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di Lux___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four ***
Capitolo 5: *** Five ***
Capitolo 6: *** Six ***
Capitolo 7: *** Seven ***
Capitolo 8: *** Eight ***
Capitolo 9: *** Nine ***
Capitolo 10: *** Ten prt 1 ***
Capitolo 11: *** Eleven ***
Capitolo 12: *** Twelve ***
Capitolo 13: *** Thirteen ***
Capitolo 14: *** Fourteen ***



Capitolo 1
*** One ***



Capitolo 1  
 
“Papà quanto manca ancora?! E Basta dirmi un pò, perchè è da un'ora che continui a ripermelo.” sbuffai di nuovo, chiudendo il finestrino.
Senza distogliere lo sguardo dalla strada, sul suo viso si dipinse un piccolo sorriso divertito.
 
 
“Tranquilla tesoro, eccoci.”
 
La macchina rallentò per poi accostarsi vicino a quel vialetto che da tempo non vedevo. I miei occhi si illuminarono nel vedere che era rimasto tutto come tre mesi prima; il prato curato alla perfezione, la siepe tagliata e fiori che decoravano tutti i davanzali delle finestre.
Aprii lo sportello lentamente senza smettere di ammirare la dolce casa che avevo lasciato all’inizio dell’estate per seguire papà a Los Angeles a causa del suo titolo di primario di chirurgia generale. Neanche l’intervento della madre di Cece, la mia migliore amica dai tempi dei pannolini, aveva convinto il 'Boss' a lasciarmi andare in Spagna con lei e la sua famiglia, nonostante ciò io e la ragazza non ci siamo fatte mancare videochat e chiamate, puntualmente ogni singola sera.
Il rumore del portabagagli che mio padre stava aprendo mi distrasse e andai ad aiutarlo a portare le valigie di sopra. Presi dalle mani impegnate di mio padre le chiavi di tutte le porte della villetta e, con il mio trolley bluette per mano, mi diressi verso le scalette che portavano all’entrata principale.
La luminosità della casa, nonostante fosse sera, mi sconvolse; Non la ricordavo così fresca e pulita. Lasciai la porta aperta con le chiavi appese e trascinando a fatica la valigia per le scale aprii la mia stanza e mi lasciai cadere sopra il mio letto ad una piazza e mezzo, rivestito di rosa ,come tutta la camera d’altronde.
La mia stanza era piuttosto spaziosa, avevo a disposizione un’ampia scrivania munita dell’ abat-jour e un portatile che mio padre mi faceva usare solo per ragioni scolastiche; No Facebook o qualsiasi altro tipo di social Network.
L’unica cosa che mi aveva fatto installare era Skype, ma con contatti delle persone da lui autorizzate, anche se io lo utilizzavo più che altro per parlare con quella pazza di Cece alla quale serviva un mio supporto visivo tutte le volte che un suo moroso, spesso sempre lo stesso, le spezzava il cuore.
La mia camera sembrava quella di una adolescente con gli ormoni a mille ancora  per Zac Efron. Era stato papà a costringermi a tenerla come era. Diceva che la mia camera era bella così come era sempre stata. Nell’ultimo giugno, prima di partire, quando gli avevo proposto almeno un cambiamento di colore delle pareti mi aveva rivolto uno sguardo terrorizzante e minaccioso.
Papà era sempre stato così: era un tipo molto severo e intollerante. Per lui esisteva solo la medicina, ed era il futuro che aveva progettato anche per le sue figlie, ma prima almeno c’era la mamma a modificare un po' le regole e a portare un po’ di colore nella nostra vita. Lei amava il ballo. La nonna era una grande ballerina e la mamma aveva preso quel suo talento, trasmettendolo a sua volte  alle sue figlie. Mi aveva sempre permesso di prendere lezioni di danza classica, nonostante papà dicesse che mi avrebbe spinto ad essere troppo sicura di me con i ragazzi da grande.
Perciò la disciplina di papà era tollerabile con la presenza della mamma.
Una notte, dopo qualche giorno dal mio settimo compleanno, io e mia sorella ci svegliammo per una telefonata a casa dalla polizia. Non avevamo sentito molto, ma sbirciando dalle scale e vedendo il papà piangere e dare un pugno contro il muro ci aveva fatto capire che qualcosa non andava.
Un motociclista aveva portato via la mamma a due sorelle, di sette e tredici anni, travolgendo lei e la sua macchina; questa era la versione che a solo quindici anni papà, costretto da mia sorella, mi aveva riferito.
Le cose ovviamente cambiarono per entrambe; a variare le regole di papà, che erano diventate al quanto più dure e severe, non c’era nessuno. Quella che ne soffriva di più era Casey, alla quale papà aveva negato un adolescenza, già iniziata. Non poteva uscire la sera, doveva mettere vestiti molto larghi e lunghi, d’estate, come continuava a fare con la sottoscritta, portava entrambe fuori come scusa per non farci andare al mare, ci faceva mettere magliette a maniche corte a fatica, figuriamoci per il costume!
Casey, compiuti diciott’anni, se ne era andata definitivamente da quella casa, o come la definiva lei 'prigione', questo dopo una discussione colorita con papà, contrariato, per l’ennesima volta, che lei andasse quell’estate in vacanza con le poche amiche che papà aveva acconsentito che lei frequentasse, con una reputazione impeccabile, una media alta e nessun tipo di relazioni amorose.
Ora tutte le sue aspettative ricadevano sulla sottoscritta che tra poco più di un anno era destinata a frequentare la facoltà di medicina per poi specializzarsi come il padre.
Ora eravamo io e lui, e al contrario di mia sorella sapevo gestire di più le regole impostemi da papà, forse perché sotto un certo punto di vista io ero d’accordo con lui: i ragazzi non erano poi così interessanti per me né tantomeno interessati!
Due braccia magre mi presero da dietro il collo e sentì premere un corpo contro il mio.
 
“Cece!” mi girai contro i suoi occhi nocciola e cademmo a terra sopra il tappeto “peloso£ bianco che ricopriva il parquet davanti al letto.
 
La sua risata fragorosa risuonò per tutta la stanza e fece sorridere anche me.
Mi invase di baci su entrambe le guance. Dopo poco la feci staccare e ci alzammo, sedendoci sul letto.
 
“Allora?!” mi guardò alzando e abbassando le folte sopracciglia.
 
“Cosa?” le guardai confusa.
 
“Qualche Americano carino l’abbiamo incontrato?!” mi guardò con fare curioso.
 
“Cece, perfavore!” la rimproverai.
 
La scuola era già iniziata da una settimana e papà si era già preoccupato di avvertire la preside, nonché sua conoscente, che avrei ritardato nel riprendere le lezioni a causa del suo lavoro a Los Angeles che si era dovuto prolungare.
 
“Allora...domani sarà il tuo vero, primo giorno di scuola!” si alzò dal letto.
 
“Già” risposi atona.
 
“…da domani sarai una dell’ultimo anno!” cercando di incoraggiare quel pizzico di eccitazione per il giorno successivo.
 
“Già” ripetei allo stesso modo togliendomi le scarpe e mettendole nella scarpiera in corridoio.
 
Cece non era come me; aveva avuto un paio di ragazzi ed era più 'vivace ed estroversa' , nonostante ciò aveva medie abbastanza alte a scuola e papà mi aveva dato il permesso di frequentarla solo perché era l’unica amica che ho sempre avuto, perciò anche quando c’era la mamma.
Caratterialmente, perciò, io e Cece eravamo come il giorno e la notte. Inoltre aveva un fisico bellissimo che riusciva a mettere in mostra con vestiti abbastanza attillati, riuscendo però allo stesso tempo a non essere volgare. Aveva capelli lisci e castani che le arrivavano poco più giù delle spalle, ciglia lunghissime e occhi nocciola chiaro.
 
“Cosa ti metti domani?” mi chiese seguendomi a fatica.
 
“Bah, ancora non ci ho pensato...penso un pantalone e una maglia qualsiasi, che differenza fa?” le risposi in tono annoiato, risedendomi sul letto.
 
A quella risposta mi guardò male e si mise le mani sui fianchi, storcendo la sua faccia in una smorfia schifita. Con fare sciolto si prese la libertà di aprire il mio armadio e dopo aver gettato tutti i vestiti che le capitavano tra le mani a terra, si girò buttando gli occhi al cielo.
Mentre lei mi fissava io mi spogliai dei vestiti, rimanendo in intimo in cerca del mio pigiama nella valigia che aprii.
 
“Ecco, vedi!” scattò prendendomi per un braccio. Rimasi confusa da quello che stava facendo e mi portò davanti allo specchio lungo in camera e mettendomici bruscamente davanti.
 
“Tu con questo fisico vuoi andare in giro vestita con delle taglie che neanche le obese di Real Time porterebbero?!” mi guardò tramite lo specchio in cerca di una risposta.
 
Non sapevo che dire, in quel momento mi presi la libertà di guardarmi meglio, non mi ero mai messa davanti ad uno specchio ad osservare così attentamente il mio fisico. Però non aveva tutti i torti: anche io possiamo dire ,come lei, mi ero tenuta in forma. Troppo presa a scrutarmi Cece intervenne di nuovo in assenza di una vera e propria risposta.
 
“Hai la pancia piatta, due tette della taglia giusta e un culo da urlo!” all’ultimo mi diede una colpetto scherzoso nel di dietro e in tutta risposta scattai in avanti imbarazzata e ritornai davanti alla valigia in cerca della mia tenuta da notte.
 
“Ok, faccio un salto a casa e ti presto qualcosa io!” affermò sicura, ma subito dopo aver recepito il messaggio la stoppai ancor prima aprisse la porta della mia camera.
 
“Senti io non ho bisogno di vestirmi 'bene' per far vedere che domani inizierò l’ultimo mio anno di scuola, ora esci e di’ a mio padre che preferisco andare direttamente a letto che sono distrutta dal viaggio!” detto questo, mi alzai e infilandomi il pigiama ,di in effetti tre volte la mia taglia, mi intrufolai tra le coperte, spegnendo la luce della lampada sopra il comodino.
 
Cece rimase per un po’ in piedi, potevo sentire la sua presenza anche dandole le spalle. Speravo veramente che se andasse e non incominciasse di nuovo ad insistere e così fece.
 
“Allora, notte!” uscì sbattendo la porta.
 
Sapevo che se l’era presa, ma sapevo anche che domani si sarebbe già scordata tutto. Prima di prendere sonno pensai a quel momento in cui ammiravo il mio corpo, per una volta mi piacevo, non mi ero mai vista in quel senso e questo mi faceva gelare il sangue; se solo papà avesse scoperto i pensieri che mi avevano frullato in testa in quel momento sarebbe stato capace anche di farci trasferire. Non ci pensai ancora a lungo, dato che poco dopo riuscii finalmente a prendere sonno.

                                                                                  ***

HARRY’S POV
 
Quella mattina non avevo proprio voglia di alzarmi; sarà stato perché il giorno prima io e gli altri avevamo fatto tardi, oppure per il semplice motivo che la Trussman quella mattina mi doveva interrogare, certo non lo aveva detto esplicitamente ma con quel
 
“Styles mi sa che per domani ti conviene aprirlo il libro di storia!” si era fatta abbastanza capire.
 
Messa la sveglia alle 6.00, incominciai a leggicchiare tra i capitoli assegnati per il giorno stesso, ma alla seconda pagina il sonno prese il sopravvento e quella “pausa” si trasformo in vero e proprio dormire.
Il campanello della porta mi svegliò e guardando l’orologio presi i jeans da terra lasciati la notte e li infilai frettolosamente. Corsi per il corridoio verso il bagno che Stacy, la mia sorellastra adolescente, stava aprendo; così le baciai la guancia e entrai prima di lei, ignorando le sue urla di protesta.
Mi diedi una lavata veloce per poi darmi un’occhiata allo specchio e mi scossi i ricci abbassando la testa. Uscii dal bagno e scendendo le scale infilai una maglietta lasciata nello scorrimano e salutai Zayn che mi aspettava alla porta con la zaino caricato su una spalla. Anche lui non aveva una bella faccia.
 
“Abbiamo fatto un po’ tardi ieri sera amico, eh!” gli diedi una pacca sulla spalla libera, infilandomi le scarpe.
 
“Quella tizia che è venuta con me ieri sera mi ha distrutto!” uscimmo di casa “Non si è voluta mai fermare. il mio amichetto quaggiù è messo peggio della mia faccia!”
 
Mi lasciai sfuggire una risata e ricevetti un’occhiataccia dal ragazzo che mi mise a tacere.
 
“Beh, tu non puoi lamentarti! Ieri con Olly nel bagno di quel pub…” Cambiò la sua espressione stanca in una maliziosa, tipica di Zayn.
 
“Harry ancora, ancora...OH SI SI! Più forte!” fece con una vocina provando a imitarla.
 
Mi feci scappare un piccolo sorrisetto. Ci fermammo davanti a casa Payne. Zayn suonò una decina di volte cercando di dar fastidio al nostro amico e in sua attesa girai lo sguardo nell’altro lato della strada e notai una faccia già vista.
 
“Zayn, ma quella chi è?” il ragazzo si girò all’istante sentendo parlare di una ragazza, ma alla vista di quella, l’eccitazione svanì dai suoi occhi e si rigirò davanti al cancelletto di casa Payne.
 
“Una sfigata dell'ultimo anno” rispose.
 
“Quale sfigata?” si aggiunse Liam spuntando dal giardino.
 
Zayn indicò la ragazza seduta sulle scalette di una villetta con la cartella e il cellulare in mano, stava aspettando qualcuno probabilmente.
 
“Ah si, è la figlia dell’uomo che mia madre sta frequentando da un po’ di tempo” riprese a camminare infastidito. Io e Zayn ci guardammo e lo raggiungemmo, io la riguardai per un ultima volta e li raggiunsi.

 
KATNISS’ POV

Stavo aspettando da mezz’ora Cece, per un attimo avevo pensato che non venisse e che la sera scorsa si fosse arrabbiata veramente ma mi aveva mandato un messaggio poco dopo che avrebbe fatto tardi per pochi minuti.
Sollevai lo sguardo dal mio cellulare sentendo ridere un paio di ragazzi davanti casa mia, li conoscevo bene.
Zayn Malik il donnaiolo, il numero di ragazze di tutta la scuola  che non 'avevano fatto amicizia' con lui si potevano contare sulle dita di due mani, e tra quella c’eravamo ovviamente io e Cece, o almeno spero!
Liam è quello che si può definire il più calmo del gruppo riguardo le ragazze, ma ho frequentato un paio di corsi l’anno scorso con lui e perde la calma anche per le piccole cose ed è facilmente irritabile.
Poi c’è Styles, è una sottospecie di Malik ma con un po’ di cuore: almeno ha la pazienza di mettersi il preservativo prima di iniziare la serata, o almeno così diconole sgualdrine in palestra. È fidanzato con Olivia Carlton, l’essere umano più stupido che possa esistere in tutta la terra, ha il guinnes dei primati per averne presi in bocca più di una di facili costumi, la versione femminile di Zayn senza cervello.
Notai che Styles stava guardando qualcosa mi girai ma dietro di me non c’era nessuno, per un attimo pensavo stupidamente che stesse guardando me, ma per fortuna, dopo essermi rigirata, stava parlottando con i suoi amici.
 
“Hei, che stai guardando?!” chiese Cece in tono malizioso.
 
“Sei in ritardo!” mi alzai cercando di cambiare discorso, sapendo che lei avrebbe freinteso;
 
Cece da anni cerca di mettermi con i ragazzi più impensabili del pianeta e appena vede solo che ne guardo uno, visto che non lo faccio spesso, pensa che già lo ami e di conseguenza combina solo casini e mi fa fare solo figure di merda.
Guardò me e poi “i tre moshettieri” che ormai si erano allontanati.
“Malik eh!”
“Cammina che abbiamo storia alla prima ora!” dissi spingendola verso la strada per scuola.
Finalmente ottenni quello che volevo: incominciò a camminare.
 
“Beh in effetti Zayn non è male, amica mia!” mi diede una gomitata scherzosa.
 
“A scoparsi tutte? Mah infatti no!”
 
“Allora chi guardavi?! Liam!” ritentò.
 
“Seh! Dopo l’esperienza dell’anno scorso ho scoperto che non è poi così simpatico e dolce come dicono tutte”
 
“A me sembra carino….” Guardò i suoi piedi facendo spuntare un mezzo sorriso.
 
“FRANCESCA!” la rimproverai.
 
Subito si risvegliò da quella specie di trans e mi guardò abbastanza infastidita.
 
“Cazzo Kat, lo sai che odio che mi chiami così!” incrociò le braccia.
 
“Ma è il tuo nome!” mi giustificai ridendo.
 
“Maledette le origini italiane di mia madre” borbottò ad alta voce.
 
Pensavo che finalmente si fosse tolta l’argomento precedente dalla testa ma nenache dopo un minuto riattaccò: “Ah ma allora guardavi Harry!”  mi guardò per poi ammiccare.
 
“Cece te la smetti di farti delle fiction mentali! Falla finita o ti mollo un ceffone!”
 
Cece sbuffò e per il resto del tragitto la vidi pensierosa e questo non mi piaceva.
Entrammo giusto in tempo quando suonò la campanella e raggiungemmo la classe di storia.
La prof evidentemente non c’era, dato che davanti alla porta erano piazzati i tre dell’Ave Maria di prima, e quello più scuro con la cresta intossicò entrambe soffiandoci il fumo della sigaretta quasi finita, sicuramente di proposito.
Non sono espansiva ma quando le cose mi danno fastidio non riesco a controllarmi, così feci retro front e gli presi la sigaretta di mano, buttandola a terra per poi schiacciarla duramente con un piede.
Tutti e tre mi guardarono stupiti, ma la faccia di Cece quando ritornai in classe era inimitabile.
 
“Non dirmi che lo hai fatto davvero!” mi disse con un sorriso che non riuscì a nascondere; queste mie uscite la divertivano e contemporaneamente stupivano ogni volta, spesso anche me.
 
L’entrata della prof. Mi salvò e i tre si beccarono una schiassata che li fece accomodare dentro la classe, difficile non notare le frecciatine mandatemi da Zayn durante tutta l’ora.

                                                                                  ***

HARRY’S POV
 
 
“Purè e carne grazie”
 
La cuoca verso nel mio vassoio un intruglio e per un attimo mi soffermai a chiedermi quale fosse il purè e quale la carne ma il suo sguardo non tanto carino mi fece capire che dovevo togliermi dalla fila. Raggiunsi il tavolo con i ragazzi; Zayn aveva un faccia al quanto incazzata non so se per il 4 di storia o per quello che era successo prima.
 
“Come cazzo si è permessa quella verginella di rompermi le palle?” chiese retoricamente Zayn appena mi sedetti.
Liam non riuscii a trattenersi e scoppiò in una risata  che contagiò anche me.
 
“COGLIONI!” ci guardò, probabilmente incazzato e lasciando il suo vassoio lì si diresse verso il tavolo dove la ragazza di prima e la sua amica stavano mangiando.
 
Io e Liam ci guardammo preoccupati, pensando al peggio, invece Zayn si sedette accanto alla “verginella” con fare al quanto sciolto, ma la ragazza non sembrava interessata di neanche la sua presenza dato che nemmeno lo guardava.
La mia visuale fu intralciata dall’arrivo di una rossa.
 
“AMORE!”
 
Riconobbi la sua voce e prima che addentassi la mia forchettata di purè/carne mi rubò un bacio al quanto appassionato dalla bocca che mi fece far cadere la forchetta con il cibo sul suo top fucsia scollato.
Liam si stava quasi strozzando dal ridere, ma per fortuna la rossa gli dava le spalle.
 
“Oddio scusa Olly” mi trattenni.
 
In risposta grugnì e se ne andò furiosa.
In compenso tornò Zayn con un ghigno soddisfatto sulla faccia.
 
“Allora?” gli chiesi con la bocca piena delle patatine di Liam.
 
“Dimmi che non ti sei messo nei casini!” chiese sbuffando Liam.
 
“Le ho invitate alla festa di stasera” ci guardò soddisfatto.
Entrambi non capimmo cosa volesse dire quel suo gesto così lo guardammo confusi.
 
“Liam, devi aiutarmi a fargliela pagare...devi sbattertela e poi spezzarle il cuore”
 
Ecco i piani geniali di Zayn, che è troppo orgoglioso per lasciar passare una stupidaggine come questa. Sfruttai il momento che Liam era distratto per fregargli anche il pollo.
 
Il ragazzo scosse la testa contrariato “non ci penso nemmeno, quella è una specie di mia sorellastra, che schifo!”
Zayn lo guardò male e poi si girò verso di  me.
 
“Quindi...Harry è tutta tua!”
 
Per poco non morii soffocato. “CHE?!” sputai il cibo dalla bocca.

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Capitolo 2
*** Two ***



Capitolo 2
 
HARRY’S POV
 
“Ma che cazzo dici? Io non faccio proprio niente!”dissi gettando bruscamente la forchetta sul mio pranzo.
 
“Harry, me lo devi” mi disse serio lui.
 
“Ah e sentiamo, perché dovrei?!” lo sfidai con gli occhi.
 
“Intanto perché siamo amici” buttai gli occhi al cielo lasciando cadere la mia schiena contro la sedia “e poi ti dice niente la parol 'Catherine'?” disse quasi schifato.
 
All’inizio mi ci volle un po’ per capire la sua antifona, ma poi ricordai la mia robusta e pelosa cuginetta con la quale era dovuto uscire, dopo averlo ingannato parzialmente riguardo il suo reale aspetto fisico...
 
“Ah...la piccola Kate” mi trattenni dallo scoppiargli dalle risate davanti alla faccia, anche Liam lo stava facendo anche se con molta più fatica.
 
Piccola?!” Zayn strabuzzò gli occhi.
 
“Dai è più piccola di noi…” Cercai di rimediare con tutta la tranquillità, ma Zayn non lasciava la presa: mi guardava in cagnesco, come se gli stessi facendo un torto.
 
 “Ma poi io ho pure una ragazza!" Incominciai a pensare al problema 'Olly' "No, proprio no!”
 
 Stavolta mi accorsi veramente delle conseguenze in cui potevo cacciarmi se avessi dato corda a Zayn; vedevo già la scena di Ollie con una sega in mano e il mio sangue che schizzava sopra i muri della mia camera.
Fui distolto da quella specie di trance dall’intervento di Liam, che era al quanto divertito dalla situazione:
 
“Ma Harry, tu glielo devi!” disse imitando la voce di Zayn, che non si accorse che quella dell’amico era semplicemente una battuta.
 
“Visto Harry? Non lo dico solo io!” ammiccò nella direzione di Liam, che per l’ennesima volta scoppiò in una delle sue risatine.
 
“Zayn, non ci pensare!” ripresi la forchetta e rincominciai a mangiare, smettendo di guardarlo negli occhi, pur sapendo che i suoi erano ancora puntati su di me.
 
“Harry...” si avvicinò di fronte a me “…aveva anche la barba” mi sussurrò senza un briciolo di sarcasmo. Liam sentì e a quelle parole smise di ridere una volta per tutte e fece una smorfia spaventata e disgustata rivolta verso me.
 
“E anche se ti facessi questo favore? Quella non me la darà mai!”
 
Le mie parole fecero scattare un ghigno compiaciuto sul viso olivastro del moro davanti a me, con quella mia domanda aveva capito che mi aveva finalmente convinto ad aiutarlo nella sua specie di vendetta.
 
“Tranquillo, lo farà se gli mostrerai il lato tenero di Harry Styles”mi disse alzando e abbassando le sopracciglia mentre pronunciava le ultime parole.
 
“Che cosa intendi con questo lato tenero?” chiesi spaventato da ciò che il mio amico potesse aver progettato.
“Alle ragazze piace; ti presenti, fai il romanticone e…BAM” fece saltare il povero Liam dalla sedia. “un bacio, ancora un po’ di smancerie e…BAM” colpì questa volta col pugno il tavolo creando un suono che riportò l’attenzione dell’intera mensa su di noi.

 
“E con Ollie come dovrei fare?” lo guardai annoiato, appoggiando il mento sopra il polso.
 
“Scusa amico, Ollie è un vero schianto ma…ti sarei accorto anche tu che non è la ragazza più sveglia della terra, no?” mi chiese retoricamente. Chiusi i miei occhi a due fessure minuscole in modo da scrutarlo più attentamente. “Non si accorgerà di niente, tranquillo”.
 
 
Non avemmo altro tempo per discuterne dato che la campanella del  fine pranzo suonò. Zayn si alzò velocemente, probabilmente cercando di non darmi tempo per ripensarci e obbiettare, alzò per un bracciò Liam che aveva lezione con lui e mi rivolse un sorriso complice accompagnato da una forte pacca alla spalla sinistra. Rimasi ancora lì per qualche minuto, per rendermi conto di quanto fosse grossa la cazzata che avevo appena fatto, poi mi venne in mente la faccia della Prof di Biologia se fossi arrivato in ritardo e ,ingozzandomi con la fetta di pane lasciata da Zayn, mi avviai fuori dalla mensa.

 
KATNISS’ POV

Era appena suonata la campanella, di solito mi sarei preparata due o cinque minuti prima così che da avere il tempo di andare a prendere nell’armadietto i libri per la materia successiva, ma Cece mi aveva fatto perdere la concezione del tempo dopo che Mister ciuffo era venuto a parlarci di una specie di festa che Payne avrebbe fatto a casa sua.
 
“Ok, quindi io metto quella maglia viola con quella gonna che…Katniss mi stai ascoltando?!” mi urlò mentre ci stavamo alzando, probabilmente notando che ero assorta dai miei pensieri.
 
“Sì sì” dissi con evidente tono annoiato. Cece mi prese per un braccio proprio quando stavamo passando davanti al tavolo dei “bonazzi!”dove vi risiedeva per ora solo Harry, infatti proprio in quel momento gli altri due si erano alzati. Cece mi fece girare verso la sua faccia, dalla quale si poteva intuire che era al quanto incazzata.
 
“Tu sai che stasera DEVI venire!” disse ancora tenendomi per l’avambraccio che a momenti diventava viola.
 
“Cece, per favore. Vuoi farmi ridere? Non vado mai alle feste e tu lo sai!” mi divincolai ma lei avanzò e mi ricatturò tra le sue dita ossute che affondavano sulla mia carne rosata “APPUNTO! Proprio per questo!”. Sbuffai. “Senti ho una verifica, ti chiamo dopo io” le dissi prima di andarmene una volta per tutte.
 
                                                                           ***
 
So di essere, modestamente, una che ci sa fare a scuola, ma Fisica fa la sua eccezione. Non so se odio la materia stessa o la Greenate: quella donna è davvero strana!
 
Sarà stato il ciclo o il non avere la minima voglia di stare ad ascoltare quella donna parlare ancora, ma avrei fatto di tutto pur di non rimanere ancora in quella classe. “Prof, scusi posso andare in bagno?”. Presi il suo “mh” per un sì e con tutta la velocità che potevo raggiunsi la porta e mi fiondai quasi correndo in bagno, sentivo che se non mi fossi cambiata mi sarebbero esplose le mutande da un momento all’altro.
 
In bagno non c’era nessuno: tutte le porte erano aperte, perciò avevo la vasta scelta di dove andare. Di solito sarei andata in bagno per bagno ad esaminare la situazione in cui erano messi, guardando tre fattori: carta.pulizia.odore
Ma in quel momento il mio bisogno superava tutte queste procedure e mi fiondai sulla prima porta. Durante il mio togli,piega,apri,metti,chiudi sentii che qualcuno nel frattempo era entrato, ma ovviamente non diedi molto importanza al fatto, dato che eravamo in un bagno. Tirai lo sciacquone e uscì con in mano ciò che avevo appena cambiato. Aprii la porta e solo dopo essermi scontrata contro qualcuno alzai lo sguardo.
Stava tranquillamente appoggiato con la spalla al muro accanto alla porta del bagno da cui ero appena uscita, portandosi le mani sotto le braccia e la gambe incrociate. Per quel poco che lo osservai notai un ghigno sulla sua faccia, inoltre, non se la smetteva di fissarmi; sentivo i suoi occhi puntati su di me da dietro mentre mi lavavo le mani.
 
“Qualche problema?” mi girai cercando di far scendere il sapone dal contenitore appeso al muro.
 
“Tutto apposto tu?” mi chiese indifferente. “Tu sai che questo è il bagno delle ragazze?” feci senza rispondere alla sua domanda che presi come retorica.
 
“Certo che lo so” scrollò le spalle togliendosi per un momento quella faccia da depravato. Non mi girai neanche, troppo presa a far funzionare quel maledetto pulsante per il sapone che non voleva scendere, eppure c’era, era di plastica e ed era pieno.
 
Subito poco dopo finalmente vidi la crema rosa scendere dalla fessura, ma contemporaneamente notai anche la mano di Styles spingere sopra la mia e subito dopo mi accorsi anche del suo corpo accollato al mio da dietro. Mi sarei tolta subito da quella posizione ma non sapevo da quale parte andare: a destra il lavandino e a sinistra c’era il muro. Feci un passo indietro cercando di farlo spostare, ma il suo corpo rimase ugualmente attaccato al mio. Cercai allora di spingere con la schiena contro lui, ma il risultato non fu ciò che speravo. Emise un gemito e giurai che non fosse di dolore. Mi accorsi che era a causa mia e del mio sedere a contatto con ciò che avevo dietro: il suo 'amichetto'. Immediatamente mi staccai, avvicinandomi al lavandino. Vedendo il mio notevole imbarazzo lo sentii ridere da dietro.
 
“Dovrei venire nel bagno delle ragazze più spesso” gli sentì sussurrare nel mio orecchio. La sua voce così sensuale e il suo alito caldo sopra il mio collo nudo, mi fece rabbrividire dalla testa ai piedi. Mi girai quasi per dargli un ceffone, ma di quel riccio non c’era più neanche l’ombra.
 
                                                                           ***
 
HARRY’S POV

“Harreh” mi sentii toccare la spalla. Mi girai e vidi il contagioso sorriso di Liam.
 
Zayn si unì a noi poco dopo. “Allora, novità?” mi guardò strabuzzando gli occhi e indicando con lo sguardo una ragazza dai lunghi capelli biondastri posare i suoi libri in un armadietto non tanto più lontano da dove eravamo.
 
“Oggi diciamo che mi sono presentato” dissi sorridendo, ripensando alla scena del bagno di poche ore fa.
 
“Bene poi mi racconti, stasera alla festa ci sarà da divertirsi” ammiccò.
 
“Mi dispiace deluderti, ma ho sentito la sua amica dire a un’altra ragazza che non è riuscita a convincerla a farla venire” gli riferì Liam, per la prima volta serio.
 
“Cazzo” si mise a pensare aggiustandosi la cresta con le punta delle dita.
 
 
“Ma non potevi semplicemente farle fare che ne so...una figura di merda davanti a quello che le piace, o mandarla dal preside per una cazzata dobbiamo creare tutti questi casini?” gli chiesi quasi stufo del suo comportamento da troppo orgoglioso.
 
“Hazza, ho detto che si fa così, e così faremo” gli rivolse uno sguardo assassino. “E poi tu di cosa ti lamenti? Con questa scusa ti ho pure rimediato una scappatella!” mi diede una leggera pacca sulla schiena.
 
Sbuffai “Sì, magari se fosse stata una leggermente più...poi secondo me la verginella neanche avrà dato il suo primo bacio!” ironizzai portando le labbra all’infuori verso Zayn, provocando una risata generale.
 
“Meglio la verginella che quell’orso di tua cugina” poi fece segno di rabbrividire e si rivolse questa volta a Liam “Hai detto che tua madre frequenta il padre e poi la festa è da te magari alla prossima ora, quando andrà a casa accompagnala tu e invitala ufficialmente”.
 
Liam si guardò intorno sperando che si stesse riferendo a qualcun altro.
 
 “IO?!” chiese stupito.

 
KATNISS’ POV

Finalmente anche quel giorno di scuola era passato; di solito mi piaceva andare a scuola, era l’ambiente in cui mi sentivo protetta e al sicuro dai pericoli come se fosse una seconda casa, ma oggi era stato proprio difficile seguire le lezioni.
 
“KAAAT!” sentì quella familiare voce stridula provenire da dietro di lei; non poteva ignorare la sua migliore amica. “Hei” le sorrise girandosi.
 
“Oggi passo da te alle quattro, così abbiamo tutto il tempo per farci i capelli e poi trucc-” disse spensierata mentre io allungavo il passo verso casa. “No”.
 
“Ma
 
“Ho detto di no Francesca, ciao”.
 
Allungai il passo e poco dopo sentii una mano appoggiarsi sopra la mia spalla. Pensavo che al 'Francesca' mi avrebbe lasciato stare. Mi girai frustrata “Cazzo Cece, bas-”
 
“Ciao!” mi sorrise un ragazzo dall’aria innocente.
 
“Uh, ciao” arcai le sopracciglia.
 
“Katniss giusto?”. Annuii.
 
“Io sono Li-”.  
 
“Liam” lo precedei.
 
Mi sorrise di nuovo; non sapevo che dirgli, o meglio, pensavo che quella conversazione fosse finita, così ripresi a camminare, ma sentii i suoi passi riavvicinarsi ai miei.
 
“Stasera do una festa…” si fermò aspettando che io dicessi qualcosa ma non lo feci, in verità fisicamente mi stavo comportando come se non esistesse.
 
“Sai, poi abiti davanti a casa mia e quindi se ti va di venire sai anche dove sto, no?” mi disse con un tono insicuro, quasi come se avesse avuto paura di come gli avrei potuto rispondere, ma prima che io potessi farlo lui continuò.
 
“So che tuo padre non ti lascia andare fuori, ma magari dato che sono il figlio della sua fidanzata magari…”
 
Nonostante non prestassi così tanta attenzione al ragazzo, riavvolsi il nastro e mi ripetei ciò che mi aveva appena detto.
 
1)      COME CAVOLO SA QUESTE INFORMAZIONI RIGUARDO LA MIA VITA?
2)      MIO PADRE COSA?!
 
Mi bloccai di fronte a lui, che mi guardava con una faccia del tipo okkei,adesso questa mi picchia a sangue.
 
“Non è vero che mio padre non mi lascia andare fuori, sono io che preferisco restare a casa piuttosto che andare a fare la deficiente come fanno le vostre amichette! Comunque sia penso che tu ti stia sbagliando con qualcun altro, mio padre è single, al cento percento!” gli risposi a tono.
 
“Tuo padre non si chiama Derek Billington? Il grande chirurgo” sentii quasi un'enfatizzazione su 'grande chirurgo' ma non gli diedi peso.
 
Alzai i tacchi e attraversai la strada a passo pesante e entra in casa.
Ovviamente non c’era. Lui non c’era mai. Notai un post-it sopra il mobile dell’ingresso 'sono in ospedale, ritorno stanotte sul tardi. Rosita ti ha lasciato la cena in frigo, è solo da scaldare. Ciao, Papy'. Lanciai il bigliettino in aria, appoggiai la borsa per terra e mi diressi in camera a iniziare i compiti per domani.
 
 
HARRY’S POV

Dopo il messaggio di Liam, che non era riuscito a convincere Katniss, decisi di entrare in azione io.
 
“Ciao mamma!” dissi chiudendo la porta e infilandomi il cappotto.
 
In due minuti ero già davanti casa della ragazza, me la ricordavo e poi era davanti quella di Payne! Non c’era nessuna macchina perciò capii che era sola a casa. Suonai. Aspettai pochi minuti prima di ripetere quel gesto, ancora, ancora e ancora, ma niente. Liam mi aveva assicurato che non era uscita di casa, perciò doveva per forza essere lì.
Esaminai attentamente la villetta per escogitare un piano B.
 
KATNISS’ POV
Aprii gli occhi ancora frastornata. Alzai leggermente la testa e mi ritrovai davanti il libro di storia con la lampadina dell’ abat-jour puntata sopra la mia testa. Probabilmente mi  ero addormentata dopo qualche capitolo, non so se lo capii per essermi ritrovata in stato confusionale o per la bava sopra il libro.
Ero così rintontita che non mi ero nemmeno accorta che non ero sola in quella stanza; lo feci subito dopo il familiare rumore delle molle del mio letto che si piegavano dietro di me.
Girai di scatto la testa e mi ritrovai quell’essere sorridermi con lo stesso ghigno di quella mattina; seduto sul letto accanto alle mie gambe distese. Mi accorsi anche solo dopo essermi staccata dai suoi occhi verdi che mi stava accarezzando dolcemente la schiena.
“M-ma che cazzo ci fai qui?!” mi alzai.
 
“Sono venuto a farti una visita” si appoggiò sui gomiti sopra il letto, ora che senza di me c’era più spazio. Per un attimo rimasi scioccata di quanto potesse essere stato tranquillo il suo modo di rispondere, poi mi accorsi che stava fissando il libro di storia ancora bagnato di saliva. Lo chiusi con un gesto velocissimo mettendolo sopra la scrivania.
 
“Allora io ancora non ho capito cosa ci fai qui, ma soprattutto come sei entrato” incrociai le braccia.
 
“Diciamo che mi sono fatto una scalata tra le piante rampicanti della tua finestra” ammiccò.
 
Stavo quasi per saltargli addosso, non in quel senso però! Avrei voluto seriamente strappargli uno per uno quei ricci e dargli un pugno sopra quelle persistenti fossette vicino alla bocca piena e scura. Per un attimo mi soffermai su quella e lui se ne accorse. Approfittando del momento mi si avvicinò spaventosamente, ma io mi ritrassi indietro.
 
“Un uccellino mi ha detto che qualcuno stasera non vuole venire alla festa di Liam” si appoggiò alla mia scrivania a pochi passi da me.
 
“Chissà che mi perderò! Voi che fate un orgia? La gente che si impasticca? Qualcuno che a metà serata di butta in piscina nudo e strafatto, bah preferisco rivedere per la centesima volta il finale della nona stagione di Grey’s Anatomy!” mi accorsi subito dopo di avergli procurato un sorriso divertito e questo mi fece andare sui nervi.
 
Mi resi anche conto che permettendogli di restare lì con me era come fargli capire che in qualche modo la sua presenza non mi dispiaceva, perciò mi ricomposi e come avrei già dovuto fare da un po’, lo presi per un braccio cercando di buttarlo fuori, ma il risultato non fu ciò che volevo;
di solito ero più forte degli altri, spesso anche dei maschi, ma le sue braccia muscolose e in parte tatuate erano il doppio delle mie. Mi prese per l’avambraccio e come una stupida ingenua sollevai lo sguardo.
Quegli smeraldi che  aveva al posto degli occhi erano come una droga, ero consapevole di avere una faccia da idiota mentre mi nutrivo di ciò che vedevo di fronte a me e che quindi lui si stava rendendo conto che aveva un effetto su di me.
Katniss smettila di fare la deficiente, togli di dosso gli occhi dai suoi! Perché si sta avvicinando?
Per un attimo, nel vedere probabilmente che ero incantata dai suoi occhi e che stavo pendendo per la prima volta dalle sue labbra, aveva sorriso, non era un ghigno era un sorriso vero quello.
Incominciò a tagliare le distanze tra noi, mettendomi le mani sopra i fianchi; l’unica cosa che fui capace di fare fu appoggiare le mie sopra le sue, ma niente di più, come se una parte di me non volesse che le togliesse. Si avvicinò sempre di più. La mia parte andata era ancora imbambolata davanti a quegli occhi e la parte coscienziosa mi faceva arretrare fino a quando non incontrammo il letto e io ci cascai sopra come un sacco di patate.
 
Mi mostrò una fila di denti bianchissimi “Beh non ti ci ho dovuta neanche portare io a letto!”
 
-MAGIA ROTTA-
 
In quel momento mi resi conto che mi trovavo pur sempre davanti a Harry Styles, e quella frase era tipica di Harry Styles!
Come ha potuto una parte di me pensare per un momento di essere attratta da un individuo simile?
Si stava quasi approfittando del mio silenzio salendomi per un pelo a cavalcioni sopra, ma la forza delle mie braccia spinse contro il suo petto e lo feci cadere a terra.
 
“Senti vattene! Tra poco incomincia una festa, no? Sai in quante saranno disponibili per te?!” gli feci notare provando a convincerlo.
 
Si alzò sistemandosi i ricci con una mano e poi ritornò a guardarmi, ma per fortuna questa volta la debita distanza mi permetteva di ragionare ancora e di non ripetere la scena di prima.
 
“Ma io voglio che ci venga tu”
 
Mi stupii per un attimo. “Io non vado alle feste. Soprattutto feste come queste”.
 
Di colpo la sua faccia cambiò espressione da una da 'flirt' era passato a quella con il ghigno malefico; si avvicinò nuovamente a me, ma questa volta le sue intenzioni erano diverse.
 
“Billington, non è che hai paura?”.     Mi stava sfidando?
 
Lo guardai stranita dall’alto in basso. “Paura?! Paura di cosa?”
Io non ho paura brutto bastardo, puttaniere, donnaiolo, maschilista che non sei altro. Io non ho mai paura!
 
“Sai, della gente nuova, di fare nuove esperienze, di stare con i ragazzi ad una distanza ravvicinata…” le ultime parole uscirono più dolci e si avvicinò come aveva fatto prima, con gli occhi ingannevoli di amore e, pur sapendo che era tutta finzione, ricaddi nell’ipnosi dei suoi occhi per poi concentrarmi nelle labbra che aveva appena bagnato passandoci sopra la lingua.
 
“Io non ho paura di niente” dissi quasi incerta.
 
Ma che mi stava succedendo? ‘Katniss Haily Billington ricomponiti per l’amor del cielo!
 
“Si che hai paura” Mi disse con quella voce roca così dannatamente sexy.
 
Sexy? Katniss per favore!
 
Continuò solo quando fu a pochi centimetri dal mio viso, ci si soffermo un po’ e mi tolse un ciuffo davanti l’occhio sinistro, riposizionandomelo dietro l’orecchio e accarezzandomi delicatamente la pelle.
 
Rabbrividii al suo tocco caldo sopra il mio zigomo e si avvicinò al mio collo, poi verso l’orecchio “Ad esempio ora tu hai una paura fottuta che io possa baciarti”. Il mio sangue smise di circolare e sentì un brivido salirmi per tutta la schiena.
 
"Hai paura perché sai che non ti opporresti al bacio” si staccò dal mio orecchio con quel sorriso storto.
 
Lo spinsi via da me “Altro che non oppormi al bacio, se ci provi soltanto ti stacco ogni pelo dal tuo corpo, ti spezzo tutte le ossa e poi ti stupro con la spazzola per pulire i residui di merda del water, chiaro?!”
 
Sapevo di essere riuscita a spaventarlo; era la cosa che mi riusciva meglio per difendermi, soprattutto da situazioni spiacevoli come queste.
 
“Ah la bimba morde eh! Beh io ti aspetto alla festa, se non vieni vuol dire proprio che sei una codarda!” disse avvicinandosi alla finestra.
 
“Ah si?!” gonfiai il petto. “Allora sai che ti dico?Ci vengo! E sai cos’altro ti dico? Vengo anche in anticipo!”
 
‘Che cazzo ho fatto.Che cazzo ho fatto.Che cazzo ho fatto.Che cazzo ho fatto.’
 
“Davvero?” mi chiese sinceramente stupito.
 
“Beh aspetta, magari in anticipo no, però vengo e vediamo poi a chi dai della codarda!”
 
Ma non devi dimostrare niente a nessuno, né tanto meno a lui, cazzo Katniss!
 
“Allora ti aspetto Katniss” ammiccò e aprì la finestra.
 
“Ehm…ora potresti anche uscire dalla porta!”
 
“Nah! Mi fa molto 007 scendere dalla finestra” detto questo si mise a sedere e con un piccolo lancio si buttò non so dove. Se si fosse spezzato un braccio non me ne importava, tanto meglio!
 
Mi catapultai verso il cordless nel mio comodino e composi il numero di Cece.
 
                                                             ***
 
*DLIN DLON*
 
“Hei ciao Katn-” si bloccò guardandomi dalla testa ai piedi. “Come cazzo ti sei vestita!?!” entrò scansandomi e sbattendo la porta.
 
“E' quello che indossavo oggi, perché?” la guardai con un punto di domanda stampato in faccia.
 
“Perché?!” strabuzzò gli occhi. “Magari perché stai per andare alla festa più fica del momento, cioè essere invitate da Liam Payne e il suo gruppo non è cosa da tutti i giorni, non puoi vestirti così!”
 
“Santo cielo Cece, che problema sarà se vengo così?” buttai gli occhi al cielo e ripresi a guardarla annoiata dal tema della conversazione “non mi sono mai messa niente al di fuori di questo genere e lo sai, tu conosci me e soprattutto mio padre!”
 
“Ma tuo padre stasera non c’è!” mi batté un pugno sulla spalla.
 
“Non avrei comunque niente da mettermi, non ho niente oltre a stracci del genere” dissi mostrandole ciò che indossavo.
 
“Sapevo che probabilmente sarebbe andata a finire così" si dipinse un sorriso malizioso "Per questo…” prese qualcosa dietro la sua schiena “..ti ho portato questi!” disse porgendomi una busta pesante.
 
                                                             ***
 
“Sei pronta?” mi chiese da dietro la porta del bagno.
 
“Sì, ma questo fa veramente schifo, non mi sta bene e poi sembro un ippopot-”
 
“Falla finita!” disse aprendo la porta al posto mio. “Oh mio Dio, Katniss”
 
“Non ho bisogno di sentire anche il tuo parere per sapere di essere totalmente oscena” cercai di chiudere la porta ma il suo piede si intrufolò.
 
“Sei...sei bellissima!” mi disse con ancora lo shock in faccia.
 
La superai e mi diressi a passi pesanti verso lo specchio lungo in cameretta.
Dei jeans blu attillati e strappati lungo la coscia mi scolpivano le gambe lunghe e magre fino a metà vita, dove venivano sostituiti da una camicetta bianca senza maniche abbastanza larga dove ricadevano soffici e morbidi i miei boccoli color miele. Se mi resi conto che un po’ mi piacevo, non lo diedi a vedere.
 
“Oddio ma così volgare ti vesti quando vai alle feste?” gli domandai.
 
“Vieni qui” mi disse lei quasi eccitata per essere riuscita per la prima volta in tutta la sua vita a farmi indossare i suoi vestiti. Eseguii i suoi ordini e mi fece sedere sopra il letto.
 
Prese una pochette e iniziò a cercare. Subito dopo prese un tubicino blu e lo aprì avvicinandosi  a me.
 
“Abbassa lo sguardo verso giù senza chiudere gli occhi però!”
 
Così feci e sentii qualcosa raschiare le mie ciglia.
 
“Bene questo si chiama ma-sca-ra!” mi disse mettendomelo davanti agli occhi e parlandomi come si fa ad un bambino piccolo che deve imparare una parola nuova.
 
“So cos’è, stupida! Solo che non l’ho mai usato!”
 
“Beh dovresti, tesoro!” mi porse uno specchietto dove intravidi il mio sguardo più intenso rispetto alle altre volte; il blu dei miei occhi in contrasto al nero del mascara rendeva tutto perfetto, lo dovevo ammettere.
 
La moretta davanti a me guardò l’orario dal cellulare e frettolosamente mi prese per mano e mi trascinò fino all’altro lato della strada. Già la musica si propagava da casa Payne.
 
“No aspetta, aspetta!” fermai la sua mano che stava per suonare il campanello.
 
“Cosa?”
 
“Mi vergogno a entrare così” ammisi guardando le ballerine ai miei piedi.
 
“Troppo tardi” suonò il campanello.
 
“Brutta stronza che non s…” sputai.
 
“Ciao!” ci accolse il proprietario di casa con il suo sorriso smagliante, ma fui abbastanza veloce da sgattaiolare via dietro la stessa casa senza farmi neanche notare.
Sbirciai la situazione da dietro l’angolo e Cece,  ancora fuori, mi stava cercando con gli occhi.
 
“Ehm…hai perso qualcosa?” le chiese Liam ancora piazzato davanti a lei.
 
“sì, Ka...CANTIAMO?!” la sentii in difficoltà, ma la ringraziai per avermi coperta in qualche modo.
 
“Cosa?” la voce di Liam assunse un tono acuto.
 
“si dai! 'Lalalalaah'” canticchiò a ritmo dell’ “Agrifoglio”, la famosa canzone natalizia.
 
Intanto fece girare Liam verso l’interno della casa e lo fece rientrare dandogli delle piccole spintarelle; nel frattempo però mi notò e con un ghigno al quanto malefico prese dalle tasche della sua felpa Hollister le chiavi di casa mia, facendole ciondolare e per finire entrò chiudendo la porta.
 
Cretina, le chiavi ce le ha lei!
E adesso?!
 
Non potevo rimanere lì di fuori al freddo fino a quando sarebbe finita la festa, ma non volevo neanche che tutti i miei compagni di scuola mi vedessero così conciata per poi farsi un idea di una me che non esisteva e che a partire da quel lunedì non ci sarebbe stata più.
Mi guardai intorno in cerca di una soluzione, ma l’unica cosa che vedevo era una finestra…
Una finestra!
Bastava che riuscissi ad entrare da lì e non avrei dovuto attirare l’attenzione suonando il campanello, avrei trovato Cece e dopo un bel calcio in culo le avrei preso le chiavi e sarei andata a casa al sicuro.
La finestra non era così alta. Trovai una cassetta dove salire e provai se fosse stata lasciata aperta e così sembrava. Mi intrufolai poco graziosamente dentro la stanza, illuminata da una lampada sopra una scrivania: doveva essere l’ufficio del padre di Liam.
Chiusi la finestra e mi alzai, ma udii dei passi venire verso la porta mi spaventarono.
Sotto il letto!
Mi sdraiai ai piedi della brandina di fronte alla finestra.
 
‘Cazzo non c’entro’
 
Mi alzai di nuovo e aprii le ante di un vecchio armadio, facendomi spazio tra le scartoffie che vi erano all’interno. Chiusi l’armadio proprio quando la porta si aprii. Che culo!
 
“Mamma ti ho detto che ho messo in ordine prima di uscire...lo giuro!”
 
Riconobbi la sua voce all’istante. Quel suono roco e sensuale che mi faceva gelare il sangue. Mi trattenni dal ridere, aspettando che se ne andasse. Mi sentii prudere il naso. Oh no, oh no, oh no, oh no….
 
”Etchew"
 
MERDA.
 
“Eh si mamma ti richiamo più tardi, ciao” lo sentii chiudere la conversazione e un’ondata di luce mi colpii gli occhi, abituati da minuti al buio dell’armadio.
 
Harry spalancò gli occhi e mi scrutò dalla testa ai piedi per più di una volta.
 
“KA-KA-KATNISS?!”

 


 
Look at me!
Ciao a tutte le mie lettrici! Spero che vi stia piacendo questa storia!
Più avanti i capitoli saranno più “movimentati” perché la storia si stabilizzerà!
Vi prego di recensire, perché voglio sapere la vostra riguardo ogni capitolo e vorrei ringraziare
Harryssmartness
che lo ha già fatto e spero continui.
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Capitolo 3
*** Three ***



Capitolo 3

 
“KATNISS?!” chiese con occhi e bocca spalancati.
 
Cazzo, che vergogna.
 
Pensavo solo a lui che mi squadrava e io che mi rannicchiavo ancora di più dentro quel lurido armadio.
Mi prese una mano per aiutarmi ad alzare, sempre con la stessa faccia. Senza lasciarmi la mano mi fece roteare davanti a lui e appena finì il giro la sua espressione cambiò con la solita da depravato. Si inumidì le labbra scorrendo gli occhi su tutto il mio corpo.
Mi sentivo troppo vulnerabile a stare davanti a lui, conciata in quel modo. Non potevo neanche uscire dalla stanza perché con lui di dietro, che sicuramente mi avrebbe seguito, tutta l’attenzione della festa si sarebbe rivolta a me; almeno lì c’era solo lui che mi poteva vedere conciata in quello stato, anche se sinceramente non sapevo se era un bene o un male.
 
“WOW” sgranò gli occhi mentre parlava. Gli diedi un pugno sulla spalla che gli fece male, dato che si mise in volto una smorfia dolorante.
 
“Beh il carattere della vera Katniss c’è, ma questo corpo da dove lo abbiamo tirato fuori?!”
 
Mi sentii un pelino lusingata, ma allo stesso tempo offesa; cosa pensava che se una porta vestiti, diciamo, poco attillati debba avere un brutto fisico?
 
 “Perché come pensavi che fossi sotto quei vestiti?”
 
“Beh….” Mi squadrò per l’ennesima volta “…non di certo così!” mi guardò finalmente negli occhi. Strinsi i denti nel vedere quei laghi verdi.
 
‘Tieni duro Katniss, non fargli vedere che ti stai sciogliendo, non dargliela vinta!’
 
“Ah e che ci facevi dentro l’armadio?”
 
‘Quelle fossette io….io quasi le odio! Ma che dico quasi, io le odio proprio!’
Mi ero dimenticata dove mi aveva appena trovata “eh….storia lunga” cercai di evitare di spiegargli per filo e per segno.
 
“Giocavi a nascondino con qualcuno?” alzò e abbassò le sopracciglia avvicinandosi pericolosamente a me, mettendo le mani sui miei fianchi davanti a lui.
Non so perché ma ero troppo concentrata su quello che faceva per rispondergli; avanzò ancora verso di me e avvicinò le sue labbra al mio orecchio “…Beh allora tana per Katniss.
 
 Chiusi gli occhi nel sentire il calore del suo fiato entrare nel mio orecchio, attillò il suo corpo al mio e a quel contatto mi sentii una stupida: non ho mai permesso ad un essere di sesso maschile, apparte mio padre, di sfiorarmi e questo sì? A  Harry Styles, poi?
 
Lo spinsi “BASTA!” lo spaventai e sorpresi allo stesso tempo, probabilmente pensava di avermi ormai incastrato con i suoi giochetti da flirt. “Devi smetterla di starmi così appiccicato, di fare tutti questi tuoi giochetti così…….perchè io sennò poi…..”
 
Harry aveva un punto di domanda stampato in faccia, poi comprese più o meno cosa volevo dire “Sennò….cosa?” disse maliziosamente “ti faccio qualche effetto, Billington?”
 
“PFFFF! Sono riuscita a rinunciare, se si può dire così, ai ragazzi da quando mia ……da tanto tempo!”
 
Vidi che mi stava finalmente ascoltando con faccia seria “non penso che la cosa possa cambiare proprio adesso…e con te!” dissi quel “te” quasi schifata al pensiero che tutto quel lavoro sull’essere quella che ero, con una reputazione impeccabile, possa essere stata infranta da quel bamboccio dai capelli ricci e disordinati, i pantaloni sempre bassi e marchiato di strani tatuaggi sul corpo.
Non potevo, non esisteva che io potessi cambiare quella “me” per uno stupido stronzo puttaniere.

 
HARRY’S POV

La stavo a sentire attentamente, seguendo ogni suo minimo gesto, gli occhi quasi lucidi da far scendere le lacrime, il gesticolamento delle sue mani a causa del nervosismo; ma allo stesso tempo non riuscivo a non scrutare ogni sua forma del corpo, perfetta.
Cazzo, se avessi saputo che sotto quei maglioni XXL ci fosse stato quel ben di Dio e sotto quei larghi pantaloni quelle gambe da urlo, avrei accettato la scommessa senza pensarci due volte.
“Mi spieghi perché sei ossessionato tanto da me? Perché non mi lasci stare?! Ci sono quelle troiette che ti aspettano, ah e poi non hai una ragazza?”
 
Per fortuna Hollie quella sera non era venuta, aveva detto qualcosa riguardo degli alieni che avrebbero invaso la terra o roba simile, ma chi la sta più a sentire quella.
 
“Allora? Perché non te ne vai e la fai finita?” mi chiese quasi in tono di sfida.
 
“perché quel cretino di Zayn mi ha costretto a fare una stupida scommessa per strapparti via quella cazzo di verginità,  e adesso ho una voglia da paura di sbatterti sopra quel letto!”
 
L’onestà non è sempre la via migliore, infatti non mi sarei mai sognato di sputargli in faccia quelle cose.
 
“Ancora mi devi spiegare perché eri in quel cazzo di armadio” cambiai discorso e anche tono.
 
La vidi sbuffare e buttare gli occhi al cielo, gli feci segno di rispondere, si accorse che mi ero innervosito perciò mi accontentò:
“Cece, la mia amica, mi ha costretto a vestirmi così perchè venivamo a questa super festa” enfatizzò sulle ultime due parole “però arrivata qui mi sono vergognata ad entrare e solo dopo mi sono accorta che lei aveva le mie chiavi di casa perciò sono dovuta infiltrarmi qui con lo scopo di attirare meno attenzione possibile e riprendermi le chiavi, ma come vedi, tu hai intralciato tutto!”
 
IO?!” mi indicai stupito “sei ancora in tempo per fare tutto quello che hai programmato eh!”
 
“Sì, però tu rimani qua dentro perché se usciamo insieme gli altri capiscono male!” mi lanciò una frecciatina poco amichevole.
 
Si stava avviando verso la porta, ma poi la fermai per un polso “No aspetta, ci vado io a prenderti le chiavi!” le dissi tutto di un colpo. In effetti era meglio che lei non si facesse vedere dagli altri, conoscendo i tipi che c’erano quella sera. Suonava un po’ strano ma ero geloso che qualcun altro al di fuori di me le potesse sbavare dietro come avevo, appunto, appena fatto.
 
Mi guardò storto, confusa dalla mia decisione “Almeno non ti vedrà nessuno così, no?” provai a convincerla che lo facevo come un favore per lei, anche se in teoria doveva esserlo.
 
“Ok…grazie” disse con fatica, indietreggiò e mi lasciò passare, quando la voce di Zayn che mi chiamava da fuori la stanza mi fece sussultare e ci scambiammo degli sguardi preoccupati.
 
“Cazzo che facciamo?” mi chiese quasi tremando.
 
Lo so che Zayn era mio amico, e proprio per quello era il primo a cui non volessi far vedere Katniss così…sexy.
 
“Infilati nel letto!” gli urlai togliendomi la maglietta.
 
Mi guardò con una faccia totalmente spaventata e confusa. ”Fallo cazzo!” Si spaventò e obbedì ai miei ordini e si infilò tra le coperte, togliendosi prima però accuratamente le ballerine blu.
 
‘Che perfettina!’
 
Si stese rigidamente al centro del letto e io la scoprii parzialmente per entrare anch’io, e mi misi a cavalcioni sopra di lei. Notai il suo imbarazzo; non staccava gli occhi dai miei addominali, che aveva di fronte. “togliti la maglietta e fa qualche…verso strano!”
 
“Che cosa? nononono!” sbuffai e gliela tolsi con forza io scoprendo il suo reggiseno di pizzo bianco che le copriva un seno al quanto prosperoso, ma non eccessivamente.
 
Mi curvai davanti a lei e misi la testa nell’incavo del suo collo “gemi Katniss!” le ordinai duramente. “No Harry, neanche per finta lo facc…” la interruppi subito al quanto nervoso, stavo facendo tutto questo per lei e neanche voleva ascoltarmi “Cazzo Katniss!”
 
Subito la porta si aprii, non riuscì a vedere la faccia di Zayn, ma inizia a muovermi sopra Katniss e a baciarle il collo.
“Ah scusa amico, ci sentiamo dopo” si trattenne dal non ridere “la prossima volta chiusi a chiave, però!” ammiccò e chiuse.
 
Mi assicurai che se ne fosse andato, come avevo sentito e mi distesi accanto alla ragazza dagli occhi blu spalancati. Il suo petto si alzava e abbassava velocemente. A proposito del suo petto, incominciai a fissare la forma del suo seno coperto dall’intimo in pizzo e lei se ne accorse; imbarazzata recuperò la maglia davanti a lei mettendosi seduta sul letto e se la mise, con faccia al quanto disgustata si asciugò il collo, umido dei miei baci.
Poi mi lanciò un’occhiataccia schifata, ma i suoi occhi si diressero verso il basso, dove qualcosa l’aveva al quanto sconvolta. Abbassai anch’io lo sguardo e stavolta fui io ad arrossire per ciò che mi aveva procurato tra i pantaloni tutto quel movimento sopra di lei.
 
 “Scusa” mi limitai a dire.
 
“Scusa?!” si alzò dal letto “come-cazzo-ti è saltato in mente?!”
 
“Oh scusami Billington se ti ho salvato quel bel culo che hai!” mi alzai anch’io “So come è fatto Zayn, e se non avessimo così esagerato non gliene sarebbe fregato un cazzo se ero con una ragazza, mi avrebbe portato via anche per una stupidaggine, a parte il sesso!” mi ero infastidito del suo atteggiamento, doveva solo che ringraziarmi.
 
“Non mi potevo nascondere semplicemente nell’armadio, brutto idiota?”
 
“Ah già…è vero” mi misi una mano tra i capelli e le sorrisi timidamente quasi imbarazzato, anche se l’avrei rifatto altre cento volte.
                                                                                  ***
 
KATNISS’ POV

Ancora incredula di quello che era accaduto pochi minuti prima, stavo aspettando che ritornasse con le mie chiavi. Si era messo una mano tra i capelli e se ne era andato. Mi ha visto in reggiseno, cazzo se lo sapesse papà cosa mi farebbe, o meglio cosa gli farebbe.
Bene, ora la mia reputazione era andata a puttane, Harry avrebbe raccontato tutto ai suoi amichetti e quindi poi tutta la scuola sarebbe venuta a sapere di questa storia e con essa, anche mio padre. Non so perché ma una parte di me gioiva di questo, quasi come se mi fossi liberata di un macigno enorme sopra le spalle. Non so che mi prendeva in quei giorni, vedevo tutto così diverso, mi piacevano cose nuove e vedevo tutto diverso; sentivo che qualcosa in me stava cambiando e ad essere sincera questo mi preoccupava molto.
I miei pensieri furono interrotti dall’aprirsi della porta e vedendo Harry mi sollevai, se fosse stata un’altra persona non avrei saputo proprio come fare.
 
 Mi alzai e gli andai incontro “Le chiavi?” gli chiesi vedendo che non teneva niente in mano.
 
“Ho trovato la tua amica….ma diciamo che era impegnata con qualcun altro e non c’è stato modo di recuperarle” mi sghignazzò in faccia.
 
“Cazzo” riflettei.
 
Mi avvicinai alla finestra e la aprii in assenza di soluzioni “Puoi dormire qui!” mi sentii suggerire da dietro, stranamente lo aveva proposto senza malizia.
Mi girai e gli rivolsi una faccia frustrata “non ci penso neanche” mi sedetti sulla finestra intenta a scendere.
 
“Almeno lascia che ti accompagni e che ti aiuti a salire per la finestra di casa tua” mi rigirai verso la sua direzione “Okay..” sbuffai.
 
“Fa scendere prima me” mi prese per un braccio e mi sollevò dalla finestra.
 
 lo sapeva quel ragazzo che avevo delle gambe anch’io per alzarmi senza il suo inutile e fastidioso aiuto?
 
Con un agile salto cadde in piedi nel giardinetto e poi tese le braccia verso la finestra, dove mi ero appena seduta con le gambe esternamente a penzoloni.
 
“Dai ti prendo” mi sorrise dal basso.
 
Non mi opposi al suo aiuto, in quanto avevo una fifa pazzesca di cadere; non ero poi così agile, soffrivo di vertigini e era anche buio, ad illuminare l’atmosfera esterna c’era solo un lampione sul marciapiede, che era però distante da quel punto della casa.
 
“Dai Katniss, ci sono io a prenderti” mosse le braccia per farsi notare dato che avevo lo sguardo fisso nel vuoto.
 
Senza pensarci ancora per molto mi lanciai, sentii il vuoto attraversarmi il cuore e i battiti accelerare e due grandi mani spingere sopra le mie costole, aprii gli occhi solo dopo e mi accorsi che non ero in piedi; Ero stesa atterra, ma stranamente mi sentivo sdraiata su qualcosa di morbido.
Un gemito mi fece guardare in basso e mi ritrovai faccia a faccia con un Harry dal viso dolorante; i nostri nasi si sfioravano e intanto lui aveva già posizionato le sue manacce sopra il mio sedere.
Non so che mi stava prendendo in quel momento. Era come se qualcuno mi telecomandasse; presi le sue mani ma non gliele tolsi, semplicemente le spostai più su, nei fianchi e quando lui si accorse che non mi ero alzata come al solito mezza incazzata e non gli avevo sputato parolacce a gogò, mi rivolse un sorriso bellissimo che questa volta non riuscii a non ricambiare, facendone spuntare uno anche sul mio viso.
 
