everything changes.♔

di str0ngvato
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ♡little nuances♡ ***
Capitolo 2: *** ♡who? ♡ ***



Capitolo 1
*** ♡little nuances♡ ***



everything changes.♔

-true love waits.



“vuoi aiutare mammina a recuperare $$$?? Chiamalo e digli!”
                                                                                            --A

 

Composi il numero e aspettai i soliti quattro “trilli” prima che la sua voce così calma penetrasse nelle mie orecchie.
“Ali,che c’è?” Il suo tono era alquanto irritato. Quasi come se io avessi interrotto un affare troppo importante per essere lasciato stare.
“Liam,senti,devo dirti una cosa” -Cercai di non far notare la mia voce tremante e il ticchettio snervante delle mie dita sul tavolo.
“Sempre allo stesso posto?” -Io e Liam ci incontravamo quasi sempre ad  un bar,un bar abbastanza tranquillo per questo era il nostro preferito.le persone conversavano animatamente,non facevano domande e facevano dei drink eccellenti.
“Si,lì tra venti minuti,ti prego non tardare” -Attaccai prima che lui rispondesse,per fargli capire che non ammettevo “no” questa volta e mi preparai mettendomi i soliti jeans attillati neri che mi fasciavano il sedere facendolo sembrare stupendo-a quanto ho sentito da alcune voci-,una maglietta larga azzurro cenere e infine una giacca nera.I primi venti di settembre iniziavano a farsi sentire.
“Amber sto uscendo,ti porto qualcosa io appena ritorno”-Amber era la mia migliore amica insieme ad altre due ragazze.-praticamente una sorella-.
Non le avevo raccontato nulla.
Ci siamo incontrate “per sbaglio” cinque mesi fa,e ci siamo messe d’accordo per pagarci a turno l’affitto della casa.
“Ok amore,a dopo”.
Chiusi la porta e mi incamminai.
Le strade di New York erano sempre troppo affollate per i miei gusti. Adoravo la città però la tranquillità mancava un po’ nella mia vita.
Mi guardai intorno,pensando ancora a come potevo iniziare l’argomento con Liam,se dirglielo lentamente arrivandoci gradualmente senza fretta,o se era meglio toglierselo subito,quasi come un cerotto.
Anche il tono della voce era un problema.
Era un tema delicato,di cui lui,-come tutti gli altri-non ne sapeva assolutamente niente.
Girai l’angolo alla seconda traversa e mi fiondai nella quotidiana e quasi gradevole calca mattutina.
Oramai gli occhi stanchi,le labbra che assaporavano il caffè caldo,mani che si sfregavano tra di loro,coppie che si tenevano dolcemente vicini per riscaldarsi a vicenda erano un abitudine per me.
Affrettai il passo,e alle 12:30 varcai la soglia del bar,con il solito suono della campanella che faceva attirare sempre l’attenzione,come se dovesse dire “ehy,è arrivato qualcuno”.
Liam non era ancora arrivato,perciò andai con disinvoltura,quasi se l’avessi fatto milioni di volte,al “nostro”tavolo e ordinai un chinotto per me e una orange foame per lui.
Preso tutto,mi andai a sedere e aspettai.
Non sapevo ancora come iniziare la conversazione. Forse dovevo semplicemente fare come avevo sempre fatto,parlare e basta.
Soltanto con lui riuscivo ad aprirmi bene,quasi come se fosse una pagina di diario segreto che andava riempita,ed io non vedevo l’ora di iniziare. Ma in quel momento era come se avessi avuto  paura di rovinare quelle pagine di diari,così bianche e pulite. Avevo paura di sbagliare.
Iniziai a bere. Immersa nei miei pensieri,cercando di capire come avevo fatto ad essere così. Così sbagliata.
Alle 12:45 Liam arrivò con la sua solita divisa da perfetto scolaretto e la sua borsa di pelle regalata da suo padre.
Ma il suo sorriso era uno dei più belli che avessi mai visto.
“Allora,che devi dirmi di così importante?”-Disse con la sua voce tenue,flessibile,scandendo le parole troppo velocemente come il suo solito.
Io rimasi in silenzio guardando il tavolo color caramello.
Non sapevo da che parte iniziare.
“Allora?” -Il suo tono di voce si fece più insistente,mentre prese un sorso della sua bibita.
Stavo per rivelargli il mio segreto,e di certo sapevo che tutto sarebbe cambiato,almeno per noi due.
Ma di certo non potevo fare altrimenti,dovevo togliermi questo peso,troppo grande.
“Ho ucciso io tua mamma.”-La mia voce si trascinò tutta la frase,quasi come se non volesse mollarla del tutto,pronta a rimangiarsi quello che aveva appena detto.
Avevo paura del suo giudizio,avevo paura del fatto che forse non mi avrebbe più vista per quello che sono,che non mi avrebbe più guardato con gli stessi occhi,ingiustamente
Alzai la testa e incrociai i suoi occhi color cioccolato.
Quegli occhi che mi ricordavano sempre l’autunno,il caldo,mi ricordavano casa,un posto sicuro su cui potersi appoggiare sempre.
Ma questi stessi occhi così calmi,dolci e perfetti,in questo momento mi guardavano come una criminale,come semplicemente un mostro da schiacciare prima che possa mordere ancora.
Non sapeva come reagire,e per lui la mossa più semplice fu alzarsi e andarsene.
Il mio sguardo vagava nel vuoto.
Ormai quelle pagine di diario così bianche,pure erano finite,non ci sarebbero state mai più.Ero arrivata alla fine di un libro di cui non ci sarebbe stato più un seguito.
Stavo per raccogliere tutte le mie cose quando il cellulare che si trovava nella tasca posteriore dei pantaloni vibrò.
Sapevo di chi era e anche solo il ricordo mi faceva accapponare la pelle.
Lo presi tra mani e lessi.

