You're untouchable when you realize

di austino il meloncino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You're the perfect chord ***
Capitolo 2: *** I've been thinking bout you ***
Capitolo 3: *** You found me ***
Capitolo 4: *** You're always there ***
Capitolo 5: *** How many lies? ***
Capitolo 6: *** And only seems to last so long ***



Capitolo 1
*** You're the perfect chord ***


You're the perfect chord - Chapter 1

Un mese prima...
 
Si chiuse la porta alle spalle e si sciacquò il volto, non era brutta, ci credeva prima, ma ora ogni volta che si guardava allo specchio non riusciva più a piacersi. Si scostò una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio e finì di truccarsi, uscì dalla stanza senza leggere il post-it sullo specchio.
" Mamma, io vado." disse affacciandosi alla porta della cucina, la donna le sorrise e le stampò un bacio sulla guancia.
" Non aspetti Nick?" le chiese, la ragazza scosse la testa.
" Sono in ritardo, scusa." mormorò afferrando la borsa per poi uscire. Non riusciva a capire perché sua mamma continuasse a chiederle di uscire con Nick, non riusciva a sopportarlo. Nick era suo cugino, un tempo erano fidanzati poi scoprirono di essere parenti e si lasciarono restando amici, ma ora lei non riusciva più a riconoscerlo.
 
 
Fu sua madre a svegliarlo, scuotendolo dolcemente.
" Louis, tesoro, sveglia dai." lui mugugnò qualcosa d'incomprensibile e si girò dall'altro lato del letto.
" Devi andare a scuola! Non vuoi essere bocciato nuovamente, vero?" a quelle parole si alzò definitivamente cacciando la madre dalla stanza, cercò qualcosa di decente da mettersi e si diresse a piedi verso quell'edificio che aveva visto il giorno prima comunemente chiamato scuola. Vide una ragazza ferma sulla strada, sembrava non volesse andare a scuola, come se ci fosse qualcosa che glielo impedisse, le passò accanto senza dire nulla ed entrò a scuola.
" Sono nuovo." disse in segreteria alla signora che si era trovato davanti.
" Louis Tomlinson, giusto?" lui annuì annoiato aspettando che riprendesse a parlare.
" Sei in terza B, è all'ultimo piano, a destra delle scale, questo è l'orario." gli diede un pezzo di carta con segnati alcuni numeri e lo fece uscire. Louis seguì le indicazioni e si trovò di fronte la classe, la lezione non doveva essere ancora iniziata visto tutto il casino che facevano i ragazzi all'interno, entrò e tutti volsero lo sguardo verso di lui, tranne una ragazza, quella ragazza che era per strada.
" Chi sei?" fece una che aveva l'aspetto della classica troietta.
" Sono nuovo." ripeté senza presentarsi, sapendo che prima o poi il suo nome l'avrebbe scoperto. " Dove mi siedo?" chiese.
" Il posto accanto a me è occupato, mi dispiace." disse lei dispiaciuta, lui notò il posto accanto alla ragazza e si sedette.
" Ciao, sono Louis!" esclamò sorridendo alla ragazza.
" Eh? Oh io sono Rosalie." la ragazza forzò un sorriso, ma non le riuscì che una smorfia Nick l'aveva proprio rovinata. Louis la osservò per un po', quegli occhi blu in cui si leggeva una tristezza nascosta, i capelli biondi tirati indietro con una molletta e quel sorriso forzato, era davvero bella.
" Comunque è occupato, cioè dovrebbe esserlo." disse lei indicando il posto dove si era seduto Louis, sollevata dal fatto che Nick non fosse ancora arrivato.
" Oh scusa." fece per alzarsi, ma lei lo bloccò.
" Fa nulla preferisco te qui." nel momento in cui pronunciò quella frase Nick Jonas fece il suo ingresso nella classe.
" Rosalie! Chi è questo seduto accanto a te? Eh grassona?!" sbottò lui incazzato verso la ragazza.
Lei abbassò il capo cercando di nascondere gli occhi lucidi che le si erano creati, non riusciva a convincersi che quello era il ragazzo che amava una volta.
" Louis Tomlinson, sono nuovo e non mi sposto." disse lui tranquillamente senza degnare di uno sguardo il moro lì accanto.
" Sedetevi ora." disse il professore entrando in classe, Nick si arrese e andò a sedersi nell'unico posto rimasto libero.
Le ore passarono in fretta, Louis era simpatico e le piaceva ma doveva essere fredda, il suo primo giorno non poteva passarlo con una grassona sfigata. Al suono dell'ultima campanella Rosy si alzò e preparò la borsa, uscì da quell'inferno cercando di passare inosservata agli occhi di Nick.
" Rosy!" si voltò spaventata, l'aveva vista? Ah no era solo Louis che la stava rincorrendo, aspetta un attimo, Louis la stava rincorrendo?
" Louis?" chiese sorpresa.
" Mi presteresti gli appunti di storia? Te li riporto domani!" promise, Rosy cercò il quaderno in cartella e glielo porse.
" Non so se capirai non ho proprio una bella grafia." disse lei agitando la mano.
" Tranquilla, grazie mille!" le sorrise e corse via, Rosy raggiunse in fretta casa dove trovò un piatto di pasta per lei sul tavolo lo guardò schifata e lo mise in frigorifero, tornò in camera sua e si buttò sul letto. Rimase un po' sdraiata a pensare e poi afferrò la sua chitarra, quella chitarra che le aveva regalato Nick, e iniziò a strimpellare qualcosa.
" Fai silenzio!" sbottò Nick entrando in camera sua, la guardò male.
" Devo studiare e non voglio sentire la tua stupida chitarra." sbatté la porta e uscì.
" Vaffanculo." mormorò Rosalie sdraiandosi nuovamente sul letto.
 