“Dai Katniss, ci sono io a prenderti” imitai scherzosamente la sua voce più profonda provocandogli una risata che mi contagiò. Ridemmo per tipo due minuti sempre in quell’assurda posizione.
 
“Ho capito ma con la grazia con cui sei sces…”
 
Perché non lo sentivo più parlare? È perché sentivo le labbra bagnate?
 
Aprii gli occhi e mi ritrovai sopra la sua bocca alla quali inconsciamente mi ero attaccata. Sentii che si era stupito di quel gesto perché all’inizio non aveva contribuito al bacio, ma dopo…..ah dopo, sì che contribuì!
Sentii che mi spronava a muovere la bocca, sentivo che voleva che la socchiudessi per permettere l’accesso alla sua lingua che gli diedi dopo un attimo. Era un bacio sempre più passionale e vedevo che a lui non dispiaceva, e neanche io ero poi così affranta dato che contribuivo con la stessa foga.
Mi fece girare e finii sotto di lui ma il bacio non finì e durò per ancora. Mi staccai quando non avevo più fiato.
Avevo un respiro irregolare e notai la stessa cosa nei suoi affanni. I suoi occhi erano incollati ai miei e mentre buttava e prendeva aria dalla bocca mi sorrise ancora una volta, un po’ di malizia stavolta c’era.
 
“UAAAAAAAAAAAAAAU!” disse spostandomi una ciocca finitami per sbaglio davanti al viso.
 
In quel preciso istante desideravo sotterrarmi e morire soffocata. Poi sentì come uno spiffero in basso sulle gambe, una sensazione strana. “Non senti anche tu fredd…oh cazzo” mi accorsi del perché.
 
“Che c’è?” mi chiese ridacchiando ancora sopra di me.
 
“Mi sa che mi sono strappata i jeans..” lo guardai negli occhi preoccupata. Scoppiò una risata cristallina dalla sua bocca. “Fa vedere” mi girò a pancia in giù. Sentii una sua risatina da dietro.
 
“Quanto è grosso lo strappo?” gli chiesi cercando di alzare un po’ la testa dal prato.
Udii la sua risata per l’ennesima volta, poi sentii la sua mano fredda che scorreva a contatto con la mia pelle nuda lungo un gluteo. “Ecco ora puoi capire fino a dove arriva, ah belle mutande” mi tirò l’elastico degli slip e di colpo scattai in piedi.
 
“Sei un maniaco” presi a camminare verso l’uscita del giardino, guardando se ci fosse nessuno. Sentii i suoi passi farsi sempre più vicini, per poi raggiungermi.
 
 “Ti ricordo che sei tu quella che mi ha baciato”.
 
 Mi fermai e gli grugnii infastidita.
“Cazzo mi si stanno strappando di più mentre cammino, Cece mi ammazza, sono i suoi pantaloni preferiti” incominciai a mangiucchiarmi l’unghia del pollice.
 
Subito dopo mi sentii più leggera;
Harry mi coricò su una delle sue spalle “che stai facendo? Mettimi giù!” incominciai a scalciare e così ubbidì, ma penso mi abbia messo giù solo perché eravamo giusto arrivati.
 
“Bene io salgo dalla finestra e poi ti vengo ad aprire da dentro” disse appoggiando le mani sulla pianta rampicante sotto la finestra di camera mia.
 
 “No! Ci penso io, Styles, tu ritorna alla festa!” lo scostai bruscamente “Ah va bene, tu Sali con i pantaloni rotti. Che sicuramente quando sarai arrivata su saranno diventati una gonna mentre io godo da qui sotto, vai su!”
 
Sbuffai e scesi dalla pianta rampicante e lui mi sostituì.
 
Aspettai quasi dieci minuti prima che mi venisse ad aprire. “Perché ci hai messo tutto questo tempo?” gli chiesi entrando.
 
“Diciamo che mi sono concesso un giro turistico della casa”.
 Lo guardai in malo modo poi salii sopra le scale e mi tolsi le ballerine nella scarpiera, per poi raggiungere il letto e buttarmici sopra con poca grazia a pancia in giù.
 
 “Chiudi la porta eh!” gli urlai.
 
“Ok” sentii una porta sbattere, ma era un rumore troppo vicino per essere la porta dell’ingresso, infatti subito dopo girai la test e trovai la porta di camera mia chiusa e in un attimo avvertii il peso del suo corpo sopra il mio, non feci in tempo neanche a spostarmi che mi spostò i capelli dall’altro lato e mi baciò su una guancia  e poi sul collo.
 
“Harry ti prego” lo pregai di lasciarmi andare, con meno durezza del solito sperando che questo metodo lo potesse convincere e così fu. Mi srotolai dalla sua presa e mi misi seduta.
 
Perché? Perché lo avevo baciato? Perché gli avevo permesso di toccarmi in quel modo? Perché avevo dato accesso alla sua lingua? ma soprattutto perché IO l’avevo baciato? e in quella maniera poi!
 
“mi spieghi a che giochetto stai giocando?” lo guardai seduta sopra il mio cuscino.
 
Lui era ancora sdraiato, girò la testa verso me “di che stai parlando?” mi chiese aggrottando la fronte.
 
“è questo quello che provochi a tutte? Fai l’occhiolino, ti sistemi quel casco di banane che ti ritrovi al posto dei capelli, le baci..”
 
“Veramente sei stat..” mi interruppe ridendo.
 
“Shh! Zitto!” lo colpii con un piede.
 “Mi hai mandato in confusione, non mi riconosco più e basta ipnotizzarmi con quegli occhi, cazzo e passarti la lingua tra le labbra, mi fai innervosire!” mi alzai.
 
 
Simulò una risata e mi raggiunse in piedi “io non ci faccio a posta, sei tu che fai tutto!” si appoggiò con una spalla all’armadio;
 aveva la stessa posizione di quando ci “incontrammo” nel bagno, con lo stesso ghigno di sempre, fino a quando la sua attenzione fu catturata da qualcosa nello scaffale vicino a lui.
 
Prese la cornice e sorrise. “Chi sono queste?” indicò le persone nella foto.
 
 Gliela presi dalle mani “Mia sorella Casey e…mia madre” riguardai quella foto nostalgica.
 Quanto avrei voluto che almeno una delle due fosse stata lì con me, per aiutarmi a capire cosa mi stava succedendo, cosa avevo,; le avrei volute abbracciare ma non c’erano.
 
 “Ah dove sono ora? Non le ho  mai viste”
 
“Ma che t’importa?!” gli presi la cornice e la rimisi al suo posto, poi però lui ne prese un’altra.
 
 “Questa sei tu ovviamente!” me la porse per chiedere conferma.
 
Annuii sorridendo e pensando a quando era stata scattata la foto.
 
“Hai lo stesso sorriso di quando eri piccola” mi guardò, poi socchiuse gli occhi quasi scrutando qualcosa. “Ferma, aspetta un attimo!” si avvicinò cautamente indicando qualcosa sulla mia faccia.
 
“Che ho?” chiesi preoccupata, toccandomi il viso.
 
 Mi tolse le mani da davanti la faccia e con entrambi gli indici mi toccò gli estremi della bocca “Anche tu hai le fossette!” disse quasi contento.
 
Di scatto andai in bagno e notai che, mentre le mie labbra si curvavano in un sorriso, in effetti apparivano due buchini vicino alla bocca.
 
 “Oh cazzo non ci avevo mai fatto caso!” guardai i suoi occhi dal riflesso dello specchio e scoppiammo a ridere.
 
 “Ora non mi puoi più prendere in giro perché anche tu ce l’hai!” mi disse stringendomi da dietro e  appoggiando il mento sopra la mia spalla. Risi ancora insieme a lui per un bel pezzo.
 
“Sei bellissima quando sorridi”. La sua affermazione provocò il silenzio assoluto e notai dallo specchio che la mia faccia aveva assunto un colorito tendente al fucsia.
Mi staccai e uscii dal bagno.
 
                                                                       ***
 
Sentii il mio corpo pesante invaso dal sonno. Sapevo di essere sveglia ma non avevo la forza neanche di aprire gli occhi.
Lo feci dopo poco, inondata dalla luce proveniente dalla finestra. Ancora insonnolita decisi di concedermi altri dieci minuti e mi rimisi a dormire abbracciando calorosamente il mio cuscino caldo, molto caldo, TROPPO CALDO. Aprii gli occhi e ne ritrovai un altro paio di fronte a me.
 
“Buongiorno principessa” mi sorrise.
 
“Che ci fai qui?” gli chiesi scioccata e scollando le braccia dal suo torso nudo
 
“Ci siamo addormentati ieri”. In effetti non avevo neanche il pigiama, ma la tuta che mi ero messa subito dopo essermi tolta i vestiti della festa.
 
 “Sì, ma perché tu sei a dorso nudo allora?” affondai la faccia nel cuscino.
 
“Mi sono svegliato prima e avevo caldo, lo sai che russi?” mi disse rimettendosi sotto le coperte con la faccia di fronte alla mia che era però sopra il cuscino.
 
 Inconsapevole che lui fosse così vicino a me girai la testa nella sua direzione “IO NON RUS..”
 
Le mia bocca fu zittita da un dolce bacio che rilassò tutti i miei muscoli. Presi il suo viso tra le mani, avvicinandolo ancora di più. Alla fine si staccò lui e mi baciò scherzosamente il naso.
Mise le coperte sopra i nostri visi e mi accarezzò dolcemente una guancia.
 
“Katniss tesoro, buongiorno”
 
 Ma se me l’aveva già detto? È così cretino? Ma.. quella non sembrava essere la voce di Harry, era sì, maschile ma la sentivo più lontana.
 
“Cazzo è mio padre” gli sussurrai. Aprii le coperte solo dalla mia parte e mi ritrovai quell’uomo dai folti capelli neri e dagli occhi blu oceano davanti.
 
“Tesoro, ma me lo potevi dire che avevamo ospiti!” si riferì alla sagoma di Harry nascosta sotto le coperte.
 
“Ehm papà io….”
 
“Se mi dicevi prima che Francesca sarebbe rimasta a dormire da noi le avrei fatto preparare una stanza da Rosita! Avrete dormito male in due in un letto” mi disse sorridendo.
 
“No signore, glielo assicuro!” sentii la voce di Harry imitare una femminile; naturalmente pur di fare la battuta maliziosa doveva combinare casini.
 
“Ma che ha?” mi chiese stranito, ovviamente si era accorto che quella non era la sua vera voce.
 
“Ehm…sono gli ormoni papà, si cresce! Su ora esci e lasciaci in pace!” lo spinsi fuori.
 
 “Sì, ero venuto a dirti che né oggi né domani ci sono perché devo andare fuori, un convegno sull’ernia”
 
“Sì..ok..nessun problema……ah e..mi devi forse dire qualcosa papà?” gli chiesi riferendomi a quello che Liam mi aveva detto l’altro giorno.
 
 “Mmh..NO! Ciao tesoro” mi baciò la fronte e scendendo le scale “Ciao Cece!”
 
Una voce dalla camera ricambiò il saluto.
Salii le scale subito dopo essermi accertata che fu uscito, aprii la porta della camera e mi ritrovai Harry con solo dei boxer blu che lasciavano a desiderare.
 
Mi coprii gli occhi dall’imbarazzo “vedo che stanotte avevi proprio caldo, Oddio..non mi dire che hai dormito così, ti prego” dissi pensando al fatto che io l’abbia potuto scambiato per un cuscino e che possa essermi avvinghiata ad un Harry quasi nudo.
 
“No no, me li sono tolti adesso i pantaloni” ridacchiò.
 
Oh grazie a Dio
 
Stavo per chiedergli perché, ma poi un pensiero attraversò la mia mente  “Oddio oggi è domenica” affermai preoccupata.
 
“Eh già” disse lui.
 
“Oh cazzo, e che ore sono?”. Guardò il suo orologio da polso “le…dieci e quarant’otto”
 
merda merda merda merda merda…” continuai riempiendo una borsa.
 
“Che c’è?” mi chiese piegando la testa. “Ho danza alle 11!” gli dissi senza riflettere.
 
‘A posto, Katniss, bella mossa!’
 
“Fai danza?!” mi chiese seguendomi e infilandosi i jeans.
 
“Sì, lo sa solo Cece perciò stai zitto!”
 
“Bah, tanto a chi lo dovrei dire? E poi perché non vuoi che si sappia?”
 
“Mio padre non vuole che io faccia danza, però per tutti questi anni ho sempre preso lezioni di nascosto”
 
‘Ma brava! Ma perché non gli racconti anche che fai il bagno con la paperella!?’
 
Uscii di casa pettinandomi i capelli e aggiustandomi la scarpa.
 
“Se vuoi ti do un passaggio” mi propose chiudendo la porta al posto mio. “No grazie, vado a piedi, ci metto poco”
 
“sì, ma è cinquantacinque!” mi avvertì da dietro.
 
 Mi girai “Vada per la macchina!”
 
Mi fece salire sul suo Range Rover nero e partì con le mie indicazioni; il viaggio fu molto silenzioso.
 
“Ecco è questa, grazie ora vado ciao” ma lo sportello non sembrava volersi aprire. Guardai Harry preoccupata.
 
“Tranquilla, è fatto a posta, aspetta ti vengo ad aprire io!” disse scendendo dalla macchina.
Perché aveva la sicura nello sportello del passeggero? Gli serviva per stuprare più facilmente le ragazze per impedire che fuggissero? Quel pensiero mi provocò un brivido lungo tutta la schiena.
 
“Ecco” aprì rimanendo attaccato allo sportello.
 
Scesi il più velocemente possibile salutandolo con un mezzo “ciao”, ma mi trattenne il polso.
 
“è così che si saluta?” mi chiese guardando ardentemente le mie labbra.
 
Quando vide che stavo avvicinando il mio viso al suo, allentò la presa su di me e la mia espressione cambiò in una del tipo “Ah ti ho fottuto, stronzo”.
 Gli diedi una leggera sberla sui ricci scompigliati dal vento e corsi dentro l’edificio.
Presi le scale, sapevo che era al quinto piano, ma essendo in ritardo avrei saltato il riscaldamento, perciò..
 
 
NIALL’S POV

Bagna,strscia,strizza; bagna,striscia,strizza; bagna,striscia,strizza
Era da un quarto d’ora che continuavo. Cercavo di stare in disparte per non disturbare la lezione. Poi si spostarono alla sbarra, perciò ne approfittai per passare lo straccio vicino alla porta. Tanto non sarebbe servita fino alla fine della lezione quando dovevano uscire tutte e per quell’ora ormai il pavimento si sarebbe dovuto asciugare sicuramente.
Tutti i miei amici dicevano che ero veramente fortunato a lavorare in una scuola di danza classica, ma soprattutto di dover farlo durante la lezione femminile.
Io non la penso però allo stesso modo; le ballerine di danza classica, si sa, portano tutti quei vestiti ultra-aderenti, ma il corpo di una ballerina non è poi così interessante: troppo magro e minuto, senza forme.
Ho studiato danza classica fin da quando ero piccolo; mia madre era una grande ballerina ed è lei che mi ha insegnato tutto quello che so. Ora però ho smesso, ogni tanto mi diletto a provare qualche passo quando la classe è vuota, ma niente di più.
Avevo lo sguardo fisso nel vuoto, quella canzone che era stata messa mi aveva fatto venire un sonno terribile. Sentii dei passi provenire da dietro le mie spalle e un viso angelico portò i mie pensieri fuori dalla realtà.
Eccola; di solito era sempre puntuale, ma stranamente la lezione era iniziata da quasi venti minuti. Katniss. Oh, il suo nome risuonava nelle mie labbra dischiuse mentre il suo volto era impegnato a sistemarsi i collant.
Dopo le lezioni mi fermavo sempre a provare qualcosa, ma da un po’ di tempo la stanza veniva occupata da lei che si torturava negli esercizi che nella lezione precedente aveva sbagliato più volte. Era una ragazza determinata e severa spesso con se stessa riguardo la danza classica; al contrario di tutte le altre che al minimo rimprovero dell’istruttrice scoppiavano in lacrime, quella ragazza aveva sempre tenuto duro e accettato le cretiche  a testa alta.
Solo una volta i suoi occhi blu avevano incontrato i miei, di simile colore;
Ricordo ancora le sue parole “ehm scusa ti puoi spostare?”; mi ero così incantato nel vederle fare così aggraziatamente quei passi, che ero rimasto come un idiota davanti alla porta, bloccando il passaggio.
Come dicevo, il corpo di una ballerina è privo di forme. Ma lei fortunatamente non aveva questo problema. Era la più in carne di tutte, non che fosse grassa, ma aveva un prosperoso seno ed era perfettamente schiantata sulle anche e sui fianchi.
Si stava ancora sistemando lo chignon, dal quale vi fuoriuscivano i biondastri e boccolosi ciuffi. Non so perché mi ero fissato con quella ragazza da mesi e mesi, era anche un tantino egocentrica e acida, e a me piacciono quelle dolci, ma forse lo era anche lei in qualche modo, nel profondo, molto nel profondo, però.
Non le staccai gli occhi di dosso neanche quando si ricompose e si avvicinò alla porta per entr….OH CAZZO IL PAVIMENTO BAGNATO!
Vidi da subito i suoi piedi scivolare tra il parquet umido, ma le mie gambe scattarono dietro le sue spalle e la presi tra le mie braccia giusto in tempo.
Tutta la classe di fermò a guardarci.
 
“Oh signorina Billington, sono contenta che quasi a metà lezione si è aggiunta a noi!” la disse sarcastica la Twain “…si metta in quinta posizione prego” la invitò poi.
 
La ragazza si alzò dalle mie braccia e si girò per guardarmi; non avevo capito se mi stava mandando delle frecciatine oppure una specie di ringraziamento perché le avevo salvato il culo, letteralmente.
Katniss si mise tra le sue compagne a svolgere l’esercizio e io mi rimisi a pulire, dopo lo sguardo assassino inviatomi da Mrs. Twain.
                                                                          ***
La lezione era appena finita e io stavo per passare a posta la cera. Tutte le ragazze si diressero nello spogliatoio esauste. Sollevai gli occhi e notai che invece una ragazza era rimasta e che l’istruttrice le stava dando qualche consiglio su un passo che avrebbe dovuto fare al saggio.
Dopo un po’ la Twain raccolse la sua borsa da terra e se ne andò, ma prima si fermò davanti a me con il suo solito sopracciglio inarcato.
Gloria Twain era una donna sulla quarantina, ma non dimostrava assolutamente gli anni che aveva; aveva un fisico perfetto, anche lei non troppo magro ma aveva pochissimo seno. I capelli neri puntualmente legati e degli occhi grigi che risaltavano le folte sopracciglia nere.
 
“Dalle un occhiata, Horan” mi disse.
 
Aveva un tono mai usato prima, quasi dolce. “Di-di-dice a me?” le chiesi stupito.
 
Mi diede un colpetto dietro la testa e se andò senza rispondere. Lo presi per un sì.
Katniss riprese a fare l’esercizio, rimettendo la musica. Mentre pulivo lo spazio di aula che non occupava, la scrutavo con la coda dell’occhio e notai che aveva difficoltà nel fare una mossa abbastanza complicata.
Era così concentrata nel fare la parte difficile del pezzo di danza che non curava neanche le basi, come le punte ad esempio. Tipico da lei; naturalmente non era la prima volta che la osservavo provare e avevo sempre notato che inconsciamente sottovalutava le cose più facili, facendole sbagliate.
 
“Piegale di più le punte..” dissi quasi sussurrando, ma lei mi sentì ugualmente.
 
‘Come cazzo aveva fatto? C’era anche la musica!’
 
Prese il telecomandino dello stereo, mettendo pausa poi si girò e mi rivolse un’espressione infastidita. “Cos’è che hai detto?” mi chiese guardandomi dall’alto in basso.
 
“No niente…che dovresti…magari….se ti va…..” blaterai insicuro. Quella ragazza da un certo punto di vista mi faceva paura; ma questo la rendeva ancora più interessante, era diversa e questo mi piaceva.
 
“COSA?!” mi incoraggiò allargando gli occhi e incrociando le braccia.
 
“…dovresti piegare di più le punte” finii finalmente.
 
Rimase per abbastanza in quella posizione, guardando pensierosa per terra.
Sbuffò e mise una gamba tesa in avanti, piegando la punta del piede. “Così va bene?” lo disse facendomi il verso, anche se vedevo dai suoi occhi che una parte di sè me lo stava chiedendo sinceramente, come un vero consiglio.
Annuii sorridendole; un sorriso che non ricambiò, non che me lo aspettassi.
Riprese l’esercizio e dopo solo pochi minuti stoppò la musica; pensavo avessi fatto qualcosa io che le avesse dato fastidio, ma con tutta la tranquillità, pur sempre esausta però, riprese il CD dalla console e la borsa con la bottiglietta d’acqua, dalla quale bevve quasi tutto il contenuto.
 
Non so da dove presi il coraggio ma… “Come mai vai già via?”
 
Si girò guardandomi storto, era più confusa che incazzata di essermi fatto gli affari suoi.
 
“…cioè, di solito provi per almeno un’oretta e il pezzo finale del balletto non lo hai fatto..”
 
“Beh, perché non c’è Michael, ed è con lui che lo devo fare. Devo fare tutte le prese, secondo te cosa faccio, mi butto nell’aria?” aveva iniziato quasi bene quella frase, ma poi riprese quel suo tono da arrogante.
 
“se vuoi ti aiuto io!” lasciai di mano il mocio e lo lasciai cadere.
 
‘Okkei, prima che risponda, Niall guarda le uscite di sicurezza e  se ti attacca di frontale, tu scappa.’
 
“Mmh…okkei..” mi disse facendo ‘spallucce’.
 
La guardai sbalordito, mentre lei appoggiava la borsa e rimise il CD.
 
“Allora?” mi chiese risvegliandomi dallo shock di prima.
 
“Ah si vai…” mi preparai di fronte a pochi metri da lei con le braccia in avanti. Le feci segno con la testa di partire e così fece poco dopo. Era quasi arrivata di fronte a me e io ero quasi pronto a prenderla, quando sull’ultimo i suoi piedi scalzi scivolarono.
 
Cazzo la cera.
 
Si fiondò con poca grazia su di me e mi fece cadere a terra con lei, ma il mio corpo le attutì la caduta.
Sembrava ancora sconvolta. Sentivo il suo petto spingere contro il mio e il suo cuore andare a mille, probabilmente per lo spavento. La guardai negli occhi e solo lì mi accorsi che non erano completamente blu; una piccola sfumatura gialla le macchiava il contorno della pupilla per poi mischiarsi con il blu oceano in cui io mi sciolsi.
 
“Deja vu” mi limitai a dire sorridendole.
 
Quando vidi un mezzo sorriso spuntarle tra le labbra mi sentivo come se avessi vinto la coppa del mondo, quel sorriso era il premio più bello che potessi avere.

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Capitolo 4
*** Four ***



Capitolo 4

 
KATNISS’ POV
 
Ero talmente stordita dalla caduta che non mi resi conto di essere ancora sopra il biondino.
Quando mi orientai e posai gli occhi casualmente su quei pozzi azzurri, sfoderò un puro sorriso che per poco non mi contagiò; rimasi talvolta impassibile, cercando di fargli capire che ero incazzata e non ero disposta a fare “amicizia”.
 
‘Ma come diavolo fai a farglielo capire se sei ancora attaccata al suo corpo?!’
 
Per fortuna che la mia coscienza ogni tanto torna per riportarmi sul pianeta terra, era da quando quel riccio perverso si era avvicinato che i miei atteggiamenti, reazioni e risposte erano cambiati; Bah, saranno gli ormoni.
Mi alzai appoggiandomi al suo petto e mi sostenne le braccia da sdraiato così che io potessi rialzarmi. In seguito fece lo stesso.
Mi limitai a strofinarmi una mano sopra la canotta, al quanto aderente: per la danza ero costretta a indossare abiti diciamo, inusuali per me.
Ma non era mai stato un problema dal momento in cui in classe eravamo tutte ragazze, a parte Michael, un nipote della Twain che ogni tanto dava una mano nei saggi, spudoratamente gay.
Ora che c’era anche Niall mi sentivo un po’ in imbarazzo, anche se lui probabilmente mi aveva  sempre vista vestita così e quindi non poteva fare un paragone come Harry. Non mi ero mai accorta di lui, forse ero sempre troppo concentrata a ballare; 
Alzai lo sguardo. Sentivo un disperato bisogno di insultarlo, picchiarlo!
 
“Piacere…Niall” mi tese la mano con una sorprendente sicurezza.
 Lo lasciai lì impalato, con il braccio in avanti e il sorriso da ebete che si levò dalla faccia  in mancanza di una mia risposta.
 
“Fai danza?” gli chiesi rendendomi conto di aver messo su un tono notevolmente più calmo e dolce.
 
Allargò di più il suo sorriso quando vide che la mia bocca si stava muovendo per parlare con lui, ma recepita la domanda, il suo sguardo di riempì di malinconia “..facevo”.
 
Non so perché ma neanche con lui riuscivo ad essere la solita “Katniss”;
stronza, introversa, dura….stronza.
 Harry mi faceva andare fuori di testa (negativamente): sballava ogni mio limite e mi ipnotizzava con quegli occhi, costringendomi con il suo subconscio a fare tutto ciò che non mi sarei neanche sognata, almeno non per adesso o almeno non con lui!
Niall invece, aveva quel faccino che avrei potuto stritolare fino a contorcere, era impossibile anche per una come me rispondergli male.
 
‘No, non è difficile, sei solo tu che sei stupida, mia cara Katniss!’
 
“Come mai hai smesso?” chiesi interessata avvicinandomi a lui.
 
“Ho dovuto” iniziò “facendo danza classica mi sono ritrovato ad essere deriso da tutti miei compagni, fin dalle medie e a metà superiori ho cambiato scuola, messo il gel e i pantaloni un po’ più bassi….anche se ancora non capisco perché tutti li portano così, sono scomodi!”.
 
Risi di gusto e non ritirai il sorriso neanche quando mi accorsi che Niall mi stava fissando divertito.
 
Poi ripresi ad un tratto un tono al quanto serio “Quindi hai lasciato la tua passione…” incominciai a girargli intorno “..per il giudizio della gente…pff che rammollito!” mi riposizionai di fronte a lui e subito il suo sorriso innocente si tramutò in un espressione seria e arrabbiata.
 
“Non sono un rammollito! Ho lottato per fare ciò che amo, ho sofferto anche!” avanzò con passi decisi verso me, inchinando la testa nella direzione dei miei occhi.
 
Fui costretta a indietreggiare quasi impaurita.
 
“Fino a quando ti parlano alle spalle puoi sopportarlo, ma poi quando ti buttano quotidianamente nei cassonetti della scuola, ti minacciano o ti picchiano fino a mandarti in terapia intensiva….”.
 
Mi bloccai a causa della presenza del muro dietro le mie spalle “Dopo si tocca il fondo e non ce la fai più..” mi disse quelle parole puntando gli occhi lucidi a terra, quasi si vergognasse, ma non aveva nulla da temere.
 
Non gli rispondevo e questa magari lo poteva portare a pensare che io lo considerassi comunque un codardo, ma stavo solo elaborando tutte quelle informazioni; come si possono trattare così degli esseri umani a seconda di ciò che li appassiona?
Una persona normale lo avrebbe abbracciato, ma io odio il contatto fisico e abbracciarsi era al primo posto della mia lista nera. Mi limitai, perciò, a poggiargli una mano sulla spalla; di conseguenza lui alzò lo sguardo e sbattendo le palpebre una lacrima lasciò una scia lungo una delle sue guance lisce. Con il pollice gliela asciugai e mi sorrise.
 
“Katniss” gli tesi, ora, la mano.
 
“Lo so” mi disse passandosi una mano in un occhio.
 
“Cosa?!”
 
“Cioè…io….so come ti chiami, lavoro qui e ho sentito la Twain che a volte ti chiamava..”
 
Lo squadrai; inconsapevolmente mi si stampò un mezzo sorriso, dovuto al fatto che la Twain mi chiama sempre per cognome.
I miei pensieri furono, però, distratti da una voce lontana ma familiare, chiamare il mio nome.
 
“Oh cazzo, Styles!” dissi inorridita.
 
Niall contorse la faccia in una smorfia “Chi?” urlò.
 
“SHHH! È uno che….”
Non mi veniva in mente niente, di certo non gli avrei potuto dire la verità!
 
 
‘è uno dei ragazzi più belli della scuola, mi ha mandato fuori di testa e la parte ragionevole di me mi dice di allontanarlo a parolacce mentre gli ormoni mi fanno venir voglia di saltargli addosso…’
 
Nah! Troppo lunga e complicata, c’era poco tempo prima che arrivasse; mi dovevo nascondere!
 
“..è uno stalker e..io…io ho tanta paura Niall!” gli dissi con un tono quasi convincente.
 
“Adesso gli spacco la faccia” disse dirigendosi verso la porta, ma lo bloccai per un polso.
 
“No ti prego, peggioreresti solo le cose, piuttosto…nascondiamoci!”
 
Si fermò a riflettere per pochi secondi; non lo vidi annuire, ma mi portò verso gli spogliatoi. Intanto si sentiva la voce di Harry rimbombare per le stanze e farsi sempre più vicina.
 
“Katniss, piccola dove seeeei?” chiese Harry in tono malizioso;
vidi la faccia di Niall ancora più cupa e  incazzata. Delicatamente mi portò nelle docce e mi fece segno con il dito di stare zitta mentre lui si sporgeva con la testa, dato che le docce erano senza porte o tende, per vedere se c’era il riccio.
Mentre aspettavamo ,nel silenzio assoluto, di vedere l’ombra di Harry sorpassare la stanza nella quale eravamo, mi stavo maledendo per la grande e grossa cazzata che avevo sparato a Niall; appena finita questa storia del nascondersi gli avrei raccontato tutto per bene.
 So che la vecchia Katniss non lo avrebbe fatto, ma lui si era aperto con me e volevo ricambiare. Magari sfogarmi con qualcuno che non mi avrebbe detto ‘metti in mostra quelle tette’, ‘sii più aggressiva’, ‘scopati qualcuno, per l’amor di Dio’ come quella malata della mia migliore amica, mi avrebbe fatto bene e poi mi allettava creare la mia prima amicizia con un maschio!
Vidi Niall agitarsi e mi fece segno con la testa verso la porta. Mi affacciai anch’io, cercando di non schiacciarlo, dal momento che le docce erano minuscole.
Sporgendomi vidi la sagoma di Harry oltrepassare la porta di vetro.
 
“Katniss so che sei qui, non sei uscita insieme alle altre bellerine!” enfatizzò sull’ultima parola e questo mi diede molto fastidio, peccato che ero stata io a sputarglielo in faccia come una stupida.
 
La sua ombra sorpassò la stanza ed entrambi tirammo un grande sospiro di sollievo. Ci guardammo ridendo, divertiti dalla scena e poi uscimmo in punta di piedi.
 
“Mamma mia per un pelo” sussurrai.
 
“Già pens….” Stava parlando ma non capii perché si era fermato.
 
“Che st..” non mi fece finire che mi tappò la bocca e mi trascinò a peso morto di nuovo dentro la doccia.
 
Harry stava ritornando dall’altra parte; non avendomi trovata doveva pur uscire!
 
Un rumore continuo di passi mi fece balzare il cuore, non so perché ma avevo paura che Harry scoprisse che mi stavo nascondendo da lui, magari avrebbe pensato che se mi nascondevo avevo paura di qualcosa, ma io lo facevo perché…..insomma perché sì!
 
I passi di Harry era diventato ormai impercettibile alle nostre orecchie; Niall si girò verso di me ridacchiando poi smise e mi guardò avvicinandosi.
 
‘Cazzo no, adesso anche Niall mi mette nei casini.’
 
Per la paura che anche con quel ragazzo ,appena conosciuto, i miei ormoni prendessero il sopravvento mi allontanai indietreggiando ma lui continuava, serio, a venire verso di me.
Camminai indietro ancora per poco, fino a quando la mia schiena premette contro qualcosa di duro; sentii uno scroscio di acqua tiepida cadermi sopra la testa e notai che anche Niall si stava bagnando.
Non avemmo il tempo di uscire, sorpresi da ciò che era appena successo, che una sagoma dietro il biondo fradicio mi distrasse. Il riccio aveva le braccia incrociate e con un piede sentivo che batteva per terra nervosamente. Niall non si era ancora accorto della sua presenza, dato che gli dava le spalle e a causa dell’acqua che scendeva non aveva neanche notato la mia faccia. Il biondo chiuse la doccia e scoppiò in una risata fragorosa spostandosi una ciocca di capelli che gli copriva la faccia.
 
“Mamma mia per fortuna che se ne era già andato se no a quest’ora con il rumore della docc..” lo stoppai facendogli segno di smettere, ma se avesse finito o no Harry ormai aveva capito, ed era anche piuttosto incazzato data la mascella testa e le sue narici allargate.
 
Niall  si girò e uscì dalla doccia; non disse niente, ma si scambiò reciprocamente delle frecciatine con il ragazzo di fronte. Io rimasi con braccia conserte dentro la doccia.
Harry mi fissava quasi stupito e ancora non capivo perché;
 
‘oh cazzo, come sono vestita?’
 
Mi diedi una controllata veloce guardando in basso. Non solo mi ricordai di portare i fuson e questa ultra- aderente canotta, ma con l’acqua tutto si era ancora ristretto e la maglia mi era arrivata fino all’ombelico, nonostante ciò Harry non mi aveva lanciato nessuna occhiata maliziosa anzi, mi precedette e ,anche a costo di bagnarsi le scarpe, venne nella doccia e me l’abbassò, rimproverandomi con il solo sguardo.
 
Niall lo scostò e mi porse un asciugamano che stavo per prendere ma Styles glielo prese bruscamente dalle mani avvolgendomici dentro. C’era troppo silenzio, ma mi ripetei in quel momento che le cose potevano andare peggio; meglio il silenzio delle parolacce.
 
“Non provare più a toccarla!” gli urlò da dietro Niall.
La storia dello stalker non era finita.
 
“Io faccio ciò che mi pare ok? Stalle lontano tu piuttosto” disse dandogli una spinta sulla spalla che gli fece quasi perdere l’equilibrio.
 
“Sei così disperato che per stare con le ragazze, le devi molestare” alzò la voce Niall dandogli una spallata.
 
“Io, cosa?!” mi rivolse uno sguardo confuso.
 
Mi misi in mezzo prima che qualcuno si andasse a fare male ma ancor prima di parlare sentii un colpo arrivarmi sullo zigomo destro.
Harry non si era accorto che mi ero messa in mezzo così con il suo gancio destro aveva colpito me.
Caddi a terra mezza stordita e mi toccai la guancia dolorante. Sentii in bocca un sapore metallico e toccandomela notai un liquido rosso sporcarmi le dita. Non ricordo quasi più niente di quel momento; solo che uno dei sue mi aveva sollevato facendomi stendere su una delle panchine dello spogliatoio e solo voci robotizzate. Non so perché ma anche la vista era annebbiata e poi il buio.
 
 
HARRY’S POV

La guardavo dormire beata sopra il mio letto, mentre dolcemente le accarezzavo i capelli e la mora che il mio colpo le aveva causato.
Avevo convinto bruscamente Niall a lasciarla andare con me, non so perché ma ci era voluto un po’; continuava a darmi del ‘maniaco’ e non so perché.
Per fortuna mia madre era infermiera e un po’ di cose le sapevo.
Le avevo pulito il sangue dalla bocca, approfittando del suo stato per rubargli qualche bacetto dolce. Mi facevo schifo da solo, ad un tratto ero diventato uno sdolcinato. Non so perché ma la scommessa era iniziata da solo due giorni e già ero possessivo nei confronti di Katniss.
Quando avevo visto lei e Niall sotto la doccia, pensavo stessero facendo qualcosa di più..fisico, ma appena Niall aveva parlato del nascondersi da me, non so perché, ma mi sono sentito sollevato, anche se non avrei dovuto esserlo dato che il suo scopo era evitarmi.
Il fatto che non si svegliasse mi faceva preoccupare ma avevo chiamato mi madre a lavoro e spiegandogli la situazione mi aveva assicurato che era una cosa normale.
Erano da ore che la fissavo, ma stranamente mi piaceva e facendolo perdevo la cognizione del tempo.
Era ormai mezzanotte e mi accucciai accanto al suo esile corpo freddo, che riscaldai abbracciando.
Non ci misi tanto ad addormentarmi, mi svegliai solo ogni tanto durante la notte perchè Katniss si muoveva o gemeva.
 
 
KATNISS’ POV

Il mal di testa non mi permise di vedere bene per i primi due minuti, ma poi riuscii a mettere a fuoco e realizzai che quella non era camera mia. Un piumone mi copriva fino al collo. Mi toccai la guancia ancora dolorante e sentii come un peso sopra il torace.
Sollevai la coperta e trovai un ammasso di ricci appena sotto il mio seno. La faccia era rivolta verso me e per un attimo i miei si addolcirono nel vederlo risposare sopra la mia pancia; aveva una mano nel mio basso ventre e notai che aveva bagnato la canotta nera della sua bava, ma stranamente non riuscii ad esserne schifata.
Non so come un essere umano normale potesse dormire in quella posizione a ‘L’;
Era sdraiato normalmente vicino a me fino al busto, da lì si piegava fino al mio busto che si era appoggiato. Ma la domanda più importante era: come cavolo ha fatto a respirare sotto le coperte!?
Quel momento fu interrotto dalla visuale dell’orologio sveglia che c’era sul comodino.
 
“LE DIECI E MEZZO?!” urlai incredula svegliando l’orso dal letargo.
 
Prima aprii gli occhi e poi si alzò di scatto “Buongiorno” si stiracchio salutandomi con quella voce ancora più roca e dannatamente sexy.
 
“sei comoda sai?” si avvicinò a me velocemente tendendo le labbra in fuori.
 
 “Ma che fai!?” gli diedi un piccolo schiaffo.
 
Mi alzai “HARRY CAZZO C’è SCUOLA!” mi alzai agitata cercando le mie scarpe.
 
Il ragazzo si alzò a mo’ di zombie dal letto, indossando soltanto i boxer, per fortuna che era ancora assonnato e non comprese che gli stavo fissando la forma che le sue mutande aderivano.
Mi prese per un braccio e buttandosi all’indietro mi trascinò sopra di lui e allacciò le sue gambe nude nel mio bacino facendo strusciare le nostre intimità.
Dieci, venti,trenta….. brividi mi attraversarono la schiena e il basso ventre; Harry lo notò e mi rivolse uno sguardo malizioso guardandomi da sotto. “Per così poco ci eccitiamo Miss Billington?!” mi chiese ironicamente.
 
La porta si aprì in un botto e delle urla si propagavano per la stanza.
 
 “HAZZZZZZZAAAAA ALZATIIII”
 
una voce familiare mi arrivò dietro le spalle e continuò poi “ah scusa non sapevo fossi impegnato con una gnocca!”
 
Mi girai infastidita, ma nel vedere quel volto familiare i miei muscoli si rilassarono e mi slacciai da Harry, facendolo cadere per terra e mi gettai sulle braccia di Louis.
 

 
Look at me!
Lo so che in questo capitolo non accade quasi niente e che è anche più corto rispetto agli altri, ma ho avuto problemi, soprattutto tecnici (-.-), nel scriverlo.
Come potete vedere Harry e Kat hanno un qualcosa in comune: dopo il loro incontro entrambi stanno cambiando involontariamente dentro. Katniss diventa in genrale più ‘estroversa’ e vuole addirittura fare amicizia con Niall. Harry invece diventa geloso e possessivo, ma anche dolce e lui stesso si stupisce di esserlo diventato.
So che finisce anche di CACCA però sono stanchissima, anzi non volevo neanche pubblicare stasera il capitolo, vi chiedo scusa se ci sono errori o ripetizioni  ma la seconda parte non l’ho ricontrollata. Se aggiorno così tardi è perché ho genitori separati e posso utilizzar il pc solo quando sono da mio padre e non ci vado spessissimo, ma in compenso mi sembra di averli aftti abbastanza lunghi (12 pagine word addirittura) vi prego di recensire.
Un ringraziamente alle mie migliori amiche, senza di loro non andrei avanti e a quelle che hanno recensito e messo tra i preferiti la storia, vi prego fatelo, perché mi sprona a continuare. Nel prossimo capitolo mettero i ringraziamenti per chi mi recensisce e segue.
Love ya, Lucrezia

Ecco il mio Twitter, menzionatemi che poi vi do il follow back.
Bye xx

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Capitolo 5
*** Five ***



Capitolo 5

 
HARRY’S POV

Katniss si slegò dalla mia presa, facendomi cadere pesantemente a terra.
Che cavolo le prendeva?
Dopo aver riaperto gli occhi la trovai fra le braccia del mio amico Louis, il quale stava affettuosamente ricambiando l’abbraccio, passandole una mano alla fine della schiena e l’altra sopra i capelli.
Tossii rumorosamente e dopo poco si staccarono; lei si asciugò una lacrima, mentre lui le accarezzava il viso con il dorso della mano.
 
“A quanto pare non ci sono bisogno di presentazioni!” interruppi quel silenzio imbarazzante con tono infastidito e mi rialzai da terra, avvicinandomi a loro.
 
 Guardai Katniss con espressione di rimprovero per farle capire quanto mi desse fastidio quella situazione, ma a quanto pareva era troppo catturata dagli occhi azzurri del mio migliore amico per accorgersi di me. Lo stesso Louis, che la guardava come se volesse fare quello per l’eternità.
Sembrava fossi in un film; la ragazza che mi piac….con la quale dovevo stare per una scommessa rincontra il suo ex, scoprono di amarsi dopo tanto tempo che sono stati lontani, dato che Louis era partito da mesi per l’università, e poi si rimettono insieme.
Non so per quale motivo però, speravo che non andasse a finire così.
 
“Katniss, lui è il mio migliore amico Louis…voi due quindi vi conoscete?”
 
Finalmente i due si degnarono di guardarmi, ma lei sembrò quasi disgustata da quello che le avevo appena detto. Corrugai la fronte e alzai le sopracciglia per chiederle implicitamente cosa avessi detto che non andava.
 
“Harry, mi sa proprio che ti sbagli….”
 
Si stampò un sorrisetto ironico e chiuse gli occhi, poi abbracciò il moro con fare possessivo. Ci mancava poco che li separassi bruscamente, ma mi trattenni per sentire cosa volesse dire la bionda.
 
“….lui è il MIO migliore amico!” lo strinse ancora più forte.
 
I muscoli del mio corpo si rilassarono tutti nel sentire che Louis non era per lei ciò che pensavo e di conseguenza smisi di serrare la mani lungo i fianchi, per poi scoppiare in una piccola risata divertita. Il moro fece lo stesso, appoggiando il braccio sulla schiena di Katniss che era ancora attaccata a lui.
 
“Mi sa proprio che ti sbagli cara! Louis ha solo me!” risposi ironico e lo abbracciai scherzosamente dal lato opposto in cui Katniss lo stringeva a sé.
 
Sorrise un attimo anche lei, per riportare poi la stessa espressione infastidita di prima; sapevo che scherzava, così la imitai. Eravamo faccia a faccia, lei abbracciava un fianco del povero Tomlinson e io l’altro. Una delle nostre guance era attaccata alla pancia del povero ragazzo, che probabilmente stavamo stritolando.
 
“Ragazzi calma! Non litigate per me” disse lui ironicamente.
 
Entrambi lasciammo la presa.
 
“Ma-ma tu avevi detto che ero il tuo unico migliore amico” feci il labbruccio, provocando ilarità nel suo viso. Quando rideva era bellissima e rimasi incantato a fissarla, ma appena se ne accorse riprese una faccia seria e non potei far altro che uscirne divertito.
 
“Sì, Harreh…..unico miglior amico!” sottolineò l’ultima lettera.
 
“Da quanto vi conoscete?” chiesi poi curioso.
 
“Da quando è nata” mi rispose lui.
“E voi?” domandò poi lei incrociando le braccia.
 
“Elementari” disse lui.
 
Un sorriso vittorioso le arricchì il viso.
 
“AH AH!” mi puntò il dito e io glielo presi e morsi scherzosamente, subito lei lo ritirò.
 
“Lo conosco da più tempo perciò ho la precedenza” sputò saccente.
 
“Ma..ma LOUIS!” imitai la voce di un bambino di quattro anni che faceva i capricci, saltellando sul posto.
 
“BASTA! Sono appena tornato da cinque ore di viaggio, ho finito gli esami e ho pensato di venire qui per un po’ di pace, perciò basta!” ci diede due coppini.
 
“Una domanda però la faccio io…anzi DUE!” appoggiò la schiena sullo stipite della porta e si portò le braccia incrociate al petto.
 
“Come vi conoscete voi due, ma soprattutto che stavate facendo!?”
 
Lanciai un’occhiata a Katniss, che già stava cercando i miei occhi.
 
“Abbiamo qualche corso insieme” si affrettò a rispondere vaga.
 
“E…..?” passò lo sguardo da lei a me in continuazione.
 
“……senti Louis sei appena tornato e già rompi le palle?!” disse buttando gli occhi al cielo.
 
Non avevo aperto bocca; stavo lì a godermi la scena e a vedere cosa lei avrebbe potuto rispondergli.
 
 
KATNISS’ POV

Non lo dimostravo come volevo ma ero veramenteveramente veramente contenta che Louis fosse tornato. Era partito dall’inizio della scuola per l’università;
 Ha tre anni in più di me, io ne avrei dovuti compiere diciannove tra qualche mese e lui ventidue a dicembre.
 Sua madre, Karen, era la migliore amica di mia madre dal liceo e le due si sono continuate a frequentare anche dopo i rispettivi matrimoni, di conseguenza dopo la mia nascita, io e Louis stavamo insieme quai ventiquattr’ore su ventiquattro.
Non c’è mai stato niente di più che un’amicizia quasi fraterna, nonostante questo fu lui a darmi il primo bacio; Ero in prima media e ricordo ancora quel giorno. Tutte le mie compagne di classe si vantavano per aver già baciato un ragazzo, ma io non potevo fare lo stesso, dato che non avevo all’ora neanche preso una cotta per qualcuno.
A quei tempi non capivo il vero significato di “primo bacio”, pensavo fosse come una medaglia da portare al collo con su scritto ‘ho già baciato qualcuno’ perciò in cambio di un grosso favore, costrinsi Louis a baciarmi.
Non sapevo conoscesse Harry, né tantomeno fosse il suo migliore amico!
Sinceramente ero un peletto gelosa del loro rapporto, certo non avrebbe potuto competere con il mio con Louis, ma magari Harry, essendo un maschio come lui, poteva avere la meglio.
Dopo la morte di mia madre il mio migliore amico era venuto a stare per un po’ da me, anche a quell’età era così apprensivo e protettivo nei miei confronti; una specie di mini-mio padre, infatti proprio per la somiglianza di carattere e trovandosi d’accordo su molti aspetti, soprattutto riguardo la mia vita, mio padre accettava Louis come mio amico, pur essendo un ragazzo. Anzi, era sempre lui a spronarmi di chiamarlo per cena o di uscirci, sapeva che con lui ero al sicuro ma allo stesso tempo, felice.
 
“ah e una cosa perché saresti vestita così?” la voce acuta di Louis mi distrasse dai pensieri e dai ricordi.
Diedi una sbirciata allo specchio in camera di Harry e notai che ancora avevo addosso l’abbigliamento per danza.
 
“…Katniss, non mi dire che hai rincominciato a prendere lezioni di danza di nascosto!” si tolse da quella posizione tanto rilassata, appoggiata alla porta e allungò il passo verso me puntandomi il dito.
 
“Mi avevi promesso che l’anno scorso era l’ultimo!”
 
Non potevo biasimarlo; lui era d’accordo su tutto ciò che diceva mio padre, compreso il fatto che non potessi andare a danza. Nonostante ciò, sapendo che prendessi lezioni ugualmente approfittando delle numerose assenze di mio padre, mi aveva sempre sostenuto.
 Non mancava mai ad una solo esibizione, che fosse a Londra o in Canada, ma l’anno scorso per non sentire più le sue lamentele avevo parlato di finire con quell’ultimo spettacolo, tenendo conto che lui per tutto l’anno scolastico sarebbe stato a più di cinque ore da me, perciò non avrebbe mai saputo che gli stavo mentendo. Ma come potevo immaginare che quella razza di secchione potesse aver finito tutti gli esami a metà anno?!
 
“Dai Louis, tanto lo sapevi che non avrei smesso!” cercai di tagliare corto, sapendo che Harry era lì e ascoltava e io volevo che sapesse al massimo l’indispensabile su di me e questi particolari della mia vita non era inclusi nel pacchetto.
 
Stavo quasi per salutarli e andarmene, quando il moro con la cresta mi prese poco graziosamente per un braccio e mi trascinò fuori dalla stanza, finendo in un corridoio. Evidentemente non aveva finito di parlarmi, però aveva capito che non volevo che il riccio sapesse i fatti miei, soprattutto quelli così privati.
 
“Mi sai dire che cavolo ti prende Kat?” nonostante quelle parole erano un modo per rimproverarmi, il suo tono si era notevolmente addolcito, come il suo sguardo.
 
“In che senso?”
 
“Prima ti ritrovo tra le gambe di Harry e mi dici che lo conosci solo perché ci fai qualche corso insieme!” alzò di un ottava la voce “in più continui a dire cazzate a tuo padre su questa storia della danza, pensavo fossi cresciuta un po’durante la mia assenza!”
 
“Io….” Feci per dire qualcosa, ma subito mi stoppò.
 
“e poi mi dici dove vai in giro conciata così? Ho capito quando hai lezione, ma non penso che tuo padre abbia cambiato idea riguardo il vestire!”
 
In quel momento gli avrei sferrato un pugno in pieno viso per non sentire più le sue inutili prediche. Non avevo neanche la voglia di stargli a spiegare tutto quello che era successo, anche perché nemmeno io sapevo gran che dato che per ore ero stata in una specie di coma!
 
Gli risi in faccia al pensiero che non era cambiato di una virgola; certo, a volte poteva essere anche palloso che il tuo migliore amico rompesse le scatole per ogni cosa, ma da un certo punto di vista mi sentivo lusingata che lui fosse così protettivo nei miei confronti e questo dimostrava quanto tenesse a me.
 
Rimase immobile con la faccia del tipo ‘che cazzo ti ridi?’ e questo mi provocò ancora più ilarità; lo abbracciai, aggrappando le mie braccia al suo collo e poco dopo sentii le sue mani appoggiarsi sui miei fianchi. “Mi sei mancato”.
Le sue labbra si poggiarono sulla mia fronte e, senza togliere le mani dai miei fianchi però, aggiunse un po’ di distanza tra i nostri visi, così da permettergli di guardarmi negli occhi.
 
“Certo, facciamo tutte queste smancerie per cambiare discorso, eh?” sapeva benissimo che non era vero.
 
Staccò le sue mani dal mio corpo e mi diede le spalle, però invece che proseguire si fermò a pochi passi da me chinandosi. Lo capii al volo, presi la rincorsa e gli saltai addosso.
 
“Cazzo Katniss, la grazia è andata a farsi fottere con te?” mi chiese con voce dolorante.
 Risi come una pazza e rientrammo in camera del riccio e Louis con un piede, dato che le mani erano occupate a tenermi le gambe che penzolavano dal suo bacino, aprì la porta.
 
“Ahiii!”
 
La porta si spalancò e trovammo davanti a noi un Harry dolorante, steso a terra che si sfregava una mano tra i ricci per la botta che aveva preso.
 
Scesi da Louis e gli porsi una mano per alzarsi “Ci stavi per caso spiando?” chiesi seria.
 
Styles fu sorpreso del mio gesto e con un sorriso da ebete si aggrappò alla mia mano, ma al solo pensiero di incrociare la mia con la sua mi venivano i conati, perciò feci scivolare la sua sul mio avambraccio.
 
Lo stavo ormai alzando quando mi rispose “Pff no!”, la mia presa si staccò dalla sua quando era a metà e cadde a terra.
 
Sia io che Louis stavamo ridendo come due scemi mentre Harry si toccava dolorante l’osso sacro.
 
“Mi dovevo ancora riprendere dalla caduta di prima, ora mi serve una sedie a rotelle!” disse tutt’altro che scherzosamente.
 
Lou gli porse ancora ridendo il braccio ma subito Harry gli mandò frecciatine. “Si vabbè, certo” e si rialzò faticosamente da terra appoggiandosi al letto.
 
“Cosa hai fatto in viso?!” Louis mi prese il mento per fargli vedere bene.
 
Oddio, mi ero completamente scordata del cazzotto di ieri. Mi girai verso lo specchio;
Aprii la bocca in segno di stupore; non so come Louis non abbia notato prima la mora che macchiava metà della mia faccia.
Mi avvicinai ancora e toccai delicatamente la parte violacea ancora dolorante.
 
“Mi dispiace un sacco Katniss” sentii dietro le mie spalle la sua voce roca.
 
“Perché tu centri qualcosa?!” chiese subito Louis abbastanza nervoso, avanzando verso la figura intimorita dell’amico.
 
“Hei hei!” mi misi fra i due sperando che a nessuno partisse prima un pugno come il pomeriggio prima. “è stato un incidente, non era destinato a me…” gli toccai il petto per farlo indietreggiare e riuscii a calmarlo.
 
“E per chi era invece, sentiamo!” disse ancora esaminando il mio ematoma.
 
“Per Niall” mi precedette Harry storcendo la faccia in una smorfia disgustata.
 
“E chi sarebbe questo Niall!?” si alterò.
 
“……il mio ragazzo” risposi cercando di non scoppiare.
 
La faccia di Louis era paragonabile ad una donna che ha appena scoperto di essere incinta ed era veramente terrificante; ma quella di Harry, ah, era una cosa mai vista.
Non resistetti per ancora molto prima che scoppiai addirittura buttandomi a terra.
 
“Dovevate vedere le vostre facce!” riuscii a dire tra le lacrime.
 
“Non è divertente” disse ancora stupito il riccio.
 
Louis mi tirò su di peso e mi guardò male per avergli fatto prendere un infarto, ma poi scusa perché cosa c’era di male se avevo un ragazzo?!
 Avevo diciotto anni cavolo, era una cosa più che normale!
 
“Bene, ora però devo andare, sono ancora in tempo per entrare alla terza ora!”
 
“Dove credi di andare conciata così?” mi bloccò subito Louis.
 
“Passo un attimo a casa e mi cambi…oh cazzo, la mia borsa dov’è……HARREH?!”
 
Il riccio mi guardò impassibile “Ah, ehm…..è rimasta in palestra, sai per la fretta di portarti via era il mio ultimo pensiero” si passò una mano tra i capelli scompigliati.
 
“Ah sì? E adesso come entro io in casa?” Mi feci grande e lo sfidai avanzando verso di lui, ma non sembrò intimorito da me, non sapeva che la mia forza gli avrebbe potuto spezzare l’ossicino del collo; anzi, mi guardò dall’alto e sorrise malizioso prendendo il mio bacino e attaccandolo al suo.
 
“Frena bello!” mi prese Louis.
 
“Allora Kat, non so se lo sai ma io sto da te finche non ritorna tuo padre…” mi disse quasi dispiaciuto.
 
Sapeva che mi sarei arrabbiata con mio padre perché ospitando Louis aveva la scusa di controllarmi tramite lui. Se Louis era venuto a stare da me, sicuramente il viaggio di mio padre non sarebbe stato poi così breve.
 
“Non sapevo rimanesse fuori per così tanto…”
 
“….allora, di andare a scuola per oggi puoi scordartelo visto che per ora abbiamo altri problemi!” cambiò discorso il moro.
 
Non mi obbiettai; in effetti non avevo la possibilità di presentarmi a scuola così.
 
“il problema è che la scuola riapre domani pomeriggio e prima non posso entrare, perciò non posso recuperare le chiavi”
 
“Non puoi farti prestare qualcosa da Cece?” si intromise il riccio.
 
“Ci ho litigato e comunque ti sembra che lei si vesta come me? Sai ti faccio un esempio: sabato, alla festa, i vestiti erano suoi eh!”
 
“Allora a maggior ragione..” disse malizioso.
 
Buttai gli occhi al cielo e guardai Louis, che nemmeno si era accorto del flirt di Harry, era troppo impegnato a pensare.
 “Andiamo a fare shopping allora! Così possiamo comprare qualcosa anche per…quello” mi sfiorò la guancia.
 
“Okay, ma….esco così?” pizzicando la maglietta aderente che mi stava facendo venire anche un certo prurito; ero abituata ai felponi di cotone dove dentro potevano entrare tre di me.
 
Louis guardò me e poi Harry, poi me e poi Harry e continuò finche non capii cosa volesse dire.
 
“NO!” risposi subito.
 
“Ti presterei io qualcosa, ma ho lasciato tutto a casa tua ieri sera, quando ancora c’era Rosita!”
 
Mi arresi e guardai Harry che ancora non aveva capito.
 
“Perché mi guardate?!”
 
 
HARRY’S POV

“Katniss ti muovi?! Louis e io ti stiamo aspettando di sotto da più di mezz’ora” bussai pesantemente sopra la porta del bagno ma prima che smettessi finalmente la ragazza aprii.
 
Le avevo prestato la mia felpa dell’ Abercrombie & Fitch rossa, era l’unica cosa che mi stesse un po’ stretta, ma a lei le andava ugualmente grande.
Non le avevo voluto dare qualcosa di nuovo, non perché non volessi che lei lo indossasse, volevo semplicemente che mettesse qualcosa che avesse già toccato la mia pelle. In qualche modo volevo che fosse mia, non mi ero innamorato, no!
 Ma avevo come la necessità di marcare il mio territorio su di lei, come un cane; lei, però, non voleva diventare mia, perciò l’avevo segnata senza che lei se ne rendesse conto, semplicemente sporcandola del mio profumo e questo mi bastava.
 
“Tutto questo tempo per mettere una felpa?” gli chiesi squadrandola.
 
Grugnì e mi sorpassò, scendendo le scale.
 
                                                                          ***
 
“Harry, aspetta fermati qui, vado a salutare i miei!” mi frenò Louis dal posto del passeggero.
 
Obbedii agli ordini e accostai davanti a quella familiare villetta gialla.
Louis abbassò il finestrino e con la mano si aprì da fuori, sapeva che in quel posto c’era la sicura; Katniss era in mezzo e appoggiava la guancia sana sul sedile dal quale Louis era appena sceso.
La guardai sorridendole, ma ricambiò con una smorfia, riprendendo poi a mangiucchiarsi l’unghia del pollice. Interruppi quell’imbarazzante silenzio accendendo la radio e trovai una canzone che si ascoltava recentemente di Taylor Swift e incominciai a canticchiarla, sbattendo a ritmo le dita sopra il volante.
 
“Oddio, non dirmi che la ascolti” si lamentò.
 
Abbassai di poco il volume.
 
“Bah..non è male…. in tutti i sensi!”
 
Mi guardò storto.
 
“We are never ever ever... getting back together!!” la provò a imitare alterando la voce e rendendola più acuta.
 
Risi di gusto “Tutta invidia la tua” ripresi a guardare davanti.
 
“CHEE?” disse con un filo di voce “Pff! Si sa che tutte le bionde boccolose sono oche!”
 
Mi rigirai con un sorrisetto compiaciuto “Ah quindi anche tu saresti un’oca!” le dissi tirandole delicatamente una ciocca di capelli.
 
“IO.NON.SONO.BIONDA!” rispose buttandosi con la schiena sul sedile.
“Sì, infatti hai i capelli nero carbone, no? Sei uguale a quella bambina di quel famoso film horror che usciva da un pozzo per ammazzare in sette giorni la gente..come si chiamava…..ah si! THE RING!” la guardai dallo specchietto retrovisore giusto in tempo per vedere che mi stava facendo il verso.
 
“è diverso il mio è un biondo scurissimo, miele!” si riavvicinò al sedile davanti per guardarmi in faccia “e poi il mio non è un boccolo come il suo, ho semplicemente i capelli mossi”.
 
Non la stavo quasi più a sentire, troppo impegnato a fissare le sue labbra rosee che si muovevano senza emettere un suono, o almeno io non sentivo niente.
Avevo voglia di riassaporare il sapore della sua lingua, ero quasi affamato della morbidezza della sua bocca piena. Una delle poche che avrei desiderato mordere e stuzzicare; l’unica  che non mi lasciasse l’appicicosiccio di rossetti o lucidalabbra, che ti lasciavano il sapore di plastica per settimane. Le sue sapevano di..labbra. La cosa che, però amavo più di tutte erano le pellicine che si formavano all’inizio del suo labbro inferiore; rendevano ogni bacio sempre più naturale e, diciamocelo, anche eccitante!
Mi passai la lingua sopra le labbra per bagnarle e lei di colpo smise di parlare.
I nostri occhi si incontrarono, ma subito quel legame fu spezzato dalla voce di Louis che usciva di casa parlottando con la madre. Entrambi facemmo un segno per salutare la signora Tomlinson.
 
“Allora..di che avete parlato?” si allacciò la cintura.
 
“Di Taylor Swift” gli riposi riaccendendo la macchina.
 
“Ah…quella bon…bellissima ragazza” si corresse.
 
Sentimmo Katniss grugnire da dietro, appogiandosi, indignata, allo sportello della macchina con lo sguardo perso fuori dal finestrino.
 
 
KATNISS’ POV

Arrivammo al centro commerciale dopo pochissimi minuti.
 
“Quindi…” guardò Louis l’orologio prima di continuare “..abbiamo tre quarti d’ora per fare tutto”
 
“Bene…da dove vogliamo iniziare?” chiesi sfregandomi le mani, guardando prima Louis e poi Harry.
 
Il riccio, però, non prestava attenzione a nessuno dei due, stava fisso a tamburellare le dita sopra la tastiera dell’iphone da quando eravamo arrivati.
 
“..allora facciamo così, okay? KATNISS?!” mi richiamò Louis.
 
“Ehm….puoi ripetere?” spostando la mia attenzione da Harry a lui.
 
“andiamo prima a comprare i cosmetici così ti togli subito queste….cose dal viso!”
 
Annuii.
 
“Okay, andiamo” mi prese per un braccio e mi girai in dietro per assicurarmi che Harry ci stesse seguendo.
 
“Ehm..scusate ragazzi, ma ho..un impegno” ci bloccò costringendo anche Louis a girarsi.
 
“ci vediamo dopo quando avete finito” appoggiò la mano sopra la spalla di Louis in segno di saluto e a me rivolse un sorriso mettendosi due dita sopra la fronte, come un saluto militare e poi scomparve.
 
Guardai Louis che mi fece spallucce “su, forza” e mi riprese per l’avambraccio.
 
                                                         ***
Era da parecchio che stavamo cercando dentro il negozio di cosmetici qualcosa che potesse coprire quelle maledette macchie violacee.
 Nei primi cinque minuti Louis aveva rifiutato l’aiuto che la gentile commessa ci aveva offerto, era troppo orgoglioso anche per chiedere dei stupidi consigli!
All’inizio se l’era presa con noi donne, che eravamo troppo fissate con le imperfezioni del nostro viso, per poi dare invece la colpa all’organizzazione dell’esposizione dei prodotti del negozio ed infine si arrese.
 Né lui, né tantomeno io, che in campo cosmetico ero più inesperta di un ornitorinco (?), sapevamo da dove iniziare perciò, con la coda tra le gambe, Louis si diresse verso la commessa che gli rivolse un sorrisetto compiaciuto e ci mostrò qualche fondotinta coprente.
I due stavano parlando da minuti delle varie marche di terra; Louis era sorprendentemente interessato, almeno più di me, che stavo con lo sguardo nel vuoto a pensare cosa avesse di tanto importante da fare Harry per andarsene.
Magari era una scusa per piantarci in asso e farsi un giro al posto di stare dietro a fondotinta e cipria. Ma se fosse stato così non si sarebbe offerto di portarci lì e poi tutti quei messaggi non potevano essere una coincidenza!
 
‘Ma che ti frega Katniss?’
 
Ma infatti! Che mi frega?! Eh…….che mi frega?
 
Mi risvegliai da quei pensieri e alzai lo sguardo per vedere ancora Louis che rideva e scherzava con la commessa.
 
“Louis è tardi e ancora dobbiamo passare a prendere qualcosa per vestirmi!” borbottai tirandogli la maglietta.
 
“KATNISS, non mi far fare brutte figure” mi disse a denti stretti.
 
