegli occhi blu o quel sorriso furbo si facevano spazio nella mia mente.
Presi un grande respiro, alla ricerca del coraggio di dirle ciò che mi passava per la testa dal primo momento in cui la vidi.
«Io… Devo confessarti una cosa» mormorai.
Lei annuì lentamente, senza distogliere lo sguardo da me, come se mi stesse implicitamente incitando a fare ciò che dovevo.
Rimasi in silenzio per un attimo, alla ricerca delle parole giuste, sempre se ce ne fossero di parole in grado di esprimere un sentimento così grande.
«Sei un po’ spettinata» dissi alla fine.
Molly non si mosse di un millimetro per alcuni istanti, e io cominciai a boccheggiare alla ricerca di ossigeno e della forza per non prendermi a pugni da solo.
Avevo bruciato una delle poche chance, se non l’unica, che avevo avuto per confessare i miei sentimenti, e dovevo ritenermi ancora fortunato del fatto che Molly non se ne fosse andata di lì.
Sbuffai e mi alzai, in preda ad un’improvvisa rabbia nei confronti di me stesso. Mi sentivo un vero e proprio stupido, avevo spinto Josh ad avvicinarsi alla ragazza che gli piaceva ma io non avevo il coraggio nemmeno per dire a Molly che mi piaceva.
Mi diressi verso l’interno della casa, ma quando giunsi a metà giardino sentii qualcuno prendermi per una mano.
Mi voltai, pronto a insultare chiunque mi avesse bloccato, ma mi arrestai quando vidi Molly osservarmi seria.
«Sei un deficiente» disse soltanto, tirandomi un pugno sul braccio.
Sussultai, preso alla sprovvista, e mi massaggiai la parte colpita.
«Pensavo avessi un po’ più di coraggio, fai il figo mostrandoti senza maglietta» cominciò, indicando con un cenno della testa la mia pancia, «poi però non hai le palle di portare a termine ciò che inizi. Lo so che non volevi dirmi che sono spettinata, nonostante obiettivamente sia così, ma è inutile che mi fai vedere i tuoi muscoli se poi in realtà non sei forte né coraggioso.»
«Io…» borbottai, in imbarazzo, ma Molly mi bloccò mettendomi una mano sulla bocca.
«Voi ragazzi siete un branco di deficienti, e purtroppo per te, Zayn Malik, ne fai parte. Quindi io ora ti farò una serie di domande e tu dovrai rispondere solo “sì” o “no”, intesi?»
«Sì» cercai di dire, con ancora la mano di Molly sulla mia bocca.
«Non abbiamo ancora iniziato» mi riprese lei.
Strabuzzai gli occhi, e lei rise.
«Ti sta simpatico Niall?» chiese.
Scossi la testa, nonostante fosse palese la mia risposta, gliel’avevo detto apertamente che non lo sopportavo.
«Eri geloso di lui?»
Rimasi immobile, spaventato da quello che avrei dovuto rispondere.
Molly mi guardava impassibile, e non ostentava a togliermi la mano dalla bocca.
Annuii.
«Per… me?» domandò, incerta.
Deglutii, poi mi feci coraggio ed annuii di nuovo, era giunto il momento di essere sinceri.
«Prima volevi davvero dirmi che ero spettinata?»
Scossi la testa, e non riuscii a trattenere un sorriso, nonostante questo fosse ancora coperto dalla mano di Molly.
Lei mi guardò pensierosa, poi parlò di nuovo.
«Io… Ti piaccio?»
Se mi avessero detto che mi sarei dichiarato a Molly attraverso uno stupido gioco diretto da lei, non ci avrei mai creduto, tuttavia mi ritrovai ad annuire.
Lei sorrise, e finalmente mi tolse la mano dalla bocca.
«C’è qualcosa che devi dirmi, ora?» concluse.
«Ti amo» dissi spontaneamente, ma prima che riuscissi a pronunciare la “o”, le labbra di Molly erano già sulle mie.



-




Ciao gente!
Dopo più di un mese ce l'ho fatta a postare, anche se almeno questa volta non è stata proprio colpa mia!
Questo è l'ultimo capitolo dello spin off, e se devo essere sincera, mi è piaciuto abbastanza nonostante la fatica che abbia fatto a scriverlo.
Era ovvio che Molly e Zayn fossero fatti per stare insieme, sono diversi ma alla fine si completamo, almeno secondo me.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere che ne pensate!
Grazie mille per tutte le recensioni che mi avete lasciato e per aver aggiunto la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Jas




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