 
Erano già cinque minuti che correvano, Rosalie non ce la faceva più, le mancavano le forze la sera precedente aveva mangiato pochissimo e come sempre, alla fine, era corsa in bagno a vomitare. Sentiva il corpo pesante, non riusciva a camminare, la testa iniziò a girare e poi il vuoto.
Louis la vide cadere a terra e si precipitò da lei, la prese in braccio.
" Prof la porto in infermeria." disse per poi uscire dalla palestra, l'infermiera riconobbe subito la ragazza.
" Oh Rosalie, ancora qui?" fece preoccupata, lei aveva capito il problema della ragazza, ma lei ogni volta negava.
" Non è la prima volta?" chiese Louis sorpreso.
" No, è molto cagionevole." mentì la donna, le passò un fazzoletto umido in fronte. " Senti, ragazzo, io devo andare, ti lascio le chiavi, quando si sveglia falla mangiare e cosa più importante non farla andare in bagno!" gli disse esattamente quello che non doveva fare per poi togliersi il camice bianco e uscire.
Louis seduto accanto al letto bianco teneva la mano a Rosy, quando sentì la sua presa farsi più forte scattò in piedi e sorrise, Rosalie si era abituata a risvegliarsi in infermeria, ma non con qualcuno accanto.
" Tutto bene?" chiese Louis preoccupato, lei si tirò su a sedere.
" Si si." mormorò, lui le porse un panino che aveva lasciato l'infermiera.
" Mangia."
" No, grazie." si rifiutò lei.
" Mangia." ripeté lui.
" No." fu un 'no' categorico, ma il ragazzo non si arrendeva.
" Dai Rosy, fallo per me!" esclamò, si conoscevano da un giorno e a lui già importava di lei, era strano per Rosy e dopo quelle parole afferrò il panino e lo mangiò.
" Devo vomitare." disse poco dopo averlo finito, fece per alzarsi ma Louis la fermò.
" Non puoi andare in bagno."
" Ma..."
" Ho capito, sai? Ho capito perché sei così magra, l'ho capito. Ora tu ti siedi e se provi a vomitare ti uccido."
" Allora uccidimi." disse lei ricadendo sdraiata sul letto, Louis la guardò sorpreso non si aspettava una reazione del genere da parte sua.
Si alzò e la guardò nei suoi penetranti occhi blu, tristi.
" Perché? Perché lo fai?" chiese, lei non rispose si limitò a spostare lo sguardo. Sentirono la porta aprirsi, ma nessuno dei due si girò convinti fosse l'infermiera.
" Ehi, grassona ancora qui sei?" Rosy spalancò gli occhi spaventata Louis si voltò e riconobbe il ragazzo del giorno prima.
" Cosa vuoi?" chiese.
" Sono venuto a prendere del ghiaccio mica per vedere quella." disse sprezzante guardando Rosalie.
" Allora vattene!" esclamò Louis, mettendosi di fronte a lui, Jonas lo guardò torvo e uscì.
" Chi era?"
" M-mio cugino." balbettò lei, non riusciva a capire perché a quel ragazzo importasse così tanto di lei, di sicuro gli faceva pena, era per forza così, era uno scarto della società e a Louis faceva pena quella era l'unica soluzione.
" Senti, ti va se ce ne andiamo da qui così parliamo?" chiese Louis sorridendole, lei annuì stancamente e si alzò.
" Aspetta, dovrei uscire in pantaloncini?" chiese, Louis scoppiò a ridere.
" Sono pure io in pantaloncini e comunque ho preso la tua borsa."
" Ah ok, dove andiamo?" uscirono dall'infermeria e arrivarono nell'atrio che, stranamente, era vuoto, uscirono dalla porta e fecero scattare il cancelletto.
" Siamo liberi!" urlò il ragazzo.
" Si, liberi. Ci saranno meno trenta gradi e siamo in pantaloncini!" esclamò la ragazza cercando in qualche modo di scaldarsi.
" Dai è solo novembre, non fa così freddo!"
" Si, ma io sto congelando, Louis!"
" Vieni, cerchiamo un bar così ti cambi." detto ciò s'infilarono nel primo Starbucks che trovarono Rosy fu la prima a cambiarsi seguita poi dal ragazzo.




When the crowd wants more
I bring on the thunder
Cause you got my back
And I'm not going under
You're my point you're my guard
You're the perfect chord
And I see our names together
On every billboard
 
Quando la folla vuole di più
Continuo con l'esibizione
Perchè tu mi appoggi sempre
E so che non posso cadere
Tu sei il mio punto fisso
Tu sei il mio custode
Tu sei l'accordo perfetto
E riesco a vedere i nostri nomi insieme su ogni manifesto
 
Ross Lynch - Can't do it without you





 

Ciauu! 
Sono di nuovo qui, yee.
Avevo pubblicato questa storia un po' di tempo fa, 
ma poi l'ho eliminata. 
Qualche giorno fa curiosando tra le note dell'ipod
ne ho trovato un pezzo
e ho deciso di continuarla.
So here I am!
Nana xx

Image and video hosting by TinyPic Rosy e Louis c:

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Capitolo 2
*** I've been thinking bout you ***