Gli rivolsi uno sguardo assassino e subito salutò la commessa e si avviò con me verso l’uscita quando però la stessa ragazza lo fermò porgendogli una bustina.
 
 “Ecco questo è per quel problema con la pelle grassa di cui mi parlavi prima” gli ammiccò sorridente.
 
“Oh grazie Rachel, sai essere così disponibile” le accarezzò una spalla e poi uscì definitivamente.
 
Lo guardai sconcertata.
 
“Che c’è?!” mi guardò stupito della mia espressione “lo sai che con questi sbalzi di temperatura incomincio a sudare tutto e…”
 
“Okay, okay” lo stoppai.
 
Mi guardai in giro per trovare qualche negozietto decente di vestiti, mentre Louis guardava soddisfatto il contenuto della bustina di plastica.
 Poi, grazie a quest’ultima, realizzai che non avevamo comprato niente, nonostante avessimo passato quasi mezz’ora dentro, ma prima che potessi farglielo notare lui mi anticipò.
 
“Quanto mi sono divertito!” ammise ridendo “sai cosa dice una commessa di un negozio di cosmetici a una signora spagnola appena entrata…?”.
 
“No..cosa?” buttai gli occhi all’indietro.
 
“…..HOLAZ!” e scoppiò in una risata profonda “L’hai capita? Holaz! È una marca di trucchi però assomiglia a Hola, cioè ciao in spagnolo, no?!” cercò di spiegarmi tra le risa, vedendo che la battuta non mi aveva fatto né caldo né freddo.
 
“Sì, cambia spacciatore Louis per favore” gli diedi una sberla dietro la testa.
 
“Piuttosto” cercai di riprendere ciò che avevo intenzione di dire “DOVE SAREBBERO LE COSE CHE CI SERVONO PER QUESTO?!” chiesi poco gentilmente, indicandogli lo zigomo.
 
“Hei calma!” mi disse riprendendosi dalle risate di prima “Rachel mi ha detto che aveva finito il colore di fondotinta adatto alla tua pelle e mi ha detto che lo avrei potuto trovare in un negozio al piano di sotto”
 
“Ah allora TU e la tua amica RACHEL potevate anche sbrigarvi perché manca un quarto d’ora e devo ancora andare a prendere qualcosa da mettermi per domani!” ribattei restando sul tono nervoso.
 
“Allora, io vado a prenderti i prodotti e tu intanto..” tirò fuori il portafoglio “vai a provarti qualcosa e poi ti raggiungo” disse porgendomi qualche banconota.
 
“Grazie papino!” gli schioccai un bacio sulla guancia per poi allontanarmi.
 
“Mi raccomando….dalla L in su!” lo sentii da dietro alzare la voce; mi girai per rimproverarlo con lo sguardo di averlo urlato a mezzo centro commerciale e poi proseguii .
 
Entrai in un negozio esternamente carino e andai in giro a cercare qualcosa di decente .
Dopo aver trovato la taglia da donna massima per un maglioncino color pesca ed averci abbinato un jeans scuro, anch’esso ‘poco attilato’, cominciai a fare la fila per un camerino. Mentre aspettavo mi facevo gli affari delle altre ragazze che erano in coda prima di me.
Argomenti:
-ragazzi
-reggiseni push-up
-preliminari
-quanto fosse ‘bono’ Alex Pettyfer
-se fosse normale avere un orgasmo a cinque anni (?)
 
 La stupidità di quelle oche mi stupiva ogni giorno di più. Speravo con tutta me stessa che quella fila scorresse velocemente, sennò, ne ero certa, sarei uscita fuori di testa e avrei potuto far del male a tanta gente.
 
 Sì, avevo il ciclo, si vedeva tanto?

La mia attenzione però fu catturata da un abito a pochi passi dalla mia postazione;  aveva un tema floreale ed era senza spalline con uno scollo a cuore, fermato in vita da un nastro rosa pallido che dietro formava un fiocco. Lo presi e me lo misi sopra: la gonna arrivava poco più su delle ginocchia. Guardai il cartellino.
S
Sorrisi per l’ironia della sorte; avrei portato una taglia così piccola solo in un universo parallelo, con una Katniss diversa!
 
 
HARRY’S POV

“Amore, scusa, mi terresti questo?” Hollie mi porse l’ennesimo capo; ormai avevo un ammasso di vestiti addosso e avevo già spaventato qualche bambino che era corso dalla mamma dicendo che un mostro di vestiti si aggirava per il negozio.
 
“Certo piccola” tirai un sorriso e mi stampò un misero bacio, il primo da tanto, ma poi i suoi occhi vennero catturati da un completino rosa ‘da favola’,o almeno così furono le sue parole, e si diresse rapidamente verso esso.
 
Da mezz’ora avevamo fatto solo quello: shopping! Le buste iniziavano anche a pesarmi. Con passo lento e svogliato la raggiunsi ma mi bloccai a metà strada nel vedere un qualcosa di familiare. Quel vestito con quel fiocco rosa e tutti quei fiori…Gemma.
Incosapevolmente i miei occhi si inumidirono  e la mia bocca si storse in un sorriso. Quei ricordi di lei con quel vestito, o uno simile, mi affievolirono la memoria. Ricordi belli che ti riempivano l’anima di gioia e poi quelli più brutti di una lei….diversa, quando soffriva. Presi il vestito che, tra l’altro, era l’ultimo.
Una S; forse poteva andare alla rossa. Cosa avrei dato perché qualcuno lo indossasse.
La raggiunsi, ancora impegnata a trovarsi la taglia del pantalone dello stesso completo che aveva adocchiato.
 
“Hollie” le accarezzai una spalla e le porsi il vestito sorridente, ma la sua faccia non sembrò apprezzare.
 
“Harreh, tesoro” mi pizzicò dolorosamente una guancia “non è nel mio stile…”
 
Abbassai gli occhi dispiaciuto ma subito lei mi tirò su il mento, costringendo a portare gli occhi di nuovo su di lei.
 
“Ma se ci tieni tanto…..lo posso anche provare” mi sorrise e ricambiai baciandola.
 
Tutti dicevano che Hollie era una puttana e stronza. Sulla prima, beh, non avrei potuto biasimare le persone che la consideravano così, ma non era sempre così cattiva, almeno non con me.
Prese ciò che cercava e ci dirigemmo verso i camerini, uno era occupato così entrò nel secondo e finalmente le porsi tutto quell’ammasso di roba. Mi appoggiai al muro vicino alla tenda del camerino, quando notai il nome di ‘Zayn’ sul mio display.
 
“Hei amico” risposi
 
Harry, dove sei?
“Al the Mall, quello in centro” mi staccai dal muro
 
Sono uscito prima da scuola, ti raggiungo e poi andiamo a berci qualcosa.
 
“No veramente Zayn sono con Hollie e poi ho da fare che è ritornato Louis e c’è anc..” sussurrai per non farmi sentire dalla rossa, ma non feci in tempo a finire.
 
NO! È ritornato Lou?! Allora arrivo subito, ciaooo!
 
“NONO Zayn….”
 
TUTUTUTU.
 
Perfetto. Riappoggiai pesantemente la schiena sul muro di prima, ma le mie spalle toccarono qualcosa di duro e ad un tratto tutto il negozio venne illuminato da luci rosse e un allarme incomincio a suonare.
Capii solo dopo essermi girato, di aver fatto scattare l’allarme, premendo con la schiena un pulsante rosso.
Le commesse si affrettarono a far evacuare il negozio e una precedette me e prese Hollie da dentro il camerino, per fortuna ancora vestita, e la trascinò fuori.

 
KATNISS’ POV

Ero finalmente riuscita ad entrare nel camerino, mi ero appena spogliata, rimanendo in intimo e mi stavo infilando la maglia, quando un frastuono proveniente da fuori mi mandò in confusione.
Urla dal negozio. Sporsi la testa fuori dalla tendina e una commessa mi catturò a sé per trascinarmi fuori, ma appena vide che avevo una maglia la collo ed ero in intimo mi coprì , mettendosi davanti. Ero ancora stordita da quello che stava succedendo, perciò non mi preoccupai neanche tanto di essere in mutande e reggiseno in un negozio.
Tutte le persone si radunarono fuori , mentre la ragazza, date le mie condizioni, mi portò nella stanza dietro il bancone della cassa.
 
“Ma che è successo?” le chiesi strabuzzando gli occhi.
 
“è scattato l’allarme anti-incendio, ma penso sia un falso”
 
Mi limitai ad annuire , ancora però confusa.
Rimanemmo ancora per poco lì, fino a quando l’allarme smise di suonare.
 
“Vieni, è stato un ragazzo cretino che ha premuto il pulsante per sbaglio” mi riprese per il braccio.
 
Quale razza di deficiente poteva fare una cosa del genere? La ragazza mi trascinò nello stesso modo verso il mio camerino. La gente stava rientrando, ma fortunatamente non badava a me in intimo. La commessa con poca grazia mi spinse dentro  la piccola stanza, chiudendomi la tenda.
Mi girai verso le specchio e solo dopo capii che quelle non erano le mie robe e quello, non era il mio camerino!
Mi affacciai per vedere la situazione del negozio;  la stanza si era riempita e da lontano notai il mio camerino: la ragazza aveva sbagliato lato del negozio!
Disperata, confusa e nervosa cercai tra i mille indumenti qualcosa da mettere per raggiungere l’altro lato del negozio non in intimo, sperando che la ragazza che era stata lì prima di me portasse una taglia il più grande possibile.
S, S, XS, S ,S…….UNA L!
Ah no, era una S.
Il panico mi metteva anche le allucinazioni!
Mentre con una mano mi tormentavo tra i denti l’unghia del pollice, con l’altra cercavo tra i vestiti e trovai qualcosa di familiare.
Quel vestito.
Mi incantai alla sola vista. Di certo non sarei potuta uscire con quello addosso, oddio che vergogna!
Avrei aspettato lì fino alla chiusura del negozio, quando non ci sarebbe stato quasi nessuno e avrei potuto raggiungere il posto in cui ero prima.
Guardai l’orologio; mancavano cinque minuti alla chiusura del centro commerciale.
Mi misi appoggiata con la schiena sulla parete del camerino, con ancora il vestito in mano. Nonostante fossero solo pochi minuti, l’attesa era estenuante e lanciai un occhiata al capo che tenevo.
Avevo ancora qualche minuto, potevo anche provarlo, così, per sfizio! E poi me lo sarei tolto subito.
Me lo infilai rapidamente, come se avessi paura che qualcuno mi fissasse da una videocamera nascosta.
Me lo sistemai e mi guardai allo specchio; mi cadeva a pennello. La gonna ricadeva morbida sui fianchi e il piccolo corpetto attillava il seno perfettamente. Rimasi interi minuti a guardarmi allo specchio; se fossi stata un’altra persona, con un padre diverso, ma soprattutto, un passato diverso, sarei corsa a comprarmelo.
Feci giri su me stessa per vedermi anche dietro e poi rimasi ancora e ancora a fissare il riflesso di una me che quasi mi spaventava, ma allo stesso tempo eccitava.

 
HARRY’S POV

Mi scusai infinitamente con tutte le commesse per aver provocato tutto quel fracasso per uno stupido incidente.
All’inizio avevo pensato di fare finta che non fosse successo niente, ma un dannato bambino di nemmeno cinque anni mi aveva visto e aveva fatto la spia.
Maledetto!
Ritornammo nel camerino di Hollie; lei ci entrò e lo chiuse e io rimasi in piedi per paura di far ripetere la scena di prima. Lanciai una veloce occhiata al  muro che, però, stranamente non aveva più il pulsante rosso.
 
“HARREH!” la sentii urlare. Aprii la stanza e trovai lei ancora vestita con in mano due capi che non ricordavo avesse mai scelto di provare.
 
Dove erano finiti tutta la massa di vestiti di prima?!
 
“I miei vestiti….DOVE.SONO?!” sbraitò impazzita.
 
“Calma, avremo sbagliato camerino..” dissi guardandomi attorno e finalmente da lontano intravidi il muro con il pulsante e di conseguenza il camerino della mia ragazza accanto “Eccolo!” lo indicai.
 
Mi avviai verso quella direzione, ma Hollie con poca grazia mi fece scansare, o meglio mi spinse, e sfrecciò verso la tendina.
 
“C’è qualcuno dentro” mi guardò con gli occhi in fiamme.
 
Era gelosa delle sue cose, molto! Anche di quelle che solo aveva adocchiato per sé.
La vidi prendere tra le mani la tendina.
 
“No Hollie, aspetta magari si sta camb…” dissi provando a fermarla, ma non mi ascoltò minimamente, tirando la tenda.
 
La stavo quasi per rimproverare quando le parole mi si persero tra le labbra nel vedere una tale meraviglia.
La ragazza non si era minimamente accorta che il suo camerino era stato aperto, era ancora come incantata dalla sua figura allo specchio; giocherellava con la gonna di quel vestito che le valorizzava benissimo il corpo, quasi fosse fatto apposta per lei.
 
“K-K-Katniss?!” le chiesi sconcertato.
 
Mi morsi un labbro per frenare l’eccitazione. Era bellissima e se non ci fosse stata Hollie, ero sicuro che sarei stato capace di chiudermi con lei lì dentro e saltarle addosso, con o senza il suo permesso.
Finalmente la bionda notò dallo specchio le nostre figure dietro di lei e ne rimase stupita; subito presa dall’imbarazzo le sue gote arrossirono e si girò per chiudere la tenda, ma Hollie non glielo permise.
 
“Katniss Billington?” le chiese faccia a faccia.
 
Katniss inghiottì e mi lanciò un’occhiata quasi di aiuto.
 
“Sei tu?!” la squadrò dalla testa ai piedi “Wow…..non sapevo ci fosse…. questo…. sotto quei vestiti da barbona, certo non che possa competere con me” si passò una mano sopra il corpo ridendo.
 
“Ah questi dovrebbero essere tuoi” gli porse bruscamente i jeans e il maglioncino che aveva trovato prima.
 
Né io né Katniss avevamo ancora detto niente; lei era ,stranamente, intimorita dalle parole di Hollie e io mi ero incantato su di lei.
 
“S-sì ora mi cambio così ti ridò il vestito..” finalmente rispose.
 
“Bah, te lo puoi tenere” la spinse fuori dal camerino e ci si chiuse.
 
Non smisi per neanche un secondo di fissarla e solo dopo aver compreso ciò che era successo mi guardò finalmente negli occhi.
 
“Harry io…” si stava quasi giustificando.
 
Non so perché lo feci ma l’abbracciai forte a me. Vederla con quel vestito mi ricordava troppo Gemma e volevo quasi immaginare che mia sorella in quel momento fosse lei e l’abbracciai ancora più forte, quasi avessi paura che se ne andasse, di nuovo.
La sentii incerta tra le mie braccia. Strano che ancora non mi avesse dato un calcio tra le palle e urlato parolacce a gogo.
Sbattendo le palpebre una lacrima di cadde dalle ciglia; mise entrambi i palmi delle mani sul mio petto, facendoci allontanare di pochi centimetri.
 
Quando notò la lacrima mi guardò confusa e me l’asciugò “Ma che..?” provò a dire.
 
“Sh, ti prego stringimi e basta, fammi questo favore poi non ti chiederò più niente”
 
Avevo la voce rotta dal pianto. Vidi i suoi occhi addolcirsi, quasi avesse capito tutto, quasi per un attimo non fossi stato per lei ‘Styles lo stronzo’.
Annuì e si aggrappò alla mia felpa per avvicinarsi a me e mi buttò le braccia al collo, abbracciandomi in punta di piedi. Le misi le mani dietro la schiena e le bagnai la spalla nuda con un’altra lacrima che le scese fino alla stoffa del vestito.
 
Era una cosa strana; mi stavo facendo vedere vulnerabile da lei, in un centro commerciale.
Che cosa stupida.
Mi ripetevo. Rimpiangere tua sorella per uno stupido vestito, indossato da una verginella insignificante come lei. Eppure….non mi voglio staccare dalla sua presa.
Finalmente mi calmai. Sciolsi io l’abbraccio e la guardai che mi sorrideva, quasi le facessi pena.
“Harry!” sentì richiamarmi da dietro le spalle di Katniss.
Alzai lo sguardo per vedere il volto ambrato del mio amico che mi sbracciava a pochi passi da lei.
Come cazzo aveva fatto a sapere anche il negozio dove eravamo? Ah, beh forse dicendogli che ero con Hollie l’avrebbe anche potuto immaginare.
Katniss vedendo che la mia attenzione era rivolta dietro le sue spalle si girò, ma nel vedere la figura di Zayn sentì, a contatto con il suo braccio, la pelle d’oca formarsi su di lei e il suo volto impallidire.
Il ragazzo di risposta si fermò di scatto nel riconoscere il suo viso, la squadrò stupito e poi si stampò un sorrisetto malizioso in faccia.
 
“Billington?!” 
 

 
Holaaa chicas!
Come potete vedere da questo capitolo si capisce che sia Harry che Katniss percepiscono che, pur conoscendosi da poco, in qualche modo
all'uno importa dell'altro anche se non lo vogliono ammettere a se stessi.
Harry alla fine di questo capitolo si sente più vulnerabile a causa di brutti/bei ricordi sulla sorella Gemma (che cosa le sarà successo?).
Poi c'è una parte in cui Katniss si dice: "se fossi stata un’altra persona, con un padre diverso, ma soprattutto, un passato diverso, sarei corsa a comprarmelo. " di che passato parla?
Non riguarda la morte della madre, mie care ragazze. Grazie al suo passato di spiegheranno TANTE cose sul suo conto e sul suo modo di comportarsi!
Infine entra Zayn che per sfortuna sia di Harry, che è quasi geloso, e di Katniss, vede la "Billington" diciamo .....in...UN 'ALTRA PROSPETTIVA!
RECENSITE.RECENSITE.RECENSITE.RECENSITE

Ecco il mio twitter, menzionatemi e vi do il follow back!
Alla prossima xX

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Capitolo 6
*** Six ***



 Capitolo 6

 
KATNISS’ POV
 
“Billington?!” chiese Zayn al quanto sorpreso.
 
Mi lanciò uno sguardo malizioso ma nessuno disse niente; ero troppo concentrata sulla situazione imbarazzante alla quale mi trovavo di fronte per aprire bocca, e –a quanto pareva- anche Harry non aveva la minima idea di cosa dire, o almeno di come dire qualcosa di sensato.
Sapere che in quel momento gli occhi del ragazzo più pervertito, donnaiolo e popolare della mia scuola, stessero fissi su di me e che, quindi, potesse squadrarmi da cima a fondo conciata in quel modo, mi aveva quasi bloccato anche le funzioni vitali, come respirare: avevo un groppo in gola che, però, stranamente era meno doloroso delle conseguenze che avrei dovuto subire in seguito.
Rivolsi uno sguardo disperato nella direzione degli occhi di Harry, che già erano sulla linea dei miei.
Zayn si attorcigliò le braccia sul petto, senza togliersi mai la stessa espressione di prima.
Harry si era fatto avanti per dire qualcosa quando Louis sbucò dentro il negozio con tubetti di cosmetici in mano. Se ero rimasta impietrita alla vista di Zayn, con l’arrivo di Louis ero praticamente un vegetale.
 Il groppo nelle tonsille nel vederlo si era fatto ancora più grosso e sapevo che l’avrei pagata cara.
Si avvicinò ancora verso noi senza neanche guardarci; stava esaminando, strizzando gli occhi di tanto in tanto, l’etichetta di un fondotinta immagino.
Forse era per questo che ancora mi sembrava così tranquillo.
 
“…Hei ti ho preso questo della la…fe…… come cazzo si pronuncia?!” solo allora alzò sorridendo gli occhi, un sorriso che scomparve subito dopo.
 
Il moro respiro affondo, lasciando cadere nella busta del negozio la confezione che prima teneva in mano.
Prese un altro respiro prima di urlarmi contro, già aveva puntato l’indice verso di me, ma le braccia di Zayn, che lo abbracciava, lo colsero di sprovvista, facendo notevolmente rilassare i suoi muscoli facciali.
 
“Tomlinsooon!” gli diede l’ennesima pacca sulla schiena, sciogliendo l’abbraccio.
 
“Zayn” gli sorrise di risposta lui.
 
Come quello di Louis –anche se sapevo per poco- tutto il mio corpo riprese a ‘vivere’ e il battito del mio cuore ridiventò pressochè normale.
La testa rincominciò girarmi quando una vocina fastidiosa incominciò a parlottare chiamando qualcuno.
Girai la testa dietro le mie spalle notando una rossa, in un completino al quanto corto e attillato, che saltò nelle braccia del ragazzo, a pochi passi da me, e gli stampò in bocca un bacio che di casto non aveva niente.
Harry rimase duro all’inizio, dato che probabilmente non se lo aspettava in quel momento, ma poi i suoi occhi si chiusero e le sue mani si posarono sopra le natiche mezze scoperte della ragazza che si era messa in punta di piedi. Olivia era abbastanza bassa, soprattutto rispetto a uno spilungone come Styles.
Quel bacio fece, stranamente, male.
Avevo come una sensazione di vuoto in mezzo al petto. Quel ‘Harry’ che qualche minuto prima mi aveva abbracciato piangendo era sparito, ed io da stupida che per un attimo avevo provato per lui qualcosa di diverso; diciamo che lo odiavo di meno, sì diciamo così.
Ma dopo quel gesto; le sue mani giganti che palpavano il sedere della rossa e le lingue di entrambi che si potevano vedere a chilometri di distanza, avevano distrutto tutto.
Se nei ricordi del bacio dato a Harry, del calore delle sue braccia che avvolgevano il mio corpo quando mi ero svegliata quel giorno a casa mia, dei suoi occhi verdi che mi guardavano puri e sinceri, se io tutto questo lo ricordavo con un po’ di nostalgia, ora tutto quello mi faceva solo che schifo.
Pensare di aver provato piacere nel vederlo o di addirittura averlo baciato, mi faceva provare schifo non solo nei suoi confronti, ma anche per me stessa.
Stupida stupida stupida stupida
Questo mi ripetevo nella mia mente, perché questo era ciò che ero realmente: UNA STUPIDA, UNA MALEDETTA STUPIDA.
Era normale che uno come lui, pur avendo una ragazza, ci provasse un po’ con tutte.
Ma perché con me?!
Questa domanda mi aveva sempre tormentato fin dal primo momento; cioè cosa l’aveva spinto a ‘fare amicizia’ con me?
-non ero interessante fisicamente
-non ci eravamo MAI parlati fino a quella volta
-le più gnocche della scuola avrebbero ucciso  per avere potuto semplicemente stargli vicino
Tolsi lo sguardo dalla coppietta, troppo presa dallo scambiarsi effusioni abbastanza spinte per accorgersi che io li stavo fissando dall’inizio. Guardai a lato e mi trovai a pochi centimetri dal viso arrabbiato di Louis.
Non mi diede il tempo neanche di battere ciglio che mi prese bruscamente per il braccio, attraendomi ancora più a sé.
 
“Katniss, che ci fai con quel vestito?” mi chiese a denti stretti, pur alzando la voce.
 
Lo guardai con aria spaventata e disorientata, forse ancora stordita dalla visuale di quel bacio.
Girai lo sguardo al di là dei suoi occhi azzurri infuocati dalla rabbia e incontrai quelli nocciola di Zayn; non mi ero mai accorta fossero tanto belli, pur essendo scuri. Le ciglia lunghe e nere sbattevano lentamente quasi per mettere a fuoco l’immagine di noi due davanti a sé.
Non potevo vedere che stessero facendo Olivia e Harry dato che Louis mi aveva trascinato più avanti costringendomi a dare loro le spalle, ma stranamente –per quella volta- speravo vivamente che si stessero baciando, che già l’attenzione di Malik mi dava sui nervi.
 
“Non è come pensi, c’è stato un cretino che ha fatto saltare l’allarme e…” ripresi con voce tremante e confusa.
Mi fermai perché la sua voce stoppò la mia.
 
“A me non sembra una L quella”
 
“Vedi, non mi lasci nemmeno spiegare! Devi parlare solo tu” ebbi il coraggio di urlargli contro.
Girai la testa per vedere Harry che si staccava dalle labbra della rossa e con lo sguardo cercava di capire cosa fosse successo durante la sua ‘assenza’ nel mondo reale.
Louis si irrigidì ma la sua faccia sembrò essere meno arrabbiata di prima e più comprensibile; quasi gli facessi pena.
 
“Katniss lo sai benissimo che lo faccio per il tuo bene e che tuo padre non vuole..” disse a voce abbastanza alta da poterla far sentire agli altri tre.
 
Volevo sprofondare, non mi ero mai sentita più in imbarazzo.
Poi la rabbia rimpiazzò la vergogna e mi scagliai contro di lui senza pensarci su.
Farmi vedere vulnerabile davanti a Malik e Styles? MAI!
 
“mio padre non vuole, oppure tu non vuoi perché ti senti troppo in colpa per quello che mi è successo per causa tua e di quella decina di birre che ti eri fatto eh?!” lo spintonai con così tanta forza da farlo cadere a terra come un sacco di patate.
 
I suoi occhi erano diventati ad un tratto lucidi e la sua bocca si era storta in una smorfia per ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di scendere.
Sapevo che non era colpa sua se quella notte era successo….quello che era successo, ma ormai non potevo cancellare ciò che avevo detto e non avevo intenzione di piegarmi a chiedergli scusa; sapeva benissimo che stava sputtanando i miei fatti più personali davanti alle persone a cui non mi sarei mai sognata di dire certe cose, forse in quel momento esatto non se ne rendeva conto perché anche su di lui –come a me in quel momento- la rabbia aveva preso il sopravvento.
Tutti e tre mi guardavano stupiti; di certo non potevano capire e neanche io mi aspettavo che comprendessero, perché loro non sapevano.
Zayn si provò ad avvicinare per fare non so cosa ma il mio sguardo assassino lo fece ritornare sui propri passi.
Volevo andarmene, ma Louis mi precedette; si alzò velocemente e se ne andò. Quando fu di spalle notai che si stava passando una mano su un occhio: evidentemente una delle lacrime che aveva trattenuto era scesa.
Hollie ,indifferente, si era allontanata perché aveva ricevuto una chiamata, mentre i due ragazzi si limitavano a guardarmi confusi.
Andai verso la direzione del camerino ed Harry mi sbarrava la strada, ma riuscii a spostarlo con una semplice spallata. Mi rimisi i vestiti iniziali contemporaneamente pensando a ciò che avevo appena fatto.
Ero stanca; stanca di dover seguire le regole degli altri, di dover stare agli obblighi di mio padre pur essendo maggiorenne e di continuare a nascondermi dietro quelle tende di vestiti per una cosa capitata quasi quattro anni prima. Ormai ero cresciuta e sapevo che sarei stata più attenta.
Ancora avevo paura sì, andavo anche da uno psicologo, ma la parte peggiore l’avevo superata e potevo, volevo fare la parte della diciottenne normale.
Uscii dal camerino con passo deciso e ci trovai fuori ancora i due ragazzi, ma li ignorai e superai senza degnarli neanche di uno sguardo, pur sapendo che il loro invece era rivolto verso di me.
Sentii dei passi dietro di me; sapevo benissimo che fosse quel riccio impertinente.
Buttai gli occhi al cielo e mi girai di soppiatto, quasi spaventandolo.
 
“Finiscitela di seguirmi” ripresi a camminare nella direzione di prima, quando la sua mano afferrò il mio polso.
Rabbrividii a quel tocco.
Gli occhi mi incominciarono a pizzicare, ma non riuscivo a trovare un motivo, o almeno tra i mille.
Forse per la vergogna di prima? Perché Zayn Malik e Harry Styles sapevano i fatti miei?
O magari perché le labbra di quel riccio prima di quel bacio avevano toccato le mie?
Oppure perché avevo litigato con il mio migliore amico, l’unica persona che mi restava veramente.
Harry mi girò e avvicinò a lui. Per un attimo sperai che mi baciasse anche contro l’opposizione che avrei messo per togliermi da lui; ma non lo fece.
 
“Dobbiamo tornare a casa” disse togliendo gli occhi dai miei e puntandoli verso il basso.
Era forse imbarazzato perché dopo tutti i suoi flirt si era messo allo scoperto e aveva pesantemente limonato con la sua vera ragazza?
Le sue parole mi fecero imbestialire maggiormente; gli tolsi bruscamente il polso dalle mani.
 
“Vaffanculo” soffiai tra le labbra riprendendo il passo determinato di prima.
 
                                                                            ***
“è tutto?” mi sorrise falsamente la commessa, premendo le ultime cifre sulla cassa.
Tutto qui?! Avrò svaligiato mezzo reparto, idiota!
Mi limitai ad annuire e a porgerle le banconote che mi bastarono giuste per un pelo. Afferrai trionfante quelle buste e mi diressi verso l’uscita del centro commerciale. Le porte automatiche si aprirono.
Si stava facendo buio, ma ancora c’era abbastanza luce per intravedere una figura dai capelli ricci appoggiata ad una Range Rover nera , parcheggiata dall’altro lato della strada.
Era rimasto lì per tutto quel tempo? Tra il trovare i vestiti e provarli saranno passate un paio d’ore!
Si tolse i Ray-Ban neri –che poi a quell’ora cosa gli fossero serviti a fare non lo so-, appoggiandoseli tra i cuffi mori sopra la testa e si avvicinò a me quasi correndo, come per paura che ad un tratto sarei scappata via.
Mi prese per mano senza dire niente mi trascinò verso la macchina, quando a metà strada con l’altra mano gli aprii le dita con le quali stringeva le mie e si girò nervoso.
 
“Non mi toccare”
 
“Katniss, non fare la bambina, adesso tu vieni con me e andiamo a casa da Louis così chiarite” disse irrigidendosi.
Cosa credeva di poter decidere lui cosa dovevo o non dovevo fare?
 
“Mi avete rotto le palle, tu, Louis e tutti gli altri! Credete di comandarmi a vostro piacimento. Fai quello, fai questo. Hei, ma lo sapete che ho diciotto anni e riesco a decidere da sola? So io ciò che è meglio per me, e poi da parte tua scusa è ancora più stupido, chi sei tu per dirmi cosa devo fare eh?!” lo sfidai con gli occhi e in mancanza di risposta continuai.
“Fare la bambina, dici?” risi ironicamente “Parli proprio tu, che sei così insicuro di te stesso che per paura di impegnarti in qualcosa di serio ti fotti tutte le ragazze che ti cadono ai piedi e poi quando non ci sono più vai dalla tua ragazza e le ficchi ugualmente la lingua in gola. Però mi metto un vestito e improvvisamente devo abbracciarti e piangi come un bambino sulla mia spalla, ma lasciami in pace, sei solo un idiota senza uno scopo di vita. Tu Harry vieni a dire a me di fare la bambina, ma tu sei più infantile anche di un bambino di cinque anni”
Quando ebbi finito di parlare, avevo addirittura la bocca secca.
Lui era impassibile. Era buio per vedere se aveva qualche occhio lucido o se stava facendo qualche  smorfia.
Pensavo di averlo zittito per bene e convinto a lasciarmi stare, ma si chinò abbracciando le mie cosce,  mi caricò su una spalla e nonostante i miei calci riuscii a portarmi nel sedile del passeggero fino a quando mi partii uno schiaffo che andò a finire sopra la sua guancia.
Chiusi gli occhi istintivamente quasi per paura che mi potesse picchiare, ma ovviamente non lo fece.
“Vai” mi disse con un tono ironico indicando il marciapiede.
Rimasi a fissarlo stranita ma subito il suo secondo ‘Vai’ ,con un tono stavolta che di ironico non aveva niente, mi fece scattare in piedi passando lo sportello che teneva aperto con il braccio e che richiuse bruscamente quando fui abbastanza lontana.
Da dietro le spalle sentii il motore della macchina accendersi e girandomi vidi la macchina sfrecciare via.
Quel giorno non riuscivo a controllarmi e avevo veramente esagerato con tutti, ma solo alla fine me ne ero resa conto, quando ormai, era troppo tardi.
                                                                       ***
HARRY’S POV
Non avevo pianto, no. Però quelle parole mi avevano fatto male e non so perché; forse perché erano così spudoratamente vere, forse perché erano uscite dalla suabocca.
Aveva scoperto la mia kryptonite: la mia insicurezza, la mia paura di fidarmi troppo degli altri.
Lo so che, anche se non lo avrebbe mai ammesso, mi trattava così non solo per la faccenda di Louis, ma anche per quel bacio con Hollie.
In un altro momento mi sarei opposto alle due labbra, almeno di fronte a Katniss, (ovviamente per la questione della scommessa con Zayn, sennò avrei rovinato tutto) ma negli attimi precedenti mi ero fatto vedere debole e dovevo rifarmi, dovevo sentirmi l’Harry di sempre per scacciare via anche i ricordi che mi avevano assalito la mente poco prima.
L’avevo lasciata da sola; al buio, a piedi, al freddo.
Il fatto di essere stato messo allo scoperto mi aveva fatto imbestialire con lei e  non mi faceva capire la gravità di ciò che avevo fatto, in che pericolo l’avrei potuta cacciare.
Louis mi avrebbe ammazzato, lo sapevo, e forse lo avrei anche meritato.
Entrai in casa sbattendo la porta. Per quanta forza ci misi gli occhiali mi caddero dalla testa, ma per la frustrazione invece che raccoglierli li calciai violentemente contro il muro colpendo qualcosa che cadde provocando un frastuono.
 
“Harry”
 
Sentii la voce di Louis chiamarmi dal salotto, così lo raggiunsi a passo pesante e lo trovai seduto in uno dei due divani con accanto l’anglo-pakistano.
 
“La sei andata a prendere?” mi chiese il primo con un tono che lo faceva sembrare quasi disinteressato.
 
“No” mi limitai a dirgli.
 
Louis allargò gli occhi quando sentì la mia risposta e scattò in piedi lanciando il telecomando che aveva in mano sul divano, spaventando sia me che Zayn, che gli sedeva appunto vicino.
 
“Ma sei impazzito?!” si avvicinò a me “l’hai lasciata a quest’ora a camminare per la strada?”
 
Sembrava fuori di sé; non era semplicemente arrabbiato, era sconcertato. Si mise una mano tra i capelli in senso di disperazione e incominciò a girare per la stanza.
 
“Ho provato a prenderla anche con la forza, ma non ne ha voluto sapere niente…quella stronza” mi lasciai sfuggire sottovoce, ma non ero sicuro che Louis non avesse sentito.
Si agitò ulteriormente e avanzò verso la mia figura appoggiata con  il bacino sul tavolo. Sapevo che voleva darmi un pugno così chiusi gli occhi, non avrei posto resistenza, ma quando nessun dolore invase la mia faccia sollevai le palpebre e trovai Zayn che lo teneva fermo.
 
“Calmatevi, cazzo!” disse il moro che fino all’ora non aveva aperto bocca.
Louis sembrò miracolosamente calmarsi, infatti Zayn gli tolse le mani di dosso perché aveva notato che non c’era più bisogno di tenerlo fermo.
 
“Katniss è sotto la mia responsabilità, porca puttana!” si difese lui.
Abbassai gli occhi per paura di incontrare quelli azzurri del mio migliore amico, perché sapevo di essere nel torto e di aver agito male per colpa del mio orgoglio.
Alzai lo sguardo quando sentii Zayn prendere le chiavi della macchina e uscire di casa. Non avvertii nessuno, non ci disse dove stesse andando, ma ovviamente non ce n’era bisogno: lui stava andando da lei.
Lui la stava andando a ‘salvare’.
Lui sarebbe stato per quella sera il suo principe azzurro, che la salvava dai pericoli della notte.
Ma il vero mostro non erano i pericoli della notte, il vero mostro, quello che l’aveva veramente messa in pericolo ero io!
Presi una sedia e mi ci sedetti sopra, appoggiando i gomiti sopra le gambe e la testa, verso il basso, sopra i polsi.
 
“Se le succede qualcosa, Harry…..” alzai lo sguardo per incontrare quello lucido di Louis e sentire, capire meglio ciò che voleva dirmi con quelle parole che gli uscivano tremanti dalla bocca.
Annuii abbassando la testa, non c’era bisogno che finisse la frase per farmi capire ciò che voleva dirmi.
 
KATNISS’ POV
Avevo paura.
Avevo una fottuta paura.
Stavo camminando da venti minuti per una strada che non avevo mai visto in vita mia.
Forse avrei dovuto accettarlo il passaggio di Harry e magari dirgli ciò che gli avevo urlato in faccia, arrivati a casa.
Un lampione minacciava di fulminarsi in pochi minuti; sembrava di essere in un film horror.
Camminavo a passo veloce, ma non correvo, per non dare troppo nell’occhio alle poche persone che passavano.
Un tonfo provenire da un vicolo mi spaventò, ma nel vedere l’ombra di un maledettissimo gatto ripresi a respirare regolarmente e rincominciai a camminare, fino a quando una macchina si accostò vicino a me.
Lì ci fu il panico assoluto e incominciai a correre, fino al momento in cui qualcuno non mi tirò a sé per un braccio e di colpo mi ritrovai faccia a faccia con Zayn.
Una lacrima mi rigò una guancia involontariamente e sempre nello stesso modo gli buttai le braccia al collo.
Le sue si  posarono sulla fine della mia schiena e lo strinsi fortissimo a me, senza neanche rendermene conto. Sprofondai nella sua giacca di pelle nera; sapeva di miele e tabacco.
Staccò lui l’abbraccio e mi asciugò una lacrima. Per un attimo mi sembrò…dolce?
 
“Scusa…” gli dissi imbarazzata riferendomi all’abbraccio.
Lui sembrò non capire, ma poi quando comprese a cosa erano riferite le mie scuse scoppiò a ridere.
Gli accennai un sorriso e lui fece altrettanto mostrando i denti bianchissimi, mi mise un braccio intorno al collo e mi portò in macchina accompagnandomi fino allo sportello del passeggero che aprii con gesto teatrale facendomi sfuggire un sorriso divertito.
 
“Come hai fatto a trovarmi?” interruppi quel silenzio imbarazzante che tormentava l’atmosfera da minuti.
 
“Non lo so” scoppiò di nuovo a ridere.
 
Ogni volta che sorrideva ero come costretta a farlo anch’io, era così contagioso per anche una come me.
Avevo appena abbracciato Zayn Malik, uno sconosciuto praticamente e ora ero anche in macchina con lui.
Dovevo accettare il passaggio di Harry, merda.
Mi ripetei all’infinito, fino a quando non riconobbi un vialetto e una casa.
 
“Non ho intenzione di entrare in casa di Harry e non provare a portarmici di peso perché giuro che ti sgancio un calcio in mezzo alle palle”
 
Zayn mi guardò terrorizzato e dentro mi divertii nel vederlo così.
 
“Ok, e allora dove vuoi andare?”
 
Stavo per rispondergli ‘a casa mia’, ma poi ricordai che non era possibile entrarci fino a domani pomeriggio, quando sarei potuta andare a recuperare la mie cose in palestra.
 
“Ti ospiterei da me ma non ho una stanza per gli ospiti e se venissi nel mio letto con me non penso che riusciremmo a dormire veramente!” ammiccò con un sorriso malizioso.
 
“Parla per te Malik!” incrociai le braccia sul petto.
 
“Non resisteresti, piccola” disse “….NON CON ME” ammiccò di nuovo.
 
Buttai gli occhi al cielo, però dentro risi per la sua spontaneità che, pur essendo tremendamente pervertita, era sincera. Almeno Zayn era divertente.
Stavo di nuovo facendo un paragone con Harry, santo cielo, ma perché?!
 
“Portami a casa di una mia amica, si trova a tre isolati da qui” gli dissi
 
Arrivammo in pochi minuti e senza aspettare che Zayn mi desse ‘la buona notte’ scesi dalla macchina, pregando per tutto il tragitto del portico che Cece avesse la buona volontà di aprirmi e di perdonarmi per la bidonata che le avevo dato sabato sera alla festa di Liam.
Suonai alla porta più volte ma nessuno mi venne ad aprire.
Girai la testa per indietreggiare e vedere se c’era qualche luce accesa;
 Il lunedì sera i genitori di Cece andavano sempre con degli amici a giocare a Bowling e lei era costretta a rimanere a casa da sola, anche se quasi sempre stavamo insieme a guastarci il fegato con schifezze e a guardare horror da lei, a meno che non fosse una delle poche serate in cui mio padre stava a casa ed io ero costretta a rinchiudermi in casa con lui davanti ad una partita di football.
Trovai Zayn a pochi passi da me che mi guardava impassibile, come se fosse stato normale il dovermi aspettare finchè qualcuno non mi apriva!
Ma chi si credeva di essere mio fratello? Il mio ragazzo?! non era neanche mio amico!
Smisi di pensare a lui e notai l’abat-jour accesa in camera di Cece.
Mi stava ignorando, anche lei era così arrabbiata, e diciamocelo, così stronza da addirittura non volermi aprire!
Arrabbiata approfittai della presenza di Zayn e lo trascinai vicino alla parete della finestra della camera.
 
“Metti le mani così” gli feci vedere come incrociare la mani per darmi la spinta necessaria per arrivare sopra il tettuccio del portico, da dove sarei potuta arrivare facilmente davanti alla sua camera e l’avrei costretta ad aprirmi.
 
Non ci fu bisogno che gli spiegassi cosa dovesse fare, perché lo capì subito.
Lui si chinò e io appoggiai un piede sopra le sue mani incrociate e cercai invano di darmi la spinta necessaria, con il suo appoggio, ma il tentativo fallì e quasi non mi rompevo l’osso del collo.
 
“Non sei tu che ti devi dare la spinta, ti devi spingere io verso l’alto, devi rilassarti” disse serio.
Devo rilassarmi?
Lo guardai con le braccia incrociate senza dire niente, non volevo dargli ragione nonostante sapessi che era vero.
 
“Facciamo così” si avvicinò verso di me, mi mise con la faccia verso il muro e appoggiò saldamente la mani sui miei fianchi, contò fino a tre ed infine mi sollevò con facilità da terra, mi sentivo così leggera.
In un batter d’occhio mi ritrovai tre o quattro metri più su rispetto a qualche secondo prima.
Avanzai e mi affacciai nella camera, scoprendo che la luce era semplicemente stata lasciata accesa accidentalmente e sbuffando ritornai verso la fine del tettuccio.
 
“Falso allarme, la mia amica non c’è, deve aver lasciata la luce ac…” non riuscii a finire La frase che il mio stivaletto scivolò sopra veranda sul bordo del tetto e il mio corpo, non volendo, si buttò nel vuoto.
In mezzo al mio cuore sentii formarsi una voragine e la sensazione di essere soffocata durò per pochi secondi.
Aprii gli occhi accecata da una fastidiosa luce bianca “Sono in paradiso..?” chiesi ancora stordita.
Mi venne regalato uno dei più bei sorrisi.
 
“No”
 
Mi guardai intorno e mi accorsi solo in quel momento che il moro mi teneva tra le sue braccia a mo’ di sposina. Mi rimise lentamente giù e ancora rimbambita mi appoggiai di peso sulla sua spalla, procurandogli un nuovo sorriso.
 
“Grazie” gli sorrisi anch’io, era il minimo.
 
“Ti ho salvata” disse “….di nuovo
 
“Già..” scoppiai a ridere, ma ancora ero spaventata e il cuore mi batteva a mille. Se lui non fosse rimasto lì ora come minimo sarei stata in coma; anche se, pensandola in un altro modo, era vero che senza di lui non sarei neanche salita lì sopra, quindi sotto un certo punto di vista era anche colpa sua.
Basta Katniss prendertela con tutti!
Mi rimproverai mentalmente; non riuscivo mai ad apprezzare niente e solo grazie a  quel episodio lo capii.
 
“Sei in debito con me..e so già come potresti ripagarmi i favori” disse alzando e abbassando le sopracciglia.
 
Eccolo che ritorna. Era proprio come Harry; prima faceva il ‘bravo ragazzo’ e sembra quasi che tu lo possa sopportare, che lo trovi dolce. Poi rincomincia a fare i pervertito e la magia si spezza.
*E si rincomincia con i paragoni con Harry*
 
“…..offrimi un gelato!” mi trascinò verso la macchina senza neanche farmi rispondere.
Io da dietro risi come una cogliona.
Davo troppi pregiudizi a volte alla gente, fraintendevo sempre tutto e pensavo sempre al peggio.
                                                                        ***
“Mi fai assaggiare il tuo?” chiese prima di ingozzarsi di panna.
 
“Ma se hai preso i miei stessi gusti!” gli dissi allontanando il cono dalle mie labbra.
 
“Va bene ma magari..il tuo è più buono!”
Risi come risposta e dopo aver preso in giro qualche coppietta che si sbaciucchiava nel parco risalimmo in macchina.
 
“Forse so io chi potrebbe ospitarti!” disse lui inserendo le chiavi.
 
Gli stavo quasi per chiedere ‘chi?’ ma la suoneria del suo cellulare mi interruppe e lui vedendo chi era mi fece segno di aspettare in macchina e scese.
Sicuramente una delle sue puttane pensai picchiettando le dita sullo sportello della mia macchina.
La mia attenzione era rivolta fuori, verso l’ennesima coppietta di innamorati che limonavano in macchina.
Mi venne un conato di vomito, quando un rumore mi distrasse e qualcosa sotto il mio sedile si illuminò.
Cercai a vuoto con la mano e afferrai qualcosa.
Un iphone nero.
Sullo sfondo del blocco schermo c’era un ragazzo riccio familiare abbracciare una ragazza, mai vista prima.
Che donnaiolo! Si mette come sfondo una che non è nemmeno la sua ragazza, che sfacciato!
Ma poi a me che importa!? Non è mica a me che mette le corna!
Non volendo l’occhio mi cadde sul messaggio appena arrivato
Amore, la prossima volta i preservativi li compri tu che sto spendendo tutte le mie paghette solo per comprarti quelli della marca che vuoi, dalla prossima volta faremo metà per uno. Mi sognerai questa notte?
                                                                                            Hollie Xx
 
Che schifo, oddio che schifo.
Sbirciai fuori dal finestrino per controllare che Zayn non ritornasse e sbloccai il telefono, che fortunatamente non aveva nessun codice.
Andai sulla casella messaggi e risi nel vedere che, mentre Hollie si impegnava a scrivere poemi come sms, le risposte di Harry erano tutte uguali e concise.
‘Ok’
‘Va bene’
‘Alle 8’
‘Anche io’
Poi andai a vedere sul rullino foto;
c’erano foto sue mentre giocava a football, di lui e i ragazzi, di lui e Hollie… ma particolarmente della stessa ragazza che era sul blocco schermo.
Lo sportello si aprì e di colpo feci scivolare il cellulare sul cruscotto della macchina.
 
“Chi-Chi era?” sorrisi nervosamente.
 
“Louis, voleva sapere come stavi” mi sorrise accendendo finalmente il motore.
 
“Pff” risposi mostrandomi irritata, ma in fondo mi piaceva che nonostante avessimo pesantemente litigato, si preoccupava ancora per me.
 
“Oh, ma cos’è quello?” disse indicando il cellulare davanti a lui.
 
“Oh è il cellulare di Harry”  si rispose da solo stupito afferrandolo.
 
“Veramente?” cercai di essere il più credibile possibile.
 
“Lo so che non ti piacerà, ma devo fermarmi a riportarglielo”
 
“Ah, tranquillo, tanto io rimango in macchina” dissi facendo spallucce “Anzi dagli pure questa” gli dissi sfilandomi la felpa rossa che portavo da tutto il giorno e sentii un freddo tremendo.
La lanciai a Zayn e quando si girò mi guardò sconcertato.
 
“Che c’è?” chiesi preoccupata. Il suo sguardo si abbassò di poco sotto il mio mento e con grande dispiacere scoprii che per la fretta nel negozio mi ero infilata la felpa senza maglia e ora ero in reggiseno davanti a Zayn che invece di guardare la strada mi fissava a bocca aperta ancora stupito.
 
“Merda Zayn attento!” distolsi i miei pensieri dal come ero conciata ad un camion che stava per venirci addosso e mi avvinai per spostare il volante al posto suo, evitandolo per un soffio.
Malik riprese subito il controllo della guida e per fortuna, superato l’automezzo, arrivammo al parcheggio davanti casa di Harry.
Entrambi tirammo un respiro di sollievo, quando ci riguardammo io mi misi le braccia attorno al busto e lui sorridendo maliziosamente mi lanciò la sua giacca dopo essersela tolta e uscì ammiccando.
 
“Mi stai provocando Billington!” disse per poi chiudere lo sportello della macchina.
 
                                                              ***
Era passata circa mezz’ora da quando Zayn era entrato e ancora di lui non se ne vedeva l’ombra.
Guardai l’orario e mancavano dieci minuti all’una e domani sarei dovuta essere più che sveglia a scuola, dato che dovevo essere attenta per le lezioni che avevo saltato quel giorno.
Scesi dall’auto e mi diressi verso la porta d’ingresso, ma delle voci provenienti dalla finestra vicino mi distrassero.
Erano Zayn, Louis e Harry, stavano parlando di qualcuno.
“Non sarai geloso?” chiese Malik ridendo.
 
“Di chi? Di lei? Ma l’hai vista?! Guarda te la lascio tutta per te, che schifo Zayn” rispose in tono disgustato il riccio.
 
“Dai poverina!” si intromise Louis parlando a stento tra una risata e l’altra.
 
“Ma che poverina! Mamma mia mi sta venendo su il pollo a immaginarmela in intimo, che puttana che è”
 
Mi allontanai dalla finestra e sbattei le spalle contro il muro.
Stava per caso piovendo? Non c’era nessuna nuvola in cielo, eppure le mie guance erano bagnate.
Mi stavano prendendo in giro, Louis stava ridendo di me e Zayn aveva raccontato loro della scena in macchina.
Perché mi fidavo della gente? Perché non avevo ascoltato la mia coscienza quando mi diceva di farmi i fatti miei e fidarmi solo di me stessa?
Sono una stupida ingenua.
Rimasi per minuti abbassata con la schiena contro il muro.
Mi alzai asciugandomi le lacrime, quando la porta si riaprì.
Harry non aveva ancora visto che c’era qualcuno di fuori, stava ancora ridendo…..di me.
Appena mi vide il suo sguardo improvvisamente tornò ad essere serio, ma quando mi squadrò quel filo di stupore si intravide nei suoi occhi.
Lo so cosa stava pensando.
Ero in reggiseno con la giacca aperta del suo migliore amico, qualsiasi persona potrebbe pensare male, figuriamoci se non lo avesse fatto un pervertito come Harry Styles.
Zayn apparve dietro Harry e con gli occhi mi chiese perché ero lì, ma da me ricevette solo che uno sguardo freddo, pieno di odio.
Louis mi aveva visto dalle scale ma anche lui ricambiava il mio sguardo gelido.
I miei occhi si andarono a scontrare con i suoi e sul mio viso feci apparire un sorrisetto malvagio perché subito dopo scostai con entrambi le mani i lembi della giacca, scoprendo il mio petto e la mia pancia nuda.
Il suo sguardo riagghiacciò a quella vista e mi fulminò. Vidi che aveva fatto uno scatto avanti che lo aveva fatto scendere di un gradino, ma non avrebbe avuto il coraggio di venirmi a fare la predica o di trascinarmi dentro, non questa volta.
Harry aprì la bocca passando lo sguardo dai miei occhi al mio seno.
Zayn con fare possessivo venne in avanti e mi chiuse la giacca, trascinandomi verso la macchina e non opposi resistenza, ma prima mi girai dietro per fare un occhiolino a Harry passandomi la lingua tra le labbra.
Lo stavo provocando e quando si irrigidì capii che avevo ottenuto ciò che volevo.
Dicevano che ero una puttana? Eh bene…li avrei accontentati!
 
 
HARRY’S POV
Louis aveva appena parlato con Zayn e si era assicurato che Katniss stesse bene.
Aveva detto che ancora erano fuori, ma che avevano fatto per tutto quel tempo?!
Dal centro commerciale a casa mia ci volevano massimo dieci minuti.
Mi stesi sul divano con la tv accesa su un canale di cucina e in pochi minuti presi sonno.
Il campanello della porta mi fece sobbalzare. Guardai l’orario ’12.11’.
 
“Ma chi è a quest’ora?” chiesi sbadigliando e aprì la porta.
 
“Hei” la voce di Zayn fece sobbalzare da di sopra Louis che scese tre o quattro gradini alla volta.
 
“C’è Katniss? Le è successo qualcosa?! STA BENE?!” Arrivò di fronte al moro con il fiatone.
Chiusi la porta facendolo entrare e ci sedemmo tutti e tre sui divani.
 
“No…è in macchina” disse sorridendo “..non è voluta entrare” abbassò lo sguardo quasi dispiaciuto.
 
“Ah..” si limitò a dire Louis non potendo evitare di mostrarsi triste.
 
“Dove hai intenzione di farla dormire?” chiesi io serio, preoccupato che mi rispondesse  ‘Da me’
 
“Da Liam, l’ho già chiamato”
Annuii in senso di approvazione.
“Hei Zayn ma…come va con le ragazze?” cambiò argomento Louis più vivacemente, parlare di Katniss in quel momento non era una bella idea per lui evidentemente.
 
“Beh…..”
 
Scoppiai a ridere ricordandomi dell’ex di Malik. Jessica Forth.
 
“Ora non sto con nessuno…” mi lanciò una frecciatina assassina, ma non mi spaventai e continuai al posto suo.
 
“Diciamo che l’ex di Zayn pesava come una bambina di cinque anni e mentre il povero Malik organizzava il loro appuntamento per il mesiversario lei si divertiva con tutta la squadra di Hokey” trattenni a stento le risate.
 
“AAAW CHE DOLCE ZZIIIIAN” gli pizzicò una guancia Louis, sapendo che Zayn odiasse quel soprannome.
 
“Non so come hai fatto ad andarci a letto, cioè è una piuma! Con una spinta la facevi volare e poi….bleah….mi ricordo quella giornata al mare..le se vedeva OGNI.SINGOLO.OSSO del corpo” mi rivolsi a Louis che, come me sembrava al quanto disgustato.
 
“Sì sarà pure esageratamente magra, ma quelle con meno carne sono più snodabili e agili insomma…” ci guardò maliziosamente.
 
“Davvero?! Uau….” Dissi riflettendoci veramente.
 
“Non sarai geloso?” chiese Malik ridendo.
 
“Di chi? Di lei? Ma l’hai vista?! Guarda te la lascio tutta per te, che schifo Zayn” risposi; effettivamente agile o no mi faceva senso solo pensarla senza vestiti.
 
“Dai poverina!” si intromise Louis parlando a stento tra una risata e l’altra.
 
“Ma che poverina! Mamma mia mi sta venendo su il pollo a immaginarmela in intimo, che puttana che è”
Zayn ci aveva sofferto un sacco per lei. Lui la amava ed era il primo vero amore per Mister Malik.
Era per questo che trattava ora le ragazze con molta più freddezza e superficialità, aveva paura di cascare un’altra volta in quel tranello, incubo per ogni ragazzo sulla faccia del pianeta, quel tranello chiamato amore.
Quello sì che ti metteva nei casini e Zayn non ne voleva più sapere.
 
“Ehm..Harry..possiamo parlare?”
Lo guardai storto perché non sapevo proprio cosa mi volesse dire, poi il moro mi prese per un braccio e mi portò in cucina.
Chiuse la porta e mi porse una felpa rossa, la felpa rossa.
 
“A proposito di Katniss…” incominciò a farfugliare arrossendo.
 
“Sì?” lo incoraggiai curioso.
 
“…puoi anche smettere con questa farsa del portartela a letto”
 
“PERCHèè?” chiesi all’inizio sconcertato, ma poi quando mi guardò stupito dalla mia reazioni mi spiegai meglio “Cioè.....” tossii “come mai hai cambiato idea?” chiesi mostrandomi più calmo.
 
“ci voglio provare” abbassò lo sguardo imbarazzato “con lei insomma….”
 
“Cosa?!” gli chiesi sbattendo un pugno sul tavolo.
Ecco lo sapevo, Zayn se la sarebbe presa e gli avrebbe fatto dimenticare me e quei pochi ,ma bellissimi, momenti che avevamo passato insieme.
Non avevo chance contro il fascino di Zayn. D’altronde lui era come il ‘capobranco’ del nostro gruppo: non avrei potuto mettere in discussione una sua decisione.
 
“Sì, questa volta voglio provare ad andare piano..mi piace” ora notai un piccolo accenno di malizia nel suo sorriso e questo mi fece un po’ sollevare: se Zayn avesse voluto portarsela solo a letto per poi scaricarla, avrei potuto riconciliarmi con lei offrendole la mia spalla su cui piangere.
 
“Sì certo, guarda caso hai preso questa decisione proprio quando si è tolta gli stracci di dosso” non mi accorsi nemmeno di averlo detto ad alta voce, ma non mi pentii del tutto.
Zayn infatti all’inizio non sapeva come rispondermi; un po’ sorpreso del coraggio che avevo avuto per sputargli la verità in faccia e un po’ perché non trovava una scusa perché ciò che avevo appena detto era solo che pura verità.
Zayn non si sarebbe innamorato mai di una ragazza, almeno dopo Jessica, senza un fisico decente.
Il suo cuore aveva ancora delle cicatrici che si dovevano rimarginare, non poteva permettersi di rimettersi in ballo con qualcuna. Non era la prima volta dopo la ragazza sottopeso che aveva detto che si sarebbe impegnato in una relazione e sarebbe andato piano, ma finiva sempre nello stesso modo; il secondo giorno, il giorno del sesso, trovava sempre il letto vuoto con al massimo un bigliettino di ringraziamenti e quelle ragazze non le vedeva più.
Perciò le sue parole non mi preoccuparono più di tanto;
 
“Perché hai qualche problema?” mi chiese diventando più serio.
Scossi la testa sbuffando.
La mia testa mi diceva che io ero come lui, anche io, secondo la mia coscienza, mi sentivo legato in qualche modo a Katniss solo dopo averla vista la sera della festa.
Era diverso; da quella sera per Katniss avevo provato un’attrazione fisica, ma già dapprima c’era qualcosa in quella ragazza che mi eccitava e incuriosiva.
La testa di un ragazzo con la cresta sbucò dalla porta della cucina.
 
“Zayn, è meglio che tu vada” si affrettò a dire “è quasi l’una e, conoscendola, già si starà sicuramente preoccupando che domani deve andare a scuola”
Sorridemmo tutti e tre al pensiero di Katniss e la sua mania della perfezione in tutto.
Solo quando curvammo contemporaneamente le nostre bocche in un sorriso capii che non avevamo in comune solo un’amicizia stupenda.
Avevamo Katniss.
Louis era il suo migliore amico.
A Zayn piaceva.
E…a me….a me…non sapevo ancora cosa fosse per me. Non la volevo mia, avevo una ragazza, ma non volevo però che fosse di nessun altro! Anche se sapevo che non sarebbe potuta restare sola per sempre.
 
“Allora salutami Jessica se la vedi al McDonald’s”disse Louis salendo le scale.
Ridemmo insieme e aprii la porta per accompagnare Zayn, ma quando guardai fuori mi si fermò il cuore.
La visuale di Katniss in reggiseno con la giacca di Zayn sopra, mi fece venire un brivido in tutti i punti del corpo.
Misi a fuoco la situazione;
Katniss
Reggiseno
Giacca di Zayn
Guardai Louis con gli occhi in fiamme; voleva andare lì e sgridarla, lo sapevo, ma si stava trattenendo sfogandosi sulle labbra con i denti.
Zayn sembrò, più che stupito, allettato dalla situazione.
Una parte di me gioiva nel vederla così, vedere il suo lato sexy, e il fatto che non ci facesse neanche apposta nel farmi quell’effetto, lo rendeva ancora più eccitante.
Distolsi, al contrario di Zayn, lo sguardo dal suo reggiseno e sfruttai il momento in cui sfidava Louis con gli occhi per notare che aveva pianto.
La ragazza si prese i lati della giacca di pelle per poi portarseli sui fianchi e scoprirsi di più il busto.
Era così bella; schiantata appena sui fianchi e ben proporzionata anche sul seno.
Rimasi ancora incantato da quella meraviglia per ancora poco, quando Zayn, evidentemente infastidito che qualcuno al di fuori di lui la potesse vedere così, la attrasse gelosamente a sé trascinandola verso la macchina.
Ammiccò e si bagnò sensualmente le labbra rosee.
Lo sapevo che lo faceva per ripicca, certo non mi stava facendo ingelosire con Zayn, ma mi stava provocando e purtroppo ci stava riuscendo veramente perché in quel momento avrei veramente voluto ricorrerli dietro, tirarla verso di me  e morderle ogni parte del viso.
Avevo paura; avevo paura di perderla, perché in lei c’era qualcosa di speciale che mi mandava fuori di testa e che ribaltava tutti i miei schemi di vita.
Non sapevo, ero troppo confuso.
Un’attimo la odio, in un’attimo vorrei che mi saltasse addosso.
Ero troppo stanco per decidere in quel momento cosa fosse quella cosa che provavo quando la vedevo, ci avrei pensato domani.
Mi ributtai nel divano, contento e sollevato, perché almeno dormendo non avrei dovuto né vederla né sentirla, ma non fu così…
perchè la sognai anche quella notte.




Look at meee girls!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto 21 e sottolineo 21 PAGINE WORD!
Sono le 01:12 e sono abbastanza staca perciò vi saluto!
Voglio sapere la vostra riguardo il litigio tra Louis e Katniss! 
E di Zayn e Harry.
SU SU SU ALZATE LE CHIAPPINE (OPPURE STATE SEDUTE AHAHAHHA, OK NO NON FA RIDERE) E  R E C E N S I T E!
VIPREGO *__*
-Loucri

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Capitolo 7
*** Seven ***



Capitolo 7


KATNISS’ POV

Entrai in macchina di Zayn, subito dopo aver ammiccato al riccio, ancora davanti la porta dell’ingresso, che chiuse solo dopo che Zayn mise in moto la macchina.
Il moro aveva acceso il motore ma, dopo essersi assicurato che Harry fosse rientrato, lo spense e si girò per poi fissarmi per interi minuti, impassibile.
 
“Mi spieghi che ti prende?” finalmente si decise a parlare.
 
Feci spallucce e con superficialità mi guardai le unghie, l’unica scusa che trovai per non guardarlo negli occhi, nonostante fosse buio.
 
“Perché sei venuta davanti alla porta?” mi chiese alzando di un ottava il tono di voce.
 
“Sapevi che sarei venuto io, tu dovevi solo restare in macchina” mi disse per poi riprendere un tono più tranquillo.
 
Il suo cambiamento di voce mi tranquillizzò, così fui capace di rialzare lo sguardo ed intravedere il suo nel buio della notte.
 
“Perché era da mezz’ora che ti aspettavo e domani devo, anzi dobbiamo, andare a scuola!” gli risposi alzando la voce per fargli capire che ero abbastanza alterata.
 
Non disse niente; roteò gli occhi all’in su e poi fece partire la macchina.
Per tutto il viaggio nessuno dei due aprì bocca, nonostante fremessi dalla curiosità di chiedergli dove mi stesse portando.
Mi limitai a lanciargli qualche occhiataccia, ma dato che non ricevevo nessun tipo di risposta mi arresi e incrociai le braccia, appoggiandomi con la testa sul finestrino.
Perché Zayn mi stava portando nell’isolato di casa mia? 
Alzai la testa proprio quando il moro si fermò per parcheggiare e, senza che io potessi dire nulla, scese dalla macchina.
Ma che intenzioni aveva?
Aspettai qualche minuto, perché pensavo che dovessi di nuovo rimanere segregata in quella macchina e sinceramente non avevo voglia di discutere un’altra volta con Mr. Ciuffo.
D’improvviso il suo volto spuntò dal mio finestrino e mancò quasi che mi venisse un infarto.
 
“Allora?! Quando ti decidi a scendere?” chiese sbuffando.
 
Feci spallucce ed uscii, spalancando così tanto lo sportello che per poco non lo ruppi.
Mi tese la mano sorridendomi; gliela porsi indecisa e stupita dal fatto che avesse cambiato, così ad un tratto, il suo umore.
 
“Sei lunatico” dissi seria con la fronte corrugata.
 