“Brava Ali,hai perso un amico,chi perderai ora?
                                                                                      --A”



ehi,buongiorno lettrici.
Allora voglio presentarmi sono federica,ho un altro account qui su efp,mi chiamo "perfect0vato" se mi seguite,beh eccomi,è da un po' che non mi connetto mi spiace ma  dato che volevo una rivoluzione l'ho cancellato.ed eccomi qui.beh com evedete ho preso un po' dalla serie tv "pretty little liars" di cui mi sono innamorata.
Ali sarebbe il diminutivo di Alison che però ovviamente non sarà la parte "cattiva" come nella serie.
Ci sono tante cose da scoprire,se volete contattarmi vi do i miei recapiti su twitter : 
https://twitter.com/perfect0vato

al prossimo capitolo


str0ngvato

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Capitolo 2
*** ♡who? ♡ ***


everything changes.♔


-you can do.

 

 

“Non era fredda, nemmeno stronza.
Era solo triste, era stanca di fare a botte con la vita”

Elizabeth sospirò, prima di piegare l’angolo della pagina del suo nuovo libro “Voglia di cambiare, per me”.
Era un libro avvincente, pieno di amore, passione, e anche mistero.
Amava i libri. Con loro poteva essere mille persone diverse, si immedesimava in ogni personaggio. Percepiva il loro dolore, la loro gioia, rabbia, preoccupazione.
Si alzò dal divano facendo scricchiolare il pavimento di legno.
A piedi nudi attraversò il lungo corridoio della casa per poi arrivare in camera sua, il suo rifugio.
Posò il libro e si buttò sul letto ancora disfatto.
Faceva freddo a New York in questo periodo,cosa più che normale.
Ogni autunno era così, e ad Elizabeth piaceva questa sensazione.
La sensazione di casa, un posto dove ripararsi durante la tempesta.
La sensazione di avere accanto qualcuno con cui passare i freddi pomeriggi.
Le piaceva l’autunno in tutti i punti di vista.
Era una mattina di settembre, quiete, all’apparenza normale, senza sfumature grigie o nere. Una limpida e chiara giornata di settembre.
Ma come appena detto, solo all’apparenza.
“Eli, c’è qualcosa per te sotto”. La persona che aveva appena parlato era la mamma di Elizabeth,una bella donna. Capelli neri, occhi color nocciola e delle belle forme italiane.
“Vengo”. La giovane ragazza si alzò svogliatamente dal letto, si mise una vestaglia, le pantofole e uscì dalla camera per andare in salotto.
All’entrata di casa c’era una piccola scatola di cartone che l’aspettava.
Nessun biglietto, nessuna firma.
Solo questa strana scatola tenuta ferma dal solito scotch rosso con scritto sopra “FRAGILE”.
“Aprila, dai” Sua mamma spronò la figlia vedendola un po’ pensierosa, o comunque sorpresa.
“Certo”. Elizabeth andò in cucina, si munì di forbici e ritornata in salotto iniziò a sfilare piano piano lo scotch della scatola.
Finito il tutto, l’aprì.
 