I've been thinking bout you - Chapter 2

 
Da quel giorno passò un mese, era dicembre e il natale era vicino e anche il compleanno di Louis.
Rosy si rigirò nel letto e involontariamente diede un colpo a Louis che fece un grugnito di dolore.
" Oddio scusa Lou!" esclamò rendendosene conto.
" Buongiorno Rosy!" disse lui allegramente stringendola in un abbraccio. Erano diventati molto uniti, quasi migliori amici si poteva dire, Louis la stava aiutando molto ed era anche riuscito a farla smettere di vomitare, non sempre ovvio, ma lo faceva molto meno da quando lui era entrato nella sua vita.
" 'Giorno anche a te!" esclamò alzandosi e tirando su la tapparella, Louis sorrise vedendola con la sua tuta.
" Sei bellissima, lo sai?" disse senza pensarci, la ragazza arrossì di colpo, ma lo smentì subito.
" Non è vero, non lo sono." e non lo disse per farsi dire: 'lo sei, smettila di negare.' lo disse perché davvero non ci credeva.
" Per me lo sei. Tu non sei la sola quindi lasciali criticare, sei intoccabile quando lo realizzi." le ricordò nuovamente.
" Allora, cosa facciamo il primo giorno di vacanze?" chiese lei.
" Voglio vedere casa tua." disse lui deciso.
" Casa mia? Preferirei di no." rispose la ragazza, sorpresa.
" È un mese che ci conosciamo, tu dormi qui quando vuoi e io non posso vedere casa tua?!" esclamò Louis, ma non era veramente arrabbiato sapeva che a casa di Rosy abitava pure Nick.
" Va bene!" constatò lei ricordandosi che sua madre era al lavoro, di Nick non le importava. Il moro le sorrise, ma sembrava non avesse intenzione di alzarsi. Rosy, invece, andò in bagno e si vestì quando tornò in camera trovo un Louis vestito e profumato, pronto per uscire.
Rosy aprì la porta un po' titubante e una volta dentro trascinò Louis in camera sua prima che qualcuno li vedesse.
" Rosy? Sei tu?" sua madre non era ancora uscita per andare a lavoro.
" Si, mamma, sono io." disse " Vado un attimo giù, tu fa quello che vuoi." lasciò solo il ragazzo che si mise a curiosare per la stanza.
Rimase sorpreso dagli, ormai, numerosi post-it appiccicati sullo specchio, su alcuni c'era scritto il suo nome, su altri le frasi che lui le dice, ma uno in particolare lo colpì era l'unico di colore giallo posto proprio al centro dello specchio: non provare nemmeno a sorridere, sei grassa e lui te lo ricorda.
Non fece in tempo a modificare la scritta che la ragazza era già tornata, in quel momento Louis notò una chitarra posta in un angolo della stanza con numerosi fogli e quaderno sparsi accanto ad essa.
" Tu suoni?" le chiese.
" Ogni tanto..." raccolse un quaderno e iniziò a leggere.
" Ti va di cantarmela?"
" Non sono poi così brava."
" Dai, se mi fai sentire com'è poi la canto anche io." la ragazza prese la chitarra e iniziò a intonare le prime note, certo c'era ancora lavoro da fare, quello che aveva scritto era solo un pezzo che poteva essere considerato come un ritornello.
" We are who we are who we are
pretty's just a pretty word
And I'm goin to shine like a star
Cuz I'm the only me in this world
Throw away the books and the magazines
I'm never going to look like a beauty queen
We are who we are who we are
And I'm just doing me, Just doing me." Louis rimase sorpreso dalla voce della ragazza e sorrise a quelle parole.
" Devo dirti grazie, senza di te non avrei mai scritto nulla di simile, ok sono ridicola."
" Non sei ridicola! E poi io non ho fatto nulla di speciale." le sorrise, in quel momento gli venne un'idea non sapeva nemmeno come portala a termine, ma ci sarebbe riuscito avrebbe fatto di tutto per vederla sorridere. Cercò tra i fogli una canzone completa e quando la trovò sorrise compiaciuto.
" Cantiamo questa insieme?" la ragazza annuì e riprese a suonare la sua sei corde.
" Does he tell you he loves you when you least expect it
Does he flutter your heart when he kisses your neck
No scientist, or biology
It's obvious, when he's holding me
It's only natural that i'm so affected." cantò la ragazza guardando a malapena il foglio che stringeva tra le mani Louis.
" And my heart won't beat again
If I can't feel him in my veins
No need to question, I already know." cantò il ragazzo questa volta, le loro voci si fusero in un tutt'uno, per una volta Rosy iniziò a sentirsi soddisfatta della sua musica e sorrise, fece per intonare il ritornello, ma Nick la interruppe entrando nella stanza.
" Fate silenzio! Io voglio dormire!" disse il ragazzo scorbutico come sempre e mentre Rosy era intenta a dargli retta Louis piegò il foglio e se lo mise in tasca, la bionda riuscì a cacciare il cugino dalla stanza promettendogli che non avrebbero più cantato, sotto sotto pure Nick amava la musica, scriveva canzoni meravigliose, ma nessuno, al di fuori dei suoi fratelli, lo sapeva.
Rosy decise di aprire un po' la finestra e poi di scendere per vedere un film, dopotutto in quella stanza c'era il regalo per Louis.
" Che film guardiamo?" chiese Louis sdraiandosi sul divano.
" Ehi devo starci anche io però!" borbottò contrariata la ragazza, Lou scoppiò a ridere e la fece sedere.
" Accendo SKY e vediamo cosa c'è." disse lei appoggiando la testa sul petto di Louis.
" Uh Skyfall! Lascia qui, lascia qui!" esclamò Louis come un bambino, lei appoggiò il telecomando.
Rosy si chiese perché Louis avesse scelto quel film, era noioso e a lei non piaceva, aveva visto la maggior parte dei film di James Bond ma quello proprio non le piaceva, scoppiò a ridere mentre Bond uccideva il nemico di cui nemmeno sapeva il nome visto che non aveva per nulla seguito la storia.
" Che hai da ridere?" chiese lui.
" Sembra una scimmia." commentò lei.
" Ma non è vero!"
" Come vuoi." fece spallucce e spense il televisore visto che, ormai, stavano già scorrendo i titoli di coda.
 


Hey hey baby when I look in your eyes
I can tell that you're holding something inside
I've been thinking bout you you you
I've been thinking bout me me me
 
Hey hey piccola quando guardo nei tuoi occhi
Posso dire che stai tenendo qualcosa dentro di te
Ho pensato a te te te
Ho pensato a me me me
 
Austin Mahone - Say you're just a friend


 


Ciauu!
Come va? Io sto bene lol
Volevo solo dire che questa storia è divisa in due parti
i primi tre capitoli, mi pare
sono solo introduttivi(?) come se fossero
ricordi dei due protagonisti
e dal quarto in poi
dovrebbero esserci pure gli zarry,
ma nulla è sicuro.
A presto,
Nana xx

 
Image and video hosting by TinyPic  Nick 

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Capitolo 3
*** You found me ***