Lui si fermò e si girò di poco soltanto per sorridermi e mi strinse la mano ancora più forte.
Io e lui in teoria, in un certo modo diciamo, eravamo arrabbiati no?
Non sapevo se lui lo era dopo la scena con la giacca davanti a Harry e Louis, la quale ora avevo chiuso saldamente con la zip, ma io ce l’avevo con lui e stranamente non riuscivo a darlo a vedere.
Lui mi aveva presa in giro insieme Louis e quel pezzo di merda di Styles.
Sembrerà strano perché comunque lo ammetto: io ho sempre parlato male della ‘banda’ Malik & company, dicendo che prendevano in giro tutte le ragazze, naturalmente in un altro modo, dopo un approccio più…fisico.
Ma con me avevano comunque fatto lo stesso, in un altro modo, ma mi avevano sempre pur preso per i fondelli.
Avevo sempre detto e pensato realmente che tutti loro fossero degli stronzi patentati, ma dopo quello che in quei giorni avevo passato con Harry , ehm… cioè Styles, non me lo sarei mai aspettato da lui né tantomeno dal mio migliore amico.
Zayn non lo biasimavo; ancora non lo conoscevo e per ora la mia opinione su di lui era pressochè la stessa di prima: superficiale, donnaiolo e stronzo e il fatto che si sia permesso di raccontare l’episodio in macchina confermava ancora di più l’ultimo aggettivo da me affidatogli.
La mia mano era intrappolata dentro la sua, di una gradazione di colore notevolmente più scura della mia; ero pallidissima e se poi vogliamo anche metterci che il sole non lo vedevo mai restando sempre vicino Londra e non andando al mare!
Provavo odio per lui e per quello che mi aveva fatto, anche se in teoria lo odiavo anche prima, o almeno non lo sopportavo, ma allora perché quel suo contatto con la mano, nonostante non mi stesse nemmeno guardando, mi dava sollievo e sicurezza?
Forse era per quella sensazione che non mi obbiettai nemmeno quando mi trascinò davanti a una casa, che riconobbi solo quando, dopo avermi lasciato la mano e quindi uscita dal mio momento di trans, lui suonò il campanello.
 
“Ma questa è la casa di……” incominciai stupita.
 
“LIAM!” urlò il moro quando ne uscì un altro dalla porta.
 
Payne diede una pacca dietro la schiena a Zayn che, senza farsi tanti problemi, lo superò ed entrò dirigendosi verso destra e lasciandomi come un ebete ancora fuori sopra lo zerbino.
Distolsi lo sguardo dalla scritta ‘welcome’ sotto le mie converse e lo portai sugli occhi nocciola scuro del ragazzo sorridente che si era intanto appoggiato allo stipite della porta con fare spavaldo.
 
“Vuole entrare signorina o preferisce accomodarsi nella panchina lì fuori?” chiese retoricamente senza smettere per neanche un secondo di sorridere.
 
Sbuffai ed entrai dandogli una leggera spallata, facendogli il verso subito dopo averlo superato, ma evidentemente doveva avermi sentito perché scoppiò in una fragorosa risata, che a stento non ricambiai.
Imitai Zayn, che si era già seduto comodamente sul divano, con un’espressione impegnata verso la tv a fare zapping, anche se non so cosa avrebbe potuto trovare qualcosa di decente in tv a quell’ora.
Liam tornò dopo pochi minuti e si sedette nella poltrona di fronte a me.
Un silenzio imbarazzante invase la stanza; l’unico rumore proveniva dalla tv.
 
“Bene…” disse lui battendo e sfregandosi le mani.
 
“..bene” ripetei io annuendo come un ebete.
 
Non sapevo se ringraziare in quel momento Liam per avermi ospitato o se fosse stato meglio aspettare l’indomani.
Il suo sguardo si concentrò poi sulla tv, poiché Zayn aveva finalmente trovato un canale con una partita di calcio.
Avevo sonno ed ero stanca, ma invece che alzarmi per chiedere dove avrei dovuto dormire mi concentrai sulla giornata  per focalizzare bene cosa fosse successo e come fossero ,dopo tutto quel susseguirsi di fatti, i miei rapporti con le varie persone che conoscevo.
Con Louis avevo litigato e lì non ci pioveva;
forse ero stata anche esagerata al centro commerciale: dargli la colpa di quello che mi era successo quella notte di quasi quattro anni fa era stato veramente esagerato, ma il fatto che lui mi avesse messo in imbarazzo davanti a certa gente era vero ed imperdonabile.
 
L’altra mia migliore amica non mi parlava da qualche giorno e in quel caso però, ammettevo che era colpa mia: l’avevo scaricata a quella festa e non mi ero fatta più sentire, in verità neanche lei mi aveva chiamato, o almeno non lo potevo sapere, dato che il mio cellulare era rinchiuso in palestra con la mia borsa e le chiavi.
Ma in ogni caso ero io che l’avrei dovuta chiamare perché ero io nella parte del torto.
 
Con Zayn ero arrabbiata ma non riuscivo a darlo a vedere, forse perché gli ero ancora troppo grata del fatto che lui mi fosse venuto a prendere quella notte mentre girovagavo al buio, ma mi aveva pur sempre sputtanato.
 
Su Harry non c’era niente da dire, o almeno era quello che volevo pensare.
Avevo ammesso a me stessa che quel bacio mi aveva fatto male e forse era quella la principale causa per cui io quella sera lo avevo attaccato così e speravo vivamente che lui non lo avesse capito.
Inoltre c’era anche il fatto che mi aveva dato della puttana e aveva spudoratamente detto che gli facevo schifo e per questo non gliel’avrei fatta passare liscia.
 
A quel pensiero lanciai un’occhiata alle buste del centro commerciale che avevo appoggiato sul divano, accanto ai miei piedi.
Non avevo nessuno.
Mio padre sicuramente sarebbe stato fuori per un bel pezzo, sennò a quell’ora non avrebbe mai mandato Louis a stare da me e in più, il mio telefono sarebbe stato pieno di sue chiamate e messaggi.
Liam era l’unico con cui non ero incavolata, certo avevo pur sempre un pregiudizio su di lui in quanto appartenesse al gruppo degli stronzi, ma avevo comunque notato che aveva un qualcosa di puro e interessante.
E poi non era nemmeno un totale sconosciuto; non aveva sempre abitato qui.
Si era trasferito subito dopo la morte di mia madre e molto spesso, dopo che mio padre si era ripreso dalla depressione, avevo giocato a casa sua e ci invitavamo reciprocamente alle feste di compleanno.
Sorrisi a quel ricordo e lo guardai; si era spostato accanto a Zayn .
Erano troppo concentrati per accorgersi che li stavo guardando divertita.

 
ZAYN’S POV

Aprii faticosamente gli occhi, abbagliato dalla luce di una grande finestra.
Mi passai i pugni sopra le palpebre e mi stiracchia con difficoltà perché sentii un peso su tutto il bicipite destro.
Aprii definitivamente gli occhi e mettendo a fuoco realizzai che la sagoma  di Katniss era accucciata sopra l’intero mio braccio con la faccia appoggiata sul mio petto.
Aveva le labbra piene semi aperte e respirava dolcemente dalla bocca beandomi del suo fiato caldo che mi arrivava al collo e che mi eccitava troppo.
Era una ragazza scorbutica e acida, ma aveva uno dei sorrisi più belli del mondo.
Mi accorsi solo dopo che  ci eravamo addormentati la sera prima sul divano.
Scostai la testa appena, per non svegliare Katniss e per vedere se anche Liam era nelle stesse nostre condizioni, ma la poltrona era vuota e non ebbi il tempo di pormi la domanda di dove fosse perché mi riaddormentai.

 
HARRY’S POV

La sveglia aveva suonato come sempre alle sette in punto, ma io ero già sveglio da ore con lo sguardo fisso sul soffitto del soggiorno.
Avevo rinunciato a dormire da un po’;
Katniss mi tormentava nei sogni.
C’erano sogni belli che erano più che altro flashback e altri invece che erano incubi e non riguardavano solo lei, ma anche Gemma.
Louis entrò in sala già vestito.
 
“Hei” disse con un mezzo sorriso.
 
Feci un segno con la testa per ricambiare il saluto.
Mi prese i piedi e li spostò fuori dal divano per farsi spazio per sedersi.
 
“Da quanto sei sveglio?” chiese lui sicuro.
 
“Mi sono svegliato quando ha suonato il cellulare per la sveglia” gli dissi come se fosse ovvio e mi alzai nervosamente, tradendomi.
 
“Pff perfavore Harry non dire cazzate” mi diede una spinta scherzosa lui
 
Cercai di fare l’espressione più stupita al mondo ma non ci riuscii per molto e mi arresi abbassando la testa.
 
“Come hai fatto a saperlo?”
 
Louis rise “Avevi smesso di russare e non penso che sia stato un miracolo dopo diciotto anni”
 
Gli rivolsi uno sguardo assassino ma subito dopo lo vidi smettere di ridere per poi tornare più serio.
 
“So che hai smesso di dormire….ma non so perché” disse chiedendomi implicitamente quella domanda alla quale non volevo rispondere.
 
Sarebbe bastato un semplice nome per dargli delle spiegazioni, ma non potevo e non volevo.
Non potevo perché quello con cui stavo parlando era, sì il mio migliore amico, ma era pur sempre, anche se avevano litigato, il migliore amico di Katniss e da come era stato protettivo con lei al centro commerciale potevo intuire che non avrebbe mai accettato neanche l’idea che io pensassi minimamente a lei.
Probabilmente proprio perché era il mio migliore amico non voleva.
Sapeva come trattavo le ragazze, come andavano a finire le mie ‘relazioni’.
Io comunque non pensavo a Katniss in quel senso, no proprio no, l’avevo semplicemente sognata, Dio, non significava niente.
 
“incubi..” restai sul vago.
 
Louis si irrigidì e per un attimo temei il peggio ma poi mi appoggiò una mano sulla spalla quasi in senso di conforto.
 
“Gemma?”
 
Certe volte odiavo il fatto che Louis mi conoscesse così dannatamente bene.
Sapeva tutto di me.
Annuii arrendendomi all’idea di mentirgli.
 
“Ne vuoi parlare?”
 
Scossi immediatamente la testa; non volevo restare a rattristirmi prima di andare a scuola.
Lui annuì di consenso e si alzò.
 
“allora, andiamo a prendere quegli scostumati dei nostri amici?” disse lui allontanandosi in cucina.
 
“Perché scostumati?” chiesi finalmente alzandomi da quel così comodo divano.
 
Louis alzò le spalle sorseggiando la sua tazza di caffè.
 
                                                          ***
Ci incamminammo verso casa Payne, come ogni giorno.
 
“Non so la voglia che tu possa avere ad alzarti a quest’ora solo per accompagnarci tutti a scuola” gli dissi ancora incredulo.
 
Io già faticavo ad alzarmi ed ero obbligato a farlo, Louis ora che aveva finito gli esami poteva godersi il massimo del relax ma aveva scelto di venire ugualmente fino a scuola ‘in nome dei vecchi tempi’ aveva detto, ma lui andava con la macchina della madre al liceo e sapevo benissimo qual era invece il vero motivo per cui veniva.
Il motivo si chiamava Katniss.
Risi al pensiero di quanto fosse buffo Louis e quando mi guardò confuso smisi; non volevo rinfacciarglielo perché avrei svelato i suoi piani.
Ammiravo la loro amicizia, ero quasi geloso e il bello era …che non sapevo di chi!
Louis non aveva mai fatto così con me;
se litigavamo non ci parlavamo, punto.
Non cercava di starmi vicino per vedermi o chissà cosa.
I miei pensieri furono interrotti quando mi accorsi che eravamo già arrivati davanti alla porta di casa si Liam e Louis aveva suonato il campanello senza ricevere una risposta.
 
“In effetti siamo un po’ in anticipo” affermò guardandosi l’orologio da polso.
 
Continuò a premere il bottone insistendo, fino a quando un ragazzo con gli occhi socchiusi e dall’aria assonnata ci aprì.
 Indossava solo il sotto del pigiama perciò intuii che ancora nessuno in quella casa si era svegliato.
 
“Buoooongiorno” disse Louis superandolo e io non potei fare altro che seguirlo.
 
Il moro stava quasi per ribattere, forse notando che mancava quasi mezz’ora all’orario in cui dovevamo presentarci lì, ma poi si limitò a chiudere la porta e a seguirci verso il salotto.
Di colpo le risate che io e Louis stavamo producendo si spensero in un colpo con visuale che ci si presentò davanti.
Evidentemente neanche Liam, stupito come noi, aveva notato che Katniss e Zayn dormissero sul divano accoccolati, abbracciati.
Louis strinse i pugni e seguii il suo sguardo che si era diretto sulle mani di Zayn che erano posate sopra le natiche della ragazza che dormiva beata sopra il suo petto.
Di scatto lanciai lo zaino per terra e mi avvicinai da dietro al divano alla figura della coppietta che dormiva ancora.
Guardai Louis, ancora con espressione seria, che  aveva capito ciò che volevo fare e chiesi con gli occhi il suo consenso che mi inviò con un semplice cenno con la testa.
Le mie grandi mani staccarono per primo le sudici mani di Malik dal corpo della  ragazza.
Mi soffermai per qualche momento ad osservare il profilo di Kat che dormiva tranquilla, sembrava un angelo.
Poi la finta tosse di Louis, che mi spronava a continuare l’operazione, mi riportò alla realtà.
Così, con entrambe le mani buttai bruscamente, con tutta la forza che avevo, il corpo di Malik sul tappetto, risvegliandolo di colpo.
 
“Harry, amico, che ti prende?” chiese lui toccandosi la testa probabilmente dolorante.
 
Non ebbi neanche il tempo di rispondere che Katniss si risvegliò.
L’attenzione di tutti i presenti si concentrò su di lei, che appena si mise a sedere aprendo gli occhi, scoppiò incosapevolmente in una risata  quasi imbarazzata.
Ma notando la presenza di Louis e la mia si ricompose e si alzò offrendo una mano a Zayn che era ancora accasciato a terra.
Le pendeva dalle labbra, anche un ceco avrebbe potuto vederlo, non so come lei invece non se ne accorgesse, e se lo avesse già fatto era brava a fingere che fosse tutto normale.
Appena Zayn fu in piedi si rigirò verso Louis e me, dato che intanto lo avevo affiancato.
 
“io-io devo…” incominciò guardando Liam.
 
“Andarti a cambiare?” finì la sua frase notando che ancora indossava la giacca di Zayn.
 
Mi lanciò, naturalmente, un’occhiataccia e annuì guardando di nuovo Liam.
Louis se ne stava in silenzio a guardarla.
 
“Ah sì, puoi usare il bagno di sopra, in fondo a destra, ci sono degli asciugamani puliti nell’armadietto sotto il lavello” disse lui sorridendole.
Lei ricambiò, prese una busta di un negozio vicino al divano e si diresse verso l’uscita del salotto ed a ostacolarla c’eravamo io e Louis.
Mi diede una spallata e raggiunse le scale, che salì pesantemente.
Io e Louis ci soffermammo ancora su Zayn che intanto di era messo seduto sul divano.
 
“Ma che ho fatto?” chiese stupito che entrambi lo stavamo guardando in malo modo.

 
KATNISS’ POV

Mi ero totalmente scordata di mettere la sveglia la sera prima, anche se sinceramente non sapevo proprio come avrei potuto farlo dato che non avevo la radiosveglia di casa mia e neanche il cellulare.
Ma il fatto più importante era che mi ero scordata che, come tutti i giorni, Harry venisse a prendere Liam a casa per andare a piedi a scuola insieme.
Non avrebbe cambiato un gran che se lo avessi saputo prima, ma almeno mi sarei preparata psicologicamente.
E poi perché era venuto anche Louis?! 
Trovai finalmente il bagno e chiusi a due mandate la porta.
Mi sciacquai il viso e mi guardai allo specchio, facendo un grande respiro.
Aprii finalmente la busta e mi morsi il labbro inferiore alla vista della cavolata più grossa che avevo mai fatto.
In quel momento volevo ritornare indietro e non aver mai comprato tutti quei leggins e jeans stretti. Lo avevo fatto in quel momento in preda alla rabbia, come se volessi punire loro, perché sapevo che vedendomi vestita così avrei fatto capire a Louis che non mi avrebbe comandato, che non stavo alle sue regole.
Presi i leggins neri e me li infilai lungo le gambe snelle e poi aggiunsi una maglia semplice che mi arrivava fin sopra il sedere.
Purtroppo la maglia, come naturalmente i leggins, aderivano tutto il mio busto e metteva in risalto il mio reggiseno a coppa.
Non avevo un seno né troppo abbondante né troppo piccolo, avevo una terza, ma era sempre nascosta dalle maxi-maglie che indossavo e un po’ me ne vergognavo.
Non avevo comprato felpe così mi rimisi la giacca di Zayn che mi allacciai.
Rimisi tutte le mie cose nella busta e scesi le scale con fare deciso; se fossi scesa piano avrei attirato più attenzione e poi avrebbero capito che mi sentivo a disagio.
Entrai nel salotto.
Erano tutti seduti sul divano a guardare la tv, con i rispettivi zaini.
Io avrei preso i libri dall’armadietto.
Il primo a notarmi fu Zayn che mi sorrise. A seguirlo ci fu poi Harry che mi esaminò dalla testa ai piedi.
In fondo non indossavo niente di diverso dalla sera precedente: avevo le collant di danza e una canottiera, o meglio prima avevo una canottiera e poi la giacca Di Zayn.
 
“Andiamo?” chiesi a bassa voce guardando Zayn, pur di non guardare ..altre persone.
 
Malik, fortunatamente, scattò in piedi e mi prese per mano avvicinandosi all’uscita.
Gli altri ci seguirono subito dopo e insieme ci avviammo verso scuola.
Davanti c’eravamo io e Zayn, con Liam a pochi passi dietro, mentre isolati dal gruppo c’erano Louis e Harry.
Ogni tanto mi ero girata facendo finta di guardare un albero o un gatto e con la coda dell’occhio avevo notato che entrambi ci stavamo incenerendo con lo sguardo.
Lascia la mano di Zayn e lo vidi un po’ dispiaciuto.
Mi slacciai la giacca, ma Zayn mi stoppò.
 
“No, tienila, sta meglio a te” disse sorridendo dolcemente.
 
Ci eravamo fermati perciò Harry e Louis ci avevano raggiunti e avevano ascoltato.
Guardai Harry e i nostri occchi si incrociarono per qualche istante, che forse per Zayn sembrò troppo lungo perché mi riprese gelosamente per mano con la scusa che stavamo facendo tardi.
 
                                                                        ***
La mia matita era diventata una specie di caramella per i miei denti.
Il prof. di fisica stava spiegando la lezione precedente apposta per me che ero stata assente, ma comunque non riuscivo proprio a starlo a sentire.
 
“Scusi prof. posso andare in bagno?” chiesi in tono del tutto pigro e annoiato.
 
Il professore mi guardò in aria interrogativa “Billington come mai vai sempre in bagno durante le mie lezioni?” mi chiese divertito.
 
“Eh …l’attrito mi stimola troppo…e noi Billington ,sa, abbiamo la vescica piccola” dissi in tono saccente provocando una risata generale.
Il prof. sembrò infastidito da ciò, ma mi fece comunque segno per uscire, anzi forse gli avrei anche fatto un favore andandomene.
Uscii con un sorretto soddisfatto in volto.
Entrai nell’ultimo bagno dove andavo di solito e dove trovavo appunto situazioni accettabili dato che, non so per quale motivo, le ragazze non lo usavano spesso.
Forse per la fretta di fare pipì…o altro che prevedeva anche un ragazzo, entravano nel bagno più vicino.
Appena abbassai la tavoletta sentii delle voci di persone appena entrate nel bagno.
Riconobbi immediatamente quella stridula di Olivia e subito dopo quella roca e sensuale di Styles.
Smisi di fare ciò che stavo facendo, ovvero pisciando –scusate la mia ‘finess- e mi misi ad ascoltarli attaccata alla porta.
Sentii dei gemiti provenire in intervalli tra gli schiocchi dei vari baci.
La porta di un bagno si chiuse e scoprii che era quello accanto al mio: riconobbi il piedone di Harry che rimaneva all’estremo tra il ‘suo’ e il ‘mio’ bagno, dato che sia in basso che in alto erano comunicanti.
 
“Togliti la maglietta Olly” disse Harry in tono strozzato.
 
“…Harry” si obbiettò lei con voce tremante, probabilmente lui intanto le stava baciando il collo provocandole dei sensi di piacere che non le permettevano di parlare.
Di nuovo le sue labbra stavano toccando quelle di Olly, lei era la sua ragazza, ma in quel momento ero troppo presa a origliare, divertita dalla scena per rattristirmi con la prima volta.
 
“Harry” disse lei con tono più deciso.
 
“Che c’è?” chiese lui scocciato  e notai dalle sue scarpe che avevano preso le distanze l’uno dall’altra.
 
“Non posso….” Disse lei sussurrando.
 
Mi prese un infarto quando sentii Harry sbattere un pugno sul muro.
 
“Ma quante volte ti sono venute in questo mese cavolo?” sembrava quasi..arrabbiato?
 
“Eh lo so non è colpa mia….” Disse lei ancora in tono dispiaciuto “…ma se vuoi…..” aggiunse diventando più provocante avvicinandosi ai lui.
 
“Posso fare…..” continuò sempre più maliziosa.
I conati arrivarono alla mia bocca ma subito si fermarono quando lo sentii stopparla.
 
“No!” si arrabbiò.
 
“Io te lo dico Olivia, se non me la dai ancora per molto ti giuro che mi scopo la prima che passa!”
 
CHE.SCHIFO.
Che schifo di persona, che schifo, oddio che schifoo! L’ho già detto che schifo?!
Che malato, cioè pur di soddisfare i suoi bisogni sessuali era capace di dire alla ragazza che l’avrebbe potuta tradire?
Che bastardo.
Per minuti nel bagno dominò il silenzio.
 
“Ah sì? E chi per esempio?….la Billington?!” disse lei imitando il suo tono arrabbiato.
 
La cosa si faceva al quanto interessante, ma non capivo perché Olivia avesse messo me di mezzo che non c’entravo assolutamente nulla.
 
“Ma cosa c’entra adesso Katniss?” chiese Harry.
 
Katniss; il mio nome detto da lui sembrava quasi bello.
Io lo odiavo.
“Credi che non abbia notato come la guardi, Harry? O come lei guardi te?”
 
Come lo guardavo io? O meglio, io lo guardavo?
Nemmeno mi accorgevo che esisteva quell’essere inutile!
 
“Ma che cazzo stai dicendo Olivia!?”
 
Non le diede neanche il tempo di ribattere che: “Dai esci su, già mi hai rotto le palle”
La ragazza uscii subito dopo e sentii Harry aprire il rubinetto.
 
Harry ho dolori mestruali non possiamo, Harry non adesso perché non mi sento bene, Harry mi fa male la fregna, Ma vaffanculo eh!” lo sentii imprecare su Olivia.
 
Non ci riuscii; non riuscii a resistere e scoppiai in una risata troppo forte perché lui non la potesse sentire e di colpo mi tappai la bocca con la mano, ma ormai era troppo tardi.
Sentii dei passi farsi sempre più vicini.
 
“Chi c’è lì dentro?” chiese bussando.
 
Non ebbi il coraggio di rispondere e ceraci semplicemente di smettere di ridere e mi uscivano solo dei piccoli gemiti di risate trattenute, sperando che lui non li sentisse.
 
“Katniss” non ero io che parlavo, era lui.
Era più un’affermazione che una domanda.
 
“è inutile che fai finta di niente, ho visto le tue converse”
 
Ma che razza di spiegazione era quella? Quanta gente avrebbe mai potuto indossare delle Converse?
Ero per caso l’unica? Bah..
 
“Dai esci” non era arrabbiato.
 
Sbloccai il bagno e aprii la porta ritrovandomelo di fronte.
 
Il blu dei miei occhi si infranse nei suoi verdi, ma la mia risata distrusse quel momento ‘da film romantico’.
Stavo per esplodere, mi toccai la pancia dolorante dalle risate e mi asciugai una lacrima impigliatasi tra le ciglia inferiori.
 
“Che c’è da ridere?”
 
Lo sorpassai e mi avvicinai al lavello insaponandomi le mani.
 
“allora uno, sei un essere spregevole, hai il pisello al posto del cuore” lo guardai dallo specchio, mentre mi ascoltava appoggiato alla porta di uno dei bagni dietro di me.
 
“E due, mi ha fatto ridere la tua imitazione di Olivia e insomma…la situazione in generale” finii sorridendo.
 
Katniss non farti sembrare amica, stai parlando con il tizio che ti ha chiamata puttana, santa miseria!
La sua faccia sembrò però impassibile e dannatamente seria.
Dato che non ricevevo nessuna risposta feci i primi passi per andarmene, ma lui mi avvicinò a sé prendendomi per un polso.
 
“Sì, e ti fa ridere che lei pensi che io la voglia tradire con te?”
 
Il mio sguardo passò dalle sue labbra ai suoi occhi in continuazione; non sapevo quale dei due fossero più attraenti.
 
“Sì” affermai con decisione “perché è la cosa più stupida che io abbia mai sentito, Styles
 
Un ghigno si curvò sulle sue labbra.
 
“Ah beh certo, mi ero scordato che parlavo con una santarellina” disse lasciando la presa.
Ora che ne avevo la possibilità potevo anche andarmene, ma non lo feci.
 
“Non è perché non mi piaci tu, Styles, che io devo essere per forza una santarellina eh” gli risposi a tono.
 
“Ah giusto….Zayn” lo disse quasi in tono disgustato.
 
“Ma si può sapere che vuoi da me?” me ne stavo andando definitivamente ma lui mi rifermò di nuovo, riportandomi nella stessa posizione di prima, se non più vicino.
 
“Non è che adesso mettendoti questi vestiti sexy puoi trasformarti, Katniss, sappiamo bene sia io che te che tu hai paura soltanto a varcare i corridoi vestita semplicemente così, figuriamoci a stare con uno come Zayn”
 
UOUOUO.
Aveva detto in qualche modo che ero sexy?
Stava per caso dicendo che io non avrei avuto le palle per stare con uno come Zayn?
Ma come cazzo si permetteva?
 
“Ah no? A me Zayn piace invece” dissi sfidandolo.
 
In parte era vero ciò che avevo detto, ma più che altro lo dicevo per difendermi.
 
“Ti può piacere quanto ti pare ma non hai le palle per starci, non lo faresti mai, sei troppo frufru per andare alle feste, per stare con uno come me o Zayn, per vestirti come Ollie…”
 
“Ciao Harry” mi slegai dalla sua presa e uscii.
CHE STRONZO.
Percorsi tutto il corridoio a passo poco leggero e aprii la porta della mia classe nello stesso modo, attirando tutta l’attenzione su di me.
 
“Oh signorina Billington vedo che è di cattivo umore”
 
“Sì prof. mi girano un sacco le palle” mi tappai la bocca invano, ormai aveva sentito tutto.
 
                                                          ***
Ero in segreteria del preside da quasi un’ora. Il ragazzo che doveva essere dentro dovevo averne combinato una grossa!
Dopo pochi minuti finalmente la porta si aprì e sbuffai alzandomi.
 
“Kat” mi sorrise un moro dalla cresta uscendo da quella stessa porta.
 
“Hei Zayn” gli sorrisi divertita pensando a cosa abbia potuto combinare quel deficiente per stare così tanto dal ‘boss’.
 
“Come mai sei qui?” chiesi curiosa.
 
“Bah…ho chiamato un secchione ‘secchione’, ho fatto lo stesso con uno sfigato, poi ho fatto dei murales in palestra, ho fatto un gavettone alla squadra di la cross e…..ah sì ho preso il microfono dalla presidenza e ho urlato ‘VAS HAPPENIIING’”
 
Scoppiai a ridere “Ah allora eri tu”
 
“Già….e tu? Una perfettina come te cosa ci fa qui dal preside?”
 
Lo guardai male “Ho risposto male al prof. di fisica…”
 
“Eh brava la mia Billington” disse dandomi una leggere pacca sulla schiena che ad un tratto si trasformò in una carezza che mi fece venire i brividi su ogni punto del corpo.
 
Sorrisi imbarazzata poi una signora mi avvisò che dovevo entrare e salutai con la mano Zayn.
 
“Ci si vede a mensa” aggiunse lui.
 
A mensa? Con lui? O meglio….con loro?!
 
                                                                              ***
Dal preside me l’ero cavata con qualche scusa.
Presi il vassoio e presi tutte le schifezze che le cuoche mi sbatterono col mestolo sul piatto di plastica.
Mi girai per cercare un buco tra i tavoli.
Stavo per avviarmi verso il tavolo di Cece, pur sapendo che non ero desiderata lì, ma ad un tratto si aggiunsero Harry, Zayn e Liam e quest’ultimo schioccò anche un bacio a fior di labbra delle ragazza.
Rimasi immobile in mezzo alla mensa.
Liam e Cece?! Ma….Liam e Cece!!!!!!!!!!?
Rimasi inerme con il vassoio in mano quando Scott,un ragazzo senza cervello e pieni di muscoli capo della squadra di pallanuoto, mi prese per un braccio e mi fece sedere al suo tavolo.
 
“Ciao Katniss” disse arcando sensualmente le sopracciglia.
 
Non ebbi il tempo di ribattere che un altro braccio mi prese da dietro.
 
“Scusa amico, lei viene con me” sentii la voce calda di Zayn vicino l’orecchio.
 
Scott sembrò intimidito e infatti non disse niente.
Malik prese il mio vassoio con una mano e con l’altra mi trascinò.
 
“Non capisco perché tutti mi fissano” dissi quando arrivammo seduti al tavolo.
 
Zayn mi fece segno di sedermi accanto a lui, rigorosamente avanti a Harry.
Io e Cece ci guardammo con uno sguardo di sufficienza, ma la mia attenzione fu catturata in seguito dalla risposta di Payne.
 
“Perchè con questa tua trasformazione hai attirato l’attenzione di molti maschietti arrapati”
 
Lo guardai con aria disgustata.
Harry e Zayn mi fissarono in modo rimproveratorio.
 
“Comunque……ragazzi stasera ci sarà un Play Hard a casa di Tiffany” cambiò discorso Harry.
 
“Cos’è un Play Hard?” mi anticipò Cece.
 
“è una festa normale dove però ci sono dei giochi obbligatori come obbligo o verità, sette minuti in paradiso, vodka tube.. eccetera..” spiegò Liam.
 
“Ah sembra divertente” disse lei strusciando il naso contro quello del presunto ragazzo.
 
Che merda..
 
“Katniss tu ci vieni con me?” mi chiese di colpo Zayn.
 
Harry per poco non si strozzò con il budino e scoppiò in una risata isterica.
 
“Ma ti pare!” sussurrò, ma io lo sentii ugualmente, così come Zayn che gli lanciò una frecciatina.
 
“Certo!”
Perché tutti guardavano me?
Oh cazzo, quella parola era uscita dalla mia bocca.
Tutti i presenti mi guardarono sbalorditi.
 
“Perfetto, passo a prenderti alle 22 stasera” mi sorrise Zayn.
 
“Attento Zayn, guarda che potrebbe darti buca…ne so qualcosa”
 
Lanciai uno sguardo omicida verso Cece.
 
“Ma aspetta è sta-stasera?” chiesi
 
Lui mi annuii.
 
“E domani c’è scuola…” mi incominciai a mangiucchiare il pollice della mano destra.
 
“Qualche problema?”
Guardai Zayn, ma la sua bocca non si era mossa perciò girai lo sguardo per incontrare quello di Harry che mi sfidava divertito.
 
“No, era per sapere” gli dissi mostrandomi il più tranquilla possibile.
 
“Verrò, ci vediamo stasera” mi alzai per andarmene, non prima di aver dato però un bacio sulla guancia a Zayn, notando con la coda dell’occhio che Harry mi fissava come se avesse voglia di darmi fuoco.
 
Avevo accettato;
Sarei andata alla festa,    con Zayn,       e lo avevo baciato.
Okay, lo stavo proprio sfidando.

Katniss naturalmente hai fatto un’altra delle tue cazzate e lo sai.




Look at me!
Hola pipoool
inatnto voglio dirvi che domani partirò in vacanza alle isole tremiti perciò per una settimana non ci sarò a scrivere.
è l'una passata perciò ve la faccio breve e vorrei ringraziare tutte quelle che hanno recensito, ma anche quelle che ahnno messo tra le seguite/ricordate/preferite.
Oggi ringrazio chi ha recensito ,anche più di una volta:


harryssmartness
WannaBeBooEllis
crr1294
alex_swiftie99
vittoria_H
rawrrharold
PandinaSwang
Onedinmyheart
Sara_Scrive


Eccovi il mio Twitter, se mi menzionate vi do il follow back!
Non so se ho scritto i nomi bene ma sono stanca e domani devo alzarmi alle 5 non so voi ahahhaha
CONTINUATE A RECENSIRE VI PREGO.
Kiss Loucri

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Capitolo 8
*** Eight ***


Capitolo 8
 
Lo sapevo che quello che avevo appena fatto era la cazzata più grossa che avrei potuto combinare;
accettare quell’invito per quel tipo di festa era come sfidare me stessa e strappare il foglio immaginario con scritto tutte le regole che mi ero posta da sola.
Dovevo ammettere che, però, avevo avuto la grande soddisfazione di vedere le facce stupite di tutti i presenti del tavolo, soprattutto quelle di Cece (si legge #SISI# e non #CECE#, per chi non lo sapesse) e di..Harry.
Mi aveva sfidato e io ero stata troppo orgogliosa per farlo ‘vincere’.
Ero uscita dalla mensa, diretta verso l’uscita della scuola, nonostante mancassero cinque minuti da spendere ancora a pranzo.
Il mio passo deciso su frenato, però, da una fredda mano che mi tenne per il polso.
Ero sicura che appena mi sarei rigirata avrei trovato una massa di capelli ricci e due smeraldi di occhi a guardarmi, ma con una strana delusione trovai i due occhioni nocciola e i capelli tremendamente lisci di una ragazza.
 
“Mi spieghi che ti salta in mente?” mi chiese ancora notevolmente confusa.
 
“Noi due non eravamo arrabbiate Francesca” sottolineai il suo nome completo, con la consapevolezza che a lei dava fastidio.
 
La vidi infatti trasalire nel sentire il suo nome detto così, da me.
Non disse niente, semplicemente lasciò andare il mio polso, slegandolo dalla sua stretta ferrea, e prima che lo potessi fare io, se ne andò.
Restai a fissarla da lontano fino a quando non svoltò l’angolo per poi riprendere i miei passi.
Non capivo la sua reazione; la Cece di una volta sarebbe stata sorpresa, sì, ma anche molto eccitata nel trovarmi ad accettare un invito per una festa, cosa che cercava di rifilarmi lei da anni.
Ero troppo impegnata a divagare tra i miei pensieri che mi scontrai con qualcuno, così bruscamente che per poco non caddi a terra.
Girai la testa di lato e trovai una chioma rossa.
 
“Billington stai attenta a dove cazzo metti i piedi”
 
troia” dissi a denti stretti quando finalmente la superai.
Sfortunatamente non mi aveva sentito;
lo so che può sembrare strano ma mi era sempre piaciuto litigare con Olivia, fin da piccola. Forse perché avevo una forza sovraumana, pur essendo una ragazza, e quindi mi ero sempre assicurata la vittoria negli scontri corpo a corpo.
Pensare che anche quella sera sarei stata obbligata a rivederla, rivedere la sua lingua passare all’interno della bocca di Styles e viceversa.
Beh almeno avrebbero potuto prendere una stanza, lontano dai miei occhi, e se non lo avessero fatto, giuravo solennemente, che ce li avrei portati io.
Passai davanti casa mia e con tutta la felicità, intravidi la piccola auto di Rosita, ovvero la governante, fuori da casa mia.
Zompettai fino al vialetto cercando di fare uno di quei salti che si fanno nei film quando qualcuno è felice, con un pessimo risultato.
Mi ritrovai spiattellata a terra, con la faccia tra l’erba del giardino.
Mi rialzai di scatto, ripulendomi i pantaloni e guardando in giro se qualcuno avesse assistito alla scena e con grande sollievo notai che l’intera via era deserta.
Ripresi a camminare verso l’ingresso, quando sentii pochi secondi dopo una risatina alle mie spalle.
Mi girai lentamente e trovai un ragazzo spuntato dal cancelletto di casa mia con lo zaino caricato in spalla.
 
“Ah ciao Liam..” lo salutai sapendo perfettamente di essere arrossita “Come hai fatto ad arrivare così presto a casa se sono partita tipo un quarto d’ora prima di te?” cercai di cambiare di discorso.
Il ragazzo non smise di ridere.
Il suo sorriso era così puro e..contagioso che rimasi incantata e non mi accorsi che ancora non mi aveva risposto.
 
“Mi ha accompagnato la zia di Zayn, che ci è venuta prendere…se avessi aspettato avrebbe potuto dare uno strappo anche a te”
 
“Zayn?! Quindi lui….”
 
“No tranquilla, non ha visto niente, se ne è andato giusto in tempo” disse per poi riattaccare a ridere.
 
Lo guardai con fare annoiato e dopo interminabili minuti si avvicinò.
Indietreggiai istintivamente.
 
“Non mordo mica eh” rise lui.
 
Annuii per fargli capire che era una cosa ovvia per me.
Annuì anche lui e poi mi porse una busta.
 
“Sono i vestiti che hai lasciato stamattina da me” rispose prima che glielo potessi chiedere.
 
In assenza di qualsiasi risposta, mi sorrise e se ne andò senza proferire parola.
 
“Liam!” lo richiamai.
Il ragazzo si girò, arrivato dall’altro lato della strada e mi fece un cenno con la testa.
 
“No niente..lascia perdere”
 
“Okay, a stasera!”
 
“Sì…..a stasera” sussurrai.
 
                                                                          ***
 
Rosita mi salutò schioccandomi un rumoroso bacio sulla guancia.
Uscii di fretta e furia, pur sapendo di essere notevolmente in anticipo.
Entrando in palestra salutai il custode Gordon e mi fiondai nello spogliatoio, convinta che la mia borsa fosse rimasta a terra, accanto alla doccia, ovvero dove l’avevo lasciata l’ultima volta che Harry mi aveva dato quel famoso pugno, facendomi collassare.
Della borsa, però, non c’era l’ombra.
Non ebbi il tempo di fare retro-front per andare a chiedere a Gordon che due mani si posarono sui i miei fianchi.
Istintivamente mi girai, buttando giù il povero biondo al quale avevo dato accidentalmente una gomitata dritta nello stomaco.
 
“Niall!” strillai stupita, convinta che quelle mani appartenessero a un altro ragazzo.
 
Il biondino gemette ancora a terra e afferrò la mia mano per tirarsi su.
 
“Wow…forzuta la ragazza” disse riferendosi a con quanta facilità ero riuscita a riportarlo in piedi e con gesto teatrale mi tocco il bicipite.
 
Risi di gusto fino a quando notai cosa stesse tenendo tra le mani.
 
“La mia borsa!” esclamai prendendogliela con fare possessivo.
 
“Sì” si mise una mano dietro la testa, quasi si vergognasse “..quando Harry ti ha portata via” ricordò con amarezza “l’avete..insomma…lasciata qui e ..”
 
Non gli diedi il tempo di finire che mi catapultai tra le sue braccia per un momento e gli lasciai un morbido bacio sulla guancia che, come tutto il resto del viso, diventò dello stesso colore di un pomodoro.
Ci sorridemmo entrambi e calò un silenzio quasi imbarazzante.
 
“Interrompo?”
 
La voce di Mrs. Twain ci riportò sull’attenti e contemporaneamente scuotemmo la testa in segno negativo.
Lei sorrise beffarda e poi ci fece cenno con la testa di seguirla.
Non me lo feci ripetere ancora una volta e di corsa lasciai la stanza, lasciando il povero Niall ancora immobilizzato.
Mi ricordai di lui e mi girai per salutarlo, ma era troppo occupato a saltellare per la stanza tenendosi con la mano la guancia da me baciata.
Restai a guardarlo, intenerita, per altri secondi, fino a quando la voce della Twain mi riportò sul pianeta terra.
Entrai e trovai la stanza come sempre: la sbarra di lato, lo specchio che ricopriva l’intera parete e lo stereo, ma mancava qualcosa, o meglio, qualcuno.
 
“Le ragazze devono ancora arrivare?” chiesi storcendo il naso e allungandomi un braccio dietro la testa.
 
“No”
 
La risposta della donna mi fece rimanere spiazzata, ma prima che io le potessi proferire parola:
 
“Oggi saremo io e te…almeno per adesso”
 
Il fatto che facessimo lezione da sole non mi aveva sorpresa più di tanto, dato che da un certo punto me lo aspettavo, ma l’ultima frase mi aveva un attimo preoccupato.
Voltai lo sguardo vicino alla porta, dove, appoggiato allo stipite, c’era Niall.
Pensavo, speravo, che intendesse che Niall doveva fare lezione con noi, ma capii , dalla sua faccia stupita quanto la mia, che non lui non sapeva niente di quella storia.
 
“Ora” mi risvegliò di nuovo la voce della donna “rifammi vedere il duetto per il saggio”
 
Annuii e presi il cd dalla borsa. Non mi ero nemmeno resa conto che per ballare quel pezzo mi serviva anche un ragazzo, ma la Twain chiamò Niall prima che ci potessi pensare io.
Lui sorpreso, probabilmente perché era convinto che la professoressa non si fosse accorta della sua presenza, si avvicinò cautamente e si tolse la felpa.
Prima di premere il tasto play ci guardammo, ancora un po’ scossi.
Mi fece un cenno con la testa in segno che era pronto, così misi play e incominciammo a ballare sotto le note di 'Dancing' di Elisa, una cantante italiana.
A metà la Twain stoppò la musica.
Ero consapevole di aver sbagliato parecchie cose e che addirittura avevo saltato il pezzo in cui Niall mi doveva prendere.
 
“Ecco! È proprio questo il problema” rise sarcasticamente la Twain.
 
“Sì lo so, ho saltato il pezzo in cui dovevo fare la presa e non ho teso bene le gambe quando…”
 
“No no no, non è questo” mi interruppe lei.
 
Guardai Niall che era confuso quanto me in quel momento.
 
“Cara, dolce e piccola Katniss “ si avvicinò accarezzandomi la testa “il problema è come ti muovi”
 
Corrugai la fronte “Non capisco Mrs. Twain”
 
“Katniss…in poche parole…….sei un legno quando balli
 
Se il suo intento era quello di essere il più chiara e concisa, ci era riuscita alla grande.
 
“Quando balli sei così ossessionata a pensare di fare tutto bene che ti muovi come un burattino e guarda caso questo accade solo quando balli con qualcuno” disse indicando con la testa Niall che era accanto a me.
 
“Lei mi sta dicendo non mi muovo bene…” intervenni io.
 
“sì, quando sei con i ragazzi” finì lei la mia frase.
 
Sperai vivamente che il rossore del mio viso non si desse a vedere.
 
“Non sei decisa nei movimenti e non sei sensuale, cosa che questo duetto richiede”
 
“Mrs. Allora forse è meglio che affida il balletto a qualcun altro, magari Daphne, lei sì che si muove bene in queste circostanze”
 
Mi accorsi solo dopo del mio tono saccente, ma fortunatamente la Twain non lo percepì.
 
“No” si limitò a dire lei con tono fermo e deciso.
 
“Sai benissimo che io non mi arrendo facilmente davanti ai problemi e poi secondo te perché ho deciso di affidare a te l’unico duetto tra una donna e un ragazzo?”
 
Non risposi sapendo che quella era una domanda retorica, abbassai semplicemente la testa incominciando a fissare le ballerine rosa, ormai sciupate.
 
“Niall scusa potresti andare a prendere uno straccio che prima mi è cascato un po’ di tè freddo in quell’angolo?”
 
Il biondo annuì e di conseguenza si allontanò.
 
La donna si assicurò che il ragazzo se ne fosse andato per prendermi entrambe le mani e guardarmi dritta con i suoi scuri occhi.
 
“Katniss il problema è che sei troppo insicura di te stessa”
 
Inghiottii rumorosamente; quei discorsi mi mettevano veramente paura.
 
“Per caso c’entra tuo padre? È per lui che ti senti così a disagio con i ragazzi?”
 
Sbarrai gli occhi; sapevo che la Twain era a conoscenza delle dure regole di mio padre e del fatto che mi proibisse qualsiasi cosa, soprattutto se c’erano i ragazzi di mezzo, ma non avrei mai pensato che avrebbe mai tirato fuori il discorso.
Scossi la testa.
A quel punto lei mi diede una spinta scherzosa sulla spalla e lasciò le mie mani.
 
“Eh allora qual è il problema?”
 
Come potevo spiegare una cosa che non ero riuscita ancora a spiegare a me stessa?
Non mi sentivo a mio agio con il mio corpo ancora e avevo paura, sì, dopo quello che mi era successo.
Forse era quella la causa di questo mio comportamento di fronte ai ragazzi, ma lei non poteva sapere.
Nessuno era a conoscenza di ciò che mi era successo a parte Cece e Louis, neanche papà, specialmente papà!
Non seppi come risponderle, ma non ce ne fu bisogno, dato che un ragazzo in quel momento era entrato, e non era Niall.
 
“Mi scusi per il ritardo”
 
“Non importa Kyle, riscaldati, comunque è lei”
 
Spalancai gli occhi; perciò avevano già parlato di me? Ma chi era quel tizio?
 
“Lui è Kyle, frequenta la Hits High School ed è un ottimo ballerino”
 
“Quindi..?” le chiesi per arrivare al sodo.
 
“Ti aiutera con quei tuoi problemini” mi rispose enfatizzando sull’ultima parola.
 
Arrossii imbarazzata.
Il ragazzo mi tese la mano  e non potei non fare caso al suo sorriso smagliante e al suo viso perfetto.
Afferrai la mano insicura e ci presentammo.
Mrs. Twain uscì dalla stanza dicendo che ci dovevamo scaldare.
Entrambi annuimmo e iniziammo lo scaldamento singolarmente, ognuno per i fatti suoi.
Mi tolsi le ballerine e allargai le gambe cadendo a terra in spaccata frontale, con la faccia rivolta verso lo specchio.
Tirai la schiena di lato, facendo toccare tutto il palmo delle mani sopra i piedi, tesi a martello ma nonostante fossi concentrata sull’esercizio non potei fare a meno di guardare la figura muscolosa del ragazzo che mi dava le spalle.
Si stava allungando le braccia;
Tolta la felpa, indossava una canotta larga rossa ed incominciai a pensare che quel abbigliamento fosse un po’ inadatto per una lezione di danza classica ma di colpo mi feci ipnotizzare dal suo corpo tonico e non mi accorsi che nel frattempo lui si era girato e nel vedermi, così, imbambolata, gli provocai una risata.
Fortunatamente a rompere quel momento imbarazzante ci fu l’entrata della Twain con dei cd in mano, che porse a Kyle.
 
“Beh…allora buon lavoro” detto questo se ne andò a passo spedito verso l’uscita, lasciandomi spiazzata e a bocca aperta.
Cioè volevo ben capire: io avrei dovuto far lezione con lui?
Io e lui?
Lui e io?
Da soli?!
 
“Allora” mi distrasse dai miei pensieri “intanto puoi anche alzarti da quella posizione” rise.
 
Mi sollevai immediatamente, rimanendo però distaccata da lui e dalle sue risate.
Mi stava per caso prendendo in giro?
 
“In questa prima lezione..”
 
Prima lezione? Perché ce ne sarebbero state altre?!
 
“..parleremo solo della teoria, la pratica la svolgeremo più in là”
 
Il pensiero che non dovevo ballare con lui per ora mi rallegrava, e molto.
 
“Intanto passiamo alle regole: uno…” prese una pausa per vedere se lo stavo seguendo e poi rincominciò a parlare “devi assolutamente cambiare abbigliamento…” disse squadrandomi dalla testa ai piedi.
 
Ioo?! Io ero quella che doveva cambiare abbigliamento?
Ero sicura che da lì a poco gli avrei dato fuoco.
 
“Sai…per l’hip-hop fuson con la gonnella e le ballerine non vanno molto bene” disse sarcasticamente.
 
“Io devo cambiare abbigliamento?! Ma se sei tu che…aspetta…Hip Hop?!”
 
“Sì” disse con ovvietà “Non te l’aveva detto Mrs. Twain ?”
 
Dalla mia bocca non uscirono parole, ma semplicemente dei grugniti.
 
“Okay..evidentemente no” disse ridendo lui dopo aver visto la mia reazione.
 
“Io dovrei fare Hip Hop?!”
 
“Sì, ti aiuterà ad essere più decisa e sexy nei movimenti” ammiccò.
 
Arrossii al pensiero che lui sapesse quale fossero i miei problemini sulla danza e poi scoppiai in una risata isterica.
 
“Okay” continuai a ridere disperatamente “questo è uno scherzo, dov’è la telecamera?”
 
Poi guardai la faccia seria di Kyle e il mio sorriso sparì “ti prego dimmi che c’è una telecamera da qualche parte, che tra poco qualcuno salterà fuori da quella porta urlando che ci sono cascata e che poi rideremmo tutti in compagnia” chiesi quasi supplicando.
 
“In effetti sarebbe stato più divertente, ma non è così”
 
“Allora in questo caso, posso anche andarmene” dissi prendendo le ballerine da terra “tranquillo, l’avviso io la Twain, addio Kyle”
 
Avevo quasi raggiunto l’uscita quando la sua voce da lontano mi richiamò.
 
“Ah brava! Perciò ti arrendi ancor prima di incominciare?”
 
Alzai le spalle ma rallentai il passo.
 
“Codarda” mi disse poi con un finto filo di disprezzo.
 
Di colpo mi fermai.
Socchiusi gli occhi; mi aiutava a ragionare meglio.
Non potevo mollare, avrei deluso Mrs. Twain e sarei sembrata una vigliacca!
Poi non volevo di certo perdere l’occasione di ballare un assolo e un duetto, magari al duetto avrei anche potuto rinunciare dato che non veniva poi così bene e avrei dovuto ballarlo con un soggetto maschile, corpo a corpo, ma sicuramente la Twain mi aveva affidato le due cose perché si fidava di me e volendomi, inoltre, mettere apposta di fronte ad uno ostacolo da superare.
Mi aveva posto una sfida e non avendone mai persa una fui costretta a girarmi, ritornando sui miei passi fino a quando non raggiunsi la posizione di prima, di fronte al ragazzo.
 
“Le altre regole quali sarebbero?” chiesi sbuffando.
 
Lui di conseguenza sorrise, capendo che ci avevo ripensato, e poi mi fece segno con la mano di dargli la scarpette che ancora tenevo.
Gliele porsi a fatica.
 
“Queste non ti serviranno per un pò” disse senza smettere di sorridere.
 
                                                                   ***
 
Salutai Kyle e mi andai a cambiare nello spogliatoio.
Mi aveva detto che avremmo fatto lezione quasi tutti i giorni a parte nel weekend e che riguardo alla danza classica, avrei dovuto per prima cosa, finire le lezioni di hip hop per riprendere.
Magari esercitati a casa’ mi aveva suggerito.
Avevo annuito come un ebete, pur sapendo che non sarebbe stato possibile dal momento che in casa ci abitava anche mio padre.
Avrei potuto approfittare della sua assenza, ma l’ultima volta che l’avevo fatto era appena tornato e ci mancava poco che mi scoprisse.
L’unica mia paura era quella che Louis avesse potuto chiamarlo per raccontargli ciò che era successo tra noi due e perché.
Uscii fuori, incominciando ad avviarmi a piedi, fino a quando venni richiamata da un tizio appoggiato ad una macchina grigia.
 
“Niall!”
 
Il biondo mi sorrise “Scusa se prima non sono più rientrato ma la Twain mi ha detto di non farlo, che è successo?”
 
Sorrisi pensando che era rimasto lì ad aspettarmi, fino alla fine della lezione.
 
“Vuoi un passaggio?”
 
“Ehm…non devo andare a casa..”
 
“Okay, è uguale, dove ti porto?” disse aprendomi lo sportello dell’auto.
 
Salii senza proferirgli parola; sarei dovuta andare dalla psicologa e il fatto che facessi terapia mi rendeva un po’ in imbarazzo.
Gli dissi l’indirizzo dello studio, senza spiegargli dove stessi andando.
 
“Hip-hop?! Sul serio?” rise guardando la strada.
 
“Sì…dice che mi aiuterà ad essere più sicura di me con i ragazzi quando ballo” dissi sbuffando.
 
Mi accorsi solo dopo che ero riuscita a parlare con Niall del mio problema senza pensarci, forse mi era uscito naturale confidarmi con lui.
 
“Ecco, siamo arrivati” lo feci fermare una ventina di metri prima.
 
Lo ringraziai e scesi.
 
“Hei Katniss” mi fermò “mi dai il tuo numero?”
 
Annuii sorridendo e gli segnai sul telefono il mio cellulare.
 
                                                                                         
                                                                                        ***
 
 HARRY’S POV
 
Erano ore che la Dottoressa Rosemann stava prendendo appunti.
Mi faceva un sacco di domande, molte di più rispetto all’ultima volta.
Era sempre un impiccio andare dalla terapista, sì preferivo chiamarla così invece che psicologa, almeno rendeva la cosa più accettabile diciamo.
Stavano passando più di cinque minuti di silenzio, l’unico rumore era quello della sua stilografica che scriveva sulla sua solita cartellina celeste.
Avevo dovuto saltare anche l’allenamento di football pre-partita per venire qui, dato che aveva all’ultimo secondo spostato la seduta a oggi e naturalmente mia madre mi aveva trascinato qui con la forza, come si fa con un bambino piccolo.
 
“Harry” mi richiamò la donna nella poltrona, di fronte a me.
 
“mmh” dissi svogliato.
 
“Ho chiesto: hai avuto più quegli incubi di cui mi parlavi?”
 
I brividi mi massacrarono la schiena; solo il pensiero di tutte le volte che mi ero svegliavo bagnato di sudore e con il fiatone mi faceva paralizzare.
 
“Non hanno mai smesso di tormentarmi” dissi io serio.
 
La donna annuì e riprese a scrivere, ma stavolta sorprendentemente finì subito e mi disse che per quella volta avevamo finito.
 
“Ah Harry” mi fermò proprio quando avevo appena toccato la maniglia della porta.
 
“Potresti dire alla ragazza dopo di te che può entrare, Grazie”
 
Mi girai e solo dopo alzai gli occhi al cielo sbuffando impercettibilmente.
 
Uscendo notai la figura di una ragazza in piedi che mi dava le spalle.
 
‘Bel culo’ pensai sorridendo maliziosamente.
 
“Scusa la dottoressa ha detto che puoi entr….KATNISS?!” non riuscii a finire la frase dato che intanto lei si era girata e l’avevo riconosciuta in tutta la sua bellezza.
 
Notai che aveva ripreso a vestirsi un po’ più ‘comoda’ rispetto a stamattina.
 
“Che ci fai qui?!” chiesi io, dato che lei era ancora sotto shock.
 
“Potrei chiederti la stessa cosa Styles” mi rispose lei.
 
La voce della Rosemann la richiamò e mi superò dandomi una forte spallata.
Che ci faceva Katniss Billington dalla psicologa?
Sicuramente se una persona con un carattere come quello di Katniss andava dalla psicologa non lo fa per passare il tempo, ma ci doveva essere sicuramente un motivo specifico.
Lei non me lo avrebbe di certo detto, perciò passai a casa, sicuro di trovare la persona che mi avrebbe potuto aiutare…
 
“No Harry, non te lo dirò” mi rispose Louis fermo.
 
“Ti prego, voglio scoprire cosa le è successo” supplicai nel divano di fronte a lui.
 
“Chiedilo a lei”
 
“Sai che non me lo direbbe! È già tanto che mi parla!”
 
Lo vidi riflettere per qualche minuto e per un attimo pensai che l’avessi convinto.
 
“Allora…..ti ho convinto?” gli chiesi speranzoso.
 
“mmh….solo se rispondi a questa mia domanda”
 
“Pff…fai pure” risposi convinto di avere già ‘la vittoria’ in tasca.
 
“Io ti dirò cosa le è successo se tu mi dici perché sei così ossessionato da lei e dal sapere tutto su di lei”
 
Come facevo a rispondere a una cosa che non sapevo neanche io?
Lui, dato il mio silenzio, rise beffardo.
Era sicuro che non avreisaputo o voluto rispondergli, anche perché se gli avessi detto che da un certo punto di vista lei mi interessava, che ero ossessionato da lei dopo che mi aveva baciato, che c’era qualcosa in lei che mi faceva impazzire o addirittura della scommessa, sapevo che non avrebbe esitato a fucilarmi.
 
“Perché sono curioso..” trovai una scusa.
 
Louis rise e non seppi il vero motivo.
 
“Bene ora mi devi rispondere tu” dissi come un bambino esaltato.
 
“No” ritornò serio.
 
“Come no?! Ma tu avevi detto ch-che…”
 
“Harry, se qualcuno te lo deve raccontare sarà lei a farlo” mi rimproverò ma poi aggiunse “se lei avesse fatto la stessa cosa, venendo qui e chiedendomi di te e di perché sei in terapia, eh?”
 
Abbassai lo sguardo capendo ciò che voleva dire.
 
“Ti avrebbe fatto piacere se io gli avrei spifferato tutto?” mi chiese salendo le scale.
 
Non ricevette nessuna risposta da me e subito dopo aver riflettuto lo raggiunsi di sopra per cambiarmi per la festa, dove anche lei ci sarebbe stata.
 
                                                                           ***                                       
 
KATNISS’ POV

Mi ero appena piastrata i boccoli e avevo messo solo un filo di lip gloss rosa confetto e un velo di mascara, tanto per fare volume intorno agli occhi blu.
Erano le 19 e 52 e tra esattamente 8 minuti mr. Malik sarebbe passato a prendermi sotto casa.
Ero rimasta in intimo in cerca di qualcosa da mettere addosso e sapevo che, di certo, dentro camera mia non avrei trovato niente sotto la extra large,  così decisi di aprire la porta della vecchia cabina armadio di mia sorella.
Ricordo ancora quando sfoggiava con il suo corpo mozzafiato quei vestiti che metteva di nascosto il sabato sera, prima di uscire di nascosto dalla finestra di camera mia.
Aprii l’anta e mi si parò davanti una sfilza di abiti in perfetto stato;
In particolare mi attraeva un vestito color corallo, rivestito di pizzo semi-trasparente sulle spalle dello stesso colore, fermato in vita da un nastro nero e con una gonna che arrivava poco più su delle ginocchia.
Fortunatamente il vestito mi andava abbastanza bene.
Nel frattempo mi ero seduta nel divano del soggiorno ad aspettare Zayn e di colpo incominciai a pensare a ciò che era successo quel giorno: Perché Harry andava dalla psicologa? Il capitano di football che andava in terapia….c’era qualcosa sotto!
Di norma sarei andata a torturare Louis per farmelo dire- perché sapevo che lui..sapeva insomma- però naturalmente non potevo farlo, dal momento che non ci guardavamo neanche più in faccia.
Poi però pensai che quelli non erano fatti miei e che i problemi di Styles non mi dovevano assolutamente interessare, dato che io lo odia…vo, sì, lo odiavo!
Mi accorsi solo dopo che qualcuno aveva già suonato il campanello così, andando verso la porta d’ingresso, mi diedi un’ultima controllatina allo specchio dell’entrata e notai che i capelli che poco prima erano lisci come una tavola si stavano maledettamente arricciando.
Sbuffai e mi affrettai ad andare ad aprire alla porta e ,come pensavo, fuori ad aspettarmi mi ritrovai Malik, girato di spalle.
Appena chiusi la porta di casa lui ne sentì il rumore perciò si girò e notai che stava fumando, ma appena il suo sguardo cadde su di me, o meglio sul vestito, gettò il mozzicone tra l’erba del giardino e con un mezzo sorrisetto mi tese la mano per aiutarmi a scendere quei pochi gradini che ci distanziavano.
 
“Non dici niente?” sorrisi, divertita dalla sua espressione che ancora era la stessa da due minuti interi.
 
“Solo……wow” disse enfatizzando e con mia grande sorpresa si avvicinò pericolosamente al mio viso, stavo quasi per allontanarmi ma lui lo afferrò con le mani e mi bacio teneramente la guancia.
Fece tutto molto lentamente, con l’intento di farmi sciogliere e in parte ci riuscì.
 
Finalmente portò i suoi occhi nocciola sui miei ed entrambi sorridemmo, poi lui mi afferrò delicatamente per un braccio, portandomi nella stessa macchina dove la sera prima ero salita e subito mise in moto.
Da quando eravamo partiti nessuno aveva detto una solo parola, perciò decisi di rompere il ghiaccio accendendo la radio, ma appena sentii la voce stridula della Swift, mi tappai le orecchie con le mani, che tolsi solo quando mi accorsi che la radio era stata subito spenta.
 
“Ti prego non farlo mai più! Ho già tanto mia sorella a casa che l’ascolta, non ne posso più di questa biondina depressa” disse lui.
 
Sorrisi pensando che avevamo qualcosa in comune, ma poi mi accorsi che l’auto si era fermata e che già Zayn mi stava aprendo lo sportello per farmi scendere.
Realizzai che quella non era di certo la via per la casa del ragazzo che dava la festa.
 
“Ma dove mi stai por…”
 
“Non fare domande e vieni” disse prendendomi la mano e trascinandomi verso non so dove.
 
I piedi mi stavano facendo un male cane, nonostante portassi delle ballerine, e stavo per chiedere se potevamo fermarci per una pausa, ma quando Zayn si stoppò, capii che eravamo arrivati alla meta che voleva raggiungere.
 
“Zayn, mi spieghi che cavolo stai facendo?” gli chiesi quando saltò su uno scoglio vicino la baita sulla spiaggia.
 
Lui di rimando si mise a ridere e mi diede la mano per farmi salire, ma io la rifiutai e incrociai le braccia girandomi e allontanandomi.
Sentii i suoi passi dietro di me e prima che potessi scappare mi aveva già caricata in spalla.
Tutti i calci e i pugni furono inutili e in batter d’occhio mi ritrovai con lui sopra lo scoglio di prima.
 
“Ma dico sei impazzito? Ancora mi devi spieg..”
 
Lui mi tappò la bocca, diventando più serio.
 
“Dico, vuoi stare zitta un attimo e guardare avanti a te?” disse in tono scocciato.
 
Girai la testa avanti e rimasi incantata dallo spettacolo che mi si parò davanti.
Il sole stava tramontando; non che fosse una cosa che non avessi mai visto, ma…lì, con la spiaggia e il mare, era tutta un’altra cosa.
 
Zayn, divertito dalla mia espressione ancora sbalordita, scoppiò a ridere.
Restammo seduti a guardare verso il mare, fino a quando anche l’ultima briciola di luce se ne fu andata e il sole scomparve, affondando tra le onde lontane, all’orizzonte.
Con un gesto Zayn mi fece scendere e una domanda mi tormentava dentro, così tanto che non ce la feci a resistere.
 
“Perché mi hai portata qui?”
 
Notai di averlo preso alla sprovvista, di sicuro non si aspettava una domanda del genere.
 
“Perché ci venivo spesso con…”
 
“….le tue ragazze” alzai gli occhi al cielo, ricordandomi che quello era Zayn puttanone Malik.
 
“…mia sorella maggiore” rise, facendomi arrossire all’istante.
 
“è una cosa speciale, come te, è per questo che ti ci ho voluto portare”
 
Le sue parole sembravano così sincere che mi fecero venire i brividi.
 
“Ci hai portato altre ragazze?”
 
COME-CAVOLO-MI-ERA-VENUTO-IN-MENTE?!
Ero curiosa di sapere se ero la prima ragazza che ci avesse portato o se era di certo una delle sue tecniche per flirtare.
Non era solo curiosità; era la gelosia che mi tormentava.
Mi accorsi subito dopo che eravamo arrivati alla macchina.
Lui si girò e scosse la testa sorridendo e quando mi ridiede le spalle io lo imitai, sfoggiando uno dei miei sorrisi più soddisfatti.
 
“Andiamo alla festa?!!” mi chiese lui tutto eccitato.
 
“Sì…..ho solo paura di questi giochi che si dovranno fare” gli dissi con tutta sincerità.
 
“Tranquilla” sorrise “di regola sono obbligatori, ma basta semplicemente che ne fai uno, magari anche il più stupido, come ‘obbligo o verità’”
 
Annuii con un falso sorriso, perché nonostante mi avesse rassicurato lui, ancora avevo timore che qualcosa potesse andare storto.
 