“Chiudila”-Sua madre era più colpita, che spaventata.
“Chi ti potrebbe mai fare uno scherzo del genere?” -Elizabeth era ancora sotto shock. Non poteva crederci.
Ora,la ragazza era seduta sul divano con la testa appoggiata sulle sue stesse gambe -che tramavano ancora-.
“Bimba mia, non pensarci più” Teresa -la madre di Elizabeth - ,si avvicinò alla figlia e l’abbraccio cercando di calmarla.
Gli occhi della figlia stavano ancora ricordando la forma di quella bambola vudù, piena di spilli conficcati nel cuore.
Era una bambola come tutte con  il semplice fatto che aveva lo stesso viso di Elizabeth.
Era tutto così strano.
“Andrò un po’ fuori con Meg per un caffè, a dopo mamma” Elizabeth si alzò dal divano velocemente, quasi meccanicamente e fece spostare sua madre, aveva bisogno di aria.
 
** 

“El, sinceramente? Potrebbe essere stato Styles”. El corrugò la fronte.
“Styles? Ma non credo. Ho sentito che aveva una cotta per me” Meg bevve ancora un sorso del suo caffè caldo e poi lo posò delicatamente sul tavolo cercando di riscaldasi le mani con il calore che emanava il piccolo contenitore, circondandolo con le dita.
“Proprio per questo credo che sia stato lui, hai detto che gli spilli erano conficcati nel cuore, no?” El annuì.
“E tu non stai uscendo con un certo Mark, ora?” El annuì una seconda volta.
“E allora? Mi sembra ovvio che sia stato lui, El. Non preoccuparti è uno scherzo innocuo di un ragazzino innamorato” Meg guardò Elizabeth con sguardo complice.
“Boh, sarà, però a me ha fatto preoccupare. Gli parlerò oggi” Le mani di quest’ultima finirono nel suo giubbotto autunnale all’ultima moda appena una folata di vento l’ oltrepassò.
 “Ok, grazie Meg. Ci vediamo dopo, che ne dici?” El si alzò per prima prendendo il portafoglio per pagare.
“Va bene, chiamo anche le altre, va bene?”  Meg si alzò successivamente prendendo borsa e cellulare salutando l’amica.
“Ok, a dopo Meg”.
Elizabeth entrò dentro il bar per poi uscirne pochi minuti dopo.
 
**
Intanto vicino al bar, nascosto tra gli alberi, quella persona aveva osservato tutta la scena
Ogni mossa, ogni parola.
Prese velocemente il cellulare e digitò con scioltezza e velocità il messaggio che già precedentemente aveva pensato la sera prima.
E come da copione, successe quello che aveva già programmato che succedesse.
Elizabeth vide il suo messaggio

“ Meglio che non sprechi energia e fiato. Non è stato il tuo innamorato a giocarti quel brutto scherzetto, chissà chi.
                                                                                          --A”

 
La ragazza si guardò intorno impaurita e corse via.

Il gioco aveva inizio.


 

buona sera lettrici,
allora inanzitutto volevo scusarmi per l'enorme ritardo dovevo aggiornare tipo due settimane fa
ma ho delle valide scuse.
1. poca fantasia, avevo in mente la storia ma non sapevo come costruirla
2. mancanza di connessione internet. Ho sofferto troppo ahaha
Proseguiamo, voglio ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia o me(( come scrittrice))  tra le
ricordate/seguite/preferite.
Ho avuto tipo 123 visualizzazioni solo nel prologo e 18 recensioni. Davvero vi ringrazio tanto
E' per voi che scrivo, voi mi ispirate.
Prima di finire il tutto volevo solo chiarire un malinteso di cui mi avete parlato molto nelle vostre recensioni.
Allora, "everything changes" NON è una storia su "pretty little liars" ma una storia sui "One Direction", i messaggini di "--A" sono un semplice modo per mandare avanti la storia.
Spero di avere chiarito il tutto
Al prossimo aggiornamento ragazzi
Vi ringrazio ancora.
Un bacio
Federica


 

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