You found me - Chapter 3
 
Era mattina presto, Rosy si alzò piuttosto assonnata e si diresse in bagno si sciacquò il volto per darsi una svegliata e si vestì velocemente e infilò il pacchetto nella borsa. 
" Mamma, io esco!" urlò spalancando la porta, non ottenne nessuna risposta, stavano ancora dormendo. Raggiunse casa Tomlinson in pochi minuti e suonò al campanello.
" Buon giorno Rosy, già qui?" chiese la signora aprendole la porta. 
" Si, volevo fare gli auguri a Louis." disse sorridendo. 
" Ma certo, sta dormendo, ma sali pure." 
" Grazie!" entrò in camera di Louis, alzò la tapparella e si sedette ai piedi del letto, inutile non si svegliava. 
" Louis..." disse scuotendolo, ma senza risultati. Allora si mise a saltare sul letto e quando Louis cadde a terra spaventato cadde pure lei. 
" Rosy, sei tu!" esclamò sorridendole. 
" Buon compleanno, Boo!" disse lei lasciandogli un bacio sulla guancia. 
" Grazie." si alzarono da terra e Rosy prese il pacchetto che aveva in borsa. 
" No, non dovevi!" 
" Guarda che non è niente di che ma ci tenevo a farti un regalo." Si giustificò lei, Louis scartò il regalo e rimase sorpreso, era un album di fotografie. 
" Ok, non sono molte è poco che ci conosciamo però." 
" È stupendo! Grazie Rosy!" prese la ragazza per mano e dopo aver fatto colazione la trascinò fuori da casa. 
" Ora ho io una sorpresa per te." disse deciso, si fermarono per aspettare l'autobus.
" Che hai in mente?" chiese la ragazza, guardandolo, impaziente. 
" Ho detto che è una sorpresa!" esclamò lui mettendo un finto broncio, Rosy si mise a ridere e gli chiese scusa. Salirono sull'autobus, Rosalie cercò d'ignorare gli sguardi delle persone, si sedette accanto a Louis che sorrideva innocente. 
Scesero mezz'ora dopo e quello che vide la ragazza la lasciò senza fiato. 
" Lou, perché siamo in uno studio di registrazione?!" lo guardò stupita e lui le sorrise e si mise a parlare con la segretaria. 
" Prego, da questa parte." disse accompagnandoli in una stanza molto spaziosa sulla sinistra. 
" Buongiorno!" esclamò Louis vedendo un uomo nella stanza. 
" Louis Tomlinson, giusto?" 
" Sono io, e lei è la ragazza di cui le ho parlato ieri al telefono: Rosalie Johnson."
" Cosa?!" esclamò lei, non riusciva a capire di cosa parlassero. 
" Rosy, perché non gli canti la canzone che hai fatto sentire a me?" domandò Louis sorridendole cercando di incoraggiarla, lei annuì timidamente e intonò le stesse parole del giorno precedente, così, a cappella. L'uomo applaudì e sorrise alla ragazza.
" Rosy, complimenti. Sei molto brava, davvero. Ecco, tieni il mio numero, se un giorno vorresti registrare qualcosa chiamami senza problemi." lei sorrise imbarazzata mormorando un 'grazie' a quell'uomo così gentile. 
" A presto." disse Louis. 
" Non ti permettere più di fare una cosa simile!" urlò al ragazzo una volta fuori dallo studio, ma non era arrabbiata, per nulla. 
" E perché scusa? Sei andata benissimo!" 
" Potevo morire, ero troppo imbarazzata!" nascose il volto,rosso, nella sua sciarpa e si voltò per non farsi vedere da Louis. 
" Be' pazienza, ormai è fatta." scosse la testa come per arrendersi. 
" Dai Rosy sorridi!" esclamò lui per poi spostarle la sciarpa dal viso e prendere le sue labbra con le dita per farla sorridere. 
" Hai le mani ghiacciate!" urlò lei scostandosi. " Dovevo regalarti dei guanti altro che l'album!" Louis scoppiò a ridere e la prese per mano, lei rabbrividì, ma forse non solo per la mano fredda di Lou. 
Il ragazzo decise di portare Rosy in uno dei posti che aveva conosciuto appena si era trasferito a South Shields. Era un piccolo parchetto, non c'era mai nessuno e a lui piaceva, Rosy non se n'era mai accorta, Louis la trascinò sotto ad un albero e si sedettero su una panchina. 
" Mi piace qui." mormorò Rosy sorridendogli. 
" Anche a me." 
Passarono tutta la mattina insieme e poi decisero di andare a casa di Rosy, appena la ragazza aprì la porta sua madre le andò incontro sorridente. 
" Rosy, tesoro, oh e lui chi è?" chiese vedendo il ragazzo alle sue spalle. 
" Mamma lui è Louis, Louis lei è mia madre." la donna sorrise, molto probabilmente pensò che fosse il suo ragazzo. 
" Allora ti fermi a pranzo?" gli chiese la donna. 
" Se non ci sono problemi..." 
" Ma che problemi! Ho preparato giusto per una persona in più dato che mio marito è bloccato al lavoro." disse tutta sorridente. 
" Mamma, ma papà..." iniziò Rosy, ma sua madre la interruppe. 
" Si, ha molto lavoro." detto ciò si ritirò in cucina e i due salirono in camera, la ragazza scosse la testa contrariata. 
" Louis, io non ci credo." 
" Cosa?" chiese lui. 
" Mio padre è comandante della marina, non è mai a casa!" esclamò lei, Louis scoppiò a ridere. 
" Non ci posso credere!" 
" Ma fino a che punto può arrivare quella donna?!" sbottò lei tra una risata e l'altra, Louis non poté non pensare a quanto fosse bella mentre rideva, si buttò sul letto continuando a ridere. 
" Posso chiederti una cosa?" 
" Mh cosa?" chiese la ragazza. 
" Perché questi post-it?" il moro indicò lo specchio, Rosy sapeva che si riferiva a uno in particolare. Fu salvata da sua madre che urlò essere pronto il pranzo. 
Scesero in cucina e Nick fu sorpreso di trovarsi davanti Louis. 
" Che ci fa lui qui?!" sbottò irato verso sua cugina. 
" L'ho invitato io." disse semplicemente Deborah, Nick la guardò per un po' poi decise di tornare al suo pranzo, ignorando tutti i presenti, una volta finito si alzò e tornò al piano di sopra, quando si sentì sbattere la porta della sua camera Rosy e Debbie sospirarono. 
" Ro, 'sta sera vieni alla mia festa?"
" Oh è 'sta sera? Me n'ero completamente dimenticata!" mentì lei. 
" Dai, Rosy, perché non vai?" 
" Ma mamma..." 
" Ascolta tua mamma, vieni!" 
" E va bene!" esclamò, scosse la testa contrariata voleva ritirare tutto. 
Louis tornò a casa nel pomeriggio e Rosy iniziò a porsi problemi su come si sarebbe vestita, aveva solo jeans, magliette e felpa di taglie più grandi e di sicuro non poteva presentarsi con quelle. 
" Tesoro, perché non metti questo?" sua madre, la sua salvezza. Era un vestito nero, col collo circondato di bottoni, terminava poco sotto la coscia, ma le stava d'incanto. 
" Mamma, la verità, mi sta bene?" 
" Sei bellissima." 
" Non è troppo attillato?" chiese nuovamente. 
" No, tesoro. Tieni queste." le porse un paio di scarpe col tacco nere con la bandiera della Gran Bretagna. 
" Ma dove li hai trovati?" chiese la bionda riferendosi all'abito e alle scarpe. 
" Sono il regalo di natale di tuo padre." lei sorrise. 
" Vieni, ti sistemo i capelli, per il trucco ci pensi tu, no?" Rosy annuì. 
 