                                                                  ***
 
 HARRY’S POV

Avevo già fatto tre o quattro giochi, e avevo quasi sempre perso perciò ero anche un po’ brillo, dato che la penitenza era a base di alcol e spogliarelli, che ovviamente erano riservati alle ragazze.
Ancora né Zayn né Katniss si erano fatti vivi e questo mi fece ribollire il sangue, perché magari avevano qualcos’altro di meglio da fare..
Non seppi se era effetto di quelle birre, ma avevo la tensione che mi invadeva l’intero corpo, avrei voluto essere in palestra per scaricarla su qualche tiro o qualche pugno sul sacco, ma non potevo ovviamente .
Da lontano intravidi la mia ragazza ballare con una bottiglia di birra in mano e allora mi venne voglia di sfogare la mia frustrazione in altri modi..
Mi avvicinai a passi decisi verso di lei e senza stare a sentire se lei fosse consenziente o no, la portai in una delle tante camere da letto di quella casa.
La incominciai a baciare ,all’inizio senza ricevere risposta, ma poi quando sentii la sua lingua entrare nella mia bocca mi incominciai a togliere la maglia e lei fece lo stesso.
Indietreggiammo e finimmo sopra il letto, lei sopra di me, ma prima che potessi invertire le posizioni la porta si aprii.
Mi girai, pronto a insultare chi avesse potuto disturbarmi e interrompere, ma poi le parole mi si incollarono alla lingua riconoscendo la ragazza che era ferma sulla porta.
Era come pietrificata e non la biasimavo, doveva essere una cosa abbastanza imbarazzante.
Zayn apparve dietro le sue spalle e sorrise beffardo. Digrignai i denti, infastidito, ma prima che qualcuno potesse dire qualcosa il moro la prese per la mano e la trascinò fuori.
Quel gesto mi fece imbestialire e non mi accorsi di aver scaraventato la pover Olivia fuori dal letto e quel poco alcol che mi circolava nel sangue non mi fece preoccupare affatto di lei.
Mi rimisi  frettolosamente la camicia, lasciando i primi bottoni slacciati e uscii fuori da quella stanza.
Ora che sapevo che loro due erano in circolo per la casa non avevo più voglia di fare niente con nessuno, dovevo tenerli d’occhio e poi mi era venuta un idea, così raggiunsi Jason che stava bevendo seduto nelle scale.
 
“Hei amico” lo salutai dandogli una pacca sulla spalla e mi sedetti accanto a lui.
 
“…mi dovresti fare un favore….” Continuai con una faccia al quanto sadica.

 
 KATNISS’ POV
 
Zayn ancora rideva per la scena alla quale avevamo dovuto assistere.
 
“L’abbiamo interrotti in un punto clou eh”
 
“Già” risposi dura.
 
“Quella non era di certo la stanza per i cappotti” continuò.
Annuii con la mente altrove e evidentemente Zayn lo notò.
 
“Katniss c’è qualcosa che non va?” mi girò nella sua direzione, così che potesse guardarmi negli occhi.
 
Rimasi ipnotizzata dai suoi, a pochi centimetri dai miei, i nostri nasi quasi si toccavano e sentii la sue mani stringermi le spalle.
 
“No no assolutamente” scossi la testa più volte.
 
Ero solo ancora un po’ stordita dalla scena che mi si era presentata davanti; pensare che se avessimo fatto tardi anche solo di cinque minuti…potevamo anche trovare di peggio.
Lei era avvinghiata a lui e lui a lei; me ne sarei dovuta fare una ragione ormai da un po’, ma allora perché ogni volta mi sentivo bruciare dentro dalla gelosia?
Scossi la testa per riprendere lucidità e mi ritrovai ancora più vicina a Zayn che mi sorrideva;
Per la prima volta lo vidi sorridere dolcemente e intenerito, senza quel solito sguardo malizioso.
Quel giorno realizzai che ero stata veramente una stupida a pensare che Zayn fosse quel tipo di ragazzo senza cuore.
‘mai giudicare un libro dalla copertina’
Mi aveva portato a vedere il tramonto su una spiaggia, la notte prima mi era venuto a cercare tra le stradine di Londra, mi aveva portato lui da Liam a dormire e ora stava afferrando la mia mano e mi stavo sciogliendo sotto i suoi occhi.
Non so perché lo feci ma cancellai le distanze tra noi e incollai le mie labbra alle sue in un dolce bacio privo di passione.
Lo sentii paralizzato all’inizio, magari anche sorpreso da quel mio gesto, ma subito dopo fu lui a dare il ritmo alle mie e sue labbra, che si modellavano perfettamente.
Quando sentii la sua lingua tra i miei denti mi staccai, pensando che fosse troppo.
Perché dovevo essere sempre io a baciare i ragazzi?
 
Questa volta però era diverso: davanti a me c’era un dolce ragazzo di nome Zayn e non uno sfrontato come Styles.
 
“Adoro quando arrossisci” spezzò il silenzio lui.
 
Mi toccai le guance imbarazzata “Oddio sono arrossita? Veramente?” chiesi stupita.
 
“No, ma ora sì” rise beffardo.
 
Gli diedi un giocoso schiaffo sulla guancia ed uscimmo mano nella mano da quello stanzino.
Mi guidò fino ad un divano dove c’erano Liam e Louis che chiacchieravano.
Appena ci videro ci salutarono, o meglio Liam mi salutò, poi la loro attenzione si sposto sulle nostre mani incrociate ed entrambi ne rimasero abbastanza stupiti, ma non chiesero nulla.
Zayn si sedette e prima che mi potessi mettere vicino a lui mi prese i fianchi e mi fece appoggiare sopra le sue gambe.
Il gesto mi stupii al primo impatto ma poi ,non nascondo, che lo apprezzai molto; era la prima volta che un ragazzo mi prendeva in braccio da seduta, lo avevo semplicemente visto nei film e avevo sempre pensato che fosse un gesto troppo sdolcinato e …scomodo, ma era tutt’altro che questo.
 
“Rilassati” mi sussurrò spostandomi i capelli da un lato.
 
Capii che si stava riferendo alla mia posizione tesa, dovuta alla mia paura di dargli fastidio e fargli troppo peso sulle gambe.
Dato che non avevo intenzione di muovermi, mise le mani sopra la mia pancia e mi tirò indietro fino a che la mia schiena non ci attaccò perfettamente al suo petto e che i miei piedi si alzassero dal pavimento, così da lasciare che l’intero peso del mio corpo fosse supportato dalle sue gambe.
Misi le mani sopra le sue, incrociate ancora sopra la mia pancia e incominciai a sentirmi bene veramente dopo un sacco di tempo che non lo ero stata, che non ero stata a mio agio con me stessa e il mio corpo.
Zayn con quel semplice gesto mi aveva fatto del bene, ma molto presto quel sorriso che avevo stampato in faccia si mutò in un espressione seria.
Una massa di ricci si fece spazio tra la folla e ci raggiunse;
appena vide dove mi ero messa a sedere rimase spiazzato, poi riprese ad avvicinarsi e si mise seduto accanto a me e Zayn, dove mi stavo mettendo io prima che il moro mi afferrasse.
Intanto gli altri invitati si stavano organizzando per ‘obbligo o verità’ e stavano uscendo fuori per disporsi in cerchio.
Zayn mi fece alzare e fece segno di seguirlo, così incominciai ad incamminarmi dietro di lui , fino a quando non sentii una mano afferrarmi una coscia; mi girai e vidi il sorrisetto malizioso di Harry.
 
“Non mi toccare” gli tirai un calcio sullo stinco che lo fece evidentemente trasalire, poi però non si arrese e mentre Zayn si era già avviato da un pezzo, convinto che io gli stessi dietro, il riccio ancora seduto sul divano, mi pestò dolorosamente i piedi così che potessi cadere bruscamente all’indietro, tra le sue braccia.
Un suo braccio mi teneva il busto superiore mentre le gambe erano distese per metà sulle sue cosce e il resto a penzoloni nel bracciolo del divano.
Il suo viso era quasi appiccicato al mio; potevo sentire il suo respiro caldo entrare a contatto con la pelle della faccia e i suoi occhi passare dai miei alle mie labbra. 
 
“Lasciami” dissi a denti stretti.
 
Scosse la testa sorridendo e stringendomi ancora di più a sé.
 
“Ti sei fatta carina per me stasera, piccola?” mi sussurrò con quella voce maledettamente roca che mi attraversò le vene, togliendomi letteralmente il fiato.
 
Incominciò a mordermi il lobo sinistro e intanto mi accarezzava la schiena, provocandomi la pelle d’oca.
 
“Lasciami andare dal mio ragazzo
 
Lo sapevo che mi avrebbe lasciata subito dopo e infatti così fece, e anche con poca grazia direi.
Corsi verso l’uscita, per paura che ci potesse ripensare e venirmi a prendere con la forza, e mi scontrai con qualcuno, cadendo dolorosamente a terra.
 
“Katniss!” mi rialzò la moretta.
 
Mi risistemai il vestito e notai Harry superarci ed uscire in giardino con i pugni tesi lungo i fianchi.
Era arrabbiato.
 
“Kat ti volevo chiedere scusa se me la sono presa così tanto per l’altra sera solo che…”la voce della ragazza mi fece distogliere lo sguardo da Harry e solo allora riconobbi Cece.
 
La abbracciai prima che potesse finire.
 
“Non sai quanto mi sei mancata” le sussurrai ad occhi chiusi.
 
La sentii sorridere sulla mia spalla nuda e poi mi staccai dall’abbraccio per guardarla, aveva addirittura gli occhi lucidi.
 
“Scusa tu!” feci una pausa “Anzi..no! Tu ancora mi devi raccontare di te e Liam, cara”
 
“Ah sì? Senti chi parla!” mi bloccò subito lei.
 
Non ci credo. Harry glielo aveva detto, e se lo aveva detto a lei allora….lo aveva detto a tutti..e anche a ZAYN.
E tu e Malik? Sai il mio ragazzo mi dice tutto, e guarda caso è uno dei migliori amici di Zayn!”
 
Sospirai per il sollievo, le sorrisi e la trasportai in giardino dove, da lontano notai la faccia preoccupata di un ragazzo con la cresta nera.
Mi avvicinai a lui e mi sedetti nell’erba, cercando di non sporcare la gonna.
 
“Mi spieghi dove sei stata?” mi rimproverò il moro seduto accanto a me.
 
“mmmh…mi sono….fermata un attimo a parlare con Cece..abbiamo fatto pace!” cercai di essere il più convincente possibile.
 
Lo vidi sorridere e questo mi tolse un peso dallo stomaco, ma poi lo vidi avvicinarsi troppo al mio viso e per un attimo mi stavo lasciando andare alle sue labbra, fino a quando però non trovai lo sguardo assassino di Styles dietro Zayn.
 
“Zayn…non ora” lo ammonii.
 
Rimase un po’ deluso ma sorrise ugualmente ,poi la voce del ragazzo in mezzo al cerchio ci distrasse.
 
“Potete fare silenzio? Elizabeth sta scontando il suo obbligo”
 
Mi ricordai solo dopo che stavamo partecipando a ‘obbligo o veirità’; incominciai quasi a tremare al pensiero che potessi  essere chiamata davanti a tutte quelle persone e Zayn, non so come, lo notò.
 
“Stai tranquilla piccola, non chiamano tutti” disse accarezzandomi i capelli “ti pare che tra tutte queste persone vengono a fare una domanda proprio a te?”
 
Annuii e lui mi baciò teneramente il naso, ma proprio quando mi girai trovai tutti gli occhi puntati su di me.
 
“Katniss Jason ha scelto te”
 
Jason? Jason McNee? Il capitano della squadra di Hockey?
Scelto me?
Zayn mi strinse la mano, quasi per darmi coraggio, infatti mi lasciai scappare una battutina per sdramatizzare la situazione
 
scelto te….Scusate ma non sono un pokemon” dissi sfrontata provocando delle risate generali.
 
“sìsì certo, Billington la domanda è…. chi ti faresti della squadra di Football?”
 
Ecco, eccola la domanda sul sesso. Che monotonia.
Notai che per formulare la domanda non ci aveva messo neanche un secondo, quindi realizzai che l’aveva già preparata per me e la cosa mi sembrò al quanto strana dal momento che pensavo che neanche sapesse il mio nome e cognome o addirittura chi fossi.
Zayn mi sussurrò che potevo dire il suo nome, tanto per scampare l’obbligo, ma prima che le mie labbra potessero corrugarsi alla lettere ‘z’ Jason mi frenò.
 
“Ovviamente a parte mister Malik, dato che ci hai già fatto amicizia ” mi disse maliziosamente.
 
Sentii delle risatine e la più rumorosa fu quella di Harry che se la godeva alla grande nel vedermi in difficoltà per una cosa del genere, poi magari si aspettava che avrei scelto lui.
Idiota.
 
“Magari potrei dire Liam tanto per scamparla, tanto lui capisce che lo faccio solo per risp…” sussurrai a Zayn che invece si irrigidì.
 
“No! Scegli l’obbligo. Non voglio che rispondi alla domanda”
 
Sembrava molto serio e determinato.
Solo allora capii quanto potesse essere possessivo e geloso  Zayn Malik.
 
“Non ci si può consultare per rispondere” la voce di Harry ci fermò per qualche secondo e vidi Zayn mandargli frecciatine poco simpatiche.
 
“Ma se poi mi costringono a fare cose che…” continuai io ignorando le Parole del riccio.
 
“Tranquilla, al massimo ti costringeranno a bere un po’ di birra” mi accarezzò la schiena per tranquillizzarmi.
 
“Obbligo” dissi ad alta voce.
 
Si levò un trambusto tra la folla di gente.
 
“Bene, ne avevo guarda caso già pronto uno…” sorrise maliziosamente guardando qualcuno che non riuscii a visualizzare  e poi me.







Look at me!
S C U S A T E! 
Mi dispiace veramnete un sacco di essere stata così assente per tanto, solo che dopo la vacanza ho dovuto riscrivere mille volte il capitolo perchè non mi piaceva come veniva!
Però come potete vedere l'ho fatto abbastanza lungo per farmi perdonare su!

Allora in questo capitolo possiamo vedere che c'è una nuova coppia, o meglio due: Liam e Cece, e Zayn e Katniss.
Harry è moolto geloso, così come lo è Katniss e finalmente un pò lo ammette a sè stessa.
La parte che fa sorridere, almeno per me, è quella della psicologa, dove entrambi si chiedono la stessa cosa "MA CHE CAVOLO CI FA QUI?!" Aahhah
Come avete notato ho anche cambiato il font...se non vi piace ditemelo!
RECENSITE E METTETE TRA LE SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE



Ora vi metto finalmente le foto dei vari personaggi:



 Katniss (Barbara Palvin)



Francesca, Cece (Emma Watson)

PS: vi ho messo all'inizio come si legge perchè alcune ragazze mi hanno detto che era un nome strano perchè pensavano si leggesse cece, come il legume -.- AHHAHA




Olivia, Olly (Emma Stone)




Derek, il padre di Katniss, ovvero il medico sexy di Grey's Anatomy (Patrick Dempsey)

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Capitolo 9
*** Nine ***




                                                                                                                       A Vittoria e Giorgia che mi hanno aiutato un casino xx

Capitolo 9
 

Rabbrividii nel sentire il suo tono per dire quelle parole;
 
‘..guarda caso ne avevo pronto già uno..’
 
Cacca.
Merda!
Seguii finalmente il suo sguardo che si spostava da me a una figura alla mia destra, ma non era Zayn…per mia sfortuna il ragazzo stava guardando una massa di capelli ricci.
 
Strinsi ancora di più la mano di Malik che era rimasto impassibile fin dall’inizio, e gettai la testa all’indietro in modo disperato e strizzai gli occhi per svegliarmi da quell’incubo.
 
“Vai nello sgabuzzino con Harry per dieci minuti..”
 
Ritornai alla posizione di prima con il cuore che batteva a mille;
questa volta a stringere troppo la sua mano contro la mia fu Zayn, che quando si accorse del mio sussulto, rallentò, anche se di poco, la presa e con il pollice incominciò ad accarezzarmi il polso.
 
Zayn sembrava quasi rallegrato, forse pensava che potesse andarmi peggio, ma avevo come la sensazione che nella frase di Jason ci fosse un pizzico di sospensione e che non avesse finito.
 
..e fai tutto quello che lui vorrà” 
 
Ecco.
Lo sapevo.
 
Zayn lasciò definitivamente la mia mano e la strinse in un pugno lungo il suo fianco, vidi che si stava trattenendo sotto lo sguardo compiaciuto di Harry.
Zayn non era il tipo di ragazzo a cui piaceva dare spettacolo, lo avevo capito.
 
Aprii gli occhi, subito dopo averli chiusi di nuovo, e ne ritrovai un altro paio verdi a fissarmi incessantemente. Mi guardava come se lui fosse stato un felino affamato e io la sua povera preda;
 
Non potevo sfuggirgli.
 
“Allora? Ti serve che te lo rispiego per caso? Vai!” fu Jason a spezzare il silenzio.
 
Harry si alzò con fare sciolto, si avvicinò alla mia figura, ancora seduta, e mi tese la mano per farmi rialzare.
Gli inviai frecciatine per quegli interi secondi che passarono prima che mi alzassi da sola, rifiutando il suo aiuto, e che dessi un bacio sulla guancia a Zayn.
 
Harry ne uscii abbastanza infastidito, infatti, prima ancora che mi potessi staccare, mi tirò con forza il braccio, trascinandomi pesantemente davanti allo sguardo di tutti i presenti che era appunto su di noi.
Incontrai quello stupito di Liam, quello ancora furioso di Zayn, quello incoraggiante di Cece e…quello impassibile di Louis, come se ciò che era appena accaduto, o meglio, doveva ancora succedere, non gli facesse né caldo né freddo.
Sapevo che non era così, che dentro anche a lui dava fastidio, ma non lo voleva dare  a vedere, dal momento che non eravamo in una bella situazione noi due.
 
Senza che nemmeno me ne accorgessi, eravamo già arrivati nella piccola stanza, dove prima io e Zayn eravamo stati per appendere i cappotti e Harry aveva chiuso la porta a chiave.
Non mi obbiettai della cosa, pur comunque infastidita, così accesi la luce, premendo l’interruttore, vicino alla porta, che stava in mezzo tra il piccolo spazio che c’era tra me e Harry, ma appena la stanza venne illuminata dalla piccola lampadina appesa nel soffitto, la mano di Harry scattò e la spense.
 
Contorsi la faccia in un’espressione infastidita e poi con l’indice riandai a pigiare sopra l’interruttore, al che Harry grugnì e fece altrettanto rispegnendola.
 
Continuammo così per quelli che parvero per me secoli, fino a quando riconobbi la frustrazione nel viso di Harry e di colpo con la mazza da baseball che era appoggiata allo stipite della porta, colpì bruscamente la lampadina.
La stanza cadde nel buio;
C’era così tanto silenzio che si potevano percepire i battiti del mio cuore accelerati.
 
“Ma sei impazzito?!” gli gridai quando riuscii a riprendere fiato.
 
“Ah allora sai parlare” sentii la sua voce squillante in mezzo all’oscurità della stanza.
 
Capii solo dopo che si stava riferendo al mio ostinato silenzio fin da quando avevo scoperto il mio obbligo.
 
“Certo che so parlare, solo che lo faccio con chi voglio” dissi sicura di averlo zittito.
 
Sentii una mano afferrare delicatamente il mio polso.
 
“Tranquilla” mi sussurrò nell’orecchio lui “ora non ti serve parlare”
 
Detto questo, prese a baciarmi teneramente il collo; la pelle d’oca spuntò in ogni parte del mio corpo e quando lui se ne accorse sorrise nella mia pelle.
Succhiò e mordicchiò anche, alternando dolore a piacere molto frequentemente.
 
“Cosa hai intenzione di costringermi a fare Harry?” dissi con voce flebile.
 
“Non l’hai capito, ancora?” mi chiese con tono stupito, distaccando le sue labbra dal mio collo umido dei sui baci.
 
Il silenzio gli fece intendere la mia risposta negativa, così mi prese per i fianchi e dal buio capii che mi stava guardando negli occhi.
 
Ti voglio Katniss” ammise con voce sorprendentemente soave.
 
Quelli che prima erano brividi si trasformarono in una specie di scossa elettrica che invase il mio corpo.
La combinazione della sua voce così dannatamente roca e sensuale a quelle parole avevano risvegliato, o meglio, fatto nascere, una Katniss diversa, quasi desiderosa, desiderosa delle sue labbra.
 
Mi avvicinai lentamente al suo viso, andando alla cieca, ma pur non vedendo potevo sentire il suo profumo provenire davanti a me;
i nostri nasi si sfioravano, lui prese a strusciare dolcemente il suo contro il mio e spostò le sue mani nella parte della coscia appena sotto il sedere.
Sentivo quasi la superficie del suo labbro inferiore toccare la mia bocca arrossata a causa dei continui morsi con i denti che mi ero data per l’agitazione.
 
Ora stavo con Zayn e lui mi piaceva, e tanto, ma in quel momento non ci stavo neanche a pensare.
 
In quel preciso attimo l’unica cosa a cui pensavo era la disperata voglia di affondare le mie labbra contro quelle del ragazzo riccio e prepotente, di fronte a me.
 
Era un obbligo di uno stupido gioco, eppure nessuno mi stava costringendo a baciarlo in quel momento.
 
 
ZAYN’S POV

Harry si alzò con fare spavaldo e si mise in piedi, tra me e Katniss e le porse la mano per spronarla ad alzarsi e andare con lui.
 
Guardavo fisso avanti, con gli occhi dispersi nel vuoto, in cerca di una via di fuga  continuando a strappare dei piccoli fili di erba in mezzo alle mie gambe incrociate: l’unica cosa che in quel momento riusciva a far sfogare la mia rabbia.
Mi stavo veramente trattenendo dall’alzarmi e mandargli un pugno sopra quel sorrisetto compiaciuto e soddisfatto e Katniss lo notò.
Mi prese la mano prima di alzarsi e me la strinse un po’.
Ero io quello che doveva confortare lei, dal momento che lei era stata messa davanti ad una penitenza così fastidiosa e per di più per colpa mia e del mio orgoglio che, pur per non farle dire un nome di un ragazzo, che non fossi io, l’avevo praticamente costretta a scegliere la seconda opzione; ovvero l’obbligo.
Perciò non potevo pure mettermi contro la penitenza, dal momento che ero stato io a obbligarla.
Alzai lo sguardo e notai che lui la stava trascinando letteralmente via.
Strinsi i denti quando notai la sua mano stringere quella della ragazza che poco prima mi aveva baciato.
 
Solo in quel momento mi resi conto di quanto potesse in realtà piacermi Katniss, di quando in realtà lei potesse essere bella e sì…anche sexy.
Se fosse stata in una circostanza normale, tra amici, li avrei comunque stoppati, avrei preso da parte Harry e gli avrei chiesto di rifiutare l’obbligo, o comunque di fare finta.
Ma lì c’erano una centinaia di persone e lo sguardo sorvegliante di Jason dall’altra parte del giardino mi teneva a freno. Tutti ormai sapevano che tra me e Katniss c’era qualcosa, e di diverso dalle altre volte.
 
Forse lo avevano capito perché eravamo venuti alla festa insieme, o forse perché ancora a metà festa non me la ero portata in camera, come invece erano soliti a vedermi fare con le altre ragazze.
Non ero mai stato geloso per nessuna, possessivo sì, ma geloso mai.
 
Mentre quegli interminabili minuti passavano, io continuavo a torturare il giardino della casa con la mani. Gli altri ragazzi continuavano il gioco e notai da lontano che Jason, dopo aver chiesto una sigaretta al suo amico vicino, si stava allontanando.
 
Mi chiedevo ancora perché avesse scelto proprio Katniss, perché proprio lei tra tutte le persone di questa festa?
Ma soprattutto: Perché quell’obbligo?
 
Non resistetti più: mi alzai e lo seguii a passo deciso.
Louis mi sorprese, e mi seguii, forse sapeva che avrei potuto mettergli le mani addosso e era venuto per essere pronto a fermarmi, ma penso che abbia saputo che lo avevo seguito per Katniss e anche lui probabilmente voleva sentire la conversazione.
 
Jason era arrivato nell’unico angolo del giardino non illuminato; magari voleva stare un po’ da solo e per sua sfortuna non ci sarebbe stato per molto.
Lo presi per un braccio e lo girai verso la mia direzione.
Il suo sguardo spaventato si trasformò in uno compiaciuto, simile a quello che Harry poco prima mi aveva fatto.
 
“Perché?” gli chiesi quasi urlando “Perché lei?”
 
 
Il ragazzo non sembrò per niente intimorito da me e così con aria saccente alzò le spalle inspirando il fumo dalla sigaretta.
Il suo sguardo poi si distolse dal mio, pensava che la nostra conversazione fosse finita lì, ma si sbagliava;
lo presi bruscamente per il colletto e gli feci sbattere la schiena contro il muro, solo dopo riconobbi la paura nel suo viso e non potei esserne che soddisfatto.
 
“Rispondi cazzo” sbraitai.
 
Harry” disse impaurito “è stato Harry a chiedermi di fare tutto…..”
 
Spalancai gli occhi incredulo e di conseguenza gli lasciai il colletto.
Harry?! A Harry non importava niente di Katniss, anzi, quei due si odiavano!
 
Strappai dalle labbra di Jason la sigaretta, inspirai e assaporai il fumo entrarmi nei polmoni.
Lo feci altre due volte, poi buttai la sigaretta a terra e la schiacciai con il piede.
Svoltai l’angolo e ritrovai di nuovo Louis che mi fece un semplice cenno con la testa e mi lasciò passare senza fare nessuna domanda.
 
Arrivai quasi correndo davanti allo stanzino e aprii la porta giusto in tempo.
Le loro bocche erano a pochi millimetri di distanza, le mani di Harry erano quasi giunte sopra le sue natiche all’interno del vestito.
 I due si separarono subito e lei si buttò tra le mie braccia sorridendo.
La abbracciai, accarezzandole la schiena e risistemandole il vestitino rosa, mentre lanciavo alle sue spalle frecciatine ad Harry, che stranamente non si era obbiettato della mia ‘intrusione’, forse aveva intuito che era stato smascherato.
 
Stavo ancora abbracciando la ragazza e per un attimo affondai il viso nel suo collo perché il suo profumo mi dava alla testa, il tempo di chiudere e riaprire gli occhi che Harry se ne stava andando.
 
Eh no, non se la sarebbe svignata.
 
“No tu non te ne vai proprio da nessuna parte!” lo fermai lasciando la presa di Katniss.
 
“Dai lascialo stare..” sentii la sua voce sussurrarmi alle spalle.
 
Tolsi il più delicatamente possibile la sua piccola mano dalla mia spalla, cercai di forzare un sorriso e le dissi che doveva raggiungere Cece e Liam fuori, ma lei rimase lì ferma con uno sguardo preoccupato e pensieroso.
 
‘Ma come? Ti libero da questa tortura e esiti ad andartene via?’
 
Prima che potessi ripeterglielo però, diede un’occhiata indecifrabile a Harry per poi abbassare lo sguardo e andarsene.
Entrambi la guardammo fino a quando non uscì fuori in giardino, subito dopo mi girai con sguardo furente; stringevo pugni e denti per sfogare la mia rabbia al posto di tirare pugni a quella faccia da schiaffi che mi ritrovavo davanti.
 
Mi spieghi come cazzo ti è saltato in mente, Harry?” sbraitai stando comunque attento a non farmi sentire da altre persone.
 
“Cosa?” mi disse cercando di fare il ‘finto tonto’.
 
cosa?!” chiesi stupito “Hai detto a Jason di chiedere a Katniss una cosa a cui sicuramente non avrebbe risposto così da potergli imporre l’obbligo che desideravi, no?!”
 
La sua faccia spaventata dal mio tono si trasformò in una più ‘indifferente’ e menefreghista.
 
“Che t’importa?” cercò quasi di cambiare discorso.
 
“Certo che m’importa brutto idiota, quella ragazza mi piace cazzo!” urlai attirando l’attenzione di qualche ragazzo nelle stanze vicine, ma non me importai più di tanto in quel momento.
 
Girai la testa di nuovo verso il volto di Harry che era rimasto paralizzato
 
“E io che ne sapevo! Fino a qualche giorno fa la odiavi..” disse con tono serio “..io l’ho fatto per quella cosa che mi avevi detto di fare, era un metodo per farla avvicinare a me, no?”
 
Ci riflettei, in effetti non aveva tutti i torti, non gli avevo mica detto di annullare quel ‘favore’ che mi doveva.
 
“Beh..adesso finiscitela che non ce n’è più bisogno, ora lei è mia”
 
Un sorriso beffardo spuntò sulla sua bocca carnosa.
 
“Lei sa di quello che mi avevi detto di fare, Zayn?”
 
Per un attimo mi si gelò il sangue; quel suo tono non mi piaceva per niente.
 
“No! Lei non deve sapere” intervenni subito.
 
Di nuovo rise, pensai all’inizio che mi stesse prendendo in giro e incominciavo già a sentire il bisogno, di nuovo, di prenderlo a schiaffi.
 
“Beh…ma se lo venisse a scoprire, Zayn, cosa succederebbe?”
 
Mi stava sfidando?
Mi stava veramente sfidando?
“E da chi lo verrebbe a sapere?” mi feci grande alzando le spalle e avanzai verso la sua figura “forse da te?”
 
Quel suo sorriso malizioso si fece ancora più grande.
 
“Non sto dicendo questo però..” rimase in sospensione, ma prima che potesse rincominciare a parlare misi fine a quella conversazione.
 
“Nessun però, non ti conviene fare nulla perché tu ci sei dentro quanto me, perché tu hai accettato di farlo e so che non vuoi che io e i ragazzi ti escludiamo dal gruppo e dalla squadra..”
 
“Beh ma sono io il capitano!” mi frenò subito lui.
 
“Sì, ma so che nemmeno tu vuoi che Katniss lo venga a sapere”
 
Il suo silenzio mi sorprese, ma di più il fatto che mi avesse sorpassato e che ne fosse andato prima che lo potessi fare io.
 
L’argomento ‘Katniss’ lo rendeva impotente e conoscendolo non era una buona cosa..almeno per me.
 
 
KATNISS’ POV
 

Non volevo litigare anche con Zayn, perciò mi ero allontanata, anche se contro la mia volontà, dato che avevo il timore che potesse accadere qualcosa di brutto lasciando da soli quei due.
 
Sospirai quando uscendo trovai ancora qualche ragazzo in cerchio a giocare a quello stupido gioco e mi allontanai subito per non rischiare di ricevere qualche battutina.
 
Svoltai l’angolo ritrovandomi nel retro della casa, al buio e da sola, proprio quello di cui avevo bisogno in quel momento;
di stare da sola, in tranquillità, lontano da tutti.
Lontano dalle probabili domande da parte di Zayn su cosa fosse successo nello sgabuzzino, lontano da Harry e tutti i suoi trucchetti e messaggi subliminari e anche dalle mille domande di Cece, dal momento che non ci eravamo più parlate proprio quando nella mia vita erano successi mille casini.
 
Appoggiai la testa contro il muro e chiusi gli occhi in cerca di una pace interiore che non trovai; sentii qualcuno chiamarmi alla mia destra, così mi girai e nel buio riconobbi una figura femminile.
Mi allontanai, ritornando davanti alla casa dove c’erano ancora tutti quei ragazzi e la luce.
Di nuovo sentii chiamarmi e mi girai scocciata rivedendo per l’ennesima volta quella figura femminile ancora nella penombra;
all’inizio pensai fosse Cece, ma quando la luce illuminò anche quei capelli rossi riconobbi subito a chi appartenevano
 
“Billington” ripeté lei.
 
“Ah..Carlton, sei tu” dissi incrociando le braccia scocciata.
 
“Che vuoi?” aggiunsi, per affrettare le cose; se Olivia mi era venuta a cercare c’era sicuramente un motivo sotto.
 
“Ora quindi stai con Malik..” le spuntò un sorrisetto malizioso sul volto.
 
Buttai gli occhi al cielo “Vedo che la notizia già si è sparsa eh, e comunque io non stocon Zayn...nessuno ha mai detto questo”
 
“Ah..e quando hai detto al mio ragazzo che Zayn era il tuo ragazzo, stavi non so..delirando?”
 
“Cos’è adesso ti metti a spiare?”
 
“Billington, ti conviene stare alla larga da Harry, sta con me, te lo devi mettere in testa brutta sfigata”
 
‘Katniss stai calma, non la schiaffeggiare, vi stanno guardando tutti’
 
“Beh sai..non è colpa mia se il tuo ragazzo non mi toglie gli occhi di dosso perché  non è abbastanza soddisfatto”
 
Se stava cercando di dire qualcosa , di certo non lo fece, la vidi semplicemente esitare a dire qualcosa che le morì sulle labbra.
Non aspettai oltre e la sorpassai sfiorandole la spalla; stavo ritornando dentro alla ricerca di Zayn, dato che mi era passata la voglia di rimanere un solo secondo di più a quell’orribile festa, ma proprio quando stavo salendo i gradini sentii una fitta nell’attaccatura dei capelli: qualcuno me li stava tirando.
 
Questo ‘qualcuno’ mi trascinò letteralmente indietro, facendomi cadere pesantemente sull’asfalto del giardino.
Ero sdraiata supina con gli occhi chiusi per il dolore e le mani sulla testa che la massaggiavano delicatamente e quando mi accorsi che la persona aveva lasciato la presa dai miei capelli aprii gli occhi e mi ritrovai la faccia al contrario, altamente incazzata, della stessa ragazza con cui avevo pensato di aver appena chiuso una conversazione.
 
Evidentemente non sapendo cosa dire era subito passata alle mani, pur di non lasciarmi andare via con l’ultima parola.
 
Non ebbi il tempo di tirarmi su che lei si buttò con tutto il peso sopra il mio corpo, trafiggendomi l’anca con la cintura della sua minigonna.
Prese a schiaffeggiarmi tanto da farmi bruciare la faccia, fino a quando non la vidi prepararsi la mano per uno schiaffo decisamente più forte che ,nonostante fossi mezza stordita, riuscii a fermare bloccandole il polso e fui capace anche di invertire le nostre posizioni, mettendomi a cavalcioni sopra di lei.
 
Approfittai del suo stupore per toccarmi il viso e dalle dita scoprire del liquido rosso, ma non altro perché lei mi spinse all’indietro dandomi un pugno gigantesco, che però non mi ‘stese’ del tutto.
Riuscii infatti ad alzarmi e a raggiungerla, dandole un calcio nello stinco scoperto, poi lei dolorante si piegò in due e io la spinsi ma lei mi prese la mano trascinandomi giù con lei.
Ci prendemmo entrambe per i capelli ma all’improvviso mi sentii sollevare da due mani che mi presero in braccio.
Fino a quando non vidi Harry fare la stessa cosa con Olivia, pensavo fosse il riccio ad avermi preso, invece quando mi girai trovai la faccia stupita e confusa di Zayn e il suo ciuffo corvino che mi solleticava una guancia.
 
Prima che potesse chiedermi qualcosa sentii qualcuno darmi un pizzicotto nel braccio e quando mi voltai rividi di nuovo la faccia furente di Olivia, scappata dalle braccia di Harry.
Mi slegai dalla stretta di Zayn e la presi per un orecchio, ma non fece in tempo a reagire perché Harry la allontanò da me e Zayn mi allontanò da lei, mettendoci una di fronte all’altra, ma a distanza adeguata, mentre io e la Carlton ci scambiavamo occhiatacce assassine e provavamo invano a liberarci della presa dei rispettivi ragazzi.
 
“Mi spiegate che cazzo è successo?!” sentii Zayn chiedere.
 
“Già, ma siete impazziteporca puttana?!” lo seguii Harry.
 
“Oh Styles, non insultare la tua ragazza” subito intervenni io sarcastica.
 
Non ci fu bisogno di tanto prima che tutti, soprattutto l’interessata, capissero la battuta e che lei cercasse più ardentemente di mettermi le mani addosso.
Notai lo sguardo rimproveratorio di Harry che ancora cercava di tenere a freno la sua ragazza.
 
“Ti conviene portarla via” disse poi a Zayn.
 
ti conviene portarla via gne gne gne’
Ma cos’ero? Un’oggetto? E poi era tutta colpa della fidanzatina dai capelli rossi se era successo questo casino, perché ero io a dovermene andare?!
 
Per mia grandissima sorpresa mi girai, per quanto mi era concesso, dal momento che Zayn mi teneva le braccia premute dietro la schiena, e lo vidi annuire verso Harry.
Non si era opposto e non lo feci neanche io quando mi trascinò in macchina, fino allo sportello del passeggero.
 
Quando entrò anche lui, restammo entrambi in silenzio per poco, fino a quando Zayn non accese la lucetta sopra per illuminare la macchina e mi prese il viso, inclinandolo verso la luce.
Notai che era troppo concentrato ad ispezionare le mie ferite per guardarmi direttamente negli occhi.
Poi finalmente lo fece, ma aveva uno sguardo serio, troppo serio e mi lasciò il viso ripremendo l’interruttore sopra le nostre teste.
 
“Mi spieghi cosa caz..”
 
Lo zittii con il bacio più dolce che io avessi mai dato;
 all’inizio non ricambiò ma poi si fece trasportare e mi toccò la guancia, facendomi trasalire per le ferite e mi bruciò così tanto che mi staccai.
 
“Scusa” soffiò sulle mie labbra, ancora vicine alle sue.
 
Mi baciò lui questa volta e diventò una cosa un pelino più passionale di prima, mi staccai quando sentii un sapore ferreo in bocca e notai che avevo sporcato anche le sue labbra con il sangue del mio labbro spaccato, ma non dolorante.
 
“Ti porto a casa” e detto questo incrociò per un attimo la sua scura mano con la mia bianca come il latte e accese la macchina.
 
Dopo dieci minuti riconobbi una strada familiare, ma non quella di casa mia.
 
“Ma non avevi detto che mi portavi a casa?” chiesi quando arrestò la macchina.
 
Sorrise e mi prese per il mano.
 
“Prima…un gelato!”
 
Riconobbi il chioschetto della notte in cui mi era venuto a prendere mentre girovagavo per le strade da sola.
Sorrisi, incominciando a guardarlo come un ebete e nel frattempo mi prese un cono con gli stessi gusti di quella sera.
 
Se li ricordava.
 
Incominciammo a passeggiare per il parco semi illuminato dai lampioni.
 
“Prima che lo venga a sapere da lui” interruppe il nostro silenzio “è successo qualcosa con Harry prima che arrivassi io?”
 
“No, niente”
 
I muscoli del suo viso si rilassarono notevolmente e soffiò per il sollievo, riprendendo a mangiare il suo gelato.
Ad un certo punto spuntò dal nulla un ragazzo con un morbido cappello sulla testa che con lo skateboard mi venne addosso facendomi cadere il cono sull’asfalto.
 
“Hei, tu” sentii subito la voce dura di Zayn andare contro il ragazzo che non si era neanche fermato per preoccuparsi di ciò che aveva fatto.
Quando lo fece mi avvicinai a Zayn.
 
“Ma che cazzo ti salta in mente, eh?”
 
‘Sempre molto fine il ragazzo qui’
 
“Stavi quasi per far cadere la mia ragazza imbecille!”
 
Continuò a lungo a sgridarlo; non so dire cosa gli stesse ancora urlando contro, perché il mio cervello aveva subito un black-out .
 
La mia ragazza.
La mia ragazza.
La mia ragazza.
La mia ragazza!!
 
Non avevo capito cosa noi ‘eravamo’, cosa io ero per lui effettivamente.
La sua ragazza; Non ero stata mai qualcosa del genere per nessuno, né io lo avrei voluto mai essere, fino a qualche tempo fa…
 
Zayn mi piaceva troppo, mi affascinava, ero cotta.
 
Riaprii gli occhi quando la sua mano toccò la mia spalla per chiedermi se stessi bene.
Al posto suo anche io avrei fatto lo stesso: quando vado in trans assumo un espressione così da ebete che non si capisce se stia pensando o se io stia per avere un ictus.
 
Annuii più volte.
 
“Mi ha fatto cadere il gelato!” dissi con la voce di una bambina piccola, mettendo il broncio e le braccia incrociate, facendolo morire dal ridere.
 
“Te ne do un po’ del mio, non me lo finire però eh!” disse porgendomi il cono quasi vuoto.
 
“Non c’è niente qui!”
 
“Intorno alle mie labbra c’è un po’ di cioccolato se vuoi..”
 
Senza farmelo ripetere due volte lo catturai con le mie mani e spinsi con tutta la pressione possibile le mie labbra contro le sue e incominciai e tirare io fuori la lingua, accarezzando la superficie delle sue labbra per prendere i piccoli residui di gelato rimasto negli angoli della sua bocca.
Lui approfittò della cosa per mordermi la lingua e con i denti la trascinò dentro la sua bocca.
Incominciò così un bacio passionale e per lo stupore mi cadde dalle mani il cono che Zayn mi aveva appena dato.
Agganciai le mie braccia intorno al suo collo e lui appoggiò le sue sopra i miei glutei, accarezzandoli fino ad arrivare al mio sedere.
Senza staccarmi da lui slacciai la presa da dietro il suo collo e con le mie mani spostai le sue sopra i miei fianchi e lo sentii di conseguenza sorridere sulla mia bocca umida dei suoi baci.
Si staccò da me e mi lasciò un piccolo bacio a stampo sotto l’orecchio che mi fece trasalire.
Ero sicura che avrebbe continuato fino a farmi sciogliere ed era quello che volevo, ma stranamente non sentii più le sue labbra.
 
“Cos’è questo?” chiese con tono serio indicando il mio collo.
 
Presi frettolosamente lo specchietto che avevo nella borsa per paura che fosse ciò che temevo..
Puntai lo specchio sul mio collo e notai anche io un segno violaceo in mezzo ad esso.
 
‘Harry.’

“Ah allora sai parlare” sentii la sua voce squillante in mezzo all’oscurità della stanza.
 
Capii solo dopo che si stava riferendo al mio ostinato silenzio fin da quando avevo scoperto il mio obbligo.
 
“Certo che so parlare, solo che lo faccio con chi voglio” dissi sicura di averlo zittiti.
 
Sentii una mano afferrare delicatamente il mio polso.
 
“Tranquilla” mi sussurrò nell’orecchio lui “ora non ti serve parlare”
 
Detto questo, prese a baciarmi teneramente il collo e la pelle d’oca spuntò in ogni parte del mio corpo e quando lui se ne accorse sorrise nella mia pelle.
Succhiò e mordicchiò anche, alternando dolore a piacere molto frequentemente.’
 
“è stato lui, non è vero?” mi chiese lui con sguardo serio, risvegliandomi dal flash-back.
 
“Sì, ma ti giuro che non sapevo..cioè non ricordavo, non significa niente Zayn, lo sai!”
 
“Ormai lui ti ha marchiato, sei sua” sembrò irrigidirsi maggiormente.
 
“Che importa! Non è mica un segno sul collo a rendermi automaticamente sua” gli accarezzai una guancia rada “E poi mi lasceresti a lui così? Senza lottare?” chiesi sorridendo.
 
Alzò lo sguardo anche lui, sorridendo dolcemente e attraendomi a sé.
 
“Beh infatti tutti i principi azzurri hanno dovuto lottare per le loro principesse”
 
La sua dolcezza a volte mi dava alla testa e non capivo più niente, proprio come in quel momento.
 
“Ma magari…non so..tu preferisci Harry come principe” disse riprendendo un tono più serio, però senza lasciare la presa.
 
Alzai gli occhi al cielo “Baciami stupido” lo presi scherzosamente per il colletto della maglia e lo attaccai a me come prima.
 
“Mmhh..vedo che stasera siamo in vena di baci” si staccò lui con gli occhi ancora chiusi “e siamo ancora al primo giorno..wow!”
 
“Ah beh se ti lamenti” mi tolsi dalla sua presa ferrea.
 
“Mai” mi rigirò lui stampandomi un bacio sulla guancia, che pur essendo così semplice, mi fece rabbrividire dalla dolcezza.
 
Salimmo in macchina e mi portò a casa, accompagnandomi fino alla porta di ingresso. M lasciò un bacio prima sulle labbra e poi sul naso.
 
“Notte piccola”
 
Lo salutai con la mano, ancora sulle nuvole. Ero come in ecstasy.
 
Presi a girare con le chiavi nella serratura della porta, scoprendo che essa era già stata schiavata, mentre io mi ricordavo perfettamente di averla chiusa a chiave.
Entrai e trovai alcune luci ,sia del secondo che del primo piano, accese.
Presi d’istinto l’ombrello vicino la porta come arma di difesa e perlustrai l’intero soggiorno con esso alzando, pronto all’uso.
 
Dei rumori in cucina mi fecero però sobbalzare e girare.
Cautamente entrai ma proprio quando stavo girando per entrare dalla porta mi scontrai bruscamente contro una figura maschile; alzai l’ombrello, pronta a sferrargli uncolpo, ma quando riconobbi a chi appartenevano quegli occhi blu lo tirai giù.
Louis aveva in mano una tazza ,di quello che sembrava essere tè, e si era per metà rovesciato nelle mattonelle della cucina.
 
“Oh Dio e tutti i santi..sei impazzito?! Mi hai fatto prendere un infarto!” gli urlai contro con ancora il cuore a mille.
 
“Tu? Sono io quello che si stava preparando una camomilla per calmare i nervi e si è ritrovato di sorpresa una ragazza con un ombrello in mano, pronta a colpirlo!”
 
“Tuscè” ammisi “ma questa è casa mia, bello” dissi con aria altezzosa.
 
Il ragazzo sbuffò “Senti Katniss, poche storie; amici o non amici io devo stare in questa casa per ordine di tuo padre”
 
“Ah beh se rimani per ordine di mio padre puoi anche andare via, so cavarmela da sola” dissi facendo per andarmene.
 
Ferma!” mi rigirò lui “Guarda cosa ti ha fatto quella strega” disse toccando e guardando il mio viso.
 
Non dissi nulla, ma lui mi trascinò nel bagno del primo piano e prese le varie cose per medicarmi- ormai sapeva esattamente dove erano- facendomi sedere sopra il bordo della vasca da bagno.
Non dissi nulla se non qualche lamento per il bruciore del disinfettante.
 
“Per me sarebbe stato meglio andare al pronto soccorso per vedere se ti servivano un paio di punti su questo sulla fronte..”
 
“No, non ce n’è bisogno”
 
Stranamente non si oppose al mio rifiuto e continuò, fasciandomi e incerottandomi le varie ferite.
 
“Ve ne siete date di sante ragione eh” rise beffardo lui.
 
“Già..” lo imitai fino a che non scoppiammo entrambi in una risata isterica.
 
Mi ricomposi quando mi ricordai che io e lui non ci parlavamo neanche, scesi dalla vasca e sussurrai un ‘grazie’ e mi ritirai in camera, ficcandomi sotto le coperte senza neanche spogliarmi.
Nonostante fosse da metà serata che non vedevo l’ora di andare a dormire, non riuscivo a chiudere occhio.
 
Harry non si era minimamente interessato a me, di come stessi per colpa della sua ragazza, che probabilmente gli avrà raccontato una versione della storia che metteva me in cattiva luce e lei avrebbe fatto la parte della vittima.
Lui ovviamente gli avrebbe creduto cecamente e poi avrebbero finito con una bella scopata in bagno.
 
Digrignai i denti, consapevole che non me la potevo prendere con Harry per non essersi preoccupato di me, dato per lui non ero nessuno, e naturalmente anche lui per me era nessuno di conseguenza.
Solo che non c’era niente da fare: mi faceva sentire una merda non essere considerata da lui, o meglio essere considerata solo per essere importunata o darmi fastidio proprio, guarda caso,  quando sa che mi ero messa con qualcuno, quel ragazzo era il mio incubo.
 
 
HARRY’S POV
 
Portai Olly  dentro, dove c’era meno rumore e le chiesi di spiegarmi cosa fosse successo un attimo prima ed incominciò a piagnucolare istericamente, abbracciandomi.
 
“Stavo venendo a cercarti, quando la Billington non so per quale razza di motivo mi è saltata addosso ed ha incominciato a picchiarmi..”
 
“Ma anche lei aveva dei lividi e dei graffi…e anche belli grossi Olivia!”
 
La ragazza si staccò velocemente dal mio busto e mi guardò dall’alto in basso.
 
“Cos’è adesso la difendi Harry?!” mi chiese lei sul punto di incazzarsi.
 
Alzai gli occhi in cielo e sbuffai, ma non dissi niente.
 
“Ricorda che tu sei il mio ragazzo!” Incominciò ad urlare lei.
 
Senza degnarle attenzione mi allontanai lasciandola di sasso in piedi e presi il cellullare componendo il numero di Louis che era andato a fare un giro con Liam e l’amica di Katniss.
 
“Harry, dimmi” rispose lui evidentemente vedendo il nome sullo screen.
 
“Lou senti, è successo un casino, Olivia e Katniss si sono picchiate e…”
 
“Olivia e Katniss?! Oddio e noi che ce ne siamo andati perché pensavamo che la festa fosse noiosa!” sentii in lontananza la voce di Liam.
 
“Potevi dirmelo che avevi messo il vivavoce” dissi a Louis.
 
“Ma Katniss sta bene?”
 
“Ecco, l’ho vista un po’ ammaccata diciamo…e ti ho chiamato proprio perché voglio che ritorni a dormire a casa sua, non mi piace il fatto che dorma da sola, soprattutto in queste condizioni” mi schiarii la voce subito dopo essermi accorto di cosa stessi dicendo.
 
“E poi ha delle ferite da medicare insomma…va’ da lei”
 
Il ragazzo mi rispose con un ‘certo’ e dopo esserci risalutati buttai giù e mi riavvicinai nel punto in cui avevo lasciato Olivia da sola, ma non la trovai.
Mi girai e incontrai Scott, un ragazzo che a volte fa allenamenti con noi.
“Hei amico hai visto Olivia?”
 
“Ehm si…la rossa è salita in macchina di Ted McQuinn”
 
Sbuffai, ma non me importai più di tanto perciò uscii e andai a prendere la macchina per andare a casa.
Non mi ricordai niente dopo ciò, solo di aver risposto male alle domande impertinenti della mia sorellastra Stacy che mi aveva aperto la porta e di essermi infilato nel letto.
 
                                                                                  ***
 
La strada verso casa di Liam quella mattina sembrò essere dieci volte più lunga; forse era dovuto al fatto che l’avevo dovuta fare da solo, senza Zayn, dal momento che ero partito in anticipo per paura che invece lui, ignorando la sera prima, venisse a prendermi come sempre.
 
Stavo aspettando Liam da cinque minuti sotto il cancello di casa sua quando delle risate mi fecero girare nella direzione della casa di fronte.
 
Lei stava uscendo dal vialetto con dietro Louis e ridevano insieme; erano così contagiosi che mi spuntò in faccia un sorriso, la loro amicizia era così pura e leale.
Ero quasi geloso di ciò che Louis poteva avere con lei.
 
Notai che aveva varie fasciature e cerotti e nel fissarla, sia Louis che l’interessata, si accorsero della mia presenza nell’altro lato della strada.
Lui mi fece un cenno con la mano per salutarmi, che contraccambiai, mentre lei rimase impassibile.
 
“Hai fatto la cosa giusta” sentii una voce alle mie spalle, mi girai e trovai Liam sorridente.
 
“Cosa?” chiesi io, confuso a cosa si riferisse.
 
“Intendo ieri sera” si chiarii lui “quando hai chiamato Louis. È grazie a te se ora stanno tornando come prima”
 
Annuii lentamente, ma prima che potessi dire altro la figura di Cece spuntò e andò tra le braccia di Liam, che le stampò un dolce bacio sulla guancia.
 
Nel frattempo mi accorsi che nell’altro lato della strada era arrivata una nuova persona;
Zayn era corso alle spalle di Katniss che stava parlando con Louis nel marciapiede, lui le mise le mani sopra gli occhi e lei, sapendo sicuramente chi fosse, sorrise girandosi.
Sentii una fitta in non so quale punto del corpo quando le labbra di lei combaciarono con quelle sottili di lui.
 
“Vedo che abbiamo fatto uno scambio tra i due gruppi” interruppe Liam quell’imbarazzante silenzio “tu sei qui” disse riferendosi alla ragazza.
 
“E lui è là..con lei” finii io ancora ipnotizzato dalla visuale dei due che si stringevano la mano.
 
“Già, ma io ho fatto pace con Katniss perciò sto anche con lei eh..” intervenne Cece.
 
“Ah bene!” dissi io prendendola per un braccio e attraversando la strada, ignorando le sue lamentele o le domande di Liam dietro le spalle.
 
Raggiungemmo la coppietta che si stava avviando, mano nella mano nel lato opposto.
 
“Buongiorno!” urlai io facendo girare entrambi.
 
Sembrarono stupiti nel trovarci tutti e tre dietro loro e Katniss ,soprattutto, infastidita.
 
“Ah ciao” disse Zayn e lei lasciò arrossendo la sua mano.
 
 
Durante il tragitto arrivai alla conclusione che Zayn non sembrava affatto arrabbiato con me, come se avesse cancellato tutto della sera precedente.
 
Cece e Katniss stavano avanti rispetto a noi, di pochi passi mentre parlavano e ogni tanto si giravano verso di noi ridacchiando.
 
Avrei tanto voluto sapere di che cosa stessero parlando.
 
Io, Liam e Zayn parlavamo pressocchè di Football, ma spesso, quando calava il silenzio Malik ne approfittava per dare qualche occhiata al di dietro della ragazza davanti a noi, quella con i lunghi boccoli biondo scuro, e allora lì cercavo sempre di attrarre la sua attenzione portando a galla nuovi argomenti di cui parlare.
 
Fu una giornata abbastanza lunga: ci avevano caricato di compiti e avevano fatto le ultime interrogazioni perché il giorno dopo ci sarebbe stata uno sciopero per gli studenti.
Raggiunsi il mio tavolo cercando di non pensare al quattro di algebra e trovai tutti, anche lei.
 
Come io fissavo ardentemente lei, lei faceva altrettanto con me, nonostante Zayn le stesse parlando di non so cosa.
Le sedetti di fronte, l’unico posto libero rimasto e le regalai un mezzo sorriso, ma subito lei distolse lo sguardo da me e incominciò a giocare con la forchetta sul purè di patate.
 
“Oggi pomeriggio venite da me a vedere un film?”
 
“Io vengo, solo se è un horror” rispose Liam che teneva un braccio attorno alle spalle della ragazza che annuii a sua volta.
 
“Harry?” chiese Zayn.
 
Alzai la testa e annuii cercando di sorridere sotto lo sguardo di tutti.
 
“Kat, tu vieni?” le disse accarezzandole il dorso della mano.
 
“Veramente..oggi pomeriggio ho da fare” sussurrò lei.
 
“Hai danza?” chiesi immediatamente io.
 
Lei di rimando si girò lentamente con la bocca corrugata e lo sguardo assassino, accompagnato da un calcio nello stinco che mi fece trasalire.
 
Fai danza?!” chiese ridacchiando Liam, dal momento che Zayn era rimasto paralizzato.
 
“Sì, Da-danza classica” disse lei con un filo di voce.
 
Lei non se ne accorse ma Zayn si era stampato un piccolo sorriso malizioso che mi fece stringere i pugni.
 
“Non me lo hai detto”
 
“Beh..non ne ho avuto l’occasione” si scusò lei.
 
“A che ora?”
 
“Alle tre..”
 
“Ti accompagno io” non era una domanda la sua, perciò lei non rispose.
 
“Okay..”
 
“Così fai danza classica eh?” chiese Liam a bocca piena.
 
“Sì…solo che adesso la mia insegnante dall’ultima volta ha incominciato a farmi dare lezione di Hip Hop..per..rendermi più…sciolta”
 
“più sexy insomma” la corressi io, sapendo cosa volesse dire.
 
Lei naturalmente mi fulminò, ma subito Zayn la distrasse con un’altra domanda.
 
“E chi ti dà queste lezioni?”
 
Dal viso della ragazza capii che si trovava in estrema difficoltà nel rispondere a quella domanda.
 
“Ky…..Kayla, una ragazza” rispose incerta.
 
“Kayla? Ma che razza di nome è?” chiese Liam inghiottendo.
 
“è..francese” rise istericamente.
 
La conoscevo troppo bene; stava mentendo.
 
                                                                            ***
KATNISS’ POV
 
Dovetti stare per più di cinque minuti per convincere Zayn ad andarsene fuori dalla palestra, dicendogli che nessuno poteva assistere alle lezioni per motivi che solo l’insegnane sapeva.
Naturalmente avevo mentito: mi vergognavo troppo a fare lezione con la consapevolezza di avere il suo sguardo fisso puntato addosso e poi gli avevo detto che la persona che mi dava lezioni di Hip Hop era una ragazza e se fosse venuto avrebbe visto con i suoi occhi che era una balla.
Avevo mentito perché in quei giorni avevo conosciuto ,anche più di quanto volessi, Zayn e sapevo anche che era abbastanza geloso e possessivo con me quando si trattava di altri ragazzi.
Pensare che prima di accompagnarmi in palestra mi aveva portato a mangiare un cupcake in una pasticceria e mentre stavo dicendo al ragazzo che dolcetto volessi lo aveva accusato di aver flirtato con me.
 
Entrai e trovai già Kyle che si stava riscaldando.
Questa volta mi ero messa un paio di leggins neri come l’ultima volta ma sopra una semplice maglia larga che mi cadeva sulla spalla, con una canotta bianca sotto.
Mentre aspettavo che finisse di allungarsi tirai su i capelli in una coda disordinata e poi lo avvertii che ero arrivata.
 
Quel pomeriggio  mi mostrò solo come fare dei pezzi e non nascondo che per una semplice mossa mi ci volevano tipo dieci minuti per farla venire bene, o meglio decente, e inoltre c’era il fatto che ogni volta che mi muovevo lui scoppiava a ridere come un pazzo, abbassando altamente il mio livello di autostima per una cosa che non volevo neanche fare.
 
“Bene…penso che per oggi possa bastare, ci vediamo domani alla mattina, dato che mi hai detto che non hai scuola” mi diede una specie di pacca sulla spalla ed uscii.
 
Mi andai ad asciugare e cambiare in spogliatoio e poi uscii insieme a Kyle che aveva appena fatto, ci scambiammo i numeri di telefono per metterci d’accordo sui vari appuntamenti per le lezioni.
Risi a qualche sua battuta dovuta al suo cellulare di vecchia generazione, dato che aveva avuto un incidente in bagno con il suo iphone, quando, alzai la testa e trovai Harry che mi fissava dentro la sua macchina con un sorriso beffardo.
 
Salutai frettolosamente Kyle e attraversai la strada.
 
“Che ci fai qui?”
 
“Kayla eh” disse scoppiando a ridere
 
Entrai furiosamente in macchina “Okay” ammisi “il mio insegnante si chiama Kyle ed è un ragazzo e anche…molto dotato. è proprio per questo che non l’ho voluto dire a Zayn”
 
“Lo so..è geloso e possessivo..” intervenne.
 
“Esatto”
 
quasi quanto me” poi aggiunse.
 
Non gli chiesi se si stesse riferendo a qualcosa o qualcuno in particolare di cui era geloso, perché poi lui avrebbe potuto pensare che per un attimo mi fosse passato di mente che lui fosse geloso di Kyle, pft.
 
“Perciò starai zitto?” chiesi speranzosa.
 
“Vedremo..poi però..mi dovrai un favore in futuro”
 
Rabbrividii alle sue parole;
 quando e se, mi avrebbe chiesto di fare qualcosa per lui invece che scontare il favore decisi che avrei sicuramente preferito dire tutta la verità al mio ragazzo.
 
“Perché Louis non è potuto venirmi a prendere per andare da Zayn?” chiesi quando mise in moto la macchina.
 
“Non lo so, mi ha detto semplicemente di venire qui punto”
 
“Okay..mi devi portare a casa che mi devo cambiare”
 
Di colpo girò e ci ritrovammo nell’isolato di casa mia. Si fermò davanti al cancello ma prima che potessi scendere mi fermò un braccio.
 
“Ti serve una mano?” chiese senza malizia.
 
“Ehm..per vestirmi? No, ho quasi diciotto anni” scesi.
 
Entrai dentro casa e salii in camera mia appoggiando la borsa dentro l’armadio.
Non avevo dubbi su cosa mettere; c’era quel vestito a fiori che mi piaceva tanto, che avevo comprato al negozio insieme a tutti gli altri capi più aderenti del solito..
 
‘Guarda caso lo stesso che piace a Harry eh’
 
‘Ah davvero? Beh piace anche a me’
 
‘Si certo’
 
Già era strano avere una vocina in testa, ma litigarci era il colmo cavolo!
 
Mi sfilai la maglietta e i pantaloni e mi feci una doccia in due minuti, raccogliendo però i capelli, che avrebbero impiegato altro tempo per asciugarsi e io di tempo ne avevo poco.
Mi misi frettolosamente il vestito e mi allacciai la zip di fianco, infilandomi contemporaneamente le mie vans blu.
 
Mi spruzzai un po’ di profumo e mi misi un velo di lucidalabbra trasparente.
Quando aprii la porta per uscire di casa mi scontrai con Harry che stava per suonare il campanello; rimanemmo come due idioti a guardarci e subito notai con piacere che due fossette gli erano apparse in volto.
 
Finalmente le sue iridi verdi incontrarono i miei occhi.
 
“L’hai comprato..” disse con la voce spezzata.
 
Annuii facendo il labbruccio con quello inferiore.
Mi sentivo veramente in imbarazzo, lì di fronte a lui che mi squadrava senza pudore o vergogna; sorrideva e faceva su e giù con la testa lungo tutto il mio corpo.
 
“Bene andiamo” dissi prendendolo per un braccio e portandomelo dietro verso la macchina.
 
 
HARRY’S POV
 
Stavo guidando, ma con la mente ero certamente da tutt’altra parte; ero come scioccato, aveva comprato quel vestito per me, me lo sentivo.
Le stava così bene che a volte mi giravo per ammirarla e quando lei se ne accorgeva mi sbraitava contro per farmi guardare la strada.
 
Scendemmo davanti casa di Zayn ed entrammo velocemente dato che stava incominciando a piovere.
Appena entrammo, neanche il tempo di chiudere la porta che Katniss corse verso il ragazzo sul divano e si buttò a cavalcioni sopra di lui, stampandogli un grossolano bacio a stampo che lo fece ‘risvegliare’ dalla ‘trasn-televisione’.
Stare a spiegare la mia voglia di dividerli a calci penso sia inutile.
 
Poco dopo spuntarono dalla cucina Cece e Liam che si lanciavano pop corn.
 
“Louis sta parcheggiando, ha detto che ha portato un amico” ci disse il ragazzo.
 
Tutti annuimmo e prima che potessi mettermi a sedere il campanello suonò;
Liam e Cece stavano limonando sopra la poltrona accanto alla tv e Zayn e Katniss stavano facendo la stessa cosa nelle stessa posizione di prima.
 
Realizzai che dovevo aprire sicuramente io, perciò sbuffai e mi alzai.
 
Come avevo ipotizzato, ritrovai Louis di fronte che entrò e trascinò con sé una figura incappucciata che non riconobbi subito.
 
“Ehm” tossicchiò lui, vedendo che tutti erano impegnati a fare ben altro.
 
“Questo è un mio amico” iniziò prima che l’attenzione di tutti i presenti andasse verso di lui “allora loro sono Liam quella scostumata che le sta sopra è Cece..”
 
“Hei” si lamentò la ragazza
 
“E loro sono Zayn e…”
 
Katniss!”urlò lui riconoscendola.
 
La ragazza, che prima gli dava le spalle si girò e rimase all’inizio sconcertata, poi anche io incominciai a ricordare chi fosse quella faccia da schiaffi con cui mi ero confrontato una volta.
 
Niall?!”strillò lei, scendendo dalle gambe di Malik.





Look at me girls!
Scusate non so se come me reputate questo capitolo una merda, ma lo volevo far finire in un diverso modo, solo che dopo veniva troppo lungo.
Beh meglio per voi perchè come lo volevo far finire io vi lasciava in suspance e MOLTO! lol
Bene in questo capitolo Jawy e Kat si mettono insieme e scopriamo che a Zayn piace veramente Katniss, e lei dice di essere cotta
di Zayn..ma possiamo dedurre che Harry non l'ha proprio messo da parte.

La scena di Olivia e Katniss è stato troppo bella da scrivere AHAHAHAHAHHAHA

Katniss sta da un giorno solo con Zayn e già ecco la prima bugia;
però lei sa che Zayn per la sua gelosia cosa è capace di fare e non vuoel rischiare per una stupidaggine.