Seduta sul divano di casa Tomlinson Rosy non sapeva più che fare, il suo amico era scomparso, non conosceva nessuno o quasi, non si sentiva a suo agio e non sapeva come comportarsi. 
" Mi piace come ti sei vestita." 
" Ehm grazie... Nick?!" 
" Chi altri se no?" 
" Perché non balli?" 
" Potrei farti la stessa domanda." 
" Sono stanca." mentii la bionda. 
" Ecco, pure io. Andiamo a casa?" 
" Io... Vado a cercare Louis per salutarlo." si alzò in piedi. 
" Ti aspetto qui." Con tutta quella gente non riusciva a trovare il suo amico, sospirò tornando al piano di sotto, raggiunse Nick che era ancora seduto sul divano e uscirono per tornare a casa. 
" Trovato?" 
" In realtà no, lo chiamerò dopo." ammise, si sedette sul sedile dell'auto del cugino.
" Oh va bene." 
" Perché sei così gentile?!" sbottò la bionda infastidita dal comportamento del riccio. 
" È natale." disse lui. 
" Ah, ecco, mi sembrava strano." 
 


Lost and insecure
You found me you found me
Lying on the floor
Surround me surround me
Why’d you have to wait
Where were you where were you
Just a little late
You found me you found me
 
Smarrito ed insicuro
Mi hai trovato, mi hai trovato
Sdraiato sul pavimento
Abbracciami, abbracciami
Perché è necessario aspettare
Dov’eri, dove sei stato
Solo un po’ in ritardo
Mi hai trovato, mi hai trovato
 
The Fray - You found me



Ciauu!
Come va? Tutto bene? 
Io ieri sono andata al luna park
e sono andata sulla barca,
solo che siamo state in piedi nella gabbia(?)
e io mi sono fatta male, rido.
Ceh niente di serio,
solo una botta alla gamba. 
Cooomunque dal prossimo capitolo ci saranno 
pure Harry e Zayn. 
A presto, 
Nana xx


 

Image and video hosting by TinyPic  il vestito e le scarpe di rosy c:

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Capitolo 4
*** You're always there ***


Chapter 4 - You're always there

Cinque ragazzi entrarono nello studio, ma loro non ci fecero molto caso Oliver fece segno di iniziare e sentirono la base.
Jade iniziò a cantare.
" Mama mama mama made me the way
I am my face my eyes
somone turn me up I'm speakin my mind.
" i ragazzi ascoltarono con attenzione, c'era qualcosa in quella musica che Louis conosceva ma non riusciva a ricordare.
Perrie sorrise a Leigh che accennò la sua strofa.
" And I, and I I've been wastin a lot of time
lookin in mirrors and hatin on me
But now I like what I see."

Il cuore di Perrie batteva all'impazzata amava quella canzone ed era felice di averla scritta.
" (I know I know) I'll never be perfect
(I know I know) but I'm goin to work it
Let go let go put your new shoes on
the new you on."

Louis si avvicinò al vetro e fissò incredulo Oliver e lo riconobbe come il discografico a cui aveva presentato Rosy.
Fu al ritornello che si accorse dove aveva già sentito quella canzone: l'aveva scritta Rosy!
" We are who we are who we are
pretty's just a pretty word
And I'm goin to shine like a star
Cuz I'm the only me in this world
Throw away the books and the magazines
I'm never going to look like a beauty queen
We are who we are who we are
And I'm just doing me, Just doing me."
Louis si ritrovò a canticchiare quelle parole sorprendendo i suoi amici, scosse la testa facendo finta di nulla.
Jesy cantò la sua strofa per poi sorridere a Perrie che accennò alla sua, le lacrime scorrevano copiose sul suo volto come succedeva sempre con quella canzone.
Finita quella Oliver fece segno alle ragazze di uscire, la bionda si asciugò le lacrime e cercò di sistemarsi al meglio il trucco colato, le ragazze le diedero una mano e poi raggiunsero il loro manager.
" Ragazze, loro sono i One Direction." li presentò.
" E loro sono la mia rovina le Little Mix." disse scherzosamente, adorava quelle quattro ragazze.
" Ora potete pure andare, ci vediamo domani alla stessa ora. No, Perrie, tu no." Perrie lo guardò per un attimo, sorpresa, salutò le amiche e raggiunse Oliver nel suo ufficio.
Un ragazzo moro stava seduto di fronte alla scrivania di Oliver, Perrie si accomodò accanto a lui.
" Bene, Perrie, a voi serve pubblicità e a Zayn serve una ragazza che smentisca la sua fama di puttaniere."
" Cosa stai insinuando con questo?" fece la bionda.
" Fingerete di stare insieme, semplice."
" Che cosa?!"
sbottò il moro incredulo.
" Ormai ho deciso, andate. Il vostro primo appuntamento vi aspetta." detto ciò li liquidò.
" Porca puttana!" esclamò Perrie una volta usciti.
" Mi dispiace, giuro che non ne sapevo niente."
" Si, conosco Oliver e so che fa sempre di testa sua. Comunque io sono Perrie, piacere." porse la mano al moro che la strinse subito.
" Zayn. Quindi, Perrie, dove ti va di andare?"
" Mh McDonald's o Starbucks, come preferisci."
" Il primo che troviamo allora."
disse lui facendola ridere.
" Che ci fate da queste parti?"
" Mh niente di che, stavamo cercando un gruppo per aprire i nostri concerti o almeno credevo, mi hanno fatto fidanzare!" 
la bionda rise ancora, Zayn le stava simpatico.

Si fissavano ormai da cinque minuti, imbarazzati, nessuno dei due sapeva che dire.
" Perrie, senti, questa cosa non può funzionare!" esclamò Zayn esasperato, non credeva di essere finito in quel casino, la ragazza annuì.
" Nemmeno per me." " Se proprio dobbiamo fingere, di stare insieme, devi sapere una cosa." le disse, Perrie lo guardò e annuì seria.
" Dimmi tutto." sorrise come per incoraggiarlo.
" Be' vedi, i ragazzi non lo sanno, è un segreto... Io... Sono gay." la bionda rimase sorpresa. " Adesso scapperai insultandomi." borbottò lui.
" Affatto! Perché dovrei? Sarebbe stupido." Zayn le sorrise sincero.
" Però c'è una cosa che dovresti sapere su di me." disse lei, non era sicura di potersi fidare, ma se lui si era confidato con lei allora poteva fidarsi, no?
" Il mio vero nome non è Perrie, ti prego non interrompermi, io sono Rosy, Rosalie Johnson. Adesso non so perché ti sto dicendo tutto questo, ma credo di potermi fidare di te, l'unica cosa è che non dovrai dirlo a nessuno specialmente Louis." Zayn si chiese perché proprio Louis.
" Ti racconterò la storia di Louis un'altra volta." il ragazzo annuì rendendosi conto di quanto fosse strana la ragazza che aveva di fronte.

 
 
I never told you that I want you,
I thought I had you out of my head,
But ever time she leaves me, refusing to believe me,
You're always there.

Non ti ho mai detto che ti voglio,
pensavo di averti tirato fuori dalla mia testa,
ma ogni volta che lei mi abbandona, rifiutando di credermi,

sei sempre lì.

Charlie Winston - Hello Alone

 
 
 
Salve bella gente!
Piango, non posso più evidenziare il testo :c
Comunque sia,
scusate per il ritardo
ero in vacanza e, ovviamente,
non avevo il pc. 
Allora, da qui inizia la storia vera e propria
è corto, i know çç
ce la farò a scriverne uno lungo prima o poi. 
Ora vado.
Nana xx 

ps. Recensite, pls

Image and video hosting by TinyPic Zayn nell'ufficio di Oliver c:

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Capitolo 5
*** How many lies? ***


Chapter 5 - How many lies?

" Ma davvero hai raccontato tutto a Zayn?" chiese Jade guardando l'amica, Perrie annuì con la bocca piena di cereali.
" Ti fidi?" la bionda mandò giù il boccone e rispose.
" Mi ha raccontato il suo segreto, io gli ho detto il mio. Tutto qui."
" Bah. Comunque farai tardi a scuola."
indicò l'orologio, Perrie si alzò e corse in camera sua, recuperò la borsa e salutò l'amica con un bacio sulla guancia.
Giunse a scuola pochi secondi prima che suonasse la campanella e raggiunse la sua classe.
" Johnson, sempre in ritardo." la rimproverò l'insegnante.
" Non provo neanche a dirle che non accadrà più." raggiunse Nick e si sedette accanto a lui.
" Grazie per avermi aspettato, eh."
" Pensavo ti accompagnasse Jade."
ammise.
" Era lì per parlarmi di una nuova canzone." i rapporti con Nick erano decisamente migliorati, erano tornati amici dopo che Nick ebbe scoperto tutto quello che lui aveva causato a Rosy, non perdeva mai occasione di chiederle scusa, ma lei rispondeva sempre con: 'è ok, sto bene.'
Ma non stava bene, odiava il modo in cui Louis l'aveva lasciata una volta partito per X-Factor, l'anno dopo, dopo continui incitamenti da parte di sua madre e di Nick, aveva deciso di partecipare anche lei, non superò il Bootcamp da solista e venne messa in un gruppo con altre tre ragazze: Jade, Leigh-Anne e Jesy, ora erano migliori amiche, ma nessuno sapeva che Perrie Edwards fosse lei, o quasi.
" Che canzone?"
" Non lo so, oggi dovevamo trovarci per scriverne una però io sono qui."
bisbigliò, attenta a non farsi sentire né dai compagni né dal professore.
" Potresti portare quella che hai scritto tu."
" Quale?" 
Nick le rubò il quaderno e ne estrasse un foglio pentagrammato pieno di scritte e scarabocchi.
" Questa."
" Come sai di..."
" Ti ho vista scriverlo un paio di volte."
" Non è finita."
borbottò lei, portò lo sguardo verso la lavagna dove erano segnate formule strane, aveva perso metà lezione e non era proprio un asso in chimica.
" Finiscila. Hai cinque, magnifiche, ore per farlo."
Le mancava poco per finirla una strofa o due, ma non sapeva cosa, la rilesse milioni di volte, le ore passavano, i professori cambiavano e lei era piegata su quel foglio a scarabocchiare qualcosa.
" Ehi bionda!" si sentì richiamare.
" Kat, sei bionda anche tu."
" Lo so, con te non si può mai scherzare."
la ragazza si lasciò cadere sulla sedia di Nick, Rosy si affrettò a nascondere il foglio ma Katherine riuscì comunque a leggere una frase: change your life.
Katherine era nuova, arrivata quell'anno e aveva riportato alla mente di Rosalie numerosi ricordi.
*flashback*
" Chi sei?" fece una che Katherine classificò come la classica troietta.
" Sono nuova." disse senza presentarsi, sapendo che prima o poi il suo nome l'avrebbero scoperto.
" Dove mi siedo?" chiese.
" Il posto accanto a me è occupato, mi dispiace." disse lei finta dispiaciuta, Kat notò il posto accanto ad una ragazza e si sedette.
" Ehi, sono Katherine!" esclamò sorridendo alla ragazza.
" Io sono Rosalie." la ragazza sorrise, ma non le riuscì bene da quando Louis era partito non sorrideva spesso. Katherine la osservò era davvero bella e sembrava simpatica.
" Comunque è occupato, cioè dovrebbe esserlo." disse lei indicando il posto dove si era seduta la ragazza nuova.
" Oh scusa." fece per alzarsi, ma lei la fermò.
" Fa nulla, non credo dica niente."
*fine flashback*