Infine come avete visto Niall è un altro amico che Louis e lei hanno in comune...chissà cosa accadrà mlmlmlmlml


Nel prossimo capitolo vi posso solo dire che Katniss sconterà, o meglio, sarà costretta a scontare quel favoruccio su Kyle a Harry... 
Beh le domande tutte nelle recensioni su!

R E C E N S I T E.

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Ah e questo è il famoso vestito che a Harry piace tanto :'):




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Capitolo 10
*** Ten prt 1 ***



                                                                                                     A Syria, il mio panda cuccioloso che mi ha aiutato xx

Capitolo 10
 
Niall?!” urlai sconcertata, scendendo subito dalle gambe di Zayn.
 
Il biondo mi guardò sorridendo imbarazzato; probabilmente a causa dello stato in cui mi aveva ritrovato.
Fu Zayn a intervenire per primo:
 
“Vi conoscete?” chiese cercando di non far trasparire quel filo di gelosia che notai quando si alzò nervosamente sistemandosi il cappello.
 
“Sì…lavoro nella scuola in cui Katniss prende lezioni” rispose Niall, dal momento che io ancora ero rimasta imbambolata seduta nel divano.
 
Zayn si girò verso di me, come a volermi chiedere la conferma, che diedi semplicemente annuendo.
Harry era rimasto ancora vicino alla porta, con le braccia incrociate e la gamba piegata, appoggiata al muro.
 
“Ma non è giusto, prima Harry…poi Niall” sentii piagnucolare Louis.
 
Per un attimo trasalii alle sue parola, non sapendo a cosa si stesse riferendo.
 
“…non posso presentarti un amico che già lo conosci!” sbatté i piedi lui indispettito.
 
Cacciai fuori un sospiro di sollievo che fece ridere Louis, poi lo imitai mettendo su un sorriso incerto.
 
“Guarda chi si rivede”
 
La voce di Harry mi mise in soggezione, dato che sapevo che con Niall non c’era stato un bel feeling fin dall’inizio, avevo paura che combinasse di nuovo un casino.
 
“Oh, lo stalker” disse lui squadrandolo.
 
“No, ora mi spieghi perché cazzo mi chiami così, idiota!” urlò lui avvicinandosi, così tanto che Louis rimase spiazzato.
 
“Ah ma quindi anche loro si conoscono?” risentii parlare Zayn.
 
“No aspetta Niall c’è un malint..” cercai di fermarlo, appena mi ricordai che ero stato proprio io a dire a Niall che Harry era un ragazzo che mi perseguitava.
 
“No Katniss non c’è bisogno che mi spieghi, ho capito tutto” cercò di tranquillizzarmi il ragazzo.
 
“Ma che co..?” provò a chiedere Harry che fu subito interrotto dal biondo.
 
“Tu prova a toccarla e….”
 
Frena frena frena!” una terza voce si intromise di nuovo.
 
“Se prova a toccarla ci penso io, tu che cazzo c’entri?  Lei è la mia ragazza, sono io che ho il compito di proteggerla” il tono di Zayn spaventò abbastanza Niall da farlo indietreggiare.
 
Nonostante stesse succedendo un casino per colpa di una mia maledetta balla, ero rimasta affascinata dal discorso di Zayn del dovermi proteggere.
Nessuno era mai stato geloso per me, figuriamoci litigare per proteggermi, visto che a nessuno faceva mai caldo né freddo se stessi male o bene.
 
 
“Ma aspetta perché Harry dovrebbe farle del male?” continuò Zayn.
 
“Perché è il suo stalker!” urlò con fare ovvio il biondo dinnanzi a lui.
 
Il suo stalker?!!” chiese strillando Harry che era in mezzo.
 
Non ci fu neanche il tempo di alzarmi che tutti e tre si girarono nella mia direzione, con ognuno un’espressione poco simpatica nei miei confronti.
 
Katniss!” urlarono furibondi all’unisono.
 
La risata di Liam riempì il vuoto di quella stanza, sicuramente divertito dalla situazione perché, lo ammetto, se fossi stata in un’altra posizione mi sarebbe sembrata più una fiction comica.
Cece gli tappò la bocca con la faccia di una concentrata quando è in onda la sua serie televisiva preferita e c’è quel pezzo clou in cui si scopre che  lui l’ha tradita con la sorella di lei, che aspetta un figlio di lui.
 
Okay, pure la mia mente farfugliava cose senza senso.
 
Stranamente però, il mio corpo sembrò essere più determinato; infatti d’impulso scattai in piedi e a grandi passi raggiunsi il trio.
 
“Allora vi posso spiegare..” iniziai gesticolando senza accorgermene.
 
“Ti ringrazio” calzò la voce di Zayn, di lato a me.
 
Cercai e ricercai come formulare una frase in cui
  1. Non offendevo Harry e confessavo la mia paura ogni volta che lo incontravo all’inizio (e tutt’ora).
  2. Dicevo il più cautamente possibile a Niall che gli avevo detto una cazzata
  3. Non dicevo a Zayn che Harry mi torturava e che mi era rivenuto a riprendere e mi aveva accompagnata alla lezione in cui era successo tutto quel trambusto, anche perché poi lui mi avrebbe chiesto come mai mi aveva dato un passaggio e poi avrei dovuto raccontargli della notte in cui avevamo dormito insieme, di quando mi ero vestita troppo osé, oppure di quando avevamo finto di scopare per farlo andare via da quella stanza e.. di quando l’avevo baciato.
 
Bene, nascondere tutto la massa di dettagli del terzo punto era un po’ un’impresa che una difficoltà, ma mi sarei messa solo ne casini se Zayn lo fosse venuto a sapere.
 
“I-io….” Balbettai.
 
Tuu?!” mi incitò Harry.
 
Niall ti ho detto un enorme cazzata: Harry mi aveva semplicemente rotto le palle e allora in quel momento per convincerti a nasconderti con me.. me la sono tirata fuori così, su due piedidissi tutto d’un fiato e poi ripresi, pur vedendo che il ragazzo stava per dire qualcosa.
 
Harry sì ti ho dato dello stalker perché non avevo altri termini veloci da dire a Niall in quel momento e sì, è vero mi sono nascosta da te! Perché? Perchè avevo paura di incontrarti, non mi chiedere il motivo” guardai Harry con aria di sufficienza; in quel momento era l’unico di cui mi importava di meno dare delle spiegazioni.
 
‘Cavolo Katniss, gli hai dato dello stalker, delle spiegazioni sono pur che essenziali!’
 
Lasciai perdere la vocina dentro la mia testa e questa volta, essendo il turno di Zayn, gli presi le mani e mi ci volle qualche momento in più per partire.
 
Zayn, Harry  ha incominciato a tartassarmi da giorni: cioè me lo trovavo da tutte le parti e non ce la facevo più, soprattutto quando Cece mi aveva convinto ad andare alla festa. Sono entrata dalla finestra e dato che mi ero vestita..non del mio stile diciamo, mi vergognavo e dopo ho incontrato Harry, solo che tu stavi per entrare perciò lui mi ha trascinato sul letto e ha fatto finta di essere insomma..impegnato..”
 
“Quindi la ragazza di quella sera…” mi interruppe Zayn, guardando Harry che mi stava lanciando occhiate omicida.
 
“..Sì, era lei” finì lui.
 
Aspettai che Zayn mi guardasse annuendo per farmi continuare.
 
Dicevo..?” 
 
“Della finta scopata con Harry” rispose subito Liam molto diretto.
 
Poi..mi ha accompagnato a casa e ci siamo addormentati sul mio letto..” mi stoppai, consapevole di aver tagliato un pezzo della storia.
 
E la mattina mi sono svegliata tardi perciò mi ha offerto un passaggio in auto che sarebbe stato più veloce per andare a danza”
 
‘Cercai e ricercai come formulare una frase in cui
1)            Non offendevo Harry e confessavo la mia paura ogni volta che lo incontravo all’inizio (e tutt’ora).
2)            Dicevo il più cautamente possibile a Niall che gli avevo detto una cazzata
3)            Non dicevo a Zayn che Harry mi torturava e che mi era rivenuto a riprendere e mi aveva accompagnata alla lezione in cui era successo tutto quel trambusto, anche perché poi lui mi avrebbe chiesto come mai mi aveva dato un passaggio e poi avrei dovuto raccontargli della notte in cui avevamo dormito insieme, di quando mi ero vestita troppo osé, oppure di quando avevamo finto di scopare per farlo andare via da quella stanza e.. di quando l’avevo baciato.’
 
Beh almeno ero riuscita a non dire del bacio, un lato positivo c’era!....
 
Subito dopo che nell’aria la mia voce ebbe smesso di risuonare il silenzio calò in tutta la casa;
l’unico rumore era quello dei denti di Liam che sgranocchiavano le patatine e fu subito ripreso da uno sguardo rimproveratorio di Cece, che sedeva sopra le sue gambe.
 
“Niall..mi dispiace” lo guardai con occhi supplichevoli e speranzosi che non mi sbraitasse contro anche se non lo avrei neppure biasimato!
 
“Tutto okay, tranquilla” mi accarezzò affettuosamente una spalla, ma io gliela tirai avvolgendolo in un abbraccio caloroso.
 
Naturalmente lo presi alla sprovvista e all’inizio sembrò un po’ titubante, ma alla fine anche lui mi cinse la vita con le braccia, con tale forza che sentii i piedi non toccare più il pavimento.
 
Mi sciolsi dalla sua stretta ferrea che non voleva lasciarmi e scoppiai a ridere per questo, contagiando il suo sorriso a trentadue denti, poi mi girai verso il moro con la cresta che sembrava avere un’espressione al quanto seria.
Aveva le braccia incrociate e mi scrutava con degli occhi inespressivi, più scuri del solito, ma  subito dopo avergli chiesto se fosse arrabbiato con me, la risposta mi spiazzò veramente.
 
Mi lasciò un dolce bacio sulle labbra e dopo essersi staccato se le inumidì sorridendo.
Inarcai un sopracciglio, confusa dalla sua reazione.
 
“Non ti sei veramente arrabbiato?” chiesi io tanto per starne certa.
 
Lui scosse più volte la testa e la cosa non poté fare altro che rallegrarmi, facendomi anche sorridere.
Mi avvicinai a lui con fare per baciarlo fino a quando Harry non tossì rumorosamente.
 
Girai la testa verso la sua direzione con espressione al quanto scocciata “che vuoi?!
 
“E a me?” mi chiese “ A me non chiedi se sono arrabbiato?”
 
“mmh..no” risposi provocando una risata generale e finalmente catapultandomi tra le labbra di Zayn che mi avvicinò a sé, facendo scontrare i nostri bacini e tenendomi incollata a lui con le mani sopra l’osso sacro.
 
“Prendetevi una camera..” sentii dire da una voce con tono schifato.
 
Nonostante ciò, nessuno dei due decise di fermarsi e per un decimo di secondo dovetti aprire di pochissimo la bocca per inumidirmi le labbra che si stavano seccando per troppo movimento, ma quella piccola fessurina bastò a Zayn per far entrare la sua lingua, che appunto si insinuò selvaggiamente dentro la mia bocca.
 
Cercai di staccarmi ma le sue dita si erano ficcate nei miei fianchi e più mi muovevo, più il dolore era atroce, così tanto a volte da farmi gemere tra le sue labbra.
 
Penso che quello sia stato uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita;
non eravamo mai arrivati al punto di approfondire un bacio..così e doveva proprio capitare davanti a tutti, anche Niall. Mi stavo proprio domandando cosa avrebbe potuto pensare di me.
 
Finalmente riuscii a staccarmi da Zayn che, dopo aver visto che avevo ceduto a quel bacio movimentato, aveva fatto l’errore di allentare le presa dandomi la possibilità di ‘scappare’.
 
Incontrai gli sguardi seri di Niall, Louis  e Harry, che erano rimasti nelle stesse postazioni dei precedenti attimi, ovvero in piedi accanto a noi.
Sentii da dietro le spalle delle risatine di Liam e subito dopo il rumore della probabile sberla che aveva ricevuto dalla ragazza accanto.
 
Guardai Zayn con un punto interrogativo immaginario stampato in fronte ma non trovai nessuna risposta in quel suo sguardo fiero.
Semplicemente lo guardai infuriata, dal momento che non avevo voglia di fare una scenata di fronte a tutti, e me ne andai tra il silenzio della stanza, o meglio, dell’intera casa.
Sentivo tutti gli sguardi puntati sulla mia schiena e mi inoltrai in quel lungo corridoio della casa a me sconosciuta e dato che era tale, per trovare il bagno dovetti aprire un po’ di porte a caso.
La terza che aprii non era la stanza che stavo cercando, ma riconoscendo cosa fosse in realtà, entrai lo stesso, socchiudendo la porta dietro le mie spalle.
 
La camera di Zayn era proprio come me l’aspettavo: il caos regnava in ogni dove.
A destra, tra tutti i vestiti messi e smessi, trovai sotterrata la scrivania e sopra quest’ultima scaffali pieni di vecchie foto che ritraevano lui e altre ragazzine, insieme a una giovane donna che presupposi fosse la madre.
Stavo quasi per afferrare una delle tante cornici, quando un rumore da sotto il piumone arancione del letto mi distrasse.
Di scatto mi avvicinai, pronta a sollevare le coperte e trovare qualche strano animale che potesse saltarmi addosso.
Per mia piacevole sorpresa trovai invece una bambina accovacciata con due grandi occhi e lunghe ciglia, che avevano un che di familiare.
Erano molto più chiari di quelli di Zayn, ma appena un sorriso le guarnì il viso paffuto riconobbi lo stesso sorriso del fratello.
 
“Tu devi essere la sorella di Zayn”
 
La vidi annuire sorridendo.
 
“E tu chi sei?”
 
“Sono Katniss, piacere”
 
“Safaa” sorrise lei porgendomi la mano.
 
 
HARRY’S POV

 
Stronza
Dannata, maledetta stronza.
 
 Si era preoccupata sia di Niall che di Zayn e se fossi stato incazzato io non glie ne sarebbe fregato di meno.
Se me lo avesse chiesto le avrei detto che non importava, in fondo mi piaceva questo fatto che avesse una certa paura di incontrarmi. Questo voleva dire che la mettevo in soggezione e se le facevo questo effetto sicuramente non era perché le stavo sul cazzo, come dire.
Però, dopo che di me non si era preoccupata lontanamente, ero incazzato, sì e quando lo sono non ci vedo più.
 
Oltre alla sua risposta del cazzo aveva pure avuto il coraggio di approfondire un bacio, che di casto non aveva nemmeno l’inizio, proprio di fronte ai miei occhi.
 
 Beh la ragazza voleva guerra.
 
Appena si era staccata però notai fulmini e saette provenire dal suo sguardo e capii che non era altro che imbarazzata.
Speravo in qualche ceffone, in un calcio sulle palle o qualche imprecazione, ma la ragazza, muta come un pesce con le braccia lungo ai fianchi di quel vestito –giuro che in quella posizione me la sarei mangiata a morsi da quanto era sexy- se ne andò entrando nel lungo corridoio di casa Malik.
 
Anche quando era definitivamente uscita dalla stanza il silenzio regnava.
Ci vollero cinque minuti prima che Liam riaccese la tv e che tutti incominciassero a parlare di qualcosa su MTV; stavo infatti giusto per sedermi, per non fare l’asociale quando mi sentii prendere per un braccio da Zayn che era rimasto in piedi come me e mi trascinò in cucina.
 
“Sentiamo cosa mi deve dire Mister Malik” dissi ironicamente, pronto a qualche nuova predica.
 
“Non ti conviene scherzare” notai solo allora quanto serio all’improvviso fosse diventato e indietreggiai di poco “Non ho detto niente prima, dopo tutte quelle confessioni di Katniss, perché so che lo hai fatto per il favore che mi dovevi fare, giusto?”
 
Mi persi nelle sue parole; ecco perché non mi era saltato addosso con un forcone ardente!
 
Giusto?!” richiese in mancanza di una mia risposta.
 
“Certo, ma che ti passa in mente amico?” dissi cercando di sdrammatizzare un po’ la situazione, ma la mia pacca sulla sua spalla non sembrò migliorare di molto.
 
“Perciò tu ora te la smetti di importunare Katniss, dato che come abbiamo già detto, quella cosa è conclusa definitivamente” calzò sull’ultima parola “mi era sembrato di essere stato sufficientemente chiaro ieri sera, no?”
 
“Sì, sei stato chiaro, e poi vai tranquillo che io ho una ragazza a cui pensare”
 
“Beh ho visto come ci pensi a Olivia” rispose subito lui “o meglio: come lei pensa a te”
 
 “Che vuoi dire scusa?” lo fermai, dato che se ne stava andando.
 
“L’hanno vista tutti entrare ieri sera nella macchina di Ted McQuinn”
 
Alzai le spalle con fare menefreghista, sicuro che quella punta di rabbia che sentivo non trasparisse, ma mi ero scordato che stavo parlando con il mio migliore amico…
 
“Certo che ti frega coglione, quella era la tua ragazza” rispose infatti lui.
 
“Sai che io e Olly non avevamo un rapporto serio” cercai di minimizzare la cosa perché mi vergognavo di ammettere che comunque mi dava fastidio e di ammettere di essere stato preso per il culo di fronte a Zayn.
 
Lui già si era preso Katniss, cosa voleva da me? Umiliarmi ancora?
 
Alzò gli occhi verso su come per dire che stavo dicendo una cazzata e poi riprese a parlare con una faccia più seria:
 
“Ti conosco meglio del mio pisello, Harry”
 
Fu interrotto da una mia piccola risatina, ma da parte sua non c’era niente di ‘amichevole’ e subito dopo averlo notato mi ricomposi e incrociai le braccia sul petto, così lui continuò.
 
“Ti importa o no di lei, ha ferito il tuo 'orgoglio' da maschio. Io al posto tuo sarei ,comunque sia, su tutte le furie”
 
Abbassai gli occhi, imbarazzato nell’incontrare i suoi.
 
Fa male essere traditi e non tradire, eh?”
 
Immediatamente le mie iridi si rialzarono di scatto, incontrando quegli occhi nocciola.
Sapevo cosa cercava di fare e ci stava riuscendo alla grande: improvvisamente il mio corpo si era iniettato di un’ira inarrestabile.
Strinsi i pugni fino a rendere visibile sulla pelle rosa della mia mano, le nocche bianche e appena Malik vide il risultato di ciò che mi aveva detto si fece spuntare un sorriso storto sulla bocca fina.
 
Uno dei miei pugni ,quasi autonomamente, si avventò contrò lo sportello di una credenza provocando una specie di frastuono che spaventò tutti i presenti nella stanza accanto.
 
Senza neanche dare importanza alla reazione di tutti gli altri e alle loro facce spaventate e confuse, mi diressi a passo pesante e veloce verso la porta, che chiusi con poca grazia;
Lo stesso feci con la portiera della macchina, che feci partire a razzo, diretto verso la casa di Olivia.
 
Non ci vollero che pochi minuti prima che suonassi il campanello di casa Carlton;
controllai solo dopo se ci fosse qualcuno in casa, ma il posto davanti al garage vuoto mi dava la conferma che fosse completamente sola.
 
Mi rigirai e trovai il viso di Olivia completamente struccato con delle palle rosse al posto degli occhi, ma in quel momento ci feci caso solo per pochi secondi perché poi mi ricordai subito del motivo per cui ero venuto da lei.
 
La mia sagoma notevolmente più grande di lei la superò entrando in casa, prima che lei me lo avesse potuto chiedere.
Mi raggiunse in soggiorno con viso allarmato.
 
“Perché sei qui?” chiese flebilmente.
 
La mia risata isterica, quasi da malato mentale la fece trasalire visibilmente, ma mai quando mi avvicinai con un tono che neanche io mi ero mai sentito.
 
Cosa ci faccio qui?!” mi stoppai quando la vidi allontanarsi fino a sbattere contro il muro.
 
“Lo sai benissimo, amore” le sussurrai all’orecchio.
 
Le afferrai un polso con più forza di quanto pensassi e me ne resi conto solo quando la vidi gemere dal dolore.
 
“Un uccellino anzi ,a dire il vero, più di uno , mi ha detto che qualcuno ieri sera se ne è andato con via con un nuovo amico
 
Non mi rendevo conto che in quel momento, con quel tono, sarei potuto passare facilmente per un malato di testa. Con quella voce così bassa che usciva fuori a soffi a causa dei denti stretti.
 
“Ch-che vuoi dire, Harry?” chiese lei sconcertata dallo spavento.
 
Che sei una puttana!”
 
Lo schiaffo mi partì dalla mano quasi naturalmente, ma comunque il buon senso mi aveva almeno impedito di usare tutta la mia forza su quella guancia che ora si copriva con la mano.
 
Per la paura si era abbassata con la schiena a metà, piegando le ginocchia.
La vidi guardarmi più che spaventata e solo allora capii cosa la rabbia mi aveva portato a fare:
avevo picchiato una ragazza, la mia (ex) ragazza.
 
Sì, me ne ero accorto, ma nonostante ciò, non stetti lì ad abbracciarla ,né a chiederle scusa, ma bensì me ne andai via.
Lontano da quella casa
Lontano da lei
Lontano dal mio errore che mi ricordava troppo il mio passato.
 
Quella scena, io fuori di me per la rabbia, la droga, l’alcool.
Poi mia madre, mia sorella….e poi è successo quel che è successo.
 
Ero sicuro che non mi sarei mai perdonato ciò che avevo fatto alla mia famiglia, a lei.
 
Sarei voluto ritornare indietro per cancellare tutto ma non potevo e sapevo che se sarei andato a casa a rimuginare sui miei errori, a bagnare il cuscino di nuove/vecchie lacrime sarebbe servito solo a rifarmi cadere in depressione di nuovo e non volevo, non potevo:  per mia madre.
Perciò risalii in macchina e spinsi l’acceleratore fino a casa Malik, come se nulla fosse successo.
 
KATNISS’ POV

 
Ero rimasta per minuti a farmi raccontare dalla mini-Malik cosa le fosse successo al ginocchio sbucciato, ma più che ascoltarla ero imbambolata davanti al suo viso ,o meglio, quel sorriso che avevo rivisto in quei giorni nel fratello;
 era una cosa impressionante quanto gli somigliasse mentre si concentrava nel spiegarmi ogni singolo dettaglio della caduta in bici.
Gli occhi erano decisamente diversi: quelli di Zayn erano nocciola chiaro e quelli di Safaa erano quasi come i miei, blu.
 
Il rumore di una porta sbattuta, proveniente dal salone, ci fece spaventare entrambe, infatti la bambina smise di parlare perchè troppo impegnata a stare con la bocca aperta per lo spavento.
 
Sperando di non trovare nessuna specie di rissa in corso, dal momento che ero a conoscenza che Zayn e Harry in quei giorni non andavano molto.. d’accordo, presi la bambina per mano e quasi la trascinai senza accorgermi delle sue proteste, verso il soggiorno.
 
Appena Zayn mi vide subito assunse una smorfia quasi dispiaciuta, forse aveva capito che mi ero infastidita per la sua precedente ‘dimostrazione di affetto’ un po’ spinta di fronte a tutti.
Si stava infatti avvicinando ma appena la piccola figura che ancora tenevo per il polso, si fece avanti da dietro le mie spalle, si stoppò in mezzo alla stanza e le sue sopracciglia si corrugarono in un’espressione al quanto arrabbiata.
 
“Che ci fa qui lei?!”
 
Mi ci volle un po’ per capire che si stava riferendo a lei e la cosa mi parve molto strana: cavolo, era sua sorella!
 
“Abbiamo..fatto amicizia.. e poi ho sentito un rumore e mi sono spaventata, così invece di lasciarla sepolta sotto le tue coperte..”
 
Sei entrata in camera mia?!” sbraitò lui contro la piccolina che sobbalzò dallo spavento.
 
“Sì..io…” farfugliò lei a testa bassa, incapace di sostenere lo sguardo duro del fratello dinnanzi a lei.
 
“Ti avevo detto di rinchiuderti nella tua camera quando ci sono i miei amici”
 
E si accorse solo dopo di aver detto quella cosa di fronte a tutti.
 
Tu, cosa?!” intervenni io.
 
Lo sguardo del grande Malik cambiò direzione, ovvero dritto per dritto nei miei occhi.
Lo vidi rilassare i muscoli della faccia ed assumere un’espressione impassibile.
 
“Hai detto a tua sorella di otto…”
 
nove” mi interruppe lei.
 
Nove anni, di rinchiudersi perché venivano dei tuoi amici?”
 
“Fa sempre così” ne approfittò lei dato che aveva, e penso per la prima volta, una difesa dal fratello maggiore.
 
Tu stai zitta!” rincominciò ad urlare lui, inchinandosi di poco alla sua altezza.
 
“E tu non urlare!” risposi al posto suo.
 
Il mio intento di rimetterlo in riga, funzionò, e il ragazzo sembrò addirittura spaventato da quel lato di me che in quei giorni non aveva mai visto.
 
“Safaa ora tu resterai con noi a vedere il film” dichiarai infine io.
 
“Ma è un horror” provò ad obbiettarsi il ragazzo.
 
“Io adoro gli horror” esclamò entusiasta lei.
 
Bene, Allora Liam metti su il DVD” dissi infine io dando un’ultima occhiata soddisfatta  a quello che era il mio ragazzo.
 
Il film iniziò e le luci furono spente;
Liam, Cece, Niall e  Louis erano posizionati uno sulla poltrona e gli altri due sul divano, io e Safaa ci eravamo messe sedute per terra sul tappeto, con la schiena appoggiata al divano.
Tenevo la piccolina stretta a me con un braccio e appoggiai la testa delicatamente sopra la sua, fino a quando non sentii un caldo braccio avvolgermi le spalle e notai la figura di Zayn, seduta accanto a me.
 
Mi rivolse un sorriso alla ‘cane bastonato’ quasi a chiedermi perdono e non penso che si riferisse solo a Safaa, ma anche all’atteggiamento possessivo che aveva avuto prima di fronte a tutti, o meglio, ad una persona specifica.
 
Ricambiai il sorriso e mi baciò a stampo sul naso, togliendo finalmente lo sguardo da me e concentrandosi sul piccolo schermo di fronte a noi.
 
Nonostante il film sia stato un horror, le prime parti erano comiche perciò la stanza si riempì delle nostre risate e io non potei non incantarmi davanti a quei due sorrisi così simili di sorella e fratello.
 
Non so come possa essermi venuto in mente, ma proprio quando stavo guardando Zayn mi incominciai a chiedere perché io stessi con lui.
Cioè Zayn mi piaceva, e tanto!
All’inizio di tutto questo, anche se lo reputavo lo stronzo di turno, non potevo negare che Zayn aveva un’attrazione fisica irresistibile;
quella pelle ambrata, quel sorriso con quella linguetta che stringeva tra i denti bianchissimi, il fisico palestrato e la barbetta da fighetto, lo rendevano di certo un bel ragazzo, definiamolo così per non passare la linea della volgarità.
 
Ma perché io stavo con Zayn?
Ero innamorata di lui?
 
Perché uno per stare con una persona deve essere innamorato, no?
Ma come si capisce quando si è innamorati?
Ci sono delle regole o non so cosa…..dei sintomi?
 
Non avevo smesso di guardarlo in tutto quel tempo, eppure non avevo trovato una risposta.
Mi erano risaltati in mente dei ricordi per rispondere a quel mio dilemma:
quando mi era venuto a salvare dalle strade buie di Londra, oppure quando mi aveva portato a prendere il gelato e aveva preso il cono con i miei due gusti preferiti oppure quando, prima della festa, mi aveva portata (trascinata) a vedere il tramonto tra gli scogli.
 
‘Zayn non era quello stereotipo di ragazzo insensibile e menefreghista’
 
Mi continuavo a ripetere da giorni, ma poi quel sorriso che mi ero stampata nel pensare alla dolcezza del mio ragazzo svanì al ricordo di quella sera:
 
‘Scesi dall’auto e mi diressi verso la porta d’ingresso, ma delle voci provenienti dalla finestra vicino mi distrassero.
Erano Zayn, Louis e Harry, stavano parlando di qualcuno.
“Non sarai geloso?” chiese Malik ridendo.
 
“Di chi? Di lei? Ma l’hai vista?! Guarda te la lascio tutta per te, che schifo Zayn” rispose in tono disgustato il riccio.
 
“Dai poverina!” si intromise Louis parlando a stento tra una risata e l’altra.
 
“Ma che poverina! Mamma mia mi sta venendo su il pollo a immaginarmela in intimo, che puttana che è”’
 
Il sorriso di prima si trasformò in una smorfia di disgusto, ma per fortuna la stanza era troppo scura e i ragazzi troppo concentrati sul film per accorgersi della mia espressione facciale.
 
Harry, Louis e Zayn mi avevano dato della ‘puttana’.
Mi avevano preso in giro e questo non lo accettavo.
Di Harry non mi stupito e .. non me ne fregava nulla, ovvio! Ma Zayn e Louis, cavolo, faceva male.
 
Ero troppo presa dalle trappole sdolcinate di Zayn, per ricordarmi che lo stesso che da giorni baciavo era il ragazzo che mi aveva dato della poco di buono e che mi aveva preso in giro alle spalle.
 
L’amore acceca, lo hai sempre detto tu, Katniss.
 
Una volta che devo dare ragione a quella stupida vocina in testa:
io, Katniss Billington, che fino a pochi giorni fa, ero il paladino dell’anti-amore, ora mi lasciavo ipnotizzare da un bel ragazzo e dai suoi baci, oddio.
 
Durante quell’esame di coscienza mi stavo rendendo sempre più conto delle varie stupidaggini da me fatte, stavo praticamente facendo il download per ritornare alla Katniss di sempre, quella che odiava l’amore e che lo bandiva dalla sua vita.
 
‘Mi ha dato della puttana’
 
70%
 
‘Mi vuole solo usare’
 
90%
 
‘Ha guardato, accarezzato e sicuramente anche baciato così altre milioni di ragazze’
 
 
97%
 
‘Ha il potere di ipnotizzare qualsiasi ragazza con quegli occhi verdi e quei dannati ricci’
 
9..
 
No ma aspetta.
Zayn non ha gli occhi verdi….e nemmeno i capelli ricci!
Ma che stavo dic.. nono non è possibile che stessi parlando di Harry, che poi scusatemi che minchia c’entrava lui in questa situazione?
 
Cioè sì, ci eravamo baciati…
 
Tu lo hai baciato Kat’
 
Eh dettagli!
 
Non era possibile che io parlassi di quello schifoso, pervertito, maniaco, sessista, egoista, maschilista di Styles.
 
Un brivido di attraversò la schiena a tale pensiero.
 
Il download era in sospeso, ma quando il moro alla mia destra, inaspettatamente, intrecciò la mano alla mia il caricamento per riempostare ‘acida Katniss 3.0’ si annullò definitivamente.
 
La tale dolcezza con la quale incominciò a baciare le mie labbra poteva sciogliere anche un cuore di ghiaccio come il mio e infatti inconsciamente la mia mano finì ad accarezzare la sua guancia ruvida dalla barba e mi lasciai trasportare dalla la sua bocca.
 
Quando sentii un suo sorriso sulle mie labbra mi staccai chiedendogli cosa ci fosse di tanto comico da farlo ridere durante un bacio.
 
“è che non ti avevo mai vista così presa da un semplice bacio prima d’ora” ridette ancora lui.
 
Ringraziai Dio che fossimo al buio, perché in quel momento il rossore delle mie guance stava ritornando.
 
Prima che uno dei due potesse dire qualcosa, sentii una piccola mano stringermi il braccio nell’altro lato e mi girai trovando il faccino malizioso di Safaa.
 
“Dillo che mio fratello bacia male, dai” cercò di sussurrarmi invano lei, perché il fratello la sentii a pieno e allungando il collo le chiese scherzosamente di farsi ripetere la domanda.
 
“Dai su, rispondile” mi incitò allora lui.
 
Cercai di smettere di ridere e feci una smorfia a Malik facendogli capire che la mia risposta fosse negativa, ma a quel punto lui mi buttò giù e incominciò a farmi il solletico che continuò a farmi nonostante le mie suppliche sotto di lui.
 
L’atmosfera diventò all’improvviso più cupa quando la porta di casa si aprì di botto, facendo spuntare la sagoma di un alto ragazzo riccioluto, non proprio allegro.
 
Subito mi tolsi da sotto di Zayn;
Strano, non mi ero neanche accorta dell’assenza di Harry.
 
Louis riaccese la luce e Liam stoppò il film.
 
“Scusa amico, pensavamo non venissi..” disse Liam riferendosi al film.
 
“Non mi frega” rispose bruscamente lui e nello stesso modo chiuse la porta.
 
Tutta l’attenzione era su di lui, che si tolse il cappotto e si prese dal frigo una birra stappandola sul tavolo.
 
“No, ma fai pure” dissi io
 
Zayn mi ammonì per farmi stare zitta e non capii perché lo stesse facendo quando lui era il primo a riprendere Harry dal momento che avevano litigato e non so ancora per cosa.
 
 
“Oh, scusa dovevo chiedere permesso al tuo Zaynuccio?” mi fece il verso il ragazzo dalla cucina e subito dopo bevve un sorso attaccandosi direttamente alla bottiglia e pulendosi successivamente la bocca con la manica della maglietta.
 
“Grrr….mamma mia appena ti vedo ho sempre una voglia assurda di spaccarti la faccia” mi alzai in piedi per guardarlo meglio negli occhi.
 
“La cosa è reciproca tranquilla” mi disse in tono tranquillo lui.
 
Il cattivo umore mi ritornò perciò mi ricordai subito che dovevo intanto parlare con Zayn, perché sì che volevo ancora stare con lui, ma la cosa della ‘puttana’ dovevamo chiarirla e subito.
Ma non avevo di certo voglia di fare una scenata di fronte a tutti, così lo presi per il braccio e lo feci alzare trascinandolo con gesti abbastanza bruschi in camera sua e questo senza dire una parola.
 
“Dimmi” si buttò lui sul letto così sorprendentemente tranquillo.
 
“Come sai che devo parlarti?” chiesi sbalordita
 
“Beh, non penso tu mi abbia portato lontano da tutti per scopare quindi..”
 
Rimasi allibita per qualche secondo; certe volte mi sorprendeva con quanta facilità potesse passare da un estremo di dolcezza a un altro di volgarità assurda.
Lui lo notò perciò si rialzò dal letto e mi prese per mano facendosi sedere lì accanto a lui.
 
“Dai, sai che scherzavo” mi accarezzò una guancia.
 
Chiusi gli occhi dal piacere ma in dieci secondi mi rialzai di scatto.
 
“No no, io e te dobbiamo parlare di cose serie perciò non mi incantare con tutte queste cose così…..insomma….capito no?”
 
La faccia confusa di Zayn mi fece intendere la sua risposta negativa, ma andai comunque avanti con il mio discorso:
 
“C’è qualcosa, Zayn, che mi hai detto alle spalle prima che ci mettessimo insieme?”
 
Lo vidi addirittura pensarci su.
 
“..ti ho dato della verginella” arrossì .
 
La rabbia crebb, ma poi chiusi gli occhi e feci un respiro profondo per tornare in me e questo spaventò Zayn che mi guardava storto.
 
No, una cosa…della quale tu e Styles avete parlato una sera…” cercai di farcelo arrivare; volevo farmelo dire direttamente da lui stesso.
 
“Non..niente” disse lui confuso.
 
Presi quella ‘confusione’ per l’ennesima presa per il culo e scoppiai:
 
Cazzo Zayn, vi ho sentito ok?! So quello che avete detto su di me!” non ci avrei mai scommesso ma non so per quale razza di motivo, una lacrima mi rigò il volto.
 
Non mi era mai importato del giudizio della gente, me ne ero sempre fregata altamente e ora per una semplice presa per il culo piangevo?
Forse era perché non mi importava tanto il fatto di essere stata presa in giro, ma proprio perché a me importava delle persone che lo avevano fatto.
 
Zayn era rimasto allibito, a bocca aperta, ma prima che potessi dire altro la porta venne spalancata.
 
Tu! Tu devi sempre interrompere eh?!” urlai io.
 
“Harry, Katniss ci deve parlare” proferì Zayn ancora con il volto al quanto pallido.
 
No! Io con lui non ci parlo, volevo parlare con te, perché ci metti di mezzo lui?” spaventai entrambi.
 
“Beh..nel tuo discorso c’era anche lui”
 
“Mi volete spiegare cosa succede?” chiese Harry confuso.
 
Lei sa” sottolineò Zayn facendogli una specie di segno con le sopracciglia.
 
“Sa cosa?!”
 
“Di quella cosa….tua e mia
 
“Ah quindi adesso, è una cosa vostra?” urlai disperatamente.
 
Nella stanza entrò Louis, sicuramente allarmato dalle urla, e Niall con il mio cellulare in mano che squillava.
 
“Ah già…ero venuto per dirti che ti suonava il telefono” disse Harry.
 
Mi avvicinai a Niall, che mi porse il cellulare e nel vedere dallo screen chi fosse il mio corpo diventò improvvisamente di ghiaccio.




Look at me!

Allora intanto chiedo scusa per il ritardo ma aveva una specie di 'blocco della scrittrice'.
Non che non avessi idee, anzi fors eil contrario ne avevo fin troppe ahahhaha, ma non sapevo
come svillupare la parte centrale del capitolo che volevo mettere, perchè questo non è lo stereotipo del
mio decimo capitolo, ovvero l'ho tagliato a metà visto che se continuavo diventava troppo lungo ed era anche
già abbastanza pesante di suo, infatti vi dico che il prossimo sarà decisamente più leggero e lo posterò addirittura penso primadella scuola
perchè ce l'ho quasi pronto.

Allora in questo capitolo possiamo vedere che all'inizio Katniss è costretta a rivelare un pò di cose
a un pò di persone ahaahah, poverina.
Harry ci dice che nel suo passato c'è stato qualcosa che ha avuto a che fare
con la sorella- argomento di cui abbiamo già riscontrato 'problemi e ancora non si sa bene
cosa sia successo a Gemma o come lui possa c'entrare- e inoltre ci dice che ha avuto un passato di droga e alcool e violenza.
Katniss si decide a parlare con Zayn sulla questione che aveva lasciato in sospeso e non so sesi capisce, ma
Harry e Zayn invece capiscono che lei abbia scoperto quel patto tra loro due ed è per questo che Zayn ne rimane abbastanza sconcertato....chissà come si svolgerà tutto questo casino?

This is my
Twittah

c'è solo un modo per scoprirlo:


RECENSITE!
Prima lo fate e prima avrete il capitolo 11, pieno zeppo di colpi scena mlmlmlmlm.
Fatemi sapere se siete Harriss shippers o Zayniss shippers e perchè.
A 10 recensioni vi pubblico l'11 (10 prt 2):)
 

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Capitolo 11
*** Eleven ***





*IMPORTANTE: LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE ALLA FINE DEL CAPITOLO*

                                                                                                                                                     
      Buona lettura xx

Capitolo 11
 
HARRY’S POV
 
La vidi raggelare alla vista di chi la stesse chiamando al cellulare e la cosa mi incuriosì, e non penso di essere stato l’unico in quella stanza.
 
“è lui cazzo” disse impallidendo.
 
“Lui chi?!” urlammo in coro tutti insieme.
 
Ma la ragazza non sembrò prestare attenzione alla nostra domanda e subito dopo aver preso un respiro profondo premette il tasto per rispondere alla telefonata.
 
“Hei ciao..”
 
“Nono niente…sono a casa di..Cece”
 
A quella risposta ci guardammo tutti con un punto di domanda immaginario stampato in fronte:
perché stava mentendo?
 
“Sì, ok, no…..non sto facendo niente di speciale, tranquillo…ok ciao” e così chiuse la telefonata.
 
Tutti e quattro la guardavamo a bocca aperta, ma lei ci fece poco caso.
 
“Vabbè…io devo…andare, ci sentiamo” disse a Zayn dandogli un bacio sulla guancia che lo fece rimanere spiazzato.
 
“Ti chiamo staser…”
 
“NO!” lo interruppe lei “cioè…ti chiamo io”
 
Oh no, non lo aveva detto veramente.
La frase ‘ti chiamo io’ per una ragazza equivale a ‘a mai più stronzo’ e in quella situazione ci stava alla grande perché se lei aveva scoperto di quella specie di scommessa tra Zayn e me, di certo conoscendola non lo avrebbe perdonato facilmente.
 
La ragazza mi superò lanciandomi le solite frecciatine e uscì di casa.
 
Al rumore della porta d’ingresso sbattere Zayn si tirò su in un battibaleno e incominciò a bestemmiare come un turco.
 
“Cazzo Harry ha scoperto tutto!” urlò facendo avanti e indietro nella stanza.
 
“Scoperto cosa?” si intromise il biondino.
 
“Fatti gli affari tuoi tu che non c’entri un cazzo!” subito dissi io.
 
Come già si poteva vedere Niall non mi andava molto a genio e il fatto che si interessasse così tanto a Katniss, lo ammetto mi dava fastidio!
Non ero geloso, ma non so…mi dava sui nervi il fatto che lui si immischiasse nei suoi affari nonostante la conoscesse da nemmeno una settimana e odiavo ancora di più che a lei non desse altrettanto fastidio, anzi gli raccontava abbastanza della sua vita personale da quello che avevo capito.
 
“Io non ne sarei così sicuro” dissi facendo stoppare i passi agitati di Zayn, che mi guardò speranzoso.
 
“Che vuoi dire?”
 
“Che se lo avesse veramente scoperto” spiegai “non penso se ne sarebbe uscita con un bacio sulla guancia”
 
“Non era nemmeno un bacio quello! E poi l’hai sentita, no? Ti chiamo io pff solo un cretino non sa cosa vuol dire quella frase di merda” disse buttandosi a peso morto sul letto.
 
“Che vuol dire perché?” ri-intervenne Niall.
 
“Abbiamo trovato il cretino” sbuffai.
 
Incrociai  lo sguardo minaccioso del biondo, ancora fermo vicino allo stipite della porta.
 
“Intendo che, conoscendo Katniss, mi sarei aspettato un..non so.. qualche calcio sugli stinchi..una strizzata di palle..qualche pugno o un ‘vaffanculo Zayn, pensavo fossi diverso’” dissi imitando alla fine una voce più acuta e questo fece sbellicare da ridere il biondo.
 
Niall stava veramente ridendo così tanto che attirò lo sguardo per niente simpatico del moro di fronte;
 
“Senti finocchio, qui si parla di cose serie, se vuoi farti qualche risata demente vai di là con Liam a vedere Spongebob oppure resti qui muto” lo riprese Zayn facendo ridacchiare me stavolta.
 
Niall subito si schiarì la voce e si inzittì definitivamente;
Ero al quanto felice di vedere che neanche a Zayn andasse molto a genio il biondo, sicuramente aveva notato anche lui qualche occhiatina da parte sua per Katniss o infastidito magari di sapere che la ragazza avesse amicizie maschili, al di fuori di Louis.
 
“mm..hai ragione Harry” riprese Zayn dopo aver pensato per qualche secondo “qualsiasi ragazza avrebbe reagito diversamente”
 
“Già…e parliamo di Katniss, perciò è molto strano” ridacchiai al pensiero di quella scorbutica, permalosa, lunatica e fastidiosa di ragazza.
 
“Mi spiegate di che diavolo state parlando?!” strillò Louis.
 
A quelle parole sia io che Zayn trasalimmo: Louis non sapeva niente di quella cosa e noi di certo non potevamo dirgliela, dal momento che non solo si sarebbe infuriato come una belva, ma di sicuro sarebbe corso a dirlo anche alla diretta interessata.
Prima che, però, potessimo rispondere..
 
“Ma poi una domanda: con chi stava parlando al telefono?” ero pronto a rispondere ad insulti alla domanda di Niall, ma purtroppo il biondo non aveva tutti i torti a chiederselo.
 
“..e a quanto mi è sembrato è un lui” anche se lo aveva detto a un filo di voce, tutti i presenti nella stanza sentirono.
 
Lo sguardo furioso di Zayn mi diceva che anche lui stava pensando ciò che era passato di mente a tutti.
 
“Zayn, Katniss non lo farebbe mai lo sai” lo ammonì Louis che evidentemente era rimasto attento ai nostri discorsi.
 
Il pensiero di Katniss con un altro ragazzo mi dava ai nervi.
 
E se fosse stato quel Kyle?!
 
Ma di certo non lo avrei potuto dire a Zayn, dal momento che non era a conoscenza che la sua ragazza prendesse lezioni da un palestrato e belloccio come quello.
Avevo promesso a Katniss di non dirlo a nessuno prima che lo potesse fare lei, e poi, il fatto che lei fosse in debito con me per aver tenuto nascosto questo suo segreto, mi avrebbe fatto sicuramente comodo.
 
Smisi di pensare quando notai che Zayn si era infilato le scarpe e a pugni tesi si era già diretto verso la porta.

 
CECE’S POV
 
Erano tutti rinchiusi da un po’ dentro la camera di Zayn e dopo che Katniss se ne era andata arrivai alla conclusione che la coppietta aveva litigato, ma ancora non capivo perché anche Niall, Louis e Harry fossero dentro la stanza;
 non centravano niente!
 
Katniss se ne era andata sbattendo rumorosamente la porta, salutandoci con un flebile ‘ciao’.
 
Notai Safaa preoccuparsi perciò decisi di farla distrarre prendendo un puzzle da una mensola del mobile vicino alla televisione del salotto, mentre Liam si era disteso sul divano a fare zapping.
 
Bastarono pochi minuti e un Malik furioso rientrò nella sala, stavolta con scarpe e giacca di pelle, di seguito Louis, Harry e Niall.
 
“Non andrai mica a seguirla?” chiese Louis.
 
Il moro si bloccò subito dopo aver aperto la pronta di ingresso, pronto ad uscire.
 
“Louis per favore, non sono il tipo io” alzò gli occhi al cielo “vado a cercarmi una tabaccheria aperta che ho bisogno di fumare”
 
Non ricevendo altre obbiezioni o domande il moro uscì sbattendo la porta.
 
“Ma che è successo?!” chiese sconcertato il povero Liam che si alzò dalla sua posizione supina sul divano, ma evidentemente nessuno gli prestò attenzione.
 
Non nascondo che mi stavo preoccupando anche io, ma se fosse stato grave sapevo che Katniss me ne avrebbe di certo parlato perciò cerai di restare il più tranquilla possibile, per non allarmare anche Safaa che alla vista del fratello abbastanza nervoso, si era notevolmente irrigidita.
 
“Beh..io vado a vedere dove è andato Zayn” proclamò Louis stranamente incerto.
 
“Ma se ha detto lui stesso che andava in tabaccheria!” lo bloccò Liam sull’uscio della porta.
 
“E allora…devo andare in biblioteca” detto questo, il moretto uscì velocemente.
 
“Io vado con Louis..non si sa mai, non trovasse il libro che sta cercando” improvvisò evidentemente Harry.
 
“Ah, perché tu potresti aiutarlo, invece? Da quant’è che leggi Styles?” dissi sarcastica stavolta io.
 
Il riccio si bloccò dal chiudere la porta.
 
“Ma scusate voi due state sempre a baciarvi, zitti zitti, e proprio ora dovete rompere le palle? Ma boh!”
 
Liam si mise a ridacchiare “In effetti è da un po’ che non lo facciamo” prese ad avvicinarsi, mettendosi seduto sul tappetto accanto a me.
 
“Non sono passati neanche dieci min..” provai a dire, soffocata dalle labbra del ragazzo che mi aveva bloccato la faccia mettendo una mano sopra ogni guancia.
 
“Che schifo” disse con riluttanza la bambina che ci guardava disgustata.
 
Entrambi ridemmo ma la mia attenzione fu catturata dalla figura di un ragazzo che cercava di sgattaiolare fuori.
 
“E tu dove vai, D'Artagnan?” gli chiesi bloccandolo di spalle.
 
Anche Liam si accorse finalmente che stava cercando di uscire anche lui, senza attirare la nostra attenzione “Fammi indovinare…anche tu in biblioteca?!” ridacchiò mettendomi un braccio sulla spalla.
 
Il biondo si passò una mano tra i capelli, evidentemente innervosito, e alzò lo sguardo che fino a pochi secondi prima si era incantato per terra, su i suoi piedi.
 
“beh, veramente….no” cercò di dire farfugliando.
 
“E allora dove vai?” questa volta a parlare fu proprio la bambina, che nonostante sembrasse essere così presa dal puzzle, stava ascoltando molto attentamente la conversazione.
 
Quella domanda lasciò spiazzato ancora di più il povero Niall che incominciò a grattarsi il capo nervosamente.
 
“Ehm….io…..cioè credo che……almeno penso….beh….ciao” e uscì senza darci una vera e propria risposta.
 
Io e Liam restammo ancora per poco a fissare insistentemente la porta.
 
“Pensi anche tu quello che penso io?” mi chiese lui.
 
Mi girai per guardarlo negli occhi e all’unisono rispondemmo.
 
L’hanno seguita

 
ZAYN’S POV
 
‘Non andrai mica a seguirla?’
 
“‘Gne gne gne’ certo che la vado a seguire idiota, sono il suo ragazzo!” gli avrei voluto semplicemente rispondere, ma il mio orgoglio me lo aveva impedito.
 
Al telefono era stata abbastanza strana…e questo’ lui’ non mi convinceva: ma chi cavolo poteva essere se oltre a noi non aveva mai avuto altri amici maschi?
Così, per scrupolo, avevo preso la mia macchina e la trovai quasi subito, dato che per uscire per la strada di casa mia c’era solo una via.
 
Essendo dovuta andare a piedi, nonostante fosse uscita di casa molto prima di me, la riuscii a raggiungere, ma restai comunque a debita distanza perché mi avrebbe sicuramente visto.
Stavo giusto, svoltando a destra, dato che nell’altro lato era senso unico, ma , con mia grande sorpresa, Katniss girò a sinistra.
 
Oh merda.
 
Le uniche due parole che riuscii a trovare.
Il clackson delle auto dietro di me, che aspettavano che girassi, mi risvegliarono da quella specie di trance e imprecando girai.
Inoltre, mi trovai l’ennesimo semaforo rosso e non potevo altro che aspettare il verde prima di  partire a tutto gas.
 
‘Merda, Zayn, pensa!......cosa c’è in quella via?’
 
Cominciai a tamburellare nervosamente le mie dita sul volante, mentre, il mio sguardo girava vago fuori dal finestrino, dove un ragazzo, più o meno della mia stessa età portava due buste per la spesa.
Lo riconobbi;
Era Greg Dempsey, il secchione del mio stesso corso di francese.
 
‘Che sfigato’
 
Sorrisi beffardemente guardandolo inciampare tra i suoi stessi piedi per quanto fossero pesanti quelle buste della spe…
UN ATTIMO
Spesa!
Il supermercato!
 
Proprio nel momento in cui  avevo capito, il verde scattò e con lui anche il mio piede sull’acceleratore.
 
Katniss era andata al supermercato, in quella via c’era solo quello. Lo sapevo perchè ci passavo prima la mattina quando andava a casa di una delle mie ex.
Non poteva essere andata da nessun’altra parte sennò; casa sua era nel verso opposto e quella stradina era al quanto deserta.
 
Mi chiedevo però perché fosse andata a fare la spesa.
 
O meglio…per chi.
 
 
LOUIS’ POV
 
Sapevo che Malik non stava affatto andando a comprare le sigarette;
poco prima di uscire aveva aperto un cassetto dei calzini, dove di solito le nascondeva alla madre che non aveva accettato ancora che il figlio fumasse, e potevo affermare di averne addocchiate con la coda dell’occhio uno scorta di almeno una ventina di confezioni.
 
Non avendo avuto una spiegazione da parte di Harry o Zayn, riguardo questa loro ‘cosa’ tanto segreta, mi vedevo costretto a procedere da solo per scoprire cosa avessero combinato e come in questa cosa c’entrasse anche Katniss.
 
Inoltre non avevo capito niente neanche riguardo questa misteriosa telefonata che aveva ricevuto;
 
Con chi stava parlando?
E perché se ne era uscita così nervosa?
 
Come io stavo seguendo Zayn, posso dire di essere stato quasi certo che  anche qualcun altro stava facendo altrettanto con me.
 
Ancora non lo sapevo, non mi spiegavo perché Harry fosse così letteralmente interessato a Katniss, o a tutto ciò che la riguardava.
Ancora non avevo capito perché al pronunciare il nome della ragazza ogni volta drizzava le orecchie.
Non mi ero ancora accorto di quanto quei due fossero così tanto simili e allo stesso tempo diversi.
Il dolore però li accomunava; ciascuno di loro aveva sofferto per cose molto gravi e se fossero stati meno orgogliosi invece che fare il cane e gatto, magari si sarebbero potuti aiutare a vicenda per uscirne, perché ancora nessuno dei due lo aveva fatto veramente.
 
Non so come ero finito a parlare dei problemi di Katniss e Harry.
Vidi soltanto la figura femminile che stavo -o meglio, stavamo seguendo- da lontano girare a destra,  vidi anche Zayn sobbalzare per la cosa e subito dopo imprecare e sbattere agitatamente le mani sul volante, non so se per il semaforo rosso o per il senso unico so solo che non potei altro che scoppiare a ridere di gusto.
 
Zayn ci teneva a Katniss, ma non l’aveva mai guardata come la guardava sempre Harry.

 
HARRY’S POV
 
“Porca troia” imprecai  mentre mi dirigevo alla macchina.
Ero quasi inciampato per le scale del vialetto per fare più veloce, per paura di non riuscire a seguire la macchina di Louis, che sapevo stesse seguendo Katniss.
 
Mi resi conto di aver imprecato a voce abbastanza alta dato che due bambini dall’altra parte della strada mi stavano fissando a bocca aperta.
Rivolsi loro un sorriso a 32 denti per rimediare e mi catapultai in macchina.
 
Alla massima velocità riuscii a raggiungere Louis, che era fermo come tutti per il semaforo, dato che Katniss aveva girato stranamente a sinistra, in una via a me sconosciuta e apparentemente piuttosto disabitata.
 
Lo sapevo io, cosa andava a fare quella.
Sapevo chi era il lui della misteriosa telefonata.
 
Cazzo, giuro che avrei spaccato il naso a quel Kyle del cazzo.
 
Mi pentii di non averlo detto a Zayn, di quel Kyle dico, almeno anche se avrei rinunciato a quel favore che mi doveva Katniss, che mi sarebbe stato al quanto utile, sarei stato certo che Malik sarebbe andato a controllarla e invece no, ci dovevo pensare io
E stranamente la cosa non mi dispiaceva affatto.
 
Louis non sapeva niente, e anche se ero certo che la stesse seguendo quella stronza se ne sarebbe uscita con qualche scusa e lui, come sempre, ci sarebbe cascato come un fesso che è.
Mi vedevo, quindi, costretto ad intervenire dato che la questione del ‘palestrato’ era sconosciuta a tutti.
 
Louis svoltò dopo che il semaforo era diventato verde, e parcheggiò davanti a una specie di supermarket, così feci io, subito dopo essermi assicurato che il ragazzo fosse già entrato e non potesse vedermi.
 
Parcheggiai l’auto in una maniera veramente orribile, così non avrei sicuramente fatto uscire almeno tre macchine, ma sinceramente in quel momento era uno dei miei ultimi pensieri una multa.
 
Dovevo trovarla.

 
NIALL’S POV
 
Alla fine non ero riuscito a dire né la verità né una bugia a Cece e Liam.
Non perché non sapessi o volessi mentire, ma avevano utilizzato tutte le giustificazioni possibili.
 
Stavo giusto per dire una cosa tipo ‘Devo andare a lavare il mio cane’
Ma poi mi avrebbero sicuramente fatto centomila domande a riguardo e sotto pressione non riesco a spiccicare neanche una sillaba.
E poi odio i cani.
 
A proposito di cani…
 
Stavo giusto correndo in mezzo al prato per raggiungere il mio motorino, affiancato al muro della casa, quando calpestai qualcosa di troppo morbido per i miei gusti.
 
Chiusi gli occhi, trattenendomi dal non imprecare, poi mi feci coraggio e sollevai il piede notando che la mia scarpa si era notevolmente sporcata di…..
 
Hai pestato una cacca di cane!” sentii tra urla e risa dall’altra parte della strada, dove due bambini si scompisciavano dal ridere per prendermi in giro.
 
Feci loro una linguaccia, abbastanza infastidito, e provai a pulirmi il sotto della mia Vans nell’erba e in seguito, anche con una scarpa non del tutto pulita, presi lo scooter e partì fino a che non incontrai la macchina di Harry di fronte a me e a una ventina di metri di distanza, Katniss.
Perciò, capendo che il ragazzo aveva le mie stesse intenzioni, seguì direttamente lui fino ad un parcheggio di un supermercato.
 
Harry entrò velocemente, stava addirittura per essere investito da una macchina e la mia risata fu abbastanza alta da farlo girare, ma con il peso spostai me e il mio motorino dietro proprio la sua macchina.
Per fortuna Harry, pur cercando con gli occhi dietro le sue spalle, non mi notò e fece aprire le porte automatiche e entrò. Solo quando rimisi il motorino in piedi e lo fermai vicino a un palo con il cavalletto mi accorsi di aver ammaccato lo sportello della sua macchina.
Non lo avrebbe dovuto mai sapere, già quello mi odiava, e se fosse venuto a sapere anche che ero stato io a bozzargli la macchina non mi avrebbe di certo risparmiato.
 
Al contrario di Harry, controllai prima se ci fossero delle macchine e mi catapultai dentro.
Il supermercato era gigante;
notai Harry dirigersi nel reparto cereali, così andai nel lato opposto.
 
Arrivai a fine corridoio del reparto e frenai i piedi a terra, quando vidi Katniss in mezzo tra un reparto e un altro.
Sporgevo semplicemente la faccia per controllare cosa stesse facendo: non volevo di certo farmi vedere.
La ragazza stava semplicemente mettendo delle cose dentro il carrello, ogni tanto guardava un foglietto di carta e controllava la marca del prodotto.
 
Mi incantai davanti al suo viso così concentrato, alla sua mano che si metteva quel ciuffo, che per l’ennesima volta le era andato davanti agli occhi, dietro l’orecchio.
 
Spostai di poco la testa, quanto mi bastò per intravedere Harry nella mia stessa posizione, però in un altro angolo di un altro reparto, che la guardava -o meglio-  mangiava con gli occhi-nello stesso modo in cui lo facevo io, solo che lui sicuramente aveva un desiderio corporeo nei suoi confronti, mentre a me sarebbe semplicemente bastato ballare con lei e tenerla tra le mie braccia.
 
Katniss improvvisamente si spostò di corsia e aspettai prima che Harry la seguisse per fare poi altrettanto.
Il riccio si mosse svelto, nascondendosi tra la gente del supermercato dato che Katniss a volte si girava.
 
Stavo giusto per raggiungerla anche io, quando riconobbi un ciuffo corvino ,al quanto innervosito, attraversare il corridoio.
Il mio stupore mi portò a pronunciare dei piccoli gemiti, che sicuramente, con il brusio del supermercato non avrebbe sentito, ma le mie supposizioni furono sbagliate, dal momento che Zayn si girò immediatamente accorgendosi di me.
 
Il suo sguardo era all’inizio stupito e confuso, ma quando i suoi occhi incominciarono a mandarmi frecciatine mi mossi di scatto per correre via, ma colpì senza accorgermi una pila di scatole che caddero con me nel pavimento.
 
Prima che potessi rialzarmi, mi sentii tirare la maglietta e in pochi secondi mi ritrovai in piedi.
 
“Dove pensavi di andare, eh biondino?” gli sentii dire a denti stretti.
 
Io?!” cercai di negare.
 
“Non fare la parte del finto tonto che neanche ti viene bene, vorresti dirmi che sei qui per fare la spesa alla tua nonnina?” mi chiese ironicamente.ù
 
Certo! ..cioè no-non per la mia nonnina, mmh..per me!”
 
“Per te? E cosa avresti dovuto comprare, sentiamo” incrociò le braccia, sicuramente curioso di sentire cosa potessi inventarmi ora.
 
sìNon mi guardai nemmeno intorno e presi da terra una di quelle cose che erano cadute per terra con me
 
“Questo” sputai deciso, mostrandogli cosa avevo tra le mani, senza neanche che io lo guardassi.
 
La carta ingienica?” mi chiese lui con faccia schifata.
 
“Sì, la carta ing….la carta igienica?”
 
Guarda finalmente cosa avessi tra le mani e in effetti trovai una confezione di rotoli.
 
“Voglio dire, ehm, sì certo la carta igienica” cercai di farlo suonare il meno stupido possibile.
 
Zayn scoppiò a ridere senza pudore.
 
“Tu vorresti farmi credere che sei uscito da casa mia per venire casualmente qui a prendere della carta per pulirti il culo?”
 
La sua non-finezza non mi scoinvolse più di tanto.
 
“Sono venuto qui perché la vendono con il formato più conveniente e il modello ultra-soft” mi inventai su due piedi e non vedendolo riagire continuai “vedi? Leggi! U L T R A S O F T” feci infine lo spelling.
 
Zayn ora aveva smesso di ridere, ma mi guardava abbastanza storto e scioccato.
 
Non lo biasimavo;
Dovevo proprio finire addosso a delle confezioni di carta igienica io?!

 
HARRY’S POV

Katniss stava tranquillamente facendo la spesa e ,da come potevo notare, Louis era sparito, c’ero solo io a seguirla.
Era al reparto cereali e biscotti.
 
A quanto potevo vedere, doveva seguire le istruzioni di un foglietto tutto stropicciato che teneva tra le mani e che ogni cinque secondi guardava.
 
Io ero proprio in fondo alla corsia del reparto, ero appena sporto per tenerla d’occhio senza che lei potesse però vedere me.
Ero così assorto alla vista di lei.
Quella bocca storta per la concentrazione, gli occhi quasi socchiusi che mettevano in evidenza le chiare, ma lunghe ciglia e quel nasino da bambina che mi faceva impazzire.
 
Come avevo notato essere suo solito quando era nervosa, si toccava i capelli, arricciandoli con l’indice destro della mano libera, mentre con l’altra teneva ancora quel pezzo di carta.
Ero così preso da queste stupidaggini che non mi accorsi nemmeno di essermi appoggiato con il gomito sinistro ad uno scaffale e in pochi secondi due pacchi di biscotti caddero rumorosamente sul pavimento, portando l’attenzione di Katniss proprio in quel punto, ma io fui talmente bravo da prevenire la cosa e spostarmi più in là prima che mi potesse riconoscere.
 
Per fortuna scoprii che, dopo non aver visto nessuno, riprese ad esaminare il biglietto.
Chiusi gli occhi, appoggiandomi con la schiena al muro e un grande sospiro di sollievo venne spontaneo.
 
Riconobbi tre commessi del supermercato avanzare con una camminata al quanto veloce nella direzione opposta.
 
“Mi hanno chiamato dal ‘frutta e verdura’ che c’è un ragazzo che si sta mangiando una cassa di carote” gli sentii dire “E il bello è che le ha mangiate senza nemmeno lavarle e con la buccia!”
 
Roteai gli occhi.
 
Louis.
 
“Peggio del ragazzo che ha fatto cadere la pila di pacchi di carta igienica!” cercò di aggiungere tra le risate l’altro.
 
Non potei non ridere anche io:
Quale razza di cretino fa cascare una pila di carta igienica?
 
Diedi un’ultima occhiata a Katniss che era ancora ferma nella stessa posizione da quando l’avevo lasciata e mi diressi verso il reparto ‘frutta e verdura’, Louis si sarebbe messo nei guai.
 
Come dice lui ‘Tutto per le carote’
 
Affrettai il passo e arrivai giusto in tempo quando due tizi al quanto robusti stavano portando-o meglio trascinando- Louis con la forza, nonostante le sue lamentele.
 
“Hei” urlai da dietro e i due, con Louis che tenevano per un braccio per un uno, si girarono “dai lasciatelo stare, ora ci sono io e lo tengo a bada, promesso” cercai di essere il più convincente possibile.
 
Louis non diede nessun segno di stupore nel vedermi lì e questo mi sembrò al quanto strano;
normalmente si sarebbe dovuto chiedere perché anche io fossi lì, no?
 
I due ‘armadi’ annuirono sbuffando e lasciarono Louis con tale forza da scaraventarlo a terra.
 