" Pronta per matematica?" fece Kat.
" Che cosa?!" sbottò Rosy.
" Calma, intendevo, sei pronta per l'ora di matematica." spiegò.
" Ah, sì." borbottò lei, si passò una mano tra i capelli, sentì una leggera vibrazione alla gamba destra, estrasse il cellulare attenta che l'amica non sbirciasse.
Da Zayn: Ehi Rosy, tutto ok? Oggi pomeriggio ci sei?
A Zayn: sono ancora scuola, odio matematica! Certo, che ci sono!
Il professore entrò in classe e lei nascose velocemente il suo iPhone nella tasca della felpa, l'uomo la fissò per un secondo poi decise di lasciar perdere alla fine era Rosalie Johnson.
Una volta che il professore si fu accomodato al suo posto la bionda riprese il cellulare.
Da Zayn: passo a prenderti io. Zayn xx
A Zayn: oks. Perrie xx
Si firmò così senza prestare attenzione, credeva che Nick fosse tornato al suo posto, ma quando si voltò al posto di trovare la testa rasata del cugino vide la lunga treccia di Katherine e sussultò.
" Hai fatto cambio con Nick?" chiese.
" Mh già." borbottò, scrisse qualcosa sul quaderno e lo passò a Rosy.
" Oggi pomeriggio da me?"
" Non posso, scusa."
si affrettò a rispondere.
" E perché?"
" Devo uscire."
" Con chi?"
iniziò a credere che avesse letto il messaggio e, forse, era davvero così.
" Un amico."
" Lo conosco?"
" Non credo."
" Come si chiama?"
" Joe."
inventò, poi si ricordò del fratello di Nick che aveva visto solo una volta e sorrise. " E con noi verrà anche Nick." aggiunse prima di ripassare il foglio all'altra. Kat le credette anche se era ancora diffidente, Rosy le sorrise. Era così diversa da Louis eppure era entrata nella sua vita come aveva fatto lui. E fu grazie a quei pensieri che terminò la canzone, grazie a Kat e grazie a Lou e alla frase che le diceva sempre, la frase scritta sul post-it giallo che era finito a sostituire l'altro sullo specchio, riprese lo spartito e aggiunse quelle due righe: you're not the one so let them criticize, you're untouchable when you realize.
Sorrise soddisfatta e tirò fuori il telefono per avvisare il cugino.
A Nick: ho finito la canzone, oggi pomeriggio esci con me.
Non dovette aspettare molto per ricevere risposta.
Da Nick: Brava, cosa ti dice che non sia impegnato?
A Nick: Oggi esci con me e Joe, punto.
Da Nick: Joe?
A Nick: Poi ti spiego. 


Harry era sdraiato su uno dei divani di casa di Louis, guardava gli altri giocare alla Playstation, ma soprattutto guardava Zayn.
Tutti che credevano in Larry e lui era follemente innamorato del moro, ma sapeva di non essere ricambiato, Zayn stava con Perrie e insieme erano anche carini e poi passavano così tanto tempo insieme.
" Dai Haz, gioca con noi." lo chiamò il biondo.
" No, davvero, non ho voglia. Anzi, vado a farmi un giro." si alzò dal divano e prima di uscire tirò su il cappuccio della felpa.
Quanto poteva essere grande South Shields? Abbastanza che Harry Styles possa perdersi.
A mezzogiorno finì di fronte ad una scuola, molti ragazzi non avevano pomeriggio quel giorno e finì per mischiarsi con loro, ma una cosa lo stupì, c'era una ragazza che sembrava Perrie, le corse incontro per salutarla.
" Ehi..." fece, lei si voltò e la vide sbiancare di colpo.
" Rosy, muoviti!" urlò un ragazzo dall'altro lato della strada, la bionda annuì.
" Sapresti dirmi dov'è casa Tomlinson? Mi sono perso."
" Oh certo!"
dopo avergli indicato la via e come raggiungerla corse dal ragazzo e sparì per una delle tante strade.
Harry era certo che quella fosse Perrie anche se il suo amico l'aveva chiamata Rosy lui ne era certo.
Quel pomeriggio Zayn uscì per andare a prendere Perrie, era l'unico a sapere dove abitasse, Harry avrebbe voluto dirgli dei suoi sospetti, ma non riusciva più a parlargli senza balbettare o diventare rosso quindi ci aveva rinunciato.


Katherine si era offesa per come l'aveva trattata Rosy, non le credeva. Si sentiva così stupida, stava spiando l'unica amica che aveva lì, ma essendo vicine di casa era tutto così semplice, le bastava stare seduta di fronte alla finestra ed era fatta.
Vide un Audi nera fermarsi davanti a casa di Rosalie, poco dopo lei e il cugino uscirono e salirono in auto.
Forse non le aveva mentito.


Harry era nervoso, Louis l'aveva notato, ma quando cercava di parlargli il riccio rigirava l'argomento o se ne andava.
" Zayn, dimmi, ci sono anche i ragazzi?" quella era la voce di Perrie.
" Credo di si, dovrebbero essere già arrivati." si sentirono dei bisbigli e poi i due fecero la loro comparsa nello studio mano nella mano.
" Perrie, posso parlarti un attimo? In privato." chiese Harry guardandola, lei annuì e lo seguì nell'ufficio di Oliver, che era vuoto.
" So che eri tu oggi."
" Non so di cosa parli, Harry."
" Lo sai bene, invece."
ribatté.
" Ok, ok ero io." ammise.
" Ma ti prego non dirlo a nessuno."
" Zayn lo sa?"
la bionda annuì. " Allora non lo dirò a nessuno, promesso."
" Davvero?"
" Davvero."
Senza pensarci Perrie lo abbracciò, sapeva che Harry era una brava persona, lo sapeva.
" Grazie." sussurrò
" Ehi, Rosy, potremmo essere amici!" esclamò il riccio stringendola ancora.
" Basta che non mi chiami così davanti agli altri."
" Sarà fatto, Pezz."
Quando tornarono nello studio trovarono gli altri che li fissavano.
" Non mi starai mica tradendo, Perrie?" disse Zayn trattenendosi dal ridere.
" Ma va!" esclamò lei diventando rossa.
" Comunque, ragazze, per farmi perdonare oggi ho finito questa." si mise a rovistare nella borsa finché non trovò il suo tanto amato quaderno e ne estrasse lo spartito mal ridotto e lo passò a Leigh che era la più vicina.
La riccia iniziò a leggere attentamente, accennando a qualche sorriso poi passò il foglio a Jade ed infine a Jesy.
" È stupenda!" urlò quest'ultima correndo ad abbracciare la più piccola.
" Jess, così mi soffochi." la rossa scoppiò a ridere e lasciò la presa.
" Cantiamola, ora." ordinò Jade prendendo per mano Leigh e Perrie e le trascinò davanti ai microfoni poi tornò indietro e recuperò pure Jesy sotto gli sguardi divertiti dei ragazzi.
" In realtà non ho nemmeno una base." fece la bionda.
" Per averla scritta un'idea devi averla, no?" la rimbeccò Jade.
" Si, ma..."
" Niente ma, tieni e canta."
le passò una chitarra, Perrie sbuffò e poi afferrò lo strumento, prese posto s'uno sgabello e prese a stuzzicare le corde.
Change, change your life, take it all
We gonna stick together know we’ll get through it all
Change, change your life, take it all