“Che grazia, scommetto che fate danza classica” borbottò il moro mentre gli tendevo la mano per rialzarlo in piedi.
 
Louis si pulì la maglia tranquillamente e poi mi ritornò a guardare impassibile.
 
“Su Lou, veramente?”
 
“Cosa?” chiese storcendo la faccia.
 
“Hai mangiato quasi una cassa di carote?!” risi.
 
“Harry avevo fame e..quando sono passato davanti a quella cassa di verdure arancioni non ho resistito” disse leccandosi i baffi.
 
“Cazzo Lou non erano nemmeno lavate!” continuai sempre ridendo.
 
“Perché? Tu non le hai mai mangiate così?!” mi chiese lui stupito.
 
Scossi la testa.
 
“Non sai cosa ti perdi…Il sapore della natura”
 
A quella risposta non resistetti e mi piegai in due dalle risate, non tanto per ciò che aveva detto ma la serietà con cui me lo aveva raccontato.
Finalmente riuscii a smettere di ridere e ripresi a guardarlo in faccia il più seriamente possibile;
aveva afferrato un barattolo di cetriolini in salamoia e mi vennero i conati al solo pensiero che a lui piacessero da impazzire.
 
“Allora…non mi chiedi niente?”
 
“Cosa ti dovrei chiedere?” disse ancora assorto nel leggere l’etichetta del barattolo.
 
“Beh…perché sono qui magari!” risposi ovvio.
 
Finalmente alzò lo sguardo e ripose l’oggetto nell’apposito scaffale e mutò la sua espressione seria in una risata sarcastica, contemporaneamente mi mise una mano sulla spalla.
 
“Oh, mio, caro, stupido, ingenuo Harry…” fece una pausa “anche un ornitorinco senza un occhio sopra un triciclo ci sarebbe arrivato che eri qui”
 
“Eh?!” strillai.
 
“Hai capito” alzò un sopracciglio.
 
“Veramente no..ma ok”
 
Improvvisamente mi prese per un polso e incominciò a portarmi da tutt’altra parte.
 
“Ma che fai?” chiesi senza staccarmi però.
 
“Andiamo da lei…siamo qui per questo, no?” mi sorrise rigirandosi.
 
Sorrisi appena; non volevo di certo ammettere che ero venuto lì per Katniss-anche se in effetti era così-ma mi ero come arreso, almeno con Louis.
 
“L’unico problema che puoi avere è incontrare Zayn” disse mentre camminavamo uno affianco all’altro.
 
“Sì inf..aspetta..Zayn cosa?!” mi bloccai e così fece lui dopo qualche passo che si era accorto che mi ero fermato.
 
“è qui” mi rispose quasi fosse ovvia la cosa.
 
A fare che?!” domandai stupidamente.
 
Louis roteò gli occhi in alto “A raccogliere le margherite!”
“Cazzo Harry è venuto per lo stesso motivo nostro, è il suo ragazzo
 
Mi schiaffeggiai mentalmente.
Era ovvio.
Era il suo ragazzo.
 
Ovviamente lo sapevo, ma quando Louis me lo ricordò mi sentii quasi mancare.
Me ne ero quasi dimenticato lo avrei dovuto immaginare, idiota idiota idiota!
 
Louis mi venne incontro e mi appoggiò una mano sulla spalla, quasi fosse un gesto per consolarmi, ma per cosa? Lui…che ne sapeva che io..ehm..sì insomma con Katniss…io..
 
No niente.
 
Mi divincolai dalla sua presa, come infastidito, e ripresi a camminare per poi rifermarmi di nuovo girandomi verso di lui che mi stava seguendo:
 
“E comunque anche tu sei qui per Katniss, quindi se incontri Zayn anche tu sei nei guai” mi feci spuntare un ghigno sul volto.
 
“Sì, ma io sono il suo migliore amico...tu che scusa hai?”
 
Digrignai i denti e scollai le braccia che avevo incrociato, per poi rigirarmi per riprendere a camminare ma mi scontrai bruscamente contro qualcuno e caddi dolorosamente a terra.
 
“Oggi è il giorno delle cadut..” sentii dire da Louis mentre mi rialzava, ma non finì la frase e non capii perché solo fino a quando non aprii gli occhi e mi trovai davanti la faccia nera dalla rabbia di Zayn.
 
“Ehm…ciao Zayn” mi portai una mano sui capelli per la tensione.
 
che.cosa.ci.fai.qui?!” disse a denti stretti.
 
I miei occhi vagarono sul pavimento in cerca di qualche scusa, ma caddero su un paio di piedi dietro quelli di Zayn e scostando la testa lo riconobbi.
 
“No..che cazzo ci fa lui qui!” urlai indicando un Niall intimorito dietro la schiena di Zayn che appena si accorse di chi stavo parlando si girò e poi ritornò a guardarmi impassibile.
 
“Tu intanto pensa pure a inventarti qualche cazzata per giustificarti eh” disse riferendosi a me, poi scostò lo sguardo dietro le mie spalle “E tu invece? Che fai qui?”
 
“Io sono il suo migliore amico, ho il diritto di sapere quanto te” rispose subito lui, spiazzando lo stesso Malik.
 
“Allora Harry?” Zayn riprese “Hai intenzione di parlare?”
 
“Lo farò…subito dopo che anche quel cretino che hai dietro risponderà alla stessa domanda!”
 
“Lui lascialo stare…è con me” disse titubante Zayn.
 
Sbiancai e spalancai gli occhi, quasi mi uscissero dalle orbite.
 
Lui è con te? Cazzo Zayn noi siamo amici da sempre e a me attacchi mentre a lui, lo difendi?!”
 
“è..diverso” rispose semplicemente lui.
 
Guardai per un attimo con tutto l’odio del mondo quel biondino che da dietro Zayn faceva la faccia del finto innocente, mentre sapevo benissimo le sue intenzioni.
 
“Lui è un’amico di Katniss, mentre tu e lei vi odiate e non c’è ragione per la quale tu possa essere venuto qui per seguirla come tutti noi” riprese Malik.
 
“Lui è un amico di Katniss? Ma non vedi? Non vedi come gli sbava dietro come uno sfigato?!” mi obbiettai.
 
“Ma che ti dice il cervello?!” si intromise Niall finalmente infastidito.
 
“Mi dice di spaccarti la faccia, però mi sto trattenendo” risposi stringendo i pugni.
 
Niall scoppiò in un ghigno mai visto, almeno non da parte sua che ne stava sempre buono e zitto, fatta eccezione per quando lo istigavo e quindi metteva gli artigli, ma era stato sempre ‘benevolo’ fino ad un certo punto.
 
“Sarà la gelosia a farti questo effetto” sputò.
 
“Ma di che parli?!” chiesi confuso.
 
Sospirò e guardò Zayn prima di rispondermi:
 
“Del fatto che sei innamorato di..”
 
Katniss!” sentii urlare da Louis, ora accanto a me.
 
“Cosa? Katniss cosa?!” subentrò Zayn preoccupato.
 
“Dov’è?”
 
Ci guardammo tutti, quasi paralizzati.

Oh merda.




AHEIA!
SALVE BELLE PIMPE.
ALLORA MI DISPIACE TANTO TANTO TANTO, SONO UNA STRONZA VI AVEVO PROMESSO L'11 A 10 RECENSIONI MA 
IL MIO RITORNO A SCUOLA è STATO ABBASTANZA..TRAUMATICO.



LOOK AT ME:
IL CAPITOLO è STATO TAGLIATO A METà DI UN CAPITOLO CHE ERA ESATTAMENTE, LETTERALMENTE
IL DOPPIO E CHE AVEVO GIà PRONTO MA IN ALCUNE MI AVETE DETTO CHE PREFERIVATE DUE CAPITOLI
NORMALI AL POSTO DI UNO GIGANTE.
PERCIò STAVOLTA è VERO PERCHè HO IL CAPITOLO GIà PRONTO, VERAMENTE E L'ALTRA PARTE è èPIENA ZEPPA DI COLPI DI SCENA :') VI COVIENE RECENSIRE, MASSIMO CONTO 2 RECESIONI A PERSONA!

A 10 RECENSIONI

AGGIORN0!



Ora torniamo a noi:
In questo capitolo Louis si accorge di cosa in verità il suo migliore amico prova per Katniss
e Harry si lascia un pò andare al pensiero che Louis sappia cosa provi, anche se in verità
non l'ha ammesso neanche a se stesso ancora!
Katniss cosa starà facendo di tanto misterioso? (nel prossimo capitolo lo dice)
Zayn è sempre più appensivo però a me è piaciuta un sacco questa frase di Louis:


'Zayn ci teneva a Katniss, ma non l’aveva mai guardata come la guardava sempre Harry.'

A voi è piaciuta?
Ho scoperto che ci sono anche delle Nialliss shipper qui eh!

Ah non vi ho mai messo una foto di Kyle (Alex Pettyfer):





RECENSITE ALLORA! 
ALLA PROSSIMA XX

 

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Capitolo 12
*** Twelve ***



Capitolo 12

“Guarda che cosa hai fatto! Per litigare con te ci siamo persi Katniss!” sbraitai contro il biondo.

“Ah, quindi sarebbe colpa mia?” si fece più avanti, ma Louis ci separò prima ancora che potessimo solo sfiorarci.

“Ragazzi state rilitigando di nuovo, basta” tentò e riuscì a frenarci.

Mi diedi un’occhiata in giro “Ma dov’è Zayn?”

Anche gli altri si girarono per poi scoprire che il moro se ne era già andato alla ricerca della ragazza che, non essendo dentro il supermercato, era sicuramente tornata a casa.

Senza aggiungere altro ci catapultammo tutti e tre verso l’uscita, spintonandoci a vicenda, fino a quando Niall mi diede una gomitata che mi fece sbattere contro una signora e quindi mi superò correndo verso la porta automatica, correndo girato verso di me per deridermi, ma non avendo lo sguardo avanti non si accorse che le porte non si erano ancora aperte e andò a spiaccicarsi dolorosamente sul vetro.

Lo sorpassai senza preoccuparmi di contenere le risate e attraversai la strada con Louis, diretto verso il parcheggio;
stavo, infatti, giusto per entrare quando mi accorsi di qualcosa di strano sullo sportello del mio Range Rover.

“Porca puttana, mi hanno bozzato la macchina!” 

La risata di Niall si fece sentire; aveva di già attraversato e raggiunto quel catorcio di motorino che si ritrovava.
Entrai in macchina e partii a tutto gas, verso casa di Katniss, naturalmente come Louis e quel frocio di Niall che mi stava proprio davanti e andava a trenta all’ora e che, quindi, superai senza difficoltà.

In pochi minuti, data la mia velocità, arrivai davanti al vialetto di casa Billington praticamento nello stesso momento in cui Louis stava parcheggiando.
scendemmo dalla macchina e notammo insieme la presenza di Zayn, che stava giusto facendo gli scalini per andare a suonare alla porta.

Louis lo stava raggiungendo, ma quando notò la presenza di una macchina, mai vista d’altronde, davanti al garage gli urlò di non suonare, ma ormai era troppo tardi..

Non capii perché Louis lo avesse voluto frenare, fino a quando un uomo di alta statura spalancò la porta;
immaginai subito chi fosse, ma non capivo ancora il motivo per cui non potesse vedere Zayn, dato che Louis lo aveva richiamato per stopparlo prima che suonasse il campanello.

“Ehm tu chi sei?” sentii chiedere dall’uomo a Zayn, che era rimasto stranamente spiazzato, probabilmente era quasi sicuro di trovarsi la ragazza a farsi aprire la porta.

Il ragazzo rimase paralizzato davanti alla figura alta dell’uomo , farfugliando qualcosa di incomprensibile, e subito Louis corse in suo aiuto, così mi avvicinai anche io per sentire la conversazione.

“Oh salve.. signor Billington"
Al pronunciare del nome il moro sussultò e di scatto sbarrò gli occhi, probabilmente non gli era passata minimamente l'idea che quello potesse essere il padre della sua ragazza, ma comunque non si mosse dalla sua posizione.

"Lui è Zayn, è un mio amico e dato che abito qui per ora pensava di trovarmi in casa ma ero nella porta del garage nel retro per…prendere la cassa degli attrezzi per una tubatura..ehm del bagno!” 

L’uomo restò impassibile, ma poi allargò un sorriso “Ah certo, non preoccuparti! Io sono tornato per un giorno perché poi devo ripartire per Chicago, la cena è quasi pronta, ha cucinato tutto Katniss perché oggi Rosita non c’è”

Ora tutto era chiaro..

“Beh..ora torno dentro ti lascio la porta socchiusa, ciao Zayn..e tu sei?”

Mi accorsi solo dopo che si stava riferendo a me “Io? I-io sono Harry, Styles....Harry Styles”

L’uomo rise, sicuramente per aver notato il mio inspiegabile nervosismo.

 “Ah, piacere Harry, torno dentro allora”

Tutti quanti lo salutammo e quando chiuse la porta non dicemmo niente, ancora troppo sconvolti.

“Perché gli hai mentito?” chiese Zayn a Louis.

“Tu non lo conosci, Zayn, non deve sapere che la figlia vi conosce così bene, né tantomeno che voi due state insieme” disse mettendosi una mano sulla fronte e una sul fianco destro.

“Ma perché?” 

“Te lo dirà Katniss, ora sono stanco..è una storia lunga” cercò di tagliare corto.

Quasi mi dispiacque di aver pensato male su Katniss;  che stesse preparando tutto questo per Kyle e che stesse quindi tradendo Zayn.

Sentii un ragazzo affannare dietro di me “Allora….che avete scoperto?” riuscì a dire tra un affanno e l’altro.

“Non sentite anche voi puzza di cacca di cane?” chiesi tappandomi il naso.

Niall stranamente si irrigidii.


KATNISS’ POV

Stavo pulendo gli ultimi pomodori rimasti per l’insalata;
volevo comperare anche delle carote per Louis, ma quando ero arrivato al bancone della frutta non ce ne era rimasta neanche una: avevo sentito dire che un pazzo si era messo a mangiarle dentro il supermercato.

La telefonata di papà mi aveva al quanto sorpresa e anche innervosita;
come avevo già detto se mio padre aveva chiamato Louis per venire a stare da me voleva dire che doveva stare fuori per un bel po’, come spesso era capitato, ma mai era successo che spezzasse il suo lavoro per venire per una stupida cena dall’America in Inghilterra, o almeno non dopo neanche una settimana che era partito.

Inoltre c’era il fatto che avevo detto a Rosita di prendersi qualche giorno di ferie, dal momento che avevo pensato che uscendo con i miei amici non sarei stata molto a casa a mangiare, perciò mi era toccato andare a fare la spesa e comprare le cose che mi ero fatta dettare da Rosita al telefono ed era stata più dura di quanto pensassi dal momento che era la prima volta in un supermercato da sola:
avevamo sempre avuto una governante che si occupava di queste cose, da piccola accompagnavo molto spesso mia madre, ma erano passati anni dall’ultima volta.

Stavo preparando tutto alla perfezione, o almeno cercando;
all’inizio avevo progettato di comprare del pollo ma poi mi ero arresa e decisi di fare dei bei cheesburger.

Fortunatamente papà non aveva fatto molte domande, e anche questo in parte mi preoccupava dato che era solito farmi l’interrogatorio. 

Lo vedevo strano, felice.

Mi ero naturalmente messa una di quelle mie felpe larghissime, non che avessi in effetti cambiato totalmente look quando lui non c’era.
Superato quel mio lato ‘leggins e maglietta stretta’, diciamo che ero passata da una XL a una L, però era già un passo avanti.

Il campanello suonò, così mi asciugai le mani bagnate e feci per andare ad aprire ma mio padre mi stoppò dicendo che ci avrebbe pensato lui dato che ero indaffarata con la cena.

Ci vollero almeno cinque minuti prima che tornasse e questa cosa mi incuriosii molto.

“Chi era alla porta?” gli urlai dalla cucina.

“Oh, niente era Louis con dei suoi amici…un certo Zayn”

Raggelai al pensiero che mio padre aveva incontrato il mio ragazzo.
Merda, ma che cazzo ci facevano di fuori?

Nonostante avessi una voglia matta di uscire per picchiarli uno ad uno, rimasi calma a lavare la verdura per non destare sospetti, perchè se fossi uscita di fretta e furia l'uomo in casa avrebbe potuto pensare male.

“…Ah sì e anche uno riccioluto..Harry!

Spalancai gli occhi.
Lasciai tutto quello che avevo mano, mi tolsi di dosso il grembiule da cucina, mi misi le scarpe senza neanche infilarmele del tutto.

“Vado….a chiedere a Louis se gli vanno bene i cheesburger per cena” gli urlai.

“Ma lo sai che li adora” mi sentii rispondere dal suo ufficio di sopra.

“Ma..non si sa mai! Avesse cambiato gusti in questi anni..”

Appena aprii la porta trovai a qualche metro di distanza Louis, Zayn, Harry…e anche Niall!
Nessuno mi aveva però ancora notata perciò incominciai ad avviarmi per raggiungerli, ma una delle scarpe non messe bene mi fece inciampare sui gradini e caddi rovinosamente a bocca in avanti, attirando l’attenzione di tutti i presenti.

Mi sentii tirare su da terra da Zayn che protese le labbra in avanti per baciarmi ma lo scansai furiosa.

“Mi sapete dire che cazzo fate qui?!” sbraitai il più piano possibile per non farmi sentire da mio padre.

Prima di proferire parola si misero in cerchio chiuso e si bisbigliarono delle cose, quasi a volersi mettere d’accordo su come rispondermi.

Sentii dei ‘non diciamole niente’ e dei ‘per me s’incazza’.

Finalmente si sciolsero e Niall partì balbettano “Beh noi……”

“Ti abbiamo seguita” finì diretto Louis che si subì le occhiatacce degli altri: evidentemente non era secondo i piani dirmelo.

“Voi cosa?!” chiesi allibita, anche per non essermene resa conto.

“Dopo quella chiamata strana ti abbiamo voluta seguire…” si fece avanti Niall.

Avrei voluto spezzare le ossa a tutti, meno che a lui.
Aveva quel potere di sembrare così dolce anche in momenti come questi.

“E poi dalla chiamata si era capito che parlavi con un lui” sottolineò Zayn infastidito.

“No, aspetta, frena” iniziai a ragionare “mi hai seguito perché pensavi che andassi da un altro?” cercai di non scoppiare a ridere.

Zayn annuii abbassando la testa, imbarazzato.

“Zayn, non sono il tipo” gli accarezzai una guancia.

Sollevò il viso per vedere se ero seria e mi guardò dolcemente per poi riprovare a baciarmi ma lo bloccai prima che potesse arrivare alle mie labbra.

“Non è sicuro qui” indicai con la testa casa mia, per sottintendere la persona che non avrebbe dobuto vederci.

“A proposito…mi devi spiegare questa storia di tuo padre eh” 

Annuii sorridendo: non era un problema raccontargli tutta la storia e quindi metterlo al corrente della mia attuale situazione, in fondo gli dovevo delle spiegazioni!
Inoltre dovevamo anche finire il discorso che avevamo interrotto a causa della telefonata.

“E voi tre, che facevate al supermercato?”

“Zayn ci ha chiesto di aiutarlo” esordì Louis.

“Non è vero” 

Tutti e tre gli lanciarono delle frecciatine odiose.

“Io sono il tuo migliore amico e avevo il diritto di sapere” mi disse allora.

Ci riflettei: non potevo biasimarlo, ero stata abbastanza misteriosa dopo quella telefonata e lui, come aveva detto, era il mio migliore amico e io avrei fatto la stessa cosa al posto suo.

“Okay, sei giustificato. E voi?”

“Io, anche se ti conosco da poco, ho pensato che forse ti eri messa nei guai e ti servisse aiuto..” si fece avanti il biondino, al quale scompigliai i capelli per fargli capire che era tutto ok, era facile passarci sopra con un visino dolce come quello di Niall.

Poi passai a lui.
Ero molto curiosa di sapere la sua, dal momento che non poteva di certo dire 
‘ero preoccupato per te perché ti voglio bene’
Anzi, scoppiai a ridere mentalmente solo per essermelo immaginato.

 “Non avevo di  meglio da fare” Fece spallucce “E se poi Zayn ti avesse colta in flagrante con uno, non mi sarei di certo voluto perdere la scena, anche se non so chi a parte lui ti vorrebbe”

Il mio ghigno scomparì “cazzo quanto ti odio”

“Aw, anche io Katty” mimò una voce più acuta.

“Katty?! Preparai un pugno, che Zayn mi fece trattenere mettendoci una mano sopra, sapevo che avrei potuto scansarlo e compiere ciò che volevo fare, ma per quella volta volevo provare ad essere ‘pacifista’.

“Lou, noi dobbiamo rientrare” cambiai discorso, ricordandomi della cena ancora da finire di preparare.

“Ci vediamo domani mattina che non c’è scuola?” mi richiamò Zayn da dietro le spalle.

“Oh, non posso, ho danza…con Kayla” mentii spudoratamente, notando il sorriso beffardo del riccioluto dietro il mio ragazzo.

“Ok ci sentiamo ragazzi” disse Lou prima di entrare dentro.

La cena andò molto bene: a papà fece piacere che io avessi fatto l’hamburger, era da tanto che non lo mangiavamo con la cucina salutare di Rosita.
Parlammo del più e del meno, ma soprattutto di scuola e naturalmente di medicina e vari interventi di papà.
Io capivo i suoi passaggi, mentre Louis lo guardava come si guarda un extra terrestre dal momento che lui non sapeva nulla a riguardo.

Come spesso capitava quando ritornava per qualche giorno a casa da i suoi lunghi viaggi, ricevette 'una chiamata importante' o almeno così la definiva quando si alzava ogni volta da tavola per poi allontanarsi.
Louis mi aiutò a sparecchiare;

"Sono io o lo hai notato anche tu?" gli chiesi subito dopo avergli passato un bicchiere bagnato.

"Mh?" fece lui, troppo preso ad asciugare il fondo di vetro.

"Mio padre"

"Tuo padre cosa?" chiese ancora distratto.

"...Non so..lo vedo felice?" 

"Felice?" alzò finalmente lo sguardo posando il bicchiere "perchè prima lo vedevi triste?"

"Sì...cioè no! Però è strano" ripresi a sciacquare un piatto insaponato.

"Per me ti fai troppi complessi Katniss" concluse infine, ritornando al lavoro di prima.

Stavo giusto rimettendo l'ultimo piatto a posto che mio padre entra in cucina con una faccia al quanto sorpresa.

"Ma avete sparecchiato?!" 

Io e Louis ci guardammo:

"Beh, abbiamo aspettato quasi mezz'ora alla fine abbiamo deciso di mettere a posto" sputai facendo notare un pelo del mio fastidio.

"Dai, tirate fuori quel gelato, vi aspetto in giardino" ammiccò ed uscì senza che noi potessimo dire niente, ma in effetti eravamo troppo stupiti per dire qualsiasi cosa.

"Ma-ma?" riuscii a farfugliare.

"Qui c'è puzza di bruciato"

"Sì! Pure per me, c'è qualcosa che non va"

"No io parlavo sul serio, puzza di bruciato!" 

"Oh merda" mi schiaffeggiai la fronte e tirai fuori il pollo che mi ero dimenticata in forno dopo il cambio del menù per la cena.
Lo buttai semplicemente via e ritornai da Louis.

"Louis, parlo sul serio" mi sedetti accanto a lui, mentre posava le palline di gelato al caramello in delle coppette di vetro "secondo me papà sa qualcosa..."

"Aspetta, che cosa intendi con 'qualcosa'?"

"Sì, beh ci sono varie cose: me e Zayn, o che continuo a fare danza, o di come mi sono vestita per un giorno, o che sono semplicemente andata alla festa oppure che ho baciato ben due ragazz..."

"No frena, tu cosa?!" mi lasciò neanche finire.

Solo dopo mi resi conto che per la fretta di parlare non mi ero nemmeno accorta di aver detto di aver baciato un altro ragazzo a parte Zayn.4

"Ehm cosa? io cosa?" cercai di fare la finta tonta cercando di tenermi pccupata con il gelato, ma mi blocco la mano con la vaschetta in mano e mi giro con uno sguardo furbo e un sorrisetto stampato in faccia.

"Ho sentito ciò che mi hai detto. Okay, di Zayn lo so, spara il nome dell'altro"

"Dai Louis, lasciami stare" scrollai il braccio dalla sua presa, ma invano, perchè le sue dita non si mossero di un millimetro.

"Dimmi solo che ha i ricci e due occhi verdi e ti lascio andare" sembrava stranamente serio, ma una parte di lui era come divertito, compiaciuto.

Alzai gli occhi in cielo.

"Okay è lui" mi lasciò.

"Come fai a sapere che era Harry?" chiesi scioccata.

"Non lo sapevo infatti" scoppio a ridere "fino ad ora!"

Gli diedi un pugno sulla spalla dandogli del 'cretino' ma allo stesso tempo mi resi conto di essere diventata di un colore tendente al fucsia e rosso.

In quel minuto di silenzio io cercavo di guardarlo il più sera possibile e lui si ostinava a ridere beffardo o ad alzare e abbassare le sopracciglia.

"Oh andiamo smettila! è stato un incidente, non sapevo cosa facevo è stato l'istinto e mi sono catpultata su di lui..saranno stati gli orm.."

"No aspetta" mi zittii sconvolto "sei stata tu a baciare lui?!"

Di primo impatto arrossii e incominciai a mordermi incessantemente il labbro inferiore, quasi fino a farmelo sanguinare.
Lui, dal suo canto, era rimasto impalato a bocca aperta e così rimanemmo fino a quando non sentimmo le lamentele di mio padre per il gelato che non arrivava e io ne approfittai per prendere il vassoio con le coppette e svignarmela.
Prima che ,però, potessi uscire dalla cucina Louis ebbe il tempo di farmi capire a gesti che poi avremmo parlato.

Durante quei dieci minuti eravamo stati pressoche in silenzio e questo era strano da parte di mio padre dal momento che era un tipo molto logorroico dato che era assente e quindi mi riempiva di domande, ma anche quando avevamo finito il gelato ci eravamo messi a guardare le stelle in totale silenzio.

"Katniss" mi chiamò lui girando la testa dalla sedia alla quale avevamo tutti e tre abbassato lo schienale per vedere meglio il cielo.

"Mh" mi girai, in mezzo tra i due.

"Ti sei mai innamorata?"

Mi ci vollero cinque minuti prima di capire di aver sentito bene;
mio padre mi stava realmente chiedendo se mi sarebbe piaciuto un ragazzo quando mi vietava anche solo di respirare lo stesso ossigeno con degli esseri umani del sesso opposto?

Due erano le opzioni:
1) un alieno aveva rapito mio padre e lo aveva sostituito con un'altro esteriormente identico 
2) lui sapeva

I brividi vennero immediatamente al pensiero di quella seconda possibilità, ma stranamente tutto coincideva.

il suo comportamento strano.
quel ritorno improvviso.

“Devo dirvi una cosa” disse lui in mancanza di una mia risposta.
Si era tirato du in piedi e spostato di qualche passo così da starci direttamente di fronte e immediatamente io e Louis ci drizzamo da seduti.
Prima che potesse continuare io e il ragazzo ci scambiammo un'occhiata altamente preoccupata e ritornammo a posare gli occhi sulla figura al buio di mio padre che intanto guardava in basso mentre giocava con un piede tra l'erba del giardino 

Un nodo alla gola mi si formò;
avevo saputo fin dall'inizio, fin da quella stessa chiamata che c'era qualcosa sotto quel suo momentaneo e improvviso ritorno a casa, ma non dovemmo ancora per molto patire quella curiosità/paura di sapere perchè ben presto continuò e terminò la frase.

“Mi sto vedendo..con una persona” sussurrò, ma comprensibilmente.

Il cuore mi si alleggerì nel sapere che non era ciò che sospettavo ma in compenso i muscoli mi si indurirono così tanto che incominciai a sentirli formicolare.
I denti, per quanto essi stessero stringendo, mi scricchiolavano e con una mano avevo incominciato a stringere forte il bracciolo di legno della mia sedia.
Giurai di aver sentito anche Louis sussultare, ma in quel momento il mio sguardo era dritto negli occhi di mio padre che cercava di tenere lo sguardo basso.

“Dimmi che stai scherzando, papà” dissi in preda all’agitazione.

Scosse la testa dopo un lungo intervallo.

Restammo qualche minuto in silenzio, loro a fissarmi e io a riflettere e a sforzarmi di non scoppiare a piangere, o almeno non fino a quando sarei salita in camera mia.
Il mio sguardo era fisso sul nulla, troppo presa a ricordare qualcosa che confermava ciò che mio padre aveva appena detto:

‘ ..“Stasera do una festa…” si fermò aspettando che io dicessi qualcosa ma non lo feci, in verità fisicamente mi stavo comportando come se non esistesse.
 
“Sai.. poi abiti davanti a casa mia e quindi se ti va di venire sai anche dove sto, no?” mi disse con un tono insicuro, quasi come se avesse avuto paura di come gli avrei potuto rispondere, ma prima che io potessi farlo lui continuò.
 
“So che tuo padre non ti lascia andare fuori, ma magari dato che sono il figlio della sua fidanzata magari….”
 
Nonostante non prestassi così tanta attenzione al ragazzo, riavvolsi il nastro e mi ripetei ciò che mi aveva appena detto.
 
1)      COME CAVOLO SA QUESTE INFORMAZIONI RIGUARDO LA MIA VITA?
2)      MIO PADRE COSA?!
 
Mi bloccai di fronte a lui, che mi guardava con una faccia del tipo okkei,adesso questa mi picchia a sangue.
 
“Non è vero che mio padre non mi lascia andare fuori, sono io che preferisco restare a casa piuttosto che andare a fare la deficiente come fanno le vostre amichette! Comunque sia penso che tu ti stia sbagliando con qualcun altro, mio padre è SINGLE, al cento percento!” gli risposi a tono.’

“Dai Katniss, non prenderl..” provò mio padre.

“è la vicina che abita qua davanti vero?” lo interruppi, alludendo alla madre di Liam.

Spalancò gli occhi sorpreso; sicuramente si stava chiedendo come io lo facessi a sapere, dato che poi nemmeno sapeva che conoscessi Liam, dal momento che avrei potuto avere amici maschi secondo lui.

“Pensa mamma cosa penserebbe, che ci guarda” mi alzai di scatto dalla sedia iniziando a sbraitare contro la figura allibita di mio padre “Lei vive ancora in questa casa, tu non la senti, forse perché sei troppo occupato a spassartela con quella lì, ma lei è ancora qui, non ci ha mai lasciati veramente” 

Mi ero promessa di non piangere, ma in quel momento era più forte di me resistere e quindi mi si inumidirono presto gli occhi.

“Pretendi che mi vesta in un certo modo? E io lo faccio. Pretendi che io vada più che bene a scuola? E io lo faccio” iniziai ad elencare con le dita della mano “Mi lasci segregata a casa? E io lo accetto. Mi imponi tutte queste cose e tu invece puoi tranquillamente fare quello che vuoi perché sei ‘grande’”

Louis in quel momento fece per alzarsi per intervenire ma lo stoppai immediatamente.

“Vuoi tradirla? Tradiscila pure ma da ora a te le tue regole, e a me le mie”

Restai per altri pochi secondi immobile davanti agli altri due, seduti.
Mio padre aveva gli occhi lucidi, probabilmente lo avevo colpito in pieno, e Louis mi guardava in un modo indecifrabile, non so se era uno sguardo rimproveratorio o semplicemente gli facevo pena.

Stranamente mio padre non si era obbiettato, ero quasi sicura che avrebbe detto qualcosa, perché in effetti quando parlavo delle ‘mie regole’ non ero seria dato che ero certa che si avrebbe alzato la voce e avrebbe fatto una scenata al solo pensiero che io non lo sarei più stato a sentire, ma evidentemente quella volta era diverso.

Anche se quella ad essere stata teoricamente tradita era mia madre, ero io a sentirmi così, tradita, da mio padre.
Mille domande mi frullavano in testa.
Ad esempio, da quanto tempo andava avanti questa menzogna o perchè aveva scelto di mentirmi.

Mi resi conto che ero sul punto di scoppiare perciò corsi subito via, entrando in casa:
non mi era mai piaciuto che la gente mi vedesse piangere, forse per Louis a volte facendo qualche eccezione, ma piangere in pubblico per me significava farmi vedere debole e vulnerabile, e quella Katniss non voleva essere così, ci era stata per troppo tempo.

                                                                          ***
Mi svegliai tra le braccia di Louis che mi stava portando fuori da una stanza.

“Che è successo?” chiesi con la voce ancora impastata nel sonno.

“Dopo la tua sfuriata ti sei chiusa in camera di tua madre e ti sei addormentata, dato che tuo padre doveva andare a dormire ti ho preso e ti sto portando nel tuo letto”

“Mh okay” risposi, anche se in verità non ci avevo capito molto.

Mi adagiò delicatamente sul letto, mi infilò sotto le lenzuola, ma non lo sentii andare via perciò capii che voleva parlare e mi misi seduta con la schiena appoggiata al letto.

“Ha sbagliato lui e hai sbagliato tu” partì subito.

“No!” strillai.
 Louis mi fece segno con la mano di abbassare la voce, ma non gli diedi di certo retta:
“Non doveva, non poteva. Ed è per questo che me l’ha tenuto nascosto, perché sapeva che era nel torto”

“Okay, hai ragione su un certo punto di vista, ma tu non dovevi dirglielo così” e continuò vedendo che io lo stavo ad ascoltare attenta “tuo padre ha vissuto con te e Casey  da anni, da solo ad allevare due figlie. Penso che dopo tutto questo tempo abbia bisogno anche lui di qualcuno”

Le sue parole erano così giuste che non sapevo neanche come contrabbattere.

“Intendi bisogno di qualcuno come io con..Zayn?” 

Louis rise divertito “Certo, come tu e Zayn” riattaccò.

“Cosa ci trovi di divertente?” 

“Niente. Ho solo due migliori amici ciechi”

Non capii di cosa stesse parlando, o magari non volevo capire, chissà. Si rialzò e fece per uscire, così convinta che se ne andasse mi misi sotto le coperte girandomi dall’altro lato.

“Ah a proposito di Harry” gli sentii dire “dovreste provare ad andare più d’accordo voi due”

“Che?! Ma hai visto come mi istiga quello? mi ha seguito come tutti voi solo per compiacersi alla visuale di me e Zayn che litigavamo, stronzo” 

“A parte il fatto che il più delle volte sei tu che istighi al litigio, e poi hai mai pensato che può essere venuto perchè era geloso?”

Lo guardai serio, ma poi scoppiai a ridere come una pazza “Geloso? Harry? Di me? Sparati Louis”

“Trattalo bene Katniss, ha sofferto quanto lo hai fatto tu, siete più simili di quanto pensiate”

“Pff” alzai le spalle.

Si avvicinò per darmi un bacio tra i capelli e ci scambiammo la buona notte.

Forse Louis aveva ragione.
Harry lo trattavo proprio male..avremmo potuto provare ad essere..amici?
Pff, ma chi prendo in giro, al massimo avremmo potuto non litigare, o almeno meno frequentemente.

Il sonno prese il sopravvento e caddi in trance in men che non si dica.

                                                                     ***
Lasciai una brioche sopra il tavolo per Louis.
Quella mattina ero stranamente di buon umore, o almeno meglio rispetto alla sera precedente.
Mio padre se ne era andato quella stessa mattina, come aveva detto aveva l’aereo sul presto e non lo avevo neanche sentito uscire nonostante mi fossi alzata prestissimo.

Mi ricontrollai lo chignon allo specchio dell’ingresso e partii, ma prima ancora di chiudere la porta mi ricordai del cellullare, che trovai in cucina, rigorosamente spento e non mi ricordai neanche del perché.
So solo che lo accesi e trovai una ventina di chiamate perse, quasi tutte di Cece e qualche messaggio.
Incominciai a leggerli mentre mi avviavo a piedi e incominciai a cancellare i vari:

‘Dove seeeeeei?!’
‘è vero che stai tradendo Zayn?’
‘Attenta che quei quattro ti stanno seguendo’
‘Dove seeeei?’

Risi per ogni messaggio, stavo prendendo sull’icona del cestino per eliminare l’ennesimo sms quando notai che il mittente era Kyle.

‘Ciao Katniss, senti mi dispiace dirtelo via sms ma hai il telefono irraggiungibile. Purtroppo mi sono slogato una caviglia e non posso farti lezione, ho avvertito la tua professoressa che ho però già trovato un momentaneo sostituto, se la cava con hip hop.
Ci sentiamo, Kyle xx’

Cazzo.

Buttai la testa indietro.
Non era possibile: mi ci erano volute lezione su lezioni per abituarmi a Kyle e ora dovevo cambiare partner e insegnante di uno stile di danza che nemmeno sapevo fare.

Sollevai gli occhi e mi ritrovai a destinazione;
entrai, salutai come sempre il custode e mi diressi di sopra a cambiarmi.

Ero arrivata con un notevole anticipo e, restando a fissarmi ancora allo specchio, decisi alla fine di sciogliere quello chignon e di lasciare i capelli sciolti per togliere quel che 'classico' .

Mi diressi verso la sala e, dato che ancora non era arrivato nessuno, iniziai a sciogliermi i muscoli mettendo su una canzone il più rilassante possibile.
L’entrata della Twain mi prese alla sprovvista, ma riuscii comunque a stoppare quasi subito la musica.

“Ciao Katniss, come ti avrà avvertito Kyle si è infortunato, il tuo nuovo insegnante si sta finendo di cambiare in spogliatoio arriverà a minuti” mi fece l’occhiolino e se ne andò.

Mi venne la pelle d’oca dall’agitazione e i muscoli mi si ritesero all’improvviso, perciò ripremetti subito play e incominciai a prendere una gamba e portarla con le mano verso l’alto; mi tiravano tutti i muscoli di un fianco ma allo stesso tempo quella sensazione mi dava piacere.

Ero così rilassata che mi ci volle un po’ prima di sentire due mani sopra i miei fianchi e le labbra morbide in un punto dietro il mio orecchio.
Le vibrazioni che scatenò quel bacio erano estasi per il mio corpo.

“Ciao Katty” 

A quel soprannome spalancai gli occhi di soprassalto e mi girai trovando la persona che avevo immaginato subito di trovare.

“Oh cazzo che ci fai qui?” chiesi sconcertata togliendo le sue mani sopra la mia pancia.

“Sono il tuo nuove insegnante…Kayla sta male” disse enfatizzando sul nome.

Mi diressi verso la porta di uscita, convinta ad andarmene.

“Eh eh eh dove credi di andare?!” mi sentii tirata da dietro, dove c’era Harry che mi bloccava saldamente la schiena contro il suo petto.

“Ricordi? Tu mi dovevi un favore…” sentii la sua voce roca penetrarmi sussurrante nel mio orecchio “oppure vuoi che Zaynuccio venga a sapere della storia di Kayla?”

Sentii il suo ghigno senza neanche bisogno di vederlo direttamente in faccia.

Quello stronzo mi aveva in pugno, di nuovo.






AHEIA!
Bene come vi avevo promesso ecco il 12esimo capitolo a 10 recensioni.
L'ho corretto tutta questa sera invece che vedere x-factor (che ho registrato) perciò rigraziatemi eh! ahahaha
Scusate se trovate errori ma sono con un nuovo computer e non ho il programma che uso di solito per
scrivere e non sono abituata.
***
Cosa succede quindi in questo 12?
Scopre che quello che nei primi capitoli Liam le aveva detto era perciò vero:
che il padre si stava frequentendo con la madre e lei si sente tradita e non accetta la cosa.


'
“Vuoi tradirla? Tradiscila pure ma da ora a te le tue regole, e a me le mie”'

Quindi secondo voi cosa succederà ora?
Se d'ora in poi Katniss vorrà seguire le proprie regole, ci sarà qualche cambiamento nella sua vita? Che ne pensate?
Il pezzo clou è il finale belle mie: Harry come insegnante di Hip Hop, questo significa
Harry + Katniss da soli, credo che le Harriss shippers staranno tipo sclerando ahahah.

Nuovi colpi di scena per il prossimo capitolo (ancora da scrivere)

Ma come semore ci vogliono ALMENO 10

RECENSIONI!


 

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Capitolo 13
*** Thirteen ***



Capitolo 13
 
Gli davo ancora le spalle, le sue muscolose braccia erano avvolte lungo il mio corpo mentre con le mani mi bloccava saldamente i polsi, stando attento però a non farmi male.
 
Aveva la faccia incastonata nell'incavo tra il mio collo e l'orecchio;
sentivo il suo fiato caldo riscaldare la pelle fredda in un punto così sensibile che mi fece chiudere gli occhi e buttare inconsciamente la testa all'indietro, fino ad appoggiarla alla parte del suo petto, dietro di me.
 
Appena sentii quel contatto sbarrai gli occhi e riportai lo sguardo fisso sullo specchio, dove potevo benissimo vederlo compiacersi per ciò che poteva farmi provare solo standomi così vicino.
 
"è facile.." riprese a sussurrarmi all'improvviso dentro lo stesso orecchio "se vuoi ti lascio ...e vado da Zayn a raccontargli una bella storiella"
 
Disse allentando la presa e quasi sentii il cuore alleggerirmi.
 
"Oppure.." rincominciò a stringermi a sè "..mi fai restare e non saprà mai niente"
 
I suoi occhi visti così lontano dallo specchio non mi mettevano così tanto in soggezione di quanto non lo avessero fatto quando me li ritrovai a pochi centimetri, giratami faccia a faccia.
 
Occhi a occhi.
 
Naso a naso.
 
Bocca a bocca.
 
Ero come ipnotizzata da quelle rossastre grandi labbra e quasi di conseguenza incominciai a mordermi dolorosamente le mie, catturando la sua attenzione su di esse.
 
Lo fissavo e scoprii che anche lui guardava le mie labbra come io guardavo le sue.
 
Si contorceva come facevo io, per resistere a non baciarlo.
 
Ma cosa stava aspettando?
Cosa stava aspettando a baciarmi? Lui poteva. Lui lo poteva fare se lo voleva veramente, Harry Styles non doveva rendere conto a nessuno al di fuori di se stesso.
Non che volessi che mi baciasse, ma se lo desiderava così ardentemente da come gli si leggeva negli occhi perchè non lo faceva e basta?
 
Stava giusto per aprire bocca per parlare finalmente, quando l'affanno di una persona alle nostre spalle ci fece voltare entrambi di scatto.
 
Con mio, e penso anche suo, grande sollievo era solo la Twain, al quanto preoccupata.
Doveva aver sicuramente corso dato  il suo fiatone.
 
"Katniss tutto bene?!" chiese allarmata.
 
Non capii il senso di quella domanda e di tanta agitazione, ma poi annuii sicura e la vidi sollevata.
 
"Avevo sentito delle urla" si giustificò infine.
 
Sia io che Harry capimmo che doveva aver sicuramente sentito quando prima stavo sbraitando contro lo stesso ragazzo.
 
"Allora, sei sicura? Va tutto bene?" chiese stavolta notevolmente più seria di prima.
 
Guardai con un pò di diffidenza Harry, che mi fissava impassibile a braccia incrociate.
Sapevo che quello era lo sguardo del tipico 'devi decidere'.
 
Se avessi detto alla Twain che Harry non mi andava bene e che volevo andarmene, sapevo quali sarebbero state le conseguenze poi, ma allo stesso tempo non avevo proprio la minima intenzione di passare per più di un'ora per due volte a settimana con Harry, solo io e lui, da soli.
 
"Sìsì tutto..okay" deglutii rumorosamente, ma la Twain non sembrò notare il mio nervosisimo perchè sorrise per l'ultima volta e se ne andò definitivamente.
 
Passò tipo mezzo minuto prima che decisi di girarmi verso Harry, trovandomi nella stessa posizione (situazione) di prima, poco più distanti però.
 
Ci fissammo impassibili per minuti interi, quasi a far gara a chi resistesse di più a sostenere lo sguardo dell'altro, ma il suo sorriso storto interruppe quell'atmosfera e si fece più vicino.
Le sue mani si posarono presto sui miei fianchi e stranamente io non mi mossi neanche di un passo.
 
"Brava bimba" disse a pochi centimetri dalla mia bocca.
 
Strinsi i pugni dalla rabbia, odiavo quell'appellativo!
 
Il suo viso si fece sempre più vicino al mio, i nostri nasi quasi si sfioravano e riuscivo perfettamente a sentire il suo profumo.
 
In quel momento riuscivo a capire che avevo bisogno solo di una cosa, perciò tesi le labbra in avanti e chiusi gli occhi, mi stavo finalmente cedendo a lui perchè anche io ne avevo bisogno.
 
"Bene! incominciamo!"
 
Aprii gli occhi e me lo ritrovai quasi a mezzo metro di distanza mentre si sfregava le mani, pronto ad iniziare la lezione.
Mi ricomposi immediatamente, rossa in viso.
Non sapevo se sentirmi in imbarazzo o furiosa: ero sicura che quello stronzo ci avesse fatto apposta.
Mi diedi mentalmente della stupida per aver creduto che mi volesse baciare, ma molto di più per essermi messa a 'disposizione' a quell'ipotetico bacio!
Mi sentivo come offesa, rifiutata e in più avevo fatto anche la figura della cretina davanti a chi odio di più al mondo, ma non gli feci notare niente di tutto ciò e gli feci capire che ero pronta per iniziare anche io la lezione.
 
Incominciò come a pensare, pensare cosa fare.
Prima mi squadrò pensieroso dalla testa ai piedi, per più di tre volte e poi prese in mano il telecomando dello stereo inserendo prima un CD.
 
"Bene, ora metto su un pò di musica e tu mi fai vedere cosa sai fare" non era una domanda e io ne rimasi sconcertata.
 
La musica partì, ma io rimasi impietrita, fino a quando non mi diressi verso lo stereo e stoppai la canzone.
 
"Ma sei stupido? Io non mi metterò al centro della stanza a ballare come una deficiente mentre tu rimani lì a fissarmi" gli strillai seria.
 
Al contrario mio, Harry subito dopo la mia sfuriata era scoppiato a ridere come un matto e si dovette tappare la bocca con una mano per smettere.
 
"Era solo per vedere a che punto eri con l'hip-hop, non ti fare troppi filmini mentali, il mondo non gira intorno a te e non ho sempre doppi scopi, bambola"
 
Rimasi allibita, la parola giusta era spiazzata.
 
"Bene, dato che Miss si vergogna a ballare da sola incominciamo a fare qualche passo insieme, questo ti va bene?" mi chiese infine con falsa voce gentile.
 
"Ah, se mi stai chiedendo quello che mi va bene e non mi va bene a questo punto direi che neanche questa storia che tu mi devi fare lezione di danza mi sta bene!"
 
Harry buttò gli occhi al cielo sbuffando.
 
"Ma che poi mi spieghi come fa un giocatore di football saper ballare hip-hop?" chiesi prima che potesse intervenire.
 
Mi rispose dopo qualche secondo "Tu non ti preoccupare..l'ho fatto un pò da bambino e comunque ora ti adatti e balli con me o le sai quali sono le conseguenze" mi sembrò al quanto serio.
 
Questa volta fui io a buttare gli occhi all'insù, incrociai le braccia in attesa di qualche ordine.
 
                                                                                                                                ***
 
Sinceramente Harry non se la cavava tanto bene a ballare, mi chiedevo proprio come cavolo la Twain avesse potuto ammettere un tipo così al posto di Kyle, che era assolutamente più bravo.
 
Sentivo puzza di bruciato.
 
"No, devi mettere il piede qui" mi disse convinto che stessi sbagliando io.
 
Eravamo uno di fronte all'altra con i piedi incatenati tra noi stessi e stavamo cercando di fare un semplicissimo passo, quando, per togliere il piede incastrato tra quelli di Harry, non gli feci uno sgambetto e cadde dolorosamente a terra.
 
Non ci pensai neanche due secondi a scoppiare a ridere, mentre lui si contorceva dal dolore a occhi chiusi con le mani intorno al ginocchio, che aveva probabilmente sbattuto.
Appena riaprii li riaprì notò che avevo addirittura le lacrime agli occhi.
Provò a fare il serio ma evidentemente vedendomi ridere scoppiò anche lui.
 
"Stronza" disse tendendomi una mano per farlo rialzare.
 
Gliela tesi quasi subito; lo avevo buttato giù io con la mia grazia da elefante, glielo dovevo!
 
Quando gli afferrai la mano per un attimo sentii quasi una scossa sul palmo.
La mia mano era praticamente ricoperta dalla sua, che erano il doppio di una normale.
 
Iniziai a tirare per farlo rialzare e notai che il suo busto si stava incominciando a staccare dal parquet, fino a quando non sentii lui tirare, e molto forte, verso il basso e in un battibaleno mi ritrovai sopra di lui.
 
Ringraziai Dio di non avergli dato una testata in fronte, anche se pensandoci non gli sarebbe stata male.
 
"Odio questi vecchi trucchi Styles, ora slega quei tentacoli dalla mia schiena e lasciami alzare" dissi provando invano a staccare il mio corpo dal suo, che erano effettivamente incollati l'uno all'altro a causa della sua presa ferrea.
 
"Ma guardati" rise beffardo lui "non riesci nemmeno a fissarmi negli occhi"
 
Effettivamente era vero;
e c'era una semplicissima spiegazione: sapevo che, data la vicinanza, sarebbe potuto essere pericoloso, come sempre.
 
Nonostante la sua specie di intimidazione non pensai neanche minimamente ad alzare lo sguardo, ma due delle sue dita mi sollevarono presto il mento.
 
Ecco.
Ci risiamo.
 
 
"Ci voleva tanto?" chiese sorridendo lui.
 
Sperai che non si notasse quanto fossi incantata in quel momento o quanto morissi alla vista di quelle dannate stupide odiose fossette.
 
"S-sì"
 
'Che
Cazzo
Ho
Detto?'
 
Mi morsi immediatamente la lingua;
Come cavolo si poteva essere più stupidi?!
 
"Come sì?" chiese confuso lui.
 
"Ecco..io.." mi bloccai perchè lo vidi parlare.
 
"Vuoi condividere un altro segreto da nascondere a Zayn?" chiese deciso.
 
Feci una smorfia in segno di non aver capito "Che..?"
 
Le mie parole morirono sulle sue labbra, che catturarono le mie in un decimo di secondo.
Gli misi inconsciamente una mano sulla guancia e lo sentii sorridere a quel mio contatto. Le sue mani vagavano su e giù per la mia schiena e giuro che non mi sono mai sentita più protetta di allora.
 
Presto sentii la sua lingua sbattere nei miei denti, sapevo quello che voleva, così gli diedi quasi subito accesso alla mia intera bocca e quando lo feci, approfondì di più il bacio  infilandomi una mano tra i miei capelli.
 
'Ho fatto bene a lasciarli sciolti' pensai tra me e me.
 
Durante quegli attimi, che sembravano letteralmente secoli, non avevo nulla per la testa, un grande vuoto incombeva il mio cervello fino a quando la mia stupida vocina non ritornò a rompere le palle.
 
'Katniss non puoi'
 
'Ma io voglio!' risposi mentalmente per farla tacere.
 
Nel frattempo Harry si era tirato su seduto, portando me con lui, a cavalcioni sopra le sue gambe.
Pensavo che con quel gesto volesse staccarsi da me perciò lo feci io per prima, ma neanche il tempo di riaprire gli occhi che il mio labbro inferiore venne catturato tra i suoi denti e le nostre labbra ripresero a modellarsi.
 
'Ho capito che vuoi ma...ti dice niente il nome Zayn Malik?'
 
Spalancai immediatamente gli occhi 'Che cazzo sto facendo?'
 
 
HARRY'S POV

 
Finalmente.
Oh Dio sì, finalmente, di nuovo!
 
Gioivo all'interno di me stesso per esserla finalmente riuscita a baciare, ma molto di più perchè lei stesse ricambiando a pieno.
 
Emozioni del genere riuscivo a viverle solo tramite il sesso, mentre quella ragazza riusciva a mandarmi in estasi anche solo con un insignificante bacio.
 
Che desse accesso alla mia lingua di entrare nella sua bocca così facilmente non me lo sarei mai aspettato, ma lo stupore, come tutti i miei pensieri del resto, volarono via quando mi mise una mano tra i capelli e mi avvicinò di più a lei.
 
Per una volta era lei che chiedeva di più.
 
Appoggiai una mano su un suo fianco e l’altra alla base del suo collo, accarezzandolo fino a farle venire la pelle d’oca.
A volte sentivo il diminuirsi del ritmo del bacio e per paura che si volesse staccare le mordevo il labbro e riprendeva il ritmo precedente.
 
Quell'emozione paradisiaca di quando non ti importa di dove sei o di tutti gli altri problemi, ti senti come dieci mila metri sopra il cielo.
Mi ero staccato solo una volta per guardarla negli occhi e assicurarmi, per una questione personale, se fosse consenziente di quello che stava facendo, ma quando lo facevo e incontravo quegli occhioni rimanevo incantato, giurai di essere rimasto a volte anche a bocca aperta.
 
E poi lei, che non si spiegava di quella mia pausa e mi guardava con quell’espressione confusa e io scoppiavo a ridere per quanto fosse buffa.
Cercò di dire qualcosa ma le mie labbra soffocarono sempre le sue parole e dopo un primo momento di sorpresa, rintrecciava le dita tra i miei ricci e potevo fare delle sue labbra ciò che volevo: mie, erano mie.
 
Lei era mia.
 
Era diverso dalle altre volte, lei era diversa dalle altre.
 
Ad un certo punto però lei si staccò molto bruscamente, togliendo le mani dai miei capelli e mettendone una mano sopra la bocca con gli occhi sbarrati.
 
Lo sapevo.
Si era pentita.
 
La vidi piegarsi e sedersi a terra, senza mai cambiare espressione, prendersi la testa e attaccarsela alle ginocchia che abbracciò.
 
“Che cazzo ho fatto?” sentivo sussurrarsi da sola, più e più volte.
 
Mi stavo preoccupando così mi avvicinai, mettendomi a sedere di fronte a lei e mettendole una mano sopra la schiena.
 
Abbiamo fatto” provai stupidamente a farla rilassare, ma l’unico risultato fu una sua mano che levava velocemente la mia a contatto con lei.
 
“Non. Toccarmi.”
 
Buttai gli occhi al cielo e a vedere quella mia reazione la vidi alzarsi al quanto furiosa.
 
“Non capisci vero? Non capisci un cazzo Harry” incominciò ad urlare guardandomi dall’alto, dato che io ero ancora seduto “Io ho un ragazzo, non posso, cioè non voglio.”
 
A quel punto mi alzai anche io, sovrastando la sua figura più bassa di me.
 
“Mh, ho visto quanto non volevi
 
Era rimasta spiazzata per due minuti, fino a che non diede di matto incominciando a fare avanti e indietro per la stanza.
 
“Vedi! Appena rimaniamo qualche minuto da soli succede un casino!” incominciò a blaterare cose simili fino a quando non la fermai per un polso e l’avvicinai a me zittendola.
 
“Ma non vedi che non riusciamo nemmeno a stare in una stessa stanza senza…hai capito” disse però più lentamente e rilassata di prima.
 
Scoppiai a ridere “Non lo riesci nemmeno a dire?”
 
“C-cosa?”
 
Baciati, Katniss. Ci siamo baciati”
 
A quelle parole sbarrò ancora di più gli occhi, come se le stessi raccontando qualcosa di sconvolgente che non sapesse già.
 
“E non è nemmeno la prima volta” mi feci spuntare involontariamente un sorrisetto in faccia.
 
In due minuti eravamo rimasti a fare le belle statuine l’uno a fissare l’altra, lei sconcertata e senza parole, io impassibile e terribilmente serio.
La ragazza si staccò velocemente dalla mia presa ferrea e si stoppò per qualche attimo, probabilmente stupita che la lasciassi andare così facilmente, ma quando si accorse che effettivamente non stavo mettendo alcun tipo di resistenza ne approfittò e scappò nello spogliatoio.
 
Appoggiai la schiena contro il muro e sbattei forte il piede a terra.
 
Perché quella ragazza doveva essere così difficile?!

 
KATNISS’ POV
 
Imprecai mentalmente mentre riponevo tutte le mie cose dentro il borsone di danza; non mi ero di certo né cambiata né fatta la doccia, non si poteva sapere mai con la presenza di Styles in giro.
 
Ero furiosa.
Con lui, ma soprattutto con me per essere riuscita a farmi abbindolare dalla sua bellezza, sì perché lo ammettevo che era bello effettivamente.
 
Uscii e guarda caso mi andai a scontrare proprio con lui che alzò le sopracciglia sorpreso mentre io mi ostinavo a tenere l’espressione da dura, lo supera sussurrandogli un ‘vaffanculo’  abbastanza forte e comprensibile dal momento che mi urlò da dietro ‘grazie eh!’
 
Subito dopo essere scesa di sotto mi affrettai a partire a piedi verso casa, ma quando riconobbi una macchina mi stoppai e mi diressi salendoci dentro.
 
“Come è andata?” chiese lui mettendo in moto.
 
Una merda, Louis, una merda
 
 
                                                                                                                     ***

“Cioè fammi capire bene, Harry è il tuo nuovo insegnante di danza e tu non ti sei opposta perché poteva dire a Zayn che in verità il tuo insegnante di danza precedente era un ragazzo?” mi chiese Louis alzando la voce fuori dalla porta del bagno, dato che mi stavo facendo la doccia.
 
“Sì, Louis, avresti dovuto vedere che ragazzo, si sarebbe incazzato e mi avrebbe impedito di continuare le lezioni, te lo assicuro” risposi uscendo e infilandomi l’accappatoio.
 
Aprii la porta e me lo trovai davanti, appoggiato allo stipite con quel sorriso beffardo di chi la sa lunga.
Alzai un sopracciglio confusa e lo sorpassai dirigendomi verso l’armadio.
 
“A parte tutta questa faccenda hai fatto quello che ti ho chiesto ieri sera?”
 
“Mh..cosa?” chiesi senza prestare troppa attenzione e invece incominciare a cercare un maglione da mettere.
 
“Hai chiarito con Harry? Avete provato a diventare meno ‘cane e gatto’ e ‘più civili compagni di scuola’?”
 
Lasciai tutto quello che avevo per le mani e mi girai a bocca aperta.
 
“Mi stai prendendo per il culo Louis?”
 
“No, perché?” chiese lui del tutto sorpreso.
 
“Cioè, io ti sto raccontando dall’ora di pranzo quanto possa odiare Styles, che mi ha ricattata e minacciata di sputare quel piccolo e insignificante segreto a Zayn, e mi vieni a chiedere questo?”
 
Per un attimo lo vidi esitare, ma quando riposò gli occhi sui miei capii che aveva trovato la risposta pronta.
“Se è così piccolo e insignificante quel segreto ,come dici tu, allora glielo puoi benissimo dire, no?”
 
Incominciai a sbattere nervosamente il piede a terra e a grugnire, assumendo una faccia non molto amichevole.
 
“Se non esci incomincio ad urlare, ti salto addosso e..”
 
Non dovetti nemmeno finire che Louis scappò da camera mia impaurito.
Sbuffai e raccolsi la mia biancheria, fino a quando non sentii suonare il cellulare e senza neanche guardare chi fosse premetti verde.
 
“Sì Cece?” alzai gli occhi al cielo pronta per la sua predica.
 
“Mi spieghi perché cavolo non mi hai richiamata?!”
 
“Scusa, ho avuto dei problemi urgenti e non ne ho avuto il tempo, poi ti spiego”
 
“Okay, sei perdonata solo se stasera vieni da Liam
 
Quando pronunciò il nome del ragazzo mi venne per un attimo un brivido su per tutta la colonna verticale, non avevo la minima intenzione di andare a casa sua, vedere lui o magari sua madre.
 
“Katniss?” mi sentii richiamare da lei al telefono.
 
“Scusa Cece non ti sento” iniziai ad urlare e a soffiare sul telefono per imitare una rete disturbata, dopodiché buttai giù il telefono e lo spensi definitivamente.
 
Mi dispiaceva per non averle dato ancora delle spiegazioni, ma per telefono non era adatto e quel momento non lo era nemmeno.
 
Mi infilai la biancheria, quando sentii bussare alla porta della mia camera.
 
“Louis vai via!” urlai senza girarmi.
 
Dopo pochi attimi sentii la porta aprirsi ugualmente e, neanche il tempo di girarmi, che due mani si posarono sul tessuto dell’accappatoio che ancora mi copriva, sopra i fianchi.
 
Sbiancai e mi girai di scatto, ma quando mi accertai che il ragazzo dietro di me non avesse ricci e occhi verdi mi rallegrai e sorrisi soffiando rincuorata.
 
“Ehm..tutto bene?” chiese il moro un po’ ancora sorpreso per il modo in cui avessi reagito al suo contatto.
 
Annuii sorridendo e quasi subito mi seguì lui.
 
Mi accarezzò una guancia e si avvicinò stampandomi un lungo bacio a stampo.
Si staccò e iniziò a squadrarmi dall’alto fino al basso, facendosi comparire un sorriso malizioso sul volto e solo dopo mi accorsi di avere mezzo accappatoio aperto, che richiusi saldamente con la cinta in vita.
 
Lui, di conseguenza, scoppiò in una fragorosa risata.
 
“Non ero mai stato in camera tua” iniziò a girovagare  per la stanza e a toccare vari oggetti.
Io nel frattempo mi stesi sul letto a pancia in su; con tutti quei movimenti mi era preso un gran giramento di testa.
Mi misi una mano in fronte e chiusi gli occhi, rimanendo distesa moribonda fino a quando non sentii il materasso del letto muoversi e capii che stava reggendo il peso di un’altra persone che ben presto si stese di lato accanto a me.
Pur sapendo di chi si trattasse dischiusi leggermente gli occhi, ritrovandomi a pochi centimetri, ma che dico, millimetri, dal viso olivastro sopra i miei occhi.
 
“Che hai?” chiese quasi in tono preoccupato, corrugando la fronte in tante piccole rughette.
Non gli risposi, troppo assorta dalla sua espressione che in quel momento mi fece come scoppiare in un’ilarità insensata  provocando la mia fragorosa risata che risuonò in tutta la stanza.
 
Un mezzo sorriso apparve anche sul suo volto e come a spiegargli il motivo, gli toccai con l’indice la parte superiore del viso e anche lui sorrise a pieno.
Il nocciola di quei pozzi sotto le sopracciglia incontrarono il blu dei miei e inconsapevolmente scesi lentamente con il dito dal naso fino ad arrivare alla raspa barbetta sopra il mento e finalmente gli sfiorai il labbro inferiore.
 
Mi accorsi solo in un secondo momento che anche lui si era come incantato con il mio sguardo e presto due mani calde si posizionarono sotto i miei zigomi, avvicinando con foga il mio viso al suo.
 
Non mi baciò, semplicemente fece sfiorare i nostri nasi e spostò la faccia nell’incavo del mio collo.
 
“Profumi di cocco e vaniglia” disse con voce smorzata, lasciandomi un bollente bacio nello stesso punto.
 
Riportò il viso di fronte al mio e solo dopo mi potei accorgere del suo labro inferiore in mezzo ai denti, lo stringeva così tanto quasi da farlo sanguinare.
Aveva un’espressione così pacata e tranquilla, ma allo stesso tempo era come sovraeccitato o elettrizzato e potei confermare questi ultimi due aggettivi quando d’improvviso tolse i denti dalle labbra per spingerle contro le mie.
 
La sua lingua passò prima delicatamente sopra le mie labbra dischiuse che presto da secche diventarono ben umide e di sorpresa si infilò dentro dando inizio ad un bacio passionale.
Dopo molto le mie labbra erano rimaste come prive di forza, ma lui continuò il tutto scendendo nel mio collo dove lo sentii alternare lingua a morsi.
La barba accentuata delle sue guance mi solleticava e ogni tanto emettevo qualche gemito, perché il calore della sua lingua mi prendeva alla sprovvista.
Si era messo ormai sopra di me, senza che me ne accorgessi;
le mie braccia erano avvinghiate dietro le sue spalle e spesso stringevo il tessuto della sua maglietta, chiudendo gli occhi, in preda all’ecstasy.
Sentivo l’adrenalina scorrere in tutti i miei muscoli e la voracità dei suoi baci che piano piano scendevano verso il basso , non aiutavano di certo le cose.
Ero così dispersa dal piacere che non mi ero neanche accorta che nel frattempo il nodo del mio accappatoio si era magicamente sciolto,
ero in mutande e reggiseno e quando lo notai era ormai troppo tardi:
le labbra di Zayn erano sopra il mio ombelico e ci si staccò solo per sfilarsi la maglia di dosso.
 