You’re gonna use it to become what you’ve always known." 
 
 
I got a question
How many lies?
Question
How many times?
Question
Did you wanna lie?

Ho una domanda

Quante bugie?
Domanda
Quante volte?
Domanda
Volevi mentire?

Olly Murs - Personal



 
Ciauu!
Come va?
Il capitolo vi piace? 
A me, stranamente, si.
Non so, mi piace molto il personaggio di Kat
anche perché sarà importante.
Beene, vado.
Nana xx

 




 



 

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Capitolo 6
*** And only seems to last so long ***


Chapter 6 - And only seems to last so long

Harry sapeva tutto, aveva promesso di non raccontarlo a nessuno e lei gli credeva. 
Per tutto il pomeriggio le ragazze erano rimaste chiuse in studio per trovare una base decente per la canzone, una volta trovata avrebbero voluto provarla seriamente, ma era tardi e Oliver le aveva cacciate. 
Rosy si fece lasciare da Jade sull'incrocio prima di casa sua, percorse la via di corsa, di fronte a casa sua rallentò per poi entrare in casa tranquillamente. 
" Tesoro, dove sei stata tutto questo tempo?" 
" Lavoro, mamma, lavoro." disse, vedendo spuntare la donna dalla porta della cucina. Raggiunse la sua camera, prese un cambio di vestiti e andò in bagno per farsi una doccia, s'infilò una maglia larga e un paio di pantaloni della tuta e scese in cucina. 
"Rosy!" 
"Cosa?" si sentì stringere da due braccia.
"Louis?" 
"Già." 
"Quando sei tornato?" chiese lei freddamente, lui la fissò un po' e non poté non notare la somiglianza tra lei e Perrie, ma non ci fece caso
"Un paio di giorni." 
"Oh giusto e la tua migliore amica non la saluti." 
"Sono qui ora." 
"Non m'importa." 
"Come?" 
"Non ci sei stato per due anni, cosa credi? Di venire qui e trovare tutto come lo hai lasciato?" si sedette sul divano seguita da Louis. 
"No, ma..." 
"Niente ma. Mi hai abbandonata come non aveva mai fatto nessuno e ora, per favore, vattene." indicò la porta e Louis annuì, si alzò e uscì salutando ad alta voce per farsi sentire dalla madre di Rosy. 
" Tesoro, vieni, è pronto." 
" Mi è passata la fame." rispose, salì in camera sua e si gettò sul letto, prese l'iPod dal cassetto del comodino, era tanto che non lo usava più o meno da quando sua mamma le aveva comprato l'iPhone, sperò che fosse carico e lo accese. 
Ogni canzone che partiva le ricordava un momento passato con Louis, si sentiva così stupida eppure non riusciva a fermare le lacrime. 
Era stata troppo dura? 
No, Louis se l'era meritato. 

 
"Zayn, posso parlarti un secondo?" tutti si voltarono a guardare il riccio che si era alzato in piedi. 
" Ma certo, Harry." il moro lo seguì fino in cucina. 
" Sei carino a tenere il segreto di Perrie." 
" Cosa?!" 
" Le ho parlato oggi, so tutto." ammise lui, si meravigliò del fatto che riuscisse a parlargli normalmente. 
" Ah... Devo preoccuparmi?" 
" Assolutamente no, ho promesso che non avrei detto niente. Volevo solo farti sapere che con me non devi fingere." 
" Grazie." Harry gli sorrise e uscì dalla cucina, salì in camera di Louis e si gettò sul letto. 
Si sentiva un idiota, non riusciva più a parlare con Zayn e quando ci riesce parla di Perrie. 
Idiota-idiota-idiota. 
Aprì il cassetto del comodino e trovò un iPod, senza pensarci lo accese e fece partire la musica. 
Rosy recording session: DNA 
'Oh merda.' si ritrovò a pensare. 
Non c'erano dubbi che quella fosse la canzone delle Little Mix e non c'erano dubbi che quella fosse la voce di Perrie e non c'erano dubbi nemmeno sul fatto che Rosy fosse Perrie, quindi... Che ci faceva quella canzone sull'iPod di Louis? 
Spense l'iPod e se lo mise in tasca, scese in salotto e prese Zayn per il braccio e lo trascinò fuori, sotto gli occhi sbalorditi dei ragazzi. 
"Che succede?" 
"Portami da Perrie, devo parlarle."
 


We found out nothing comes without a cost
Life was just a game we lost
Do you have an another thought? Oh, no.
And now you’re gone, nothings ever felt so wrong
and only seems to last so long
But you had to feel so strong
 
Abbiamo scoperto che tutto ha un prezzo
la vita era solo un gioco che abbiamo perso
hai un’altra idea? oh no.
E ora te ne sei andato, niente era mai sembrato così sbagliato
e sembrava solo che sarebbe durato così a lungo
ma devi essere forte.

Nick Jonas - Vesper's Goodbye
 
 
 

Chiedo venia,
so cosa state pensando
dopo tutto questo tempo mi ripresento con questo schifo..
Non sono riuscita a fare di meglio
e, in realtà,
era pronto da un po' 
e non ho la minima idea del perché non abbia pubbliato prima.
A presto, spero,
Nana xx




 

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