Perché si sta togliendo la maglietta?!’ mi chiesi mentalmente preoccupata.
 
Passò una mano sopra i miei slip, lasciando un bacio a stampo, ma trasalii a tal punto da mettermi seduta di scatto, dando una bella zuccata al povero Malik, che dolorante cadde a terra.
Entrambi ci mettemmo una mano sopra la fronte, io mi ero fatta molto male, ma considerando la mia grazia quello che stava peggio era lui.
 
Mi allacciai non con uno, ma due nodi ben saldi e mi avvicinai alla sua figura che mi dava le spalle, accovacciata a terra.
 
“Oddio Zay, ti ho fatto male?” gli chiesi mettendomi in ginocchio accanto a lui.
 
La sua faccia disprezzante si girò presto verso di me.
In effetti era una domanda un po’ da ‘capitan ovvio’ la mia.
 
“No, guarda stavo pregando” rispose lui ironico facendomi ridere.
 
Vidi il suo sorriso quando notò di avermi fatto scoppiare e all’improvviso mi fece stendere a terra sul tappeto, si mise a cavalcioni su di me e mi portò i polsi lungo i fianchi, bloccandoli con le sue stesse mani.
 
Un sorriso sornione gli spuntò sul viso.
 
“Dove eravamo rimasti?” chiese retoricamente avvicinandosi al mio collo.
 
Questa volta fu lui stesso a slacciare l’accappatoio, e nonostante mi ci fossi messa d’impegno a fare ben stretti i nodi li slegò in pochissimi secondi incominciando a scendere dal collo al mio decolté.
 
“Zayn” gemei cercando di stopparlo.
 
Ripetei più volte il suo nome, quando, con tono leggermente più forte mi scappò:
 
“Zayn, ma cosa stiamo facendo?”
 
A quel punto il ragazzo si staccò definitivamente da me, sovrapponendo la sua faccia alla mia.
La sua espressione era tra il confusa e infastidita: “Quello che fanno un ragazzo e una ragazza che stanno insieme” rispose con ovvietà.
 
Ci furono degli attimi in cui ci scrutammo, cercando di capire cosa pensava l’altro leggendoci negli occhi, poi delicatamente lo feci spostare da me e mi rialzai.
 
“Beh la ragazza non è pronta” risposi acida cercando dei vestiti nell’armadio.
 
Gli davo le spalle e mi aspettavo da un momento all’altro una sua sfuriata o uno sbattersi di porta, ma sorprendentemente sentii solo due labbra schioccarmi un bacio sulla guancia e un ‘Okay’ sincero.
 
Sorrisi di nascosto: aveva capito e mi avrebbe aspettata.
Afferrai un jeans e un maglione largo.
 
“Ci vieni stasera da Liam?” chiese lui, sdraiandosi sul mio letto ormai sgualcito.
 
Cercai di guadagnare tempo, fingendo di non aver sentito, ma presto la domanda mi venne ripetuta.
 
“Ehm…no”
 
“Perché?” chiese lui sorpreso, giurando di aver sentito una punta di dispiacere.
 
“Devo..andare da mia nonna
 
Non potei inventare scusa più stupida; l’unica nonna viva che avevo abitava in Florida.
Lo vidi contrarre la faccia.
 
“..e poi non ho tanta voglia di uscire questa sera”
 
Aspettai qualche secondo per assicurarmi che mi desse il ‘via libera’ e subito un sorriso me lo confermò.
Sorrisi anche io e gli baciai la punta del naso prima di dirigermi in bagno.
 
“Dove vai?” mi sentii chiedere.
 
“A cambiarmi” risposi ovvia.
 
Lo sentii sbuffare e alzarsi dal letto “Tranquilla puoi rimanere, me ne vado io” disse scontroso, sbattendo la porta.
 
Rimasi scioccata: che cavolo gli era preso?
 
                                                                                                                     ***
 
Avevo già progettato la mia serata:
Pretty Little Liars, gelato, coperta, ho già detto gelato?
Beh una specie di ‘Lazy night’, di quelle che spesso facevo con Cece, ma che ora ero praticamente costretta a fare da sola dal momento che quest’ultima era sempre troppo impegnata con il ragazzo.
 
Avevo iniziato a vedere la puntata da cinque minuti, e già ingoiato quattro cucchiaiate di gelato al cioccolato, quando la tv improvvisamente si spense.
Dato che la luce era rimasta accesa, esclusi l’opzione della corrente saltata, ma mi bastò girarmi per trovare la causa.
 
“Spiegami che vuoi, Louis”
 
Buttò il telecomando con il quale mi aveva appena spento la tv e si avvicinò togliendomi la coperta di dosso.
“Io esco” si limitò a dire, aspettandosi che capissi io da sola le conseguenze.
 
“Bene, ciao allora” ripresi la coperta, riposizionandola sopra le mie gambe.
 
Lo vidi sbuffare “No, non hai capito, a meno che tu non vada da Liam, ma non ci vuoi andare, devi venire con me”
 
Lo guardai storto “E perché mai?” chiesi facendo spallucce.
 
“Perché a casa da sola non ci rimani, quando sei sotto la mia responsabilità” rispose serio.
 
“Sì invece”
 
“Scommettiamo?” fece lui con un sorrisetto in faccia.
 
Ci scambiammo uno sguardo di sfida, prima che potessi saltare dietro il divano e scappare da lui.
Dovevo arrivare in camera mia e rinchiudermi lì: non avrebbe potuto aspettarmi a lungo dato che aveva un appuntamento con Eleanor, la sua ragazza, la quale era venuta apposta da due ore di macchina per vederlo perciò non avrebbe sicuramente disdetto l’impegno per un mio ‘capriccio’.
 
Facemmo due giri nel tavolo del soggiorno prima che riuscissi a raggiungere le scale.
Ero arrivata all’ultimo gradino e già riuscivo a intravedere la mia camera, ma ancora prima che potessi  superare le scale venni presa per la maglietta e tirata giù.
Caddi nelle braccia di Louis, che senza ascoltare i miei lamenti, mi caricò in spalla e ,dato che ero scalza, afferrò  un paio di Vans nere accanto all’ingresso, la mia borsa e la giacca.
 
“Louis mettimi giù, Dio, ho capito vengo con te” continuai a strillare, mentre chiudeva a chiave la porta d’ingresso, sempre con me in spalla.
 
“Ti conosco come le mie tasche Kat, so che scapperesti”
 
Dimenticavo sempre che quello era il mio migliore amico;
incominciò ad attraversare il vialetto, verso la sua macchina dai vetri oscurati, dove sicuramente la povera Eleanor stava aspettando.
 
“Non ho intenzione di fare il terzo in comodo ad un tuo appuntamento!” continuai a scalciare.
 
Non riuscivo più a vedere la sua macchina, dal momento che gli davo le spalle, ma sentii ugualmente il rumore dello sportello posteriore che stava aprendo.
 
“Tranquilla non farai il terzo in comodo” mi disse prima che mi potesse praticamente lanciare dentro l’auto con tutte le mie cose.
 
Con mia grande sorpresa la caduta fu meno dura di quanto credessi, in effetti ero atterrata proprio su qualcosa di morbido.
Giurai anche che questo ‘qualcosa’ fosse qualcuno, perché sentii dei movimenti.
 
“Ciao Katty
 







AHEIA.
Bene ragazzuole allora?
Avete capito chi c'è dentro la macchina oltre a Louis, El e Katniss, no?
Per chi non è riuscita: Pensate bene chi chiama 'Katty' la nostra Katniss.

Un altro bacio tra Katniss e Harry eh.
Avevo detto che sarebbe stato un capitolo esclusivamente Harriss, ma alla fine anche Zayn
è comparso e evidentemente voleva approfondire....il rapporto con Katniss, ma lei l'ha bloccato.
che ne pensate di tutto ciò?
Voglio assolutamente sapere la vostra, perciò scrivetemi una bella recensione.
Cosa volete che accada nel prossimo capitolo eh?


Dopo le 10 recensioni pubblico il 14.
Ciao bellezze xx

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Capitolo 14
*** Fourteen ***


 

*cagatemi tutto lo spazio autrice che ho delle cosine da dirvi, do un biscottino a chi lo fa*

Capitolo 14
 
No.
Non poteva essere.
Era impossibile, Louis non mi avrebbe mai fatto questo.
 
Solo quando alzai lo sguardo, ritrovandomi quei due smeraldi che brillavano al buio con quel evidente sorriso sghembo, potei confermare la mia paura,
ovvero che Harry Styles fosse in quella dannata macchina.
 
Mi accorsi anche di essere sopra le sue gambe e che per non dare una zuccata sul finestrino dietro di me,  aveva avvinghiato il suo petto al mio, mantenendo stretto quel contatto grazie alle sue giganti mani dietro le mie costole.
 
Oh, mi avrebbe sentito Louis.
 
Ma nel frattempo cercai di togliermi di dosso da lui.
Ringraziai il fatto di aver fatto danza classica e di quindi essere abbastanza agile da poter portare una delle due gambe dall’altro lato, senza toccarlo, ma prima ancora che potessi spostare l’altra e togliermi definitivamente da lui, la sua stretta si fece ancora più forte.
Così, mi ritrovai semplicemente a cavalcioni sopra di lui e dire che eravamo appiccicati era poco;
 i nostri nasi si erano per un attimo sfiorati.
 
Intanto la macchina era partita e non capivo perché i due davanti non avessero ancora spiccicato parola, sarei intervenuta io a interrompere quel silenzio con le mie urla per Louis, ma ero come dire...impegnata?
 
Senza pensarci un attimo diedi un bel pizzicotto alla sua gamba destra, ricoperta dal tessuto dei jeans, lo vidi trasalire ma non si mosse di un centimetro, anzi, gli vidi spuntare un sorrisetto divertito in faccia.
 
Incominciai a dargli una serie di pizzicotti così forti che ingenuamente all’inizio pensai fossero esagerati, ma stranamente era come se gli piacesse quella cosa, perciò smisi subito nel pensare che il riccio sottostante potesse farsi qualche fantasia sadica/sexy grazie a quelli.
 
Saltellai aggrappandomi al manico dello sportello, per darmi la giusta spinta che, contro la forza delle sue braccia, riuscisse a farmi uscire dalla sua presa ferrea.
 
Sentii finalmente una sua mano togliersi da uno dei miei fianchi e pensai di averla vinta quella volta, ma presto il suo palmo si mise dietro i miei capelli, avvicinandomi lentamente ma con forza verso il suo viso, per un attimo mi prese un infarto immaginando cosa volesse fare, ma presto spostò di pochi centimetri la mia faccia, attaccando le sue labbra al mio orecchio.
 
“Se continui a saltarmi sulle gambe non so se resisterò, mia cara Katniss”
 
Sbiancai e rabbrividii all’istante al pensiero di avergli procurato piacere in quel senso inconsapevolmente.
 
Prima che potessi obbiettarmi ancora però, la macchina si mosse, probabilmente a causa di una buca, e il mio corpo saltò in alto, atterrando non proprio graziosamente su il punto sensibile di Harry, che questa volta provò tutt’altro che piacere.
Infatti lo vidi buttare la testa all’indietro, fermare un’imprecazione mordendosi il labbro inferiore e portandosi contemporaneamente entrambe le mani sopra il punto dolorante.
 
Scoprendomi libera da ogni suo contatto, scavalcai le sue gambe e mi misi a sedere scoppiando a ridere.
 
Ben gli stava.
 
Non ne avevo la certezza a causa della poca luce, ma potei scommettere sul suo sguardo intimidatorio verso di me.
 
“Che cazzo ti ridi?!” gli sentii dire con poca voce, con una punta ancora di dolore.
 
Tu soffri, io godo” dissi facendo spallucce.
 
Lo lasciai evidentemente spiazzato dal momento che rimase a fissarmi a bocca aperta.
 
“Sei una piccola, meschina, brutta, manipolatrice, str-“
Non riuscì a finire l’ultima parola, anche se ben chiara ormai, a causa del suono di un cellulare che scoprii essere quello di Louis collegato al Bluetooth della macchina.
 
“Katniss” lo sentii chiamarmi e quando lo guardai mi fece cenno col mento sullo screen dell’auto che segnava il nome del mittente della chiamata.
 
Zayn.
 
 
Non ci sentivamo più da qualche ora, quando era venuto in camera mia ed era successa, o meglio, stava per accadere quella cosa e poi se ne era improvvisamente andato.
 
“Eh beh, Rispondi no? Se sta chiamando te, vorrà sentire te” dissi andando indietro e sbattendo la testa contro il sedile.
 
Mi girai e incontrai lo sguardo ancora furente di Harry, al quale feci un bel dito medio.
 
“Sì Zayn dimmi” sentimmo Louis rispondere al vivavoce della chiamata in macchina.
 
“Passamela” arrivò duramente al punto il ragazzo alla cornetta.
 
Dato il tono della sua voce pensai subito che non fosse di buon umore infatti e essendo in vivavoce non avevo voglia di litigare davanti agli altri, ma Louis mi fece segno di parlare e alla fine mi arresi.
 
“Zayn” dissi in tono svogliato avvicinandomi al posto in mezzo.
 
“Dove sei?” continuò nel medesimo tono lui.
 
Rabbrividii per un istante;
secondo le sue teorie io dovevo essere da mia nonna con Louis, ma se avessi mentito gli altri non avrebbero capito il motivo e avrebbero parlato, rivelando invece tutt’altro.
 
Ma prima ancora che potessi rispondere lo sentii partire spedito con voce notevolmente più dolce.
 
“Mi dispiace Kat, dico per prima…”
 
Capii solo dopo che si stesse riferendo all’accaduto di poche ore prima e mi sentii in imbarazzo anche se gli altri non sapevano di cosa stessimo parlando.
 
“N-non importa, tranquillo..” cercai di sorridere, nonostante ogni mio muscolo facciale me lo impedisse.
 
“No veramente, sono stato uno stupido, sicuramente ti sei chiesta perché me ne sono andato via così, senza motivo”
 
In effetti era vero: ancora non avevo capito il perché di quel suo sbalzo di umore quando mi stavo semplicemente recando in bagno per cambiarmi.
All’inizio avevo pensato che si fosse arrabbiato perché gli avevo impedito di andare…avanti quando eravamo insieme nel letto.
 
“No, in verità non me lo sono chiesta” mentii sapendo che lui non era a conoscenza che quella chiamata era in vivavoce e di certo non potevo dirglielo io, dato che non poteva sapere chi ci fosse in macchina.
 
“Beh, può sembrare una cosa stupida  ma... mi sono offeso perché ti stavi per andare a cambiare in bagno”
 
“Che?!” chiesi sinceramente stupita.
 
“Sì! Cioè…noi due stiamo insieme e tu...ti devi fidare di me, siamo una coppia e…”
 
“Cioè vorresti dire che ti sei arrabbiato perché non mi sono cambiata lì davanti a te?” chiesi scioccata.
 
“Sì, perché ti sei vergognata di me, del tuo ragazzo. E’ una cosa normale invece”
 
Una risata isterica uscì dalla mia bocca senza che potessi renderla più credibile;
il sorrisetto di Harry mi metteva in imbarazzo e l’innervosirsi di Louis non rendeva le cose più facili.
 
 
“Magari ne parliamo un’altra volta Zay…” sorrisi imbarazzata.
 
“No, non rimandiamo. Il fatto è che non capisco il motivo di questa vergogna, insomma…poco prima di quello stavamo quasi per…”
 
Il tossire di Harry, che si strozzava con l’acqua che aveva incominciato a bere, interruppe le parole del ragazzo.
 
“Chi c’è lì?!” chiese innervosito.
 
Mandai una frecciatina a Harry, che, invece di essere dispiaciuto, mi guardava disprezzante.
 
Era geloso.
 
Ritornai a Zayn, che mi richiamò.
 
“No, nessuno, mio nonno ha solo una brutta bronchite, vero nonno?” dissi rivolgendomi a Harry, cercando di trattenere le risate.
 
“Ti volevo solo dire che era per questo che mi sono leggermente offeso, forse me la sono presa perché prima eravamo stati così vicini…insomma…tu in accappatoio slacciato…sotto di me…”
 
“Sì Zayn , ho capito!” dissi sicuramente fucsia in faccia.
 
“Comunque, non c’è fretta, ci sarà il nostro momento, capito piccola?”
 
Eleanor mi fece il labbruccio in segno della dolcezza di Zayn: era stato veramente carino e se non fosse stato che in macchina c’erano due persone che dovevano essere le ultime a sapere dei dettagli del pomeriggio passato, magari sarei riuscita a dimostrarglielo di più.
 
“Sì, grazie…”dissi mentre mi giravo per vedere lo sguardo indurito ancora su di me del riccio, che stringeva a pugni stretti la maniglia dello sportello della macchina.
 
Salutai infine Zayn e riattaccai la schiena al mio sedile, scrutando ogni tanto Harry che si limitava ora a guardare semplicemente fuori dal finestrino.
 
Mi sentivo quasi…in colpa?
 
‘Ma che dico! Io non ho fatto niente, insomma è il mio ragazzo ed è giusto così, e poi perché dovrei sentirmi colpevole di qualcosa che non ha niente di male?
Ho quasi diciotto anni e un ragazzo, sono cose che si reputano normali.’
 
Ma allora perché quel faccino tra il furioso e il deluso di Harry mi metteva angoscia?
 
Il silenzio nel frattempo calò.
 
“Louis dove stiamo andando?”  cercai di interrompere quel momento imbarazzante.
 
“Louis” lo richiamai dopo un minuto di ancora silenzio.
 
Non avendo ricevuto una risposta, sbuffai e appoggiai la testa sul finestrino, ma presto la macchina rallentò, fino a fermarsi totalmente in un parcheggio.
 
Tutti scesero dalla macchina e così li imitai, infilandomi cappotto e scarpe, dato che ancora ero rimasta scalza, e scesi, ritrovandomi i tre che mi aspettavano.
 
“Abbiamo fatto tutta questa strada per andare al McDonald’s?” chiesi scontrosa a Louis che questa volta si girò finalmente.
 
Aveva la mascella notevolmente contratta e mi guardava con sguardo incupito, fino a quando non si rivolse ad Eleanor ed Harry “andate intanto a prendere il tavolo”
 
Così detto Eleanor annuì e diede un’occhiata a Louis quasi a dirgli di calmarsi e lui annuii semplicemente rassicurandola.
Harry mi guardò impassibile prima di raggiungere la ragazza che si era già avviata.
 
“Come cazzo ti è venuto in mente di costringermi a venire con voi se poi sapevi che c’era anche quel maniaco?!” sorprendentemente gli strillai prima io.
 
Il suo sorriso beffardo mi fece innervosire solo di più.
 
“Te l’ho detto: quando ci sono io, tu vieni con me” rispose semplicemente lui.
 
“Ma ho quasi diciotto anni, Cristo!” sbattei un piede a terra.
 
“Ah e quindi questo ti permette di fare ciò che vuoi?” riprese un tono serio “tipo, non so…donare il tuo corpo così facilmente ad un ragazzo in preda agli ormoni?!”
 
Questa volta a ridere fui io. “Parli di Zayn? Sul serio, Louis?”
 
La sicurezza con cui gli risposi subito lo disarmò.
 
“Ti ricordo che lo conosci da poco” cercò di rimediare.
 
“Louis ci ho fatto medie e superiori”
 
“Sì, ma non gli hai rivolto mai la parola fino a poco tempo fa, non puoi vendere il tuo corpo così, non puoi andarci a letto!”
 
La mia schiena rizzò dritta.
 
“Ma chi ha detto che ci devo fare sesso?!” urlai quasi disgustata dall’argomento della nostra conversazione.
 
“Ah quindi, secondo i suoi racconti ‘insomma…tu in accappatoio slacciato…sotto di me’ avete giocato a carte nel pomeriggio?” chiese ironico.
 
“Ho detto che non ho intenzione di fare sesso con Zayn, almeno non ora
 
“No, tu non lo farai mai, perché da domani tu Zayn non lo rivedi più, chiaro?”
 
Per lo stupore la mia bocca rimase aperta.
 
“Mi spieghi una cosa?” mi avvicinai a lui per guardarlo meglio sotto la luce del lampione “perché ce l’hai tanto con Zayn che è il mio ragazzo e non te la prendi con Harry che mi costringe a fare…cose contro la mia volontà, eh?”
 
La risata nella quale scoppiò era sincera purtroppo.
 
“A seconda dei racconti tuoi e di Harry, non direi proprio contro la tua volontà” disse ridendo ancora di gusto.
 
Colpita e affondata.
 
“Racconti miei e…di Harry?!”
 
“Certo, anche lui mi racconta le vostre cose”
 
Lo guardai furibonda immaginando già il racconto dei fatti nella versione di Harry.
 
 
“Che vuoi? Sono anche il suo migliore amico!” fece spallucce, cercando di fare la vittima.
E poi adesso non c’entra niente questa cosa” riprese un tono autorevole.
 
“Credi che non mi sia accorto di quella linea di eyeliner che metti ogni tanto, che non porti quasi più le code di cavallo per lasciare i capelli sciolti dandoti un’area più grande o che stai diminuendo sempre di più le taglie dei tuoi vestiti?”
 
Non sapevo che se ne fosse accorto, sinceramente non ci avevo fatto caso nemmeno io che ero l’interessata.
 
“Adesso perché hai il tuo primo ‘boyfriend’” disse enfatizzando sull’ultima parola “non puoi comportarti come una-“
 
Puttana?” finii la frase io, ripensando a quella sera quando li avevo visti parlare alle mie spalle dandomi appunto della poco di buono.
 
“Che?!” chiese lui stupito.
 
Una figura spuntò dietro le sue spalle;
ovviamente Harry.
 
“Eccolo, tanto lui si deve fare sempre i cazzi degli altri”
 
Rimase tra l’impassibile allo stupito e confuso;
 
“Stai calma eh, ero venuto solo per dir-“
 
“Sìsì, le solite scuse” sorprendentemente iniziai ad urlare “tu devi sempre essere in mezzo a tutto e a tutti, devi incasinarmi la vita ogni volta che ne hai l’occasione, no?”
 
Non mi ero nemmeno accorta di stare delirando.
 
“Ma che le è preso?” gli sentii chiedere a Louis bisbigliando.
 
“Ah, e non fare quella faccia!”
 
“Ma quale faccia, scusa?” chiese stavolta sempre più confuso e direi anche spaventato dal mio tono.
 
“Quella da finto tonto” mi morsi un labbro per mantenere il controllo prima di ripartire in quarta.
 
“Katniss, non lo mettere in mezzo, io ti stavo dicen-“
 
“Lo so Louis! Lo so, pensate tutti che sia una poco di buono, Zayn compreso”
 
Harry diventò un punto di domanda vivente: era evidentemente confuso come Louis d’altronde.
 
“Ma che cazzo stai dicendo Katniss?” intervenne quest’ultimo.
 
“Noi avremmo detto cosa?” lo seguì l’altro.
 
“Vi ho sentito eh” feci un sorrisetto sadico dato che ero convinta di averli smascherati e lasciati senza parole “quella sera, quando io e te , Lou, avevamo litigato e Zayn era venuto a casa Styles mentre aspettavo in macchina”
 
Le loro facce non erano cambiate, perciò presupposi che ancora non avessero capito.
 
Roteai gli occhi all’insù.
 
“Mi sono avvicinata e ho sentito che stavate dando della…puttana, insomma, ad una ragazza e tipo eravate come disgustati parlando di lei e allora ho pensat-“
 
Non riuscii neanche a finire di parlare che le fragorose risate di Louis e Harry coprirono la mia voce;
stavano ridendo proprio di gusto, addirittura si erano appoggiati l’uno all’altro per non cadere dal momento che erano piegati in due letteralmente dalle risate.
 
“Tu” si stoppò per ridere di nuovo “pensi davvero che stessimo parlando di te?”
 
Annuii verso Louis, che a quella risposta di conferma scoppiò ancora di più.
 
“Mi spiegate per favore?” chiesi spazientita.
 
“Stavamo parlando dell’ex di Zayn, Rebecca” rispose Harry asciugandosi con gesto teatrale una lacrima.
 
“E’ una tipa abbastanza strana” aggiunse l’amico accanto sospirando profondamente per riprendere fiato.
 
Il mio shock era sopra le stelle;
 
“Te l’avevo detto Katniss cara: tu sei convinta che il mondo giri intorno a te”
 
E così dicendo fece scoppiare a ridere Louis.
 
‘Mi stava danda dell’egocentrica?
Che figura di merda…’
 
“Tu!” dissi indicando Louis “smettila di comandarmi, di decidere cosa è giusto o sbagliato per me, ho diciotto an-“
 
“Eh! Non ancora!” schermì lui.
 
“Che palle Louis” sbuffai “un padre già ce l’ho e quello che mi è capitato basta e avanza!” dissi riferendomi alla severità di mio padre, ben nota anche a lui.
 
“E poi tu” dissi quasi in disperazione puntando gli occhi verso Harry “Finiscitela con questi tuoi giochetti, trucchetti del cavolo. Ho un r a g a z z o, te lo vuoi mettere  in testa, Styles?!” strillai buttando la testa all’indietro.
 
“Okay”
Riportai la testa in avanti “No tu dev- , cosa hai detto?!”
 
“Ho detto Okay” disse il riccio alzando le spalle.
 
Aveva veramente alzando bandiera bianca?
Mi avrebbe lasciata in pace una volta per tutte, così facilmente?
Perché la cosa mi dispiaceva in parte? Forse era la troppa gioia che faceva brutti scherzi, sicuramente.
 
“Quindi abbiamo chiarito tutto?” chiese Harry impassibile, come se la cosa non gli facesse né freddo né caldo.
 
“Ehm...sì?” dissi poco convinta.
 
Mi sembrava così strano che tutti quei problemi, tra Louis e Harry, si fossero riusciti a risolvere così facilmente.
 
Anche se in verità non ero ancora del tutto tranquilla.
 
Entrammo nel McDonald’s e riuscimmo subito a intravedere la povera El che aspettava sola soletta in un tavolino;
 
“Perché è deserto? Strano” dissi stupita io, consapevole che anche durante la settimana si doveva spesso e volentieri fare file di mezz’ora.
 
“E’ quello che cercavo di dirvi quando sono venuto da voi e quindi avremmo potuto ordinare subito” schermì il riccio quasi a rimproverarmi.
Ci scambiammo un’occhiata gelida e proseguimmo solo noi due mentre Louis e Eleanor ci diedero gli ordini di ciò che volevano.
 
Una ragazza dal seno prosperoso spuntò da dietro il bancone e con una fila di denti perfettamente bianchi ci incoraggiò ad ordinare e poiché il ragazzo accanto a me si era incantato sul suo davanzale proseguì io spedita con le ordinazioni della coppietta e poi la mia.
 
“Un menu classico, porzione grande di patatine, mh, mettimi quelle nuove, un doppio cheesburger con due toast ah e mettimi anche una porzione da dodici di bocconcini di pollo” la ragazza prese a smanettare sullo schermo del computer poiché andai abbastanza veloce “ah e come bibita mettimi Coca light, ovviamente grande”
 
Mi girai, aspettando che la ragazza finisse di prendere l’ordinazione, e ritrovai lo sguardo perplesso del riccio.
 
“Che senso ha ordinare la Coca light dopo tutto quello che ti sei presa?” rise divertito.
 
Non mi degnai neanche di rispondergli, girai semplicemente la testa incominciando a prendere i vassoi mentre Harry finiva di ordinare per sé.
 
Mi sedetti al tavolo e senza aprire bocca incominciai a mangiare.
 
“Ma Harry?” chiese Louis con la bocca piena di patatine, beccandosi un’occhiataccia dalla ragazza che lo ammoniva di parlare senza cibo in bocca.
 
“In teoria sta prendendo la sua ordinazione” dissi prima di addentare una patatina.
 
“In pratica sta flirtando” rise beffardo il ragazzo.
 
Mi strozzai con la bibita, togliendo la cannuccia dalla bocca.
 
“No, ma che dici? Sta aspettando che gli arrivino le cose” insistei io, provando a convincere anche me stessa.
 
Il ragazzo rise di nuovo “Lo conosco, fidati”
 
Dopo ciò che mi aveva detto Lou non staccai neanche per un secondo lo sguardo da entrambi;
in effetti Harry si era messo nella sua solita posizione da ‘flirt’ che aveva usato anche con me, appoggiata su un fianco al balcone, braccia conserte e gambe incrociate.
Aveva quel suo sorriso stampato in faccia, una trappola per le ragazze,  ne so qualcosa io, mentre lei era semplicemente appoggiata col mente ad un palmo della mano attenta ad ascoltare ciò che le stava dicendo e che non riuscii a capire tramite il labiale.
 
Afferrai con entrambe le mani il mio panino e al suono delle fragorose risate dei due lo strizzai così tanto che la carne sguizzò dal pane colpendo il bicchiere che per metà si rovesciò addosso al povero Louis che ricevette l’impatto con la bibita ghiacciata nel punto sensibile dei suoi pantaloni e il resto per terra.
 
Normalmente alle imprecazioni di Louis sarei scoppiata a ridere, ma ero troppo imbarazzata per il casino fatto e per aver attirato l’attenzione dei quattro gatti presenti, Harry e la ragazza compresi.
 
La bionda platinata arrivò seguita da Harry con uno straccio in mano, ma prima che potesse pulire glielo presi dalle mani per poi chinarmi e cercare di far assorbire il liquido da terra, ma quando pensai fosse asciutto mi alzai e quella poca umidità rimasta mi fece scivolare.
 
Chiusi gli occhi, sicura di cadere a bocca avanti, ma non sentii un impatto poiché aprendoli mi ritrovai a pochi centimetri dal pavimento e due mani mi tenevano fermo il bacino.
Due labbra si avvicinarono al mio orecchio “Te la smetti di farmi fare figure di merda?”.
 
Le mani mi ritirarono completamente su e incontrai gli occhi rimproveratori di Harry.
Gli tolsi le mani, ancora sui miei fianchi, e sorrisi impacciata rimettendomi seduta.
 
Ignorai tutto ciò che era accaduto e mi misi semplicemente a mangiare e imprecare mentalmente.

 
NIALL’S POV
 
La musica rimbombava nella mia testa come un tamburo.
 
Cercai di scavalcare le persone stese a terra moribonde dall’alcool in cerca di Zayn, non so se per controllare in che situazioni fosse, dopo che l’avevo lasciato con una cassa di bottiglie di birra, o per spaccargli la faccia.
 
‘“Diamo una festa su” disse il moro aspirando la sigaretta anche dopo che gli avevo proibito di fumare in casa.
 
“No, Zayn, non posso”
 
“E dai,  non fare il rammollito Horan” riprese lui “Pensa a tutte le ragazze che avrai intorno essendo il proprietario di casa”
 
Risi.
“Sì. Peccato che a me piace la tua di ragazza” bofonchiai inconsapevolmente.
 
“Che hai detto?”
 
“No, n-niente, dicevo…dov’è Katniss?”
 
Riuscii a rimediare, infatti Zayn buttò gli occhi all’insù “E’ dalla nonna con Louis” sbuffò.
 
“Ah…”
 
Accesi la tv, dato che non sapevo che dire.
 
“Bene, allora per le dieci sono tutti a casa tua” ammiccò lui sorridente.
 
“Che?! Zayn, cazzo, ti ho detto che non posso!”
 
“Eh  ma ormai ho chiamato tutti, vuoi richiamare tu disdicendo?”
 
Prima che potessi proferire parola mi bloccò: “Ah, e ti ricordo che metà degli invitati sono dei bestioni che fanno football e non amano gli inviti disdetti” sorrise lui compiaciuto.
 
“Vaffanculo Zayn” mi alzai incominciando a mettere apposto poiché mancava solo un’ora.’
 
Intravidi la figura del pakistano sdraiato comodamente sul  mio divano, circondato letteralmente da un paio di ragazze che cercavano notevolmente di attirare la sua attenzione facendo a gara di top più scollati, anche se lui più che altro era concentrato nel scolarsi la bottiglia di vodka alla pesca che probabilmente aveva rubato dal mio armadietto in salotto.
 
“Hey, hey, questa è merce già occupata” dissi alle ragazze riferendomi a Zayn.
 
Le sentii lamentarsi e lanciarmi occhiatacce poco carine, ma poco mi importava.
Presi per un braccio Zayn e quando vidi che barcollava lo feci appoggiare sulla mia spalla dirigendomi in camera mia e facendolo stendere sul letto.
 
“Ciao Niall” incominciò a delirare lui ridendo “Che figo il tuo naso” disse incominciando a toccarlo con aria stupita.
 
“Zayn ma come ti sei conciato?” chiesi retoricamente dato che era troppo impegnato a esaminare la mia faccia per rispondermi.
 
Un cellulare incominciò a squillare e mi accorsi che proveniva dalla tasca del ragazzo.
 
Katniss.
Oh cazzo.
 
Incominciai a camminare avanti e indietro per la stanza in cerca di qualche idea mentre la suoneria continuava e alla fine risposi.
 
“Niall?!” chiese lei stupita.
 
“Ehm…sì Zayn è in bagno in questo momento”
 
Zayn si alzò dal letto indicando il telefono “E’ Katniss? Niall dille se viene qui che ho una voglia matta di sc-“
 
Gli misi una mano davanti alla bocca.
 
“Era lui? Oh dio, ma sta male?!” sentii dall’altra parte della cornetta.
 
Pensare che la povera ragazza era seriamente preoccupata mentre il ragazzo si ubriacava e pensava a lei solo per portarla a letto mi dava un certo disgusto.
 
Lei, e lei in particolare, si meritava di più.
 
“No no, tranquilla è solo c-“
 
“Dove siete?”
 
“A casa mia ma-“


“Niente ma, sto arrivando”
 
No! Katniss!”
 
Aveva attaccato.
 
Imprecai, sbattei i piedi a terra e mi sdraiai sul letto per mettere in chiaro la situazione.
 
-Katniss stava arrivando
-Il suo ragazzo era ubriaco fradicio
-Casa mia era affollata di sconosciuti
 
‘Mh, bene.’
 

KATNISS’ POV
 
“Niente bowling, fai inversione a vai a casa di Niall” urlai a Louis sporgendomi davanti.
 
“Ma perché?!” chiese piagnucolando quest’ultimo.
 
“Ho chiamato Zayn, ma mi ha risposto Niall ed era un po’ strano, vorrei fare un salto” risposi seria, guardandolo negli occhi.
 
Annuì.
 
“Per te va bene El?” chiesi alla mia sinistra nel posto anteriore accanto a Lou.
 
La ragazza mi sorrise e annuì.
 
Alzai gli occhi al cielo girandomi dietro verso la coppietta sorridente che parlava.
 
Eh già, Harry aveva portato con sé anche ’Miss biondocotonato del McDonald’s’ e ora ero diventata ufficialmente un quinto incomodo!
 
Restai imbambolata a fissarli;
lui le sussurrava qualcosa all’orecchio e lei, come sempre, si metteva a ridere come un’oca e lui la guardava quasi spogliandola con lo sguardo, e questo a lei piaceva.
 
Mi accorsi in un secondo momento che il riccio aveva spostato lo sguardo dalle sue tet- , ehm, dai suoi occhi ai miei, facendo una smorfia quasi di disgusto.
 
“Che c’è?!” chiese scontroso.
 
“Volevo solo chiedervi se vi va bene se passiamo a casa di Niall invece del bowling”
 
“Chi è Niall?” intervenne lei.
 
Chi è Niall?” imitai la sua voce odiosa, beccandomi un’occhiataccia da Harry.
 
“E’ un suo amico ballerino” scoppiò a ridere lui provocando di conseguenza anche le risate della ragazza.
 
“Allora?!” chiesi io, ancora in attesa di una risposta.
 
“Fai come ti pare” disse lui scontroso senza degnarmi neanche di uno sguardo.
 
Alzai gli occhi sbuffando, ma prima ancora di poter aprire bocca la mia attenzione si spostò sulla musica assordante proveniente dall’ultima casa in fondo alla strada.
 
“Ti prego Louis, dimmi che quella non è la casa di Niall”
 
Mi guardò dispiaciuto dallo specchietto retrovisore e mi misi semplicemente una mano sulla fronte in preda alla disperazione.
Girai per un secondo lo sguardo e incontrai quello stranamente preoccupato di Harry, che appena si accorse di me riprese a guardare la sciacquetta accanto.
 
Appena la macchina si stoppò parcheggiando davanti alla casa illuminata e chiassosa, Louis mi ammonì con lo sguardo per incitarmi a restare calma, ma non ci riuscii poiché schizzai fuori dall’auto in men che non si dica e incominciai a suonare il campanello, scoprendo poi la porta già aperta.
 
Rimasi impalata sull’entrata, sconcertata dalla vista dell’alcool fare effetto su tutta quella massa di gente.
Persone che gemevano a terra, ragazzine dai mini top che ballavano sopra i mobili di casa e ragazzi che restavano lì a guardare compiaciuti con in mano bottiglie di super alcolici di ogni tipo.
 
“Ma che cazzo…” si aggiunse accanto a me Harry, stupito anche lui.
 
Incominciammo ad entrare, facendoci spazio tra la folla di ragazzi ubriachi, fino a quando non riconobbi la voce di Niall che urlava a dei ragazzi di scendere dall’isola in cucina.
 
Appena riuscì nel suo intento si girò e si scontrò contro di me, che a mia volta mi scontrai contro la schiena di Harry che mi stava seguendo.
 
“He-hey ragazzi…” disse mettendosi una mano dietro la testa.
 
Era nervoso.
 
“Dov’è?” chiesi impassibile.
 
Non ci fu bisogno di specificare a chi mi stessi riferendo, lo vidi inghiottire agitato per poi rivolgermi un sorriso poco convinto che spense poco dopo arrendendosi e prendendomi per mano.
Ci avvicinammo alle scale per poi salirle, fino a che Niall non aprì una camera dove la figura di un ragazzo era sdraiato moribondo sul letto.
 
Non seppi all’inizio come reagire, ma alla fine mi avvicinai e non ci fu bisogno né di toccarlo né di parlare perché si accorgesse della mia presenza.
 
“Katniss!” disse sinceramente contento.
 
Si alzò seduto nel letto con il viso di fronte al mio impassibile;
gli occhi lucidi e la voce più acuta e tremolante potevano confermare la teoria ormai certa del suo stato di ebrezza.
 
“Sei arrabbiata?” chiese mettendo il broncio.
 
Non risposi, mi limitai a sollevare la bottiglia di vodka ormai del tutto vuota accanto alle sue gambe e dopo averla esaminata gliela misi davanti agli occhi con la stessa espressione arrabbiata di prima.
 
“Lo so, forse ho un po’ esagerato” disse scoppiando a ridere e buttandosi all’indietro.
 
Guardai verso la porta e scoprii che oltre a Niall si era aggiunto Harry, che guardava il tutto impassibile, a braccia incrociate appoggiato allo stipite della porta.
Ripresi a fissare Niall scuotendo la testa e mi alzai dal letto per lasciare Zayn alle sue risate insensate
 
Ma stranamente i suoi riflessi anche da sbronzo furono abbastanza veloci da afferrarmi il braccio per poi farmi rimettere seduta.
 
Il suo sguardo era diventato ad un tratto serio, si morse il labbro inferiore squadrandomi.
 
“Sei bellissima” potevo sentire la puzza di alcool anche a tutti quei centimetri di distanza.
 
Sentii dei passi e mi accorsi che Harry se ne era andato.
Niall, invece, era ancora sullo stipite della porta e con sguardo da cucciolo bastonato quasi si scusava di tutto ciò.
 
Non passarono neanche pochi secondi che Zayn girò con forza il mio viso attaccando le labbra alle mie così possessivamente che non riuscivo neanche a respirare.
Gli diedi una spinta che normalmente forse non sarebbe neanche bastata a scansarlo, ma essendo ubriaco riuscii a rispedirlo disteso nel letto e questa volta riuscii definitamente a uscire dalla stanza, superando anche lo sguardo di Niall.
 
Appena scesi le scale mi scontrai contro qualcuno, che mi rovesciò l’intero drink sopra il maglione.
Imprecai ad alta voce e sollevando lo sguardo trovai il viso dispiaciuto del ragazzo che in quei giorni avrei preferito non incontrare.
 
“Oh scusami Katniss, mi dispiace tantissimo” disse Liam buttando il bicchiere di plastica per poi prendere un fazzoletto e incominciare a pulire la macchia rossa con un tovagliolo.
 
“Così fai peggio” lo scansai bruscamente e mi diressi verso il divano, dove Louis, Eleanor e Harry con la bionda stavano.
Mi sedetti nel divano dove c’era Louis e mi scontrai per poco con lo sguardo fugace di Harry che si distolse subito da me, concentrandosi invece sulla ragazza accanto.
 
“Cosa ha fatto?” chiese Louis riferendosi ovviamente a Zayn.
 
“Ubriaco marcio” dico impassibile.
 
Louis mi squadrò dall’alto in basso “Sul serio?”
 
“E’ ridicolo vero?”
 
“Sì!” annuii lui “E’ridicolo che tu ti sia arrabbiata così tanto, per così poco!”
 
Sbiancai alle sue parole “Che?!”
 
“Sì, Kat, cioè è una cosa normalissima ,qualche bicchierino, soprattutto per i maschi è normalissimo, non ti ha mica tradito!”
 
Le parole mi si bloccarono in gola, perché in effetti non sapevo cosa dire; alla fine Zayn era rimasto solo, per colpa mia, e quindi ha semplicemente alzato un po’ il gomito.
 
“Cosa hai fatto alla maglia?” disse indicando la macchia.
 
Alzai gli occhi al cielo e senza dire niente mi alzai per andare in bagno, passando davanti alla figura di Harry e la bionda, sicura di avere il suo sguardo su di me ma girandomi scoprii tutt’altro.
Stava ridendo e la sua attenzione era dunque su tutt’altro; mi stava ignorando ed era quello che gli avevo chiesto, quindi non capivo di che preoccuparmi.
 
Ripresi la mia via verso il bagno che trovai grazie alla scia di puzza di vomito e finalmente riuscii ad entrare.
Mi tolsi il maglione rimanendo in canottiera scoprendo anch’essa macchiata, perciò tolsi anche quella restando quindi solo in reggiseno.  Incominciai col bagnarlo appoggiandolo al lavandino, non feci in tempo neanche ad aprire del tutto il rubinetto che la porta sorprendentemente si spalancò.
Rimasi allibita, convita di aver chiuso a chiave.
Una ragazza dal colorito strano non ebbe neanche il tempo di parlare che sbandando si appoggio a testa avanti nel lavandino dove incomincio a rimettere.
 
Ero così scioccata che non avevo avuto neanche il tempi di vergognarmi per essere in reggiseno, nonostante fosse soltanto una ragazza.
La tipa si alzò dopo un minuto barcollando, mi rivolse un sorriso dispiaciuto e se ne andò allo stesso modo  con l’accortezza di chiudere la porta.
Mi affacciai nel lavandino ma mi bastò vedere da lontano il mio maglione e la canottiera diverse dal loro colore naturale per arrivare alla conclusione che ormai erano del tutto irrecuperabili, altro che la macchia del drink.
 
Presi dalla tasca posteriore dei jeans il cellulare e con rabbia composi il numero a memoria.
Non diedi il tempo nemmeno di far rispondere al ragazzo “Cazzo, vieni in bagno. Subito!”
 
Chiusi la chiamata e aspettai solo pochi secondi prima che un Louis affannato comparisse sulla soglia della porta, che chiuse dietro di sé molto rapidamente.
 
“Qual è il problema?” chiese cercando di prendere fiato.
 
Rimasi sbalordita e lo guardai malissimo.
Qual è il problema?” scandii bene le parole.
 
Mi squadrò dall’alto in basso “Ti sono cresciute le tette!” disse quasi stupito.
 
Arrossì velocemente e mi coprii davanti con un asciugamano, anche se di solito non mi vergognavo con lui, mi stava mettendo in imbarazzo.
 
Il suo sguardo cadde sul lavandino e con una smorfia riprese a guardarmi.
 
“Beh, come puoi vedere mi serve qualcosa da mettere addosso”
 
Annuì ancora disgustato “Ci penso io” fece uscendo.
 
Mi misi a sedere sbuffando sul water con la tavoletta abbassata.
 
La sera più lunga della mia vita’
 
Mi rialzai in piedi, incapace di stare lì ferma seduta a subire un’attesa straziante e mi ritrovai a fissarmi allo specchio.
Mi sistemai i capelli e mi girai osservando la mia figura di lato.
Ritirai indietro la pancia senza aver più il fiato fino a che non diventasse del tutto piatta e misi indietro il bacino per far sembrare il mio sedere più sporgente ed infine tesi in avanti le labbra.
Mi mancavano i capelli biondi e sarei potuta benissimo passare per l’amica bionda di Harry.
 
“Che stai facendo?”
 
Spalancai gli occhi e sobbalzai ricomponendomi nella posizione normale, ma quello che trovai non fu Louis con la mia maglietta tra le mani.
 
Imprecai riprendendo l’asciugamano che avevo lasciato a terra e indietreggiai fino a sbattere contro la finestra.
 
Il suo sguardo si era notevolmente fermato sul mio seno ma, al posto di farsi spuntare su quel solito ghigno, cercò di non darlo a vedere e si impegnò a guardarmi in faccia.
 
“Ora che hai scoperto che il bagno è occupato puoi anche uscire” feci io scontrosa.
 
Ma fu come se non gli avessi detto niente, perché non si mosse se non per socchiudere la porta “Dov’è il tuo ragazzo?”
 
“Di sopra a letto moribondo, ha bevuto” cercai di dire il tutto molto velocemente per non dare troppo peso a quelle parole provando ad autoconvincermi sul fatto che fosse una cosa del tutto normale, come Louis mi aveva detto.
 
Scoppiò a ridere, incominciando a scuotere la testa sempre sorridendo.
 
“Perché ridi?”
Mi ritrovai stupita a chiederglielo.
 
“Lui è ubriaco marcio e tu stai dentro un bagno tempestato di puzza di vomito” guardò il mio petto nonostante l’asciugamano “…in reggiseno?”
 
Corrugai la fronte.
“Beh, cosa dovrei fare?” incrociai le braccia sotto lo stomaco “stare lì a pulirgli il vomito dopo che ha scelto di ubriacarsi in mia assenza?”
 
“Non dico questo” riprese tornando serio “Non sai le cazzate che un ragazzo può fare quando è sbronzo, mia cara Katniss”
 
Non capivo perché quando parlava con me doveva terminare le frasi con ‘mia cara, Katniss; mia innocente Katniss’.
Dio, l’odiavo.
 
Aprii la bocca per rispondergli, ma ne uscirono semplicemente dei gemiti, non sapevo proprio che dire dato che quello era ciò che pensavo anche io.
 
Fortunatamente l’arrivo di Louis interruppe quella conversazione e le nostre occhiate fugaci.
 
Non disse niente, buttò fuori dalla stanza Harry nonostante le sue proteste e mi lanciò una specie di felpa che aveva in mano.
 
La esaminai prima di infilarmela e di scoprirla abbastanza lunga e direi anche un po’ larga.
 
“Ma di chi è?”
 
“Non lo so, l’ho trovata in giro” disse facendo spallucce e uscendo.
 
Sbuffai di nuovo e uscii anche io cercando di seguirlo verso il salotto, ma mi bloccai d’improvviso quando notai che proprio accanto al divano c’era Cece.
Ormai era da un po’ che non la vedevo;
l’ultima volta che ci eravamo sentite le avevo chiuso il telefono in faccia.
 
Cercai di coprirmi il più possibile con il cappuccio, ma il suo sguardo si scontrò proprio su di me e ormai non avevo più via di fuga.
 
La vidi posare il bicchiere rosso sul tavolo e dirigersi con passo al quanto furioso verso di me.
 
“Ciao” cercai di dire nel modo più dolce possibile, che non bastò a mutare la sua espressione dura con la quale continuò a fissarmi per ancora molto.
 
Quella ragazza mi faceva paura.
 
“Hai intenzione di fulminarmi ancora per molto?” chiesi io facendomi più piccola dentro la grande felpa.
 
Oh sì” rispose con un tono dal pizzico sadico.
 
“Mi dispiace”
 
“Ti rendi conto che non mi hai considerata per quasi una settimana praticamente?”
 
“Sì lo so, ma sono stata piena di intoppi, però sono riuscita a cavarmela da sola, non ho avuto bisogno di aiuto o di sfogarmi”
 
Non hai avuto bisogno del mio aiuto o di sfogarti?!” solo detta da lei mi resi conto di cosa era uscita dalla mia fottuta bocca “Tu mi chiami solo quando hai bisogno di qualcosa, di aiuto Katniss?”
 
“No, oddio, non è quello che vol-“
 
“Oh, ma lo hai detto” annuì “ed eri abbastanza sicura quando parlavi”
 
Mi guardò per un’ultima volta e uscì dalla porta di casa facendosi spazio.
 
“Cavolo, Cece, no aspetta!” le urlai dietro inseguendola.
 
Uscii fuori nel giardino, non c’erano luci e potevo semplicemente vedere la sua figura andare sempre più lontano.
 
“Ce-“ mi stoppai, subito dopo che una mano mi afferrò saldamente il braccio, girandomi.
 
Era così buio che, se non fosse stato per quel contatto, non avrei mai detto ci fosse qualcuno.
Per un attimo ebbi paura sul serio, ma quella presa salda ma dolce mi metteva come una specie di sicurezza e tranquillità.
Cercai di mettere a fuoco invano, non solo per il buio ma anche perché presto la figura fece scivolare la mano fino all’avambraccio e con una forza inaspettata attaccò le labbra alle mie così dolcemente che rimasi paralizzata in un primo momento.
 
Quando il sangue riprese a scorrere anche nel cervello le mie mani si posarono sul petto morbido cercando di staccarmi, ma non usai abbastanza forza o sicurezza per riprendere la necessaria distanza.
 
La sua mano si slegò dal mio bracciò e si trasferì sulla mia guancia fredda che a quel contatto diventò più che bollente.
Il suo naso solleticava il mio e l’altra sua mano si era nel frattempo posata delicatamente dietro la mia schiena, senza però tirarmi a lui.
 
Solo allora, con quei modi di fare, potei confermare che quello non era di sicuro Zayn e, non so per quale razza di motivo, ma una parte di me ne gioiva.
 
Le sue labbra si scollarono lentamente dalle mie, una carezza mi venne regalata prima che dei passi sempre più lontani mi confermarono che ero rimasta sola.
 
Come poteva uno sconosciuto regalarmi il bacio più dolce della mia vita? Non che ne avessi dati poi così tanti in effetti.
 
Mi ci volle qualche istante prima di riprendermi, quella sera si stava rivelando del tutto anomala e piena di colpi scena.
Mi toccai le labbra con aria sognante.
 
Avevo di nuovo tradito Zayn?
 
Scossi la testa, ripetendomi che alla fine non ero stata io ad aver baciato un altro, ma poi pensai che avrei potuto benissimo usare il mio ginocchio in mezzo alle sue gambe per fermarlo, ma non l’avevo fatto.
 
Harry.
 
‘Oh dio che cretina’ pensai sicura ormai di sapere chi fosse quel qualcuno misterioso ‘Sono proprio da lui cose del genere’
 
Mi sbattei una mano sulla fronte e a passo veloce raggiunsi la luce dell’entrata della casa.
Rientrai in salotto dove ancora tutti erano seduti a ridere e scherzare tra loro, individuai Harry nello stesso posto di prima del divano, impegnato sempre con la bionda.
 
Lo fissai con tale odio che, se se ne fosse accorto, penso si sarebbe spaventato.
Invece no, non si era reso conto nemmeno del mio arrivo nonostante gli fossi passata proprio avanti.
 
Ha fatto presto’ pensai riferendomi allo rimettersi al posto precedente prima che io arrivassi ‘avrà detto che doveva andare in bagno’ pensai ridacchiando da sola.
 
Mi misi seduta sul bracciolo del divano, dato che il mio posto era stato occupato da Liam, il quale scoprii a fissarmi con aria timorosa e che semplicemente ignorai.
 
“Dove sei stata?” mi chiese Louis che era in mezzo.
 
“Ah, non lo so…chiedilo a Harry” risposi quasi urlando il suo nome, infatti il ragazzo si girò verso la nostra direzione-ovvero gli bastò guardare avanti-non disse niente semplicemente sembrava confuso.
 
“Oh, non fare di nuovo la faccia da finto tonto”
 
“Katniss ma che stai dicendo?” mi sorpresi a scoprire che chi aveva appena parlato era proprio la ragazza accanto a lui.
 
“Povera cucciola di Barbie, non sai dove è stato il tuo Ken in questi cinque minuti? Beh te lo dico io se vuoi”
 
Tutti, nessuno escluso, mi stavano guardando nel modo più confuso possibile e io non seppi altro che scoppiare in una risata dalla punta isterica, finché il riccio non si alzò per poi afferrarmi per un polso trasportandomi in cucina, dove stranamente non c’era più nessuno.
 
“Ma si può sapere che cazzo ti prende?” sembrava furioso.
 
“Potrei benissimo chiederti la stessa cosa”
 
“Ma di che parli?!”
 
“Ti avevo chiesto di starmi lontano” sentenziai.
 
“Ed è quello che sto facendo!” alzò la mani in aria senza smettere però di guardarmi negli occhi “non ti sto considerando minimamente, non hai visto?”
 
Abbassai lo sguardo perché mi trovai troppo vicino il suo.
 
“Cosa c’è?” fece un passo ancora avanti “Non è quello che volevi?” chiese scontroso mettendo la mano sopra il mio gomito.
 
Quella presa.
 
La sua mano era troppo grande e la presa più salda.
 
“Non mi hai baciata tu in giardino” sussurrai quasi a me stessa, ma la vicinanza gli permise di sentirmi.
 
“Aspetta” si allontanò di poco “hai baciato chi?” chiese stavolta in tono sorpreso.
 
Alzai lo sguardo finalmente.
 
“Io nessuno”
 
“Lo hai appena detto!”
 
“Ho detto che mi hanno baciata, io non ho fatto niente”
 
“Come non hai fatto niente?!” domandò ancora più stupito di prima “A me dici di allontanarmi perché hai un ragazzo e non puoi scansare un cretino che ti si butta addosso?”
 
Non lo avrei mai detto se non avessi sentito quel picco del suo tono, ma lo avevo ferito.
 
“Chi è?” continuò.
 
“Non lo so”
 
“Come non lo sai?!”
 
“Hei senti, non urlarmi contro. Ero andata fuori per Cece e nel buio qualcuno mi ha preso e baciato, è durato pochissimo però”
 
Perché mi stavo giustificando con lui?
 
Né io, né lui dicemmo più niente.
Si fece sempre più lontano, scosse la testa verso la mia direzione e se ne andò lasciandomi sola;
fu l’ultima immagine che ebbi di quella sera.
 
                                         ***
 
Sapevo di essere sveglia, ma non avevo ancora voglia di aprire gli occhi.
 
Qualcosa ,però, mi stavo solleticando fastidiosamente il naso e alla fine fui costretta ad alzare le palpebre per poi scoprire fossero dei capelli, ricci.
 
Da sdraiata mi alzai di poco reggendomi sui gomiti e trovai un braccio a peso porto sopra il mio stomaco che scoprii appartenere allo stesso proprietario dei capelli ricci che poco fa mi ingombravano la faccia.
 
Mi stropicciai gli occhi e mettendo a fuoco scoprii che non eravamo soli;
Louis, Eleanor e la bionda erano come noi sopra il tappeto della sala.
 
I miei movimenti svegliarono anche Harry che incominciò a stiracchiarsi come un bambino piccolo la mattina.
 
Restai a guardare la tenera scena per un po’, fino a quando non aprì gli occhi e, accorgendosi di essere per metà addosso a me, si alzò di scatto guardandomi schifato.
 
Abbassai lo sguardo e feci scomparire il sorrisetto di prima.
 
“Oh siete svegli” entrò Liam nella stanza, al contrario di noi, fresco e pimpante. “Svegliate gli altri, io e Niall abbiamo fatto la pasta per tutti”
 
“Pasta?” sentii chiedere da Harry.
 
Il ragazzo scoppiò a ridere; la sua risata era contagiosa, ma mi trattenni per non muovere neanche un muscolo della faccia “E’ l’una ed è ora di pranzo, sarete andati a dormire verso le cinque ieri”
 
Harry si alzò allungando le braccia verso l’alto e subito dopo incominciò a chiamare uno per uno gli altri, dormienti per terra.
Nel frattempo mi alzai e sorrisi scoprendomi ancora con la stessa felpa rossa. Mi diressi in cucina dove Liam serviva i piatti sul tavolo apparecchiato, presto anche gli altri si unirono a noi nella stanza.
 
Eleanor diede un veloce ma dolce bacio a stampo a Louis che sorrise e che, di conseguenza, fece sorridere anche me ed infine si misero entrambi a sedere.
“Niall?” chiese Louis.
 
In effetti era da ieri sera che non lo vedevo, forse era rimasto per tutta la notte a fare compagnia a Zayn ubriaco e a quel pensiero mi scappò un sorriso, consapevole che ne era capace.
 
“Ha cucinato con me il pranzo ed è uscito” fece spallucce Liam.
 
“E invece Zayn?”
 
Liam mi guardò stupito pur essendo una domanda innocua “Penso sia di sopra, Niall ha detto che non scendeva per pranzo”
 
L’ultima ad arrivare fu la bionda, che prima di mettersi seduta si soffermò sulla figura di Harry seduta e senza dire niente, gli stampò un bacio sulle labbra.
 
Harry stesso ne uscì un attimo confuso, poiché non l’aveva vista nemmeno entrare.
Guardai il tutto con la coda dell’occhio e giurai che per qualche attimo mi stesse guardando, tanto per vedere la mia reazione che invece esteriormente era del tutto impassibile.
 
Ognuno incominciò a mangiare la propria porzione di spaghetti nel silenzio più assoluto che l’unico rumore era la bocca di Louis che risucchiava uno spaghetto troppo lungo, beccandosi un piccolo schiaffo sulla testa da parte della ragazza.
 
Subito dopo pranzo incominciammo a mettere in ordine la casa, a me toccò semplicemente il compito di raccogliere  bicchieri e cartacce e mi ritenni decisamente fortunata, dal momento che a Louis avevano affidato il compito di ripulire i bagni.
 
Incominciai a pensare alla sera precedente, a quel bacio, e i sensi di colpa incominciarono a logorarmi dentro come piccoli vermi solitari;
lasciai la busta nera della spazzatura e sfrecciai verso le scale per raggiungere  Zayn in camera, che invece incontrai proprio a metà scala con l’intento di scendere.
 
Mi rivolse uno storto sorriso tipico di uno appena alzato e io ne feci uno abbastanza grande da poter esprimere la gioia di rivederlo di nuovo lucido, più o meno.
Con un pugno si stropicciava un occhio e l’altro lo strizzava, feci due gradini più in su e lo abbracciai forte a me, gli ci volle qualche secondo prima di rendersene conto e con un po’ di titubanza mi circondò più delicatamente del solito con le braccia.
 
Staccai la testa dalla sua spalla, mettendo il viso di fronte al suo e guardando per un attimo il luccichio dei suoi occhi, umidi dal risveglio, e gli baciai le labbra sorridenti.
 
Un bacio a stampo, ma lungo.
 
                                                                                                                                                                                                                     
Ci staccammo entrambi nello stesso momento;
sapevo di essere strana, ma dovevo dire che anche lui aveva qualcosa che non andava.
 
Mi chiesi come potevo avere la faccia tosta di baciarlo io stessa dopo quello che avevo fatto la notte precedente, mentre lo avevo lasciato in un letto moribondo con Niall che sostituiva ciò che, nel ruolo di sua ragazza, avrei dovuto fare io.
 
Quel bacio però non era niente, me lo avevano rubato e forse proprio per quello dovevo dirglielo.
 
Mi prese però, dolcemente la mano  e mi portò di sotto con lui per aiutare gli altri a mettere in condizioni decenti casa di Niall, che ancora non si era visto.
Finimmo dopo un’oretta;
la bionda se ne andò, ma prima, Harry la volle accompagnare fino al cancello di casa, non mi misi dietro la tenda della finestra per vedere come sarebbe stato il bacio, ora che Harry aveva imparato a ignorarmi dovevo fare altrettanto.
 
“Accendo la tv, che tra poco c’è il Manchester” fece Liam seguito da Louis munito di una bacinella di popcorn.
 
Zayn si girò verso di me “Tu resti?”
 
Scossi la testa sorridendo “Domani rincomincia la scuola e devo recuperare ciò che non ho ripassato in questi giorni”
 
Annuì un po’ dispiaciuto “Ti accompagno”
 
“No, vado a piedi, al massimo fino al cancello”
 
Aprii la porta nel momento in cui Harry stava rientrando e senza neanche degnarci di uno sguardo entrò dirigendosi verso il salone.
 
Prima di uscire dal cancello mi girò e mi baciò prima una guancia e infine le labbra, mi staccai, gli sorrisi e mi girai uscendo dal cancello, ma, arrivata al marciapiede, feci un grande sospiro e tornai indietro.
 
Ti devo dire una cosa” dissi partendo in quarta e senza aspettare un suo consenso mi affrettai a parlare “Ieri sera qualcuno mi ha baciata”
 
Allargò le orbite degli occhi, leggermente stupito, ovviamente non capendo.
 
“Ero scesa in giardino per seguire Cece e un tipo, non sono riuscita a vedere chi fosse a causa del buio, mi ha presa e ha attaccato la bocca alla mia” cercai di spiegare meglio “ma ti giuro, Zayn, non era niente, io non volevo”
 
Mentre io lo guardavo negli occhi, lui era concentrato in un punto fisso per terra, stava come pensando, ma poi alzò il viso a annuì flebilmente.
 
“Allora anche io ti devo dire una cosa” fece flebile.
 
“Mi vuoi lasciare?” saltai io alle conclusioni preoccupata “Oddio Zayn ti prego, non volevo che accadesse niente del genere”
 
“Ma no…” fece sorridendo.
 
“Non sono stata io a baciarlo“
 
“Katniss”
 
“non ho nemmeno visto chi fosse perciò sarebbe anche stupido non trovi?”
 
Ti ho tradito
 
“Certo e poi non mi è neanche piaciuto perc-“ mi bloccai “che cosa hai detto?!” chiesi fiduciosa di aver sentito male.
 
Lui si morse il labbro e presto il nocciola dei suoi occhi diventò più lucido.
 
“Ti ho tradita” ripeté lui “sono andato a letto con un’altra
 
Il mio cuore perse un battito.









BONSOIR.
Inizio con le cosine che vi dovevo dire sennò alcune non me le cagano:
1) io sapevo già fin dall'inizio come sviluppare This Chain e quale sarebbe stato l'argomento centrale, volevo solo dirvi che sarebbe stata una cosa un po' lunga perciò se vedete che sto facendo  un po' le cose di fretta e capitoli lunghi è solo per arrivare al nocciolo.
Dopo This Chain o durante, ma non credo, ho in mente di scrivere un'altra fanfic o una short story ma non OS.
Ho in mente due trame ahskgfs che vi proporrò più avanti e sceglierete voi, se volete anticipazioni contattatemi o qui o su
TWITTER

2) sono in collaborazione con una ragazza, Roberta Fazzese, non so la conoscete su Ask, Facebook, Youtube, per scrivere una fanfic.
Ancora non sappiamo bene su chi, cosa quando, dove, abbiamo semplicemente buttato giù delle idee da vedere.
Come funzionerà: una scriverà il POV della protagonista femminile e l'altra di quello maschile.
Simple, but effective cit.___  poi vi farò sapere, se avete delle trame che vi piaccerebbero sviluppare scrivetemi via recensione o messaggio privato



Beh mi scuso immensamente per il ritardo clamoroso, ci ho messo più di un'eternità lo so, in compenso direi che il capitolo è bello lungo e carico.

Riprendiamo il filo della storia:
Perciò nella macchina c'era Harry, non era un segreto, ma magari qualcuno non lo avevo capito lol
Harry, sotto 'ordine', di Katniss cerca di ignoralrla anche se si capisce benissimo che a lei questo dispiace.
-Il bacio misterioso
-Zayn tradisce Katniss
Beh, due notizioni, vorrei sapere cosa ne pensate, quali sono i vostri commenti o chi shippate!

Come sempre vorrei almeno 10 recensioni :)

 

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